N. 259 ANNO XXVI
Luglio/Agosto 2017
Dossier
Speciale
Dieta d’estate
Colpi di caldo e di calore: prevenzione e pronto intervento
Allenamento Addominali e trekking
Sommario
Anno XXV n. 259 Luglio/Agosto 2017
Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Melissa Finali, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie IPA Indipendent Photo Agency Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa Charterhouse in collaborazione con Rotolito Lombarda S.p.A. Via Sondrio, 3 20096 - Seggiano di Pioltello (MI) Prezzo per copia € 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 € 250,00 copie 100 € 365,00 copie 150 € 505,00 copie 200 € 655,00 copie 300 € 950,00 copie 500 € 1.545,00 Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it
Post-it
Rubriche
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Attualità in Farmacia La hit parade delle novità
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Post-it Pro-memoria della salute di Francesca Aquino
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Hobby House Cinema, musica e libri
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Ultima pagina Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità
di Gelsomina Sampaolo
omaggio del tuo farmacista
Testata associata
www.optimasalute.it OPTIMASALUTE
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Sommario
Anno XXV n. 259 Luglio/Agosto 2017
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Dossier
Dieta al caldo scegliete i colori dell’estate Quando il metabolismo rallenta, aumentano ritenzione dei liquidi e senso di pesantezza, occorre idratarsi e scegliere cibi ricchi di liquidi, da insalatone a macedonie e gelati. Preferire il rosso di pomodori e angurie, il viola delle melanzane, l’arancio di pesche e meloni a cura di Melissa Finali
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Come salvarsi da insetti e punture Prevenire e curare i danni da incontri ravvicinati di ogni tipo di Benedetta Ceccarini
Tanta voglia di trekking Dalle passeggiate alle escursioni fino alle arrampicate. Istruzioni per l’uso
di Roberto Moraldi
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Addominali da bikini Sei esercizi da eseguire prima delle vacanze o direttamente in spiaggia di Francesca Aquino
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Che tipo di viaggiatrici siete? Un test per scoprirlo. E l’indispensabile da portare nel beauty case
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Trucco d’estate? Waterproof Creme, autoabbronzanti e fondotinta resistenti ad acqua, caldo e sudore
di Gelsomina Sampaolo
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di Maria Mazzoli
Attualità in Farmacia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia
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S.O.S Pelle®, la crema lenitiva contro arrossamenti e prurito
La nostra pelle è costantemente a contatto con fattori esterni come sbalzi di temperatura, punture d’insetto o l’esposizione al sole, che possono provocare irritazioni cutanee, arrossamenti e prurito. La crema S.O.S Pelle® Dr. Ciccarelli, sfruttando le spiccate proprietà lenitive dei principi attivi naturali estratti dalle piante mediterranee del cappero, dell’olivo e del fico d’India, offre una soluzione rapida ed efficace contro eritemi solari, punture d’insetto, irritazioni da depilazione e rasatura ma anche dermatiti da pannolino. La sua formulazione è senza parabeni e può essere applicata anche più volte al giorno sulla parte interessata. In Farmacia.
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Post-it salute
Ritorno dal dentista
La crisi economica ha indotto le famiglie italiane a risparmiare sulle spese mediche, in primis quelle dentistiche. Ma negli ultimi 12 mesi, 9 genitori su 10 hanno dichiarato di essere stati o aver accompagnato i propri figli dal dentista almeno una volta per un controllo o uno specifico problema dentale. Lo rivela l’indagine EduCarie dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa e Restaurativa (AIC). Tuttavia, ci sono argomenti ancora poco noti in merito, ad esempio, le carie. Oltre il 50% dei genitori ignora che le cause principali sono l’eccesso di zuccheri o una scarsa igiene orale e il 64% non sa che può evolvere in pochi mesi. Appena il 20% sa che può presentarsi a qualsiasi età e oltre il 50% non sa che i denti da latte cariati devono essere curati.
Tai-chi contro l’insonnia
Il 30% di coloro che sono sopravvissuti al cancro soffre di insonnia, disturbo che può causare molteplici effetti negativi, tra cui anche la depressione. Per questo un gruppo di studiosi della UCLA (University of California Los Angeles) ha indagato tra i metodi migliori per combatterla, scoprendo, secondo quanto pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, che il Tai chi, sarebbe in assoluto il migliore. Parliamo di un’arte marziale divenuta un metodo di meditazione in movimento, praticato soprattutto all’aperto per godere dei benefici del contatto con la natura. Gli effetti sull’insonnia sono stati testati su 90 donne tra i 42 e gli 83 anni sopravvissute al cancro al seno, che avevano difficoltà a dormire tre o più volte alla settimana. Metà delle persone ha mostrato un miglioramento clinicamente significativo nei sintomi dell’insonnia.
Trombosi ed embolia i nostri “big killer”
Un “big killer” è una malattia mortale dalla grande incidenza e in Italia, nonostante si viva mediamente più a lungo, gli organi sotto costante attacco sono cuore e cervello, preda di trombosi ed embolia. Secondo l’Istat, infatti, tra il 2003 e il 2014 le prime tre cause di morte sono state le malattie ischemiche del cuore, quelle cerebrovascolari e altre malattie del cuore (pari al 29,5% di tutti i decessi). Chi soffre di diabete è ad alto rischio di danni alle arterie. Ma è anche vero che con un buon controllo di glicemia, peso, pressione arteriosa, colesterolo, abbinato ad uno stile di vita sano e intelligente e l’uso di farmaci adatti (se prescritti dal medico), circa 200mila italiani ogni anno potrebbero evitare le malattie cardiovascolari da trombosi.
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Post-it salute
Uno smartwatch per i malati di Parkinson
Si chiama Emma Watch, ed è uno smartwatch progettato per ridurre i tremori alle mani delle persone affette dal morbo di Parkinson. Deve il suo nome alla persona su cui l’ideatore (Haiyan Zhang, direttore di Microsoft Research Innovation) l’ha testato, la grafica Emma Lawton, che grazie al dispositivo ha ripreso a scrivere e disegnare. L’orologio smart ha una vibrazione, simile a quella degli smartphone, che contrasta i tremori stabilizzando le mani del paziente. Al momento il dispositivo è solo in fase di test e ci vorranno anni per la sua commercializzazione, ma può aprire le porte a diversi sviluppatori per creare soluzioni simili.
La proteina dei capelli grigi
L’invecchiamento dei capelli, il loro diventare grigi è dovuto ad una proteina, la KROX20, finora per lo più associata allo sviluppo dei nervi. Lo hanno scoperto i ricercatori del Texas University Southwestern Medical Center, indagando su nuovi metodi contro calvizie e imbianchimento dei capelli. La proteina “colpevole”, prodotta nel bulbo pilifero del topo, ne avvia la formazione del pelo, ma agisce anche sulle cellule della pelle stimolandole a produrre il fattore di crescita di cellule staminali SCF nelle cellule progenitrici dei capelli, essenziali per la pigmentazione. Lo studio, condotto su topi, ha dimostrato che la loro pelliccia è diventata bianca quando è stato eliminato il gene SCF nelle cellule progenitrici dei capelli.
Gli alimenti salva-pelle
In estate, oltre che con le creme, potete proteggere la pelle anche con l’alimentazione. Inserite nella vostra dieta cioccolato, olio extravergine di oliva, vino rosso, carote, salmone e mirtilli. Ma anche il rosmarino, il timo, la maggiorana, l’origano e le bacche di goji. Tradotti in elementi, questi cibi contengono resveratrolo, betacarotene, acidi grassi, antiossidanti, polifenoli, vitamina E e B, tutti elementi ottimali per preparare la pelle all’esposizione al sole. Sono un aiuto importante per tutti, ma in particolar modo per chi ha una predisposizione a sviluppare problemi, se si è di fototipo chiaro o si segue una terapia con immunosoppressori. L’alimentazione andrebbe curata tutto l’anno, ma per dare una spinta in più all’abbronzatura, sarebbe bene introdurre gli alimenti sopra indicati già da qualche mese prima dell’esposizione al sole.
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Post-it salute
Nove anni di meno con lo sport
Chi fa sport può dimostrare anche 9 anni in meno, lo teorizza uno studio della Brigham Young University (Utah, USA) che ha preso in esame i dati di 5823 adulti. Per arrivare a questo risultato è stata calcolata la lunghezza dei telomeri, estremità dei cromosomi, che fanno un po’ da orologio biologico e che si accorciano mano a mano che si invecchia. La differenza riscontrata è di nove anni rispetto ai sedentari e di sette rispetto ai moderatamente attivi.
Cannella, antigrasso e antiossidante
E se bastasse un pizzico di cannella ogni giorno per contrastare gli effetti negativi di una dieta troppo ricca di grassi? Lo suggerisce una ricerca preliminare su animali da Vijaya Juturu, della OmniActive Health Technologies Inc a Morristown nel New Jersey. Consumare un po’ di cannella ogni giorno ridurrebbe la formazione di grasso corporeo, specie sulla pancia, attiva dei processi antinfiammatori e antiossidanti protettivi per l’organismo. Inoltre il consumo regolare di cannella riduce la glicemia, i grassi nel sangue, l’insulina, e tutte le molecole note per essere coinvolte nel processo di immagazzinamento dei grassi. La ricerca è stata condotta su due gruppi di topolini, tutti sottoposti ad un’alimentazione grassa. Solo il primo gruppo ha assunto per 12 settimane tutti i giorni un integratore a base di cannella ed è risultato più in salute dopo la dodicesima settimana rispetto all’altro gruppo.
Ad ogni età il suo riposo
Qualcuno è sempre stanco, qualcun altro non dormirebbe mai… ma qual è il numero giusto di ore di sonno? Dipende dall’età, secondo i CDC (Centers for diseases control) statunitensi. Per ogni fascia c’è un numero di ore consigliate: tra 1 e 2 anni bisognerebbe dormire 11-14 ore al giorno, tra i 3 e i 5 anni 10-13 ore, poi si scende a 9-12 ore tra i 6 e 12 anni, a 8-10 ore tra i 13 e 18 anni, fino ad arrivare gradualmente a 7. Come abbiamo ripetuto più volte per un sonno di qualità è necessario essere regolari negli orari ed avere un ambiente riposante in cui dormire (buio, silenzioso, pulito) ma anche rimuovere tutti gli apparecchi elettronici dalla stanza (tv, pc e smartphone), evitare i pasti pesanti, la caffeina, il tabacco e l’alcol prima del sonno.
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Come salvarsi da insetti e punture Qualunque meta estiva nasconde piccole insidie. Ecco una guida rapida per prevenire e curare i danni causati da incontri ravvicinati di... ogni tipo di Benedetta Ceccarini
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Estate
significa sole, mare, vacanze e‌ punture! Purtroppo ogni anno combattiamo una guerra impari contro zanzare, vespe, meduse e compagnia, uscendo-
ne spesso sconfitti con pizzichi e pomfi e cercando rimedi preventivi e cure per ridurre il pizzicore e il bruciore. Optima Salute ha deciso di darvi una mano con un
identikit degli insetti da temere, i rimedi naturali e una guida per capire quando è il caso di consultare il medico. Seguiteci e quest’anno vincerete la guerra alle zanzare! OPTIMASALUTE
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L’identikit dei nemici dell’estate Siamo soliti identificare gli insetti più fastidiosi in questo periodo sotto il nome generico di “zanzare”, ma non sono gli unici animaletti che dobbiamo temere in estate. Ecco un breve identikit per riconoscerli ed evitarli, quando possibile.
1) Zanzara tigre e pappatacio
La zanzara comune, in realtà, è quasi scomparsa dalle nostre latitudini, sostituita sempre più frequentemente dalla più insidiosa zanzara-tigre, un insetto di dimensioni ridotte riconoscibile dalle striature sul dorso e le cui minuscole punture si gonfiano e prudono immediatamente. Per alleviarne i sintomi, i dermatologi consigliano di disinfettare la zona colpita, fare impacchi con ghiaccio e applicare un gel antistaminico o cortisonico. In alcuni casi si prescrivono gli stessi farmaci, per via generale. Anche il pappatacio colpisce in silenzio, essendo più piccolo della zanzara e non emettendo nessun ronzio per via dei piccoli peli che rivestono le ali, praticamente un pericolo pubblico inevitabile. La sua puntura è però meno fastidiosa di quella della zanzara tigre e vi si può porre rimedio con un gel antiallergico all’oxatomide o una crema alla calamina che contenendo ossido di zinco ha una efficace azione protettiva nei confronti degli agenti irritanti.
2) Api, vespe e calabroni
Sono tutti insetti della famiglia degli imenotteri, da temere perché le
loro punture provocano improvviso dolore e gonfiore, provocando anche eruzioni tipo orticaria diffusa e shock anafilattico nei soggetti allergici al loro veleno. La prima cosa da fare in caso di puntura è lavare accuratamente con acqua e sapone la parte interessata, cercare di rimuovere delicatamente il pungiglione (ad es. con la lama di un coltello, una tessera o carta di credito, raschiando tangenzialmente). Una delle cose da non fare assolutamente è spremere la pelle attorno al pungiglione nel tentativo di farlo fuoriuscire: favorirete l’entrata in circolo del veleno. È sempre necessario recarsi al Pronto Soccorso più vicino per un’eventuale profilassi antitetanica. Chi sa di soffrire di allergia ed è quindi a rischio di shock anafilattico dovrebbe portare sempre con sé una fiala di cortisone o di adrenalina da iniettare sottocute in caso di necessità.
3) Tafani
Il tafano è una grossa mosca di colore grigio-brunastro, che vive in campagna ed è attiva nelle giornate calde, soleggiate e non ventose. Lo trovate spesso ad infastidire cavalli e mucche e, poiché vive a diretto contatto con gli escrementi di questi animali, il rischio della sua puntura è la trasmissione di malattie infettive. Il tafano punge quasi sempre sulle parti scoperte del corpo (collo, avambracci, gambe) e la puntura provoca un vistoso gonfiore ed arrossamento, accompagnati da intenso dolore e prurito. È importante lavare accuratamente la parte colpita con acqua e sa-
pone e disinfettarla prontamente con un comune antisettico. Per alleviare prurito e dolore potete applicare del ghiaccio. Come per le punture di vespa e calabrone, si consiglia una profilassi antitetanica, previo consulto del medico che potrebbe prescrivervi una crema antibiotica o antibiotico-cortisonica.
4) Acari, pulci e zecche
Forse non lo sapevate, ma questi minuscoli insetti possono pungere anche noi, provocando fastidiosi rossori e pizzicori dei quali non sapevate a chi dare la colpa. Gli acari vivono dove c’è polvere, di cui si nutrono… quindi praticamente ovunque! Prediligono materassi, divani, cuscini, tende e mobili in legno (i cosiddetti “acari dei tarli”). Le punture dell’acaro dei tarli provocano pomfi pruriginosissimi e generalmente molto numerosi. Il consiglio è una preventiva “bonifica” dei mobili di casa con prodotti appositi da spruzzare per poi aerare la stanza. Solo in casi di infestazione massiccia, è necessario ricorrere ad imprese specializzate. Le pulci non sono solo un problema degli animali domestici, infatti alcuni tipi pungono anche l’uomo, specie nei mesi più caldi. Il loro morso si riconosce dalle macule e papule eritematose e pruriginose che crea, spesso disposte in linea, a tre a tre. Se la vedete saltellare sul manto del vostro cane o gatto, provvedete subito con gli appositi antiparassitari (capsule, pipette a rilascio prolungato, spray, collari…) venduti in Farmacia. Ben diverse
le conseguenze dell’incontro con le zecche, che si attaccano tenacemente alla pelle, succhiando il sangue per giorni e giorni. Il morso della zecca solitamente non è doloroso, per cui difficilmente ce ne accorgiamo, ma, quando ancora il parassita è attaccato alla pelle, si manifesta in genere una reazione infiammatoria che in seguito diviene necrotica. La zecca è pericolosa in quanto può essere portatrice di gravi malattie sistemiche, come la Malattia di Lyme. Occhio quindi alla profilassi preventiva dei vostri animali domestici (specie se vivono all’aperto), ma anche alle passeggiate in campagna, perché alcune zecche vivono tra gli arbusti del sottobosco.
5) Ragni, scorpioni e formiche
Si sa, anche le formiche, nel loro piccolo, mordono, specialmente quelle rosse. Si tratta comunque di piccolissime punture, spesso asintomatiche, per le quali basta l’applicazione di un gel all’oxatomide o di una crema cortisonica. Tra le 4-5 specie di scorpioni presenti in Italia, invece, solo una (rara) può causare serie conseguenze. La sua puntura è molto dolorosa, provoca eritema ed edema e può causare anche sintomi generali, come: difficoltà respiratorie, alterazioni cardiache e del sistema nervoso. In ogni caso, è sempre opportuno applicare tempestivamente del ghiaccio sull’area interessata e recarsi al Pronto Soccorso. Infine, i ragni comuni non sono particolarmente temibili, ma occhio alla tarantola, che vive nelle zone calde e asciutte del centro-sud, ed al “ragno di Volterra”, dal caratteristico dorso nero a macchie rosse, diffuso nell’Italia centrale. Quando si viene morsi da un ragno il dolore non è immediato, ma si intensifica col passare del tempo, fino a diventare un crampo insopportabile. Anche l’area colpita si arrossa progressivamente trasformandosi in un’area necrotica
brunastra. Anche in questo caso applicate del ghiaccio e recatevi al Pronto Soccorso.
6) Maggiolini e coccinelle
Sono insetti carini e simpatici, ma anche tra loro c’è qualche “testa calda”. La cantaride, ad esempio, è un coleottero comune, di colore nero, dalla forma allungata e dalle lunghe antenne. Se inavvertitamente schiacciato sulla pelle, il suo corpo emette un liquido altamente irritante, che determina la comparsa di fastidiosissime vesciche. In questo caso, detergete la parte colpita con acqua e sapone, al fine di allontanare i residui di liquido irritante.
Chi soffre di allergie dovrebbe avere con sè cortisone o adrenalina Recatevi quindi in Farmacia e fatevi preparare una soluzione di acetato di alluminio 1:40; applicatela a lungo sulla parte con una garza ben imbevuta. Successivamente a questo intervento di urgenza, consultate il vostro dermatologo che vi prescriverà una medicazione per i giorni successivi.
7) Farfalle? No, processionarie!
Prima di diventare coloratissime farfalle, questi insetti hanno il non proprio gradevole aspetto dei bruchi, il più temibile dei quali è la processionaria. Se entrate in contatto con i peli uncinati della processionaria, spesso trasportati dal vento, noterete la comparsa di numerose papule arrossate pruriginose.
Potete prevenire la cosa evitando di sostare sotto gli alberi (in genere querce o pini), ma se già sentite il fastidioso prurito occorre rimuovere tempestivamente gli aculei, applicando sulla parte un nastro adesivo, che poi staccherete lentamente. Potete alleviare il fastidio con impacchi di acqua ghiacciata e un blando preparato cortisonico. Conseguenze più serie si hanno in caso di contatto con l’occhio, le mucose, le vie respiratorie e digestive per cui sarà necessario il consiglio del medico.
8) Meduse, ricci di mare & C.
In questa stagione di vacanze, non potevamo certo tralasciare gli animali marini, prime fra tutti le meduse. Alle nostre latitudini i loro tentacoli diffondono una sostanza urticante che può provocare eritema, dolore e prurito di durata quasi mai superiore ad un’ora. Nel mediterraneo possono pungere anche i ricci di mare ed alcuni pesci (pesce ragno o tracina e scorfano). I primi devono la loro azione dannosa alla penetrazione di aculei aguzzi e fragili i cui frammenti restano infissi nei tessuti e che, immediatamente, provocano prurito e dolore. Il pesce ragno e lo scorfano, invece, pungono attraverso spine distribuite sul corpo, inoculando una sostanza tossica che provoca dolore intenso ed edema (rigonfiamento) dell’arto interessato, fino a 24 ore. Il rimedio, anche in questi casi, varia a seconda della reazione. A volte basta lavare la ferita con abbondante acqua di mare, in altri casi sarà necessario disinfettare e rimuovere gli aculei con l’uso di pinzette. Nel caso delle punture di pesce ragno e scorfano, poiché la proteina tossica da essi inoculata è sensibile al calore, sarà utile immergere l’arto interessato in acqua marina molto calda (45° per almeno 1 ora). Attenzione a non adottare vecchi rimedi popolari, come l’uso di ammoniaca o di aceto, che possono provocare ustioni. OPTIMASALUTE
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Perché attraete le zanzare e gli antidoti giusti Vi sembra che gli insetti colpiscano sempre e ripetutamente la vostra pelle? Forse potrebbe esserci un motivo… e quindi un rimedio. La zanzara è generalmente attratta da: 1) particolari sostanze emesse dalla pelle, soprattutto con la sudorazione diffusa e il sebo; 2) quantità di anidride carbonica espirata; 3) maggiore temperatura nell’aria intorno alla vittima; 4) segnali visivi, quali la forma del corpo e il movimento; 5) colori degli indumenti: le zanzare tigre, in particolare, sono attratte più dal blu e dal nero che dal colore bianco; Pertanto, se siete oggetto di attacchi continui, è sempre consigliabile adottare questi semplici accorgimenti: 1) rimuovere frequentemente il sudore dalla superficie cutanea, utilizzando detergenti e deodoranti privi di profumazione con essenze dolci che possono attirare le zanzare; 2) indossare indumenti chiari, in fibre naturali, coprendo la maggior parte del corpo, specie le caviglie;
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3) evitare le zone a maggior rischio, quali le aree verdi in prossimità di specchi d’acqua quando si fa attività fisica. Non esistono solo dissuasori elettrici, spray, zampironi e tavolette per allontanare le zanzare, ma possiamo sfruttare anche le proprietà di cibi e piante aromatiche per avere un po’ di tranquillità all’aperto. Ad esempio, sarebbe meglio evitare alcuni cibi che provocando un surriscaldamento della pelle, causando sudore e attirando gli insetti, come birra e alcol, potassio e cibi salati o grassi, dolciumi, formaggi e latticini e persino i sottaceti, a causa del loro alto contenuto di acido lattico. È invece da prediligere una dieta che comprenda: pompelmo (fresco o spremuto), aglio, peperoncino, crusca e germe di grano, basilico, menta, cipolla e chiodi di garofano. Se vi piace mangiare all’aperto senza dover essere costantemente interrotti da ronzii e punture, poi, vi consigliamo di piantare in giardino o in terrazza aglio, lavanda, calendula, citronella e menta, profumatissime e con bellissimi fiori. Infine, se in casa vive un micio, la sua erba gatta potrebbe essere una valida arma contro le zanzare perché contiene un olio essenziale più efficace di qualsiasi repellente spray. n
Tanta voglia di trekking Sei milioni di italiani scelgono le vacanze in montagna. Dalla camminata escursionistica alle arrampicate sui sentieri: programmi, abbigliamento e alimentazione di Roberto Moraldi
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Walking
o trekking? Walking e trekking. Detto in italiano corrente, visto che siamo ormai in estate e la gente (circa 6 milioni di italiani) comincia a scarpinare anche in collina e in montagna, come valida alternativa ai soggiorni marini, converrà spiegare che le due attività fisiche, pur partendo da basi e prospettive diverse, alla fine si completano fino a sovrapporsi. Perché se è vero che i più pigri o
comunque coloro che hanno difficoltà ad arrampicarsi lungo sentieri in alta quota preferiscono camminare lungo i percorsi a fondo valle, magari accanto ad un rinfrescante corso d’acqua, con piccoli posti di ristoro ogni tot chilometri, è anche vero che, cammina cammina, alla fine si ha voglia di provare qualcosa di più. Non subito, non necessariamente nella stessa vacanza, ma alla fine lo stimolo ar-
riva puntuale. Perché, se riesco a camminare senza problemi anche per 2-3-4 ore, non dovrei riuscire ad arrivare a quel rifugio lassù in cima, dove, si dice, facciano pure un’ottima polenta con funghi, formaggio, capriolo e crauti? E allora cominciamo ad imparare i rudimenti delle due attività. Piano piano, senza fretta. Tanto la montagna è lì da milioni di anni e ancora per un po’ non se ne andrà. OPTIMASALUTE
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Primi passi: calorie, attrezzatura e alimentazione Il walking (letteralmente: il camminare, camminata o passeggiata) dal punto di vista tecnico, è un perfezionamento del movimento più naturale della nostra vita, una delle prime cose che impariamo a fare dopo aver cominciato a respirare, mangiare e attivare tutti i sensi. Dunque più che un’attività fisica, una naturale evoluzione del concetto che apprendiamo all’incirca all’età di un anno. Per questo il walking è considerato un’attività a basso impatto, non faticosa e adatta a tutte le età, particolarmente indicata per chi vuole iniziare a praticare sport. Non richiede, infatti, una preparazione specifica, né comporta rischi e controindicazioni. Camminare è lo sport più dolce e naturale che ci sia, oltre ad essere molto produttivo. In un’ora di walking, infatti, a seconda del peso corporeo e dell’intensità, si possono bruciare anche 300 calorie, rassodando, contemporaneamente, cosce e glutei, sollecitando articolazioni in genere trascurate come quelle delle caviglie, che per assecondare il movimento oscillatorio del piede, si flettono continuamente in tutte le direzioni, in modo dolce e armonico stimolando la circolazione degli arti inferiori, combattendo
la ritenzione idrica, potenziando cuore e polmoni, correggendo la postura e migliorando l’equilibrio. Se poi imparate ad usare i bastoncini tipo Nordic Walking riuscirete anche a far lavorare braccia e pettorali. Non vanno infine trascurati tutti i benefici di un’attività fisica all’aria aperta che ossigena, rilassa, e ricarica le batterie dell’energia. Vediamo qualche piccolo consiglio pratico prima di iniziare: 1) Mai avere fretta, sempre cattiva consigliera in questi casi. Non ponetevi obiettivi oggettivamente impossibili da raggiungere, procedete gradualmente per tappe e per livelli (più avanti troverete una tabella di marcia strutturata con queste intenzioni). 2) Nessuno tranne voi stessi conosce il vostro corpo. Per cui al primo affanno, al primo indolenzimento o dolore, fermatevi e riposatevi. Non dovete vincere nessuna medaglia. Solo stare meglio. E stare male per poter stare bene non è un sillogismo che funziona. 3) Prima di mettervi in moto fatevi insegnare qualche piccolo esercizio di stretching (allungamento dei muscoli) sia prima della camminata che dopo. Evirerete così di svegliarvi, al mattino seguente, con l’impressione di essere stati mas-
saggiati da un lottatore di Sumo. 4) Se non avete la possibilità o l’occasione di cominciare questa attività sotto la guida di un allenatore, di un istruttore o di un amico particolarmente ferrato in materia, chiedete comunque loro consiglio per curare attentamente la postura; la camminata deve risultare fluida, armoniosa ed elastica se si vogliono ottenere dei benefici. 5) Bevete, bevete, bevete. Prima, durante e dopo l’allenamento (solo acqua, acqua addizionata con zucchero, un pizzico di sale e limone, una bibita energetica). E preferite cibi ricchi di sodio e di potassio (banane, patate, pomodori, latte, riso, carne di pollo, piselli, lenticchie, mandorle, spinaci). 6) Anche l’abbigliamento ha una sua logica legata alla salute, per evitare abrasioni, scottature, vesciche, sudore incontrollabile. Per ovviare a tutto la soluzione è quella di affidarsi a capi e calzature tecniche che il vostro negozio di fiducia saprà consigliarvi. 7) Non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma il walking va praticato in luoghi il più lontano possibile dalle città. E se per le vacanze non ci sono problemi, se decidete di praticarlo anche al ritorno (o prima di partire) scegliete preferibilmente le zone più verdi.
Programma base per principianti Primo livello Prima settimana Lunedì 800 metri Martedì riposo Mercoledì 800 metri Giovedì riposo Venerdì 800 metri Sabato riposo Domenica 800 metri
Seconda settimana Lunedì riposo Martedì 1 Km Mercoledì riposo Giovedì 1,2 Km Venerdì riposo Sabato 1,4 Km Domenica riposo
Terza settimana Lunedì 1,6 Km Martedì 1,6 Km Mercoledì riposo Giovedì 1,6 Km Venerdì riposo Sabato 1,6 Km Domenica riposo
L’intensità da tenere è graduale. Continuate ad accelerare il passo finché non riuscirete a percorrere comodamente (cioè chiacchierando con chi vi sta a fianco) 1600 metri in 20 minuti o meno. A questo punto potete passare al secondo livello.
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Secondo livello Prima settimana Lunedì 1,8 Km Martedì 1,8 Km Mercoledì riposo Giovedì 2 Km Venerdì 2 Km Sabato riposo Domenica 2,2 Km
Seconda settimana Lunedì riposo Martedì 2,2 Km Mercoledì 2,4 Km Giovedì riposo Venerdì 2,4 Km Sabato 2,6 Km Domenica riposo
Terza settimana Lunedì 2,6 Km Martedì 2,8 Km Mercoledì riposo Giovedì 2,8 Km Venerdì 3 Km Sabato riposo Domenica 3,2 Km
Quarta settimana Lunedì 3,4 Km Martedì riposo Mercoledì 3,4 km Giovedì 3,6 Km Venerdì riposo Sabato 3,6 Km Domenica riposo
Quinta settimana Lunedì 3,8 Km Martedì 3,8 Km Mercoledì 4 Km Giovedì riposo Venerdì 4,2 Km Sabato 4,2 Km Domenica riposo
Sesta settimana Lunedì 4,4 Km Martedì 4,4 Km Mercoledì 4,6 Km Giovedì riposo Venerdì 4,6 Km Sabato 4,8 Km Domenica riposo
Da qui in avanti fate sempre da 4 a 6 “uscite” a settimana, copiando gli ultimi due allenamenti. Cioè cercate di stare sempre tra i 4 ed i 5 km per volta. Se poi volete provare a salire ancora, di ritmo e di pendenza, vorrà proprio dire che siete ormai pronti per il trekking.
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Il passaggio dall’escursione ai sentieri in altura Tecnicamente, ve lo diciamo per pura curiosità, una camminata è definita escursione se si esaurisce in una giornata, mentre se si prolunga per più giorni significa che siete entrati nel mondo del trekking. Letteralmente “to trek” può significare tante cose, ma sostanzialmente trekking si può riassumere come il seguire tracce lungo sentieri, percorrerli. Naturalmente le tracce non sono quelle che “annusavano” le vedette dei pellirosse, ma semplicemente quelle segnate dal Club Alpino Italiano o dalle varie associazioni regionali. Così come è consigliabile non fare fuori pista sulla neve fresca, se partite per una lunga seduta di trekking state sempre sui percorsi segnati. A meno che non siate al seguito di una guida esperta e certificata che potrebbe proporvi qualche meraviglia naturalistica delle nostre splendide montagne. Anche il trekking ha una sua filosofia, molto connessa ad uno stile di vita “free”, legato all’impegno (salite, discese, arrampicate, ferrate), ma anche al benessere indotto dal trovarsi in simbiosi con la natura, il silenzio, la fatica ripagata. Persino un temporale violento beccato a 2mila metri, se si hanno nello zaino gli indumenti
giusti per ripararsi adeguatamente, può trasformarsi in un’esperienza subliminale. Inutile ricordare, poi, che durante l’attività fisica l’organismo libera i cosiddetti ormoni del benessere, l’endorfina e la serotonina, sostanze che aiutano a combattere lo stress. Dal punto di vista strutturale, invece, il trekking permette di rassodare e tonificare i muscoli delle gambe e dei glutei, apporta benefici in termini di fiato e di resistenza allo sforzo, poiché il camminare stimola la circolazione e allena cuore e polmoni. In assenza di grave insufficienza cardiaca o di seri problemi alle articolazioni, tutti possono praticare liberamente questa attività. In ogni caso se si ha qualche sospetto di eventuale incompatibilità con lo sforzo o con l’attività in altura è sempre bene consultarsi col proprio medico. Vediamo ora, come di consueto, qualche indicazione: 1) Può essere praticato su molteplici livelli, da quello collinare fino ai giri in alta quota e alta montagna. È un’attività sportiva adatta e adattabile ad ogni stagione dell’anno. 2) Si tratta di una disciplina adatta a tutte le tipologie di praticante: dal neofita al professionista e per ini-
ziare non serve una preparazione specifica, se non abituarsi a camminare correttamente (vedi programma pagine precedenti). Certo bisogna cominciare per gradi, affrontando dapprima escursioni più corte e semplici per poi cimentarsi con percorsi più complicati e di notevole impegno fisico. 3) Anche in questo caso l’attrezzatura più importante sono le scarpe, che debbono essere al contempo comode, ma non troppo leggere, in ogni caso adatte al percorso da compiere. Dunque si può passare dalle normali scarpe da ginnastica per i percorsi facili, fino alle calzature da trekking con suole più o meno “scolpite” caviglie ben strette per giri a media ed alta quota. È indispensabile munirsi di uno zaino contenente guanti, berretto, pila frontale, giacca antivento, carta topografica, cassetta di pronto-soccorso, occhiali da sole, cibo, bevande isotoniche, frutta secca e cioccolata. I bastoncini da trekking sono ormai diventati un altro accessorio indispensabile, visto che consentono una corretta distribuzione del peso, delle forze e di una sollecitazione muscolare, oltre ad essere di ausilio sia per la salita che per la discesa.
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L’alimentazione in una giornata di intensa attività Quando decidete di cimentarvi in lunghe giornate di trekking, magari condite da ascese impegnative, è importante alimentarsi in modo corretto, senza sovraccaricare lo stomaco e l’intestino con troppi cibi. La strategia alimentare prevede due pasti principali equi-
librati, con carboidrati, proteine e grassi favorevoli (prima colazione e cena) e alcuni spuntini per le pause. Non devono mancare gli integratori energetici e le bevande saline per mantenere un equilibrio organico per quelle sostanze che si
perdono con il sudore, con la traspirazione e con il lavoro muscolare. Un valido aiuto viene anche da vitamine e acidi grassi omega 3 del pesce (anche a scopo antiossidante) e gli aminoacidi ramificati (per il recupero e per il tono muscolare).
Prima colazione e spuntini Semaforo verde
• Tè, caffè o caffè d’orzo (meglio se dolcificati con fruttosio). • Latte parzialmente scremato e/o di soia o yogurt magro. • Cereali integrali (tipo muesli). • Biscotti frollini soia avena o gallette integrali o barrette energetiche. • Pane integrale con poca marmellata senza zucchero. • Frutta secca. • Alimenti proteici (prosciutto, formaggio fresco, proteine in polvere 90%).
Semaforo giallo
• Frutta, succhi di frutta, spremute.
Semaforo rosso
• Alimenti grassi (latte e yogurt interi, formaggi grassi, molto burro). • Zuccheri semplici ad elevato indice glicemico (glucosio, saccarosio, bevande gassate zuccherine).
Pasto di fine giornata Semaforo verde
• Pasta o riso (piccole porzioni preferibilmente integrali). • Sughi molto semplici, possibilmente con pochi condimenti. • Verdura (meglio se cotta) con poco condimento (olio extra vergine d’oliva). • Alimenti proteici (carni, pesce, bresaola, uova, in alternativa soia). • Frutta fresca. • Dolce alla frutta senza crema e grassi (tipo strudel, meglio con fruttosio).
Semaforo rosso
• Alimenti grassi (condimenti in eccesso, fritti, salse, burro). • Zuccheri semplici in quantità, compresi quelli che si trovano nelle più comuni bevande gasate. • Bevande alcoliche.
Durante l’impegno fisico Semaforo verde
• Acqua o tè (in cui sciogliere una busta di integratore salino ed energetico). • Non ci si deve dimenticare di bere, anche se non si avverte la sete. • Si possono assumere come cibi solidi: gallette integrali o frollini soia d’avena, cubetti di parmigiano, frutta disidratata, cioccolato fondente in piccole quantità.
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Il contatto con la natura, password anti-stress Sui benefici del rapporto tra attività fisica (nella fattispecie trekking) e natura escono ormai a ritmo continuo studi e ricerche approfondite. Uno molto interessate (“Creativity in the Wild”), a cura degli psicologi Ruth Ann Atchley (Kansas University) e David L. Strayer (Utha University) ha provato come il semplice camminare nei boschi e nella natura aiuti le capacità intellettive delle persone, con il fine di risolvere problemi di vario genere. “Attraverso un esperimento controllato - scrivono gli psicologi abbiamo indagato se l’esperienza nella natura avesse effetto sul ‘rimuginamento’ (pensiero ripetitivo concentrato su aspetti negativi di se stessi), un fattore di rischio noto per la malattia mentale. I partecipanti che hanno fatto una passeggiata di 90 minuti in ambienti naturali hanno mostrato livelli inferiori di ‘rimuginamento’ e un’attività neurale ridotta nell’area del cervello collegata al rischio di malattia mentale, rispetto a quelli che avevano camminato in contesti urbani. Questi risultati suggeriscono che l’accesso ad aree naturali possa essere fondamentale per la prevenzione della malattia mentale nel nostro mondo in rapida urbanizzazione”. La ricerca è tanto più importante se si tiene conto che ormai più del 50% della popolazione del pianeta vive in aree urbane e arriverà al 70% entro il 2050. Un altro studio curato da Frances E. Kuo (California University) e Andrea Faber Taylor (Illinois University) ha indagato il rapporto tra natura e deficit di attenzione, rilevando che: “Adulti e bambini trascorrono più tempo su media e tecnologia in genere e meno in attività nella natura. Questo stile di vita ha chiaramente delle conseguenze sul nostro benessere fisico, ma anche cognitivo. Funzioni cognitive di ordine superiore
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come l’attenzione selettiva, la capacità di risolvere problemi, l’inibizione e lo svolgere più mansioni allo stesso tempo (multi-tasking) sono tutte fortemente utilizzate nella nostra ricca società tecnologica moderna. Questa Teoria della Rigenerazione dell’Attenzione (ART) suggerisce che l’esposizione alla natura può rigenerare i processi esecutivi mediati dalla corteccia prefrontale come quelli menzionati. In accordo con l’ART, la ricerca indica che l’esposizione ad ambienti naturali pare alimentare alcuni moduli di basso livello del sistema attenzionale esecutivo. Tuttavia, l’impatto della natura su compiti di alto livello, come il problem solving creativo, non è stato indagato. Qui dimostriamo che quattro giorni immersi nella natura, e la relativa disconnessione da multimedia e tecnologia, aumentano le prestazioni nei compiti di risoluzione dei problemi creativi di un pieno 50% su un gruppo di escursionisti non professionisti. I nostri risultati dimostrano che c’è un vantaggio cognitivo da realizzare nel trascorrere il tempo immersi nella natura. Questo vantaggio viene da un aumento nell’esposizione a stimoli naturali che
sono sia emotivamente positivi che a basso livello di eccitazione e una corrispondente diminuzione dell’esposizione a tecnologie che richiedono attenzione, partecipazione ad eventi improvvisi, il passaggio da un compito ad un altro, il mantenimento di alcuni obiettivi ed inibiscono azioni o cognizioni non attinenti”. Infine, è stato esaminato l’impatto di ambienti verdi o naturali sui sintomi da disturbo da iperattività/deficit dell’attenzione (ADHD) su vari gruppi di bambini. I genitori provenienti da diverse aree degli Stati Uniti hanno valutato gli effetti di 49 attività comuni dopo la scuola e nel week end sui sintomi dei propri figli per 47 giorni. Gli effetti sono stati confrontati tra le attività condotte in ambienti aperti e verdi rispetto a quelle condotte in ambienti chiusi o strutture. Le attività all’aperto hanno ridotto significativamente i sintomi rispetto a quelle condotte in altri ambienti, anche quando si trattava delle stesse attività. I risultati sono stati importanti per tutte le età (5-18 anni), sessi e provenienze, tipi di comunità, regioni geografiche e diagnosi. n
Addominali da bikini
Sei facili esercizi da eseguire prima delle vacanze, ma anche direttamente in spiaggia. Per avere la parte centrale del corpo stabilizzata ed in perfetta forma di Francesca Aquino Illustrazioni Sabrina Ferrero
s
Quando
si avvicina il momento di indossare il bikini, sono in molte, nel nostro universo femminile, a preoccuparsi. E la cosa buffa è che i pensieri più cupi, le apprensioni più importanti sono a carico delle più giovani, di coloro, cioè, che in teoria dovrebbero essere più toniche, non fosse altro che per una questione di età, delle giuste ambizioni di chi vive una stagione nella quale si punta sempre al massimo. Bene, che abbiate 20 anni o 70, l’allenamento che vi proponiamo parte però da un presupposto fondamenta-
le: allenare non solo gli addominali, cioè la parte più esposta del vostro corpo, ma anche i muscoli della schiena. Insomma una serie di sei esercizi che rafforzeranno quello che tecnicamente si chiama “core”, traducibile più o meno come “nucleo”. Parliamo della fascia centrale del corpo, un ideale “busto” naturale, un centro funzionale che se ben allenato ci consente di stare correttamente eretti e che comprende tutti i muscoli fra spalle e pelvi ed ha funzione di collegamento, tra arti inferiori e arti su-
periori, trasferendo la forza dalla parte bassa alla parte alta del corpo e viceversa. Dunque non soltanto i muscoli addominali (retto dell’addome, obliqui e trasverso) ma anche i paraspinali, quadrato dei lombi, i muscoli del pavimento pelvico, glutei e flessori dell’anca. Il consiglio che possiamo darvi è quello di concentravi più che sul numero delle ripetizioni da fare sui movimenti corretti del corpo che si contrae e si rilassa, “sentirlo” mentre compie movimenti naturali e lenti. OPTIMASALUTE
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Un programma per 3-5 giorni alla settimana Il programma, per avere una sua efficacia, va svolto da 3 a 5 giorni alla settimana, prima di partire ma anche direttamente in spiaggia o se preferite nella palestra (se c’è) o nella camera d’albergo. Insomma ovunque, visto che per eseguire gli esercizi servite soltanto voi e un po’ di forza di volontà. Nient’al-
tro. Qualche consiglio: eseguite gli esercizi nella sequenza indicata. In tutti quelli per la schiena (2-46), iniziate con 2-4 ripetizioni per ogni sequenza e aumentate gradualmente fino ad arrivare a 6-8 ripetizioni. Per gli addominali, fatta eccezione per il numero 3, iniziate con una sequenza da 6-12 ripeti-
1a
1b
2. Sollevamenti del torace
Sdraiatevi di schiena con le gambe dritte e le punte dei piedi in avanti. Distendete le braccia di lato all’altezza delle spalle, palme in basso. Contraete gli addominali in modo da portare la spina dorsale in posizione neutra (2a). Sempre con gli addominali contratti, inarcate la schiena in modo che solo testa, scapole, glutei e gambe siano a contatto col terreno (2b). L’altezza dell’arco dipende dalla vostra flessibilità spinale. L’esercizio rafforza gli estensori della schiena e gli stabilizzatori del tronco.
3a
3b
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zioni; man mano che diventate più forti, aumentate di un set alla volta fino ad arrivare a 3 set da 12. Tra un esercizio e l’altro riposatevi per circa 30 secondi. Un’ultima cosa: non dimenticate mai qualche minuto di stretching, prima di cominciare e a sessione ultimata. I vostri muscoli ve ne saranno grati.
1. Crunch a gambe distese
Sdraiatevi sulla schiena con le gambe dritte e le punte rivolte in avanti per mantenere contratti i muscoli delle gambe. Poggiate i polpastrelli dietro la nuca senza però intrecciarli, gomiti rivolti in fuori. Contraete gli addominali (1a). Con la testa rilassata, sollevate testa, collo e spalle in due secondi, portando il torace verso il bacino senza muovere le gambe. Nella posizione superiore, le scapole si staccano da terra con i gomiti in avanti (1b). L’esercizio rafforza gli addominali.
2a
2b
3. Tavola per gli addominali
Iniziate carponi, con le ginocchia direttamente sotto le anche, i gomiti a terra allineati con le spalle, la testa che poggia sugli avambracci accavallati. Contraete gli addominali per formare una linea retta dalla testa al bacino (3a). Ora abbassate le ginocchia fino a circa 7 cm. da terra e fermatevi mantenendo la posizione per 4 secondi (3b). Da ripetere 4-6 volte. L’esercizio rafforza gli addominali ed i muscoli stabilizzatori.
4. Ponte in ginocchio
4a
4b
Mettetevi sulle ginocchia col torso eretto, braccia lungo i fianchi. Contraete gli addominali e stringete le scapole (4a). Piegatevi all’indietro per afferrarvi i talloni o le caviglie, palme in dentro. Distendete il petto verso l’alto, inarcando la spina dorsale (4b). Evitate di iperestendere la schiena mentre guardate verso l’alto ed in avanti. Se non riuscite ad afferrarvi le caviglie, poggiate le mani sulla regione lombare o su una panca o una pedana dietro di voi. L’esercizio rafforza gli estensori della schiena e allunga quadricipiti e addominali.
5. Sollevamenti laterali
5a
Sdraiatevi sul fianco sinistro con le ginocchia piegate a 60 gradi rispetto al bacino ed il braccio sinistro dritto. Appoggiate la testa sul braccio sinistro e distendete il destro in modo che l’avambraccio si trovi sulla coscia destra (5a). Contraete gli addominali e sollevate la testa e il busto in avanti e lateralmente rispetto al terreno. Lasciate scivolare la mano destra giù verso la caviglia (5b). Riabbassate, completate le ripetizioni e ripetete dall’altro lato. L’esercizio rafforza gli addominali, soprattutto gli obliqui.
6a
5b
6b
6. Arco in piedi
State in posizione eretta con le gambe leggermente divaricate, dritte ma non bloccate, braccia lungo i fianchi, palme in dentro. Contraete gli addominali in modo da rivolgere in basso il coccige (6a). Portate le braccia sopra la testa, palme in dentro e spalle rilassate. Con le braccia completamente distese, inarcate la schiena il più possibile mantenendovi in equilibrio. Tenete la testa e il collo allineati con la spina dorsale (6b). Mantenete la posizione per 8 secondi e rilassate. L’esercizio rafforza gli estensori della schiena ed i muscoli stabilizzatori del busto. n OPTIMASALUTE
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INSERTO LUGLIO/AGOSTO 2017
Colpi di caldo e di calore Sono due dei rischi piÚ concreti che si corrono in questi mesi estivi se non si eseguono corrette norme di prevenzione per evitare l’aumento della temperatura corporea. Occhio specialmente alle categorie a rischio con in testa bambini, anziani e donne in gravidanza a cura dei farmacisti Valore Salute
Va protetta soprattutto la testa, ma occhio all’aumento della temperatura corporea, dovuta a ondate di calore e umidità
s
Abbronzatura, sole, spiaggia, acqua salata... le pa-
role magiche dell’estate sono sempre le solite, così come le raccomandazioni di medici di base, dermatologi, pediatri e farmacisti per attuare una corretta protezione. Non solo per evitare i rischi di scottature ma anche per scongiurare colpi di caldo e colpi di calore. E bisogna sottolineare che questo impegno di tutti nel fornire una corretta informazione sanitaria negli ultimi anni ha ottenuto buoni riscontri nel campo della consapevolezza. Ancora, però, occorre fare molti passi in avanti, se è vero, come rilevato da recenti indagini che nonostante il 97% della popolazione generale conosca i rischi connessi ad un’esposizione senza protezione, quasi il 40% continua a non fare alcun ricorso alle strategie di foto protezione, oppure lo fa soltanto in tempo di vacanza, mentre è noto che la nostra pelle ha bisogno di proteggersi dall’esposizione solare anche nella quotidianità. È bene cioè ricordare che la protezione della cute può contribuire ad evitare una serie di reazioni fotobiologiche cumulative, responsabili di effetti danno-
si acuti (eritemi e ustioni) e cronici, visto che il danno dei raggi ultravioletti emessi tende ad assommarsi man mano che aumenta il tempo di esposizione. Inoltre, la pelle ha una sorta di “memoria solare”, che provoca, di anno in anno, l’incrementarsi del danno. La somma di questi processi negativi si concretizza sia nel fenomeno del fotoinvecchiamento, un processo che si sovrappone al normale invecchiamento cutaneo biologico e si rende evidente con i segni tipici che lo caratterizzano (rughe, macchie scure, ecc.), sia dalla relazione tra esposizione al sole e sviluppo di tumori della pelle, compreso il melanoma cutaneo. Non sono da sottovalutare, poi, come dicevamo poc’anzi, i colpi di sole e i colpi di calore, rischi che corriamo esponendoci senza protezione, in particolare in testa, o a causa dell’aumento della temperatura corporea, dovuta al gran caldo e all’umidità. Per contro si può dire che un’esposizione graduale ed effettuata con le dovute precauzioni, oltre che piacevole è anche molto positiva per alcuni tipi di patologie cutanee quali ad esempio la dermatite
atopica del bambino, la dermatite seborroica e la psoriasi. Non bisogna avere paura del sole, dunque, ma imparare a rispettarlo. Colpo di sole e colpo di calore, per venire a noi, sono due termini utilizzati spesso come sinonimi, come se l’uno valesse l’altro, vista l’assonanza. Due condizioni patologiche, in realtà, non necessariamente legate esclusivamente all’esposizione al sole, ma provocate dall’elevata temperatura esterna (a partire da 30-35°C), dalla ridotta ventilazione e soprattutto dall’elevata umidità (maggiore del 60-
70%), elementi che non consentono all’organismo una adeguata dispersione del calore corporeo attraverso la sudorazione. E quindi si verificano sempre più casi di malanni legati a questa condizione climatica, come dimostra la cronaca degli ultimi anni. Condizioni che associate ad attività e situazioni tipicamente estive, come prendere il sole, fare sport all’aperto, stare in coda con l’auto sotto i raggi cocenti, rientrare nell’abitacolo della vettura incandescente, possono causare pericolosi problemi per la salute dell’organismo.
Le differenze e i segnali da tenere sotto controllo Vediamo per cominciare le differenze tra i due termini. Il colpo di sole è causato dall’azione diretta e prolungata dei raggi del sole, in particolare sulla superficie del capo: il fenomeno che in condizioni normali procura l’abbronzatura. Il colpo di calore è, invece, dovuto ad un aumento della temperatura corporea a causa del clima caldo e umido, quella condizione che in situazioni normali è definita “afa”: l’organismo attiva i meccanismi per abbassare la temperatura e, quando questi non sono più sufficienti, si manifesta la malattia. I segnali che debbono metterci in allarme cominciamo con la comparsa di arrossamento esagerato della pelle esposta al sole (eritema) o di vescicole (ustione), insieme a dolore di testa, sudorazione abbondante, sete, nausea, febbre alta, malessere
generale. In questi casi, è sempre meglio allertare il soccorso medico e, nel frattempo, posizionare la persona all’ombra e al fresco, dopodiché arieggiare, slacciare o togliere gli abiti stretti, avvolgere con lenzuolo freddo e umido, dare da bere liquidi (non freddi, altrimenti si rischia una congestione). Per la somministrazione di farmaci, come quelli per abbassare la febbre, bisogna invece rifarsi ai consigli dei sanitari. I primi segni caratteristici del colpo di calore, invece, in soggetti esposti per un tempo prolungato in ambienti eccessivamente caldi e umidi, sono l’arrossamento del volto e l’eccessivo calore della cute. A questi si accompagnano sensazione di sete intensa, debolezza, crampi, vertigini e, a volte, nausea e vomito. Anche in questo caso vanno messi in pra-
tica praticamente gli stessi rimedi immediati consigliati per il colpo di sole con, in più, accorgimenti per abbassare la temperatura corporea, come coprire l’infortunato con una coperta bagnata di acqua fresca ma non fredda. Se vi sono segni di ipotensione (capogiri, svenimento) sdraiare a terra, eventualmente sollevando le gambe. È utile dare da bere soluzioni saline idratanti (anche le comuni bibite), ma in quantità limitate e solo se la persona è totalmente collaborativa. In entrambe le situazioni delle quali stiamo parlando
(colpo di calore e colpo di sole) esistono dei fattori predisponenti, ci riferiamo a tutti quelli che ostacolano la dispersione di calore come, ad esempio, lo stazionamento in luoghi umidi, caldi ed affollati o l’uso di abiti pesanti ed impermeabili, in particolare se associati ad altri elementi che aumentano la produzione di calore (obesità, abuso di alcolici, iperattività muscolare). Anche alcuni farmaci possono predisporre ma, in caso di terapie prolungate, è opportuno prendere informazione dal medico su eventuali effetti collaterali.
A rischio anziani, bambini e donne in gravidanza Esistono poi, in questo campo specifico, delle categorie a rischio, quasi scontatamente anziani, bambini e donne in gravidanza, ma non solo. Le persone in avanti con gli anni, in particolare, soprattutto se malati cronici (cardiopatici, diabetici ecc.), debbono fare i conti anche con un ridotto
stimolo della sete, una maggiore sensibilità al calore e una minore efficienza di meccanismi di termoregolazione. Il tutto associato ad una scarsa mobilità che non consente di difendersi dal caldo attuando le precauzioni indicate. Quanto a neonati e bambini piccoli, anche loro
Il gran caldo può aumentare il livello di alcuni ormoni che inducono le contrazioni ed il conseguente rischio di parto prematuro
sono maggiormente esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e ad una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico. Sudando molto, senza reintegrare l’acqua persa, si verifica una riduzione del volume del sangue circolante, che può determinare l’abbassamento rapido della pressione arteriosa. Inoltre, con il sudore vengono persi alcuni sali fondamentali per il buon funzionamento dell’organismo (ne parleremo poi diffusamente). Particolarmente pericolosa, in questo senso, la situazione di lattanti e bambini molto piccoli negli abitacoli di veicoli con vetri chiusi Altro capitolo è quello relativo alle donne in gravidanza, il cui corpo va incontro ad una serie di cambiamenti fisiologici. Per esempio l’aumento del volume del sangue materno per avere un adeguato flusso sanguigno alla placenta, richiede una sufficiente idratazione. Ragion per cui una eventuale disidratazione, con la perdita, attraverso la sudorazione, di liquidi e sali
minerali, toglie elementi preziosi per l’equilibrio materno-fetale. I sintomi della disidratazione sono quelli già ricordati: sete intensa, crampi muscolari, soprattutto di notte, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, abbassamento della pressione arteriosa. Dunque una serie di situazioni da non trascurare e monitorare accuratamente. “Alcuni recenti studi - spiega il Ministero della Salute - suggeriscono che durante le ondate di calore è più elevato il rischio di nascite premature, in quanto il caldo può aumentare il livello di alcuni ormoni che inducono le contrazioni ed il parto. Inoltre le donne che soffrono di malattie croniche o quelle che hanno patologie della gravidanza, come la pressione alta o il diabete in gravidanza, possono essere più a rischio di parto prematuro… soprattutto nelle grandi città, quando fa molto caldo e aumentano i livelli di inquinamento dell’aria, il rischio di parto prematuro può essere ancora più elevato”. I consigli, anche per le donne in gravidanza, sono quelli consueti:
1) Bere almeno 2 litri di acqua al giorno e seguire le
indicazioni del medico curante per evitare il rischio di disidratazione.
temperatura tra i 24 e i 26 gradi; evitando l’uso contemporaneo di elettrodomestici che producono calore e consumano energia.
2) Limitare il consumo di bevande gassate o zuc-
8) Se si è accaldati, fare bagni e docce con acqua
cherate, l’assunzione di tè e caffè. Evitare bevande molto fredde e bevande alcoliche.
tiepida, bagnare viso e braccia con acqua fresca. Indossare indumenti leggeri.
3) Curare l’alimentazione con pasti leggeri, ricchi di
9) Evitare di uscire all’aperto, invece, nelle ore più cal-
acqua (frutta e verdura fresca).
4) Fare attenzione alla corretta preparazione e conservazione dei cibi.
5) Durante le ondate di calore migliorare il microclima dell’abitazione oscurando le finestre dove batte il sole con tende, persiane, veneziane o altri accorgimenti.
6)
Chiudere le finestre durante il giorno (specialmente quando batte il sole), aprendole durante le ore più fresche della giornata. Trascorrere le ore più calde nella stanza più fresca della casa.
7)
Se si possiede un condizionatore, regolare la
de della giornata e/o passeggiare lungo strade trafficate, dove i livelli di inquinamento sono più elevati.
10)
Proteggere la pelle del viso con creme solari ad alto fattore protettivo.
11) Chi sta per partire per le vacanze dovrebbe informarsi preventivamente sulle previsioni del rischio ondate di calore nel luogo di destinazione.
12) Chi è incinta può naturalmente prendere il sole
ma con alcune precauzioni; è consigliabile esporsi solo nelle ore meno calde del giorno (la mattina presto o il tardo pomeriggio), utilizzare sempre creme protettive per evitare scottature e la comparsa di macchie scure sulla pelle (più frequenti in gravidanza a causa delle modificazioni ormonali). Fare passeggiate a piedi nudi sul bagnasciuga per favorire la circolazione sanguigna. E se il parto è previsto in estate? Ricordarsi che i lattanti e i bambini piccoli si adattano meno facilmente dell’adulto alle elevate temperature: se il bambino nasce in estate va accuratamente protetto da caldo e sole. I danni causati dai raggi solari sono particolarmente pericolosi ed è bene ribadire che, anche sotto l’ombrellone, non si è protetti dal caldo, né dai raggi solari. Durante un’ondata di calore, è consigliabile controllare regolarmente la temperatura corporea del bambino e, se necessario, rinfrescare delicatamente il suo corpo con una doccia tiepida o con panni umidi. Per chiudere il capitolo delle categorie a rischio, ecco un elenco fornito dal Ministero della Salute: persone con malattie croniche (in particolare malattie polmonari, cardiovascolari, diabete, malattie neurologiche come il morbo di Parkinson e le demenze), con disturbi psichici gravi, con ridotta mobilità e/o non autosufficienti, che assumono regolarmente alcuni tipi di farmaci che possono aumentare il rischio di eventi avversi legati al caldo, chi fa uso di alcol o droghe, la persona, anche giovane, che fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria aperta, chi vive in condizioni socio-economiche disagiate. Incidono inoltre alcune condizioni abitative (scarsa ventilazione, assenza di aria condizionata, soprattutto nelle grandi città) che possono causare disagio ed effetti dannosi sulla salute delle persone più a rischio.
Usare protezione e doposole rinfrescanti e idratanti Per il colpo di calore è necessario evitare i fattori predisponenti, specie per le suddette categorie a rischio. La protezione con filtri e la riduzione dell’esposizione ai raggi solari, in particolare per i soggetti di pelle chiara, previene il colpo di sole e gli eritemi. È opportuno ricordare che l’azione del sole sulla pelle può facilitare la comparsa di lesioni cutanee non proprio benigne, tipo l’eritema solare, che è il primo inconfondibile segno di un’esposizione prolungata al sole: nei casi più lievi la pelle si arrossa e dà luogo a una fastidiosa sensazione di bruciore o prurito. Nei casi più gravi si formano vescicole, come nelle ustioni di secondo grado. Questi sintomi, se la superficie interessata è molto estesa, possono anche provocare febbre e malessere, come nel colpo di sole. È senza dubbio utile, come più volte detto, l’uso di prodotti doposole rinfrescanti ed idratanti e, naturalmente, evitare di sfregare le parti ustionate ed astenersi dal prendere il sole per almeno 7 giorni. La somministrazione di farmaci va fatta solo se consigliata dal medico. Lo stesso vale per creme e pomate medicate che, in alcuni casi, possono avere effetti non desiderati. Come sappiamo la chiave per scegliere bene un fil-
tro solare è il numero presente su tutte le confezioni e che viene indicato con la sigla SPF: è il fattore di protezione solare (la sigla deriva dalle parole inglesi Sun protecting factor) che oggi arriva fino a un massimo di 50+. Il numero viene calcolato in laboratorio e indica la quantità di radiazione che la pelle protetta dalla crema è in grado di assorbire prima di arrivare alla scottatura, rispetto a un’esposizione della stessa pelle senza protezione. Questo non significa, come purtroppo molti credono, che la durata dell’esposizione può essere moltiplicata per 6, 20 o 50, perché tanti altri fattori influenzano la quantità di raggi assorbiti. Mai dimenticare, però, che un loro uso scorretto può diminuirne drasticamente la funzione protettiva, facendo correre un rischio persino maggiore a chi, convinto di essere protetto, si esponesse al sole in modo scriteriato. Per ottimizzare l’effetto protettivo dei prodotti solari sarà dunque essenziale usarli senza avarizia (25-30 grammi di prodotto per un adulto), applicandoli almeno mezz’ora prima di esporsi al sole per consentire ai principi attivi di passare attraverso lo strato superficiale della pelle e ripetendo l’applicazione nel corso della giornata. Ciò perché la sudorazione, lo sfregamento con i teli
da mare, i bagni e le docce frequenti riducono la capacità protettiva.
Anche se si è abbronzati non bisogna mai rinunciare alla protezione, semmai diminuire il fattore SPF della crema Inoltre è bene ricordare che pur avendo raggiunto una buona abbronzatura non bisogna mai smettere di usare la protezione. L’abbronzatura, infatti, è una risposta dell’organismo all’esposizione solare e costituisce un film naturale soltanto contro le scottature, ma per il resto, tutte le volte che ci esponiamo al sole senza protezione, anche con pelle già abbronzata, le radiazioni ultraviolette penetrano comunque gli strati più superficiali dell’epidermide, determinando invecchiamento cutaneo e rischio di melanomi. Il consiglio dei dermatologi è di non rinunciare mai alla protezione, ma piuttosto, man mano che passano i giorni si può scendere progressivamente con il fattore di protezione scelto in base al proprio
fototipo. Idem se si usano dei prodotti autoabbronzanti per “preparare” la pelle, sostanzialmente “innocui”, che colorano lo strato superficiale con un effetto finale molto simile a quello dell’abbronzatura. Ma la coloritura non deve trarre in inganno: gli autoabbronzanti non proteggono in alcun modo dai raggi UV e non dispensano assolutamente dall’utilizzo di una buona crema solare. Ecco allora un piccolo identikit delle varie tipologie dei solari in commercio.
Creme
Rappresentano la formulazione più diffusa, perché oltre all’effetto protettivo, svolgono anche un’azione idratante. Gradevoli a livello cosmetico, invisibili sulla pelle.
Oli vegetali
Molto ben spalmabili, formano uno strato trasparente, sottile ma molto resistente all’acqua. Consigliabili solo a chi è già abbronzato o ha la pelle scura.
Gel
Piacevoli da applicare, asciugano presto sulla pelle ed hanno azione rinfrescante, ma bassa protezione. Quelli a base idroalcolica sono controindicati per le pelli sensibili e nei bambini.
Acque
Prodotti liquidi, acquosi, caratterizzati da un mode-
stissimo effetto protettivo. Non resistono al sudore ed ai bagni, sconsigliate alle pelli più chiare.
Paste (schermi fisici)
Con la loro elevata protezione e l’assenza di filtri chimici rappresentano la scelta migliore per l’infanzia. Hanno un aspetto denso, opaco e sono prive di
profumi e conservanti.
Stick
Da applicare sulle labbra o su aree limitate (naso, zigomi, macchie, cicatrici); dotati di alto effetto protettivo, sono spesso colorati, comportandosi, quindi, da correttori estetici.
Combattere la disidratazione con potassio, magnesio e sali Normalmente si dovrebbero assumere tra 1,5 e 2 litri di acqua al giorno. Ma spesso potrebbero non bastare, specialmente quando la quantità di acqua persa dall’organismo è maggiore di quella assunta. In questo caso, come abbiamo visto, si verifica la temuta disidratazione, i cui sintomi inequivocabili sono senso impellente di sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari e abbassamento della pressione arteriosa. Soprattutto in estate non è raro sentirsi senza forze: ed è questo il segnale che il nostro organismo non si è ancora adattato al cambio di clima e va aiutato.
E siccome di solito ci si trova di fronte ad una carenza di magnesio e potassio, due sali minerali essenziali, e di alcune vitamine, le soluzioni sono semplici: se con la dieta non si riesce a garantire all’organismo un adeguato rifornimento di nutrienti ci si può rivolgere a integratori appositamente sviluppati per affrontare e superare la stanchezza. In generale, come sappiamo, i minerali che ci servono sono contenuti nei cibi che assumiamo, e chi ha un’alimentazione bilanciata fa rifornimento a tavola. Il sodio si trova in abbondanza in molti alimenti, oltre che nel sale da cucina. Latte, formaggi, legumi e pesce sono ricchi di calcio e fosforo.
Il magnesio si trova in cereali integrali, frutta secca, verdura a foglia verde e il potassio in alcuni frutti, quali banane e albicocche ma anche nelle verdure come cavoli, patate, fagioli e piselli. In caso di eccessiva sudorazione, però, può essere opportuna una supplementazione: spossatezza e affaticamento non giustificati da un’attività più intensa del solito possono indicarci una carenza di minerali quali magnesio e potassio. Il magnesio, infatti, è indispensabile per lo svolgimento di un gran numero di processi metabolici che producono energia. È inoltre necessario, insieme al potassio, affinché la contrazione muscolare e la trasmissione degli impulsi nervosi avvengano correttamente. Ecco perché una loro carenza si manifesta con stanchezza, crampi muscolari nonché irritabilità e nervosismo. Possiamo combattere questi sintomi con un’integrazione di magnesio e potassio ai dosaggi appropriati. Meglio ancora se a questi sono associate alle vitamine del gruppo B che intervengono nei processi metabolici e quindi la trasformazione del cibo in energia. A questo proposito può essere utile consultare la tabella che segue, sulla quale sono riportati i dati forniti dal Ministero della Sanità relativamente alle dosi giornaliere raccomandate.
Elemento
Quantità giornaliera raccomandata*
Calcio
800 mg
Cromo
50-200 mcg
Cloro
0,9-5,3 g
Ferro
14 mg
Fluoro
1,5-4 mg
Fosforo
800 mg
Iodio
150 µg
Magnesio Manganese Potassio
300-450 mg 1-10 mg 3g
Rame
1,2 mg
Selenio
55 mcg
Silicio
20-50 mg
Sodio
4-6 g
Zinco
10 mg
*per un soggetto adulto e in buone condizioni fisiche
Gli integratori di sali minerali in commercio sono un’infinità, principalmente composti da potassio e magnesio, ma proposti anche con più elementi contemporaneamente o con l’integrazione di complessi vitaminici. Vediamo allora un piccolo identikit relativo proprio a magnesio e potassio.
La carenza di magnesio e potassio si manifesta con stanchezza, crampi muscolari, irritabilità e nervosismo MAGNESIO (Mg)
Dove si trova: per il 70% nelle ossa, il resto nei liquidi intracellulari e plasma. È indispensabile per: la costituzione dello scheletro, l’attività nervosa e muscolare, il metabolismo dei grassi e la sintesi proteica.
Alimenti che lo forniscono: cereali (crusca), legumi, mandorle, anacardi, noci, bieta. Una carenza provoca: irritabilità, anoressia, vomito, crampi muscolari. Mentre il Magnesio non ostacola l’assorbimento del Calcio, il Calcio inibisce quello del Magnesio. Inoltre, i diuretici, alcuni antibiotici e il diabete mellito aumentano notevolmente l’escrezione di magnesio attraverso i reni.
POTASSIO (K)
Dove si trova: È presente in forma di ione principalmente all’interno delle cellule e, in quantità inferiore, nei liquidi extracellulari. È indispensabile per: il funzionamento dei muscoli scheletrici e del miocardio; la regolazione dell’eccitabilità neuromuscolare, l’equilibrio acido-base (ovvero, l’insieme dei processi fisiologici atti a mantenere nel corpo un livello di acidità compatibile con lo svolgimento delle principali funzioni metaboliche), la regolazione della ritenzione idrica e della pressione osmotica. Alimenti che lo forniscono: è presente in tutti i cibi, soprattutto cereali, legumi secchi, frutta secca, banane e pesce (sgombro). Una curiosità: è particolarmente abbondante nelle foglie di tè essiccate. Una carenza provoca: debolezza muscolare, aritmie cardiache, sonnolenza, crampi.
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Dieta al caldo: scegliete i colori dell’estate
Quando il metabolismo rallenta aumentano ritenzione idrica e senso di pesantezza, occorre reidratarsi con cibi ricchi di liquidi. Preferire il rosso di pomodori e angurie, il viola delle melanzane, l’arancio di pesche e meloni a cura di Melissa Finali biologa, nutrizionista
s
Vi siete mai chiesti come mai nei cambi di stagione siamo molto più suscettibili alla stanchezza, ai malanni più o meno severi, alle allergie? E perché si dice tanto che bisognerebbe seguire la stagionalità anche nella rotazione dei prodotti che la terra ci offre? Il nostro Paese è caratterizzato da una forte escursione termica e questo comporta che, cambiando le temperature, cambino anche le no-
stre necessità nutrizionali. Esse vanno soddisfatte attraverso l’assunzione di quei cibi che, nascendo in determinate stagioni, saranno più ricchi di sostanze nutritive (oltre che più saporiti) e che dunque ci permetteranno di poter affrontare al meglio quella stessa stagione, magari con meno acciacchi e stanchezza. Per dirla in breve: in autunno dobbiamo prepararci all’arrivo dell’inverno creando nuo-
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Dossier ve scorte di grasso con alimenti che sono ricchi di carboidrati, per questo ci sono castagne e uva, per esempio. In inverno invece il nostro corpo deve fare più fatica per mantenere la temperatura corporea, brucia più calorie ed è più suscettibile agli “acciacchi”, pertanto abbiamo a disposizione frutta e verdura adeguata alle nostre esigenze, come broccoli e cavolfiori, che hanno un elevato potere disinfettante grazie allo zolfo in essi contenuto. In primavera invece, dobbiamo fare un po’ di “pulizia”: ossigenare i tessuti, smaltire il grasso accumulato durante l’inverno, utilizzando piante spontanee depurative, come il tarassaco e il carciofo.
Infine in estate il nostro metabolismo rallenta per via del caldo, servono perciò meno calorie per mantenere la temperatura corporea. L’alimentazione sarà quindi a basso contenuto di calorie ed elevato contenuto di acqua e sali minerali, visto che questi ultimi si perdono con la sudorazione. Non a caso il nostro stesso organismo, se impariamo ad ascoltare i messaggi che ci manda, sa benissimo di che cosa necessita per farci vivere al meglio nel momento di cambiamento. E sa anche quando e come cambia l’alimentazione in base alle posizioni del Sole e della Terra nel corso delle stagioni.
Seguiamo le indicazioni del “biologo interiore” In un libro molto interessante “Il Rapporto Mente-Cibo”, l’autore Michele Riefoli, parla del “biologo interiore” che è dentro ognuno di noi. Sapendolo ascoltare, riusciremmo a rispettare al meglio le esigenze nutrizionali del nostro organismo, che dunque ci porterebbero anche verso un migliore equilibrio psicofisico. Del resto esiste un fenomeno, antico come l’esistenza dell’uomo, chiamato “fame specifica”, secondo il quale gli animali (anche noi siamo animali) scelgono determinate sostanze alimentari per compensare le loro deficienze dietetiche. Va da sé che se in una determinata stagione non ci alimentiamo dei cibi che la terra ci regala in quel periodo, il nostro corpo li richieda, e se questi non arrivano,
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si ammala. Ad ogni modo, ora siamo ben dentro i mesi più caldi dell’anno, e ciò che sceglieremo di mettere in tavola rappresenterà un punto cruciale del nostro benessere. Ricordatevi che il metabolismo rallenta, aumenta la ritenzione dei liquidi e di conseguenza anche il senso di pesantezza, quindi il primo punto, quello fondamentale, sarà idratarsi abbondantemente (e non scopriamo nulla di nuovo, ma dalla mia pratica ambulatoriale, a quanto pare non si ricorda mai abbastanza) e alimentarsi di cibi ricchi di liquidi. Non a caso in estate sentiamo molto di più la necessità delle classiche insalatone, macedonie, gelati, insalate di riso, insalate di pesce e via dicendo, tutti piatti molto freschi.
Preferire gelati artigianali, frutta e verdura crude In un precedente numero di Optima avevamo parlato di un progetto del Ministero della Salute, dal nome “E... state ok con la Nutrizione”, che aveva stabilito un decalogo di consigli sempre validi, per l’alimentazione dei mesi caldi (vedi box). Una cosa che si può dedurre è che l’alimentazione di questo periodo è anche e soprattutto colorata e proprio i colori dei cibi possono esserci di grande aiuto nel processo di cambiamento: passiamo dal verde e dal bianco tipici dei mesi freddi, a colori molto più sgargianti e variopinti, come il rosso dei pomodori, il viola delle melanzane, l’arancio delle pesche e così via. Basta dotarsi di una ruota della stagionalità dei prodotti per notare a colpo d’occhio quanto sia più variopinta l’alimentazione estiva. Vi siete mai chiesti perché? Anche in questo caso la natura non ha fatto nulla a caso: il viola delle melanzane, per esempio, è riconducibile a sostanze chiamate antociani che hanno proprietà antiossidanti e antiradicaliche e dato che il sole tende ad invecchiare la pelle (ma è anche fondamentale per ricavare vitamina D, senza eccedere con l’esposizione, bastano 10 minuti al giorno), l’utilizzo di queste sostanze è fondamentale. Il giallo/arancio/rosso, delle carote e dei pomodori, invece conferisce al nostro organismo i carotenoidi, precursori della vitamina A, come il Beta-Carotene e il Licopene, anch’essi fondamentali per la protezione della pelle dai raggi solari, pertanto sono sostanze fondamentali per chi intende passare i mesi più caldi al sole della spiaggia, luogo in cui dobbiamo tassativamente dire no agli alcolici e alle bevande zuccherate perché né dissetano né tantomeno apportano nutrimento; su questa base dovremmo evitare anche le focacce e pizzette comprate nei chioschi, che tra l’altro sono ricche di grassi e poco digeribili. Guardiamo con occhio critico anche le granite, che di solito contengono sciroppi di glucosio, con all’interno coloranti, aromi e zuccheri. Di sicuro sarebbe molto meglio una fetta di melone o anguria. Preferibili invece sono i gelati artigianali, magari di frutta, grandi quantità di verdura di stagione, meglio se cruda, per garantire un adeguato apporto idrico e vitaminico. Quest’ultimo punto è fondamentale per chi fa fatica a bere acqua. Sono da utilizzare anche le erbe aromatiche in particolare la menta che è rinfrescante, l’origano fresco, salvia e rosmarino che sono tonici, l’erba cipollina e l’aglio. Vanno bene anche le spezie che fanno sudare, perché contribuiscono ad abbassare la temperatura corporea, come il peperoncino.
Importantissime in questa stagione sono le tecniche di cottura, che dovrebbero essere più brevi e a pentola scoperta: scottatura e saltatura sono tra le migliori, vanno invece meno bene le cotture lunghe perché danno troppo calore al cibo. La scottatura è una bollitura di un paio di minuti e si usa per le foglie verdi e per le altre verdure tagliate sottili: si porta l’acqua ad ebollizione con un pizzico di sale e si uniscono le verdure. La saltatura invece si fa a pentola scoperta con le verdure tagliate sottili o grattugiate utilizzando ad esempio un wok o padella dal fondo spesso. Dopo aver preparato le verdure, tenendole separate, si scalda la pentola e si versa pochissimo olio iniziando a saltare le verdure una per volta per due o tre minuti ciascuna, mescolando continuamente.
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Il decalogo dell’alimentazione estiva 1) Rispettare quotidianamente il numero e gli orari dei pasti, soprattutto la prima colazione, che deve essere privilegiata rispetto agli altri La prima colazione è il pasto più importante della giornata, arriva dopo il periodo di digiuno più lungo nell’arco delle 24 ore e fornisce il “carburante” per tutta la giornata. Non consumare un’adeguata prima colazione, inoltre, predispone verso un maggiore introito calorico nelle ore successive. 2) Aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione e yogurt Preferire lo yogurt senza zuccheri aggiunti. Insieme alla frutta, può diventare un ottimo spuntino. Non trascurare la frutta secca (mandorle, noci ecc.), ricca di grassi “buoni”, minerali e fibre, ma non esagerare, perché apporta calorie. 3) Preparare i piatti con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori Il colore degli alimenti è dato dalle sostanze ad azione antiossidante (vitamine, polifenoli ecc): più si variano i colori, più completa è la loro assunzione. 4) Moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi Con il caldo, l’organismo consuma meno energia. È consigliabile, quindi, moderare l’apporto calorico, preferendo una cottura in grado di mantenere inalterato l’apporto di minerali e vitamine, diminuendo anche la quantità di sale da aggiungere durante la preparazione. Condire con olio d’oliva a crudo. 5) Privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua e completare il pasto con la frutta Questa regola va seguita in particolare quando si consuma il pranzo “al sacco”, non esagerando con gli spuntini salati o zuccherati. 6) Consumare un gelato o un frullato può essere un’alternativa al pasto di metà giornata
Il gelato o il frullato al latte che sostituiscono il pasto vanno inquadrati nell’ambito dell’apporto nutrizionale giornaliero. 7) Evitare pasti completi con primo, secondo e contorno quando, durante soggiorni in albergo o in viaggio, è più facile che si consumi al ristorante sia il pranzo che la cena Optare in una delle due occasioni per piatti unici bilanciati che possono fornire i nutrienti di un intero pasto. Alcuni degli abbinamenti possibili sono pasta con legumi e/o verdure, carne/pesce/uova con verdure. 8) Consumare poco sale e preferire sale iodato La carenza di iodio è ancora un problema: la tiroide condiziona molte funzioni dell’organismo ed ha bisogno del giusto introito giornaliero, garantito dal consumo di soli 5 g di sale iodato. Per gli ipertesi può essere utile consumare sale iposodico o asodico. 9) Rispettare le modalità di conservazione degli alimenti Mantenere la catena del freddo per gli alimenti che lo richiedono (borsa termica per il pic-nic). Ricordare che cibi conservati a lungo in frigorifero rischiano un peggioramento nutrizionale e/o una contaminazione da microrganismi. 10) Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno In estate si perdono minerali con l’aumento della sudorazione e della traspirazione. Per gli anziani è particolarmente importante bere, indipendentemente dallo stimolo della sete. Moderare il consumo di bevande con zuccheri aggiunti. Limitare il consumo di bevande moderatamente alcoliche come vino e birra. Evitare le bevande ad alto contenuto di alcol. Fonte: Ministero della Salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione.
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Un pieno di vitamina D, scorta per l’inverno L’estate è anche la stagione in cui possiamo fare il pieno di vitamina D, addirittura vivendo di rendita per tutto il resto dei mesi freddi. Infatti, dobbiamo ricordarci che la vitamina D è assunta solo parzialmente con la dieta (10 - 20%) ed è invece prodotta per la maggior parte dal nostro organismo per esposizione diretta ai raggi solari (80 - 90%). È una vitamina che si comporta come un ormone, fondamentale soprattutto per le donne in menopausa, dato che garantisce di fissare il calcio proveniente dagli alimenti prevenendo l’osteoporosi, ma è importantissima anche per i bambini dato che contribuisce all’ossificazione dello scheletro, soprattutto nei più piccoli e in attesa di venire al mondo. Bastano 10-20 minuti di esposizione al sole al giorno, senza protezione solare, e magari non nelle ore più calde, per assicurarsi un giusto apporto di vitamina D. Ricordo le parole della SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana) a questo proposito:
“Lo stato della vitamina D dell’organismo dipende solo dall’esposizione al sole, non è legato alla dieta. L’esposizione al sole di viso, mani, avambracci per 15 minuti al giorno durante l’estate ad una latitudine di 42 gradi è reputata in grado di fornire adeguate quantità di vitamina D per individui di pelle chiara. Infatti, la vitamina D viene accumulata nell’organismo, e quella prodotta durante i mesi estivi è generalmente sufficiente anche per il periodo invernale”. Per tutti i motivi di cui sopra, è importante imparare a osservare le mutazioni cicliche alle quali sono sottoposti, non solo le stagioni, ma anche il giorno e la notte, le maree, che sono esempi di questi ritmi e della loro successione. Anche i ritmi fisiologici dell’uomo seguono processi ciclici, che prendono il nome di bioritmi, ragion per cui sia l’alimentazione giornaliera dell’uomo e ancor di più quella stagionale sono caratterizzate da cambiamenti fisiologici su base molecolare.
L’alimentazione comandata dai bioritmi I bioritmi hanno diverse suddivisioni, quello che per ora ci interessa è il ciclo fisico. Sappiamo tutti che il corpo per sostenersi ha bisogno di energia che trae dall’alimentazione; in alcuni giorni può avere un alto livello di energia e ricostruire eventuali tessuti danneggiati. In tali giorni, possiamo sentirci in eccellenti condizioni. In altri giorni, invece, può disintossicarsi eliminando le tossine accumulate. Quando questo avviene, possiamo sperimentare bassi livelli di energia e di forze al minimo, anche dal punto di vista psicologico. La maggior parte delle persone conduce uno stile di vita e segue una dieta che inibisce il corpo nelle sue attività cicliche, quindi nei suoi bioritmi e nei suoi cambiamenti. Intanto proviamo a fare un esempio. Quando ci alimentiamo immettiamo nel corpo delle informazioni sotto forma di molecole che vanno a produrre dei cambiamenti sia ormonali che metabolici sull’intero organismo, anche in base alla fascia della giornata: la mattina, ad esempio, una serie di ormoni favoriscono il risveglio incominciando ad essere sintetizzati in quantità maggiori. L’ormone più attivo in quel momento è il Glucagone, che se trattato nella giusta maniera, ci aiuta a scaricare i grassi accumulati durante la notte, per questo motivo la nostra colazione deve iniziare da una bevanda calda che promuove la peristalsi, e ci spinge ad andare in bagno. Poi ci vuole un alimento a base proteica, importante per “tenere a bada” la grelina, ormone che
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stimola la fame, aumentando invece le concentrazioni del peptideYY, che da senso di sazietà. Sarebbe bene anche mangiare alimenti a base glucidica, come una fetta di pane integrale, che ci aiutano a controllare l’insulina perché a lento rilascio energetico. Questo è un primo esempio che ci aiuta a capire quanto è importante ciò che mangiamo per assecondare i nostri cambiamenti ormonali giornalieri. Ma quando abbiamo un certo livello di salute, diciamo soddisfacente, non notiamo i cicli in modo così evidente in quanto causano progressivamente meno disagio. Fatalità, il corpo sperimenta un aumento della disintossicazione in special modo ad ogni cambiamento di stagione, momento in cui le persone si ammalano molto di più e percepiscono maggiormente questo senso di disagio. Spesso, quando il corpo si sta ripulendo, per esempio da un raffreddore, abbiamo tutti molta fretta di guarire, per questo ricorriamo ai farmaci, cercando di sopprimere il ciclo di purificazione, e così facendo il corpo deve abbandonare i suoi sforzi di “autoguarigione”. Chiaramente i farmaci vanno utilizzati, ma se i disagi non sono importanti, è bene non abusarne, per dare il tempo al corpo di fare pulizia. L’organismo, mentre conduce il suo processo di disintossicazione, può avere molti alti e bassi: un giorno può avviare una consistente eliminazione di tossine e ci sentiamo malissimo. Il giorno successivo, le tossine sono state eliminate e ci sentiamo eccezionalmente
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bene. A volte può capitare che il corpo decida di scavare ancora un po’ più in profondità per eliminare alcune delle tossine più vecchie, e quindi ci sentiamo peggio, di nuovo. Proprio in queste occasioni può essere utile, sempre con l’aiuto di un professionista del settore e in base alle proprie condizioni di salute, effettuare dei momenti di restrizione calorica a sola frutta e verdura (più verdura che frutta per la verità), che permettano alle cellule di rinnovarsi e al corpo di accogliere al meglio il processo di cambiamento liberandosi dalle tossine accumulate, mettendo a risposo l’apparato gastrointestinale. Ma gli stessi bioritmi, e in particolare i cambiamenti
di stagione, possono essere “aiutati” dall’utilizzo di cibi prebiotici e dai probiotici. Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il termine prebiotici, si riferisce a tutte quelle sostanze presenti negli alimenti che non vengono assorbite dall’intestino dell’ospite, ma che vengono invece utilizzate come nutrimento dalla flora batterica intestinale, come i Frutto Oligosaccaridi e le Inuline (fibre solubili presenti in diversi frutti, verdure e piante comuni; ndr). Il termine probiotici invece, identifica tutti quei microrganismi che sono in grado di apportare benefici per la salute dell’ospite, definiti in termini scientifici “batteri simbionti”.
Probiotici, toccasana per intestino e... cervello Quando cambia la stagione, e dal 21 giugno è arrivata l’estate, vanno rinnovate anche le difese immunitarie per permetterci di affrontare il cambiamento al meglio. Sappiamo che nel nostro corpo vive una vera e propria comunità di centinaia di microorganismi a noi invisibile, la flora batterica, concentrata soprattutto nell’intestino e che lo stato di salute dipende in grossissima parte dall’equilibrio di questo ecosistema. Quindi un grande aiuto per superare quella che potrebbe essere definita “sindrome del cambio di
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stagione” può venire dall’assunzione dei probiotici: microorganismi in grado di riequilibrare la flora intestinale e che possono contribuire a mantenere integra la barriera che impedisce a microbi e agenti patogeni di infettare e colonizzare l’organismo. Ad oggi sono molti gli studi condotti su come i mutamenti della flora intestinale influiscano sul nostro benessere e sulle proprietà benefiche di specifici ceppi di probiotici. Grazie ad alcuni di questi microorganismi, infatti, avvengono molte reazioni enzimatiche che ci permettono di assorbire i principi nutriti-
Dossier vi degli alimenti che ingeriamo e di produrre energia. I probiotici contengono in particolare due gruppi di batteri accuratamente selezionati: Bifidobacteria e Lactobacilli. Tra i bifidobacteria, i ceppi più comunemente impiegati nella produzione dei probiotici sono: animalis, breve, infantis, longum, adolascentis, lactis e bifidum; tra i lactobacilli ricordiamo invece: acidophilus, casei, johnsonii, reuteri, rhamnosus, salivarius, plantarum, crispatus. Tra i più studiati il Lactobacillus rhamnosus e Lactobacillus reuteri che possono aiutare a regolarizzare il transito intestinale e concorrere al rinforzo delle attività della mucosa intestinale. Inoltre favoriscono l’azione preventiva rispetto alle infezioni (come quelle dell’apparato urinario) e delle allergie, attraverso la stimolazione del sistema immunitario. Il Lactobacillus Rhamnosus pare ridurre anche l’incidenza di dermatiti ed eczemi atopici nei neonati, se assunto dalle mamme durante l’intero periodo di gestazione. Anche la flora batterica intestinale segue dei propri ritmi, che non solo influenzano quelli dell’ospite, ma anche la capacità del fegato di metabolizzare sostanze potenzialmente tossiche. La scoperta potrebbe aiutare a contrastare problemi come l’obesità e la sindrome metabolica, spesso connessi a un’alterazione dei ritmi sonno-veglia, oltre che a un’errata selezione dei ceppi batterici che ovviamente dipende dal tipo di alimentazione che si segue. Quindi, secondo un gruppo di ricercatori del Weizmann Institute of Science a Rehovot, in Israele, pare che eventuali anomalie in questi ritmi batterici possano alterare la capacità metaboliche dell’organismo ospite, e in particolare quella di metabolizzare i farmaci e di degradare sostanze potenzialmente tossiche. I ricercatori hanno scoperto che la flora batterica intestinale, che prende anche il nome di microbioma e di conseguenza il microbiota è l’insieme di tutti i microrganismi che vivono in simbiosi con il corpo umano, si sposta ritmicamente, passando dal contatto con la superficie della mucosa intestinale al centro della cavità dell’intestino o viceversa, a seconda che sia giorno o notte, estate o inverno, primavera o autunno. Per cui, nei diversi momenti della giornata le cellule della mucosa intestinale sono esposte a batteri differenti.
Questi cambiamenti del microbioma intestinale, oltre a influenzare i ritmi circadiani dell’ospite, hanno effetti profondi sulla fisiologia umana: effetti che non si limitano all’intestino, ma raggiungono anche tessuti distanti, come quello del fegato, le cui cellule variano i livelli di espressione dei loro geni in sincronia con i ritmi della flora intestinale. Torniamo perciò a quello che dicevamo poco sopra. Questo vuol dire che un’alterazione dei ritmi del microbioma può compromettere funzioni epatiche diurne vitali, come la disintossicazione.
I fermenti lattici sono fondamentali per stimolare il sistema immunitario contro infezioni e allergie Le recenti scoperte sono da considerare fondamentali perché potrebbero aiutare a intervenire su problemi come l’obesità e la sindrome metabolica, che sono più comuni nelle persone i cui ritmi circadiani sono spesso disturbati. Inoltre sempre più spesso si sente dire quanto l’intestino sia collegato alle funzionalità del sistema nervoso, ma più che l’intestino quello che è collegato al sistema nervoso è il microbiota; si tratta di vie di collegamento estremamente complesse che si sono sviluppate nel corso dell’evoluzione per permettere all’intestino di esercitare un controllo su alcune delicate funzioni del sistema nervoso, quali ad esempio le emozioni. Questa “via” viene oggi definita asse microbioma-intestino-cervello. Forse questo sistema di interconnessione si è formato per via della necessità di connettere in qualche modo l’apparato digerente con quelle aree cerebrali che sono deputate al controllo della fame e della sazietà. Tale funzione si sarebbe poi evoluta fino a comprendere il controllo della regolazione del metabolismo del glucosio, che è l’unica moneta di scambio energetica con il Sistema Nervoso Centrale, e poi delle emozioni collegate al comportamento alimentare.
Fibre, alimenti “amici” del nostro intestino La dieta, per concludere, seleziona le famiglie batteriche e la loro varietà, infatti il cibo che arriva nell’intestino costituisce l’unico nutrimento che i batteri possono utilizzare. Quindi, secondo il principio della selezione naturale, chi tra i batteri non è in grado di mangiarlo si estingue, mentre chi è in grado di utiliz-
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zarlo si riproduce. Il principale fattore che pare influire sulla selezione batterica è la presenza/assenza di fibra alimentare e la presenza/assenza di carne o latticini nella dieta. Una dieta ricca in fibre alimentari (sia del tipo solubile che insolubile) tende a selezionare un micro-
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biota intestinale che sembra essere più salutare per l’uomo, mentre una dieta povera di fibre e ricca di carne e latticini tende a selezionare un microbiota associato allo sviluppo di obesità e malattie metaboliche. Inoltre, ogni qual volta sia necessario prescrivere psicofarmaci, sarebbe opportuno verificare preventivamente lo stato intestinale del soggetto ed eventualmente prescrivere una somministrazione di probiotici e raccomandare l’assunzione di specifici alimenti prebiotici che vada di pari passo con la prescrizione farmacologica. La somministrazione di probiotici e prebiotici può aumentare significativamente l’efficienza di uno psicofarmaco diminuendo la durata della terapia e migliorando contemporaneamente la performance cognitiva del soggetto. Tanto più che nei cambi di stagione siamo molto più suscettibili a “squilibri” psicofisici per questo è sempre indicato in tutti i soggetti un protocollo di reimpiantologia intestinale con probiotici specifici oltre che prestare attenzione a quegli alimenti “amici del cervello” che ci permettono di avere un equilibrio migliore nel periodo di cambiamento. Questi alimenti sono quelli che stimolano la funzionalità intestinale, ma anche quelli ricchi di triptofano, a partire dal quale otteniamo la serotonina; è quell’ormone chiamato anche colloquialmente “ormone del buonumore e della felicità”. Trattasi di una sostanza naturale dotata dei più potenti modulatori corporei di umore, appetito e sonno, a specifica azione sul cervello. Fluttuazioni della sua disponi-
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bilità possono causare depressione, ansia, bulimia, insonnia, mal di testa e altri problemi ancora. Milioni di persone prendono antidepressivi ogni giorno per compensare il loro basso livello di serotonina, trascurando altri parametri come i giusti cambiamenti alla dieta e allo stile di vita, che contribuirebbero a modificare radicalmente il loro umore. Come precursore della melatonina, la serotonina regola i ritmi circadiani, sincronizzando il ciclo sonno-veglia con le fluttuazioni endocrine quotidiane ma anche nei cambi di stagione. A livello del sistema nervoso centrale, la carenza di serotonina produce cali patologici dell’umore e pertanto crisi depressive, ma anche stati d’ansia e di aggressività. Essa regola anche le secrezioni intestinali, questo spiega il perché gli stress psicofisici abbiano ripercussioni sulla motilità intestinale. Per incentivarne la produzione è necessario mangiare molti vegetali, per via del triptofano che essi contengono. Radicchio, lattuga, legumi, soia, semini oleosi, frutta secca da guscio, cereali integrali, germe di grano, spinaci, tarassaco, patate non irradiate, cavoli, asparagi, funghi, bietole, ananas, banane, pappa reale, uova, formaggi freschi di malga, hanno tutti effetto ricostituente grazie alla presenza di triptofano. Esso si trasforma in presenza di vitamine del gruppo B, è basilare perciò privilegiare alimenti ricchi di queste vitamine, tra cui cereali, agrumi, broccoli, spinaci, avocado e prugne. Stare alla larga da zuccheri raffinati, distruttori di vitamine del gruppo B. n
Che tipo di viaggiatrici siete? Scopritelo con un test infallibile. E se siete in partenza per le vacanze ecco la lista di prodotti essenziali da portare nel beauty case di Gelsomina Sampaolo
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Una persona si può capire dalla
dimensione e dal tipo della sua valigia: un piccolo trolley colorato è perfetto per le più pratiche amanti delle vacanze mordi e fuggi (weekend al mare, gita fuori porta in una città d’arte e simili); il set di valige coordinate è adatto alle fashioniste o a quelle che non sanno rinunciare a nulla e si portano dietro tutto il guardaroba, sti-
le lumaca con la propria casa; lo zaino da trekking, manco a dirlo, è il bagaglio delle donne-avventura e, infine, c’è chi si ritrova a dover gestire, oltre al proprio, anche il bagaglio di marito e figli, per evitare che dimentichino qualcosa di essenziale per trascorrere una vacanza senza intoppi. Se non avete ben chiaro a quale categoria appartenete a pag. 52 vi proponia-
mo un simpatico test, ma non è necessario conoscere il risultato per sapere che un tasto dolente per tutti, soprattutto le donne, è costituito dalla sezione beauty della valigia. Ecco perché abbiamo deciso di compilare noi la vostra lista “della spesa” da fare in farmacia prima della partenza. Controllate se avete tutto e... buon viaggio! OPTIMASALUTE
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Cosa mettere nella valigia delle vacanze 1) Igiene orale innanzitutto Spazzolino e dentifricio sono solitamente le prime due cose che mettiamo nel beauty case (e le prime che ci scordiamo di recuperare alla partenza), perché il gesto di lavarsi i denti dovrebbe essere il primo e l’ultimo che compiamo ogni giorno, quasi automaticamente, anche in vacanza. In farmacia troverete anche dei pratici set da viaggio con spazzolino smontabile e dentifricio in formato mini, perfetti per due settimane di igiene dentale. Se siete abituati ad usarlo completate il vostro kit con un mini-collutorio da viaggio. 2) Deodoranti e profumi Qualunque sia la vostra meta e il vostro tipo di viaggio, anche se doveste attraversare il Polo Nord in solitaria, munitevi sempre di un buon deodorante ad azione prolungata che copra 24h. Se andate al mare e siete solite depilarvi le ascelle (magari con il rasoio) sceglietene uno che protegga la cute dalle irritazioni e contenga agenti idratanti, se invece temete i cattivi odori optate per un deodorante antibatterico a lunga tenuta. Non sapete proprio rinunciare alla vostra eau de parfum? Potete trasferirla in un contenitore con vaporizzatore di piccole dimensioni (si trovano nei kit per bagagli a mano), procurarvene qualche campioncino o sostituirla con una crema profumata aggiungendone qualche goccia alla semplice crema idratante neutra. Una piccola dritta: se vi esponete al sole non spruzzatevi mai prima il profumo direttamente sulla pelle poiché potrebbe causare macchie. 3) Make-up Per ovviare ai problemi di spazio procuratevi una trousse con una palette total look multi-uso: ombretto, matita, mascara, blush e cipria nelle tonalità che preferite o che usate più spesso. Anche per
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quanto riguarda creme, fondotinta e correttori non potrete portarvi via tutto, perciò scegliete un prodotto 3 in 1, magari più leggero di quello che usate a casa ogni giorno. Una CC cream va benissimo perché colora, maschera le imperfezioni e idrata la pelle. Se non riuscite a fare a meno di correttore e rossetto optate per formati in stick o stilo, più fini e maneggevoli di quelli tradizionali. Infine, non dimenticate mai e poi mai il burro cacao o balsamo labbra, perché le labbra subiscono lo stress sia del caldo che del freddo ed hanno bisogno costante di idratazione e protezione. (sui prodotti waterproof per l’estate vedi articolo a pag. 57). 4) Freschezza in viaggio Le salviettine usa e getta potrebbero salvarvi la vita in numerose occasioni. Struccanti, rinfrescanti, disinfettanti e intime, fatene scorta nei formati più piccoli che trovate per non essere mai impreparate di fronte agli imprevisti di viaggio (potreste dovervi lavare anche in momenti in cui l’acqua corrente non è disponibile!). 5) Manicure veloce Non potete certo pretendere di farvi le unghie in viaggio (o perché siete alla guida o perché potrebbe non essere gradito dai vostri compagni di viaggio) né che la manicure resista a tutti gli stress della vacanza (sole, acqua, sport…). Perciò vi consigliamo di partire con una manicure basic di colore naturale (rosa o trasparente) sulla quale i segni della vacanza non si vedano eccessivamente. Unico strumento concesso nel beauty case: la limetta di cartone che occupa pochissimo spazio e si può portare nel bagaglio a mano in aereo. 6) Capelli in vacanza Anche in questo caso abbiamo due tipi di soggetti vacanzieri. Quelle che al mare lasciano la chioma
selvaggia e quelle che non rinuncerebbero mai alla piega perfetta. Per questo secondo tipo sono praticamente imprescindibili phon e piastra da viaggio nei formati ridotti ma comunque potenti. Per una chioma lucente ricordatevi di portare shampoo, balsamo e olio appositi per l’esposizione al sole. Chiaramente in formato da viaggio. 7) Creme & co. Sembra quasi superfluo ricordarlo, ma non bisogna mai esporsi al sole (che sia di mare o di montagna) senza una protezione adeguata. Sceglietela in base al vostro fototipo (potete farvi aiutare dal farmacista) e ricordatevi di applicarla più volte al giorno, anche se andate a fare solo una passeggiata all’aperto. Lo stesso dicasi per il doposole, anche a base di elementi naturali rinfrescanti (come aloe vera, mentolo o gingko biloba). Anche le creme solari sono disponibili in formati mignon per non ingombrare troppo in valigia e perchè non avanzi una quantità eccessiva di prodotto al rientro. 8) Kit di primo soccorso Utile soprattutto se viaggiate con i bambini, ma non solo. Dovrà contenere: cerotti, disinfettante, antistaminici (per allergie, eritemi o dermatiti), antiacidi contro il mal di stomaco, antidolorifici, antipiretici e tutti i medicinali che assumete abitualmente (insieme alle eventuali ricette mediche per acquistarli in caso di necessità). 9) Per lui e per lei Ci sono poi tutta una serie di elementi da toilette specifici per l’igiene maschile e femminile. Alcuni potrete acquistarli sul posto se ve li siete dimenticati, altri invece no. Qualche esempio? Rasoio e schiuma da barba, dopobarba, gel, collirio, crema idratante, antiage, assorbenti, pinzette per le sopracciglia…
Test: siete organizzatrici, sognatrici o avventurose? Scegli la risposta che ti sembra più adatta, poi calcola la maggioranza di risposte A, B o C e leggi il profilo corrispondente! Nella tua valigia ideale non deve mai mancare: A) Lo stretto indispensabile, al resto penserai sul posto B) Un buon libro e la macchina fotografica (o lo smartphone) per immortalare i panorami migliori C) I piccoli dettagli, quelle cose impensabili che sei sicura non troverai mai fuori di casa Qual è l’ultima cosa che fai prima di partire? A) Controlli di aver messo tutto in valigia e chiudi bene il portone di casa
B) Pensi a quanto sarà bello arrivare a destinazione C) Controlli che il bagaglio a mano non superi il peso consentito Se potessi scegliere una destinazione qualunque, senza badare a spese, andresti: A) Nella terra più lontana e diversa dal tuo Paese, dall’altra parte del mondo B) Su una spiaggia tropicale o un’isola deserta C) In una capitale ricca di storia Solitamente in vacanza mangi:
A) Nei locali tipici, per scoprire i piatti del luogo B) Dove mi consigliano di mangiare C) Nei ristoranti consigliati da TripAdvisor Il compagno di viaggio ideale: A) Un incontro fortuito B) Il tuo partner C) Il tuo miglior amico/a Per viaggiare c’è bisogno di: A) Osare B) Sognare C) Organizzare
Le soluzioni
Maggioranza di A: avventurosa Sei un viaggiatrice avventurosa: il viaggio è il tuo elemento naturale, in cui dai il meglio di te e ti senti a tuo agio. Sei curiosa e pronta a tutto quando viaggi e ti piace esplorare ogni aspetto del luogo in cui ti trovi. Non torni mai due volte nello stesso posto. Maggioranza di B: sognatrice Sei una viaggiatrice sognatrice: il tuo viaggio inizia ben prima della partenza, quando cominci a fantasticare su tutto ciò che vedrai e conoscerai. Ti piace scoprire nuovi luoghi, ma soprattutto le persone che li vivono e spesso torni con più amicizie di quando eri partita. Per non dimenticare nulla delle esperienze di viaggio tieni un diario o scatti un’infinità di fotografie che posti su Facebook e Instagram per rendere la tua vacanza, un’esperienza da condividere. Maggioranza di C: organizzata Sei una viaggiatrice organizzata: l’ordine è il tuo mestiere, dalla scelta della destinazione alla gestione dei bagagli, tanto che ormai ne sai più dei tour operator e i tuoi amici si rivolgono a te per organizzare le ferie. Questo non significa che non sai affrontare gli imprevisti né che non ti godi il relax estivo, ma affronti tutto con ordine e disciplina e per te vacanza non vuol dire affatto ozio.
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Le 10 regole d’oro del viaggiatore perfetto 1. Un mese prima di partire verifica se occorrono vaccinazioni obbligatorie o raccomandate, rivolgendoti all’Ambulatorio per i Viaggiatori internazionali della tua ASL. 2. Assicurazione sanitaria verifica se sei assicurato e cosa occorre fare presso l’ASL o l’Agenzia di Viaggi. 3. Attenzione a ciò che mangi • NO a: cibi freddi o riscaldati, i buffet freddi di carne, pesce o molluschi, le creme all’uovo o alla panna, salse crude all’uovo. • SÌ a: carne e pesce ben cotti e serviti ancora caldi, frutta e verdura da sbucciare o pelare, verdura cotta. 4. Attenzione a ciò che bevi spesso l’acqua del rubinetto e delle fontane non è potabile. Usa acqua minerale in bottiglie sigillate a tavola e per lavare i denti; evita il ghiaccio. 5. Evita rapporti sessuali occasionali nel caso usa sempre il preservativo. 6. Farmaci da viaggio. Ricordati di portare • farmaci che assumi abitualmente, in scorte sufficienti, compresi liquidi per lenti a contatto, pillola anticoncezionale; • antimalarici (nei casi indicati); • farmaci che potrebbero essere utili (antidolorifici, antibiotici); • attrezzatura varia (creme solari a
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fattore protettivo molto alto, forbici, cerotti, salviettine disinfettanti). 7. Per prevenire la malaria proteggiti dalle punture di zanzare e, quando necessario, assumi farmaci antimalarici. La chemioprofilassi va iniziata prima dell’arrivo in zona malarica, assunta con regolarità durante tutto il periodo di permanenza e continuata ancora dopo aver lasciato la zona a rischio. Molti disattendono proprio a questo consiglio, permettendo lo sviluppo della malattia che, durante il soggiorno era ancora in incubazione. Anche una sola interruzione dell’assunzione del farmaco, infatti, diminuisce l’effetto protettivo (naturalmente la dose va ripresa il più presto possibile). 8. Al rientro nei mesi successivi al rientro se compare febbre di origine non chiara, ricordati di dire al tuo medico che sei stato in una zona malarica. 9. Traffico stradale fai molta attenzione alla guida tua e degli altri. In molti paesi in via di sviluppo gli incidenti stradali sono molto frequenti e spesso gravi. 10. Criminalità stai attento a non esporre troppo denaro e oggetti di valore, specie nei quartieri e nelle aree pericolose che la guida ti indicherà. (Fonte: http://www.simvim.it, Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni). n
Trucco d’estate? Waterproof Ora che è esploso il caldo bisogna affidarsi a prodotti a lunga tenuta, resistenti ad acqua, caldo e sudore. A partire da creme, autoabbronzanti e fondotinta di Maria Mazzoli
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Il
trucco waterproof? Non ti abbandona mai. Né al mare, né in piscina, né con il sudore o l’umidità. Resistente all’acqua è perfetto per chi d’estate vuole essere sempre in ordine e sicura di sé in
ogni momento della giornata. Non solo matita occhi e rossetto che non colano, ma anche fondotinta, blush, mascara, ombretto, eyeliner. Tutti prodotti rigorosamente testati per occhi sensibili. E chi
entra in farmacia, trova un ventaglio di creme da giorno e da base per il trucco da abbinare a copri-occhiaie, primer e fondotinta “copri-macchia” (camouflage) per nascondere le imperfezioni della OPTIMASALUTE
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pelle (come capillari, ecchimosi, macchie cutanee). Prodotti a lunga tenuta che piacciono tanto anche alle spose, per garantirsi un incarnato da favola anche dopo l’ennesimo bacio per salutare l’ultimo invitato rimasto alla festa. Ma come funziona? Si tratta di un make-up realizzato con specifiche componenti, contenente ingredienti che garantiscono una resistenza molto più efficace rispetto al classico cosmetico, tanto da poter essere utilizzato comodamente sotto il sole, in acqua o durante l’allenamento intensivo in palestra. Persino in situazioni che richiedono un trucco indelebile per tutto il giorno, come un convegno, un evento, un matrimonio o altri appuntamenti speciali, soprattutto durante una torrida giornata estiva, di quelle con il caldo intenso in cui la colonnina di mercurio sfiora i 40 gradi all’ombra. Garantisce una maggiore durata ed è quindi perfetto in questo periodo dell’anno, quando il trucco risente maggiormente anche dell’umidità e del sudore. Si usa
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come il tradizionale make-up, ma con alcune accortezze si ottiene un effetto migliore e più naturale. Tra i prodotti cover a lunga tenuta c’è poi tutta la gamma dei “copri-macchia”, ottimi per uniformare qualsiasi incarnato e rendere omogenea la cute anche nelle altre zone del corpo, in particolare le gambe. Cosa c’è di waterproof? Tantissimi prodotti. Da quelli autoabbronzanti, che una volta spalmati continuano il loro effetto scurente senza piantarvi in asso, rendendo luminosa e compatta la pelle, a quelli per nascondere efficacemente le imperfezioni cutanee. Questa la vera svolta per chi non ha fatto in tempo a ripulire le gambe dagli antiestetici capillari in evidenza, o si ritrova all’ultimo minuto con un livido o un inestetismo. La moderna cosmetologia ha studiato speciali prodotti per il maquillage dalle proprietà particolarmente coprenti e pertanto ideali per mascherare le discromie, permanenti o transitorie, tramite tecniche di trucco correttivo dette appunto “camouflage”.
Il suo campo di applicazione in realtà risale alla metà del secolo scorso, ma grazie a studi e ricerche si è evoluto ed oggi viene utilizzato anche per coprire inestetismi legati a interventi di chirurgia estetica e dermatologici. In particolar modo gli esiti di lifting, punturine (filler), laser, dermoabrasione, acne, rosacea, couperose, angiomi, macchie solari, ecc. Un fondotinta e correttore allo stesso tempo, generalmente in crema, sarà in grado di coprire e nascondere le imperfezioni della pelle lasciando un finish mat a lunga tenuta, senza il pericolo dell’effetto “maschera”. Negli ultimi anni il numero delle case produttrici di questo genere di prodotti è aumentato e sono migliorate sia la qualità che le linee a disposizione. C’è una differenza nella texture delle creme, nella durata e nel fattore di protezione solare utilizzati tra le diverse case produttrici. Questo rende un prodotto migliore di un altro per un certo tipo di pelle. Cosa hanno di diverso dai
beauty correttori? Le creme sono specificamente formulate per donare un potere coprente leggero ma totale, anche con una sola applicazione; resistono all’acqua e sono antimacchia, adatte pertanto anche a chi fa sport (nuoto compreso!), senza avere la preoccupazione di dover ritoccare il trucco; hanno una durata e una stabilità tra le 8 e le 16 ore prima di dover essere applicate di nuovo; contengono un filtro solare; sopra o sotto può essere applicata una ulteriore protezione; sopra si può usare qualsiasi make-up. L’unica accortezza è dosare bene la quantità della crema e saperla sfumare, perché ne garantisce la durata oltre a mimetizzare in maniera ottimale i difetti.
Per avere una buona base scegliete un prodotto che faccia respirare la pelle Dopo aver creato una bella base omogenea, possiamo passare al trucco vero e proprio. Partiamo dal viso. Per realizzare la base di un maquillage waterproof scegliete un prodotto molto leggero che consenta alla pelle di respirare, che non sia di quelli supercoprenti dall’effetto “cerone”. Ogni tipo di pelle ha la sua formula adatta, ma in questo caso sarebbe preferibile una texture in gel, meno grassa, meglio ancora se opacizzante. Una volta stesa la base, fondamentale per una buona idratazione, se davvero volete che il resto del trucco tenga davvero, applicate su tutto il viso un primer. Passate poi al fondotinta, sempre a lunga tenuta, preferibilmente in crema, dall’effetto opacizzante, in
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modo tale da evitare antiestetiche lucidità. Oggi ne esistono anche con fattore di protezione, quindi utilissimi per girare sotto il sole e prevenire le macchie. Un segreto per fissarlo ancora meglio? Tamponare sopra un po’ di cipria (o del ghiaccio avvolto in un sacchetto). Per chi è solita usare terre, bronzer, blush e ombretti, ne esistono di diverse formulazioni e colori, ma l’ideale, anche in questo caso, è orientarsi su prodotti non troppo coprenti. Tra quelli di ultima generazione, troviamo il tipo in polvere che, una volta a contatto con la pelle, diventa quasi cremoso e con l’acqua non fa una mossa. Mentre per i bronzer meglio orientarsi sul genere finish satinato, dalla tonalità luminosa, ma senza brillantini, perché sotto il sole l’effetto luccicante si amplifica. Il blush (o fard) non dovrebbe mai mancare sugli zigomi di una don-
na: anche se abbronzate dà quel tocco in più che rende femminili. Ricordatevi: quelli dalla formulazione a tinta durano molto di più rispetto a quelli in polvere. Per rendere profondo lo sguardo puntate sugli eyeliner waterproof, ne esistono di tante nuance e in diversi formati (in gel, a penna, a matita, liquidi, in crema), e sul mascara (a scelta tra allunganti e infoltenti) e le matite occhi. Quando si tratta di questa zona così delicata, il consiglio è quello di orientarsi su prodotti di qualità, garantiti da aziende leader nel settore, privi di nichel. Molto spesso, quando si legge l’etichetta di un cosmetico nichel tested, si può trovare proprio la dicitura “<1 ppm”. Cosa significa? Che su un milione di particelle, il prodotto ne contiene solo una di nichel. Non dimenticate le sopracciglia, oggi di moda più folte e marcate: dalle matite alle soluzioni in
versione mascara o ombretto da stendere con il pennellino, non avrete che l’imbarazzo della scelta. Magari meglio non esagerare nella quantità: chi ama ridisegnarle in maniera evidente e molto scura, è preferibile che prima testi il tempo di tenuta del prodotto. Passiamo al tocco finale, il rossetto. Inutile dire che quelli a lunga durata dall’effetto mat sono più corposi e resistenti rispetto ai gloss, molto più “grassi” e quindi
tendenzialmente più inclini a sbavature. Resistono impeccabili più a lungo rispetto ai classici rossetti. La differenza risiede nelle speciali formule iperpigmentate che si fissano sulle labbra senza sbiadire durante la giornata. Alcuni di quelli in confezione stick, quindi più fluidi, si abbinano a un gloss trasparente che funziona come un top coat donando un bell’effetto vinile (ma la tenuta dura un po’ meno). L’innovativa formula
dei rossetti mat di oggi unisce comunque leggerezza, colore e freschezza per un effetto coprente e luminoso. In più, le labbra non si seccano grazie a principi attivi dalle elevate proprietà emollienti, che le lasciano idratate; dalle palette irresistibili, sono abbinabili in scala con delle morbide matite per il contorno labbra. E il trucco è perfetto. Per ore e ore, al mare, in piscina, senza pensarci più fino a sera.
Struccarsi con l’acqua micellare Un trucco impeccabile di giorno, una pelle pulita e idratata di notte. Se è vero che il trucco waterproof è molto efficace per resistere all’acqua, è anche vero che per rimuoverlo occorre un buon prodotto specifico. Di soluzioni in commercio ce ne sono davvero tante, l’importante è sceglierne una delicata, non aggressiva, e che non disidrati la cute. L’ultima tendenza è l’acqua micellare, usata da sempre più donne negli ultimi anni per struccare il viso poiché rappresenta una soluzione molto veloce. Si tratta di un prodotto di bellezza che svolge le funzioni di struccante e tonico insieme. Con poche passate è possibile struccare e detergere il viso con un solo prodotto, risparmiando tempo. Senza necessità di risciacquo. Ma di cosa si tratta? È una soluzione composta da micelle, ovvero microsfere di tensioattivi che, aggiunte all’acqua termale, compongono appunto l’acqua micellare. A seconda delle diverse formulazioni adottate dalle aziende possono contenere anche altre sostanze, come principi idratanti, lenitivi, oligo-elementi, estratti naturali di
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piante e minerali ecc. La sua principale funzione è quella di detergere e pulire la pelle in profondità. Grazie alla sua particolare formulazione le micelle al suo interno catturano le impurità e i residui di trucco, lasciando la pelle pulita e idratata. Essendo pensata per il mondo della moda, l’acqua micellare ha un notevole potere struccante anche sui cosmetici resistenti all’acqua. È quindi l’ideale per il nostro make up “indelebile”. Altra tendenza degli ultimi tempi sono gli struccanti bifasici, prodotti composti appunto da due parti, una acquosa e una oleosa. Quando il flacone è riposto si presentano separate, ma agitandolo si mescolano e creano una soluzione molto fluida per rimuovere al meglio ogni traccia di maquillage. Se si ha un trucco particolarmente intenso, si può combinare all’azione del prodotto bifasico quella delle salviette struccanti. Al posto del dischetto di cotone, dunque, si utilizza la salvietta struccante con l’aggiunta di qualche goccia di prodotto bifasico per un’azione ancora più efficace. n
Hobby House
di Gelsomina Sampaolo
Libreria Bambini
La grande fabbrica delle parole
C’è un paese dove per pronunciare le parole bisogna comprarle e inghiottirle. Le parole più importanti, però, costano molto e non tutti possono permettersele. De Lestrade A.; Terre di Mezzo; Euro 10,00
Il meraviglioso Mago di Oz
Dorothy vive nelle praterie del Kansas con gli zii e il suo cagnolino Toto. Un giorno, un ciclone trasporta la sua casa in uno strano Paese, popolato da bizzarri personaggi... Baum F.; Gribaudo; Euro 7,90
In Salute
È la medicina, bellezza!
Un libro che, attraverso il racconto di storie di giornalismo, medicina (e bufale), propone alcuni modi di comunicare la salute. Bencivelli S, Ovadia D.; Carocci; Euro 17,00
I segreti della cronobiologia
Tutti i nostri malesseri potrebbero avere una causa comune: lo sfasamento del ritmo naturale del nostro organismo. Per stare bene basta imparare a leggere il nostro orologio interno. Borrell M.; Sperling&Kupfer; Euro 19,00
Best Seller
Poteri forti (o quasi)
Il diario, anche autocritico, dell’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore. Oltre quarant’anni di storia del nostro paese e del mondo vissuti da uno speciale punto di osservazione. De Bortoli F.; La nave di Teseo; Euro 19,00
Cinema Arrival
Regia: S. Sibilia; con: E. Leo, V. Avrea, P. Calabresi, L. De Rienzo Trama: Una linguista di fama mondiale viene chiamata a decifrare il linguaggio alieno. Giudizio: un dramma al contempo fantascientifico e molto umano.
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Tredici
“Ciao a tutti. Sto per raccontarvi la storia della mia vita. O meglio, come mai è finita”. Inizia così la prima delle audiocassette lasciate da Hannah. Una storia che è anche una serie tv di successo. Asher J.; Mondadori; Euro 17,00
Musica A Kind Revolution Paul Weller
Solo 40 anni di esperienza nel mondo della musica permettono di creare un disco rock, funk, dub, soul, folk, psichedelico senza perdersi mai.
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ricette
Arrotolato di vitello con verdure Ingredienti: 1 kg di fesa di vitello (in un’unica fetta), 80 g di pancetta affumicata, 100 g di mollica di pane, 60 g di parmigiano reggiano, 2 tuorli d’uovo, 200 g di carote baby, 200 g di fagiolini, 400 g di patate, 1 cipolla, 1 bicchiere di vino bianco, prezzemolo, olio, sale e pepe. Procedimento: preparate il ripieno amalgamando pane, pancetta e prezzemolo tritati, tuorli, parmigiano, sale e pepe. Poi disponetelo sulla fetta di carne, arrotolate e fate cuocere in una pentola, a fuoco vivace, con 3 cucchiai d’olio d’oliva. A doratura ultimata aggiungete le verdure e fate cuocere per un’ora.
Lo Sapevate?
Il bagnino compie 99 anni Quasi 100 anni fa, nel 1918, nasceva la figura del bagnino. Il Ministero dei Trasporti Marittimi e Ferroviari del Regno d’Italia cominciò con l’obbligare tutto il personale al lavoro negli stabilimenti balneari di comprovare l’idoneità nel nuoto, nel primo soccorso e della respirazione artificiale. Poi, grazie alla Società Nazionale di Salvamento, vennero rilasciati i primi brevetti specifici per “Bagnino di Salvataggio”.
Oroscopo I segni dell’Estate
Cancro 22/06 - 22/07
Arrivano i filtri facciali Instagram segue il successo di Snapchat e nell’ultimo aggiornamento inserisce i filtri facciali che ci faranno divertire aggiungendo ai nostri selfie corone, animali e uno speciale filtro “nerd”.
Leone 23/07 - 23/08
W. Oscar
Vergine 24/08 - 22/09
CONCERTI
La vostra proverbiale frenesia potrebbe ostacolarvi nelle relazioni personali. Tirate fuori il vostro asso nella manica: l’affetto smisurato. L’arrivo dell’estate vi spingerà a portare a termine importanti progetti meditati a lungo. Buttatevi. E poi andate finalmente in vacanza...
Nuovi incontri e occasioni lavorative cancelleranno i dubbi amletici degli ultimi tempi.
Bilancia 23/09 - 22/10
La necessità di armonizzare la vostra vita vi farà fare tagli importanti nei rapporti interpersonali.
Scorpione 23/10 - 22/11
Continuate ad occuparvi di tutti, senza risparmiarvi. Quando penserete a voi stessi?
Sagittario 23/11 - 21/12
Un affare economico che potrebbe cambiarvi la vita. Non esitate troppo.
Web Zone
Capricorno 22/12 - 20/01
4,3 stelle è il voto medio che tutti noi diamo su internet secondo il Wall Street Journal. Troppo, perché produrrebbe una sorta di inflazione, che falsa il mercato. E occhio alle false recensioni a pagamento, più di quante immaginate.
Acquario 21/01 - 19/02
Recensioni troppo buone falsano il mercato
Fate gruppo, create concordia. Nel lavoro vi porteranno successi insperati.
È tempo di scelte importanti. Basta massacrarsi con snervanti autoanalisi.
Pesci 20/02 - 20/03
Smussate gli angoli del vostro ego e schiaritevi le idee.
Ariete 21/03 - 20/04 Argomenti consigliati Il nuovo News Feed proposto dalla piattaforma suggerirà non solo persone o pagine ma argomenti. “Topics to follow” è una funzione ancora in via di sperimentazione che permetterà agli utenti di seguire temi specifici, invece che singole Pagine.
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Sprigionate energie da tutti i pori, ma ogni tanto mettete le marce basse...
Toro 21/04 - 20/05
Non siate sempre prolissi, snellite i discorsi. La vita sociale vi sorriderà.
Gemelli 21/05 - 21/06
Una estate fenomenale per stabilizzare affetti e lavoro.
Tentazioni “L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi”. (Oscar Wilde)
Le date del mese
The Giornalisti: 6/07 Ferrara, 12/07 Collegno, 4/08 Catania, 18/08 Gallipoli, 24/08 Forte d. Marmi, 26/08 Chieti. Ermal Meta: 8/07 Mirano, 11/07 Verbania, 15/07 Sesto San Giovanni, 19/07 Loano, 20/07 Torino, 22/07 Roma, 26/07 Palermo, 28/07 Zafferana Etnea, 4/08 Pescara, 9/08 Forte dei Marmi, 16/08 Follonica, 25/08 Asolo. Francesco Gabbani: 6/07 Fontaneto D’Agogna 7/07 Lignano Sabbiadoro, 15/07 Roma, 21/07 Firenze, 23/07 Grazzano Visconti, 28/07 Palermo, 29/07 Z. Etnea, 2/08 Pescara, 5/08 Trento, 9/08 Alassio, 10-11/08 Forte dei Marmi, 18/08 Lecce, 25/08 Castagnole delle Lanze. Mannarino: 1/07 Molfetta, 6/07 Roma, 8/07 Pistoia, 9/08 Villafranca di Verona, 11/07 Collegno, 12/07 Genova, 15/07 Riola Sardo, 18/07 Salerno, 19/07 Chieti, 21/07 Perugia, 22/07 Cattolica, 16/08 Gallipoli, 19/08 Soverato, 23/08 Marina di Castagneto, 25/08 Macerata, 31/08 Palermo. Jack Savoretti: 18/07 Gardone Riviera, 19/07 Recanati, 21/07 Strà, 22/07 Forte dei Marmi. Robbie Williams: 14/07 Verona, 15/07 Lucca, 17/07 Barolo. Kasabian: 19/07 Taormina, 21/07 Roma, 22/07 Piazzola sul Brenta, 23/07 Lucca. Mrs. Lauryn Hill: 8/07 Lucca, 9/07 Roma. Ben Harper: 11/08 Gardone Riviera.