PRE-VISIONS Fall-Winter 2007-08
- Osservatorio Moda Sportsystem -
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EI N TT R TO D I U ZL I OI N E
DRUGS
di Valentina Durante
I
segreti del fiume Po e il mistero dell’acquedotto di Londra
sleep), che svelano i segreti di un’erezione miracolosa (What women want, Medici-
Nell’agosto 2005 un’indagine condotta dall’Istituto Mario Negri di Milano
nes before Valentine Day…) e che, soprattutto, ci spalancano le porte di un’infinita
evidenzia, analizzando le tracce di urina contenute nel Po dalla foce a Pavia, come
farmacia virtuale dove la ricetta del medico curante diviene un optional. Valium,
finisca ogni anno nell’acqua del più grande fiume italiano l’equivalente di 4 chili
Cialis, Viagra, Prozac, Xanax, Levitra… effettivamente – da come e da quanto se
di cocaina. Il dato ha permesso di stimare il consumo, tra la popolazione residente
ne parla – sembra che l’uomo non riesca più a camminare senza appoggiarsi alle
nel bacino del fiume (5 milioni a monte del sito di prelievo, Milano esclusa), di un
proprie stampelle sintetiche. Ma – e questo è il punto – siamo di fronte all’apoteosi
totale di 40mila dosi giornaliere per un impatto economico del traffico superiore ai
serotoninergica di una società sempre più debole, stanca e imbelle o si tratta della
100 milioni di euro.
semplice tappa di un iter che è in corso da decenni, per non dire da secoli?
Dal Po al Tamigi: esattamente un anno prima dell’indagine milanese, il britannico Observer e la BBC segnalano il ritrovamento di tracce di Prozac in alcuni acque-
I bei tempi dello sciroppo calmante della Signora Winslow (a base d’oppio)
dotti del Paese. L’aumento del consumo a livello nazionale di questo antidepressivo
Non occorre citare le pratiche estatiche tipiche dello sciamanismo, spesso
(il cui numero di prescrizioni è salito in Inghilterra da 9 a 24 milioni tra il 1991 ed
aiutate da sostanze psicotrope. Né chiamare in causa le aberrazioni della guerra
il 2001) avrebbe causato un incremento della concentrazione del medicinale negli
dell’oppio o i paradisi artificiali di Baudelaire e degli altri Poeti Maledetti. La storia
scarichi fognari e da lì, dopo il trattamento per le acque reflue, nei fiumi dai quali
dell’uomo è sempre stata costellata di sostanze: per lenire, controllare, euforizzare,
l’acquedotto attinge.
sperimentare, acquietare, espandere, sedare… A mano a mano che la società muta
È in atto, come titola un recente articolo di Vittorio Zucconi per La Repubblica,
- che si evolve o involve seguendo un iter di progressione o di circolarità a seconda
la “svolta dell’Homo Chimicus, la creatura farmacodipendente che, dall’utero della
di come la si vuol vedere - il tempo, il modo, il luogo e l’importanza di queste so-
madre che lo nutre di vitamine già durante la gravidanza fino all’ultima compressa
stanze cambiano anch’essi.
che non potrà salvarlo, vive e sopravvive in un vortice di molecole sintetiche”?.
La nostra postmoderna depressione corrisponde al vecchio esaurimento nervoso. Ma prima ancora, siamo alla fine dell’Ottocento, troviamo quei generici stati di
Full of health? Then don’t click!
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stanchezza e svogliatezza che venivano combattuti con bevande toniche quali il Vin
Lo scaricamento quotidiano delle e-mail è diventato un piccolo incubo. Un’as-
Mariani, a base di vino e cocaina, approvato e benedetto da Sua Santità in persona:
senza dall’ufficio superiore ai tre giorni richiede almeno un’ora di tempo supple-
“Papa Leone XIII, a riconoscimento dei benefici ricevuti, onora il Vin Mariani con
mentare per la pulizia della casella di posta (i filtri aiutano, ma non risolvono).
la Medaglia d’oro… Vin Mariani: per il corpo, i nervi, la mente”.
La dedizione con cui gli spammer si preoccupano di fornirci sempre più avanzati
Per i dolorosi primi dentini da latte erano disponibili gocce sempre a base di
trucchi per diventare belli, ricchi, magri, felici e sessualmente inattaccabili ha del
cocaina. L’oppio era l’ideale per asma e affezioni respiratorie, usato sotto forma
commovente. Un mondo alla The Bold & The Beautiful ci aspetta grazie a mail
di rudimentale spray nasale o all’interno di lampade che diffondevano vapori al
che comunicano vincite inaspettate, che promettono dimagrimenti in tempo per la
capezzale dal malato. Pochi di noi (o molti?) accetterebbero l’idea di combattere
prova bikini ma senza sforzo alcuno (da Feel fuller on less food a Lose fat in your
il raffreddore e gli altri malanni influenzali con sniffate di Vix Sinex o suffumigi
di Vix Vaporub a base d’oppio. E se è vero che i vecchi rimedi della nonna sono
Per gestire lo scollamento fra i tempi dell’uomo e i tempi dell’ambiente che lo
ancora popolari quando si parla di tosse e mal di gola, questo può esser valido per
circonda – scollamento che i Futuristi, nella loro mitizzazione di tutto quanto era
il binomio latte-miele, non certo per preparati come l’allora celebre Glyco-heroin
veloce, radicalmente nuovo e inneggiante al progresso, non avevano calcolato – il
della Bayer, uno sciroppo a base di eroina (celebre perché in pochi, una volta ini-
mercato è invaso da una mole di prodotti incentrati sulla stimolazione del sistema
ziato ad usarlo, riuscivano a smettere).
nervoso centrale: tranquillanti, sedativi, ipnotici e antidepressivi. La pubblicità viene spinta ai massimi livelli e i risultati non si fanno attendere: il Valium, capofila
All’inseguimento delle macchine? La storia del consumo di sostanze, lecite o illecite che siano, è un’interessante
di una lunga schiera di pillole per la nuova classe media, diviene uno dei maggiori successi di marketing dell’industria farmaceutica.
metafora che ci consente di leggere e interpretare la storia della società in senso lato e, come vedremo poi, di analizzarne e decodificarne anche le contraddizioni attuali.
Qualcuno volò sul nido del cuculo
A tal scopo è interessante utilizzare – come primo termine di questa analisi com-
Negli anni Sessanta e Settanta la famiglia di tipo tradizionale viene messa in di-
parativa – un approccio che tracci l’evoluzione della percezione che l’individuo
scussione da un nuovo gruppo sociale, i giovani, che reclama la dignità di categoria
ha di se stesso e del suo rapporto con il contesto in cui vive dalla metà del secolo
generazionale a sé stante. Nascono dei modelli esistenziali alternativi, le comuni, in
scorso a oggi.
cui l’individuo continua ad avere un valore in base alle relazioni che costruisce con
Fino a tutti gli anni Cinquanta l’individuo possedeva un valore nella misura in
gli altri, solo che ora queste relazioni non sono istituzionali ed etero-imposte bensì
cui era inserito in un nucleo di base che era quello famigliare; il ruolo e l’importan-
spontanee e auto-imposte. Nelle manifestazioni per la rivendicazione dei propri
za di una persona si costruivano sulle relazioni che essa instaurava con gli altri con-
diritti – diritti legati al lavoro negli anni Sessanta, relativi alla gestione della cultura
sanguinei: l’uomo era marito e padre; la donna moglie e madre; i figli delle figure in
e del tempo libero negli anni Settanta – il singolo non ha voce in capitolo: il grido
divenire, dei “non ancora adulti” che non possedevano legittimità di status di per se
forte, udibile, efficace è quello della massa, del gruppo, del collettivo.
stessi. Siamo in quella che William Strauss e Neil Howe chiamano “fase di Apice,
Gli anni Sessanta coincidono con la prima fase del Risveglio, periodo ca-
un periodo di crescita in cui la società si consolida e fortifica in base ai valori emersi
ratterizzato da un acceso rifiuto dei valori che avevano contraddistinto l’Apice
durante la precedente Crisi, costruendo e convergendo verso un’era di promesse e
(conformismo, uniformità, pace sociale) e dell’ordine costituito a cui ci si ribella
ottimismo. L’importanza data alla collettività è elevata – c’è solidarietà verso le
orgogliosamente. Gli psicofarmaci passano silenziosamente in secondo piano: i
istituzioni e stabilità politica – mentre il peso che viene dato al singolo individuo è
giovani rifiutano in toto il mondo dei loro genitori, e così anche le loro droghe.
contenuto, dovendo quest’ultimo primariamente collaborare con la collettività allo
“[...] i giovani della generazione della protesta non sostenevano tanto una rinuncia
scopo di costruire e sviluppare un contesto di pace, armonia, regolarità, conformi-
all’uso di sostanze stimolanti psicoattive quanto un’alternativa alle droghe preferite
smo. C’è ottimismo e fiducia nel progresso, quel progresso che si costruisce soprat-
dai loro genitori” (Amendt).
tutto attraverso le conquiste tecnologiche e scientifiche. Frigorifero, automobile e
A ben vedere lo stesso accade con la moda: le cosiddette “antimode” che na-
televisione fanno progressivamente capolino in tutte le happy families dell’Occi-
scono in quel periodo “mode marginali basate sull’indifferenza nei confronti della
dente industrializzato e l’uomo si adatta di buon grado a vivere una comoda e più
moda dei professionisti e in grado di portare un vento di libertà e anticonformismo”
agevole esistenza caratterizzata dal contatto continuo con le macchine.
(Giancola) contestano del sistema solo la forma, non la sostanza. Esse mirano a
Comoda e agevole? Non tutti sono d’accordo: nel suo “L’uomo è antiquato” il
sgretolare e a fornire delle alternative ai contenuti estetici della moda precedente
filosofo Günter Anders si interroga per l’appunto su questo apparentemente plato-
(la contrapposizione stilistica uomo-donna, il rispetto della tradizione, l’utilizzo
nico rapporto che si crea fra gli esseri umani e i loro aiutanti artificiali – meccanici
dell’abbigliamento come status symbol e marker classista...) ma assolutamente non
o elettronici che siano. Non potrebbe essere che essi “esigano da noi qualcosa di
i meccanismi. Ecco perchè esse così facilmente vengono inglobate dalle frange più
eccessivo, qualcosa di impossibile e che con la loro pretesa ci caccino realmente in
innovative del fashion system che le depura dell’originario contenuto eversivo per
uno stato patologico collettivo?”
darle in pasto, edulcorate e desemantizzate, ai consumi di massa.
Nel corso di questo processo di modernizzazione il rapporto tra gli esseri umani e i loro oggetti è uscito completamente dai binari diventando “asincronico”. Secondo Günter Anders “siamo sul punto di edificare un mondo con cui non siamo capaci di mantenerci al passo e per afferrare il quale, si pongono esigenze assolutamente esorbitanti dalle capacità della nostra fantasia, delle nostre emozioni e della nostra responsabilità”. Le caratteristiche chimiche del corpo non sono più sufficienti per adattare l’organismo sia fisicamente sia psichicamente alla velocità delle macchine e dei processori. L’uomo vive in una condizione di permanente sovraccarico e cronica sovreccitazione. Si assiste pertanto a un aumento graduale della richiesta di mezzi di sostegno per il ripristino farmacologico di un’equilibrata “personalità armonica”. (Amendt)
È il momento d’oro di marijuana e LSD, sostanze psicoattive utilizzate a scopo dimostrativo e ricreativo e come componente inscindibile della protesta di quegli anni. Con gli anni Settanta la scena dalla contestazione si fa più cupa, violenta e soffocante. È la seconda fase del Risveglio: le ideologie degenerano verso la violenza e la disillusione, compare il terrorismo e sul mercato degli stupefacenti si impongono cocaina ed eroina. I viaggi si fanno spesso brutti e cattivi, le porte della percezione spalancano scenari sempre meno artistici e sempre più di angosciante dipendenza, i consumatori perdono il controllo sui propri consumi. L’industria farmaceutica presenta lestamente la propria soluzione: si chiama metadone, una droga a sua volta zeppa di effetti collaterali e ad elevato rischio di assuefazione, ma comunque legale.
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Work hard, play hard
nezza si trasforma da un lato in un valore assoluto e ambìto da tutte le fasce di età,
E arrivano gli anni Ottanta, la cosiddetta gimme decade. Solidarietà e altruismo
dall’altro in una fase biologica perpetua. L’incertezza lavorativa, i rapidi mutamenti
lasciano spazio a egotismo e autoreferenzialità: l’individuo sembra aver raggiunto
tecnologici e la concorrenza sempre più agguerrita costringono ognuno a farsi ca-
una maggiore autonomia ma in realtà – e il forte peso assunto dagli status symbol
rico, a prescindere dall’età, di un processo formativo periodico e costante, tanto
lo testimonia – ha la vitale esigenza di essere costantemente rassicurato sul proprio
che si inizia a parlare di lifelong learning, “aggiornamento a vita”. Se prima il mo-
valore. Il successo, la ricchezza, la bellezza e, in generale, il fatto di essere vincenti
mento della formazione coincideva dunque con l’adolescenza e quello del lavoro
sono qualcosa che si possiede solo e nella misura in cui qualcun’altro ha modo di
con la maturità, ora le due fasi si alternano incessantemente, abolendo il discrimen
constatarlo: fra le mura domestiche ci si può lasciar andare ad ogni tipo di sciatte-
fra i due blocchi esistenziali. In ogni momento del ciclo formativo-professionale
ria, ma agli occhi altrui bisogna essere sempre e comunque impeccabili poiché la
si può passare da attività formativa a lavorativa e viceversa perché fino all’età
sostanza dipende dall’apparenza.
della pensione si è sempre soggetti a una valutazione delle proprie competenze,
È la prima fase del Chiarimento: vengono enfatizzati pragmatismo, fiducia in se
dunque alla necessità di aggiornarsi e riqualificarsi. Ogni lavoratore, non solo il
stessi, liberismo e ricerca del piacere personale; la scena techno porta alla ribalta
libero professionista, si trova perennemente esposto a un rischio di caduta; “[…]
i farmaci a base anfetaminica e le pillole tornano di moda come lifestyle accesso-
l’auto-imprenditorialità, la capacità di rinnovarsi e mettersi costantemente in gioco
ries.
e di concepirsi come risorsa umana diviene la cifra di ogni esistenza e la persona diviene capitale di se stessa” (Dal Lago, Molinari).
In utero L’uomo degli anni Novanta è sempre più autonomo e autoreferenziale: non ha più bisogno di status symbol poiché è in grado da solo di giudicare il proprio reale valore. Tuttavia questa autarchia lo porta a un isolamento via via maggiore: si riscopre il calore della famiglia, ma non quella tradizionale stile anni Cinquanta, bensì quella costruita su una reale comunione di sentimenti. Aumentano i nuclei sociali atipici: single, coppie di fatto, dink (coppie che, pur avendo le possibilità economiche, decidono di non avere figli per non dover sacrificare libertà, autonomia e tempo libero). Il soddisfacimento delle esigenze personali viene messo al primo posto, mentre il gruppo viene sostituito da rapporti sociali più ristretti e selezionati: il partner, i genitori, qualche amico, il proprio animale domestico. Tanta autonomia e la consapevolezza di poter contare solo su se stessi e su pochi
La mobilità può essere densa di possibilità da cogliere, ma quando è eccessiva rende la vita un terreno perennemente scivoloso sul quale bisogna sempre camminare guardinghi. A questo punto la domanda è: quanto flessibile è l’uomo? Dove risiede il suo limite di velocità, dove il suo punto di rottura? Queste sono domande che si pongono anche i progettisti dell’industria farmaceutica, nell’intento di fornire una risposta farmacologica. Perchè l’intensificazione dello svolgimento del lavoro, l’abbattimento di strutture temporali profonde e interiorizzate, così come lo smantellamento di domeniche e vacanze, il cambio sistematico di orari e luogo di lavoro, il dissolvimento di relazioni sociali e legami emotivi conducono molto spesso a stati d’animo estremi e vacillamenti della personalità che incentivano proprio la disponibilità all’automanipolazione chimica, se non si vuole rimanere esclusi o stare dalla parte dei “perdenti”. (Amendt)
intimi aumenta però il senso di insicurezza, che già è veicolato dall’ambiente circostante; bisogna essere pronti a difendersi da qualsiasi minaccia e si tende a creare
È il ritorno in pompa magna degli psicofarmaci trainati dal Prozac: si parla di
delle intense barriere di controllo nei confronti dell’esterno, che viene percepito
pillola della felicità, di soluzione definitiva a qualsiasi “mal di vivere”, di – per
come foriero di pericoli continui: la paura del diverso, il timore della contamina-
l’appunto – Homo chimicus.
zione alimentare, la diffidenza per ciò che è nuovo. Emerge il fenomeno del cocooning, in cui l’individuo tende a rinchiudersi in un proprio bozzolo intimistico fatto
A quanto pare il presunto avvento dell’Homo chimicus realizza un atavico so-
desiderio di rischiare viene lasciato fuori dalla porta di casa e così anche l’impegno
gno dell’industria farmaceutica: vendere medicinali alle persone sane. Il numero
politico: se negli anni Ottanta questo veniva snobbato perché si era troppo concen-
dei malati è forzatamente limitato: laddove il mercato si restringe è opportuno tro-
trati sulla propria affermazione professionale, ora lo si esclude invece dalla propria
vare qualche stratagemma per dilatarlo, ossia convincere anche coloro che prima
vita perché ci si sente incapaci di cambiare in maniera significativa quelle cose che
non rientravano nella categoria dei sofferenti a fare il proprio debutto nell’allegro
pur non funzionano come si vorrebbe. Il sostegno del gruppo non esiste più, gli
consesso di quanti necessitano di cure. Ci sono fondamentalmente due strade per
ideali si sono volatilizzati e da soli non ci si sente in grado di combinare granché,
raggiungere l’obbiettivo: la prima è di restringere i limiti di quella che può essere
dunque si rinuncia in partenza.
definita normalità; abbassando la soglia che divide la normoglicemia dalla ipergli-
I legami fra le persone divengono maggiormente selettivi e complessi poiché la
cemia ottengo di fatto una innumerevole quantità di diabetici in più, i cui valori
tradizionale componente istituzionale viene sempre più a mancare; questo porta a
debbono essere raddrizzati farmacologicamente. La seconda è di creare nuove
un métissage crescente fra ruoli codificati sessualmente e anagraficamente: chi è e
malattie chiamando con nomi possibilmente altisonanti degli stati fisici o psichici
cosa fa un giovane? E un adulto, un bambino, una donna, un uomo, un anziano?
prima reputati assolutamente consoni con gli alti e i bassi della vita. I disagi di tipo
Ora diviene assai complicato dare una risposta univoca e certa. A dimostrarsi assai
psicologico si prestano assai a questo meccanismo, poiché la loro diagnosi è spesso
labile è anzitutto il concetto di giovinezza: dagli anni Cinquanta in poi esso aveva
opinabile e altrettanto spesso autoreferenziale.
assunto via via i caratteri di uno status esistenziale con un proprio valore autonomo, che si contrapponeva nettamente alla condizione di adulto. Ora non più: la giovi4
Vendere frigoriferi al Polo Nord
di piccole cose, della protezione domestica, di pochi affetti, di radicate abitudini. Il
I N T R O D U Z I O N E
It was then that I told Alice about abulia and the drug designed by careful scien-
tists to treat and cure it. “You’re not serious. Can you really think that abulia even exists?” “Oh yeah. Whatever else may not be real, abulia definitely is.” “Just like social phobia suddenly exists, even though it was created by the pharmaceuticals about four years ago. Like neurasthenia used to exist but now somehow it’s died out.” (Kunkel)
è inadeguata a quella che uno specifico pericolo richiede, ma soprattutto accade quando essa non può essere condivisa. “Nei periodi in cui il gruppo è in pericolo, emerge un forte senso di appartenenza: la paura per il pericolo viene affrontata come esperienza da condividere e provoca la capacità di risposta del gruppo per cui i grandi, i forti danno sostegno e rassicurano i piccoli e i deboli” (Salonia). Nell’attuale società post-narcisistica l’individuo si sente abbandonato a se stes-
Ma davvero l’industria farmaceutica vuole trasformarci tutti in una truppa di
so: mancano relazioni, sostegni, porti sicuri a cui attraccare in caso di burrasca. E
malati, in un esercito di zombie psichici pillola-dipendenti? Il sospetto c’è. Ma a
cosa accade se la burrasca prima o poi arriva? Cosa farò? Come mi salverò? La pau-
ben vedere il problema è un altro: la nostra società e i nostri ritmi di vita non ci
ra atterrisce anche se il cielo è sereno, perchè le nuvole potrebbero sempre arrivare.
consentono di essere malati, così come non ci consentono di essere vecchi, grassi,
E allora questa paura che di fatto è immotivata – perchè non è in relazione a qualche
frigidi. La malattia viene evitata, la morte addirittura negata: queste tappe, che fan-
pericolo presente e reale – si gonfia e si gonfia fino ad esplodere in quella che è la
no naturalmente parte della storia individuale di ogni essere umano, vanno rimosse
patologia mentale più esplicativa dell’odierna società liquida: l’attacco di panico.
perchè sgradevoli, disturbanti e scarsamente performanti. La flessibilità lavorativa,
“Nell’attacco di panico il paziente sperimenta, in modo reale e angoscioso,
il fatto di mettersi costantemente in gioco, la necessità di vendersi sempre sul
l’essere gettato nel mondo senza protezione” (Salonia): ciò che più spaventa del-
mercato come il prodotto migliore rendono la malattia un lusso che non ci si può
l’attacco di panico è la sua incomunicabilità, dunque la sua non condivisibilità. Chi
permettere, quasi un tabù. Quella malattia che nelle società di tipo tribale rappre-
lo sperimenta lo descrive come qualcosa che non può essere raccontato: si possono
senta addirittura un momento di passaggio funzionale alla crescita dell’individuo
elencare i sintomi, si può mimare ciò che succede - il sudore freddo, le vertigini, la
(pensiamo solo alla malattia iniziatica che spalanca allo sciamano le porte della sua
sensazione di non riuscire più a respirare - ma la realtà è che il nocciolo dell’espe-
nuova vita) per noi diviene un incidente di percorso, un problema da risolvere nel
rienza resta nella sfera dell’incomunicabile. E quando si prova, si tenta di far capire,
più breve tempo possibile.
la frase che ne esce è la più totale ammissione della non dicibilità: “pensavo di star
Come può un libero professionista concedersi una sana influenza di una setti-
per morire”. Ma la realtà è che nessuno ha mai sperimentato e poi raccontato la
mana? Semplicemente non può, e così l’industria farmaceutica risponde con una
morte, quindi la traduzione di quel “pensavo di star per morire” significa “se non
compressa che promette una neutralizzazione istantanea dei sintomi. Lo stesso
l’hai provato, non puoi capire”.
meccanismo coinvolge quella naturalissima tappa mensile che sono le mestruazioni: il mal di pancia invalidante (e la conseguente mezza giornata di riposo) va rimosso, vittima sacrificale sull’altare della parità performativa tra i sessi. E infine le malattie mentali: la depressione può far vendere più libri a uno scrittore o rendere più carismatico un artista ma mal si sposa con la stragrande maggioranza dei contesti lavorativi in cui ci troviamo a vivere. Chi assumerebbe un operaio depresso? Chi darebbe un aumento di stipendio a un impiegato depresso? Chi farebbe guidare la propria azienda a un manager depresso?
il senior associate: non ricorda nemmeno più quando si erano manifestati gli attacchi di panico, sì, quando aveva per la prima volta provato davvero stress perchè non era più venuto a capo della situazione, ma desidera sottolineare che non si trattava di una situazione di lavoro, tutt’altro, si era presentato appunto nel periodo che si era preso per sè. era la cosiddetta vita privata che gli aveva fatto questo. quindi per lui non sarebbe nulla. ma all’improvviso se li era ritrovati, gli attacchi di panico, be’, chi non li ha vissuti non può sapere cosa sono. è l’esperienza peggiore che abbia mai fatto. sì, a formularla in maniera drastica direbbe che quel periodo di riposo lo aveva quasi ucciso. (Röggla)
Non voglio soffrire neanche un minuto (il flauto del dio Pan) Entriamo nella classe di una scuola di periferia: il professore vorrebbe interrogare un’allieva, due domandine su un racconto di Maupassant letto nella lezione precedente, niente di difficile. Ebbene, la ragazza rifiuta tassativamente di farsi interrogare, non ci pensa proprio di alzarsi e rispondere. Il professore le chiede il perchè di quella decisione: non ha studiato, non ricorda, pensa di essere più pronta l’indomani? Perchè adesso non vuole accettare due domande? La risposta è semplice e chiara: “Non voglio soffrire neanche un minuto: ma nessuno vuole più soffrire, non se ne è accorto professore?” (Lodoli)
Perchè non vogliamo soffrire? Ma, soprattutto, cosa ci fa massimamente soffrire e dunque strenuamente tentiamo di evitare? La sofferenza più terribile, quella che non è acuta, fulminea e per questo fugace ma quella che ci accompagna silentemente e tenacemente durante tutta la nostra vita è la paura della sofferenza. Quindi il problema di fondo è la paura: paura di morire, di perdere i propri cari, di restare senza lavoro, di ammalarsi, di svegliarsi poveri... La paura fa parte dell’esistenza umana, è fisiologica: rende consapevoli di un pericolo e permette di proteggersi nel modo migliore. Ma la paura può divenire patologica: accade quando la sua intensità
Non c’è niente di sbagliato in te che tu non possa curare con un po’ di Prozac e una mazza da polo (W. Allen) Farmaci per non soffrire (happiness), sostanze per evadere (leisure), artifizi per raggiungere il massimo dell’efficienza (performance). Queste tre dimensioni dell’utilizzo di molecole psicoattive erano, nel tempo della modernità, rigidamente suddivise. Psicofarmaci e droghe legali costituivano, come già visto, strumenti atti all’inserimento non problematico degli individui all’interno di un contesto di tranquilla pace e coesione sociale. La donna di casa, nella sua quotidianità alla Doris Day fatta di grembiulini a quadretti e crostate ai mirtilli, ogni tanto scivola nell’attacco isterico? Tranquillanti come il Serpasil riconducono la situazione alla patinata normalità: “Contro gli stress di tutti i giorni... aumenta la soglia emotiva” recita un claim del 1956. Ma non dimentichiamo i supporti chimici benevolmente somministrati alle truppe durante i diversi conflitti che hanno costellato il Ventesimo secolo: l’esercito nazista era attrezzato di cioccolata alla caffeina e di Pervitin (un potentissimo stiPRE-VISIONS - FALL-WINTER 2007-08
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molante); in Sudafrica, nel periodo dell’apartheid, il regime utilizzava il barbiturico
gli attori coinvolti nel fenomeno, questo ha raggiunto dimensioni incontrollabili e
Mandrax per sedare le sommosse; due terzi dei piloti impegnati nella Guerra del
spropositate.
Golfo del 1991 pare abbiano affrontato le loro missioni sotto l’effetto di anfetamina.
Sport e doping: questi due termini si trovano oggi in un rapporto così tristemente simbiotico da esser divenuti quasi sinonimi. Il mondo o, meglio, il mercato
Le sostanze alternative, usate con finalità ricreative e per dilatare i confini della
legato all’agonismo richiede prestazioni continuamente superiori. Le richiedono
percezione liberando la mente dai preconcetti, divengono negli anni Sessanta il
gli sponsor, che hanno trasformato gli atleti in testimonial profumatamente pagati
cavallo di battaglia della nuova Sinistra, in antitesi alle “droghe di stato”. Il mo-
di prodotti e valori commerciali. Le richiedono le emittenti televisive, che si sono
vimento psichedelico, sostenuto dalla controcultura e da buona parte dei profeti
accaparrate i diritti di trasmettere in esclusiva determinati eventi. Le richiedono i
dell’antipsichiatria, attacca gli psicofarmaci in quanto strumenti di controllo sociale
tifosi, nei quali il bombardamento mediatico e la continua manipolazione dell’in-
nonché, talvolta, potentissimo braccio armato al servizio del potere e delle istituzio-
formazione hanno finito col generare un endemico bisogno – anch’esso, di fatto,
ni. Nel romanzo di Ken Kensey del 1962 One Flew Over the Cuckoo’s Nest (da cui
“dopato” – di eroi-divinità da idolatrare e su cui scaricare un’adrenalina che viene
è stato tratto l’omonimo film di Milos Forman del 1975) la lotta dei pazienti guidati
convogliata sempre meno in uno sport “fatto” e sempre più in uno sport “discusso”.
dal problematico, individualista ma non pazzo McMurphy è in un certo qual modo
Le richiedono gli interessi delle case farmaceutiche e di tutte quelle aziende che
una lotta contro il farmaco in pillole.
operano nell’indotto delle varie discipline. Le richiedono i tecnici (medici dello
I due eroi del romanzo subiscono l’elettroshock perchè rifiutano “le pillole del knock out”. Le pasticche diventano metafora dell’esercizio del potere. Schiavizzano perfino i medici: “Il Damerol è un oppiaceo sintetico”, spiega un altro paziente a Mc Murphy, “è comunissimo che i medici non possano più farne a meno”. In uno degli episodi più allucinanti del libro, il narratore racconta di aver fatto a pezzi “la piccola capsula rossa” e di averne scorto per un attimo il meccanismo interno, fatto di “circuiti elettrici”. (Adamo, Benzoni)
Infine le sostanze assunte con finalità performanti, il cosiddetto doping. Nella modernità esse erano una concretizzazione del concetto di progresso e di eterno miglioramento dei risultati nonché strumenti per ottenere quei risultati agonistici che lo stato utilizzava come collante nazionale e esternazione della presunta superiorità di razza (pensiamo solo all’enfasi sulla pratica sportiva e i successi nelle competizioni internazionali tipica di Nazismo e Fascismo). In tempi meno remoti è stato il caso dell’Unione Sovietica e della Germania dell’Est: Andreas Krieger è un esempio degli effetti della somministrazione di droghe ai giovani atleti tedeschi, incoraggiata da un governo ansioso di conquistare medaglie per la Germania comunista. Riempita di iniezioni e di massicce dosi di anabolizzanti dall’età di sedici anni, quando arrivò a vincere i Campionati europei del 1986 Heidi Krieger era un’amazzone di 85 chili con la voce profonda e un leggero strato di barba. Ed era già confusa sulla sua identità sessuale. Nel 1997, gli effetti della sistematica assunzione di steroidi l’hanno spinta a un intervento per cambiare sesso. Quello è stato il momento in cui Heidi è morta ed è nato Andreas. [...] Le pillole azzurre che hanno dato origine al suo tormento erano uno steroide anabolizzante chiamato Oral-Turinabol. Il farmaco era prodotto dalla Jenapharm, che negli anni Settanta e Ottanta era un azienda statale al servizio del regime comunista. Il suo scopo era migliorare le prestazioni degli atleti e quindi aumentare il prestigio della Rdt. Agli atleti venivano somministrate circa due milioni di pillole all’anno. Fu così che dal 1972 al 1988 la Germania Est conquistò 384 medaglie olimpiche. (Paterson)
sport, fisiatri, allenatori), costantemente bramosi di applicare sugli adepti di turno le proprie teorie, elucubrazioni e sperimentali conoscenze. Le richiedono, incredibilmente, gli stessi atleti, vittime consenzienti di tale perverso meccanismo e così inglobati in esso da essere disposti a mettere in gioco tutto – salute, rapporti sociali, possibilità di costruirsi un futuro alternativo a quello agonistico, di fatto troppo breve – in nome del risultato e della gloria ad esso correlato. Uomini bionici, macchine che devono funzionare per raggiungere lo scopo che il sistema si è prefisso, esseri che tentano consapevolmente di trascendere i propri limiti biologici e di pagare – volenti o nolenti – le dure conseguenze di questa scelta. Perché il dato di fatto è che, a dispetto dei numerosi interessi fin qui esposti, l’organismo umano ha dei limiti fisici che non gli consentono di migliorare illimitatamente e inarrestabilmente le proprie prestazioni. Quando ci si è resi conto di questa realtà dei fatti – ossia dell’ineluttabilità dei limiti biologici – si sono prefigurate due strade: la prima era lasciare che le competizioni sportive rimanessero dignitosi e naturali scontri-confronti fra uomini (eventualmente migliorati nel tempo grazie al perfezionamento dell’attrezzatura – sci, biciclette, calzature e quant’altro); la seconda era incaponirsi nel rendere questi eventi sempre più spettacolari e ipertrofici grazie ad una alterazione chimica del limite umano (con buona pace delle ricadute negative sul piano della salute). Si è scelta la seconda strada. Oggi si comincia a giocare ad agosto, magari in altri continenti dopo avere sostenuto ore di volo, con il fuso orario, il caldo, e bisogna giocare e vincere perchè c’è in palio una coppa che ti porta quattrini. Per i calciatori, soprattutto quelli delle grandi squadre, non c’è tregua. È un’attività agonistica che ha dell’incredibile. L’atleta ha un limite, deve poter riposare, rifiatare, invece questi non riposano mai, c’è la Nazionale, la Coppa Uefa, la Coppa dei Campioni. (Intervista ad Aldo Agroppi di G. Straniero)
Quell’eterno mercoledì, ore 10 La vita dell’uomo è fatta di cicli, così come la natura e il mondo in cui vive:
Juve batte Toro 281 a 248
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nascita, crescita, morte, rinascita. Inizio e fine danno ritmo e modularità a un’esi-
Tante sono le specialità medicinali conteggiate dal pubblico ministero nel corso
stenza che sarebbe altrimenti un monocorde supplizio prometeico. Così è anche
del processo ai vertici delle società bianconera e rossogranata. I vecchi regimi dit-
nel lavoro: a uno shockante lunedì segue un martedì di progressivo rodaggio che
tatoriali sono caduti (non sempre, non ovunque), il concetto di eterno progresso e
spalanca le porte a un mercoledì di piena forma; la curva inizia a scendere già il
miglioramento è stato messo in crisi dall’avvento del postmoderno ma la virulenza
giovedì, quanto l’aria del non così lontano week-end inizia a solleticare i sensi. Il
del fenomeno doping si è tutt’altro che acquietata. Anzi, poiché sono aumentati
venerdì si entra finalmente in una dimensione da “sabato del villaggio”. Il sabato,
I N T R O D U Z I O N E
quello vero, è il momento per tirare il fiato in attesa di una domenica che già reca
in una sola notte i costumi per la recita di classe. La donna è ormai sull’orlo di una
con sè i germogli malinconici di un’incipiente nuova settimana lavorativa. Ma nella
crisi di nervi: un’impietosita mamma-collega le viene in aiuto, consigliandole certe
società postmoderna, dove le stagioni non esistono più, dove le differenze di età
pillole prodigiose che polverizzano in un istante fatica, sonno e crolli energetici.
sono sfumate e dove la dicotomia fra lavoro e tempo libero è divenuta inutile or-
Ironia della sorte, si tratta proprio del Ritalin, lo stesso farmaco prescritto ai figli
pello formale, si vive in un costante mercoledì, ore 10. E le conseguenze di questo
per il (presunto) problema opposto.
eterno qui-ed-ora non sono facili da gestire: il senior associate: e poi ti definiscono un drogato del lavoro, ti dicono che sei malato, mentre invece non è affatto così. almeno nel suo caso non si definirebbe un drogato del lavoro o perlomeno non è dipendente, almeno non nel senso tradizionale. non soffre di sintomi da astinenza se non lavora. almeno così suppone, perchè a ben pensarci c’è sempre da lavorare. (Röggla)
Anche i tre ambiti di utilizzo delle sostanze psicoattive – happiness, leisure, performance – sono di fatto interconnessi e non più scindibili: si assumono psicofarmaci per placare l’ansia di una condizione sempre più stressante e incerta ma anche per essere più produttivi ed efficienti. Oppure, a dispetto della sessantottina suddivisione ideologica fra pillole legali (cattive) e droghe illegali (buone), ci si fa di tranquillanti per esaltare o mitigare gli effetti di trip dagli esiti non sempre controllabili. Non assumete mai lo stesso giorno ecstasy, birra, Bacardi, erba, Vivarin, Tagamet, Xanax e Valium. Rende difficile dormire la notte…” (Eminem). Le benzodiazepine possono aumentare gli effetti euforizzanti e stimolanti di cocaina, oppioidi, anfetamine e alcol riducendo nel contempo la sindrome da astinenza; sono inoltre utilizzate dai consumatori di ecstasy per controbilanciare la fase euforica. Anche l’uso di sostanze dopanti predispone gli atleti agonisti a una lunga love story con droghe ricreative e psicofarmaci: Per quale motivo gli atleti dovrebbero essere sottoposti a un’interdizione all’esercizio del lavoro se, come si giustificava un atleta britannico accusato di doping, “per ragioni sociali” fumavano hashish e marijuana o sniffavano cocaina fuori dal contesto sportivo? [...] Quando un ciclista tedesco, in seguito a una serata trascorsa in discoteca è stato trovato positivo all’ecstasy e immediatamente fermato, i rappresentanti delle federazioni sportive si sono schierati dalla sua parte: “Sicuramente non si trattava di doping”. (G. Amendt)
Non dimentichiamo poi la possibilità di utilizzare con scopo ricreativo sostanze nate per un uso limitatamente curativo. Nella quarta puntata della prima serie di De-
Il Ritalin è di fatto il primo psicofarmaco per cui si contino casi ripetuti di furti per “uso personale”. Lo stato dello Utah, didascalicamente soprannominato Ritalin Capital per la diffusione particolarmente elevata del farmaco, è stato teatro dell’episodio forse più emblematico. Gerald Smith, direttore cinquantenne della scuola elementare Aspen, nella cittadina mormona di Orem, ruba per uso personale alcune centinaia di confezioni. [...] Nel 1997 un altro insegnante di scuola elementare, questa volta a Milwaukee (Illinois), viene trovato in possesso del farmaco rubato proprio a scuola: seguono, a ruota, analoghe scoperte che coinvolgono un po’ dovunque, impiegati, bidelli e infermiere. (Adamo, Benzoni)
Il consumatore è sempre più evoluto ed esigente: come nella moda rifiuta ormai il total look eteroimposto preferendo il mix & match e la personalizzazione, così nel suo rapporto con l’assunzione di droghe e farmaci intraprende baldanzoso la strada dell’autoprescrizione e dell’autosomministrazione. Non di rado si compiace di estendere i benefici delle sue alchemiche scoperte anche a chi gli sta vicino: e quando famigliari e conoscenti si mostrano riluttanti, ci sono sempre gli amici a quattrozampe. Se alcuni vegani estremisti impongono una dieta priva di carne alle povere bestiole che condividono con loro una vita all’insegna del naturale e della peace & love, anche i farmacodipendenti hanno nuove frecce al loro arco. La FDA ha infatti approvato l’utilizzo nei cani e nei gatti del Clomicalm, il più popolare degli antidepressivi triciclici. Certo i nostri amici non possono parlare per dirci apertamente quanto si sentano abulici e oppressi dall’ansia, così esternano il loro disagio in altri modi: i cani, specie se cuccioli, prendono a mordicchiare tutto quanto gli capiti a tiro – scarpe, berretti, tappeti... I gatti ci rendono partecipi della loro insoddisfazione in modo ancora più plateale: snobbano la canonica vaschetta con i sassolini per spruzzare spavaldamente un po’ dove capita. Dopo l’Homo chimicus anche il Canis chimicus e il Felix chimicus: se il vostro gatto maschio insiste a marcare olfattivamente il territorio di casa vostra (qual incivile affronto) sappiate che soffre di un disturbo psichiatrico chiamato “orinazione felina inappropriata”. Un po’ di Clomicalm vi aiuterà.
sperate Housewives la prolifica e stressata Lynette viene chiamata a colloquio dall’insegnante dei suoi turbolenti gemelli: i bambini soffrono, a detta della maestra, del tanto famoso quanto contestato “disturbo da deficit di attenzione e iperattività” (ADHD) e necessitano di una terapia a base di psicofarmaci per poter essere gestiti armonicamente all’interno della comunità. Benché nel telefilm non venga specificato, la pillola miracolosa che viene proposta alla sconvolta Lynette è il Ritalin, farmaco che ha conosciuto negli Stati Uniti una vera e propria esplosione a partire dal 1980, anno in cui l’ADHD è entrato di diritto a far parte nel novero delle malattie psichiatriche contemplate dal DSM III. Ad ogni modo la casalinga, per quanto disperata, rifiuta di scaraventare prematuramente i figli nel vortice dell’assunzione di psicopillole (avranno tempo e modo di provvedere da soli una volta cresciuti) e lascia l’incriminato flacone a dormire nell’armadietto del bagno. Finché... Nella sesta puntata Lynette vede aggiungersi al suo quotidiano lavoro di gestione dei quattro esagitati pargoli (due gemelli più due), l’incombenza di confezionare
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LINK Internet Libri
sixthseal.com: è il blog di Poh Huai Bin (Nick: killuminati), un ventiquattrenne asiatico che vive a Kuching, Malaysia. Nelle sembianze del suo alter-ego Veritas
Pietro Adamo, Stefano Benzoni, Psychofarmers®, Isbn Edizioni, 2005.
diletta gli internauti con la didascalica descrizione delle sue esperienze con sostan-
Günter Amendt, No drugs – no future, Le droghe nell’età dell’ansia sociale, Fel-
ze stupefacenti. Ne abbiamo scelta una: è riportata in varie tappe sulle pagine del
trinelli, 2004.
secondo tema (leisure). In breve: il prode Poh Huai Bin acquista 3 cartine di acido
Günter Anders, L’uomo è antiquato. La terza rivoluzione industriale, Bollati Bo-
raffiguranti un Buddha (è disponibile la scansione sul sito); l’intenzione è di farsene
ringhieri, 1992.
solo una ma la tentazione e l’ingordigia hanno il sopravvento. Travolto da un bad
Mauro Barletta, Il calcio in farmacia, La Juventus e le altre squadre, Le inchieste
trip, solo in una stanza buia, Veritas teme di diventare pazzo: con il furore degno
sul doping, I documenti. Le testimonianze, Lindau, 2005.
di un ipocondriaco naviga disperatamente su internet alla ricerca di FAQ sull’LSD
Alessandro Dal Lago, Augusta Molinari (a cura di), Giovani senza tempo. Il mito
che riescano a tranquillizzarlo. Non funziona. L’armadietto dei medicinali gli viene
della giovinezza nella società globale, Ombre Corte, 2001.
in aiuto, fornendogli prima 2.5 mg di Xanax (ancora nulla), poi una botta di 15 mg
Gianni Francesetti (a cura di), Attacchi di panico e postmodernità, La psicoterapia
di Valium: e finalmente la sedazione arriva.
della Gestalt fra clinica e società, FrancoAngeli, 2005. Alessandro Giancola, La moda nel consumo giovanile, Franco Angeli, 1999. Benjamin Kunkel, Indecision, Random House, 2005.
Arte
Hans Prinzhorn, L’arte dei folli. L’attività plastica dei malati mentali, Mimesis Edizioni, 2004.
Damien Hirst, Pharmacy, istallazione,1992 (all’asta su Sotheby’s nel nov 2004)
Andrea Pugliese, Neo-conf. (Auto)ritratto del nuovo conformista, Castelvecchi,
“I like the way art works, the way it brightens people’s lives up but I was having
2005.
difficulty convincing the people around me that I was worth believing in. And then
Kathrin Röggla, Noi non dormiamo, L’insonnia dei precari di successo, Isbn Edi-
I noticed that they were believing in medicine in exactly the same way that I wanted
zioni, 2004
them to believe in art”.
Enzo Soresi, Il cervello anarchico, UTET, 2005. Anne Taintor, Sto diventando mia madre, Magazzini Salani, 2005: un’interpretazio-
Ingeborg Lüscher, Fusion, video, 2001
ne ironica dell’estetica “domesticity” anni Cinquanta.
“Le due squadre svizzere più famose, I Grasshoppers e il F.C. St. Gallen, giocano l’una contro l’altra; i giocatori indossano eleganti abiti da uomini d’affari. Il pallone si trasforma di volta in volta in uno strumento di lavoro tipico del mondo dei top
Articoli
manager: un computer portatile, una ventiquattrore, un quotidiano di economia, mentre cellulari e valigette ventiquattrore volano per aria; alla scena del gioco se
Marco Lodoli, Se i ragazzi non sanno più soffrire, La Repubblica, 22 ottobre
ne sovrappone un’altra, quella che si svolge nella testa del manager mentre questi
2004.
mantiene apparentemente il suo fair-play. Il manager in veste di giocatore, il gioca-
Thomas Fuchs, Follemente bello – schizofrenia e arte, Mente & Cervello, mag-giu
tore in veste di manager” (I. Lüscher).
2003. Tony Paterson, Andreas Krieger, Il prezzo della vittoria, The Independent trad. da
Roman Opalka, OPALKA 1965 / 1 - ∞
Internazionale 598, 8 luglio 2005.
Dal 1965 l’artista Roman Opalka conta ossessivamente, dipingendo numeri bianchi
Vittorio Zucconi, La svolta dell’Homo chimicus, La domenica di Repubblica, 12
su un fondo grigio scuro con un pennello intinto in comune pittura acrilica. Mentre
marzo 2006.
dipinge l’artista conta anche a voce in polacco, la sua lingua madre, e così i numeri trascritti sulla tela corrispondono a una sequenza registrata su supporto magnetico. Alla fine di ogni giornata di lavoro Opalka indossa una camicia bianca e - rispettan-
Film
do ogni volta le stesse condizioni di luce, distanza e focale della macchina - esegue un autoscatto del proprio volto. “Sono passati più di trent’anni dal momento in cui,
Harry a pezzi, regia di Woody Allen, USA, 1997.
in piedi davanti a una tela che avevo uniformemente coperto di nero, ho preso con
Hollywood ending, regia di Woody Allen, USA, 2002.
la mano sinistra un piccolo vasetto di colore bianco pronto a ricevere il pennello che
Pumping Iron, regia di George Butler, USA, 1976.
tenevo fra le dita della mano destra, in un gesto ancora sospeso, ma con la mente già
Serial Experiments Lain, anime video, Geneon Entertainment.
completamente immersa nella decisione presa e nelle ragioni alla base di essa. […]
Twin Peaks, serie TV, regia di David Lynch, 1990-91.
Tremando per la tensione davanti alla follia di una simile impresa, immergevo il pennello nel vasetto e, sollevando lentamente il braccio, lasciavo il primo segno, 1,
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in alto a sinistra, all’estremità della tela, perché non rimanesse alcuno spazio fuori dall’unica struttura logica che mi ero data” (R. Opalka).
Luoghi Happy Valley: “soprannome malizioso per la Utah County, situate nello stato mormone dello Utah, capoluogo Provo, non molto distante da Salt Lake City. Tanta vita all’aria aperta, pesca e passeggiate, Pick up e SUV a volontà, criminalità molto bassa, poca disoccupazione e uno dei tassi di consumo di antidepressivi più alti d’America” (Adamo, Benzoni).
Fashion Dysfunctional Family Fabrics: è una linea di tessuti realizzati da Michael Miller. Le strisce raccontano la vita quotidiana di una normale famiglia borghese; unico neo: la madre ha l’abitudine di addizionare bevande e alimenti con psicofarmaci.
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Referenze fotografiche (da sinistra verso destra):
P. 36 – Snow extreme, jan 2006; titolo di articolo P. 36 – HIP hotel d’autore “Neve” Herbert Ypma P. 37 – sedia “Lyon” design VdBorch/Fisher
HAPPINESS
P. 38 – 2 foto di Florian Moser P. 39 – Charles & Ray Eames (1941-42), Vitra Design Museum, foto Thomas Dix
P. 11 – foto di Suzanne Kantak
P. 39 – Monacca Calculator design Takumi Shimamura
P. 12 – foto Anders Edström
P. 39 – Monacca “Bag-kaku” design Takumi Shimamura
P. 12 – “Thames Town, China” foto Joseph Grima
P. 40 – John Armleder
P. 13 – ritratto di Frances Cobain e foto di Wendy Bevan, rielab. grafica 510005 P. 14 – “Senza titolo” Josef Forster, coll. Prinzhorn P. 14 – design Fabien Baron (2 grafiche)
LEISURE
P. 15 – letto “Sevenfeetup” design Mobilemetallico
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P. 16 – Biennale 51 Venezia 2005, foto 510005
P. 43 – “Portrait of a generation – the love parade family book”
P. 17 – foto Robin
P. 44 – Clinica dentaria Barcellona, prog. Baas Arquitectos
P. 17 – SED schönes einheits design
P. 45 – “Parlor trick” Matt Johnson
P. 17 – ad. Chloè
P. 46 – vasi, design Ingegerd Råman, foto Roland Persson
P. 18 – ad Mountain High
P. 47 – Sex by Madonna; foto Steven Meisel
P. 18 – ad. Gotha
P. 47 – bite, foto 510005
P. 19 – foto Geoffrey Cottenceau
P. 48 – Palahockey, Stadio Comunale di Torino, Arata Isozaki & Associates Co.
P. 19 – logo Digestivo Antonetto
P. 48 – blister, grafica 510005
P. 20 – “Pharmacy”, Damien Hirst
P. 50 – ad. Office of National Drug Control Policy / Partnership for a Drug-Free
P. 20 – Biennale 51 Venezia 2005; “Curry” Subodh Gupta, foto 510005
America®
P. 21 – Grafica 510005
P. 51 – Drugs
P. 21 – packaging psicofarmaci
P. 52 – www.brentspears.com, A small Dose
P. 22 – Pitti Filati #58, foto 510005
P. 53 – foto Geoffrey Cottenceau
P. 22 – Tea Time Ceramic Candle Holder, www.carcoenterprises.com
P. 54 – 20 years of style; Country-club looks are big in L.A., 2002
P. 23 – artwork 510005
P. 55 – “Gli anni Ottanta e Novanta dalla collezione Panza di Biumo” poster 1992,
P. 24 – pills, www.qualchoice.com
rielaborazione grafica 510005
P. 25 – artwork 510005
P. 56 – trance party, www.psychedelic.ru
P. 26 – Biennale 51 Venezia 2005; Padiglione Corea; foto 510005
P. 56 – Camden town, foto N. Timm
P. 26 – Biennale 51 Venezia 2005; foto 510005
P. 57 – foto Geoffrey Cottenceau
P. 27 – “Il tamburino”, Loretta Lux
P. 58 – “Portrait of a generation – the love parade family book”
P. 27 – marzapane, foto 510005
P. 59 – artpaint_vibetribe, www.psychedelic.ru
P. 27 – Maison Margiela STREET; foto Marina Faust
P. 59 – MBM 114; foto Nate Christenson
P. 28 – Neutralisation
P. 60 – 20 years of style; Sport-inspired fashion design by Label, 1993
P. 28 – The graphic edge; design Sean Perkins
P. 61 – rielaborazione grafica 510005
P. 29 – 2 artwork 510005
P. 62 – Ian Monroe
P. 29 – Bubbleup
P. 63 – Valium, rielaborazione grafica 510005
P. 30 – “Portrait of a generation – the love parade family book”
P. 64 – Biennale 51 Venezia 2005; Olafur Eliasson, foto di P. Garrone
P. 30 – divano “Damier” design Francesco Binfarè
P. 64 – “Densità fluorescenti” Alessandro Lupi, foto Federico Traverso
P. 30 – zollette di ghiaccio, foto 510005.
P. 65 – ad. Byblos
P. 31 – porporina, foto 510005
P. 65 – ad. Oakley
P. 32 – La Moda; tuta Jean Paul Gaultier
P. 66 – ad. Amuleti
P. 32 – Tom Ford Estée Lauder collection “Amber Nude”, foto Robert Holmes
P. 66 – ad Burton US Open 2006 Snowboarding championships
P. 33 – artwork 510005
P. 68 – Maison Margiela STREET; foto Bob Goedewaagen
P. 34 – foto Pressen Bild
P. 69 – www.spore.com
P. 34 – design Sagmeister Inc. x “Copy magazine”
P. 70 – Maison Margiela STREET; foto Bob Goedewaagen
P. 35 – ad EB’s 6th Annual LAST CALL
P. 71 – Lain
P. 35 – Francesco Simeti
P. 72 – LSD
P. 73 – www.chipworks.com P. 74 – Biennale 51 Venezia 2005; Olafur Eliasson, foto di P. Garrone Magazines: PERFORMANCE
Abitare 457; Abitare 456; Arte 386; Blond 01/06; Brant #5 ottobre 2005; Casabella 736; Domus n.888; Flair, marzo 2006; Form 203; i-D n.261, dic 2005; i-D n.262,
P. 77 – ad. Dior
gen 2006; Idea Japon 303; Idea liquid – back issue compilation (vol.4); L’Uomo
P. 78 – “à la Borse” foto Jason Schmidt
Vogue 367, gen. 2006; Mente e Cervello n.3; Method V5.1; Monitor n.34; Norr
P. 79 – Competition “timex 2154: the future of time”, design Alerei Koptev
3/2005; Snowboarder magazine vol.18.7; Snowboarder MBM 114; Snow extreme,
P. 80 – “à la Borse” foto Jason Schmidt
jan 2006; Sportswear International #203 gen/feb 2006; Spoon vol. 10 PLAY;
P. 81 – Il Motore della Moda
Sport&Street #39; Vogue 666, feb. 2006; Wallpaper 85, feb.2006; Ware n.8;
P. 82 – Lithos, interruttori “SB”, design Bart Spillemaeckers P. 82 – “Terra” Minotti cucine, foto Alberto Narduzzi
Books:
P. 82 – Issey Miyake “A-POC 14”
15 anni di progetti Massimo Iosa Ghini, pub. Electa 2001; 20 Years of Style the
P. 83 – Logotype for Juki, from Hiroshi Ohchi’s private portfolio
world according to Paper, pub.Harper Design international 2004; Chinese propa-
P. 83 – artwork 510005
ganda Posters, pub. Taschen 2003; Excess moda e underground negli anni ’80, Fon-
P. 84 – campagna pubblicitaria Giorgio Armani a/i 1984-1985
dazione Pitti Immagine Discovery, pub.Charta 2004; Il motore della Moda, a cura
P. 84 – Palazzo del Lavoro, Torino, foto Marco Introini
di Giannino Molossi, pub.The Monacelli Press 1998; HIP hotel d’autore “Neve”
P. 84 – Jean Prouvé ; Tavolo da conferenza « Grande table » anni 50
Herbert Ypma, pub.Meridiani Editoriale Domus 2002; La Moda, pub.Taschen
P. 85 – La Moda; completi pantalone Giorgio Armani 1985-1989
2003; Maison Margiela STREET Special Edition Volumes 1&2; Portrait of a gene-
P. 86 – Total Living; “Edifice Rex” foto Martin Thompson
ration the love parade family book, Alfred Steffen, pub.Taschen 1997; Progettare
P. 88 – Progettare e costruire nel XXI secolo
e costruire nel XXI secolo, a cura di Alberto Dal Lago, pub.Abitare Segesta Ca-
P. 88 – Massimo Iosa Ghini; Kröpcke, stazione di metropolitana, Hannover
taloghi 2000; SED schönes einheits design, pub.Taschen 1990; Sex by Madonna,
P. 89 – artwork 510005
pub. Warner Books Inc 1992; Sportscape, the evolution of sports photography,
P. 90 – 20 years of style; Plain-clothes man, 1999
pub.Phaidon 2000; The graphic edge, Rick Poynor pub.Booth-Clibborn Editions
P. 91 – artwork 510005
1993; Total Living, Pitti Immagine pub.Charta 2002; Jean Prouvé, pub.Taschen
P. 92 – “Antwerp on stock”
1991; Winning: the design of sports, pub.Laurence King 1999;
P. 93 – artwork 510005 P. 94 – foto Mustafa Sabbagh
Web Sites:
P. 95 – Idea liquid (vol.4); grafica Studio Dumbar, rielaborazione grafica 510005
www.brentspears.com; www.spore.com; www.psychedelic.ru; www.columbu.com;
P. 96 – La Moda; Taillur pantaloni Masahiro Nakagawa and Rica a/i 1995
www.schwarzenegger.it; www.qualchoice.com; www.carcoenterprises.com
P. 96 – “La cuir en souplesse” foto Snowdon P. 97 – Maison Margiela STREET; foto Ronald Stoops
Reportages:
P. 98 – Additional System, Ajc 0124 Joe Colombo per Cassina, 1967
Biennale 51 Venezia 2005, foto V. Durante e P. Garrone; Arte Fiera 2006 Bologna,
P. 98 – Arnold Schwarzenegger, www.schwarzenegger.it
Pitti Filati, foto V. Schiavon; Londra 2005, foto Nicola Timm
P. 98 – Franco Columbu, www.columbu.com P. 100 – Chinese propaganda Posters; “Il grande cocomero” Zheng Xuexin, 1983 P. 100 – Muscle Synthesis P. 102 – corda Seletti, foto Enzo Truoccolo P. 103 – foto Mustafa Sabbagh P. 104 – Il Motore della Moda; impiegati della Ford Motor Company
I colori Pantone® riportati nelle schede interne sono riprodotti in quadricromia, pertanto non completamente fedeli al riferimento indicato. Per una corretta consultazione si consiglia l’uso delle tavole Pantone® Textile originali. L’Osservatorio Moda Sportsystem è a disposizione di tutti gli aventi diritto per eventuali fonti testuali o iconografiche non individuate nel volume.
P. 104 – Sportscape; Praga 1975 P. 105 – “Senza titolo” Josef Heinrich Grebing, coll.Prinzhorn P. 105 – ad. Cioccolata Snickers P. 105 – 20 years of style; A tie for eccentric yuppie, 1985 P. 106 – Winning; TAG Heuer’s Kirium watch Disegni: PP. 19, 28, 47, 49, 51, 53, 55, 57, 59, 68, 73, 79, 87, 99, 101, 103: V. Tonel PRE-VISIONS - FALL-WINTER 2007-08
109
PRE-VISIONS un progetto Osservatorio Moda Sportsystem Camera di Commercio di Treviso e Regione Veneto per il distretto di Montebelluna
Concept&Trend: Valentina Durante e Vania Schiavon Grafiche: Vania Schiavon Disegni: Valerio Tonel Testi: Valentina Durante Grafica e impaginazione: Marco Mancin Finito di stampare nell’aprile del 2006 presso Grafiche Antiga (Cornuda - TV) - Printed in Italy
L’Osservatorio Moda Sportsystem è un service nato nel 2000 per iniziativa della Camera di Commercio di Treviso con lo scopo di supportare le aziende del distretto montebellunese nelle fasi di marketing, ideazione, ricerca e sviluppo prodotto. È sostenuto dalla Regione Veneto e gestito dalla Fondazione Museo della Calzatura Sportiva d’intesa con le Associazioni di Categoria e ha sede a Montebelluna (TV) in Villa Zuccareda Binetti. Tel. +39 0423 303282 – Fax +39 0423 609699 – info@montebellunastyle.net – www.montebellunastyle.net
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