L'Urlo- Marzo 2014

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URLO PAGI NA 9 !!! Numero V - Marzo 2014


L’Urlo

EDITORIALE

Marzo 2014 - N.V Anno VIII

Mi è capitato in questi giorni, care lettrici e cari lettori, di essere involontario testimone di varie discussioni su un tema forte, uno di quelli di cui oggi molto si SDUOD SRFR VL ULĂ HWWH QLHQWH VL FRQFOXGH OD QRVWUD OLDIRETTORI: bertĂ . Ma quale libertĂ , visto che ne esistono tante, Filippo Rovati, Riccardo Lobascio forse troppe. Per giunta, non del tutto vere. Ho voluCAPOREDATTORI: tamente scritto il termine chiave di questo editoriale in minuscolo. Strano, da parte di uno che tendenzialAttualitĂ e cultura PHQWH LQIDUFLVFH WXWWR GL Ă€JXUH UHWRULFKH LQ FXL XQD Federica Dalle Carbonare PDLXVFROD ULSRUWD DOO¡DVWUD]LRQH Ă€ORVRĂ€FD EHK RJJL Cronache del Beccaria e recensioni no. Oggi voglio scrivere “libertĂ â€? in minuscolo, perchĂŠ la libertĂ non è concetto, ma è pane quotidiano, la Naomi Grillo vivi e te la conquisti giorno per giorno, perchĂŠ un’ora Illustrazioni sei libero, e l’altra potresti non esserlo. E non sempre Matteo Schiapparelli per costrizione, cause di forza maggiore, od altro. A REDATTORI: volte, e sempre piĂš spesso, per nostra stesa volontĂ . Vi(mi) provoco: quanti di noi possono dirsi liberi? In Matteo Cocci, Davide Almento, Armando Bavaro, Konrad Borelli, teoria tutti. Viviamo in un Paese che avrĂ anche le sue pecche, ma è democratico, ed io, studente maggioMatilde renne, ma anche tu, studente minorenne, siamo liberi Capelli, Federica Dalle Carbonare, di formarci un’opinione, la nostra, su avvenimenti, pensieri, fenomeni d’ogni tipo, e persone. Possiamo Eric Ferracin, Maria Chiara Fusco, Marta Gerosa, Naomi Grillo, scegliere, siamo liberi persino di sbagliare, e tornare indietro. Od addirittura di non tornare. Siamo liberi Debora Lombardo, Alberto Mangili, di contraddirci, di contestare le giuste affermazioni Martina Maraiulo, dell’altro, liberi di non accettare critiche che magari Ludovica Medaglia, Luca Murgia, hanno anche un fondamento, di non ammettere le nostre colpe, liberi di affermare che il mondo è contro di Giovanni Mussin, noi. Fino ad essere liberi di sottometterci ad altri. Ma Sonia Nannavecchia, Duncan Re, allora perdiamo quella libertĂ , ed instauriamo un mecGiacomo Riccabono, Silvia canismo per cui l’unica libertĂ che ci rimane è quella di mentire a noi stessi, ed illuderci di essere ancora Ricevuti, Matteo Schiapparelli, liberi. Vi scrivo questo, perchĂŠ proprio qualche giorno Martina Somperi fa, distrattamente, mi è passata sotto il naso la cifra, nell’ordine delle decine di migliaia (ed in continuo aumento), di ragazzi, della mia, della vostra etĂ , che oggi fanno uso di sostanze stupefacenti con preoccupante assiduitĂ . Si inizia da quella che viene quasi affettuosamente chiamata nei piĂš svariati modi, la droga IL A IT VIS leggera, l’erba. Si passa a droghe meno leggere, e su SITO su, verso lo “sballoâ€? totale (o se volete giĂšgiĂš, verso enti. l’inferno), sostanze che in un niente disintegrano non www.stud .it ia tanto il tuo cervello, ma la tua identitĂ , in un circolo r a c c e liceob che, non raccontiamoci storie, non ti fa divertire, non ti fa sentire bene, ma semplicemente, ti rende schiavo, ti calpesta, ti sputa addosso, ti annichilisce, ti rende non piĂš un essere umano, ma un animale. Meno: un oggetto. Vuoi diventare un membro Provate ad immaginarvi schiere di adolescenti, di ragazzi, che marciano sbandando, dal volto assente, del giornalino? in preda al mostro incontro al quale si sono spinti. O Non esitare a scriverci: provate ad immaginare, visto che se ne è tanto parlato e-mail: urlo.beccaria@gmail.com qualche tempo fa, schiere di adolescenti e ragazze che

o a contattare i direttori!

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danno via il loro corpo, loro stesse, la loro libertĂ per quattro soldi, semplicemente per ottenere quella paghetta che non hanno voglia, piĂš che coraggio, di chiedere a mamma o papĂ . Mi potete venire a dire che tutti sono condizionati dall’ignoranza, dalla povertĂ , dalla negazione imposta del loro avvenire. GiĂ . Ma spesso e volentieri questi ragazzi e queste ragazze provengono da famiglie di ceto medio, od alto, da un ambiente che li ha, o li avrebbe, dovuti educare e formare. Mi potete venire a dire che sono tutti condizionati dalla societĂ , dal mondo crudele, da un ambiente che li ha lasciati soli. Forse è vero. Ma di questa societĂ , di questo mondo, di questo ambiente che mettiamo in croce, facciamo implicitamente parte tutti noi. E allora tutti siamo colpevoli di lasciarci a vicenda soli. Tutti siamo colpevoli di non ricordare abbastanza che qualunque sia l’ambiente da cui provieni, qualunque sia la famiglia in cui sei nato, qualunque siano le condizioni in cui vivi, tu non sei nĂŠ quell’ambiente, nĂŠ quella famiglia, nĂŠ quelle condizioni. Tu sei tu, libero di scegliere altro, libero di scegliere il meglio. Libero di non sottometterti, perchĂŠ sembra divertente, perchĂŠ è bello sballarsi, perchĂŠ lo fanno tutti, libera di non piegarti a “massĂŹ, proviamo, dopotutto di sesso mi riempiono la testaâ€?, “massĂŹ, che ci sarĂ di male?â€?, “massĂŹ, dopotutto sono cinque minutiâ€?, “massĂŹ, sono abbastanza grandeâ€?. Oppure, ed è la cosa che piĂš mi ferisce, libero di non farlo perchĂŠ piĂš semplice. PerchĂŠ, dobbiamo ammetterlo: è piĂš semplice darsi all’alcool, alla droga, al sesso facile, ma anche alle amicizie sbagliate, al tutto subito, al divertimento tanto per, è semplice comportarsi e vivere “a casoâ€?, piuttosto che porsi dei problemi. Piuttosto che accorgersi di essere soli, e magari di essere stati ODVFLDWL VROL (¡ SL VHPSOLFH YLYHUH FRVu SLXWWRVWR FKH DSULUVL YLYHUH FRVu SLXWWRVWR FKH SDUODUQH YLYHUH FRVu SLXWWRVWR FKH DPPHWWHUH FKH TXHVWD q XQ¡HWj GLIĂ€FLOH H FKH OD QRVWUD VRFLHWj rende ancora piĂš complicata, facendocela sembrare facile. A volte eterna. E non parlo soltanto di casi estremi, o di massimi sistemi. E’ piĂš semplice prendersi e mollarsi, ragazzo e ragazza, vivere relazioni facili, piuttosto che mettersi allo specchio, e chiedersi se magari non abbiamo paura di mettere in gioco i nostri sentimenti, e noi stessi. E’ piĂš semplice intrecciare relazioni di amicizia basate sul divertimento dei sabati sera, e delle mega compagnie dove un po’ facciamo battute, un po’ ce la raccontiamo, e poi magari non ci conosciamo a fondo. Ed al minimo problema, vabbè, dopotutto mi ci sono divertito e basta. E’ piĂš semplice dire che l’Esame è soltanto un voto, e noi non siamo un voto, piuttosto che dirci: ok, è vero, l’esame ci mette pressione, e la soluzione per evitare l’esaurimento è impegnarsi, rimboccarsi le maniche, avere un po’ di pazienza e capire che forse è l’ultimo sforzo di tredici anni di studi, piuttosto che dimenticarsi del passato, fuggire il presente, e proiettarsi nel favoloso futuro dell’universitĂ (vero quinte, me incluso?). E potrei continuare con questo discorso. E se anche sorgono dei dubbi, o dei rimorsi (perchĂŠ il dubbio è frutto dell’intelligenza, il rimorso è frutto della coscienza), la risposta è pronta, subito, sempre nuova e sempre valida, e sempre la stessa: questa è la mia libertĂ . La libertĂ di pormi al centro, e paradossalmente non capire quasi niente di quello che sono, di quello di cui ho bisogno, di quello che veramente voglio. Sembrerebbe un discorso Ă€ORVRĂ€FR ODGGRYH SHU ´Ă€ORVRĂ€FRÂľ VL LQWHQGH DVWUD]LRQH Ă€QDOL]]DWD D VH VWHVVD 3XUWURSSR QRQ OR q 6H OR IRVVH SRWUHPPR OLTXLGDUOR FRQ DOWUHWWDQWL GLVFRUVL Ă€ORVRĂ€FL PDJDUL DQFKH SL IRQdati. Questa è una constatazione, e per giunta molto amara. Anzi, piĂš che amara, direi dolorosa, perchĂŠ mentre vi sto scrivendo avverto la pesantezza del farlo, e mi piacerebbe non scriverlo. Sarei benissimo libero di non tediarvi, ma sarebbe la libertĂ di ignorare il problema, ignorare OD FRVFLHQ]D GHOOD PLD ULĂ HVVLRQH LJQRUDUH PH VWHVVR FLRq OD OLEHUWj GL VRWWRPHWWHUPL DOOD convenienza ed alla facilitĂ del non scrivere questo articolo, farvene uno semplice semplice di descrizione del giornale, e non attirarmi le sicure critiche e seccature che mi attirerò. Ancora una volta, la libertĂ di rinnegare la mia libertĂ . E questo, non solo non voglio, ma soprattutto QRQ GHYR IDUOR $OORUD LQYLWR D ULĂ HWWHUH ,QYLWR D SUHQGHUH DQFKH OR VWXGLR FRPH ULĂ HVVLRQH VXOOD YRVWUD OLEHUWj PHJOLR FRPH DIIHUPD]LRQH GHOOD YRVWUD OLEHUWj /D VFXROD LQIDWWL QRQ q XQD tabella di materie e di ore obbligate o senza senso, ma davvero palestra di libertĂ , di educazioQH DOOD OLEHUWj DWWUDYHUVR OD FXOWXUD FKH VLJQLĂ€FD DQFKH HGXFD]LRQH DO ULVSHWWR GHOOD YHULWj GL VH stessi e degli altri. Sarebbe bello parlarne, discuterne, dibatterne, tra alunni, con gli insegnanti, davvero A SCUOLA e rendersene consapevoli, anche in questo giornale. E questo perchĂŠ se PL FKLHGHVVHUR GL GDUH OD GHĂ€QL]LRQH LGHDOH GL /LFHR GHO PLR /LFHR GLUHL VHQ]D ULSHQVDPHQWR luogo di vera libertĂ , e di veritĂ libera.

Riccardo Lobascio

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GAME OVER Game over. E’ stato indolore, quasi non ce ne siamo accorti, ma è terminato l’ennesimo goYHUQR $QFRUD XQD YROWD VHQ]D FKH IRVVH JLXQWR D Ă€QH OHJLVODWXUD *DPH 2YHU XQ SR¡ FRPH VH fosse un videogioco, perchĂŠ la realtĂ italiana scivola sempre piĂš verso questa direzione. Fine di una legislatura, elezioni...sono cose che esistono davvero? I governi non durano mica un anno solo? Come ci ha ricordato Silvio Berlusconi nel suo intervento alle regionali in Sardegna, è stato il suo l’ultimo governo a passare dalle urne. Poi l’odiato Monti e l’odiata austerity, dopo di lui Letta e le larghe intese. Ed ora, come forse molti prevedevano e tutti dovevamo aspettarci, Matteo Renzi in quattro e quattr’otto ha preso le redini del paese. Dunque terzo governo consecutivo deciso a tavolino, maggioranza ancora una volta motivo di molti dubbi. Quel che si spera è che il nuovo governo possa avere quel dinamismo legislativo, quella capacitĂ di portare a termine riforme indispensabili, che per la politica italiana da diverso tempo a questa parte, non è che un miraggio: se Renzi pensa di avere le carte per farlo, ha gli auguri di tutti gli italiani. Dice lui stesso che questa è l’ultima chance che gli italiani danno alla politica. Probabilmente falso. PerchĂŠ la rassegnazione è ormai troppa, la rabbia troppa poca (chissĂ quali poi IXQHVWH UHD]LRQL VFDWHQHUHEEH WUD GL QRL O¡HQQHVLPR FDPELR GL JRYHUQR 5LVXOWD LQIDWWL GLIĂ€FLOH scegliere lo stato d’animo con cui approcciarsi al neo scenario politico italiano: seppur tacita, speranza? (pur sempre l’ultima a morire) o piĂš probabilmente, indifferenza? Tradotto, “ma a me, che cazzo me ne frega del governo?â€? Appunto. E’ cambiato ancora il governo, ma per me invece, tanto, cosa cambia? Nulla, in fondo. Le cose continueranno ad andare piĂš o meno come andavano prima. La mia vita con Letta o con Renzi rimane quella, e se proprio succederĂ qualcosa di buono, beh cosa dire, meglio cosĂŹ. In Italia al giorno d’oggi, a noi giovani,della politica, ce ne sta fregando poco. La disinformazione, o forse, meglio, il disinteressamento, è fortissimo. In piazza a manifestare contro le decisioni di una classe dirigente oggettivamente insoddisfacente ci vanno in pochi se non di meno. E di motivi per andarci probabilmente ce ne sarebbero tanti, troppi ( e spesso quei pochi che vanno non rinunciano certo alle ore di lezione per i contenuti delle manifestazioni). Ma badate bene, questa è molto lontana dall’essere una critica, il mio intento non è questo. Sono quasi tre anni che non partecipo ad una manifestazione, snobbo il collettivo e creo la mia povera informazione tra telegiornali e confusi talk show a sfondo politico. E’meglio di niente, ma c’è poco di cui consolarsi. Detto ciò, questa passivitĂ , questa indifferenza, è da considerarsi un problema? Diciamo di sĂŹ. E allora, che possiamo farci? Come possiamo noi far parte di qualcosa che sentiamo cosĂŹ lontano, girato di spalle, LQLQĂ XHQWH ULVSHWWR DOOH OD QRVWUD TXRWLGLDQLWj" &H Q¡q ELVRJQR" 3HUFKq GRYUHPPR IDUOR" 9H OR dico con sinceritĂ , non conosco una soluzione precisa a questo problema, o anche solo se ce ne sia questo bisogno o meno. Forse chi è destinato a interessarsi di politica lo fa giĂ ora e per noi altri deve solo arrivare il momento in cui saremo costretti a rivolgervi la nostra attenzione. Ma noi iniziamo col farcela, qualche domanda. Può essere interessante quantomeno fare una riĂ HVVLRQH XQ SHQVLHUR VX TXHVWR GLVLQWHUHVVH VX TXHVWD VSHQWD DFFHWWD]LRQH FRQ FXL SUHQGLDPR tanti orrori partoriti dalla politica italiana facendocene cosĂŹ in fretta una ragione. Certo, forse non è nemmeno colpa nostra, forse una situazione simile è inevitabile dato lo scoraggiante succedersi della recente politica italiana. Forse ancora è normale che sia cosĂŹ. Ma se invece dovessimo prendere piĂš sul serio le dinamiche di questo paese? (in cui mangiamo, preghiamo, e amiamo, dove facciamo tutto, secondo dopo secondo, da quando siamo nati?) Consideriamo se non possa valere la pena fermarci un momento e dedicare quel paio di minuti a tutto questo. Pensare e avere un opinione sono giĂ notevoli passi avanti.

Matteo Cocci

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RIVOLUZIONE SENZA NOME Da piĂš di un mese il Venezuela è scosso dal disastro economico, dilaniato da proteste e rivolte contro le mancate riforme del successore di Hugo Chavez. Maduro è infatti accusato di non DYHUH VDSXWR FRPEDWWHUH OD FULPLQDOLWj H GL QRQ DYHU IHUPDWR O¡LQĂ D]LRQH PLJOLRUDQGR OH FRQGLzioni precarie di un’economia incapace di sfruttare le ricchezze territoriali del Paese. La atmosfera è intrisa di violenza e al tempo stesso di un’ estenuante stasi. Il tramonto si pone come un OLPLWH GL FDSLHQ]D ROWUH LO TXDOH OD WHQVLRQH WUDERFFD JOL DQLPL VL LQĂ€DPPDQR EDUULFDWH GL LPmondizia disseminano le strade, scoli di acqua piovana lasciati senza grate fungono da trincee, fumogeni, pietre e molotov si sommano al panico incombente che si staglia tra rabbia ed immobilitĂ , il cibo scarseggia e le importazioni faticano ad arrivare a destinazione. La scomparsa di Chavez un anno fa ha accelerato la corsa verso l’implosione di un sistema che ha sĂŹ nutrito di speranze milioni di diseredati, restituendo loro un forte spirito di appartenenza e dignitĂ , ma che permette una vastissima gamma di illegalitĂ . Il governo considera i fondamenti dell’economia come una seccatura sulla strada di un socialismo che attraverso il controllo dei prezzi ha bloccato la produzione, svuotato gli scaffali, annientato il valore monetario. E’ San Cristobal del Tachira l’epicentro del caos del ‘’socialismo del XXI secolo’’. In questa cittĂ ai piedi delle Ande, 30 chilometri dalla frontiera con la Colombia ai primi di marzo è cominciato tutto e i JRFKRV FRPH VL FKLDPDQR JOL DELWDQWL GHO SRVWR VL GLFRQR GLVSRVWL D UHVLVWHUH Ă€QFKq œ¡L VHUYL di Cuba’’ non distoglieranno lo sguardo dall’obiettivo. In questo scenario ormai abituale, i cui protagonisti sono gli oppositori di Maduro, l’unica variazione rispetto agli anni del governo di ChĂ vez consiste nella mancanza del leader, mancanza che spinge il chavismo al suicidio. Perchè il Tachira? Perchè qui incompetenza e illegalitĂ sono andate a nozze e hanno generato FRQWUDEEDQGL IUHTXHQWL FRQ L OXRJKL OLPLWURĂ€ 'D TXDQGR LO JRYHUQR KD GHFLVR GL LPSRUUH SUH]]L DUWLĂ€FLDOPHQWH EDVVL DQFKH DG DOLPHQWL GL EDVH GDOOD IDULQD DOOD FDUQH XQ¡DOWUD RFFDVLRQH SHU appaltare un business da esportazione è stata colta. Nessun produttore sottometterebbe il valore lato della merce al senso d’affari, nĂŠ tantomeno accetterebbe di perdere soldi vendendo sottocosto e molta merce viene accaparrata per essere indirizzata in Colombia. La distribuzione di cibo incentivata da Chavez contro la povertĂ non riesce ad essere attuata perchè pare che nessuno piĂš lo produca in Venezuela e debba di nuovo essere importato. Un circolo vizioso. I lati delle barricate si mischiano e attraggono in questo disordine senza meta che non segue lo schema di una guerra tra ricchi e poveri, tante volte evocata. Il paradosso è proprio che il governo sa tenere a bada la propria base, gli abitanti della favela, i piĂš poveri e li incentiva a piegare al silenzio la classe media. Freddamente potremmo ammettere che questa è una delle JUDYL ORWWH LQWULQVHFKH QHOOD FRQGL]LRQH XPDQD Ă€QDOL]]DWH DOOD FRQTXLVWD GL XQD UHDOWj LGHDOH H idealizzata. E sĂŹ, questo potrebbe sembrare anche un discorso astratto ed emotivo sulla base delle primavere arabe, della guerra civile in Siria, in Ucraina, mentre i veri problemi, ben palpabili, per noi italiani sono altri, tipo la disoccupazione giovanile, il debito pubblico e la prospettiva sociale oscura, ma ditemi, non siamo forse parte del mondo? Ăˆ impossibile affrontare i nostri problemi senza tener conto del contesto internazionale o liquidandolo con l’abusato concetto di globalizzazione: nessuno può sottrarsi a queste evoluzioni senza perdere la possibilitĂ di progredire. Secondo Sergio Fabbrini, docente di diritto internazionale all’UniversitĂ statale di Roma: ‘’Uno dei principi base della cultura liberale è la responsabilitĂ individuale. Quando nessuno rende conto delle proprie azioni si va allo sbaraglio.’’ Non sarebbe dunque EHQH VPHWWHUH GL FRQVLGHUDUH O¡,WDOLD LO SUREOHPD VX FXL FRQFHQWUDUH JOL VIRU]L SROLWLFL LO Ă€QH GL essi, ed estendere la visuale tanto da iniziare a concepirla come il mezzo? Bisognerebbe aprire occhi e cervello e, anche da parte nostra, dedicarci quel paio di minuti, che fanno al differenza fra la passiva indolenza e l’intelligenza attiva.

Martina Maraiulo

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ARIANNA LOCATELLI: TRA LE CORSE E IL BECCARIA Oltre ad avere menti eccellenti, il Beccaria ha anche piccole stelle dello sport. Abbiamo interYLVWDWR $ULDQQD /RFDWHOOL YLQFLWULFH GHOOH SURYLQFLDOL GHOOD FDPSHVWUH VFRODVWLFD H WHU]D FODVVLĂ€cata alle regionali. Com’è iniziato, però, il suo percorso? Arianna ha iniziato atletica all’etĂ di tre anni, spinta dai genitori e dagli zii allenatori che l’hanno invogliata e incuriosita ad iniziare questo sport. Si è appassionata subito e due anni fa è entrata nella categoria agonistica. Ora si allena tre volte a settimana per un’ora e mezza, specializzandosi nei duemila metri, ma affrontando anche gare piĂš corte come i mille metri, che trova piĂš divertenti ma meno complete. L’anno scorso ha ottenuto vari titoli importanti come il terzo posto alle regionali della corsa campestre e poi, successivamente, il settimo posto alle italiane. Inoltre è arrivata quarta alle italiane su pista. Quest’anno invece, oltre ai titoli scolastici, è risultata seconda alle regionali della corsa campestre e undicesima alle italiane. Prima di una gara Arianna ha vari gesti scaramantici, ad esempio sceglie la sua canotta preferita, il suo elastico fortunato‌ ma nonostante ciò è sempre molto agitata e dice che questo non la aiuta durate la prestazione. Quando perde reagisce molto male, ma nell’ultimo periodo ha iniziato a ragionare sul perchĂŠ, migliorando cosĂŹ i suoi risultati. Anche se il livello della competizione è molto alto, il clima delle gare è amichevole e di giusta rivalitĂ . Arianna considera la corsa un gesto liberatorio e di sfogo e lo consiglia a chi vuole impegnarsi realmente, poichĂŠ esso è faticoso. Al Beccaria però, ci sono molti altri sportivi, come la ginnasta Lucia Gaia che verrĂ intervistata nel prossimo numero. Ecco Arianna (sulla destra) dopo aver affrontato la Corsa Campestre insieme ad altre alunne del Beccaria.

Debora Lombardo Sonia Nannavecchia

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LA MIA PRIMA COGESTIONE “La cogestione vista da studente del primo annoâ€?. Il tema richiede una premessa, la “visioneâ€? di questa iniziativa prima che fosse avviata e l’impressione successiva. Ammetto che potevo VROR LQWXLUH TXDOH IRVVH LO VXR VLJQLĂ€FDWR H TXLQGL QRQ DYHYR DVSHWWDWLYH EHQ GHĂ€QLWH DO ULJXDUdo. Il 22, 24 e 25 febbraio rappresentavano qualcosa di molto simile a un breve periodo se non proprio di vacanza, senz’altro di spensierato disimpegno. Quando si è trattato di scegliere tra i YDUL FRUVL L PLHL FRPSDJQL HG LR DEELDPR DYXWR DOFXQH GLIĂ€FROWj D FDSLUH FRPH DFFHGHUH DOOH varie proposte e questo è il primo appunto che penso si debba fare. Non vi erano riferimenti scritti certi e chi, come me, non è iscritto a Facebook, ha ricevuto spiegazioni verbali quando le iscrizioni erano iniziate e alcuni corsi erano giĂ inaccessibili per le troppe presenze. Al di lĂ del fatto che è di per sĂŠ positivo e piacevole poter sospendere le attivitĂ consuete per qualche giorQR VWDFFDUH OD PHQWH H DEEDQGRQDUH OD WHQVLRQH FKH SUHFHGH XQD YHULĂ€FD R XQ¡LQWHUURJD]LRQH GHYR GLUH FKH O¡HVSHULHQ]D GHOOD FRJHVWLRQH q VWDWD DO GL Oj GL TXHVWH SLFFROH GLIĂ€FROWj PROWR LQteressante. Ho raccolto i pareri di molti miei compagni e nessuno di loro ha espresso commenti sfavorevoli. Di certo nessuno si è annoiato, anche perchĂŠ vi era una grande varietĂ di proposte, alcune a dir poco sorprendenti. L’avvio è stato per alcuni di noi un po’ in salita perchĂŠ le aule QRQ FRUULVSRQGHYDQR D TXHOOH LQGLFDWH H VL FUHDYDQR OXQJKH Ă€OH DO WHUPLQH GHL FRUVL SHU Ă€Umare il foglio delle presenze. Molto apprezzata la conferenza sulle cellule staminali, grazie alla competenza del relatore, il Dr. Alessandro Aiuti, medico e ricercatore. Personalmente ho avuto l’opportunitĂ di capire un po’ meglio un tema di cui si sente spesso parlare ma che non si ha mai la possibilitĂ (e la voglia) di approfondire. Altrettanto favorevoli sono stati i commenti riguardanti la lezione “Il rumore della memoria. Shoah e desaparecidos a confrontoâ€?. Se chiedevo quale fosse la ragione che aveva portato la quasi totalitĂ degli interpellati a una valutazione cosĂŹ positiva, la risposta prevalente era racchiusa in una parola: “competenzaâ€?. Il IDWWR FKH L UHODWRUL IRVVHUR TXDOLĂ€FDWL H SURQWL D ULVSRQGHUH D TXDOVLDVL GRPDQGD q VWDWR D PLR parere e a giudizio di tanti altri, determinante. Il desiderio di apprendere qualcosa di nuovo è stato soddisfatto grazie alla preparazione di chi, anche studente, proponeva i vari corsi. Molti di noi hanno trascorso anche qualche ora divertente. Non che rimpiangessi le tavole di arte delOH VFXROH PHGLH PD q VWDWR PDJQLĂ€FR ULSUHQGHUH XQD PDWLWD LQ PDQR SHU GLVHJQDUH XQ PDQJD Questo è solo un piccolo esempio di come sia importante recuperare, ogni tanto, un’attivitĂ GLYHUVD H ORQWDQD GD TXHOOH VYROWH RJQL JLRUQR TXHOOR FKH Ă€QR D TXDOFKH PHVH ID ULVXOWDYD pesante in quanto fatto per costrizione, si è trasformato in un vero piacere. Per la sottoscritta VL q WUDWWDWR LQ GHĂ€QLWLYD GL XQD SDUHQWHVL SLDFHYROH FKH KD WUDVIRUPDWR WXWWD OD VFXROD ,Q quei giorni, al di lĂ dei contenuti e degli inevitabili problemi che l’organizzazione di un simile evento comporta, si respirava un’atmosfera diversa, un’animazione e un fervore nuovi, che di certo hanno lasciato un segno positivo. In alcuni di noi, ha trasmesso anche il desiderio di poter essere un domani dall’altra parte, per cercare di mettersi alla prova e trasmettere qualcosa, di leggero o divertente, di importante o futile, in ogni caso nuovo, ai nostri compagni.

Ludovica Medaglia

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&521$&+( '(/ %(&&$5,$ ATTUALITĂ€ CULTURA SPORT RECENSIONI UNA LETTERA APERTA AGLI STUDENTI DEL BECCARIA

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Leggendo l’editoriale sull’ultimo numero, ho riscontrato la stessa amarezza che, devo dirlo, mi pervade ogni giorno venendo a scuola.SarĂ che in cinque anni che sono al Beccaria mi è capitato raramente di sentirmi parte di una comunitĂ , sarĂ che ho un’indole introversa che poco funziona in un mondo che SUHGLOLJH H PLVWLĂ€FD O¡,GHDOH GHOO¡HVWURYHUVLRQH PD QRQ SHQVR VLD QRUPDOH HQWUDUH QHOOD SURSULD VFXROD nella propria classe addirittura e sentirsi cosĂŹ tristi, cosĂŹ amareggiati, cosĂŹ fuori.Non è che non ci dorma OD QRWWH VLD FKLDUR DOOD Ă€QH SHUGRQDWH OR VFDGHUH LQ IUDVL EDQDOL FL VL DELWXD D WXWWR HSSXUH QRQ SRVVR fare a meno di chiedermi il perchĂŠ di tutto questo.Il Beccaria, la societĂ intera, sono un meccanismo, ma TXHOOR FKH YHGR q FKH JLULDPR D YXRWR LO /LFHR TXHVWR OXRJR FKH q OD QRVWUD FDVD H OD QRVWUD SULJLRQH SHU cinque lunghi anni, il posto dove piĂš cresciamo, dove vengono poste le basi per le persone che saremo, sembra essere solo un luogo di transito. Sono ben consapevole di non star dicendo nulla di nuovo e non FUHGR GL DYHUH XQD ULVSRVWD ,O IDWWR q FKH VLDPR XQD JHQHUD]LRQH GL ULQXQFLDWDUL VLDPR HURL PDQFDWL Ă€JOL delle mancanze del mondo che hanno creato per noi. Siamo potenze che non riescono a mettersi in atto, ma perchĂŠ? Forse perchĂŠ non credono abbastanza in noi, forse perchĂŠ nessuno ci ha insegnato a pensare, magari perchĂŠ ormai nemmeno loro sanno piĂš farlo oppure non si sono adattati ai tempi che cambiavano. Forse perchĂŠ ormai conta piĂš l’erudizione dell’educazione e ci vedono e ci vediamo, come vasi vuoti da riempire di nozioni. L’educazione, quella vera, è il lavoro di una vita intera e la sua importanza sta nel SHUPHWWHUFL GL YLYHUH HVLVWHQGR GL QRQ HVVHUH PRUWL GHQWUR EHQ SULPD GHOOD QRVWUD GLVLQWHJUD]LRQH Ă€VLFD (FFR FRVD VLJQLĂ€FD LPSDUDUH D SHQVDUH 3HU FLWDUH .DRV ´6LDPR VRSUDYYLVVXWL FLQTXH PLQXWL D WHVWD VLDmo gli sconosciuti venuti dalla tempestaâ€?. Cerchiamo di sopravvivere per piĂš di cinque minuti, io dico, e se ci riusciamo, cerchiamo di vivere, coscienti. Possiamo stare qui a puntare il dito, ma di fatto non serve a niente, dobbiamo, soprattutto, prendere coscienza di questo vuoto generazionale, per non alimentarlo, per riempirlo e non crearne altro. E invece no, quello che vedo è una generazione, molte generazioni, di PHFFDQLVPL FKH JLUDQR D YXRWR SHU LQHU]LD YHGR SHUVRQH OD FXL XUJHQ]D SL LPSRUWDQWH q SURJUDPPDUVL il divertimento, in un letterale dis-vertere la mente, continuo e inarrestabile, perchĂŠ cosĂŹ è piĂš facile. Ma sĂŹ, chiudiamo gli occhi, non poniamoci domande, diamo tutto per scontato, mentiamo a noi stessi e diciamoci che in realtĂ non si può cambiare nulla, che ci abbiamo provato, anzi magari nemmeno, ma che ci possiamo fare, non basta. Be’ non è vero. Io non credo nei cambiamenti repentini, perchĂŠ le cose accadano ci si deve impegnare e, se è vero che non è questo il luogo e direi che non è nemmeno necessario farlo, per interrogarsi sulle forze caotiche che governano il mondo, mi sento di dire che sono convinta che un minimo di potere ce lo abbiamo tutti. Certo, gli dei Caos e Caso sono ai vertici del mio Pantheon e so bene che l’unica cosa su cui abbia controllo è me stessa, ma non mi sembra affatto poco e vorrei che tutti lo realizzassero. La mia non è un’idea utopistica, non voglio vivere in un ambiente in cui tutti mi stanno simpatici e tutti la pensano come me. Quello che vorrei, anche se fra quattro mesi cioaciaoBeccaria-echi-s’è-visto-s’è-visto (anche se questo è un discorso molto generale), è che le persone capissero che ora, SL FKH PDL DEELDPR ELVRJQR GL ULĂ HWWHUH RJQXQR D PRGR SURSULR LPSDUDQGR JOL XQL GDJOL DOWUL 1RQ lo so. Forse sono folle io, forse sono io che non funziono nel grande meccanismo (e qui posso sentire i “SĂŹ!â€? concitati di chi trova tutto questo una boriosa, scusate la trivialitĂ , sega mentale). Il mio consiglio, o quello che è, dato che non sono diversa da nessuno e faccio anch’io la mia buona parte per contribuire all’alienazione generale, è: non diamo nulla per scontato, non nascondiamoci dietro alle nostre paure, chiediamoci il perchĂŠ, mettiamoci nei panni degli altri, non rinunciamo a combattere. Ecco sĂŹ, abbiamo bisogno di piĂš spirito critico e meno distrazione, piĂš empatia e meno indifferenza, piĂš determinazione e meno rinuncia. Siamo un grande meccanismo, cerchiamo di non girare a vuoto.

Mariem Fekih V°E

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L’URLO ARRIVA SUL WEB Cari Beccarioti, Marzo è tempo di grandi cambiamenti per il nostro giornale: d’ora in poi non disporrete solo della YHUVLRQH FDUWDFHD PD SRWUHWH Ă€QDOPHQWH FROOHJDUvi anche alla versione multimediale

www.studenti.liceobeccaria.it. Dopo quasi due anni di inattivitĂ ,sul sito dell’Urlo potrete leggere gli articoli pubblicati da SettemEUH Ă€QR DG RJJL HG LQROWUH DSSURIRQGLUOL JUD]LH DG interessanti foto, video e collegamenti web che renderanno la vostra esperienza di lettura ancora piĂš coinvolgente. Il sito diventerĂ un mezzo di comunicazione complementare al cartaceo: verranno infatti pubblicati inediti, inerenti soprattutto alle attivitĂ del nostro liceo, e versioni ampliate degli articoli che vorreste approfondire. Ăˆ infatti questo l’intento della versione multimediale: coinvolgere attivamente i Beccarioti, creando una rete di notizie scritte dagli studenti per gli studenti. Da responsabile del sito, vorrei condividere con voi questa fantasticariapertura, perchĂŠ credo fortemente nelle nuove tecnologie e in come esse possano rendere piĂš interessante il cartaceo: sul sito SRWUHWH SHU HVHPSLR JXDUGDUH LO WUDLOHU GHO Ă€OP GL cui avete letto la nostra recensione, o scovare tra OH IRWR GHO OLFHR XQD FKH YL ULWUDJJD LQVRPPD VL rivelerĂ una fonte inesauribile di notizie. Se invece preferite avere sul vostro computer o cellulare la versione digitalizzata dell’Urlo, la potrete trovare su http://issuu.com/urlo-becccaria, dove il giornale esce ogni mese come se aveste il cartaceo a portata di mano. Dal primo numero pubblicato in Ottobre abbiamo raggiunto una vetta di quasi 600 letture e 4100 impressioni, una serie di dati FKH HYLGHQ]LDQR DQFRU GL SL O¡LPSRUWDQ]D GL PDQWHQHUH YLYD H DWWLYD OD FRPSRQHQWH PXOWLPHGLDOH ,QĂ€QH vorremmo condividere con voi un episodio notevole per la piattaforma web: recentemente il regista di TheGerber Syndrome ci ha contattati, ringraziando l’Urlo e in particolare Luca Murgia, per aver scritto XQD UHFHQVLRQH FKH D VXR SDUHUH HUD PROWR YLFLQD DO YHUR VLJQLĂ€FDWR GHO Ă€OP ,QVRPPD VLDPR OD YRVWUD voce e deve sentirsi, ovunque, un Urlo sul web. Ps: Cosa aspettate? Tirate fuori i vostri smartphone e buona navigazione!

Marta Gerosa

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69$*2 DI COME RAZZOLINI INIZIĂ’ A MANGIARE I CAVALLI E MAZZILLI PER POCO NON UCCISE UN DANESE CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITĂ€ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA

Vi avevo lasciati, nel numero precedente, a Proietto che entrava a scuola, esortando i suoi congiurati a seguirlo per organizzare la cogestione. In questa storia invece, ho intenzione di raccontarvi come, per colpa dei suoi errori, Proietto rischiò di perdere la vita, e dell’invasione dei Danesi. Il 26 Febbraio Proietto uscĂŹ da scuola e vide un cavallo. E’ Furia, ricordate? Il cavallo che aveva comprato quando era impazzito e che aveva ferrato con le posate d’argento dei parenti ottocenteschi. Dunque, quando lo vide, si guardò attorno e chiese alla Sara, che stava fumando, cosa ci facesse quel TXDGUXSHGH QHO VXR LVWLWXWR /HL FKH EHQ ULFRUGDYD L Ă€VFKL GHL SURLHWWLOL H WXWWH OH YROWH FKH HUD Ă€QLta sotto una cattedra, a pregare San Gennaro, perchĂŠ non le succedesse niente, in quel moment, pensò non fosse saggio dire la veritĂ e cosĂŹ rispose, sorridente: “Oh, è un regalo da parte del preside del Manzoni, è arrivato stamaneâ€?. Proietto si avvicinò a quella meravigliosa bestia e non seppe cosa IDUVHQH DFFDUH]]DQGRVL L EDIĂ€ FRQ OH SXQWH GHOOH GLWD VL PLVH D SHQVDUH 'RSR FLUFD PH]]¡RUD JOL venne in mente che la carne di cavallo è ricca di ferro e proteine, povera di grassi, e dal sapore inWHQVR FRVu WLUz IXRUL LO WHOHIRQR GDOOD WDVFD H FKLDPR $KPHG LO VXR PDFHOODLR GL Ă€GXFLD FKH DUULYz il meno di mezz’ora e caricò il cavallo sul suo furgoncino. Mentre tutto questo accadeva, i professori e gli studenti iniziarono ad uscire dalla scuola e si misero a guardare. Erano tutti sorridenti alla vista di quel cavallo che stava per diventare una bistecca, tranne pochi, e in particolare la prof. Razzolini. Lei, cresciuta scorrazzando nei boschi e nei prati, parlando con diversi animali, dinnanzi a quello spettacolo, rimase sotto shock, scoppiò a piangere, e si andò a nascondere nello spogliatoio maschile. Anche il Campagna, la Sciurba, la bibliotecaria e il Conti non furono felici nel vedere OD Ă€QH GL TXHOOD EHVWLD H VH QH DQGDURQR D FDVD OR VJXDUGR EDVVR H OD YRFH UDXFD ,O JLRUQR GRSR Proietto, entrato nel suo studio, buttò nel cestino tutte le caramelle che aveva, che vennero sostituite da bocconcini di cavallo. La sfortuna vuole che proprio quel giorno la Razzolini avesse da dirgli qualcosa. Entrò nello studio, salutò e si sedette, ma non iniziò a parlare: quei bocconcini attirarono la sua attenzione. Grattandosi il capo, si avvicinò al preside e chiese:â€?Cosa sono?â€? – “Ah, una picFROD VSHFLDOLWj GHO PLR PDFHOODLR GL Ă€GXFLD KDL SUHVHQWH LO FDYDOOR FKH PL q VWDWR UHJDODWR LHUL" (FFR Âľ /D 5D]]ROLQL VL ODVFLz FDGHUH VXOOD VHGLD QRQ UHVSLUDYD JOL RFFKL Ă€VVDYDQR LO YXRWR OH SXpille non erano piĂš visibili e le mani tremavano. Ben piĂš spaventose erano le immagini che si proiettavano nella sua testa: in un baleno le tornarono in mente le capre, alle quali soleva ripetere le regole di latino, la mucca Milka, con la quale aveva vissuto le sue piĂš belle avventure, e soprattutto il cavallo Ernesto, che l’aveva spesso accompagnata a Bergamo. Proietto pensò si fosse spenta, velocemente tirò fuori il telefono dalla tasca e chiamò il 118. Ma, non fece in tempo a fare il primo squillo, che lei esplose in un urlo: “Assassino!â€? e correndo, si precipitò fuori dallo studio. Proietto, tutto sudato per lo spavento, non sapeva del grande guaio in cui si era cacciato, e non sapeva che il giorno stesso, alle 16:00, nello spogliatoio della palestra femminile, la Razzolini sarebbe riuscita a riunire tutti i professori “sdegnatiâ€?, per decidere cosa fare. Quindi si preoccupò di ricevere i Danesi, GD SRFR DUULYDWL ,O &DPSDJQD GHFLVH LQXWLOPHQWH GL IDUH O¡DSSHOOR PHQWUH 5D]]ROLQL DIĂ€ODYD LO IRUFRQH GHO ELVQRQQR ´5D]]ROLQL"Âľ ² ´6LÂľ ´$PRUH"Âľ ² ´&HUWR FDUR Âľ PD QRQ IHFH LQ WHPSR D Ă€QLre: si avvicinò al Conti e disse: “Jacopo, smettila di parlare, non riesco nemmeno a sentire la voce di mia moglie!â€?. Ma il Conti scoppiò a piangere dicendo che era colpa della bibliotecaria che continuava a parlare e che non ne poteva piĂš. Decisero insieme di cacciarla. Dunque rimasero in quattro: la Razzolini propose di uccidere il preside, e servirlo agli studenti come il cavallo. Però presto VL YHQQH DOOD SDUWH SL GLIĂ€FLOH GL TXHOOD ULXQLRQH FKL VL VDUHEEH VSRUFDWR OH PDQL" %HK QHVVXQR FL pensò minimamente! Il Campagna abbracciò l’amata e disse che aveva famiglia e non conveniva

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andasse in prigione. Il Conti era troppo giovane per essere condannato all’ergastolo. Allora lei prese il forcone, uscĂŹ dalla stanza, urlando “Traditori!â€? e si diresse verso lo studio del preside. Lo trovò davanti alla porta, che parlava con la Grondona sul da farsi per i danesi, che in questo momento erano giĂš a visitare la biblioteca, accompagnati dalla ingegnosissima Mazzili. Proietto quando vide la Razzolini urlante venirgli incontro con un forcone in mano le spinse contro la Grondona, prese i bocconcini e si mise a scappare, arrivò al bar, e proseguĂŹ sempre dritto quando vide davanti a se un gruppo di danesi inseguiti dalla Mazzilli che brandiva una falce. Adesso dovrei fermarmi un attimo e spiegarvi un po’ tutto. Mentre la Razzolini teneva la sua riunione, i danesi vennero portati a visitare la nostra piccola biblioteca, sul lato ferrovia del piano del bar, dove sono tenuti i volumi piĂš vecchi e preziosi. In quel gruppetto di cinque ragazzi e due professori, c’era Hansel Muller, un ragazzo cicciottello con i capelli rossi e le lentiggini, che stava mangiando un pacchetto di Croc Canyon, cosa che apprezzò di piĂš nel nostro liceo. Quando la Mazzilli li fece entrare ordinò al suo schiavo, uno studente che era stato beccato nel laboratorio di chimica a guardarsi i capelli al microscopio, di fare in modo che nessuno si avvicinasse troppo ai libri, mentre lei faceva vedere i piĂš importanti ai professori. Tuttavia lo schiavo non si accorse di Hansel, che, coperto dai suoi compagni, stava toccando con le mani ancora unte e sudice un’enciclopedia di chimica dell’ottocento, sporcandola tutta. Quando lo schiavo se ne accorse, cacciò un urlo come quello di una tredicenne alla vista di uno scarafaggio, o Justin Bieber. Tutti si voltarono verso Hansel, che, tenendo la bocca aperta per lo stupore, stava facendo cadere un po’ di saliva sul libro. La Mazzilli si mise a imprecare: “Schifosi vichinghi, vi rispedirò da dove siete venuti!â€?, e tirò fuori da dietro la porta una falce, QRQ FKLHGHWHPL FRPH FL VLD Ă€QLWD Ou XQD IDOFH QRQ VDSUHL ULVSRQGHUH H VL PLVH D LQVHJXLUH LO JUXSSR di turisti, che stava scappando verso il bar. Hansel, che era giĂ stanco, aveva ancora in mano l’enciclopedia, e pensando di fare una cosa buona, la lanciò dietro di se, verso la Mazzilli. Ma lei, presa dalla foga del momento, la fece a pezzi, ma si accorse subito dell’errore. Non sarebbe corretto dire che era adirata, in quanto sarebbe diminutivo: non penso ci sia una parola in italiano, che possa descrivere tanta rabbia. Hansel stava per avere un infarto, rallentò, giĂ sentiva parte dei Jeans che venivano tagliati dalla falce, ma riuscĂŹ a salvarsi, grazie a Proietto. Tutti quelli davanti a Hansel, quando lo videro, che scappava inseguito dalla Razzolini, si erano lanciati a lato per non andargli contro, e altrettanto fece Proietto, vedendo la Mazzilli, prendendo con se Hansel, che cadendo gli schiacciò la mano. La Mazzilli e la Razzolini non fecero in tempo a fermarsi e si scontrarono. La falce si incastrò nella parte metallica del forcone, che venne sparato sul piatto nel quale c’erano i bocconcini, con i quali Proietto era fuggito. Entrambi caddero per terra, un bocconcino venne spaUDWR LQ DULD H Ă€Qu LQ ERFFD DOOD 5D]]ROLQL 0DVWLFz VSDODQFz JOL RFFKL VL DO]z GL VFDWWR DEEUDFFLz Proietto e gli disse: “Sei un genio, sono squisiti!â€? e ricaduta per terra, sentendo brividi d’ebrezza, strisciando, si mise a mangiare quelli rimasti. Proietto, riuscito a liberarsi dai 120 chili di Hansel, chiamò l’ambulanza: aveva una mano viola. La Mazzilli invece, piangendo, cercava di ricomporre l’enciclopedia, ma non c’era niente da fare, il colpo che le aveva assestato fu troppo forte: l’enciclopedia andò perduta, per sempre. L’ambulanza arrivò presto. Proietto se la cavò con un gesso, la Razzolini venne portata in un centro di disintossicazione, la Mazzilli, venne sedata e portata a riposare e Hansel venne portato d’urgenza in sala operatoria, gli era andata una patatina di traverso durante la corsa, e si era soffocato.

Konrad Borelli

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OSCAR 2014 “E l’Oscar ai migliori effetti speciali va a Gravity! E l’Oscar alla miglior colonna sonora va a Gravity! E la Champions viene vinta da Gravity!â€? Questi sono stati i numerosi e ironici commenti riguardo al gran numero di statuette (7) vinte dalla pellicola di Cuaron, che grazie al suo team ha ricreato la profonditĂ del buio spaziale e l’impotenza dell’uomo all’interno di un ambiente cosĂŹ ostile. Bisogna dire che quasi tutti gli Oscar che ha vinto sono tecnici: l’unico tra quelli importanti è stato quello per la regia, che forse avrebbe meritato di piĂš Scorsese. Sebbene infatti Gravity contenga immagini davvero suggestive (quasi kubrickiane), l’immenso lavoro tecnico di The Wolf of Wall Street non ha avuto il supporto della CGI ed è merito della pura abilitĂ dietro la macchina da presa. Forse è stato considerato troppo sopra le righe dall’Academy, che ancora una volta non ha premiato DiCaprio in favore di Matthew McConaughey. Entrambi sono stati eccellenti nei loro ruoli, però Dallas Buyers Club aveva XQD WHPDWLFD PROWR IRUWH RYYHUR OD FULWLFD DOOH FDVH IDUPDFHXWLFKH LQWHUHVVDWH DO SURĂ€WWR WUDPLWH OD VWRULD GL XQ PDODWR GL $,'6 LQYHFH O¡LQWHQWR GL 6FRUVHVH HUD GL UDSSUHVHQWDUH LO PDUFLR GHOOD VRFLHWj DPHULFDQD IDFHQGRWL WLIDUH SHU FRORUR FKH DOOD Ă€QH VL ULYHOHUDQQR L GLVRQHVWL FRQ un lento ma inesorabile rovescio della medaglia. Non solo DiCaprio è rimasto deluso: anche American Hustle non ha colpito la critica e su 10 candidature non è riuscito a vincere niente, con un giudizio troppo severo su un’ottima pellicola e le grandi interpretazioni degli attori FRLQYROWL FKH DYUHEEHUR SRWXWR JDUDQWLUJOL OD YLWWRULD FRPH PLJOLRU Ă€OP /¡$FDGHP\ LQYHFH ha preferito puntare su un’altra pellicola dalla tematica forte: 12 anni schiavo. Per quanto sia XQ Ă€OP EHOOR H WRFFDQWH QRQ KD XQD JUDQGH SRWHQ]D UHJLVWLFD LO FXRUH KD SUHYDOVR VXOOD TXDOLWj oggettiva ancora una volta. Una pellicola che invece secondo me ha ben coniugato entrambe le componenti è Lei di Spike Jonze, che si è rivelato un piccolo gioiello di critica alla distopia destinata a crearsi con il progresso tecnologico, dotato di una sceneggiatura davvero ben scritta e supportato da prove attoriali eccellenti, in particolare quella di Scarlett Johansson che presta OD YRFH DO VLVWHPD RSHUDWLYR 6DPDQWKD 8Q DOWUR Ă€OP ´RXWVLGHUÂľ GHJQR GL QRWD q &DSWDLQ 3KLOlips, nel quale Tom Hanks interpreta il comandante del mercantile che nel 2009 venne preso d’ostaggio da pirati somali. Billy Ray consegna una sceneggiatura impeccabile che si mantiene IHGHOH DL IDWWL UHDOL H FL FRLQYROJH QHO GXHOOR LGHRORJLFR WUD 3KLOOLSV H LO SLUDWD 0XVH XQ ODYRUR che forse sarebbe dovuto essere premiato (ma 12 anni schiavo era un avversario temibile). Se OD FDWHJRULD PLJOLRU Ă€OP KD ODVFLDWR XQ SR¡GHOXVL OD YLWWRULD GL )UR]HQ FRPH PLJOLRU Ă€OP G¡DQLmazione lascia di certo entusiasti per il ritorno della Disney ad alti livelli da quando Lasseter FUHDWRUH GHOOD 3L[DU KD SUHVR OH UHGLQL H GHO FXL ODYRUR TXHVWR Ă€OP UDSSUHVHQWD O¡DSLFH 6L QRWD l’impronta della Pixar in questo classico: infatti, nonostante la straripante atmosfera disneyana e le molte canzoni si nota un ribaltamento degli stereotipi tipici della Disney stessa. Con questo non si intende una rilettura ironica sullo stile di Shrek, ma la volontĂ si separarsi da morali troppo semplicistiche e offrire insegnamenti piĂš profondi e veritieri ai bambini che guardano LO Ă€OP FKH SHU TXHVWR PRWLYR PHULWD O¡2VFDU LQ VIDYRUH GL 0L\D]DNL H GHL FRPPHUFLDOL &URRGV H &DWWLYLVVLPR 0H 9RJOLR FKLXGHUH TXHVWD OXQJD ULĂ HVVLRQH DIIHUPDQGR SDWULRWWLFDPHQWH FKH VRQR FRQWHQWR GHOOD YLWWRULD GH /D JUDQGH EHOOH]]D FRPH PLJOLRU Ă€OP VWUDQLHUR VHEEHQH FRPH molti non l’abbia particolarmente apprezzato e forse Il sospetto del danese Vinterberg avrebbe meritato di piĂš, spero infatti che questo Oscar dia al cinema italiano e a registi capaci come Ferzan Ozpetek, Marco Ponti e lo stesso Sorrentino lo stimolo a tornare a produrre pellicole di livello internazionale.

Luca Murgia

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MUSICA SVAGO

LA GRANDE BELLEZZA

/R VSD]LR O¡LQĂ€QLWR LO YXRWR q O¡DPELHQWD]LRQH dell’emozionantissimo thriller Gravity. ,O Ă€OP VL q FDQGLGDWR D SUHPL 2VFDU H QH KD vinti 7, tra cui spicca il premio per miglior regia ad Alfonso CuarĂłn, oltre alle statuette per MiJOLRUL HIIHWWL VSHFLDOL 0LJOLRU IRWRJUDĂ€D 0LJOLRU montaggio, Miglior colonna sonora, Miglior montaggio sonoro e Miglior sonoro. Paradossalmente JOL HIIHWWL VRQRUL VRQR XQ JLRLHOOLQR QHO Ă€OP VHEbene nello spazio i suoni non si propaghino , e questo dimostra la sapienza registica. CosĂŹ come per i lunghi silenzi, gli intensi, ma brevi dialoghi e la presenza pressante della musica , che rendoQR XQ¡DWPRVIHUD FKH ODVFLD FRQ LO Ă€DWR VRVSHVR SHU WXWWD OD GXUDWD GHO Ă€OP $QFKH OD FULWLFD GL WXWWR il mondo ha mostrato di apprezzare moltissimo la suspense, la regia e soprattutto l’interpretazione di Sandra Bullock. Durante la prima missione nello spazio della dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock), ingegnere biomedico, assieme al capitano Matt Kowalsky (George Clooney), avviene lo scontro tra un missile e un satellite che provoca XQD SLRJJLD GL GHWULWL WHUULELOH OR VKXWWOH VXO TXDOH i due viaggiavano viene completamente distrutto e il resto dell’equipaggio muore. Per la dottoressa Stone e il capitano Kowalsky inizia una lotta contro il tempo davvero angosciante: i due hanno poco ossigeno, un solo jet pack a cui Ă€QLVFH SUHVWR LO FDUEXUDQWH H VRODPHQWH PLQXWL prima che i detriti completino l’orbita terrestre e li travolgano una seconda volta.

Silvia Ricevuti

“La grande bellezzaâ€? ha ricevuto , credo, un meULWDWR 2VFDU FRPH PLJOLRU Ă€OP LQ OLQJXD VWUDQLHUD all’86a edizione di quest’anno. Anche se lo svolgimento è lento (a tratti anche troppo), il regista Paolo Sorrentino ha saputo dipingere un bellissimo affresco di Roma, una miniatura che esalta i monumenti e le pittoresche vie della cittĂ , incorniciando tutto con il canto di una splendida voce femminile che si alterna a feste ruPRURVH ,O SURWDJRQLVWD GHO Ă€OP q -HS *DPEDUGHOOD (Toni Servillo), un giornalista che in passato ha scritto un solo romanzo “L’apparato umanoâ€? per altro abbastanza apprezzato. Jep non ha piĂš scritto libri da allora, trascinato nel vortice della mondanitĂ e della routine, ma è alla ricerca costante di quella che lui chiama la “grande bellezzaâ€?, la sua ispirazione che, però, pare non possa proprio trovarsi a Roma. Nel corso della sua ricerca, la vita di Jep si incrocia con quella di molti altri: Ramona (Sabrina Ferilli), spogliarellista che muore SHU XQD PDODWWLD LQFXUDELOH 5RPDQR &DUOR 9HUdone), scrittore teatrale senza successo che alla Ă€QH ULQXQFLD DL VXRL VRJQL WRUQDQGR DO VXR SDHVH QDWDOH /HOOR &DUOR %XFFLURVVR ULFFR YHQGLWRUH GL JLRFDWWROL DOO¡LQJURVVR H PDULWR LQIHGHOH 9LROD 3DPHOD 9LOORUHVL IDFROWRVD ERUJKHVH FRQ XQ Ă€JOLR SD]]R 6WHIDQLD *DODWHD 5DQ]L HJRFHQWULFD VFULWWULFH FKH VL GHVFULYH FRPH ´PDGUH H GRQQDÂľ Dadina (Giovanna Vignola), la direttrice nana del giornale in cui Jep lavora. “La grande bellezzaâ€? non si limita a raccontare solamente un breve periodo della vita di un uomo, racconta anche di un’alta borghesia romana suSHUĂ€FLDOH Ă€QWD H EXJLDUGD FRQ L VXRL SURWRFROOL H le sue regole. Uomini e donne ultra cinquantenni che partecipano a festini con abbondanza di sesso, droga e tanto alcol. Indossano abiti eccentrici, al OLPLWH GHO ULGLFROR VL FRPSRUWDQR LQ PRGR PLHORVR e adulatore tra di loro, ma falso. Tutto è talmente HVDJHUDWR FKH VHPEUD TXDVL GL YHGHUH LO Ă€OP DWWUDverso le esasperate emozioni e le diverse sensazioQL GHL SHUVRQDJJL FRPH DWWUDYHUVR XQ Ă€OWUR H QRQ LQ modo distaccato e oggettivo.

Silvia Ricevuti

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MUSICA

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300: L’ALBA DI UN IMPERO )LOP GL VXFFHVVR H GL JUDQGH LPSDWWR p VWDWR /¡DOED GL XQ ,PSHUR ,O Ă€OP ULSRUWD OH GXH JXHUUH 3HUVLDQH /¡$OED GL XQ ,PSHUR q XQ SUHTXHO FRQWHPSRUDQHR GHO Ă€OP 300, che parla della battaglia delle Termopili tra i persiani e i valorosi 300 Spartani. 1HO Ă€OP DSSHQD XVFLWR FRPH SHUVRQDJJL SULQFLSDOL DEELDPR 7HPLVWRFOH YLVWR FRPH SURWDJRQLVWD H $UWHPLVLD FRPDQGDQWH GHOOD Ă RWWD 3HUVLDQD YLVWD FRPH DQWDJRQLVWD ,O Ă€OP SHU L PLHL JXVWL p PROWR URPDQ]DWR , FRORUL VRQR VRWWR O¡HIIHWWR VHSSLD 2WWLPL gli effetti speciali ed ĂŠ fatto molto bene anche il sangue, sempre di colore scuro per via dell’effetto seppia. Film molto “Splatterâ€? (d’altronde chi ha visto 300 lo saprĂĄ bene). /H VFHOWH GHJOL VFHQDUL GL DOFXQH SDUWL GHO Ă€OP PL ULIHULVFR GRYH FL VRQR PRQWDJQH PDUL Ă€XPL H SLDQXUH VRQR VWDWH EHQH DFFXUDWH H IDQ VHPEUDUH LO Ă€OP PROWR UHDOLVWLFR Per ultimo, ma non meno importante, ĂŠ il discorso dell’abbiagliamento. Infatti in queVWR Ă€OP p IDFLOH ULFRQRVFHUH GD TXDOH FLWWD R UHJLRQH SURYHQJRQR L VROGDWL H R FLWWDGLQL CosĂ­ detto, vi invito aa andare a vedere 300: L’Alba di un Impero. Un pĂł di ripasso di storia non fa male. Eric Ferracin

S U D O K U

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(ME)(TE)O MUSICA

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SVAGO

Il meteo sugli appuntamenti e gli avvenimenti del panorama musicale italiano e non. a cura di M.C.Fusco

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Concerti previsti per Aprile:

‡$OHVVDQGUD $PRURVR GRSR LO FRQFHUWR DQWHSULPD GL 'LFHPEUH SHU SURPXRYHUH LO nuovo disco, dedicato a tutti i suoi fan chiamati da lei stessa “il mio amore puroâ€?, la cantante torna nel vero e proprio“Amore Puro Tour 2014â€? che comprenderĂ tra le tappe previste anche l’Arena di Verona, diventerĂ infatti una delle poche artiste italiane a calcare questo SDOFR GD VROD H RYYLDPHQWH LO 0HGLRODQXP )RUXP GL $VVDJR LO $SULOH ‡/H OXFL GHOOD FHQWUDOH HOHWWULFD GRSR ´&DQ]RQL GD VSLDJJLD GHWXUSDWDÂľ H ´3HU RUD noi la chiameremo felicitĂ â€? il 4 Marzo ĂŠ uscito il suo terzo album chiamato “Costellazioniâ€? e proprio per promuovere questo suo lavoro che il cantante alternative rock torna dopo il tour del 2012 (e un giro del mondo) all’Alcatraz il 9 Aprile. ChissĂ se anche quest’ album, come il precedente, sarĂ nominato uno dei migliori del decennio? ‡6DPXHOH %HUVDQL LO VXR XOWLPR WRXU IX TXDVL GXH DQQL ID DGHVVR VL GHFLGH D WRUQDUH con uno show tratto direttamente dall’ultimo album “Nuvola Numero Noveâ€?, dedicato al suo mentore Lucio Dalla, il 10 Aprile 2014 al Teatro nazionale. Il nome dell’album deriva GLUHWWDPHQWH GDOO¡HVSUHVVLRQH ´FORXG QLQHÂľ FKH YXRO GLUH ´WURYDUVL DO VHWWLPR FLHORÂľ ‡$ULVD D SRFR SL GL XQ PHVH GDOOD VXD YLWWRULD D 6DQUHPR 5RVDOED VL ODQFLD LQ TXHVWD QXRYD VĂ€GD FKH VL SUHDQQXQFLD JLj ULXVFLWLVVLPD TXDVL TXDQWR LO VXR SUHFHGHQWH WRXU esatto stiamo parlando del “Se vedo te Tourâ€? che approderĂ il 16 Aprile al Teatro degli ArFLPEROGL ‡7UH DOOHJUL UDJD]]L PRUWL 8Q JUXSSR LQ FRQWLQXD HYROX]LRQH GD YHQW¡ DQQL GDO punk rock dell’epoca delle mini band di Pordenone, al reggae degli anni duemila, all’indie rock, e che continua a stupirci con la loro descrizione straordinariamente reale del mondo che ci circonda. Ci aspettano “nel giardino dei fantasmiâ€?, il nome del loro ultimo album, il $SULOH DO 7XQQHO ‡1RHPL ´0DGH LQ /RQGRQ 7RXUÂľ DUULYD DQFKH DO 7HDWUR GHJOL $UFLPEROGL VHPSUH LO 17 Aprile portando il suo nuovo album omonimo del tour che amalgama le vocalitĂ ruvide dell’artista con i toni british della musica in un composto nuovo e ben riuscito con canzoni inglesi e canzoni italiane ma perfettamente in linea dello stile...british!

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Album e singoli in uscita ad Aprile:

‡-RKQ )UXVFLDQWH O¡H[ H RUPDL VWUD H[ FKLWDUULVWD dei Red Hot Chili Peppers pubblicherĂ l’8 Aprile il nuovo album da solista “Enclosureâ€? di contemporanea composizione all’album dei Black knight “Medieval Chambreâ€? dal quale ha tratto le esperienze con cui scrivere le nuove canzoni. ‡8 7DQWH YRFL XQD PHQR FUHGLELOH GHOO¡DOWUD ULvelano che il nuovo album, tanto sospirato dai fan, dovrebbe uscire ad aprile, altre voci ancora meno credibili fanno slittare l’evento all’anno prossimo. Aspettiamo impazienti le comunicazioni stampa. Forza Bono! Invisible e Ordinary Love non basteranno per sempre!

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L’INTERROGAZIONE

VISTA DA UNO DI PRIMA...

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