N. 254 ANNO XXVI Febbraio 2017
Alimentazione La corretta dieta anti-colesterolo
Bellezza
Creme e profumi per... soli uomini
Terza EtĂ
I pericoli della disidratazione
Dossier
Frutta e verdura salute in tavola
in questo numero
L’AIUTO DEGLI INTEGRATORI
Sommario
Anno XXVI n. 254 Febbraio 2017
Direttore responsabile Claudio Sampaolo Coordinamento editoriale Roberta Stagno Grafica e impaginazione Enrico Marinelli email: info@studiorocchetti.com Redazione Studio Rocchetti Comunicazione Strada Lacugnano Giardino, 3 06132 Perugia e mail: redazione@studiorocchetti.com Tel. 075 5170247 Fax 075 5171430 Marketing e pubblicità Francesca Capalbo Tel. 06 41481370 Fax 06 41481383 Gabriele Iannella Tel. 06 41481292 email: optima@comifar.it
Collaboratori Francesca Aquino, Chiara Baldetti, Benedetta Ceccarini, Stefano Ciani, Pompeo D’Ambrosio, Melissa Finali, Francesco Fioroni, Andrea Giordano, Maria Mazzoli, Roberto Moraldi, Simona Peretti, Maria Pia Pezzali, Giuseppe Rinonapoli, Rolando Rossi, Gelsomina Sampaolo, Filippo Tini Consulente scientifico Dottor Pompeo D’Ambrosio Fotografie AGF Creative - Fotolia - iStock Illustrazioni Sabrina Ferrero Editore Comifar Distribuzione S.p.a. Via Fratelli Di Dio, 2 20026 Novate Milanese (MI) Registrazione del Tribunale di Milano n.727 del 04/12/2008 Fotolito e Stampa Charterhouse in collaborazione con Rotolito Lombarda S.p.A. Via Sondrio, 3 20096 - Seggiano di Pioltello (MI) Prezzo per copia € 1,00 Costi di abbonamento: copie 50 € 250,00 copie 100 € 365,00 copie 150 € 505,00 copie 200 € 655,00 copie 300 € 950,00 copie 500 € 1.545,00 Rivista ceduta esclusivamente in abbonamento attraverso il canale Farmacia Info e abbonamenti: www.optimasalute.it
omaggio del tuo farmacista
Post-it
Rubriche
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Attualità in Farmacia La hit parade delle novità
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Post-it Pro-memoria della salute
di Francesca Aquino
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Hobby House Cinema, musica e libri
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Ultima pagina Oroscopo, ricette, appuntamenti, curiosità
di Gelsomina Sampaolo
Testata associata
www.optimasalute.it
OPTIMASALUTE
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Sommario
Anno XXVI n. 254 Febbraio 2017
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Dossier Frutta e verdura, la salute in tavola Sono ormai diventati due capisaldi della nostra alimentazione, per tutti e 5 i pasti della giornata. Ma vanno assolutamente consumati prodotti di stagione. C’è solo l’imbarazzo della scelta di Francesca Aquino
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Sport in sovrappeso: rischi e vantaggi Quali attività scegliere e quali evitare per scongiurare “effetti collaterali” di Pompeo D’Ambrosio
La dieta anti-colesterolo No a grassi saturi animali; sì a frutta, verdura, alimenti integrali, pesce azzurro
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di Melissa Finali
Lo sport allena (anche) la mente Otto occasioni in cui l’attività fisica è fondamentale per il benessere psicologico
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di Chiara Baldetti
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La cura del piede Riconoscere e curare le patologie ungueali, cutanee e scheletriche di Alessandro Aramini
La disidratazione nell’anziano Calo di peso, bocca secca, debolezza e mal di testa segnali da non sottovalutare
di Simona Peretti
L’alimentazione per ex fumatori L’aiuto della dieta per depurare l’organismo ed eliminare il desiderio.
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Narciso è tornato (ed è barbuto...) In aumento del 30% i consumi maschili dedicati all’estetica personale
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di Francesca Aquino
di Gelsomina Sampaolo
Balla che ti passa Tredici buoni motivi per iniziare l’anno a ritmo di tango, samba e valzer di Maria Mazzoli
Attualità in Farmacia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Le novità e i prodotti in vendita in Farmacia
Quando l’intestino diventa irritabile
La causa precisa dell’intestino irritabile non è completamente nota. Ricerche recenti lo attribuiscono ad un cattivo stato delle pareti intestinali che perdono la dovuta permeabilità selettiva lasciando entrare sostanze e microrganismi che in condizioni normali non potrebbero passare. Questo si traduce in una ridotta capacità della funzione di barriera intestinale che porta ad un’attivazione del sistema immunitario con conseguente infiammazione in quell’area. Tale aumento di permeabilità contribuisce in modo significativo a generare quell’alterata sensibilità intestinale che è alla base di tutta la sintomatologia. Non esiste ancora una cura risolutiva. Tra gli approcci più recenti vengono sempre più considerati quelli mirati alla protezione della mucosa, al cui scopo si sono rivelate promettenti sostanze naturali come resine, polisaccaridi e complessi polifenolici.
Swisse, una linea completa di integratori
Swisse è la linea di integratori pensati per soddisfare ogni esigenza grazie a 30 prodotti esclusivi contenenti vitamine, minerali, estratti di erbe e altre sostanze nutritive. Le formule dei prodotti Swisse sono state sviluppate sulla base di evidenze scientifiche per soddisfare numerosi benefici legati alla salute nutrizionale.
Adattogeni contro stress e spossatezza
Tutte le nostre funzioni fisiologiche dipendono dalla capacità del nostro organismo di rispondere a elementi stressogeni di diversa natura: rumori continui, traffico, lavori pesanti, lavori notturni ma anche colloqui di lavoro, esami o litigi, separazioni, lutti. Tutto ciò incide pesantemente sul nostro equilibrio, determinando effetti negativi prima sulla qualità di vita e poi sulla salute. I sintomi più comuni sono stanchezza cronica e spossatezza, sonno disturbato, ansia, apatia e talvolta depressione, disturbi gastrointestinali (gonfiori, colon irritabile, digestione lenta, intolleranze alimentari). In queste condizioni l’organismo cerca di “resistere” allo stress. Alcune sostanze naturali possono aiutare il nostro organismo a migliorare la risposta allo stress e per questo motivo si definiscono “adattogene”: ginseng, eleuterococco, pappa reale, rodiola.
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Sollievo: per un fisiologico transito intestinale
Le formulazioni di Sollievo, 100% naturali o biologiche, sono utili al bisogno per favorire il transito intestinale. La sinergia esclusiva delle sostanze naturali garantisce inoltre completa funzionalità nel rispetto dell’organismo. Sollievo Bio, in tavolette e tisana, è utile per favorire il fisiologico transito intestinale, rispettando l’intestino. Le due formulazioni sfruttano l’efficacia della sinergia di piante ad azione specifica: la Cassia e l’Aloe, per favorire il transito intestinale; il Finocchio, il Carvi e il Cumino per favorire l’eliminazione dei gas intestinali e la funzionalità del tratto digerente; il Tarassaco e la Cicoria per un’azione di sostegno al transito intestinale.
Se il bambino è stitico
Un lattante può aver difficoltà ad evacuare nei primi tempi del divezzamento, con l’introduzione dei primi cibi solidi oppure perché non sa coordinare i movimenti dei muscoli che regolano l’evacuazione. Nei bimbi di 2-4 anni una causa di stitichezza è il controllo volontario dello stimolo di evacuare; le feci che permangono più a lungo nell’ultimo tratto del colon sono prive di acqua e più dure e l’evacuazione può provocare dolore; il bimbo, temendo di sentire dolore, ritiene le feci, peggiorando la situazione. La prima regola è mantenere morbide le feci: verdure, olio extravergine di oliva crudo in abbondanza e molta acqua da bere. Se non basta, possiamo aiutare il bimbo ogni 2-3 giorni con un microclisma a base di miele e complessi naturali che stimolano delicatamente e hanno un’azione protettiva e lenitiva della mucosa rettale. Il miele induce uno stimolo non aggressivo, senza provocare disidratazione e irritazione.
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Le mani, provate e stressate dalle sfide di tutti i giorni e dai diversi fattori ambientali come il vento, il freddo e il continuo contatto con l’acqua o sostanze aggressive diventano secche, ruvide e screpolate. Con la sua formula ad elevatissima concentrazione di Glicerina Attiva di Neutrogena (40%)***. Neutrogena Crema Mani Concentrata si filma sulla pelle agendo come una barriera che si oppone alle aggressioni ambientali idratando**** intensamente e a lungo. Il risultato? Mani più idratate, morbide e lisce. La pelle appare come rigenerata, ogni giorno. Basta una piccola quantità di crema sulle mani per ottenere risultati immediati. Ogni tubo garantisce 200-300 applicazioni (50-75 ml). * Mercato Crema Mani Farmacia. Fonte IMS Health Italia, AT 2011. ** 81/81 soggetti soddisfatti durante studi clinici, US 2004. *** Contenuta nelle formule Neutrogena. **** Gli strati superiori dell’epidermide.
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Post-it salute
di Francesca Aquino
Sbadigli? Sei intelligente
A differenza di quanto comunemente si pensa, lo sbadiglio non è soltanto un chiaro indicatore del sonno o della noia, ma potrebbe invece essere un segno d’intelligenza. Lo afferma sulle pagine della rivista Biology Letters, uno studio della State University of New York a Oneonta, secondo cui più a lungo si sbadiglia, più è grande il proprio cervello. Lo studio ha messo in relazione la durata dello sbadiglio e le dimensioni del cervello di 109 individui di 19 specie diverse (conigli, gatti, elefanti, cani ed esseri umani). Si è anche notato, così, che lo sbadiglio cresce con il grado di evoluzione della specie coinvolta.
Musei vaticani amici del cuore
I Musei Vaticani sono la prima area museale italiana ‘Amica del Cuore’, grazie alla predisposizione di 300 custodi rianimatori e 18 defibrillatori per la sicurezza dei circa 6 milioni di visitatori annuali. Lo prevede il piano di cardio-protezione realizzato in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù secondo standard internazionali certificati dall’American Heart Association. “L’intervento immediato in attesa dell’ambulanza - ha sottolineato Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù - è un vero salvavita. Quindi possiamo dire che questi musei custodiranno non solo opere d’arte, ma anche il cuore delle persone. Il nostro compito non finisce qui, perché la formazione per esser valida deve essere continua, non solo per formare il nuovo personale che verrà assunto, ma anche per ricordare a chi già si è formato”.
Irisina, l’ormone brucia grassi
Secondo una recente ricerca dell’Università della Florida, pubblicata su American Journal of Physiology - Endocrinology and Metabolism, l’esercizio fisico, oltre che per mantenersi in forma, sarebbe utile anche contro i tumori. Fare sport, infatti, rilascia un ormone, l’irisina, che aiuta geni e proteine a ‘convertire’ i grassi cattivi in grassi buoni ed energia, impedendo al tempo stesso la formazione di tessuto grasso. In più rende le ossa più forti e migliora il sistema cardiovascolare. Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno raccolto le cellule di grasso donate da 28 pazienti che avevano avuto un intervento chirurgico di riduzione del seno.
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Post-it salute
È arrivata la Tac turbo
Per la prima volta in Italia, presso la clinica Mater Dei di Roma, è operativa la “Tac turbo”: una scansione rapida con una riduzione di radiazioni fino al 90 per cento. Con la nuova modalità di acquisizione detta Turbo Flash, infatti, è possibile eseguire una scansione del torace in 0,4 secondi (contro i 5 dei metodi precedenti) e una scansione del cuore in 0,15 secondi, meno di un battito cardiaco. La Tac diventa così più accessibile anche per i pazienti “difficili” come bambini e anziani. La velocità consente di catturare le immagini più dettagliatamente, soprattutto di organi in movimento come il cuore.
Giovani: udito a rischio con il rumore
La patologia dell’orecchio interno che provoca una condizione nota come “perdita di udito nascosta” è stata analizzata da una ricerca del centro Massachusetts Eye and Ear, affiliato alla Harvard Medical School e pubblicata online su ‘PLoS ONE’. Dall’analisi dell’udito di giovani universitari è emerso che la capacità di comprendere un discorso in ambienti silenziosi era la stessa in tutti i soggetti, ma nel gruppo di partecipanti esposti più di frequente al rumore si notava una ridotta risposta del nervo uditivo e, parallelamente, maggiore difficoltà ad afferrare le parole in ambienti rumorosi. Questo problema non era presente in chi usava protezioni acustiche quando si esponeva a forti rumori. I ricercatori hanno quindi iniziato a sviluppare sistemi più sensibili per migliorare la diagnosi e aiutare lo sviluppo di terapie per diversi problemi dell’udito come acufene (ronzio nelle orecchie) e iperacusia (eccessiva sensibilità al rumore).
I Centenari stanno bene…
Sono oltre 16mila oggi in Italia i centenari, un numero che è raddoppiato negli ultimi 10 anni e che comprende anche chi è arrivato fino a 110 anni d’età. Uno studio dei cardiologi dell’ospedale San Giuseppe di Milano ha confrontato la salute cardiaca di un gruppo di soggetti con più di 100 anni e quella di un gruppo più giovane, tra i 75 e gli 85 anni. È risultato che i centenari mostravano una prevalenza più bassa di diabete (il 19,1% contro il 41,7%) e di fibrillazione atriale e meno della metà di malattie coronariche rispetto ai più giovani.
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Otto italiani su 10 sono stressati
Secondo Assosalute il 97% degli Italiani ha sperimentato lo stress almeno una volta nella propria vita e per ben 8 italiani su 10 è tale da causare lievi disturbi di salute. I sintomi più diffusi sono il mal di testa (44%), l’insonnia (37%) e il mal di stomaco (35%), ma anche dolori muscolari (20%), herpes labiale (14%) e acne (9%). La ricerca dell’Associazione nazionale farmaci di automedicazione, invece, stima che le principali cause all’origine dello stress sarebbero i problemi economici (30%), le preoccupazioni di lavoro (23%) e la sensazione di non avere abbastanza tempo per fare tutto e bene (22%).
Ecografia del feto in 3D
Un gruppo di ricercatori della “Clinica de Diagnostico por Imagem” di Rio de Janeiro, in Brasile, ha creato un modello di feto 3D molto realistico, che trasforma la risonanza magnetica e i dati ultrasuoni in realtà virtuale tridimensionale. In questo modo sarà più facile e veloce individuare eventuali difetti di nascita e consentire ai genitori di vedere lo sviluppo del loro bambino al di fuori del grembo materno, semplicemente muovendo la testa. Per Heron Werner Jr, uno degli autori dello studio, questo metodo “fornisce immagini fetali più nitide e chiare delle immagini ecografiche e della risonanza magnetica visualizzate su un display tradizionale e potrebbe essere utilizzato anche per scopi didattici”.
Editing genetico per restituire la vista
La rivista Nature ha pubblicato i risultati di un esperimento effettuato da un gruppo di ricercatori americani del Salk Institute (La Jolla, California), attraverso il quale è stata parzialmente restituita la vista a topi di laboratorio ciechi, utilizzando una nuova tecnica di editing genetico. Questa tecnologia permette di modificare il Dna e riparare i geni malati per trattare malattie oggi potenzialmente incurabili e prolungare la durata della vita umana. Juan Carlos Izpisua Belmonte, uno dei ricercatori dello studio, ha affermato: per la prima volta siamo stati in grado di entrare nelle cellule che non si dividono e modificare il Dna come volevamo. Le possibili applicazioni di questa scoperta sono enormi.
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Sport in sovrappeso: rischi e vantaggi Chi inizia a muoversi per dimagrire dovrebbe sempre affidarsi a professionisti, per abbinare una dieta ad attività personalizzate, evitando effetti collaterali di Pompeo D’Ambrosio medico sportivo, cardiologo
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Non sempre ciò che teoricamente è giusto può essere adattato
alla pratica comune per conseguire un risultato adeguato. Il sole
con i suoi raggi caldi, ad esempio, può provocare ustioni anche
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pericolose, così come la pioggia, vera manna per le colture aride, è causa di danni ingenti all’agricoltura se cade a sproposito, per quantità e periodo. Ci riferiamo ad eventi naturali, ma il discorso è valido per tanti altri argomenti: risparmiare denaro è buona cosa, ma se si eccede si sconfina nell’avarizia, e questo concetto si può applicare ad altri aspetti della vita quotidiana, come dormire, mangiare, lavorare o svagarsi. C’è, o dovrebbe esserci, un giusto equilibrio in tutto, altrimenti “non c’è guadagno”. In un precedente articolo abbiamo messo in guardia sugli aspetti negativi legati all’eccesso ponderale, e citato, come complemento a una corretta alimentazione, l’attività fisica come strategia vincente. Questo è sicuramente vero, ma, per essere corretti fino in fondo, non possiamo sostenere in modo assoluto che tutti possono e devono attuare queste mosse. Bisogna perciò operare dei “distinguo” per fornire una corretta interpretazione.
Un soggetto in sovrappeso modesto, diciamo fino al 10% rispetto al suo valore teorico, in tal senso non corre alcun pericolo, anzi dovrebbe essere ancora più sollecitato a mettersi in moto per iniziare una disciplina sportiva, qualunque essa sia, oppure stimolato a incrementare l’attività se questa strada è stata già intrapresa precedentemente. Se però pensiamo a situazioni diverse, in cui l’eccesso ponderale è particolarmente gravoso, allora la questione è ben diversa. Vediamo perché. Siamo abituati a importare dall’altra parte dell’oceano (Stati Uniti) vizi e virtù, gioie e dolori. Un tempo questo risultato si traduceva nella pratica con uno scarto temporale di un anno circa, poi, con l’avvento della globalizzazione planetaria, in pochi mesi o addirittura dopo poche settimane ciò che era in voga in America diventava il credo anche in Europa e in Italia. Lo è stato, da un punto di vista sportivo, per il jogging, poi tramutatosi in corsa vera e propria (running), per la
ginnastica aerobica, per le palestre con le prime “macchine”, per lo spinning: in pratica abbiamo importato il meglio e il peggio di quello che succedeva “di là”, spesso senza la minima capacità critica. Fortunatamente in un campo siamo assolutamente superiori e non abbiamo accettato lezioni da alcuno, tanto meno dagli americani: l’alimentazione. Non è solo questione di dieta mediterranea o di cucina di alto livello, perché in tutte le sfaccettature che riguardano la scienza dell’alimentazione, l’Italia detta legge. Questo però non significa che il problema dell’eccesso ponderale e dell’obesità, anche infantile, non ci coinvolga, e non marginalmente. Fortunatamente sono rari i casi dei grandi obesi, ma rimane sempre il problema di come combattere la guerra contro il grasso in eccesso, che alla fine coinvolge tutti gli organi e apparati del nostro organismo, fino al punto di accorciare l’aspettativa di vita ed abbassarne la qualità.
Cuore, articolazioni, tendini e ossa in movimento Forti di questo, in Italia si è puntato molto su scelte educazionali vincenti, incitamento a cambiare stile di vita, campagne contro la sedentarietà a favore del movimento. Concentriamoci però su quest’ultimo punto, il movimento. Se in generale si può sostenere che esso rappresenta una scelta vincente, non è però sempre vero che un’attività fisica comporti vantaggi. All’inizio si parlava dei potenziali danni provocati dal sole o dalla pioggia, due aspetti quotidiani che possono fare (anche in senso lato) il bello e il cattivo tempo. Lo stesso vale per l’attività fisica. Confrontiamoci con il peso corporeo e facciamo alcune considerazioni. l Il cuore non è progettato per
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pompare sangue nel torrente circolatorio di un soggetto obeso, specie quando la richiesta si fa maggiore, e per mantenere elevato il livello di attività. Parliamo di un organo straordinariamente efficiente e con molti meccanismi di riserva a disposizione, che però non sono infiniti. l Le articolazioni, specie degli arti inferiori, con un carico eccessivo sono sottoposte ad uno stress meccanico maggiore, che alla lunga usura la cartilagine in modo irreparabile. l I tendini, punto di collegamento tra muscoli ed ossa, sono poco vascolarizzati, e, se si infiammano, hanno maggiori possibilità rispetto ad altre strutture di sviluppare una patologia cronica, più
lunga e difficile da curare. Anche in questo caso il sovrappeso grave ne favorisce il cedimento. l Che dire delle strutture ossee? Già dai primi anni di vita si possono avere delle modificazioni, importanti e sfavorevoli, nella loro conformazione: un piede piatto o un ginocchio valgo non sono altro che delle manifestazioni eclatanti di ciò che può provocare un incongruo peso sull’apparato osseo. Non parliamo poi di ciò che può accadere quando la situazione è ormai datata nel tempo: le gravi obesità provocano immobilità, alcune volte conducono all’allettamento, con ulteriore indebolimento della matrice ossea, che diventa più fragile e rarefatta (osteoporosi).
Tapis-roulant, nuoto e bici le scelte consigliate Che fare allora? Come sempre, è importante fornire delle strategie comportamentali per evitare che quelle che sono buone intenzioni si possano poi tramutare in eventi negativi. Questo investe sia l’aspetto psicologico che quello squisitamente pratico, e vedremo come. Stiamo naturalmente parlando, come avrete ben capito, solo di quelle situazioni “estreme”, o comunque oltre il confine tra peso eccessivo e obesità vera e propria. Non è un vademecum, ma vogliamo comunque dare una guida.
1. Non bisogna pensare all’attivi-
tà fisica come a un’amara medicina da ingurgitare per forza, magari nelle condizioni oggettivamente più sfavorevoli: la mattina all’alba, prima di iniziare il lavoro, o a notte fonda, solo perché “lo ha ordinato il medico”. Bisogna sì essere convinti dell’utilità di quello che si inizia a fare, ma scegliendo tra le attività più consone ai propri desideri, alle proprie preferenze.
2. Prima di intraprendere un’at-
tività, è opportuno rivolgersi al mondo medico per due ordini di motivi: anzitutto perché, come detto, si deve essere sicuri che il proprio apparato cardiocircolatorio sia in grado di tollerare uno sforzo fisico, e anche per conoscerne il limite da non oltrepassare, sia in intensità che in durata; secondo, è importante una valutazione ortopedica perché sia valutata l’opportunità di scegliere una disciplina anziché un’altra, in funzione dell’anatomia e della morfologia dell’apparato locomotore sottoposto allo stress del peso.
3. Sulla base di ciò, è sconsiglia-
bile, come prima mossa, un’attività impegnativa come la corsa: se l’allenamento, come spesso accade nella realtà, è scarso, non c’è la possibilità di sostenere lo sforzo a lungo, e, anche in caso positivo, almeno inizialmente le articolazioni del piede saranno eccessivamente sollecitate.
4. Un’ortesi plantare, cioè quello
che viene comunemente inteso come un sottopiede personalizzato, realizzato in materiale idoneo, potrebbe aiutare a sostenere la volta plantare e ad attutire l’impatto sulle strutture rigide e poco elastiche.
5. Se proprio non si vuole fare a
meno di correre, ma il consiglio può essere esteso anche ai “camminatori”, un valido aiuto può inizialmente essere rappresentato dal tapis roulant; generalmente non siamo fautori dell’utilizzo di questo strumento, salvo casi particolari, rappresentati da condizioni ambientali e/o climatiche particolarmente sfavorevoli. Non è questo il nostro caso, però il tappeto ci viene in soccorso proprio per la dinamica del movimento: bisogna immaginare che non è solamente il corpo che viene sollevato nel gesto del cammino o della corsa, perché subentra anche l’aiuto del nastro trasportatore, che scorre al di sotto dei piedi alla velocità che è stata programmata. In questo modo, a parità di velocità, lo sforzo è sicuramente più sopportabile, e spesso anche il materiale ammortizzante del nastro crea meno problemi dell’asfalto o della pista.
6. La sede ideale per praticare
un’attività fisica prevede la possibilità di compiere movimenti costanti e stereotipati, con ampie oscillazioni del tronco e degli arti, per un tempo più o meno lungo, senza il condizionamento del peso corporeo. Al di là di quanto si possa immaginare a prima vista, non si sta parlando di assenza di gravità o di situazioni complicate e difficilmente realizzabili: semplicemente, comunemente, stiamo considerando il movimento in acqua. La piscina, con la sua massa di acqua che avvolge e sostiene il peso del corpo, rappresenta l’habitat ideale, perché ogni movimento è contrastato, in modo uniforme, dalla resistenza offerta dal liquido, che oltretutto evita sovraccarichi dannosi per la schiena. Il solo stare a galla sul dorso, inoltre, rappresenta un benefico sforzo per la muscolatura, e tutte le infinite esercitazioni che si possono svolgere in acqua, dal pedalare (idrobike), al nuotare, fino al correre (con speciali giubbotti che consentono la giusta inclinazione del busto) si aggiungono magistralmente al beneficio iniziale.
7. Anche la bicicletta costituisce
un toccasana per gli “oversize”. È vero che ormai tutte le strade italiane sono dissestate, e al traffico intenso si aggiunge il pericolo delle buche, ma ogni città ormai possiede piste ciclabili che consentono, in totale tranquillità, di pedalare lungo percorsi sicuri. Entrando più specificamente nel merito, bisogna fare attenzione all’altezza della sella, che deve essere perfettamente regolata: se troppo alta costringe a un conti-
Il tapis-roulant, un valido aiuto per i principianti
nuo sbilanciamento laterale del bacino, con conseguenze sulla schiena, se troppo bassa sottopone le ginocchia a un sovraccarico che alla lunga si ripercuote sul ginocchio, in particolare sul tendine rotuleo e sulla cartilagine di rivestimento dell’osso. Come per la camminata e la corsa, anche in questo caso ci si può avvalere degli strumenti che ogni palestra efficiente possiede: bicicletta ellittica, tradizionale o orizzontale (in questa evenienza è minore il carico sulla schiena), con la possibilità perciò di modulare a piacimento il carico.
8. Rimanendo in un ambiente chiuso, perché non fare un cenno alle attività che si possono svolgere all’interno di una palestra? Di tappeto e cyclette abbiamo detto. Per quanto concerne ginnastica aerobica, danze più o meno intense o lezioni di corpo libero, vanno evitati o limitati tutti quei movimenti od esercizi che prevedono salti, rimbalzi o scivolamenti
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esasperati (affondi, accosciate, eccetera), avendo però l’accortezza e il buon senso di rivedere tale posizione nel tempo; infatti, agendo con la giusta progressione, si creeranno anche con gli “extralarge” quegli adattamenti a livello cardiocircolatorio e soprattutto dell’impalcatura strutturale (ossa, muscoli, articolazioni) che successivamente consentiranno di fare tutto ciò che è “concesso” ai normopeso.
9. Un discorso a parte per quan-
to concerne il contorno delle attività fisiche. Sono concetti ormai universalmente diffusi e forse scontati, però sarà il caso di ribadire ancora una volta che vestirsi troppo o utilizzare indumenti che non consentono la traspirazione è sconveniente e in certi casi dannoso. Sconveniente perché una sudorazione eccessiva limita la possibilità di proseguire lo sforzo secondo quelle che sono le possibilità di ciascuno, a causa dell’eccessiva disidratazione;
dannoso perché impedire la traspirazione del sudore, che rappresenta il più importante mezzo di dispersione del calore, fa aumentare la temperatura corporea e può comportare pericoli come il colpo di calore. A proposito poi della disidratazione, siamo perfettamente d’accordo sul fatto che i liquidi persi vadano riassunti, però senza eccedere con gli integratori idroelettrolitici: sì all’acqua senza mezzi termini, attenzione però alle bevande contenenti zuccheri di ogni tipo (maltodestrine, fruttosio, ecc.), perché, pur concettualmente ineccepibili, fanno correre il rischio di introdurre una quantità calorica maggiore di quella consumata con l’attività.
10. Concludendo, volontà, impegno e spirito di sacrificio devono essere alla base delle attività fisiche svolte dai nostri amici, che non devono però perdere di vista l’aspetto più importante: la soddisfazione e il divertimento. n
La dieta colesterolo anti-colesterolo Se i valori sono sopra 200/220 è ora di correre ai ripari, partendo dall’alimentazione. No a grassi saturi animali; sì a frutta, verdura, alimenti integrali e pesce azzurro di Melissa Finali biologa, nutrizionista
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Uno dei principali fattori di rischio
cardiovascolare è rappresentato dal colesterolo, troppo spesso trascurato, come indicano gli ulti-
mi dati ISTAT, secondo i quali circa il 20% degli italiani oltre i 18 anni di età non ha mai controllato la colesterolemia e solo chi ha avuto un
infarto o un ictus sembra mostrare attenzione verso le alterazioni del profilo lipidico. Le malattie cardiovascolari, è bene ricordarlo, cau-
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sano quasi la metà di tutte le morti in Europa. Ma che cos’è il colesterolo? È un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei, che nel nostro corpo ha delle funzioni davvero importanti, come: 1) Regolare la fluidità e la permeabilità delle membrane cellulari. 2) Formare la vitamina D, di cui è il precursore, come anche dei sali biliari e degli ormoni steroidei (cortisolo, estradiolo, progesterone, testosterone). Quindi, avendo evidentemente un ruolo biologico di primo piano, la sua presenza è fondamentale. Ma attenzione: quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma è necessario fare qualcosa per abbassarlo ed evitare danni alla salute. Come sappiamo circola legato a delle molecole che sono l’unione di lipidi e proteine (lipoproteine) caratterizzate da densità differenti: le maggiormente interessate sono HDL (high density lipoprotein) e LDL (low density lipoprotein). La pericolosità sopraggiunge nel momento in cui si presenta uno squilibrio tra frazione “buona” (co-
lesterolo HDL) e frazione “cattiva” (colesterolo LDL); quest’ultima infatti è quella imputata negli squilibri cardiovascolari, quando supera i livelli soglia, perché intacca le pareti delle arterie. Infatti, le LDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti, dove viene utilizzato, mentre le HDL hanno la funzione opposta, prelevano il colesterolo dai tessuti e lo riportano al fegato, quindi tendono a rimuovere il colesterolo, ostacolando la formazione delle placche. Da qualche tempo il valore massimo ammesso per i livelli di colesterolo totale è di 190 mg/dl, non più 200 o 220. L’indicazione che esce dal laboratorio però è generica e va quindi interpretata in base alla persona: l’ipercolesterolemia, infatti, è anche un colesterolo totale normale, ma con alti livelli di LDL e bassi di HDL, cosa che favorisce il deposito della placca nelle arterie. Inoltre la pericolosità di questo grasso dipende anche dalla presenza o meno di altri fattori di rischio cardiovascolare: se una persona, oltre ad avere il colesterolo LDL alto, è anche fuma-
tore, iperteso, diabetico, obeso, il pericolo di avere un attacco di cuore aumenta di dieci volte. Pertanto il livello massimo di LDL deve mantenersi uguale o inferiore a 160 se la persona non presenta alcun fattore di rischio. Inferiore a 130 in presenza di due fattori di rischio. Meno di 100 in presenza di rischio alto come diabete o un insieme di quattro o cinque fattori di rischio, come ad esempio nella Sindrome Metabolica (obesità addominale, HDL <40 milligrammi/ decilitro negli uomini e <50 mg/dl nelle donne, trigliceridi >150 mg/ dl, glicemia a digiuno >100 mg/dl, ipertensione arteriosa), sino ad arrivare a meno di 70 se si tratta di persone che hanno già subito un infarto o un ictus o un’altra problematica di origine cardiovascolare. Come indicato dalla Società Europea di Cardiologia e del National Cholesterol Education Program (NCEP), è importante tenere basso per tutta la vita l’LDL e se necessario i trigliceridi. In Europa, infatti, il 45% degli infarti fatali è legato a troppi lipidi nel sangue che aumentano di molto il rischio di ischemia cardiaca.
Le 9 strategie alimentari Quindi come possiamo comportarci per tenere nei range i livelli di colesterolo? Il primo passo è una dieta adeguata; in questo caso, la riduzione, ove non si ritengano necessari i relativi farmaci (statine, ezetimibe) deve essere il risultato dell’aumento dell’HDL e del calo del colesterolo LDL ed eventualmente anche dei trigliceridi. Tra gli alimenti che contengono più colesterolo abbiamo quelli di origine animale come i derivati del latte tipo il burro (250 mg/100 g), le uova (371 mg/100 g), la carne rossa e processata come il salame (100 mg/100 g), tutti ricchi di grassi saturi. Per rendere più semplice l’individuazione delle strategie alimenta-
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ri migliori, andiamo per punti: 1) Come sempre il primo punto resta l’eliminazione dei chili di troppo, ove necessario, soprattutto il girovita in eccesso, arrivando a valori inferiori a 80 cm per la donna e a 94 cm per gli uomini. 2) Limitare i grassi saturi animali come lardo, burro, latte e yogurt intero, panna e la carne rossa tipo frattaglie, carne processata e i grassi saturi vegetali tipo olio di palma e cocco (consentiti i tagli di carne poco grassi e la carne bianca di pollo, ma senza pelle). Quantitativamente si parla del 7-10% dell’energia totale proveniente da questi nutrienti. Ovviamente sono
da evitare grassi idrogenati (come le margarine) e i grassi trans. 3) Aumentare i cibi ricchi di fibre (frutta, verdura e alimenti integrali), in quanto possono ridurre il colesterolo LDL, riducendone l’assorbimento a livello intestinale. Infatti la fibra alimentare, in particolare quella solubile degli ortaggi e della frutta, così come i fitosteroli (olio di riso e mais) e la lecitina contenuta nei legumi, gelificano le feci ostacolando l’assorbimento del colesterolo e favoriscono il riassorbimento degli acidi biliari presenti nella cistifellea, ricchi di colesterolo endogeno. L’indicazione è quella di consumare circa 30 grammi di fibra alimentare al giorno.
Meno auto e più attività fisica, basta camminare regolarmente a passo veloce (4-5 km/ora) 4) Aumentare il consumo di grassi insaturi (mono e poli-insaturi), contenuti nel pesce azzurro (omega-3), nei semi oleosi come quelli di lino, sesamo, girasole, zucca e chia, nella frutta secca come mandorle, noci, nocciole, pistacchi (omega-6), nelle olive e relativo olio (omega-9), che hanno la capacità di abbassare il colesterolo e in alcuni casi di aumentare i livelli di HDL. Quindi non si tratta di un regime ipoli-
pidico come spesso si tende a pensare, dal momento che circa il 30% delle kcal totali possono provenire da questi alimenti. 5) Tenere alta la concentrazione di antiossidanti (vitamine e polifenoli) nella dieta, limitando però il consumo di frutta troppo zuccherina soprattutto nel caso di diabete di tipo 2 oppure obesità, per migliorare il metabolismo del colesterolo e allontanare il
Il menu anti-colesterolo Un esempio di menù giornaliero per abbassare il colesterolo potrebbe essere il seguente: Colazione: latte di soia e crusca di avena e una mela biologica con buccia. Snack: 2 noci secche. Pranzo: insalata mista con tre tipi di verdure e semi di chia, misto di legumi, pane integrale e olio extravergine di oliva a crudo. Merenda: 1 pompelmo o 1 tazzina da tè di frutti rossi (lamponi, more, mirtilli) in base alla stagione. Cena: sgombro conservato al naturale, pane di segale, verdure cotte e olio extravergine di oliva a crudo.
rischio arteriosclerotico. 6) Attenzione alle bevande eccitanti come il caffè, in particolare al tipo di miscela e alla modalità di preparazione. Meglio scegliere la qualità arabica, meno ricca in caffeina, e non superare le 2 tazzine al giorno. 7) Preferire come metodi di cottura la bollitura, il vapore, la grigliatura piuttosto che la frittura o la cottura in padella. 8) Evitare fumo, alcol (soprattutto in casi di ipercolesterolemia associata a ipertrigliceridemia) e agenti inquinanti che possono peggiorare il metabolismo del colesterolo e influire sull’elasticità delle arterie. 9) Praticare periodicamente attività fisica, meglio sport aerobici, quali ciclismo, ginnastica aerobica, ballo, nuoto, calcio, basket, pallavolo, cammino a passo veloce (4-5 km/ora), abbandono del mezzo di locomozione e “uso” delle gambe, come indica anche la Fondazione Umberto Veronesi.
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Ricetta light: ceci e mela verde Sempre nell’ottica di una alimentazione orientata al miglioramento della salute generale ed alla diminuzione del colesterolo, ecco una ricetta “gustosa” ma sana, consigliata dalla SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana).
Zuppa di ceci con mela verde
Difficoltà: Facile Tempo: 30 minuti Ingredienti per 2 persone 250 g di ceci cotti, 30 g di farina di ceci, 100 g di porri (un porro piccolo, sia la parte bianca che quella verde), 100 g di verza, 100 g di mela verde, una costa di sedano, rosmarino, l’acqua di cottura dei ceci o brodo vegetale, uno spicchio d’aglio, sale e pepe, olio extravergine di oliva (opzionale, per condire a crudo). Preparazione In una pentola mettete a riscaldare il brodo vegetale. Mentre raggiunge il bollore, cominciate a preparare le verdure: tagliate il sedano “a la brunoise” (cubetti più piccoli che potete) e la verza a capelli d’angelo (striscioline finissime), affettate il porro, tritate rosmarino e aglio (se preferite non mangiare l’aglio, lasciate intero lo spicchio ma ricordatevi di rimuoverlo a metà cottura). Una volta preparate le verdure, unitele con i ceci al brodo ormai bollente. Lasciate cuocere a fuoco medio per
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circa 10 minuti, avendo cura di aggiungere acqua/brodo nel caso si asciughi troppo. Mescolate sporadicamente facendo attenzione che non si attacchi. Nel frattempo pelate metà di una grossa mela verde e tagliatela a cubetti di 5 mm di lato. Unitela al resto della zuppa e proseguite la cottura per altri 5 minuti, durante i quali intensificate le mescolate. Quando le verdure vi paiono morbide e cotte, pesate 30 g di farina di ceci (circa un cucchiaio, un cucchiaio e mezzo) e scioglietela in un bicchiere di acqua tiepida. Assicuratevi che non ci siano grumi, abbassate il fuoco sotto la pentola e versate girando vigorosamente. Lasciate sobbollire ancora qualche minuto, poi assaggiate per assicurarvi che sia scomparso il gusto di farina. Aggiustate di sale e pepe, servite eventualmente aggiungendo un filo di olio evo a crudo. Se preferite una zuppa dalla consistenza più vellutata, in cui i gusti risultino più mischiati, proseguite la cottura fino a quando la mela e la verza risulteranno “spappolate”: si formerà una cremina deliziosa! n
Lo sport allena (anche) la mente In un libro di fresca uscita, l’attività fisica esaltata come fondamentale per il nostro benessere psicologico. In almeno otto occasioni di Chiara Baldetti
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Sappiamo tutti che fare esercizio
fa bene al corpo, mantiene giovani e migliora le nostre difese immunitarie. Un po’ meno noto è il benessere psicologico che garantisce una vita attiva: lo sport aiuta a combattere lo stress, allevia l’ansia, modera la depressione ed è anche un toccasana
per l’autostima. Tutto questo non siamo noi a dirlo, ma la psicologa Christina G. Hibbert, esperta di salute mentale femminile, gestione del dolore e dell’autostima, nonché ex istruttrice di fitness, che ha da poco pubblicato il libro ‘‘8 Keys to Mental Health Through Exercise’’, tradotto: 8 metodi
per raggiungere la salute mentale attraverso l’esercizio. La dottoressa Hibbert afferma che gli effetti positivi dell’esercizio fisico sulla nostra mente sono molteplici: si parte con un miglioramento dell’umore (grazie alla produzione di endorfine), per passare poi ad un aumento
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dell’autostima, della soddisfazione e dell’opinione di noi stessi, per arrivare a costruire anche relazioni migliori con chi ci circonda. I consigli della psicologa valgono per tutti, per chi è abituato a fare sport e per chi non ha mai messo piede in una palestra, per trovare un motivo in più (anzi 8) per muoversi.
1. Antistress
muscolare, abbassando la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, e aumentando le onde alfa nel cervello che richiamano uno stato mentale più rilassato e tranquillo. Se dovete scegliere uno sport specifico contro l’ansia, il nuoto è il più consigliato perché combina benefici cardiovascolari ad un senso di rilassamento.
Lo conferma anche la Mayo Clinic (un’organizzazione no-profit per la pratica e ricerca medica che si trova in tre aree metropolitane degli Stati Uniti): l’attività fisica aumenta la produzione di endorfine, i neurotrasmettitori nel cervello legati alla produzione di piacere ed euforia. Tra gli effetti più immediati di una corsa, ma anche di una passeggiata, troviamo quindi una riduzione dello stress ed un livello più profondo di rilassamento.
Grazie alla produzione di endorfine aumenta l’autostima e migliorano umore e relazioni interpersonali
La depressione è una delle malattie mentali più diffuse, ma è anche la più curabile (le terapie antidepressive hanno un tasso di successo all’80% secondo lo studio della Depression & Bipolar Support Alliance del 2015). I farmaci però non sono l’unica soluzione, infatti vanno abbinati anche a cambiamenti nello stile di vita, primo fra tutti l’esercizio fisico, i cui effetti antidepressivi naturali, come la produzione di serotonina, dopamina e noradrenalina, sono provati scientificamente.
4. Elisir del buonumore
2. Antidepressivo
Avete avuto una brutta giornata al lavoro? Niente di meglio di un po’ di sport per ritrovare il sorriso. Tutti gli studi in merito dimostrano che l’attività fisica regolare è più potente ed efficace di qualsiasi altra tecnica di rilassamento. Secondo uno studio della stessa Mayo Clinic risalente al 2012, fare sport aiuta anche a schiarirsi le idee, consentendo di fare bilanci e progetti mentre si suda.
3. Ansiolitico
5. Una sferzata di autostima
Population Services International ha riferito che l’ansia è il problema di salute mentale più comune tra le donne: ne colpisce un terzo in tutto il mondo. Secondo quanto scrive la dottoressa Hibbert, l’esercizio fisico sarebbe in grado anche di ridurre la preoccupazione, insieme alla tensione
L’abbiamo già visto all’inizio di questo articolo, ma le intuizioni della Hibbert sono supportate anche da studi clinici. Uno in particolare, del 2006, ha dimostrato anche che l’esercizio fisico rende più creativi e intuitivi, rendendoci nel complesso più entusiasti nei confronti della vita.
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6. Previene il declino cognitivo Sempre secondo il libro della psicologa, l’esercizio aerobico (corsa, step, bicicletta…) aumentando il flusso di ossigeno al cervello, ha la capacità di rallentare la perdita di cellule cerebrali, con conseguente aumento dell’attività cognitiva. Lo conferma anche l’Associazione Alzheimer secondo cui chi svolge un’attività fisica migliora le proprie capacità di messa a fuoco, di pianificazione e di pensiero, ed ottiene un punteggio QI più alto.
7. Migliora i rapporti
Fare sport è il primo metodo di socializzazione da bambini, ma funziona da collante nei rapporti anche da adulti. Svolgere un’attività fisica insieme aiuta a migliorare i rapporti di amicizia, di lavoro, ma anche d’amore: la Hibbert spiega che le coppie che si esercitano insieme trascorrono più tempo insieme e dunque tendono ad avere una comunicazione più sana, “di squadra”. A quanto pare facendo sport insieme migliora anche il livello di intimità e intesa sessuale con il partner.
8. Aiuta a elaborare dolore, angoscia, senso di perdita e paura
Emozioni forti come quelle provocate da un lutto, una perdita o un abbandono sono difficilissime da elaborare, a qualsiasi età. La Hibbert, che è specializzata in questo campo, ha notato che con l’esercizio i livelli di endorfine e serotonina nel cervello aiutano anche a curare i sintomi del dolore. “Con un’attività costante e prolungata come un corso in palestra (meglio se di gruppo e accompagnato dalla musica come zumba o salsa) vi sentirete molto più forti e in grado di superare ogni tipo di ostacolo”.
E chi corre migliora le performance sessuali Nell’elogio dell’attività fisica e della corsa in particolare, non poteva mancare una ricerca scientifica, specifica, sull’attività sessuale. L’ha pubblicata un ente no-profit inglese, la ‘Sue Ryder Care’, specializzato in cura ed assistenza degli affetti da malattie gravi (cancro, sclerosi multipla, ictus) che ha appunto riscontrato una relazione strettissima tra corsa e sesso. In pratica chi più corre è più attivo. Chi fa parte della tribù dei podisti non aveva il minimo dubbio, anche se non scendeva mai nei dettagli per un po’ di sano pudore: correre fa bene per qualsiasi malanno, fisico o psicologico. E giù un lungo elenco, che va dal dimagrimento (causa grassi che bruciano) alla tonificazione della muscolatura; da valvola di sfogo per stress e nervosismo al vero e proprio benessere che si percepisce ‘dentro’, al termine della corsa, rendendo sereni ed euforici, merito della aumentata produzione di oppioidi endogeni come le endorfine, che producono due effetti: un’azione analgesica (cioè
contro il dolore) ed una serie di sensazioni piacevoli. Ancora parlando di corsa aggiungeremo che combatte la cellulite, fa bene al cuore (abbassa la pressione), favorisce la diminuzione del colesterolo cattivo (LDL) e l’aumento di quello buono (HDL), previene l’osteoporosi se iniziata in giovane età, mentre dopo i 35-40 anni la sua pratica regolare permette di rallentare la riduzione fisiologica della massa ossea. Ce ne sarebbe già abbastanza per mettersi a correre da domattina, ma la ricerca sviluppata in Inghilterra ha certificato addirittura una correlazione tra corsa e sesso. Nel sondaggio sono state interpellate 2000 persone: la metà faceva regolarmente jogging, l’altra metà no. A tutte sono state fatte delle domande circa la loro attività sessuale. La conclusione è che il 3% dei podisti aveva, in media, due rapporti sessuali ogni giorno. Uno su dieci, invece, ne aveva almeno uno. Invece un atleta su 10 faceva pensieri erotici mentre correva. Diversa la situazione per quanto
riguarda chi non pratica jogging. Il 25% ha ammesso di fare sesso soltanto una volta al mese o addirittura di meno. Riguardo alle differenze di genere, gli uomini sono risultati i più “carnali”. Le donne, al contrario, durante la corsa pensano meno all’accoppiamento e più ai potenziali benefici per la salute. Soddisfatti i ricercatori britannici che spiegano come la loro indagine avesse lo scopo di scoprire i perché del jogging; il fatto che tale sport migliori i rapporti interpersonali è stata una gradita sorpresa. In più, jogging e relazioni amorose possono fondersi. Un quarto dei soggetti ha dichiarato di praticare “flunning”, cioè allenamento fisico combinato con il flirtare con l’altro sesso. In base alle risposte, tale mix di cuore ed atletica funziona nel 30% dei casi. Inoltre, i vantaggi di tale pratica sportiva vanno al di là dei singoli partecipanti. Secondo Sue Ryder Care, nel 2009 i flummers (i podisti galanti) hanno raccolto 500.000 sterline, poi destinate a progetti medici di beneficenza. n
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La cura del piede L’aiuto del podologo indispensabile per riconoscere e curare patologie ungueali, cutanee, scheletriche, malattie come “piede diabetico” e “piede vascolare” di Alessandro Aramini podologo, specializzato in posturologia
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Il piede rappresenta uno dei cardini fondamentali per la deambulazione del nostro corpo, e la cura quotidiana deve essere un’abitudine atta a migliorarne la salute, di conseguenza lo stile di vita della persona. Nell’anziano, poi, la salute dei piedi è spesso compromessa da patologie che vanno ad aumentare l’instabilità motoria, rendendo difficile il cammino o il normale stare in piedi. Tra le patologie podaliche più importanti
troviamo quelle ungueali, cutanee, scheletriche fino ad arrivare a malattie invalidanti nel caso di “piede diabetico” e “piede vascolare”, quindi sarà importante comprendere come riconoscerle e come agire.
Le onicopatie
Partiamo dalle onicopatie, termine con il quale si fa riferimento ad un gruppo di malattie che interessano l’apparato ungueale.
Tra le più comuni troviamo l’onicogrifosi, ovvero l’aumento di spessore della lamina ungueale. In questo caso, l’unghia interessata, in particolare l’alluce per i ripetuti traumi, si presenta spessa e dura causando dolore quando si indossa la scarpa con conseguenti ematomi sub-ungueali e grandi difficoltà nel taglio, per cui si renderà necessario cercare di assottigliare, ove possibile, l’altezza dell’unghia per diminuire il
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fastidio e per attuare un taglio più facile; come prevenzione si può esclusivamente utilizzare calzature con tomaia ampia per diminuire il conflitto dito-calzatura. Nell’onicocriptosi (comunemente conosciuta come “unghia incarnita”) il dito interessato si presenta visibilmente tumefatto e molto doloroso con presenza a volte di pus e sangue; in attesa di un intervento podologico o dermatologico ci si deve limitare esclusivamente a medicazione con soluzione fisiologica e bendaggi. L’infezione di origine micotica, detta onicomicosi, dà all’unghia un aspetto giallastro, rendendola molto fragile e deforme e può colpire parzialmente o totalmente l’unghia. Anche in questo caso è necessario l’intervento specialistico per la preparazione dell’unghia alla medicazione, fatta tramite farmaci anti-micotici per uso locale (creme, polveri...), o tramite una tera-
pia per via sistemica. In unghie non patologiche resta comunque importantissimo il taglio; deve essere sempre fatto con grande attenzione, con strumenti adatti (tronchesi) ben sterilizzati e bisogna fare attenzione ai lati che restino visibili per poi praticare un taglio retto ed evitare così difficoltà nella ricrescita.
Le deformità ossee
Un secondo capitolo è rappresentato dalle deformità ossee, quasi sempre risultanti da condizioni acquisite con il tempo. Gli stretti rapporti articolari delle 26 ossa del piede, infatti, possono con il tempo e con il concomitare di altre patologie, venire ad essere compromessi, causando sovraccarichi strutturali che come conseguenza portano alla formazione di ipercheratosi (callosità), borsiti e problemi muscolo-scheletrici che impediscono la giusta funzione del piede.
Le deformità digitali, come il dito a martello, sono tra le più comuni, così come l’alluce valgo, ossia lo spostamento verso l’esterno del metatarso e verso l’interno dell’alluce con esposizione di un’evidente protrusione ossea. Le conseguenze a questa patologia si possono verificare tramite borsiti laterali da contatto (con la scarpa), produzione d’ipercheratosi (cioè calli) alla seconda/terza testa metatarsale e secondo dito, che si devia a martello, ma come causa di una cattiva dinamica ne vengono a risentire più spesso i distretti come ginocchia o colonna vertebrale. Differenti sono le conseguenze delle deformità in martello, griffe o maglio delle dita, perché influiscono in modo minore sul passo ma trovano più difficoltà nel conflitto con la calzatura; difatti ipercheratosi dorsali o interdigitali (occhio di pernice) sono la causa più comune del dolore digitale.
Scegliere la scarpa adatta È necessaria, oltre all’intervento podologico (trattamento delle ipercheratosi e costruzione di ortesi plantari e digitali), una scelta della calzatura molto attenta e mirata alle dimensioni e alle deformità. Materiali: naturali (cuoio, pelle) o specifici (seta-flex);
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Dimensioni: lunghezza in cm, larghezza confronto suola/piede nudo; Tomaia: ampia; Suola: larga per aumentare la superficie di appoggio; Tacco: a seconda delle esigenze personali, massimo 4 centimetri per le donne, 3 per gli uomini.
Piede diabetico e piede vascolare
Il “piede diabetico” è una delle complicanze più diffuse nelle persone affette da diabete mellito, caratterizzato da neuropatia periferica (perdita di sensibilità dei nervi) e vasculopatia periferica (riduzione circolazione arteriosa). La neuropatia periferica porta importanti mutamenti nella normale funzionalità dei piedi, riducendo le sensibilità (tattile, termica, del dolore), aumentando le deformità scheletriche, riducendone i riflessi e indebolendone la cute, tutto associato spesso ad una condizione di ischemia degli arti inferiori. A questo punto è ben evidente che i piedi saranno molto vulnerabili ad ogni trauma meccanico o evento sfavorevole tipo onicopatie, ipercheratosi che rappresentano la partenza per una lesione e la strada per un’infezione se ignorate. La diminuita sensibilità al dolore, infatti, non manda i necessari segnali di allarme e la persona continua a camminare sulle parti lesionate peggiorando così la situazione. È allora necessario abituarsi ad ispezionare quotidia-
namente i piedi per individuare possibili zone a rischio e rendersi conto di come poter agire, seguendo, intanto questi semplici consigli: 1) Trattamento delle ipercheratosi: intervento dello specialista. 2) Trattamento delle onicopatie: intervento esclusivo dello specialista che prescriverà farmaci specifici. 3) Evitare secchezza o umidità della cute. 4) Effettuare brevi lavaggi, ma non pediluvi prolungati, onde evitare macerazione cutanea. 5) In caso di lesioni: medicare con soluzione fisiologica e iodiopovidone e contattare il medico. 6) Combattere il freddo indossando più paia di calzini. Non usare stufe, caminetto o borse con acqua calda. 7) Usare calzature consone al proprio piede (vedi box precedente). 8) Proteggere le anomalie scheletriche con bendaggi o richiedere l’intervento dello specialista. 9) Mantenere un buon controllo glicemico. Con questi accorgimenti si può
prevenire la comparsa di lesioni e così evitare situazioni spiacevoli in particolar modo nel piede diabetico ma anche nell’anziano in generale. Nel piede “vascolare” il quadro clinico è diverso e ben chiaro: si presenta freddo e di aspetto cianotico, i polsi “palpabili” sotto il malleolo mediale e al dorso sono deboli o assenti ma segno importante è la difficoltà nel camminare, anche dopo 50/100 metri, a causa di un dolore crampiforme al polpaccio. In questo caso è lecito sospettare una possibile ischemia e sarà necessario avvertire il medico per attuare tutti i controlli necessari. Le lesioni potrebbero essere causate anche da piccoli traumi con la scarpa, o accidentali, ma a differenza del piede diabetico il dolore è ben avvertito; sarà comunque sempre necessario medicare e contattare il medico. In conclusione la cura del piede è un atto necessario per migliorare tutto quello che concerne la salute dello stesso e di tutto il corpo nella stazione eretta e non solo, è un’abitudine mirata a riconoscere e saper agire. n
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INSERTO GOLD FEBBRAIO 2017
Lâ&#x20AC;&#x2122;aiuto degli integratori Possono colmare carenze di sostanze nutritive nella comune dieta di tutti i giorni e supportare periodi importanti della nostra vita (invecchiamento cerebrale, problemi cardiovascolari, alterazioni metaboliche, gravidanza, menopausa...), contribuendo in alcuni casi anche alla prevenzione di fattori di rischio di svariate malattie
a cura dei farmacisti Valore Salute
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Quando si parla di “integratori alimentari”, già la pa-
rola stessa dovrebbe essere sufficiente a capire che non si sta parlando di una medicina o di sostanze miracolose, ma semplicemente di sostanze naturali che servono ad “integrare” qualcosa che già esiste, per supplire ad eventuali carenze di sostanze nutritive apportate dall’alimentazione. Chiara, in questo senso, la definizione che ne ha dato il Ministero della Salute, che li ha regolamentati nel 2004 con un decreto legislativo: “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”. Il tutto, disponibile in Farmacia, sotto forma di capsule, pastiglie, compresse, pillole, gomme da masticare e simili, polveri in bustina, liquidi contenuti in fiale, flaconi a contagocce e altre forme simili di liquidi e di polveri destinati ad essere assunti in piccoli quantitativi unitari. Dunque gli integratori sono indispensabili per coloro che denunciano carenze di vario tipo legate ai moderni stili di vita, alla salute della donna (soprattutto durante gravidanza e allattamento, in menopausa o contro l’osteoporosi) alla fisiologia dell’invecchiamento cerebrale, ai problemi cardiovascolari, all’insorgere delle alterazioni metaboliche legate all’invecchiamento. Basterà ricordare, a questo proposito, che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha certificato che l’Italia è uno dei Paesi con il tasso di invecchiamento della popolazione più veloce a livello mondiale, tanto che l’incremento della vita media è in
crescita costante, fino a toccare (dati Eurostat 2013) l’aspettativa di vita alla nascita a 82,9 anni in media (80,3 per gli uomini e 85,2 per le donne), superiore di 2 anni rispetto alle medie europee. In Italia, sempre nel periodo della rilevazione, il 27,3% della popolazione era Over 60, rispetto al 12,2% del 1950. Più che raddoppiata in mezzo secolo, dunque. E qui torniamo al ruolo degli integratori. Un recente report intitolato “Review Scientifica sull’Integrazione Alimentare”, realizzato per AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) da un pool tra i maggiori esperti italiani sui temi della nutrizione e della salute, spiega infatti che: “nonostante uno stile alimentare vario ed equilibrato, specie in persone fisicamente attive, sia ritenuto sufficiente per garantire alla popolazione generale sana tutti i nutrienti necessari, sempre più osservazioni epidemiologiche supportano la necessità di una maggiore attenzione alla copertura del fabbisogno nutrizionale e al sostegno delle funzioni fisiologiche dell’organismo, anche nei Paesi maggiormente industrializzati. L’apporto giornaliero raccomandato in Italia per i principali macro e micronutrienti e riportato nelle tabelle dei LARN (Livelli di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana), che la Società Italiana di Nutrizione Umana aggiorna con cadenza periodica, evidenziano come le quantità ottimali non siano identiche per tutte le fasce della popolazione. Nelle condizioni di aumentato fabbisogno o di apporto inadeguato di nutrienti con la dieta, gli integratori rappresentano una valida e sicura opportunità per favorire l’assunzione ottimale di una o più sostanze e/o il sostegno di funzioni fisiologiche, contribuendo in alcuni casi anche alla prevenzione di fattori di rischio di malattia, come ormai dimostrano numerose osservazioni epidemiologiche condotte in popolazioni numerose”.
Tutti i “settori” e le tipologie di intervento Multivitaminici, un pieno di energia e memoria
Ci sono momenti nella vita in cui ci si sente spossati, senza forze, ed è necessario non solo riposarsi ma anche ricorrere al supporto di integratori ad hoc che compensino le carenze evidenziate da molteplici fattori. L’uso di prodotti multivitamici, che assommano al loro interno un mix di vitamine e minerali, consente non solo di rifornire l’organismo di fonti di energia immediatamente disponibili ed assimilabili e dunque recuperare quello che si è perso, ma addirittura fungere da importante presidio di prevenzione. Sappiamo, infatti, che lo stress psicofisico, comunque venga generato, finisce per provocare una infinita serie di effetti collaterali, che vanno dai problemi di stomaco e colon a quelli digestivi, dall’ipertensione alla tachicardia, fino a stanchezza, sbalzi di umore, ansia, insonnia e irritabilità. Tutto ciò perché uno stress eccessivo porta ad un aumento del metabolismo ed a seguire ad una carenza di macronutrienti che, a loro volta, inducono una ridotta tolleranza allo stress stesso. Perciò l’assunzione di micronutrienti, vitamine e minerali, permette di ripristinare il normale funzionamento del metabolismo. Percorso identico per chi denuncia amnesie momentanee, scarsa concentrazione, difficoltà ad impegnarsi in “sforzi” che mettano sotto pressione le capacità mnemoniche. Importante in questo caso la vitamina B1 che supporta la normale funzione psicologica.
Più relax e vista sotto controllo
Trovare un angolo di mondo dove rilassarsi non è mai facile. Ammesso che siate capaci di farlo non sottovalutate però l’apporto di integratori a base di vitamine B, B12, C e acido folico, che intervenendo sui disturbi dell’umore e aiuta a ridurre il senso di stanchezza e affaticamento. Oppure con L-Teanina che facilita il relax, o valeriana per ottenere rilassamento e sonno naturale. Un estremo bisogno di vitamine è invece quasi sempre riconducibile alla salute dei nostri occhi, a partire dalla Vitamina A, la cui carenza comporta complicazioni legate alla secchezza oculare, alla cattiva visione notturna, all’opacizzazione della cornea. Un deficit di Vitamina B2, invece, può indurre sensibilità alla luce, prurito, lacrimazione e bruciore. La Vitamina C che generalmente protegge l’organismo dall’attacco dei radicali liberi è importante nel trattamento del glaucoma, evitando “l’indurimento” dell’occhio e la conseguente, progressiva perdita della vista. Infine la Vitamina E, potente antiossidante, è utile per la prevenzione di disturbi oculari come cataratta e AMD (degenerazione maculare dell’età adulta). Inoltre contribuisce a rafforzare i muscoli oculari e previene le problematiche legate alla vista annebbiata.
Un supporto per l’equilibrio gastrointestinale
Digerire senza problemi, non avere il colon irritato, tenere ben regolato l’intestino: in una parola avere un corretto equilibrio gastrointestinale pare sia diventata
una delle cose più difficili da perseguire e raggiungere, nonostante un’alimentazione mirata e lo svolgimento di un’attività fisica adeguata. L’aiuto degli integratori comprende l’uso di zenzero, melissa, camomilla, finocchio, cumino e coriandolo che regolano la motilità intestinale e l’eliminazione dei gas, mentre melissa e camomilla associate all’escolzia favoriscono un’azione rilassante. L’ananas coadiuva la funzione digestiva, l’enzima lattasi, presente nelle maltodestrine fermentate, migliora la digestione del lattosio. Molto utili anche principi vegetali come rabarbaro, boldo, aloe, frangula e cascara, per favorire il transito intestinale. Parlando di alterazioni della flora intestinale, di solito in seguito a terapia antibiotica, oppure in situazioni, anche temporanee, di immunodeficienza, di stati patologici o in caso di stress fisico ed emozionale, la prima regola per favorire l’efficienza della flora batterica intestinale è mantenere una corretta alimentazione e cercare di eliminare le condizioni che hanno determinato l’alterazione. Un grande aiuto viene dai probiotici, microorganismi vivi (fermenti lattici) che si trovano in alcuni prodotti alimentari o integratori. Assunti regolarmente, influenzano positivamente l’ecosistema intestinale, promuovendo e migliorando le funzioni di equilibrio fisiologico dell’organismo.
Un valido “sostegno” per l’universo femminile
Gravidanza, allattamento, ciclo mestruale, menopausa. Un poker di situazioni che l’universo femminile ben conosce e che possono essere validamente affrontate con l’uso di integratori. Durante la gravidanza o anche prima di rimanere in-
cinte, per esempio, le donne dovrebbero assumere ogni giorno un integratore multivitaminico o un integratore apposito che contenga almeno 400 microgrammi di acido folico, che diminuisce il rischio di malformazioni fetali. Molto importanti anche ferro, multivitaminici e fibra alimentare, formulata per contribuire a soddisfare gli specifici fabbisogni nutrizionali della gravidanza e dell’allattamento. Passando ai dolori mestruali, un aiuto arriva da magnesio, omega-3, vitamina E, zinco e vitamina B1. In particolare la carenza di omega-3 e gli eccessi di omega-6 (elevato apporto di oli vegetali), favoriscono la produzione di prostaglandine ed altre sostanze che hanno azione pro-infiammatoria. Infine la menopausa: fitoestrogeni e flavonodi sono tra i più usati per contrastare aumento di peso, vampate, ansia e irritabilità, mentre, parlando di osteoporosi, è consigliata l’assunzione di integratori a base di calcio (carbonato di calcio, calcio citrato, calcio fosfato) e vitamina D, con i suoi derivati attivi, in grado di favorire l’assorbimento intestinale del calcio stesso e quindi intervenire sulla mineralizzazione dell’osso.
I probiotici nelle difese immunitarie
Il sistema immunitario costituisce la principale difesa contro attacchi esterni di patogeni (virus, batteri…) ed è per questo che va sempre tenuto in perfetta efficienza. Quando questo “schermo” si indebolisce, infatti, diventa più predisposto alle infezioni, lasciando filtrare i patogeni invasori. Per questo, oltre all’aiuto delle barriere naturali come succhi gastrici, flora batterica, epidermide e muco, si può valutare il ricorso a soluzioni mirate di integrazione.
I prodotti utili per effettuare questa vera e propria cura, che riguarda anche il campo della prevenzione, vanno dai prebiotici ai probiotici, cioè a miliardi di fermenti lattici vivi, che, stimolando le risposte immunitarie, contribuiscono a eliminare i microrganismi invasori, le sostanze tossiche e le cellule degenerate. Ragguardevole il supporto della vitamina B, che aiuta la trasformazione dei principi nutritivi del cibo in energia, ma anche salute ed efficienza generale del sistema immunitario. E poi echinacea e sambuco, dalle proprietà immunostimolanti, lo zinco, che contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario ed alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo, per prevenire o rendere meno aggressivi gli attacchi dei più comuni fastidi stagionali. Un posto importante lo merita anche la Vitamina C, un antiossidante che protegge le cellule dai danni causati dai radicali liberi, dunque presidio fondamentale in caso di raffreddori, mal di gola e similinfluenze stagionali.
Ipertensione e colesterolo: le armi per combatterli
In caso di ipertensione arteriosa, oltre a ricorrere ad una vasta gamma di farmaci antipertensivi, è necessario attivare meccanismi importanti che vanno dal calo ponderale derivante da una alimentazione corretta, all’attività fisica, alla integrazione. Tra gli elementi più utili a tenere sotto controllo l’ipertensione, troviamo il magnesio, calcio-antagonista naturale che aiuta a mantenere i giusti equilibri minerali a livello delle cellule delle pareti vasali, il coenzima Q-10 che oltre ad essere un potente antiossidante, efficace nel normalizzare la pressione sanguigna, aiuta a trasformare i nutrienti in energia e naturalmente la vitamina C, che favorisce una corretta fluidità del sangue; gli amminoacidi lisina e prolina, che proteggono le pareti arteriose e prevengono la formazione delle placche aterosclerotiche e l’arginina che supporta l’aumento dell’elasticità delle pareti arteriose e aiuta a normalizzare la pressione. Un posto importante lo occupano gli oli di pesce omega-3, che si sono dimostrati molto efficaci nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Sempre restando in tema, infatti, un altro campanello d’allarme per la salute è costituito dall’ipercolesterolemia, per la quale, gli integratori più indicati sono a base di fibre: semi di psillio, glucomannano, pectina, gomma di guar e di karaya, spesso utilizzati anche chitosano, beta-glucani, proteine della soia, omega3, vitamine E, C e coenzima Q10, resveratrolo, polifenoli, aglio e riso rosso fermentato.
perciò necessità di supporti che vanno dai sali minerali per recuperare i liquidi eliminati con la sudorazione alle maltodestrine che funzionano da carburante a pronto uso negli sport di resistenza, a creatina e aminoacidi ramificati che facilitano sia il recupero dopo un allenamento particolarmente intenso e prolungato sia l’aumento delle masse muscolari. In tema di estetica, invece, oltre ad un corretto rapporto con lo sport, il corpo ha spesso bisogno anche di supporti per contrastare l’aumento di peso o il temutissimo inestetismo che risponde al nome di cellulite. Anche in questo caso il ventaglio di integratori naturali è ampio: escina, centella, bromelina, caffeina, estratti tiroidei, tarassaco, carciofo, gramigna, bardana, curcuma rusco, ippocastano, hamamelis virginiana, mirtillo, ginkgo biloba, ananas gambo, betulla. Si tratta di prodotti che a vario titolo migliorano drenaggio, stasi venosa e micro-circolo. E per mantenere sani e lucenti i capelli, sono sempre fondamentali le vitamine: la C, che favorisce la circolazione e mantiene sana la struttura interna di arterie, vene e capillari; quelle del gruppo B, come la biotina, che facilitano la sintesi della keratina, principale componente proteica del capello. Tra i minerali da ricordare il ferro, il magnesio, il selenio, lo zolfo, lo zinco e il rame. Infine due aminoacidi come cistina e metionina che contribuiscono a conservare e sviluppare il fusto del capello rendendolo flessibile.
Recupero sportivo e lotta alla cellulite
Articolazioni, muscoli, ossa
L’uso di integratori nello sport è consigliato soprattutto in chi svolge l’attività con grande intensità, avendo
Il nostro apparato locomotore, un sistema complesso di ossa, muscoli e articolazioni necessita di
essere sempre tenuto in perfetta efficienza. E per scongiurare pericoli di infiammazioni o rotture derivanti da traumi o altri fattori scatenanti, tipo l’usura della cartilagine o dei tendini, una buona integrazione può aiutare. Consigliati quelli a base di estratti vegetali titolati e vitamine (magnesio chelato, triptofano, niacina, Vitamina B2 e Vitamina D) utili nel trattamento degli stati infiammatori e dolorosi a carico dell’apparato osteo-articolare e muscolare. Ma anche di glucosamina (antinfiammatorio, rigenera le cartilagini, lubrifica le articolazioni), collagene (migliora la mobilità articolare in condizioni di artrite e di dolori articolari), condroitina (riduce il dolore articolare e allevia i sintomi della osteoartrite), curcuma (antiossidante, aumenta la mobilità articolare), MSM (Metil Sulfonil Metano: antinfiammatorio, riduce crampi e spasmi muscolari, aiuta la sintesi del collagene).
Il decalogo del Ministero della Salute La richiesta di benessere da parte dei consumatori spinge verso un uso crescente degli integratori alimentari, che oggi coinvolge circa la metà della popolazione italiana. L’impiego di tali prodotti deve avvenire in modo consapevole e informato sulla loro funzione e le loro proprietà per risultare sicuro e utile sul piano fisiologico, senza entrare in contrasto con la salvaguardia di abitudini alimentari e comportamenti corretti nell’ambito di un sano stile di vita. Il Ministero della Salute fornisce, con questo decalogo, 10 utili consigli. 1) Una dieta varia ed equilibrata fornisce in genere tutte le sostanze nutritive di cui l’organismo ha bisogno. Nel contesto di uno stile di vita sano e attivo, è fondamentale per tutelare e promuovere la tua salute e il tuo benessere. Per questo segui l’avvertenza, riportata nell’etichetta di tutti gli integratori, di non usarli come sostituti di una dieta varia ed equilibrata. 2) Un integratore alimentare non può “compensare” i comportamenti scorretti. All’occorrenza invece può complementare una dieta varia ed equilibrata, quando gli effetti fisiologici riportati in etichetta rispondono alle specifiche esigenze di ottimizzazione della salute e del benessere. 3) Consultare sempre preventivamente il medico se: • non si è in buona salute o in trattamento con farmaci per essere sicuro che non ci siano controindicazioni o la possibilità di interazioni; • si pensa di usare più integratori in associazione; • l’impiego è destinato a fasce di popolazione vulnerabili, come i bambini e le donne durante la gravidanza e l’allattamento. 4) Non assumere integratori per periodi prolungati
senza consultare periodicamente il medico quando se ne fa uso per condizioni dell’organismo “cronicamente” ai limiti della norma, come ad esempio la pressione arteriosa o il livello di colesterolo nel sangue. 5) In caso di effetti indesiderati o inattesi sospendere l’assunzione dell’integratore. Anche gli integratori a volte possono provocarli per le sostanze fisiologicamente attive che contengono. In questi casi informare tempestivamente il medico o il farmacista (possibilmente portandogli la confezione impiegata), che potranno segnalare l’evento al sistema di fitovigilanza. 6) Leggere sempre per intero l’etichetta dell’integratore che si sta per assumere. Prestare particolare attenzione alle modalità d’uso e alle modalità di conservazione, agli ingredienti presenti in considerazione anche di eventuali allergie o intolleranze, alle proprietà indicate e a tutte le avvertenze. 7) Non assumere integratori alimentari in dosi superiori a quelle indicate in etichetta, stabilite per svolgere effetti fisiologici. L’uso di integratori in quantità eccedente può provocare conseguenze svantaggiose per la salute, soprattutto se si prolunga nel tempo. 8) Ricordare che per ridurre il sovrappeso e smaltire il grasso in eccesso occorre diminuire l’apporto calorico alimentare con una dieta adeguata e, nel contempo, aumentare la spesa energetica dell’organismo con un buon livello di attività fisica. L’uso di qualunque integratore alimentare può essere solo secondario e accessorio. Non seguire diete ipocaloriche a lungo, oltre le tre settimane, senza sentire il parere del medico per valutarne l’adeguatezza in funzione delle specifiche esigenze. Ricordare che per mantenere il risultato raggiunto bisogna modifi-
care stabilmente le abitudini alimentari e seguire uno stile di vita attivo. 9) Anche chi fa sport può soddisfare le esigenze nutrizionali del suo organismo seguendo, in linea generale, una dieta varia ed equilibrata. L’eventuale impiego di integratori alimentari deve tener conto del tipo di attività svolta, delle effettive esigenze individuali e delle indicazioni riportate in etichetta. L’assunzione di integratori a dosi superiori a quelle consigliate, che squilibrino in eccesso l’apporto dietetico di nutrienti e di altre sostanze fisiologicamente attive, è irrazionale e può comportare conseguenze
svantaggiose sulla condizione fisica, sul rendimento e, se prolungata, anche sulla salute. 10) Diffidare di integratori pubblicizzati per proprietà ed effetti mirabolanti o come soluzioni “miracolose” dei problemi. Gli integratori, come tanti altri prodotti, oggi sono reperibili anche al di fuori dei comuni canali commerciali, quali ad esempio la rete internet. Sul portale del Ministero della Salute (www.salute.gov.it) si può consultare il Registro nazionale degli integratori alimentari, per verificare quali sono i prodotti regolarmente notificati per l’immissione sul mercato italiano.
Che cosa leggere nelle etichette Come per qualsiasi altra cosa che state per ingerire, dai biscotti al vino, dal formaggio alla carne, anche nel caso degli integratori è sempre bene sapere che cosa si sta comprando. Chiedete anzitutto consiglio ad un medico (di base, sportivo, specialista) e poi fidatevi dell’esperienza e della conoscenza del prodotto che sicuramente avrà il vostro farmacista di fiducia. La normativa, approvata dal Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2004 ricorda però alcuni punti cardine: 1) Nell’etichettatura, nella presentazione e nella pubblicità degli integratori alimentari non devono figurare diciture che affermino o sottintendano che una dieta equilibrata e variata non è generalmente in grado di apportare le sostanze nutritive in quantità sufficienti. 2) L’etichettatura, la presentazione e la pubblicità non possono attribuire agli integratori alimentari proprietà terapeutiche né capacità di prevenzione o cura delle malattie umane né fanno altrimenti riferimento a simili proprietà. 3) La quantità delle sostanze nutritive o delle altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, contenuta nel prodotto, deve essere espressa numericamente sull’etichetta. Le quantità delle sostanze nutritive o delle altre sostanze dichiarate si riferiscono alla dose giornaliera di prodotto raccomandata dal fabbricante quale figura nell’etichetta. 4) La pubblicità dei prodotti contenenti
come ingredienti piante o altre sostanze comunque naturali non deve indurre a far credere che solo per effetto di tale derivazione non vi sia il rischio di incorrere in effetti collaterali indesiderati. 5) Nell’etichettatura è obbligatorio riportare i seguenti elementi: a) il nome delle categorie di sostanze nutritive o delle altre sostanze che caratterizzano il prodotto o un’indicazione relativa alla natura di tali sostanze; b) la dose raccomandata per l’assunzione giornaliera; c) un’avvertenza a non eccedere le dosi raccomandate per l’assunzione giornaliera; d) l’indicazione che gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata; e) l’indicazione che i prodotti devono essere tenuti fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di età; f) l’effetto nutritivo o fisiologico attribuito al prodotto sulla base dei suoi costituenti in modo idoneo ad orientare correttamente le scelte dei consumatori. 6) L’apporto giornaliero di vitamine e/o minerali deve essere compreso tra il 30% e il 150% del valore di riferimento. I livelli ammessi di vitamine, minerali ed altre sostanze sono definiti nelle linee guida sugli integratori alimentari pubblicate dal Ministero della Salute. Presso il Ministero della Salute è tenuto ed aggiornato un registro degli integratori alimentari in commercio.
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Frutta e verdura, la salute in tavola
Un viaggio attraverso due capisaldi della nostra alimentazione, ma a patto di consumare prodotti di stagione. E al mercato c’è solo l’imbarazzo della scelta di Francesca Aquino
Ci avrete fatto caso, in qualsiasi dieta, in qualunque elenco di consigli nutrizionali c’è un punto fermo imprescindibile: mangiare frutta e verdura. Non solo a pranzo o a cena, ma anche come snack di metà mattina o metà pomeriggio, come antipasto (serve a mangiare meno poi, è un piccolo trucco...), persino a colazione utilizzando al meglio le potenzialità di una buona centrifuga. Ecco dunque un ampio ventaglio della frutta e della verdura che troverete sui banchi
dei negozi e dei supermarket da qui alla prossima primavera. Con una puntualizzazione importante che non ci stancheremo mai di ripetere: i prodotti migliori che potete consumare sono quelli di stagione, senza andare a cercare primizie o rarità che costano sempre tantissimo e di solito arrivano dall’altro capo del mondo. Ecco dunque i prodotti che la terra ci fornisce ampiamente, con le loro caratteristiche e preziose proprietà. Comprese le calorie.
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La frutta ANANAS
Per scegliere i migliori fate attenzione alla buccia: non deve essere ammaccata, ma uniforme e soda, priva di tagli e macchie, non troppo verde-grigia e neanche troppo marrone; le foglie dovrebbero essere di un bel verde scuro ed il profumo intenso. L’ananas è un frutto particolarmente leggero e viene infatti impiegato in molte diete anche per il contenuto di una sostanza, chiamata bromelina, che accelera il metabolismo. Attenzione però: la bromelina viene distrutta dal calore, quindi non è presente nelle marmellate e nelle crostate, né nell’ananas in scatola. Ha anche un forte effetto diuretico (valido alleato contro la ritenzione idrica e la cellulite), è considerato un buon digestivo e possiede un’azione antinfiammatoria sui tessuti molli. L’ananas è ricco di potassio e di vitamine. Contiene inoltre principi attivi che riducono la vasodilatazione e l’eccessiva permeabilità dei capillari. Calorie per 100 grammi: 40
ARANCIA
Si tratta del tipico frutto invernale, ma ormai si può raccogliere fino a maggio. Ne esistono svariate tipologie: dolci o amare, Tarocco, Moro, Sanguinello, Navel, ma la più diffusa al momento è la varietà priva di semi. La proprietà nutritiva è ben nota, soprattutto l’alto contenuto vitaminico e di minerali (calcio, fosforo, potassio, ferro e selenio). L’arancia è un frutto ipocalorico e scarso di zuccheri, nonché ricco di polifenoli, ad azione antiossidante. Calorie: 34
uso moderato. Contiene comunque alcune sostanze benefiche, come carotenoidi, tocoferolo e beta-sitosterolo (una sostanza in grado di abbassare i livelli di colesterolo), ma è anche un’ottima fonte di antiossidanti come la vitamina E e il glutatione, che aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari. L’olio che se ne ricava è un ottimo idratante per la nostra pelle, ma anche a tavola l’avocado è apprezzabile come ingrediente sia per le macedonie che per le insalate. Calorie: 231
BANANA
Tra i frutti più consumati al mondo, matura generalmente in primavera/estate e viene coltivata nei paesi a clima tropicale (principalmente Centro America, Africa Tropicale e Filippine), ma come sappiamo è ormai disponibile tutto l’anno sui banchi del supermercato. Si tratta, come noto, di banane che vengono raccolte acerbe e che, dopo il trasporto in navi, vengono fatte maturare artificialmente. Ricca di zuccheri, ma povera di proteine e grassi, contiene inoltre sali minerali (calcio, ferro, magnesio, fosforo, zolfo, e soprattutto potassio), vitamine (A e C), oltre a dopamina, noradrenalina, tiamina e serotonina. Le sue molte fibre la rendono un frutto particolarmente saziante, dunque adatto come spuntino nelle diete ipocaloriche. Calorie: 65
CACHI
AVOCADO
È uno dei pochi frutti freschi molto ricco di grassi (soprattutto monoinsaturi, quindi non essenziali) e povero di zuccheri semplici, dunque se ne consiglia un
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Il cachi (o kaki) è di origini orientali antichissime: già 2.000 anni fa veniva coltivato in Cina, ma è giunto in Occidente, ed in Italia, solo a metà dell’800 dove si è ben adattato al clima mediterraneo ed è oggi ampiamente coltivato. Si tratta di un frutto piuttosto calorico, che apporta principalmente carboidrati sotto forma di zuccheri semplici. L’85% del suo peso è costituito da acqua
e fibre (2,5 g ogni 100 g). La sua polpa è ricca di sali minerali (potassio, magnesio, fosforo e calcio) e pur contenendo una buona quantità di vitamina C, all’aumentare del grado di maturazione del frutto, diminuisce la concentrazione di questo elemento. Contiene anche beta-carotene (precursore della vitamina A), licopene e xantine che gli conferiscono spiccate qualità antiossidanti. Vengono attribuite a questo frutto anche proprietà lassative, diuretiche ed epatoprotettive. Calorie: 60
FRAGOLA
Le prime a spuntare in Italia sono le cosiddette fragoline di bosco (a fine marzo, inizio aprile), quelle che si trovano al supermercato in precedenza provengono da zone più calde, come la Spagna. La fragola contiene pochi zuccheri, è ricca di minerali (potassio, calcio, fosforo, magnesio, cloro, zolfo, iodio e bromo), di vitamina C e antiossidanti. È dunque utile in caso di reumatismi, malattie da raffreddamento, ipertensione, ritenzione idrica, calcoli renali, malattie epatiche e arteriosclerosi. Aiuta a combattere i disturbi primaverili in quanto disintossicanti e depurative, con effetto positivo sull’umore, poiché stimolano la produzione di serotonina, il nostro antidepressivo naturale. Calorie: 30
KIWI
Originario della Cina, è stato importato in Europa solo nel 1800, ma nel nostro Paese ha trovato ottime condizioni climatiche e di terreno, tanto da rendere l’Italia il secondo maggior produttore mondiale dopo la Cina con quasi 450mila tonnellate all’anno. In particolare viene coltivato nel Lazio, nella zona di Latina, che si fregia oggi della denominazione di Kiwi Latina Igp. Il kiwi è una miniera di vitamina C (85 mg/100 g, addirittura superiore a quella contenuta negli agrumi), importantissima per il potenziamento
delle difese immunitarie e per la lotta contro i radicali liberi, influenza il metabolismo dei carboidrati e degli acidi grassi, favorisce l’assorbimento del ferro e combatte la fragilità dei capillari. Possiede anche una buona quantità di calcio e fosforo, essenziali per la salute dell’apparato scheletrico, mentre la presenza di altri minerali lo rende un frutto rimineralizzante in grado di regolare la funzionalità cardiaca e la pressione arteriosa. Le fibre solubili e insolubili contenute creano senso di sazietà, abbassano i livelli di colesterolo nel sangue, migliorano il transito intestinale e svolgono un effetto di controllo sul valore del glucosio nel sangue. Il kiwi contribuisce inoltre a mantenere turgida la pelle, migliora la circolazione sanguigna ed è un efficace lassativo, soprattutto se consumato a digiuno al mattino. Calorie: 40
LIMONE
Agrume probabilmente originario dell’India o comunque del medio oriente, dove la parola limun, in arabo, viene usata per indicare tutti gli agrumi, il limone ha un alto contenuto di vitamina C (100 g di frutto fresco ne contengono circa 38 mg), oltre ad un discreto contenuto di minerali (calcio, fosforo, ferro, sodio, potassio, manganese, rame, magnesio e zinco) e vitamina A, B ed E. Contiene inoltre flavonoidi e sostanze con proprietà antiossidanti. Per questo è considerato un buon depurativo, antianemico, disinfettante e antiemorragico. L’acido citrico presente nel limone apporta beneficio in caso di calcoli renali e biliari e il frutto viene usato anche contro nausea, diarrea, mal di denti, scottature e problemi respiratori (asma). Calorie: 14
MANDARINO
Prodotto essenzialmente invernale, ma le varietà tardive fruttificano fino al mese di marzo. Viene coltivato ampiamente nel meridione, soprattutto in Sicilia e Calabria. I mandarini sono molto ricchi di zuccheri
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controllata, anche se la sua naturale maturazione va da fine agosto a metà ottobre. Apporta un buon contenuto di fibre ed è un’ottima fonte di reidratazione. Contiene dal 6 al 14% di zuccheri semplici fruttosio e glucosio, che, al contrario degli zuccheri complessi, sono assorbiti rapidamente dall’organismo apportando energia. Queste caratteristiche la rendono il primo cibo dei neonati dopo il latte materno. In più contiene vitamine, sali minerali, e antiossidanti efficaci nel combattere i radicali liberi. Calorie: 40-44
MELAGRANA
(oltre il 17%) e dunque altamente calorici, caratteristiche, associate all’indice di sazietà piuttosto basso, che ne fanno un frutto di cui non abusare e di cui vanno valutate sempre le quantità assunte. È comunque una buona fonte di vitamina C, anche se meno dell’arancia (40 mg contro 60), di potassio, calcio, fosforo e vitamina A. Ha una spiccata funzione dissetante. Calorie: 53
MANDARANCIO
Per mandarancio si intende un incrocio tra arancio e mandarino, un agrume che presenta le proprietà di entrambi questi frutti. Ricco di vitamina C, potassio, fibre, antiossidanti, offre al nostro organismo protezione dai malanni di stagione e dai segni dell’invecchiamento. Calorie: 53
MANGO
Arriva dall’Asia, in particolare dall’India, ma viene coltivato in tutte le zone tropicali. È composto per circa l’81% da acqua, proteine allo 0,5%, carboidrati 17%, fibre alimentari, minerali e zuccheri per il 15%; tra i minerali troviamo il calcio, il sodio, il fosforo, il ferro, il magnesio, il potassio, il rame e lo zinco. È particolarmente ricco di vitamina A, oltre a contenere una quantità discreta di vitamina B, C, D, E, K e J. Anche gli aminoacidi, i polifenoli (contro i radicali liberi, soprattutto nella buccia) e i carotenoidi sono ben rappresentati. Calorie: 53
MELA
È diventato il frutto più destagionalizzato di tutti, visto che possiamo trovarlo praticamente per tutto l’anno, poiché viene fatto maturare lentamente in atmosfera
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È considerato un toccasana per il nostro sistema immunitario, essendo ricca di antiossidanti, flavonoidi, vitamine A, C, E, B e sali minerali. Aiuta a ridurre il colesterolo LDL e aumentare il colesterolo HDL, migliorando la salute del cuore ed il suo succo viene impiegato per combattere emorroidi, nausea e parassiti intestinali. I semi, sminuzzati e preparati come decotto, possono essere impiegati contro la diarrea. Viene usato anche come stimolante dell’appetito su bambini e anziani. Calorie: 83
PERA
Altro frutto largamente diffuso e destagionalizzato, ormai reperibile durante tutto l’anno nelle molte varietà disponibili. La pera ha un indice di sazietà piuttosto elevato e contiene pochissimi grassi e proteine; tra le vitamine sono presenti la C, la E, e tutte quelle del gruppo B; ha un buon contenuto di potassio e di fibre, soprattutto nella buccia. Di facile digeribilità, la pera riequilibra le funzioni intestinali e diuretiche ed è un frutto consentito ai diabetici in quanto il fruttosio contenuto viene elaborato dall’organismo indipendentemente dall’insulina, ed ha un effetto ipoglicemizzante assai più ridotto di quello del glucosio. La prevalenza di potassio fa sì che il consumo di pere sia raccomandabile in tutti i regimi dietetici iposodici prescritti, per esempio, nel trattamento dell’ipertensione. Calorie: 40
POMPELMO
Di origine orientale, attualmente è coltivato in zone calde come la California e Israele. Ricco di vitamina C, beta-carotene e vitamine del gruppo B, contiene acido folico (particolarmente importante durante la gravidanza) e potassio. Fornisce una sensazione di sazietà e accelera la sintesi delle proteine e dei grassi nell’organismo, ecco perché viene spesso inserito nelle diete ipocaloriche. Contribuisce a regolare la pressione arteriosa ed è ottimo per il trattamento e la prevenzione dell’asma. Calorie: 35
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La verdura AGRETTI
Noti anche come “barba di frate”, gli agretti non sono altro che le piantine giovani della Salsola soda, una pianta di origine mediterranea. Molto diffusi nella cucina italiana, sono ricchissimi di potassio, calcio, vitamine C e B3, che li rendono particolarmente depurativi, diuretici e rimineralizzanti. Calorie: 17
ASPARAGI
Contengono fosforo e vitamina B che contrastano la debolezza e la spossatezza, manganese e vitamina A che hanno un effetto benefico sui legamenti, su reni e pelle. Sono poveri di sodio e ricchi di rutina, utile a rinforzare le pareti dei capillari, ma anche di calcio, utile alle ossa, magnesio, potassio, prezioso per il cuore e i muscoli, e acido folico. Sono composti dall’asparagina, uno degli amminoacidi che servono alla fabbricazione di numerose sostanze proteiche, e dunque per la trasformazione dello zucchero. Infine hanno proprietà depurative. La composizione e le calorie si differenziano molto tra quelli di bosco, di campo, coltivati in serra o venduti confezionati in scatola. Calorie: 22-35
BROCCOLI
Questo ortaggio della famiglia delle crucifere è ampiamente coltivato in Europa e veniva usato già da Greci e Romani per curare diverse malattie. Ha pochissime calorie ed è ricco di sali minerali (calcio, ferro, fosforo, potassio), vitamina C, B1 e B2; fibre e
tiossazolidoni, sostanze particolarmente efficaci nella cura dei disturbi tiroidei. Il sulforafano contenuto nei broccoli, secondo alcuni studi può aiutare nella prevenzione della crescita di cellule cancerogene, soprattutto in caso di tumori intestinali, polmonari e del seno. Hanno anche un potere antianemico, emolliente, diuretico, cicatrizzante, depurativo, vermifugo, antiossidante e di coadiuvante contro la stitichezza. Calorie: 27
CARCIOFO
Particolarmente indicato nelle diete dimagranti per il basso contenuto calorico, molto ricco di fibre e di minerali, mentre è relativamente basso il contenuto di sodio. Ha effetti diuretici e migliora i disturbi legati alla digestione ed alla protezione del fegato, grazie alla cinarina, un polifenolo presente nelle foglie, derivato dell’acido caffeico, che stimola la secrezione di bile e aumenta l’eliminazione di colesterolo. Utilizzato dalla medicina naturale per combattere nausea e vomito, intossicazioni, stitichezza e flatulenza, la sua attività depurativa (derivata dall’azione sul fegato, sul sistema biliare e sul processo della digestione) fa sì che estratti di carciofo vengano usati per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi. Calorie: 17
CAROTA
Anticamente veniva usata solo a scopo medico o come foraggio per gli animali, contenendo molte vitamine (A, C, D, E, B2 e B6) sali minerali (potassio, ferro, calcio, fosforo, zinco, selenio, sodio, rame e magnesio), polifenoli, flavonoidi, licopene, betacarotene, fibre, antocianine ed antiossidanti. Ne traggono beneficio diversi organi, tra cui pelle (aiuta contro acne, eritemi e scottature), occhi, intestino (contro ulcere e infiammazioni), stomaco, mucose (funzione cicatrizzante e antisettica). Efficace nel contrasto ai radicali liberi, favorisce la secrezione del latte materno. Calorie: 35
CAVOLFIORE
Come gli altri ortaggi della famiglia delle crucifere è molto povero di calorie e ricco di oligoelementi (vitamine e sali minerali), per questo è indicato nelle diete dimagranti. Ha effetti antibatterici, antinfiammatori, antiossidanti, rimineralizzanti e favorisce la rigenerazione dei tessuti. Il cavolfiore è particolarmente indicato in caso di diabete perché le sue proprietà contribuiscono a controllare i livelli di zuccheri nel sangue. Calorie: 25
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Dossier di aglio, porro, scalogno ed erba cipollina. Ottima fonte di vitamina B e C, acido folico e fibre, contenenti anche antiossidanti e flavonoidi. Calorie: 38
FAVE
Note anche come “carne dei poveri”, per l’alto valore nutritivo che apportano, a fronte di una spesa moderata. Si possono consumare fresche nella tarda primavera, mentre nel resto dell’anno si trovano essiccate. Hanno proprietà molto importanti per il nostro organismo dovute alla presenza di vitamina B, fibre, ferro (più delle uova), proteine, zinco, selenio, fosforo, potassio, calcio, magnesio e, se mangiate crude, vitamina C. Possono aiutare a curare l’anemia, abbassare il colesterolo e regolare le funzioni intestinali. Calorie: 88
CICORIA
La cicoria comune, o selvatica, pianta erbacea perenne, ha numerose proprietà benefiche. La sua parte più usata sono le radici, che contengono sia sostanze zuccherine che amare (acido cicorico). La pianta contiene potassio, calcio e ferro, oltre a vitamine (C, B, P e K). Ha proprietà depurative e disintossicanti in particolare per fegato e reni e proprietà digestive (aiuta la produzione della bile). È considerata un diuretico e lassativo naturale ed ha anche la capacità di regolare il battito cardiaco, di ridurre alcuni tipi di infiammazioni e di controllare la glicemia. Calorie: 12
CIME O BROCCOLETTI DI RAPA
Dette anche broccoli o friarielli, sono degli ortaggi che fanno parte della famiglia delle brassicaceae. Contengono sali minerali (calcio, fosforo, zolfo, ferro, manganese, sodio, magnesio, rame, selenio, potassio),vitamine (A, C, J, E, K, B, B2-acido folico), polifenoli, fibre, folati, proteine e aminoacidi. Sono utili per le loro proprietà disintossicanti e mineralizzanti (contro debolezza e stress), stimolano l’appetito in caso di astenia, sono antianemiche, proteggono e rinforzano le ossa in quanto ricche di calcio ed il loro contenuto di acido folico le rende un alimento particolarmente utile in gravidanza. Hanno inoltre proprietà battericide, in particolare utile contro l’Helicobacter pylori che è causa di molti problemi gastrici. Calorie: 25
CIPOLLINE
Tenere e gustose (ottime se in agrodolce o sotto aceto), sono semplicemente cipolle bianche, raccolte in giovane età, che appartengono alla stessa famiglia,
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FAGIOLINI
Si tratta dei baccelli immaturi del fagiolo. Ortaggi a basso potere calorico, ricchi di sali minerali, fibre, vitamina A e potassio (utili contro i disturbi cardiaci); rinfrescano e svolgono azione diuretica. Sono un’ottima fonte di vitamina B6 che partecipa alla produzione di aminoacidi. Hanno molte fibre e sono quindi utili contro la stitichezza. Sono anche indicati contro anemia e diabete, grazie al contenuto di vitamine A e C. Calorie: 20
FINOCCHIO
Ortaggio ricco di potassio, vitamine A, C e B e flavonoidi, è noto soprattutto per le sue proprietà digestive, ma i suoi principi attivi lo rendono particolarmente utile per combattere disturbi quali: gotta, astenia, inappetenza, reumatismi, flatulenza, colite e
vista debole. Essendo ricco di flavonoidi o fitoestrogeni, sostanze estrogeniche naturali, il finocchio ha un effetto equilibrante sui livelli ormonali femminili, può favorire la regolarizzazione del ciclo mestruale e la secrezione lattea. Ha inoltre proprietà depurative, in particolare a carico del fegato e del sangue e potere antinfiammatorio. Calorie: 15
L’insalata ha proprietà digestive ed è indicata contro la ritenzione idrica LATTUGA
Si tratta del termine generico per indicare più varietà dello stesso ortaggio, come cappuccio, romana, lollo e trocadero. A seconda del tipo e della fase vitale della pianta, può contenere in piccola quantità sostanze a moderata azione sedativa che rallentano il metabolismo, quindi sono indicate per chi è nervoso, iperattivo e ansioso. Essendo composta per il 95% di acqua, la lattuga ha un bassissimo contenuto calorico e un alto potere dissetante. Contiene molti minerali (fosforo, calcio, potassio, rame, sodio e ferro) e buone quantità di vitamina B, C, acido folico (vitamina B9) e betacarotene, precursore della vitamina A, oltre ad antiossidanti che aiutano a combattere l’invecchiamento cellulare, la circolazione sanguigna e a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. Aiuta a regolare il livello di zuccheri nel sangue, per questo è consigliata ai diabetici. Ha proprietà digestive ed è utile a chi soffre di flatulenza in quanto riduce i gas intestinali ed è indicata per chi soffre di ritenzione idrica. Calorie: 15
PATATE
Ne esistono almeno quattro tipi: a pasta gialla, ricca di caroteni, molto utilizzata per essere cotta in forno; a pasta bianca, dalla polpa farinosa, adatta ad essere schiacciata, per esempio nel purè, nelle crocchette o negli gnocchi; novella, dalla buccia sottile, ottima bollita; a buccia rossa e pasta gialla, dalla polpa soda che la rende indicata per le cotture intense quali cartoccio, forno e frittura. Dal punto di vista nutrizionale va sottolineato l’alto contenuto in carboidrati (circa 26 grammi in una patata di 150 grammi) presenti principalmente sotto forma di amidi. Ma le patate sono anche fonte di importanti vitamine e minerali: una di medie dimensioni
fornisce 27 mg di vitamina C, 620 mg di potassio, oltre a vitamina B5, selenio e litio. Calorie: 83
RADICCHIO
Ortaggio ricco di minerali (potassio, magnesio, fosforo, calcio, zinco, sodio, ferro, rame, manganese) e vitamine del gruppo B, C, E, K. Ha una funzione depurativa sull’organismo e grazie alle sue fibre è consigliato nella dieta di chi soffre di diabete di tipo 2. È anche ricco di antiossidanti, antociani e triptofano che aiutano a prevenire i fattori di rischio cardiovascolare e l’insonnia. Calorie: 13
RAPA
Ortaggio tipico della cucina povera italiana, quella che noi chiamiamo rapa è in realtà la radice della pianta e della quale si consumano le più giovani e tenere. Le varietà sono bianca piatta, palla di neve e tonda col colletto viola. Sono in realtà scarsamente nutrienti, ma contengono una buona percentuale di vitamina C. Calorie: 15
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Dossier Molto ricca di fibre, potassio e vitamina E, la scorzonera favorisce il transito intestinale senza aggredire l’intestino. Questa caratteristica le ha conferito un’eccellente reputazione perché è ben tollerata da qualsiasi organismo. È povera di sodio, presenta virtù diuretiche naturali. Calorie: 15
SPINACI
Anch’essi disponibili quasi tutto l’anno, gli spinaci possono essere sfruttati per le loro proprietà nutritive soprattutto a primavera, quando il sole e il calore fanno aumentare la concentrazione delle preziose sostanze antiossidanti in essi contenute. Proprio in questo periodo possiamo trovarne di più freschi e saporiti, soprattutto della varietà a foglia piccola adatti a veloci insalate crude. Gli elevati livelli di ferro e calcio sono ben noti, ma non è altrettanto diffusa la nozione che questi non possano essere assorbiti dal corpo a causa dell’acido ossalico che lega i due minerali. Però l’alto contenuto di vitamine A e C rende questa verdura a foglia verde un prezioso antiossidante. Calorie: 24
RAVANELLO
Appartiene alla famiglia delle crucifere. È povero di calorie e ricco di vitamina C, del gruppo B, ferro e zolfo. Tra le sue proprietà ricordiamo: purificante del sangue, disintossicante, depurativo del fegato, calmante della tosse e del sistema nervoso, antisettico e antibatterico, diuretico, astringente, stimolante dell’appetito, lassativo, antifebbrile. Calorie: 12
RUCOLA
La rucola (rughetta o anche ruca) fa parte della famiglia delle crucifere e presenta un ricco contenuto di vitamina C, betacarotene (protovitamina A), oltre che sali minerali come il ferro, il calcio, il potassio e il magnesio. Tra le sue funzioni sul nostro organismo: stimola l’appetito, è un ricostituente, purificante, diuretico, digestivo, rilassante. Aiuta il sistema immunitario, la cura del diabete e di alcuni tumori, grazie al suo contenuto di sulforafano, sostanza presente in tutte le brassicaceae o crocifere, famiglia a cui appartiene la rucola insieme ai broccoli, al rafano, ai cavolfiori, ecc. Calorie: 16
SCORZONERA
È una radice non molto diffusa sulle nostre tavole, originaria dell’Europa orientale. Non essendo particolarmente saporita viene spesso impiegata in cucine che ne prevedono la frittura o l’abbinamento con cibi saporiti come formaggi o tartufo.
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TARASSACO
Noto anche come “dente di leone”, questa pianta infestante è utile nella nostra alimentazione per quanto riguarda le foglie, che si raccolgono in primavera. Contiene pochissime calorie ed è ricco di vitamine A, B, C, D e sali minerali. Il tarassaco stimola la secrezione biliare, utile in caso di itterizia, calcoli biliari e in genere di insufficienza epatica. Ha proprietà amaro-toniche e digestive utili per l’inappetenza e i disturbi della digestione. Infine, è ritenuto un blando lassativo e un lenitivo delle infiammazioni emorroidali. La sua funzione disintossicante si riflette anche sulla pelle, rendendola più fresca e luminosa. Calorie: 36 n
La disidratazione anziano nell’anziano Calo di peso, secchezza della bocca, debolezza e mal di testa, i principali segnali di allarme. Quanti liquidi bere e perché preferire latte, frutta e verdura di Simona Peretti specialista in geriatria, omeopatia e omotossicologia
s
La disidratazione è uno degli effetti maggiormente presenti nella popolazione anziana, particolarmente suscettibile a causa di alcuni cambiamenti dovuti all’età,
come, per esempio, l’insufficienza del meccanismo ormonale che interviene per contrastare questa vera e propria patologia, come gli stimoli a bere, che tendono sem-
pre più a ridursi con l’avanzare dell’età, come la mancanza di autonomia nella deambulazione e la scarsa mobilità. Per cui, muovendosi poco o nulla l’anziano non
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sviluppa affatto la voglia di bere, finendo per dipendere in tutto e per tutto da terzi, anche per “raggiungere” il bicchiere d’acqua. Tra chi è autosufficiente, ma non sente lo stimolo, e chi è completamente dipendente da assistenti/ badanti, la categoria più a rischio è quella mediana. Persone cioè che vivono da sole, che danno l’impressione di cavarsela senza problemi, ma che, a causa di demenza senile o altre patologie correlate, di fatto non si ricordano se hanno bevuto e quanto, non memorizzano assolutamente questa importante funzione. Vediamo ora di specificare ancora più chiaramente perché è importante bere molti liquidi. Anzitutto perché il nostro organismo è costituito principalmente da acqua, la cui percentuale varia dal 75% del peso corporeo nel neonato, fino al 55-60% nell’adulto (nelle donne questo valore è ancor più ridotto a causa di una
maggior percentuale di tessuto adiposo) per poi ridursi ulteriormente nell’anziano. La disidratazione è una condizione caratterizzata da una rapida e severa perdita di acqua e sodio, pari almeno al 3% del peso corporeo, e dipende non tanto dalla quantità assoluta di acqua persa, quanto dall’entità della perdita relativamente al contenuto di acqua del singolo individuo; soprattutto nella popolazione anziana - come abbiamo visto - è stata definita come il più comune squilibrio di liquidi ed elettroliti. Infatti, con l’invecchiamento oltre alla fisiologica riduzione dell’acqua corporea e alla suddetta riduzione del senso di sete si manifesta anche una ridotta capacità di trattenere liquidi ed elettroliti a livello renale. Dobbiamo perciò necessariamente bere e assumere liquidi con l’alimentazione perché l’acqua interviene nello svolgimento
di tutti i processi fisiologici: digestione, assorbimento e trasporto dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, zucchero) ed eliminazione delle scorie metaboliche; è fondamentale per regolare la temperatura corporea, mantiene compatta la cute e le mucose e ammortizza e lubrifica le articolazioni. Nel corso della giornata l’organismo perde notevoli quantità di acqua con le urine, le feci, con la respirazione e la traspirazione della cute. Per star bene è importante mantenere un corretto bilancio idrico, facendo in modo che la quantità di acqua perduta venga integrata con una pari quantità di liquidi assunti. Quando questo non avviene si va incontro a disidratazione, con conseguenze gravi per la salute. I fattori di rischio sono molteplici, ma il principale è sicuramente la scarsa assunzione di acqua per via orale.
I fattori di rischio FISIOLOGICI
Età superiore 85 anni Sesso femminile Variazioni bilancio idro-salino
FUNZIONALI
Assunzione di liquidi: meno di 1,5 litri al giorno Mobilità e abilità manuali ridotte Alterata comprensione e comunicazione Scarsa autovalutazione Ambiente molto caldo Attività fisica elevata
PATOLOGICI
Disturbi della deglutizione, anoressia, depressione, paura di incontinenza Diarrea, vomito, sanguinamento, febbre, gravi ustioni, piaghe da decubito, diuresi eccessiva Demenze e patologie psichiatriche Diabete scompensato Insufficienza cardiaca Patologie renali Pregressi episodi di disidratazione Allettamento
ALTRO
Istituzionalizzazione (i residenti delle case di riposo assumono meno liquidi rispetto agli anziani residenti al proprio domicilio) Assunzione di lassativi, diuretici, sali di litio, ipnotici Digiuno per preparazioni ad esami o interventi Alimentazione iperproteica
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I sintomi principali sono il calo del peso corporeo, la secchezza della bocca e della lingua che possono presentare fissurazioni, cute e mucose asciutte, debolezza e mal di testa; nelle forme più gravi si manifesteranno crampi muscolari, parola impastata, vertigini, nausea, vomito, aumento dei battiti cardiaci, riduzione della concentrazione e dell’attenzione, irritabilità e allucinazioni, svenimenti, convulsioni fino al coma. La disidratazione, se protratta per lungo periodo, può compromettere le capacità fisiche e mentali, favorire la comparsa di calcoli renali e aumentare il rischio di tumori all’apparato digerente e urinario. Per prevenire questa condizione devono essere individuati i soggetti a rischio e, se in grado di comprendere, gli si deve spiegare l’importanza dell’assunzione di acqua. In condizioni normali il fabbisogno giornaliero di acqua è di circa un litro e mezzo di liquidi con le bevande (circa 8 bicchieri) e il resto con gli alimenti. Più o meno circa 30 ml per chilo di peso corporeo. La bevanda da assumere deve essere essenzialmente l’acqua, poiché le altre (aranciata, cola, succhi di frutta, caffè, tè) contengono anche molti zuccheri e sostanze farmacologicamente attive come caffeina e teina che possono alterare l’equilibrio idroelettrolitico o influire sull’effetto di alcuni medicinali. Occorre però precisare che il contenuto di acqua degli alimenti è estremamente variabile e di questa discriminante occorre tenere conto per adottare una dieta corretta e bilanciata. Per esempio, frutta (con al top anguria, melone, pompelmo, arance e fragole), verdure (broccoli, cavoli, cavolfiori, sedano, cetrioli, melanzane, lattuga, peperoni, ravanelli, spinaci, zucchine e pomodori ) e latte ne sono costituiti per circa l’85%; carne, pesce, uova e formaggi freschi ne contengono tra il 50 e l’80%; pasta e riso cot-
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L’acqua nel nostro organismo • Lo scheletro è costituito per oltre il 30% da acqua. • I muscoli e gli organi interni sono costituiti per il 75% da acqua. • Il tessuto adiposo è costituito per il 10% da acqua. • Il 66% del totale dell’acqua presente nel nostro organismo è localizzato all’interno delle cellule e ne determina il volume e il turgore. • Il 6-7% è presente nel plasma, il 2% nella linfa e il 23-25% è acqua extracellulare, localizzata negli spazi esistenti tra le cellule. ti 60-65%; pane e pizza 20-40%; fette biscottate, grissini e frutta secca meno del 10%; olio e zucchero non ne contengono. In natura, in realtà, sono pochissimi gli alimenti caratterizzati dalla pressoché totale assenza di acqua (olio, zucchero). Va specificato che in condizioni particolari, per esempio durante la stagione calda, in caso di attività fisica intensa o in corso di alcune patologie che si manifestano con vomito, febbre, diarrea, la quantità di acqua da assumere aumenta notevolmente, fino a raddoppiare. Per stimolare un anziano a bere si possono offrire bevande a lui gradite, nei limiti che vedremo, più volte al giorno, o incrementare la dose di acqua durante la somministrazione dei farmaci. Sarebbe opportuno stabilire un obiettivo, ad esempio bere una bottiglia d’acqua al giorno per poterne verificare la reale assunzione. Il metodo generalmente accettato per misurare l’assunzione dei liquidi è quello di segnare il totale dei liquidi ingeriti nelle 24 ore. Questo, però, non è sempre possibile, poiché spesso gli anziani vivono da soli per tutta la giornata o per gran parte di essa. La dieta dovrà tenere conto delle patologie di base e delle intolleranze/allergie alimentari. La terapia prevederà l’utilizzo di soluzioni reidratanti orali nei casi
meno gravi e per flebo in situazioni di emergenza: l’idratazione endovenosa permette di assimilare più velocemente l’acqua e gli elettroliti. L’omeopatia prevede l’utilizzo di alcuni rimedi che possono essere impiegati in caso di disidratazione, accanto alla medicina tradizionale: phosphoricum acidum, natrum muriaticum e arsenicum album, i quali hanno, per le loro caratteristiche, un’azione positiva sulle mucose, sierose, sul sistema nervoso, sulla pelle e sul sangue. Fin qui abbiamo parlato di disidratazione. Ma, invece, se ci si idrata bene, quali rischi si scongiurano e/o si riducono? Per esempio quello derivante da lesioni da decubito perché la disidratazione provoca vasocostrizione superficiale e ridotta irrorazione dei tessuti; oppure i problemi legati alla stitichezza perché la disidratazione aumenta l’assorbimento di acqua dal colon e causa indurimento delle feci. Inoltre, bevendo secondo regola si scongiurano le infezioni delle vie urinarie, perché i soggetti disidratati tendono ad urinare poco ed hanno solitamente urine concentrate con un aumento della proliferazione batterica. Infine, una corretta idratazione aiuta anche ad evitare problemi di sviluppo di calcoli renali, nei casi di ipertensione, disorientamento e difficoltà cognitive. n
La dieta ad hoc per gli ex fumatori Chi ha appena smesso di fumare, può avere un valido aiuto dall’alimentazione, per depurare l’organismo ed eliminare il desiderio di un’altra sigaretta di Francesca Aquino
s
Secondo i dati dell’Istituto Supe-
riore di Sanità sono oltre 6 milioni gli italiani che hanno abbandonato il vizio del fumo. Se il grosso è stato fatto, dicendo addio alle sigarette, però, forse non tutti sanno che è possibile disintossicare l’organismo e limitare i danni causati, contrastando anche la dipendenza dalla nicotina attraverso l’alimentazione. Alcuni alimenti, infatti, grazie alle sostanze nutritive contenute, possono restituire al nostro corpo quanto il fumo ha tolto o rischiato
di togliere in termini di apporto vitaminico, energetico, ecc. Vediamo insieme cosa inserire nella lista della spesa degli ex fumatori.
1. Vitamina C
Il fumo, specie se è stata un’abitudine adottata per anni, riduce al minimo le scorte di vitamina C dell’organismo, perciò i primi elementi da reintegrare nella vostra dieta saranno gli agrumi, ma anche kiwi, pomodori, broccoli, cavolfiori e peperoni. Tra le ben note qualità della vi-
tamina C, c’è la sua azione antiossidante, contro i radicali liberi prodotti dal fumo, tra i principali responsabili del processo di invecchiamento accelerato di organi e tessuti riscontrato nei fumatori. Arance e limoni, poi, grazie al loro sapore acidulo aiutano anche a smorzare la voglia di fumo, mal combinandosi col gusto delle sigarette.
2. Tutti frutti
Che la frutta faccia bene in ge-
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nerale è cosa nota, se siete ex fumatori alla ricerca della salute perduta, poi, sono particolarmente consigliate mele e pere, in particolare le renette e le abate per il loro contenuto di antiossidanti. Per le stesse qualità sono indicati anche l’uva, il mirtillo e il melograno; questi ultimi due, apportano un’azione benefica alla circolazione, anche sotto forma di succo. Il fumo, infatti, danneggia il tessuto connettivo che sostiene i vasi e la funzionalità dei globuli rossi.
3. Verdura croccante
In linea generale noterete che l’abbandono del fumo causa un aumento della fame e del desiderio di dolci. Per non ingrassare subito dopo aver smesso di fumare, cercate di soddisfare questa voglia con frullati, smoothies e snack salati sani, come ad esempio la frutta secca non salata, ma anche qualche verdura croccante da sgranocchiare, senza condirla, per combattere l’ansia (finocchi, carote, sedano, cetrioli, che hanno la caratteristica di conferire alle sigarette un retrogusto amarognolo e disgustoso).
4. Insalata mista
Per chi ha appena smesso di fumare consigliatissime le verdure, in particolare le insalate miste. Le varietà trevigiana e il radicchio sono ricche di antiossidanti ed
hanno un effetto depurativo, mentre la lollo, la lattuga e la valeriana hanno un alto contenuto di minerali ed oligoelementi. Abbinateci qualche pomodoro, fonte naturale di nicotina che attenuerà gli effetti dell’astinenza. I pomodori, anche cotti, poi sono ricchi di carotenoidi (licopene, ßcarotene) che hanno proprietà antiossidanti. Per la parte croccante della vostra insalata mista aggiungete noci, pinoli o mandorle, ricchi di vitamina E, minerali e acidi grassi polinsaturi.
5. Latticini
Secondo quanto osservato dagli studiosi della Duke University (North Carolina, USA), bere un bicchiere di latte prima di accendersi una sigaretta ne rovina irrimediabilmente il gusto, rendendolo amaro. Lo stesso succede con un vasetto di yogurt, che può anche soddisfare la vostra voglia di dolci.
6. Tisane
Le tisane, si sa, possono risolvere molti disturbi, anche quelli causati dall’astinenza da fumo come ansia, nervosismo e cattivo umore in generale. Le più indicate in questi casi sono a base di rosa canina, ginseng o mate. Gli infusi con malva, verbena, finocchio e ortica, invece, hanno un’importante azione depurativa e disintossi-
cante. Anche il tè verde (o Bancha) è ottimo per chi ha smesso di fumare, per i suoi effetti detox e anti-stipsi (disturbo che spesso si manifesta negli ex fumatori). Il ginseng, infine, ha la capacità di inibire il rilascio della dopamina quando si fuma, perciò, se assunto assiduamente, permette di ridurre il livello di piacere che si ottiene dalle sigarette.
7. Caramelle e gomme
Sono un altro dei palliativi più comuni per sostituire la sigaretta, anche solo psicologicamente, ma attenzione a quali scegliete. Tra le gomme, meglio quelle senza zucchero (per non danneggiare denti e linea), tra le caramelle quelle alla menta o alla liquirizia, dal sapore forte che può contrastare la voglia di fumo.
8. Tabacco in tavola
Forse non vi siete mai soffermati a pensarci, ma il tabacco è di per sé un vegetale, una pianta appartenente alla famiglia delle solanacee. Della stessa famiglia fanno parte anche altri vegetali che, se inseriti nella nostra dieta quotidiana, possono aiutarci ad allontanare il bisogno di sigarette. Tra questi troviamo melanzane, peperoni, patate, pomodori e peperoncino. Così una bella ratatouille potrebbe soddisfarvi più di un pacchetto di “bionde”!
I cibi vietati che “attirano” il desiderio Allo stesso modo degli alimenti consigliati, esistono anche alcuni alimenti che andrebbero evitati quando si cerca di eliminare il fumo. Eccoli: Cereali: i farinacei, soprattutto se prodotti raffinati del frumento come pasta, pane bianco, biscotti, ecc... andrebbero evitati e sostituiti con le alternative integrali, riso, farro, kamut, avena o grano saraceno. Questo perché la maggiore quantità di fibre in essi contenute
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aiuta nell’eliminazione delle sostanze tossiche aspirate col fumo. Caffè: molti lo associano psicologicamente alla sigaretta, per l’abitudine di consumarlo subito prima. Poiché l’espresso “chiama” la sigaretta vi consigliamo di ridurne il consumo ad un massimo di 3 tazzine al giorno, dopo i pasti. Carne rossa: le proteine sono dei potenti acidificanti del sangue e dunque fanno sì che si elimini rapidamente la nicotina dal circolo
ematico e ne aumentano la richiesta in chi ha già una dipendenza. Niente bistecche e salumi per un po’ quindi. Alcolici e bibite gassate: anche l’alcol aiuta la rimozione di nicotina (con conseguente aumento della richiesta da parte dell’organismo), mentre alcune bibite gassate e zuccherate sembrano indurre un desiderio di fumo i cui meccanismi non sono ancora stati del tutto chiariti.
5 sigarette inquinano come una locomotiva Sembra impossibile, ma cinque sigarette inquinano, a parità di tempo di emissione, quanto una locomotiva a gasolio. Lo ha dimostrato un esperimento, condotto dal dottor Roberto Boffi, pneumologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori, insieme al suo team di collaboratori della Tobacco Control Unit. Eppure, il video dell’esperimento, mostrato in occasione della Giornata Mondiale contro il Tabacco, ha certificato che le quantità di PM10 (polveri sottili), prodotte da una locomotiva, sono pari a quelle rilasciate da cinque sigarette. “Inoltre il fumo passivo - ha commentato il dottor Boffi - può essere qualitativamente addirittura più dannoso del fumo attivo, in quanto le sostanze tossiche e cancerogene emesse dalla sigaretta sono più concentrate nell’aria. Questi esperimenti dimostrano che, anche all’aperto, una sola sigaretta può emettere una quan-
tità di polveri sottili veramente notevole”. Presentati anche i dati di una ricerca dell’Istituto, pubblicata sull’European Respiratory Journal, in cui è stato misurato l’apporto del fumo passivo sull’inquinamento ambientale outdoor, messo a confronto con quello da traffico veicolare, in zona Brera a Milano. Due analizzatori di particolato e due sensori della nicotina sono stati installati a Milano sui balconi al primo piano di due appartamenti in via Fiorichiari e in via Pontaccio e lasciati in funzione dalle ore 12,00 di un sabato fino alle ore 12,00 della domenica successiva. È risultato che dalle 20,30 alle 2 sono stati “recensiti” un totale di 1.396 fumatori in via Fiorichiari e 2.513 veicoli in via Pontaccio. Nello studio è stato paragonato l’inquinamento di una strada molto trafficata del centro di Milano con una pedonale e caratterizzata da alti edifici che ne limitano la natu-
rale circolazione dell’aria (strade di questo tipo vengono denominate anche “street canyon”). Il risultato è stato sorprendente: nelle ore serali, cioè tra le 18 e le 24, la qualità dell’aria era peggiore nella zona pedonale rispetto alla zona trafficata, dato evidentemente correlato al fatto che, proprio durante quelle ore, si erano concentrati nella zona ad alta densità di bar e di locali, il maggior numero di fumatori. Dopo la mezzanotte, invece, quando i bar e i ristoranti chiudevano, la qualità dell’aria migliorava fino a invertire i valori rilevati, che indicavano quindi una maggior presenza di PM nella zona trafficata rispetto alla zona pedonale. “A fronte dei risultati ottenuti spiegano dall’Istituto Tumori - sarebbe decisamente auspicabile l’attuazione di norme che tutelino i non fumatori dall’esposizione al fumo passivo anche in ambienti all’aperto”. n
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Narciso è tornato (ed è barbuto...) In aumento del 30% i consumi maschili dedicati all’estetica personale. Saponi, fragranze, prodotti per curare la barba, ma anche creme, gel e lozioni anti-age di Gelsomina Sampaolo
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Fino
a pochi anni fa l’uomo era quello che non doveva chiedere mai, l’egoist, quello che al massimo profumava d’intesa, oggi in-
vece è tutto cambiato. Il reparto cosmesi e profumeria abbonda di prodotti “for men” e formule specifiche solo per lui, i giovanot-
ti prendono l’appuntamento dal parrucchiere e mettono la crema antirughe la sera. Ma guai a parlare di dandy o vittime della moda
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del momento, qui si tratta (anche) di salute e cura di sé, due concetti che sono entrati finalmente di diritto anche nel mondo dell’estetica maschile. Se ci pensiamo bene, in fondo, già all’epoca di antichi Egizi e Romani imperatori e nobili impiegavano la maggior parte della giornata a spalmarsi unguenti e creme fin dopo la morte (pensate alle mummie e ai loro impacchi di conservazione), poi a fine ‘800, durante la restaurazione francese, ci fu la nascita del dandy, definito criticamente da Thomas Carlyle nella sua opera Sartor Resartus come “un uomo il cui settore, ufficio e esistenza consiste nell’indossare Abiti”, infine negli anni ‘50 nessun uomo rinunciava ad impomatarsi i capelli con chili di brillantina, e se non era vanità questa... Insomma, come tutte le storie di moda ed estetica, anche quella maschile ha avuto i suoi corsi e ricorsi ed oggi l’uomo si sta riappropriando del beauty-case e di tutti i rituali annessi e connessi: almeno una volta al mese dal barbiere, un prodotto diverso per la pelle, i capelli, la barba e persino il contorno occhi che ignoravano di avere fino a qualche anno fa! Secondo un’analisi dell’istituto Sothys di Parigi, negli ultimi dieci anni siamo passati dal principiante che utilizzava il minimo indispensabile, spesso facendosi consigliare da una donna, all’amatore che scopre il piacere delle novità e, poi, al conoscitore che si informa e vuole prodotti tecnologici e mirati. “C’è un aumento dell’attenzione del maschio verso quei problemi estetici di benessere cutaneo che prima erano fenomeni riservati quasi esclusivamente alla donna”, ha affermato Leonardo Celleno, dermatologo e presidente dell’Aideco (Associazione italiana dermatologia e cosmetologia). Il Centro Studi di Cosmetica Italia ha calcolato per il 2015 in una percentuale del 30% i consumi
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maschili sul fatturato globale del comparto bellezza in Italia con ben 163 milioni circa spesi per saponi e prodotti per la barba e 350 milioni per profumi e fragranze (+2,7% rispetto all’anno precedente). Un sondaggio effettuato dall’Istituto Directa, inoltre, conferma questo trend in aumento sottolineando come sia diminuito il tempo che gli uomini dedicano ai passatempi tradizionali (sport, cinema, serate con gli amici) in favore di quello che investono sulla cura del loro aspetto esteriore e su un’alimentazione corretta.
La cura della barba è in costante evoluzione, con prodotti sul mercato sempre più specifici In linea generale sono in calo i prodotti classici mentre aumenta la richiesta di novità ad alte prestazioni, come le creme multifunzione e le DD cream (dove DD sta per Daily Defence, difesa quotidiana)rivolte al mercato maschile e dedicate alla cura della barba. Inoltre sono in aumento i prodotti studiati in origine per un’utenza femminile e oggi declinati anche al maschile, come BB e CC cream leggermente pigmentate per mascherare i difetti della pelle o i danni della rasatura. Ma andiamo a vedere più nello specifico i prodotti che potrete trovare in Farmacia per la cura del viso, della barba e dei capelli degli uomini.
In barba alla bellezza
Il fenomeno “barba” è ormai evidente a tutti e si è talmente diffuso e stabilizzato che vedere
uomini di ogni età con barbe da far invidia a un boscaiolo è ormai la normalità. La cura della barba, invece, è in costante evoluzione, con prodotti sul mercato sempre più specifici per andare incontro a tutte le esigenze: barbe da rinforzare, districare, sgrassare, modellare, regolare e pettinare, troviamo ormai di tutto nel reparto profumeria delle Farmacie. Oltre a shampoo specifici per la barba, possiamo trovare anche il balsamo per pettinarla e nutrirla (con l’apposito pettine a denti larghi e spazzola a setole morbide, meglio se in materiali naturali), le salviettine per pulirla quando siamo fuori casa o dopo mangiato, l’olio brillante e la cera modellante arricchiti con estratti naturali nutrienti e persino la protezione solare, proprio come per le chiome femminili d’estate. L’ultimo grido in fatto di taglio è la tecnica del “reshaping” che non è una rasatura vera e propria, bensì un ritocco, una spuntatina per ottenere una forma definita e ordinata, anche sulle barbe più lunghe, per avere un aspetto sempre curato.
Diamoci un taglio
Se un tempo il taglio dei capelli per i ragazzi avveniva senza fare troppo caso allo stile (si lasciava fare al barbiere), oggi l’uomo sa perfettamente come vuole che appaia la propria testa, anche in base al ruolo o mestiere che svolge o a ciò che vuole comunicare al prossimo con il suo look. Gli uomini di oggi vanno più spesso dal barbiere (mediamente una volta al mese, come la controparte femminile) e si prendono cura dei propri capelli anche a casa con prodotti specifici. Esistono infatti problematiche che riguardano prettamente il cuoio capelluto maschile, come il diradamento, la forfora o l’indebolimento del capello. Anche in questo caso le proposte cosmetiche per gli uomini non manca-
no: shampoo, balsamo, creme e maschere da lasciare in posa, gel, creme e paste fissanti e tutti gli utensili per il taglio, sempre più professionali, ma da uso domestico (l’ultimo, immancabile, accessorio è il trimmer, o regolatore, indicato soprattutto per i tagli più geometrici e le rasature). Una caratteristica comune a quasi tutti i prodotti per capelli maschili è la profumazione delicata e la base leggera, impalpabile, per evitare effetti troppo “impomatati” che potrebbero dare fastidio. L’ultimo nato in fatto di shampoo è quello esfoliante, con microparticelle che aiutano a purificare il cuoio capelluto dalle cellule morte e contemporaneamente rinforzano il fusto del capello e rimuovono l’eccesso di sebo, causa di forfora.
Anche per gli uomini sono nati, quindi, dei veri e propri rituali, come l’esfoliazione con creme, maschere rapide (da applicare una volta a settimana prima della rasatura) o spazzole per il peeling studiate per la pelle maschile che rimuovono l’eccesso di sebo, sudore, peli incarniti e particelle inquinanti, da usare anche sotto la doccia. Infine, si registra anche un leggero, ma pur sempre notevole aumento di manicure al maschile: leggere e discrete, ma per uomini che vogliono anche le mani perfettamente in ordine.
Liscio come l’olio
Sapevate che statisticamente su 10 persone che si sottopongono
ad epilazione permanente ben 3 sono uomini? La soluzione definitiva e radicale è la più richiesta e a quanto pare gli italiani sono secondi solo agli spagnoli nella graduatoria europea degli uomini che si depilano più di frequente. Le parti del corpo maggiormente richieste sono il petto, le spalle, la schiena, il torace, le braccia e persino le gambe. Infine, un’operazione di chirurgia plastica su 6 viene eseguita su uomini, con in testa il trapianto e rinfoltimento dei capelli, seguito da liposuzione di addome e fianchi, rinoplastica, lifting del viso, lipoaspirazione del doppio mento e blefaroplastica per cancellare le occhiaie. n
Se la mia pelle vuoi
Oltre alla barba e ai capelli, gli uomini hanno recentemente riscoperto anche la pelle e la sua salute. Molti marchi di cosmesi hanno infatti lanciato prodotti specifici per combattere l’invecchiamento e i segni della stanchezza sulle pelli maschili: sieri, creme, gel e lozioni per ogni scopo sono fioriti solo da poco negli armadietti del bagno degli uomini. Tutti questi prodotti, essendo studiati sulle esigenze degli uomini, sono facili da usare, veloci e leggeri, pensati soprattutto per gli utenti più giovani e maggiormente interessati al proprio aspetto, come conferma il professor Celleno di Aideco: “Chi è più maturo non pone molta attenzione alla pelle, dandola come qualcosa di scontato. L’utente medio del cosmetico maschile è il giovane adulto”. La pelle maschile è molto diversa da quella femminile, è più spessa e più tendente alla disidratazione, oltre che sottoposta a stress maggiori, primo fra tutti la rasatura. Ecco perché non è corretto usare gli stessi prodotti di vostra moglie, se non una tantum.
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Balla che ti passa Tredici buoni motivi per iniziare a muoversi a ritmo di tango, samba, valzer o… danza del ventre. E il vostro fisico ve ne sarà grato di Maria Mazzoli
s
Che preferiate il tango o il cha cha cha, la rumba, il fox trot, la danza del ventre o lo swing, il valzer, la samba o il bolero, ballare fa sempre bene. Rilassa l’anima, risveglia il corpo e tonifica la mente. Il fisico diventa più elastico, i muscoli si
sciolgono, le tensioni si alleggeriscono. Danzare fa diventare armonici e coordinati, combatte stress, insonnia, ansia e depressione. Si potrebbe stilare un lungo elenco dei benefici, dal miglioramento dell’umore al controllo della postu-
ra e al rafforzamento dell’elasticità delle articolazioni, fino alla capacità di ritardare (secondo alcuni ricercatori) i sintomi del morbo di Alzheimer o di Parkinson. Sorprendente! Quindi: ballo uguale benessere e
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Danzare fa diventare armonici e coordinati, combatte stress, insonnia, ansia e depressione
divertimento. Anche con quelli di sala, tornati di gran moda. Ecco allora 13 buoni motivi per cominciare l’anno nuovo a passo di danza. 1) Stimola l’entusiasmo Il ballo rende più aperti, sicuramente più passionali, anche quando si tratta di affrontare i problemi che si affacciano nella routine quotidiana. 2) Migliora la socializzazione Apre alla socializzazione, stimola il dialogo, il piacere di riscoprire il confronto con gli altri, che rappresenta un momento di crescita personale. 3) Terapia di coppia Il ballo è un ottimo collante, una strategia per sciogliere ruggini e riaccendere “intese”. Funziona come terapia di coppia (pensate ad un coinvolgente tango argentino) per riscoprire la sintonia, ritrovare armonia e complicità con l’altro, colmare un vuoto e ripro-
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gettare la vita a due. Il ballo ha il potere di cementare un’intesa, ma anche di “rispolverarla”.
nel caso dei balli latino-americani (tipo salsa, merengue, bachata) si arriva fino a 600 kcal/h.
4) Bruciacalorie Funge da bruciacalorie (aiuta a perdere peso), assottiglia il punto vita e le caviglie, migliora la percezione del proprio corpo. Ballare giova a tutti: lei, lui, ragazze e ragazzi, attempati e in terza età. E a tempo di musica. Senza bisogno di saltare, né fare piroette impossibili. Scegliendo un armonioso valzer o un coinvolgente tango, balli che puntano più sulla postura rispetto a quelli latino-americani che aiutano a bruciare le calorie con il lavoro aerobico e a tonificare i muscoli grazie al loro ritmo serrato. Quanto si riesce a bruciare? Dalle 200 alle 600 kcal per ora di attività. Nel caso del ballo liscio si consumano in media sulle 200 kcal/h, un consumo inferiore rispetto alle altre discipline, dovuto al ritmo un po’ più blando, mentre
5) Effetto cardiofitness Grazie al movimento, il sistema cardiovascolare trae indubbi benefici. L’esercizio fisico, soprattutto aerobico, dunque di resistenza ed a medio-basso impegno cardiocircolatorio, è un toccasana per tutti, anche per coloro che soffrono di patologie cardiovascolari. Resta inteso che prima di fare una qualsiasi scelta in proposito occorre farsi consigliare da uno specialista. 6) Mal di schiena addio Il ballo, inteso tra le sue varianti, come tango, classico, liscio e danza del ventre, è un vero toccasana per il mal di schiena. Sempre a patto di praticarlo nei modi dovuti e con la supervisione di un esperto. Lo stress e le posture sbagliate assunte ogni giorno incollati a scrivanie o sedili
dell’automobile fanno irrigidire e contrarre i muscoli della colonna vertebrale. Non c’è niente di meglio allora che il tango argentino: scioglie le tensioni e tonifica i muscoli. Ma attenzione: è inadatto a chi soffre di ernia del disco. Rivolgersi sempre ad un medico prima di iniziare. 7) Contrasta l’osteoporosi È un esercizio di forza che può aiutare a prevenire la perdita di massa ossea. Molti tipi di danza richiedono infatti movimenti che rafforzano tibia, perone e femore, se praticati in maniera regolare. 8) Medicina anti-età La danza, stimolando la produzione di endorfine, riduce lo stress, una conseguenza questa che contrasta il processo di invecchiamento. L’Albert Einstein College of Medicine di New York City ha evidenziato numerosi benefici ottenuti grazie al ballo: un’attività che può essere considerata una forma di prevenzione dalle malattie degenerative. L’agilità mentale appare strettamente connessa a un’attività fisica che impegna non solo il corpo e la mente, bensì possiede un importante legame con l’attività ludica. I movimenti e gli esercizi, sia aerobici che anaerobici, secondo gli esperti sono benefici per la salute cognitiva delle persone di tutte le età. 9) Rassoda e tonifica I movimenti aiutano a rassodare cosce, glutei e addominali. Soprattutto nel caso dei balli latinoamericani l’effetto tonicità è assicurato. Anche quelli orientali, come la danza del ventre, sono ottimi per tonificare gli addominali e tutti i muscoli della parte inferiore del corpo. 10) Combatte la depressione La danza aiuta a tenere lontana la depressione. In alcuni studi è stato osservato che le persone che ne
soffrono mostrano un minor numero di sintomi e più vitalità quando la praticano con costanza. 11) Libera il buonumore Il movimento abbinato alla musica aumenta il livello di endorfine nel sangue, le sostanze che “regalano” il buonumore. In più rilassa, perché la concentrazione sui movimenti distrae dalle preoccupazioni che attanagliano le giornate. 12) Risveglia i neuroni Sembrerebbe quindi dimostrato che la danza sia un toccasana per tante patologie della terza età. In particolare, però, pare sia in grado di rinvigorire memoria e capacità mentali, contrastando il processo degenerativo. Pensate: in Gran Bretagna, nel 2008, è stato anche creato un centro ad hoc, il Dance Psychology Lab dell’università inglese dell’Hertfordshire, che è riuscito nell’impresa di scrivere, produrre e portare in scena all’Edinburgh Festival Fringe il musical “scientifico” Dance, Doctor, Dance! The Psychology of Dance Show. Secondo quanto riportato dalle cronache del tempo, il merito va tutto allo psicologo-ballerino Peter Lovatt, fondatore del centro e tra i primi uomini di scienza a sostenere che le malattie neurodegenerative si possano curare (anche) ballando. Anche Gianni Pezzoli, direttore del Centro per la malattia di Parkinson dell’Università di Milano, è tra quelli convinti che il morbo si possa curare con un approccio multidisciplinare e che i risultati più innovativi ottenuti finora a livello terapico siano proprio il frutto del giusto mix tra farmaci e danza. A tal proposito, sono stati organizzati diverse volte gruppi di ballo per i pazienti, prediligendo la danza tradizionale. Il movimento a suon di musica ha la capacità di migliorare il tono dell’umore, ma prima ancora rappresenta un
antidoto contro l’apatia: stimola il paziente a prepararsi, uscire e interagire. Mentre il ritmo, i passi, i tempi aiutano a fortificare la memoria procedurale (relativa ai comportamenti automatici). Pezzoli sostiene che i malati di Parkinson poiché perdono questo tipo di motilità (che rappresenta l’80% circa della motilità generale), devono quindi “volere” ogni singolo movimento. Per loro la fisioterapia è necessaria, ma purtroppo anche noiosa. E il ballo sembrerebbe un’ottima alternativa per raggiungere l’efficacia, ben più divertente. Nessuno però, finora, ha verificato in modo approfondito, quindi investito scientificamente per confermare i suoi benefici sul morbo. 13) Alza l’autostima Ballando ognuno può trovare la forma di espressione più congeniale alla sua personalità. Tanto è che anche le persone più timide, in pista riescono a fare nuove amicizie. Questo perché si rafforza la sicurezza in se stessi nelle relazioni con gli altri. Le donne, quando iniziano a frequentare un corso di ballo, riscoprono la voglia di curare il loro aspetto esteriore, valorizzandosi dall’abbigliamento al trucco. Volete ancora un motivo per convincervi a iniziare a ballare? Cominciate e vedrete: la vostra mente sarà più efficiente in ogni azione quotidiana, dal lavoro alla vita domestica. Memorizzare le sequenze dei passi, abbinati al movimento delle gambe e della braccia, è uno stimolo molto forte per la memoria e per la capacità del cervello di pensare più cose contemporaneamente. Una ginnastica per la mente e per il corpo. Ecco perché la danza può dirsi a tutti gli effetti un’alternativa concreta alle attività praticate in palestra o agli sport più comunemente conosciuti. Più salute e benessere, solo ballando.
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Gli effetti (positivi) sul nostro corpo Dal liscio al flamenco, dal mambo alla zumba, ogni tipo di danza ha dei precisi effetti benefici sul fisico. La polka, ad esempio, snellisce le gambe, la capoeira l’addome, mentre il flamenco è considerato il miglior ballo per combattere l’odiosa “buccia d’arancia” e tonificare gli arti inferiori. Di origine andalusa, è tutto basato sulla tecnica del movimento dei piedi, delle braccia e delle mani. Ed è anche ottimo come terapia, perché riesce a tirar fuori i nostri stati d’animo. Il tango rassoda i polpacci insieme ai muscoli della schiena, ma fa bene anche a cosce e addome, grazie alle sollecitazioni dei suoi movimenti, fatti di contrazioni e portamento. Tutti i balli latino americani (samba, cha cha cha) grazie ai loro ritmi aiutano a bruciare le calorie. Per rassodare l’addome si può optare per la samba, men-
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tre per i glutei l’ideale è la rumba. Tra i balli caraibici - salsa, merenghe e mambo - quello che snellisce di più è quest’ultimo.
In un’ora di mambo si bruciano 300 calorie e si modellano le gambe Non ci credete? In un’ora di mambo si bruciano ben 300 calorie, con un eccellente modellamento delle gambe, sempre in movimento grazie al continuo gioco di flessioni. Tante, ma mai quanto quelle che si consumano con l’acrobatica capoei-
ra, che aiuta a sviluppare agilità e intuito bruciando ben 600 calorie l’ora. In linea di massima, cardiopatici e malati di cuore dovrebbero escludere quelle tipologie di ballo che comportano un grosso dispendio di energia o una forte fisicità. No quindi ai balli latini come zumba, salsa e hip hop, ideali per tonificare cosce, schiena e addominali, ma che implicano un allenamento intensivo che può provocare scompensi in presenza di patologie cardiache. In questi casi potrebbe andare invece bene il valzer, l’elisir di lunga vita per il cuore: ha effetti positivi sul battito e sulla funzionalità cardiaca molto più di qualsiasi altro esercizio aerobico. Aumenta il picco di assorbimento di ossigeno, un parametro chiave per evitare improvvisi problemi cardiaci.
Cardio ok? 40 minuti tre volte a settimana All’ultimo congresso nazionale della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (SIPREC) si è discusso sull’importanza della prevenzione per la diminuzione e la cura delle malattie legate al sistema cardiovascolare come l’ipertensione arteriosa. Una delle “lifestyle session” è stata dedicata alla danza, disciplina sportiva che svolge un ruolo benefico sul nostro organismo utile nella prevenzione del rischio cardiovascolare. Le linee guida dei maggiori esperti europei in materia di ipertensione, suggeriscono di praticare attività fisica aerobica di-
namica a media intensità, così come la danza, in sessioni di almeno 3540 minuti al giorno per 3-4 volte alla settimana. Se svolta in maniera costante e duratura l’attività fisica dinamica infatti consente di ottenere una riduzione media di circa 3 mmHg della pressione arteriosa sistolica. Si è dimostrato che riducendo di soli 2 mmHg la pressione sistolica si osserva una riduzione del rischio di mortalità per ischemia e cause cardiovascolari del 7% e del 10% per il rischio di mortalità da ictus. Per questo motivo l’attività fisica è considerata un’alleata nella
lotta contro l’ipertensione arteriosa e contro tutte le malattie cardiovascolari. Recenti studi hanno dimostrato i benefici della danza per l’organismo, a prescindere dal tipo di stile praticato, soprattutto negli over 60. Con l’aumentare dell’età infatti si tende ad avere uno stile di vita sempre più sedentario e per questo motivo si è più a rischio di incappare in eventi cardiaci anche gravi. Lo studio ha evidenziato diversi benefici della danza come migliorare forza e resistenza muscolare, coordinazione e nel prevenire alterazioni metaboliche e cardiovascolari.
Latino-americani: un pieno di salute Ballare non è solo un passatempo. I ricercatori dell’Università dell’Illinois hanno presentato uno studio (Abstract P246) al congresso Epidemiology and Prevention (EPI)/ Lifestyle and Cardiometabolic Health 2016 dell’American Heart Association a Phoenix (USA) che dimostra l’effetto salutare delle danze latino americane sul sistema cardiocircolatorio e sul fisico in generale. Dopo quattro mesi di ballo si è visto che la forma fisica e la velocità di camminata in un gruppo di adulti, migliorano; risultati che contribuiscono a ridurre anche rischi cardiovascolari. Lo studio è stato condotto per valutare se un intervento comunitario basato sulle danze “latine” potesse apportare beneficio ad un gruppo di 54 adulti di etnia latina (l’80% di loro era costituito da donne messicane e l’età media del gruppo era di 65 anni), non molto attivi fisicamente. Il programma - Bailamos - messo a punto dall’Università dell’Illinois di Chicago comprende quattro tipi di danze caraibiche (merengue, bachata, cha cha cha e salsa) insegnate da un istruttore e con coreografie di complessità crescente im-
partite con il progredire del corso. I partecipanti allo studio sono stati assegnati al programma di attività fisica comprendente due lezioni di danza a settimana per quattro mesi o a frequentare un programma di educazione sanitaria. A tutti i partecipanti veniva richiesto di compilare dei questionari circa la quantità e la tipologia di attività fisica svolta nel loro tempo libero e di sottoporsi ad un test del cammino su una distanza di 400 metri, all’inizio e alla fine dello studio. Al termine dello studio, i ricercatori americani hanno evidenziato che i “salseri” camminavano più velocemente ed avevano performance migliori dal punto di vista fisico, rispetto all’inizio dello studio. Il tempo libero trascorso effettuando attività fisica era passato inoltre da 650 a 818 minuti a settimana. Per contro, le persone assegnate alle lezioni di educazione sanitaria non hanno mostrato grandi miglioramenti; per la camminata di 400 metri al termine dello studio impiegavano 409 secondi, contro i 419 iniziali, mentre il tempo libero trascorso in attività fisiche era passato da 522 a 628 minuti a settimana. Aumentare il livello di attività fi-
sica è uno dei principali obiettivi del 2020 Impact Goals dell’American Heart Association; il minimo previsto sono 150 minuti di attività fisica moderata a settimana o almeno 75 minuti di attività fisica vigorosa (o una via di mezzo tra i due) ogni settimana. È stato dimostrato che praticare attività fisica riduce il rischio di cardiopatia, ictus, diabete di tipo 2 e altre complicanze associate con l’invecchiamento; l’attività fisica inoltre migliora l’equilibrio, la mobilità e riduce lo stress. Il successo di questo programma ruota tutto intorno ad un punto fondamentale: le persone fanno attività fisica divertendosi. Per molti di loro si è rivelato anche un vero e proprio toccasana anti-stress. Inoltre è un modo per interagire con gli altri e fare gruppo. Questo ha un profondo impatto non solo sul loro benessere fisico ma anche su quello emotivo. Ora i ricercatori sono orientati a valutare se il programma possa essere d’aiuto anche negli anziani con lievi alterazioni cognitive. L’intenzione sarà quella di utilizzare la risonanza magnetica per valutare se la danza può influenzare in maniera positiva il cervello. n
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Hobby House
di Gelsomina Sampaolo
Libreria Bambini
Se fossi
Se fossi un gigante, un pupazzo di neve, un topolino che vive in un tombino... Un viaggio dove sogno e realtà si fondono tra rime delicate e magiche illustrazioni. Barigazzi M., Pasi L.; Valentina Edizioni; Euro 11,90
I Rimosauri
Ogni tipo di dinosauro è raccontato in rima in modo irresistibile. Incisive e imprevedibili le illustrazioni: niente a che fare con i soliti rettili... Gallus C.; Motta Junior; Euro 12,00
In Salute
Il libro delle tisane
Il mestiere di uomo
La paranza dei bambini
La Spia
Preparare una tisana è un piccolo rituale da celebrare nei momenti di pausa delle giornate più frenetiche, o quando ci sentiamo un po’ fragili e stanchi. Ed ha origini lontanissime. Peroni G.; Nuova Ipsa; Euro 14,00
Umberto Veronesi ha attraversato tanti confini, come medico e come uomo. Molte lotte di pensiero nate da questa esperienza, numerosi i temi toccati e le persone coinvolte. Veronesi U.; Einaudi; Euro 18,50
Best Seller Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. L’unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Saviano R.; Feltrinelli; Euro 18,50
Cinema Fai bei sogni
Regia: M. Bellocchio; con V. Mastandrea, B. Bejo Trama: Dopo un’infanzia difficile, il giornalista Massimo convive con il ricordo della madre scomparsa. Giudizio: dal romanzo autobiografico di Massimo Gramellini, la storia di un’assenza.
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Parigi, prigione di Saint-Lazare, 1917. Una donna attende con fierezza la propria esecuzione. Le rimane un solo desiderio: che sua figlia sappia la verità; quella donna è Mata Hari. Coelho P.; La Nave di Teseo; Euro 17,00
Musica 24k Magic Bruno Mars
Terzo disco, funk e r’n b, per stessa ammissione di Mars omaggio alla musica afro-americana anni ‘90. Un disco pieno di potenziali hit che invaderanno le radio.
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ricette
Pasta con broccoli e ricotta Ingredienti • 320 g di pasta • 1/2 kg di broccoletti • 100 g di ricotta salata • 1 spicchio d’aglio • olio EV di oliva, peperoncino, sale e pepe q.b. Cuocete i broccoletti in acqua bollente salata per circa 5 minuti, quindi unite la pasta. A parte fate soffriggere olio, peperoncino e aglio. Quindi scolate la pasta insieme ai broccoli nel tegame col soffritto, fate insaporire a fiamma alta ed unite la ricotta salata. Mantecate qualche secondo e servite.
Oroscopo Segno del mese Acquario
21/01 - 19/02
L’inizio dell’anno vi ha dato grande forza per correggere i vostri punti deboli e cancellare gli ultimi dubbi che avevate in testa. Ora avanti tutta: a febbraio porrete le basi per un grande 2017.
Pesci 20/02 - 20/03
Ogni tanto lasciatevi andare, non cercate sempre di controllare le emozioni.
Ariete 21/03 - 20/04
Siete sempre più audaci e creativi, ma non esagerate con l’entusiasmo: il troppo stroppia.
Toro 21/04 - 20/05 Trova il wi-fi La nuova funzione “trova Wi-Fi” già attiva per alcuni utenti iOS in paesi selezionati, mostra non solo dove sono i luoghi per accedere facilmente a una connessione, ma anche la distanza dall’utente.
Nei sentimenti è ora di fare una scelta: restare a metà guado può essere pericoloso.
Gemelli 21/05 - 21/06
Periodo molto passionale, nel lavoro e nelle relazioni intime. Ma spazzate le ombre.
Cancro 22/06 - 22/07
Non potete stare senza buttarvi in nuove avventure? Occhio ai colpi di fulmine. Sondaggi su Twitter I Twitter Polls consentono di creare sondaggi sulla piattaforma, strutturati in due domande (es.: sì/no) e fruibili per sole 24 ore, trascorse le quali sono ancora rintracciabili, ma non più utilizzabili. Pare che Twitter stia progettando sistemi a risposte multiple e di più lunga durata per il futuro.
Web Zone
Internet nel mondo Per l’International Telecommunications Union (ITU) il 47% della popolazione mondiale usa internet, ma resta ancora una certa disparità d’uso geografica ed economica. Gli europei sono gli utenti più attivi (il 79,1 %, con in testa l’Islanda) mentre in Africa ci si ferma al 25,1% della popolazione.
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Leone 23/07 - 23/08
All’orizzonte nuove opportunità, ma non “viaggiate” sempre da soli.
Vergine 24/08 - 22/09
Una relazione importante vi aprirà la porta di un nuovo lavoro.
Bilancia 23/09 - 22/10
Riconquistate la vostra indipendenza, ne avete bisogno.
Scorpione 23/10 - 22/11
Non potete sempre razionalizzare tutto. Specialmente i sentimenti!
Sagittario 23/11 - 21/12
Mese ad hoc per scambi intellettivi e conoscenze importanti.
Capricorno 22/12 - 20/01
Siete sempre più giudiziosi, vi aspetta una svolta positiva nella carriera.
Lo Sapevate?
Il rossetto indelebile compie 90 anni Il primo rossetto in stick, in formula indelebile, compie 90 anni. Lo mise a punto a Parigi, nel 1927, il chimico Paul Baudecroux e lo chiamò Rouge Baiser Paris. Una geniale intuizione che rivoluzionò il mondo della cosmetica e del maquillage. Il marchio esiste ancora oggi e deve il suo lancio ad un pubblicitario riminese, Renè Gruau (nome d’arte di Renato Zavagli Ricciardelli), che nel 1949 lo valorizzò con immagini artistiche di grande impatto.
W Oscar
Sogni privati “La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli (Oscar Wilde) altri”.
CONCERTI
Le date del mese
Samuele Bersani: 21 Roma, 23 Bergamo, 25 Padova, 27 Milano. Vinicio Capossela: 27 Torino, 28 Milano. Marlene Kuntz: 3 Bologna, 9 Roma, 17 Taneto di Gattatico, 24 Mezzago. Ligabue: 3-4-6-7 Roma, 14-15-17 Acireale, 20-21 Reggio Calabria, 23-24-25 Bari, 27-28 Eboli. Alvaro Soler: 22-25 Milano, 24 Roma. Arisa: 2 Firenze, 3 Bologna, 4 Roma. Niccolò Fabi: 3 Bergamo, 4 La Spezia, 15 Genova, 16 Biella, 24 San Benedetto del Tronto, 27 Catania. Art Garfunkel: 13 Trieste, 15 Milano, 16 Padova, 18 Roma. Patty Pravo: 3 Novara, 21 Milano, 23 Varese. Jack Savoretti: 24 Milano, 26 Genova.