La morte

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Con la collaborazione di Isabelle Raffner.

Antonio Vallardi Editore s.u.r.l. Gruppo editoriale Mauri Spagnol www.vallardi.it Per essere informato sulle novità del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita: www.illibraio.it www.infinitestorie.it Titolo originale: La mort Copyright © 2008 by Éditions Nathan - Paris, France Copyright © 2012 Antonio Vallardi Editore, Milano Traduzione di Rossella Franceschini Tutti i diritti riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta, archiviata in sistemi server o trasmessa in nessuna forma e con nessun mezzo elettronico o meccanico, su cassetta, né fotocopiata, registrata o altro, senza il permesso scritto dell’editore. Ristampe:— 9—8—7—6—5—4—3—2—1—0 —————2016—2015—2014—2013—2012 ISBN 978-88-7887-417-6

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Sommario Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 7 Capitolo 1 Che cosa immagina e che cosa sa un bambino della morte? . . 9 Mia figlia di sei anni mi ha accompagnata al cimitero, alla tomba di mia madre, e mi ha chiesto dove fosse. Alla sua età, che cosa comprende o immagina della morte?. . . . . . . . . . 10 Possiamo parlare di tappe nella conoscenza della morte?. . 11 Se il bambino di sei anni sa che la morte è irreversibile, significa che è anche capace di accettarla? . . . . . . . . . . . . . 12 L’idea della morte si trova ovunque nella «finzione»: nei giochi, nei cartoni animati ecc. In questo modo non perde una parte della sua realtà? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Prima che il bambino si confronti con la perdita di una persona cara, è necessario parlargli della morte? . . . . . . . . 13 Mio figlio di quattro anni è inconsolabile per la morte del suo gatto. Che cosa posso dirgli? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Le domande dei bambini p. 16

«Allora anche tu morirai?» «Un giorno il mio gatto tornerà a casa?»

Capitolo 2 Preparare un bambino alla morte di una persona cara . . . . . . 19 Si può «preparare» un bimbo alla morte? . . . . . . . . . . . . . 20 3

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Il padre di mio figlio ha un tumore e si trova in ospedale. La prognosi è riservata. Quando devo cominciare a parlarne al piccolo?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 Devo parlare a mio figlio della possibile morte di una persona cara che è ammalata? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 Devo accompagnare mio figlio al capezzale della nonna malata? Sono titubante perché temo di metterlo in ansia. . 23 E se l’ammalato non vuole vedere il bambino?. . . . . . . . . . 25 Come preparare un bambino malato alla propria morte? . . 25 È necessario parlare della morte con un neonato? Che cosa può capire? Che cosa posso dirgli? Con quali parole? . . . . 27 Le domande dei bambini p. 29

«Perché papà non guarisce e dorme all’ospedale?» «La bisnonna è molto vecchia: morirà presto?»

Capitolo 3 Comunicare un decesso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Come dire che una persona cara è morta? Quali parole scegliere? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 In caso di morte improvvisa, che cosa si può dire a un bambino? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Come posso consolare mio figlio? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 Devo nascondere il mio dolore a mio figlio? E se non ci riesco? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Il padre di mia figlia, che ha quattro anni, si è suicidato. Devo 4

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Sommario

dirle la verità? In che modo? Non è meglio aspettare un po’ di tempo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37

Le domande dei bambini p. 40

«Perché si è ucciso?» «Ma era un bambino, non è giusto che sia morto!»

Capitolo 4 L’ultimo saluto alla persona scomparsa . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 È bene evitare al bambino alcune situazioni particolarmente dolorose?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 La nonna della mia bambina di quattro anni è mancata da poco: devo portarla al funerale? Non ne sarà scossa? . . . . . 46 La cremazione non è traumatizzante per i bambini? . . . . . 47 Come spiegare al bambino che, a seconda che si creda o meno in Dio, non tutti hanno la stessa idea di cosa c’è nell’«aldilà?» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48

Le domande dei bambini p. 50

«La nonna è morta, quindi non ci sente più: allora perché la salutiamo?» «Credi che la mamma sia in Cielo?» «E dopo, dove va il corpo?»

Capitolo 5 E dopo? Il lutto nel bambino, il lutto con il bambino . . . . . . . . 53 Mio figlio non manifesta la sua tristezza, eppure adorava il nonno: è normale?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 5

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In una famiglia, ognuno vive il lutto a modo suo. Esistono, tuttavia, dei «passaggi obbligati»? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57 Si può sollevare un bambino dal peso di una famiglia in lutto?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 Devo parlare spesso con mio figlio del papà che non c’è più?. .61 Mia figlia Manuela, di quattro anni, non riesce ad addormentarsi senza il foulard della mamma. È importante per i bambini custodire dei ricordi?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 Il padre di mio figlio è morto quando lui aveva sei anni. Quali conseguenze concrete e psicologiche potrebbe avere questo lutto sul bambino?. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 Mio figlio e suo padre non si sentivano da qualche anno. Come vivrà il bambino la morte improvvisa del papà?. . . . 66 Un bambino che ha perso un fratello o una sorella come vive questa prova? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68 La riorganizzazione della quotidianità, i cambiamenti materiali legati alla morte di un membro della famiglia rischiano di aggiungersi al trauma del bambino. Come fare?. . . . . . . . . 68 Come posso cogliere eventuali segnali di angoscia in mio figlio e che cosa posso fare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71 Come progettare il futuro insieme? Su quali basi ripartire? . . .72 Le domande dei bambini p. 74

«Non mi ricordo più di papà, ho dimenticato tutto dei nostri momenti insieme. Perché?»

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77 Indirizzi utili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 6

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Introduzione

Parlare della morte è un fatto tanto naturale quanto parlare della vita, di cui è parte integrante. Tuttavia è impossibile conoscere la morte e, poiché ci fa paura, è più difficile descriverla. Del resto, discutiamo della vita con i nostri figli? E in che modo? Parlare della morte con il proprio figlio significa innanzitutto rispondere alle sue domande. Ne pone quasi sempre, ma noi le ascoltiamo? Di solito, è più facile che chieda spiegazioni quando si deve confrontare con la malattia, con un incidente, con un suicidio, nella vita reale, intorno a lui, oppure in un libro, in un videogioco o in un film. Spesso non è affatto semplice rispondergli, perché a volte le sue domande sono dirette, inaspettate, disorientanti, soprattutto se anche l’adulto sta soffrendo. Ovviamente, un genitore ha il diritto di rispondere al proprio figlio che non ne sa granché, che ci penserà e che potranno riparlarne insieme il giorno dopo. Ma non sempre se lo concede. Può essere molto utile riflettere un po’ per conto proprio sulla domanda di un bambino, però non bisogna dimenticarla; altrimenti il piccolo rischia di credere che non si voglia rispondergli. Quando ci si sente un po’ spiazzati davanti agli interrogativi del proprio figlio, quando si desidera parlargli della morte di un parente stretto ma il dolore è troppo forte, si può chiedere consiglio ad amici o ad altri membri della famiglia. Talvolta, però, i suggerimenti di chi ci sta vicino 7

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non ci aiutano e ci sembrano inadeguati. Ci possiamo anche rivolgere al medico di famiglia, al pediatra del bambino, alla sua maestra o a uno psicologo. Il livello di competenza, tuttavia, è molto variabile e per nulla sicuro, fermo restando che alcuni psicologi e psichiatri infantili possono essere degli ottimi interlocutori. Ma anche in questo caso, come saperlo? Le associazioni che si occupano d’infanzia e quelle che accompagnano i bambini in lutto (vedi Indirizzi utili a p. 79) sono preparate per aiutare i genitori che si trovano in questa situazione.

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capitolo

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Che cosa immagina e che cosa sa un bambino della morte? I bambini non vedono la morte come gli adulti. Di essa hanno rappresentazioni immaginarie che conserveranno a lungo, ma al tempo stesso si vanno formando delle conoscenze oggettive. Un po’ alla volta le comprenderanno e poi le accetteranno.

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Mia figlia di sei anni mi ha accompagnata al cimitero, alla tomba di mia madre, e mi ha chiesto dove fosse. Alla sua età, che cosa comprende o immagina della morte? In realtà, il bambino piccolo, più che comprendere, immagina. Più piccolo è, più immagina cose sulla morte che non rispecchiano la realtà. È attraverso il contatto con l’ambiente in cui vive ed è nel corso del suo sviluppo che diventa più realista. Per questo motivo non occorre che i genitori si sforzino troppo di «addolcire» la risposta. Possono dire semplicemente: «La nonna è morta sette anni fa, un anno prima che tu nascessi. Purtroppo non potremo rivederla più perché si trova sepolta qui, davanti a te. Se vuoi, quando saremo a casa, guarderemo insieme le sue fotografie». I bambini molto piccoli pensano spontaneamente che la morte non sia un fenomeno naturale, credono che sia possibile evitarla e addirittura sono convinti che sia causata da qualcun altro. Inoltre, per il bambino piccolo, la morte è «contagiosa». Non è raro che un bambino che abbia appena perso uno dei genitori tema che anche l’altro possa mancare e che, per associazione, pensi alla propria morte. I più piccoli, infine, la percepiscono come uno stato reversibile e aspettano il ritorno del defunto. Queste idee irrealistiche, in fin dei conti, non sono troppo distanti dalle concezioni degli adulti. Infatti, non dimentichiamo che quasi tutte le civiltà tradizionali considerano la morte come un passaggio verso un’altra vita! 10

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Che cosa immagina e che cosa sa un bambino della morte?

Possiamo parlare di tappe nella conoscenza della morte? Assolutamente sì. Di fatto, le conoscenze oggettive che il bambino acquisisce si sovrappongono man mano alle sue opinioni soggettive, ma senza rimetterle in discussione. Ecco perché le posizioni dei bambini possono sembrarci a volte contraddittorie. Il bambino acquisisce tali conoscenze in modo progressivo, in funzione della sua età, della sua maturazione psicologica, di ciò che sente e vede intorno a sé e, soprattutto, delle sue esperienze a riguardo. I più piccoli non conoscono la morte, ma l’assenza. Quando diventano un po’ più grandicelli (verso i quattro anni), dicono che «quando si è morti, non ci si può più muovere, non si può più correre, né mangiare né parlare ecc.». Normalmente è attorno ai sei anni, quando cominciano a comprendere il significato dello scorrere del tempo nella durata, che i bambini capiscono che la morte è irreversibile. «Quando si è morti, non si torna mai più», afferma Antonio, che fa parte di un gruppo di bambini in lutto. Per i bambini, la morte è qualcosa che riguarda le persone anziane e ognuno pensa che sarà l’ultimo a morire. Intorno agli otto anni, si forma la nozione di universalità, ed è verso i nove o dieci anni che il bambino vede la morte come un elemento indissociabile dalla vita.

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«Allora anche tu morirai?» È un’altra domanda che il bambino, soprattutto piccolo, fra i tre e i cinque anni, pone abbastanza spesso quando si deve confrontare con la morte di un familiare. In questi casi, il bimbo ha paura di perdere anche qualcun altro, in particolare uno dei genitori. La loro riposta, quindi, deve essere rassicurante. Potrebbe essere così formulata: «Un giorno, certamente morirò, come tutti quanti. Ma sarà quando diventerò molto vecchio, più vecchio del nonno e della nonna. Tu sarai grande, sarai già un papà, anzi, sarai un nonno!» Naturalmente il discorso è diverso se la domanda è rivolta a un genitore o a un nonno colpito da una grave malattia. Tuttavia, è insolito che il bambino ponga questa domanda in una simile circostanza, perché sente chiaramente che in quel caso ha una portata diversa e ne teme il responso.

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I miei appunti ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................

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La stima di sé si forma molto presto, fin dalla prima infanzia, attraverso la consapevolezza di essere amati, riconosciuti e ascoltati, principalmente dai propri genitori. Come aiutare i figli a credere in sé stessi e nelle proprie capacità? I genitori si pongono infatti domande essenziali, molto concrete: • Mio figlio è timido: forse non ha sicurezza in sé stesso? • Mia figlia si vede troppo magra/troppo grassa: come posso aiutarla? • Punisco sempre mio figlio per le sciocchezze che combina: questo può minare la sua fiducia in sé stesso? • Ci sono frasi o parole da evitare assolutamente per preservare l’autostima?

A domande precise e dirette dei genitori, risposte semplici da una specialista, che suggerisce l’atteggiamento migliore da adottare per aiutare i figli a costruire un’immagine positiva di sé.

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Fratelli e sorelle tra complicità e rivalità

Scegliere di avere più di un figlio è un’esperienza formidabile per la coppia. Ma questa scelta pone anche dubbi e interrogativi in ogni tappa del percorso. • Qual è il momento migliore per annunciare l’arrivo di un fratellino? • L’età del primogenito può influenzare il modo in cui accoglierà il neonato? • I miei figli litigano molto fra loro: devo intervenire? • Ho la sensazione di non avere abbastanza tempo per ciascuno dei miei figli: è normale? • Come posso favorire un rapporto armonioso tra i miei figli?

A domande precise e dirette dei genitori, risposte semplici degli specialisti, per sostenere in modo efficace la crescita dei propri figli in seno a una famiglia che si trasforma.

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A domande precise e dirette dei genitori, risposte semplici degli specialisti, per sostenere in modo efficace la crescita dei propri figli nel percorso ricco e complesso della formazione scolastica.

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La separazione è una prova dolorosa sia per la coppia sia per i figli. Affrontarla nel modo giusto, trovare le parole adeguate, rassicurare il proprio figlio non è sempre facile quando noi stessi siamo oppressi dal dolore o dal senso di colpa. Molte sono le domande che assillano i genitori: • Devo dire a mia figlia che non amo più suo padre? • Come deve comportarsi con mio figlio la mia nuova compagna? • Quali sono le soluzioni migliori per l’affido congiunto?

A domande precise e dirette dei genitori, risposte semplici degli specialisti, per affrontare serenamente tutte le grandi questioni sollevate dalla separazione e dalla nascita di una nuova famiglia

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MANUALI VALLARDI DELL’AREA «GENITORI E FIGLI» Spock Benjamin • Il bambino-Come si cura e come si alleva Spock Benjamin-Greenfield Marjorie • Da qui alla maternità Sala Orietta • Il dizionario dei nomi Templar Richard • Le regole per i genitori Ruebush Mary • Lo sporco fa bene Ongini Vinicio-Nosenghi Claudia • Una classe a colori Jay Roni • Le 10 cose più importanti che potete fare per i vostri figli Sefcick Roland-Cattarossi Barbara • L’ingresso a scuola Darchis Élisabeth-Darchis Jean-Patrick • Fratelli e sorelle Dott. Michel Hanus e Isabelle Hanus • La morte Élisabeth Darchis e Gérard Decherf • La separazione France Frascarolo-Moutinot • L’autostima nel bambino Pascale Poulain • La sessualità

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Finito di stampare nel mese di febbraio 2012 da Press Grafica s.r.l. Gravellona Toce (VB)

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