Chaire Yeshua Paolo Spoladore
Paolo Spoladore
CHAIRE YESHUA volume 2
Chaire Yeshua volume 2
2 Intelligenza e mente
Il pensiero umano può sviluppare la mente o l’intelligenza Dire no spiritualmente equivale all’azione del pensare male, pensare male di Dio, della vita, di se stessi, degli altri, pensare male di tutto. È 15
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Cento miliardi di cellule per costruire il pensiero. Ma cos’è il pensiero? Il pensiero è vibrazione. La sostanza del pensiero è vibrazione, e come ogni altra vibrazione è sintesi di energia e informazioni. Come immediatamente le vibrazioni del cervello generano il pensiero, così le vibrazioni del pensiero, con il tempo, plasmano e modificano il cervello e dunque il corpo. Il cervello genera il pensiero, attraverso la facoltà naturale dell’uomo di pensare. E il pensiero come si muove e cosa genera? Il pensiero ha solo due possibilità. O si muove sviluppando la mente o si muove sviluppando l’intelligenza. Il pensiero umano può sviluppare esclusivamente la mente o l’intelligenza e mai contemporaneamente. Che il cervello di un uomo, attraverso le vibrazioni del pensiero, possa sviluppare la mente o l’intelligenza, dipende esclusivamente dalle scelte del suo spirito, del suo dialogo interiore, intimo, spirituale. Quando a livello spirituale un uomo dice no a se stesso, alla propria divina provenienza, no alla vita, alla realtà, agli eventi, si pone in uno stato di giudizio, di non accettazione, di difesa e contrapposizione, entra in uno stato vibrazionale non vitale.
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attraverso l’azione del pensare male che il pensiero dell’uomo si attiva per generare e sviluppare la mente. La mente è capace solo di pensare male. È usando il pensiero per pensare male di se stesso che l’uomo inizia a costruire un nuovo se stesso, una nuova identità, l’ego. È pensando male di Dio, della sua bontà e del suo senso della giustizia che la mente è capace di rinnegare l’evidenza della propria divina provenienza. È pensando male della vita, degli altri, degli eventi che l’uomo, attraverso la mente, si inventa una vita che non esiste, una realtà che non c’è, e rimane assolutamente incapace di comprendere gli eventi reali, perché non li accetta mai come tali.
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Quando lo spirito dell’uomo dice no, il suo pensiero si trasforma in mente Quando a livello spirituale un uomo dice sì a se stesso, alla propria divina provenienza, sì alla vita, alla realtà, agli eventi, si pone in uno stato di consapevole gratitudine, di crescita e di evoluzione, entra in uno stato vibrazionale vitale. Dire sì spiritualmente equivale all’azione del pensare sempre in termini di gratitudine e comprensione, dove per comprensione non si intende l’essere irrazionalmente sempre d’accordo e compiacersi di ciò che accade, ma porsi nello stato del capire, dell’accettare come azione intellettuale che allarga lo sguardo sulla visione fino ad aprire la visione del tutto. È attraverso questa azione del pensare con gratitudine e comprensione che il pensiero si attiva non più per genera16
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re e sviluppare la mente, ma per generare e sviluppare l’intelligenza. Qual è il compito della mente? Negare l’evidenza, desostanziare i significati, oscurare la verità. Qual è il compito dell’intelligenza? Riconoscere l’evidenza, leggere i significati, illuminare con la verità. Per evidenza si intende ciò che è talmente chiaro in se stesso e manifesto che si può conoscere e comprendere per immediata percezione. Ciò che è evidente non ha bisogno di dimostrazione e non può essere messo in alcun modo in dubbio grazie al suo rilievo oggettivo e ontologico. Per significato si intende il contenuto, il senso, il messaggio interiore, incomprimibile, essenziale di una realtà, in pratica il perché esiste una realtà. Infine per verità si intende il conoscere il funzionamento delle cose e insieme il riconoscerne l’origine e la provenienza, in pratica come, per chi e a causa di chi esiste una realtà. La mente è il modo in cui ciascun uomo ha imparato e impara continuamente a usare il pensiero in tutte le sue funzioni per negare l’evidenza, desostanziare i significati, oscurare la verità, per rimanere collegato al passato e per proiettarsi nel futuro, scivolando costantemente via dal presente. La mente è la somma dei percorsi psichici, delle strategie pensanti acquisite e stabilite interiormente nel tempo e nella vita per affrontare la realtà negando la realtà, per vivere se stessi negando se stessi, per vivere la vita negando la vita. In questo modo la mente diventa la penna con cui l’uomo sulla carta della realtà riscrive una nuova realtà inventata, stabilisce arbitrariamente
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ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, emana leggi, sancisce il lecito e l’illecito, decide chi è colpevole e chi è innocente, decreta doveri, costringe a sacrifici, ordina repressioni, oppressioni, impone obblighi, costrizioni, limitazioni, genera oscuri sospetti, instilla dubbi pieni di arroganza, disegna lo sguardo dell’inquisitore.
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La mente è il modo in cui l'uomo rimane collegato al passato, per proiettarsi nel futuro, scivolando via dal presente Quando un uomo è spiritualmente posizionato nel no della non accettazione, il suo pensiero è immerso inevitabilmente nell’azione del giudicare e il suo sentire emotivo è incatenato inesorabilmente allo stato del rifiuto. Quando una persona usa il pensiero sempre e costantemente per stratificare la mente, attraverso il processo del giudicare, la mente si cristallizza nel pregiudizio, cioè nell’azione del giudizio preventivo, predeterminato, prestabilito, precostituito, preconcettuale, del tutto e sempre irragionevole. Quando la mente si calcifica nel pregiudizio si può definire mentalità. La mentalità è un modo ripetitivo e cristallizzato di usare la mente nell’azione del giudicare, di usare il pensiero pregiudiziato, di rappresentarsi la realtà in modo irrazionale. La mentalità può essere acquisita o costruita, e genera inevitabilmente un’impostazione psichica fissa ma non radicata, puntata ma non orientata, rigida ma non solida, capace di essere plagiata 18
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ma non elastica. Quando una mente si trasforma in mentalità, la determinazione cede il passo al fanatismo, la fede diventa inquisizione, il desiderio pretesa, la passione possesso, l’affetto attaccamento. Quando la mente si trasforma in mentalità, è pronta a competere, contrapporsi, opporsi, combattere, distruggere per sopravvivere. È attraverso i giudizi e i pregiudizi che la mente compone in sé lentamente la mentalità, mentalità che inesorabilmente diventa abitudini, vie di comportamento, relazioni, separazioni, scelte e atteggiamenti, convinzioni e convenzioni, tono della voce, modo di camminare, di gesticolare, di parlare e di ascoltare, lavorare, costruire, viaggiare. La mente usa la mentalità per farsi individuare, per caratterizzarsi, contrassegnarsi, distinguersi dalle altre menti e mettersi in contrapposizione con loro, per combattere e avere la supremazia. Quando un uomo usa il pensiero per costruire la mente, la mentalità che ne consegue diventa il fondamento psichico che gli serve non solo a generare la sua finta personalità ma anche a esprimerla, esporla e porla in competizione con le altre menti. Il cervello esiste realmente, la mente invece esiste solo in un determinato modo di utilizzare il pensiero, come serie abitudinaria e stratificata di giudizi e pregiudizi che generano idee, immagini e dialoghi interiori di un certo tipo. La mentalità esiste solo nel pensiero e, a tutti gli effetti, è solo una creazione del pensiero, una creazione che in realtà non esiste. Fa muovere, scegliere, avere dei gusti, delle convinzioni, delle idee, ma è del tutto
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inventata, inesistente, e non può in alcun modo collegarsi con la realtà. Mente, giudizio, pregiudizio, mentalità sono le derivazioni psichiche del no spirituale che l’uomo dice alla vita.
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Mente, giudizio, pregiudizio, mentalità nascono dal no Quando un uomo è spiritualmente posizionato nel sì, il suo pensiero è immerso inevitabilmente nell’azione del grazie, e il suo sentire emotivo vive inesorabilmente nello stato dell’accettazione. Quando una persona usa il pensiero sempre e costantemente per sviluppare l’intelligenza, attraverso il processo del ringraziare, l’intelligenza si apre alla conoscenza, cioè all’azione del comprendere e del capire, senza giudizi e pregiudizi. Quando l’intelligenza si apre e cresce in modo grato e umile nella conoscenza, si può definire sapienza. La sapienza è il modo illuminato e illuminante di usare l’intelligenza per dire grazie, per usare le facoltà del pensiero per comprendere ciò che è già scritto nella natura, per riconoscere la realtà della vita come frutto di una scrittura assolutamente sublime, maestosa, perfetta, collegata, armoniosa e immersa nella bellezza. L’intelligenza non si acquisisce, si sviluppa, e, più si sviluppa in conoscenza e sapienza, più è elastica, flessibile, aperta, capace di collegamenti, connessa, creativa, geniale, umorista, pratica, economica. L’intelligenza è la meravigliosa capacità di leggere dentro le cose e la vita per scopri20
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re come funzionano, come sono legate, connesse in se stesse, armoniose, intelligenti e perfette. L’intelligenza non può creare la mente e nemmeno inventare l’ego, perché l’intelligenza non è stata donata all’uomo per scrivere ma per leggere. Il significato stesso della parola intelligenza – etimologicamente dall’avverbio latino intus, “dentro”, unito al verbo legere, “leggere, comprendere”, con il significato di “leggere dentro” – indica che essa può essere utilizzata dall’uomo esclusivamente per leggere dentro, leggere dentro le cose, la vita, la realtà, non per riscrivere ogni cosa. L’intelligenza, anche quando inventa delle cose, in realtà non le inventa, non le scrive, ma le scopre, le legge, le individua, le collega, perché l’intelligenza non può scrivere, può solo leggere, e può leggere la maestosità della vita in modo così sublime, perfetto, profondo, geniale per il proprio benessere e per la propria felicità che l’uomo ancora non può nemmeno immaginare.
Una persona che usa il pensiero immerso nel sì spirituale dell’accettazione sviluppa inevitabilmente l’intelligenza, cioè la capacità di riconoscere l’evidenza, leggere i significati, illuminare con la verità. L’utilizzo del pensiero nella gratitudine per sviluppare l’intelligenza non permette mai al pensiero di poter generare giudizio e pregiudizio, ma solo conoscenza. L’uomo intelligente è 21
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Quando lo spirito dell’uomo dice sì, il suo pensiero sviluppa l’intelligenza
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in grado di conoscere e comprendere, e non si stanca mai di conoscere e comprendere. In questo senso l’uomo intelligente, attraverso la conoscenza, diventa un uomo tanto sapiente quanto riconoscente. La sapienza è leggere la vita in modo sempre profondamente grato, carico di acutissima comprensione e fede quanto di umile, amante genialità percettiva, sottilissimo ingegno e talento creativo. La sapienza conduce alla gratitudine allo stesso modo in cui la gratitudine guida alla sapienza. Mente, giudizio, pregiudizio, mentalità sono le derivazioni psichiche del no spirituale che l’uomo dice alla vita. Intelligenza, gratitudine, conoscenza, sapienza sono le derivazioni psichiche del sì spirituale che l’uomo dice alla vita.
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Intelligenza, gratitudine, conoscenza, sapienza nascono dal sì Un uomo che desidera con tutto il cuore capovolgere la propria vita e orientarla decisamente verso la felicità, la pace, la salute, l’armonia non deve farsi fare un trapianto cerebrale, non deve farsi sostituire il cervello, deve semplicemente ma decisamente invertire il proprio modo di utilizzarlo attraverso il pensiero. L’uomo che desidera rinascere nella gioia e nel benessere deve necessariamente invertire completamente il proprio modo di utilizzare il pensiero. Non deve più usare il pensiero per scrivere e inventare la mente, per costruire e disegnare l’ego e riscrivere la 22
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realtà, ma dovrà usarla per generare e sviluppare l’intelligenza e, attraverso l’intelligenza, leggere sapientemente dentro la grandezza e la magnificenza, la perfezione e il mistero della vita, in modo grato, responsabile, amante e creativo. Risulta evidente che l’uomo, per migliorare la propria vita, non deve modificare il suo cervello ma il modo di utilizzare il suo pensiero, non più per scrivere con la mente ma per leggere con l’intelligenza. Colui che vuole essere intelligente e felice paradossalmente deve diventare de-mente. Non sono gli eventi della vita che hanno il potere di cambiare il modo di utilizzare il pensiero in un uomo, ma è il suo modo di pensare che ha il potere di cambiare gli eventi della vita. Non è un certo modo di vivere che cambia il modo di pensare, ma è un certo modo di pensare che cambia il modo di vivere. Ogni atomo del cervello e del corpo obbedisce, senza mai discutere e interferire, all’energia prodotta dalle vibrazioni del pensiero. Vibrazioni energeticamente vitali, se il pensiero è usato per sviluppare l’intelligenza, la gratitudine, la conoscenza, la sapienza. Vibrazioni tossiche e mortali, se il pensiero è usato per sviluppare la mente, il giudizio, il pregiudizio, la mentalità. La felicità dell’uomo è inscindibilmente legata al modo in cui egli utilizza il proprio cervello per formare il proprio modo di pensare. È semplice. Il pensiero o sviluppa mente o sviluppa intelligenza, e mai contemporaneamente.
Cos’è il pensiero se non vibrazione, parole interiori con cui diamo forma alla nostra persona e alla nostra vita? Cos’è il pensiero se non un modo di suonare e cantare dentro? Tra le infinite parole in cui l’uomo può immergere i propri pensieri, le parole dei salmi sono uno strumento d’eccezione per sostituire con successo e con immensa efficacia le parole e i dialoghi velenosi e tossici della sua mente, e ridare così al dialogo interiore respiro di vita, luce, intelligenza e pace.
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