L'Urlo - Febbraio 2012

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Numero 4 - Febbraio 2012


L’URLO FEBBRAIO 2012 – N. IV –ANNO VI

ENNIO D’AMICO Direttore Responsabile Vicedirettore ALESSANDRO DE VITA Direttore Creativo GIACOMO GENZINI Caporedattore Attualità SEBASTIANO CORLI Caporedattore Mondo Beccaria STEFANO SANTANGELO Redazione MARCO BREMI, MATILDE CAPELLI, BIANCA CASATI, ALESSANDRO CORRIERI, MARCO COSTA, ELENA DOMENICHINI, FRANCESCO FALAGUERRA, GIOACCHINO FORNI, MARTA GEROSA, NAOMI GRILLO, GIULIA LITI, RICCARDO LOBASCIO, GIACOMO MAUGERI, BEATRICE MEDVED, VIOLA NOUHI, LUISA PUPO, FILIPPO ROVATI Illustrazioni Caporedattore ILARIA TROULLIER FEDERICA CHIECHI, MATTEO SCHIAPPARELLI, MATILDE VILLA Redazione Web Coordinatore DEBORAH SARTORI, KONRAD BORRELLI Collaboratori FEDERICO ARDUINI, FEDERICA VITALI, FRANCESCO ZAZA Docente Referente PROF. PIO MARIO FUMAGALLI

GIACOMO A. MINAZZI Direttore Editoriale

Invia i tuoi articoli all’indirizzo:

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assegniamoci, Beccarioti del quinto anno tutti: è uscito Greco. Io, personalmente, ma credo che ognuno l'abbia fatto, ho sperato fino in fondo nel tipico lieto fine da favola, con un Sobrio Ministro Azzurro, proprio come il Principe, che venisse ad annunciarci che Latino era stato prescelto, ma, come ci insegna Leopardi, anche quest'illusione è crollata. Più non spereremo che la maturità 2012 venga cancellata per prossima fine del mondo (mancano dieci mesi, gente, perché spendere tempo a studiare?). Più non spereremo (se ne discuteva con alcuni compagni l'altro giorno) che la maturità sia, in realtà, uno scherzo, e che, presentandoci il 20 giugno, ci venga detto che l'esame in realtà non esiste, e che nulla ci accadrà, a patto che si giuri di mantenere per sempre il segreto (ma se ve lo dico, non è che la copertura salta?). Va bene, questi sono deliri, ma ci stanno sempre. Specie quando si apprende che è uscito Greco. Ad ogni modo, dopo questa parentesi dedicata a noi maturandi, passiamo ad illustrarvi quello che abbiamo prodotto per questo mese. La nostra pagina di opinioni a confronto si occupa di quell'istituzione, tanto contestata (e chi c'era alla conferenza di Politica Internazionale in pausa didattica lo sa), che è l'Unione Europea. Vi parliamo anche della carestia che sta sconvolgendo il corno d'Africa in questo periodo, e di cui, come di tanti altri eventi, si sente parlare purtroppo molto poco. Si tende a pensare che la carestia e la fame siano cose d'altri tempi, ma non è così. Non è affatto così, purtroppo. Passando ad argomenti più allegri, è noto che, molto spesso, l'unico modo per giovani registi ed artisti nel campo del video in generale di farsi conoscere è attraverso quello straordinario sistema di diffusione che è Youtube: un'intervista con Michael Righini, youtuber di grande fama i cui caricamenti riscuotono abitualmente svariate migliaia di visualizzazioni, ci permette di dare uno sguardo più nel profondo a questo strumento. Sul tema calcistico, vi proponiamo un articolo dedicato agli sviluppi del Calciomercato di metà campionato ed uno dedicato a una delle squadre forse più interessanti di questa stagione: l'Udinese di Guidolin. Abbiamo anche riservato spazio a due degli eventi principali di ogni Febbraio: il Carnevale (alle cui radici facciamo decisamente poca attenzione) e, anche se è drammaticamente banale, San Valentino, per la cui ricorrenza abbiamo deciso di proporvi un articolo. Leggetelo: è molto meno stereotipato di quanto possa sembrare. Parliamo anche del Beccaria: si è appena conclusa la pausa didattica, e ci è parso simpatico proporre un articolo dedicato ad un ex-professore del Liceo che ha deciso di ripresentarsi la scorsa settimana: Roberto Vecchioni. Si apre anche una nuova stagione: quella delle prenotazioni dei viaggistudio all'estero (sono interessati soprattutto gli studenti che saranno in Quarta l'anno prossimo). Vi consigliamo, se avete in mente di partire per lidi differenti, l'articolo relativo. Speriamo possa esservi utile. Parliamo anche dell'ora di Religione e della sua utilità, e lo facciamo con un'intervista al professor Bertoglio, che insegna questa materia. Per quanto riguarda le nostre rubriche, Santamore si trova di fronte ad un problema... piscatorio, ed Edipo attende la propria condanna. Per non lasciarvi indifesi nei momenti più bui della giornata, infine, abbiamo pensato di farvi cosa gradita inserendo un cruciverba a pagina 10 (so che andrete a vederlo immantinente), di cui pubblicheremo la soluzione nel prossimo nuemro. Questo è quanto, per questo mese. Per contatti, trovate la mail in sovraimpressione. Cioè, in sovraimpressione no, anche perché se no non si leggerebbe il testo. Comunque, è in questa pagina. Al mese prossimo, Beccarioti!


“SOGNA RAGAZZO, SOGNA!” di Federico Arduini

Mercoledì 25 gennaio, in occasione della settimana di pausa didattica, è avvenuto l’atteso incontro con il professor Roberto Vecchioni, durante il quale quest’ultimo, accompagnato da chitarra acustica, si è esibito in alcuni dei suoi più grandi successi. Pluripremiato cantante e vincitore indiscusso dell’ultimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo con il bellissimo brano “Chiamami ancora amore”, Vecchioni ha insegnato per anni latino e greco nel nostro liceo, instaurando sempre un ottimo rapporto con i propri studenti. In un’intervista del giornalista Gigi Vesigna a “Famiglia Cristina”, il professore si raccontava in questi termini: «Quando scrivo una canzone, guardo dentro di me, cerco spunti nella mia vita, nella mia famiglia, nella religione», spiega. «Voglio essere credibile, sia insegnando, sia proponendo musica». Toccando numerosi temi all’interno di un lungo viaggio autobiografico, Vecchioni ha sottolineato l’importanza della poesia e della musica nel mondo moderno come nel mondo antico, mettendo in rilievo quel particolare rapporto di forte complicità che lega queste due immense arti, per alcuni pensatori rispettivamente voce ed anima del divino. Tra le numerose tematiche trattate, è certamente di fondamentale importanza l’amore per la cultura, sentimento che il professore ha fortemente invitato a coltivare, ricordando quanto siano importanti le parole, base solida e di fondamentale importanza della nostra esistenza, soffermandosi sulla natura etimologica di molti termini di uso comune, come la singolare etimologia della parola “desiderio”, derivante secondo alcuni studiosi dall’espressione latina “De sideribus”, ovvero “dalle stelle”. Inoltre, ricordando come anch’egli sia stato un professore del Liceo Beccaria, Vecchioni ha marcato come non si debba affatto sentirsi a disagio nel dire di essere degli studenti di un liceo classico ma di come, al contrario, bisogna esserne fieri. In risposta a coloro che si domandano quale utilità comporti lo studio di lingue definite da molti “lingue morte” come la lingua greca, il professore ha rimarcato fortemente come senza queste lingue non esisterebbe il mondo come lo conosciamo e lo ammiriamo noi oggi e neanche la maggior parte di tutte le lingue occidentali. Nell’esecuzione della musica che lo ha reso celebre in tutto il mondo, Vecchioni è stato accompagnato dal chitarrista milanese Massimo Germini, cultore della musica italiana d’autore. L’incontro si è concluso con l’esecuzione di uno dei brani più celebri e amati di Vecchioni, pubblicato nel 1971 all’interno del suo primo album “Parabola”: “ Luci a San Siro”, sulle cui note finali l’intera aula magna è “esplosa” in un forte ed accorato applauso a dimostrazione di come la sua musica sia ancora fortemente amata tra giovani. L’Urlo - Febbraio 2012 3


ORA DI RELIGIONE: LA FACOLTÀ DI SCEGLIERE di Matilde Capelli

“Avere facoltà di avvalersi di un insegnamento è certamente un’opportunità”, esordisce Fabio Bertoglio, professore di religione, che per la prima volta si esprime in merito al regime di facoltatività. “La religione è una delle forze più significative che caratterizzano la società umana e civile, un patrimonio culturale confrontabile con quello letterario e artistico che estende la sua influenza sull’intero arco della storia e in qualsiasi area geografica, una notevole ricerca della verità e del senso a disposizione di tutti”. Che cosa perdono, dunque, le persone che non frequentano l’ora di r e l i g i o n e ? “ Pe r d o n o u n i n t e r o vocabolario” che è significativo per la comprensione delle cose di questo mondo. Indipendentemente dall’essere credente o meno, l’ora di religione si configura come alfabetizzazione per la comprensione di tanti aspetti della storia e della vita. E come tutte le

ricerche di senso, “è un bene che sia facoltativa. Queste cose si scelgono. Sempre”. Ma allora che cosa spinge le persone a non frequentare l’ora di religione? “Sarebbe utile rivolgere queste domande agli studenti che

57% 43%

Fanno Religione Non Fanno Religione

scelgono o meno di avvalersi. Tuttavia” prosegue Bertoglio “ritengo che coloro che non frequentano l’insegnamento della religione non abbiano avuto sufficienti motivi per avvalersene” e utilizzano questo “spazio” per uscire da scuola, per allentare la tensione, per studiare con i compagni. E quelli che frequentano? “Alcuni lo fanno per un malinteso senso del dovere da parte delle famiglie. Il risultato, in questo caso, è generalmente mediocre. Altri frequentano per abitudine o inerzia. Nel migliore dei casi i risultati sono nell’ordine dello studio diligente. Nel peggiore, di mediocrità. Una buona parte, infine, presta un’attenzione sincera che può sfociare in vero interesse e stima per la materia dando risultati che possono essere anche eccellenti”. Ora di religione facoltatività, dunque, come “facoltà di s c e l t a ” : n o n i m p o s i z i o n e, n o n scorciatoia sulla comprensione.

STUDIO ALL’ESTERO di Giulia Liti

Una delle più speciali esperienze che è possibile fare per uno studente, è quella di trascorrere un periodo all’estero. Periodo dai tre mesi (d’estate, in paesi come l’Australia, senza perdere le lezioni di qui) ai dodici; e anche alcuni Beccarioti hanno deciso di fare questo tipo di esperienza. L’obiettivo principale di un’attività del genere sarebbe di migliorare la conoscenza di una lingua straniera (nel nostro caso l’inglese): quindi le mete più adatte ai Beccarioti sono i paesi anglofoni (come l’Australia, uno dei preferiti insieme agli Stati Uniti), ma ovviamente c’è la rara eccezione di chi sceglie altri paesi, magari anche per imparare una lingua nuova. Ci si deve rivolgere a un’associazione esterna (per esempio EF o Intercultura) e superare colloqui e selezioni. L’unico anno in cui è possibile fare uno di questi viaggi è il quarto, quindi le varie procedure devono essere fatte in terza

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(già tre ragazzi quest’anno hanno provato a iscriversi). Oltre alla promozione non ci sono requisiti particolari per partecipare. Per un viaggio di sei mesi ci sono due possibilità: andare da Luglio a Dicembre o da Gennaio a Luglio (per quest’ultima scelta, come per l’annuale, al ritorno a scuola è previsto un colloquio basato principalmente sull’esperienza). Non sono tanti però gli studenti del Beccaria che decidono di andare all’estero (quest’anno sono solo sette, l’anno scorso dieci; probabilmente perché comporta un dispendio di denaro e di energie notevole quando, una volta tornati, si ricomincia a fare i conti con Greco e Latino da recuperare (anche se i prof lasciano il tempo di rimettersi in pari, se non c’è l’estate di mezzo). I costi dipendono molto dal paese e dalle associazioni (! 3000-13000), ma c’è la possibilità di

ottenere borse di studio parziali. E’ certamente un’esperienza unica, raccomandata da chi l’ha fatta, perché permette di venire a contatto con una realtà completamente diversa, in una famiglia di un altro paese, in un’altra scuola, con tante nuove persone da conoscere.


CORNO D’AFRICA - LA CARESTIA di Bianca Casati

Nel 2011 l’ONU ha decretato lo stato di massima gravità per i paesi del Corno d’Africa, in particolare per Somalia, Etiopia e Kenya, afflitti dalla più grave carestia degli ultimi 60 anni. Si stima che, a causa della carestia, siano circa 12 milioni le persone che soffrono la fame nella regione e di queste 720 mila sono bambini a rischio di morte imminente a causa di grave malnutrizione acuta. La causa principale della carestia è la fortissima siccità che ha colpito la regione, diretta conseguenza dei forti cambiamenti climatici avvenuti in questi ultimi anni. A questa si sono purtroppo aggiunti i vari conflitti in cui sono stati coinvolti i paesi, sia recentemente che in passato, e che ne hanno decimato la popolazione e indebolito l’economia. La conseguenza di tutto ciò è che le popolazioni colpite dalla carestia continuano a migrare verso i territori confinanti e il loro flusso è così imponente che l’estensione dei campi profughi, situati solitamente appena fuori il perimetro delle città, è in co sta n te a um en to. L’A l to Commissariato Delle Nazioni Unite per i Rifugiati denuncia un totale di 955 mila rifugiati solo tra i Somali. Come hanno sottolineato Anab Ahmed Abukar e Edna Moallin Abdirahman, due volontarie dell’associazione Kariba appena rientrate da un sopralluog o a Mogadiscio, nei campi profughi la situazione è estremamente critica: molto spesso situati su territori privati, i profughi sono costretti a pagare un affitto mensile (in mancanza di pagamento vengono sfrattati e subito sostituiti da altri immigrati), l’acqua scarseggia e le esigue risorse presenti s o n o a p a g a m e n t o, i l c i b o è insufficiente, manca una rete fognaria, il sovraffollamento è tale che spesso esiste una sola latrina per decine di famiglie e il rischio di epidemie è naturalmente altissimo. Spesso gli

aiuti portati, dai teli protettivi per le baracche alla costruzione di scuole, risultano superflui perché tutto il possibile viene barattato con viveri e anche i bambini devono occuparsi di procurare del cibo. Le numerose ONLUS che operano nei campi si occupano delle necessità più svariate, dalla d i s t r i b u z i o n e d i v ive r i a l l a costruzione di abitazioni e scuole, all’assistenza sanitaria, alla pulizia dei campi. Il loro contributo è indispensabile e preziosissimo, tuttavia la realtà che si trovano ad affrontare è di dimensioni, complessità e urgenza tali che molto spesso è difficile coordinarsi efficacemente e si rischia di sovrapporsi in alcuni ambiti di intervento o, viceversa, di lasciare scoperti altri bisogni essenziali. La situazione del Corno d’Africa è resa ancora più drammatica dal fatto che nei paesi colpiti dalla carestia si trovano alcuni territori, in particolare nel Sud della Somalia e nella valle dell’Omo, in Etiopia, particolarmente fertili, i quali potrebbero davvero rappresentare una preziosissima risorsa per risollevare la regione dalla crisi. Recentemente, invece, è stato avviato dal governo etiope un progetto che prevede la cessione di molti di questi appezzamenti a compagnie occidentali che intendono sfr uttarli per piantagioni estensive di prodotti destinati al mercato estero, sottraendo di fatto la materia prima agli agricoltori locali e incrementando così disoccupazione e povertà. Nel caso della bassa valle dell’Omo, dove sono stati destinati alle piantagioni più di 300.000 ettari di terre tribali e parchi nazionali, il progetto del governo etiope comporta addirittura lo sfratto di parte dei

200.000 indigeni che vivono da sempre in questa regione, gli unici del Corno d’Africa che, grazie alla profonda comunione che sempre lega i popoli tribali alle loro terre ancestrali, non sono stati colpiti dalla carestia. Il progetto agroalimentare varato dal g over no prevede inoltre la costruzione di varie dighe sull’Omo allo scopo di creare una serie di canali di irrigazione destinati alle future piantagioni. Una di queste dighe, la Gibe III, avrebbe però l’effetto di impedire alle popolazioni locali di continuare a praticare l’unico tipo di agricoltura, basato sulle esondazioni stagionali dell’Omo, che può consentir loro di sostenersi e segnerebbe la fine della pastorizia nell’Etiopia meridionale. Survival International, l’organizzazione che difende i diritti umani dei popoli tribali di tutto il mondo, e lo stesso Unesco, che nel 1980 ha proclamato la valle dell’Omo patrimonio dell’umanità, hanno chiesto ufficialmente al governo etiope l’immediata sospensione del progetto. È desolante pensare che, in una situazione già così drammatica, le priorità di un governo non siano la salute dei suoi cittadini ma unicamente i propri interessi economici: infatti questo controverso progetto avrebbe come unica conseguenza l’acuirsi della carestia e la sofferenza di altre migliaia di persone. Un rappresentante di una comunità indigena della zona ha inviato questo messaggio ai sostenitori di Survival: “Per favore, aiutateci. Questo progetto di piantagioni porterà ai nostri popoli tutto tranne che la pace”.

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ALLA SCOPERTA DEL “TUBO” CON MICHAEL RIGHINI

di Elena Domenichini

Per chi non lo conoscesse ancora, Michael Righini è una giovane promessa di Youtube, i suoi video umoristici hanno riscosso moltissimo successo nel web, ottenendo migliaia di visualizzazioni: l’abbiamo intervistato per saperne di più riguardo al mondo di Youtube e al suo lavoro.

Io ci provo!

migliori in Italia secondo me.

Cosa fai nella vita? Il video maker: riprese e montaggio video. Anche se ultimamente faccio più lo youtuber, ormai per me è quasi un lavoro, ma fortunatamente per ora rimane un divertimento.

Se fossi un personaggio storico chi vorresti essere? Socrate, mi ha sempre affascinato.

I tre valori più importanti della tua vita? Soldi, donne, droga, omicidio, uscire Cosa ricavi da questi video? dalla galera… Scherzo! Amore Youtube ti finanzia? amicizia e famiglia. Come realizzi i tuoi video? Youtube ti dà la Partnership, che Cosa consigli di fare a chi vuole Con una Reflex, una Canon 7D. consiste nell'applicare pubblicità e cimentarsi nel mondo di Youtube? Metti per iscritto i tuoi video sponsor sul tuo canale e sui tuoi Non sono il dio di Youtube, ma il prima di girarli? video e in base alle visite ti arriva mio consiglio è quello di fare quello Solitamente sì, mi faccio una scaletta, qualcosa. Ma non posso dirvi quanto: che ci piace, ci diverte, anche con un ma molte cose vengono improvvisate. ci sono momenti in cui si può pizzico di viralità ogni tanto e non C’è chi pensa che tu abbia copiato guadagnare, in altri non vedi una lira. esagerare con gli spam perché non c'è Willwoosh (un famoso Youtuber) C'è uno youtuber che ti piace bisogno di chiedere pubblicità, se una cosa ne pensi? particolarmente? persona vuole crescere cresce, non ne Willwoosh è un mio amico, certo Willwoosh e i Pantellas, gli Hmatt, ha bisogno. l’ispirazione c’è, come lui ha preso Canesecco, Nonapritequestotubo... Una Saluto con ardore gli studenti del ispirazione da altri, ma sempre con il volta ce n'erano pochi, ora c'è il liceo classico Beccaria di Milano. proprio stile e le proprie idee. mondo... Matiosky è uno dei comici Sciao Belli! CALCIOMERCATO, MA NON SOLO di Gioacchino Forti

Il calciomercato di gennaio è stato piuttosto magro per le squadre italiane, che ne hanno tratto poco profitto. Acquisti più importanti: Borriello da Roma a Juventus, Vargas da Universidad de Chile a Napoli, Gilardino da Fiorentina a Genoa. Questo mercato riflette la situazione odierna delle società italiane che non stanno più al passo con le principali squadre estere, molte ormai dominate dai petrolieri arabi, che si possono permettere cifre inimmaginabili rispetto ai nostri “poveri” club nazionali. Infatti, con la crisi che imperversa, le squadre cercano nuovi fondi, poiché negli ultimi tempi sono pochi coloro che desiderano cimentarsi nel difficile business del calcio. Il segnale positivo, dimostrato anche nel precedente mercato, è la fiducia sui giovani, i quali hanno una carriera davanti, costi minori e si possono dimostrare grandi rivelazioni (es: Alvarez dell’Inter). Si spera che quest’anno porti fortuna alle squadre dell’Italia, che, ora come ora, scivola sempre più in basso. La classifica delle nazioni la vede in posizione non degna rispetto alla grande storia della serie A: superati recentemente dalla Germania e avvicinati dalla Francia, 6

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mentre Inghilterra e Spagna sono molto avanti, e soprattutto i club di quest’ultima esprimono un livello calcistico senza pari (Barcellona, Real Madrid...). L’unico gesto dell’ultimo autunno che ha portato speranza è stato il 3-2 tra Barcellona e Milan. La squadra rossonera è riuscita quasi a tener testa all’attuale club più forte del mondo, segnale che il Barça non è irraggiungibile come pensato fino a quel momento. Prima ancora degli acquisti, la cosa più importante è il gioco. Il risultato dell’inizio di questa seconda fase di campionato vede Inter in grande crescita, Milan e Juve una conferma (nonostante entrambe siano in leggero calo), Udinese e Lazio rivelazioni dell’anno (anche loro in lieve difficoltà), Napoli non al massimo, la Roma che sta vedendo realizzato il progetto dell’allenatore Luis Enrique.


UNIONE EUROPEA, di Sebastiano Corli

DUE PUNTI DI VISTA di Riccardo Lobascio

Già Carlo Magno era considerato “padre dell’Europa”; Rinascimento, Illuminismo, Risorgimento diedero il loro ideale contributo ad un progetto che si è concretamente attuato, nelle sue linee di unità monetaria ed economica, solo di recente. Oggi vive una fase di “deficit democratico”, i cui sviluppi saranno determinanti per la sua storia.

La prospettiva del nostro continente si pone verso un’incombente fragilità: se un tale apparato costituzionale si è consolidato sotto una moneta comune, i cui effetti hanno tuttavia consentito un’autonomia assoluta di alcuni Stati sovrani, causando una vigilanza su questioni economiche quasi del tutto contabile, la scarsa coesione dei membri ha invece maggiormente esposto la crisi dell’organismo UE rispetto ad altre nazioni più indebitate (USA, Giappone), sebbene interamente sovrane della propria moneta e delle proprie politiche. Tale frammentarietà sta focalizzando alcune fratture: gli intenti dell’Inghilterra, accennata una prospettiva di abbandono dell’Unione Europea, potrebbero persino alludere ad una futura spaccatura, purché la necessità di affrontare l’urto dei mercati non compatti definitivamente i vari Stati sovrani. Dai provvedimenti dei loro parlamenti dipende questo duplice indirizzo, proprio questa indipendenza legislativa potrebbe imporre un nuovo periodo di stasi decisionale, che ha condotto fino a tali termini. Una politica direttiva attuata da una cerchia di nazioni “più eguali delle altre” proietta l’avvento di uno scisma sino ad essere ipotizzata, da parte di alcuni economisti, un’Europa a due velocità dotata di differenti sistemi monetari. Il “Merkosy”, esemplare per tale tensione, ha inasprito il clima, nel momento in cui la Francia, dopo Grecia, Italia e Spagna, è stata declassata dalle agenzie di rating statunitensi, seppur in misura minore, mentre la Germania ha dimostrato la propria inettitudine davanti alla posizione assuntasi, adoperata per dilazionare i supporti economici alla Grecia prima del suo tracollo, intervenendo, anzi, ad arrestare sia qualsivoglia progetto di condivisione dei debiti pubblici sia la funzione della BCE come prestatore di ultima istanza. Proprio attorno a tali Stati, ossia Germania, Francia, Italia, Spagna e Grecia (a cui potremmo aggiungere Portogallo e Irlanda), si determineranno le sorti della UE: il loro default e i loro decreti sanciranno quanto la lunga egemonia dell’Europa nella storia dovrà definitivamente soccombere.

Premettiamo che l’Unione Europea è necessaria ai suoi Stati membri per riuscire a competere con le grandi economie emergenti come Cina, India, Brasile. La causa delle sue deficienze strutturali è l’assenza di effettiva unione politica in un quadro di unità e cooperazione economica (concretizzatasi nell’adozione dell’Euro). Il concetto di unione monetaria quale comune programmazione economica è stato attuato senza la perdita di sovranità nazionale nei confronti di un organismo superiore, realtà per la quale i tempi non sono ancora maturi. Un cinquantennio di trattati è servito a stabilire regole finanziarie per un’entità politica momentaneamente astratta. Ci siamo prefissati un sogno pseudo-federalista e non l’unico obiettivo per cui l’UE avrebbe avuto un senso, la crescita di ogni aderente. Abbiamo creato organismi atti ad imporre regole di bilancio e non a sostenere l’azione dei singoli Governi nel raggiungere, ciascuno seguendo i propri percorsi politici, i traguardi di sviluppo per cui si sarebbe rafforzato l’intero complesso Unione Europea. BCE, Fondo salva-Stati, OCSE non vengono intesi come enti volti a promuovere ripresa, bensì come impositori di un’unica programmazione. Di fronte alla crisi, ci siamo posti il problema di intraprendere la difficile ed inconcludente strada della discussione politica, anziché concentrarci sullo sviluppo, sulla stabilità, sull’assistenza, grazie alle quali l’Unione trarrebbe vantaggio. Infatti, solo l’adeguamento delle condizioni di crescita dei singoli e la comunanza di traguardi, evitando così la preponderanza e l’effetto paralizzante di interessi particolari, consentirebbe l’adozione di linee politiche unitarie.

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IL “TEMPO” DI CARNEVALE di Marta Gerosa

Qualunque cosa facciate a Carnevale, se avete intenzione di mascherarvi, sappiate che questa tradizione non risale alle origini della festività. Le cerimonie pagane del Carnevale nascono in Mesopotamia, quando una volta all’anno era concesso abbandonare il lavoro ed infrangere i divieti, per ritornare all’ordine cosmico del mondo e rigenerarsi, dal caos nasceva il nuovo anno. Anche in Egitto venivano organizzate delle parate in onore della dea Iside, legata al rinnovamento dell’anno. Come dimenticare, da studenti del liceo Classico, le Dionisiache greche, dove i ruoli venivano ribaltati: gli schiavi diventavano padroni e viceversa. La festa in onore del dio Bacco, veniva celebrata tra l’inverno e la primavera. Anche a Roma, nei Saturnali, accadeva qualcosa di simile con feste e banchetti, dove tradizionalmente Mamurio Veturio, coperto di pelli di capra, rappresentava il vecchio anno e veniva percosso con delle bacchette: si pensava infatti che così facendo nel nuovo anno la terra sarebbe stata fertile. Il Carnevale della tradizione cristiana perde la funzione mitica-magica, diventando il periodo precedente alla Quaresima fino a mutarsi nel Medioevo in una tradizione riservata ai nobili. Era quindi il periodo in cui indossare il costume: le feste nelle corti erano sfarzose e terminavano con la “morte del Carnevale”, dove veniva bruciato un fantoccio. Riguardo alle maschere, sappiate che all’inizio erano usate per allontanare gli spiriti maligni, poi per celare la propria identità, commettere atti vandalici e dimenticare il proprio status

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sociale, ritornando al capovolgimento dei ruoli tipico dei Saturnali. Adesso le feste di Carnevale sono molte e tutto il mondo si contende il titolo di migliore parata. In Italia le più importanti si svolgono a Venezia, Viareggio e Ivrea. Venezia è la città piena di colore e dai costumi elaborati: tra le tradizioni carnevalesche il volo dell’angelo e la discesa di un ospite segreto dal campanile di San Marco. Viareggio è ricordata soprattutto per la parata dei carri di cartapesta che, nati in origine con l’intento di denuncia e sbeffeggio, raffigurano personaggi noti o momenti importanti dell’anno passato. Se preferite le rievocazioni storiche, invece, non potete mancare al Carnevale d’Ivrea: due fazioni nemiche, “il popolo” e “l’esercito”, si sfidano in una battaglia… con le arance. Invece in Europa la varietà di feste è maggiore e per chi amasse gli agrumi, ma non le battaglie, a Mentone sono incredibili le sculture di limoni ed arance. Per i più sognatori è perfetta Basilea, dove alla sera, spenti i lampioni, sfilano ragazzi con tradizionali lanterne di carta sul capo che riportano scritte sull’anno passato, accompagnati dal suono di una melodia di flauti. Di grande effetto l’atmosfera di Rio de Janeiro, dove ballerini di samba e carri girano per la città portando allegria: per questo è la meta più gettonata dei turisti. Simile anche la parata delle isole caraibiche Trinidad e Tobago, con musiche coinvolgenti di tamburi e sfilate di bande. Lasciatevi quindi trasportare dal Carnevale e ricordate:

semel in anno licet insanire.


SAN VALENTINO di Filippo Rovati e Beatrice Medved

Fra pochissimo ormai, il 14 febbraio, si celebrerà la festa del Santo che tutti gli innamorati prediligono: San Valentino, il giorno dell’Amore per eccellenza. Ma perché questa ricorrenza è così famosa? Ripercorriamo la storia di un sentimento fondamentale per l’uomo partendo dai Greci, i primi a mettere in versi l’amore. Innanzitutto per i Greci l’amore era un Dio, Eros, che armato di arco e frecce scoccava dardi colpendo i mortali.Chi veniva trafitto non aveva scampo: si innamorava. Eros però non era solo un sentimento astratto, si manifestava anche come desiderio sessuale irrefrenabile. È in quest’ottica alquanto realistica che si colloca una delle voci più abili nel descrivere l’insieme di sensazioni che l’Amore genera: Saffo. Vissuta nella seconda metà del 7° secolo a.C., scrisse per un uditorio che era al tempo stesso pubblico ed ispirazione poetica: a lei era affidato un gruppo di fanciulle da istruire nelle tappe del cammino pedagogico fino all’età adulta. Tra le abilità che Saffo doveva trasmettere alle allieve, oltre alla rappresentazione di canti orali, vi erano anche pratiche sessuali omoerotiche, che trovano ampia espressione nei testi della poetessa. I Greci dunque, paradossalmente, a San Valentino avrebbero dovuto scegliere fra il loro amore omosessuale di giovinezza (tappa del cammino pedagogico) e l’amore “adulto”, eterosessuale. Qualche secolo dopo il poeta latino Catullo, nei testi dedicati alla sua Lesbia, mette in luce gli aspetti p i ù va r i d e l l a percezione amorosa, dall’odio più profondo all’ammirazione più totale, a seconda delle fasi del rapporto. Pensiamo ora ai versi “egli mi pare simile ad un dio”, incipit di una composizione di Saffo ripresa fedelmente ma riadattata alla propria sensibilità da Catullo, che dedica l’ode a Lesbia. Il bisogno di rendere lode all’amante o comunque di analizzare i sentimenti generati dall’Amore è un filo che lega epoche anche lontanissime (per un approfondimento sull’autore vi rimandiamo alla sezione appunti del nostro sito, dove troverete anche un’interessante analisi della parte più cruda e meno nota della sua produzione). Passiamo così alla concezione di Amor cortese, che trova espressione nella poesia trobadorica nel sud della Francia.

Visione squisitamente medievale, tuttavia attuale per chi si immedesimi nell’incapacità di farsi avanti con l’oggetto del desiderio, o nell’appagamento dato dalla sola lode dell’amato/a, anche a costo del solo “amore di lontano”. Il tema amoroso è poi protagonista nelle composizioni dei poeti della “scuola siciliana”, nata presso re Federico II nel XIII secolo .“Amore è un Disio che vien dal core” scrive Jacopo Da Lentini. Definizione che riecheggia in centinaia di testi pop moderni. Beatrice da Dante, Laura da Petrarca, chissà cosa avrebbero ricevuto per San Valentino, forse qualche capolavoro poetico. Arrivando al giorno d’oggi , dove il conformismo ci impone di adattarci al modo attuale di celebrare la festa, vediamo insieme la storia di San Valentino e le sue usanze. Il modo odierno per festeggiare San Valentino prese piede in Inghilterra e in Francia, presto seguite dagli altri paesi occidentali. Questa festività è più che altro un pretesto commerciale per la vendita di biglietti di auguri, fiori, cioccolatini, gioielli o vestiti. Un sondaggio della Greeting Card Association ha stabilito che i biglietti di San Valentino sono i più venduti dopo quelli d i N a t a l e, e s e c o n d o l a Confederazione degli Agricoltori il 70% delle coppie ogni anno festeggia regalando mazzi di rose (oltre 14 milioni). In tutto il mondo il 14 Febbraio è anche festeggiato con delle competizioni simpatiche tra innamorati, come i record dei baci più lunghi o dei baci in apnea. Le coppie più sfrenate si buttano in esperienze sbalorditive come il bungee jumping a due, o il lancio da un aereo. Molti preferiscono una “fuga” romantica in mete esotiche come Caraibi e Tailandia o più classiche come la Toscana. Tra noi adolescenti le prime coppiette si scambiano i regali, un misto di cliché e affetto, con la tradizione di “etichetta” che impone al ragazzo di sorprendere l’amata. Buttatevi e non temiate le conseguenze, magari prendendo spunto dalle voci dei geni letterari qui citati. Buon San Valentino a tutti.

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GUIDOLIN E LA SUA UDINESE: I NUOVI BIG DEL CALCIO ITALIANO di Marco Costa e Francesco Falaguerra

La serie A costituisce da parecchio tempo, e in particolare nel corso di questa stagione, una vera e propria anomalia in ambito europeo: al contrario di quanto si sta verificando in campionati, come quello spagnolo, non sono solo due squadre a essere in lizza per la conquista del titolo. Nell'avvincente realtà della massima serie italiana un esempio straordinario è quello dell'Udinese, squadra che nelle ultime due stagioni ha ottenuto risultati a dir poco sorprendenti. L'anno scorso, sotto il comando di Guidolin, i friulani hanno totalizzato ben 66 punti qualificandosi per i play-off della Champion's League, risultato raggiunto già nel 2004-05 con Spalletti in panchina. Con la cessione del talentuosissimo Sanchez, grande protagonista della scorsa stagione, erano sorti diversi dubbi in merito alla competitività dell'Udinese per quest'anno, ma in realtà la squadra di Guidolin continua a confermare partita dopo partita quanto di buono ha fatto fino a questo momento.

Verticali 1 Si fa quello dell’avvento. 2 Leoni marini sudamericani o meridionali. 3 lo sono quelle della metro. 4 Yoko, compagna di Lennon. 5 Romania in macchina. 6 Strumenti del Pittore. 7 Lei. 8 Può essere del dress code, o anche di forza. 9 In architettura sono detti anche “scuffie”. 11 Satellite terrestre, inglese. 13 Una canta, tante scoppiano. 15 Non importa quanto è grosso, il libro di scienze non ci entra. 19 Il materiale più usato dagli Etruschi. 22 Trento sulla targa. 23 Not Happy. 24 Venditti (sigla). Orizzontali 1 Lo sono verde e giallo. 6 Achille, “... veloce”. 8 Recipiente atto a contenere il bucato. 9 Il più grande avversario di FIFA. 10 Cane ipertrofico. 11 “... sana in corpore sano”. 12 Motivazioni legate al denaro. 13 La Lisa di Leonardo. 14 La si fa con un ago. 16 Consiglio di Amministrazione. 17 Lo erano quelli di Tacito. 18 I confini dell’Italia. 19 Se vai elegante è black. 20 Ne fa parte Don Giussani. 21 Nutrire, congiuntivo presente, 3° persona singolare, ma allo specchio! 23 La lascia l’aereo. 25 Se sei interessato ne chiedi di più. 26 Hitcock (sigla). 27 Il fiume più grande d’Italia. 28 “Se non è amore è ...”

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Grazie al prolifico capitano Totò Di Natale, 128 reti in bianconero, i friulani hanno migliorato ulteriormente il loro rendimento concludendo il girone d'andata in terza posizione a 38 punti, distanti di sole tre lunghezze dalla capolista Juventus. Diversi sono i punti di forza: dalla giovane età dei giocatori, che permette una grande costanza nel ritmo, alla solidità del reparto difensivo che fa dell'Udinese la seconda miglior difesa del torneo con appena 14 reti al passivo. Tutte le grandi ad averla affrontata fin ad ora non hanno avuto vita facile: un pareggio per il Milan ed una sconfitta per l'Inter. È quindi degno di nota il lavoro svolto da Guidolin, uno tra gli allenatori più competenti della serie A, che colpisce ogni giorno di più prendendosi piano piano soddisfazioni sempre maggiori sia in campo, basti pensare alla memorabile partita contro l'Arsenal, sia nei confronti di presidenti come Zamparini, che, al momento, hanno non pochi motivi per rimpiangerlo.

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Atto III Scena unica

Parì Tu ora saprai qual è la sentenza

perchè tu fosti empio, pel ritardo che tu facesti quando questa storia demenzial ebb'inizio. Quest'è lo cielo Empiro in cui con gran letizia son accolti color ch'un tempo furon insegnanti tre 'sterni, tre del Becca, poi c'è quello che ordinò che tu fossi rinchiuso.

Edipo Invero, non capisco

perché tutti costoro in fiamma, in tempo prisco siccome in roccia l'oro fuor dentro corazzati e tutti 'mbozzolati.

Pa

Tu de' saper che guardando lui, Egli la mente si sublima di sì grande canoscenza di letteratura che fuor del corpo 'nver traspare 'ssai ed a color di fiamma ha dato origin. Rilucon essi, ed Io con loro di fiamma 'ccesa da rosso cerino grande sì tanto, quanto fu sapienza lor grande in ogne scibil et ne lo 'nsegnamento di lor arte.1 Ma ecco ch'egli viene e' ti dirà qual sono le tue pene.

(Entra Egli, su un carro trainato da due cavalli, Poesia e Prosa) Egli Questa è tua pena, mio pravo studente

tu sosterrai, a fine dell'anno una prova, di cui è sorprendente come l'è fatta in ogni sua parte: sono tre scritti, più uno d'orale; e per non farlo, false farei carte. La prima prova avrà materiale; se sai tu scriver dovrà esser uso tutto in tuo bel saggio; ma più gran strale sarà seconda prova, chè se' 'ttuso e tu dovrai tradur da lingua 'ntica e poi non dovrai pensar "sopruso!" che questa pena hai perchè amica

(I presenti nell'Empireo iniziano a cantare la gloria di Egli) Co

Nostro buon padre, cui figlio è Pazzaglia, tu se' colui che l'umana natura ch'un tempo era d'un asin che raglia nobilitasti, e letteratura sola progenie che mai non si squaglia; festi dal Caos con nobil premura per casa a delle grandi umane menti ch'ambivan, più che d'aver sott'i denti cibo per loro, la gran canoscenza. Pria te non furo mai cose create nè tu creato fosti, ma semenza de lo 'nfinito ch'era pria che nate ne fussero di menti l'opulenza 2 e spazio e loco, che per coordinate mentre eri là, in mente tua hai creato tutte le cose ch'al sol hai mostrato. Poi ch'el progetto fu ben terminato demiurgo nostro, e posto in lunghi versi per tutto crear e dar voce al pensato altra creatura nei tempi che hai persi volesti creare, da te generato di stessa natura per tutti a vedersi, ma lui tardò 'nvero en suo lavoro che qui decanta pure questo coro. Per questo fu punito, e pena grande fu posta per coloro che mancaro d'arrivar lì, oppure troppo blande non vollero di canoscenza il faro dal quale ogni saper sempre si spande. Mondo pensato poi l'edificaro; così fu tutto il mondo bello pieno di uomini di bestie e qualche alieno. Manicocle

- L’EDIPO -

è stata a te scempiaggine e ritardo; ma terza prova sarà tua ortica: t'assillerà fino alla fin, testardo! Chè tutte son materie in e' presenti e forse chiederanti di quel Sardo che fece 'l comunista contro gl'enti il Gramsci io intendo; e poi, infine l'orale testerà se mai tu menti dicendo "oggi studio falangine e tutto quel che devo, mio Maestro!" questo tu dovrai far, pria ch'el confine di Becca nostra scuola, quel terrestro ti sia aperto ed il contratto mio capestro sia sciolto, e tu non si' sotto sequestro.

Edipo e Parì entrano in una stanza buia. Un trono centrale decorato con libri ed incisioni in lingue ignote. Sui lati, sei sedie, tre a destra e tre a sinistra, di cui solo la prima a destra non è occupata.

1 Notare l'affinità fra la condizione delle Anime beate dantesche e l'Empireo Manicocleo. NOTE Essendo, com'è noto, l'opera Manicoclea antecedente, si può affermare con tranquillità il plagio dantesco. E poi, al nostro è anche venuto decisamente meglio. 2 L'uso di una concordanza a senso ci fa capire come sia importante e fondamentale il passo. Si tratta infatti di una succinta cosmogonia, il cui centro rimane sempre la divinità verso cui Manicocle, avendo compiuto peccato, necessità espiazione.

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La Posta del Cuore del Dr. Santamore

Caro Dott. Santamore, il mio lombardo cuore impazzisce. E come su Facebook ci ricordano i trecentocinquantamila link pucciosi condivisi ogni giorno da bambinetti e semiumani depressi di mezzo mondo, la ragione non comanda il cuore. E così io, seppur pescatrice fin dalla più giovane età, nella mia lucida freddezza predatoria non ho potuto resistere al boccheggiante fascino della mia vittima. Mi sono innamorata di una trota. O meglio, di un trota. Cioè, credo, non ho verificato se sia un trota o una trota, l’unico modo in cui so scoprire una cosa del genere è squartare il pesce e vedere se al suo interno ci sono uova, ma la cosa potrebbe rivelarsi problematica (ma non è poi un grande problema, il mio amore non sarà certo fermato da questioni di sesso). Il problema è piuttosto che ogni volta che la/o vedo mi viene voglia di pescarla/o, ma evidentemente non gradisce e par faccia finta di soffocare! Noto inoltre che ciò succede soprattutto quando esce dalla Provincia di Brescia. Comunque so che ai trota (faccio uso di questa maschilizzazione di comodo) può essere grato il dono di una boccetta di acqua del Po; che dice, può funzionare? Mi rimetto alla sua sapienza: Lei come mi suggerisce di comportarmi per conquistarlo? LoVvOsA_TuNzTuNz96

Cara LoVvOsA_TuNzTuNz96, Siamo ormai giunti alla terza puntata della mia rubrica, e, per di più, tra pochi giorni si svolgerà il religioso mistero che più mi sta a cuore: la festa di San Valentino, la festa dedicata al patrono di noi servi dell’onnicelebrato licenzioso divo. Non mi sembra di dover certo spiegare nulla a proposito di questa festa, che tanto è celebrata in tutto il mondo, quasi fosse una rutilante epifania del dio Amore (ma che piuttosto si rivela essere del dio Denaro, che comunque all’altro spesso si accompagna, come ben sa chi percorra dopo il vespro la via per Sesto San Giovanni). Quale occasione migliore in ogni caso potresti mai avere dunque per trovar risolto l’affanno che ti rode il cuore? Una volta analizzato accuratamente, il tuo problema mi è parso, ancor più che al primo fugace sguardo, parossisticamente peculiare: peculiarissima quindi sarà la sua risoluzione. Inorridirai forse allora, dopo tal premessa, al mio consiglio di recar teco all’appuntamento (che darai ovviamente per il 14 Febbraio) una scatola di cioccolatini, banalissimo dono: ma non sia mai che io possa esser banale! T’invierò infatti (a patto di ricevere in cambio congrua, erotica moneta di scambio*) una mia personale produzione di cagnotti di cioccolato, il cui sembiante soverchierà ogni resistenza della tua trota (o del tuo trota), che, colpita/o nella sua intima natura, non potrà che accettarli con voluttà. Inoltre tali dolciumi, per rassembrar la larvale linfa, saranno farciti di alcolica crema, alcol che, come già dissi nella risposta del mese scorso, è come il cane all’uomo, il più fedele amico all’amante. Gli è che metter amo in siffatta cioccolata risulterebbe esser cruento e problematico per il tuo amato (seppur in moda di piercing): non ce ne sarà però bisogno, infatti è qui che, dopo che Bacco avrà fornito il suo aiuto, faremo entrare in gioco la tua ottima intuizione riguardo all’acqua Padana: sfoderala, esibiscila come rana pescatrice fa di sua luce e conducilo in tal modo alla preparata alcova, dove si schiuderà l’eterno voluttuoso mistero d’Amore. Tuo verde custode dei segreti del cuore,

Dottor Santamore

*Si accettano pagamenti a casa tua o a casa mia, è indifferente. 12 L’Urlo - Febbraio 2012


Rubrica di Alessandro Corrieri

Eccoci di nuovo nelle mani del fido Gordo, che non manca di suggerirvi un altro ristorante. Questo mese, la squadra ha raggiunto il Duomo, ha preso il tram 24 e dopo essere scesa alla fermata di Porta Vigentina si è seduta ai tavoli del ristorante argentino Don Juanito (al numero 33). Entrando si sente immediatamente l'atmosfera del Sudamerica, impreziosita da una musica caratteristica. A ricevere la presenza del Gordo arriva nientemeno che la moglie del proprietario, che fornisce una dettagliata descrizione delle pietanze tipiche. Sul tavolo è stato subito portato del pane insieme a bruschette con olio, aglio, prezzemolo, peperoncino, sale, limone e un tipico peperone sudamericano. Hanno composto gran parte del pranzo gli antipasti, primo tra i quali un ottimo formaggio alla piastra con pomodorini secchi; subito dopo sono state divorate le “Enpanadas”, panzerotti speziati (dal sapore però non invadente) con pollo, olive verdi e formaggio. Il proprietario ha rivelato che in Argentina le Enpanadas costituiscono il fast-food: si mangiano per strada come Hot Dog. L'attesa per i primi piatti è stata deliziata da un “caliente” Don David Cabernet Sauvignon Reserve del 2009, tipico vino argentino. Ed ecco il gran momento: il cameriere scosta le porte della cucina portando abilmente i vassoi che sfoggiano pietanze d'ogni tipo: grigliata mista di bistecca; filetto con salsa di pepe nero e riduzione di un vino di Borgogna; “Pechito Filetado”, un piatto di carne con patate saltate e funghi; tagliata di manzo con costine di vitello. Tutte queste prelibatezze sono state rapidamente trangugiate dal Gordo e dai suoi compagni. I nostri esperti erano a pancia piena, ma ognuno di loro

0258431217 - www.donjuanito.it

tino Ristorante Argen

Don Juanito,

Vigentina, 33 Corso di Porta Gli assaggi del Gordo:

forma!io a"a piastra con pomodorini #eschi Enpanadas Grigliata mista di Bistecca Filetto con salsa di pepe nero Pechito Filetado tagliata di manzo con costine di vite"o Mousse, gelato e crêpes al Dulce de Leche Prezzo Cena: 21 € a testa circa sapeva che avrebbe dovuto fare i conti anche con il dolce, che non ha tardato infatti ad arrivare. Mousse, gelato, crêpes, tutto a base di Dulce de Leche. Tuttavia, l'innocente idea di portare i dolci su un unico vassoio ha provocato nella squadra una faida in cui il Gordo ha cercato in tutti modi di avere la maggior parte di quanto servito. Il caffè, purtroppo, non è riuscito a reggere l'elevata qualità della cucina del ristorante. Anche questo mese il Gordo è soddisfatto! Come al solito, non manchiamo di ringraziare gli altri elementi della compagnia: Giacomo Minazzi, Federica Vitali, Matilde Capelli e Deborah Sartori.

LA RICETTA: CUORI DI KRAPFEN CON CREMA ALLE FRAGOLE di Deborah Sartori

Ingredienti (per circa 15 krapfen)

San Valentino si avvicina e per l’occasione in questo numero ho deciso di proporvi !"#$%&$'&()&* una variante più romantica (e dietetica) dei famosi e golosissimi krapfen austro+,,$-#.$/0$1&#02&$,, 3$456& tedeschi. 7,$-#.$/0$84##5 Crema 3+$-#.$/0$%0"60)5 Pulite, lavate e frullate le fragole. In una casseruola, mescolate il frullato di fragole 7,$-#.$/0$94::;"#5 con lo zucchero, i tuorli e la fecola. Mettete la casseruola su fuoco dolce e continuate <&))" a mescolare fino a far addensare. Togliete dal fuoco e fate raffreddare. !"#$0%$#0'0"25* Intanto montate la panna con la vanillina ed incorporatela alla crema raffreddata. 3,,$-#.$/0$1#&-5%" Pasta 3,,$=%$/0$'&22&$/&$=52)&#" >$:4::;0&05$#&(5$/0$1":5%& Stemperate il lievito in un po’ di acqua tiepida (va bene anche del latte) e unite la >$84()02&$/0$6&20%%02& metà della farina. Fate una palla e mettetela a riposare per un paio d'ore. Versate il 3$)45#%0$/?4565 resto della farina su una superficie, unite la pasta lievitata, le uova, 50 gr. di burro, lo >+,$-#.$/0$94::;"#5 zucchero e il latte (se necessario per ottenere una consistenza media). Impastate tutto e lasciate di nuovo a riposare fino a che non raddoppia di volume. Riprendete l'impasto, stendetelo con il mattarello in uno spessore di 1,5 cm e ritagliate con lo stampino dei cuori. Mettere su un cuore il ripieno e richiudere con un altro cuore. Continuate così fino a che non finisce l'impasto. Mettete i krapfen su una teglia e rimetteteli a riposare. Spennellate con i restanti 30 gr. di burro fuso e fate cuocere in forno preriscaldato a 180 ˚C per circa 20/25 min. Sfornate e spolverizzate con lo zucchero a velo, oppure servite in un piatto con delle fragole e un po’ della crema di fragole rimasta.

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Sister Act

!!Teatro Nazionale

Fino al 30 Marzo

IL MUSICAL

Cassandra

di Christa Wolf

!!Teatro Elfo

Fino al 12 Febbraio

LO SPETTACOLO

Ricordiamo con nostalgia i tempi in cui Whoopi Goldberg interpretava per la prima volta Deloris Van Cartier nei panni nella cantante di un night che, dopo aver visto il fidanzato uccidere una persona, venne rinchiusa in un convento per essere protetta dallo stesso. Era il 1992. Oggi, nella stessa storia e con lo stesso entusiasmo, è Loretta Grace a investire i panni della ribelle costretta a insegnare canto al coro della chiesa. Il giornale Il Giorno riporta questo titolo: «… Finalmente una ragazza nera che canta in italiano.» E magnificamente! La Grace e gli altri componenti del cast sono riusciti a sorprendere il pubblico con scenografie e costumi degni dell'originale Sister Act. Di sicuro uno spettacolo emozionante, caratterizzato da paillettes 'sbrilluccicanti' e scenografie ben strutturate. Il Teatro Nazionale di Milano già da novembre ospita questo spettacolo e vista la risposta delle persone ci sarà ancora per molto tempo.

La regista rielabora le vicende della sacerdotessa sotto un’ottica moderna, dove la dimensione psicologica ricompone frammenti di ricordi attraverso un monologo, mentre la reinterpretazione dell’epoV e del meccanismo catartico si attuano nelle risorse di un teatro quasi d’avanguardia. L’oscurità rappresentativa dell’incertezza e della memoria, le cui luci si proiettano a focalizzare interiorità del personaggio, il sottofondo musicale, da malinconica sinfonia sino a sinistri effetti sonori, compongono l’angoscia verso un futuro di catene, conseguenza della guerra davanti alle mura di Troia. Un tema di riflessione sulle condizioni dell’individuo dentro un universo ostile, ispirato al materiale dell’epica (secondo la procedura del teatro classico) riadattato ad una scenografia di grande maestria.

di Naomi Grillo

di Sebastiano Corli

“Il Libro del Destino - Alba e Crepuscolo” di Elisa Rosso

I LIBRI

La caratteristica che più stupisce di Elisa Rosso è la perseveranza. “Alba e Crepuscolo” è il terzo libro della trilogia fantasy de “Il Libro del Destino”, e i due volumi precedenti avevano scatenato critiche pesantissime a cui lei non ha dato la benché minima attenzione. Probabilmente il suo errore è questo, perché altrimenti almeno il terzo volume avrebbe presentato dei miglioramenti: purtroppo, invece, se ne notano ben pochi. La trama è ingenua, troppo simile a quella de “Il Signore degli Anelli”, e presenta gli stessi problemi dei libri precedenti, ossia buchi logici, situazioni inverosimili e dialoghi surreali, il tutto coadiuvato da continui infodump ed «As you know, Bob…» . I personaggi nel migliore dei casi sono spessi quanto un foglio di polistirolo, nel peggiore (come ad esempio per la protagonista Eynis e il coprotagonista Jadifh) sono addirittura irritanti. L’ambientazione manca di cura e di verosimiglianza, lo stile mostra mancanza di conoscenze tecniche e di esercizio. Una nota positiva da osservare è un certo numero di innovazioni che, seppur ridotte in mezzo ai molti cliché, rendono la lettura non disastrosa; inoltre la storia, nonostante non sia interessante, ha un suo ritmo. Tuttavia, la strada per l’accettabilità è ancora molto lontana, per non parlare di un prezzo equo, ben distante dai 18,00 ! a cui si trova ora. di Alessandro de Vita

“Istruzioni per rendersi infelici” di Paul Watzlawick Il mondo è traboccante di istruzioni per rendersi felici, tuttavia la felicità sembra rimanere irraggiungibile. Ma se della felicità non si può nemmeno dire esattamente cosa sia, è però più facile riflettere sull’infelicità! Questo libro comincia con una precisa analisi del ruolo dell’infelicità nella società umana, da cui si arriva a scoprire che essa non è solo necessaria, è anzi fondamentale per il suo funzionamento. Da questo quadro iniziale, che fa pensare ad una sorta di moderno “Elogio della follia”, Paul Watzlawick trova un modo divertente ed ironico di svelare i meccanismi e le assurdità con cui gli esseri umani costruiscono da sé la propria infelicità, per ottenere esattamente il risultato opposto a quello dichiarato: non imparare la ricetta dell’infelicità ma scoprire quella di cui ognuno di noi si serve da sempre. Il libro è ricco di esempi divertenti e di casi umani assurdi in cui si farebbe fatica a riconoscersi, aiuta a ridere di sé e l’autore riesce a rendere un tema complesso leggero e godibile. di Ilaria Troullier

“Innamorata di un angelo” di Federica Bosco Dopo gli indimenticabili “S.O.S. amore” e “101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro”, ecco che Federica Bosco ritorna a stupirci con “Innamorata di un angelo”. La protagonista, Mia, è un personaggio meraviglioso, cocciuta, sognatrice e tenace, descritta in maniera sublime come tutti i personaggi. La storia d'amore tra lei e Patrick, raccontata in modo semplice ma d'effetto, è capace di trasportarti in un mondo parallelo e di farti vivere i loro sentimenti in prima persona. Un libro emozionante, capace di far piangere e ridere. E' uno di quei libri che non smetteresti mai di leggere e abbiamo la fortuna di far sì che questa piacevolissima lettura duri per altri due libri: infatti, fa parte di una trilogia. Buona lettura! di Naomi Grillo

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a cura di Konrad Borrelli e Filippo Moia

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LA BACOCA! il to p o mo rt o Ec co ! Q ue st o è ne! C ioè, se a n d ate io de ll 'in te r ro g a z se r v o n o u n b u din o vi a l ri st o ra n te e n tro u n to p o de b u o n is si mo co n M a ng iate in to rn o ? mo rt o co sa fate b u din o? il o b u t tate tu t to

Se me t te te un di to ne lla pre s a r im ane te se cchi pe rché sie te un a soluzione di e le t t roli t i !!

M. ho impiegato più tempo io a correggere la verifica che tu a scriverla!

Voglio più bene al suo banco che alla C.!

Chi non fa i compiti non solo è un ladro o una spia, ma si prende anche tre!

Io quando mi arrabbio di brutt o non solo diven to brutt a, ma non ci vedo più! Vi ho spave ntato?

Se non sap ete che i Rom ani son o ven uti pri ma dei Vichinghi IL MIO MALUMOR E INCIDE RÀ SUL VOTO!

Al u n ve r i n a : h a Pro f f ich e? c o r re t to A: b : q u a n le d te m e h, i l T. o? D i n P: o k i i l g io r c i h a p o t te? te ac , a l l o r n o d o p o r t a t o i A: n h e r, io a i l T. i s o. . n a fo s o c i o n o, è o. od a le ! ch e i l T. non ha v ita

prof di sc ien ze , Raga zz i, no n ditelo all a ta di ve de re m a la prob abilità ne lla vi ss a, pe rc iò un a ce llu la è piu tt os to ba ut ile . sc ien ze è un a m ater ia in

n o fatt o Nel l’a lt ra cl as se h an o ‘a a a a’… tt ‘u uu u’ e ‘ii iii’ e io fa pa rl av an o mi ce n to pe rs one ch e .s on o … in sieme…ta n te vo ci a m a n on og an data da lla ps ic ol m i h a vo lu ta !

Se i di un'an tip at ia, se i fa st idi os a come la sa bbia ne lle mut an de !


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