difese del litorale - parte 3ª

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da torre Astura alla torre dell’Epitaffio


La Località detta Astura era una delle stazioni della Via Severiana (che univa Ostia a Terracina). Era popolato da ricche ville in cui soggiornarono in vari periodi Cicerone, Augusto, Tiberio, Caligola. Ancora oggi se ne vedono i resti e su di esse sorge il celebre Castello di Torre Astura La tavola Putingeriana ricorda Astura come una stazione della via Appia.

Nel 1268 Corradino di Svevia, sconfitto a Tagliacozzo, si rifugiò ad Astura, nell'omonima torre, ma Giovanni Frangipane, signore di questa terra lo consegnò a Carlo d'Angiò, re di Napoli, dove fu decapitato a Campo Moricino, l'attuale Piazza del Mercato di Napoli. Finito il dominio dei Frangipane nel 1303, il potere di Astura passò nelle mani di Pietro Caetani, successivamente degli Orsini e nel 1426 Astura passó ai Colonna. Quando nel 1594 cessò anche la signoria dei Colonna così ad Astura come a Nettuno, il castello cadde nell'abbandono, fin quando passò sotto l'egida della Camera Apostolica che, nel 1831, lo cedette al principe Borghese. Astura. Piccola fortezza con maschio pentagonale, inoltrata nel mare, nel territorio di Nettuno, a circa 3 miglia da Foce Verde. Vi si entrava per un ponte di tavole, e un miglio a levante sboccava in mare il fiume Cavata o di Astura, alla cui foce si disponevano cataste di legna tagliata nelle macchie vicine, per esportarle. Il torriere era pagato con 8 scudi il mese, ma aveva l'obbligo di tenere un soldato. Nella fortezza potevano acquartierarsi anche 4 soldati a cavallo, due per battere la spiaggia di levante fino a Foce Verde, due quella di ponente, fino al fiumicello . Fogliano, a 2 miglia da Nettuno. Armamento: un sagro da 12 libre, 2 falconetti da 4, 7 mortaletti di bronzo, 8 moschetti, 2 spingarde di ferro. Vi si accedeva per un ponte levatoio, ed era fornita di quattro baluardi. Attorno si stendeva, da torre S. Lorenzo a torre Fogliano, la macchia più estesa e più folta dell'intiero territorio di Roma, e il paese stesso, cinto di mura, stava nel seno di un golfo formato da Capo d'Anzo e Astura. Vi erano un castellano con la paga di 17 scudi il mese e l'obbligo di tenere 3 soldati, un bombardiere, con 7,50 scudi mensili, e 40 aiutanti paesani (i paesani dei luoghi, se lo desideravamo, costituivano un apposito ruolo per dare aiuto in caso di urgente necessità.). La fortezza era armata di una colubrina da 24 libre, 2 falconetti da 5, un falconetto da 3, un quarto di cannone da 16 libre, un sagro da 12, 13 mortaletti di bronzo, 69 moschetti, 6 brandistocchi, 2 spingarde di ferro


(Il baluardo di S. Rocco, sul mare, dalla parte di levante, era armato inoltre di 4 cannoni. La guarnigione della città 'comprendeva due compagnie, una di fanti e una di cavalli, al comando di capitani. La carica di Governatore delle Armi, divenuta onorifica nel 1700, fu sostituita dall'altra di Vice Governatore, alla quale fu unita anche quella di Capitano. della milizia a piedi. Il Vice Governatore percepiva scudi 3,30 mensili; messo così alla pari, se non in condizione peggiore, di un soldato). Di estate, di sera, 2 soldati a cavallo

erano soliti di perlustrare la spiaggia fino al di là del fiumicello Foglino; 2 altri fino alla torre delle Caldane. 1623 - Nicolino Bolognese risulta essere il torriere di Torre Astura. 1625 - Bartolomeo Falletti risulta essere il custode di Torre Astura. 1626 - 5 settembre. Il comandante di Nettuno scrive in un rapporto alla Camera Apostolica: ... Questa notte, dalla torre d’Astura si sono intesi molti tiri, et questa mattina ha dato segni di fumo, dove subito ho mandato a riconoscere et pigliar lingua delle novità e che havevano in detta torre, dove non solo ce hanno detto che havevano scoperto sei galere, alla Foce Verde, che havevano fatto terra, et che facevano acqua... In tale occasione i pirati, prima di essere messi in fuga, riuscirono a catturare una nave da carico. 1626 - 7 settembre. Il capitano Masonari (??) invia il seguente rapporto: ...Questa matina, sabbato, la torre di Astura da giorno sino a hora di pranzo si è accesa de tiri et de foco...; resoluessimo mandare a ricognoscere doi soldati a cavallo detti tiri et foco .., Resolvessimo mandare a ricognoscere doi soldati a cavallo detti tiri et foco, et tornati de lì a doi hore, et trovatome che stava in ordine con la mia compagnia referirno che sei Galere di Biserta havevano dato in terra alla Foce Verde territorio di Nettuno intorno a doi cento turchi et che facevano del danno et havuta quella relatione subbito me ne andai a quella volta et arrivato alla deta torre Astura le galere havevano già cominciato a sarpare et si cacciavano allo mare verso le isole; andai con tutto ciò a riconoscere il loco dove erano state e salutatele con archibusiate trovai che havevano dato foco a una tartana e meza fabricata che faceva fare un mercante di legna napolitano, come anco a venti canni di legna..., tavoloni di Galera del detto mercante; hanno anco brugiata una capanna et preso tre feluche con haver anco svalisciato una Pollacca Genovese che caricava tavole di Galera a Fogliano et altri danni..... 1635 - 11 maggio. Il comandante del Forte di Nettuno Agapito Petitto, nel corso di una ispezione alla Torre di Astura, oltre ad elencare la consistenza delle armi ed il loro stato di conservazione, trovò anche ... 24 homini... quali pernottano dentro la detta torre, quali pescano il corallo di . ordine del sig. Gio. Pietro Romano Gabelliero di Nettuno.. 1640 - giugno. Emilio Novelli, Comandante di Nettuno, così riferisce in un suo rapporto: ... questa mattina sul far del giorno si sono scoperte sopra la torre di Astura sette Galere barbaresche et da la torre si è sparato alquante cannonate, con tutto ciò han preso una solancha Genovese che caricava tavoloni... , l’anno disarmata et poi li hanno attaccato foco et l’anno abrosciata, ma li marinai si son tutti salvi nella detta torre... 1643 - 5 marzo. Una nave carica di merci si rifugia presso Astura perchè inseguita da un vascello pirata. La guarnigione della torre spara alcuni colpi di cannone per allontanare i pirati e nel contempo avvisa le torri vicine con delle fumate per avvisarle del pericolo.


1691 - Dall’ispezione fatta da Giuseppe Miselli detto Burattino si ha la seguente descrizione della torre: Astura Gionto nella torre d’Astura della R C vi ho trovato Gio: Batta Mazzatosti Torriero provvisionato di (scudi) 8 il mese con Patente del S Ppe D Marco Otthobono, et Angelo Braccini suo soldato: Questa torre è d’aria perfettissima pp essere situata dentro al mare 70 passi in circa et è fatta a forma di castello con sua Rocca, e per entrarvi dentro vi è un ponte di muro Massiccio et un altro Levatore à suo luogo si dovere; e tanto da levante come da Ponente tiene un canale di mare: Ha sua porta à piano terra pp l’ingresso da Mezogiorno con dentro una sua via stretta lunga passi 15 che conduce in un cortiletto ben muragliato all’intorno pp la parte di mare con Porta e scale di Pietra per salire sopra un corridore che gira intorno al castello e porta nella Rocca, e nella Piazza d’Armi, nella quale si conservano le qui sottoscritte armi e monitioni et altre cose necessarie alla sua difesa consegnate al d Torriero che promette tenerne e renderne conto et in fede ha sottoscritto il pnte foglio di sua propria mano: Questo di 27 giugno 1691 Armi e Monitioni o Un falcone da lb 4 con arma di Urbano 8 un’altro simile con arma non conosciuta o Un sagro da lb 12 con arma di Paolo 5 Spingarde a cavalletto num: 2 moschetti num: 8 moschetti di metallo num: 4 moschetti di ferro num: 4 Carebine a focile num: 2 Brandistocchi num: 2 Cucchiare e Garagolli por li pezzi Palle di ferro da lb 12 num: 21 palle di ferro da lb 4 num: 16 palle da spingarda num: 130 palle da moschetto num: 30 Polvere barrili num: 4 Sua campanella di metallo nel suo campanile Bisogni In questa torre di Astura vi sono li seguenti bisogni cioè o p un moschetto in luogo d’uno che è crepato 2 Due mortaletti parimente, che sono crepati 3 Cavalletto, e cassa allo spingardo o

ia

Gio: Batta Mazzatosti m pp

1723 -.La torre di Astura avvista una nave pirata e lancia i segnali che vengono raccolti da due galere Pontificie comandate da Papirino Bussi e Osimo Guarnieri i quali intercettano la nave nemica, la circondano e dopo uno scambio di colpi, la catturano. Questa nave pirata aveva a bordo 114 uomini ed era armata con 28 cannoni. Carta dello Stato Pontificio del Cassini


1800 - 22 marzo. In una nota di lavori ordinati al falegname Filippo Amiraglia cosĂŹ si legge: Torre d’Astura Rinnovare una delle ruote al Cannone di lb 9 con rimettervici li Ferramenti Vecchi da rifarcirsi Per mettere in mira d. cannone fare n° 4 cugni ed una mantellina di legno per la Lumiera Mettere di nuovo n 17 vetri con telaietti nelle finestre Nell’altre finestre di d. Forte ove mancano li Telari si debbono fare n 6 telari nuovi con sportelli foderati di tavole con telaretti e vetri nel mezzo a ciascuno de medesimi ta Alla finestra della S. Barbara vi vole un telaretto nuovo con suo sportello foderato di tavola, e suo telaretto e vetro 1850 circa - alcuni disegni del Cap. Meluzzi



Tra i feudi dei Colonnesi e il territorio dei Gaetani ( P.A.Guglielmotti - ---- fortificazioni … pag 468) la camera Apostolica, al tempo di Pio V, fabbricò la torre di Foceverde, allo sbocco d’un rivo palustre di acque verdastre lentamente scorrenti per le pianure di Cisterna. . Nel 1668, per conto di mons. Girolamo Gastaldi, provvisore generale delle fortezze, il muratore Carlo Ferretti, milanese, si impegnò a costruire la torre di Foce Verde, fra torre Astura e il lago di Fogliano, su disegni di Giulio Cerruti, ingegnere della Camera Apostolica. Il pagamento fu stabilito in 3500 scudi, oltre la licenza “ di potere a suo piacere far cavare dalle antichità di Capo d'Anzo et altre "ruvine" in quelle parti tutta quella quantità di pietre e tavolozze che gli bisognaranno per detta fatica”, come è specificato nel contratto del 7 febbraio di quell'anno, stipulato dal notaio camerale Antonio Valle, sotto il papato di Clemente IX . La forma quadrata di 10 metri per lato e di quindici per altezza; la solida struttura, i buoni alloggiamenti, la sottile scarpata, e le tre volte reali richiamano il tipo del primo tempo, anche a dispetto di parecchi ristauri seguenti e più meschini .

1677 - settembre. La Camera Apostolica bandisce una gara di appalto per la ristrutturazione della Torre di Foceverde. Il bando era composto di 10 articoli. Molte furono le offerte che pervennero fino al dicembre, ed i prezzi variavano sensibilmente da una offerta all’altra, ma per sopraggiunte difficoltà economiche la Camera decise di soprassedere. 1681 - In un documento di Innocenzo XI si ripropone la ristrutturazione della Torre di Foceverde : ... per sicurezza dei nostri sudditi e de naviganti sia molto necessario reedificare la torre di Foceverde posta nella spiaggia di Nettuno dalla parte di Levante, lontano dalla torre d’Astura cinque miglia incirca, caduta a terra gli anni addietro; per ovviare a qualche sbarco che potessero fare li turchi et altri corsari per essere il detto posto privo di altra difesa.


1691 - Dal manoscritto di Giuseppe Miselli detto Burattino, la torre viene indicata come possesso della Camera Apostolica e così la descrive: Foceverde da ra Gionto nella torre di Foceverde della Rev Camm vi ho trovato Bernardino Catani Torriero provisionato di (scudi) pe 10 il mese con Patente del G Pn D Marco Ottobono, e a Gio. Batt Catani suo soldato: Questa Torre è situata vicino l’acqua Marina in luogo di pessima aria havendo la parte di terra il Palude d’acqua morta sotto le mura, et è atta a resistere a qualsi sia incontro essendo essendo ben forte dentro, e fuori tiene sua porta p l’ingresso con sua scala di o legno p salire al p piano dove è una buona e commoda stanza p il Torriero, sotto la quale ve n’è un’altra con un pozzo d’acqua dolce fettissima . Sopra nella Piazza d’armi vi si conservano le quì sottoscritte armi, monitioni e altre cose necessarie alla sua difesa consegnate al detto Torriere, che promette tenerne, e renderne conto, in fede di che ha sottoscritto il p nte foglio di sua propria mano:questo di 27 giugno 1691 Armi e Monitioni Un falcone la lb.8 con arma un Cherubino un falcone da lb 4 con lettere che dicono Albergetti Spingarde a cavalletto num: 2 Mortaletti di metallo num: 2 Moschetti num: 4 con sue bandoliere e forcine num: 4 Brandistocchi num: 2 Cucchiare e Garagolli per li pezzi Palle di ferro da lib. 8 num: 15 palle di ferro da lb 4 num: 8 Palle da spingarde num: 55 palle da moschetto num: 12 Polvere barrili num: 5 : ½ : Bisogni In questa torre di Foceverde vi sono li seguenti bisogni cioè po locchietto di ferro alla porta di santa Barbara 2 li grani alli dua mortaletti di metallo 3 palle da lib 8: almeno 12 4 cambiare un brandistocco ch’è rotto 5 nell’ultima visita fatta da Pietro Petti si contò in questa torre una Campanella di metallo, ma presentemte non vi si è trovata non solo detta Campana, ma ‘ne meno campanile ne altro segno, che vi sia mai stata, onde è probbabile che non l’habbia havuta in consegna il sud to torriero,come asserisce Gio: Batt a Catani di comiss ne scrissie Artiglierie che sono nella torre di Foceverde

Carta di Gio.Battista Cingolani da Urbino

falcone la lb.8 falcone da lb 4


1702 - luglio. Dalla torre di Foceverde s’innalzano segnali di fumo che vengono raccolti da alcuni paesani di Sermoneta i quali, accorsi presso la torre, catturarono con la guarnigione . della torre, 60 pirati che nottetempo erano sbarcati per compiere saccheggi. Nel frattempo due galere pontificie, la S.Benedetto e la S.Antonio, per un mare proibitivo, si erano riparate sottocosta vicino la torre e richiamate dagli stessi torrieri, imbarcarono i . pirati prigionieri che vennero incatenati ai remi. 1800 - 22 marzo. In una nota di lavori ordinati al falegname Filippo Amiraglia cosÏ si legge:

1870 circa Disegni della torre effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi


1567 - 9 maggio. Papa Pio V con la Costitutio de aedificandis turribus in oris maritimis, venne dato mandato al Console Martino de Ayala di attuare un capace sistema difensivo lungo le coste Pontificie, imperniato su di una serie di posti fortificati strettamente collegati tra loro. . Fra le varie cose si dice: ... far una torre a Caprolaci, toca al Sig. Marco Antonio (Colonna), contribuendo il lagho di Grottaferrata che tiene il Sig. Di Sermoneta et Terracina.... Ma questa torre non venne mai costruita. 1622 - Chirografo di Papa Gregorio XV del 22 marzo 1622: Reverendissimo cardinal Ludovisio, nostro nipote e camerlengo Volendo noi provvedere che si renda più sicura che sia possibile la spiaggia del nostro mare, affinchè li marinai, mercanti, passeggeri, et altra gente che conducono mercantie nel nostro stato ecclesiastico, et in particulare in servitio di questa alma città, ci vengano tanto più spesso et con sicurezza dei corsari, abbiamo deliberato che, oltre le torri che hoggi si trovano edificate in diversi luoghi della medesima spiaggia, se ne edifichi anche una sopra la nostra terra di Nettuno, vicino alla foce di Fogliano, dove con nostro disgusto intendiamo che continuamente si fanno dai turchi diversi ricatti di persone et di mercantie; et avendoci instantemente fatto supplicar Francesco Gaetani, duca di Sermoneta, che gli vogliamo concedere che esso a sue spese possa fare edificare una torre in detto luogo di Fogliano a guisa delle altre torri convicine, offrendosi esso Duca di dare principio alla fabbrica di essa quanto prima, et mantenervi del continuo in ogni tempo così di inverno come di estate quelli soldati che si richiedono per la custodia di essa; con questo però che se li conceda in perpetuo la guardia di detta torre, et che esso et li suoi successori vi possano mettere a suo gusto la soldatesca che è necessaria per questo servitio, con che dalla nostra camera se li somministrino le paghe dei soldati che la guarderanno alla istessa ragione che se li dà per ciascuna altra torre del monte Cercelli; ci siamo risoluti di fare al detto duca Francesco questa gratia, con questo che si obblighi di fare fabbricare la detta torre quanto prima nel luogo predetto, et della qualità che sono le altre torri convecine, et che continuamente tanto nella stagione dell’inverno, come dell’estate vi debba ritenere il medesimo numero di soldati colle armi che li saranno consegnate dalla nostra Camera, quale vogliamo anche che sia obbligata, siccome da adesso per quando sarà edificata detta torre la obblighiamo, e Voi a nome nostro la obbligherete a dare ogni anno palle polvere e miccio et altre munitioni solite, et di più a farli dare per l’inventario tutte le armi che per mantenere bene questa torre giudicherete essere necessarie, et inoltre a nome della nostra Camera come sopra prometterete di farli pagare la soldatesca che è necessaria per la guardia nell’istesso modo et per quella rata che è solito pagare et che oggi si paga al medesimo Francesco Caetano per le altre quattro torri convecine, con che sia in ogni tempo lecito alla Camera et a voi ministri di far visitare la detta torre et di fare quelli ordini giudicherà espedienti per il buon governo di quella: sopra le quali cose et altre che giudicherete necessarie et opportune ne stipulerete col detto duca Caetano strumento con quelle clausole et cautele, patti, capituli, et conventioni che giudicherete essere expedienti, utili, necessari et opportuni. . Ratificando, et approvando Noi d’adesso quanto in ciò da Voi in nome nostro sarà fatto, eseguito, et al detto Duca concesso. Et niente di meno sopra ciò se ne debbano spedire gratis nostre lettere in forma di breve per la confirmatione. Et perchè intendiamo che altre volte sono state et forse ancora pendono liti sopra la giurisdizione del luogo dove si dice di fabbricare detta torre, però dichiariamo che per questa concessione non s’intenda acquistata ai detti Caetani ragione alcuna nè giurisditione, anzi che tutto stia et si intenda senza pregiuditio delle ragioni della nostra Camera. Et inoltre che da nessuno non si possa imporre nè riscuotere dai passeggeri, marinai, mercanti, nè da qualsivoglia persona etiam dalla Camera, in detto luogo alcuna sorte di datio, gabella, passo, o bolletta in danari, pesci, mercantie, nè alcun’altra cosa sotto qualsivoglia titolo, et che il detto Caetano et suoi altro non possano preten. dere se non l’armi munitioni et paghe per la soldatesca sopra dichiarate Volendo et decretando che la presente, et quanto in esecutione di quella farete, in ogni tempo sia valido et efficace, et abbiano il suo effetto essecutione e vigore; nè contro di quella mai per tempo alcuno si possa dare . vitio de surretione, obreptione, o difettodella nostra intentione. Et così et non altrimenti debba essere giudicato colla clausola sublata ecc. et decreto irritante ecc. Non ostante le costitutioni apostoliche, leggi, usi, stili, et consuetudini, statuti et qualsivoglia altra cosa che facesse in contrario in qualsivoglia modo. Alle quali tutte e singole, havendo li loro tenori qui per sufficientemente expressi per questa volta, et per la validità della presente expressamente deroghiamo. Dato a Roma nel nostro palazzo apostolico Vaticano, questo dì 15 marzo 1622. Gregorius papa XV

Ma la torre non venne costruita.


Lo conferma una lettera del comandante del Forte di Nettuno del 29 settembre 1624 , nel lamentare alcune incursioni di Turchi alla foce di Fogliano, ... li signori Gaetani... s’offersero de farla... ma se sta a loro... passeranno anni et anni prima che se facci, et hora ci hanno fatta condurre un poco di calce, ma non serve a niente mentre non ci è principio d’un puntale per la palificata..... Nel 1656 nella relazione che Francesco Petti fece nell’ispezionare le torri litoranee, a proposito della località di Fogliano, infestata continuamente dai pirati, raccomanda che ... vi facci da torre, essendovi già li fondamenti, una fossa con calce e sassi, come si è visto, che è di grandissima necessità.... Probabilmente la torre venne costruita quando fu eretta quella di Foceverde, nel 1660-70.

La torre di forma quadrata misurava 11 metri per lato ed era alta 19 metri. . La costruzione era in laterizio e blocchi di travertino con la base a scarpa che poggiava sopra una piattaforma cementizia. Originariamente si elevavano due piani, (il primo con la classica copertura a volta), e sopra di essi la piazza d’armi con gli spalti a beccatelli. L’ingresso era accessibile mediante due rampe di scale


1808 - Un vascello mercantile di Anzio assalito da un brik inglese da guerra, si mise sotto la protezione della guarnigione della torre che con il fuoco delle artiglierie costrinse la nave nemica ad allontanarsi ed a lasciar libero il bastimento anziate. ( Gazzetta ufficiale di Roma - 1808 - n. 121).

1870 circa: Disegni della torre effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi

Successivamente la torre subÏ modifiche e ristrutturazioni fino a quella che vediamo riprodotta di lato, dove si nota un piano in piÚ costruito sulla terrazza da Michelangelo Caetani nel 1922 che la utilizzò come abitazione. I successivi eventi bellici della seconda guerra mondiale, distrussero completamente la torre.

CASOTTO CAPROLACE Occorre inoltre sottolineare che la torre o meglio Casotto nominato come Caprolace, nome del lago omonimo che si trova fra quello di Fogliano e di S. Maria oggi di Sabaudia era un casotto con soldati e cannoni posti a fior d'acqua.


Nel 1562 Pio IV ordinò al cardinale Niccolò Caetani che fabbricasse a proprie spese quattro torri intorno al monte, a condizione che il loro armamento, le munizioni ed il presidio militare fossero a spese della Camera Apostolica e le concesse in cambio di esportare da Sermoneta liberamente ogni anno e per la durata di otto anni, 1000 rubbia di grano. L'assegno per i soldati (960 scudi, ridotti poi a 942) si doveva esigere dalle città del Lazio, della Campagna e della Marittima: i Caetani edificarono infatti quattro torri, come si è descritto sopra, in quel loro feudo, ma dal pagamento forzato dell'assegno rimase esclusa per . intiero la città di Terracina, che doveva provvedere alle sue torri. Successivamente, per vendita o baratto il feudo passò ai Ruspoli ed agli Orsini, ritornando nel 1720 alla Camera Apostolica. Questa, nel 1808, per sopperire alle spese che doveva affrontare per la fornitura dell'armata francese, fu obbligata a venderlo a Sua Altezza il Principe Stanislao Poniatowski per il prezzo di scudi 86.000. Ma anche il Poniatowski, il quale aveva fatto molti miglioramenti nel palazzo baronale e nel palazzino di Paola, nel 1822 dovette restituire la terra di S. Felice alla Camera Apostolica alla quale rimase fino al 1870, quando . divenne patrimonio dello stato italiano che successivamente l'alienò. Durante il medio evo e fino alle soglie dell'età contemporanea, il Castello di S. Felice e le torri che lo circondavano ebbero importanza soprattutto per la difesa di quel tratto di costa e del mare prospiciente dalle incursioni dei pirati barbareschi. Infatti, ancora nel 1727, pirati tunisini, sbarcati all'improvviso, portarono in schiavitú 25 persone del Castello di S. Felice. Ma ben altra era la preda alla quale miravano. Lo sbarco avvenne il 3 maggio: il giorno precedente papa Benedetto XIII, in viaggio lungo la costa da Roma a Terracina, si era imbarcato di buon mattino a Torre Paola su una feluca pontificia, sfuggendo così, per puro miracolo, . alla cattura. Vi sono alcuni edifici di origine medioevale, come la Torre e il Convento dei Templari Sul promontorio sorgono diverse torri costiere, costruite per i'avvistamento dei pirati saraceni. Procedendo verso sud, si incontrano Torre Paola, Torre Moresca, Torre Cervia e Torre del Fico.



Il Guglielmotti così descrive la sua posizione: ... Dinanzi il suo mare profondo, a tergo selve rigogliose, a destra il lago, al piè l’emissario, le chiuse, il ponte, intorno rupi, precipizi, scogliere, sulle quali isolata a cinquanta . metri di altezza sorge la torre. Figura circolare, magazzini, alloggiamenti, batteria, parapetto, paraspalle, feritoje, e trabocchello sull’abbisso. 1562 - 8 gennaio - con un breve Papa Pio IV invita i signori di Sermoneta e di Sanfelice a fabbricare quattro torri fra le quali torre Paola. . Super constructione turrium ad Montem Circejum... Non senza grave angoscia d'animo, considerando quante numerose e quanto frequenti calamità, iattura e danno i pirati turchi e africani abbiano apportato non solo ai naviganti e ai mercanti, che trasportano generi alimentari ed altre merci necessarie all'Alma Urbe, ma anche agli altri cristiani che navigano da ogni parte il nostro mare, i quali, catturati ogni giorno e depredati delle loro merci, o vengono uccisi e gettati in mare o vengono condotti, infelici, come schiavi nelle lontane prigioni della Barbaria e della Turchia... vi ordiniamo di costruire a vostre spese una torre di difesa presso il Lago di Paola, un'altra sulla rupe del Fico, un'altra alla Cala Cervia e una quarta alla Cala Moresca o Concolino, tutte idonee ad accogliere guarnigioni di soldati. La torre venne costruita da Bonifacio e Nicolò Gaetani sotto la direzione dell’architetto Bartolomeo Brecciali. 1563 - febbraio. Torre Paola costruita dai Gaetani entra nel sistema difensivo del litorale dopo non poche avversità. Poco dopo iniziati i lavori di costruzione, alcuni pirati sbarcati nei pressi dell’emissario del lago di Paola, eludendo la sorveglianza di un drappello armato che era di stanza non poco lontano dalla torre, salirono sul monte che era alle spalle della torre stessa e da lì scagliarono massi e pietre devastando in tal modo la torre. Questo fatto però non risultò del tutto inutile, anzi permise di adottare una protezione alle spalle, cioè um muraglione che facesse scudo ad eventuali attacchi alle spalle. sorte, ma i danni causati dall’incursione vennero Anche la vicina torre del Fico subì la stessa prontamente riparati. . Circa 53 centri della Campagna e Marittima, che con la costruzione di tale sistema difensivo potevano ricavarne utilità, furono tassati con ordinanza del Papa, per ricavare la somma occorrente per il pagamento della guarnigione delle due torri tenuto conto che per 20 soldati e 2 sergenti occorrevano 80 scudi mensili. . Finiva così di essere facile preda tutta la costa del Circeo, punto molto frequentati dai pirati per i ricavati che ne traevano dalle scorrerie tanto che veniva da loro chiamato Monte d’Oro per l’abbondanza dei ricavati . 1620 - dicembre. Nei pressi di Torre Paola alcuni pescatori avvisarono la guarnigione della torre che in riva al mare alcune persone si aggiravano in modo inconsueto. Subito la guarnigione organizzò una pattuglia per perlustrare la zona e sul posto indicato incontrò un gruppo di pirati stanchi e disarmati che avevano naufragato nella notte a causa di una tempesta. Vennero quindi facilmente catturati e furono condotti al castello di Sermoneta.


1643 - 17 gennaio. Il comandante della fortezza di Nettuno Isidoro Vecchietti in un rapporto, . descrive un fatto inconsueto accaduto presso Torre Paola: .... un padrone di barca napolitana che se ne viene verso Roma, et riferisce che stava lui e la sua feluca in salvo vicino la torre detta Paola, nel monte Circello, venerdì matina, fu assaltato nella sua feluca da sei huomini armati d’archibugi lunghi et curti, come fecero ancora a altre feluche et presero quattro marinai et co molte minacce se li condussero coloro in una loro feluca...; li misero al remo, et se ne andarono verso l’isola di Ponza; dice di più, che questi tali siano stati ricettati nella detta torre di Paola da quelli soldati che la guardano... Questa forma di connivenza fra pirati e guardiani della torre lascia molte perplessità sulla sicurezza del litorale, ma di questi casi se ne verificarono ancora . 1688 - 13 maggio. In un rapporto del comandante Giuseppe Scatafasso ( di S.Felice sul monte Circello) così viene descritta un’azione contro i pirati nei pressi di Torre Paola: ... dopo circa otto giorni, che si sono di quì intorno viste navi turchesche, hoggi su le diciott’hore in circa mi è arrivato un messo mandato da Giovanni Capponi caporale della torre di Paola, che havendo havuto l’incalzo una nave genovese che carica legname a Caprolace da quattro navi turchesche, l’havevano assediato sotto la detta Torre di Paola, et che però gli avesse mandato soccorso di gente, il che da me inteso, premendomi molto star vigilante in rimediare all’inconvenienti che possono nascere in tali congiunture, essendosi questa terra trovata sprovvista di gente, ho’ fatto sparare un tiro di mortaletto a finchè quelli che stavano in campagna su fussero radunati, et havendo ordinato a tutti quelli che ho havuti pronti con bando rigoroso, che ogn’uno avesse preso l’arme et si fusse portato in detta torre per difesa et ributtare l’inimici, che appresso al messo mi è sopraggiunto novo avviso fussero già sbarcati, parendomi già sicuro che la detta torra potesse pericolare, io con tutti l’homini che ho potuto radunare assieme con Pietro Giacomo, ancora tutti armati semo andati alla Torre di Paola, dove, prima di giungere, mi creda V.E. che le cannonate fioccavano conforme si sentiva, il che mi dava a credere che la torre stasse a mal partito, dove essendo giunti ho trovato che la detta nave genovese stava rifugiata a’ piedi della Torre, et haveva messo in terra tutto il meglio, et le dette navi turchesche, per essere state maltrattate dalle cannonate della Torre, et li schiffi carichi di Turchi, che già parimenti erano arrivati sotto detta Torre, dalle archibugiate stavano lontani circa un miglio, et essendomi informato siccome il fatto era passato, mi è stato detto che le dette navi turchesche davano seguito alla detta genovese, quale si è andata a rifugiare sotto detta Torre, il custode della quale havendo conosciuto l’ardire dei Turchi che gli davano addosso cannoneggiando, ha cercato con scambievoli cannonate difenderla, et perchè quelli cani non stimavano, hanno ardito di armar con Turchi et armate cinque lancie cioè schiffi grandi; alli quali andando per antiguardia una delle loro navi sparando cannonate, le dette lancie si sono accostate alla falda del monte per non essere offese, et havendo fatta una scarica di moschetteria, credendosi che alla detta Torre non ci fusse quella gente che si è trovato, hanno ardito arrivar vicino detta nave genovese, che già havevano buttate l’angore et salvatisi l’hommini, sopra la quale solamente era rimasto un giovane spirito, il quale havendo visto che li Turchi avevano dato di mano al capo del canapo per tirarsi la nave, ha prima sparato due cannonate, et poi avendo tagliato detto canapo, si è buttato in mare, et si è posto in terra. . La scaramuccia hinc inde è stata grande, et le palle diluviavano ma essendosi trovati sopra la detta Torre li nostri guardiani, et altri, hanno maltrattato malissimamente detti Turchi che stavano sotto la detta Torre, con l’archibugiate, et ho relatione certa da chi stava ossevando nella detta Torre, che sono stati ammazzati sopra venti Turchi ed altri, et perticolarmente havendo un messinese marinaro sparato con un moschettone ne ha fatti cascar tre a piombo,


et con questo honore gli è convenuto allontanarsi, ma perchè son sicuro che continuaranno di costeggiar questo monte, dimani ho stabilito formar un bando rigoroso sopra la vigilanza, che ogn’uno doverà avere per quello potesse succedere, et farrò far le guardie la notte dentro la terra; mi dispiace però che quì mi trovo sprovvisto di arme a proposito, et di monitione, non per questo mancarò far l’obbligo mio con ogni esattezza. Meglio a voce sentirà il racconto da Giovanni Capponi, che costì se ne viene del seguito, che V.E. si compiacerà partecipare all’Ecc. mo Sig. Abbate mio signore.... 1692 - Pagine della relazione che Miselli detto Burattino fece per conto di Papa Innocenzo XI nel corso dell’ispezione


1720 - maggio. Durante la notte una nave di pirati tunisini fece terra sulla costa fra Torre Paola ed il Circeo.questo sbarco si rese possibile grazie al tradimento del guardiano di Torre Paola, che fece finta di non avvistare lo sbarco, e del Deputato Sanitario di San Felice che guidò i pirati fino all’ingresso di San Felice, facilitando in tal modo l’entrata nella cittadina che venne razziata e rapita di ben 7 donne ed . un bambino. Compiuta la scorribanda senza incontrare alcuna resistenza, i pirati con i due traditori imbarcarono i beni e le donne . rapite e presero il largo. Dopo tale incursione parte della popolazione di San Felice (che apparteneva agli Orsini) emigrò verso centri più sicuri e il Cardinal Pietro Francesco Orsini ( il futuro Benedetto XIII ) giunto con una carrozza in paese, si apprestò a scendere per le strade tutto vestito a lutto, per incontrare le famiglie delle donne rapite e per rendersi conto delle razzie fatte. Rimase amareggiato nel riscontrare che il paese nel frattempo si era spopolato e promise solennemente che sarebbe intervenuto presso il Papa per ottenere la liberazione delle vittime rapite. Solo dopo qualche anno, per intervento di Innocenzo XIII, i sequestrati furono riscattati pagando 1000 scudi per ogni donna e 2000 per il bambino che nel frattempo era stato adottato da una nobildonna turca al quale si affezionò molto. Nel momento in cui gli veniva tolto il fanciullo, colta da rabbia e da follia, con un morso gli sfigurò il volto. Questa soluzione potrebbe coprire le angherie e le umiliazioni che i pirati erano soliti infliggere ai sequestrati, specie alle donne e bambini sottoposti alle più vergognose brutture. 1729 "Due pirati barbareschi, informati del viaggio di Benedetto XIII, sbarcarono ai 3 di maggio a San Felice per prenderlo, ma trovando ch'era gia' partito, si sfogarono sul luogo e fecero li su ricordati schiavi, che il Papa fece redimere..."(Moroni).

1870 circa Disegni della torre effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi


Veniva chiamata anche" torre di Bellavista". 1593 - La guarnigione di Tor Falconara, con il consenso di Pietro Gaetani, dava ospitalità ad una banda di fuorilegge che stava compiendo furti e rapine nella fascia di confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno di Napoli. Chiesto l’intervento pontificio, Papa Clemente VIII inviò le guardie pontificie le quali, giunte nei pressi della torre, dovettero ritirarsi per la resistenza incontrata dalla guarnigione torriera . forte dell’appoggio dei Gaetani. Di fronte a tale situazione, il Pontefice ritenne opportuno rinunciare all’impresa, ad evitare un più grave conflitto, quello con la famiglia Gaetani. 1623 - Il Capitano Pompeo Tracaggia redige un inventario di Torre Falconara 1691 - Dalla visita di Giuseppe Miselli detto Burattino abbiamo la seguente descrizione della torre: Moresca Gionto nella torre della Moresca del Sig. Duca Gaetani vi ho trovato Marco de Santi Torriero provisionato di (scudi) 15 il mese con patente di S.E. et Alessandro Ciangranelli e Giuseppe Brano suoi soldati: Questa torre stà situata alla vista del mare verso Levante sopra una dirupa e serve solo p avvisare le altre, che sono interne al Monte Circello, et è guarnita di pochissime armi e monitioni, et da altro qui sotto scritto tutto della Rev C. consegnate al d Torriere che promette tenerne, e renderne conto, et te in fede ha sottoscritto il p. foglio di sua propria mano: questo di 27 giugno 1691 Armi e Monitioni Spingarde e Cavalletto num: 1 moschetti num: 2 mortaletti di metallo num: 2 Palle da spingarda num: 12 palle da moschetto num: 24 Polvere Barrili num: 1 Bisogni In questa torre della Moresca vi sono li seguenti bisogni cioè o p La cassa della spingarda 2 una scala di legno da 12 pioli Marco De Santi mano p.pria Nella torre detta Moresca non vi è Artiglieria veruna perche questa torre serve solo per fare fumate 1701 - Viene eseguita un’ispezione alla Tor Falconara.


1870 circa Disegni della piazzola nominata "Batteria Moresca" effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi

La torre fu distrutta nel 1809


Chiamata anche "Torre di Mezzo Monte". “Torre Cervia, così chiamata perchè le cervie in essa alevano li loro figlioli...” relazione di Grillo Giulio Cesare Questa torre venne costruita dai Gaetani insieme alla torre Moresca nel 1550 circa. Di forma circolare, venne realizzata usando come materiale delle scaglie di pietra locale. 1598 - Il pirata Assan Agà, che 10 anni prima aveva catturato 130 abitanti di Pratica, si scontra ai piedi della torre con la flotta Pontificia comandata dal Luogotenente Generale Malagotto il quale, avendo portato al largo due sue navi, contrastò la ritirata del pirata che era stato preso in mezzo tra i fuochi della torre e quelli della nave . comandata dal Malagotto. Le cronache locali dicono che le quattro navi pirate furono in parte catturate e in parte affondate, ma il terribile pirata scampò alla cattura. Venne sconfitto definitivamente il 2 ottobre del 1624 in Sardegna, presso l’isola di San Pietro. 1607 - 14 maggio. Vengono uccisi i componenti della guarnigione di S. Felice da un gruppo di banditi aiutati da un soldato di Torre Cervia. I banditi vennero catturati e dopo un solenne processo, furono tutti impiccati. 1617 - 1621 - Visita del Capitano Giulio Cesare Grillo 1623 - Viene eseguita una visita a Torre Cervia, custodita dal caporale Ennio Ottaviano e da tre soldati, e redatto un inventario. 1692 - Nel corso della ispezione che Giuseppe Miselli detto Burattino fece per conto della Camera Apostolica così viene descritta la situazione della torre: Cervia Gionto nella torre della Cervia del Sig. Duca Gaetano vi ho trovato Gio.Antonio Ungarini torriero provvisionato di scudi za 15 il mese con Patente di Sua Eccll. e Gio. Antonio Camotto e Gio. Antonio Bracco soldati suoi : Questa torre stà da mezogiorno situata nella spiaggia della marina con sua Porta da Ponente pp s ingresso, et è ben armata di cannone e d’ogni altra sorte d’armi e monitioni et altro necessario alla sua difesa tutto della R. C.ra consegnato al detto torriero che promette tenerne e renderne conto, et in fede ha fatto sottoscrizione il p.te foglio di comissione p non sapere egli scrivere = Questo di 27 giugno 1691. Armi e Monitioni Un sagro da lb 10 con arma di Tornese o un falcone da lb. 6 con arma di Urbano 8 Spingarda a cavalletto num: 1


Mortaletti di metallo num : 2 Moschetti num: 3 Alabarda num: 1 Cucchiare e Garagolli pp li pezzi Palle da lb 10 num.: 20 - di ferro Palle di ferro da lb. 6 num: 15 Palle da Spingarda num: 16 Palle da moschetto num: 17 Polvere barrili num: 1 In questa Torre della Cervia vi sono li seguenti bisogni cioè Ordinare che siano riportati a suo luogo li nominati tre moschetti portati via dal S Pietro Petti pestati e non mai piÚ rimandati, ne resi, ne accomodati. Di Lodovico Coppola di Conf

re

d.

to

Torriero

Nel 1809 gli Inglesi, dopo aver corrotto un guardiano, entrano nella torre sorprendendo la guarnigione. Successivamente la torre venne fatta saltare.

Nel 1947 per volere del Conte E.P.Galeazzi, la torre venne ricostruita


Questa fu la quarta torre voluta da Pio IV a difesa del territorio sulla rupe del Fico. Il Guglielmotti così la descrive: .... Sorge a picco sur un greppio, eminente di cinquantasette metri sul mare, per sentiero di scabri e precipitosi scaglioni, cavati a scalpello dal masso vivo, e resta isolata sul vertice dello scoglio, non avendo per altra parte comunicazione colla montagna se non per mezzo di un ponte volante di legno a cavallo di pauroso abisso, sul quale sta sospeso tra la soglia della torre e la vetta opposta di . certo ronchione ( grosso macigno). Figura rotonda, poca scarpa, diametro di nove metri, altezza di dodici, sotterraneo a volta, alloggiamento doppio, piazza d’arme saldissima per pezzi di grosso calibro. Oltre ai piombatoj necessari nelle torri isolate, ed oltre al consueto parapetto, voi trovate colà anche il paraspalle.... Indi la sicurezza della torre, di verso terra, deriva dal postergale arcuato a becco di flauto, alto infino al traguardo delle maggiori eminenze, fornito di feritoje cieche, ed atto in ogni caso a controbattere, anche di rovescia, anche contro gente di sbarco. La torre mentre stava per essere ultimata, venne attaccata dai pirati saraceni che la smantellarono in gran parte, ma ben presto ricostruita e terminata nel 1563 circa. Il Grillo così descriveva la torre: ... Questa torre del Fico ha questo nome per essere stata fabbricata in sito nel quale vi era un piede de fico grossissimo... ... deve essere molto ben custodita per essere sotto di essa il mare profondo e capace di qualsivoglia vascello, nel quale tutti pigliano porto la sera in tempo d’estate... 1635 - settembre. In una relazione del comandante della fortezza di Terracina viene riportata un’operazione di difesa che Torre del Fico effettuò contro un tentativo di incursione dei pirati: .... questa mattina avanti giorno sono state sei galere sotto de lo Fico, che avendo sparato, le Galere gli hanno risposto al fuoco, et fumata verso il mezzogiorno si sono ritirate....


1691 - Nel corso della ispezione che Giuseppe Miselli detto Burattino fece per conto della Camera Apostolica così viene descritta la situazione della torre: Fico Gionto nella torre del Fico del Sig. Duca Gaetani vi ho trovato Gaetano Lisa torriero provisionato di (scudi) 15 il mese con Patente di S. E.llza et Erasmo Felice Lisa e Giuseppe Ricci suoi soldati. Questa torre è situata nel fine del Monte Circello lontano dall’acqua Marina 52 passi in circa in faccia alla torre di Santa Felicita luogo del sud. Sig. Duca, donde scopresi tutta la spiaggia di Terracina, ha sua porta da Tramontana et è guarnita delle sottoscritte armi, monitioni et altre cose da ra necessarie alla sua difesa, che sono della Rev Cam consegnate al detto torriero quale promette tenerne e renderne conto, et nte in fede ha sottoscritto il p foglio di sua o

m questo di 27 giugno 1691

Armi e monitioni Un falcone da lb. 5 con arma di Farnese Spingarda a cavalletto num: 1 Mortaletti di metallo num: 2 Moschetti num: 3 Cucchiara e Garagollo p il Pezzo Palle di ferro da lb 5 num: 7 palle da spingarda num: 15 Palle da moschetto num: 30 Polvere Barrili num: 1 Bisogni In questa torre del Fico sono li seguenti bisogni cioè o p Cassa e Ruote al d Falcone da lb 5 2 Fare riportare li tre moschetti presi come re sopra dal S. Pietro Petti Visitat defonto p farli accomodare, e mai più rimandati, e sono neccessarijssimi Gaetano Lisa mano propria

1809 - Con l’inganno e la complicità del guardiano di torre Cervia, riuscirono a penetrare nella torre e dopo aver messo in fuga la guarnigione, calarono con delle funi due cannoni che si trovavano nella piazza d’armi, alla sommità della torre, li imbarcarono sulle loro navi quindi incendiarono la torre che andò distrutta. Qualche anno dopo, per volere di Pio VII la torre venne restaurata.

1870 circa Disegni della torre effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi


Questa torre fu voluta da Pio V dopo la vittoriosa sconfitta dei Turchi a Lepanto (1571) ma la costruzione avvenne successivamente in quanto Pio V moriva l’anno dopo, nel 1572. Pur mantenendo il nome di Torre Vittoria, questa venne eretta tra il 1624 -1631, data quest’ultima di un inventario . dell’armamento esistente nella torre. Per la sua vicinanza alla torretta residenza del Duca Gaetano chiamata Santa Felicita venne spesso citata con questo nome ed in tale errore cadde anche Giacomo Ameti che riportò tale . appellativo nella carta del 1693. La torre è di forma quadrata di 9 m. per lato alta 15 metri circa. I due piani poggiano su una base a scarpa, raggiungibili da una scala esterna a due rampe. La terrazza o piazza d’armi presenta un parapetto a beccatelli con al centro un casotto per la custodia delle armi. 1691 - Dal rapporto di Giuseppe Miselli detto Burattino la torre veniva così descritta: . Vittoria Gionto nella Torre Vittoria del sig. Duca Gaetano vi ho trovato Giuseppe Ascolano torriero provvisionato di (scudi) 15 il mese con Patente di S E za et Andrea e Giacomo Tortolani e Giuseppe Galisij suoi soldati: Questa torre è l’ultima della giurisdizione del Sig. Duca Gaetano situata nella pianura fuori del Monte nella spiaggia di Terracina lontano dall’acqua marina passi 63 in circa et un miglio dalla torre di S. Felicita luogo di detta Ecc za posto nella falda del Monte Circello nella panda di terra nel quale il Sig. Duca sud to ha il Palazzo fatto ad uso di Torretta armato di proprie armi e questo non soggiace alla visita. Le qui sottoscritte armi, monitioni et altre cose necessarie alla difesa della Torre da ra sono della Rev Cam consegnate al detto torriero che promette tenerne e renderne conto, et in fede ha sottoscritto il nte p foglio di sua propria mano questi di 27 giugno 1691

Armi e Monitioni Un falcone da lb 10 con arme di Urbano 8o un falcone da lb 3 con arma di Mons Santacroce Spingarde a cavalletto num: 2 Moschetti di metallo num: 2 Moschetti num: 3 Cucchiare e garagolli pp i Pezzi Palle di ferro da lb 3 num: 26 palle da spingarda num: 8 palle da moschetto num: 23 Polvere barrili num: 2 Sua campanella di metallo Bisogni In questa torre Vittoria vi sono li seguenti Bisogni cioè Un barrile di polvere fina Li cavalletti alle dua spingarde La scala nuova pp salire alla Torre

Giuseppe Ascolano mano p.pria


1768 - dicembre. Pochi giorni prima di Natale vengono arrestati dal comandante della Torre Vittoria M.Antonio di Cosimo, alcuni marinai napoletani che stavano dileguandosi con la loro barca dopo aver pescato di contrabbando del pesce a Torre Paola senza pagare la tassa spettante all’affittuario dell’omonimo lago. 1806 - ottobre. Da Torre Vittoria parte un segnale d’allarme che semina paura in tutto il territorio circostante. La guarnigione di San Felice chiuse tutti gli accessi alla città e si pose in atteggiamento di difesa. . Solo all’alba del giorno successivo si appurò che trattavasi di un falso allarme causato dal vagare sospetto di un drappello di soldati Francesi che rientravano nottetempo scambiati per pirati sbarcati da alcune navi che qualche giorno prima furono avvistate al largo. Chiarito l’equivoco, i soldati francesi vennero fatti entrare a S.Felice. 1809 - maggio. Gli Inglesi stavano inseguendo una nave da carico e con due lance cercavano di impadronirsene proprio sotto Torre Vittoria. Dalla torre partirono dei colpi di cannone che costrinsero le lance a ritirarsi. Ma poco dopo la flottiglia Inglese che stazionava al largo si diresse verso la torre dando inizio ad un vero cannoneggiamento. La torre venne colpita più volte, ma non per questo smise di rispondere al fuoco, e dopo alcune ore di combattimento riuscì a colpire un vascello nemico procurandogli danni. Gli Inglesi si allontanarono ma poco tempo dopo si ripresentavano con un cannoneggiamento più fitto del precedente. Ma anche questo secondo assalto non piegò la torre che riuscì a mettere in fuga gli assalitori. . Successivamente gli Inglesi, con una guarnigione di 80 uomini sbarcano nei pressi della Torre Cervia senza incontrare alcuna resistenza. Chiamato per nome il guardiano che si era prestato al tradimento, si fecero calare il ponte levatoio ed entrati occuparono la torre e catturarono la guarnigione. Fatta saltare la torre, si fecero accompagnare dal traditore alla vicina torre del Fico. Con l’inganno e la complicità del guardiano di torre Cervia, riuscirono a penetrare nella torre e dopo aver messo in fuga la guarnigione, calarono con delle funi due cannoni che si trovavano nella piazza d’armi, alla sommità della torre, li imbarcarono sulle loro navi quindi incendiarono . la torre che andò distrutta. Stessa sorte subì la Torre Moresca ( o Falconara), alle pendici del monte Circeo, la fecero saltare quindi, nel loro cammino verso Nettuno decisero di affrancarsi anche Torre Paola. In un primo momento tentarono di imitare le incursioni dei pirati, assalendo la torre alle spalle, protetti dai ripari delle rocce. Il caporale Ubaldi che comandava la torre, si accorse della mano. vra e con alcuni colpi centrò gli assalitori che furono costretti a ritirarsi. Giacomo Ameti - 1693 Fallito il tentativo gli Inglesi, il giorno dopo, si ripresentarono con 300 uomini e coperti dai colpi dei cannoni delle loro navi, che, per ingannare i torrieri, battevano bandiera francese, sbarcarono. Ma anche questa volta i cannoni della torre con tiri precisi e continui colpivano le postazioni nemiche e dopo alcune ore di combattimento, la milizia inglese decise di abbandonare il campo e le poche truppe rimaste si ritirarono vergognosamente.


1870 circa Disegni della torre effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi


Questa torre posta a sud del monte Circeo, assunse il nome di Olevola in quanto essendo posta alle foci del fiume Sisto, nelle piene e durante le fioriture delle vegetazioni paludari tutto il mare circostante assumeva un colore olivastro da cui il nome Levola che con il tempo si trasformò in Olevola . Molto probabilmente fu opera di quell’enorme opera di rafforzamento difensivo del litorale voluto da Pio V, ma alcuni autori ritengono vi sia stata una precedente costruzione risalente al 1469. Questa torre assieme a torre Gregoriana e Torre Badino erano custodite a carico della comunità di Terracina con una spesa di 324 scudi all'anno. Con base a "scarpa" senza aperture, era sormontata da due piani e dalla "piazza d'armi", con coronamento a beccatelli e caditoie, protetta dallo "scudo". L'ingresso era posto al primo piano e vi si accedeva a mezzo di un ponte levatoio. Questa torre, come alcune altre, non essendo state costruite su speroni rocciosi (che potevano offrire una protezione naturale), furono orientate con lo spigolo verso il mare, per attutire i colpi del nemico. Questa è l'unica torre nel . territorio eretta in mattoni. G.C. Grillo, Provveditore Generale della Marina Pontificia, nel 1617 annota: "Questa Torre Levola sta similmente nel territorio di Terracina, de questo nome perché vi sta appresso un fiume Levola posto verso il monte Cercello, detto de San Felice. Questo fiume se passa a guazzo se bene molte volte il mare attura la bocca et si passa senza guazzarlo comodamente".


1691 - Giuseppe Miselli detto Burattino nell’ispezione che fece nel 1691 così riporta: . Oleola a a Gionto nella torre di Oleola della Revd Cam vi ho trovato Giacomo Costa torriero provvisionato di (scudi) 7 il mese con Patente di Mons. Imperiale e Simone Conca suo soldato: Questa torre è situata a tramontana nella riva del fiume, lontana dalla marina passi 200 in circa, e per la banda di terra confina con un bosco et è antichissima, ma mal ridotta da mantenersi, et è necessario d’aiutarla grandemente, o pure disfarla: Gli homini che la guardano sono i più cari che st’hanno in tutta la spiaggia, ma in ordine al soldo malissimo pagati, e quelche è peggio gli vengono trattenute lungamente le loro provisioni, il che s’è fatto penetrare all’Eccll mo Pnpe Gnte: La Porta della torre è da Mezogiorno e nella sua Piazza d’Armi vi si conservano le qui sottoscritte armi, monitioni et altre cose necessarie alla sua difesa consegnate al d. Torriero che promette tenerne, e renderne conto in fede di che ha dato commis ne a me sottoscritto di sottoscrivere il p nte foglio non sapendo egli . scrivere. Questo di 28 Giugno 1691 Armi e Monitioni Un falcone da lb 4 con arma del Farnese Moschetti di metallo num: 2 Moschetti num: 2 Cucchiara e garagollo per il Pezzo Palle da lb 4 num: 22 palle da moschetto num: 80 Polvere barrili num: 3 Bisogni In questa Torre d’Oleola vi sono li seguenti bisogni cioè p o Cucchiara e garagollo nuovo pp il Pezzo dsud. da lb 4 2 La Porta di Santa Barbara 3 Li fusti di legno delle fenestre 4 La cataratta del fondo della Torre 5 Risarcire la torre di muro, che ne ha estrema necessità 6 Risarcire il Forno ch’è tutto aruinato 7 Provvedere, che il torriero sia soddisfatto intieramente della da ra provisione sua stabilitagli dalla Rev Cam e che non gli venga più lungamente trattenuta ne Filippantonio Giorgi di comis scrissi


1701 - Per le sue condizioni peggiorate di anno in anno, Clemente XI volle che la torre venisse completamente ricostruita. Dopo tale rifacimento la torre assunse il nome di Clementina a ricordo del Pontefice che la riedificò. 1802 - G.Battista di Prospero, torriere di Torre Olevola, dà ordine di aprire il fuoco contro un vascello pirata che stava intercettando una nave genovese. I pirati vengono centrati da un colpo di cannone e costretti quindi a ritirarsi.

1870 circa Disegni della torre effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi


Ad ovest di Terracina presso la foce del fiume Portatore ( Guglielmotti - Fortificazioni ... pag 449-451 lo individua come l'Ufente mentre nel 1567 viene definito come fiume di Badino), sulla destra . era situata la torre, di forma quadrangolare.

Fu voluta da Pio V così come risulta da un documento del 1567: .... al fiume Badino fare una torre, il fiume è di Pompeo Gottifredi, il territorio di Terracina. Promette farla a sue spese, dandoli il governo et castellania di Terracina per . alcuni anni.. Nel 1568 la Camera incaricò i nobili romani Pompeo e Bruto Gottifredi di edificare la torre di Badino nel territorio di Terracina, e concesse loro di esportare 2000 rubbia di grano, tranne che nei paesi degli infedeli. Ma la torre venne innalzata solo nel 1616 a causa di controversie sorte fra gli abitanti di Terracina che, con il consenso dei Gaetani, impedirono al Gottifredi la costruzione. Vi si potevano acquartierare 4 soldati a cavallo con il compito di perlustrare il litorale per 8 miglia, cioè da torre Vittoria ai piedi del monte Circeo. Questa torre assieme a torre Gregoriana e Torre Olevola erano custodite a spese della comunità di Terracina con una spesa di 324 scudi all'anno. Il Guglielmotti così la descrive: . ... di figura quadrilunga : i lati maggiori di 9 metri ed i minori di 8; altezza di 12. Rasati i merli, restano i piombatoi. Restano i sotterranei, i Voltoni, gli alloggiamenti: ed il mare fugge interrato e allontanato di 100 metri.

Papa Pio V

Giulio Cesare Grillo nella sua relazione dice: ... fu fatta edificare nell'anno 1616 dalla Santità di Paolo V per l'assecurazione de quella spiaggia e particolarmente per securezza della vascelli che entrano in detto fiume. Torre di Badino .... deve essere custodita con molta vigilanza per essere luogo molto pericoloso atteso che del continuo dentro al fiume ve sono vascelli co il nemico che molto bene è informato per l'avervi molte volte fatto preda quando stava senza torre, che può con molta brevità co facilità venire dalle isole di Ponzo e Palmarola...

Nel 1560 circa il capitano Francesco De Marchi, importante architetto militare e ingegnere, nel suo volume (F. De Marchi -Architettura Militare - Brescia, 1599) ricorda che inseguito dai pirati, si salvò entrando nel porticciolo non ancora protetto dalla torre. . 1624 - 8 agosto . Bartolomeo Segnere comandante di Nettuno, esegue l'ispezione della torre.


1626 - settembre. Paolo Ettori, Commissario di Terracina, mette sotto accusa i guardiani della Torre di Badino per alcuni fatti illeciti e per negligenza . ... l'altra notte passarono a vista di Tarracina lontano otto miglia da terra quindici galere, le quali non furono mai scoperte dalla torre di Badino e la ronda servò che tutti li soldati della torre dormivano; non è dubbio che detti meritano castigo. In un altro rapporto alla Camera Apostolica Paolo Ettori così riporta: ... il custode della torre di Badino ha eretto quasi un nuovo tribunale alla sua torre, poichè l'altro hieri fece carcerare di propria autorità un pover huomo che portava l 'archibugio e li fece pagare nove giulii et addesso ha fatto carcirare alcuni marinai, con farli pur pagare diciannove giulii .... Egli merita gastigo perchè qui nessuno può esercitare atto simile di giustizia, se non l 'Uff ciale della S. Consulta. 1665 - Francesco Petti ispeziona la torre 1692 - Nel corso della ispezione fatta da Giuseppe Miselli detto Burattino così viene descritta la situazione della torre: Badino Gionto nella torre di Badino bella R Cam ra vi ho trovato Ruggiero Marchionne Torriero provisionato di (scubi) io il mese con Patente bel S P " D Marco Otthobono, e Paolo Gentile suo soldato Questa torre è situata nella spiaggia lontana passi 100 _all'acqua bel mare e poco bistante balia città di Terracina, guarda tutto il canale da Ponente, e tiene sua porta pp l'ingresso da levante, et è ben' con_izionata bentro e fuori: Nella sua Piazza alarmi vi sono le qui sottoscritte armi, monitioni et,altre cose necessarie alla sua di f osa, consegnate al botto Torriero che promette tenerne e renderne conto, et in fede ha sottoscritto il pnte foglio di sua ppria mano: Questo di 28 Giugno 1691 Armi e Monitioni Un alcone da lb 6 con arma di Urbano 7° un falcone da lb 4 senz'arma spingarbe a cavalletto num: 2 Bisogni Mortaletti di metallo num: 2 In questa Torre di Badino vi sono Moschetti num: 4 li seguenti bisogni cioè Cucchiare e garagolli pp li pezzi Risarcire di muro santa Barbara Palle da lb 6 di ferro num: 50 Li fusti di legno ad una fenestra, palle di ferro da lb 4 num: 45 e farvi rimettere la croce di ferro palle da spingarda num: 150 che si è levata et il torriero la palle da moschetto num: 70 conserva Polvere barrili num: 3 sua campanella di metallo

Ruggiero Marchionne m° ppria

1793 - la guarnigione a presidio della torre era composta di 6 uomini comandati da Filippo Cervi.


1812 - ...Durante il blocco continentale , la torre, con undici colpi di cannone e sei di spingarda, difese tre bastimenti sotto carico; e volse in fuga uno sciabecco corsaro di bandiera britannica, pertinacemente venuto sotto per rapirli (Giornale ufficiale del Dipartimento di Roma n째46 - 1812) . 1870 circa Disegni effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi

Carta di Giacomo Ameti - 1693


1632 - 2 giugno. Da una relazione del comandante della Fortezza di Terracina .... Questa mattina a un hora avanti giorno sono passate sei galere dal monte S. Felice, che dopo aver sparate tutte le torri, dette galere hanno fatto una salva di cannonate e una di moschettate et se ne sono andate.... 1634 - 19 luglio. Da una relazione del comandante della Fortezza di Terracina ..... Un bergantino turchesco sotto il monte di S.Felice ha preso un vascello sebene sul batello sono fugiti i marinai...., le torri hanno sparato et si fĂ et si farĂ ogni sorta di diligenza.

1692 - Nel corso della ispezione che Miselli detto Burattino fece per conto di ... cosĂŹ viene descritta la situazione della torre:

La fortezza di Terracina, sopra un colle, a poca distanza dal mare, aveva un raggio di azione fino al Monte Circello, e teoricamente oltre Gaeta. Era armata di un sagro da 11 libre, un falcone da 6, uno smeriglio da 8 oncie, 10 mortaletti di bronzo, 25 moschetti, un cannone da 19. Il castellano percepiva 17 scudi il mese, con l'obbligo di tenere 3 soldati e un bombardiere. Poi gli scudi furono ridotti a 10, il personale dipendente a un soltanto, e venne formato un ruolo ausiliario di 40 paesani. Sopra il molo vecchio del porto sorgeva infine un casoncino per 2 soldati a cavallo, i quali dovevano perlustrare la spiaggia fino alla torre Badino, dove il fiume omonimo sboccava nel mare.


Essendo venuto nella determinazione di provvedere al risarcimento delle torri di codesta parte di spiaggia del Mediterraneo delle quali Ella ne fece la visita; come altresì dell’artiglieria esistente nelle medesime, onde avvicinandosi la Stag.ne, nella quale sogliono i Ligni Corsari praticare nella detta spiaggia possano le rispettive Guarnigioni farne uso per la custodia della spiaggia medesima e per dar avviso ai Bastimenti commercianti di esser cauti nella navigazione, le rimetto qu’acclusa la di lei relazione munita della necessaria mia ordinazione, in virtù della quale Ella si darà ... il carico della sollecita esecuzione de’ lavori, nella maniera che sono descritti, e scandagliati nella relazione medesima, alla quale mi riporto. Le raccomando però di usare tutta la vigilanza, affinché gli enunciati lavori siano eseguiti con tutta stabilità, ed ad uso d’arte e di procurare altresì, ogni ulteriore risparmio nella spesa, onde si renda meno sensibile al pubblico erario nelle attuali circostanze, risparmio che di sua natura deve essere di qualche conseguenza aversi il già seguito ribasso delle monete. Di tanto mi riprometto della attenzione ed impegno . per il pubblico bene.

Roma marzo 1800 Sig. Domenico Bragaglia Terracina


o di Piccomontano Questa torre prende il nome dalla località situata a sud di Terracina, verso Napoli, che in tempi remoti, durante la costruzione dell’Appia, venne cavata a scalpello dal vivo macigno del monte . Il Guglielmotti riferisce che le misure progressive della sua altezza erano riportate in cifre romane su targhette rettangolari, fino alla sommità di 120 piedi. Basandosi su quelle misure il Canina accertò il valore del piede romano, del passo del valore di 5 piedi, del miglio composto da mille passi . (Dunque il piede Romano venne valutato m. 0,2949) Pio IV lo ristrutturò e lo armò con modesta artiglieria. Il castellano della Fortezza di Terracina vi mandava, in estate, un caporale e 2 soldati con una paga di 2 scudi al mese per ciascuno. Il Grillo così riporta nella sua relazione ( 1617-1624): ...questo forte detto Pesco Montano ... fu fatto anticamente per guardia del porto che vi era in quel luogo, è sito fortissimo per essere stato fatto artificialmente con scarpello nel sasso vivo.... Non vi si fa guardia eccetto l’estate cominciando dal mese di agosto per tutto settembre.... 1691 - Nel corso della ispezione che Miselli detto Burattino fece per conto di Papa Innocenzo XII così viene descritta la situazione della torre: Scoglio di Bisco Montano Questo scoglio detto Bisco Montano è in faccia alla Marina da Mezzo giorno alto da terra passi 200 in circa, così prodotto dalla natura senz’alcun’artificio humano si rende posto molto riguardevole d’offese armato, come è presente per difesa della Città di Terracina e della retroscritta Torre Gregoriana essendo all’una, e l’altra superiore: tiene l’entrata da tramontana quasi impraticabile p(er) le dirupi dello scoglio,et è guardato da soldati, che il Castello di Terracina commanda, à cui appartiene tenere cure, e conto di esso, e delle qui sottoscritte armi, e monitioni, che vi sono p(er) sua difesa appuntocome quella della torretta di Terracina, in fede di che ha sottoscritto il p(rese)nte foglio di sua propria mano questo di 28 Giugno 1691 Armi e Monitioni Un falcone da lb 4 con arma di Urbano 8o moschetti num : 3 Cucchiara e garagollo p(er) il Pezzo Palle di ferro da lb 4 num : 18 Bisogni In questo scoglio di Bisco Montano ci sono li seguenti bisogni cioè o p. dare più pendenza al detto e risarcirlo necessariam.te 2 La porta nuova alla stanza de soldati 3 Selciare due altre stanze, ch’altrimente sono impraticabili no Benedetto Perini Castell. mano propria


Nel corso di una ispezione effettuata nel 1701 vengono riportate sulla relazione le seguenti note: Scoglio di Bisco, alto 200 passi, è un posto considerabile per essere superiore alla città di Terracina e alla torre Gregoriana....

Carta di Giacomo Ameti - 1693

Contatore - Hist. Terracinen. - Roma, 1706 Maculano - Lettere autografe ( alla Barberiniana) P.A.G. - Fortificazioni .... - pag. 448 Luigi Canina - Via Appia - Roma 1853


(P.A.Guglielmotti - Le Fortificazioni - pag. 448)

Alle porte di Terracina, nel 1584, per volere del pontefice Gregorio XII venne eretta questa torre che sul frontale riportava lo stemma papale con la scritta GREGORIVS. XIII. PONT. MAX. AN. M . D . LXXXIIII Posizione importante sulla strada corriera, tra la riva del mare e i dirupi di Teodorico, dove scorre angusto e tortuoso il passaggio, e facile verrebbe l'abbarramento. Perciò i moderni vi hanno aggiunto una falsa-braca quadrilunga di trentasette per venti metri con diverse maniere di ferritoje da mare e da terra . Questa torre assieme a torre Olevola e Torre Badino erano custodite a spese della comunità di Terracina con una spesa di 324 scudi all'anno. 1691 - Nel corso della ispezione che Giuseppe Miselli detto Burattino fece per conto di Papa Innocenzo XII così viene descritta la situazione della torre: Gregoriana nelli confini di Regno Gionto nella torre Gregoriana della Rev ha cam.ra vi ho trovato Nicolò Costa torriero provvisionato di s(cudi) 10 il mese con Patente di Mons.r Imperiale e Giovanni Venetto suo soldato : Questa torre è situata sopra d'un'scoglio attaccata alla marina da una parte, e dall'altra confina colla via Appia, et è torre di frontiera ben forte e ben conditionata di muraglia: Tiene sua porta da mezzogiorno, e nella sua Piazza d'armi si conservano le qui sottoscritte, armi, monitioni, et altre cose necessarie alla sua difesa in consegna del Detto castellano, che promette tenere, e renderne conto, et in fede ha sottoscritto il presente foglio di sua propria mano: questo di 28 Giug.o 1691 Armi e Monitioni un sagro da lb. 12 con arma di urbano 8° Un falcone da lb 6 con arma di Gregorio XIII spingarde a cavalletto num : 2 Mortaletti di metallo num : 2 Moschetti num : 2 Cucciare e Garagolli p(er) li Pezzi Palle da lb. 12- di ferro num: 22 Palle di ferro da lib 6 num : 28 Palle da spingarda num : 120 Palle da moschetto num: 180 Polvere barrili num : 1 Sua campanella di metallo Bisogni In questa torre Gregoriana vi sono li seguenti bisogni cioè p.° Cavalletti e casse alli 2 spingardi suddetti 2 Rinovare moschetti at num: di 2 almeno - 3 crescere 2 alabarde almeno- 4 cucchiara con suo stivatore da lb 12 - 5 Fare la scafa nuova p(er) salire alla Torre con suoi ripari - 6 ricordarsi d'una serratura vecchia che vi è restata Nicolò Costa mano propria


(G. C. Grillo, 1620, circa) “…edificata da Papa Gregorio XIII… Oltre l'essere forte per terra , per essere stata piantata in sito stretto, che non si può passare per entrare nel Regno eccetto che de qua, è forte anco per mare, poi che guarda tutta quella spiaggia de mezzo giorno sino a Sperlonga,… Ve risiede un costode con doi soldati… a' quali se li dà per provisione … scudi quindici… sette per il costode . e sc. 8 per li doi soldati" .

Il disegno del capitano Giuseppe Meluzzi (1870 circa) mostra la posizione strategica della torre, posta tra via Appia e mare. Grazie alla Fortezza del Pisco Montano, che faceva da ponte alle segnalazioni, poteva mettere in comunicazione le torri poste al confine del Regno di Napoli e quindi, con il sistema difensivo dello Stato Pontificio.

Successivamente fu adattata ad abitazione privata ma distrutta durante la seconda guerra mondiale


Il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli era segnato dalla costruzione detta Epitaffio, qualche chilometro dopo la città di Terracina. Dopo due chilometri di territorio, la terra di nessuno, si giungeva all’altro confine, un edificio presso la località Portella, in territorio di Monte San Biagio. Fu costruita, insieme alla gemella Torre del Pesce o di S.Leonardo, "d'ordine di Sisto V e di Clemente VIII" e realizzate dall' architetto Giovanni Fontana, fratello del più noto Domenico: (Foto Thomas Hasby) "Questa torre del Petaffio è posta nelli confini del Regno di Napoli, la quale non fu edificata per guardare la marina, ma per sicurezza delli passegieri per essere posta circa cinque miglia infra terra". L’Epitaffio prende il nome da una lapide fatta affiggere nel 1568 dal viceré di Napoli Perafan di Alcalà, su una tomba, forse romana. il testo è il seguente: Phil. II Cath. regnante Per. Af. Alcalae Dux pro rege Hospes hic sunt fines regni Neap. Si amicus advenis pacata omnia invenies et malis moribus pulsis bonas leges MDLXVIII Questa è la traduzione: " Regnando Filippo II il cattolico, essendo il duca di Alcalà, Perafan, viceré (di Napoli). Ospite, qui sono i confini del Regno di Napoli. Se vieni da amico troverai tutto tranquillo e, eliminati i cattivi costumi, buone leggi. 1568 ". A titolo di curiosità riportiamo i consigli che lo scrittore Pflaumern rivolge al viaggiatore, prima di attraversare i confini all' Epitaffio. "L' iscrizione che da il saluto al viaggiatore straniero è un avvertimento; ti fa capire che stai entrando in un nuovo Stato dove troverai gente e costumi diversi. Apri gli occhi: nessuna preoccupazione è superflua. Procura di essere in regola con la legge, specie per quanto riguarda il tuo bagaglio e le tue armi: se la spada è un po' più lunga o più larga del prescritto, subirai la rottura della lama ed infine noie. Denaro portane il meno possibile, perché ti lasceranno entrare con qualunque somma, ma all'uscita non potrai riportare via monete: sarai obbligato a fare acquisti inutili o a procurarti "lettere di cambio" rimettendoci enormemente. Troverai il popolo minuto astutissimo e senza scrupoli: non parlare, non scoprirti, non ostentare ricchezze, non credere alle adulazioni o ci rimetterai le penne". Poco distante, a cavallo dell’antica via consolare Appia, si erge l’omonima torre, di forma quadrata, di 9 metri per lato, alta 18 metri, ampio sotterraneo, tre piani a volta, piazza d'arme e piombatoj. Si sviluppa su tre piani a volta che poggiano su un ampio sotterraneo. Sulla sommità la piazza d'arme e piombatoi.


All' Epitaffio il 6 aprile 1850 Ferdinando II, re delle due Sicilie, si congedò da Pio IX che rientrava nel suo Stato dopo l' esilio di Gaeta. Restò confine Pontificio sino al 2 settembre 1870. 1870 circa Disegni della torre effettuati dal Capitano del Genio Guglielmo Meluzzi


BIBLIOGRAFIA


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