DESIGN di Anna Casotti
RARITY
LIVING
Il primo skyscraper immaginato da David Adjaye incanta New Yor k TRA FINESTRE AD ARCO CHE SCANDISCONO LA FACCIATA E AMENITIES ESCLUSIVE, IL PRIMO GRATTACIELO RESIDENZIALE FIRMATO DA DAVID ADJAYE SI FA INTERPRETE DELLA TRADIZIONE ARCHITETTONICA DI MANHATTAN, IMMERSO NELLA MAGNIFICIENZA DELLA MANIFATTURA MADE IN ITALY E NEL DESIGN BESPOKE
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caturito dalla mente di un Maestro dell’architettura contemporanea come David Adjaye e dal suo approccio visionario alla cultura del progetto, la torre residenziale di 66 piani 130 William creata in collaborazione con il famoso architetto newyorchese Hill West inaugurerà una nuova mise en scène in Lower Manhattan. La quintessenza della tradizione storica newyorchese scandita da architetture in muratura che svettano, imponenti, nel suo cielo cristallino e si specchiano nella contemporaneità dei grattacieli in vetro, sarà reinterpretata in questo nuovo skyscraper svilup-
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pato da Lightstone, una delle più grandi e diversificate società immobiliari private negli Stati Uniti, focalizzata in particolare a New York, Los Angeles e Miami. In un’innovativo luxury living, tra private residences esclusive e un interior design bespoke, 130 William si immerge in un’architettura iconica ritmata da finestre ad arco reiterate sulla facciata. «Sir David Adjaye è davvero un architetto visionario. Ha un’estetica del design assolutamente unica, raffinata ma provocante e radicata nella storia. 130 William è il suo primo grattacielo residenziale e rappresenta perfettamente l’approccio di questo maestro dell’architettura.
Nel definire il progetto per 130 William non solo si è cercato di celebrare l’eredità dell’architettura in muratura di New York City, riferendosi all’architettura storica che era una volta pervasiva su una delle prime strade della città. Tuttavia, e ancora più importante, 130 William è stato creato per concentrarsi sulle nuove possibilità di urban e vertical living.
Il nostro obiettivo con 130 William è sempre stato quello di creare residenze raffinate, attraenti e dedicate ad acquirenti esigenti, ma al tempo stesso “provocatorie” e stimolanti» spiega Mitchell C. Hochberg, Presidente di Lightstone. Conosciuto per i suoi progetti dedicati alla cultura come la Cattedrale Nazionale di Accra in Ghana, il Museo Nazionale di Storia e Cultura Afroamericana dello Smithsonian di Washington DC o il National Holocaust Memorial and Learning Centre di Londra, Adjaye Associates ha immaginato ogni dettaglio di 130 William, infondendo la sua vision anche
nell’interior design, in arredi custom dalla raffinatezza unica, nelle finiture marmoree e nella selezione di materiali pregiati ricercati in ogni parte del mondo. Ispirato alla storicità di New York e alle sue tradizionali costruzioni in pietra, 130 William si fa interprete nel contemporaneo di uno dei materiali più antichi, allontanandosi e contrapponendosi alle architetture in vetro che caratterizzano oggi la nuova Downtown. Al suo interno sono concepite private residences dai differenti layout, emblema di esclusività ed eccellenza espressa da finiture bronzee brunite, infissi su misu-
SIR DAVID ADJAYE, Principal Adjaye Associates
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ra, pavimentazioni in multistrato di quercia bianca, cucine personalizzate, apparecchi all’avanguardia, controsoffitti in Pietra Cardosa proveniente dalle Alpi Apuane in Toscana, marmo Bianco Carrara o Grigio Versilia by Salvatori per le sale da bagno. 244 unità abitative mettono in scena l’high-end e tra queste spiccano le Penthouse e Loggia pensate nei primi dieci piani della torre. Tra lavabi in marmo scolpito e vasche in marmo intagliato, terrazze suggestive dai panorami inediti sullo skyline e sull’Hudson River, 130 William svela l’accuratezza del suo design all’interno delle numerose amenities sofisticate che ne dettano una sublime art de vivre: l’infinity pool, le piscine d’acqua calda e fredda, la sauna, il wellness centre, lo yoga studio, il campo da basketball, un private movie theatre oltre a una sala da pranzo con chef dedicato si fanno narrazione di una visione d’élite del living. «Dal momento che 130 William ridefinirà lo skyline di Manhattan, ci siamo sentiti in dovere di
creare qualcosa di diverso e inedito. La nostra collaborazione con David è un vero incontro tra le menti e confidiamo che il design élitario dell’edificio abbinato a una serie impressionante di amenities affascinerà una vasta gamma di potenziali acquirenti» dichiara Scott Avram, Senior Vice President of Development Lightstone. Un progetto che comprende anche un nuovo parco pubblico, oasi urbana lontana dalla frenesia newyorchese, oltre una vasta area di spazi commerciali che inaugureranno alla base del grattacielo, immersi nella nuova vivacità del Financial District. A pochi passi, uno dei nuovi edifici iconici che caratterizzano la creatività di New York - l’Oculus firmato dall’architetto Santiago Calatrava - il fascino di South Street Seaport e del suo recente restyling, il Brooklyn Bridge e i flagship store ricercati di Brookfield Place, circondati da ristoranti gourmand, tra la raffinatezza di Nobu e di Jean-Georges. Nella vertigine di una New York “couture”.
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130 William Manhattan, New York,
Architetto e Interior Design:
David Adjaye Associates.
In collaborazione con Hill West, Development:
Lightstone. www.130william.com
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Thierry Mugler, Claude Heidemayer, New York, Outfit : Thierry Mugler, Les Infernales collection, prêt-à-porter fall/winter 1988–1989. Photo: © Thierry Mugler.
LUXURY LEISURE di Virginia Ricci
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Manfred Thierry Mugler, creator. Photo: © Max Abadian.
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CONSCIOUS
THIERRY MUGLER: COUTURISSIME, IL MONTREAL MUSEUM OF FINE ART CELEBRA UNO TRA I PIU’ GRANDI VISIONARI DELLA MODA D’AUTORE
Cover of the publication Thierry Mugler: Couturissime, edited by Thierry-Maxime Loriot, 2019. Publishers: the Montreal Museum of Fine Arts Publishing Department in association with Phaidon Press Limited.
P
er comprendere la visione di Thierry Mugler, basterebbero forse saper leggere dietro le sue parole: «La moda è un film. E ogni giorno, quando ti vesti, dirigi te stesso». Voilà: e così quel ragazzo alsaziano, nato a Strasburgo nel 1948, seppe dirigere la sua vita proprio come un copione. Un percorso oggi in mostra con Thierry Mugler: Couturissime, dal 2 marzo all’8 settembre al Montreal Museum of Fine Arts. Tutto ebbe inizio con una Scuola di Arti Decorative per interior designer, alla quale seguirono esperienze di teatro, disegno, video e pubblicità. «Il mio approccio alla moda è stato naturale. Da
bambino non amavo nessun vestito: iniziai a creare i miei, alla ricerca di un’identità». E poi, Parigi: dove Thierry si trasferì nel pieno delle rivoluzioni sessantottine. Assunto da Gudule, la prima boutique “alla moda”, creò un nuovo stile con maxi cappotti e linee estreme… un successo immediato. La sua capacità espressiva si forgiò nei viaggi: Stati Uniti, Messico e in seguito l’India, dove imparò il Kathakali, un teatro-danza che univa mimo e arti marziali. Ma non solo. Ballerino già a 9 anni, questa passione ebbe molti effetti sulle sue future, spettacolari silhouette («Pensavo che la moda in sé non fosse abbastanza, che dovesse essere mostrata nel suo ambiente musicale e teatrale»). 51
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Christian Gautier, stage costumes for the show Mugler Follies, 2013. Outfits: Thierry Mugler. Photo: Christian Gautier / © Manfred Mugler.
Helmut Newton, Jerry Hall and Thierry Mugler, Paris, 1996. Photo: © The Helmut Newton Estate. Sopra foto Lady Gaga, Helmut Newton, Jerry Hall and Thierry Lady Gaga dans le vidéoclip de la chanson « Telephone » (album The Fame Monster, 2010), réalisé par Jonas Åkerlund. Tenue: Thierry Mugler, collection Anniversaire des 20 ans, prêt-à-porter automne-hiver 1995-1996., Paris, 1996. Photo:
Nel 1973, ecco pronto il lancio della sua prima linea, Café de Paris: reinventò così la parisienne chic nel folklore di sottovesti peruviane, indiane, marocchine e floreali. Ma lui sognava parigine vestite da piccoli tailleur neri, trench stretti e longuette: linee che diventeranno l’essenza del suo stile body conscious, ispirato proprio alla danza. E così nell’estate 1974 nasce il marchio Thierry Mugler: la prima collezione fu presentata nel suo atelier/appartamento. Ben lontano dalla prima sfilata spettacolare del 1975, capitanata dalle più grandi top model. In quegli anni, Thierry aveva infatti conosciuto Jerry Hall, fra le prime modelle americane approdate a Parigi, compagna del cantante Bryan Ferry. E poi Helena Christensen, partner del cantante degli INXS; Stephanie Seymour, compagna di Axl Rose… cosa ebbero in comune? Oltre alla musica, l’aver solcato le sue passerelle. Senza dimenticare come proprio David Bowie, che già aveva indossato un suo abito glitter per il video di Boys Keep Swinging, indosserà capi del designer per tutta la sua carriera; compreso il
suo matrimonio con la modella Iman… anch’essa icona di Mugler. Nel 1976, la sua prima campagna pubblicitaria fu scattata da Helmut Newton: irritato dalle insistenti proposte di Thierry, lasciò la macchina fotografica al designer proponendogli di scattare da solo il proprio shooting. E così fu. Ma questo non rovinò certo l’immagine del couturier... anzi: l’incidente lo portò nel 1978 a produrre la sua prima campagna come fotografo ufficiale, approfondendo quella che sarebbe stata la sua futura, grande passione creativa. Quando nel 1984 François Mitterrand organizzò un ricevimento in onore dei couturier francesi all’Eliseo, oltre a Madame Grès, Jean-Charles de Castelbajac e Jean Paul Gaultier, il Presidente volle anche Thierry Mugler. A pronunciarsi fu persino lady Danielle Mitterrand, presente in prima fila a ogni suo défilé: «Il suo talento sta nel nascondere i miei difetti mettendo in primo piano le mie qualità. Ha saputo conciliare il mio gusto per la modernità con i miei imperativi di donna attiva». Voilà: accettato anche dalle istituzioni, Mugler
Ellen von Unwerth, Eva Herzigová, behind the scenes at the Thierry Mugler fashion show, Paris, 1992. Outfit: Thierry Mugler, Les Cow-boys collection, prêt-à-porter spring/summer 1992. Photo : © Ellen von Unwerth.
Patrice Stable, Linda Evanglista on the shooting of the video for George Michael’s song “Too Funky,” Paris, 1992, directed by Thierry Mugler. Photo: © Patrice Stable. Inez and Vinoodh, Kym; BLVD, 1994. Outfit: Thierry Mugler, Longchamps collection, prêt-à-porter spring/summer 1994. Photo: © Inez & Vinoodh.
era ormai entrato nell’Olimpo del fashion system. E nel 1992 presentò così anche la sua prima sfilata di haute couture. Un evento spettacolare? Per i vent’anni del marchio, la sfilata al Cirque d’Hiver del marzo 1995 costerà più di dieci milioni di franchi. Oltre alla celebre “donna robot” (oltre 6 mesi di lavoro) anche Kate Moss, Claudia Schiffer, Tippi Hedren e Jerry Hall sfilarono ballando insieme a “gogo-boys”… non a caso, nel 2003 lavorò con il Cirque du Soleil per creare costumi e identità dei personaggi di “Zunamity”. E che dire del motivo di fiamme visto su tante auto Anni ‘50? Riportato su un bustier ricamato di cristalli, venne indossato nella collezione Les Infernales Inverno 1988-1989. Fiamme che ispirarono Prada
per l’Estate 2012: così amate da aver portato il marchio a inserirle anche nella collezione estiva dello scorso anno. Sempre più appassionato di video e fotografia, Thierry abbandonò il proprio marchio nel 2002 per dedicarsi ad altri progetti. Un esempio? I suoi celebri profumi. Ma anche costumi per star come Beyoncé, lo spettacolo teatrale parigino Mugler Folies o il celebre The Wyld a Berlino, in scena dal 2014 al 2016. Un enorme successo, con 500 rappresentazioni e oltre 800mila spettatori. In ogni esperienza, Mugler non ha mai perso di vista la sua passione: il corpo. «Sono sempre stato affascinato dall’animale più bello della terra: l’essere umano. E ho usato tutti gli strumenti a mia disposizione per renderlo sublime».
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// DESIGN
LO SHOPPING DIVENTA ESPERIENZA CULTURALE K11 MUSEA
MECENATE ILLUMINATO E IMPRENDITORE,
L’EREDE DI UNA DELLE FAMIGLIE PIÙ IN VISTA DELLA CINA, ADRIAN CHENG, INAUGURA A HONG KONG IL PRIMO LUXURY MALL CHE AVVICINA LO SHOPPING ALL’ARTE E ALLA CULTURA DI MARZIA CICCOLA
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K11 MUSEA
Shopping becomes a cultural experience Enlightened patron and entrepreneur, heir to one of China’s most prominent families, Adrian Cheng, inaugurates the first luxury mall in Hong Kong that brings shopping, art and culture together. È la nuova destinazione culturale e commerciale sul Victoria Dockside di Hong Kong, progettata, nelle intenzioni di Adrian Cheng, erede di una delle più potenti e ricche famiglie asiatiche, 39enne imprenditore e mecenate dell’arte, per arricchire la vita quotidiana di un nuovo consumatore attraverso il potere della creatività, della cultura e dell’innovazione. L’ultimo innovativo progetto di K11 Group, un concept brand fondato nel 2008 da Cheng, è una scommessa per creare in Cina ciò che nessuno ha mai osato fare: trasformare lo shopping anche in un momento culturale, avvicinando il grande pubblico dei Millennials al mondo dell’arte. K11 Musea non vuole essere semplice mall, ma, dopo dieci anni di progetti e lavori, vuole condurre in una nuova era di “retail culturale” che parla a una crescente domanda di esperienze immersive tra arte, cultura e shopping. Tant’è che non è stato progettato come un mall (Hong Kong non ha certo bisogno dell’ennesimo shopping center), ma come fosse la Manor House di Cheng, che lui dona alla città. La famiglia possiede questo terreno da 40 anni, perciò per Adrian è un progetto molto personale, dedicato a chi come lui, vuole qualcosa di più di merci da acquistare, desidera una grande estetica, un grande design, tradizione, storia e contenuti culturali. Dedicato alle Muse ispiratrici dell’Antica Grecia, il progetto architettonico è stato coordinato dallo studio Kohn Pedersen Fox in collaborazione con archistar come Rem Koolhaas dello studio olandese OMA o Studio LAAB di Hong Kong e molti altri creativi, 100 in tutto, di cui 40 artisti locali. «NEGLI ULTIMI DIECI ANNI HO COSTRUITO, ASCOLTATO E IMPARATO DAI NOSTRI MALL E DAI LORO VISITATORI FINO A CAPIRE L’IMPORTANZA DI RENDERE DISPONIBILI A TUTTI IL DESIGN E L’ARTE. L’obiettivo di K11 Musea è diventare la Silicon Valley di Hong Kong iniettando arte, architettura, design, sostenibilità e tutte le forme di cultura nella quotidianità dei consumatori. Abbiamo introdotto per prima l’arte contemporanea per aggiungere un’esperienza culturale alla nostra community. Attraverso il potere dell’architettura creativa, del design, dell’arte e dell’esperienza del consumatore sia online che offline, stiamo creando un’esperienza di cultural-retail unica che sia la vera avanguardia dell’intrattenimento e del coinvolgimento di chi entra da K11 Musea» ha dichiarato Cheng.
It is the new cultural and commercial destination on the Victoria Dockside in Hong Kong, designed by Adrian Cheng, 39-year-old entrepreneur and art patron heir of one of the most powerful and wealthy Asian families, to enrich the daily life of a new kind of consumer through the power of creativity, culture and innovation. The latest innovative project by K11 Group, a concept brand founded in 2008 by Cheng, is a bet to create in China what no one has ever dared to do: transform shopping even into a cultural moment, bringing the great audience of Millennials to the world art. K11 Musea doesn’t want to be a simple mall, but, after ten years of projects and work, wants to lead into a new era of “cultural retail” that speaks to a growing demand for immersive experiences in art, culture and shopping. So much so that it was not designed as a mall (Hong Kong certainly doesn’t need yet another shopping centre), but as it was Cheng’s Manor House, which he donates to the city. The family has owned this land for 40 years, so for Adrian it is a very personal project and it is dedicated to those like him who want something more than goods to buy, but pursue a great aesthetic, great design, tradition, history and cultural content . Dedicated to the Inspirational Muses of Ancient Greece, the architectural project was coordinated by the Kohn Pedersen Fox studio in collaboration with arch-stars like Rem Koolhaas of the Dutch studio OMA or Studio LAAB in Hong Kong and many other creatives. Adrian Cheng’s vision is to renew this iconic district of the Asian metropolis thanks to the intervention of 100 creatives, including more than 40 artists, to make the K11 Musea the Silicon Valley of culture that inspires the Millennials and facilitates the broader discussion and interconnection between creativity, culture and innovation. “In the last ten years I have built, listened to and learned from our malls and visitors to understand the importance of making design and art available to everyone. The goal of K11 Musea is to become Hong Kong’s Silicon Valley by injecting art, architecture, design, sustainability and all forms of culture into consumers’ everyday life. We first introduced contemporary art to add a cultural experience to our community. Through the power
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// DESIGN
ARTE, DESIGN, SOSTENIBILITÀ. IL
K11 MUSEA SARÀ LA SILICON VALLEY DELL’EST
Situato sul porto, di fronte al mare, e ispirato alla “Musa del mare”, K11 Musea forma l’epicentro del nuovo distretto artistico e culturale di Tsim Sha Tsui, al cui valore si aggiunge anche K11 Artus, alcune delle residenze più lussuose d’Asia, K11 Atelier, spazi per uffici, e il nuovo hotel Rosewood Hong Kong, presentato all’inizio dell’anno, marchio di proprietà della famiglia e guidato da Cheng stesso, che cerca costantemente nuove vie per arricchire la vita quotidiana di ognuno con arte, cultura e tecnologia. Costato 2,6 milioni di dollari, il complesso di dieci piani domina il Victoria Dockside ed è un luogo di puro eclettismo in cui gli oltre cento creativi, inclusi talenti locali, con altrettanti moduli di design, mettono a confronto stili, culture, tradizioni e collezioni. Qui il sogno di Adrian potrà realizzarsi, qui i frequentatori dei centri commerciali potranno incontrare l’arte, i giovani artisti potranno essere sostenuti, verranno favoriti gli scambi con le gallerie d’arte più importanti de mondo o i festival del cinema, come quello di Cannes a Novembre: sarà la prima volta che Cannes arriva in Asia, con un evento di apertura e la proiezione di 6 film (uno per serata, dal 12 al 17 novembre), con incontri con attori e registi. L’ARCHITETTURA CHIAVE È L’OPERA THEATRE (SITUATO NELL’ATRIO DEL K11 MUSEA) DOVE LA LUCE NATURALE FILTRA ATTRAVERSO UN OCULUS DI 35 METRI D’ALTEZZA CHE SOVRASTA LA GOLDEN BALL, IL CUORE PULSANTE DEL MUSE BY THE SEA E MERAVIGLIA MULTIDIMENSIONALE CHE MOLTIPLICA LO SPAZIO.
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of creative architecture, design, art and consumer experience both online and offline, we are creating a unique cultural-retail experience that is the true avant-garde of the entertainment and the involvement of those who enter in K11 Musea” declared Cheng. Located on the harbour, facing the sea, and inspired by the “Muse of the Sea”, K11 Musea represents the epicentre of the new artistic and cultural district of Tsim Sha Tsui, to whose value are also added K11 Artus, some of the most luxurious residences in Asia, K11 Atelier, office spaces, and the new Rosewood Hong Kong hotel, presented at the beginning of the year, a family-owned brand and led by Cheng himself, who is constantly looking for new ways to enrich everyone’s daily life with art, culture and technology. Costing 2.6 million dollars, the ten-floors complex overlooks the Victoria Dockside and is a place of pure eclecticism in which over one hundred creatives, including local talents, with as many design modules, compare styles, cultures, traditions and collections. Here the dream of Adrian will be realized, here the visitors of the shopping centres will be able to be close to art, the young artists will be supported, and the exchanges with the most important art galleries of the world or the film festivals, like that of Cannes, will be incentivized. In November, it will be the first time that Cannes arrives in Asia, with an opening event and the screening of 6 films (one for each evening, from 12th to 17th November), with meetings with actors and directors. The key-architecture is the Opera Theatre (located in the atrium of K11 Musea) where natural light filters through a 35-meter
Sopra: Xavier Veilhan, The Hatfield Mobile, 2012. A sinistra Zhang Enli, Parrots of Five Colours, 2018. In fianco il Peacock Playground. In apertura, nella pagina sinistra una vista del K11 Musea sul Victoria Dockside; nella pagina destra i Bohemian Arches.
Pochi passi più in là, all’imponente entrata del Musea, lo chandelier Victoria, disegnato da Lasvit, richiama il passato di Hong Kong come polo commerciale e la sua tradizione di hub nei trasporti del secolo scorso. All’esterno la Sunken Plaza, un anfiteatro di 2000 metri quadrati ha uno schermo di vetro con illuminazione programmata e installazioni d’acqua, perfetto sfondo di una serie di eventi, performance teatrali e seminari che formano parte di Kulture 11, evento culturale di K11 Musea. Musea è anche sede del primo MoMa Design Store della Cina, il più grande in Asia. La storia del sito e la sua location di fronte all’acqua influenzano l’interior del complesso. Al Muse Edition, dove è situato il MoMa design store e alcuni marchi cult di abbigliamento, è stato preservata la struttura anni 70 del soffitto, modernizzata con un’installazione di light design che insieme al pavimento in cemento è un tributo alla connessione tra il mare e il distretto. Anche la sostenibilità è centrale nel design del Musea: vantando le certificazioni green top level, l’uso estensivo del verde, un oryo sul tetto per una farm-to-table experience e oltre 50.000 metri quadrati di muri “vegetali” (l’equivalente di 18 campi da calcio), K11 stabilisce un nuovo benchmark della conservazione urbana e del lifestyle ecocompatibile di Hong Kong.
high Oculus overlooking the Golden Ball, the beating heart of the Muse by the Sea and the multidimensional wonder that multiplies the exhibition space. The atrium is surrounded by over a thousand square meters of painted and handmade aluminium panels and illuminated by 1800 light points that make it look like a galaxy of light. A few steps further, in the majestic entrance of the Musea, there’s the Victoria chandelier, designed by Lasvit, which recalls the past of Hong Kong as a commercial centre and its tradition of transport hub of the last century. Outside the Sunken Plaza, a 2000 square meter amphitheatre has a glass screen with programmed lighting and water installations, the perfect backdrop for a series of events, theatrical performances and seminars that are part of Kulture 11, the K11 cultural event Musea. Musea is also home to the first MoMa Design Store in China, the largest in Asia. The history of the site and its location in front of the water influence the interior of the complex. At the Muse Edition, where the MoMa design store and some cult clothing brands are located, the 70’s ceiling structure has been preserved, modernized with a light design installation that together with the concrete floor is a tribute to the connection between the sea and the district. Sustainability is also central to the design of the Musea: boasting green top level certifications, extensive use of green areas, a roof top for a farmto-table experience and over 50,000 square meters of “plant” walls (the equivalent of 18 football fields), K11 establishes a new benchmark for urban conservation and the eco-friendly lifestyle of Hong Kong.
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LUXURY LEISURE di Anna Casotti
Culture
& SOPHISTICATION
NEW YORK SI REINVENTA E INAUGURA UNA NUOVA AVANGUARDIA. UN TOUR DELLA GRANDE MELA E I SUOI NUOVI PLACE TO LIVE
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ra boutique high end come Delvaux e Gucci Wooster Bookstore, l’opening di Hudson Yards e del suo luxury shopping center, eclettici club nelle iconiche Water Tower e performing art place, sono tante le novità che nel 2019 cambiano il volto di New York City. Nel pieno fermento creativo di uno skyline in continua trasformazione.
FASCINATING DESTINATION
APRE IL GUCCI WOOSTER BOOKSTORE, ISPIRATO ALLE LIBRERIE DI UN TEMPO Pagina accanto e qui a fianco, GUCCI WOOSTER 63 Wooster Street GUCCI WOOSTER BOOKSTORE 375 West Broadway
Nell’incanto di Soho, all’interno della boutique della Maison ma con un ingresso indipendente, ha inaugurato Gucci Wooster Bookstore curato da Dashwood Books. Rievocazione del fascino dei piccoli librai indipendenti ricercati dai New Yorkers, i titoli accuratamente selezionati sono una celebrazione dell’arte e della fotografia d’avanguardia, esposti in un luogo di incontro che ospiterà il lancio di nuove pubblicazioni alla presenza dei loro autori. Una selezione curata da David Strettell - nel 2005 direttore culturale di Magnum Photos - fondatore di Dashwood Books, vera e propria istituzione a New York: il suo negozio seminterrato in NoHo specializzato in fotografia contemporanea è la meta per chi ricerca volumi esclusivi pubblicati da gallerie, editori e musei di fama internazionale. Nel fascino di Gucci Wooster Bookstore, Strettell si occupa personalmente della scelta delle opere: circa 2000 volumi tra nuove pubblicazioni e rare edizioni, che cambiano seguendo l’impulso creativo e i progetti stagionali di Gucci. Inoltre una selezione eclettica
di riviste di nicchia tra cui testate di moda e lifestyle, cultura giovanile, arte, architettura, interior, grafica e design, si affianca alle opere firmate dagli “amici della Maison”: Petra Collins, Ari Marcopoulos, Ryan McGinley, Martin Parr e Florence Welch. Avvolti da una ambience raffinata, da mobili antichi restaurati e da un tavolo a leggìo, shopping bag, matite, quaderni e nastro adesivo imprimono il marchio 63 Wooster Gucci con il motivo bi-color verde-crema ispirato agli emblematici edifici di Soho. Il bookstore è situato accanto a un altro spazio dinamico e sperimentale: la Sala di Proiezione di Gucci Wooster con i lavori di cineasti indipendenti tra cui i creatori dei documentari in collaborazione con Frieze; cortometraggi che esplorano l’importanza di Soho negli anni ‘70 e ‘80 scelti con SoHo Memory Project o ancora la collaborazione con il Roxy Cinema Tribeca per una rassegna - all’interno della boutique - curata da Illyse Singer. In scena i cineasti newyorchesi Amos Poe, Edo Bertoglio, Maripol e Sara Driver, in un’esplorazione di arte e musica.
GLI ANNI ‘50 DI DELVAUX
IL MARCHIO BELGA DI JEAN-MARC LOUBIER DEDICATO ALLA PELLETTERIA DI LUSSO SBARCA SULLA FIFTH AVENUE Delvaux porta negli States l’allure degli anni ‘50. «Siamo la più antica azienda di borse al mondo - fondata nel 1829 - pertanto stavamo cercando un edificio con una storia straordinaria». Inaugurato nella via del lusso di Manhattan, in un building di tre piani un tempo sede della galleria di antiquariato “A La Vieille Russie”, i dettagli della tradizione belga si alternano ad arredi antichi provenienti dalla Francia, come una console acquistata a un’asta dallo stesso Jean-Marc Loubier e appartenente alla famiglia Gould di New York. All’interno della boutique la quintessenza del marchio, tra emblematiche creazioni storiche e le mini-bag Miniatures Belgitude ispirate al Belgio, dalle fries ai waffle al surrealismo. DELVAUX, 781 Fifth Ave
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AQUAZZURA 99th Prince Street photo humbertpoyet.com
A THEATRICAL BOUTIQUE: AQUAZZURA ECCO LA SECONDA BOUTIQUE A MANHATTAN PER IL LUXURY BRAND DI CALZATURE MADE IN FLORENCE Aquazzura ha inaugurato in Soho uno scrigno sofisticato creato dalla vision degli acclamati Emil Humbert e Christophe Poyet. Dietro una facciata risalente al XIX secolo si apre un universo di squisita eleganza, in cui tra grafiche sorprendenti e profonde sfumature di blu, verde, viola e rosa le collezioni del marchio si sve-
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lano in una mise en scène teatrale. Elementi in ottone scendono dal soffitto e circondano il focus della boutique, un totem ispirato allo stile Memphis, assemblato da un cono e un grande vassoio circolare di travertino collegato a una sfera d’ottone dorata. In una perfetta narrazione dei codici estetici Aquazzura.
IL LUSSO SECONDO RH – RESTORATION HARDWARE IL NUOVO TEMPIO DELLA RICERCATEZZA L’High Line, il Whitney Museum, le gallerie di Chelsea, in attesa del parco sospeso che aprirà l’estate 2019: il Meatpacking District è la destination luxury di Manhattan in cui i brand della moda hanno aperto le loro spettacolari location. Ed è nel cuore del distretto che il design luxury brand Restoration Hardware rilevato da Friedman nel 2001 ha recentemente inaugurato il suo tempio del bien vivre. Con un’installazione dell’artista Alison Berger di 120 pendenti in cristallo soffiati a mano che scendono dal soffitto, lo spazio di 9.000 mq è concepito su sei piani scanditi dalle diverse collezioni del marchio. Oltre alla linea
Interiors, le collezioni RH Modern, Outdoor, Tappeti, Baby & Child e Teen, uno showroom di tappeti e una libreria di materiali, tessuti, pelli e finiture. Ogni piano dell’imponente edificio è un tripudio dell’eccellenza: un vertiginoso ascensore in cristallo conduce al rooftop dove si apre il ristorante guidato da Brendan Sodikoff, immerso tra platani londinesi e lo skyline di Manhattan. E questo sembra solo l’inizio dal momento che RH sta inaugurando nel Meatpacking il suo sofisticato concept boutique hotel, in attesa di aprire a Miami, Dallas, San Francisco e Houston altre spettacolari location.
RH - RESTORATION HARDWARE, 9 Ninth Ave
WATER TOWER LOUNGE L’ESCLUSIVO COCKATIL BAR E NIGHT CLUB DEL NUOVO WILLIAMSBURG HOTEL Costruita come omaggio alle strutture iconiche dello skyline newyorchese degli ultimi 150 anni, nel cocktail bar e night club inaugurato all’interno della Water Tower del nuovo Williamsburg Hotel, l’interior design è caratterizzato da materiali come l’ottone e il legno di noce per una ambience lussuosa e accogliente, in contrasto con lo stile architettonico industriale. All’interno, tra le viste più spettacolari su Manhattan, il celebre mixologist Rael Petit dà vita al suo estro creativo con cocktail eclettici, contemporanei e inaspettati. WILLIAMSBURG HOTEL, 96 Wythe Ave - Brooklyn
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L’UNIVERSO DI MADEMOISELLE PETER MARINO PER CHANEL Nell’eleganza della 57a Strada, la più grande boutique di Chanel negli States immaginata dall’architetto Peter Marino è uno spazio che riflette perfettamente i codici estetici della Maison, tra creatività, alta moda, artigianato, materiali esclusivi e una sorprendente e spettacolare pièce of art commissionata all’artista Jean-Michel Othoniel: una scultura “in perle” della lunghezza di 17 metri si fa interprete del codice Chanel. «Ho pensato a due gigantesche collane di perle di vetro che formano grandi fiocchi nello spazio e riempiono così lo spazio vuoto delle scale. L’opera è composta
BOUTIQUE CHANEL, 15 E 57th Street
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da un centinaio di sfere soffiate a mano, poi avvolte in foglia d’oro bianco e “specchiate” per raddoppiarne la presenza e riflettere la bellezza dell’architettura della boutique.» Una vera e propria celebrazione del brand che si traduce anche attraverso l’iconico bianco e nero stemperato su pannelli in vetro stampati e incorniciati da una sottile griglia metallica e sul vetro che si estende su tutti i sei livelli della facciata. evocazione della vision e dello spirito Chanel, scandita dalle nuances del marchio e da un’astrazione del suo emblematico tweed. All’interno, l’universo di Mademoiselle.
CARPENTERS WORKSHOP GALLERY UNA MOSTRA PERSONALE ALLA CARPENTERS WORKSHOP GALLERY RACCONTA LA VISION DEL DUO DI DESIGNER LIBANESI DAVID / NICOLAS Una collezione di tavoli, armadi e tappeti ispirati all’idea di rigenerazione, alla geometria orientale, ai mobili antichi, ai robot, ai viaggi nello spazio e alla musica di Daft Punk. Un’esposizione dal titolo evocativo - Supernova - in cui l’estetica retro-futurista di David Raffoul e Nicolas Moussallem è narrata dalle opere Constellation e Monocle, pezzi che tracciano la natura trasformativa del corpo celeste attraverso la materia, in un alternarsi di forme e vuoto. «La morte di una stella si traduce in un buco nero o in una “supernova” - spiegano i designer - e qui la morte è solo una trasformazione, offusca tutto il resto e si evolve in una nuova vita. Ci ricorda Beirut, questa città che è rinata più e più volte, un luogo in cui il tempo e lo spazio sono diversi, dove la bellezza è nelle piccole cose o anche nei ricordi di essa». Fino al 13 aprile 2019. CARPENTERS WORKSHOP GALLERY, 693 Fifth Avenue
WHITNEY MUSEUM, 99 Gansevoort St
ART TO LIVE IL WHITNEY MUSEUM CELEBRA ANDY WARHOL Sono pochi gli artisti americani a essere riconoscibili come Andy Warhol e questa prima retrospettiva organizzata negli Stati Uniti dal 1989 mette in scena al Whitney Museum una vasta gamma di inediti materiali, rivelando nuove complessità e introducendo un Warhol per il XXI secolo. Organizzata da Donna De Salvo, vicedirettore per le Iniziative Internazionali e Senior Curator, in collaborazione con Christie Mitchell e Mark
Loiacono, la mostra espone oltre 350 opere, molte riunite per la prima volta, tra pitture, disegni e immagini dei lungometraggi, in un’interconnessione di tutta la sua produzione: dagli inizi come illustratore commerciale negli anni ‘50, ai suoi iconici capolavori Pop dei primi anni ‘60, al lavoro sperimentale nel cinema, al suo uso innovativo negli anni ‘80 dell’astrazione readymade. Fino al 31 Marzo 2019.
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UPPER CLASS LE NUOVE LOCATION PER BUSINESS MEN RAFFINATI Situato sul rooftop del 75 Rockefeller, il Club 75 è ispirato ai capolavori architettonici di Wallace K Harrison, tra cui il Rockefeller Center e il Met Opera House, con le sue geometrie audaci che si alternano a linee sinuose. Luogo dedicato ai businessmen nell’universo della creatività, Club 75 reinventa lo spazio-ufficio haute de gamme, tra conference room, una biblioteca e un raffinato ristorante. Speakeasy risalente agli anni ‘20, The Telegraph creato da Pinnacle City Living al 63 Wall Street riapre in tutto il suo splendore, mantenendo l’allure originaria, evocazione dell’epoca d’oro. Dagli arredi al candelabri originari, il locale si immerge in un’atmosfera di rara eleganza.
In alto un interno dello THE TELEGRAPH, 63 Wall Street Qui a destra interno del CLUB 75, 75 Rockfeller Plaza
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HUDSON YARDS hudsonyardsnewyork.com
NEW LUXURY L’ATTESO HUDSON YARDS DI NEW YORK APRE PARTE DEL SUO COMPLESSO ALLA FINE DI MARZO Il luxury mall, i ristoranti by Thomas Keller, il performing art center e il grattacielo Fiftheen Hudson Yards progettato da Diller Scofidio + Renfro e Rockwell Group, in collaborazione con Ismael Leyva Architects inaugurano in primavera, immersi a 360° nell’orizzonte di Manhattan e dell’Hudson River. Quella che è già stata definita la futura icona della città, circondata dalle numerose art gallery di Chelsea, ospita anche destination gourmand inedite come il Mercado Little Spain -
food hall spagnola curata da José Andrés che vanta collaborazioni uniche con maitre cuisine acclamati come Ferran e Albert Adrià - e lo shopping center progettato dal leggendario studio di architettura Elkus Manfredi. Un luogo sorprendente in cui il primo e unico Neiman Marcus di New York si unisce a rinomate Maison tra cui Cartier, Patek Philippe, Piaget, Van Cleef & Arpels, Coach, Tory Burch, Jo Malone, Kiehl’s, Lululemon, Rolex, Sephora, Stuart Weitzman.
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DESIGN di Anna Casotti
NEW YORK METAMORFOSI
La linea sottile dell’orizzonte reinventa i contorni di Manhattan
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The XI, la vista dal fiume sulle due “dancing towers” collegate da ponti sospesi
DALL’OPENING
DELL’IMPONENTE
HUDSON
YARDS AL
RESTYLING DEL MOMA, DA UN NUOVO TRATTO DELL’HIGH LINE A CENTRAL PARKTOWER, LO SKYSCRAPER RESIDENZIALE PIÙ ALTO AL MONDO SITUATO NEL BILLIONAIRES’ ROW. È IL 2019 L’ANNO IN CUI NEW YORK SVELA IL SUO INSTANCABILE FERMENTO CREATIVO, DISEGNANDO NEL SUO SKYLINE LE FORME DELL’AVANGUARDIA
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In questa pagina, The XI,
progettato dallo studio BIG - Bjarke Ingels Group. A destra, The One Wall Street, edificio Art DĂŠco
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U
n’inarrestabile metamorfosi ridisegna lo skyline di New York, tra nuovi panorami e suggestive vertigini in vetro, reimmaginando interi quartieri e rinnovando il suo volto. Immerso in un magnifico Rinascimento creativo. È il 2019 l’anno in cui Manhattan si rivela in tutta la sua innovazione messa in scena dai nomi altisonanti dell’architettura, tra il restyling del MoMA, l’ampliamento dell’High Line, torri lucenti che sfidano le leggi di gravità, la riconversione dei moli in luoghi per le arti, parchi sospesi, architetture dinamiche e food hall gourmand... Nel grande mutamento della città l’imponente Hudson Yards (www.hudsonyardsnewyork.com), con accesso diretto dall’High Line, ha inaugurato parte del suo complesso lo scorso 15 marzo 2019, svelando ai New Yorkers tutta la sua magnificienza attesa da oltre 4 anni. Simbolo dello sviluppo immobiliare che ha ricostituito l’area dismessa del West Side, l’architettura totemica Vessel ideata da Heatherwick Studio è l’evocazione di un vascello, un reticolo di 2.500 gradini e 154 rampe in cui immergersi, protagonisti del nuovo palcoscenico teatrale della città. Con un osservatorio open air - il più alto dell’emisfero occidentale - sospeso al centesimo piano, tra un Equinox Hotel per gli amanti del fitness e una maestosa shopping experience Neiman Marcus inaugurata nell’architettura del leggendario Elkus Manfredi, in Hudson Yards tanti i brand haute de gamme che hanno aperto le loro eleganti boutique – da Chanel a Louis Vuitton a Gucci, Prada, Fendi, Coach, Tory Burch – tra le destination gourmand guidate da Thomas Keller e la nuova food hall Mercado Little Spain dello chef José Andrés in collaborazione con i fratelli Adrià. The future is now ed è in questa audacia creativa che si inserisce l’edificio cinetico The Shed (opening 5 Aprile - www.theshed.org) il performing art center scaturito dall’immaginario di Diller Scofidio + Renfro, Lead Architect, con Rockwell Group, Collaborating Architect. Dinamico e mutante, è costituito da una “calotta” che si sposta su rotaie attraverso gigantesche ruote, evocazione del passato “industriale” dell’High Line. Dedicato a tutte le espressioni artistiche e pensato su otto livelli - un teatro versatile, una zona per le prove, due piani di spazi espositivi, un laboratorio creativo per la produzione artistica e un’area dedicata agli eventi - il nuovo centro per le arti con la sua struttura telescopica in acciaio rivestita da “cuscini” traslucidi scorre sull’edificio sottostante, raddoppiandone la sua “impronta” sulla piazza riscaldata con radianti. Un’utopia creativa oggi divenuta realtà, ispirata a un progetto mai realizzato risalente agli anni Sessanta: il Fun Palace dell’architetto britannico Cedric Price commissionato dalla regista teatrale Joan Littlewood. Un’icona futuristica collegata a Fifteen Hudson Yards (www.livehudsonyards. com/15-hudson-yards) torre lucente immaginata dagli
THE THIN LINE OF THE HORIZON REINVENTS THE CONTOURS OF MANHATTAN From the opening of the massive Hudson Yards to the restyling of the MoMa, from a new section of the High Line to Central Park Tower, the tallest residential skyscraper in the world located in Billionaires ’Row. 2019 is the year in which New York unveils its tireless creative ferment, designing avant-garde shapes in its skyline
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n unstoppable metamorphosis redesigns the skyline of New York, between new panoramas and suggestive vertigo in glass, re-imagining entire neighbourhoods and renewing its face. It is immersed in a magnificent creative Renaissance. 2019 is the year in which Manhattan reveals itself in all its innovation performed by the high-sounding names of architecture, including the restyling of the MoMA, the extension of the High Line, shining towers defying gravity, the conversion of the piers into structures dedicated to the arts, suspended parks, dynamic architecture and gourmand food hall ... In the great change of the city the impressive Hudson Yards (www.hudsonyardsnewyork.com), with direct access from the High Line, inaugurated a part of the whole building last March 15, 2019, revealing to the New Yorkers all its magnificence expected for over 4 years. Symbol of real estate development that reconstituted the abandoned area of the West Side, the totemic Vessel architecture conceived by the Heatherwick Studio is the evocation of a vessel, a grid of 2,500 steps and 154 ramps in which to dive, protagonists of the new theatrical stage of the city. With an open air observatory - the highest in the western hemisphere - suspended on the hundredth floor, between an Equinox Hotel for fitness lovers and a majestic shopping experience Neiman Marcus inaugurated in the architecture of the legendary Elkus Manfredi, in Hudson Yards many haute de gamme brand opened their elegant boutiques - from Chanel to Louis Vuitton to Gucci, Prada, Fendi, Coach, Tory Burch between the gourmands destination led by Thomas Keller and the new food hall Mercado Little Spain by chef José Andrés in collaboration with the Adrià brothers. The future is now, and it is in this creative audacity that the kinetic building The Shed (opening April 5 - www.theshed.org) is inserted, the performing art center born from the imagination of Diller Scofidio + Renfro, Lead Architect, with Rockwell Group, Collaborating Architect. Dynamic and mutant, it consists of a “cap” that moves on rails through gigantic wheels, evoking the “industrial” past of the High Line. Dedicated to all artistic expressions and designed on eight levels - a versatile theatre, a rehearsal area, two floors of exhibition spaces, a creative workshop for artistic production and an area dedicated to events - the new arts center with its telescopic steel structure covered with translucent “cushions” flows over the building below, doubling 39
stessi architetti (Diller Scofidio + Renfro in collaborazione con Rockwell Group) «che si distacca dall’ortogonalità delle strade di New York nella sua forma che ricorda un quadrifoglio - spiega Elizabeth Diller, socio fondatore dello studio Diller Scofidio + Renfro orientata per catturare lo skyline a 360°». All’interno, 285 private residences concepite con differenti layout oltre a un’area wellness - Fitness Center, Spa e un’ampia swimming pool - che si estende su tutto il 50mo piano, per ritrovare la propria remise en forme a volo d’uccello. E osservare la loro instancabile evoluzione. All’orizzonte il parco sospeso che ha cambiato il volto della città, soprannominato dai New Yorkers “la design street” di Manhattan: l’High Line continua la sua trasformazione prolungandosi ulteriormente (tra la West 30th St e la Tenth Avenue) con l’High Line Spur
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its “footprint” on the square heated with radians. A creative utopia that has now become a reality, inspired by a never realized project dating back to the Sixties: the Fun Palace by the British architect Cedric Price commissioned by theatre director Joan Littlewood. A futuristic icon linked to Fifteen Hudson Yards (www.livehudsonyards.com/15-hudson-yards), the shining tower imagined by the architects themselves (Diller Scofidio + Renfro in collaboration with Rockwell Group) «which stands out from the orthogonality of the streets of New York in its shape that resembles a four-leaf clover - explains Elizabeth Diller, founding partner of the Diller Scofidio + Renfro studio - oriented to capture the 360 ° skyline ». Inside, 285 private residences conceived with different layouts as well as a wellness area - Fitness Center, Spa and a large swimming pool - which extends over the entire 50th floor, to find your own remise
Pagina sinistra, dall’alto 77
Greenwich ospita 90 residenze con interior design affidato a Deborah Berke Partners. Il progetto è firmato FX Collaborative.
Pagina destra
rendering del nuovo progetto del MoMA, a firma Diller Scofidio + Renfro.i
che avvolgerà il primo spazio dedicato ai progetti artistici ovvero l’High Line Plinth. A qualche isolato di distanza si erge la magnifcienza creativa scaturita dalla matita di BIG - Bjarke Ingels Group che nella promenade ha immaginato The XI (www.thexi.com), due dancing towers rotanti collegate da ponti sospesi. Nei 34 piani si apriranno il Six Senses Hotel Resort Spa, 87 dimore esclusive, uno spazio culturale su cinque livelli, una corte centrale e una piazza pubblica. Nel fascino dell’archeologia industriale che si staglia in tutto il Meatpacking, un distretto in pieno fermento in cui accanto alle gallerie d’arte apriranno boutique raffinate di Maison come Hermès e Lexus, a due passi dalla new design destination RH-Restoration Hardware e dal suo elegante garden rooftop restaurant. Nell’anno in cui New York narra la sua nuova rinascita una delle istituzioni simbolo della città, il MoMA-Museum of Modern Art (www.moma.org) chiude durante tutto il periodo estivo per riaprire il 21 Ottobre in una mise en scène contemporanea, completando così la sua espansione. La firma? Gli architetti che stanno letteralmente modificando la città, Diller Scofidio + Renfro in collaborazione con Gensler. Spazi pensati per esporre le opere in una nuova prospettiva, tra live performances e una piattaforma educativa per esplorare presente, passato e futuro. A livello stradale si apriranno spazi gratuiti, un’estensione concettuale che crea una perfetta interazione tra il MoMA e la città, in un dialogo senza barriere. «Ispirato alla visione originaria di Alfred Barr che concepiva il MoMA come museo sperimentale, l’espansione non è legata solo all’idea di creare più spazio, ma di ridefinire lo spazio stesso per ripensare l’intera art experience all’interno del MoMA», spiega Glenn D. Lowry, The David Rockefeller Director of The Museum of Modern Art. Nel rinnovamento culturale di New York spicca Statue of Liberty Museum su Ellis island (opening Maggio 2019) disegnato da
en form with a bird’s eye view. And observe their tireless evolution. On the horizon, the suspended park that changed the face of the city, nicknamed the “design street” of Manhattan by the New Yorkers: the High Line continues its transformation by further extending (between West 30th St and Tenth Avenue) with the High Line Spur that will embrace the first space dedicated to artistic projects: the High Line Plinth. A few blocks away stands the creative magnificence born from the pencil of BIG - Bjarke Ingels Group that on the promenade imagined The XI (www. thexi.com), two rotating towers connected by suspension bridges. In the 34 floors, the Six Senses Hotel Resort Spa will open, as well as 87 exclusive residences, a cultural space on five levels, a central courtyard and a public square. In the charm of industrial archaeology that stands out in all Meatpacking, a district in full swing where, next to art galleries, will open luxury boutiques of maisons such as Hermès and Lexus, close to the new design destination, the RH-Restoration Hardware, and from its elegant garden rooftop restaurant. In the year in which New York narrates its new rebirth, one of the symbolic institutions of the city, the MoMA-Museum of Modern Art (www.moma.org) closes throughout the summer to re-open on October 21st in a contemporary mise-en-scène, thus completing its expansion. The signature? The architects who are literally changing the city, Diller Scofidio + Renfro in collaboration with Gensler. Spaces designed to expose the works in a new perspective, between live performances and an educational platform to explore the present, the past and the future. At the street level, free spaces will be opened, a conceptual extension that creates a perfect interaction between the MoMA and the city, in a dialogue without barriers. “Inspired by the original vision of Alfred Barr who conceived the MoMA as an experimental museum, the expansion is not only tied to the idea of creating more space, but to redefine the space itself and to rethink the entire art experience within the MoMA», explains Glenn D. Lowry, The David
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New York, Cen-
tral Park Tower, sarĂ il grattacielo residenziale piĂš alto del mondo
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In questa pagina, 100 East
53th st scaturisce dalla matita di Foster + Partners, con la sua facciata ondulata ispirata all’adiacente Seagram Building di Mies van der Rohe
FXCollaborative ed ESI Design, dedicato alle origini della storia americana tra gallerie espositive, uno spazio cinematografico e un rooftop garden da cui ammirare la Lady degli States. Ma è la zona più antica di New York, Lower Manhattan, a rappresentare oggi il centro nevralgico dell’avanguardia architettonica iniziata con l’opening dell’Oculus di Santiago Calatrava e proseguita con progetti altisonanti dedicati all’upper class. Nel cuore del Financial District, il grattacielo 125 Greenwich (www. 125greenwich.com) disegnato dall’architetto Rafael Viñoly - development il gruppo italiano Bizzi&Partners – con uno squisito interior design ideato da March & White, è ispirato all’universo dei superyacht. Nei suoi 88 piani di pura eccellenza scanditi da una facciata in vetro curvato, 237 residenze bespoke, materiali pregiati e finiture high end narrano la ricercatezza e l’unicità del new living. Raffinatezza che si respira anche nei 42 piani distribuiti su 152 metri di altezza del 77 Greenwich (www.77greenwich.com) con le sue 90 residenze, un interior affidato alla pluripremiata Deborah Berke Partners e l’architettura immaginata da FXCollaborative. L’area caratterizzata da una ricca storia sta vivendo un’ascesa senza eguali come dimostra la trasformazione in luxury residential destination di uno dei primi esempi di Art Déco di Manhattan recentemente acquisito da Macklowe Properties: lo storico One Wall Street risalente ai primi del ‘900 e ideato dall’architetto Ralph Walker con la sua opulente Sala Rossa progettata dal celebre muralista Hildreth Meière
Rockefeller Director of The Museum of Modern Art. Among the exhibition galleries will be opened a cinema space and a rooftop garden from which to admire the Lady of the States. But it is the oldest area of New York, Lower Manhattan, which today represents the pulsing centre of the architectural avant-garde that began with the opening of Santiago Calatrava’s Oculus and continued with high-sounding projects dedicated to the upper class. In the heart of the Financial District, the 125 Greenwich skyscraper (www.125greenwich.com) designed by the architect Rafael Viñoly – development entrusted wo the Italian group Bizzi & Partners - with an exquisite interior design conceived by March & White, is inspired by the universe of superyachts. In its 88 floors of pure excellence marked by a curved glass facade, 237 bespoke residences, precious materials and high-end finishes narrate the refinement and uniqueness of the new living. Refinement that reigns even in the 42 floors distributed over 152 meters high at the 77 Greenwich (www.77greenwich.com) with its 90 residences, an interior entrusted to the award-winning Deborah Berke Partners and the architecture imagined by FXCollaborative. The area, characterized by a rich history, is experiencing an unparalleled ascent as evidenced by the transformation into a luxury residential destination of one of the first examples of Art Deco in Manhattan, recently acquired by Macklowe Properties: the historic One Wall Street built at the beginning of the ‘ 900 and designed by the architect Ralph Walker with his opulent Red Room designed by the famous muralist Hildreth Meière (www.1wallstreet.com). Developed by Aby Rosen, famous art collector and Real
In questa pagina, 125 Greenwi-
ch, progettato da Rafael Vinoly
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The Vessel,
vista dall'interno. Sotto, 40Tenth Avenue.
(www.1wallstreet.com). Sviluppato da Aby Rosen, celebre collezionista d’arte e Real Estate Development, 100 East 53th st (www.100e53.com) scaturisce dalla matita di Foster + Partners, con la sua facciata ondulata che svetta su 63 piani ispirata all’adiacente Seagram Building di Mies van der Rohe. In una sfida a chi raggiunge il punto più alto nel cielo di New York, Central Park Tower (www.centralparktower.com) è un “faro” in vetro e acciaio: il grattacielo residenziale più alto al mondo sviluppato da Extell Development Company sulla West 57th Street. Nei suoi 475 metri, un panorama infinito e un’architettura affusolata progettata da Adrian Smith + Gordon Gill Architecture (AS + GG) sarà uno degli indirizzi più prestigiosi, situato sulla Billionaires’ Row, una serie di torri extralusso che hanno trasformato l’idea del living newyorkese. Tra questi il One 57 che ospita la dimora più costosa al mondo, acquistata a 100,5 milioni di dollari. «Central Park Tower - ha dichiarato Gary Barnett, fondatore e presidente di Extell Development Company - introduce un livello di design, qualità e servizi che non si sono mai visti prima». In attesa di un altro gioiello che sfida le leggi di gravità, in una sorta di sfida tra giganti: One Vanderbilt, progettato da Kohn Pedersen Fox Associates, che svetterà a 427 metri di altezza, diventando nel 2020 il secondo skyscraper più imponente di Manhattan (www.onevanderbilt.com). Sky... is the limit.
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Estate Development, 100 East 53th st (www.100e53.com) springs from the pencil of Foster + Partners, with its undulating façade that stands on 63 floors inspired by the adjacent building: the iconic Seagram Building by Mies van der Rohe. In a challenge to those who reach the highest point in the clear sky of New York, Central Park Tower (www.centralparktower.com) is a bright glass and steel “lighthouse”: the tallest residential skyscraper in the world developed by Extell Development Company on West 57th Street. In its 475 meters, an infinite panorama and tapered architecture designed by Adrian Smith + Gordon Gill Architecture (AS + GG) will be one of the most prestigious addresses, located on what is called Billionaires’ Row, a series of ultra-luxury towers that have transformed the idea of New York living. Among these, the One 57 which houses the most expensive dwelling ever sold in the world, purchased for 100.5 million dollars. “Central Park Tower - said Gary Barnett, founder and president of Extell Development Company - introduces a level of design, quality and services that have never been seen before. A skyscraper that will stand out in the history of New York City as the sophisticated residential offer that redefines luxury lifestyle. » The city is waiting for another jewel that defies the laws of gravity, in a sort of challenge between giants: One Vanderbilt, designed by Kohn Pedersen Fox Associates, who stands tall at 427 meters high, becoming in 2020 the second Manhattan’s most impressive skyscraper (onevanderbilt.com). Sky ... is the limit.
di Anna Casotti LUXURY
PRIVATE RE SID E NC E
couture
Dal luxur y living al new flagship store, Giorgio Armani reinventa l’esclusiva Madison Avenue di Manhattan MATERIALI PREGIATI, GIOCHI DI VOLUMI E UNA PALETTE DI COLORI CHE SI FA INTERPRETE DELL’ELEGANZA DI RE GIORGIO CARATTERIZZANO LE RESIDENZE PRIVATE E LA NUOVA BOUTIQUE DI MADISON AVENUE A NEW YORK. IN SCENA LA NEW DESTINATION LUXURY FIRMATA ARMANI
L
a couture di Giorgio Armani reinventa l’idea dell’abitare in una delle strade più sofisticate di New York. Lo storico palazzo al 760 di Madison Avenue dove lo stilista avrà una sua dimora privata - si trasforma in una destinazione dedicata al luxury lifestyle, tra 19 private residences Armani/Casa e un nuovo flagship store interamente ripensato. «Negli anni ‘80, quando aprii la mia prima boutique Giorgio Armani a Manhattan, scelsi questo contesto così raffinato ed esclusivo perché era perfetto per quell’eleganza senza tempo e l’attenzione al dettaglio che volevo trasmettere», racconta Giorgio Armani. «Oggi, a oltre trent’anni di distanza, continuo a pensare che sia un luogo che rispecchia la mia filosofia e la mia visione estetica.» Inaugureranno nel 2023 i novemila metri quadri di pura raffinatezza reimmaginati dal Gruppo Armani e da SL Green - società di New York, leader nel Real Estate - con un restyling affidato al rinomato studio newyorkese COOKFOX. «Un progetto speciale ci offre l’opportunità di realizzare un design moderno per la nuova era di Armani in Madison Avenue, e il nostro approccio è quello di reinterpretare la sensibilità estetica di un classico palazzo di Madison Avenue, come la Carlton Giorgio Armani Madison Avenue I codici della moda si traducono nel nuovo negozio, tra eleganza e lusso mai ostentato.
House al 21 East 61st Street e 45 East 66th Street - spiega Rick Cook, Principal dello studio di Architettura COOKFOX - con l’obiettivo di creare un edificio che sia contemporaneo e iconico per il quartiere storico dell’Upper East Side e per il marchio Armani.» Nel tratto creativo del couturier scandito da uno stile sofisticato ed essenziale, l’interior design si fa interprete dei codici della moda traslitterandoli in una squisita eleganza e in un lusso mai ostentato. In una filosofia progettuale che pone particolare attenzione alla cultura e al contesto architettonico circostante, gli elementi iconografici, i materiali innovativi e prestigiosi uniti a una ricercata palette cromatica diventano i fattori ispirazionali. «L’impegno di Armani in Madison Avenue e con la città di New York persiste immutato nel tempo e la leadership del brand sarà in grado di preservare tutto ciò che, come newyorkesi, amiamo dell’Upper East Side di Manhattan», racconta il CEO di SL Green, Marc Holliday. Un fil rouge che si rivela in ognuno dei progetti di interior dello stilista che hanno segnato un profondo cambiamento nell’idea contemporanea dell’abitare, sin dal 2004 anno in cui Giorgio Armani firmò il primo Armani Hotel all’interno del Burj Khalifa di Dubai. Poi, Miami, Istanbul, Mumbai, Manila, Tel Aviv,
Pechino, Londra... e oggi New York. «Con questo progetto - dichiara Re Giorgio - continuo il percorso avviato oltre dieci anni fa con il mio Interior Design Studio Armani/Casa con il quale ricerco inedite soluzioni creative che esprimano il mio personale concetto di lusso e ricercatezza. Nel rispetto della cultura e dell’ethos dei luoghi». Ed è la storicità di Madison Avenue e la cultura dell’Upper East Side a ispirare la nuova mise en scène del Palazzo, espressa attraverso la selezione di materiali naturali come i tradizionali mattoni e la pietra calcarea, in una perfetta armonia con l’ambience circostante avvolta da Townhouse bohémiennes ed edifici prestigiosi. In un collegamento visivo con la suggestione e la bellezza di Central Park, la nuova destination Armani si svela tra terrazze rientrate ed esposte, immersa in un inedito e inaspettato gioco di volumi. Nel segno distintivo del couturier.
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«New York è una delle principali capitali della moda, e Madison Avenue è per antonomasia la location del lusso» GIORGIO ARMANI
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// DESIGN
NELLA FOTO SOTTO, THE FLEUR ROOM MOXY CHELSEA ROCKWELL GROUP PHOTO ©MICHAEL KLEINBERG
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POSH MAGAZINE
UNA
NEW YORK SEGRETA
E SOFISTICATA
SORGE NEL
VIVACE FLOWER DISTRICT DI MANHATTAN LA SECRET OASI DEL MOXY CHELSEA,
IMMAGINATA DA ROCKWELL GROUP. ISPIRATI ALL’UNIVERSO BOTANICO E ALLE RAFFINATE CAFFETTERIE DEI PRIMI DEL NOVECENTO INAUGURATE A MILANO E
A ROMA, IL RISTORANTE FEROCE E IL VERTIGINOSO ROOFTOP BAR DELL’HOTEL RIVELANO UNA DIMENSIONE INASPETTATA DI NEW YORK…
DI ANNA CASOTTI
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POSH MAGAZINE
// DESIGN
VIAGGIATORE CONTEMPORANEO O AL SOFISTICATO NEW YORKER ALLA RICERCA DI UN’OASI UN CONNUBIO CREATIVO DEDICATO AL
ESCLUSIVA, ESPERENZIALE E INASPETTATA.
NELLA FOTO SOTTO, FEROCE RESTAURANT MOXY CHELSEA ROCKWELL GROUP PHOTO ©MICHAEL KLEINBERG
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Nascosto nel fermento dello storico quartiere dei fiori di New York, nel cuore di Manhattan, un incantevole giardino contemporaneo verticale avvolge le amenities esclusive che definiscono la squisita eleganza del Moxy Chelsea. Immaginati da uno degli studi più acclamati - Rockwell Group guidato dal pluripremiato architetto David Rockwell - il ristorante italiano Feroce, una dinamica lounge e la Fleur Room concepita sul rooftop e immersa in un panorama emozionante, svelano la loro ispirazione botanica interpretata attraverso la traslitterazione moderna del romanzo “The Secret Garden” della scrittrice britannica Frances Hodgson Burnett e della magnificienza di Villa Necchi Campiglio a Milano.
NELLA FOTO IN ALTO, FEROCE BAR MOXY CHELSEA ROCKWELL GROUP PHOTO ©MICHAEL KLEINBERG
A SECRET AND SOPHISTICATED NEW YORK
The secret oasis of the Moxy Chelsea, conceived by Rockwell Group, is located in the vibrant Flower District of Manhattan Inspired by the botanical universe and the refined cafes of the early Twentieth century inaugurated in Milan and Rome, the restaurant Feroce and the vertiginous rooftop bar of the Moxy Chelsea hotel reveal an unexpected dimension of New York ... Hidden from the excitement of the historic Flower District of New York, in the heart of Manhattan, a charming contemporary vertical garden surrounds the exclusive amenities that define the exquisite elegance of the Moxy Chelsea. Imagined by one of the most acclaimed studios – the Rockwell Group led by award-winning architect David Rockwell – the Italian restaurant Feroce, a dynamic lounge, and the Fleur Room designed on the rooftop and immersed in an exciting landscape, reveal their botanical inspiration interpreted through the modern transliteration of the novel “The Secret Garden” by British writer Frances Hodgson Burnett and the magnificence of Villa Necchi Campiglio in Milan. A creative union dedicated to the contemporary traveller or the sophisticated New Yorker in search of an exclusive, experiential and unexpected oasis. A series of rooms characterized by refined details articulate the ambience of the Feroce restaurant, inaugurated on the ground floor of the hotel, with its bar and its Italian-style café: among a vast collection of candies, bottles for the aperitif, traditional Italian culture digesters, Venetian plaster on the walls, mosaic floors,
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// DESIGN
FEROCE BAR, MOXY CHELSEA ROCKWELL GROUP PHOTO ©MICHAEL KLEINBERG
UNA SERIE DI STANZE CARATTERIZZATE DA DETTAGLI
RICERCATI SCANDISCONO L’AMBIENCE DEL RISTORANTE FEROCE, INAUGURATO AL PIANO TERRA DELL’HOTEL, CON IL SUO BAR E LA SUA CAFFETTERIA “ALL’ITALIANA”. Tra una vasta collezione di caramelle, bottiglie per l’aperitivo, digestivi tradizionali dell’italian culture, l’intonaco veneziano alle pareti, i pavimenti in mosaico, i soffitti con volte a botte, le cromie accese, i lampadari dalle forme geometriche accentuate e un cortile all’aperto sono una reminiscenza dei raffinati locali milanesi e romani inaugurati nei primi del Novecento. Reminiscenze che si svelano anche nei manifesti vintage dei classici liquori italiani stemperati sulle pareti del privé del ristorante, decostruiti su larga scala con specchi antichi. Un’atmosfera vintage che si respira anche al secondo piano, all’interno della Moxy Lounge, uno spazio dinamico e coreografico in cui si aprono il Winter Garden, spazi di lavoro, una sala relax costellata da arredi sofisticati, opere d’arte, caricature umoristiche... Ma è il Rooftop Bar che sorprende per i suoi panorami incantevoli sullo skyline di New York e sull’imponenza del suo simbolo, l’Empire State Building. La Fleur Room al 35mo piano, caratterizzata da elementi totemici bronzei, è un’autentica magia scandita da una vivace tavolozza di materiali e cromie: dal cemento grezzo alle finestre in stile industriale, dal bronzo lucidato agli elementi scultorei in resina con fiori incastonati, ogni dettaglio è ispirato al contesto del Flower District in cui sorge l’hotel. In un susseguirsi di elementi ricercati che trasformano il Moxy Chelsea in un vertical garden dall’allure immaginifica, in cui vivere Manhattan come un’oasi green.
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barrel-vaulted ceilings, bright colours, chandeliers with accentuated geometric shapes and an open-air courtyard are reminiscent of Milanese and Romans refined venues inaugurated in the early Twentieth century. Reminiscences that are also revealed in the vintage posters of classic Italian liqueurs diluted on the walls of the restaurant’s privé, deconstructed on a large scale with antique mirrors. A vintage atmosphere that reigns even on the second floor, inside the Moxy Lounge, a dynamic and choreographic space in which the Winter Garden, work spaces, a relaxation room dotted with sophisticated furnishings, works of art and humorous caricatures open... But it is the Rooftop Bar that surprises for its enchanting views of the New York skyline and the grandeur of its symbol, the Empire State Building. The Fleur Room on the 35th floor, characterized by bronze totemic elements, is an authentic magic punctuated by a lively palette of materials and colours: from the raw concrete to the industrial style windows, from polished bronze to the sculptural elements in resin with embedded flowers, each detail is inspired by the context of the Flower District where the hotel is located. In a succession of refined elements that transform the Moxy Chelsea into a vertical garden with an imaginative allure, in which to experience Manhattan as a green oasis.
Moxy Chelsea 105 W 28th St – New York www.marriott.com
// DESIGN
Photo by Max Touhey
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LA RINASCITA DI UN’ICONA
IL TERMINAL DELL’EX COMPAGNIA
AEREA TWA PROGETTATO NEGLI ANNI SESSANTA DA EERO SAARINEN INAUGURA UN NUOVO CAPITOLO DELLA SUA STORIA, CON UN RESTYLING CHE L’HA CONVERTITO IN HOTEL ALL’AVANGUARDIA. TRA SERVIZI ESCLUSIVI E UN OSSERVATORIO SULLE PISTE DI DECOLLO, NELLA BELLEZZA SUGGESTIVA DEL MID-CENTURY DESIGN DI ANNA CASOTTI
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// DESIGN
IL CAPOLAVORO FUTURISTICO DI EERO SAARINEN - IL TWA FLIGHT GENERAL CENTER DI JFK A NEW YORK - SI TRASFORMA IN CONTEMPORARY HOTEL
Uno dei simboli degli anni Sessanta, acclamato dalla critica per la sua architettura futurista - il TWA Flight Center dell’aeroporto di JFK di New York - inaugurato nel 1962 e utilizzato come Terminal fino al 2001, svela la sua Renaissance. Trasformato in inusuale destinazione per l’ospitalità grazie alla lungimiranza del development MCR - settimo operatore alberghiero negli States - l’unico hotel presente nello scalo di John F. Kennedy accoglie 512 camere, spazi per conferenze, shopping experience con brand come Shinola, un museo dedicato alla Jet Age e al Midcentury modern design, oltre ad amenities come fitness center, rooftop pool & bar, cocktail lounge, il Paris Café by Jean-Georges e una food hall per palati sopraffini. «Da quando il TWA Hotel ha aperto le sue porte il nostro team ha lavorato con estrema cura per dare nuova vita al Terminal e per sviluppare uno degli hotel più iconici al mondo» afferma Tyler Morse, CEO di MCR. Due le nuove strutture dedicate all’ospitalità arretrate su entrambi i lati e progettate per dar rilievo al vero punto di riferimento dello
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The rebirth of an icon
The terminal of the former TWA airline designed by Eero Saarinen in the 1960s inaugurates a new chapter in its history One of the symbols of the Sixties, critically acclaimed for its futuristic architecture – the TWA Flight Centre of the JFK airport in New York – inaugurated in 1962 and used as Terminal until 2001, reveals its Renaissance. Transformed into an unusual destination for hospitality thanks to the foresight of the MCR development – seventh hotel operator in the States – the one and only hotel at John F. Kennedy’s airport welcomes 512 rooms, conference spaces, a shopping experience with brands like Shinola, a museum dedicated to the Jet Age and Mid-Century modern design, as well as amenities such as a fitness centre, a rooftop pool & bar, cocktail lounge, the Paris Café by Jean-Georges and a food hall for refined palates. “Since the TWA Hotel opened its doors, our team has worked with extreme care to give new life to the Terminal and to develop one of the most iconic hotels in the world,” says Tyler Morse, CEO of MCR. Two
The Pope’s Room, dove il pontefice andò per un po’ di privacy dopo aver volato TWA ©TWA Hotel/ David Mitchell
TWA Hotel JFK International Airport New York www.twahotel.com
spazio: l’icona ideata da Saarinen è così concepita come hall estesa su 20.000 mq, la più imponente mai costruita al mondo. «È uno degli sviluppi legati all’ospitalità più attesi - racconta Robin Hayes, presidente e Amministratore Delegato di JetBlue - e non potremmo essere più entusiasti di far parte di questo traguardo».
I visitatori della Sunken Lounge e del Paris Café by Jean-Georges possono assistere al decollo degli aerei gustando un cocktail. ©TWA Hotel/David Mitchell
L’infinity pool sul rooftop è aperta tutto l’anno, in estate offre refrigerio, mentre in inverno l’acqua viene scaldata a 38°C
Accessibile da ogni Terminal tramite l’Air Train o attraverso gli iconici tubi di passaggio ideati dallo stesso Saarinen – la new location ospita anche una museum experience dedicata alla Jet Age e curata dalla New-York Historical Society: un percorso espositivo sul Modern Design attraverso gli arredi, i manifesti delle destinazioni, gli accessori, gli oggetti e i simboli “in flight” della metà del Novecento, in un dialogo suggestivo con lo stile futuristico dello spazio. Un restyling che fa parte di un più ampio progetto supportato dal Governatore Andrew Cuomo per la rivitalizzazione degli aeroporti di New York e la loro riqualificazione in gateway contemporanei: «La conversione del TWA Flight Center in hotel innovativo rafforza JFK come gioiello della corona dell’aviazione. Un concept rivoluzionario che si basa sui nostri sforzi per modernizzare i gateway in tutto lo stato di New York». E per gli appassionati dell’aviazione, all’interno del TWA Hotel è stato pensato un ponte di osservazione in cui è possibile assistere alla partenza e all’atterraggio degli aerei degustando un ricercato pasto gourmet all’Ambassador’s Club, alla Lisbon Lounge o al raffinato Paris Café. Un omaggio alla sua storia e alla sua inarrestabile avanguardia.
new structures dedicated to hospitality set back on both sides and designed to highlight the true landmark of space: the icon designed by Saarinen is thus conceived as a 20,000 square meter hall, the most impressive ever built in the world. “It is one of the most awaited developing projects linked to hospitality – says Robin Hayes, president and CEO of JetBlue – and we could not be more enthusiastic about being part of this achievement”. Accessible from any Terminal via the Air Train or through the iconic passage-tubes designed by Saarinen himself, the new location also hosts a museum experience dedicated to Jet Age and curated by the New-York Historical Society: it’s an exhibition on Modern Design shown through the furnishings, posters of destinations, accessories, objects and symbols “in flight” of the mid-twentieth century, in a suggestive dialogue with the futuristic style of space. The restyling is part of a larger project supported by Governor Andrew Cuomo for the revitalization of New York airports and their redevelopment into contemporary gateways: “The conversion of the TWA Flight Center into an innovative hotel reinforces JFK as a jewel in the crown of aviation. A revolutionary concept based on our efforts to modernize gateways throughout the State of New York”. And for aviation enthusiasts, an observation deck has been designed inside the TWA Hotel where it is possible to watch the departure and landing of the planes tasting a refined gourmet meal at the Ambassador’s Club, the Lisbon Lounge or the refined Paris Café. A tribute to its history and its unstoppable avant-garde.
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IT’S NOT FITNESS. IT’S LIFE
IL GRUPPO EQUINOX LEADER NEL PANORAMA DEL LUXURY LIFESTYLE E DEL WELLNESS, APPRODA A NEW YORK NEL CUORE DI HUDSON YARDS CON IL SUO PRIMO HOTEL E UN IMPONENTE FITNESS CLUB. DEDICATO ALLA REMISE EN FORME, ALLA CURA DEL SONNO E A COLORO CHE VOGLIONO TUTTO
DI ANNA CASOTTI
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// LIFESTYLE
Per coloro che vogliono tutto: Equinox, brand fondato nel 1991 e oggi numero uno negli States nel panorama del fitness, del wellness e di uno stile di vita dedicato al benessere - tra i suoi marchi lo spinning di SoulCycle – inaugura una nuova era del luxury travel e sceglie New York per l’apertura del suo primo Equinox Hotel. Destinazione Hudson Yards, il nuovo epicentro creativo del West Side - a due passi dalle gallerie di Chelsea e accessibile direttamente dall’High Line - in cui arte, gourmand, shopping experience, spazi espositivi, food hall e private residences d’élite hanno trasformato il West Side in un’acclamata meta per turisti e New Yorkers. Al centro di architetture all’avanguardia e di torri svettanti, il suo simbolo, Vessel, affascina milioni di visitatori che ogni giorno percorrono le sue scale fino alla sommità per ammirare l’orizzonte. Ed è salendo sul “vascello” che appaiono in tutta la loro raffinata eleganza l’outdoor pool e il bar terrace dell’Equinox Hotel in cui rigenerarsi, lavorare, allenarsi e ritrovare il proprio bien être. «Il primo Equinox Hotel offre agli ospiti un mix perfetto di lusso, ospitalità e fitness senza eguali, superando i confini del possibile» afferma Chris Norton, CEO di Equinox Hotel. «Stiamo trasformando radicalmente il mondo della hospitality, reinventando il tradizionale soggiorno in hotel con un sistema completamente integrato, ridefinendo i codici del lusso contemporaneo». L’esclusiva destination hospitality segue fedelmente la stessa filosofia olistica che caratterizza gli Equinox Fitness Club: ogni dettaglio è pensato per offrire agli ospiti strumenti che semplifichino l’interazione tra lavoro e remise en forme, con una particolare attenzione alla cura del sonno. Le 212 camere - tra cui 48 suites - sono progettate per la rigenerazione notturna, insonorizzate, regolate a una perfetta temperatura e oscurabili con tecnologie di terza generazione, personalizzabili in base alle proprie esigenze. «La continua innovazione di Equinox ha portato il marchio a una posizione senza rivali», ha affermato Harvey Spevak, Executive President, Managing Partner di Equinox. Nella foto sotto: l’entrata dell’Equinox Hotel, nella pagina destra la terrazza del ristorante Electric Lemon. In apertura l’outdoor pool con vista sul Vessel.
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It’s not fitness. It’s life
Equinox chose Manhattan for its first hotel, a place where regeneration is the protagonist For those who want it all: Equinox, a brand founded in 1991 and now number one in the United States in the fitness, wellness and lifestyle scene – to be included among its brands there’s the SoulCycle spinning – inaugurates a new era of luxury travel and choose New York for the opening of its first Equinox Hotel. The chosen destination is Hudson Yards, the new creative epicentre of the West Side – a stone’s throw from the Chelsea Galleries and directly accessible from the High Line – in which art, gourmand, shopping experience, exhibition spaces, food hall and elite private residences have transformed the West Side in an acclaimed destination for tourists and New Yorkers. At the centre of avant-garde architecture and soaring towers, its Vessel symbol fascinates millions of visitors who daily walk its stairs to the top to admire the horizon. And it is by climbing on the “vessel” that the outdoor pool and the bar terrace of the Equinox Hotel appear in all their refined elegance in which to regenerate, work, train and rediscover your bien être. “The first Equinox Hotel offers guests a perfect mix of unrivalled luxury, hospitality and fitness, surpassing the boundaries of the possible” says Chris Norton, CEO of Equinox Hotel. “We are radically transforming the world of hospitality, reinventing the traditional hotel sojourn with a fully integrated system, redefining the codes of contemporary luxury”. The exclusive hospitality destination faithfully follows the same holistic philosophy that characterizes the Equinox Fitness Club: every detail is designed to offer guests tools that simplify the interaction between work and remise en forme, with particular attention to sleep care. The 212 rooms – including 48 suites – are designed for night-time regeneration, soundproofed, regulated to a perfect temperature, and can be darkened with third-generation technologies which can be customized to suit every need. “Equinox’s continuous innovation has led the brand to a unique position,” said Harvey Spevak, Exe-
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«L’EQUINOX HOTEL RAPPRESENTA UNA DESTINAZIONE GLOBALE “PER COLORO CHE VOGLIONO TUTTO” E SEGNA LA REALIZZAZIONE DELLA PROMESSA OLISTICA DEL NOSTRO BRAND. SIAMO STATI INCESSANTI NELLA RICERCA DELL’ECCELLENZA E ABBIAMO STABILITO IL MASSIMO DELLE PRESTAZIONI ESPERIENZIALI». Un luogo in cui non esistono compromessi nella ricerca del benessere: club e hotel sono perfettamente collegati e integrati tramite una singolare piattaforma digitale che consente un servizio personalizzato prima dell’arrivo del cliente. Una visione dell’eccellenza evidenziata anche dall’offerta culinaria del ristorante Electric Lemon by Stephen Starr / gruppo STARR, guidato dall’Executive Chef Kyle Knall, progettata con un’attenzione all’equilibrio e alla leggerezza con un menu da gustare nella sofisticata e suggestiva terrazza. L’attenzione alla perfezione si svela anche nella lista dei nomi acclamati dell’architettura scelti per definire il design degli spazi: l’interior è curato da David Rockwell / Rockwell Group, l’outdoor pensato da Ken Smith Workshop e Rockwell Group, l’architettura del grattacielo ideata da David Childs / SOM, il Fitness Club e la Spa immaginati da Joyce Wang. Il più imponente Equinox Fitness Club mai costruito concepito su 6000 mq di superficie offre agli ospiti una expertise mai vissuta, così come E di Equinox, l’offerta più personalizzata del marchio. Per tutta la durata del soggiorno i membri possono vivere un’esperienza completa che comprende attività fisica, alimentazione e rigenerazione, accesso all’indoor pool di acqua salata con vasche di immersione calde e fredde, nonché nuotare nella piscina esterna di 1500 mq, immersi nel panorama dell’Hudson River e all’ombra di Vessel. In attesa dei futuri Equinox Hotels che inaugureranno in altre città degli States tra cui Seattle (2020), Los Angeles e Houston (2021) e Chicago (2022).
cutive President, Equinox Managing Partner. “The Equinox Hotel thus represents a global destination ‘for those who want it all’ and marks the realization of the holistic promise of our brand. We have been incessant in the pursuit of excellence and have established the maximum of experiential performances”. A place where there are no compromises in the pursuit of well-being: clubs and hotels are perfectly connected and integrated through a unique digital platform that allows a personalized service before the client’s arrival. A vision of excellence that is also highlighted by the culinary offer of the Electric Lemon by Stephen Starr restaurant/STARR group, led by Executive Chef Kyle Knall, designed with an attention to balance and lightness with a menu to be enjoyed in the sophisticated and evocative Terrace. Attention to perfection is also revealed in the list of acclaimed architectural names chosen to define the design of the spaces: the interior is curated by David Rockwell/Rockwell Group, the outdoor is designed by the Ken Smith Workshop and Rockwell Group, the skyscraper architecture is designed by David Childs/SOM, the Fitness Club and Spa are imagined by Joyce Wang. The most impressive Equinox Fitness Club ever built on a surface of 6000 square meters offers guests unparalleled expertise, as well as E from Equinox, the brand’s most personalized offer. For the duration of the stay, the members can have a complete experience that includes physical activity, nutrition and regeneration, access to the indoor salty water pool with hot and cold immersion tanks, and swimming in the 1500 square meter outdoor pool, immersed in the panorama of the Hudson River and in the shadow of the Vessel. We are also waiting for the future Equinox Hotels that will open in other US cities including Seattle (2020), Los Angeles and Houston (2021) and Chicago (2022).
Equinox Hotel 33 Hudson Yards – New York www.equinox-hotels.com
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