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SUPPLEMENTO AL NUMERO ODIERNO DEL QUOTIDIANO
Che spettacolo le
MARCHE Eventi, mostre e itinerari alla scoperta di una regione magica
Risorgimarche torna anche quest’estate sulle montagne marchigiane
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SPECIALE MARCHE
IL MONTE DEL MISTERO
SABATO 29 GIUGNO 2019
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MENO DI 10 KM A NORD DEL VETTORE, TRA MONTEMONACO E CASTELSANTANGELO SUL NERA, SI STAGLIA COI SUOI 2.173 METRI
Il fascino intramontabile della Sibilla Il mito della profetessa, fra storia e leggenda, fa da calamita per i visitatori
di ELISABETTA FERRI TRA IL MONTE VETTORE e il Monte
Priora si staglia il Monte Sibilla: con i suoi 2.173 metri, custode del mistero della Sibilla Appeninica, è una delle vette principali del parco nazionale, a cavallo tra Marche e Umbria. I Monti Sibillini devono il loro nome al mito della Sibilla, figura legata a misteriosi riti pagani, capace secondo la leggenda di vedere gli accadimenti passati e quelli futuri. Il mito narra di una profetessa condannata per la sua superbia a restare imprigionata nelle viscere della montagna: proprio la grotta della Sibilla ha assunto nei secoli una luce magica ed inquietante. Draghi, serpenti, fate simili a sirene di montagna, tutti al suo servizio per proteggere l’oro e le pietre preziose custodite nella grotta. Alle leggende orali e ai racconti popolari si aggiungono quelli scritti: da quelli di Svetonio (risalenti al 69 a.c.), all’opera scritta nel 1410 da Andrea Barberino (il Guerrin Meschino) sino al cavaliere errante e scrittore Antoine de La Salle, che racconta del paradiso della regina Sibilla, nella quale tanti cavalieri avevano smarrito la via. Naturale che siano in tanti a voler visitare questa zona del parco, dove la scorsa estate è stata installata un’importante novità: l’Università di Camerino, in collaborazione con il Comune di Montemonaco e con i geologi del Cai, grazie ai fondi della Regione per la speleologia, ha realizzato due pannelli esplicativi, entrambi in lingua italiana e inglese, che danno un’interpretazione paesaggistico-geologica di ciò che gli escursionisti si trovano davanti. Sul monte Zampa e in prossimità dell’Antro della Sibilla i visitatori trovano un pannello, con raffigurata la foto del paesaggio che hanno di fronte agli occhi, in cui sono indicate le caratteristiche di ciò che stanno vedendo. Capiranno bene dove si trovano all’interno dei Sibillini e
CHE MERAVIGLIA Alcuni scorci della zona che conserva la leggenda della Sibilla: con la neve, con il verde e con la luna che saluta dall’alto
la risposta ad alcuni perchè. Tra le immense curiosità che possiamo trovare in questo territorio, non si può dimenticare la scoperta di un piccolo crostaceo endemico, una specie tipica ed esclusiva di questo territorio. Ce lo racconta Maria Gaetana Barelli, biologa e guida del parco, che fa parte di un gruppo di ricerca diretto dal professor Lorenzoni dell’Università di Perugia. «MONITORANDO il laghetto di Palazzo Borghese, situato a 1.700 metri, che si forma con lo
L’ORIGINE DEL MITO Sarebbe stata condannata a vivere sulla montagna a causa della sua superbia scioglimento delle nevi e resiste per non più di 20-30 giorni, abbiamo scoperto l’esistenza del Chirocephalus sibyllae, un piccolo crostaceo lungo 2 centimetri, dal colore tra il verde e l’arancio. Il suo ciclo di vita nasce e si sviluppa esclusivamente in questo bacino». Ma non è l’unica specie. Dal
circo glaciale ai piedi di Palazzo Borghese, dal quale si vetta la vede della Sibilla, si passa alla valle adiacente, quella del Lago di Pilato, dove vive il Chirocephalus marchesonii: «La caratteristica che lo rende infinitamente prezioso - spiega la Barelli – è che dal dna si evidenzia che non appartiene ai chirocefali europei, ma a quelli asiatici e himalayani. Conoscere è proteggere, per questo guidiamo escursioni fino ai due laghi per permettere soprattutto agli studenti, ma anche ai turisti, di rendersi conto della biodiversità».
IL MUSEO A MONTEMONACO C’E’ UNA STRUTTURA TUTTA DEDICATA, APERTA DIECI ANNI FA
Uno scivolo simula l’ingresso alla grotta misteriosa E’ L’UNICO MUSEO rimasto nella sua sede storica dopo il sisma: realizzato tra il 2009 e il 2012 il Museo della Sibilla di Monte monaco è una vera fonte di curiosità per i visitatori: «Consente di fare un viaggio attraverso il mito – spiega Rosangela Censori, responsabile della struttura –. Vi si trovano pannelli con le immagini e l’iconografia delle Sibille e le foto storiche risalenti agli anni fra il ’52 e il ’54,
prima che la grotta crollasse. Si possono leggere, sempre su pannelli, le fonti letterarie più importanti della leggenda e i racconti delle spedizioni di fine ’800». Ma c’è anche una parte ludica in questo museo, quella per cui i bambini impazziscono: «Abbiamo un divertente scivolo che simula l’ingresso nella grotta e anche una ricostruzione fantastica con le fate che si illuminano, oltre ad un video unico che si può
vedere solo qui a Montemonaco». Come tutte le leggende, quella della Sibilla è ammantata di mistero. E tale rimane la grande pietra arenaria portata giù dal Lago di Pilato in cui si trovano incisi tre nomi, la loro provenienza (Spoleto) e una data, alla quale manca l’ultimo numero, che risale al 1500 (si presume tra il 1520 ed il 1529). «PRIMA del terremoto avevamo circa 4.000 visitatori l’anno
– dice la Censori – poi ci sono venute a mancare le gite primaverili delle scuole alle quali facevamo fare le escursioni il mattino e la visita del museo il pomeriggio. Stiamo recuperando con l’autunno, abbinando una visita al castagneto». Montemonaco rimane comunque il punto di partenza per le escursioni più interessanti alla volta della grotta della Sibilla: anche se non si può più entrarvi per via delle frane, il suo fascino rimane intatto.
LE CURIOSITÀ Fonti letterarie Il primo a scriverne fu Svetonio nel 69 a.c. poi nel 1400 l’opera di Andrea Barberino e gli scritti del cavaliere Antoine de La Salle
Chirocephalus Nel laghetto di Palazzo Borghese e nel lago di Pilato scoperto un piccolo crostaceo endemico. Il dna del secondo rivela addirittura un’origine asiatica e himalayana
I pannelli Installati sul monte Zampa e in prossimità dell’Antro della Sibilla: consentono di confrontare ciò che si vede con gli occhi per capire meglio dove ci si trova
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SPECIALE MARCHE
BIKE FERMO
LA TERRA DEL SAPER FARE NEL DOPOGUERRA QUI SI E’ SVILUPPATA UNA VOCAZIONE AUTO-IMPRENDITORIALE FATTA DI ARTIGIANI DIVENTATI INTERNAZIONALI
CHE COS’E’ IL SIBILLINI BIKEPACKING Il progetto
Le modalità
Ognuno è libero di organizzare il proprio viaggio in autonomia, abbandonando il cronometro e seguendo una traccia consegnata all’inizio del giro
Un viaggio impegnativo, dove chi ti sta al fianco non è l’avversario da battere ma un compagno di avventura. Info su www.sibilinibikepacking.it
DOLCI PAESAGGI Sulle due ruote si possono catturare tutte le sensazioni: i colori del territorio, ma anche i suoi profumi. E quando si fa sosta, nel Fermano la tradizione enogastronomica regala soddisfazione al palato
Un itinerario di bottega in bottega
Nei distretti della scarpa, del cappello e delle ceramiche venduti in tutto il mondo DI BOTTEGA in bottega nella terra del saper fare. I percorsi di Fermo Rebirth ci portano nei distretti della scarpa e del cappello, per toccare con mano i manufatti di qualità che rispecchiano il genio e la creatività degli artigiani marchigiani, in un contesto, ambientale, culturale ed artistico di grande eccellenza. I percorsi, oltre all’aspetto naturalistico, ambientale e culturale, sono arricchiti con laboratori artigiani, dove vengono mostrate le lavorazioni di ceramiche, cappelli e calzature, tipiche di questo territorio. Si apriranno le porte delle botteghe dove sono state create e sviluppate scarpe, ceramiche e cappelli di qualità, vendute nelle boutique di tutto il mondo. Questa capacità e, se vogliamo tradizione, ha radici profonde e risale alla “vocazione autoimprenditoriale” della regione, fatta di persone che, nel dopoguerra, hanno di fatto dato origine ad un’industria che non c’era, ad un modo nuovo di produrre, mantenendo una qualità artigianale in una dimensionalità internazionale. Tutto guidato da una vera passione per il mestiere, dalla capacità di anticipare i cambiamenti e creare innovazione cercando di orien-
tare sempre di più la vocazione artigiana verso la cultura d’impresa contemporanea. PIONIERI I 200 partecipanti alla prima edizione di Unsupported Bike Adventure che si è tenuta il 25 maggio. La seconda edizione si terrà l’11 ottobre
IN QUESTI LUOGHI troviamo una cultura gastronomica che ancora rispecchia le tradizioni contadine, ogni piatto porta con sé il gusto autentico di prodotti genuini: tra i piatti tipici le paste all’uovo come i vincisgrassi, versione marchigiana delle lasagne, gli immancabili maccheroncini di Campofilone e il tartufo pregiato dei Monti Sibillini.
LA NOVITÀ DUECENTO PIONIERI PER LA PRIMA EDIZIONE DEL SIBILLINI BIKEPACKING
Unsupported Bike Adventure, nuova idea per il cicloturismo LA PRIMA edizione di Unsupported Bike Adventure, lo scorso 25 maggio, ha registrato un grande successo. Il Sibillini Bikepacking ha visto al via 200 pionieri provenienti da 5 nazioni arrivati per scoprire il territorio del Parco attraverso una versione appositamente rivista del Grande Anello, studiato per esaltare la varietà e la bellezza di questi luoghi incontaminati e ricchi di storia, tradizioni e un’immancabile aura di magia e leggenda. Circa 160 km 4500 d+ dove oltre il 90% si sviluppa su mulattiere e sentieri di montagna. Un nuovo modo di fare cicloturi-
smo, sempre più diffuso tra gli appassionati della bici, dove ognuno è libero di organizzare il proprio viaggio in autonomia, abbandonando il cronometro e sincronizzando i cicli dei pedali con quelli della natura, seguendo una traccia consegnata all’inizio del giro. «Non è una gara, non c’è classifica – spiega Ivano D’Orazio del Comitato organizzativo -. Semplicemente è un viaggio che consente di scoprire in Mountain Bike tutta la magia di un territorio che, nonostante le ferite inflitte dal terremoto, è ancora in grado di emozionare e stupire. Un viaggio impegnati-
vo, dove chi ti sta a fianco non è l’avversario da battere ma un compagno di avventura». Il progetto si sviluppa in connessione col progetto regionale Marche Outdoor, rivolgendosi ai bikers più avventurieri. Il percorso è diventato permanente: ogni settimana si registrano nuovi viaggiatori, appassionati che vogliono scoprire mondi fantastici e tesori nascosti, un paesaggio che si mostra ogni volta diverso e che ogni volta regala un rinnovato stupore. Per maggiori informazioni o per registrarsi al percorso consultare il sito www.sibillinibikepacking.it.
SPECIALE MARCHE
BIKE ASCOLI
SABATO 29 GIUGNO 2019
BIKE ADVENTURE
UNSUPPORTED
IL TERRITORIO IN AUTUNNO OFFRE UN PAESAGGIO PERFETTO PER I CICLISTI
TRACCIA E VIAGGIO DA ORGANIZZARE IN PIENA AUTONOMIA
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Dalla Riviera verso le montagne Suggeriti tre percorsi ad anello: si lasciano le palme per le vette
IL VIAGGIO
I PERCORSI
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Biodiversità Si sviluppa sui morbidi crinali ascolani: vigne, canyon calanchivi, falesie argillose e boschi incontaminati: un ecosistema ricco di animali selvatici.
CICLABILE SUL MARE I tre anelli partono dall’affascinante Riviera delle Palme: oasi verdi e fontane, lungo una moderna pista ciclabile che si snoda sul mare
Storico Parte da Ascoli: si passa fra chiese, palazzi, musei, torri e campanili e poi si vira verso le verdi colline in un’atmosfera conviviale ed allegra. Morbida discesa fino al Tronto.
Il cuore Entra nel cuore delle Marche, dirigendosi verso i Sibillini: strade panoramiche, secondarie, che regalano il contatto con la natura. Tornanti in totale libertà.
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Curiosità
BORGHI GIOIELLO
Lungo il secondo percorso si scorge il Monte dell’Ascensione, il cui aspetto frastagliato può ricordare la bella addormentata o il profilo di Cecco d’Ascoli.
Un percorso fra natura e mare, caratterizzato da borghi gioiello come Acquaviva Picena, Grottammare e paesaggi mozzafiato di ELISABETTA FERRI
UN VIAGGIO tra storia ed enogastronomia. I tre anelli Ascoli Rebirth partono dall’affascinante Riviera delle Palme, caratterizzata da centinaia di palme presenti, da tantissime oasi verdi, fontane, aree ricreative e di svago e con una modernissima pista ciclabile che si snoda sul lungo mare. Un percorso tra natura e mare caratterizzato da borghi gioiello, come Acquaviva Picena, Grottammare e paesaggi mozzafiato. IL PRIMO ANELLO è sviluppato sui morbidi crinali ascolani, lo sguardo si apre su vigne, canyon calanchivi con falesie argillose alte fino a 100 metri e boschi incontaminati che creano un prezioso ecosistema, ricco di animali selvatici che si rifugiano in queste aree, sorgenti e protettori della biodiversità. Percorsi su strada si intrecciano con esperienze in MTB, escursioni organizzate dalle stesse aziende vitivinicole pedalando tra le vigne e degustando vini DOC espor-
tati in tutto il mondo, e con luoghi magici come il castello di Offida e la chiesa di Santa Maria della Rocca. IL SECONDO ANELLO parte
dalla bellissima città medioevale di Ascoli, considerata tra le più monumentali d’Italia. Un susseguirsi di chiese, palazzi e musei, caratterizzata da torri e campanili; ci si trova avvolti dal caldo colo-
re dorato del travertino, che riveste quasi tutto il centro storico. Il percorso si sviluppa su splendidi crinali che incrociano borghi incastonati tra le verdi colline in cui l’atmosfera è conviviale ed al-
MARCHE TRAIL L’11 OTTOBRE AL VIA SECONDA EDIZIONE
Un’avventura che parte dal Conero L’11 OTTOBRE al via la seconda edizione del MARCHE TRAIL, un nuovo tracciato “Unsupported Bike Adventure” destinato a far scoprire su strade bianche le fantastiche colline marchigiane, visitare i borghi più caratteristici e gustare l’ospitalità dei marchigiani e dei loro prodotti tipici. Il tracciato si snoda dalla riviera del Conero sino alla riviera delle Palme, attraversando la bella collina marchigiana e alcune delle vette dei Monti Sibillini. Uno splendido territorio ricco di natura, storia e tradizioni popolari, una nuova traccia studiata per esaltare la varietà e le bellezze di questa regione, l’unica in Italia che si esprime al plurale. Il territorio in autunno offrirà un paesaggio per-
fetto agli amanti delle due ruote, regalando paesaggi indimenticabili: i colori diventano caldi, l’uva si matura sui filari delle vigne, la luce dei cieli si fa avvolgente. Pure in questo caso un traccia ed un viaggio da organizzare in piena autonomia: anche in questo caso una sfida con se stessi, con lo scopo di migliorare la propria capacità di scoprire luoghi fantastici. Un percorso d’avventura che attraversa gran parte delle Marche senza alcun supporto da parte degli organizzatori, fatta eccezione alla partenza e all’arrivo. Per gli iscritti, l’unico vincolo è dato nel seguire la traccia fornita, dall’inizio alla fine. Per maggiori informazioni o per registrarsi al percorso consultare il sito www.marchetrail.it.
legra. Lungo il percorso si scorge il Monte dell’Ascensione, il cui aspetto frastagliato suggerisce diverse figure: a seconda del punto di osservazione può ricordare la bella addormentata o il profilo di Cecco d’Ascoli, eretico e avversario di Dante Alighieri. Il legame della gente con questo monte è molto forte, grazie alla sua grande ricchezza naturalistica e storicoculturale. Percorrere i suoi sentieri significa entrare in una dimensione insolita, muoversi lungo le vie della storia; piceni, romani, saraceni, templari, eremiti, lanzichenecchi e briganti hanno camminato in questi luoghi. Da qui inizia una morbida discesa fino a raggiungere la vallata del Tronto per poi tornare in Ascoli. IL TERZO ANELLO di Ascoli rebirth entra nel cuore delle Marche, dirigendosi verso i Monti Sibillini. Lo fa seguendo strade panoramiche, secondarie, che regalano il contatto con la natura, scorci indimenticabili e tornanti che trasmettono quella sensazione di libertà che solo la montagna sa donare.
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SPECIALE MARCHE
BIKE MACERATA
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L’ENOGASTRONOMIA
IL TERZO PARADISO
ABBINA LA BICI AL GUSTO: PANE, FORMAGGI, MIELE CONFETTURE, VINI E BIRRE
LA RICERCA DELL’EQUILIBRIO POSSIBILE TRA ARTIFICIO, INNOVAZIONE E NATURA
Marche, una rinascita dell’anima Una regione al plurale che offre ai ciclisti un patrimonio diffuso
LA BICICLETTA ti accompagna nel turismo outdoor esperienziale, scopri Marche Outdoor. Le dolci colline ti conducono dal mare alla montagna, le eccellenze culturali ed enogastronomiche ti coccolano lungo il tragitto e il paesaggio naturale e culturale diventa museo a cielo aperto. Vi è mai capitato di voler stacca-
re dal quotidiano e ricaricare le energie? E’ scientificamente provato che le attività all’aria aperta aiutano a combattere lo stress e a ritrovare la positività per affrontare il quotidiano. Le Marche si aprono e mettono in mostra il loro cuore, fatto di tradizioni, mangiar bene, cultura e saper fare, un patrimonio diffuso tramandato nei secoli,
per certi versi incontaminato, che oggi si dischiude con un susseguirsi di pedalate. La bici è il mezzo scelto ormai da sempre più persone che vogliono trovare un legame con il paesaggio, con la storia: e sulle due ruote, oggi si possono scoprire interamente le Marche. Lo sport smette di essere fatica e diventa gusto, diventa fragran-
za. Abbina la tua bicicletta al profumo delle ginestre, del pane appena sfornato, dei formaggi con il miele o le confetture, abbina un paesaggio unico ai vini marchigiani e alle birre artigianali. UNA RINASCITA personale all’insegna dell’equilibrio e del benessere, esperienze indimenti-
FOCUS SUL SACRO Cosa vedere Lungo la strada la basilica di Santa Maria a Piè di Chienti, l’abbazia di Farfa, la chiesa monumentale di San Claudio e quella di San Giusto, da poco riaperta al pubblico
cabili che tramutano il viaggio in una reale fusione con il territorio, di una prorompente bellezza che ogni volta regala una rinnovata meraviglia. I percorsi si snodano lungo le vallate e sui crinali, regalando paesaggi unici ai ciclisti. Gli anelli tracciati nel progetto Marche Rebirth imprimono sul territorio il segno del Terzo Paradiso del Maestro Michelangelo Pistoletto, la ricerca di quell’equilibrio possibile tra artificio, innovazione e natura. Concediti tutto il tempo necessario per godere dei luoghi attraversati a un passo diverso da quello a cui siamo abituati, scopri i borghi e la natura, per assaporarli fino in fondo, per centellinarne il gusto e per vivere esperienze che ti avvicinano alla tradizione e alla cultura locale.
ARTE E NATURA A sinistra l’Abbadia di Fiastra, sotto San Claudio, a destra San Giusto
MACERATA REBIRTH ARTE, ARCHITETTURA E SACRALITA’
Un piccolo tesoro: si pedala accanto a fonti storiche RIVIVERE NEL TEMPO, alla ricerca di antiche terre sacre. I percorsi Macerata Rebirth sono un piccolo tesoro nel nostro territorio, attraversano campagne coltivate, crinali che aprono scorci che vanno dal mare alla montagna, passano accanto a fonti storiche e a straordinari esempi di arte e architetture romaniche. Se l’intera regione è caratterizzata da architetture romaniche, la provincia di Macerata ne condensa l’essenza, ne amplifica la sacralità. Si parte dal mare, da Civitanova Marche si raggiunge la basilica di Santa Maria a Piè di Chienti dichiarata monumento nazionale nel 1902. Le carte della nota abbazia di Farfa, da cui dipendevano i frati che l’hanno fondata, parlano di questa chiesa già dall’anno 93. E’ una dei cinque soli impianti in Italia dotati di coro con deambulatorio e raggiera delle absidiole. Lungo la “strada antica che viene dal mare” si incontra la chiesa mo-
numentale di San Claudio al Chienti che sorprende per la sua architettura, maestosa da qualunque parte la si osservi, e per un’alta e frastagliata barriera color verde cupo, formata da una doppia fila di cipressi. Lo sguardo del visitatore è attratto dall’armonia delle proporzioni e dalla elegante semplicità delle linee architettoniche; è sorpreso quando avverte la presenza di due chiese sovrapposte unite dalle due torri laterali. RISALENDO verso i monti la storia continua e si incontra il Parco Archeologico di Urbs Salvia, più di 40 ettari di parco immerso tra storia e natura, il più grande, importante e spettacolare delle Marche. Il percorso di visita, che si snoda in gradevoli sentieri scendendo attraverso un comodo tracciato di circa un chilometro, consente di cogliere nella sua interezza la struttura di una tipica città romana.
Prima di proseguire nei percorsi non si può non visitare e vivere la Riserva Naturale Abbadia di Fiastra che costituisce un’esperienza unica ed indimenticabile per l’armonia e la compostezza del paesaggio, per i suoni soffusi che invadono l’aria, per i colori che in
ogni stagione caratterizzano questo territorio. Un’area adatta anche ai più piccoli, con diverse possibilità di entrare a contatto con i vari ambienti naturali e con spazi e percorsi riservati, oltre che ai ciclisti, ai pedoni e a chi ama andare a cavallo.
RIPRENDENDO la traccia e percorrendo il terzo e più lungo anello che ci porta alla montagna, una tappa spetta alla Chiesa di San Giusto, un piccolo gioiellino da poco recuperato e riaperto al pubblico grazie ai lavori di restauro eseguiti dopo il sisma del 2016. Fondata tra l’XI ed il XII secolo e considerata uno tra i più importanti monumenti romanici della regione. La sua particolare architettura a pianta circolare sormontata da una cupola costruita senza centine di sostegno fu oggetto di studi a livello internazionale, tanto che per la sua realizzazione si suppone abbiano operato maestranze provenienti dall’oriente ed in particolare dalla Siria. Tutto si sposa in una cornice fatta di vigneti che danno origine a vini e prodotti pregiati riconosciuti a livello internazionale; le cantine si aprono e si scoprono il verdicchio di Matelica, la vernaccia di Serrapetrona e il vino cotto di Loro Piceno.
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SPECIALE MARCHE SI PUO’ SCEGLIERE ANCHE FRA 14 PERCORSI DI UN GIORNO DI VARIA DIFFICOLTA’ IL PIU’ LUNGO 50 KM, IL PIU’ BREVE 14 KM
BIKE SIBILLINI
Il Parco in bicicletta Immersi nella natura Il Grande Anello sulle due ruote in 5 giorni COSA C’È di più bello che pedalare ammirando il panorama? Poche soddisfazioni sono paragonabili a quella di viaggiare sulle due ruote gustando tutto quello che la natura ci offre: esplorare il Parco dei Sibillini in sella ad una bicicletta consente di catturare sensazioni laddove i motori spegnerebbero il canto degli uccelli o il gorgoglio dei ruscelli, coprirebbero l’odore del fieno, della ginestra e dell’elicriso. Per questo il Parco propone, a tutti gli amanti della bicicletta, degli itinerari completamente segnalati e di diverso grado di difficoltà.
EMOZIONI A FIOR DI PELLE Per gli amanti della Mountain Bike i Sibillini sono un territorio eccezionale in cui cimentarsi: i panorami mozzafiato e la libertà di cui si gode sono impagabili. Nalla foto in basso a destra uno dei laghi che s’incontrano lungo il percorso
IL GRANDE ANELLO Questo lungo itinerario, per cui è necessaria una bicicletta da montagna ed un ottimo grado di allenamento, può essere percorso in 4 o 5 giorni: partendo da Visso si fa tappa a Fiastra, Amandola, Montegallo e Norcia, scoprendo paesaggi di straordinaria bellezza e borghi nascosti che raccontano la storia e la cultura millenaria di questi luoghi. I campi e i boschi della valle del Campiano sono impreziositi da perle architettoniche come il castello di Castelfranco, la chiesa di San Salvatore e l’Abbazia di Sant’Eutizio. I Casali dell’Acquaro e la valle di Visso, con cui si chiude il Grande Anello, propongono infine ambienti solitari e di particolare pregio naturalistico. E’ inoltre possibile, grazie ad un attraversamento in quota, abbreviare l’itinerario. C’è poi anche una variante che abbrevia il Grande Anello ad una tappa, con la traversata da Visso ad Amandola, 48 km con un dislivello complessivo in salita di 1.278 mt. e un dislivello complessivo in discesa di 1.002 mt. Un’impegnativa ‘cavalcata’ tra i due versanti dei Sibillini attraverso la
MARCHE OUTDOOR DA QUELLO DI POLVERINA A FIASTRA, DA SAN RUFFINO A GEROSA
Tra magia ed incanto, terra di laghi MONTI SIBILLINI, tra magia ed incanto: Marche Outdoor fa un focus su quest’area del territorio caratterizzato da una natura incontaminata, magnifici borghi ricchi di storia, di cultura e di leggende e ottimi piatti legati alla tradizione. Il Monte Vettore, con i suoi 2.476 mt., è la vetta più alta di questo paesaggio misterioso. L’intera area è percorribile in bici su strade secondarie grazie ai tre anelli del Sibil-
lini Rebirth, un viaggio appassionante in grado di mostrare gli scorci più belli, di alternare il verde della natura e delle montagne con laghi dalle acque verdi cristalline: Lago di Polverina, Lago di Fiastra, Lago di San Ruffino, Lago di Gerosa. Ma si possono scoprire le leggende che ancora oggi si tramandano di padre in figlio, infatti si chiamano Monti Sibillini perché da sempre sono il regno della Si-
billa e delle sue fate dalle zampe caprine, di cavalieri erranti, nonché la dimora di altre creature leggendarie. Per gli appassionati di MTB qui s’incrociano altre tracce: troviamo i percorsi in MTB del Parco dei Monti Sibillini e percorsi attrezzati per la disciplina di enduro nel Sibillini Park Enduro a Sarnano, percorribili dalla fine della primavera, ovvero dallo scioglimento della neve.
Forcella del Fargno che, posta a oltre 1800 mt. di quota, rappresenta il punto più alto di tutti gli itinerari. I SIBILLINI hanno una gamma di possibilità davvero interessanti e si può scegliere anche fra 14 gite di un giorno: si tratta di percorsi ad anello, prevalentemente di bassa e media difficoltà. I tracciati sono stati individuati su carrarecce, strade sterrate e, in alcuni tratti, su strade asfaltate. Si va dall’anello della Valle del Chienti (26 km, mezza giornata, di interesse prevalentemente culturale) che percorre il paesaggio rurale alle porte del Parco, a quello della Valle del Fiastrone (34 km, intera giornata, naturalistico) che ci mostra il volto ‘mediterraneo’ del Parco. Il più
IN GIORNATA La traversata da Visso ad Amandola, 48 km: una tappa suggestiva lungo è l’anello del Monte Rotondo, 50 km, con un dislivelllo complessivo in salita di 1.314 mt. che parte dai paesi di Fiastra e Acquacanina (il comune più piccolo delle Marche) sale in quota e attraversa, quasi per intero, le verdi praterie montane che fanno da cornice all’alta valle del Fiastrone: sul colle soprastante l’abitato di Trebbio, c’è la possibilità di ammirare i ruderi del Castrum Flastrae, risalente all’XI secolo. Il più breve, 14 km, è l’anello della Valle del Fluvione, itinerario ch inizia da Balzo, sede municipale di Montegallo, e si snoda tra le piccole frazioni che sembrano scomparire nel paesaggio dominato dall’imponente versante orientale del Monte Vettore (2.476 mt.), la vetta più alta dei Sibillini.
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SPECIALE MARCHE
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UN ALTRO ITINERARIO SU UN VECCHIO TRACCIATO UTILIZZATO DAI PASTORI
TREKKING PER FAMIGLIE
Uno scrigno magico da scoprire
I 18 Sentieri Natura sono adatti anche ad escursionisti meno esperti di ELISABETTA FERRI
CAMMINARE nel verde è una dimensione che i turisti stanno sempre più riscoprendo. Ma non tutti hanno le capacità di arrampicarsi in montagna. Per questo il Parco nazionale dei Monti Sibilini, uno scrigno magico pieno di sorprese, ha studiato e creato dei percorsi natura: si tratta di 18 percorsi facili, di cui due veramente “per tutti”, quindi fruibili anche con passeggini e sedie a ruote. Completamente segnalati, sono un’occasione straordinaria per far scoprire i Sibillini anche agli escursionisti meno esperti, o a chi dispone di poco tempo. Partono dai centri storici dei paesi o dalle loro immediate vicinanze e hanno come obiettivo quello di far conoscere un aspetto rilevante della realtà del territorio: dalla fauna,
LE CARATTERISTICHE Partono dai centri storici e possono far conoscere flora, fauna e tradizioni alla flora, alla vegetazione, alla storia e alle tradizioni locali. Da Visso a Fiastra, da Amandola a Montefortino, da Montemonaco ad Arquata del Tronto, ce n’è davvero per tutti i gusti. Il percorso numero 16, denominato “Un antico bosco si rinnova” prevede anche una visita alla casa “Il giardino delle farfalle” particolarmente consigliato a chi viaggia con dei bambini. PER CHI HA buone gambe e se la sente di intraprendere invece un vero viaggio nel parco, la proposta è quella del Grande Anello dei Sibillini. Si tratta di un percorso escursionistico di circa 120 Km completamente segnalato, realizzato dal Parco recuperando e attrezzando percorsi esistenti. L’anello abbraccia l’intera catena montuosa e si articola in nove tappe che permettono di conoscere, oltre alla molteplicità di paesaggi e bellezze naturali, anche l’inestimabile patrimonio storico-culturale di questo territorio. Nei punti tappa del percorso sono previsti rifugi escursionistici: la loro gestione è strettamente collegata alla promozione dei prodotti agricoli tradizionali e alla valorizzazione di attività compatibili con l’ambiente. I rifugi, raggiungibili anche in auto, sono stati realizzati prevedendo il completo abbattimento delle barriere architettoniche così da poter offrire un’ospitalità qualificata anche a persone con disabilità motoria. A causa del sisma alcune strutture non sono ancora riuscite a riaprire i bat-
tenti, ma nei pressi esiste comunque la possibilità di fare tappa in b&b o agriturismi: occorre sempre consultare il sito (www.sibillini.net) e fare attenzione agli aggiornamenti. Meglio, per chi non è esperto, farsi accompagnare da una guida del parco.
EMOZIONI Una delle immagini simbolo del Parco dei Sibillini, che regala fioriture meravigliose ai visitatori
IL PERCORSO, descritto in senso orario partendo da Visso, sede
IL GRANDE ANELLO Per chi ha più tempo si snoda per 120 km: per le tappe rifugi o b&b del Parco, può essere seguito anche iniziando da qualsiasi altro punto, così come possono essere realizzati singoli tratti, in un giorno o due, ovvero per trascorrere uno splendido week-end senza impegnarsi per i nove giorni previsti dall’intero tracciato. Una descrizione più completa e dettagliata è contenuta nella guida “Grande Anello dei Sibillini” in vendita nei punti informativi del Parco e in molti esercizi commerciali del territorio. Infine, fra i sentieri escursionistici tracciati sugli antichi itinerari dei pastori, riservati ai più esperti, ce n’è uno adatto a tutti denominato “Il silenzio degli eremi” e contrassegnato dalla sigla ‘E2’: partendo dalla diga del Lago del Fiastrone si giunge al cospetto delle suggestive Lame Rosse, uno stupefacente fenomeno di erosione provocato dalle acque meteoriche. Il Lago del Fiastrone, in cui si specchiano tutte le alte cime dei monti circostanti, merita di per sè una sosta e volendo un rinfrescante bagno.
PER TUTTI
PANORAMA
FARFALLE
Lago di Fiastra
Forca di Presta
Cessapalombo
Il sentiero del Lago di Fiastra ha un primo tratto di 1 km, pianeggiante, pressato in modo da renderlo percorribile anche con passeggini e sedie a ruote: costeggia il lago e offre al visitatore straordinarie bellezze.
Il sentiero di Forca di Presta (3,5 Km) ha delle peculiarità che lo rendono particolare: si snoda infatti intorno alla quota dei 1400 metri di altitudine, pur mantenendo una pendenza sempre inferiore all’8%.
Il sentiero n.16, che si snoda da Palazzo Simonelli (non visitabile), raggiunge anche la casa ‘Il giardino delle farfalle’ che merita una visita ed è particolarmente consigliato per i bambini.
IL PARCO SEMPLICI INDICAZIONI DI COMPORTAMENTO PER UNA GIORNATA INDIMENTICABILE
Tutte le regole per vivere la montagna in sicurezza LA MONTAGNA ha bisogno di rispetto e a volte anche semplici comportamenti possono rendere l’ambiente migliore. Ecco qualche suggerimento ed alcune regole da seguire: limitare l’utilizzo di veicoli a motore allo stretto necessario e ai luoghi meno fragili: oltre a causare danni all’ambiente, i veicoli a motore impediscono di godere appieno di quanto la natura ci offre; pianificare l’escursione nei periodi meno affollati: l’esperienza sarà sicuramente più viva ed interessante; evitare schiamazzi e altri rumori inutili e formare gruppi poco numerosi: il rumore non infastidisce solo la fauna selvatica, ma anche gli altri visitatori; restare sempre lungo i sentieri: oltre ad essere più sicuri, consentono di affaticarci di meno; non abbandonare alcun tipo di rifiuto, neanche biodegradabile o di origine organica, come gli scarti dei pasti: possono alterare le caratteristiche del suolo e
le abitudini degli animali selvatici; non raccogliere fiori, frutti o sassi, raccogliere casomai i rifiuti che qualcuno, meno responsabile di noi, può aver lasciato; il cane è il migliore amico dell’uomo, ma non della fauna selvatica: meglio non portarlo in escursione; se si ha la fortuna di avvistare un animale meglio restare immobili e in silenzio, il nostro incontro durerà più a lungo; evitare di campeggiare al di fuori delle aree appositamente attrezzate; non accendere fuochi all’aperto: i divieti sono davvero pochi, ma questo è assolutamente necessario; informarsi sulla normativa, sui regolamenti e sulle disposizioni del Parco: con un comportamento sbagliato si può, inconsapevolmente, arrecare danni all’ambiente; se volete portare a casa qualcosa dal Parco scattate fotografie: saranno bellissime e il ricordo dell’esperienza fatta indimenticabile.
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SABATO 29 GIUGNO 2019
SPECIALE MARCHE SUI PASCOLI PURE LA STELLA ALPINA DELL’APPENNINO E LA GENZIANA DINARICA
TREKKING PER ESPERTI
Monte Bove, al centro dell’universo
Uno dei trekking più gettonati insieme a quello che porta al Lago di Pilato CHI HA BUONE GAMBE ed è abituato a fare abitualmente trekking troverà in questo territorio mille possibilità di vivere immerso nella natura. In particolare, le guide del parco hanno studiato dei percorsi legandoli alla tradizione. La pastorizia, da sempre praticata sui Sibillini, ha fatto sì che si creasse, nel corso dei secoli, una fitta rete di sentieri che dai nuclei abitati si spingevano fino alle quote più alte, dove si aprivano le praterie primarie, pascolo estivo delle greggi transumanti. Utilizzando i vecchi tracciati è possibile costruire moltissimi itinerari. Il Parco ne ha individuati 17, ritenendo questi percorsi tra i più significativi per scoprire i diversi paesaggi e la natura dei Sibillini, conciliando le esigenze di fruizione a quelle della corservazione. Gli itinerari sono completamente segnalati e contraddistinti dalla lettera ‘E’ seguita dal numero del percorso. Per ogni itinerario, oltre ai dati tecnici e ad una breve descrizione, sono indicati il punto di partenza, di arrivo e la relativa numerazione. I tempi sono calcolati in modo da lasciare spazio a soste per riprendere fiato ed osservare gli straordinari paesaggi e i piccoli tesori dei Sibillini. Si va dal sentiero che segue i passi dei carbonai e parte da Tribbio, a quello che esplora le suggestive Lame Rosse; dall’itinerario che parte dalla Bolognola fino a Fonte dell’Aquila a Pizzo Tre Vescovi, dal sentiero escursionistico “Le vie della fede” all’orrida gola dell’Infernaccio, da Frontignano, alla montagna magica della Sibil-
la, dalla traversata di Forca di Presta al sentiero sui passi del Guerin Meschino. «VENITE perché i Sibillini permettono di raggiungere le vette, camminando in quota su creste affilate e sicure, solo con fiato e gambe, senza dover essere un alpinista: e una volta in cima si godono panorami mozzafiato». L’intrigante presentazione è di Maurizio Fusari, zoologo e guida del parco: «I Sibillini sono anche un punto d’incontro botanico eccezionale. Vi si trovano fioriture stu-
LA GUIDA «Creste affilate e sicure, fioriture eccezionali, venite a vedere com’è il paradiso» pende con esemplari rari: la Stella Alpina dell’Appennino e la genziana, sono presenti specie artiche e di brughiera, ma anche mediterranee e persino dell’Est Europa, come la genziana dinarica. Il paesaggio circostante è stato anche modellato dall’uomo, con chiesette abbarbicate in cima alle montagne e tante leggende da ascoltare».
IL TOP
di ELISABETTA FERRI
Ecco quali sono i consigli di Maurizio, una delle tante guide del Parco rintracciabili sul sito con tanto di foto e numero di cellulare, per gli escursionisti esperti. «In alta quota il sentiero più gettonato è quello che porta al Lago di Pilato, con un dislivelo di 1.000 metri e per il quale occorrono 5 ore e mezza di cammino senza soste. Niente di tecnicamente difficile, comunque. Tre i punti di partenza: meglio mettersi in marcia da Foce di Montemonaco oppure da Castelluccio, mentre consiglio di evitare Forca di Presta che è più complicata». «Un’altra bellissima escursione è quella che porta al Monte Bove, nella zona di Frontignano-Ussita, 8-900 metri di dislivello e 5 ore circa di cammino. Qui ci troviamo proprio al centro geografico del Parco: in cima si trova una cresta a ferro di cavallo che permette di vedere tutta la dorsale appenninica, in totale sicurezza. In questa zona – aggiunge Fusari - sono stati reintrodotti i camosci e tutte le femmine riproduttive stanno proprio sul Monte Bove: è facile vederli perché non hanno memoria dell’uomo e quindi nemmeno paura, si lasciano osservare e qualche volta anche avvicinare».
La gola dell’Infernaccio
Le vie della fede
Sulla montagna magica
Al nome sinistro corrisponde, in realtà, uno degli ambienti più selvaggi e particolari del Parco. Il percorso proposto risale infatti il fiume e si addentra nella valle, fino alla sua sorgente, mostrando eccezionali paesaggi disegnati dall’acqua.
L’itinerario che da Visso conduce al Santuario di Macereto ripercorre un tratto dell’antica via Lauretana, che collegava il Regno di Napoli con la Valle del Chienti e Loreto. Il santuario fu eretto nel 1529 a racchiudere la preesistente chiesetta del 1359.
Il percorso arriva sulla vetta del Monte Sibilla che ha, da sempre, evocato fantastiche leggende legate alla sua grotta così inaccessibile e avvolta di mistero. Si sviluppa per 12 km partendo dal Rifugio della Sibilla: richiede circa 4 ore e mezza di cammino.
IL PARCO TRENTA CHILOMETRI DI CATENA MONTUOSA CON DIVERSE SPECIE: AVVISTATI LUPI E ORSI
Un territorio che è regno di tanti animali: tornati anche cervi e camosci appenninici IL TERRITORIO del Parco Nazionale dei Monti Sibillini comprende l’omonima catena montuosa, lunga circa 30 km, con valli selvagge e fianchi boscosi, che scendono ripidi fino ai margini collinari, più fertili e popolati. Dalla catena principale, dipartono dorsali secondarie che delineano numerose valli solcate da impetuosi torrenti. L’azione potente della natura e l’attività dell’uomo, presente in questi luoghi da millenni, hanno contribuito a formare e garantire la straordinaria ricchezza paesaggistica, naturalistica e storico-culturale di questo territorio. Ricchezza che si traduce in circa 1.800 specie vegetali, adattate a vari tipi di ambienti, e in numerose specie faunistiche comprendenti circa 50 specie di mammiferi, 150 di uccelli e oltre 230 tra pesci, rettili e anfibi, oltre a numerosissimi invertebrati. Negli
ultimi decenni questi ambienti sono tornati a popolarsi di mammiferi, un tempo estinti o divenuti rari, come il capriolo, l’istrice e il gatto selvatico, oltre al capriolo, al cinghiale, reintrodotto per scopi venatori prima dell’istituzione del Parco. Nei fiumi nuotano il merlo acquaiolo e la trota fario dell’Appennino, e si nasconde il raro gambero di fiume. Tra i falconiformi si ricordano invece l’astore e lo sparviero, caratterizzati da una lunga coda che permette loro un agile volo fra il fitto dei boschi, e nelle aree collinari più aperte, il raro lanario. LA FAUNA più interessante del piano montano è rappresentata dal lupo appenninico, dal falco pellegrino, dal gufo reale e dal maestoso cervo, reintrodotto dal Parco nel 2005, dopo quasi due secoli dalla sua scomparsa. Dal 2008, grazie a un importante progetto, è stato
reintrodotto il camoscio appenninico, uno dei mammiferi più rari e protetti d’Europa. Anche se in maniera sporadica, è stata inoltre segnalata, in tempi recenti, la presenza dell’orso bruno appenninico e della lince eurasiatica. L’ambiente montano è caratterizzato da valli profonde e selvagge, da boschi dominati dal faggio e da vaste aree pascolive ricavate dall’uomo tagliando la fascia superiore del bosco. Nel settore marchigiano sono presenti anche forre e gole di grande suggestione quali quelle dell’Acquasanta, dell’Infernaccetto dell’Ambro e dell’Infernaccio. I borghi medioevali, le case rurali, le chiese romaniche, i castelli e le abbazie (molti dei quali, purtroppo, danneggiati dal sisma) si integrano armoniosamente nel paesaggio, in cui piccoli campi coltivati, boschi cedui e arbusteti si alternano, gli uni agli altri, come tessere di un prezioso mosaico.
SABATO 29 GIUGNO 2019
SPECIALE MARCHE
I RIFUGI
EDGARDO GIACOMOZZI
ANDREA SALVATORI
«DA QUI, NELLE GIORNATE TERSE, VEDIAMO PANORAMI DAL GRAN SASSO AL CONERO»
«DOPO IL TERREMOTO NON ABBIAMO MOLLATO: TORNATE A TROVARCI»
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RIFUGIO CITTÀ DI AMANDOLA VERSO LE SORGENTI DELL’AMBRO RIFUGIO GARULLA Situato ai piedi del monte Amandola nell’omonima frazione di Garulla, punto di partenza per escursioni a piedi o mountain-bike
Perle immerse nella natura dove riposare corpo e mente
Aperto tutto l’anno, è situato ai piedi del monte Amandola a 1.200 mt. sul livello del mare: da lì si gode un panorama superbo.
Ci si può dormire, mangiare sano e anche fare yoga SONO TANTE le possibilità di fare escursioni partendo dai rifugi, o ponendoli come tappa finale del proprio itinerario. Non sono molti quelli aperti dopo il sisma, ma sono comunque sufficienti per organizzare bellissime passeggiate per tutti i gusti. Edgardo Giacomozzi gestisce i rifugi Garulla e Città di Amandola: «Il Garulla si trova a 870 metri, ha 36 posti letto, camere con bagno ed è punto tappa del grande anello, oltre ad essere attrezzato per i bikers – spiega Giacomozzi –. Da lì, in mezzora si sale all’altro rifugio che dista 3,5 km». C’è una sottolineatura importante: «Per consentire agli escursionisti di completare il Grande Anello ci siamo attrezzati con altre strutture vicino ai rifugi attualmente chiusi, b&b o agriturismi, che vengono a prendere le persone con i fuoristrada per il pernotto e il mattino le riportano al punto di partenza. Dal Garulla parte il sentiero N4, che va verso Fiastra o verso Rubbiano: si può anche fare una sola tappa e tornare indietro». IL RIFUGIO Città di Amandola si trova invece a 1.200 metri, aperto tutto l’anno nei week-end e tutti i giorni ad agosto: «Siamo raggiungibili in auto, abbiamo 70 posti per mangiare e davanti al rifugio c’è un bellissimo prato, in località Campolungo, con i giochi per i bambini e dove poter utilizzare anche i barbecue – dice Edgardo –. Da qui, nelle giornate
terse vediamo un panorama che spazia dal Gran Sasso al Conero e partono tantissimi sentieri, dalle passeggiate più tranquille alle escursioni per i più esperti. La più spettacolare è quella che arriva alle sorgenti dell’Ambro, che consiglio in maggio e settembre per via della maggior portata d’acqua. Oppure l’escursione a Pizzo Tre Vescovi, che ha un dislivello di 900 metri».
IL GRANDE ANELLO Alcuni rifugi sono chiusi, ma l’itinerario è fattibile lo stesso apoggiandosi a b&b o agriturismi
Lo spettacolo dei Monti Sibillini
ANDREA SALVATORI gestisce invece il rifugio del Fargno ed altri quattro che stanno rilanciando anche zone limitrofe al Parco, come Sassotetto (www.rifugideisibillini.it). «Non abbiamo mollato -– dice Andrea –. E il Fargno è il simbolo della nostra resilienza, perché ha una forma progettata per poter resistere al vento che quassù, a 1.820 metri, soffia forte. Disponiamo di 24 posti letto e menù a km zero: facciamo pane e biscotti in casa, e proponiamo sughi legati alla memoria della pastorizia, con alimenti che si potevano portare nel tascapane, dalle salsiccie alle erbe di campo, dal pomodoro allo scalogno. E naturalmente la polenta, che non manca mai». Il Fargno si trova su un incrocio di sentieri per cui sono possibili semplici passeggiate su strade sterrate ma anche escursioni spettacolari. A fine mese dovrebbero riaprire le uniche due strade che oggi collegano questo rifugio col mondo: la strada di Casali di Ussita e quella di Pintura: «Abbiamo comunque delle navette per le emergenze. Ogni rifugio ha un’emozione diversa, facciamo anche yoga, lezioni di formazione sulla natura e persino corsi di pasta fresca». Dal rifugio del’Aquila parte il sentiero natura “Fra camosci e aquile” (E3), mentre dal Tribbio, che è tappa del Grande Anello, si dipanano anche facili sentieri per le Lame Rosse, il lago di Fiastra.
RIFUGIO DEL FARGNO PROSPETTIVE UNICHE A 360°
Il Rifugio è situato sulla Forcella del Fargno a 1820 mt. sul livello del mare: si trova nel territorio montano del comune di Ussita.
RIFUGIO DELL’AQUILA UN LUOGO DI TRANQUILLITA’
Un piccolo rifugio nel cuore del Parco, situato in provincia di Macerata. Base di partenza per escursioni estive ed invernali.
LE INFORMAZIONI DISLOCATE NEI CENTRI VISITA E MUSEI. A FOCE UNA STRUTTURA TEMATICA
Le Case del Parco per documentarsi meglio I CENTRI VISITA e i Musei sono punti di informazione turistica e di documentazione allestiti con spazi tematici e strutturati per offrire ai visitatori un’esperienza conoscitiva piu ampia del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. A Bolognola è inoltre presenti e fruibile il centro faunistico faunistico del Camoscio appenninico, dov’è possibile osservare con un po’ di
fortuna gli animali ospitati. Ogni Centro ospita, al suo interno, la Casa del Parco, che svolge una funzione strategica, volta sia all’accoglienza turistica sia all’educazione ambientale. La loro funzione è infatti quella di garantire al visitatore le informazioni indispensabili per una corretta e adeguata fruizione dell’area protetta. Presso i Centri del Parco è
possibile reperire il materiale informativo sul Parco e sul suo vasto territorio e acquistare, oltre ai gadgets, anche le guide, le mappe e le pubblicazioni del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Le case attualmente aperte dopo il sisma si trovano ad Amandola, Cessapalombo, Montemonaco, Preci e Visso. Strutture alternative a quelle precedentemente esistenti sono state invece aper-
te a Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Montefortino e Valfornace. E’ aperto, infine, il Centro Tematico di Foce incentrato sul Chirocefalo del Marchesoni e sul lago di Pilato: svolge attività di informazione, educazione e interpretazione ambientale. Il Centro è dotato di pannelli illustrativi, finalizzati a favorire una più ampia conoscenza e sensibilizzazione sul Chirocefalo del Marchesoni.
RIFUGIO DI TRIBBIO CON PIAZZOLE PER LE TENDE
In località Tribbio, appena fuori dal paese. Percorrendo il Grande Anello in senso orario, punto di arrivo per chi viene da Cupi.
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SABATO 29 GIUGNO 2019
SABATO 29 GIUGNO 2019
SPECIALE MARCHE
REGIONE
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LA COMUNICAZIONE
LA CULTURA
«LA NOSTRA REGIONE HA BISOGNO DI ESSERE PERCEPITA E CONOSCIUTA »
«CONFERMATI GLI EVENTI DI CARATTERE NAZIONALE NEL NOSTRO TERRITORIO»
«Marche sempre più connesse» Aeroporto e nuove tecnologie per il rilancio del territorio UNA REGIONE sempre più connessa. Non solo nella rete virtuale ma anche in quella che cuce insieme cultura e turismo.
I PUNTI DI FORZA TRASPORTI
Governatore Ceriscioli, quali sono le strategie da adottare per il nostro territorio?
«La prima cosa è continuare il lavoro di forte comunicazione sulle Marche. Perché una regione come la nostra ha solo il problema di essere percepita e conosciuta».
Wi-Fi in spiaggia: dal 22 maggio 21 comuni marchigiani usufruiscono della connessione internet gratuita lungo il litorale
Uno dei punti fondamentali su cui puntare è la cultura...
«Confermiamo anche per il prossimo anno la presenza sul territorio regionale di manifestazioni di carattere nazionale. In questi giorni facevamo l’esempio del rapporto che abbiamo con l’Ermitage (museo di San Pietroburgo ndr), che ha prestato lo scorso anno i quadri di Lotto al museo di Macerata e oggi con Madonna Benois a Fabriano ha portato decine di migliaia di visitatori in pochi giorni. Il prossimo anno replicheremo con Raffaello. Continueremo la collaborazione con l’Ermitage, investendo molto sulla cultura perché è il primo elemento di attrazione turistica della regione. Poi sosteniamo il circuito della lirica. Ad esempio lo Sferisterio, cha ha avuto in questi anni il contributo della Regione, sta crescendo in una maniera incredibile. Si conferma Rossini, che sta battendo ogni record». Un buon turismo passa anche per la riqualificazione delle strutture ricettive...
«Abbiamo portato i contributi regionali per la riqualificazione delle strutture ricettive dagli 8 milioni a oltre 20 milioni di euro. Che
PRESIDENTE Il governatore Luca Ceriscioli
attivano a loro volta altrettante risorse, quindi complessivamente 60 milioni di riqualificazioni per le strutture ricettive. Erano circa 20 anni che non succedeva una cosa del genere: il successo è stato forte, hanno risposto velocemente e in tempi molto rapidi queste risorse si trasformano in strutture qualificate, nuove offerte. A proposito di turismo, abbiamo fatto un bando di recente per assumere del personale IAT, localizzati ad aggiungere personale dove e quando normalmente non operavano». La Regione Marche sta investendo molto anche sul turismo a due ruote
«Esatto. Il mondo del bike è uno dei modi più belli per vedere il paesaggio nel nostro territorio. A questo proposito ci sono delle strutture ricettive per i ciclisti, così come un investimento molto forte per le ciclovie: da quella
Adriatica alle altre. Tutto questo per favorire un modo per fruire il paesaggio in maniera di qualità». Quanto sono importanti le nuove tecnologie per la regione?
«Ci sono sempre più iniziative che attraverso il web 4.0 e la realtà virtuale propongono strumenti informatici del territorio come il wi fi in tutte le spiagge. Una spinta forte per crescere in quel verso».
Aeroporto delle Marche: negli ultimi anni sono state studiate e potenziate delle rotte in grado di portare nella regione i turisti
Non ultimo l’importanza dell’aeroporto...
«Abbiamo retto molto bene sul mercato turistico nazionale, l’aeroporto è essenziale per il turismo straniero. È molto più importante aprire rotte a turisti che vengono nelle Marche piuttosto che far andare fuori regione i marchigiani. Mentre in questi anni siamo stati abituati ad avere rotte che vanno verso l’estero, quelle definite ora fanno il contrario, sono studiate per far arrivare turisti». Monica Generali
Strutture alberghiere: i contributi regionali per la riqualificazione sono passati da 8 milioni a 20. Un’operazione attesa da oltre 20 anni
Emilia-Marche: nel week end si viaggia in treno a metà prezzo DAL 5 LUGLIO viaggiando nel week end dall’Emilia Romagna alle Marche costa la metà. E’ la nuova iniziativa in vigore fino al prossimo 1° settembre che unisce Trenitalia e la regione Marche, committente e finanziatrice dei servizi ferroviari regionali. Lo scopo è quello di favorire il flusso di turisti, durante l’estate, tramite il treno, quindi promuovendo un trasporto in maniera green e senza inquinare. Marche Line, questo il nome del nuovo collegamento, prevede due corse andata e ritorno: una è il Regionale Veloce 1777 che parte da Piacenza alle 14.06 del venerdì, per arrivare sulla costa marchigiana (capolinea San Benedetto del Tronto) alle 20.18. Fermate intermedie, nelle Marche, a Pesaro, Fano,Senigallia, Falconara Marittima, Ancona, Porto Recanati, Civitanova, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio. Il rientro è invece previsto la domenica, con il Regionale Veloce 1780 alle 18.05 e arrivare a Piacenza alle 23,25.
IL PALCOSCENICO EVENTI, MOSTRE E APPUNTAMENTI PER ATTIRARE ANCHE I TURISTI DELLA TERRA D’ORIENTE
«Con Rossini, Leopardi e Raffaello destagionalizziamo il nostro turismo» «IL SALVATAGGIO dell’aeroporto delle Marche sarà sicuramente fondamentale per il turismo della nostra regione». Un’operazione strategica, che si sta concludendo dopo quasi 4 anni di lavoro intenso: «Se fosse fallito le problematiche sarebbero state tante, dal turismo, al commercio e non ultima l’ occupazione». L’assessore al Turismo e alla Cultura Moreno Pieroni ne è sicuro, e pone l’accento sull’importanza dei rapporti con la Cina. «Siamo uno dei quattro aeroporti nazionali con volo diretto verso l’Oriente, insieme a Milano, Roma e Bari. Il rapporto con la Cina diventa strategico, sono previsti circa due voli settimanali con tanti turisti che arriveranno nelle Marche. Umbria, Abruzzo, Emilia Romagna e la maggior parte delle regioni centrali faranno riferimento all’aeroporto di Ancona. In più altre linee che stiamo mettendo in piedi con l’Europa.
LA STRATEGIA «Nei prossimi due anni promuoveremo la regione oltre i confini italiani» Stiamo costruendo anche un bel percorso di promozione, investendo grazie ai fondi europei, che coinvolge tutto il territorio: dal pesarese al territorio di Ascoli. Tra il 2019 e il 2020 ci sarà quindi anche una forte promozione del turismo verso l’estero: Germania, Francia e paesi del nord, mantenendo sempre altra l’attenzione sull’Italia». Strategica anche l’accoglienza, «legata ad una serie di grandi appuntamenti: ripartiremo con la terza edizione di RisorgiMarche, la nostra ciliegina sulla torta, poi tanti altri spettacoli dal vivo di artisti nazionali e marchigiani, nell’area del cratere per
aiutare le popolazioni colpite dal sisma. In questo modo si crea un indotto, sarà un momento non soltanto culturale ma anche economico e sociale». DOPO l’anno rossiniano, le Marche si preparano all’anno dedicato a Leopardi: «In occasione dei 200 anni dell’Infinito stiamo organizzando diversi appuntamenti. Nel 2020 chiuderemo il quinquennio con Raffaello. è stato creato un comitato promotore di eventi, con mostre prettamente in provincia di Pesaro e Urbino, con un docufilm dedicato a Raffaello e a tutte le Marche. Questo perché la cultura destagionalizzerà l’accoglienza turistica». (Info e pacchetti vacanze su: www.turismo.marche.it Idee di viaggio su: www.destinazionemarche.it). mon.gen.
IN GIUNTA L’assessore al Turismo e alla Cultura Moreno Pieroni
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SPECIALE MARCHE
IL FESTIVAL
RisorgiMarche atto terzo Marcorè fa cantare le montagne del terremoto Tornano le grandi firme della musica
È stato proprio visitando alcuni dei paesi devastati dal sisma e ascoltando le storie di molte persone accampate nelle tendopoli, che Marcorè ha pensato di promuovere un’iniziativa che avesse un respiro più largo di un singolo evento solidale. Così, insieme a Giambattista Tofoni, ideatore della rassegna TAM Tutta un’Altra Musica, Marcorè ha iniziato a dare forma a questo festival, contattando tanti amici TREKKING, rispetto per la natura e soprattutto economia solidale: ruotano intorno a questi tre concetti il senso e la genesi di ‘RisorgiMarche’, il festival ideato da Neri Marcorè, che dal 2017 ha portato attenzione e turisti sui luoghi duramente colpiti dai terremoti dell’agosto e dell’ottobre 2016. Che avevano devastato il centro Italia, per estensione in particolare le Marche, terra natale dello stesso attore. Un evento cresciuto anno dopo anno, non solo in termini numerici (in due edizioni, infatti, si sono registrate oltre 230.000 presenze su 29 concerti), ma soprattutto nella consapevolezza che quei luoghi andavano vissuti e rispettati. LO SCORSO ANNO furono 14 gli appuntamenti, tutti ad ingresso gratuito. Quest’anno si riparte, con tanti altri eventi ed ospiti importanti. Tutto è iniziato, simbolicamente, dal Comune di Arquata del Tronto, con Niccolò Fabi e Gnu Quartet e con la sorpresa per il pubblico di non trovare transenne o strutture complesse, ma soltanto una semplice cordicella a delimitare la zona del prato destinata agli artisti e ai loro strumenti. Da lì è stato un crescendo di testimonianze d’affetto e vicinanza per RisorgiMarche: Malika Ayane, Daiana Lou, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Bungaro, Daniele Silvestri, Fiorella Mannoia & Luca Barbarossa, Brunori SAS, Max Gazzè, Francesco De Gregori/Gnu Quartet e Samuele Bersani. NEL 2018, la seconda edizione con Piero Pelù, Angelo Branduardi, Mario Biondi, Alex Britti, Noa, Clementino, Luca Carboni, Irene Grandi, Andrea Mirò, Paolo belli & Big Band, Elio & Rocco Tanica, Simone Cristic-
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artisti che hanno generosamente dato disponibilità a esibirsi gratuitamente. Ne è nato un primo calendario di concerti alla luce del sole tardo pomeridiano e senza palchi attrezzati, il cui prezzo del biglietto consisteva nel percorrere a piedi o in bici tratti compresi tra 3 e 6 chilometri, per raggiungere i luoghi suggestivi delle esibizioni ai margini dei Monti Sibillini, sull’Appennino marchigiano.
NERI MARCORÈ
«Giovani, anziani e famiglie hanno capito il vero senso della manifestazione mostrando sensibilità verso i luoghi colpiti» chi/Gnu Quartet + Ermal Meta, Toquinho, Neri Marcorè/Gnu Quartet, conclusasi col record di 70mila persone per Jovanotti. «Il nostro pubblico ha capito cosa c’è dentro RisorgiMarche – dichiara Marcorè – , quali sono i suoi obiettivi e anche quelle regole non scritte di civile convivenza. Dall’abbraccio reiterato alle popolazioni locali, alla raccolta di ogni singolo rifiuto, ha dimostrato che la rinascita passa, non solo per la ricostruzione fisica dei luoghi danneggiati, ma anche attraverso l’umanità che si esprime stando insieme, rendendosi veicoli di promozione e sensibilità verso quei luoghi che sono un patrimonio da valorizzare». «Giovani, anziani, famiglie con bambini di ogni età, appassionati di montagna e neofiti – aggiunge Marcorè – hanno condiviso gioia, sudore, emozioni e stupore. Un vero e proprio pellegrinaggio laico, una sorprendente cavalcata di entusiasmo, partecipazione e condivisione, con numeri impressionanti, al di sopra di ogni aspettativa». CAMMINARE, per il pubblico, ha significato anche conoscere le aziende del territorio colpite dal sisma, in particolare quelle del comparto enogastronomico e artigianale, con la possibilità di contribuire all’economia locale mediante l’acquisto di prodotti. Angelica Panzieri
L’INIZIATIVA I numeri La prima edizione ha fatto registrare 80mila presenze in tredici appuntamenti. Anche quest’anno ce ne saranno diversi in programma
I premi L’approccio solidale ed ecosostenibile del festival è stato oggetto del Premio CulturaIn Verde, Premio Anima e il Premio Nazionale Bandiera Verde
I progetti RisorgiMarche ha sostenuto anche progetti solidali come ’La Casa del cuore’ dell’ANFFASS dei Sibillini, associazione impegnata sulla disabilità
L’EVENTO A sinistra, tre immagini della precedente edizione del festival all’aperto sui prati dei luoghi devastati dal sisma dell’agosto e ottobre 2016. Sopra, una foto di Neri Marcorè durante una sua esibizione. Ora si riparte con il nuovo calendario
SPECIALE MARCHE
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IL MANOSCRITTO ORIGINALE DELLA POESIA È STATO ESPOSTO FINO AL 19 MAGGIO. ORA SI TROVA ALLA BIBLIOTECA DI NAPOLI
RECANATI
L’Infinito di Leopardi compie 200 anni
Mostre, spettacoli e conferenze a Villa Colloredo Mels per celebrare la sua lirica UNA ROMANTICA città balcone che affaccia sull’infinito. Recanati è un piccolo gioiello culturale incastonato sul Monte Tabor, il colle che sempre caro fu a Giacomo Leopardi. Alla sua città il poeta dedicò versi perfetti, che aprono lo sguardo verso un orizzonte senza limiti, una terra senza confini fatta di colori: dal giallo delle ginestre al verde della siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Dalla stesura dell’Infinito sono passati esattamente duecento anni, una ricorrenza speciale celebrata grazie ad un evento lungo un anno tra mostre, spettacoli, conferenze, pubblicazioni, per sollecitare la necessità di tornare al «pensiero leopardiano». La prima parte delle celebrazioni, che si è svolta dal 21 dicembre 2018 al 19 maggio 2019, ha visto protagonista il ritorno a casa del manoscritto originale del più celebre componimento di Leopardi: «Infinità / Immensità. Il manoscritto», a cura di Laura Melosi, direttrice della Cattedra Leopardiana presso l’Università degli Studi di Macerata, in collaborazione con Lorenzo Abbate. Poi «Mario Giacomelli. Giacomo Leopardi, L’Infinito, A Silvia», mostra curata da Alessandro Giampaoli e Marco Andreani: una sequenza fotografica al centro di uno dei capitoli più affascinanti della fotografia italiana. Tra questi è stata esposta A Silvia, il celebre foto-racconto ispirato all’omonima lirica di Leopardi. INAUGURATE il 29 giugno, giorno del compleanno di Giacomo Leopardi, proseguiranno fino al 3 novembre il ciclo di mostre che animeranno la programmazione culturale cittadina nella stagione estiva a Villa Colloredo Mels: «Infiniti» a cura di Emanuela Angiuli e «Finito, Non Finito, Infinito» a cura di Marcello Smarrelli, per un percorso sensazionale dall’epoca romantica a oggi. Le
POESIA A sinistra il colle dell’Infinito a Recanati, sopra la finestra dalla quale Silvia vedeva Giacomo. Sotto il manoscritto originale dell’Infinito
celebrazioni saranno accompagnate da eventi collaterali curati da massimi esperti del panorama italiano e internazionale con un’attenzione particolare per le nuove generazioni: «Infinito Leopardi» è un progetto promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario de L’Infinito di Giacomo Leopardi, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC), con la partecipazione di Regione Marche, Comune di Recanati, Centro Nazionale Studi Leopardiani, Casa Leopardi, Centro Mondiale della Poe-
LA RICORRENZA Inaugurato il 29 giugno, il secondo ciclo di mostre per il bicentenario sia e della Cultura, Università degli Studi di Macerata e Sistema Museo. L’infinito, come tante sue liriche è stata composta tra le mura che hanno plasmato la sua giovinezza. Luoghi, diventati un simbolo, che ancora oggi offrono ai visitatori la possibilità di conoscere l’intimità del poeta grazie a per-
corsi guidati: Casa Leopardi, a Palazzo Leopardi ancora oggi abitato dai discendenti del poeta e preziosi custodi della Biblioteca (costruita grazie a Monaldo, padre del poeta, dove sono raccolti oltre 20.000 libri) e dei luoghi leopardiani, si affaccia sulla piazza che prende nome dalla famosa lirica di Giacomo, Il sabato del villaggio. Da un paio d’anni, la famiglia Leopardi ha aperto per la prima volta al pubblico la casa di Silvia, ovvero le antiche scuderie di Palazzo Leopardi, dove visse Teresa Fattorini. Monica Generali
MUSEI CIVICI TRA LE OPERE IL DIPINTO PIÙ FAMOSO: IL MIRACOLO DELL’ANNUNCIAZIONE
Lotto e le Marche: i suoi capolavori esposti alla Pinacoteca I RAPPORTI di Lorenzo Lotto con le Marche sono stati intensi. Tanto che la sua pittura ha profondamente suggestionato la vicende artistiche della regione. Durante il suo periodo marchigiano, Lotto (1490-1556) realizzò opere di grande intensità pittorica. Alcune di queste sono conservate a Urbino, Ancona, Cingoli, Monte San Giusto, Mogliano, Jesi, Loreto e Recanati.
Nella pinacoteca che contiene capolavori del Trecento e Quattrocento. Insieme a opere come le tavole di Pietro Domenico da Montepulciano e quelle di Ludovico da Siena, ci sono quelle straordinarie del pittore veneto. Si spazia da capolavori giovanili come il Polittico di San Domenico (1508) all’affascinante Trasfigurazione (1512), influenzata da Raffaello ma di totale imposta-
zione anticlassica, per finire con l’indimenticabile Annunciazione. UN CAPOLAVORO assoluto del Maestro, realizzato tra il 1527 e 1534, è forse il suo dipinto più famoso: la tela espone l’evento miracoloso, quello dell’Annunciazione, nel momento stesso in cui si verifica. Un dipinto a olio su tela, conser-
vato nel Museo civico Villa Colloredo Mels a Recanati, firmato “L. Lotus” . L’opera potrebbe risalire al periodo veneziano dell’artista, quando sarebbe stata spedita, oppure a quello successivo in cui Lotto si recò direttamente nelle Marche per attendere ad alcune opere. Oggi le prese di posizione principali riguardano il secondo caso, con una datazione vicina al 1534, dopo la Crocifissione di Monte San Giusto.
I LUOGHI Il Colle Era meta delle passeggiate di Leopardi, che vi accedeva direttamente dal giardino di casa, passando attraverso l’orto del convento di Santo Stefano
La Biblioteca Voluto dal padre, il poeta vi studiò insieme ai fratelli Carlo e Paolina. Era il baricentro attorno al quale si svolgeva la vita della famiglia: contiene circa 20.000 libri
Palazzo Leopardi Linee semplici e signorili, disegnate dall’architetto zio del poeta nel ’700. Il primo piano è occupato dalla Biblioteca, mentre nel resto dell’edificio ci vive la famiglia Leopardi
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SPECIALE MARCHE RAFFAELLINO DEL COLLE
L’ANNIVERSARIO
L’ALLIEVO DIRETTO DEL SANZIO, FU IL SUO SEGUACE PIU’ INTELLIGENTE E COLTO: ELABORO’ AUTENTICHE ESPRESSIONI DEL MANIERISMO
LE MOSTRE Da Raffaello a Raffaellino del Colle
Raffaello e gli amici di Urbino
(Urbino-Palazzo Ducale, Sale del Castellare, 17 maggio-13 ottobre 2019) È la mostra, promossa dal comune di Urbino, a cura di Vittorio Sgarbi, dedicata a Raffaellino del Colle, pittore colto che elaborò una delle più originali e autentiche espressioni del manierismo fuori Firenze. Introdotto da due opere di Raffaello Sanzio, il percorso espositivo si compone di dipinti provenienti da chiese e musei di Roma, Cagli, Mercatello sul Metauro, Perugia, Piobbico, Sansepolcro, Sant’Angelo in Vado, Urbania e Urbino.
Baldassarre Castiglione
(Urbino-Palazzo Ducale, ottobre 2019-gennaio 2020)
(Urbino, primavera 2020) Mostra, promossa dal Comune di Urbino, a cura di Vittorio Sgarbi e Jack Lang, dedicata a Baldassarre Castiglione, celebre autore de “Il cortigiano” e figura di primo piano nell’ambito culturale e politico dei primi decenni del Cinquecento, che si propone di esplorare l’attività politica e diplomatica, i rapporti con i principali artisti, letterati, diplomatici, alti prelati dell’epoca, attraverso una pluralità di sezioni rappresentative della poliedricità dell’umanista.
Esposizione promossa dalla Galleria Nazionale delle Marche, incentrata sul racconto delle relazioni di Raffaello con artisti operosi a Urbino (in particolare Girolamo Genga e Timoteo Viti), che accompagnarono, in dialogo, ma da posizioni e con stature diverse, la sua transizione verso la maniera moderna e i suoi sviluppi stilistici nella stagione romana.
Raffaello e la sua “Madonna del velo” / Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica (Loreto, aprile-settembre 2020 / Jesi, settembre 2020-febbraio 2021) Mostre dedicate ai nessi tra Raffaello e l’umanista jesino Angelo Colocci, punto di riferimento per artisti, antiquari, poeti, attraverso l’esposizione di documenti originali e l’uso di tecnologie digitali che consentono la ricostruzione dei capolavori raffaelleschi, come la Stanza della Segnatura.
Raffaello, gli amici e l’allievo
Al via le celebrazioni per il quinto centenario della morte del divin pittore – URBINO –
ALL’OMBRA dei Torricini è tutto pronto per celebrare il ‘divin pittore’. Per il quinto centenario della morte di Raffaello, nel 2020, Urbino, il Montefeltro e le Marche intere hanno messo in campo un ricco programma di eventi. Con due obiettivi: festeggiare l’anniversario del genio del Rinascimento, ma anche far scoprire o riscoprire le bellezze storiche, artistiche e naturali della sua terra. Ad aprire la serie di appuntamenti è stata la mostra dedicata al padre dell’urbinate, il pittore Giovanni Santi, allestita nel Palazzo Ducale di Urbino e terminata ad aprile scorso. E si continua (fino al 2021) con iniziative che puntano a raccontare l’arte e la vita di Raffaello attraverso le persone che lo hanno conosciuto e frequentato. Come amico o maestro. Pronta al taglio del nastro la mostra ‘Da Raffaello a Raffaellino dal Colle’ (Urbino-Palazzo Ducale, Sale del Castellare, 17 maggio-13 ottobre 2019). Promossa dal comune di Urbino, con il contributo della Regione Marche e del comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, sotto la curatela scientifica di Vittorio Sgarbi, è dedicata a Raffaellino dal Colle, allievo diretto di Raffaello e pittore colto che elaborò una delle più originali ed autentiche espressioni del manierismo fuori Firenze. Per la prima volta saranno riunite alcune delle sue opere più significative provenienti da chiese e mu-
sei di Roma, Cagli, Mercatello sul Metauro, Perugia, Piobbico, Sansepolcro, Sant’Angelo in Vado, Urbania, Urbino. Il percorso sarà aperto da due tele di Raffaello custodite nell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Si tratta di una tavoletta, inedita, raffigurante la Madonna con il Bambino e l’affresco staccato con Putto reggifestone. ‘RAFFAELLO e gli amici di Urbino’ (Palazzo Ducale di Urbino, ottobre 2019-gennaio 2020) è invece l’esposizione pensata dalla Galleria nazionale delle Marche,
incentrata sul racconto del mondo di relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti attivi a Urbino, in particolare Girolamo Genga e Timoteo Viti. Amici importanti che hanno accompagnato la sua transizione verso la maniera moderna e i suoi sviluppi stilistici durante la stagione romana. La mostra punta ad esplorare anche il rapporto con i modelli di Signorelli e Perugino, oltre che le opere eseguite da Raffaello su committenza della corte dei Montefeltro Della Rovere, ma anche quelle sue studiate altrove dai compagni di strada e diversamente assimila-
te. A PRIMAVERA 2020, riflettori puntati su ‘Baldassarre Castiglione’, autore de ‘Il cortegiano’ che dà titolo alla mostra che si terrà a Urbino, promossa dall’amministrazione del Ducato e affidata alla curatela scientifica di Vittorio Sgarbi e Jack Lang. Esposizione che mette in risalto la figura di primo piano del Castiglione, nell’ambito culturale e politico dei primi decenni del Cinquecento, attraverso l’esplorazione della attività politica e diplomatica, i rapporti intercorsi con i principali artisti,
letterati, diplomatici, alti prelati dell’epoca. Si cambia sfondo con ‘Raffaello e la sua Madonna del velo’ e ‘Raffaello e Angelo Colocci, bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica’ (Loreto, aprile-settembre 2020/ Jesi, settembre 2020-febbraio 2021), esposizioni dedicate ai nessi tra Raffaello e l’umanista jesino Colocci, punto di riferimento per gli artisti, gli antiquari, i poeti, attraverso l’esposizione di documenti originali e l’uso di tecnologie digitali innovative che permetteranno ricostruzioni dei capolavori raffaelleschi, a cominciare dalla stessa Stanza della Segnatura.
LA VITA E LE OPERE DALLA PALA D’ALTARE AGLI ALTRI CAPOLAVORI
Il bimbo prodigio che aiutava il padre RAFFAELLO SANZIO nasce ad Urbino nel 1483. C’è chi dice che il «divin pittore» venne al mondo il 28 marzo. Ma i più sembrano concordi nell’indicare il 6 aprile. Nasce nella casa (sulla ripida salita che porta il suo nome) che nel 1873 diventa sede dell’»Accademia Raffaello». Qui visse i primi anni della sua formazione artistica alla scuola del padre, il pittore Giovanni Santi. Ed è a Urbino che Raffaello, come disse nel 1984, il rettore dell’Università, Carlo Bo, «ha imparato la divina proporzione degli ingegni, soprattutto ha imparato il valore della filosofia, della dignità da dare al suo lavoro di Pittore». Rimasto orfano a 11 an-
ni, viene affidato allo zio sacerdote Bartolomeo. Ma Raffaello aveva già mostrato il suo talento. Lo stesso Giorgio Vasari, suo contemporaneo, racconta che «da bambino era stato di grande aiuto al padre nelle numerose opere che Giovanni eseguiva nello stato di Urbino». Ed è nella sua città, che il piccolo prodigio comincia a studiare il disegno e la prospettiva, oltre che le opere di Piero della Francesca e di Luciano Laurana. Ma è il Perugino quello che maggiormente influenza il tratto di Raffaello. Dalla sua prima opera documentata (una pala d’altare per la chiesa di San Nicola da Tolentino a Città di Castello nel 1501)
i successivi vent’anni di carriera e di vita sono costellati dalla nascita di capolavori che hanno fatto di Raffaello il genio del Rinascimento. Dal periodo fiorentino, in cui studia Leonardo da Vinci e Michelangelo, Raffaello si trasferisce nel 1508 a Roma dove comincia a lavorare per Giulio II. L’incontro col Papa segna una svolta. L’urbinate rivela le sue grandi doti di architetto, diventando il più importante di Roma. A soli 37 anni, il 6 aprile 1520, Raffaello muore. Secondo Vasari sono gli eccessi amorosi a uccidere il pittore. Viene sepolto nel Pantheon. Così come lui stesso aveva chiesto.
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SPECIALE MARCHE RAFFAELLO E GLI AMICI DI URBINO GIROLAMO GENGA E TIMOTEO VITI, GLI ARTISTI ATTIVI NEL DUCATO E CON CUI RAFFAELLO DIALOGAVA DI ARTE E DI VITA
BALDASSARRE CASTIGLIONE IL DIVIN PITTORE DIPINSE IL CELEBRE AUTORE DE “IL CORTEGIANO“ NEL 1514/1515. LA TELA E’ DI PROPRIETA’ DEL LOUVRE DI PARIGI
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LA MADONNA DEL VELO E ANGELO COLOCCI LA MOSTRA CHE USA TECNOLOGIE DIGITALI CHE HANNO PERMESSO DI RICOSTRUIRE OPERE COME LA STANZA DELLA SEGNATURA
«I nostri progetti per museo e casa natale»
Luigi Bravi, presidente dell’Accademia Raffaello: lavoriamo sull’allestimento – URBINO –
UN’OCCASIONE da non perdere. Per realizzare qualcosa che rimanga negli anni. E non che duri il tempo dei festeggiamenti. A questo deve servire la grande macchina organizzativa messa in moto per celebrare il quinto centenario della morte di Raffaello Sanzio. Ad auspicarlo è il presidente dell’Accademia Raffaello e professore di Filologia Classica dell’università di Chieti, Luigi Bravi. Presidente Bravi, innanzitutto cosa significa Raffaello per Urbino?
«È la grande occasione per percorrere una strada che porta lontano dalla città e arriva fino all’estremità della terra. Perché Raffaello, nel momento in cui lo si considera in dimensione provinciale o nazionale, si commette un enorme torto. Nonostante abbia sempre tenuto a firmarsi come cittadino urbinate, la sua fama non è collocabile in uno spazio circoscritto. Raffaello è stato da subito sovramunicipale». È quindi il più importante volano per Urbino?
PROGETTI Luigi Bravi, presidente dell’Accademia Raffaello e professore di Filologia classica. A destra, l’ingresso di Casa Raffaello
«Tra tutte le carte che Urbino ha a disposizione quella di Raffaello è molto facile da spendere. Ma non solo per l’imminenza del quinto centenario. Pensiamo che il museo della casa natale di Raffaello è il primo museo non statale per numero di visitatori nelle Marche. Ciò vuole dire che indipendentemente dal centenario, la gente viene a visitare la casa di Raffaello. C’è un episodio del mondo antico che spiega bene il valore della casa. È quando il pittore Ingres viene in visita a Urbi-
no. Fa alcuni disegni, di Palazzo Ducale riporta alcune decorazioni architettoniche, ma della casa di Raffaello disegna l’intera facciata. Segno che per lui si trattava di una sorta di pellegrinaggio».
geranno a Urbino prima del 6 aprile, giorno della morte di Raffaello».
Ha in mente nuove modalità di proporre Raffaello e dunque Urbino?
«Su questo aspetto il dipartimento di biologia della Sapienza di Roma, insieme all’Accademia dei virtuosi del Pantheon, faranno indagini scientifiche sui resti del pittore per vedere se sia stato avvelenato».
«Le celebrazioni sono un fatto episodico, per questo l’accademia Raffaello si è proposta di pensare a qualcosa di permanente. Abbiamo concentrato le nostre energie nel proposito di allestire il museo della casa natale in modo che i suoi contenuti legati sia alla nasci-
IL FUTURO «Dobbiamo consegnarlo ai giovani: ecco dunque le Olimpiadi raffaellesche» ta che al mito del pittore divino fossero meglio leggibili di quanto non siano adesso. La prima cosa è l’allestimento. E così come è non aiuta il visitatore. Abbiamo previsto di sistemare il tutto per il centenario. E sarà un’occasione per restituire qualcosa che rimanga negli anni. Il secondo punto è invece quello di consegnare Raffaello ai giovani». Come?
«Con le olimpiadi raffaellesche destinate alle scuole d’Italia. Si tratta di una competizione tra studenti delle scuole superiori che ha ad oggetto vita e opere di Raffaello. Agli studenti saranno presentate opere o dettagli di opere e loro dovranno rispondere a quesiti legati a quelle tele. Le olimpiadi si svol-
E a proposito della morte, si dice che sia deceduto per una febbre dovuta a eccessi amorosi…
Come giudica questa operazione?
«Marginale. Non mi interessa particolarmente». Che messaggio lascia Raffaello ai giovani di oggi?
«Un grandissimo messaggio ai giovani di qualunque provenienza: ascoltare tutti i maestri, trarne il meglio ed elaborare per conto proprio. E non chiudersi nella propria città. Andare dove porta il successo. Ma senza scordarsi le origini, ce lo insegna Raffaello stesso che si firmava l’urbinate. Raffaello ha girato tanto. È stato un antesignano dell’erasmus artistico. Ha osservato Leonardo in tutti i modi, ma non è Leonardo. Lo stesso con Michelangelo». Che tipo era Raffaelllo?
«Era considerato di carattere amabile. Aveva sempre un sacco di gente intorno. Ma anche qualche nemico invidioso. Come Sebastiano del Piombo». Oltre a Raffaello su chi può puntare Urbino?
«Su un suo opposto: Federico Barocci. Artista che si era chiuso a Urbino. Ma deve puntare su tutto il suo rinascimento, i Montefeltro e i della Rovere e le relazioni internazionali con la Spagna». Elisabetta Rossi
LA CITTÀ CULLA DEL RINASCIMENTO, UN CAPOLAVORO DI PIETRA AVVOLTO DALL’ABBRACCIO DELLE COLLINE
Urbino, incredibile contenitore di bellezza – URBINO –
A SPASSO tra arte e storia. In un immutabile percorso che sospende il tempo e fonde insieme passato e presente. Patria di Raffaello, culla del Rinascimento, gioiello architettonico, museo a cielo aperto, Urbino è un incredibile contenitore di bellezza. Un capolavoro di pietra avvolto nel doppio abbraccio delle morbide colline circostanti e della lunga cinta muraria in cotto. Da piccolo borgo, grazie alle mani di grandi artisti, la perla del Montefeltro è diventata l’indiscussa ‘culla del Rinascimento’. Tanto che ancora oggi se ne respira l’aria quattrocentesca. Una caratteristica che nel 1998 le ha fatto guadagnare il riconoscimento di patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Antichissime le sue origini. Come testimonia il nome romano di Urvinum che, secondo alcuni studiosi, deriverebbe dal latino urvus, ovvero il ma-
nico ricurvo dell’aratro. Nel quattrocento, il centro raggiunge però il suo massimo splendore. Merito di figure illuminate come Federico di Montefeltro (la cui corte venne raccontata da Baldassarre Castiglione ne ‘Il cortegiano’) che chiamò nel ducato la rosa dei più grandi artisti dell’epoca: Piero della Francesca, Luciano Laurana, Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini, Girolamo Genga e il padre di Raffaello, Giovanni Santi. Questi, ma anche tanti altri, hanno lasciato ad Urbino il segno del loro passaggio. Tracce d’arte e di storia da scoprire nella passeggiata per il centro storico. A PARTIRE dal Palazzo Ducale con i suoi Torricini gemelli. Realizzato da Luciano Laurana, è oggi sede della Galleria nazionale delle Marche, dove sono custoditi capolavori come la ‘Flagellazione di Cristo’ di Piero della Fran-
cesca, il ‘Miracolo dell’ostia profanata’ di Paolo Uccello e la ‘Muta’ di Raffaello. E a proposito di Raffaello, una tappa merita la sua casa natale. Da non perdere le stalle ducali e la magnifica rampa elicoidale. O l’oratorio di San Giovanni e il suo ciclo d’affreschi uscito dai pennelli dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche. Ma Urbino offre una meravigliosa vista di sé anche dalla fortezza Albornoz, realizzata nella seconda metà del XIV secolo, che la guarda dal colle opposto. Il cuore del Ducato batte anche con altri storici eventi. Come la Festa dell’aquilone che si svolge a settembre. E tiene tutti col naso in su per vedere chi vincerà la sfida a far volare più in alto il proprio aquilone. Urbino culla anche i palati. Rinomata la sua casciotta dop, formaggio a pasta semicruda. Impossibile resistere alla crescia urbinate, focaccia che si mangia calda con salsiccia, erbe, prosciutto e formaggio.
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SPECIALE MARCHE IL RICONOSCIMENTO
BELLEZZA GARANTITA
LA BANDIERA BLU È UN RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE, ISTITUITO NEL 1987, ANNO EUROPEO DELL’AMBIENTE
NUMANA Le baie e il porto Ideale per le vacanze La spiaggia di Numana Alta comprende due baie che si sono formate a ridosso della falesia: la Spiaggiola e la Spiaggia dei frati. La spiaggia di Numana bassa si estende a sud del porto fino alla frazione di Marcelli, dotata di numerosi stabilimenti balneari, campeggi e club vacanze. Particolarmente indicata per le famiglie con bambini è la spiaggia Marcelli. Il porto turistico di Numana ha ottenuto la Bandiera blu per gli approdi
Un mare di Bandiere blu Ecco le spiagge che hanno avuto il riconoscimento SENIGALLIA La spiaggia di velluto e la famosa rotonda Qui c’è la famosa ‘spiaggia di velluto’, con i suoi 13 chilometri di sabbia finissima, interrotti solo dai lunghi moli del porto e dalla suggestiva Rotonda a Mare, nata nel XIX secolo per scopi idroterapici e ricreativi e oggi sede di mostre ed eventi. Vicino Senigallia c’è Marzocca, con la sua spiaggia sassosa
PARAFRASANDO Battiato, potremmo dire che nelle Marche sventola la Bandiera blu. Quindici riconoscimenti, equamente distribuiti tra le cinque province, che testimoniano la qualità ambientale del mare e della costa, in una combinazione che si sintetizza nella grande accoglienza marchigiana. E che certificano come le Marche, a livello nazionale, siano tra le eccellenze per quanto riguarda l’offerta turistica balneare, piazzandosi al quarto posto per numero di Bandiere blu, dietro solo a Liguria, Toscana e Campania. Quest’anno il riconoscimento è andato ai Comuni di Gabicce Mare, Pesaro, Fano, Mondolfo, Senigallia, Sirolo, Ancona con la baia di Portonovo, Numana, Potenza Picena-Porto Potenza Picena, Civitanova Marche, FermoLido, Pedaso, Cupra Marittima, Grottammare e San Benedetto del Tronto: una squadra che rap-
presenta la bellezza delle nostre coste e del tratto dell’Adriatico che le bagna. In provincia di Pesaro Urbino sono state quattro le Bandiere blu: a cominciare dai riconoscimenti pesaresi per le spiagge di Ponente, Levante e Sottomonte, passando per Fano con Torrette, Sassonia Nord e Fano Nord, e concludendo al Lido di Gabicce Mare e a Marotta. Per
San Michele, Sassi Neri e Due Sorelle La magia senza fine di Sirolo La spiaggia Urbani è incastonata nella falesia ai piedi della zona abitata: da qui comincia la spiaggia di San Michele, ghiaiosa e attrezzata di stabilimenti balneari. Proseguendo si raggiunge la spiaggia dei Sassi Neri, caratterizzata dalla presenza sulla battigia di blocchi di scisti neri di origine sedimentaria. La spiaggia delle Due Sorelle è la più caratteristica e nota di Sirolo: il suo nome deriva dai due scogli gemelli che emergono dal mare ed è raggiungibile via mare grazie ad imbarcazioni che, durante il periodo estivo, partono giornalmente dal porto di Numana. È stata premiata da Legambiente quale una delle dieci spiagge più belle d’Italia.
quanto riguarda la provincia di Ancona, qui sono arrivate quattro Bandiere blu: per le spiagge di Levante e Ponente di Senigallia; i Sassi Neri, San Michele e Urbani di Sirolo; Portonovo ad Ancona e infine Numana (alta e bassa con Marcelli). Proseguendo verso sud, ecco i riconoscimenti per la provincia di Macerata, dove sono state confermate le Bandiere blu per Civitanova Marche e Potenza Picena. Nella provincia fermana altri due riconoscimenti: a Fermo per Marina Palmense, Lido di Fermo e Casabianca; e a Pedaso. Per chiudere il tour, ecco il Piceno: non potevano mancare San Benedetto con la sua splendida riviera, Grottammare e Cupra Marittima. Quindici località che certificano la bellezza e la qualità delle spiagge e del mare lungo l’intera regione: l’estate può iniziare e nelle Marche sarà all’insegna del blu.
ANCONA Il fascino unico di Portonovo La spiaggia più centrale è quella del Passetto, con grandi scogli bianchi, tra i cui la Seggiola del Papa e lo scoglio del Quadrato. Spiagge rocciose si susseguono verso sud, tra cui Mezzavalle. Ma la spiaggia più conosciuta è Portonovo, dove si alternano tratti ghiaiosi e sassosi, una delle peculiarità della località
Pesaro, accoglienza e ospitalità lungo sette chilometri di spiaggia Sono sette i chilometri di spiaggia sabbiosa tra litorale attrezzato e libero, dove sventola la Bandiera blu. Sono oltre cento le strutture di accoglienza turistica, alcune aperte tutto l’anno, tra alberghi al mare, in centro e collina, agriturismi, campeggi e appartamenti, per un totale di quasi 11.000 posti letto. Al mare si lega una secolare tradizione di ospitalità balneare che rivolge un’attenzione particolare alle famiglie e ai bambini. L’offerta balneare comprende, grazie alla particolare conformazione del territorio con la costa bassa e sabbiosa stretta a sud e a nord dai rilievi del San Bartolo e dell’Ardizio che giungono fino al mare, stabilimenti facilmente raggiungibili dagli alberghi e dal centro, e piccole baie immerse nella natura.
SPECIALE MARCHE L’OBIETTIVO
I REQUISITI
OBIETTIVO PRINCIPALE DEL PROGRAMMA È INDIRIZZARE LA POLITICA DI GESTIONE LOCALE DI NUMEROSE LOCALITÀ RIVIERASCHE
LA SPIAGGIA DEVE AVERE SERVIZI E STANDARD IN CONFORMITÀ AI CRITERI BANDIERA BLU E RISPONDERE AI REQUISITI INDICATI
Fano per tutti i gusti
Gabicce da vivere
Il litorale si suddivide in Lido e Sassonia, entrambi con coste basse: la prima è sabbiosa, la seconda ghiaiosa e anche per questo sono spiagge a misura di bambino. La costa meridionale si suddivide in Torrette, Ponte Sasso e Metaurilia. Sul lungomare è in funzione la lunga ciclabile che arriva fino a Pesaro. A Fano è presente un importante porto peschereccio e gli amanti del turismo nautico possono contare sull’attrezzato porto turistico di Marina dei Cesari (Approdo Bandiera blu).
L’ampia spiaggia sabbiosa di Gabicce è rinomata, con brevi tratti di litorale ghiaioso e fondali profondi, a cui si aggiunge una suggestiva strada panoramica che si snoda lungo la costa e da cui si possono ammirare scorci meravigliosi sul mare. La spiaggia di sabbia fine, con circa 40 stabilimenti balneari, è fra le più attrezzate della costa marchigiana. Ai diportisti e agli amanti del mare si raccomanda il piccolo e raccolto porto turistico di Baia Marina di Vallugola, con la bella spiaggia protetta da un promontorio.
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Mondolfo Marotta, mare e tradizioni
Turismo, pesca e bici L’estate di Civitanova
A Porto Potenza Picena la natura è di casa
Marotta è una località balneare il cui territorio è ripartito in tre comuni: Fano, Mondolfo e San Costanzo. Nel centro balneare di Marotta è vivo l’attaccamento alle tradizioni del passato marinaro, rievocate nelle feste locali, come quella della ‘Tratta’, un tipo di pesca a strascico praticata in fondali bassi e sabbiosi, che si svolge da venerdì 19 a domenica 21 luglio. Lungo il litorale si alternano zone di spiagge sabbiosa e spiaggia rocciosa, mentre il fondale è sabbioso. Lo storico borgo collinare di Mondolfo, con la sua prosecuzione nella località costiera di Marotta, rappresenta un tipico esempio di ‘due città in una’, segno della fusione di due culture, della terra e del mare.
La lunga spiaggia è divisa dal porto peschereccio e da quello turistico. Tre sono le piste ciclabili: pista del Castellaro, pista del Chienti e una pista sui due Lungomari nord e sud (Mostra calzature e Cinema Adriatico). A nord l’arenile è ampio e sabbioso e l’acqua è poco
Porto Potenza Picena è la più popolosa frazione di Potenza Picena, ed è una nota stazione balneare della costa adriatica: le spiagge sono ampie e in prevalenza sabbiose, in alcuni tratti vedono la presenza di flora e fauna variegata, mista a brevissime zone di scogliera. Ospita un attivo centro sportivo con attrezzata marina per l’approdo di piccole imbarcazioni da diporto, ideale per gli amanti della vela e degli sport acquatici. Interessante dal punto di vista naturalistico è l’oasi dei laghetti di acqua salmastra che si trovano a ridosso del tratto nord della costa. Nel borgo marinaro è presente la bella Torre di Sant’Anna, quel che resta di una torre d’avvistamento del XV secolo, eretta a difesa dalle incursioni dei pirati.
profonda: ideale per il bagno dei bambini, che possono così immergersi in tutta sicurezza e giocare senza alcun rischio; il litorale sud, invece, presenta un arenile misto di sabbia e ghiaia ed acque più profonde.
Il lungomare di Pedaso dedicato ai cantautori
A Grottammare il profumo degli aranci
La spiaggia, di sabbia e ghiaia, è lunga oltre due chilometri; il litorale è parzialmente interrotto dalla presenza dello scoglio. Percorrendo il ‘Lungomare dei cantautori del XX secolo’ è possibile passeggiare lungo la spiaggia su un percorso accessibile da sottopassi dedicati a noti cantautori italiani. Il porticciolo, realizzato vicino alla foce del fiume Aso, è una banchina di attracco per gli operatori della piccola pesca e per le imbarcazioni da diporto. Il Faro è il simbolo della Pedaso marinara; interessante è l’osservatorio astronomico sito sul Monte Serrone, che dispone di un potente strumento di osservazione. Da non perdere ad agosto la tradizionale sagra delle cozze.
La ‘perla dell’Adriatico’, con cinque chilometri di spiaggia costeggiata da un lungomare ricco di palme, aranci e oleandri. Pedalando serenamente lungo la pista ciclo-pedonale che attraversa tutta la marina del paese, possiamo percorrere lontani dal traffico il Lungomare sud, impreziosito da fontane decorate e da originalissime rotonde che si protendono sulla spiaggia, per arrivare sul nuovo Lungomare nord che, recentemente riqualificato, offre una splendida balconata verde sul mare. Come altri insediamenti di origine medievale, la marina di Grottammare è dominata dal Vecchio Incasato aggrappato alla collina, negli ultimi anni è stato oggetto di un meticoloso restauro.
Campeggi e villaggi per il relax a Fermo Fermo ha tre chilometri di litorale a sud di Porto San Giorgio (località Marina Palmense) e altri quattro a nord (località Lido di Fermo, Casabianca e Lido San Tommaso). Le spiagge di Lido di Fermo e Marina Palmense sono di sabbia e ghiaia; nella zona sorgono numerosi campeggi, villaggi turistici e appartamenti per vacanze. Le due località, direttamente sul mare, sono circondate da verdeggianti colline che le proteggono dai venti e ne rendono mite il clima. C’è una pista ciclabile che da località Casabianca di Fermo arriva fino a località San Tommaso.
Cupra, natura e storia a picco sul mare
Sport, sole e movida a San Benedetto
Scendendo da nord lungo la costa Adriatica, si entra nella Riviera della Palme attraverso Cupra Marittima: la sua spiaggia è sabbiosa e lunga oltre due chilometri e a questa si unisce una lunga pista ciclabile attraversa il lungomare e continua fino a Grottammare. Il tratto di spiaggia a nord di Cupra Marittima presenta alcuni aspetti interessanti riguardanti la flora e la vegetazione delle spiagge, per questo motivo viene chiamato Duna Marittima. C’è poi una pineta, un’area protetta dalla Regione Marche.
Il lungomare di San Benedetto è costeggiato da lussureggianti giardini, una pineta, campi da tennis, una pista di pattinaggio e un edificio, la ‘Palazzina Azzurra’, storico locale della città, sulla foce del torrente Albula che determina la fine del primo tratto, a sud del quale parte la zona più turistica. San Benedetto è da sempre strettamente legata al mare e alla tradizione della marineria. La Pinacoteca del mare, anche se collocata nel vecchio incasato, è parte integrante del polo museale tematico dedicato al mare allestito al Mercato Ittico.
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SPECIALE MARCHE
L’EVENTO
TUTTI IN BIANCO
IL CONCERTO
A CIVITANOVA MARCHE DECINE DI PALLONCINI, A CUI AFFIDARE I DESIDERI
A GABICCE MARE “DONNE CHE INCANTANO E CANTANO” PER UNA FESTA IN ROSA
GLI SCATTI Immagini delle passate edizione, la manifestazione è alla sua quarta uscita ed è stata organizzata dalla Regione Marche
LA FESTA DA GABICCE A PORTO SANT’ELPIDIO, LE LUCI SONO IL DENOMINATORE COMUNE DELLA SERATA
La costa brilla con la Notte dei Desideri La sera del 26 luglio decine di eventi animeranno tutto il litorale marchigiano MIGLIAIA di lucine illumineranno la costa marchigiana, per la 4ªedizione della Notte dei desideri. L’ultimo venerdì di luglio, il 26, i comuni della regione, insieme a associazioni, pro-loco e società specializzate saranno coinvolti in uno spettacolo a cielo aperto. Ecco alcuni degli eventi in programma. A FANO A Torrette la serata musicale aprirà l’evento del lungomare dove Mercatini e attrazioni in genere faranno da contorno ad una passeggiata rilassante e romantica. Dalle 22 musica con i dj di Radio Studio Più, alle 23.00 lo spettacolo piromusicale porterà i presenti in un mondo di favole, luci colori che per incanto prenderanno forma in acqua. I ritornati, campeggi e stabilimenti di Torrette di Fano proporranno un Menù del Desiderio a tema con la serata, la festa continuerà fino all’1. CIVITANOVA MARCHE Tutti gli stabilimenti saranno in bianco con lumini e palloni aerostatici. ai quali affidare i propri desideri. Ci saranno cene a tema, poi a mezzanotte si accenderanno contemporaneamente tutti i lumini. ALTIDONA Giochi ludici per bambini e famiglie impreziosito dalle scenografie fiabesche che creano atmosfera spettacolare e allegra con animazione di “Ciquibum” che da vita all’ angolo magico con spettacoli di bolle di sapone, giocoleria e baby dance. Al termine lancio di palloncini a led. GABICCE MARE Il concerto “Donne che cantano e incantano” della San Marino Concert Band diretta dal M. Dino Gnassi, è il primo appuntamento del Festiva Gabicce in Rosa che avrà luogo dal 26 luglio al 2 agosto. GROTTAMMARE Sfilata di moda con il coinvolgimento delle aziende che rappresentano l’eccellenza nel settore della moda, dell’oreficeria, dell’estetica dell’accessoristica. MONDOLFO Spettacolo di arte varia con artisti, bambini e ragaz-
GLI OSPITI Nel week end della Notte dei Desideri, a San Benedetto farà tappa anche la Bobo Vieri Summer Cup 2019
A San Benedetto arriva Vieri Poi recital e mercatini aritigianali PER LA NOTTE dei Desideri arriva Bobo Vieri e la sua Summer Cup, evento di sport e solidarietà con scopi benefici (26-28 luglio) Incontri con l’autore, Giulio Perrone presenta “L’amore finche’ resta”. Poi la Festa in onore della Madonna della Marina un’ occasione molto suggestiva per i turisti di conoscere la cultura marinara di S. Benedetto. Terzo e ultimo atto della ‘trilogia’ curata dall’associazione Culturale Verticale d’Arte, l’esposizione vedrà il percorso di mostra incentrato sul nudo e sull’arte della seduzione in epoca moderna. Da non perdere il Recital del mare e i mercatini con esposizione di prodotti artigianali.
QUARTA EDIZIONE Oltre 180, i chilometri di costa illuminata per la notte magica zi. NUMANA Marche Family Show prodotto dall’Associazione Arte Viva: uno spettacolo itinerante per l’Italia pensato per far divertire le famiglie del territorio e non solo. È prevista una parte ludico creativa con animazione per
bambini, balli di gruppo, gonfiabili, e mascotte itineranti. Poi dalle 21:30 la musica. PORTO RECANATI Un musical la cui sceneggiatura è tratta dai personaggi della Famiglia Addams. PORTO SANT’ELPIDIO Lanterne e luci illumineranno tutta la costa SENIGALLIA: Venerdì 26 luglio, sul lungomare di Levante e di Ponente, inizia il weekend della “Notte dei Desideri”con una degustazione di prodotti tipici
MENÙ ROMANTICI I ristoranti proporranno i “piatti dei desideri” con prodotti delle Marche d’eccellenza in spiaggia a cura dell’Associazione “I Prodotti Nobili Marchigiani e Italiani”. Le degustazioni sono previste per l’intero weekend. Si continua sabato 27 luglio con il divertimento della “Festa della Rotonda”, per celebrare il monumento simbolo di
Senigallia: alle 21.30 si esibirà in concerto Filippo Graziani, seguito dallo spettacolo pirotecnico alle 23.45; la serata si concluderà con MOKA in concerto, in collaborazione con la Consulta dei Giovani di Senigallia. Domenica 28 luglio, alle 5.30, Marco Santini al violino e Lucia Santini al pianoforte si esibiranno nell’ormai consueto concerto all’alba, con la splendida Rotonda a Mare a fare da scenografica cornice. (INFO: eventi.turismo.marche.it)
SPECIALE MARCHE
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RIVIERA DELLE PALME È IL NOME DEL TRATTO DI COSTA CHE VA DA CUPRA AL FIUME TRONTO, PASSANDO PER GROTTAMMARE E SAN BENEDETTO
RIVIERA DELLE PALME
San Benedetto, il mare dal fascino esotico
Spiagge, verde e lo splendido lungomare sono la cornice dell’estate ricca d’eventi
CUPRA
Dalle colline alla Duna Panorami mozzafiato e l’arte di Crivelli CUPRA MARITTIMA è uno dei tre Comuni della Riviera della Palme, tra mare e collina. Sono tre infatti le colline che sorgono alle spalle della marina: Sant’Andrea con l’omonima rocca, recentemente ristrutturata, Marano con l’incasato medievale, che costituisce il nucleo principale del paese, e Boccabianca. Cupra offre una spiagga sabbiosa per oltre due chilometri e una pista ciclabile che la unisce alla vicina Grottammare: una delle caratteristiche principali è il tratto di spiaggia a nord del paese, che presenta aspetti interessanti riguardanti la flora e la vegetazione delle spiagge e per questo motivo viene chiamato Duna Marittima. C’è poi una pineta, un’area protetta dalla Regione Marche, costituita da sabbie marine miste a ghiaia e ciottoli, prospicienti al mare. Ma Cupra è anche storia, come dimostra il parco archeologico dove è riconoscibile l’impianto urbano della città romana. Nella vicina località San Michele sono visibili i resti di una Villa Magna dotata di ninfeo, mentre nella località Civita è identificabile l’area del Foro. Il sito archeologico di Cupra Marittima è una delle sedi della rassegna ‘Teatri Antichi Uniti’, che mette in scena opere della letteratura teatrale antica, greca e romana. Merita una visita la Collegiata di San Basso per ammirare lo straordinario trittico di Vittore Crivelli e la volta interamente dipinta da Giuseppe Pauri negli anni trenta del Novecento. Ad agosto è la Festa di San Basso ad animare il centro del paese.
DA SAN BENEDETTO del Tronto fino a Cupra Marittima, passando per Grottammare: una fetta di costa adriatica che ormai tutti conoscono come la Riviera delle Palme, una realtà turistica vacanziera che da molti anni fa registrare numeri da capogiro in termini di arrivi e presenze, anche grazie alla sua corposa offerta ricettiva. Il più grande dei Comuni che compongono la Riviera delle Palme è San Benedetto del Tronto, con le sue ampie spiagge sabbiose incorniciate nell’affascinante sfondo delle palme e degli oleandri, che evocano scenari esotici. A margine della spiaggia, un lungomare con 8mila palme di varie specie punteggiato da giardini tematici realizzati come fossero piccole oasi, zone relax e giochi per bambini, con una pista ciclabile che prosegue senza interruzioni per oltre 15 chiliometri per arrivare fino a Cupra Marittima. Lasciando per un attimo la spiaggia, ecco che è facile trovarsi nell’ombra della pineta o davanti alla famosa Palazzina Azzurra, storico locale della città. Il porto turistico, il porto peschereccio e il mercato del pesce all’ingrosso tra i più importanti d’Italia, confermano la grande tradizione marinara della città: come dimostrano il Polo Museale del Mare (che comprende il Museo della civiltà marinara delle Marche, il Museo delle Anfore, il Museo Ittico e l’Antiquarium Truentinum), il Mam (Museo d’arte sul mare), un museo permanente all’aperto che si
RASSEGNA
Incontri con l’autore
PARADISO Palme e oasi artificiali sul lungomare
sviluppa lungo tutto il molo sud e ospita ben 145 opere d’arte, delle quali 135 sono sculture e 10 sono grandi murali. La città presenta un nucleo antico (il ‘paese alto’) a poca distanza dal mare, ai piedi del quale si sviluppa la ‘marina’, il borgo peschereccio che si è sviluppato a partire dal Settecento. Per gli amanti della tavola, la versione sambenedettese del brodetto di pesce è assolutamente da non perdere. A San Benedetto è impossibile annoiarsi: il calendario degli
eventi estivi è ricchissimo, con nomi di grande rilievo. Quest’anno per la rassegna ‘Nel cuore, nell’anima’, proposta da Comune e Amat con il contributo di Mibac e Regione Marche, ci saranno Gino Paoli (il 2 luglio), Peppe Servillo con l’omaggio a Lucio Battisti (11 luglio), Claudia Gerini per raccontare vita, poesia e musica di Franco Califano (21 luglio). Non mancheranno le rievocazioni storiche, come quella della mietitura antica con strumenti d’epo-
GROTTAMMARE
La perla dell’Adriatico che unisce storia e cabaret NELLA RIVIERA DELLE PALME c’è una perla: Grottammare unisce la bellezza del paesaggio a un’atmosfera di pace, tutto all’interno di una ricca memoria storica e culturale. Per questo Grottammare è la perla dell’Adriatico e il suo nome si affianca a riconoscimenti come la Bandiera Blu d’Europa, le Tre vele nella Guida Blu di Legambiente edita da Touring Club Italiano e il diploma del Borghi più Belli d’Italia per il Vecchio Incasato. Quest’ultimo, aggrappato alla collina, domina la collina e tra i suoi vicoli sorgono preziosi monumenti come la Chiesa di Sant’Agostino e la Chiesa di Santa Lucia (costruita sulla casa che diede i natali al papa Sisto V), poi c’è piazza Peretti, il cuore segreto del borgo che si apre su uno splendido loggiato panoramico, da cui è possibile ammirare, il Teatro dell’Arancio e la Chiesa di San Giovanni Battista, sede del Museo Sistino. Poi c’è la spiaggia: cinque chilometri affiancati da uno splendido lungomare ricco di palme, aranci ed oleandri. Si può pedalare lungo la pista ciclo-pedonale che attraversa tutta la marina del paese, percorrendo il lungomare sud, impreziosito da fontane decorate e da originalissime rotonde che si
protendono sulla spiaggia, per arrivare sul nuovo lungomare nord che offre una splendida balconata verde sul mare. Per chi volesse concedersi un po’ di riposo, niente di meglio delle panchine di piazza Kursaal, nella parte nord della città, cuore ideale della marina: ornata da una fontana a raso e da pinete e palme, si affaccia direttamente sulla spiaggia per confluire nel Viale Marino, dove le palme e la pavimentazione in porfido e in marmo di Carrara fanno da cornice alle ville liberty costruite agli inizi del Novecento. L’estate di Grottammare è particolarmente frizzante: il cabaret è il suo marchio distintivo e anche quest’anno non mancherà l’appuntamento con Cabaretamoremio, festival nazionale dell’umorismo giunto alla 35esima edizione (19 e 20 luglio), oltre alle serate di Cabaretour, a cura dell’associazione Lido degli Aranci. Poi la musica con il XVII Festival Liszt (sei serate tra il 19 e il 27 agosto) e la rassegna internazionale di musica per organo (tre appuntamenti il 5 luglio, agosto e settembre), le feste di quartiere e del patrono, lo sport e la cultura, con Massimo Cacciari che il 9 luglio parlerà di Umanesimo europeo.
Incontri con l’autore alla Palazzina Azzurra: a luglio ci saranno Diego Fusaro (il 3), Marco Gollini (7), Massimo Giletti (9), Maurizio De Giovanni (27); ad agosto Simona Sparaco (il 13), Enzo Iacchetti (14), Cristiano Militello (il 23 ai giardini Merlini), Gianrico Carofiglio (il 25 in piazza Sacconi) ca alla Sentina il 7 luglio, il cinema con il San Benedetto film festival dal 15 al 20 luglio, la musica con il concetto di Calcutta al porto turistico il 23 luglio e dei Subsonica il 9 agosto, lo sport con la Bobo Summer cup dal 26 al 28 luglio, la regata velica e lo spettacolo pirotecnico per la festa della Madonna della Marina il 28 luglio, l’arte, le rassegne, il cibo e la cultura. A San Benedetto l’estate sarà tutta da vivere. Daniele Luzi
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SPECIALE MARCHE OGNI GIOVEDÌ, MERCATINO SERALE
COSTA FERMANA
ANTIQUARIATO E ARTIGIANATO IN MOSTRA NELLA CORNICE DI PIAZZA DEL POPOLO E PER LE VIE DEL CENTRO STORICO
A Lido arriva il luna park di Jovanotti Musica, giochi e dj set dalle 14 a tarda notte,«ma la spiaggia si tiene pulita» L’ESTATE fermana sarà all’insegna della musica per tutti i gusti e le età. Oltre al party di Jovanotti, grandi nomi completano il calendario: a partire da Simone Cristicchi, il 4 luglio, e Arisa, il 26 luglio, entrambi nel teatro all’aperto di Villa Vitali. Per la XV edizione di Jazz e non solo jazz a Piazzale Azzolino, sarà protagonista Fabio Concato (il 20 luglio): evento che prenderà il via il 6 luglio con l’Ensemble del Conservatorio “Pergolesi” dipartimento di Jazz, il 13 con Federico Malaman, il 27 con Lauren Henderson, fino al 3 agosto con Nino Buoncore e Flavio Boltro. Torna il Drive in sotto le stelle, in piazza del Popolo, per i film ‘Mamma mia’ e ‘Altrimenti ci arrabbiamo’, ancora la Notte delle meraviglie, il 27 luglio, con negozi aperti e intrattenimento. In piazza sarà ospite d’onore Gatto Panceri. Poi, il Carnevale estivo, la notte fluo, il Food Street a Lido di Fermo, le storie di Cesare Catà a Torre di Palme. Dal 26 luglio al 15 agosto la Cavalcata dell’Assunta a Fermo. AL LIDO di Fermo arriva l’uragano Jovanotti, per una delle date del Jova Beach Party 2019. Il 3 agosto quasi 40mila persone balleranno con i piedi sulla sabbia oppure in acqua «Una figata pazzesca - ha commentato lo stesso Lorenzo Cherubini - , la cosa più bella che abbia mai fatto nella mia vita». Lo spazio di certo non mancherà, «Il villaggio che porterò in tour misurerà 300 metri per 100: come tre campi da calcio». Più di un concerto, più di un tour, più di una festa. Sarà un vero e proprio villaggio itinerante gigante, mastodontico, in riva al mare: sarà un luogo dedicato alla musica, ma nel quale troveranno posto anche ristoranti, aree per bimbi, giochi. In due parole un
da 61 artisti provenienti da 23 Paesi del mondo. Ddj storici e artisti emergenti: tra questi Boomdabash, Sud Sound System, Ballo, Benny Benassi e Deejay Mazzz, il sassofonista e compositoreEnzo Avitabile insieme con il gruppo di percussionisti I bottari di Portico. Ancora Giorgio Poi, I pinguini tattici nucleari, Ex-Otago, Takagi e Ketra, Rocco Hunt e Rancore. Un’idea rivoluzionaria e un grande live, frutto della sua voglia di rinnovarsi, che aprirà nuovi orizzonti nel panorama degli spettacoli live in Italia. Un progetto in collaborazione con il WWF per rispettare l’ambiente e lasciare la spiaggia migliore di come la si è trovata. «Leregole sono uguali per tutti, si tiene tutto pulito, se si beve megliorestare a dormire in spiaggia. Sipuò godere la giornata senza spingere perché lo spazio c’è, staremo bene insieme». luna park di musica e luci. Le porte apriranno alle 14, mentre lo spettacolo comincerà al tramonto e finirà a tarda notte, quindi tante ore di musica, un mega dj set e un unico grande protagonista: Jovanotti. Si balleranno le sue canzoni e quelle di altri. Pezzi lenti e veloci: dalla disco alla trap, dal funky alla house. «LA SCORSA estate sono stato a Risorgimarche - aveva raccontato il cantante durante la presentazione dell’evento - su un prato bellissimo delle montagne delle Marche, un’emozione incredibile e lo stupore di vedere che dopo il concerto quella marea di persone non ha lasciato nemmeno un pezzetto di carta in terra. Per me è stata la dimo-
strazione che è un evento del genere si può fare, anche in spiaggia, in luoghi fragili e bellissimi. Saremo io e la mia band e poi tanti amici e ogni data sarà diversa». In questo tour Jovanotti sarà accompagnato
IL MATRIMONIO Il sì davanti a Jova Francesca e Nicolò sono la coppia di Spoleto sorteggiata tra oltre 3mila fidanzati per essere sposati da Jovanotti in persona durante la data fermana del beach Party
DICIASSETTE date: il Jova Beach Party partirà il 6 luglio a Lignano Sabbiadoro, poi il 10 a Rimini, il 13 a Castel Volturno, il 16 a Cerveteri, il 20 a Barletta, il 23 a Olbia, il 27 ad Albenga e il 30 a Viareggio. Ad agosto il 3 a Lido di Fermo, il 7 a Praia a Mare, il 10 a Roccella Jonica, il 17 a Vasto, il 24 a Plan de Corones (una spiaggia a 2500 metri di altezza). Più il 13 agosto in Basilicata e nel nord Adriatico il 20 agosto, in località ancora da individuare. Prezzo unico per i biglietti, il costo è di 52 euro ma ibambini fino a 8 anni entreranno gratis. Si suona, si balla, si fa il bagno, ci si sposa: i sindaci hanno dato la fascia tricolore a Jovanotti, che sposerà una coppia in ogni data del tour estivo.
PORTO SANT’ELPIDIO TUTTO PRONTO PER IL PALIO DEL MARE. LUNGOMARE CENTRO: SI GIOCA A SCACCHI
E sul palco di ‘Faleriense in Festa’ c’è Noemi ICONA di “città che legge” e villeggiatura balneare dalle tante specialità gastronomiche. Porto Sant’Elpidio, fulcro dell’industria calzaturiera, è la perfetta destinazione turistica per famiglie. Grazie ai sette chilometri di spiaggia e alle decine di eventi che ogni anno anima la città, la secondo più popolosa della provincia. Manifestazioni di tutti i generi e per tutti i gusti: musica, mostre, intrattenimento e sport. «Ci sarà il concerto di Noemi, che salirà sul palco di Piazza Cervi per i 65 anni di “Faleriense in Festa” (sarà una tappa del suo Blues&Love Summer Tour 2019 ndr) - spiega Elena Amurri, assessore al Turismo, Sport e Tempo Libero -.
DA VISITARE I luoghi della città Meritano una visita l’antica Torre dell’Orologio, Villa Murri e Villa Barrucchello: teatro di manifestazioni culturali L’artista romana si esibirà domenica 14 luglio dalle ore 22.00 e il concerto sarà ad ingresso libero. Poi anche quest’anno riconfermata la rassegna Leggere Estate in collaborazione con la libreria Il Gatto con gli Stivali. Alla Torre
dell’Orologio, ci saranno autori di libri che racconteranno il loro iscritto. Altro evento è il salotto della calzatura a Porto Sant’Elpidio, un mercato estivo legato al territorio ed al distretto calzaturiero attivo in questa zona. Per gli
sportivi ci sarà il Mondiali di Soccer». TANTE anche le attività organizzate dai quartieri: tra queste ci sarà la sedicesima edizione del Palio del Mare (6 luglio). «La suggestiva Investitura del Guardiano del Porto: tutto inizia il primo venerdì di agosto con la consegna delle chiavi, poi ci sarà la sfilata e gli sbandieratori. In zona Quadrata (lungomare centro), ogni giovedì di luglio e agosto, ci sarà la giornata dedicata agli scacchi. Qui abbiamo delle mattonelle che rievocano una scacchiera, con altrettanti scacchi giganti: ci si diverte ma si usa anche molto la logica». Monica Generali
PORTO S. GIORGIO
Dalla Festa del Mare a Coverland: ecco il programma estivo UNA CITTÀ tra mare e cultura, tra palme e palazzi liberty. Tutto questo è Porto San Giorgio, che per l’estate ha allestito una ricca programmazione tra mostre, mercati, cultura, sport. A cominciare dalla classica Festa del Mare con la padella gigante, che si svolgerà il 28 luglio sul lungomare centro invece che a Piazza Napoli. La Notte Rosa, il 19 luglio, sarà animata da uno spettacolo folkloristico internazionale in piazza Matteotti e dalle fontane danzanti sul lungomare centro. Confermate anche per questa estate Pro Loco in festa il 5, 6 e 7 luglio; il Festival ‘il Mare dentro’ dal 24 al 27 luglio a Villa Bonaparte e Rocca Tiepolo; il festival ‘Prima Secca’ dal 24 al 28 luglio sul viale della Stazione; Magica Notte, notte bianca per i bambini il 9 e 10 agosto. Per Coverland tre date il 10 luglio in piazza Matteotti e il 21 e 28 agosto nella piazzetta Silenzi. Previste inoltre 5 date di Dj set tra piazzetta Silenzi e via Oberdan promosse da commercianti e ristoratori. Non mancheranno Jazz al Castello, il festival organistico internazionale, il festival ‘Armonie della sera’ e il mercoledì del turista che include nella visita guidata ai beni culturali della città le ville storiche e la chiesa del Crocifisso con la mostra del presepio. La programmazione estiva si chiuderà il 14 e 15 settembre con il ‘Villaggio del ben-essere’ proposto dal gruppo comunale della Protezione civile. Cultura marinara, con il Museo del mare, Villa degli Oleandri e il più grande porto turistico, con una superficie di 140mila chilometri quadrati.
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SPECIALE MARCHE
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LA MANIFESTAZIONE
SHOPPING E CULTURA
IL FESTIVAL È DEDICATO AL MAESTRO ENRICO CECCHETTI, GIÀ CELEBRE PER I SUOI VIRTUOSISMI DI DANZATORE
Civitanova Danza, parte la maratona Dal 29 giugno al 2 agosto, appuntamenti di prestigio nei teatri della città CIVITANOVA si prepara a danzare. Ancora una volta. Poichè dal 29 giugno al 2 agosto, la città rinnova la propria vocazione di città della danza con il XXVI Festival Internazionale Civitanova Danza. La manifestazione è dedicata al maestro Enrico Cecchetti (1850-1928), già celebre per i suoi virtuosismi di danzatore poi per la fervida attività didattica, grazie alla quale si sono formati, a San Pietroburgo, plotoni di danzatori russi, in primis l’intera troupe dei Ballett Russes. Inaugurazione ufficiale il 29 giugno, con Civitanova Danza in Famiglia (ore 20, Teatro Annibal Caro) con Hopera Baby di E.Sperimenti Dance Company. A seguire, sabato 6 luglio (21,30 Teatro Rossini), Young Gala con Giovani Talenti&Civitanova Danza. E ancora, sabato 13 luglio (16,30 Hotel Miramare), Civitanova Danza Focus e alle 19 HappyDanceHour (19, centro città) a cura delle scuole di danza del territorio. L’EDIZIONE 2019, promossa dal Comune con Azienda Teatri di Civitanova, Amat, Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività Culturali, convalida la propria formula con il programma curato da Gilberto Santini, direttore Amat, articolato in due sezioni: Festival nel festival e La notte della stella. Con vari appuntamenti di prestigio, il cartellone si snoda tra debutti, stelle della danza mondiale, maratone danzate dal tramonto a notte fonda, momenti di approfondimento e formazione. Si conferma lo slogan Civitanova danza tutto, che accompagna da qualche anno la manifestazione,testimonianza dell’aspirazione a riunire i rappresentanti di diverse culture. IL FESTIVAL nel festival (13 luglio) è il vero nucleo progettuale dell’inziativa, con una maratona di
LA MOSTRA
Il futurismo a portata di mano LA BELLEZZA della velocità. E’ il titolo della mostra che aprirà i battenti il 19 luglio a Civitanova Alta, nell’ex chiesa di Sant’Agostino e Auditorium San Francesco. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio della provincia di Macerata, dal Comune di Civitanova Marche e dall’Associazione culturale Popsophia, è stata curata dal professor Evio Hermas Ercoli e vuole illustrare le convinzioni artistiche, politiche, intellettuali presenti ne testo di Filippo Tommaso Marinetti. Aperta fino al 15 settembre 2019. danza che tocca tutti i teatri della città (Cecchetti, Rossini, Annibal Caro), con debutti e progetti di residenza nell’ambito del progetto Civitanova Casa della Danza. DUE le prime italiane: Ball, del coreografo Guilherme Miotto, brasiliano di base in Olanda, vincitore di molti premi, tra cui i prestigiosi Magnolia Award e André Gingras Award con la compagnia Corpo Maquina (Teatro Cecchetti, ore 20.15); e Voyager, della Compagnia Nazionale di Danza di Malta, diretta da Paolo Mangiola (Teatro Rossini, ore 21.30). Il trittico si completa con la prima assoluta di Suite escape, di Riccardo Buscarini (Teatro Annibal Caro, ore 23,15) al termine di una residenza di creazione nelle strutture della città alta: Foresteria Imperatrice Eugenia e Tea-
tro Annibal Caro. Il Festival offre una vetrina anche alla danza italiana, con un prezioso debutto. Il Balletto di Roma propone al Teatro Rossini (20 luglio) la prima assoluta di Io, Don Chisciotte,
IL PROGRAMMA Cosa vedere La manifestazione si articola in due sezioni: Festival nel festival e La notte della stella. La prima partirà il 13 luglio. Due le prime italiane: Ball e Voyager
del coreografo Fabrizio Monteverde. E il 2 agosto, al Teatro Rossini, Virgilio Sieni presenta Metamorphosis, con musiche di Arvo Pärt. LA NOTTE della stella vede protagonista (Teatro Rossini, 27 luglio 21,30) la star Sergei Polunin con Sacré. Il festival offre una vetrina anche alle scuole di danza del territorio con un Gala (13 luglio) di brani coreografici e lavori di fine anno. Inoltre, si rinnova l’appuntamento con l’alta formazione grazie ad un programma intensivo di lezioni di danza classica e contemporanea, con il Campus Civitanova Danza per Domani, settima edizione, dal 5 al 10 agosto, con la consulenza artistica di Paola Vismara, e docenti della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala e del Ballet de l’Opéra de Paris.
A CIVITANOVA MARCHE DUE CITTÀ DA SCOPRIRE: ARTE, MARE, BUON CIBO E DIVERTIMENTO
Proposte di lusso e ristoro in Corso Umberto I UNA LUNGA SPIAGGIA divisa dal porto peschereccio e da quello turistico. Con tre piste ciclabili (del Castellaro, del Chianti e la pista sui due lungomari nord e sud), Civitanova Marche rientra tra le località balneari più frequentate della costa adriatica. Una città che vive, oltre che di mare, anche di shopping e turismo. Poiché accanto alle attività commerciali ed industriali, ci sono diversi outlet di prestigiose firme del made in Italy, soprattutto nel settore calzaturiero. E ancora, sono presenti impianti sportivi attrezzati per le più svariate discipline, tra cui il golf, l’equitazione e la vela. DA SEMPRE riferimento di tutta la provincia per i locali più ricercati, il corso di Civitanova Mar-
IL CUORE La zona alta Civitanova Alta è un antico borgo costruito su un colle racchiuso tra le mura di un castello medievale che è anche il cuore della città. Meta di giovani e famiglie che passeggiano in libertà visitando le vetrine, tra proposte di lusso e svariati punti di ristoro. Una visita particolare la merita uno dei negozi più antichi del corso e del suo genere nelle Marche: la Libre-
ria Giardini. Gestita dalla famiglia Giardini da tre generazioni, possiede una vastissima collezione di libri, soprattutto edizioni di lusso e di autore, spesso introvabili in altre librerie. Due, in particolare, i centri che caratterizzano Civitanova: Città Alta e l’abitato co-
stiero. Nella prima, si trova il Teatro storico Annibal Caro. Da non perdere, la pinacoteca comunale Moretti; le Chiese di Sant’Agostino e di San Francesco; la Chiesa di San Paolo e quella di San Marone. Interessanti anche la Stazione del Tram (1900) in stile liberty, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari e il Museo Storico del Trotto. Situata fra la Città Alta ed il porto, Villa Conti, costruita nel 1910. La città vanta anche l’imponente Palazzo Cesarini Sforza, dove sono conservati alcuni affreschi di Pellegrino Tibaldi. Caratteristici i Giardini Pubblici, le palazzine del Lido Cluana e la pescheria. Nella zona nord si trova l’ex Casa dei Balilla, oggi sede della Biblioteca Comunale e del Cinema Teatro E. Cecchetti.
PORTO RECANATI
All’Arena Gigli, musica e suggestioni con tanti vip UN TEMPO borgo di pescatori, oggi vivace cittadina balneare che viene paragonata ad un salotto sul mare, grazie alla bellezza del suo litorale e alla vista spettacolare sul Monte Conero. Anche per la stagione 2019, il cartellone all’Arena Gigli è ricco e spazia tra vari generi di spettacolo. La stagione si apre il 5 luglio con Luca Argentero che propone “E’ questa la vita che sognavo da bambino?”, diretto da Edoardo Leo, in cui l’attore racconta la vita di tre sportivi italiani: Alberto Tomba, Walter Bonatti e Luisin Malabrocca. Il 9 luglio è la volta di una band anglo-americana storica: ’Gli America’ che festeggia i 50 anni di carriera. Il 12 e 13 luglio Radio 2 in tour, con una due giorni di musica e spettacolo che si concluderà con il concerto ad ingresso libero del Gruppo Le Vibrazioni, trasmesso in diretta da Radio2. Il 18 luglio momento di comicità con Max Giusti e Massimo Macchini con “Fratelli Cugini”. L’Orchestra Filarmonica Marchigiana, diretta da David Crescenzi, si esibirà invece il 23 luglio nella “Serata all’opera” che il Comune di Porto Recanati dedica alla lirica. Il 4 agosto “Uomini in Frac”, con omaggio a Domenico Modugno. E il 7 Biagio Izzo che propone lo spettacolo “È tutto un recito”. Fiorella Mannoia incanterà l’Arena Gigli nella serata dell’8 agosto. Il 13 è la volta dello spettacolo Sarà Mimi, con l’associazione Minuetto che propone uno spettacolo dedicato a Mia Martini. Ancora cultura il 17 agosto con Marco Goldin, esperto di impressionismo in Italia e il 19 Agosto, la Pfm. Inizio spettacoli ore 21,30.
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SPECIALE MARCHE IL 90% DELLE STRUTTURE SONO STAGIONALI, PER QUESTO SONO STATI AVVIATI PROGETTI PER DESTAGIONALIZZARE IL TURISMO
RIVIERA DEL CONERO
«Qui ci si ricarica col turismo di qualità»
Non solo mare, «offriamo esperienze a 360 gradi»
LA CARTOLINA Sopra la vista dall’alto di Numana, che comprende due baie formatesi a ridosso della falesia. Sotto a e destra la riviera del Conero, dove ogni anno migliaia di turisti italiani e stranieri passano le vacanze estive
IL CAPOLUOGO TRA SPIAGGE SELVAGGE E GRANDI SCOGLI BIANCHI
Ancona, la città guardiana dell’Adriatico ANTICA città di mare, Ancona è considerata la guardiana dell’Adriatico, sorgendo su un promontorio formato dalle pendici settentrionali del Monte Conero. Spiagge selvagge, sia di costa alta che bassa. Tra le prime, la più centrale è quella del Passetto, con grandi scogli bianchi, tra i quali la Seggiola del Papa e lo scoglio del Quadrato. Spiagge rocciose si susseguono verso Sud; tra esse si segnala la spiaggia di Mezzavalle. La più nota spiaggia a sud di Ancona è Portonovo. Nella spiaggia si alternano tratti ghiaiosi e sassosi, con ciottoli calcarei bianchissimi e arrotondati, considerati una delle peculiarità della località.
LA CITTÀ Il monumento più rappresentativo della città di Ancona è la Cattedrale di San Ciriaco, basilica romanico-gotica con elementi bizantini. Tra i siti di interesse turistico si segnalano: la Chiesa di Santa Maria della Piazza, l’Arco di Traiano, la Chiesa di San Francesco alle Scale, la Mole Vanvitelliana, la Loggia dei Mercanti, la Fontana del Calamo o delle Tredici Cannelle. Poi la Pinacoteca Comunale, che custodisce le opere di Carlo Crivelli, del Tiziano, di Lorenzo Lotto e del Guercino. Da visitare anche il Museo Archeologico Nazionale delle Marche e il Museo tattile Omero.
RIVIERA del Conero non vuol dire solo Portonovo, Numana e Sirolo. Ma è una territoriorete più ampio da offrire al turista, che può visitare anche i Comuni limitrofi in un raggio di 30 Km. Dal Conero come Potenza Picena, Porto Recanati, Recanati, Loreto, Castelfidardo, Osimo, Camerano, Ancona, Filottrano , Montefano, poi la terra dei Castelli con Offagna, Agugliano, Polverigi Santa Maria Nuova. «In altre parole 16 comuni, un’unica destinazione sottolinea Massimo Paolucci, marketing manager di Riviera del Conero e Colli dell’Infinito -. La nostra Associazione, formata da una parte pubblica formata dai 16 comuni e dall’Ente Parco del Conero e quella privata composta da di associazioni di categorie private e 830 strutture ricettive, ci permette di evitare inutili sovrapposizioni e di lavorare in modo organizzato. L’unione fa la forza, soprattutto se riguarda la strategia turistica di un territorio». Promozione, formazione ed accoglienza sono gli strumenti di marketing che l’Associazione sta utilizzando ormai da anni, seguendo un calendario di attività condivise con i soci aderenti ed in piena sinergia con il piano promozionale della Regione Marche. «Le principali attività svolte consistono in: progettare gli strumenti di comunicazione, organizzare Educational per giornalisti, tour Operator, canali televisivi, blogger. Partecipare alle principale Fiere in Italia e all’estero, indire corsi di formazione, creare progetti di accoglienza». (Per visionare le attività il sito è rivieradelconero.info/coneromarketing). Una montagna verde che si affaccia sul mare, un territorio protetto e incontaminato: è quello vedono i turisti quando arrivano nella Riviera del Conero, ma non solo questo: «È anche un entroterra per turisti sempre più
A OSIMO IL VIAGGIO SPIRITUALE NELLA CIVILTÀ CONTADINA DEL NOVECENTO
La ‘ Festa del Covo’ a Campocavallo LA FESTA del Covo compie ottanta anni. Edizioni interrotte soltanto da una breve parentesi legata alla guerra, che non ha impedito all’evento di perdere la sua anima voluta da Clemente Ciavattini e gli altri contadini che la idearono nel 1939. Come ogni anno, una piccola comunità come quella di Campocavallo di Osimo si è ritrovata per lunghi mesi a lavorare alla realizzazione del Covo, spinti soltanto dal bisogno di offrire un gesto di
ringraziamento alla Beata Vergine Addolorata, che dall’alto del Tempietto vigila sulla gente del luogo. Per gli Ottanta anni il Comitato Organizzatore ha scelto di riprodurre il Santuario della B.V. Addolorata di Campocavallo, mentre la Spiga d’Oro sarà assegnata a Vincenzo Foresi, ottantenne Maestro del Covo. Sfileranno precedendo i dieci Covi in programma, le realtà marchigiane che storicamente organizzano feste legate alla tradizione del gra-
no: la Festa delle Cove di Petritoli (FM), la Festa delle Canestrelle di Amandola (FM) e la Festa del Covo di Candia (AN). Come da tradizione, quando nel tardo pomeriggio del 4 agosto 2019, i rintocchi delle campane del Santuario annunceranno l’inizio della sfilata che si concluderà ai piedi della scalinata del tempio mariano, la magia del Covo si rinnoverà, trasformando il sacro rito in una dolce carezza che la Vergine Addolorata poserà sui pellegrini.
dinamici. Loro vogliono assaporare l’autenticità del territorio, anche visitando le zone limitrofe. In una guida del 1890 c’era scritto: le Marche sono un concentrato dell’Italia, la Riviera e le colline del Conero sono la sua essenza». Andare oltre le didascalie, proponendo emozioni, esperienze «ancora di più, dobbiamo proporre un turismo di trasformazione. Chi viene qui torna a casa rigenerato, libero mentalmente, dopo aver ricaricato le batterie per qualche giorno». Un’esperienza a 360°, in un raggio di pochi chilometri «Il posizionamento di Riviera del Conero sta salendo e le prenotazioni stanno andando bene. Non solo quindi un posto geografico, ma una anche parola chiave da utilizzare nel web perché sem-
“
MASSIMO PAOLUCCI
Abbiamo esteso il concetto social. Ora sono gli altri che parlano di noi, tramite le piattaforme di comunicazione moderne pre più riconosciuta e cercata anche oltre confine Ora ci sarà anche ‘conero.info’, sito orientato alla destagionalizzazione dove ci sono attività che si possono fare anche in autunno e primavera. Inoltre i siti dedicati a cicloturismo e la strada del Rosso Conero». Infine l’identikit del turista, «negli ultimi 10 anni i dati parlano chiaro: abbiamo mezzo milione di arrivi, rimangono qui per una media di 5,3 giorni, quindi circa 2milioni e 700mila presenze. Il nostro territorio non si presta ad un turismo di grandi numeri ma di qualità, fatto di coppie giovani famiglie o over 50: ci interessa il mercato tedesco, nord Europa, ma anche del nord Italia».
SPECIALE MARCHE
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A PALAZZO DEL DUCA E PALAZZETTO BAVIERA SARANNO ESPOSTE FOTOGRAFIE ORIGINALI SCATTATE DA 41 PROFESSIONISTI NEGLI ANNI
SENIGALLIA
«Il Summer Jamboree in 350 scatti»
Parla Alessandro Piccinini, curatore della mostra per i 20 anni del Festival – SENIGALLIA –
I BORGHI
UN TUFFO nelle atmosfere dell’America anni ’40 e ’50, quando imperavano i juke box e il movimento pelvico di Elvis Presley infiammava le masse. Erano gli anni delle grandi bellezze del cinema, dell’ affascinante Marilyn, ma anche dell’umorismo amaro di Chaplin. A definire, però, il sapore di quei giorni, era soprattutto la musica. Migliaia di appassionati e semplici curiosi si sono riversati negli anni a Senigallia per assistere a concerti con veri mostri sacri del Rock’n’Roll; sui palchi si sono alternati, tra gli altri, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Ben E. King e gli Stray Cats, senza dimenticare lo spettacolo del Burlesque, che ha visto anche la divina Dita Von Teese protagonista di una sensuale esibizione. . LEZIONI di ballo e concerti scatenati sono previsti in ogni angolo della città, dal centro storico al lungomare, da piazza del Duca alla Rotonda a Mare. E quest’anno la manifestazione arriva alla sua 20esima edizione che, dal 31 luglio, entrerà nel vivo della programmazione in un crescendo continuo fino all’11 agosto. Musicisti in arrivo da Stati Uniti, Canada, Colombia, Germania, Regno Unito, Spagna, Belgio, Svizzera, Argentina e Italia. E il rock’n’roll sarà raccontato, proprio in occasione dei 20 anni di festival, in un’apposita mostra: 350 scatti in esposizione a Palazzo del Duca e Palazzetto Baviera. Rock’n roll is a State of the Soul il titolo dell’allestimento (comprodotto da Summer Jamboree e Comune) che, inaugurato il 14 giugno, con Peter Ford, rimarrà aperto al pubblico fino al 29 settembre. Curatore della mostra, Alessandro Piccinini, assieme ad Angelo Di Liberto, con la collaborazione di Sergio Canneto. Alessandro Piccinini, che cosa volete raccontare con questa mostra?
«Saranno 20 sale espositive, con
Da Corinaldo ad Arcevia, cosa visitare
«E’ tutto centrato sul valore della felicità e dell’unione, scaturito dalla musica. E soprattutto, sull’idea di liberazione regalata dal rock’n’roll. Una mostra che nasce per essere esportata in Europa e nel mondo.Sarà un racconto fruibile anche per chi non ha mai partecipato al Festival. Quando esci da questa stanze, si ha voglia di tornarla a vedere».
un racconto in 350 scatti di 41 fotografi. Che non vuole essere storiografico, piuttosto meravigliare lo spettatore attraverso foto magiche. Considerato che, negli anni, abbiamo accolto fotografi importanti che sono riusciti a cogliere attimi memorabili di felicità vissuti durante la manifestazione».
Ci faccia qualche esempio…
«Troverete gli scatti di Giovanni Cocco, Luca Locatelli, Pippo Onorati, Amedeo Turelllo, Guido Calamosca, Graziano Panfili e Giuliano Guarnieri, assieme a tanti altri grandi fotografi». Il tema dell’allestimento?
NELL’AMBITO dell’evento espositivo, per la prima volta in Italia, ci sarà la maxi installazione Wall of Wonder con un Burlesque Show olografico virtuale a grandezza naturale in anteprima mondiale messo in scena da Eve La Plume, la regina del burlesque in Italia. Ingresso: 12 euro adulti, 10 euro under 18 (orari: dal martedì alla domenica, festivi e prefestivi dalle 17 alle 23; ultimo ingresso alle 22,45. Lunedì chiuso). Angelica Panzieri
LE MANIFESTAZIONI DAI DEEJAY XMASTERS AL FESTIVAL DEL BACAJA’, EVENTI PER TUTTI I GUSTI
Spettacoli pirotecnici e concerti, un’estate tutta da vivere ESTATE a tutto gas a Senigallia. La spiaggia di Velluto si prepara ad accogliere turisti e visitatori con tante proposte di qualità, dalla cultura al divertimento, dalla musica allo sport. «Offriremo un ricco cartellone - afferma Paolo Mirti, dirigente dell’Area Cultura e Turismo del Comune di Senigallia - che ormai da anni proietta Senigallia sulla scena nazionale e internazionale e che dà un’identità a questa città». Si
inizia con il CaterRaduno, l’evento territoriale che dal 27 al 29 giugno, con artisti del calibro di Mahmood, Noemi, Tiromancino, Carmen Consoli e Diodato, festeggerà il traguardo delle ventuno edizioni. Dal 13 al 21 luglio, i Deejay Xmasters, manifestazione dedicata agli sport non convenzionali. E ancora, il Festival Internazionale di Teatro Popolare Bacajà!, dal 7 al 17 luglio, al Teatro La Fenice. Suggestive anche le due serate del Filanda
Festival, con un format dedicato all’opera. IL PRIMO appuntamento, con la collaborazione del “Macerata Opera Festival”, è in programma il 4 luglio: sul palco del Foro Annonario andrà in scena “La Carmen del desiderio”. Il secondo il 29 luglio, in piazza Garibaldi, con il recital operistico del soprano Marta Torbidoni. Grande attesa anche per il Festival ‘Ventimilarighesottoimari in Giallo’, dedicato al noir e al giallo civile,
dal 18 al 25 agosto. All’interno della rassegna, saranno ospitati, tra gli altri, grandi registi italiani quali Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo. Il cartellone contiene altri eventi, come Demanio Marittimo Km 278 (19 luglio), la Festa della Rotonda (27 luglio) e lo Spettacolo pirotecnico sul mare (20 agosto), il Festival Organistico Internazionale di Senigallia, Senigallia Sotterranea, l’Estetica dell’Effimero e Pane nostrum.
PER GLI AMANTI delle colline, l’entroterra di Senigallia ha tanto da offrire. Tra i “Borghi più belli d’Italia”, Corinaldo rientra tra le tappe più gettonate. Il suo centro, dal carattere tipicamente medievale, è un susseguirsi di vie strette ed abitazioni in laterizio: lo scorcio più caratteristico è la Piaggia, detta anche le Cento Scale, che sale dritta fino alla Piazza del Terreno, sulla sommità del colle. Fra i più pregevoli edifici di architettura religiosa, spiccano la barocca chiesa dell’Addolorata; il Santuario di Santa Maria Goretti che conserva una reliquia di Maria Goretti, nata a Corinaldo; la Casa Natale della santa; la Chiesa del Suffragio e quella seicentesca di San Francesco. Poco lontano dal borgo, sorge la Chiesa di Madonna del Piano, nella località omonima. Tra gli edifici di architettura civile il Palazzo Comunale e l’ottocentesco Teatro Carlo Goldoni. Da visitare è anche la Sala del Costume e delle Tradizioni popolari, che conserva abiti realizzati ogni anno dalle sartorie dell’ “Associazione Pozzo della Polenta”, in occasione della rievocazione storica “Contesa del Pozzo della Polenta”, che si tiene il terzo fine settimana di luglio. In estate da non perdere è anche la nota rassegna “Corinaldo Jazz”. IN MEZZORA di auto si può raggiungere la splendida località di Arcevia. Tra gli edifici più interessanti del centro storico, la barocca collegiata di San Medardo; il teatro Misa e il centro culturale di San Francesco. Mentre il Museo archeologico statale raccoglie una documentazione archeologica del territorio arceviese. I nove castelli di Arcevia, Avacelli, Castiglioni, Caudino, Loretello, Montale, Nidastore, Palazzo, Piticchio, San Pietro, costituiscono una delle attrazioni principali della cittadina: si tratta di centri abitati murati di impianto tre-quattrocentesco, che hanno conservato le loro peculiarità tipologiche fino ad oggi.
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SPECIALE MARCHE
I GIOIELLI DELLA COSTA
IN MEZZO ALLA NATURA
I BORGHI
IL SAN BARTOLO È UNO DEI PARCHI PIÙ FREQUENTATI CON 1600 ETTARI DI COLLE
DA VISITARE CASTELDIMEZZO, LA SPLENDIDA FIORENZUOLA E SANTA MARINA ALTA
LA PASSEGGIATA
AL TRAMONTO
Cosa fare
Cosa gustare
Dal Tetto del Mondo fino alle spiagge di Fiorenzuola di Focara e Casteldimezzo, passando per i sentieri a picco sul mare
Per gli amanti del vino un brindisi al calar del sole nelle suggestive vigne a terrazza con vista sul mare. Aperitivi con prodotti tipici
A PESARO
Dalla Torre vista magica sulla città DALLA TORRE panoramica al Sunset island, passando per un ricco calendario di eventi, tra concerti itineranti, circo senza animali fino alla notte magica del 10 agosto di «Candele sotto le stelle». Pesaro è Rof, ma anche tanto altro. All’ombra dei due colli che abbracciano la città di Rossini, il San Bartolo a nord e l’Ardizio a sud, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per uno sguardo a perdita d’occhio, basta salire sulla Torre Panoramica installata accanto alla Sfera di Pomodoro. Tuffi, giochi e divertimento per famiglie e bambini al Sunset Island, il villaggio gonfiabile che torna a galleggiare nello specchio di mare di Ponente. Il 5 luglio, invece, la Notte è Rosa. In attesa dell’altro evento clou che animerà il litorale pesarese e che vede coinvolti tutti gli stabilimenti balneari della città: «Candele sotto le stelle», la suggestiva notte illuminata solo da stelle, fiammelle e abito bianco come dress code. Ma sotto l’ombrellone si legge anche con la «Biblioteca in spiaggia» grazie allo spazio che i bagnini hanno riservato ai libri che i bagnanti possono prendere in prestito e gustarsi tra un tuffo e l’altro. Fino al 7 luglio, Sunset best view, propone concerti dall’alba al tramonto nei luoghi più incantevoli della città. Stuporcircus (dal 4 al 14 luglio, al parco Miralfiore), è la prima edizione di un circo senza animali ma con un tendone stracolmo di poesia e fantasia.
A spasso nel Parco tra vigneti e ginestre
San Bartolo tutto da scoprire a piedi o in bicicletta di ELISABETTA ROSSI
UN PARCO da vedere, ascoltare, gustare e anche da bere. Dal «Tetto del mondo» giù fino al mare, tra borghi incantati, sentieri impervi, spiaggette nascoste. Uno spettacolo di natura, arte, storia, che scorre davanti agli occhi senza interruzioni. Immerso nel verde punteggiato di giallo dalle ginestre in fiore. E al tramonto, sedersi tra le vigne, con un calice in mano per un ultimo saluto al sole. Benvenuti sul San Bartolo, 1600 ettari di colle adagiato sul mare Adriatico e attraversato da 20 chilometri di strada ricca di scorci
mozzafiato che unisce Gabicce a Pesaro. Dal 1994 costituito Parco naturale regionale, il San Bartolo offre percorsi unici per gli amanti del trekking e del biking. Ma, cartina alla mano, ecco che si parte da Gabicce Mare e si sale fino al punto panoramico di Gabicce Monte. Poco sotto, la prima spiaggetta è quella di Baia Vallugola. Si salta poi fino al picco del colle, a 196 metri di altezza, fino all’altopiano ribattezzato il «Tetto del mondo», terrazzo panoramico con vista magica su costa e mare. La tappa successiva è il primo dei borghi del San Bartolo, Casteldi-
mezzo, con la sua chiesa intitolata ai santi ravennati Apollinare e Cristoforo. L’altro gioiellino a strapiombo sull’Adriatico è Fiorenzuola di Focara, con la sua porta su cui sono incisi i versi Danteschi (Inferno XXVIII) che citano il luogo. Da qui, lungo il sentiero degli innamorati, percorribile solo a piedi, si arriva alla spiaggia. Santa Marina Alta è l’ultimo borgo del Parco, dove si può visitare la chiesa di Santa Marina Vergine. Mete suggestive, le Ville Caprile e Imperiale. Interessante il sito archeologico di Colombarone. Da non perdere, a due passi di distanza, il castello di Gradara.
GABICCE UN COMUNE A MISURA DI BAMBINO: SPIAGGE PIU’ SICURE
Carnevale al sapore d’estate I carri sfilano nel centro del paese A GABICCE, il Carnevale è anche d’estate. Nell’ultimo comune più a nord delle Marche, porta d’ingresso con la Romagna, agosto mette in calendario la sfilata di carri estiva. Organizzata da bagnini e albergatori, il Carnevale del mare animerà le vie del centro di musica e colori. Ma la città che vale doppio (Gabicce Mare e il suo «terrazzo» sul San Bartolo, Gabicce Monte, con straordinaria vista sul golfo), è anche a dimensione di bambino. Da 5 anni si aggiudica la bandiera verde dei pediatri
(oltre che dal 1987 la bandiera blu) per le sue spiagge sicure e tutte le iniziative dedicate ai piccoli, con serate a tema, spettacoli e musical. Ma non smette di accontentare neppure i grandi, con la sua ampia offerta di proposte per gli amanti delle due ruote che possono godere le bellezze del San Bartolo e immergersi nel verde protetto del parco, pedalando lungo i percorsi del bike tour. Alla scoperta del colle, si va anche a piedi, con escursioni organizzate nel reticolo di sentieri che dall’ombra degli alberi si tuffano a picco
sul mare, regalando emozioni incredibili. Spazio anche alla musica, con la settima edizione di «Turismo in festa» (dal 1 al 7 luglio, in piazza del Municipio) che dedica un tributo a Fabrizio De Andrè. «Gabicce mare è diversa per natura» è il motto della città. «Il nostro è un turismo di qualità, anche per la grande attenzione che riserva all’ambiente – spiega l’assessore al Turismo, Marila Girolomoni – mettiamo a disposizione gratuitamente delle navette elettriche per portare in giro nel paese cittadini e turisti».
A FANO
Jazz sul mare tra brodetto e moretta LETTERATURA, musica, jazz, mare, profumo di brodetto e aroma di moretta. È una miscela magica quella che scalda l’estate della terza città delle Marche, Fano, celebre per il suo Carnevale. Affrettarsi per non perdere gli ultimi giorni di Passaggi Festival (fino al 30 giugno), crocevia di incontri e dibattiti, tra scrittori, artisti, fumettisti, youtuber, videomaker, tutti uniti dal fil rouge del tema «C’era una volta in Europa». A deliziare i palati, c’è ancora (fino al 7 luglio) il Festival internazionale del Brodetto. Sfide «stellate» sul lungomare della città della Fortuna in cui i maestri del piatto tipico della marineria andranno alla conquista di gourmand e turisti della buona tavola. Spazio anche alla moretta, bevanda tipica dei pescatori di Fano, a base di rum, anice, brandy e caffè. Dal 18 al 28 luglio, è tempo della 27esima edizione di Fano jazz by the sea, il festival internazionale di jazz e musica contemporanea. Per dieci giorni la Rocca Malatestiana diventa il palcoscenico in cui si alterneranno i migliori artisti e interpreti del panorama musicale italiano. Con una chicca, il 24 agosto, al castello di Gradara, con Enrico Rava special edition. Altro contenitore ricco di appuntamenti è il Fano Rocca Festival che vanta tra i suoi special guest, l’attore e fumettista Max Paiella del Ruggito del Coniglio, i concerti della Symphony Pop Festical organizzato dalla Orchestra sinfonica Rossini, Graziano Day e i Khorakhane per De Andrè.
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LE BELLEZZE DEL PICENO
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IL MAESTRO DI COLLI DEL TRONTO «Guardare un volto fino a pensarlo come se fosse un paesaggio, raccontandone gli smottamenti, le frane, i cedimenti, le anse, i solchi, i dossi e le rovine» TULLIO PERICOLI, STRADE INTERROTTE
LA MAIOLICA Fuoco e terra La mostra ‘Con il fuoco e con la Terra. L’Arte della maiolica ad Ascoli dal XV secolo a oggi’, a cura di Giuseppe Matricardi e Stefano Papetti, realizzata dal Comune con Regione Anci Marche, Fondazione Carisap e Accademia dei maiolicari di Ascoli. L’esposizione resterà aperta fino al 3 novembre al Museo dell’Arte ceramica e celebra la produzione ceramica ascolana da fine Trecento ai giorni nostri
TULLIO PERICOLI
SALOTTO BUONO Piazza del Popolo, dove si affacciano il palazzo dei Capitani e la chiesa di San Francesco
Il paesaggio A palazzo dei Capitani è possibile ammirare le opere di Tullio Pericoli nella mostra ‘Forme del paesaggio 1970-2018’, che resterà aperta fino a maggio del prossimo anno: 165 opere per un viaggio nella natura e nei suoi cambiamenti, visti con l’occhio dell’artista. La sala che apre il percorso della mostra è dedicata alle opere che traggono origine dagli sconvolgimenti paesaggistici del sisma
La storia diventa arte: alla scoperta di Ascoli Piazze e palazzi di travertino fanno da sfondo a due mostre da non perdere di DANIELE LUZI
PROVATE ad entrare in piazza del Popolo, ad Ascoli, da uno qualsiasi dei suoi accessi: che veniate da sud o da nord, il primo impatto vi lascerà a bocca aperta. Davanti ai vostri occhi si staglieranno il palazzo dei Capitani e la chiesa di San Francesco, le logge e lo storico Caffè Meletti, in rigoroso stile liberty. Continuando verso piazza Arringo, ecco l’omonimo palazzo oggi sede del Comune e il Duomo di Sant’Emidio, dove si può ammirare, tra le altre cose, il Polittico di Carlo Crivelli. Dovunque vi troviate nel centro storico, poi, provate ad alzare gli occhi al cielo e vedrete le torri gentilizie e campanarie che hanno dato a questo luogo l’appellativo di città delle cento torri. Tutto rigorosamente in travertino, che illumina di bianco la storia ascolana. Una storia che ogni anno rivive con la Quintana, una rievocazione con tanto di giostra che si svolge due volte, sempre in estate: sono giorni in cui la città si ferma, prima per il corteo storico con 1.500 figuranti in abiti medievali, e poi per
la giostra cavalleresca in cui sei cavalieri, rappresentanti di altrettanti Sestieri cittadini, si contendono il palio. Una manifestazione affascinante, che va ben oltre i due giorni clou: la Quintana ad Ascoli si vive tutto l’anno e abbraccia praticamente l’intera vita cittadina. Una tradizione che si accompagna a quella della maiolica, celebrata nella mostra ‘Con il fuoco e con la Terra. L’Arte della maioli-
ca ad Ascoli Piceno dal XV secolo a oggi’, a cura di Giuseppe Matricardi e Stefano Papetti, realizzata dal Comune di Ascoli in collaborazione con Regione Marche, Anci Marche, Fondazione Carisap e Accademia dei maiolicari di Ascoli. L’esposizione resterà aperta fino al 3 novembre al Museo dell’Arte ceramica e celebra la produzione ceramica ascolana da fine Trecento ai giorni nostri, con un’ampia sezione dedicata ai cera-
misti attualmente attivi nel territorio. PER ASCOLI quella della maiolica è un’altra tradizione antica: già dalla fine del XIV secolo la città vanta numerose fabbriche di maiolicai specializzati nella decorazione della ceramica su smalto e questa tradizione, nonostante il terremoto del 2016, perdura fino a oggi. La tipica ‘rosetta’, i paesaggi rurali, le torri merlate e i richia-
PINACOTECA E DUOMO
I trittici di Crivelli e la cripta di Sant’Emidio PER CHIUDERE in bellezza il tour culturale ad Ascoli, non possono mancare due tappe: la prima alla Pinacoteca civica, istituita nel 1861 per merito di due artisti ascolani, Giorgio Paci e Giulio Gabrielli. Tra le opere, spiccano per importanza il Piviale del XIII secolo, di manifattura inglese, donato nel 1288 al Duomo di Ascoli da Papa Niccolò IV, i dipinti di Carlo Crivelli (i due trittici di Valle Castellana del XV secolo), Cola dell’Amatrice (La salita al Calvario del 1527), Tiziano (San Francesco riceve le stigmate, XVI secolo), Guido
Reni (Annunciazione, 1575) e Pellizza da Volpedo (Passeggiata amorosa, 1901). La seconda tappa è alla cripta di Sant’Emidio, all’interno della Cattedrale omonima, realizzata nell’XI secolo e voluta dal vescovo Bernardo II per custodire le reliquie di Sant’Emidio. Nel 1704 vennero apportate modifiche per opera di Giuseppe Giosafatti al fine di portare la sua forma da semicircolare a quadrangolare, per rialzare il soffitto e aggiungervi ventotto colonne di marmo rosso di Verona e un gruppo marmoreo.
mi ai dipinti dei pittori attivi in città fin dal quattrocento, come Carlo Crivelli, sono i soggetti scelti dagli artigiani locali e che nel corso del tempo hanno contraddistinto le maioliche ascolane. Dopo una visita al Museo dell’arte ceramica per scoprire la maiolica ascolana, è d’obbligo andare alla scoperta di un artista come Tullio Pericoli, che a palazzo dei Capitani ha realizzato la mostra ‘Forme del paesaggio 1970-2018’, che resterà aperta fino a maggio del prossimo anno: 165 opere per un viaggio nella natura e nei suoi cambiamenti, visti con l’occhio dell’artista nato a Colli del Tronto, a pochi chilometri da Ascoli. Un viaggio dove non mancano i riferimenti al terremoto: la sala che apre il percorso della mostra, infatti, è dedicata alle opere che traggono origine dagli sconvolgimenti paesaggistici dovuti agli eventi sismici. Poi si torna lentamente indietro, con le opere del periodo 1998-2009 e poi con la fase 1976-1983, per chiudersi con un ritorno alle origini dell’opera artistica di Pericoli, che si identifica nel ciclo delle ‘geologie’ del periodo tra il 1970 e il 1973.
LA PATRIA DEL FRITTO
L’oliva regina dello street food: va in scena Ascoliva festival ASCOLI FA RIMA con oliva e oliva fa rima con fritto. Durante una passeggiata sotto le Cento torri non può mancare una visita al Caffè Meletti per assaggiare l’Anisetta ‘con la mosca’ (il liquore viene servito con un chicco di caffè all’interno), magari dopo un buon cartoccio di fritto misto all’ascolana, che oltre all’immancabile oliva comprende carciofi, costolette d’agnello e i cremini, che altro non sono che crema fritta. Una tradizione sotto l’egida del fritto dove la regina è sicuramente l’oliva, che nel capoluogo piceno è un vero e proprio cul-
to: ogni famiglia ha la sua ricetta, ma il punto di partenza, per tutti, è l’oliva tenera ascolana. Proprio per celebrare questo piatto, ormai famoso in tutto il mondo, ad agosto arriva ‘Ascoliva festival’, il festival mondiale dell’oliva ripiena ascolana Dop. Quest’anno taglierà il traguardo della settima edizione, con lo slogan che sarà ‘La felicità in un boccone’. Dal 9 al 19 agosto, nella splendida cornice di piazza Arringo, in pieno centro storico, si potranno visitare il ‘Villaggio dell’oliva’, che ospiterà i migliori produttori locali di oliva ascolana del Pice-
no Dop e di altri piatti tipici del territorio. Previsti anche qualificati eventi cultural-gastronomici, laboratori, musica e molte altre iniziative. I visitatori, semplicemente acquistando un ticket, potranno scegliere tra le degustazioni a disposizione e pranzare o cenare nel Giardino dell’oliva, all’interno del palazzo comunale. Quello ascolano sarà quindi un agosto all’insegna della tradizione, visto che si aprirà con la Quintana dedicata al patrono Sant’Emidio e poi proseguirà con questo appuntamento dedicato agli amanti del cibo.
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SPECIALE MARCHE
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PALAZZO DEI PRIORI È ATTUALMENTE OGGETTO DI LAVORI POST SISMA, DA NON PERDERE LA VISITA ALLE CISTERNE ROMANE
I TESORI DI FERMO
Divertimento e arte, l’estate fermana è bollente Proseguono i lavori in Pinacoteca, grande attesa per la tappa di Jovanotti
LA BELLEZZA e gli eventi. Fermo è la mèta ideale per ammirare tesori culturali unici e dal grande fascino, ma è anche palcoscenico naturale di una ricca programmazione estiva. Situata attorno al colle del Girfalco, una delle più belle terrazze panoramiche della costa marchigiana, ha per proprie quinte naturali da un lato il mare Adriatico e dall’altro lo scenario suggestivo che si spinge fino ai Sibillini. Di origini antichissime, la città conserva da sempre la vocazione di città di studi. In un percorso che attraversa il centro fino ai quartieri periferici, il visitatore può passare liberamente dall’ampia prospettiva offerta da Piazza del Popolo fino all’intatto impianto urbano rinascimentale con una serie di itinerari costellati di chiese, palazzi nobiliari, cortili e portali artisti-
TRIS DI BELLEZZE A sinistra, piazza del Popolo piena di turisti. Qui sopra, la famosa sala del Mappamondo; sotto, l’interno del Teatro dell’Aquila
LA VISTA Da un lato il mare Adriatico e dall’altro i Sibillini: la città si fonde con la natura ci. Un posto di eccellenza nell’elenco di cose da vedere merita il settecentesco Teatro Comunale dell’Aquila, inaugurato nel 1790, il più grande teatro storico della regione. Incorniciato dai loggiati della piazza c’è il Palazzo dei Priori edificato alla fine del Duecento, il più antico palazzo della città, attualmente oggetto di lavori post sisma che ha già visto tornare nel 2018, al suo antico splendore, dopo un importante intervento di ristrutturazione, la prestigiosa Sala del Mappamondo che, oltre a conservare il fondo più antico della Biblioteca civica ‘Romolo Spezioli’, ospita il grande Mappamondo realizzato nel 1713 dall’abate Amanzio Moroncelli. Nella stanza attigua è possibile ammirare la celebre
Adorazione dei pastori di Peter Paul. I lavori procedono per far tornare nella piena disponibilità la Pinacoteca e le principali sale (dei Ritratti, del consiglio comunale e di rappresentanza). Parte del percorso è anche il gioiello della città, le cisterne romane, di epoca augustea, tra le più importanti al mondo. La variegata offerta museale è costituita dal Museo Diocesano, che conserva pezzi di eccellenza tra i quali la casula di Thomas Becket, annesso alla splendida Cattedrale che spic-
TANTISSIMI EVENTI La Cavalcata dell’Assunta, i festival a Villa Vitali, Torre di Palme e piazza Azzolino ca maestosa con la sua imponente facciata romanico-gotica. Di rilievo, inoltre, i Musei Scientifici, trasferiti nel 2017 a Palazzo Paccaroni che ospita il Museo Polare ‘Silvio Zavatti’ unico in Italia e il Museo di scienze naturali ‘Tommaso Salvadori’.
UN RICCO PATRIMONIO culturale che potrà essere ammirato anche in occasione degli eventi programmati per questa estate, caratterizzata dall’attesa, e già sold out, tappa del 3 agosto di Jovanotti a Lido di Fermo. Senza contare gli appuntamenti consolidati della bella stagione fermana che vanno dalla rievocazione storica della Cavalcata dell’Assunta (26 luglio - 15 agosto), a Villa Invita Festival a Villa Vitali (4-26 luglio), al tradizionale Mercatino dei giovedì di luglio
IL BORGO ESPOSTI I CORREDI FUNERARI DI TRE DELLE VENTI TOMBE RINVENUTE TRA IL 2016 E IL 2017
Il Museo archeologico racconta la storia di Torre di Palme UN GIOIELLO nel gioiello. Nell’incantevole borgo di Torre di Palme, uno dei più belli d’Italia, dallo scorso aprile è possibile visitare il nuovo Museo Archeologico. Allestito all’interno di un elegante palazzo in stile neoguelfo risalente al secondo dopoguerra, si snoda attraverso tre stanze in cui sono esposti i corredi funerari di tre delle venti tombe rinvenute in contrada Cugnolo, nei pressi della frazione nel versante sud del borgo. Il museo, che in futuro si arricchirà di altre sale, testimonia l’importanza dell’abitato piceno. I reperti esposti sono riferiti agli scavi svolti nel 2016 e 2017 dalla Soprinten-
denza delle Marche, con il sostegno della Edison E&P Spa. La realizzazione del museo è stata fortemente voluta dal Comune di Fermo. Nelle sale sono esposte rispettivamente la tomba più antica della necropoli, risalente all’età del bronzo (IX-VII secolo a.C.), di un giovane tra i 17 e i 21 anni, i resti di una tomba appartenuta ad una donna di circa 40 anni, vissuta nel VI secolo a.C., e quelli di una tomba infantile databile al VI secolo a.C., probabilmente di sesso femminile. Il museo è una nuova gemma incastonata nel già prezioso e affascinante gioiello di Torre di Palme con scorci urbani incompa-
rabili, le anguste vie, strette tra le facciate in cotto, panorami mozzafiato che inquadrano ampie vedute del mare e delle colline circostanti. Irrinunciabili alcune visite. Lungo il corso si incontra la chiesa di Sant’Agostino che conserva un pregevole polittico di Vittore Crivelli, proseguendo si giunge a quella di Santa Maria a Mare. Non può mancare la passeggiata al Bosco del Cugnolo, un breve e facile percorso (2 km), di vegetazione mediterranea del litorale marchigiano dall’eccezionale valore botanico morfologico, lungo la quale si inserisce la leggendaria storia della Grotta degli Amanti.
ed agosto, al festival Jazz in Piazzale Azzolino (6 luglio al 3 agosto), al Festival della chitarra a Torre di Palme, al Campus estivo Archi in Villa (29 luglio-4 agosto), passando per il Carnevale Baraonda Summer (21 luglio) a Lido e Casabianca, alla Notte delle Meraviglie (27 luglio), dal teatro per ragazzi ai tanti appuntamenti con i festival giovanili (Bababoom, Tamgram, T-Day e Fabbrica delle Polpette). Insomma un ricco calendario per vivere Fermo intensamente, a tutto tondo.
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SPECIALE MARCHE PASSEGGIATE A CAVALLO, KAYAK E VELA AL LAGO DI SAN RUFFINO SONO ALCUNE DELLA ATTIVITÀ
LA PORTA DEI SIBILLINI
Natura, eventi e cibo: i tesori di Amandola Il Touring Club ha premiato il paese fermano con la Bandiera arancione
PER IL PRIMO CITTADINO si tratta quindi del «coronamento di un progetto, che era quello della promozione turistica: credo sia il massimo riconoscimento che si possa ottenere». Sul sito del Touring Club si legge che «l’assegnazione della Bandiera arancione, oltre a certificare l’alto livello di qualità turistica raggiunto, è anche un incoraggiamento per la comunità locale a proseguire sulla strada intrapresa, fronteggiando alcune problematiche ancora irrisolte derivate dal terremoto, con-
CHEF Massimo Bottura
IL PRIMO CITTADINO Per noi è come una laurea al percorso che abbiamo portato avanti nonostante il terremoto sapevoli delle proprie potenzialità». Una strada che porta dritta ai grandi appuntamenti che l’estate di Amandola ha confermato anche quest’anno: «Dopo la manife-
IN BREVE
DA QUEST’ANNO ad Amandola sventola la Bandiera arancione del Touring Club italiano: un marchio di qualità turistico-ambientale che viene assegnato alle località che godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, ma che sanno anche offrire al turista un’accoglienza di qualità. Tutte caratteristiche che il Touring Club italiano ha ritrovato ad Amandola, la ‘porta est’ di accesso al Parco dei monti Sibillini, dove un centro storico caratteristico e ben conservato, immerso in un contesto naturalistico di grande pregio, si unisce alla vivacità del borgo, con diversi punti vendita dove acquistare i prodotti tipici e un efficiente punto informativo nel centro storico, con orari estesi e ricco di materiali informativi. «Questo riconoscimento – ha detto il sindaco Adolfo Marinangeli – lo consideriamo una sorta di laurea a un percorso di riorganizzazione e riqualificazione che abbiamo portato avanti nonostante il terremoto».
stazione sul tartufo di marzo – ha aggiunto Marinangeli – ci stiamo preparando per quella sul tartufo nero estivo e poi per quella sul bianco da chef, ‘Diamanti a tavola’, che faremo la prima settimana di novembre». Una spinta decisa nella direzione del turismo enogastronomico, grazie anche a un testimonial come lo chef stellato Massimo Bottura, che tornerà anche per questa edizione. «Riproponiamo la cena evento, con chef della zona e con Bottura, per questa manifestazione che ormai è conosciuta a livello nazionale e internazionale». Nel pacchetto degli eventi estivi non poteva mancare la musica, con Amandola che da tempo richiama gandi nomi: «Lo scorso anno – ha concluso il sindaco – abbiamo avuto Vecchioni, quest’anno ci muoviamo per un nome di richiamo a livello internazionale. E a luglio, in piazza, faremo un musical all’aperto». Cibo, musica, spettacoli e una natura da mozzare il fiato come certificato anche dal Touring Club: Amandola ha tutto per far vivere ai suoi visitatori un’estate indimenticabile. Daniele Luzi
I motivi del riconoscimento
Per tutti i palati
I grandi artisti
«La località, oltre ad essere immersa in un contesto naturalistico di grande pregio, ha un centro storico caratteristico, ben conservato e vivace, con punti vendita di prodotti tipici. È attivo un punto informativo con orari estesi e ricco di materiali informativi»
Tra le manifestazioni più importanti, alcune sono dedicate alle produzioni tipiche di eccellenza del territorio come ‘Diamanti a Tavola’ (sia per il tartufo nero pregiato sia per il tartufo bianco pregiato): anche quest’anno ci sarà lo chef Massimo Bottura
Il sindaco Adolfo Marinangeli ha ricordato il concerto di Vecchioni dello scorso anno e ha rilanciato: «Anche per questa estate ci stiamo muovendo per un nome di richiamo a livello internazionale. E a luglio, in piazza, faremo un musical all’aperto»
IL POST SISMA
Un deposito per salvare le opere d’arte Il lavoro dei restauratori ‘a vista’ IL TERREMOTO ha lasciato delle ferite anche nelle opere d’arte di questi territori. Tante le chiese, i monumenti e altri edifici storici hanno dovuto fare i conti con le ferite delle scosse, e di conseguenza anche tutta la bellezza contenuta al loro interno aveva bisogno di essere salvaguardata e tutelata. Ad Amandola c’è un esempio di come una tragedia come quella del sisma possa diventare un momento di crescita e di ripartenza, proprio passando per il recupero e la valorizzazione delle opere d’arte presenti in queste zone: ne è un esempio lampante il deposito attrezzato che è stato allestito per fare in modo che le tante opere da salvare dopo le scosse potessero rimanere sul territorio, diventando magari anche un’opportunità per fare qualcosa di diverso e per rilanciare un turismo culturale che in queste aree interne è sem-
pre particolarmente vivace. AD AMANDOLA tutto questo è successo, nell’edificio dell’ex Collegiata: «Abbiamo scelto di tenere le opere nella nostra città: per questo le abbiamo custodite in un deposito attrezzato, dove sono confluiti quadri, sculture, dipinti, manoscritti e ogni genere di opera da salvare, di proprietà sia pubblica sia privata. Un deposito – ha spiegato il sindaco Marinangeli – autorizzato dalla Soprintendenza e che ha visto il coinvolgimento delle università di Camerino e Urbino: alla fine siamo riusciti a creare un deposito attrezzato dinamico, con un centro per il restauro dove si possono vedere i restauratori al lavoro sull’opera. Al piano terra c’è il Museo del paesaggio, al secondo piano c’è il deposito e il centro del restauro, che sono accessibili a tutti».
IN DIRETTA Si possono osservare i tecnici al lavoro
SPECIALE MARCHE
L’ARTE DOPO IL TERREMOTO
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I SEGNI DELLA RINASCITA LA BELLEZZA MESSA AL SICURO E POI ESPOSTA NELLE MOSTRE: IL RILANCIO PARTE ANCHE DA QUI
Dalla polvere alla luce: capolavori recuperati A Camerino la mostra delle opere salvate dalla devastazione del sisma
NEL 2018 A novembre l’inaugurazione nella chiesa di Santa Maria di Piazza
SERRAPETRONA QUI IL PRIMO DEPOSITO DEL PATRIMONIO ARTISTICO
Ecco ‘Il bello della ricostruzione’ TUTTO ‘il bello della ricostruzione’ nella chiesa di Santa Maria di Piazza. Serrapetrona è stato il primo comune del cratere sismico maceratese ad allestire un deposito attrezzato per ospitare il patrimonio artistico salvato dalla distruzione. E dallo scorso novembre, 26 opere provenienti da diverse chiese inagibili del territorio comunale hanno trovato un contenitore dove poter tornare alla vista dei visitatori. L’allestimento del deposito è stato portato avanti dal comune di Serrapetrona con il coordinamento scientifico della Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio delle
SONO STATE liberate dalla polvere e riportate alla luce in tutto il loro splendore. Sono almeno 30 le opere d’arte salvate dalla devastazione del terremoto del 2016 al centro della mostra dal titolo ‘Dalla polvere alla luce: l’arte recuperata’, allestita a Camerino in due percorsi espositivi: uno nella Chiesa del Seminario, unica chiesa agibile della città, e l’altro nell’adiacente deposito attrezzato ‘Venanzina Pennesi’, che verrà aperto al pubblico per l’occasione grazie al finanziamento della soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio delle Marche. Inaugurata a maggio scorso e aperta fino al 3 novembre, la mostra è stata promossa dall’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche e dal comune di Camerino e realizzata con il contributo della Regione Marche. L’esposizione ricorda anche il grande lavoro di recupero del patrimonio artistico nel quale si sono adoperati con tenacia e determinazione anche i carabinieri del nucleo tutela beni culturali e i vigili del fuoco. Tra le opere tornate alla luce ci sono quelle più significative della cultura figurativa del Quattrocento ca-
merte, oltre che tra le più emblematiche della storia artistica della città e dell’Arcidiocesi, come la Sant’Anatolia del Maestro dei Magi di Fabriano, l’Assunzione della Vergine di Simone e Giovan Francesco De Magistris e la Madonna in trono col Bambino del Maestro della Madonna di Macereto. Ma anche la tavola raffigurante l’Annunciazione, il Padre Eterno e i due angeli nel timpano e il Martirio di San Sebastiano nella predella (attribuiti a Luca Signorelli e provenienti dall’Oratorio del Santissimo Crocifisso di Pioraco) e la tempera e oro su tavola del Maestro del Trittico (proveniente dalla Cattedrale di Camerino ed esposta nel museo diocesano). Torna a Camerino anche la Macchina processionale della Madonna duecentesca del Santuario di Santa Maria in Viadetta, detta Nuvola, per dieci anni esposta nel Museo diocesano ‘Monsignor Aurelio Sorrentino’ di Reggio Calabria, che ne ha promosso il restauro. La mostra è aperta dal venerdì alla domenica (10-13 e 16-19) Info evento: Arcidiocesi di Camerino Tel: 0737 630400 E-mail: beniculturali@arcidiocesicamerino.it
Marche, oltre che con la collaborazione della Parrocchia di San Clemente e dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche. Ma il bello della ricostruzione riguarda lo stesso contenitore, nella chiesa di Santa Maria, che si trova nel cuore del paese e che è stata risistemata con maestria grazie al restauro dopo il terremoto del 1997. Di notevole valenza storico-artistica le opere protagoniste dell’esposizione che sono state oggetto di interventi tesi alla loro salvaguardia. Info: Comune di Serrapetrona Tel. +39 0733 908321 http://www.comune.serrapetrona.mc.it/arte
GIOIELLI NEL PESARESE GLI AFFRESCHI RECUPERATI NEL MONASTERO
Da Castelsantangelo sul Nera a Mondolfo SONO IL SEGNO della rinascita dalla distruzione del terremoto. Gli affreschi recuperati nel Monastero di San Liberatore a Castelsantangelo sul Nera sono in mostra, fino al 6 ottobre 2019, al complesso monumentale di Sant’Agostino, a Mondolfo (provincia di Pesaro e Urbino), uno dei borghi più belli d’Italia. ‘Un segno per la rinascita’ è il titolo dell’evento, organizzato dal comune, assessorato alla Cultura, in collaborazione con la soprintendenza alle Belle arti, l’istituto ‘Enirco Fermi e l’Archeoclub che permette di ammirare affreschi e frammenti che testimoniano i gravissimi danni causati dal sisma del 2016. Un evento tragico che ha ferito profondamente gran parte del patrimonio culturale del sud delle Marche, ma dal quale anche il patrimonio artistico salvato dalla distruzione sta di nuovo tornando a splendere grazie alla preziosa attività di recupero e di messa in sicurezza che tanti organi istituzionali hanno svolto insieme, cooperando e unendo forze e mezzi: soprintendenza, carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile insieme a tanti volontari. Tra i capolavori in mostra, figurano l’affresco di San Cristoforo, datato 1474 e prodotto artistico della
bottega di Paolo da Visso, recuperato dalle macerie del terremoto dai carabinieri e vigili del fuoco. Accanto a San Cristoforo si possono ammirare i due estratti di ‘San Rocco e Cristo Redentore’, di Paolo Bontulli da Percanestro (1508), oltre ad un bellissimo tabernacolo del ‘600 di un intagliatore siciliano, una statua di Santo Stefano e frammenti della nicchia presbiteriale. Ingresso gratuito, sino al 6 ottobre 2019. Info: Comune di Mondolfo Tel: (+39)07219391) Mail: comune.mondolfo@provincia.ps.it Web: http://www.comune.mondolfo.pu.it www.castellodimondolfo.it www.sabapmarche.beniculturali.it
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SPECIALE MARCHE
EVENTI MARCHIGIANI
LE MANIFESTAZIONI DALLA MOSTRA SUI DELLA ROVERE AD URBANIA FINO ALLO STORICO FESTIVAL DEL BRODETTO DI FANO QUANDO CIBO E CULTURA S’INTRECCIANO
Omaggio a Leonardo: a Fano i suoi disegni A URBANIA
A FANO
Sopra, un’immagine del palazzo ducale in cui viene ospitata la mostra su Francesco Della Rovere
Questa la struttura in cui lo scorso anno si tenne la manifestazione dedicata alla musica jazz. Il 18 luglio 2019 si riparte
ARTE, CULTURA E RISTORO
DOPO 400 ANNI A FANO IL BRODETTO IL DUCA TORNA A CASA: È SERVITO: ECCO IL RITRATTO PRONTO L’EVENTO DI TIZIANO DELL’ESTATE I DELLA ROVERE a Casteldurante animeranno il palazzo ducale di Urbania fino al 14 luglio 2019. Con una mostra importante, inaugurata il 13 aprile scorso. Dopo quasi 400 anni dalla sua partenza verso Firenze, quando fu spostato assieme ad altre opere preziose, ora torna Francesco Maria I Della Rovere, ritratto in una tela dall’ artista Tiziano. Il progetto, finanziato dalla Regione Marche con fondi europei destinati alla valorizzazione del Rinascimento, arriva a coronare le ricerche e gli studi compiuti a partire dal 1990 sul patrimonio e sull’eredità culturale dei Della Rovere nell’antico ducato di Urbino. Negli ultimi anni, infatti, sono state condotte ricerche su vari aspetti della cultura roveresca attraverso convegni, esposizioni, restauri e una collana editoriale. Da questo complesso di attività viene ad assumere un rilievo particolare sia la quadreria roveresca sia la libreria a stampa di Casteldurante (Urbania dal 1636) entrambe collocate nel Palazzo Ducale durantino dove ha avuto sede la corte dei Della Rovere fino al 1631.Altre opere, insieme al prezioso quadro, saranno in mostra a raccontare alcuni aspetti del collezionismo che animavano la dinastia roveresca.
IL FESTIVAL internazionale del brodetto e delle Zuppe di Pesce di Fano sarà l’evento enogastronomico dell’estate 2019. La manifestazione più golosa dell’Adriatico, giunta alla XVII edizione (ingresso gratuito), si svolgerà dal 4 al 7 luglio, sul lungomare Simonetti per celebrare il più famoso dei piatti tradizionali di pesce della costa adriatica. Fano tornerà a farsi palcoscenico della cultura gastronomica internazionale e ambasciatrice della tradizione marinara locale con laboratori dedicati ai bambini per far loro conoscere il mondo del mare e della pesca; presentazioni di libri dedicati al food; cooking show con i più importanti chef d’Italia; sfide internazionali dedicate alle zuppe di pesce del Mediterraneo giudicata dalle grandi firme dell’enogastronomia; degustazioni e spettacoli. Cultura e sostenibilità sono invece gli elementi di Fano Jazz By The Sea, in programma dal 18 al 28 luglio. Il festival jazz porta i migliori musicisti del mondo a Fano dal 1993, alla rocca malatestiana. L’evento, organizzato da Fano Jazz Network, in collaborazione con il Comune, con la direzione artistica di Adriano Pedini e con il contributo del Mibact, prevede ospiti internazionali: Arturo Sandoval, Joshua Redman Still Dreaming, Knower, Donny Mac Casilin, solo per citarne alcuni.
Il Palazzo Malatestiano ospita cinque immagini del codice Da Vinci
Ecco la mostra sul rapporto tra il genio e Vitruvio I DISEGNI di Leonardo Da Vinci arrivano a Fano, con una mostra che celebra il rapporto tra il genio e Vitruvio. Cinque immagini del suo Codice Atlantico saranno esposte, per tre mesi, nella Sala Morganti del Palazzo Malatestiano. Dall’ 11 luglio al 10 ottobre, il museo ospiterà la mostra Leonardo e Vitruvio, alla ricerca dell’armonia – i leggendari disegni del codice Atlantico, promossa dal Comune di Fano, Regione Marche, Centro Studi Vitruviani e dal Comitato Mibac per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Da Vinci, con la collaborazione del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza. I cinque fogli, provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana, mostreranno i disegni con cui Leonardo studiò il funzio-
L’ARTISTA A MONDOLFO Un’altra mostra dedicata a Da Vinci sarà ospitata nel complesso di Sant’Agostino namento dell’odometro (oggi contachilometri), dell’orologio ad acqua e della balestra, ma anche il rinforzo delle volte del Duomo di Milano e le lunule per lo studio della quadratura del cerchio. La mostra avrà anche un’importante parte digitale: alcuni dei progetti visibili sui cinque fogli saranno riprodotti con un software che ne simulerà il movimento, anche con l’interazione del visitatore. Il “Mirroring” offrirà invece una speciale proiezione dell’uomo vitruviano, che permetterà ai visita-
tori di ogni età di sovrapporre il proprio corpo al modello del celebre disegno per confrontarsi con le sue proporzioni. ALTRA mostra importante dedicata a Da Vinci, si terrà a Mondolfo, uno dei borghi più belli d’Italia che ospiterà L’arte della guerra al tempo di Leonardo. Modelli di macchine di un genio del Rinascimento. Inaugurata il 17 giugno nel complesso monumentale di Sant’Agostino, rientra nelle celebrazioni per il quinto centenario dell’Assedio di Mondolfo (1517-2017). Resa possibile grazie alla collaborazione fra Comune e Pro Loco di Mondolfo, sarà aperta tutti i giorni, ad ingresso gratuito, dal mercoledì alla domenica, dalle 21 alle 24; sabato e domenica anche nell’ orario 10-12.
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SPECIALE MARCHE
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DA NON PERDERE
LE NOVITÀ
TOUR NELLE MARCHE
FESTIVAL IN TUTTE LE MARCHE E PER I TUTTI I GUSTI: DA QUELLO CELTICO AL JAZZ. TUTTE LE TRADIZIONI DA CONOSCERE
PER POPSOPHIA CAMBIO DI LOCATION: DALLA SPLENDIDA ROCCA COSTANZA A PIAZZA DEL POPOLO, IN CENTRO A PESARO
DA URBANIA A FANO, FINO A MONDOLFO PASSANDO PER MONTELAGO, OSIMO, JESI ANCONA E CASTELFIDARDO: PAESAGGI UNICI
MONTELAGO
OSIMO
CASTELFIDARDO
A Serravalle di Chienti la rassegna di musica e cultura celtica con tanti concerti su tre palchi, ma anche altro
In un allestimento la storia di Banksy. La mostra, inaugurata a marzo,resterà aperta fino a luglio
Nella capitale della fisarmonica torna il festival ad essa dedicato, dal 18 al 22 settembre con un ricco programma
GRANDI OSPITI
LA MUSICA AL CENTRO DELLA SCENA AL FESTIVAL DI MONTELAGO DICIASSETTE volte Montelago. L’1, 2 e 3 agosto, a Taverne di Serravalle di Chienti, prenderà il via la 17esima edizione del Montelago Celtic Festival. Dove la musica sarà al centro della scena. Dopo anni di ricerca e innovazione che hanno trasformato la manifestazione in una fucina d’arte, Montelago intercetta l’ultima evoluzione del genere celtico, puntando dritto al cuore del folk declinato in tutte le sue possibilità. Ventiquattro live, 21 band, 3 palchi ufficiali e spazi dedicati all’improvvisazione. On stage i maggiori nomi della scena mondiale, vere leggende come la folk metal band spagnola Mägo De Oz e il maestro gaitero, José Ángel Hevia Velasco. E ancora gli italiani Folkstone che presentano il loro ultimo lavoro Diario di un ultimo, la country-band finlandese Steve ‘N’ Seagulls, o gli scozzesi Talisk, premiati dalla BBC come Folk Band of the Year 2017, oltre ai polacchi Beltaine, e poi The Sidh, Folkamiseria, Lennon Kelly, Lyradanz, The Gamblers, The Led Farmers, Katia Zunino, Clara Popolo, Giuliano Gabriele, Raffi. E poi le band protagoniste del V European Celtic Contest, concorso per nuove proposte del panorama folk europeo e gli stage strumentali e dell’artigianato per tutti gli appassionati.
GLI APPUNTAMENTI
AL PERGOLESI DI JESI 28 EVENTI PER PARLARE DI FUTURO
LA PUNTA DELLA LINGUA: C’È ANCHE CAROL ANN DUFFY
“FUTURO. INFINITO” è il tema del XIX Festival Pergolesi Spontini, rassegna internazionale itinerante che si terrà dal 31 agosto al 28 settembre a Jesi, nelle Marche e in luoghi di grande fascino artistico o paesaggistico della provincia di Ancona. Organizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini e formato per la prima volta nella direzione artistica da Cristian Carrara, il Festival proporrà una riflessione sul futuro - e sulle radici storiche su cui si fonda - e la propensione verso l’infinito, con ogni evento che, attraverso punti visuali differenti, proporrà una particolare sfaccettatura del tema principale. In cartellone, 28 eventi in 21 giorni e 10 location, con 2 prime mondiali, 2 coproduzioni, 3 nuove commissioni, 5 eventi per tutta la famiglia. Centocinquanta gli artisti coinvolti, di cui 65 under 35 ed 1 robot, attraverso diversi generi musicali: opere, concerti e spettacoli di teatro musicale, dal barocco al classico, dal jazz al musical pop e la contaminazione tra differenti linguaggi, quali poesia, danza, arte, visual design, mapping, astronomia, robotica, clownerie, narrazione ed enogastronomia. Un Festival nuovo, pensato per incontrare pubblici e gusti differenti e che penserà anche ai bambini e alle loro famiglie, con la possibilità di lasciare i propri figli a divertirsi nei laboratori musicali.
DA QUALCHE ANNO l’estate anconetana è lunga e ricca di eventi. Un trend che prosegue nel 2019 e che trova il culmine nella qualità della proposta di eventi ospitati da La Mole, centro propulsore di attività e spettacoli. Tra le varie manifestazioni, la 15esima edizione di Ancona Jazz Summer Festival, dall’1 al 18 luglio 2019. Con grandi ospiti: si va dal giovane trio lussemburghese Reis-Demuth-Wiltgen, al trio di Matt Wilson con Rita Marcotulli, dal doppio concerto con il solo del pianista argentino Carlos Franzetti al trio di Stefania Tallini, per finire con la serata polacca affidata al pianista Marcin Wasilewski. Fra i cantanti ospiti, Jazzmeia Horn e Charles Turner. E tanti altri ancora. Il festival ospita anche una mostra multimediale a cura del fotografo Pino Ninfa. Altro appuntamento importante La Punta della Lingua, uno dei più importanti festival di poesia d’Italia che quest’anno si occupa di linguaggi contemporanei e di grandi classici. E annovera, tra gli ospiti, alcune delle voci più importanti in attività di poesia, come la scozzese Carol Ann Duffy e Silvio Raffo, poeta traduttore di Emily Dickinson. La rassegna è in programma ad Ancona , riviera del Conero e Recanati dal 1 al 7 luglio. Tra gli ospiti anche Max Collini e Marco Paolini.
ESIBIZIONI UNICHE E’ ORMAI nota come capitale della musica classica e popolare, grazie alla sua fisarmonica. A Castelfidardo (Ancona), torna il Premio Internazionale Città di Castelfidardo riservato a solisti e complessi di fisarmonica di genere classico e di altri generi. La manifestazione, giunta quest’anno alla 44esima edizione, si svolgerà dal 18 al 22 settembre 2019. Promossa dal Comune di Castelfidardo in collaborazione con l’Associazione Turistica Pro Loco, conferma il suo ruolo di promozione per la fisarmonica come strumento per tutte le generazioni e tutti i generi musicali. Seguendo questa filosofia, il Premio Internazionale Città di Castelfidardo sta introducendo nuove categorie come la World Music e una giuria di eccellente qualità, che potrebbe anche avere un ruolo di talent scout. A Castelfidardo si trova anche il Museo Internazionale della Fisarmonica , con una collezione composta da circa 350 esemplari tutti diversi tra loro.
LA FILOSOFIA E’ GIÀ IERI: ancora un volta è un ossimoro il codice linguistico dell’appuntamento pesarese di Popsophia, che da sempre trae forza proprio dagli accostamenti contraddittori in grado di interpretare il presente e di unire tradizione filosofica e cultura pop. «Racconteremo – spiega la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – a modo nostro quale humus alimenti questo eterno ritorno, un segnatempo ricorrente che influenza profondamente la cultura, la politica e tutta la vita contemporanea». Popsophia torna a Pesaro, dal 4 al 6 luglio, con un tema inedito per approfondire le passioni e le ossessioni che compongono il nostro presente. Una sfida intellettuale che unirà protagonisti e spettatori nel tentativo di cambiare gli occhiali con cui decifrare il mondo della cultura internazionale. E dopo sette anni a Rocca Costanza, il festival si sposta nel centro storico della città.
ICONE NEL MONDO FINO al 7 luglio 2019, la mostra di Banksy (artista inglese) animerà Palazzo Campana di Osimo. Inaugurato il 28 marzo scorso, l’allestimento racconta la storia di uno dei più grandi writer dei nostri tempi. Il progetto espositivo consiste in una selezione delle migliori opere prodotte da Banksy e divenute iconiche in tutto il mondo. LE SUE PERFORMANCE sono quelle esposte nella mostra dedicata alla street art a Firenze e le immagini forti e contradditorie delle metropoli moderne sono protagoniste di questa esposizione da non perdere. La vera identità dell’artista rimane ancora sconosciuta, un mistero che in realtà ha alimentato la sua fama. «From the street to the museum - Works of the artist known as Banksy» (tradotto: dalle strade al museo - parole dell’artista noto come Banksy), è il titolo della mostra
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SPECIALE MARCHE
LA MOSTRA DOPO 400 ANNI
L’ARRIVO E L’ADDIO NELLE MARCHE NEL 1613 IL PITTORE SI TRASFERISCE NELLE MARCHE DOPO LO STUPRO SUBITO A ROMA DALLA FIGLIA ARTEMISIA DALL’AMICO AGOSTINO TASSI
Gentileschi, luci e silenzi su Fabriano Lo spirito del Merisi distillato nelle opere di Orazio e degli altri caravaggeschi – FABRIANO –
TORNA, dopo 400 anni, a Fabriano. Torna attraverso le sue opere, per la prima volta riunite in una mostra nella città della carta. ‘La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento’ è il percorso espositivo, pensato e curato dalla professoressa Annamaria Ambrosini e Alessandro Delpriori, pronto ad aprire i battenti il prossimo 1 agosto per restare a distillare lo spirito del Merisi (grande assente nelle Marche) fino all’8 dicembre. Un percorso espositivo diffuso che parte dalla pinacoteca civica Bruno Molajoli e da lì si incammina lungo i suggestivi itinerari urbani che coinvolgono il Duomo e la chiesa di San Benedetto. Ma non sarà una mostra de-
L’ALLESTIMENTO Un percorso itinerante dalla pinacoteca fino al Duomo e alla chiesa di San Benedetto stinata solo a deliziare gli amanti del bello e dell’arte. Non manca infatti anche un’interessante scoperta che promette di creare discussione, curiosità e, forse dubbi, tra esperti e studiosi. Tra gli angeli della ‘Circoncisione’ di Ancona, c’è chi ritiene di aver riconosciuto il volto di Artemisia, la celebre figlia di Orazio e talentuosa pittrice (autrice della tela Giuditta e Oloferne) nella giovinetta che suona l’organo portativo. Orazio avrebbe dunque dipinto Artemisia come Santa Cecilia, inserendola nella piccola schiera di alati. A mettere in risalto il dettaglio è stata una collaboratrice della Ambrosini, la studiosa dell’arte, originaria di Sassoferrato, Lucia Panetti. È IL 1613 quando Gentileschi arriva a Fabriano. Si lascia alle spalle Roma e il dramma della violenza sessuale subita dalla figlia da parte dell’ex amico e collega Agostino Tasso. A lui, Orazio l’aveva affidata, ancora adolescente, perché le insegnasse la prospettiva. Ma invece di occuparsi del suo talento, già spiccato, Tasso si interessò invece del suo corpo e abusò di lei. Artemisia lo denunciò, ma il processo non rese del tutto giustizia alla giovane. Che, si tramanda, fu costretta a deporre le sue accuse contro l’amico del padre sotto tortura (con schiacciamento dei pollici). Quattro anni più tardi, Orazio chiude la parentesi marchigiana e nel 1619 se ne va verso Genova e poi la Toscana. Non prima di aver tentato di farsi affidare da Francesco Maria II della Rovere i lavori nella chiesa di Sant’Ubaldo a Pesaro. Ma senza riuscirci. A Fabriano, Gentileschi
porta il ‘raggio caravaggesco’. Ma nella sua personale e unica declinazione. Con le sue luci e i suoi silenzi, come evidenziato nel titolo della mostra. E non sarà il solo a distillare lo spirito del Merisi nelle Marche, dove il grande pittore non è mai stato. DELLA PRODUZIONE marchigiana, la mostra riunisce i capolavori realizzati tra Ancona (1606-1607), con la sublime Circoncisione e Fabriano (1613-1619), con La Vergine del Rosario oggi nella Pinacoteca Civica, la Visione di Santa Francesca romana oggi a Urbino (Galleria Nazionale delle Marche), l’intensa Maddalena per l’Università dei Cartai, nucleo di una stanza tematica e infine le opere del Duomo e di San Benedetto, contesti ricchissimi che riflettono, a gradazioni diverse, la conversione caravaggesca dell’artista. Ma sono anche altri i protagonisti del percorso espositivo. Particolare attenzione è riservata a Giovan Francesco Guerrieri, a cui i curatori hanno voluto dedicare una mostra nella mostra. Altrettanto rilievo ha avuto l’opera del romano Giovanni Baglione, artista molto attivo nelle Marche, folgorato da Caravag-
I CAPOLAVORI Da ’La Circoncisione’ di Ancona a ’La Vergine del Rosario’ di Fabriano gio del quale diventerà poi acerrimo nemico. LE ALTRE PRESENZE caravaggesche sono Alessandro Turchi, Valentin de Boulogne, Bartolomeo Manfredi, Antiveduto Gramatica, Giovanni Serodine, Angelo Caroselli, Carlo Bononi, la cui pala realizzata per il monastero delle clarisse cappuccine ed oggi a Brera, tornerà per la prima volta a Fabriano dopo le spoliazioni napoleoniche del 1811. Ma non è finita. La galleria di grandi si completa con artisti che hanno mostrato l’impatto del Merisi ma con inflessione più classicista, come Giovanni Lanfranco, Emilio Savonanzi, Simone Cantarini, Guido Cagnacci, Giuseppe Puglia, Girolamo Buratti o nel dibattersi di due anime e due epoche, come in Pomarancio, Andrea Lilli, Filippo Bellini. Quella su Gentileschi è la quinta e ultima mostra del ciclo di eventi ‘Mostrare le Marche’ partito nel 2017 con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale delle aree colpite dal sisma attraverso l’esposizione di opere d’arte provenienti dai musei e dalle collezioni pubbliche ed ecclesiastiche interessate dall’ultimo terremoto.
IL GENIO DI GENTILESCHI Sopra:“La Madonna del Rosario”, Pinacoteca Civica Bruno Malajoli, Fabriano; Sotto: “La Maddalena“, Chiesa di Santa Maria Maddalena, Fabriano; “Circoncisione”, Chiesa del Gesù, Ancona e “Autoritratto di Orazio Gentileschi“
SABATO 29 GIUGNO 2019
SPECIALE MARCHE PERCORSO ESPOSITIVO CON ITINERARI URBANI CUORE PULSANTE DELL’EVENTO E’ LA PINACOTECA CIVICA BRUNO MOLAJOLI DA CUI CI SI INCAMMINA VERSO IL DUOMO E LA CHIESA DI SAN BENEDETTO
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MODERNITA’ DI GENTILESCHI «LA LUCE DEL PITTORE RIVELA E SPIEGA MA SENZA RICORRERE ALLA VIOLENZA DI CARAVAGGIO. IL SUO SENTIRE E’ IN SINTONIA CON QUELLO DELLE MARCHE
«Puntare sull’arte per rilanciare il territorio» La ricetta di Ambrosini
L’intervista alla storica dell’arte e docente a Urbino – FABRIANO –
PROFESSORESSA Annamaria Ambrosini (curatrice della mostra insieme con Alessandro Delpriori), quanto significa in termini di volano turistico per Fabriano e le Marche il percorso espositivo su Orazio Gentileschi?
I CURATORI Alessandro Delpriori e Annamaria Ambrosini hanno realizzato la prima esposizione dedicata a Orazio Gentileschi
DAI CAPOLAVORI su tela a quelli disegnati dalla Natura. Come le grotte di Frasassi e il Parco della Gola della Rossa. Uno spettacolo che parte da sottoterra, con un viaggio tra rocce, canyon e cunicoli scolpiti dall’acqua e dal tempo, e continua in superficie per sentieri immersi nel verde rigoglioso e intatto. Le meraviglie delle Grotte di Frasassi affascinano ormai da più di 45 anni circa 200mila visitatori all’anno. Scoperte per caso, nel 1948, da un gruppo di speleologi di Ancona, e aperte al pubblico nel 1974, il complesso ipogeo di stalattiti e stalagmiti, alte anche fino a 15 metri, si inabissa LO SPETTACOLO DELLA NATURA per un percorso percorribile a piedi di circa 1500 metri. Suggestivi i nomi con cui sono state ribattezzate dagli speleologi le varie sale e colonne di calcare: dall’Abisso Ancona (la prima parte di grotta apparsa ai suoi scopritori che le hanno dato il nome della loro città do prove- della Gola Rossa a piedi, ma an- cie vegetali. Sono 105 le specie nienza) alle guglie e ai pinnaco- che in mountain bike e a caval- di uccelli nidificanti, tra cui li del Castello delle fatine, fino lo. Lungo ben 35 sentieri escur- l’aquila reale e il nibbio, mentre alla Sala dell’infinito con i suoi sionistici segnalati. O arrampi- 40 i mammiferi e 29 tra rettili e su pareti a strapiombo. anfibi. Un meraviglioso viaggio pozzi, passando per Sala 200, candosi Per gli amanti dell’acqua, spazi nella natura, sopra e sotto terra, Grand canyon e Sala dell’orsa. attrezzati, fruibili in diversi pe- che riesce sempre a incantare. Ma una volta tornati in superfi- riodi dell’anno, per canoa e raf- Info Parco Naturale regionale cie, lo spettacolo che si offre agli ting. I 10.026 ettari di area pro- della Gola della Rossa e di Fraocchi dei visitatori non è meno tetta sono anche un paradiso sassi, via Marcellini, 5 Serra suggestivo. Ci si può immerge- per una fauna variegata e una San Quirico (Ancona) re nel verde del Parco naturale flora che conta almeno 1250 spe- 0731.86122
Alla scoperta del Parco, tra le grotte di Frasassi e la Gola della Rossa
«Una mostra come questa è molto importante per il nostro territorio. Ricordiamo che è l’ultima dei 5 eventi del ciclo ‘Mostrare le Marche’. Un ciclo che si è posto come obiettivo quello di mostrare come i luoghi del cratere sismico abbiano tanto da dire. Piccoli luoghi di straordinaria cultura che sul fronte del turismo rappresentano risorse inesauribili. Gentileschi ha avuto questo rapporto importante con Fabriano e le Marche. È stato 4 anni in città. Ha realizzato opere uniche. E Fabriano non gli aveva ancora mai dedicato una mostra». Quale è invece il significato artistico dell’opera e della mostra di Gentileschi?
«Abbiamo voluto sottolineare l’aspetto della sua produzione che si collega a Caravaggio. La sua produzione, ma anche quella di altri pittori caravaggeschi. Gentileschi lascia questo squarcio del Merisi ma senza la violenza che lo caratterizza. Orazio lo fa con un sentire che è in sintonia con la sensibilità marchigiana. Le Marche hanno infatti una vocazione naturalista temperata, non violenta come quella di Caravaggio. La pittura di Gentileschi, appunto la sua luce e i suoi silenzi, sono unici. C’è un senso della luce così intenso e astratto di una modernità tale che colpisce subito l’occhio del visitatore. Questa luce che rivela e spiega anche senza aver bisogno della violenza del Caravaggio. Un silenzio, una purezza assoluta del colore, della linea che rievoca talora anche Masaccio fino a riportarci alle origini della nostra storia». Nessun riferimento alla celebre figlia Artemisia Gentileschi…
«È una pittrice meravigliosa, ma non l’abbiamo inserita perché lei nelle Marche non ha mai lavorato. Volevamo raccontare la storia di questo luogo. E farlo attraverso chi ha prodotto sulle nostre terre. Però ricordiamoci che Gentileschi arriva a Fabriano dopo la vicenda della figlia, abusata a Roma dal suo amico pittore Agostino Tassi. Non so se possiamo dire
che Orazio abbia sostenuto la figlia durante il processo e dopo. Le lettere sono controverse, anzi in alcune, proprio degli anni in cui lui è a Fabriano e lei a Firenze, i loro rapporti non sono buoni, almeno in quel momento. Quello del trasferimento nelle Marche è stato un momento che rientrava psicologicamente nel suo itinerario. È un’opportunità che avrebbe voluto continuare ad avere. Nel 1619 c’è una trattativa con Urbino, per ottenere l’affidamento di alcuni lavori. Ma non va avanti». È una mostra che riserva sorprese anche per gli studiosi…
«Sì, delle interessanti novità. L’occhio fresco e giovane di una ragazza, una mia collaboratrice, Lucia Panetti si è accorta che nella Circoncisione, tra gli angeli che suonano, ce n’è uno senza ali. È una santa Cecilia e il suo volto è molto somigliante a quello di Artemisia. L’ipotesi è che il padre abbia ri-
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Annamaria Ambrosini
«Nella Circoncisione Santa Cecilia ha il volto della figlia Artemisia. Una interessante scoperta della studiosa Lucia Panetti»
tratto lei come santa Cecilia, nel 1607, quando aveva 13 o 14 anni. Altra novità sono, ad esempio, le opere di Angelo Carosello. Dipinti molto importanti che finalmente hanno trovato un nome». Avete creato un percorso espositivo diffuso…
«Abbiamo voluto che la mostra dialogasse prima con la città, dividendola tra la pinacoteca e il Duomo e San Benedetto, che sono luoghi ricchi di suggestioni. Per quello abbiamo deciso di lasciare lì le opere e fare spostare lo spettatore. Poi abbiamo però segnalato altri luoghi come Ripatransone, Camerino, San Severino. Altro aspetto da mettere in luce è la sala tematica della Maddalena con altre maddalene». Prossimo progetto?
«Ce l’ho in mente, ma ancora non lo svelo. Quello che spero è di poter fare mostre che non siano solamente eventi, ma che servano a costruire ricerca e lavoro sul territorio. È questo lo sforzo che vogliamo portare avanti». Elisabetta Rossi
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SPECIALE MARCHE
IL TOUR DELLA BELLEZZA
I CAPOLAVORI
ITINERARIO LOTTESCO
BEN 25 LE TELE CONSERVATE TRA CHIESE E MUSEI DI OTTO LOCALITA’ MARCHIGIANE
COSTO TICKET INTERO: 10 EURO RIDOTTO: 7 EURO VALIDITA’: DURATA ILLIMITATA
Lorenzo Lotto: un biglietto, cinque musei Mostra itinerante nelle Marche alla scoperta del pittore venziano
DA VEDERE
I LUOGHI
Dalla Crocifissione al San Rocco: capolavori
Recanati Museo civico di Villa Colloredo Mels: questa splendida pinacoteca ci mostra tra le opere più significative di Lorenzo Lotto: il Polittico di San Domenico, il piccolo San Giacomo Maggiore, la celebre Annunciazione, la Trasfigurazione
MOGLIANO Museo di arte sacra: qui ha trovato riparo l’Assunta e Santi di Lotto, dopo che il sisma aveva danneggiato la vicina chiesa di Santa Maria MONTE SAN GIUSTO Chiesa di S. Maria in Telusiano: accoglie il capolavoro della monumentale Crocifissione con il committente Niccolò Bonafede
Recanati Chiesa di San Domenico – San Vincenzo Ferrer – affresco
Jesi
URBINO Galleria Nazionale delle Marche: ospita il San Rocco di Lotto, parte di un perduto polittico realizzato per la chiesa di Santa Maria di Posatora di Ancona.
Pinacoteca civica: una dimora aristocratica settecentesca che ospita al suo interno la Deposizione, la Madonna delle Rose, l’Annunciazione, la Pala di Santa Lucia, la Visitazione
INFORMAZIONI Musei Civici di Palazzo Pianetti – Jesi Tel. 0731 538342 – 439 – 343 pinacoteca@comune.jesi.an.it Ufficio Turismo-IAT Jesi Tel. 0731 538420 turismo@comune.jesi.an.it www.lorenzolottomarche.it UN BIGLIETTO per 5 musei. È il biglietto unico che apre le porte sull’arte di Lorenzo Lotto (Venezia 1480-Loreto 1156/1557), il grande pittore che ha lasciato nelle Marche una ricca produzione di capolavori. Ben 25 tele conservate tra musei e chiese di 8 località marchigiane: Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati e Urbino. Con l’acquisto si un solo ticket si può accedere quindi a 5 musei (Pinacoteca Civica di Ancona, Musei Civici di Palazzo Pianetti di Jesi, Musei Civici di Colloredo Mels di Recanati, il MASM-Museo Arte Sacra di Mogliano, Sala degli Stemmi del Palazzo Comunale di Cingoli) oltre alla visita del percorso multimediale dell’Ime – Istituto Marchigiano di Enogastronomia con sede a Jesi, ente di rilievo regionale dedicato alla conoscenza, formazione, divulgazione e degustazione dei prodotti enogastronomici marchigiani di qualità. Visitabili invece gratuitamente le opere del Lotto
Ancona Pinacoteca comunale F. Podesti: una collezione che ripercorre la storia artistica delle Marche, dal Medioevo a oggi e che conserva capolavori assoluti come la Pala Gozzi di Tiziano e la Pala dell’Alabarda di Lotto conservate nel museo Pontificio Santa Casa di Loreto e nella chiesa di Santa Maria in Telusiano di Monte San Giusto. Tariffe d’ingresso a parte invece per la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino (per le quali si può consultare il sito www.gallerianazionalemarche.it). DOPO LE GRANDI mostre nel
2018 al Prado di Madrid e alla National Gallery di Londra («Lorenzo Lotto, Portraits») dedicate ai suoi ritratti, anche la regione Marche è scesa in campo per celebrare l’arte del veneziano. E chiusa con successo la mostra di Macerata ‘Lorenzo Lotto, il richiamo delle Marche’ (che ha registrato 30mila visitatori), la Regione ha deciso di
puntare sull’itinerario lottesco. Nel nostro territorio, Lotto ha infatti vissuto e trovato punti di riferimento essenziali per la sua crescita personale e formazione artistica. Non a caso ha lasciato nelle Marche una quantità e qualità tali di opere, che non ha eguali nel resto di Italia. Un museo diffuso ora visitabile con l’acquisto del ‘biglietto unico Lottesco’.
LA VITA E LE OPERE I CAPOLAVORI IN CHIESE E MUSEI DELLA REGIONE
Le Marche, sua terra d’ispirazione LORENZO LOTTO (Venezia 1480- 1557) risulta operoso nelle Marche nel corso di tutta la prima metà del ’500: una scelta di lavoro la sua, al servizio di confraternite, ordini religiosi e importanti prelati come Nicolò Bonafede di Monte San Giusto, che nel corso del tempo si tramuta in una scelta di vita, culminante nella decisione di farsi oblato nella Santa Casa di Loreto dove è custodito il suo ‘Libro di spese diverse’, struggente e fondamentale libretto di annotazioni e pensieri, che svela qualche tratto della complessa personalità dell’artista. Nella sua Venezia, Lotto non riscuote successo. La sua arte contrasta con il gusto ufficia-
le del tempo. Così è costretto a emigrare, passando per la Lombardia, Roma (dove lavora con Raffaello alle Stanze vaticane) e le Marche. Qui i suoi capolavori abbelliscono le chiese e i musei di borghi e cittadine, tutti da scoprire nelle loro peculiarità storiche e artistiche. Profondo il legame che unisce il maestro veneziano a queste terre, nelle quali ripetutamente tornava per creare e ispirarsi e dove scelse di attendere la morte, a Loreto, in condizioni di povertà, e dove viene sepolto nel 1556 o 1557. Delle sue opere, ad Ancona si trova ‘La sacra conversazione’, a Monte San Giusto ‘La Crocifissione’, mentre il ‘San Rocco’ a Urbino.
Ancona Chiesa San Francesco alle Scale: dietro lo splendido portale gotico di questa chiesa di origini trecentesche, si nasconde un capolavoro di Lotto, la grande Pala dell’Assunta
Loreto Museo Antico, tesoro della Santa Casa: in un’ala del Palazzo Apostolico sono esposte le opere realizzate o lasciate a Loreto da Lorenzo Lotto tra cui il San Cristoforo con San Rocco e San Sebastiano (visibile nella Basilica), il Cristo e l’Adultera e la Presentazione al tempio
Cingoli Sala degli Stemmi Palazzo - La Madonna del Rosario di Lotto è stata spostata qui dalla vicina chiesa di San Domenico
SPECIALE MARCHE
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DA NORD A SUD, L’APPUNTAMENTO CON IL PASSATO È ORMAI UN MOMENTO FISSO DELL’ESTATE MARCHIGIANA
LE RIEVOCAZIONI
Le Marche rivivono la storia Dame, cavalieri e giostre alla scoperta delle tradizioni IN QUESTA estate marchigiana fare un tuffo nella storia è facile tanto quanto farlo nel blu dell’Adriatico. Sono tanti, infatti, gli appuntamenti con le rievocazioni storiche che andranno avanti fino alla fine di agosto. Eventi di grande importanza dal punto di vista dell’attrattiva turistica ma che hanno anche un valore enorme sotto il profilo culturale, spettacolare e artistico, oltre che di valorizzazione delle tipicità. Caratteristiche fondamentali soprattutto per i paesi colpiti dal terremoto, che cercano di ripartire dal punto di vista turistico anche facendo leva su queste rievocazioni NEL CUORE del cratere sismico sono tanti i Comuni che d’estate fanno un tuffo nella storia. C’è Ascoli con la sua Quintana, che il 13 luglio e il 4 agosto vedrà scendere in piazza musici, sbandieratori e figuranti, che accompagneranno i loro cavalieri al campo dei giochi per la giostra che assegnerà l’ambito palio: un appuntamento con oltre 1.500 figuranti in abiti
LA QUINTANA Oltre 1.500 figuranti nella tradizionale sfilata prima della giostra medievali, che aprono la sfida tra i cavalieri che ‘assaltano il moro’ per conto dei rispettivi sestieri di appartenenza. Restando nel Piceno, ad Acquaviva Picena giovedì 1, venerdì 2 e domenica 4 agosto va in scena Sponsalia con giochi, spettacoli, balletti medievali e banchetto nuziale, dentro le mura della fortezza medievale: è la rievocazione storica di quanto accadde nel 1234, quando Forastéria, figlia di Rinaldo degli Acquaviva detto il Grosso, andò in sposa a Rainaldo dei Brunforte, figlio di Bonconte nipote di Fidesmino di Brunforte, Signore di Sarnano e Vicario di Federico II. A Fermo c’è la Cavalcata dell’Assunta, la
rievocazione storica più antica d’Italia, dal 26 luglio al 15 agosto: una rievocazione che riproduce corteo, celebrazioni religiose e tornei legati, fin dal 1182, alle festività patronali della Madonna Assunta. La vittoria nella corsa dei cavalli assegna il Palio dell’Assunta, mentre nei giorni precedenti la rivalità tra le dieci contrade di Fermo si esprime sia a tavola nelle hostarie sia nelle sfide dei giochi storici. A Grottazzolina, in provincia di Fermo, dal 3 all’8 agosto sono ‘I giorni di Azzolino’, rievocazione che celebra la figura di Azzo VII, Marchese d’Este, po-
L’associazione marchigiana L’Associazione Marchigiana Rievocazioni Storiche è l’organismo che associa le città ‘di tradizione’ nelle rievocazioni storiche e dal 1993 è in prima linea nella valorizzazione del patrimonio storico-culturale delle manifestazioni: una grande ricerca delle fonti storiche e spirito di aggregazione nella collettività locale
tente signore di Ferrara al quale Grottazzolina deve l’attuale denominazione. Per una settimana sembrerà di essere tornati al 1200, con cene, spettacoli, botteghe di antichi mestieri, tornei di arco storico e l’unica giostra medievale con mazza ferrata. Sempre nell’entroterra fermano, a Servigliano, dal 9 al 18 agosto c’è il torneo cavalleresco ‘Castel Clementino’: un torneo cavalleresco che vive il suo clou nella sfida tra i rioni, che si cimentano nella Giostra dell’Anello: gara tra cavalieri che si affrontano su un percorso ad ‘otto’ in quattro tornate per centrare 12 anelli di diverse dimensioni. Salendo verso nord eccoci a Treia, con la sua Disfida del bracciale: una manifestazione che va avanti dal 1979, che si tiene la pri-
CAVALCATA DELL’ASSUNTA A Fermo la rievocazione più antica, con tre settimane di appuntamenti ma domenica d’agosto ma che è preceduta da dieci giorni di festeggiamenti, che iniziano l’ultimo venerdì di luglio. Qui sono i quattro quartieri cittadini che si sfidano per la conquista del palio in questo particolarissimo gioco del pallone col bracciale. Sempre nella zona del maceratese, dal 10 al 15 agosto si terrà la cinquantesima edizione del Palio di San Ginesio, un’avvicente gara equestre tra i quattro rioni cittadini: la sua organizzazione, dai costumi d’epoca dei figuranti alle modalità di competizione, riflette fedelmente quanto tramandato dai documenti conservati nell’archivio comunale.
GLI APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
Mogliano 1744 Palio degli sbandieratori Giostra della Quintana 13 luglio (notturna) 12-22 luglio Palio dei Terzieri 20-27 luglio Feste Medievali 25-28 luglio La Città Medioevo 1-4 agosto Contesa dello Stivale 1-4 agosto Disfida del bracciale 1, 2 e 4 agosto Palio del Duca ‘Sponsalia’ 3-4 agosto Giostra della Quintana 3-8 agosto I giorni di Azzolino 26 luglioCavalcata dell’Assunta 15 agosto 9-11 agosto La contesa del Secchio 10-15 agosto 50° Palio di San Ginesio 13-15 agosto Rievocazione storica ‘Caccia al cinghiale’ Torneo cavalleresco 9-18 agosto ‘Castel Clementino’ 28-30 giugno 6-7 luglio
Mogliano Ascoli Ascoli Montecassiano Offagna Sant’Elpidio a Mare Filottrano Treia Acquaviva Picena Ascoli Grottazzolina Fermo Sant’Elpidio a Mare San Ginesio Mondavio Servigliano
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SPECIALE MARCHE
MACERATA: LA LIRICA
IL CARTELLONE
L’EDIZIONE DEL MOF 2018 HA FATTO REGISTRARE 29.799 SPETTATORI
QUEST’ANNO, DAL 19 LUGLIO ALL’11 AGOSTO, TRE OPERE E SETTE CONCERTI
Si parte venerdì 19 luglio con Carmen di Georges Bizet UNA CITTÀ in festa, dal 19 luglio all’11 agosto. Sarà di grande prestigio il cartellone che, anche quest’anno, l’ Associazione Arena Sferisterio propone per il Macerata Opera Festival. Più serate con tre opere e sette concerti assieme alle feste in palcoscenico, gli aperitivi in loggione e i percorsi di accessibilità. Si guarda al territorio e al futuro con il grande rito della notte dell’opera, la ricerca contemporanea con ‘Macerata Opera 4.0’, le attività per i più piccoli, conferenze, incontri e tanto altro. In una città che fino all’11 agosto non si fermerà più. Si parte venerdì 19 luglio con Carmen di Georges Bizet, poi Macbeth (20 luglio) e Rigoletto (21 luglio) di Giuseppe Verdi. Questi i tre titoli scelti dal sovrin-
ve soluzioni ed effetti. Il teatro accoglierà le tre opere in programma sul palcoscenico più lungo d’Europa, come accadrà per altri spettacoli musicali; una porzione di sala più raccolta sarà destinata invece a manifestazioni che esigono maggior concentrazione espressiva». Assieme alle molteplici attività per i social, viene rinnovata la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Macerata: condividendo le proprie foto del festival con #rossocomeopera, le immagini entreranno a far parte della video-installazione realizzata dall’istituzione di alta formazione artistica. Per tutte le opere, l’Orchestra sarà sempre la Filarmonica Marchigiana assieme alla Banda “Salvadei”, al Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” diretto per il festival da Martino Faggiani e da Massimo Fiocchi Malaspina (altro maestro del Coro) e ai Pueri Cantores “Zamberletti” diretti da Gian Luca Paolucci.
GLI OSPITI L’11 agosto gran finale con Marcorè. Prima Melozzi Sollima e 100Cellos tendente Luciano Messi, dalla direttrice artistica Barbara Minghetti e dal direttore musicale Francesco Lanzillotta per il 2019 #rossodesiderio, tema di questa edizione del Festival.
L’EVENTO Sopra, una rappresentazione di Rigoletto di Giuseppe Verdi che andrà in scena da domenica 21 luglio. E’ una delle tre opere scelte per il calendario 2019 del Macerata Opera Festival
ED OLTRE alle già citate opere, ci saranno ospiti di grande calibro: mercoledì 31 luglio, solo per fare un esempio, i 100 Cellos, Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi e mercoledì 7 agosto il cantautore urbinate Raphael Gualazzi. Gran finale, l’11 agosto con “Come una specie di sorriso” con Neri Marcorè. I prezzi dei biglietti vanno dai 25 euro del settore Giallo ai 150 del Platino. Si possono acquistare abbonamenti a tre opere – con uno sconto del 20% nei settori Verde o Giallo – o a due opere, con lo sconto del 15% nel settore Platino o Verde. L’ultima recita di Carmen (10 agosto) è dedicata ad Avis, charity partner #rossodesiderio, cui andranno i 2 euro aggiuntivi del biglietto. Angelica Panzieri
UN’ESTATE DI EVENTI LIVE: ALLO SFERISTERIO UN CARTELLONE RICCO DI GRANDE MUSICA
Da Antonello Venditti a Levante, tutte le star SFERISTERIO LIVE prende il via. Grandi ospiti per la rassegna musicale 2019, promossa dal Comune in collaborazione con l’Associazione Arena Sferisterio. Si parte il 24 luglio con la grande cantautrice e polistrumentista di fama mondiale Loreena McKennitt, con Lost Souls Tour. A circa dieci anni di distanza dalla pubblicazione del suo ultimo album di inediti, l’artista è tornata con un nuovo lavoro ed è pronta a presentarlo in giro per l’Europa, con un totale di 25 concerti attraverso dieci paesi tra cui Spagna, Germania e Italia. Sul palco sarà accompagnata dai musicisti Brian Hughes, Caroline Lavelle, Hugh Marsh, Dudley Philips e Robert Brian.
A SEGUIRE, venerdì 16 agosto, il grande big della musica Antonello Venditti, che prosegue il suo tour Sotto il segno dei pesci, una serie di eventi unici per celebrare i 40 anni di uno degli album più significativi che ha fatto la storia della musica italiana. E sabato 17 agosto, Maurizio Battista darà vi-
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I NUMERI
Mof 2019, l’opera trionfa
SEGUENDO il motto “più Sferisterio”, aumentano le serate dentro l’Arena che accoglierà il pubblico come fosse un moderno spazio multi-funzione a “platea modulabile”. «A seconda delle diverse esigenze di produzione e fruizione dello spettacolo proposto – sottolinea il sovrintendente Luciano Messi – , lo Sferisterio diventerà sempre più protagonista scenografico della serata, con nuo-
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ta allo spettacolo “Papà perché lo hai fatto?”, un’arguta ed esilarante analisi che il comico compie di se stesso e del mondo che lo circonda. Giovedì 22 agosto, altra icona di stile naturale e versatile del nuovo pop italiano: Levante. Che torna con un nuovo singolo uscito il 5 aprile per Warner Music, primo passo del suo nuovo percorso discografico. Ancora, domenica 25 agosto, il palcoscenico dello Sferisterio sarà animato dal gruppo Maneskin che continua a collezionare successi e riconoscimenti, a partire dalle 63 date sold out con oltre 130mila biglietti venduti tra il 2018 e il 2019. Ultimo appuntamento il 7 settembre con il nuovo lavoro del celebre coreografo/regista russo belga Mi-
cha van Hoecke sulle indimenticabili canzoni della leggendaria band inglese, eseguite dal vivo dai Pink Floyd Legend. Per lo spettacolo un cast complessivo di una trentina di componenti, prodotto da Daniele Cipriani Entertainment e Menti Associate di Gilda Petronelli, in coproduzione con Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Punto di partenza nella creazione di Shine. Pink Floyd Moon è stato il celeberrimo brano Shine on You Crazy Diamond in cui i quattro Pink Floyd, al secolo Roger Waters, Nick Mason, Richard Wright e David Gilmour, rendevano omaggio al loro compagno Syd Barrett che si era perso nelle regioni sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale.
LE INIZIATIVE
Scuola Bauhaus, al Buonaccorsi una mostra per i cento anni FITTO il cartellone delle mostre in programma: da non perdere ‘Aspettando Bauhaus 100. Ivo Pannaggi’ a Palazzo Buonaccorsi (galleria di arte moderna) il 22, 23, 29 e 30 giugno.Visita alla sala Pannaggi dedicata al grande artista maceratese che fu uno dei tre italiani che seguirono i corsi della scuola di design fondata nel 1919. La mostra sarà aperta anche a luglio, tutti i martedì e domenica alle 17 e venerdì alle 11 (max 25 posti). Suggestivo l’appuntamento dei giovedì (ore 21,30) con ‘Una notte mitica’, cON visita al buio e a pancia in su al soffitto e ai personaggi della galleria dell’Eneide. A Macerata l’estate è anche a misura di bimbo poiché sabato 13 luglio, alle 16,30 si terrà “Signori si parte… e io modestamente lo Party’, con visita animata e laboratorio sul viaggio in carrozza, per bambini dai 6 ai 12 anni. E per i più curiosi, la città diventa visibile anche dall’alto: dal 16 luglio, tutti i giorni, alle 18,30 e 19,30, sarà possibile ammirarla dalla Torre dell’Orologio. La fatica per salire sulla terrazza panoramica sarà ripagata dallo splendido panorama che si aprirà sotto i vostri occhi. Dai Sibillini al mare, da nord a sud, non c’è confine a ciò che potrete vedere dal punto più alto di Macerata. Altro appuntamento, a luglio, tutti i lunedì, mercoledì e sabato alle 11, ‘Bauhaus per piccoli’ (fino ai 12 anni), con momenti ludici per guardare il mondo con gli occhi dei ragazzi speciali della scuola Bauhaus. E ancora, Sferisterio 190, tutti i martedì, giovedì e domenica alle 11 e venerdì e sabato alle 15,30: un viaggio di mezzora alla scoperta dei 190 anni di storia del simbolo della città di Macerata. Riconfermati tutti gli appuntamenti di luglio, anche per il mese di agosto. E a settembre, proseguiranno le visite alla mostra Bauhaus 100 e Sferisterio 190. In parallelo, tutti i city tour estivi, con tappe al museo di Palazzo Ricci, sale storiche della biblioteca comunale e Torre dell’Orologio. Si parte a giugno, da martedì a domenica, con partenza alle 11.30 da piazza della Libertà e alle 14.30 da Palazzo Ricci. E ancora, dall’1 al 14 luglio, da lunedì a domenica, partenza alle 10,30 da piazza della Libertà e alle 16,30 da Palazzo Ricci. Dal 15 luglio al 31 agosto, i tour partiranno alle 10,30 e alle 16.30 da palazzo Buonaccorsi. E fino al 15 settembre, il ritrovo è alle 10.30 con partenza da piazza della Libertà e alle 16,30 con partenza da Palazzo Ricci.
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SPECIALE MARCHE
PESARO: LA LIRICA
I TITOLI
L’EVENTO
IN PROGRAMMA SEMIRAMIDE, EQUIVOCO STRAVAGANTE E DEMETRO E POLIBIO
GALA CELEBRATIVO IN PROGRAMMA IL 21 AGOSTO ALLA VITRIFRIGO ARENA
Rof, il traguardo dei quarant’anni
Appuntamento dall’11 al 23 agosto con un cartellone di grande qualità di ELISABETTA ROSSI
II ROF e i suoi primi 40 anni. Non si sono ancora spenti gli echi delle feste per i 150 anni dalla morte del Cigno, che Pesaro è già pronta a celebrare un nuovo importante traguardo legato a Gioachino Rossini: le 40 candeline del festival. Un festival che ha raggiunto un’età matura e consapevole, ma che non smette di stupire per la sua freschezza e la capacità di rinnovarsi. E anche il cartellone del 2019 (dall’11 al 23 agosto) offre un trittico eccezionale di opere. Le tre principali sono Semiramide (Mariotti/VIck), Equivoco stravagante (Rizzi/Leiser e Caurier) e la ripresa di Demetrio e Polibio (Arrivabeni/ Livermore). Un programma di particolare impegno produttivo, a cui si aggiunge, come sempre, Il viaggio a Reims, la tradizionale opera, in forma di cantata scenica, che da anni rappresenta il trampolino di
lancio per le nuove voci scoperte dall’Accademia rossiniana Alberto Zedda, che dalla morte del maestro e profondo conoscitore del Cigno, è stata affidata a Ernesto Palacio, direttore artistico del Festival. Più che una scuola, è un luogo in cui si apprendono la mentalità, la cultura e lo stile del belcan-
tismo. MA IL ROF è anche concerti, come ‘La riconoscenza’ (14 agosto, Teatro Rossini) che vedrà salire sul podio il maestro Donato Renzetti alla direzione dell’orchestra Filarmonica Gioachino Rossini. O come i ‘Rossini italian harmo-
nists’ (15 agosto, teatro Rossini), che oltre alle musiche del Cigno pesarese, eseguono anche Boccherini, Schumann, Verdi e Offenbach. Il giorno successivo (16 agosto, Teatro Rossini) l’appuntamento è con le ‘Soirées musicales’. Si continua con i ‘Concerti di Belcanto’ e i lirico-sinfonici per i
IN SCENA Il ’Demetrio e Polibio’ nella ripresa Arrivabeni/Livermore (Foto Studio Amati Bacciardi)
quali a salire sul palco saranno i musicisti dell’Orchestra sinfonica Rossini. Spazio anche a uno speciale gala celebrativo pensato per il 40° che si terrà il 21 agosto (ore 20.30) alla Vitrifrigo Arena. UN CAST STELLARE in cui figurano, tra gli altri, big del panorama mondiale della lirica, come Juan Diego Florez, Nicola Alaimo, Paolo Bordogna, Mirco Palazzi, Michele Pertusi. A dare corpo alle note di Rossini, sarà l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, insieme col coro del teatro Ventidio Basso (diretto dal maestro Giovanni Farina). Uno spettacolo nello spettacolo, grazie al maxischermo che sarà installato (in collaborazione col comune di Pesaro) in piazza del Popolo per la videoproiezione in diretta. Informazioni: www.rossinioperafestival.it; gioachinorossini.itRossini150.it; www.pesarocultura.it
A PALAZZO MONTANI ANTALDI INAUGURATO L’11 GIUGNO: UN PERCORSO SULLA VITA DEL GRANDE COMPOSITORE
Dieci sale come un’opera, ecco il museo di Rossini – PESARO –
LA VITA E L’OPERA di Gioachino Rossini in dieci sale. Tante sono le stanze del piano nobile di Palazzo Montani Antaldi, nel cuore del centro storico di Pesaro (in via Passeri), che compongono il Museo nazionale Rossini, fresco di taglio del nastro lo scorso 11 giugno. Un museo monografico che la città ha deciso di dedicare al grande compositore. Un altro luogo ‘rossiniano’ accanto a quelli che già da tempo parlano di lui. Come il Teatro, i musei civici di Palazzo Mosca, la biblioteca della Fondazione Rossini e il Tempietto di Palazzo Olivieri. Il racconto del Cigno si snoda sala per sala, ognuna diversamente colorata e con soffitti affrescati con temi mitologici. Quadri, cimeli, busti, scenografie, libretti, spartiti e partiture originali, corredati da supporti interattivi e multimediali, entrano nel vivo del genio di Rossini. Originale la ripartizione delle sale secondo i tempi musicali di un’opera. L’Ouverture del museo è rappresentata dalla Sala 1 e cioè il Salone degli specchi del palazzo, destinata a ospitare incontri, conferenze e concerti da camera. Una chicca della stanza: il pianoforte Pleyel di Rossini, restaurato e perfettamente accordato. E soprattutto pronto per tornare a far vibrare le note del genio. Si possono ammirare anche un busto e il ritratto giovanile di Rossini. LE SALE 2, 3 E 4 sono invece
l’Atto I. In particolare, la sala 2 è dedicata a Pesaro e ai primi passi del compositore fino al trasferimento a Bologna e al debutto de ‘La cambiale di matrimonio’, mentre la 3 è quella che racconta la consacrazione di Rossini come icona del suo tempo. La 4 e la 5 illustrano la fase napoletana, ma anche quella di Roma, Milano e Bologna. L’intermezzo è invece la sala
6, scrigno di capolavori come il Barbiere di Siviglia, la Cenerentola e La gazza ladra. Rossini ha 30 anni e con le sue trenta e più opere è una star della musica in tutta Europa. LE ULTIME 4 SALE sono l’Atto II: la maturità di Rossini nella sala 7 che racconta del suo trasferimento a Parigi e della sua morte
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Marche
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nel 1868. La sala 8 è dedicata al Guglielmo Tell. Chiudono la 9 e la 10 con la fase dell’opera religiosa di Rossini e del periodo finale della sua vita. Accanto alle sale rossiniane, sono stati previsto anche spazi per mostre temporanee: dall’11 giugno è partita ‘Wall of Sound’, 50 scatti di Guido Harari, il fotografo del rock. Info: Museo Nazionale Rossini, via G. Passeri, 72, Pesaro. Aprile, maggio, giugno e settembre: da martedì a domenica 10-18. Luglio e agosto: tutti i giorni 10-18; sabato apertura continuata 10-23. Da ottobre a marzo: da martedì a domenica 10-13 e 15-18. Tel. 0721.1922156; www.museonazionalerossini.it
CON IL CONTRIBUTO DI
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SPECIALE MARCHE
LO SHOPPING
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LE IMPRESE CHE HANNO APERTO NELLE MARCHE NEL PRIMO TRIMESTRE 2019, MA IN 4.323 HANNO CHIUSO
LA PRODUZIONE Il museo Nel Fermano si producono cappelli pregiatissimi. I modelli più originali al Museo del Cappello di Montappone
NON SOLO SCARPE L’artigianato Ad Arquata del Tronto il nuovo stabilimento della Tod’s, la cui sede storica è quella di Casette d’Ete UN VIAGGIO tutto da vivere. Dove storia, cultura, ma anche anche antiche tradizioni artigianali e manifatturiere s’intrecciano. Le Marche, regione in cui si realizzano molti dei prodotti più prestigiosi del made in Italy, diventano così la terra da non perdere. Anche per chi vuole fare shopping. Numerose le griffe che si possono acquistare nel settore dell’abbigliamento e delle calzature ed accessori, andando a caccia di outlet e punti vendita dei più prestigiosi brand nazionali e internazionali. Proprio qui sono nati marchi che hanno fatto la storia, diventando celebri in tutto il mondo. Nel Fermano, da Montappone a Massa Fermana, si producono cappelli pregiatissimi, i cui modelli più originali sono conservati nel Museo del Cappello di Montappone. Sinonimo, non solo di economia, ma anche di arte, creatività e manifattura. Dove la tradizione di intrecciare la paglia, nata nel XVIII secolo, ha in Montappone uno dei centri principali: tutte le fasi della sua lavorazione sono illustrate nel percorso museale, dalla raccolta alla selezione, dall’intrecciatura alla cucitura, fino alla decorazione e vendita del cappello. Lo shopping nelle Marche non è solo legato alle grandi firme, ma include anche le lavorazioni artigianali di lunga ed antica tradizione, come quella della pelle, da cui derivano le più importanti industrie di calzature, pellame e borse. Da citare, sicuramente Tod’s che, ad Arquata del Tronto, il 20 novembre 2017, a poco più di un anno di distanza dal sisma che il 24 agosto 2016 aveva colpito anche quella zona, ha inaugurato, grazie a Diego Della Valle, la nuova sede. La stessa in cui calzature e pelletteria di lusso, amati da celebrities in tutto il mondo, sono diventati un mito e antesignani di un nuovo stile d’eleganza maschile e femminile. E poi non mancano gli arredi di pregio, punto di riferimento per una clientela sempre più esigente. Poiché l’artigianalità dei processi produttivi, assieme alla scelta delle migliori pelli, come nel caso di Poltrona Frau di Tolentino, possono fare la differen-
Tutti gli outlet dei grandi brand Ecco il made in Italy nelle Marche Calzature, arredamenti, pelle, ma anche cappelli e fisarmoniche LA CARTA Fatta a mano A Fabriano la sede museale della Carta e Filigrana . E’ possibile acquistarla in diverse botteghe della città
za. Soprattuto grazie a spazi come il Poltrona Frau Museum, simbolo d’eccellenza che in 1400 metri quadrati ospita una collezione di prodotti storici e documenti originali d’archivio, testimonianze della storia e dell’evoluzione dell’azienda centenaria. Famosa, a livello internazionale, anche la produzione della carta di Fabriano, dove ha sede il Museo della Carta e Filigrana, che ospita la ricostruzione di una cartiera medievale ancora funzionante, oltre alla collezione di filigrane di tutte le epoche storiche. In città, è possibile acquistare la carta fatta a mano in diverse botteghe così come anche nella libreria del museo. Un
fashion tour, nel cuore delle Marche lifestyle, dove anche la musica vuole la sua parte. Perché un altro importante settore da considerare è quello delle fisarmoniche, celebri strumenti musicali che a Castelfilardo, per oltre un secolo, hanno avuto il maggior centro di produzione. Ad esse, è dedicato un apposito museo internazionale, uno dei più visitati delle Marche, con circa 350 esemplari, tutti diversi tra loro. Pezzi unici, provenienti da 22 paesi diversi che vogliono rendere omaggio ai molti imprenditori artigiani ed industriali che, con la loro opera, hanno contribuito a trasformare culturalmente questa zona delle Marche.
LA MUSICA
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FISARMONICHE A Castelfidardo, il maggior centro di produzione. I pezzi raccolti nel museo internazionale provengono da 22 Paesi diversi STRUMENTI Un pezzo esposto
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SPECIALE MARCHE
SAN SEVERINO MARCHE
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DAL NUCLEO PIÙ ANTICO SI APRE UNA VISTA SPLENDIDA SULLE COLLINE CIRCOSTANTI
La Pinacoteca, lo scrigno dei tesori
Il pezzo più pregiato, tra i vari capolavori, la Madonna della Pace del Pinturicchio SAN SEVERINO MARCHE è addossato al colle di Montenero, nella valle del Potenza. Dal nucleo più antico, detto Castello, si gode una vista meravigliosa sulle colline coronate di piccoli paesi e la campagna punteggiata di piccoli casolari. Ma la principale attrazione è la Pinacoteca civica, ospitata presso Palazzo Tacchi Venturi, che raccoglie quadri di scuola locale provenienti dalla confisca dei beni ecclesiastici negli anni successivi all’Unità d’Italia, e in parte opere prestate dalla diocesi e affreschi staccati per ragioni di conservazione. Una visita in questo luogo vale un viaggio in questa piccola città d’arte: la Pinacoteca è stata riaperta un paio di mesi dopo il terremoto dell’ottobre 2016, ed è una delle poche raccolte di tutta l’area del cratere visitabile dopo la devastazione provocata dalle scosse. Come se la storia
COSA VEDERE I polittici di Vittore Crivelli e Paolo Veneziano, l’altarolo di Lorenzo Salimbeni avesse deciso di ripetersi, visto che la Pinacoteca nasce dall’esigenza di salvaguardare le opere raccolte dal Comune che, dopo la soppressione di molti enti religiosi a seguito del decreto del luglio 1866, passarono alle amministrazioni comunali per essere poi destinate al pubblico. La raccolta venne collocata in alcuni ambienti della Residenza Comunale dove rimase fino al 1974, anno dell’inaugurazione della nuova sede, il palazzo Tacchi Venturi poi Manuzzini, costruzione del XV secolo che incorpora un’antica torre di vedetta. Dedicata a Padre Tacchi Venturi, noto studioso sanseverinate di storia delle religioni i cui eredi donarono alla città gran parte del palazzo dove attualmente è allestita, la Pinacoteca comprende, tra le altre opere, i polittici di Vittore Crivelli, Niccolò Alunno e Paolo Veneziano, l’altarolo di Lorenzo Salimbeni, alcuni dipinti di Lorenzo d’Alessandro e opere concesse dalla Curia Vescovile, che ne conserva la proprietà. Tra queste un Cristo deposto del XIII secolo, la Madonna della Pace del Pinturicchio e la Madonna del Soccorso di Bernardino di Mariotto. Il pezzo più pregiato della collezione è sicuramente la Madonna della Pace del Pinturicchio, tavola ritenuta da molti il suo capolavoro per lo splendore dei colori e la ricchezza del paesaggio. Grazie al progetto ‘Il Museo di tutti e per tutti’ della Regione Marche, all’interno della Pinacoteca sono stati realizzati anche un percorso tattile sensoriale, il rilievo in resina di un particolare della Madonna della Pace di Pintu-
ricchio, schede di sala in braille ed il catalogo con disegni a rilievo e testi in braille dedicato ai fratelli Salimbeni, protagonisti di quel rinnovamento linguistico in senso internazionale del Quattrocento marchigiano. «Entrate nella Pinacoteca – è stato l’invito lanciato dal professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, già ministro per i Beni culturali, e soprintendente del Polo Museale
ACCESSIBILITÀ Un percorso tattile sensoriale con il progetto della Regione ‘Il museo di tutti e per tutti’ Fiorentino, in occasione della riapertura dopo un recente riordinamento scientifico – e capirete le tendenze artistiche fondamentali che attraversarono, fra Trecento e Cinquecento, questa parte d’Italia. C’è l’influsso lagunare che, risalendo dai porti sull’Adriatico, porta nel nome della Marca lo smagliante smaltato cromatismo di memoria bizantina di Paolo Veneziani. C’è il fiorentinismo un po’ naif di Allegretto Nuzi da Fabriano e c’è, affidato al superbo retablo perfettamente intatto nella sua dorata cornice, lo stile di Carlo Crivelli che si declina e si ibrida nei modi più popolareschi, nel linguaggio in un certo senso ‘etnico’ del fratello Vittore. La corrente artistica espressionista di origine umbra è testimoniata in Pinacoteca dal polittico di Nicolò di Liberatore, detto l’Alunno, mentre la linea morbida, ritmica e melodiosa inaugurata dal Perugino si affida al Pinturicchio su tavola forse più bello fra quanti se ne conservano nei musei del mondo».
LA PITTURA
L’INVITO
LA NASCITA
Gli artisti
Il professor Paolucci
La storia
Di grande interesse sono gli affreschi provenienti da chiese urbane ed extraurbane, alcuni del XIV secolo che, assieme alle opere dei fratelli Salimbeni, costituiscono un’antologia della pittura sanseverinate tardogotica
«Entrate nella Pinacoteca e capirete le tendenze artistiche fondamentali che attraversarono, fra Trecento e Cinquecento, questa parte d’Italia»: queste le parole di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani
La Pinacoteca nasce dall’esigenza di salvaguardare le opere raccolte dal Comune che, dopo la soppressione di molti enti religiosi nel 1866, passarono ai Comuni per essere destinate al pubblico
PER I TURISTI SUL WEB 160 SOLUZIONI PER TRASCORRERE LE VACANZE: GLI STRANIERI APPREZZANO
Ville, casali e dimore storiche: il progetto di ‘Homelike Villas’ LA RINASCITA dopo il terremoto passa anche da un progetto turistico di ampio respiro che lega due delle regioni più colpite, le Marche e l’Umbria, estendendosi anche alla Toscana e in futuro ad altre regioni d’Italia. Il progetto ‘Homelike Villas’ parte proprio da San Severino Marche, lanciato dall’imprenditore settempedano Sandro Teloni che ha anche fondato il nuovo tour operator ‘Villas in Italy’ presentandolo ufficialmente a poco più di un anno dai fatti che sconvolsero nell’ottobre 2016 anche la comunità locale. Dalla splendida residenza di charme La Villa, in località Cesolo, il progetto ‘Homelike Villas’ ha ben presto conquistato il mondo mettendo in rete ben 160 tra ville moderne, ville antiche, casali e dimore storiche per offrirle ai turisti, soprattutto stranieri, come case di vacanza da affittare per una o più settimane. Un progetto ambizioso tanto da essere
stato subito inserito dalla rivista Vanity Fair tra i dieci migliori siti al mondo per affittare le case di vacanza. TANTO DA ESSERE SELEZIONATO tra «le migliori proposte che offrono tutte le garanzie che servono e i necessari servizi per rendere speciale ogni viaggio», il portale offre case lussuose in mezzo al verde e, tra tanti plus per chi affitta, anche un consulente di viaggio che assiste il cliente dal momento della prenotazione al check-out fornendo anche tutte le informazioni utili per godersi al meglio il territorio. Molte delle strutture presenti nella rete, soprattutto nelle Marche, hanno già registrato il sold out iniziando anche a prendere prenotazioni per la prossima estate. Un successo per l’iniziativa ma anche per il turismo della nostra regione, soprattutto in un’ottica straniera.
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SPECIALE MARCHE LA VERGINE MARIA
LORETO E LA SPIRITUALITÀ
LA STATUA DELLA MADONNA SI TROVA ALLA SOMMITÀ DEL LANTERNINO DELLA CUPOLA: È DI RAME SBALZATO E DORATO
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IL SANTUARIO Pellegrini in piazza della Madonna a Loreto
La Scala Santa Per purificare l’animo prima di raggiungere la Basilica attraversando Porta Marina, è consigliabile salire i 330 gradini della Scala Santa
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Sono circa 4 milioni, i pellegrini che ogni anno visitano la Madonna Nera di Loreto. È uno dei luoghi sacri più visitati del centro-nord
Pellegrinaggio alla Santa Casa
Ogni anno migliaia di turisti arrivano per pregare la Madonna Nera È UNO dei luoghi di pellegrinaggio più importanti al mondo, che ogni anno raccoglie migliaia di credenti. Loreto è la culla della spiritualità marchigiana, scrigno d’arte e luogo di cultura, nata attorno alla celebre Basilica che ospita la Santa Casa di Nazareth, dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Il suo arrivo si fa risalire al 1291, quando i musulmani cacciarono definitivamente i cristiani da Gerusalemme e tentarono poi di riconquistare Nazareth, un gruppo di angeli prese la Casa e, dopo alcune peregrinazioni, la portò in volo fino a Loreto. Anche per questo motivo la Madonna Nera di Loreto è venerata come patrona degli aviatori. LA STORIA. Per molti secoli i pellegrini di ogni ceto ed età si mettevano in viaggio per raggiungere la Santa Casa, spesso da terre lontane, verso la cosiddetta Marca di Ancona, come si usava chiamare fino al 1860 il territorio tra i fiumi Esino e Tronto.Venne poi
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eretta una piccola chiesa circondata da un fortilizio (il primo santuario) per proteggere la Santa Casa. Nel 1469, per iniziativa del vescovo di Recanati Nicolò delle Aste e in seguito con Papa Paolo II, iniziarono i primi lavori di costruzione dell’odierna basilica, dapprima di forme gotiche e successivamente rinascimentali. I grandi architetti del tempo prestarono la propria opera alla costruzione del santuario: Giuliano da Maiano, Baccio Pontelli, Giuliano da Sangallo; Francesco di Giorgio Martini, Donato Bramante , Andrea Sansovino, Antonio da Sangallo il Giovane ed altri ancora. Nel 1507 con papa Giulio II il santuario venne posto sotto il diretto controllo della Santa Sede. Nel 1586 Sisto V nominò Loreto a diocesi e gli venne dedicata la statua bronzea, opera di Antonio Calcagni e Tiburzio Vergelli, che è posta in tutta la sua maestosità a fianco dell’ingresso della Basilica. La cupola ottagonale fu opera di Giuliano da Sangallo e venne realizzata negli anni 1499-1500. La statua della Madonna, di rame sbalzato
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Le parole di Papa Giovanni Paolo II
La Santa Casa è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine, vero cuore mariano della cristianità
S. Claudio al Chienti di Corridonia: l’antichissima chiesa romanica
LA CHIESA di San Claudio al Chienti di Corridonia ha origini antichissime, ed è uno degli esempi più importanti di architettura romanica delle Marche. Situata nel territorio in cui sorgeva la città romana di Pausulae, che fu anche antica sede vescovile, è documentata a partire dall’XI secolo presso l’Archivio Storico di Fermo. Fu una pieve, e non un’abbazia: i documenti escludono che vi sia mai esistita una congregazione monastica di qualsiasi tipo. Oggi mantiene il suo aspetto originario in maniera quasi intatta, la cui peculiarità è la presenza di due chiese sovrapposte. Ha pianta quadrata ed è modulato lungo il perimetro da absidi semicircolari. La facciata è incorniciata da due torri cilindriche, simili ai campanili dell’area ravennate e trova analogie nelle Marche in San Vittore alle Chiuse e Santa Maria delle Moje. Interessante il portale gotico in pietra d’Istria che orna l’ingresso del piano superiore e fu aggiunto in epoca successiva all’edificazione della chiesa.
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e dorato, si trova alla sommità del lanternino della cupola. A fianco della candida facciata in pietra d’Istria, completata nel 1587, si innalza l’elegante campanile (1750-55), opera di Luigi Vanvitelli. Salendo un’ampia scalinata e attraversando tre magnifiche porte in bronzo si giunge all’interno della Basilica. La pianta è gotica a tre navate su dodici pilastri, con cappelle laterali e tredici absidi. Sotto la cupola, la cui calotta è stata dipinta dal pittore Cesare Maccari con le Litanie lauretane e la Storia del Dogma dell’Immacolata (1890-1907), è posizionato il sacello della Santa Casa, rivestito di marmo con statue e rilievi, capolavoro della scultura del Cinquecento. La Cappella dell’Annunciazione fu decorata con affreschi di Federico Zuccari, le sacrestie di San Marco e San Giovanni da Melozzo da Forlì e Luca Signorelli, il soffitto ed il padiglione della Sala del Tesoro dal Pomarancio. La Basilica è stata affidata all’ordine dei Padri Cappuccini. Tra le cose più suggestive da visitare a Loreto: la Chiesa della Ban-
DA NAZARETH
Storia
Il viaggio verso Loreto La tradizione vuole che la Santa Casa, dopo essere transitata per la Dalmazia, sia giunta a Loreto la notte del 9-10 dicembre del 1294 deruola, la prima chiesa che ha ospitato la casa di Nazareth; la Scala Santa, 330 gradini per purificare l’animo; I Camminamenti di Ronda, che venivano usati in passato per scrutare l’orizzonte e garantire la sicurezza; la Sala del Tesoro, dove sono custoditi in grandi teche i preziosi doni ricevuti dal Santuario. Su tutti il Museo Antico tesoro della Santa Casa e Lorento Lotto. L’ingresso si trova sotto il loggiato di piazza della Madonna, che conserva dipinti, sculture, arazzi e oggetti d’arte di grande valore. Tra le opere, quelle di Lorenzo Lotto, uno dei più grandi pittori del ‘500 europe, che trascorse gli ultimi due anni di vita proprio a Loreto.
S. Urbano sull’Esinante di Apiro: tra geometrie e giochi di luce
L’ ABBAZIA di Sant’Urbano sorge isolata sulla sponda sinistra del torrente Esinante, affluente del fiume Esino. Situata tra le dolci colline marchigiane è una delle più antiche: la data della sua fondazione è ascrivibile al X-XI secolo. È orientata ad Oriente, verso Gerusalemme, simbolo di luce e perciò di Dio:nell’antichità era consuetudine inserire nelle costruzioni religiose, elementi ispirati da modelli astronomici e matematici. Nell’Abbazia di Sant’Urbano dove si realizzò un occhio circolare sopra l’abside, dal quale solamente in due date dell’anno, (il 25 maggio e il 19 luglio) alle prime ore del mattino, entra un fascio luminoso che attraversa il buio dell’aula e colpisce un cerchio scolpito nel pilastro della navata laterale sinistra. A causa dei violenti contrasti con il vicino comune di Apiro per le sue mire espansionistiche sul castello di Sant’Urbano, nella prima metà del XIII secolo l’abbazia subì numerose devastazioni.
SPECIALE MARCHE LA TRADIZIONE
LA CURIOSITÀ
PAPA BENEDETTO XV PROCLAMÒ LA MADONNA PATRONA DEGLI AVIATORI, COME RICHIESTO DAI PILOTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
LA SANTA CASA È FORMATA DA TRE PARETI PERCHÉ LA PARTE DOVE SORGE L’ALTARE DAVA, SULLA BOCCA DELLA GROTTA, NON ESISTE MURO
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San Salvatore di Valdicastro a Fabriano
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Santa Maria della Rocca di Offida: il miracolo delle trenta mine
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S. Maria di Chiaravalle: il fulcro della città
L’ABBAZIA di S. Salvatore di Valdicastro fu fondata fra il 1005 e il 1009 da S. Romualdo degli Onesti, il quale, nel 1027, vi si spense. La storia della sua scomparsa è molto particolare: sulla via del ritorno il Santo poco prima di morire, a circa km 2 dal monastero, si fece costruire una cella con oratorio (S. Biagiolo), dove rende l’anima a Dio il 19 giugno 1027. Cinque anni dopo il corpo, ritrovato incorrotto, viene riesumato e tumulato nella chiesa del monastero sotto l’altare maggiore. Il comples-
so fu ristrutturato nel 1262 e in epoche successive. Quella che oggi si può vedere è di stile gotico, ha tre campate, tre absidi e sotto la nave traversa è posta la cripta. Nelle pareti della chiesa si possono notare affreschi del XV secolo raffiguranti S. Cristoforo, S. Giovanni Battista e lo stesso fondatore San Romualdo. L’altare è composto di un sarcofago romano del III secolo d.C. dove per 400 anni furono custodite le spoglie di S. Romualdo. Molto interessante è anche il Chiostro con le volte a crociera e la Sala Capitolare. Della
CIRCONDATA su tre lati da dirupi, che si aprono su due vallate, la chiesa di Santa Maria della Rocca è una costruzione in stile romanico-gotico. È stata edificata nel 1330 da Maestro Albertino, costruendola su una già esistente piccola chiesa benedettina. La facciata, rivolta verso l’esterno dell’abitato è articolata da lesene e sul lato opposto sono presenti tre absidi poligonali con paraste di pietra bianca, monofore e archetti gotici. Sull’abside centrale si apre un portale romanico-gotico attraverso la quale si entra nella cripta ornata di affreschi attribuiti al Maestro di Offida. Pitture di influsso giottesco, alcune attribuite a Giacomo da Campli, sono conservati nella chiesa superiore (parte delle decorazioni originali sono andate perse per il deperimento della copertura). Costruiti in epoche differenti, negli altari laterali, si segnala quello dedicato a sant’Andrea, del XV secolo, con pala affrescata su muro da Vincenzo Pagani. Il miracolo della Vergine: tra il 16 ed il 18 giugno ‘44, durante l’avanzata delle truppe alleate, alcuni militari tedeschi avevano minato la chiesa affinché le macerie potessero essere di intralcio agli alleati. Delle trenta mine esplose, nessuna scalfì la chiesa. La credenza popolare legata alla chiesa: sul lato sinistro del primo gradino della scala è rappresentata una pecorella che mangia un quadrifoglio. Se ci si posiziona sopra e si esprime un desiderio, questo si avvera se si percorre all’indietro la scalinata ad occhi chiusi.
LA CHIESA sorge al centro della cittadina, preceduto da un’area verde. La sua origine risale al VII secolo, quando un primitivo monastero benedettino sembrerebbe essere stato eretto in un terreno donato al Papa dalla regina longobarda Teodolinda. Venne poi distrutto nel 1126 dai Saraceni per poi essere ricostruito dai monaci cistercensi che lo denominarono Santa Maria in Castagnola. La struttura attuale, fu fondata secondo la tradizione nel 1172 da monaci cistercensi, riutilizzando i resti della precedente costruzione. Nel 1248 l’abbazia può contare su ben quaranta monaci, ciò testimonia la vasta estensione e la grande importanza del complesso monastico, tanto da diventare oggetto delle mire espansionistiche del libero comune di Jesi e in seguito anche di Ancona. Il chiostro e i circostanti ambienti abbaziali sono stati rinnovati nel tardo ‘500. La chiesa abbaziale, in particolare, è un notevole esempio di architettura cistercense: tre navate, transetto e abside quadrata. La facciata romanica ha due spioventi, con grande rosone sormontato da una bifora ed un fastigio cuspidato, sopra cui scorre una fascia di archetti. Nell’interno dell’abbazia una preziosa scultura in pietra policroma raffigura una Madonna con bambino del XII secolo.
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durante l’anno, raggiungono il santuario. Il terremoto del 2016 ha danneggiato anche questo luogo di culto, ma la decisa volontà della Cassa di Risparmio di Fermo, che si è accollata la spesa dell’intero restauro, ha permesso la riapertura nella notte di Natale dello scorso anno. «Da quella sera - dice il rettore Padre Gianfranco Priori, noto anche come ‘Frate Mago’ - è stato un flusso continuo e superiore ad ogni aspettativa. Segno che, anche con il luogo inaccessibile, i fedeli delle Marche, colpiti dal terremoto, hanno pregato e chiesto conforto alla Madonna dell’Am-
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primitiva costruzione conservala cripta con piccolissime finestre a strombo. Il monastero è diventato abitazione privata e, successivamente, agriturismo con una splendida veduta, a partire dal 2006. L’Abbazia è di proprietà della Cooperativa Agricola San Romualdo. Per visitarla e per avere maggiori informazioni, visitare i siti www.turismo.marche.it/Turismi/Cultura e www.iluoghidelsilenzio.it/abbazia-di-san-salvatore-di-valdicastro-poggio-san-romualdo.
Sant’Elena a Serra San Quirico: la chiesa delle tre navate
FONDATA nel 1005 da San Romualdo, nel 1180 si unì alla Congregazione Camaldolese. Al momento dell’aggregazione, l’abbazia era comunque un’istituzione consolidata con un notevole sviluppo economico e sociale. Nel XII secolo vantava il possesso di circa 50 chiese e 10 edifici fra castelli e ville con tutti i beni annessi. La chiesa fu rinnovata alla fine del sec. XII. Alla metà del XV secolo Papa Innocenzo VIII la sottrasse alla Congregazione camaldolese, nominando un Abate commendatario, il cardinale Giovanni Colonna. Il 6 Aprile 1816, l’ultimo Abate commendatario di Sant’Elena, cedette in enfiteusi l’ Abbazia con tutti i beni annessi alla famiglia Pianesi, che ne divenne in seguito la legittima proprietaria. La chiesa è costruita a blocchetti di arenaria irregolare; ha una slanciata facciata con campanile a vela e un bel portale strombato a semicolonne, sormontato da una lunetta che mostra una croce apicata tra due leoni a bassorilievo. È a tre navate; quella centrale è larga più del doppio rispetto a quelle laterali ma si eleva alla stessa altezza delle altre, tanto da conferire all’invaso l’aspetto di una chiesa sala, “ a gradinature”. Il presbiterio, sopraelevato sulla cripta, conserva nella conca absidale la tela che raffigura Sant’Elena e la Croce, opera del Pomarancio. L’apparato scultoreo dell’abbazia consiste nei capitelli della cripta, in quelli dei pilastri delle navate e nell’ornato del portale. Nel vecchio Monastero, ora usato per cerimonie, conferenze, si trovano delle sale dalle volte in laterizio, ora a botte ora a crociera, con pareti in pietra.
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Santa Maria a Portonovo: la citazione dantesca
PERFETTAMENTE inserita nel paradiso naturale del Monte Conero, la chiesa di Santa maria di Portonovo sovrasta la scogliera di bianco calcare su cui è arroccata. È in armonia con l’ambiente circostante, parzialmente nascosta nel verde, è un vero e proprio gioiello dell’architettura romanica, realizzato in blocchetti lavorati di calcare del Conero. La pianta a croce greca è divisa in cinque navate, la cupola risulta divisa in due parti, il tiburio e il tamburo sono quadrati, la principale fonte di luce è rappresentata dalle caratteristiche bifore. Nel vestibolo della chiesa, una lapide riporta i versi del XXI canto del Paradiso di Dante Alighieri: «In quel loco fu’ io Pier Damiano, e Pietro Peccator fu’ ne la casa di Nostra Donna in sul lito adriano.» L’apertuta dell’Abbazia è effettuata da volontari di Italia Nostra Nella stagione estiva è aperta da lunedì 15 aprile e fino a domenica 30 giugno: mercoledì e sabato 16,30 - 19,30; il venerdì e la domenica 09,00 - 12,00. Da lunedì 1 luglio a domenica 15 settembre: mercoledì, giovedì, venerdì e sabato 16,30 - 19,30; la domenica 09,00 12,00. Eventuali aperture extra potranno essere richieste scrivendo a ancona@italianostra.org sette giorni prima e saranno subordinate alla disponibilità dei volontari.
Madonna dell’Ambro, la Lourdes dei Sibillini
IL SANTUARIO della Madonna dell’Ambro, a Montefortino (Fermo), è uno dei più antichi e visitati (dopo Loreto) delle Marche. Definito anche “la piccola Lourdes dei monti Sibillini”, è situato a 658 metri di altitudine, incastonato tra Monte Priora e Monte Castel Manardo. Posto nel cuore del Parco dei Sibillini, in uno scenario di rara bellezza, consente allo spirito e al corpo, di trovare pace e ristoro. Il paesaggio e il silenzio del luogo aiutano la riflessione e il discernimento, confortando le migliaia di pellegrini che ininterrottamente,
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bro. Così tanti vengono per sciogliere voti o chiedere nuove grazie, altri per semplice gratitudine e per quella naturale e semplice devozione da sempre cara alla gente marchigiana. Noi frati Cappuccini siamo felici che, anche grazie al santuario, tutto il territorio ai piedi dei Sibillini inizia pian piano a ripartire dopo quel terribile 2016». Poco distanze dal santuario, sopra la Gola dell’Infernaccio, si erge un altro luogo di fede, l’eremo di San Leonardo, realizzato a mano e da solo da Padre Pietro, il frate eremita scomparso qualche anno fa.
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SPECIALE MARCHE
SPIRITUALITÀ FIASTRA
URBISAGLIA
Abbazia di S. Maria di Chiaravalle immersa nel verde della Riserva
Un territorio fondato sull’ideale dell “Ora et Labora” Lavoro e preghiera. È l’ideale benedettino che negli anni ha segnato la storia di Fiastra, dando frutto ad un un patrimonio inestimabile che ha impreziosito il valore fondamentale di questo territorio. Istituita nell’ 1984, la Riserva Naturale Abbadia, comprende 1825 ettari di terreni che circondano l’Abbazia di Chiaravalle, nata per proteggere le terre appartenute ai monaci cistercensi e da loro plasmate nel corso dei secoli e dove è ancora possibile godere di un ambiente accogliente ed armonioso, espressione di un rapporto equilibrato tra uomo e natura. Attualmente la Riserva, è gestita dalla Fondazione Giustiniani Bandini, che ha come finalità fondamentali quelle di promuovere la ricerca scientifica e le attività di educazione ambientale. L’ABBAZIA SANTA Maria di Chiaravalle è invece uno dei monumenti più pregevoli e meglio conservati in Italia dell’architettura cistercense e rappresenta la più alta testimonianza della presen-
LUOGHI SACRI Il piazzale dell’abbazia di Santa Maria di Chiaravalle
za dei Cistercensi nelle Marche, che vi arrivarono nel 1142 dal monastero di Chiaravalle di Milano. I monaci portarono con sè i libri liturgici e gli arnesi da lavoro. Per la costruzione dell’abbazia, iniziata l’anno del loro arrivo in terra marchigiana, furono seguite le indicazioni di San Bernardo e si ricorse ad architetti - monaci francesi che si avvalsero di stilemi tipici dell’architettura cistercen-
se. L’interno della chiesa è a tre navate, di cui la centrale è altissima, e a volte ogivali, con caratteristici pilastri cruciformi coronati da capitelli romanici, scolpiti dai monaci stessi con materiali provenienti dai ruderi della vicina Urbs Salvia. Oltre a costruire la chiesa, i monaci si dedicarono alla bonifica di tutta la zona, caratterizzata soprattutto da boschi ed estese paludi. Tra gli affreschi che si conservano nell’abbazia, quelli della seconda cappella a destra, dedicata a San Benedetto. A lato dell’edificio sorge il monastero che racchiude il grande chiostro in laterizio con bassi pilastri, archi ribassati e copertura a capriate. Dell’antico monastero, abbandonato dai Cistercensi nel 1422, in seguito ad un saccheggio e successivamente affidato a cardinali commendatari, ai Gesuiti e infine passato in proprietà alla famiglia Giustiniani- Bandini di Camerino, si conservano la Sala del Capitolo, il refettorio e il dormitorio dei conversi, la sala delle oliere e altri locali. (www.turismo.marche.it www.abbadiafiastra.net)
TOLENTINO
La basilica di San Nicola risplende dopo il terremoto LA BASILICA di Tolentino è uno dei santuari più importanti dell’Italia centrale. Dedicata a San Nicola, che fu frate agostiniano, taumaturgo e grande predicatore, venne consacrata nel 1465 e al suo interno contiene pregevoli opere d’arte come S. Anna di Guercino, S. Tommaso da Villanova di G. Ghezzi. Nella cappella vi sono conservati due grandi quadri, ex voto: L’Incendio del Palazzo Ducale a Venezia di Matteo Stom e La peste a Genova (o a Venezia, secondo alcuni) di Giovanni Carboncino. Recentemente riaperta dopo i lavori di messa in sicurezza a causa del terremoto: «La chiesa era stata danneggiata soprattutto nella par-
te del complesso monumentale che riguarda la parte conventuale e il santuario - spiega il giornalista Luca Romagnoli -, ora sono nuovamente accessibili, dopo un controllo accurato del soffitto a cassettoni e dopo il montaggio di una rete di protezione, la navata centrale, la Cappella delle Sante Braccia dove è stato sistemato il corpo del Santo e il Cappellone trecentesco», i cui preziosi affreschi sono in parte visibili. «San Nicola è il co-patrono di Tolentino, una Santo adorato in tutto il mondo: ci sono chiese dedicate a lui alle Canarie, nel Bronx, in Amazzoni: luoghi dove gli agostiniani sono stati e hanno diffuso il culto di San Nicola». Il
cio. «Questa manifestazione fa si che tutti coloro che vengono in visita alla basilica e assistono alla messa, si confessano e fanno la comunione, sono perdonati di tutti i peccati». I LAVORI Sopra la basilica e la cerimonia di riapertura
10 settembre a Tolentino si festeggia San Nicola, per tradizione fino alla domenica successiva ci sono feste sia religiose che civili, che culminano con la Festa del Perdono fiera con tombole e fuochi d’artifi-
IL MIRACOLO La Cappella delle Sante Braccia custodisce le braccia di San Nicola. Un tentativo di trafugamento fu realizzato dopo la morte del santo, ma fallì perché dalle braccia amputate iniziò a sgorgare del sangue. Il miracoloso evento è rappresentato nella tela di G. Foschi presso l’altare maggiore.
ANTICHITÀ Il Teatro, fatto costruire da Gaio Fufio Gemino prima del 23 d.C.
IL PARCO ARCHEOLOGICO
Tra storia e natura, un sito da scoprire PIÙ DI 40 ETTARI di parco archeologico, immerso tra storia e natura. Quello di Urbs Salvia, questo il nome antico di Urbisaglia, è il sito più spettacolare della Marche. Il percorso di visita, che scende per un comodo tracciato di circa un chilometro, mostra i monumenti principali di una tipica città dell’età imperiale e permette di approfondire lo studio della civiltà romana. La visita inizia al Museo Archeologico Statale, dove sono esposti materiali provenienti dall’antica Urbs Salvia. Si prosegue con le cisterne dell’acquedotto che rifornivano d’acqua la città sottostante: nel punto più alto è collocato il Serbatoio dell’acquedotto, due gallerie parallele che rifornivano d’acqua la città sottostante. Più in basso il teatro, usato per le rappresentazioni drammatiche, e l’edificio a nicchioni, che fungeva da scenografico raccordo dei vari livelli della città. È uno dei più grandi d’Italia e l’unico che conservi consistenti tracce di intonaco dipinto. Fu edificato in laterizi all’inizio del I sec. d.C. Il sottostante «Edificio a nicchioni» fungeva da scenografico raccordo dei vari livelli della città, cioè fra il sovrastante pianoro del teatro e il foro. Ai piedi della collina si estende l’area sacra, costituita da un tempio con criptoportico, corridoio sotterraneo affrescato con immagini legate alla propaganda augustea e deliziosi riquadri con scene di animali intervallate da maschere lunari. Attraversando l’imponente cinta muraria si raggiunge l’anfiteatro, in ottimo stato di conservazione, dove si svolgevano i giochi gladiatori. Una grande cinta muraria, alta in alcuni punti fino a cinque metri, fatto costruire da Lucio Flavio Silva Nonio Basso alla fine del I sec. d.C. Nei pressi dell’Anfiteatro sorgono due imponenti Monumenti funerari. La visita al Museo Archeologico Statale permette infine di avere uno sguardo d’insieme sulla civilizzazione romana del sito. INFO: www.urbisaglia.com www.turismo.marche.it
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