20
ANNO VII AUTUNNO 2014 PERIODICO TRIMESTRALE
€ 3,50
Cover story NATURALMENTE INSIEME Cascina del Sole Risto Ranch
UpDONNA
Crea la tua felicità
UpREADING
UpSTYLE
New trend Fall
UpARTE
UpMOSTRE
Sebastiao Salgado
UpMUSIC
GABO
MARCO HOST
STEFANO GALLI
UpSPIRITUAL
UpFIERA DI BERGAMO
UpMOTORI
Il cammino che ti cambia
Un peccato non esserci
mondo smart e nuova Audi TT
UpINTERVISTE
Francesco Valesini
UpSPORT
TENNIS DI QUALITÀ
UpVIAGGI
Alla scoperta del New England
Centro Rossana Bergamo: CustHome srl - Via S.Tomaso 72 tel. 035.4220147 / www.custhome.it / info@custhome.it
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EDITORIALE IL LUSSO DA SFOGLIARE
20
numero
BERGAMO
“VENTI”
DI CAMBIAMENTO Una celebre canzone di Bob Dylan recita “... possa tu avere delle forti fondamenta quando i venti del cambiamento soffieranno...”
C
ome ci riconosciamo in un cambiamento, questo dipende da noi. Possiamo registrarlo come una sconfitta o percepirlo come una nuova occasione. Ma se ci lasciamo trasportare, l’energia che ne deriva è vitale. Perché cambiare è un processo naturale, sano, mentre non lo è il contrario. Nella vita si resta sempre troppo legati alle cose del passato, prigionieri nel limbo delle abitudini, anziché percorrere strade diverse e costruire nuovi ricordi. Il cambiamento è costante. E quando diciamo cose tipo “le persone non cambiano” (io per prima!) in realtà mentiamo sapendo di mentire, la voglia di rinnovarsi continuamente è insita nell’essere umano e grande è la curiosità di scoprirne i risultati, siano essi tecnici, fisici o emotivi. Quante volte qualcosa che inizialmente abbiamo giudicato distruttivo si è poi rivelato una fortuna?
Un cambiamento è linfa nuova, un contenitore differente cui poter accedere rimettendosi in gioco.
Da questo numero la nostra rivista cambia ma non “volta” la faccia.
E neppure snatura la propria identità, per chi da anni la conosce e la apprezza. Rinnova il proprio team, ma grazie a questo si alimenta di nuovo vigore e acquista forza, mentre le nostre “fondamenta” rimangono ben salde. Perché cambiare significa CRESCERE. E noi nei cambiamenti ci crediamo. Davvero! “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile” (San Francesco d’Assisi).
MANILA BARBATI Direttore Editoriale
Manila Barbati
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SOMMARIO UP BERGAMO NUMERO 20
IL LUSSO DA SFOGLIARE
6 U P BER G AM O | N U MERO 20
90 54
8 18 23 26 34 40
COVER STORY
CASCINA DEL SOLE RISTO RANCH LA NATURA FA LA FORZA
UP INTERVISTE
FRANCESCO VALESINI
UP MOSTRE
SEBASTIAO SALGADO “GENESI”
UP SPIRITUAL
CAMINO DE SANTIAGO UN’ESPERIENZA CHE CAMBIA LA VITA!
UP SPORT
TENNIS DI QUALITA’
UP TIME FLAVIO OREDA
STORIA DI UNA PASSIONE E DI UN SOGNO
8 23
158 44 50 54 60 68 74
UP ARTE
MARCO HOST L’ESPRESSIONE IN UN ATTIMO SOSPESO NEL TEMPO
UP MUSIC
STEFANO GALLI CON FOCUS CI METTO LA FACCIA
UP ECO
OROBICI EFFICIENZA...SENZA LIMITI
UP HOME
ENGEL & VÖLKERS ESORDIO DI SUCCESSO
UP READING
68 GABO 70 CENT’ANNI DI SOLITUDINE
UP DONNA READING
NANCY COOKLIN LA FELICITÀ È SOLO UNA QUESTIONE DI METODO
102
84
18
100
26
117
34
8
44 78 82 84 90 92 94
UP SPIRITUAL
I FIORI DEGLI ANGELI
UP DONNA
SIAMO ALLA PARI ! LA PAROLA ALLE DONNE
UP JEWELS
BIENNALE DES ANTIQUAIRES
UP DONNA HAIR
ISPIRAZIONI D’AUTUNNO
UP CHARITY
COCCINELLE B.LIVE
UP STYLE
94 PUNK FEVER 98 SPORTY CHIC
92
108 126 142
148
136
82
74 100 102 108 117 126 130
MAKE UP TREND FALL ROCK
UP DESIGNER
QUINTO EGO UN SOGNO CHE PRENDE VITA
UP FIERA DI BERGAMO UN PECCATO NON ESSERCI
SUPPORTO TECNICO
HORRIBILIA BONUS INVESTIMENTI QUANDO SI PARLA DI DISAGIO
UP CONSORZIO CARDINALIS
UP MOTORI
130 TUTTA...ANZI TUTTE....NUOVE 133 “NON ASPETTARE IL CAMBIAMENTO, VIVILO!” 136 SEMPLICEMENTE DI PIU’
142 146 148 152 158
UP AZIENDE OPTIMO
START UP
GENERAZIONE STARTUPPER
MEN’S UP
NEW ROCK DANDY
UP COOPERATIVE
LOGEX COOPERARE CON LE AZIENDE
UP VIAGGI
NEW ENGLAND BELLEZZA E CULTURA A PORTATA DI MANO
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LA NATURA FA LA FORZA Appena si arriva in cascina la sensazione è quella di essere su un altro pianeta. Un mondo parallelo dove rumori, stress e caos cittadino rimangono fuori e sono le emozioni ad accompagnarti mentre esplori questo posto incantevole.
di MANILA BARBATI photo e cover GIOVANNI PASQUINELLI
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UPCOVER STORY
C
e n’è per tutti i gusti, dalla semplice passeggiata nel verde, rilassante e odorosa, alla visita agli animali della fattoria (soprattutto cavalli!), dal parco giochi per bambini di ogni età, alla sosta al piccolo chiosco dove all’ombra di un gazebo o, se preferisci, seduto sotto il sole, puoi gustare un aperitivo o un buon caffè mentre chiacchieri con gli amici o osservi i tuoi figli che, sotto l’occhio vigile di un educatore sempre presente, scorrazzano felici. E ancora: Campus estivi, giri con pony, lezioni di equitazione per piccolissimi, aree ludiche, Fattorie Didattiche, laboratori…..l’elenco è lungo….!
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Ma in questo posto unico e in continua espansione si trova anche RistoRanch, recentemente ristrutturato e ormai conosciuto in tutta la Lombardia, oltre che per la sua cucina, per le variegate opportunità che offre a famiglie, aziende, impiegati, operai, gruppi di amici, sposi…… Tutto ciò che desideri organizzare lo staff preparatissimo di Cascina del Sole RistoRanch te lo può costruire ad hoc perché ogni cosa sia perfetta e quel giorno resti indimenticabile. Come non innamorarsi di una location che ti dà la possibilità di festeggiare il tuo evento speciale all’aperto, con un allestimento a bordo piscina e tavolini ricavati da balle di fieno profumate? Per ogni esigenza la soluzione. È la tua festa di matrimonio e preferisci eleganza e tranquillità? Ti sei appena laureato e vuoi festeggiare in un clima allegro e informale? Sei un imprenditore e devi trovare un sito sobrio ma altrettanto d’effetto per i tuoi incontri d’affari? Stai cercando il posto giusto per il compleanno dei tuoi piccoli che possa ospitarli assieme agli scatenati amichetti, ma in assoluta sicurezza? Il RistoRanch Cascina del Sole è “pronto a tutto”! E se sarà necessario ti metterà a disposizione le figure di esperti “planners”, specializzati nei settori di pertinenza, che ti aiuteranno a chiarirti le idee per dar corpo al meglio al tuo pensiero e ai tuoi desideri.
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UPCOVER STORY
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E
del cibo ne vogliamo parlare?
Genuino e delizioso! Cucinato con semplicità e maestria da abili chefs, che sapranno soddisfare egregiamente i palati più esigenti così come accontentare impiegati e maestranze che tutti i giorni scelgono il pranzo a Buffet del RistoRanch per placare, velocemente ma con abbondanza e gusto, il loro sano appetito. A questo proposito da segnalare la nuova e interessante formula adottata per i pranzi di lavoro a prezzo fisso (e molto economico!) il cui slogan recita “mangia quanto
vuoi ma non lasciare nulla nel piatto altrimenti paghi doppio!”, questo per evitare gli sprechi rispettando il cibo, e non è cosa da poco visti i tempi e la terribile crisi in atto. Altra notevole iniziativa che metterà in pista a breve RistoRanch, unitamente a tutto lo staff di Cascina del Sole, sarà un giorno la settimana dedicato interamente ai “nostri” anziani, a partire dalla colazione del mattino e, a seguire, pranzo, torneo di carte pomeridiano e quant’altro, tutto questo in convenzione e in accordo con il Comune di pertinenza.
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UPCOVER STORY
E se ancora non basta?
Ci sarebbe tanto e tanto da raccontare su Cascina del Sole e le sue mille risorse, ma la cosa migliore è quella di andarle a scoprire direttamente a Carobbio degli Angeli in Via Carducci 6. Avrai così anche la possibilità di conoscere personalmente tutti coloro che con grande passione, semplicità e professionalità ci lavorano, contribuendo a rendere ogni giorno trascorso in Cascina un giorno speciale… Natura…lmente!
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L’ evoluzione immobiliare Io non vendo mattoni.
Non l’ho mai fatto e non lo farò mai. Perchè sei tu che compri ciò che ti piace. Da sempre mostro immobili che abbiano qualcosa in più rispetto ad altri, oltre al giusto prezzo. Se ti riconosci nella mia filosofia comprerai o venderai con me; perchè ritieni valida la mia consulenza professionale e la mia vicinanza. Entrare nella propria casa, non è semplicemente occupare spazi: significa cambiare prospettiva di vita,
migliorandola.
Posizione: P.za S.Anna Superficie: 240 MQ Tipologia: Attico con ampio terrazzo
Camere: 3 Bagni: 3 Ace: A<28kwh/m2a Rif. Attico BP € 705.000
Posizione: Ponteranica Superficie: 340 MQ Tipologia: Villa di testa con ampio parco
Camere: 3 Bagni: 3 Ace: F-156,9kwh/m2a Rif. 113PR € 650.000
Posizione: Centro Superficie: 125 MQ Tipologia: Trilocale da ristrutturare
Camere: 2-possibili 3 Bagni: 2 Ace: E-119,58kwh/m2a Rif. 28C € 295.000
Posizione: Ponteranica Superficie: 120 MQ Tipologia: Quadrilocale da ristrutturare
Camere: 3 Bagni: 1 Ace: G>175kwh/m2a Rif. 660 € 230.000
Via cucchi 3, Bg 035 4220053
www.casafeltri.it
G R A N D I
R E S T A U R I
DRIVEPD
Palma il Vecchio
La Fondazione Creberg è lieta di presentare al pubblico due capolavori di Palma il Vecchio (Polittico della presentazione della Vergine di Serina e Adorazione dei pastori di Zogno) in corso di restauro. Saranno presenti i Maestri restauratori, i quali illustreranno ai visitatori le tecniche e gli esiti dell’intervento di ripristino, rispondendo ai quesiti del pubblico.
Bergamo, Largo Porta Nuova 2
4 - 24 ottobre 2014
Orari: Da lunedì a venerdì, durante l’apertura della filiale (8.20 – 13.20 e 14.50 – 15.50); sabato 4, 11 e 18 ottobre dalle ore 14.30 alle ore 20.30 (per chi lo desidera, visite guidate gratuite dedicate con inizio alle ore 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30 - 19.30); domenica 5, 12 e 19 ottobre dalle ore 10.30 alle ore 19.30 (per chi lo desidera, visite guidate gratuite dedicate con inizio alle ore 10.30 - 11.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30). Ingresso libero www.fondazionecreberg.it
Capolavori della collezione Francesco Molinari Pradelli
DRIVEPD
Dagli Uffizi a Palazzo Creberg
Il Palazzo Creberg apre le sue porte per una visita ai Capolavori della collezione di Francesco Molinari Pradelli. Il celebre direttore d’orchestra ha raccolto, durante la sua vita, una straordinaria selezione di opere d’arte antica. Le principali scuole pittoriche italiane sono rappresentate, da quella napoletana a quella emiliana, da quella veneta a quella lombarda. Un inno alla bellezza di rara intensità.
Bergamo, Largo Porta Nuova 2
4 - 24 ottobre 2014
Orari: Da lunedì a venerdì, durante l’apertura della filiale (8.20 – 13.20 e 14.50 – 15.50); sabato 4, 11 e 18 ottobre dalle ore 14.30 alle ore 20.30 (per chi lo desidera, visite guidate gratuite dedicate con inizio alle ore 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30 - 19.30); domenica 5, 12 e 19 ottobre dalle ore 10.30 alle ore 19.30 (per chi lo desidera, visite guidate gratuite dedicate con inizio alle ore 10.30 - 11.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30). Ingresso libero www.fondazionecreberg.it
In collaborazione con
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UPINTERVISTE
di LAURA ADELE FELTRI - CASA FELTRI -
francesco valesini
Come cambierà la città con un nuovo assessore che si definisce con una battuta di Woody Allen Non amo i proclami....perché mio padre Vittorio mi ha insegnato che la politica è un grande condominio dove chi vuole imporre le proprie idee deve fare i conti, a volte salati, con gli altri condomini. Questa intervista ne è la prova.
Sono un agente immobiliare e ciò che si decide, soprattutto in questo assessorato, agisce in modo determinante sulla bellezza architettonica della città e quindi sui valori al mq degli immobili che ogni giorno visito e perizio per i miei concittadini. Incontrare in tempi record il nuovo assessore, grazie all’aiuto dell’amica e collega Titina Griffini, mi è molto utile, sia per il giornale che per la mia attività primaria. Voglio capire che aria si respira.....
In quale quartiere è nato e dove vive adesso?
“Sono nato e vissuto per lunghi anni nel pieno centro di città bassa, vicino a Portanuova; attualmente risiedo in una zona semi periferica o semi centrale, rispetto al punto di osservazione da cui guardiamo la città”.
È soddisfatto della sua scelta?
“Sì, molto, perché sia la soluzione abitativa che l’ambiente dove è ubicata mi permettono uno stile di vita confortevole”.
Cosa Le piace della città?
“Mi viene in mente la battuta di Woody Allen “sono un animale da bitume”, perché amo moltissimo la dimensione della città, il suo fermento, le possibilità di rapporti e relazioni che ti consente, ma anche, entro certi limiti, il suo traffico e il suo apparente caos. A volte, quando mi capita di trovarmi in un grande spazio naturale ed incontaminato, ho la sensazione di perdere le mie coordinate”. 20 U P BERG A M O | N U MERO 20
Perché è piacevole viverci?
“Ogni città ha le sue peculiarità. Una città come la nostra per esempio ha il grande pregio di saper offrire condizioni di vita urbana ricche e differenti, che variano a seconda dei quartieri dove si risiede; si passa dalla riposante tranquillità dei suoi colli al dinamismo del suo centro, con una dimensione che trovo molto a misura d’uomo. Il tutto in scenari che a volte si danno per scontati ma che, come architetto, osservo spesso e mi inducono a pensare che “vivo in una gran bella città”. Ma anche una gran bella città ha bisogno di costanti miglioramenti, passeggiando Le sarà capitato di pensare a come si potrebbe abbellire e rendere più funzionale una zona, un edificio.... “Credo che da questo punto di vista gli sforzi si debbano concentrare, nel prossimo futuro, soprattutto su città bassa. Abbiamo infatti molte aree dismesse con una potenzialità enorme per poter rigenerare e riqualificare meglio la nostra città. Ma oltre a questo è anche molto importante una buona realizzazione di singoli edifici così come anche di quegli spazi pubblici aperti, magari non solo di grandi dimensioni, che possano però dare un valore aggiunto alla bellezza della città”.
Ci illustra come il suo assessorato può dare impulso alla riqualificazione?
“Le modalità sono molteplici e sarebbe
lungo spiegarle. Diciamo che per prima cosa si deve saper dare, come soggetto pubblico, il buon esempio nelle opere che si realizzano, condizione non sempre facile da raggiungere. L’idea diffusa che il Comune, in questo, possa assumere sempre un ruolo decisivo, non corrisponde al vero. Ci vuole anche una maggior consapevolezza delle proprie responsabilità da parte dei committenti come dei progettisti, e qui penso alle nuove generazioni con esperienze fatte anche all’estero, che possono apportare idee innovative non solo per grandi progetti, ma anche per quelli dei singoli privati. Un ruolo importante infine lo possono avere anche le commissioni tecniche, cercando di aprire un dialogo sempre più costruttivo con i progettisti. Mi auguro che queste figure professionali siano sempre in maggior sinergia creando una collaborazione che abbia effetti positivi nel breve e medio termine”.
Vedo che desidera collaborazione con tutti, ha notato che c’è un numero alto di assessori laureati in architettura (esattamente 4) oltre al sindaco Gori?
“Effettivamente siamo tanti in forza, con alcuni ho già avuto modo di collaborare, con altri c’è una buona conoscenza e un intento di idee comuni. Questo è l’aspetto più importante: non arroccarsi sulle proprie idee. Credo che lavorando insieme questo non dovrebbe avvenire. Da architetto sono abituato a lavorare in team dove ognuno apporta le proprie idee,
MI VIENE IN MENTE UNA BATTUTA DI WOODY ALLEN ”SONO UN ANIMALE DA BITUME”
che sono sempre orientate verso il raggiungimento di uno scopo comune”.
C’è sempre la paura che il nuovo assessore blocchi o bocci le iniziative del suo predecessore, cosa farà Lei?
“Premesso che non sono il solo a prendere decisioni mi piace poterLe dire che insieme all’Avv. D’Aloia ho già avuto modo di lavorare negli anni precedenti, ognuno nei rispettivi ruoli istituzionali, partendo da un confronto franco ma anche collaborativo, consapevoli della difficoltà e della complessità dei temi che avevamo di fronte, ma anche delle cose di cui la città ha bisogno”.
Mi permetta di dirLe che le belle parole hanno bisogno di fatti.... “Concordo con Lei. Il mio nuovo ruolo mi porta a confrontarmi quotidianamente con la necessità di dare risposte ai molteplici problemi. Ho appena effettuato un sopralluogo al cantiere della stazione cercando di dare un contributo affinché i lavori vengano eseguiti in maniera più celere, pur nella consapevolezza che ci si trova di fronte ad un cantiere gestito in toto da Centostazioni”.
Cosa vuol dire per Lei venire in questo ufficio ed essere l’assessore del segmento edilizia pubblica e privata, patrimonio immobiliare, riqualificazione urbana? Ce lo racconti come lo direbbe ai suoi figli a tavola... (i quali gli avrebbero chiesto più brevemente:”papà, arrivato in ufficio cosa fai tutto il giorno?”)
“In questo momento mi sto occupando della Scuola Sarpi in Città Alta, che aveva chiesto uno spazio dove poter ospitare nuove classi di studenti visto l’aumento dei propri iscritti. Ho fatto un sopralluogo e sto cercando di coordinarlo con le diverse iniziative che in quello stesso spazio si erano previste. Una grossa parte del lavoro è rivolta a risolvere problemi immediati di questa natura”. Posso dire, dopo questa chiacchierata, che il Dott.Valesini ama Bergamo! Ricopre una carica importante e non vuole commistioni tra il suo ruolo da professionista e quello di politico, elemento in comune con il suo predecessore e che a me pare un ottimo punto di partenza. Grazie Assessore e....BUON LAVORO! N UMERO 20 | UP B E R GA M O 21
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UPMOSTRE
SEBASTIAO SALGADO
“GENESI” di WITNESS
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UPMOSTRE
Q
uesto il nome della mostra – e del volume che contiene tutte le foto esposte – in corso a Milano nel Palazzo della Ragione, a due passi dal Duomo. L’avevo già vista a Venezia, a Palazzo Tre Oci, affacciato sul Canale della Giudecca e di fronte a San Marco. A prescindere dalle cornici alquanto diverse, la mostra è splendida e suggestiva come poche altre. In ogni sala sono presentate immagini – uomini, animali e paesaggi – raccolte in ogni latitudine e in tutti i continenti. Centinaia di foto corredate da precise indicazioni sui soggetti e sui luoghi ripresi. In alcune immagini, particolarmente speciali e spettacolari, sembra che anche gli animali o i paesaggi abbiano voluto mettere qualcosa di proprio nell’evento ripreso. Mentre gli esseri umani – in realtà noi stessi, ma nati in latitudini lontane – esprimono, con serenità o gioia di vivere, la propria consapevole appartenenza a questo unico, fantastico pianeta. Dalla Genesi di Salgado viene un messaggio chiaro, quasi un monito: tutto si tiene, cose, animali e uomini, se siamo in grado di tenere a tutto.
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UPSPIRITUAL
CAMINO DE SANTIAGO
Un’esperienza CHE CAMBIA LA VITA! di Paolo Forti
Osservo il canestro che contiene i bastoni che ho portato durante le mie traversate a piedi. Sono 30, uno per ogni attraversata di circa 500 Km, quindi questi bastoni hanno camminato con me per 15.000 Km. Alcuni sono andati perduti o non li ho riportati, perciò ho percorso a piedi molto più di quindicimila chilometri, a questi devo aggiungere i 4.000 Km sopra il Circolo Polare Artico che ho percorso in solitario.
A
vevo sentito molti parlare del “Camino de Santiago” (Cammino di Santiago), ma buona parte di essi aveva generalmente una visione parziale e anche distorta di ciò che è nella realtà. Ripetevano ciò che avevano sentito, aggiungendo o togliendo, a seconda dei casi, dei particolari. Ora che l’ho percorso posso esprimere alcune mie constatazioni personali, cercando di porre anche un po’ di ordine alle molte sensazioni che ho vissuto durante il lungo e faticoso viaggio.
Al termine di questa incredibile esperienza mi sono posto alcune domande, alle quali ho cercato di rispondere con obiettiva sincerità. Perché hai deciso di percorrere il Camino?
Il motivo principale è stata la curiosità. Chi mi aveva consegnato le Credenziali del Pellegrino mi aveva avvertito: “il Camino può cambiare la vita di una persona!”. Questa asserzione mi aveva sorpreso ma, poiché normalmente do fiducia alle persone, m’incuriosiva sapere a seguito di che cosa si potesse cambiare la propria vita percorrendo il Camino. Un altro motivo è stata la sfida, dovuta alla carica di competizione che possiedo. Gli 800 Km del Camino non mi preoccupavano minimamente, m’interessava stabilire in quanti giorni li avrei percorsi. Altra motivazione è stata l’opportunità che avrei avuto di attraversare la Spagna, la cui lingua sto imparando da alcuni anni. Avrei potuto dialogare con persone che avrei incontrato lungo il cammino. Vi erano altri due aspetti che m’interessavano: il fatto di poter stare un po’ solo con i miei pensieri e quello di farmi una bella camminata.
Hai incontrato gente che ti ha colpito?
Certamente! Ho incontrato anche persone interessanti e di buono spessore umano, disposte all’altruismo. Ciononostante ho notato anche persone chiuse e di debole interiorità. Ho incontrato opportunisti che approfittavano della disponibilità di mezzi di trasferi-
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mento (bus, taxi, treni) per coprire i tratti più difficili del cammino, senza dichiararlo. Questo comportamento viene considerato in modo molto negativo dai pellegrini che percorrono l’intera distanza a piedi; chi cammina giunge ai rifugi certamente dopo di chi approfitta di mezzi di trasporto, con il rischio quindi di non trovare disponibilità di pernottamento. Nei rifugi del Camino vige la regola: “chi prima arriva meglio alloggia!”. Ho stabilito bellissimi rapporti umani con diverse persone, in particolare con due coppie di baschi, ottimi camminatori, rispettosi delle tradizioni locali, altruisti e di poche parole. Esistono due categorie di comportamento dei pellegrini: quelli che scambiano amicizia e quelli che rimangono isolati. Tutto diventa più facile se si parla la lingua altrui. I più aperti sono di origine latina; i tedeschi sono abbastanza “ingessati”, forse timidi; i francesi hanno sempre formato gruppi a parte; solo alcuni di essi conoscevano l’inglese, quindi era difficile mantenere un dialogo.
Come si svolge la tipica giornata di un pellegrino?
Presto detto! In genere ci si alza verso le sei del mattino, si prepara lo zaino, qualcuno fa colazione mentre altri mangiano qualcosa lungo il cammino. Quasi tutti partono alle prime luci del giorno, verso le sei e mezzo. Si cammina per alcune ore, in attesa di incontrare un piccolo bar in cui fermarsi per sorbire un cafè con leche; ciò può verificarsi anche dopo quattro o cinque ore di cammino. Si prosegue completando il percorso della giornata. Normalmente si giunge al rifugio verso le prime ore del pomeriggio, per evitare il calore soffocante, temuto da tutti. Una volta sistemati ci si lava, si fa il bucato e si mangia qualcosa. Verso sera si cena e si va a dormire verso le 21, poiché all’indomani si partirà presto, ancora una volta.
Ti creava conforto o fastidio incontrare altri pellegrini?
Ho superato molti pellegrini perché il mio passo era più veloce; m’intrattenevo a camminare per alcuni minuti con loro, poi me ne
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andavo. In questo frattempo ci si scambiava il nome, il paese, le mete prefissate. Con alcuni era molto facile stabilire un rapporto di cordialità e di simpatia, con altri si avvertiva la stessa emozione che può offrirci un pezzo di legno. Ho provato un forte senso di ammirazione nei confronti di molti pellegrini, i quali camminavano con le piaghe ai piedi, con un coraggio difficile da immaginare, giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro. Onore a queste persone, donne e uomini, di grande statura umana e coraggio.
Preferivi camminare da solo o con altre persone?
Preferivo camminare da solo, per due motivi: perché mi permetteva di gustarmi il cammino intensamente, non distratto dalla presenza altrui; perché il mio passo è più rapido di altri. Ognuno possiede un proprio ritmo personale; questo ritmo è essenziale per l’equilibrio psicofisico di chi cammina.
Hai mai avuto dubbi sull’eventualità di doverti ritirare?
Ho provato qualche timore solo quando ho avuto dei problemi ad un ginocchio, una articolazione fondamentale per camminare. Non conoscevo le possibili evoluzioni di questo tipo di problema, camminando per molti chilometri al giorno con un peso sulle spalle.
Cosa ti ha dato di positivo il Camino?
• La consapevolezza che vi è parecchia gente coraggiosa che, pur con i piedi rovinati, ogni giorno si infila gli scarponi e cammina
con tanta sofferenza fino a raggiungere il traguardo finale. • L’ennesima riconferma dei tanti sacrifici e della costanza che bisogna possedere per conquistare i faticosi traguardi della vita • L’aver constatato che vi sono persone ben disposte verso gli altri, che sanno donare una parola buona anche quando hanno seri problemi fisici personali • La gran pace che si raggiunge in alcuni luoghi di culto in cui tutti i pellegrini sono contenti di sostare: chiese, conventi, monasteri, semplici parrocchie • Gli ottimi rapporti che si stabiliscono con persone di estrazione, età ed origini così diverse • Il desiderio, comune a tutti i pellegrini, di ripercorrere il cammino
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La leggenda di Santiago
La leggenda racconta che i suoi fedeli discepoli imbarcarono il corpo decapitato dell’Apostolo su una nave senza equipaggio ma che, guidata da un angelo, raggiunse le coste della Galizia.
Dopo varie vicissitudini, il Santo fu seppellito nel luogo su cui, alcuni secoli dopo, verrà edificata la Cattedrale di “Santiago de Compostela”: l’Obraidoro, una delle opere più maestose dell’architettura cristiana e meta ininterrotta di pellegrinaggio da più di un millennio. L’incontro dei pellegrini a Compostela è un evento abituale. Secondo l’iconografia tradizionale vanno girando con il bastone e la concha, “la conchiglia”, appesa al collo che è il simbolo del pellegrinaggio. La maggior parte di loro raggiunge Santiago dopo un viaggio di centinaia di chilometri a piedi, tra mille privazioni e sofferenze fisiche. La leggenda vuole che l’intraprendere il “Cammino di Santiago” e il riuscire a portare a termine questo viaggio ti cambi per sempre la vita. Questa esperienza è talmente pregnante che il pellegrino si sente spinto a ripetere l’impresa più volte.
UMERO 20 20 | | UP UPBBEERRGA GAMMOO 29 13 NNUMERO
UPSPIRITUAL
• Il coraggio di sopportare disagi e privazioni senza lamentarsi • Il rafforzamento della convinzione che è necessario aiutare gli altri.
Che sensazione hai avuto quando sei arrivato al termine, a Santiago?
Giungendo a Santiago de Compostela ho avuto innanzitutto la consapevolezza di aver concluso tanti faticosi giorni di cammino e di non dover ripartire il mattino successivo con i piedi rovinati. Durante i due giorni di permanenza a Santiago, prima del ritorno, ho provato la gioia di osservare il sopraggiungere di alcuni pellegrini che avevo incontrato lungo il Camino. ASPETTI COINVOLTI NEL CAMINO Organizzazione personale (cosa portare nello zaino, organizzare il viaggio di andata e di ritorno) La preparazione di ciò che si deve portare lungo il cammino è importante, poiché si soffre molto il peso dello zaino. Bisogna eliminare tutto ciò che non è assolutamente indispensabile... ma questo si sa solo... al ritorno! Ho optato per i trasferimenti dall’Italia al punto di partenza e ritorno, in treno; i costi sono minori e la disponibilità rispetto al bus è maggiore. Importante attività fisica (sono 800 Km da percorrere a piedi in una trentina di giorni) Per coprire l’intero percorso ho impiegato 26 giorni, con una media di 30.7 Km/giorno. Alcune tappe sono state molto faticose ed il tempo è stato talvolta molto brutto, con pioggia, vento, fango. È consigliabile un buono e prolungato allenamento, prima di partire.
Componente religiosa (si scopre lungo il Camino) Una parte di chi percorre il Camino possiede dei fondamenti o delle motivazioni religiose, altri ne sono privi. La componente religiosa non è indispensabile, ma crea un’ulteriore importante motivazione per sopportare tanta sofferenza e tanta fatica.
La grande pace che si trova nelle chiese antiche, nei Monasteri, nei Conventi In questi luoghi vi è una straordinaria pace, un silenzio che non si trova altrove, confusi come siamo da una civiltà rumorosa, aggressiva, poco o nulla rispettosa dei valori personali.
L’amicizia e la simpatia che si stabilisce con alcuni pellegrini
Con alcune persone si creano rapporti di vera e propria simpatia e amicizia.
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Lungo il Camino si scoprono tradizioni locali di cui non s’immagina l’esistenza; ciò è più facile se si parla la lingua del posto e se si stabiliscono rapporti cordiali con chi s’incontra lungo il percorso.
Molti pellegrini ripetono il Camino una o più volte...
Tutti coloro che lo concludono, nonostante le sofferenze, pensano di ripercorrerlo, probabilmente per le positive esperienze che si vivono durante i numerosi giorni di cammino. Devo ammettere che questi 26 giorni di cammino mi hanno in parte sorpreso; infatti, non mi aspettavo ciò che si è verificato. Non mi aspettavo di vedere tanta gente con i piedi martoriati, e io tra questi; non mi aspettavo di incontrare diverse persone dotate di un elevato senso di altruismo; non mi aspettavo di rimanere colpito, e con me tanti altri, dalla grande pace e dalla serenità dei luoghi sacri in cui abbiamo sostato; non mi aspettavo di rimanere in così stretto contatto epistolare con alcune persone, dopo il mio ritorno. Il Camino è indubbiamente una grande esperienza, qualcosa che ti colpisce, che ti lascia il desiderio di ripercorrerlo, nonostante i momenti di pura sofferenza che si vivono.
Il pellegrino alla partenza si spogliava degli averi o doveva vendere o ipotecare i beni per potersi finanziare il viaggio. Spesso la Chiesa interveniva attivamente per tutelare il pellegrino, al quale conferiva particolare prestigio morale.
Bisogna considerare che chi percorre il Camino è in genere una persona “un po’ speciale”, per volontà e spirito di sacrificio.
L’amicizia che rimane con alcune persone accomunate dall’aver percorso il Camino
Con alcune persone incontrate lungo il Camino è rimasto un forte senso di affinità, creatosi per la soddisfazione, l’orgoglio, di aver effettuato lo stesso incredibile viaggio.
Tutti i pellegrini finiscono per soffrire di vesciche, tendiniti, problemi alle ginocchia.
Chi percorre il Camino soffre, inevitabilmente, di questi malanni, chi più e chi meno, alcuni in misura disastrosa. Il coraggio che molti pellegrini dimostrano proseguendo la marcia nonostante le condizioni disastrose dei piedi Vi sono pellegrini che camminano appoggiandosi penosamente al proprio bastone, con una forza difficile da immaginare e da spiegare, trascinandosi tappa dopo tappa. Il loro coraggio crea ammirazione e rispetto.
La scelta di fare il pellegrinaggio era generalmente una libera decisione personale: • per chiedere una grazia • per adempiere ad un voto • per una ricerca religiosa personale Tuttavia in molti casi era imposto come pena dal giudice o come penitenza dal confessore per colpe o peccati di particolare gravità. I pellegrini viaggiavano solitamente in gruppo, per sostentarsi e proteggersi reciprocamente: i pericoli erano rappresentati dallo stato spesso precario delle strade, dalle catastrofi naturali e soprattutto dai banditi che infestavano le strade.
Scoperta di leggende e tradizioni locali
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TENNIS DI QUALITÀ
di MANILA BARBATI
Si sono spenti i fari sulla 4° edizione del Torneo ITF di tennis di Bagnatica, Trofeo CPZ, che ha incoronato regina la 24enne svizzera Conny Perrin (n° 327 del circuito WTA) al termine di una battaglia che si è conclusa con il risultato di 6-3 7-5 durata poco meno di 2 ore, contro la 24enne italiana Anastasia Grymalska (n° 250 del ranking mondiale), già semifinalista nel 2012 e 2013 e fresca reduce dalle qualificazioni degli US Open di New York.
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a potenza, la regolarità e il fisico hanno concesso alla Perrin di avere la meglio sulla combattiva Grymalska con la quale, appena poche ore prima, aveva sollevato il trofeo del doppio. L’ottimo tennis espresso dall’ italiana non è stato quindi sufficiente contro un’avversaria che ha chiuso il torneo eliminando in sequenza altre due teste di serie, Ekaterine Gorgodze (4) e Maria Elena Camerin (2) e in cui ha lasciato alle avversarie soli 23 games nelle 5 partite disputate. Grazie all’ottima organizzazione del TC Bagnatica, egregiamente diretto dai fratelli Terzi, il torneo ha offerto al numeroso pubblico presente incontri di altissimo livello fin dalle prime partite. Nutrita la schiera di italiane che hanno dato vita a questa edizione, ben 14 sulle 32 del tabellone centrale, tra cui figuravano le due giovanissime Elisa Visentin di soli 15 anni e Ludmilla Samsonova, 16 anni, russa di nascita ma italiana a tutti gli effetti.
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C o n n y P er r i n
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isentin si è dovuta arrendere alla più quotata serba Marina Kachar al 1° turno, mentre Samsonova ha dovuto fare i conti con la bergamasca Alice Moroni (classe 1991) che si allena con Giulia Remondina a Palazzolo sull’Oglio da Renato Valvassori.
Da segnalare l’arrivo nei quarti di Martina Trevisan (mancina, classe 1993) tornata al tennis PRO a maggio di quest’anno dopo uno stop durato più di quattro anni. Nei tornei fin qui disputati dal suo rientro, viene sconfitta a Caserta nei quarti, perde poi nel primo turno di qualificazioni in quello di Padova, raggiunge la finale di Innsbruck per poi arrendersi questa settimana, sempre nei quarti, solo contro la quotata Grymalska, testa di serie n° 1 e finalista del Torneo. A Martina vanno i nostri migliori auguri con la speranza di rivederla presto nel tennis che conta.
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M a r i a E l e n a C am er i n Ludmil l a Sa mso n ova
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Storia di una
passione e di un sogno Avere una passione, un sogno, e riuscire a trasformarlo in realtà. La storia, vera, che state per leggere è proprio quella di un sognatore, per certi versi d’altri tempi, Flavio Oreda, un uomo prima che un affermato architetto, che quella sua passione non l’ha mai abbandonata tanto da riuscire, finalmente, a trasformarla in qualcosa di bello, di unico.
A
nno 1977, il primo incontro; quell’oggetto piccolo, con un ticchettio ipnotico, la sua fredda lucentezza, il peso, quella lancettina che non si ferma mai... una meraviglia…, gli occhi lucidi ed una passione mai sopita nel tempo. Sono trascorsi molti anni e il mondo non è più lo stesso, chi ha scandito ogni cambiamento è sempre quella lancetta instancabile, che talvolta sembra andare veloce come un fulmine e altre volte lenta come una barca a vela nella bonaccia, che ci piaccia o meno, la nostra vita è legata indissolubilmente ai giri che compie quella lancetta. È una fissazione. Vedere che orologio portano le persone ti aiuta a capire chi hai davanti ancor più degli abiti che indossa, è un segno distintivo quanto le impronte digitali. L’entusiasmo diventa collezionismo, da appassionato non da investitore, e gli orologi si moltiplicano, ogni ricorrenza è un’occasione per comprare un nuovo giocattolo da accudire, portare a spasso, pulire e coccolare, forse non si cresce mai…
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La premeditazione, il gusto dell’osservazione dell’oggetto perfetto, la ricerca delle prestazioni e, infine, la sintonia; lo vedi appoggiato e sembra ti stia chiamando, direi che ti sorride quasi... lui sa di essere già tuo, ma tu continui a fare il razionale e ogni due orologi che guardi, rimetti al polso quello che hai già deciso sarà il tuo compagno ideale. Non hai scelta, uscirai dal negozio indossandolo! Questa è la mia storia come collezionista. Quella che segue è la storia di come è nata Meccanica Grezza. Venire da una famiglia di tecnici e inventori può essere un problema o una risorsa, per me è stato entrambe le cose, il fatto è che nessuno ti spiega mai niente, devi crescere “rubando” il mestiere perchè “loro” lo hanno in testa e non te lo sanno trasmettere. La risorsa è che tu cresci come loro, imparando a limare, saldare, tornire, lavorare il legno, l’acciaio, il carbonio e molto altro, questo “rubare” lo applichi ovunque. Da ragazzo tracciavo il percorso delle mie creazioni
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attraverso “voli pindarici”, arrivando a definirne ogni dettaglio sino all’immagine completa. Qualche anno dopo, durante i corsi universitari di architettura, cercavo di capire come realizzare le mie idee e che percorso avrei dovuto seguire; in quel periodo ho realizzato il mio primo prototipo di orologio da “mezzo polso” e sempre in quell’occasione mi sono reso conto che serviva molta più tecnica e conoscenza di quanta ne avessi maturata sino ad allora. Nel 1997, dopo varie esperienze nell’architettura tradizionale, appare la possibilità di superare gli schemi tradizionali per confrontarsi con innovazione e produzione di arredamenti, particolari costruttivi e di design per navi da crociera e traghetti veloci otre che mezzi di trasporto in genere. Da questi anni di esperienza “sul campo” e di libera progettazione, per risolvere ogni dettaglio tecnico tenendo come unico “faro” la semplicità a garanzia della massima funzionalità e robustezza, prende forma il
concetto di design semplice ed efficace che rappresenti l’oggetto e le sue funzioni, senza orpelli inutili o fuorvianti. Ogni “macchina” funzionante ha un aspetto esteriore che emoziona per bellezza, possenza o eleganza, ma dietro ci sono tubi, flange, cavi, metallo e tanta, tanta tecnica; questa visione pratica, con gli occhi del sognatore, mi ha fatto capire che ogni cosa ha il suo peso e il suo posto. L’orologio deve essere bello e funzionale sino ad emozionarti, ma dentro ci deve essere tanta tecnica, solo così è completo. Nel 2009, dopo anni di apprendimento e studio nel settore, inizia la costruzione di prototipi di casse per gli orologi in un improvvisato laboratorio con attrezzature da modellista, seguendo la filosofia della semplicità, con l’obiettivo di far “passare” attraverso i segnatempo questo concetto a chiunque acquisti un mio prodotto. Dopo due anni di sviluppo, gli orologi MECCANICA GREZZA MG01, prendono forma con la prima produzione in acciaio interamente numerata e autografata.
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intervista a
MARCO HOST
L’espressione
in un attimo sospeso nel tempo
In una soleggiata giornata dI FINE estate, sul lungomare di Marina di Massa, con faccia cupa e seria, ci accoglie Marco Host. Illustratore, pittore, artista, classe 1973. di CRISTIANO GASSANI
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raspare da subito la sua timida riservatezza, celata dietro un’aria da teenager che cerca di nascondere con la stretta di mano decisa di chi non ha paura di nulla. Host, come lo chiamano semplicemente gli amici per il suo cognome d’origine austro-ungarica, inizia i suoi studi artistici presso il locale Istituto d’Arte di Massa. Fin da subito ha chiara la sua strada, e comincia a lavorare come illustratore di grafiche pubblicitarie locali. Il suo percorso inizia ad affondare radici nello studio dell’illustrazione classica. “Ritengo che la conoscenza dell’anatomia sia fondamentale nella formazione di ogni individuo che voglia avvicinarsi a qualsiasi forma di espressione artistica legata al disegno e alla pittura” chiarisce Marco, mentre continuiamo a passeggiare circondati dal profumo di salsedine. Siamo alla fine degli anni ’90 quando Marco capisce che vuole uscire dal contesto classico dell’illustrazione che mixa ormai con tutte le tecniche a sua disposizione (acrilico, pittura ad olio, decoupage, ecc.) e, spinto da questo imponente stimolo, si mette alla ricerca di un lavoro che affronti le tematiche del corpo, in particolare come espressione di movimento; concetto che solo grandi illustratori contemporanei come Frazetta o Rockwell sono riusciti a definire. Fa così la conoscenza di Simone Bianchi, illustratore e fumettista Marvel e DC Comics.
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uesto incontro spinge Marco, guidato da un desiderio sempre più forte di migliorare le sue tecniche, a partecipare a diversi stages a New York tenuti da illustratori e fumettisti di fama internazionale. A seguito di questa esperienza americana si fa strada in lui una sorta di alter ego, anche a causa di alcuni eventi che suscitano grande sofferenza nel suo animo sensibile.
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Nasce così Homo Sapiens. Passa il tempo e ormai “Marco Host”, cosi firma i suoi quadri dipinti con metodo d’illustrazione classica, è ben distinto dalla figura di “Homo Sapiens” ove la tecnica usata è composta da toni scuri. Si evidenzia con il tempo la differenza tra i due stili. ; con l’alter ego “Homo Sapiens” rappresenta le sue emozioni attuali, la sofferenza e il malessere dentro di sé. I suoi personaggi iniziano a circondarsi di un’aurea mitica, fatta di atmosfere venate, di gesti lenti e misurati. Trae ispirazione dalle pellicole anni cinquanta del cinema hollywoodiano, che hanno fatto la fortuna del genere Noir.
“La sua pittura soffusa, monocromatica, quasi notturna, cattura l’umanità nella sua semplice complessità”
La sua pittura diventa soffusa, monocromatica, quasi notturna, che cattura l’umanità nella sua semplice complessità. Nell’ultimo periodo affronta il tema dell’economia, dato il delicato momento che sta vivendo l’uomo a livello globale. “Se l’immagine non è stata in grado di salvare la nostra cultura senza radici, non resta altro che affidarsi alla voce, perché voce siamo rimasti, consumati, alla disperata ricerca di un amore personale che ti accarezza la testa e ti rassicura in pose da moderna Pietà”. Conclude così Marco, mentre il suo sguardo malinconico si perde in quel mare che ormai sta assumendo i colori del tramonto….
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intervista a
STEFANO GALLI
CON
FOCUS
CI METTO LA FACCIA Anni di gavetta l’hanno portato a suonare dai piccoli locali di provincia fino ai palchi di famosi festival Blues, accanto a importanti musicisti di questo genere forse ancora un po’ troppo di “nicchia”. Poi ha deciso di metterci la faccia, di formare la band a suo nome e di scrivere canzoni. di MANILA BARBATI
A
desso, dopo il buon riscontro di pubblico e critica del primo disco “PLAY IT LOUD!”, presenta “FOCUS” e in questa intervista ci racconta quanto sia stato difficile (ma necessario) arrivare al suo compimento.
Parlaci di te. Come sei cresciuto musicalmente?
“Suono da quando avevo 14 anni. Le prime schitarrate tra amici, poi lo studio della musica e la scelta di suonare Blues, un genere che forse qui in Italia non ha ancora quello spazio che meriterebbe ma che in realtà è eseguito da bravissimi e validissimi musicisti. Ho avuto la fortuna di affiancare alcuni di loro, apprenderne gli insegnamenti e condividere momenti indimenticabili. Nella vita di un musicista, oltre alla musica, ci sono anche chilometri di autostrade, giornate passate a confrontarsi, momenti di tensione e altri di allegria. L’adrenalina sul palco, il sudore, le fatiche, la stanchezza, le soddisfazioni, i sorrisi d’intesa, le strette di mano e le pacche sulle spalle… Tutto questo è assolutamente necessario per crescere e per migliorarsi, al pari dello studio delle note e delle regole musicali”.
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Quindi ti ritieni un Bluesman?
“Ho sempre suonato Blues e provo profondo rispetto, direi quasi devozione. Il suo linguaggio è quello che meglio mi permette di esprimermi, sia con la chitarra che con la voce. Mi rendo conto però che il mio stile esce un po’ dai canoni di questo genere, sfiorando a volte il pop così come il rock o altre sfumature e proprio in FOCUS ho voluto evidenziare questa originalità. Non ho mai sopportato troppo gli integralismi e i giudizi di chi, con ostentata saccenza, si ritiene all’altezza di dire “o suoni come facevano gli schiavi o non è Blues”.
Dente avvelenato?
“No, le critiche costruttive le accetto di buon grado. Un conto è dire “questo stile non mi piace” e un altro è dire “non ascoltatelo perché fa schifo”. Non credo ci sia qualcuno così superiore da poter dettare legge nel campo della Musica”.
Passiamo a FOCUS. Come è nato?
“FOCUS è la sintesi musicale dei miei due ultimi anni di vita. È stato un periodo molto intenso, pieno di fortissime emozioni: gio-
ia, disperazione, senso di fallimento, amore, voglia di riscatto. Tutto si è scatenato in questi due anni e fortunatamente la musica mi ha permesso di canalizzare e di dare una forma a questo “trambusto” che stavo vivendo e che avevo in testa. È stata una sorta di necessità e sono fiero di averlo fatto”.
Quindi le canzoni parlano di te….. Sono autobiografiche?
“Sì, dalla prima all’ultima, ognuna racconta un pezzettino della mia vita. Per esempio Focus, la canzone che dà il titolo all’album, racconta proprio il momento in cui mi sono reso conto che dovevo rialzarmi, raccogliere i pezzi e concentrare le mie energie verso la cosa che sapevo fare meglio… la Musica. È nata di getto, un vero e proprio sfogo emotivo”.
Dal punto di vista tecnico, come nasce un disco?
“Vuoi che ti annoi?!? Il lavoro è molto lungo e in alcuni momenti anche pesantuccio (eufemismo) ma anche in questo caso FOCUS si è dimostrato “diverso”. Le riprese le abbiamo effettuate in 4 locations differenti, tutte con caratteri-
stiche acustiche molto interessanti ma non così facili da estrapolare nelle registrazioni. Siamo stati al PDF a Bergamo, una vecchia costruzione degli anni ‘30 dove adesso c’è un’officina meccanica di moto d’epoca; poi abbiamo registrato alcune batterie in un vecchio teatrino del 1921 mentre le chitarre, i pianoforti e gli organi Hammond li abbiamo registrati in una chiesetta sconsacrata del 1600 a Casnigo, un piccolo paese in Val Seriana. Infine ho deciso di registrare tutte le voci qui, nel salotto di casa mia! Luoghi diversi, riverberi diversi e sensazioni diverse… abbiamo cercato di racchiudere anche questo nel disco”. In PLAY IT LOUD! hai avuto importanti ospiti della scena Blues italiana come Veronica Sbergia e Max De Bernardi, Francesco Più, Fabio “SIR” Merigo. Anche FOCUS annovera partecipazioni? “Mi piacciono le collaborazioni con altri musicisti. Decisi di chiamare loro non solo per l’oggettiva bravura ma anche come “ringraziamento” per quello che fanno. Ascoltare il loro stile, le loro canzoni mi ha permesso di sviluppare nuove idee, nuove soluzioni e gusti. Quale miglior ringraziamento se non chiedere di suonare un mio brano?
Suono per emozionare, non per stupire.
FOCUS però è troppo personale e ho voluto suonare tutte le parti di chitarra perché avevo ben in testa l’emozione che volevo trasmettere. Ci sono 5 batteristi diversi, uno più bravo dell’altro: Marcello “BREAD” Schena, Nik Taccori, Gregory Gritti, Stefano Guidi e ovviamente il nostro batterista Marco Sacchitella. Al basso, oltre al nostro Bobo Aiolfi, anche Paolo Legramandi, grande amico e musicista completo… uno dei migliori sulla piazza. Alle tastiere Francesco Chebat, già componente della band e musicista validissimo. Sono fortunato a suonare con talenti come loro”. Master e Mastering? “Ecco… anche qui ho voluto fare le cose come si deve. Insieme a Mauro Galbiati, Sound Ingeneer e Co-produttore, abbiamo proposto il nostro lavoro a Marc Urselli (Faith no More, Lou Reed, John Zorn, Les Paul..) e Scott Hull (Santana, Steely Dan e molti altri) direttamente da NY City. Loro hanno ascoltato e si sono dimostrati
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entusiasti di collaborare con noi! Abbiamo quindi anche la loro mano in fase di mix e mastering, due operazioni essenziali per realizzare un buon prodotto. Certo… prima sono le canzoni che devono essere belle…”.
Quindi oltre alla fuga di cervelli avremo la fuga dei musicisti?
“Qui la situazione non è delle più rosee e riuscire a suonare negli States sarebbe anche un sogno che si realizza. Tempo al tempo… ci stiamo lavorando”.
Come nasce una canzone?
“Emozione. Scrivo canzoni per raccontare emozioni vissute personalmente e che probabilmente tutti vivono e cerco sempre di trovare un modo di comunicare che sia quanto più immediato possibile, senza però tralasciare la cura dei particolari. Per esempio sto sempre molto attento al suono della chitarra e cerco di “farla cantare” così come farei con la voce. Non mi ritengo un virtuoso, uno da 200 note al secondo… preferisco di gran lunga quell’unica nota messa al momento giusto. Il grande B.B. King è Maestro in questo, ma il mio idolo assoluto è Mr. Eric Clapton. Lirismo e classe sopraffina. Direi che suono per emozionare e non per stupire”. Fender Stratocaster o Gibson Les Paul? “Mi ritengo fenderiano e la mia chitarra preferita è proprio la mia Stratocaster. Certo, averle entrambe non sarebbe male!
Magari ci mettiamo anche la Telecaster e una 335, giusto per non far torto a nessuno. Sono sicuro che i chitarristi che leggeranno questa risposta mi capiranno perfettamente”.
Beatles o Rolling Stones?
“Beatles, per il loro genio compositivo, ma il tocco R’n’R delle dita rugose di Keith Richards non lo batte nessuno”.
Sogni nel cassetto?
“Quelli potenzialmente realizzabili non te li dico per scaramanzia. Poi c’è sempre quello più difficile: incontrare lo “zio” Eric Clapton, ma credo che se dovesse mai succedere non riuscirei a spiccicare mezza…nota! Meglio continuare a sognarlo, suonando sopra i suoi dischi”.
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â&#x20AC;&#x153;Le dita rugose di keith richards non le batte nessunoâ&#x20AC;?
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efficienza...
senza limiti di GIOVANNI VOLPE
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ungimiranza, spiccato senso imprenditoriale e sensibilità in materia di ecologia e ambiente. Sono questi i tre principali elementi che hanno dato vita e via via decretato il successo di Orobici, azienda ideata e trasformata in realtà nel 2013 da Paolo Civera e Antonio Filisetti dai quali è nato ed è stato sviluppato l’innovativo concetto di “distribuzione merci nell’ultimo miglio”.
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foto GIORGIO SORTI N UMERO 20 | UP B E R GA M O 55
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i tratta in concreto di affrontare in tempi brevi, e con la massima sicurezza ed efficacia, la presa e la consegna di merci, specie nelle zone a traffico limitato - e comunque all’interno del perimetro cittadino - impiegando moderni mezzi rigorosamente ecologici. Un’idea vincente, dunque, che ha subito catturato l’interesse da parte dei vertici di Gls Bergamo che, in estrema coerenza con la filosofia “Think Green” espressa dalla multinazionale, hanno dato vita a una fattiva collaborazione operativa. Orobici, che da poco più di un mese ha inaugurato una sede tutta nuova e più ampia nel cuore di Bergamo, in via Pradello n.2, riesce ad azzerare
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le criticità tipiche delle consegne effettuate con mezzi tradizionali. In questo senso le sempre più diffuse ZTL della nostra città, particolarmente diffuse e spesso difficilmente accessibili soprattutto a Bergamo Alta, vengono raggiunte senza alcun problema, in tempi rapidi e, elemento non trascurabile, nel pieno rispetto di quella magica città nella città che tutto il mondo ci invidia. Addio quindi al rischio di contravvenzioni, a sgradevoli parcheggi selvaggi, all’obbligo di consegna in fasce orarie prestabilite così come all’adozione di pass. I bike-carriers di Orobici diventano ora i veri protagonisti del movimento merci in ogni angolo della città e lo fanno sfruttando la versatilità di moderne biciclette e
tricicli cargo ecologici, a impatto zero. Meritano un cenno anche le sempre più numerose convenzioni che Orobici mette a disposizione di enti, aziende e privati che possono inviare o ricevere colli del peso di pochi grammi fino a oltre cento chilogrammi, sempre potendo contare su un efficiente servizio tracciabilità e monitoraggio dei tempi di consegna delle merci. Orobici, che ha recentemente ottenuto dalla Camera di Commercio di Bergamo il marchio di qualità “Sono sostenibile”, è infine già diventato un franchising; sono infatti operative la sede di Milano - mirata soprattutto alle consegne giornaliere in Area C - e la neonata sede di Sassari.
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ESORDIO DI
SUCCESSO
Forte di 400 shops in 35 diversi Paesi, anche a Bergamo Engel & Völkers ha impiegato pochi mesi a posizionarsi ai vertici del mercato immobiliare per prestigio e professionalità.
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asta soffermarsi pochi istanti davanti alla vetrina dell’esclusiva agenzia di Largo Belotti 34, per avere la misura dell’importanza degli immobili trattati; esclusività alla quale fanno da eco l’estrema professionalità e l’assoluta riservatezza dell’Office Manager Marcello Serpellini e del suo motivato e preparato staff. Continua con successo anche l’azione di Francesca Tassoni, Licence Partner e Marketing Director di Engel & Völkers a Bergamo, che con efficaci strategie di comunicazione ha da subito fatto sì che aumentasse la percezione da parte del pubblico di casa nostra, dell’importanza e del prestigio di questa agenzia e
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degli immobili presentati. L’esclusivo pacchetto “Marketing Vip” Private Office, che viene inviato a un elenco di oltre tremila destinatari in tutto il mondo, costituisce infatti anche per la sede bergamasca di Engel & Völkers uno strumento estremamente efficace, dedicato a quanti siano realmente interessati a comprare o vendere immobili, rigorosamente all’interno della fascia più alta del mercato globale delle proprietà di lusso. Ottimo esordio, dunque, per il Licence Partner Francesco Tassoni che, sempre affiancato dalla moglie Elisabetta Fazzina, incarna al meglio i punti valorizzanti della partnership con questo prestigioso marchio e li sta trasmettendo con successo all’esigente piazza bergamasca.
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ulle colline piacentine, nel comune di Gazzola (PC) a circa 480 metri di altitudine, si ubica la Residenza, frutto del recupero di un vecchio borgo agricolo di circa 100.000 mq di parco completamente recintato. Nel verde del giardino in posizione assolata la grande piscina e la vasca idromassaggio completano la zona relax. Incluso nel complesso vi è un valido Centro Ippico molto attrezzato. La residenza è composta dall’edificio padronale e da lussuose case / ville / con metrature che vanno dai 150 ai 350 mq. Il vecchio galoppatoio di metri 30 x 60 in erba è ora adibito come campetto per il gioco del pallone o altre attività ricreative per piccoli e adulti. Ognuna delle 10 unità abitative gode di una vista incantevole e di spazi esterni privati. Giardini, porticati con barbecue o forno a legna per ospitare amici e trascorrere momenti indimenticabili. Al centro della proprietà una zona eventi con una splendida cantina. Tutte le proprietà sono completamente arredate e corredate con gusto e stile esclusivi.
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Appartamento in Villa d’Epoca VIA TORNI Bergamo Unicità ed Esclusività
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n uno scenario unico ed esclusivo per eleganza, panoramicità e pregio residenziale proponiamo in vendita questo meraviglioso appartamento in complesso di sole 4 unità sui colli di Bergamo, nella splendida Via Torni. L’appartamento si trova in una villa Storica di fine ‘800 circondata da 15.000 mq di parco piantumato e curato nei minimi dettagli con possibilità di passeggiata privata. L’appartamento di 300 mq è situato al secondo piano ed è così composto: ampio soggiorno con vista incantevole, studio, ampia zona living, importante sala da pranzo, cucina con ampia terrazza e lavanderia. La zona notte è invece composta da: camera matrimoniale con bagno privato e accesso alla terrazza, altre due camere con bagno di servizio. Le altissime finiture completano il contesto di questa casa da sogno.
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VILLA FRANCESCA - mozzo
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restigiosa villa nel cuore del parco dei colli circondata da 12.000 mq di giardino privato. Riservatezza, tranquillità, atmosfere suggestive, eleganti interni, sono solo alcuni aspetti per descrivere la proprietà. La villa indipendente vanta un’unità principale di 500 mq composta da 4 ampie camere da letto con annesso bagno e comoda cabina armadio, 2 living area ed una toilette per gli ospiti. La cucina luminosissima, interamente in sasso e marmo, affaccia direttamente in giardino con zona lunch. Una camera ospiti con bagno e ingresso indipendente completano la prima parte dell’immobile. Nel piano interrato troviamo una spaziosa taverna con zona fitness e zona entertainment, cantina con area vini e caveau. Nel giardino possiamo godere di una piscina semi-olimpionica con locker room, ampie zone relax e un garage da 3 posti auto. Mozzo è un comune di 7.513 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia, a soli 3 km dalla città e a soli 10 minuti dall’aeroporto internazionale. Il comune di Mozzo è adagiato a semicerchio intorno ai colli di Bergamo ed ha una superficie di 3,57 chilometri quadrati, in parte collinoso, in parte pianeggiante.
ATTICO IN RESIDENCE - MOZZO
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In Villa Masnada, splendido residence con palestra e piscina coperta, attico di circa 180 mq. composto da: ingresso, cucina, soggiorno, 3 camere e due bagni, soppalco a vista. Splendido terrazzo abitabile. Box doppio. Finiture di altissimo pregio ed impianto di domotica. Mozzo è un comune di 7.513 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia, a soli 3 km dalla città. Il comune di Mozzo è adagiato a semicerchio intorno ai colli di Bergamo ed ha una superficie di 3,57 chilometri quadrati, in parte collinoso, in parte pianeggiante. L’altezza di riferimento, al centro del paese è di 252 metri sul livello del mare. Una porzione del territorio comunale è inclusa nel Parco dei Colli di Bergamo, parco regionale lombardo.
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LOFT - ALZANO LOMBARDO
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razie all’opera di grandi architetti è stato fatto il recupero di un edificio di fine ‘800 riconosciuto come uno dei più pregevoli esempi di archeologia industriale presenti su territorio nazionale. Attraverso la rifunzionalizzazione degli spazi sono stati realizzati bellissimi loft con soppalchi e giardini d’inverno, atelier per artisti e un museo d’arte contemporanea. Proponiamo elegante e moderno appartamento loft inserito in contesto di grande interesse storico. Immobile di mq 300 dislocato su 2 livelli ed internamente composto da soggiorno, sala da pranzo, ampia cucina, 3 camere da letto e 3 bagni, oltre alla camera e il bagno soppalcati. Le pavimentazioni sono in cemento industriale lucidato al quarzo, parquet industriale e bisazza nel bagno; predisposizione domotica. Posizione di grande comodità logistica, situato a pochi passi dalla tramvia leggera delle valli TEB che in pochi minuti raggiunge il centro di Bergamo, a poche centinaia di metri è presente un centro commerciale con piscine e parco attrezzato.
BILOCALE Città Alta - Via San Pancrazio
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In palazzo storico, nel cuore di città alta e a pochi passi da piazza Vecchia e da Piazza Mercato del Fieno, proponiamo appartamento bilocale composto da ingresso, angolo cottura/soggiorno, una camera e servizi. Completamente ristrutturato ed arredato. Riscaldamento autonomo.
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villa d’epoca - albino I segreti del 1800 ...
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a villa, immersa in uno splendido giardino all’inglese, voluta alla fine del 1800 da una famiglia svizzera trasferitasi in Italia, rispecchia e mantiene, grazie ad un restauro accurato, le caratteristiche dell’Art Nouveau, con soffitti affrescati, pavimenti in graniglia artistica che si alternano a parquet decorativi, con aggiunta di tocchi di onice e mosaici. Gli arredi, ad eccezione dei locali tecnici e funzionali- come bagni e cucine - sono stati accuratamente restaurati e mantenuti, mentre per le aree di nuova concezione, come la zona svago al piano interrato, sono state curate dal Designer Celeste Dell’Anna, nel pieno rispetto della spirito della villa e dei materiali utilizzati all’epoca della costruzione.
appartamento - piazza pontida
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n zona centralissima, in un palazzo ottimamente conservato e dotato di ascensore, proponiamo in vendita questo appartamento di circa 145 mq. all’ultimo piano. Composto da ingresso, pranzo, soggiorno, cucina, studio, 3 camere e doppio bagno. L’appartamento si presenta in ottimo stato, è molto luminoso e gode di una vista aperta veramente incantevole. Inoltre è termoautonomo e climatizzato.
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UFFICIO / GALLERIA - LA FARA
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ella splendida Città Alta, proprio dopo aver superato la Porta e l’ex Monastero di Sant’Agostino, di fronte al prato della “Fara”, proponiamo un particolarissimo ed ampio Ufficio/Galleria situato in una posizione privilegiata e con una vista unica. Di circa 112 mq è all’interno di un palazzo storico risalente al 1500 e proprio per la sua bellezza è stato adibito a Galleria d’arte. Situato al piano rialzato è così suddiviso: ingresso, disimpegno, 2 grandi stanze comunicanti, antibagno e bagno. Di particolare effetto e pregio il soffitto a volte in pietra originaria del 1500.
VILLA - BONATE SOTTO
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roponiamo a Bonate Sotto, in via Colombo, una villa in vendita di alta rappresentanza, unica nel suo genere. La residenza è immersa in un parco privato e piantumato di 15.000 mq, pianeggiante, con piscina coperta, campo da tennis con copertura meccanizzata. La villa è disposta su 3 piani ma al terzo piano si sviluppa un appartamento completamente indipendente. La proprietà, costruita negli anni 70, si presenta in ottime condizioni; all’interno la casa ha uno stile classico ed è molto curata nei dettagli. Inoltre si trova a soli 12 km dalla città di Bergamo.
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GABO
Nel 1982 Gabriel Garcia Marquez, Gabo, ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura “per i suoi romanzi e racconti, nei quali il fantastico e il realistico sono combinati in un mondo riccamente composto che riflette la vita e i conflitti di un continente”. di MARIO POGGINI
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nche se non citato, Cent’anni di solitudine, pubblicato nel 1967, ha sicuramente influenzato positivamente la decisione. In genere questi premi coronano una carriera, ma non questa volta. Infatti, pur considerando che i bellissimi romanzi Nessuno scrive al colonnello, del 1969, L’autunno del patriarca, del 1975 e Cronaca di una morte annunciata, del 1982 sono antecedenti o contemporanei all’anno del premio, negli anni successivi Gabo ha pubblicato capolavori come L’amore ai tempi del colera, nel 1986, e Il generale nel suo labirinto, nel 1989. Per completare questo parziale elenco di opere dal successo straordinario, occorre aggiungere Memoria delle mie puttane tristi, uscito nel 2005, dopo una terribile malattia contro la quale Gabo ha combattuto per cinque lunghi anni e, fortunatamente, proprio nel 2005, ha vinto. Tutto ciò premesso, c’è un punto che ritengo giusto sottolineare e cioè che questo autore ha fatto recuperare alla letteratura latino americana - forse anche a quella di lingua spagnola - il ritardo, di considerazione e di successo, in cui si trovava fino agli anni Sessanta. I suoi romanzi, ormai da mezzo secolo tra i best-seller delle librerie di mezzo mondo, hanno aperto la strada ai grandi successi di altri autori latino americani, a lui contemporanei o successivi, che oggi facilmente troviamo nelle top ten delle vendite. Gabriel Garcia Marquez è morto pochi mesi fa, a 87 anni, dopo mezzo secolo di successo e alla fine di una vita spesa dalla parte dei giusti. La sua notorietà durerà a lungo in tutto il mondo. Ora due parole sulla storia d’amore tra Florentino Ariza e Fermina Daza, cioè sul romanzo L’amore ai tempi del colera.
La storia è presto detta: il giovane impiegato Florentino si innamora perdutamente - è il caso di dirlo! - dell’adolescente Fermina. Lei sembra corrisponderne il sentimento, poi, assecondando la volontà paterna, sposa un altro, un giovane medico, ricco e di sicuro successo, col quale avrà diversi figli e vivrà “felicemente sposata”. Dopo cinquant’anni, per cause naturali, rimarrà vedova e, lentamente, da donna libera, si riaffaccerà alla vita incontrando di nuovo l’anziano Florentino.
Tutto qui? Apparentemente sì. Ma allora, a cosa si deve tanto successo?
Intanto perché i due, finalmente insieme, si comportano da semplici innamorati a prescindere dall’età e quindi, senza troppe titubanze, partono per una crociera d’amore. Poi perché Marquez conosce la vita e non ci racconta favole, per cui Fermina, sposando il medico, fa “la scelta giusta”. Infine perché Florentino non è un uomo condannato dal destino a una vita da spettatore, bensì, al contrario, pur perennemente in attesa di Fermina, colleziona una serie invidiabile di amanti.
Basta così? Non credo. C’è qualcos’altro e cioè lo stile di Gabo, leggero e inimitabile, come quando Florentino, profondamente addolorato per la morte di una giovane amante, ma confermando i suoi sentimenti per Fermina, confessa a un amico che il cuore ha più stanze di un casino! Oppure, quando il capitano della nave gli chiede per quanto tempo dovrà protrarre la crociera d’amore, Florentino gli risponde come aveva desiderato fare per cinquantatre anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese: per tutta la vita!
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Cent’anni di Solitudine di Gabriel Garcia Marquez di MARIO POGGINI
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rà fine a tutto e ne cancellerà la memoria negli uomini, perché le stirpi condannate a cent’anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra. La storia di Macondo è quindi la storia di uomini e di donne al cospetto di loro stessi, prede delle passioni, suscitate da bisogni e desideri, che si possono placare solo se consumate fino in fondo. È così che, attraverso la storia dei Buendia, di generazione in generazione, tra figli e nipoti che hanno spesso lo stesso nome - geniale trovata che sottolinea la ripetitività delle cose della vita - l’autore ci conduce per mano nei meandri dei rapporti umani, siano essi commoventi, divertenti, ridicoli o banali. Sempre, però, vissuti a viso aperto, in un realismo spietato, pur se intriso di magia, dove anche ai morti, almeno ad alcuni di essi, è dato di partecipare, come fantasmi, alle cose dei vivi.
Cent’anni di solitudine, pubblicato nel 1967, è anche un romanzo che, anticipando i temi della “questione femminile”, esalta la centralità del ruolo delle donne, da Ursula, pilastro su cui tutta la famiglia si tiene, all’”aspirante regina” Fernanda, ipocrita fino all’inverosimile, che divide il marito con l’affascinante, appassionata e magica Petra Cotes, a Pilar Ternera, prostituta per vocazione, consolatrice e a volte causa - con l’odore di fumo che aveva sotto le ascelle - dei tormenti e delle pene d’amore dei giovani Buendia, nonché madre dimenticata di alcuni componenti della famiglia.
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ent’anni di solitudine è la saga della fami-
glia Buendia, di Josè Arcadio e di sua moglie Ursula. La coppia, reduce con alcune decine di amici da un viaggio divenuto troppo lungo, decide di fondare un nuovo villaggio. E così, in un luogo dove il mondo era così recente che molte cose erano prive di nome e per citarle bisognava indicarle col dito, nasce Macondo. Col passare degli anni, dopo i capostipiti, i protagonisti della vita del nuovo villaggio - e non solo - saranno i figli della coppia e con loro e dopo di loro i nipoti e i pronipoti, fino a quando un vento disperato e potente mette-
Ma Cent’anni di solitudine è anche altro. È una stupenda sintesi della storia dell’America Latina nei suoi ingenui rapporti, contraddittori e perdenti, con il capitalismo nordamericano. È una lucida e spietata disamina dello scontro politico e della vanità della lotta per il potere. E’ una storia dell’irrisolto rapporto dell’uomo con la morte e con la fine delle cose, del ricorso alla magia quale strumento necessario per accettare la realtà. Cent’anni di solitudine è un libro stupendo, che con sublime leggerezza, divertendo e appassionando con la storia irripetibile dei Buendia, ci fa sognare a occhi aperti, forse anche a farci partecipi, magari per pochi istanti, della vita di Macondo.
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asta immolarsi a una quotidianità che non ci appartiene e che troppo spesso ci costringe a vivere a metà. Perché mordere solo una parte della mela di Eva? Mostriamo al mondo di essere in grado di raccogliere tutte le opportunità e le sfide che ci vengono date. E anche qualora queste non ci venissero offerte .... prendiamocele, utilizzando con sapienza la nostra sensibilità femminile e le molteplici potenzialità poliedriche insite nella nostra natura, senza lasciarci soffocare dal timore di non farcela, di non essere ascoltate o prese sul serio. Sfidiamo la diffidenza degli scettici. La donna può – e deve – raggiungere e conquistare la “propria” felicità. Se ci riuscirà, sarà anche in grado di trasmettere ed insegnare ai propri figli come vivere la loro vita al massimo delle proprie risorse. Nancy Cooklin, autrice del libro CREA TE STESSA, è la donna del nostro tempo. Nata in Perù 45 anni fa, da padre inglese e madre peruviana (con infiltrazioni francesi e spagnole) parla 4 lingue in quanto ha vissuto in Paesi diversi, con tradizioni differenti, tra identità diverse e principi morali dissimili. Paesi che l’hanno comunque arricchita di esperienze preziose, tanto che molto spesso si ritrova ad usare, nel suo libro, termini in un altro idioma perché, a
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suo dire, più confacenti e consoni allo spirito che la anima in quel contesto. Da tredici anni vive in Italia con il marito e due figlie. “Ho iniziato questo libro tante volte” – dice Nancy – “in tante parti del mondo, in diversi quaderni e computer. Ma evidentemente dovevo vivere delle esperienze in prima persona e applicare direttamente i principi dei quali ti parlerò, per poterteli poi trasmettere con coerenza e sicurezza. È un po’ come il concetto di soddisfatto o rimborsato: ora sono certa che i risultati ci sono, te lo garantisco!”. E prosegue “Tra il mondo del coaching e del business, sono più di venticinque anni che ascolto storie. Storie di persone di diverse parti del mondo, di diverse età e competenze. Storie soprattutto di donne, donne meravigliose che attraverso gli anni continuano a reinventarsi nuove identità e nuovi ruoli. Donne che giorno dopo giorno creano se stesse. In tutti questi racconti, quasi intrecciati tra loro, ho trovato in realtà sempre le stesse tematiche, declinate in sfumature e intensità differenti, ma in fondo accomunate dalle stesse radici, gli stessi punti fondamentali. L’autostima, il legame con la propria famiglia d’origine, la tendenza ad annullarsi quando si diventa mamme, l’adattamento agli altri, in sostanza, il dimenticare di mettersi al centro della propria esi-
stenza, fino ad arrivare a un punto in cui la situazione non è più sostenibile. Se non ami te stessa per prima, è difficile che tu riesca a ricevere dagli altri l’amore che meriti. Se invece sei chiara su chi sei e cosa vuoi, allora la felicità arriva. Il mio desiderio è che tu sia encantada de conocerte, innamorata di te stessa, felice di essere chi sei”. IL METODO CREA TE STESSA “Attraverso le tre chiavi femminili che ti propongo, prenderai in mano la tua vita e deciderai come ricrearti. Scegli qual è quella che desideri e pensa a quali decisioni devi prendere per arrivarci. Tutto qui! Sta tutto a te, sei tu che scegli, sei tu che crei”. “La prima chiave è quella della Conscienza – Conoscenza con coscienza. Si tratta di una pura raccolta di informazioni su chi sei nel momento presente e sul perché dei tuoi comportamenti e delle tue credenze. Attraverso una tecnica usata nel counseling sistemico, ti inviterò a osservare con attenzione la tua famiglia d’origine e gli schemi che da quella hai ereditato. Acquisite queste consapevolezze, riuscirai a liberarti dalle identità che in fondo non ti appartengono, così da poter creare le tue”. “La seconda chiave è quella della Creattività – Attività creativa. Qui ti
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troverai a rispondere alla domanda: «Ma io cosa voglio?» Questa è la parte del libro dove lavorerai di più, ma è anche quella dove ti troverai a creare, sognare e decidere cosa vuoi. Attraverso il mio metodo SPRing definirai i tuoi obiettivi, in modo da metterti subito in moto. Li definirai sia in modo logico e per iscritto, sia in modo non verbale e con creatività, attraverso disegni, colori e ritagli. Ti inviterò a ragionare su chi sono i tuoi mentori e a pensare a chi ti influenza nei momenti importanti della tua vita: solo così sarai in grado di scegliere il tuo personale consiglio di amministrazione. Insomma, insieme metteremo a punto un vero e proprio piano d’azione”. “La terza chiave è quella del Cuoraggio – Agire con il cuore. Una volta che sarai arrivata a sapere che cosa vuoi, potrai scegliere come comportarti nei diversi ambiti della tua vita, assumendoti la piena responsabilità delle tue scelte. Sarai in grado
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cioè di decidere che cosa vuoi per te stessa e per il tuo futuro con piena consapevolezza, allineando il cuore con la testa. Non è necessario vivere grandi crisi per cambiare o ricalibrare il tiro. La vita è ciclica, noi donne siamo cicliche e ci reinventiamo in continuazione. Ogni momento è buono per rivalutare certe situazioni. La cosa più importante è che tu ti ricordi di rispettare te stessa per prima. Che ricordi di amare la tua persona e di prendertene cura, esattamente come già fai con le persone a te più care o con le relazioni a cui tieni di più. Se tu riservassi a te la stessa tolleranza, lo stesso amore, la stessa pazienza che hai con la tua migliore amica o con i tuoi figli, non ti sentiresti meglio?”. Il metodo Crea te stessa è trasversale. Vale per ogni area e momento della vita. Sia che si tratti dell’esigenza di una risposta specifica, come ridefinire la propria professionalità ad esempio, sia che si tratti dell’eterna
ricerca di noi donne di questo tempo: come riuscire a equilibrare la nostra vita tra famiglia, lavoro e divertimento sentendoci pienamente soddisfatte e libere. “Attenzione, però! – ribadisce la Cooklin Questo libro non nasce per contrapporre le donne agli uomini, anzi. Donne e uomini sono le due parti complementari dell’universo: non c’è niente che possa far sentire tanto donna una donna come un uomo che la ama, e viceversa. Quindi, tutto sommato, questo libro è dedicato anche a tutti quegli uomini meravigliosi che, con i loro gesti e le loro attenzioni, fanno di noi dei diamanti preziosi”. Con queste premesse Nancy Cooklin invita tutte le donne a leggere il suo libro e promette un passo avanti verso la felicità. Chi lo ha fatto giura che le ha cambiato la vita. «Si vive solo una volta, ma se lo si fa bene, è sufficiente». Mae West
CORSI ZUMBA PER ADULTI: UNA LEZIONE LA MATTINA E UNA SERALE. PILATES: IL LUNEDÌ MATTINA E UNA SERA A SCELTA YOGA: MARTEDÌ E GIOVEDÌ SERA THAI CHI E TANGO ARGENTINO: IL MERCOLEDÌ SERA
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DAVID BELLAY NASCE A PARIGI CON ORIGINI CARAIBICHE, DOVE STUDIA DIVERSE TECNICHE DI DANZE HIP HOP: JAZZ ROCK, ELECTRIC BOOGIE, BREAK DANCE, LOCKING, HOUSE DANCE, NEW STYLE , HARLEM SHAKE... CON IL SUO TALENTO ED ESPERIENZA SI È FATTO CONOSCERE SULLA SCENA HIP HOP INTERNAZIONALE. HA PARTECIPATO A IMPORTANTI PROGRAMMI TELEVISIVI TRA I QUALI X FACTOR E CHIAMBRETTI NIGHT.
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I FIORI DEGLI ANGELI Ho un’amica che crede negli angeli! Non tutti avrebbero il coraggio di urlarlo al mondo come fa lei, entrando con un sorriso negli sguardi ironici e graffianti di chi, come me, è legato a corda doppia alla realtà e non vuole vedere se più in là c’è davvero qualcosa. Clara, ipovedente dalla nascita, vede oltre…, sente, percepisce le entità celesti, colorando e trasmettendo con vitalità i messaggi che riceve. Non vedendo con gli occhi ha imparato a vedere con il cuore. di ALESSANDRA BARBIERA photo MAURIZIO SCAGLIA
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n giorno d’estate sono andata a farle visita in montagna per trovare un po’ di pace da qualche acciacco, dal caldo e soprattutto dai miei pensieri. Arrivata in quella piccola baita, sono stata accolta dal solito sorriso e travolta da un tripudio di sfumature che metteva allegria. Clara mi parla sempre dei colori: bisogna tingere la vita per sentirsi davvero vivi… toni di giallo, verde, arancione, viola. “Evitare i grigi e il nero” – mi ripete sempre – “nei quali ci si rifugia quando si è tristi e depressi”. Il giallo non è il mio colore preferito, ma quello che più di tutti gli altri mi scalda il cuore e mi trasmette serenità… non so perché! A casa di Clara, quel giorno in montagna, un cordone di fiori dorati delimitava la proprietà, incorniciando il sentiero d’accesso e contagiando il mio stato d’animo. Resto incantata dai discorsi della mia amica, ma, forse perché il mio cervello è in continua competizione con il mio cuore, gli stessi discorsi mi lasciano scettica e perplessa, anche se mi affascinano sempre enormemente!
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Felicità, Amore, Dono, sono parole ricorrenti nei discorsi di Clara, che però, nel mondo degli adulti, hanno un sapore infantile, dimenticato, tipico dell’uomo d’affari che incontra il Piccolo Principe: “Sono un uomo serio, io, non mi diverto con delle frottole!” (Antoine de Saint Exupéry, Il Piccolo Principe, cap. XIII). So che Clara mi osserva con divertimento quando parla dei “Suoi Ragazzi”, quegli amici invisibili che non l’hanno mai fatta sentire sola, neanche durante uno dei periodi più bui della sua vita, uno di quei momenti in cui ti sembra che tutto perda colore, che le luci si spengano, che non si possa far nulla per rimediare. La vita l’ha messa a dura prova. È nel 2000 che Clara, attirata da un rumore forte, vede apparire più volte sui vetri di casa due bianche ali argentate. È in quel momento che trova la forza per riprendere in mano la sua vita. Nel 2008, operata d’urgenza per una setticemia, per poco tempo è ospite in casa dei Suoi Ragazzi: un atti-
“IL GIALLO NON È IL MIO COLORE PREFERITO, Ma QUELLO CHE PIù DI TUTTI GLI ALTRI MI SCALDA IL CUORE E MI TRASMETTE SERENITà...”
mo per godere di una grande luce gialla che l’avvolge d’Amore e un attimo per sentirsi dire che deve tornare sulla Terra, che quello non è ancora il suo momento. Insistere, raccontare e seguitare a condividere con altri esperienze, idee e convinzioni, credo possa giungere ad influenzare e suggestionare anche le scorze più legnose… come me! S’insinua il piccolo tarlo del “Forse!” e del “Perché no?”! Quei fiori gialli della piccola casetta in montagna mi hanno colpito: cresciuti spontanei, secondo un progetto di chissà chi, esattamente in fila, delimitano la proprietà di Clara. Sui prati dei vicini non ce ne sono di uguali… Fiori che la gente del posto chiama “fiori degli angeli”! A casa racconto spesso di quella mia amica che a molti sembra un po’ strana e che riesce a curare i malesseri dello spirito, a farmi sempre ridere e a stupirmi a cinquant’anni come se fossi una bimba… E questa, ditemi se non è vera magia! Clara ha deciso di condividere la sua vita con persone che hanno bisogno di ricominciare a sorridere con il cuore, organizzando conferenze in diverse città italiane. Aiuta così tutti coloro che sentono il bisogno di avvicinarsi alla Luce, all’Amore o, semplicemente, che nonostante tutto vogliono iniziare a vedere più lontano del
proprio orizzonte. Parla senza preoccuparsi del sorriso che nasce qua e là su alcune labbra. Parla di quello che sente, di quello che vede e di quanto la vita, con le tante tristezze che inesorabilmente porta con sé, sia da vivere ogni giorno come un dono meraviglioso! È questo che mi ha sempre attratto della mia amica: lei non indossa una maschera pirandelliana per muoversi nel teatro della vita. Non si preoccupa di cosa potrebbe pensare la gente. Lei porta avanti a testa alta il suo sorriso, che è un dono vero per tutti noi. Tornata a casa da quella piccola baita con il cuore sereno e negli occhi il giallo dei “fiori degli angeli”, sfilando la lunga collana che avevo al collo, è caduta a terra una piccola corolla bionda. Un segno? Un regalo? Una pura coincidenza? Ho conservato, spaesata, quel piccolo fiore, consapevole che i più ne avrebbero sorriso! Beh, la mia amica vede gli angeli. Io no! Parla con loro. Io no! Sa godere di cose semplici, sa sognare e percepisce sempre il lato più bello delle cose. Io imparo un po’ alla volta anche grazie a lei! Ho un’amica che crede negli angeli! … Il tarlo del “Perché no?” ha iniziato a insinuarsi nella mia mente... N UMERO 20 | UP B E R GA M O 81
UP DONNA
25 NOVEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
WeWorld Intervita sceglie ancora una volta il Cinema per difendere i diritti delle donne
5° Siamo Pari! La Parola alle Donne Rassegna Cinematografica sui diritti delle Donne 21-22-23 novembre 2014 – Teatro Litta - Milano Storie di Speranza e Ispirazione Dal Sud al Nord del Mondo
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eWorld Intervita, ONG milanese che si occupa di garantire i diritti dei bambini e delle donne più vulnerabili in Italia e nel Sud del Mondo, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne rinnova l’appuntamento – dal 21 al 23 novembre - con Siamo Pari! La Parola alle Donne, la rassegna cinematografica nata con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sulla condizione femminile in contesti difficili utilizzando un linguaggio immediato e coinvolgente come quello cinematografico.
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La quinta edizione di Siamo Pari! La Parola alle Donne, si terrà a Milano nella prestigiosa cornice del Teatro Litta da venerdì 21 a domenica 23 novembre. Tre giornate ricche di appuntamenti aperti al pubblico e gratuiti per uno sguardo sul mondo
delle donne attraverso linguaggi e modalità differenti: proiezioni cinematografiche, dibattiti, tavole rotonde, mostre fotografiche e tanti momenti di incontro. La 5° Edizione del Festival “Siamo Pari! La Parola alle Donne” avrà come parole chiave: ispirazione e speranza. Nel 2014 la nostra battaglia nella difesa dei diritti delle donne passa dal racconto di storie di donne straordinarie, che possano diventare un esempio per le altre. Siamo Pari! La Parola alle Donne racconta il ruolo delle donne nella società contemporanea, dal Nord al Sud del Mondo: storie di coraggio,
determinazione, capacità di reagire, forza d’animo. Perché - anche nelle condizioni più difficili – per cambiare abbiamo bisogno di credere che sia possibile!
Venerdì 21 novembre il Festival prende il via - per la prima volta - con un’anteprima teatrale: “Carmen Medea Cassandra - Il processo”, uno spettacolo, ideato da Luciano Cannito, che ne firma la regia e coreografia, che vede protagoniste Rossella Brescia e Vanessa Gravina. Un esclusivo vernissage con istituzioni e personaggi dello spettacolo, del cinema e della cultura segnerà l’inizio ufficiale del Festival.
Sabato 22 novembre, inizieranno gli incontri e le
proiezioni aperte al pubblico, completamente gratuite.
Tutti i film in programma sono proiezioni inedite per l’Italia. Il primo giorno parleremo di Donne che cambiano il Mondo, mentre domenica 23 novembre il tema è “Cambiamo prospettiva”. Il Festival chiude con la consueta sezione ALTRI MONDI dedicata quest’anno alla Cambogia, dove il problema dello sfruttamento sessuale e della tratta di
esseri umani è una realtà con numeri allarmanti: ogni anno, infatti, sono almeno 200 mila le donne e bambini vittime della tratta di essere umani. L’intero evento sarà aperto al pubblico e totalmente gratuito, ma saranno presenti in loco per tutta la durata della manifestazione gli infopoint WeWorld Intervita dove sarà possibile effettuare donazioni libere o diventare sostenitori. I proventi dell’intera manifestazione (sponsor e
donazioni libere) saranno devoluti ai progetti WeWorld Intervita contro lo sfruttamento delle donne in Italia e nel Sud del Mondo.
Sostenere WeWorld Intervita è semplice:
basta accedere al sito www.intervita.it e seguire le indicazioni per donare (tramite versamento postale, bonifico bancario, carta di credito, paypal o RID) oppure chiamare il numero 848 883388
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BIENNALE DES ANTIQUAIRES
Capolavori dellâ&#x20AC;&#x2122;Alta Gioielleria al Grand Palais
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Boucheron Boucheron
Van Cleef&Arpels Spilla-Château Enchanté in oro bianco con diamanti, smeraldi, zaffiri, gemme colorate e smeraldo centrale da 39 carati biennale2014
A
nche questo settembre torna al Grand Palais di Parigi (Av. Winston Churchill) la Biennale des Antiquaires, evento organizzato dal Syndicat National des Antiquaires (SNA) per valorizzare il ruolo culturale oltre che economico dei professionisti del mercato dell’arte. Sebbene con un ruolo meno predominante dell’edizione 2012 l’Alta Gioielleria è da sempre fra i protagonisti dell’evento parigino, con i suoi capolavori da indossare, a partire dalle storiche Maison, come Cartier, Van Cleef & Arpels, Boucheron, Chanel, Dior, Harry Winston, Paget, fino all’ingresso di Bulgari, Wallace Chan e Siegelson (nel
Collier Trésor Collier Trésor de de Perse zaffiri Perse concon zaffiri cabochon (20.80 e cabochon (20.80 e 34.73 calcedonio, 34.73 ct), ct), calcedonio, cristallo di rocca cristallo di rocca e diamanti su oro e diamanti su oro bianco. bianco biennale2014 biennale2014
2012) e dell’italianissimo Giampiero Bodino come novità 2014. Insieme a lui, fra le new entry: Graff Diamonds, David Morris, Alexandre Reza. Spettacolari gli allestimenti che -nella sezione della Biennale dedicata alla Gioielleria all’interno del Gran Palaissapranno mettere in evidenza il collier Tuxedo in oro bianco, diamanti e onice; o il collier Trésor de Perse con zaffiri cabochon (20.80 e 34.73 ct), calcedonio, cristallo di rocca e diamanti su oro bianco di Boucheron. Accanto alla sua raffinata collezione storica di gioielleria Cartier presenta infine una selezione di gemme: smeraldo colombiano da 26.50 carati, zaffiro del Kashmir da 29.06 ct, rubino sangue di piccione da 10.17 ct e diamante da 30.21 ct. La “mise en scene” dell’edizione n° 27 della Biennale è del resto firmata da uno dei più noti decoratori d’interni della Ville Lumière: Jacques Grange, che ha giá annunciato di voler trasformare il Gran Palais in una serra grandiosa, ricreando al suo interno addirittura i giardini di Versailles proprio grazie al prezioso contributo dei giardinieri del Castello di Versailles e di Trianon.
Espositori Alta Gioielleria: Alexandre Reza - Boucheron - Bulgari - Cartier - Chanel - Chaumet Christian Dior - David Morris -Giampiero Bodino Graff Diamonds - Piaget - Siegelson - Van Cleef & Arpels -Wallace Chan
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UPJEWELS Giampiero Bodino - Tesori del Mare, collezione Vesta, collier in oro giallo e bianco con rodiatura nera, zaffiri bianchi e gialli, rubini, spinello rosso e nero, perle coltivate di Thaiti, 2013 biennale2014
Alexandre Reza
Boucheron
â&#x20AC;&#x201C; Orecchini Trembleur in oro con perle, diamanti bianchi e gialli ; i fiori sono montati su sostegno oscillante biennale2014
Anello Joy in oro bianco, diamanti e zaffiro cabochon da 22 ct biennale2014
BIENNALE DES 86 UP BERG AM O | N U MERO 20
Alexandre Reza Collana PerlĂŠ con 50 diamanti piĂš diamante centrale taglio poire da 21.49 ct. biennale2014
Alexandre Reza Anello Turban in platino con diamanti e zaffiro Ceylon da 27.74 ct . biennale2014
Alexandre Reza
ANTIQUAIRES
Orecchini Twin in oro bianco con brillanti e diamanti . biennale2014
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UPJEWELS
David Morris Orologio con diamanti bianchi taglio ovale e quadrante in madreperla biennale2014
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BIENNALE DES AN
Alexandre Reza Collana PerlĂŠ TE in oro bianco e giallo con diamanti bianchi e diamante centrale giallo Jonquille Fancy Yellow taglio smeraldo sa 14.45 ct biennale2014
Alexandre Reza Anello Toi & Moi con diamante rosa taglio poire da 5.04 ct e smeraldo Zambia biennale2014
ANTIQUAIRES
CARTIER selezione di gemme composta da: smeraldo colombiano da 26.50 carati, zaffiro del Kashmir da 29.06 ct, rubino sangue di piccione da 10.17 ct e diamante da 30.21 ct. biennale2014
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UP DONNA HAIR
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di ROBERTA ELENA BELOTTI - hair stylist per Paul Mitchell -
ISPIRAZIONI
D’AUTUNNO L
’autunno, più di ogni altra stagione, porta sempre con sè aria di cambiamento, un cambiamento rassicurante che ci avvolga e ci accompagni mentre ci avviamo verso la stagione più fredda. L’arrivo dell’autunno ci fa venire voglia di capelli dai colori caldi, con nuances decise, ma morbide e femminili al tempo stesso.
L’affascinante rosso si adatta perfettamente al carattere di una donna grintosa che ami osare, se poi lo abbiniamo alla
frangia metteremo in risalto gli occhi addolcendo i lineamenti, così da contrapporne un appeal più romantico per un risultato “finta ingenua”… Successo assicurato! Il tocco in più: Rinvigoriamo la nostra amata frangia (intramontabile!) con un taglio lungo e sfilato, così da conferirci quel tocco di leggerezza che ricorda il dolce vento autunnale.
Le sfumature del cioccolato, abbinate a un taglio corto e asimmetrico, saranno il nuovo biglietto da visita di una donna dinamica, che non ama prendersi troppo sul serio e che saprà giocare con la versatilità che questa linea propone. Da cambiare secondo l’umore: morbida per renderla più sportiva o più strutturata per dare un’immediata sferzata di carattere ed energia al nostro look. Per chi ama le medie lunghezze e non desidera cambiamenti drastici, il calore rassicurante del color castagna, con sfumature morbide sulle tonalità del ramato, saprà farci ottenere un risultato elegante, ma sempre attuale e super femminile. Un biondo caldo ramato, con un taglio scalato e voluminoso, sarà il compromesso perfetto per una donna che non ha bisogno di conferme. Una donna che mette sempre la sensualità al primo posto, senza mai perdere quell’aurea carismatica che le conferisce un’inconfondibile allure glamour chic. Ben tornata voglia di cambiamento e di colori frizzanti, pieni di vita, come le stagioni che si avvicendano, dandoci quella carica unica di chi sta bene con il proprio look!
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UPCHARITY
JUST FOR LOVE JUST TO LIVE B.LIVE Coccinelle presenta la borsa charity B.LIVE Bag
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Una delle iniziative de Il Tempo Magico di Magica Cleme è il progetto B.LIVE, al quale collabora economicamente anche Fondazione Near, un laboratorio in cui gli adolescenti in cura possono esprimere la loro creatività e trasmettere, anche al di fuori delle strutture ospedaliere, la loro forza e il loro coraggio attraverso workshop coinvolgenti incentrati sulla moda e sul design. All’interno di questo percorso Coccinelle, in collaborazione con gli adolescenti dell’Istituto dei Tumori di Milano e del San Gerardo di Monza, ha creato le B.LIVE Bag , 1.400 esclusive shopping bag reversibili in limited edition: pelle stampa pitone metal da un lato e nappa morbidissima dall’altro, adatte per ogni occasione, da mattina a sera, e disponibili in sette varianti colori, tutti molto glamour. B.LIVE vuole essere un brand di moda, ma soprattutto un pensiero ed un modo di vivere con forza e passione. Il lavoro quindi per questi adolescenti diventa motivo d’integrazione e di espressione di creatività ed energia, anche per combattere la malattia. I ragazzi hanno collaborato con Coccinelle nelle fasi di realizzazione della borsa, hanno curato la personalizzazione del packaging e ideato delle frasi speciali da inserire all’interno delle borse per trasmettere a coloro che le acquisteranno il loro messaggio positivo di forza e speranza.
C
occinelle continua il suo impegno nel sociale e lancia una collezione charity a sostegno del progetto Il Tempo Magico, un contenitore nato da un’idea della Fondazione Magica Cleme in collaborazione con Associazione Bianca Garavaglia con lo scopo di creare, all’interno di alcuni Istituti Ospedalieri, delle attività riservate agli adolescenti a cui è stato diagnosticato un tumore. Il Tempo Magico in particolare viene realizzato presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano nell’ambito de “Il Progetto Giovani” e del San Gerardo di Monza.
B.LIVE Bag quindi, come B.LIVE: “essere, vivere, credere”. E’ questo il significato e il claim del progetto che nasce in virtù delle attività di Fondazione Magica Cleme, al quale Coccinelle è fiera aver contribuito. Le B.LIVE Bag sono disponibili dal mese di luglio nelle boutique Coccinelle ed il progetto continuerà nella prossima PE 2015 con una nuova edizione e una nuova palette colori. Parte del ricavato servirà per il rifinanziamento delle iniziative del progetto, dando così la possibilità ad altri giovani in cura di beneficiare di questa bellissima esperienza. Moda & charity. L’unione fa la forza, dunque. Perché quando la moda ci mette il cuore, la creatività e la passione diventano stimolante strumento di sensibilizzazione per importanti iniziative sociali.
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UPSTYLE UPCHARITY
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PUNK FEVER
ONLY FOR BAD GIRLS!
di MANILA BARBATI
Boots texani con spille e catene, borse dai colori fluo che creano contrasto con l’intramontabile striscia e maculato. L’immancabile chiodo, rivisitato e sempre più personalizzato. Pellicce black and white dal carattere sfRONTATO. Nei capelli code spettinate e chignon che sfidano la legge di gravità. Collant con reggicalze a vista che esasperano una femminilità irriverente. Un dettaglio sfacciato ed è subito FEBBRE PUNK!
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UPSTYLE
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UPSTYLE
SPORTY CHIC
TOTAL LOOK DOLCE E GABBANA
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TOTAL LOOK DOLCE E GABBANA
I FEEL GOOD!
TOTAL LOOK DOLCE E GABBANA
TOTAL LOOK DOLCE E GABBANA
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MAKEUP TREND
Accessorio indispensabile per gli occhi, Mascara Volume Effet Faux Cils Baby Doll è declinato in un nero inedito, più profondo e audace che mai, per donare allo sguardo un’intensità da rock star.
Morbidi e puri come le pelli più fini, i Rouge Pur Couture The Mats sono diventati dei classici del look rock. La loro texture cremosa e scorrevole si applica piacevolmente sulle labbra, come una pelle stretch, lasciandole elastiche, soffici al tatto e luminose. YVES SAINT LAURENT ROUGE PUR COUTURE THE MATS € 33,50 N°208 - FUCHSIA FETICHE
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YVES SAINT LAURENT MASCARA VOLUME EFFET FAUX CILS BABY DOLL € 34,30 N°5 - ROCK ULTRA BLACK Limited edition
FALL ROCK
a cura di MANILA BARBATI
Cinque tonalità di colori per scolpire e illuminare lo sguardo da mixare e accostare per realizzare i look più moderni. YVES SAINT LAURENT COUTURE PALETTE COLLECTOR FETICHE Limited edition - € 60,00
Chic come un bel paio di guanti di pelle, facile da portare come uno smalto classico, la Laque Couture veste le unghie con un effetto del tutto inedito per Yves Saint Laurent: una texture pelle granulata, tra mat e satinata. YVES SAINT LAURENT LA LAQUE COUTURE LES GRAINES N°52 LES GRAINES BLEU GALUCHAT Limited edition - € 26,00
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UPDESIGNER
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QUINTO EGO UN SOGNO CHE PRENDE VITA
Da sempre si dice che l’arte sia un’eccellente compagna di vita e mai come in periodo di crisi economica suona efficace quest’espressione. di CRISTIANO GASSANI
S
iamo a Carrara, in uno scenario unico a ridosso delle Alpi Apuane. In un piccolo laboratorio orafo dove quattro artisti, artigiani, soprattutto sognatori, così si definiscono, interpretano il mondo della moda attraverso creazioni uniche in grado di trasmettere emozioni che solo il Made in Italy può dare. Tutto questo è Quinto Ego, brand nato dalla passione e lo spirito creativo dei quattro soci fondatori: Nicola Bastreri, Gianni Crocetti, Matteo Squassoni, Claudia Agostini. Le radici del marchio portano indietro negli anni dove lavorazioni orafe si uniscono alle tradizioni della famiglia Crocetti. Ma, nel 2011, la crescente volontà di Nicola e Gianni si combina perfettamente con la creatività e il dinamismo dei giovani designers Claudia e Matteo dando vita a Quinto Ego. Un’azienda dal nome particolare dedicato ai 4 soci e alla loro musa ispiratrice immaginaria. L’idea è ricreare negli oggetti un sogno dove la ragazza (musa ispiratrice) si perde in un bosco surreale ritrovando oggetti dimenticati e perduti avvolti nell’edera. Secondo la concezione di Quinto Ego questa pianta incarna l’amore eterno e la rivalsa del bene sul male, ma anche l’elemento più diffuso nel bosco. Prendono così vita anelli,
catene, bracciali e pendenti in argento attraverso lavorazioni che ne alterano ed esaltano la forma. Tra il 2011 e il 2012 è sempre più presente nella mente di Claudia e Matteo quest’interpretazione romantica dell’edera, dove realtà e fantasia si fondono nella pianta rampicante che avvolge sempre più oggetti. “Il cammino immaginario della ragazza nel bosco procede fino all’arrivo in un borgo diroccato”, proseguono nel racconto Claudia e Matteo, mentre con gli occhi di chi non smetterà mai di sognare, spiegano che il gusto fino a quel momento era prettamente romantico, ma con l’arrivo nel borgo si mescola a cenni e ispirazioni goticooniriche ad opera del ritrovamento di una Chiesa in rovina. L’edera, sempre presente, si mescola così a teschi, rose dei venti e catene. Proprio con la catena amplia la sua collezione nel 2014 con l’anello incastonato di diamanti neri. Quinto Ego propone ad oggi realizzazioni in argento imbrunito, con giochi di pietre semi-preziose come onice, granàto, peridoto, topazio, ametista, cianìte e agata. Utilizza inserti in pelle in vitello doppio fiore, cuoio tubolare e vacchetta pieno fiore martellato. Tutto questo avviene secondo texture che nascono dalla natura.
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UPDESIGNER
“La continua ricerca e sperimentazione presenta così accessori a chiunque ami sognare” commentano Gianni e Nicola.
Spiegano inoltre che le fasi che portano al prodotto finale sono 4, l’oggetto viene pensato, abbozzato, disegnato e infine creato. L’ultima fase può essere costituita da due situazioni: una lavorazione a mano dove si usa la cera, oppure la “prototipazione” dove il disegno è elaborato al computer per poi realizzarne un prototipo in ottone.
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Dopo una lunga chiacchierata, intrisa di sorrisi e battute, in questo laboratorio dove l’amicizia sembra essersi tramutata in parentela, vengono trasmessi a chi li ha ascoltati valori, passioni, tradizione e spirito creativo, accompagnati da tante soddisfazioni. Quale modo migliore per concludere se non usando il motto che i 4 soci quasi in coro comunicano, “Quin-
to Ego non si indossa, si vive!”.
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UPFIERA
FIERA DI BERGAMO:
UN PECCATO NON ESSERCI!
Nel nuovo palinsesto fieristico bergamasco tante novità, iniziative e riconferme di MARCO CONTI
È
un calendario davvero ricco quello allestito da Ente Fiera Promoberg per il prossimo autunno. Dal 5 Settembre (apertura della Fiera di Sant’Alessandro), all’1 Dicembre (giornata conclusiva per l’accoppiata GourMarte e Baf, una delle grandi novità del palinsesto 2014), sono infatti ben undici le manifestazioni programmate alla Fiera di Bergamo alle quali si aggiunge un altro significativo debutto, lontano da Bergamo: quello di Bari Creattiva all’interno della Fiera del Levante, dal 13 al 15 Settembre nel capoluogo pugliese. Tra gli eventi più attesi di scena al polo fieristico, il 26 e 27 Settembre torna No Frills. La fiera del turismo, giunta alla 14esima edizione, presenterà come sempre il meglio delle proposte degli operatori professionali del settore, italiani e stranieri. La manifestazione “senza fronzoli” è tra i più importanti e significativi eventi italiani “Business to Business” del turismo e del suo variegato indotto. No Frills rappresenta per tutte le imprese del settore un’imperdibile opportunità per incontrarsi, promuoversi, realizzare business ed entrare in contatto con la domanda nazionale ed internazionale del prodotto e dei servizi turistici. L’appuntamento 2014 ha in serbo oltre un centinaio di eventi per le tante migliaia di operatori che arriveranno anche quest’anno a Bergamo da tutta Italia e dall’estero. Nel 2013 furono ben 12mila i professionisti presenti. Cercate le soluzioni ottimali per arredare al meglio la vostra casa? L’appuntamento è dal 15 al 17 e dal 21 al 23 Novembre alla Fiera di Bergamo, con la dodicesima edizione del Salone del Mobile di Bergamo. L’evento di Promoberg è una delle manifestazioni del settore più importanti a livello nazionale per il pubblico privato. Molte aziende produttrici, dopo l’appuntamento inter-
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nazionale milanese riservato ai soli operatori professionali del settore, scelgono proprio l’evento di Bergamo per presentare in anteprima ai consumatori finali le ultime novità e le nuove tendenze. Non sorprende quindi l’aumento dei visitatori giunti a Bergamo da tutta la Lombardia e dalle regioni confinanti. Oltre a distinguersi per la tradizionale ampia offerta espositiva, per l’alta qualità di prodotti e servizi non necessariamente a costi elevati, per il design e per l’innovazione, il Salone del Mobile di Bergamo si sta facendo apprezzare sempre di più anche per i numerosi eventi collaterali che lo caratterizzano. Decine di appuntamenti – tra dimostrazioni, show cooking, laboratori e tanto altro ancora – grazie ai quali il pubblico diventa il protagonista assoluto della manifestazione. Un salone “live”, che invita i visitatori a toccare con mano e vivere a 360 gradi gli ambienti. Arte ed Enogastronomia: due indiscusse eccellenze del nostro Paese che il mondo c’invidia e che, sempre di più, si abbinano tra loro. Con tali premesse, Promoberg presenta quest’anno - dal 29 Novembre all’1 Dicembre 2014 alla Fiera di Bergamo - una novità davvero intrigante, un’imperdibile fusion tra Bergamo Arte Fiera e Pianeta GourMarte. Per la prima volta alla Fiera di Bergamo quindi il bello dell’arte moderna e contemporanea di Baf (padiglione A), e i piaceri del gusto con i capolavori enogastronomici di GourMarte (padiglione B). Due eventi che non perderanno la loro indipendenza, ma che, essendo comunicanti, consentiranno al pubblico (proveniente da gran parte del Nord Italia) l’opportunità di una full immersion artistica ed enogastronomica al top, in grado di soddisfare i critici più esigenti e i palati più fini. BAF, giunto all’undicesima edizione, è un evento imperdibile per gli operatori e gli appassionati dell’arte moderna e
contemporanea. L’ultima edizione di Gennaio ha visto la partecipazione di una novantina di prestigiose Gallerie, provenienti dall’Italia e dall’estero. Con BAF l’Arte si fonde con la Storia e la Cultura, consentendo uno straordinario percorso museale tra le molteplici anime dell’arte del Novecento e della produzione attuale che propone, a fianco di artisti affermati a livello mondiale, giovani promesse pronte a sbocciare. L’indiscussa alta qualità delle opere esposte si somma al ricco programma di eventi collaterali in grado di coinvolgere anche chi non è un habitué delle mostre-mercato. Pianeta GourMarte è la rassegna dedicata alle eccellenze enogastronomiche lombarde. Al terzo appuntamento, l’evento di Promoberg si contraddistingue nel panorama degli appuntamenti nazionali grazie al particolare format che affianca agli educational tour degustativi, il ristorante più “stellato” del mondo. Da un lato, quindi, l’area degli eleganti stand allestiti dai Maestri, Custodi, ed Esploratori del Gusto, per la presentazione, la degustazione, e la possibilità di acquisto, di prodotti al top (nel 2013 furono oltre 200) dell’enogastronomia che il mondo ci invidia. Dall’altro lato, l’area dedicata al Ristorante GourMarte da 250 coperti, dotato di accurata mise en place, servizio di livello, e otto cucine a vista in stile showcooking, per apprezzare al meglio i capolavori preparati in diretta dagli “Interpreti del Gusto”: cuochi e ristoratori conosciuti per la loro arte in tutto il mondo. Pianeta GourMarte: più che un peccato di gola, è un peccato… non esserci!
Arti manuali, montagna e dintorni, agriturismo slow e di tutto di più, ovvero Creattiva, Alta Quota, AgriTravel e Campionaria, altri quattro appuntamenti dell’autunno fieristico di Promoberg molto attesi. Creattiva si ripresenta per la gioia dei tanti appassionati di arti manuali dal 2 al 5 Ottobre. Dopo il grande successo a Bergamo e Napoli, l’evento in autunno sbarca per la prima volta anche a Bari. Alta Quota, la tradizionale fiera della Montagna di Promoberg, da quest’anno sarà affiancata da un’importante novità: AgriTravel, evento dedicato al turismo Agri e slow. Appuntamento dal 10 al 12 Ottobre. Tutti in fiera dal 25 Ottobre al 2 Novembre per la 36esima edizione della Fiera Campionaria, l’appuntamento del cartellone fieristico di Promoberg con il più alto numero di categorie merceologiche rappresentate. Info: www.promoberg.it
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UPFIERA
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Il periodo dell’anno che stiamo vivendo è, spesso, caratterizzato da una stanchezza che non riusciamo a recuperare, se non con una vacanza. Nello spirito di levità cui aneliamo, voglio raccontarvi non di una particolare questione giuridica, ma di alcuni di quelli che chiamo Horribilia, nei quali mi sono imbattuto in questi anni.
H
orribilia, ovvero cose orribili: strafalcioni, storpiature, amenità grammaticali o lessicali che mi è capitato di leggere e alle quali, sovente, sono stato costretto a replicare. Ci sono le classiche storpiature del mio cognome, da parte di colleghi, controparti, clienti: Procopio Caleb, prima di tutte, poi Cabros Perron (almeno uno dei due giusto, anche se invertito nell’ordine) e Perrus Cabon, oppure Peron Cubas. Notevoli anche Perronkabus (la k da sempre è un simbolo di forza....), Berron Kapus (torna la k....). Nell’occasione di quest’ultima storpiatura, si trattava di una nomina a difensore di fiducia, a mio favore effettuata davanti all’A.G. direttamente dal (futuro) cliente. Il Giudice, quindi dovette cercarmi e, sconfitto, nominò altro difensore, così motivando: “....ri-
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levato che il difensore indicato (io, Berron Kapus in persona.... - ndr) non risulta iscritto presso l’albo dei difensori di Foro alcuno (e avrei voluto vedere il contrario.... - ndr), dichiara l’inefficacia dell’atto di nomina che precede”! Last but not least, lo stranierissimo Perren Czbus! Ricorrenti poi gli infortuni linguistici involontari, frutto di una persa dimestichezza con la sintassi (spesso i legali si accusano, infatti di “spericolata sintassi”…), oppure della foga e della rabbia causate dal torto subito (o meglio, che si ritiene di avere subito), o, infine, della fervida umana fantasia dell’italico litigante (di seguito riporto le testuali parole, non ho aggiunto nulla di mia mano). Così quel cliente che doveva farmi
capire che il testimone di cognome faceva “Uva” mi scrisse “Uva (come il vino)”. La controparte, che aveva pagato il suo debito, chiese di ricevere una lettera “di d’esistenza” (chissà di chi?). Il legale che doveva provare alcuni difetti dell’immobile del suo cliente, incautamente formulò i seguenti capitoli di prova: - Vero che l’interruttore del box non riesce a far spegnere le lampadine accese (naturalmente non fa anche accendere); - Vero che l’idraulico ha posato in modo errato il lavabo del bagno a piano terra (doveva spostarlo un po’ a sinistra verso il bidè)... - Vero che la difettosità del tubo di scarico fetori nel bagno lavanderia è stato scoperto il.... - Vero che la basculante del box è di sem-
plice lamiera e di mq 5,75 (e pertanto non è zingata e neppure di 15 mq). Un altro signore spiega, per iscritto, le ragioni per le quali occorre querelare la sua vicina di casa: “...ha messo con gesto sprezzante la mano dove gli inglesi portano l’ombrello, poi mi ha detto: “stronzo, testa di cavallo” e mi spronava ad uscire da casa mia”. È evidente che l’utilizzo del verbo spronare deriva da un lapsus.... Una controparte mi scrisse: “Can che abbaglia non morde [...] il suo morso, a volte fatale, è garantito al 200/100%”. Sempre in tema di cani, un’altra controparte affermava: “Noi e il cane abbiamo pacifiche relazioni con il vicinato”, e “il comportamento del cane è perfettamente
in accordo con gli standard del non disturbo fissati dalla Cassazione” (il Condominio pare si lamentasse delle dimensioni degli escrementi del quattrozampe). Spesso si incontra, poi, qualcuno che chiede “copia - in originale “ di un contratto, mentre altri porgono “ancora graditamente” i loro saluti. Sconcertante il rinvio del processo, ritenuto opportuno dal Giudice “per la forte calura” (sic!). Triste invece la verbalizzazione di P.G. conseguente al fatto che l’indagato parlava in dialetto stretto: “il conducente rilasciava dichiarazioni in un idioma incomprensibile”.
per le sorti dell’indagine....) tra gli interlocutori a) e b), e qui riprodotto con nomi di fantasia: a) - Elò b) - Nicò a) - Ou Nicò b) - Nicò allora? a) - Son qua b) - Tu? a) - Son qua b) - Anche tu? a) - Sì b) - Eh
Notevole, infine, il seguente dialogo telefonico intercettato (e sicuramente risolutivo
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Bonus investimenti su beni strumentali nuovi: un’occasione mancata
Con il Decreto Legge n. 91/2014 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno 2014, il Governo ha introdotto un bonus fiscale sugli investimenti che ricorda molto le vecchie agevolazioni inserite con le “Leggi Tremonti” (Legge 189/1994 e Legge 383/2001) emanate allo scopo di rilanciare l’acquisto di beni strumentali da parte delle imprese. Vediamo ora in particolare di cosa si tratta.
I
l credito d’imposta spetta per tutte le spese sostenute per l’acquisto di nuovi beni strumentali (acquistati o in leasing) a partire dal 25 giugno 2014 e fino al 30 giugno 2015, da parte di soggetti titolari di reddito d’impresa, compresi coloro che hanno iniziato l’attività: - da meno di cinque anni alla data del 25 giugno 2014, anche se con durata dell’attività inferiore a cinque anni; - dal 26 giugno 2014. La principale novità rispetto alle agevolazioni riconosciute nelle “Leggi Tremonti” - che consistevano in una detassazione degli investimenti - è che, questa volta, il beneficio fiscale consiste nel riconoscimento di un credito d’imposta pari al 15% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in beni strumentali realizzati
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nei cinque periodi d’imposta precedenti. E’ inoltre data facoltà di escludere dal calcolo della media il periodo in cui l’investimento è stato maggiore. Il comma 3 dell’art. 18 del Decreto Legge n. 91/2014 dispone però che “il credito d’imposta non spetta per gli investimenti di importo unitario inferiore a 10.000 euro”, per cui questi acquisti non devono essere considerati.
Alcune precisazioni:
- trattandosi di un’agevolazione riconosciuta a titolari di reddito d’impresa, sono naturalmente esclusi dal beneficio i professionisti; - con particolare riguardo ai titolari di attività industriali soggette a rischi incidenti sul lavoro (ex D. Lgs n. 334/99) il comma 5 dell’articolo 18 del Decreto legge n. 91/2014 dispone
che gli stessi possano usufruire dell’incentivo “solo se è documentato l’adempimento degli obblighi e delle prescrizioni di cui al citato decreto”; - gli acquisti devono riguardare investimenti in beni strumentali rientranti tra quelli compresi nella divisione 28 della Tabella ATECO 2007 di cui al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate 16 novembre 2007; - il credito d’imposta spetta per il valore complessivo degli investimenti realizzati in ciascun periodo d’imposta ed è ripartito in 3 quote annuali di pari importo, la prima delle quali utilizzabile a decorrere dall’1/1 del secondo periodo d’imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento. Ne consegue quindi che per gli investimenti
effettuati dal 25 giugno 2014 al 31 dicembre 2014 il credito d’imposta sarà recuperabile a partire dal 1° gennaio 2016; - il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24 e non è soggetto al limite annuale pari a euro 250.000 ex art. 1, comma 53, Legge n. 244/2007; non è tassato né ai fini I.RE.S. né ai fini I.R.PE.F. e non concorre inoltre alla formazione del valore della produzione I.R.A.P.; dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di riconoscimento e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta nei quali lo stesso è utilizzato; - da ultimo, il comma 6 dell’art. 18 del Decreto Legge 91/2014 prevede che il credito d’imposta venga revocato qualora l’imprenditore:
a) ceda a terzi o destini i beni oggetto degli investimenti a finalità estranee all’esercizio d’impresa prima del secondo periodo di imposta successivo all’acquisto; b) trasferisca i beni oggetto dell’investimento entro il termine di cui all’art. 43 comma 1, del D.P.R. 29 settembre 1973 n. 600 (e cioè entro il 31.12 del quarto esercizio successivo a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi) in strutture produttive situate al di fuori dello Stato, anche appartenenti al soggetto beneficiario dell’agevolazione.
Alcune considerazioni finali:
- a parere di chi scrive, sarebbe stato più opportuno l’utilizzo dello strumento della detassazione, come avvenuto nelle vecchie “Leggi Tremonti”, perché, con il meccani-
smo del credito d’imposta il vantaggio fiscale per i soggetti I.RE.S. scende dal 27,50% al 15%; - con le vecchie “Leggi Tremonti” si poteva diminuire il reddito per l’intero ammontare del beneficio maturato nell’anno, mentre la nuova normativa prevede che il credito d’imposta venga recuperato in 3 esercizi; - si deve d’altro canto riconoscere che il meccanismo del credito d’imposta permette la compensabilità con altre imposte; - da ultimo, l’esclusione dall’agevolazione dei beni strumentali di valore unitario inferiore ai 10.000 euro penalizza tutte le imprese di piccole dimensioni che forse, in questa situazione di crisi, avrebbero meritato più attenzione da parte del Governo. marcocrotti@odcecbergamo.legalmail.it N UMERO 20 | UP B E R GA M O 121
SUPPORTO TECNICO
di LUIGI STRACUZZI - MOVIMENTO D’OPINIONE -
… PLANANDO SOPRA BOSCHI DI BRACCIA TESE …. (L.Battisti) Quando si parla di disagio, in qualsiasi forma questo si presenti, si pensa subito al soggetto cui appartiene quel determinato disagio o alla famiglia che deve gestire il proprio caro.
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anti sono gli ostacoli da affrontare e tante le difficoltà legate a delle leggi inadeguate e alla mancanza di fondi sufficienti per garantire tutti i servizi che sarebbe necessario avviare. Fortunatamente le varie associazioni, assieme ai loro volontari, riescono a garantire dei servizi alla persona, in aggiunta a quelli garantiti dalle Istituzioni. La gestione dei volontari e il loro coinvolgimento non sempre è semplice. Ogni volontario ha le proprie peculiarità, che vanno tenute in considerazione per non correre
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il rischio di affidare dei compiti delicati a qualcuno non preparato psicologicamente ad affrontarli, con la conseguenza che, nonostante la voglia di fare, si finisca per creare disagio su disagio. In quest’ottica di volontariato di qualità, alcune strutture del territorio bergamasco promuovono dei corsi di formazione che aiutano i volontari a essere più preparati ad affrontare il loro delicato compito. Bisogna, infatti, riflettere sulle emozioni che prova la persona che presta un servizio di volontariato. Il volontario deve fare i conti, oltre che con il vissuto delle persone che incontra e aiuta, anche
con se stesso, le proprie paure, la propria insicurezza, i propri limiti e tante volte anche con lo scoraggiamento e il desiderio di lasciar perdere tutto per prendersi cura di sé e concedersi un po’ di spazio e di tempo. Momenti di crisi, comuni a tutti quelli che si mettono in gioco e cercano di portare aiuto e conforto a chi ne ha bisogno. Nasce l’esigenza di aiutare i volontari a superare gli ostacoli emozionali che li mettono giornalmente alla prova. La motivazione, il senso di gruppo, il crederci e la gran voglia di donarsi all’altro, diventano deter-
minanti perché questi ostacoli scompaiano quasi completamente, per lasciar spazio al meraviglioso angelo che abita dentro ogni volontario. Il volontario non è solo ad affrontare la sua missione, in ogni gruppo c’è qualcuno che coordina il lavoro di tutti, qualcuno cui tutti fanno riferimento e a cui si rivolgono nei momenti di difficoltà o di sconforto. Questa figura è determinante per la buona riuscita del lavoro del gruppo. Chi coordina deve conoscere il senso del fare gruppo, le opportunità che dal gruppo possono scaturire e soprattutto le modalità con le quali
organizzare il gruppo al meglio. Questa figura leader deve imparare a gestire le riunioni e ad essere padrone del tempo, oltre che a saper ascoltare facendo emergere le idee condivise, senza imporre nessuna autorità, in modo da raggiungere gli obiettivi prefissati ottenendo il massimo risultato. Quante dinamiche dietro un semplice atto di volontariato…, il conoscerle ci deve portare ad avere maggior ammirazione per queste persone che nella loro semplicità racchiudono tutte le complessità analizzate. Se ancora non ci siamo avvicinati a questo meraviglioso mondo, stiamo per-
dendo una parte importante della nostra vita, una parte che arricchisce e completa la nostra esperienza terrena. Nel tuo paese opera Terra d’Europa Onlus, una grande associazione, con sedi in tutt’Italia e con tanti progetti interessanti. Vieni a trovarci e partecipa alle nostre riunioni, manda i tuoi dati a info@terradeuropa.org con i riferimenti per essere contattato ed invitato ai nostri eventi. Si aprirà ai tuoi occhi una grande finestra su una realtà che mai avresti pensato di poter vedere… conoscere… vivere!
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i punti cardinali della qualitĂ
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egli ultimi anni il settore dellâ&#x20AC;&#x2122;auto ha subito un forte sviluppo tecnologico che ha dunque costretto la categoria artigiana dei carrozzieri a continui e indispensabili aggiornamenti tecnici atti a mantenere la qualitĂ degli interventi, allineata agli standard qualitativi richiesti dalle case automobilistiche.
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UPCONSORZIO
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er contrastare questa forte accelerazione tecnologica, nel 2010 dodici carrozzerie bergamasche hanno deciso di unirsi per fondare un consorzio di carrozzieri; il suo nome è “Cardinalis” e una delle sue principali finalità è quella di aiutare la categoria a rimanere al passo coi tempi, non solo dal punto di vista tecnico ma anche in ambito commerciale. Attualmente sono oltre quaranta gli associati a Cardinalis che coprono il territorio Bergamasco, tutti uniti dall’intento di offrire ai propri clienti una qualità senza compromessi, attraverso una serie di servizi a 360°. In caso di sinistro, per esempio, il cliente viene, infatti, da subito assistito per il disbrigo di ogni pratica, a partire dall’attenta analisi della sua polizza assicurativa e, se necessario, anche attraverso l’ultimo servizio di Cardinalis creato ad hoc: il “CAI Service”.
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Si tratta del servizio gratuito di assistenza alla compilazione della Constatazione Amichevole di Sinistro che, anche attraverso un dettagliato opuscolo, sarà compilabile con esattezza, senza inutili ansie, e soprattutto senza più correre il rischio di ritrovarsi ad aver firmato di aver torto, pur avendo una ragione piena. Non ci si può improvvisare in nessun campo, ancor meno quando la sicurezza passa attraverso i cristalli dell’auto; per questa ragione Cardinalis ha recentemente lanciato sul mercato il proprio marchio per la riparazione e la sostituzione dei cristalli: “Team Glass”. Finalmente si può essere certi che la sicurezza dell’auto torni nelle mani dei carrozzieri che da sempre possono fregiarsi del titolo di “Centro sostituzione vetri auto” e, grazie a ben cinquant’anni di esperienza, l’automobilista potrà sempre contare
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In collaborazione con:
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su interventi eseguiti a regola d’arte, montando pezzi originali o comunque di pari qualità certificata in centri “Team Glass” capillarmente ubicati su tutto il territorio Bergamasco. Per poter raggiungere alti livelli qualitativi c’è ovviamente bisogno di coesione, collaborazione e sintonia, non solo tra gli associati ma anche con i partner commerciali. E proprio questo è l’elemento in grado di far la differenza tra le carrozzerie Cardinalis e il resto delle carrozzerie convenzionali: poter contare su una rete di partner commerciali sempre affidabili e idealmente preparati sotto ogni punto di vista. Cardinalis promuove inoltre iniziative di aggregazione alle quali, oltre agli associati, partecipano i rappresentanti delle più importanti concessionarie automobilistiche della nostra provincia; un convivio che ha lo scopo di mettere in evidenza, e quindi di
risolvere, problematiche di qualsiasi natura attraverso una fattiva collaborazione che genera un legame sempre più forte tra le diverse parti in gioco. Proprio alcuni scatti presenti in questo servizio, ritraggono momenti del piacevole incontro avvenuto quest’estate tra gli associati Cardinalis, i responsabili di alcune importanti concessionarie automobilistiche e alcuni fornitori di consumabili del settore. Dopo la riunione, la serata è proseguita con un rinfresco in un noto ristorante del Quartiere Baio di Gorle, poi terminato con la promessa, reciproca e convinta, di ritrovarsi presto per nuovi approfondimenti evolutivi. Merita, infine, un cenno il moderno ed esaustivo sito internet di Cardinalis nel quale l’utente potrà comodamente scoprire tutti i servizi offerti dalle carrozzerie associate, nonché ogni loro nominativo e recapito.
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TUTTA…ANZI TUTTE...
NUOVE! di GIOVANNI VOLPE
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a terza generazione della regina delle city-car - la smart - appena svelata, sarà commercializzata a partire dal prossimo mese di novembre. Si tratta di una vettura tutta nuova che, pur assolutamente fedele alla propria filosofia originaria, propone una lunga serie di novità e migliorie, una su tutte: la nuova versione forfour, questa volta con motore a trazione posteriore, e con una personalità forte, tipicamente smart.
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Per quanto stilisticamente la vettura sia tutta nuova, in entrambe le varianti di questa terza generazione riscontriamo alcuni tratti tipici che la rendono immediatamente riconoscibile; frontalmente ha una nuova personalità, per certi versi più “adulta”, con tratti più netti e volutamente massicci, dettati dalle più recenti e restrittive normative di sicurezza in caso d’impatto con i pedoni. Per il resto la smart è sempre lei, sbarazzina, coloratissima, con la consueta cella Tridion in bella evidenza e con la possibilità di effettuare numerosissime combinazioni cromatiche, intercambiando i pannelli sintetici che compongono la carrozzeria. Dando uno sguardo alle dimensioni delle due nuove smart osserviamo che la lunghezza della fortwo rimane invariata – 2,69m con 1,87m di passo – mentre, come ovvio, la forfour ha dimensioni sensibilmente più generose con 3,49m in lunghezza e un passo di ben 2,49m, che si traduce in una buona abitabilità anche per i due posti posteriori e in un bagagliaio espandibile fino a 730 litri. L’abitacolo della nuova smart segna un marcato passo avanti rispetto alla generazione precedente; la vettura di nuova generazione si distingue per un design giovane ma allo stesso tempo raffinato, assemblaggi precisi e nuovi traguardi in fatto di ergonomia e praticità; tutta nuova la componentistica mentre l’infotainment è ereditato di-
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rettamente dalle sorelle maggiori della stella a tre punte. Anche meccanicamente le novità non mancano con motori tre cilindri turbo e aspirati con potenze che spaziano da 60 a 90 cv. Un’altra grande novità riguarda la trasmissione delle nuove smart; va, infatti, definitivamente in pensione il noto cambio robotizzato che fa spazio a un cinque marce del tutto manuale e a un attesissimo sei marce doppia frizione che promette di regalare cambiate fulminee e grande piacere di guida. La nuova generazione smart è particolarmente ricca fin dall’ingresso in gamma e offre ben cinque versioni: youngster, sport edition #1, passion, proxy e prime. Benvenute, quindi, a fortwo e forfour, che saranno le regine del nuovo salone smart di Lodauto, appena approntato all’interno della sede di Orio al Serio e che andiamo ora a scoprire.
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“Non aspettare il cambiamento, vivilo!” Interpretando alla lettera il nuovo slogan smart, Lodauto accoglie la sfida rinnovandosi completamente: nella filiale di Orio al Serio, accanto all’Aeroporto, le forme dell’ultima generazione del brand diventano le linee guida per una ristrutturazione globale del centro smart by Lodauto, un ambiente unico e dedicato che ospita in 200 m2 tutto il fascino che la city car per eccellenza ha sempre rappresentato. di GIOVANNI VOLPE photo GIOVANNI PASQUINELLI
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’esigenza di un nuovo salone nasce dall’idea di Lodauto di creare uno spazio ampio, di design e tendenza, che dia possibilità di espressione non solo ai prodotti ma anche ai clienti, che troveranno vasta scelta tra decine di vetture esposte, con offerte accattivanti e un team giovane e attento che non potrà che studiare la soluzione più giusta per rendere chiunque lo desideri uno “smartista” di nuova generazione. Nero opaco, graffiti della City illuminata a notte, vetri e pedane da show, questi sono i dettagli che stupiscono
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scoprendo il nuovo smart Center: la disposizione delle vetture sembra esibire lo stile che quest’auto è sempre stata in grado di comunicare a chi la scegliesse o semplicemente ammirasse. In una piazza come Bergamo, da sempre icona di mode e tendenza, Lodauto reinventa un nuovo punto di riferimento: l’unico Centro smart ufficiale della provincia è deciso a stupirvi vestendosi a sera per accogliere le “nuove stelle” pronte a brillare a partire dal prossimo mese di Novembre.
Grazie al marchio smart, Lodauto, Concessionaria ufficiale Mercedes-Benz per la provincia, risponde così anche alle esigenze di urban mobility avvicinandosi alla città e alla sua quotidiana frenesia; concetti di design, versatilità e capacità di mostrare personalità e proprie scelte di vita, vengono concretizzati in una vettura gioiello d’eccezione. Non ti resta che scoprire tutto questo: già da settembre, il Centro smart by Lodauto ti aspetta in Via Aldo Moro, 5; accetti la sfida?
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SEMPLICEMENTE
DI PIU’
Più sportiva, più potente, più facile, più leggera, più “pulita”, più hi-tech, insomma, semplicemente più. di GIOVANNI VOLPE
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a nuova Audi TT, giunta alla sua terza generazione, è una vettura tutta nuova ed è sensibilmente migliorata sotto ogni punto vista. Che sia una TT lo si capisce sin dal primo sguardo, grazie a un design d’insieme che regala ancora diversi elementi di continuità con la prima generazione del 1998 e con quella più recente del 2006; stilisticamente questa nuova generazione sfoggia un ideale intreccio di tratti curvi e spigolosi con la generosa calandra Single Frame e gli scenografici quanto efficaci proiettori xenon plus a effetto tridimensionale (opzionali proiettori full led o Matrix led); anche al posteriore, che per la prima volta presenta luci di stop adattive, sono i led a farla da padroni, mentre due terminali cromati di diametro importante fugano ogni eventuale dubbio sulla natura sportiva di questa TT. La nuova coupé di Audi, poi, è più sportiva nell’aspetto e anche nell’anima con potenze dei due propulsori inizialmente disponibili – un due litri turbo TFSI da 230cv e un motore di pari cilindrata a gasolio TDI “Ultra” da 184cv, entrambi Euro6 – aumentate in media del 14% ma alle quali corrispondono consumi inferiori e, soprattutto, emissioni di sostanze inquinanti diminuite addirittura dell’11%.
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a nuova TT è un’auto più tecnologica e i nuovi standard raggiunti sono in grado di renderla più emozionante e allo stesso tempo facile, cioè alla portata di un pubblico di guidatori molto più ampio; i fortunati possessori potranno godere di un inedito abitacolo caratterizzato da finiture di prim’ordine e di soluzioni molto originali e decisamente hi-tech; basti pensare alle bocchette centrali di aerazione con al centro futuribili, ma molto pratici, comandi per la climatizzazione e all’innovativa e decisamente scenografica strumentazione Audi Virtual Cockpit, che permette di visualizzare in HD dietro al volante gli strumenti tradizionali, i vari menù dell’infotainment o il sistema di navigazione dell’ultima generazione. Ecco svelati solo alcuni dei tanti segreti di questa terza generazione della TT, il nuovo gioiello di casa Audi la cui prevendita è già iniziata.
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il PUliTO
“sempre in prova”
…liberO da Ogni cOnTraTTO!
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olf Service è un’impresa di pulizie che ha fatto del proprio motto “sempre in prova” la propria ragione di successo e di sviluppo. L’azienda è oggi tra le prime imprese bergamasche nel settore delle pulizie civili e industriali. La ragione di questo successo? “Non dare mai niente per scontato e mettersi sempre in discussione” è questa la sintetica risposta dell’A.U. Ivano Lupi. Certo, più facile a dirsi che a farsi direte voi, ma se si è sempre in prova si è portati in ogni occasione a dare il meglio di se, è un po’ come se fosse sempre la prima volta! Più che uno slogan di marketing l’essere sempre in prova, senza legare quindi il Cliente a nessuna formula contrattuale nel tempo (è possibile dare disdetta del servizio semplicemente via fax con una settimana di preavviso) si è rivelata una vera e propria strategia commerciale per Wolf Service permettendo all’impresa di crescere e acquisire anno dopo anno sempre nuovi Clienti. A riprova dell’eccellente servizio svolto Wolf Service ha conseguito (tra le pochissime imprese di pulizia nella berga-
masca) la prestigiosa certificazione per la Qualità ISO 9001. Un’offerta commerciale chiara e trasparente, la professionalità del personale e la costante formazione, le attrezzature e i prodotti di pulizia di primissima qualità, la massima flessibilità negli orari e nei giorni degli interventi completano il quadro di un servizio certo, accurato e garantito. Wolf Service è particolarmente indicata per la pulizia ordinaria e straordinaria degli uffici nel terziario, nei laboratori artigiani e nell’industria, nei centri commerciali e sportivi (tra i Clienti annovera anche lo Stadio Azzurri di Bergamo), ma anche nei condomini e nelle ville. Wolf Service è inoltre leader nella pulizia delle vetrate. Grazie al sistema innovativo di lavaggio con acqua purificata e de-ionizzata a 50° (in esclusiva per Bergamo) e con l’ausilio di aste telescopiche in carbonio (che non necessitano di piattaforme elevatrici) dotate di panni in microfibra, garantisce risultati di pulizia sorprendenti con risparmi economici fino al 60%. Che dire, a questo punto non resta che…provare per credere!
www.wolfservicesrl.it
UPAZIENDE
OPTIMO Semplificazione ed efficienza verso un mondo Paperless intervista ad Aldo Arosio, - Amministratore Unico Optimo S.r.l. photo ANDREA ROTONDELLA
Optimo è una realtà che opera da diversi decenni nel settore della gestione documentale consentendo ai propri clienti di trattare, archiviare, proteggere e conservare una delle risorse più preziose per l’azienda: i dati. E’ un’azienda che nasce negli anni ’70 e che ha sempre saputo innovare e trasformarsi per far fronte alle esigenze, in costante evoluzione, dei propri clienti.
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i che cosa si occupa esattamente Optimo?
“Optimo offre servizi e soluzioni legati al mondo della gestione documentale, in altre parole aiuta le aziende a semplificare e rendere più efficienti tutti i processi dove vengono creati dei documenti. Il nostro obiettivo è creare una “iDocument Experience” dove le aziende non siano più sommerse dalla carta e da pile di documenti da conservare per anni, ma bensì possano disegnare i loro processi cosi da rimuovere la carta dove non serve, conservare solo la versione digitale del documento e magari scegliere di poter firmare un contratto direttamente su un tablet senza doverlo necessariamente stampare”.
Gestione dei documenti e legislazione italiana. Sono temi difficili e complessi o davvero una semplificazione è possibile?
“Non è mia intenzione entrare nel merito politico o nel dettaglio delle norme che regolano il nostro settore, ma ritengo che sì, una semplificazione sia possibile. Faccio un esempio con un tema particolarmente caldo
in questo periodo: la fatturazione elettronica e la conservazione sostitutiva. Da qualche mese è entrata in vigore una serie di norme che modificano radicalmente il processo di fatturazione verso la pubblica amministrazione. Tutte le aziende che devono emettere fatture verso la PA dovranno farlo in un’unica modalità, pena il non pagamento della fattura. In questo caso il legislatore ha delineato un processo preciso, pensato per semplificare e velocizzare i pagamenti della PA. Le aziende non saranno tenute a entrare nel merito specifico delle norme ma saranno i partner come Optimo che guideranno e veicoleranno queste procedure con le soluzioni che già rispondono a queste norme. Le aziende dovranno solo scegliere la modalità più idonea per loro e potranno usufruire di un servizio semplice ed erogato in modalità pay-per-use, in altre parole con un costo proporzionale al numero di fatture da inviare. Lo stesso vale per la Conservazione, il processo che permette di archiviare digitalmente un documento, legalmente valido e opponibile a tutti gli effetti, eliminandone la versione cartacea. Anche in quest’ambito le norme cambiano drasticamente e il legislatore punta sempre alla semplificazione e all’efficienza. Ogni azienda avrà la possibilità di accedere, attraverso un portale web, ai suoi documenti e mostrarli alle autorità, qualora necessario, senza dover scendere in archivio e perdere giorni a individuare quell’esatto documento, magari rovinatosi nel tempo. Meno costi, meno spazio occupato e più velocità di risposta. Questi sono solo alcuni dei vantaggi derivanti dalle nostre soluzioni in quest’area. Anche in questo caso abbiamo creato un’offerta pay-per-use, adatta ad aziende di diverse dimensioni ed esigenze. Tutti noi ormai sentiamo parlare ogni giorno di Agenda Digitale, ritengo che le tecnologie che abbiamo a disposizione oggi possano davvero creare un motore d’innovazione ed efficienza che aiuti le aziende Italiane a crescere ed espandersi anche in contesti internazionali”.
Parlava di firmare un contratto o un documento da un tablet, di che cosa si tratta?
“Parlavo di iSign, la nostra soluzione di firma grafometrica. Permette di firmare un qualsiasi documento, sia esso una fattura o un contratto di lavoro, direttamente dal tablet senza dover mai stampare nulla”.
Ed è legale?
“Certo. Il tablet raccoglie cinque parametri che stabiliscono l’univocità della firma e identificano la persona esattamente come il DNA. Proprio in questi giorni stiamo ottenendo da un importante studio legale, che lavora da anni su questi temi, una rispondenza del processo iSign alle attuali normative in vigore. Soluzioni di questo tipo sono particolarmente interessanti in ambiente ban-
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UPAZIENDE
optimo iDocument Experience
cario, oppure per le Telco e le Utilities, dove gli agenti o gli sportelli potranno finalmente liberarsi da fascicoli di carta e viaggiare unicamente con un tablet”.
Questo è un momento storico molto particolare.. carta e digitale, Internet e App, dispositivi mobile che sostituiscono il caro vecchio PC. Voi come aiutate i vostri clienti in questa transizione?
“Nel corso degli anni la nostra società ha saputo creare una solida reputazione nel settore per la propria capacità di fornire un servizio end-to-end, caratterizzato da competenze tecnologiche e normative che ci hanno permesso di sviluppare un’elevata specializzazione nei servizi forniti ai clienti. Questa conoscenza ci ha permesso di offrire spunti, consigli e delineare nuove soluzioni insieme ai nostri clienti. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato una crescente at-
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tenzione al tema dei dispositivi mobile, agli scenari legati al “Bring your own device” e alle opportunità legate alle Applicazioni. Abbiamo scelto di investire, di innovare e di dotarci di competenze interne che ci permettessero di creare in casa applicazioni ad-hoc per i nostri clienti. Siamo parte integrante dei loro processi documentali e questa posizione “privilegiata” ci permette di valutare tutti i passaggi e poterli ottimizzare, magari creando un’App dedicata che permetta di svolgere una singola funzione a tutti gli agenti presenti nel territorio. Vivere l’operatività giornaliera dei nostri clienti ci permette di ridisegnare i processi con loro e innovare sfruttando le nuove tecnologie presenti nel mercato. Condividiamo con loro idee, progetti e forniamo soluzioni di business che siano sempre più aderenti alle reali necessità delle singole imprese, perché crediamo che siano i nostri clienti gli attori protagonisti dell’innovazione”.
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STARTUP
GENERAZIONE
STARTUPPER di CRISTIANO GASSANI
In un’Italia dove il lavoro fisso non esiste più, rimanendo un privilegio per poche persone, molti giovani se lo inventano. Nasce così la generazione STARTUPPER, persone che, in primo luogo sognatori, si mettono in gioco seguendo la “cultura del rischio” che insegna che è meglio provare e fallire piuttosto che non provare affatto. Mentalità di chi vuol prendere in mano il proprio destino dandosi da fare. 146 UP BE RG A M O | N U MERO 20
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’identikit dello Startupper, secondo alcuni istituti di ricerca italiani, ha in media 32 anni, generalmente uomo (anche se la donna è in aumento), risiede al Centro Nord Italia, è laureato e, spesso in possesso di un master e di un dottorato di ricerca, conosce le lingue, ha studiato all’estero e viaggia volentieri. Alla base di questa nuova generazione c’è un progetto ben preparato, un business plan concreto, ma soprattutto una piccola base economica d’inizio. Con il termine startup s’identifica l’operazione e il periodo durante il quale si avvia un’impresa, dove possono avvenire operazioni di acquisizione delle risorse tecniche correnti, ma anche studi di mercato con i quali si cerca di definire le attività e gli indirizzi aziendali. Queste società inizialmente presentano un alto rischio, ma anche una maggiore prospettiva di guadagno. Avere chiari gli obiettivi da raggiungere, saper delineare le peculiarità del mercato, sviluppare una buona analisi dei competitors, sapere cosa serve in termini di risorse ed essere in grado di definire le strategie vincenti da mettere in atto sono le chiavi di successo.
Secondo lo Startupper sono le basi giuste per far ripartire l’Italia, aiutati da una società sempre più connessa. Infatti, da recenti studi, Startup e Web sono sempre più stretti da un parallelismo, grazie alle tecnologie che aprono le porte dell’imprenditorialità ad alto tasso intellettuale, accompagnando una crescita esponenziale e diffusione di questa nuova concezione di lavoro. Per realizzare ciò occorre valorizzare giovani talenti, avvicinandoli a questa cultura, stimolandone la creatività e offrendo loro un’occasione concreta per sfidare se stessi realizzando le proprie idee. L’investimento più alto dell’ultimo trimestre spetta al settore dei servizi di consumo e più precisamente commercio elettronico, car sharing e servizi di distribuzione musica e film. Seguono poi servizi finanziari e dell’healthcare. Lanciare una Startup con successo è un’operazione delicata e complessa che deve essere affrontata con le competenze necessarie e con una fase di pre-analisi, solitamente con l’utilizzo di manager temporanei, garantendo esperienza, competenza, costi certi e limitati al tempo necessario.
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MEN’S UP
DOLCE E GABBANA COLLECTION
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NEW ROCK DANDY di CRISTIANO GASSANI
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MEN’S UP
Bianco, nero, ma soprattutto grigio,
in diverse tonalità, dal cemento chiaro all’antracite, sono i colori dominanti nel guardaroba maschile per la stagione autunnale ormai prossima, che vede un contrasto tra lo stile classico rivisitato e uno stile “rock romantico”. Un look composto da geometrie che contrastano sul colore, impreziosite da texture finemente studiate, fitting aderenti e molto abbondanti, tagli inediti di maglie accostati a tessuti che vanno dal mohair al cashmere fino al tweed, in perfetto stile “dandy”.
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Questa rivisitazione, accompagnata da scarpe stringate, giacche sartoriali e perfino dal ritorno della mantella, viene contrastata da uno stile dove eleganza, sportivitĂ e dinamismo si mescolano a capi come giacche in pelle e parka. Sempre meno diffuso lâ&#x20AC;&#x2122;uso della tonalitĂ del camouflage, colore che negli ultimi inverni aveva riscosso notevole successo su molte passerelle e nelle fiere di settore, anche se alcune linee ne presentano ancora leggeri accenni, soprattutto per quanto riguarda le aziende di capospalla.
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COOPERARE CON SUCCESSO
Nel corso degli anni “Up Bergamo – Il lusso da sfogliare” ha avuto il piacere di far conoscere ai propri lettori diverse realtà bergamasche attraverso il racconto del loro sviluppo, del cambiamento subìto con l’evolversi dell’economia ma anche semplicemente menzionando quelli che erano i servizi da loro erogati. di ALDO LONGANA
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servizi, ovvero le attività complementari di gestione del cliente, hanno caratteristiche diverse a seconda dei campi merceologici delle aziende, tanto è vero che le aziende stesse suddividono quanto è di loro attività specifica, ovvero “un’area core” da quanto invece nel business è “non core”. Per anni le aziende hanno ignorato questo aspetto all’interno della loro attività e si prestavano a fare di tutto anche a costo di perdere la qualità nel servizio prestato ed è proprio per questo che molte aziende hanno ripensato a concentrarsi sulla loro area di competenza affidando a terzi la gestione delle eventuali aree non core. Non per niente i “service providers”, ovvero coloro che hanno deciso di prendersi cura dei servizi aggiuntivi o complementari, stanno diventando dei riferimenti sia in termini di somministrazione che di competenze perché il loro focus è l’erogazione, la razionalizzazione e la misura del servizio. Tra i “service providers” per antonomasia Sabina De Rui entra con vigore e competenza nel dettaglio, descrivendo la società di servizi LOG.EX Operators Società Cooperativa ed in questa chiacchierata cerca di spiegarne contenuti, motivazioni, sensazioni e finalità. “LOG.EX è stata fondata nel 2001” - dice Sabina De Rui- “sfruttando a quel tempo le possibilità che dava la legge sulle Società in cooperativa nella fattispecie di servizi forniti, per un certo periodo di tempo e per ra-
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gioni di priorità e controllo qualitativo, solo alle aziende del nostro consorzio. I servizi che LOG.EX è in grado di erogare sono relativi a: Organizzazione di un magazzino di stoccaggio e movimentazione merci con l’aggiunta della gestione di tutte le maestranze; Gestione e movimentazione entrata ed uscita merci e facchinaggio in generale; Gestione trasporti; Gestione e manutenzione generale del sito e quindi dei macchinari specifici dell’area; Progettazione, specie nell’area logistica di movimentazione delle merci, di un impianto di stoccaggio e di carico e scarico merci; Attività di pulizia del sito; Gestione dei servizi generali; Gestione e cura di specifiche attività produttive inerenti la logistica.”
Quindi si parla di logistica per una cooperativa? Quali sono le finalità istituzionali della stessa?
“Si, parliamo di logistica ad ampio spettro, infatti i 130 soci lavoratori costituiscono la spina dorsale di LOG.EX contribuendo con le loro prestazioni allo sviluppo della società, apportando competenze specifiche ed impegno diretto per l’espletamento dei servizi nel rispetto dei concetti di cui all’art. 2512 del Codice Civile per le Società cooperative a mutualità prevalente. LOG.EX ora è maggiormente impegnata con le Società del consorzio DRAS ma la nostra idea è quella di estendere i nostri servizi alle Aziende del territorio lombardo”.
Sabina De Rui specifica meglio l’ultimo concetto. “Dopo l’esperienza che ci siamo fatti nell’area della distribuzione delle merci come terminale GLS e come gestori dei siti logistici di nostra proprietà, pensiamo di essere in grado di estendere i nostri servizi anche a molte aziende del territorio, abbiamo un portfolio clienti numeroso e ben assortito!!! Da questi clienti nascono delle richieste di collaborazione più stretta proprio negli ambiti a loro meno consoni, a noi di LOG.EX non manca l’esperienza quindi il risultato potrebbe essere un’offerta di collaborazione competente nelle attività a contorno dell’attività primaria di queste aziende, soprattutto rivolte alla gestione logistica delle merci.
È su queste basi che LOG.EX svilupperà il progetto guardando proprio al mondo esterno e attingendo al portafoglio clienti del consorzio specie nella provincia di Bergamo”. Veramente interessante! Ma
come intendete muovervi in questo ambito complesso?
Sabina, che è una grande determinista, ma anche un’imprenditrice di ottime visioni, si pone soprattutto come partner. “Per quelle aziende che richiedono di ottimizzare le loro prestazioni non core partendo da un’analisi di mercato in grado di farci capire quali possono essere i possibili partner del progetto, approfondire con loro
gli argomenti ed i temi di interesse, capire gli obiettivi del cliente specie nelle aree da esternalizzare. Infatti non ci sono solo obiettivi economici ma anche e soprattutto prestazionali e di processo! Quindi definendo i target di efficienza, flessibilità e contenimento costi, che a volte sono antitetici l’un l’altro, per permettere una valutazione a 360 gradi dei servizi offerti ed utilizzati. Noi mettiamo a disposizione persone, strutture operative, sistemi informatici, servizi che possono andare da quelli assicurativi fino a quelli finanziari e facciamo investimenti mirati per rispondere alle richieste dei clienti. Purtroppo ogni progetto è un caso a sé, ovvero, sebbene il modello possa essere piuttosto generalizzabile poi, quando si entra nel dettaglio operativo e di processo, ogni azienda ha le sue regole e il suo organigramma, quindi il modello viene in larga parte spacchettato e rivisto proprio in funzione delle esigenze aziendali e del risultato che si vuole ottenere”.
La domanda riguarda proprio il modo dettagliato con il quale LOG.EX intende operare ….
“Sì, intendiamo discutere con le aziende il loro progetto di esternalizzazione dei servizi e una volta definiti i parametri di intervento sarà nostra cura condividere un documento tecnico che descriva le attività prese in outsourcing, elaborare il calcolo dei costi del servizio confrontato con gli obiettivi richiesti dal cliente, definire un service fee mensile e, in caso di un inizio del progetto, definire anche un programma di inserimento di nuovi soci all’interno della cooperativa. Questo è quindi un progetto che porta maggior occupazione e maggiore coinvolgimento delle persone attraverso la forma cooperativa”. “Ci sono vari livelli di outsourcing” ci spiega Sabina “e lo schema riportato rappresenta una visione integrata e sufficientemente completa, si nota infatti come il
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grado di sviluppo e la complessità dei servizi può diventare sempre maggiore e vasta, basta definirne il limite superiore; il miglior modo di dare servizio al cliente è di determinare con Lui una modalità di intervento ed un percorso mirato, passando poi a uno stato di consulenza che in seguito diventa operativa con la messa in campo delle forze necessarie e l’attivazione dei servizi di cooperativa”.grado di sviluppo e la complessità dei servizi può diventare sempre maggiore e vasta, basta definirne il limite superiore; il miglior modo di dare servizio al cliente è di determinare con Lui una modalità di intervento ed un percorso mirato, passando poi a uno stato di consulenza che in seguito diventa operativa con la messa in campo delle forze necessarie e l’attivazione dei servizi di cooperativa”. “Un’ulteriore evoluzione del modello potrebbe comportare un approccio dedicato a più aziende, ovvero, penso a un modello di gestione e movimentazione delle merci dinamico ed integrato presso un unico
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Operation Center logistico che sia in grado di centralizzare spazi, strutture, personale, servizi ed investimenti, in tale modo l’operatore di servizi logistici fa picking presso le aziende esterne, stock e preparazione merci presso il centro logistico centralizzato (con un sistema in grado di dialogare con infiniti sistemi esterni) e trasporto delle merci ai clienti finali”. Indubbiamente interessante è la visione prospettica di De Rui nel medio termine, certo è che lo sviluppo di un sistema di questo tipo in un’economia come quella Italiana è complesso e richiederà parecchi sforzi. Il modello di business, infatti, è piuttosto fuori dagli schemi tradizionali dove l’azienda si pone immanente su tutto, pertanto necessita un approccio ed una apertura mentale nuova delle singole persone che lavorano aziendalmente ad un progetto simile. Inoltre anche il passaggio in cooperativa che viene proposto alle maestranze deve essere ben spiegato nelle logiche economiche e di garanzia in
quanto non è un avvicinamento alla precarietà, ma un contribuire insieme ad un risultato economico che porta beneficio a tutti ed anche un nuovo modo di proporsi se si ha una professionalità discreta. Alla fine un’azienda che fa logistica ha già chiaro questo modello, un’azienda industriale avrà dei tempi di digestione più lunghi, ma i tempi che LOG.EX si è data per ottenere le prime soddisfazioni sono ragionevoli e coerenti, ora è solo necessaria una prospezione commerciale a chiarimento degli obiettivi. Buon lavoro!
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Non appena arrivati nella “Nuova Inghilterra” ci si sente subito a proprio agio. Non si tratta soltanto della calorosa accoglienza dei suoi abitanti, ma anche dell’estrema facilità a “girare” l’intera regione, così compatta e, tutto sommato, piccola, rispetto alle dimensioni solitamente extra-large degli States, la sua superficie totale è, infatti, paragonabile a quella del Nord Italia
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METE IMPERDIBILI
NEW ENGLAND BELLEZZA E CULTURA A PORTATA DI MANO di MANILA BARBATI
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l New England o Nuova Inghilterra (a seguire i termini saranno usati entrambi) è una regione degli Stati Uniti situata nella parte nordorientale del paese. Si affaccia sull’oceano Atlantico ed è formata da sei Stati: Connecticut(CT), Maine(ME), Massachusetts(MA), New Hampshire(NH), Vermont(VT), Rhode Island(RI). La morfologia della Nuova Inghilterra è il risultato del ritiro dei ghiacciai, che lasciarono dietro di sé colline ondulate, montagne ed una costa frastagliata. La linea costiera della regione, dal Connecticut sudoccidentale al Maine, è punteggiata da laghi, colline, paludi e spiagge sabbiose, soprattutto a Cape Cod. Più lontano dalla costa il terreno raggiunge elevazioni maggiori, fino alle catene montuose che fanno parte del sistema appalachiano e interessano il Connec-
ticut, il Massachusetts, il Vermont, il New Hampshire e il Maine. Il Monte Washington, nelle White Mountains del New Hampshire, raggiunge i 1.917 metri ed è la cima più alta degli Stati Uniti nord orientali. La città più popolosa è Boston, che è pure il suo maggior centro culturale ed economico. Il clima
Noto per la sua imprevedibilità, il clima di questa regione varia molto a seconda delle zone. Il Maine, il New Hampshire e il Vermont, a nord, sono maggiormente interessati dalla corrente fredda del Labrador e di conseguenza hanno estati brevi e fresche e inverni lunghi e freddi. Connecticut, Massachusetts e Rhode Island, più a sud,
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hanno estati più calde e inverni meno gelidi delle zone più settentrionali, ma sempre molto freddi. La primavera è genericamente umida e ventosa. Resta fredda e nevosa nella prima parte e a marzo non sono rari i ritorni d’inverno in grande stile, con bufere di neve che spazzano città come Boston. La seconda parte della stagione registra un aumento consistente delle temperature e i primi caldi che anticipano la stagione estiva. Tra la fine della primavera e l’estate sono frequenti (soprattutto nelle zone più settentrionali) le fitte nebbie marittime, conseguenza della differenza di temperatura tra le fredde acque oceaniche e l’aria più calda. L’estate è calda, anche molto calda lungo le zone costiere meridionali dove le medie delle massime del mese più caldo possono attestarsi anche sui 28 °C, mentre sono più fresche lungo le coste più settentrionali come quelle del Maine. A volte, soprattutto nelle zone più a Sud, si fa sentire l’afa e quando soffiano i bollenti venti da SudOvest le temperature possono schizzare oltre i 35 gradi (gli estremi massimi superano i 40 °C!). Ma anche in estate sono frequenti le precipitazioni e, anzi, questa è la stagioLa scarpa portafortuna ai piedi della statua di John Harvard all’interno della famosa università
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ne in cui sono numerosi i brevi ma violenti temporali, spesso accompagnati da grandine o improvvisi nubifragi. I temporali sono più frequenti nelle zone meridionali mentre quelle più settentrionali, come il Maine e il Vermont, sono interessate soprattutto da vere e proprie perturbazioni a carattere (per i canoni mediterranei) autunnale. Nella prima parte della stagione autunnale si alternano gli ultimi calori simil-estivi (il famoso “Indian summer” che porta giornate calde e serene) e le prime vere e proprie perturbazioni organizzate con piogge battenti e durature fin sulle zone più meridionali. La seconda parte è quella in cui iniziano a registrarsi le prime irruzioni gelide con neve fin sulle coste.
cm di neve che diventano 176 sulla città di Portland (costa del Maine). Le nebbie sono un fenomeno frequente su tutta la regione, nei mesi più caldi sono numerosi i giorni di nebbia costiera. La Nuova Inghilterra è l’unica regione del Nordamerica ad aver preso il nome di un regno delle Isole Britanniche (a parte la provincia canadese della Nuova Scozia) ed ha largamente preservato il suo carattere regionale, soprattutto nei luoghi storici. Il suo nome è un ricordo del passato, dal momento che la gran parte degli americani di origine inglese è migrata più a ovest. Boston, nel Massachusetts, è considerata la capitale politica, culturale e storica del New England, anche se, al giorno d’oggi, New York esercita una forte influenza sulla parte sudoccidentale della regione Providence, capitale del Rhode Island, è la terza città della Nuova Inghilterra Worcester è la seconda città della regione ed è l’area metropolitana maggiore nella meno urbanizzata fascia che si estende dall’interno del Massachusetts alla parte nord occidentale.
La neve spesso nelle zone montane può superare i 200 cm annui di accumulo e di conseguenza, le montagne del Vermont e del New Hampshire sono diventate popolari destinazioni per il turismo invernale e hanno visto sorgere numerose stazioni sciistiche. Ma la neve cade di frequente (anche se meno copiosa) nelle zone costiere, tant’è che su una grande città meridionale e costiera come Boston cadono mediamente ogni anno, nonostante l’isola di calore, 106
Nuova Inghilterra meridionale
Durante l’autunno, grazie alle prime gelate, le foglie degli alberi assumono forti colori pastello, dal rosso vivo particolarmente brillante al marrone. Il fenomeno, noto come FOLIAGE, avviene prima che in altre parti degli Stati Uniti ed è diventato un importante richiamo turistico.
La maggior parte della popolazione si concentra nel meridione, che comprende Massachusetts, Rhode Island e Connecticut. Lo Stato più popolato è il Massachusetts, in cui la densità maggiore si riscontra attorno a Boston.
Il Connecticut presenta una “divisione culturale” diversa. La parte
sud occidentale dello Stato (che si trova a sud ovest di una linea immaginaria tracciata
Veduta aerea nei dintorni di Boston
da Danbury a New Haven ed è abitata da circa metà della popolazione statale) è, in pratica, inclusa nell’area metropolitana di New York. Questa zona ha avuto un grosso sviluppo a partire dal 1970, quando molte società con sede a Manhattan iniziarono a trasferirsi nella vicina Fairfield County per motivi fiscali, seguite dai loro dipendenti. Di conseguenza, questa parte dello Stato è molto più simile a New York che al resto della Nuova Inghilterra. Il resto del Connecticut (abitato dalla rimanente metà della popolazione) è assimilabile culturalmente ai vicini Massachusetts e Rhode Island. La parte occidentale dello Stato, la costa, oltreché i suburbi di Hartford e New Haven sono
zone decisamente benestanti e fanno sì che il Connecticut goda del reddito pro capite più elevato di tutti gli Stati Uniti.
Un esempio di questa dicotomia culturale può essere quello del tifo sportivo. I residenti nella parte occidenta-
le del Connecticut si dividono tra il sostegno alle squadre di Boston e quelle di New York e le reti televisive di Hartford e New Haven danno una copertura informativa pressoché uguale alle squadre di Boston e New York. Gli altri abitanti della Nuova Inghilterra, al contrario, tendono ad essere fedeli solo ai colori sportivi di Boston.
Nuova Inghilterra costiera
La costa della Nuova Inghilterra, come già detto, è più urbanizzata rispetto alla parte occidentale della regione. Sulla linea costiera si trovano grossi centri urbani, come Portland, Portsmouth, Boston, New Bedford, Fall River, Providence, New Haven e Bridgeport, oltre che città minori, come Newburyport, Gloucester, Biddeford, Bath e New London. I piccoli centri di pescatori, come Gloucester, attraggono molti turisti, grazie al fatto che hanno mantenuto le loro caratteristiche storiche. Altra destinazione turistica è Cape Cod. La pittoresca costa del Maine è nota, oltre che per le caratteristiche geografiche, per le aragoste. Il New Hampshire, che ha il tratto di costa più breve di tutti gli Stati della Nuova Inghilterra che hanno uno sbocco sull’Oceano, ospita un’importante stazione turistica, Hampton Beach. Istituzioni universitarie
La Nuova Inghilterra ospita alcune delle più antiche e più famose istituzioni per l’istruzione superiore negli Stati Uniti. La prima, Harvard, venne fondata nel 1636 a Cambridge (Massachusetts), per istruire i predicatori. La Yale University, a New Haven, fu fondata nel 1701 e fu la prima università statunitense a rilasciare un Ph.D. (Dottorato di Ricerca) nel 1861, oltre che la prima ad includere formalmente le scienze nei programmi accademici. Per questo viene spesso considerata la prima vera università americana. Una piccola curiosità:
per riferirsi ad un abitante del New England si usano i termini New Englander e Yankee.
I caratteristici Swan boats nei giardini pubblici di Boston
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Una maestosa mansion a Newport, Rhode Island
Per una vacanza un po’ diversa….. Ho tracciato per voi alcuni dei possibili itinerari alla scoperta delle bellezze del New England, che potranno essere effettuati in pullman (tramite tour organizzati, ad esempio) o con auto noleggiata in loco. Lungo la costa atlantica
Cinque dei sei Stati sono affacciati sull’oceano (il Vermont è l’unico Stato che non ha sbocco sul mare) e le loro coste sono estremamente diversificate. Si passa dalle scogliere scoscese alle lunghe spiagge di sabbia bianca, dalle città e cittadine alle isole, tuttavia, ovunque, grandi sono le suggestioni… Una sola vacanza non basterà certo a vedere tutto e fare di tutto. Un itinerario lungo la fascia atlantica del New England può indifferentemente iniziare da sud, dalle baie del Connecticut, percorrere il Rhode Island, il Massachusetts, il New Hampshire e terminare nel Maine o essere effettuato in senso inverso. Circa 1200 km separano l’estremo sud dall’estremo nord del New England: la strada sarà sempre in ottime condizioni, spesso panoramica e moltissime saranno le tentazioni di sosta e di deviazioni nell’entroterra. Ecco alcuni suggerimenti per prendervi una boccata d’aria di mare nel New England, punti salienti e attività cui potrete dedicarvi. Vita da spiaggia
Incontri aL largo delle coste di Cape Cod
Le spiagge del Massachusetts, in particolare quelle di Cape Cod (MA) sono tra le più rinomate e attraggono migliaia di visitatori grazie alle loro sabbia bianca, alle scogliere imponenti e alle dune. Le spiagge sono moltissime e quindi non sono mai affollate. Inoltre, alcune sono riserve naturali. Anche la costa del New Hampshire, lunga poco meno di 30 chilometri, include belle spiagge. Nel piccolo Rhode Island potrete godere di oltre 160 chilometri di ottime spiagge, inclusa Block Island (RI) località turistica vecchia maniera affacciata sul mare. King Park, lungo la costa meridionale, è il posto dove fare immersioni. Anche il roccioso e accidentato Maine ha dei tratti di costa sabbiosa, come le spiagge di Ogunquit e Cape Elizabeth (ME). A queste si aggiungono le isole che si estendono per tutta la linea costiera, con le loro spiagge, spesso deserte. Vela & pesca
Sia che optiate per una crociera lungo la costa, sia che vi mettiate al timone voi stessi, il New England offre numerose possibilità. Newport, RI. ha ospitato l’America’s Cup
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Abitazioni sull’acqua al porto di Nantucket
per diversi anni, ed il noleggio degli yacht rappresenta una fiorente attività sia qui sia a Marblehead (MA) o in altre località costiere. La costa del Maine offre una serie illimitata di opportunità per andare a vela o a motore, una per tutte: potete noleggiare una “bareboat” (imbarcazione senza equipaggio) e issare le vele da soli, verso l’avventura. È senz’altro molto romantico….. Comprate un’aragosta e cucinatela a bordo, poi accoccolatevi vicino al caminetto (strano, ma si trovano su molte barche!) oppure avvolgetevi in qualcosa di caldo e andate in coperta ad ammirare il tramonto sull’Oceano Atlantico.
un’importante risorsa per l’economia locale. Oggi, l’osservazione delle balene ha sostituito la caccia. Vi sono oltre una dozzina di località lungo la costa, in particolare nel Massachusetts da dove, tra maggio e ottobre, potete salpare per una gita organizzata a carattere scientifico che vi porterà negli habitat delle balene e vi permetterà di avvicinarvi a questi meravigliosi animali. Molti operatori di queste crociere garantiscono gli avvistamenti: un’esperienza altamente emozionante! Non occorre necessariamente partire da una località della costa, essendo infatti possibili escursioni della durata di circa 6 ore che iniziano da Boston (MA).
Osservazione delle balene.
La storia sulla costa
In molti degli Stati della Nuova Ingilterra la caccia alle balene costituiva, un tempo,
La storia moderna degli Stati Uniti d’America iniziò sulla costa del New England,
quando la nave dei Padri Pellegrini provenienti dall’Inghilterra, il Mayflower, attraccò a Plymouth Rock (MA) nel 1620. La Plimoth Plantation mostra oggi come vivevano i primi coloni. Nel Connecticut, Mystic Seaport ospita il più grande museo marittimo d’America, con navi dagli alti alberi ed un cantiere navale destinato alla conservazione delle stesse. Le Newport Mansions, nel Rhode Island, che sono le tenute estive delle ricche famiglie americane quali gli Astor o i Vanderbilt, rappresentano un altro aspetto e periodo della storia. Salem (MA) è un’altra località marittima famosa per i suoi processi alle streghe, per la sua architettura straordinaria, e per il suo passato indissolubilmente legato al mare.
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Il giro delle isole
Non può sorprenderci che una linea costiera così contorta come quella del New England abbia una tale varietà di isole. Il Maine ne conta migliaia, come ad esempio l’arcipelago di 136 isole delle Isole del Calendario, al largo della costa di Portland (ME). Nantucket (al largo di Cape Cod, MA) conosciuta con il romantico appellativo di “La Signora Grigia dell’Atlantico”, possiede spiagge, riserve naturali, piste ciclabili tenute alla perfezione (la bici è il metodo ideale per apprezzare le bellezze di quest’isola), negozi, ristoranti ed una storia legata alla caccia alle balene. Per il gusto del lusso c’è anche Martha’s Vineyard (anch’essa al largo di Cape Cod,) che da sempre attrae personaggi famosi, con i suoi negozi eleganti e le tenute maestose. La si può raggiungere con il traghetto da Hyannis, Woods Hole e Falmouth (a Cape Cod). Rhode Island (che contrariamente a come recita il suo nome non è affatto un’isola!) può vantare la piccola Rose Island con il suo faro restaurato ed una ricca avifauna. Persino la breve costa del New Hampshire possiede le sue isole raggiungibili in traghetto.
I fari
I fari del New England costituiscono, da sempre, una catena di sicurezza per coloro che solcano il selvaggio Oceano Atlantico. Il Maine ne possiede moltissimi e uno dei più significativi ed il più antico è il Portland Head Light. Tra i più interessanti, invece, quello che si trova su Rose Island dove i visitatori possono alloggiare per la notte. La costa Gourmet
In tutto il New England troverete il miglior pesce ed i migliori crostacei che abbiate mai mangiato. La costa è ovviamente ideale per gustare il pesce fresco ed è costellata da centinaia di ristoranti, grandi e piccoli, rinomati e più semplici, che offrono un’incredibile varietà di pesci e di crostacei. Le aragoste
del Maine, ad esempio, sono famose in tutto il mondo e hanno addirittura il loro festival. Potrete anche assaggiare i “quahogs” (varietà di vongole) o, più semplicemente, “cod and chips” …merluzzo e patatine. Vi sono svariati modi di visitare la Nuova Inghilterra; avendo a disposizione un’auto a noleggio ad esempio. Molti Tour Operator possono studiare un itinerario su misura per soddisfare i vostri interessi, rispettando i vostri limiti di tempo. Potrete abbinare un’escursione sulla costa ad una sulle montagne, o visitare siti di interesse storico con i loro caratteristici villaggi in stile “New England”. Esiste anche una grande scelta di alloggi, dalle tipiche locande ai B&B, fino agli alberghi più tradizionali. Solitamente s’inizia da Boston (MA) e si sceglie tra due rotte diverse: quella che porta a Nord e/o quella che porta invece a Sud. È consigliabile prevedere almeno una settimana per ognuna delle due direzioni. E se siete tra i fortunati che hanno a disposizione più tempo potrete abbinarle all’interno di un viaggio costruito ad hoc. Il vostro viaggio inizierà in ogni caso da Boston, Porta del New England, dove trascorrerete un po’ di tempo sia all’inizio che alla fine della vostra vacanza. In città, percorrerete a piedi il Sentiero della Libertà, prenderete una “Swan Boat” (imbarcazioni da diporto usate nel laghetto del giardino pubblico cittadino), gusterete pesce delizioso, visiterete i molti musei per una “full immersion” culturale. Poi saltate in automobile (a Boston non vi serve, in quanto la città è perfetta per essere visitata a piedi) e partite. Io, almeno col pensiero, sono già in viaggio … Enjoy your trip!
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asce dall’ambiziosa e concreta idea di rendere ancor più capillare la presenza sul territorio da parte di GLS, nonché dal desiderio di rendere l’azienda ancora più accessibile al privato, il progetto che, in un anno, ha trasformato in “GLS Point” oltre cento edicole, tra Bergamo e provincia. Si tratta di una delle più importanti e innovative iniziative di Silvano De Rui e dei fratelli Alberto e Stefano, titolari di GLS Bergamo che, con “Le tue spedizioni sotto casa”, hanno individuato proprio nelle edicole il punto di riferimento ideale per offrire al cittadino un servizio d’eccellenza, per fruibilità e comodità. “Le tue spedizioni sotto casa” è molto di più di un nuovo modo di spedire e ricevere merci; si tratta, infatti, di un progetto in grado di regalare a GLS visibilità e percezione senza precedenti da parte della cittadinanza; non trascurabile anche la crescita della figura professionale dell’edicolante, ora vero e proprio concessionario GLS che, come tale, sarà più che stimolato a rivenderne i prodotti ai privati. Marco Paciolla, presidente dell’Unione Edicolanti di Bergamo, ha subito accolto con entusiasmo questa iniziativa e, come lui, decine di edicolanti in tutta la pro-
vincia, hanno aperto le porte dei loro chioschi a GLS, tanto che l’obiettivo da parte di Silvano De Rui, di fidelizzare le cento edicole entro il 2013, è stato ampiamente raggiunto. Dall’inizio dello scorso anno è, quindi, possibile spedire buste, plichi e pacchi di piccole e medie dimensioni, direttamente dalle edicole del proprio comune e del proprio quartiere, insomma, da sotto casa. In questa nuova collaborazione, protagonista è stato ancora una volta il desiderio di offrire al cliente un servizio su misura; non è dunque casuale che, dal confronto tra GLS e Unione Edicolanti, sia subito stata chiara la necessità di offrire un punto d’appoggio anche per le spedizioni in arrivo. Con la crescente tendenza all’acquisto via internet, infatti, diventa assolutamente interessante avere un punto certo di riferimento dove far consegnare la propria merce, senza dover così attendere a casa o concordare con il corriere la consegna. Non resta dunque che cercare una delle sempre più numerose bandiere di GLS presso l’edicola di fiducia: il tuo edicolante sarà lieto di offrirti ulteriori informazioni e, finalmente, potrai inviare e ricevere “Le tue spedizioni sotto casa”!
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