TuttoQui & dintorni 01

Page 1

numero luglio • settembre 2012

e 0,00

PERIODICO DI CONTAMINAZIONE LOCALE a cura di print studio grafico _ di Elisa Sivieri e Gallini snc

via martiri di belfiore, 19 _ quistello (mn) italy tel +39 0376 618382 _ info@printstudiografico.it

per passione

EDIZIONE SENSAZIONALE Tutto Qui e dintorni

«lettere dirette»

al direttore

TuttoQuie20

Channel

tuttoquiedintorni

& dintorni

www.tuttoqui.info • redazione@tuttoqui.info

01

Ci son cose da pensare, altre da dire. Ci sono momenti da ricordare, qualcos’altro da lasciare evaporare. Il difficile spesso è scegliere, selezionare, decidere cosa raccontare o quanto drizzare le antenne dell’attenzione davanti ad un fatto, una parola, una persona. Tuttavia, già il solo fatto che voi stiate leggendo queste righe e che decidiate di sfogliare questo nuovo numero di Tuttoqui & dintorni, investendo parte del vostro tempo e un pizzico di curiosità, significa che a volte anche un piccolo magazine è capace di accendere nuovi interessi. Inaspettati e sconosciuti, ad esempio. Direi, senza temere esagerazioni, semplici e “sensazionali”. Un tentativo che facciamo ogni tre mesi, interpretando un territorio, ma senza geografiche limitazioni, parlando una lingua giovane, ma in realtà senza limiti di età, immaginando i nostri lettori e sognando di conquistarne sempre qualcuno in più. Nonostante terremoti che scuotono, complesse ricerche di preziosi sponsor che danno linfa alle pagine, e la difficile ma piacevole scelta di cosa pubblicare tra le decine di articoli che arrivano, siamo ancora qua. Sia chiaro: spesso le scelte sono più vincolate dallo spazio che dalla qualità, perchè come vi accorgerete, ogni stile e firma merita allo stesso modo di comparire Qui, tra disegni e fotografie creati apposta per noi. Personalmente non posso che rinnovare il mio grazie ad ognuno di loro. Ma posso fare una cosa in più, con la rubrica “Lettere Dirette” al direttore (per meglio dire “fantadirettrice” in attesa dell’ufficialità del ruolo): dietro alle risposte ci sarò io, promesso. Scrivendo a redazione@tuttoqui.info deciderete voi in piena libertà cosa dire, chiedere, consigliare. Più voi sarete sinceri, più interessante sarà ascoltarvi e pubblicarvi. Imbucate virtualmente le vostre lettere, allora: la nostra cassetta della posta è capiente, c’è spazio per tutti. Valeria Dalcore

_volo

di Federico Aprile . opera realizzata utilizzando il numero 0 e il numero 00 di TuttoQui & dintorni grazie Fede!!! :)


tutti i voli del frIsbee

ENERGIA PULITA

luci&ombre

tutina tecnica traspirante sintetica appena acquistata, così invece di sembrare un super eroe assomiglieremo a Borat, con tanto di pancetta accumulata durante l’inverno mentre non eravamo impegnati a salvare il mondo.

Niente fumo dai camini, nessun fuoco che brucia ossigeno, nessun residuo tossico da smaltire: non è banale poesia, ma la realtà dell’energia pulita. Con il termine fotovoltaico si intende la trasformazione della luce del sole in elettricità. Un impianto fotovoltaico ben fatto è autosufficiente: si può sfruttare sia per il funzionamento di impianti di riscaldamento elettrici sia per illuminare casa. L’investimento si ripaga comunque da solo in 10 anni nelle zone del Nord e 7 anni in quelle più assolate del Sud.

la dignità

testimonianza di un tecnico volontario

Quistello, 30/05/2012 . Sono in auto, metto la freccia a sinistra e mi appresto a svoltare per entrare in una vecchia corte colonica, parcheggio, prendo l’elmetto di protezione e mi avvicino ad un gruppo di persone sedute all’interno di un piccolo rustico. «Scusate, avete fatto voi la segnalazione in comune per verificare i danni subiti dalla vostra casa?» Un anziano signore con gli occhi lucidi mi stringe la mano e mi fa un cenno di assenso. Gli chiedo di accompagnarmi sino all’ingresso, ma di aspettarmi fuori. Indosso l’elmetto ed entro. È da tanti anni che faccio questo lavoro, ma un po’ di paura mi costringe alla prudenza e mi fa stare all’erta. Salgo le scale in silenzio, ogni tanto mi fermo, guardo verso l’alto e devo purtroppo constatare che le strutture portanti della casa hanno subito lesioni così evidenti da non permettere di poterla riabitare. Desolato lo spiego ai proprietari.

Decisamente snobbato da troppe persone, scelto invece da diversi supereroi, da Xena a Tron fino a Captain America.

Sappiamo che l’uso delle risorse energetiche tradizionali, in fase di esaurimento, ha dato il via a pericolose alterazioni climatiche e quindi appare chiara l’assoluta necessità di ricorrere a soluzioni energetiche sostenibili e praticamente inesauribili come il sole.

Credo tornerò a sedermi presto su questo prato; lo farò posandomi più leggermente, come fa un’ape sul fiore che con cura ha scelto, per sentirmi vivo e parte essenziale di questa terra.

«Al ma scusa, mi a cunuseva seu padar, em fat la guera insiem e dopo l’è stà al me geometro par tutti sti ann...», mi chiede cosa devono fare. Sono rimasti solo lui e la moglie, due agricoltori in pensione di oltre ottant’anni. Spiego che la loro abitazione è inagibile, che dovrebbero andare al campo base dove è stata installata una struttura per ospitare chi è rimasto senza casa. L’anziano signore mi guarda dritto negli occhi, in silenzio, e dopo qualche secondo mi dice: «mi a son nà chi e chi a vei murir, an’ag vag mia là, piutost a stag in dal rustic e dopo a vdirem». Nel frattempo la moglie mi offre un caffè e mi dice di accomodarmi indicandomi una delle quattro vecchie sedie di legno impagliate vicino ad un logoro tavolino di plastica; accanto un fornellino elettrico e tutto l’occorrente per poter vivere. Mi scuso con loro, non posso proprio restare, ho tante altre strutture da controllorare e tante se ne aggiungeranno. Così, guardandomi sempre fisso negli occhi, mi ringrazia, mi fa gli auguri e mi dice di stare attento a non farmi male. Lui, che è rimasto senza nulla.

libero

“Più il tuo arsenale di lanci è vario più sarai in vantaggio sul tuo avversario”... ora sì che cominciamo ad essere supereroi. La prima cosa da fare dopo aver imparato alcuni lanci è sicuramente uno splendido... shooting fotografico. Si rischia anche di non venire così male dopo tutto.

Questo soltanto dovrebbe bastare per elevare la considerazione alquanto scarsa di cui gode questo speciale disco; c’è del rugby tra le righe perché bisogna fare meta, c’è del basket perché con il frisbee in mano non si corre e si marca e si difende, c’è del calcio perché si gioca sull’erba ed il campo è proprio quello.

Ad un tratto gli odori. Il più duro diventa avvolgente, adulatore di sensi, educato e gentiluomo con la mente; poi si trasforma in profumo, fragranza di un’intima estasi dei sensi e mi consiglia, sussurrando delicatamente, di cercar di cambiare le abitudini dell’uomo, perchè la terra e le sue essenze ne sentono la mancanza. Tutto è naturale quanto spiazzante. Non trovo nulla di ridicolo o di assurdo, ho gli occhi ben aperti, il fiuto sveglio e l’udito acuto più del solito; è un benessere normale, sento il rispetto della natura, odo quanto ho da trasmetterle e quanto lei da insegnarmi. Tutto lascerò con silenzio. Concentrandomi, spero di riuscire a sentire ancora questa voce, o forse è solo la mia di voce, quella del pensiero... qualcosa che non aspetta altro che pace e un poco di verde per sussurrare. Queste occasioni sono spazi fertili, sottili raggi di luce che legano la nostra vita a qualsiasi essere vivente, dalla pianta all’acqua, dall’insetto al vento.

tempo

Le prime volte in effetti non vi sarà così difficile apparire come Captain America, lanciando il vostro disco letale a velocità supersoniche e tranciando tutto ciò che incontra. La realtà dei fatti starebbe nel possedere un certo controllo delle proprie gittate; traiettoria, forza e bersaglio compresi. Ricordatevi comunque che Xena possiede un frisbee che voi non avrete mai tra le mani: i nostri da comuni mortali non rimbalzano sulle pareti, al massimo cadono sul vaso più costoso della collezione Ming di vostra madre e la fine dell’incontro vaso-discoimpazzito non necessita di spiegazioni. Ammettiamolo: ci piacerebbe sembrare come loro! Oltretutto nessun supereroe utilizza una palla da calcio, da basket, tantomeno da ping pong per salvare il mondo. L’unica cosa che siamo capaci di lanciare è un oggetto molto simile ad una piadina romagnola che non riesce ad arrivare nemmeno più avanti di un nostro starnuto, fatica a planare diritta ed anzi, diritta è un eufemismo bello e buono!

Come funziona un impianto fotovoltaico? I pannelli posti prevalentemente sui tetti catturano l’energia prodotta dal sole e la trasformano in energia elettrica tramite la capacità di alcuni materiali disponibili in natura, in grado di generare elettricità quando vengono colpiti dai raggi del sole. Tale energia viene trasformata in corrente alternata da un dispositivo chiamato inverter. Il processo è completato!

È uno sport per tutti, ragazzi e ragazze, i contatti ci sono ma con un poco di attenzione e contenendo il furor gallicus il rischio di ferite e amputazioni si riduce al minimo. Seguirà tutta la messa in mostra delle escoriazioni di poco conto ricevute in battaglia per salvare il mondo, spacciandole per lesioni multiple esiziali. Quanto è bello inoltre osservare i propri amici che si scontrano in aria cercando di catturare all’unisono il disco errante, come due aquile in volo? O meglio: come due faraone goffe pronte a ricadere in padella dopo lo scontro, stremate per la prestazione..

Come dire... il nostro lancio del secolo pare più il ballo di una sogliola impegnata nell’hula hoop che altro. Ci manca solo la

Attenzione: l’impianto deve essere progettato e dimensionato da professionisti in base alle caratteristiche della propria struttura. Anche l’integrazione a livello architettonico può fare la differenza in merito alla tariffa incentivante del Conto Energia. Il Conto Energia è il sistema di incentivazione che lo Stato Italiano mette a disposizione di privati per rendere più conveniente l’installazione di pannelli fotovoltaici, fornendo una remunerazione in rapporto al quantitativo di energia prodotta dall’impianto. Tale remunerazione è soggetta a variazioni determinate da scelte politiche e quindi frequentemente modificate.

03 How To Throw A Backhand Far | Brodie Smith http://www.youtube.com/watch?v=zJ7TCoG6f88

Andrea Mambrini

Giocando allo strategico Monster Trouble HD dovete proteggere il vostro villaggio dall’avanzare di orde di mostri (goblin, orchi e altri mostri fantasy), posizionando torrette di guardia e strutture difensive per il contrattacco. A disposizione un gruzzolo limitato di danari da gestire con cautela, mentre l’avanzata dei mostri si fa di livello in livello più incessante. Oltre a fortificare il villaggio, dovete popolarlo con diversi tipi di personaggi dotati di abilità e caratteristiche proprie, curare le truppe, racimolare monetine disseminate dai mostri abbattuti e spegnere i piccoli roghi appiccati prima che si trasformino in incendi devastanti. Abbandonata la struttura a griglia comune ai videogioco strategici, Monster Trouble HD permette al giocatore di disporre le strutture in qualsiasi punto della mappa, creando percorsi originali e più interessanti. Lo stesso però vale anche per i nemici, i quali, piuttosto che seguire strade palesi in fila indiana, sono in grado di spostarsi in maniera imprevedibile se messi in difficoltà. Questa peculiarità rende il gioco più interessante, ma è pure una delle cause della sua ripida curva di difficoltà. Un’altra differenza con i tradizionali tower defense è la necessità, oltre a costruire delle torri difensive, di popolarle con delle unità specifiche. Le fortificazioni e i piccoli soldati che le abitano hanno caratteristiche diverse, e starà al giocatore decidere se puntare tutto sul numero o sulla forza delle sue difese, mentre costruire piccoli pozzi permette di accumulare acqua necessaria a spegnere eventuali incendi appiccati dai nemici. Pollice in su per l’originalità delle unità di gioco: mangiafuoco, cacciatori, zingare e agguerrite vecchiette danno un pizzico di colore e vivacità a ogni livello. Inoltre, mura di diversi tipi e forme permettono di creare precisi percorsi nei quali deviare l’orda nemica, offrendo al gioco una profondità strategica inusuale. Ben realizzato in alta definizione, con una grafica 3D mai vista e interfaccia multi-touch con cui ruotare e zoomare con le sole dita, Monster Trouble HD è un gioco dall’alta longevità: vi troverete a ri-giocare i livelli sperimentando nuove strategie per portare a termine lo stage di turno in modo diverso. Racchiuso in soli 100 MB di spazio, è stato sviluppato da Nuoxigen, un team tutto italiano. PRO :) Ottima grafica. Colonna sonora orecchiabile: vi ritroverete a fischiettarla dopo appena un paio di partite! CONTRO :( Interfaccia non molto agevole su iPhone e iPod Touch. Alquanto impegnativo. Monster Trouble HD non deluderà sicuramente gli amanti del genere e saprà farsi apprezzare anche dai giocatori che si affacciano per la prima volta su questo genere di giochi: da prendere al volo insomma! Edo Simonini

theGamedoctor

Mi circonda un fragile silenzio che ho cercato con passione, un silenzio complicato da ottenere al giorno d’oggi; solo qualche rumore di auto da lontano e rare sirene sfreccianti richiamano un segno di civiltà oltre quell’argine laggiù, mentre il vento, le cicale e qualche zanzara impongono il predominio di questo loro grande mondo, il Po. Nel pomeriggio mi sono allontanato, spostandomi dai centri per avvicinarmi ai lati del vivere quotidiano, ai lati degli impegni, verso le sponde del pensiero.Qui, per magia, il tempo scompare, tutto il ritmo viene dettato dal muoversi sinuoso delle foglie e il cantar degli aironi si intona con i fischi del saltimpalo. Guardando un cespuglio di giunco fiorito, noto un’ape che dolcemente si posa sui

fiori che le gemme da poco hanno partorito. Girandomi vedo un gatto selvatico, che forse per lo spavento si è allontanato più del solito da casa e, come me, si gode un momento di sano svago. Con quegli occhi grandi e verdi osserva la mia presenza, sembra inquietarlo, sono un corpo estraneo in questa quiete selvaggia.

Se anche nei tuoi sogni compare una città senza ciminiere, senza automobili che scaricano gas nocivi, pensaci! Realizzare un impianto fotovoltaico farà bene sia alle tue tasche che al tuo mondo! l’Architrave

Elisa Sivieri

Sono seduto su questo morbido prato, le gambe incrociate e la schiena ricurva all’indietro, poggio sui gomiti con la testa che oscilla, alternando sguardi di cielo a sguardi di terra.

di Federico Aprile

POETA IN ERBA

Oggi il nostro mondo si scuote, scrollandosi di dosso continue sollecitazioni, che noi stessi gli imponiamo. Malignità, agitazione, imprevedibilità è ciò che balza agli occhi, ma col tempo in questa nervosa reazione, percepisco bontà, capto una forza ingenua, infantile, che il mondo stesso non è riuscito a moderare; così corpo e mente ballano una danza che non presenta odio verso la natura, ma riguardo per questa nostra anziana madre.

photo: Luca Gallini

Albert Einstein già nei primi del ‘900 teorizzò questa reazione con un impensabile colpo di genio. Pare che sia per questo che venne insignito del premio Nobel e non per la teoria della relatività. Da allora ad oggi il fotovoltaico ha compiuto enormi progressi divenendo così la forma di produzione energetica che più rispetta l’ambiente.

L’angolo di guido

la dedica di un momento

Ancora non vi è venuta voglia di provare? Spezzo allora una lancia in favore del frisbee. È una disciplina nella quale tutti possono partire pressoché alla pari. È facile a livelli pseudomiscredenti, giusto per divertirsi tra amici. I migliori lanci sono dieci, ma per fare una degna figura da amatore-intenditore-che-sa-il-fatto-suo basta impararne tre: forehand, hammer e backhand. I video su internet spopolano: il forehand è molto scenografico e fa strillare tutte le ammiratrici.

Sport

Dedicato a chi vuole...

il vento grida al cielo

La Vetri S.r.l. Via Roma Nord, 207 • 6020 Villa Poma (MN) www.lavetri.it • e-mail: lavetri@lavetri.it info +39 0386 864101

laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche accreditamento ACCREDIA n° 0183

46037 RONCOFERRARO (MN) TEL +39 0376 663917

il tiepido sole brilla i fiori variopinti si pettinano

illustrazione di

il grande noce sussurra catalysts and exhaust systems

Game Publishing COMPANY VIRTUS TEAM ASD.

via Baraldini, 7 . 41037 Mirandola tel 340 5096541 www.virtusteam.it mail virtusteamasd@gmail.com

via A. Pitentino, 24 • 46010 Curtatone (MN) Italy

...realizzare un sogno!

www.nuoxygen.com

tel. +39 0376 290 122 • fax +39 0376 478 778

www.bersy.com • e-mail: bersy@bersy.it


dal 1980

Officina Creativa nasce nel garage di Karin, in una frazione sperduta della provincia mantovana, fra zanzare grandi quanto elicotteri e il profumo della campagna. La passione per la cultura giapponese e tutto cio’ che è kawaii ovvero cute, carino, buffo e colorato hanno fatto nascere questo progetto in continuo sviluppo creativo. Dopo anni di studio l’esigenza di mettersi alla prova con qualcosa di pratico, ricercato, toccabile con mano diventava sempre più forte. Utilizzare pasta sintetica è stato riscoprire la parte più infantile e giocosa, la sensazione della pasta fra le mani, la creazione del colore più adatto permette continuamente alle due artiste di entrare in contatto con l’io creativo, sempre bizzarro! Per loro sfornare le creazioni è pura soddisfazione, ma vederle indossate è anche meglio!

OFFiciNa cReaTiVa Giulia e Karin, praticamente coetanee, laureate in comunicazione e con un grande punto di domanda che si prospetta nel loro futuro.

(Tratto da un piccolo grande libro che tutti avrebbero dovuto dovrebbero leggere: Marcovaldo di Italo Calvino). Margherita Foroni

Mi chiamo Cesare Tonolli, fin da quando ero bambino disegnare e dipingere erano i miei divertimenti preferiti. Durante l’estate 2009 nasce I love 500, il mio progetto Pop Art ispirato alla fiat 500. Si tratta di una collezione di disegni e dipinti che raffigurano ogni volta una 500 modificata e rielaborata dando origine ad una serie di auto tutte differenti tra loro. Quella che vedete si chiama “Yellow Submarine” ed è stata realizzata ispirandomi all’omonimo sottomarino disegnato da Heinz Edelmann per i Beatles.

Quando le persone si presentano dicono: “Piacere, mi chiamo Paola!” oppure “Salve, sono Marco”. Nessuno si è mai presentato esordendo con “Ciao sono Paola, sono eterosessuale, porto il 38 di scarpe, il mio gruppo sanguigno è…” Perché dovrebbero sbandierarci la propria identità sessuale? Nella nostra società, non nascondiamoci dietro falsi perbenismi: l’omosessualità è ancora un tabù. L’Italia è un paese fortemente cattolico ed essere diversi è considerato peccato, una colpa da espiare. Ancora si pensa che l’omosessualità sia una malattia da curare e nell’immaginario collettivo è una patologia genetica. Questo non è assolutamente vero. L’omosessualità non è una malattia, tantomeno di origine genetica. Molte persone scoprono la loro vera inclinazione sessuale dopo il matrimonio, o dopo la nascita dei propri figli. Tra gli adolescenti è normale un momento di incertezza sessuale. Si può essere particolarmente legati ad un amico del proprio sesso ed è assolutamente lecito fantasticare un po’, ma questo non necessariamente è indicativo del proprio orientamento sessuale. Si sta scoprendo la propria sessualità e si ha voglia di sperimentare. A mio avviso l’omofobia è in continuo aumento perché il diverso fa paura. Ma non c’è nessuna differenza nell’amore. L’amore può essere fra uomo e donna, donna e donna, uomo e uomo, sempre amore è… Bisogna accordarsi il permesso di accettare che l’amore è un sentimento universale e che non tutti amiamo allo stesso modo.

Oggi sono presenti sul mio sito circa un centinaio di soggetti tutti differenti tra loro. Se siete curiosi e volete guardare qualche altra 500, la trovate a questo indirizzo:

www.ilove500.com

dott.ssa Patrizia Degola - psicologa e sessuologa Una domanda turba le tue notti? C’è una curiosità che vorresti assolutamente sapere, ma non hai il coraggio di chiederla a nessuno?! Le farfalle nello stomaco si sono improvvisamente spostate in un livello più basso del tuo corpo? Scrivi alla nostra sessuologa (indicandoci il sesso e l’età) c/o redazione@tuttoqui.info, alcune domande verranno scelte e troverete in questo spazio la risposta. Per tutte le altre visitate il nostro sito.

Villette monopiano ANTISISMICHE

Heart

MIRANDOLA 20-05

case in bioedilizia

TIGELLERIA

da qui si ricostruisce... insieme...

info 0376 625635

Consulenza tecnica e assistenza “chiavi in mano” opere per abitazioni civili e comunità

lombardia@cottagehouse.it

Roberto Tommasino Cell. 340.5096541 . mail: mirandola20.05gmail.com

di

www.cottagehouse.it

da 4 70.000 a 4 110.000

Cut in two

Anything under the dress

new opening

omosessualità

photo Pietro Buzzi . models: Alessia ed Erica

“Ai lati dell’autostrada, i bambini videro il bosco: una folta vegetazione di strani alberi copriva la vista della pianura. Avevano i tronchi fini fini, diritti o obliqui; e chiome piatte e estese, dalle più strane forme e dai più strani colori, quando un’auto passando le illuminava coi fanali. Rami a forma di dentifricio, di faccia, di formaggio, di mano, di rasoio, di bottiglia, di mucca, di pneumatico, costellate da un fogliame di lettere dell’alfabeto. Evviva! - disse Michelino, - questo è il bosco! E i fratelli guardavano incantati la luna spuntare tra quelle strane ombre: - Com’è bello...”

OFFICINACREATIVA

Perché una persona, maschio o femmina che sia, dovrebbe rivelare le proprie preferenze sessuali?!

TECNOELETTRIC

TECNOELETTRIC S.r.l. Via Nazario Sauro, 12 • 46026 Quistello (MN) www.tecnoelettric.it • info +39 0376 625002

parte? Le scene tratte da spot di una famosa marca di prodotti da forno e dolciari ne sono un significativo esempio: famiglie sempre sorridenti, ben vestite e truccate, amorevoli e rilassate addirittura anche alla mattina prima di correre tutti a scuola o al lavoro. Anzi, loro non corrono: queste persone saltellano, cantano e pedalano leggere in mattine assolate. E chi non vorrebbe dar un morso a queste merendine così soffici e fragranti? Chi non vorrebbe un buongiorno così? Desideri, attrazione e specifico scopo pubblicitario si mescolano creando così inevitabile confusione tra i livelli comunicativi, tra la reale conoscenza di sé. I ragazzi non conoscono più i loro bisogni e le loro vere necessità, non riescono più a riconoscerle nell’intricato bosco di messaggi sempre più invadenti e suadenti, sempre più vicini a quella che loro credono essere la loro persona, ma che in realtà ne è solo una lontana proiezione. Così schiacciati, illusi di poter essere parte di questo mondo lucido, patinato, veloce e perfetto, difficilmente sono in grado di spiccare il volo, dando così libero sfogo alla fantasia e alla creatività per formare essi stessi un loro mondo fatto di forme e colori. Chi lo fa, chi osa farlo è visto come uno strano, un perdente, uno indietro rispetto alla velocità con cui scorrono tutti gli spot costruiti ad imitazione di una realtà perfetta ma inesistente.

photo Luca Gallini

Niente, nulla di più di qualche immagine sovrapposta in sequenza loop, di qualche frase ad effetto con pessime e scontatissime rime, di qualche musichetta orecchiabile. Quel loro senso di protezione e comunione altro non è che un castello di sabbia. I ragazzi non parlano il medesimo linguaggio degli spot, non ne conoscono i codici e le strutture portanti e sotterranee. Le strategie comunicative e persuasive non vengono colte, risultando così immediatamente vincenti di fronte a loro - osservatori passivi e ingenui. Le immagini costruite e artefatte mentre scivolano impalpabili, lasciando una scia di colori e forme confuse, creano nelle menti un’idea di appetibilità e desiderabilità fasulla: l’immagine, simulacro della realtà, infatti rappresenta soltanto un sogno, una bolla di sapone, qualcosa di irraggiungibile proprio perché inesistente. L’immagine diviene quindi la rappresentazione di una realtà desiderata, perfetta e bellissima – e chi non ne vorrebbe far

Parlare ai ragazzi di pubblicità è come sfondare una porta aperta, come abbattere un muro di carta velina. Insomma, niente di più facile e immediato. I giovani d’oggi sono sommersi dalle immagini, fluttuano in una realtà liquida, instabile e prepotentemente dinamica. Le immagini, i colori, i suoni, le parole, le forme e i volumi sono oggetti per loro familiari, noti, “amici”, complici. Il mondo fatto di immagini è il loro nascondiglio, un mondo - nel mondo - nel quale scappare, e col quale sentirsi sicuri e protetti perché in grado di comprendere e di parlare una medesima lingua. Gli spot pubblicitari presentano tutto quello di cui un ragazzo ha bisogno: sogni, ambizioni, valori e sicurezze. Tutto si presenta semplice e alla portata di mano, immediato e disponibile, ogni particolare sembra sussurrare nelle loro orecchie: “prendimi, sono tuo!”. Niente di più falso e fuorviante. I ragazzi, sebben siano sommersi e circondati dalla pubblicità, da questo mondo colorato e urlante, non la conoscono affatto, non ne sono nemmeno lontanamente vicini. La loro è forse solo un’illusione, un bisogno, un desiderio di inclusione in qualcosa di più forte, potente - prepotente - di loro. Certo, di fronte al nuovo gioco per PSP, o alle nuove scarpette da calcio “super pro”, o all’ultimissimo paio di jeans skinny, le loro menti si aprono e la memoria si accende: il testo è conosciuto a memoria, la base musicale canticchiata ad ogni passo, e le qualità di quei prodotti snocciolate meglio delle tabelline o dei capoluoghi delle nostre venti regioni italiane.

EQUIPAGGIAMENTI ELETTRICI INDUSTRIALI

E poi? A loro cosa rimane? Cosa rimane di quei brevissimi clip televisivi che con frequenza martellante scorrono da un canale all’altro? Cosa possono toccare sfogliando rapidamente le pagine patinate di qualche rivista all’ultima moda?

photo Luca Gallini

Illustrazione di Giuseppe Luzzi . www.giusedesign.it

Riflessioni tratte al termine di un laboratorio scolastico (Scuola Media) sulla pubblicità.

photo Luca Gallini

IL BOSCO SULL’AUTOSTRADA

Quistello, via Semeghini • INFO 0376 625583 . 3492100690

OFFiciNa cReaTiVa maNuFatti aRtistiCi realiZzati con paSta sintetica...e non solo! Giulia e Karin G 346 7401259 K 349 4273256 OFFiciNa cReaTiVa


Cinzia: Raccontaci un po’ la storia del LATO B, quando e come è nato? Il LATO B nasce a fine anni ’80 da un gruppo di musicisti finalesi, i FLOWER’S BLUES BAND, i quali chiesero al Comune di Finale Emilia un luogo per provare. Gli venne concessa un’ex scuola elementare abbandonata, costruita negli anni ’20, inagibile causa alluvione. I 14 membri del gruppo, guidati dal cantante Libero Superbi, presidente del Lato B da più di vent’anni, sistemarono l’edificio, tenendo per loro una stanza dove poter fare le prove; in seguito decisero di creare un circolo musicale e con la costruzione del secondo piano sono riusciti a creare 6 sale prove. Nel tempo l’associazione si è ingrandita con band che suonano un po’ tutti i generi musicali: il Lato B è uno spazio per tutti, senza limiti di età, capacità, ambizioni. Attivo anche per l’impegno sociale, il Lato B sostiene ed aiuta chi ha bisogno. Ha organizzato manifestazioni benefiche per l’Africa (Finale for Africa), per il terremoto all’Aquila, tenendo anche concerti nelle zone colpite; per Tandem, associazione per persone con gravi handicap di Finale, organizza concerti ogni anno. Cinzia: Raffaele Marchetti invece come si è avvicinato a questo circolo musicale? Il LATO B è una struttura già pronta, con tante sale prove e con tanti gruppi. Essendo del Comune, è ad uso gratuito, l’unico contributo richiesto è per luce e gas, quindi riesci ad autosostenerti. Quando lo racconti in giro la gente non ci crede….siamo iper fortunati ad avere questo posto!!! Avevo 18 anni quando ho fatto richiesta per entrare, ci sono riuscito a 23 anni, quando un gruppo che già suonava al circolo mi chiamò a cantare con loro. La band poi si sciolse ed io, per non perdere il posto, ho deciso di rientrarci con un altro gruppo. Da lì poi ne sono successe di ogni... io sono rimasto, altri invece hanno abbandonato. L’iscrizione al lato B è a vita, a meno che tu non decida di smettere di suonare! Purtroppo c’è gente che usa la struttura come stiva per gli strumenti, mentre a mio avviso, il circolo deve essere un luogo dove si deve suonare, non un parcheggio. Il lato B è l’associazione più HARDCORE che conosca: se hai voglia di una cosa ti tiri su le maniche e la fai, nessuno ti dirà mai di no, però nessuno ti dice anche sì ci sono. Viene messo a dura prova quello che è il tuo spirito, con però grandi soddisfazioni! Cinzia: Le scosse del 20 e 29 maggio hanno reso inagibile il Lato B e per raccogliere fondi per la ricostruzione avete organizzato il festival “ABBASSA” a Bosco Albergati; come è nata l’idea? L’idea del festival è nata da un mio amico che guardando le foto del Lato B lesionato, mi ha mandato un messaggio su facebook dicendomi che gli sarebbe piaciuto organizzare qualcosa per raccogliere un po’ di fondi. Ci siamo trovati dopo la seconda scossa del 29 e le intenzioni erano quelle di organizzare un evento a S. Giovanni in Persiceto chiamando tipo due/tre gruppi. I gruppi interessati all’iniziativa aumentavano e a S. Giovanni non ci saremmo stati, così abbiamo sentito i ragazzi di Bosco Albergati che ci hanno dato la loro disponibilità! Abbiamo contattato altre associazioni: FRICTION di Spilamberto, AKKATÀ, MUMBLE , la MAGNA FINALE per la cucina, ci siamo trovati, ed ognuno aveva già pensato a quello che si doveva fare. Tutti abbiamo collaborato, nessuno ha voluto meriti speciali. La carta vincente di ABBASSA: ognuno nel suo piccolo, ha deciso di cosa occuparsi creando così un qualcosa di gigante. ABBASSA è stata beneficenza al 100%, ed è stata la cosa che più mi ha colpito, tutti hanno lavorato per niente, cucina, gli impianti, addirittura i ragazzi di Bosco Albergati ci hanno pagato le utenze! Cinzia: I 16 gruppi che hanno suonato al festival come sono stati scelti? In base alla loro disponibilità, cercando di proporre un po’ vari generi, senza andare sul pesante. Hanno partecipato gruppi che hanno ingaggi importanti e che stanno girando con il loro tour, ma che per ABBASSA hanno dato subito la loro disponibilità suonando senza chiedere un soldo e senza pretese da star! I musicisti scelti sono amici di amici; è stato bellissimo perché tutti si conoscevano e si respirava un’atmosfera amichevole, senza pretese e senza problemi. Tutto è filato liscio. Cinzia: Avete raggiunto lo scopo di raccogliere fondi per la ristrutturazione del Lato B? Molti gruppi hanno aderito proprio perché i soldi ricavati serviranno per la ricostruzione di qualcosa che riguarda la musica. In questi giorni, con l’intervento di ingegneri, stiamo valutando gli interventi necessari, oltre alla copertura del tetto prima dell’inverno, perché se entra l’acqua scoppiano i mattoni! Pubblicheremo su Internet un estratto conto con tutte le fatture, per dire alla gente quanto è stato guadagnato e a cosa sono serviti questi soldi con la massima trasparenza. Voglio che chi ha partecipato al festival sappia esattamente a cosa è servito il suo contributo, voglio che la gente si rispecchi in un progetto e che si ricordi che il 24 giugno ad ABBASSA ha fatto la sua parte, anche solo bevendo delle birre! Noi come associazione abbiamo voluto fare qualcosa per rimetterci in sesto, perché il LATO B È UN POSTO DI TUTTI!

Raffaele e i suoi amici stanno già pensando ad un nuovo evento per il mese di Settembre. In attesa di ricevere la conferma, non può mancare un grande in bocca al lupo per la riuscita della ristrutturazione del Lato B!

Cinzia Buzzi

concrete poem l Concrete poem è una speciale forma di poesia in cui gli elementi visivi sono importanti quanto il testo. Questa è una libera interpretazione di Filippo Gavioli.

È inutile spiegarvi perché, così com’è inutile spiegare la musica o la poesia ma proverò a spiegare una con l’altra per confondere le acque già confuse di questo piccolo scritto surreale. Una grande poetessa, Wisława Szymborska ha scritto: “Devo molto a quelli che non amo. Il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro. La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli. Mi sento in pace con loro e in libertà con loro, e questo l’amore non può darlo, né riesce a toglierlo.” Questo doveva essere uno scritto sulla musica… se non lo è… permettetemi di sbagliare, d’altronde l’amore è un cane che viene dall’inferno cioè da dove vengono molte delle cose per cui vale la pena di vivere.

E TUTTA LA MAGIA DI UNA GIORNATA LONDINESE Sette del mattino: suona la sveglia, gli zaini sono già sulla porta con il minimo indispensabile, panini e k-way, per passare un’intera giornata fuori e in un attimo siamo pronti anche noi. Varcata la porta dell’economico hotel a pochi chilometri dal centro di Londra, in una vivace strada cosmopolita, di nome Queensway, nel quartiere di Bayswater, siamo letteralmente investiti dalla gelida brezza di una tipica mattinata londinese, con un timido e fievole sole che va e viene, nascondendosi a tratti dietro le grandi nuvole grigie. Ci incamminiamo in una via già affollata di gente che viene da tutte le parti del mondo, gente strana e inquietante, come alcuni ragazzi con cappucci neri calati sugli occhi a un angolo della strada, o buffa, come una signora intenta a farsi la ceretta che ci saluta sorridente dalla finestra del suo bagno, per poi riprendere la sua occupazione. Attraversiamo Queensway, che, come tutta Londra, è piena di ristoranti cinesi, arabi, mediterranei, messicani e via dicendo, fino a che non arriviamo alla fermata della metropolitana, dove è facile capire perché qui è chiamata the tube: vagoni a sezione circolare scorrono all’interno di lunghissimi tunnel, anch’essi circolari. Ci sono voluti 20 minuti buoni, tanta tanta pazienza, e tutte le nostre conoscenze linguistiche, ma alla fine siamo riusciti a farci dare i biglietti settimanali per l’underground. Per arrivare a Camden Town abbiamo cambiato 2 linee: da Queensway con la rossa (Central line) fino a Tottenham Court Road, dove abbiamo preso la nera (Northern line) che ci ha portati direttamente a Camden. Arrivati alla fermata di Tottenham, un po’ di smarrimento, ma alla fine niente male come prima esperienza! Il bello è arrivato quando siamo finalmente usciti dalla sudicia metrò. Come prima cosa ci siamo fermati per controllare se c’eravamo tutti e per stabilire l’orario e il luogo del ritrovo e decidere da dove cominciare la full immersion, con la musica blues che usciva dal sax di un bravissimo artista di strada dietro di noi come sottofondo. Se la strada dove si trova il nostro hotel era affollata, non saprei quale aggettivo usare per descrivere

Camden Town verso le 9 del mattino. Un fiume di gente che si dirige in direzioni diverse ha come sorgente proprio il punto in cui ci trovavamo noi, all’uscita della metropolitana. Questo è il caos. Formiamo i gruppetti e ci disperdiamo anche noi tra la folla, telefonini alla mano. Camminare, parlare, guardarsi attorno e fare contemporaneamente lo slalom per schivare alcune persone che si bloccano imprudenti in mezzo al marciapiede scaturendo insulti e tamponamenti, è proprio un’ardua impresa. Altissimi negozi di colori diversi si innalzano ai lati della strada, decorati con scritte stile gotico/punk/rock/metal/emo/hippie, per tutti i gusti. Passeggiando tra il mercato è impossibile non orientarsi: se sei alla ricerca di piercing basta cercare con lo sguardo le sculture a forma di piercing giganti che sembrano attaccate solo per un lato ai rispettivi negozi, stessa cosa per chitarre e vari strumenti musicali, articoli sportivi, dolci, vestiti e tutto il resto. Sicuramente mi è rimasta impressa quella gigantesca sedia a dondolo attaccata al lato di un alto edificio blu e rosso, ma devo ancora capirne il motivo. Il clima inglese? È una totale confusione. Ad un tratto esce un sole caldissimo e non fai in tempo a finire di spogliarti che il sole è già scomparso, l’aria è gelida. Nonostante questo ci sono ragazze in minigonna e maglietta sopra all’ombelico, tacchi vertiginosi, capelli rosa, rossi, blu, verdi, bianchi, o tutti insieme. Anche i ragazzi manifestano la loro appartenenza musicale tramite altissime creste di colori diversi e pettinature che non riesco nemmeno a descrivere. Inoltre camminando per Camden Town è impossibile non imbattersi in diciassettenni che ti chiedono se vuoi un lecca lecca al gusto di cannabis o un po’ di “coca”, svolti l’angolo e non puoi fare altro che andare ad abbracciare sconosciuti ragazzi che, con il cartello “FREE HUGS” attaccato al collo, sono troppo teneri! Cecilia Asia Gavioli

D R P S U N T A N I C E C R E A M

SUMMERWORDFIND TROVA LA TRADUZIONE INGLESE DEI SEGUENTI VOCABOLI

AGOSTO SPIAGGIA BARCA CAMPEGGIO VENTAGLIO APE CAPPELLO VENTAGLIO APE CAPPELLO GELATO LUGLIO GIUGNO LOZIONE SOLARE ZANZARA SCOTTATURA OCCHIALI DA SOLE ABBRONZATURA NUOTO TENDA VACANZA ANGURIA PANTALONCINI

LOUNGE BAR

Si viaggiare La mia prima volta

di Anna Giraldo

È l’estate del ‘99, la mia prima volta a Londra. Non so come, ma senza inceppi mi ritrovo con trenta chili di bagaglio a Liverpool Street Station, in attesa dell’autobus giusto. A due piani. E qui cominciano i guai. Mi vedo adesso: una con la faccia sconvolta che controlla ogni due minuti di non aver perso il portafogli, che non molla la valigia nemmeno se le tagliano il polso, che sa l’inglese perché lo parla al telefono per lavoro con greci, polacchi e cinesi. Gran bella pronuncia! Vedo una che da sola è andata qualche volta a Rimini a trovare una sua cugina. L’autobus arriva e tiro su di peso i miei trenta chili di valigia. Fin qui tutto bene. Ma ho solo banconote da dieci sterline per pagare il biglietto. L’autista non ha il resto e io gli propongo la cosa più idiota che si possa immaginare: pago in lire. Si incazza. Con trenta chili di bagaglio, mi chiede di scendere, madam. Sul più bello si presenta la fata turchina, che tanto bionda e turchina non è, perché è una ragazzina di colore, parla veloce e fatico a capire cosa dice. Ma paga una sterlina all’autista e quello mi dà il biglietto. Lei comincia a chiedere: - Da dove vieni? Dove devi andare? Cosa ci fai qui? Le rispondo a monosillabi, ma insiste. Cosa vuole questa? Magari rubarmi la valigia. Sarà implicata in un traffico d’organi, quando scendo dall’autobus mi narcotizza e mi risveglio domani con un rene solo. O forse è in un giro strano: una setta di esaltati che adesca adepti alle fermate degli autobus.

Z F C H U S U N B U R N F N J E N Y I A H G H B O A T C O U S U G B W R U E F F I S H I N G o i n l e M K G U T I B I K I N I C W E O A N Q U B E E W A T E R M E L O N C A N S W I M M I N G J L W G B B H Y Q T A C I P Q T O U Q N J D O H V R N N G X S G T W L X X G R L Y a l t f c m f q d p y s d a p c d c o l o a o a x g c m a i t p c e a t w s m s n s u n g l a s s e s t i o h p q f x d f t e n t p x l i o v o i u i w q k r h o t b m c o n j r n i m u f f h l k g l r w n z r t g t x j z k l h a t x z t b k n s v o q w j v x x r d w e b

Quistello, via Semeghini • INFO 0376 625583 . 3492100690

illustrazione di Carlo Moretti

Beneficenza e passione per la musica sono le parole che caratterizzano questa intervista. Raffaele Marchetti durante il sisma che ha colpito Finale Emilia, non ha perso la casa, ma un luogo che per lui è come una seconda casa: il circolo musicale LATO B, dove prova con il suo gruppo. La passione per la musica e la voglia di fare hanno permesso a Raffaele di creare, insieme ad altri amici, un evento benefico per raccogliere fondi per la ristrutturazione del circolo. L’evento del 24 giugno è stato a dir poco spettacolare, perché la passione appassiona, e noi di Tutto Qui lo sappiamo bene.

Ecco allora che il silenzio teso che precede la scintilla si rompe e genera mille colonne sonore per altrettante vite, colonne sonore che poi cambiano e si mescolano e si interrompono… la mia colonna sonora in questi giorni è un pezzo di un certo Patrick Watson e si intitola “Lighthouse” ma in altri momenti è stata tutto “A love supreme” di John Coltrane ascoltato d’un fiato o “Come si fa” scritta da Gino Paoli e cantata dalla Vanoni e ancora il Neil Young di “Dead man” o un qualsiasi pezzo dei Pearl Jam messo in Heavy rotation… eppure qui, oggi, come altre centinaia di volte mi viene voglia di abbracciare, pratica caduta in disuso, Rino Gaetano e soffro del non poterlo fare… lo vorrei abbracciare per tanti motivi, per tanti pezzi scritti, per essere stato vero ma soprattutto per aver scritto “tu, forse non essenzialmente tu”.

new opening

Intervista a Raffaele Marchetti

“L’amore è un cane venuto dall’inferno” diceva Bukowski, come dargli torto…nel consumarci, nel bruciare nevrastenico d’incroci che la vita crea ciò che ne nasce non può che odorare di zolfo, come il cerino che si sfrega sulla scatola...

lombardia@acle.it • www.acle.it

Quando la musica aiuta la musica

(annotazioni di un uomo abbastanza vecchio per permettersi di sbagliare) di Davide Longfils

info CITY CAMPS e SUMMER CAMPS: ACLE Lombardia tel 0302056892 • 0307091285

ABBASSA! Un festival col cuore.

“Tu, forse non essenzialmente tu”

Luxo’ hairdressing a Reggiolo in via Trieste 94 info e appuntamenti

348 8138390 nuova sede

Luxò Hairdressing

Luxo’ Vi aspetta il 24 luglio presso p.zzale Artioli (coop Reggiolo) con tante fantastiche promozioni sui prodotti e sui servizi perchè Reggiolo non molla!

E io sono qui, da sola. Scende alla mia fermata. Tengo ben stretta la maniglia della valigia e le rendo impossibile aiutarmi. Mi fa: - Devi andare da quella parte – e indica una direzione. Dice anche – Buona fortuna e goditi la tua vacanza. Comincio a sgamarla questa fata turchina. Le dico: Thank you, e Thanks a lot, e Thank you very much. Mi risponde: - Non ringraziare. Rendi il favore a qualcun altro, quando puoi. E se ne va.

Sai, Elisa? Come fai a non amarla, Londra, dopo che ti ha fatto una cosa così?


photo Carlo Moretti . l’artista mascherato di TavoleStrette

photo ZeroBeat teatro

contaminazioni

LIVEPAINTING

photo ZeroBeat teatro

interpretata da Anna Vaccari, ospite della redazione TuttoQui&dintorni a Mantova Creativa 2012

Esprime così Orazio Costa, uno dei massimi esponenti della pedagogia teatrale europea del Novecento, l’essenza del fare teatro.

18 maggio . Un venerdì sera arriviamo alla spicciolata, ognuno con le sue cose, ci incontriamo qui, ospiti di Land(e)Scapes. Chi ha portato la chitarra, chi i testi da leggere o da cantare, chi le matite e i colori. I pittori compongono un paesaggio fatto di pennellate, suggestioni e passione. Dopo tanto tempo, rivedo il Lobo. Legge un racconto. In quindici anni l’incanto delle sue parole non è cambiato.

C’è quello che sognavo, paura di attimi smarriti nell’inconscio della mia innocenza, raggiunto il fuoco, libero la mia fantasia attraverso ricordi, attraverso nuovi mondi arcani. La guerra di pensieri abbia inizio. Il mio sangue scorre veloce nelle vene, la forza di combattere, contro Voi, poveri ricchi malati di vita, si fa sempre più sentita. Terra di soprusi, acque nere di banconote, vita accoltellata da sorrisi oscuri.

photo ZeroBeat teatro

QUESTA è MANTOVA

USTOG

Se sapete che il vostro strumento siete voi stessi, conoscete anzitutto il vostro strumento, consapevoli che è lo stesso strumento che danza, che canta, che inventa parole e crea sentimenti. Ma curatelo come l’atleta, come l’acrobata, come il cantante; assistetelo con tutta la vostra anima, nutritelo di cibo parcamente, ma senza misura corroboratelo di forza, di agilità, di rapidità, di canto, di danza, di poesia e di poesia e di poesia. Diverrete poesia aitante, metamorfosi perenne dell’io inesauribile, soffio di forme, determinati e imponderabili, di tutto investiti, capaci di assumere e di dimettere passioni, violenze, affezioni, restandone arricchiti e purificati… tesi alla rivelazione di quel che l’uomo è: angelo della parola, acrobata dello spirito, danzatore della psiche, messaggero di Dio e nunzio a se stesso e all’universo di un se stesso migliore.

Chi dice NO a tutto questo è presente, e sempre più inferocito districherà queste piante marce dalle vostre menti intorpidite. Il guinzaglio che stringe la vostra mente sarà distrutto. E finalmente liberi potrete godere della profonda conoscenza che vi circonda. Elisa Motta

C’è anche Davide Longfils. La prima volta l’ho incontrato al Festival degli scrittori della bassa e senza sapere chi fosse o cosa facesse, forse solo per il suo sguardo onesto, ho insistito perché mi regalasse una poesia per l’antologia di Quistello in cerca… d’autore. I versi di Davide prendono il cuore, ma lui non si dà arie, fa quello che gli piace e basta. Mi fa coraggio mentre andiamo alla ribalta. È una ribalta generosa e discreta, ci perdonerebbe gli inceppi, ma noi non vogliamo inceppi, perché, qui, stiamo facendo quello che ci piace. Leggiamo versi ad alta voce. Litania è il turno delle falle, dei fori dei buchi nei nomi conosciuti dei presagi e delle sottrazioni è il turno dei fiocchi di neve che nascondono lo stormo in migrazione, i nostri corpi le menzogne malcelate è il turno delle pagine incollate nei registri della notte delle preghiere a mezza voce inginocchiati ai capezzali è il turno delle cicatrici trapuntate sugli arrivi, i tradimenti e sugli addii, sulle postille e sulle note a margine, illeggibili è il turno dei vuoti capogiri del tempo, degli ami arrugginiti e dell’eternità del mare è il turno del boia, del cappio alle farfalle e del bruco che si ostina, fra foglia e foglia a disossare le tue labbra è il turno del carico bestiame nella calca del vascello tutti pronti ad imbarcarsi in una mischia d’odio e amore è il turno della luna e del suo occhio al neon, che veglia i sotterfugi disinvolti dei mediocri e infine è il turno di noi due spaesati girasoli costretti a germogliare in un’eclissi. Davide Longfils

mostra fotografica del collettivo diecixdieci

Miriam Cobellini

arte sonorità

LANDESCAPES

Questo romanzo, dunque, se da un lato stimola a riflettere, dall’altro strappa un sorriso a chi si immerge nella lettura.

sussurri

photo ZeroBeat teatro

Mi ha stupito constatare che dietro la sua dedizione per la satira politica si celasse una tale profondità d’animo ed una tale modestia, come invece ho potuto cogliere già alla presentazione a Pegognaga. Dopo una breve esposizione della trama de “Il respiro del cane”, infatti, Vauro ha spiegato le ragioni di un libro in cui l’ironia non viene persa ma affiancata ad un’analisi ponderata dei sentimenti e dei lati caratteriali di un uomo, il protagonista, costretto a fermare per qualche giorno la corsa inarrestabile della sua vita. Ricordi, esperienze passate positive o negative, gli scontri in Iraq e gli effetti devastanti della guerra emergono grazie alle inaspettate apparizioni di un cane. Credo che il binomio comicità-seria introspezione sia perfetto per legare il lettore. Allo stesso modo coinvolgono la semplicità e la sincerità nelle relazioni umane, caratteristiche dello scrittore che emergono durante la presentazione, mentre descrive alcuni episodi da lui vissuti, mettendo in secondo piano l’aspetto politico per dare rilevanza alla sofferenza ed alle brutali conseguenze della violenza fra gli uomini. Sembra che Vauro ed il protagonista del romanzo abbiano molto in comune, anzi forse potrebbero addirittura coincidere.

al convento

photo ZeroBeat teatro

Ero stata incuriosita dal titolo e più ancora dal fatto che provenisse dalla penna di Vauro Senesi, scrittore, giornalista e vignettista in trasmissioni come Annozero e Servizio pubblico. Di lui mi ha sempre colpito l’esilarante e pungente ironia con cui mostrava i principali eventi dello scenario politico e sociale italiano.

di Anna Giraldo

photo ZeroBeat teatro

Quando sono andata all’incontro di presentazione del libro non ne conoscevo la trama, volevo che fosse l’autore ad iniziarmi a questa lettura per capirne il contenuto dalle sue stesse parole.

metti una notte

CONTAMINAZIONI PER PASSIONE, SUSSURRI E GESTI D’ARTE

poesia

IL RESPIRO DEL CANE

I. Il piccolo villaggio di Agen era in gran fermento. Il Sole, in prossimità del mezzodì, scandiva il conto alla rovescia per l’inizio dei festeggiamenti. «Che giornata fantastica», Edy si rivolse al compare. «Che fortuna!», rispose Jorioz. «Ma quale fortuna… la Natura vede e provvede.» «Dici così perché oggi è bel tempo, ma ieri sera in taverna, al riparo dalla pioggia, non mi sembravi così sicuro.» I due uomini scoppiarono in una risata. La delusione sulle facce degli abitanti era scomparsa all’alba, quando la perturbazione, che aveva tempestato per giorni il villaggio, cominciò a disperdersi. L’attività frenetica lungo le vie faceva assomigliare gli abitanti a formiche operaie. «Passami il martello.» «Porta qui quelle assi.» «Avvicina i pali, altrimenti non regge.» Le voci degli abitanti si sovrapponevano mischiandosi. L’euforia accompagnava le loro attività. I preparativi stavano terminando. «Kalen aiutami a portare fuori i prodotti», disse un uomo intento ad allestire la sua bancarella. «Sì, padre», rispose il bambino entrando in casa. Dopo qualche istante uscì con una cassetta piena zeppa di oggetti intagliati, ricavati dal legno. Genitore e figlio disposero i manufatti sul banchetto, lasciando in prima fila quelli meglio lavorati. Affianco a loro gli altri uomini stavano finendo di montare le proprie bancarelle. La varietà dei prodotti era sorprendente. Sulle tavole si alternavano prodotti commestibili – formaggi, marmellate, carni essiccate, frutta e verdura – a manufatti artigianali, come vestiti o semplicemente tessuti, candele, armi o strumenti metallici, legni lavorati. «Qui mancano altri fiori», la voce di una donna echeggiò nell’aria. «Finisco di riempire quest’angolo e arrivo», rispose vicino una signora di mezz’età. «Canela, purtroppo non mi è rimasto granché.» «Li faremo bastare», affermò con disponibilità la prima. Le donne, dotate per natura di buon gusto, si erano prese l’incarico di disporre gli addobbi e le decorazioni floreali. Nella piazza principale un massiccio energumeno dal viso bonario fissava attentamente una serie di focolari adiacenti tra loro. «Direi che ci siamo», affermò accaldato per la presenza del fuoco. «Prendete i tagli dalla bottega», ordinò a due sguatteri dietro di lui. I giovani aiutanti tornarono carichi di carne, accompagnati dal macellaio e da suo figlio. «Tutto qui?», scherzò il corpulento individuo. «Fratello mio mi hai proprio deluso!», disse all’indirizzo del macellaio. «Divertente», rispose con una smorfia il macellaio. «Tranquillo Masar, in previsione della festa ho il magazzino pieno.» «Lo so vecchio mio. Un po’ per volta, così la carne non si deteriora. Cosa credi… abbiamo avuto lo stesso padre, gli insegnamenti sono stati uguali per entrambi.» «A volte ho dei dubbi», disse il macellaio ridendo. «Comunque non ti pare presto per cominciare a cuocere?» «Quando l’ardesia chiama…», affermò in tono filosofico Masar, indicando le pietre arroventate dall’azione del fuoco. «Appena l’odore si diffonderà arriveranno di corsa. Come diceva papà: “La bistecca piace a tutti”.» Il variegato gruppetto fu raggiunto da un ragazzino con un cesto pieno di verdure. «Queste ve le manda Zafro», il bambino si intromise. «Oooh… molto bene!», esclamò Masar. «Saranno un ottimo accompagnamento. Ringrazia tuo padre.» Mentre il ragazzino si allontanava di corsa, il possente cuoco sbirciò all’interno del cesto. Zucchine, peperoni e melanzane erano disposte con cura. «Sarà proprio una gran festa», affermò soddisfatto Masar, osservando il viavai dei cittadini. Vicino all’artigianale cucina all’aperto, su di un palco cinto da uno striscione di tela, un quartetto di musici aveva cominciato ad intonare delle ballate. «Ritmi allegri», suggerì un abitante al gruppo di suonatori. «Non ti preoccupare Geremia, appena cominceremo a far sul serio non riuscirai a tenere ferme le natiche!», rispose ridendo il capo della banda. «Vedremo Scino… se suoni con la stessa delicatezza con cui sei solito fare la legna, ho idea che quella chitarra avrà vita breve!», disse Geremia dirigendosi nella via principale. «Bravo bravo!», fu la risposta del musico. L’amico si voltò facendo un inchino sgraziato: «Lo sai che scherzo, la mia è tutta invidia Scino! Voi pensate a suonare, che a coinvolgere le “ballerine” ci penso io», disse facendo l’occhiolino.

Gonzaga ex convento S.Maria

READING

INCONTRO CON LO SCRITTORE

“Dobbiamo mettere fine alla corruzione, anche quella che viene dai pensieri negativi e dalla paura. Quando non amiamo, inquiniamo la Natura e l’aria che respiriamo”. Nicola Fossati

18 MAGGIO 2012

paESAGGI

Mente

Il Momento del Risveglio

gesti

letteraL

“niente accade per caso...”


RISTORANTE

new opening

Quistello, via Semeghini • INFO 0376 625583 . 3492100690

Il percorso di arteterapia mira a far emergere gli aspetti più inconsci e regressi della donna, per condurla attraverso l’uso di materiali artistici ad un’esperienza simbolica. Tutti questi cambiamenti e le emozioni che emergono si manifestano attraverso segni, colori, forme. La bellezza e l’intensità dei vissuti, ma anche i turbamenti, le paure, i pensieri legati al nuovo ruolo di mamma vengono liberati ed elaborati.

Affrontare e condividere gioie e timori con un linguaggio più istintivo e primordiale come quello grafico-pittorico favorisce una comunicazione più autentica con sé stesse e con il proprio bambino in un viaggio intimo e creativo. Il progetto nasce dall’idea di Isabella Montorio, insegnante ed arteterapeuta specializzata nella scuola triennale “ARTEA” di Milano. Dopo due gravidanze che le hanno permesso di sperimentare su sé stessa la valenza di questi percorsi, ha deciso di affiancare all’arteterapia tradizionale, brevi laboratori a carattere completamente innovativo, dove la donna in gravidanza può sperimentare nuovi livelli di comunicazione e relazione col proprio bambino attraverso l’atto creativo, massaggiandosi e dipingendosi direttamente la pancia con i colori.

Quindi forse, già da ora, non bisognerebbe continuare ad aspettare la fermata successiva, ma dare valore a quella in cui ci troviamo. Sono domande e ragionamenti banali, capita spesso di pensarci, solo che di solito lo si fa durante momenti molto tristi o molto felici; e l’approccio cambia completamente. Ho sentito dire che su tutte le cose è necessario ragionare a mente lucida, con serietà, perché da euforici tutto splende e quando si è tristi ogni cosa diventa buia e fredda. Se fosse l’ultimo giorno della mia vita cosa farei quindi? Salterei con un paracadute dalla Luna? Mi lancerei alla massima velocità con una Ferrari? Proverei tutte le emozioni forti che mi sono perso, vivrei un ultimo giorno che se lo ricorderebbero in tutto l’universo. Si ok, e allora? Probabilmente, dico io, credo che preferirei passare una giornata con le persone più vicine a me, banalmente. Giusto per ripensare un poco alla mia vita, a com’è passata. Vivere un ultimo giorno indimenticabile probabilmente sarebbe interessante, ma è l’approccio ad essere sbagliato secondo la mia modesta opinione. Può darsi che non sarete d’accordo, però provate ad ascoltare. Funziona come un compito in classe; se hai studiato, il fatidico giorno arriva e passa senza fare danni. L’importante è essersi preparati per tempo, un poco alla volta, non tutto all’ultimo. Vivere la propria vita un passo dopo l’altro, e non rimandare sempre tutto a tempi migliori, più propizi.

ARTEMAMMA Tre incontri dove vengono affrontati temi specifici quali la regressione attraverso il gioco, la mamma come contenitore fisico ed emotivo, i confini tra sé e l’altro… attraverso la creazione di immagini, storie e giochi.

PANCE D’ARTISTA Questa proposta è rivolta a tutte le donne in stato di gravidanza, dal settimo mese circa, che desiderano fare un’esperienza stravagante e unica in questo momento così importante della loro vita. La pancia diventa tela e supporto di un’opera d’arte eseguita sul momento da un artista con colori completamente naturali, atossici e lavabili. Si potrà poi dar vita ad un book fotografico e ad un ricordo unico e speciale come è questo momento straordinario nella vita di una donna.

PANCE A COLORI Tre incontri dove è la donna ad utilizzare il linguaggio grafico-pittorico per entrare in contatto con il futuro nascituro pasticciando, dipingendo e massaggiandosi direttamente la pancia con i colori.

I corsi partiranno a Mantova presso il centro del biologico “L’ARANCIA” in via Bellalancia, 34 ma saranno proposti anche in città limitrofe. Info 3288841719 Isabella Montorio

LONGHI tutte le migliori marche Via Argine, 12 - SUSTINENTE (MN) . tel

0386/43202

photo Pietro Buzzi

TuttoQuie20

Potrebbe essere un buon modo per far uscire quelle frasi che da tempo abbiamo dentro, che non sono uscite al momento giusto per paura, vergogna o incertezza e pensiamo che prima o poi usciranno; un prima o poi troppo aleatorio per essere una certezza. Per non perdere così la nostra occasione di mostrare al mondo o semplicemente ad una persona sola quanto siamo speciali. Un buon modo per compiere finalmente una piccola azione buona, perché volenti o nolenti di sbagli ne commettiamo tanti e qualcosa di buono può far bene agli altri tanto quanto al nostro spirito; e magari avremo più amici a stringerci forte la mano quando sarà il nostro momento. Se arriverete al vostro ultimo giorno senza rimorsi significherà che avrete fatto un buon lavoro, perché è così che dovrebbe andare. E potrete guardare al vostro passato come consolazione per la fine che sta giungendo, non con un frenetico rimpianto di aver lasciato indietro qualcosa; saluterete i vostri cari e ve ne andrete felici.

Tutto Qui e dintorni Personal System srl

Perché la felicità e l’unica cosa che ci tiene in piedi e fa splendere il sole, è la somma dell’amore ricevuto, delle piccole soddisfazioni e delle esperienze che tolgono il respiro e rimangono dentro per sempre; è tutte quelle cose belle che il sole lo fanno splendere anche se è mezzo storto, inquinato e immerso in un cielo grigio.

Maison Toso Mantova Creativa

E bisogna andarsene così, non mezzi tristi e insoddisfatti. Può capitare di uscire inappagati dal cinema, ma non dalla propria vita. Pensateci quindi ogni volta che capiterà, ogni volta che avrete un occasione e sentite che la state perdendo e state pensando “ok lo rifarò”. Che poi il nostro ultimo giorno serve proprio solo a questo, a farci pensare, a metterci un po’ di strizza in modo da non sprecare nessun istante. Magari poi sarà tutta una farsa, io ce li vedo già i nostri nonni, quei furboni, che al momento giusto ci risvegliano da qualche parte ben nascosta dicendoci che era tutto uno scherzo e possiamo vivere di nuovo, che tutto è servito per non farci sprecare niente di quella bellissima cosa chiamata vita. ph. Cristiano Martelli

I corsi che inizieranno sono: ARTETERAPIA TRADIZIONALE Un percorso che mira a far emergere gli aspetti inconsci del nuovo ruolo di mamma attraverso l’uso dei materiali artistici.

www.tuttoqui.info

Grazie Silvia!

L’arteterapia è una disciplina che utilizza l’arte, principalmente la pittura e la scultura, per elaborare creativamente tutte quelle sensazioni che non riescono a manifestarsi attraverso le parole o nei contesti quotidiani. La gravidanza per una donna è un momento unico. Deve affrontare grandi cambiamenti: nel proprio corpo, nel rapporto con se stessa, nella vita di coppia, nel lavoro, nel proprio ruolo all’interno della società.

per RESTAre SEMPRE AGGIORNATi

ph. Pietro Buzzi

di Isabella Montorio

Vivere il mondo ora, quando altrimenti? Non l’avevo mai capito, ma pensare alla morte sotto questo punto di vista può far bene al presente. La vita è come un treno, dicono. è probabile allora che non a tutti capiti la fortuna di arrivare al capolinea. Quante volte il treno si rompe? Quante volte vi sono guasti alle carrozze o ai binari? Succederà magari che dovremo fermarci prima, prima del previsto.

Pensare ogni tanto alla fine della propria vita potrebbe essere un buon modo per superare i problemi e le brutte cose che ci succedono, perché il tempo va avanti comunque, la vita continua e pensare a quanto siamo sfortunati serve solo a sprecare altro tempo ancora.

Scarica gratuitamente da iTunes l’App per iPhone Tutto Qui e dintorni powered by Personal System, fotografa il qrcode Qui sotto e scopri chi partecipa alla redazione di TUTTOQUi&dintorni!

per una comunicazione fresca e pulita

ph. Pietro Buzzi

Chiudi ancora una volta i tuoi occhi e preparati ad accogliere un’infinità di emozioni pronunciando senza aprire la bocca ed emettere suoni la lettera “a”: sei in una cucina Gonzaghesca dello stesso periodo e poco più in là un eccentrico barbone ritrae la sua Lisa. Qualche anno prima un genovese curioso ed intraprendente riporta con sé strani palloncini vermigli e carnosi da sperimentare in nuove salse e mille condimenti; buffe campanelle gialle, rosse e verdi da scottare nell’agresto ed abbinare a prelibati pesci di fiume; profumatissime fave la cui polvere scura sapientemente lavorata regala la lussuria di un attimo e l’energia di un’intera giornata. Ancor prima di lui, poi, un giovanissimo veneziano ti ha mostrato come utilizzare spezie e metodi di cottura che sanno di oriente e che possono esaltare anche il più mite dei sapori. È in questa cucina che si inizia a giocare, e così a friggere, arrostire, montare, marinare, brasare, ghiacciare, acidificare, riempire, amalgamare, omogeneizzare, farcire, spennellare, agrumare, cristallizzare, macerare, temperare, aromatizzare, candire. È in questa cucina che si gettano le basi dell’attuale nostro modo di cucinare, perché è questa la cucina dove per la prima volta nella storia si impara a creare.

arteterapia I” R O L O C A E C “PAN

Ho immaginato di svegliarmi un giorno e scoprire che tutto è finito. Le sabbie del tempo sono finite, semplicemente, non tra un tempo incalcolabilmente lontano nel futuro come abbiamo sempre immaginato. Finisce tutto proprio ora, nel bel mezzo delle nostre vite. Ad un certo punto ogni cosa ci cade addosso, niente più luce del sole, niente più vento sulla pelle, niente più estate, niente più torte per il compleanno. A ben pensarci l’ultima cosa che vorrei è lasciare questo posto con rimpianti o rimorsi alle spalle, il che è molto più facile a dirsi che a farsi, come tutte le cose di una certa importanza. é una preghiera, una preghiera a me stesso per non sprecare quello che ho.

Più che altro. Pensare ogni tanto alla fine della propria vita potrebbe essere un buon motivo per chiedere scusa e fare pace mettendo da parte l’orgoglio, perché rimandare e rimandare ancora vuol dire dividere le nostre strade sempre di più e perdere attimi che avremo potuto vivere felici, e all’ultimo giorno ci pentiremo immensamente di ogni singolo secondo non vissuto.

www.barbarabozzini.com

C’è stato un tempo, nella storia meno recente del nostro mondo, in cui, in una fredda mattina di Novembre del 1511 un giovane frate agostiniano decide di denunciare l’evidente stato di degrado della Chiesa: lui si chiama Martin Lutero, quella denuncia serpeggia su 95 fogli e in quel frangente nasceva la riforma luterana. Dal quel momento in poi, nell’Europa cattolica si verifica una irrimediabile frattura religiosa che toccherà in modo profondamente indelebile i costumi e gli atteggiamenti quotidiani delle genti appartenenti a quei Paesi che a tutt’oggi conosciamo come Protestanti. In particolare, la rigidità assoluta con cui si portò avanti la definizione delle tesi luterane caldeggiava duramente il rispetto dei dogmi cristiani mettendo in primo piano l’osservanza dei divieti legati ai sette peccati capitali. Tale rigore arriva anche in cucina, laddove la gola trova origine per poi esplodere in ogni sua forma di bellezza, gusto e godimento sulle tavole di tutti i tempi. Nasce così, per questi Paesi, una forma di cucina assolutamente essenziale e che non dà scampo: cucinare ha come unico scopo quello di garantire sussistenza e quindi sopravvivenza. Le dispense non rappresentano più luoghi dove trovare ispirazione da forme, colori, odori, rugosità e pungenze, ma asettici ammassi di materia prima dove pescare ogni monotono giorno quegli ingredienti di base che coprano il fabbisogno di proteine, vitamine, fibre e carboidrati. Chiudi gli occhi: la vedi una cucina belga, o tedesca, o inglese di allora? Non noti quanti grigi campeggiano sia nei colori che nei sapori? Non senti che silenzio innaturale che c’è?

Silvana de Mari

media partners

di Clara Zani, La Pavona sul Sofà un piccolo ristorante

«Da quando so che i giorni sono contati, hanno moltiplicato il loro splendore»

illustrazione di Elisa Sivieri

Storie di CUCINA

Da qualche anno noto un ritorno alla natura, in particolare a cibi biodinamici ed erbe naturali. Qui mi inserisco, mi chiamo Bucino e faccio parte della grande famiglia dei Kombucha: che parolona! Ebbene sì, sono un fungo di tutto rispetto con nobili origini cinesi. Non sono famoso per il mio aspetto da medusa, ma quanto perché sono un funghetto che fa bene! Da millenni curo tutte le persone che mi accettano accogliendomi in casa e cambiando la mia casa fatta di thè ogni 12 giorni; io in cambio cosa porto? Tanti nuovi preziosi funghi! Basta un pò d’amore e dedizione e potrete regalarmi alle persone a voi più care in nome dell’amicizia. Poi, da gustare in compagnia regalo il Thè dei miracoli che allevierà il vostro spirito accaldato con le sue bollicine, e allo stesso tempo vi farà tanto bene prevenendo rughe, alleviando i sintomi della menopausa, rinforzando i vostri reni, pulendo il vostro intasato fegato e migliorando la vostra pulsione sessuale! C’è da aggiungere altro??? Per sapere dove trovarmi cercami sul prossimo numero di Tuttoqui!

il mio ULTIMO GIORNO

www.thedarksideandthelightside.com

di Karin EasyKa Krispino

di Andrea Mambrini

we v Barbara Bozzini 4ever

Fatti un amico fungo, un’ estate fresca ti aspetta!

SE FOSSE

APP Tutto Qui & dintorni

ad alto impatto emozionale

per iPhone e iPad POWERED BY

logo e corporate identity depliant, brochure aziendali e di prodotto elaborazioni grafiche per eventi, flyer, locandine progettazione e allestimento di stand fieristici elaborazioni fotografiche e foto ritocco packaging • web design

printstudiografico 0376 618382

Power

dal 1868 www.agcastello.it


lunedì

02

martedì

03

mercoledì

04

giovedì

venerdì

sabato

domenica

01

02

03

01

05

06

07

08

09

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

sabato

domenica

del Cinico

L’ANGOLO

Illustration by Giulia Casoni TAVOLESTRETTE

Dovrei iniziare a chiedere un compenso per questi articoli, sta diventando un lavoro, continuano ad uscire nuovi numeri di Tuttoqui... non si fermano nemmeno col terremoto! Alle elementari, quando ci fu il sisma in Irpinia, mi raccontarono che la pianura padana era zona antisismica, che abitavamo su uno strato di argilla e sabbia impossibile da smuovere e che se anche fosse capitato, le scosse avrebbero avuto una intensità tale che manco ce ne saremmo accorti. Non è stato così. Questo evento mi ha fatto riflettere, e mi ha aperto la mente a un paio di logiche considerazioni. La prima è che il terremoto è democratico, colpisce tutti quelli che hanno la sfortuna di abitare nelle zone interessate, belli o brutti, ricchi o poveri. La seconda invece è un po’ più complessa e merita un’argomentazione più articolata. Premetto che non credo alle teorie complottistiche del franking, proprio perchè il terrremoto è un evento che smuove un’energia talmente grande, che la piccolezza dell’uomo, al cospetto della natura, non può provocare. Constatare sulla propria pelle di essere così piccolo, inerme e indifeso, mi ha fatto sovvertire un vago pensiero: non è l’uomo che deve difendere la natura, è lui stesso che si difendere da essa. In un solo minuto mi sono scesi al livello di inutilità tutti quei movimenti che si ergono a difesa di Gaia, dagli ambientalisti agli animalisti. L’uomo sin dall’alba dei tempi si è dovuto difendere dalla natura. L’atto più banale è vestirsi e ripararsi in una grotta per difendersi dal freddo e dalle intemperie. Azioni che oggi sono scontate e che il non considerarle più, ha portato ad una visione distorta e arrogante di chi ha deciso di erigersi a paladino in difesa di Madre Natura e delle sue creature. Milioni di anni di storia hanno dimostrato che la Natura ha lasciato il diritto alla vita solo a chi ha saputo adattarsi meglio alle situazioni più ostiche e difficili. È mia ferma convinzione che la Natura abbia una sua onesta crudeltà, abbia un corso da seguire e che il misero egoismo umano non può minimamente interferire su di esso.

per tutti gli appuntamenti... rimanete connessi!

lunedì

martedì

mercoledì

giovedì

venerdì

01

02

03

04

05

06

07

08

09

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

mercoledì

giovedì

sabato

domenica

01

02

photo Cristiano Martelli | cristianomartelli.com

AGOSTO 2012

scrivi al cinico: cinico@tuttoqui.info

LUGLIO 2012

SETTEMBRE 2012 lunedì

martedì

venerdì

03

04

05

06

07

08

09

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

www.supermedia.it Supermedia è una catena di elettronica, informatica, elettrodomestici, tecnologia e telefonia con 33 negozi nelle provincie di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Pavia e Varese.

c s f o log

arrivederci&grazie al prossimo numero: uscita prevista 21 settembre 2012


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.