I casoni veneti. Saccisica è la magia di un luogo che dialoga con la campagna, con l'ambiente naturale, con la sua storia rurale testimoniata dai casoni veneti ancora esistenti e visitabili. I casoni sono dimore particolari per configurazione architettonica, dimensioni e materiali, ma anche per funzionalità. Il casone, quasi scomparso nella sua forma originaria, ma molto diffuso fino agli anni '50, era l'abitazione povera dei braccianti di queste terre, costruito con i materiali offerti dalla natura: argilla per i mattoni, canne palustri e paglia per il tetto, legname per i serramenti. Aveva una forma rettangolare o quadrata, con il tetto caratteristico per l'elevata copertura a cuspide e tutti gli spazi interni ridotti all'essenziale. Negli anni '40 solo a Piove di Sacco i casoni erano 320. Oggi se ne possono contare solo 3 in tutta la Saccisica, tutti aperti al pubblico e visitabili. A Piove di Sacco si possono visitare il Casone Rosso, che deve il suo nome al colore dell’intonaco esterno
ed è stato ricostruito secondo le perimetrie e i prospetti originali dopo l’incendio del 1993, e il Casone di Via Ramei, costruito tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento e arredato con mobili ed oggetti originali donati dalla popolazione locale. Situati entrambi
3 in mezzo alla natura, sono il ponte che collega il passato al futuro, l’àncora dei valori di un tempo e la nostra memoria collettiva. Ad Arzergrande si è appena concluso il restauro del Casone Azzurro costruito nell'Ottocento e abitato fino al 2006.
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Saccisica: scorcio di natura. Brugine: Villa Roberti. Piove di Sacco: Casone Via Ramei. Arzergrande: Casone Azzurro. Piove di Sacco: Casone Rosso.
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ITINERARI IN SACCISICA • Itinerario dei casoni • Vie d’acqua • Sapori della Saccisica • La via del sale e dello zucchero Maggiori informazioni presso l’ufficio turistico Bacino della Saccisica.
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Saccisica, terra d'acque e di sapori.
Saccisica. Terra d’acque. La Saccisica è una zona pianeggiante, molto bassa, quasi al livello del mare che si frappone tra la Città di Padova e la laguna veneta. È stata, un tempo, il contado padovano e insieme l'amato entroterra dei nobili veneziani, sede delle loro dimore di campagna, ma anche il loro inesauribile granaio. Il nome di Saccisica le deriva dal capoluogo Piove di Sacco, importante avamposto dei Carraresi negli scontri con la Serenissima per il controllo del territorio tra Padova e Venezia.
L’epoca Romana. La mancanza di scavi archeologici sistematici ha finora impedito la ricostruzione di un chiaro quadro del territorio della Saccisica in epoca romana. Ciononostante il rinvenimento del tutto casuale di numerose lapidi, are e stele attesta il livello elevato degli insediamenti romani nella Saccisica. Il materiale archeologico rinvenuto risale al I e al II secolo d.C., quando tutto il territorio padovano, incorporato nella X Regio Venetia et Histria, visse un periodo di particolare fioritura economica e politica. Con la colonizzazione romana si sviluppò un'ampia rete viaria di collegamento tra il territorio padovano ed alcune importanti vie di comunicazione dell'Impero allora in fase d'espansione verso est. Il complesso viario portò al sorgere di numerosi insediamenti che si accompagnarono alla Centuriazione tesa a bonificare, per trasformare in terre produttive, tutte quelle zone basse e paludose
1 con scarsa pendenza, e quindi soggette all'invasione delle acque dei fiumi. In tal senso la Saccisica fu un importante sito d'acquartieramento romano. Il territorio padovano fu organizzato in tre agri centuriati uno dei quali faceva capo a Piove di Sacco, con la formazione di borghi e villaggi di dimensioni minori lungo le principali vie di comunicazione. Da quanto emerge nei rinvenimenti archeologici particolarmente interessanti di Arzergrande, Sant'Angelo, Vigorovea, Brugine, Campagnola, Vallonga, gli insediamenti d'epoca romana nella Saccisica erano sicuramente di livello elevato com'è testimoniato dai resti delle villae, ossia le lussuose abitazioni con annessi rustici per le produzioni agricole quasi precursori delle future ville venete, e di tombe romane nelle zone di Sant'Angelo, Vigorovea e Arzergrande. Sempre ad Arzergrande i resti di colonne e di
grossi blocchi di massicciata attestano l’esistenza di imponenti opere di arginatura contro le rotte del fiume Brenta. Alcuni di questi interessanti reperti archeologici romani sono oggi visitabili presso la Sala espositiva “Portus Aedro” nel Comune di Arzergrande. In località Ardoneghe di Brugine è stata trovata un'ara della fine del I secolo dedicata a Nettuno, mentre a S. Anna di Piove di Sacco lo scavo ha restituito un’ara votiva della seconda metà del I sec. dedicata al dio Silvano. Anche il territorio dell’attuale Comune di Saonara, in epoca romana compreso nella colonia rurale di Piove di Sacco e attraversato dall’importante Via Annia, ha restituito numerosi reperti archeologici.
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I fiumi, i casoni di valle e la gronda lagunare. L'elemento che più caratterizza il territorio della Saccisica è l'acqua. È continuo infatti l'intrecciarsi e l'accavallarsi, il disperdersi e riapparire di tutta una maglia di nastri d'acqua: sono tanti i fiumicelli, gli scoli e le brentelle che solcano la campagna. Ed ecco all'improvviso, ai margini orientali, il territorio scivola verso il mare con il bacino calmo e dolce della laguna. È un paesaggio misterioso e inatteso, splendido, unico nel suo genere.
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Valle Millecampi, milleseicento ettari di ambiente lagunare, valle Morosina, il Casone delle Sacche, il casone Millecampi sono luoghi che rappresentano l’eccellenza di quest’angolo unico della provincia di Padova dove la terra, il mare e il cielo si fondono per regalare bellezza e tranquillità al visitatore. Canali e specchi d'acqua, barene e piccoli canali da cui gli uomini della Saccisica hanno liberato, con secoli di lavoro di bonifica, prezioso terreno coltivabile: è il tipico paesaggio di gronda lagunare che segna il passaggio tra la laguna e la terra, delineato dalle valli di pesca, dalle grandi aree di terreno coltivato e ancora punteggiate dai cippi della conterminazione lagunare posti nel XVII sec. dai veneziani. La flora e la fauna rispecchiano l’unicità del luogo; l’elevata salinità del terreno permette l’esistenza di poche specie, particolarmente adatte a questo habitat: il canneto, il limonium, l'astromarino, l'erica. Anche la fauna è ben caratterizzata con specie come l'anguilla, il cefalo, la sterna o il cavaliere d’Italia, le anatre, l'airone e tanta altra avifauna. Nel XIX secolo, l'introduzione delle innovazioni tecnologiche in campo agricolo per il controllo delle acque permise di terminare la paziente opera di bonifica del territorio cominciata in età romana, continuata dai monaci benedettini, poi dai patrizi veneziani e portata a compimento grazie anche all’impegno del senatore Leone Romanin Jacur. Caratteristici della zona gli impianti idrovori fanno
del territorio di Codevigo e di Correzzola un nodo di fondamentale importanza per il controllo idrogeologico di tutta la Saccisica e di una parte della provincia. La prima bonifica meccanica con macchine idrovore a vapore venne attuata nel 1854 a Civè di Correzzola. Fiore all’occhiello di questo sistema è l’idrovora di Santa Margherita, realizzata nel 1890, all’epoca la più grande d’Europa, ancora in funzione e visitabile, grazie al Museo della bonifica, nelle sue parti più antiche.
2 Questi fabbricati con le grandi pompe di sollevamento, sono oggi considerati preziosi reperti di archeologia industriale degni di conservazione e di adeguata valorizzazione. Bovolenta è un paese che nasce e si sviluppa tra due fiumi, il Canale di Cagnola e il Bacchiglione, che confluiscono nella località detta “La Ponta”, creando uno degli angoli più suggestivi del paese. Da Bovolenta a valle il corso d'acqua si presenta rettilineo ed un tempo veniva chiamato “Bacchiglion Vecchio”. Il paesaggio che s'incontra in questa zona è di tipo agricolo, caratterizzato da campi aperti con poche siepi alberate, coltivati perlopiù a mais, grano, orzo, barbabietole e vigneti, protetto da argini ottocenteschi. Il Bacchiglione bagna anche Pontelongo, che per la sua posizione strategica sulla principale via di comunicazione tra la laguna e l’entroterra, in epoca comunale e carrarese, fu spesso teatro di battaglie tra padovani, ezzelini, scaligeri e veneziani, per il controllo del ponte e delle fortificazioni vicine. In epoca Veneziana e fino al secondo dopoguerra del Novecento fu importante porto fluviale. Il Bacchiglione si dirige infine verso Correzzola, impreziosita dalla presenza della Corte Benedettina.
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Ville, chiese, palazzi. La campagna rigogliosa della Saccisica, bella di colori e di immagini, di costruzioni, di paesi piccoli e grandi è un terreno fertile, è terra e sabbia; sono i detriti e i sedimenti dei fiumi in corsa verso il mare terre bonificate nel corso dei secoli dal lavoro incessante di uomini, le cui vicende sono ancor oggi testimoniate dalle masserie e dalle dimore di campagna. Dal ’700 infatti, grazie al forte sviluppo dell’agricoltura, la villa diventa il centro della riorganizzazione del paesaggio, assieme alla quale si moltiplicano case rurali, casoni, barchesse che, con gli argini dei fiumi, rappresentano l’assetto territoriale codificato dai veneziani e rimasto quasi inalterato sino ad oggi. A Bovolenta, passeggiando lungo gli argini del Bacchiglione, si possono ammirare ancora oggi le ville fatte costruire da alcune nobili famiglie veneziane come ad esempio i Buzzacarini, gli Erizzo, i Foscarini, che avevano scelto questa località quale prezioso caposaldo nella terraferma oltre che luogo di villeggiatura estiva.
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A Brugine sorge Villa Roberti, sontuosa dimora di campagna che conserva ancora intatta l’originaria struttura architettonica progettata da Andrea Da Valle tra il 1543 e il 1553 e che all’interno, custodisce un ricco ciclo di affreschi di G. B. Zelotti e di altri pittori di scuola veronese. 1 2 3 4 5 6 7 8 9
A Codevigo risiedette a lungo Alvise Cornaro, proprietario all’epoca di quasi tutti i terreni agricoli della zona. La campagna gli fu anche congeniale per mettere in atto i precetti del suo trattato “Vita sobria”. Ospitò per lunghi periodi il commediografo Angelo Beolco detto Ruzante, suo uomo di fiducia per la gestione dei possedimenti agricoli nel territorio, e l'architetto G. M. Falconetto, per il rifacimento della facciata della chiesa di San Zaccaria.
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Piove di Sacco, passata nel 1405 da libero Comune, sotto la protezione di un podestà della famiglia dei Carraresi, al dominio della Serenissima, divenne residenza di molti nobili veneziani. Sorsero allora i palazzi ancora presenti nel centro storico che mantengono intatta la loro affascinante venezianità: sono da considerare il palazzo neogotico Valeri di proprietà comunale e in attesa di essere riportato all’antico splendore, Palazzo Bertani Doardo, e Palazzo Priuli, che conserva ancora la cappella e le barchesse laterali. Il più conosciuto è Palazzo Gradenigo, del Podestà Francesco Gradenigo, presente a Piove fin dal 1434. Piove di Sacco è anche: il Duomo di San Martino, versione neo romanica dell'antica Pieve, sorta nel 975 per volontà del vescovo di Padova Gauslino, il Santuario della Madonna delle Grazie, la cui origine è legata, secondo la tradizione, ad un avvenimento miracoloso tramandato dalla tradizione popolare e descritto in un quadro secentesco conservato all’interno dell’edificio, dove è visibile anche un ritratto della Vergine risalente al 1478 e attribuito a Giovanni Bellini, la Chiesa di San Nicolò, edificata ad opera dei barcaioli e pescatori della città che conserva all’interno dei magnifici affreschi di epoca trecentesca, la “Scolla” del SS. Crocefisso (Chiesa di San Francesco), costruita tra il 1565 e il 1575 e unica porzione superstite di un complesso conventuale più ampio di epoca antecedente, i numerosi palazzi del centro storico, anticipati dai portici che ne segnano le strade principali. È il fascino di un città che vive una propria dimensione e una propria storia: dal Medioevo al Rinascimento e poi fino all'Ottocento con il prospetto lineare e marmoreo del Palazzo Comunale progettato dall’architetto Giuseppe Jappelli.
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Codevigo: Casone delle Sacche. Codevigo: S. Margherita, idrovora. Bovolenta: Porto alla Ponta. Brugine: Villa Roberti. Piove di Sacco: Palazzo Gradenigo. Piove di Sacco: Duomo di San Martino. Piove di Sacco: Barchessa Polani. Pontelongo: Villa Foscarini Erizzo. Pontelongo: canale Bacchiglione.
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A Pontelongo merita una visita Villa Foscarini Erizzo, ubicata sulla riva sinistra del fiume Bacchiglione, è oggi sede del Municipio. Costruita intorno al 1570 da Nicolò Foscarini, fungeva contemporaneamente da luogo di villeggiatura, da azienda agricola e sede di promozione di attività “industriali”, come ad esempio una fabbrica per la lavorazione del corallo. Gli affreschi di stile pompeiano e le belle decorazioni la rendono ancora più interessante. La Casa del fascio costruita nel 1938 su progetto dell’architetto Quirino De Giorgio è un esempio di architettura futurista perfettamente conservata. L’Antico Mulino sul fiume Bacchiglione è un impianto industriale che risale al 1875, noto per le diverse varietà di farina che produce. Lo Zuccherificio detto “El Beljo” perché costruito dai belgi negli anni 1908-1910 da cent'anni trasforma la barbabietola in zucchero e attualmente è l'unico zuccherificio ancora attivo nel Veneto. Durante la Festa della Dolcezza (ogni prima domenica di dicembre) vengono effettuate visite guidate. Barchessa Contarini, risalente alla fine del 1500, comprende villa padronale, barchessa, ed altre adiacenze. Sorge lungo la riva del fiume Bacchiglione e attualmente al suo interno viene svolta un'attività ricettiva.
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A Sant'Angelo la secentesca villa Caprari detta Casa Maritan, di recente restaurata, è pregevole testimonianza dell'architettura residenziale del passato. In via Savonarola la scuderia con allevamento di cavalli offre un'atmosfera agreste d'altri tempi. La settecentesca Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo conserva opere lignee di pregio, una tela di scuola del Veronese, alcune statue della scuola del Bonazza e la pala di S. Michele firmata e datata da Gianbattista Canal nell’anno 1798. La Chiesa di San Giacomo a Vigorovea conserva un settecentesco altare in marmo di Carrara opera di Alvise Tagliapietra. Risalendo a nord, in direzione Padova, s’incontra infine Saonara. Attraversato dalla Strada dei Vivai questo Comune è particolarmente rinomato per la grande tradizione florovivaistica.
Qui sorge Villa Cittadella-Vigodarzere-Valmarana circondato da un vasto parco romantico progettato nel 1816 circa da Giuseppe Jappelli. Sul terreno pianeggiante il geniale architetto veneziano eresse un colle e creò una grotta ed un lago. Il paesaggio estremamente scenografico ottenuto fu poi completato con la costruzione di edifici di vario stile e ricca decorazione, tra cui la grotta dei Templari, ispirata al gusto neogotico, il cui interno ricrea un antro selvaggio e misterioso, dove spicca la statua androgina di Baffometto.
Gli insediamenti benedettini. Nel territorio rurale della zona ebbe particolare diffusione anche la casa colonica grazie ai monaci benedettini di Santa Giustina di Padova che consolidarono il loro potere sotto il dominio della Serenissima nel '500, diventando proprietari di vasti latifondi. Imponenti e funzionali, nelle case coloniche ogni elemento aveva una sua peculiare funzione: l'abitazione, i magazzini, il fienile, la caneva (cantina), le stalle e le scuderie con l'aia. Le corti Benedettine, grazie all'opera dei monaci dell'ordine di San Benedetto, oltre ad essere sede principale di didattica agricola funzionavano anche come centro di cultura, di arti e di mestieri artigianali. L'azione dei Benedettini ebbe notevole rilievo per la bonifica dei terreni palustri malsani, nonché per l'introduzione di nuovissimi sistemi di coltivazione. Oggi la bellissima Corte di Correzzola, probabilmente costruita su progetto di Andrea Moroni, architetto di fiducia dei monaci di Santa Giustina, è sede della biblioteca comunale, di un piccolo museo di oggetti artigianali e di un albergo. L'influenza dei Benedettini si vede anche nella zona di Legnaro, dove l'antica Corte Benedettina è oggi sede della biblioteca comunale e importante Centro Congressi.
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Modello dell'insediamento rurale benedettino, fatto di corti e di gastaldie, è la fattoria detta Grande Vanezza, costruita nel 1570 a Correzzola, dove si incontrano anche le acque del Bacchiglione, zona di grandi bonifiche e interventi per arginare gli invasi dell'acqua, mentre a Piove di Sacco si possono visitare la cinquecentesca barchessa di villa Bragato, oggi adibita a ristorante e, della stessa epoca, la barchessa Polani ad Arzerello, porzione superstite di una dimora agricola andata distrutta.
I sapori. La Saccisica non è solo una zona da vedere e apprezzare per i piccoli grandi tesori artistici e naturalistici, bisogna anche gustarne i sapori e i profumi della cucina. I frutti di questa terra sono anche delle eccellenze gastronomiche: l’asparago di Conche, prossimo ad ottenere il marchio DOP e il radicchio rosso di Chioggia sono delizie ormai riconosciute anche a livello extraterritoriale; la Gallina di Polverara, preparata in vari modi e la carne di cavallo, piatto tipico delle zone di Saonara, Legnaro e Sant'Angelo di Piove si distinguono tra le carni. Tra i primi piatti è d'obbligo un richiamo
13 12 Le tradizioni religiose. La fede cristiana ha radici profonde in tutta la Saccisica, per cui spesso sono di antica origine anche le tradizioni religiose che la caratterizzano. Nell'ampio panorama di feste e manifestazioni spiccano due importanti appuntamenti: la Festa del “Voto” di Pontelongo (1a domenica di maggio) e la Festa del “Voto” di Piove di Sacco (6 maggio di ogni anno), che ricordano la grazia concessa dalla Madonna alle cittadine di Piove di Sacco e Pontelongo durante le epidemie di peste che colpirono l'Europa nel XVII secolo. La processione di Pontelongo, l'unica processione della zona in cui i portatori partecipano ancora scalzi e avvolti nelle cappe tradizionali, termina con il rituale dell'attraversamento di un “Ponte di Barche” sul Bacchiglione, allestito appositamente per l'occasione. Suggestiva è anche la cerimonia che vede ogni anno, la prima domenica di ottobre, gli abitanti di S. Margherita (Codevigo) portare in processione da valle Millecampi fino alla Chiesa di Santa Margherita un’antica statua della Madonna, chiamata Vergine dal Manto Verde, che la tradizione vuole portata dal mare.
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ai risotti: speciale quello di rane, catturate lungo i fossati, un primo piatto che pochi sanno cucinare rammentando la ricetta delle madri o delle nonne. Ma c'è anche quello con le frattaglie di pollo, quello con le erbette selvatiche di campo e quello con la zucca. Sono sapori di tutti i giorni, di una vita semplice legata ai ritmi della natura, che aiutano a gustare anche gli altri importanti valori di questa terra. Numerose le feste e le sagre che celebrano i prodotti tipici e la vita agreste, tra le principali si ricordano le fiere del bestiame di Piove di Sacco e Sant'Angelo di Piove, la festa dell’asparago e quella del radicchio di Conche di Codevigo, la fiera degli uccelli di Sant'Angelo, la festa della Zucca di Piove di Sacco, la Festa della Dolcezza di Pontelongo. 10 Piove di Sacco: Pala del Bellini, Santuario Madonna delle Grazie. 11 S. Angelo di Piove: Chiesa S.M. Arcangelo. 12 Pontelongo: Festa del “Voto”. 13 Piove di Sacco: Festa della Zucca. 14 Piove di Sacco: Duomo, Pala di Giovan Battista Tiepolo: “Madonna del Carmelo”.