POSH
POSH ENGLISH TEXT Prezzo 10 (Italy only)
Best of
No. 77
Protagonist A € 11; B € 10; DK DKK 115; F € 10; D € 11; UK GBP 9,80; L € 10; N NOK 115; NL € 11; P € 10; E € 10; S SEK 130; CK CKF 13;
Gilda Ambrosio Tina Kunakey Kaia Gerber Adrian Cheng Thomas Dane
Fashion
Chanel Haute Couture Ermanno Scervino
Destination Okinawa: the new luxury island Exclusive places
The Club Urus Lamborghini Hermès Horlogerie Silencio Paris N–1 Unique Media srl Bimestrale – febbraio/marzo 10–02–2018
fabulous
No. 77
Life
EVERYTHING STARTS WITH A WHY
DAVID ALEXANDER FLINN SCULTORE
yslbeauty.com
Y, IL NUOVO PROFUMO MASCHILE
Per informazioni, numero verde 800-922259. *
Tutto inizia con un perché
EVERYTHING STARTS WITH A WHY
Y, IL NUOVO PROFUMO MASCHILE
POSH
COLOPHON
No. 77
EDITOR–IN–CHIEF Luisa Micaletti (luisa.micaletti@uniquemedia.it)
DESIGN Anna Casotti
TRAVEL Antonella Tereo
WATCH Diego Tamone
MOTORS Maurizio Bertera Cesare Lavia
FASHION COORDINATOR Anna Rita Russo
CONTRIBUTORS Marzia Bellotti, Alberto Corrado Veronica Cristino, Cristina Cennamo Alessia Ferri, Stefano Guerrini Alessandro Iacolucci, Marco Imperatore Alessio Jacona, Giulia Lenzi, Marco Torcasio
FOREIGN CORRESPONDENTS Anna Casotti – New York Fausto Furio Colombo – Zurigo Alessandra Fanari – Parigi Manuela Lietti – Pechino
GRAPHIC DESIGN Francesco Dipierro Stefania Di Bello
POSH È UNA PUBBLICAZIONE BIMESTRALE DI UNIQUE MEDIA SRL
Posh è distribuito in Italia e nei seguenti paesi:
Australia, Belgio, Brasile, Corea del Sud, Emirati Arabi, Finlandia, Giappone, Gran Bretagna Hong Kong, Israele, Lituania, Malta, Olanda, Portogallo, Singapore, Taiwan, Ungheria
MEDIA MEDIA
EDITORIAL DIRECTOR Enrico Cammarota (enrico.cammarota@uniquemedia.it)
STAMPA
ANES
UNIQUE MEDIA SRL
Arti Grafiche Boccia Spa
DISTRIBUZIONE SO.DI.P. “Angelo Patuzzi Spa” Via Bettola, 18 – 20092 Cinisello Balsamo
Via Cadolini 34 – 20137 Milano tel. +39 02.49542850 adv@uniquemedia.it (advertising) segreteria@uniquemedia.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA
Registrazione Tribunale di Milano n. 1 del 7/01/2003. ©Unique Media srl. Tutti i diritti riservati. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono. è vietata la riproduzione, seppur parziale, di testi e fotografie.
CONFINDUSTRIA
CONTENT
POSH No. 77 COVER
PROTAGONIST
Kaia Gerber CHANEL Haute Couture SS 2018
Gilda Ambrosio, 24 Tina Kunakey, 26 Kaia Gerber, 28 Adrian Cheng, 30 Azzedine Alaïa, 32 Thomas Dane, 35-36 Chanel Haute Couture, 38–41 Dior special event, 42–45
Fittings by Benoit Peverelli
Total look Ermanno Scervino
POSH LIVING
Bowling Suite
Three Waterline Square, New York City
20
New York: Iconic collection, 48–53 Okinawa: New oriental pearl, 54–59 2018 Top Destinations, 60–65
CONTENT
FASHION Dreaming softly, 68–81 Aspettando Magritte, 82–87 Scervino: inno alla pura femminilità, 88–93 Models, 94–97 Fornasetti: la poetica del sogno, 99–103 La natura chic di Chanel SS18, 104–105 Ercole Botto Poala, 106–109
THE CLUB Top Toys Lamborghini Urus, 133–137 Yacht Riva 90’, 138–139 Hermès Watch, 140–141 Barber Style House 99, 142–144 Perfume Acqua di Giò Absolu, 146–149 Place Silencio Club, 150–153 Fashion Sunglasses Trends, 154–155
BEAUTY Il futuro del lusso, 111 Chanel Neapolis, 112–113 YSL: Tom Pecheux, 114–115 Beauty Chest, 116–121 Timeless youth, 122–123 Armani: Aurélien Guichard e Pascal Gaurin, 124–125 Mugler: Marie Salamagne 126–129 22
Taste Norbert Niederkofler, 156–159 Technology L’invasione dei digital assistent, 160–161
Margiela/Galliera 1989-2009, 162
PROTAGONIST
Gilda Ambrosio Designer del brand Attico e inserita da Forbes nella classifica degli europei under 30 di maggiore successo nell’ambito “arte e cultura”, la giovane partenopea è fra le influencer di street style più top del momento
Una bellezza che ha radici nella sua calda terra napoletana, labbra carnose, fisico longilineo, make-up nude, lunghi capelli color corvino che rendono omaggio al suo mito per eccellenza Cher, la cantante statunitense. È balzata agli onori dell’ultimo gossip dalla quasi ufficiale relazione con Stefano De Martino, il bel ballerino partenopeo più celebre della casta di amici di Maria De Filippi, e niente poco di meno che ex marito della showgirl argentina Belen Rodriguez. Un amore molto chiacchierato. È una fashion influencer italiana fra le più note al mondo. Classe 1992, una laurea all’Istituto Marangoni di Milano e una passione per la moda. Tra gli stilisti preferiti spiccano Hedi Slimane, Nicolas Ghesquière e J. W Anderson. È cresciuta con i film di Fellini e tra le sue muse italiane si annovera Sophia Loren, Anna Magnani e Virna Lisi, mentre considera Monica Bellucci il simbolo dell’estetica italiana in assoluto. Inizia la carriera nell’industria della moda come consulente di stile per svariati brand e magazine, e nel 2016 debutta in qualità di stilista con il marchio di lingerie e sleepwear Attico, fondato insieme all’amica Giorgia Tordini, registrando sin da subito un notevole successo internazionale, con vendite nei Paesi di tutto il mondo, oltre a rilevare un ottimo riscontro e interesse da parte della stampa. I suoi look sono iper fotografati e richiestissimi dai fotografi di street style e il suo account su Instagram pullula di migliaia di follower. Onnipresente a tutte le sfilate e fashion week, il suo stile è ricercato, raffinato, chic, eclettico, estroso. Riesce a mixare sinergicamente e in maniera impeccabile capi iper femminili con pezzi mannish, abbigliamento vintage con proposte di designer emergenti. È riuscita a finire sotto i riflettori in solo breve tempo, diventando una vera icona di stile, amata e seguita grazie a un’affascinante personalità dalle mille sfaccettature e quell’allure sensuale e di classe che la rende sempre perfetta.
A beauty rooted in her warm Neapolitan land, full lips, slim figure, nude make-up, long black hair paying homage to her myth for excellence Cher, the American singer. She had the honor of the recent gossip about her almost official love affair with Stefano De Martino, the handsome Neapolitan most famous dancer from the set of friends of Maria De Filippi, and no less than the former husband of Belen Rodriguez. A love very gossipped. She is an Italian fashion influencer among the most famous ones in the world. Born in 1992, a degree taken at the Marangoni Institute of Milan and a passion for fashion. Among her preferred stylists we have Hedi Slimane, Nicolas Ghesquière and J. W Anderson. She grew up with the movies by Fellini and among her Italian muses she mentions Sophia Loren, Anna Magnani and Virna Lisi, while she considers Monica Bellucci the absolute symbol of Italian aesthetics. She started her career in the fashion industry as style consultant for different brands and magazines, and in 2016 she debuted as stylist with the brand of lingerie and sleep wear Attico, founded together with her friend Giorgia Tordini, reporting soon a great international success, with sales in Countries of all the world, beyond catching attention and interest from press. Her looks are super photographed and requested by street style photographers and her account on Instagram is full of thousands followers. Omnipresent at all the fashion shows and weeks, her style is accurate, refined, chic, eclectic, fanciful. She can make a synergetic perfect mix of super feminine pieces with mannish pieces, vintage clothes with proposals of emergent designers. She could get in the spotlight in such a short time, becoming a real icon of style, loved and followed thanks to a charming personality with many features and a sensual elegant allure making her always perfect. Gilda Ambrosio (a destra) insieme a Giorgia Tordini, co-founder di Attico (Instagram: @gildaambrosio)
PROTAGONIST
Tina Kunakey L’ammaliante modella dalla bellezza mozzafiato non è solo riuscita a catturare il cuore dell’attore francese Vincent Cassel, ma è anche la nuova regina delle passerelle
Un’immensità di ricci che incorniciano un viso perfetto. Una chioma ribelle diventata ormai il simbolo della sua immagine, bella da togliere il fiato, curve da capogiro, metà italiana metà togolese (la madre è siciliana di Caltanissetta, il padre è originario del Tongo). Protagonista di numerosi editoriali su riviste di prestigio, la bellissima modella Tina Kunakey Di Vita ha vent’anni, è nata a Tolosa nella Francia Meridionale ed è la nuova fiamma dell’affascinante attore francese Vincent Cassel, ex marito di Monica Bellucci. A dividerli ben 30 anni di differenza, ma per lei l’amore non ha età. Quando le si chiede del primo incontro tra i due, risponde: «è stato come un attimo di magia, ma non sapevo chi fosse». Determinata già da giovanissima si trasferisce per amore a Madrid e inizia a intraprendere la carriera di modella, proseguita a Londra (qui ha incontrato il rapper Asap Rocky con cui ha girato un cortometraggio che ha spopolato in rete) per poi approdare nella Ville Lumière, debuttando durante l’Haute Couture parigina sulle passerelle dello stilista Jean Paul Gaultier. Il suo primo servizio fotografico è stato per caso a 10 anni mentre si trovava in spiaggia a fare surf. Da piccola ha girato il mondo grazie alla sua famiglia, alla quale è molto legata perché l’ha sempre sostenuta, e voleva emergere come professionista nel nuoto, ma il destino le ha segnato la strada verso l’universo della moda. Una ragazza cosmopolita, risoluta, sicura di ciò che desidera e oggi pronta a conquistare lo Star System worldwide. Senza disdegnare la possibilità di diventare anche una star del cinema! Al momento ci godiamo il suo debutto in Trust, miniserie diretta dal premio Oscar Danny Boyle sul rapimento di John Paul Getty III. Insomma, bella, intelligente, determinata e ora anche famosa! A large quantity of curls framing a perfect face. Wild hair became by now the symbol of her image, so beautiful that takes the breath away, stunning curves, half Italian half Togolese (her mother is Sicilian from Caltanissetta, her father comes from Tongo). Protagonist of many editorials on prestigious magazines, the charming model Tina Kunakey Di Vita is twenty years old, she was born in Toulouse in Southern French and she is the new flame of the handsome French actor Vincent Cassel, former husband of Monica Bellucci. 30 years of difference divide them, but to her love has no age. When she is asked about their first meeting, she says:«it was like a magic moment, but I did not know who he was». In her very young age she is already determined for love she moves to Madrid, where she starts her career of model, followed in London (here she met the rapper Asap Rocky with whom she shot a short film having a big success on web), to then get to the Ville Lumière, debuting during the Parisian Haute Couture on the catwalks of Jean Paul Gaultier. She had her first photo-report by chance when she was 10 years old while she was surfing on the beach. As a child she travelled around the world thanks to her family, very loved by her for the support she received, and she wanted to emerge as professional in swimming, but destiny directed her towards the fashion world. A cosmopolitan resolute girl, sure of what she wants and today ready to conquer the worldwide Star System. Without ignoring the possibility to become also a movie star! At the moment we enjoy her debut in “Trust”, a mini series directed by the Oscar award Danny Boyle on the abduction of John Paul Getty III. So beautiful, clever, determined and now even famous! Tina Kunakey (Instagram: @tinakunakey) ©Twocoms
PROTAGONIST
Kaia Gerber Ha sedici anni ed è già una star internazionale. Dal primo film a prestigiose passerelle e advertising campaign, la bella figlia di Cindy Crawford è la più desiderata del momento
Buon sangue non mente. Fisico statuario, grandi occhi color nocciola, sopracciglia folte e ben delineate. Di un’eleganza semplice e raffinata che le consacra un posto di prestigio nel firmamento delle giovani celebrità. Figlia di Cindy Crawford e dell’ex modello americano e famoso imprenditore Rande Gerber. Bella, anzi bellissima e giovanissima. Ha sedici anni, un bel fratello, Presley, con cui è protagonista insieme della campagna SS 18 di Calvin Klein, ed è già sotto gli occhi del mondo intero. Modella, attrice (il suo nome compare all’interno del cast di Sister cities, film diretto da Sean Hanish) influencer (il suo profilo Instagram vanta quasi 3 milioni di follower), Kaia Gerber è la nuova icona della moda. Testimonial per Miu Miu e Marc Jacobs (pare sia stato il primo ad averne notato il talento), ha posato per la campagna primavera estate 2018 di Versace fotografata da Steven Meiselha, ha cavalcato le più prestigiose passerelle internazionali fino a debuttare a Parigi Haute Couture, dove ha sfilato al Grand Palais in occasione dello show di Chanel. E tra le ultime news, per seguire la tendenza del momento, il lancio di una collezione speciale firmata Kaia Gerber per Karl Lagerlfeld, disponibile negli store a partire da settembre. Una giovane età ma consapevole di possedere una bellezza iconica che segnerà il mondo della nuova generazione di super top!
Blood will tell. Statuesque body, big hazel brown eyes, bushy and well defined eyebrows. A plain and refined elegance gives her a prestigious position in the heaven of young celebrities. Daughter of Cindy Crawford and the ex American model and famous entrepreneur Rande Gerber. Beautiful, or better wonderful and very young. She is sixteen, she has a handsome brother, Presley, protagonist together with her of the campaign SS 18 by Calvin Klein, and she is already under the eyes of the whole world. Model, actress (her name appears in the cast of Sister cities, movie directed by Sean Hanish) influencer (her Instagram profile boasts almost 3 millions followers), Kaia Gerber is the new fashion icon. Testimonial for Miu Miu and Marc Jacobs (Maybe he is the first one who noticed her talent), she posed for the spring summer 2018 campaign by Versace, photographed by Steven Meiselha, she stepped the most prestigious international catwalks, to debut in Paris Haute Couture, where she modeled at the Grand Palais in occasion of Chanel show. And between the last news, to follow the trend of the moment, the launch of a special collection by Kaia Gerber for Karl Lagerlfeld, available in the stores from September. A young age but aware of having an iconic beauty that will mark the world of the new generation of super top!
Kaia Gerber (Instagram: @kaiagerber) ©Kathy Hutchins
PROTAGONIST
Adrian Cheng Discendente da una delle famiglie più potenti dell’ex Celeste Impero e grande collezionista d’arte, il miliardario cinese è pronto a inserire tra le sue ambiziose conquiste anche l’universo della moda
Adrian Cheng (Instagram: @ac_kaf) ©Lev Radin
È il nipote del miliardario Cheng Yu-tung, fondatore di New World Development - un conglomerato di attività di real estate e d’hôtellerie - ed è l’erede di una delle più influenti famiglie dell’ex Celeste Impero, leader nel settore del retail di lusso. Si chiama Adrian Cheng, nato nel 1979 con una laurea ad Harvard, ed è la mente dietro a Chow Tai Fook, la famosa catena di gioielli, nonché l’ideatore di un nuovo business che coinvolge il mondo fashion. Nell’ottobre 2017 ha lanciato il fondo CVenture, un veicolo d’investimento che ha come obiettivo primario quello di conquistare la “Bat generation” (i millennials e la Gen Z), un acronimo di Baidu, Alibaba e Tencent, i tre giganti cinesi di internet ed e-commerce. «La Bat generation - ha dichiarato Cheng - comprende 427 milioni di millennials e 235 milioni di ragazzi della Gen Z, una cifra superiore all’intera forza lavoro degli Stati Uniti e dell’Europa occidentale messe insieme.» Tra le prime risorse investite una “quota significativa” in Moda Operandi, il noto luxury e-tailer fondato da Lauren Santo Domingo e Aslaug Magnusdottir, da cui si possono preordinare i capi direttamente dalle sfilate in real time. «Moda Operandi - ha detto Adrian Cheng - ha un business model all’avanguardia, con un’attenta customer experience ricca di potenziale.» Il network di brand sotto l’ala di CVenture unisce il mondo dell’arte, media creativi e moda per assecondare le esigenze dei millennials, i consumatori più ambiti sul mercato globale. Tra le realtà controllate il canale editoriale Dazed, il sito Not Just A Label dedicato ai progetti di giovani talenti, i centri fitness e beauty Bandier e Beautycon. Insignito da poco del titolo di Officier de L’Ordre des Arts et des Lettres, Cheng è il fondatore di K11, un concept innovativo di shopping experience con sede a Hong Kong e Shanghai, che mette in relazione arte e moda unendo museo e negozio, e che include il non-profit K11 Art Foundation e il K11 Kulture Academy. K11, inoltre, ha di recente investito nella società di intelligenza artificiale ObEN, la start up con sede in California. Attraverso il rivoluzionario sistema tecnologico PAI di ObEN, disponibile nel mall K11 di Shanghai, i clienti possono vivere esperienze interattive, ricevere informazioni “live” e consigli personalizzati per lo shopping. Inoltre Cheng è Presidente del gruppo LUXBA, società leader di brand management e principale stakeholder di Roberto Cavalli. Nel portfolio di NWD, infine, rientra la catena cinese di lusso Rosewood Hotels & Resorts. Con un’allure da perfetto gentlemen, una passione per l’arte e una visione di business sempre più all’avanguardia, il giovane tycoon di New World Group si proietta verso un futuro ricco di interessanti progetti. 30
He is the grandson of the millionaire Cheng Yu-tung, founder of New World Development - an ensemble of real estate and hotellerie activities - and he is the heir of one of the most influential families of the former Celeste Empire, leader in the field of luxury retail. His name is Adrian Cheng, born in 1979 with a Harvard degree, and he is the mind behind Chow Tai Fook, the famous chain of jewels, as well as the author of a new business involving the fashion world. In October 2017 he launched the CVenture fund, a vehicle of investment whose primary aim is to conquer the “Bat generation” (the millennials and the Z Gen), an acronym of Baidu, Alibaba and Tencent, the three Chinese giants of internet and e-commerce. «The Bat generation - Cheng claimed - includes 427 millions of millennials and 235 millions kids of the Gen Z, a number bigger than the whole manpower of the United States and Western Europe together.» Among the first invested resources “a significant quota” in Moda Operandi, the famous luxury e-tailer founded by Lauren Santo Domingo and Aslaug Magnusdottir, where you can preserve pieces directly from fashion shows in real time. «Moda Operandi - Adrian Cheng said - has an advanced business model, with a careful customer experience rich of power.» The brand network under the wing of CVenture unifies art world, creative media and fashion to follow the needs of millennials, the most desired customers on the global market. Among the realities, you can find the publishing channel Dazed, the site Not Just A Label, dedicated to projects of the young talents, the fitness and beauty centers Bandier and Beautycon. After being charged with the title of Officier de L’Ordre des Arts et des Lettres, Cheng is the founder of K11, an innovative concept of shopping experience placed in the metropolis of Hong Kong and Shanghai, which puts in relationship art and fashion, by unifying museum and store, and includes the no-profit K11 Art Foundation and the K11 Kulture Academy. Moreover, K11 has recently invested in the company of artificial intelligence ObEN, the start up with seat in California. Through the revolutionary technological system PAI of ObEN, available in the mall K11 of Shanghai, customers can live interactive experiences, receive “live” information and personalized advice for the shopping. Cheng is also President of the LUXBA group, leader company of brand management and the main stakeholder of Roberto Cavalli. The portfolio of the NWD, in the end, includes the luxury Chinese chain Rosewood Hotels & Resorts. With an allure of perfect gentlemen, a passion for art and a vision of business more and more advanced, the young tycoon of New World Group is projected towards a future rich of interesting plans.
PROTAGONIST
Azzedine Alaïa l’ultimo couturier “Je suis couturier” è l’exhibition che omaggia l’ingegnosità di uno dei più grandi talenti della storia della moda. Vere e proprie opere d’arte ospitate dalla Fondazione Alaïa a Parigi per omaggiare il ricordo di una leggenda
“I’m not a designer, I’m a couturier”, si definiva così il maestro dell’Haute Couture. Una genialità sussurrata che continua a vivere malinconicamente nell’immaginario moderno. Un estro creativo mai ostentato. Azzedine Alaïa, il couturier dall’animo gentile, è uno dei più grandiosi talenti che il mondo della moda abbia mai avuto. Quando parlava di vestiti, lo stilista tunisino diceva:
«Mi piacciono quando sono belli, senza tempo, con pochi dettagli o ornamenti e in colori puri, che non invecchiamo mai. Più semplici sono, più sono difficili da creare.» Umile, riservato, schivo, generoso, i suoi capi sono considerati vere e proprie opere d’arte. Raggiunge il successo negli anni Ottanta grazie ai suoi meravigliosi abiti da sera, maglie attillate, leather dress scolpiti, e viene soprannominato “The King of Cling” perché le sue creazioni accompagnano il corpo come una seconda pelle. Ha sempre giocato con le forme, i volumi e le proporzioni conferendo alla donna una femminilità sensuale ed eterea, trasformandola in una dea della bellezza. Aveva l’abilità di scolpire la silhouette rendendola lunga e agile, distinguendosi nel panorama per una visione originale e ben definita che resterà eterna. È riuscito a far parte dell’industria moda conservando una sua individualità intellettuale, prendendo le distanze dalle tendenze imposte dalla società e dall’industria. Era fedele a se stesso e alla propria forte identità, e questo lo ha reso unico e profondamente amato. Capiva le donne, le osservava, le studiava, ne conosceva i gusti, le movenze e il corpo. Dal suo primo show a New York nel 1982 il suo stile incomincia a identificarsi, sperimenta diversi materiali, li modella. Non ha mai fatto pubblicità, non si è mai conformato a nessun programma di produzione specifico, non ha mai seguito le stagionalità imposte dal sistema. Tra le sue clienti affezionate celebrity come Tina Turner, Madonna, Michelle Obama, Victoria Beckham. A rendere omaggio alla creatività di Azzedine Alaïa, a soli pochi mesi dalla scomparsa, una esposizione nella Ville Lumière dedicata ai capolavori sartoriali di quello che viene definito “L’ultimo Couturier”. Inaugurata in concomitanza con l’Haute Couture parigina, la mostra “Je suis couturier” è ospitata nell’headquarter Alaïa fino al 10 giugno, in Rue de la Verrerie, nel quartiere Marais, all’interno della galleria adiacente alla storica boutique dello stilista. L’exhibition, curata da Olivier Saillard e voluta da Carla Sozzani e Christoph Von Weyhe, presenta oltre 40 creazioni iconiche, tra le quali il lungo abito nero con inserti argento indossato da Naomi Campbell nell’uscita finale della sfilata di Alaïa a luglio. AR.R. 32
the new floral eau de parfum
PROTAGONIST
Thomas Dane La city partenopea scenario idilliaco per il nuovo spazio firmato dal gallerista britannico
È tra i più importanti artisti della scena contemporanea e ha da poco inaugurato un elegante angolo di paradiso con vista sul Golfo di Napoli. Thomas Dane, raffinato ed eccentrico mercante d’arte di Londra, ha riscoperto nel cuore della città campana il suo spirito creativo di Cristina Cennamo
Il gallerista Thomas Dane
A
beautiful mind. Thomas Dane, da poche settimane napoletano d’adozione, non è solo uno dei galleristi più apprezzati di Londra ma soprattutto una persona con cui è piacevole intrattenersi. Anche quando, reduce dall’opening della sua nuova galleria a Napoli, ti incontra con il sorriso sereno di chi probabilmente non si sente un protagonista del mercato mondiale dell’arte. Eppure, molti si sarebbero aspettati di rivederlo a New York, dove è di casa, piuttosto che nel capoluogo campano. Dopo aver aperto la sua prima galleria nel 2004 a Duke Street, St. James’s (West London), Thomas ha conquistato infatti molti dei più grandi artisti del momento, a partire da Steve McQueen che è anche protagonista della mostra inaugurale insieme a Caragh Thuring, Catherine Opie, Kelley Walker e Bruce Conner, mentre nei prossimi mesi sono attesi Cecily Brown e Glenn Ligon. Ma chi lo conosce sa che le sue scelte sono state spesso motivate più dall’intuizione che dal calcolo. E questa di Napoli, in fondo, ne è la prova. «Nell’aprile del 2016 ero in viaggio verso la Sicilia insieme a Hamish Bowles», racconta Dane mentre mostra gli spazi della sua nuova sede insieme al socio François Chantala, «e decidemmo di fermarci a Napoli per cenare con Allegra Hicks e suo marito Roberto Mottola di Amato. Accennai loro che sarebbe stato bello portare qui artisti da tutto il mondo, e che mi sarebbe piaciuto aprire una galleria. Ed eccoci qui.» Detto e fatto, insomma. L’entusiasmo dell’amica designer, unito alla fitta rete di rapporti del marchese Mottola, anche presidente dello storico Circolo Italia, ha fatto il resto.
A
beautiful mind. Thomas Dane, who has become Neapolitan of adoption in a few weeks, is not only one of the most appreciated managers of art gallery, but most of all a nice person to meet. Even when he is back from the opening of his new gallery in Naples, he meets you with the serene smile of who may not feel a protagonist of the world art trade. Anyway, many would have expected to see him in New York, where he is at home, rather than see him in Naples. After opening his first gallery in 2004 in Duke Street, St. James’s (West London), Thomas conquered in fact many of the greatest artists of the moment, from Steve McQueen who is also protagonist of the opening exhibition together with Caragh Thuring, Catherine Opie, Kelley Walker and Bruce Conner, while in the next months Cecily Brown and Glenn Ligon are coming. But who knows him can understand that his choices were often motivated more from intuition than calculation. And this of Naples, after all, is a proof of it. «In April 2016 I was traveling to Sicily together with Hamish Bowles», Dane tells, while he shows the areas of his new seat with his partner François Chantala, «and we decided to stop in Naples to have dinner with Allegra Hicks and her husband Roberto Mottola of Amato. I mentioned them that it would have been nice to take here artists from the whole world, and that I would have liked to open a gallery. And here we are.» No sooner said than done, so. The enthusiasm of the friend designer, together with the large web of relationships of marquis Mottola, also president of the historical Circolo Italia, made the rest. 35
PROTAGONIST
Casa Ruffo, distretto di Chiaia, Napoli La nuova sede della galleria di Thomas Dane
A dicembre del 2017 Dane ha preso in affitto il primo piano di Casa Ruffo, un elegante palazzo di fine Ottocento in via Francesco Crispi, nel quartiere Chiaia: quello delle griffe e dei palazzi nobiliari, dove hanno trovato spazio sei ambienti più gli uffici con un grande salone centrale e un’aura neoclassica. Un angolo di Paradiso nel cuore della città. «Ho visto tanti posti - racconta - tra cui anche uno spazio di duemila metri quadrati, accompagnato da Alberto Sifola. Non che non fossero belli, ma non mi trasmettevano la sensazione giusta. Poi, sono entrato qui e ho capito subito che era il posto giusto per il tipo di attività che volevo intraprendere.» Quella di Dane, infatti, non vuole essere solo una galleria ma anche una sorta di dimora per gli artisti che vi potranno soggiornare per due settimane, ospiti negli stessi luoghi dove risiedette Benedetto Croce. «Immagino questo spazio come un luogo in cui svolgere un’attività ovviamente commerciale - spiega - perché non siamo un museo. Ma non solo. Mi piace pensare che un artista possa venire qui per scoprire Napoli e la sua energia che è così forte. Ci sono tantissimi artisti che sono eccitati all’idea di esporre qui.» Di sicuro, la sua è un’iniziativa pionieristica visto che il gallerista inglese è il primo straniero ad aprire una galleria all’ombra del Vesuvio. Una scommessa che lo ha già “posizionato” nell’Olimpo dei professionisti più illuminati. «Napoli, è affascinante, complessa e fuori dagli schemi convenzionali delle città europee - spiega - è un rischio ma anche un’avventura. L’artista che vorrei qui? Beh, ce ne sono tanti che apprezzo e con cui ho già preso contatti, per cui preferisco dire quello che sicuramente so che non verrà mai anche se mi piacerebbe molto: Robert Gober.» L’attrazione istintiva di Dane per Napoli potrebbe essere spiegata dalla sua antica passione per i maestri italiani e spagnoli: Thomas infatti ha studiato storia dell’arte rinascimentale e del XVII secolo all’University College di Londra, per poi essere coinvolto nell’arte contemporanea da Vanessa Branson che lo invitò a lavorare nella galleria che aveva fondato nel 1986. Anche in quel caso, la sua scelta fu controcorrente: anziché aprire un suo spazio, come facevano uno dopo l’altro i suoi colleghi del tempo, Dane preferì cercare la sua strada con calma. Così, mentre intorno alla metà degli anni Novanta gli amici Jay Jopling e Sadie Coles allestivano le loro gallerie a Londra, Dane lavorava dietro le quinte sostenendo artisti in progetti unici, occupandosi del mercato secondario e aiutando le istituzioni a creare collezioni. La svolta arrivò quindi nel 2001, insieme a Steve McQueen. «Steve e io siamo andati a cena fuori - ricorda - non lo conoscevo molto bene come persona, ma ad un certo punto mi disse: “Voglio cambiare galleria”. Quindi gli suggerii dove avrebbe potuto trasferirsi, e lui mi rispose: “Beh, perché non mi rappresenti?» Un incontro fortunato che, forse, Dane ha voluto replicare per il suo nuovo inizio italiano, proprio come avrebbe fatto un vero napoletano. 36
In December 2017 Dane took for rent the first floor of Casa Ruffo, an elegant palace of the late nineteenth century in via Francesco Crispi, in the Chiaia area: the one with griffe and noble buildings, where we can find six environments plus the offices with a big central salon and a neoclassical aura. A corner of Paradise in the heart of the city. «I saw many places - he tells - among which also a space of two thousand square meters, accompanied by Alberto Sifola. They were nice, but they did not transmit me the right sensation. Then, I came inside and I soon understood that it was the right place for the kind of job I wanted to do.» In fact Dane’s gallery wants to be also a sort of house for the artists who will have the chance to stay there for two weeks, guests in the same places where Benedetto Croce stayed. «I imagine this space as a place where to realize a commercial activity - he explains - since we are not a museum. But not only. I like to think that an artist could come here to discover Naples and its strong energy. There are so many artists who are excited at the idea of exhibiting here.» His initiative is of course pioneering, as the English manager of gallery has been the first foreigner to open a gallery in the shade of the Vesuvius. A bet that has already ‘placed’ him in the Olympus of the most illuminated professionals. «Naples is charming, complex and out of the conventional schemes of European cities - he explains - it is a risk but also an adventure. The artist I would like here? Well, I appreciate and I already contacted so many of them, so I prefer to say the one who will never come for sure, even if I would like very much: Robert Gober.» Dane’s instinctive attraction for Naples could be explained by his old passion for Italian and Spanish masters: in fact Thomas studied art history of Renaissance and seventeenth century at the University College of London, to be then involved in contemporary art by Vanessa Branson, who invited him to work at the gallery she had founded in 1986. Even in that case, his choice was against the general trend: instead of opening his space, as his co-workers used to do at that time, Dane preferred to find his way slowly. So, while during the half nineties the friends Jay Jopling and Sadie Coles prepared their galleries in London, Dane worked on the backstage by supporting artists in unique projects, dealing with secondary market and helping institutions to create collections. So the turn arrived in 2001, together with Steve McQueen. «Steve and me went out for dinner - he remembers - I did not know him very well as a person, but after a while he told me: “I want to change gallery”. So I suggested him where he could move, and he answered: “Well, why don’t you represent me?» A lucky meeting that, maybe, Dane wanted to reply for his new Italian start, just as a real Neapolitan would have done.
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FASHION
La couture floreale À LA CHANEL La magia della natura immaginata da Karl Lagerfeld
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Haute Couture
CHANEL Haute Couture SS 2018 Fittings by Benoit Peverelli
FASHION
CHANEL Haute Couture SS 2018 Fittings by Benoit Peverelli
Un giardino incantato nel Grand Palais per aprire le danze dell’Haute Couture firmata Chanel. Il potere dei fiori che si esprime attraverso creazioni sublimi, che esaltano e reinterpretano l’essenza profonda della maison della doppia c. Delicate, eteree mademoiselle avanzano armoniosamente nell’eden immaginato da Karl Lagerfeld, sul viso una veletta di pizzo nero di Lesage mentre indosso completi ricamati in tweed nelle diverse proporzioni, corti, lunghi, a zig-zag, 40
con spacchi. Tra vestiti a forma di A, giacche con spalle voluminose, gonne dalle linee a corolla che esaltano il punto vita fasciato da cintura. In un trionfo di rosa, ruches, dettagli incandescenti, trasparenze velate, piume, cristalli, tulle. E per l’eveningwear vanno in scena abiti da sogno, svolazzanti, preziosi, divini che esaltano una femminilità fiabesca, romantica, contemporanea, costruiti dalla geniale mente dello stilista tedesco. Per un’esaltazione nobile della femme.
Haute Couture
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EVENT
Grand Bal Surréaliste A Parigi per il ballo in maschera firmato Dior
DIOR Haute Couture SS2018 SCENOGRAPHY BAL ©Adrien Dirand
Annabelle Wallis
Monica Bellucci
Jeanne Damas
Eva Herzigova
Annabelle Belmondo
EVENT
DIOR Haute Couture SS2018 SCENOGRAPHY BAL ©Adrien Dirand
DIOR Haute Couture SS2018 SCENOGRAPHY BAL ©Adrien Dirand
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Eva Herzigova
Winnie Harlow
Willow Smith
Gala Gonzalez
Clotilde Courau
Sasha Pivovarova
Tra illusione, sogno e realtà, Dior presenta a Parigi il Grand Bal Surréaliste. Un glamourissimo afterparty con ospiti del jet set internazionale per celebrare la figura di chez Christian Dior e tutta la sua grande passione per il mondo surreale. Un elemento magico che ha ispirato anche l’ultima collezione Haute Couture siglata Maria Grazia Chiuri, il direttore creativo che dal 2016 detiene le redini dello stile del marchio francese.
Haley Bennett
Gemma Arterton
All’interno del giardino di Musée Rodin, maison Dior architetta un fantastico set dall’allure ipnotico, contornato dalle performance animate curate da Willow Smith. Un raffinato ballo in maschera il cui accesso è stato sormontato da una gigantesca scacchiera in pieno stile wonderland, che ha accolto gli ospiti dal calibro di Chiara Ferragni, Alexa Chung, Bebe Vio, Monica Bellucci, Eva Herzigova e Valeria Bruni Tedeschi. 45
POSH
LIVING Design, Travel, Lifestyle
LIVING
Iconic collection The Archistar’s residences
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New York
La raffinatezza dell’Upper West Side, la vision di nomi altisonanti dell’architettura - Rafael Viñoly, Richard Meier, Kohn Pedersen Fox - e un gourmand curato da Cipriani, in una collezione iconica di vertiginose glass tower. Affacciate sui tramonti dell’Hudson River di New York di Anna Casotti
Indoor Lap Pool & Spa
LIVING
Three Waterline Square Social Hub
Music and Recording Studio
New York
Three Waterline Square Bowling Suite
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LIVING
One Waterline Square Club Lounge
E
voca la stretta e inscindibile relazione che unisce Manhattan al suo grande e imponente fiume, l’Hudson, il nome del nuovo e ambizioso sviluppo immobiliare Waterline Square, tre torri in vetro che trasformeranno l’Upper West Side. Lucenti “fari” sul lungomare di New York City, tra spazi verdi e reminiscenze veneziane. Promosso dal Gruppo GID, ogni glass tower porta la firma di una diversa archistar chiamata a interpretare la nuova avanguardia nell’universo del lusso, per dar vita a quello che diventerà l’epicentro dell’élite newyorkese. Progettato da Richard Meier & Partners Architects, One Waterline Square, con un interior firmato dal designer di fama internazionale Champalimaud, svela una particolare armonia tra la purezza delle linee esterne dell’edificio e i toni del bianco e del naturale che caratterizzano ogni unità abitativa. Tra vetrate imponenti, alti soffitti e una particolare accuratezza nella selezione di materiali pregiati provenienti da ogni parte del mondo. La seconda torre - Two Waterline Square - ideata da KPF-Kohn, Peder52
sen Fox Associates - è caratterizzata da interni lussuosi firmati dai celebri designer di boutique hotel ed exclusive hospitality Yabu Pushelberg. Tra moderne finiture e nuances chiare e scure, l’eleganza dell’interior è scandita dalla potente luce naturale che inonda ogni residenza, dalle magnifiche terrazze pensate in tutto l’edificio e da una hall spettacolare che esprime lo stile e la magnificenza di ogni dettaglio creativo. Circondata da uno spazio verde, Three Waterline Square by Rafael Viñoly si immerge invece in una facciata sfaccettata ad angolo, tra gli interni immaginati da Groves & Co. e panorami spettacolari sul parco, sull’Hudson e sulle meraviglie della City. Una vertigine da ammirare dalle vetrate inclinate che avvolgono ogni private residence. In un connubio di eccellenza e perfezione architettonica, le torri di Waterline Square si completano a vicenda con le loro facciate articolate che creano un audace skyline, le 263 residenze superluxury e una straordinaria offerta di amenities dedicate a chi ricerca il bien vivre. Il Club Waterline, progettato da David Rockwell Group, è un vero e proprio tempio per lo sport e il fitness, con un campo da tennis indoor, squash court, parete per
New York
l’arrampicata, campi da golf, da basket e da calcio, oltre a studi di pilates, yoga, piscina olimpionica, vasca idromassaggio, saune e una grande spa per la remise en forme. Tra sale per party privati, bowling, biliardo, sala giochi e un cinema, spazi per l’arte, la musica, la fotografia, il giardinaggio e una sala per la registrazione, ogni dettaglio in Waterline Square è pensato per il tempo libero dei residenti, ma anche per i bambini - con uno spazio progettato dal pluripremiato museum designer museo, Roto Group - e persino per gli animali domestici con una sala giochi interna, una stazione per il lavaggio e un’area per la loro formazione. E per chi ama ricercare un gourmand raffinato, la famiglia Cipriani svilupperà tutta una serie di esperienze culinarie nelle differenti espressioni dedicate al cibo: una vera e propria food hall creata dal londinese Martin Brudnizki con mercati, ristoranti e fast casual places. Avvolti da un lussureggiante paesaggio naturale, tra sentieri, boschi alberati, fontane e giochi d’acqua immaginati dal Landscape Architect Mathews Nielsen. Nella suggestione della luce che trasforma lo skyline di una città in continuo divenire e che riflette l’atmosfera surreale di Manhattan.
Cards Parlour & Lounge
Waterline Square West 59 st – West 61 st Upper West Side – New York City Architects and Interior designer: One Waterline: Richard Meier & Partners Architects; interior design Champalimaud Two Waterline: Kohn Pedersen Fox Associates; interior design Yabu Pushelberg Three Waterline Square: Rafael Viñoly; interior design Groves & Co. Amenities: Club Waterline by David Rockwell Group Food Hall by Cipriani: design Martin Brudnizki Landscape Design: Mathews Nielsen Children's Design: Roto Group Development: GID Prezzi: da $2 milioni waterlinesquare.com
LIFESTYLE LIVING
New oriental pearl Welcome in Okinawa, un autentico paradiso tropicale
Décor in Japan style e specchi d’acqua sconfinati per gli ospiti di ville e suite immerse in lagune inesplorate. A debuttare sull’isola nipponica i grandi brand dell’hôtellerie internazionale
di Antonella Tereo
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Okinawa
Kume Island
Hate no Hama Beach ©OCVB
LIVING
Irabu Bridge Miyako Island
I
l nuovo anno volge lo sguardo a Oriente. È proprio verso le perle del Giappone che puntano le stelle dell’hôtellerie più ricercate, specie nel 2018 quando si preannunciano opening in grande stile. Spicca in particolare Okinawa e le sue disseminate isole che costituiscono l’Eden asiatico più sofisticato del momento, ben collegato con gli scali internazionali di Osaka, Tokyo e Nagoya nonché paradiso per lo scuba diving d’élite, attento alle riserve più rare. Lontani da centri caotici come le vicine Hong Kong o Taiwan, ma nello stesso tempo dove influenze giapponesi, cinesi e taiwanesi si mescolano, queste aree sono ancora le più inesplorate nella terra del Sol Levante e negli ultimi anni sta diventando un timido terreno di conquista da top class. Fra le novità più recenti c’è il Grandvrio Ishigaki Resort che ha debuttato qualche mese fa aprendo un complesso articolato fra camere e ville immerse in un contesto tropicale sulla spiaggia dell’isola di Ishigaki. Oltre alle piscine esterne, la superficie sia comune sia riservata agli ospiti concede ampi spazi outdoor, evidenziando la particolare eccezionalità di questi luoghi lontano dal consueto. Caratteristici i 4 cottage di nuova concezione ma arredi tipici dell’interior locale, tutti con piscina privata e in aree distinte dalle camere ma pur sempre nella fitta vegetazione tropicale. La Salt SPA, la zona wellness del resort, è poi il fiore all’occhiello: grazie a prodotti tratti dalle piante autoctone, derivati anche per la cosmesi utile ai trattamenti di bellezza, la clientela può apprezzare nelle generose cabine un menù sostanzialmente dedicato alla medicina orientale, in aggiunta a ottimi massaggi con essenze naturali. 56
T
he new year turns to East. The most loved stars of hotellerie aim just to the pearls of Japan, especially in 2018 when we expect an opening in great style. In particular Okinawa is noticeable with its spread islands making the Asiatic Eden the most sophisticated one of the time, well connected to the international slips of Osaka, Tokyo and Nagoya, as well as paradise for the elite scuba diving, careful to the most rare reserves. Far from the chaotic centers such as the neighboring Hong Kong or Taiwan, but at the same time where Japanese, Chinese and Taiwanese effects are mixed, these areas are still the most unexplored ones in the Eastern land and in the last years they are becoming an easy land to conquer for the top class. Among the most recent novelties there is the Grandvrio Ishigaki Resort, which debuted a few months ago by opening a complex structured through rooms and villas, immersed in a tropical environment on the beach of the Ishigaki island. Beyond the external pools, the surface, which is both common and reserved, offers to the guests wide outdoor space, highlighting the particular exceptionality of these places far from the usual. Such as the 4 cottages of new conception, but typical furniture of the local interiors, all with private pool and in areas divided from the rooms, but still in the rich tropical vegetation. The Salt SPA, the wellness area of the resort, is then the pride: thanks to products taken from autochthon plants, derivative also for cosmetics useful for beauty treatments, customers in the spacious cabins can appreciate a menu basically dedicated to Oriental medicine, together with great massages with natural essences.
Okinawa
Furuzamami Beach Zamami Island
Sulla collana di perle di Okinawa - e fra le prossime attesissime protagoniste del settore - la prestigiosa The Luxury Collection, la raffinata selezione che cura l’exquisite décor nel portfolio Marriott. La sua nuova scommessa fa la scelta di Miyakojima, città su un’isola fra le più distanti dalla principale e ancora più esclusiva nell’arcipelago giapponese, rifugio ideale per il mercato upscale. Ed è anche la terza proposta in terra nipponica del gruppo, a conferma del fatto che la destinazione ne conserva ancora il fascino elitario. Pronta a essere inaugurata nella seconda parte dell’anno l’Iraph Sui - dal nome di Irabu, isola a sud ovest dell’arcipelago su cui sorge - la prossima struttura del colosso alberghiero. Ma per ora si rivela poco. Seppur non ancora mostrata, infatti, nei suoi ambienti in costruzione, news in anteprima concedono di conoscere quali soluzioni ufficiali proporrà, tutte dal design in Japan style. E non mancano di stupire alcune scelte da special guest: contemplate infatti solo 57 camere - tutte con una vista mozzafiato sulla costa e sulle bellissime e assolate spiagge della laguna circostante - il resort sarà articolato comprendendo 9 suite con piscina privata, 10 junior suite e una executive suite che riservano ciascuna una piscina privata di quasi 22 metri di lunghezza, una fitness area e una SPA dedicata. Per il gruppo Hyatt, invece, l’interesse sboccia in Onnason, a un’ora dall’aeroporto internazionale di Naha, sull’isola principale della Prefettura di Okinawa, altro corallo prezioso semi disperso fra le lagune dei mari tropicali nonché secondo esempio sul mercato “locale” che porta il marchio americano (dopo quello sito da qualche anno nella capitale). È lì che aprirà ufficialmente, entro metà dell’anno nuovo, Hyatt Regency Seragaki Island.
On the chain of pearls of Okinawa - and among the next long-awaited protagonists of the field - the prestigious Luxury Collection, the refined selection embellishing the exquisite décor of Marriot portfolio. Its new bet chooses Miyakojima, city on an island among the most distant ones from the main and still the most exclusive in the Japanese archipelago, ideal refuge for the upscale market. And it is also the third proposal of the group in Japanese land , to prove the fact that the destination still keeps its elite charm. Ready to be opened in the second part of the year, Iraph Sui - from the name of Irabu, island in the south-west of the archipelago where it rises - next structure of the hotel colossus. But at the moment it is not so evident. In fact, even if it is not shown yet, in its places under construction, advanced news reveal which official solutions it will propose, all designed in Japan style. And some choices of special guest are amazing: in fact there are just 57 rooms - all with stunning view on the coast and on the beautiful and sunny beaches of the surrounding lagoon - the resort will be articulated including 9 suite with private pool, 10 junior suite and an executive suite, each one provided with private pool of almost 22 meters of length, a fitness area and a dedicated SPA. Instead to the Hyatt group, the attention is to Onnason, an hour far from the international airport of Naha, on the main island of the Prefecture of Okinawa, other precious coral semi-lost through the lagoons of tropical seas, as well as second example on the “ local” market that has the American brand (after the one that has been in the capital for some years). Just there, by the half part of the new year, Hyatt Regency Seragaki Island will officially open. 57
LIVING
Heart ock – Ikema Island ©OCVB
La realizzazione di un paradisiaco hotel dopo un biennio di lavori (iniziati infatti nell’ottobre 2016) che per l’estate 2018 vuole offrire un beach resort quasi all’occidentale ma completamente immerso in una spettacolare natura marina, che regala fondali da intenditor. Predisponendo 340 camere in tutto, tra soluzioni in villa e spaziose stanze nel main building ma che, in entrambi i casi, offrono servizi d’alta gamma degni della selezione Regency del gruppo Hyatt. Molteplici i ristoranti gourmet in previsione all’interno del complesso, quasi tutti con menù sia internazionale che Japanese, come vuole lo spirito di tendenza non solo locale. Poi si gioca sull’alternanza di alcune piscine interne ed esterne, nonché sulla provvidenziale presenza di una cappella destinata alle coppie in cerca di angoli insoliti al mondo, per il grande giorno o per il suo rinnovo, segno distintivo anche in risposta a un target sempre più esigente. Tra le facilities per i luxury traveller c’è particolare attenzione per i transfer del tutto riservati, che permettono l’esplorazione dei vicini gioielli naturalistici disseminati nell’arcipelago, e family fun camp studiati per le famiglie abituate al meglio, specie in vacanza. Dallo stesso aeroporto della capitale Naha si può raggiungere anche il lido conquistato dal gruppo americano Hilton. L’interesse della scena internazionale è infatti verso il prossimo Okinawa Chatan Hilton, l’esempio che il gruppo alberghiero americano giunto ormai al secondo opening in loco, dopo il suo esordio sulla main Island di Okinawa. Fra suite e speciali guest room, ora la proposta è però quella di presentare soluzioni più ampie, simili ad appartamenti in hotel con Ocean view, spesso modulabili ed estensibili con aree comunicanti per ospitare in completa privacy nuclei familiari e assistenti in rispettive soluzioni, seppur adiacenti, il tutto con il tocco del brand più alto del gruppo. L’area beauty del resort porta la firma di Amami SPA, con terapisti specializzati nel metodo locale non a caso chiamato Ryūkyū, dal nome originale di questa manciata di isole paradisiache. 58
The realization of a heavenly hotel after two-year works (started in fact in October 2016), which by summer 2018 wants to offer an almost western beach resort, completely immersed into a stunning sea nature, offering seabeds for expert ones. Provided with 340 rooms in total, between solutions in villa and spacious rooms in the main building, but which, in both cases, offer high level services worthy of the Regency selection of Hyatt group. Many gourmet restaurants are expected inside the complex, almost all of them with international and Japanese menu, based on the trendy, and not only local, spirit. Then there is a game of alternation of some internal and external pools, as well as the providential presence of a chapel bound to couples who look for unusual corners in the world, for the great day or for its restoration, distinctive sign also as an answer to a more and more demanding target. Among the facilities for luxury travelers, there is particular attention to the reserved transfers, which allow the exploration of the close naturalistic jewels spread in the archipelago, and family fun camps studied for the families requiring the best, especially on holiday. From the same airport of the capital Naha we can also reach the shore conquered by the Hilton American group. The interest of the international scene is in fact in the next Okinawa Chatan Hilton, the example of the American hotel group, which has now come to the second opening in loco, after its opening on the main island of Okinawa. Between suite and special guest rooms, now the proposal is to present wider solutions, similar to apartments in hotel with Ocean view, which can often be modulated and extended to communicating areas, to welcome in complete privacy family units and assistants in respective , even if contiguous, solutions, all with the touch of the highest brand of the group. The beauty area of the resort is signed by Amami SPA, with therapists specialized in the local method, on purpose called Ryukyu, from the original name of this bunch of heavenly islands.
Okinawa
Hyatt Seragaki Hyatt Regency Naha, Okinawa
Tokashiki Island Aharen Beach ©OCVB
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LIVING
2018 Top Destinations Place to be
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agune, isole, aree selvagge ma anche metropoli dal fascino sempre nuovo entrano nella lista delle migliori destinazioni per i viaggiatori di lusso del 2018. Non sono solo le ricerche di mercato a definirle e a proiettare le prossime fughe verso sofisticati resort o boutique hotel del mondo, ma anche trend di crescita per esperienze uniche e personalizzate. Ma verso quali lidi? Alcune conferme giungono dall’Oceano Indiano, dove primeggiano per i prossimi mesi le Maldive ma anche Zanzibar che riemerge fra le mete più gettonate, mentre non tramonta il fascino dell’estremo Oriente che continua a conquistare l’esclusività delle nuove sfide architettoniche nei Paesi arabi. Soluzioni ideali per i giovani influencer amanti delle social experiences, ma per chi cerca il vero relax si affaccia all’orizzonte anche la Polinesia francese, lontano da tutto e dunque dagli stereotipi e dal consueto. Ecco una mappa dei place to be da non perdere, gli eventi clou e le migliori strutture che debutteranno da protagoniste proprio tra le destinazioni top del 2018.
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Travel
L’isola privata di Hurawalhi, residenze d’élite in Sud Africa, la celebre spiaggia Echo Beach a Bali. Fino alla movida di St. Kitts, l’attesissimo resort su Banana Bay, new opening a Dubai e indimenticabili appuntamenti nella Polinesia Francese. Ecco le luxury destinations protagoniste del nuovo anno di Antonella Tereo
Park Hyatt St. Kitts – Caraibi Swimming Pool
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LIVING
Isola Privata di Kudadoo – Maldive
MALDIVE PROTAGONISTE DA SEMPRE Tropical resort opening
SUD AFRICA, RINASCITA PER L’ÉLITE High level residences
È stata decretata ancora una volta la World’s Leading Honeymoon Destination e World’s leading Dive Destination anche dai più importanti awards di fine 2017 e domina le preferenze e le classifiche dei prossimi trend anche dell’anno appena iniziato. Per i prossimi mesi si attendono alcune nuove strutture di lusso, come l’atteso debutto dello splendido tropical resort da parte di Mövenpick Resort & Spa Kuredhivaru sull’atollo Noonu, vicino al Marine National Park Edu Faru. È il primo esperimento infatti del gruppo svizzero fra le lagune maldiviane. Molta privacy, essendo sull’atollo che è circondato da isole inabitate, ma al tempo stesso adatto anche a famiglie avventurose, il resort - 33 Beach Villas e 72 Over Water Villas - si prefigge come obiettivo quello di dare un’opzione di soggiorno unica, per vivere in uno scenario ancora inviolato.
Effervescente la scena del Paese di Nelson Mandela (nell’anno appena iniziato ricorrono i 100 anni della sua nascita) che dà seguito a numerosi cambiamenti nei quartieri delle grandi città con restyling e generosi investimenti. Cape Town è infatti sotto lo sguardo di Marriott con AC Hotel Cape Town, posizionato accanto a un altro complesso, The Yacht Club. A Johannesburg sbocciano spazi a cinque stelle nei nuovi quartieri residenziali di alta gamma, dove le griffe internazionali hanno aperto le loro boutique. Centri culturali e locali di tendenza, nella zona di Sandton, si alternano a open space per suite e uffici in molti complessi, oggi sedi di atelier di moda e laboratori che hanno fatto eco all’arrivo di centri espositivi nei vivaci quartieri di Maboneng, con annessi retail spaces e art hotel. Questo spiega l’interesse del colosso americano dell’hôtellerie haut de gamme a creare una partnership con Amdec Group e preferire la rinata Johannesburg sulla piazza internazionale, proponendo opzioni nell’hospitality Investment che sembrano solo all’inizio.
Kudadoo Private Island by Hurawalhi Nello splendore dell’isola privata di Hurawalhi, appare l’adults-only che porta la firma dell’archistar Yuji Yamazaki. Dedicata a chi chiede privacy e personalizzazione dei servizi, la struttura del gruppo Crown & Champa Resorts è già stata incoronata Best Romantic Resort agli Asia Spa Awards 2017. A disposizione degli ospiti 15 ville: 13 Ocean Villas di 300 mq (con una camera da letto) e 2 Ocean Villas di 380 mq (con due camere da letto) complete di tutti i comfort e i più prestigiosi servizi a soli 40 minuti di idrovolante dall’aeroporto di Velana. Dominando l’offerta sull’Atollo di Lhaviyani, il Kudadoo saprà stupire con servizi esclusivi. Se non si vuole cenare nell’ormai celebre ristorante sottomarino 5.8 del vicino Hurawalhi, ci sono nel resort private dining options particolarmente curati, con l’utilizzo di materie prime di provenienza biologica e artigianale (con servizio privato, anche per 24 ore al giorno, come il maggiordomo a disposizione per ogni villa del resort). 62
Johannesburg Marriott Hotel Melrose Arch and the Marriott Executive Apartments Johannesburg Melrose Arch In arrivo 200 appartamenti nel complesso Marriott Executive Apartments Johannesburg Melrose Arch. L’idea è quella di accostare alle nuove 150 camere del vicino Marriott Hotel Melrose Arch (nato come risposta alla crescente fioritura di hotel di lusso nei quartieri di Sandton e Rosebank) proponendo un progetto residenziale di alto livello con tutti i servizi della migliore hôtellerie. Una formula che mixa l’ospitalità alla privacy. Il tutto a due passi dai nuovi store di Rolex, Rolls Royce e McLaren, nonché dalla prima apertura nel Paese dello chef Jamie Oliver.
Travel
Penthouse, Master Bedroom, Pool Deck Como Uma Canggu – Bali
BALI, FRA I NUOVI RIFUGI SELVAGGI Design & nature
CARAIBI, RICONQUISTANO LA SCENA Adults only new openings
Nell’arcipelago più grande al mondo è la perla più preziosa dell’Indonesia protetta da Unesco e che molti vogliono conquistare almeno una volta nella vita. Per quanti però cercano spiagge isolate per un rifugio privato, Bali offre molte soluzioni, ricercate anche da chi fa surf, essendo uno dei luoghi più adatti specie nei pressi di Kuta, Legian e Canggu e la penisola di Bukit. La più esclusiva del momento è senza dubbio Echo Beach, ideale per dimenticarsi di tutto davanti a un vero e unico paradiso.
I Caraibi risorgono a meno di un anno dall’uragano Maria che ha lambito le isole maggiori. Ormai ripresa a pieno l’attività turistica, sono molte le novità per chi cerca rifugio nelle acque leggendarie dei suoi mari. Fra le protagoniste della nuova stagione - a giudicare dagli investimenti dei grandi gruppi alberghieri - c’è sicuramente St. Kitts che torna vibrante come non mai. La movida locale qui si sposta fra pranzi a Pinney’s Beach - sulla vicina Nevis - per poi tornare indietro in tempo per i cocktail di Killer Bee al Sunshine’s Bar a St. Kitts, spostandosi in yacht o catamarani che fanno solitamente sosta lungo le coste e le spiagge più esclusive. Non a caso poi, l’appuntamento dell’anno è al Spice Mill Restaurant, sulla Cockleshell Beach. Dal 20 al 23 aprile a Spice Fest ci saranno arte, musica d’autore ma soprattutto la presenza di celebrity-chef di fama internazionale per la kermesse che anima le tre serate dell’appuntamento mondano, all’insegna dell’eccellenza e della #SpiceExperience.
COMO Uma Canggu Il gruppo cui appartiene la novità alberghiera di Bali ha altre proprietà indonesiane ma non per questo manca di stupire con il nuovo gioiello appena inaugurato sulle coste dell’isola. La scelta cade stavolta su una chilometrica spiaggia bagnata da splendide acque turchesi, dove sorge la località poco frequentata di Canggu. Circondata da antichi templi, natura selvaggia e scarso traffico turistico, proprio a sud di Bali, la location è ideale per chi cerca un’oasi di bellezza e di lusso discreto e di nuova concezione. L’ospitalità a cinque stelle COMO qui si declina con 119 proposte, fra camere, suite, residenze da una o due stanze e ampie penthouse con piscina sul tetto. Gli interiors scelgono uno stile piuttosto fresco e moderno che accosta a quello asiatico il tocco italiano. Non a caso lo studio che ha seguito gli interni della nuova struttura vede la firma di due designer come Koichiro Ikebuchi e Paola Navone. Il centro benessere, provvisto di 7 cabine per i trattamenti, non si discosta dalle raffinate direttive del gruppo anche per la propria linea di prodotti al COMO Shambhala Retreat, d’ispirazione rigorosamente asiatica. General manager del nuovo COMO Uma Canggu è poi Javier Beneyto che ha già seguito l’apertura tre anni fa del COMO Metropolitan Miami Beach.
Park Hyatt St. Kitts Il concept per il nuovo e attesissimo resort su Banana Bay, a Sud-Est della penisola di St. Kitt e Nevis segna il debutto del luxury brand di Hyatt sull’isola, nonché in area caraibica. Nello stile coloniale sapientemente mixato con il comfort contemporaneo, la struttura è dotata di 78 luxury rooms e 48 suite che sorgono in uno scenario tropicale. Nella Miraval Life in Balance Spa sono nove le cabine per i trattamenti e fra questi anche l’innovativa Watsu Therapy per il relax più completo. Il resort poi propone tre ristoranti tra cui The Stone Barn - riservato solo alla clientela adulta - dove alla fine dining experience si aggiunge il piacere e la suggestione della cucina centrale a vista. 63
LIVING
ZANZIBAR, NUOVA TERRA DI CONQUISTA “Social” luxury resorts
DUBAI, SEMPRE PIÙ IN ALTO Real estate investments
L’isola conosce un nuovo momento di gloria. Eden che come pochi mostra la sua multietnicità, mescola anche nuovi stili e flussi di viaggiatori esigenti, tornando alla ribalta per il mercato upscale. All’orizzonte s’intravedono infatti prospettive per il segmento che predilige la meta cara un tempo ad Hemingway e che - specialmente from U.S.A. - oggi conta sempre più influencer sul suo territorio, divenendo in poco tempo una delle destinazioni anche più instagrammabili del 2018. Le piccole gemme della Tanzania competono così con le “grandi” mete del momento, proponendo a loro volta nuovi gioielli di lusso
La scena di Dubai si è chiusa lo scorso anno con l’inaugurazione del Renaissance Downtown Hotel a opera della madrina Gwen Stefani e l’entrée dello scintillante Bulgari Hotel, mentre è stata lanciata una porzione di quello che sorgerà ufficialmente come il W The Palm, a Palm Jumeirah. Anche chef del calibro di Thomas Keller, stellato Michelin, ha aperto il Bouchon Bakery in Jumeirah beach. Si attendono eventi di ampio richiamo, come la mostra a marzo “Van Gogh Alive” al Dubai Design District, un’esibizione multimediale per la prima volta dedicata al pittore olandese con 40 proiettori ad alta definizione per oltre 3000 immagini che trasporteranno il visitatore nel mondo dell’artista. La città non si ferma, mantenendosi fra le top destinations perché qui davvero le sorprese non finiscono mai. Dall’ipotesi dei taxi-drones di imminente lancio per passaggi esclusivi sulla città ai nuovi progetti avveniristici che sfidano le altezze più ardue. Non a caso è partito il cantiere che assegnerà tra fine 2018 e inizio 2019 nuovi prestigiosi appartamenti con vista su Downtown Dubai nell’iconico disegno architettonico Azizi Riviera (dal nome del CEO Farhad della Azizi Developments). L’edificio svetterà così nello skyline della città raggiungendo in tempo l’obiettivo di punta, quello di Dubai Expo 2020, offrendo soluzioni in prestigiosi studios ma anche multi-locali residenziali per la clientela internazionale di fascia alta, già in fila per il progetto che si accosta all’hôtellerie come crescente alternativa per un soggiorno a Dubai.
Constance Aiyana, Isola di Pemba L’ottavo gioiello della collezione Constance Hotels & Resorts approda all’isola di Pemba, la più a nord delle due isole maggiori, nei pressi della Penisola di Ras Kigomasha. Il resort appena passato sotto la gestione del gruppo già protagonista di molti cinque stelle nell’Oceano Indiano, apre sotto la guida di Barbara Elkaz, già resident manager al Constance Halaveli alle Maldive e in altre strutture a Mauritius dello stesso portfolio. Celebrando con il nuovo anno la nona struttura della collezione, Constance Aiyana, propone trenta ville fronte mare, immerse in un contesto lussureggiante e rigoglioso, offrendo metrature interne che raggiungono anche i 250 metri quadrati di superficie. Non manca lo spazio benessere per gli ospiti, riprendendo il marchio U Spa che caratterizza ogni Constance, spazio in cui si possono trovare sei cabine singole più due dedicate ai trattamenti di coppia. 64
Travel
POLINESIA FRANCESE, PERLE DA SCOPRIRE
An international paradise
Non sono poche le novità quest'anno per le 180 isole che gravitano attorno a Tahiti. La principale riguarda lo scalo aeroportuale internazionale di Faa’a di Papeete che proprio da marzo 2018 viene finalmente riaperto completamente ristrutturato, dopo un restyling che durava ormai da tempo. Fra gli appuntamenti da seguire nell’arcipelago da sogno la storica Tahiti Pearl Regatta, dal 7 al 13 maggio, che si svolgerà tra le isole di Raiatea, Taha’a e Bora Bora, un evento di richiamo per appassionati accompagnato da serate e attività culturali a tema anche presso le migliori strutture alberghiere. Di forte richiamo poi a giugno l’Open International De Golf, il torneo internazionale di golf che si tiene ogni anno a Tahiti, presso il campo da golf Olivier Bréaud. E per i cultori dell’alta cucina, approda nell’area pacifica anche Franck Desplechin, chef.
Conrad Bora Bora Nui & The Brando Suite Il debutto del Conrad Bora Bora Nui rappresenta la novità per la categoria dei cinque stelle che dopo 10 anni aggiungono un’altra perla al lusso sull’isola, che rispetto alle altre dell’arcipelago conserva forse inalterato il suo charme. Sito in particolare nel Motu Toopua, il resort che porta il nome di uno dei brand del
Nella pagina a fianco,
Uno scorcio sulla nuova struttura Constance Aiyana Isola di Pemba, Zanzibar
gruppo Hilton, sorge su sabbia bianca e conta un restyling assolutamente inedito per le sue 114 camere, tra cui 28 tropical garden & beach villas, 86 overwater bungalows fra cui le Presidential Villas, le uniche in tutta Bora Bora a offrire soluzioni sull’acqua a due piani. Anche la cucina gourmet resta in tema e propone overwater lounge e lo swim-up pool bar, con accesso diretto dal mare per eventuale approdo, anche per un drink all’ora del tramonto. Di spicco poi la Hina Spa, che ospita sette cabine per i trattamenti previsti nel menu oltre alla possibilità di massaggi riservati nello spazio open-air di fronte alla laguna. Ma accanto al Conrad ci sono anche le nuovissime suite de The Brando, l’iconico resort che in partnership con InterContinental Bora Bora Resort & Thalasso Spa ha presentato la propria novità a fine 2017. Quattro le super suite che superano i 300 metri quadrati ospitate nella struttura e che offrono una vista di 180 gradi su Bora Bora e il Monte Otemanu, ciascuna con una terrazza privata e piscina a sfioro. Riprendendo invece negli interiors lo stile della struttura principale basata su Tetiaroa, le suite sono predisposte per varie apparecchiature bluetooth, oltre a godere dei servizi dell’InterContinental in cui sorgono, come la splendida Deep Ocean Spa by Algotherm, capace di utilizzare l’acqua salata dell’Oceano Pacifico e i minerali in essa contenuti sia per il centro benessere che per scelte eco-friendly, che rendono autosufficiente la struttura nella produzione di aria condizionata.
Sopra,
Suite The Brando con terrazza privata e piscina a sfioro InterContinental Bora Bora Resort & Thalasso Spa, Polinesia Francese
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POSH
FASHION
Fotografo Marco Imperatore Stylist Stefano Guerrini Make up Matteo Bartolini @Freelancer Agency Hair Claudio Furini @WM Management Stylist assistants Cristina Florence Galati e Michele Potenza Model Marta Cawron @The Fabbrica Total look Alberta Ferretti
Dreaming softly
Fotografo Marco Imperatore
Stylist Stefano Guerrini Make up Matteo Bartolini @Freelancer Agency Hair Claudio Furini @WM Management Stylist assistants Cristina Florence Galati e Michele Potenza Modelli: Mats Van Snippenberg @I Love Models Management Marta Cawron @The Fabbrica
Total look Ermanno Scervino
Shirt Brunello Cucinelli
Total look for him and for her Brunello Cucinelli Eyewear Dolce & Gabbana
Jumpsuit Genny
Total look Salvatore Ferragamo
Jacket and shirt Kiton, Eyewear Prada
Suit and shirt Kiton Trench Burberry
Total look Genny Eyewear Miu Miu
Total look Boss by Hugo Boss Shoes Corneliani
Total look Chanel
Total look Versus Versace
Total look Chanel
Total look Emporio Armani
FASHION
Aspettando Magritte Photographer Arianna Bonucci Stylist Isabella Broggini
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CHANEL / GABRIELLE BAG
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FASHION
COACH
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KRIZIA
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FASHION
GIVENCHY
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CÉLINE
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FASHION
SCERVINO Inno alla pura femminilità Expertise sartoriale italiano per un prêt-à-couture di eccellenza
“Making of” Courtesy of Matteo Imbriani
U
n’eleganza sofisticata senza rinunciare a quell’immagine fresca e moderna che i diktat impongono. Creatività, innovazione e artigianalità rappresentano le costanti di una storia affascinante che ha garantito a Ermanno Scervino un successo vincente e una riconoscibilità internazionale. Lo stilista parte dalle origini per guardare in avanti e intraprendere un nuovo percorso, con un omaggio a una femminilità contemporanea. Sofisticate creazioni che nascono dalle mani di esperte première che lavorano con costanza nei preziosi laboratori tra le colline del Chianti, nel quartier generale della casa di moda fiorentina. Un’interpretazione stilistica che risulta evidente nella bellissima campagna primavera estate 2018 scattata dal fotografo svedese Mikael Jansson con le modelle McKenna Hellam, He Cong, Myrthe Bolt e il modello Barry Lomeka immortalati a Forte dei Marmi, per evidenziare l’intenso legame che unisce la Maison al territorio toscano. E mentre rafforza la presenza sul mercato russo e asiatico, il brand si prepara a volare a Los Angeles per gli Oscar dove aprirà un ufficio ad hoc «per stare vicino alle star hollywoodiane», ha dichiarato a Posh Ermanno Scervino, anima creativa dell’omonima Maison. 88
A
sophisticate elegance, without renouncing to that fresh and modern image imposed by diktats. Creativity, innovation and handicraft represent the constants of a charming history, which gave to Ermanno Scervino a winning success and an international appreciation. The stylist starts from the origins to look ahead and undertake a new route, with a homage to a contemporary femininity. Sophisticated creations coming from the hands of experienced première, who constantly work in the precious workshops between the hills of Chianti, in the general area of the Florentine fashion house. A stylistic interpretation that results evident in the wonderful spring summer 2018 campaign, photographed by the Swedish photographer Mikael Jansson with the models McKenna Hellam, He Cong , Myrthe Bolt and the model Barry Lomeka, immortalized in Forte dei Marmi, to highlight the deep union between the Maison and the Tuscan land. And while it strengthens the presence on Russian and Asiatic market, the brand gets ready to fly to Los Angeles for the Oscar, where it will open a special office «to be close to the Hollywood stars», Ermanno Scervino claimed to Posh, creative soul of the namesake Maison.
Interview
Brigitte Macron simbolo di eleganza assoluta. Amal Clooney musa ideale. Parigi fonte di ispirazione. Ermanno Scervino, stilista co-fondatore dell’omonimo marchio fiorentino, si racconta a Posh nel suo nuovo percorso di sperimentazione che coniuga heritage e tecnologie esclusive per un concetto di bellezza unico a cura di Luisa Micaletti Ermanno Scervino
Quello che un tempo era un laboratorio sartoriale dove venivano cuciti gli abiti per l’aristocrazia inglese e le ricche dinastie fiorentine, oggi è la sede aziendale di Ermanno Scervino, alle porte di Firenze. Un brand cementato sul savoir-faire artigianale, che abbraccia scelte stilistiche al passo coi tempi. Qual è, secondo lei, la strategia per essere all’avanguardia conservando quei valori del made in Italy che rappresentano un punto di forza del nostro Paese?
Interpretare il Made in Italy non come una semplice operazione nostalgica, ma attingere alle competenze sartoriali e artigianali per creare ogni volta qualcosa di nuovo. Ogni singolo capo di una mia collezione è il risultato di un processo complesso, fatto di almeno cinque mesi di continue sperimentazioni, perché non voglio che i capi soffrano dell’appiattimento dell’industrializzazione. Ritengo che un prodotto eccellente si possa ottenere solo usando mani sapienti, esperte, che sappiano riconoscere i tessuti, saggiarne la consistenza, per poi saperli unire tra loro con ago e filo. Ma questo non basta. Bisogna vivere nella contemporaneità, osservare la realtà che si ha intorno. Creare una couture pensata per il quotidiano, in cui la tradizione sartoriale e la meticolosa cura per i dettagli siano esaltati dalle lavorazioni e dai materiali più innovativi e sperimentali. La mia volontà è di creare abiti moderni e seducenti, pensati per una donna di oggi, dallo stile internazionale, che si senta a suo agio negli abiti indipendentemente da dove vive: Los Angeles, Roma, Tokyo o San Pietroburgo.
What once was a sartorial workshop where to confection dresses for the English aristocracy and the rich Florentine dynasties, today is the company seat of Ermanno Scervino, near to Florence. A brand based on handicraft working, which involves stylistic choices abreast with the times. Which is to you the strategy to be avant-garde, keeping those values of made in Italy that represent a point of strength of our Country?
To interpret Made in Italy not only as a simple nostalgic operation, but to use sartorial and handicraft competence to create something new each time. Every single piece of each collection of mine is the result of a complex procedure, made of at least five months of steady experimentation, as I don't want my pieces to suffer from the leveling of industrialization. I believe that an excellent product can be obtained only by using wise, expert hands, which could recognize materials, taste their consistence, to then unify them by needle and thread. But this is not enough. You must live in contemporaneity, observe the reality around. To create a couture conceived for daily life, where sartorial tradition and meticulous care for details are exalted by more innovative and experimental working and materials. I want to create modern and seductive clothes, conceived for a woman of today, of international style, who could feel comfortable in my clothes wherever she lives: Los Angeles, Rome, Tokyo or St Petersburg. 89
FASHION
Come vede il cambiamento attuale dell’industria fashion e come preservare il valore dell’artigianalità?
How do you see the changing of fashion industry and how to preserve handicraft?
Il sistema moda si arricchisce di nuovi ed entusiasti designer. Creatività, talento, fortuna, business… cosa privilegiare?
The fashion system is enriched with new and excited designers. Creativity, talent, fortune, business...what should we privilege?
Negli ultimi anni l’industria del fashion sta sempre più spingendo sull’acceleratore, il che è veramente una sfida impegnativa, perché creatività e cura per il dettaglio richiedono tempo. Bisognerebbe ritrovare dei tempi più umani e sostenibili. In questo modo, si favorirebbe anche la cura del prodotto, la sua realizzazione sartoriale. Non bisogna creare abiti buoni solo per essere pubblicati sui social. Alle spalle deve esserci la sostanza. Perché il destinatario finale del nostro lavoro sono le clienti che vanno in negozio e acquistano gli abiti.
Il lavoro. Tutto il resto, creatività, talento, fortuna e spirito imprenditoriale, subentrano dopo. Prima bisogna lavorare, crearsi un importante bagaglio di esperienza. È impensabile fare il designer senza saper scegliere i tessuti al primo tocco, senza sapere come accostarli, come lavorarli, senza conoscere a fondo delle lavorazioni per poi evolverle e creare qualcosa di nuovo. Tutti i grandi stilisti hanno fatto la gavetta, sono partiti dal basso e, con impegno e determinazione, hanno costruito la loro strada verso l’alto.
In the latest years fashion industry has made more and more efforts to increase, which is a really hard challenge, as creativity and care for details require time. It would be better to regain more human and bearable rhythms. In this way, also the care for product and its sartorial realization would be helped. Good clothes should be created not only to be published on the social. There must be substance behind. As the final receivers of our work are customers who go to the store and acquire my clothes.
Work. All the rest, creativity, talent, fortune and entrepreneurial spirit, come after. But first we should work, make an important baggage of experience. It is inconceivable to be a designer without choosing materials at the first touch, without knowing how to match them, how to work on them, without having a deep knowledge of the manufacturing that should be then developed into something new. All the great stylists worked their way up, they started from the bottom and, with hard work and determination, made their way to high levels.
«È questo il mio vero lavoro: essere al servizio della bellezza»
Milanese di nascita, fiorentino d’adozione ma Parigi nel cuore. Cosa porta con sé della Ville Lumière?
Native of Milan, then Florence as city of adoption but Paris in the heart. What do you keep of the Ville Lumière?
Negli anni Novanta trionfava un minimalismo esasperato, con volumi misurati, linee semplici, forme delicate. Lei invece si distingueva per piume, pizzi e ricami conferendo alla donna una femminilità unica. Cosa pensa della moda in un’era dove a dominare sembra essere il genderless e lo streetwear?
In the Nineties an extreme minimalism triumphed, with measured volumes, plain lines, delicate forms. Instead you distinguished with feathers, laces and embroidery giving woman a unique femininity. What do you think of recent fashion in a time in which genderless and streetwear seem to dominate?
Mi sono trasferito a Parigi a diciott’anni, proprio per iniziare il mio apprendistato nel mondo della moda. Ho trovato che fosse fin da subito una città dinamica, cosmopolita, nella quale si respiravano stile e bellezza a ogni angolo di strada. Quel periodo è stato essenziale alla mia formazione. Ma Parigi è essenziale per me ancora oggi. Per trovare ispirazione, per capire le tendenze e i desideri di uomini e donne, mi reco a Parigi almeno due volte l’anno. È lì, camminando per i suoi boulevard e osservando la gente, che trovo terreno fertile per la mia creatività.
Devo dire che mi considero sempre un po’ estraneo alle tendenze del momento, per il semplice fatto che ho una personale idea stilistica che porto avanti con determinazione. Più che dal genderless, sono sempre stato affascinato dall’accostamento tra codici d’abbigliamento maschili e femminili, perché trovo che il risultato sia molto moderno. Nelle ultime collezioni, ad esempio, ho abbinato piumini oversized o cappotti in tessuti prettamente maschili a impalpabili sottovesti in pizzo, proprio per creare una nuova, armonica idea di femminilità. Lo streetwear, invece, è sempre stato uno dei miei obiettivi. Nonostante i miei abiti abbiano una produzione dal sapore couture, sono pensati proprio per la vita di tutti i giorni, per essere indossati dalle donne durante i diversi momenti della loro quotidianità. È cresciuto in una famiglia radicata nell’arte e la musica. Quanto hanno inciso le origini nel suo percorso? Moltissimo. Il mio amore per la bellezza è maturato fin dalla tenera età, in special modo su influenza di mia madre. Una donna di classe, sempre attenta ai dettagli e che possedeva uno straordinario gusto, che spero di aver acquisito il più possibile. 90
I moved to Paris when I was eighteen, just to start my apprenticeship in the fashion world. I thought at the first glance that it was a dynamic, cosmopolitan city, where style and beauty were spread in each corner of streets. That time was essential for my training. But Paris is still essential to me today. To find inspiration, to understand trends and desires of men and women, I go to Paris twice a year at least. And there, walking through its boulevard and observing people, I find a ground suitable for my creativity.
I should say that I consider myself always a bit stranger to trends of the moments, for the fact that I have my personal stylistic idea followed with determination. Rather than genderless, I have always loved the matching between male and female clothing codes, as I find that the result is very modern. In my last collections, for example, I matched oversize quilted jackets or coats in mostly male material with very fine slips in lace, just to create a new, harmonious idea of femininity. Instead streewear has always been one of my aims. Even if my dresses have a couture production, they are conceived just for daily life, to be worn by women during the different moments of their everyday life. You grew up in a family rooted in art and music. How much did your origin affect your career?
Very much. My love for beauty has developed since my childhood, in special way by my mother’s influence. An elegant lady, always careful to details, having an extraordinary taste which I hope I acquired as much as possible.
Interview
Ermanno Scervino SS 2018
“Making of” Courtesy of Matteo Imbriani
Cosa rappresenta per lei la bellezza?
What does beauty represent to you?
Una meta alla quale tendere continuamente. La bellezza, per me, ha un’influenza enorme. È anche uno dei motivi per cui ho scelto di fondare la mia Maison in Toscana, perché lì siamo circondati dalla bellezza, è un territorio che ispira, ricco di arte e cultura ma anche generoso dal punto di vista eno-gastronomico. Una bellezza che viene trasferita negli abiti. È questo il mio vero lavoro: essere al servizio della bellezza. La Cina ha recentemente approdato nello sviluppo del marchio. L’Asia è diventata negli ultimi anni un mercato sempre più in crescita. Quali sono gli altri Paesi da tener d’occhio e su cui investire? Sicuramente la Russia e i Paesi del Middle East. Qui si trova una clientela che ama le cose belle, fatte bene e perfette fin nei minimi dettagli. È un tipo di mentalità che sento molto affine.
A goal to reach continuously. Beauty, to me, has an immense influence. And it is also one of the reasons I chose to found my Maison here in Tuscany, as here we are surrounded by beauty, it’s an inspiring land, rich of art and culture but also generous on the gourmet side. A beauty that is transferred to clothes. And this is my real work: to be at the service of beauty. China has recently come to the development of brand. Asia in the last years has become an increasingly growing market. Which are the other Countries to check and on which to invest?
Surely Russia and the other countries of the Middle East. Here we can find customers who love beautiful things, which are well done and perfect in the smallest details. It is a kind of mentality that I feel very similar to mine.
Ha una musa ideale?
Do you have an ideal muse?
Le mie muse sono tutte le donne di carattere, emancipate e indipendenti. Da sempre sono stato ispirato dal mondo dell’immagine, dal cinema e dalle attrici icona del cinema italiano, come Sophia Loren, Anna Magnani o Monica Vitti, che mi hanno influenzato nel modo di trasporre la seduzione e la femminilità in passerella. Oggi invece mi vengono in mente donne belle ma soprattutto di successo, talentuose, intelligenti e autonome. Una su tutte, sicuramente, Amal Clooney.
My muses are all the women of character, who are emancipated and independent. I have always been fascinated by the world of image, by cinema and iconic actresses of Italian cinema. Such as Sophia Loren, Anna Magnani or Monica Vitti, who affected my way to transpose seduction and femininity to the catwalk. Instead today I think of beautiful women who are also successful, talented, clever and independent. One of them is of course Amal Clooney.
La sua più grande passione?
What is your greatest passion?
Il mio lavoro. Non lo dico per passare come uno stakanovista instancabile, ma è così. La mia vita ormai coincide strettamente con il lavoro. Ci sono sicuramente momenti di stanchezza, di difficoltà, nei quali si vorrebbe accantonare tutto per un po’, riposarsi e ricaricare le batterie. Ma la verità è che quando lavoro, quando realizzo un abito perfetto come lo volevo io, sono felice.
My work. I don’t say it to appear as a tireless hard worker, but it is like that. My life by now strictly coincides with my work. There may be also moments of tiredness, difficulty, when I would like to leave everything for a while, to relax and recharge the batteries. But the truth is that when I work, when I realize a perfect dress just as I wanted, I am happy. 91
FASHION
«Confesso di avere un debole per Brigitte Macron, perché è un simbolo e la dimostrazione che l’eleganza non ha età. Come si fa a non stare dalla sua parte?»
I capi firmati Ermanno Scervino sono il risultato di un intenso lavoro da parte di esperte première… una professione forse oggi poco ambita. Tutti aspirano a diventare famosi designer…
Come dicevo prima, al giorno d’oggi c’è un po’ la tendenza a voler bruciare le tappe, a voler tutto e subito. Per fortuna non sempre è così. Nel mio atelier lavorano molte ragazze giovani, appassionate del loro lavoro e felici di stare gomito a gomito con le première più esperte, dalle quali imparare il mestiere. Trovare queste ragazze è difficile, ma non impossibile. Melania Trump…Brigitte Macron…Carla Bruni…Tre first lady di gran stile. Chi preferisce?
Tutte donne bellissime e di classe. Ma confesso di avere un debole per Brigitte Macron, perché è un simbolo, è la dimostrazione che l’eleganza non ha età. Come si fa a non stare dalla sua parte? Cosa mi dice dell’ispirazione? Da dove vengono le idee delle sue creazioni?
L’ispirazione può essere molto varia: posso essere colpito da un film, da un libro o ancora, avendo il privilegio di vivere e lavorare in una città ricca di arte come Firenze, dalle linee di una scultura come dalle policromie di certe vetrate. Spesso, inoltre, mi reco nelle grandi città, Londra e Parigi, per ispirarmi. La parte più difficile è poi trasporre le mie idee astratte, le mie ispirazioni, in materiali, colori e forme. Dalla Croisette di Cannes agli Oscar a Los Angeles. Quali le novità da svelarci?
Una riguarda proprio Los Angeles. Stiamo per aprirvi un ufficio, proprio per venire incontro alla crescente domanda di mie creazioni da parte delle star hollywoodiane. Solo nell’ultimo anno, celebrities come Nicole Kidman, Rita Ora e Alessandra Ambrosio hanno scelto di indossare miei abiti. Con l’apertura di Los Angeles riuscirò a essere più vicino a loro. Un sogno che vorrebbe si avverasse entro il 2018?
Le dirò: il 2017 è stato per me un anno veramente bello, ricco di soddisfazioni. Il desiderio quindi è che continui così fino alla fine dell’anno. Tre libri sul comodino…
Sicuramente le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar: un capolavoro e il mio libro preferito. Poi, un volume monografico sui giardini toscani, dal quale prendere ispirazione per il mio roseto. Infine, Il Dottor Zivago, di cui amo la protagonista Lara. Lei è un habitué di quale ristorante? In Italia e all’estero.
A Firenze frequento spesso il Ristorante Fuor D’Acqua e il Ristorante Cammillo. Quando sono a Parigi, invece, non rinuncio mai a fare un salto al Kinugawa Vendôme, un ristorante giapponese che amo molto. Una città da scoprire?
Ultimamente mi piace molto Milano. È una città che negli ultimi anni ha veramente cambiato volto, proiettandosi con decisione nel futuro. La sua playlist include…
If everybody in the world loved everybody in the world degli Stylophonic. Con il tempo è diventata la colonna sonora della mia vita lavorativa. La ascoltai per la prima volta nel 2005 e ne rimasi colpito. Da quel momento, l’ho voluta per i finali di tutti i miei show. È una sorta di portafortuna, anche se non sono scaramantico. Il successo è…
Essere considerato, dalle mie clienti, un punto di riferimento per esaltare la loro femminilità. (ha collaborato Anna Rita Russo) 92
The pieces made by Ermanno Scervino are the result of a deep work made by experienced première...a job that today may not be much sought-after. Everyone aims to become a famous designer...
As I told before, nowadays we tend to forge ahead, to want everything soon. Luckily it is not always like that. In my atelier I have many young working girls, fond of their work and happy to be close to more experienced première, from whom they learn the trade. It is hard to find these girls, but not impossible. Melania Trump...Brigitte Macron...Carla Bruni...Three first ladies of great style. Who do you prefer?
All wonderful and elegant ladies. But I admit I prefer Brigitte Macron, as she is a symbol, the proof that elegance has no age. How can’t we be by her side?
And what do you say about inspiration? Where do you take the ideas at the base of your creations?
Inspiration can be very different: I may be caught by a movie, by a book or other, having the privilege of living and working in a city rich of art such as Florence, with the lines of a sculpture and the polychromy of certain windows. Instead, I often go to big cities, London and Paris, to take inspiration. The most difficult part is to then transpose my abstract ideas, my inspirations, into materials, colors and forms. From the Croisette of Cannes to the Oscar in Los Angeles. Which are the new things to reveal us?
One is just about Los Angeles. We are going to open an office there, just to meet the growing request of my creations from Hollywood stars. Only in the last year, celebrities such as Nicole Kidman, Rita Ora and Alessandra Ambrosio chose to wear my clothes. With the opening of Los Angeles I’ll manage to be closer to them. A dream you would like to realize by 2018?
I will say: 2017 was to me a very beautiful year, rich of satisfactions. So I desire to go on like that till the end of the year.
Three books on the shelf...
Surely the “Memories of Adriano” by Marguerite Yourcenar: a masterpiece and my favored book. Then, a monographic volume about Tuscan gardens, from which to take inspiration for my rose garden. In the end, “Doctor Zivago”, where I love the protagonist Lara. Which are the restaurant you regularly go to? In Italy and abroad.
In Florence I often go to the Restaurant Fuor D’Acqua and the Restaurant Camillo. When I am in Paris, instead, I never renounce to pop round the Kinugawa Vendome, a Japanese restaurant I love much. Which city to discover?
Lately, I love very much Milan. It is a city that in the last years has really changed face, being projected into future with decision. What does your playlist include?
“If everybody in the world loved everybody in the world” by the Stylophonic. Time after time it became the soundtrack of my work like. I listened to it for the first time in 2005 and I was caught by it. From that moment I wanted it for the final of all my shows. It’s a sort of lucky charm, even if I am not warding off. Success is...
To be considered, from my clients, a referral to exalt their femininity.
SS 2018
Ermanno Scervino
Interview
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FASHION
Models The power of beauty
Sono le più richieste. Alte, belle, divine. Regine dei social, desiderate, contese. E vere e proprie icone di stile. Posh ha selezionato le modelle più top di Anna Rita Russo
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Jessie Blomendaal
Vanessa Moody
Ha iniziato la sua carriera con un contest su Instagram
Tra gli angeli del Victoria Secret’s Fashion Show in Cina
Modella olandese che ha debuttato nell’Haute Couture con Valentino per la stagione SS2016. Da Parigi la sua carriera si sviluppa velocissimamente portando Jessie a essere la seconda modella più presente sulle passerelle del 2016 secondo Models.com.
Texana, ha iniziato la sua carriera di modella 4 anni fa, per caso. Un debutto da Top sulle passerelle di Alexander Wang e Givenchy. Vanessa è stata protagonista di prestigiose campagne con brand come Dior, Michael Kors e Fendi. Recentemente è stata riconfermata per il secondo anno nel cast di Victoria’s Secret.
Women Management
Women Management
Models
Jing Wen Cinematic essence
Jing Wen, modella cinese originaria di Guangzhou, ha debuttato nel 2013 ed è già tra le top 50 di Models.com. Ha all’attivo decine di campagne con fashion brand come Dior, Prada, Calvin Klein e Salvatore Ferragamo. Cover girl per decine di magazine del calibro di Vogue, L’Officiel ed Elle. Presenza costante sui catwalk delle più importanti Fashion Weeks, tra cui le ultime passerelle di Dior, Dolce & Gabbana, Marni, Missoni, Bottega Veneta e Sportmax. Women Management
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FASHION
Women Management
Faretta
Maartje Verhoef
Bellezza delicata e pungente
Scoperta da un fotografo amico di famiglia
Croata, è considerata una delle ultime rivelazioni tra le modelle emergenti. Presente tra le TOP 50 di Models.com, è stata il volto di numerosi brand come FRAME, Ralph Lauren, Valentino, Zara, Lanvin, Prada, Max Mara e Givenchy.
Modella olandese, ha debuttato nel 2013 con Prada che chiede per lei l’esclusiva per il suo Spring Summer show. Da quel momento Maartje ha presenziato a un numero impressionante di passerelle, diventando in pochissimo tempo una delle 50 più importanti Top model per Models.com. Tra le ultime sue campagne: Valentino Acqua Fragrance 2017 fotografata da Alasdair McLellan, Max&Co. FW17, H&M Summer 2017 e Giuseppe Zanotti SS17 scattate da Mario Sorrenti, Giorgio Armani SS17 fotografata da Mert Alas and Marcus Piggott.
Elite Model Management
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Models
Vittoria Ceretti Soprannominata La Vitto, ha il fascino della ragazza della porta accanto
Finalista nel 2012 di Elite Model Look Italia, tra le TOP 50 su Models.com, è una delle giovani modelle più richieste. Decine le campagne che la vedono protagonista - da Dolce & Gabbana a Giorgio Armani, da Chanel a Versace, ma anche Prada, Givenchy, Chanel, Ralph Lauren e Zara, quasi 200 le sue presenze in passerella in pochissimi anni. Colleziona già numerose cover di Vogue tra cui l’American Vogue’s 125th Anniversary issue, in uno scatto di Inez and Vinoodh che ritrae le 7 più importanti modelle del momento, provenienti da diversi paesi, tra cui Liu Wen e Kendall Jenner. Elite Model Management
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Exhibition
La poetica del sogno Fornasetti, il fascino di un genio eclettico
FASHION
Il cortile di Palazzo Altemps Roma
Il suo universo surrealista ha ispirato progetti creativi di moda come la collaborazione con il brand nipponico fondato da Rei Kawakubo. Oggi l’eclettismo e l’arte onirica di Fornasetti dialogano con i capolavori del Museo Romano di Palazzo Altemps, tra décor rinascimentali e antichità classiche. In un’inedita metafisica del sogno di Anna Casotti
U
na poesia teatrale che si racconta attraverso una combinazione inedita: tra i reperti archeologici, i capolavori dell’arte classica, la statuaria egizia e gli straordinari affreschi rinascimentali del Museo di Palazzo Altemps a Roma le opere di Piero e Barnaba Fornasetti narrano un nuovo palcoscenico della memoria. Un palcoscenico audace ed eclettico espresso nelle opere dell’Atelier scelte per la mostra “Citazioni Pratiche” inaugurata in occasione della celebrazione del ventennale dell’apertura del Museo - ex residenza aristocratica in cui si sono succeduti nomi altisonanti come Medici, Riario, Orsini, Altemps e Hardouin. Ventisette incursioni artistiche fornasettiane narrate da oltre 800 pièces, create da Piero e del figlio Barnaba, si snodano dalla corte en plein air alle stanze affrescate fino al teatro, in dialogo con i tesori dell’antichità custoditi nella Collezione Permanente. «Un dialogo - scrive Barnaba Fornasetti - in cui la memoria diventa riflessione sull’attualità e immaginazione del futuro e che ci auguriamo risvegli in chi lo 100
segue un’idea di ciò che siamo stati, di ciò che siamo oggi e forse persino di ciò che potremmo essere in futuro». Tra le antichità classiche del Palazzo, le decorazioni d’interni, i mobili, gli oggetti prodotti dagli anni Trenta a oggi da Fornasetti mettono in scena il quotidiano con inconfondibile estetica e audace eclettismo, instaurando un nuovo codice linguistico in cui l’antico rivive nel contemporaneo, tra immaginazione surrealista e visione onirica. In una riscoperta dei segni e degli stilemi che Piero Fornasetti dal passato ha “trans-scritto” nella contemporaneitaà. “Un invito alla fantasia, a pensare”, raccontava lo stesso Piero, fondatore dell’azienda, in un’immaginazione e un’estetica che si traduce nel percorso espositivo e allestitivo ideato dallo stesso Barnaba Fornasetti, Direttore Artistico dell’Atelier, e da Valeria Manzi, consulente per i progetti culturali, curato da Silvana Annicchiarico, Direttore del Triennale Design Museum, e da Alessandra Capodiferro, Responsabile del Museo di Palazzo Altemps.
Exhibition
Ritratto di Piero Fornasetti Foto di Ugo Mulas
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FASHION
«Questa nuova collocazione delle opere di Fornasetti - scrive Silvana Annicchiarico nel catalogo della Mostra - così ardita ma in fondo anche così simpatetica, così necessaria - sarà in grado di aprire nuove prospettive e di farci scoprire nel lavoro di Fornasetti alcuni tratti, echi e stilemi che finora erano rimasti in ombra. Per non parlare della rivisitazione delle sue radici. È il senso e il valore del lavoro culturale: riallestire il già noto su palcoscenici inediti.» Una lettura affidata al visitatore, in un percorso libero da vincoli che lo invita a creare, seguendo la propria immaginazione, il personale viaggio sensoriale tra le sale espositive, guidato dai portaombrelli Fornasetti, uno per ogni ambiente, che si delineano come oggetto-traccia. Un viaggio tra antichità e modernità, tra i capolavori classici e la loro sapiente traslitterazione negli oggetti contemporanei creati da Piero e Barnaba, in un alternarsi alchemico che invade con estrema discrezione gli ambienti del Museo.
«Abbiamo ritenuto doveroso mantenere una rispettosa distanza e insediare l’intervento della mostra nello spazio tra familiarità ed estraneità che segna il nostro rapporto con il passato dell’arte classica - scrive Barnaba Fornasetti - cercando in questo spazio di costruire un dialogo che si snoda lungo il filo di trasgressioni e di rispettosi pensieri.» 102
Un eclettico gioco di rimandi espresso ad esempio dal gruppo scultoreo del “Galata Suicida” che diviene protagonista di una pièce teatrale, immerso in un imponente fondale in cui è raffigurata l’opera fornasettiana “Follia Pratica”. O la scultura della Sala della Menade raffigurante una delle fanciulle del corteo del dio Dioniso, secondo la mitologia greca, circondata dagli oggetti di Fornasetti a tema “Cammei”, “Imperatori” e “Nummus” o ancora la sala di Polifemo trasformata in uno spazio scenico con videoproiezioni animate del “Fondo marino”, pesci fluttuanti che avvolgono il busto del ciclope. Un’invasione di segni che si innesta anche nel rinnovato bookshop del Museo interamente decorato con la carta da parati “Chiavi segrete”, un invito a entrare nel sogno e a evadere da ciò che ci circonda. E che si svela nell’edizione speciale del piatto della serie “Temi e Variazioni” creata in esclusiva per la mostra, in cui il viso dell’artista Lina Cavalieri, celebre come la donna più bella del mondo, presenta un lato del viso integro e un lato in frammenti, rispecchiando così la duplice identità di Palazzo Altemps. Immergendoci nella vision “trans-storica” che accompagna ogni creazione Fornasetti. E ogni suo segno poetico.
Fornasetti a Palazzo Altemps Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps, Roma Mostra promossa dal Museo Nazionale Romano con Electa Ideazione: Triennale Design Museum di Milano, Barnaba Fornasetti e Valeria Manzi Mostra e Catalogo a cura di Silvana Annicchiarico e Alessandra Capodiferro ed. Electa Fino al 6 maggio 2018
Exhibition
Piatto dalla serie “Tema e Variazioni� Porcellana Courtesy of Fornasetti
Piatto Cupola S.M. Salute Porcellana Courtesy of Fornasetti
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La natura chic di Chanel Un immaginario onirico tra eleganza sofisticata e glamour futuristico Il Grand Palais come set spettacolare per un viaggio nella nature bon ton di Chanel. A far da scenario alla collezione per la primavera estate 2018 disegnata da Karl Lagerfeld le Gorges du Verdon, un paradiso mozzafiato nel Sud della Francia, per un omaggio alla maestosità e il potere della natura. Tra cascate d’acqua, strapiombi, fiorenti vegetazioni che incorniciano tweed sfrangiati, chiffon, georgette di seta, giochi di trasparenze, 104
ruches. Declinati su cappelli, tailleur classici rivisitati, spolverini, impermeabili, mini skirt, abiti da sera. Mentre trionfa il bianco e l’argento, il verde e l’azzurro, i cuissardes con punta e tallone a contrasto dettano il mood dell’intera collezione, con forti richiami agli anni 60 e accenti futuristici. Per abiti dall’allure avantgarde, giovane e spensierata marchiata dallo stile inconfondibile della Maison.
CHANEL SS 2018 RTW by Karl Lagerfeld
FASHION
Verso una nuova rivoluzione Tra digital, young generation e ricerca stilistica all’avanguardia
Ercole Botto Poala AD di Reda
Artigianalità, sostenibilità e qualità sono i dettami della filosofia imprenditoriale di Ercole Botto Poala, a capo di Reda, la realtà biellese specializzata nell’eccellenza dei tessuti. Sotto i riflettori l’inedito progetto con cinque brand internazionali e il nuovo focus di Milano Unica
di Anna Rita Russo 106
Interview
ATHLOVERS Reda Active
L’
athleisure è il nuovo trend del momento e un universo in continua espansione. Il neologismo, che sostituisce quello che un tempo veniva definito actiwear, rappresenta per molte aziende un focus su cui investire e che giocherà un ruolo dominante nel trade futuro. Si chiama Athlovers il progetto inedito presentato a Pitti da Reda Active, storico lanificio biellese e un’eccellenza del tessile italiano, in collaborazione con cinque brand internazionali. Nello specifico il marchio belga 42.54, fondato dalle due atlete medaglie d’oro ai Giochi olimpici di Pechino Olivia Borleé & Elodie Ouedraogo, il tedesco Aeance, dallo stile clean e minimal, l’americano Dyne del designer di Portland (Oregon) Christopher Bevans, l’italiano Gr1ps, che ha un background nella disciplina del Brazilian Jiu Jitsu, e il newyorkese Isaora dall’allure urbana. Un’iniziativa interessante che punta a un concept innovativo, dove esperienza e ricerca stilistica si coniugano sapientemente per realizzare capi dinamici e
con alte performance, in grado di riflettere l’heritage manifatturiera, la qualità e la sostenibilità di un’azienda che vanta più di 150 anni di storia, un prestigioso portflolio clienti moda e che attualmente è arrivata alla quarta generazione. La sede principale è a Valle Mosso, nella regione piemontese, territorio che produce tessuti di grande pregio, ma opera in varie parti del mondo e dal 1993 ha aperto tre grandi allevamenti in Nuova Zelanda. L’azienda, fondata nel 1865 da Carlo Reda e dal 1919 di proprietà della famiglia Botto Poala, è la sola in Europa ad avere la certificazione Emas per l’impiego di strumenti all’avanguardia ed ecocompatibili, nel rispetto dell’ambiente. Oggi continua ad espandersi focalizzandosi su diversi canali di business, puntando sempre di più al digitale e ai giovani: «Bisogna credere in loro, mettergli a disposizione risorse economiche, umane, esperienza, contatti e cercare di capire che siamo di fronte a un grande cambiamento», ha dichiarato a Posh Ercole Botto Poala, Amministratore Delegato di Reda e presidente di Milano Unica. 107
FASHION
ATHLOVERS Reda Active
Athlovers rappresenta un concept innovativo di athleisure e ha presentato a Pitti un progetto speciale in collaborazioni con Reda, storico lanificio biellese. Come è nata l’idea e in che cosa consiste?
È un progetto commissionato da Pitti, in seguito a un’intensa ricerca di mercato, in un momento in cui l’athleisure è considerato un mega trend. Dopo aver scoperto che dietro a quasi tutte le iniziative interessanti di athleisure c’era Reda Active, e volendo dedicare un’edizione a questo nuovo fenomeno, Pitti ci ha proposto di creare qualcosa insieme in collaborazione con cinque brand internazionali di premium actiwear considerati veri potenziali. Sono marchi con un forte occhio contemporaneo e che interpretano l’athleisure in una maniera differente. Si spazia da capi più sportivi come quelli di Gr1ps, ad altri più leisure e meno Ath- come Aeance e Dyne che ha vinto l’International Woolmark Prize 2017-18 ricevendo l’Innovation Award. Si tratta di una visione a 360 gradi dei tessuti, coniugando know how tecnico a un’attenta ricerca stilistica avanzata, mostrando quel valore aggiunto che è la performance, perché sono tessuti che nascono con l’obiettivo di avere delle performance specifiche, di elasticità naturale, traspirabilità, assorbimento degli odori, in quanto la lana è una delle fibre al mondo che assorbe gli odori. Il tutto sostenibile e tracciabile. È un prodotto che ha una filiera realizzata interamente in Italia con l’unico lanificio al mondo che possiede la certificazione EMAS. Lei è presidente di Milano Unica, come vede evolversi il settore del tessile in futuro?
Il tessile deve fare un grande sforzo nei prossimi anni, soprattutto il tessile italiano dell’abbigliamento. Il nostro è l’unico Paese al mondo con una filiera completa, è questo che fa la differenza e ha creato il Made in Italy. Sta nascendo una filiera molto digitale, che si sta sviluppando all’estero e che dovremmo 108
portare in Italia per consentire alle aziende di rimanere aggiornate sulle nuove tecnologie. Cito una frase che ne esplicita il senso: “Se non sei tecnologicamente preparato, rischi di risultare irrilevante in futuro”, sarebbe un peccato trascurarne l’aspetto e non innovarsi ai tempi. In una filiera come la nostra, molto vasta e fatta di piccole e medie imprese, è un aspetto da non sottovalutare. Le ultime edizioni sono state incentrate sull’innovazione e la creatività con ottimo riscontro di pubblico e risultati commerciali e di marketing. La 26esima edizione ha puntato invece al green, un tema scottante che negli ultimi anni coinvolge sempre più aziende.
Milano Unica vuole dimostrare che si sta già facendo sostenibilità. Cerchiamo di mettere in evidenza chi oggi è un espositore che possiede questa caratteristica da tempo. L’obiettivo non è spiegare l’importanza della sostenibilità, ma raccontarla. Cosa la caratterizza rispetto all’eterno rivale parigino Première Vision?
Non considero Première Vision un rivale ma una opportunità. Milano Unica non è una fiera che fa business sulla fiera. Il nostro punto di forza consiste in una comune gestita da imprenditori che hanno come scopo fare business vendendo tessuti, non spazi. Première Vision è una società quotata che ha bisogno di fare utili, deve crescere e quindi è interessata a incrementare il numero di espositori e visitatori. Milano Unica mira invece ad aumentare la qualità degli espositori e dei visitatori. Ciò che a me interessa è che i nostri espositori siano contenti dei contatti e del business che riescono a generare. Per cui si tratta di due modelli diversi e sono convinto che se non ci fosse Première Vision, Milano Unica avrebbe dei grossi problemi, e credo viceversa. La vedo complementare all’offerta fieristica che c’è in giro per il mondo. Quindi lunga vita a Première Vision.
Interview
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Un successo anche per l’edizione di Shanghai. Il mercato cinese rappresenta un punto di riferimento importante per la produzione tessile italiana. Come si differenzia rispetto a quello tricolore e quali sono le potenzialità?
Sì, sta andando molto bene. La Cina ha una grande densità di popolazione e questo rappresenta già un vantaggio fondamentale. È un popolo che ama le cose fatte bene e il Made in Italy, è un Paese dove sicuramente abbiamo delle grandissime potenzialità e secondo me anche lì, se fossimo in grado di fare più sistema, ne beneficeremo maggiormente. Oggi l’industria riserva sempre di più particolare attenzione ai giovani, con interessanti progetti volti a esaltarne il talento creativo. Qual è la strategia per coinvolgerli in modo giusto?
Bisogna credere in loro, mettergli a disposizione risorse economiche, umane, esperienza, contatti e sforzarci di capire che siamo di fronte a un grande cambiamento. Oggi i giovani, i famosi Millennials, sono diventati dei consumatori totalmente diversi dalla generazione precedente. L’arma vincente è: o impari la loro lingua o fai parlar loro. E forse, è più facile far parlar loro, fornendogli il giusto supporto. Come azienda abbiamo investito in start up, perché crediamo che sia importante capire il futuro attraverso gli occhi della nuova generazione.
Parliamo di Reda, un marchio che ha oltre 150 anni di storia, riconosciuto per l’eccellenza dei materiali e che nel corso del tempo si è evoluto con nuove tecnologie. In che modo vi muovete con la ricerca?
Il nostro DNA è fare ricerca e innovazione, e dobbiamo l’ottimo risultato ottenuto ad anni e anni di costante sperimentazione. All’esterno dello stabilimento c’è una scritta che cita “Il cambiamento è inevitabile”, proprio per essere consapevoli del fatto che il mondo si evolve con velocità diverse. Siamo nell’era del grande cambiamento. Reda è il solo lanificio al mondo con un ufficio ricerca
che si compone di due ingegneri chimici che affiancano l’ufficio stile. Un progetto nato tanti anni fa, in cui l’ufficio stile e quello di ricerca hanno collaborato al di fuori della stagionalità portando sul mercato, nel giusto momento, un prodotto contemporaneo, caratterizzato da una filiera tracciata e sostenibile. Qualità, business o creatività?
Il biglietto di ingresso nella società attuale è la qualità, i servizi e la creatività. Se non disponi di questo mix di ingredienti non riesci a sopravvivere sul mercato. In più devi aggiungerci trasparenza, story telling, contenuti e sostenibilità che rientra nel termine trasparenza. In un mondo sempre più digital è importante essere il più sincero e onesto possibile. Il consumatore moderno, che compra principalmente sul canale online, è esigente e se non sei all’altezza ti punisce. E oggi il problema primario è il clima, il giovane vuole comprare una macchina che non inquini e un abbigliamento che sia assolutamente sostenibile. Come interpretare il concetto di lusso nella società attuale?
Deve essere un lusso sostenibile, trasparente, che possa suggerire al cliente finale il vero contenuto e il lavoro dell’artigianalità. La sostenibilità ha un costo e se vogliamo un futuro più equilibrato è necessario investire sulla qualità. Suo padre lo ha scelto al timone dell’azienda di famiglia. Quale consiglio o insegnamento le da dato?
Il primo è: lavora per te stesso. Il secondo è: la cassa è la cosa più importante. E quello da trasmettere ai suoi figli?
Il fatturato è vanità, l’utile è fantasia e che la cassa è sempre la cosa più importante. Poi mi auguro che nella vita facciano qualcosa che li appassioni e li diverta. 109
POSH
BEAUTY a cura di Luisa Micaletti Chanel Neapolis New City SS 2018 Makeup Collection @Phoebe Tonkin
Overview
Il futuro del lusso Prendere le distanze dal passato per aprirsi a una nuova frontiera
Dall’annuale analisi di mercato di EY emergono le tendenze globali del settore luxury, tra maggiore consapevolezza e accessibilità. Con gli occhi puntati sui nuovi protagonisti del consumo di Veronica Cristino
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onostante rappresentino solo un quarto del mercato - diventeranno il 40% nei prossimi anni -, i Millennials sono i principali attori in grado di cambiare le carte in tavola e di stravolgere le regole. Dal decretare tendenze al trasformare interi settori, sono i giovani appartenenti alla Generazione Y i grandi rivoluzionari dei consumi, anche del settore lusso. È quanto emerge dalla settima edizione di “The luxury and cosmetics financial factbook” di EY, società di servizi professionali di consulenza direzionale, precedentemente nota come Ernst&Young, che evidenzia la crescita del mercato dei prodotti di lusso. Nel 2016 il settore ha raggiunto i 318 miliardi di euro a livello globale ed è prevista una crescita del 3,6% medio annuo nel periodo 2016-2020. La ricerca ha sottolineando però la sempre più incidente separazione tra i prodotti di alta gamma e i settori di fascia medio-alta. Se i primi avranno un incremento del 3,4%, sono i segmenti premium e entry-to-luxury che mostreranno la più grande crescita con un’attesa del 6%. Ed è proprio qui che entrano in gioco i Millennials, dando vita a un vero e proprio ribaltamento rispetto al passato. Con 3,4 mld di smartphone connessi in tutto il mondo, è facile immaginarli come una generazione molto informata e attenta, che ben conoscere il valore dei beni e che, come emerge dalla ricerca, sceglie uno stile di vita luxury più consapevole, più accessibile, più comodo e tecnologico. Una vera e propria digital transformation che ha influenzato anche il settore del lusso, favorendo la crescita delle vendite di beni di lusso personali delle fasce medio-alte, la fascia premium e i nuovi brand dell’entry-to-luxury, influenzando così alcune importanti dinamiche del settore. Si pensi alla tendenza dei Millennials di mixare capi di abbigliamento appartenenti a fasce di prezzo agli antipodi: in un look quotidiano vedremo una borsa di Prada perfettamente abbinata a una T-shirt di Zara. Nulla di strano in tutto ciò. Per il 75% di loro infatti il look non deve essere necessariamente formale in ogni occasione, né tantomeno monomarca. Il consumatore sta cambiando, non è più fedele a un solo brand e, quando si rivolge all’alta gamma, lo fa solo per l’acquisto di un singolo bene - soprattutto accessori, borse, scarpe e altri elementi di pelletteria non facendo più diversi acquisti in una sola visita alla boutique, come accadeva in passato. È da questo stile
che si consolida anche la tendenza Causalization: il look comodo, casual appunto, ha decretato il ritorno delle sneakers e, di conseguenza, la loro grande crescita nel mercato di fascia medio-alta.
«Il lusso, che negli anni di crisi guidava la crescita, sta rallentando», ha affermato Federico Bonelli, Partner EY TAS Fashion & Luxury. Si è passati dal «total look al mix and match, dal formale al casual.» Anche l’approccio ai canali distributivi è cambiato a opera della classe media emergente. Con la sempre maggiore digitalizzazione, il lusso necessita di un approccio multichannel. Il retail offline, il cui numero di transazioni è diminuito a favore degli e-commerce, ha bisogno di essere interconnesso con il negozio on-line, con il sito web istituzionale e con i canali social del brand. È necessario che i marchi creino contenuti online, che si connettano con gli influencer e che interagiscano con il consumatore. Il lusso e il digitale sono un binomio inscindibile. Lo dimostra il fatto che, secondo il report, il 60% dei consumatori è influenzato dal mondo digitale, dove confronta i prezzi e sviluppa la propria idea di acquisto, diventando consumatori più sofisticati, più consapevoli. Se Stati Uniti ed Europa restano le due potenze più importanti - i cui rispettivi valori sono pari a 131 miliardi e 109 - è la Cina la terza nazione più grande a cui guardare, con i suoi 100 miliardi di euro a livello mondiale. Sarà quindi la middle class cinese ad avere un ruolo importante nei consumi del settore con +7% fino al 2020. La sempre maggior attenzione verso i gradini più bassi della piramide del lusso porterà i prezzi dei personal luxury goods della fascia premium a essere più accessibili - andranno da 400 a 1000 euro -, mentre saranno quelli del true luxury a salire, diventando ancora più esclusivi e tagliando inevitabilmente fuori una parte di consumatori. Anche il settore cosmetico ha registrato una grande crescita. «I deal sono aumentati da 40 nel 2015 a 65 nel 2016» ha raccontato Roberto Bonacina, partner EY TAS Fashion & Luxury, mentre le vendite on-line rappresentano il 20% del settore. Il futuro del lusso sta prendendo forma, plasmato da un consumatore dalla personalità definita, le cui scelte de-
terminano una rottura con il passato. Si è concluso il tempo dei grandi brand del lusso che attraevano il consumatore solo per il prestigio del marchio: la scelta della moda è ora più consapevole. Il consumatore ama giocare con i brand, senza limitarsi, facendo convivere luxury e fast fashion, autonomo nelle sue scelte e padrone del suo stile, opta per un lusso più accessibile, sceglie un prezzo che corrisponda maggiormente al valore dell’oggetto e non rinuncia alla comodità, rimanendo sempre connesso. In un quadro di rivoluzione digitale permane però la convinzione che vi siano luoghi e prerogative che rimarranno stabili nelle loro eccellenze, nonostante il forte impatto che la digital wave ha portato e porterà con sé. La moda, il lusso, la costruzione di uno stile personale passano attraverso ispirazioni dove è l’autorevolezza delle opinioni a fare davvero la differenza. Durante una fashion week o anche semplicemente durante una delle più comuni giornate, si vedrà un Millennial vestito mix & match, magari con le tanto amate sneakers ai piedi, il suo smartphone in mano, mentre sotto l’altro braccio esibisce una rivista di moda. Se il web è la fonte di informazioni sul prezzo e il canale di acquisto del futuro, resta baluardo della stampa tradizionale creare quel fervore che stimola la creatività e il merito va alle penne influenti che sanno raccontare e illuminare. Allo stesso modo la televisione con i suoi programmi dedicati alla moda e alla cultura, spinta soprattutto dalla distribuzione a pagamento, come nel caso di Netflix, rimane uno dei canali che uniscono informazione e intrattenimento che è stato in grado negli anni di ritagliarsi una sempre più folta nicchia di estimatori e che, ci scommettiamo, si affermerà sempre più nel futuro come uno dei settori pilastro della comunicazione per conoscere ed esplorare la moda e il lusso. Documentari come “Dior and I” che racconta la prima collezione Haute Couture di Raf Simons, ex Direttore Artistico della Maison, “Iris”, ritratto della leggenda della moda Iris Apfel o “Manolo: The Boy Who Made Shoes for Lizards”, storia dell’amatissimo designer di calzature Manolo Blahnik, sono solo alcune delle proposte della nuova televisione che rappresentano le fonti di informazione per accrescere la cultura del lusso. Casi, questi ultimi, in grado di attrarre generazioni rappresentate da qualunque lettera dell’alfabeto, non solo la Y. 111
BEAUTY
Chanel Neapolis: ode alla città di Parthenope Le nuove creazioni di Lucia Pica
Frammenti di tempi antichi vengono interpretati in modo assolutamente contemporaneo nella nuova collezione make up SS 2018 creata da Lucia Pica. L’estate di Chanel sarà un tripudio di colori, gli stessi che baciano la più splendida delle città, Napoli
©CHANEL
Make up
CHANEL - Proprietà del Fondo Edifici di Culto Ministero dell’Interno
Alma Jodorowsky - CHANEL Spring/Summer 2018 Makeup
P
er la sua bellezza gli Dei si contendono il possesso della città.” Così scriveva Polibio già duemila anni fa, e oggi come allora Napoli continua ad affascinare e catturare il cuore di chi la visita con i suoi colori, i sapori, le sue innumerevoli contraddizioni. Sacra e sensuale, antica e moderna, storica e viva, Neapolis, la “città nuova” rimarrà per sempre un luogo immortale che vive di una ricca fama di leggende e tradizioni che spesso lo precedono. Come quella di Parthenope, la sirena che si arenò sulle rive del Golfo ma rimane nell’immaginario di questa città così maestosa, indomita e ottimista. Così Lucia ©CHANEL Pica, Global Creative Make up and color designer per Chanel, ha risposto al richiamo della sirena che la invitava a tornare nella sua città natale creando come l’oro e il bronzo ispirati al panorama vulcanico del Neapolis, la nuova collezione make up Spring/ Vesuvio e a quello dei Campi Flegrei. Il rosso più famoSummer 2018. Le antiche radici e l’incarnazioso, quello Pompeiano, è lo stesso di Poudre à Lèvres, che ne moderna di questo luogo si incontrano nella dona alle labbra un effetto quasi pittorico: «romantico e sorprendente Palette Affresco, che racchiude divertente, qualcosa di molto nuovo ispirato a qualcosa di tutti i verdi, i gialli e i colori bruni molto antico: la vera essenza di Napoli» come commenta Lucia Pica. L’infinito ventaglio di colori che evocano que©CHANEL sta città spettacolare si ritrovano poi in tutti i prodotti per gli occhi (il mascara Dimensions de Chanel Nero Metallo, le matite Stylo Yeux Waterproof e l’ombretto Ombre Première nella nuance Verderame) in quelli per le labbra (Rouge Allure, Rouge Allure Velvet, Rouge Allure Ink e Rouge Coco Gloss) così come negli smalti: «Quest’estate» dice la make up artist «le mie unghie indosseranno sicuramente il giallo», lo stesso che rievoca gli affreschi della città. «Il mio desiderio è che le donne si avvicinino in maniera aperta e spontanea ai colori» e per farlo ha scelto senz’altro la più affascinante delle muse, Napoli. 113
BEAUTY
Le maquillage c’est amusant YSL Beauté accoglie il nuovo Global Beauty Director
È un visionario del make up Tom Pecheux. Richiestissimo per il talento e il carisma da esperto innovatore, è pronto a mettere in gioco tutto il suo entusiasmo in quanto Global Beauty Director di YSL Beauté. Lo abbiamo raggiunto a Parigi
di Marco Torcasio
Tom Pecheux,
Photo by Nico Bustos
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arigi, gli anni Ottanta e una buona dose di casualità. Da questi pochi, ma essenziali elementi trae origine la favola post-moderna di un artista dal talento conclamato. Tom Pecheux, figlio di un contadino della Borgogna, incontra in un night club una ragazza che studia per diventare make up artist. Pasticciere di formazione, non aveva ancora mai considerato l’universo iper-cromatico del maquillage, eppure in lui una certa idea inizia a farsi strada. A distanza di qualche mese incontra nuovamente quella ragazza, a lei chiede il nome della scuola e ai genitori i soldi per iscriversi. Dopo solo pochi mesi, animato dalla volontà di emergere, inizia a lavorare per i cataloghi di abiti da sposa e i settimanali. La sua costanza finirà per premiarlo. Una fortunata collaborazione con una stilista di Marie Claire lo porta a conoscere Linda Cantello che, ammirata dal suo lavoro, lo segnala al fotografo Peter Lindbergh. Seguiranno shooting con Mario Testino e Carine Roitfeld, campagne per Yves Saint Laurent, Gucci, Chanel, nonché incarichi regolari per le più prestigiose riviste di moda. Nell’arco di tre decenni, le sue creazioni make up hanno concorso a caratterizzare le sfilate più glamour del mondo trasformandolo in un fenomeno internazionale. YSL Beauté, oggi, lo accoglie in qualità di Global Beauty Director e per rivivere la sua favola di successo lo abbiamo raggiunto a Parigi. L’atmosfera negli spazi del Beauty Hotel YSL in cui lo incontriamo è febbricitante. La struttura si sviluppa su tre livelli nell’8°Arrondissement della capitale, ad accoglierci un layout articolato in ulteriori tre concept: “Le Beauty 114
Bar”, in cui provare Volupté Liquid Colour Balm e Rouge Pur Couture; sul lato opposto la “Juice Box”, dedicata al nuovo maschile Y e all’iconico Black Opium; di fianco “Le Drive-In”, un’area con postazioni make up in cui scoprire Touche Éclat All in One Glow. Senza sapere che al party serale avremmo incontrato Zoë Kravitz, Diane Kruger, Courtney Love e Presley Gerber, ci accomodiamo sui divani in pelle nera con Tom Pecheux, impazienti di vedere in azione la sua creatività. Alle origini del suo talento c’è un percorso a dir poco non convenzionale. Come giudica oggi, forte di una acclarata maturità artistica, il suo excursus giovanile?
Non ho nessun rimpianto fortunatamente. Sono felice e molto più saggio. Ho fatto il pasticciere perché mi piacciono le cose buone e la condivisione delle cose belle. Nel lavoro di truccatore si possono rintracciare delle similitudini, a partire dai colori. Mescolarli, elaborarli per dar vita a qualcosa che faccia venire l’acquolina in bocca. Quali sono le grandi differenze in ambito make up tra presente e passato?
La tecnologia è entrata prepotentemente a far parte della creatività legata al make up. Questo è il primo, importante, cambiamento. Oggi godiamo di una maggiore libertà nell’esprimere lo stato d’animo delle donne che trucchiamo. E ci è consentito raggiungere l’eccesso sia in termini di minimalismo che di esuberanza.
Interview Interview
Lobby
©Jean Picon
Zoe Kravitz ©Jean Picon
Quali sono le responsabilità che sente maggiormente alla luce di questo ennesimo step nella sua carriera?
Le mie responsabilità sono invariate, rimangono le stesse di sempre, ovvero lavorare con piacere rispetto. Maggiore, invece, è la consapevolezza. Quali emozioni ha suscitato essere entrato a far parte di una Maison così prestigiosa?
Mi sento molto lusingato. Ho avuto il piacere di lavorare in prima persona con Monsieur Laurent, un grandissimo uomo, un mago. Quando mi è stato chiesto di continuare a promuovere la sua parola è stata un’emozione incredibile. Nella sua arte non c’è un solo capo, un atteggiamento, un modo di essere, di porsi, che sia fuori moda, che manchi di rispetto. Tutto è sempre in armonia con l’identità di questo grande signore. Far parte di questa continuità, di questa evoluzione, è pura magia. L’heritage YSL è più che mai articolato e strutturato nella storia, come pensa di riuscire a mantenerlo vivo e attualizzarlo?
È molto difficile perché non conosco il futuro. Prima di preoccuparmene cercherò di avere delle certezze, evitando di alterare i sottili equilibri dello stile Yves Saint Laurent. Lotterò per tenere viva la sua irriverente genialità. Quali sono le donne YSL che nella sua vision artistica hanno più rappresentato il senso profondo della Maison?
È difficile rispondere a questa domanda perché ritengo che ogni singola donna possa essere una donna YSL. A patto che abbia personalità, una certa “singolarità”, piena libertà d’espressione. Egerie come Edie Campbell e Kate Moss hanno materializzato un sogno.
Indossare un rossetto può regalare grandi emozioni. Ma l’applicazione di quali variabili deve necessariamente tenere conto per essere impeccabile?
È più facile applicare un rossetto che stirare una camicetta o fare una torta. Non è tanto una sensibilità innata quanto una voglia, un desiderio congenito di femminilità. Due consigli: prendersi il tempo necessario per un’applicazione ottimale e idratare in profondità le labbra la sera prima. Prodotti iconici come Touche Éclat, Rouge Pur Couture, Mascara Volume Effet Faux Cil punteggiano il viaggio nella bellezza di YSL Beauté. Cosa ci riserva il futuro?
Non voglio creare tendenze, quindi non mi preoccupo che un prodotto da me concepito diventi iconico. Mi interessa unicamente creare un make up che possa regalare emozioni.
Volupte Room ©Jean Picon
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BEAUTY
Beauty Chest Scrigni di bellezza
Un trattamento skincare di ultima generazione e cinque fragranze ipnotiche. Così Posh celebra la bellezza moderna: affascinante ma dinamica, sensuale ma decisa. E pronta a svelare ogni sfumatura della femminilità
B O T T E G A
V E N E TA
SENZ A TEMPO Discreta eppure immediatamente riconoscibile, la Knot è una delle borse più emblematiche di Bottega Veneta: «Una delle cose che preferisco disegnare ogni stagione è la Knot; l’ho paragonata ad una tela bianca perché credo veramente che le variazioni possibili siano infinite» ha dichiarato Tomas Maier, Direttore Creativo della Maison. Così come infiniti sono i modi di celebrarla: a quattro anni dal lancio di Knot Eau de Parfum, Bottega Veneta presenta Knot Eau Absolue, la cui composizione esalta l’eleganza della fragranza originale con note che ne moltiplicano l’intensità: in apertura quelle di lavanda e fiori d’arancio, sublimate da un cuore di gelsomino e un fondo di preziosa mirra.
B U L G A R I U N A NO TA I N DI M E N T IC A B I L E Dopo l’iris, la rosa e il gelsomino, anche la sensuale magnolia entra a far parte della prestigiosa collezione olfattiva Splendida Bulgari, un fiore prezioso che il suo creatore, Jacques Cavallier, descrive così: «La magnolia è una nota, un fiore meraviglioso dai grandi petali che si ergono sullo stelo, come a voler toccare il cielo. Una fragranza unica, tanto speciale che ci si ricorda per sempre la prima volta che si è respirata. Una nota indimenticabile». Quella, appunto, di Magnolia Sensuel, una fragranza costruita su un gioco di contrapposizioni (con neroli e mandarino vivaci, gelsomino e fiori d’arancio sublimi, muschio e legni che conferiscono carattere) per svelare ogni sfaccettatura della femminilità.
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MODE R N A F E M M I N I L I TÀ «Jimmy Choo L’Eau cattura l’essenza del delizioso fiore di ibisco, abbinato a scorza di bergamotto, note fruttate e legni intensi, per rievocare una femminilità raggiante e sensuale». Sono le parole del naso Juliette Karagueuzoglou, che con questa fragranza offre un’interpretazione olfattiva della donna Jimmy Choo per il 2018: dinamica, affascinante e avventurosa. Una donna tanto elegante quanto audace, espressione di una femminilità moderna. Le note fruttate e f loreali infatti si combinano a quelle di cedro e muschio, così in un contrasto tra sensualità e dolcezza si rivela l’animo della donna Jimmy Choo.
D I O R B R I V I D O P OP Racchiuso in un nuovo look olografico, Poison Girl Unexpected è un brivido pop dove ingredienti classici e nobili incontrano e si scontrano con note fresche e inaspettate. «Con Poison Girl Unexpected, ho voluto ricreare in una fragranza la sensazione intensa e ambivalente di una caramella acida. Ho giocato con il contrasto di una nota fruttata che si fa sempre più intensa, fino a diventare seducente e piccante. La nota di zenzero, leggermente accentuata da un tocco salato, è stata la vera rivelazione, poiché ricrea alla perfezione il fascino “espressivo” di quelle caramelle che esplodono in bocca, per poi cedere il posto alla dolcezza» ha raccontato il naso François Demachy.
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S I S L E Y N UOVA F IOR I T U R A A distanza di un anno dalla sua nascita, Izia di Sisley rifiorisce nella bellissima edizione limitata anniversario 2018. La fragranza rimane invariata, con un cuore avvolgente di rosa che incontra le note più frizzanti di bergamotto e pepe in testa, e quelle più legnose di muschi e cedro nel fondo. Cambia però il suo scrigno, grazie alla creatività della celebre artista e illustratrice inglese Quentin Jones, che mischia inchiostro f luorescente, collage di rose e tracce di vernice sul nuovo packaging trasportandoci all’istante nel suo universo rock
F I L O R G A WOR KOU T A N T I - G R AV I TÀ Lift structure Crema Giorno di Filorga è una crema ultra-liftante che offre alla pelle un workout quotidiano anti-gravità. Il suo segreto è il complesso Plasmatic Lifting Factors, un cocktail finora inedito nel mondo della cosmetica e che unisce Plasma vegetale ricco di fattori cellulari ottenuto dal rizoma di Curcuma Longa, Collagene naturale di origine marina e Acido Ialuronico per distendere i tratti, rimpolpare la pelle e scolpire i volumi. Tale complesso è potenziato a sua volta da due attivi vegetali in grado di promuovere la produzione di collagene ed elastina: sono l’Estratto di alghe e l’Estratto di Stella Alpina. Sono stati necessari tre anni per la messa a punto di questa impareggiabile formula, che raccoglie il meglio degli attivi utilizzati anche in medicina estetica per un volto scolpito e dai tratti distesi giorno dopo giorno.
BEAUTY
Timeless youth Elisir di eterna giovinezza
Quanto si è disposti a spendere per preservare la bellezza della pelle? Vi raccontiamo cosa si nasconde dietro alla creazione di una crema viso lussuosa, cosa ne giustifica il prezzo e perché sceglierla al posto di un prodotto di fascia più bassa. O forse perché non si dovrebbe affatto di Veronica Cristino
Creata nel 2012 per celebrare i 30 anni del marchio giapponese appartenente alla divisione lusso di Shiseido, detiene ancora il primato di crema per il viso più costosa al mondo. Più cara dell’oro, il suo prezzo superava di poco i $13.000 per 50 grammi di prodotto. Clé de Peau Beauté ha rivoluzionato il concetto di lusso cosmetico con la sua La Crème. Distribuzione esclusiva con soli tre pezzi al mondo, packaging gioiello estremamente prezioso, lavorato a
mano, in cristallo e platino e formula altamente tecnologica, per una crema che va oltre il lusso. Cosa giustifica un prezzo così importante per un prodotto di skincare? Quali sono le differenze tra una versione luxury e una qualunque crema che può costare anche quindici volte meno? Quali sono gli elementi che giustificano il prezzo della prima e che ne supportano la scelta? E, infine, non idratano tutte allo stesso modo?
La Mer Nasce dalla scoperta inaspettata di alcune formazioni cristalline all’interno del Miracle Broth™. Il prezioso attivo proveniente dalle alghe, e da anni di ricerca per scoprire come ricrearle: Genaissance™ de La Mer The Eye and Expression Cream contiene Crystal Miracle Broth™, la variante più potente e concentrata, dalle proprietà rigeneranti che favoriscono un rinnovamento della pelle istantaneo. La nuova crema svolge un’azione specifica per donare vitalità e compattezza al contorno occhi e agire sulle linee di espressione dello sguardo, sulle rughe glabellari e su quelle naso-labiali, grazie allo speciale applicatore che effettua un massaggio rinfrescante e lenitivo.
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La Prairie
Clé de Peau Beauté
Associa un patrimonio di ricerche scientifiche alle più recenti e audaci innovazioni. Platinum Rare Cellular Night Elixir è il nuovo prezioso siero La Prairie che agisce durante la notte per rivelare al mattino una pelle rinnovata. La sua formula supporta le quattro attività essenziali del processo di rigenerazione cellulare: nutrimento, respirazione, disintossicazione e difesa, per una pelle più forte e vitale. Contiene la più elevata concentrazione di Complesso Cellulare Esclusivo La Prairie, insieme all’Advanced Platinum Complex, una miscela di ingredienti attivi rari. Il design ricer-
Non presenta la lavorazione artigianale dei materiali preziosi, né la tiratura limitatissima della celebre versione extra lusso che ha fatto tanto parlare di sé, ma conserva la medesima formula, diventando uno dei fiori all’occhiello del brand nipponico. Clé de Peau Beauté La Crème viene definita come “pura beatitudine”. Contiene una speciale combinazione di ingredienti esclusivi del marchio, in grado di intervenire per ottenere un’ottimale funzionalità del sistema di comunicazione cellulare, mentre riduce la visibilità dei danni causati dallo stress ambientale, oltre a massimizzare la radiosità della pelle.
Skincare
Lo abbiamo chiesto a Tamara De Bellis, Responsabile Formazione Trattamento Dior. «Bisogna partire da un presupposto che potrebbe essere spiazzante: i cosmetici non sono necessari. Sono frutto di una scelta personale che, in quanto tale, dipende dalla sensibilità, dal desiderio e ovviamente anche dalla possibilità della persona. Una donna che acquista una crema luxury sceglie di concedersi qualcosa di speciale, di regalarsi un prodotto prezioso, una vera e propria esperienza, sceglie di vivere un cerimoniale e sa, sin dal primo utilizzo, che raggiungerà i risultati sperati, anzi, è quasi come se potesse già vederli. Il merito va alla forza del brand, alla sua storia di eccellenza, insieme al potere della sensorialità della skincare luxury. La cliente dà fiducia al marchio e alla sua ricerca scientifica e prova una sensazione di benessere già dall’applicazione. Questi elementi contribuiscono a creare il cerimoniale, che parte dal marchio e si consolida con il design lussuoso del packaging, con la ricerca olfattiva e la sensorialità delle texture. Si tratta di un’esperienza che ha un ruolo fondamentale nel creare benessere.» Continua Tamara: «Ovviamente non si tratta solo di appagamento, una crema luxury non è solo piacere e sensorialità, ma racchiude anni di ricerca scientifica per trovare principi attivi unici, rari, preziosi, sofisticati, andando anche a cercarli nelle zone più remote del mondo o, talvolta, creandoli. È il caso della Rosa di Granville, la prima rosa creata specificamente per il trattamento, dalla fortissima azione rigenerante, la
cui potenza molecolare viene catturata con un processo all’avanguardia, l’”enfleurage dinamico”. Ci sono voluti 15 anni di ricerca per identificare il segreto di longevità di questa rosa e trasformarlo in un attivo straordinario e, soprattutto, unico nel suo genere. Ma non si tratta solo di attivi eccellenti. Anche gli eccipienti devono essere straordinari per poter valorizzare al meglio gli attivi. Scegliere una crema lussuosa è scegliere tutto ciò: eccellenza, prestigio, ricerca, sensorialità e unicità.» «Le possibilità di scelta offerte dal mercato odierno sono infinite, ma non tutte garantiscono lo stesso risultato. Si può ottenere un effetto idratante - afferma Tamara De Bellis - con una crema di qualunque fascia di prezzo. Il punto da evidenziare in questo caso non è se si riesce a ottenere un’idratazione più o meno intensa da una o dall’altra proposta, bensì il come la si ottiene. Una crema lussuosa idrata la pelle e lo fa certamente anche una crema economica, ma bisogna chiedersi: “Come lo fanno?” La differenza sta nell’esperienza che la ricerca può offrire ed è solo nel caso del luxury che possiamo parlare del meglio della ricerca scientifica all’avanguardia, in grado di regalare un’esperienza superiore, data da un prodotto eccellente ed esclusivo, in poche parole: unico. La scelta di ciò che si vuole per la propria routine di bellezza, poi, dipende solo dalla persona.»
Dior La scienza Dior è riuscita a estrarre venti micronutrienti dalla rosa più resiliente al mondo. Venti tesori tra vitamine, aminoacidi e fitonutrienti, estratti con un nuovo processo che ne concentra la ricchezza. Dior La Micro Huile de Rose agisce come un catalizzatore di bellezza, da applicare prima del siero, per riequilibrare la dinamica nutrizionale della pelle, minata da stress e ritmi quotidiani. La formula è composta da microperle di rosa, sospese in una fase acquosa, la cui membrana si rompe durante l’applicazione per liberare il potere nutritivo.
Chanel Introdice un nuovo gesto di trattamento on the go. SUBLIMAGE LA BRUME racchiude i principi attivi della prestigiosa linea della Maison in una brume da vaporizzare sul viso prima o dopo il make up oppure in ogni occasione in cui si ha bisogno di una pausa di bellezza, per rigenerare la pelle, proteggerla e donarle luminosità. Il formato twist & spray ricaricabile contiene acqua concentrata di Vanilla Planifolia, dal potere antiossidante, l’associazione di tre tipi di Acido Ialuronico dal diverso peso molecolare, per idratare, rimpolpare e levigare la pelle, e l’estratto di albero della seta, che energizza e riduce i segni di fatica sul viso.
Guerlain La ricerca per la creazione di Guerlain Orchidée Impériale Eye & Lip Contour Cream basa i suoi studi sulla scienza della cronobiologia e del cambiamento del ritmo biologico durante il giorno e la notte. Influenzata dal ritmo circadiano, la pelle si comporta in modo diverso durante il giorno, quando è costretta a difendersi dai danni ambientali, e durante la notte, quando si rigenera. La nuova crema per contorno occhi e labbra contiene il complesso Chrono-Response™ che agisce sui segni dell’età in modo continuativo h24. 123
BEAUTY
L’universo racchiuso in una goccia Un invito all’esplorazione sensoriale
Due nuove fragranze irrompono sullo scacchiere dell’Haute Couture Armani/Privé: Bleu Turquoise e Bleu Lazuli. Quintessenza di stile, riflettono in forma olfattiva la libertà della creazione assoluta e si raccontano attraverso le parole dei propri ideatori Aurélien Guichard e Pascal Gaurin
L
a Collezione des Terres Précieuses incarna il desiderio di viaggiare di Giorgio Armani, espresso da una collezione di preziose fragranze che esplorano culture e terre diverse, viste attraverso il suo sguardo. Lanciata con due odi alle vaste e magnifiche terre della Russia come Vert Malachite e Rouge Malachite, oggi si volge all’India, alla sua ricca cultura, alla sua storia e alle sue leggende, e trae ispirazione dal richiamo mistico del continente sudorientale. Gli abiti indiani hanno spesso ispirato la moda Armani, riscoperti dallo stilista durante i suoi viaggi a Jaipur, Bombay e Delhi. Una particolare tonalità di blu, cosiddetto indigo, è il colore distintivo della penisola, tra le divinità indù e le feste sacre, il fiume Gange e le sere d’estate. Affascinato dalla spiritualità di questo paesaggio, Giorgio Armani dedica all’India un duo di fragranze inedite che catturano la sua visione. Bleu Turquoise e Bleu Lazuli si ispirano ai vasti orizzonti prefigurati dal colore blu, allegoria dell’universo e sinonimo di vita. Qui è rappresentato 124
da due pietre preziose originarie del Paese: il turchese, sospeso tra mare e cielo, e il lapislazzuli, esotico e splendente. Strettamente connessi, Bleu Turquoise e Bleu Lazuli esprimono due aspetti, ricchi e legnosi, della stessa terra. Per capirne più a fondo le sfaccettature è stato indispensabile incontrare le menti da cui tutto ha avuto origine, quelle dei maître parfumeur Aurélien Guichard e Pascal Gaurin. Li abbiamo incontrati in un pomeriggio d’inverno all’Armani Hotel di Milano, orgogliosi della propria responsabilità e affascinanti nella loro compostezza. Il linguaggio dei profumi è la prima lingua di Aurélien che ha acquisito da suo padre, celebre creatore, dai suoi nonni, produttori di fiori, e da amici di famiglia con i quali ama fare grandi chiacchierate appassionate sui profumi. Ottava generazione di una famiglia di profumieri di Grasse, non è però mai stato spinto a scegliere questa carriera alla quale si è naturalmente avvicinato. Quando parla del suo lavoro, Aurélien insiste sull’importanza dell’intuizione piuttosto che dell’ispirazione.
Interview
Pascal Gaurin Maître parfumeur di Bleu Lazuli La storia di Bleu Lazuli è allegoria di un intimo viaggio. Qual è stato l’approdo?
L’intera Collection des Terres Précieuses è emblema del viaggio visto con gli occhi del Sig. Armani. Così come Rouge Malachite sintetizzava la visione Armani della donna russa, adesso è il momento dell’India con Bleu Lazuli, una fragranza che rappresenta il senso dell’universo, la spiritualità, l’immensità dell’orizzonte. La connotazione mistica predomina. Attorno a questa visione ho creato la mia storia. Tra gli accordi di questa narrazione olfattiva, ce ne sono alcuni che richiamano il concetto di italianità, identitario della Maison?
Ho voluto illuminare l’oscurità del tabacco con la luce delle foglie del tè matè, associandole al fiore di osmanto per dare profondità e ricchezza. L’italianità alla Giorgio Armani si esprime attraverso nuances di bergamotto, l’agrume che preferisco, e pepe rosa. Oltre al bergamotto, un altro ingrediente che non manca mai nelle mie formule è l’iris. Non è un fiore coltivato esclusivamente in Italia, anche il Marocco ne è un grande esportatore, ma le qualità di iris più accreditate nella profumeria contemporanea continuano a essere quelle italiane.
Aurélien Guichard Maître parfumeur di Bleu Turquoise Ha dichiarato di credere in una distinzione tra intuizione e ispirazione. Cosa intendeva?
L’ispirazione si materializza in valore assoluto quando si crea per se stessi e per nessun altro. Creare per qualcuno invece significa saper intuire, e quindi comprendere, ciò che viene richiesto. Ispirazione è dunque slancio artistico, sponteneaità nella creatività. L’intuizione un metodo di comprensione dell’altro. Qual è allora l’intuizione che sottende Bleu Turquoise?
Sono stato invitato a creare un profumo sul viaggio, sul blu e sull’India. In un attimo mi sono tornati alla mente i molteplici ricordi di un mio precedente viaggio su un’isola dell’Oceano Indiano dove rimasi affascinato da una particolare nota di vaniglia salata. La giusta intuizione è stata credere che sarebbe piaciuta a Monsieur Armani.
Ritiene che l’esperienza del viaggio possa contaminare la totalità della vicenda creativa?
Come parfumeur il mio compito è quello di scrivere una storia olfattiva originale, ma inevitabilmente le esperienze personali così come le emozioni entrano nella creazione. Sono nato e cresciuto a Parigi, ma non ho mai lavorato in Francia, ho iniziato in Asia e poi mi sono trasferito negli Stati Uniti. Pur non rendendomene conto consciamente, la mia vita ha avuto un impatto totale sulla mia sensibilità. Se dovesse sottilineare tre caratteristiche che consacrano il lusso di questa fragranza?
L’alta qualità delle materie prime, l’artigianlità, il tempo dedicato (tre anni, ndr). Tutti questi elementi sono indissociabili dal concetto di lusso, indipendentemente dal settore.
A quella memoria olfattiva se ne sono aggiunte poi altre?
Lungo il mio percorso creativo si sono avvicendate interazioni di note “luminose” e “oscure”. La vaniglia nera si è lasciata trascinare da accenti di sale bianco, come a rievocare l’incontro tra cielo e oceano. In che modo la memoria olfattiva in sé riesce a fondersi con la ricerca delle materie prime?
Sono due cose distinte. La prima è un esercizio dell’immaginazione. Le seconde sono lo strumento che mi consente di realizzare quanto visualizzato dalle note olfattive. Sono il colore sulla tela.
Quando è scaturito il desiderio in lei di consacrarsi all’arte della creazione?
Sono molto fortunato perché circondato da persone che amo. Mi sono laureato in Economia ma sentivo crescere sempre più forte l’ammirazione nei confronti delle persone che attorno a me si occupavano di quest’arte. Non era, però, ancora chiara in me la risoluzione di voler diventare creatore. Il giorno in cui sono entrato in Accademia è stato come se tutta la mia vita si sublimasse. Oggi sono giunto alla consapevolezza che amare la creazione di un profumo significhi, di conseguenza, amare gli altri.
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BEAUTY
Nella foresta magnetica e primordiale di AURA MUGLER Marie Salamagne racconta la nascita di una nuova fragranza-icona
Un profumo non è nulla senza il cuore di chi lo indossa. I battiti trasmessi da Aura Mugler riattivano le corde dell’istinto nella donna che osa sceglierlo. I sentori puri, vergini e intensi del suo carnet olfattivo dal piglio rivoluzionario segnano un ritorno, prepotente, alle origini della femminilità
di Marco Torcasio
I
l team che ha dato alla luce Aura Mugler ha lavorato per circa tre anni. Ancora una volta la Maison sceglie di distogliersi dalla quotidianità di creazione e concedersi il tempo necessario al concepimento delle sue fragranze. L’idea, a dire il vero, è nata rapidamente, trainata dal desiderio di inaugurare una nuova femminilità, di plasmare una donna connessa con proprio istinto, dal quale attinge forza e vitalità. Il profumo in sé è infatti un invito a seguire l’istinto, risvegliando i sensi e ricollegandosi alla natura. Solo così ogni donna potrà riscoprire la forza primordiale che le appartiene e le permette di rivelare l’aura da cui prende il nome la fragranza. Per custodirla è stato scelto un oggetto che simboleggiasse l’idea stessa del profumo. Un cuore che non avesse nulla a che vedere 126
con i codici tradizionali solitamente impiegati per alludervi, quali amore e romanticismo. Per Monsieur Mugler il cuore è il centro nevralgico del nostro corpo, ciò che dà origine alla vita, che dona per ricevere e riceve per donare. Lo strumento di cui la donna dispone per esprimere la propria aura. Ecco allora che il flacone si presenta come un oggetto essenziale, di colore verde smeraldo, il verde dell’ottimismo, ma capace anche di evocare mistero. Incastonato in una M di argento metallico. La M di Mugler. Anche la comunicazione segna un nuovo inizio, di cui la metamorfosi sia il collante, che trova in Zhenya Katava il suo volto perfetto. Modella dall’immagine multiculturale, esprime agilità e magnetismo con i suoi occhi impenetrabili e felini. La creazione olfattiva è stata orchestrata da Sandrine Groslier, Presidente di Clarins Fragrance Group, e Pierre Aulas, consulente e Direttore Artistico Olfattivo.
Interview
127
BEAUTY
Al loro fianco quattro parfumeur: Daphné Bugey, Amandine Clerc-Marie, Christophe Raynaud e Marie Salamagne. Uno schieramento insolito, ma comunque armonizzato dalla totale complicità con cui è stato svolto il lavoro. Sviluppare un profumo Mugler è una sfida, un’allegorica ricerca professionale del Sacro Graal per ciascun parfumeur, che osa valicare i limiti, non ricalcare gli schemi classici della creazione. Una ricerca di associazioni inedite, un’overdose di ingredienti nuovi, una continua sperimentazione che richiede tempo e che si perfeziona giorno dopo giorno. Lo sa bene Marie Salamagne, parte integrante dell’équipe creativa, alla quale abbiamo rivolto le nostre domande nel tempio dell’ethical design, Spazio Gessi, in via Manzoni a Milano. Il cuore è il fulcro di questa narrazione olfattiva. Quello della donna che indossa la fragranza, quello stilizzato dal flacone che la custodisce, quello di Mugler in persona che l’ha concepita. Dove si posiziona il suo di cuore in questo progetto e cosa prova?
In questo progetto c’è stato un coinvolgimento emotivo fortissimo. Un’esperienza unica, sia in riferimento a quelle passate ma anche a quelle future. Nonostante lo schema di questa lavorazione sia stato insolito, è andato tutto per 128
il meglio. Mi sono ritrovata protagonista di uno scambio intenso e quotidiano, che ho vissuto in totale armonia grazie all’atmosfera fondata sulla fiducia reciproca che ha improntato il lavoro. Un lavoro sinergico in cui ogni contributo ha avuto il suo peso...
Ognuno ha sottoposto agli altri la sua idea, ognuno, nel suo piccolo laboratorio, ha seguito il suo istinto. È stato dunque sia un lavoro solitario, in cui estraniarsi da tutto, sia di gruppo in cui ritrovarsi. L’architettura della fragranza si scompone in tre cuori. Siamo di fronte a una piramide olfattiva concentrica e non più verticale?
Non è sicuramente una piramide classica. Quando si scrive la formula di una fragranza Mugler il fine ultimo è il raggiungimento dello shock olfattivo. Non si comincia dal rispetto di un protocollo. È l’emozione a prevalere.
L’energia di cui vuole farsi portavoce questa fragranza è la stessa che governa la natura. Una forza quasi animale. Quali sono le note che meglio sintetizzano questo disegno?
Il cuore pulsante dell’istinto è reso dalla liana selvatica, una pianta medi-
Interview
Marie Salamagne
cinale cinese recentemente scoperta da Firmenich. È una materia prima aspra e affumicata, sensuale e selvaggia. Il secondo cuore, quello vegetale, è sintetizzato dalla foglia di rabarbaro, acidula e frizzante, e dal fiore d’arancio, soave come un petalo. Infine il cuore animale esplode grazie al fiore nero di vaniglia Bourbon. Un’esclusiva Firmenich, un accordo boisé-affumicato, felpato, con accenti di resina, morbidi e avvolgenti come una pelliccia. La capacità di osare scaturisce dalla capacità di concedersi all’istinto. Che cos’è per lei?
Istinto significa auto-concedersi il permesso, autorizzarsi a lasciare la presa, osare. A seconda della personalità di ciascuno si esprimerà con sfaccettature differenti. È il motore del cambiamento per le donne, intimamente connesse a questa parte al contempo umana e animale. A proposito di cambiamento è questa una fragranza del cambiamento per la Maison oppure mantiene vivi i codici dello storytelling Mugler?
Abbiamo mantenuto determinati codici nella costruzione olfattiva, ma tra quegli stessi codici vige l’imperativo di non ripetere scelte già fatte. Mugler
segue l’estetica dello shock olfattivo, ma sempre in maniera diversa, nuova, rivoluzionaria. Aura Mugler non è soltanto un profumo, ma un tripudio di odori. Quali differenze sottili possiamo cogliere tra il concetto di profumo e quello, a volte sottovalutato, di odore?
Un odore ci dà l’idea di essere qualcosa di meno complesso, ma per me ogni odore potrebbe essere anche profumo. Sappiamo quanto possa essere forte l’impatto di un qualsiasi tipo di odore e quanto possa essere ampio l’immaginario a cui ci riporta. In quanto parfumeur, credo che tanto l’odore quanto il profumo abbiano lo stesso diritto d’esistere. La stessa nobiltà d’essere. Ciò che mantiene viva la sua ispirazione?
Dai 25 anni fino a oggi ho sempre seguito la stessa sensazione di piacere che mi ha accompagnato passo passo. Scrivere una formula è come farsi dominare da un genio incontrollabile, influenzato dall’ambiente circostante, dai viaggi fatti, dalle persone che ho incontrato, dalle nuove materie prime scoperte, dalle molecole frutto delle mie ricerche. È favoloso che si possa partire da ovunque e arrivare dove si vuole. Tutto è possibile. Ogni inizio ha una storia. 129
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THE LUXURY MEN
THE CLUB Inspiration for men
a cura di Enrico Cammarota
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Lamborghini Riva 90’ Hermès
House 99
Acqua di Giò Absolu
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Auto di tendenza, yacht d’avanguardia, la Haute Horlogerie del futuro. Audaci, moderni, innovativi, unici. Sono quei preziosi gioielli che fanno in assoluto la differenza. Per esplorare orizzonti di puro piacere
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Lamborghini Urus Il SUV più veloce del mondo
Sono passati cinque anni dal concept ma l’attesa è valsa la pena. La Casa di Sant’Agata si cimenta per la prima volta nel segmento di tendenza. Mantenendo la sua storica anima sportiva di Maurizio Bertera 133
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a mole di teaser, anticipazioni e il prototipo avevano già dato un’immagine piuttosto chiara della Urus, ma scoprirla da vicino è tutta un’altra musica. È un SUV mai visto prima. Il design nasce per unire le proporzioni imposte da questa tipologia di vettura con il Dna del marchio, un’operazione che ha portato alla nascita di una sorta di coupé rialzato che camuffa le sue reali dimensioni. Partendo dall’ispirazione delle linee grezze ma allo stesso tempo innovative della progenitrice LM002, è stata disegnata una carrozzeria con una linea di cintura molto alta e con gruppi ottici a Led particolarmente sottili, che richiamano la Huracán e la Aventador. Anche le prese d’aria sono da supercar, così come gli sbalzi molto contenuti, senza dimenticare i tagli diagonali tipici della Casa di Sant’Agata (BO) e i muscolosi passaruota d’ispirazione off-road. L’aerodinamica, inoltre, ha giocato un 134
ruolo chiave: oltre al grande estrattore posteriore, ecco la carenatura di gran parte del sottoscocca, i profili sui bordi esterni del lunotto, l’ala posteriore attiva e gli sfoghi d’aria sui passaruota anteriori. L’abitacolo è stato studiato per accogliere cinque persone senza sacrifici, mentre il bagagliaio ha una capacità variabile da 616 a 1.596 litri. I sedili anteriori offrono 12 regolazioni elettriche di serie, ma in opzione sono disponibili quelli climatizzati con funzione massaggio. Al posteriore c’è un classico divano frazionabile con attacchi Isofix, ma in opzione è disponibile un layout con due sedute singole più sportive. La strumentazione digitale riprende la grafica delle altre Lamborghini odierne, mentre volante e console centrale sono inediti. L’intera plancia propone un design a Y, citazione della LM002, mentre le bocchette d’aerazione esagonali sono un omaggio alle supercar attualmente a listino.
Toys
Al posto del selettore sul volante, la Urus affida la scelta delle modalità di guida al “Tamburo” sulla console centrale, integrato in una struttura che racchiude anche il comando del cambio automatico e quello del sistema di trazione integrale. Nella console troviamo inoltre l’infotainment LIS (Lamborghini Infotainment System III) con doppio schermo touch: quello inferiore permette di scrivere manualmente o di utilizzare la tastiera, oltre a controllare la climatizzazione e altre funzioni. Non mancano la ricarica wireless per smartphone, l’integrazione di Apple CarPlay e Android Auto e i comandi vocali, mentre in opzione è previsto il sintonizzatore tv, l’head-up display, l’infotainment posteriore e il Lamborghini Connect, oltre all’impianto audio Bang & Olufsen da 1.700 Watt con 21 diffusori. La piattaforma Mlb Evo, la stessa delle nuove Porsche Cayenne e Bentley Bentayga, ha permesso di realizzare un Suv da 5,11 metri e tre
di passo. Le proporzioni sono aggressive: 2,01 metri di larghezza e 1,63 di altezza, mentre la massa totale è indicata genericamente come “inferiore a 2.200 kg”. Il dato potrebbe preoccupare chi pensa alle prestazioni, ma basta analizzare il powertrain per tranquillizzarsi: l’unico motore attualmente previsto è l’inedito (per Lamborghini) V8 di 4.0 biturbo da 650 CV e 850 Nm, parente stretto dei propulsori Audi e Porsche. Con 6.800 giri di limite massimo e coppia disponibile da 2.250 e 4.500 giri al minuto, garantisce prestazioni in linea con il marchio sul cofano, con 305 km/h di punta massima e 3,6 secondi per toccare i 100 km/h. La trazione è integrale con differenziale centrale Torsen e Torque Vectoring al posteriore e ripartizione di base del 60% della coppia al retrotreno (e fino al 70% all’avantreno in particolari condizioni di aderenza), mentre il cambio è l’automatico a otto marce con convertitore. 135
THE CLUB
Lamborghini Urus – versione grigio lynx e giallo auge Anche se caratterizzato da un corpo vettura dal baricentro più alto, la nuova Urus non rinuncia minimamente a quelli che sono i parametri stilistici delle supercar del Toro: cofano largo e schiacciato, fiancata muscolosa, finestratura laterale compatta e tetto discendente.
Per la cronaca la Lamborghini dichiara un consumo medio di 12,7 l/100 km e 290 g/km di C02. L’assetto riveste un ruolo particolarmente importante, vista l’anima poliedrica della Urus. Le sospensioni pneumatiche con schema multilink su entrambi gli assi e barre antirollio attive (alla prima apparizione su una Lamborghini) hanno il compito di modificare il carattere della Urus in base alle modalità di guida, oltre a consentire di variare l’altezza da terra da 158 a 248 mm. La gommatura prevede opzioni decisamente estreme: la Pirelli ha sviluppato infatti dei PZero dedicati nelle varianti da 21 e 23 pollici nelle versioni estive, invernali, all-season e all-terrain. I cerchi con canale differenziato possono quindi ospitare pneumatici da 285/45 e 315/40 su cerchi da 21” oppure da 285/35 e 325/30 nella variante da 23”. L’impianto frenante carboceramico di serie offre misure record: i dischi anteriori misurano 440 mm (i più grandi sul mercato), mentre quelli posteriori sono da 370 mm e per fermare la Urus da 100 km/h occorrono solo appena 33,7 metri. L’agilità viene esaltata dallo sterzo sportivo dal rapporto piuttosto diretto (2,29 giri totali) e dalla presenza dell’asse sterzante posteriore LRS (Lamborghini Rear-Wheel Steering) con differenti strategie di funzionamento in base alle modalità di guida e all’angolo massimo di 3 gradi. Uno degli elementi chiave 136
dell’esperienza di guida della Urus è il Tamburo, ovvero la leva sulla console centrale che permette di selezionare le modalità. Trattandosi di un Suv, ci sono molte più opzioni rispetto alle altre vetture del Toro: Neve, Terra, Sabbia, Sport, Corsa e Strada. A cambiare sono i setup dell’intero powertrain e dell’assetto, modificando radicalmente il sound, la reattività e il feeling di guida per adattare la Urus ai percorsi più disparati. La diversa ripartizione della coppia permette, per esempio, di ridurre il sottosterzo sui fondi a bassa aderenza o di esaltare il sovrasterzo nella guida sportiva, mentre l’assetto passa dall’altezza massima in fuoristrada alla rigidità necessaria nella guida più dinamica, senza sacrificare il confort. A tutto questo si aggiunge poi la possibilità di personalizzare i parametri singolarmente attraverso la modalità Ego, modificando la risposta delle sospensioni pneumatiche indipendentemente dall’impostazione del powertrain. È importante notare che le modalità di guida Terra e Sabbia non sono di serie, ma fanno parte del pacchetto Off-Road opzionale, che include anche i paraurti rinforzati di metallo e le specifiche protezioni per il sottoscocca. Se tutto questo vi ha coinvolto - come noi nel vederla - preparate, per questa primavera quando arriverà in Italia, 206mila euro.
Toys
Lamborghini Urus – versione blu astraeus Se l’anteriore della nuova nata è così tagliente da far dimenticare di essere in presenza di un SUV, il posteriore è dominato da una evidente muscolosità delle linee che evoca una massiccia dose di potenza già al primo sguardo.
Lo stile degli interni è simile a quello vantato dalle “sorelle” Aventador e Huracan: il design della cabina d’ispirazione aeronautica è dominata da una voluminosa console centrale che ospita tutti i comandi e il concept “driver-oriented” della strumentazione con tre display TFT
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My Luxury Sea Riva, il nuovo flybridge di 90 piedi
Design d’avanguardia, tre motorizzazioni possibili e uno stile extralusso che appassiona generazioni di armatori da tutto il mondo
di Alessandro Iacolucci
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resentato in anteprima mondiale al Boot di Düsseldorf, il Riva 90’ è l’ultimo progetto della famiglia Ferretti Group, che quest’anno celebra il suo 50° anno di attività. Il nuovo 90 piedi si posiziona all’interno della moderna generazione flybridge degli yachts targati Riva. Nato dalla collaborazione tra Officina Italiana Design, lo studio fondato dal designer Mauro Micheli insieme a Sergio Beretta, Comitato Strategico di Prodotto e Dipartimento Engineering Ferretti Group, Riva 90’ riunisce e incrementa i punti di forza dei due predecessori e fa il suo ingresso al fianco di 100’ Corsaro, yacht che ha conosciuto un incredibile successo nel corso del 2017, e di 110’ Dolcevita, pronto al varo nei prossimi mesi. Il design esterno del Riva 90’ è caratterizzato da un profilo estremamente filante, propone una grande finestratura a scafo con oblò integrati. In coperta, una lunga vetrata a tutt’altezza va a estendersi lungo l’intero salone ed è formata da cristalli intelaiati in una struttura in carbonio che inondano di luce naturale l’imbarcazione. A completare il design fino a estrema prua, ci pensa la seconda grande finestratura in corrispondenza della suite armatoriale wide body. Avvicinandosi alla plancia di comando rialzata, tra gli elementi vetrati, risaltano ampi parabrezza 138
frontali e vetrate laterali, mentre a poppa, le potenze laterali in vetroresina con inserto in cristallo, esaltano ulteriormente l’aerodinamicità del profilo. Uno yacth che ha il sapore di un progetto all’avanguardia, grazie anche ai piccoli dettagli volti a utilizzare gli spazi in maniera intelligente, come per esempio la scaletta a scomparsa proposta già con successo sul nuovo 56’ Rivale e brevettato Ferretti Group. Oppure come il garage capiente, dove possono essere varati indipendentemente un tender Williams 395 e una moto d’acqua. Il 90 piedi prevede tre opzioni di motorizzazione: la propulsione standard è una coppia di MTU 12V 2000 M96L dalla potenza di 1948 mhp ciascuno che permette di raggiungere i 22 nodi di velocità di crociera e i 26 nodi di velocità massima. In alternativa, si possono scegliere due MTU 16V 2000 M84 dalla potenza di 2218 mhp con cui il flybridge tocca i 24 nodi di velocità di crociera e i 28 di andatura massima. Una terza motorizzazione, installata sulla prima unità, prevede una coppia di MTU 16V 2000 M93 dalla potenza di 2435 mhp ciascuno, che permetterà di raggiungere i 26 nodi ad andatura di crociera e i 30 nodi di velocità massima (dati preliminari). Riva 90’ sarà equipaggiato standard con pinne stabilizzatrici underway e zero speed, e su richiesta, anche con stabilizzatori Seakeeper.
Toys
F
erretti Group, among the world leaders of luxury yachts, this year celebrates its 50th year of activity and presents in worldly preview its last project at the Boot of Dusseldorf: Riva 90’. The new 90 feet is part of the modern flybridge generation of Riva yachts. Coming from the collaboration between Officina Italiana Design, the studio founded by the designer Mauro Micheli together with Sergio Beretta, Strategic Committee of Product and Department Engineering Ferretti Group, Riva 90' gathers and enhances the strength points of the two predecessors and it comes beside 100' Corsaro, a yacht that gained an amazing success in 2017, and beside 110' Dolcevita, ready to be launched in the next months. The external design of Riva 90’ presents an extremely streamlined profile, it proposes big hull windows with integrated portholes. On deck, a long and fully high window spreads along the whole hall and is made of crystals framed in a carbon structure, pervading the boat with natural lights. The design till the extreme prow is completed by the second big window corresponding with the wide body ship suite. Approaching to the elevated bridge, between elements in glass, wide frontal windscreens and side windows stand out, while
aft, the side powers in fiberglass with insert in crystal, exalt even more the aerodynamic features of the profile. A yacht that looks like an advanced project, thanks also to small details to use the space in a smart way, such as the foldaway ladder already proposed with success on the new 56' Rivale and patented Ferretti Group. Or even such as the large garage where a tender Williams 395 and a sea motorcycle can be independently launched. The 90 feet offers three options of motorization: the standard propulsion is a couple of MTU 12V 2000 M96L, each one with the power of 1948 mhp, allowing to reach the 22 knots of cruising speed and the 26 knots of maximum speed. Alternatively you can choose two MTU 16V 2000 M84 with the power of 2218 mhp, by which the flybridge reaches the 24 knots of cruising speed and the 28 ones of maximum speed. A third motorization, installed on the first unit, presents a couple of MTU 16V 2000 M93, each one with the power of 2435 mhp, which will allow to reach the 26 knots of cruising speed and the 30 knots of maximum speed (preliminary data). Riva 90' will be provided with underway and zero speed gyro fins, and on demand, also with Seakeeper stabilizers. 139
THE CLUB
Il tempo appeso a un filo Un classico dell’orologeria, tra illusione e realtà
Per celebrare il suo ingresso ufficiale nel mondo dell’alta orologeria che conta, quella riunita sotto le illustri insegne del Salon International de la Haute Horlogerie di Ginevra, Hermès ha scelto di fondere tradizione e modernità. Con un orologio da tasca fuori dall’ordinario di Diego Tamone 140
Watch
“Per la maison Hermès il tempo è sempre stato un oggetto, proprio come i suoi orologi deputati a misurarlo. Con cui giocare e osare, anche con un pizzico di originalità e leggerezza.”
Per comprenderlo a pieno, in virtù della sua destinazione d’uso, serve tempo. Per dargli un’identità, in un’epoca dai tratti transgender, anche. Per apprezzarlo, invece, è sufficiente un istante. Perché in un’era dominata dagli smartwatch, un modello da tasca è indubbiamente un qualcosa di anomalo, di inaspettato. Persino di sorprendente. Quasi un’illusione. Concetto, quest’ultimo, con il quale la maison Hermès ha giocato per imporre all’attenzione del pubblico un pezzo cult, l’Arceau Pocket Millefiori, orologio realizzato in soli due esemplari e proposto al debutto ufficiale della marca tra i grandi del Salon International de la Haute Horlogerie di Ginevra. Meccanico a carica automatica con
movimento di manifattura inserito in una cassa in oro bianco da 48 mm di diametro. Stiloso e anticonformista per il laccio in alligatore opaco nero, pelle che con atteggiamento altrettanto chic ne riveste anche il coperchio del fondello. Le cui scaglie sono mirabilmente emulate in un quadrante questa volta in cristallo, realizzato dai mastri vetrai della Cristalleries de Saint-Louis - dal 1995 parte del gruppo Hermès - la più antica d’Europa (fondata nel 1586), secondo la tecnica decorativa “millefiori”. Ottenuta affiancando sezioni di bacchette di vetro colorate unite fra loro da cristallo incandescente. Nato da un’idea del designer Henri d’Origny nel 1978, e rinato oggi a quarant’anni di distanza. 141
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BARBER STYLE Inspiration for men
L’amore per lo stile, il culto della barba, le creatività dell’hairstyling e l’anticonformismo del tatuaggio si fondono per dare vita a una dimensione ideale cui ogni uomo può accedere per sperimentare nuovi look. Nasce House 99, il primo marchio globale del grooming ideato da David Beckham
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Barber style
House 99 ridefinisce le regole del grooming Una linea che nasce dall’esprit crÊatif di David Beckham
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«Sono così emozionato a condividere finalmente House 99 con tutti, in tutto il mondo. Per me, il grooming non riguarda solo l’aspetto, ma anche una sensazione. Vuol dire sentirsi a proprio agio, provare nuove cose e modellare nuovi look. Ho creato House 99 per dare alle persone l’ispirazione nonché i prodotti giusti da sperimentare per sentirsi completamente a casa nel fare ciò. House 99 è qui per sostenere gli uomini, per fornire loro gli strumenti di cui hanno bisogno per creare qualsiasi look desiderano. Benvenuti, questo è House 99.»
I
cona di stile per un’intera generazione, David Beckham continua a sfidare la nozione di ciò che significa essere “uomo”. Sperimentando e reinventando la propria immagine e, guidato da un desiderio di rinnovamento profondo di ciò che la società conosce sul grooming, ha tracciato i confini di uno spazio nuovo, un marchio globale che ha l’ambizione di offrire formule innovative agli uomini che non temono di esplorare il proprio stile ed esprimere così la propria identità. Fondendo l’eredità dei look di David Beckham con la cultura della barbieria inglese, e applicando la competenza tecnica dei laboratori di L’Oréal Luxe, la linea di prodotti House 99 è stata creata nel corso degli ultimi due anni. Tra i 20 prodotti di gamma, i must have includono: Seriously Groomed Beard & Hair Balm. Ispirato al look attuale di David Beckham dai capelli lunghi e alla sua barba folta dal 2015, questo balsamo apporta immediata struttura, definisce e nutre la barba e doma i capelli ribelli. Smooth Back Shaping Pomade. Dopo anni di sperimentazione dell’acconciatura, il pompadour rimane uno dei look più iconici di David, una base classica con la quale ha giocato per conferire un finish da red carpet o un tocco più casual. Il gel per modellare i capelli conferisce una tenuta perfetta e un risultato dall’aspetto naturale. 144
Greater Look Face Moisturizer. Leggero sulla pelle, dona lucentezza intensa. La formula nutriente e leggera, fortifica la pelle donandole un aspetto sano e idratato per tutta la giornata. La spirulina ricca di proteine e gli estratti a base di quinoa addolciscono e rinvigoriscono la pelle riducendo la lucentezza e incrementando la radiosità naturale. Bold Statement Tattoo Body Moisturizer SPF 30. L’idratante spray è facile e veloce da usare, lascia la pelle levigata e senza residui. L’SPF 30 protegge la pelle dai raggi ultravioletti per preservare i tatuaggi con il loro colore e luminosità originari. Impegnato attivamente fin dall’inizio, David Beckham ha avuto un ruolo attivo in ogni elemento dello sviluppo del proprio marchio, dall’analisi nei laboratori di L’Oréal Luxe alla scelta dei nomi dei prodotti, della profumazione alla creazione del logo. David ha anche indicato personalmente alcuni tra i migliori nomi del grooming affinché collaborassero con House 99, tra cui il maestro barbiere Fabio Marquez (dalla barbieria Figaro a Lisbona in Portogallo), fornendo una guida professionale per il sito e i canali social del brand. I membri di House 99 possono registrarsi per accedere a contenuti esclusivi e condividere i propri look tramite l’account Instagram @house99. Da marzo 2018, i prodotti House 99 saranno venduti in 19 Paesi e in Italia in esclusiva presso Limoni, La Gardenia, Douglas.
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RÊVE B E A U T Y
S T Y L E
A N D
M O R E
Rebel.
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PERFUME Inspiration for men
L’acqua e il legno come elementi di una nuova narrazione olfattiva. Nel III capitolo della storia di Acqua di Giò, tra luce e ombra, freschezza e sensualità, l’uomo Armani indossa sulla propria pelle Absolu, con una sensibilità saggia, consapevole della propria eleganza
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Perfume
Un twist enfatico di mascolinità L’alleanza tra uomo e natura in una sola fragranza
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“Acqua di Giò Absolu scrive un nuovo capitolo nella storia delle fragranze, un’elegante miscela di legni ammorbidita da una inconfondibile nota acquatica fresca.”
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anciata nel 1996, Acqua di Giò ha rivoluzionato il concetto stesso di fragranza maschile catturando tutta la potenza dell’acqua. Nel 2016 poi, con Acqua di Giò Profumo, è il momento di una fragranza profondamente raffinata e intensamente maschile ispirata al momento in cui le onde incontrano la roccia. Oggi tocca ad Acqua di Giò Absolu scrivere un nuovo capitolo nella storia della fragranza, ora elegante miscela di legni ammorbidita dalla inconfondibile nota acquatica fresca. Il maître parfumeur Alberto Morillas è nuovamente riuscito a tradurre in un profumo il manifesto di forza e libertà. Con Acqua di Giò Absolu è stata creata una nuova e fresca firma olfattiva che utilizza note marine e patchouli. Il patchouli fornisce il perfetto equilibrio tra la fragranza acquatica e gli aromi legnosi, creando una mascolinità autentica in un twist sensuale. Il patchouli impiegato proviene esclusivamente dal Guatemala, nell’ambito di un progetto di economia sostenibile. Offre sfumature distinte, dal carattere moderno ed essenziale e, se usato allo stato puro, le sue foglie 148
hanno la stessa forza, la stessa potenza e profondità del legno. In Acqua di Giò Absolu quest’alleanza di legno e freschezza acquatica fa del patchouli il perfetto ingrediente naturale. La naturale sensualità di Acqua di Giò Absolu è incapsulata nel design del flacone esclusivo che riflette la misteriosa freschezza della fragranza, dove il lusso raffinato incontra la perfetta simmetria della natura. Nella parte alta troviamo il tappo in legno di frassino proveniente da una produzione sostenibile, poi laccato e inciso con il monogramma iconico Giorgio Armani. Anche il jus color ambra, quasi luminoso, crea un legame con il legno, il calore e il fascino della natura, racchiuso in un vetro resistente e duraturo. In mezzo ai due, a unire gli elementi, il colletto freddo e metallico evoca il potere enfatico e sensuale dell’acqua. Cappuccio e colletto si fondono, riflettendo gli accordi legnosi e acquatici della fragranza stessa. La campagna è interpretata dallo sguardo del fotografo Matthew Brookes e del regista François Rousseau. Protagonista è il modello Jason Morgan.
Perfume
Immagini estratte dalla Campagna Acqua di Giò Absolu Regia: François Rousseau Fotografia: Matthew Brookes Modello: Jason Morgan
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PLACE Inspiration for men
Privato, intimo, lussuoso. Uno spazio dal sapore enigmatico che trae ispirazione da una scena chiave del film capolavoro di David Lynch. Ritrovo della crème creativa parigina e location di super party dello star system, il Silencio è tra i club più esclusivi della Ville Lumière
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Place
A secret charm L’eleganza solitaria per una élite borghese illuminata
Silencio Bar ©Alexandre Guirkinger
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Silencio Art Library ©Alexandre Guirkinger
Rivendica “L’heritage dei saloni, dei circoli letterari parigini del XVII secolo, dei club del XVIII secolo di Londra, dei dadaisti del Cabaret Voltaire di Zurigo e degli esistenzialisti del 'Tabou' a Saint-Germain des Pres, oltre a richiamare centri culturali come Le Palace a Parigi e Studio 54 a New York.”
A
nnoverato dal sito web americano Business Insider tra i club privati più in voga d’Europa, il Silencio, situato nel cuore della capitale francese al 145 di Rue Montmartre (l’imponente edificio è un palazzo storico del 1883 costruito a opera dell’architetto Ferdinand Bal ed ex sede di numerose riviste editoriali tra le quali L’Aurore e La Presse, e luogo in cui Zola stampò il celebre manifesto “J’Accuse”), è il club parigino riservato ai borghesi intellettuali della Ville Lumière. Fondato da David Lynch, riprende il nome e il mood della misteriosa location del film Mulholland Drive, capolavoro del 2001 del regista statunitense. Tutto è stato curato in ogni minimo dettaglio magicamente dal maestro, dal lavabo a forma di parallelepipedo alla scelta dei mobili ispirati agli anni ‘50.
Rivendica “l’heritage dei saloni, dei circoli letterari parigini del XVII secolo, dei club del XVIII secolo di Londra, dei dadaisti del Cabaret Voltaire di Zurigo e degli esistenzialisti del 'Tabou' a Saint-Germain des Pres, oltre a richiamare centri culturali come Le Palace a Parigi e Studio 54 a New York.” 152
Destinato a un pubblico di nicchia creativo, il Silencio si propone come un perfetto concentrato di arte contemporanea, fotografia, musica, gastronomia immerso in un’enigmatica atmosfera dal fascino inquietante dove abbandonarsi a sogni e immaginazioni conturbanti, per inoltrarsi verso l’ignoto. Dopo aver percorso sei rampe di scale sotterranee ci si imbatte tra tunnel dorati, specchi, decori minimalisti, lampade in stile déco e palcoscenico alla Twin Peaks, dove si esibiscono DJ e musicisti. Il club ospita una galleria (fino al 17 marzo è in mostra “The Ruins of Detroit”, per celebrare la collezione di fotografie di Yves Marchand & Romain Meffre in collaborazione con Polka Galerie), un cinema con 24 posti, un’intima biblioteca d’arte, una sala fumatori, due bar, un palco, la celebre blackroom e molto altro. Il Silencio Club è anche il crocevia della mondanità più glamour… tra gli ultimi super party quello di Kilian Hennessy, nipote del fondatore del Gruppo LVMH, per celebrare il decimo anniversario del suo omonimo marchio, con una speciale performance della pop star britannica Rita Ora. Il Silencio Club è aperto da martedì a giovedì fino alle 4:00 del mattino, mentre il venerdì e il sabato fino alle 6:00. AR.R.
Place
Silencio Concert Hall ©Alexandre Guirkinger
Black Birds 153 ©Alexandre Guirkinger
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FASHION Inspiration for men
Accessorio assolutamente irrinunciabile, l’occhiale da sole completa di rigore il look maschile per la primavera estate. Tondi, maculati, super colorati, dorati. Ce n’è per tutti i gusti! Da modelli perfetti per un’attitude da business man fino a quelli che donano un’allure più easy. Senza rinunciare a quel tocco tra eleganza e glamour. Per veri appassionati di stile!
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Fashion
Sunglasses Trends Quando l’occhiale diventa un must
MARNI
DIOR Homme Campaign SS2018 featuring Robert Pattinson
LOUIS VUITTON
KITON
BOTTEGA VENETA
PRADA
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Norbert Niederkofler
Equilibrio, passione e rispetto: le tre parole chiave per capire lo chef altoatesino, il nuovo Tre Stelle Michelin. Un’esperienza al St. Hubertus di San Cassiano è una full immersion di gusto, natura e atmosfere di Maurizio Bertera Millefoglie al cioccolato
Taste
Norbert Niederkofler San Cassiano, Alta Badia, Dolomiti ©DanielTöchterle
E
ra uno dei favoriti per la nuova terza Stella Michelin, che in Italia mancava dal 2014, ma fino all’ultimo non l’ha saputo. «E ancora devo rendermene conto, serviranno giorni per smaltire l’emozione. Comunque il premio è il coronamento di 30 anni di duro lavoro, mio e della squadra.» Norbert Niederkofler d’altro canto non è nuovo a queste sorprese: nel 2007, quando arrivò la seconda stella, era uscito da una settimana il suo libro St. Hubertus, i sapori delle Dolomiti che nella sua biografia gliene attribuiva ancora solo una. Ha impiegato un decennio per il tris, facendo alta cucina (o cucina alta?) in un ristorante a 1.300 metri di altitudine, nel paesino di San Cassiano, Alta Badia, Dolomiti, utilizzando tutto il meglio del territorio ma andando anche oltre il km zero. Soprattutto elevando i prodotti della montagna in un panorama culinario dominato sostanzialmente dal pesce di mare e da sapori mediterranei, anche nei grandi locali del Settentrione. Classe 1961, di Lutago (un villaggio all’ingresso della Valle Aurina), Niederkofler è cresciuto nel piccolo hotel di famiglia, trascorrendo molto tempo in cucina.
«Ho sempre avuto la passione, ero tra i piedi di chi faceva da mangiare - racconta - ma appena maggiorenne, ho lasciato l’Alto Adige e sono partito per gli Stati Uniti: lavoravo in cucina per sei mesi in modo da pagarmi i viaggi nell’altra metà dell’anno. Sono stato tra i nativi americani come in Messico, Guatemala, Honduras: oggi si direbbe che ero alla ricerca di me stesso. Quando sono tornato, ho capito che fare il cuoco era la mia vera strada.» 157
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Ristorante St.Hubertus San Cassiano, Alta Badia ©Alex Filz
Nel ’96 la svolta della carriera: incontra la famiglia Pizzinini che vuole un ristorante serio per portare l’Hotel & Spa Rosa Alpina di San Cassiano nel gruppo Relais & Chateaux. Lo chef accetta, pur se deve condividere lo spazio iniziale con la pizzeria esistente che scomparirà all’arrivo della Stella Michelin nel 2000. Ora il St. Hubertus - dedicato al santo patrono dei cacciatori - emana magia.
«È bellissimo ma ha ancora solo undici tavoli: nove in sala, il “tavolo dello chef ” in una saletta privata con una finestra verso la cucina, e un altro tavolo più appartato vicino al camino aperto - spiega Norbert non c’è design particolare ma tutto quello che regala calore all’ospite. Che per me è sacro, non è retorica.» La sua cucina? “Tecniche nuove, ingredienti di sempre” è il motto, in nome della semplificazione da un lato e della valorizzazione del territorio dall’altro. Un coraggio che ha pagato: i piatti di Niederkofler sono schietti, limpidi e al tempo stesso suadenti, seducenti, voluttuosi. Legati in modo contemporaneo all’Alto Adige. Basta assaggiare la Tartare di trota e purè al limone e fumo di 158
Mise en place, Carpaccio di scampi con vinaigrette di melone e finocchio
larice per sentirsi folgorati dalla concretezza. E poi c’è quel piccolo capolavoro dei Ravioli con ortica, lumache e latticello (del burro prodotto direttamente al St. Hubertus con la zangola dalla panna che ogni mattina arriva da Vipiteno) che mette nel piatto, per un piacere palatale e cerebrale insieme, le lumache e l’erba di cui le lumache si cibano. La tempura di fieno con gelato al Graukäse è l’evoluzione eterea di un canederlo servito, come tradizione voleva, col tipico formaggio grigio. E quando pensi che nulla possa essere più “local”, ecco arrivare il Salmerino col suo caviale, piselli, gelee di menta, rafano, una ricetta di assoluta raffinatezza e cultura che sposa alle carni di un pesce estremamente delicato il rafano e la menta colti sulle rive del fiume dove il salmerino si pesca. I patiti di foie gras non ne sentiranno la mancanza grazie alla geniale composizione di Albicocca con fegato d’anatra (non grasso), fegato alla veneziana, crème brûlée di fegatini di pollo. Anche i dolci seguono una lettura precisa: tiramisù, foresta nera e strudel di mele, ovviamente visti dal suo genio: «È affascinante immaginare chi nel tempo ha creato e codificato questi dolci - racconta - sono pezzi della nostra storia gastronomica e non devo snobbarli né mancare loro di rispetto.» Sono tutti piatti unici, per visione e realizzazione che gli sono valsi quel massimo riconoscimento dedicato alla moglie Cristina, attrice di teatro, e al figlioletto Tommaso. «Perché al lavoro ci sono io, ma a supportare la mia fatica e a sopportare la mia assenza sono loro» dice sorridendo Norbert. Lo chiamano tutti così “perché il cognome per un italiano è troppo difficile.” Questa resta la sua teoria, la nostra invece è che sia amato da tutti: cuoco, montanaro e altoatesino.
Taste
Gli interni del ristorante St.Hubertus San Cassiano, Alta Badia ©Alex Filz
Mise en place, Trippa al latte ©Daniel Töchterle
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L’invasione dei digital assistant Idee smart che hanno il potere di rivoluzionare (e migliorare) le abitudini della vita
Amazon Alexa e Google Assistant hanno dominato gli annunci del CES di Las Vegas, il più grande evento al mondo dedicato all’elettronica di consumo. È solo l’inizio di una rivoluzione che renderà più intelligente il mondo che ci circonda
di Alessio Jacona
I
mmaginate di parlare con gli oggetti della vostra casa, di rivolgervi al televisore smart per chiedere di selezionare un particolare programma, oppure al frigorifero per ordinargli di scovare una ricetta in rete. In alcuni casi, tutti questo è già possibile, ma che faccia fareste se tali oggetti, oltre a eseguire i vostri comandi, dovessero anche rispondervi? Se dovessero ingaggiare una “conversazione” con voi? Quale che sia, lo scoprirete presto: l’anno appena iniziato si preannuncia infatti come quello in cui l’intelligenza artificiale entrerà a gamba tesa nella nostra vita di tutti i giorni, “animando” anche quegli oggetti che, fino ad ora, erano rimasti inerti e silenziosi. La conferma arriva niente meno che dal più grande evento al mondo dedicato all’elettronica di consumo, il Consumer Electronic Show (CES) di Las Vegas. A differenza che in passato, infatti, quest’anno a tenere banco in Nevada è stato lo scontro a distanza tra due intelligenze artificiali e le aziende che le hanno create: da un lato, l’assistente digitale Alexa di Amazon, e dall’altro il Google Assistant dell’omonimo colosso americano. 160
La loro esistenza non è una novità, anzi: entrambe le “entità digitali” hanno iniziato da tempo a conquistare le case di molti utenti nel mondo (ma ancora non in Italia) prendendo la forma di speaker intelligenti da posizionare al centro del salotto, ai quali rivolgersi per chiedere di far partire la musica, accendere le luci o leggere un audiolibro. Quello di Amazon si chiama “Echo”, mentre lo speaker targato Google si chiama semplicemente “Home” e ha già dato prova tangibile di piacere al pubblico: solo tra il 19 ottobre (giorno dal lancio della versione “mini”) e il 5 gennaio scorsi, infatti, ne sono stati venduti 6 milioni e 73mila unità: praticamente una al secondo. è solo l’inizio: tra annunci in pompa magna e demo di prodotti, a Las Vegas i digital assistant erano infatti già ovunque: nei telefoni, ovviamente, ma anche nelle radiosveglie, nelle TV, negli smartwatch, nei frigoriferi e lavastoviglie, nelle automobili o - incredibile a dirsi - addirittura nel bagno. È il caso della “smart bathroom” di Kohler, azienda che al CES ha presentato cose come la doccia che ti obbedisce quando chiedi acqua più fredda o esigi un bagno caldo; la tazza del water “smart” che offre illuminazione d’atmosfera, riscaldamento del coperchio e per i piedi e persino musica; e poi ancora il Verdera Voice Lighted
Mirror, primo specchio integrato con Alexa, a cui è possibile rivolgersi per consultare news, email e previsioni del tempo mentre ci si prepara per uscire. Oppure per chiedere chi sia “la più bella del reame”. E se è vero che l’AI è arrivata fino in bagno, altrettanto vero è che lungo la strada ha fatto un salto anche in altre stanze, tipo la cucina: merito di LG, che al centro del suo ecosistema di elettrodomestici smart mette ora l’LG InstaView ThinQ, un super frigorifero che integra uno schermo da 29 pollici e - ancora - Alexa. Grazie ad essa si può navigare la rete, cercare ricette, comandare il forno e persino rispondere alla porta di casa. Se poi l’anno scorso avete comprato un TV set Sony con Android tra quelli top di gamma presentati nel 2017 (4K e HDR), allora con il salotto siete apposto: Google Assistant arriverà anche lì grazie a un aggiornamento, senza neanche il disturbo di dover ricomprare il costoso apparato. Insomma, se per anni ci hanno affascinato e tormentato con la favola dell’Internet of Things, la promessa degli oggetti connessi che si “parlano” e lavorano insieme per rendere smart le nostre case e migliorarci la vita, ora finalmente sembra che tale promessa stia per essere mantenuta dalle intelligenze artificiali di Google e Amazon. Se poi questo sia un bene oppure un male, “lo scopriremo solo vivendo”.
Technology
AMAZON Echo
GOOGLE Home
VERDERA Voice Lighted Mirror
LG InstaView ThinQ
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Exhibition
Margiela/Galliera
1989-2009
Al Musée de la Mode de la Ville de Paris una mostra a celebrare lo stilista invisibile
Nella Ville Lumière una retrospettiva esalta l’arte del designer che ama celarsi e comunicare solo attraverso le proprie creazioni
di Alessia Ferri
S
travolgere per ricostruire, eliminare il più possibile ridiscutendo i codici noti di un’estetica statica per giungerne all’essenza e ribaltarla. In una parola “decostruzione”. Un concetto unico che descrive l’intuizione da sempre alla guida dell’estro creativo di Martin Margiela, stilista visionario e a tratti sovversivo che con la sua Maison Margiela ha sfidato l’impero della moda. A lui e al suo approccio concettuale alla materia è dedicata Margiela/ Galliera 1989-2009, una grande retrospettiva che si tiene al Palais Galliera, il museo della moda di Parigi, fino al 15 luglio 2018. Dopo gli studi alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, il designer belga inizia la carriera come assistente di Jean Paul Gaultier prima di aprire nel 1988 la sua celebre Maison per svelare al mondo un nuovo modo di concepire la moda, basato sullo stravolgimento della struttura dei capi che per la prima volta espongono l’interno, il rivestimento e le parti incompiute, rive162
lando le diverse fasi di produzione: pieghe, spalline, modelli, imbastiture. Le carte sono così sparigliate: la fodera diventa giacca e viceversa, le tasche interne sono a vista e i materiali fino a quel momento considerati di scarto assumono nuova vita. Un’idea di glamour spinta all’estremo con collezioni di capi oversize, o che strizzano l’occhio alla tradizione sartoriale giapponese, oppure a quella che ricorda celebri bambole. La mostra parigina rivela questo e molto altro attraverso un percorso di oltre un centinaio di sagome, spezzoni di film, archivi e speciali installazioni in grado di aprire lo sguardo su uno dei più influenti stilisti contemporanei, estremo quanto avvolto dal mistero. Margiela, infatti, rimane il creatore senza volto, l’uomo che non rilascia interviste, si sottrae ai flash dei fotografi e pone sui propri abiti etichette bianche prive di firma e logo. Un artista avvolto da un alone di inafferrabile incognita che la retrospettiva parigina ha l’ambizione di svelare, almeno in parte. © Françoise Cochennec / Galliera / Roger-Viollet
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