IL FELICE INCONTRA DIALOGHI IMMAGINARI CON GESÙ ISPIRATI AL VANGELO SECONDO MATTEO capitoli 1-14
PAOLO SPOLADORE
IL FELICE INCONTRA Volume 2
DIALOGHI IMMAGINARI CON GESÙ
INDICE
Introduzione
7
La fonte
8
L’ambiente
9
I personaggi
11
Dialogo 1 Perché
13
Dialogo 2 Cibo
33
Dialogo 3 La legge
51
Dialogo 4 L’occupazione
69
Dialogo 5 Giudicare
85
Dialogo 6 Umile fede
105
Dialogo 7 Alternativa stupenda
133
Dialogo 8 La scelta
157
Dialogo 9 Rivelare
201
Dialogo 10 Separati
227
Dialogo 11 Falce e seme
257
Dialogo 12 Primo: fidarsi
283
Introduzione Può un passero imparare a volare da una talpa? Un salmone può capire come si fa a nuotare guardando un criceto? Un cammello può capire cosa significhi camminare nel deserto guardando un’aquila in cielo? Da un mastro falegname cosa puoi imparare? A costruire con il legno o ad annodare reti da pesca? Da un mastro musicista puoi apprendere l’uso di uno strumento o il tiro con l’arco? Da un mastro ferraio puoi apprendere come modellare i ferri da cavallo o le tazze per il tè? L’uomo può apprendere le vie della bellezza dalle mode, dalle consuetudini, dalle convinzioni umane? Può attingere la pace alle sorgenti delle ideologie, delle religioni, delle filosofie umane e dei retaggi familiari? Può incamminarsi sulle vie della gioia seguendo i passi degli imperi umani, delle culture, degli eserciti, del mercato, dell’ambizione, della competizione? Non puoi ricevere luce da ciò che luce non è. Non puoi attingere gioia da ciò che gioia non è. Non puoi conoscere bellezza da ciò che bellezza non è. È Yeshua stesso, Gesù, che nella sua breve esperienza terrena si autodefinisce davanti all’umanità come il Bel Pastore, cioè colui che guida alla bellezza. Come il Principe della pace, cioè il Signore della pace. Come colui che porta la gioia piena, cioè la sorgente cosmica della gioia senza fine. In questo libro di dialoghi immaginari, ispirati al vangelo secondo Matteo, Gesù svela le chiavi della bellezza, della pace e della gioia. 7
Dialogo 1 PerchĂŠ Matteo capitoli 1-3
Matteo capitoli 1-3
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8 Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. 17In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. 18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero 1
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Dialogo 1 • Perché
a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù. 2,1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2 e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero 15
Matteo capitoli 1-3
l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». 9 Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. 13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». 14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio. 16Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, 16
Dialogo 1 • Perché
secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più. 19 Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». 3,1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» 3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7Ve17
Matteo capitoli 1-3
dendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!” Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». 13 Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
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Dialogo 1 • Perché
Perché Dopo l’immersione di Gesù nel Giordano, Giovanni Immergitore accoglie Gesù per la notte nel suo rifugio nel deserto. I due sono a cena, una cena frugale dove non si sprecano parole. Giovanni Immergitore avrebbe molte domande da rivolgere a Gesù, ma non ha il coraggio e non vuole rompere il silenzio. Gesù: Dimmi, Giovanni. Giovanni Immergitore: Mi senti, vero, Signore? Senti che il mio cuore vorrebbe capire, sapere il perché. Scusami, Signore, oggi ho cercato di impedirti di compiere il rito dell’immersione ma, alle tue parole, ho lasciato che fosse come tu volevi. Però proprio non ho capito. Te lo ripeto, Signore, sono io, sono io che ho bisogno di essere immerso da te e in te, e tu vieni da me? Tu vieni da me, Signore? Perché? Perché poi quella luminosa colomba su di te, e perché quella voce dal cielo maestosa ma anche spaventosa? Perché? Gesù: Ecco, Giovanni, ecco come l’umanità si è fatta ingannare, come si è confusa, come si è persa e dispersa. Giovanni Immergitore: Cosa intendi, Maestro? 19
Matteo capitoli 1-3
Gesù: Da quando ti sei presentato al popolo per proporre l’immersione per il perdono dei peccati, il popolo cosa ha cominciato a chiederti? Giovanni Immergitore: Prima di tutto la gente ha iniziato a chiedere perché, perché lo facevo, perché proprio adesso, perché proprio io. Adesso mi chiedono continuamente perché dovrebbero fidarsi di me, perché dovrebbero immergersi e lavarsi dai peccati. Qualcuno mi chiede perfino perché fare il rito in questo modo, perché in questo fiume. Adesso che mi fai pensare, dal primo istante mi hanno chiesto perché, mille perché. Gesù: Giovanni, nessuno ti ha chiesto come? Giovanni Immergitore: Come? In che senso? Gesù: L’umanità, fin dai suoi albori, nel gan Eden, nel giardino del totale godimento, della gioia piena, ha sempre e solo chiesto perché, mai come. Perché non toccare l’albero della vita? Perché Dio ha posto nel giardino l’albero, se poi non si può toccare? Perché Dio non vuole che ne mangiamo i frutti? Perché ci deve essere qualcosa che non si può fare, mangiare, toccare? Perché esiste il serpente, cioè il male? Perché Dio ha creato il 20
Dialogo 1 • Perché
male? L’umanità chiede sempre il perché delle cose, ma ciò che veramente serve alla vita e ai viventi è conoscere il come delle cose. Certo è importante nella vita sapere perché fare una cosa, ma è assolutamente imprescindibile per la vita sapere come si fa una cosa. Chi sa come si fa il pane, ed è molto bravo a farlo, potrebbe non sapere esattamente perché fa il pane, ma fino a che lo fa e lo fa bene, tutti mangiano e vivono. L’uomo si ritiene intelligente perché ha imparato a chiedersi e a comprendere il perché delle cose, ma in realtà la vera intelligenza è chiedersi e comprendere il come delle cose. Chiedersi il perché apre esclusivamente le strade del filosofeggiare, dell’argomentare, dell’elucubrazione mentale, e non fa procedere verso la verità. Chiedersi il perché apre la strada alle idee, non alla realtà. Chiedersi invece come accadono le cose, come funzionano le cose, come sono state create le cose, questo apre le strade al vero utilizzo dell’intelligenza, al benessere, alla semplicità, alla sapienza, all’amore, alla gioia. Il lupo non si chiede perché è un lupo ma tutta la sua essenza vitale e intelligenza animale è preordinata a cercare come meglio fare il lupo per sopravvivere e vivere. Le api, le formiche, le cicale non si chiedono perché sono api, formiche, cicale, ma sanno esattamente come si fa a essere 21
Matteo capitoli 1-3
il meglio come api, formiche, cicale. Così le piante, l’acqua, il vento, il fuoco, le stelle e le galassie non si chiedono mai perché sono quello che sono, qual è il senso della loro esistenza, ma sanno esattamente come fare per essere quello che sono nell’eccellenza e nella bellezza. Gli uomini credono di aver fatto un passo avanti nel progresso, di essere cresciuti nell’intelligenza da quando hanno iniziato a chiedersi il perché delle cose. In realtà, iniziando a filosofeggiare sulle cose della vita, hanno iniziato a generare opinioni, convinzioni, convenzioni del tutto arbitrarie, totalmente inutili alla vita e al vivere e addirittura dannose, fuorvianti, ingannevoli, mortali. Le opinioni, le convinzioni, le convenzioni hanno generato culture, ideologie, religioni, imperi. Se ogni volta che il contadino deve seminare un campo di grano si chiede il perché deve seminare, qual è lo scopo, che senso ha seminare, un giorno il contadino si sveglierà per andare a seminare, ma non saprà più come farlo. Se il pescatore che esce in mare è concentrato sul perché deve andare a pescare, non sarà concentrato sul come pescare, su quale strategia e competenza usare per meglio pescare in quella particolare condizione del mare. Quando agli uomini accadono cose che li fanno soffrire, si chiedono prima di tutto e sempre il perché quelle cose sono accadute. Perché Dio 22
Dialogo 1 • Perché
l’ha concesso o voluto? Perché il destino, il fato è stato così ingiusto e avverso? Perché proprio a me e non a un altro? Perché proprio adesso e non in un altro momento? Giovanni Immergitore: È vero, Maestro, noi vogliamo sempre sapere il perché delle cose, ma in realtà non ci sono risposte che ci acquietano e ci tranquillizzano completamente. Mi verrebbe da chiederti: perché non abbiamo mai risposte certe ai nostri tanti perché? Gesù: La fragilità e l’inutilità dei vostri perché genera risposte altrettanto fragili e inutili. Per vere risposte illuminanti bisogna saper fare le domande giuste, le domande sul come la realtà funziona in un certo modo, non perché funziona in un certo modo. La vera umiltà intellettuale, la vera sapienza non risiede nel perché ma nel come. Giovanni Immergitore: Comincio a comprendere, Maestro. Ma è così naturale per l’uomo chiedersi il perché delle cose. Gesù: No, Giovanni. Non è naturale. Dimmi la verità: quando l’uomo sta bene, è felice, pieno di vigore, forza e allegria, si chiede il perché?
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Matteo capitoli 1-3
Giovanni Immergitore: No, è vero. L’uomo quando è felice non si chiede il perché. Vive la sua felicità e basta. Gesù: I perché dell’umanità sono solo perché di sospetto, di dubbio, di mancanza di fede. Giovanni Immergitore: Quando vediamo un fiume che scorre nella sua magnificenza e pienezza, non ci chiediamo il perché, ma se il fiume inaridisce, allora sì ci chiediamo il perché. Se una pesca è abbondante, non ci chiediamo il perché, ma se la pesca è scarsa, molto scarsa, allora sì ci chiediamo il perché. È vero, Signore. È così. I nostri perché non sono perché indirizzati alla comprensione, ma alla compensazione del dubbio, del sospetto e dell’ignoranza. Gesù: Bene, Giovanni, cominci a capire. Ma nel tuo cuore sapevi già che le cose stanno così. Ti faccio un altro esempio. Quando una persona si ammala, quali domande si fa? Giovanni Immergitore: Si chiede perché è accaduto! Gesù: E quali sono le vostre risposte? Giovanni Immergitore: Perché Dio lo vuole, perché è 24
Dialogo 1 • Perché
il volere di Dio, oppure: è un caso sfortunato, un destino avverso, oppure: la persona ammalata deve pagare qualcosa fatto in precedenza. Gesù: Ti piacciono queste risposte? Ti aprono alla comprensione? Alla sapienza? Ti rivelano qualcosa? Giovanni Immergitore: No, Signore. Non portano a nulla. Non aumentano la conoscenza, il benessere, la fiducia, la salute, ma solo la paura, in questo caso la paura di essere in mano a divinità volubili e capricciose o in mano a un destino amaro e incontrovertibile. Quale domanda dovrebbe dunque farsi una persona rispetto alla malattia? Gesù: Dovrebbe cercare di capire sempre meglio come funziona la propria persona, come funziona l’alimentazione, come funzionano le emozioni, come funzionano i meccanismi di difesa del corpo, del riposo, del lavoro. Dovrebbe cercare di comprendere come funzionano e a cosa portano dentro di sé i pensieri buoni di amore e quelli cattivi di gelosia e invidia. Fino a che l’uomo sarà concentrato sul perché delle cose, non potrà sviluppare la sapienza del come funzionano, e dunque non potrà imparare a vivere. Quando 25
Matteo capitoli 1-3
qualcosa non va nella vostra vita vi chiedete sempre il perché e così perdete la possibilità di comprendere il come delle cose. Giovanni Immergitore: Sì, è vero. Quando sono arrivati in massa da me anche i farisei e la setta dei sadducei, mi sono innervosito per questo. Sentivo che non erano lì da me all’immersione per sapere come cambiare vita, ma solo per assicurarsi una salvezza di etichetta attraverso un rito propiziatorio. Sentivo che nel loro cuore non c’era per nulla il desiderio di sapere come cambiare vita, ma solo il sospetto curioso e la mala fede ipocrita di chiedermi perché ero lì e perché facevo quello che facevo. Gesù: E tu come hai risposto loro? Giovanni Immergitore: Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi, perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è 26
Dialogo 1 • Perché
più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile. Gesù: Vedi, Giovanni, hai risposto saggiamente. Non hai risposto con un perché ma hai risposto con il come, con il come funziona davanti a Dio. Hai risposto che non si è salvi perché si è figli di Abramo, questa è un’idea, un’opinione. Chiunque può dirsi o sentirsi figlio di Abramo. Hai spiegato come essere e diventare figli di Abramo, attraverso le opere di giustizia e di bene. Hai spiegato come funziona la vita davanti a Dio e come Dio sta preparando la strada alla nascita di un nuovo popolo, il suo popolo. Giovanni Immergitore: Ora comincio a comprendere che non hanno senso tutte le mie domande sul perché tu sei venuto da me, Signore. Gesù: Chiedersi il perché è in qualche modo voler entrare nell’intimità di Dio, chiedersi il come è iniziare a onorare la sua gloria. Chiedersi il perché è sostenere il dubbio, chiedersi il come è cercare la verità. Chiedersi il perché è aumentare il sospetto, chiedersi il come è espandere 27
Matteo capitoli 1-3
la conoscenza. Per quanto riguarda la mia immersione di oggi, te l’ho detto, Giovanni, per ora lasciamo che si adempia ogni giustizia, e la giustizia in questo momento è lasciare che tutto si compia come deve essere fatto senza perdersi e attardarsi nei perché. Lascia che io entri pienamente in questa storia umana, nella vita di questo pianeta per indicare la via della vita e della bellezza che gli uomini hanno dimenticato. L’immersione che abbiamo compiuto è segno di questo compimento. Gli uomini vengono da te e si fanno immergere nelle acque del Giordano per chiedere perdono dei loro peccati, per purificare le loro vite, e dunque usano questo rito sacro, simbolico, per manifestare pubblicamente il desiderio e l’intenzione di entrare nella storia e nella vita di Dio. Io sono venuto da te per farmi immergere nelle acque del Giordano e usare questo rito sacro per manifestare pubblicamente il mio totale desiderio e la mia assoluta intenzione di entrare nella storia e nella vita dell’umanità. Come oggi io mi sono presentato ai tuoi occhi, Giovanni, così oggi mi sono presentato anche agli occhi del pianeta e dell’umanità come il Signore e il Messia. Giovanni Immergitore: E come è accaduto che ti sei rivelato partendo dalla terra di Israele, in 28
Dialogo 1 • Perché
Betlemme di Giudea? Gesù: In realtà non ho scelto solo una regione della terra, Giovanni, ho scelto anche un sangue e una carne, una storia dove manifestarmi. Ho scelto di far parte della geografia dell’umanità ma anche della sua infinita storia, composta dalle sue innumerevoli scelte spirituali e combinazioni di sangue. La mia incarnazione non è parte di un episodio fulmineo, esteriore, superficiale, epidermico, è frutto di un progetto, di un disegno, di un percorso divino che ha attraversato la storia da dentro e per questo cambierà la storia da dentro. Maria, mia madre terrena, è frutto di una linea genealogica precisa. Prima che nella vostra terra, io sono nato dentro le vostre vene. Io, il Messia, per arrivare a voi, per arrivare al vostro cuore e al vostro spirito, sono partito da voi, dal vostro sangue, dalla vostra carne. Il Padre mio così ha voluto. Giovanni Immergitore: Ecco perché, anzi, ecco come è accaduto che appena tu sei uscito dall’acqua il cielo si è aperto e ha mostrato i cieli, e in quella luce insostenibile lo Spirito di Dio è sceso ed è rimasto su di te nel volo di una colomba. Ecco come è accaduto che quella voce dal cielo ha detto: Questi è il Figlio mio, l’amato, in lui ho 29
Matteo capitoli 1-3
posto il mio compiacimento. Oggi, davanti a me, tuo servo, e davanti all’umanità, tu, Signore, hai dato inizio al tuo mandato. Gesù: Sì, Giovanni. È così. E dal cielo il Padre ha manifestato il suo compiacimento per l’inizio di questa opera. La mia opera è mostrarvi il come della vita, non il perché della vita. Quando capirete il come, allora sarete pronti a comprendere il perché. Giovanni Immergitore: Sì, il Padre ha manifestato il suo compiacimento per l’inizio della tua opera, non così l’umanità, o almeno quella parte di umanità che è dedita al potere e alla violenza. Gesù: A chi ti riferisci, Giovanni? Giovanni Immergitore: Come dimenticare quanto il re Erode si era letteralmente spaventato e terrorizzato solo all’idea che in te fosse nato un nuovo re, tanto da far massacrare e trucidare centinaia di bambini cercando di ucciderti. Gesù: Certo. Maria mia madre mi ha raccontato più volte quel gesto malvagio e violento di Erode, che ha segnato di sangue l’inizio della mia vita su questa terra. Ma sappi, Giovanni, che il 30
Dialogo 1 • Perché
mondo, il mondo del potere e della violenza, il mondo nato e sostenuto dai perché del sospetto e del dubbio si comporterà sempre così nei miei confronti. Sempre con diffidenza, inganno, violenza, malvagità. Il mondo del potere religioso e politico non mi accetterà mai. Io sono venuto per rendere gloria e testimonianza alla verità, cioè per mostrare come funzionano le cose e come sono state fatte secondo il progetto di Dio mio Padre, questo offrirà all’uomo, attraverso la consapevolezza e l’umiltà, la possibilità di vivere in modo libero, autonomo, indipendente, capace di condivisione, gratuità, riconoscenza. Il mondo del potere religioso e politico mi odia e mi odierà sempre per questo. Io sono venuto a creare un nuovo popolo, un popolo splendido, il popolo dei figli di Dio. Un popolo che non si chiede perché c’è il fuoco, ma si chiede come meglio accendere un fuoco e come meglio utilizzarlo. Un popolo che non si chiede perché c’è la vita, ma si chiede come meglio vivere la vita. Un popolo che non si chiede perché c’è l’amore, ma si chiede come imparare ad amare sempre meglio. Un popolo che non si chiede perché ci sono il male e l’odio, ma si chiede come meglio seminare il bene e l’amore. Un popolo che non si chiede perché c’è la morte, ma si chiede, ascoltando la mia parola, come imparare a vivere in Dio per 31
Matteo capitoli 1-3
sempre. Un popolo che non si chiede perché io, il Signore, sono qui, ma si chiede come meglio amare, onorare, benedire la mia persona che è qui. Un popolo che non si chiede perché io dico le cose che dico, ma chiede come meglio ascoltare, comprendere e mettere in pratica quello che dico per la felicità e il benessere di tutti. Un popolo nuovo. Il popolo del come e non dei perché, e tu, Giovanni, di questo popolo rinato dall’immersione in Dio sei il primo figlio, il primo meraviglioso, bellissimo figlio.
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