Uva da Tavola Magazine - n. 2

Page 1

Uva da Tavola L'informazione sulla viticoltura da tavola

www. u vad atavol a. com

MAGAZINE

Anno I 足 N. 2 maggio足giugno 2013

COPIA GRATUITA

L'intervista

Salute

Difesa

Scelta varietale: l'importanza del partner commerciale

L'uva da tavola riduce il rischio di malattie cardiache e diabete

Nematodi dei vigneti: ne sappiamo abbastanza?


UvadaTavola com www

Informazioni costantemente aggiornate Gratuito

Notizie condivise sui principali social network (Facebook, Twitter) Newsletter settimanale

Collaborazione con professionisti del settore pubblico e privato Visibilità sul territorio

Utilizzo dei social network per commenti, condivisioni e discussioni Oltre 20.000 pagine visitate al mese

L'informazione che mancava. L'informazione che cercavi.

CONTATTI

Ufficio Marketing e Pubblicità Tel: +39 347 90 85 616

E­mail: info@uvadatavola.com


SOMMARIO 3 6

Editoriale

L'uva da tavola che vorrei

Tecnica

Quando e perchè i teli plastici possono

tavola nazionale che la competizione su scala globale, anno dopo anno,

Nematodi

dei

vigneti:

ne

sappiamo

Scelta varietale: l'importanza del partner

competizione, cullandosi su effimeri allori.

È già successo in passato per altre colture. Mandorlo ed olivo ci vedevano

leader indiscussi nel dopoguerra salvo poi, dopo mezzo secolo, vederci comprimari ­ per l’olivo ­ o insignificanti comparse come nel caso del

Fisiologia

La fioritura della vite: un processo lungo

mandorlo.

Quale ruolo potrà avere in futuro la viticoltura da tavola nazionale e pu­ gliese in particolare?

Bisogna saper vedere ed immaginare il settore in senso realistico, consci

Bio

Viticoltura biodinamica: non una moda ma un'alternativa concreta

22

dall’alto della indiscussa leadership tecnica in campo internazionale, pro­ per quelli negativi da non replicare, riteneva di essere al riparo di qualsiasi

L'intervista

un anno

18

Tale tendenza riguarda oggi un settore che fino a qualche lustro fa,

totipo di riferimento per gli altri competitors, sia per gli aspetti positivi che

commerciale

15

Forse non è ancora del tutto chiaro ai vari soggetti del settore dell’uva da inciderà sempre più sul comparto italiano.

Difesa

abbastanza?

12

L'uva da tavola che vorrei

Agrimeca Grape and Fruit Consulting srl – Turi (Bari)

essere definiti intelligenti?

8

EDITORIALE

Salute L'uva

dei suoi punti di debolezza, ma ben consapevoli delle eccellenze e delle peculiarità esclusive che possiamo vantare.

Il rafforzamento ed il rilancio della viticoltura da tavola in Italia dovrà avvenire attraverso una sua reinterpretazione in senso più ampio, in

da

tavola

riduce

malattie cardiache e diabete

il

rischio

UvadaTavola

Rivista di informazione tecnico scientifica sulla viticoltura da tavola Anno I ­ Numero 2

Maggio­Giugno 2013 Direttore responsabile Domenico Zagaria Redazione

Domenico Zagaria, Mirko Sgaramella,

Giuseppe Colucci, Michelangelo Stolfa

Hanno collaborato a questo numero

Agrimeca ­ Grape and Fruit Consulting srl, Vitale Nuzzo, Giuseppe Lucarelli,

Marina Amodio, Angela Cortigiani, Nicola Sicolo

Direzione, redazione e segreteria

Via della Costituzione, 20 ­ 70016 Noicattaro (BA) info@uvadatavola.com Foto di copertina

Giuseppe Sgaramella Stampa

Grafica 080 ­ Modugno (BA) Reg.Tribunale di Bari

n° 723/12 del 22/03/12

di

compartecipazione con il territorio che la ospita, attraverso le sue genti e tutti i soggetti operanti nella filiera.

Il territorio così caratterizzato dagli impianti produttivi e dalle sembianze variegate nel corso dell’anno, può e deve suscitare curiosità ed attenzione

da parte di flussi turistici ben orientati e guidati. Tra i compiti dello svi­ luppo rurale professato dai GAL operanti nelle zone dell’uva da tavola, non ci possono essere solo improbabili ed estemporanee iniziative su di un

passato che non tornerà più. Piuttosto esso va rivisitato e fatto conoscere

nella prospettiva di un futuro che interesserà le nuove generazioni e gli assetti socio­economici del nostro territorio.

I consumatori di domani, i ragazzi delle scuole – anche quelli dei Paesi che

ospitano migliaia di ettari di tendoni ­ devono maturare consapevolezza di come nascono i chicchi d’oro ed ambra che poi arrivano sulle tavole di tutto il mondo. L’appartenenza al tradizionale territorio dell’uva da tavola

deve essere vissuta con senso di orgoglio e non come un segno di vergo­ gna ed imbarazzo indelebili derivanti dalla descrizione semplicistica di settore inquinante e depauperante delle risorse ambientali.

Il settore non deve tornare alla ribalta della cronaca solo quando si parla

del suo elevato impatto ambientale e di certi episodi “noir” quali l’utilizzo di presidi fitosanitari non ammessi, residui elevati, fenomeni di caporalato e qualche altro presunto scandalo. [segue a pag. 4]

s eg u i c i a n c h e s u :

w w w . u v a da t a v o l a . c o m


[segue da pag. 3] Non che ci sia qualcuno che parli in termini

produzioni. Quando si credeva che le produzioni realizzate

terminare la crescita di intere comunità, ambasciatore dell’agroa­

ro roseo agli operatori, la richiesta di mercato si era già spostata,

positivi di un comparto tanto complesso quanto capace di de­ limentare italiano in ogni angolo del mondo.

Non si parla mai invece di un settore ­ tra i pochi in campo agri­ colo, dove da sempre vige un clima di autosufficienza ed autore­ ferenzialità ­ che fa ormai ampio ricorso a tecnici qualificati per la gestione del ciclo produttivo. Tecnici che nell’immediato futuro,

con l’entrata in vigore delle norme comunitarie sull’uso sostenibile

degli agrofarmaci (Dir CE 128/2009) e del successivo piano di

azione nazionale di prossima attuazione, saranno gravati da nuo­ ve formali responsabilità di fronte alle autorità di controllo (fa­ cendo un forzato paragone: medici delle piante con le loro responsabilità verso la legge!).

Tutta la filiera dell’uva da tavola, dai ricercatori che si occupano

delle diverse discipline (il miglioramento genetico, la gestione agronomica, le malattie delle piante, il post raccolta, le tecnologie

alimentari, ecc.), fino ai vivaisti, dalle maestranze agricole ai fornitori di servizi, dalle packing house al settore della logistica dei trasporti,

merita

di

essere

raccontata

con

più

attenzione.

Verrebbero alla luce storie di uomini e di luoghi che non teme­ rebbero il confronto con quanti sono stati pionieri in altri campi e che oggi sono da tutti ammirati e decantati.

La struttura socio economica dell’azienda produttrice di uva da ta­ vola, lascia al momento poche speranze su immediati processi aggregativi che portino a realtà che possano vantare significativi volumi di prodotto da “giocarsi” sul mercato globale.

Pur se il “modello Melinda” appare non applicabile nei nostri area­ li, a quanti professano e rivendicano con orgoglio questa autarchia

disordinata, il consiglio è navigare sul sito www.melinda.it dal quale si può facilmente conoscere la sua struttura: “…Consorzio

di

produttori

formato

da

16

Cooperative

che

raggruppano 5200 soci che operano su un totale di 6.400 ha di superficie coltivata dei distretti delle Valli di Non e di Sole. Più

della metà di loro possiede un’azienda di dimensioni inferiori ad 1

ha mentre sono solo un decimo coloro che fruiscono di aziende di dimensioni superiori ai 3 ha. …”

Ogni commento appare superfluo. Sforziamoci di pensare ai bino­ mi territorio­prodotto e operatori­qualità della vita che contraddi­ stinguono quanti vivono in Val di Non e Val di Sole.

Emerge quindi l’obbligo di immaginare una simile organizzazione

per il settore dell’uva da tavola ed i benefici che da essa po­ trebbero derivare. Un cambiamento epocale potrebbe già essere un

rafforzamento

del

rapporto

tra

produttori

e

operatori

commerciali. Esso deve necessariamente essere basato su una maggior reciproca fiducia, proiettata nel futuro, al fine di produrre in campo ciò che realmente richiede il mercato. Programmazione significa semplicemente questo!

Un’attenta e serena riflessione su ciò che oggi è richiesto dalla

GDO metterebbe facilmente in evidenza che le produzioni biologi­

nell’ambito dei programmi integrati avrebbero assicurato un futu­ implicando così l’adozione di altri schemi produttivi, ulteriori ga­ ranzie e nuove sfide d’affrontare.

In parallelo, gli enti di formazione, gli istituti tecnici secondari e le università, devono formare tecnici di campo in grado di ben

interpretare i processi produttivi con tutte le innumerevoli varia­ bili tecniche coinvolte. Questi ultimi, una volta in campo, devono

essere in grado di assumere comportamenti votati alla terzietà del

ruolo svolto in qualsiasi segmento della filiera “produzione­ commercializzazione­consumo”, dando all’imparzialità ed obietti­ vità del proprio operato ugual valore delle competenze tecniche (…semplicemente essere professionali!).

È così difficile prevedere simili scenari e giocare d’anticipo per

strutturarsi per tempo in modo da offrire quanto richiederà il mercato nel medio termine?

Da queste brevi considerazioni emerge forte la necessità di “far

sistema”. È questa l’unica via per assicurare un futuro all’uva da

tavola pugliese, pur in un ridimensionamento del settore che oggi

sembra non contrastabile. Non ci sono formule magiche o format pre­confezionati. Ci deve essere solo la consapevolezza degli uo­

mini – imprenditori ed amministratori pubblici – di dar seguito ad un detto popolare che, pur proferito di continuo, non viene mai attuato: L’UNIONE FA LA FORZA.

Solo così le tante eccellenze che sussistono sul territorio potranno

esser tali anche in futuro. L’alternativa è quella di presentarsi sul campo della sfida globale con l’elegante livrea e l’ammirato volo dell’effimera: bella sola per un giorno, e poi?

Una proposta per uscire dallo stallo, anziché aspettare inattivi un

futuro già delineato, è quella che le OP operanti nel settore e gli imprenditori privati delle packing house, si mettano insieme per costituire un Centro di studio e servizi per l’uva da tavola. Un

organismo che dovrebbe avere il ruolo di reperire, aggiornare ed elaborare i dati sull’uva da tavola in generale: scouting in senso

più ampio su vari aspetti, nuove varietà, diffusione mondiale,

flussi mercantili, rappresentanza del comparto pugliese, ecc., al solo scopo di orientare gli attori della filiera, i produttori prima di

tutto, verso prodotti richiesti dal mercato. Si ritiene che il territo­ rio disponga di professionalità ed uomini in grado di svolgere tale ruolo.

L’uva da tavola che vorrei inizierebbe così ad assumere i connotati di un settore che diventi il volano di un benessere più diffuso per

quanti vi operano e per quanti ­ cittadini di tutto il mondo ­ avranno la fortuna di gustare le bacche dorate di quella lama di terra incuneata nel Mediterraneo.

Agrimeca

Grape and Fruit Consulting srl

che sono sempre più ricercate. Si tratta di un segmento in forte

Via D. Elefante, 17 ­ 70018 Turi (BA)

di crisi che la congiuntura economica attuale ha riservato ad altre

agrimecaconsulting@gmail.com

espansione che gode di una crescita che sembra al riparo dai venti

4

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

Tel/Fax +39 080 4514162


Informazione

WhatsApp: comunicare con Uva da Tavola.com è ancora più facile

D

Inviateci foto dai vigneti, domande e segnalazioni in modo comodo e immediato

a oggi comunicare con la Redazione di Uva da Tavola.com diventa più facile grazie a WhatsApp, l’applicazione

di

messaggistica

smartphone più utilizzata al mondo.

istantanea

per

WhatsApp è un'app mobile multi­piattaforma che consente di scambiare gratuitamente un numero illimitato di messaggi di testo, immagini e video con i contatti della propria rubrica, che a loro volta devono avere installato l'app sul loro

smartphone. Per esercitare le sue funzioni, l’applicazione ne­ cessita di una connessione ad internet. WhatsApp è disponibi­ le per iOS, Android, BlackBerry, Nokia, Symbian e Windows

Phone. Grazie a questo strumento, potrete interagire diretta­ mente con la nostra Redazione composta da agronomi e tecnici esperti del settore.

Aggiungete alla vostra Rubrica il numero 345­1191456 e

inviateci le vostre foto, domande e segnalazioni, vi risponde­ remo appena possibile.

Il numero di telefono non è abilitato a ricevere chiamate. Aggiungendo il nostro numero di telefono alla vostra rubrica, si autorizza la Redazione al trattamento dei dati personali con riferimento al Decreto Legislativo n. 196 del 30 Giugno 2003 denominato "Codice in materia di protezione dei dati personali" Vi informiamo che i Vs. dati personali, in quanto iscritti al nostro servizio d'informazione, sono conservati presso i ns. uffici e trattati conformemente ai principi di correttezza, liceità e tra­ sparenza e di tutela della Vs. riservatezza e dei Vs. diritti.

C o n Uv a d a T a v o l a . c o m e Uv a d a T a v o l a M A G A Z I N E l a p u b b l i c i t à è m i r a t a ! Il sito web Uva da Tavola.com e la rivista Uva da Tavola

pubblicità un’ulteriore fonte di aggiornamento tecnico, da

scientifico di divulgazione, approfondimento, attualità e cultu­

Con un numero sempre crescente di visitatori provenienti da

MAGAZINE sono prodotti editoriali ad indirizzo tecnico­ ra, rivolti alle diverse figure che nella filiera dell’uva da tavola.

Il progetto editoriale si propone di fornire alle diverse figure

del settore uno strumento capace di trasmettere informazioni utili e notizie costantemente aggiornate nei diversi ambiti della filiera dell’uva da tavola.

Grazie all’elevato livello di specificità dei temi trattati, il sito

web Uva da Tavola.com e la rivista Uva da Tavola MAGAZINE

sono in grado di raggiungere lettori estremamente caratte­ rizzati per interessi ed esigenze. Per questo il sito e la rivista

sono strumenti ideali per chi desidera indirizzare i propri mes­ saggi pubblicitari alle diverse figure professionali che operano in viticoltura da tavola.

leggere con la stessa attenzione rivolta agli articoli pubblicati.

diverse parti dell'Italia e del Mondo, www.uvadatavola.com sta diventando il portale web di riferimento per tutte le figure professionali che operano nella filiera dell’uva da tavola.

La rivista, a periodicità bimestrale, è distribuita gratuita­ mente, con una tiratura di 5.000 copie, presso i principali

punti di aggregazione delle varie figure professionali del terri­ torio (farmacie agricole, stazioni di servizio, punti di ristoro, convegni, fiere ed altri eventi).

Contattate la Redazione per ricevere un preventivo gratuito e senza impegno. La pubblicità è l'anima del commercio, anche e soprattutto in questi momenti di crisi.

Su Uva da Tavola.com e Uva da Tavola MAGAZINE gli

Ufficio Marketing e Pubblicità:

e di incontrare l’interesse dei lettori che considerano la

E­mail: info@uvadatavola.com

inserzionisti hanno la certezza di raggiungere il proprio target

Tel: +39 347 90 85 616

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

5


Tecnica

Quando e perché i teli plastici possono essere definiti intelligenti?

I

teli plastici per copertura in generale sono già da di­ versi anni al centro di un grande dibattito internaziona­ le. Dopo aver vissuto diverse esperienze, in varie parti

del mondo i teli plastici hanno saputo dimostrare di essere

ancora oggi lo strumento più efficace. Risultano essere la so­ luzione più eco­compatibile se si vuole interagire pro­attiva­ mente con quanto di più naturale esista in natura ovvero la luce solare.

Data l’importanza di questo tema, abbiamo chiesto alla socie­ tà Plastik spa, che opera da oltre 30 anni nella produzione di teli per copertura di uva da tavola, di definire insieme un

percorso di approfondimento in più tappe. Verranno trattati aspetti riguardanti la luce solare e l’importanza di utilizzare teli plastici detti “intelligenti” .

Spiega il dott. Luca Marinucci Resp. Ricerca e Sviluppo del

La luce solare influenza le produzioni agricole e fornisce l'energia per la fotosintesi.

gruppo Plastik: “Nell’ambiente delle coperture è risaputo che

fatto rappresenta la porzione visibile) è necessaria per il veri­

di qualsiasi altro prodotto, sono i teli plastici. La ricerca e lo

zione fotosinteticamente attiva).

ciò che può determinare un reale microclima controllato, più

sviluppo di un nuovo prodotto è una costante sfida per noi ri­ cercatori in ambito agricolo. Viene considerata un sfida vera in quanto abbiamo alle spalle un sistema industriale con le

sue regole e le sue necessità in virtù di determinate tecnolo­ gie e processi produttivi, mentre dall’altra abbiamo un interlo­ cutore

in

continua

evoluzione

con

l’unica

possibilità

di

ficarsi di questo processo vitale ed è nota come PAR (radia­ Al fine di sfruttare al meglio questa porzione di spettro solare e di limitare le porzioni inferiori a circa 350nm (Ultravioletto

potenzialmente dannoso), un considerevole sforzo è stato fo­ calizzato sullo sviluppo di materiale con proprietà ottiche otti­ mizzate.

determinare l’esito di un test anche a distanza di anni. Va poi

2. Le tecniche di copertura

proprio protocollo certificato sull’utilizzo di fitofarmaci che au­

di una struttura, col rispetto di tutte le norme di realizzazione

aggiunta la componente clima e la mancanza di un vero e mentano esponenzialmente i rischi di un’errata valutazione sull’esito di qualsiasi test”. Quello

su

cui

possiamo

fare

affidamento

sono

fonda­

mentalmente 3 macrotemi base che andremo in più tappe, nei prossimi numeri, ad approfondire.

1. La luce solare

Il fattore più importante che influenza la produzione agricola

in generale è la luce naturale che fornisce l'energia per la fo­ tosintesi. La luce solare è un insieme di radiazioni elettroma­ gnetiche di lunghezze d'onda comprese fra circa 100nm fino a circa 700nm. In particolare, la parte delle radiazione solare

con lunghezza d’onda compresa tra 400 e 700 nm (che di

6

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

È oramai chiaro che solamente con una corretta realizzazione e di mantenimento, risulterà possibile ottenere gli obiettivi preposti con la copertura di un telo. Negli anni si sono

alternate innumerevoli evoluzioni e solamente con l’espe­ rienza diretta è stato possibile determinare aspetti positivi e

negativi per ogni prova fatta. La preparazione di una corretta struttura deve poter garantire, oltre ad un corretto ambiente

grazie ai teli, anche la possibilità di ottenere maneggevolezza

e condizioni ideali ottimizzando al massimo i costi della ma­ nodopera.

Conseguentemente, negli anni i teli sono stati riprogettati più

volte con soluzioni tecniche differenti nella realizzazione delle

bande rinforzate, nel packaging alla consegna, nei sistemi di occhiellatura laterale.


Una struttura realizzata correttamente ottimizza i costi di produzione e, grazie ai teli, garantisce le condizioni ambientali ideali.

vita di un telo di copertura.

3. I fitofarmaci

Un fattore importante nella determinazione della vita di un telo è

rappresentato

dalla

tipologia,

quantità

e

metodo

di

applicazione di prodotti chimici ideali per la coltivazione. Dai primi anni ottanta ad oggi la situazione è in costante mutamento. Le stesse case produttrici sono in costante evoluzione proponendo nuove soluzioni meno invasive e più performanti con strutture chimiche differenti.

Nell’evoluzione di un telo, le difficoltà in ambito di sviluppo nelle

formulazioni

nasce

da

un’oggettiva

La distribuzione dei prodotti fitosanitari può influenzare la durata della

impossibilità

di

verificare che venga rispettato quanto previsto da protocollo

da parte dell’agricoltore. L’aggiornamento continuo con i centri ricerca delle aziende fornitrici delle materie prime (Polietilene in granulo e additivi) sono l’unica soluzione per sviluppare soluzioni adeguate per combattere situazioni particolarmente aggressive che potrebbero compromettere prematuramente le caratteristiche ottiche del telo.

prime di un produttore di teli assicurano che il film verrà prodotto secondo formulazioni certificate e con materie prime di prima scelta. A livello di Ricerca e Sviluppo deve poter

esistere un costante aggiornamento con i centri di ricerca di queste importanti aziende per poter concretizzare le nuove richieste del mercato.

La tecnologia utilizzata per proporre i teli deve dimostrare la massima attenzione, al fine di ottimizzare i processi produttivi, rispettando tutte le esigenze del cliente: dalle caratteristiche in generale sino al packaging definitivo. Anche in questo in caso

la capacità di evolversi deve fornire la giusta garanzia che si è di fronte ad un fornitore potenziale partner.

Il telo è una componente importante nell’investimento di una azienda agricola, sia dal punto di vista finanziario ma anche e

soprattutto per la qualità del prodotto finito che l’azienda andrà a proporre. Spesso scegliere tra un telo in plastica ed un telo intelligente può fare realmente la differenza.

Plastik spa

Un telo si può definire “intelligente” solo quando il produttore che lo propone riesce a rimanere ad un livello tecnico e

tecnologico tale per cui dimostra di poter offrire un film plastico adeguato alle esigenze di un mondo agricolo che, come pochi altri, è in continua evoluzione.

Va considerato il fatto che come nel mondo delle materie plastiche se si vuole proporre eccellenza, non è assolutamente possibile improvvisarsi. Quando ad esempio si compra un

prodotto chimico BASF si ha immediatamente la percezione

della garanzia del prodotto grazie al nome di chi lo propone. A garanzia della qualità dei “teli intelligenti” ci sono alcune tra le

Via Tonale, 72/A

24061 Albano S. Alessandro (Bergamo) ­ Italy

Telefono +39.035.581006 ­ Telefax +39.035.580090

E­Mail: info@plastik.it – Web­Site: www.plastik.it Unità locale

Str. Prov.le 231 Km 1 + 200

70026 Modugno (Bari) ­ Italy

Telefono +39 080.5358828 ­ Telefax: +39 080.5354866

aziende multinazionali più importanti al mondo quali: Exxon

Mobil, Borealis, Polimeri Europa, Dow, Clariant, solo per

citarne qualcuna. L’effettivo produttore del telo non è così facilmente

riconoscibile,

risulterà

pertanto

approfondire chi sono i suoi fornitori partner.

fondamentale

La struttura, l’organizzazione e l’esperienza nelle materie UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

7


Difesa

Nematodi dei vigneti:

ne sappiamo abbastanza?

I

nematodi parassiti delle piante, e della vite in particola­

complesso dell’arricciamento), è quasi sempre misconosciuta

forme, che popolano l’ecosistema degli apparati radicali

incognita, M. arenaria, M. javanica e M. hapla). Queste ultime

re, sono organismi microscopici dalla struttura vermi­

(rizosfera). Come altri parassiti della vite, i nematodi possono

essere considerati organismi opportunistici che, anche per effetto di generici fattori di stress delle piante, possono

raggiungere livelli di popolazione pericolosi per la produzione; reciprocamente, la loro attività aumenta la suscettibilità a nu­ merosi funghi tellurici come Fusarium, Rhizoctonia, Pythium e Phytophthora.

La presenza dei nematodi è una caratteristica stabile di un

suolo, al pari delle sue proprietà chimico­fisiche, e deve esse­ re come tale considerata, per interpretare le performance produttive attese da un vigneto.

I più importanti nematodi dannosi della vite appartengono a gruppi tassonomici diversi, raggruppabili fondamentalmente in

nematodi

vulnus,

da

lesione

Criconemella

(Xiphinema

xenoplax)

e

index,

galligeni

Pratylenchus

(Meloidogyne

spp.); numerosi altri Generi e Specie esercitano nei nostri

areali una patogenicità debole, e perciò non determinano si­ gnificative perdite di produzione.

Mentre è ben nota ai viticoltori professionali la pericolosità di Xiphinema index, temuto agente di danno diretto e vettore

del virus Grapevine Fanleaf (GFLV, uno dei più debilitanti patogeni del vigneto, agente della degenerazione infettiva o

la dannosità nei vigneti delle specie galligene (Meloidogyne prosperano maggiormente nei terreni sabbiosi ed irrigui. In

Puglia sono particolarmente diffuse nell’arco Jonico (Massafra­ Palagiano) e nella zona di Trinitapoli, ove rappresentano pro­ babilmente gli agenti di danno più debilitanti, frequentemente

in grado di determinare perdite di produzione superiori al

20%. Nonostante ciò, il livello di conoscenza di questi paras­ siti resta basso, perché i sintomi sono aspecifici e si traducono

semplicemente in un deperimento produttivo e qualitativo,

associato alla scarsità di capillizio; solo nei casi più gravi si

evidenziano più chiaramente malformazioni radicali, quali no­ dosità, ingrossamenti e decolorazioni.

Le Meloidogyne sono nematodi endoparassiti che si insediano

nei tessuti radicali, alterando la funzione di conduzione per

acqua e nutrienti. La loro attività ha inizio con l’innalzarsi delle temperature nel periodo primaverile: la schiusura delle

uova svernanti libera le forme giovanili, che penetrano appe­ na sotto l’apice radicale e si nutrono tra xilema e floema, de­ terminando

una

ridotta

efficienza

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

e

dirottando

rilevanti quote dell’energia elaborata dalle piante attraverso la fotosintesi; la pianta risponde a questa invasione producendo

le tipiche galle nell’intorno dei tessuti conduttivi, costituite da

ipertrofie ed iperplasie cellulari. Le femmine evolvono in indi­ vidui maturi ovideponenti in poche settimane (appena 4­5, in condizioni ottimali) e danno inizio a nuovi cicli rilasciando

Tabella 1 ­ Suscettibilità dei portinnesti più diffusi nel Sud­Est barese ai principali nematodi dei vigneti

8

radicale


richiede competenze altamente specialisti­ che e non comuni. I laboratori accreditati per le analisi nematologiche sono infatti in

grado di distinguere i nematodi fitoparas­ siti da quelli saprofiti (ovvero non patogeni e molto diffusi nei suoli), di conteggiare gli individui di ciascuna specie e di stabilire il livello di rischio per la coltura in atto e

quelle eventualmente in successione. Il la­ boratorio fornirà quindi un report delle conte di nematodi per unità di volume o peso

di

terreno,

che

consentirà

di

effettuare scelte imprenditoriali più consa­ Fig. 1 – Meloidogyne spp. su vite.

Fig. 2 – Xiphinema index su vite.

pevoli. Ad esempio, sarà possibile valutare

l’esenza da nematodi del materiale di pro­ pagazione o di terreni di riporto, oppure

nella rizosfera nuovi individui che attaccano le radici neo­

accertare le condizioni di un appezzamento in sede di

vite (es. infestanti come Solanum nigrum) funge da efficace

terreno ha determinato un abbattimento delle popolazioni dei

formate. La presenza in campo di ospiti più suscettibili della

moltiplicatore dell’inoculo, aumentando la pressione parassi­ taria sulla coltura; l’ovideposizione si protrae per tutta l’estate, aumentando esponenzialmente la carica di inoculo del terreno.

Questa parassitosi interessa non solo la vite, ma anche nume­ rose specie di fruttiferi (ciliegio, pesco, albicocco, kiwi ecc.),

risultando particolarmente virulenta in vivaio e nei giovani

impianti. L’analisi nematologica del terreno consente di identi­ ficare la specie parassita e di valutare preliminarmente quali

colture (arboree o erbacee) risultino Resistenti o Tolleranti ad essa. Ciò consente di valorizzare da un punto di vista pro­ duttivo terreni su cui grava una tara, che è potenzialmente in grado di erodere il reddito del produttore.

Il corretto campionamento di un terreno costituisce un fattore

chiave per l’attendibilità dei risultati di una analisi. Il mo­ mento migliore per il prelievo è dopo una irrigazione (o

pioggia), oppure nella fase di pre­trapianto. Il suolo da ana­ lizzare deve essere raccolto in più punti (10­15 per campione) sotto gli irrigatori, a profondità compresa tra 20­25 e 50­60

compravendita, o ancora stabilire se la fase di riposo di un parassiti sufficiente per poter procedere al reimpianto. L’esito

delle analisi può anche guidare la selezione di portinnesti re­ sistenti o tolleranti ai nematodi, che costituiscono al momento

l’opzione più efficace per un controllo degli stessi in vigneti vergini o reimpiantati (tabella 1). Bisogna però sottolineare che

l’eventuale

tolleranza

a

X.

index,

caratteristica

di

portinnesti di recente introduzione, non implica la non­tra­ smissibilità del virus GFL.

Concludendo, se il nostro vigneto è scarsamente produttivo

senza una ragione ben apparente, perché non andare alla ra­ dice? I nematodi potrebbero essere la causa che cerchiamo.

La Horto Service di Noicàttaro (Bari) fornisce Assistenza Tecnica specialistica in orticoltura, riunendo professionalità

specializzate in nutrizione delle piante, patologia vegetale, fi­ toiatria s.l. e nematologia. Per specifiche competenze, ricono­ sciute a livello internazionale, il laboratorio Horto Service è

stato accreditato per la diagnosi di nematodi fitoparassiti, ai sensi dei DD.MM. 14.04.97 e 09.08.2000.

cm, includendo possibilmente porzioni di radice. È preferibile

Horto Service di Lucarelli Giuseppe

mente debilitate, dove i nematodi potrebbero non essere più

dott. Giuseppe Lucarelli, Ph.D

non campionare nelle adiacenze di viti disseccate o eccessiva­

Servizi Tecnici in Orticoltura

attivi; è anche utile costituire un diverso campione (di

via San Pietro, 3 ­ 70016 Noicàttaro (BA)

mente non affette. Il materiale raccolto nei diversi punti deve

Mobile (+39) 3388069190

controllo) prelevando terreno in prossimità di viti apparente­ essere miscelato omogeneamente, per poterne separare una

aliquota rappresentativa,di circa 1 kg, da indirizzare in labo­

Fax (+39) 0804785137

Sito Web www.hortoservice.com

ratorio.

È fondamentale che il laboratorio abbia credenziali sufficienti per svolgere in maniera attendibile questo tipo di analisi, che

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

9


Efficacia pura, senza lasciare impronte Mildicut è l'antiperonosporico funzionale alle molteplici esigenze della viticoltura moderna

E

in tema di qualità dei raccolti, profilo tossicologico e rispetto per l'ambiente

fficace si, ma non solo. Controllare le avversità, ormai, è divenuto per lo più un pre­requisito. Un

prodotto fitosanitario viene oggi consigliato e uti­

lizzato non solo perché funziona, bensì perché assicura al contempo una serie di vantaggi concreti agli agricoltori in

un'ottica di appetibilità delle proprie produzioni lungo le filiere

agroalimentari. Agli occhi dei complessi mercati contempora­ nei contano infatti aspetti che con la pura efficacia hanno po­ co a che vedere, come il rispetto per l'ambiente e un profilo

residuale conforme alle richieste dei mercati nazionali e internazionali. Inoltre, un agrofarmaco evoluto non deve

sporcare e non deve odorare. Tutti aspetti che su una coltura complessa come l'uva da tavola divengono la discriminante fra l'avere un prodotto di elevata appetibilità commerciale,

oppure un raccolto di difficile collocamento sui mercati. La se­ lezione delle sostanze attive operata dalla Revisione Europea, come pure i nuovi trend di riduzione dei residui, rendono però

ogni giorno più difficoltosa l’individuazione di prodotti con

siffatte caratteristiche. Fra le possibili soluzioni tecniche a

disposizione dei viticoltori si evidenzia Mildicut, l'antiperono­

massimizzare i benefici dell’uso di Mildicut, è bene posizio­

prodotto spicca non solo per gli elevati livelli di efficacia in

i trattamenti un intervallo di 10 giorni. Per le proprie caratte­

sporico di Belchim Crop Protection. A base di cyazofamid, il

campo, ma anche per gli eccellenti profili tossicologico ed ecotossicologico, unitamente a un comportamento residuale funzionale alle più stringenti esigenze di mercati sempre più globalizzati.

narne le applicazioni a cavallo della fioritura, mantenendo fra

ristiche tecniche Mildicut si integra quindi facilmente in pro­ grammi di difesa basati sull’uso di prodotti a differente modo

d’azione. Infine, non essendo classificato Mildicut può essere acquistato anche senza possesso del patentino.

Mildicut alla lente

Il profilo residuale

25 g/l di cyazofamide, appartenente alla nuova famiglia chi­

un numero complessivo di tre applicazioni per stagione non

Mildicut è formulato come Sospensione Concentrata a base di mica dei cianoimidazoli. Il suo meccanismo d’azione è quindi differente da quello di altre famiglie chimiche e ciò lo rende funzionale anche alle più raffinate strategie antiresistenza.

Nella peronospora Mildicut blocca i processi di respirazione inibendo la germinazione delle spore. Il suo utilizzo in campo

deve essere quindi in chiave preventiva. Inoltre, grazie alla propria affinità per le cere, Mildicut aderisce velocemente alle

superfici fogliari sottraendosi a eventuali fenomeni di dilava­ mento. Da esse diffonde poi all'interno dei tessuti vegetali

manifestando in tal modo anche un'apprezzabile sistemia lo­ cale. Su vite può essere utilizzato per un massimo di quattro

applicazioni all’anno a dosi comprese fra 3,5 e 4,5 l/ha (350­ 450 ml/hl), rispettando un tempo di carenza di 21 giorni. Per

10

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

Numerose prove di campo su uva da tavola dimostrano come appesantisca il profilo residuale dei raccolti. Nella maggior

parte dei test, infatti, Mildicut non è stato reperito all’analisi finale e quando ciò si è verificato i dati si sono posizionati molto al di sotto dei limiti previsti per legge (0,5 ppm), tanto

da rispettare anche i limiti richiesti dalla Grande Distribuzione

Organizzata. Ciò fornisce a Mildicut un’ulteriore e preziosa

arma in termini di strategia complessiva da utilizzare nel vi­ gneto anche in un’ottica residuale complessiva.


La ricerca alla base dell’agricoltura moderna: i film plastici per le coperture

O

ggi come in passato, per SERROPLAST la ricerca

scientifica è intesa come uno dei modi più efficaci per essere vicini alle reali esigenze degli agricoltori.

Per permettere di raggiungere gli obiettivi si è avvalsa di

collaborazioni con le più importanti aziende fornitrici di mate­ rie prime, anch’esse fortemente interessate allo sviluppo di prodotti innovativi. Una tra tutte la tedesca BASF, con cui

nell’ultimo triennio si sono svolti importanti test la cui rile­ vanza, grazie anche al supporto dell’Università di Bari, è andata addirittura oltre i confini nazionali. Il progetto è stato

presentato all’ “International Conference of Agricultural Engi­ neering” tenutosi a Valencia (Spagna) nel Luglio 2012.

Eseguiti in un campo pilota a Castellaneta Marina, i test sono

stati incentrati sulla verifica dell’efficienza di 3 diversi tipi di

film per copertura, monitorati nel corso di un anno intero. Uti­ lizzando un campione di 1600 piante Ruggeri, destinate alla

crescita della varietà Superior seedless, è stato possibile rile­ vare numerosi dati e confrontare in maniera reale (a parità di identiche condizioni di sviluppo) tre diversi parametri dei film. Rilevati in particolare le proprietà radiometriche e la loro

influenza sul microclima dei vigneti, gli effetti sul funziona­ mento delle foglie, la biologia delle piante e la qualità e quantità dell’uva prodotta.

I risultati hanno evidenziato ancora una volta come, a se­ conda degli additivi utilizzati, le proprietà chimiche dei poli­ meri, la loro lavorazione e lo spessore dei film, si ottengano

microclimi ed effetti di trasmissione della luce solare che

influiscono in maniera decisiva sulla crescita delle piante e dei frutti. Nel dettaglio, i film sperimentali utilizzati, hanno

Nel grafico si notano nettamente i vantaggi in termine di qualità e quantità dei grappoli di uva prodotti con il film più innovativo.

portato i risultati di miglioramento sperati, a conferma

dell’ottimo lavoro di ricerca e sviluppo svolto in questi ultimi anni dall’azienda di Rutigliano. Risaltano tra questi gli altissimi indici di fotosintesi e di peso del frutto, oltre ad una ottimale

funzione ecofisiologica delle foglie, velocità e regolarità di crescita dei frutti, evitando la sottoesposizione a cui si va

incontro utilizzando la maggior parte delle coperture presenti oggi sul mercato. La scelta dei film plastici diventa così

strategica non solo per proteggere i vigneti o i frutteti in ge­ nerale dagli agenti atmosferici e dai fattori accidentali ma

anche per sostenere la produzione dell’uva sotto un regime di stress abiotico, e la Serroplast ne risulta sempre pronta e attenta a fornire la giusta consulenza.

Nicola Sicolo

I dati specifici e le relazioni sui test effettuati sono a disposizione di coloro che ne facciano richiesta presso gli uffici dell’azienda.

Progetto “lnfluence on Vine Production of lnnovative Covering Plastic Films”.

Giuliano Vox, Evelia schettini, Giacomo Scarascia Mugnozza, Laura de Palma, Luigi Tarricone, Giovanni Gentile.

Department of Agricultural and Environmental Science – Università di Bari, Nella tabella i dati relativi alle proprietà di trasmittanza solare a netto vantaggio del film più innovativo.

University of Foggia, CRA­UTV Turi.

Corresponding author e­mail: giulius.vox@agr.uniba.it


L'intervista

Scelta varietale: l'importanza del partner commerciale

I

Intervista a Giuseppe Sicuro (Apofruit)

l ricambio varietale in viticoltura da tavola è da ormai

prodotto al primo che capita. L'agricoltore deve essere consa­

varietà si sono moltiplicate, ma con esse è aumentata

tempo, non c’è più spazio per le improvvisazioni.

alcuni anni un tema di strettissima attualità. Le diverse

anche la sensazione di “confusione” che accompagna il pro­ duttore abituato da sempre a disporre, almeno fino a pochi

anni fa, di un ventaglio di varietà di gran lunga più ridotto ri­ spetto a quello attuale. Senza contare che ogni nuova varietà

richiede nozioni e accorgimenti specifici per ottenere un ri­ sultato produttivo ottimale dal punto di vista qualitativo e quantitativo.

Per cercare di fare un po' di chiarezza in questo scenario così contorto, abbiamo intervistato Giuseppe Sicuro, agronomo e responsabile tecnico di Apofruit per l’uva da tavola. Che cos'è l'Apofruit?

Apofruit è una cooperativa di I grado formata da produttori conferitori, nata 50 anni fa in Emilia Romagna. In Italia sono

presenti numerosi stabilimenti di lavorazione. Io collaboro con

quello di Scanzano Jonico dove arriva l'uva proveniente dal

Sud­Est barese, dalla zona di Grottaglie fino a tutto l'Arco jo­ nico. Oggi i volumi di uva lavorati non sono alti ma il quanti­ tativo è destinato a crescere, ci sono numerosi impianti che entreranno in produzione il prossimo anno e numerosi altri in fase di realizzazione.

Cominciamo subito con la domanda chiave: cosa consi­

gliare ad un agricoltore che deve scegliere oggi cosa impiantare? Di quali fattori deve tenere conto al mo­ mento della scelta varietale?

Il mio parere è che porsi una domanda di questo tipo è già di

per sé una scelta sbagliata. Prima ancora della varietà è ne­ cessaria una attenta selezione volta all'individuazione di un

partner commerciale più idoneo, professionale, affidabile e capace di fare gli interessi del produttore. Questo deve saper

rispondere alle esigenze della GDO, che ha sempre bisogno di

fornitori affidabili per qualità e puntualità, con approvvigiona­ menti sicuri.

Solo dopo aver individuato tale figura si potrà

stabilire quale varietà impiantare. Il mercato libero nel quale operiamo

ci

impone

frammentazione

e

diversificazione

dell'offerta oltre che una programmazione dei volumi di pro­ dotto da realizzare, in modo da evitare eccedenze e tenere

alto il prezzo. Entrare in Apofruit, in altre cooperative o in altri progetti privati al fine di modulare l'offerta in funzione della domanda, offre le opportunità appena descritte, ma comporta anche il vincolo di non poter vendere liberamente il proprio

12

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

pevole che tutte le scelte imprenditoriali vanno pianificate per Quali garanzie offre il partner commerciale al pro­

duttore che decide di diventare socio? Cosa succede se la varietà che il produttore ha impiantato su consiglio

del partner commerciale, dopo 3–4 anni non è più apprezzata dal mercato e spunta prezzi bassi non più remunerativi?

Va detto innanzitutto che anche se un produttore conferisce la propria

uva

ad

Apofruit

o

a

qualsiasi

altro

partner

commerciale, questa viene sempre commercializzata con le

regole del libero mercato. La certezza del prezzo dell'uva per i prossimi 15 anni non può garantirla nessuno. Nel caso in cui la scelta di una varietà si riveli errata, il produttore non deve

essere abbandonato. Apofruit sovvenziona l'investimento del vigneto con una nuova varietà con un finanziamento che

raggiunge gli 11mila euro/ha. Se ci sono problemi e la varietà non è premiata dal mercato, il produttore e l'Apofruit insieme stabiliscono di cambiare varietà.

Qual è il rapporto che intercorre tra Apofruit e il pro­ duttore socio della cooperativa?

L'accordo prevede il conferimento per almeno 1 anno se la varietà di uva non è brevettata; se è brevettata l'accordo è

più rigido. Impostare un programma commerciale ed una politica di marca comporta uno stretto controllo delle quantità

da commercializzare e un accordo di durata di almeno 6 anni dalla data della sottoscrizione. C’è da precisare che anche se

sciolgo l’accordo con Apofruit, quello con il breeder, che è il detentore del brevetto della varietà, non cessa mai.

Pertanto se il produttore si dimette dall'Apofruit, deve trovare

un'altro distributore autorizzato a commercializzare l'uva della varietà brevettata in questione. Il contratto con il breeder non

finisce mai, o meglio finisce solitamente quando viene estirpato il vigneto.

E gli impianti realizzati senza disporre di licenza?

Le aziende proprietarie del brevetto, in piena sintonia con

quelle autorizzate alla coltivazione ed alla distribuzione, ope­ rano un monitoraggio dei territori e dei mercati al fine di contrastare la diffusione illecita delle varietà brevettate. Un agricoltore

o

un

distributore/esportatore

che

coltiva

o

commercializza illegalmente infrange la legge e perciò è perseguibile legalmente. Per gli impianti non in regola sono previsti

l’espianto

e

multe

salatissime

per

chi

le

ha


commercializzate abusivamente. Siamo in un paese libero, chi

rantire che i programmi di ricerca stanno lavorando in manie­

re le varietà vegetali non brevettate.

con un ottimo sapore che non fanno di certo rimpiangere le

non riconosce i diritti sulla proprietà intellettuale deve coltiva­ Quali sono le caratteristiche che si sta cercando di indi­ viduare nelle nuove varietà?

Si stanno valutando le uve che possano allargare il calendario

di raccolta, precoci e soprattutto tardive, di diverso colore,

con interessanti caratteristiche organolettiche, attraenti, facili

da coltivare e poco esigenti, perciò con limitate spese di pro­ duzione, buona tenuta sulla pianta ed alla conservazione. Ovviamente l’apirenia è un fattore fondamentale. E le uve con semi?

Anche se ancora di grande interesse, a livello globale il mercato delle uve con semi sarà ridimensionato rispetto al

passato, grazie alla disponibilità delle apirene. Ma conside­ rando che le nostre uve con semi hanno delle eccellenti ca­ ratteristiche gustative, sono sicuro che ci saranno determinati

mercati che saranno sempre interessati alla loro commercia­ lizzazione. Quel che è certo è che se un consumatore assaggia

un'uva apirena difficilmente torna indietro. L'assenza del se­ me è un fattore estremamente apprezzato soprattutto tra i giovani e nei Paesi lontani dalle zone di produzione.

Molte apirene però hanno un sapore neutro e non ca­ ratteristico.

Molte apirene hanno un sapore blando, è vero. Ma posso ga­

ra incessante in questo senso e sono già disponibili varietà uve tradizionali. Il sapore di “moscato”, per esempio, è tenuto in grande considerazione nei programmi di breeding. Ci sono

anche programmi che puntano a produrre uva con sentore di ciliegia, di mango o di zucchero filato. La ricerca del sapore,

anche caratteristico, sarà una condizione essenziale quando i volumi di uve apirene sul mercato diventeranno imponenti,

sempre con l’intento di avere un prodotto che sia differenzia­ bile sul mercato.

Cosa serve al settore della viticoltura da tavola per ri­ guadagnare terreno sui mercati internazionali?

In tre parole: aggregazione, organizzazione ed innovazione.

In passato si decideva di fare un tendone di uva Italia e si poteva essere sicuri di non aver sbagliato. Oggi è diverso, ci sono tante nuove varietà disponibili. Occorre, come già detto, individuare

interfacciarsi

una

ed

struttura

impostare

commerciale insieme

con

un

la

quale

programma

commerciale scegliendo le varietà sulle quali orientarsi. In

secondo luogo è necessario produrre con un giusto compro­ messo tra qualità e quantità. E poi c’è bisogno di innovazione, volta ad individuare nuove tecniche colturali che consentano di produrre a costi più bassi rispetto al passato.

Mirko Sgaramella

Agronomo


Il Bacillus thuringiensis per il controllo degli insetti dannosi Il

Bacillus

batterio

thuringiensis

sporigeno

che

nornalmente nel terreno. Venne

scoperto

nel

è

1901

un

vive in

Giappone e nel 1911 in Germa­ nia, da Ernst Berliner.

Se distribuito nell’ambiente (sulle

foglie, nell’acqua) e viene ingeri­ to dagli insetti sensibili, il batte­ rio

sporula

e

libera

alcune

tossine (tossine Bt) in grado di danneggiare il tratto digerente

delle larve, soprattutto di ditteri

e lepidotteri. Su questi ultimi so­ no attivi soprattutto due ceppi: il Kurstaki e l'Aizawai.

Le tossine, innocue per l'uomo,

sono contenute all'interno di cri­ stalli che si dissolvono in parti­ colari condizioni presenti a livello intestinale

di

alcuni

insetti,

quindi sono estremamente spe­ cifiche. Al fine di favorire la solu­ bilizzazione del cristallo il pH, infatti,

(pH >9).

deve

essere

alcalino

Vista la sua manipolabilità gene­ tica, dal B. thuringiensis è stato

estratto il gene che codifica per

la tossina Bt e inserito in alcune

piante di interesse agrario, so­ prattutto soia e mais. In tal mo­ do queste piante sono in grado di sintetizzarsi da sole la tossina,

divenendo "velenose" per i fito­ fagi che se ne nutrono.

Un suo uso meno discusso è in apicoltura, dove viene impiegato

nella lotta biologica alla tarma della cera.

MIMIC : insetticida larvicida affidabile e sicuro ®

Mimic® è un insetticida larvicida a base di tebufenozide specifico per il controllo delle tignole

della vite. Il principio attivo, tebufenozide, è un analogo mimetico dell’ecdisone (MAC). Agi­ sce sulle larve per ingestione, inducendo il processo di muta prematura e, quindi, la morte.

Mimic® non é acaro­stimolante. La specificitá d’azione verso i lepidotteri target conferisce

una elevata selettivitá nei confronti dei principali artropodi utili quali acari e insetti predato­ ri, parassitoidi ed impollinatori. Questo rende Mimic® un importante strumento nelle strategie di lotta integrata (IPM). VANTAGGI

• specifico su tignole della vite • resistente al dilavamento

• selettivo nei confronti di insetti utili e impollinatori

• ideale in un ottica di strategia di lotta integrata (IPM) • rispettoso nei confronti dell’uomo o dell’ambiente • non richiede patentino

• principio attivo incluso nei Disciplinari (DPI) MECCANISMO D’AZIONE E APPLICAZIONE

Mimic® risulta altamente specifico sulle larve dei lepidotteri e agisce per ingestione su tutti gli stadi larvali che si nutrono di parti vegetali interessate dal trattamento. Nell’arco delle

2­3 ore successive all’ingestione, le larve smettono definitivamente di nutrirsi e in tempi successivi vanno incontro alla morte.

Si consiglia il trattamento in prefioritura contro le larve di prima generazione al fine di ridurre i danni derivanti da livelli elevati di infestazione delle generazioni successive.

Nel caso del controllo delle larve di seconda generazione intervenire con Mimic® ad inizio

ovodeposizione. Per il monitoraggio dei voli e la definizione di un preciso timing di intervento si consiglia l’impiego di trappole a feromoni modello “Pherocon” Certis.

Nell’ottica di una strategia di difesa integrata (in II generazione) si consiglia sempre

l’impiego di Mimic® in abbinamento con CoStar® WG (Bacillus thuringiensis var. Kurstaki ceppo SA12) applicato a partire dalla fase di inizio nascita larvale e per tutto il ciclo di sviluppo a distanza di 8­12 giorni da Mimic. CoStar® WG rappresenta il prodotto a base di BTk con la potenza insetticida più

alta

oggi

presente

sul

mercato

(90.000

di

formulato). A differenza di molti altri formulati a base di BTk in commercio, si caratterizza per una elevata resistenza ai raggi solari e una maggiore persistenza sulla pianta (6­8 giorni). In

terza

e

ultima

generazione,

laddove

si

rendesse

necessario intervenire, si suggerisce l’impiego di solo CoStar® WG applicato da inizio nascita larvale. Per ulteriori informazioni:

Certis Europe B.V. – filiale italiana

Telefono: 02 9609983 – Fax:02 96248746 info@certiseurope.it www.certiseurope.it Bacillus thuringiensis

U.I./mg

Mimic® Marchio registrato e prodotto originale Nippon Soda. CoStar® WG Marchio registrato e prodotto originale Certis USA.


Fisiologia

La fioritura della vite:

un processo lungo un anno

L

a fioritura della vite è un processo complesso forte­ mente influenzato dalle condizioni ambientali e dalle

tecniche colturali. Essa si completa in due momenti

distinti: nella prima stagione ha inizio la differenziazione delle

gemme miste, durante la seconda si ha lo sviluppo e la matu­ razione degli organi fiorali.

Prima stagione

Dalla prefioritura, alla base delle femminelle, si formano le gemme miste (o fruttifere) che continueranno a differenziarsi,

con la crescita dei germogli, durante tutto il periodo vegetati­ vo (fino alla fine di luglio­inizio agosto).

I fattori che influenzano la differenziazione delle gemme sono molteplici.

Rapporto carboidrati/azoto: influenza la produzione degli

Grappoli in fase di fioritura

ormoni da parte delle foglie, importanti per la differenziazio­

gemme si arresta.

azoto comporta eccessivo rigoglio vegetativo con conseguente

nutrizionali che portano a ridurre lo sviluppo della vegetazio­

ne. Tale rapporto deve essere equilibrato poichè un surplus di produzione di gibberelline che, se in eccesso, inibiscono la

differenziazione. Questo elemento deve far riflettere sul ri­ schio derivante dall’utilizzo eccessivo di gibbereline sintetiche,

soprattutto in prefioritura. I carboidrati, invece, favoriscono la produzione di ormoni promotori della differenziazione.

Ormoni promotori: le auxine e soprattutto le citochinine sono

Altri fattori come stress idrici, basse temperature e carenze ne, influenzano negativamente la produzione di citochinine e quindi la differenziazione.

In seguito, con la produzione di acido abscissico, ormone ini­ bitorio prodotto dalle foglie vecchie e dalle stesse gemme, si ha l’entrata in dormienza.

gli ormoni che favoriscono il processo di differenziazione

Seconda stagione

Fattori ambientali: luminosità e temperatura sono fattori de­

termina la fase di differenziazione della gemma mista.

(tranne che nelle primissime fasi). terminanti

per

la

differenziazione

delle

gemme

miste.

Giornate lunghe e luminose, associate ad alte temperature e assenza di stress idrici e nutrizionali, sono indispensabili in questa fase.

È stato dimostrato che nella maggior parte delle varietà la

differenziazione per avere inizio necessita di temperature su­

Alla ripresa vegetativa, dopo la comparsa dei primi grappoli, In seguito, con il distacco del cappuccio o caliptra (scaliptra­ mento) si ha la fioritura, che ha inizio nella parte centrale del grappolo e di seguito interessa la zona basale, le ali e la

punta. La stessa scalarità la si ha nel germoglio: per primi fioriscono i grappoli centrali, poi quelli basali e infine i più alti.

periori ai 20°C. La luce, invece, è importante per la fotosinte­

Fattori che influenzano la fase di fioritura

Dalla metà di agosto, si arresta l’accrescimento vegetativo

nali, come boro e potassio (e altri elementi) che influenzano

si e quindi per la produzione di carboidrati.

perché le giornate si accorciano e le temperature si abbassa­ no. Con la riduzione del metabolismo fogliare viene a manca­ re la produzione di citochinine e la differenziazione delle

La fase di fioritura può essere influenzata da carenze nutrizio­ la sessualità del fiore agendo sul quadro ormonale. Di rile­ vante importanza è l’andamento climatico. Temperature tra i 20°C e i 30°C sono indispensabili per una fioritura ottimale. UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

15


La vitalità del polline, infatti, è massima con temperature

intorno ai 27­28°C, mentre con temperature maggiori ai 30­ 35°C si annulla. Le alte temperature, se associate a condizioni di bassa umidità (inferiore al 45%), sono molto nocive per

una normale fioritura. Invece in condizioni troppo piovose e

temperature basse si ha un allungamento del periodo di fiori­ tura e la fecondazione potrebbe non avvenire in quanto la ca­ liptra non si distacca (il fiore rimane chiuso) e il polline potrebbe dilavarsi o agglomerarsi. Inoltre, se il clima è secco

ma ventoso, lo stigma potrebbe asciugarsi e il polline non aderire.

Accorgimenti

Di vitale importanza, soprattutto laddove è praticata la colti­ vazione protetta per l’anticipo della raccolta, risulta essere

Grappoli in fase di allegagione

quindi la consultazione di bollettini meteorologici e il quotidia­

cole, la percentuale di allegagione nella vite è più elevata e,

dell’agricoltore

In genere circa il 40­80% dei fiori non allega ma cade al

no monitoraggio in prefioritura delle temperature da parte con

termometri

collocati

all’interno

dell’impianto. In caso di raggiungimento e superamento delle

temperature critiche sopra indicate è necessario intervenire

alzando i teli laterali ed eventualmente distanziando i teli di copertura nei punti più critici del tendone per favorire una

maggiore ventilazione ed un abbassamento delle temperatu­ re, al fine di evitare danni rilevanti sulla quantità e la qualità della produzione.

Durante la fioritura, invece, i teli laterali dovrebbero essere sempre sollevati, salvo condizioni climatiche particolarmente avverse (temperature molto basse, vento, piogge intense).

Impollinazione e allegagione

L’impollinazione nella vite avviene grazie al vento (impollina­ zione anemofila) con un contributo anche degli insetti pronubi (impollinazione entomofila).

All’impollinazione segue la fecondazione che avviene con la

se eccessiva, potrebbe andare a scapito della qualità. termine della fioritura (colatura dei fiori).

Questo fenomeno potrebbe anche riguardare i frutticini appe­ na allegati, spesso senza semi, perché meno competitivi ri­ spetto a quelli fecondati (cascola dei frutticini). La colatura oltre a dipendere da fattori genetici, è fortemente influenzata dalle carenze nutrizionali (ferro, boro, zinco) e idriche, ma soprattutto dal numero dei grappoli sulla pianta, dal numero

di fiori presenti sul grappolo e dall’elevato vigore, in quanto si crea competizione nell’uso dei prodotti della fotosintesi. Esiste anche una colatura dovuta alla presenza di patologie (oidio,

peronospora), virosi, tignoletta, ecc., che causano danni di­ retti o squilibri nello sviluppo o nella nutrizione dei grappoli; oppure ci possono essere colature accidentali o forzate dovute

all’utilizzo di antiparassitari o di ormoni (gibberelline) ad azio­ ne pollinicida.

germinazione del polline e l’emissione di un tubetto pollinico

Conclusioni

rita da un liquido zuccherino ricco in boro, microelemento

delle fasi più importanti e delicate del ciclo produttivo della

che raggiunge l’ovulo. La formazione di questo tubetto è favo­ indispensabile in questa fase. La fecondazione può verificarsi anche parzialmente o non verificarsi affatto, ma la produzione

di sostanze di natura ormonale può indurre l’ovario a dividersi e moltiplicarsi ugualmente. Gli acini che si svilupperanno da questo processo presenteranno apirenia (assenza di semi) e sviluppo limitato (acinellatura), problema che viene superato

mediante la loro eliminazione manuale, operazione che incide molto sui costi di produzione.

L’acinellatura può essere legata anche alle avversità climati­

Da quanto detto, appare evidente come la fioritura sia una vite. Essa è fortemente influenzata dalle condizioni climatiche e ambientali, si completa nei giorni in cui il grappolo fiorisce

ma ha inizio già nell’anno precedente, quando i primordi del fiore cominciano a differenziarsi nella gemma. Per tali motivi è importante:

• utilizzare tecniche agronomiche adeguate che garantiscano un equilibrio vegeto­produttivo del vigneto durante tutto

l’anno (evitare stress idrici, carenze o eccessi nutrizionali, ecc.);

che (come ad esempio le piogge durante la fioritura) che

• monitorare continuamente le condizioni termiche del vi­

nutrizionali (come boro e zinco) e le virosi possono contribuire

impedire il raggiungimento di temperature eccessivamente

portano al mancato scaliptramento. Anche le carenze idriche e alla comparsa del fenomeno.

Il passaggio da fiore in frutto è definito allegagione. Il livello

di allegagione dipende dalla varietà, dal portinnesto, dalla nu­ trizione idrica e minerale, ecc. Rispetto ad altre colture frutti­

16

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

gneto in modo da adottare tutti gli accorgimenti atti ad elevate;

• avvantaggiarsi della consulenza di un tecnico esperto. La Redazione


SERENADE MAX: la protezione naturale, che non lascia traccia!

L

'

offerta di prodotti innovativi da parte di Bayer

Infatti,

soluzioni naturali che permettano un’integrazione

sugli organi trattati, garantisce:

CropScience comprende anche la possibilità di offrire

nelle linee di difesa al fine di garantire una produzione di qualità, rispettando i parametri di salubrità richiesti dalla grande distribuzione e dal consumatore finale.

L’acquisizione della società americana Agraquest va infatti in

questa direzione, con la possibilità già a partire dal 2013 di vendere il prodotto Serenade Max. Tutto questo per dare

sempre maggiore concretezza al nostro approccio verso una viticoltura sostenibile.

Serenade Max è un prodotto naturale a base di Bacillus

subtilis ceppo QST 713: questo batterio è particolarmente

attivo nel controllo di botrite, sclerotinia e delle batteriosi di vite, frutta e orticole.

grazie

alla

formazione

di

composti

naturali

di

fermentazione (lipopeptidi) e alla proliferazione del batterio

• Azione antifungina diretta: i lipopeptidi creano delle

soluzioni di continuità della membrana e portando alla morte la cellula fungina.

• Azione antibatterica diretta: grazie all'attività di 3

diverse classi di prodotti naturali.

• Stimolazione delle difese della pianta: mediante

induzione di resistenza con effetto sistemico

.

• Creazione da parte del Bacillus di una barriera

contro le cellule del patogeno: instaurando contro esso una competizione trofico­spaziale

.

Serenade Max è un prodotto di contatto che va applicato in

condizioni preventive, al fine di esaltarne le caratteristiche del prodotto. Inoltre può essere utilizzato, da solo o in

alternanza con altri prodotti, in un programma di difesa integrata.

Figura 1 ­ Azione dei lipopeptidi sulla membrana cellulare fungina

Grazie al suo meccanismo d’azione molteplice, Serenade Max garantisce un’azione su più fronti, come le tessere di un puzzle.

La protezione in fine fioritura: il primo passo verso un controllo efficace della botrite. Le prime infezioni di botrite possono iniziare già a partire dai residui fiorali, se non addirittura durante la fioritura stessa.

Una applicazione di Serenade Max in questa fase, grazie alla capacità di Bacillus

subtilis di colonizzare gli organi trattati, ti permette di abbassare l’inoculo di botrite e, grazie alla competizione trofico­spaziale con gli agenti dei marciumi, ti permette un controllo dei primi attacchi del patogeno.

Fig. 2 ­ Grappolo attaccato da botrite a fine fioritura

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013

17


Bio

Viticoltura biodinamica: non una moda ma un'alternativa concreta

L

'

azienda agricola Sorino, situata in agro di Mola di Ba­

dei costi di produzione. Viene posta particolare attenzione alla

realtà che adopera tecniche di agricoltura biodinamica

namici allo scopo di equilibrare e migliorare l’effetto dei fattori

ri, può essere ad oggi considerata una delle poche

in Puglia. La superficie aziendale, di circa 4 ettari, è coltivata

esclusivamente ad uva da tavola delle seguenti varietà: Supe­ rior seedless, Vittoria e Red Globe.

La scelta di utilizzare il metodo biodinamico fu presa dal Sig.

Sorino Franco circa 4 anni fa, non per cavalcare l'onda delle

gestione del terreno e vengono impiegati i preparati biodi­ di accrescimento (elementi nutritivi del terreno) e ambientali (come luce e calore), oltre a quelli agronomici.

Non avendo alcuna certificazione bio, negli anni precedenti l’uva è stata venduta come convenzionale.

ultime "mode" agricole, con lo scopo di avere un maggiore vi­ sibilità sul mercato, ma perché stanco dei metodi agricoli convenzionali che prevedono l’esasperato utilizzo di prodotti chimici di sintesi ed un eccessivo sfruttamento del suolo e

dell’ambiente. Ciò è sostenuto anche dal fatto che il Sig. Sori­ no, poichè convinto si tratti di un metodo agricolo vincente e

non di un marchio spendibile, non aveva richiesto la certifica­ zione bio, se non fino allo scorso anno.

Con l’ausilio di Concetta Gentile, tecnico esperto in agricoltura biodinamica, l’azienda ha subìto una profonda trasformazione ottenendo dei miglioramenti sia in termini di fertilità del suolo che in termini di equilibrio all’interno dell’ecosistema vigneto.

L’azienda agricola ad oggi non utilizza prodotti fitosanitari,

fertilizzanti o altri prodotti utilizzati nei metodi agricoli

convenzionali e ha raggiunto la sostenibilità ambientale desi­ derata oltre che un risparmio economico grazie alla riduzione

Il calibro medio degli acini di Superior seedless era pari e talvolta superiore ai 21 mm, ottenuto senza l'utilizzo di fitoregalori.

Grappoli di Superior seedless prodotti con tecniche di agricoltura

L'azienda agricola biodinamica ha ottenuto un'elevata produzione di

biodinamica.

Superior seedless con qualità paragonabile al prodotto convenzionale.

18

UvadaTavola ­ n. 2

maggio­giugno 2013


Grappoli di uva da tavola varietà Vittoria prodotti con tecniche di

Uva da tavola varietà Vittoria prodotta con metodi biodinamici presso

agricoltura biodinamica.

l'azienda agricola Sorino.

Ciò sicuramente non premia la qualità del prodotto, che può

Per visualizzare l'intera galleria fotografica visita la sezione

dimostra che con l’utilizzo del metodo agricolo biodinamico, è

leggi il codice QR in basso utilizzando il tuo smartphone.

considerarsi praticamente a “residuo zero”, ma sicuramente possibile ottenere un prodotto con elevati parametri qualitati­ vi che soddisfano i requisiti estetici richiesti dalla Grande Distribuzione Organizzata.

Domenico Zagaria

Agronomo

"biodinamico" sul sito web www.uvadatavola.com oppure

Per info:

Concetta Gentile

Tecnico in agricoltura biodinamica

E­mail: conce.gentile@gmail.com


Formazione

Laurea Magistrale/Master internazionale in VITICOLTURA E AMBIENTE ­ MATERA Titolo di studio rilasciato: Diploma di Laurea Magistrale (Classe LM 69 – Scienze e Tecnologie Agrarie)

Congiunto con l’Università di Reims – Champagne Ardenne Obiettivi del corso

L’obiettivo del master/laurea magistrale «ENVVINE» è di inte­ grare le nuove tecniche viticole in un contesto più ampio di

di ricerca di base ed applicata nei settori delle produzioni viti­ cole sostenibili; peritali e arbitrali presso i Tribunali.

gestione dell’ambiente, del paesaggio e del TERROIR. La

2° anno all’Università di Reims (FRANCIA)

rizzante dello sviluppo sostenibile di una specifica area geo­

master viene svolto presso l’Università di Reims (France).

conduzione accurata del vigneto risulta essere parte caratte­ grafica. Per raggiungere questi obiettivi, il master offre agli

studenti delle competenze scientifiche solide per permetter lo­ ro di prepararsi al meglio alla vita professionale e di adattarsi all’evoluzione del settore vitivinicolo. Il master permetterà

inoltre di acquisire le conoscenze scientifiche di base diretta­ mente nelle aziende vitivinicole, nelle zone produttive nazio­ nali.

Il laureato magistrale in V&A trova uno spazio non trascurabi­ le nel mondo del lavoro nel settore viticolo e della qualità

ambientale a livelli decisionali superiori, con ruolo di tipo diri­ genziale o di consulenza. In particolare se ne prevede l'impie­ go nelle seguenti attività: la direzione, nonché la consulenza, in aziende viticole di dimensione significativa, nell'ambito produzione

dell'uva,

Borse Erasmus Placement sono richiedibili e ottenibili dagli studenti. Nell’ultimo semestre è previsto uno stage in un azienda vitivinicola francese.

INFO:

Partecipanti ammessi: 10.

Selezione: Titoli e lingua inglese

Sbocchi occupazionali

della

Per l’ottenimento del titolo congiunto, il secondo anno del

dell'impatto

della

coltivazione

sull'ambiente, sulla qualità del suolo e sul suo recupero e

conservazione della fertilità; la direzione o l'espletamento di incarichi a livello superiore in Enti, Associazioni e Consorzi; la

collaborazione nella realizzazione e nella gestione di progetti

Lingua del corso: Italiano con seminari in Inglese

Costo del Master: vedi regolamento tasse UNIBAS (max. € 1361,59 + € 98,00 + € 14.62)

Contatti: DICEM Tel. 0835.1971416 ­ Fax. 0835.383114 Responsabile: prof. VITALE NUZZO mail: vitale.nuzzo@unibas.it

mail2: info.envvine@unibas.it Tel. +39.971.205263

Università degli Studi della Basilicata MATERA Ulteriori

informazioni

sono

Via Lazazzera, 75100

presenti

http://www.unibas.it/envvine

al

sito

internet

Matera, UNESCO Site



Salute

L'uva da tavola riduce il rischio di malattie cardiache e diabete

S

econdo una recente ricerca condotta dall’Università

di uva disidratata e polverizzata. Il peso degli animali

bianca

ricercatori si sono detti ottimisti nei confronti dei risultati,

del Michigan l’uva da tavola rossa, ma anche quella e

nera,

possono

proteggere

l’apparato

cardiocircolatorio e contrastare il diabete di tipo 2. Per arriva­ re a queste conclusioni i ricercatori hanno sottoposto un

gruppo di topi a una dieta ricca di grassi, molto comune negli Usa, a cui però è stata aggiunta una polvere composta dai tre tipi di uva disidratata. A un altro gruppo, quello di controllo, è stata fatta seguire unicamente la dieta ricca di grassi. Dopo

tre mesi il dottor Steven Bolling, coordinatore dello studio, e i suoi colleghi hanno sottoposto i topi ad analisi. Dai risultati si è scoperto che i topi a cui era stata somministrata la polvere delle tre uve insieme alla dieta lipidica avevano la pressione

sanguigna ridotta e più regolare, una migliore funzione

cardiaca e una riduzione nel sangue dei marker dell’infiamma­ zione rispetto ai topi che non avevano ricevuto il supplemento

appartenenti a entrambi i gruppi tuttavia non è cambiato. I

anche se ulteriori ricerche dovranno confermare questi effetti benefici anche sugli esseri umani.

"La possibile ragione che sta dietro la diminuzione della

sindrome metabolica è che le sostanze fitochimiche sono atti­ ve nel proteggere le cellule del cuore dagli effetti dannosi della sindrome metabolica stessa", ha commentato il Dott. Bolling.

"Sia l'infiammazione che lo stress ossidativo giocano un ruolo

importante nella progressione della malattia cardiovascolare e nella disfunzione d'organo nel diabete di tipo 2. L'assunzione di uva ha influenzato entrambi i componenti in diversi tessuti. Si tratta di un risultato molto promettente" ha aggiunto.

Domenico Zagaria ­ Agronomo




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.