Ispirare il cuore - Preview

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VANGELO QUOTIDIANO


Autore: Paolo Spoladore Titolo: Ispirare il cuore Collana: Vangelo quotidiano Pagine: 744 In copertina: La croce, Cristo, è nel centro, segno di salvezza. I quattro bracci uguali richiamano i quattro venti o punti cardinali, sono segno di universalità. Agli angoli i quattro evangelisti nei simboli dei Viventi di Apocalisse 4,6-7: Matteo l’uomo-angelo, Marco il leone, Luca il toro, Giovanni l’aquila. Vangelo: versione CEI 2008 Equipe di Ricerca Usiogope: Lisa Eroni Progetto grafico: Alessandro Lessi Minedivine www.usiogope.it © USIOGOPE SRL I edizione marzo 2012 ISBN 978-88-88523-40-8 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, registrata o trasmessa, in qualsiasi modo o con qualsiasi mezzo senza il preventivo consenso formale dell’Editore. Finito di stampare nel mese di marzo 2012 L.E.G.O. S.p.A. - Lavis (Trento)


Paolo Spoladore

ISPIRARE IL CUORE



Introduzione

Chi si avventurerebbe in un viaggio per mare con un’imbarcazione con timone ma senza sistemi di propulsione, remi, vele, motori? Oppure chi si avventurerebbe per mare con un’imbarcazione provvista di ottimi sistemi di propulsione ma senza timone? Cos’è l’energia senza un progetto, una guida, un metodo? Un pericolo mortale. Cos’è un progetto, una guida, un metodo, senza energia? Un nulla mortale. Il pensiero umano è capace di enormi energie e potenzialità, ma può diventare, per l’uomo, la massa di materia e cellule più pericolosa, velenosa e mortale, quando esprime la sua energia senza un timone oppure quando pretende di indicare una via ma senza fornire energia. I sistemi di potere del mondo schiavizzano e spremono a proprio vantaggio tutta l’energia pensante e vitale dell’uomo con l’inganno del progresso e della sicurezza, senza mai condurlo alla terra della felicità e del benessere. I sistemi religiosi del mondo, invece, si propongono come timoni e guide illuminate per condurre l’umanità verso la felicità, senza mai fornire all’umanità le chiavi della v


Introduzione

conoscenza. Questo impedisce all’uomo di sviluppare e utilizzare tutte le sue energie e potenzialità per costruire la propria felicità. Chi o che cosa ha energia e direzione per dire all’uomo come usare le potenzialità del suo pensiero? L’ispirazione. Senza ispirazione il pensiero dell’uomo è come una nave a vele spiegate ma senza timone oppure con il timone funzionante ma priva di vele. È l’ispirazione e solo l’ispirazione che fornisce energia e direzione al pensiero dell’uomo. Dalla qualità dell’energia e dal profilo della direzione dell’ispirazione deriva in modo proporzionale la qualità dell’energia e il profilo della direzione del pensiero. La qualità del pensiero determina la qualità delle azioni, perciò la qualità dell’ispirazione determina la qualità delle azioni. Ispirazioni meschine fanno lavorare il pensiero in modo meschino. Ispirazioni false, decentranti, fuorvianti, coercitive, forzate, subdole, adottate conducono a forme di pensiero commisurate e proporzionate. Ispirazioni di basso profilo muovono pensieri e azioni di basso profilo. Lo scopo reale della vera ispirazione non è porsi come modello o riferimento, né sostituirsi a qualcosa o a qualcuno, nemmeno spingere all’imitazione, all’emulazione, all’identificazione con gli altri. L’ispirazione vera non afferma principi, non dice e non indica ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non crea cerchi di appartenenza e non stabilisce chi è dentro e chi è fuori da un cerchio. L’ispirazione vera non è mai una dottrina, una religione e nemmeno un’intuizione, un’ideologia o una filosofia e non ha bisogno dell’appoggio mentale e morale di milioni di uomini per sottolineare con orgoglio la sua qualità, la sua forza, il suo pregio. L’ispirazione non ha bisogno di prevalere, di giudicare, di esercitare pressioni di qualsiasi tipo. L’ispirazione non è nemmeno una traccia da seguire e non ha la pretesa di lasciare alcuna traccia. Cos’è l’ispirazione, l’ispirazione vera? L’ispirazione vera è mostrare, mostrare con amore e sapienza, mostrare con amore e sapienza l’evidenza della mano di Dio vi


Introduzione

che tutto ha preordinato alla bellezza, all’armonia, e alla felicità. Se l’ispirazione non conduce pian piano alla felicità vera di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, non è ispirazione, è un surrogato, un falso, un inganno. L’ispirazione vera prima di mostrare in quale direzione possiamo incamminarci per arrivare a una nuova più elevata evoluzione, mostra l’origine, l’origine di tutto, da dove tutto viene e deriva, mostra la nostra divina amorosa ed eterna sorgente. La Parola della bibbia inizia dal racconto del Genesi per questo motivo. È solo dalla conoscenza dell’origine delle cose che si può comprendere la direzione di tutte le cose. È più facile conoscere dove un fiume va a tuffarsi nel mare che sapere dov’è la sua sorgente, ma solo se si conosce la sorgente, si conosce tutto il tragitto. Senza ispirazione le qualità intrinseche e individuali dell’uomo e della donna non condurranno a nessun vantaggio reale per il vero benessere dell’umanità, perché resteranno senza energia e direzione. La qualità suprema dell’ispirazione di Gesù e dei testi evangelici è che Gesù non ispira l’umanità mostrando unicamente all’uomo dove potrà arrivare nella felicità e nella beatitudine ma, soprattutto e prima di tutto, mostrando all’uomo la sua origine, mostrando all’uomo da quale celeste e onnipotente gloriosa paterna felicità è stata creata la sua vita. Gesù non ci ispira solo mostrandoci verso quale felicità possiamo incamminarci, se seguiamo le sue procedure, ma ci ispira a essere consapevoli della nostra divina origine, a riconoscere da quale divino cuore di festoso amore proveniamo. L’umanità sarà ispirata a cambiare la direzione dei suoi orientamenti mentali dalla direzione proposta dalle procedure evangeliche, ma anche da quello che scoprirà di se stessa nella sua storia universale passata, nella quale potrà conoscere lo splendore della sua provenienza divina. La vera ispirazione ci mostra ciò che siamo e ciò che potremmo essere se torniamo a essere ciò che siamo realmente. Chi ci ispira veramente sa mostrarci con vii


Introduzione

amore e tenerezza ciò che siamo senza pressione, giudizio, sensi di colpa, senza spaventarci e farci paura. Due sono i libri dell’ispirazione: il creato e la Parola di Gesù. Il secondo si è reso necessario per la durezza del nostro cuore e la sordità del nostro orecchio intellettuale. Un minuto sotto le stelle a guardare il cielo ispira, cioè mostra ciò che siamo e da dove veniamo e quanto tutto è immensamente più grande e infinito di come ci siamo convinti che sia, e quanto potremmo essere felici, più di mille anni di culture, letture, imperi, riflessioni, dogmi, dottrine. Le povere parole di queste riflessioni sulla Parola del Maestro Unico non sono certamente in grado di ispirare, di mostrare all’umanità la vita in tutto l’amore, lo splendore e la sapienza di cui è tessuta, ma possono offrire almeno una carezza, una carezza al cuore e al pensiero di chi legge, una carezza al cuore e al pensiero di chi legge così che si conceda qualche minuto per abbandonarsi tra le braccia sconfinate di un cielo stellato, e qualche minuto tra le braccia della dolcezza del vangelo di Gesù. Solo qualche minuto al giorno, per farsi teneramente ispirare dall’Amore di Dio per essere e vivere felici. Secondo il vangelo, la felicità dell’umanità è il primo dei desideri di Dio e dovrebbe essere la prima e più grande responsabilità dell’uomo.

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quello a cui si è attaccati. Non è possibile seguire la Voce di Dio senza lasciare. La cosa più difficile da lasciare è il sistema dei nostri pensieri, la nostra mentalità, la catena delle nostre sicurezze. Seguire senza lasciare è come volare senza staccarsi da terra. Subito è il tempo. Lasciare gli attaccamenti è la liberazione, seguire Gesù è il movimento che semina vita per la vita eterna. La risposta dell’amore è subito, e se non è amore, tutto il resto è subìto.

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21-22

Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 21

L’azienda di famiglia Giacomo (in ebraico, “colui che segue Dio”) e Giovanni (in ebraico, “Dio è grazia, benevolenza”), giovani dal carattere impetuoso, tanto che verranno definiti da Gesù “i figli del tuono”, vivevano con il padre Zebedeo e la madre Salomè a Betzaida, sulla riva del lago di Genezaret, detto anche mare di Galilea. Avevano una piccola industria di pesca. Data l’abbondanza dei pesci nel lago, l’azienda-impresa prosperava molto bene, a tal punto che si poteva permettere, assieme ai servi, anche alcuni dipendenti-garzoni e delle barche di sua proprietà, con le quali si pescava tramite reti dette “tramagli”, migliori e più costose di quelle usate dai pescatori poveri. L’azienda Zebedeo&figli, come riferisce Luca, era in “società” con la ditta di Pietro e Andrea. I figli di Zebedeo potevano disporre anche di molto tempo libero, infatti si sa che Giovanni andava al Giordano intere stagioni per ascoltare la predicazione dell’Immergitore Giovanni e per vivere con lui come suo 24


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discepolo. Più tardi i due fratelli fanno altrettanto per seguire Gesù come pure la loro madre Salomè, lasciando solo il padre Zebedeo e i servi a gestire l’azienda di pesca. La nuova “ditta” della chiesa non nasce perciò da zero, non nasce dal nulla, nasce da un’azienda di famiglia, azienda di pescatori, da una struttura semplice e funzionante, che simbolicamente compie già il lavoro che la chiesa dovrà svolgere per sempre: pescare, pescare uomini a Dio, per la sua rete d’amore, la migliore rete della vita, la migliore rete per l’eternità. Gesù ci ha lasciato la chiesa come l’azienda di famiglia dell’umanità con l’incarico spirituale più importante e determinante della storia: l’incarico di liberare gli uomini dall’ignoranza, dalla schiavitù dei poteri umani, e di ispirare l’amore, il perdono, la pace, per una vita senza fine.

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23-25

Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 24La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. 23

Guarire tutto Gesù guarisce ogni sorta di malattie e di infermità, letteralmente tutte le malattie e tutte le infermità. Il termine greco nòsos, “infermità, malattia”, è anche traducibile con “male, danno”; Gesù guarisce tutto il male e tutti i malati perché conosce come nessun altro la vera origine del male e della malattia. Conducevano a lui tutti i malati. Il testo evangelico dona luce straordinaria sull’origine della malattia, e lo fa proprio attra25


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verso il termine “ammalato”, èchon kakòs in greco. Il verbo ècho è il verbo del possedere, del tenere stretto in mano, tenere saldo, di conseguenza anche del trattenere attraverso il pensiero, del ritenere, considerare; l’avverbio kakòs, a esso unito, significa letteralmente “malamente, miseramente, con torto, con malizia, in modo nocivo, pericoloso, dannoso, malvagio, perverso”. Si potrebbe quindi tradurre la parola “malati”, echòntes kakòs, con “coloro che trattengono malamente col pensiero”, “coloro che trattengono con malizia, in modo malo”. È incalcolabile fonte di conoscenza questo trattenere malamente, e ancor più questo trattenere malamente col pensiero. La malattia, le disarmonie dell’uomo derivano dalla sua capacità di trattenere malamente, in modo consapevole o meno, presso di sé gli eventi della vita e dall’incapacità di liberarsi del male, che spesso non riconosce come male, da dentro di sé. Trattenere pensieri di rabbia è trattenere malamente dentro di sé, trattenere pensieri di gelosia è trattenere malamente dentro di sé, trattenere desideri di vendetta è trattenere malamente dentro di sé. Trattenere la tensione della competizione è trattenere malamente dentro di sé. Trattenere parole di giudizio e di condanna per se stessi e per gli altri è trattenere malamente dentro di sé. Trattenere ira furibonda, fastidio acuto, insoddisfazione intima, delusione severa è trattenere malamente dentro di sé. Trattenere malamente dentro di sé è un modo perfetto per trattenere il male dentro di sé. C’è un solo modo al mondo per liberare la mente, il cuore, l’anima e il corpo da questo pericoloso avvelenamento tossico del trattenere il male in ogni sua forma, c’è un solo modo per non trattenere il male dentro di sé, e non è farlo esplodere nella violenza o nella rabbia, ma scioglierlo nel perdono. Perdono da chiedere in ginocchio a Dio per ogni mancanza di amore, lasciando andare per sempre i nostri errori, e perdono da offrire ai nostri simili per le mancanze di amore subite e sof26


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ferte, lasciando andare per sempre il male che ci hanno fatto. Il perdono libera dal possesso del male, scioglie dal trattenere il male dentro e conduce alla guarigione. Non esiste disarmonia né sofferenza che non origini da un atteggiamento di non perdono, e non esiste disarmonia né sofferenza che non possa trovare guarigione nell’atteggiamento del perdono. Il perdono scioglie gli acidi velenosi e tossici del trattenere malamente dentro di sé. Perdono è lasciare andare con amore e gratitudine ciò che in realtà la vita, il nemico, l’evento ci ha già tolto. Perdonare è sciogliere gli attaccamenti che non vorremmo fossero stati attaccati e colpiti. Gesù tutti guarisce e tutto guarisce perché, conoscendo l’origine delle disarmonie umane, prima e meglio di ogni altro, nel perdono e nella compassione indica la via che libera il cuore dal possedere e dal trattenere malamente dentro di sé.

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1-2

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati».

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L’ispirazione Ecco l’ispirazione. Ecco il cuore dell’ispirazione divina, ecco la costituzione spirituale e pratica della nuova umanità e della nuova chiesa. Ecco i principi attivi per ogni rivitalizzazione, ecco la cura per ogni disarmonia del cuore, della mente, del corpo. Ecco l’ispirazione del vangelo, ecco il vangelo stesso, ecco il cuore di ogni evangelizzazione. Senza Beatitudini la teologia è un insieme di teorie mentali sull’argomento Dio. Senza Beatitudini le spiritualità di ogni angolo della terra e della storia sono vaneggiamenti di anime pigre e inconcludenti. Senza Beatitudini i riti religiosi e i precetti morali sono forme maniacali di comportamento collettivo, ossessivo com27


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pulsivo, la scuola e le culture sono accademia per colti-incolti di ogni elementare saggezza. Senza Beatitudini la più moderna democrazia è avvilente dittatura, la legge e la giustizia sono il manganello e la ghigliottina dei potenti contro i poveri, le religioni sono fanatismo violento a servizio dei poteri forti, la scienza è materia per luminari senza luce. Tutto ciò che si pensa, si muove, si organizza, si decide fuori e lontano dalle Beatitudini è mortale, necrotico, involutivo, sorgente di pazzia, radice di stupidità, fonte di corruzione e distruzione. Le Beatitudini sono la vera ispirazione, l’unica vera, efficace ispirazione che può cambiare, veramente cambiare il cuore dell’uomo e la storia.

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3-12

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«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4 Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5 Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10 Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». 3


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È sicuro La beatitudine che Gesù annuncia è uno stato totale dell’essere che coinvolge e invade tutta la persona umana in ogni sua dimensione spirituale, psichica e corporea. Le Beatitudini sono la proposta evolutiva di Gesù per tutta l’umanità, già a partire dalla vita su questa terra. Lo stato di beatitudine che Gesù annuncia agli uomini realizza l’unione grata con il tutto e con l’uno, in equilibrio salutare e nel reale benessere per tutti gli uomini, nella condivisione equa e abbondante di tutte le risorse e le ricchezze della terra. A quali scelte, pensieri, dialoghi interiori, valori, decisioni è dunque inscindibilmente legata la beatitudine reale dell’uomo e dell’umanità che Gesù annuncia? La beatitudine reale dell’uomo è legata alla povertà in spirito. Non si tratta affatto di miseria dell’anima, ma di quel potentissimo atteggiamento spirituale che, in qualsiasi frangente della vita, prevede, prima e anzitutto, anticipatamente e fondamentalmente, un fiducioso totale abbandono in Dio. L’opposto dell’essere povero in spirito è il pensare male di Dio e, pensando di essere da lui ingiustamente abbandonati, forzare la vita e le situazioni per averne il controllo, sostituendosi a lui e alla sua fantasiosa provvidenza. La reale beatitudine dell’uomo è legata al fatto di potersi trovare a piangere solitudine, incomprensione, emarginazione, difficoltà non a causa del proprio malato dialogo interiore, ma a motivo della persecuzione, dello sciacallaggio e della violenza dei poteri forti, che si oppongono alle realtà di giustizia e di pace in cui si crede. L’opposto di questa beatitudine è entrare in rivolta contro Dio e il suo modo di intervenire e agire che non si accorda con i nostri sistemi di pensiero. Questo comporta diventare duri di cuore e perdere la gratitudine del cuore, la passione e l’amore per le realtà in cui si crede, a causa delle persecuzioni e delle incomprensioni. La reale beatitudine dell’uomo è legata alla 29


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mitezza, alla misericordia, all’assenza di giudizio e condanna con cui si compie ogni azione e si svolgono tutti i nostri compiti e le nostre relazioni. L’opposto di questa beatitudine è il delirio di onnipotenza dello sguardo indagatore e giudice, è quel mettersi al posto di Dio che conduce alla superbia e all’arroganza e che spegne nel cuore mitezza e misericordia, sfociando nell’ambizione più sfrenata. La reale beatitudine dell’uomo è legata alla potenza spirituale della nostra fame e sete di giustizia e di benessere a favore di tutti, che realizza le nostre azioni come operatori di pace. L’opposto di questa beatitudine è considerare Dio un nemico del proprio benessere, un disturbo fastidioso, una seccatura molesta nel vivere e organizzare la vita unicamente per il proprio vantaggio e nell’operare scelte e progetti solo e unicamente per i propri interessi e priorità. La reale beatitudine dell’uomo è legata alla forza di accettare serenamente, anzi, con profondo onore interiore, la persecuzione, l’insulto, la calunnia, se questi derivano dal proprio desiderio di seguire il vangelo e il Maestro Gesù. L’opposto di questa beatitudine è combattere in nome di Dio, usare la sete di vendetta, l’ira, la violenza, il conflitto nel suo nome. È sicuro. Non c’è possibilità di errore. È sicuro, assolutamente sicuro: l’uomo che segue queste Beatitudini sarà felice, pienamente felice ed equilibratamente sano, anche nei momenti difficili e faticosi dell’esistenza. È sicuro: l’uomo che segue l’opposto di queste Beatitudini non conoscerà mai la felicità, la pace, la realizzazione di sé, il vero benessere, la salute, la beatitudine. È sicuro.

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13-16 30

«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che a essere gettato via e calpestato dalla gente. 14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta 13




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