Optimagoldfeb2014

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IL PIÙ DIFFUSO MENSILE DI SALUTE IN FARMACIA

N. 222 ANNO XXIII Febbraio 2014

Occhio alla vista Più controlli per i “nativi digitali”

Antidepressivi

Efficacia e consumi in aumento

Signore rughe

Le migliori idee di prevenzione

Dossier

Tosse & mal di gola

In questo numero

CORRI CON NOI!

L’ATTIVITÀ FISICA È SALUTE Scopri le novità per il 2014



Sommario Anno XXIII N.222 Febbraio 2014

IL PIÙ DIFFUSO MENSILE DI SALUTE IN FARMACIA

Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Jeffrey Allan Bodan, Stefano Borgognoni, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Francesco Fioroni, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini, Gian Marco Tomassini, Mario Tomassini, Gianluca Tuteri Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie Tipsimages - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa Officine Grafiche D.A. - 28100 Novara Prezzo per copia euro 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 copie 100 copie 150 copie 200 copie 300 copie 500

€ 250,00 € 365,00 € 505,00 € 655,00 € 950,00 € 1.545,00

Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it

N. 222 ANNO XXIII Febbraio 2014

Occhio alla vista Più controlli per i “nativi digitali”

Antidepressivi

Efficacia e consumi in aumento

Signore rughe Le migliori idee di prevenzione

Dossier

Tosse & mal di gola

Rubriche

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Attualità in Farmacia La hit parade delle novità

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Flash Medicina News dal Mondo

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di Gelsomina Sampaolo

Post-it Pro-memoria della salute di Francesca Aquino

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Hobby House Cinema, musica e libri

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Oroscopo 2014 segno per segno

di Gelsomina Sampaolo

omaggio del tuo farmacista

Testata associata

di Rolando Rossi

www.optimasalute.it OPTIMASALUTE

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Sommario Anno XXIII N.222 Febbraio 2014

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Dossier Tosse & Mal di gola Si chiamano patologie simil-influenzali, arrivano anche alla fine dell’inverno ma provocano ugualmente fastidiose ricadute nella vita di tutti i giorni. Ecco prevenzione e cure per tosse, raffreddore e mal di gola nei consigli del medico di famiglia: igiene personale, fitoterapia, vitamine e... maglia della salute di Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini, Chiara Baldetti, Francesca Aquino, Benedetta Ceccarini

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Rubrica dei perché La maratona dei nonni

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Occhio alla vista Più controlli per i “nativi digitali”

di Pompeo D’Ambrosio

di Benedetta Ceccarini

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Antidepressivi e Terza Età La cura più efficace in caso di depressione medio-grave di Francesco Fioroni

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Alle radici dell’obesità Bambini e adolescenti tra genitori distratti e alimentazione errata di Chiara Baldetti

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Signore rughe Le donne italiane si affidano a creme e giusta alimentazione di Chiara Baldetti

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Sudafrica, lo spettacolo della natura Un Paese con due oceani, 300 riserve e 19 parchi di Maria Pia Pezzali

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Bon ton e salute Più igiene e forma fisica grazie alle buone maniere di Maria Mazzoli

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Attualità in farmacia

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia

ImoFlora™, il nuovo integratore probiotico con i benefici del bifidobatterio BB-12® La flora batterica è naturalmente ricca di batteri buoni, che aiutano a mantenere la salute dell’intestino. Questa però può essere alterata da numerosi fattori, quali lo stress, le terapie antibiotiche, disordini alimentari legati a diete scorrette, cambiamenti alimentari. Il nuovo probiotico ImoFlora™, a base di fermenti lattici vivi, contiene 1 miliardo di Bifidobatteri BB-12®, dose giornaliera raccomandata per rifornire il tuo intestino di batteri buoni e aiutare la tua flora intestinale a ritrovare il suo equilibrio.

Proporal, a difesa dell’organismo. Naturalmente Proporal è una linea di prodotti a base di Propoli arricchita con ingredienti naturali per grandi e piccini. Scegliere la linea Proporal vuol dire propoli: ● extrapura proveniente da ambienti incontaminati; ● depurata con tecniche naturali: decerazione a temperatura controllata, lunga decantazione dell’estratto e filtrazioni successive che eliminano le impurità; ● dalle proprietà organolettiche gradevoli ad alta concentrazione di principi attivi; ● garantita da oltre 100 controlli; ● Synergic Flavonoid Complex : complesso di flavonoidi ad alta biodisponibilità che garantiscono le naturali proprietà officinali della Propoli. La linea comprende: Sciroppo Adulti e Bambini, Spray Nasale, Spray gola e voce adulti e bambini, Estratto idroalcolico, Propoli e Pappa Reale, Tavolette Masticabili, caramelle e chewin-gum, stick labbra SPF 15.

Vitaviva Multi-Flor Donna: l’aiuto naturale per il benessere femminile La casa e la famiglia, il lavoro, gli amici, lo sport: tra mille impegni essere donna può diventare stressante. Vitaviva propone un innovativo integratore multifunzione che contribuisce in modo naturale al benessere dell’organismo. Vitaviva Multi-Flor Donna è formulato specificamente per le donne che vogliono sentirsi sempre in forma. Contiene: fermenti lattici per riequilibrare la flora batterica intestinale; vitamine del gruppo B per rafforzare le difese immunitarie; magnesio per coadiuvare l’equilibrio psico-fisico; mirtillo rosso per preservare la funzionalità delle vie urinarie; rodiola per sostenere la resistenza allo stress; melissa per prevenire il gonfiore intestinale. In flaconcini o bustine solubili, da assumere tutti i giorni o nei periodi di maggior stress ed affaticamento.

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Stiprox: programma antiforfora su misura Stiprox è una linea di shampoo che agisce efficacemente contro la forfora e lenisce il prurito del cuoio capelluto. Tutti gli shampoo sono a base di un ingrediente specifico, la Ciclopiroxolamina, che combatte i principali agenti responsabili della forfora e la cui efficacia è scientificamente dimostrata. Tutte le formulazioni hanno pH fisiologico, sono delicate e arricchite con balsami. La linea è composta dalle seguenti varianti: - Stiprox Classico, combatte la forfora e lenisce il prurito. - Stiprox Urto, combatte la forfora persistente e lenisce il prurito; - Stiproxal, grazie all’associazione con l’acido salicilico, è indicato per la forfora a placche. Scioglie le placche, ne riduce la formazione e lenisce il prurito. Contiene mentolo per un’azione rinfrescante e pantenolo. Tutti i prodotti sono: senza conservanti, coloranti e parabeni. Disponibili solo in Farmacia.

Lierac Magnificence Innovazione Lierac: la prima linea completa di trattamenti antiglicosilazione che ferma gli effetti del tempo alla fonte per esaltare la bellezza. Una performance senza compromessi e un risultato visibile e duraturo, grazie a texture sublimi, ultra-sensoriali e delicatamente profumate. Sérum Rouge corregge le rughe, rassoda e rivitalizza intensamente, affina la grana della pelle e dona un’immediata luminosità. Una texture rossa ultra - attiva, ultrasensoriale, deliziosamente profumata. Crema Vellutata Giorno e Notte per pelle secca e Gel Crema Fondente Giorno e Notte per pelle da normale a mista. Attenuano le rughe, rassodano e rimpolpano, nutrono intensamente, affinano la grana della pelle e ne rivelano la luminosità. Trattamento Occhi corregge e sfuma le rughe, attenua borse e occhiaie, tonifica il contorno occhi e illumina e sublima lo sguardo.

Kilocal Medical Slim, utile nella prevenzione e nel trattamento del sovrappeso e dell’obesità Kilocal Medical Slim è un nuovo Dispositivo Medico a base di Kilocaptoä, innovativa associazione brevettata capace di bloccare la digestione dei carboidrati e di limitare l’eventuale produzione di gas intestinali. Peranto Kilocal Medical Slim, senza esercitare alcuna azione farmacologica, si configura come un efficace aiuto snellente e utilizzato per alcuni mesi può rappresentare un efficace trattamento aggiuntivo per la riduzione dell’obesità. Assumere 1-2 compresse prima di ogni pasto, con un sorso d’acqua. Ogni 30 giorni sospendere l’uso del prodotto per 3-4 giorni.

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Flash Medicina di Gelsomina Sampaolo

“Attacco cardiaco: i sintomi anche un mese prima”

Gli attacchi cardiaci improvvisi sono preceduti, in oltre la metà dei casi, da segnali significativi che possono risalire fino ad un mese prima dell’evento stesso. Lo hanno affermato i ricercatori del Cedars-Sinai Heart Institute di Los Angeles in occasione del meeting della American Heart Association, rilevando che nel 53% dei casi studiati c’erano stati dolore al petto, palpitazioni, respiro corto o vertigini.

“Bambini e dermatite da inquinamento”

Negli ultimi 10 anni il rischio di dermatite atopica nei bambini tra i 2 e i 5 anni è aumentato del 10% a causa di elementi inquinanti quali emissioni di metalli pesanti da marmitte catalitiche e acqua troppo dura. A rilevarlo è Paidoss, l’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e adolescenza durante l’International Network on Children’s Health, Environment and Safety in Israele. Per combattere questo disturbo è importante prestare attenzione a prevenzione, cura della pelle e dieta.

“Disarmata

proteina pro-cancro”

Dopo 30 anni di ricerche è stata individuata per la prima volta una molecola capace di neutralizzare la proteina mutata K-ras, presente in tre casi di tumore su dieci. Questa svolta nella lotta ai tumori, che potrebbe presto portare allo sviluppo di nuovi farmaci ‘intelligenti’, secondo quanto dichiarato dai ricercatori dell’università di San Francisco.

“Gotta: 500mila colpiti in Italia”

La gotta, che associamo comunemente a personaggi del passato (ne soffriva Napoleone), è tutt’altro che debellata nel nostro paese. Ne soffrono infatti circa 500mila persone. Questo secondo i dati presentati al congresso nazionale della Società italiana di reumatologia (Sir), svoltosi a Napoli e che rappresenta “il più ampio studio sulla gotta mai realizzato in Italia”. L’identikit del paziente-tipo è una persona di sesso maschile, con più di 60 anni e con problemi di peso.

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Post-it salute di Francesca Aquino

Calcio a 50 anni contro il diabete

Il gioco del calcio raccomandato anche ai 50enni. La partitella della domenica è ancora controindicata ma se ci si allena 1 ora per 2 volte alla settimana il calcio può ringiovanire il cuore. Lo sostengono i ricercatori del dipartimento di nutrizione, esercizio e sport della università di Copenaghen dopo averlo testato su 21 uomini di 50 anni di età media, che non si erano mai allenati prima, affetti da diabete di tipo 2.

Dieta mediterranea vs tumore alla prostata

Una dieta ricca di grassi saturi, fritti e carne rossa aumenta la probabilità di sviluppare il cancro alla prostata. Lo dimostrano anche i numeri: le Regioni del Nord sono le più colpite mentre il Meridione, patria della dieta mediterranea, è la zona in cui si registra la minore incidenza. Nella dieta anti-cancro si devono quindi privilegiare ortaggi gialli e verdi, olio d’oliva e frutta.

Bambini: la TV spegne lo sviluppo cognitivo

Uno studio pubblicato sul Journal of Communication da Amy Nathanson e colleghi della Ohio State University afferma che accendere la TV può ‘spegnere’ o far andare in stallo lo sviluppo cognitivo e sociale dei bimbi in età prescolare. Il problema sussiste soprattutto quando i bimbi hanno accesso alla televisione nella loro cameretta ma anche quando vi è una TV accesa in casa e i piccoli sono esposti al rumore di fondo dell’apparecchio.

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La maratona dei nonni

DOMANDA DEL MESE “Molti over 70 e 80 si dedicano a sport anche molto estremi, come la distanza sui 42 km. È giusto sottoporre gli anziani a questi stress?” di Pompeo D’Ambrosio medico sportivo, cardiologo

Andare a fare una rapina in un ufficio postale il giorno precedente il pagamento degli stipendi non è un’azione edificante, ma certamente il rischio che si corre è proporzionato al potenziale beneficio derivante dal bottino. È un esempio di sicuro forte, per rendere evidente l’idea che ogni azione, per essere giustificata, non tanto sul piano morale quanto della resa effettiva, deve essere valutata in termini di rischio/beneficio. Pertanto non è corretto rischiare molto per ottenere, o quantomeno cercare, dei risultati non proporzionali. Un modo di dire molto comune recita: “il rischio vale (o non vale) l’impresa”; anche in questo caso la

valutazione non è tanto sul risultato finale, che può arridere o meno al giocatore, ma su quante energie vadano sprecate per ottenerlo, o su quali conseguenze negative si prospettino in caso di mancato successo. Veniamo a noi, e in particolare, ai rischi che si corrono (perdonatemi il bisticcio di parole) se si corre in tarda età. La risposta sarebbe semplice e pressoché scontata facendo riferimento solo al fatto che i runner, di qualsiasi età, dopo un periodo di allenamento di poche settimane iniziano ad avvertire (coscientemente) gli indubbi vantaggi che derivano da questa attività fisica: a. calo ponderale;

b. abbassamento della pressione arteriosa in caso di ipertensione; c. aumento della funzionalità cardiaca, espressa da una migliore capacità contrattile e dalla bradicardia; d. miglioramento del tono dell’umore. Si potrebbe continuare quasi ad oltranza con l’elenco di questi benefici, ma, da buoni avvocati del diavolo, concentriamo l’attenzione su una categoria particolare, i podisti ultrasessantacinquenni, che cominciano, ormai da qualche anno, ad affollare le strade e i percorsi dedicati alla corsa in ogni parte del mondo. Anche in questo caso la risposta non differisce da

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quella data alla domanda precedente, vale a dire che sì, effettivamente è molto meglio correre che fare altri sport o addirittura rimanere inattivi. Certo, si potrebbe sostenere che la corsa è potenzialmente traumatica per le articolazioni, sottoposte da decenni a sollecitazioni di ogni tipo e indipendentemente dal gesto atletico; spesso, inoltre, i soggetti sono in sovrappeso, e questo sicuramente amplifica il rischio, però i benefici che ne derivano sono sicuramente maggiori. Il nuoto, la camminata, il ciclismo danno meno problemi, ma bisogna tener conto anche della scelta individuale del soggetto. Un buon compromesso, a nostro avviso, si potrebbe raggiungere solo dietro l’effettiva richiesta di un parere (e dopo aver esaminato le varie componenti in gioco), fermo restando che, salvo gravi controindicazioni, i rischi superano i benefici. Questi ultimi, come visto in precedenza, sono accertati e non vanno minimamente posti in discussione. Quanto ai rischi, c’è molto da dire in proposito. Una volta i detrattori di questa attività, amabilmente definita jogging, sostenevano che non era una scelta adattabile a tutti, e che il suo “inventore”, un americano, era morto proprio durante una corsa. Vero, come vero è anche il fatto che il soggetto in questione fosse cardiopatico, in sovrappeso e forte fumatore. Questo per quanto ci è dato sapere, con la possibilità non recondita che soffrisse anche di altre patologie. Nulla vieta di pensare, peraltro, che senza la sua abituale (o occasionale, le cronache non ci informano) attività non sarebbe deceduto ben prima. La morte improvvisa è un fenomeno inaspettato, terribile, drammaticamente spettacolare, soprattutto se si verifica sotto gli occhi di spettatori, e la cosa è tanto più sconvolgente da un punto di vista mediatico quanto più numerosa è la platea. In realtà, di morti improv-

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vise sul campo, cioè mentre si effettua esercizio fisico, ne accadono ben poche, ma, in confronto, fanno propendere prepotentemente la bilancia verso una considerazione solo dei rischi, in assoluta mancanza dei benefici. La stampa e l’informazione mediatica spesso distorta fanno il resto.

È sufficiente, in una manifestazione podistica di ampio respiro coinvolgente migliaia di atleti, come la Maratona di New York, che uno muoia, anche dopo 24 ore ed in seguito ad una caduta, per demonizzare questa attività; si badi bene, siamo del tutto a favore delle limitazioni all’attività agonistica per chi abbia delle patologie che la controindichino: la prevenzione, attraverso le visite medico sportive, è un momento fondamentale della crescita, anche culturale, di un paese civile. Pretendere però di fermare il corso della natura solo attraverso un intervento umano è utopico. Le manifestazioni podistiche definite stracittadine comprendono due momenti, uno prettamente agonistico, riservato, nel migliore dei casi, a poche centinaia di atleti, l’altro, assolutamente non competitivo, in cui anche migliaia di persone si cimentano in una loro gara personale, per cercare di arrivare prima possibile al traguardo, per poter raccontare di aver portato a termine un’impresa, per ricevere delle sensazioni di benessere mentale che potrebbe spingerli a riprovare il giorno successivo, e quello dopo ancora. È evidente come, in questo caso, il beneficio sia molto maggiore del rischio corso: tornando all’esempio iniziale, è come rapinare l’ufficio postale in un giorno in cui la cassaforte è piena e le guardie giurate sono in sciopero. Da qui a sostenere che sia giusto consentire o addirittura favorire certe imprese in soggetti anziani ce ne corre (scusate di nuovo il gioco di parole). Prima di tutto, come detto, nel nostro paese non è possibile partecipare ad una competizione senza il possesso di un certificato di idoneità agonistica. Andando oltre questo aspetto medico legale, vediamo di capire quali sono le buone norme di comportamento nel caso di soggetti maturi che si cimentano con la corsa.


LA PREVENZIONE IN 8 PUNTI 1) Innanzitutto bisogna fare una distinzione tra chi ha sempre praticato sport e chi invece si cimenta per la prima volta con un’attività fisica: una visita medico sportiva, con una valutazione dell’apparato locomotore e un test da sforzo massimale sono consigliabili per i neofiti, indipendentemente dalla partecipazione o meno ad eventi agonistici. Naturalmente anche chi appartiene alla famiglia dei runner già da diversi lustri non deve sfuggire a questa regola: la prevenzione è un caposaldo fondamentale della salute. 2) Con il passare degli anni la prima qualità che subisce un decremento è la forza, mentre la resistenza può essere allenata con successo anche in tarda età; questo significa due cose, la prima che si possono incrementare le prestazioni anche in termini cronometrici, la seconda che, per non incorrere facilmente in infortuni e soprattutto per prepararsi ad una buona vecchiaia, è necessario inserire nella propria attività fisica anche una percentuale di esercizi per l’incremento della forza. Un fenomeno da combattere è la cosiddetta ”sarcopenia”, letteralmente muscolo indebolito, impoverito. Si tratta di una riduzione del tono e del trofismo di questo tessuto nobile: si verifica a qualunque età, ma logicamente le persone anziane, più inclini alla sedentarietà, sono più esposte al rischio di questa patologia del tutto particolare. È sufficiente passare a letto alcuni giorni per ritrovarsi i muscoli di gambe e cosce visibilmente rimpiccoliti e pastosi, flaccidi. Cos’è accaduto? Semplicemente che, cessato lo stimolo “allenante”, è venuto meno l’assioma che “l’esercizio sviluppa l’organo”, in questo caso il

muscolo. Se la sedentarietà o l’inattività in genere si protraggono a lungo, le conseguenze sono più difficilmente contrastabili. Per recuperare il tessuto muscolare il tipo di esercizio più adatto è la ginnastica isometrica, che consiste nel mantenere una contrazione muscolare a lungo, anche con l’aiuto di sovraccarichi esterni. Per esempio se si ha un problema a un ginocchio, inevitabilmente si rimpiccolisce il muscolo vasto mediale, che è una parte del quadricipite. Questo accade perché inconsciamente viene riprogrammato lo schema corporeo a livello del sistema nervoso centrale, in modo tale che al ginocchio sofferente viene in un certo senso risparmiata una parte del lavoro utile a camminare e a correre: conseguentemente diminuisce lo stimolo per il muscolo sopra citato, che perde forza, tono e volume. Bastano 10 minuti al giorno di un esercizio semplice per ripristinare quanto si è perso: distesi a terra supini, bisogna sollevare di 30 gradi l’arto sofferente, completamente disteso e con il piede a martello (cioè con la punta rivolta verso di noi), meglio se con un sovraccarico di pochi etti alla caviglia, mantenendo la posizione per 10-15 secondi. Dopo una pausa equivalente, si ripete l’esercizio una decina di volte, e, al termine della serie, dopo un recupero più lungo, si ricomincia, fino allo scadere dei 10’. Per non sovraccaricare la colonna vertebrale è meglio tenere piegata la gamba opposta. 3) La forza deve essere allenata anche per mantenere una corretta postura: è vero che con il passare degli anni i dischi intervertebrali si disidratano e tendono a schiacciarsi, determinando la

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perdita di alcuni centimetri di statura, però a volte si vedono persone anziane curve, più che sotto il peso degli anni, a causa della debolezza muscolare del cingolo pelvico e del tronco. Anche in questo caso bisogna lavorare per il potenziamento degli addominali e dei dorsali, avendo cura, dopo gli esercizi, di eseguire correttamente stretching per detendere i muscoli. 4) Con l’avanzare dell’età viene meno la capacità di termoregolazione, per cui bisogna scegliere le ore più adatte per correre, in modo da evitare, per quanto possibile, le condizioni estreme. L’inverno è freddo e in estate fa caldo, è logico, ma, con l’ausilio degli indumenti adatti, vanno preferite le ore più calde dell’inverno e le più fresche dell’estate. In quest’ultimo caso voglio ricordare che le temperature elevate permangono anche molte ore dopo il tramonto, per cui è giusto correre nelle prime ore del giorno. 5) Anche lo stimolo della sete viene indebolito dopo i 65 anni, per cui si deve prendere l’abitudine di bere molto durante tutta la giornata e di scegliere percorsi in cui sia possibile trovare con facilità fontanelle per dissetarsi. 6) Una delle patologie più comuni nelle persone anziane è l’ipertensione, generalmente ben controllabile con varie categorie di farmaci; tra i più diffusi sono i diuretici, che abbassano la pressione attraverso una maggiore eliminazione di acqua ed elettroliti con le urine. A parte il fatto che questi farmaci appartengono alla categoria delle sostanze dopanti (come peraltro indicato nella

confezione in modo molto evidente), c’è da segnalare il pericolo che comporta un diuretico in un atleta anziano: con l’abbondante sudorazione della corsa è sottoposto a una perdita di acqua e sali cui si somma quella ulteriore provocata dal farmaco. Questo aumenta a dismisura il rischio di disidratazione, con conseguenze a volte molto pericolose per la salute e la vita del runner. È importante perciò che il medico curante venga informato della sana abitudine del proprio paziente (la corsa) per poter aggiustare correttamente la sua terapia. 7) C’è un rapporto inscindibile con il peso corporeo: meno chili, più velocità, e di conseguenza meno problemi a colonna, muscoli, tendini e articolazioni. Più chilometri, maggiori calorie consumate, perciò più facile raggiungimento (o mantenimento) del peso ideale. È un’equazione bellissima, valida per tutti i campi della vita: salute, bellezza, efficienza fisica, benessere psichico. 8) Torniamo per un momento al primo punto di questo discorso: se c’è una ragionevole probabilità (non esiste mai certezza) di godere di buona salute... al diavolo le raccomandazioni, i timori, le remore, i dubbi. Se si è arrivati a superare i 60-65-70 (e oltre) anni di vita, cimentiamoci pure con la corsa, le gare, perché no anche la maratona. Non siete invitati ad assaltare un ufficio postale, anche se potrebbe essere forse il giorno giusto per un copioso bottino, ma semplicemente a godere di una delle cose più belle messe a disposizione dell’uomo in questa a volte triste vita terrena: la corsa. ■




Occhio alla vista Per i giovani “nativi digitali” occorrono maggiori attenzioni e controlli. A cominciare dal primo giorno di scuola di Benedetta Ceccarini

Fino a qualche tempo fa, nei primi mesi di scuola, la preoccupazione dei genitori era: mio figlio vede la lavagna? Dovrà mettere gli occhiali? Si sforzerà troppo per leggere le prime parole? A quanto pare, però, le abitudini sono cambiate col passare degli anni, tanto che oggi soltanto il 30% dei genitori si preoccupa di far controllare la vista dei propri figli in età scolare. Ne risulta che il 60% dei bambini non ha mai effet-

tuato una visita oculistica e ben il 26% di questi presenta una problematica della vista, secondo i dati forniti dal “Centro per la Difesa della Vista”.

I disturbi più diffusi

Ecco i cinque più comuni tra i nostri bambini:

1) Ambliopia: si tratta del cattivo sviluppo della visione di un solo occhio. L’occhio ambliope, detto

anche occhio “pigro”, è stato utilizzato meno durante il processo di sviluppo ed è meno sensibile dell’altro, quindi, non vede bene. Nell’ambliopia gli occhi focalizzano in maniera diversa e il bambino tende ad utilizzare solo l’occhio migliore. In genere il bambino non si lamenta di questa disfunzione e per scoprirla bisogna cercarla dai primi mesi di età fino ai 2-3 anni. Può essere causato da uno stra-

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bismo più o meno manifesto, vizi di refrazione, altre patologie oculari che impedisca la messa a fuoco corretta. L’ambliopia diventa difficile da curare dopo i 4 anni mentre un semplice trattamento fatto prima può consentire il recupero della vista.

2) Astigmatismo: è determinato

da una curvatura asimmetrica della superficie corneale che rende difficile la messa a fuoco. Lieve, può causare cefalee, stanchezza e risultati scarsi a scuola. Grave, è causa di una visione sfocata ad ogni distanza.

3) Ipermetropia: vi può essere affaticamento dell’occhio provocato dall’eccessiva stimolazione dell’accomodazione visiva dovuta al difetto di refrazione. Questo lavoro eccessivo dell’occhio può causare bruciori oculari, cefalee (soprattutto alla fine di una giornata di studio) ed il bambino potrebbe reagire preferendo attività meno gravose. 4) Miopia: ovvero visione difettosa da lontano. Il bambino potrebbe strizzare gli occhi per aiutarsi nella messa a fuoco o cercare di avvicinarsi agli oggetti per apprezzarli oppure potrebbe estraniarsi da attività che richiedono una buona percezione da lontano (come nei giochi all’aria aperta). 5) Strabismo: è un allineamento

anomalo dei due occhi. Alcuni bambini molto piccoli presentano dei falsi strabismi dovuti allo sviluppo non ancora ultimato del loro setto nasale: le pieghe della cute coprono parte dell’angolo interno degli occhi simulando uno strabismo convergente. Uno strabismo non costante può essere normale nei primi 4-6 mesi. Invece, se dopo i primi sei mesi gli occhi non sono allineati è utile sottoporre il bambino ad un esame medico.

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Scuola 2.0: le conseguenze

Tutti i difetti appena elencati possono acuirsi e peggiorare nel tempo, se non corretti tempestivamente. Inoltre, negli ultimi tempi, gli strumenti educativi utilizzati nelle scuole sono cambiati e si sono aggiornati per stare al passo con la tecnologia. Ecco dunque che libri e lastre di grafite sono stati sostituiti da tablet e lavagne magnetiche, che richiedono uno sforzo diverso da parte dell’occhio. La lavagna interattiva è un grande display che sembra una lavagna: ci si scrive con una penna speciale o col dito e quel che si scrive si può salvare, modificare, spedire. Una scelta per modernizzare i metodi di studio e renderli sempre più interdisciplinari, ma anche una soluzione che pone gli occhi degli studenti davanti ad un nuovo elemento che introduce ulteriori problematiche legate agli occhi.

Ben il 60% dei bambini non ha mai fatto una visita oculistica

Qualsiasi strumento elettronico dal tablet al pc e allo smartphone deve la sua luminescenza fondamentalmente a una frequenza di luce denominata “luce blu”, presente tra il visibile e l’ultravioletto. Un uso non moderato ed in così giovane età pone in evidenza la necessità di una ulteriore protezione visiva. Oggi sono disponibili lenti che, correggendo il difetto visivo, hanno la possibilità - con un trattamento speciale - di filtrare e annullare sia l’ultravioletto sia la luce blu. Per chi è particolarmente esposto per numero di ore e per frequenza d’uso ai sistemi digitali laddove non ci sono difetti, potrebbe essere

consigliata anche una lente neutra. Per non dover ricorrere a questi mezzi, però, e visto che i bambini non devono stare davanti ad uno schermo “per lavoro”, si consiglia di limitare l’uso di tablet & co. a casa ad un’ora al giorno.

La visita oculistica

Secondo il Prof. Francesco Loperfido, consulente della Commissione Difesa Vista e responsabile del Servizio di Oftalmologia Generale presso l’Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale San Raffaele di Milano, la visita oculistica “sarebbe una prassi obbligatoria soprattutto per quei bambini che si accingono ad affrontare il loro primo giorno di scuola. L’inizio della scuola è un momento decisivo, bisogna partire con il piede giusto. L’impegno scolastico comporta degli importanti consumi di energia psicofisica. Pertanto la condizione di buona salute generale, costituisce un requisito fondamentale e l’efficienza visiva ne è una componente essenziale”. Un controllo della vista è fondamentale sia per la salute che per l’educazione dei nostri bambini, in quanto spesso a una visione scorretta corrisponde anche un apprendimento scorretto. Il non vedere correttamente, qualunque sia il difetto della vista sperimentato, non solo rallenta oggettivamente l’apprendimento, ma può anche provocare stress e angoscia e far entrare il bambino in un circolo vizioso che lo porta a disinteressarsi allo studio e persino a sviluppare dislessie di riflesso. Ma come capire se nostro figlio ha un problema di vista? Spesso le semplici domande rivolte al ritorno da scuola non bastano, oppure i bambini non avvertono esattamente il disturbo, ma sintomi come mal di testa, bruciore agli occhi, annebbiamenti della vista da vicino o da lontano o atteggiamenti posturali scorretti (es. testa e corpo eccessivamente piegati verso il banco, l’abitudine a mettere il foglio di traverso per scrivere, il modo in


cui si impugna la penna) evidenziano una qualche difficoltà. Ultimo elemento da non sottovalutare è la svogliatezza: non è escluso che dietro quell’atteggiamento si nasconda qualche problematica legata alla visione. Non è sufficiente stabilire se il bambino “ci vede o non ci vede”, ma “come” ci vede. Una visita oculistica accurata, infatti, valuta la visione con un approccio globale e verifica che: ● ci sia una acutezza visiva ottimale sia da lontano che da vicino; ● la capacità di focalizzare i dettagli sia efficiente; ● ci sia una buona coordinazione binoculare, cioè che i due occhi si integrino bene insieme, determinando la percezione stereoscopica. In linea generale non esiste un’età esatta per consigliare la prima visita agli occhi del bambino. Alla nascita il medico pediatra controlla che non ci siano problemi oculari oggettivi ma è opportuno continuare a seguire la salute degli occhi del bambino con una visita dallo specialista oculista: ● Entro i 2 anni, se il bambino è a rischio; ● Entro i 3 anni e in ogni caso all’ingresso della scuola materna; ● A 5 anni per valutare se lo sviluppo è normale; ● A 10-15 anni quando iniziano a manifestarsi la maggior parte delle miopie lievi o moderate. Indispensabile un test prima di iniziare la scuola, da ripetersi ogni 4/6 mesi a seconda del difetto evidenziato. In ogni caso: mai meno di un controllo l’anno.

ottimizzare la luminosità dello schermo in base alla luce presente nell’ambiente; ● una pausa di 15 minuti ogni 2 ore trascorse davanti al computer; ● adottare un’adeguata illuminazione sia come quantità che come qualità. La posizione della luce nella stanza di studio non deve riflettere su oggetti o su pareti, la giusta situazione di illuminazione si ha quando l’oggetto illuminato ha un costante contrasto. Bisogna evitare anche la luce diretta sugli occhi sia che provenga dalla finestra che da una fonte di illuminazione artificiale. ●

Occhiali senza paura

Una volta stabilito che c’è un difetto, la mossa successiva è la correzione dello stesso con un paio di occhiali da vista ad hoc. Benché da tempo - grazie anche alla moda che li ha trasformati in un accessorio a tutti gli effetti - sia superata l’idea che chi indossava un paio di lenti era un “quattrocchi”, ancora oggi la percezione tra i più piccoli di questo strumento correttivo non è delle più positive. Perciò l’approc-

cio con l’occhiale correttivo dovrà essere reso un momento divertente e piacevole. Gli occhiali dei bambini devono essere confortevoli, sopportabili ed efficaci per consentire al bambino di muoversi in libertà e per raggiungere lo scopo per il quale sono prescritti. È importante affidarsi all’esperienza dell’oculista e dell’ottico di fiducia per garantire un prodotto adeguato alle esigenze del bambino, ma eccovi qualche piccolo suggerimento che potrà aiutarvi nella scelta: ● l’occhiale per il bambino dovrà avere un appoggio nasale stabile (i bambini hanno il dorso nasale poco sviluppato); ● i bambini essendo piccoli guardano spesso verso l’alto, quindi sono più indicati occhiali con cerchi ampi, per un più ampio campo di visione; ● lenti leggere, centrate correttamente, antigraffio e resistenti (anche se non esistono lenti a “prova di bambino”); ● stanghette che consentano una buona modellatura e curvatura retroauricolare senza causare dolore. ■

E i più grandi?

Più o meno lo stesso discorso fatto per i bambini delle elementari, vale anche per gli studenti più grandi, con l’aggravante che a tablet e pc per motivo di studio, si aggiungono il tempo trascorso davanti a computer e smartphone per divertimento. Tutti elementi negativi che possono essere “contenuti” grazie ad alcune regole:

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Antidepressivi e terza età Questi farmaci, combinati con la psicoterapia, costituiscono l’intervento più efficace in caso di depressione medio-grave di Francesco Fioroni medico psichiatra, psicoterapeuta

Gli antidepressivi non sono più un tabù, neppure per gli anziani. Saranno gli effetti della crisi economica, l’impossibilità di vivere con una pensione al di sotto dei mille euro al mese e la solitudine a far salire l’ansia. Di fatto, l’aumento del

4,5% del consumo di farmaci antidepressivi in otto anni dichiarato dall’Agenzia italiana del farmaco coinvolge non solo i giovani ma anche gli anziani. Al di là del quadro fornito dall’ultimo rapporto dell’Aifa, segno di un cambio di tendenza, la

depressione in età avanzata non è cosa recente: le forme di sofferenza mentale senile sono uno dei temi che noi psichiatri abbiamo posto sotto la lente, da anni. La differenza è che negli ultimi tempi gli anziani non provano più vergogna a farsi

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curare. Un tema delicato, sia perché la depressione viene spesso considerata (sbagliando) una componente “normale” dell’età avanzata, sia perché in questa fase della vita non è così facile diagnosticarla. Tanto per far capire il fenomeno: si ritiene che solo il 50% delle depressioni senili vengano riconosciute correttamente e di queste solo il 50% venga curato in modo adeguato. Un disturbo con non poche sfaccettature: ci sono fattori di rischio, predisponenti e precipitanti. C’è la depressione maggiore e quella minore, quindi i quadri clinici particolari, come la depressione mascherata, psicotica, quella legata alla demenza, l’anoressia. Ci sono la distimia, la depressione atipica, il disturbo affettivo ad andamento stagionale, il disturbo dell’adattamento con umore depresso, la depressione caratteriologica, quella legata all’ipocondria, al lutto. La depressione maggiore comporta addirittura il rischio di suicidio, soprattutto se associata a recenti perdite, all’abuso di alcol, psicosi, deterioramento cognitivo e malattie fisiche croniche. Quadri complessi, certo, ma poiché la depressione senile rappresenta uno degli ambiti diagnostici-terapeutici nei quali sono stati ottenuti i maggiori successi, l’argomento merita

un approfondimento. Proviamo a fare chiarezza usando l’artificio domanda-risposta.

Quali sono i sintomi?

Si riscontrano, fondamentalmente, tristezza persistente e calo d’interesse nello svolgere qualsiasi attività quotidiana, ma anche alterazioni dell’appetito e del peso corporeo, del sonno, della stanchezza. Si evidenziano ansia e agitazione, pensieri negativi, inadeguatezza, sensi di colpa. L’anziano depresso, più del giovane, può sviluppare sintomi come irritabilità, ostilità o anche sospettosità, sino a veri e propri deliri di persecuzione (anche di gelosia o di furto di oggetti personali). Altre espressioni depressive tipiche sono le lamentele eccessive sulla perdita di memoria o sulla presenza di dolori piuttosto vaghi e diffusi, che vengono a volte attribuiti a malattie inesistenti (ipocondria), o confusi con quelli di una patologia fisica reale. L’anziano depresso arriva a percepire la vita come non più meritevole di essere vissuta, nei casi più gravi di desiderare di porvi fine.

Ne soffrono di più gli uomini o le donne?

La maggior parte degli studi epi-

demiologici ha evidenziato che il sesso femminile presenta un rischio circa 2 volte superiore a quello maschile di sviluppare un’alterazione dell’affettività. In genere, si ritiene che le donne, oltre a riferire un maggior numero di sintomi depressivi, presentino una maggior tendenza ad inibire l’emotività. Pur considerando le emozioni più importanti rispetto al sesso maschile, nasconderebbero i problemi affettivi mascherandoli con disturbi somatici. Una prevalenza che cresce in maniera rilevante all’aumentare dell’età.

Quali sono le cause?

I fattori che incrementano il rischio di depressione in una persona anziana riguardano aspetti esistenziali, sociali, psicologici e biologici, variamente intrecciati tra loro nei singoli casi. I fattori più documentati sono il sesso femminile, essere celibi/nubili o vedovi, la disabilità fisica (ad es. per malattia), un lutto recente e l’isolamento sociale. Va ricordato che gli anziani sono particolarmente esposti ad eventi di perdita, come la scomparsa di persone care, il pensionamento, la riduzione del ruolo sociale e delle risorse economiche, ecc. Altre condizioni che predispongono un anziano alla

I DISTURBI FISICI NEGANO QUELLI EMOTIVI E AFFETTIVI Dai dati tratti da alcuni studi scientifici, la depressione è clinicamente rilevante in oltre il 50% dei pazienti con dolore cronico, i quali riferiscono spesso sintomi fisici come il loro principale e unico problema clinico, senza alcune menzione di difficoltà psico-sociali. Una tale presentazione dei sintomi può indurre molti medici a sottovalutare o non evidenziare diagnosticamente il problema depressivo sottostante. Circa il 30% dei pazienti con depressione sperimentano sintomi fisici,

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per più di cinque anni, prima di ricevere una corretta diagnosi. I medici di famiglia si confrontano, cioè, con pazienti depressi che riferiscono solo sintomi fisici e non disturbi emotivi, affettivi o psico-sociali. In uno studio è stato rilevato che il 69% dei pazienti, all’esordio della depressione, riconosce nei sintomi fisici la sola ragione per chiedere una visita al medico, e circa l’11% di essi arriva a negare disturbi dell’umore anche dopo esplicita richiesta.


TERAPIE EFFICACI NELL’85% DEI CASI 1. La conclusione della fase lavorativa della vita, il ridimensionamento delle possibilità economiche, la maggiore disponibilità di tempo (spesso mal impiegato), l’eventuale vedovanza, sono stati interpretati come elementi destabilizzanti. 2. Nella persona depressa si osserva una riduzione a livello cerebrale di alcune sostanze chimiche che vengono naturalmente prodotte per mantenere uno stato di equilibrio dell’umore. La

depressione possono essere la presenza continua di dolore fisico, una storia personale o familiare di depressione, l’abuso di alcol. Anche l’alterazione dei livelli ormonali sessuali, quindi menopausa e andropausa, hanno la loro incidenza. Sintomi depressivi sono anche riscontrabili in un ampio numero di patologie acute, comprese quelle oncologiche. A rivestire un ruolo importante, in età senile, è la vita affettiva, quindi le relazioni interpersonali. Non sono ancora però noti i rapporti di causalità: è difficile valutare se le interazioni sociali rappresentino la causa o piuttosto la conseguenza della depressione. I numerosi eventi negativi che accompagnano l’ultima parte della vita rendono ragione, sul versante psicosociale, della maggiore prevalenza della depressione in questa fascia di età.

Perché è complicato diagnosticare la depressione senile?

La valutazione nell’anziano si fa più complessa perché astenia, facile faticabilità, disturbi del sonno, perdita di peso, sono gli stessi sintomi chiave che accompagnano l’invecchiamento, ma anche numerose

tecnologia e la ricerca psichiatrica hanno permesso di produrre farmaci capaci di ristabilire un adeguato utilizzo di queste sostanze e quindi di permettere la scomparsa dei sintomi depressivi. 3. La depressione, se correttamente riconosciuta, può essere efficacemente curata nell’85% dei casi e ciò può evitare le gravi conseguenze che possono presentarsi se la depressione non viene opportunamente trattata.

patologie somatiche di cui l’anziano è spesso affetto. Gli anziani depressi, di fondo, tendono a sottovalutare la loro depressione e a non riferire spontaneamente sintomi importanti, come ad esempio il calo di interesse o di piacere nello svolgere ogni tipo di attività.

Gli anziani tendono a sottovalutare naturalmente la loro depressione

Richiamano piuttosto l’attenzione del proprio medico curante sul loro corpo, riferendo dolori diversi, disturbi utilizzati come “mediatore” della comunicazione del disagio emotivo.

Si può prevenire?

A causa della complessa patogenesi della depressione non sono ancora stati stabiliti dei metodi di prevenzione scientificamente provati. Obiettivo primario è un approccio preventivo cercando di

identificare le persone anziane a rischio, attraverso l’analisi dei fattori citati in precedenza. In anziani affetti da malattie mediche croniche, per esempio, tecniche di tipo cognitivo, abbinate all’esercizio fisico, sono risultate efficaci nei confronti di iniziali, lievi, sintomi depressivi e ansiosi ed anche dell’insonnia. Un approccio “primario” di tipo biologico è considerato l’abbassamento dei fattori di rischio vascolare (ipertensione, fumo, ecc.). Informare gli anziani e i loro familiari circa la malattia depressiva ed i suoi possibili trattamenti, aiuta di sicuro a ridurre lo stigma e ad aumentare il numero di persone che chiedono aiuto.

Come si cura in terza età?

Principalmente occorre ridurre i sintomi psichici e fisici della depressione, migliorando le funzioni cognitive (attenzione, memoria, concentrazione, ecc.) e le capacità relazionali. Nei casi opportuni, va fornito anche un aiuto mirato a migliorare le capacità della persona di gestire la disabilità, eventi di vita negativi o situazioni relazionali conflittuali. I farmaci antidepressivi sono l’intervento di scelta nel caso di una depressione medio-grave, da soli o in combi-

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Interventi di tipo psicologico e psicoterapeutico sono indicati nelle forme di depressione più lieve

nazione con una psicoterapia, mentre un intervento di supporto psicologico o una psicoterapia possono essere indicati, da soli, nei casi di depressione più lieve.

Gli antidepressivi sono efficaci negli anziani?

La ricerca ha dimostrato che i farmaci antidepressivi sono efficaci negli anziani così come negli adulti giovani e che l’efficacia è tanto più evidente quanto più la depressione è clinicamente importante. Gli antidepressivi maggiormente impiegati negli anziani appartengono ai cosiddetti composti di “nuova generazione” e vengono definiti con delle sigle quali “SSRI” e “SNRI” a seconda che incrementino nel Sistema Nervoso Centrale la trasmissione della sola serotonina o della serotonina e della noradrenalina insieme. Questi antidepressivi rappresentano oggi la prima scelta terapeutica rispetto ai composti “di vecchia generazione” quali i “Triciclici”. Il vantaggio dei farmaci più recenti non riguarda tanto l’efficacia terapeutica, quanto la maggiore tollerabilità, sicurezza e maneggevolezza, caratteristiche

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molto importanti per l’impiego in una popolazione “fragile” come quella anziana. I Triciclici riducono la capacità di fissare i ricordi, possono essere troppo sedativi e determinare brusche cadute della pressione arteriosa.

Sono consigliabili anche in presenza di patologie fisiche?

I nuovi antidepressivi, anche se con alcune differenze, offrono una migliore tollerabilità cardiovascolare e non determinano effetti negativi a carico dell’attenzione o della memoria, spesso già deficitarie in età avanzata. Alcuni dei farmaci più recenti sembrano, anzi, migliorare queste funzioni cognitive in modo indipendente dalla stessa azione antidepressiva. Il profilo di tollerabilità favorevole rende nel complesso più agevole l’impiego degli antidepressivi “di nuova generazione” anche in persone anziane con malattie fisiche, soprattutto cardiopatie, o affette da demenza. La concomitanza di una patologia fisica non costituisce quindi più una controindicazione alla cura della

depressione, ma anzi un motivo in più per metterla in atto, dato l’effetto negativo che la depressione stessa esercita sulla prognosi delle malattie. Negli anziani i tempi di trattamento appaiono prolungati rispetto a quelli degli adulti giovani, per la maggior durata degli episodi e per il maggior rischio di ricadute.

La psicoterapia può essere utile?

Gli interventi di tipo psicologico possono risultare utili nei casi di depressione conseguente, ad esempio, ad eventi esistenziali negativi e con aspetti di disadattamento e sofferenza. Raramente l’anziano richiede spontaneamente un intervento psicologico, in quanto ha difficoltà a riconoscere la propria sofferenza psichica e può vivere con vergogna (gli uomini più delle donne) il rimandare ad un estraneo i suoi bisogni di accoglienza e di ascolto. Per questa ragione la richiesta generalmente proviene da familiari o curanti, rendendo più complessa la costituzione di un’alleanza terapeutica. ■




Alla base dell’obesità Bambini e adolescenti sempre più condizionati da genitori distratti e alimentazione errata di Chiara Baldetti

In Italia, un bambino di 8-9 anni su tre è particolarmente grasso o sovrappeso. Questo il dato allarmante confermato da “Okkio alla Salute”, studio promosso dal Ministero della Salute e dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie. In particolare si tratta del 32,3% di una popolazione campione composta da oltre 46mila alunni di circa 20mila classi terze delle Elementari, che ci consolida, ahinoi, ai primi posti della speciale

classifica europea sull’eccesso ponderale infantile. L’inchiesta, che ha coinvolto anche genitori e insegnanti, segnala tra le cause dell’aumento precoce di peso, la scorretta gestione dei pasti: il 9% dei bambini intervistati ammette di saltare abitualmente la prima colazione, mentre il 67% confessa di fare spesso un ricco spuntino a metà mattinata. Altri peccati non certo veniali sono quelli di bere frequente-

mente bibite gassate e zuccherate (43%), e di non consumare sufficientemente frutta e verdura. Ad incidere sull’obesità infantile, però, sono anche le cattive abitudini legate al difficile rapporto con l’educazione fisica, visto che appena il 16% pratica sport per non più di un’ora alla settimana e gli alunni che hanno detto di svolgere attività motorie extracurricolari sono passati negli ultimi quattro anni dal 62 al 54%. Conclusione quasi logica di tutto

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ciò, il fatto che ben il 36% ha confermato di passare oltre due ore al giorno davanti alla Tv e ai videogiochi. Preoccupante il fatto che i genitori non sempre riescano ad accorgersi delle condizioni dei figli: il 30% delle madri di scolari con significativi problemi di peso, ad esempio, non trova che il proprio bambino mangi troppo. Tra le regioni, il primato dell’obesità infantile spetta a quelle meridionali: in Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise e Puglia si supera addirittura il 40%; seguono Calabria, Sicilia e Umbria (tra 33 e 40), mentre il Lazio e gran parte del centro-nord, si attestano nella percentuale nazionale, tra il 25 e il 33%. La palma delle regioni più salutari per i bambini spetta a Sardegna, Trentino e Valle d’Aosta con percentuali inferiori al 25%. Da questi dati emerge, insomma, una circostanza ben precisa: è fondamentale che i bambini imparino ad alimentarsi bene fin da piccoli, a porre le basi del loro futuro, perché le abitudini alimentari, corrette e scorrette, si formano sin dalla più giovane età e sia l’infanzia che l’adolescenza meritano un’attenzione e un’educazione particolari. Ovviamente il compito più importante spetta ai genitori, che dovrebbero controllare i giusti apporti nutrizionali e la varietà dei cibi, a partire dalle calorie assunte nell’arco della giornata, sia suddividendole tra carboidrati (58%), grassi (30%) e proteine (12%), sia cercando si ripartirle tra cinque momenti fondamentali: ● 20% prima colazione ● 5% spuntino del mattino ● 40% pranzo ● 5% merenda del pomeriggio ● 30% cena.

I menu-tipo

Un sondaggio svolto coinvolgendo bambini di 8-9 anni, che hanno “intervistato” genitori,

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nonni, parenti e conoscenti circa le loro abitudini alimentari da giovani, ha permesso di confrontarle con quelle odierne rilevate dai loro personali diari alimentari, evidenziando cambiamenti sostanziali.

Obesità infantile: primato alle regioni meridionali. Trentino e Valle d’Aosta le più salutari

Nei ragazzi di oggi, per esempio, è aumentata a dismisura l’abitudine a mangiare fuori pasto, che si estingue con l’andare indietro

negli anni, quando al massimo i rari “sgarri” erano riferiti a caramelle o dolci fatti in casa. Dal sondaggio è emerso che i genitori e i parenti intervistati, a colazione, consumavano preferibilmente tè o latte con biscotti, fette biscottate o pane. A pranzo e a cena la scelta ricadeva principalmente su pasta, pane, uova, formaggio, in minore quantità carne e pesce (1-2 volte alla settimana), usando peraltro come condimenti burro, lardo o strutto. Di seguito tre menu-standard, stilati da un team di nutrizionisti, che contemperano tutte le esigenze di una razionale alimentazione, ripartendo correttamente e adeguatamente gli alimenti nel corso della giornata. Chiaramente su questi modelli si può lavorare, sempre con l’aiuto di un nutrizionista, apportando modifiche che non ne alterino però il valore nutritivo e scegliendo gli alimenti nell’ambito dello stesso gruppo di quelli già considerati.


BAMBINI/E DA 10 A 12 ANNI Colazione Latte Zucchero Pane Marmellata

250g 20g 40g 20g tot 410 kcal

Pranzo Pasta e fagioli (1) Petto di vitello (2) Purea di patate (3) Pane 100g Arancia 130g tot 1.010 kcal

Merenda Latte Zucchero Pane Marmellata Mela

150g 10g 30g 15g 100g tot 310 kcal

Cena Minestra di verdure (4) Uovo al pomodoro (5) Formaggio 20g Pane 90g Banana 150g tot 770 kcal

Note (1) pasta 80g; fagioli 35g; olio 5 g; formaggio 5 g; sale q.b. (2) carne 110g; olio 5g; sale, pepe e salvia q.b. (3) patate 110 g; latte 50g; sale q.b. (4) verdure 250g; olio 10g; formaggio 10g; sale q.b. (5) uovo 1; pomodoro 50g; burro 10g; sale q.b.

RAGAZZE DA 13 A 15 ANNI Colazione Latte Zucchero Pane Marmellata

250g 15g 40g 35g tot 425 kcal

Pranzo Risotto alla milanese (1) Carne lessa con fagioli all’olio (2) Pane 110g Arancia 130g tot 1.040 kcal

Merenda Latte Zucchero Pane Pera

200g 15g 30g 100g tot 325 kcal

Cena Patate e verdure (3) Uovo sodo con insalata mista (4) Formaggio 20g Pane 100g Pesca 150g tot 810 kcal

Note (1) pasta 80g; fagioli 35g; olio 5 g; formaggio 5 g; sale q.b. (2) carne 110g; olio 5g; sale, pepe e salvia q.b. (3) patate 110 g; latte 50g; sale q.b. (4) verdure 250g; olio 10g; formaggio 10g; sale q.b. (5) uovo 1; pomodoro 50g; burro 10g; sale q.b.

RAGAZZI DA 13 A 15 ANNI Colazione Latte Zucchero Pane Marmellata

250g 20g 60g 35g tot 500 kcal

Pranzo Spaghetti al sugo di carne (1) Osso buco al ragù (2) Purea di patate (3) Formaggio 25g Pane 125g Arancia 150g tot 1.275 kcal

Merenda Latte Zucchero Pane Mela

150g 20g 45g 100g tot 380 kcal

Cena Passato di legumi e verdura (4) Uovo al tegame (5) Invidia lessa all’agro(6) Pane 100g Pera 150g tot 945 kcal

Note (1) pasta 80g; fagioli 35g; olio 5 g; formaggio 5 g; sale q.b. (2) carne 110g; olio 5g; sale, pepe e salvia q.b. (3) patate 110 g; latte 50g; sale q.b. (4) verdure 250g; olio 10g; formaggio 10g; sale q.b. (5) uovo 1; pomodoro 50g; burro 10g; sale q.b.

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Idee a colazione

Quando parliamo di abitudini alimentari da mandare a memoria fin da piccoli e l’importanza che hanno i genitori in questi frangenti, il problema numero uno è la colazione. Bisognerebbe farla con calma, stare seduti e consumarla come se fosse (e in effetti lo è) il pasto principale della giornata, assumendo la giusta quantità di calorie e varietà di alimenti. Invece, e stavolta non c’è davvero bisogno

di sondaggi per saperlo, la gran parte delle famiglie considera la colazione del mattino una scocciatura, una cosa da sbrigare velocemente prima di uscire. Specialmente quando in famiglia lavorano entrambi i genitori e la fretta sembra regnare sovrana. Si stima che mediamente il tempo che vi si dedica sia inferiore ai 5 minuti, tempo che improvvisamente triplica durante le vacanze

o nei giorni di festa. Il che significa che non si svicola dalla colazione per mancanza di appetito, ma solo per fretta eccessiva. Se i genitori riuscissero ad organizzare meglio il tran-tran sveglia/lavaggio/vestizione, forse i nostri bambini crescerebbero più in salute, sicuramente meno a rischio di incombente obesità. Intanto, eccovi due idee per la colazione, facili e gustose. ■

IDEA 1

IDEA 2

1 mela 85 kcal 30g di marmellata 68 kcal 4 fette biscottate 113 kcal 1 tazza di latte e caffé (250ml) 92 kcal 1 cucchiaino di zucchero (5g) 20 kcal

1 banana 96 kcal 15g di marmellata 34 kcal 9 g di burro 68 kcal 4 fette biscottate 113 kcal 1 tazza di latte e caffé (125ml) 46 kcal 1 cucchiaino di zucchero (5g) 20 kcal

tot 378 kcal Totali: proteine 8,2 g, lipidi 7,3 g, carboidrati 72,7 g

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tot 377 kcal Totali: proteine 6,8 g, lipidi 12,2 g, carboidrati 61,7 g




INSERTO GOLD FEBBRAIO 2014

LE GRANDI NOVITÀ DEL 2014 TANTI SERVIZI E APPUNTAMENTI DEDICATI ALLA SALUTE E ALLA PREVENZIONE NELLA NUOVA CARTA FEDELTÀ! a cura dei farmacisti VALORE SALUTE in collaborazione con la redazione di OPTIMA SALUTE

Tante le novità del 2014 in grado di soddisfare pienamente tutte le esigenze dei nostri clienti. Alcune sono in fase d’implementazione, altre vedranno la luce nel corso dell’anno. Tutte sono identificate da un simbolo per aiutarti ad individuare il servizio: immagini e colori che vanno oltre il loro significato convenzionale e che vogliono rappresentare i nostri valori e la nostra mission. Li ritrovi nella nuova carta fedeltà, Carta Valore Servizi, nuova nel look più moderno e a lastra lenticolare per aiutarti a leggere i simboli sullo sfondo di un mare di novità. Il depliant esplicativo che l’accompagna ti racconta i nuovi servizi a cui puoi accedere contemporaneamente con la loro attivazione. Esprimono la nostra volontà di “prenderci cura di te” che significa aiutarti a mantenere un corretto stile di vita con il movimento, la sana alimentazione, la prevenzione, la bellezza nella cura di se stessi e dei tuoi animali, che fanno parte della tua vita e si fidano di te. Questo mese Optima Salute Gold dedica il suo speciale al “movimento”: ti raccontiamo cosa stanno facendo le farmacie del Network Valore Salute per chi fa sport o semplicemente per chi ha voglia di correre anziché osservare lo scorrere del tempo.


Corri con noi! Che siate sedentari pentiti o sportivi praticanti, le Farmacie Valore Salute vi offrono gli strumenti per essere protagonisti della vostra salute. È questo il principio che ci ha ispirato e che guida le nostre scelte di assortimento e le nostre azioni... anche quando non siamo in Farmacia Correre fa bene alla vita! Sono sempre più numerose le prove scientifiche che dimostrano come l’attività fisica e lo sport possano prevenire e curare i disturbi causati dalla vita sedentaria come una vera e propria medicina. Ed è proprio l’assimilazione al farmaco che ci deve richiamare alle dosi, abusi ed effetti collaterali che si possono presentare in caso di... eccessi o di autocura. L’obiettivo del Network non è la perfor-

mance (in senso sportivo), è molto più semplice, ma non per questo facile, ed è comune con la classe medica: “far muovere la gente” e portare il movimento nella vita di tutti. Che si tratti di jogging o anche solo e semplicemente di “camminata veloce” tutti possono avere l’opportunità di vivere meglio: non c’è niente di più democratico della corsa, anche nel prezzo. Ma paradossalmente proprio ciò che è più accessibile...


perde valore: la cultura post moderna del consumo ci ha insegnato ad attribuire più valore a ciò che manca o scarseggia rispetto a ciò che c’è in abbondanza. Vale per la corsa ma anche per la salute. Educare ad una regolare attività fisica, un’alimentazione equilibrata ed un approccio mentale positivo, significa non soltanto aiutare gli individui a raggiungere i propri obiettivi di benessere, ma anche ridurre a lungo termine i costi dell’assistenza sanitaria: obesità, diabete, ipertensione, colesterolo e mal di schiena sono solo alcuni dei problemi di salute che costano alla comunità milioni di euro in termini di spese sanitarie e assenze dal lavoro. La salute di un’intera comunità inizia dall’educazione dei suoi singoli componenti, e in questo compito rientra a pieno titolo il ruolo di Educatore Sanitario del farmacista. E dato che educare significa anche avviare, come Farmacisti Valore Salute abbiamo voluto iniziare a correre prima di raccontare agli altri “che la corsa fa bene”. Cosa abbiamo fatto, dunque? Abbiamo creato un’Associazione Sportiva ed abbiamo sviluppato un reparto per lo Sport! Non solo prodotti, ma un reparto dedicato ai diversi bisogni con opportunità di convenienza ed un’informazione professionale. Lo stesso reparto, se correttamente declinato nella sua esposizione, svolge una funzione educativa. Leggilo come se fosse

un libro, e attraverso la sua lettura conoscerai la categoria: il farmacista sarà felice di aiutarti nella corretta comprensione e nell’individuazione del prodotto più adatto alle tue esigenze.

3,2,1... Start! Non avete mai fatto un briciolo di attività fisica, l’avete fatta ma nella notte dei tempi, quando andavate al liceo, oppure siete degli sportivi doc? A qualunque categoria apparteniate l’inizio del nuovo anno e il volgere al dolce passaggio dall’inverno alla primavera, dovrebbe favorire una ripresa a seconda delle vostre potenzialità o delle vostre abitudini. Del resto i vantaggi dello svolgere una qualsiasi attività fisica sono molteplici: dalla protezione cardiovascolare al mantenimento del peso corporeo ideale, e poi anche rinforzo delle articolazioni, controllo ormonale, ritardo dell’invecchiamento, azione sulla psiche, diminuzione della pressione arteriosa, aumento dell’efficienza cardiaca diminuendo il battito a riposo, aumento del colesterolo HDL , riduzione dei trigliceridi nel sangue e viscosità del sangue, con conseguente diminuzione del rischio di trombosi. Pronti a partire, allora? Cominciamo con un test, dedicato soprattutto ai sedentari.

I tanti vantaggi dello svolgere una attività fisica


SIETE

TEST

PRONTI A PARTIRE?

1. Riuscite già a rinunciare all’ascensore ed a salire agevolmente le scale, senza avere il fiatone? SI ❑ NO ❑ 2. Potete camminare per un chilometro senza fermarvi mai? SI ❑ NO ❑ 3. Pensate di sentirvi meglio, anche psicologica-

mente, iniziando un programma di attività sportiva e migliorando la vostra condizione fisica? SI ❑ NO ❑

4. Vi piacerebbe arrivare alla fine della giornata senza sentirvi sempre stanchi? SI ❑ NO ❑

5. Siete disposti ad inserire nelle vostre giornate anche un po’ di tempo per l’attività fisica? SI ❑ NO ❑

6. Pensate di riuscire a superare con la motiva-

zione anche la pigrizia dei giorni in cui non avete molta voglia o c’è tempo cattivo? SI ❑ NO ❑

7. Avete abbastanza fiducia in voi stessi per poter almeno iniziare ad esercitarvi per qualche settimana? SI ❑ NO ❑ 8. Se avete mai avuto una condizione fisica accettabile, vi faceva piacere sentirvi in forma o consideravate lo sforzo un prezzo troppo alto da pagare? SI ❑ NO ❑ 9. Avete un posto da raggiungere facilmente per

camminare o correre e soprattutto che sia misurabile? SI ❑ NO ❑

10. Se immaginate una qualsiasi attività fisica, la associate a cose piacevoli? SI ❑ NO ❑

Risultato:

Se i “si” superano i “no” siete pronti per partire. A seconda del “vantaggio” avrete più o meno difficoltà.

A questo punto, se avete deciso di rimettervi in moto, è bene seguire alcuni consigli basilari, di buon senso, con lo scopo principale di prendere confidenza con il terreno, con le scarpe, con il sudore, le endorfine, la fatica iniziale.

Un programma per iniziare a camminare Uno dei falsi miti più difficili da superare, un vero ostacolo, è costituito dalla credenza secondo la quale per avere qualche risultato dalla attività fisica bisogna pianificarla rigidamente ed effettuarla intensamente. Può darsi, ma resta il fatto che più di una ricerca medicoscientifica ha dimostrato che anche solo camminare per un’ora, tre volte alla settimana (da soli, col cane, con il/la marito/moglie, con gli amici...) induce benefici fisici importanti all’ organismo. Per iniziare è opportuno puntare su un programma molto soft di “movimento” che in un paio di mesi vi permetterà di camminare agevolmente e velocemente anche per 4-5 chilometri. All’inizio basterà camminare dai 20 ai 45 minuti un giorno si e uno no, cercando di raggiungere una frequenza cardiaca che vada dal 60 al 90 per cento della vostra frequenza cardiaca massima. Calcolarla è molto facile: basta sottrarre la vo-


stra età a 220 e poi cercare la percentuale giusta. Per esempio, se avete 50 anni, la vostra frequenza cardiaca massima sarà 170 (220-50), ed il range entro il quale dovrete camminare sarà tra 102 e 153 battiti al minuto. Vedrete che man mano aumenterete la vostra forma fisica, i battiti cominceranno a salire verso quota 150,

ma contemporaneamente, e per voi forse miracolosamente, riuscirete anche a parlare col vostro compagno di camminata. Camminare velocemente e sostenere una conversazione è il miglior indicatore che le cose stanno marciando per il verso giusto. Provate a seguire questo programma:

PROGRAMMA DI WALKING Primo livello

Secondo livello

Prima settimana Lunedì 800 metri Martedì riposo Mercoledì 800 metri Giovedì riposo Venerdì 800 metri Sabato riposo Domenica 800 metri

Prima settimana Lunedì 1,8 km Martedì 1,8 km Mercoledì riposo Giovedì 2 km Venerdì 2 km Sabato riposo Domenica 2,2 km

Quarta settimana Lunedì 3,4 km Martedì riposo Mercoledì 3,4 km Giovedì 3,6 km Venerdì riposo Sabato 3,6 km Domenica riposo

Seconda settimana Lunedì riposo Martedì 1km Mercoledì riposo Giovedì 1,2 km Venerdì riposo Sabato 1,4 km Domenica riposo

Seconda settimana Lunedì riposo Martedì 2,2 km Mercoledì 2,4 km Giovedì riposo Venerdì 2,4 km Sabato 2,6 km Domenica riposo

Quinta settimana Lunedì 3,8 km Martedì 3,8 km Mercoledì 4 km Giovedì riposo Venerdì 4,2 km Sabato 4,2 km Domenica riposo

Terza settimana Lunedì 1,6 km Martedì 1,6 km Mercoledì riposo Giovedì 1,6 km Venerdì riposo Sabato 1,6 km Domenica riposo

Terza settimana Lunedì 2,6 km Martedì 2,8 km Mercoledì riposo Giovedì 2,8 km Venerdì 3 km Sabato riposo Domenica 3,2 km

Sesta settimana Lunedì 4,4 km Martedì 4,4 km Mercoledì 4,6 km Giovedì riposo Venerdì 4,6 km Sabato 4,8 km Domenica riposo

L’intensità della camminata da tenere in queste settimane deve essere graduale. Ogni volta che partite provate ad accelerare il passo finché non riuscirete a percorrere i 1600 metri dell’ultima settimana in 20 minuti o meno. A questo punto passate al secondo livello.

A questo punto siete diventati dei veri e propri camminatori ed avete davanti a voi diversi scenari: continuare così, aumentare il ritmo e le difficoltà, per esempio inserendo delle salite nel percorso, oppure iniziare a correre...

Ora alternate cammino e corsa Una volta che avrete preso confidenza con il walking, o siete tra quelli che non si sono lasciati andare all’ozio, potrete fare un passo avanti e indirizzarvi sull’alternanza tra camminata e corsa, le due specialità, il cui confine, come sapete, è molto sottile. La scelta tra correre e camminare è in realtà una questione di gusti personali. Se vi piace la sensazione di sollevarvi da terra e allungare il passo, probabilmente vi piacerà aggiungere la corsa alla marcia. Se invece non gradite la sensazione dell’impatto, allora sappiate che camminare a passo sostenuto resta comunque un’attività impegnativa.

Le calorie smaltite dipendono in pratica dalla distanza percorsa, a prescindere dalla velocità; la differenza principale è nel tempo: se impiegate 28-30 minuti per coprire quasi 5 km di corsa, ne impiegherete circa 45 per coprire la stessa distanza marciando. In altre parole, ci vuole più tempo per bruciare le stesse calorie. Un esempio pratico: una donna di circa 60 kg brucia 136 calorie camminando per 30 minuti a 5,6 km orari; se corre per lo stesso lasso di tempo, arriva invece a bruciare circa 237 calorie.


Piccoli trucchi per principianti Riscaldamento

Marciate lentamente per 5 minuti; fate stretching per 2 minuti.

Defaticamento

Riducete gradualmente lo sforzo per 3 minuti fino a raggiungere una marcia agevole; fate stretching per 5 minuti.

Solo marcia

Per rendere l’allenamento intenso come la corsa, concentratevi sulla tecnica, che vi aiuterà a camminare più veloce. Muovete i piedi rapidamente e fate oscillare le braccia alla stessa cadenza. Oppure fate delle passeggiate in salita, ad alta intensità.

Solo corsa

Se siete già dei runner, aumentate la velocità e lo sforzo durante gli intervalli. Oppure cominciate ad affrontare le salite: vi aiuteranno ad aumentare l’intensità nelle corse veloci.

Inattività prolungata

Prima di dedicarvi a questo programma, allenatevi 68 settimane per sviluppare una base minima di forma aerobica e muscolare. Fate una passeggiata di 20 minuti due volte alla settimana. (se è troppo dura, iniziate con 2 sessioni da 10 minuti). Prolungate la sessione di uno o due minuti alla settimana. Una volta in grado di uscire per tre volte 30 minuti, sarete pronti ad iniziare il programma.

Se vi piace usare il treadmill

Il programma si può svolgere anche in inverno, in palestra. Per la maggior parte delle volte, riproducete semplicemente quanto indicato nel programma, tenendo la pendenza del treadmill all’1-2% per ricreare la resistenza dell’aria.

Iniziamo a correre! Non che sia indispensabile diventare dei podisti, ma se arrivate da un periodo di camminata intensa ve lo chiederanno anzitutto le vostre gambe. Dovreste in sostanza già avere i muscoli rodati e limitare al minimo i possibili fastidi a polpacci, tendini, ginocchia, essendo quella della corsa una pratica sportiva che necessita di adattamenti importanti per il fisico. Poi c’è da considerare lo stato mentale. Camminare velocemente non è la stessa cosa che correre lentamente, anche se in termini pratici (diciamo minuti

impiegati per fare un chilometro) la differenza è minima. 1. Iniziate lentamente. Partire con troppa foga, troppa velocità senza considerare che l’organismo è in rodaggio, aumenta le possibilità di fermarsi dopo 5’ con il cuore in gola, il respiro affannoso, una pessima sensazione di bruciore al petto e le gambe di legno. Quanto di peggio per fermarsi e non ripartire più, terrorizzati da un mostro che non esiste. 2. L’approccio deve essere moderato, deve risultare piacevole, ma per riuscirci, come in tutte le cose della vita, occorre un po’ di disciplina. Non ha senso correre solo il sabato o la domenica; il vostro fisico non si adatterà mai e voi passerete i due-tre giorni successivi con il mal di gambe ed il terrore di ricominciare. Per ottenere dei benefici è fondamentale cominciare con almeno due-tre uscite, distribuite in modo regolare nell’arco della settimana (lunedì, mercoledì, venerdì oppure martedì, giovedì e domenica). 3. Se siete neofiti assoluti, se non avete mai corso (possibile?) almeno inizialmente alternate marcia veloce e corsa per preparare le gambe a sopportare carichi diversi. Nelle prime uscite cercate di stare tra i 30 ed i 45 minuti. 4. Se ne avete le possibilità evitate di correre in mezzo o anche solo in prossimità del flusso del traffico. Oggi


giorno tutte le città hanno percorsi vita, piste di atletica fruibili, zone pedonali. Chi abita in campagna o vicino al mare non ha nemmeno il disturbo di cercare troppo. Se proprio non avete alternativa alla strada ricordatevi una elementare norma di prudenza: correte sempre in direzione opposta al senso del traffico, in modo da vedere le auto davanti a voi, mai alle spalle. 5. è preferibile correre su una superficie morbida come erba o sentieri sterrati. In questo caso fate molta attenzione alle insidie nascoste: buche, avvallamenti del terreno, radici scoperte, aghi di pino che possono far scivolare, sassi sporgenti. Chi ha la fortuna di poter correre sulla spiaggia deve solo evitare di farlo seguendo la pendenza del bagnasciuga. All’inizio potreste non farci molto caso, ma se la cosa si ripete con continuità, il modo di correre innaturale, con il corpo spostato tutto da una parte ed il peso caricato su una sola gamba potrebbe darvi seri problemi. Chi corre lungo strade asfaltate, infine, oltre a fare attenzione ai veicoli deve valutare bene dove mette i piedi. Si può seguire il ciglio della strada, dove solitamente resiste un po’ di verde o un po’ di ghiaietta, oppure salire direttamente sul marciapiedi, dove esiste. Anche in questo caso sarà il vostro corpo a darvi la risposta giusta: c’è chi accusa noiose tendiniti correndo su strada e chi invece si trova malissimo

sullo sterrato. Chi ha la possibilità può correre in pista, ma in questo caso occorre avere una forte volontà, visto che inanellare giri su giri può diventare noioso. Provate ad alternare il senso di marcia, se non altro vi servirà per evitare di sovraccaricare sempre sulle stesse articolazioni, dovendo fare due curve ogni 400 metri. 6. Finché non riuscirete a correre per almeno 30’ senza fermarvi mai (il mio allenatore mi diceva sempre che meno di 40’ a seduta non me li avrebbe conteggiati come validi…) evitate di fare percorsi ondulati o addirittura in salita. 7. Gli indolenzimenti muscolari più frequenti in chi inizia a correre riguardano solitamente la parte anteriore delle cosce, i polpacci e le articolazioni delle caviglie, delle ginocchia e delle anche. Tutti malanni che dovrebbero cessare non appena il vostro corpo si sarà adattato a questo nuovo tipo di sforzo. Un buon antidoto che posso consigliarvi, oltre a 15’-20’ di stretching a fine corsa, è quello di fare un bagno caldo. Se i dolori persistono rivolgetevi ad un medico sportivo o ad un preparatore: potreste sbagliare l’appoggio dei piedi, lo stile di corsa o, molto più probabilmente, il tipo di scarpette che avete comperato. Nel prossimo mese vi forniremo un programma di lavoro, alternando camminata e corsa.


Corri con noi! Le maratone ci aspettano Noi farmacisti del Network “Valore Salute”, proprio per dare l’esempio in prima persona, abbiamo costituito un’Associazione Sportiva “Valore Salute, Forti e Veloci” con l’obiettivo di coinvolgere e diffondere la corsa come fondamento di uno stile di vita sano, con la certezza di fare un passo importante verso il benessere. Iscriversi è semplice: basta compilare la scheda di iscrizione che si trova sul sito dedicato (ww.fortieveloci.it) oppure sul sito del Network www.valoresalute.it. Le Farmacie del Network Valore Salute dedicano, a tutti gli sportivi in possesso di una tessera di un’associazione riconosciuta, vantaggi, promozioni, formazione e informazione. Per ricevere tutte le informazioni e scoprire i tanti vantaggi in esclusiva, visita il nostro sito www.fortieveloci.it.

Gli appuntamenti che ci aspettano!

Parlando invece di gare, il nostro gruppo si sta preparando intensamente alle prossime maratone, a partire dalla Roma-Ostia, una “mezza” (cioè 21,0975 chilometri) di grande prestigio, sicuramente la più “partecipata” d’Italia, che si svolgerà il prossimo 2 marzo. “Pensiamo di essere oltre 10.000 - ha spiegato Luciano Duchi, l’ideatore della manifestazione e se nel 2013 ci siamo confermati tra le prime tre migliori mezzemaratone del mondo, a marzo, per celebrare i nostri 40 anni di storia, non vogliamo essere da meno e com’è nel nostro stile punteremo ovviamente a migliorarci, soprattutto per non deludere i tantissimi affezionati amatori che da anni ci confermano il loro affetto e che sono il vero cuore pulsante

della nostra manifestazione”. Per iscriversi basta andare sul sito www.romaostia.it. La tappa successiva sarà il 23 marzo, con la Maratona di Roma, giunta alla sua ventesima edizione, vero e proprio spartiacque della stagione. Per chi è un espero della “materia” un trampolino di lancio verso... New York, per chi si cimenterà per la prima volta con i 42,195 chilometri un banco di prova importante, quasi un esame di laurea del podista. Terza tappa del 2014 a Spoleto a giugno, la città umbra dove vive e allena il nostro amico Piergiorgio Conti, maratoneta esperto (ne ha corse 26, 11 volte New York) nonché preparatore di podisti. A casa di Conti proveremo la “Sei ore città di Spoleto”, una ultramaratona entro le mura di una delle città più belle d’Italia, nel contesto della quale è anche prevista una maratona a staffetta (4 atleti, 10 chilometri ognuno). Infine il top della nostra stagione, l’appuntamento irrinunciabile: la Maratona di New York, con la data del 2 novembre che abbiamo tutti segnato con un cerchietto rosso sul calendario. Lì cercheremo di essere il più possibile, con l’obiettivo di mostrare a tutti la nostra bella maglia firmata “Valore Salute”, ma soprattutto di tagliare il traguardo a Central Park. Perché a New York più di ogni posto al mondo, davvero, vale il principio estensivo del pensiero di De Coubertin: l’importante è partecipare, certamente, ma soprattutto arrivare in fondo.


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Tosse, mal di gola & C.

Le patologie simil-influenzali, arrivano alla fine dell’inverno e provocano fastidiose ricadute. Diagnosi, prevenzione e cure di Gelsomina Sampaolo

Quando le temperature scendono e l’inverno si fa sentire, compaiono i cosiddetti malanni di stagione. Non necessariamente finiamo tutti a letto con l’influenza, ma molti di noi hanno a che fare, tra feb-

braio e aprile, con fastidi anche più antipatici in quanto ci debilitano ma non ci giustificano da assenze al lavoro o a scuola. Si tratta delle cosiddette patologie simil-influenzali,

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come mal di gola, raffreddore e soprattutto tosse, fastidiosa causa, quest’ultima, di notti insonni. Per inquadrare nell’obiettivo prevenzione, diagnosi e terapie abbiamo chiesto aiuto al dottor Fabrizio Germini, da 35 anni medico di famiglia, dunque a contatto con le svariate realtà del territorio. Dottore, innanzitutto, come distinguiamo l’influenza dalle patologie appena elencate? “Spesso chiamiamo influenza qualunque malessere invernale, ma per influenze s’intendono infezioni virali a carattere epidemico, cioè in grado di colpire molte persone per la loro alta contagiosità. La principale influenza si presenta alla fine dell’inverno e per questa si consiglia il vaccino da fare entro dicembre alla popolazione considerata a rischio, cioè i soggetti con più di 65 anni, le persone sotto 65 con patologie croniche rilevanti o addetti a servizi di pubblica utilità. Per queste persone il vaccino è gratuito e viene somministrato dal medico curante. Ovviamente per le influenze non servono antibiotici, solo in condizioni molto particolari si possono usare farmaci antivirali”. Passiamo al tema principale di questa intervista. Che differenza c’è tra tosse grassa e secca? “La tosse secca è segno prevalentemente di un’irritazione. Per esempio, se inaliamo polveri o qualcosa di aspro, la normale reazione delle prime vie respira-

La fastidiosa tosse secca si combatte con antistaminici e sedativi

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torie è di cercare di difendersi, espellendo ciò che sta tentando di entrare: così cominciamo ad emettere ripetuti colpi di tosse, a volte in sequenza. Raramente questa situazione diventa più acuta fino ad avere la brutta sensazione di non poter respirare, si tratta invece di episodi di laringospasmo, comuni nei bambini, tanto spaventosi quanto di facile risoluzione: basta inspirare vapore caldo e tutto si risolve grazie al riscaldamento e all’umidificazione delle mucose irritate. La stessa cosa accade quando siamo aggrediti da un virus: le mucose sono rese più vulnerabili dal freddo, perché questo causa una riduzione di afflusso di sangue e quindi di cellule difensive, così è possibile che virus o batteri s’insedino in questi organi. Noi reagiamo immediatamente aumentando in loco l’arrivo di sangue, per questo la gola si arrossa, si contrae, si gonfia provocando dolore, tosse, talvolta reazione febbrile, si generano secrezioni mucose o purulente, come prodotto della uccisione di questi germi aggressori e della loro eliminazione. La tosse grassa, invece, si definisce così perchè si accompagna alla produzione di secrezioni mucose, tipica dei fumatori al mattino quando, alzandosi dalla posizione distesa tenuta durante la notte, le secrezioni reattive prodotte dalla bronchite si muovono e sollecitano la tosse per liberarsene. Molti si preoccupano di non riuscire a espellerle, ma in realtà possiamo rimuoverle dalle vie respiratorie anche deglutendole”.



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Quali sono, secondo la sua esperienza maturata sul campo, le cause della tosse e le eventuali patologie correlate? “Infiammazioni e infezioni delle prime vie respiratorie come sinusiti, faringiti e laringiti (tutto ciò che finisce in ite-iti in medicina fa riferimento allo stato infiammatorio) più raramente delle basse vie tracheo-bronchiti e più eccezionalmente polmoniti. Poi, ci sono persone che hanno bronchiti con componente asmatica su base allergica, mentre fra le forme irritative negli ultimi anni siamo orientati a considerare come causa il reflusso gastroesofageo, perché le esalazioni acide correlate a questa situazione risultano irritanti. Molti purtroppo sviluppano una tosse cronica da fumo, raramente inquadrabile nella vera e propria bronchite cronica ostruttiva, che è una grave situazione patologica che porta spesso allo stato di insufficienza respiratoria. Ancora più rara l’evenienza che a causare la tosse siano forme tumorali. Una situazione più complessa va considerata quando abbiamo a che fare con persone cardiopatiche dove la tosse, prevalentemente notturna può essere segno di uno stato di scompenso cardiaco”. Quali le terapie da adottare nei singoli casi? “Date le molteplici cause credo si possa dare questo consiglio: se la tosse si presenta in una persona sana, senza patologie conosciute, con sintomi locali e generali semplici (irritazione nasale, mal di gola diffuso, lacrimazione, dolori muscolari diffusi, mal di testa, febbre) si può gestire con qualche rimedio, informando comunque il proprio medico se la situazione dura più di qualche giorno.

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Riguardo ai farmaci sintomatici c’è da dire che ciò che è antinfiammatorio e antipiretico dà qualche beneficio per alcune ore, ma si oppone ai meccanismi succitati della infiammazione che, compresa la febbre, sono utili a guarire prima. Specificamente per la tosse secca, se giudicata fastidiosa, esistono preparati a base di antistaminici e sedativi della tosse, da usare dopo aver consultato il medico. Le caramelle hanno in alcuni casi un’azione disinfettante locale, quelle a base di iodio, per esempio, o di stimolo sulla produzione di saliva che umidifica le mucose e seda l’irritazione che causa la tosse. Se si ha la tosse grassa significa che è iniziato il processo di secrezione di muco che porta alla guarigione; esistono in commercio un’infinità di mucolitici, ma paradossalmente il migliore è l’acqua. In ogni caso è sempre bene bere molto, meglio liquidi caldi”. Quali sono i tempi classici di guarigione? “Una qualunque forma d’infezione virale guarisce da sola grazie alle nostre difese immunitarie e ciò avviene in una settimana circa. Vorrei quindi dire che si deve intervenire poco in questo senso, ma piuttosto riscaldare la gola e le prime vie aeree con bevande calde e suffumigi, umidificare gli ambienti quando sono accesi i riscaldamenti, lavare il naso con acqua tiepida per tenerlo libero e facilitare la respirazione nasale che garantisce un filtro importante per trattenere batteri e virus. Se i tempi si allungano oltre la settimana o se i sintomi cambiano, in particolare l’arrivo del mal di gola può essere segno di un’infezione a streptococco che, da sola, richiede un trattamento antibiotico, o molto più raramente della mononucleosi infettiva o di una


infezione da citomegalovirus, entrambe virali”. E quando è consigliata l’assunzione di un antibiotico? “Ovviamente la decisione di prescrivere un antibiotico deve essere presa dal medico che farà riferimento ad un tampone o a segni clinici come secrezioni adese alle tonsille (placche) o purulente dal naso, la presenza di linfonodi gonfi e dolenti sul collo o di un interessamento dell’orecchio medio con dolore persistente, edema del timpano o secrezione purulenta dallo stesso”. Il mal di gola o la raucedine sono conseguenza della tosse o la precedono? “Si tratta di sintomi che si aggiungono al quadro clinico delle infezioni delle prime vie respiratori e possono essere contemporanee alla tosse”. Per quanto riguarda invece il raffreddore, spesso compagno della tosse, cosa significa quando si protrae anche fuori stagione? “L’unica causa del raffreddore (infiammazione nasale e starnuti) fuori stagione o che persista più di una settimana sono le allergie stagionali ai pollini o ambien-

tali a polveri, acari e altre sostanze. L’uso dell’aria condizionata in estate espone a situazioni di raffreddore per sbalzo termico o eccessivo raffreddamento mucoso”. Per concludere, ci può dare qualche consiglio di prevenzione per questa stagione per tutta la famiglia? “Attenzione al freddo, agli sbalzi di temperatura da caldo a freddo, coprite non solo la fronte, ma bocca e naso per non fare entrare aria troppo fredda. Evitate i luoghi chiusi surriscaldati. Soprattutto in un periodo di epidemia influenzale le scuole dovrebbero essere diversamente riscaldate con adeguati sistemi di termoregolazione, e adeguatamente areate: la classica aula con finestre chiuse e riscaldamento al massimo, alunni in maglietta che starnutiscono e tossiscono è il luogo ideale per ammalarsi perché queste condizioni sono favorevoli alla crescita e allo scambio di virus e batteri. Molto meglio una passeggiata sulla neve, se ben coperti”. L’abbigliamento è da considerare quasi un presidio medico… “Esatto, perché come sostengono gli scout, non esiste buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento, cioè proteggersi da freddo, acqua e vento, ma fare traspirare la nostra pelle sotto sforzo e asciugarsi in ambiente caldo subito dopo. Quindi non rinunciate all’attività fisica all’aperto: se ben equipaggiati, forse, ci si ammala meno che in palestra. E poi bevete molti liquidi caldi per riscaldarvi e idratare le vie respiratorie. Se posso permettermi vorrei chiudere con una battuta finale, che uso spesso per sottolineare l’importanza vitale dell’acqua. Soprattutto quando ho di fronte persone anziane spiego che l’acqua è l’unica cosa che ci separa dall’essere polvere”.

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Prevenzione? Lavatevi le mani di Filippo Tini

L’igiene personale è da sempre considerata uno dei più efficaci sistemi di prevenzione, con le mani in prima fila per livello massimo di attenzione. Secondo il Ministero della Salute, infatti, le mani costituiscono un vero e proprio rifugio per i germi, dei quali circa il 20% è rappresentato da microrganismi non patogeni, che risiedono normalmente sulla cute senza creare danni. A questi, però, possono aggiungersi virus e batteri che circolano nell’aria o con cui veniamo in contatto toccando le più diverse superfici. Quando trovano un ambiente ideale, i germi vi si annidano e, se le condizioni ambientali lo consentono, proliferano moltiplicandosi ad un ritmo impressionante. Possono sopravvivere per ore sulle superfici: giocattoli, telefoni, maniglie, tavoli, tastiere del computer, asciugamani o altri oggetti e da qui possono essere trasmessi al naso, alla bocca o agli occhi, semplicemente attraverso le nostre mani. I germi patogeni che si annidano sulla nostra pelle possono essere responsabili di molte malattie, dalle più frequenti e meno gravi, come l’influenza e il raffreddore, a quelle più severe come il tifo, l’epatite A, il colera, la toxoplasmosi. Proprio partendo da queste importanti considerazioni, il lavaggio delle mani è considerato il mezzo di prevenzione più efficace, la misura più importante per prevenire la diffusione delle infezioni. Quando vanno lavate le mani? Sicuramente prima di mettersi a tavola, di cucinare, di applicare o rimuovere le lenti a contatto, di somministrare farmaci, medicare o toccare una ferita. Inoltre dopo aver tossito, starnutito o soffiato il naso, essere stati a stretto contatto con persone ammalate o toccato animali, aver usato il bagno, cambiato un pannolino, maneggiato cibo crudo (in particolare carne, pesce, pollame e uova), usato un telefono pubblico, maneggiato soldi e/o spazzatura, usato un mezzo di trasporto (bus, taxi, auto ecc.), aver soggiornato in luoghi molto affollati, come palestre, sale d’aspetto di ferrovie, aeroporti, cinema ecc. Il lavaggio delle mani ha lo scopo di rimuovere i germi patogeni presenti sulla cute, attraverso un’azione meccanica, ma non basta aprire il rubinetto e passare le mani sotto il getto dell’acqua per eliminare il problema. Ecco alcune semplici regole per un efficace e igienico lavaggio delle mani, sempre seguendo le linee guida del Ministero della Salute: 1) Utilizza sapone (meglio quello liquido della saponetta) e acqua corrente, preferibilmente calda. Il sapone liquido non è esposto all’aria e quindi non

permette ai germi di proliferare, come invece può accadere sulla superficie della saponetta. 2) Applica il sapone su entrambi i palmi delle mani e strofina sul dorso, tra le dita e nello spazio al di sotto delle unghie (dove si annidano più facilmente i germi), per almeno 40-60 secondi. 3) Risciacqua abbondantemente con acqua corrente. 4) Asciuga le mani possibilmente con carta usa e getta o con un asciugamano personale pulito o con un dispositivo ad aria calda. 5) Non toccare rubinetti o maniglie con le mani appena lavate. Per chiudere il rubinetto usa una salviettina pulita, meglio se monouso. 6) Applica, eventualmente, una crema o lozione idratante per prevenire le irritazioni, in caso di detergenti troppo aggressivi o dopo lavaggi prolungati. Per rimuovere i germi dalle mani è sufficiente il comune sapone, ma, in assenza di acqua, puoi ricorrere ai cosiddetti hand sanitizers (igienizzanti per le mani), a base alcolica. Questi prodotti vanno usati quando le mani sono asciutte, altrimenti non sono efficaci. Se li usi frequentemente, inoltre, possono provocare secchezza della cute. In commercio esistono anche detergenti con azione battericida, ma attento a non abusarne, perché potrebbero aumentare la resistenza batterica alle infezioni. I saponi con disinfettanti o antisettici hanno senso soprattutto in alcune circostanze, come in ospedale. Le mani sporche degli operatori sanitari, infatti, sono le prime responsabili della diffusione di infezioni ospedaliere.

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Vitamina C, la nostra migliore amica di Chiara Baldetti

Che la vitamina C faccia bene alla salute, in particolar modo d’inverno, non è una novità, anzi, lo sapevano anche le nostre nonne che ci tenevano a farci mangiare la frutta a fine pasto e la spremuta d’arancia a colazione. Ma come mai è così importante assumere il giusto apporto di questa vitamina? E dove la possiamo trovare in maggiore quantità? La vitamina C, o acido L-ascorbico, è un composto organico idrosolubile ad azione antiossidante, essenziale nell’uomo ma non in tutti i mammiferi, spesso utilizzato in forma salina (ascorbato) che svolge nell’organismo molteplici funzioni. La principale è lo stimolo del sistema immunitario, particolarmente necessario durante il periodo invernale. Tra le sue altre funzioni: facilita l’assorbimento del ferro, riduce i danni causati dai conservanti alimentari, interviene nella produzione del collagene e nella sintesi di alcuni ormoni e neurotrasmettitori e, grazie al già menzionato effetto antiossidante, contrasta le tossine di fumo e inquinamento e protegge la pelle dai raggi ultravioletti. Il nostro organismo non è in grado di pro-

durre vitamina C autonomamente, ecco perché si rende indispensabile un apporto da fonti alimentari esterne quali frutta e verdura o integratori. Sono ricchi di vitamina C tutti gli agrumi, con in testa l’Acerola (ben 1600 mg ogni 100 grammi), che però non è ancora ben commercializzata in Europa, a seguire kiwi, ribes nero e fragole, ma anche peperoni dolci, peperoncino, prezzemolo, cavolfiore, patate dolci, broccoli, cavolini di Bruxelles... Ecco una tabella esplicativa in questo senso:

CONTENUTO NEGLI ALIMENTI* Alimento Peperoni gialli Timo fresco Peperoncini piccanti Buccia di arancia Prezzemolo Buccia di limone Peperoni rossi, dolci Prezzemolo secco Pomodori secchi, sottolio Kiwi Broccoli Cavoletti di Bruxelles Aneto Chiodi di garofano Zafferano Peperoni verdi Pepe Cayenna Peperoni, lessi Cavoletti di Bruxelles, surgelati Arance, con la buccia Giuggiola Crescione Broccoli, lessi Rosmarino secco Piselli, senza baccello Foglie di rapa Fragole Erba cipollina Cavolo cappuccio rosso Arance Limoni, senza buccia Santoreggia Dragoncello Timo essiccato Succo di arancia

mg 183.5 160.1 143.7 136 133 129 127.7 125 101.8 92.7 89.2 85 85 80.8 80.8 80.4 76.4 74.4 74.1 71 69 69 64.9 61.2 60 60 58.8 58.1 57 53.2 53 50 50 50 50

(*) Valori in milligrammi presenti ogni 100 grammi di alimento

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Perciò, nella nostra alimentazione invernale dovremo avere cura di inserire questi prodotti quotidianamente, tenendo conto del fatto che il fabbisogno quotidiano di vitamina C si aggira intorno ai 90 mg, ovvero un’arancia media al giorno, anche sotto forma di spremuta, purché questa sia fresca, altrimenti la vitamina C deperisce (fonte: EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare). Infatti, bisogna prestare attenzione non solo alla quantità di vitamina C che assumiamo, ma anche alla modalità di consumo, poiché, pur essendo una sostanza facilmente reperibile, è anche molto labile: l’esposizione al sole, alla luce, la conservazione e la cottura sono tutti elementi che possono farle perdere le sue proprietà. Perciò, cercate di consumare sempre frutta e verdura fresche, conservatele in un luogo chiuso, non esposto a luce diretta, preferitele crude o prediligete la cottura al microonde, al vapore o alla piastra, senza usare l’acqua che vanifica l’efficacia della vitamina C. Se poi non riuscite proprio ad assumere una quantità sufficiente di frutta e verdura fresca, potete sempre ricorrere agli integratori, ma tenete sempre presente che un’alimentazione sana e variata è il primo passo verso il mantenimento della salute, soprattutto d’inverno. Secondo una recente indagine, comunque, gli italiani assumono sufficiente vitamina C durante questa stagione, ma, curiosamente, i fumatori ed ex fumatori ne introdurrebbero una quantità inferiore, pur necessitandone maggiormente rispetto a chi non fuma (una sigaretta elimina circa 20 mg di vitamina C). L’assunzione di vitamina C, in generale, è consigliata per

tutti, ma soprattutto ai bambini e chi è maggiormente a rischio d’infezioni o influenze. Infine, oltre ad essere una valida alleata contro i malanni di stagione, la vitamina C ha dimostrato la sua efficacia ad alte dosi anche contro la leucemia promielocitica acuta (un tipo particolarmente aggressivo di leucemia mieloide). L’indagine è stata svolta in vitro dai ricercatori dell’Università di Siena e, seppure siano necessari ulteriori approfondimenti, pone le basi per degli importanti passi avanti nella lotta contro questa malattia.

Lo scudo della fitoterapia di Francesca Aquino

La fitoterapia, il mondo della natura, sono da sempre considerati ottimi scudi immunitari per il nostro organismo, contro influenze da raffreddamento, tosse e malanni di stagione in genere. Preparati ricavati dalle piante e da elementi naturali che si possono assumere sotto forma di decotti, di gocce disciolte nell’acqua, tinture alcoliche o sciroppi. Ovviamente tutto va assunto dopo i giusti consigli del medico o del farmacista di fiducia, solo così il risultato sarà efficace e salutare.

Influenza

Regola numero uno: rinforzare. E allora la sindrome influenzale si può prevenire assumendo Echinacea (il consiglio è di 30 gocce al giorno per gli adulti, 10 gocce per i bambini). Gli allergici e chi è in terapia con altri farmaci consultino comunque sempre prima il medico o il farmacista. L’Echinacea, per esempio, è controindicata per chi ha malattie autoimmuni. Altre

piante efficaci il Ribes Nigrum (servono 40 gocce in poca acqua per gli adulti, 20 gocce per i bambini) oppure la Rosa canina (40 gocce al giorno per gli adulti nei mesi invernali e 20 gocce al mese per i bambini da novembre a marzo).

Mal di gola

Se il fastidio è il mal di gola si possono prendere 3 volte al giorno 20 gocce di Propoli dopo averle disciolte in acqua o messe su un cucchiaino di miele o su una zolletta di zucchero. In alternativa 30 gocce di Erisimo per 3 volte al dì, diluite in poca acqua.

Raffreddore

Contro il raffreddore si può seguire una terapia che prevede 2-3 fiale al giorno di Rame, un oligoelemento dall’azione antinfiammatoria. Il rame è possibile associarlo all’Echinacea, all’Abies Pectinata, al Ribes Nigrum e alla Rosa Canina (30 gocce di ciascun ma-

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Dossier

cerato glicerico in poca acqua da prendere 3 volte al giorno prima dei pasti).

Tosse

Fastidiosa fino all’estremo, per combattere la tosse secca viene consigliata la Drosera (30 gocce 3 volte al dì, sciolte in un po’ d’acqua). Contro quella catarrosa sono molto efficaci il Balsamo del Tolù (40 gocce da assumere 3 volte al giorno diluite in poca acqua) e il Sambuco (mezzo bicchierino di succo fresco 3 volte al dì). Esistono anche sciroppi con miscele omeopatiche efficaci e sicuri per adulti e bambini.

Per riprendere tono

Per rimettersi in forma e combattere la spossatezza fisica è utile l’Eleuterococco (40 gocce diluite in un po’ d’acqua da prendere ogni mattina, appena svegli), ma anche il Ginseng (4 gocce al mattino) e la Pappa reale (mezzo cucchiaio per gli adulti e una punta di cucchiaino per i bambini, al mattino). Il Ginseng non è consigliato agli ipertesi. Per chi invece è già debilitato da deficit immunitari c’è l’Astragalus Membranaceus, una leguminosa di origine cinese controindicata per chi è in terapia con immunosoppressori e anticoagulanti.

E NON DIMENTICATE LA MAGLIA DELLA SALUTE… di Benedetta Ceccarini

Il rimedio al rigido inverno, una seconda pelle, si chiama “maglia della salute”. Un tempo nei nostri cassetti c’era solo quella di lana, oggi si è evoluta, attraverso la sua leggerezza e la sua capacità di isolare il corpo in una sorta di nido termico che permette di vivere tutte le situazioni climatiche in pieno benessere. Le aziende di settore ci hanno messo del loro per renderla più “appetibile” ed affascinante, rivisitandola nel taglio (completamente modellato), con scollo a “V” e tondo, sbracciata (meglio chiamarla a vogatore). E così, pian piano, da muratori, operai, artigiani che la indossavano tutti i giorni in bella vista, la maglia della salute ha iniziato a contagiare anche gli impiegati un po’ borghesi, che se la nascondevano sotto il secondo bottone della camicia, fino ed essere adottata da manager e dirigenti ed ora anche da adolescenti, teenager e universitari, diventando un indumento alleato. Che poi sia a maniche lunghe o corte non fa differenza, l’essenziale è che protegga il tronco, la parte più importante da tenere coperta. Ciò che conta veramente è il tessuto. Se, infatti, può essere vero che la lana tiene molto caldo, è altrettanto vero che è ruvida a contatto con la pelle e può provocare irritazioni nei soggetti più sensibili. Insomma chi ha la pelle delicata

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o soffre di allergie cutanee, dovrebbe starne alla larga: la lana raccoglie più sudore, che accelera la penetrazione degli allergeni. Per questo, la soluzione ideale è senza dubbio il cotone che non dà alcun problema. Sul mercato esistono magliette che uniscono le qualità del cotone con i pregi della lana, oltre a quelle in microfibra, un tessuto ottimo quando fa molto freddo perché può fare da isolante ed è straordinariamente caldo. Ma attenzione, può causare irritazioni se la maglia è troppo stretta o se resta a contatto della pelle per un periodo molto lungo. Le maglie in seta, infine, possono contare su un tessuto naturale che tiene più caldo del cotone e dà meno problemi alla pelle di quanto non faccia la lana. Il vero inconveniente è il costo, sempre abbastanza alto. E poi si macchia e si rovina con facilità. Le raccomandazioni delle nonne, poi delle mamme, in sostanza sono sempre valide: indossarla riduce davvero i rischi di prendersi un raffreddore, l’insorgere del mal di schiena e di dolori articolari alle spalle, azzerando i problemi causati dai colpi di freddo ed inoltre assorbe il sudore e crea una intercapedine di calore uniforme e costante tra pelle e ambiente. Proprio come una corazza che difende il corpo dagli sbalzi di temperatura. ■




Signore rughe Una ricerca svela le precauzioni delle donne italiane: prevenzione affidata a creme specifiche e alimentazione di Chiara Baldetti*

Per un’italiana su 4 la comparsa della prima ruga si aggira intorno ai 30 anni, segno che le nuove generazioni invecchiano più tardi rispetto a quelle precedenti. Il motivo di questa buona notizia è che le

donne italiane hanno imparato a prendersi finalmente cura della propria pelle prevenendo i segni del tempo piuttosto che correndo ai ripari all’ultimo momento, magari con l’uso della chirurgia estetica.

Nella maggior parte dei casi (38,8%) la prima ruga compare intorno agli occhi, e gli esperti dicono che i segni del tempo più temuti sono le zampe di gallina e i segni sulle labbra chiamati “codice a

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barre”, ma 6 donne su 10 hanno dichiarato di non credere più ai rimedi miracolosi, ma piuttosto si affidano ad una cura costante della propria persona e all’accettazione del tempo che passa. A rivelare questo ritratto inedito delle italiane allo specchio è la ricerca “Le donne italiane e le rughe” realizzata da Johnson & Johnson con Astraricerche, attraverso 803 interviste online a un campione di donne tra i 25 ed i 60 anni. Nel dettaglio è emerso che circa il 30% delle italiane comincia a prendersi cura della propria pelle tra i 20 e 29 anni con precauzioni che vanno da una

maggiore attenzione all’esposizione solare (60%) all’alimentazione (45%), ad un uso costante di una crema antirughe specifica (35%). Davanti allo specchio nessuna illusione: quando la prima ruga fa la sua comparsa le donne scattano all’attacco, ma senza esagerare: il 60% delle intervistate ha dichiarato di accettare le rughe, pur cercando di rimandarle e ridurle, il 25,2% convive serenamente con i segni dell’età ed un ridotto 8,6% le combatte con tutti mezzi possibili. La ricerca ha anche dimostrato che le italiane sono particolarmente informate e attente, ben il 26,8% di

I benefici del retinolo Professore, che cos’è il retinolo e come agisce sulla pelle? “Il retinolo è una molecola derivante dalla vitamina A e appartenente alla più ampia famiglia dei retinoidi. In quanto derivante dalla vitamina A, il retinolo è presente in alimenti come le uova, latticini, frutta e ortaggi, tra cui pomodoro, carota, peperone, ma anche ortaggi a foglia verde come lattuga, asparagi e broccoli. Questa molecola è molto interessante in ambito dermatologico, perché numerosi studi hanno ampiamente dimostrato che il retinolo è in grado di stimolare il rinnovamento cellulare della pelle, fornendo collagene e fibra elastica, e quindi di ritardare i processi responsabili dell’invecchiamento cutaneo”. Quali sono i limiti legati al suo utilizzo cosmetico e quali i progressi compiuti dalla ricerca scientifica in questo ambito? “A differenza delle altre molecole retinoidi, come l’acido retinoico, impiegate a livello farmacologico, il retinolo ha un utilizzo di tipo cosmetico, che richiede grande attenzione per evitare qualsiasi effetto potenzialmente infiammatorio sulla pelle. Il limite principale

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loro è in grado di sfruttare al meglio i vantaggi dell’uso combinato dei tanti rimedi disponibili. Ma le creme antirughe funzionano davvero? Le italiane si dividono tra il 56,6% che ritiene che non ci sia nulla di veramente efficace contro le rughe, il 58,9% che ritiene che le creme sono efficaci solo se utilizzate non appena le rughe compaiono e il 56% che ritiene che le creme antirughe funzionino, ma che i risultati non sono immediati. Tra gli ingredienti più conosciuti e ritenuti più efficaci contro le rughe i protagonisti sono l’acido ialuronico e il retinolo.

Intervista al prof. Enzo Berardesca, Direttore del Dipartimento di Dermatologia Infiammatoria ed Immunoinfettivologica dell’Istituto Dermatologico San Gallicano, di Roma

dei retinoidi è, infatti, rappresentato dal loro effetto lievemente irritante e dalla loro fotosensibilità. I progressi della ricerca cosmetica hanno reso possibile la stabilizzazione della molecola di retinolo e hanno significativamente ridotto il suo potenziale irritante sulla pelle. Oggi il retinolo utilizzato in ambito cosmetico non è irritante né fotosensibile e questa molecola ha un ruolo chiave nella cosmetica antiaging”. In che cosa consiste la formula brevettata al retinolo “attivo”? “Rappresenta una novità nell’utilizzo della molecola di retinolo. La formulazione contiene, infatti, una combinazione di tre elementi, che agendo simultaneamente generano un effetto anti-aging potenziato. La molecola di retinolo è stabilizzata in modo da permettere un graduale assorbimento e rilascio intracellulare che ne riduce il potenziale irritante e minimizza il degrado causato dalla luce. L’effetto del retinolo è inoltre potenziato grazie alla presenza di un’altra sostanza, nota come DMC (diidrossi-metil-cromone), che ha un’azione anti-infiammatoria e, oltre a garantire tollerabilità

anche per le pelli più sensibili, permette di utilizzare una concentrazione più attiva di retinolo. A questi due elementi si aggiungono frammenti di acido ialuronico, che è ampiamente utilizzato in cosmetica come riempitivo e per i suoi effetti sul tono cutaneo. L’azione combinata di questa “tripletta” di retinolo, acido ialuronico e DMC, migliora la struttura cutanea e contrasta l’invecchiamento della pelle. Gli studi clinici effettuati con questa nuova formulazione hanno evidenziato un buon profilo di efficacia, sicurezza e tollerabilità sulla pelle, con miglioramenti visibili di vari parametri, tra cui l’aspetto levigato e luminoso della cute e un alleviamento delle rughe”. In futuro, dove si sta concentrando la ricerca scientifica per prevenire e combattere i segni del tempo? “La ricerca è in costante evoluzione e si concentra per lo più sulla stimolazione del rinnovo cellulare per ritardare e contrastare l’invecchiamento. Tra le numerose aree di studio ci sono l’ingegneria genetica, l’utilizzo delle cellule staminali e l’impiego cosmetico di sostanze antiossidanti”.


I segni del tempo A cura del prof. Stefano Zuffi, storico dell’Arte

(foto 1) Pieter Paul Rubens “Quattro filosofi”

hanno avuto una doppia valenza. Il volto segnato profondamente dai solchi dell’età è stato da sempre considerato una prerogativa dell’uomo saggio. Le immagini e rappresentazioni di filosofi sono caratterizzate da volti segnati dalle rughe, come se le rughe fossero un segno iconografico della profondità di pensiero e della considerazione nei confronti di questi personaggi. Ne è un esempio il filosofo Seneca, rappresentato con un volto molto segnato dalle rughe, quasi a dimostrazione della sua intensità e grandezza intellettuale (foto 1). A differenza delle rappresentazioni maschili, le rughe si riscontrano il meno possibile nelle rappresentazioni femminili. La bellezza femminile è rappresentata attraverso la floridezza delle forme, la grazia dei tratti e il candore intatto dell’incarnato. Numerosi esempi di arte rinascimentale mostrano donne dalla pelle luminosa e levigata. Le dame e le fanciulle ritratte nel Rinascimento erano poco più che bambine. Anche se oggi le pensiamo come donne, la vera età di personaggi come “La dama con l’ermellino” di Leonardo, le duchesse che si alternano al comando degli stati italiani ritratte in numerosi dipinti ri-

(foto 2) Johannes Vermeer “La ragazza con l’orecchino di perla”

(foto 4) J.A. Dominique Ingres “La grande odalisca”

L’attenzione nei confronti del proprio aspetto e in modo particolare nei confronti della vitalità e freschezza della pelle è una caratteristica storica che si ritrova nei secoli e non è una prerogativa esclusivamente femminile, ma anche nell’uomo si riscontra storicamente il desiderio di apparire più giovane e contrastare i segni del tempo. Nel corso dei secoli questa attenzione ad un aspetto giovane ha avuto numerosi riflessi artistici e iconografici. In particolare, nella storia dell’arte le rughe

nascimentali, o la famosa “Ragazza con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer si colloca intorno ai quindici anni (foto 2). L’aspetto giovane e la pelle perfettamente liscia esaltati dalla pittura rinascimentale sono da attribuirsi anche alle forme abbondanti delle donne, che unite alla giovane età e all’incarnato particolarmente chiaro si associavano ad una pelle fresca e levigata, lo testimoniano opere come “La Venere” di Tiziano e di Botticelli (foto 3). I canoni della bellezza femminile erano, infatti, profondamente diversi rispetto a quelli attuali e le forme femminili abbondanti erano apprezzate ed esaltate. La morbidezza e la formosità contribuivano quindi a un incarnato particolarmente florido, reso magistralmente nelle tele di grandi come Tiziano, Tintoretto e Ingres (foto 4). ■

(foto 3) Tiziano “La Venere di Urbino”

(*) fonte Johnson & Johnson con Astraricerche

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Sudafrica, lo spettacolo della natura

Un Paese che mette insieme due oceani, 300 riserve naturali e 19 parchi, vita notturna, arte, cultura e silenzi maestosi… Testo e foto di MARIA PIA PEZZALI giornalista, scrittrice e viaggiatrice

Esistono, al mondo, luoghi senza tempo. Senza spazio. Senza età. È il caso del Sudafrica dove un viaggio alla sua scoperta può essere il Cupido che colpisce dritti dritti al cuore. Dieci, soltanto dieci giorni tra terra, mare, riserve naturali e città mozzafiato sono stati ben più che sufficienti a farmi capire quanto questa punta d’Africa abbia da offrire. Un brivido. È quello che mi corre lungo la schiena quando penso all’incontro con il grande Squalo

Bianco a Gaans Bay, al Toro nella grotta di Rocktail Bay, ai coccodrilli e agli ippopotami, per fortuna questi ultimi due navigando sopra un guscio di lamiera nelle acque del fiume. Ma i palpiti arrivano anche pensando ai grandi silenzi, ai soli rumori della foresta, ai tramonti infiniti. Alle albe trascorse in fuoristrada lungo sentieri sterrati, quando qualche ramo troppo basso mi inzuppava di rugiada. Niente è ordinario quaggiù.

Scoprire Cape Town

Il Sudafrica ospita la tradizionale savana e vita selvatica africana, spiagge sull’oceano indiano, stupende catene montuose, città all’avanguardia e deserti spettacolari. Lo sfondo mozzafiato e le facce sorridenti non finiscono mai. Esso rappresenta, inoltre, il paese con il terzo maggior grado di biodiversità al mondo, vanta la bellezza di diciannove Parchi nazionali, trecento Riserve naturali. Una grande

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terra dove il 13 per cento delle specie animali è endemica insieme a due grandi Oceani che da soli ospitano l’80 per cento delle specie animali marine presenti al mondo. Mal d’Africa? Probabilmente si. Un male che però, attenzione, colpisce anche visitando città come Cape Town, elegante, vivace, colta. In una parola: emozionante. Città del Capo, immersa in strepitosi paesaggi naturali, ha tutto ciò che serve per ambire al titolo di più bella del mondo. Nel pieno centro della città si innalzano due vette spettacolari (Devil’s Peak e Lion’s Head) con, alle spalle, il grandioso altipiano di Table Mountain, simbolo della capitale. Infine, un imponente promontorio di rocce sferzate dal vento che separa l’Oceano Atlantico da quello Indiano, si allunga poderoso sulle acque. È il Capo di Buona Speranza (erroneamente considerato il punto più meridionale del Continente Nero titolo che, al contrario, spetta a Cape Agulhas, 150 km più a Est), per secoli sogno ed incubo dei navigatori fin da quando, nel 1488, Bartolomeu Dias riuscì nell’impresa di doppiarlo. Aprì cosi la strada a Vasco de Gama e all’era moderna delle grandi esplorazioni marittime.

Una sosta in città è obbligata e non posso che consigliarvi, oltre che di visitare il Two Oceans Aquarium (www.aquarium.co.za) anche di trascorrere una serata al Victoria and Alfred Waterfront, il vecchio porto, oramai convertito a cittadella dello svago. Affollata di negozi e ristoranti dalla specialità più disparate rappresenta uno dei posti più “in” della città. Questa è forse l’Africa che meno ci aspetteremmo di incontrare ma, per noi europei, è anche l’Africa che non lasceremmo mai. Meta del viaggiatore che, quando in Italia il freddo martella le ossa, vola fin qui per non perdersi la straripante fioritura di protee e aloe del meraviglioso giardino formato dall’Eastern e dal Western Cape, ma che alla sera cerca il locale giusto per applaudire un’orchestrina jazz. Come è possibile che tanta magnificenza si concentri in un’unica se pur vasta zona? Come fanno a convivere grandi cetacei (Hermanus è il luogo dove partoriscono le balene), più di 170.000 pinguini, più di un terzo della popolazione africana di otarie, squali Bianchi, Toro e tanto ancora con il pesce pelagico di barriera, le cernie giganti di Rocktail Bay, le murene e quant’altro di più usuale delle calde acque tropicali? Le

Non perdetevi le immersioni in gabbia per vedere da vicino lo squalo bianco

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fredde correnti Antartiche incontrandosi con Cape Aghulas si dividono da una parte confondendosi con il grande oceano Atlantico e dall’altra risalgono ad Est contaminando gran parte del versante orientale sudafricano, robusti esemplari di laminarie ad esempio, tipiche presenze delle fredde acque di Gaans Bay. Così non perdetevi le immersioni in gabbia con Andrè Hartman, il più noto personaggio locale quando si parla di Squalo Bianco. E se a questa latitudine le acque sono ancora fredde e le colonie di otarie attirano i grandi predatori del mare, più a nord, nel Maputaland, si possono fare straordinarie immersioni alla scoperta di una tanto sorprendente quanto incredibile barriera corallina. Incontri con le Potatos Grouper, cernie giganti di oltre 100 Kg, murene maculate ed i Ragged Tooth Shark (Squalo Toro), sono solo alcuni dei “face to face” possibili in queste calde acque.

Vacanza nei lodge

Ma un viaggio in Sudafrica, è molto di più. Non solo mare, dunque, ma anche terra, o meglio, Riserve. Tutti i lodge nei quali si è ospiti, sono in realtà delle strutture relativamente piccole ed esclu-


IL VIAGGIO 10 giorni sono il periodo minimo che consiglio a chiunque voglia vistare il Sudafrica, sia che si tratti della prima volta oppure no. Oggi l’offerta turistica permette di costruire pacchetti personalizzati sulla base delle proprie esigenze, sia in termini di interessi che di budget. Si parte sive, posizionate in luoghi non troppo densamente popolati, all’interno di Parchi o Riserve naturali. L’obiettivo è solo uno: introdurre e gestire un turismo a minimo impatto ambientale. Come la Riserva di Ndumo, nel cuore del Kwazulu Natal con un versante verso il confine col Mozambico meridionale. Al suo interno sarete ospitati dal cottage delle proprietà della Wilderness Safaris, un’organizzazione che mira alla tutela del territorio sudafricano, alla conservazione delle sue specie animali, siano queste terrestri o marine e propone una serie di lodge selezionati costruiti nel massimo

da quote di 900 euro circa a persona per arrivare a 3000 e oltre. Quindi il mio consiglio è quello di rivolgervi a dei professionisti e chiedere loro consiglio. Se intanto volete farvi un’idea della destinazione e di alcuni suoi possibili itinerari, seguite questo link: http://www.viaggiosafari.com/.

rispetto dell’ecosistema con un’architettura a basso impatto ambientale. Il personale al loro interno è locale, poiché una delle prerogative della Wilderness Safaris è lasciare il territorio in mano ai legittimi proprietari, istruendo questi alla tutela dell’habitat e formandoli professionalmente alla gestione di lodge e clienti. Il loro motto, “conservazione attraverso il turismo” mi è stato ampiamente dimostrato dalla cura e dall’attenzione che questa struttura organizzativa, e i suoi uomini e donne, mettono per preservare un habitat tanto raro quanto delicato come quello africano. Dall’aeroporto di Durban al Ndumo

Wilderness Camp occorrono sei ore di fuoristrada. Ma le valgono tutte. Il paesaggio scorre davanti agli occhi. I colori, i volti, i sorrisi della gente restano impressi nelle nostre menti. Non ci si sente “turista”, ma si vive la piacevole emozione del viaggiatore. L’atmosfera è così solitaria e decisamente non urbanizzata che presto sarete parte di quella natura incontaminata. La Ndumo Game Reserve, proclamata tale già dal 1920, rappresenta uno dei più antichi e scenografici parchi di tutto il Sudafrica. La mattina all’alba una guida del lodge vi accompagnerà, in jeep, a piedi, in barca, alla scoperta del

Spettacolari incontri con ippopotami e coccodrilli

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loro patrimonio naturalistico. È un po’ come muoversi sulle punte dei piedi: i movimenti sono lenti, il passo controllato. Aggiungo il silenzio: necessario per osservare, senza essere osservati, gli animali in libertà. La vista sempre all’erta e l’attenzione pure. Ippopotami e coccodrilli sono alcuni degli incontri più spettacolari. E non pensate che i primi siano così “amichevoli” come la pubblicità di una volta voleva farci credere: in un anno si registrano più vittime per attacchi di ippopotamo che di squalo. Meglio pensarci. Vita notturna e natura. Arte, cultura e silenzi maestosi. Paesaggio mozzafiato, Oceani infiniti. Grandi Squali e barriere coralline. Coccodrilli e tartarughe. Cernie giganti e scimmie furtive. Prede e predatori. Tutto lo spettacolo della natura è qui: in mare, sulla terra, nel cielo. Impossibile condensare tanta prorompente bellezza. O forse si. Lasciandosi contagiare dal Mal d’Africa e volare quaggiù. Una volta, due, tre…

Gli animali in libertà vanno osservati in silenzio assoluto

NOTIZIE & CONSIGLI Situata sulla punta meridionale del continente africano, la Repubblica del Sudafrica è bagnata a ovest dall’Oceano Atlantico, a sud e a est dall’Oceano Indiano e confina a nord con Namibia, Botswana, Zimbabwe, Mo-

zambico e Swaziland. Si estende su una superficie pari a cinque volte quella del Regno Unito ed è abitata da circa 35 milioni di persone. Le lingue ufficiali sono l’inglese, l’afrikaans e ben nove idiomi locali.

DA RICORDARE 1) In Sudafrica le stagioni sono invertite rispetto all’emisfero boreale. I mesi più freddi sono giugno e luglio, mentre l’estate va da dicembre a febbraio. Il clima è temperato e mite tutto l’anno. 2) La guida è a sinistra e per il noleggio di un’auto è sufficiente essere in possesso della patente italiana.

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3) La valuta locale è il rand (1 euro vale circa 13,67 rand). In Sudafrica le mance non sono obbligatorie e nei conti degli alberghi e dei ristoranti non viene normalmente aggiunto il servizio, che può essere tuttavia riconosciuto a discrezione del cliente con una mancia pari a circa il 10 per cento del totale. ■




Bon ton e salute Rispolverare le buone maniere in molte occasioni significa ottenere maggiore igiene e... forma fisica di Maria Mazzoli

E se le regole del bon ton apportassero benefici anche alla salute? Applicandole si guadagnerebbe due volte: in buona educazione e in forma fisica. Suggerire di mettere in pratica alcune norme del famoso e vecchio trattato scritto, tra il 1551 e il 1555, dall’ecclesiastico e letterato monsignor Giovanni Della Casa, po-

trebbe farvi sorridere. Eppure il galateo, anche sulla salute, ha i suoi vantaggi. Avere un buon portamento fa bene alla schiena, lavarsi le mani abbatte i germi, portare le calze aiuta la circolazione. Divertitevi a leggere quanto segue e vedrete che mettere in pratica il bon ton... non è solo questione di etichetta!

Soffia il naso e richiudi subito il fazzoletto. Siamo in piena stagione invernale e tra uno starnuto e l’altro capita spesso di soffiarsi il naso... ma “non si vuole, soffiato il naso, aprire il moccichino e guardarvi dentro, come se perle e rubini ti dovessero essere scesi dal Calabro”, recita il galateo. Una regola mai stata più utile, visto che

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il muco e le secrezioni nasali sono piene di batteri e virus. Quindi, non solo è poco fine riguardarselo, ma soprattutto poco igienico. Starnuti e colpi di tosse sempre con la mano davanti alla bocca. Inutile commentare: questa è una buona educazione che serve a non mandare a spasso germi e batteri, contagiando chi sta vicino. Quando si mangia si tiene la bocca chiusa. Così si evita di regalare, al commensale che si ha di fronte, il poco gradito spettacolo del cibo masticato. Una scorretta abitudine che fa incamerare aria, favorendo l’inalazione del cibo nelle vie respiratorie, con il rischio di soffocamento. Per evitare che il cibo vada di traverso torna utile pure il consiglio “con la bocca piena non bisogna bere e ancor meno parlare”. Mangiare tenendo la bocca chiusa è una regola che, comunque, riduce gli effetti poco decorosi del dopo pasto, come eruttazioni e singhiozzi. Niente mani, solo posate. “Non si deve toccare il cibo con le mani, tranne il pane ed alcuni frutti”. Sarete più eleganti a tavola e terrete lontani anche i germi. Non ingozzarsi. Non sta certo bene farsi vedere affamati come lupi, tanto meno divorare un piatto stracolmo. Non abbondare è antico segno di nobiltà, ma ridurre le porzioni è anche un buon metodo per perdere qualche chilo senza soffrire per inutili privazioni di cibo. E ricordatevi: la prima fase della digestione avviene nella bocca, masticando lentamente. La scarpetta? Meglio di no. Pulire il piatto con il pane? Anche se quel sughetto sul fondo fa gola, non si fa. E si rischia solo di mangiare altro pane, facendo lievitare l’introito giornaliero di carboidrati, a discapito del peso forma.

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Non mangiare con la testa nel piatto. Per il galateo “non è il viso che si avvicina alla portata, ma la forchetta che viene portata alla bocca, restando dritti”. Del resto… nel piatto potrebbero finire anche i capelli! Non pescare nel vassoio con le proprie posate. “Ci si serve dal piatto di portata con le apposite posate e non con la propria forchetta già usata per servirsi ancora”. Una questione di bon ton, ma anche di rispetto: se si usa la posata messa in bocca per prendere del cibo, si rischia di contaminare quello che mangeranno gli altri. Ugualmente il cucchiaino con cui si è già mescolato il tè o il caffè non può essere utilizzato per prendere altro zucchero dalla zuccheriera. Mai afferrare il bicchiere dal bordo. Con le mani si tocca di tutto, che siano quindi un ricettacolo di germi ormai lo sanno anche i muri. Se si afferra un bicchiere dal bordo, oltre che un gesto di maleducazione si aumenta il rischio di contagio, visto che poi ci si appoggia la bocca. Aboliti gli stuzzicadenti. “Non è ammesso usare stuzzicadenti per rimuovere i pezzetti di cibo che si sono incagliati nei denti”, è anche un consiglio utile per mantenere una bocca sana. Se il fastidio è insopportabile si chiede scusa agli altri commensali e si va un attimo in bagno. Ma per rimuovere il cibo si usa il filo interdentale! Rispolverare i sottobottiglia. La tavola ne guadagna esteticamente, ma c’è anche un motivo igienico: la bottiglia dell’acqua o del vino potrebbe aver accumulato un bel po’ di germi, viaggiando dagli stabilimenti di produzione al supermercato. Un sottobottiglia lavabile e una brocca possono essere una garanzia di maggiore igiene. Minimo,

comunque, bisognerebbe pulire sempre il fondo della bottiglia, prima di poggiarla sulla tovaglia. Camminare con la testa dritta. Pancia in dentro, petto in fuori e spalle basse non bastano per assumere una posizione corretta. Occorre anche fare attenzione a non tenere la testa inclinata, all’indietro oppure in una posizione obliqua, ma dritta e con il mento in giù. Sapete quanto contribuisce a prevenire il mal di schiena sforzarsi di camminare con una postura eretta? Allora applicatevi! Non mangiarsi le unghie. Oltre che antiestetico, rosicchiarsi le unghie non è igienico: attraverso la saliva, i germi proliferano. Con le mani si tocca ogni cosa (si stringono quelle di un altro, si toccano i soldi, gli oggetti presi da altri, etc.). Se si frequentano luoghi pubblici c’è il rischio di prendersi anche qualche malattia a trasmissione intestinale come parassiti e salmonelle. Ecco perché, per lo stesso motivo, sarebbe meglio lavarsi le mani prima di fumare. Non giocare con i capelli. Lo raccomandano igienisti e dermatologi: lo sporco della testa finisce nelle mani e quello delle mani finisce sul cuoio capelluto, favorendo il rischio di dermatiti seborroiche. Le calze? Anche d’estate. Ora è inverno, ma il galateo, a una cerimonia, prevede di indossarle sempre, anche d’estate. Sempre più spesso, però, molte donne ne fanno volentieri a meno, spose comprese. Il fatto è che le calze, soprattutto quelle a compressione graduata, apportano benefici: sono la terapia più efficace per prevenire l’insorgere e l’aggravarsi dei problemi di circolazione agli arti inferiori. Stare a lungo in piedi, portare i tacchi alti e il caldo sono solo alcune delle cause principali che concorrono all’aumento della pressione venosa. ■



È possibile prevenire 3 ICTUS SU 4 causati da Fibrillazione Atriale Sapere o meno se si ha la Fibrillazione Atriale è il primo passo verso la prevenzione dell’Ictus valentemente gli anziani, ma solo in Italia esistono più di 30.000 persone giovani che ne sono state colpite, anche in modo invalidante. Come prevenire l’ictus? Con una vita sana (non fumando, facendo attività fisica, alimentandosi correttamente, non abusando di alcool e droghe) e controllando Pressione Arteriosa, Fibrillazione Atriale, Colesterolo e Glicemia. uesta è la raccomandazione di tutte le associazioni impegnate per la lotta all’Ictus come la National Stroke Association o ALICe (Associazione per la Lotta all’ICTUS Cerebrale). Ma cosa sono l’Ictus e la Fibrillazione Atriale?

Q

Cos’è un ictus, come prevenirlo e cos’è la Fibrillazione Atriale Un Ictus per il cervello equivale ad un infarto per il cuore: anche per il cervello, infatti, una fitta rete di “tubature” (arterie) fornisce continuamente ad ogni parte, il sangue necessario per il corretto funzionamento. Se questo flusso viene interrotto, quella parte del cervello perde l’apporto di ossigeno e subisce un danno, anche molto grave. L’Ictus rappresenta la prima causa di invalidità e la terza causa di morte; si crede che colpisca pre-

2 Ictus su 3 potrebbero essere evitati con stili di vita adeguati ed individuando i fattori di rischio. Cos’è la Fibrillazione Atriale? La Fibrillazione Atriale è un disturbo del battito cardiaco: il cuore batte in modo irregolare e perde la capacità di contrarsi in modo coordinato, causando un “ristagno” di sangue e il rischio di formazione di coaguli (grumi solidificati di sangue). I coaguli possono immettersi nella circolazione sanguigna e arrivare al cervello causando un Ictus Ischemico. La Fibrillazione Atriale è l’anomalia del ritmo cardiaco più comune nella popolazione adulta. In Italia colpisce circa 1.000.000 di persone, con 120.000 nuovi casi ogni anno. I dati si riferiscono solo ai casi accertati, ma quelli totali sono in realtà ben più numerosi perché

molte persone che ne soffrono non presentano disturbi e ignorano di avere questo problema. La Fibrillazione Atriale è causa di 1 Ictus su 5 ed è quindi un importante fattore di rischio.

Chi é a rischio, quali sono i sintomi e come scoprire la Fibrillazione Atriale La Fibrillazione Atriale colpisce mediamente il 2% degli adulti. Il rischio di FA cresce con l’età: 1 persona su 4, oltre i 40 anni, presenta elementi di rischio per la comparsa di FA. Le caratteristiche associate ad elevato rischio di Fibrillazione Atriale sono: ● età oltre 65 anni ● ipertensione ● obesità ● diabete ● problemi cardiaci ● disfunzione tiroidea ● apnee notturne ● broncopatie croniche ostruttive ● insufficienza renale ● abuso di bevande alcooliche e cocaina. I sintomi più comuni della Fibrillazione Atriale sono: ● senso di battito cardiaco “strano”, irregolare e/o veloce ● difficoltà nel respirare sotto sforzo (dispnea) ● facile affaticamento (astenia).


Molte persone affette da Fibrillazione Atriale non presentano sintomi (Asintomatica), specialmente quando la frequenza cardiaca non è eccessiva. La Fibrillazione Atriale Asintomatica è particolarmente pericolosa perché la persona che ne soffre non viene avvertita dal proprio corpo e averla senza sentirla vuol dire non curarla aumentando notevolmente il rischio Ictus. Cosa fare per scoprire la fibrillazione atriale? In circa un terzo dei casi la Fibrillazione Atriale rimane asintomatica e non è diagnosticata. Spesso inoltre la Fibrillazione Atriale si presenta in forma Parossistica (va e viene). È quindi indispensabile un approccio proattivo di medici, farmacisti e pazienti che permetta di generare il sospetto di Fibrillazione Atriale controllando il proprio battito cardiaco attraverso la palpazione del polso o misuran-

dosi la pressione arteriosa con apparecchi automatici dotati di algoritmi (validati) in grado di indicare la possibile presenza di Fibrillazione Atriale. Gli apparecchi validati per lo screening della Fibrillazione Atriale devono riportare chiaramente nel manuale d’uso o nella confezione questa indicazione d’uso. Le funzioni per la rilevazione del “battito irregolare” (IHB - Irregular Heart Beat) previste in molti apparecchi per la misurazione della pressione arteriosa non sono in grado, se non specificatamente documentato e previsto, di effettuare un accurato screening della Fibrillazione Atriale.

L’importanza dello screening e la cura della Fibrillazione Atriale La cura della Fibrillazione Atriale La Fibrillazione Atriale e le conseguenze ad essa correlate possono essere curate o tenute sotto controllo soprattutto se diagnosticate in tempo. Per maggiori informa-

(*) Stime pubblicate nelle linee guida NICE-NHS (Sistema Sanitario Nazionale Inglese) e applicate ai dati di prevalenza sulla FA in Italia.

zioni chiedi al tuo medico curante. La prevenzione dell’Ictus in Farmacia Le farmacie sostengono la campagna per la prevenzione dell’Ictus e lo screening della Fibrillazione Atriale della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). Per maggiori informazioni chiedi al tuo farmacista o rivolgiti al tuo medico di fiducia. Grazie all’introduzione progressiva di nuovi servizi professionali e tecnologie anche per uso domiciliare, le farmacie sono in grado di rispondere alle crescenti esigenze di salute ed essere sempre più vicini al cittadino. Al tuo farmacista puoi sempre rivolgerti con fiducia! ■

Dati recenti dimostrano come lo screening della Fibrillazione Atriale, unitamente alla misurazione della Pressione Arteriosa può contribuire a: evitare 2.500 Ictus fatali e far risparmiare 250.000.000 euro alla collettività*.

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OPTIMASALUTE

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Oroscopo di Rolando Rossi giornalista e scrittore, studioso di astrologia, magia, cabala e scienze antiche

2014 segno per segno

ARIETE

dal 21/03 al 20/04

Salute e vita: sostenuti da potenze astrali importanti, ve ne starete in attesa della conferma dei buoni risultati: e se opererete bene anche nella seconda parte dell’anno dovrebbero arrivare i frutti maturi e dorati di ricchezza economica, che insieme alla buona salute gusterete con maggior delizia. Sentimenti: già nei primi mesi dell’anno dovreste gioire per quello che possedete o comunque non vi dovrebbero mancare le possibilità per nuove e più fortunate relazioni. Studio e lavoro: fino a maggio dovrete accontentarvi di quello che avete, poi quando gli alberi si vestiranno di verde ed i prati fioriranno, sorprese piacevoli dovrebbero arrivare per convincervi dell’esistenza della fortuna ignota, come i ciuffi verdi del grano che risalgono dal sottoterra misterioso per portare ricchezza e nuova vita.

TORO

dal 21/04 al 20/05

Salute e vita: fin dai primi mesi dell’anno vi libererete dalla malinconia che vi ha dominato con i ricordi spiacevoli, ma quando il sole ritornerà nel vostro segno per farvi festeggiare con il mondo addobbato di rose in fiore, delle piacevoli novità dovrebbero farvi gioire insieme a la buona salute che già possedete. Sentimenti: a giugno quando Venere vi verrà in aiuto con il primo sole caldo, vi metterete in movimento per incontrare personaggi abituati ad immergere le mani nei colori variopinti della vita sentimentale, per aiutarvi a dimenticare il passato dal destino troppo avaro di durature combinazioni. Studio e lavoro: voi pionieri su questa terra, sarete costretti ancora ad aiutare popoli in fuga dai loro mondi per cercare nuova vita, perché con le casseforti piene di esperienza v’impegnerete ad insegnare anche la semplice arte della sopravvivenza.

GEMELLI dal 21/05 al 21/06

Salute e vita: l’inizio sarà all’insegna dell’energia naturale e se non vi siete risparmiati nelle buone terapie ed in allenamenti atletici, dovrebbe durare fino a tutta l’estate. Le piccole dissonanze di primavera si esauriranno a breve e, siccome il saggio non è cieco e fissa le sue attenzioni sul bene comune, anche voi cercate di non risparmiarvi in questa filosofia, ne trarrete il massimo giovamento personale. Sentimenti: collaborate con l’operato della carità collettiva perché inondi di aiuti concreti i lamenti dei popoli che soffrono in questo momento. Intanto nella vastità di un tramonto guarderete stupefatti il fenomeno dell’alta e bassa marea come l’alternanza degli umori umani. Questo metterà in evidenza anche il poco valore di alcuni amici e lo scarso impegno della classe dirigente. Studio e lavoro: la ricerca deve continuare assidua verso nuove attività e miglioramenti lavorativi, perché l’impegno sul lavoro è un dovere per tutti e il principale obbiettivo per gli attuali abitanti della terra.

CANCRO dal 22/06 al 22/07

Salute e vita: Accompagnati da una discreta energia e buona salute non vi dovrebbero mancare le opportunità di ottime realizzazioni. Magari a maggio ricordatevi dei normali appuntamenti con i check - up salutari per arrivare all’ estate con l’unico pensiero del divertimento. Sentimenti: le opposizioni di marzo - aprile vi coinvolgeranno nelle discussioni sentimentali, ma quando a giugno vi verrà a fare gli auguri il vostro sole, ritornerete con gioia rinnovata e allegria collettiva nelle renose spiagge e/o nei prati alpini ad amoreggiare. Studio e lavoro: inizierete l’anno con Giove ospite in casa vostra fino ad agosto, quindi andate fiduciosi a chiedere lavoro ed aiuti economici, perché ci saranno nel vostro mondo intenzioni cariche di sano altruismo. Da settembre in poi, però, Marte opposto vi farà arrabbiare, ma per ricompensarvi dopo con premiazioni inattese e vincite fortunate.

LEONE dal 23/07 al 23/08

Salute e vita: una partenza con delle opposizioni che si dissolveranno con i primi albori di primavera. Ma poi a luglio quando il sole ritornerà a brillare con tutte le novità e ricompense attese, ritornerete a solcare i mari azzurri e scalare montagne rocciose il tutto per allenare il vostro spirito, perché sia pronto a ricevere il desiderato con la complicità di un Giove ricco e disponibile nel vostro segno per tutto il resto dell’anno ed oltre. Sentimenti: un anno ricco di sorprese sopratutto a maggio e settembre. Voi però non perdetevi nelle consuetudini del quotidiano, ma tenete brillante lo spirito accendendo coinvolgimenti nei cuori delle vostre conoscenze intime, come va fatto con gli amanti, in modo che con i loro sguardi riconoscenti vi facciano apparire anche più belli. Studio e lavoro: fino a primavera il tutto rimarrà inalterato con la confusione tra i bagliori della speranza e le prospettive mancate, poi nella seconda parte dell’anno vi convincerete che le cose stanno veramente cambiando in positivo.

VERGINE

dal 24/08 al 22/09

Salute e vita: un inizio nel proseguo del normale con piccole dissonanze e sostegni poco influenti, perché ancora non ci sono state le condizioni eclatanti per i grandi cambiamenti che dovrebbero invece arrivare da settembre in poi con dei segnali premonitori di sicure guarigioni e successi vittoriosi. Ma voi nel frattempo non dovete rimanere immobili come una roccia bella ma inerte, perché vi rimane sempre la gestione totale della vostra vita. Sentimenti: rumori e suoni si perderanno nel silenzio della sopportazione per farvi rimanere divisi fra le torri di babele del vostro mondo contrastato, senza trasformare in positivo l’ignoto che vi unisce, una svolta più lucida e fattibile potrebbe arrivare nella seconda parte dell’anno per proseguire in seguito in maniera più vivibile. Studio e lavoro: “audaces fortuna iuvat - la fortuna aiuta gli audaci” sì, nelle azioni coraggiose se ne sta quasi sempre nascosta la fortuna, ma anche nelle azioni semplici giornaliere può sbucare il colpo vincente tanto desiderato: provate ad osare più del solito a giugno e settembre!

OPTIMASALUTE

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Oroscopo

BILANCIA dal 23/09 al 22/10

Salute e vita: suoni attivi vi arriveranno da lontano, per mantenervi svegli e pronti ad operare con terapie anche aggiornate se ce ne sarà bisogno, ma soprattutto per tenervi allerta dagli usurpatori di posizioni ambite che avevate già creduto quasi conquistate. Da settembre in poi, quando Giove diventerà vostro alleato, tutto sarà più facile e sarete difesi anche dal destino avverso. Sentimenti: qualcuno del vostro mondo più ristretto vorrà aiutarvi a costruire un avvenire felice, perciò il consiglio per voi sarebbe quello di accettare tutto e depositare più felicità ed esperienza possibile nella vostra cassaforte dei ricordi. Studio e lavoro: Giove ed Urano sono ostili fino a metà anno, ma voi, protetti da un Marte energetico pronto a procurarvi astuzia ed intraprendenza, dovreste dribblare anche le opposizioni più agguerrite.

SCORPIONE dal 23/10 al 22/11

Salute e vita: Saturno, l’astro dei grandi avvenimenti, è ancora per un anno nel vostro segno, per gestire, sul lungo termine, guarigioni e consolidamenti organici che saranno basilari per il futuro, nonché cambiamenti e sviluppi significativi per i figli e per tutti quelli da voi dipendenti. Sentimenti: sarà necessario prestare molta attenzione alle decisioni che prenderete nell’arco di quest’anno perché saranno tutte o quasi decisive per il vostro futuro vitale. Comunque quando il sole sarà alto in cielo ci sarà sempre la possibilità d’incamminarvi a piedi nudi sulla spiaggia abbracciati alla soddisfazione per il conquistato, con un soffio di emozione prima d’immergervi nei vecchi ricordi ancora coinvolgenti e restii a cancellare il tempo sofferto. Studio e lavoro: sentirete il bisogno, in questo momento unico, di cercare e studiare, studiare e cercare, perché tutto quello che realizzerete andrà a potenziare il vostro conto dell’acquisito con un alto rendimento per il vostro futuro.

SAGITTARIO dal 23/11 al 21/12

Salute e vita: un avvio tranquillo per arrivare ad aprile con qualche dissonanza passeggera che però richiederà alcune variazioni terapeutiche per arrivare all’estate in discreta armonia, ma in progressione positiva tanto da far emergere quasi meraviglia incredula, poi arriverete ad ottobre carichi di buona energia marziana che vi spingerà anche verso decisioni azzardate. Sentimenti: cercate di analizzare con più attenzione il vostro mondo evitando di andare ad urtare i timpani di personaggi già alterati dalle vostre azioni, perché la parola è una farfalla capricciosa, che può posarsi anche su orecchie poco tolleranti, e, visto che a voi piace andare a scorrazzare nelle menti suscettibili altrui, meditate prima d’intervenire. Studio e lavoro: anno positivo per i nuovi progetti che però dovrebbero essere già affinati per una sicura realizzazione, se ancora non sono stati impostati alla perfezione occorre farlo prima di sconfinare nella seconda metà dell’anno, perché dopo le condizioni iniziali non potrebbero essere più disponibili.

66 OPTIMASALUTE

CAPRICORNO dal 22/12 al 20/01

Salute e vita: avvio impegnativo fatto di conferme positive ed opposizioni improvvise, facendo apparire l’impresa altalenante, ma siccome il mondo ha fame di giustizia gli equilibri orientati al positivo dovrebbero prevalere, anche perché il vostro mondo non sembra destinato a soffrire in eterno. Infatti da settembre in poi, quando si inizieranno a raccogliere i frutti più gustosi, anche il vostro canestro diventerà ricolmo di salute e soddisfazioni. Sentimenti: alcuni saranno costretti a riascoltare gli avvenimenti del passato per chiarire alla luce dell’aggiornato quello che un tempo vi è sembrato penalizzante, fin da l’inizio dovrete affrontare delle accuse e cercare la fonte che ve le ha portate, perché in essa troverete anche la spiegazione ed i motivi veri della loro natura. Studio e lavoro: cambiamenti e nuove prospettive saranno a vostra disposizione specialmente nella seconda parte dell’anno. Quando, con le mani in tasca ed il bavero rialzato, vi dovrete tuffare nel mondo che già conoscete, non aspettate irosi i tempi migliori, l’ira non produce mai niente di meglio.

ACQUARIO dal 21/01 al 19/02

Salute e vita: una partenza all’insegna del movimento e delle novità, per proseguire fino a settembre nel consolidamento dell’avviato e nell’affermazione dei buoni risultati con le terapie in positiva progressione e con la realizzazione nel mondo operativo. Pensate ed agite in positivo, quando potete guardate il cielo illuminato dalla luna, prendete una manciata di stelle e gettatele, con una preghiera, sul vostro tavolo quotidiano, perché è dall’universo che si guariscono i mali degli umani. Sentimenti: quando il sole sarà dardeggiante in cielo voi con dolcezza abituale potrete intraprendere nuovi impegni che vi porteranno a ricevere ammirazione e successo sociale nel vostro mondo intimo e familiare. Studio e lavoro: vi aspettano nuove attività anche culturali che faranno gioire il vostro animo, tutto è possibile come quel giorno che su una rosa fiorita del vostro giardino un bruco divenne una farfalla.

PESCI dal 20/02 al 20/03

Salute e vita: fino a giugno il quadro astrale è tutto a vostro favore se non riuscirete a concretizzare quello che avevate desiderato sarà esclusivamente colpa vostra, per mancanza d’impegno, perché alla riuscita occorre dedicare tutte le potenzialità possibili: esiste fra gli umani una concorrenza epocale su ogni attività e settore, quindi riusciranno soltanto i migliori e quelli sostenuti da potenze astrali come le vostre. Sentimenti: dall’inizio e fino a giugno subirete lo scatenamento amoroso, sarà allora che prenderete a sassate la malinconia per rivestirvi di felicità, nel frattempo andrete in cerca di campagne agresti dove far pascolare il vostro spirito che si sta rifiutando di vivere in caseggiati recintati d’odio. Studio e lavoro: forza è il momento di provarle tutte, perché nella seconda parte dell’anno sarà più difficile rimediare agli errori commessi e recuperare il tempo e le occasioni che erano possibili nel primo.




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