POSH The hottest luxury for a good life SHOWS
A € 11; B € 10; DK DKK 115; F € 10; D € 11; UK GBP 9,80; L € 10; N NOK 115; NL € 11; P € 10; E € 10; S SEK 130; CK CKF 13;
Maison Margiela Artisanal Dolce&Gabbana Giorgio Armani Dior Homme Balenciaga Givenchy Genny Céline
PROTAGONIST Yves Saint Laurent Margherita Missoni Natalie Portman Olivier Polge Ernst Knam Ugo Alciati DoppiaA
TOP PLACES Irlanda del Nord The Philippines Abu Dhabi New York
N–4 Unique Media srl – Bimestrale 15–09–2017
No. No.
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ENGLISH TEXT Prezzo 10 € (Italy only) settembre/ottobre 2017
shop at genny.com
C O L O PH O N
SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
POSH No. 74
DIRETTORE RESPONSABILE Luisa Micaletti (luisa.micaletti@uniquemedia.it)
Direttore Editoriale Enrico Cammarota (enrico.cammarota@uniqiemedia.it)
Viaggi Antonella Tereo
Fashion Editor Marzia Bellotti
Orologi Diego Tamone
Design Anna Casotti
Auto Maurizio Bertera
Coordinamento Anna Rita Russo Corrispondenti esteri Anna Casotti – New York Fausto Furio Colombo – Zurigo Alessandra Fanari – Parigi Manuela Lietti – Pechino
Collaboratori Alberto Corrado Alessia Ferri Giulia Lenzi Marco Torcasio Darach McQuaid
Graphic designer Francesco Dipierro Stefania Di Bello
POSH è una pubblicazione bimestrale di Unique Media Srl La riproduzione totale o parziale senza permesso è strettamente riservata
POSH è distribuito in Italia e nei seguenti paesi: Australia, Belgio, Brasile, Corea del Sud, Emirati Arabi, Finlandia, Giappone, Gran Bretagna, Hong Kong, Israele, Lituania, Malta, Olanda, Portogallo, Singapore, Taiwan, Turchia, Ungheria Via Cadolini 34 – 20137 Milano tel. +39 02.49542850 adv@uniquemedia.it (advertising) segreteria@uniquemedia.it Stampa: Arti Grafiche Boccia Spa Distribuzione: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi Spa” Via Bettola, 18 – 20092 Cinisello Balsamo
ANES ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA
CONFINDUSTRIA
Registrazione Tribunale di Milano n. 1 del 7/01/2003. © Unique Media srl. Tutti i diritti riservati. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono, ed è vietata la riproduzione, seppur parziale, di testi e fotografie.
byblos.it
CONTENTS
POSH No.74 The hottest luxury for a good life SHOWS Maison Margiela Artisanal Dolce&Gabbana Giorgio Armani Dior Homme Balenciaga Givenchy Genny Céline
PROTAGONIST Yves Saint Laurent Margherita Missoni Natalie Portman Olivier Polge Ernst Knam Ugo Alciati DoppiaA
cover TOP PLACES
PHOTOGRAPHER: SANDRA FOURQUI @sandrafourqui ASSISITANT: JEAN BAPTISTE PEREIRA STYLIST: KARINE MARTINS @karine_martins_ MAKE UP: AZIZA EL BADAOUI @azizamakeupartist HAIR: KATIA REN @katia_ren_makeup MODELS: MARINE FRANÇOIS C/O KARIN MODELS PARIS @karinmodels_official@fmariniere
Irlanda del Nord The Philippines Abu Dhabi New York
N–4 Unique Media srl – Bimestrale 15–09–2017
No.
SILK TROUSERS LANVIN BODY SUIT VINTAGE FISHNET TIGHTS WOLFORD SHOES GUCCI
ENGLISH TEXT Prezzo 10 € (Italy only) settembre/ottobre 2017
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132-133
36-43 luxury goods
beauty
THE POSH LIST, 18, 20, 22, 24, 26
ERNST KNAM: BONNE NOUVELLE, 120-127
BULGARI’S FESTA HIGH JEWELRY COLLECTION, 28
ALBERTO NOÈ: AMIAMO OSARE, 128-131
CHANEL JOAILLERIE HAUTE COUTURE, 30-35
BULGARI: QUEEN OF THE NIGHT, 132-133
THE PHILIPPINES, 36-43
OLIVIER POLGE:LE RIBELLI SCELGONO IL BIANCO, 134-137
NEW YORK CITY: RESORT STYLE, 44-49
NATALIA VODIANOVA, 138-141
AUTO Q2 ALL’AVANGUARDIA, 50-55
GIORGIO ARMANI: È TEMPO DI DIRE ANCORA SÌ, 142-143
150-151
fashion THE BEST CHOICE, 58-73 LIGHTS IN THE DARK, 74-85 NATALIE PORTMAN: THE ESSENTIAL BEAUTY, 86-91 SIMPLY ELEGANCE, 92-99
92-99
MARGHERITA MISSONI, 100-101
lifestyle
MUST HAVE, 102-105
IRLANDA DEL NORD, 146-149
DOPPIAA: LA SOFISTICATEZZA DEL NEW DANDY, 106-109
LAKE FASCINATION, 150-151
LARDINI: THE CONTEMPORARY MENSWEAR ELEGANCE, 110
UGO ALCIATI: UN GOÛT D’ITALIE NEL CUORE DELLA VILLE LUMIÈRE, 152-155
IL DANDY MAN À LA TAGLIATORE, 111
PRINCELY SICILY, 156-157
YVES SAINT LAURENT, 112-115
ERNST KNAM: IL LATO DOLCE DI MILANO, 158-159
FASHION EXHIBITION, 116
WHERE BEAUTY TAKES PLACE, 160-161
NEWS BITES, 117
ABU DHABI ART SCENE, 162
THE POSH LIST MODA, ACCESSORI, OROLOGI, AUTO, YACHT, OCCHIALI, GIOIELLI. CREAZIONI E IDEE VINCENTI CHE FANNO LA DIFFERENZA
SUPERCAR
THE LEGENDARY CAR Porshe Panamera 4S Sport Turismo Marchio simbolo, tra i sogni proibiti e i desideri più ambiti. Il nuovo “modellino” della prestigiosa casa automobilistica tedesca emoziona al solo sguardo. Motori potenti di ultima generazione, comfort, performance, concept unico, dinamica ed efficienza sono solo alcuni degli elementi che la caratterizzano. Perfetta per viaggiare verso il futuro. Ideale per veri snob di buon gusto!
THE POSH LIST FASHION
RED PASSION Givenchy
Impossibile cedere alla tentazione del modello in pelle rossa della casa di moda francese. È uno stivale carry over, adatto a ogni stagione. Esclusivo, elegante e di gran classe. Un must assoluto!
JEWELS
DREAM JEWELS Rihanna ♥ Chopard Chopard ha realizzato in collaborazione con la pop star delle Barbados Rihanna, insieme a Caroline Scheufele, co-presidente e creative director della griffe, una capsule di gioielli unici. Una sinergia tra urban chic e glamour sofisticato che racchiude lo spirito stravagante della cantante.
FASHION
SAPORE RINASCIMENTALE Dolce & Gabbana Osare con stile. La pochette rossa in pelle matelassé è realizzata con dettagli borchiati, catena dorata e logo multicolor in evidenza. 20
T HE POSH LIST
FASHION
THE NEW WAVE Christian Dior Round glasses. Occhiali da sole rotondi con montatura in metallo nero laccato e lenti flash mirror. Per un ritorno agli anni ’80.
TRAVEL & LEASURE
ESCAPE IN POLINESIA Isola Motu Piti Aau
Dopo un importante restyling su alcune soluzioni di lusso, il cinque stelle InterContinental Bora Bora Resort & Thalasso Spa, sito sull'isola Motu Piti Aau con vista del monte Otemanu, in Polinesia Francese, svela le nuove ville e suite. Da fine 2017 entrano a far parte dell’offerta dell’hotel dieci overwater villas, tutte con private infinity pools per un luxury comfort che continua anche nella categoria superiore e sempre dal fresco restyling, le Pool Premium Overwater Villas.
YACHT
SULLA CRESTA DELL’ONDA Il superboat Superfly GT 42 by Flying Flipper Il nuovo gioiello d’avanguardia prodotto dall’azienda made in Svezia Flying Flipper è previsto in commercio per il prossimo anno. Un’esclusiva motovedetta sportiva di 13 metri dal design futuristico che combina performance di alto livello con sistemazioni confortevoli ad uso familiare. Firmato dallo studio Red Yacht Design, l’innovativo Super Fly GT 42 è stato presentato in occasione di Cannes Yachting Festival.
THE POSH LIST
TRAVEL & LEASURE
RELAX IN THE ALPS Lucerna - Svizzera È il maggior progetto di lusso in terra elvetica. A Lucerna, sul lago, il panoramico Palace Hotel Bürgenstock Resort possiede un’esclusiva SPA da 10mila metri quadrati, con un’offerta complessiva - fra hotel e residence - di 52 suite mozzafiato a cinque stelle. Dietro al progetto c’è Katara Hospitality Switzerland, appartenente al fondo sovrano qatariota e già propietario dell’Hotel Schweizerhof di Berna e del Royal Savoy di Losanna.
WATCH
LUXURY HERITAGE Vacheron Constantin
JEWELS
COLLAR NECKLACE Alexander McQueen Di gran ritorno il jewels couture. Provocatorio, aggressivo, prezioso. Un’estetica sovversiva che trova un riscontro soprattutto sulla nuova generazione. Con un’idea nostalgica verso il punk style. 24
Funzionalità, manifattura, innovazione. La neonata collezione Métiers d’Art Copernicus celestial spheres 2460 RT, presentata al SIHH 2017, si ispira a Niccolò Copernico e alle grandi scoperte astronomiche. Lungo il bordo della lunetta spiccano i dodici segni zodiacali stilizzati, mentre il cinturino è in pelle di alligatore. Maestria artigianale e decorazioni si uniscono a un’allure barocca per un prodotto invidiabile.
THE POSH LIST
FASHION
COME LA CALLAS La Petite Robe Chiara Boni Ritorna il turbante. Sofisticato, elegante, vintage. Accessorio ideale per sentirsi una vera diva. Sia di sera che di giorno. Sensuale se abbinato a grandi e lunghi orecchini. Impeccabile se indossato come Maria Callas nelle sue uscite con l’armatore greco Aristotele Onassis. Memorabile!
LASCIARE IL SEGNO WATCH
SPORTY SIDE Fendi È uno status symbol a tutti gli effetti… nonostante abbia trovato nello smartwatch il suo degno rivale. L’orologio resta un accessorio irrinunciabile, quel dettaglio che distingue ogni stile. Ideale da usare nella quotidianità il modello sportivo total black proposto 26 dalla maison romana. Con un design minimal chic.
Aurora Una new entry per gli amanti della scrittura. In occasione del settantesimo anniversario dell’iconica penna 88 realizzata per la prima volta nel 1947, Aurora ne propone un’edizione limitata e numerata, disponibile in 8 varianti colore da 188 pezzi ciascuno dall’appeal distintivo e contemporaneo. Un made in Italy intramontabile.
ALASKA
SINCE 1830 woolrich.eu
JEWELS
Bulgari’s Festa
High Jewerly Collection RUBINI, ZAFFIRI, SMERALDI E DIAMANTI ARRICCHISCONO I NUOVI GIOIELLI BULGARI
È
un inno al rituale celebrativo della festa italiana la nuova collezione di Bulgari battezzata Festa. Oltre 100 pezzi unici di alta gioielleria e orologeria che rappresentano un omaggio ai simboli delle feste tradizionali tricolore, tempestati di metalli e pietre preziose. Come la collana e il bracciale Palio che si ispirano alla leggendaria manifestazione di Siena, con i cavalli che prendono la forma di spille di diamanti, rubini e onice. Mentre un anello diventa una torta al pistacchio. 28
C’è anche un richiamo alla città capitolina e agli eventi principeschi dell’aristocrazia di Roma durante il periodo della Dolce Vita, con oltre 30 gioielli che omaggiano le Principesse Romane, da Maria Mancini a Margherita di Savoia. Degni di nota il Cuore di Roma, una collana con un ciondolo in rubino di 12,10 carati che viene da Mozambico e Il Magnifico, una catena di diamanti con uno zaffiro di una lucentezza unica taglio sugar-loaf da 180,98 carati proveniente da Burma.
JEWELS
Talisman I GIOIELLI WILD CHIC FIRMATI PRADA. UN VIAGGIO NELLA SELVAGGIA E MISTERIOSA ANTICHITÀ
ALESSIA FERRI
PRADA – Talisman Shell Jewels
istero, fascino dell’esotico ed eleganza selvaggia. La prima collezione di gioielli Prada, Talisman, parla la lingua dell’incognito e del soprannaturale, evocando perduti rituali di magica positività. Tra gli oggetti più ricorrenti risalenti all’antichità, i talismani sono una delle prime forme di accessori creati, sfoggiati con orgoglio perché, oltre alla bellezza, si credeva fossero portatori di energia positiva. La forma complessa dei talismani ha sempre emanato un senso di mistero, ma cosa trasforma un semplice ciondolo in un prezioso amuleto dai poteri soprannaturali? La leggenda narra che sia il primo episodio di magia riconducibile ad esse, e in questo caso perché non credere che non sia anche la desiderabilità stessa dell’oggetto, espressione del perfetto equilibrio tra natura e design, a conferirgli energia
M
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sacra? Interamente realizzati a mano con argento, pietre semi-preziose e materiali naturali, i gioielli di Prada sono un inno alla natura e giocano sulla relazione tra manufatti primordiali e l’inarrestabile progresso della civiltà. Dalla vegetazione più wild, ecco apparire scimmie, elefanti, pantere, koala; fauna ricca di fascino riprodotta con elementi rari e grezzi accostati a fibre naturali e chiusi da raffinate finiture. Ma se è solo dopo aver manifestato i propri poteri magici che un ciondolo possa definirsi un vero talismano, nel caso di quelli di Talisman tale magia è tutta da scoprire, ben nascosta in un cristallo scintillante montato su una catena d’argento, labradorite, ametista, schegge di quarzo citrino, cristallo di rocca, lacci in corda, conchiglie esotiche unite da metallo prezioso e rametti di legno afferrati da divinità animali. Ogni pezzo è custodito in un’elegante scatola di Saffiano rivestita di satin, che si ispira a entità mistiche della storia.
JEWELS
Chanel Joaillerie Haute Couture
LA NUOVA COLLEZIONE ALTA GIOIELLERIA FLYING CLOUD
La ricerca della libertà durata una vita. Per separare il vero desiderio dalla falsa pretesa, le relazioni sentimentali da qualsiasi convenzione. Per vivere un’esistenza sospesa tra cielo e terra. Gabrielle Chanel era una donna dal carattere contrastante, che amava la durezza dei paesaggi della sua terra di origine e il rigore dell’orfanotrofio di Aubazine. Momenti indimenticabili della sua vita. E la maison francese decide di raccontare i ricordi dell’indimenticabile Coco con una collezione che prende il nome dallo yatch del duca di Westminster, Hugh Grosveonor, uno degli uomini più importanti per la stilista, e che brilla dei colori del mare. In un tripudio di perle, diamanti, zaffiri. Che si ispirano al beato mondo della Côte d’Azur
In search of freedom for a life. To divide real desire from false claims, love relationships from any convention. To live an existence suspended between sky and earth. Gabrielle Chanel was a lady with a contrasting personality, who loved the toughness of her native landscapes and the strictness of the orphanage of Aubazine. Unforgettable moments of her life. So the French maison decided to tell the memories of the mythical Coco with a collection taking the name from the yacht of Westminster duke, Hugh Grosveonor, one of the most important men to the stylist, and sparkling in the sea. Colors. In a riot of pearls, diamonds, sapphires. They inspire to the blessed world of Côte d’Azur
Golden Braid Collana in oro giallo 18K con diamante taglio cuscino di 4,40 carati e 177 diamanti taglio brillante
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Endless Knot Anello in oro bianco 18K con diamante taglio goccia di 1,01 carati, 26 perle coltivate giapponese 22 diamanti taglio brillante
Sapphire Stripes Collana in oro bianco 18K con 2 zaffiri blu taglio goccia dal peso di 7,17 carati, 62 zaffiri blu taglio marquise e 1778 diamanti taglio brillante
Endless Knot Bracciale in oro bianco 18K con diamante taglio goccia di 1,51 carati, 1perla coltivata indonesiana, 165perle coltivate giapponesi e 99 brillanti taglio diamante
Golden Braid Anello in oro giallo 18K con diamante taglio brillante di 3,02 carati e 67 diamanti taglio brillante Golden Braid Orecchini in oro giallo 18K con 2 diamanti taglio a cuscinetto dal peso di 4,03 carati e 130 diamanti taglio brillante Golden Braid Bracciale in oro giallo 18K con diamante taglio a cuscinetto di 4,22 carati e 273 diamanti taglio brillante
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Endless Knot Collana in oro bianco 18K con diamante taglio goccia di 1,52 carati, 3 diamanti rotondi dal peso 0,95 carati, 1 perla coltivata indonesiana, 320 perle coltivate giapponesi e 93 diamanti taglio brillante
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D E S T I N AT I O N
The UNUSUAL & UNIQUE
P h i l i p
Amanpulo Pamalican Island 36
Resort sospesi fra foreste tropicali o su lagune turchesi incontaminate dell’arcipelago filippino.
p i n e s ANTONELLA TEREO
Perle esclusive da vivere in nome di un nuovo luxury barefoot style 37
U
n clima tropicale e più di settemila isole lambite da lagune da sogno. Le Filippine, con la loro economia in rapida crescita, spostano nel Sud Est asiatico il centro d’interesse del momento. Corteggiata dal turismo d’elite, la destinazione apre nuovi e raffinati spazi. Da qui, l’incremento delle rotte di alcune compagnie aeree. Sono i collegamenti in crescita dall’Europa a segnare una svolta rispetto al passato: non più solo verso la capitale Manila, ma anche verso nuovi scali. Da Roma, da Milano e dalle capitali dell’Europa in generale, sono molte le rotte per Manila (via Singapore, ad esempio, il plurupremiato vettore Singapore Airlines che con la sua compagnia aerea regionale, Silkair, raggiunge destinazioni come Cebu, Dacos e Kalibo). È sulla sua fascia centrale del Paese, infatti, che piccoli lembi di terra costellano l’area, lasciando il massimo della privacy all’ospite circondato da bellezze ancora intatte. Le nuove attenzioni del comparto alberghiero più alto vertono su isole private, caratterizzando un’offerta sempre più adatta a viaggiatori esigenti. Incontaminate le spiagge e i fondali, prestigiosi i i resort, resta così solo da godersi l’arrivo per cominciare da subito a immergersi in un altro, inesplorato, state of mind.
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ANYA RESORT TAGYTAY
MOVENPICK RESORT & SPA
A N ew L i f es t yl e C o n ce p t
S wi s s des ig n on tr opical white s and
È già parte della prestigiosa collezione Small Luxury Hotels of the World e si trova ad un’ora e mezza di auto da Manila in direzione Sud. Si tratta dell’Anya Resort Tagytay, un indiscutibile gioiello dal carattere nuovo, forte del suo concept: quello di poter offrire un lifestyle hotel d’ispirazione asiatica, dove non a caso appare la figura del lifestyle assistant che segue gli ospiti per garantire loro il meglio dell’esperienza di soggiorno. L’opening ufficiale risale alla fine di luglio scorso, un’operazione che ha presentato, su un mercato locale sempre più attento ai dettagli, una struttura con interiors di grande effetto e raffinatezza, grazie anche alla cura di dettagli esclusivamente realizzati in materiali locali tipici come il capiz, l’abaca e il bamboo. Il resort conta 80 suite spaziose, una weliness SPA e i suoi trattamenti oltre a una piscina riscaldata e percorsi natura, essendo al cospetto di aree naturalistiche uniche nonché nei pressi del lago vulcanico Taal per escursioni con guide private. Propone poi 3 ristoranti, orientati verso ispirazioni decisamente occidentali: oltre al gourmet restaurant Samira, diretto da Emmanuel Stroobant, c’è la mediterrean cuisine del Amra e, dal tono più western l’Anila.
Imminente invece l’attesa apertura del Movenpick Resort & SPA, struttura del brand svizzero per la clientela top level che sceglie sempre Boracay - innegabile world beach destination - per chiudere un anno d’intensa espansione nel Sud Est asiatico. Sull’isola paradisiaca nel centro delle Filippine, quella prevista è una proprietà di cinque stelle a Nord, in località Punta Bunga Cove, dove la sabbia sembra talco. Per la clientela sono disponibili suite dal gusto intimate, dotate tutte di ottima vista sugli spazi che si aprono attorno alla proprietà, in soluzioni immerse nel verde rigoglioso dell’isola e sempre pochi passi dalla spiaggia. Arredi, stampe ed interiors seguono accostamenti neutri e delicati mentre le facilities sono molte specie per le Junior Suites o le Sol Marina Beach Suite. Le metrature più importanti sono riservate alle per le Royal Beach & Pool Villa, corredate di infinity pool e Jacuzzi che raggiungono i 370 metri quadrati.
anyahospitalitycorp.com/anya-tagaytay
Boracay Island
movenpick.com/en/asia/philippines/boracay
Sotto,
Movenpick Resort & Spa
Dedon Island Resort Mangroove Pagoda
CRIMSON RESORT & SPA Nuova oa s i d i bene s s er e
Altra strategica posizione quella scelta dal Crimson Resort & SPA a Boracay, piccola isola nel cuore del Paese e a un paio d’ore d’auto dall’aeroporto di Kalibo. È l’esordio più recente nel Paese, avendo aperto ad agosto, concettualmente innovativo, l’hotel si presenta con un’architettura contemporanea, panoramica, con alcuni elementi tradizionalmente legati allo stile locale. Nella stagione migliore per quella zona, da novembre ad aprile-maggio (ovvero la stagione Amihan) la presenza di gradevoli venti da Nord Est assicura poi il soggiorno ideale. Al suo interno, si possono trovare una suite presidenziale, 22 ville con piscine private e 72 suite, oltre a 97 camere deluxe. L’offerta gastronomica è decisamente all’altezza delle più alte aspettative nel ristorante Saffron, con menu di pesce e carne, molti ampi spazi per eventi privati, una biblioteca con titoli degni di nota per i momenti di relax ed una Crimzone Kids Entertainment per i più piccoli. Questa è la soluzione ideale poi quando gli adulti vogliono rilassarsi al centro fitness, nelle tre piscine esterne o nel bar a bordo piscina, senza considerare la già famosa Azure Beach Club & Aum SPA, spazi benessere che - se nelle altre strutture di proprietà del Gruppo hanno già ottenuto riconoscimenti ai World Luxury Awards come Best Luxury Spa - apre certo sotto i migliori auspici. crimsonhotel.com/boracay
Crimson Resort & SPA Boracay Island
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Dedon Island Resort
Spa – Fitness Huts
EL NIDO PANGULASIAN ISLAND RESORT Si m pl y the bes t on B a cu i t B ay
Fra i boutique hotels più apprezzati al mondo nella collezione SLH c’è El Nido Pangulasian Island Resort, a Bacuit Bay, a Nord di Palawan. Ha inaugurato lo zero-waste concept che lo classifica ora fra i più bei green resort al mondo. Eppure per molti è unico per la spiaggia riservata, bianca e lunga 750 metri che corre da Est ad Ovest, capace di regalare non solo un’assoluta privacy ai suoi selezionati clienti, ma riuscendo ad alternare all’alba e al tramonto scenari di puro spettacolo. Fra gli ambienti condivisi del resort ci sono una grande piscina a sfioro, un beach bar e il grill bar a bordo piscina. L’angolo SPA non è certo da meno e offre una varietà di trattamenti viso e corpo d’esperienza asiatica ed europea, oltre che il tradizionale massaggio hilot filippino. Ma la particolarità del resort è che parte della proprietà è all’interno della foresta tropicale naturale. Le 42 lussuose camere in fatti si dividono in otto Canopy Villa arroccate su palafitte che sono sulla vegetazione, mentre 24 Beach Villa e 6 Pool Villa sono vicino alla spiaggia. Ogni soluzione conta una superficie di 65 metri quadrati ed un balcone privato di 15, l’ideale per ospitare fino a tre persone. Con dotazioni superior le Canopy Villa sono poi situate a circa 16 metri dal suolo collegate fra loro con una passerella di legno sospesa che si snoda attraverso la foresta. Chi riserva una delle Pool Villa, invece, ha una piscina privata di 22 metri quadrati collegata al balcone da cui godere di una splendida vista su Bacuit Bay, in posizione 40
decisamente appartata. E se tutto ciò non fosse ancora abbastanza, per i più esigenti, il resort ha un’altra perla: non solo un accesso esclusivo agli esclusivi Beach Club privati di Entalula Island e Dibuluan Island ma anche quattro speciali Kalaw Villa posizionate in una baia appartata sulla costa ovest di Pangulasian Island, con una piscina di 85 mq e una sala di 55 mq, l’ideale per cene o eventi esclusivi, in un vero contesto. paradisiaco incontaminato
AMANPULO PAMALICAN ISLAND RESORT A tr eeto p to p l u x u r y ex p er i en ce
Non ci si allontana dalle acque smeraldo dell’arcipelago di Sulu per andare alla scoperta del (recentemente) premiato Top Resort Asia, l’Amanpulo Pamalican Island Resort, nome che si lega ad Aman ovvero uno dei principali gruppi alberghieri di lusso dell’area e all’omonima isola privata. Seppur percepito come fra i più remoti del Paese del Sud-Est asiatico è invece un luogo ad un’ora di volo da Manila, grazie ad un jet privato di 15 posti che collega la capitale alla struttura. La proprietà si estende nell’arcipelago di Nord Est di Palawan e vive in uno scenario mozzafiato, ma è il servizio il suo fiore all’occhiello. Nell’esperienza di soggiorno proposta all’ospite, si include infatti un maggiordomo privato per 24 ore al giorno ed uno chef dedicato, a servizio nella sistemazione scelta. Seguono lo stesso concept quindi anche le escursioni private in Pontoon Boat per cocktail
al largo durante il tramonto o pic nic presso il floating Kawayan Bar o anche per i panoramici barbecue a due nella totale privacy della propria villa. Espressa dall’architetto Bobby Mañosa c’è poi l’idea di spazi aperti e che possano godere al massimo di luce naturale, in perfetto filipino style: è per tale ragione che la Ville e Casitas anche in versione treetop con piscina privata sopraelevata, fra la frescura della collina - non c’è limite allo spazio, in relazione alla - atura circostante, in pieno equilibrio con l’ambiente anche grazie all’uso di materiali locali come il marmo di Cebu, l’essenza legnosa del cocco ed il rattan lavorato. Per ottobre 2017 si attende l’apertura del Nama al Lagoon Club, sotto la guida di Chef Yohhei Yamada, ristorante gourmet d’ispirazione asiatica della proprietà. aman.com/resorts/amanpulo
Nella pagina a fianco,
Amanpulo Pamalican Island
Cena con tramonto sulla spiaggia (Sotto)
El Nido Pangulasian Island Resort
Kayaking – Big Lagoon
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HUMA ISLAND RESORT & SPA Pr iva te over wa ter d r ea m
Spicca poi nel travel luxury segment, su una remota isola privata di Palawan nel Mare di Sulu, il lussuoso Huma Island Resort & SPA. Questo paradiso, a 6 anni dall’apertura, resta fra i top site della destinazione a soli di 7 km dalla spiaggia di Pass Island e 4 km dal giardino di corallo dell’isola di Calumbuyan, altre due luoghi must to see che fanno della piccola isoletta di Diciligan una vera perla. Non è un caso quindi che sia ancora fra i primi 10 siti al mondo preferiti dagli appassionati di diving. Raggiungibile da Manila anche con esclusivi idrovolanti privati disposti direttamente dal resort, la struttura offre 81 ville chic arredate in stile isolano moderno e con Jacuzzi e doccia all’aperto. Fra queste, 64 sono su palafitte immerse in acqua turchesi e dotate di ampi solarium, in alcuni casi con accesso diretto alla spiaggia. A disposizione per 24 ore al giorno, poi, il maggiordomo, figura esperta anche come
Sopra,
Twin Lagoon, Coron
Isola privata di Palawan nel Mare di Sulu ©Eric Beltran A destra,
Dedon Island Resort Villa Indoor Shower
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private concierge durante tutto il soggiorno mentre, per gli amanti del wellness, la SPA offre uno spazio unico completo di Arabic Hammam, direttamente sull’acqua lagunare, con un pavimento in vetro dall’alto potere scenografico oltre che rilassante. Decisamente ampia resta poi la proposta gastronomica con i suoi sette ristoranti, dove però quello top gourmet è Al Dente, di chiara ispirazione italiana. Insolite e ricercate poi, anche a bordo piscina o in spiaggia, le raffinate degustazioni di vino e formaggi. humaisland.com
Dedon Island Resort Yoga sulla Pagoda in mare
DEDON ISLAND RESORT Wi l d, l ux u r y, ba r efoot s tyl e
Nasce da uno sfizio ma anche da un’ispirazione di successo, condita con sano spirito charity, l’esperienza del Dedon Island Resort. Voluta infatti dall’ex-calciatore belga Bobby Dekeyser, la proprietà conta solo 9 esclusivissime ville adagiate su una delle perle meno frequentate delle Filippine, nell’isola di Siargao. La scelta della struttura, già di per sé unica, si completa anche di complementi che sono realizzati
in modo artigianale dai locali, seguendo un progetto che lo stesso fondatore ha avviato con il suo brand di interiors e alla cui base c’è il sostegno allo sviluppo della comunità che vi lavora. Risultato? Abbandonandosi a un pieno barefoot style, l’ospite del Dedon Island Resort dispone dell’esclusività di alcuni dettagli (preziosi manufatti che costituiscono parte di collezioni di pezzi unici) abbinati a spazi in piena natura e privacy, tutti a disposizione per il suo soggiorno. Da sottolineare poi il panoramico bagno in suite con docce ad alta pressione e preziose
fragranze e amenities naturali in camera. Per il 2018 inoltre, pronto il progetto di una nuova esclusiva family villa sospesa sull’acqua e con piscina privata. Anche la SPA - ora santuario nel cuore del verde dell’isola (un pavillon immerso nella vegetazione della proprietà che ne fa un tempio di riservatezza e benessere) avrà una piattaforma over water sopraelevata, dedicata esclusivamente alle sessioni di yoga, come una Pagoda sospesa, fra acqua e cielo. dedonisland.com 43
DESIGN
Resort NEW YORK CITY: LIVING LUXURY
style
House 39 Piscina interna
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Una vista mozzafiato sull’Empire State e sul più affascinante skyline di Manhattan, tra piscine vertiginose e un Rooftop esclusivo, residenze raffinate e architetture sinuose. In scena House 39, il nuovo simbolo dell’abitare newyorkese
ANNA CASOTTI
U
winding tower in glass rises on the horizon of East Side of New York, symbol of a luxury vision shown through exclusive details. The new residential destination House 39, with one of the most stunning views on Manhattan where to immerse from the s wimming pool overlooking the Rooftop, encloses in its 297 living units the sign of one of the interior design stars such as David Rockwell - among his plans the W Hotels of New York, Paris, Madrid, Suzhou, Singapore and the restaurants and hotels of Nobu in the world - and of Handel Architects, famous architecture studio, which projected the Dream Downtown Hotel and the Memorial World Trade Center of New York. Developed by one of the most magniloquent names in the Real Estate - Fisher Brothers - the new plan in Murray Hill is the symbol of an accurate lifestyle, declined into a careful selection of amenities, such as the Level Club made of a lobby to welcome customers, beyond a library, conference room and individual locations of work. With a particular care for wellness, inside the House 39 different places are conceived for the remise en forme and the divertissment, such as basketball and bowling green, billiard room, fitness center with hammam, beyond a Rooftop with hydro-massage and swimming-pool, sug gestive cabanas and areas for private parties in the intense sunsets on the Hudson River.
«Un'esclusiva visione creativa che porta una nuova e vibrante energia in una citta' come New York»,
“An exclusive creative vision leading to a new and fizzy energy in a city such as New York”,
– ha raccontato Winston Fisher, partner di Fisher Brothers. Ed è la sua architettura immersa nella trasparenza del vetro e nelle curve accentuate a trasformare lo skyscraper building di 37 piani in un luogo raffinato e contemporaneo, in cui stile e design all'avanguardia si combinano all'eleganza della lobby a doppia altezza caratterizzata da un'imponente e scenografica scala a doppia elica illuminata da lampade retrostyle. O dall'interior delle unità abitative pensate con vetrate che si ergono da pavimento a soffitto per ammirare il fascino intramontabile dell'Empire State, del Chrysler o dello skyline di Manhattan.
Winston Fisher said, partner of Fisher Brothers. And just his architecture, immersed in the clear glass and in the exalted curves, changes the skyscraper building of 37 floors into a refined and contemporary place, where avant-garde style and design are combined with the elegance of the double high lobby, provided with a dominant and spectacular double spiral staircase, lighted by retro-style lamps. Or with the interior of living units projected with windows rising from floor to ceiling, to admire the everlasting charm of the Empire State, the Chrysler and the skyline of Manhattan.
«House 39 comprende un'innumerevole combinazione di design d'alta gamma con inedite amenities five stars, in scena per la prima volta a Murray Hill. Un edificio progettato per distinguersi» – nelle parole di Gary Handel, Managing Project dello Studio Handel Architects. 46
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na torre in vetro sinuosa svetta nell'orizzonte dell'East Side di New York, emblema di una luxury vision narrata da dettagli esclusivi. La nuova destination residenziale House 39, con una delle viste più spettacolari su Manhattan in cui immergersi dalla swimming pool affacciata sul Rooftop, racchiude nelle sue 297 unità abitative la firma di una delle star dell'interior design come David Rockwell - tra i suoi progetti i W Hotels di New York, Parigi, Madrid, Suzhou, Singapore e i ristoranti e hotel di Nobu nel mondo e di Handel Architects, celebre studio di architettura che ha ideato il Dream Downtown Hotel e il Memorial World Trade Center di New York. Sviluppato da uno dei nomi piuù altisonanti nel Real Estate - Fisher Brothers - il nuovo progetto a Murray Hill è il simbolo di un lifestyle accurato declinato in una selezione attenta di amenities tra cui il Level Club costituito da una lobby per accogliere i clienti, oltre a biblioteca, conference room e postazioni individuali di lavoro. Con una particolare attenzione al wellness, all'interno di House 39 sono pensati differenti luoghi per la remise en forme e il divertissement tra cui campi da bocce e da basket, sala biliardo, centro fitness con hammam, oltre a un Rooftop con idromassaggio e piscina, suggestive cabanas e spazi per private party negli intensi tramonti sull'Hudson River.
«House 39 includes an amazing combination of high level design with unusual five stars amenities, on the scene for the first time in Murray Hill. A building projected to be distinguished» – in the words of Gary Handel, Managing Project of the Handel Architects studio.
House 39 Camino a isola
Tra residenze avvolte nella luce cristallina di New York e dettagli pregiati, come ha raccontato David Rockwell fondatore e presidente del Rockwell Group: «il nostro obiettivo era quello di creare un'oasi residenziale in contrasto con la frenesia di Manhattan. Un progetto in cui il linguaggio di materiali naturali lussuosi, una tavolozza di colori tenui e una lavorazione finemente artigianale è capace di esprimere il senso di un benessere olistico narrato da House 39.» Da assaporare in ogni minuziosa espressione creativa che trasforma la torre in vetro in una destination high end.
Between residences enveloped in the crystal light of New York and precious details, as told by David Rockwell, founder and president of the Rockwell Group: «our aim was to create a residential oasis in contrast with the frenzy of Manhattan. A plan where language of natural luxurious materials, a palette of pastel colors and a fine craft working can express the sense of holistic wellness shown by House 39.» To taste in each detailed creative expression which changes the glass tower into a high end destination. 47
Nella pagina a fianco,
Sala giochi
(sotto)
Living room
House 39
225 East 39th Street - New York City
Architecture: Handel Architects handelarchitects.com
Interior Design: David Rockwell Group rockwellgroup.com
Development: Fisher Brothers f isherbrothers.com house39.com
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AU T O
Pura emozione
all’avanguardia VIAGGIARE FUORI DAGLI SCHEMI
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Tecnologica e ricca quanto le sorelle maggiori, agile e dinamica. Il nuovo “gioiello” di Ingolstadt è già punto di riferimento della sua categoria. Noi l’abbiamo guidata, scoprendone le doti. Anche quelle un po’ nascoste…
MAURIZIO BERTERA
#untaggable
N
on taggabile, non classificabile. Audi ha ragione: Q2 è fuori dagli schemi dell’automotive: crossover supercompatta, non nasce per il fuoristrada come potrebbe sembrare, ma mostra - già dopo pochi km al volante - una forte vocazione alla guida sportiveggiante, alla tecnologia e al benessere a bordo. Con una lunghezza a metà strada tra le piccole del segmento e i 4,4 metri della Q3, il nuovo modello di Ingolstadt ha un look aggressivo e marcato sul frontale, dove sia i taglienti fari dal design poligonale sia la calandra ottagonale single frame hanno trovato più presenza grazie alle superfici allargate che la differenziano dal resto della gamma. Elementi che insieme alle due prese d’aria unite da una cornice cromata con sfondo a nido d’ape contribuiscono all’imponenza della Q2. Il tetto basso e discendente, che confluisce in un montante posteriore verniciato a contrasto, enfatizza, per merito anche del grande spoiler, il carattere sportivo dell’urban-Suv tedesco richiamando lo stile di una coupè. Anche nel posteriore troviamo il concetto delle forme geometriche nei gruppi ottici a led, meno rettangolari e con un profilo molto più quadrato rispetto al solito, a margine del portellone che cela un vano bagagli da 405 litri, estensibili a 1050 abbassando i sedili posteriori. La vista laterale è caratterizzata dalla linea alta dei cristalli e da linee poligonali che mettono in risalto i passaruota e il carattere off-road di Audi Q2. Uno dei pregi del modello è l’abitabilità. Con un passo di 2,6 metri (identico a quello di Q3), garantisce spazio più che sufficiente a quattro persone, con uno studio attento dell’ergonomia e della funzionalità. In questo senso, vale la pena soffermarsi su alcuni particolari. Il primo: quel volante tagliato in basso, simile a quello della R8, è un piacere per vista e tatto, prima ancora di rivelarsi un comando davvero efficace.
In apertura e nella pagina a fianco,
Audi Q2 52
Poi, le luci d’ambiente, con inserti luminosi nelle superfici della plancia. Ancora: persino i pomelli secondari, come il tappo della presa da 12 Volt dietro al tunnel, diventano pregevoli oggetti con zigrinatura antiscivolo. Infine, le cose importanto: il cockpit virtuale, con la strumentazione trasformabile in grande mappa o come si preferisce, disponibile per la prima volta su un’auto compatta; l’head-up display, semplicissimo da regolare (grazie a una rotellina a sinistra del volante); e il sistema multimediale Mmi touch plus, con il “pad” per scrivere a dito e la Sim per i servizi online. Sulla Q2 c’è ovviamente il meglio della tecnologia, generalmente riservato ad auto di livello superiore, a cominciare dal già citato Audi Virtual Cockpit sino al pacchetto di assistenza Tour che comprende l’Adaptive cruise control, l’Audi active lane assist con riconoscimento della segnaletica, l’assistente al traffico (Traffic jam assist), l’Emergency assist (solo con cambio S tronic) e l’Audi pre sense front con riconoscimento dei pedoni. Abbiamo guidato la versione TDI da 190 Cv diesel, una delle più potenti della gamma - equipaggiata con cambio DSG sette rapporti e trazione integrale Quattro AWD. Convince subito la giusta posizione di guida ne troppo alta come alcuni SUV ne troppo in basso come molte berline. Grande la visibilità e buono anche l’assorbimento di buche e asperità stradali (nonostante i cerchi di grande diametro associati a pneumatici dalla spalla ribassata).
La vista laterale è caratterizzata dalla linea alta dei cristalli e da linee poligonali che mettono in risalto i passaruota e il carattere off-road di Audi Q2.
Sotto,
Gli interni di Audi Q2
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Nella pagina a fianco,
Interni dello sterzo e cambio con pad digitale
Gli ingombri esterni sono contenuti e quindi gli estremi dell'auto sono ben visibili dal guidatore. La consolle centrale e il quadro strumenti sono chiari e leggibili, mentre lo sterzo appare morbido e reattivo sin dalle basse velocità. Basta però affondare per il 50% il pedale del gas per svegliare i 400 Nm di coppia che si nascondo sotto il cofano e che fanno schizzare in avanti la insospettabile Q2 con una spinta costante e decisa. Complice la rapidità del cambio a doppia frizione DSG con sistema S Tronic e il peso contenuto dell'auto, le accelerazioni sono decise e prive di interruzione con
una spinta continua che le regala rilevamenti strumentali degni di auto ben più sportive. Il motore da 190 Cv spinge forte sin da 1.700 giri mentre la cambiata avviene di solito intorno ai 3.500 giri ma ci si può spingere oltre i 4.000 giri qualora si ricerchi il massimo delle prestazioni (e del godimento). Insomma la Q2 è una piccola bomba, perfettamente gestibile, che si può avere spendendo 35 mila euro di listino base e arrivando, stracarica di accessori utili e di tendenza, a sfondare i 50 mila. Li vale. 55
f fashion
PHOTOGRAPHER: DARIO SARTORI TOTAL LOOK CHANEL STYLIST: STEFANO GUERRINI PHOTOGRAPHER ASSISTANT: GIACOMO MASI STYLIST ASSISTANTS: CRISTINA FLORENCE GALATI, ANIYA SINKOVA MAKE UP ARTIST: GIORGIA SAVAGLIO HAIR STYLIST: MARA LI QUADRI MODEL: ELIZA KUKAWSKA LOCATION: SPECIAL THANKS TO EXCELSIOR HOTEL GALLIA MILANO
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THE POSH C H OIC E
A CURA DI ANNA RITA RUSSO
NEW RENAISSANCE Dolce e Gabbana Sulle note di una live performance del cantante statunitense Austin Mahone hanno sfilato in passerella per l’autunno inverno 2017, nella cornice del teatro milanese Metropol, le real people firmate dal duo creativo Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Un mega show spettacolare invaso da una moltitudine di differenti generazioni, per un omaggio al periodo storico del Rinascimento, riletto in chiave contemporanea. Madri, bambini, teenagers, millennials, influencer. Ancora figli di, sportivi, cantanti, fidanzatini innamorati, famiglie reali. Una folla di gente di tutte le età e proveniente da ogni angolo del mondo. Sorridenti, orgogliosi, sicuri di sé. Pronti a esibire logo e scritte giganti evocative come “I’m the Queen”. Tra long dress arricchiti da venature scintillanti, imprimé wild e dettagli iperdecorati. Bottoni preziosi, accessori con fiori per fermare i capelli, pizzi trasparenti e corone principesche che luccicano. Mentre jeans, borse, coat e magliette traboccano di ricami floreali e pietre, le carte da gioco diventano fantasie su abiti e giacche. Una grande festa. L’incipit di lanciare un messaggio che invoglia ad andare oltre convenzioni e schemi preimpostati. Ironia, entusiasmo, genialità. Ingredienti che hanno da sempre garantito il successo di Dolce e Gabbana, interpreti di una italianità quotidiana. Mai banale.
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ALL IN RED Givenchy Un viaggio estetico che ripercorre il meglio delle creazioni della griffe francese fondata nel 1952 da monsieur Hubert de Givenchy. Ventisette look proposti in un unico colore. Eccentrico, passionale, evocativo: il rosso. Comprese scarpe, borse e gioielli. Dalla felpa con Bambi a luminosi abiti da sera, cappotti, pellicce e giubbotti in pelle. Tra ricami, pizzi, stampe iconografiche, decorazioni scintillanti, ruches e plissé. Una serie di elementi e dettagli preziosi che regalano ai modelli un’allure al tempo stesso gotica e romantica o street. In seguito all’addio di Riccardo Tisci - dopo dodici anni al timone della casa di moda di Lvmh - e in attesa del debutto donna del nuovo direttore creativo Clare Waight Keller con la P/E 2018, la maison ha giocato con il suo archivio creando per l’autunno inverno 2017 una collezione celebrativa attraverso la presentazione di capi iconici, che riflettono appieno il Dna e lo spirito di Givenchy. Con un excursus affascinante nel mondo di Tisci, artefice del successo della griffe a livello internazionale. La scelta del colore rosso perché simboleggia l’energia e la forza, ma l’intera linea sarà prodotta anche nelle tonalità del nero e nude. Mentre ogni singolo pezzo avrà al suo interno un’etichetta vintage che riporta la stagione di origine.
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GLAMOUR COUTURE Maison Margiela Artisanal Donne surreali che gridano una bellezza fuori dagli schemi. Capelli schiumati, grosse labbra rosso fuoco o riempite da colori metallici, capi destinati a essere decostruiti e riassemblati. Riciclare, mescolare, ricreare. Scomporre, ricomporre, con rigore e disciplina. Per interpretare una nuova idea di glamour, concetto tanto caro allo stilista inglese. Nella sede della fashion house belga in rue Saint Maur, John Galliano ha fatto sfilare durante l’alta moda francese per la linea Artisanal silhouette sartoriali dalle proporzioni eccentriche. Indosso cappotti tagliati, bustini con plissé scolpiti, soprabiti scultura, maxi cinture rigide in pelle. In testa accessori gioiello o cuffie gritterate. Ai piedi stivali cowboy dorati, bianchi o cobalto. Tra maglioni di lana con trame geometriche, decorazioni di delicati piumaggi, applicazioni di pietre preziose. Senza rinunciare a tessuti trasparenti, in un gioco audace e geniale di sovrapposizioni materiche e forme delicatamente over. Alla costante ricerca di uno stile unico e innovativo, fedele allo spirito del brand. La filosofia di sperimentazione continua del designer nato a Gibilterra sfiora, come sempre, una maestria straordinaria. E la collezione haute couture creata per la maison del gruppo Otb di Renzo Rosso racconta una femminilità anticonformista che tratteggia un’estetica avant garde, svelando un pentagramma in grado di evocare un immaginario di concettualismo iper raffinato. Con un tocco mannish.
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STREAMLINED ELEGANCE Céline Una femminilità sussurrata. Delicata, essenziale. Che sprigiona senza esasperazioni stilistiche e predilige una semplicità a tratti rigorosa e sofisticata. Che si fa interprete di una donna dall’animo chic. Di una moda che non ostenta. Di una creatività personale. Messa in scena attraverso uno show ben pensato, che fa interagire pubblico e modelle in un incrocio di sguardi attenti, coinvolti, curiosi. Grazie alla struttura piramidale creata dall’artista Philippe Parreno che incomincia a girare quando inizia la sfilata. La collezione di Céline gioca tra maschile e femminile. Esibita su silhouette dalle linee morbide, tratti decisi e borse dalle forme geometriche. Tra giacche severe, dress frangiati, camice over dalle sfumature rigate, abiti accollati, stampe mappa stradale, maniche esageratamente lunghe e spolverini in diverse nuance. In mano plaid di lana o pelliccia, ai piedi mocassini high-top o stivali-calza in pelle. Phoebe Philo, approdata al timone creativo della maison francese nel 2008, sceglie un’estetica concettuale chiara, distante da provocazioni e stravolgimenti. Che evoca un immaginario sofisticato volto a svelare creazioni intellettuali, che sfiorano una purezza quasi monacale.
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GLAM 80’S Genny La sensualità dell’art déco si mescola a un diluvio di charme irresistibile. La collezione autunno inverno creata da Sara Cavazza Facchini, anima creativa di Genny, celebra gli eighties, reinterpretandoli attraverso il fascino francese dello stile degli anni 20 e 30. Un’opulenza decorativa sofisticata tratteggiata con grazia, che rende omaggio a una femminilità forte e decisa. Delicati dettagli gold, elementi gioiello e bagliori lurex percorrono mini dress ondeggianti o che avvolgono il corpo naturalmente, tute skinny e lunghi coat. In un tripudio di profonde scollature geometriche, sexy trasparenze, spalle architettoniche, abiti in pizzo con maxi logo ton sur ton e fur in fantasia color block. Per finire con alti cuissard in suede e décolleté a punta. A immaginare un’idea di donna ammaliante e determinata. Che seduce con un’eleganza disinvolta a tratti eroticamente audace. Che affascina con disinvoltura. Che svela un appeal giovane e di classe.
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SUBTLE REBELLION Giorgio Armani It’s time for rebellion. L’idea di ridisegnare il classico maschile in una versione più audace e contemporary. Piccoli dettagli rivoluzionari, elementi innovativi, texture preziose vanno a formare il guardaroba autunno inverno dell’uomo Armani. I grandi classici vengono così rivisitati: le giacche sovrastano felpe easy chic con cappuccio o casual sweatshirt con fantasie a quadrettini, i pantaloni sono morbidi a gamba larga o arrivano alla caviglia. Mentre le sciarpe-manica, di lana o di eco-fur, percorrono le braccia incrociandosi sul petto diventando un must irrinunciabile. Protagonisti assoluti i soprabiti, dai lunghi coat doppiopetto ai bomber dal taglio essenziale, dai giubbotti impellicciati ai montoni dall’appeal sportivo. Per concludere con gilet di velluto lucido, pull e cardigan di differente fattezza decorati da motivi geometrici. In una palette ispirata alle nuance armaniane che predilige l’arancio, l’azzurro polvere, il bordeaux intenso e toni di verde e blu navy. E con una grande attenzione alle proporzioni. Per dipingere un’eleganza attuale ma ricca di memoria.
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BUSINESSMAN Balenciaga Il rigore della divisa da lavoro si nutre di una nuova libertà. Demna Gvasalia reinterpreta quel classicismo formale per arricchirlo di una visione estetica contemporanea. Il designer georgiano continua a percorrere il cammino di rinnovamento dell’immagine di Balenciaga, dando vita a un menswear sartoriale semplice ma di grande impatto visivo. I cappotti lunghi dalle spalle larghe lasciano intravedere solo grossi scarponi, le giacche doppiopetto sono portate sbottonate per mettere in mostra i pettorali, i pantaloni ampi si appoggiano su sneakers e portano il numero sulla punta. Mentre le sciarpe assumano le sembianze di grandi stole annodate al collo, la cravatta diventa accessorio in. Non mancano le felpe: decorate da evidenti scritte, sovrapposte a camicie check, altre con cappuccio. Tra fantasie rigate, giochi di layering, giubbotti da baseball in nylon e montoni striminziti. Ancora coat a vento, cinture luccicanti e leather jacket che esibiscono una fisicità contenuta. Et voilà, il logo della maison campeggia, delicatamente, dappertutto.
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HARDIOR Dior Homme Una new wave soffia sulle silhouette maschili firmate Kris Van Assche. Che per questo autunno inverno rilegge il classicismo sartoriale con un approccio moderno e street. In un gioco pungente di contrasti, combinazioni materiche e bilanciamento tra passato e presente. Un lusso rinnovato, più energico, più irriverente e meno severo. Ma sempre chic. A unire le due anime della fashion house. Giacche dal fit elegante su pantaloni che si fermano alla caviglia, con il collier portbonneur di monsieur Dior convertito in catena pendente da un lato, guanti in pelle e calzini bianchi che spuntano da sneakers con doppia suola e fibbie intrecciate. Tra una varietà di rigati, maxi gilet di pelliccia, tocchi fluo e occhiali da sole oversize specchiati, dettagli metallici. Su spille, cravatte, cappelli spicca lo slogan Hardior. Mentre su pull, bomber e mantelle padroneggiano le immagini di Dan Witz. Il 2017 è da ricordare per la maison parigina fondata dal couturier di Granville nel 1946. A ricorrere il settantesimo anniversario di Dior e dieci anni di vita del designer belga alla direzione creativa.
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LIGHTS IN THE DARK Photographer: SANDRA FOURQUI @sandrafourqui
Silk trousers LANVIN Body suit VINTAGE Fishnet tights WOLFORD Shoes GUCCI
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Perfecto MAJE Vinyl trousers VINTAGE In this page:
Vintage blue jeans LEVI’S Socks DIM Shoes CHRISTIAN LOUBOUTIN
Cape SAINT LAURENT T-Shirt VINTAGE Panty WOLFORD Corset AGENT PROVOCATEUR Plumetis tights WOLFORD Boots STUART WEITZMAN
In this page:
Pendant SWAROVSKI Right page:
Jumpsuit LANVIN Vynil jacket MAJE
Perfecto MAJE Vinyl trousers VINTAGE Socks DIM Shoes ALEXANDER WANG
In this page:
Dress BALMAIN Right page:
Jacket IRO
Stylist: Karine Martins @karine_martins_ Make Up: Aziza El Badaoui @azizamakeupartist Hair: Katia Ren @katia_ren_makeup Models: Marine Franรงois C/O Karin Models paris @karinmodels_official@fmariniere Assisitant: Jean Baptiste Pereira
I N T E RV I E W
The essential beauty
NATALIE PORTMAN, UN’ELEGANZA SOFISTICATA SENZA TEMPO. DA ROUGE DIOR A MS KENNEDY ONASSIS
L’attrice premio Oscar Natalie Portman è la protagonista dell’ultima campagna Rouge Dior. Sofisticatamente bella. Intelligente. Brava. Sensuale e seducente. Perfetta nel ruolo della vedova di JFK in“Jackie” di Pablo Lorrain, promossa come regista del malinconico “Sognare è vivere” tratto dal romanzo dello scrittore Amos Oz
na bellezza disinibita incredibilmente affascinante. Delicata, semplice, senza tempo. Una allure bon ton che incanta. Un carattere energico e determinato che sfiora i confini del limite. E un talento prodigio. Dopo un breve trascorso come modella, Natalie Portman debutta giovanissima al cinema nel ‘94 in Léon con Luc Besson, si laurea in psicologia ad Harvard e inizia così una brillante carriera che la porta a vincere l’Oscar con Il cigno nero di Darren Aronofsky e a interpretare recentemente il ruolo della splendida Jackie Kennedy nel film del cileno Pablo Lorrain. Fino a realizzare il suo primo lungometraggio, Sognare è vivere, ispirato al romanzo dello scrittore israeliano Amos Oz. La meravigliosa attrice ebraico-americana, nata il 9 giugno 1981, è anche volto e musa della Maison francese e protagonista della nuova campagna Rouge Dior. Un’immagine di seduzione e sensualità. Autentica. Natalie Portman svela a Posh la sua beauty routine quotidiana, l’ammirazione per Peter Philips, direttore creativo del make-up Dior, il suo rapporto con la casa di moda parigina. Consapevole che “La bellezza parte sempre da dentro. Una donna amorevole, unica e appassionata dentro, risplende anche all'esterno”.
U
Natalie Portman
LUISA MICALETTI
The Oscar actress Natalie Portman is the protagonist of the last Rouge Dior campaign. Beautiful in a sophisticated way. Wise. Clever. Sensual ad seducing. Perfect in the role of the widow of JFK in “Jackie” by Pablo Lorrain, valuable as director of the gloomy “Dreaming is living” taken from the romance by the writer Amos Oz
A free beauty that is incredibly charming. Delicate, plain, timeless. A bon ton enchanting allure. A strong and determined personality touching the limit boundaries. And a prodigious talent. After a short time working as model, Natalie Portman debuted very young with cinema in the 1994 in Léon with Luc Besson. She graduated in psycholog y at the Harvard and so she started a brilliant career, which took her to win the Oscar with the black swan by Darren Aronofsky, and to recently interpret the role of the wonderful Jackie Kennedy in the movie by the Chilean Pablo Lorrain. Then she realized her first feature film, Dreaming is Living, inspired to the romance by the Israeli writer Amos Oz. The amazing Jewish-American actress, born in the 9th June 1981, is also face and muse of the French Maison and protagonist of the new Rouge Dior campaign. An image of seduction and sensuality. Authentic. Natalie Portman reveals to Posh her daily beauty routine, the admiration for Peter Philips, creative director of Dior make-up, her relationship with the Parisian fashion house. Aware of the fact that “Beauty always starts from inside. A loving woman, unique and passionate inside, shines outside too”.
Behind the scene Nel nuovo film “Miss Dior”
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Quest’anno ha ricevuto una nomination agli Oscar per il ruolo di Jackie. Quali caratteristiche condivide con Jacqueline Kennedy Onassis e che relazione ha con il suo forte personaggio?
Non mi piace confrontarmi con i personaggi. Ma ammiro la sua resilienza e devozione alle arti, nonché il suo essenziale contributo nel costruire l’identità culturale americana.
Nella nuova campagna Rouge Dior, lei è una vera icona rock. Nella sua vita quotidiana predilige questo stile?
Non so se il mio stile nella vita quotidiana possa essere definito “rock”, ma è stato molto divertente vestirsi per la campagna e far uscire quella parte ribelle che tutti abbiamo dentro di noi.
Rouge Dior fu creato nel 1953 perché Christian Dior desiderava “vestire i sorrisi delle donne”. Con l’introduzione di sfumature più sensuali ed estreme, associate a un atteggiamento radicale, pensa che questa visione stia deviando verso una direzione diversa?
Rouge Dior tratta e tratterà sempre il potere del colore, e Dior sta usando nuove tecniche per cogliere il modo in cui le donne amano indossare il colore. Non penso che la visione stia cambiando direzione, ma piuttosto che stia seguendo un approccio più moderno, per riflettere diverse personalità e umori.
You were nominated for an Oscar for your role in Jackie this year. Which attributes do you share with Jacqueline Kennedy Onassis? How did you relate to her strong character?
I don’t love to compare myself to characters. But I admire her resilience and her devotion to the arts and to helping build American cultural identity. In this new Rouge Dior campaign you are a true rock icon. Do you like this style in your everyday life?
I’m not sure I would consider my style “rock” in everyday life, but it was fun to dress up for the campaign and bring out a bit of the rebel we all have inside of us. Rouge Dior was created in 1953 as a result of Christian Dior’s desire to “dress women’s smiles.” With the introduction of more sensual and extreme shades associated with radical attitude, do you think this vision is veering in a different direction?
Rouge Dior has and always will be about the power of color, and Dior is using new techniques to capture the way women like to wear color. I don’t think the vision is veering in a different direction but instead taking a more modern approach to reflect different personalities and moods.
“
La bellezza parte sempre da dentro. Una donna amorevole, unica e appassionata dentro, risplende anche all'esterno.
”
“
Beauty always starts on the inside. Someone who is loving, individual, and passionate inside shines just as much on the outside.
”
Cosa ama di più nel lavoro con Peter Philips?
Quello che amo di più è il fatto che Peter riesca a creare look individuali per i suoi soggetti. Lui è particolarmente bravo a esaltare la bellezza individuale e rendere unica ogni donna, la quale con il suo make-up appare sempre al meglio e soprattutto se stessa, anche quando cerca di sperimentare un nuovo look. Ha un colore di rossetto che la fa sentire estremamente sicura di sé?
Dipende dall’umore e dal tipo di vestito che si indossa, così da essere sicura che si integrino a vicenda. In una giusta circostanza, la scelta di un colore audace può essere un modo divertente per rendere pop il resto del look e sentirsi a proprio agio.
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What do you love most about working with Peter Philips?
What I love most is that Peter creates individual looks for his subjects. He is particularly adept at accentuating the individual beauty unique to every woman. Every one whose makeup he does always looks like her best and true self even when he’s pushing the envelope with a new look. Do you have one lipstick color that makes you feel extra-confident?
It really depends on your mood and whatever clothing you’re putting on so you can make sure they complement each other. If it’s the right circumstance, a bold color can be a fun way to make the rest of your look pop and make you feel confident.
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Natalie Portman
con la nuova frangranza Miss Dior
Si ricorda quanti anni aveva quando ha provato un rossetto per la prima volta?
Probabilmente quando sono andata alla prima di The Professional.
Dicono che il rosso sia il colore della passione, lo pensa anche lei?
Il rosso ha definitivamente l’essenza della passione e del romanticismo, ed è elegante allo stesso tempo. Come si svolge la sua routine di make-up?
Nella vita quotidiana, quando non sono sul red carpet, mi piace essere semplice. Comincio sempre con un filtro solare sul viso e poi indosso uno strato di fondotinta Dior Forever o una base make-up. Qualche volta aggiungo un leggero colore sulle labbra, con un velo di mascara Diorshow. Qual è la sua filosofia di bellezza?
Probably when I went to the premiere of The Professional.
They said red is the color of passion, do you feel that way?
Red is definitely the essence of passion and romance, while also being elegant. What is your go-to makeup routine?
In my everyday life when I’m not on a red carpet, I like to keep it simple. I always start with sunscreen on my face and then wear a bit of Dior Forever foundation or makeup base, and maybe a light color on my lips with a hint of Diorshow mascara. What is your beauty philosophy?
Bere litri d'acqua e trascorrere una buona nottata. Non c’è veramente niente di meglio nella propria routine di bellezza che rendere la pelle riposata e idratata.
To drink tons of water and get a great night’s sleep. There is truly nothing better you can do for yourself as a beauty routine than give yourself rested, hydrated skin.
Che differenza c’è tra essere il volto di Rouge Dior e Miss Dior? Crede di rappresentare donne diverse o pensa che entrambi i ruoli siano complementari?
How do you differentiate being the face of Rouge Dior and Miss Dior? Do you think you portray different women or do you think both roles are complementary?
Credo che entrambi i ruoli siano complementari. Le donne non sono necessariamente una sola cosa sempre - a volte ci sentiamo di essere più femminili e romantiche, altre volte più coraggiose e audaci. È questo ciò che rende così divertente giocare con il make-up. 90
Do you remember how old you were when you tried on lipstick for the first time?
I think both roles are complementary. Women aren’t necessarily just one thing at all times - sometimes we feel like being more feminine and romantic, other times more bold and daring. It’s what makes playing with makeup so fun.
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L’eleganza è il modo in cui ci si pone - è un senso di sicurezza, consapevolezza e grazia.
”
“
Elegance is about how you hold yourself it’s a sense of confidence, self-knowledge, and grace.
”
Cosa ha trovato più sorprendente in Mr Dior che l’ha ispirata maggiormente?
Che la famiglia volesse per lui una carriera diplomatica, ma lui invece ha deciso di seguire la sua vera passione artistica. A quali valori di Dior è più legata?
L’indipendenza.
Cosa rende una donna “femminile” ai suoi occhi? Il make-up, l’atteggiamento, i tacchi alti o qualcosa di completamente diverso?
Penso che sia tutto basato sull'atteggiamento - una donna femminile è una che si sente sicura di sé nella sua pelle e desiderosa di fare esperienze. Cosa rende invece una donna bella?
La bellezza parte sempre da dentro. Una donna amorevole, unica e appassionata dentro, risplende anche all'esterno. Cos’è l’eleganza per lei?
L’leganza è il modo in cui ci si pone - è un senso di consapevolezza, sicurezza e grazia. Qual è la sua playlist attuale?
Bach, Schubert e James Blake, Chance il Rapper e tutta la mia vecchia roba hip-hop, come A Tribe Called Quest.
What have you learned about Mr. Dior that you have found most surprising? Most inspiring?
That his family wanted him to have a career of diplomacy and he decided to pursue his true artistic passion instead. To which Dior value are you the most attached?
Independence.
What makes a woman “feminine” in your eyes? Is it make-up, attitude, high heels, or something else altogether?
I think it’s all about attitude - a feminine woman is one who is comfortable in her own skin and full of desire for experience. What makes a woman beautiful?
Beauty always starts on the inside. Someone who is loving, individual, and passionate inside shines just as much on the outside. What is elegance to you?
Elegance is about how you hold yourself - it’s a sense of confidence, selfknowledge, and grace. What is your current playlist?
Chi l’ha ispirata di più nella carriera o nella vita?
A lot of Bach, Schubert, and James Blake, Chance the Rapper and all my old hip-hop stuff, like A Tribe Called Quest.
Viaggia molto per lavoro. Questi viaggi hanno contribuito in qualche modo a modificare la sua visione? Quali paesi le piacerebbe ancora visitare?
Who -or what- inspired you the most in your career or in your life? Are there people you wish you could have met, or wish to meet one day?
I miei genitori.
Amo esplorare diversi posti del mondo. Viaggiare ti apre gli occhi a culture differenti, permette di comprendere altri modi di pensare e fare nuove esperienze. Mi piacerebbe visitare il sud-est dell’Asia (come la Cambogia, Laos, Bhutan, Vietnam) e il Sud America.
My parents have inspired me the most.
You travel a lot for work. Have these travels changed some of your views? Which countries would you like to visit? Why?
I still love to travel and explore different places throughout the world. Of course, that opens your eyes to other cultures, which can only serve to make you understand other points of view and experiences. I would love to visit Southeast Asia (Cambodi,Lao,Bhuta,Vietnam) and South America, which I know too little. 91
SIMPLY ELEGANCE Photographer: DARIO SARTORI @ dariosartori.com; IG: dario.sartori
Left page:
Total look CHANEL Left, in this page:
Coat TAGLIATORE 0205 Blouse KAOS Trousers MADAME BERWICH Sandals SERGIO ROSSI Right, in this page:
Total look BURBERRY
In this page:
Puff jacket MONCLER Jumpsuit GOLDEN GOOSE DELUXE BRAND Shoes POLLINI Right page:
Total look ERMANNO SCERVINO
In this page:
Blazer, top and skirt BRUNELLO CUCINELLI Clutch COACH Shoes POLLINI Right page:
Dress CHRISTIAN PELLIZZARI Shoes SERGIO ROSSI
In this page:
Trench coat CALCATERRA Dress ANGELO MARANI Shoes MONCLER Right page:
Puff jacket MONCLER, Blouse CHRISTIAN PELLIZZARI Trousers GOLDEN GOOSE DELUXE BRAND Shoes SERGIO ROSSI
Stylist: Stefano Guerrini IG: stefano_guerrini Photographer assistant: Giacomo Masi Stylist Assistants: Cristina Florence Galati, Aniya Sinkova Make up artist: Giorgia Savaglio @Close Up Milano Agency Hair stylist: Mara Li Quadri @ Close Up Milano Agency Model: Eliza Kukawska @ Women Management Milano Location: Special thanks to Excelsior Hotel Gallia Milano
I N T E RV I E W
Margherita MISSONI
UNA VITA TRA STILE, FAMIGLIA E CHARITY
B Bellezza acqua e sapone. Un fascino discreto. Attitude bohémien. E un’eredità notevole. Margherita, giovane 35enne, rientra nella terza generazione della famiglia Missoni, proprietari della storica casa di moda italiana, fondata dal nonno Ottavio con la moglie Rosita nel 1953. È considerata tra le icone fashion internazionali più influenti, interprete di un’eleganza non convenzionale, contemporanea, che difficilmente
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passa inosservata. Possiede un cognome di gran prestigio che esibisce con orgoglio, vanta importanti punti di riferimento grazie ai quali ha scoperto i veri valori della vita, si rende attiva sul sociale a sostegno di OrphanAid Africa, l’organizzazione no profit che opera in Ghana dal 2002 con l’obiettivo di migliorare le condizioni degli orfani e dei bambini. Nonostante una vita piena di impegni, riesce a trovare il tempo necessario per dedicarsi ai suoi splendidi figli e al marito, il pilota Eugenio Amos. Ed è pronta - in futuro - a trasferirsi su un’isola in Grecia. Incontro Margherita nel maestoso complesso modernista del Sant Pau, in qualità di ospite d’onore della 20esima edizione di 080 Barcelona Fashion, durante la quale ha ritirato il Fashion Tribute, un riconoscimento conferito ogni anno a figure chiave nell’industria della moda, oltre a essere stata protagonista di una master class insieme all’amica Lisa Lovatt-Smith, ex direttore di Vogue UK. Intorno vibra una calda atmosfera, le incantevoli architetture sono da togliere il fiato, la grazia sofisticata di Margherita cattura gli innumerevoli sguardi. Mentre lei è felice di raccontarsi a Posh.
In futuro volerebbe su un’isola greca insieme alla sua famiglia. Tra le icone di riferimento spicca Diane Vreeland e Wallis Simpson. Margherita Missoni appartiene alla terza generazione dello storico brand italiano di prêt-à-porter e oggi è riuscita a crearsi una propria forte identità ANNA RITA RUSSO
Cosa significa nascere e crescere in una famiglia di grandi creativi, fondatori di una delle più storiche case di moda italiane?
Mi sento molto fortunata. Ho avuto il privilegio di essere nata all’interno di una famiglia con una forte personalità e grandi interessi, circondata sempre sia per lavoro che per altro da persone assolutamente stimolanti. La mia infanzia è stata piena di stimoli di ogni genere e questo mi ha permesso di sviluppare un pensiero e una creatività non convenzionale. Sono orgogliosa per il contributo che la mia famiglia ha apportato al mondo della moda durante tutti questi anni.
Oggi sei riuscita a conquistare un ruolo da protagonista nel sistema moda, firmando la linea kids. Come ha avuto origine questa idea?
Quando sono nati i miei bambini ho pensato di volere un ritmo di vita diverso. Lavoravo tanto e ho incominciato a chiedermi cosa fosse giusto fare. A quel punto la qualità della vita è diventata una priorità, superando l’ambizione nella scala dei valori, e mi sono resa conto che il mio più grande desiderio era trascorrere i pomeriggi con i miei bambini, andare a prenderli all’asilo. Valutando poi che nel settore dell’abbigliamento kid c’era molto più spazio rispetto all’adulto e che era presente un evidente vuoto tra high street e i designer, ho deciso di posizionarmi in quella fascia. La collezione esce a 30-80 dollari ed è ora sul mercato. Non è competitiva nei confronti di Missoni e per me è molto importante, perché mi sento parte di questa famiglia, rimango un azionista e sono felice di aiutarli quando trovo l’occasione. Non avrei mai voluto fare qualcosa in contrapposizione.
Sei stata ospite d’onore alla fashion week catalana per ritirare il fashion Tribute, un riconoscimento importante dedicato a figure chiave nell’ambito del sistema moda. Non solo come rappresentante di tua madre Angela, ma anche come futuro talento. Cosa ci racconti al riguardo?
Sono fiera di aver avuto la possibilità di ritare questo premio. Da vent’anni mia madre è direttore creativo di Missoni e tutto ciò che le persone conoscono del marchio, della mia generazione soprattutto, è quello che lei ha realizzato. Si è passato da considerare prima il lavoro dei miei nonni, fino a me, che sono diventata brand ambassador di Missoni. Sembra quindi che si sia dimenticato che in mezzo ci sia lei, alla quale va il merito di essere
“ Parto dal presupposto che l’industria della moda sia retrograda e non al passo coi tempi, ma siamo comunque in un momento di completa evoluzione e prima o poi ci assesteremo su un altro sistema. ”
riuscita a mantenere vivo l’interesse preservando i valori e l’anima del marchio, attraverso lo stile, le collezioni e campagne pubblicitarie inusuali. In particolare in un mondo della moda in totale cambiamento, dove a causa della nascita di conglomerati potentissimi un marchio a gestione familiare fa molta fatica a competere. Anche Missoni ha aderito al fenomeno imperante del coed show. Una scelta che coincide con i festeggiamenti del 20 anniversario di direzione creativa di Angela Missoni. Un traguardo degno di nota e un’eredità portata avanti con grande successo… in un’industria in totale cambiamento.
Parto dal presupposto che l’industria della moda sia retrograda e non al passo coi tempi, ma siamo comunque in un momento di completa evoluzione e prima o poi ci assesteremo su un altro sistema. Sono profondamente convinta che tutte queste sfilate non siano necessarie, sia per gli addetti ai lavori che per gli stilisti. Oggi la comunicazione è cambiata, quello che una sfilata può darti non corrisponde al valore di ciò che viene investito. Contemporaneamente la moda uomo e donna sta diventando unisex, quindi è anche una questione culturale e sociologica di come si evolve il mondo. Un’icona di riferimento?
“ In particolare in un mondo della moda in totale cambiamento, dove a causa della nascita di conglomerati potentissimi un marchio a gestione familiare fa molta fatica a competere. ”
Ne ho diverse. Da Diana Vreeland a Wallis Simpson, Lauren Bacall e Tina Modotti, il personaggio storico che più mi affascina in assoluto. Il più bel complimento che hai ricevuto?
Credo di essermi riuscita a creare un’individualità in una famiglia forte e con un carattere importante. Quando percepisco che le persone sono interessate a me come individuo mi riempie di orgoglio. Il tuo pregio e il tuo difetto?
Difetto: spesso rispondo male. Pregio: Prendermi cura delle persone che amo. Un sogno nel cassetto…
Andare a vivere insieme alla mia famiglia in un posto completamente diverso. Casomai su un’isola greca. 101
MUST HAVE A CURA DI MARZIA BELLOTTI
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B A R O Q U E 1. ROBERT CLERGERIE | 2. PAOLA D’ARCANO | 3. FRATELLI ROSSETTI | 4. SANTONI | 5. SPACE
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F U T U R I S T I C FUTURISTIC 1. SERGIO ROSSI | 2. GENNY | 3. CHANEL | 4. ERMANNO SCERVINO | 5. RENÉ CAOVILLA | 6. CHANEL
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S P O R T Y 1. DOUCAL’S | 2. RUCOLINE | 3. UGG | 4. ALBERTO GUARDIANI
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J U N G L E 1. CASADEI | 2. LOUIS VUITTON | 3. JIMMY CHOO | 4. BULGARI | 5. PAULA CADEMARTORI
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La sofisticatezza del new dandy DOPPIAA, TRA STILE DECONTRATTO E SPIRITO CONTEMPORANEO
Amano il calcio, condividono la passione per la moda, vantano un background di tutto rispetto. E nel 2015 hanno fondato DoppiaA, il brand per il perfetto dandy contemporaneo. Sono Alain Fracassi e Albert Carreras, le due anime dietro al marchio made in Italy, che con le loro ricercate creazioni destinate a diverse generazioni - hanno conquistato il panorama fashion attuale. Next step? Un flagship store nel cuore della capitale meneghina e ampliare l’offerta con l’abbigliamento femminile ANNA RITA RUSSO
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Fall Winter 17-18
C Charme d'un tempo e spirito contemporaneo. Per disegnare un moderno gentlmen cosmopolita che abbraccia uno stile trasversale, in cui convivono armoniosamente lo sportwear e il classicismo formale. Un miscuglio di elementi che trovano ragion d'essere in un insieme originale e ricercato, che va al di là del consueto costruendosi su dettagli unici e innovativi. Per interpretare un bel vestire di lusso, destinato a generazioni di uomini diversi. Un cognome che solletica la memoria e un background culturale di riferimento. Albert Carreras, avvocato spagnolo nei panni di manager (figlio del celebre tenore José Carreras). Alain Fracassi, stilista proveniente da una nota famiglia di sarti e commercianti tessili (figlio di Adriano Fracassi proprietario dell'azienda bresciana Adriano & Sons) che si occupa della parte creativa. Una profonda amicizia che dura da sempre e una passione, quella per la moda, che li ha spinti a dare vita nel 2015 a DoppiaA, un brand che ha trovato la sua giusta collocazione nel panorama attuale. Così i due fondatori hanno aperto le porte del bellissimo showroom in via della Spiga al civico 1, per una piacevole chiacchiarata, mentre intorno vibra la curiosità di buyer internazionali intenti a scoprire la collezione per la prossima stagione estiva. Un'atmosfera chic e perfettamente integrata con i capi sofisticati, usciti da un guardaroba versatile in cui primeggia un'evidente qualità dei materiali. Abert - responsabile della parte amministrativa e commerciale - con un delizioso accento catalano, ha un carisma ironico e travolgente che mette subito a proprio agio. Alain - responsabile dello stile - più schivo e riservato. Albert grande lavoratore, a detta di Alain. Alain determinato, secondo Albert. Due ruoli completamente diversi ma legati da un'alchimia immediatamente percepibile. Disponibili a raccontarci un percorso che gli ha regalato immediatamente grandi soddisfazioni. Hanno scelto il palcoscenico della kermesse fiorentina di Pitti Immagine Uomo per presentare le creazioni destinate alla primavera estate 2018, e in merito alla possibilità di sfilare il duo sostiene «i fashion show sono dei bellissimi spettacoli, ma propongono sulle passerelle a volte capi immettibili». «La filosofia di DoppiaA si basa su un concetto generazionale, con un target che include differenti tipologie di uomini, indipendentemente dall’età e dal ruolo. Un ragazzo di 20 anni può mettere benissimo la giacca che proponiamo per un uomo di 50. È un prodotto che deve durare nel tempo, nella qualità e nello stile. L’obiettivo futuro è quello di ampliare la nostra offerta all’universo womenswear. Siamo nell’era dove il fenomeno della “gender fluidity” è imperante e questo credo sia interessante. Nella nostra collezione ci sono molti capi che possono essere indossati anche dalla donna. Insomma, perché no, è bello che la donna possa attingere dal guardaroba maschile, senza più barriere», ha affermato Alain.
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«Il made in Italy è l’essenza del marchio DoppiaA. Crediamo che le cose fatte bene siano destinate a durare nel tempo. Ciò che conta oggi è il controllo di qualità.»
DoppiaA è un brand che conserva una forte e chiara identità, con il fil rouge dell’artigianalità ed eccellenza dei materiali. Una costante fondamentale per far fronte a una moda che ondeggia, un mercato in continuo cambiamento e l’avvento sempre più invasivo dei social network, che a parere di Alain e Albert «ti permettono di conoscere ed entrare a 360 gradi nel mondo di un brand e arrivare direttamente alla gente». «È un’industria che va troppo veloce, non abbiamo tempo di sfruttare appieno le collezioni e i commercianti richiedono di visionare i capi molto prima. Forse mi schiererò contro il pensare comune, ma questi ritmi assurdi non li condivido. A luglio nelle vetrine mi piacerebbe vedere esposte le collezioni estive, invece di quelle invernali. Purtoppo non ci si rende conto che in questo modo il prodotto viene poco valorizzato.»
Fall Winter 17-18
Il brand è già presente in mercati appetibili, come Giappone, Corea, Germania, Benelux e Stati Uniti, dove da poco hanno inaugurato un ufficio a New York, nel quartiere di Soho. «Ma vogliamo ancora allargarci a livello internazionale e aprire il primo flagship store a Milano».
Parola d’ordine di DoppiaA per l’autunno inverno 2017 è il casual chic, con una palette devota alle tonalità della natura, tra cui avorio, bluette, verde, vinaccia, acquamarina, indaco, terra e terra di Siena. I tessuti leggeri primeggiano, con il cashmere superfine, pantaloni gabardine e scamosciato, un touch ricercato e il carattere sportivo e stravagante. Senza mai essere casuale. Tra cappotti over, doppiopetto, mantelle, sahariane e giacche Principe di Galles. Uomini senza tempo che narrano uno stile essenziale, originale e raffinato che si esprime nelle forme, nelle texture e negli accostamenti sapientemente studiati. Innovando, sperimentando e conquistando una clientela di uomini. Di gran classe. 109
I N T E RV I E W
The contemporary menswear elegance LARDINI, IL LUXURY MADE IN ITALY DAL SAPORE CASUAL- CHIC
L’azienda marchigiana è tra le realtà italiane d’eccellenza nell’ambito della tradizione sartoriale. Oggi punta sui giovani e a espandere i confini del proprio business negli Stati Uniti. Mentre si ritiene soddisfatto dell’esclusiva partnership con Trussardi, che vedrà i primi frutti per l’autunno inverno 2017
A
nnoverata tra le eccellenze del fashion tricolore come futura ambasciatrice del made in Italy di domani (secondo una ricerca condotta da Lc Publishing group e realizzata da Icm advisors group), Lardini, realtà marchigiana di rilievo nel settore tessile moda, è pronta a scommettere su una nuova proposta di look con l'intento di riportare in auge l'abito da giorno. Mentre procede a gonfie vele la partnership ad hoc - proficua - con il marchio del levriero, per il lancio della nuova linea firmata Trussardi che arriverà negli store per quest'inverno, dedicata all'universo del formalwear con una rivisitazione in chiave contemporanea. Parte invece dal soft tailoring la collezione autunno 2017 di Lardini, la quale delinea i tratti di un gentleman moderno con uno stile all'insegna del rigore e dell'essenzialità. Che gioca visivamente unendo le fantasie tipicamente British e dettagli ricercati, riscrivendo il guardaroba classico con un'attitude rilassata e décontracté. Per valorizzare una nuova eleganza quotidiana.
Luigi Lardini
«Purtroppo noi italiani stiamo diventando sempre più europei e abbiamo perso la cultura del ben vestire. Per la prossima stagione estiva ho deciso di puntare sul coloniale chic declinato sull'abito giornaliero, da indossare sempre con una punta di bianco, che per me è il colore in assoluto in grado di rendere elegante qualsiasi modo di vestire» – ha spiegato in questa intervista a Posh Luigi Lardini, direttore artistico della griffe.
Attualmente il destino dei colossi del fashion è nelle mani della new generation, con una grande attenzione ai Millennials, affamati di individualismo... e con un'idea di eleganza forse lontana da quella di un tempo.
Il mio obiettivo è portare verso il marchio Lardini sempre di più i giovani, per introdurli a un concetto di eleganza moderna. La donna si può permettere tutto, qualsiasi cosa indossi risulta essere impeccabile, invece l’uomo non può oltrepassare certi limiti. Sono promotore di un’eleganza maschile con uno spirito avanguardista, perché il mondo va avanti e non possiamo essere conservatori. Poi oggi con le sneakers e le scarpe da tennis si sdrammatizza un po’ tutto. Il marchio Lardini è incentrato su proposte di total look dedicate a un target giovanile contemporaneo. Il prossimo step? In futuro avete in programma nuove collaborazioni con marchi emergenti?
Lo abbiamo sempre fatto ed è un'idea che stiamo rivalutando, però senza improvvisare, siamo alla ricerca di qualcosa di nuovo e diverso. Non sarà a breve, ma collaboreremo con qualche altro brand per presentare un prodotto decisamente diverso dal nostro. L'obiettivo resta comunque continuare ad aprire negozi in giro per il mondo. Dopo Tokyo che ci ha dato molte soddisfazioni e la Corea in cui possediamo quattro boutique, a gennaio abbiamo aperto il primo monomarca italiano a Milano, in via del Gesù. Ci piacerebbe espandere il business però anche negli Stati Uniti, puntando su una nuova strategia che ci consenta di entrare nel mercato americano e che soprattutto possa garantirci un salto sia a livello qualitativo che di fatturato. Con il nostro prodotto sartoriale possiamo servire tutti e tutto, concentrandoci sempre su capi innovativi. Tre aggettivi per descrivere il brand Lardini.
Leggero. Moderno. Innovativo.
I N T E RV I E W
Il dandy man à la Tagliatore UNA MODA CHE RILEGGE L’HERITAGE SARTORIALE IN CHIAVE CONTEMPORANEA
Tagliatore punta sulla brand extension ed è pronto a rafforzare il total look con la maglieria e le scarpe, che fanno parte della storia del marchio. «Sarebbe per me una grande soddisfazione», ha spiegato a Posh Pino Lerario, direttore creativo del brand. E per l’A/I 2017 si ispira a Savile Row, l’iconica via di Londra
U
n passato di tradizione e un futuro tra avanguardia e innovazione. Uno stile sartoriale ricercato e contemporaneo che rivisita i grandi classici con un gusto unico e distintivo, giocando con i colori e i tessuti. E restando fedele ai tratti distintivi del suo Dna. Tagliatore, etichetta di successo di abbigliamento maschile e femminile made in Puglia, si fa così interprete di un codice cool internazionale che guarda a un’eleganza raffinata, tra casual e formale con quel touch rock che caratterizza da sempre il marchio. E con una produzione 100% italiana, che sintetizza l’amore per il territorio e il valore inconfondibile dell’artigianato. Ogni stagione le collezioni degli iconici capispalla si arricchiscono di esclusivi pezzi, a completamento del total look. Ci racconta il concept della collezione autunno inverno 2017?
L’intera collezione si ispira all’iconica via di Londra, Savile Row, ripercorrendone la storia con l’ultima esibizione nel 1969 dei Beatles dal rooftop del civico 3. Si compone di una proposta di capispalla dal chiaro sapore British ma con richiami rock che rappresentano a pieno il brand Tagliatore. La novità della stagione è la field jacket realizzata in tessuto donegal dal sapore military chic, che è un tributo agli ufficiali militari inglesi. Oltre alla capsule trousers che include sei modelli diversi di pantaloni. Pino Lerario
designer del marchio
Siamo nell’era in cui a dominare è un’immagine maschile contemporanea, che si fa portavoce di un’eleganza moderna e cosmopolita. Come definisce l’uomo Tagliatore?
Sicuramente dandy. È un uomo che guarda avanti, innovatore, che ama distinguersi attraverso uno stile ricercato, senza mai rinunciare alla tradizione e alle belle materie, andando oltre il classico blu e grigio per eccedere nelle nuance e nelle fantasie. Ha un gusto inglese ma con colori all’italiana e con il sole nei tessuti. Un po’ alla partenopea, se vogliamo. Il brand Tagliatore in tre parole.
Colorato, esclusivo, versatile.
Il capo a cui non rinuncerebbe mai.
Il blazer blu. Dovrebbe rientrare sempre nel guardaroba di ogni uomo. Avete in cantiere progetti per il futuro?
Stagione dopo stagione arricchiamo ogni collezione con nuovi pezzi. Il mercato impone sempre di più un ampliamento dell’offerta di prodotto, così stiamo sviluppando la maglieria e vorremmo inserire, trovando partner giusti, anche le scarpe che fanno parte della mia storia: Tagliatore prende il nome dal soprannome di mio nonno che era un calzolaio. 111
PO RT R A I T
Yves Saint Laurent:
Quando la memoria diventa progetto
© Reginald Gray
Yves Saint Laurent in piazza Jamaa el Fna
I NUOVI TEMPLI DELL’HAUTE COUTURE
Da Parigi a Marrakech: due nuovi musei in apertura a ottobre raccontano l’opera immortale di YVES SAINT LAURENT
GIULIA LENZI
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«Ho spesso dichiarato che avrei voluto inventare i blue jeans: non c’è nulla di più spettacolare, più pratico, più rilassato e disinvolto. Hanno espressione, modestia, sex appeal, semplicità. Tutto ciò che vorrei per i miei vestiti»
C’
è tutta la passione e l’estro di un visionario in queste parole che Yves Saint Laurent amava ripetere. Anticonformista, geniale, provocatorio - e per questo adorato - il couturier fece in passerella ciò che nessuno aveva mai osato prima, come vestire le donne con lo smoking, ad esempio, oppure con la sahariana.
Sottrarre i codici di abbigliamento maschile per cucirli addosso al busto delle donne, rivoluzionando con savoir-faire il loro guardaroba: ecco la sua più grande scommessa, vinta già in età precoce, ancor prima di entrare nel mito.
L’enfant prodige della moda, all’anagrafe Yves Henri Donat Mathieu Saint Laurent, nacque ad Orano, nell’Algeria francese, il 1 agosto 1936. Con il sogno di diventare un maitre couturier iniziò a disegnare vestiti per la madre e le sorelle in tenera età, per poi trasferirsi a Parigi e lavorare da Dior, di cui diverrà direttore artistico dal ’57. A 22 anni, Yves Saint Laurent era già a capo della maison più importante del mondo: proprio come Coco Chanel fu tra i primi a comprendere che l’alta moda poteva trarre ispirazione dalla strada, senza più essere realtà autoreferenziale chiusa in se stessa.
Dotato di un amore dirompente per l’arte, fu anche tra i primi a omaggiare i maestri della pittura del Novecento, da Picasso a Warhol, da Matisse a Mondrian e Van Gogh, e tra i primi a creare commistioni etniche, arricchendo i suoi modelli con suggestioni prese in prestito dai viaggi in Marocco, in India, in Russia. Avanguardista sofisticato, fu anche il primo a posare nudo per una pubblicità così come il primo a volere modelle di colore sui suoi catwalk: a questo proposito Naomi Campbell non ha mai negato di aver ottenuto la sua prima copertina di Vogue Paris - era il 1988 - solo grazie all’aiuto del designer, che minacciò l’editore di ritirare la pubblicità sulla rivista se non avesse scattato in prima pagina la Venere Nera. E i suoi primati potrebbero essere ancora moltissimi. Impeccabile nel
Vestito omaggio a Piet Mondrian
Collezione haute couture A/I, 1965 © Fondation Pierre Bergé Yves Saint Laurent, Parigi/Alexandre Guirkinger
portamento, altero nello sguardo, dietro l’enorme montatura nera dei suoi occhiali Saint Laurent nascondeva in realtà un animo gentile, scrigno di una profonda umanità. Un’ammirazione viscerale per Picasso, Bach e Proust, il bisogno profondo di non allontanarsi mai dai piaceri semplici della vita. Citando Proust, «il vero paradiso è quello che hai perduto»: amava ricordare la sua infanzia, la tenerezza delle sieste pomeridiane nella sua adolescenza; la sua idea di felicità terrena era un letto enorme, il suo luogo preferito ovunque ci fosse il mare. Spinto da una sensibilità rara, il ricordo di una felicità passata e mai più raggiungibile fu il vero leit motiv della sua vita, veloce, piena, a tratti disordinata e piena di eccessi - rimedio momentaneo al suo atavico senso di insoddisfazione, alla depressione “congenita” che mai lo abbandonò. A differenza di molti designer del suo tempo, fra cui il suo maestro, Christian Dior, Yves Saint Laurent fu tuttavia fortunato in amore poichè incontrò da giovanissimo il suo compagno di vita e d’affari Pierre Bergé: legati in maniera indissolubile da una relazione d’amore - ma anche da una potente alleanza economica - i due si sono completati a vicenda. Da un lato il giovane e promettente stilista, sempre in bilico tra il successo e una fragilità colmata a suon di eccessi, dall’altro il razionale uomo d’affari, talvolta lontani e talvolta vicinissimi per oltre mezzo secolo.
J. Planche della collezione “ENSEMBLES HABILLÉS” Collezione haute couture P/E, 1962 © Fondatione Pierre Bergé - Yves Saint Laurent, Parigi
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Musée YVES SAINT LAURENT Marrakech Fondazione Jardin Majorelle © Nicolas Mathéus
Sono passati quindici anni dall’ultima sfilata di Yves Saint Laurent, anni durante i quali la memoria del couturier è stata conservata e mantenuta sempre viva grazie al costante impegno della Fondazione Pierre Bergé - Yves Saint Laurent. Con un patrimonio unico di oltre 5000 abiti, 15.000 accessori e decine di migliaia di schizzi, la Fondazione raccoglie quarant’anni di produzione creativa (dal 1962 al 2002) e annuncia ora l’apertura di due nuove sedi museali a Parigi e Marrakech.
rogettato dallo Studio KO e situato in Rue Yves Saint Laurent, a due passi dai Jardin Majorelle, il museo YSL Marrakech - in apertura il 19 ottobre - è stato concepito come centro culturale, vero e proprio viaggio nel cuore del suo lavoro. L’area comprende uno spazio espositivo permanente, una galleria temporanea, una biblioteca di ricerca, un auditorium, una libreria e una caffetteria. Se Parigi è stata la casa-base dove costruire una carriera, Marrakech è stato il luogo che ha catturato l’anima dello stilista. Ci andò per la prima volta nel 1966 e ne rimase immediatamente rapito, tanto da acquistare subito una casa in cui tornare più spesso possibile. Furono proprio i colori e le atmosfere berberi a suggerirgli le combinazioni audaci, le armonie potenti e le creazioni fervide che furono tanta parte del suo lavoro, e che oggi rivivono in uno spazio che sembra mimarne l’opera. Proprio come la trama di un tessuto, la facciata dell’edificio unisce un’intersezione di cubi simili al pizzo; e come per il rivestimento di una giacca couture, l’interno è radicalmente diverso, vellutato, liscio, radioso. Qui, ogni pezzo preso in prestito dalla Collezione Bergé è inserito in contesti tematici che richiamano i temi più cari al couturier - il maschile/femminile, il nero, l’Africa e il Marocco, i viaggi immaginari, i giardini, l’arte. Pierre Bergé ha sempre detto che la memoria dovrebbe esser trasformata in un progetto, e ancora oggi la sua Fondazione continua a farlo dando nuova forma a un’avventura iniziata molto tempo fa.
© DR
Pierre Bergé e Yves Saint Laurent
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Parigi, il nuovo museo verrà inaugurato il 3 ottobre nello storico hôtel particulier dell’Avenue Marceau, dove Ysl concepì per circa 30 anni le sue creazioni e dove si trova oggi la Fondazione. Oltre 450mq di spazio espositivo, in cui saranno aperti al pubblico anche gli ex saloni d’alta moda e il mitico studio in cui ha lavorato l’artista. Quello che potrebbe sembrare un semplice museo monografico è in realtà un’istituzione che racconta quella straordinaria epoca in cui l’haute couture era sinonimo di un bien vivre oggi dimenticato. Iconico, visionario, destabilizzante, il genio dello stilista nato in Algeria permea ogni ambiente della struttura, suggerendo i punti salienti di una filosofia stilistica in costante rottura con la tradizione. Così, osservando i bozzetti del primo trench (1962), dello smoking femminile (1966) o delle tute e giacche safari (1967), diventa facile comprendere come Saint Laurent sia diventato l’inventore del moderno guardaroba femminile: utilizzando i codici di abbigliamento maschile, egli diede sicurezza, audacia e potere alle donne, preservandone tuttavia la femminilità. Ma YSL fu anche colui che aprì la strada alla moda ready-to-wear, e un artista caleidoscopico con un’attitudine e una sensibilità artistica insuperabile: dalla fine degli anni ’50 e per tutta la sua carriera creò costumi per il teatro, il balletto e il cinema vestendo i maggiori artisti del suo tempo. Ha collaborato con Luis Buñuel e François Truffaut, vestito star come Jean Marais, Jeanne Moreau, Isabelle Adjani e Catherine Deneuve, e reso omaggio a molti pittori del suo secolo - un esempio su tutti: l’abito dedicato a Mondrian, fra i pezzi più celebri in esposizione. Disegnatore frenetico e attento, Saint Laurent è stato anche l’unico designer della sua generazione ad archiviare sistematicamente il suo lavoro, lasciando in eredità tutti gli schizzi preparatori che hanno tracciato il suo processo creativo comprese le referenze tessuto e colore che oggi possiamo apprezzare nelle sale espositive.
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Yves Saint Laurent nel suo studio, 1986 © DR
Hôtel Particulier dell’Avenue Marceau 5,
Facciata principale, 1982 © Sacha
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FAS HI ON EXHIBITION
A LONDRA VANNO IN MOSTRA LE COLLABORAZIONI PIÙ ICONICHE DEL FASHION SYSTEM Al Fashion Space si inaugura la mostra Fashion Together, in scena fino al 13 gennaio 2018 La capitale britannica celebra sette collaborazioni creative che hanno avuto un ruolo incisivo all’interno dell’industria della moda, realizzando straordinari lavori. L’exhibit è curata dalla editor e scrittrice Lou Stoppard ed esplora le relazioni delle coppie più simboliche del mondo fashion, da Rick Owens e Michele Lamy, Alexander McQueen e il designer di gioielli di lusso Shaun Leane, i fotografi Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin fino a Lazaro Hernandez e Jack McCollough, i fondatori del brand newyorkese Proenza Schouler. Fashion Togheter sarà visibile negli spazi della Fashion Space Gallery a Londra, dall’8 settembre al 13 gennaio 2018 e comprenderà stampe fotografiche, film e abiti, insieme a note scritte a mano e redazionali moda. La mostra sarà accompagnata da talk, workshop, master class e dal libro “Fashion Together: Fashion’s Most Extraordinary Duos on the Art of Collaboration” di Stoppard - pubblicato da Rizzoli e in vendita dal 17 ottobre - che contiene diciotto conversazioni con le coppie più celebri della moda, incluso quelle presentate durante la rassegna.
NEW YORK, IL MOMA È DI MODA Il museo di arte moderna ospiterà l’expo “Items: is fashion modern?”
È la seconda mostra sulla moda presentata a New York dal Moma, dopo quella del 1944 dal titolo “Are Clothes Modern?”, e presenterà una selezione di 111 capi e accessori che sono stati significativi per il mondo del fashion dal XX secolo a oggi. Dal classico jeans americano Levi’s 501, passando per lo storico tubino nero, la maglietta a righe Breton o marinière che diventò un capo icona grazie a Mademoiselle Coco Chanel, fino a Rive Gauche Le smoking e lo skirt suit di Yves Saint Laurent, il kilt scozzese del 1994 di Dame Vivienne Westwood e la t-shirt “Good Save The Queen” creata con Malcolm McLaren. I 111 pezzi iconici verranno esposti insieme a immagini contestuali o video che descrivono la storia e le origini di ogni capo. Ci sarà anche una sezione dedicata alle nuove tecnologie come la collezione Cosmos del genio visionario Pierre Cardin e i Moon Boots, mentre una galleria tematica sull’emancipazione, la modestia, l’introversione e la ribellione punterà i riflettori su alcuni look quali le hoodie, il dolcevita, i pantaloni in pelle, gli slip dress, il bikini, l’hijab e il Kente africano. “Item: is fashion modern?”, organizzata da Paola Antonelli, senior curator e direttore di ricerca e sviluppo, e Michelle Millar Fisher, curatorial assistent del dipartimento di architettura e design al Moma, sarà visitabile dal 1 ottobre al 28 gennaio. 116
N E WS BITE S
DA TORINO A PALERMO UN POP-UP STORE SPECIALE FIRMATO HERMÈS L’avventura HermèsMatic fa tappa per dieci giorni nel capoluogo piemontese, per poi proseguire in Sicilia
Ponti, partenza, tingere! Un’idea geniale che viene direttamente dalla storica maison di moda francese. Nel capoluogo piemontese, in via Maria Vittoria al civico 2, fa tappa dal 5 al 15 ottobre il pop up store temporaneo HermèsMatic, una divertente mini-laudrette per ravvivare e rendere unico il proprio carré firmato Hermès, accessorio di culto dal fascino intramontabile. All’interno della lavanderia dietro l’angolo, una fila di lavatrici arancioni fa volteggiare piacevolmente il foulard di seta nelle sue centrifughe. Nessun bagno di colore è simile a un altro. Con il programma del “tinto in capo” si potrà optare fra tre diverse colorazioni: blu jeans, rosa fucsia o verde salvia. Basta scegliere la lavatrice in funzione del colore selezionato e al termine del ciclo di tintura dip-dye, il carré passa all’asciugatrice. Ritornerà così morbido, fluido e soffice. Il tempo di attesa è di solo quarantotto ore. Il tutto gratuitamente. Una volta tinto, il carré viene ripiegato e riposto in una speciale custodia Hermès Matic, pronto per essere riutilizzato. Una nuova avventura firmata Hermès. Un periplo colorato che ha già girato varie parti del mondo come Amsterdam, Monaco di Baviera, Strasburgo e Kyoto, mentre ora tocca a Torino, dove per un periodo di dieci giorni ospiterà un gran numero di animazioni per poi proseguire il suo viaggio in Sicilia, a Palermo, a partire da metà novembre.
COLETTE SI VESTE DI NUOVE FIRME Prima dello stop ufficiale, la boutique parigina ospita varie iniziative
In vista della chiusura definitiva del 20 dicembre, annunciata a sorpresa lo scorso luglio, Colette ha messo in atto una serie di takeover per dire addio al suo iconico multimarca al 213 di Rue Saint-Honoré. Dopo Balenciaga, Le Vacances de Lucien e Sacai che fino al 30 settembre sarà il protagonista della boutique con installazioni e mostre fotografiche, lo storico luxury store parigino, fondato da Colette Roussaux 20 anni fa e diretto da tempo dalla figlia Sarah Andelman, accoglierà nei suoi spazi le creazioni di altre prestigiose griffe. Dal 2 al 28 ottobre sarà la volta di Thom Browne, poi toccherà a Chanel dal 30 ottobre al 5 novembre, per concludere con Yves Saint Laurent, dal 27 novembre al 20 dicembre. 117
b beauty
Nuova testimonial di Bulgati – Goldea The Roman Night
Bella Hadid
BONNE NOUVELLE DELIZIOSE NOVITÀ IN PROFUMERIA INVITANTI, COLORATI, STUZZICANTI, GOURMAND, PROPRIO COME UN DOLCE! SONO LE FRAGRANZE PIÙ SQUISITE DELLA STAGIONE, NUOVE SCRITTURE OLFATTIVE PENSATE PER RACCONTARE TUTTE LE SFACCETTATURE - E I GUSTI - DELLE DONNE. PER INTERPRETARLI POSH HA SCELTO LA PIÙ DOLCE DELLE LOCATION, LA CELEBRE PASTICCERIA ERNST KNAM DI MILANO A CURA DI GIULIA LENZI
©Photos by t-space studio
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GUCCI È il primo profumo Gucci realizzato dal direttore creativo Alessandro Michele e nasce per celebrare l’autenticità e la vitalità delle donne per cui disegna: Gucci Bloom ricorda un giardino lussureggiante in cui si distinguono le note di Tuberosa, Gelsomino e del Rangoon Creeper, il fiore indiano che cambia colore durante la fioritura, emanando un profumo lievemente cipriato.
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BOTTEGA VENETA Un design senza tempo e solo ingredienti di altissima qualità. È raffinata e sensuale la femminilità espressa da Eau de Velours di Bottega Veneta, grazie a un accordo chypre fiorito effetto cuoio. Il jus si apre con note di bergamotto e pepe rosa che incontrano un cuore di rosa, tocco inatteso che risveglia i sensi, per poi intrecciarsi con cuoio e patchouli nel fondo.
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LANCÔME Agrumato, gourmand e avvolgente, La vie est belle L’Éclat racchiude l’idea di una felicità irresistibile e contagiosa, come un raggio di luce riflesso all’infinito. Al centro della nuova composizione Lancôme c’è la radiosa freschezza dei fiori d’arancio associati a note cremose e solari, come irradiate dalla preziosa boccetta ricca di sfaccettature.
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DIOR La maison Dior fa una dichiarazione d’amore a tutte le donne con la nuova Miss Dior Eau De Parfum, costruita intorno a un accordo di rosa impetuoso e attuale, e impreziosito da note agrumate e speziate. Una (ri)scrittura olfattiva per questo grande classico della profumeria che avvolge la pelle come il più bello degli abiti.
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NARCISO RODRIGUEZ Una boccetta dal colore rosa intenso riflette tutto il calore e l’indomabile natura di for her fleur musc, ultimo nato nella collezione olfattiva firmata Narciso Rodriguez. Creata dai talentuosi nasi Sonia Constant e Calice Becker, la fragranza conquista grazie a un intenso cuore di muschio avvolto da sontuosi fiori di rosa, pepe rosa e note d’ambra legnose.
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PRADA Un ricco bouquet floreale per raccontare l’essenza della donna Prada: La Femme Prada Intense Eau de Parfum è un profumo dal carattere sensuale, quasi orientale eppure inebriante. L’intensità della fragranza è ottenuta esaltando le note di Tuberosa, di Ylang-Ylang e del Patchouli nel cuore della composizione, racchiusa in un flacone dal design quasi architetturale.
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BURBERRY Creata dal profumiere Francis Kurkdjian e dal Chief Creative Officer di Burberry, Christopher Bailey, My Burberry Blush è una eau de parfum fruttata e floreale dal tocco vivace. Melagrana glassata, limone, geranio, mela croccante, rosa e gelsomino hanno il potere di evocare un giardino londinese alle prime luci dell’alba, regalando una scia luminosa e piena di energia.
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TIFFANY & CO. Tiffany & Co. presenta la nuova fragranza che porta la sua firma, estremamente raffinata e femminile grazie al tocco della celebre Maître Parfumeur Daniela Andrier. Per comporla ha scelto l’ingrediente più costoso e prezioso della profumeria, l’iris, avvolto da note corpose di musk e mandarino. Una fragranza gioiello che ricorda, nella concezione del flacone, I tagli di diamante più iconici della casa.
I N T E RV I E W
Amiamo osare LE NUOVE SFIDE DI ALBERTO NOÈ
Una linea di skincare ispirata all’estetica giapponese e all’arte del Washoku, l’acquisizione di marchi strategici e nuovi esperimenti comunicativi sono tra i principali vettori di sviluppo di Shiseido Group Italy. Il Country Manager Alberto Noè parla con entusiasmo di un anno ricco di progetti ambiziosi ENRICO CAMMAROTA
T
ra i valori fondanti della sua filosofia imprenditoriale c’è il termine “dare”, che in inglese significa “osare” ma è al contempo acronimo di “deliver-authenticityrespect-energy”. Quattro parole apparentemente semplici che in realtà definiscono nel profondo un modus operandi premiato da un successo internazionale. Con i marchi Shiseido e Serge Lutens, Shiseido Fragrance, Issey Miyake, Narciso Rodriguez, Elie Saab, Azzedine Alaïa, Zadig & Voltaire e, adesso, anche Dolce & Gabbana
Beauty, Shiseido Group Italy cresce considerevolmente andando oltre la mera temporalità dei trend. E lo fa all’insegna sempre dell’eleganza e dell’esclusività, impreziosite da lanci che spiccano per importanza nel panorama beauty selettivo. A partire dal nuovo eau de toilette Dolce & Gabbana The One, che vede protagonista Emilia Clarke nella nuova campagna pubblicitaria girata a Napoli dal regista Matteo Garrone. Al timone di tutto questo c’è un uomo che si nutre di ambizione e modernità, il Country Manager Alberto Noè, cui abbiamo chiesto maggiori dettagli circa un business model che non teme le sfide.
Quali marchi hanno rappresentato una forza trainante nel processo di crescita che vi riguarda, testimoniato dai dati alla mano? Cresciamo per diversi fattori. Sicuramente per effetto delle acquisizioni, come quella di Dolce & Gabbana, e per il lavoro fatto con i grandi brand come Narciso e Shiseido che, rappresentando la parte corposa del nostro portafoglio, aiutano la crescita in maniera considerevole. Poi cresciamo anche grazie ai nuovi brand che stiamo coltivando con costanza perché per tutti abbiamo in serbo diversi progetti, soprattutto nel secondo semestre. Basti pensare a Zadig & Voltaire o al mega rilancio di Elie Saab che, seguendo quanto già fatto dalla moda concentrata sul prêt-à-porter, adesso si rivolge a un pubblico diverso dal solito, più giovane, più moderno e allegro. Anche per Issey Miyake è previsto un nuovo lancio. Sulla crescita pesano quindi diversi fattori: acquisizioni, sviluppo dei brand di peso e cura dei brand in crescita.
iniziano a scoprirlo un po’ alla volta. C’è ancora molto da fare, non a caso abbiamo un lancio nel secondo semestre che ci aiuterà ancora in quest’accelerazione. Lato Narciso invece partivamo già da un successo super dichiarato e celebrato negli anni, ma siamo comunque riusciti a renderlo ancora più grande e particolare.
Oltre al suo arrivo, che cosa ha cambiato completamente gli scenari in Shiseido? Abbiamo lavorato tanto in termini di comunicazione e indagini dimostrano quanto la nostra brand equity sia cresciuta negli ultimi tre anni. Ciò che ci rende felici è la spinta data dalle consumatrici più giovani. Nel caso specifico, Shiseido ha tenuto sul suo portafoglio storico ma è stato anche in grado di traghettare consumatrici che prima non guardavano con interesse al brand e che invece oggi 128
Dolce & Gabbana Beauty rappresenta per il Gruppo una “case history” particolare perché protagonista di un’importante operazione di riposizionamento in profumeria… Non solo in profumeria. D’accordo con Stefano e Domenico si è deciso di riportare nel minor tempo possibile l’immagine del beauty in linea con il mood dettato dalla moda. Ciò ha dovuto tener conto di tanti aspetti. Di quello distributivo, ad esempio, perché la qualità della distribuzione identifica in primis la posizione di un dato brand, della comunicazione e dei prodotti. Ad oggi abbiamo iniziato due delle tre fasi e, relativamente alla distribuzione, abbiamo tagliato tutta la parte drugstore e abbiamo diminuito di gran numero le concessionarie in profumeria. Dall’altra parte abbiamo cambiato la comunicazione portandola più vicino al linguaggio della moda. Quindi se prima fashion e beauty potevano sembrare mondi diversi, oggi non è più così perché parlano la stessa lingua e lo vediamo soprattutto nella campagna di The One.
Country Manager Shiseido Group
Alberto Noè
WASO
Clear Mega – Hydring Cream
Come spiega il fatto che sia il make up a crescere di più negli ultimi anni? Il make up è in grado di crescere in molti canali, nel retail diretto, sul mercato globale grazie all’innovazione generale, ma anche grazie ai trend che prendono via via piede. Negli Stati Uniti il make up rappresenta il 40% del mercato, da noi rappresenta poco più del 23,23% quindi c’è ancora spazio per crescere, ma in compenso l’Italia è il primo produttore mondiale.
Dolce & Gabbana Beauty rappresenta per il Gruppo una “case history” particolare perché protagonista di un’importante operazione di riposizionamento in profumeria… Non solo in profumeria. D’accordo con Stefano e Domenico si è deciso di riportare nel minor tempo possibile l’immagine del beauty in linea con il mood dettato dalla moda. Ciò ha dovuto tener conto di tanti aspetti. Di quello distributivo, ad esempio, perché la qualità della distribuzione identifica in primis la posizione di un dato brand, della comunicazione e dei prodotti. Ad oggi abbiamo iniziato due delle tre fasi e, relativamente alla distribuzione, abbiamo tagliato tutta la parte drugstore e abbiamo diminuito di gran numero le concessionarie in profumeria. Dall’altra parte abbiamo cambiato la comunicazione portandola più vicino al linguaggio della moda. Quindi se prima fashion e beauty potevano sembrare mondi diversi, oggi non è più così perché parlano la stessa lingua e lo vediamo soprattutto nella campagna di The One. Cosa ti ha sorpreso di più nel lavorare con Dolce & Gabbana? Mi ha impressionato la loro grande creatività e la capacità di ragionare “out of the box”, cioè di mettersi in gioco in ogni progetto. Rispetto ad altri brand li trovo molto più moderni, più fantasiosi, più disposti a inventarsi e osare. Sorprende la capacità di rompere alcuni schemi e di muoversi da un territorio all’altro rimanendo coerenti con il loro cuore italiano pur riempendolo di contenuti e spunti sempre differenti. Solide certezze nel comparto fragrances. Cosa succede invece nel segmento make up? Iniziamo a gestire diversi brand meravigliosi come, Nars, Laura Mercier, Dolce & Gabbana make up che ci aiuteranno a diventare rilevanti anche nell’ambito make up. Questa acquisizione per te rappresenta una grande sfida? Per me ma anche un po’ per tutti noi, perché quando ci ricordiamo di essere italiani tutto questo diventa motivo d’orgoglio. Come filiale abbiamo la fortuna di rappresentare un brand italiano e ci piace vederlo al di sopra degli altri, in cima a tutte le classifiche. Ci piace fa vincere l’eccellenza italiana. 130
Quali sono i macro-obiettivi Shiseido come gruppo? La vision “twenty-twenty” che il nostro Presidente ha delineato fin dall’inizio ha permesso a Shiseido di non essere più uno splendido ma dormiente gruppo della cosmetica e di diventare un motore trainante. Oggi siamo il quinto gruppo mondiale, ma l’obiettivo è quello di crescere sempre di più perché il 50% del nostro business è legato ancora al Giappone. Se dovessi fare una scommessa questo è il gruppo con il maggiore potenziale di crescita tra top 5 worldwide. I diversi punti vendita riescono a recepire appieno questo spirito innovativo? Non c’è una sola risposta valida applicabile a tutti quanti. Così come ogni singolo produttore ha una strategia sua anche ogni singolo retailer ne avrà una propria. C’è chi è più aperto alle nuove proposte, chi più chiuso. Si è soliti dire che la profumeria non sia capace di attrarre ma non credo sia vero perché dipende, come in tutte le cose, dai contenuti. La profumeria ha un grande valore e non a caso in Italia sviluppa dei numeri importanti. In quest’ottica debutta una linea dedicata ai Millennials, Waso. Come si caratterizza? Un grande passaggio per Shiseido. Un progetto fortemente giapponese che si ispira al Washoku, ovvero la cultura del cibo in Giappone. Strettamente legato alle radici del nostro brand, sposa un concetto molto importante che è quello della naturalità dei prodotti e lo fa naturalmente con l’interpretazione di Shiseido. Si rivolge a un pubblico molto giovane utilizzando elementi inusuali per il pubblico italiano. Ma sappiamo che parlare di fungo bianco o di tofu come ingredienti di una data composizione inevitabilmente incuriosirà le clienti. A tal proposito faremo delle grandi attività legate al mondo dell’università, in stretta connessione con le blogger. Come mantenere vivo l’appeal dei Millenial nonostante la loro nota volatilità? Il tasso di voglia di conoscere cose nuove che li contraddistingue è altissimo quindi spesso sono propensi a spostarsi da un prodotto all’altro. Questo è un rischio che teniamo in considerazione ma confidiamo nella loro spiccata abilità nel trasferire informazioni ai coetanei generando picchi di interes se. La distribuzione sarà la nostra distribuzione, animeremo in particolar modo alcuni punti caldi perché abbiamo studiato una sorta di mappa dei Millennials in Italia e, quanto alla loro geolocalizzazione, abbiamo rilevato concentrazioni territoriali ben chiare. Roma da sola rappresenta l’80% nel Lazio. Ecco perché essere in alcuni punti strategici è importante. Cosa sogna per il mercato italiano? Riuscire a trasmettere passioni diverse dentro ogni singolo punto vendita per dare degna rappresentanza alle infinite declinazioni che il beauty può avere nello sport, nel tempo libero o in vacanza.
Shiseido
Linea Future Solution
WASO Visual
Courtesy of Shiseido Group
Dolce&Gabbana
The One - Eau de Toilette The One - for men
Elie Saab
Girl of Now
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QUEEN OF THE NIGHT A BRIGHT JEWEL IN THE DARKNESS
IPNOTICO, SEDUCENTE, MAGNETICO, IL NUOVO PROFUMO DI BULGARI RACCONTA LA MAGIA DELLE NOTTI ROMANE. E IL REGISTA GLEN LUCHFORD, AUTORE DELLA CAMPAGNA, CELEBRA LA BELLEZZA DELLA SUPERMODEL BELLA HADID, NUOVA DEA CONTEMPORANEA DELLA MAISON LUISA MICALETTI
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Da sempre Bulgari ricerca nei monumenti e nei tesori architettonici di Roma la sua preziosa fonte d’ispirazione. L’effigie di monete antiche, di fontane grandiose, di eleganti giardini o dei monumenti più celebri ha dato vita, da oltre cent’anni a questa parte, a collezioni iconiche ormai entrate nel mito. Le pietre più preziose, plasmate a immagine e somiglianza della Città Eterna, ne ricordano i tratti essenziali, mentre molte fragranze riescono a catturarne le sfumature più particolari. Proprio come Goldea The Roman Night, che racconta la magia delle notti romane attraverso un sillage chypre, floreale e muschiato, realizzato dal Maestro Profumiere Alberto Morillas. Il nuovo profumo di Bulgari diffonde la sua irresistibile aura attraverso una particolare interpretazione di fiori bianchi uniti a ingredienti dal sapore dark. In apertura Morillas ha scelto le note floreali, succose e ipnotiche di mora e peonia nera, che pervadono di energia. Ma è nel cuore che si svelano gli irresistibili protagonisti della notte, un Gelsomino Sambac di origine cinese - di una bellezza assoluta che sboccia all’imbrunire - e Assoluta di Tuberosa, simbolo di sensualità e per questo soprannominata “signora della notte”. Una sensualità che si moltiplica all’infinito nel fondo della fragranza, dove il muschio è avvolto da essenze legnose e scure. Anche il flacone evoca il gioco della seduzione e rimanda all’heritage della maison, con la riproduzione di un serpente nero che avvolge le sue spire attorno alla bottiglia - metafora di seduzione e rinascita, il serpente era simbolo di potere per le antiche regine. Musa della fragranza è Bella Hadid, che interpreta per Goldea The Roman Night una regina della notte dal fascino irresistibile. Nella campagna firmata dal regista Glen Luchford, la splendida top model fugge da un concerto di musica classica dopo aver sentito l’ipnotico richiamo della Città Eterna: si arrampica su un muro, sale sui tetti ed è colma di gioia mentre raggiunge i suoi amici per iniziare l’avventura di questa notte. Sicura di sé e resa ancora più magnetica dal suo profumo preferito, Bella Hadid è la nuova dea contemporanea di Bulgari, una creatura notturna e luminosa al tempo stesso, un fulgido gioiello nell’oscurità. 132
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LE RIBELLI SCELGONO IL BIANCO GABRIELLE, IL NOME CHE RACCONTA UNA STORIA
Per incarnare la nuova fragranza, Chanel ha scelto l’attrice americana Kristen Stewart. La sua personalità forte e determinata e la sua carriera costellata da scelte artistiche impegnate la rendono perfetta per questo ruolo. Ma la passione, l’allure e la libertà espresse dal nuovo film sono le stesse impiegate dal creatore della fragranza Olivier Polge, in una lotta contro i diktat che tendono a vincolare le donne A CURA DI LUISA MICALETTI
Prima di fondare la sua Maison, Coco Chanel era semplicemente Gabrielle. Autentica ribelle e appassionata, ha dovuto conquistarsi la sua libertà per diventare la donna che voleva essere. Un’identità forte che rivive oggi in un profumo solare immaginato intorno a quattro punti luce, quattro fiori bianchi. Il fiore d’arancio, l’ylang-ylang, il gelsomino e la tuberosa di Grasse. Il parfumeur Olivier Polge interpreta la femminilità libera di Gabrielle Chanel e la racconta, sempre attento a non svelare troppo, in questa intervista. Quali linee guida ha seguito nell’ambito di questa direzione artistica? Non ci sono direttive da Chanel. Al profumiere viene lasciata piena libertà creativa. La creazione di questo jus nasce semplicemente dal mio desiderio di creare una nuova fragranza femminile. In che modo il nome “Gabrielle” l’ha ispirata nella creazione della fragranza? Il nome “Gabrielle” non è all’origine dell’ispirazione ma si è materializzato naturalmente durante il procedimento creativo. Quali sono state le fonti di ispirazione? I fiori sono presenti in tutte le fragranze Chanel, in questo contesto ho riadattato i fiori bianchi dando risalto alle note floreali, per scoprire effetti, impressioni di luce e brillantezza.
Sopra: Olivier Polge, Chanel’s in house Perfumer creator © CHANEL
Nella pagina a fianco: Gabrielle Chanel, Eau de Parfum. Embroidery created by Maison Lesage / CHANEL, Haute Couture Fall-Winter 2013-2014. Tweed created by Maison Lesage, Haute Couture Summer 2016 and Haute Couture Summer 2017. Feather Necklace created by Maison Desrue / CHANEL Métiers d’Art 2008 “Paris Londres” ©CHANEL
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La semplicità è la nota fondamentale di ogni vera eleganza
” Gabrielle Chanel. Kristen Stewart © CHANEL
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Anche il flacone è stato motivo di ispirazione? Sì, perché in perfetta armonia con la fragranza. Ho lavorato in stretta collaborazione con Sylvie Legastelois così che le nostre creazioni potessero alimentarsi a vicenda. In che modo Gabrielle si allinea con le altre fragranze femminili Chanel? Come tutte le fragranze Chanel, Gabrielle è fondamentalmente floreale. Ma per questo nuovo capitolo olfattivo ho fatto ricorso a note floreali archiviate nella storia delle fragranze Chanel. Le ho riadattate in modo da creare un fiore immaginario e, a un livello più ampio, un fiore bianco. Ha condiviso i diversi stadi della sua creazione con suo padre? Come per ogni creazione, per me è importante discutere del mio lavoro con mio padre così da ricevere risposte e commenti. Quando la creazione di una fragranza è finalmente completa? In realtà è una questione di puro istinto.
Sopra:
Gabrielle Chanel. Kristen Stewart © CHANEL
Perché una nuova fragranza ora, 15 anni dopo Chance? Abbiamo fatto molto in 15 anni... ma un brand deve essere espressione del suo tempo. Dobbiamo promuovere il valore della nostra storia da una parte, dall’altra dobbiamo scriverne nuovi capitoli... Se dovesse descriverla con soltanto tre aggettivi? È una fragranza floreale, luminosa e solare. Come evocare le note fruttate, senza utilizzare effettivamente i frutti stessi? Una fragranza può trarre la sua fruttuosità anche da altre componenti, come l’ylang-ylang che richiama la pera o il gelsomino che richiama la marmellata. Quali sono le origini dei principali ingredienti? Ogni anno selezioniamo un gruppo di materiali grezzi di qualità eccezionale. I fiori d’arancio provengono principalmente dalla Tunisia, mentre il gelsomino è prevalentemente egiziano e l’ylang-ylang viene dal Comoros. La tuberosa viene coltivata nei campi di Grasse. Quale tipo di donna ha in mente per questa fragranza? Dedico questa fragranza a tutte le donne che amano i fiori bianchi. A fianco:
Ringan Ledwidge Portraits ©CHANEL
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Natalia VODIANOVA LA BELLEZZA HA DIVERSI VOLTI, MA GUERLAIN NE HA SCELTO UNO SOLTANTO
ALESSANDRA FANARI
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uerlain l’ha scelta come égérie dieci anni fa. Ma la collaborazione fra Natalia Vodianova e Guerlain oltrepassa ormai la sfera puramente professionale diventando un dialogo, una condivisione di valori etici ed estetici che coinvolge e arricchisce entrambe le parti. Appena incoronata al Global Voices Award 2017 dal prestigioso Business of Fashion per l’importanza dei suoi traguardi nella moda ma anche per l’impatto esemplare del suo impegno filantropico, Natalia Vodianova ricorda i momenti salienti di questa collaborazione, rivelandoci le novità maquillage della maison e la sua passione per questi prodotti. Once upon a time. C’era una volta. È cosi che cominciano le fiabe ed è così che si potrebbe raccontare la storia di Natalia Vodianova, la top model che, giovanissima, lascia la sua Russia natale e il suo bagaglio di difficoltà per imporsi rapidamente come nuova icona della moda internazionale. Contesa da brand tanto prestigiosi quanto diversi, da vent’anni la sua bellezza diafana e misteriosa aleggia leggera ma persistente nelle campagne Guerlain, Dior, Stella McCartney, Louis Vuitton... ma confinare il percorso di questa giovane donna al cliché di una favola, seppure contemporanea, sarebbe riduttivo e fuorviante. Perché se un’ascesa folgorante le apre le porte dell’universo raffinato ed esclusivo delle grandi maison del lusso francese, Natalia Vodianova non si è mai comodamente adagiata sulle comodità di una vita da copertina. Al contrario, la notorietà e l’influenza acquisite nella moda diventano il trampolino per progetti professionali più personali e, soprattutto, per l’essenziale attività filantropica. È nel 2004 che crea la Naked Heart Foundation, un’associazione che finanzia in Russia centri d’accoglienza e ospedali per bambini provenienti da famiglie in difficoltà.
Nello stesso periodo comincia la sua collaborazione con la maison Guerlain, la quale decide di supportare la sua missione. Dal 2011, la Naked Heart Foundation e il suo sponsor ufficiale, la società Guerlain, organizzano ogni anno una maratona a Parigi per finanziare progetti destinati al supporto di persone che necessitano di un’assistenza particolare. Un successo che si conferma anche oggi, con una raccolta di fondi che raggiunge centinaia di migliaia di dollari. Il Global Voices Award che le é stato attribuito celebra i suoi traguardi nella moda ma anche l’importanza della sua attività filantropica. Qual é stata la sua reazione? La ringrazio per questa domanda, sono molto grata di aver ricevuto questo premio. Per il resto non sono stata a pensarci su, ma sono davvero felice che il mondo della moda e questo premio mi accompagnino in questo mio viaggio, che abbiano voglia, con me, di rendere questo mondo un posto migliore. Pensa che l’industria della moda stia cambiando, orientandosi su valori etici? Penso che la moda stia cambiando molto e anche la sua visione del consumatore. Oggi le persone hanno a disposizione molte più informazioni che permettono di avere un approccio più consapevole. Certo la qualità e la desiderabilità del prodotto sono elementi essenziali e verranno sempre per primi. Ma ormai ci sono dei brand, come Stella McCartney, che hanno alle spalle una bellissima storia. Il loro messaggio che insiste sull’utilizzo di fibre organiche, sul rispetto degli animali, sul riciclaggio, è autentico e proviene dall’essenza stessa del marchio. Mi sembra fantastico che anche H&M abbia abbracciato la causa dello sviluppo sostenibile, che implica l’adozione di nuovi modelli non soltanto nella gestione delle risorse naturali ma anche nella produzione. Tutto ciò implica dei costi e il lato positivo nel caso di H&M è che questo sforzo si traduce in prodotti accessibili e non esclusivi. Ecco, questo è un aspetto reale del cambiamento messo in atto nella moda, orientata verso la nozione di sviluppo sostenibile. La moda è la seconda industria mondiale nello sfruttamento delle risorse naturali e quindi mi sembra normale avere coscienza e consapevolezza di ciò che si fa. La nuova generazione è sempre più sensibile e consapevole e penso che nel futuro non ci sia spazio per marchi che continuano a funzionare secondo vecchi modelli, oramai inadeguati e inaccettabili. La sua collaborazione con Guerlain prosegue da tanti anni. Come comincia? Come si è trasformata nel corso del tempo? È cominciata in un momento cruciale della mia vita, perché, più o meno nello stesso momento, iniziavo a lavorare sulla NHF che mi rinviava al passato, alla mia storia... era un momento essenziale e Guerlain si é è subito impegnata nel progetto, sostenendolo e appoggiandomi. La nostra collaborazione, in questo senso, è stata duplice fin dall’inizio, e per la Fondazione Guerlain ha giocato e gioca tutt’ora un ruolo importantissimo.
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Sono prodotti incredibili, è un vero privilegio per me averli a disposizione. Apprezzo particolarmente la leggerezza della loro texture, la trasparenza e delicatezza che assicurano un effetto naturale, il confort, la facilità d’applicazione.
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Una collaborazione che sembra andare oltre i limiti puramente professionali. Sì, possiamo parlare di una famiglia. Sono stata accolta come una della famiglia e mi sento parte di essa. I prodotti Guerlain fanno parte del suo quotidiano. Quali sono le qualità che apprezza di più in questa nuova collezione? Sono prodotti incredibili, è un vero privilegio per me averli a disposizione. Apprezzo particolarmente la leggerezza della loro texture, la trasparenza e delicatezza che assicurano un effetto naturale, il confort, la facilità d’applicazione. Nel maquillage, soprattutto nel mio caso, questa leggerezza è fondamentale perché ho una vita frenetica, incontro tante persone, viaggio molto, quindi è essenziale poter contare su un trucco che permetta al mio viso di rivelare tutte le espressioni, e che nello stesso tempo assicuri una lunga tenuta. I nuovi fondotinta Lingerie de Peau de Guerlain e Lingerie de Peau Aqua Nude sono davvero incredibili, leggeri, acqua, come dice il nome. Ma devo dire che Lingerie de Peau Cushion è veramente un prodotto miracoloso... I flaconi non sono facili da portare con sé, li tieni a casa, ma la versione Cushion è davvero pratica, te la puoi portare in borsa ed è fantastica. Perfetta per dei piccoli ritocchi durante la giornata, specie per delle giornate pazze come le mie. Ha una vita molto frenetica? Sì viaggio tanto specie tra Parigi e New York, praticamente una volta alla settimana. Prendo l’aereo per un appuntamento, magari per stare a New York solo qualche ora, poi torno a casa, a Parigi. Ho cinque bambini e non posso permettermi il lusso di dirmi “ok magari sto qui una settimana fino al prossimo appuntamento”. In più anche a casa la notte può essere complicata perché il più piccolo si sveglia spesso... insomma le giornate sono piuttosto intense! A cosa somiglia una giornata normale nella vita di Natalia Vodianova? Mi sveglio presto, alle sei e mezza, perché i grandi vanno a scuola. Il più piccolo lo accompagno io, gli altri vanno da soli. Poi vado a lavorare, a volte ho qualche appuntamento a pranzo, altrimenti resto in ufficio fino alle quattro e cerco di essere a casa quando i bambini rientrano. Se ho molto lavoro mi capita di rientrare verso le sette. Ma nei limiti del possibile faccio di tutto per avere una vita “di famiglia”. Ceniamo tutti insieme e usciamo raramente, a volte invitiamo degli amici. Insomma, una vita ordinaria! Lo so, è assurdo definirla così perché non c’è niente di ordinario nella vita, ma se consideriamo il classico modello di famiglia con bambini, in cui i genitori lavorano, la gestione del tempo si regola sugli stessi schemi. Passioni particolari? Cosa fa nel tempo libero? Non ho tempo per le passioni. Certo m’interesso all’arte, al design, all’architettura ma non ho davvero il tempo per seguirli seriamente. Sono sempre informata su quello che accade sulla scena artistica perché fa parte del mio lavoro, ma non ho abbastanza tempo per farne delle passioni. Anche il cinema mi interessa perché come attrice ho interpretato ruoli diversi. E poi mi piacciono molto i film d’animazione. Suppongo che questa non sia una scelta libera... Beh, è una scelta un po’ forzata perché li guardo con i bambini, ma mi piacciono davvero, sono incredibilmente ben fatti, con dei messaggi pieni di senso anche per gli adulti. Per ritornare alle mie passioni direi che sono il mio lavoro, le mie attività filantropiche. Sono queste le mie passioni. Perché in fin dei conti, se considero l’intensità delle mie giornate e il fatto che quando torno a casa non sono completamente morta di fatica, vuol
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GIORGIO ARMANI
È TEMPO DI DIRE ANCORA
UNA NUOVA EDIZIONE LIMITATA SI AGGIUNGE ALLA COLLEZIONE SÌ PER CELEBRARE IL LANCIO DELLA NUOVA CAMPAGNA ADV: NASCE SÌ SONO IO, LA VERSIONE NACRÉ DELL’ICONICA FRAGRANZA
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L La donna Sì ha una personalità forte e uno spirito incredibilmente indipendente, in lei convivono gioia e introspezione, forza e fragilità, un concentrato di emozioni che coglie ogni sfaccettatura delle donne. Sono questi i valori che appartengono a Sì fin dalla sua creazione, nel 2013, e oggi più attuali che mai. Da allora Giorgio Armani ha creato una palette di fragranze uniche: ha scelto la delicatezza della fresia per Sì Eau de Toilette, la vivacità del ribes nero per Sì Eau de Parfum, la profondità di un accordo chypre per Sì Eau de Parfum Intense. E nel 2017, la collezione si arricchisce di un nuovo Sì con la versione nacré dell’essenza in edizione limitata: Sì Sono Io. Un vero e proprio manifesto di emozioni, le stesse che troviamo serigrafate in oro sul dorso della nuova boccetta avvolgendola elegantemente, mentre la fragranza rosa pallido iridescente scintilla dall’interno e dona alla pelle un velo di luce. Ancora una volta, il volto della donna. Sì è quello di Cate Blanchett che nella nuova campagna di comunicazione diretta da Matthew Frost si muove fra le note di Closer To You, la musica trascinante del gruppo pop rock francese Hyphen Hyphen. Nello spot Cate indossa prima un completo, poi un abito elegante e ancora un maglione casual, ciò che non cambia è l’incredibile forza interiore che riesce a trasmettere, rivelando tutta la femminilità contemporanea di Giorgio Armani. 143
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D E S T I N AT I O N
Irlanda
del UN VIAGGIO A DUE RUOTE CON TAPPE A CINQUE STELLE
Nord
Less is more! La bici oggi rappresenta il nuovo status... glam. Che sta diventando sempre di piĂš un vero e proprio oggetto di culto. Easy e smart, consente di scoprire panorami da sogno. Come luoghi di lusso esclusivo, immergendosi nella natura e nel silenzio del paradiso irlandese DARACH MCQUAID
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ino a non molti anni fa, pensare di presentarsi a un party con le sneakers o con una t-shirt sotto la giacca sembrava impossibile, lo sport era sport e rigorosi i suoi codici, difficile immaginare che le “scarpe da ginnastica” potessero calcare i red carpet. Così, uno sport popolare come il ciclismo, che aveva visto l’Italia dividersi tra coppisti e bartalisti, che suscitava reminiscenze neorealiste e pareva rappresentare un’accessibilità contraria a ogni elitarismo, era sì, uno sport amatissimo, ma quasi l’antitesi del posh, nonostante la divina Grace Kelly, già nel 1954, con la veletta a bordo di una bicicletta, pedalasse per le vie d’Irlanda, paese d’origine di suo padre. I tempi sono cambiati e la bicicletta oggi è diventata status, coniuga semplicità e intelligenza, moda e ambiente, quel less is more che significa: più movimento, più salute, meno inquinamento, più consapevolezza e tempo per godersi panorami mozzafiato. Cycling is the new golf! E L’Irlanda del Nord, il suo indiscusso paradiso. Ne converrebbe anche la principessa Grace se avesse potuto assistere alla partenza della Gran Fondo Giro d'Italia Nord Irlanda lo scorso 4 giugno. Una folla di appassionati pronti a partire dallo stesso luogo da cui ha preso il via il Giro D’Italia nel 2014, due percorsi a disposizione: la Strangford Route di 58 km e la Mourne Route di 174 km. Oltre al piacere di immergersi nella natura, nel silenzio e allo stesso tempo mettere più o meno dolcemente in moto il fisico, un percorso in bicicletta attraverso l’Irlanda del Nord offre la possibilità di scoprire luoghi incantevoli e un’accoglienza impeccabile in alberghi e residenze da sogno, fuori dal green in senso stretto, ma dentro a una natura color smeraldo. Lungo le strade delle Mourne Mountains con il loro scenario da Game of Thrones, tra distese d’erba, pascoli e esplosioni di erica e di fucsia, lungo l’infinito susseguirsi di muretti a secco del Mourne Wall, lungo la Giant’s Causeway e lo spettacolo naturale di 40.000 colonne di basalto, indugiando tra pub, distillerie antiche e castelli fiabeschi.
In apertura,
Le montagne di Mourne
Contea di Down - sudest dell’Irlanda del Nord Sotto,
La partenza della Gran Fondo Giro d’Italia
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Sopra,
Il ponte di corda di Carrick-a-Rede Contea di Antrim
N
ot many years ago, the idea of going to a party with sneakers and t-shirt under a jacket seemed impossible, sport was just sport and its codes were strict, it was hard to think that “sneakers” could step red carpets. So, a famous sport such as cycle racing, which had seen Italy divided between Coppa and Bartali followers, which recalled neo-realist memories and seemed to represent an accessibility opposite to each elitism, was of course a very loved sport, but almost the antithesis of posh, even if the divine Grace Kelly, already in 1954, wearing the hat-veil on a bicycle, used to cycle through the streets of Ireland, her father's country. Times changed and today bicycle has become a status, it combines simplicity and intelligence, fashion and environment, the less is more that means: more movement, more health, less pollution, more awareness and time to enjoy stunning landscapes. Cycling is the new golf! And Northern Ireland is its undisputed paradise. Also princess Grace would agree, if she had assisted to the start of the Gran Fondo Giro d’Italia Nord Irlanda last 4th June. A crowd of lovers ready to leave from the same place from which the Tour of Italy started in 2014, two available routes: the Strangford Route of 58 km and the Mourne Route of 174 km. Beyond the pleasure of plunging into nature and silence, and at the same time of moving softly the body, a route by bicycle through Northern Ireland gives the chance to discover enchanting places and a perfect hospitality in dream hotels and residences, out of the green in the strict sense of the word, but inside an emerald nature. Along the roads of the Mourne Mountains with their scenery of Game of Thrones, between lawns, pastures and blooming of heather and fuchsia, in the infinite following of low walls of Mourne Wall, along the Giant's Causeway, and the natural scenery of 40.000 columns in basalt, having a break in pubs, antique distilleries and fairy castles.
Culloden Hotel and Spa
Belfast
Un viaggio su due ruote è, infatti, anche un’occasione per regalarsi tappe a cinque stelle: non lontano da Belfast si può indugiare al Culloden Hotel & Spa, l’antica dimora dei Bishops of Down, oggi trasformata in un’oasi luxury, attorniata da ettari di boschi e giardini. A pochi chilometri di distanza, un’altra magione del XVIII secolo, adagiata sulle sponde del River Maine, aspetta di stupire i viaggiatori: il Galgorm Resort & Spa, amato da Michael Fassbender e Liam Neeson è il luogo d’elezione per concedersi una sosta vip. Oppure, per prendersi una pausa dai pedali e cimentarsi con i ferri, godersi il piacere dell’esclusiva Spa tailandese o di un pranzo gourmand, il Lough Erne Resort a Eniskillen, “Hotel of the year 2017”, frequentato dal campione nord-irlandese Rory Mcllroy, asso indiscusso del golf. O, ancora, il Bushmill Inn sulla Causeway Coast, edificio che risale al 1600 ma che accoglie oggi gli ospiti con caminetti accesi e un ristorante pluripremiato all’insegna della raffinatezza contemporanea. Ottima tappa per visitare anche la più antica distilleria del mondo, dove, dal 1608, viene prodotto il Bushmill, whisky talmente celebre che nel 2008 la Banca d’Irlanda ha dedicato alla Old Bushmill Distillery un posto sulle banconote. Benché non sia facile abbandonare la bellezza dei paesaggi che l’Irlanda del Nord offre a ogni pedalata sospinta, anche il ritorno a Belfast può dare molte soddisfazioni. Dopo una visita al Titanic Belfast, un’istituzione che attraverso 12.000 mq di sale e installazioni multimediali fa rivivere la storia del celebre e sfortunato transatlantico, una cena all’Ox, ristorante stellato Michelin, in Oxford Street, garantisce una traversata più sicura nell’oceano dell’alta cucina. Dulcis in fundo, il Deanes Eipic, dove la stella Michelin è stata conquistata dalla chef Danni Berry. “Epicureo è colui che si dedica al godimento dei sensi, specialmente a quello che deriva dai cibi e dai vini più raffinati”, si legge nella presentazione del ristorante, ed è probabile che un epicureo in bicicletta apprezzi ancora di più. Perché un viaggio in bicicletta attraverso l’Irlanda del Nord offre infiniti vantaggi: si bruciano un po’ di calorie, ci si abbandona a un’ospitalità sempre calorosa, si tenta uno strappo in più in salita, ci si concede uno strappo alle regole. Anche per questo “cycling is the new golf ”: a buon intenditore…
A trip by two wheels is in fact a chance to have five stars stages: not far from Belfast you can stop at Culloden Hotel & Spa, the antique house of the Bishops of Down, today changed into a luxury oasis, surrounded by hectares of woods and gardens. A few kilometers further another house of the eighteenth century, placed on the banks of the Maine River, is ready to astonish travelers: the Galgorm Resort & Spa, loved by Michael Fassbender and Liam Neeson, is the chosen place to have a VIP break. Otherwise to take a pause from pedals and try knitting, to enjoy the pleasure of the exclusive Thailandese Spa or a gourmand lunch, the Lough Erne Resort at Eniskillen, “Hotel of the year 2017”, followed by the Northern-Irish champion Rory Mcllroy, absolute ace of golf. Or still the Bushmill Inn on the Causeway Coast, building dated back to 1600, but which welcomes today customers with burning fireplaces and a multi-prized restaurant in the name of contemporary refinement. A great opportunity to visit also the oldest distillery in the world, where, since 1608, Bushmills is produced, such a famous whisky that in 2008 the Bank of Ireland dedicated to Old Bushmill Distillery a place on the banknotes. Even if it's not easy to leave the beautiful landscapes offered by Northern Ireland at each push thrust, also the return in Belfast can give many satisfactions. After a visit to the Titanic Belfast, an institution that, through 12.000 square meters of halls and multi-medial installations, gives back life to the story of the famous and unlucky transatlantic liner, a dinner at the Ox, Michelin star restaurant, in Oxford Street, allows a safer crossing in the ocean of high cooking. And to top it all, the Deanes Eipic, where the Michelin star was conquered by the chef Danni Berry. “We can call Epicurean who cares for the pleasure of senses, especially the one coming from the most refined food and wine”, it is read in the presentation of the restaurant, and an Epicurean on bicycle may appreciate it more. Since a trip by bicycle through Northern Ireland offers infinite vantages: you burn some calories, you find an always warm hospitality, you may try a step more uphill, you dare to break rules. Also for this “cycling is the new golf”: a few words to the wise... 149
L I FE S T Y L E
Lake fascination GRAND HOTEL TREMEZZO
Hotel Tremezzo,
Spa – Infinity Pool
U
n anno intenso per il Grand Hotel Tremezzo, sul lago di Como, nato nella prima decade dello scorso secolo ed ininterrottamente dedicato a una clientela di alto livello. In primis il ristorante L’Escale, su spazi completamente ristrutturati e che introducono il meglio dell’italianità in un locale che si presenta oggi come una trattoriaenoteca ma che, in verità, resta di grande eleganza e suggestione. Lo chef è Martin Vitaloni, una firma della nuova generazione che promette ottime conquiste e che parte dalla tradizione rivisitando in chiave gourmet alcune proposte, ma con il giusto e necessario equilibrio. Si è poi giunti al 107esimo anniversario della storica struttura (e da tempo nella collezione dei Preferred Hotels & Resorts), celebrato con fuochi artificiali con i molti habituè della proprietà che non perdono mai l’evento del 10 luglio. I selezionati ospiti hanno festeggiato nel beach club di proprietà dell’hotel l’evento, un affaccio di lusso dove è possibile non solo l’attracco di yacht privati nella bella stagione ma dove si ha la possibilità di serate musicali. Protagonista indiscussa però del 2017 resta l’acquisizione della gestione della Villa Sola Cabiati, la residenza settecentesca che fu dei duchi Serbelloni e famosa anche per gli affreschi della scuola di Tiepolo. Un gioiello che resterà ad uso esclusivo per pochi, sulle magiche rive del lago. Il Grand Hotel Tremezzo guarda però anche al futuro: dopo il completamento della Spa l’anno scorso che ha incluso una caratteristica stanza della confinante Villa Carlotta - la stanza del Caminetto, per la precisione - si prevede un progetto di ampliamento su alcuni volumi della proprietà nella zona lago, lavori che occuperanno buona parte del 2018. 150
A
n intensive year for the Grand Hotel Tramezzo, on the lake of Como, made in the first decade of last century and incessantly dedicated to high level customers. First of all the Escale restaurant, on completely restored areas introducing the best of Italian spirit in a place, which looks now as a small restaurant-wine bar but in practice is of great elegance and sug gestion. The chef is Martin Vitaloni, a sign of the new generation, promising great conquests and starting from the tradition by a reappraisal of some proposals in gourmet key, but with the right and necessary balance. Then we got to the 107th anniversary of the historical structure (and for long in the collection of the Preferred Hotels & Resorts), celebrated by fireworks and with the many usual customers of the property, who never miss the event of the 10th July. The selected guests celebrated the event in the beach club of the hotel, a show of luxury, where it is possible not only to dock private yachts in the nice season, but also to enjoy musical nights. But the sure protagonist of 2017 is still the acquired management of Villa Sola Cabiati , the eighteenth-century residence that belonged to the Serbelloni dukes and was famous also for the paintings of the school of Tiepolo. A jewel that will be exclusively used by few ones, on the magical banks of the lake. The Grand Hotel Tremezzo also foresees the future: after the completion of the Spa last year, including a typical room of the neighboring Villa Carlotta - the Fireplace room, exactly - the property in the lake area is going to be widened on some volumes, works that will take large part of the 2018.
Grandi novità nel cinque stelle sul lago di Como: un nuovo ristorante, l’anniversario dalla sua ininterrotta apertura dal 1910 e l’avvio (discreto) della gestione di Villa Sola Calbiati, dove al prestigio della storia si aggiunge il plus dell’esclusività. ANTONELLA TEREO
VILLA SOLA CABIATI Esclusivo gioiello barocco
“Era nel destino, forse, a volere che la proprietà ci parlasse di questo progetto” - dichiara Paolo De Santis, Amministratore Delegato del Grand Hotel Tremezzo, dopo l’annuncio alla stampa della gestione della Villa. “Da qualche anno abbiamo adottato una filosofia: il nostro cliente è internazionale e cerca l’esclusività, vuole che tutte le attenzioni siano rivolte a lui. Quindi, uno spazio adeguato per gli eventi era probabilmente un’aggiunta speciale alla nostra offerta, di diverso dal Grand Hotel Tremezzo”. Oltre alle stanze affrescate sui tre piani che custodiscono la mobilia originale rinascimentale, nella Villa che fu fino al 1983 nobile residenza della contessa Nora Sola Cabiati (già sindaco di Tremezzo) c’è anche il prestigio di cimeli legati alla storia di Napoleone, di Giuseppe Parini e di altri personaggi illustri del passato. “In accordo con la proprietà c’è la volontà di valorizzare tale patrimonio storico ma con grande attenzione e rispetto per tutto - continua De Santis - La villa è a disposizione in esclusiva per l’ospite del Grand Hotel che la frequenterà di giorno, con una fruizione molto distillata”. “L’idea, infatti - aggiunge la figlia del CEO, Valentina - non è quella di ampliare il bacino della clientela ma, con la fruizione della Villa, di dare un valore aggiunto agli ospiti del Grand Hotel a chi è già abituato a trovare una ricerca della bellezza, dell’autenticità della storia e di qualcosa che è oggettivamente eccezionale. Aprire un bene storico in esclusiva per i propri clienti, qualcosa di abbastanza raro e poco visto, è per noi un motivo di orgoglio”.
“La nostra clientela – conclude Paolo De Santis – è proprio quella che cerca quel qualcosa in più che l’Italia può offrire non solo per il paesaggio ma anche per la storia. La villa è davvero un’esperienza fiabesca dove hai un’emozione”.
Sopra,
Gli interni di Villa Sola Cabiati Sotto,
La facciata principale di Villa Sola Cabiati
VILLA SOLA CABIATI Exclusive Baroque jewel
“Maybe destiny took the property to this plan” - Paolo De Santis claims, chief director of Grand Hotel Tremezzo, after announcing the management of the Villa to press. “ For some years we have adopted a philosophy: our customer is international and looks for exclusivity, he wants all cares for himself. So a space suitable for the events probably was a special addition to our offer, something different from Grand Hotel Tremezzo. Beyond the painted rooms on the three floors, which keep the original Renaissance furniture, in the Villa that was noble residence of lady Nora Sola Cabiati (already mayor of Tremezzo) until 1983, there is also the prestige of relics related to the history of Napoleon, Giuseppe Parini and other famous personalities of the past. “In harmony with the property there is the will of increasing the value of such historical heritage, but with a great care and respect for everything – De Sanctis goes on. “The villa is available in exclusive for the guest of the Grand Hotel, who will use it during day, with very distilled fruition”. “The idea, in fact, is not to spread the number of customers, but, by the fruition of the Villa, to give an added value to the guests of the Grand Hotel – the daughter of the CEO, Valentina, tells – to who usually searches for beauty, authenticity of history and something that is objectively exceptional. To open a historical good in exclusive for our own customers, something quite rare and unknown, is to us reason of pride”.
“Our customers are just the ones who look for something more than Italy can ever offer – Paolo De Sanctis says - “not only for the landscape, but also for the history. The villa is really a fairy experience where you feel an emotion”. 151
FO O D
Un goût d’Italie
nel cuore della Ville Lumière
Lo chef stellato Ugo Alciati
LO CHEF STELLATO UGO ALCIATI FIRMA I MENU DEL CASTILLE COLLEZIONE A PARIGI
La città francese come luogo ideale per far conoscere le eccellenze del territorio italiano all’estero. Ha il via così l’esperienza parigina dello chef stellato Michelin, Ugo Alciati, patron del celebre Guido Ristorante di Serralunga d’Alba in Piemonte. Che si racconta in una lunga intervista con Posh Magazine, nelle incantevoli sale dell’hotel Castille in Rue Cambon, nella Ville Lumière, rivelandoci gli esclusivi segreti dei suoi piatti. Tra passioni, iniziative speciali e il successo della collaborazione con il gruppo torinese Eataly ANNA RITA RUSSO
n motociclista con una stella Michelin. Una passione per l’arte culinaria fin da giovanissimo, una profonda ammirazione per la musica italiana. Ha da poco compiuto cinquant’anni, è del segno zodiacale del Toro e vanta un caratterino determinato e testardo (forte delle sue origini piemontesi). Ugo Alciati, patron dello storico Guido Ristorante di Serralunga d’Alba e volto di Eataly per rappresentare l’eccellenza della cucina italiana nel mondo, firma (in collaborazione con l’Executive chef Ugo Gastaldi) i menu de L’Assaggio, il ristorante del Castille a Parigi, un delizioso hotel di lusso nel cuore pulsante della Ville Lumière, nella celebre Rue Cambon ai numeri 33-37. Il fine dining di Ugo Alciati consiste nella reinterpretazione moderna della cucina italiana e piemontese, valorizzando le materie prime e conservando intatta la purezza degli ingredienti. Per creare piatti con una precisa identità e un’altissima qualità. Ho avuto il piacere di incontrare lo chef negli incantevoli ambienti del gioiello parigino di Starhotels, la catena alberghiera che fa capo alla famiglia fiorentina Fabri. Mentre eravamo immersi in un lusso sussurrato e una magica atmosfera francese, tra uno charme essenziale e un’eleganza raffinata.
motorcyclist with a Michelin star. A passion for cooking art since he was very young, a deep admiration for Italian music. He has just turned fifty years, in the zodiacal sign of Taurus, and he shows a determined and stubborn personality ( from his Piedmontese origin). Ugo Alciati, patron of the historical Guido Restaurant of Serralunga d’Alba and face of Eataly to represent the excellence of Italian cooking in the world, sign (in cooperation with the Executive chef Ugo Gastaldi) the menus of L’Assag gio, the restaurant of the Castille in Paris, a delicious luxury hotel in the beating heart of Ville Lumiére, in the famous Rue Cambon number 33-37. The fine dining by Ugo Alciati is a modern reinterpretation of Italian and Piedmontese cooking, increasing the value of fist matters and saving the purity of ingredients. To create dishes with an exact identity and a very high quality. I had the pleasure to meet the chef in the enchanting environments of the Parisian jewel of Starhotels, the hotel chain directed by the Florentine family Fabri. While we were plunged into a whispered luxury and a French magic atmosphere, between an essential charm and a refined elegance.
Tutti pazzi per i cuochi. Dai talent show televisivi di successo alle lunghe liste di attese ai ristoranti. Ultimamente potrebbe essere considerato il mestiere più ambito. Chef si nasce o si diventa?
All mad about the cooks. From the successful talent shows on TV to the long rows at the restaurants. Lately it could be considered the most aimed job. Are you chef from the birth or do you become chef?
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Si può nascere con una passione per la cucina, ma chef si diventa. Non c’è bisogno di avere alle spalle una famiglia radicata in una tradizione enogastronomica, lo può diventare - come dimostra la realtà - anche chi ha fatto il chirurgo fino a un mese prima. La passione smuove le montagne, quindi se si ha una forte dedizione per la cucina, sicuramente si potranno svilupparedellecapacitàededicarsiaquestomestiereveramenteagrandilivelli. Proviene da una famiglia interprete della storia della haute cuisine tricolore. Qual è stato il suo percorso… fino alla conquista della stella Michelin?
È nato tutto come un gioco. Avevo 9 anni e già incominciavo a fare qualcosina in cucina con mia mamma. Sentivo questa pulsione che non riuscivo a capire bene cosa fosse. Mi piaceva trascorrere il tempo in quel luogo e sperimentare cose nuove, in particolare i dolci. A 14 anni, al termine della scuola dell’obbligo, ho deciso di iniziare a lavorare in pianta stabile all’interno del mio ristorante. Ho compiuto 50 anni qualche giorno fa e sono ancora lì, evidentemente non l’ho mai considerato un lavoro. Fare lo chef è per me una passione che faccio con la stessa grinta e voglia di sempre… nonostante ci siano continuamente rivoluzioni culinarie, come ad esempio la televisione, che è riuscita a suscitare in Italia un grande interesse nei confronti di questo mestiere; cosa che invece già esisteva in Francia, perché i francesi sono più bravi sulla promozione turistica e soprattutto riescono a essere in grado di valorizzare importanti risorse.
Siamo nell’era dell’iper-informazione, dove tutto sembra essere a portata di mano. Come si fanno oggi a distinguere le materie prime originali dalle imitazioni?
Il problema di scegliere le materia prime sul mercato è per me qualcosa di talmente naturale, che purtroppo non faccio neanche più caso a indirizzarmi verso la materia giusta. Fa parte dell’insegnamento dei miei genitori che hanno puntato in tempi non sospetti, nel 1961, a materie prime di altissima qualità. Ci troviamo in un mondo in cui è difficile scindere il bello dal buono. Siamo spesso attirati dal bello, senza pensare però che si trattano di prodotti da mangiare. Per questo è fondamentale avere una conoscenza completa, un’informazione dettagliata di ciò che compriamo. Esistono tanti mercati rionali che alla fine degli anni 90-2000 sono stati soppiantati dall’apertura di grandi catene di supermercati e mega store. Per una questione di comodità e tempi ristretti le persone hanno perso di vista il piccolo produttore e l’artigiano. Attualmente la cultura gastronomica
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You may be born with a passion for cooking, but you become chef. There is no need to have a family rooted in a gourmet tradition, as reality shows, even who was a surgeon just a month ago can become like that. Passion moves mountains, so if you have a strong devotion for cooking, you may develop skills to deal with this profession on really high levels. You come from a family interpreting the history of tricolor haute cuisine. What was your route...to the conquest of Michelin star?
Everything began as a game. I was 9 years old and I already started to do something in the kitchen with my mother. I felt this impulse I did not understand what it was. I liked spending time in that place and to try new things, in particular the sweets. When I was 14, at the end of compulsory education, I decided to start working steadily inside my restaurant. I turned 50 years some days ago and I am still there, I obviously never considered it as a work. To be a chef is to me a passion I have with the will and determination of ever... even if there are in continuous cooking revolutions, such as television, which in Italy could arouse a great interest in this job; something that instead already existed in France, as the French are more clever in touristic promotion and most of all they can increase the value of important resources. We are in the age of super-information, where everything seems to be handy. How can you distinguish original first matters from imitations today?
The trouble of choosing the first matters on the the market is something so natural that unfortunately I not even mind if I am going toward the right matter. It is part of the teaching I had from my parents, who in not suspicious times, in 1961, pointed at first matters of very high quality. We live in a world where it is hard to distinguish beautiful from good. We are often attracted by beauty, without thinking that they are products to eat. For this it is essential to have a complete knowledge, a detailed information about what we buy. There are so many local markets, which at the end of the 90-2000 years were displaced by the opening of great chains of supermarkets and mega-stores. For a matter of comfort and strict times, people left small producers and artisans. At the moment Italian gastronomic culture is still a bit low, unfortunately today there in not a culture starting from schools. I take part of “Ambassadors of taste”, a new association created by 16 subscribed chefs, such as Carlo Cracco, Massimo Bottura and Antonino Cannavacciuolo, through which
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Executive Duplex suite Castille, Parigi
italiana è ancora un po’ bassa, purtroppo non esiste oggi una cultura che inizia dalle scuole. Faccio parte di “Ambasciatori del gusto”, una nuova associazione creata da 16 chef firmatari, tra cui Carlo Cracco, Massimo Bottura e Antonino Cannavacciuolo con cui promuoviamo il nostro territorio e la vera cucina italiana in giro per il mondo. E lo stiamo facendo anche attraverso gli istituti scolastici, con i bambini, per insegnare loro il giusto concetto del cibo. Parliamo del ristorante L’Assaggio, che rappresenta appieno l’arte della gastronomia francese di classe con un touch di italianità. Un’esperienza di grande prestigio. Come è nata?
È un’esperienza che ho colto al volo. Avevo tre opportunità Londra, Parigi e New York, ho scelto Parigi perché secondo me era il gioco di equilibrismo più difficile e gastronomicamente parlando, è una città dove c’è di tutto e di più. Include un panorama enogastronomico altissimo, con la presenza di ristoranti stellati di qualunque etnia. È un grande prestigio e onore aver deciso di collaborare con il gruppo Starhotels per il Castille Paris - Starhotels Collezione, si tratta del primo esperimento di trasportare la carta del ristorante “Guido” in un’altra nazione.
In che modo riesce a coniugare la tradizione culinaria italiana e lo stile parigino?
In realtà non ho cambiato nulla, i miei piatti sono assolutamente identici a Fontanafredda. È una prova che consiste nel far assaggiare ai clienti parigini quello che faccio nella mia cucina da cinquant’anni. Trovo sia sbagliato snaturare una filosofia, una tradizione e un modo di cucinare personale, come nel nostro caso, per adattarlo a una nazione differente in cui sei ospite. Credo sia più corretto magari creare una fusione. Sostituire un ingrediente del mio piatto con uno tipico parigino, fatto sempre in punta di piedi. L’obiettivo è dare vita a qualcosa di esclusivo che non si riesca a trovare altrove.
È anche imprenditore di Guido Ristoranti di Serralunga d’Alba, in Piemonte, un’eredità famigliare che gestisce insieme ai suoi fratelli, dove regna la filosofia dell’antica tradizione piemontese unita all’innovazione. Il risultato sono piatti originali e di eccellente qualità. Quali sono i valori della cucina italiana che ha portato nella Ville Lumière? Il made in Italy è un marchio senza dubbio che ci invidia il mondo intero…
La cucina piemontese è sicuramente più povera e meno elegante di quella francese e ancora più di quella parigina, benché essa abbia subito una notevole influenza dalla Francia e dalle regioni limitrofe, come la Lombardia e la Liguria. Nasce da una filosofia identitaria e di recupero, ma innovativa. Insomma c’è un enorme divario tra la cucina francese e quella piemontese, ed è giusto comunicare uno stile differente da quello radicato in terra parigina. 154
Mise en place,
Faraona arrostita con spuma di fegatini e salsa al Marsala
we promote our territory and the real Italian cooking around the world. And we are doing this also through the school institutes, with children, to teach them the right concept of taste. We talk about the restaurant L’Assaggio, which fully represents the art of French class gastronomy with a touch of Italian spirit. An experience of great prestige. What about it?
It is an experience I caught at once. I had three chances, London, Paris and New York. I chose Paris as to me it was the most difficult game of balance and, on a gastronomic way, it is a city where there is everything and more. It includes a very high gourmet view, with the presence of star restaurants of any ethnic group. It is a great prestige and honor to decide to collaborate with the Castille Hotel, it is the first attempt to move the restaurant “Guido” to another nation. How can you match Italian cooking tradition with Parisian style?
In practice I did not change anything, my dishes are absolutely identical to Fontanafredda. We make the Parisian clients taste what I have realized in my kitchen for fifty years. I find wrong to change radically a philosophy, a tradition and a personal way of cooking, such in our case, to adapt it to a different nation where you are the guest. I believe it is righter to create a fusion. To replace an ingredient of my dish with a typical Parisian one, still made with care. The aim is to realize something exclusive that we can’t find anyway. You are also entrepreneur of Guido Restaurants of Serralunga d’Alba, in Piedmont, a family heritage you direct together with your brothers, focused on the philosophy of antique Piedmontese tradition unified with innovation. The results are original dishes of excellent quality. Which are the values of Italian cooking that you took to the Ville Lumiére? Made in Italy is a brand that no doubt the whole world envies us...
The Piedmontese cooking is of course poorer and less elegant than the French one and even more than the Parisian one, even if it has been affected by France and neighboring regions, such as Lombardy and Liguria. It comes from an identity and recovery, but innovative philosophy. So there is a huge gap between French and Piedmontese cooking, and it is right to communicate a different style from the one rooted in the Parisian land.
È tra gli chef protagonisti del progetto “Eataly Cooking Stars”, iniziativa nata dalla collaborazione tra Starhotels - rinomato gruppo alberghiero italiano di lusso - ed Eataly, la catena di Oscar Farinetti. Un omaggio al territorio e l’eccellenza gastronomica italiana. Ci racconti cosa presenterà per l’occasione al prossimo appuntamento e l’importanza di tale iniziativa.
È un’iniziativa importante per far conoscere la cucina del nostro territorio in un grande hotel, qual è il Rosa Grand Milano - Starhotels Collezione - che ospita viaggiatori di tutto il mondo, oltre a un’affezionata clientela meneghina. Il gruppo Eataly è stato il precursore della cultura del prodotto del territorio, ha aiutato tanti artigiani che mai si sarebbero sognati nella vita di vedere i loro prodotti sugli scaffali a New York. Un incentivo che ha favorito l’innovazione delle aziende e ha sostenuto i piccoli coltivatori. Da qui l’idea, insieme a Oscar Farinetti, di aprire all’interno di ogni nuovo Eataly una catena di gelateria chiamata Lait (che in Piemontese significa latte). L’ultima è stata inaugurata a Mosca. Lo scorso anno ho avuto l’onore di aprire e chiudere “Eataly Cooking Stars”. In occasione del prossimo appuntamento proporrò una versione esclusiva di un piatto tradizionale che è il cardo gobbo di Nizza Monferrato, una verdura molto curiosa per il suo modo di essere coltivata, è un presidio di slow food. Può essere mangiato in abbinamento con la fonduta o in modo più innovativo. Mi piace consigliarlo con l’aggiunta di pere, acciughe e tartufo bianco. I segreti dei suoi squisiti piatti?
La semplicità estrema. Credo che sia una delle cose più difficili da mettere in pratica. A volte la tentazione di stravolgere un piatto è forte, però poi ti rendi conto che può essere una mancanza di rispetto nei confronti degli artigiani, i quali hanno fatto un duro lavoro prima di consegnarci il prodotto finale. Abbiamo un legame intenso con gli allevatori e per tale cerchiamo di rispettare la materia prima senza stravolgerla. La mia cucina è semplice e di casa, cerco sempre di arrivare alla perfezione nelle cotture, l’abbinamento e quando possibile nella presentazione, perché come si suol dire anche l’occhio vuole la sua parte. C’è una canzone a cui è particolarmente legato?
Dato che sono un motociclista… direi “La mia moto” di Jovanotti. Mi richiama alla mente tante emozioni e ricordi. Il libro che l’ha emozionata?
Quello che mi ha colpito in modo particolare è il libro di Andre Agassi. Il racconto è incentrato sul suo rapporto con il tennis fin da giovane e con il padre che lo obbligava a fare cose che invece lui non voleva fare. Mi immedesimo in questa drammatica esperienza giovanile, in quanto per me era estremamente piacevole ascoltare i miei genitori quando mi dicevano quello che avrei potuto e dovuto fare. Mi affascina una differenza così abissale di un tipo di comportamento di un genitore rispetto a un altro. Poi un libro che mi è piaciuto tantissimo è La solitudine dei numeri primi dello scrittore torinese Paolo Giordano.
You are among the protagonist chefs of the plan “Eataly Cooking Stars”, an initiative coming from the cooperation between Starhotels - famous luxury hotel group - and Eataly, the chain of Oscar Farinetti. A homage to Italian territory and gastronomic excellence. Tell us something about what you are going to present for the occasion of next appointment and about the importance of that initiative.
It is an important initiative to spread abroad the knowledge of Italian products. Eataly group was the precursor of that, it helped many artisans who would have never dreamed in their life to see their products on the shelves in New York. This incentive favored the innovation of concerns and it supported small farmers. So we had the idea, together with Oscar Farinetti, to open inside each new Eataly a chain of ice-cream shops called Lait (which in Piedmontese means milk). Last one was opened in Moscow. Last year I had the honor to open and close “Eataly Cooking Stars”. In occasion of next appointment I will propose an exclusive version of a traditional dish, which is the hump thistle of Nizza Monferrato, a very awesome vegetable for its way of being grown, it is under the protection of slow food. It can be eaten together with the fondue cheese or in a more innovative way. I sug gest matching it with pears, anchovies or white truffle. Which are the secrets of your delicious meals?
The extreme simplicity. I believe that it is one of the most difficult things to put into practice. Sometimes the temptation to twist a dish is strong, but then you realize that it could be not respectful to the artisans, who had done a hard work before giving us the final product. We have a close relationship with the farmers and so we try to respect the first matter without modifying it. My cooking is plain and familiar, I always try getting to perfection in the cooking, the matching and when possible in the presentation, because, as it is said, looks also count. Is there a song you are particularly close to?
As I am a motorcyclist... I should say “La mia moto” by Jovanotti. It recalls me so many emotions and memories. What is the book that impressed you?
I was particularly caught by the book by Andre Agassi. The story is focused on his relationship with tennis since he was young and with the father who forced him to do things he did not want to do instead. I can identify with this dramatic youthful experience, as to me it was extremely pleasant to listen to my parents when they told me what I could and should have done. I was fascinated by such an abyssal difference of a kind of generational behavior. Then a book that I liked very much is La solitudine dei numeri primi by the Turinese writer Paolo Giordano. And what about a film affecting you?
Shinderlist.
What is your saying in the life and work?
Hard work and seriousness.
E un film che l’ha segnata?
Shinderlist.
Il suo motto nella vita e nel lavoro…
Impegno e serietà.
A destra,
Il cortile dell’Hotel Castille, Parigi 155
L I FE S T Y L E
Princely LES ETRANGERS HOTEL & SPA
SICILY
Un gioiello autentico della città al cospetto del mare, in cui interiors dallo stile neoclassico si accostano all’atmosfera e ai servizi da Grand Hotel d’una volta. Ecco chi domina oggi la scena di ortigia.
L’
aria è quella del Grand Hotel di una volta, sofisticato e predominante, nel cuore antico della città di Siracusa. È nella sua parte più autentica infatti - Ortigia, preservata come Patrimonio Unesco - che sorge Les Etrangers Hotel & Spa, il celebre cinque stelle che racconta ancora una lunga storia. Dichiara anzi sin dal suo stile architettonico le sue lontane origini, una grandeur che sfida i decenni e osa sulla scena turistica con un impianto irregolare e non lontano dalla piazza Duomo della città. Marmi, fregi, colonne, decorazioni e stucchi minuziosamente dorati parlano di un prezioso passato, apprezzato dai sovrani, come quelli del Belgio, Alberto e Paola nel 1961, o con Frederik IX e sua moglie Ingrid, il Re di Danimarca e anche Bernard Berenson nel 1953, o Gustavo VI e Louise Mountbatten di Svezia nel 1952 o infine Simone de Bouvoire con suo marito, Jean Paul Sartre, nel 1952. Les Etrangers Hotel & SPA offre un tocco d’arte neoclassico ma anche una esclusiva posizione privilegiata sulla Fonte Aretusa e sul belvedere che sembra abbracciare il mare ed il suo fascino.
I
t has the look of a Grand Hotel in the past, sophisticated and predominant, in the antique heart of the city of Syracuse. In fact in its more authentic part - Ortigia, preserved as Unesco Heritage - Les Etrangers Hotel & Spa rises up, the famous five star still revealing a long story. It shows from the architectonic style its far origins, a grandeur challenging decades and daring on the tourist scene with an irregular installation, not far from the Duomo square of the city. Marbles, friezes, columns, decorations and stucco gold-plated in great detail, reveal a precious past, appreciated by kings, such as the ones of Belgium, Alberto and Paola in 1961, or with Frederik IX and his wife Ingrid, the King of Denmark and also Bemard Berenson in 1953, or Gustavo VI and Louise Mountbatten of Sweden in 1952 or in the end Simone de Bouvoire with her husband, Jean Paul Sartre, in 1952. Les Etrangers Hotel & SPA offers a touch of neoclassical art, but also an exclusive privileged position on the Fonte Aretusa and on the belvedere which seems to hug the sea and its charm.
I
nteriors spiccatamente eleganti, con punte costanti di nero ed oro, enfatizzano il carattere dell’hotel. Sono settantadue le camere, tra cui primeggiano le deluxe per la vista panoramica che regalano e le esclusive suites, raffinate, che si affacciano sul Golfo di Ortigia. Ma l’affaccio mozzafiato sul blu del mare è anche privilegio del roof bar dell’hotel, quale luogo ideale per non perdersi i tramonti sorseggiando gli ultimi cocktail di tendenza della stagione. Per qualche coccola in più e per ritrovare momenti di benessere, gli ospiti godono anche dell’Aretusa Spa, uno spazio di 350 metri quadrati dedicato completamente alla bellezza presente sempre all’interno della struttura e che offre percorsi termali con docce emozionali, sauna, bagno turco, lettino nuvola e cascata di ghiaccio. E non mancano colori e profumi durante i più avanzati trattamenti (californiano, orientale, shiatsu e molti altri) oltre ai massaggi relax di coppia ed i suggestivi rituali aromatici. Fra questi, una particolare nota merita il trattamento multivitaminico Aromaplastie di consistenza intensa e sorprendente ai semi di lino, germe di grano e semi di girasole naturali al 100%. L’azione del trattamento ristora, nutre, rilassa anche le pelli più esigenti. E accanto a specifiche tecniche, nella SPA si utilizzano i prestigiosi prodotti di cosmesi firmati Décleor Paris. Altrettanta cura c’è nella cucina de La Medusa. Qui lo Chef Salvatore Filtrano riesce a coniugare sapori tradizionali con le materie prime del posto in un abile gioco di buon gusto, in cui le delizie del palato si sposano con la magia del luogo.
Nella pagina a fianco,
Les Etrangers Hotel & Spa Facciata frontale A destra,
Les Etrangers Hotel & Spa Hall
Sotto,
Les Etrangers Hotel & Spa
Roof bar con vista sul Golfo Ortiga
H
ighly elegant Interiors, with steady points of black and gold, emphasize the features of the hotel. The rooms are seventy-two, among which the deluxe ones excel for the view they offer and the exclusive refined suites overlooking the Gulf of Ortigia. But the stunning view on the blue sea is also privilege of the roof bar of the hotel, as ideal place not to miss the sunsets tasting the last trendy cocktails of the season. For some more treats and to find moments of wellness, the guests enjoy also the Aretusa Spa, a space of 350 square meters, completely dedicated to beauty always present inside the structure and which offers thermal treatments with exciting showers, sauna, Turkish bath, cloud bed and ice waterfall. And also colors and perfumes during the most advanced treatments (Californian, Eastern, shiatsu and many others) beyond the relaxing couple massages and the sug gestive aromatic rituals. Among these, a particular note is for the multivitamin treatment Aromaplastie of intense and amazing consistence with linseed, wheat germ and 100% pure sunflower seeds. The action of the treatment restores, nourishes, relaxes even the most demanding skins. And beside specific techniques, in the SPA prestigious cosmetic products by Décleor Paris can be used. In the kitchen of La Medusa there is even more care. Here the Chef Salvatore Filtrano can match traditional tastes with the first matters of the place in a wise game of good taste, where delights for palate are combined with the magic of place. A.T. 157
I N T E RV I E W
Ernst Knam:
il lato dolce di Milano
Ernst Knam
©Chiara Maci
PASTICCERIA D’AUTORE
Uno stile unico e inconfondibile, una passione mai sopita per l’arte della pasticceria: Posh incontra Ernst Knam, che festeggia i suoi primi 25 anni di successo
er Ernst Knam, il re del cioccolato, la pasticceria è un’arte che richiede passione e creatività. Le sue creazioni sono il frutto di suggestioni provenienti dal mondo dell’architettura, della moda, del design; ricercatezza e abbinamenti fuori dal comune i suoi tratti distintivi. Per questo non stupisce che, a meno di trent’anni dal suo arrivo in Italia, sia il pasticcere più noto e amato del Paese, con all’attivo diversi riconoscimenti internazionali, 18 libri pubblicati e un ruolo da protagonista sul canale Real Time - dove è stato appunto “Il Re del Cioccolato”, conduttore di “Bake Off ” e “Che Diavolo di Pasticceria!”. Un talento naturale che ha fatto di eccellenza e fantasia un connubio vincente, e che festeggia oggi il traguardo più importante: la storica Pasticceria Ernst Knam di Via Anfossi 10, a Milano, compie i suoi primi venticinque anni. Venticinque anni di ricerca, innovazione, successi, durante i quali rispetto della stagionalità per i migliori ingredienti e voglia di sperimentare sono state parole d’ordine. E per celebrare l’evento, Posh ha scelto proprio la Pasticceria di Via Anfossi come location per uno shooting fotografico dedicato alle fragranze più pregiate della stagione, dove bellezza, estro e buongusto diventano tutt’uno.
P
Delizie della Pasticceria Ernest Knam
Iniziamo dal principio. Gualtiero Marchesi è stato certamente una figura fondamentale per la sua crescita professionale, che cosa ha imparato da lui?
Dal Maestro Marchesi ho imparato soprattutto una filosofia di lavoro (e di vita) che mi è stata molto utile durante tutta la mia carriera. Proprio da una cena insieme a lui qualche anno fa è nata la linea Knam Extreme, lanciata nel 2015, dove a un ingrediente usuale della pasticceria ne ho uniti altri particolari (gorgonzola, colatura di alici e altri ancora) e dalla decorazione minimal. “Togliere, non aggiungere”, è il motto di Gualtiero che in qualche modo ho fatto mio. Quali altri maestri o fonti di ispirazione ha avuto nella sua carriera?
La mia ispirazione la traggo da ciò che mi circonda, dalle esperienze che vivo tutti i giorni. Sicuramente un altro grande con cui ho lavorato è stato Anton Mosimann, che ai tempi era considerato il miglior cuoco del mondo. Lei è anche “Il Re del cioccolato”, ma come si riconosce un buon cioccolato?
Un buon cioccolato è quello che piace. Potrei dire che il migliore in assoluto per massa di cacao e principi benefici è il fondente 100%, ma molti non lo apprezzano nel gusto e io penso che un dolce debba essere prima di tutto un piacere, quindi preferisco non essere un “purista del cioccolato” al solo scopo di mostrare a tutti le mie conoscenze, quanto far vivere un’esperienza unica a chiunque gusti un mio dolce.
Il suo punto vendita di Via Anfossi 10 a Milano è una piccola grande istituzione, perchè ha scelto proprio questa zona? In che modo il negozio è cambiato nel tempo?
Ho iniziato a lavorare in Italia da Marchesi in via Bonvesin De la Riva, vicinissimo a Via Anfossi dove ora ho il negozio, e mi sono subito innamorato di questa zona. È a un passo dal centro di Milano, si possono raggiungere facilmente tutte le zone, l’aeroporto di Linate e anche l’autostrada per quando torno a casa in Germania. Non ho mai avuto l’esigenza di spostarlo altrove. All’inizio si chiamava “L’Antica Arte del Dolce”, ma nel 2015 abbiamo rinnovato i locali e ha preso il nome di “Pasticceria Ernst Knam”: abbiamo deciso di adattare i locali allo stile delle mie creazioni, rendendoli più moderni, dinamici e con un occhio rivolto al design e alla cura delle forme in ogni loro minimo dettaglio. Quest’anno la Pasticceria Ernst Knam compie 25 anni, come li ha festeggiati? Ci saranno creazioni particolari legate a questo speciale anniversario?
Abbiamo festeggiato il 21 giugno, ringraziando chi ci è stato vicino e ci ha permesso di raggiungere questo traguardo, lanciando anche quattro nuove linee di prodotti: monoporzioni dolci e salate stagionali (autunno, inverno,
primavera ed estate); una serie di cioccolatini da me studiata e ideata nella forma e nel gusto, i cioccolatini K; e una vera e propria new entry, i macarons. Cosa definisce lo stile Knam?
Ricerca delle materie prime, qualità, eleganza in tutti gli aspetti. Le sue torte hanno forme e composizioni molto particolari, ha avuto occasione di creare dolci ispirati a pezzi di design?
Sì certo, il design è un settore che mi ha sempre affascinato e ispirato, insieme all’arte. Per esempio nel 2015, in occasione di Expo, ho ideato una pralina speciale dedicata a Milano insieme all’architetto e designer Lorenzo Palmeri.
Da diversi anni a questa parte lei è anche una star del piccolo schermo, cosa è cambiato da allora?
La gente mi riconosce per strada e mi chiede fotografie e autografi nei momenti più improbabili. Molti vengono in negozio solo per il selfie, ma poi rimango soddisfatto quando provano davvero le mie creazioni e li ritrovi come clienti fissi. La notorietà è un piacere e ha molti lati positivi, però comporta anche delle responsabilità: tutto deve essere perfetto e curato nel minimo dettaglio, nulla può essere trascurato. È sicuramente un obiettivo a cui tendevo anche in precedenza e verso cui questa nuova situazione mi ha portato sempre di più.
Quali sono le sue passioni al di fuori della cucina? Cosa le piace fare nel tempo libero?
Mi piace molto esplorare e scoprire nuovi gusti e nuovi sapori. Vado a visitare musei, gallerie d’arte e cerco di passare più tempo possibile con la mia famiglia.
Più volte ha dichiarato il suo amore per Milano, quali luoghi ama di più? Di quali ristoranti o locali è un cliente affezionato?
A Milano si può trovare di tutto, locali e ristoranti, mostre e concerti, eventi e manifestazioni. Ha avuto una grandissima crescita in questi ultimi anni ed è veramente “the place to be” in questo momento. Per le mie cene fuori, sono un grande fan di Wicky’s, ma anche dei miei vecchi compagni di brigata, Andrea Berton, Carlo Cracco e Davide Oldani. La proposta a cui non rinuncerebbe mai nella vita?
Portare i miei prodotti in Asia e Medio Oriente: una sfida che coglierei al volo, con le giuste condizioni. G.L. 159
Where beauty takes place
MARCO TORCASIO
LE TENDENZE ALBERGANO IN QUATTRO NUOVE DIMORE DA CONOSCERE
NEW AESTHETIC CODES
Calvin Klein Flagship Store 654 Madison Ave, New York
Uno spazio intimamente connesso all’esperienza emotiva del brand Riapre in grande stile il negozio Calvin Klein sulla Madison Avenue di New York, con un’installazione a tutt’altezza di Sterling Ruby, artista fortemente voluto dal Chief Creative Officer Raf Simons per celebrare l’arrivo in boutique della collezione Calvin Klein 205W39NYC A/I 2017, la prima del marchio che porta la sua firma. All’interno i clienti troveranno anche le nuove proposte per le linee jeans, underwear e accessori, e una selezione della collezione di oggetti per la casa. L’opera rivisita del tutto il design originale dello store progettato da John Pawson, ed evoca gli elementi esterni di una struttura in costruzione, di un work in progress in cui una ragnatela di impalcature attraversa lo spazio interno a tutt’altezza, e il giallo delle pareti invade gli ambienti con la sua tinta brillante e riflette i colori dei cartelli stradali e dei nastri di segnalazione, tra riferimenti a momenti diversi della storia americana in cui i clienti si possano riconoscere. 160
TIME IS PRECIOUS Hublot scandisce il tempo a Milano La Maison orologiera svizzera corona una stagione di importanti aperture con l’opening della sua nuova boutique di Milano, la terza in Italia, dopo quelle di Capri e Porto Cervo, inaugurate nei mesi di aprile e giugno 2017. Uno spazio di 40 metri quadrati situato nel cuore del quadrilatero della moda, all'interno del Flagship Store di Pisa Orologeria in via Verri 7. Collocata al piano terra, con le vetrine affacciate su una delle strade più prestigiose dello shopping di lusso, la boutique Hublot sarà direttamente accessibile dall'ingresso principale dello storico edificio. Il negozio presenta un nuovo concept di allestimento, dal carattere moderno e sofisticato, in cui dominano i toni del grigio e del nero. Un design all'avanguardia che richiama la boutique Hublot di New York, realizzata dal celebre architetto statunitense Peter Marino. L’attesa apertura milanese sarà celebrata con l’arrivo in Italia dell'Hublot Techframe Ferrari, realizzato in occasione del 70° anniversario del marchio di Maranello. Hublot Boutique Via Verri 7, Milano
ITALIANS DO IT BETTER Lo stilista italiano che fa breccia nel cuore della Serenissima
Affacciato con due vetrine in Calle Vallaresso, San Marco, una delle principali via dello shopping di lusso della città, il nuovo punto vendita Ermanno Scervino si sviluppa su una superficie di oltre 60 metri quadri, e ospita le collezioni prêt-à-porter di abbigliamento e accessori Ermanno Scervino donna. «Venezia è una città unica al mondo, per il suo fascino e per l’afflusso pressoché costante di una clientela internazionale. L’apertura della nuova boutique, grazie all'ottima posizione e alla grande visibilità della location, è quindi un momento particolarmente importante per noi. Si potrà così apprezzare il lifestyle Ermanno Scervino in modo totale e avvolgente, in uno spazio nuovo e di grande impatto», ha dichiarato Toni Scervino, CEO del Gruppo. Ermanno Scervino Calle Vallaresso, Venezia
ISSEY MIYAKE GINZA
Issey Miyake Ginza
4-3-6 Ginza, Chuo-ku, Tokyo
Il nuovo design project di Naoto Fukusawa Issey Miyake inaugura un nuovo store in Renga-Dori Street a Ginza, centro di tradizione e innovazione nella capitale giapponese. Un ambiente spazioso e rilassante, nei toni del blu scuro, distribuito su due livelli. Progettato da Naoto Fukasawa, offre un’esperienza speciale. Le grandi panche-divano sono poste al centro di ciascun piano, offrendo ai clienti uno spazio e un ambiente tranquillo dove rilassarsi e fare shopping. I pannelli in alluminio si trovano in corrispondenza degli spazi tra le finestre e le vetrine sulla facciata consentendo così di esporre gli abiti suddividendoli in diverse aree tematiche. I pannelli sono stati tinti nel tradizionale color “Nasukon” (blu violaceo), intensa tonalità che sovrasta e caratterizza l’intero spazio. 161
EXHIBITION
Abu Dhabi art scene UN HUB ESCLUSIVO PER L’ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE
In attesa della opening ufficiale del nuovo Louvre a opera di Jean Nouvel, la capitale emiratina celebra con un grande evento la propria presenza sul palcoscenico artistico mondiale. Al via la nona edizione di Abu Dhabi Art, in scena negli spazi del Manarat Al Saadiyat
M
diventa un’abitudine. Tutto è fuori misura: c’è la torre più storta del mondo, il tappeto fatto a mano più grande del mondo, il parco di divertimenti più esteso del mondo. Un luogo sospeso che riesce a toccare le corde dello spirito attraverso culture, religioni e bellezza.
entre il mondo aspetta con il fiato sospeso l’apertura ufficiale del nuovo Louvre sorto dalle acque sull’isola di Saadiyat, tra sabbia e mare, la capitale degli Emirati Arabi Uniti annuncia i dettagli della nona edizione di Abu Dhabi Art, l’esposizione annuale d’arte che si svolge a Manarat Al Saadiyat dall’8 all’11 novembre.
Durante tutto l’anno, si svolge un fitto calendario di eventi a sfondo artistico in diverse località, che culmina con la rassegna d’arte moderna e contemporanea di novembre. In continuità con l’offerta internazionale dell’edizione precedente, Abu Dhabi Art 2017 propone nuove e consolidate sezioni della fiera curate da personalità locali, regionali e internazionali. Saif Saeed Ghobash, Direttore Generale di TCA Abu Dhabi ha commentato:
Meno di un secolo fa era una stazione di pesca e raccolta di perle, punteggiata di ripari di fortuna realizzati con le palme. Oggi Abu Dhabi è una città lussureggiante con grattacieli di vetro da Guinnes dei Primati, grandi viali alberati e lunghissime spiagge a perdita d’occhio. Dove meravigliarsi è talmente frequente che quasi
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Gateway
Abu Dhabi Art
Abu Dhabi Art è una pietra miliare nella missione e nella visione di TCA Abu Dhabi finalizzata a creare nella capitale un ecosistema culturale vibrante e sostenibile. Ogni anno vediamo le migliori menti creative della regione riunite sull’isola di Saadiyat per offrire ai visitatori esperienze affascinanti e di grande ispirazione. Quest'anno non sarà diverso: vedremo il programma Abu Dhabi Art espandersi in un’offerta più diversificata che mai.
”
Q
uest’anno, in un calendario di off-site esteso, Abu Dhabi Art annuncia il lancio di Beyond: Artist Commissions. Il nuovo progetto introduce commissioni d’artisti per Manarat Al Saadiyat, Abu Dhabi e Al Ain. Per il 2017, hanno ricevuto mandato per la realizzazione di lavori legati a questa manifestazione gli artisti contemporanei Manal Al Dowayan, Magdi Mostafa e Nasser Al Salem. In un ulteriore sviluppo del progetto - Beyond, Abu Dhabi Art - ha invitato l’artista Mohammed Kazem e la curatrice Cristiana de Marchi a lanciare la nuova iniziativa - Beyond: Emerging Artists. Il progetto ha visto Mohammed Kazem e Cristiana de Marchi selezionare tre talenti emergenti degli Emirati Arabi Uniti con l’obiettivo di intraprendere un programma artistico personalizzato con loro. Al termine del quale hanno ricevuto l’incarico di creare dei lavori per l’esposizione Abu Dhabi Art 2017.
La Curatrice del Guggenheim Abu Dhabi, Munira Al Sayegh è stata invitata a dirigere il programma - Talks for Abu Dhabi Art - con l’obiettivo di discutere e documentare le storie d’arte locali e le narrazioni dell’area del Golfo. Il Dott. Omar Kholeif, Manilow Senior Curator al Museo d’Arte Contemporanea di Chicago, creerà una sezione dal titolo “Focus: Beyond Territory”, che introdurrà un gruppo di artisti inter-generazionali e di grandi progetti, proposti sia da gallerie emergenti che affermate, rivolti per la prima volta ad un pubblico mediorientale. Curato da Fabrice Bousteau, ritorna il programma - Street Art - che riunisce artisti di strada locali e internazionali, presentando opere d’arte in tutte le aree urbane di Abu Dhabi. M.T.
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No. No.
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