Uva da Tavola L'informazione sulla viticoltura da tavola
www. u vad atavol a. com
Tecnica
Confusione sessuale: quali gli aspetti da considerare?
L'intervista
MAGAZINE
L'importanza dei teli di copertura di qualità
Anno I N. 1 febbraio 2013
Difesa
COPIA GRATUITA
Il Planococco su uva da tavola: un insetto da non sottovalutare
SOMMARIO 3
Editoriale
4
L'intervista L'importanza qualità
6
dei
teli
di
copertura
di
Calciocianamide: concime a base di azoto
a lenta cessione e calcio per aumentare standard
qualiquantitativi
e
la
resistenza alle malattie dell'uva da tavola
9
Tecnica
Confusione sessuale: quali gli aspetti da considerare?
12
subcontinente latinoamericano, inutile nasconderlo, sono
realtà in espansione. Il settore agricolo di Brasile, Cile e
Perù gode di supporto statale, si avvantaggia di una dinamica ricerca
in agricoltura e sfrutta gli accordi di libero scambio stretti con vari i distanti dalle nostre, le loro mosse non devono essere sottovalutate.
Come ha scritto Antonio Felice, direttore responsabile della rivista
Green Med Journal “Il Mediterraneo deve porre attenzione all'evolu zione produttiva e commerciale dell'America Latina. Oggi il sistema produttivo è così elastico al punto da poter superare la barriera delle
stagionalità produttive: significa, in pratica, che le produzioni dei due emisferi potrebbero sempre più accavallarsi invece che essere
distinte. […] la previsione di un mercato completamente globalizzato è
quindi una prospettiva sempre più vera e vicina. E l'America Latina di oggi appare più efficiente e commercialmente aggressiva della stessa
Difesa
Il planococco su uva da tavola: insetto da non sottovalutare
14
M
olti dei Paesi che oggi producono uva, soprattutto nel
Paesi asiatici. Anche se si tratta di aree di produzione estremamente
Nutrizione
gli
EDITORIALE
Salute
Una sostanza naturale contenuta nell’uva può proteggere dall’Alzheimer
UvadaTavola
Rivista di informazione tecnico scientifica sulla viticoltura da tavola
Anno I Numero 1 febbraio 2013 Direttore responsabile Domenico Zagaria Redazione
Domenico Zagaria, Mirko Sgaramella Hanno collaborato a questo numero Giuseppe Colucci, Michelangelo Stolfa,
Marina Amodio, Angela Cortigiani, Mario Colapietra, Ferdinando Baldacchino, Tonia Colella Direzione, redazione e segreteria
Via della Costituzione, 20 70016 Noicattaro (BA) info@uvadatavola.com Foto di copertina
Giuseppe Sgaramella Stampa
Grafica 080 Modugno (BA) Reg.Tribunale di Bari
Cina”.
L'economia nella quale siamo immersi, che ci piaccia o no, diventa ogni giorno più globalizzata. Anche in India si produce uva, e l'attenzione alla qualità è in costante aumento. Nel continente africano
l'uva da tavola è una realtà consolidata in Sudafrica ed in Namibia, ma la si produce anche in tutto il Nord Africa. Nel 2012 anche lo Zambia ha iniziato ad esportare uva in Europa.
E in Italia? Nel nostro Paese, dove la realtà aziendale è polverizzata e
si producono uve di qualità elevata ma che richiedono costi di mano dopera
ormai
difficilmente
sostenibili,
si
parla
da
sempre
di
importanza dell'aggregazione. Nel frattempo tutti si arrovellano nel dilemma tra varietà con o senza semi, finendo poi per perdersi nel dedalo delle decine di varietà seedless. Intanto i costi di produzione,
complice la crisi di lungo periodo che stiamo vivendo, continuano ad aumentare.
Oggi l'Italia gode ancora di una posizione di rilievo nel settore della
viticoltura da tavola mondiale, eredità di un passato d'oro che tutti ri cordano con nostalgia. Ma la competizione sui mercati sarà di anno in
anno sempre più forte. E si giocherà su scala globale. La viticoltura da tavola dovrà in futuro sostenere meno costi, essere più aggregata e
aprirsi la strada nei mercati in espansione dell'Estremo Oriente, senza perdere posizioni in Nord Europa.
Servirà dinamismo da parte degli imprenditori, supporto istituzionale e sinergia tra ricerca pubblica e privata. Senza dimenticare un aspetto
finora troppo sottovalutato: la diffusione delle informazioni utili al settore. Buon lavoro a tutti.
Domenico Zagaria
w w w . u v a da t a v o l a . c o m n° 723/12 del 22/03/12
s eg u i c i a n c h e s u :
L'intervista
L'importanza dei teli di copertura di qualità
L
Intervista a Stefano Borracci (Serroplast)
'utilizzo dei teli di copertura in viticoltura da tavola
stress da caldo con altre tecniche: l'impalco più alto in modo
economica dell'azienda agricola. Per saperne di più,
di impianto più largo.
assume una rilevante importanza per la sostenibilità
abbiamo raggiunto Stefano Borracci, responsabile commercia le di Serroplast, azienda familiare specializzata nella produzio ne di film plastici per la copertura di vigneti e frutteti, nonchè di accessori per le strutture di sostegno.
Qual è il principale punto di forza della vostra azienda?
La produzione in loco. In zona non esistono altre realtà che
producono teli e vendono in modo diretto alle aziende agrico le. Materia prima, additivi e spessori sono sempre sotto
controllo e ciò garantisce qualità elevata e costante, continua presenza e assistenza al produttore in qualunque momento del ciclo produttivo. Inoltre, abbiamo recentemente ampliato
la nostra capacità produttiva con vari nuovi prodotti, tra cui un telo al 100% in polietilene privo di occhielli metallici per facilitare lo smaltimento.
L'attività che svolgi ti permette di avere una visione privilegiata delle dinamiche che ruotano attorno alla vi
ticoltura da tavola. Quali sono i mercati più dinamici nel Mediterraneo e nel Mondo?
I mercati più dinamici del Mediterraneo restano ancora la Pu glia e la Sicilia; ci sono poi Paesi emergenti come Marocco, Egitto e Tunisia, ma si tratta sempre di mercati altalenanti,
principalmente per i noti problemi di instabilità politica che
caratterizzano quelle aree. Anche il Sud America è una realtà interessante.
Entriamo ora nel dettaglio delle caratteristiche tecniche dei teli. Capita talvolta di trovare su alcuni tendoni dei teli colorati. Di cosa si tratta? Quali sono gli obiettivi?
Noi della Serroplast non crediamo particolarmente che i teli
colorati possano apportare vantaggio alla tecnica di produzio ne dell'uva da tavola, in quanto bisogna principalmente ga rantire al produttore qualità del telo e durata negli anni, per
un buon ammortamento della spesa. I teli colorati, o più pre cisamete teli fotoselettivi, hanno la tendenza a durare di meno. Il colore che si mette nel telo, infatti, rovina molto
l'additivazione e la sua durata diminuisce. Inoltre, ad un au mento dei costi necessario a colorare il telo, non corrisponde
un sostanziale ritorno in termini di valore aggiunto sul pro dotto. Con questi teli era atteso un miglioramento in termini di colore delle uve bianche e una generalizzata riduzione dello
stress da caldo della pianta. Ma i risultati non sono stati esaltanti. Oggi si sta cercando di contenere il problema dello
4
UvadaTavola n. 1 Febbraio 2013
da allontanare il film plastico dall'apparato fogliare e il sesto Stress da caldo e bruciature sulla vegetazione: un tema
molto interessante con cui in tanti ogni anno sono chiamati a confrontarsi. Molti agricoltori pensano che i teli possano provocare fenomeni di fitotossicità.
I problemi di fitotossicità dei teli si potrebbero verificare solo in caso di utilizzo di materiali diversi dal polietilene. Non sono
in molti però a sapere che tutti i materiali diversi dal polieti lene sono più costosi e la realizzazione di questi risulterebbe pertanto del tutto priva di logica.
Abbiamo anche finanziato una ricerca su questo tema raggiungendo dei risultati interessanti. Posso oggi affermare che la bruciatura delle foglie non dipende dagli UV che il telo
ha assorbito, ma tuttavia il problema è concreto. In piena
estate il caldo può bloccare lo sviluppo vegetativo e, di conseguenza, lo sviluppo dell'acino. Anche nella stagione 2012 questo fenomeno si è osservato.
Quali sono allora le cause delle bruciature e dallo stress manifestato spesso dalle piante?
Le sperimentazioni condotte negli anni hanno permesso di capire che le cause delle bruciature sono da ricercare non nei teli, ma nelle diverse scelte che siamo chiamati a prendere e
che ruotano attorno alla loro posa in opera e alle modalità di disposizione.
Teli con superficie posta in orizzontale, senza formare la co siddetta piramide, o con una struttura bassa e vegetazione
molto vicina al telo, determinano, in caso di condensa sulla parte interna, un riscaldamento dell'acqua che nelle ore più
calde del giorno raggiunge i 45–50 °C. Quest'acqua provoca
danni alle foglie scottandole. Lo stesso vale per il sesto di impianto. Il sesto di impianto largo, tipico delle senza semi, riduce notevolmente le possibilità di bruciature dell'apparato
fogliare. Anche l'epoca della posa in opera influenza le
scottature. In passato i teli erano utilizzati solo per due motivi
ben precisi: anticipare lo sviluppo delle varietà precoci (Vitto ria, Black Magic e Palieri), e permettere alle uve medio tardi ve di mantenersi sane anche dopo il sopraggiungere delle piogge autunnali.
Negli anni però si è sempre più anticipata la posa in opera dei teli.
Esatto. E parallelamente si è cominciato ad osservare sempre più il fenomeno delle bruciature. Anche perchè il telo retinato,
un tessuto laminato con una pellicola di 50 micron, è stato
maggio, quando ci sono venti forti, i teli fanno vela e finiscono
ravano anche 8–9 stagioni, ciascuna di 3 mesi di durata,
dopo 3 anni non è più utilizzabile.
progressivamente sostituito dai teli plastici. I teli retinati du ovvero 24 mesi complessivi. Ora gli agricoltori con le stesse
strutture, cioè con il palo di 3 metri che si alterna a quello di
2,2 metri (il telo trova un punto di appoggio non ogni 2,5 me tri ma ogni 5 metri, con conseguente inevitabile aumento
della tensione), utilizzano i teli plastici a partire da marzo. Se si mettono i teli a marzo, ovviamente il retinato non va più
bene dato che, come noto, è opaco, non entra bene la luce e
si osservano tutti i problemi collegati alla difficoltà di matura zione delle gemme e alla lignificazione del legno. L'utilizzo dei teli plastici è, quindi, aumentato negli anni.
Ma i teli plastici determinano un riscaldamento maggio re
...
Il telo in plastica riscalda di più del retinato, in molti casi anche troppo, tanto che si possono osservare bruciature in
presenza di questi. Se però vi è il terzo impalco ed il telo è
molto distante dall'apparato fogliare non si osservano proble mi di bruciature.
Quali altri fattori determinano un aumento indesiderato delle temperature all'interno del tendone?
Anche la pendenza del terreno influenza la temperatura nel
tendone: nella zona più alta il calore si concentra note volmente. Un'altra causa è l'utilizzo di acque con alto conte nuto in sali. È il caso delle zone di Mola di Bari e Cozze ma
anche alcune zone in agro di Noicattaro e Polignano. In que sta situazione la pianta fa fatica a sviluppare una vegetazione
idonea. Anche in questo caso molti produttori attribuiscono il problema ad una supposta fitotossicità dei teli.
Altro aspetto delicato è collegato alla vita dei teli.
Oggi molti produttori lasciano i teli sull'impianto anche 8–9
mesi, su una struttura che spesso non è idonea a sostenere i
teli per tutto questo tempo, anche perchè nei mesi di aprile
per bucarsi. Lo stesso telo che prima durava 8–9 anni, oggi Quali sono le richieste che un produttore deve fare quando acquista dei teli?
Innanzitutto chiedere quali sono le caratteristiche finali del prodotto che acquista: larghezza, spessore e peso/m2. Questo
perchè, in base alla densità della materia prima, un telo che
ha 120, 130 o 160 micron di spessore può avere due pesi di versi. Qui c'è la differenza. I teli sul mercato vengono venduti al m2 e non al kg, ma i teli possono avere diversa densità del materiale. Due teli aventi entrambi spessore di 120 micron
possono pesare 150 o 200 g/m2. Questo significa, su un etta ro, 500 kg in più o in meno di plastica. In euro la differenza è di 800–1000 euro. Quindi un fornitore può vendere un telo che a parità di spessore può essere realizzato in plastica più o
meno densa e quindi più o meno resistente. La qualità di un telo con maggiore densità della plastica visivamente non può
essere colta dall'agricoltore ma nei fatti un telo più denso è anche più resistente.
Quali consigli vuoi dare all'agricoltore che deve acqui stare teli?
Innanzitutto rivolgersi ad aziende serie e non badare al
centesimo: si rischia di ricevere un prodotto o un servizio po co efficiente. L'importante per chi acquista i teli è produrre
bene in termini di qualità e quantità. Inoltre bisogna conside rare che i problemi possono sorgere in ogni momento. Questi problemi sono risolti immediatamente se chi vende il telo è
anche il produttore dello stesso. Se il telo deve essere sosti tuito il 15 agosto, Serroplast non ha problemi a fornire questo
servizio in modo rapido, perchè non c'è un terzo fornitore da contattare.
Mirko Sgaramella
Nutrizione
Calciocianamide: concime a base di azoto a lenta cessione e calcio per aumentare gli standard
qualiquantitativi e la resistenza alle malattie dell'uva da tavola
È
noto che la somministrazione di concimi azotati in dosi
ferro, da 50 a 790 di manganese, da 40 a 230 di boro. Questi
dell’uva. L’azoto aumenta la vigoria della pianta ed
terreno, del clima, della cultivar, dell’irrigazione, delle rese,
ottimali inducono incrementi produttivi e qualitativi
entra nella costituzione della clorofilla, delle proteine, delle vi tamine, ecc.
Una eccessiva vigoria provocata da dosi elevate di azoto, può
provocare lo scadimento della qualità dell’uva da tavola, in
particolare: diminuzione del contenuto di zuccheri e dei composti polifenolici nobili, ritardo della maturazione dell’uva e del legno, maggiore predisposizione della pianta alle avversità. Un altro elemento importante per la nutrizione
fabbisogni sono orientativi e possono variare in funzione del delle tecniche colturali e della qualità.
La quantità di azoto distribuita dai viticoltori generalmente
non supera i 100 kg/ha. Di questo, il 50% è distribuito tra la
fase invernale e quella di gemma cotonosa (prima del germo gliamento), mentre la restante parte tra le fasi di inizio alle gagione e invaiatura. La quantità di calcio distribuita, invece, è pari a circa 150–200 kg/ha.
della vite è il calcio. E’ localizzato dalla pianta nelle pareti
Risultati delle ricerche
getali e partecipa all’attivazione di molti enzimi, all’accumulo
cati i risultati delle ricerche sulla concimazione a base di azoto
cellulari e ciò aumenta la resistenza meccanica dei tessuti ve di glucidi e allo sviluppo del rachide. La carenza di calcio,
insieme al magnesio, può contribuire al disseccamento del ra chide.
I fabbisogni di elementi nutritivi per ettaro di un vigneto di uva da tavola allevata a tendone per la produzione di circa
300 q/ha sono di circa 77 kg di azoto, 6 kg di fosforo, 95 kg di potassio, 146 kg di calcio e 8 kg di magnesio. Per gli oli goelementi i consumi (in g/ha) variano da 290 a 1.120 di
Sulla rivista di Frutticoltura n.12 del 2011 sono stati pubbli e calcio sulla vite per la produzione di uva da tavola della cv
Italia. Il lavoro ha valutato gli effetti dell’impiego della calcio cianamide, somministrata durante le fasi fenologiche di
gemma d’inverno, gemma cotonosa e grappoli separati, ri spetto alla somministrazione di urea agricola e cloruro di calcio, miscelati nelle dosi necessarie per ottenere gli stessi quantitativi di azoto e calcio della calciocianamide. Di seguito vengono riportati i risultati più significativi:
•LLe concimazioni con urea e cloruro di calcio hanno gene ralmente determinato un maggior accrescimento iniziale dei
germogli rispetto al test e alla concimazione con calciocia namide.
•LCon l’analisi fogliare effettuata in fioritura, è stato accertata una maggiore concentrazione di azoto nelle lamine delle foglie concimate con calciocianamide rispetto al test e alle concimazioni con urea e cloruro di calcio. La concentrazione di calcio ha seguito un andamento simile.
• I grappoli più sviluppati e le produzioni per ceppo più ele vate sono stati ottenuti con le concimazioni effettuate con
Distribuzione della Calciocianamide il 25 febbraio poco prima del germogliamento a gemma d’inverno
6
UvadaTavola n. 1 Febbraio 2013
calciocianamide alla fase di gemma d’inverno, poco prima
del germogliamento. La somministrazione di 80 kg/ha di azoto + 200 kg/ha di calcio sono stati più che sufficienti
Granuli di calciocianamide da distribuire con spandiconcime
per ottenere un buon equilibrio vegetoproduttivo della vite.
• Dall’inizio dell’invaiatura è utile intervenire con 1 q/ha di
calciocianamide perché contiene 50 kg di calcio utile in que sta fase. Da ricerche svolte è emerso che le uve presentano maggior
resistenza
alle
muffe
e
croccantezza e anticipo di maturazione.
marciumi,
maggior
• I grappoli delle viti concimate con calciocianamide avevano
inizialmente alla raccolta una colorazione tendente al verde,
utile per le uve della cv Italia per dilazionare l’offerta di alcu ni giorni.
Calciocianamide distribuita al terreno in corrispondenza della zona bagnata con l’irrigazione
•LGli effetti della concimazione con calciocianamide sul conte nuto di zuccheri sono risultati, in generale, leggermente mi gliori rispetto all’impiego dell’urea.
• In conclusione emerge che il periodo più indicato per la concimazione azotata della vite per la produzione di uva da
tavola è prima del germogliamento, alla fase fenologica di gemma d’inverno.
Mario Colapietra
CRA Unità di ricerca sull’uva da tavola
e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo Turi (Bari)
Tecnica
Confusione sessuale: quali gli aspetti da considerare? La confusione sessuale è una tecnica che da ormai diversi
concentrazione di tale composto, si ha una modificazione di
della tignoletta della vite (Lobesia botrana).
delle
anni è impiegata in viticoltura da tavola per il contenimento
tale comportamento. Si genera infatti un “camuffamento” tracce
olfattive
naturali,
distinguibili dall’insetto maschio.
Le origini della confusione sessuale
che
diventano
non
più
L’ipotesi che una comunicazione chimica intercorresse tra
Il metodo della confusione sessuale
prima volta alla fine del 1600, ma la prima evidenza a
nell'ambiente dell’analogo sintetico del feromone naturale in
insetti appartenenti alla stessa specie venne avanzata per la supporto di tale ipotesi si ebbe solo nel 1900 per merito del naturalista francese Henri Fabre, il quale verificò come le
femmine dei Lepidotteri erano in grado di attrarre maschi anche da lunghe distanze. Solamente alla fine degli anni 50, però, il chimico tedesco Butenandt isolò e caratterizzò il primo
feromone di insetto, quello del baco da seta Bombyx mori,
utilizzando le estremità addominali di moltissime femmine vergini.
Nello stesso periodo Karlson e Luscher proposero una defini zione per queste sostanze, ancora oggi attuale: “I feromoni sono sostanze secrete nell’ambiente esterno da un individuo e
ricevute da un secondo della medesima specie nel quale pro vocano una reazione specifica”.
Il
metodo
della
confusione
si
basa
quindi
sul
rilascio
maniera da crearne una concentrazione in aria che, anche se ridottissima (si tratta di pochi nanogrammi/m3) è comunque
sufficiente a compromettere la capacità recettiva del sistema
olfattivo negli individui di sesso maschile. I possibili meccani smi proposti per cercare di dare una spiegazione di tale effetto sono così riassumibili:
a) affaticamento sensoriale, che porta ad una perdita di capa cità da parte del maschio di rintracciare le femmine;
b) mascheramento delle piste naturali;
c) competizione tra le sorgenti artificiali di feromone e le femmine naturali.
La confusione sessuale determina, quindi una riduzione del
numero totale degli accoppiamenti e un ritardo di quelli pos sibili. Il risultato è la riduzione della fecondità complessiva
delle
femmine
ed
una
conse
guente riduzione della popolazione in campo.
Aspetti fondamentali della tecnica
I fattori che influenzano l’efficacia della confu sione sessuale sono la biologia dell'insetto da una Traiettoria a zigzag del volo di avvicinamentoa alla femmina
Il comportamento in fase di accoppiamento
La confusione sessuale è una tecnica che tiene in ampia considerazione
il
comportamento
delle
farfalle
durante
l'accoppiamento. Tale fase è stata oggetto di approfonditi stu di nel corso degli anni. L'accoppiamento inizia con il rilascio
del feromone specifico da parte della femmina che innesca nel maschio il classico volo di avvicinamento “controvento” con
una traiettoria a “zigzag” che lo porta a giungere in prossimi tà della sorgente del richiamo (la femmina). Quando
invece
nell’ambiente
è
presente
un'uniforme
parte
e
tre
gruppi
di
fattori
all'insetto dall'altra, di seguito riportati:
esterni
1. Caratteristiche del diffusore di feromone; 2. Concentrazione del feromone in campo;
3. Caratteristiche dell'area trattata e aspetti applicativi. 1. caratteristiche del diffusore di feromone I
diffusori
sono
degli
strumenti
studiati
per
rilasciare
nell'ambiente circostante le molecole di feromone contenute al loro interno sfruttando principi di natura fisica e chimica. I
fattori che regolano l’erogazione del feromone sono due: la
velocità di permeazione del feromone attraverso le pareti del diffusore e la velocità di evaporazione del feromone nell'aria. UvadaTavola n. 1 Febbraio 2013
9
3. Caratteristiche dell'area trattata e aspetti applicativi Dimensione, forma, pendenza
La confusione sessuale dà i migliori risultati in vigneti di ampie dimensioni, di forma regolare, e con giacitura piana. Buoni
risultati
si
sono
comunque
ottenuti
anche
su
appezzamenti di dimensioni ridotte, adottando opportuni Effetto
della
temperatura
sull’entità
concentrazione del feromone in campo.
del
rilascio
e
sulla
accorgimenti applicativi come, ad esempio, ampliare l’area
interessata dai diffusori alle colture limitrofe (dove possibile) o aumentare il dosaggio consigliato.
Forme regolari, tendenzialmente quadrate e pianeggianti consentono di creare una nuvola omogenea di feromone
limitando le perdite laterali. Negli appezzamenti di forma regolare,
infatti,
i
bordi
hanno
all’aumentare della superficie totale.
un’incidenza
minore
Anche la pendenza costituisce un elemento importante da tenere Effetto della velocità del vento sull’entità del rilascio e sulla concentrazione del feromone in campo.
Mentre la velocità di evaporazione dipende dalle medie delle
temperature e dei venti della zona trattata, la velocità di permeazione è influenzata dalle caratteristiche costruttive del diffusore e, in particolar modo, dalla tipologia di materiale
in
movimento
considerazione del
feromone.
visti
gli
Infatti,
effetti
di
essendo
questa
più
sul
pesante
dell’aria, in situazioni orografiche con giacitura non piana, il feromone tende ad accumularsi nei fondovalle. Per
contrastare
tale
fenomeno
occorre
predisporre
un’applicazione dei diffusori non uniforme, ma che ne preveda una maggiore quantità nella parte a monte e una minore nella parte a valle, mantenendo inalterata la dose complessiva.
plastico utilizzato e dagli spessori delle sue pareti. Negli anni,
Livello di infestazione
che meglio si adattano ai vari tipi di molecole impiegate.
livelli di infestazione di partenza. Nelle realtà aziendali con
sono state individuate diverse tipologie di materiale plastico
2. Concentrazione del feromone in campo
L'interruzione della comunicazione tra i due sessi impone la presenza costante di una concentrazione minima di feromone
in campo per tutto il periodo di attività dell'insetto. Una volta rilasciato dai diffusori, il feromone diffonde nell'atmosfera
circostante formando una nuvola che avvolge il vigneto. Si possono verificare, però , delle perdite di feromone dovute a: Spostamento a causa dei venti (spesso stagionale);
Evaporazione in cielo (legati alle alte temperature);
La confusione sessuale fornisce i migliori risultati con bassi medioalte o alte popolazioni iniziali, la tecnica prevede
l’integrazione con interventi insetticidi di supporto. In tali realtà, infatti, aumentano le possibilità che si verifichino
incontri casuali, non mediati dal feromone, con conseguenti accoppiamenti e ovideposizioni. In questi casi è consigliato scegliere, tra i vari principi attivi, quelli a più basso impatto
ambientale che, salvaguardando gli insetti utili, permettano di mantenere un buon controllo indiretto anche di altri fitofagi importanti dell'ecosistema vigneto.
Bordi degli appezzamenti;
Orografia dei campi (pendenze); Decomposizione (UV, batteri);
Assorbimento del suolo e delle piante (in funzione della struttura del feromone);
Condizioni specifiche particolari (presenza di strade, corsi d'acqua, ecc.)
Come si può notare sono molteplici le cause che determinano la dissipazione del feromone di sintesi.
Per questo motivo, prima di applicare il metodo della confusione sessuale nelle diverse realtà aziendali, occorre fare una valutazione attenta ed accurata dell’area che si vuole
trattare per mettere in atto tutti gli opportuni accorgimenti necessari a mantenere la giusta concentrazione di campo.
10
UvadaTavola n. 1 Febbraio 2013
Modalità di distribuzione dei diffusori
Installazione dei diffusori
nelle parti alte dei pendii dove risulta più difficile mantenere il
prima dell'inizio del volo degli insetti di sesso maschile della
Normalmente, nelle aree in confusione le trappole fanno
L'applicazione degli erogatori in campo deve essere eseguita generazione svernante quindi, nel caso della tignoletta, entro
fine marzo. Questo per agire sui primissimi individui maschi adulti attivi e, quindi, esercitare una precoce azione di contenimento della popolazione. I diffusori, nel numero di 600800 per ettaro, devono essere distribuiti nella maniera
più uniforme possibile su tutta la superficie applicandoli preferibilmente
ai
tralci.
Occorre
prevedere
sempre
un
rinforzo sulle prime file di bordo e sulle prime piante delle
testate in maniera da compensare le maggiori perdite di feromone che si registrano in queste zone.
L'applicazione del metodo della confusione sessuale necessita di frequenti controlli di campo per valutare l'evoluzione della del
tempestivamente,
fitofago senza
situazioni non più gestibili.
e,
se
doversi
necessario,
confrontare
registrare un quasi totale azzeramento delle catture. Questa però è da ritenersi solo una prima e preliminare indicazione
del corretto funzionamento del metodo, ma non è da ritenersi sufficiente. Questo perchè l'azzeramento delle catture richiede
un livello di concentrazione di feromone molto più basso di quello
necessario
accoppiamenti,
per
specie
una
in
riduzione
situazioni
di
significativa alte
degli
popolazioni.
Possono pertanto verificarsi danni alle produzioni anche in assenza di catture nelle trappole.
È quindi di assoluta importanza il monitoraggio in campo delle trappole e dei grappoli da parte del tecnico aziendale
Controlli di efficacia
popolazione
giusto livello di concentrazione di feromone.
intervenire con
(secondo livello di controllo), cui spetterà il compito di decidere
supporto.
eventuali
necessari
trattamenti
insetticidi
di
delle
Il primo livello di controllo è rappresentato dall'impiego delle trappole di monitoraggio. Queste devono essere collocate nelle zone ritenute particolarmente a rischio, come i bordi o
tratto da
I feromoni e il metodo della confusione sessuale CBC Europe
Difesa
Il Planococco su uva da tavola: insetto da non sottovalutare corteccia di branche e fusto, giungendo
fin sotto il colletto. Il numero di genera zioni annue è variabile e queste sono
difficilmente distinguibili in campo poiché
spesso sovrapposte. Nei vigneti meridio nali si hanno da 4 fino a 56 generazioni,
con condizioni microclimatiche favorevoli allo sviluppo del fitofago. Con l’aumento
delle temperature, già in febbraiomarzo,
gli individui svernanti cominciano ad ovi deporre, ma la generazione che ne deriva tende
a
svilupparsi
prevalentemente
sotto la corteccia interessando limitata
L
mente la nuova vegetazione, passando facilmente inosservata. Solo da maggio
la porzione di neanidi che si diffonde
verso i germogli è più consistente e ciò è
P l a n o c o c c o c o n f o rm e g i o v a n i l i s u v i t e a presenza di cocciniglie farinose (Planococcus spp.)
cede la stagione vegetativa. Una parte della popolazione resta
poca preoccupazione poiché l’insetto rimane loca
neanidi s’insediano già nei grappoli e da fine giugno le
su vite è nota da tempo ma, generalmente, destava
lizzato su poche piante e le infestazioni sono legate a specifi che condizioni gestionali dei vigneti.
Purtroppo, da alcuni anni le segnalazioni di vigneti infestati da
Planococco sono in forte aumento e le infestazioni tendono ad espandersi piuttosto rapidamente nel resto dell’impianto.
Le specie riscontrabili nei vigneti meridionali sono ascrivibili a Planococcus ficus (Signoret) e Planococcus citri (Risso),
emitteri pseudococcidi macroscopicamente indistinguibili tra loro. Il ruolo maggiore nelle infestazioni su vite è attribuibile a Planococcus ficus, diventando l’insetto chiave in alcune realtà viticole italiane. Tale specie, anche con ridotte popolazioni,
può causare notevoli danni economici su uva da tavola quale conseguenza
del
deprezzamento
qualitativo
dei
grappoli
sporchi di melata e fumaggine. Inoltre, da non sottovalutare è
l’accertata capacità di trasmissione di virus della vite, quali il virus GLRaV3 dell’accartocciamento fogliare, il virus GVA
delle scanalature di Kober 5BB e il virus GVB della suberosi corticale.
Negli ambienti meridionali, tale specie potrebbe svernare in
tutti gli stadi ma risultano prevalenti le neanidi di terza età e
le femmine fecondate, che trovano protezione sotto la
12
sempre più evidente man mano che pro
UvadaTavola n. 1 Febbraio 2013
comunque sempre protetta sotto la corteccia. In giugno le femmine ovidepongono anche nei grappoli in prechiusura,
dando avvio ad ulteriori e più dannose generazioni che si sus seguono fino a quando le condizioni climatiche favorevoli sono
presenti; con l’abbassamento delle temperature la cocciniglia comincia la migrazione verso le anfrattuosità della corteccia per apprestarsi allo svernamento.
Lo sviluppo del Planococco è favorito molto dal microclima
caldoumido che ne aumenta la sopravvivenza delle neanidi ed il numero di generazioni possibili in un anno. Ciò è reso
particolarmente evidente dall’incremento della dannosità del fitofago nei vigneti di uva da tavola protetti da teli plastici per
l’anticipo ed il posticipo della raccolta. In tali situazioni il mi croclima ne risulta modificato e reso più favorevole al fitofago
per un più lungo periodo durante l’annata. Irrigazioni e conci mazioni che esaltano il vigore vegetativo contribuiscono ulte riormente a creare le condizioni idonee alla proliferazione della cocciniglia.
Tutto ciò, comunque, non è sufficiente a giustificare comple tamente l’incremento di dannosità registrato negli ultimi anni ed a carico di vigneti condotti razionalmente. Un ruolo,
probabilmente, è da attribuire anche al cambio di strategia di
difesa dalla Tignoletta della vite che è andata evolvendosi col rispetto dei disciplinari di produzione integrata e con una progressiva riduzione d’uso degli esteri fosforici, un maggior ricorso
ad
insetticidi
più
selettivi
ed
un
incremento
dell’applicazione della confusione sessuale. Tali strategie,
certamente più sostenibili e più sicure per il consumatore ed operatore,
non
contribuiscono
inizialmente
a
limitare
indirettamente la popolazione della cocciniglia. In tali casi la presenza
localizzata
del
fitofago
e
l’iniziale
incremento
dell’infestazione, se sottovalutata dal viticoltore, può evolversi ben presto
in infestazioni più estese. Diventa quindi
importante individuare e contrassegnare tempestivamente le piante
infestate,
operazione
facilitata
dalla
presenza
di
melata, formiche e fumaggine. Tale operazione rende più
potrebbe supportare una difesa ancor più razionale. La
localizzata ai ceppi infestati in modo da eliminare il rischio di
sistemia,
agevole la valutazione del ricorso o meno alla lotta invernale
diffusione, ma per la cui efficacia risulta determinante il costoso scortecciamento prima dell’applicazione insetticida. Applicazioni
primaveriliestive
a
tutto
campo
diventano
opportune con infestazioni diffuse. In tal caso è necessaria
maggior professionalità per conseguire risultati soddisfacenti e rispetto dei vincoli imposti dai disciplinari. Quindi, per
evitare che il Planococco costituisca un deterrente alla
diffusione della viticoltura da tavola basata sui principi di sostenibilità è importante ampliare le conoscenze necessarie per
una
lotta
più
efficace.
Di
recente,
un’attività
di
pugliesi.
La
monitoraggio con trappole attivate con feromone sessuale è stata
avviata
in
alcuni
vigneti
da
tavola
determinazione dei picchi di volo dei maschi di Planococco
recente registrazione di spirotetramat, molecola a doppia Planococco
rappresenta su
vite
già e
un’innovazione
consente
nella
anche
un
lotta
al
miglior
posizionamento degli altri insetticidi disponibili nell’attuare strategie di lotta più funzionali agli obiettivi di produzione.
In conclusione, la disponibilità di nuovi insetticidi e le prossime maggiori conoscenze sul Planococco contribuiranno
a gestire meglio le sue infestazioni. Spetta a tecnici e viticoltori riservare a tale insetto la giusta attenzione anche
nelle attuali strategie di difesa sostenibile dell’uva da tavola di qualità.
Ferdinando Baldacchino Ricercatore ENEA Tonia Colella
Agronomo Fitopatologo, libero professionista
Salute
Una sostanza naturale contenuta nell’uva può proteggere dall’Alzheimer Una ricerca condotta da Giulio Maria Pasinetti, docente in
morbo di Alzheimer. Gli studiosi hanno trovato che la pre
dimostrato che i polifenoli dei semi d’uva, antiossidanti natu
perdita di memoria nel morbo di Alzheimer, si era so
neurologia e psichiatria al Mount Sinai School of Medicine, ha rali, possono aiutare a prevenire lo sviluppo o a ritardare la progressione della malattia di Alzheimer. Il lavoro è stato pubblicata online sul Journal of Alzheimer’s Disease.
Si tratta del primo studio che cerca di valutare la capacità dei polifenoli derivati dall’uva di evitare la proliferazione di una
forma specifica di βamiloide (Aβ) peptide, una sostanza pre sente nel cervello nota per essere la causa della neurotossici tà associata alla malattia di Alzheimer. In collaborazione con
un team della University of Minnesota, il Dott. Pasinetti e i
suoi assistenti hanno somministrato estratti polifenolici di se mi d’uva ai topi geneticamente determinati a sviluppare defi cit di memoria e neurotossine Aβ simili a quelle trovate nel
senza nel cervello di una forma di Aβ implicata nel favorire la
stanzialmente ridotta dopo il trattamento. Precedenti studi suggerivano che il consumo maggiore di polifenoli derivati
dall’uva, può proteggere contro il declino cognitivo della ma lattia. Questa nuova scoperta, mostrando un decremento se lettivo nel neurotossina Aβ, corrobora quelle teorie.
“Sarà fondamentale identificare i soggetti che presentano un
alto rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, in modo da
poter iniziare i trattamenti molto presto, anche in pazienti asintomatici”, ha dichiarato il Dott. Pasinetti, “tuttavia il trattamento potrebbe rivelarsi molto utile anche nei pazienti che sono nelle fasi iniziali della patologia.”
Domenico Zagaria
IGP Uva di Puglia Insieme per
un Futuro di QualitĂ
Via C. Rosalba 47/J - 701 24 BARI - Tel. +39 080 50441 27 - Fax +39 08050441 82 Per informazioni: Giacomo Suglia - cell. +39 335 6973287 - E-mail: apeopuglia@libero.it