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mensile anno XLI luglio 2022
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Euro 3,50
La nuova norma
COME FUNZIONA, A CHI È RIVOLTA La reazione della filiera
TRA CAUTELA E PERPLESSITÀ Dietro al bancale
STORIE DI AUTISTI E DI PESI SOPPORTATI
VIENE REGOLATO – A SORPRESA – L’INTERSCAMBIO: COSA CAMBIA PER I VETTORI
IL MURO DEL PALLET NUMERO MONOGRAFICO
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Daniele di Ubaldo
NUMERO MONOGRAFICO
EDITORIALE 379 Anno XLI - luglio 2022 Direttore responsabile Daniele Di Ubaldo (d.diubaldo@uominietrasporti.it)
Vice direttore Patrizia Amaducci (p.amaducci@uominietrasporti.it)
Comitato editoriale Lucia Bergonzoni, Mario Cortelazzi, Paolo Morea, Fabrizio Ossani, Claudio Villa
Redazione Gennaro Speranza (g.speranza@uominietrasporti.it)
Collaboratori Massimiliano Barberis, Elisa Bianchi, Umberto Cutolo, Anna De Rosa, Luca Regazzi (l.regazzi@uominietrasporti.it)
Foto Alfonso Santolero
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di
Mensile di informazione politica e tecnica. Pubblicazione dell’Associazione professionale di categoria Organo del Gruppo Federtrasporti - gruppofedertrasporti.it
IL VERO PESO DEI PALLET Io non so se la nuova legge di regolamentazione dell’interscambio dei pallet, inserita nella conversione del decreto Ucraina bis, sia buona o cattiva. Anche perché per giudicarla serve capire come impatterà sulla realtà. So per certo che il modo con cui è stata concepita – senza condivisione delle associazioni dell’autotrasporto – suscita diffidenza in chi è rimasto tagliato fuori. Anche perché – come ha commentato qualcuno – «se le norme andavano a favore dell’autotrasporto perché non coinvolgerlo? Evidentemente non era così…». Solo supposizioni. Perché l’altra cosa di cui sono invece certo è che la legge n.127 del 2010 – quella che gli stessi rappresentanti esclusi a questo punto difendono con i denti – sulla carta era ineccepibile. Poi però alla prova dei fatti si è frantumata come un vecchio bancale sotto un carico gravoso. Tanto che oggi qualsiasi autotrasportatore si dice convinto che per lavorare sereni ci sono due modi, peraltro esclusivi quando si esce fuori dall’Italia: il pallet a perdere e il pooling. Tutto il resto è una grande fregatura, che costa tempo, fatica e soldi. Perché la legge dirà pure che il trasportatore non ha obblighi né responsabilità nella gestione dei pallet, ma all’atto pratico le cose vanno in direzione opposta. Proviamo per un attimo a mettersi nei suoi panni per capire in che senso. Immaginate allora un vettore – restiamo sul generico – che esegue un trasporto. «Mi raccomando», gli grida il committente mentre lo vede andar via con il camion, «ai bancali ci tengo. Con quello che costano. Riportameli tali e quali». Il trasportatore annuisce. D’altra parte, annuisce sempre quando il committente chiede. Ed ecco perché qualche giorno successivo alla consegna, torna dal destinatario per riavere indietro i pallet. Bussa alla porta e quando dall’altra parte aprono avanza la richiesta: «Scusa, quei bancali che ti ho lasciato la volta scorsa, dove posso recuperarli?». A quel punto il mondo rallenta. È un po’ come aver chiesto una ricevuta fiscale in un film (Qualunquemente) di Checco Zalone. O forse – mi si perdoni l’accostamento – come vedere un’azione sempre più rarefatta in un film di Sergio Leone: molto lentamente, infatti, il braccio del destinatario della merce si leva, per indicare con la mano un punto indefinito dietro a un magazzino. Il trasportatore si lamenta, ma comunque parte per il viaggio al di là del piazzale, circondato da afa e polvere. Così, dopo aver regalato alla terra un paio di etti di sudore, giunge sull’angolo e svolta. E lì gli appare un’enorme catasta di legname messo in condizioni peggiori rispetto alle sue. Trovare quattro assi che conservino l’antica forma del bancale richiede un tempo che sembra infinito. Eppure, esattamente un attimo dopo aver tirato fuori una trentina di simil-pallet capisce che non è stata un grande fortuna. Perché in quel momento inizia la parte più faticosa: prenderli uno a uno e infilarli nel portapallet. Peraltro – ricordiamolo – acquistato apposta spendendo circa 1.700 euro. Quando l’operazione è terminata dalle sue braccia sono transitati circa 750 chili: mentre le poggia nuovamente sul volante spera di non dover affrontare curve per un po’. Invece, dopo nemmeno mezzo chilometro, la strada piega e subito dopo campeggia un cartello: «Compro bancali». In fondo a un vicolo c’è una bottega dove quasi miracolosamente sono andati a finire i suoi pallet migliori, rivenduti a circa 18 euro. Iva perennemente esclusa. Il pensiero comparato si fa amaro: «C’è gente che riesce a guadagnare in modo più facile rispetto a chi deve sudare». Frustrazione da poco rispetto a quella provata più tardi, quando, giunto dal suo committente e scaricati i bancali sul piazzale, lo segue mentre li scruta uno a uno. Alla fine, come in un processo, sentenzia: «Questo, questo e questo li scartiamo. Quindi, ne mancano una decina. Che aggiunti ai 130 che già mi dovevi fanno mille euro. Te li scalo dalla prossima fattura». Sudore, tempo e fatica sono gratis. Io non so se la colpa di tutto questo è in parte dell’autotrasportatore, condannato a vestire i panni del vaso di coccio in ogni relazione commerciale. So però che ogni giorno che passa mi sembra sempre più normale che i giovani si tengano alla larga da questa professione.
luglio 2022
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DOPOLAVOROPRODOTTOPROFESSIONE SOMMARIO
3 EDITORIALE Il vero peso dei pallet 6 NUMERI PER CAPIRE Pallet sotto la lente 8
LE NUOVE NORME Per la prima volta l’interscambio pallet è regolamentato per legge. Buoni per legge
12
LE NUOVE NORME Preoccupato l’autotrasporto: Quale ruolo avrà il vettore? «Non ci vogliamo entrare»
14
LE NUOVE NORME La 207/2010 dice che il vettore non ha alcun obbligo. Ma non c’era già una legge?
16
LE NUOVE NORME Una diversa interpretazione delle nuove disposizioni. Il vettore è coinvolto, ma anche più tutelato
20 LE NUOVE NORME Il parere della GDO. Segnali di insoddisfazione 22
LA GUERRA DEI PALLET I pro e i contro delle due principali modalità di impiego. Interscambio o noleggio?
26
LA GUERRA DEI PALLET Parla Nicola Semeraro, presidente di Rilegno e consigliere di Assoimballaggi. «Epal non è un prodotto, è un sistema»
28 LA GUERRA DEI PALLET La partita si gioca sui temi ambientali. Il più verde sono io 34
LA GUERRA DEI PALLET Parla Marco Geremia, country manager di Chep Italia. Si noleggiano pallet, ma anche servizi.
36
LA GUERRA DEI PALLET Il giudizio di un autotrasportatore. «L’interscambio? È sempre un aggravio. Meglio il pooling»
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DIETRO IL BANCALE Gli autisti raccontano le loro esperienze al cambio di pallet. Il buono, il brutto e il cattivo
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DIETRO IL BANCALE Vantaggi e caratteristiche di un accessorio prezioso. Un posto all’ombra
42
DIETRO IL BANCALE Il processo di rigenerazione dei riparatori certificati. La seconda vita del pallet
44
DIETRO IL BANCALE Le evasioni barbariche del commercio di pallet. Quando la truffa poggia sul bancale
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PREZZI DI LEGNO Dopo la crisi dello scorso anno, il conflitto in Ucraina fa risalire le tariffe. Le montagne russe del legno
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PREZZI DI LEGNO Il costo dei bancali in crescita continua da due anni a questa parte. Caro pallet, ma quanto mi costi?
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PREZZI DI LEGNO Internet of things, App e realtà aumentata. Ecco come i pallet diventano intelligenti
54 PREZZI DI LEGNO Storia e curiosità del pallet. Alla «base» del trasporto
NON DI SOLO TRASPORTO 56 Me l’ha detto un camionista: Trattoria Marchese Torano 57 Voci on the road. 10 domande a…Domenico Zito
ALL'INTERNO 29 L'Agenda del mese. Novità normative 58 Un mese in pillole. Giugno 2022
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NUMERI PER CAPIRE
PALLET SOTTO LA LENTE
LE NUOVE NORME PER L’INTERSCAMBIO LA LEGGE DEL 2022
LA LEGGE DEL 2010
(Decreto «Ucraina», art. 17-ter) I soggetti che ricevono […] i pallet […] sono obbligati alla restituzione al proprietario o al committente di un uguale numero di pallet della medesima tipologia con caratteristiche tecnico-qualitative assimilabili o equiparabili […]
(Legge 127/2010, art. 1, comma 4) […] Il vettore, al termine dell'operazione di trasporto, non ha alcun obbligo di gestione e non è tenuto alla restituzione degli imballaggi o delle unità di movimentazione utilizzate.
DAL BUONO AL VOUCHER Per la prima volta l’interscambio pallet ha propria regolamentazione, ottenuta da produttori e logistici, pressati dai rincari del legno e, quindi, dei bancali. Lo scambio pallet ora dovrà essere contemporaneo alla consegna della merce (con bancali dello stesso tipo e qualità); altrimenti il ricevente dovrà rilasciare un voucher – di cui sono precisati i contenuti – che avrà valore di titolo di credito cedibile a terzi.
IL TRASPORTATORE SENZA OBBLIGHI. SULLA CARTA In realtà il buono già esisteva, ma relegato in un uso privato, non regolato per legge. E un decreto del 2010 stabiliva pure che il vettore non ha l’obbligo di restituire gli imballaggi, anche in presenza di un accordo tra committente e destinatario della merce. Invece, i trasportatori raccontano di essere spesso costretti a riportare indietro un numero equivalente di pallet, andandoli a scegliere in una catasta accumulato sul piazzale, dove i bancali sono quasi tutti scadenti, perché quelli buoni spariscono e finiscono sul fiorente mercato nero. A quel punto sono costretti a acquistare scorte di pallet da restituire al committente. Riusciranno le nuove regole a evitare questi problemi?
PREZZI DI LEGNO 190 MILIONI L’ANNO DI BANCALI Il mercato dei pallet in Italia è in crescita. Ogni anno vengono immessi sul mercato quasi 180-190 milioni di pallet in legno. L’ultimo «Rapporto Pallet» di Federlegno Arredo, datato dicembre 2019, ne calcolava 92 di nuova produzione, 56 riparati e 11 importati. Ma negli ultimi tre anni le stime danno tutte le voci in forte crescita.
180-190 mln I pallet immessi sul mercato in Italia nel 2021, somma di quelli prodotti (90-100 milioni), di quelli recuperati (70 milioni) e di quelli importati (20 milioni)
IL CARO LEGNO La nota dolente proviene dai costi. Già il 2021 si era aperto con un grido d’allarme per gli aumenti della materia prima – il legno – che costituisce il 75% del costo finale del pallet, con rialzi nell’ordine del 30%, da una parte per i dazi imposti dagli Usa che hanno sconvolto il mercato, dall’altra per l’aumento della domanda dovuta alla ripresa delle attività.
CON LA GUERRA PREZZI IMPAZZITI Il 2022 si è aperto con la guerra in Ucraina, sede di numerose aziende produttrici di pallet (EPAL e non) e con le sanzioni contro Russia e Bielorussia che colpiscono anche il loro export di legname facendone lievitare il costo. Se a questo si aggiunge una certa dose di speculazione, ecco che i prezzi del legno e dei pallet schizzano in alto. Anche del 142% rispetto a un anno prima. E cresce la preoccupazione per settembre.
TECNOLOGIE DA BANCALE Una mano alla gestione della tecnologia potrebbe provenire dalla tecnologia. In particolare, la Blockchain e l’Internet delle cose consentono di tracciare i bancali e di segnalare danneggiamenti prima di giungere a destinazione, alcune app aiutano a gestire interscambio e contestazioni e la realtà aumentata permette di individuare l’ottimale impilamento delle merci sui pallet, così da rendere i carichi più stabili.
6 luglio 2022
[Stime di Uomini e Trasporti sulla base delle elaborazioni del Rapporto Pallet (Federlegno Arredo, dicembre 2019)]
20 euro
Il prezzo di un pallet EPAL nuovo (Rilevazione sul mercato di Uomini e Trasporti a metà giugno 2021)
16-17 euro
Il prezzo di un pallet EPAL usato (Rilevazione sul mercato di Uomini e Trasporti a metà giugno 2021)
142 %
L' incremento del prezzo di un pallet EPAL usato dall’inizio del 2021 al marzo 2022 (Rilevazione sul mercato di Uomini e Trasporti a metà giugno 2021)
400 mln
I pallet in circolazione in Italia
LA GUERRA DEI PALLET
(Federlegno Arredo, Dicembre 2019)
4mila
Il numero di bancali movimentati in un anno oltre il quale scatta la convenienza del noleggio [Stime di Uomini e Trasporti sulla base delle elaborazioni del Rapporto Pallet (Federlegno Arredo, dicembre 2019)]
LE GARANZIE EPAL La nuova norma migliorerà la funzionalità dell’interscambio, in particolare di quello effettuato con pallet EPAL, standard europeo garantito con misure 800x1200 mm. Presente in 30 Paesi, con 14 Comitati nazionali, EPAL in Italia è rappresentata da Conlegno, consorzio di oltre 1.600 imprese costituito nel 2002, che gestisce 14 marchi, garantendo il riciclo, recupero e riutilizzo del legno secondo le regole dell’economia circolare. Nel 2021 i nuovi pallet EPAL entrati in circolazione sono stati più di 12 milioni su un circolante di 400.
1.600
I TARLI NELLO SCAMBIO
(Conlegno)
IL NOLEGGIO IN ALTERNATIVA
Le imprese che fanno parte del consorzio Conlegno gestore di EPAL per l’Italia
12.246.889 I pallet EPAL prodotti nel 2021 (Rilevazione Fitok-EPAL 2021)
720 mln
Finora il sistema ha manifestato una forte criticità proprio nella fase di scambio, con un’alta dispersione dei bancali (molti dei quali finivano sul mercato nero) e relativi costi di recupero, quasi sempre scaricati dai committenti sui vettori.
L’unica alternativa all’interscambio standardizzato è il noleggio. Presente in Italia da 30 anni, offre il vantaggio di azzerare la dispersione dei pallet, le procedure burocratiche connesse all’interscambio e i relativi costi di personale. Ma tutto questo costa e diventa conveniente – secondo gli esperti – soltanto se si movimentano più di 4 mila bancali l’anno.
DIETRO IL BANCALE
Il fatturato del mercato nero dei pallet nel 2016 (Legambiente, Rapporto Ecomafie 2016)
PIAZZALI DA FAR WEST
120 mln
Il numero di pallet movimentato ogni anno dal mercato nero (Legambiente, Rapporto Ecomafie 2016)
10 mln
L’entità, in euro, dell’ultima frode fiscale sul mercato nero dei pallet scoperta ad aprile dalla Guardia di Finanza di Lucca (Dai giornali)
A trasportatori e autisti l’interscambio in atto finora non piace. Preferiscono il pallet a perdere o il noleggio. Ed è evidente: in entrambi i casi per loro non ci sono né obblighi, né spese, né preoccupazioni. Oggi, invece, sui piazzali dei riceventi si possono creare scenari degni di un film western, con polvere, sporco e cataste di legname dove gli autisti devono recuperare i bancali meno scassati. I migliori, infatti, vengono fatti sparire, dopo che la merce è stata scaricata, da magazzinieri disonesti (ma anche da qualche autista mal pagato), se non addirittura dal destinatario. Lo afferma la stessa relazione che accompagna il disegno di legge del senatore Gabriele Lanzi (M5S).
SPARIZIONI… IN NERO I pallet «spariti» finiscono poi su un mercato nero parallelo, dove all’introito del furto si aggiunge l’evasione dell’Iva. Ma il costo di questi bancali molto spesso deve essere restituito al committente proprio dall’autotrasportatore.
1,2 mln
L’entità della frode fiscale sul mercato nero dei pallet scoperta a novembre 2021 dalla Guardia di Finanza di Vicenza (Dai giornali)
luglio 2022
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LE NUOVE NORME
PER LA PRIMA VOLTA L’INTERSCAMBIO PALLET È REGOLAMENTATO
BUONI PER LEGGE
Chi riceve i pallet deve restituirne lo stesso numero e nelle stesse condizioni. Se non può farlo deve emettere un buono, come titolo di credito cedibile. E il valore del pallet sarà deciso dal ministero dello Sviluppo. Caute le reazioni dell’autotrasporto in attesa del decreto attuativo di Umberto Cutolo
C
ambia tutto. No, non cambia niente. Forse cambia qualcosa. In meglio o in peggio? Qualcu-
no, nell’autotrasporto, si lascia sfuggire una battuta rivelatrice: «Quando è uscita la norma, non l’ha capita nessuno, per questo si sono tutti spaventati», salvo rifugiarsi subito dopo in una richiesta di anonimato. Eppure, gli articoli 17-bis e 17-ter del decreto legge, cosiddetto «Ucraina bis» – meglio noto come «Tagliaprezzi» – sono la prima regolamentazione per legge dell’interscambio di pallet, da sempre considerato dai trasportatori un punto grigio nei loro rapporti di lavoro.
DUE ARTICOLI NEL DECRETO Quei due articoli istituiscono per
IL NUOVO VOUCHER: CINQUE RISPOSTE PER CAPIRE QUANDO VIENE EMESSO IL VOUCHER? Quando chi deve restituire i pallet non è in condizione di farlo.
legge l’interscambio dei pallet dettando una procedura analoga a quella seguita privatisticamente dagli attori della filiera. Adesso «i sog-
CHE FORMA E CHE VALORE ASSUME IL VOUCHER? Può essere cartaceo o digitale, ma soprattutto vale come titolo di credito improprio ed è quindi cedibile a terzi senza vincoli di forma.
getti che ricevono» i bancali «sono obbligati alla restituzione al proprietario o al committente di un uguale numero di pallet, della medesima tipologia, con caratteristiche tecnico-qualitative assimilabili o equiparabili a quelle dei pallet ricevuti». Se non è possibile «provvedere all’im-
CON QUALI VINCOLI FORMALI VA COMPILATO? Va sottoscritto, datato e completato con la denominazione di emittente e beneficiario e con l’indicazione di tipologia e quantità dei pallet da restituire. COSA SUCCEDE SE UN VOUCHER DIFETTA DI TALI INDICAZIONI? Il possessore del voucher può subito richiedere a chi è obbligato alla restituzione dei pallet di pagare un importo pari al valore di mercato di ciascun pallet moltiplicato per il numero di pallet non restituiti.
mediato interscambio di pallet, il soggetto obbligato alla restituzione è tenuto all’emissione contestuale di apposito voucher, digitale o cartaceo, avente funzione di titolo di credito, cedibile a terzi senza vincoli di forma».
8 luglio 2022
QUAL È LA DURATA MASSIMA DEL VOUCHER? In pratica sei mesi. Perché, trascorso tale lasso di tempo dall’emissione del voucher senza che il pallet sia riconsegnato, chi era obbligato in tal senso deve pagare un importo pari al valore di mercato della pedana. Se invece chi ha emesso il voucher restituisce il pallet o ne paga il valore, il proprietario del voucher glielo lo restituisce.
PER LEGGE
Qualche committente ha sempre cercato di utilizzare vettori o operatori di subfornitura al miglior prezzo: e questo può incentivare qualche dipendente a usare i pallet e ad andarseli a rivedere
la più importante – dalle pratiche fin
I PROBLEMI DEGLI AUTOTRASPORTATORI
qui in uso. Il buono rilasciato oggi
E qui nasce il problema per gli auto-
dal soggetto che riceve la merce è
trasportatori. Lo racconta, quasi fo-
un pezzo di carta senza alcun valore
tograficamente, Massimo Bagnoli,
legale, in cui ogni destinatario scrive
past President di Fiap, l’associazione
quel che vuole. La conseguenza è
di autotrasportatori da sempre più
che si creano situazioni abnormi di
attenta al problema pallet, ma anche
accumulo dei buoni che, alla fine,
amministratore di Combitras di Cese-
diventano
esigibili.
na, entrata in orbita Gruber Logistics:
Nell’ambiente tutti ricordano che la
«Dato che è un servizio che faccio a
derivazione italiana della multina-
costo zero, il destinatario prima di
zionale Procter&Gamble si ritrovò
tutto dovrebbe avere la buona cre-
con buoni per 600 mila pallet che
anza di far sì che lo scambio del pal-
sarebbe stato troppo costoso anda-
let avvenga in banchina: io ti scarico
evitare che il committente te li metta
re a ritirare anche per le società di
10 pallet e tu mi fai trovare 10 pallet
in conto».
recupero specializzate. Scontato, al-
pronti, io li ricarico e li riporto indie-
Bagnoli ci tiene a precisare che «non
lora, che i committenti preferiscano
tro. Invece, te li mandano a cercare
sempre, né dovunque è così, ma
non correre rischi e adottino una so-
in una montagna di legna piena di
in molti casi è quello che avviene»,
luzione empirica: chiedere al vettore
scarti (magari a due isolati di distan-
mentre Nicola Semeraro, presiden-
di farsi restituire dal destinatario al-
za, con un’ulteriore perdita di tempo),
te di Rilegno, lo nega decisamente:
trettanti bancali simili a quelli lascia-
perché quelli buoni se li tengono e li
«Nessun centro logistico italiano
ti. Naturalmente, nella maggior par-
vendono e tu devi andare a scegliere
autorizza i trasportatori a muoversi
te dei casi, senza pagargli il servizio.
il meno peggio tra quelli scassati per
liberamente per andare a prendere
Ed è qui la prima differenza – e forse
difficilmente
Alessandro Peron, segretario nazionale FIAP
luglio 2022
9
LE NUOVE NORME
PER LA PRIMA VOLTA L’INTERSCAMBIO PALLET È REGOLAMENTATO
i bancali, perché oggi, quando tu arrivi
IL MERCATO NERO
are un mercato parallelo illegale». E
in quei centri, non ti fanno neanche
Ma c’è una conseguenza più pericolo-
ha accusato la «politica miope» della
scendere dal camion».
sa che si annida in quella zona grigia
committenza «che ha sempre cercato
È una realtà, però, che quasi tutte le
tra la consegna e il recupero dei pal-
di utilizzare vettori o operatori logi-
aziende di trasporto sono state co-
let: un mercato nero che Legambien-
stici in subappalto al miglior prezzo:
strette a dotarsi di un parco pallet di
te, nel suo rapporto Ecomafia 2016 ha
è chiaro che questo incentiva magari
proprietà, proprio per far fronte alla loro
valutato in 120 milioni di unità per un
qualche dipendente a usare questi
restituzione. Anche perché i buoni usa-
fatturato di 720 milioni. Come ci si ar-
pallet e ad andarseli a rivedere».
ti attualmente, in virtù della loro natura
riva? «Ci sono organizzazioni», ha rac-
Ricapitolando, l’interscambio non re-
non legale e della loro compilazione
contato il segretario di Fiap, Alessan-
golamentato comporta una serie di
casuale, non garantiscono nulla e dun-
dro Peron, a Radio24 «che comprano
conseguenze negative, soprattutto
que il committente preferisce lasciarli in
e vendono questi pallet, provenienti
per i trasportatori: il loro coinvolgi-
mano al trasportatore: che se la spicci
spesso da situazioni particolari, ma-
mento
lui con il destinatario (implicitamente:
gari da privati o da collaboratori che
dei tempi, il maggior costo per il
se vuol continuare a lavorare con me).
lavorano nelle aziende di destinazio-
rimborso dei pallet non trovati, ol-
Ma quando in mano al trasportatore di
ne e li trattano in nero, andando a cre-
tre ad alimentare il mercato nero.
illegittimo,
l’allungamento
questi buoni se ne accumulano tanti, diventa più difficile trovare il numero
PALLET: I PESI SOPPORTATI DAL TRASPORTATORE
corrispondente di pallet nella catasta di scarti. Per questo la voce parco pallet nei bilanci delle aziende di trasporto è
UN COINVOLGIMENTO NELLA GESTIONE E NEL RECUPERO NON PREVISTO DALLA LEGGE
arrivata a quote sensibili sul fatturato (c’è chi parla del 2-3%) soprattutto negli ultimi mesi, incrementata dal forte
UNA PERDITA DI TEMPO (E DI SPAZIO DI CARICO) INDOTTA DAL DOVER RECUPERARE I PALLET
rialzo del prezzo del legno causato prima dalla pandemia e poi dalla guerra in
I MAGGIORI COSTI DERIVANTI DAL RIMBORSO DEI PALLET NON TROVATI
Ucraina. Del resto, sono stati proprio i rincari della materia prima a spingere i produttori e i logistici a chiedere l’intervento del governo.
10 luglio 2022
IL CONVIVERE CON UN MERCATO NERO CHE SI ALIMENTA DELLA CATTIVA GESTIONE
PER LEGGE
Lo scambio del pallet dovrebbe avvenire in banchina: ti scarico 10 pallet e me ne fai trovare 10 pronti. Invece, te li mandano a cercare in una montagna di legna piena di scarti, perché quelli buoni se li tengono e li vendono e tu devi scegliere il meno peggio per evitare che il committente te li metta in conto Riuscirà il buono obbligatorio a eli-
l’interscambio dei pallet e che «rego-
minare tutti queste criticità? Secon-
lamenteranno il sistema di scambio
do Peron «non andremo a risolvere
dei pallet secondo logiche di corret-
completamente il problema dell'ille-
tezza, efficienza, economia circolare
galità, però sicuramente risolveremo
e sostenibilità ambientale». Assolo-
il problema di eventuali situazioni
gistica non dimentica di elencare i
anomale».
protagonisti dell’«alleanza» che ha portato a questo risultato: Federle-
OBBLIGHI PRECISI
gnoArredo, Federdistribuzione, Fede-
Del resto, le nuove norme fissano
ralimentare, Consorzio Rilegno e Con-
obblighi precisi: il voucher – firmato
sorzio Conlegno. Anche se qualche
– deve contenere data, nome di emittente beneficiario, numero e tipo di pallet. Se mancano questi requisiti informativi (o se il soggetto obbligato non riconsegna i pallet) il possessore del voucher può chiedere il pagamento di un importo pari al valore di mercato di ciascun pallet che sarà determinato dal decreto di attuazione che il ministero dello Sviluppo economico dovrà emanare entro luglio. In quel testo dovranno essere indicate anche
associazione – come per esempio Federalimentare, contattata da Uomini
e Trasporti – non ha espresso analogo appagamento e anzi ha minimizzato il risultato normativo ottenuto. In ogni caso, nell’elenco non compaiono i vettori. Forse per questo – nonostante le rassicurazioni verbali dei promotori della norma, i quali si affannano a proclamare che il provvedimento riguarda solo chi spedisce e
le caratteristiche tecnico-qualitative
chi riceve la merce – gli autotraspor-
dei pallet, i tempi di aggiornamento
tatori sono ancora assai cauti nel
del valore di mercato e la struttura di
commentarla. Aspettano il decreto
vigilanza e di monitoraggio, alla qua-
attuativo e soprattutto l’entrata in vi-
le si potranno rivolgere anche «sog-
gore delle nuove disposizioni. C’è da
getti coinvolti nel mercato dei pallet».
capirli. Anche la legge del 2010 esclu-
Funzionerà? Fuori dell’autotraspor-
deva il vettore da ogni obbligo di ge-
to c’è «grande soddisfazione». È
stione o di riconsegna dei pallet che
l’espressione usata da Assologistica
non fossero remunerati. Sono 12 anni
nel commentare l’«approvazione sto-
che quell’esclusione viene tranquilla-
rica» delle norme che regolamentano
mente ignorata.
2 -3% È la percentuale che il parco pallet occupa all’interno del fatturato di un’impresa di autotrasporto, costretta a dotarsi di bancali di proprietà per far fronte alla loro restituzione. Con l’incremento dei costi delle materie prime, in corso da un anno e mezzo e aggravato dalla guerra russoucraina, questa percentuale potrebbe anche salire luglio 2022
11
LE NUOVE NORME
PREOCCUPATO L’AUTOTRASPORTO: QUALE RUOLO AVRÀ IL VET
Ma perché invece di continuare ad alimentare questo mercato in nero non facciamo come in tutti i paesi europei, dove o si vende il bancale con la merce o si usano circuiti di noleggio dei pallet? Alessandro Peron, Fiap
cautela. In qualche caso
C’è
Peron, «però sicuramente risolveremo
preoccupazione. I rap-
qualche situazione anomala e prosegui-
presentanti degli auto-
remo sulla strada dell’economia circola-
trasportatori, di fronte alla nuova norma
re, incentivando l’interscambio dei ban-
che regolamenta l’interscambio dei pal-
cali. Anche Mauro Sarrecchia di Assotir
let aggrottano le sopracciglia, ma non
è convinto che la norma «avrà un qual-
si sbilanciano. E, sotto sotto, chiedono
che effetto nei rapporti tra supermercati
garanzie e conferme formali che l’auto-
e centri logistici». Del resto, il nodo del
trasporto non è né coinvolto in nulla e
problema è proprio nella Grande distri-
per nulla, né obbligato ad alcunché nel
buzione organizzata. Il pallet ormai tra-
UN VOUCHER A RISCHIO?
tormentato rapporto tra committente e
sporta nel mondo l’80% delle merci, ma
E dunque l’interrogativo è: la nuova
destinatario nell’interscambio dei pallet.
il numero di bancali che si muovono tutti
norma frenerà questi fenomeni o non
Non che non si rendano conto dell’im-
i giorni tra produttori, hub e supermerca-
servirà a nulla? E l’autotrasportatore
portanza della misura. «Io non credo che
ti è palesemente prevalente.
continuerà a rimanere invischiato in
andremo a risolvere completamente il
Ed è lì che gli autotrasportatori denun-
una diatriba tra committente e destina-
problema dell’illegalità», ha osservato il
ciano l’annidarsi non solo dello sfrutta-
tario e magari continuerà a pagare per
segretario generale di Fiap, Alessandro
mento dei vettori – in barba alla legge
tutti? «Si tratta di capire bene le respon-
del 2010 che li esclude da qualsiasi atti-
sabilità», spiega Massimo Bagnoli,
vità non remunerata di scambio dei ban-
past president di Fiap, associazione
cali – costretti a recuperare i pallet sulle
storicamente attenta alle questioni
banchine (e a ripagarli se non ne trovano
della GDO, «perché io prendo anche un
abbastanza o di qualità adeguata), ma
voucher quando vado a scaricare alla
anche di un mercato nero parallelo ali-
Coop, però bisogna che chi mi ha dato
mentato dai furti di dipendenti infedeli
i pallet, dopo accetti i voucher». Altri-
se non, talvolta, degli stessi destinatari.
menti, tutto come prima.
La mia preoccupazione è che in questa partita, alla fine il vaso di coccio saranno i nostri trasportatori Mauro Sarrecchia, Assotir 12 luglio 2022
Io prendo anche un voucher quando vado a scaricare alla Coop, però bisogna che chi mi ha dato i pallet, dopo accetti i voucher Massimo Bagnoli, Fiap
TORE?
«NON CI VOGLIAMO ENTRARE» Caute le reazioni delle rappresentanze. Il timore è che possa essere scavalcata la legge del 2010 (peraltro non molto rispettata) che escludeva qualsiasi responsabilità del vettore nello scambio dei bancali. E, in attesa del decreto attuativo, è in preparazione una norma a chiarimento
L’unica critica vera che si può fare in questo momento è che questa cosa l’hanno fatta senza sentire l’autotrasporto
Il fatto è che sul fuoco dei pallet tanti tra-
serva il presidente di CNA-Fita, Patrizio
sportatori si sono bruciati le dita e che i
Ricci, «è che questa cosa l’hanno fatta
rapporti con i committenti – soprattutto
senza sentire l’autotrasporto».
nei contratti verbali – non sono mai sta-
Di qui nascono, evidentemente, la cau-
ti idilliaci. Sarrecchia è esplicito: «Se il
tela e la preoccupazione che, appena
trasportatore sarà così debole che per
uscita la norma hanno scatenato una
mantenere il lavoro si farà carico dei pro-
fitta rete di consultazioni, soprattut-
blemi del committente, risiamo da capo
to per accertare che le nuove regole
a dodici. La mia preoccupazione è che
non sovrastino la legge di dodici anni
in tutta questa partita alla fine il vaso di
fa. «Era una legge speciale», ricorda
coccio saranno i nostri trasportatori».
sviluppa l’esercizio del libero pensiero.
Giuseppina Della Pepa, segretario ge-
E Bagnoli, sulla falsariga, aggiunge:
E si scopre che quei pochi che accettano
nerale di Anita, «e come tale dovrebbe
«Ho una gran paura che questa norma
di approfondire l’argomento – magari
comunque essere prevalente e neppure
l'abbiano voluta i committenti, spa-
come imprenditori e non come rappre-
si può intendere che la legge del 2010 è
ventati dall’incremento del prezzo dei
sentanti del settore – convergono alla
stata tacitamente abrogata».
fine su un’altra ipotesi: quella del «pal-
bancali – che ormai costano veramente tantissimo - perché non vorrebbero non
Patrizio Ricci, CNA-Fita Nell’attesa, la frustrazione aumenta e
let a perdere». Ricci la butta lì: «Come
rimetterci mai nulla e cercano sempre
UN EMENDAMENTO PER CHIARIRE
con i contenitori o le buste del super-
di scaricare i costi sulla parte più debole
Ma la richiesta di chiarimento circola.
della filiera».
lo smaltimento, quando vai a cambiar-
Anzi, c’è chi ha preso l’iniziativa di un
Certo, non ha aiutato il fatto che la re-
le». Anzi Bagnoli ricorda anche di averlo
emendamento da inserire in uno dei
golamentazione dell’interscambio sia
proposto in un incontro di tanti anni fa
prossimi decreti-legge per ribadire la
stata varata quasi di nascosto, sorpren-
con Federdistribuzione: «Chi vende la
norma di 13 anni fa e l’esclusione del
merce alla grande distribuzione, gli fat-
vettore da qualunque responsabilità.
tura anche i pallet, con un accordo che,
Naturalmente bisogna attendere il
quando il ricevente glieli avesse resi, a
decreto attuativo che il ministero dello
sua volta glieli avrebbe fatturati. E in
Sviluppo economico dovrà emanare
questo modo si possono anche traccia-
entro fine luglio, nella speranza che il
re i bancali». Sulla stessa linea Peron:
chiarimento sia lì. Il problema è che le
«Ma perché invece di continuare ad
associazioni non hanno grandi rappor-
alimentare questo mercato in nero non
ti con quel ministero. E allora si sono ri-
facciamo come in tutti i paesi europei
volte ai loro interlocutori del ministero
(dove, tra l’altro, non c’è nemmeno una
delle Infrastrutture e della Mobilità so-
legge che tratta questa materia), dove o
stenibili per avere qualche notizia, ma
si vende il bancale con la merce o si usa-
con scarsi risultati.
no circuiti di noleggio dei pallet?».
dendo tutti, anche se forse l’intenzione era di prendere in contropiede solo i noleggiatori di pallet. «L’unica critica vera che si può fare in questo momento», os-
Quella del 2020 era una legge speciale e come tale dovrebbe essere prevalente e neppure si può intendere che sia stata tacitamente abrogata Giuseppina Della Pepa, Anita
mercato. O come le gomme, di cui paghi
luglio 2022
13
LE NUOVE NORME LA 207/2010 DICE CHE IL VETTORE NON HA ALCUN OBBLIGO
MA NON C’ERA GIÀ UNA LEGGE? Già dodici anni fa il legislatore stabiliva che l’autotrasportatore non può essere costretto a riportare i bancali, a meno che non sia retribuito per questo. È a quella legge rimasta largamente inapplicata che si aggrappano le associazioni per evitare coinvolgimenti
Ma
non c’era già la legge del 2010 a tutelare gli autotrasportatori? Che fine fa quella norma, alla luce nelle nuove misure? Perché non è stata ricordata nel nuovo provvedimento? Di fronte alla regolamentazione dell’interscambio di pallet, il richiamo alla legge 127/2010 da parte dell’autotrasporto è inevitabile, perché il testo è esplicito e incontrovertibile. Il vettore, recita l’art. 11 bis, aggiunto in quell’occasione al decreto legislativo 286/2005 (l’ultima riforma dell’autotrasporto che introdusse la «liberalizzazione regolata»), «non ha alcun obbligo di gestione e non è tenuto alla restituzione degli imballaggi o delle unità di movimentazione utilizzate». Non basta. Il secondo comma chiarisce che, in mancanza di accordo sulla riconsegna degli imballaggi o delle unità di movimentazione «il vettore non è responsabile per il rifiuto di restituzione da parte del destinatario di unità di movimentazione di numero o di qualità inferiore rispetto a quelle con cui è stato effettuato il trasporto, e ha comunque diritto a un compenso per ogni prestazione accessoria eseguita».
MALCOSTUME DA STRONCARE Quella misura non regolava l’interscambio – come intendono fare le nuove norme – ma
tentava di stroncare, rendendolo illegittimo, il malcostume di scaricare sul vettore criticità e illegalità concentrate nella fase di restituzione del pallet. E che, in sintesi, costringevano l’autotrasportatore a riportare indietro i bancali trovati sul piazzale del destinatario e, in mancanza, a comprarli usati ma buoni, magari da un rivenditore abusivo per rifondere il committente. Altrimenti questi glieli scalava in fattura, con effetti spesso dirompenti. «Lavoravamo per una famosa azienda di omogeneizzati e andavamo a scaricare per la GDO», ricorda Massimo Bagnoli, amministratore della Combitrans (gruppo Gruber Logistics), «che ci costringeva a usare un pallet diverso per ogni tipo di prodotto, con un solo strato per bancale. Alla fine, di pallet sul tir ne dovevamo caricare non 33 ma 180, il sestuplo. Spesso, se dovevi pagare i pallet che non riuscivi a portare indietro, era più alto il risarcimento che la tariffa del trasporto». Dopo quella legge, la situazione è migliorata? Bagnoli è perentorio: «No, è rimasto tutto come prima». Eppure, a quella norma gli autotrasportatori si aggrappano perché ne sia confermata la validità e la prevalenza sulle ultime disposizioni. Chi se ne dichiara convinto è Alessandro Peron, segretario di Fiap. «Nonostante sia arrivata questa norma» ha detto a Radio 24, «rimane vigente la legge 127 del 2010, che invece impatta diret-
tamente sull’autotrasporto. Per cui, se non c'è un contratto specifico che precisa che il vettore deve occuparsi dei bancali e viene remunerato per far questo, l'autotrasportatore è comunque esonerato, nel senso che quando nella nuova norma si parla di chi riceve il bancale pallet, si intende il destinatario».
LEGGE INAPPLICATA Può apparire una contraddizione rivendicare la validità di una norma che non si è rivelata efficace. Ma la storia dell’autotrasporto è costellata di leggi inapplicate. Quella del 2010 non ne è che un esempio. Varata sull’onda delle riforme del settore di inizio millennio e nel pieno della polemica sui costi minimi della sicurezza, la legge 127 dava una strigliata all’autotrasporto per eliminare antiche storture. Per capirne l’efficacia, basta leggere i titoli dei capitoli: «Costi minimi», «Tempi di pagamento», «Tempi di attesa ai fini del carico e scarico», «Corresponsabilità nei contratti verbali», «Azione diretta», e – buon ultimo – «Disposizioni in materia di pallet». Tranne l’ultimo punto, sembra di leggere l’ordine del giorno di una riunione – di oggi – tra associazioni dell’autotrasporto e governo. Ma non è detto che non venga aggiunto nel prossimo incontro.
COSA PREVEDE LA LEGGE 127/2010 • Al termine del viaggio il vettore che ha trasportato merce imballata o stivata su apposite unità di movimentazione non ha obbligo di restituzione • Se si accorda con il committente per la riconsegna dei pallet, il vettore: a) ha diritto a un compenso per ogni prestazione eseguita; b) non è responsabile per il rifiuto di restituzione da parte del destinatario di unittà di movimentazione che per numero e qualità siano inferiori a quelle con cui è stato effettuato il trasporto • L’esercizio dell’attività di commercio di pallet usati è consentito sulla base di licenza rilasciata dalla Questura, il cui titolare deve, tra le altre cose, annotare su apposito registro quantità e tipologia delle unità di movimentazione cedute e acquistate e dati identificativi dei soggetti cedenti e cessionari
14 luglio 2022
LE NUOVE NORME
UNA DIVERSA INTERPRETAZIONE DELLE NUOVE DISPOSIZIONI
IL VETTORE È COINVOLTO, MA ANCHE PIÙ TUTELATO Le associazioni di categoria sostengono che l’autotrasportatore non sia coinvolto dalla nuova normativa sui pallet. Ma è veramente così? Massimo Campailla, professore di diritto dei Trasporti e avvocato, non ne è molto convinto. Anche se alla fine tale coinvolgimento potrebbe produrre più vantaggi che svantaggi. In questo articolo ci spiega il perché di Massimo Camapailla
Nel
febbraio 2011 fu introdotto l’art. 11bis del D.lgs 286/2005, al fine di tutelare quei vettori che si imbattevano (in particolare nei trasporti per la GDO) nell’annoso problema della movimentazione e restituzione dei pallet. Tale norma stabilisce che «nell'ipotesi in cui la merce da trasportare sia imballata, oppure stivata su apposite unità per la sua movimentazione, il vettore, al termine dell'operazione di trasporto, non ha alcun obbligo di gestione e non è tenuto alla restituzione degli imballaggi o delle unità di movimentazione utilizzate». Sino ad oggi, dunque, la regola generale è stata quella dell’irresponsabilità del vettore per l’eventuale mancata riconsegna dei pallet: regola generale che ammette, tuttavia, deroghe su base pattizia. In tale quadro normativo si è innestata la novella contenuta nella legge di conversione del Decreto Ucraina. La L. 52 del 20 maggio 2022 ha introdotto, fra gli altri, l’art. 17ter, rubricato «Disciplina del sistema di interscambio pallet», in cui si sancisce che «i soggetti che ricevono, a qualunque titolo, fatta salva la compravendita, i pallet di cui all’articolo 17-bis sono obbligati alla restituzione al proprietario o al committente di un uguale numero di pallet della medesima tipologia, con caratteristiche tecnico-qualitative assimilabili o equiparabili a quelle dei pallet ricevuti». L’art. 17ter prosegue poi prevedendo, al secondo comma, che «fatto salvo il caso in cui siano stati espressamente dispensati dal proprietario o dal committente, l’obbligo di cui al comma 1 permane in carico ai soggetti
16 luglio 2022
tenuti alla restituzione dei pallet, indipendentemente dallo stato di conservazione e dalla conformità tecnica degli stessi. La tipologia dei pallet interscambiabili di cui all’articolo 17 -bis è indicata sui relativi documenti di trasporto del mittente e non è modificabile dai soggetti riceventi». A questo punto si pone, quindi, il problema di stabilire se tali disposizioni si applichino anche ai vettori e, in caso affermativo, come debbano essere coordinate con l’art. 11bis del D.lgs 286/05, non espressamente abrogato. Alcuni commenti tendono a propendere per la non applicabilità delle nuove disposizioni normative ai vettori e ciò sulla scorta di due considerazioni: a) l’art. 11bis D.lgs 286/05 non è stato abrogato; b) il dato letterale del nuovo art. 17ter riferisce la norma a tutti i «soggetti che ricevono a qualunque titolo, fatta salva la compra-
vendita, i pallet». Il vettore non riceverebbe i pallet, ma li trasporterebbe e quindi la norma non sarebbe applicabile nei suoi confronti. A mio parere tali conclusioni non sono condivisibili e la nuova normativa è riferibile anche ai vettori. Cerco di spiegare il perché .
PERCHÉ LA NUOVA LEGGE SI APPLICA AI VETTORI Innanzitutto, perché è agevole obiettare che il vettore è anch’esso un soggetto che «riceve i pallet»: li riceve, in particolare, dal caricatore per trasportarli nel luogo contrattualmente indicato per la riconsegna. Quanto all’omessa abrogazione della previgente normativa, occorre rammentare che nel nostro ordinamento l’abrogazione di una norma di legge può essere espressa, ma anche tacita.
Il vettore se ogni sei mesi dovrà rimborsare al proprio committente il valore economico dei pallet non restituiti, parallelamente avrà un’azione di regresso nei confronti dei destinatari che sono gli effettivi responsabili dell’omessa restituzione dei pallet
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LE NUOVE NORME UNA DIVERSA INTERPRETAZIONE DELLE NUOVE DISPOSIZIONI
Quindi l’argomento secondo cui l’art. 11bis D.lgs 286/05 sarebbe ancora vigente in quanto non espressamente abrogato non prova nulla. È noto, infatti, che la legge posteriore se è in contrasto con quella antecedente, finisce per abrogarla. Ne consegue che può ipotizzarsi la perdurante vigenza delle disposizioni contenute nell’art. 11bis D.lgs 286/05, limitatamente alle parti non abrogate dalla legge successiva. E proprio questo potrebbe essere, a mio avviso, il nuovo assetto derivante dalla stratificazione normativa. Stante la mancata espressa abrogazione dell’art. 11bis il vettore, dopo l’entrata in vigore della L. 52/2022, è soggetto a due distinte normative. La restituzione di unità di movimentazione o imballaggi che non rientrino nella definizione di pallet fornita dall’art. 17bis della L. 52/2022 continuerà a essere disciplinata dall’art. 11bis del D.lgs 286/05. Da oggi in avanti la restituzione delle unità di movimentazione che rientrino nella nuova definizione di pallet sarà, viceversa, inderogabilmente disciplinata dagli artt. 17bis e 17ter della L. 52/2022. Così stando le cose, la nuova normativa ha totalmente ribaltato le originarie previsioni, introducendo al primo comma, quale regola generale, la responsabilità del vettore per la restituzione dei pallet (al pari di qualunque altro soggetto che ne riceva la detenzione). L’art. 17ter comma 3 prevede che, in caso di impossibilità di provvedere all’immediato interscambio dei pallet, il soggetto obbligato alla restituzione «è tenuto all’emissione contestuale di apposito vou-
cher, digitale o cartaceo, avente funzione di titolo di credito improprio cedibile a terzi». Tale voucher consente di posticipare al massimo di sei mesi la riconsegna dei pallet. Ai sensi del comma 4, la mancata restituzione entro tale termine «comporta l’obbligo, per il soggetto obbligato alla restituzione, di un importo pari al valore di mercato di ciascun pallet».
COSA CAMBIA PER GLI AUTOTRASPORTATORI Cosa potrebbe cambiare da oggi dal punto di vista pratico per il vettore? Come ho avuto modo di osservare sul n. 378 di Uomini e Trasporti (rubrica «Parole diritte» a p. 37), molto spesso il vettore, nonostante l’esimente in suo favore prevista in via normativa, è comunque chiamato a rimborsare al committente i pallet non riconsegnati. Il conteggio di tale rimborso è assai spesso effettuato a fine rapporto, sulla scorta della contabilità pallet che, nel corso degli anni, le parti hanno intrattenuto e mai chiuso contabilmente. A quel punto il vettore si trova esposto nei confronti del committente per importi talvolta assai rilevanti, ma non ha alcuna azione di rivalsa nei confronti della GDO che ha omesso di restituire i pallet che egli avrebbe poi dovuto riconsegnare al committente. Il nuovo sistema potrebbe rendere meno critica la posizione del vettore sotto due profili. Innanzitutto, quello temporale: come si è visto, l’art. 17ter prevede che, se la restituzione dei pallet non avviene immediatamente, il soggetto obbligato deve rilasciare un apposito voucher (qualificato dalla
norma come titolo di credito), la cui durata è inderogabilmente di sei mesi: trascorso tale tempo o l’operatore della GDO restituisce al vettore un equivalente quantitativo di pallet, o paga il corrispettivo in danaro. E qui veniamo al secondo profilo di novità favorevole al vettore: ci troviamo, infatti, innanzi a un meccanismo che, a differenza di ieri, fa nascere precisi obblighi contrattuali verso il vettore da parte della GDO (o, più in generale, di tutti i destinatari tenuti a restituire i pallet) e potrebbe rendere assai più agevole la tutela degli interessi economici del vettore. Questi, infatti, da un lato, ogni sei mesi dovrà rimborsare al proprio committente il valore economico dei pallet non restituiti, ma, parallelamente, avrà un’azione di regresso nei confronti dei destinatari che sono gli effettivi responsabili dell’omessa restituzione dei pallet. Da ultimo, non va trascurato il fatto che la norma qualifichi i voucher come titoli di credito: si potrebbe, quindi, anche immaginare che in molti casi il vettore possa ottemperare ai propri obblighi verso il committente semplicemente girandogli il voucher ricevuto dai destinatari e lasciando poi che sia lo stesso committente a chiedere al destinatario la restituzione dei pallet o il pagamento del corrispettivo in danaro. È un’opportunità, questa, che a mio avviso andrebbe attentamente considerata nella fase di negoziazione e di redazione del contatto con il proprio committente.
COME FUNZIONA LA NUOVA LEGGE
Il vettore è obbligato a restituire i pallet al committente
Il vettore non ottiene i pallet dal destinatario e quindi non può restituirli
A QUEL PUNTO LA NUOVA LEGGE GLI CONSENTE DI… Prendere il voucher dal destinatario e attendere sei mesi. Dopodiché o il destinatario gli restituisce i pallet o gli versa una cifra in denaro
18 luglio 2022
Proporre un’azione di regresso contro costoro, che sono gli effettivi responsabili dell’omessa restituzione dei pallet
Consegnare al committente il voucher ricevuto dal destinatario, in modo tale che se la vedano tra loro. Meglio se tale ipotesi è prevista in sede contrattuale
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LE NUOVE NORME IL PARERE DELLA GDO
SEGNALI DI INSODDISFAZIONE
Non tutte le associazioni della Grande Distribuzione plaudono alla nuova legge sull’interscambio pallet. C’è chi preferisce non esporsi almeno per il momento, in attesa del decreto attuativo. E chi invece rompe gli indugi evidenziando criticità. Come l’eccessiva durata della validità del voucher
È
uno dei settori che vede sfilare, all’interno dei propri magazzini, il più elevato numero
in ogni caso, prima di brindare o di lan-
tolinea come sia prevista la definizione
ciarsi in proclami di soddisfazione per
di un apposito decreto del ministero
la nuova normativa, bisogna attendere
dello Sviluppo Economico con cui sta-
di bancali che ogni giorno vengono
il decreto attuativo. A testimoniarcelo
bilire le caratteristiche tecniche e qua-
inviati ai luoghi di consegna in tutto
è la stessa Federalimentare che, inter-
litative del pallet interscambiabile e il
il mondo. E forse, proprio per questo,
pellata dalla nostra rivista, ostenta la
relativo valore di mercato, nonché le
è uno di quelli che si sente maggior-
massima prudenza sull’argomento.
tempistiche per il suo aggiornamento.
mente coinvolto nell’annoso problema
Verrà inoltre indicata la struttura che,
restituzione dei pallet. Parliamo della
INCERTEZZE E PERPLESSITÀ
GDO, da sempre al centro di dibattiti
«Premesso che Federalimentare si è
quando si parla di fenomeni oscuri
sempre spesa per la costituzione di
legati alla sparizione di bancali nei
un tavolo ministeriale allargato in cui
magazzini, per i quali può risultare
coinvolgere anche la GDO per risolve-
controversa l’individuazione dei sog-
re criticità lamentate da sempre dalle
minimo di impatto ambientale. «Fede-
getti contrattualmente responsabili.
Associate, come l’interscambio di pal-
ralimentare – conclude l’associazione –
Non a caso, nella stesura della nuova
let e la gestione dei tempi di carico e
farà pertanto il possibile per seguire da
normativa sull’interscambio di pallet
scarico delle merci, il nuovo impianto
vicino i lavori sul decreto ministeriale,
sono state coinvolte le principali azien-
normativo rappresenta un primo pas-
valutando ogni possibile occasione di
de associate del settore. Assologistica,
so in questa direzione», spiegano dai
intervento anche sul testo di base per
FederlegnoArredo, Federdistribuzione,
vertici dell’associazione, che tuttavia
apportare le migliorie necessarie al si-
Federalimentare, Consorzio Rilegno,
tendono a precisare: «Emergono sin da
stema e renderlo più efficiente».
Consorzio Conlegno hanno costruito
ora alcune criticità quali, in particolare,
un’importante rete di alleanze e intes-
la eccessiva durata della validità del
suto un fitto dialogo con governo e
voucher: tempi così lunghi rischiano di
parlamento per affrontare la questio-
costringere il proprietario dei pallet a
ne. Tuttavia, lo stesso gruppo di asso-
un ulteriore esborso economico per do-
ciazioni non appare particolarmente
verne reperire di nuovi, vanificando in
coeso sulle scelte prese. Federdistri-
parte le finalità dello stesso sistema».
della movimentazione e conseguente
buzione, per esempio, sceglie per il Federalimentare lamenta il fatto che il
IN ATTESA DEL DECRETO ATTUATIVO
lavoro svolto non ha portato a spinte e
Per quanto riguarda gli aspetti di carat-
a risultati convincenti e concreti. E che
tere più operativo, l’associazione sot-
momento la linea del silenzio, mentre
20 luglio 2022
presso il MiSE, sarà competente a svolgere attività di vigilanza e di monitoraggio del corretto funzionamento del sistema di interscambio di pallet, anche con l’obiettivo di garantire il livello
L’eccessiva validità del voucher (sei mesi) rischia di costringere il proprietario dei pallet a un ulteriore esborso economico per doverne reperire di nuovi, vanificando in parte le finalità dello stesso sistema
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LA GUERRA DEI PALLET
I PRO E I CONTRO DELLE DUE PRINCIPALI MODALITÀ D’IMPI
INTERSCAMBIO di Umberto Cutolo
180 200 milioni
secondo il Rapporto Pallet, l’ultimo elaborato dal Centro studi di Federlegno Arredo, sono stati immessi sul mercato quasi 160 milioni di pezzi, tra nuovi (92 milioni), recuperati (56 milioni) e importati (11 milioni). Dati che è possibile aggiornare, parlando con gli esperti del CONAI, almeno per la parte relativa al recupero, cresciuto nel 2021 fino a 70 milioni, e per l’import arrivato a una ventina di milioni. Insomma, un’immissione nel mercato italiano di circa 180-200 milioni di pezzi, che giustifica la cifra di 400 milioni di pallet in circolazione, assegnando a ciascuno di loro, dunque, una vita media di un paio d’anni.
È il numero di pallet che ogni anno, tra nuovi (92 milioni), recuperati (70 milioni) e importati (20 milioni), viene immesso sul mercato. Mediamente la loro vita è di circa L’INTERSCAMBIO due anni. In circolazione quindi Si tratta però di stime – accurate, ma ce ne sono circa 400 milioni pur sempre stime – per disegnare un
settore nel quale le tipologie dei pezdice che i numeri non zi movimentati sono diverse e solo mentono, ma spesso poche rispondono a standard conditacciono e altre volte visi almeno in tutta Europa. Per chi confondono. Quanti sono i pallet ricorre all’interscambio e, dunque, movimentati ogni anno in Italia? Cer- ha bisogno di un pallet standard, il tamente parecchie centinaia di mi- sistema più diffuso è l’EPAL (Eurolioni, probabilmente 400 (in Europa pean Pallet Association e.V.), creato ne circolano 4 miliardi), se nel 2018, nel 1991 da un’associazione privata di
Si
22 luglio 2022
costruttori e riparatori di pallet per favorire l’interscambio dei bancali alla consegna della merce, con un pezzo standard a quattro vie di 800x1200 mm, un peso di 25 kg e una portata di una tonnellata e mezza in movimento. Presente in 30 Paesi, con 14 Comitati nazionali, EPAL in Italia è rappresentata da Conlegno, un consorzio di oltre 1.600 imprese, costituito nel 2002, che gestisce 14 marchi (tra cui Fitok, che garantisce il corretto trattamento fitosanitario degli imballaggi in legno) e – con il Comitato tecnico Epal – verifica la qualità dei
15 - 30 % È la quota di pallet che si perde nella fase dell’interscambio, spesso scaricata dal committente sul trasportatore
EGO
O NOLEGGIO? Con il primo i bancali sono di proprietà del committente, ma in fase di scambio la dispersione è del 15-30%, acuita dagli ultimi aumenti di prezzo. Il secondo si occupa di tutto, ma la sua fattura è cara. Ora l’interscambio è diventato obbligatorio e con il pooling non corre buon sangue
suoi pallet attraverso una società di ispezione privata, che nel 2017 (ultimo dato disponibile) ha effettuato 2.600 controlli. In vent’anni il consorzio ha immesso sul mercato italiano 189,6 milioni di bancali (137 nuovi e 53 riparati), con una crescita continua, interrotta soltanto dalla crisi economica del 2009, ma non dalla pandemia: nel 2021, la produzione nazionale di pallet EPAL è stata di 12 milioni di pezzi, di cui 7,5 nuovi e 4,7 riparati, con un incremento del 10% rispetto al 2020, a sua volta in linea con il 2019 (dati ufficiali Fitok-EPAL), recuperando ampiamente dai 7 milioni di pallet immessi sul mercato nel 2014. Un risultato sorprendente se si pensa che – prima delle nuove norme – l’impiego dello standard EPAL non si basava su un obbligo di legge, ma su un codice di raccomandazione di ECR Italia, l’associazione delle principali aziende dell’industria e della distribuzione creata per migliorare l’efficienza della filiera. Secondo uno studio del 2019, elaborato dalla Libera università Carlo Cattaneo, il sistema è adottato so-
prattutto nel settore dei beni di largo consumo che ne utilizza intorno ai 60 milioni l’anno e permette alle aziende del settore un risparmio di oltre 1,8 miliardi l’anno e per l’economia nazionale di oltre 2,5 miliardi l’anno. Il sistema, tuttavia, presentava – e per questo è scattata la regolamentazione per legge dell’interscambio – ancora sacche di criticità. Soprattutto il mancato rispetto da parte del ricevente delle «raccomandazioni» ECR, con la conseguenza che al momento dello scambio dei pallet se ne perdeva una quota (dati del portale Logistica Efficiente) tra il 15 e il 30%, spesso scaricata dal committente sul trasportatore, ma comunque onerosa, soprattutto alla luce dei forti aumenti del legno e dei pallet dell’ultimo periodo.
IL POOLING Escludendo le aziende che usano pallet di proprietà con marchi di riconoscimento che provvedono a ritirare in proprio, quelle che applicano una cauzione e quelle (poche) che preferiscono il pallet a perdere, la
12
milioni
È il numero di pallet marchiati EPAL introdotti in Italia nel 2021 (7,5 nuovi e 4,7 riparati), con un incremento del 10% rispetto al 2020 e in linea rispetto a quelli del 2019 (dati Fitok-EPAL). Nel 2014 erano appena 7 milioni vera alternativa all’interscambio è il noleggio. Parallelo all’EPAL (ha fatto la sua prima comparsa nel 1991), il pallet pooling si fa carico di tutte le incombenze relative allo scambio dei pallet: dalla produzione alla fornitura del numero di bancali necessario, dal loro recupero all’eventuale riparazione e alla reimmissione in circolazione. In questo modo non
luglio 2022
23
LA GUERRA DEI PALLET
I PRO E I CONTRO DELLE DUE PRINCIPALI MODALITÀ D’IMPI
L’alternativa al legno S’AVANZA LA PLASTICA Sul tormentato fronte del pallet si profila all’orizzonte
equipaggiamenti Bluetooth o interfaccia Internet
un’altra guerra: quella tra legno e plastica. Un’indagine
of Things per accompagnare la digitalizzazione del
svolta nel marzo dello scorso anno dalla società di
trasporto.
ricerche Californiana Grand View Research, nel 2028
La risposta dei fautori del legno è arrivata da un
il mercato mondiale dei pallet di plastica potrebbe
analogo studio condotto in Germania dall’Institut für
raggiungere un fatturato di oltre 10 miliardi di dollari,
Holztechnologie secondo cui il legno «ha un'attività
con una crescita media annuale del 5,6%. Attualmente
antibatterica di 13 volte superiore» della plastica, hanno
sono usati soprattutto nell’Asia Pacifico che produce il
una carbon footprint, cioè un’impronta ambientale
32,3 del fatturato totale e nei comparti degli alimenti e
inferiore fra il 72 e l’80%. Mentre a ricordare che il
delle bevande, che rappresentano il 23,2%, sempre del
legno è più economico della plastica è stato Davide
fatturato totale.
Dellavalle, coordinatore del comitato tecnico Epal di
L’attrattività dei pallet di plastica si basa soprattutto
Conlegno. Intervistato da La Stampa ha ricordato che
sulla loro manutenzione ridotta (per pulirli basta
«un pallet Epal, con una portata dinamica di circa 1400
un getto ad alta pressione), sulla loro robustezza
kg costa meno di dieci euro, mentre un omologo in
che garantisce una lunga durata e sulla possibilità,
plastica può arrivare a cifre anche superiori a 20 euro a
nei prodotti più recenti, di annidarli l’uno nell’altro
parità di portata e di utilizzo».
riducendo lo spazio occupato quando viaggiano
Ma era più di un anno fa: nel frattempo è scoppiata la
vuoti. La controindicazione è il loro costo più elevato,
crisi del legno, che ha fatto levitare il costo dei bancali,
ma il Rapporto ricorda la possibilità di incorporare
e quella del petrolio che ha portato su i costi delle
nella plastica tag Rfid per la geolocalizzazione,
plastiche. La guerra continua.
24 luglio 2022
EGO
solo si eliminano gli inconvenienti e i costi della dispersione dei pallet, ma si semplificano anche le procedure burocratiche legate alla registrazione dei buoni o dei voucher e si abbattono i costi connessi del personale amministrativo. Un sistema sicuramente più efficiente, ma con un costo abbastanza elevato e dunque adottabile soltanto da imprese in grado di recuperare margini da una vasta economia di scala. Secondo il blog Industrial discount la convenienza rispetto all’interscambio scatta per chi riesce a movimentare oltre 4 mila pallet l’anno. E dunque l’interlocutore privilegiato è la Grande distribuzione organizzata. Ed è sui suoi piazzali, infatti, che si combatte la battaglia commerciale tra interscambio e noleggio. Per contrapporsi all’EPAL, il pooling in Italia ha poche aziende, per lo più internazionali, i cui pallet sono riconoscibili a prima vista dal colore. Quelli blu sono di CHEP, leader europeo del settore, con 146 milioni di bancali gestiti in 35 Paesi, 16.300 clienti e 3.200 dipendenti. Numeri «italiani» è difficile reperirne. Così come per la francese LPR (La Palette Rouge, dal colore dei suoi bancali), trent’anni di attività, che sul suo sito parla di 80 milioni di pallet movimentati nel continente, ma l’ultimo dato di movimentazione italiana reperibile risale al 2017 ed è di 3,5 milioni di pallet. Terzo – e tutto italiano, ma con recenti propaggini in Spagna – è CPR System, che si riconosce non solo dal
colore verde, ma dal fatto che i suoi bancali sono anche di plastica. Nato nel 1998 da un gruppo di produttori ortofrutticoli è più un’associazione (ne fanno parte un migliaio di imprese agricole) che una società di servizi. Non tratta solo pallet, ma anche cassette ripiegabili e impilabili, tipiche per il trasporto dell’ortofrutta, settore nel quale è partito, allargandosi all’ittico (cassette in plastica blu) e alle carni (cassette in plastica grigia). Nel 2021 ha movimentato 7,9 milioni di pallet, con una crescita del 4,5% sull’anno della pandemia.
UN MERCATO CONTESO Fra questi due protagonisti del mondo del pallet – interscambio e noleggio – non corre buon sangue. Ufficialmente i toni sono felpati e rispettosi, con qualche punta velenosa da scoprire tra le espressioni complimentose. Sta di fatto che la regolamentazione dell’interscambio l’ha voluta il mondo EPAL e quello del pooling non sembra aver gradito (vedi interviste a p.34 e 36), dando l’impressione che si tratti di due modalità che si pestano i piedi a vicenda, considerandosi direttamente concorrenziali e interessate a uno stesso bacino di utenza. Eppure sia l’interscambio che il noleggio sono in crescita e con i livelli di movimentazione raggiunti dai pallet in Italia c’è spazio perché continuino entrambi a guadagnare nuove quote di un mercato che si presenta in gran parte ancora da conquistare, anche se al di fuori della GDO, dove il just
4 mila pallet
È il quantitativo stimato di pallet annui da movimentare per riuscire a recuperare i costi del pooling. Un livello giustificabile prioritariamente dalla GDO in time e la limatura dei costi hanno raggiunto livelli proibitivi, rendendo più aspra la lotta per ritagliarsi uno spazio. Poi, per chi non vuole scegliere, ci sono anche soluzioni intermedie. NolPal, nata nel 2011 a Bologna come società di noleggio di pallet EPAL, ha scorporato una parte del suo servizio originario, mettendolo a disposizione di chi vuole mantenere la proprietà dei bancali, ma evitare le criticità dell’interscambio, con una piattaforma digitale che gestisce i buoni pallet «fisici» traducendoli in gemelli digitali. «Così», spiega il direttore della società, Paolo Casadei, «possiamo creare token univoci per tipo di cliente, consegnatario, data, quantità e avere in tempo reale il bilancio dare/avere per quantità e qualità del pallet».
luglio 2022
25
LA GUERRA DEI PALLET
PARLA NICOLA SEMERARO, PRESIDENTE DI RILEGNO E CON
«EPAL NON È UN PRODOTTO, È UN SISTEMA» La norma che rende obbligatorio l’interscambio prevede «chiarezza, stesse informazioni valide per tutti e verificate da un ente terzo». Gli autotrasportatori hanno «una normativa ad hoc che esula dall’accordo dell’interscambio». E parlare delle illegalità finisce per favorire il pooling di Umberto Cutolo
Non
gli parlate di pallet rubati, di rivenditori abusivi, di mercato illegale, di frodi fiscali, di racket dei bancali, perché gli salta la mosca al naso. «Chi dice queste cose getta discredito sull’interscambio italiano di pallet che è un sistema che funziona da 25 anni grazie a più di mille aziende produttrici di pallet in Italia, oltre cinquecento delle quali utilizzano e recuperano il pallet usato. Non si può accettare in silenzio il discredito su questo comparto industriale». Ma anche Legambiente, nel Rapporto Ecomafie 2016, parla di mercato nero da 720 milioni l’anno e solo lo scorso aprile la Guardia di Finanza di Lucca ha scoperto una frode fiscale da oltre 10 milioni di euro. «Queste sono notizie delicate che vanno chiarite in sede giudiziaria e bisogna fare molta attenzione alle fonti precise. Per esempio, il Rapporto del 2016 probabilmente fa riferimento a un’epoca precedente al 2015 quando entrò in vigore il reverse charge, la legge che annullò l’Iva sul pallet usato. Screditare il mal funzionamento dell’interscambio porta vantaggio al pooling che insiste sullo stesso mercato di riferimento». Nicola Semeraro, presidente di Rilegno e consigliere di Assoimballaggi, è titolare di Legno Pallet Servizi e da trent’anni si occupa di recupero del legno. Un impegno totalizzante, come la sua visione dell’interscambio di pallet EPAL. «Che», premette, «nasce per abbattere i costi logistici
26 luglio 2022
delle aziende. Il sistema EPAL nasce come strumento logistico che si muove coinvolgendo quattro soggetti: l’industria, il trasportatore, il logistico, il distributore. L’EPAL è un sistema a responsabilità condivisa e se uno dei quattro soggetti si sottrae l’aumento dei costi ricade sugli altri». Ma se il pallet non viene ridato indietro? Questo è il punto. Finora non tutti davano indietro i pallet, quindi si creava un malfunzionamento focalizzato sull’anello finale relativo alla distribuzione. Sicuramente non in tutta la GDO avveniva questo e andavano fatti dei distinguo importanti. Per anni l’interscambio è stato interpretato come una raccomandazione, non come una regola. Sono quindici anni che cerchiamo – anche a livello euro-
Il sistema dei produttori di pallet stava lavorando a questa legge da due anni insieme a ECR, Federdistribuzione e Assologistica. Le aziende erano in difficoltà: alcune perdevano pallet per un valore con punte fino a 2-300 mila euro l’anno. Bisognava intervenire rendendo obbligatorio l’interscambio con una legge che imponesse alla distribuzione di restituire i pallet anche se rotti
SIGLIERE DI ASSOIMBALLAGGI
Se spedisco ogni giorno 3 camion e in ognuno ci entrano 33 pallet, mi servono 100 pallet. Se devo utilizzare una società di pooling a 3 euro a pallet, pago 300 euro al giorno ovvero 6 mila al mese. Se investo nel sistema EPAL – comprando 500 pallet per garantirmi una riserva (valore 7.500 euro) – e gestisco l’interscambio non ho spesa fissa giornaliera, ma un riutilizzo dello stesso bene per molto più che un mese. Così si abbattono i costi e si crea valore sostenibile
peo – di far varare delle regole in materia e oggi ci siamo riusciti. E adesso avete ottenuto questa nuova normativa… Il sistema dei produttori di pallet stava lavorando a questa legge da due anni insieme a ECR, Federdistribuzione e Assologistica. Le aziende erano in difficoltà: alcune perdevano pallet per un valore con punte fino a 2-300 mila euro l’anno. Bisognava intervenire rendendo obbligatorio l’interscambio con una legge che imponesse alla distribuzione di restituire i pallet anche se rotti. Ma anche se non c’era il voucher, come previsto dalla nuova norma, c’era il buono… È diverso perché il voucher sarà standard, mentre il buono era a libera interpretazione. Questa norma prevede chiarezza, stesse informazioni valide per tutti e verificate da un ente terzo. È un’impostazione che tutela il sistema. Anche gli autotrasportatori? Certamente, perché il trasportatore è un anello del sistema. Tuttavia, il trasportatore ha già una normativa ad hoc che esula dall’accordo dell’interscambio ed è un accordo diretto tra vettore e com-
mittente. Il trasportatore dovrà inserire nel suo contratto se il bancale dovrà essere riportato oppure no, perché qualcun altro andrà a prenderlo, ma non sarà responsabile di nulla.
una contesa economica tra due pallet,
Non è che resteranno con in mano un voucher inesigibile? E perché? Il voucher lo rimanderanno al committente e il loro lavoro finirà lì. Ciò non toglie che tra i vettori ci sia qualche preoccupazione e si aspetti con trepidazione il decreto di attuazione, che spesso contiene sorprese. Anche perché le loro associazioni non sono state consultate e questo non aiuta a tranquillizzare gli animi. Non esiste motivo di preoccupazione. Chi è rimasto sorpreso potrebbe essere il pooling.
tre autotreni di verdura alla grande di-
ma tra un pallet – quello in affitto – e un sistema. L'EPAL è un sistema, non è un prodotto. Le faccio un esempio: io sono un agricoltore e spedisco ogni giorno stribuzione. Dal momento che in ogni tir c’entrano 33 pallet, mi servono 100 pallet. Se sono obbligato dal distributore a utilizzare una società di pooling a 3 euro a pallet, devo pagare 300 euro al giorno che, per venti giornate di lavoro al mese, significa 6 mila euro. Viceversa se investo nel sistema EPAL – magari non solo comprando 100 pallet, ma 500 per garantirmi una riserva (valore totale 7.500 euro) – e mi gestisco l’interscambio non ho una spesa fissa al giorno, ma
Sempre il pooling… Vede, l'interscambio è una cosa importante. Il pallet a responsabilità condivisa è come la raccolta differenziata, perché se tutti i soggetti che ne fanno parte si assumono la loro quota di responsabilità, il sistema funziona. Questa legge aiuta a migliorare il sistema e se il sistema funziona, i prezzi del pooling non possono essere competitivi con quelli dell’interscambio. Non è
un riutilizzo dello stesso bene per un periodo di tempo illimitato e quindi ben superiore al mese. Questo genera abbattimento dei costi e valore in ambito sostenibile. Per non parlare del recupero finale del mio investimento qualora decidessi di vendere i 500 pallet. L’EPAL non è un pallet. È un sistema a grande impatto nella sostenibilità ambientale economica e sociale.
luglio 2022
27
LA GUERRA DEI PALLET
LA PARTITA SI GIOCA SUI TEMI AMBIENTALI
IL PIÙ VERDE
SONO IO
Il Green marketing è ormai diffuso anche nel mondo dei bancali, dove sia i produttori che i noleggiatori sono sempre più attenti a rispettare le tematiche della sostenibilità. E a comunicarlo al proprio mercato di riferimento
La
guerra dei pallet si gioca molto – anzi soprattutto – sul terreno verde. Tra interscambio e noleggio c’è una sorta di gara a chi è più green, più sostenibile, più rispettoso
di CO2 del pianeta di quasi 30 kg» e che «il
copertina (dopo i costi, la qualità e la copertu-
sistema multiuso attivato mediante l’inter-
ra europea) con il titolo «Investire in un futuro
scambio su scala mondiale contribuisce a
sostenibile» che conclude con le parole: «Ri-
consolidare le caratteristiche eco-compatibili
duciamo anche l’impronta di carbonio nella
del sistema EPAL».
supply chain dei nostri clienti».
dell’ambiente, che invade tutta la loro comunicazione. Non è un caso che chi si occupa di pallet dispone di un ufficio dedicato a «Comunicazione e sostenibilità», proprio perché quello dell’ambiente è il tema principale da comunicare. Oggettivamente, peraltro, il mondo dell’interscambio EPAL è per natura vocato alla tutela dell’ambiente, che si esprime tramite
Sul versante del noleggio, CHEP scrive fra le
Insomma, tutti puntano sule tematiche am-
sue FAQ rivolte ai potenziali clienti che i pal-
bientali e non solo nel campo dei pallet. Il
un complesso intreccio di enti e consorzi privati e senza fini di lucro, creati su input del governo o con il suo sostegno o patrocinio. In sintesi, Conlegno, consorzio di oltre 1.300 imprese che gestisce il sistema EPAL per l’Italia, nasce «per tutelare il patrimonio forestale e la biodiversità» ed è in stretto rapporto con il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) e soprattutto con Rilegno, che in Conai si occupa di recupero e riciclo degli imballaggi di legno. Rilegno può, dunque, legittimamente vantare nel bilancio 2021 di aver rigenerato e reimmesso al consumo 908.066 tonnellate di imballaggi (pari a oltre 70 milioni di pallet), raccogliendo e riciclando 1.985.251 tonnellate di legno, facendo risparmiare 2 milioni di tonnellate nel consumo di CO2. E lo stesso sito di EPAL Italia presenta quello che definisce «The pallet System» con il titolo «100% eco-compatibile: riduce significativamente il tasso di CO2», precisando che «ogni europallet EPAL alleggerisce il bilancio
28 luglio 2022
let blu sono migliori per l’ambiente, perché
Green marketing è un fenomeno conosciuto
«quando si acquistano pallet nuovi, per la
e studiato in tutto il mondo. E non è più rite-
produzione si utilizzano risorse naturali. I
nuto solo un modo per promuovere un mar-
pallet non più utilizzati diventano rifiuti da
chio. Uno studio di BlackRock, la più grande
smaltire», mentre «il servizio di pooling CHEP
società di investimenti del mondo, che gesti-
si basa sul riutilizzo e sulla riparazione, per il
sce un patrimonio di oltre 100 miliardi di dol-
bene dell’ambiente. Il legno utilizzato per i
lari (un terzo dei quali in Europa), stima che la
nostri pallet proviene da produzioni certifica-
transizione verso la carbon neutrality entro
te e sostenibili». E digitando la parola «soste-
il 2050 contribuirà a far crescere l’economia
nibilità» nella finestra di ricerca del suo sito, si
mondiale del 25% nei prossimi 20 anni. Un
trovano ben 87 risultati.
trend che le aziende – anche quelle che ven-
La Palette Rouge, dal canto suo, dedica
dono o noleggiano pallet – non intendono
all’ambiente una delle sue quattro «voci» di
lasciarsi sfuggire.
La Palette Rouge dedica all’ambiente una delle sue quattro «voci» di copertina, con il titolo «Investire in un futuro sostenibile», che conclude con le parole: «Riduciamo anche l’impronta di carbonio nella supply chain dei nostri clienti
l’Agenda di luglio 2022
SOMMARIO
L'A
• Nuova proroga per i trasporti eccezionali • Tempi di guida: come si calcola la sanzione • Violazioni della 298/74: i possibili ricorsi • Il calcolo dei premi Inail per il 2022
• Bonus di 200 euro per i dipendenti • La proroga dell’Ape Sociale • La proroga della sorveglianza sanitaria • ISA: il periodo d’imposta 2021
A cura di Anna De Rosa
NUOVA PROROGA PER I TRASPORTI ECCEZIONALI Ministero dell’Interno. Circolare del 31.05.2022 Con questa circolare, il ministero dell’Interno ha aggiornato
non oltre il 31 luglio, sono sottoposte alla disciplina di cui
le scadenze previste per i trasporti eccezionali con massa
all’art. 10 cds (che continua ad applicarsi) e alla facoltà di
fino a 108 ton, effettuati con complessi di veicoli a 8 assi che,
utilizzare le autorizzazioni per i trasporti eccezionali fino a
fino all’entrata in vigore delle nuove linee guida e, comunque,
108 ton rilasciate entro il 20 dicembre 2021.
TEMPI DI GUIDA: COME SI CALCOLA LA SANZIONE Ispettorato Nazionale del Lavoro. Nota INL n. 1076 del 24.05.2022 Con questa nota, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Direzione Centrale coordinamento giuridico) ha chiarito le modalità di calcolo della sanzione prevista dal codice della strada (art. 174 cds comma 14), per l’impresa di autotrasporto che, nell’esecuzione dei trasporti, non osservi le disposizioni contenute nel regolamento UE 561/06, ovvero non tenga i documenti prescritti o li conservi scaduti, incompleti o alterati.
comma 14 «sanziona un deficit organizzativo, è ragionevole bbia dec nare unitariamente che il legislatore abbia deciso di sanzionare mmai d dola, per il differente la condotta, semmai differenziandola, ssa ass azione alla pluralità de disvalore che essa assume in relazione dei olti, es mente con riguardo al nume lavoratori coinvolti, esclusivamente numero », no vando quindi il numero delle dei conducenti», non rilevando ntrate Ciò anche che in considerazion violazioni riscontrate. considerazione della mento 561/2006) che prevede norma (art. 19 del R Regolamento
somma da euro 333 a 1.331 per ciascun dipendente a cui
nfrazio ente regolamento e de che «nessuna infrazione del presente del ta a più d’una sanzion regolamento (UE)) 165/20 165/2014 è soggetta sanzione
la violazione si riferisce e, secondo un orientamento del
o procedura».
ministero del Lavoro del 2 agosto 2010, si applica a ogni
ato Nazi Pertanto, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha dato orati territoriali affinché si adeguino indicazione agli Ispettorati
La norma prevede quale sanzione il pagamento di una
dipendente coinvolto e per ciascuna violazione riscontrata, Nel 2020, dopo una serie di ricorsi sul punto, la Corte di
assazione, applicando nei casi all’orientamento della Cassazione, one solamente all’effettivo concreti la sanzione in relazione
Cassazione con ordinanza n. 10327/2020 si è pronunciata in
zione senz numero di lavoratori coinvolti nella violazione, senza tener
contrasto con l’indirizzo prevalente del Ministero del Lavoro,
conto invece del numero delle infrazioni riscontrate per
sostenendo che poiché il codice della strada all’art 174,
ciascun conducente.
anche se nell’ambito della medesima fattispecie di illecito.
VIOLAZIONI DELLA 298/74: I POSSIBILI RICORSI Parere del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno del 3.05.2022 Con questo parere, il ministero dell’Interno si è pronunciato
immediato nelle mani dell’agente per le infrazioni
sull’applicazione del sistema sanzionatorio relativo alle
commesse alla guida di un veicolo immatricolato all’estero,
violazioni in materia di autotrasporto, con particolare
poneva il problema se fosse estensibile tale modalità anche
riferimento all’esercizio abusivo della professione (26 e 46
ai ricorsi per le infrazioni alla normativa sull’autotrasporto.
legge 298/1974), al cabotaggio irregolare e all’assenza della
La risposta che emerge dalla circolare chiarisce che,
prova documentale del trasporto internazionale (46 bis e
rispetto alle violazioni riferite alla legge 298/1974, è
46 ter legge 298/1974).
possibile presentare scritti difensivi al Prefetto, il quale
L’intervento del ministero muove da un parere del Consiglio
valuta l’applicabilità del fermo cautelare ai sensi dell’art.
di Stato (n. 1557/2018) sull’applicazione delle sanzioni
207 cds e la legittimità della sanzione accessoria del fermo
relative al distacco dei lavoratori in una prestazione di
amministrativo ai sensi dell’art. 214 cds, contestabile con
servizi, che visto il richiamo all’art 207 cds, sul pagamento
ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace.
L'A IL CALCOLO DEI PREMI INAIL PER IL 2022 INAIL. Circolare n. 21 del 16.o5.2022 Con questa circolare, l’Inail ha fissato i minimali di retribuzione imponibile giornaliera per il calcolo dei premi assicurativi, validi per il corrente anno. La retribuzione imponibile da assumere ai fini del calcolo del premio assicurativo deve tener conto, mensilmente, di due elementi: 1. delle retribuzioni minime stabilite da leggi e contratti – minimale contrattuale; 2. dei limiti minimi di retribuzione giornaliera stabiliti dalla legge, annualmente rivalutati in relazione all’indice del costo della vita accertato dall’Istat – minimale di retribuzione giornaliera. Il criterio per determinare la base imponibile minima effettiva è considerare l’importo più elevato tra quello contrattuale e quello del limite minimo di retribuzione giornaliera. Il tasso di inflazione registrato dall’Istat nel 2021 ammonta all’1,9%, per cui il nuovo minimale di retribuzione giornaliera è pari a 49,91 euro, corrispondenti al 9,5% dell’importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti in vigore al 1° gennaio 2022 di euro 525,38 mensili. Pertanto, le retribuzioni effettive non possono scendere sotto questi limiti adeguati, se inferiori, a euro 49,91. Rapportato su base mensile, a 26 giorni, il limite minimo è di 1.297,66 euro. Nell’ipotesi di impresa familiare si prevede che per il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado, l’imponibile giornaliero ammonti a 58,40 euro (1.460,07 euro su base mensile). Per i lavoratori part-time, l’Inail specifica che la retribuzione da prendere a riferimento per il calcolo dei premi, è determinata moltiplicando la retribuzione oraria (minimale o tabellare) per
le ore complessive da retribuire a carico del datore di lavoro. Su un orario di 40 ore settimanali, la retribuzione minima oraria del 2022 è pari a euro 7,49 (49,91 x 6 giorni: 40 ore). Per i dirigenti, inoltre, la base imponibile per il calcolo dei premi assicurativi è costituita dalla retribuzione convenzionale pari al massimale di rendita. L’importo giornaliero viene, quindi, determinato dividendo la retribuzione convenzionale annua per 300 giorni lavorativi. L’imponibile, dal 1.1.2021, è il seguente: • retribuzione convenzionale oraria: 13,50 euro • retribuzione convenzionale giornaliera: 108,02 euro • retribuzione convenzionale mensile: 2.700,43 euro Per i dirigenti con contratto a tempo parziale, il calcolo va fatto con riferimento all’importo orario del massimale di rendita, da moltiplicare per l’orario definito nel rapporto di lavoro a tempo parziale. È prevista anche una retribuzione di ragguaglio da applicare a familiari, soci e associati che non percepiscono una retribuzione fissa o la cui remunerazione non sia riconducibile ad una retribuzione convenzionale. La retribuzione di ragguaglio è pari al minimale di rendita. Dal 1° gennaio 2021, l’imponibile giornaliero (euro 17.448,90: 300) e mensile (x 25) corrisponde ai seguenti importi: • importo giornaliero: 58,16 euro • importo mensile: 1.454,08 euro. Per gli artigiani, quando sono dovuti i premi speciali unitari, il reddito imponibile giornaliero è pari a 49,91 euro mentre quello annuale ammonta a 14.973,00 euro. I premi minimi annuali a persona per ciascuna delle classi di rischio della gestione artigiani sono indicati nella seconda sezione della nota.
BONUS DI 200 EURO PER I DIPENDENTI Decreto Aiuti, entrato in vigore il 18.05.2022 Con questo decreto, è stato introdotto un bonus in favore dei lavoratori dipendenti, per un importo pari a 200 euro. Ne avranno diritto i lavoratori dipendenti che entro il mese di aprile 2022 abbiano beneficiato, per almeno una mensilità, tra gennaio 2022 e aprile 2022, dell’esonero contributivo che ha ridotto i contributi a carico dei lavoratori di una percentuale dello 0,80% e che quindi, disponevano di una retribuzione lorda non superiore a 2692 euro per ciascun mese. La riduzione risulta dalla busta paga alla voce «riduzione 0,80%» ed è visibile solo a partire dalle buste paga di aprile (con emissione a maggio di quest’anno). Qualora il lavoratore
abbia beneficiato di questo esonero, automaticamente matura il diritto al bonus, nella mensilità di luglio 2022, senza obbligo di presentare alcuna domanda, ma solo una dichiarazione firmata in cui afferma di non essere titolare di prestazioni pensionistiche o percettore di reddito di cittadinanza depositata al proprio datore di lavoro. Il bonus spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro e non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile e non costituisce reddito né ai fini fiscali né della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali.
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L'A LA PROROGA DELL’APE SOCIALE
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
120 110 100
PREZZI EXTRARETE NORD GASOLIO EURO/ 000L
tendenza SUD E ISOLE
CENTRO
min
max
min
max
min
max
1514
1545
1511
1546
1526
1549
LA LA FEBBRE FEBBRE DEL DEL GASOLIO GASOLIO
ANDAMENTO PETROLIO BRENT A 3 MESI
rilevazione del 10.06.2022
INPS. Circolare n. 62 del 25.05.2022
LA PROROGA DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA Legge n. 52 del 19.05.2022 Con questa legge sono stati prorogati fino al 31 luglio prossimo, i termini delle disposizioni sulla Sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente a rischio in caso di contagio da virus SARS-CoV-2. I datori di lavoro pubblici e privati, non obbligati alla nomina
del medico competente, possono, sino alla data del 31 luglio 2022, o nominarne uno o presentare richiesta di visita medica per sorveglianza sanitaria dei lavoratori e delle lavoratrici fragili, ai servizi territoriali dell’Inail attraverso l’apposito servizio online.
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L'A ISA: IL PERIODO D’IMPOSTA 2021 Agenzia delle Entrate. Circolare n. 18/E del 25.05.2022 Con questa circolare, con cui l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti sugli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), si fa innanzi tutto riferimento al decreto ministeriale (datato 29 aprile 2022) che ha integrato ulteriori fonti informative (Istat, Banca d’Italia, Cerved, Prometeia) e ha analizzato i dati relativi alla fatturazione elettronica, ai corrispettivi telematici, alla forza lavoro dipendente (INPS) e alle liquidazioni periodiche IVA, predisponendo appositi correttivi, da applicare sia all’analisi degli indicatori elementari di affidabilità, sia di anomalia. I correttivi sono commisurati all’entità di vari fattori: contrazione della domanda con analisi dei corrispettivi telematici articolata per territori; caduta dei Ricavi/Compensi dichiarati dal singolo contribuente nel periodo di imposta di applicazione; contrazione della produttività settoriale in ipotesi di invarianza dei costi; riduzione della forza lavoro dipendente nel settore rispetto al precedente periodo d’imposta 2019. In riferimento alla valutazione della caduta dei Ricavi/Compensi, la circolare precisa, inoltre, che si è tenuto conto dell’incremento dei prezzi al consumo registrati nel 2021 soprattutto delle materie prime e della modifica del coefficiente individuale. Sono poi state introdotte nuove cause di esclusione relative ai contribuenti che abbiano subito una diminuzione dei ricavi ovvero dei compensi di almeno il 33% nel periodo d’imposta 2021 rispetto al periodo d’imposta 2019; o ancora abbiano aperto la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019; esercitino, in maniera prevalente, le attività economiche individuate da specifici codici attività. Tali contribuenti esclusi dall’applicazione degli ISA sulla base delle nuove cause sono comunque tenuti alla comunicazione dei dati economici, contabili e strutturali previsti dai relativi modelli e non possono accedere ai relativi benefici premiali. La modulistica ISA 2022 permane anche quest’anno suddivisa in Istruzioni Parte generale e istruzioni comuni, utili per la compilazione di tutti gli ISA, per i quadri A (personale), F (dati contabili impresa) e H (dati contabili lavoro autonomo). Nella parte Istruzioni quadro A – Personale, contenente informazioni relative al personale addetto all’attività, l’Agenzia
CASSONATO |
COSTI DI GESTIONE MAGGIO 2022
Trattore + semirimorchio P.T.T. 44 t, prezzo di acquisto € 130.000; consumo 2,9 km/litro.
Costi di Gestione (€/km)
Km/ Anno
chiarisce che, relativamente ad attività svolte in forma di lavoro autonomo,nulla cambia e, pertanto, nei righi da A01 ad A03, deve essere indicato il numero delle giornate retribuite al netto delle giornate non “effettivamente lavorate” per effetto del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (CIGD) o ad altri istituti simili. Nella parte quadri F e H, i contributi e le indennità di qualsiasi natura che non concorrono alla formazione del reddito, erogati in via eccezionale a seguito del COVID-19, non devono essere indicati e non assumono rilevanza nemmeno ai fini dell’individuazione dell’attività prevalente su cui applicare gli ISA. Nuovo invece il modello CG61U, relativo alle “Deduzioni forfetarie art. 66, comma 4 del T.U.I.R.” per gli intermediari e i rappresentanti di commercio. Inoltre, è previsto un apposito quadro E – Dati per la revisione, con ulteriori informazioni, non rilevanti ai fini del calcolo ma utili per le attività di analisi. La Circolare ribadisce che anche per gli ISA occorre procedere all’acquisizione delle “variabili precalcolate” con i dati resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate e che I contribuenti esclusi dall’applicazione degli ISA potranno evitare l’acquisizione dei dati “precalcolati” e procedere alla sola compilazione del modello. L’Agenzia segnala inoltre l’aggiornamento degli elementi di riscontro relativi alle dichiarazioni dei soggetti deleganti che il soggetto delegato deve indicare nella comunicazione telematica presentata attraverso il servizio Entratel. Il calcolo del punteggio del singolo indice sintetico di affidabilità fiscale avviene con il software «Il tuo ISA 2022», sulla base dei dati dichiarati dal contribuente per il periodo d’imposta 2021 e dei «dati precalcolati», forniti dall’Agenzia delle Entrate al contribuente o su richiesta all’intermediario. La Circolare indica anche le condizioni necessarie per l’accesso ai benefici premiali previsti per il periodo d’imposta 2021, confermando i criteri e il doppio binario, in base al quale è ammesso accedere ai benefici sia ottenendo un punteggio idoneo nell’annualità di applicazione dell’ISA, sia, alternativamente, valutando la media dei punteggi dell’anno di applicazione e di quello precedente.
Totale
Ammortamento
Gasolio (+IVA)
Lubrificanti /AdBlue
Pneumatici
Manutenzione
Collaudi/ tassa di possesso
Assicurazioni
Autostrade
40.000
0,6500
0,5940
0,0400
0,1070
0,0510
0,0210
0,2910
0,1250
60.000
0,4330
0,5940
0,0400
0,1070
0,0340
0,0140
0,1940
80.000
0,3250
0,5940
0,0400
0,1070
0,0260
0,0110
100.000 0,2600
0,5940
0,0400
0,1070
0,0210
0,0080
Costi personale (€/km)
Totale
Il mese oggetto di analisi ha nuovamente presentato un forte incremen-
Autista
Straord Trasf.
1,8790
1,0290
0,2050
3,1130
niziale fase caratterizzata da diverse
0,1250
1,5410
0,6860
0,1370
2,3640
variazioni, sia rialziste che ribassiste,
0,1460
0,1250
1,3740
0,5140
0,1030
1,9910
registrate in un arco temporale co-
0,1170
0,1250
1,2720
0,4110
0,0820
1,7650
to del prezzo dei carburanti dopo un’i-
munque ristretto. Il risultato finale di tale periodo di grande volatilità è sta-
CISTERNATO |
to quello di osservare un aumento sia
Trattore + semirimorchio P.T.T. 44 t, prezzo di acquisto € 192.000; consumo 3,1 km/litro.
in termini assoluti che di media pon-
Ufficio Studi Federtrasporti
derata con i consueti negativi riflessi Costi di Gestione (€/km)
Km/ Anno
Totale
Ammortamento
Gasolio (+IVA)
Lubrificanti /AdBlue
Pneumatici
Manutenzione
Collaudi/ tassa di possesso
40.000
0,8000
0,5560
0,0400
0,1070
0,0770
0,0590
0,3690
0,1340
60.000
0,5330
0,5560
0,0400
0,1070
0,0510
0,0390
0,2460
80.000
0,4000
0,5560
0,0400
0,1070
0,0390
0,0290
100.000 0,3200
0,5560
0,0400
0,1070
0,0310
0,0240
Costi personale (€/km)
sui costi dell’autotrasporto. In tale Totale
contesto di guerra e forte speculazio-
Autista
Straord Trasf.
2,1420
1,1830
0,2050
3,5300
ta e completa definizione l’intervento
0,1340
1,7060
0,7890
0,1370
2,6320
governativo previsto per ridurre gli
0,1840
0,1340
1,4890
0,5920
0,1030
2,1840
0,1480
0,1340
1,3600
0,4730
0,0820
1,9150
Assicurazioni
Autostrade
ne si auspica che trovi presto concre-
impatti del costo del carburante sulle imprese di trasporto. Le altre voci di costo appaiono stabili.
K44 è un doppio contenitore (podcast e videocast) di storie, interviste e notizie su autotrasporto e logistica. Fatti accompagnare nelle tue missioni di trasporto: inquadra uno dei QRCode in basso e... sei subito sintonizzato.
LA GUERRA DEI PALLET PARLA MARCO GEREMIA, COUNTRY MANAGER DI CHEP ITALIA
Il pooling permette di aggregare i flussi di rientro ottimizzando la reverse logistics: noi raccogliamo tutti i pallet nelle piattaforme dei distributori, li portiamo nei nostri centri di ricondizionamento e li riconsegniamo ai clienti, creando uno schema circolare complessivo che ci permette di utilizzare al meglio gli itinerari di percorrenza
«S
iamo favorevoli alle nuove norme perché apprezziamo tutto quello che va a sostenere la valorizzazione di uno standard. Certo, il nostro sistema è diverso: si basa sul riutilizzo condiviso e circolare di pallet o altri contenitori, però…». Marco Geremia ha un sorriso accattivante sul quale sfoggia un paio di baffi malandrini. Ma anche se parla come un’impetuosa raffica di vento e si rivolge contemporaneamente a due-tre interlocutori, le sue parole non sono causali e vanno colte con attenzione, leggendo oltre l’obbligatoria cortesia delle relazioni sociali. Non c’è da attendersi altro, del resto, da uno che in meno di dieci anni ha scalato tutte le posizioni in CHEP Italia e oggi ne è l’indaffaratissimo Country manager. … però in questa nuova normativa sull’interscambio c’è qualcosa che non le piace… Dal nostro punto di vista manca il concetto di circolarità e di utilizzo condiviso. In questa nuova norma si parla di rispetto per i quantitativi scambiati e – grosso modo – di uno standard possibile per consentire di riconoscere questi quantitativi dal punto di vista visivo. Ma l’obbligo di restituzione dei pallet ricevuti, in tempi ragionevoli, deve applicarsi a tutti, a partire dai nostri pallet blu con marchio CHEP per garantirne il riutilizzo in modo circolare.
34 luglio 2022
I trasportatori, però, più che dello standard si lamentano di essere schiacciati, nell’interscambio, tra committente che rivuole indietro i pallet e destinatario che li fa scegliere al vettore da cataste di bancali malridotti. La regolamentazione del sistema non aiuterà quanto meno a ridurre il fenomeno? Noi ci auguriamo che i vettori ne traggano un miglioramento, ma non posso non ricordare che gli autotrasportatori che collaborano con noi si sono liberati di una parte rilevantissima delle attività amministrative e operative a basso valore aggiunto che svolgono in piattaforma, tagliando per di più enormemente i tempi di attesa. Perché, con il pooling, gli operatori di ribalta devono soltanto verificare il numero dei bancali scaricati e il colore blu che contraddistingue i nostri pallet – e hanno finito di discutere. Non c'è da compilare nessun tipo di rendicontazione aggiuntiva, operazione che non viene scongiurata da questa nuova legge. Anzi, a maggior ragione con questa nuova legge, perché il riconoscimento dello standard del bancale tra i diversi esistenti come pallet bianchi è garantito da autisti e operatori di ribalta. Lei vuol dire che, comunque, il pooling offre più vantaggi dell’interscambio. Per tutti. In effetti i vantaggi sono molteplici. Il principale è l’abbattimento della com-
plessità delle spedizioni, perché il pooling permette di aggregare i flussi di rientro ottimizzando la reverse logistics: noi raccogliamo tutti i pallet nelle piattaforme dei distributori, li portiamo nei nostri centri di ricondizionamento e li riconsegniamo ai clienti, creando uno schema circolare complessivo che ci permette di utilizzare al meglio gli itinerari di percorrenza. Ovviamente questo sistema è enfatizzato dalla grande distribuzione che ha i propri punti di raccolta… È vero, ma in realtà copriamo tutta la distribuzione italiana, con clienti come Acqua Sant'Anna, il gruppo Nestlè, Sofidel, Conserve Italia, Bauli, Ferrero, Ferrarelle e tanti altri. Ma c’è un altro aspetto positivo, legato alla sharing economy in generale: l’utilizzo pay per use che permette di avere a disposizione il numero di pallet necessari, pagando solo un servizio e senza essere costretti a fare scorte per sostituire in corsa quelli in rientro o quelli danneggiati. I pallet del pooling sono sempre pronti all’uso e, essendo stati noleggiati, non richiedono né politiche di procurement, né attività interne di smistamento, di riparazione, nessuna rendicontazione amministrativa e nessun trasporto di rientro. E su tutte queste fasi si evita anche tutto l’impatto variabile generato dal contesto inflattivo attuale che è diventato molto pesante.
SI NOLEGGIANO
PALLET, MA ANCHE SERVIZI Le nuove regole vanno bene, ma «l’obbligo di restituzione dei pallet, in tempi ragionevoli, deve applicarsi a tutti per garantirne il riutilizzo in modo circolare». Il noleggio è più caro, ma non fa risparmiare solo sui pallet, bensì anche sui tempi, sulle rendicontazioni, sul personale… di Umberto Cutolo
L'obiezione è che il pooling costa molto di più dell'interscambio. È possibile una quantificazione? In realtà, nel nostro team abbiamo esperti che fanno proprio questo tipo di analisi comparativa per calcolare i costi risparmiati passando al pooling di CHEP. E da queste analisi emerge un risparmio rispetto al modello interscambio. I servizi che forniamo vanno a coprire diverse aree aziendali che ricadono sotto responsabilità diverse: il manager logistico, il manager delle operazioni, magari lo stesso direttore amministrativo. Se mettiamo insieme tutte queste attività – cosa che normalmente non si tende a fare – alla fine ne viene fuori un risparmio. In definitiva crediamo che un confronto tra interscambio e pooling debba approcciare il tema dei costi in maniera olistica. Naturalmente voi non usate pallet EPAL. Che differenza c’è con i vostri pallet blu? Abbiamo uno standard costruttivo diverso che, naturalmente, riteniamo superiore per performance, perché poniamo grande cura e attenzione alla selezione dei materiali. Inoltre, utilizziamo un layout costruttivo diverso, con un perimetro uguale, ma con una superficie di supporto più ampia, con più legno, minori spazi vuoti e un maggior numero di chiodi. L’approvvigionamento all’interno della nostra filiera integrata di produttori
Gli autotrasportatori che collaborano con noi si sono liberati di una parte rilevantissima delle attività amministrative e operative a basso valore aggiunto che svolgono in piattaforma, tagliando per di più enormemente i tempi di attesa dale, e dunque in questi casi i vettori didi pallet e componenti ci espone meno alle conseguenze derivanti dall’attuale contingenza.
ventano veri e propri partner di un servi-
Ultima domanda. Lei ha detto che avete rapporti con molti trasportatori che collaborano con voi. In che modo? I nostri rapporti con i trasportatori sono di vario tipo. Sono sia semplici fornitori di servizi che partner di attività di collaborazione logistica. Mi spiego: grazie al fatto che i nostri clienti non hanno attività di rientro di pallet, siamo in grado di creare connessioni tali da far ottenere ai vettori tratte bilanciate, permettendo loro di sfruttare al massimo la capacità di trasporto e di ridurre i ritorni a vuoto. In alcuni casi si va anche su triangolazioni in sistemi più complessi, di tipo multimo-
mo l’impiego di soluzioni innovative – so-
zio completo. Altre forme di partnership sono quelle attraverso le quali verifichiaprattutto in tema di alimentazione – alle quali siamo molto interessati. E, infine, la sicurezza. È un tema del quale parliamo spesso con i vettori: stiamo portando avanti un piano molto ambizioso che riguarda le migliaia di punti in cui carichiamo in Italia e che porterà alla valutazione completa dei rischi di interferenza proprio a tutela dei nostri vettori. Perché sappiamo tutti che è nelle attività di carico e scarico e quindi in banchina che si creano situazioni che richiedono una grande attenzione alla sicurezza. E noi continuiamo a riporre la massima attenzione a queste situazioni.
luglio 2022
35
LA GUERRA DEI PALLET
IL GIUDIZIO DI UN AUTOTRASPORTATORE
«L’INTERSCAMBIO? È SEMPRE UN AGGRAVIO. MEGLIO IL POOLING» Organizzarsi con l’interscambio non è impossibile, ma è comunque oneroso. Anche se si ricorre, per ottimizzare la gestione, a un deposito, a un parco bancali proprio e a porta pallet sui semirimorchi. Ecco perché Paolo Morea, direttore del CAN di Noci (BA), non ha dubbi: «Il noleggio è molto meglio, perché è in carico al cliente e solleva da ogni onere»
I
nutile girarci intorno: l’interscambio, così avviene al momento, non piace agli autotrasportatori. Perché è la classica situazione in cui in teoria non dovrebbero avere alcuna responsabilità per quanto accade, ma poi all’atto pratico sono quelli che ci rimettono. È un po’ come essere invitati a cena, per di più con una compagnia neanche tanto simpatica, e poi, al momento del conto, tocca pure pagare. Paolo Morea, direttore del CAN di Noci (Ba) lo dice esplicitamente: «L’interscambio ha un costo fisiologico, che può variare in base a come
36 luglio 2022
lo gestisci, ma comunque è un aggravio. E siccome tale aggravio va moltiplicato per il numero di bancali gestiti quotidianamente, a fine anno ti trovi sempre con una voce di costo importante e, soprattutto, difficilmente preventivabile». E da qui ne fa derivare una conseguenza drastica: «Se al momento attuale ci viene offerto come cooperativa un servizio di trasporto per una GDO in cui è prevista la resa delle pedane, noi tendenzialmente rinunciamo». Ovviamente, per giungere a una tale conclusione il CAN ha dovuto fare diverse esperienze negative con l’inter-
scambio. Morea in proposito riferisce di servizi di trasporto riferiti a precise tipologie di merce – per esempio, il riso – in cui la gestione del bancale è un onere richiesto al vettore e di fatto produce diverse migliaia di euro di costi invisibili. Come si generano è presto detto. «Quando prendi in carico una merce ti vengono consegnati insieme i pallet per poterla movimentare. Nel momento in cui vai a scaricare, questi pallet ti dovrebbero essere riconsegnati. Se non subito, almeno in uno scarico successivo. In pratica, ogni volta che ci si reca in un sito, ci si porta indietro una trentina di pal-
Quando il cliente ha sottoscritto un contratto di noleggio e quindi accetta di organizzarsi per proprio conto, per noi sono finite le preoccupazioni, perché anche le incombenze gestionali vengono sopportate tramite la società di pooling
Paolo Morea, direttore del CAN
let di viaggi precedenti che si vanno a sistemare in un proprio deposito. Quando questi pallet accumulati nel tempo diventano 450, a quel punto si organizza un carico completo da riconsegnare al cliente. Il problema è che in mezzo a tutti questi pallet portati indietro ce ne sono diversi scadenti. Diciamo che di 450 una cinquantina, ma a volte anche di più, vengono scartarti e, di conseguenza, ti vengono addebitati 8-10 euro per ognuno. Poi è vero che per quel viaggio ti viene riconosciuto un compenso, ma difficilmente si riescono a compensare questi costi, oltre al tempo perso». Ma questo è soltanto un metodo per gestire i pallet, quello forse più oneroso. L’altro, che sulla carta dovrebbe funzionare meglio, è quello di dotare ogni veicolo di un piccolo parco di bancali e il semirimorchio di un portapallet. «Perché a quel punto – spiega il direttore del CAN – quando vai dal committente a caricare gli porti una trentina di bancali per poi
riprenderne lo stesso numero una volta che vai a scaricare per sistemarli nell’apposito portapallet, in modo da conservare lo stesso volume di carico. In questo modo ricostituisci il deposito iniziale di pallet per tornare alla situazione di partenza». In ogni caso anche in questo modo ci sono oneri: c’è il doppio investimento da dover sostenere, quello nel parco bancali e quello nel portapallet; c’è un aumento della tara e, quindi, c’è una riduzione della capacità di carico. Conti alla mano una trentina di bancali pesano 750 kg, a cui vanno aggiunti i circa 150 kg (se non di più) del portapallet. Insomma, riuscire a calcolare tutto e a coprire ogni costo non è agevole. Ed ecco perché Morea si è convinto che l’unico strumento in grado di sollevare il vettore dall’onere della gestione dei pallet e dai costi che ne derivano è il noleggio. «Quando il cliente ha sottoscritto un contratto di noleggio e quindi accetta di organizzarsi per proprio conto, per noi
sono finite le preoccupazioni, perché anche le incombenze gestionali vengono sopportate tramite la società di pooling. Ovvio che tutto questo ha un costo. Ma in questo caso a sostenerlo è il cliente, mentre nell’interscambio ricade quasi sempre sull’autotrasportatore».
900 kg È l’aggravio in termini di tara che deriva dal dotarsi di un portapallet e di caricarlo con una trentina di bancali luglio 2022
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DIETRO IL BANCALE
GLI AUTISTI RACCONTANO LE LORO ESPERIENZE AL CAMBIO DI
IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO Piazzali lontani, banchine sporche, bancali scassati. E l’urgenza di fare presto. Con l’interscambio, finora, i conducenti sono stati costretti a recuperare un numero insufficiente di bancali o ad accettare buoni rischiosi. Per questo preferiscono il noleggio o il pallet a perdere
Ci sono certi scarichi in cui perdo un'ora per farmi dare indietro dei pallet, perché dopo che ho scaricato mi dicono: per il reso devi andare due vie più avanti. E io vado. Anche d’estate, sotto il sole cocente, e mi ritrovo in un piazzale non asfaltato, in mezzo a mucchi di bancali scassati e sporchi
S
tare indietro in una catasta di legno dove i pallet recuperabili sono da ricercare con il lanternino.
che adesso dovrebbe essere sostitu-
PIAZZALI DA SCENE WESTERN
embra un western di Sergio Leone, in cui il Buono non è una persona, ma il pezzo di carta
to da vicino le inquadrature delle varie versioni della sfida all’OK Corral, con l’unica differenza che le sparatorie nel vecchio West si concludevano in pochi secondi, mentre l’affannosa ricerca del pallet dura molto di più. «Ci sono certi scarichi», racconta P.R., conducente della bergamasca, «in cui perdo un’ora per farmi dare indietro dei pallet, perché dopo che ho scaricato mi dicono: per il reso devi andare due vie più avanti. E io vado. Anche d’estate, sotto il sole cocente, e mi ritrovo in un piazzale non asfaltato, in mezzo a mucchi di bancali scassati e sporchi».
che viene dato al posto dei pallet (e ito dal voucher della nuova legge), il Brutto è il camionista (non sono tutti brutti, sporchi e cattivi seconda un’abusata quanto distorta iconografia?) e il Cattivo non può che essere quel destinatario che quando riceve la marce, spedisce il conducente del camion a recuperare i bancali da ripor-
38 luglio 2022
Ma il paragone con i film western regge soprattutto negli scenari raccontati dai molti autisti, interpellati dalla pagina facebook di Uomini e Trasporti. Ne viene un ritratto nel quale il caldo, la polvere, il legname accatastato sullo sfondo ricorda mol-
Con il noleggio si eliminerebbe anche il maggiore problema dei ricarichi, che nasce dai pallet resi nella consegna precedente
PALLET
Un’azienda tedesca della GDO si fa pagare per il ritiro differito dei pallet in alcuni centri convenzionati. «Chiedono 70 centesimi a bancale: per un carico medio di 66 EPAL su un autotreno vuol dire pagare una tassa di oltre 45 euro a consegna
E P.D., 58 anni, lamenta: «Alla mia età è dura prendere dal cassone 33 pallet e metterli a terra e – dato che la stragrande maggioranza dei magazzinieri non si prende il fastidio di avvicinarli al porto bancali – devi portarli tu. Per non parlare del fatto che su 33 bancali che costituiscono il carico standard di un camion ne ricevi sempre meno».
Con il noleggio si evitano un sacco di problemi, soprattutto gli addebiti che ti fanno fare il servizio gratis
IL CAMIONISTA VA DI CORSA F.B. di Brescia conferma: «Il committente ritiene che i suoi pallet siano tutti buoni, ma alla consegna ne vengono già scartati 5 o 6. In alcuni circuiti anche il doppio». E L.B. ironizza: «Quando restituisci i bancali, il cliente li rivuole sempre buoni. Insomma, non devono logorarsi. È come dire a un trasportatore che non deve consumare le gomme del camion». Fatto sta, riprende F.B., che «quando vai al reso ti rifilano bancali più osceni di quelli che hanno scartato». Perché quelli buoni spariscono, ammicca, e punta il dito sul braccino corto dei riceventi: «È la logica conseguenza del non pagare e sfruttare le cooperative che lavorano allo scarico». Il problema è che il camionista va sempre di fretta, preferirebbe evitare il buono (quello pre-regolamentazione) che poi rischia di restargli in mano, ma non sempre può rifiutarlo. Sempre F.B. racconta che un’azienda tedesca della GDO si fa pagare per il ritiro differito dei pallet in alcuni centri convenzionati: «Chiedono 70 centesimi a bancale: per un carico medio di 66 EPAL su un autotreno
Dagli scenari dei piazzali raccontati dai molti autisti interpellati on line da Uomini e Trasporti viene un ritratto dove caldo, polvere, legname accatastato sullo sfondo ricorda molto le inquadrature delle varie versioni della sfida all’OK Corral, con l’unica differenza che le sparatorie nel vecchio West si concludevano in pochi secondi, mentre l’affannosa ricerca del pallet dura molto di più.
vuol dire pagare una tassa di oltre 45 euro a consegna».
L’INTERSCAMBIO NON PIACE Insomma, ai conducenti l’interscambio non piace. In attesa di capire e di verificare sulla propria esperienza se la regolamentazione varata per legge eliminerà tutti questi problemi, gli autisti si dividono tra pallet pooling e bancali a perdere. «Con il noleggio si evitano un sacco di problemi», afferma P.S., «soprattutto gli addebiti che alla fine ti fanno fare il servizio gratis». Per di più si eliminerebbe anche il maggiore problema dei ricarichi, che nasce dai pallet resi nella consegna precedente». E F.I. è perentorio: «Tutti pallet a noleggio e
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DIETRO IL BANCALE GLI AUTISTI RACCONTANO LE LORO ESPERIENZE AL CAMBIO DI PALLET
I mille modi per distinguere un bancale dall’altro SI FA PRESTO A DIRE PALLET Bancale o pancale, pedana o paletta: ha tanti nomi il pallet e tante tipologie diverse da rendere necessario un manualetto o un glossario per districarsi attraverso il suo mondo. Nato nella seconda guerra mondiale per consentire il trasferimento rapido e sicuro di ingenti quantità di rifornimenti, a conflitto finito è diventato uno strumento familiare per l’industria produttrice di beni, che negli anni ha sempre cercato il modello, il materiale, le misure e gli standard più utili per trasportare i suoi prodotti.
I MATERIALI
la European pallet Association (EPA) ha sostituito il
1. Pallet in legno. Di pioppo, di abete, di pino o di faggio,
marchio EUR EPAL con EPAL EPAL per garantirne più
sono i più diffusi nel mondo.
rigorosamente la qualità.
2. Pallet in plastica. In polistirene espanso o in polietilene
2. Pallet CP. Sono detti anche Chemical pallet e vengono
ad elevata densità, sono i preferiti nel settore farmaceutico
realizzati in nove differenti dimensioni. Adoperati
o nella grande distribuzione.
inizialmente dall’industria chimica e da quella della
3. Pallet in metallo. In acciaio o in alluminio, sono i più
plastica sono generalmente inclusi nel prezzo di vendita.
costosi, ma garantiscono durata e resistenza. 4. Pallet in cartone. Troppo fragili per il trasporto, vengono usati solo per scopi espositivi.
LA GESTIONE 1. Interscambio. Consiste nella restituzione di un numero
5. Pallet pressati. Il legno proviene da sottoprodotti di
di pallet uguale a quello scaricato con la merce, quando
segheria pressati e incollati con resine sintetiche, per cui
non sia possibile la restituzione immediata di quelli
hanno una limitata capacità di carico.
ricevuti (e cioè quasi sempre). Il presupposto è che committente e destinatario adottino un pallet standard a
GLI STANDARD
qualità controllata.
1. Pallet EUR (ora EPAL EPAL). È il pallet piatto a quattro
2. Noleggio. È il pallet pooling. L’utilizzatore si affida a una
vie 800x1200 mm, impiegato dal 1991 da 19 reti ferroviarie
società che gli mette a disposizione i pallet necessari per
europee. È realizzato sulla base di un capitolato tecnico
poi provvedere a ritirarli ed eventualmente a ripararli per
che ne stabilisce tutte le caratteristiche. Dal 2013
rimetterli in circolazione.
finisce la storia». Fautore del pallet a perdere è invece L.P.: «Il pallet è di
Quando restituisci i bancali, il cliente li rivuole sempre buoni. Insomma, non devono logorarsi. È come dire a un trasportatore che non deve consumare le gomme del camion
proprietà di chi spedisce la merce, non può e non deve essere affidato al trasportatore come merce da rendere al mittente». E C.A. è d’accordo: «I pallet non dovrebbero essere scambiati perché sono parte integrante della merce e il cliente deve comprare tutto insieme». Giudizi perentori. Riuscirà la regolamentazione dell’interscambio a far loro cambiare idea?
40 luglio 2022
DIETRO IL BANCALE VANTAGGI E CARATTERISTICHE DI UN ACCESSORIO PREZIOSO
di Massimiliano Barberis
In
andata fanno da base per il carico. Spesso, in ritorno, vanno riportati in-
dietro (in azienda o dal committente), possono viaggiare anche da soli. A quel punto per fare in modo di non rendere i pallet un ingombro e soprattutto per non inficiare il volume di carico pagante, si installano sotto al telaio degli appositi contenitori. Di norma l’allestitore, tedesco o italiano che sia, non li produce in proprio, ma li acquista da fornitori locali e li monta su richiesta dei clienti, per un costo aggiuntivo che si aggira sui 1.500-1.700 euro. Quasi sempre i cassoni portapallet sono in alluminio per contenere al massimo il peso. L’acciaio è usato a volte per i centinati che hanno una struttura meno stabile di una cassa isotermica. Di solito sono di tre misure differenti, in base ai pallet che si vogliono trasportare: 24, 30 o 36 pezzi (ma possono essere progettati anche per 8, 16 o 18 pallet). Più lo si prende grande, più l’altezza da terra si riduce e di conseguenza aumenta il rischio di danni al cassone. «L’ideale come dimensioni è il 36 pallet, come altezza da terra quello da 24», spiega puntuale Alberto Maggi della Multi-
trax, «quindi spesso si finisce con il trovare un compromesso sul modello che ne carica 30. Noi li compriamo insieme ai veicoli dai nostri fornitori. Sui trailer centinati si monta spesso, sui piani mobili con le porte laterali praticamente sempre. Sugli isotermici direi che è praticamente un obbligo». Andrea Menci, primo allestitore italiano, la vede diversamente: «Sui nostri piani mobili ne montiamo pochi, una decina all’anno circa. Sui trailer a marchio Zorzi forse anche qualcosa in meno». In Italia vi sono due grandi realtà che producono contenitori portapallet, la Daken/Bawer di Matera e a Cesena, nel cuore dell’agroalimentare nazionale ed ex polo costruttivo degli isotermici, la Tecnomontaggi. Daken ha in gamma la linea Zen in acciaio zincato con un sistema migliorato – e brevettato – di chiusura, posizionato sulla parte superiore, per agevolarne l’accessibilità. Inoltre, è stato semplificato il sistema di leveraggio – a basso impatto dimensionale ed estetico – che permette la totale apertura del coperchio, dotato di sistema di blocco a garanzia di un eventuale scorrimento accidentale.
Tecnomontaggi ne produce ogni anno 2-300 circa e ha in listino il modello Albatros/6 Compact realizzato interamente in alluminio, da 130 kg di peso, che consente un risparmio di tara. È prodotto con tubolari dalle forme arrotondate e angolari che lo adattano maggiormente al rimorchio, così da rendere il portapallet più compatto. Le saldature a TIG eliminano vari sistemi di imbullonatura e rendono ermetico il portabancali. Essendo anche modulabile e scomponibile, assorbe maggiormente gli urti e in caso di incidenti che intacchino la struttura è possibile sostituire solo la parte lesionata. I tempi di consegna di norma sono molto rapidi, anche perché qui ancora esistono stock. Le opzioni possibili in termini di materiale produttivo, come accennato, sono diverse (alluminio grezzo o verniciato, acciaio zincato o verniciato) e spesso offerte dallo stesso costruittore. Senza dubbio, però, anche questi semplici, ma fondamentali accessori hanno visto salire i listini prezzi a causa della scarsità delle materie prime.
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DIETRO IL BANCALE
IL PROCESSO DI RIGENERAZIONE DEI RIPARATORI CERTIFICATI
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ulla si spreca, tutto si trasforma. Il «mantra» dell’economia circolare abbraccia anche il mondo o del pallet. Anzi – forse non tutti lo sanno – ma in questo settore il nostro Paese vanta ottimi risultati. A testimoniarlo sono i dati contenuti nel Rapporto 2021 di Rilegno, Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno, secondo cui l’attività di rigenerazione dei pallet è in crescita. Lo scorso anno ne sono state recuperate 908.066 tonnellate (+9,8% sul 2020), pari a circa 70 milioni di pallet usati, ripristinati per la loro funzione originaria e reimmessi sul mercato. E l’ambiente, sentitamente, ringrazia, dal momento che attraverso questo processo di recupero dei materiali vengono risparmiate nuove materie prime ed evitate le emissioni di CO2 nell’atmosfera nei processi di produzione.
I RIPARATORI DI PALLET L’attività di smaltimento, riparazione e recupero dei pallet è resa possibile grazie al lavoro delle circa 140 aziende certificate Eur-Epal diffuse sul territorio. La maggior parte dei riparatori certificati è localizzata nelle aree a maggiore presenza industriale come Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, To-
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140 È il numero delle aziende certificate Eur-Epal diffuse sul territorio per lo smaltimento, la riparazione e il recupero dei pallet. La maggior parte dei riparatori certificati è localizzata nelle aree a maggiore presenza industriale come Veneto, Lombardia, EmiliaRomagna, Piemonte, Toscana e Lazio
scana e Lazio. Altre regioni interessanti sono sicuramente Puglia e Campania, ma il numero di riparatori è fortemente sottostimato, data la tendenza a non associarsi al gruppo Epal e a operare in modo autonomo soprattutto con tipologie di pallet non-standard. «Questa è una nota dolente del nostro settore», denuncia Martina Marruso, titolare della Naturalpallet di Torino, azienda consorziata sia a Conlegno che all’Epal e da oltre trent’anni punto di riferimento nel settore della riparazione di pallet. «L’Epal – spiega Marruso – detta degli standard ben precisi per poter riparare
LA SECONDA VITA DEL PALLET I bancali usati, per quanto usurati, possono essere sottoposti a un processo di rigenerazione in grado di donare loro nuove possibilità di impiego. A tutto beneficio dell’ambiente. Una pratica virtuosa che si inserisce nel più ampio contesto dell’economia circolare
di Gennaro Speranza
le pedane (le strisce di legno vanno tagliate in un certo modo, si usano i loro chiodini e i loro marchi, ecc.). Tuttavia, ci sono molte aziende che riparano bancali Epal senza essere consorziati al gruppo. Di conseguenza, i bancali di queste aziende vengono offerte a un prezzo più basso rispetto a quelle di riparatori, come noi, che invece operano rispettando gli standard dettati da Epal».
COME AVVIENE IL RECUPERO Ma come avviene concretamente il processo di recupero dei pallet? A illustrarcelo è la stessa Marruso, che racconta come tutto parta dal ritiro presso le aziende (prevalentemente del settore alimentare) dei bancali non più utilizzabili. «Il materiale che arriva in azienda – spiega – viene stoccato nella zona di selezione. Alcuni nostri operatori inizia-
CHE COS’È IL CIPPATO Il cippato è un combustibile a biomassa – utilizzato per processi industriali – che si ottiene riducendo il legno in piccole scaglie. Viene prodotto a partire da scarti di pallet e ramaglie attraverso la cippatrice ed è un materiale molto economico se rapportato ai combustibili tradizionali quali gas metano, GPL o gasolio, utilizzati solitamente per il riscaldamento domestico.
no la cernita e i pallet ritenuti idonei alla possibilità di avere una seconda vita, vengono portati nella zona di taglio ai quali vengono rimosse le parti da sostituire. Il processo continua nella zona di riparazione dove vengono aggiunte le parti rimosse. Finita la riparazione, viene posto un chiodino riportante il codice dell’azienda che l’ha effettuata e in questo modo i pallet sono pronti per essere riemessi nel mercato». I pallet che invece non hanno più possibilità di essere riparati vengono portati nella zona di triturazione e trasformati in legni di piccole scaglie. È così che nasce il cosiddetto cippato. «Questo materiale passa sotto a un grande deferizzatore che elimina i chiodi e le parti in ferro presenti. Il cippato prodotto viene quindi scaricato in appositi cassoni in ferro per essere successivamente trasportato o nelle centrali a energia termica da biomassa o in stabilimenti atti alla produzione di pannelli».
IL PROCESSO DI STERILIZZAZIONE Una parte fondamentale all’interno del processo di lavorazione del pallet consiste, infine, nel trattamento di essicazione in forno, noto anche come trattamento fitosanitario HT ISPM-15, dove la sigla HT sta per high temperature: indica cioè che il legno è stato trattato ad alte temperature durante la lavorazione per garantirne la durabilità nel tempo, poiché essendo fatti in legno sono elementi facilmente attaccabili da insetti
908.066 Sono le tonnellate di pallet recuperate nel 2021 in Italia (+9,8% sul 2020), pari a circa 70 milioni di pallet usati, ripristinati per la loro funzione originaria e reimmessi sul mercato e parassiti. «La globalizzazione dei mercati degli ultimi anni – osserva Marruso – ha portato all’intensificarsi degli scambi commerciali fra i vari Paesi extra europei. Talvolta, il materiale da imballaggio in legno ha rappresentato un canale di introduzione e diffusione degli organismi nocivi. È per questo motivo che il trattamento termico degli imballaggi in legno viene effettuato prima della partenza, in modo da eliminare possibili organismi nocivi mediante l’esposizione degli imballaggi a temperature superiori ai 60° C per un periodo di tempo stabilito dal consorzio Conlegno. Eseguito il trattamento termico, viene rilasciato al cliente la documentazione che approva l’avvenuta esecuzione».
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DIETRO IL BANCALE
LE EVASIONI BARBARICHE DEL COMMERCIO DI PALLET
QUANDO LA TRUFFA POGGIA
SUL BANCALE
Quella delle frodi dei pallet è un'attualissima vecchia storia che si ripete da decenni. Il meccanismo è più o meno sempre lo stesso: gli imballaggi in legno vengono rubati e, grazie a società fantasma che emettono fatture false, reimmessi nel mercato a prezzi più bassi, evadendo le tasse e alterando in maniera rilevante i prezzi del settore
A
vete presente Totò, Peppino e la malafemmina? Nel film c’è una gag forse meno famosa rispetto a quelle più impresse nella memoria collettiva (la dettatura della lettera o l’arrivo alla stazione di Milano), ma ugualmente brillante. È quella in cui Totò escogita un astuto stratagemma: rubare al fratello i soldi dal suo nascondiglio per poi restituirglieli per saldare un debito. In realtà, si tratta sempre degli stessi soldi. Ecco, questo è esattamente lo stesso collaudato meccanismo perpetrato da alcuni soggetti «maestri» del commercio abusivo di pallet. In pratica, allo stesso modo di Totò, i «ladri di pallet» rubano sempre gli stessi bancali per poi rivenderli sottocosto, con tanto di fatture false. Le pagine di quotidiani sono piene di cronache di questo tipo (non a caso si parla di «truffa alla Totò») e di bollettini della Guardia di Finanza che descrivono minuziosamente il modo in cui certe imprese operano illecitamente nel settore del commercio di pallet.
ALLE ORIGINI DELLA TRUFFA Il giochino del furto e della rivendita in nero dei bancali è noto agli investigatori già dai primi anni 2000, quando la Finanza di Treviso scoprì una maxi evasione fiscale da 40 milioni di euro che aveva portato alle denuncia di 29 persone e alla confisca di 15 società italiane (distribuite tra Veneto, Emilia-Romagna, Basilicata e Puglia), 3 polacche e 1 ungherese. Fu inoltre sequestrato un quantitativo di 3.700 bancali in legno irregolari. Abbastanza per trasportarci tonnellate e tonnellate di prodotti diretti verso le nostre tavole. Fu la prima grande operazione antifrode sui pallet condotta nel nostro Paese e che trovò un’ampia eco mediatica. All’epoca, i sospetti delle Fiamme Gialle erano partiti dal controllo dei chilometraggi dei camion di una ditta di trasporti del trevigiano che non corrisponde-
30% è la quota del mercato dei pallet usati che si stima sia gestito illegalmente (Conlegno) vano alla grande mole di fatture che certificavano numerosi viaggi in Italia e all’estero. In particolare, la truffa cominciava con la sottrazione di bancali usati dai centri di distribuzione, presumibilmente per mezzo di figure interne alla catena logistica e quindi
I rischi della mancata sanificazione I PALLET ILLEGALI? NUOCIONO ANCHE ALLA SALUTE Il racket dei bancali è costellato non solo da fenomeni illeciti a livello economico che vanno dal riciclaggio di denaro all’evasione fiscale, fino alle false fatturazioni, ma anche da crimini ambientali, con rischi sanitari per merci, lavoratori della logistica e consumatori finali. Nel capitolato EPAL, infatti, è previsto che ogni bancale debba essere sanificato dopo l’utilizzo. Cosa che chi gestisce il mercato nero dei pallet si guarda bene dal fare. Capita così che un bancale possa essere utilizzato prima per il trasporto di pesticidi e poi ospiti frutta e verdura destinate ai supermercati. La possibilità di contaminazione così cresce enormemente.
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120 milioni è il numero di unità movimentate all’anno in Italia dal mercato nero dei pallet (Legambiente)
720 mln /€
è il giro d’affari del racket dei pallet nel nostro Paese (Legambiente)
«disponibili» - per così dire – a collaborare, e poi proseguiva con la rivendita a prezzi più bassi alle stesse imprese produttrici. L’approvvigionamento di questi bancali veniva poi «regolarizzato» mediante l’artificiosa interposizione fittizia di altri soggetti economici completamente sconosciuti al fisco, cioè società fasulle (quelle che la Finanza chiama «cartiere») costituite al solo scopo di emettere fatture attestanti la vendita (in realtà mai avvenuta) dei pallet. In questo modo, gli imprenditori, resisi responsabili della frode fiscale, potevano disporre di un «documento» che rivestisse di legittimità i costi evidenziati in contabilità. Il sistema così impostato consentiva agli imprenditori denunciati, oltre all’evidente risparmio d’imposta, di vendere i bancali in legno a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato, ponendo così in essere una concorrenza sleale nei confronti di chi opera lecitamente.
SCANDALI SENZA FINE Ma le indagini su questa oscura fetta del trasporto sono continue: negli ultimi dieci anni sono stati tanti i sequestri e le indagini con cui la Finanza
ha individuato e denunciato società responsabili di un vero e proprio impero del pallet farlocco. Citiamo, per esempio, la frode scoperta a Cesena nel 2012 con un giro di fatture false per oltre 15 milioni di euro, emesse da 18 società operanti tra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia, tutte connesse mediante un vorticoso giro di società «cartiere» che emettevano fatture fasulle. Altrettanto clamore suscitò la truffa scoperchiata nel lodigiano nel marzo 2016, quando vennero sequestrati centinaia di migliaia di bancali, perquisite due aree industriali e sette aziende, denunciate 30 persone e altre 23 società fittizie per l’emissione di fatture false. Il giro d’affari abusivo fu quantificato in circa 10 milioni di euro l’anno. L’ultimo grande sequestro risale all’aprile di quest’anno. 16 persone sono state denunciate nel lucchese per aver messo in piedi un giro di dieci società fantasma che producevano fatture false per un ammontare totale di oltre 10 milioni di euro, con un’evasione Iva e Ires di 2,2 milioni. Insomma, tutti professionisti della truffa. Altro che Totò.
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PREZZI DI LEGNO DOPO LA CRISI DELLO SCORSO ANNO, IL CONFLITTO IN UCRAINA FA
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ue botte così in due anni non possono non lasciare il segno. A sconvolgere il mercato del legno nel 2021 era stata la scelta protezionistica dell’allora presidente americano Donald Trump il quale, in piena ripresa post Covid, ha imposto un dazio del 20% al vicino Canada, primo esportatore di legname al mondo, facendo indirizzare la crescente domanda dell’industria USA verso la più economica Europa (soprattutto Germania e Paesi scandinavi), alla quale contemporaneamente si è rivolta anche la Cina – ormai terzo paese al mondo nelle importazioni di legname tedesco – per sostenere la ripresa dopo i lockdown. Con l’aggiunta che i produttori europei hanno scoperto che Usa e Cina pagano meglio e hanno dirottato verso questi Paesi il loro legname, rarefacendo l’offerta europea e facendo lievitare i prezzi. Al punto che il presidente di Assoimballaggi, Ezio Daniele, nell’aprile di un
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Le trattative decollare la misura Oltre al legnoper c’è far di più
Non bastavano gli aumenti del costo del legno. A complicare la vita ai fabbricanti di pallet ci si mettono anche i chiodi. Colpa della guerra in Ucraina, soprattutto, e delle sanzioni comminate alla Russia e alla Bielorussia che escludono anche i chiodi dalle loro esportazioni verso l’Europa, mentre le acciaierie ucraine sono tra i principali obiettivi degli attacchi russi, come la Azovstal, l’acciaieria di Mariupol che per 82 giorni ha resistito agli attacchi russi, dalla quale erano partiti gli acciai per il nuovo ponte di Genova e, probabilmente, le forniture di chiodi per la costruzione di pallet, attività anch’essa assai diffusa in Ucraina. Fatto sta che secondo l’associazione federale tedesca degli imballaggi HPE (Holzpackmittel - Paletten - Exportverpackung) per produrre un europallet sono necessari 78 chiodi e il 90% di quelli utilizzati in Germania sono realizzati con acciaio russo, uno dei pochi ad avere la qualità necessaria per fabbricare i chiodi lunghi e robusti che servono per i pallet. La carenza ha costretto i produttori a cercare urgentemente nuovi fornitori, mai provati in passato, come Turchia e Lituania.
RISALIRE LE TARIFFE
LE MONTAGNE RUSSE
DEL LEGNO
Il costo del legname sembrava essersi assestato a gennaio su un aumento del 48% rispetto al periodo pre-pandemia. Poi la guerra in Ucraina ha riaperto la corsa dei prezzi e gettato il settore nell’incertezza. Il legno ci sarebbe, ma si profila l’ombra della speculazione
+ 280 % È il picco di incremento del prezzo dei pallet registrato verso la fine del 2021. Poi, all’inizio del 2022 ci si è attestati su un +48%. Ma a febbraio è iniziata la guerra in Ucraina e la corsa ai rialzi è ripresa
anno fa aveva lanciato un grido d’allarme: aumenti del 30% per il legno e conseguenze analoghe per i pallet, i cui costi sono al 75% quelli della materia prima.
LA GUERRA IN UCRAINA Su questo scenario è piombata l’invasione dell’Ucraina che ha di fatto ridimensionato le forniture di legname e di pallet provenien-
ti sia – per motivi evidenti – dal Paese invaso, sia – per le sanzioni – dal paese invasore. Entrambi non sono solo grandi produttori di legname, ma anche di pallet, compresi i bancali EPAL, il marchio dell’interscambio europeo che ha aderito al programma di sanzioni. Basta scorrere l’elenco delle fabbriche di pallet ucraine sul portale Europages («the B2B sourcing
platform») per toccare con mano quante si trovano nell’area orientale, maggiormente investita dal conflitto: la Anmiro di Kharkov, la TLT-Trend Living Trade di Sumy (la città perduta e riconquistata da Kiev) che produce EPAL e dove si parla italiano, la Zhytomyrpallets di Korosten e la Vales-Wood LLC di Chernihisivska (anche quest’ultima produce EPAL) al confine con
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PREZZI DI LEGNO DOPO LA CRISI DELLO SCORSO ANNO, IL CONFLITTO IN UCRAINA FA
È iniziato in un clima di incertezza dovuto al conflitto ucraino, le conseguenze temiamo possano palesarsi proprio all’inizio dell’autunno Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo
Russia e Bielorussia, la Chernigiv di Chernigov, città devastata dai bombardamenti. Anche se le segherie dell’Ovest ucraino ancora lavorano, quelle dell’area attaccata dai russi hanno forti difficoltà a produrre pallet e a inviarli in Europa centrale a causa della distruzione delle infrastrutture, obiettivo strategico dichiarato dagli stessi russi. Secondo il Rapporto Pallet 2019 del Centro studi di Federlegno da Kiev, nel 2018 abbiamo importato un milione 823 mila pallet, il 10% delle nostre importazioni, ma con un trend di forte crescita a partire dalla metà del decennio. È probabile che prima del conflitto il nostro import di pallet dall’Ucraina sia ulteriormente aumentato. Se alle ridotte forniture di Kiev, si aggiungono quelle
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bloccate dalle sanzioni in Russia e Bielorussia, la mancanza di pallet si fa sentire.
IL PREZZO DEL LEGNO Ma alla riduzione delle importazioni di bancali (che coprono meno del 20% del nostro fabbisogno con 18 milioni di pallet su 103, secondo i dati del rapporto Pallet 2019) c’è da aggiungere i continui aumenti del prezzo del legno che colpiscono la
78 È il numero di chiodi necessario per realizzare un pallet. Il 90% di quelli utilizzati in Germania sono fatti con acciaio russo, perché dispone della qualità necessaria per fabbricare i chiodi lunghi e robusti che servono per i pallet produzione italiana di bancali. Già un anno fa, dopo il primo shock, il presidente di Conlegno, Orlando Fravega, lamentava che il 2021 sarebbe stato «un anno difficile per il settore a causa del prezzo del legname fuori controllo e della scarsità della materia prima». Un impazzimento che a gennaio 2022, dopo aver toccato incrementi tra il 130% e il 280%, sembrava aver mutato direzione, attestandosi su un aumento del 48% rispetto ai livelli pre-pandemici. Poi, il 24 febbraio, la Russia ha invaso l’Ucraina e le montagne russe (è il caso di chiamarle così) del prezzo del legno sono ricominciate. Da Russia, Bielorussia e Ucraina, in realtà, importiamo soltanto il 5,3% del legno che arriva dall’estero, ma i mercati sono ormai globalizzati e quello del legname già sentiva
20 % È la quota di mercato, arrotondata in eccesso, dei pallet importati dall’estero. In termini assoluti sono 18 milioni di pezzi rispetto a un mercato di 103 milioni
RISALIRE LE TARIFFE
Il mercato del legname già sentiva il peso di una domanda dilatata dalla ripresa dell’edilizia negli Stati Uniti, dove sono stati varati incentivi per la casa. La stessa cosa avvenuta in piccolo in Italia con il 110% che ha fato aumentare la domanda interna di materiale da costruzioni, legno compreso
il peso di una domanda dilatata dalla ripresa dell’edilizia negli Stati Uniti, dove sono stati varati incentivi per la casa. La stessa cosa avvenuta in piccolo in Italia con il Superbonus del 110% che ha fato aumentare la domanda interna di materiale da costruzioni, legno compreso. Il conflitto in Ucraina
5,3 % È la percentuale di legno di provenienza estera che importiamo da Russia, Bielorussia e Ucraina
non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco, creando quello che è lo spauracchio di ogni imprenditore: l’incertezza del futuro. Lo ha ammesso senza remore il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, all’ultimo Salone del Mobile di Milano: «È iniziato in un clima di incertezza dovuto al conflitto ucraino, le conseguenze temiamo possano palesarsi proprio all’inizio dell’autunno».
L’INCERTEZZA E LA SPECULAZIONE Un’incertezza che apre spazio alla speculazione. A causa della carenza di legname (o meglio dell’incertezza sulla sua reperibilità) i forestali vendono il loro legname alle grandi segherie del centro e del nord Europa con aste al miglior
offerente. È cominciata un anno fa. L’ha raccontato al Il Sole 24 Ore Francesco Zanzotto, titolare della Zanzotto Legno di San Vendemiano, Treviso: «Le segherie europee non accettano più programmi a media o a lunga scadenza. Ci chiamano e ci dicono: ho a disposizione per la prossima settimana una certa quantità di legname a questo prezzo. Prendere o lasciare». E quelli che accettano una programmazione degli ordini a lunga scadenza, si riservano di decidere il prezzo al momento della consegna. Insomma, il legno si può trovare, ma costa caro. Parafrasando una vecchia barzelletta troppo oscena per riportarla tutta: non è il legno che manca, mancano i soldi. luglio 2022
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PREZZI DI LEGNO
IL COSTO DEI BANCALI IN CRESCITA CONTINUA DA DUE ANNI A QUE
CARO PALLET, MA QUANTO MI COSTI? Da 8-9 a 20 euro il nuovo, da 7 a 16-18 l’usato per rimanere ai bancali EPAL, gli unici il cui standard permetta un confronto anche sull’usato suddiviso in tre categorie. Incrementi del 135-140 per cento. Il balzo più forte è stato registrato nel febbraio di quest'anno
IL NUOVO
quanto costa un pallet? Dipende. Ce ne sono di tutti i tipi e di tutti i prezzi: quelli di plastica costano (o meglio costavano) mediamente un po’ di più di quelli in legno, molto di più – oltre i 30 euro – se sono in plastica riciclata, per chi vuole difendere fino in fondo la sostenibilità della propria attività. Assai più cari sono quelli di metallo, che superano i 100-150 euro, ma sono rivolti a determinati tipi di merce, per esempio quella più pesante. Per capire quello che sta accadendo sul mercato dei bancali, bisogna ragionare sui pallet di legno e, tra questi,
sullo standard EPAL che consente un confronto valido soprattutto nel tempo.
IL PREZZO DEL NUOVO Ebbene, due anni fa (ai tempi del Covid) un pallet EPAL nuovo costava 8-9 euro, oggi supera i 20. Andando su internet a raschiare il fondo del barile, a metà giugno, sul sito trovaprezzi.it se ne trovavano a 15,25, ma per scoprire (dalle scritte in piccolo) che sono rigenerati, che bisogna acquistarne almeno tre pezzi e che con i costi di spedizione si spende alla fine 25,05 euro. Ma la cifra media è
135,2% È la percentuale di aumento di prezzo fatto registrare da un pallet nuovo negli ultimi due anni. Allora il prezzo di aggirava sugli 8,5 euro, oggi supera i 20. In pratica per acquistare i 33 con cui in genere si compone un carico completo, un’azienda di autotrasporto deve spendere circa 660 euro
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proprio quella di 20 euro e qualche centesimo. Da 8,5 è un aumento del 135,2%. Solo che a 20 euro cadauno, per il produttore vuol dire spendere 660 euro per ogni camion di merce (che ne contiene 33). Un imprenditore che deve far partire 10 mezzi, per acquistare i pallet necessari dovrà pagare 6.600 euro. E dovrà far fronte a una perdita – fisiologica – di 5-6 pallet a camion (danneggiati o andati perduti) che vuol dire ricomprarne altri 50-60 per mantenere il parco pallet allo stesso livello, sborsando altri 1.000-1.200 euro. Un salasso.
142% È l’aumento di prezzo di un pallet usato. Rispetto ai 7 euro di inizio 2021, adesso si possono toccare punte superiori ai 18 euro e comunque difficilmente sotto i 16 euro
L’USATO
Ma
STA PARTE
IL PREZZO DELL’USATO Naturalmente, c’è un florido mercato dell’usato, che però risente delle dinamiche di quello del nuovo, ma è proprio lì che si percepisce meglio l’andamento dei prezzi. Il pallet EPAL usato, proprio per la sua funzione nell’interscambio è sottoposto a una rigida classificazione: la classe A mostra un legno chiaro, non garantisce gli standard fitosanitari, ha un massimo di 22% di umidità residua; la classe B ha un colore più scuro; la classe C è ancora più scura e mostra segni di umidità in superficie. Quest’ultimo tipo di pallet EPAL usato che, secondo le rilevazioni di Dachser Intelligent logistics, pubblicate nel marzo di quest’anno, all’inizio del 2021 «si aggirava a circa 7 euro, ha raggiunto punte di 18. Al momento il costo varia tra i 10 e 12 euro al pallet». Cifre che hanno continuato a crescere, e a metà giugno, dopo pochi mesi, su internet gli EPAL usati oscillano fra i 16,78 e i 18,30 euro. Anche in que-
sto caso da 7 a 17 euro, l’aumento è del 142%. Anche a spanne i conti tornano.
L’INDICE DEL VALORE Ma la misura più efficace per capire l’andamento di questo mercato – anche se non riguarda un vero e proprio prezzo – è l’indice dell’Osservatorio permanente sul valore del pallet EPAL che rileva il valore di mercato del pallet EPAL interscambiabile. Promosso da ECR Italia, l’associazione delle principali aziende della produzione e della distribuzione costituita per migliorare l’efficienza di filiera, l’Osservatorio rileva periodicamente (la sca-
denza semestrale non sempre è rispettata) il valore del pallet EPAL da usare nelle controversie dell’interscambio. Nel settembre 2021 il valore era di 7,98 euro, leggermente più alto delle rilevazioni precedenti e comunque addirittura inferiore al 7,99 registrato nel 2014. Che qualcosa sia accaduto negli ultimi tempi lo dimostra l’ultima rilevazione, del febbraio 2022, che ha fatto balzare il valore a 12,15 euro: 4,17 euro in più in cinque mesi. Pari a un incremento del 52,2%. A questi prezzi non stupisce che la plastica diventi competitiva. luglio 2022
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PREZZI DI LEGNO INTERNET OF THINGS, APP E REALTÀ AUMENTATA
SOLUZIONE 1: L’INTERNET DELLE COSE
Il
futuro della logistica è sempre più digitale e integrato, o forse sarebbe più opportuno parlare di presente, dal momento che le nuove e più moderne tecnologie si stanno già applicando anche ai bancali per il trasporto merci. Secondo un rapporto del febbraio 2020 della società di consulenza Coherent Markert Insights, infatti, la previsione di crescita della tecnologia applicata agli Smart Pallet è del 4,2% annuo fino al 2027. Grazie alla Blockckain e all’Internet of Things, termini con cui dovremo fare i conti sempre più spesso, oggi è quindi possibile migliorare le diverse fasi della sup-
ply chain e ricavare dati utili per ottimizzare i processi decisionali. Uno dei principali progetti di Smart Pallet è nato grazie alla collaborazione tra la European Pallet Association (EPAL), l’Istituto Fraunhofer per il Flusso dei Materiali e Logistica (IML) e la società di telecomunicazioni Deutsche Telekom, che nel 2018 hanno immesso in circolazione i cosiddetti iPAL, con la partecipazione di numerose aziende di tutti i settori, come quello del retail o del chimico. E proprio quest’ultimo ha offerto un caso di studio particolarmente interessante. L’azienda tedesca BASF, colosso della chimica, sta
collaborando con la startup olandese Ahrma Holding BV per lanciare un concetto di Smart Pallet completamente nuovo sul mercato della logistica. Si tratta di bancali abilitati all’«Internet delle cose» e alla Blockchain al fine di ottenere dati da inserire in un sistema di registro digitale che, una volta analizzati e rielaborati, sono in grado di offrire preziose informazioni come la posizione in tempo reale dei pallet, le loro condizioni durante gli spostamenti e le condizioni di qualità dei prodotti trasportati, tra cui anche la temperatura dell’ambiente, dimostrando interruzioni nella catena del freddo o eventuali perdite.
SOLUZIONE 2: LA APP COME GESTIONALE SavEpal è una app che aiuta a controllare e a rimuovere eventuali criticità della movimentazione e nel trasporto dei pallet, abbattendo tempi e costi. Pensata per un utilizzo semplice da parte di autista o magazziniere, consente di aggiornare costantemente il numero dei pallet caricati e scaricati, quello dei pallet contestati, di inserire foto come prova dell’accaduto e di esportare il tutto in vari formati.
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CCO COME I PALLET DIVENTANO INTELLIGENTI Benedette tecnologie! C’è la Blockchain e l’Internet delle cose che consentono di tracciare i bancali e di segnalare anomalie o danneggiamenti prima di giungere a destinazione. E poi ci sono app con cui gestire interscambio e contestazioni lasciando traccia di ogni evento. Infine, c’è la realtà aumentata per individuare l’ottimale impilamento delle merci sui pallet, così da rendere i carichi più leggeri e stabili di Elisa Bianchi
Si tratta, in altre parole, della cosiddetta tecnologia «Track and trace» che consente la raccolta dei dati dei carichi in viaggio su pallet o container e il loro successivo monitoraggio con l’obiettivo, tra gli altri, di riuscire a riconoscere quando una consegna è incompleta o danneggiata prima che arrivi a destinazione. Una soluzione resa possibile dall’integrazione sui bancali intelligenti di transponder (dispositivi che permettono la ricezione di un segnale poi amplificato e ritrasmesso su una diversa frequenza) wireless alimentati a batteria, oltre che il software Ahrma Supply Chain Big Data, che una volta attivati registrano e trasmettono i dati direttamente al cloud dove tutte le informazioni sono stoccate in maniera immutabile, trasparente e condivisibile con i diversi attori della filiera. La stessa tecnologia può essere applicata anche i container, così da ricavare informazioni utili per eseguire un doppio controllo e monitoraggio e per la certificazione della qualità dei dati raccolti. Ma non è tutto. Anche le applicazioni, infatti, possono offrire il loro contributo alla digitalizzazione dei bancali. È il caso di SavEpal che promette, in pochi clic, di tenere sotto controllo ed eliminare i problemi relativi a movimentazione, stoccaggio e trasporto dei pallet, abbattendo tempi e costi. L’App è infatti pensata per un utilizzo semplice e immediato da parte dell’autista o del magazziniere. Basta acce-
SOLUZIONE 3: LA REALTÀ AUMENTATA Questo visore, concepito dall’Istituto Fraunhofer IML, va fatto infilare a un magazziniere per aiutarlo a verificare se i pallet siano stati impilati in modo ottimale e quindi più stabile e sicuro. In più, un impilamento ottimale aiuta anche a contenere gli ingombri interni al camion nel momento del trasporto.
dere alla piattaforma e autenticarsi per vedere la lista delle transazioni, aggiornata giornalmente, aggiungere il cliente e compilare il numero dei pallet caricati e scaricati. Anche i reclami possono essere gestiti direttamente tramite l’app, selezionando il cliente, la tipologia di pallet, il numero di quelli contestati e inserendo una foto. Tutti i dati possono inoltre essere esportati in diversi formati e consultati in qualsiasi momento. Infine, un’ulteriore soluzione tecnologica è quella offerta dalla Realtà Aumentata. L’Istituto Fraunhofer IML (già coinvolto nella realizzazione degli iPAL) ha sviluppato dei display ottici in grado di fornire ai magazzinieri informazioni in merito all’ottimale impilamento delle merci sui pallet, così da rendere i carichi più leggeri e stabili. Si tratta
quindi di un assistente digitale che comprende una parte hardware, il display binoculare trasparente che aumenta la visione effettiva di chi lo indossa per mezzo di informazioni supplementari proiettate nella linea di vista, e una parte software, che determina il piano di impilamento ottimale e quindi di verifica il risultato. Tutte soluzioni, compresa quest’ultima, che strizzano l’occhio anche all’ambiente, dal momento che un migliore impilamento dei pallet richiede un minor numero di camion per il loro trasporto, mentre il sistema di comunicazione e scambio dati reso possibile dall’Internet of Things e dalla Blockchain consente di ottimizzare anche il processo di riuso e riciclo dei pallet riducendo così l’impatto ambientale.
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PREZZI DI LEGNO
STORIA E CURIOSITÀ DEL PALLET
ALLA «BASE» DEL TRASPORTO Dalla prima normazione a Ginevra di sessant’anni fa, con cui si stabiliva il libero passaggio dei bancali attraverso i confini degli Stati, alla definizione di uno standard nel 1991. Sullo sfondo, una gestione degli interscambi diventata via via sempre più articolata di Gennaro Speranza
circolazione dei cittadini). Da lì in poi si decise infatti che i bancali in legno sarebbero potuti entrare e uscire dagli Stati membri senza alcuna imposta daziaria. Si trattava, in sostanza, della concessione del passaporto a un oggetto che cominciava a essere ritenuto sempre più indispensabile, come lo è ancora oggi, se non di più, per l’intero mondo del trasporto e della logistica.
UNO STANDARD EUROPEO
L'INVENZIONE DEL PALLET Molti esperti ipotizzano che già gli Egizi spostassero i materiali da costruzione su assi di legno spinte da rulli, datando nel primo millennio a.C. la comparsa del primo prototipo di pallet. Nonostante le sue lontane origini, la prima forma di bancale simile a quelli che conosciamo oggi comparve solo nel Novecento. È qui che vediamo finalmente una struttura concepita per il magazzinaggio e il trasporto moderno. In particolare, il primo brevetto di un pallet risale al settembre del 1924, ad opera di Howard T. Hallowell, che lo chiamò «Lift Truck Platform».
Il
9 dicembre 1960 è una di quelle date simboliche nella storia della libera circolazione delle merci. Appena tre anni dopo la firma dei trattati di Roma del 1957, considerati di fatto come l’atto di nascita della grande famiglia europea, l’allora CEE si riunì a Ginevra per emanare per la prima volta una convenzione in tema di trattamento doganale del trasporto di pallet in Europa (ben prima di quella della libera
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Con il passare del tempo, per facilitare gli scambi, nel trasporto di pallet si è poi provato anche a definire delle misure standard: oggi il pallet per usi generici ha caratteristiche spesso omologate così da essere scambiabile quasi ovunque, o perlomeno in Europa. È così che si è diffusa una misura classica, da 800x1.200 mm, nota anche come pallet EUR (ora EPAL), impiegata dal 1991. Questo pallet può essere sollevato indifferentemente dai 4 lati ed è per questo motivo che viene definito «a quattro vie». E non a caso: nel nostro continente, infatti, prevalgono i trasporti su gomma e tale formato è il più conveniente per caricare sia i camion, sia i furgoni. Non i container, però: infatti negli Stati Uniti è corrente piuttosto il formato da 1.000x1.200 mm, gergalmente conosciuto come pallet Philips.
UNA GESTIONE NON SEMPLICE Il pallet ha assunto negli anni un ruolo cruciale nella gestione operativa dei moderni sistemi distributivi, al punto da essere considerato una sorta di strumento «multiutente». In effetti, nella catena logistica del pallet si sono affastellati nel tempo varie figure con ruoli e funzioni diverse (produttori, grossisti, importatori, noleggiatori, riparatori, vettori, ecc.). E proprio a causa di un numero sempre maggiore di soggetti coinvolti all’interno della filiera, anche il processo di gestione del pallet si è notevolmente complicato e frammentato, con il rischio di una potenziale perdita di controllo sulla ge-
IL BOOM CON LA SECONDA GUERRA MONDIALE L’idea di movimentare la merce su bancali di legno, nella forma in cui la conosciamo oggi, fu messa in pratica più di mezzo secolo fa in ambito militare. Pare infatti che i primi impieghi di pallet risalgano al tempo della seconda guerra mondiale per mezzo dell'operato dei soldati statunitensi. Essi pensarono che appoggiando le forniture militari da trasportare in Europa su piattaforme di legno più grandi rendesse i materiali più facilmente movimentabili con attrezzature meccaniche. Il trasferimento dell’idea dal campo militare a quello civile è stato poi un passaggio naturale, dettato dai numerosi vantaggi che queste piattaforme d’appoggio conferiscono al settore della movimentazione: su tutti, il fatto di tenere sollevata la merce da terra proteggendola dall’acqua e di consentire un ordinato impilamento dei più svariati materiali, con impagabile risparmio di spazi e di tempi lavorativi.
Il pallet esiste perché esiste un carrello elevatore che lo alza. Di fatto, nascono e progrediscono insieme. E insieme si trovano anche a entrare in alcuni frammenti di storia del cinema. Qui un transpallet elettrico LT di Toyota Material Handling Europe compare accanto a Sean Connery nei panni di James Bond in Agente 007 – Missione Goldfinger (1964)
IL PRIMO BREVETTO DI PALLET È questo uno dei disegni che Howard T. Hallowell depositò nel 1924 per brevettare il primo pallet. Il suo valore deriva dal fatto di essere il primo bancale concepito per essere infilato e quindi trasportato più facilmente dal carrello elevatore.
I PRIMI CARRELLI ELEVATORI Quello a sinistra è il primo carrello elevatore controbilanciato da seduta. Fu realizzato da Eugene Clark nel 1917 per conto della Clark Material Handling Company nel Kentucky. Lo chiamò «Tructractor», anche se in realtà aveva un limite: non aveva le forche, anche perché all’interno dello stabilimento, per il quale era stato pensato, non ce n’era bisogno. Poi però molti visitatori lo videro e lo cominciarono a chiedere, anche all’estero. Così vennero apportate modifiche, prima fra tutte quella di trovare un modo per impilare i materiali uno sopra l'altro in modo da risparmiare spazio. Così nel 1923 fu Yale a inventare il primo carrello elettrico dotato di forche. Un anno dopo, Clark inventò il carrello elevatore Duat, il primo a combustione interna (nella foto a destra).
stione stessa. E questa ancora oggi è una questione sentita in tutta Europa. Con alcune differenze, però, a livello di approccio al problema: per esempio, se l’Italia è l’unico
Paese ad aver avuto bisogno di introdurre una legge specifica che normasse l’interscambio dei pallet tra committenti e destinatari delle merci, all’estero si parla invece semplicemente di «accordi di gestione» o di «modelli contrattuali». La consuetudine è di vendere il pallet insieme alla merce e non c’è traccia di leggi ad hoc che disciplinano la
materia dal punto di vista della gestione di tutto quello che «viene dopo», compresa l’emissione di voucher. Semmai, le uniche disposizioni in materia si preoccupano di disciplinare il riciclo del pallet a perdere, in un’ottica ambientale di economia circolare. luglio 2022
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NON DI SOLO TRASPORTO
RECENSIONI, SVAGHI, CONSIGLI
QAMIL REXHA CONSIGLIA Per questa recensione ci spostiamo in una zona di Italia che non abbiamo frequentato spesso, ovvero il Sud, in specifico a Torano Castello, in provincia di Cosenza. Qui si trova la Trattoria Marchese, che ci è stata segnalata da un autotrasportatore di origini straniere, ma ormai da tempo con cittadinanza italiana, Qamil Rexha. Qamil ha 46 anni e da 13 lavora come camionista, dipendente di un’azienda che trasporta collettame e fa groupage. Il nostro amico percorre soprattutto le strade del Meridione, in Basilicata, Sicilia e Calabria, ed è nella punta dello Stivale che ha trovato questa locanda in cui si ferma spesso e volentieri. «Il ristorante è una questione molto personale – racconta – magari
per qualcuno è buono, per altri no. Al Marchese però sono tante le cose positive: si trova a 50 metri dall’uscita autostradale A3 Torano, il cibo è vario e di qualità e i prezzi sono ottimi. Ma soprattutto i ristoratori ti accolgono come fossi un parente». Per farci capire l’attenzione al cliente, Rexha spiega che, essendo lui di religione islamica, quando chiede una grigliata alla locanda gli puliscono accuratamente la piastra per eliminare ogni traccia di carne di maiale cotta precedentemente: «La cosa più importante per me è l’ospitalità e l’atmosfera – conclude – E qui mi trovo veramente bene sotto questo aspetto».
TRATTORIA MARCHESE TORANO parte da 10 euro, ma a cui si possono aggiungere piatti fino a un massimo di 16,50 euro: «Facciamo la spesa anche 2/3 volte al giorno – aggiunge Zavatta – Come antipasti serviamo salumi e formaggi della nostra zona. Per i primi, invece, oltre alle classiche carbonare e amatriciane, abbiamo elaborato due piatti: la Toreana, con un sugo a base di cipolle, olive e capperi e qualche altro ingrediente ‘segreto’, e la Silana, con pomodoro e tutti i tipi di «Il nostro locale compie quest’anno 32 anni – ci dice con un certo orgoglio il gestore della trattoria, Paolo Zavatta – e ha mantenuto il nome del primo proprietario. Noi l’abbiamo in gestione già da 12 anni e per farlo funzionare a dovere abbiano coinvolto tutta la famiglia, in particolare i miei
ricotta, fresca e affumicata. Nei secondi
chianina della Sila, poi la scottona e
invece la protagonista è la bistecca di
il manzo». Per quanto riguarda i servizi, c’è la doccia e un ampio parcheggio che può ospitare fino a 50 camion. «Ma al di là di questo cerchiamo di far sentire i nostri amici autotrasportatori a casa loro – sottolinea Paolo – Del resto mio suocero è stato per quasi 30 anni
Brusco,
camionista, ne ha ancora nostalgia, e
il titolare, e Antonella Giannitelli,
quindi sappiamo quanto sia importan-
nonché la figlia, ovvero mia moglie,
te far star bene chi viaggia tutto il gior-
Vanessa Brusco». La politica dei prez-
no, dare loro un momento rilassante e
zi è interessante, con menu fisso che
informale»
suoceri,
Antonio
Franco
TRATTORIA MARCHESE TORANO Contrada Macchia Tavola, 15 87010 Torano Castello (Cosenza) Cel. 333 9510682 Fascia di prezzo: 10 - 16,50 euro Parcheggio: 50 posti autocarro Servizi: doccia Giorno chiusura: domenica Tipo cucina: taliana tradizionale Orari: lun 10-23; mar-ven 5 - 23.30; sab 5 -16.30
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CARTA D’IDENTITÀ Nome
Domenico
Cognome
Zito
Età
42
Stato civile
Celibe
Punto di partenza
Arluno (Mi)
Anzianità di servizio
17 anni
Settori di attività
prodotti chimici
di Gennaro Speranza
1
Autista o padroncino? Sono padroncino e socio del Conap, cooperativa che si occupa di trasporto di prodotti chimici. Lavoro quindi con cisterne e copro prevalentemente il nord Italia, anche se spesso capita di effettuare missioni all’estero.
2
Che veicolo guidi? Un Volvo FH 500. Ce l’ho dal 2016 e mi trovo alla grande. Del resto, sono un volvista nato, tanto che guido Volvo Trucks dal 2006. Per me è da sempre sinonimo di garanzia.
3
Come ci sei finito sul camion? È una passione di famiglia. Mio padre faceva l’autista e sin da bambino mi portava con lui sul camion. Diciamo che ho ereditato ben presto la voglia di fare questo lavoro.
6
7
I prezzi dei carburanti sono da mesi alle stelle. Come rispondi a queste spese da affrontare?
4
5
Beh è dura. A livello pratico mi arrangio mettendo in atto i classici accorgimenti utili per diminuire i consumi. Una cosa a cui sto attento, ad esempio, è la modalità in cui accelero: cerco di farlo sempre in maniera dolce e progressiva, evitando di premere il pedale fino in fondo quando non è necessario. Per il resto, penso che tutta questa situazione di aumento dei prezzi abbia raggiunto livelli indecenti. È chiaro che dietro ci sono meccanismi speculativi, perché i rialzi dei prezzi delle materie prime non possono mai giustificare gli aumenti del gasolio e della benzina. È una vergogna. Come alleggerisci il cosiddetto «stress da guida»? Attraverso momenti di condivisione. Oggi grazie alla tecnologia si può far partire o ricevere direttamente dal veicolo una telefonata, in tutta sicurezza. E con le tariffe illimitate ormai si può comunicare più facilmente. E così ti senti meno solo, meno «lontano».
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Quali sono le criticità che riscontri nel tuo settore? La bassa qualità del lavoro e le remunerazioni non adeguate, che poi sono due facce della stessa medaglia. Perché da una parte vedo tanti colleghi che non hanno voglia di fare questo mestiere, nel senso che non ci mettono la passione, lo fanno solo per lo stipendio a fine mese. Dall’altra, c’è un problema di salario. Considerando le ore di guida e di impegno, quello che guadagniamo dovrebbe essere molto di più. Oltre a ciò, ci sarebbero da aggiungere le criticità delle aree di sosta… Ti riferisci alla mancanza di servizi? A tutto. Qualche area si è attrezzata con maggiori servizi per l’igiene, però la maggior parte è ancora indietro, soprattutto a livello di parcheggi. Ci sono delle zone nel nostro Paese dove trovare parcheggio è impossibile. Ma come si fa? Se dobbiamo rispettare le ore di guida abbiamo bisogno di posti e di spazio dove poterci fermare. Per non parlare dei livelli di sicurezza, praticamente assenti. Un’autista, dopo un’intensa giornata di lavoro, non può e non deve avere la paura di essere derubato.
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Quando viaggi all’estero riscontri differenze? Anche all’estero, in verità, la sicurezza non è il massimo. Però in Francia, in Spagna e in Germania ci sono delle aree dove almeno si trova spazio per parcheggiare.
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Un episodio che ti ha segnato? Qualche anno fa mi è capitato di cadere dalla cisterna. Stavo eseguendo un lavoro in altezza e ho perso l’equilibrio. Risultato: frattura al malleolo e due mesi a casa. Un grande spavento.
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Ricostruzione Ricostruzione Ricostruzione
Oltre il camion, quali sono le tue passioni? Mi piacciono i motori in generale. Seguo le gare di auto e di moto e ho una grande passione per i simulatori di guida.
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UN MESE IN PILLOLE
GIUGNO 2022
PENSIERI DA TIR Alessandro Pitto è stato eletto presidente di Fedespedi per il triennio 2022-2025. Pitto, che è socio e amministratore delegato di Casasco&Nardi, impresa di spedizioni internazionali di Genova, succede a Silvia Moretto, rimasta in carica per un solo mandato. Il nuovo presidente è impegnato in ambito associativo da oltre vent’anni: in Spediporto è stato presidente per due mandati (fino al 2022) ed è stato vicepresidente di Fedespedi dal 2019 ad oggi.
23 maggio La Commissione europea adotta un piano d’emergenza per il settore Trasporti, per le ricadute prima della pandemia, poi della guerra in Ucraina.
23 maggio Convertito in legge il DL «Tagliaprezzi». Ci sono sia il rifinanziamento per Marebonus e Ferrobonus sia il meccanismo per adeguare le tariffe agli aumenti del gasolio. 31 maggio Le associazioni dell’autotrasporto presentano al MITE un documento Manifesto sul nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti.
17 giugno Il gabinetto del MIMS annuncia l’accordo con la Commissione europea per l’utilizzo del credito d’imposta a ristoro dell’aumento dei costi. 17 giugno Il DL Infrastrutture rinvia nuovamente fino al 31 dicembre l’aumento dei pedaggi sulla A24 e la A25.
SEMBRA OGGI: maggio 2002 Incentivi per chi va a metano Accordo tra ministero per l’Ambiente, Fiat e Unione petrolifera: 600 milioni di euro verranno destinati, fino al 2005, a chi acquista o trasforma a metano il proprio veicolo commerciale che trasporta le merci in abito urbano. Il finanziamento varia da 1.500 euro per i veicoli sotto le 3,5 tonnellate a 6.500 per quelli superiori.
IN Mario Somm a r i v a , presid ente d e l l ’ Au to ri tà di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, che ha votato a favore dell’ordinanza per individuare una soluzione al problema degli intasamenti dei tir ai gate, alla fine bocciata dal voto contrario di terminalisti e armatori.
OUT I terminalisti e gli armatori del porto di La Spezia che, all’interno dell’organismo di partenariato, hanno votato contro l’ordinanza per individuare una soluzione al problema degli intasamenti dei tir ai gate, provo ca n do n e la bocciatura.
GIRA SUL WEB
...MA ANCHE QUESTO Il camion che ricarica le auto elettriche La startup russa L-Charge ha ideato un camion che porta energia alle auto elettriche a corto di autonomia. Il mezzo trasporta una sorta di stazione mobile di erogazione di elettricità, con un generatore alimentato a idrogeno o a gas in grado di erogare una potenza sufficiente per restituire 100 km di autonomia alle batterie delle auto elettriche. 58 luglio 2022
EPPURE C’È SCRITTO: «NOI POSSIAMO…»
visto su www.123risate.it
È SUCCESSO QUESTO...
I camionisti ottengono il credito d’imposta per i ristori. Tir a segno
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