Monselice

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Monselice. IT

Terra di atmosfere antiche

CittĂ di Monselice


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Ideazione mappa: Riccardo Ghidotti Designer: Daniele Sabbatini Elaborazione grafica: Maurizio De Marco

IAT di Monselice - Palazzo della Loggetta - Via del Santuario,6 35043 Monselice (PD) Tel. +39 0429.783026 int.201 info@monseliceturismo.it - turismo@comune.monselice.padova.it

1 Mastio Federiciano sul Colle della Rocca


Monselice

Cenni storici

Sorta in posizione strategica “come ponte tra i colli, la pianura ed il mare”, Monselice è oggi una città multiforme dove al dinamismo dei tempi moderni si accostano le antiche atmosfere del suo straordinario nucleo storico. Un centro vivace ed accogliente adagiato ai piedi del Colle della Rocca e circondato da una campagna rigogliosa che introduce al cuore dei colli. Inserita nel Parco Regionale dei Colli Euganei, Monselice comprende aree naturalistiche di grande interesse con sentieri che, snodandosi tra una ricca e varia vegetazione, portano alla scoperta di incantevoli scorci panoramici, laghetti termali, antichi eremi, ville nobiliari, cave di trachite, distese di vigneti e oliveti. La varietà paesaggistica e botanica si traduce in una ricchezza culinaria sorprendente. Alimentata dai prodotti spontanei di questa fertile e generosa terra e dalle eccellenti produzioni agricole e vitivinicole la cucina di Monselice presenta, ad ogni stagione, innumerevoli specialità tipiche. Gli eventi principali che si ripetono annualmente esprimono il grande orgoglio dei monselicensi per le proprie radici: San Valentino, la Rocca in Fiore, la Giostra della Rocca, la Fiera dei Santi sono momenti di intensa partecipazione e grande festa, durante i quali si rende omaggio alle antiche tradizioni. Benvenuti a Monselice!

Definita fin dai tempi antichi “porta” degli Euganei, ponte tra i colli e la pianura fino al mare, Monselice (dal latino Monsilicis) si sviluppò principalmente a partire dall’epoca romana ed in particolare durante il periodo bizantino, quando fu data l’impostazione difensiva alla Rocca, la fortificazione tuttora visibile in cima al colle omonimo. In seguito fu potenziata dai Longobardi, che si insediarono in città tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo. Proprio con i Longobardi, ed in seguito con i Franchi, Monselice fu centro amministrativo a capo di un vasto territorio. Divenuta libero Comune, nel 1239 la città fu ulteriormente rafforzata per volere dell’imperatore Federico II che completò la cinta muraria e fece erigere alcune delle testimonianze monumentali più imponenti ancora oggi visitabili: il Castello, il Mastio e la Torre di Piazza. Nel Trecento, grazie alla sua posizione, Monselice rivestì un ruolo di base di alta importanza strategica. In tale epoca fu contesa da Carraresi, Visconti e Scaligeri, ma a governare per quasi la totalità del secolo furono i Carraresi. A quest’epoca è attribuita la cerchia muraria più esterna della città, della quale sopravvivono alcuni tratti significativi. I Carraresi soggiornarono spesso a Monselice dove nel castello trovarono una dimora di rappresentanza prestigiosa in cui accogliere sovrani e nobili, ma anche il luogo dove relegare personaggi scomodi: le prigioni del castello sono famose per avere ospitato fino alla morte vari

Terra di atmosfere antiche

Veduta del Colle della Rocca dal Monte Ricco 4

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nemici dei Carraresi. Ancora oggi si narra che lo spirito di alcuni di essi si aggiri nelle sale del maniero. Sempre nel Trecento Francesco Petrarca fu canonico presso la Collegiata di Santa Giustina. Nel 1405 Monselice passò sotto il governo della Serenissima Repubblica di Venezia. La dominazione veneziana durò ben quattro secoli portando ampie opere di bonifica, l’insediamento di numerose ville patrizie, l’ultima consistente trasformazione architettonica del castello ad opera della famiglia Marcello e l’edificazione della Via Sacra delle Sette Chiese voluta dai Duodo. Dopo la caduta della Serenissima, nei primi decenni dell’Ottocento, Monselice vive dapprima il momento della dominazione napoleonica ed in seguito quella asburgica. La città riprende il suo ruolo di importante snodo viario, si potenziano in particolare la viabilità e l’assistenza sanitaria. In questo periodo si smantellano le antiche porte cittadine. Dopo l’annessione al Regno d’Italia (1866) una modernizzazione incontrollata lascia alcune ferite alla città: è il periodo delle cave di pietra che portano alla distruzione di gran parte delle antiche mura e del vecchio abitato. In seguito inizia anche l’estrazione sistematica della trachite dai colli, si insediano due cementifici dando avvio ad una fiorente industria estrattiva che oggi si sta via via riducendo a favore di un’economia più sostenibile. Nel Novecento Monselice si consolida anche come centro del commercio per l’intero territorio della Bassa Padovana.

4 Porta dei Leoni e Pieve di Santa Giustina

Museo della Città 3SanPaolo. e fontana di Mario Botta Notevoli oggi sono le industrie elettromeccaniche, di logistica, di arredamento per casa e ufficio e le produzioni agroalimentari, in particolare cereali, ortaggi e vini DOC. In costante crescente sviluppo il turismo, dovuto alla felice condizione di cittadina collinare dotata di uno straordinario patrimonio storico-artistico e di tradizioni antiche che si riverberano in eventi molto sentiti durante tutto l’anno.

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Percorso storico-monumentale sul Colle della Rocca

Giorgio, adornato da affreschi e da un pregevole paliotto d’altare della bottega dei Corberelli. La traslazione di corpi di martiri cristiani dalle catacombe di Roma a partire dal 1651 accrebbe ulteriormente la sacralità del luogo. Tra questi si vorrebbe anche San Valentino, celebrato il 14 febbraio con la benedizione della chiavetta d’oro, donata ai bimbi a protezione dall’epilessia. Sul lato sinistro dell’esedra una scalinata e poi un sentiero conducono sino alla cima del colle (m 150) dominato dall’imponente Mastio Federiciano voluto dall’imperatore Federico II di Svevia che, in visita a Monselice nel 1239, la nominò camera speciale imperiale. Ritornando alla Pieve di Santa Giustina e scendendo per Vicolo Scalone si giunge alla Chiesa di San Martino ricostruzione settecentesca su originario tempio del X secolo. Sulla sottostante via Carboni si scorge Ca’ Bertana, quattrocentesca abitazione mercantile di gusto lombardesco a tre arcate e portico, la facciata impreziosita da un’elegante quadrifora centrale decorata in pietra tenera di Nanto. Sul lato settentrionale del Colle della Rocca, sorge appartata la Chiesa di San Tommaso che conserva consistenti brani di affreschi tardo duecenteschi.

La piacevole passeggiata che si snoda sulle pendici del Colle della Rocca porta alla scoperta di uno straordinario susseguirsi di edifici e di luoghi che racchiudono l’essenza delle vicende storiche di Monselice. Partendo da Piazza Mazzini, dove si ammira la possente Torre Civica (XIII secolo) e un lungo tratto delle antiche mura carraresi, s’imbocca via del Santuario, che si apre con due preziosi edifici monumentali: il complesso San Paolo, chiesa con cripta di antichissime origini, ospita oggi il museo della città, ed il Palazzo della Loggetta (XV sec.), nel passato Monte di Pietà ed oggi sede dell’ufficio turistico cittadino e prestigiosa location per matrimoni ed eventi culturali. Proseguendo lungo via del Santuario in breve si giunge al Castello, fortezza altomedievale ristrutturata nel XIII secolo da Ezzelino III Da Romano ed ampliata dai Carraresi nel secolo successivo. Nel Quattrocento il castello fu trasformato in residenza dalla famiglia patrizia veneziana dei Marcello assumendo così l’aspetto con cui è giunto fino ai giorni nostri. Nel 1942 diviene museo per opera dell’allora proprietario, il Conte Vittorio Cini, che lo arricchisce di preziose collezioni d’armi, mobili e suppellettili. Nei locali della cinquecentesca biblioteca si trova l’Antiquarium Longobardo, che raccoglie numerosi reperti provenienti dalla necropoli longobarda scoperta sul Colle della Rocca. Lasciato il castello si prosegue sempre in dolce salita e si incontra Villa NaniMocenigo, edificio tardo rinascimentale eretto alla fine del Cinquecento su una casa torre trecentesca. Di grande impatto scenografico la monumentale scalinata prospettica. Sull’altro lato della strada si trovano le antiche scuderie seguite dall’antica Pieve di Santa Giustina (noto anche come Duomo Vecchio), edificio risalente alla seconda metà del Duecento di impianto tardo romanico con elementi decorativi gotici. All’interno si conservano pregevoli opere d’arte tra cui la Madonna dell’umiltà e un polittico quattrocentesco di scuola veneziana. Tra gli illustri canonici della Pieve si annovera anche il sommo poeta Francesco Petrarca. Attraverso la porta dei leoni comitali si accede all’ampio belvedere della rotonda. La Porta Romana o

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Porta Romana o Porta Santa

Tornando verso piazza Mazzini si incontra la chiesa domenicana di santo Stefano, risalente ai secoli XII-XIV, e Ca’ Paradisi-Capodivacca, in via San Luigi, bell’esempio di architettura padovana quattrocentesca. Oltrepassato il Duomo nuovo, decorato da pregevoli vetrate artistiche realizzate da Costantino Ruggeri nella seconda metà del Novecento, si prende via Garibaldi quindi via San Giacomo per giungere al Convento di San Giacomo, complesso sorto nel 1162 come ospedale per poveri e pellegrini, poi trasformato in monastero benedettino e dal 1677 sede di una comunità francescana di Frati Minori. La chiesa conserva un ciclo pittorico del fiammingo Michele Desubleo, opere di Jacopo Palma il Giovane e Gianbattista Maganza. Nel convento è allestito anche un piccolo ma significiativo Museo missionario. In via Petrarca si trova il Museo delle Macchine Termiche Orazio e Giulia Centanin, una collezione di motrici a vapore, fisse e semoventi e macchine diverse risalenti al periodo tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, che furono utilizzate nel settore delle bonifiche di terreni paludosi.

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Porta Santa, eretta nel 1651 segna l’ingresso all’area sacra del Santuario Giubilare delle Sette Chiese, progettato da Vincenzo Scamozzi su commissione dei patrizi veneziani Duodo, ambasciatori della Serenissima presso lo Stato Pontificio. Una bolla di papa Paolo V datata 1605 concesse al santuario le stesse indulgenze accordate ai devoti in pellegrinaggio alle sette basiliche in Roma. Monselice è l’unico esempio di questa particolare forma di devozione romana, come ricorda l’iscrizione sulla Porta Santa: Romanis basilicis pares. Le stazioni ospitano pale di Palma il Giovane e bottega. Al culmine del percorso si apre l’elegante complesso monumentale di Villa Duodo. A destra il corpo di fabbrica più antico risalente all’inizio del ‘600, opera di Vincenzo Scamozzi, mentre l’ala frontale, decorata da bassorilievi, fu aggiunta da Andrea Tirali nel 1740. A sinistra la scenografica Esedra dedicata a San Francesco. Contiguo alla villa sul lato destro sorge l’Oratorio di San

6 Villa Duodo e Oratorio di San Giorgio

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Il Castello

Il maestoso complesso architettonico del Castello di Monselice, conosciuto anche come Castello Cini, raggruppa in sé diverse tipologie di edifici. Tra l’XI e il XVI secolo il Castello da baluardo militare e difensivo qual era in origine, è stato progressivamente trasformato in dimora signorile fino a divenire villa veneta in epoca rinascimentale. Il nucleo più antico è composto da due edifici costruiti tra l’XI e il XII secolo, il cosiddetto Castelletto con l’annessa Casa Romanica. Il secondo nucleo è costituito dall’imponente Torre di Ezzelino, che prende il nome dal suo celebre committente, Ezzelino III da Romano, vicario dell’Imperatore Federico II di Svevia, che ne ordinò l’edificazione nel corso della prima metà del XIII secolo. La caratterizzano, all’interno, monumentali camini volgarmente detti “a becco di flauto”, unici in Italia per formazione e funzionalità, fatti costruire dalla Signoria padovana dei Da Carrara nel sec. XIV. A partire dal 1405, dopo l’avvento della Serenissima,

il complesso monselicense viene acquistato dalla patrizia famiglia veneziana dei Marcello che intraprende la costruzione di Ca’ Marcello, grazioso palazzo di collegamento fra le parti più antiche. I Marcello procedono poi all’ampliamento delle sale intermedie della Torre Ezzeliniana per ricavarne una dimora estiva, utilizzata fino agli inizi dell’Ottocento. In questo lungo periodo, durante il quale si concretizza la definitiva trasformazione del complesso da struttura difensiva a residenza rinascimentale, la famiglia Marcello fa erigere sulla spianata antistante la Torre il seicentesco edificio definito Biblioteca del Castello, ristruttura il Cortile Veneziano e aggiunge nel corso del ‘700 la cappella privata di famiglia. La caduta della Repubblica di Venezia, alla fine del XVIII sec., segna un lento ma progressivo declino dell’antico maniero monselicense. Agli inizi dell’Ottocento la proprietà del Castello passa ad alcune famiglie nobili locali e verso la metà del secolo ai conti Girardi, quindi verso la fine del secolo viene ereditato dalla famiglia

8 Castello di Monselice. Cucina medievale

Castello di Monselice 83

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Cini che, interessata maggiormente allo sfruttamento delle cave di trachite, non si cura del Castello abbandonandolo alla sua rovina. Nel corso della Prima Guerra Mondiale il complesso viene requisito dal Regio Esercito italiano, utilizzato per scopi militari e lasciato nel 1919 in uno stato di grande devastazione. Intorno al 1930 la proprietà passa per via ereditaria al Conte Vittorio Cini, uomo di grande raffinatezza intellettuale, che oltre ad occuparsi del restauro architettonico dell’intero complesso, intraprende un’accurata ricerca d’oggetti di arredamento (mobili, dipinti, tappeti, arazzi, ceramiche, strumenti musicali e stoffe) e di armi, ricreando all’interno del Castello l’antica atmosfera medievale e rinascimentale che ancor oggi accoglie i visitatori nelle sale residenziali e nella vasta armeria. Dal 1981 il complesso monumentale del Castello è di proprietà della Regione Veneto, divenendo museo regionale congiuntamente all’Antiquarium Longobardo, al Museo delle rarità di Carlo Scarpa e al Mastio Federiciano.

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9 Castello di Monselice. Sala della Bifora 39


La Via Sacra delle Sette Chiese Percorrendo via del Santuario, dopo aver oltrepassato il castello, la Pieve di Santa Giustina e la porta dei Leoni con la rotonda del Belvedere, si giunge alla Porta Romana o Porta Santa, arco d’ingresso alla Via Sacra delle Sette Chiese. L’intero santuario che comprende sei piccole cappelle e l’Oratorio di San Giorgio fu fatto erigere dalla famiglia Duodo tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento. Questa famiglia patrizia veneziana aveva acquistato ingenti proprietà a Monselice sin dalla metà del Quattrocento, in seguito all’annessione di Monselice ai territori della Serenissima. Nel 1589 i fratelli Francesco e Domenico Duodo acquistarono una parte del Colle della Rocca dove si trovavano i resti di un antico edificio religioso intitolato a San Giorgio. In questo sito i Duodo decisero di edificare una loro residenza collinare. A tal fine chiesero l’autorizzazione a papa Clemente VIII per poter demolire i resti dell’antica chiesa allo scopo di costruire la loro villa con annesso oratorio privato.

Colle della Rocca con veduta del Santuario Giubilare delle Sette Chiese e Mastio Federiciano 103

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Il progetto evidentemente si fece più complesso nel secolo successivo quando Pietro Duodo, figlio di Francesco, ottenne da papa Paolo V la facoltà di erigere un più ampio percorso devozionale che oltre all’oratorio di san Giorgio comprendeva anche sei cappelle o stazioni intitolate alle basiliche di Roma. Con bolla papale del 1605 Paolo V concedeva al Santuario delle Sette Chiese le stesse indulgenze accordate ai pellegrini che si recavano in pellegrinaggio alle sette basiliche di Roma. Da quel momento la via sacra della famiglia Duodo diviene un luogo di pellegrinaggio. Alla metà del Seicento papa Innocenzo X concesse al nipote di Pietro, Alvise Duodo, la traslazione dei corpi di tre Santi Martiri da Roma all’Oratorio di San Giorgio.

Sempre nel 1651 fu eretta infine la Porta Romana che riporta l’iscrizione “Romanis basilicis pares”. La progettazione della via sacra si deve all’architetto Vincenzo Scamozzi, epigono di Palladio, mentre la sua completa realizzazione si concluse dopo la morte dell’architetto. Oltrepassata la Porta Romana si susseguono sei stazioni, la prima intitolata alla Basilica di Santa Maria Maggiore, la seconda alla Basilica di San Giovanni in Laterano, la terza alla Basilica della Santa Croce in Gerusalemme, la quarta a San Lorenzo fuori le Mura, la quinta alla Basilica di San Sebastiano, la sesta è cointitolata alle due basiliche dei Santi Pietro e Paolo. Le pale poste sugli altari delle singole cappelle sono opera di Palma il Giovane e bottega. Il pellegrinaggio si conclude all’Oratorio di San Giorgio, che raccoglie i resti mortali di santi del Cristianesimo, tra cui san Valentino, santa Felicita, san Venanzio, san Bovo. L’oratorio presenta una grande cupola decorata, ove spiccano quattro medaglioni con le virtù e angeli musicanti. I dipinti su tela realizzati tra la metà del Seicento e la metà del secolo successivo costituiscono un

apparato decorativo ricco e ben articolato che si inserisce armoniosamente nell’architettura dell’edificio. Tra i soggetti raffigurati si ritrovano gli Evangelisti e numerosi santi. Di particolare pregio l’Annunciazione nell’arco trionfale, opera attribuita all’atestino Antonio Zanchi. Ogni anno la Via Sacra è al centro di uno dei principali eventi di Monselice, la festa di San Valentino, che si celebra il 14 febbraio. Durante la giornata migliaia di persone accorrono all’Oratorio di San Giorgio per ricevere la chiavetta dorata benedetta. San Valentino infatti qui è invocato come il santo che protegge dal mal caduco, detto anche mal di San Valentino (epilessia). 311


Ville, giardini e parchi storici A partire dal XVI secolo, lungo le maggiori vie di penetrazione fluviale tra la città lagunare e i loro possedimenti terrieri, i patrizi veneziani costruirono sontuose ville di campagna. A questo periodo risalgono anche le ville monselicensi lungo il canale Bisatto, in questo tratto denominato Canale di Monselice, agile via d’acqua da Padova ad Este attraverso Monselice. In prossimità del ponte delle Grole si incontra Villa Contarini, oggi ristorante, la quale fu eretta tra il Cinquecento ed il Seicento e presenta un’ariosa facciata settecentesca, tipico esempio di architettura veneta. Risalendo la sponda sinistra del canale verso nord, si giunge a Villa Pisani, edificio di impianto palladiano fatto costruire intorno al 1560 da Francesco Pisani come luogo di sosta nel percorso fluviale che lo conduceva ai suoi possedimenti terrieri nella Bassa Padovana. La semplice facciata esterna è caratterizzata da lesene con capitelli corinzi e da un bel timpano con stemma della famiglia Pisani sorretto da figure alate. Gli interni, che si sviluppano su due piani, sono decorati da preziosi affreschi a tema paesaggistico e mitologico riconducibili alla scuola di Paolo Veronese. La villa ospita mostre temporanee ed eventi culturali.

11 Esedra di San Francesco 123

In località Rivella sorge Villa Emo, che richiama le più belle architetture di Andrea Palladio, soprattutto nell’imponente colonnato frontale rivolto verso la riva del canale e nel geometrico disegno dell’ampio giardino all’italiana. Progettata da Vincenzo Scamozzi nel 1588, con ogni probabilità aveva in origine anche un piccolo giardino formale che però con il tempo scomparve. Negli anni Sessanta del Novecento intorno alla villa e alla sua barchessa si estendevano frutteti e campi coltivati. Fu allora che Giuseppina Emo decise di ripristinare un ampio giardino rinvenendo durante i lavori due antiche peschiere da tempo interrate che oggi costituiscono i confini precisi del giardino geometrico antistante la villa. Il giardino è aperto alle visite in primavera e in autunno, quando è all’apice del suo splendore per varietà di fioriture, di forme e di colori. A brevissima distanza da Villa Emo, nella frazione di Monticelli, in posizione ricca di fascino, sorge il Castello di Lispida, conosciuto anche come Villa Italia, un antico monastero ristrutturato alla metà dell’800 dal conte Corinaldi in forma di villa seguendo uno stile eclettico. Negli ultimi mesi della Grande Guerra, in coincidenza con i giorni in cui fu firmato l’armistizio a Villa Giusti, il castello di Lispida

ospitò il quartier generale del re Vittorio Emanuele III. Riportato all’antico splendore da attenti restauri, può oggi ospitare eventi e riunioni in un’atmosfera raffinata e familiare. Nelle imponenti cantine, che sono visitabili, l’attività vitivinicola viene tutt’ora condotta secondo i tradizionali processi produttivi di tipo preindustriale, con vinificazione in anfore di terracotta e in tini di legno. Nel piccolo colle di Lispida in cui è inserito il castello si trova un laghetto termale naturale. In località San Giacomo, si trova l’antico convento omonimo. Parte di esso fu trasformato in abitazione a fine Settecento da Giovan Battista Cromer, un famoso avvocato del foro di Venezia che nel 1784 acquistò alcuni terreni ed edifici. Il complesso, conosciuto anche come villa Schiesari, già Cromer Buzzaccarini, è oggi sede del Patronato parrocchiale. La villa a pianta rettangolare con facciata coronata da timpano comprendeva anche scuderie e parco, che il Cromer volle trasformare in parco all’inglese con montagnole, laghetto, fossati, elementi scultorei, ghiacciaia e vasto bosco. Durante la seconda Guerra Mondiale questo complesso fu devastato dallo sgancio di alcune bombe e dopo varie vicende, nel 1968 la proprietà

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Villa Contarini

12 Scalinata di Villa Nani Mocenigo fu donata dai coniugi Schiesari ai francescani, già insediati nell’adiacente convento. Il parco Buzzaccarini, detto anche Bosco dei Frati dopo un attento recupero da parte dell’Amministrazione Comunale, che ne detiene la proprietà è oggi parco pubblico, ricco di alberi, piante e specchi d’acqua, vero polmone verde di circa quattro ettari nel cuore della città dove è stato allestito anche un percorso didattico che permette di conoscere la vegetazione tipica dei colli Euganei e le piante officinali. In località Ca’ Oddo sorge il complesso monumentale della villa dei Conti Oddo (XVI secolo). Eretta su un precedente castello medievale, la villa presenta oltre al corpo centrale una torretta d’ingresso, la cappella privata, le barchesse ed un ampio e rigoglioso parco. Poco oltre, nel 2014 è stato inaugurato il modernissimo polo ospedaliero Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta”. Una pregevole villa si trova, ancora una volta lungo il canale Bisatto, in località Marendole. Si tratta della villa Buzzaccarini (XVI sec.) arricchita di affreschi e oggi location per eventi. Degno di nota è infine il seicentesco Palazzetto Tassello-Businaro, recentemente impreziosito da inserti architettonici moderni a firma del famoso architetto Carlo Scarpa. 313


Santa Domenica sul versante sud-orientale. Il sentiero consente di scoprire i diversi tipi di Situato all’estremità sud orientale del Parco vegetazione che caratterizzano i colli Euganei, Regionale dei Colli Euganei il territorio di a seconda dell’esposizione dei versanti, Monselice comprende cinque colli. Il più noto attraverso boschi di quercia e castagni alternati è il Colle della Rocca (m.150), collina che per la a elementi di macchia mediterranea con lecci e sua posizione strategica fu fortificata ed abitata corbezzoli. Due piccolissime alture si trovano fin dai tempi antichi e attorno alla quale si all’estremità settentrionale del territorio snoda ancora oggi uno straordinario percorso monselicense in località Monticelli e sono il monumentale a testimonianza di secoli di storia monte Pignaro alto appena 27 m. e il colle Villa Emo vissuti intensamente. I vicini Monte Ricco (m. di Lispida (94,9 m.) che ha la straordinaria 339) e Monte Castello (m.214) sono collegati peculiarità di racchiudere un piccolo laghetto dal sentiero segnalato dal Parco come “Sentiero termale naturale (proprietà privata del Castello n.6 Monte Ricco e Monte Castello”. Dalla di Lispida). Le acque di questo laghetto sono ipertermali ed utilizzate in tutte le applicazioni stazione ferroviaria di Monselice, dopo aver le stesse che alimentano le terme del bacino termali moderne, dalla fangoterapia alla attraversato il passaggio a livello ferroviario, termale Euganeo, con i rinomati centri di Abano remise-en-forme fino ai trattamenti estetici. si segue via Sottomonte e via Monte Ricco e si e Montegrotto. Con il progressivo ritirarsi del La fantasiosa leggenda della sirena di Lispida raggiunge l’inizio del sentiero la cui lunghezza mare in epoche remote, sorgenti di acqua calda è legata alle straordinarie proprietà curative Colle dellaisolata Rocca conaffiorarono veduta del Santuario Giubilare delle Chiese e Mastio Federiciano complessiva è di 5km circa. La posizione in superficie dando vitaSette a laghetti di queste acque. La storia narra che il giovane del monte Ricco rispetto al complesso dei Colli dalle acque fumanti che dapprima diventarono conte Manfredo dei Monticelli durante una Euganei, consente la vista di suggestivi scorci luoghi di culto e poi, in epoca Romana, attorno notte inquieta a causa del grave dolore cronico della pianura veneta sino a scorgere all’orizzonte, ad essi si strutturarono dei centri termali veri e che lo tormentava agli arti si recò fino alle nelle giornate particolarmente limpide, il Mare propri dove ritrovare il benessere psico-fisico. sponde del lago di Lispida. Qui gli apparve una Adriatico verso est e gli Appennini verso sudLe acque di Lispida e del vicino laghetto della bellissima sirena che volle sapere il motivo ovest. Il punto più panoramico è la terrazza di Costa, in territorio di Arquà Petrarca, sono della sua infelicità. Il conte le parlò dei sui Ercole, l’esedra balaustrata posta al termine pertanto acque termali, oggi scientificamente dolori agli arti. La sirena allora gli porse fango del viale di cipressi che scende dall’eremo di classificate come acque salso-bromo-iodiche caldo prelevato dal fondo del lago e con esso ricoprì le parti doloranti. Una volta curato il conte dichiarò il suo amore eterno alla sirena.

I colli di Monselice

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All’interno del Parco si collocano 15 comuni che al pregio ambientale uniscono uno straordinario patrimonio storico-artistico costituto da castelli, ville, giardini storici, musei, abbazie e monasteri. Incastonati nel verde dei colli s’incontrano cittadine storiche, località termali e borghi suggestivi come Monselice, Este, Arquà Petrarca, Teolo, Valsanzibio, Luvigliano, Vo Euganeo, Baone, Valle San Giorgio, Praglia, per citarne solo alcuni. Da sempre fonte di ispirazione per scrittori, poeti ed artisti nel Parco si trovano luoghi legati a grandi poeti, dai trovatori provenzali a Francesco Petrarca fino ai più recenti Foscolo, Fogazzaro, Margaret Symonds e Bruce Chatwin. Il Parco è attraversato da una rete di 16 sentieri attrezzati e segnalati dall’Ente Parco, ottimi percorsi da percorrere a piedi per ammirare la ricca flora collinare ed il susseguirsi di boschi, vigneti, oliveti, prati e incantevoli scorci panoramici.

Il Parco Regionale dei Colli Euganei I dolci rilievi dei Colli Euganei costituiscono una delle principali oasi naturalistiche e mete turistiche del Veneto. Formati da un centinaio di elevazioni assai diverse per forma ed altezza, essi sono il risultato di un susseguirsi di eventi sismici submarini avvenuti circa 35 milioni di anni fa, nell’Oligocene, quando tutta la pianura padana era sommesa dal mare. Si caratterizzano per un’incomparabile ricchezza botanica unita ad un vasto patrimonio architettonico-monumentale. E’ sufficiente compiere un percorso attorno ai fianchi di uno dei coni vulcanici per osservare la compresenza e l’alternarsi di specie tipiche dell’ambiente caldo arido (macchia mediterranea) e di specie a carattere montano o submontano. Il monte Venda con i suoi 601 metri di altezza segna il centro e la maggiore elevazione del sistema collinare. L’intero sistema collinare che comprende quasi 20.000 ettari è stato dichiarato Parco Regionale nel 1989.

14 Castello di Lispida

16 Arquà Petrarca – Casa del Petrarca


E2-Anello ciclabile dei Colli Euganei

17 Antica Pieve di Santa Giustina 163

Uno dei modi più piacevoli ed indicati per scoprire le molteplici attrattive di Monselice e dintorni è la bicicletta. La città è attraversata dall’anello ciclabile dei colli Euganei (E2), una pista ciclabile lunga 63 km che percorre tutto il perimetro del Parco Regionale dei Colli Euganei. Il percorso è pianeggiante (tranne un piccolo tratto nel comune di Rovolon che presenta una leggera pendenza) ed adatto a tutti. La comodità della stazione ferroviaria a soli 5 minuti dal centro storico permette inoltre di raggiungere tranquillamente Monselice con la bicicletta a bordo dei treni che percorrono la linea Venezia-Bologna. Seguendo la E2 in direzione sud seguendo sempre il corso del Canale Bisatto, dopo aver passato l’area del Retratto di Monselice, zona di bonifiche cinquecentesche con angoli incantevoli come l’antica chiesetta della Madonna delle Ave e Villa Barbaro, si giunge ad Este, altro bel centro pedecollinare ricco di storia ed arte. Tra i monumenti principali la possente cinta muraria che un tempo cingeva il castello, il Museo Nazionale archeologico Atestino che raccoglie preziose testimonanze della civiltà dei Veneti antichi, il Duomo dalla particolare foma ellittica e custode di innumerevoli opere d’arte, e molte altre chiese e ville che impreziosiscono il territorio. Este è famosa anche per la secolare tradizione delle ceramiche artistiche. Per chi volesse completare il tour delle città murate, da Este si continua lungo la pista ciclabile che costeggia il fiume Frassine verso ovest e dopo circa 18 km si raggiunge Montagnana,

Piazza Mazzini

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splendida città murata dalla cinta perfettamente conservata. Altra meta facilmente raggiungibile da Monselice è l’incantevole borgo di Arquà Petrarca, detta anche la perla dei Colli Euganei. Da Monselice si prende via San Vio e quindi si procede lungo via Isola verso Monte, una bella strada pedecollinare poco trafficata che gira attorno al Monte Ricco. Superato un facile falsopiano appare il borgo di Arquà Petrarca il cui nome si lega a quello del poeta, che scelse di trascorrere qui gli ultimi anni della sua vita per la bellezza e serenità del paesaggio. Tornando verso Monselice si può scegliere una via alternativa che scende fino al laghetto termale della Costa e quindi, passata la frazione di Monticelli ove sorge il Castello di Lispida, giungere a Rivella dove si trova Villa Emo. Qui si riprende la E2 che corre sempre seguendo il Canale Bisatto e poi il Canale Battaglia. Andando verso Nord dopo aver ammirato la fiabesca villa Selvatico ed il possente Castello del Catajo di Battaglia Terme si raggiungono le Terme Euganee con i famosi centri di Abano e Montegrotto.

Rimanendo sempre sulla pista che segue l’argine del Canale si giunge a Padova. Invece seguendo la segnaletica della E2 si prosegue lungo l’anello dei Colli Euganei inoltrandosi nel centro di Montegrotto Terme per raggiungere facilmente l’ abbazia di Praglia, uno dei maggiori monasteri benedettini ancora attivi in Italia, centro spirituale ricco di storia e arte. Da Praglia proseguendo verso Nord si costeggia l’estremità settentrionale dei Colli e una breve deviazione dalla pista principale porta al bel borgo collinare di Luvigliano dove sorge l’incantevole Villa dei Vescovi, oggi bene FAI. Ritornando sulla E2 si può quindi costeggiare il versante occidentale dei Colli Euganei attraverso i bei borghi di Vo’, Lozzo Atestino e Cinto Euganeo, particolarmente ricchi di vigneti.

19 Monte Ricco. Statua dell’Ercole 317


La forza delle tradizioni Fiera delle proprie antiche tradizioni Monselice propone ad ogni stagione eventi di grande rilievo e manifestazioni molto attese, tra cui la spettacolare Giostra della Rocca che impegna oltre 2000 figuranti per i primi tre fine settimana di settembre. Molto ricco anche il calendario degli eventi culturali, tra i quali spiccano il Premio Internazionale per la Traduzione, i Premi Brunacci per la storia veneta - entrambi in collaborazione con l’Università di Padova, e la rassegna Monselice Scrive, che promuove il vivace e variegato panorama letterario cittadino.

La terza domenica di settembre si svolgono i principali eventi della manifestazione. Al mattino spettacolare sfilata del corteo storico a cui partecipano oltre mille figuranti. Costumi, macchine da guerra, botteghe e gruppi artigiani fanno ripiombare per qualche ora la città nel periodo medievale. Se le gare sono l’agonismo della manifestazione, la sfilata del corteo storico lungo le vie del centro costituisce la parte più imponente e coreografica della Giostra. Nel pomeriggio l’entusiasmante sfida della quintana, dove in una gara mozzafiato i cavalieri devono dimostrare abilità, sangue freddo e precisione nel centrare piccoli anelli con le loro lunghe lance.

Giostra della Rocca L’evento più spettacolare e amato dai monselicensi, la Giostra della Rocca, è collegato ad un importante momento storico che coinvolse la città nel 1239: il passaggio dell’Imperatore Federico II di Svevia. L’imperatore compreso il ruolo strategico di Monselice, decise di fortificarne il colle con mura, torri e bastioni. Ancora oggi il possente torrione che si innalza in cima al colle della Rocca viene chiamato Mastio Federiciano. La Giostra della Rocca ripercorre le tradizionali gare di abilità, forza e destrezza che caratterizzavano le feste medievali. Le gare degli arcieri, la prova di forza della macina, le gare di staffetta in velocità, il torneo di scacchi, la giostra a cavallo con la lancia e la tenzone dei musici sono le caratteristiche competizioni del Palio di Monselice. Nove sono le contrade che hanno riscoperto gli usi e i costumi antichi dei quartieri e dei borghi. Le contrade, secondo il ferreo regolamento rinnovato di anno in anno, si contendono la vittoria nelle diverse gare ed insieme vanno a formare il grande Corteo Storico che sfila tra le vie principali della città. Una nota particolarmente interessante è costituita dalla minuziosa ricostruzione Figuranti della Giostra della Rocca delle grandi macchine da guerra: torri, balestre, catapulte, caldaia della pece, arieti ed altri strumenti bellici. 183

Calendario dei principali eventi annuali 14 febbraio Omaggio a San Valentino Festa tradizionale legata alla presenza delle reliquie appartenenti, secondo la tradizione, a S. Valentino. Le reliquie sono visibili all’interno dell’Oratorio di S. Giorgio, nel Percorso Giubilare delle Sette Chiese. Nel pomeriggio suggestivo pellegrinaggio al Santuario Giubilare delle Sette Chiese per il rito della benedizione delle “chiavette d’oro” presso l’oratorio di San Giorgio. Metà aprile Colori e sapori di Primavera Mostra-mercato dei prodotti tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato locali. Metà maggio La Rocca in fiore Addobbo dei monumenti, arredo floreale urbano, mercato dei fiori, mostre varie, spettacoli e concerti, artigianato d’èlite, gemellaggi con città infiorate, degustazione prodotti in tema con i fiori. Settembre La Giostra della Rocca Spettacolare manifestazione che rievoca il passaggio di Federico II di Svevia in Monselice avvenuto nel 1239. L’evento si svolge in più giornate con prove di forza e abilità, rievocazione degli antichi mestieri, gara di scacchi viventi e si conclude la terza domenica di settembre con l’imponente Corteo con oltre duemila figuranti in costume e macchinari da guerra medievali e corsa della Quintana a cavallo.

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Fine ottobre Colori e Sapori d’Autunno Mostra-mercato dei prodotti stagionali tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato locali. 1-2 novembre Fiera dei Santi Manifestazione di antichissime origini con vasto mercato (oltre 250 bancarelle), fiera agricola, luna park, mostre, eventi collaterali.

21Piazza Mazzini con Torre Civica e tratto delle antiche mura 319


I sapori dei Colli Euganei Il ricco e vario ambiente naturale dei Colli Euganei, di cui Monselice fa parte, offre una grande varietà di ingredienti in ogni stagione. La peculiare composizione dei suoli e la presenza di numerosi microclimi permette la coltivazione di una grande diversità di piante. I paesaggi collinari sono oggi un piacevole alternarsi di vigneti, uliveti e boschi. La produzione vinicola, documentata fin dall’epoca romana, vanta eccellenti vini DOC tra cui il frizzante Serprino e il pluripremiato Fior d’Arancio. Anche la produzione d’olio risale ai tempi antichi: si hanno notizie di un frantoio esistente nei colli Euganei già nel Trecento. L’Olio Euganeo ha un sapore particolarmente fruttato ed un lieve retrogusto di mandorle. Nella zona pedecollinare si coltivano anche cereali, ortaggi e piante da frutto, soprattutto asparagi, radicchio, piselli, fagioli, fagiolini, mele, pere, mandorli, fichi, fragole, albicocche e pesche. Tra i piatti della tradizione da non perdere i saporiti risotti realizzati con ingredienti spontanei di stagione come le erbette in primavera e i funghi del sottobosco in autunno, oppure i famosi risi e bisi (risi con i piselli), e ancora la pasta fatta in casa, tra cui i tipici bigoli arricchiti da ottimi sughi come il ragù d’anatra, la pasta e fagioli, gli gnocchi, le zuppe di stagione. Sulla tavola tradizionale non possono mancare i salumi,

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in particolare il prosciutto, la pancetta, il salame e la morbida soppressa, e le carni della corte: faraona, oca, gallina, magari la famosa gallina padovana dal gran ciuffo. E come dessert, il dolce tipico della città, la Torta di Federico II a base di mandorle, dolci arricchiti da mieli prodotti localmente o da frutti dei colli come la giuggiola, il melograno, le ciliegie o un gustosissimo biscotto zaeto. Curiosità: molti conoscono il detto “andare in brodo di giuggiole” ma chi sa dire cosa sia il brodo di giuggiole? Il brodo di giuggiole è un liquore preparato a partire dalle giuggiole appassite. Il giuggiolo è una pianta familiare nel Veneto. Proviene dalla Siria, ma, secondo un’altra versione, potrebbe essere anche originario dell’Africa settentrionale. Da oltre 4 mila anni è coltivato in Cina ed in India. In Italia lo portarono i romani che lo chiamarono “Zyzyphus zizyphus”, parola dalla quale deriva il veneto “zizoea”. La pianta trovò condizioni ottimali in particolare nelle isole di Venezia e nell’entroterra, nei colli Euganei, sul versante esposto al sole, e nell’area del Lago di Garda. Ad Arquà Petrarca, comune confinante con Monselice, i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni, e le giuggiole sono utilizzate per realizzare ottime confetture, sciroppi, e il famoso brodo di giuggiole. Il frutto è maturo a fine estate.

Bigoli

Risi e bisi 203

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Fior d’Arancio 321


INFORMAZIONI TURISTICHE IAT Ufficio Informazioni Turistiche Palazzo della Loggetta via del Santuario 6-35043 Monselice PD tel. 0429 783026 int 201 - 202 www.monseliceturismo.it turismo@comune.monselice.padova.it info@monseliceturismo.it MONUMENTI E MUSEI Castello di Monselice Antiquarium Longobardo Mastio Federiciano Museo delle Rarità Carlo Scarpa Via del Santuario 11 tel. 0429 72931 www.castellodimonselice.it Antica Pieve di Santa Giustina Largo Paltanieri Tel. 0429 72130

Complesso Monumentale San Paolo via 28 Aprile 1945 tel. 0429 783026 Castello di Lispida Via 4 Novembre, 4 - Tel. 0429 780530 Giardino di Villa Emo via Rivella 4 - Tel. 0429 781987 Villa Pisani Riviera Belzoni 22 Tel. 0429 783026 Museo delle Macchine Termiche Orazio e Giulia Centanin Via F. Petrarca 44 – 049 8910189

INDIRIZZI UTILI Municipio Palazzo Tortorini - Piazza San Marco Tel. 0429 786911 Biblioteca Comunale via San Biagio 10 Tel. 0429 72628 Polizia Locale Tel. 0429 74760 Ufficio Postale (centro) Via G. Zanellato 10 Tel. 0429 786511

Pro Loco Monselice Via Dante 1 Tel. 0429 72380 Ospedali Riuniti Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta” Tel. 0429 715337 – CUP 0429 714410 PARCHEGGI Campo della Fiera (gratuito) Cava della Rocca /Castello (mezza giornata €1; intera giornata €2) Piazza Ossicella (con parcometro)

Parco Buzzaccarini Via San Giacomo 51 Tel. 345 8779091

Santuario Giubilare delle Sette Chiese Via Sette Chiese Tel. 0429 72130

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La città ideale, di Maurizio De Marco. Immagine realizzata con il montaggio di 19 diverse fotografie dei principali luoghi storici del centro di Monselice, per una veduta ideale d’insieme dello straordinario patrimonio storico-monumentale della città della Rocca

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IAT MONSELICE Palazzo della Loggetta Via del Santuario 6 I-35043 Monselice PD Tel. + 39 0429 783026 int 201 – 202 www.monseliceturismo.it info@monseliceturismo.it - turismo@comune.monselice.padova.it

Monselice Turismo Altitudine: 9m s.l.m.la parte piana; il territorio comunale comprende però 5 colline di varie altezze Area: 50.53 kmq Popolazione: 17.608 (dicembre 2015) Giorno di mercato: lunedi; venerdi (mercato ridotto) Gli abitanti si chiamano: Monselicensi

Come raggiungere Monselice Autostrada A13 uscita Monselice Autostrada A31 uscita S. Margherita d’Adige

Rete Ferroviaria: Monselice si trova sulla linea VeneziaBologna, stazione di Monselice; treni frequenti, ogni ora circa, da e per Terme Euganee, Padova, Venezia, Rovigo, Ferrara e Bologna.

Aeroporto Marco Polo - Venezia (70 km); Aeroporto A. Canova - Treviso (75 km); Aeroporto G. Marconi - Bologna - Borgo Panigale (100 km) Aeroporto V. Catullo - Verona - Villafranca (90 km) Area attrezzata CAMPER con 10 piazzole Via Argine Destro c/o Remiera Euganea

Provincia di Padova

Città di Monselice

Testi a cura dello IAT di Monselice-Cristina Gibellato. Supervisione: Riccardo Ghidotti. Coordinamento generale ed amministrativo: Comune di Monselice-Barbara Biagini, Gabriella Canato, Gianni Mamprin. Credits fotografici: Archivio Comune di Monselice/Cristiano Bulegato, Cristina Gibellato; Maurizio De Marco; Riccardo Ghidotti; Archivio Società Rocca di Monselice/E.Manin; Archivio Padova Terme Euganee Convention & Visitors Bureau/Gabrio Tomelleri; Archivio Provincia di Padova/Turismo Padova Terme Euganee/Alberto Campanile, Matteo Danesin, L. Zilli; Archivio Strada del Vino Colli Euganei/ Matteo Danesin; Castello di Lispida; Giardino di Villa Emo/G. Lanaro. Piantina dell’interno di copertina: Riccardo Ghidotti e Daniele Sabbatini. Immagine di pag. 22-23: Maurizio De Marco.


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