PINOCCHIO DALL’OPERA DI CARLO COLLODI Traduzione e adattamento di Stefano Andrea Cresti
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P R E FA Z I O N E
L’ultima volta che ho incontrato Pinocchio avevo non più di una decina d’anni. Lo intravedevo attraverso i tratti placidi e lo sguardo azzurro dell’uomo che era mio nonno e che, nel suo miscuglio di francese e italiano, me ne raccontava le avventure quando andavo a trovarlo, tutti i mercoledì pomeriggio. Non si accontentava di raccontarmi Pinocchio. Era Pinocchio. Immagino peraltro che non si preoccupasse troppo di rispettare il testo originale. Credo piuttosto che si fosse appropriato dei passaggi e dei momenti più significativi e che si dilettasse a mescolarli con dei racconti suoi, dei ricordi… Era improvvisazione, ed era ricca e stravagante e viva. Generosa. Poi sono cresciuto. I miei mercoledì pomeriggio sono diventati quelli di un adolescente in cerca di altre storie. Con discrezione, mio nonno si è allontanato per andare chissà dove. E non ho più rivisto Pinocchio. … David me ne parlava già da un pezzo, della sua voglia di riadattare questa storia. A volte abbiamo perfino detto di farlo insieme, ma alla fine non si è fatto. La sua voglia, però, non si è spenta, e ha continuato a parlarmene di tanto in tanto. Poi, un giorno, m’invia una pagina disegnata da un autore di cui non conosco l’opera. Una pagina di Pinocchio. E già sento come una presenza familiare. Come qualcosa che non rivedo da tempo, ma che conoscevo bene. Poi David m’invia un’altra pagina, e un’altra, e poi tutte le pagine di Tim. Pagine ricche, stravaganti e vive. Generose. Mentre scrivo queste righe ho appena letto tutte le pagine d’un fiato. È un mercoledì pomeriggio. E ho ritrovato Pinocchio. Un pezzettino della mia infanzia. Grazie. Alfred 20 agosto 2014
c’era una volta… un pezzo di legno.
non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nei caminetti per riscaldare le stanze. un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di Mastr’antonio, un vecchio falegname che tutti chiamavano maestro ciliegia.
questo legno è capitato a tempo; voglio servirmene per fare una gamba di tavolino.
mastro ciliegia guardò sotto il banco: nessuno.
non mi picchiar tanto forte!
dentro un armadio: nessuno.
chi… chi ha parlato?
ho capito; si vede che quella vocina me la son figurata io.
sulla strada: nessuno.
nel corbello: nessuno.
rimettiamoci a lavorare.
ohi! tu m’hai fatto male!
TCHACK!!
AAHH!!
passate pure!
buongiorno, Mastr’antonio!
qual buon vento vi porta, mastro geppetto?
un burattino maraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. con cui buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino.
ebbene, ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno.
bravo, polendina!
polendina? non mi piace che mi si chiami polendina‌
perchĂŠ mi offendete?
voi!
no!
e chi vi offende?
6
sì!
asino! polendina! somaro!
no!
polendina!
brutto scimmiotto!
uff uff…
dunque, compar Geppetto, qual è il piacere che volete da me?
rendimi la mia parrucca!
ah… ho proprio qui un ciocco che farà al caso vostro…
e tu rendimi la mia, e rifacciamo la pace.
mille grazie, amico mio!
non c’è di che, caro amico!
vorrei un po’ di legno per fabbricare il mio burattino. 7
lo voglio chiamar Pinocchio. questo nome gli porterà fortuna. ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi, e tutti se la passavano bene…
occhiacci di legno, perché mi guardate?
bene. Non c’è male, per essere l’ini…
ih ih ih ih ih!!
smetti di ridere!
prrrr!
8
manca forse qualcosina al…
dunque, vediamo un po’…
mmh mh…
rendimi subito la parrucca!
forza… mostrami un poco che sai fare con quelle belle gambette…
birba d’un figliuolo! non sei ancora finito di fare, e già cominci a mancar di rispetto a tuo padre! male, ragazzo mio, male!
bene. e ora, le gambe…
non c’è male…
pinocchio!
non c’è male davvero…
pinocchio? ma cosa stai…
9
ah ah! pigliatelo! pigliatelo!
oh oh!
bau bau! guardate!
bau bau!
aaahh!
quando saremo a casa, non dubitare che faremo i nostri conti!
ti tengo, birbante!
povero burattino! ha ragione a non voler tornare a casa! chi lo sa come lo picchierebbe quell’omaccio di geppetto!
quel geppetto pare un galantuomo, ma è un vero tiranno coi ragazzi!
mille grazie!
quanto a te, mi domando cosa mi trattenga dal darti una bella tirata d’orecchi!
Aaaahhh…
se gli lasciano quel povero burattino fra le mani, è capace di farlo a pezzi!
ma davvero? se è così, ti arresto, geppetto!
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crì-crìcrì!
e tu chi sei?
io sono il Grillo Parlante, e abito in questa stanza da più di cent’anni. ho una grande verità da dirti.
dimmela e spicciati!
guai a quei ragazzi che disobbediscono ai loro genitori! non avranno mai bene in questo mondo e, prima o poi, dovranno pentirsene amaramente!
e io mi diverto più a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi a prendere gli uccellini di nido.
canta pure, grillo mio! ma domani voglio andarmene di qui perché, se rimango, mi manderanno a scuola e mi toccherà di studiare.
povero grullo! così facendo diventerai un somaro, e tutti si piglieranno gioco di te! sei solo un burattino con la testa di legno!
toh!
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Pinocchio, marionetta di legno nata dalle mani del falegname Geppetto, è un pessimo figliolo che ha fatto mettere in prigione suo padre e deve ora farsi perdonare. Comincia così la storia del burattino che voleva diventare un bambino in carne e ossa. Un racconto fuori dal tempo, che gioca con i contrasti mescolando abilmente crudeltà, umorismo e poesia per toccare temi universali quali la paternità e il rapporto con il diverso.
Carlo Collodi è lo pseudonimo di Carlo Lorenzini, scrittore italiano nato nel 1826 a Firenze, dove morirà il 26 ottobre del 1890. Esercitò la professione di giornalista per più di quindici anni, con un intermezzo di un anno, durante il quale s’impegnò in prima persona nella lotta per l’indipendenza d’Italia. Cominciò a scrivere per i bambini soltanto nel 1875, adattando le fiabe di Charles Perrault in italiano prima di creare il personaggio di Pinocchio che, dal 1881 al 1883, comparve a episodi sul Giornale per i bambini, diventando poi il successo mondiale che tutti conosciamo…
tunué ISBN 978-88-6790-176-0
9 788867 901760
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