Numero VI - Aprile 2014
L’Urlo
EDITORIALE
Aprile 2014 - N.VI Anno VIII
Siamo in dirittura d’arrivo, care lettrici e cari lettori: tra poco piÚ di un mese anche quest’anno scolastico sarà concluso, ognuno coi propri risultati e tuttiacasaDIRETTORI: alè. Tutti, meno ovviamente i miei compagni di leva Filippo Rovati, Riccardo Lobascio classe 1995 che dovranno aspettare qualche settimana CAPOREDATTORI: in piÚ per affrontare l’angosciosa quanto mai eccitante Attualità e cultura VÀGD GHOO¡(VDPH 'LFR DQJRVFLRVD H VX TXHVWR VLDPR tutti d’accordo, credo; dico eccitante, e qui iniziaFederica Dalle Carbonare Cronache del Beccaria e recensioni no a palesarsi perplessità piÚ che comprensibili. Lo vivo in prima persona, e lo trasmetto alle generazioni Naomi Grillo future(lasciatemelo, questo po’ di nonnismo, arrivato Illustrazioni a questo punto): l’Esame non mette paura, nÊ ansia; Matteo Schiapparelli l’Esame mette irrefrenabile voglia di prendere i libri REDATTORI: che ho ammassati sulla mia scrivania, compresi(anzi Matteo Cocci, Davide Almento, soprattutto) quelli della famigerata tesina, e buttare Armando Bavaro, Konrad Borelli, tutto all’aria, perchÊ la prospettiva di essere tra qualMatilde che mese fuori di qua è allettante, troppo allettante per Capelli, Federica Dalle Carbonare, poter pensare di rimanere col fondoschiena piazzato Eric Ferracin, Maria Chiara su una sedia a studiare rimasugli e rovine di Cultura Fusco, Marta Gerosa, Naomi Grillo, Classica o nozioni, astratte e concrete, di qualsivoglia Debora Lombardo, Alberto Mangili, altra materia. Siamo onesti, confessiamocelo: nessuno ha piÚ voglia di rimanere qui, non tanto per avversioMartina Maraiulo, Ludovica Medaglia, Luca Murgia, ne al nostro beneamato Liceo(almeno, non da parte mia), quanto perchÊ se uno si guarda allo specchio, è Giovanni Mussin, naturale pensare che ho diciotto anni, ho una vita che Sonia Nannavecchia, Duncan Re, mi aspetta fuori, la salita del futuro da percorrere, e Giacomo Riccabono, Silvia non posso, nÊ voglio rimanere qua, relegato, sopratRicevuti, Matteo Schiapparelli, tutto con la testa, ad uno stadio in cui trascorro ogni Martina Somperi singolo giorno da cinque anni. E’ naturale, anche per me, per i miei compagni, per tutti coloro che stanno attraversando la quinta liceo, per gli studiosi e per i meno studiosi. Per tutti. Ma‌ma c’è qualcosa che non va, comunque. C’è qualcosa che ti pungola, e non sai bene cos’è, ma ti induce a dire che no, non è tutVISITA IL to cosÏ scontato. Non basta cullarsi nella prospettiva O IT S ti. n e d di farsi dare un calcio nel sedere a Luglio e passare u t .s www .it ia al mondo dell’università , o di qualsiasi prospettiva tu r a c c e liceob abbia in mente. Un pungolo che ti fa vivere benissimo in ogni caso, che ti fa perseguire questa linea di comportamento, ma che produce un’ombra di manzoniana XJJLD QHOOD WXD ULà HVVLRQH $OORUD SURYD D JXDUGDUWL Vuoi diventare un membro un po’ meglio allo specchio, e a chiederti: ma posso dire di essere io anche per quello che ho appreso in del giornalino? tanti anni di studio? Posso dire di essere io, e di comNon esitare a scriverci: portarmi per questo essere io, e non come un altro, e-mail: urlo.beccaria@gmail.com anche perchÊ ho studiato qui, ho passato ogni singolo
o a contattare i direttori!
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giorno(o quasi) dedicando parte del mio tempo(magari nemmeno tanta) sui libri, a strutturare la mia “forma mentisâ€? sulla grammatica del Latino, del Greco, a scervellarmi e ad essere SURYRFDWR GDOOD 6WRULD GDOOD )LORVRĂ€D GDOOR VWXGLR GHO SHQVLHUR H GHO VHQWLPHQWR FRPH OH /HWterature, dal rendermi conto che non capisci un tubazzo di niente se astrai i campi del sapere e li poni cristallizzati ognuno nel suo settore, ma che invece magari capisci qualcosa di piĂš di come va il mondo se unisci scienza ed arte, perchĂŠ tutti gli ambiti di questo benedetto sapere sono tratti unici ed uniti del Pensiero umano, e dunque anche del tuo? Puoi dire che anche tu, singolo, unico ed irripetibile come sei, sai di esserlo grazie anche e soprattutto magari non al quanto, ma a quello che hai studiato? SĂŹ, cazzarola, certo che puoi dirlo! Devi dirlo! O siamo FRVu VSDYHQWDWL GDOO¡LGHD GL Ă€JXUDUH FRPH GHL WUDGL]LRQDOL ´VHFFKLRQLÂľ VH DPPHWWLDPR FKH VLDPR Ă€JOL GHOOD &XOWXUD FKH FL YLHQH LQVHJQDWD" ( TXHVWR q XQ GLVFRUVR FKH YDOH QRQ VROR SHU OH quinte, ma per tutti. Si può diventare schiavi della Cultura, è vero, quando si sostituisce essa, e la superbia del tuo sapere vano e vuoto, alla vita vissuta, per diventare soltanto un accademico erudito ciarliero. Ma nessuno ci vieta di vivere anche di cultura, di sapere, col sapere, cioè col sapore, per non diventare insipidi. Ci vuole molto piĂš coraggio(ma è coraggio di rassegnazione) ad affermare che si sono buttati via anni di studio, all’ultimo, piuttosto che riconoscere FKH OR VWXGLR VHUYH IRUPD IRUWLĂ€FD H PDJDUL QRQ WL Gj WXWWH OH ULVSRVWH PD SXRL ULFDYDUQH XQ sostegno per camminare lungo il tuo sentiero, e perchĂŠ no, ti aiuta a scoprirlo. PerchĂŠ quello che studiamo noi, è quello che hanno scoperto, e che hanno vissuto altri. Allora, te della quinta, non gettare la spugna ora, accontentandoti di rimanere adagiato nella soddisfazione di essere JLj TXDVL IXRUL FRQ OH SRUWH DSHUWH SHUFKp OD WXD FRUVD OD QRVWUD FRUVD QRQ SXz GLUVL Ă€QLWD SHUchĂŠ ogni giorno che entri qua dentro può iniziare un tratto nuovo, perchĂŠ il meglio ancora deve H SXz DUULYDUH SHUFKp LO VHQVR GL XQ SHUFRUVR OR VL VFRSUH Ă€QR DOO¡XOWLPR JLRUQR H WDQWR SL q GLIĂ€FROWRVR DQGDUH DYDQWL WDQWR SL VL YRUUHEEH PROODUH WDQWR SL JUDQGH VDUj O¡RUL]]RQWH %DVWD JXDUGDUOR QHOOD JLXVWD SURVSHWWLYD EDVWD QRQ WHQHUH OR VJXDUGR Ă€VVR SHU WHUUD R QRQ JHWWDUOR troppo lontano cosĂŹ da inciampare, o volgerlo all’indietro, per vedere ciò che è giĂ passato. Ed D WXWWL YRL D SDUWLUH GDOOD SULPD Ă€GDWHYL QRQ VLDWH PDL VD]L GL TXHVW¡DYYHQWXUD QRQRVWDQWH WXWWH le seccature che avete giĂ incontrato od incontrerete ancora, nonostante gli sfasi mentali e le LPSUHFD]LRQL QRQRVWDQWH OH GLIĂ€FROWj LQ FODVVH FRL FRPSDJQL QRQRVWDQWH OD YRJOLD GL PDQGDUH a quel paese qualcuno se non tutti, nonostante tutto, e per tutto, anche quello è studio, anche quello vi costruisce come persone. Ed è a partire da questo studio, da questi anni, da tutte le lamentele che avrete, la voglia che mancherĂ , l’impegno che suderete, i bei momenti che passerete con altre persone, che magari un giorno perderete di vista, dalle domande che vi farete riguardo a scuola, materie, classe, se tutto questo abbia un senso quando la vita vi prospetterĂ cose inaspettate, quando vi innamorerete e non avrete piĂš voglia di pensare ad altro, quando un amico se ne andrĂ e non avrete piĂš forza di pensare ad altro, quando subirete una perdita e YL SRUUHWH GRPDQGH VH WXWWR TXHOOR FKH IDWH H FKH DYHWH DFTXLVLWR DEELD R QR XQ VLJQLĂ€FDWR GD tutto questo, per tutto questo, non perdete mai l’entusiasmo di imparare, non perdete mai la consapevolezza che in questa scuola, in questi libri, in questo giornale, su questi banchi, nelle voci e nei volti di quanti vi stanno attorno in queste ore ed in questi anni, c’è un mondo da conoscere e da cui continuare a ricavare speranza. Non fatevi mai derubare della bellezza di andare a scuola e di impegnarvi in(e non per) essa. Per voi. Buona lettura
Riccardo Lobascio
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PASQUA DI SANGUE Ecco un altro agguato, a Napoli. Ecco un’ennesima dimostrazione di quanto il potere sia in mani corrotte e macchiate e di quanto il degrado morale viga sovrano e incontrastato. Sarebbe riconducibile ad una guerra fra clan per il controllo delle piazze di spaccio l’attacco consumatosi alla vigilia di Pasqua a Secondigliano. Due i corpi esanimi riversi nel sangue, entrambi SUHJLXGLFDWL DIĂ€OLDWL DO FODQ /HRQDUGL DOOHDWR GL 9DQHOOD *UDVVL (PDQXHOH DQQL UHVLGHQWH a Qualiano e Ciro Milone, 34, residente in via Cupa dell’Arco. L’esecuzione ha destato non poco clamore soprattutto per la modalitĂ e il luogo scelti. La mossa è stata avanzata nel circolo ricreativo Zanardelli, nel cuore di quella che una volta era la roccaforte di uno dei clan protagonisti della cruenta faida di Scampia: il clan dei Di Lauro. I sicari, il viso coperto da passamontagna, hanno irrotto sparando a ripetizione, noncuranti della gente che affollava il circolo e le strade in quell’amaro giorno prefestivo. Dodici i proiettili esplosi partoriti da una violenza estrema, ‘’degna’’ piĂš di un boss completamente imbevuto di orrida ambizione che GL VHPSOLFL DIĂ€OLDWL 4XDOH DWWR GHOOH YLWWLPH VDUj VWDWR LQ WDO PRGR FRQWUDVWDWR" /H LSRWHVL SL attestate convergono ad un loro tentativo di mettersi in proprio nel business della droga, ma è altamente plausibile anche la pista della vendetta trasversale, dovuta al pentimento del capo clan Felice Leonardi. Sono numerose le deduzioni investigative, oltre a quella piĂš scontata di un regolamento dei conti tra rivali, al vaglio di carabinieri e inquirenti della procura. Nessun dubbio però sulla matrice camorristica. L’accaduto non è che un altro segnale di una guerra tra clan che ribolle negli animi frementi dei coinvolti da parecchio tempo. Ne è un altro esempio evidente la lunga scia di cadaveri carbonizzati, trovati a nord del capoluogo. Dopo vari abbagli che nell’arco dell’anno hanno indotto alla cecitĂ , paralizzando dalla paura gli impotenti, ora L ULĂ HWWRUL VRQR SXQWDWL VXL FRQWUDVWL LQWHUQL DOOD PDODYLWD RUJDQL]]DWD H IRUVH SURSULR RUD q LO momento di fare del numero la nostra forza ed innalzare mura difensive. Ma attenzione, ‘’diIHQVLYH¡¡ QRQ œ¡SURWHWWLYH¡¡ SHUFKq FLz FKH Ă€Q WURSSR VSHVVR VL ID q ODVFLDUVL FRQJHODUH GDOO¡LQQRUULGLPHQWR H JLXVWLĂ€FDUH OD FRQVHJXHQWH SDVVLYLWj FRQ O¡LPSRWHQ]D SXQWDQGR OR VJXDUGR VROR su noi stessi. Il primo passo è forse proprio evitare la sindrome ‘’quadretto ottocentesco’’, per cui ci ritroviamo immessi in una realtĂ tanto imponente e impressionante da non riuscire a fare DOWUR FKH RVVHUYDUOD Ă€OWUDWL GDOOR VWXSRUH YROWDQGR OH VSDOOH D FKL q VSHWWDWRUH LQVLHPH D QRL coordinato e quindi possibile alleato. La paura immobilizza se considerata un sentimento da FXL HYDGHUH PD VH FL DGGHQWULDPR QHOOH VXH VIDFFHWWDWXUH H OD LQWHULRUL]]LDPR Ă€QR D ODVFLDUFL compenetrare, allora sĂŹ che possiamo trarre da essa la giusta motivazione per combattere, il giusto accanimento per annientare il grande cancro della nostra nazione che crea metastasi con una rapiditĂ allucinante. La camorra è protetta da un muro di omertĂ e tacita protezione da parte dei preposti a questo ordine capovolto e marcio: sono questi gli elementi che impediscono di vedere scavare in un campo di grano per fare un bunker. Le idee valide richiederebbero per O¡DSSOLFD]LRQH XQLWj GL LQWHQWL GHL SRWHUL HVHFXWLYR OHJLVODWLYR JLXGL]LDULR VHQ]D LQĂ€OWUD]LRQL PDĂ€RVH QHL SRWHUL VWDWDOL H TXLQGL VHQ]D XQR VWDWR SUHVHQWH D LQWHUPLWWHQ]D FKH VL ODVFLD VIXJJLUH O¡DWWHQ]LRQH 6XO SLDQR SROLWLFR LVWLWX]LRQDOH VL GRYUHEEH DJLUH HOLPLQDQGR DSSXQWR OH LQĂ€OWUD]LRQL H TXLQGL LO FRQWUROOR SROLWLFR GHOOD PDĂ€D VX LVWLWX]LRQL ORFDOL H FHQWUDOL 6XO SLDQR VRFLDOH SUHYHQWLYR HVWLUSDQGR LO IHQRPHQR QHL TXDUWLHUL PDĂ€RVL DWWUDYHUVR O¡LVWUX]LRQH H RIIUHQGR XQD valida alternativa ai residenti(perchè i suoi fertilizzanti sono il degrado sociale ed economico e la sua arma l’ignoranza). Dal punto di vista penale-militare l’azione andrebbe concentrata sul FRPEDWWLPHQWR GHOOH RUJDQL]]D]LRQL PLOLWDUL GHOOD PDĂ€D H O¡DUUHVWR IDFLOLWDWR GHL PHPEUL VHQ]D particolari garanzie processuali, data la gravitĂ della questione. Bisognerebbe fare in modo che questa ricetta anche in Italia non sia solo un’utopia. Sta a noi iniziare a porci con spirito critico sui fatti.
Martina Maraiulo
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LA FOLLIA ARTISTICA DI UGOLINA Ottanta fogli di carta, di carta Raffaello per la precisione, con queste misure: 240 x330 mm. Sono tutto quello che rimane di una donna di cui si non conosce praticamente nulla, se non che era affetta da una forma di psicosi per la quale venne ricoverata nell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, a Milano. Si chiamava Ugolina Valeri e su questi fogli, per tre anni a partire dal 1964, lei disegnò. Immagino che questa attivitĂ rappresentasse per lei uno sfogo, un passatemSR XQ PRGR SHU HVWHUQDUH LO VXR GLVDJLR H UDFFKLXGHUOR LQ XQ WUDWWR GL JUDĂ€WH IRUVH OD VROD SRVsibilitĂ per ricomporre la realtĂ frammentata della sua mente. Probabilmente fu un medico a domandarle di prendere una matita in mano perchĂŠ con i malati l’espressione artistica funziona, FDOPD DOOHYLD FRQVHQWH SHUĂ€QR DOO¡DOLHQD]LRQH GL DFTXLVLUH GLJQLWj , GLVHJQL GL TXHVWD JLRYDQH donna sono sopravvissuti alla sua morte e alla chiusura dell’istituto, ora noto come Policlinico di Affori, e sono stati esposti per la prima volta presso la galleria Isarte, in Corso Garibaldi 2, a Milano. La mostra è intitolata “Fuori campo. Artisti outsider a Milanoâ€? e i suoi disegni sono quelli che piĂš mi hanno impressionata tra i tantissimi esposti, tutte opere di soggetti ai margini, di persone affette da varie tipologie di disturbo, ma la cui valenza artistica è stata riconosciuta e mai messa in discussione, anche se pare risulti del tutto scissa da una vera intenzionalitĂ espressiva. É stato spiegato che in genere si guarda alle opere di una persona mentalmente instabile con occhio clinico: si cerca cioè di cogliervi la sintesi, o meglio, la manifestazione della malattia stessa. In questo caso, cercando di non farsi condizionare dall’assunto che spesso la follia è geniale, la valutazione va oltre: siamo dinanzi a opere d’arte a tutti gli effetti, con XQ YDORUH LQWULQVHFR H XQD JLj GHĂ€QLWD YDOXWD]LRQH FRPPHUFLDOH 8JROLQD LQL]LD D GLVHJQDUH tardi, all’improvviso, e la sua arte non nasce da una ricerca formale ma dall’impulso a stare meglio, come avviene nella quasi totalitĂ dei casi. L’autore malato riversa nel disegno una forte urgenza a ricostituire, all’esterno di sĂŠ, qualcosa che è rotto al proprio interno. In effetti queste opere hanno qualcosa in comune: l’ossessiva ripetitivitĂ di un dettaglio, che spesso è lo stesso in diverse opere, ora minuscolo, ora grandissimo, come se il paziente-artista tentasse di PHWWHUH D IXRFR LQ JHQHUH FRQ XQD FHUWD GLVSHUDWD PHWLFRORVLWj OD SURSULD Ă€RFD OXFH LQWHULRUH I disegni di Ugolina sono – cosĂŹ è stato spiegato – l’esasperazione di questa veritĂ . Sapendo FKH HVSULPRQR TXHOOR FKH LQ SVLFKLDWULD VL GHĂ€QLVFH ´XQ YXRWR FHQWUDOHÂľ OH VXH RSHUH PHWWRQR se non a disagio, senz’altro in imbarazzo: linee e linee e ancora linee riempiono il foglio, tratti eccessivi, immagini ibride e inquietanti, fantasmi che immagino siano stati terribili che si traVĂ€JXUDQR LQ FRPSRVL]LRQL GL XQD EHOOH]]D FKH VIXJJH H FKH VRUSUHQGH 6RQR XVFLWD GD TXHVWD mostra con un solo rimpianto, quello di non essere in grado di acquistare uno dei misteriosi GLVHJQL GL 8JROLQD PD FRQ XQ SHQVLHUR FRQVRODWRULR QHO TXDOH O¡DUWLVWD SVLFRWLFD q Ă€QDOPHQWH VHUHQD FKLVVj IRUVH SHUĂ€QR IHOLFH GL YHGHUH OD VXD ´DUWH QRQ DUWHÂľ HVSRVWD H WDQWR DSSUH]]DWD (In copertina un disegno di Ugolina Valeri: Senza titolo, 22.10.66)
Ludovica Medaglia
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CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI DACHAU A circa 15 km a nord-ovest di Monaco si trova un paese, Dachau, che vide, Il 21 marzo del 1933, l’inizio del periodo piĂš buio e drammatico di tutta la sua lunga esistenza: nel “MĂźnchner Neuesten 1DFKULFKWHQÂľ DSSDUYH FRQ XQD IUHGGH]]D DJJKLDFFLDQWH TXHVWD QRWL]LD Ă€UPDWD GD +HLQULFK +LPPler, Presidente della Polizia della cittĂ di Monaco: “MercoledĂŹ 22 marzo 1933 verrĂ aperto nelle vicinanze di Dachau il primo campo di concentramento statale. Abbiamo preso questa decisione senza badare a considerazioni meschine, ma nella certezza di agire per la tranquillitĂ del popolo e secondo il suo desiderio.â€? Il campo di concentramento di Dachau fu l’unico ad esistere per tutti i 12 anni del regime nazista. Nei primi anni della dittatura fu il piĂš grande ed il piĂš noto dei campi di concentramento, ed il suo nome divenne ben presto sinonimo di paura e di terrore in tutta la Germania. Dachau divenne pertanto il prototipo e il modello d’ispirazione per i campi successivi. Installato sfruttando una precedente costruzione di una ex fabbrica di munizioni, Originariamente venne destinato agli oppositori SROLWLFL GL +LWOHU 1HL SULPL PHVL GL IXQ]LRQDPHQWR LO FDPSR DYHYD DQFRUD XQ YROWR XQ SR¡ XPDQR che nulla lasciava presagire la mostruositĂ degli sviluppi futuri. I prigionieri erano prevalentemente VRWWRSRVWL D ODYRUL SHVDQWL DO Ă€QH GL ´SXQLUHÂľ LQ ORUR LO VHQWLPHQWR DQWLQD]LVWD $O Ă€QH GL VSH]]DUQH OD personalitĂ i nuovi arrivati venivano sottoposti a pesanti maltrattamenti. Infatti tutti i nuovi arrivati YHQLYDQR ´DFFROWLÂľ QHO FDPSR FRQ R SL IUXVWDWH /D VWDPSD VL RFFXSz Ă€Q GDOO¡LQL]LR GHO FDPSR GL concentramento di Dachau. La propaganda nazista lo presentava come una struttura dove i detenuti YLYHYDQR LQ FRQGL]LRQL XPDQH H Ă€QDOL]]DWH DOOD ORUR ULHGXFD]LRQH LQ SDUWLFRODUH DWWUDYHUVR LO ODYRro. Nello stesso tempo, però, non mancava di sottolineare il fatto che i prigionieri non erano altro che individui disgustosi e degenerati che andavano eliminati dalla societĂ tedesca. Solo in seguito divenne un campo di concentramento destinato, oltre che agli oppositori politici, anche ad ebrei e a minoranze “sgraditeâ€?, come testimoni di Geova, omosessuali, emigranti, zingari e prigionieri polacchi, russi e cosĂŹ via. L’organizzazione, la disposizione delle varie baracche e dei servizi, cosĂŹ come il programma di sviluppo e di ampliamento, vennero elaborate da uno dei primi comandanti del campo, Theodor Eicke, e tale modello poi venne sistematicamente utilizzato anche negli altri campi. Una delle prime misure prese dalla direzione fu l’allestimento della prigione, il cosiddetto “ bunkerâ€?. Nel bunker vi erano piccole celle dove avvenivano segregazioni e torture varie. Nel campo c’erano poi il piazzale dell’appello, dove ogni giorno, alla mattina e alla sera, si svolgeva l’appello generale dei detenuti, e la cantina-bar, dove si potevano comprare sigarette e ogni tanto anche alimentari come marmellata di rape, pasta di avena e cetrioli. I detenuti avevano accesso DQFKH DO SDUDGRVVDOH ´PXVHR GHO FDPSRÂľ GRYH YHQLYDQR FRQVHUYDWH Ă€JXUH LQ JHVVR GHL SULJLRQLHUL FDUDWWHUL]]DWL GD SDUWLFRODUL PHQRPD]LRQL Ă€VLFKH R WDUH HUHGLWDULH LQ RVVHTXLR FHUWDPHQWH DO SUHJLXdizio razziale nazista). A volte, in questo museo, come fosse uno specie di zoo umano, vi venivano addirittura mostrati e anche percossi pubblicamente detenuti importanti, come il vescovo Kozal, SROLWLFL DUWLVWL QRELOL WUD L TXDOL L GXFKL GL +RKHQEHUJ Ă€JOL GHOO¡$UFLGXFD )UDQFHVFR )HUGLQDQGR erede al trono austriaco, assassinato a Sarajevo nel 1914. Le baracche erano divise in categorie: la baracche di sinistra erano destinate ai prigionieri lavoratori, le baracche destinate ai malati messi in quarantena perchĂŠ invalidi, malati di scabbia e di tifo. La baracca n° 15 era detta “della compagnia di punizioneâ€? perchĂŠ destinata ai prigionieri, perlopiĂš ebrei, a cui erano riservate le punizioni piĂš severe. Nel 1936 iniziarono la costruzione del campo di Sachsenhausen, seguita poco dopo da quella del campo di Buchenwald e dall’ampliamento del campo di Dachau. I detenuti erano costretti a
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lavorare ininterrottamente dalle 6 di mattina alle 6 di sera. La compagnia di punizione proseguiva Ă€QR DO FDODU GHO EXLR *OL DQQL VXFFHVVLYL IXURQR XQ SHULRGR GL WUDQVL]LRQH FRO WHUURUH RUPDL LQVWDXrato nel campo. Fu usata la tortura per punire anche le piĂš lievi mancanze disciplinari; una tortura molto usata era quella di appendere i prigionieri per le mani legate dietro la schiena senza che i piedi toccassero terra: le braccia si slogavano tra atroci dolori. Stessa punizione anche per chi non si toglieva il berretto davanti a una SS o non riusciva a stare in piedi sull’attenti davanti a loro. Nel frattempo le ispezioni internazionali che si fecero al campo lasciarono soddisfatti gli ispettori. Il 19 agosto Guillaume Favre, membro del Comitato Internazionale della Croce Rossa, scrisse un comPHQWR PROWR IDYRUHYROH LJQRUDQGR FLz FKH UHDOPHQWH DYYHQLYD GHQWUR OH UHFLQ]LRQL ,QWDQWR +LWOHU iniziò ad interessarsi della forza lavoro rappresentata dai detenuti. Grazie al lavoro forzato dei detenuti i campi avrebbero dovuto diventare degli enormi centri di produzione di granito e mattoni per le sue opere monumentali, le cosiddette Fuhrerbauten (“opere del Fuhrerâ€?). Ma non solo: molti detenuti infatti furono impiegati come lavoratori forzati soprattutto nell’industria bellica aeronautica per aziende come la BMW e la Messerschmitt AG. A Dachau le SS iniziarono, prima nel cortile GHO EXQNHU SRL D +HEHUWVKDXVHQ DG HVHUFLWDUVL DO WLUR VSDUDQGR VXL SULJLRQLHUL GL JXHUUD VRYLHWLFL /H vittime divennero subito migliaia. Il campo si trasformò quindi da campo di lavoro a vero e proprio campo di sterminio. Circa 30.000 persone vennero uccise, in gran parte da quel momento in avanti. Altre migliaia morirono di fame e di stenti a causa delle condizioni infernali di vita nel campo. In conseguenza al crescente numero di decessi l’unico forno crematorio del campo non fu piĂš in grado di far fronte al compito d’incenerire tale massa di vittime. Nel 1942 si rese quindi necessario iniziare la costruzione di un nuovo grande crematorio, che fu dotato di un’ampia camera a gas (si pensa non sia mai entrata in funzione) e di una vasta sala d’incenerimento con quattro forni. Nell’autunno del 1944 il campo era sovraffollato: le camerate previste per 52 persone ospitavano 300-500 persone. In novembre si ebbe un’epidemia di tifo che causò la morte di moltissimi detenuti. Oltre a tutto questo il campo fu teatro di numerosi esperimenti su detenuti. Questi esperimenti, mortali il piĂš delle volte, vennero eseguiti allo scopo di trovare rimedi per i problemi dei soldati dell’esercito nazista impegnati su fronti diversi, come in caso di congelamento in acqua o alta pressione in volo, problemi di tubercolosi e altre malattie di cui si studiavano nuovi farmaci. A questo scopo migliaia di detenuti fecero da cavie anche per esperimenti inutili ed empirici, come quello di far bere acqua salata o di congelare un ebreo in acqua fredda per poi cercare di rianimarlo; fu tentata persino la rianimazione con il calore animale usando prostitute del campo: ciò poteva servire per un aviatore tedesco in seguito di un atterraggio col paracadute e svenimento per il freddo. Per sperimentare i nuovi farmaci fu inoculata la malaria, batteri del tetano, della gangrena, del tifo petecchiale, della tubercolosi e della peste, fortemente settici. Si tentarono esperimenti di sterilizzazione su ebrei con Raggi X e con sostanze acide inalate nelle donne ebree nelle parti intime. Furono amputati arti, teste, organi e ricavati scheletri per le universitĂ tedesche. Esperimenti criminali che lasciarono per sempre nei corpi delle poche cavie sopravvissute orribili mutilazioni. Il bilancio dei prigionieri di Dachau è impressionante. Il totale dei detenuti passati a Dachau è di 206.206 anche se la cifra non è del tutto certa in quanto molti prigionieri non vennero registrati o si prese il numero di altri prigionieri. Il numero dei morti è di circa 27.500. Pochi giorni prima della liberazione, avvenuta il 29 aprile 1945, il numero di detenuti era di 67.665.
Federica Dalle Carbonare
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IL D.O.C.D.R.E.D.L.C.S.C.B. Il D.O.C.D.R.E.D.L.C.S.C.B., o Disturbo Ossessivo Compulsivo Del Registro Elettronico Del Liceo Classico Statale Cesare Beccaria è una malattia psichica che colpisce il sistema nervoso centrale. Si manifesta in individui in una fascia compresa tra i 14 e 19 anni, solo appartenenti al liceo Beccaria. ORIGINI: La malattia ha iniziato diffondersi piÚ o meno con la comparsa del registro elettronico, ovviamente. La situazione degli individui affetti da questa pericolosa sindrome è stata aggravata dalle vacanze di Pasqua. Difatti la maggior parte dei professori, per garantire un’ esistenza piÚ felice ai propri studenti, KD ÀVVDWR YHULÀFKH SULPD GHOOH YDFDQ]H PD QRQ KD SHUz UHVR QRWL L YRWL FDXVDQGR FRVu XQR ´VSUHDG¾ considerevole del disturbo. 6,1720, ,O ' 2 & ' 5 ( ' / & 6 & % q XQ SR¡ FRPH O¡+,9 DOFXQH SHUVRQH SRWUHEEHUR HVVHUH SRVLtive, senza nemmeno saperlo. Beh, grazie a me, rispondendo a questo breve test, scoprirete se siete al sicuro, o meno.
1)Quante volte, da quando è attivo, hai controllato il registro elettronico? a) CosĂŹ tante, che ormai, al posto di “youpornâ€?, appena apro internet, si apre automaticamente il sito della scuola. b) Qualche volta. c) Cos’è un registro elettronico? 2) Quando un professore, per sbaglio, al posto di un voto, te ne metteva un altro, come reagivi? D 3LDQLĂ€FDYR XQ PRGR SHU XFFLGHUOR FKLDUDPHQWH b) Andavo a dirglielo. c) Ehi bello, mi stai facendo innervosire con sta storia del registro elettronico: cos’è? 3) Le vacanze di Pasqua ti hanno causato un qualche problema, oppure le hai passate serenamente? a) Oh! Mi sono divertito tanto! Controllavo il registro elettronico a intervalli di 0 ore, 30 minuti e 15 secondi. E tra una controllatina e l’altra andavo in cucina dai miei parenti e mangiavo la colomba. b) Solo a Pasqua, per curiositĂ . (In veritĂ anche a Pasquetta). c) A Pasqua sono stato a Ibiza, non avevo tempo per il Becca. 4) Quando hai saputo che il registro prendeva i piĂš, ma non i meno, connessi ai voti, come hai reagito? a) Mi sono svegliato al Fate Bene Fratelli, nel riparto cardiologia: un infarto‌ b) Beh, tutta fortuna! F )UDDDDWHHH FKH Ă€JDWD 0L SLDFH VHPSUH GL SL VWR UHJLVWUR HOHWWURQLFR 6H DOOD Ă€QH GHOO¡DQQR WXWWR LO VLVWHPD GHO UHJLVWUR GRYHVVH FROODVVDUH FRPH UHDJLUHVWL" a) Allucinazioni, sudorazione, aumento della pressione cardiaca, formicolio ai piedi, necrosi, collasso cardiaco e cerebrale e‌ Ah no, aspetta, sono morto! b) Beh, ho segnato tutti i voti sul libretto, quindi non dovrebbero esserci problemi. c) Magari non mi bocciano.
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MAGGIORANZA RISPOSTE A: Altro che siero positivo, di piÚ! Ormai al posto di mangiare, guardi il registro elettronico. MAGGIORANZA RISPOSTE B: Felicitazioni! Sei il classico studente medio bamba del Beccaria! Non sei felice?! Gioisci con me! MAGGIORANZA RISPOSTE C +DL LO TXR]LHQWH LQWHOOHWWLYR GL )DEUL]LR &RURQD &RVD FL IDL DO %HFFDULD" 6FDSSD D /LVERQD ÀQFKp VHL LQ WHPSR CURE: Gli scienziati stanno lavorando giorno e notte allo sviluppo di una cura per questo terribile malore, invano. La cosa piÚ importante è la prevenzione: non devi metterti un preservativo in testa, ma auto controllati, e consulta il registro elettronico solo quando è strettamente necessario.
Konrad Borelli
DISASTRO ELETTRONICO
<<Il vero problema è che in Italia,quando si ha unâ&#x20AC;&#x2122;innovazione tecnologica, si usa parallelamente al metodo tradizionale per altri cinquantâ&#x20AC;&#x2122;anni.>> risponde cosĂŹ una professoressa alle nostre domande sul registro elettronico, dello stesso parere sono altri professori, altri ancora sono indifferenti e si preoccupano solamente del corretto funzionamento del software. <<Lâ&#x20AC;&#x2122;idea è buona ma bisognerebbe modernizzare altri aspetti della scuola italiana, come ad HVHPSLR LO ZL Ă&#x20AC; LQ FODVVH !! GLFH XQ UDJD]]R 0D D FRVD VHUYH LO UHJLVWUR HOHWWURQLFR VH abbiamo ancora il cartaceo?>> domanda unâ&#x20AC;&#x2122;altra, <<I professori dovrebbero mettersi dâ&#x20AC;&#x2122;accordo, non ĂŠ possibile avere metĂ dei voti su internet e metĂ sul libretto!>> esclama un altro ragazzo. 1RQRVWDQWH L SDUHUL GLVFRUGDQWL WXWWL FRQFRUGDQR VXO IDWWR FKH Ă&#x20AC;QFKp LO UHJLVWUR QRQ VDUj SHUIHWtamente funzionante per tutti, si dovrĂ continuare a mettere i voti sul libretto (anche perchè a causa della misteriosa scomparsa di alcuni voti dal registro elettronico, alcuni studenti hanno GHL ´EXFKLÂľ FKH L SURIHVVRUL VDQQR GL DYHU VFULWWR H GL FXL QRQ VL SUHRFFXSDQR DIĂ&#x20AC;GDQGRVL FRPpletamente alla tecnologia. Sebbene la legge che obbliga le scuole a rendere operativo questo sistema sia stata emanata nel lontano 2012, soltanto a partire da questâ&#x20AC;&#x2122;anno molte scuole hanno trovato i fondi per riuscire ad adeguarsi. I vantaggi del progetto sono sicuramente la privacy ma anche la smaterializzazione della documentazione cartacea. Gli svantaggi, invece, oltre allâ&#x20AC;&#x2122;apparente vita propria dei voti che appaiono e scompaiono a ORUR SLDFLPHQWR FRPH IRVVHUR L SHUVRQDJJL GHL TXDGUL GL +RJZDUWV VRQR OD VFDUVD LPPHGLDtezza con cui i voti vengono pubblicati online e la mancata voglia dei genitori di controllare SHULRGLFDPHQWH L ULVXOWDWL VSHVVR GHOXGHQWL GHL SURSUL Ă&#x20AC;JOL Ma i problemi non sono stati riscontrati solo dagli studenti ma anche dai professori che oltre DOOH GLIĂ&#x20AC;FROWj LQL]LDOL QHO FDSLUH LO VXR XWLOL]]R VL VRQR WURYDWL GDYDQWL DOOD VSDUL]LRQH GL DOFXQL voti che sanno di aver segnato ma che non compaiono. E cosĂŹ lo strano caso dei voti scomparsi rimane aperto e in attesa di aggiornamenti!
Sonia Nannavecchia Maria Chiara Fusco
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CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITĂ&#x20AC; CULTURA
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RECENSIONI MUSICA SVAGO
MERCOLEDĂ&#x152; 2 APRILE 2014: UNA GIORNATA $//¡,16(*1$ '(//2 63257 Il campionato dâ&#x20AC;&#x2122;istituto di Atletica leggera. Un clima sportivo e competitivo al XXV Aprile di Milano. Tutti gli alunni del Beccaria -dapprima i ragazzi del Ginnasio e in seguito quelli del Liceo- si sono recati al campo per passare una giornata scolastica un poâ&#x20AC;&#x2122; diversa dal solito: al posto di dizionari e libri di greco e latino, câ&#x20AC;&#x2122;erano piste da corsa, pedane di salto in lungo e materassi per il salto in alto. I ragazzi, infatti, si sono confrontati in varie discipline sportive, gareggiando per valutarne i migliori. Le competizioni sono iniziate con gli studenti del Biennio. Alcuni erano molto entusiasti di partecipare e non vedevano lâ&#x20AC;&#x2122;ora di affrontare i giochi, altri preferivano rimanere a guardare. La presenza era obbligatoria, anche per i ragazzi meno sportivi, che hanno comunque partecipato facendo il tifo e incitando i compagni a fare il loro meglio. Dopo le ultime consultazioni fra gli arbitri sono cominciate le gare. Per primi si sono tenuti i 100 metri femminili, vinti da Gloria Pizzoccheri. Poi i 100 metri maschili, dove un furbo Beccariota ha provato a spacciarsi per un altro, ovviamente non riuscendoci. Questi sono stati vinti da Federico Cesati. Nel frattempo gli altri alunni provavano il getto del peso, il salto in alto e il salto in lungo. Il salto in alto è stato vinto da Cecilia Donini e Giovanni Fugazza, il getto del peso da Imron Khalikov e Sara %LVWRQFLQL H LO VDOWR LQ OXQJR GD 6RĂ&#x20AC;D 5RVDGD H )HGHULFR &HVDWL ,QĂ&#x20AC;QH VRQR SDUWLWL JOL DXGDFL GHL PHWUL 1HL PDVFKLOL VL q DJJLXGLFDWR LO SULPR SRVWR Lanzoni, il quale è caduto durante il percorso; grazie alle incitazioni dei compagni è riuscito a rialzarsi e a percorrere gli ultimi metri rimasti. Quando però è giunto al traguardo, ha avvertito un malessere dovuto al sovraffaticamento ed è stato prontamente soccorso dagli infermieri presenti al campo. Fortunatamente non ha avuto dei gravi problemi e si è ripreso in tempo per salire sul podio e ricevere la medaglia. Quelli femminili, invece, sono stati vinti da Arianna Locatelli, la quale ha trionfato staccando di 30s la seconda. Si sono tenuti anche i 400 metri, vinti da Cecilia Donini â&#x20AC;&#x201C; lâ&#x20AC;&#x2122;unica iscritta per quanto riguarda le ragazze â&#x20AC;&#x201C; e Federico Cesati. Dopo le varie competizioni alcuni alunni si sono scontrati nella staffetta, vinta per un millesimo dalla 1°F. Finite le gare tutti gli studenti del Biennio sono ritornati a casa e sono stati sostituiti dagli alunni del Triennio, carichi per iniziare i giochi. Rispetto al Ginnasio era meno la folla e la confusione; le gare si sono svolte sotto lo sguardo autorevole del Preside che scrutava impassibile gli studenti cimentarsi nelle varie discipline. Anche per quanto riguarda il Liceo, le competizioni sono iniziate con i 100 metri. Nei maschili il margine di distacco è stato cosĂŹ ridotto che è stato QHFHVVDULR ULFRUUHUH DO IRWRĂ&#x20AC;QLVK JUD]LH D XQD IRWRJUDĂ&#x20AC;D SURYYLGHQ]LDOH VFDWWDWD GDOOD IRWRJUDID XIĂ&#x20AC;FLDOH 6L q SRWXWR FRVu VWDELOLUH FKH LO SULPR FODVVLĂ&#x20AC;FDWR IRVVH 1LFROD 3HGUDQD , IHPPLQLOL sono stati vinti da Passanante. Mentre gli altri alunni svolgevano le loro gare, si consumava un GXHOOR IUD SULPR H VHFRQGR FODVVLĂ&#x20AC;FDWR QHO VDOWR LQ DOWR PDVFKLOH 3HU *LDFRPR 1D]]L OD YLWWRULD è arrivata a 1.72; non contento ha deciso di tentare 1.80 e anche se non ci è riuscito è rimasto comunque soddisfatto per il primo posto. Nei femminili, Beatrice Citterio si è aggiudicata la YLWWRULD VDOWDQGR EHQ GLHFL FHQWLPHWUL LQ SL GHOOD VHFRQGD FODVVLĂ&#x20AC;FDWD 1HO VDOWR LQ OXQJR KDQQR vinto nettamente Nicola Lamberti e Arianna Pogliani. Nel getto del peso, invece, si sono guadagnati il primo posto Irene Bottarelli e Aldri Cela. I 400 metri, poi, sono stati vinti da FranceVFD 3HVFH H (GRDUGR 3HUHJDOOL ,QĂ&#x20AC;QH VL VRQR WHQXWL L PHWUL YLQWL GD *LXOLD &DQW H 0DWWHR Mancino. Per ultima la staffetta, che con un grande tifo ha segnato i vincitori Dagna, Pradella, Calabretta e Passanante della 3°A. Alle premiazioni, però, câ&#x20AC;&#x2122;è stato qualche intoppo: i profes-
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VRUL VL VRQR DFFRUWL FKH PDQFDYDQR DOFXQH PHGDJOLH +DQQR SURYYHGXWR TXLQGL D FKLHGHUOH D coloro che le avevano già ricevute per assegnarle momentaneamente agli altri studenti. /D JLRUQDWD q ÀQLWD FRQ OH JLRLH GHL YLQFLWRUL H OH VRGGLVID]LRQL GHJOL DOWUL SHU DYHU FRPXQTXH partecipato.
Debora Lombardo
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CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITĂ&#x20AC; CULTURA
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RECENSIONI MUSICA SVAGO
RAZZISMO NEL CALCIO Facile parlare di razzismo nel calcio dopo il clamore mediatico che ha connotato lâ&#x20AC;&#x2122;episodio avvenuto a Villareal e che ha coinvolto il terzino brasiliano del Barcellona Dani Alves. Migliaia, anzi ormai milioni di persone da ogni parte del mondo, infatti, hanno manifestato il proprio dissenso, chi semplicemente commentando disgustati chi fotografandosi mentre mangia una banana, proprio come Dani Alves, che, mentre batteva un calcio (dâ&#x20AC;&#x2122; angolo?), ha ricevuto una banana che ha preso da terra e poi mangiato. Dalle superstar come calciatori, cantanti, ecc. alle persone â&#x20AC;&#x153;normaliâ&#x20AC;? hanno postato foto sui vari social network, rendendo tutto estremamente visibile, eclatante; in Spagna câ&#x20AC;&#x2122;è addirittura chi ha ipotizzato che sia stata tutta unâ&#x20AC;&#x2122;opera di marketing per il mondiale 2014 che si svolgerĂ proprio in Brasile, paese natale di Dani Alves e di molti altri calciatori che hanno postato loro foto intenti a mangiare banane. Lâ&#x20AC;&#x2122; episodio è , purtroppo tristemente vero e â&#x20AC;&#x201C; passatemi il termine â&#x20AC;&#x201C; drammatico nella sua banalitĂ : FRPH q JLXVWR LO WLIRVR LQFULPLQDWR H VWDWR VTXDOLĂ&#x20AC;FDWR D YLWD GD WXWWL JOL VWDGL GHO PRQGR H OD ULVRQDQ]D GL questa punizione esemplare si spera dissuada altri spiritosoni dallâ&#x20AC;&#x2122;imitarne il comportamento squallido ed offensivo. Di episodi di razzismo nello sport potremmo citarne a centinaia: ricordate tra tutti quello DYYHQXWR LQ ,UODQGD GRYH XQ JLRFDWRUH GHO &HOWLF *ODVJRZ q VWDWR Ă&#x20AC;OPDWR PHQWUH LQWRQDYD FRUL UD]]LVWL LQ un pub contro un altro giocatore di colore? In Italia Balotelli è stato piĂš volte oggetto di cori razzisti ma la stupiditĂ di questi gesti non si è concentrata solo su giocatori di colore e si è espressa in gravi casi di discriminazione territoriale : come i cori offensivi rivolti alla tifoseria napoletana da alcuni dementi della curva dellâ&#x20AC;&#x2122;Inter che sono costati allâ&#x20AC;&#x2122; inWHUD FXUYD OD VTXDOLĂ&#x20AC;FD SHU GXH WXUQL H VDOWHUj LO GHUE\ GL 0LODQR H OD SDUWLWD FRQ OD /D]LR HQWUDPEH SDUWLWH sensitissime per la lotta Europa League. La curva nerazzurra che si è vista escludere dal derby di Milano e dalla partita con la Lazio, entrambi match estremamente sentiti e delicati nella lotta per lâ&#x20AC;&#x2122; Europa League è pronta a protestare, indignata dalla decisione del giudice sportivo di Serie A Giampaolo Tosel. Resta il fatto che, se punire unâ&#x20AC;&#x2122;intera curva di tifosi magari agguerriti ma per nulla razzisti a causa di alcuni soggetti palesemente antisportivi può sembrare eccessivo, le societĂ , le curve, i tifosi come singoli devono DOOHDUVL SHU WURYDUH XQ PRGR HIĂ&#x20AC;FDFH SHU LVRODUH HG HVFOXGHUH GDOOH Ă&#x20AC;OH GHL SURSUL DIĂ&#x20AC;OLDWL VRJJHWWL LQFLYLOL che minano lo spirito di sana competizione e rispetto dellâ&#x20AC;&#x2122; avversario che deve contraddistinguere ogni competizione sportiva. Le squadre di calcio sono per loro natura un ottimo esempio dâ&#x20AC;&#x2122;integrazione : ne IDQQR SDUWH JLRFDWRUL FKH SURYHQJRQR GD DUHH JHRJUDĂ&#x20AC;FKH H FXOWXUH SURIRQGDPHQWH GLYHUVH FKH IRQGRQR OH ORUR VSHFLĂ&#x20AC;FLWj HG L ORUR WDOHQWL LQ XQD LQVLHPH YRWDWR DOOR VFRSR GL JLRFDUH H DQFKH GL YLQFHUH &KL QRQ riesce ad accettare lâ&#x20AC;&#x2122;armonia che la diversitĂ dei giocatori crea in una squadra di calcio non potrĂ mai essere considerato un vero appassionato di sport e tantomeno un autentico tifoso.
Alberto Mangili
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MUSICA SVAGO
NYMPHOMANIAC
In principio era il buio e il silenzio; poi lo schermo si illuminò e iniziò uno spettacolo lungo due ore e venti. Si potrebbe riassumere cosĂŹ il biblico lavoro di Darren Aronofsky, che ancora una volta esamina le emozioni umane piĂš profonde e oscure (The wrestler e Il cigno nero insegnano) toccando queVWD YROWD XQD GHOOH Ă&#x20AC;JXUH ELEOLFKH SL VLPEROLFKH NoĂŠ, interpretato da un magistrale Russell Crowe. Egli infatti non viene affatto presentato come lâ&#x20AC;&#x2122;uomo piĂš giusto e buono di una stirpe destinata a essere spazzata via, ma è semplicemente lâ&#x20AC;&#x2122;uomo piĂš GHWHUPLQDWR D FRPSLHUH OD PLVVLRQH DIĂ&#x20AC;GDWDJOL GD Dio, con il quale esiste un rapporto che in realtĂ non esiste perchĂŠ Lui rimane sempre muto (cosa che rispecchia lâ&#x20AC;&#x2122;ateismo di Aronofsky) e sembra aver abbandonato gli uomini. Lâ&#x20AC;&#x2122;uomo perciò viene mostrato come un orfano che è dovuto diventare un dominatore per sopravvivere; questo pensiero è rappresentato appieno dal personaggio di TubalCain (Ray Winstone), il feroce rivale di NoĂŠ. Il percorso del patriarca tuttavia non sarĂ una lotta contro di lui, quanto contro sĂŠ stesso: la consapevolezza dei mali dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo e della necessitĂ del rinnovamento imminente lo porterĂ lentamente alla pazzia e ad allontanarsi dalla moglie (Jennifer Connelly, che torna a lavorare con Crowe dopo A beautiful mind e con Aronofsky dopo Requiem IRU D GUHDP H GDL Ă&#x20AC;JOL EUDYR 'RXJODV %RRWK 6HP PROWR PHQR /RJDQ /HUPDQ &DP HG (PPD :DWVRQ ,OD 3DVVDQGR DO ODWR WHFQLFR OD IRWRJUDĂ&#x20AC;D di Libatique (abituale collaboratore di Aronofsky) è spettacolare e merita la visione al cinema; le soOX]LRQL JUDĂ&#x20AC;FKH XWLOL]]DWH VWXSLVFRQR OR VSHWWDWRUH e lo lasciano assistere meravigliato come se ascoltasse un racconto intorno al fuoco; non deludono mai le musiche di Mansell (anche lui amico di Darren e compositore del brano Lux Aeterna). Insomma non lasciatevi sfuggire in sala quello che è un altro capolavoro di uno dei registi piĂš cerebrali e apprezzati dellâ&#x20AC;&#x2122;ultimo decennio.
Lars von Trier è un provocatore nato: è sempre riuscito ad attirare lâ&#x20AC;&#x2122;attenzione del pubblico con pellicole sconvolgenti, oltre che con comportamenti piĂš che eccessivi. Nulla di strano quindi se anche questa pellicola ha dato adito a pareri contrastanti, dato anche il contenuto che ci si attendeva di trovare. La trama in breve è questa: un uomo di nome Seligman (Stellan Skarsgaard) trova vicino a casa sua una donna svenuta per terra, Joe (Charlotte Gainsbourg) che verrĂ da lui ospitata e che verrĂ da lui convinta a raccontare le sue esperienze, tutte ruotanti attorno alla sua condizione di ninfomane H D FRPH DEELD DYXWR LQĂ XHQ]D QHOOD VXD YLWD $VVLVWHQGR DOOD OXQJD VHULH GL Ă DVKEDFN FKH FRVWLWXLscono il racconto di Joe, ho compreso come spesso la critica possa ingannare gli spettatori: Lars von 7ULHU QRQ DYHYD O¡LQWHQ]LRQH GL FUHDUH XQ Ă&#x20AC;OP pieno solo di scene di sesso esplicite (per girare le quali sono stati utilizzati attori professionisti a cui sono poi stati sostituiti i volti con la CGI), ma di raccontare le angosce esistenziali e le paure dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo attraverso un suo aspetto che di solito facciamo fatica ad affrontare e viene considerato tabĂš, senza provare vergogna ma considerandolo giustamente naturale e parte integrante di noi. Interessante il confronto tra la protagonista, personaggio tuttâ&#x20AC;&#x2122;altro che colto ma ricco di esperienze e Seligman, ricco solo di conoscenze teoriche ma in grado di vedere il lato buono di Joe che non considera affatto â&#x20AC;&#x153;una persona orribileâ&#x20AC;? come lei stessa afferma, ma solo schiacciata proprio dalle sue esperienze. Molto bravo anche il resto del cast, composto da attori come Shia LaBeouf, Christian Slater e Willem Dafoe che danno grandi prove nei loro ruoli per la maggior parte minori; menzione speciale per Uma Thurman. Il 3 aprile è uscita la prima parte in Italia e la seconda il 23: consiglio di non perdersi assolutamente una pellicola cosĂŹ SDUWLFRODUH H FRLQYROJHQWH Ă&#x20AC;JOLD GL XQ UHJLVWD FRVu eccentrico e anticonvenzionale.
Luca Murgia
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Luca Murgia
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MUSICA SVAGO
DAL 16 AL 18 MAGGIO TORNA PIANO CITY A MILANO Tre giorni che coinvolgono circa 200 pianisti, con più di 300 eventi in tantissimi spazi e luoghi della città. INAUGURAZIONE di Ludovico Einaudi al Parco Sempione con la prima assoluta di “Le Piano Africain” ORE 20.00 INGRESSO LIBERO Per tutte le informazioni www.pianocitymilano.it
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA D’ARTE DAL 3 AL 7 GIUGNO Palazzo Reale dedica cinque serate all’insegna dell’arte, del cinema e dello spettacolo. Proiezioni, eventi speciali, ospiti prestigiosi. APERTURA TUTTE LE SERE ALLE ORE 20.45 INGRESSO LIBERO Per tutte le informazioni www.festivalcinemadarte.it
25 MAGGIO XXI EDIZIONE DEI CORTILI APERTI In occasione della quarta edizione delle Giornate Nazionali, domenica 25 maggio 2014 l’ADSI Lombardia organizza la XXI edizione dei Cortili Aperti a Milano nella zona di via Borgonuovo; dalle 10.00 alle 18.00, vengono aperti al pubblico gli splendidi cortili di una decina di palazzi privati. INGRESSO LIBERO ZZZ DGVL LW FRUWLOL DSHUWL PLODQR PDJJLR
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SVAGO
INDIE ROCK Quello che vorrei fare oggi è raccontarvi, presupponendo che non ne sappiate giĂ piĂš del sottoscritto, di un genere musicale che apprezzo, ed in particolare di un gruppo, con il loro album piĂš recente. Per quanto riguarda il genere, si tratta dellâ&#x20AC;&#x2122;indie (indipendent) rock. Questo nasce negli anni 90â&#x20AC;&#x2122;, grazie ad una serie di artisti che, per preservare la propria autonomia nella sperimentazioQH GL VRQRULWj FKH SRWHYDQR ULVXOWDUH VFRPRGH DOOH OHJJL GHO JUDQGH PHUFDWR GLVFRJUDĂ&#x20AC;FR PXsica, insomma, che poteva essere rigettata dalle esigenze del grande pubblico), gestivano in modo indipendente (da qui il nome del genere) la registrazione e la produzione dei loro brani. 2JJL TXHVWD ´LQGLSHQGHQ]DÂľ VL ULVROYH PHQR HURLFDPHQWH H SL VHPSOLFHPHQWH QHOO¡DIĂ&#x20AC;GDUVL D FDVH GLVFRJUDĂ&#x20AC;FKH GL PLQRUH YLVLELOLWj ULVSHWWR DOOH SL FHOHEUL PD LO JHQHUH q FDPELDWR /¡LQdie rock ha assunto modalitĂ piĂš convenzionali e, forse proprio per questo, col XXI secolo è avvenuto il boom. Tra le numerosissime band che sono nate nellâ&#x20AC;&#x2122;ultimo ventennio, quelle che piĂš apprezzo e che piĂš vi consiglierei di esplorare sono, per esempio, i Black Keys, gli White Stripes, i Killers, i Kings of Leon, i Libertines, Franz Ferdinand, Kaiser Chiefs, gli Arctic 0RQNH\V L .DVDELDQ HG LQĂ&#x20AC;QH JOL 6WURNHV Va sottolineato che ora siamo nellâ&#x20AC;&#x2122;epoca della musica digitale e, nel 90% dei casi, â&#x20AC;&#x153;pirataâ&#x20AC;?. Che abbiamo la possibilitĂ di prelevare, per merito dei vari Emule, Youtube Converter e simili, da ogni album e da ogni artista solo i pezzi che piĂš amiamo. Che le librerie Itunes, al giorno dâ&#x20AC;&#x2122;oggi, sono piĂš che mai eclettiche, e che se ci piace un brano, non abbiamo alcun bisogno di acquistare lâ&#x20AC;&#x2122;intero album in cui è inserito. Ma detto ciò, se accesi dalla prorompente persuasivitĂ di questo articolo doveste decidere, dopo un preventivo ascolto su Youtube, di avventurarvi in grande stile alla scoperta del genere, comprando cioè un cd â&#x20AC;&#x153;in carne ed ossaâ&#x20AC;?, (o se piĂš probabilmente invece in un esaltante pomeriggio di studio il vostro occhio dovesse accidentalmente staccarsi dal libro e cadere su questo (grandioso) pezzo di giornalismo , e decideste di fare un tentativo), vi vorrei consigliare di iniziare dallâ&#x20AC;&#x2122;ascolto dal piĂš recente album dellâ&#x20AC;&#x2122;ultima band fra le citate in precedenza. Il titolo è â&#x20AC;&#x153;Comedown Machineâ&#x20AC;?, ed è prodotto, appunto, dagli Strokes. Loro sono una band americana, di New York, guidata dal cantante e frontman Julian Casablancas, e questo album (almeno a mio vedere) completa musicalmente la spiegazione che gli stessi componenti della band diedero del loro nome : â&#x20AC;&#x153;il nome che ci siamo scelti può essere inteso sia come carezza VLD FRPH SXJQR LO WHUPLQH LQJOHVH ´VWURNHÂľ KD LQIDWWL WDOH DPELYDOHQ]D SHUFLz ULĂ HWWH SHUfettamente lâ&#x20AC;&#x2122;impatto della nostra musica: a volte duri e aggressivi, a volte delicati e melodiciâ&#x20AC;?. Questo è il loro quinto album, e diversi fra i brani che lo compongono sono lontani dal ritmo a dir poco incalzante della sonoritĂ dei primi quattro, (per citare due esempi e dare uno spunto, ´/DVW 1LJKWÂľ GD ´,V WKLV LWÂľ O¡DOEXP GL GHEXWWR R ´5HSWLOLDÂľ GD ´5RRP RQ Ă&#x20AC;UHÂľ H toccano invece la musicalitĂ che risiede nella seconda valenza di â&#x20AC;&#x153;strokeâ&#x20AC;?, quella di â&#x20AC;&#x153;carezzaâ&#x20AC;?. In questo senso vorrei in particolare suggerirvi lâ&#x20AC;&#x2122;ascolto, allâ&#x20AC;&#x2122;interno di un album che merita comunque almeno un ascolto nel suo complesso, di alcuni dei brani che qui meglio rappresentano tale aspetto, da â&#x20AC;&#x153;Call it fate, call it karmaâ&#x20AC;? a â&#x20AC;&#x153;Chancesâ&#x20AC;?, o alla stessa â&#x20AC;&#x153;80â&#x20AC;&#x2122;s comedown machineâ&#x20AC;?, ma che giĂ si trovava, per esempio in â&#x20AC;&#x153;Call me backâ&#x20AC;?, da â&#x20AC;&#x153;Anglesâ&#x20AC;?, 2011. In questo ultimo album, infatti, la voce di Casablancas, da veloce, roca e aggressiva (spesso sotto O¡DUWLĂ&#x20AC;FLR GL HIIHWWL DFXVWLFL H TXHVWD q XQD FRVWDQWH ULFRUUHQWH QHL ORUR EUDQL DQFKH QHOO¡XOWLPR album) diventa meno travolgente e molto piĂš dolce, in alcuni casi in un continuo susseguirsi di acuti, e le sonoritĂ si stemperano in una musicalitĂ piĂš avvolgente, soffusa, in alcuni casi un poâ&#x20AC;&#x2122; psichedelica. Questo non toglie niente a un album che ben conserva dâ&#x20AC;&#x2122;altra parte lo stile travolgente tipico di questa band.
Matteo Cocci
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are parl nti a a re para tete dav m i i e o sari nd i rip to e ne i s e c i t t e “È n blico qu o, al ga i davan i r b h a u in p lo specc ici, mag ” l e al pubb e anatr i h g l al luo
“I centauri sono metà uomo e metà cavallo... ne avete mai visto uno?”
“IO QUEST E COSE LE SPIEGO P ER VOI, NO N PER ME. I O QUESTE C O SE LE SO, FOR SE...”
“ADDENDO AGLI ADDENDI”
DO ICAN D A R “ ARA” S’IMP
“I TORNI CONTANO”
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