SPECIALE NATIVE ADVERTISING Articolo di Laura Franconi
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LA SIMBIOSI VIRTUOSA Contenuti, contesto e target: la simbiosi tra questi tre elementi si traduce in valore, generando risultati. Grazie alla possibilità per l’utente di vivere una esperienza immersiva con il brand. Rispettosa, personalizzata, ingaggiante.
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DRIVE TO STORE NATIVE ADV PER AUTOGRILL SU WAZE Autogrill, il primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione per viaggiatori e con più di 4.000 punti vendita dislocati in 31 nazioni, ha stretto una partnership con Waze per massimizzare la visibilità dei propri store. “Il digitale può davvero aumentare
A
fronte delle sfide che la display adv è chiamata ad affrontare - in un contesto in cui l’attenzione dei consumatori è messa a dura prova dalla quantità di messaggi che la reclamano, il tempo disponibile per l’informazione è frazionato tra una molteplicità di device, la capacità di ingaggio è limitata da ad blocking e banner blindness - ecco che per gli utenti diventa prioritario cercare di individuare soluzioni capaci di veicolare al target, in maniera efficace, comunicazioni e motivazioni all’acquisto. Soluzioni non intrusive, che non interrompano la fruizione dei contenuti da parte degli utenti, che salvaguardino la brand safety e la presenza in contesti idonei, e che garantiscano tassi di viewability congrui. I recenti dati di Meetrics a questo riguardo indicano, in Italia, una diminuzione dell’8% del tasso medio di visibilità delle inventory, che lo porta al livello del 56%; un calo che coinvolge anche la parte video, scesa al 60%. Il native adv offre risposta a tutte queste aspettative. Innanzitutto si fonda su una diversa modalità di ingaggio del consumatore: non si impone di vendere un prodotto, ma di stimolare l’attenzione dell’audience attorno a contenuti considerati rilevanti, riducendo il bounce rate e aumentando il grado di coinvolgimento. In base alla fase del funnel in cui si trova il target, si individuerà il tipo di contenuto più efficace: più generico per un pubblico più ampio e meno targettizzato e via via più specializzato ed esclusivo. Si aggiunga che anche il contesto sempre più mobile first, con la previsione che più di tre quarti della popolazione sarà connessa da un device mobile entro il 2020, costituisce un ambiente favorevole alla scelta di un approccio nativo. Sebbene i contenuti nativi assumano la forma e la funzione del contesto editoriale in cui sono inseriti, salvaguardano l’eticità dell’approccio e prevengono eventuali accuse di scarsa trasparenza esplicitando in maniera chiara la presenza di sponsorizzazione. Infine, le campagne native
le vendite nei negozi e le promozioni geo-localizzate stanno diventando essenziali all’interno di una strategia di marketing efficace”, commenta Elena Losito, CRM e Digital Transformation Leader di Autogrill. “Waze si è dimostrata una piattaforma efficace sia come affissione digitale sia come potente incentivo alla navigazione in store”. Tra i principali obiettivi della collaborazione tra Waze e Autogrill c’erano la promozione dell’offerta stagionale attiva in 248 punti vendita e la massimizzazione del traffico verso i negozi. La campagna si è concentrata su tutti i formati Waze disponibili: Pin, Ricerca Sponsorizzata e Premium Takeover. Ogni formato pubblicitario, rigorosamente native e brandizzato, ha una modalità di visualizzazione personalizzata. Il Pin ha come principale obiettivo la geo-localizzazione del punto vendita, facilmente raggiungibile dall’automobilista con dei semplici tap. Il Premium Takeover è un formato altamente impattante che compare all’automobilista se fermo per almeno quattro secondi, momento di massima attenzione verso il display dello smartphone. Infine la Ricerca Sponsorizzata aiuta il brand a massimizzare visibilità e traffico ai loro punti vendita, ponendoli al primo posto nei risultati di ricerca rilevanti. “I risultati di Autogrill con Waze sono stati molto positivi: 7,6 milioni di impressions e 28mila navigazioni, ben 2 volte oltre la media di mercato per i Quick Service Restaurant in Italia. Inoltre, il costo medio per navigazione è stato inferiore al 50% rispetto al benchmark di settore”, precisa Dario Mancini, Country Manager di Waze. “Si evince come l’aspetto rilevante dei formati pubblicitari di Waze stia non solo nei contenuti, ma anche nella modalità di visualizzazione e fruizione, che porta a un elevato tasso di interattività ed engagement da parte degli utenti”.
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SPECIALE
STRATEGIE EMOFORM PROMUOVE LA BRAND AWARENESS CON IL NATIVE ADVERTISING
Emoform, marchio di prodotti specializzati nel settore dell’igiene orale, ha recentemente creato una nuova linea particolarmente indicata per coloro che seguono una dieta ipoglicemica e soffrono di diabete. Digital Angels ha ideato una strategia di campagne adv, incentrata sul Native e Google Ads, finalizzata a rafforzare l’awareness dell’azienda e promuovere i prodotti Emoform Glic. “Emoform Glic è un’innovazione nel mercato su cui Polifarma Benessere punterà moltissimo e ha visto in Digital Angels un partner ideale per vincere la sfida di un posizionamento chiaro e definito anche sul web”, dichiara Valeria Timarco,
possono essere acquistate sia in modalità reservation, sia in programmatic. Alla luce di queste considerazioni, non si può che prevedere una crescita di questa forma di comunicazione che offre vantaggi a tutti gli attori del comparto: ai brand, che hanno l’opportunità di raggiungere il consumatore in maniera più diretta, incisiva e memorabile; agli editori, che acquisiscono contenuti interessanti e che non vedono interrotta la user experience; agli utenti, che fruiscono di informazioni pertinenti e coerenti alle loro necessità. Nel solo mercato USA, le previsioni per l’anno in corso relative agli investimenti in native advertising superano i 20 miliardi di dollari e si stima che saranno più che raddoppiati entro i prossimi cinque anni. In Italia il mercato del content e native advertising era stimato nel 2017 attorno ai 350 milioni di euro, in crescita del 17% sull’anno precedente e con un trend tuttora positivo.
Responsabile Marketing di Polifarma Benessere. Le campagne native si inseriscono naturalmente all’interno delle piattaforme editoriali, sponsorizzando i prodotti in modo non invasivo e inquadrandosi con naturalezza nel layout di una pagina, tra gli articoli correlati, nella sezione “ti potrebbe interessare anche...” o in spazi con prodotti e servizi similari. Dichiarando dal principio la loro identità pubblicitaria, le inserzioni native sfruttano il flusso di attività dell’utente interessato ai prodotti per l’igiene orale e lo intercettano in maniera molto precisa, tramite criteri di targeting contestuale in associazione al machine learning. Nel contempo le campagne Search di Google Ads sono incentrate sulle keyword di prodotto e sulle parole chiave che possono, in modo trasversale, far conoscere il brand a coloro che seguono un’alimentazione ipoglicemica e a persone diabetiche.
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Il “Barometro” del programmatic native adv
Il programmatic advertising continuerà a crescere e a conquistare il settore del digital advertising. È quanto si legge nei dati elaborati e divulgati dall’Osservatorio Internet Media per il 2018. Le previsioni per la fine dell’anno corrente calcolano un incremento di questa modalità pari al 20% rispetto all’anno precedente, con un valore di mercato di circa 500 milioni di euro. Il Barometro del Programmatic Native Advertising in Italia relativo al primo semestre del 2018, presentato da Quantum Advertising, conferma e approfondisce questi dati, basandosi su un campione costituito da 200 brand appartenenti a differenti settori di mercato ed effettuando le proprie valutazioni con riferimento alle percentuali d’acquisto e ai livelli d’investimento. Tra le prime dieci categorie merceologiche nella classifica del Barometro 2018 compaiono: Automotive, Pharma, eCommerce, GDO, Tecnologia, Food & Beverage, Fashion, Travel, Finance ed Energy. Un aspetto interessante che emerge dalla comparazione dei dati dell’ultima rilevazione con quelli
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DSTP NATIVE NEWSLETTER UNA NUOVA EVOLUZIONE NEL MONDO DELLE DEM DEM Optimizer, società proprietaria di DSTPlatform.com la lanciato un nuovo prodotto: Native Newsletter. Si tratta di una
relativi al secondo semestre del 2017 è che la tipologia di buying dei brand è in costante mutamento. Lo scorso anno, gli acquisti attraverso Insertion Order raggiungevano il 69%, a distanza di sei mesi questa percentuale è scesa a 57% a tutto vantaggio della quota di programmatic, che al contrario è aumentata dal 27% al 36%, confermando le stime dell’Osservatorio Internet Media. Se il comparto Automotive, con un’incidenza del 45% sul totale degli investimenti, ribadisce il proprio primo posto nella classifica relativa ai maggiori investitori, posizione che già deteneva nel 2017, altri settori si stanno distinguendo per dinamicità e propositività. È il caso del comparto del Pharma, al secondo posto con un incremento del 200% sullo scorso anno, e l’eCommerce che cresce del 130% salendo al terzo posto della graduatoria, davanti al comparto della GDO. “I dati confermano quello che si registra a livello di andamento di mercato; il programmatic cresce”, commenta Carlo Poss, CEO di Quantum Advertising Italia. “E tale crescita non ci sorprende, i benefici sono innumerevoli: dalla targetizzazione dell’audience alle impression garantite, senza dimenticare che tutti questi processi sono automatizzati e frutto di tecnologie all’avanguardia. In Quantum tutto ciò si combina alla filosofia native e al profondo rispetto della user experience scegliendo formati non invasivi. Il native è nel nostro DNA e come piattaforma continuiamo a implementare la nostra tecnologia per garantire un servizio che sia il più performante possibile”. A tale riguardo, quest’anno Quantum ha ulteriormente implementato la propria tecnologia introducendo cinque nuovi formati native: Cinémagraph, Native Carousel, Reveal, Mosaic e Parallaxe. Inoltre il brand francese ha sviluppato due tecnologie proprietarie: una nuova SSP che soddisfa l’aumento della domanda da parte degli advertiser e un header bidder in grado di attivare e gestire più aste contemporaneamente, tutti strumenti che rappresentano un vantaggio per inserzionisti, editori e utenti.
nuova evoluzione nel mondo delle DEM. Dopo la de-duplica e il targeting certificato, arriva ora la sponsorizzazione delle Newsletter a tema verticale: Automotive, Casa, Wellness, Finance, Turismo e Fashion. Grazie al suo algoritmo di targeting certificato, DSTP è in grado di raggiungere più di 30 milioni di consumatori divisi tra i 6 diversi topics. In tal modo, aumentano le probabilità che i destinatari della Newsletter siano interessati al tema in essa trattato, con una conseguente maggiore reattività da parte dei riceventi. DSTP Newsletter fa arrivare a target mirati contenuti desiderati e permette agli advertiser di sponsorizzarli con formati native. I vantaggi di questo innovativo modo di comunicare sono molteplici. Da parte degli advertiser, sponsorizzando in modo nativo si ottiene l’endorsement da parte del mittente, uscendo dal percepito di “pubblicità indesiderata”, con un conseguente miglioramento dei risultati, sia in termini di branding sia di performance. Sul lato publishers, si perseguono maggiore deliverability, un numero inferiore di dis-iscrizioni, minore messa in spam con conseguenti IP di invio che rimangono performanti. “Innoviamo continuamente nel rispetto per il consumatore e per il ROI dell’advertiser, convinti che il Direct Adv sia un canale di grande valore, che necessita di nuovo smalto e linfa vitale”, afferma Matteo Antonelli, CEO di DEM Optimizer.
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SPECIALE
TRASPARENZA E VERIDICITÀ Il Native favorisce il raggiungimento di standard qualitativi superiori, oltre a spingere verso una maggiore trasparenza e a fornire una tutela elevata in termini di brand-safety. Con un approccio meno focalizzato sulla performance pura e più orientato alla qualità.
Sebastiano Cappa Country Manager Ligatus Italia
“Il mercato del Native Advertising continua inesorabile la propria crescita, in contesti esteri come in quello italiano, andando ad assorbire investimenti prima destinati alla pubblicità Display”, osserva Sebastiano Cappa. “Il Native spinge senza sosta le aziende verso standard di qualità e trasparenza superiori, oltre che a una tutela elevata in termini di brand-safety e a un approccio meno orientato alla performance pura in favore della qualità. Grazie a questo insieme di benefici, il Native riconferma la capacità di portare a inserzionisti ed editori risultati più che soddisfacenti, soprattutto se confrontato con altre modalità di pianificazione digitale. Alla sua stregua, anche il Programmatic sta crescendo in maniera costante, consentendo ai brand di ottimizzare ulteriormente i propri investimenti digitali”.
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Quali sono i formati più interessanti? Quando parliamo di formati dobbiamo in primis parlare di Branding. Le aziende richiedono team creativi capaci di rispettare i valori e i messaggi di marca, e team di account in grado di pianificare campagne digitali con attenzione ai contesti e ai momenti di pubblicazione. Si potrebbe parlare di grafica giusta, condivisa nel momento e nel contesto giusti, all’interno di formati giusti. In Ligatus, testiamo costantemente formati quali caroselli, slide up, slide down, swipe, ecc, che, seppure nella loro diversità, non possono prescindere dal considerare in che ambiti vengono pubblicati o con quali campagne adiacenti alle box/widget. A oggi, i formati che destano maggiore gradimento sono i click-to-video e gli in-feed, proprio in forza della loro ver-
satilità di collocazione rispetto ad altri contenuti in pagina. In che misura il native advertising riesce a creare engagement e a coinvolgere il consumatore? Il fattore qualitativo è cruciale per il Native di Ligatus, in particolare in termini di genuinità dei messaggi e della loro capacità di risultare adeguati a soddisfare la domanda di utenti sempre più alla ricerca di trasparenza e veridicità. Intravediamo in questo aspetto il migliore modo di creare vero engagement e di incontrare i reali interessi dei lettori, di pari passo con la non intrusività dei formati nativi che, tramite l’unione di testo e immagine, consentono di veicolare una comunicazione pubblicitaria basata sul contenuto e non sulla mera promozione o vendita, spesso causa di blocchi da par-
NATIVE ADVERTISING LA PARTNERSHIP CON FORENSIQ UN’INVENTORY LIBERA DA FRODI Ligatus ha recentemente annun-
to. L’obiettivo è di avere meno
nuta da molte agenzie un livello
vogliamo dare prove di fatto di
ciato la sua nuova integrazione
dell’1,50% di frodi nella propria
accettabile di tolleranza dalle
uno dei nostri valori chiave: la
con Forensiq by Impact. La
inventory, e di erogare solo traf-
frodi. Forensiq, acquisita da Im-
qualità. Fornendo il software di
partnership nasce per ovviare a
fico di qualità. La collaborazione
pact nel 2016, è la società lea-
rilevamento Forensiq all’interno
che è stata siglata consente a
der nel rilevamento delle frodi
della piattaforma SSP di Liga-
Ligatus di combattere
pubblicitarie, che utilizza metodi
tus, tutti i partner possono evi-
ancora meglio il traf-
innovativi di machine-learning
tare impression non autorizzate.
fraudolento
e di rilevamento avanzato per
Ancora più importante, facendo
ranzia che la loro
sui differenti de-
identificare attori indesiderati
leva su Forensiq quale principale
inventory è priva
vice,
utilizzando
e attività dannose. “Grazie alla
strumento di prevenzione dalle
di frodi e brand-
le molteplici solu-
collaborazione con Forensiq, Li-
frodi, stiamo facendo la nostra
zioni di Forensiq per
gatus ha mantenuto la propria
parte nella lotta contro le fro-
tracciare le minacce
promessa di fornire a inserzio-
di pubblicitarie e, al contempo,
in tempo reale, oltre che
nisti e editori il mercato traspa-
stiamo rafforzando la credibilità
sta e chi vende viene messa alla
tra i diversi tipi di media. Nel
rente e sicuro che desiderano”,
stessa dei nostri clienti”.
prova, e in tutti i mercati EMEA
luglio 2018, Ligatus ha annun-
afferma Victor Charpin, VP Pu-
è elevata la pressione affinché
ciato un totale di appena l’1,17%
blisher Development di Ligatus.
venga erogata una percentua-
di traffico sospetto, dato molto
“Siamo il fornitore leader di so-
le ridotta di traffico fraudolen-
inferiore alla media del 3% rite-
luzioni di Native Advertising e
un marketing costoso e inefficace, offrendo così agli inserzionisti di Ligatus l’ulteriore ga-
fico
safe. Con un livello di ad fraud più alto che mai, la fiducia tra chi acqui-
te di ad blocker e di disinteresse da parte degli utenti (adv blindness). Che tipo di risultati possono aspettarsi gli inserzionisti in termini di brand awareness, di conversioni e altro? Gli inserzionisti che si rivolgono al Native advertising possono attendersi risultati positivi, superiori alla pubblicità Display o ad altri formati, sotto molti aspetti: un ampliamento del bacino di utenti per campagne di branding, visto il posizionamento del Native nella parte alta del funnel di conversione; un tasso di new sessions molto alto e, a parità di tasso di new session, un bounce rate basso e pagine viste per sessioni e durata della visita molto elevati. Si tratta poi di risultati del tutto reali, trasparenti e accessibili in qualsiasi momento. Quali sono oggi le maggiori problematiche che bisogna saper gestire, in termini di programmazione e di controllo delle pianificazioni? Le problematiche cui assistiamo in Ligatus sono principalmente legate all’Un-
der-delivery, con clienti che vorrebbero investire di più con noi ma con un Network limitato ad accogliere tutti, poiché si tratta di un Network solo Premium e in cui è alta l’attenzione alla qualità, a tutela della sicurezza dei brand. L’evoluzione del branded content in Italia è allineata a quella che ha luogo a livello internazionale? All’estero cresce molto anche il Native per le campagne branding... Registriamo le stesse crescite in tutta Europa. Oggi il mercato sa bene che occorre una buona strategia di branded content marketing alla base di ogni campagna di branding, in cui i contenuti informativi o di intrattenimento devono essere concepiti sin dalla fase ideativa e progettuale in termini digitali, per poter essere distribuiti e fruiti attraverso tutti i canali, in primis il Native, e tutti i dispositivi esistenti, alimentando in questo modo la relazione e il flusso conversazionale tra i brand e i consumatori. La sensazione in Italia è che si investa comunque ancora troppo poco sui contenuti rispetto alle potenzialità esistenti,
riuscendo solo in parte a utilizzare appieno dei vantaggi del Native. Quali prospettive avete per il prossimo futuro? Ligatus si contraddistingue in Italia come in Europa - dove è leader di mercato con un network che conta oggi più di 37 miliardi di ad impression al mese su oltre 1.400 siti partner Premium - nel mantenere fede alla promessa di offrire al mercato digital il suo Network Premium che soddisfa esigenze di branding e performance con risultati superiori agli standard. Abbiamo alcune novità che andremo a svelare a breve in Italia, di cui abbiamo dato anticipazione nella vetrina internazionale di Dmexco a Colonia, a metà settembre. Consideriamo certamente, poi, di rinnovare i positivi risultati raggiunti fino a oggi; l’ultimo, in ordine di tempo, è il risultato riferito al primo semestre 2018 che la filiale italiana ha chiuso a +51% di ricavi lordi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con l’obiettivo di proseguire a investire in termini sia di risorse sia di marketing.
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UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA I brand dimostrano una maggiore consapevolezza che porterà il native adv a un ulteriore sviluppo, con formule comunicative più articolate, capaci sia di stimolare emozione e coinvolgimento, sia di produrre in maniera diretta e puntuale un’azione.
Massimo Pattano
Roberto Barberis
Roberto Bassani
Marketing Manager 4w MarketPlace
CEO 4w MarketPlace
Chief Product & Technology Officer 4w MarketPlace
“Il mercato del native adv sta sicuramente conquistando una posizione di mercato interessante: nel tempo è passato da fenomeno marginale a realtà consolidata e di una certa consistenza”, esordisce Massimo Pattano, Marketing Manager di 4w MarketPlace. “Per gli annunci native, ad esempio, oggi gli strumenti di rilevazione possono addirittura segmentare i fatturati delle due differenti linee di gestione, quella collegata al cms editoriale (custom) e quella delle piattaforme (standardizzata). Da tempo l’advertising digitale soffre di una forte perdita di interesse da parte dei consumatori, diventati abilissimi a ignorare i messaggi pubblicitari che li bombardano. Proprio per questo evidente motivo, i brand comprendono sempre di più l’importanza di modalità di comunicazione più
rispettose, più creative nello stimolare il coinvolgimento delle persone e le diverse forme di comunicazione Native offrono sicuramente grandi opportunità a questo scopo”.
incisive, per produrre in maniera diretta e puntuale una determinata azione. Se si hanno chiare le funzionalità del native, direi che l’unico limite è la fantasia.
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Ci sono ancora spazi evolutivi? Il Native Adv ha sicuramente ancora un potenziale di crescita importante e ci aspettiamo miglioramenti significativi proprio dalla presa di consapevolezza che i brand sembrano aver maturato. I prodotti native si prestano a essere confezionati in molteplici modalità (ne è un esempio il VideoNative) e, rispetto ad altri formati che esprimono frammenti comunicativi sintetici, i formati native possono proporre formule comunicative più articolate, per stimolare emozione e coinvolgimento, oppure fortemente
VideoNative: una nuova opportunità
“4w è leader nel Native Adv dal 2009, quando ancora il concetto di native non esisteva nemmeno”, interviene il CEO Roberto Barberis. “Si è affermata sul mercato proprio con la gestione degli Annunci Native sui quali ha sviluppato la propria offerta, andando ad ampliarla con i widget di raccomandazione e con la modalità in programmatico. Nel corso degli anni la proposta commerciale di 4w si è poi arricchita con i formati Display e con i Video, divenendo un’offerta completa di tutto il digital advertising.
native advertising Recentemente abbiamo lanciato un formato native davvero innovativo e inedito per il mercato italiano, che sta riscuotendo un grande interesse: si tratta di 4w VideoNative. In particolare, come si struttura la vostra proposta al mercato? Quello che proponiamo è un mix d’eccellenza fatto di tecnologia e di contributo umano, particolarmente importanti per quanto riguarda la gestione del Native Adv. In questo ambito infatti, caratteristica fondamentale è che il messaggio pubblicitario venga percepito dall’utente come parte della sua naturale esperienza di navigazione, quindi un suggerimento, che sia verso l’approfondimento di un argomento o la prova di un prodotto. L’utente deve trovarsi nella condizione più favorevole a recepire questo suggerimento e la competenza e l’esperienza degli account fanno la differenza nella scelta del percorso più adatto al raggiungimento dell’obiettivo, che non si ferma più solamente all’ottenimento di un click, ma va a cercare il miglior tasso di coinvolgimento dell’utente. Le variabili sono numerose e riguardano ad esempio la selezione dei siti sui quali distribuire la campagna, i corretti posizionamenti, gli orari più propizi, i device più adatti, e così via, a seconda del tipo di obiettivo. La tecnologia di 4w garantisce l’ottimale funzionamento della distribuzione e della misurazione di tutto il processo. 4w si pone, infatti, al fianco degli editori: un vero e proprio partner tecnologico che fornisce loro gli strumenti e il supporto necessari, costanti aggiornamenti e migliorie che rendono la piattaforma sempre più performante ai fini della miglior diffusione delle campagne. Abbiamo parlato di VideoNative. In cosa consiste e che vantaggi offre? 4w VideoNative è un formato video affiancato da uno spazio testuale dedicato alla call-to-action, posizionato all’interno del contenuto editoriale. Rappresenta un’opportunità unica, che unisce l’emozionalità del video all’immediatezza del richiamo testuale tipico dei formati An-
nunci. Dalle rilevazioni fatte sulle campagne VideoNative fino a oggi i risultati sono estremamente interessanti: oltre a mantenere inalterati i valori di awareness tipici dei formati video, la call-toaction viene stimolata maggiormente e si traduce in un sensibile aumento del ctr, con un tasso di engagement superiore al 50% rispetto al solo formato video. Si tratta di un formato che vediamo particolarmente adatto al comparto automotive, telco, assicurativo, finanziario, a tutte quelle realtà che hanno offerte a scadenza, supportate da video, e necessità di una forte distribuzione. Automatizzazione e ottimizzazione
“L’obiettivo delle campagne native è tipicamente la performance, quindi un’azione che dimostra un concreto interesse, dal semplice click, alla richiesta di informazioni, alla compilazione di un form, all’adesione, all’acquisto, eccetera”, spiega Roberto Bassani, Chief Product & Technology Officer. “Il percorso ottimale parte, quindi, dall’analisi e selezione dei siti sui quali distribuire il messaggio e solo in seconda analisi diventa proficua l’ottimizzazione basata sui dati. Infatti, dato l’obiettivo, l’individuazione prioritaria di un determinato target socio-demo può risultare controproducente in quanto rischia di far perdere possibili utenti interessati che non rientrano nei target individuati”.
concreti per tutti, editori e inserzionisti, così come è stato per innumerevoli opportunità sperimentate nel passato. Su quali progetti state lavorando e che aspettative avete per il prossimo futuro? Lo sforzo maggiore del team di sviluppo è in questi mesi rivolto all’evoluzione della piattaforma. In particolare, nel breve termine è in roadmap il rilascio di nuovi algoritmi di yield management volti sia a ottimizzare lato editore gli spazi pubblicitari resi disponibili, sia ad avvantaggiare lato inserzionisti la gestione delle campagne. Il nuovo sistema introdurrà maggiori automatismi nel processo di raccolta ed elaborazione di informazioni utili per l’implementazione di tecniche di AI, vedrà quindi premiare maggiormente gli editori virtuosi in termini di qualità dei siti e, con l’introduzione di pesi specifici relativi ai kpi di campagna, renderà ancora più efficace l’ottimizzazione delle campagne. Siamo inoltre in fase di test di un nuovo formato native specificatamente pensato per i device mobile.
Che relazione esiste tra native adv e programmatic? Il native in programmatico non ha ancora espresso il meglio del proprio potenziale, principalmente a causa del fatto che la modalità di gestione oggi disponibile non è coerente con la logica tipica del Native Adv, in quanto sono una a cpm e l’altra a cpc. Si tratta, evidentemente, di un ambito ancora in via di sviluppo per il quale si troveranno soluzioni tali da tradursi in benefici
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Fascicolo speciale di ADVERTISER Communication Strategies
estratto da
Advertiser Communication Strategies N°6 - Settembre 2018 www.advertiser.it Registrazione roc:17898 Registrazione Tribunale di Milano n°886 del 14/12/1989
Editore
TVN srl Corso Magenta, 85 20123, Milano (MI)
Direttore Responsabile Massimo Bolchi