Uva da Tavola L'informazione sulla viticoltura da tavola
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Anno I 足 N. 2 maggio足giugno 2013
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L'intervista
Salute
Difesa
Scelta varietale: l'importanza del partner commerciale
L'uva da tavola riduce il rischio di malattie cardiache e diabete
Nematodi dei vigneti: ne sappiamo abbastanza?
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SOMMARIO 3 6
Editoriale
L'uva da tavola che vorrei
Tecnica
Quando e perchè i teli plastici possono
tavola nazionale che la competizione su scala globale, anno dopo anno,
Nematodi
dei
vigneti:
ne
sappiamo
Scelta varietale: l'importanza del partner
competizione, cullandosi su effimeri allori.
È già successo in passato per altre colture. Mandorlo ed olivo ci vedevano
leader indiscussi nel dopoguerra salvo poi, dopo mezzo secolo, vederci comprimari per l’olivo o insignificanti comparse come nel caso del
Fisiologia
La fioritura della vite: un processo lungo
mandorlo.
Quale ruolo potrà avere in futuro la viticoltura da tavola nazionale e pu gliese in particolare?
Bisogna saper vedere ed immaginare il settore in senso realistico, consci
Bio
Viticoltura biodinamica: non una moda ma un'alternativa concreta
22
dall’alto della indiscussa leadership tecnica in campo internazionale, pro per quelli negativi da non replicare, riteneva di essere al riparo di qualsiasi
L'intervista
un anno
18
Tale tendenza riguarda oggi un settore che fino a qualche lustro fa,
totipo di riferimento per gli altri competitors, sia per gli aspetti positivi che
commerciale
15
Forse non è ancora del tutto chiaro ai vari soggetti del settore dell’uva da inciderà sempre più sul comparto italiano.
Difesa
abbastanza?
12
L'uva da tavola che vorrei
Agrimeca Grape and Fruit Consulting srl – Turi (Bari)
essere definiti intelligenti?
8
EDITORIALE
Salute L'uva
dei suoi punti di debolezza, ma ben consapevoli delle eccellenze e delle peculiarità esclusive che possiamo vantare.
Il rafforzamento ed il rilancio della viticoltura da tavola in Italia dovrà avvenire attraverso una sua reinterpretazione in senso più ampio, in
da
tavola
riduce
malattie cardiache e diabete
il
rischio
UvadaTavola
Rivista di informazione tecnico scientifica sulla viticoltura da tavola Anno I Numero 2
MaggioGiugno 2013 Direttore responsabile Domenico Zagaria Redazione
Domenico Zagaria, Mirko Sgaramella,
Giuseppe Colucci, Michelangelo Stolfa
Hanno collaborato a questo numero
Agrimeca Grape and Fruit Consulting srl, Vitale Nuzzo, Giuseppe Lucarelli,
Marina Amodio, Angela Cortigiani, Nicola Sicolo
Direzione, redazione e segreteria
Via della Costituzione, 20 70016 Noicattaro (BA) info@uvadatavola.com Foto di copertina
Giuseppe Sgaramella Stampa
Grafica 080 Modugno (BA) Reg.Tribunale di Bari
n° 723/12 del 22/03/12
di
compartecipazione con il territorio che la ospita, attraverso le sue genti e tutti i soggetti operanti nella filiera.
Il territorio così caratterizzato dagli impianti produttivi e dalle sembianze variegate nel corso dell’anno, può e deve suscitare curiosità ed attenzione
da parte di flussi turistici ben orientati e guidati. Tra i compiti dello svi luppo rurale professato dai GAL operanti nelle zone dell’uva da tavola, non ci possono essere solo improbabili ed estemporanee iniziative su di un
passato che non tornerà più. Piuttosto esso va rivisitato e fatto conoscere
nella prospettiva di un futuro che interesserà le nuove generazioni e gli assetti socioeconomici del nostro territorio.
I consumatori di domani, i ragazzi delle scuole – anche quelli dei Paesi che
ospitano migliaia di ettari di tendoni devono maturare consapevolezza di come nascono i chicchi d’oro ed ambra che poi arrivano sulle tavole di tutto il mondo. L’appartenenza al tradizionale territorio dell’uva da tavola
deve essere vissuta con senso di orgoglio e non come un segno di vergo gna ed imbarazzo indelebili derivanti dalla descrizione semplicistica di settore inquinante e depauperante delle risorse ambientali.
Il settore non deve tornare alla ribalta della cronaca solo quando si parla
del suo elevato impatto ambientale e di certi episodi “noir” quali l’utilizzo di presidi fitosanitari non ammessi, residui elevati, fenomeni di caporalato e qualche altro presunto scandalo. [segue a pag. 4]
s eg u i c i a n c h e s u :
w w w . u v a da t a v o l a . c o m
[segue da pag. 3] Non che ci sia qualcuno che parli in termini
produzioni. Quando si credeva che le produzioni realizzate
terminare la crescita di intere comunità, ambasciatore dell’agroa
ro roseo agli operatori, la richiesta di mercato si era già spostata,
positivi di un comparto tanto complesso quanto capace di de limentare italiano in ogni angolo del mondo.
Non si parla mai invece di un settore tra i pochi in campo agri colo, dove da sempre vige un clima di autosufficienza ed autore ferenzialità che fa ormai ampio ricorso a tecnici qualificati per la gestione del ciclo produttivo. Tecnici che nell’immediato futuro,
con l’entrata in vigore delle norme comunitarie sull’uso sostenibile
degli agrofarmaci (Dir CE 128/2009) e del successivo piano di
azione nazionale di prossima attuazione, saranno gravati da nuo ve formali responsabilità di fronte alle autorità di controllo (fa cendo un forzato paragone: medici delle piante con le loro responsabilità verso la legge!).
Tutta la filiera dell’uva da tavola, dai ricercatori che si occupano
delle diverse discipline (il miglioramento genetico, la gestione agronomica, le malattie delle piante, il post raccolta, le tecnologie
alimentari, ecc.), fino ai vivaisti, dalle maestranze agricole ai fornitori di servizi, dalle packing house al settore della logistica dei trasporti,
merita
di
essere
raccontata
con
più
attenzione.
Verrebbero alla luce storie di uomini e di luoghi che non teme rebbero il confronto con quanti sono stati pionieri in altri campi e che oggi sono da tutti ammirati e decantati.
La struttura socio economica dell’azienda produttrice di uva da ta vola, lascia al momento poche speranze su immediati processi aggregativi che portino a realtà che possano vantare significativi volumi di prodotto da “giocarsi” sul mercato globale.
Pur se il “modello Melinda” appare non applicabile nei nostri area li, a quanti professano e rivendicano con orgoglio questa autarchia
disordinata, il consiglio è navigare sul sito www.melinda.it dal quale si può facilmente conoscere la sua struttura: “…Consorzio
di
produttori
formato
da
16
Cooperative
che
raggruppano 5200 soci che operano su un totale di 6.400 ha di superficie coltivata dei distretti delle Valli di Non e di Sole. Più
della metà di loro possiede un’azienda di dimensioni inferiori ad 1
ha mentre sono solo un decimo coloro che fruiscono di aziende di dimensioni superiori ai 3 ha. …”
Ogni commento appare superfluo. Sforziamoci di pensare ai bino mi territorioprodotto e operatoriqualità della vita che contraddi stinguono quanti vivono in Val di Non e Val di Sole.
Emerge quindi l’obbligo di immaginare una simile organizzazione
per il settore dell’uva da tavola ed i benefici che da essa po trebbero derivare. Un cambiamento epocale potrebbe già essere un
rafforzamento
del
rapporto
tra
produttori
e
operatori
commerciali. Esso deve necessariamente essere basato su una maggior reciproca fiducia, proiettata nel futuro, al fine di produrre in campo ciò che realmente richiede il mercato. Programmazione significa semplicemente questo!
Un’attenta e serena riflessione su ciò che oggi è richiesto dalla
GDO metterebbe facilmente in evidenza che le produzioni biologi
nell’ambito dei programmi integrati avrebbero assicurato un futu implicando così l’adozione di altri schemi produttivi, ulteriori ga ranzie e nuove sfide d’affrontare.
In parallelo, gli enti di formazione, gli istituti tecnici secondari e le università, devono formare tecnici di campo in grado di ben
interpretare i processi produttivi con tutte le innumerevoli varia bili tecniche coinvolte. Questi ultimi, una volta in campo, devono
essere in grado di assumere comportamenti votati alla terzietà del
ruolo svolto in qualsiasi segmento della filiera “produzione commercializzazioneconsumo”, dando all’imparzialità ed obietti vità del proprio operato ugual valore delle competenze tecniche (…semplicemente essere professionali!).
È così difficile prevedere simili scenari e giocare d’anticipo per
strutturarsi per tempo in modo da offrire quanto richiederà il mercato nel medio termine?
Da queste brevi considerazioni emerge forte la necessità di “far
sistema”. È questa l’unica via per assicurare un futuro all’uva da
tavola pugliese, pur in un ridimensionamento del settore che oggi
sembra non contrastabile. Non ci sono formule magiche o format preconfezionati. Ci deve essere solo la consapevolezza degli uo
mini – imprenditori ed amministratori pubblici – di dar seguito ad un detto popolare che, pur proferito di continuo, non viene mai attuato: L’UNIONE FA LA FORZA.
Solo così le tante eccellenze che sussistono sul territorio potranno
esser tali anche in futuro. L’alternativa è quella di presentarsi sul campo della sfida globale con l’elegante livrea e l’ammirato volo dell’effimera: bella sola per un giorno, e poi?
Una proposta per uscire dallo stallo, anziché aspettare inattivi un
futuro già delineato, è quella che le OP operanti nel settore e gli imprenditori privati delle packing house, si mettano insieme per costituire un Centro di studio e servizi per l’uva da tavola. Un
organismo che dovrebbe avere il ruolo di reperire, aggiornare ed elaborare i dati sull’uva da tavola in generale: scouting in senso
più ampio su vari aspetti, nuove varietà, diffusione mondiale,
flussi mercantili, rappresentanza del comparto pugliese, ecc., al solo scopo di orientare gli attori della filiera, i produttori prima di
tutto, verso prodotti richiesti dal mercato. Si ritiene che il territo rio disponga di professionalità ed uomini in grado di svolgere tale ruolo.
L’uva da tavola che vorrei inizierebbe così ad assumere i connotati di un settore che diventi il volano di un benessere più diffuso per
quanti vi operano e per quanti cittadini di tutto il mondo avranno la fortuna di gustare le bacche dorate di quella lama di terra incuneata nel Mediterraneo.
Agrimeca
Grape and Fruit Consulting srl
che sono sempre più ricercate. Si tratta di un segmento in forte
Via D. Elefante, 17 70018 Turi (BA)
di crisi che la congiuntura economica attuale ha riservato ad altre
agrimecaconsulting@gmail.com
espansione che gode di una crescita che sembra al riparo dai venti
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UvadaTavola n. 2
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Informazione
WhatsApp: comunicare con Uva da Tavola.com è ancora più facile
D
Inviateci foto dai vigneti, domande e segnalazioni in modo comodo e immediato
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Aggiungete alla vostra Rubrica il numero 3451191456 e
inviateci le vostre foto, domande e segnalazioni, vi risponde remo appena possibile.
Il numero di telefono non è abilitato a ricevere chiamate. Aggiungendo il nostro numero di telefono alla vostra rubrica, si autorizza la Redazione al trattamento dei dati personali con riferimento al Decreto Legislativo n. 196 del 30 Giugno 2003 denominato "Codice in materia di protezione dei dati personali" Vi informiamo che i Vs. dati personali, in quanto iscritti al nostro servizio d'informazione, sono conservati presso i ns. uffici e trattati conformemente ai principi di correttezza, liceità e tra sparenza e di tutela della Vs. riservatezza e dei Vs. diritti.
C o n Uv a d a T a v o l a . c o m e Uv a d a T a v o l a M A G A Z I N E l a p u b b l i c i t à è m i r a t a ! Il sito web Uva da Tavola.com e la rivista Uva da Tavola
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Tecnica
Quando e perché i teli plastici possono essere definiti intelligenti?
I
teli plastici per copertura in generale sono già da di versi anni al centro di un grande dibattito internaziona le. Dopo aver vissuto diverse esperienze, in varie parti
del mondo i teli plastici hanno saputo dimostrare di essere
ancora oggi lo strumento più efficace. Risultano essere la so luzione più ecocompatibile se si vuole interagire proattiva mente con quanto di più naturale esista in natura ovvero la luce solare.
Data l’importanza di questo tema, abbiamo chiesto alla socie tà Plastik spa, che opera da oltre 30 anni nella produzione di teli per copertura di uva da tavola, di definire insieme un
percorso di approfondimento in più tappe. Verranno trattati aspetti riguardanti la luce solare e l’importanza di utilizzare teli plastici detti “intelligenti” .
Spiega il dott. Luca Marinucci Resp. Ricerca e Sviluppo del
La luce solare influenza le produzioni agricole e fornisce l'energia per la fotosintesi.
gruppo Plastik: “Nell’ambiente delle coperture è risaputo che
fatto rappresenta la porzione visibile) è necessaria per il veri
di qualsiasi altro prodotto, sono i teli plastici. La ricerca e lo
zione fotosinteticamente attiva).
ciò che può determinare un reale microclima controllato, più
sviluppo di un nuovo prodotto è una costante sfida per noi ri cercatori in ambito agricolo. Viene considerata un sfida vera in quanto abbiamo alle spalle un sistema industriale con le
sue regole e le sue necessità in virtù di determinate tecnolo gie e processi produttivi, mentre dall’altra abbiamo un interlo cutore
in
continua
evoluzione
con
l’unica
possibilità
di
ficarsi di questo processo vitale ed è nota come PAR (radia Al fine di sfruttare al meglio questa porzione di spettro solare e di limitare le porzioni inferiori a circa 350nm (Ultravioletto
potenzialmente dannoso), un considerevole sforzo è stato fo calizzato sullo sviluppo di materiale con proprietà ottiche otti mizzate.
determinare l’esito di un test anche a distanza di anni. Va poi
2. Le tecniche di copertura
proprio protocollo certificato sull’utilizzo di fitofarmaci che au
di una struttura, col rispetto di tutte le norme di realizzazione
aggiunta la componente clima e la mancanza di un vero e mentano esponenzialmente i rischi di un’errata valutazione sull’esito di qualsiasi test”. Quello
su
cui
possiamo
fare
affidamento
sono
fonda
mentalmente 3 macrotemi base che andremo in più tappe, nei prossimi numeri, ad approfondire.
1. La luce solare
Il fattore più importante che influenza la produzione agricola
in generale è la luce naturale che fornisce l'energia per la fo tosintesi. La luce solare è un insieme di radiazioni elettroma gnetiche di lunghezze d'onda comprese fra circa 100nm fino a circa 700nm. In particolare, la parte delle radiazione solare
con lunghezza d’onda compresa tra 400 e 700 nm (che di
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È oramai chiaro che solamente con una corretta realizzazione e di mantenimento, risulterà possibile ottenere gli obiettivi preposti con la copertura di un telo. Negli anni si sono
alternate innumerevoli evoluzioni e solamente con l’espe rienza diretta è stato possibile determinare aspetti positivi e
negativi per ogni prova fatta. La preparazione di una corretta struttura deve poter garantire, oltre ad un corretto ambiente
grazie ai teli, anche la possibilità di ottenere maneggevolezza
e condizioni ideali ottimizzando al massimo i costi della ma nodopera.
Conseguentemente, negli anni i teli sono stati riprogettati più
volte con soluzioni tecniche differenti nella realizzazione delle
bande rinforzate, nel packaging alla consegna, nei sistemi di occhiellatura laterale.
Una struttura realizzata correttamente ottimizza i costi di produzione e, grazie ai teli, garantisce le condizioni ambientali ideali.
vita di un telo di copertura.
3. I fitofarmaci
Un fattore importante nella determinazione della vita di un telo è
rappresentato
dalla
tipologia,
quantità
e
metodo
di
applicazione di prodotti chimici ideali per la coltivazione. Dai primi anni ottanta ad oggi la situazione è in costante mutamento. Le stesse case produttrici sono in costante evoluzione proponendo nuove soluzioni meno invasive e più performanti con strutture chimiche differenti.
Nell’evoluzione di un telo, le difficoltà in ambito di sviluppo nelle
formulazioni
nasce
da
un’oggettiva
La distribuzione dei prodotti fitosanitari può influenzare la durata della
impossibilità
di
verificare che venga rispettato quanto previsto da protocollo
da parte dell’agricoltore. L’aggiornamento continuo con i centri ricerca delle aziende fornitrici delle materie prime (Polietilene in granulo e additivi) sono l’unica soluzione per sviluppare soluzioni adeguate per combattere situazioni particolarmente aggressive che potrebbero compromettere prematuramente le caratteristiche ottiche del telo.
prime di un produttore di teli assicurano che il film verrà prodotto secondo formulazioni certificate e con materie prime di prima scelta. A livello di Ricerca e Sviluppo deve poter
esistere un costante aggiornamento con i centri di ricerca di queste importanti aziende per poter concretizzare le nuove richieste del mercato.
La tecnologia utilizzata per proporre i teli deve dimostrare la massima attenzione, al fine di ottimizzare i processi produttivi, rispettando tutte le esigenze del cliente: dalle caratteristiche in generale sino al packaging definitivo. Anche in questo in caso
la capacità di evolversi deve fornire la giusta garanzia che si è di fronte ad un fornitore potenziale partner.
Il telo è una componente importante nell’investimento di una azienda agricola, sia dal punto di vista finanziario ma anche e
soprattutto per la qualità del prodotto finito che l’azienda andrà a proporre. Spesso scegliere tra un telo in plastica ed un telo intelligente può fare realmente la differenza.
Plastik spa
Un telo si può definire “intelligente” solo quando il produttore che lo propone riesce a rimanere ad un livello tecnico e
tecnologico tale per cui dimostra di poter offrire un film plastico adeguato alle esigenze di un mondo agricolo che, come pochi altri, è in continua evoluzione.
Va considerato il fatto che come nel mondo delle materie plastiche se si vuole proporre eccellenza, non è assolutamente possibile improvvisarsi. Quando ad esempio si compra un
prodotto chimico BASF si ha immediatamente la percezione
della garanzia del prodotto grazie al nome di chi lo propone. A garanzia della qualità dei “teli intelligenti” ci sono alcune tra le
Via Tonale, 72/A
24061 Albano S. Alessandro (Bergamo) Italy
Telefono +39.035.581006 Telefax +39.035.580090
EMail: info@plastik.it – WebSite: www.plastik.it Unità locale
Str. Prov.le 231 Km 1 + 200
70026 Modugno (Bari) Italy
Telefono +39 080.5358828 Telefax: +39 080.5354866
aziende multinazionali più importanti al mondo quali: Exxon
Mobil, Borealis, Polimeri Europa, Dow, Clariant, solo per
citarne qualcuna. L’effettivo produttore del telo non è così facilmente
riconoscibile,
risulterà
pertanto
approfondire chi sono i suoi fornitori partner.
fondamentale
La struttura, l’organizzazione e l’esperienza nelle materie UvadaTavola n. 2
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Difesa
Nematodi dei vigneti:
ne sappiamo abbastanza?
I
nematodi parassiti delle piante, e della vite in particola
complesso dell’arricciamento), è quasi sempre misconosciuta
forme, che popolano l’ecosistema degli apparati radicali
incognita, M. arenaria, M. javanica e M. hapla). Queste ultime
re, sono organismi microscopici dalla struttura vermi
(rizosfera). Come altri parassiti della vite, i nematodi possono
essere considerati organismi opportunistici che, anche per effetto di generici fattori di stress delle piante, possono
raggiungere livelli di popolazione pericolosi per la produzione; reciprocamente, la loro attività aumenta la suscettibilità a nu merosi funghi tellurici come Fusarium, Rhizoctonia, Pythium e Phytophthora.
La presenza dei nematodi è una caratteristica stabile di un
suolo, al pari delle sue proprietà chimicofisiche, e deve esse re come tale considerata, per interpretare le performance produttive attese da un vigneto.
I più importanti nematodi dannosi della vite appartengono a gruppi tassonomici diversi, raggruppabili fondamentalmente in
nematodi
vulnus,
da
lesione
Criconemella
(Xiphinema
xenoplax)
e
index,
galligeni
Pratylenchus
(Meloidogyne
spp.); numerosi altri Generi e Specie esercitano nei nostri
areali una patogenicità debole, e perciò non determinano si gnificative perdite di produzione.
Mentre è ben nota ai viticoltori professionali la pericolosità di Xiphinema index, temuto agente di danno diretto e vettore
del virus Grapevine Fanleaf (GFLV, uno dei più debilitanti patogeni del vigneto, agente della degenerazione infettiva o
la dannosità nei vigneti delle specie galligene (Meloidogyne prosperano maggiormente nei terreni sabbiosi ed irrigui. In
Puglia sono particolarmente diffuse nell’arco Jonico (Massafra Palagiano) e nella zona di Trinitapoli, ove rappresentano pro babilmente gli agenti di danno più debilitanti, frequentemente
in grado di determinare perdite di produzione superiori al
20%. Nonostante ciò, il livello di conoscenza di questi paras siti resta basso, perché i sintomi sono aspecifici e si traducono
semplicemente in un deperimento produttivo e qualitativo,
associato alla scarsità di capillizio; solo nei casi più gravi si
evidenziano più chiaramente malformazioni radicali, quali no dosità, ingrossamenti e decolorazioni.
Le Meloidogyne sono nematodi endoparassiti che si insediano
nei tessuti radicali, alterando la funzione di conduzione per
acqua e nutrienti. La loro attività ha inizio con l’innalzarsi delle temperature nel periodo primaverile: la schiusura delle
uova svernanti libera le forme giovanili, che penetrano appe na sotto l’apice radicale e si nutrono tra xilema e floema, de terminando
una
ridotta
efficienza
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e
dirottando
rilevanti quote dell’energia elaborata dalle piante attraverso la fotosintesi; la pianta risponde a questa invasione producendo
le tipiche galle nell’intorno dei tessuti conduttivi, costituite da
ipertrofie ed iperplasie cellulari. Le femmine evolvono in indi vidui maturi ovideponenti in poche settimane (appena 45, in condizioni ottimali) e danno inizio a nuovi cicli rilasciando
Tabella 1 Suscettibilità dei portinnesti più diffusi nel SudEst barese ai principali nematodi dei vigneti
8
radicale
richiede competenze altamente specialisti che e non comuni. I laboratori accreditati per le analisi nematologiche sono infatti in
grado di distinguere i nematodi fitoparas siti da quelli saprofiti (ovvero non patogeni e molto diffusi nei suoli), di conteggiare gli individui di ciascuna specie e di stabilire il livello di rischio per la coltura in atto e
quelle eventualmente in successione. Il la boratorio fornirà quindi un report delle conte di nematodi per unità di volume o peso
di
terreno,
che
consentirà
di
effettuare scelte imprenditoriali più consa Fig. 1 – Meloidogyne spp. su vite.
Fig. 2 – Xiphinema index su vite.
pevoli. Ad esempio, sarà possibile valutare
l’esenza da nematodi del materiale di pro pagazione o di terreni di riporto, oppure
nella rizosfera nuovi individui che attaccano le radici neo
accertare le condizioni di un appezzamento in sede di
vite (es. infestanti come Solanum nigrum) funge da efficace
terreno ha determinato un abbattimento delle popolazioni dei
formate. La presenza in campo di ospiti più suscettibili della
moltiplicatore dell’inoculo, aumentando la pressione parassi taria sulla coltura; l’ovideposizione si protrae per tutta l’estate, aumentando esponenzialmente la carica di inoculo del terreno.
Questa parassitosi interessa non solo la vite, ma anche nume rose specie di fruttiferi (ciliegio, pesco, albicocco, kiwi ecc.),
risultando particolarmente virulenta in vivaio e nei giovani
impianti. L’analisi nematologica del terreno consente di identi ficare la specie parassita e di valutare preliminarmente quali
colture (arboree o erbacee) risultino Resistenti o Tolleranti ad essa. Ciò consente di valorizzare da un punto di vista pro duttivo terreni su cui grava una tara, che è potenzialmente in grado di erodere il reddito del produttore.
Il corretto campionamento di un terreno costituisce un fattore
chiave per l’attendibilità dei risultati di una analisi. Il mo mento migliore per il prelievo è dopo una irrigazione (o
pioggia), oppure nella fase di pretrapianto. Il suolo da ana lizzare deve essere raccolto in più punti (1015 per campione) sotto gli irrigatori, a profondità compresa tra 2025 e 5060
compravendita, o ancora stabilire se la fase di riposo di un parassiti sufficiente per poter procedere al reimpianto. L’esito
delle analisi può anche guidare la selezione di portinnesti re sistenti o tolleranti ai nematodi, che costituiscono al momento
l’opzione più efficace per un controllo degli stessi in vigneti vergini o reimpiantati (tabella 1). Bisogna però sottolineare che
l’eventuale
tolleranza
a
X.
index,
caratteristica
di
portinnesti di recente introduzione, non implica la nontra smissibilità del virus GFL.
Concludendo, se il nostro vigneto è scarsamente produttivo
senza una ragione ben apparente, perché non andare alla ra dice? I nematodi potrebbero essere la causa che cerchiamo.
La Horto Service di Noicàttaro (Bari) fornisce Assistenza Tecnica specialistica in orticoltura, riunendo professionalità
specializzate in nutrizione delle piante, patologia vegetale, fi toiatria s.l. e nematologia. Per specifiche competenze, ricono sciute a livello internazionale, il laboratorio Horto Service è
stato accreditato per la diagnosi di nematodi fitoparassiti, ai sensi dei DD.MM. 14.04.97 e 09.08.2000.
cm, includendo possibilmente porzioni di radice. È preferibile
Horto Service di Lucarelli Giuseppe
mente debilitate, dove i nematodi potrebbero non essere più
dott. Giuseppe Lucarelli, Ph.D
non campionare nelle adiacenze di viti disseccate o eccessiva
Servizi Tecnici in Orticoltura
attivi; è anche utile costituire un diverso campione (di
via San Pietro, 3 70016 Noicàttaro (BA)
mente non affette. Il materiale raccolto nei diversi punti deve
Mobile (+39) 3388069190
controllo) prelevando terreno in prossimità di viti apparente essere miscelato omogeneamente, per poterne separare una
aliquota rappresentativa,di circa 1 kg, da indirizzare in labo
Fax (+39) 0804785137
Sito Web www.hortoservice.com
ratorio.
È fondamentale che il laboratorio abbia credenziali sufficienti per svolgere in maniera attendibile questo tipo di analisi, che
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Efficacia pura, senza lasciare impronte Mildicut è l'antiperonosporico funzionale alle molteplici esigenze della viticoltura moderna
E
in tema di qualità dei raccolti, profilo tossicologico e rispetto per l'ambiente
fficace si, ma non solo. Controllare le avversità, ormai, è divenuto per lo più un prerequisito. Un
prodotto fitosanitario viene oggi consigliato e uti
lizzato non solo perché funziona, bensì perché assicura al contempo una serie di vantaggi concreti agli agricoltori in
un'ottica di appetibilità delle proprie produzioni lungo le filiere
agroalimentari. Agli occhi dei complessi mercati contempora nei contano infatti aspetti che con la pura efficacia hanno po co a che vedere, come il rispetto per l'ambiente e un profilo
residuale conforme alle richieste dei mercati nazionali e internazionali. Inoltre, un agrofarmaco evoluto non deve
sporcare e non deve odorare. Tutti aspetti che su una coltura complessa come l'uva da tavola divengono la discriminante fra l'avere un prodotto di elevata appetibilità commerciale,
oppure un raccolto di difficile collocamento sui mercati. La se lezione delle sostanze attive operata dalla Revisione Europea, come pure i nuovi trend di riduzione dei residui, rendono però
ogni giorno più difficoltosa l’individuazione di prodotti con
siffatte caratteristiche. Fra le possibili soluzioni tecniche a
disposizione dei viticoltori si evidenzia Mildicut, l'antiperono
massimizzare i benefici dell’uso di Mildicut, è bene posizio
prodotto spicca non solo per gli elevati livelli di efficacia in
i trattamenti un intervallo di 10 giorni. Per le proprie caratte
sporico di Belchim Crop Protection. A base di cyazofamid, il
campo, ma anche per gli eccellenti profili tossicologico ed ecotossicologico, unitamente a un comportamento residuale funzionale alle più stringenti esigenze di mercati sempre più globalizzati.
narne le applicazioni a cavallo della fioritura, mantenendo fra
ristiche tecniche Mildicut si integra quindi facilmente in pro grammi di difesa basati sull’uso di prodotti a differente modo
d’azione. Infine, non essendo classificato Mildicut può essere acquistato anche senza possesso del patentino.
Mildicut alla lente
Il profilo residuale
25 g/l di cyazofamide, appartenente alla nuova famiglia chi
un numero complessivo di tre applicazioni per stagione non
Mildicut è formulato come Sospensione Concentrata a base di mica dei cianoimidazoli. Il suo meccanismo d’azione è quindi differente da quello di altre famiglie chimiche e ciò lo rende funzionale anche alle più raffinate strategie antiresistenza.
Nella peronospora Mildicut blocca i processi di respirazione inibendo la germinazione delle spore. Il suo utilizzo in campo
deve essere quindi in chiave preventiva. Inoltre, grazie alla propria affinità per le cere, Mildicut aderisce velocemente alle
superfici fogliari sottraendosi a eventuali fenomeni di dilava mento. Da esse diffonde poi all'interno dei tessuti vegetali
manifestando in tal modo anche un'apprezzabile sistemia lo cale. Su vite può essere utilizzato per un massimo di quattro
applicazioni all’anno a dosi comprese fra 3,5 e 4,5 l/ha (350 450 ml/hl), rispettando un tempo di carenza di 21 giorni. Per
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Numerose prove di campo su uva da tavola dimostrano come appesantisca il profilo residuale dei raccolti. Nella maggior
parte dei test, infatti, Mildicut non è stato reperito all’analisi finale e quando ciò si è verificato i dati si sono posizionati molto al di sotto dei limiti previsti per legge (0,5 ppm), tanto
da rispettare anche i limiti richiesti dalla Grande Distribuzione
Organizzata. Ciò fornisce a Mildicut un’ulteriore e preziosa
arma in termini di strategia complessiva da utilizzare nel vi gneto anche in un’ottica residuale complessiva.
La ricerca alla base dell’agricoltura moderna: i film plastici per le coperture
O
ggi come in passato, per SERROPLAST la ricerca
scientifica è intesa come uno dei modi più efficaci per essere vicini alle reali esigenze degli agricoltori.
Per permettere di raggiungere gli obiettivi si è avvalsa di
collaborazioni con le più importanti aziende fornitrici di mate rie prime, anch’esse fortemente interessate allo sviluppo di prodotti innovativi. Una tra tutte la tedesca BASF, con cui
nell’ultimo triennio si sono svolti importanti test la cui rile vanza, grazie anche al supporto dell’Università di Bari, è andata addirittura oltre i confini nazionali. Il progetto è stato
presentato all’ “International Conference of Agricultural Engi neering” tenutosi a Valencia (Spagna) nel Luglio 2012.
Eseguiti in un campo pilota a Castellaneta Marina, i test sono
stati incentrati sulla verifica dell’efficienza di 3 diversi tipi di
film per copertura, monitorati nel corso di un anno intero. Uti lizzando un campione di 1600 piante Ruggeri, destinate alla
crescita della varietà Superior seedless, è stato possibile rile vare numerosi dati e confrontare in maniera reale (a parità di identiche condizioni di sviluppo) tre diversi parametri dei film. Rilevati in particolare le proprietà radiometriche e la loro
influenza sul microclima dei vigneti, gli effetti sul funziona mento delle foglie, la biologia delle piante e la qualità e quantità dell’uva prodotta.
I risultati hanno evidenziato ancora una volta come, a se conda degli additivi utilizzati, le proprietà chimiche dei poli meri, la loro lavorazione e lo spessore dei film, si ottengano
microclimi ed effetti di trasmissione della luce solare che
influiscono in maniera decisiva sulla crescita delle piante e dei frutti. Nel dettaglio, i film sperimentali utilizzati, hanno
Nel grafico si notano nettamente i vantaggi in termine di qualità e quantità dei grappoli di uva prodotti con il film più innovativo.
portato i risultati di miglioramento sperati, a conferma
dell’ottimo lavoro di ricerca e sviluppo svolto in questi ultimi anni dall’azienda di Rutigliano. Risaltano tra questi gli altissimi indici di fotosintesi e di peso del frutto, oltre ad una ottimale
funzione ecofisiologica delle foglie, velocità e regolarità di crescita dei frutti, evitando la sottoesposizione a cui si va
incontro utilizzando la maggior parte delle coperture presenti oggi sul mercato. La scelta dei film plastici diventa così
strategica non solo per proteggere i vigneti o i frutteti in ge nerale dagli agenti atmosferici e dai fattori accidentali ma
anche per sostenere la produzione dell’uva sotto un regime di stress abiotico, e la Serroplast ne risulta sempre pronta e attenta a fornire la giusta consulenza.
Nicola Sicolo
I dati specifici e le relazioni sui test effettuati sono a disposizione di coloro che ne facciano richiesta presso gli uffici dell’azienda.
Progetto “lnfluence on Vine Production of lnnovative Covering Plastic Films”.
Giuliano Vox, Evelia schettini, Giacomo Scarascia Mugnozza, Laura de Palma, Luigi Tarricone, Giovanni Gentile.
Department of Agricultural and Environmental Science – Università di Bari, Nella tabella i dati relativi alle proprietà di trasmittanza solare a netto vantaggio del film più innovativo.
University of Foggia, CRAUTV Turi.
Corresponding author email: giulius.vox@agr.uniba.it
L'intervista
Scelta varietale: l'importanza del partner commerciale
I
Intervista a Giuseppe Sicuro (Apofruit)
l ricambio varietale in viticoltura da tavola è da ormai
prodotto al primo che capita. L'agricoltore deve essere consa
varietà si sono moltiplicate, ma con esse è aumentata
tempo, non c’è più spazio per le improvvisazioni.
alcuni anni un tema di strettissima attualità. Le diverse
anche la sensazione di “confusione” che accompagna il pro duttore abituato da sempre a disporre, almeno fino a pochi
anni fa, di un ventaglio di varietà di gran lunga più ridotto ri spetto a quello attuale. Senza contare che ogni nuova varietà
richiede nozioni e accorgimenti specifici per ottenere un ri sultato produttivo ottimale dal punto di vista qualitativo e quantitativo.
Per cercare di fare un po' di chiarezza in questo scenario così contorto, abbiamo intervistato Giuseppe Sicuro, agronomo e responsabile tecnico di Apofruit per l’uva da tavola. Che cos'è l'Apofruit?
Apofruit è una cooperativa di I grado formata da produttori conferitori, nata 50 anni fa in Emilia Romagna. In Italia sono
presenti numerosi stabilimenti di lavorazione. Io collaboro con
quello di Scanzano Jonico dove arriva l'uva proveniente dal
SudEst barese, dalla zona di Grottaglie fino a tutto l'Arco jo nico. Oggi i volumi di uva lavorati non sono alti ma il quanti tativo è destinato a crescere, ci sono numerosi impianti che entreranno in produzione il prossimo anno e numerosi altri in fase di realizzazione.
Cominciamo subito con la domanda chiave: cosa consi
gliare ad un agricoltore che deve scegliere oggi cosa impiantare? Di quali fattori deve tenere conto al mo mento della scelta varietale?
Il mio parere è che porsi una domanda di questo tipo è già di
per sé una scelta sbagliata. Prima ancora della varietà è ne cessaria una attenta selezione volta all'individuazione di un
partner commerciale più idoneo, professionale, affidabile e capace di fare gli interessi del produttore. Questo deve saper
rispondere alle esigenze della GDO, che ha sempre bisogno di
fornitori affidabili per qualità e puntualità, con approvvigiona menti sicuri.
Solo dopo aver individuato tale figura si potrà
stabilire quale varietà impiantare. Il mercato libero nel quale operiamo
ci
impone
frammentazione
e
diversificazione
dell'offerta oltre che una programmazione dei volumi di pro dotto da realizzare, in modo da evitare eccedenze e tenere
alto il prezzo. Entrare in Apofruit, in altre cooperative o in altri progetti privati al fine di modulare l'offerta in funzione della domanda, offre le opportunità appena descritte, ma comporta anche il vincolo di non poter vendere liberamente il proprio
12
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pevole che tutte le scelte imprenditoriali vanno pianificate per Quali garanzie offre il partner commerciale al pro
duttore che decide di diventare socio? Cosa succede se la varietà che il produttore ha impiantato su consiglio
del partner commerciale, dopo 3–4 anni non è più apprezzata dal mercato e spunta prezzi bassi non più remunerativi?
Va detto innanzitutto che anche se un produttore conferisce la propria
uva
ad
Apofruit
o
a
qualsiasi
altro
partner
commerciale, questa viene sempre commercializzata con le
regole del libero mercato. La certezza del prezzo dell'uva per i prossimi 15 anni non può garantirla nessuno. Nel caso in cui la scelta di una varietà si riveli errata, il produttore non deve
essere abbandonato. Apofruit sovvenziona l'investimento del vigneto con una nuova varietà con un finanziamento che
raggiunge gli 11mila euro/ha. Se ci sono problemi e la varietà non è premiata dal mercato, il produttore e l'Apofruit insieme stabiliscono di cambiare varietà.
Qual è il rapporto che intercorre tra Apofruit e il pro duttore socio della cooperativa?
L'accordo prevede il conferimento per almeno 1 anno se la varietà di uva non è brevettata; se è brevettata l'accordo è
più rigido. Impostare un programma commerciale ed una politica di marca comporta uno stretto controllo delle quantità
da commercializzare e un accordo di durata di almeno 6 anni dalla data della sottoscrizione. C’è da precisare che anche se
sciolgo l’accordo con Apofruit, quello con il breeder, che è il detentore del brevetto della varietà, non cessa mai.
Pertanto se il produttore si dimette dall'Apofruit, deve trovare
un'altro distributore autorizzato a commercializzare l'uva della varietà brevettata in questione. Il contratto con il breeder non
finisce mai, o meglio finisce solitamente quando viene estirpato il vigneto.
E gli impianti realizzati senza disporre di licenza?
Le aziende proprietarie del brevetto, in piena sintonia con
quelle autorizzate alla coltivazione ed alla distribuzione, ope rano un monitoraggio dei territori e dei mercati al fine di contrastare la diffusione illecita delle varietà brevettate. Un agricoltore
o
un
distributore/esportatore
che
coltiva
o
commercializza illegalmente infrange la legge e perciò è perseguibile legalmente. Per gli impianti non in regola sono previsti
l’espianto
e
multe
salatissime
per
chi
le
ha
commercializzate abusivamente. Siamo in un paese libero, chi
rantire che i programmi di ricerca stanno lavorando in manie
re le varietà vegetali non brevettate.
con un ottimo sapore che non fanno di certo rimpiangere le
non riconosce i diritti sulla proprietà intellettuale deve coltiva Quali sono le caratteristiche che si sta cercando di indi viduare nelle nuove varietà?
Si stanno valutando le uve che possano allargare il calendario
di raccolta, precoci e soprattutto tardive, di diverso colore,
con interessanti caratteristiche organolettiche, attraenti, facili
da coltivare e poco esigenti, perciò con limitate spese di pro duzione, buona tenuta sulla pianta ed alla conservazione. Ovviamente l’apirenia è un fattore fondamentale. E le uve con semi?
Anche se ancora di grande interesse, a livello globale il mercato delle uve con semi sarà ridimensionato rispetto al
passato, grazie alla disponibilità delle apirene. Ma conside rando che le nostre uve con semi hanno delle eccellenti ca ratteristiche gustative, sono sicuro che ci saranno determinati
mercati che saranno sempre interessati alla loro commercia lizzazione. Quel che è certo è che se un consumatore assaggia
un'uva apirena difficilmente torna indietro. L'assenza del se me è un fattore estremamente apprezzato soprattutto tra i giovani e nei Paesi lontani dalle zone di produzione.
Molte apirene però hanno un sapore neutro e non ca ratteristico.
Molte apirene hanno un sapore blando, è vero. Ma posso ga
ra incessante in questo senso e sono già disponibili varietà uve tradizionali. Il sapore di “moscato”, per esempio, è tenuto in grande considerazione nei programmi di breeding. Ci sono
anche programmi che puntano a produrre uva con sentore di ciliegia, di mango o di zucchero filato. La ricerca del sapore,
anche caratteristico, sarà una condizione essenziale quando i volumi di uve apirene sul mercato diventeranno imponenti,
sempre con l’intento di avere un prodotto che sia differenzia bile sul mercato.
Cosa serve al settore della viticoltura da tavola per ri guadagnare terreno sui mercati internazionali?
In tre parole: aggregazione, organizzazione ed innovazione.
In passato si decideva di fare un tendone di uva Italia e si poteva essere sicuri di non aver sbagliato. Oggi è diverso, ci sono tante nuove varietà disponibili. Occorre, come già detto, individuare
interfacciarsi
una
ed
struttura
impostare
commerciale insieme
con
un
la
quale
programma
commerciale scegliendo le varietà sulle quali orientarsi. In
secondo luogo è necessario produrre con un giusto compro messo tra qualità e quantità. E poi c’è bisogno di innovazione, volta ad individuare nuove tecniche colturali che consentano di produrre a costi più bassi rispetto al passato.
Mirko Sgaramella
Agronomo
Il Bacillus thuringiensis per il controllo degli insetti dannosi Il
Bacillus
batterio
thuringiensis
sporigeno
che
nornalmente nel terreno. Venne
scoperto
nel
è
1901
un
vive in
Giappone e nel 1911 in Germa nia, da Ernst Berliner.
Se distribuito nell’ambiente (sulle
foglie, nell’acqua) e viene ingeri to dagli insetti sensibili, il batte rio
sporula
e
libera
alcune
tossine (tossine Bt) in grado di danneggiare il tratto digerente
delle larve, soprattutto di ditteri
e lepidotteri. Su questi ultimi so no attivi soprattutto due ceppi: il Kurstaki e l'Aizawai.
Le tossine, innocue per l'uomo,
sono contenute all'interno di cri stalli che si dissolvono in parti colari condizioni presenti a livello intestinale
di
alcuni
insetti,
quindi sono estremamente spe cifiche. Al fine di favorire la solu bilizzazione del cristallo il pH, infatti,
(pH >9).
deve
essere
alcalino
Vista la sua manipolabilità gene tica, dal B. thuringiensis è stato
estratto il gene che codifica per
la tossina Bt e inserito in alcune
piante di interesse agrario, so prattutto soia e mais. In tal mo do queste piante sono in grado di sintetizzarsi da sole la tossina,
divenendo "velenose" per i fito fagi che se ne nutrono.
Un suo uso meno discusso è in apicoltura, dove viene impiegato
nella lotta biologica alla tarma della cera.
MIMIC : insetticida larvicida affidabile e sicuro ®
Mimic® è un insetticida larvicida a base di tebufenozide specifico per il controllo delle tignole
della vite. Il principio attivo, tebufenozide, è un analogo mimetico dell’ecdisone (MAC). Agi sce sulle larve per ingestione, inducendo il processo di muta prematura e, quindi, la morte.
Mimic® non é acarostimolante. La specificitá d’azione verso i lepidotteri target conferisce
una elevata selettivitá nei confronti dei principali artropodi utili quali acari e insetti predato ri, parassitoidi ed impollinatori. Questo rende Mimic® un importante strumento nelle strategie di lotta integrata (IPM). VANTAGGI
• specifico su tignole della vite • resistente al dilavamento
• selettivo nei confronti di insetti utili e impollinatori
• ideale in un ottica di strategia di lotta integrata (IPM) • rispettoso nei confronti dell’uomo o dell’ambiente • non richiede patentino
• principio attivo incluso nei Disciplinari (DPI) MECCANISMO D’AZIONE E APPLICAZIONE
Mimic® risulta altamente specifico sulle larve dei lepidotteri e agisce per ingestione su tutti gli stadi larvali che si nutrono di parti vegetali interessate dal trattamento. Nell’arco delle
23 ore successive all’ingestione, le larve smettono definitivamente di nutrirsi e in tempi successivi vanno incontro alla morte.
Si consiglia il trattamento in prefioritura contro le larve di prima generazione al fine di ridurre i danni derivanti da livelli elevati di infestazione delle generazioni successive.
Nel caso del controllo delle larve di seconda generazione intervenire con Mimic® ad inizio
ovodeposizione. Per il monitoraggio dei voli e la definizione di un preciso timing di intervento si consiglia l’impiego di trappole a feromoni modello “Pherocon” Certis.
Nell’ottica di una strategia di difesa integrata (in II generazione) si consiglia sempre
l’impiego di Mimic® in abbinamento con CoStar® WG (Bacillus thuringiensis var. Kurstaki ceppo SA12) applicato a partire dalla fase di inizio nascita larvale e per tutto il ciclo di sviluppo a distanza di 812 giorni da Mimic. CoStar® WG rappresenta il prodotto a base di BTk con la potenza insetticida più
alta
oggi
presente
sul
mercato
(90.000
di
formulato). A differenza di molti altri formulati a base di BTk in commercio, si caratterizza per una elevata resistenza ai raggi solari e una maggiore persistenza sulla pianta (68 giorni). In
terza
e
ultima
generazione,
laddove
si
rendesse
necessario intervenire, si suggerisce l’impiego di solo CoStar® WG applicato da inizio nascita larvale. Per ulteriori informazioni:
Certis Europe B.V. – filiale italiana
Telefono: 02 9609983 – Fax:02 96248746 info@certiseurope.it www.certiseurope.it Bacillus thuringiensis
U.I./mg
Mimic® Marchio registrato e prodotto originale Nippon Soda. CoStar® WG Marchio registrato e prodotto originale Certis USA.
Fisiologia
La fioritura della vite:
un processo lungo un anno
L
a fioritura della vite è un processo complesso forte mente influenzato dalle condizioni ambientali e dalle
tecniche colturali. Essa si completa in due momenti
distinti: nella prima stagione ha inizio la differenziazione delle
gemme miste, durante la seconda si ha lo sviluppo e la matu razione degli organi fiorali.
Prima stagione
Dalla prefioritura, alla base delle femminelle, si formano le gemme miste (o fruttifere) che continueranno a differenziarsi,
con la crescita dei germogli, durante tutto il periodo vegetati vo (fino alla fine di luglioinizio agosto).
I fattori che influenzano la differenziazione delle gemme sono molteplici.
Rapporto carboidrati/azoto: influenza la produzione degli
Grappoli in fase di fioritura
ormoni da parte delle foglie, importanti per la differenziazio
gemme si arresta.
azoto comporta eccessivo rigoglio vegetativo con conseguente
nutrizionali che portano a ridurre lo sviluppo della vegetazio
ne. Tale rapporto deve essere equilibrato poichè un surplus di produzione di gibberelline che, se in eccesso, inibiscono la
differenziazione. Questo elemento deve far riflettere sul ri schio derivante dall’utilizzo eccessivo di gibbereline sintetiche,
soprattutto in prefioritura. I carboidrati, invece, favoriscono la produzione di ormoni promotori della differenziazione.
Ormoni promotori: le auxine e soprattutto le citochinine sono
Altri fattori come stress idrici, basse temperature e carenze ne, influenzano negativamente la produzione di citochinine e quindi la differenziazione.
In seguito, con la produzione di acido abscissico, ormone ini bitorio prodotto dalle foglie vecchie e dalle stesse gemme, si ha l’entrata in dormienza.
gli ormoni che favoriscono il processo di differenziazione
Seconda stagione
Fattori ambientali: luminosità e temperatura sono fattori de
termina la fase di differenziazione della gemma mista.
(tranne che nelle primissime fasi). terminanti
per
la
differenziazione
delle
gemme
miste.
Giornate lunghe e luminose, associate ad alte temperature e assenza di stress idrici e nutrizionali, sono indispensabili in questa fase.
È stato dimostrato che nella maggior parte delle varietà la
differenziazione per avere inizio necessita di temperature su
Alla ripresa vegetativa, dopo la comparsa dei primi grappoli, In seguito, con il distacco del cappuccio o caliptra (scaliptra mento) si ha la fioritura, che ha inizio nella parte centrale del grappolo e di seguito interessa la zona basale, le ali e la
punta. La stessa scalarità la si ha nel germoglio: per primi fioriscono i grappoli centrali, poi quelli basali e infine i più alti.
periori ai 20°C. La luce, invece, è importante per la fotosinte
Fattori che influenzano la fase di fioritura
Dalla metà di agosto, si arresta l’accrescimento vegetativo
nali, come boro e potassio (e altri elementi) che influenzano
si e quindi per la produzione di carboidrati.
perché le giornate si accorciano e le temperature si abbassa no. Con la riduzione del metabolismo fogliare viene a manca re la produzione di citochinine e la differenziazione delle
La fase di fioritura può essere influenzata da carenze nutrizio la sessualità del fiore agendo sul quadro ormonale. Di rile vante importanza è l’andamento climatico. Temperature tra i 20°C e i 30°C sono indispensabili per una fioritura ottimale. UvadaTavola n. 2
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La vitalità del polline, infatti, è massima con temperature
intorno ai 2728°C, mentre con temperature maggiori ai 30 35°C si annulla. Le alte temperature, se associate a condizioni di bassa umidità (inferiore al 45%), sono molto nocive per
una normale fioritura. Invece in condizioni troppo piovose e
temperature basse si ha un allungamento del periodo di fiori tura e la fecondazione potrebbe non avvenire in quanto la ca liptra non si distacca (il fiore rimane chiuso) e il polline potrebbe dilavarsi o agglomerarsi. Inoltre, se il clima è secco
ma ventoso, lo stigma potrebbe asciugarsi e il polline non aderire.
Accorgimenti
Di vitale importanza, soprattutto laddove è praticata la colti vazione protetta per l’anticipo della raccolta, risulta essere
Grappoli in fase di allegagione
quindi la consultazione di bollettini meteorologici e il quotidia
cole, la percentuale di allegagione nella vite è più elevata e,
dell’agricoltore
In genere circa il 4080% dei fiori non allega ma cade al
no monitoraggio in prefioritura delle temperature da parte con
termometri
collocati
all’interno
dell’impianto. In caso di raggiungimento e superamento delle
temperature critiche sopra indicate è necessario intervenire
alzando i teli laterali ed eventualmente distanziando i teli di copertura nei punti più critici del tendone per favorire una
maggiore ventilazione ed un abbassamento delle temperatu re, al fine di evitare danni rilevanti sulla quantità e la qualità della produzione.
Durante la fioritura, invece, i teli laterali dovrebbero essere sempre sollevati, salvo condizioni climatiche particolarmente avverse (temperature molto basse, vento, piogge intense).
Impollinazione e allegagione
L’impollinazione nella vite avviene grazie al vento (impollina zione anemofila) con un contributo anche degli insetti pronubi (impollinazione entomofila).
All’impollinazione segue la fecondazione che avviene con la
se eccessiva, potrebbe andare a scapito della qualità. termine della fioritura (colatura dei fiori).
Questo fenomeno potrebbe anche riguardare i frutticini appe na allegati, spesso senza semi, perché meno competitivi ri spetto a quelli fecondati (cascola dei frutticini). La colatura oltre a dipendere da fattori genetici, è fortemente influenzata dalle carenze nutrizionali (ferro, boro, zinco) e idriche, ma soprattutto dal numero dei grappoli sulla pianta, dal numero
di fiori presenti sul grappolo e dall’elevato vigore, in quanto si crea competizione nell’uso dei prodotti della fotosintesi. Esiste anche una colatura dovuta alla presenza di patologie (oidio,
peronospora), virosi, tignoletta, ecc., che causano danni di retti o squilibri nello sviluppo o nella nutrizione dei grappoli; oppure ci possono essere colature accidentali o forzate dovute
all’utilizzo di antiparassitari o di ormoni (gibberelline) ad azio ne pollinicida.
germinazione del polline e l’emissione di un tubetto pollinico
Conclusioni
rita da un liquido zuccherino ricco in boro, microelemento
delle fasi più importanti e delicate del ciclo produttivo della
che raggiunge l’ovulo. La formazione di questo tubetto è favo indispensabile in questa fase. La fecondazione può verificarsi anche parzialmente o non verificarsi affatto, ma la produzione
di sostanze di natura ormonale può indurre l’ovario a dividersi e moltiplicarsi ugualmente. Gli acini che si svilupperanno da questo processo presenteranno apirenia (assenza di semi) e sviluppo limitato (acinellatura), problema che viene superato
mediante la loro eliminazione manuale, operazione che incide molto sui costi di produzione.
L’acinellatura può essere legata anche alle avversità climati
Da quanto detto, appare evidente come la fioritura sia una vite. Essa è fortemente influenzata dalle condizioni climatiche e ambientali, si completa nei giorni in cui il grappolo fiorisce
ma ha inizio già nell’anno precedente, quando i primordi del fiore cominciano a differenziarsi nella gemma. Per tali motivi è importante:
• utilizzare tecniche agronomiche adeguate che garantiscano un equilibrio vegetoproduttivo del vigneto durante tutto
l’anno (evitare stress idrici, carenze o eccessi nutrizionali, ecc.);
che (come ad esempio le piogge durante la fioritura) che
• monitorare continuamente le condizioni termiche del vi
nutrizionali (come boro e zinco) e le virosi possono contribuire
impedire il raggiungimento di temperature eccessivamente
portano al mancato scaliptramento. Anche le carenze idriche e alla comparsa del fenomeno.
Il passaggio da fiore in frutto è definito allegagione. Il livello
di allegagione dipende dalla varietà, dal portinnesto, dalla nu trizione idrica e minerale, ecc. Rispetto ad altre colture frutti
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gneto in modo da adottare tutti gli accorgimenti atti ad elevate;
• avvantaggiarsi della consulenza di un tecnico esperto. La Redazione
SERENADE MAX: la protezione naturale, che non lascia traccia!
L
'
offerta di prodotti innovativi da parte di Bayer
Infatti,
soluzioni naturali che permettano un’integrazione
sugli organi trattati, garantisce:
CropScience comprende anche la possibilità di offrire
nelle linee di difesa al fine di garantire una produzione di qualità, rispettando i parametri di salubrità richiesti dalla grande distribuzione e dal consumatore finale.
L’acquisizione della società americana Agraquest va infatti in
questa direzione, con la possibilità già a partire dal 2013 di vendere il prodotto Serenade Max. Tutto questo per dare
sempre maggiore concretezza al nostro approccio verso una viticoltura sostenibile.
Serenade Max è un prodotto naturale a base di Bacillus
subtilis ceppo QST 713: questo batterio è particolarmente
attivo nel controllo di botrite, sclerotinia e delle batteriosi di vite, frutta e orticole.
grazie
alla
formazione
di
composti
naturali
di
fermentazione (lipopeptidi) e alla proliferazione del batterio
• Azione antifungina diretta: i lipopeptidi creano delle
soluzioni di continuità della membrana e portando alla morte la cellula fungina.
• Azione antibatterica diretta: grazie all'attività di 3
diverse classi di prodotti naturali.
• Stimolazione delle difese della pianta: mediante
induzione di resistenza con effetto sistemico
.
• Creazione da parte del Bacillus di una barriera
contro le cellule del patogeno: instaurando contro esso una competizione troficospaziale
.
Serenade Max è un prodotto di contatto che va applicato in
condizioni preventive, al fine di esaltarne le caratteristiche del prodotto. Inoltre può essere utilizzato, da solo o in
alternanza con altri prodotti, in un programma di difesa integrata.
Figura 1 Azione dei lipopeptidi sulla membrana cellulare fungina
Grazie al suo meccanismo d’azione molteplice, Serenade Max garantisce un’azione su più fronti, come le tessere di un puzzle.
La protezione in fine fioritura: il primo passo verso un controllo efficace della botrite. Le prime infezioni di botrite possono iniziare già a partire dai residui fiorali, se non addirittura durante la fioritura stessa.
Una applicazione di Serenade Max in questa fase, grazie alla capacità di Bacillus
subtilis di colonizzare gli organi trattati, ti permette di abbassare l’inoculo di botrite e, grazie alla competizione troficospaziale con gli agenti dei marciumi, ti permette un controllo dei primi attacchi del patogeno.
Fig. 2 Grappolo attaccato da botrite a fine fioritura
UvadaTavola n. 2
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Bio
Viticoltura biodinamica: non una moda ma un'alternativa concreta
L
'
azienda agricola Sorino, situata in agro di Mola di Ba
dei costi di produzione. Viene posta particolare attenzione alla
realtà che adopera tecniche di agricoltura biodinamica
namici allo scopo di equilibrare e migliorare l’effetto dei fattori
ri, può essere ad oggi considerata una delle poche
in Puglia. La superficie aziendale, di circa 4 ettari, è coltivata
esclusivamente ad uva da tavola delle seguenti varietà: Supe rior seedless, Vittoria e Red Globe.
La scelta di utilizzare il metodo biodinamico fu presa dal Sig.
Sorino Franco circa 4 anni fa, non per cavalcare l'onda delle
gestione del terreno e vengono impiegati i preparati biodi di accrescimento (elementi nutritivi del terreno) e ambientali (come luce e calore), oltre a quelli agronomici.
Non avendo alcuna certificazione bio, negli anni precedenti l’uva è stata venduta come convenzionale.
ultime "mode" agricole, con lo scopo di avere un maggiore vi sibilità sul mercato, ma perché stanco dei metodi agricoli convenzionali che prevedono l’esasperato utilizzo di prodotti chimici di sintesi ed un eccessivo sfruttamento del suolo e
dell’ambiente. Ciò è sostenuto anche dal fatto che il Sig. Sori no, poichè convinto si tratti di un metodo agricolo vincente e
non di un marchio spendibile, non aveva richiesto la certifica zione bio, se non fino allo scorso anno.
Con l’ausilio di Concetta Gentile, tecnico esperto in agricoltura biodinamica, l’azienda ha subìto una profonda trasformazione ottenendo dei miglioramenti sia in termini di fertilità del suolo che in termini di equilibrio all’interno dell’ecosistema vigneto.
L’azienda agricola ad oggi non utilizza prodotti fitosanitari,
fertilizzanti o altri prodotti utilizzati nei metodi agricoli
convenzionali e ha raggiunto la sostenibilità ambientale desi derata oltre che un risparmio economico grazie alla riduzione
Il calibro medio degli acini di Superior seedless era pari e talvolta superiore ai 21 mm, ottenuto senza l'utilizzo di fitoregalori.
Grappoli di Superior seedless prodotti con tecniche di agricoltura
L'azienda agricola biodinamica ha ottenuto un'elevata produzione di
biodinamica.
Superior seedless con qualità paragonabile al prodotto convenzionale.
18
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Grappoli di uva da tavola varietà Vittoria prodotti con tecniche di
Uva da tavola varietà Vittoria prodotta con metodi biodinamici presso
agricoltura biodinamica.
l'azienda agricola Sorino.
Ciò sicuramente non premia la qualità del prodotto, che può
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dimostra che con l’utilizzo del metodo agricolo biodinamico, è
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considerarsi praticamente a “residuo zero”, ma sicuramente possibile ottenere un prodotto con elevati parametri qualitati vi che soddisfano i requisiti estetici richiesti dalla Grande Distribuzione Organizzata.
Domenico Zagaria
Agronomo
"biodinamico" sul sito web www.uvadatavola.com oppure
Per info:
Concetta Gentile
Tecnico in agricoltura biodinamica
Email: conce.gentile@gmail.com
Formazione
Laurea Magistrale/Master internazionale in VITICOLTURA E AMBIENTE MATERA Titolo di studio rilasciato: Diploma di Laurea Magistrale (Classe LM 69 – Scienze e Tecnologie Agrarie)
Congiunto con l’Università di Reims – Champagne Ardenne Obiettivi del corso
L’obiettivo del master/laurea magistrale «ENVVINE» è di inte grare le nuove tecniche viticole in un contesto più ampio di
di ricerca di base ed applicata nei settori delle produzioni viti cole sostenibili; peritali e arbitrali presso i Tribunali.
gestione dell’ambiente, del paesaggio e del TERROIR. La
2° anno all’Università di Reims (FRANCIA)
rizzante dello sviluppo sostenibile di una specifica area geo
master viene svolto presso l’Università di Reims (France).
conduzione accurata del vigneto risulta essere parte caratte grafica. Per raggiungere questi obiettivi, il master offre agli
studenti delle competenze scientifiche solide per permetter lo ro di prepararsi al meglio alla vita professionale e di adattarsi all’evoluzione del settore vitivinicolo. Il master permetterà
inoltre di acquisire le conoscenze scientifiche di base diretta mente nelle aziende vitivinicole, nelle zone produttive nazio nali.
Il laureato magistrale in V&A trova uno spazio non trascurabi le nel mondo del lavoro nel settore viticolo e della qualità
ambientale a livelli decisionali superiori, con ruolo di tipo diri genziale o di consulenza. In particolare se ne prevede l'impie go nelle seguenti attività: la direzione, nonché la consulenza, in aziende viticole di dimensione significativa, nell'ambito produzione
dell'uva,
Borse Erasmus Placement sono richiedibili e ottenibili dagli studenti. Nell’ultimo semestre è previsto uno stage in un azienda vitivinicola francese.
INFO:
Partecipanti ammessi: 10.
Selezione: Titoli e lingua inglese
Sbocchi occupazionali
della
Per l’ottenimento del titolo congiunto, il secondo anno del
dell'impatto
della
coltivazione
sull'ambiente, sulla qualità del suolo e sul suo recupero e
conservazione della fertilità; la direzione o l'espletamento di incarichi a livello superiore in Enti, Associazioni e Consorzi; la
collaborazione nella realizzazione e nella gestione di progetti
Lingua del corso: Italiano con seminari in Inglese
Costo del Master: vedi regolamento tasse UNIBAS (max. € 1361,59 + € 98,00 + € 14.62)
Contatti: DICEM Tel. 0835.1971416 Fax. 0835.383114 Responsabile: prof. VITALE NUZZO mail: vitale.nuzzo@unibas.it
mail2: info.envvine@unibas.it Tel. +39.971.205263
Università degli Studi della Basilicata MATERA Ulteriori
informazioni
sono
Via Lazazzera, 75100
presenti
http://www.unibas.it/envvine
al
sito
internet
Matera, UNESCO Site
Salute
L'uva da tavola riduce il rischio di malattie cardiache e diabete
S
econdo una recente ricerca condotta dall’Università
di uva disidratata e polverizzata. Il peso degli animali
bianca
ricercatori si sono detti ottimisti nei confronti dei risultati,
del Michigan l’uva da tavola rossa, ma anche quella e
nera,
possono
proteggere
l’apparato
cardiocircolatorio e contrastare il diabete di tipo 2. Per arriva re a queste conclusioni i ricercatori hanno sottoposto un
gruppo di topi a una dieta ricca di grassi, molto comune negli Usa, a cui però è stata aggiunta una polvere composta dai tre tipi di uva disidratata. A un altro gruppo, quello di controllo, è stata fatta seguire unicamente la dieta ricca di grassi. Dopo
tre mesi il dottor Steven Bolling, coordinatore dello studio, e i suoi colleghi hanno sottoposto i topi ad analisi. Dai risultati si è scoperto che i topi a cui era stata somministrata la polvere delle tre uve insieme alla dieta lipidica avevano la pressione
sanguigna ridotta e più regolare, una migliore funzione
cardiaca e una riduzione nel sangue dei marker dell’infiamma zione rispetto ai topi che non avevano ricevuto il supplemento
appartenenti a entrambi i gruppi tuttavia non è cambiato. I
anche se ulteriori ricerche dovranno confermare questi effetti benefici anche sugli esseri umani.
"La possibile ragione che sta dietro la diminuzione della
sindrome metabolica è che le sostanze fitochimiche sono atti ve nel proteggere le cellule del cuore dagli effetti dannosi della sindrome metabolica stessa", ha commentato il Dott. Bolling.
"Sia l'infiammazione che lo stress ossidativo giocano un ruolo
importante nella progressione della malattia cardiovascolare e nella disfunzione d'organo nel diabete di tipo 2. L'assunzione di uva ha influenzato entrambi i componenti in diversi tessuti. Si tratta di un risultato molto promettente" ha aggiunto.
Domenico Zagaria Agronomo