BASIC DESIGN #1 Esperienze di progettazione e didattica inclusiva

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DANIELE MANCINI, IRENE RINALDI

Attraverso la presentazione di ventiquattro esperienze ludico ricreative e didattiche dal forte carattere inclusivo, gli autori illustrano le competenze base della progettazione con l’ambizione di rispondere a due domande semplici ma impegnative: quali competenze dovrà possedere il progettista del futuro? E come si insegnano? La natura dei nostri workshops è stata sperimentale ed inclusiva. Sperimentale perché abbiamo sempre saputo da dove saremmo partiti ma mai dove saremmo potuti arrivare. Per questo abbiamo lasciato grande spazio all’imprevisto, all’errore, all’imperfezione e all’anomalia. L’incertezza del risultato ha reso vitale i processi esplorativi ed ha animato l’immaginazione di ognuno, che con emozione si è sorpreso di risultati inaspettati. Inclusivi perché, come si sa, le differenze sono ricchezze e coniugare i punti di vista alternativi o irregolari, e anche gli esiti inconsueti, dentro processi collettivi e collaborativi, ha esaltato le potenzialità delle intelligenze peculiari di ciascuno, rendendo le esperienze più varie, consistenti e solidali.

Esperienze di Didattica Inclusiva

Lo studio UNPACKED ha iniziato la sua attività a Roma nel gennaio del 2005 grazie ai fondi per l’imprenditoria giovanile di “Sviluppo Italia” ed è diretto da Daniele Mancini e Irene Rinaldi, entrambi architetti ed educatori con esperienze in diversi campi della creatività in Italia e all’estero. UNPACKED tenta di disvelare le opportunità nascoste nelle pieghe dell’ovvio e del banale, attraverso progetti di architettura, installazioni effimere, performance, workshop, attività educative, esperimenti di comunicazione e di design relazionale, playground istantanei e spontanei, esperimenti al confine tra il digitale e l’analogico.

ISBN 978-0-244-01156-7

90000

9 780244 011567

BASIC DESIGN

Quaderno #1

L’attività dello studio è documenta sul sito http://www.unpacked.it






BASIC DESIGN Quaderno #1 Esperienze di didattica inclusiva di Daniele Mancini e Irene Rinaldi

Concept e progetto delle esperienze creative Daniele Mancini e Irene Rinaldi (UNPACKED) Testi Daniele Mancini Book Editing e Graphic Design Daniele Mancini Prima edizione Maggio 2018 Fonts Caecilia, PF Din Text Pro Web http://openworkshops.unpacked.it Contatti openworkshops@unpacked.it Pubblicato da UNPACKED http://www.unpacked.it info@unpacked.it Stampa Lulu.com (www.lulu.com) ISBN 978-0-244-01156-7


Questo libro è dedicato a Michele e Agostino

Che cosa è la Creatività? Poesia. Cosa sono le Poesie? Le storie dell’Anima. Che cos’è l’Anima? La casa della Coscienza. Cosa è la Coscienza? L’espressione dello Spirito. Che cosa è lo Spirito? L’essenza della Vita. Cos’è la Vita? Un insieme di atti creativi.



Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio. Samuel Becket

Se non siete curiosi, lasciate perdere Achille Castiglioni

Per questo il termine Homo ludens, l’uomo che gioca, che esprime una funzione altrettanto essenziale di quella di fabbricare, mi sembra di meritare il suo posto dopo il termine Homo faber. Johan Huizinga

... Fate conto che sia stato un sogno A mostrarvi paesaggi Immaginari Da visionari. Shakespeare



INDICE

p.

BENVENUTI

13

MAPPE PER ORIENTARSI

16

DA ZERO A QUATTRO DIMENSIONI

39

#01

Esco fuori, cambio scala, divido lo spazio

41

#02

Un, Due, Tre, Stella!

59

#03

Anelli, intrecci, ricorsioni

67

#04

Tassellazioni regolari ed eccezionali

79

#05

Specchi e simmetrie

107

#06

Pieghe di carta

123

#07

Caleidocicli: ripetizioni in 4 dimensioni

151

IMMAGINO, PROIETTO, COSTRUISCO

177

#08

Prima di costruire, rappresento

179

#09

Una casa a forma di dodecaedro

201

#10

Un robot per amico

215

#11

EXPO 2015 Milano a Roma

231

#12

La città gallegiante

265



LIBRI MOLTO LIBERI

279

#13

Hyperlibri quotidiani

281

#14

Libri di carte, carta che parla

313

#15

Sformalibri

335

#16

Booktrailer

357

IL TELEFONO IN CATTEDRA

369

#17

Pixel materiali

371

#18

Ricombinazioni digitali

399

#19

Crittografia: segreti e chiavi di accesso

407 223

STORIE DI GRAFICHE E PRODOTTI

425

#20

Logo Expo Milano 2015

427

#21

Ex Libris per la biblioteca

451

#22

Packaging: il prodotto come esperienza

469

FAR VEDERE L’ARIA

477

#23

Spazi gonfiabili

479

#24

Volare con gli aquiloni

507

RINGRAZIAMENTI

527

APPENDICE

529

Suggerimenti bibliografici Crediti Crediti Fotografici Gli Autori Licenza e Diritti



BENVENUTI!

Quali competenze dovrà possedere il progettista del futuro? E come si insegnano?

Nelle molteplici e talvolta controverse vesti di progettisti, creativi e educatori, abbiamo sentito la necessità di raccogliere in una collezione alcune esperienze ludiche, ricreative e didattiche, svolte coinvolgendo gruppi di bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni nelle più confortevoli e libere vesti di esploratori curiosi. Decidere di sistematizzare le nostre scelte, seppure in maniera vaga e frammentaria, e tentare di comunicarle nella forma del libro, ci ha permesso di capire quanto l’innocenza di queste domande abbia risvolti molto impegnativi nella pratica quotidiana. Infatti, ci impongono di mettere a nudo la nostra visione sul mondo, la nostra interpretazione sulla contemporaneità, cioè su tutto quello che ci accade intorno, e dentro cui operiamo le nostre scelte. A volte ci alimentiamo di tutte le contraddizioni del presente, altre volte reagiamo alle sue aporie, volendo produrre senso con la nostra azione, appunto, di uomini, cittadini, progettisti e educatori. Mettere al vaglio e al giudizio la nostra operazione chiarificatoria ed esemplificatoria, esaltata da decisioni soggettive e tendenziose, riteniamo sia un atto di responsabilità necessario, una scelta politica, un impegno civico. Tuttavia, c’è un altro aspetto, complementare si può dire, che viene reclamato dall’innocenza delle due domande. Ci viene chiesto di indicare con quale prospettiva guardiamo l’orizzonte: non si possono insegnare delle competenze senza avere scelto con chiarezza quale posizione si ha nel mondo e a quale futuro si vuole tendere, per sé e per coloro a cui si rivolge l’azione educativa. 13


Quali sono i valori del presente che vogliamo coltivare per un futuro sostenibile? Le opere degli artisti e dei poeti più implicitamente contengono semi di futuro, che germineranno nei comportamenti dei cultori della loro arte, e possibilmente di tutti coloro che ne tenteranno l’esegesi o la comprensione dei loro intenti. Poiché non siamo né artisti né poeti, tramite lo strumento di semplificazione e comunicazione e divulgazione che è il libro, ci proponiamo il compito di illustrare con un linguaggio più che altro visuale, le motivazioni, i processi e gli esiti delle esperienze che meglio chiariscano il nostro punto di vista, e di suggerire ipotesi di varianti o approfondimenti meno informali. La natura dei nostri workshops è stata sperimentale ed inclusiva. Sperimentale perché abbiamo sempre saputo da dove saremmo partiti ma mai dove saremmo potuti arrivare. Per questo abbiamo lasciato grande spazio all’imprevisto, all’errore, all’imperfezione e all’anomalia. L’incertezza del risultato ha reso vitale i processi esplorativi ed ha animato l’immaginazione di ognuno, che con emozione si è sorpreso di risultati inaspettati. Inclusivi perché, come si sa, le differenze sono ricchezze e coniugare i punti di vista alternativi o irregolari, e anche gli esiti inconsueti, dentro processi collettivi e collaborativi, ha esaltato le potenzialità delle intelligenze peculiari di ciascuno, rendendo le esperienze più varie, consistenti e solidali. Abbiamo proceduto in maniera empirica dunque, non imponendoci limiti e accettando l’errore e l’imperfezione, sia nostri che degli altri. Abbiamo preferito impiegare mezzi tecnologici semplici, alla portata di tutti, ma anche dispositivi molto complessi. Ma allora, in quest’ultimo caso, il senso delle nostre esplorazioni è stato quello di svelarne le più improbabili potenzialità.Non abbiamo imposto un metodo - che sarebbe stato letale! - ma abbiamo tentato di organizzare il nostro operato per argomenti, per concetti, per idee che come mappe corsare, ci hanno permesso di mantenere una certa coerenza di pensiero, navigando in un mare di infinite, e come tali incomprensibili e inutili, informazioni. Per ognuno dei sei temi (Da Zero a Quattro Dimensioni; Immagino, Proietto, Costruisco; Libri molto Liberi; Il Telefono in Cattedra; Storie di grafiche e Prodotti; Far Vedere L’Aria) sono presentate dunque alcune esperienze chiave, che vengono illustrate nel loro svolgersi, ma senza dare indicazioni operative proprio per suggerire varianti e alternative. Quasi


sempre però, viene restituito l’esito corale, con immagini complessive a testimonianza di processi realmente cooperativi. Si sono affrontate le complesse interazioni tra il mondo analogico e quello digitale, abbiamo indagato il rapporto tra ciò che è materiale e immateriale, ma anche il concetto di determinato e indeterminato, di narrazione e di processo, e altro ancora, ma sempre stimolando le abilità manuali, perchè è nella mano che risiede molta della nostra intelligenza esplorativa e creativa. E quali sono infine le competenze che abbiamo praticato, che vogliamo insegnare? Conoscere per parti e coltivare pazientemente un punto di vista, indagare le proprie curiosità e alimentarle con esplorazioni empiriche, che procedono per accostamenti, differenze e analogie e non solo per procedure analitiche e logiche stringenti. Ma anche accettare il nonsense, l’ironia, la suggestione del paradosso e liberarci dal pregiudizio che ciò che viene insegnato serva, o sia funzionale per raggiungere qualche scopo pratico. E poi il gioco, l’immedesimazione negli altrui panni, l’infrangere le regole (per finta ma anche per davvero) o l’invenzione di storie. E infine reagire al sentimento di inadeguatezza procurato dalla conformazione degli spazi dove l’insegnare è un mestiere e l’imparare è percepito come un obbligo, un po’ come farebbe Monsieur Hulot, perso nelle pieghe del conformismo, del pregiudizio, e dell’omologazione.

Ecco, queste sono solo alcune delle competenze che si ritroveranno tra le pagine di questo primo quaderno di Basic Design. Per le altre, tutte le altre! basta solo aspettare la pubblicazione del secondo quaderno… o vivere quotidianamente stelle di futuro. Buona lettura!

Daniele Mancini e Irene Rinaldi Roma, maggio 2018

15


BISOGNI Alla base dell’attività progettuale ci sono processi di ascolto, coinvolgimento e condivisione, con i quali si cerca di comprendere quali siano i bisogni reali che molto spesso rimangono inespressi e non sono evidenti

DESIGN

Il Design è una attività creativa con una chiara finalità civica. Attraverso un processo culturale critico condiviso, si prefigge infatti di soddisfare i bisogni di comunità di cittadini. L’esito dell’attività progettuale è sempre un servizio che può avere anche la forma di un manufatto o uno spazio, reale o virtuale, con una forte connotazione simbolica, espressiva, ed estetica.

SOSTENIBILE Una attività di progettazione sostenibile è quella che considera come valori fondamentali del suo operare per il progresso collettivo i principi di solidarietà, di equità sociale, di sussidiarietà, di accoglienza


COMUNITA’ L’attività di progettazione è sempre una attività collettiva e si rivolge sempre a comunità di individui. A volte la comunità è esplicita, per esempio quando si progetta un servizio pubblico; a volte invece, quando si progetta per un singolo, la comunità è implicita nel sistema dei valori condiviso che animano il progetto.

PRESENTE E’ essenziale che l’attività progettuale prefiguri scenari che rispondano ai bisogni emergenti del presente con attegiamenti e strumenti innovativi...

GENERAZIONI FUTURE ... ma è altrettanto importante non compromettere il benessere delle generazioni future progettando servizi che prevedano il minor consumo possibile di risorse

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STRUMENTI PER LE ABILITA

matita, pastelli colorati, p

temperino, clip, inchiostro,

tempera mine, laccio, spago

compasso, squadra, stencil, m

taglierino, bulino, telefonino

metro,colla,forbici,microcon

linoleum, gomma per canc

cacciavite, punzone, post-it fogli di carte, fogli di polietil


A’: sasso, tacquino, specchio,

penne, pennelli, pennarelli,

, pastelli a cera, campana

o di cotonte, elastico,scotch,

macchina fotografica, timbri,

o, caricabatteria, lampadina,

ntroller,tag rfid,caleidoscopio,

cellare, occhiali 3d, elastici,

t, riga, gessetti, mattonella,

ene, ventilatore, scotch, ... 19


EQUILIBRIO

PROPORZIONE ESPRESSIVITA’

DUPLICITA’

SGUARDO

DIGITALE

BASSA DEFINIZIONE

DOCUMENTARE

SINGOLARITA’

ELOGIO DELLA MANO ESPLORARE

INDETERMINATEZZA ESSERE COME MONSIEUR HULOT NARRATIVO


LEGEREZZA

UNICITA’

MOLTEPLICITA’

ASTRAZIONE

IMMATERIALE

SEPARARAZIONE

IRONIA

IBRIDO

SERIALITA’ COLLEZIONARE

ANOMALIA 21


CONCETTI ED ESPERIENZ collezione, bassa

esplorazione,

risoluzione,

simpl

quotidiano,

monsieur

inaspettato,

imperfezione

relazioni,

h

indeterminatez

molteplicità, singolarità, an materiale, immateriale, astr

logica, leggerezza, equilibr

semplificazione, esemplific essenzialità,effimero,ibrido,


ZE PER LE COMPETENZE: documentazione,

le

tech,

hulot,

e,

zza,

disegno,

fiction,

banale,

intuizione, diversità,

critica, negletto,

analogico, unicità,

nomalia, digitale, analogico,

azione, pensiero complesso,

rio, espressività, semplice,

cazione, pensiero laterale,

ambiguità,narrativo,inutile.. 23


Questa è la tematizzazione operata sui workshop presentati in questo primo quaderno di BASIC DESIGN


25



Quest’albero tematizza le esplorazioni che saranno illustrate nel prossimo quaderno di BASIC DESIGN

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#01 p. 41

#07 p. 151

#13 p. 281

#19 p. 407

#02 p. 59

#08 p. 179

#14 p. 313

#20 p. 425

#03 p. 67

#09 p. 201

#15 p. 335

#21 p. 451


#04 p. 79

#10 p. 215

#16 p. 357

#22 p. 469

#05 p. 107

#11 p. 231

#17 p. 371

#23 p. 479

#06 p. 123

#12 p. 265

#18 p. 399

#24 p. 507 31


Questi sono i workshop in cui imparo a realizzare oggetti tridimensionali speciali

Questi sono i workshop preferiti dagli studenti della 3C

Questi sono i workshop che sono delle vere e proprie performance


Questi sono i workshop piĂš scenografici e coinvolgenti

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... vidi l’Aleph, da tutti i punti, vidi nell’Aleph la terra e nella terra di nuovo l’Aleph e nell’Aleph la terra, vidi il mio volto e le mie viscere, vidi il tuo volto, e provai vertigine ....

Jorge Luis Borges

L’uomo nomade percorre spazi senza confini e senza fine. Marca il territorio con segni di pietra per rammentare il ritorno delle stagioni, i cicli cosmici. Non ha bisogno di altro che di un riparo. Le leggi e i limiti della natura, la sopravvivenza, e i riti esorcizzanti, conformano il suo giudizio su cosa è giusto e cosa sbagliato. Quando l’uomo da nomade è diventato stanziale, ha avuto bisogno di dominare lo spazio. Per primo, ha imparato a separare con una linea cosa è mio e cosa è tuo. Ha creato recinti, stabilito confini, e si è dato regole di convivenza. Poi ha continuato misurando la quantità del possesso, e questo ha determinato le differenze sociali, e il ruolo su una scala di valori economici. Infine, ha compreso che la qualità dello spazio dipende dal rapporto proporzionale tra le parti e il tutto. Così è nata l’Architettura. E dunque, ai riti di alleanza con i cieli di stelle dell’uomo errante, si sono sostituiti riti estetici che riproducono l’infinità dello spazio e del tempo. La serie di esperienze presentate in questa sezione indagano alcuni dei temi geometrici e spaziali di base tra i più rappresentativi di questa storia dell’umanità vista da un architetto, con il dichiarato intento di inserire elementi di trasgressione in procedure regolari: la divisione dello spazio bidimensionale, sia esso un foglio di carta o una distesa di terra, in parti uguali; la realizzazione di decorazioni complesse partendo da regole di proporzione semplici o tramite la ripetizione di moduli identici; l’indagine dei processi generativi ricorsivi, a volte quasi paradossali, tramite procedimenti autosomiglianti; la vibrazione dello spazio a tre dimensioni tramite pieghe di fogli bidimensionali; la realizzazione di oggetti tridimensionali che cambiano nel tempo. 39



#01 ESCO FUORI, CAMBIO SCALA E DIVIDO LO SPAZIO

41



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ESCO FUORI, CAMBIO SCALA E DIVIDO LO SPAZIO Disegnare un inviluppo nell’atrio di scuola

Si può imparare a realizzare semplici figure geometriche anche senza riga, squadre e compasso. E soprattutto senza stare in classe, persino uscendo fuori dalla scuola … Con un laccio di scarpe e dei gessetti colorati si può disegnare sull’asfalto delle strade di quartiere un bell’inviluppo simile a quello che Michelangelo ha realizzato nella piazza del Campidoglio. Non è complicato! Basta solo procedere in maniera ordinata. Dopo averlo disegnato, si può anche colorare e renderlo più interessante, magari si può inventare anche un gioco da fare assieme agli amici. Appropriarsi degli spazi pubblici è un gioco da ragazzi vero e proprio, e una pratica necessaria: per prima cosa perché il rispetto della dimensione pubblica possa così ritornare al centro dell’educazione civica quotidiana, secondo, perché per farlo si gioca, cioè si condivide un tempo dal valore inestimabile perché in-utile.


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#02 UN, DUE, TRE, STELLA !

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UN, DUE, TRE, STELLA! Realizzare una parete di stelle in biblioteca

Possiamo fare più bella la parete della biblioteca? Certo che sì… Ognuno realizzi la sua stella colorata, poi uno dopo l’altro le attaccheremo al muro, ciascuno la sua, con le punte che toccane le altre punte. L’esito è molto interessante in verità: una superficie di stelle nere e celesti che si perdono all’infinito (e sono quelle che abbiamo realizzato noi), ma se socchiudo gli occhi, vedo anche delle stelle bianche e celesti! Il fondo del muro, bianco, è entrato a far parte della nostra installazione.


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#03 ANELLI, INTRECCI, RICORSIONI

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ANELLI, INTRECCI, RICORSIONI Costruire la stella di David

La stella di David ha una struttura geometrica molto semplice: due triangoli equilateri contrapposti che si generano dalla costruzione di un esagono. Nelle rappresentazioni

ricorrenti,

capita

di

vedere la stella composta da due triangoli intrecciati, cioè con i reciproci lati che alternativamente sono prima sotto e poi sopra. Questo si vede meglio quando i lati, da segmenti lineari, acquistando una certa ampiezza, un certo spessore, diventano dei veri e propri anelli colorati di tinte diverse. Come faccio a realizzare una struttura di questo tipo, questo intreccio? E che proprietà ha? Mi accorgo innanzitutto che per intrecciare gli anelli, devo interrompere la continuità di entrambi con un taglio. Inoltre, posso anche includere all’interno della stella originale, altre stelle intrecciate più piccole e poi ancora altre e altre ancora, fino al limite della possibilità di taglio delle mie forbici. Quali altre possibilità ci sono?


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#04 TASSELLAZIONI REGOLARI ED ECCEZIONALI

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COMPOSIZIONI FANTASTICHE Figure complesse da figure semplici

Quante

possibilità

compositive

si

nascondono in un piccolo rombo colorato? Se ne accostiamo tanti, e badiamo bene a dare una struttura ai colori che adoperiamo, potremo ottenere una infinità di forme. La giustapposizione di componenti seriali, tutte uguali, ci permette di concentrarci sull’esplorazione delle potenzialità della struttura in maniera intuitiva, operando prima

una

decostruzione

e

poi

una

ricostruzione il più possibile irregolare e disubbidiente: un pesce, una astronave, un fiore, la faccia di un gatto, saranno il campo di gioco dove pterci sporcare le mani.


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#05 SPECCHI E SIMMETRIE

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SPECCHI E SIMMETRIE Procedure per realizzare carte da parati

I frammenti decorativi che emergono dal passato, testimoniano la cifra estetica delle civiltà che ci hanno preceduto. Gli storici dell’arte e gli archeologi attraverso delle mappature di elementi ricorrenti, ci forniscono una sorta di bussola per orientarci nel tempo e nello spazio, per cui sappiamo riconoscere se un certo fregio appartiene alla civiltà minoica, o se un mosaico è stato eseguito dai maestri comacini o dagli antichi Romani. Possiamo osservare che molte delle decorazioni sono ripetitive, e riempiono le superfici in maniera regolare, per mezzo di semplici operazioni di ribaltamento, simmetria e specchiatura, di moduli grafici minimi. I matematici e gli artisti del passato sapevano che le maniere di riempire regolarmente una superficie sono solo 17, ma nonostante questo, hanno prodotto una varietà incredibile e sempre diversa di capolavori: basta pensare all’Alhambra oppure ai lavori di M.C. Escher.


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#06 PIEGHE DI CARTA

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PIEGHE DI CARTA Realizzare luminarie per il soggiorno

Il modo più semplice per trasformare un foglio di carta sottile, bidimensionale, in una struttura tridimensionale compiuta e resistente e per di più senza tagli, è quella di procedere con delle pieghe e contropieghe schemi

successive,

geometrici,

secondo

cioè

eseguire

vari la

stessa operazione che in sartoria viene chiamata

plissettatura.

Perché

è

così

importante sperimentare l’arte della piega della carta? Quali esplorazioni possiamo condurre? A quali prospettive tendiamo? Si comprende come la qualità di un pattern tridimensionale

generato

per

pieghe

successive risieda nelle vibrazioni della luce sulle sue molteplici superfici, dipende per così dire dalle ombre e dai chiaroscuri percepiti da vari punti di vista. Pertanto, la ricerca di schemi geometrici generatori è fondamentale. Ma cosa succede se inseriamo la fonte di luce dentro l’oggetto sottoposto a piega?


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#07 CALEIDOCICLI: RIPETIZIONI IN 4 DIMENSIONI

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CALEIDOCICLI: RIPETIZIONI IN 4 DIMENSIONI

Costruire simmetrie nel tempo

I caleidocicli sono anelli tridimensionali formati da tetraedri, che ruotano sulle pieghe che li collegano l’uno all’altro. Hanno la proprietà di poter ruotare ciclicamente per cui le loro facce sequenzialmente risultano

accostate,

componendo

un

certo numero di figure che possono avere caratteri di regolarità e ripetizione. Le esplorazioni

attorno

a

questo

strano

oggetto tridimensionale riguardano da una parte le previsioni legate alla simmetria delle composizioni “dinamiche”, dall’altro, l’aspetto narrativo e la possibilità di veicolare oltre che immagini astratte, anche sequenze di messaggi.


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La produzione seriale dell’industria ed il consumo delle sue merci, esalta per contrasto il valore dell’unicità del gesto e del pensiero creativo, ma introduce anche l’interesse nell’esplorazione delle potenzialità pressoché infinite che derivano dalla disponibilità di componenti minime da assemblare: è la rivoluzione industriale, con le sue grandi opere in acciaio. Il Cristal Palace di Paxton, le stazioni dei treni di Parigi, ma anche i ponti e la Tour dell’ingegnere Eiffel. L’uomo necessita di uno strumento di dominio sulla complessità di questo mondo: è il sistema di rappresentazione proiettivo ortogonale, tramite sezioni e ribaltamenti, in scala, rigoroso, inequivocabile ed esportabile perché comprensibile senza necessità di spiegare a parole. L’uomo immagina oggetti e spazi e prima di costruirli, li formalizza in una rappresentazione coordinata di viste ortogonali tra loro: piante, sezioni, prospetti. Le esperienze presentate in questo capitolo, anticipate da una selezioni di immagini che si riferiscono alla teoria delle proiezioni ortogonali, riguardano l’esplorazione di questa prassi. 177



#08 PRIMA DI COSTRUIRE, RAPPRESENTO

179


Cet art [ la géométrie descriptive] a deux object principaux. Le premier est de représenter avec exactitude, sur des dessins qui n’ont que deux dimensions, les objects qui en ont trois, et qui sont susceptibles de definition rigoureuse. Sous ce point de vue, c’est une langue necessaire à l’homme de genie qui concoit un projet, à ceux qui doivent en diriger l’exécution, et enfin aux artistes qui doivent eu-memes en executer les différentes parties. Le second objet de la géometrie descriptive est de déduire de la description exacte des corps tout ce qui suit nécessairement de leurs forms et de leurs positions respectives. Dans ce sens, cest un moyen de rechercher la vérité; elle offer des examples perpétuels de passage du connu à l’inconnu; et parce qu’elle est toujour appliquée à des objetcs susceptibles de la plus grand evidence, il est nécessarire de la faire center dand ple plan d’une education nationale.

Gaspard Monge


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#09 UNA CASA A FORMA DI DODECAEDRO

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UNA CASA A FORMA DI DODECAEDRO Realizzare un modello di una abitazione minima

In maniera empirica, proviamo a realizzare un modello in scala di un ambiente a forma di dodecaedro: prima facciamo esperienza con un modello di carta, studiamo il suo sviluppo, prendiamo confidenza con le dimensioni. Poi, cerchiamo di immaginare una struttura reticolare, fatta con aste di legno. Come si possono collegare le aste tra loro e che forma deve avere il nodo che le tiene alla giusta angolazione? Ora, a parte gli aspetti tecnici, indaghiamo i bisogni dell’uomo che vorrà abitare questo strano spazio. In verità sembra essere un appropriato ricovero intimo, dove poter pensare e stare soli con i propri pensieri. Quindi potrebbe essere utile schermare dalla luce alcune facce, magari avere un tetto trasparente per guardare le stelle di notte, e avere dei pannelli mobili colorati da aprire e chiudere per far entrate gli uccelli o tenere fuori le api. E se si potesse prevedere anche un bel nido per le rondini, e un imbuto per raccogliere acqua piovana per riempire un catino per annaffiare i fiori?


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#10 UN ROBOT PER AMICO

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UN ROBOT PER AMICO Servizi per il futuro prossimo venturo

Come si comincia ad immaginare un servizio

innovativo

per

il

prossimo

futuro? E una volta enunciato il bisogno da soddisfare, come dargli una forma compiuta?

Proviamo

a

materializzare

l’idea nelle sembianze di un robot, cioè di un automa capace di esaudire le nostre volontà, una sorta di genio della lampada. Dovrà possedere però un aspetto confacente alle aspettative da esaudire: se servirà per rubare la merenda a mio fratello, probabilmente dovrà essere dotato di lunghe braccia flessibili; se invece servisse per raccogliere tutta l’immondizia che c’è per la strada, dovrebbe avere una grande pancia capiente; ma potrebbe anche interessarci fare sentire la sensazione di un caldo abbraccio a qualcuno che è molto distante da noi, allora potremmo immaginare una maglietta, dei sensori, una app…


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#11 EXPO 2015 DA MILANO A ROMA

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EXPO 2015 MILANO A ROMA Reinterpretare i padiglioni dell’EXPO 2015 in scala

Poiché era impossibile per tutti andare a Milano per questo evento dalla portata planetaria, abbiamo portato Milano nella nostra scuola, per dare la possibilità a tutti di vedere e capire il senso dell’EXPO “Nutrire il Pianete, Energia per la vita”. Quali declinazione di questo tema sono state elaborare dalle nazioni partecipanti? Quali metafore hanno ispirato i progetti dei padiglioni? Quali scelte hanno intrapreso gli architetti per rendere i padiglioni veicolo coerente di tali metafore? Realizzando modelli in scala, si sono analizzati i vari aspetti progettuali e contenutistici di ciascuna delle architetture dell’EXPO. A conclusione di questo laborioso workshop, tutti i modelli sono stati accostati in un grande spazio, ricostituendo idealmente il panorama originale della versa EXPO di Milano.


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#12 LA CITTA’ GALLEGGIANTE

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LA CITTÀ GALLEGGIANTE Realizzare il modello di una utopia

Nel marzo del 2013 è stata inaugurata la scuola pubblica galleggiante per la comunità di Makoko, presso Lagos in Nigeria. È una architettura molto semplice, iconica, a forma di capanna, di legno, realizzata dagli stessi pescatori del luogo con tecniche costruttive tradizionali e fatta galleggiare su bidoni di recupero. Potrebbe diventare il modello del possibile sviluppo “urbano” su acqua delle innumerevoli comunità che si addensano progressivamente in informi megalopoli lungo le coste africane.

Un

modello sostenibile, economico, capace di preservare uno spazio abitabile nonostante frequenti inondazioni e maree e soprattutto elemento identitario. Questa architettura infatti è stata progettata dal gruppo di architetti chiamato NLÉ, che hanno curato e facilitato anche il processo realizzativo e manutentivo da parte della comunità locale. Alla Biennale di Venezia del 2016 questa

architettura,

replicata

presso

l’Arsenale, ha ricevuto il Leone d’Argento, cioè le è stato riconosciuto un grande valore di esemplarità. Perché? Perché è stata menzionata tra le architetture


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più significative? Perché è un emblema delle

contraddizioni

dei

processi

di

globalizzazione, una sorta di risarcimento retroattivo delle responsabilità del mondo industrializzato

verso

le

popolazioni

abitanti il mondo più arretrato. Inoltre, attiva processi partecipati, che noti e praticati da decenni dalle culture avanzate, inducono ad una consapevolezza di maggior respiro anche rispetto all’espressione dei propri bisogni che possono trovare forma in una architettura costruita, in un habitat primario, come quello della scuola.


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La demistificazione dei tabù educativi è una pratica ricorrente, necessaria, a volte seriosa, a volte molto giocosa, soprattutto se operata in seno all’istituzione scolastica, che nell’immaginario collettivo è permanentemente luogo di pregiudizio e conformismo. Tra tutte le pratiche, quella più peccaminosa ma poetica, è l’azione trasgressiva operata sul libro, totem assoluto dei riti di trasmissione della conoscenza, contenitore di sapere, evocatore di storie e generatore di fantasia, e quindi per estensione, di progresso. Questo capitolo documenta una serie di esperienze ironiche di reinterpretazione del libro sia come oggetto fisico e manufatto, che come veicolo di narrazioni ed evocazioni. 279



#13 HYPERLIBRI QUOTIDIANI

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HYPERLIBRI QUOTIDIANI Flexicubi per raccontare storie

Il flexicubo, parimenti al caleidociclo che abbiamo incontrato precedentemente, è un oggetto tridimensionale ciclico, una sorta di anello fatto di cubi, che ruotando su alcuni spigoli particolari, riproduce delle

configurazioni

ripetitive. Anziché

sfogliare pagine, le superfici ruotano, e accostandosi possono veicolare disegni e testi. Ogni flexicubo può raccontare una storia, divisa in capitoli “spaziali”, a cui si accede tramite una rotazione, oppure ospitare una unica composizione grafica che si rivela nel tempo. Realizzare questo oggetto con fogli di carta ed esplorarne le possibilità narrative ed espressive, è come progettare contenuti ed applicazioni per uno smartphone o un tablet…


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#14 LIBRI DI CARTE, CARTA CHE PARLA

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LIBRI DI CARTE, CARTA CHE PARLA Laboratorio per imparare a dare voce a tutti quei pezzi di carta dimenticati e gettati nella spazzatura

Raccogliamo 900 ritagli di carte domestiche in procinto di essere buttati nella spazzatura delle dimensionid di 10 x 15 centimetri re li assembliamo in 9 volumi. Ogni volume è composto di 100 fogli di carte unici ma sempre mutevoli, ricombinabili all’infinito tra un volume e l’altro. Ogni foglio di carta, una storia. Ogni volume, un libro di storie. Storie evocate (invenzione o memoria?) dal lettore per via del contatto con i fogli. Ogni volume è segnato in copertina con lo stencil di una lettera dell’alfabeto. Tutte le copertine affiancate formano il nome dell’istituto scolastico I C R O S M I N I . In seconda pagina, exlibris stampato a tempera da matrice incisa di linoleum.


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Improvvisazione surrealista intitolata Carta Canta, svoltasi nella biblioteca scolastica il 6 giugno 2015 alle ore 16.45 che ha coinvolti tutti i convenuti all’evento conclusivo della programmazione culturale. Suono: macchina da scrivere Olivetti Lettera 22 con cui Daniele Mancini trascrive frasi, parole, pensieri degli studenti, dei genitori, dei docenti, del dirigente, tutti partecipanti alla performance, evocati dai fogli di carta dei libri distribuiti in sala. A conclusione, il foglio A4 con le trascrizioni, viene piegato in un A5 e inserito tra i fogli di un libro a caso tra i 9 I, C, R, O, S, M, I, N, I. I libri sono conservati, come tanti altri, negli scaffali della biblioteca scolastica e sono lÏ pronti ad essere sfogliati, ricombinati, cantati...


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#15 SFORMALIBRI

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SFORMALIBRI Come ti trasformo il libro

Si prendono dei libri duplici, scartati, gettati al macero. Se ne strappano le pagine, e si trasformano in piccoli origami. Si allestisce alla fine una installazione nel giardino di bambù del MACRO di Via Nizza, una sorta di appropriazione dello spazio, una fiera di oggetti poetici che reinterpretano implicitamente la poesia dell’autore. Ma in quanti altri modi si può sformare e demistificare un libro di carta? Si può forare, piegare, assemblare con altri libri per ottenere oggetti spaziali inutili o di qualche utilità, si può segare o incidere. Si può anche trasformare in un contenitore, operando come fa lo scultore con la materia, sottraendone parti di carta…


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#16 BOOKTRAILER

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BOOKTRAILER Interpretare le storie dei libri con brevi videoclip

Come si può evocare la fascinazione di un libro per sollecitarne la lettura? Non si tratta di scrivere una recensione didascalica, ma di restituire in maniera poetica ed espressiva il proprio punto di vista sul contenuto del libro, una sorta di reinterpretazione. Se questa di per sé è un’operazione difficile già di suo, proviamo a farlo in un tempo di massimo 45 secondi, con un piccolo video da realizzare con il telefonino o con il tablet.

Di seguito sono riportati due esempi. Il primo è la riduzione del libro ad alcune, poche, scene significative che vengono recitate dai ragazzi, riprese, e assemblate tramite un software di editing audio e video. Il secondo è un tentativo più poetico: si restituisce l’interpretazione del libro con un altro linguaggio espressivo, in questo caso la danza.


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Altro tabù educativo di recente introduzione, altre invenzioni creative a portata di touch… Infatti, gli smart object portatili, raffinati, miniaturizzati, con grandi capacità di calcolo e superconnessi, sono l’emblema contemporaneo popolare più evidente dell’esito della rivoluzione informatica. La sfida è trasformare il consumatore accanito di contenuti seducenti, in un uomo consapevole, critico, capace di fare uso cosciente e intenzionale della tecnologia: anziché mettere le mani sul telefonino, proviamo a mettercele dentro. Le tre esplorazioni proposte che impiegano i telefonini in maniera irregolare, cercano di stimolare la riflessione sulle domande fondamentali del digitale e delle tecnologie dell’informazione: la discretizzazione della realtà analogica; la sua trasmissione protetta tramite pacchetti di dati crittati; ed infine la loro ricombinazione. 369



#17 PIXEL MATERIALI

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PIXEL MATERIALI Immagini a bassa risoluzione con i post-it

Proviamo a rappresentare l’icona di un cuore su un quaderno a quadretti, e facciamolo in modo da colorare il minor numero di quadratini per ottenere la sua rappresentazione più minimale e comprensibile possibile. Come si vede sarà sufficiente una griglia di 8 x 8 quadratini, ma l’immagine verrà molto scalettata. Se

invece

aumentiamo

i

quadratini,

allora i contorni del cuore, soprattutto le curve, diventano sempre più precisi. Se portiamo questa operazione ad un grado di definizione tale che l’occhio con distingue più i quadratini e le scalettature, allora si potrà dire che da una immagine a “bassa risoluzione” siamo passati ad una immagine ad “alta risoluzione”. In linguaggio

matematico

l’operazione

di

descrizione di un elemento continuo per parti minime, si chiama discretizzazione. Nel

mondo

dell’informatica

le

parti

minime sono chiamate bit, che possono avere uno stato di “acceso” o “spento”, rappresentato rispettivamente dalle cifre 1 e 0. In inglese cifra si dice “digit”. Da un punto di vista visivo, un bit corrisponde


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ad un quadratino del quaderno che può essere lasciato bianco, equivalente allo stato “0”, oppure colorato, equivalente allo stato “1”. Possiamo dire allora che l’operazione

di

discretizzazione

del

contorno lineare e continuo dell’icona del cuore in quadratini colorati è stata una

operazione

che

sarà

più

di

digitalizzazione,

raffinata

quanti

più

“quadratini” impiegheremo per restituire l’immagine reale. Perché è così rilevante fare

esperienze

digitalizzazione?

del In

concetto estrema

della sintesi,

accettando la tecnologia digitale come paradigma della nostra contemporaneità, si può dire che tramite questo processo di riduzione, conformiamo la realtà ai limiti fisici delle componenti elettroniche dei dispositivi informatici e ciò risulta necessario perché solo così è possibile memorizzare, trasmettere a distanza e quindi ricomporre in maniera ordinata e fedele il pezzo di informazione della realtà che ci interessa, sia essa un suono, una

immagine,

una

conversazione

telefonica, una o miliardi di transazioni finanziarie, etc. , il tutto, in una frazione di secondo o poco più.


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#18 RICOMBINAZIONI DIGITALI

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RICOMBINAZIONI DIGITALI Progettare un manifesto contro il cyberbullismo

Il telefonino è un insidioso mezzo attraverso il quale i violenti esercitano azioni di discredito, bullismo e ghettizzazione, a volte anche in maniera anonima. Proviamo a ribaltare la prospettiva, e troviamo il modo di esaltare invece la possibilità di condividere un messaggio solidale e positivo: una serie di telefonini vengono accostati per ricomporre il ritratto di una ragazza. Una volta aggiustata la composizione, ne facciamo un manifesto.


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I RAGAZZI E IL CYBER BULLISMO ĐŽŶ ŝů ĐŽŶƚƌŝďƵƚŽ Ěŝ

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IC A.ROSMINI Roma



#19 CRITTOGRAFIA: NASCONDERE MESSAGGI

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CRITTOGRAFIA: NASCONDERE MESSAGGI Comunicare tramite codici segreti

Proviamo per una settimana ad esercitare il controverso diritto di comunicare in via esclusiva con una persona senza che nessun altro possa conoscere i contenuti dei nostri messaggi: è in fondo un esercizio che ognuno di noi almeno una volta nella vita dovrà prima o poi praticare, per consolidare una complicità, per amicizia, per amore… Proviamo a farlo con il telefonino, che è il mezzo di comunicazione più rapido, via

whatsapp

per

esempio.

Come?

Applicando il più semplice dei metodi, cioè il cosiddetto Cifrario di Cesare: ogni lettera del testo che si vuole trasmettere viene sostituita con una lettera che si trova nella sequenza alfabetica un certo numeri di posizioni dopo. Il numero che indica le posizioni, viene chiamato chiave, il testo da nascondere viene chiamato testo in chiaro, il testo finale, viene chiamato testo cifrato. Se la persona che riceve il messaggio cifrato conosce la chiave, potrà facilmente operare una de-cifrazione Perché è così importante affrontare questo tema e fare esperienza del segreto, dell’esclusività, del mistero, della negazione della condivisione tramite uno


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strumento digitale come lo smartphone però? Non bastano dei bigliettini di carta? Il motivo risiede appunto nella vastità di implicazioni di un meccanismo ormai divenuto universale: per ogni trasmissione di informazione digitale viene comunque operata una codifica, quasi istantanea, tramite algoritmi molto complessi che impediscono che le informazioni possano essere “lette” da chiunque.

E questo

genera una disparità poiché il controllo sull’accesso alle informazioni rilevanti è detenuto da pochi. Sapere che per accedere ai servizi televisivi a pagamento è necessario un decoder (appunto uno strumento che decifra un codice), che le transazioni bancarie sono protette da chiavi molto complesse, che la tecnologia su cui si basano le criptovalute è appunto quella della crittografia, che la seconda guerra mondiale è stata vinta poiché gli inglesi hanno scoperto il meccanismo di crittazione della macchina Enigma è già un successo…


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Progettare, essere un designer, significa anche comunicare. Detta diversamente, per comunicare in maniera efficacie, è necessario un progetto, è necessario un designer. Poi se la comunicazione è veicolata da immagini (loghi, marchi, libri, pagine web, etc.) o dai prodotti stessi e dai loro packaging, allora l’avventura progettuale è ancora più avvincente. Non è detto che la comunicazione sia didascalica, diretta, esplicativa. A volte è evocativa, ellittica, seducente, oppure disturbante, deviante, controversa. In tutti i casi, l’invenzione espressiva e l’elaborazione di strategie visuali è comunque soggetta ad un esercizio inventivo più o meno raffinato, che vale la pena indagare. 425



#20 IL LOGO DI EXPO MILANO 2015

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LOGO EXPO MILANO 2015 Le regole grafiche del logo dell’EXPO

Proviamo

ad

esplorare

“grammaticali”

del

diamone

interpretazione

una

logo

le

regole

dell’EXPO

e

grafica

personale. È come scrivere un tema su un certo argomento, ci sono quelli che riproducono

un

pensiero

mainstream

formalmente ineccepibile, poi invece c’è chi ingaggia una sfida con il consueto, proponendo un punto di vista alternativo, ma con esiti formali meno precisi… nonostante l’esempio è lì, davanti agli occhi, e gli strumenti sono gli stessi, ognuno esalta qualcosa diverso dall’altro… ma tutti ne colgo l’essenza.


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#21 EX LIBRIS PER LA BIBLIOTECA

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EX LIBRIS PER LA BIBLIOTECA Realizzare un timbro per i libri di scuola

Reinterpretare

il

logo

della

scuola

attraverso un timbro per identificare i libri della biblioteca è stato un esercizio quasi letterario e narrativo prima che grafico e visuale. La tecnica che abbiamo voluto utilizzare è stata quella della incisione su linoleum e stampa a tempera, cioè una tecnica semplice che non produce mai lo stesso risultato e che fa perciò apprezzare il valore della manualità e della unicità.


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#22 PACKAGING: IL PRODOTTO COME ESPERIENZA

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PACKAGING COME ESPERIENZA Realizzare un packaging per un prodotto speciale

Un prodotto che si acquista si vuole vendere. E il prodotto, oltre che un oggetto fisico, funzionale, può anche assumere le sembianze di un servizio. In entrambi i casi, senza differenza, ciò che si offre al cliente è l’esperienza d’uso, l’aspettativa di momenti esclusivi ed appaganti un desiderio oltre che un bisogno. Cosa fa la differenza? Come si progetta la seduzione? Ci siamo soffermati sulle regole di ideazione e creazione del packaging, ovvero il veicolo con il quale la narrazione dell’esperienza viene anticipata. Veicolo che molto spesso è realizzato tanto accuratamente quanto il prodotto che contiene e che quindi vale la pena conservare.


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Il faut être léger comme l’oiseau, et non comme la plume Paul Valery

Un aquilone serve per far volare il filo Erri De Luca

Nel 1969 in occasione di un evento memorabile che porta il nome di Campo Urbano, Bruno Munari salì in cima alla Torre di Piazza Duomo a Como e cominciò a tagliare, piegare e lanciare nel vuoto dei fogli di carta per “far vedere l’aria”. Invitò i cittadini intervenuti a quell’evento a fare lo stesso, senza paura, senza reticenza, senza pregiudizio, sperimentando varie pieghe e tagli, e osservando come questi fogli cadessero in maniera sempre diversa. Soprattutto, invitò a cercare la forma e le pieghe per procurare al foglio di carta la discesa più interessante: quasi fosse un rito liberatorio, una vera e propria evasione giocosa dal sistema delle regole, della consuetudine e del conformismo. Vengono presentate di seguito due esperienze che colgono dell’esperimento di Munari sia la leggerezza di intenti cioè la finalità ludica e di pura esplorazione, sia la leggerezza sostanziale dei materiali necessari per metterle in atto, sia la leggerezza estetica dei risultati finali: la realizzazione di ambienti gonfiabili con sottili fogli di plastica e il volo di aquiloni, che si prestano entrambi a innumerevoli declinazioni. 477



#23 SPAZI GONFIABILI

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SPAZI GONFIABILI Realizzare la mia casa gonfiabile a scala reale

Realizzare

un

ambiente

gonfiabile,

di

qualsiasi dimensione io voglia, non è difficile: basta prendere tanti fogli di plastica sottile, unirli tra di loro con del nastro adesivo trasparente in una forma chiusa, e poi soffiarci dell’aria con un asciugacapelli o con un ventilatore. Più o meno rapidamente, si gonfierà uno spazio, una vera e propria casa portatile, leggera, trasparente e supereconomica. Credo che si possa realizzare anche da soli ma meglio essere in tanti ed imparare quali siano le forme migliori per ottenere un ambiente stabile. E ovviamente bisognerà imparare a realizzare tali forme, che come si vedrà dagli schemi riportati di seguito, rassomigliano molto ai procedimenti per la realizzazione di semplici solidi di base: il cilindro, il cubo, il tetraedro, la sfera… Ecco, la sfera non viene mai fatta realizzare con un foglio da disegno, si rimane alla costruzione geometrica del suo sviluppo. Perché invece non proviamo a realizzarla a scala gigante con questo sistema gonfiabile?


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#24 VOLARE CON GLI AQUILONI

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VOLARE CON GLI AQUILONI Catturare il vento con carta, legno e spago

Realizzare degli aquiloni che volano per davvero è una questione di proporzioni ed equilibri. Per cui bisogna fare qualche esperimento prima di riuscire: a volte la forma della losanga è troppo tozza, il filo è posizionato fuori baricentro, le strisce stabilizzatrici sono troppo corte, il vento troppo poco… insomma, è necessaria una buona dose di fantasia e pazienza per mettere a punto la nostra macchina volante.

Di

seguito

vengono

proposti

alcuni schemi di base da realizzare con fogli di carta di giornale oppure con carta da pacchi leggera e qualche bacchetta di legno dalla sezione quadrata o circolare. Per rendere l’esperienza più interessante si

può

immaginare

di

personalizzare

l’aquilone colorando e disegnando sulla sua superficie, magari dandogli sembianze di un uccello o magari di altri animali che non volano. E potrebbe anche essere dato un nome speciale al proprio aquilone: tuttavia, l’obiettivo è quello di catturare il vento e tenerlo in aria il più a lungo possibile.


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RINGRAZIAMENTI


Per prima cosa vogliamo ringraziare tutti i ragazzi (e i loro genitori) che hanno svolto le esplorazioni insieme a noi, coinvolgendosi sempre in maniera curiosa ed appassionata. Inoltre ringraziamo Giuseppe Fusacchia, D.S. dell’I.C. Antonio Rosmini di Roma, che ha consentito che si svolgessoro a scuola attività molto eterodosse e ha ispirato alcuni dei progetti presentati in questo libro. Ringraziamo anche Daniele Liberatore, DS dell’I.C. Maria Capozzi di Roma, che si è prestato con indulgenza e pazienza a discutere con noi il valore dell’educazione di base. Preziose sono stati gli incontri e gli amichevoli ascolti di Raffaele Ciambrone, Dirigente dell’Ufficio IV della Direzione Generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione. E grazie anche a Rosaria Maria Petrella, staff dell’Ufficio IV, che ha sempre regalato sguardi acuti e pragmatici sugli esperimenti che mano mano andavamo realizzando. Con molti amici e colleghi, abbiamo condiviso discussioni approfondite sui temi dell’inclusività scolastica, sulle prospettive del Service Learning, del rapporto tra Competenza, Conoscenze e Abilità. Con alcuni abbiamo approfondito il valore della manualità nell’era digitale, e affrontato appassionatamente discussioni sul senso delle professioni educative. A loro va tutta la nostra graditudine.

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APPENDICE


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Suggerimenti bibliografici

Ogni libro elencato in questa lista, ha alimentato e continua ad alimentare, almeno con una parola, la nostra riflessione sulla attività creativa, sul modo di praticarla e di insegnarla, che ad oggi è l’impegno della nostra vita. Non essendo questo un saggio accademico o di speculazione astratta, non c’è spazio per commentare questi riferimenti in maniera esaustiva. Ci ripromettiamo di farlo in una prossima specifica pubblicazione.


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Crediti

Esperienza #1 Esco fuori, cambio scala e divido lo spazio Le fotografie si riferiscono ad una esperienza svolta presso il cortile dell’IC Largo San Pio VI di Roma, durante l’Open Day del giorno 17/12/2016. Esperienza #2 Un, due, tre stella! Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi prime della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2014/2015. Esperienza #3 Anelli, intrecci, ricorsioni Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi prime della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2015/2016. Esperienza #4 Tassellazioni regolari ed eccezionali Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi seconde della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2015/2016. Esperienza #5 Specchi e simmetrie Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi seconde della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2014/2015 e 2015/2016. Esperienza #6 Pieghe di carte Le fotografie si riferiscono ad esperimenti che hanno coinvolto gli autori e i collaboratori del loro studio. Esperienza #7 Caleidocicli: ripetizioni in quattro dimensioni Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, e presso l’IC Largo San Pio V di Roma, ed ha coinvolto più classi seconde della scuola secondaria di primo grado negli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016, e 2016/2017 Esperienza #8 Prima di costruire, rappresento Le fotografie si riferiscono ad un contributo teorico sulle proiezioni ortogonali. Esperienza #9 Una casa a forma di dodecaedro Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi terze della scuola secondaria di primo grado. Esperienza #10 Un robot per amico Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC Largo San Pio VI di Roma, ed ha coinvolto i ragazzi di più classi prime della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2015/2016 e 2016/2017


Esperienza #11 EXPO 2015 Milano a Roma Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma e l’IC Largo San Pio VI di Roma, ed ha coinvolto i ragazzi, insieme ai loro genitori, di più classi terze della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2014/2015 Esperienza #12 La città galleggiante Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC Largo San Pio VI di Roma, ed ha coinvolto più classi della scuola secondaria di primo grado. Esperienza #13 Hyperlibri quotidiani Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi prime della scuola secondaria di primo grado. Esperienza #14 Libri di carte, carta che parla Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi della scuola secondaria di primo grado. L’esperienza si è conclusa con una performance intitolata Carta Canta presso la biblioteca scolastica il giorno 6 giugno 2015. Esperienza #15 Sformalibri Le fotografie si riferiscono ad una esperienza estemporanea durante una visita presso il MACRO di Roma con gli amici degli autori.

ratorio organizzato per l’Open Day del 16 dicembre 2017 presso l’IC Largo San Pio VI di Roma. Esperienza #20 Logo Expo Milano 2015 Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, e presso l’IC Largo San Pio V di Roma, ed ha coinvolto più classi prime della scuola secondaria di primo grado negli anni Esperienza #21 Ex Libris per la biblioteca Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi della scuola secondaria di primo grado Esperienza #22 Packaging Le fotografie si riferiscono ad una attività laboratoriale breve che ha coinvolto gli autori e gli amici di Michele e Agostino Esperienza #23 Spazi gonfiabili Le fotografie si riferiscono a molti esperimenti svolti negli anni dagli autori in numerosi contesti. In particolare, alcune fotografie sono state scattate presso l’IC A. Rosmini di Roma. Esperienza #24 Volare con gli acquiloni Le fotografie si riferiscono ad alcuni esperimenti che hanno coinvolto gli autori in diversi contesti sia scolastici che conviviali. Alcune foto si riferiscono ad una partecipazione spontanea come educatori, alla giornata della Primavera promossa dal XII Municipio di Roma presso Villa Carpegna nell’anno 2014

Esperienza #16 Booktrailer Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi terze della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2015/2016 Esperienza #17 Pixel materiali Le fotografie si riferiscono ad alcuni percorsi didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi della scuola secondaria di primo grado Esperienza #18 Ricombinazioni digitali Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2015/2016. Il laboratorio ha previsto anche l’elaborazione di manifesti contro il cyberbullismo. Esperienza #19 Crittografia: segreti e chiavi di accesso Le fotografie si riferiscono ad un percorso didattico svolto presso l’IC A. Rosmini di Roma, ed ha coinvolto più classi terze della scuola secondaria di primo grado. Alcune immagini si riferiscono ad un labo537


Crediti fotografici

Pag. 43 Piazza del Campidoglio, Roma, fotografia di Bruno. L’immagine è reperibile presso il seguente indirizzo https://www.flickr.com/photos/_pek_/7848994650 ed è rilasciata dall’autore sotto la licenza Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0) Pag. 57 Dettaglio del palazzo dell’Alhambra, Granada, Spagna. La foto è stata scaricata dal seguente indirizzo internet: https://twitter.com/endulusfikir Pag. 79 Mercato di Santa Cristina, Barcellona, progetto di Miralles Tagliabue EMBT. La foto è stata scaricata dal sito: https://aedesign.files.wordpress.com/2015/07/ barcelonmarketcollage.jpg ma non è stato possibile individuare l’autore Pag. 123 Terminal navale di Yokohama, Giappone, progetto di FOA, fotografia di Daniele Mancini Pag. 161 Foto tratta degli inserti staccabili del libro Schattshneider, D., Walker, W. (2004), Escher, I caleidocicli, Taschen Pag. 183 Dettagli costruttivi della Tour Eiffel. L’immagine è reperibile ad alta risoluzione al seguente indirizzo: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Eiffel_Tower_plans#/media/File:Eiffel_Tower_plans_11. jpg ed è rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike License come indicato al seguente indirizzo: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Eiffel_Tower_plans Pag. 185 – Pianta e prospetto di un locomotore a corrente continua. Immagine desunta da Nannoni, D. (1992), Geometria descrittiva e progetto, Bologna: Cappelli editore, p. 158 Pag. 187 Progetto esecutivo di una chiglia dell’imbarcazione a vela “Latifa” (1936) immagine tratta da Sciarrelli, C. (1970), Lo yacht, Milano: Mursia Pag. 189 Sezione del Cleveland Clinic Lou Ruvo Center for Brain Health, progetto di Gehry Partners, LLP. L’immagine è reperibile ad alta risoluzione al seguente indirizzo: http://buildipedia.com/images/masterformat/ Channels/In_Studio/2011.08.22_clinic_lou_ruvo_center_for_brain_health_by_frank_gehry/drawings_credit_gehry_partners_llp/ruvo_plan_elev_01.jpg ed è disponibile una descrizione dettagliata presso questo indirizzo: http://buildipedia.com/aec-pros/featured-architecture/cleveland-clinic-lou-ruvo-center-by-frankgehry


Pag. 191 Sezione per traverso del Pantheon, di Giovanni Battista Piranesi. La foto è reperibile al seguente indirizzo internet: https://uploads2.wikiart.org/images/giovanni-battista-piranesi/section-of-the-pantheon.jpg Pag. 193 Prospetto del Pantheon supplito de` suoi ornamenti, di Giovanni Battista Piranesi. La foto è reperibile al seguente indirizzo internet: https://www.wikiart.org/en/giovanni-battista-piranesi/statement-of-the-pantheon-supplied-to-it-s-ornaments Pag. 195 Le antichità Romane e Forma Urbis, di Giovanni Battista Piranesi. La foto e la sua descrizione sono reperibili al seguente indirizzo internet: https://it.wikipedia. org/wiki/File:Piranesi-1003.jpg Pag. 197 Map Of The City Of New York. City Directory Office, 52 Greene St. , 1860. L’immagine è reperibile in diversi formati al seguente indirizzo internet https://www.davidrumsey.com/luna/servlet/detail/ RUMSEY~8~1~224114~5506335:Map-Of-The-City-OfNew-York

Pag. 480, 481, 482, 483 Urban Fields Floating City, foto di Daniele Mancini pag. 486,487,488,489 Le immagini si riferiscono ad una istallazione gonfiabile realizzata per far esibire le band rock dei ragazzi della scuola I.C. Rosmini di Roma in occasione del Festival del Suono Senza Potere Suonocr@zy 2018 pag. 430,431 Il logo dell’EXPO è di Andrea Puppa. Informazioni maggiori sono reperibili presso la pagina ufficiale della manifestazione al seguente indirizzo internet: http://www.expo2015.org/archive/it/il-logo.html pag.497-405 I manifesti contro il cyberbullismo sono stati assemblati e realizzati da Daniele Mancini, usando le immagini di una esperienza didattica in classe svolta presso l’I.C. Rosmini di Roma nell’anno scolastico 2015/2016. I genitori del soggetto fotografato e “ricombinato” digitalmente hanno autorizzato all’uso dell’immagine per diffondere il buon nome della Scuola senza scopo di lucro.

Pag. 199 Circuito elettronico del microprocessore Intel® Core 2 Quad: 2.4 GHz. La foto è reperibile al seguente indirizzo internet: https://regmedia. co.uk/2011/11/14/4004_die_large.jpg ed è descritta all’interno dell’articolo alla pagina https://www.theregister.co.uk/Print/2011/11/15/ the_first_forty_years_of_intel_microprocessors/ Pag. 233 Rendering del progetto del Padiglione cinese all’Expo Milano 2015. La foto è reperibile al seguente indirizzo internet: http://www.abitare.it/wp-content/uploads/2015/01/Cina_01.jpg Pag. 265 Makoko Floating School in Nigeria, foto di Iwan Baan. L’immagine è stata reperita presso il seguente sito internet: https://magaceen.com/en/architecture/ nle-floating-school-in-nigeria/ Pag. 274, 275, 276, 277 Makoko Floating School all’Arsenale di Venezia, foto di Daniele Mancini Pag. 407 Macchina Enigma, foto di Daniele Mancini, presso il Museo delle Poste e Telecomunicazioni dell’EUR a Roma Pag. 409 Ingresso del Museo delle Poste e Telecomunicazioni dell’EUR a Roma, foto di Daniele Mancini Pag. 413 Dettaglio della consolle del calcolatore Elea 9003, design di Ettore Sottsass, foto di Daniele Mancini, esemplare conservato presso il Museo delle Poste e Telecomunicazioni dell’EUR a Roma 539


Gli autori

Lo studio UNPACKED ha iniziato la sua attività a Roma nel gennaio del 2005 grazie ai fondi per l’imprenditoria giovanile di “Sviluppo Italia” ed è diretto da Daniele Mancini e Irene Rinaldi, entrambi architetti ed educatori con esperienze in diversi campi della creatività in Italia e all’estero. UNPACKED tenta di disvelare le opportunità nascoste nelle pieghe dell’ovvio e del banale, attraverso progetti di architettura, installazioni effimere, performance, workshop, attività educative, esperimenti di comunicazione e di design relazionale, playground istantanei e spontanei, esperimenti al confine tra il digitale e l’analogico. L’attività dello studio è documenta sul sito: http://www.unpacked.it


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Licenza

BASIC DESIGN. Quaderno #1 Esperienze di didattica inclusiva di Daniele Mancini e Irene Rinaldi

Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International

Con questa licenza è possibile copiare, riutilizzare, adattare e sviluppare i contenuti di questo libro in modo non commerciale, citando la paternità agli autori dell’opera originale e solo se i risultati sono distribuiti con la stessa licenza CreativeCommons. I termini di licenza sono consultabili qui: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/ Poiché lo spirito con cui si è inteso assemblare questa raccolta è puramente non speculativo, questo libro viene distribuito senza alcun ricavo per gli autori. Nel caso della versione digitale essa potrà essere fruita gratuitamente via web dai diversi canali social su cui è diffusa. Per quanto riguarda la versione cartacea, potrà essere stampata on-demand presso lulu.com.

Diritti di terzi

Gli autori si sono adoperati per ottenere le opportune autorizzazioni per la pubblicazione di immagini di adulti o minori coinvolti nelle esperienze didattiche, che si sono svolte in vari contesti senza mai percepire compensi specifici. Laddove non sia stato possibile reperire le autorizzazioni, gli autori hanno censurato i tratti distintivi delle persone fotografate, operando delle modifiche alle immagini affinché nessuno fosse riconoscibile e rendendo quindi impossibile risalire alle identità personali, ritenendo così di aver adempiuto al rispetto della privacy. Sono disponibili comunque, per eventuali e presunte mancanze, alle opportune correzioni. Gli autori, per quanto riguarda le esperienze svolte nelle scuole pubbliche, ritengono di aver adempiuto al rispetto della privacy, al dovere di pubblicità, e al decoro della funzione pubblica di docenti, avendo menzionato in appendice il nome della scuola e della classe coinvolta e l’anno di svolgimento, diffondendo così il buon nome dell’istituzione pubblica presso cui hanno prestato servizio. Gli autori inoltre sono disponibili degli aventi diritto per le fonti eventualmente non individuate e marchi eventualmente non correttamente menzionati.

Contatti

openworkshops@unpacked.it d.mancini@unpacked.it


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ISBN 978-0-244-01156-7

90000

9 780244 011567


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