Mediterraneo: Anemonia viridis Platy, i pesci corallo Come selezionare un Discus Visitiamo l’acquario di Cattolica Come costruire un ecoaquario Recensioni e novitĂ
Malapterurus electricus, il pesce gatto elettrico Marino tropicale: Arothron diadematus Aquascaping: intervista ad Oliver Knott Killifish, KAB 2011
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È… CLICCABILE! Repetita iuvant: la rivista è cliccabile! Riteniamo che tutti lo abbiano perfettamente capito ma la rivista ha un elevato tasso di nuovi lettori, grazie al cielo, per cui le nuove leve potrebbero trascurare questo importante particolare. È facile: quando vedete un qualsiasi link oppure quando sfogliando il file in pdf il cursore si trasforma in manina con l’indice teso, provate a cliccare. Ne vedrete delle belle! Potrete esplorare i siti dei produttori, avere dei faccia a faccia con associazioni ed enti, entrare in mondi nuovi, coloratissimi e tecnologici. Insomma, cliccate selvaggiamente e fateci sapere. La rivista è anche stampabile: potrete così conservare la vostra copia cartacea e portarla con voi a letto, ammesso che non abbiate ancora un tablet. La stessa infine è sfogliabile su smartphone ed iPhone, mediante l’apposita app scaricabile dal sito apple store. Per la verità il nuovo IOS 5 distribuito da Apple ha un po’ cambiato la situazione, per cui la lettura su iPhone è diventata meno facile. Ma stiamo provvedendo anche per questo: dateci solo tempo. Insomma, potete leggerla e fruirla come vi pare. Ciò che è strettamente vietato è invece non utilizzarla appieno: questo sarebbe veramente un peccato. Vi rammentiamo infine che la rivista è vostra: scriveteci per renderla sempre più vicina alle vostre esigenze e noi faremo di tutto per assecondare i vostri desideri!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Organizzazione editoriale & Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Francesco Denitto (Consigliere di Redazione) RESPONSABILI DI SEZIONE Paolo Busonera (Discus) Tony di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Alessandro Falco (Cibi Vivi) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Geppy Apuleo Alessio Arbuatti Carassio Aurato Ippo Campo Roberto Cazzulani Luciano Di Tizio Gennaro Iovino Mario Loffredo Mirko Mutalipassi Alessandro Palomba Antonio Piccolo Stefano C. A. Rossi Franco Savastano Luigi Storoni Alessandro Vlora Valerio Zupo
REDAZIONE: aquariophylia@gmail.com Pubblicità e redazione: Papyrus - Sir Winston Churchilllaan 733 - NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands Tel. 0031-(0)70-3930964 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it/home/index.php?option=com_comprofiler&task=registers&Itemid=84 Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno I - n째 10 novembre 2011
32
66
116 50
106
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10 14 18 24 32 42 46 50 58 66 72 82 87
Editoriale Questo numero in breve Lettere in redazione Lectio magistralis, schiumazione: asciutta o bagnata? di Geppy Apuleo Mediterraneo, un ospite eccellente: Anemonia viridis di Stefano C. A. Rossi La rubrica del Carassio Vai col link: oggi parliamo di … Platy, i pesci corallo a cura di Mario Loffredo Come selezionare un Discus di alto livello di Gennaro Iovino Non solo acquari: I mimi della natura. Prima parte di Alessandro Vlora Tra storia e scienza: l’acquario di Cattolica di Alessio Arbuatti Dalle associazioni Ecoaquario PLUS: un progetto dell’associazione Ecoacquario Recensioni e novità 88 - Aqua1 Impianto osmosi 75x 90 - Ferplast Arclight led 92 - Melanotaenia 94 - Ocean Nutrition Prime Reef Flakes 96 - Paluplanta EPS 98 - KI&BNT Electronics STC-1000
100 104 106 112 116 122 126 128 131 135 136
Questo non mi convince a cura di Mirko Mutalipassi Rubrica dai lettori NapoliAquatica, dall’altra parte del vetro di Ippo Campo Photo contest Malapterurus electricus, prime esperienze con il pesce gatto elettrico di Luciano Di Tizio Stimoli di viaggio: Arothron diadematus di Franco Savastano Oltre il vetro: un acquario senza pesci di Luigi Storoni Come si fa: L’acquascaping. Intervista con Oliver Knott di Valerio Zupo e Antonio Piccolo KAB 2011 di Roberto Cazzulani Acquariophylia e iPhone Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra! VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. PAOLO BUSONERA (Responsabile sezione discus) nasce a Genova il 30 maggio 1964. Da sempre appassionato del mare, degli animali e di acquari. Appassionato di fotografia naturalistica pubblica, insieme ad un amico, alcuni articoli sugli uccelli rapaci e non. Negli anni ‘90 allestisce un piccolo acquario da salotto, in seguito scopre che i discus sono la sua passione e li alleva ormai da dieci anni. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana
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Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario. TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla
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mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens.
GEPPY APULEO (Autore) dal 1995 operatore nel settore acquariofilia, dal 2001 prima produttore/progettista di attrezzature per la filtrazione di acquari marini. Attualmente consulente di LGMaquari. Appassionato di acquari mediterranei, subacquea e biologia marina.
ALESSIO ARBUATTI (Autore) si laurea presso la Facoltà di Medicina Veterinaria a Teramo nel 2010 e si abilita alla professione veterinaria nello stesso anno. Acquariofilo da 15 anni, si occupa principalmente dell’allevamento di pesci vivipari ed ovovivipari in via d’estinzione. Autore di varie pubblicazioni in convegni veterinari e riviste scientifiche nazionali ed internazionali, collabora da tempo con alcune delle principali riviste del settore. È stato relatore in convegni scientifici e programmi radiofonici, gestisce un allevamento privato ed ha collaborato nel tempo con negozi ed importatori di pesci ornamentali. È responsabile per l’Italia del gruppo internazionale “Goodeid Working Group”, che si occupa della conservazione delle specie facenti parte della Famiglia dei Goodeidi. ROBERTO CAZZULANI (Autore) nato a Milano il 22 Luglio 1957, appassionato acquariofilo da quando a 7 anni aiutò il padre a costruire il primo acquario ancora fatto con il telaio in acciaio e il mitico “stucco sigillante”. Negli anni ‘90 si appassiona ai ciclidi ed in particolare a quelli del Lago Tanganika. Nel corso di meeting della Associazione Italiana Ciclidofili incontra per la prima volta i killifish e l’Associazione Italiana Killifish. Sin da subito si è appassionato a questi piccoli gioielli diventando membro della Associazione ed iniziando ad allevare Killi. La sua passione lo ha portato a compiere dei viaggi di studio dei biotopi e di raccolta specie in Brasile nel 2008 e nel 2011.
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MIRKO MUTALIPASSI (Autore) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore. LUIGI STORONI (Autore) l’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli. ALESSANDRO VLORA (Autore) nato a Bari nel 1967, si è laureato in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Bari dove ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Scienze del Mare e la specializzazione in Biochimica marina. In seguito ha lavorato presso il Laboratorio Provinciale di Biologia Marina di Bari e presso la Sezione di Entomologia e Zoologia del Dipartimento di Biologia e Chimica Agroforestale ed Ambientale. Autore di una trentina di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed estere, attualmente è docente in ruolo per l’insegnamento di Scienze naturali, chimica, geografia e microbiologia in Istituti di Istruzione Secondaria di II grado. Socio fondatore della Societas Herpetologica Italica, è presidente del CAEB onlus (Club Acquariologico Erpetologico Barese) da oltre un decennio.
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are affari senza fare pubblicità è
tabù, per altri la manna dal cielo, per altri
come ammiccare a una ragazza nel
ancora un vero e proprio furto! Punti di
buio: tu sai quello che stai facendo
vista diversi, certamente, ma guardiamo in
ma lei no! Ho trovato questa frase in un
faccia la realtà. Senza la pubblicità voi non
volumetto di alcuni anni fa ed ho voluto
potreste leggere questa rivista. Non dipen-
riportarla. Molte aziende specializzate inve-
de dal fatto che siamo avidamente attaccati
stono capitali ingenti nello sviluppo di cose
alla vil pecunia! Tutt’altro! La redazione di
nuove, destinate a farvi divertire. Solo che
aquariophylia, è bene che lo sappiate, sta
non investono abbastanza in pubblicità. I
lavorando in condizioni di totale autofinan-
risultati sono sotto gli occhi di tutti: la gente
ziamento per cui nessuno, compreso lo scri-
entra in negozio e sceglie il filtro in base al
vente, percepisce un singolo nichelino per il
prezzo più basso, non sapendo cosa nascon-
prodotto che state fruendo. È questo il moti-
dano quelle magiche scatole nere, tutte simi-
vo per cui ci siamo risentiti, in passato,
li tra loro, tutte diverse nella tecnologia!
quando alcuni lettori hanno ipotizzato che
Pubblicità, dunque. Già, pubblicità, proprio
stessimo offrendo pareri a pagamento!
questa cosa strana, che per alcuni è un
Ciò non significa che non ci siano spese. Il
F
10
telefono costa! Costa impaginare la rivista
una cena di rappresentanza alla quale invi-
ed acquistare foto di buona qualità. Costano
tare dieci tra i negozianti più influenti della
i siti web, i programmi per iPhone (con i
città. Varrà la pena di essere presenti?
relativi aggiornamenti, divenuti oramai
Conviene spendere per una pagina pubblici-
indispensabili!) e gli spostamenti necessari
taria sulla rivista (e per mantenere vivo ed
per consegnarvi ogni mese novità di rilievo.
attivo questo mezzo di diffusione di massa)
Per questo motivo, un supporto da parte
o è preferibile inviare volantini a casa degli
degli sponsor è indispensabile, per la rivi-
utenti, investire qualche spicciolo in banner
sta, affinché essa continui a vivere ed a pre-
su portali vari, portare a cena il rappresen-
sentarsi sul vostro computer ogni mese. In
tante di turno?
caso contrario, dovremmo pensare di inve-
La risposta è nei fatti che sono sotto gli
stire, oltre a tanto lavoro, anche ingenti
occhi di tutti. In meno di un anno la rivista
capitali. Per parafrasare una pubblicità di
è divenuta un vero e proprio fenomeno di
alcuni anni fa (ancora pubblicità, dunque!):
massa e, grazie al contributo attivo degli
non sono mica Babbo Natale!
stessi lettori, che ne diffondono la notizia
Ovviamente il dilemma per uno sponsor è più
ogni mese, riesce ad entrare in decine di
che ovvio e comprensibile. Aquariophylia
migliaia di case portando con se la buona
costa più di un banner in un sito web (…e ci
novella: l’acquario può essere un hobby
mancherebbe altro!), più o meno quanto
meraviglioso e divertente per la famiglia. 11
La rivista è seria e riconosciuta come auto-
re con le cose serie.
revole, almeno a giudicare dai commenti
Come già detto nel numero precedente, noi
ricevuti sin qui. Dunque i suoi pareri, sem-
non abbiamo i costi della carta. Tuttavia ciò
pre schietti ed indipendenti, servono a pro-
non significa che non abbiamo costi di stam-
durre orientamenti. Continueremo a lavo-
pa. Non si produce una rivista autorevole,
rare in maniera più che retta, per conserva-
contenente ogni mese decine di articoli
re la fiducia e la stima dei lettori, ovviamen-
scientifici e di attualità, foto, interviste e fil-
te. Ma potremo farlo solo se sorretti da
mati, spendendo poche decine di euro come
imprenditori che intendano spiegare al pub-
si riesce a fare riempiendo un sito web di
blico la specificità del loro prodotto.
contenuti alla rinfusa. Stiamo sbagliando?
Dobbiamo registrare, a questo proposito,
Dovremmo tornare indietro agli “economi-
che la risposta di molti produttori non è
ci” siti web od alle polverose edicole? I
stata all’altezza di quella dei lettori.
nostri numeri indicano esattamente il con-
Avevamo dato a molti imprenditori la possi-
trario e sono tutti concreti e certificati. I
bilità di testare il potenziale della nostra
nostri lettori ci spingono a continuare.
rivista a costo zero. Lo abbiamo fatto scom-
Allora la domanda che dovremmo porre
mettendo sulle potenzialità di questo pro-
agli operatori del settore è: volete veramen-
dotto assolutamente innovativo e rivoluzio-
te diffondere l’acquariofilia ed il vostro pro-
nario: una rivista “vecchio stampo”, impagi-
dotto, o preferite continuare a lamentarvi
nata in A4, da diffondere col mezzo più
per gli anni a venire per le poche risorse
potente del mondo, invece che nelle antiche
offerte dal mercato specializzato?
edicole. I fatti ci hanno dato ragione. In
Che aquariophylia sia il mezzo ideale per
molti hanno colto l’occasione, ma sono
fare questo lavoro lo dimostra il fatto che in
anche tanti i furbetti che hanno fatto un
questo momento la state leggendo! Colpiti
passo indietro non appena è stato richiesto
da tanta chiara evidenza? Potreste esserlo
loro un contributo concreto per sostenere la
molto più osservando che milioni di utenti
rivista. Alcuni hanno fatto proposte econo-
generici, in tutto il mondo, hanno visitato
miche che, sinceramente, giudicheremmo
ogni numero della rivista, e che decine di
offensive. Paragonare la nostra rivista ad
migliaia di appassionati lo abbiano letto
un banner in un sito web e pretendere dun-
tutto, dalla prima all’ultima pagina. In que-
que di sostenerla con cifre pari al costo del-
sto modo hanno potuto comprendere che il
l’abbonamento mensile al caffè presso il bar
filtro A è diverso dal filtro B, pur essendo
all’angolo, significa non aver compreso il
simile nell’aspetto, perché produce vari
nostro
effetti utilizzando specifiche tecnologie.
valore
e
le
nostre
attività.
Comprendiamo le difficoltà economiche che
Questo significa fare informazione. Questa è
interessano numerose aziende specializza-
la nostra missione. Questo, però, ha un
te, ma non si può pretendere di giocherella-
costo. Non si tratta di un costo molto eleva12
to e, come suddetto, è molto meno oneroso
Ed anche a voi lettori chiediamo come sem-
che portare a cena un gruppetto di rappre-
pre un contributo concreto per la nostra
sentanti. Produce risultati certi, già certifi-
missione. Continuate a diffondere la pubbli-
cati da tanti siti web e dall’affetto dei nostri
cazione presso i vostri conoscenti, affinché
lettori, unici nostri padroni.
gli acquari possano penetrare veramente in
Allora, volete continuare a regalare a deci-
ogni casa, ed annotate i nomi dei nostri
ne di migliaia di acquariofili la possibilità di
sponsor, quelli di cui vedete pubblicate le
divertirsi col proprio acquario, ricevendo
pagine pubblicitarie, che sono imprenditori
ogni mese notizie chiare ed oneste sulle tec-
seri, interessati a farvi ricevere informazio-
nologie disponibili, le differenze tra i pro-
ni accurate. Non possiamo affermare che i
dotti, la biologia, la chimica, la botanica
“non-sponsor” abbiano idee opposte ma, di
applicata? O preferite che questo settore sia
certo, non stanno contribuendo a regalarvi
ancora una volta relegato nelle attività di
questa rivista! È un fatto, è bene che lo sap-
secondaria importanza, superficialmente
piate ed è nostro dovere fare informazione
trattate da negozianti poco preparati?
anche su questo.
QUESTO NUMERO...
in breve
Lectio magistralis. Nel numero precedente abbiamo fornito le basi chimiche del processo di schiumazione. Continuiamo oggi con fondamentali dettagli per la scelta di uno strumento oramai indispensabile in qualsiasi acquario marino.
Un ospite eccellente, Anemonia viridis. Questo comunissimo celenterato è diffuso pressoché ovunque sulle scogliere, tra i ciottoli nei bassifondi non troppo esposti alla forza delle onde, tra i blocchi delle massicciate artificiali e perfino sulle murate dei porti. Gli esemplari più piccoli possono costituire dei tappeti densissimi con superfici che possono avvicinarsi a mezzo metro quadrato. Allestiamo un acquario ad esso dedicato. Carassio. Il nostro amico ha finalmente ricevuto una bella letterina e se la gode tutta. L’abbiamo trovato in lagrime, nascosto sotto la sua scrivania. D’altra parte era anche abbastanza nervoso per la scorrettezza di alcuni falsi amici. Insomma, bisognerà proprio andare a dargli una mano, tutti insieme, appassionatamente! Link, i Platy. Tra i poecilidi sono certamente i Platy, assieme ai Guppy, i pesci più amati dagli acquariofili. Si potrebbe anzi affermare che non esiste nuovo acquariofilo che non porti a casa con sé una bella coppia di pesci corallo, ideali per la sua formazione perché generalmente economici, ben adattabili, robusti, dotati di colori favolosi e facili da riprodurre. Non da ultimo, si tratta di pesci molto vispi, che occupano solitamente il centro dell’acquario. Pertanto una singola coppia di questi pesci è in grado di riempire l’ambiente con guizzi di color corallo che non mancheranno di stupire gli osservatori. Come selezionare un Discus di “alto livello”. Negli ultimi tempi si è parlato molto del discus di qualità. Oggi, sempre più, la domanda ricorrente che tanti ci poniamo attiene 14
alle modalità attraverso cui ottenere discus di livello eccellente, capaci di competere in una manifestazione o, comunque, di esprimere al meglio le qualità di un buon allevatore. Questo argomento è veramente attuale. Il nostro esperto ci spiega quali sono le caratteristiche da sviluppare per ottenere un campione. NonSoloAcquari, guida all’allevamento degli Insetti Stecco. Iniziamo con questo numero un viaggio nel mondo misterioso degli insetti stecco. Si tratta di animali molto interessanti da osservare in terrario e speriamo così di offrirvi stimoli positivi per… togliere un po’ di tempo ai vostri acquari! Un esperto vi guida, passo per passo, nell’arte dell’allevamento cominciando, questo mese, con alcune notizie generiche. Continueremo poi con la riproduzione, l’alimentazione e l’allevamento. Dunque, con occhi vigili e massima attenzione, cerchiamo di individuare questi fantastici mimi tra le pagine di aquariophylia! Tra storia e scienza: l’Acquario di Cattolica. L’acquario di Cattolica è uno dei più giovani in Italia: nato nel 2000, ha festeggiato lo scorso anno il decennale. Ciò che colpisce di primo impatto è sicuramente la struttura che lo ospita, il complesso architettonico “Le Navi” che è uno dei principali esempi dell’architettura futurista in Italia. In questa struttura sono stati ricavati spazi idonei per la costruzione degli acquari e del “dietro le quinte”, sfruttando spazi che nacquero negli anni ‘30 come camerate, cucine, refettori di una colonia marina costruita per ospitare d’estate i figli degli italiani che lavoravano all’estero. Il risultato che ne deriva, grazie anche alla costruzione di passaggi sotterranei che collegano le diverse strutture, è sicuramente interessante, in quanto non sono state apportate modifiche strutturali al complesso di alto valore storico ed architettonico. Visitiamolo insieme! Costruire un Ecoacquario. Il desiderio di poter avere con poca spesa e forte impatto visivo una serie di vasche in grado ospitare diversi ambienti, con organismi che non potrebbero condividere lo spazio ristretto di una vasca anche se di grande volume ed allo stesso tempo avere un espositore visibile a 360° e di altezza tale da non costringere i visitatori a chinarsi per osservare gli organismi, ci ha convinti della scelta. Siamo quindi partiti con la fase progettuale dopo aver realizzato una serie di 3D per avere un idea della fattibilità. Una volta decise le misure abbiamo iniziato, con l’esiguo budget a disposizione, con i disegni e l’acquisto dei materiali necessari. Un’esperienza da ripetere grazie agli schemi ed alle spiegazioni dei nostri autori. 15
Questo non mi convince. Un lettore prova una pompa di alto livello e ne rimane scontento. Sarà possibile? Ci saranno stati errori? Il nostro test rivela un possibile equivoco e, probabilmente, qualche svista di marchi! Rubrica dai lettori. Questo mese inizia una nuova rubrica. Vogliamo raccogliere i vostri contributi per offrire una rivista sempre più personalizzata ed in grado di raccogliere, in modo capillare, emozioni, esperienze, suggerimenti dal nostro grande pubblico, imprimendole nell’archivio indelebile di aquariophylia. Continuiamo questo mese con la storia proposta da “maxtom”. Si tratta di un contributo autentico, di sapore antico ed esperto, che abbiamo letto con attenzione e, potremmo dire, affetto sincero. Ippo Campo a NapoliAquatica. Quel dispettoso pesciolino si è intrufolato tra le cose della segretaria ed è andato in giro a scattar foto. Ne ha trovate da ridire su tutto e su tutti, com’è nel suo stile. Il risultato è esilarante ed, allo stesso tempo, interessante. Prime esperienze con il pesce gatto elettrico. Questo articolo nasce in occasione della mostra organizzata nel maggio scorso dall’Associazione Acquariofili Abruzzese. In una delle vasche un socio, noto ai lettori di questa rivista per alcuni interessanti articoli sull’allevamento del cibo vivo, ha esposto un giovane Malapterurus electricus. A fine mostra, per alcuni problemi organizzativi connessi allo smontaggio delle vasche, quell’esemplare – lungo esattamente 13 cm al momento della mostra – è stato “parcheggiato” in una delle vasche dell’autore. Avrebbe dovuto restarci soltanto per pochi giorni, ma a distanza di mesi, pesce ed autore continuano, più o meno tranquillamente, a convivere. Stimoli di viaggio. Questo mese il nostro autore subacqueo ci riporta in Mar Rosso, alla ricerca di magnifici pesci palla. Siamo in immersione notturna, a profondità18 metri nelle acque a nord di Safaga, nel Mar Rosso quando avvistiamo, dotati di video e fotocamere, un grazioso pesciolino di circa 20 cm di lunghezza, il tetraodontide Arothron diadematus, comunemente noto come Pesce palla e che, in una manciata di secondi, ha assunto infatti la forma di un palloncino. Pronti alla capovolta? Cliccate sul link e godetevi il filmato! 16
Oltre il vetro. L’architetto ci propone una soluzione alquanto estroversa: un acquario su un capitello. Naturalmente l’acquario è vero, ma il capitello è finto e serve solo ad occultare alla vista un supporto in acciaio che continua sotto il tappeto.
E poi il filtro, il sistema di illuminazione... L’effetto finale è molto gradevole e facilmente riproducibile a casa vostra, seguendo in consigli del nostro esperto. Come si fa. Oliver Knott ci rivela i tre segreti per un aquascaping facile, in stile europeo. La nostra intervista permette di incontrarlo faccia a faccia e, se volete, ascoltare il inglese le sue risposte. Se poi volete facilitarvi il compito, leggete la traduzione italiana del filmato in lingua originale. KAB 2011. Per tutti gli appassionati di killifish un’esperienza indimenticabile. Il nostro autore ci fa un resoconto puntuale del suo viaggio, degli incontri, dei segreti carpiti ai fotografi professionisti.
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it
CARIDINA Complimenti vivissimi per la vostra brillante iniziativa! Ho un acquario tropicale di acqua dolce di circa 80 L che ospita prevalentemente caracidi. L'acquario ha una ricca e folta vegetazione supportata da un piccolo sistema CO2. Mi piacerebbe davvero ospitare qualche esemplare di Caridina e, più in generale, avere consigli circa il loro allevamento. Potreste dedicare un articolo della rivista a tale argomento? Grazie in anticipo Enzo Battiato Grazie a lei per i complimenti. La sua richiesta non solo è benvenuta, ma fa centro in una nostra "pecca". Sarebbe proprio ora di scrivere un bell'articolo su Caridina (anzi, più di uno). Si tratta infatti di una specie che è diventata una passione per molti e sarebbe opportuno aprire una sezione specifica, in ogni numero, dedicato a questi decapodi. Abbiamo incaricato uno dei maggiori esperti nazionali di provvedere in questo senso e siamo in attesa dei suoi primi contributi. Grazie ancora per il suo giusto suggerimento.
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RIPRODUZIONE DEI PLATY CORALLO Vorrei sapere il comportamento prima della riproduzione dei platy corallo e come capire quando una femmina è incinta. P.S.: complimenti per la rivista Alessandro Baglieri
ta. Si suggerisce in genere di allevare un maschio per ogni 2-3 femmine. Quando la femmina è prossima al parto la si riconosce perché ha l'addome molto gonfio e si può notare un leggero inscurimento degli organi interni in prossimità dell'ano. A questo punto sono possibili due strategie. O si immette la femmina in una vasca molto ricca di piante, dove gli avannotti potranno trovare facilmente rifugio anche dalla genitrice, che cercherà di mangiarli) oppure si mette la femmina dentro un apposito nido parto. Quest'ultima pratica è molto stressante per la femmina che può anche morire nello spazio ristretto. Per questo si suggerisce in genere la prima. Dopo il parto la femmina può essere riportata nell'acquario di comunità e gli avannotti inizieranno subito a mangiare mangime in scaglie finemente polverizzato oppure un mangime in polvere apposito per ovovivipari. Dopo tre mesi circa i nuovi nati saranno pronti per la riproduzione. Grazie dei graditi complimenti! Per ricambiare la gentilezza abbiamo fatto ben più che rispondere al suo quesito: più avanti in questo stesso numero potrà trovare la rubrica “link” interamente dedicata alla sua domanda. Possiamo fare altro per lei?
Xiphophorus maculatus è uno dei pesci più amati dagli acquariofili anche se, trattandosi di un Poecilide, quelli più smaliziati ed esperti li allevano... di nascosto! Questi pesci originari del sud e centro-America sono piccoli (la femmina è più grande del maschio in genere) e molto appariscenti. Non richiedono grandi cure per l'allevamento e la riproduzione. Sono ovovivipari, il che significa che producono avannotti già schiusi dall'uovo. Le uova, infatti, vengono mantenute nella pancia della madre sino alla schiusa, che avviene circa una volta al mese, secondo la temperatura dell'acqua. La fecondazione è quindi interna ed è praticata grazie ad una pinna modificata del maschio che si chiama "gonopodio". Di fatto, poiché la femmina è dotata di un receptaculum seminis, in presenza del maschio si può ritenere che essa sia sempre incin-
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due o tre dei suoi conoscenti (in fondo si tratta di ben poca cosa, considerando che questo gli evita di pagarne il costo!) aquariophylia potrà raddoppiare o triplicare il suo numero di utenti ogni mese. Questo significa che il nostro obiettivo teorico (portare un acquario a casa di ogni italiano) potrebbe divenire meno utopistico di quanto venga da pensare! Grazie ancora a lei e… continui a seguirci e a diffonderci.
SPIRITO D’INIZIATIVA Tantissimi auguri per la vostra rivista, ammiro il vostro spirito di iniziativa, che si impegna nel diffondere questo meraviglioso hobby, ancora da scoprire in modo approfondito, fornendo a tutti, con i vostri articoli, la voglia di aumentare le conoscenze , continuando sempre al meglio l'allevamento di animali in cattività. Ringraziandovi anticipatamente, non posso che augurarvi un caloroso in bocca al lupo. Grazie! Cristiano Farina
PROBLEMA CON LE PIANTE Ho un problema con le mie piante d'acquario. ogni volta che provo ad aggiungere nel mio acquario delle nuove piante, nel giro di poco tempo le foglie si ingialliscono e muoiono. L'unica pianta che riesco a far crescere è la Vallisneria nana, ma anche quest'ultima comincia a presentare gli stessi sintomi di quelle altre. Il mio è un acquario di acqua dolce da 120 litri con filtro interno, all'interno
Siamo noi che ringraziamo gli appassionati sinceri ed attivi come lei. È vero, questa rivista è per noi un grande impegno, ma anche fonte di continue soddisfazioni. Ai lettori, come sa, chiediamo un solo contributo: farla conoscere al maggior numero possibile di persone, per continuare a diffondere l’acquariofilia in maniera capillare. Se ogni lettore, ogni mese, riuscirà a diffondere la rivista presso
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un salto a questo link: www.alessandrofabris.net. La mancanza di CO2 in vasca incide molto sulla crescita delle piante. Potresti cominciare, senza investire capitali, con l'erogazione della CO2 a fermentazione. Il volume in litri della tua vasca te lo permette. In rete si trovano molte informazioni inerenti la CO2 fai da te. Per essere più precisi nella risposta dovresti testare il valore del Ferro, i fosfati e la concentrazione di ossigeno in vasca. Hai un pH abbastanza alto? Hai aeratori attivi? L'eccesso di ossigeno inibisce i pigmenti fogliari e di conseguenza non viene innescata la fotosintesi clorofilliana. Prova a ridurre il flusso in uscita e, nel caso avessi la caduta a pioggia, ri-direziona il flusso di circa 30° verso il fondo della vasca. Alessandro Fabris
del quale ho aggiunto un filtrante per abbassare il livello dei fosfati. Cambio il 20% dell'acqua 2 volte al mese; una volta la settimana ci metto una pastiglia di fertilizzante Ferrotabs. I valori dell'acqua sono abbastanza stabili: pH 7.5, KH 10, GH 15 °d. temperatura 26 °C. Forse è un problema di basso livello di anidride carbonica? Dovrei installare un sistema di fertilizzazione CO2? I pesci sono quelli classici che si trovano in tutti gli acquari: 3 Guppy, 3 Black molly, 1 Botia, 2 Corydoras, 12 Cardinali. Elena Gigli RISPONDE UN LETTORE Ciao Elena, provo a rispondere io, anche se ho pochi dettagli fondamentali. La maggior parte delle piante trae il nutrimento dalle foglie e la pastiglia che tu metti ha come target solo una categoria di piante. Ad occhio e croce sei scarsa di oligoelementi e ferro. Dovresti aggiungere un protocollo liquido. Ve ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti. Potresti addirittura usare la PMDD e verificarne i risultati. Se vuoi una formuletta tranquilla tranquilla fa
Siamo molto felici di notare che i lettori cominciano a rispondere ad altri lettori. Incoraggiamo questo comportamento e tutto ciò che potrà condurre a discussioni ed a crescere insieme. Bravissimo Alessandro! Detto ciò, dobbiamo anche dire che non siamo del tutto d’accordo sulla “diagnosi”. Non che quanto
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riportato da Alessandro sia errato (tutt’altro!). Il fatto è che non ci sono dati sufficienti per essere certi delle cause e quindi quanto descritto da Alessandro potrebbe essere solo una parte del problema. Andiamo per ordine! Le piante ovviamente necessitano di nutrienti (macro- e micro-) poco ossidati, di luce, di anidride carbonica e di acqua dalle giuste caratteristiche chimico-fisiche. I sintomi descritti da Elena corrispondono ad una generica clorosi. Da cosa può essere determinata una clorosi? Da acqua inadeguata, da scarso nutrimento nel fondo, da carenza di anidride carbonica, da mancanza di qualche nutriente nell’acqua o da luce insufficiente! Il problema è che Elena non ci fornisce dati in merito a questi elementi nel suo acquario né ci indica quali specie di piante alleva (a parte la Vallisneria nana, che poi fa la stessa fine!). Insomma, una luce “sufficiente” per Anubias barteri può essere assolutamente insufficiente per Cabomba! Ed un livello di nutrienti in acqua “suffi-
ciente” per Chryptocoryne può essere insufficiente per Echinodorus. Allora, proviamo a lavorare di fantasia. Elena dice di misurare un eccesso di fosfati (altrimenti non userebbe le resine). Quindi il suo filtro funziona male. In questo caso, possiamo immaginare che l’acqua sia relativamente sporca ed abbia valori errati per la vita delle piante coltivate. La prima cosa da fare è migliorare l’efficienza del sistema filtrante ed avere un’acqua cristallina e pura, condizione essenziale per la coltura di qualsiasi pianta. A questo punto non abbiamo più fosfati in eccesso (e neppure nitriti, ammoniaca, ecc). Il pH e la durezza, soprattutto, sono adatti per le esigenze delle piante coltivate? Questo potrà dirlo solo Elena (in una successiva lettera!). Allora procediamo ancora. Che tipo di illuminazione abbiamo e quali piante coltiviamo? Le luci potrebbero essere semplicemente insufficienti… Magari vengono tenute acce-
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se solo per poche ore al giorno, per evitare una eccessiva crescita delle alghe (dovuta ai fosfati presenti). Questo punto deve essere chiarito. Solo ora possiamo prendere in considerazione CO2 e nutrienti. Saremmo tentati di escludere il problema anidride carbonica: se è troppo poca le piante stentano a crescere ma non avvizziscono. Quindi passiamo ai nutrienti, venendo alla discussione innescata da Alessandro. E qui ci fermiamo. Un po’ perché altrimenti prenderemmo troppo spazio, un po’ perché vogliamo mettere in evidenza quanto già riportato da Alessandro. Quindi attendiamo un successivo contatto della lettrice per approfondire i punti ancora ignoti e risolvere definitivamente il problema.
dubbio l'alimentazione il fattore determinante che può fare la differenza. I migliori risultati si ottengono iniziando dai 6 giorni di vita con una dieta mista, di cibo industriale (granuli, e non scaglie, di dimensioni crescenti) e cibo vivo (Paramecium e poi varietà di Artemia salina di dimensioni crescenti, e facendo attenzione a rimuovere le cisti non schiuse). Comunque sul sito zfin.org, portale della comunità zebrafish, troverà collegamenti a blog e protocolli specifici, come per esempio nello Zebrafish Book, scaricabile dal sito. Un ultimo consiglio è fare molta attenzione allo stress. Pesci eccessivamente esposti a disturbi esterni (vibrazioni, rumori, movimenti esterni) cresceranno e si riprodurranno decisamente peggio. Paolo Sordino
ZEBRAFISH: BOTTA E RISPOSTA! Ho letto con molto interesse l'articolo di Paolo Sordino sugli Zebrafish. I super impianti di allevamento adottati dai laboratori di ricerca affrontano problemi che - con le dovute proporzioni - affrontano anche gli appassionati che, come il sottoscritto, allevano Betta splendens per hobby: necessità di gestire batterie di molte vasche (nel caso dei Betta, per tenere i maschi separati), ricerca di cibi per svezzare rapidamente gli avannotti tenendo sotto controllo l'inquinamento etc. Esistono soluzioni e idee che possono essere portate dal laboratorio all'allevamento amatoriale? Penso ad esempio a tecniche di filtraggio o di alimentazione che si sono rivelate migliori di altre?
Nuovo Cliente! Riguardo al discorso fatto sugli sponsor nel numero 8 della rivista, vi segnalo che sono diventato un nuovo cliente PRODAC grazie alla rivista. Due anni fa ho comprato una confezione di mangime in fiocchi della suddetta ditta e non sono rimasto contento dell'appetibilità del prodotto. Eppure la confezione era integra e l'ho provata in tre acquari diversi con diverse specie di pesci (dovevo pur finirla la confezione !). Di recente ho inviato il ritaglio della pubblicità della rivista (era gratis!); è arrivata una confezione campione Biogran, una in fiocchi e una di Acquasana. Bè! che dire...la PRODAC ha un nuovo cliente. Alex Nulla da aggiungere, se non per farle i nostri complimenti ed auguri. Fare acquariofilia significa esplorare, provare, costruire divertendosi. Pertanto tutte le potenzialità della rivista –dai link a siti web, sino alle offerte privilegiate dell’agenzia di viaggi ed ai coupon gentilmente messi a disposizione dai nostri sponsor- vanno sfruttate appieno per cogliere il succo della passione. Noi ce la mettiamo tutta per mettere a vostra disposizione risorse illimitate ma dipende da voi lettori, poi, sfruttarle appieno e non limitarvi a… leggerci (che è già tanto, comunque!). Siamo contenti che alcuni di voi non si lascino pregare e speriamo che la sua esperienza possa essere di esempio per molti.
Gentile lettore, la mia impressione è che i sistemi di trattamento dell'acqua degli impianti zebrafish non nascondano nulla di particolarmente innovativo, ma non ne posso essere sicuro per il semplice motivo che a causa della competizione tra le ditte costruttrici non è quasi mai dato conoscere tutti i particolari. Mentre per quanto riguarda la pulizia delle vasche, sia dei piccoli che degli adulti, un minimo intervento per rimuovere detriti dal fondo e alghe dalle pareti è necessario, ma facendo assolutamente attenzione a non esagerare. Almeno per quanto riguarda lo zebrafish, è senza
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Lectio magistralis
schiumazione : ASCIUTTA O BAGNATA? di Geppy Apuleo - II parte
Nel numero precedente abbiamo fornito le basi chimiche del processo di schiumazione. Continuiamo oggi con fondamentali dettagli per la scelta di uno strumento oramai indispensabile in qualsiasi acquario marino. È importante considerare che se da un lato un tempo troppo breve non permette l’adesione dei surfattanti alla superficie di interfaccia, un tempo di contatto troppo lungo rischia di peggiorare la qualità della schiumazione. Tempi lunghi di contatto porterebbero ad una selezione dei surfactanti adesi alla bolla: le specie chimiche meno affini all’acqua si legherebbero meglio e in maggiore quantità riportando in soluzione specie chimiche maggiormente idrofile. Questo fenomeno porta all’eliminazione solo di alcuni tipi di sostanze esponendo l’ecosistema al pericolo di accumulo selettivo di talune molecole. A questo proposito è necessario, per un corretto funzionamento degli skimmers, prevedere un’area di relativa “calma” idrodinamica alla base del collo dello schiumatoio ove le bolle iniziano il processo di accumulo e di formazione della schiuma vera e propria. Quali sono quindi le molecole realmente raccolte ed estratte dallo schiumatoio? In allevamento più autori (Timmons, 1994) reputano lo schiumatoio capace di estrarre unicamente molecole al di sotto dei 30 µm. Chen et al. (1992) hanno dimostrato come il diametro medio delle particelle, in allevamenti intensivi, sia di 10.6 µm. Altri autori, occupandosi di trattamento acque reflue e metallurgia reputano gli schiumatoi capaci anche di estrarre particolato grossolano (Conway and Ross, 1980; van der Toorn, 1987). La nostra personale esperienza mette in luce come la maggior parte delle molecole organiche anfipatiche siano facilmente schiumate. In questa categoria inseriamo sia DOM che POM; non soltanto le piccole molecole, i batteri e il phytoplancton, ma anche il detrito, lo zooplancton e la materia organica grossolana sono presenti nello schiumato. È possibile inoltre estrarre particelle inorganiche e minerali come ad esempio polveri di carbone, particellato derivante dalle resine antifosfati etc... L’estrazione delle molecole organiche determina non solo la limitazione dei nutrienti ma anche l’eliminazione di tutta una serie di sostanze non desiderate come tossine e sostanze ingiallenti (CDOM). Nitriti, nitrati e fosfati non sono estratti dagli schiumatoi. Studi scientifici hanno evidenziato una presenza nello schiumato di altri ioni: calcio, sodio, silicio, ferro, alluminio, iodio ecc. Questi provengono in gran parte da materiale organico o organicato. Molti metalli infatti possono complessare con molecole organiche (acidi umici, alcuni flocculanti ecc.) ed essere schiumati (Eisma, 1986, Liss et al. 1975). Questo processo, se da un lato può abbattere alcuni oligoelementi, dall’altro permette di tenere sotto controllo eventuali metalli pesanti 24
Geppy Apuleo. Dal 1995 operatore nel settore acquariofilia, dal 2001 prima produttore/progettista di attrezzature per la filtrazione di acquari marini. Attualmente consulente di LGMaquari. Appassionato di acquari mediterranei, subacquea e biologia marina.
mente idrofile come ad esempio zuccheri semplici, gli ossalati, alcuni piccoli alcoli e l’acetato. La non estrazione di questi composti è alla base delle tecniche a proliferazione batterica, eredi della vecchia tecnica della VODKA. Queste sostanze, non schiumabili, possono essere dosate come fonti di carbonio utili alla proliferazione batterica; I batteri, al contrario, sono facilmente allontanati dal “sistema acquario” mediante schiumazione.
Schiumatoio assolutamente da pulire. Si noti l’eccessiva presenza di materiale organico accumulato lungo le pareti del collo che ne limita l’efficienza.
(es: rilascio di ferro da parte delle resine antifosfato a base ferrosa). Anche il fosfato inorganico può rientrare, in alcuni casi, nello schiumato (Tri, 1975): può complessare con molecole di carbonato di calcio formando un composto detto Apatite (Ca5(PO4)3[F, OH, Cl]). Dallo schiumato sono invece esclusi tutta una serie di piccole molecole organiche particolar-
Schiuma densa e carica di materiale organico indice di uno schiumatoio efficiente e ben regolato.
Schiuma pronta per la tracimazione.
La formazione della schiuma è un processo che avviene nella parte alta degli schiumatoi, per la precisione a partire dall’imboccatura del collo. Le bolle si ritrovano l’una vicina all’altra, ricche di materiale organico, e iniziano ad interagire. Queste iniziano a fondersi diventando sempre più grandi e contemporaneamente viene eliminata parte dell’acqua residua tra le bolle stesse. Questo processo è detto in gergo “asciugatura”. Si forma un vero e proprio patchway di strati successivi di aria, materiale organico e acqua. Maggiore sarà l’eliminazione dell’acqua residua, più densa sarà la schiuma; questo tipo di schiumazione viene definita “secca”. 25
Schiuma ricca di surfactanti. Alcuni schiumatoi in queste condizioni possono allagare il bicchiere. In questo caso si osserva un buon processo di asciugatura anche con forti carichi organici.
La sostanza organica “catturata” dalle bolle tende ad agglomerarsi formando un particellato dall’aspetto fangoso. Tale sostanza ricca di organico, deve essere necessariamente schiumata in un acquario ben gestito. Sono le bolle che arrivano dal basso, dalla colonna di contatto, che permettono a questa sostanza particellata di tracimare all’interno del bicchiere per essere poi eliminata. È evidente, per quanto prima illustrato, che l’efficienza di uno schiumatoio è legata a come viene “lavorata” l’acqua all’interno della colonna di contatto. Si deduce facilmente che una colonna di contatto di maggiore volume consente prestazioni superiori ed altrettanto facilmente si deduce che la forma cilindrica è e resta l’ideale in quanto quella conica, attualmente di moda, non solo a parità di impronta a terra riduce drasticamente il volume utile, ma addirittura “invita” al bubble merging. Uno schiumatoio ben progettato NON deve richiedere il livello dell’acqua in colonna al di sotto del collo del bicchiere (salvo casi eccezionaMateriale maleodorante raccolto in un bicchiere.
Processo di schiumazione: la schiuma lega ed esporta notevoli quantità di materiale organico. 26
Per ottenere successo con gli invertebrati è necessario utilizzare uno schiumatoio efficiente. 27
Oggi la maggior parte degli utenti utilizza schiumatoi in sump, ma esistono soluzioni industriali che contemplano uno schiumatoio interno.
li) ma, come detto sopra, deve sfruttare al meglio la colonna di contatto dove avviene la “raccolta” delle sostanze schiumabili. La progettazione del collo del bicchiere è strettamente legata al progetto generale e deve consentire, entro certi limiti, di scegliere la taratura ottimale lavorando sulla quantità di acqua trattata e di aria insufflata. Nel processo di formazione della schiuma osser-
viamo tanto maggiore accumulo di sostanza organica quanta ne è presente nel mezzo. Questo fenomeno può trarre in inganno un osservatore poco attento: schiumatoi poco performanti possono schiumare molto materiale in senso assoluto ma poco in relazione alla reale quantità di DOM e POM presenti in acquario. Questo fenomeno è reso evidente dall’incapacità di queste attrezzatu28
re di abbattere i nutrienti dando un accumulo cronico di nitrati e fosfati. Inoltre solitamente gli schiumatoi MAL progettati hanno un meccanismo di asciugatura della schiuma completamente inadeguato; questo causa esclusivamente uno schiumato bagnato e quasi sempre povero, in percentuale, di materia organica, con ovvie ripercussioni sulla salinità. E finalmente la risposta alla domanda: “è meglio schiumare bagnato o asciutto”? Ai fini della resa di uno schiumatoio è fondamentale, come dimostrato e ripetuto sopra, quello che avviene nella colonna di contatto. In essa le bolle raccolgono e trasportano verso l’alto le sostanze schiumabili. Arrivate al collo del bicchiere, inizia l’asciugatura. Quando la schiuma comincia a formarsi è oramai terminata la fase “di raccolta”. Se l’asciugatura è breve o inefficiente si raccoglie troppa acqua nel bicchiere (che porta con se oligoelementi, sodio, ecc., che sono utili al sistema); se la schiuma si asciuga troppo si ha un accumulo di “melma” nel collo, che non permette la tracimazione (fenomeno connesso con il bubble popping, cioè l’esplosione delle bolle). In realtà, se
consideriamo solo la raccolta di materiale organico, non cambia nulla. Sia che lo raccogliamo nel bicchiere con tanta acqua che sotto forma di melma nel collo, avremo ottenuto lo stesso risultato. Quindi, in conclusione, schiumare asciutto o bagnato significa poco se la colonna di contatto è progettata correttamente ed il rapporto acqua/aria, la dimensione delle bolle, la quantità di acqua trattata, ecc., sono quelle giuste. La schiumazione ideale, però, permette di raccogliere la minor quantità possibile di acqua purchè sia sufficiente a far tracimare la schiuma. Personalmente ritengo che sia molto importante poter tarare lo schiumatoio in modo da adeguarlo al carico organico del momento, cosa che non molti schiumatoi consentono di fare. Ma questa è un’altra storia…
Ringraziamenti: Un sentito ringraziamento a Mirko che mi ha dato una mano sulla parte tecnica dell’articolo e sui disegni.
Esistono persino piccoli schiumatoi adattabili in filtri esterni a bisaccia, benchè la loro efficienza sia veramente molto bassa.
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Nopparat Tharapiwattananon a; John F. Scamehorn b; Somchai Osuwan a; Jeffrey H. Harwell b; Kenneth J. Haller a. Surfactant Recovery from Water Using Foam Fractionation. Separation Science and Tecnology 31:1233-1258 p. 1996 R. C. Darton, , S. Supino and K. J. Sweeting Development of a multistaged foam fractionation column. Department of Engineering Science, University of Oxford, Parks Road, Oxford OX1 3PJ, UK. 2004 Randy Holmes- Farley What is Skimming? Reef Akeeping, http://reefkeeping.com/issues/200608/rhf/index.php Shimek, Dr. Ron Down the Drain: Exports from Reef Aquaria. www.ReefKeeping.com, December 2002. Shulin Chen, Michael B. Timmons, James J. Bisogni Jr, Danel J. Aneshansley Modeling Surfactant Removal in Foam Fractionation Theoretical Development. Aquacultural Engineering, Suh, K. H., B. J. Kim, S. K. Kim, J. Y. Jo; Removal of protein and TSS from sea water by foam fractionator. Proceedings of the third international conferences on recirculating aquaculture, July 2023 p, Virginia, USA. 2000 Suh, K. H., M. G. Lee J.; Foam separation in recirculating aquaculture system. Kor. Fish. Soc. 30 293-243 p Year. 1997 Suh, K. H., M. G. Lee Treatment of aquaculture recirculating water by foam separation. Characteristics of protein separation. J. Kor. Fish. Soc. 28:599-605 p.1995 Syed Iftikhar Ahmad ab.; Laws of Foam Formation and Foam Fractionation. Separation Science, Vol. 10, No. 6. pp. 673-700 p. 1975 Toorn J.D. van der A biological approach to water purification: I. Theoretical aspects. Aquatic Mammals 13(3): 83-92 p. 1987 Weeks, N. C., Timmons, M. B. & Chen, S.; Feasibility of using foam fractionation for the removal of dissolved and suspended solids from fish culture water. Aquacultural Engineering, Vol. 11, 4: 251-265 p. 1992 Yampolskaya G, Platikanov D.; Proteins at fluid interfaces: Adsorption layers and thin liquid films Department of Colloid Chemistry, Moscow State University, 117234 Moscow, Russia
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Una vasca tematica per il principiante, un ospite eccellente:
Anemonia viridis di Stefano C.A.Rossi - prima parte IL PRELIEVO NELL’AMBIENTE E IL TRASPORTO Sarà molto improbabile che un animale come l’anemone possa finire nelle reti dei pescatori e quindi essere raccolto come scarto della pesca. Dove è presente, di solito lo è in quantità massicce, quindi la raccolta di un esemplare non costituirà un danno ambientale. La tecnica di prelievo è analoga a quella applicabile a tutti i celenterati con piede adesivo: occorre scalzare il margine con estrema delicatezza ed infilare progressivamente le dita sotto il piede per evitare che si riattacchi alla roccia. Dato che i tentacoli sono urticanti e possono risultare molto irritanti dove la pelle è più delicata, come tra un dito e l’altro, converrà usare guanti di lattice. Questo impedisce l’uso delle unghie per scalzare il bordo del piede, quindi sarà meglio utilizzare con delicatezza le spatoline di plastica usate per modellare la creta, acquistabili in ogni colorificio ben fornito. Una volta staccato dal substrato si potrà mettere in un secchio fino al momento del trasporto. Una precauzione fondamentale, valida per tutti i celenterati, è che gli esemplari siano posti singolarmente in un sacchetto di quelli per il trasporto dei pesci di allevamento, con gli spigoli arrotondati, che potremo acquistare dal negoziante di fiducia. Un terzo d’acqua e due terzi d’aria saranno più che sufficienti fino alle tre-quattro
ossiamo quasi considerare una legge fisica il fatto che un principiante, quando allestisce la sua prima vaschetta mediterranea, inserisca uno o più esemplari di Anemonia viridis, o Anemonia sulcata che dir si voglia. Questo comunissimo celenterato è diffuso pressoché ovunque sulle scogliere, tra i ciottoli nei bassifondi non troppo esposti alla forza delle onde, tra i blocchi delle massicciate artificiali e perfino sulle murate dei porti. Gli esemplari più piccoli possono costituire dei tappeti densissimi con superfici che possono avvicinarsi a mezzo metro quadrato. L’animale mostra un corpo di colore variabile dal bruno giallastro o grigiastro al verde, con lunghi tentacoli che spesso hanno le punte scure, di un colore violetto anche acceso. Il colore verde dei tessuti è legato alla presenza di zooxantelle, le alghe simbionti conosciute agli appassionati di acquari più in relazione ai coralli tropicali, che non agli organismi del Mar Mediterraneo. In totale assenza di queste alghe l’Anemonia viridis si presenta di colore bianco, addirittura candido in qualche caso. In alcune località il fenomeno è più comune che in altre, anche se si tratta sempre di una rarità, e purtroppo non abbiamo notizie sulle cause di questa stranezza (cause ambientali? Patrimonio genetico? Speriamo che qualche ricercatore sappia darci informazioni prima o poi).
P
32
Questi cnidari hanno i tentacoli sempre espansi nella speranza di afferrare piccole prede ma sarĂ sufficiente somministrare gamberetti e polpa di pesce un paio di volte la settimana per soddisfare tutte le loro esigenze 33
Spesso Anemonia si sposta per giorni prima di identificare la sua posizione ideale in acquario
Una giusta illuminazione è fondamentale per conservare il tipico colore dei tentacoli. Questi divengono totalmente bianchi se la luce è insufficiente per la vita delle alghe simbionti
Esistono tantissimi cnidari mediterranei degni di nota ed estremamente appariscenti, ma senza dubbio Anemonia è tra i più affascinanti per le dimensioni, la forma ed il colore dei tentacoli. Convive bene comunque anche con i comuni pomodori di mare rappresentati in questa foto ratura durante il trasporto con borse frigo, panetti di ghiaccio isolati in un po’ di carta (mai a contatto con i sacchetti) o frigo portatili, climatizzatori dell’auto a piena potenza ecc. Una volta giunti a destinazione l'introduzione in vasca andrà effettuata come per tutti gli altri animali: sacchetto immerso per equiparare la temperatura e aggiunta progressiva di acqua della vasca. Al termine dell’acclimatamento (15-20 minuti sono sufficienti) bisognerà fare attenzione a non rovesciare tutto il contenuto del sacchetto nell’acquario: estrarremo a mano l’animale per porlo in vasca versando via l’acqua del sacchet-
ore di viaggio; altrimenti sarà meglio iniettare un po’ di ossigeno puro prima di serrare il sacchetto con un elastico. L’alternativa è un singolo bidoncino con un aeratore portatile. Ricordiamoci sempre di tenere bassa la tempe-
Luce, temperatura ed idrodinamismo sono le caratteristiche ambientali che influenzano la vita di Anemonia dopo la sua introduzione in acquario
38
Anemonia utilizza delle alghe simbionti (zooxantelle) come fonte accessoria di cibo e da queste deriva il colore intenso alla punta dei tentacoli
giorni in posizioni diverse. Qualche volta sembra stabilizzarsi, poi riprende il pellegrinaggio fino al punto ideale. In generale trova da solo la sua posizione, magari nell’angolo più nascosto dietro la rocciata; in questi casi quello che si può fare è intervenire sui flussi delle pompe. Anemonia viridis è infatti un animale che necessita di un buon movimento dell’acqua, e la perfezione è rappresentata da un movimento alternato che simuli il moto ondoso in modo che i tentacoli possano fluttuare ritmicamente. Si può convincere così a trovare una posizione più adatta alla sua bellezza e visibilità in vasca. Se l’anemone non trova una posizione e continua il suo peregrinare da un punto all’altro della vasca può significare anche che le condizioni ambientali sono mal sopportate: occorre quindi analizzare tutti i principali parametri chimico-fisici, tenendo presente, ad esempio, che nonostante sia un animale robusto tollera poco gli innalzamenti eccessivi di salinità tipici di una vasca non refrigerata in estate. Anche le temperature troppo alte sono sopportate per brevi periodi. L’alimentazione è semplice: basta fornire pezzettini di polpa di gamberetto o di pesce due-tre volte al massimo ogni settimana. Il digiuno, ad esempio durante le ferie, non darà problemi all’animale, che al massimo riduce di poco le proprie dimensioni; gradatamente si andrà a recuperare le dosi normali. Concludiamo qui questo numero per completarlo il prossimo mese quando, prossimi oramai al Natale, potremo gustare la nostra fresca vasca mediterranea in tutta la sua naturale bellezza.
to. I celenterati sotto stress hanno il difetto di scatenare una guerra chimica con l’ambiente circostante, e l’acqua del viaggio potrebbe risultare decisamente dannosa per altri ospiti della vasca, in ogni caso inquinata. Nel momento dell’introduzione sarà anche utile regolare al minimo la potenza delle pompe, per evitare che l’anemone svolazzi in giro per la vasca prima di riuscire a fissarsi. IL POSIZIONAMENTO DELL’ESEMPLARE Normalmente l’anemone è disposto in un punto dove risulta esteticamente gradevole a vedersi e grazie al disco del piede, fortemente adesivo, può fissarsi agevolmente anche su superfici lisce come i vetri. Purtroppo, di solito il nostro principiante ha studiato l’arredamento senza consultare l’anemone –ovviamente, oserei dire!– per cui è frequentissimo che la mattina dopo esso non sia più dove era stato disposto, ma si sia spostato in una zona a lui più congeniale per luce, substrato e movimento dell’acqua. Nonostante sembri un animale robusto ed adattabile anche alle acque dei porti è in realtà molto sofisticato, potremmo quasi dire schizzinoso riguardo al suo posizionamento. Questo animale solo formalmente sessile in una notte è capace di fare un giro completo della vasca, e non è infrequente trovarlo per più 39
Normalmente i pesci riconoscono Anemonia e riescono a starne lontani ma non su può escludere che piccoli pesci, specialmente nelle ore notturne, finiscano tra i lunghi tentacoli se l’acquario è piccolo
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Mala tempora currrunt! Il capo è fuori di sé. Ha un diavolo per capello (dunque pochi diavoli, a giudicare dalla chioma. N.d.R.) e non ha tutti i torti. Facciamo un piccolo riassunto. A febbraio nasce
aquariophylia, la prima rivista in A4 completamente impaginata e pari al cartaceo, distribuita sul web, su iPhone e su issuu. A vederla a prima vista pare un’impresa impossibile. Come si fa a puntare su una rivista di questo calibro in un mercato morente o quasi? Da anni sono in molti a scommettere sulla morte prematura di questo hobby e tanti stanno già chiudendo i battenti. La gente non è più interessata agli acquari. Oggi ci sono gli smartphone ed i videogiochi. Chi si interessa più di acquari? E poi ci sono i supermercati e la grande distribuzione che rovinano il mercato. Niente da fare: non c’è mercato e il pubblico è insufficiente.
Aquariophylia nasce lo stesso, frutto della testardaggine di un gruppo di pazzi. Nelle prime settimane fa numeri ridicoli: duecento abbonati… trecento 42
lettori on-line… Allora eccoli pronti, tutti
dendo di farlo, allargando la famiglia dei
gli osservatori del momento, a gridare
personaggi fattivi e responsabili, dei non-
“vergogna… numeri insufficienti… impre-
qualunquisti e dei non-disfattisti.
sa sballata!”. Il gruppo di pazzi però,
Possiamo lavorare solo con il loro suppor-
nutrendosi unicamente della soddisfazio-
to? Sarà la storia a dirlo ma di certo aqua-
ne di quei duecento lettori, che scrivono,
riophylia sta operando un altro miracolo:
si complimentano, argomentano, va avan-
dopo aver dimostrato (vedi foto dei nume-
ti. Passano pochi mesi ed il fenomeno
ri precedenti) che il grosso pubblico ama
esplode. Gli abbonati aumentano rapida-
gli acquari più dei computer e dopo aver
mente, i lettori on-line passano alle decine
dimostrato che esistono decine di migliaia
di migliaia, tutti ben certificati e monito-
di interessati all’argomento nel nostro
rati. A questo punto è chiaro che la rivista
paese, sta mettendo insieme le menti e le
funziona e lo confermano le espressioni
forze migliori per creare un nocciolo duro.
dei lettori. Si chiede quindi agli investitori
Se riusciremo a far incontrare i dieci
di… investire qualche euro per far cresce-
imprenditori più capaci con i quaranta-
re il progetto, a tutto vantaggio loro e del
duemila lettori, da questo potremo
mercato. Alcuni rispondono in modo
costruire un’acquariofilia vera e viva.
appropriato, ma tanti di essi fanno propo-
Almeno, da quanto ho compreso, questo è
ste oscene ed offensive (vedi editoriale del
l’attuale obiettivo del gruppo editoriale.
Capo del numero scorso). Ovviamente
Ma esistono ancora acquariofili veramente
non si può immaginare che persone adul-
interessati ed attivi? Giudicate voi stessi:
te e dotate di intelletto e spirito imprendi-
ecco a voi una lettera ancora calda di mail!
toriale pensino veramente che si possa finanziare una rivista vera, seria (con
Ciao Carassio, io sono Raffaele, ho venti
autori, fotografi, segretarie, correttori di
anni e fin dalla tenera età sono un accani-
bozze, consiglio di redazione, direttore
to acquariofilo. Il lungo cammino che
responsabile, esperti dei test e registi)
porta un bambino a diventare un adulto
con venti euro al mese. Dunque qual era il
non è di certo lineare e la strada si è più
loro scopo? Il capo sta ancora chiedendo-
volte allontanata dai pressi dei miei
selo e questo gli fa perdere altri capelli,
acquari, ma mai questa passione mi ha
nonostante il nuovo shampoo antiforfora
abbandonato e mai ho abbandonato i miei
adottato.
piccoli compagni di merenda. Con la
Per fortuna però non sono tutti così. Ci
maturità ho finalmente imbrigliato la mia
sono imprenditori seri che stanno finan-
attenzione e l'ho rivolta verso lo studio di
ziando la rivista (altrimenti non potreste
quel magnifico microcosmo dell'acquario-
leggerla oggi) e tanti altri che stanno deci-
filia. Sono arrivato a lavorare in un nego43
zio di animali che prestava particolare
ta come ogni buon fertilizzante che si
attenzione proprio al settore acquariofilo.
rispetti dovrebbe essere. Semplicemente
Ma il sogno è durato poco, nonostante
sembra un sogno. Taglierò corto per la
tutti i miei sacrifici (nel significato quan-
tarda ora (le 2:40, diciamo un’ora....da
to più ampio del termine), per l'evidente
sogno ) e per la consapevolezza di risen-
motivo che spinge anche Voi, della reda-
tirci ancora e ancora, ma ho quasi paura
zione di questa rivista fantastica, ai Vostri
di svegliarmi da questo sogno, calcando la
sacrifici, per dar vita a questo progetto
mano con una pretesa, quindi immagina
che per me ha ancora qualche sfumatura
che te lo sussurri piano piano: tanto sano
di utopia. Si tratta dell'andamento retro-
aquascaping. Non mi resta che tuffarmi
grado dell'acquariofilia in Italia, che ha
sotto le coperte, ululando un affettuoso
tagliato tante teste e infranto tanti sogni,
saluto a te e tutto lo staff di Aquariophylia
frantumando all'improvviso realtà infran-
e sperando con tutto me stesso che il
gibili all'apparenza. Infatti so che anche la
sogno continui.
rivista dove prima scrivevi ha chiuso i
Tuo, speranzoso Raffaele.
battenti senza alcun preavviso, lasciandoti quanto meno stupefatto (cosa che ci
Sarà l’età, sarà l’atmosfera… sarà pure il
rende perlomeno compagni di sventura).
polline, ma io continuo a commuovermi.
Beh, che altro dire, penso sia giunto il
Piango ogni volta come se stessi sbuccian-
momento per i complimenti e ne meriti
do cipolle subacquee. Mi verrebbe voglia
davvero tanti, ma so che abiti in una boc-
di non rispondere a Raffaele. Ma vi rende-
cia (apri piccola parentesi- io sono della
te conto? Poi si parla delle brutture, delle
tua stessa idea per quanto riguarda l'alle-
distorsioni della politica, degli inganni
vamento di carassi in boccia -chiudi picco-
internazionali e di quelli che fanno scan-
la parentesi) e di certo non potrebbe con-
dalo per i bambini. Uno a sentire la televi-
tenerli tutti. Nelle tue idee, cristalline e a
sione… gli vien voglia di cambiare piane-
tratti ingenue, mi rispecchio a pieno. Devo
ta. Poi legge la lettera di Raffaele e si sente
confessare che anche io mi sono emozio-
di nuovo a casa. Poi legge le parole di
nato leggendo l'articolo sulla sensibilità:
Raffaele e capisce che la lotta tra Bene e
per una persona non può esistere capaci-
male è sempre viva, ma il Bene supera di
tà più nobile e, tra me e me, trovo modo di
gran lunga qualsiasi altra forza. Sto esa-
vantarmene ogni giorno. E così, armato
gerando vero? E scusate, ma continuo a
del nostro succitato dono, in tre giorni ho
lagrimare. È appena passata Betta e le ho
fatto una scorpacciata di tutti i numeri
dovuto raccontare di avere un bruscolino
pubblicati fino ad ora di questa rivista tra-
nell’occhio, perché la cosa mi imbarazza
sparente come l'acqua d'osmosi e comple-
non poco. 44
Ma c’è un modo per smettere di commuo-
questo modo diverrete evidenti e riuscire-
versi ed è il considerare che Raffaele non
te a superare la notorietà delle poche
è affatto un’eccezione. Egli è uno dei qua-
mele marce.
rantaduemila lettori. Uno dei tanti.
Per quanto riguarda gli argomenti citati
Raffaele: non sei nessuno! Scusa se lo
da Raffaele, sinceramente, non me la
dico.
offenderti.
sento proprio di aggiungere chiose e vir-
Tutt’altro! Ma ci pensi? La cosa meravi-
golette. Mi pare tutto così chiaro, lucido e
gliosa che scopriamo oggi è che una perso-
lampante, che qualsiasi commento da
na meravigliosa come te non è un’eccezio-
parte mia sarebbe superfluo.
ne ma piuttosto la regola nel nostro
Un solo cruccio mi attanaglia a questo
campo. Sono quelle poche mele marce, che
punto e devo confessarlo. Raffaele è un
in quanto marce puzzano non poco, che ci
individuo di sesso maschile. So per certo
fanno dimenticare questa cosa. Insomma,
che si stanno iscrivendo alla rivista un
fa più effetto una singola, fetida mela mar-
sacco di gentili signore (il mio appello di
cia, che si evidenzia e ci fa credere che
alcuni mesi fa è servito, evidentemente e
tutto sia negativo, piuttosto che diecimila
vi ringrazio di cuore per aver diffuso la
magnifiche persone come te, che lavora-
notizia). Ma possibile che io non riesca ad
no, si divertono, producono risultati con-
ottenere una letterina profumata al lillà
creti con pochissimo rumore.
(almeno come attachment!)? Signorine e
Io però dico che è giunta l’ora di metterle
signore, fatevi avanti perché ho proprio
tutte in fila queste persone, perché dob-
bisogno del vostro conforto morale e, per-
biamo contarci e dimostrare al mondo di
ché no, della vostra presenza fisica!
esistere. Altrimenti continueranno a con-
A Raffaele però non posso che dire
fonderci con le mele marce.
“Grazie di cuore”, invitandolo a tornare
E allora, Raffaeli di tutta Italia, fatevi
presto, anzi prestissimo, a farci visita. La
avanti! Scrivetemi. Scrivete alla redazio-
presenza sua, e di tutti coloro che avran-
ne. Fatevi vivi con le aziende. Scegliete i
no belle cose da raccontarci, è fondamen-
prodotti delle aziende che sostengono la
tale per il successo di questa rubrica.
rivista. Mandate pernacchie rumorose
E un pronostico: il nostro sogno non solo
alle aziende che producono schifezze (in
non finirà presto, ma si accrescerà rapi-
questo, noi siamo sempre presenti ed a
damente, come sta già facendo, proprio
vostra disposizione per fare da cassa di
grazie al vostro amore.
risonanza) e complimenti a quelli che
Bravi ragazzi: continuate così!
Non
è
mica
per
lavorano bene. Insomma, come dicevano i capitani dell’esercito borbonico ai loro
Vostro, lagrimevole
equipaggi “facite ammuina” perché solo in
Carassio 45
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 46
Oggi parliamo di…
PLATY:
I PESCI CORALLO
Tra i poecilidi sono certamente i Platy, assieme ai Guppy, i pesci più amati dagli acquariofili. Si potrebbe anzi affermare che non esiste nuovo acquariofilo che non porti a casa con sé una bella coppia di pesci corallo, ideali per la sua formazione perché generalmente economici, ben adattabili, robusti, dotati di colori favolosi e facili da riprodurre. Non da ultimo, si tratta di pesci molto vispi, che occupano solitamente il centro dell’acquario. Pertanto una singola coppia di questi pesci è in grado di riempire l’ambiente con guizzi di color corallo che non mancheranno di stupire gli osservatori. Una bella coppia di Platy in acquario si fa notare specialmente quando sia in buona salute: troppo spesso questi pesci melanici vengono venduti già affetti da varie patologie, tra le quali le infestazioni da metazoi sono le più frequenti. In questi casi cominciano a nuotare dondolando, con le pinne strette ai lati del corpo, ed è necessario intervenire con appositi farmaci anti-elmintici. Se i pesci sono sani, invece, cominceranno subito con le attività di corteggiamento. Il maschio cerca di circuire la femmina (quest’ultima si distingue per le dimensioni maggiori e l’addome più tondo, oltre che per la mancanza del gonopodio, la pinna modificata per l’accoppiamento che caratterizza il corpo del maschio) e di fecondarla. Quest’ultima conserva il seme in appositi “receptacula” in modo da poter fecondare le uova prodotte per più cicli, anche in assenza di partners. In genere con cadenza mensile, secondo la temperatura, le femmine produrranno decine di coloratissimi avannotti, già pronti a sfuggire i predatori. Per salvarli dalle fauci degli stessi genitori e di tutti gli altri ospiti della vasca si potrà fare uso di appositi nidi
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parto, ma senza dubbio una bella vasca erborata e ricca di vegetazione sul fondo, tra la quale gli avannotti potranno nascondersi, rappresenta la migliore soluzione per genitori e figli. I piccoli nati possono essere nutriti immediatamente con mangime in scaglie finemente triturato o con appositi alimenti “micro” per avannotti di pesci ovovivipari. Ci sarebbe tanto da dire su questi pesci, sui loro sistemi riproduttivi, sulle loro patologie e sulle tantissime varietà commerciali, che possono essere selezionate opportunamente per produrre campioni di bellezza. Ma non basterebbe tutta la rivista per andare a fondo nella questione. Vi suggeriamo pertanto di cliccare sui link che seguono, appositamente individuati per voi, in modo da divenire grandi esperti di questo argomento. Avete un mese di tempo per cliccare e studiare… vai col link!
A QUESTO PUNTO NON VI RESTA CHE CLICCARE SUI LINK E… BUONA LETTURA! http://www.afae.it/pages/tematica/articolipoecilidi/platy.htm http://www.isola-di-krk.net/acquariofilia/platy-corallo.html http://www.vergari.info/pesci_xiphophorus_maculatus http://www.platuppia.altervista.org/platy.htm http://www.poecilidi.com/index.php?ind=reviews&op=entry_view&iden=179 http://acquarioacquadolce.it.gg/Xiphophorus-Maculatus--k1-Platy-Corallo-k2-.htm http://www.auryfish.com/articoli/scheda_dolce.php?mod=1453 http://www.aquaexperience.it/index.php?option=com_content&view=article&id=33
http://www.aquaticcommunity.com/livebearer/platy.php http://www.bbayaquariums.com/platy.html http://www.liveaquaria.com/product/aquarium-fish-supplies.cfm?c=830+1103 http://www.seriouslyfish.com/profile.php?id=136 http://www.tropicalfishfinder.co.uk/article_detail.asp?id=42 http://aquariumlore.blogspot.com/2006/07/platy.html http://www.otleyaquaristsociety.co.uk/the%20playful%20platy.htm http://e1.aqua-fish.net/show.php?h=platies
http://www.zierfischverzeichnis.de/klassen/pisces/cyprinodontiformes/poeciliidae/xiphophorus_maculatus.htm http://www.aqua-logisch.de/index.php?special=Platy http://www.aquarium-guide.de/platy.htm http://www.aqua-spider.de/zierfische/lebendgebaerende-zahnkarpfen/platy.htm http://www.die-aquaristik.de/algenfresser-platy-aquaristik-aquarium-_id100.html http://www.faszination-lebendgebaerende.de/Maculatuszuchtform.html http://www.suite101.de/content/der-platy-ein-beliebter-fisch-im-anfaenger-aquarium-a90435 http://www.aquaristicum.de/fische/Platy-106.html
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Con la nuova linea di acquari DUBAI Ferplast unisce design e tecnologia in un prodotto perfettamente integrabile ai diversi stili di arredo. Disponibili in quattro dimensioni e differenti colorazioni, dal classico noce al pi첫 moderno bianco, gli acquari DUBAI sono il prodotto ideale per tutti gli acquariofili. Forniti di filtro interno BLUWAVE e di plafoniera bilampada completa di timer, sono arricchiti da accorgimenti tecnici che li rendono unici e irresistibili.
Come selezionare un Discus di “alto livello” di Gennaro Iovino egli ultimi tempi si è parlato molto del
Questo
discus di qualità. Oggi, sempre più, la
Recentemente è stato messo in risalto come, al
domanda ricorrente che tanti ci ponia-
fianco dei nomi blasonati che l’Italia può annove-
mo attiene alle modalità attraverso cui ottenere
rare, vi sono tante piccole realtà amatoriali e
discus di livello eccellente, capaci di competere
semi-professionistiche. Tante serre e micro-serre
in una manifestazione o, comunque, di esprime-
nelle quali c’è gente che lavora alacremente per
re al meglio le qualità di un buon allevatore.
ottenere e farsi in casa i propri “campioncini”.
N
argomento
è
veramente
attuale.
È un fatto stimolante che, a parer mio, denota una vitalità insperata dell’ambiente discus.
La forma del corpo dovrebbe essere rotonda, non allungata. Quanto più alta è l’estensione in verticale tanto più il discus sarà preferito
All’estero, infatti, si inizia a volgere lo sguardo verso il nostro paese non più con indifferenza e superficialità, ma con un occhio attento ed uno spirito di forte curiosità. Mi capita, andando in giro per l’Italia o vedendo le foto di amici allevatori, di imbattermi in discus di ottimo livello. Questo è veramente un bene per il nostro hobby. Negli ultimi dieci anni, ho acquistato all’estero decine e decine di discus. …E spesso, mi son detto che probabilmente non avrei mai acquistato un solo discus di allevamento italiano. Oggi mi sto ricredendo. Finalmente, aggiungerei!! Come in ogni cosa, tuttavia, per poter seguire un progetto ed ottenere risultati concreti, è opportuno darsi delle regole e conoscere i corretti parametri che fanno di un discus, un buon esemplare. …O addirittura, quel “campioncino” che 50
Nel caso di un discus spottato, gli spot dovrebbero presentarsi quanto più compatti possibile ed essere separati
spesso (sovente) è solo un lontano miraggio. Se
un peso specifico molto importante sul totale dei
l’obiettivo che ci si prefigge è quello di preparare
100 punti possibili. I caratteri che fanno ottenere
un discus da portare in gara, bisogna tener
un alto punteggio sono: impressione genera-
conto che, ovviamente, selezionare un discus
le, forma del corpo, pinne, occhi, bran-
perfetto è il primo e più importante passo per la
chie, pattern ed elementi di unicità.
creazione di un vero campione. È molto comune
Benché i diversi campionati abbiano differenti
–mi è capitato spesso– di vedere nelle vasche di
score systems, in generale, una fetta importante
un campionato, discus pieni di difetti o, addirittu-
del punteggio totale è data da questi due fattori:
ra, deformati. Chiunque decida di prendere parte
impressione generale ed elementi di unicità.
ad un campionato, deve imparare a selezionare
Per ciò che riguarda gli altri caratteri, il punteggio
e gestire i suoi discus, tenendo ben presente
varia da un minimo di 5 ad un massimo di 10.
questo principio: selezionare un buon discus e
Per questo, per avere un campione, la cosa più
selezionare un campione, sono due cose ben
importante è selezionare un discus perfetto.
diverse.
Cercherò di far luce su quegli elementi che
Nella gran parte delle competizioni di discus, la
potrebbero aiutarvi nella scelta.
particolarità di alcune caratteristiche può avere
1) I 9 raggi della dorsale ed i 9 della anale devo51
Le branchie dovrebbero essere interamente coperte, senza, quindi, che risulti esposta la parte interna 52
no essere perfettamente allineati alla forma delle
armonico; inoltre esse non dovrebbero presenta-
pinne e proporzionati ad esse. Se guardate il
re noduli o piccoli scalini sui raggi.
discus di faccia, essi devono essere perfetta-
10) I discus non devono avere narici molto evi-
mente allineati. Il crinale (ovvero la parte più alta
denti né presentare segni di infiammazione sul
di esse) deve formare una curva, quindi non vi
corpo.
dovranno essere dei raggi più lunghi o più corti
11) Le pinne pelviche devono avere uguale lun-
degli altri.
ghezza.
2) La forma del corpo dovrebbe essere rotonda,
12) Nel caso si tratti di un discus striato, lo spes-
non allungata. Quanto più alta è l’estensione in
sore e la regolarità delle striature e l’intensità del
verticale tanto più il discus sarà preferito.
colore, dovrebbero essere ben accentuate e non
3) La fronte dovrebbe essere diritta o leggermen-
dovrebbero sfumare progressivamente verso la
te curvata e non dovrebbe essere ondulata.
coda.
4) Le branchie dovrebbero essere interamente
13) Nel caso di un discus spottato, gli spot
coperte, senza, quindi, che risulti esposta la
dovrebbero presentarsi quanto più compatti
parte interna.
possibile ed essere separati. Quello col maggior
5) La bocca dovrebbe essere in posizione perfet-
numero di spot otterrà il punteggio migliore nella
ta, ovviamente non distorta, e i lati del corpo ben
categoria spotted.
bilanciati tra loro.
14) Per ciò che riguarda i pesci full color o “soli-
6) Gli occhi devono avere la stessa grandezza e
di”, il colore dovrebbe coprire in modo uniforme
non devono essere troppo grandi in relazione al
il corpo dalla bocca fino all’inizio della coda ed
corpo. Entrambi dovrebbero essere brillanti e
avere quante meno linee possibile; meglio se
puliti nella zona del cristallino, senza alcuna
nessuna.
deformità ed avere la stessa forma. L’iride
15) I discus possono avere da 5 a 21 stress bar.
dovrebbe essere luminosa e rossa. Un rosso
Tale caratteristica è genetica. Nelle competizioni
pieno, ovvero che copre l’intero occhio, vi garan-
il numero di esse non è importante, ma tutte
tirà un punteggio pieno. Un occhio parzialmente
devono essere verticali e staccate le une dalle
rosso produce un punteggio medio e ancor
altre. Oltre a ciò, durante le competizioni esse
meno un occhio giallo o bianco. Un’iride nera
non dovrebbero essere visibili. In altre parole il
otterrà il punteggio peggiore.
discus non dovrebbe essere stressato.
7) Ovviamente il doppio mento è un difetto.
16) La coda dovrebbe essere quanto più traspa-
Quando tale caratteristica comparve per la prima
rente possibile. Verranno sottratti punti ad un
volta durante una competizione, tutti si sorprese-
discus che presenti una coda arancione, rossa o
ro. Oggi, avendo maggiore conoscenza, il pun-
nera. Per alcuni giudici, questi ultimi colori indi-
teggio attribuito ad un discus che presenti tale
cano l’incapacità dell’allevatore di controllare
caratteristica è molto basso. Alcuni giudici
l’espressione del colore. Due elementi sono in
potrebbero considerarla una deformità.
gioco: primo elemento è l’allevamento selettivo.
8) Le due pinne, dorsale ed anale, devono avere
Alcuni discus nella loro genetica non hanno il
uguale lunghezza e il tratto verticale dovrà esse-
carattere del rosso nella coda. Per questo per
re uguale. La parte verticale della pinna dorsale
quanto cibo colorante gli possiate somministrare
che si presenti più lunga rispetto a quella della
essa rimarrà sempre trasparente. Questi sono i
anale è caratteristica poco desiderabile.
discus che andrebbero selezionati per la riprodu-
9) La caudale e le pettorali devono essere ben
zione. Vi sono altre varietà che portano molto più
posizionate e tendere verso l’esterno in modo
facilmente nel loro bagaglio genetico il rosso. 53
Per ciò che riguarda i pesci full color o “solidi”, il colore dovrebbe coprire in modo uniforme il corpo dalla bocca fino all’inizio della coda ed avere quante meno linee possibile; meglio se nessuna
Se l’obiettivo che ci si prefigge è quello di preparare un discus da portare in gara, bisogna tener conto che, ovviamente, selezionare un pesce perfetto è il primo e più importante passo per la creazione di un vero campione
54
La forma del corpo dovrebbe essere rotonda, non allungata. Quanto più alta è l’estensione in verticale tanto più il discus sarà preferito
Basterà una piccola somministrazione di cibo
fattore importante. Più grande sarà un discus,
colorante e tutta la coda tornerà rossastra.
maggiore il punteggio ottenuto. Assodato ciò, vi
Questo carattere genetico non dovrebbe essere
è ovviamente un massimale. Mediamente la
trasmesso ai piccoli. Secondo elemento è l’uso
dimensione che garantirà all’esemplare un pun-
sbagliato di prodotti per evidenziare il colore. Per
teggio pieno, deve essere compresa fra i 15 ed i
ciò che riguarda il nero, esso è un carattere
18 centimetri. Se la dimensione di un esemplare
genetico originario del pigeon blood.
supera tale standard, risultando esso enorme
17) Minore è la quantità di nero diffusa sul corpo
ma ben proporzionato, bisogna certamente
del discus, tanto più valore esso avrà. Se l’intensi-
aspettarsi che i giudici gli attribuiranno indiretta-
tà del colore di un discus A è minore di quella di
mente punti aggiuntivi magari nel giudicare l’im-
un discus B, ma quest’ultimo presenta una mag-
pressione generale del discus.
giore pigmentazione nera sul corpo o sulle pinne,
Queste sono, a parer mio ed avendo lungamen-
sarà quello A ad avere un maggior punteggio
te discusso con giudici di fama internazionale, le
complessivo e maggiori possibilità di vincere.
poche, stringenti regole da rispettare per selezio-
18) La taglia in un discus da competizione è un
nare il proprio discus “high quality”. 55
Gli occhi devono avere la stessa grandezza e non devono essere troppo grandi in relazione al corpo
56
57
Non solo acquari...
I MIMI DELLA NATURA: guida all’allevamento degli
INSETTI STECCO di Alessandro Vlora - prima parte Iniziamo con questo numero un viaggio nel
la riproduzione, l’alimentazione e l’allevamento.
mondo misterioso degli insetti stecco. Si tratta di
Dunque, con occhi vigili e massima attenzione,
animali molto interessanti da osservare in terrario
cerchiamo di individuare questi fantastici mimi tra
e speriamo così di offrirvi stimoli positivi per…
le pagine di aquariophylia!
togliere un po’ di tempo ai vostri acquari! Un esperto vi guida, passo per passo, nell’arte del-
Gli insetti stecco sono probabilmente tra i più dif-
l’allevamento cominciando, questo mese, con
fusi per i terrariofili appassionati di entomologia,
alcune notizie generiche. Continueremo poi con
a causa della strana conformazione del corpo, oltre che per la facilità d’allevamento. Sono animali che hanno eretto il mimetismo a forma di
Gli insetti stecco non sono abili volatori. Le elitre, di natura chitinosa, sovrastano le ali membranose
“arte” e lo utilizzano nelle maniere più disparate, fino a diventare assolutamente invisibili, sia ai predatori sia agli occhi dei meno esperti. In passato classificati tra gli Ortotteri, sono ora inseriti nell’ordine Phasmatodea, da “phasma” che significa, appunto, “apparizione, fantasma”. Gli insetti stecco sono così chiamati in quanto facilmente confondibili con ramoscelli, poiché così come il corpo, anche le antenne e le tre paia di zampe sono spesso particolarmente sottili e fragili. La classificazione e le relazioni filogenetiche tra questo ordine di insetti e quello degli altri Polineotteri è, ancor oggi, oggetto di discussione 58
Particolare del capo di B. rossius: si noti il colore rosso alla base del primo paio di zampe
e foglie sui quali vivono. Alcune specie, come Carausius morosus, sono in grado di cambiare colorazione secondo il mutamento di alcuni parametri ambientali (grado di umidità, illuminazione, natura del substrato,
ecc.).
Altre,
come
Eurycantha calcarata, cambiano colorazione durante il ciclo vitale. tra gli entomologi. Attualmente si tende a coniu-
L’omomorfismo e l’omocromia, abbastanza
gare lo studio classico delle caratteristiche mor-
comuni a molte specie di insetti, non dovrebbe-
fologiche con quello prettamente genetico (in
ro destare meraviglia; ciò che, invece, più colpi-
questo caso analisi del DNA ribosomiale) e ciò
sce di questi insetti “fantasma” è il comporta-
sta comportando nuove considerazioni tassono-
mento mutevole, in grado cioè di cambiare
miche, finanche alla identificazione di nuovi ordi-
durante i vari stadi di vita, adattandosi continua-
ni, come quello dei Mantophasmatodea (Terry e
mente alle nuove condizioni, come se le giovani
Whiting, 2005).
neanidi frequentassero una scuola che a poco a
Non avendo particolari sistemi di difesa attiva (per
poco le porta, con la maturità, alla perfezione.
lo meno le specie comunemente allevate) e non essendo dotati di grande motilità, per forza di
IL CICLO DI VITA
cose i fasmidi hanno adattato il loro corpo in
Insetti eterometaboli, i giovani appena fuoriusciti
modo da essere meno visibili possibile: la forma,
dalle uova sono simili agli adulti, ma molto più
spesso cilindrica, molto allungata e sottile, e i
piccoli, delicati e privi di ali; tali forme giovanili si
colori di base, marrone o verde, riproducono rami
chiamano neanidi, impropriamente ninfe, per una imprecisa traduzione dalle lingue anglosassoni.
Tutti gli insetti hanno tre paia di zampe: in questo caso il primo paio è allineato con il corpo
La neanide appena sgusciata dall’uovo si definisce di prima età; al termine della prima età, muta in neanide di seconda età e così via. In genere compiono da quattro a sette mute (Salemi e Tomasinelli, 2006). Appena nati cercano già di sembrare qualcos’altro: essendo davvero minuscoli, corrono il rischio non solo di essere predati, ma anche di essere uccisi da animali che magari, solo per curiosità, dovessero avvicinarsi e “tastarli”. Ad esempio, alla nascita, le neanidi di Baculum extradentatum con il corpo del colore del substrato, tenendo le zampe ben salde a terra, alzano la parte terminale del corpo, fino a tutto l’addome, in modo tale 59
Esemplare adulto di Bacillus rossius
Le foglie di quercia sono un cibo accettato da molti insetti stecco
che, a prima vista, siano praticamente identici a
tere nel fenomeno dell’eteromorfosi, cioè la rige-
piccoli di scorpione; adottano tale stratagemma,
nerazione al posto dell’organo perduto (ad es.
definito dagli zoologi “fanerico batesiano”, fin
una zampa) di un altro organo (es. un’antenna).
quando, dopo 2-3 mute, il corpo non si è ingran-
Le neanidi di prima età di Extatosoma tiaratum,
dito tanto da rendere poco credibile il “travesti-
invece, mimano nel colore, nella postura e nei
mento”. A questo punto cambiano tattica adot-
movimenti, le formiche tessitrici australiane del
tando il mimetismo criptico e, spostandosi sui
genere Oecophylla, molto temute in quanto par-
rami più alti, sono capaci di rimanere assoluta-
ticolarmente aggressive. L’imitazione nella forma
mente immobili per ore. A perfezionare l’opera, in
e nel comportamento delle formiche si definisce
posizione di riposo, spostano in avanti il primo
mirmecomorfismo.
paio di zampe e lo allineano con il corpo, opera-
Il mimetismo criptico accompagna gli “stecco”
zione facilitata dalla presenza di un incavo in cui
anche durante i movimenti: quando si spostano,
si incastra la testa. Questo atteggiamento, oltre a
infatti, ondeggiano al fine di simulare il movimen-
renderli ancora più somiglianti a ramoscelli, serve
to di un rametto mosso dal vento.
a proteggere la testa da un qualsiasi attacco: se
Nei confronti di una presunta minaccia o in
afferrati per le zampe, infatti, per mezzo di una
seguito ad una aggressione, una stessa specie
brusca contrazione muscolare, sono in grado di
(ad esempio Baculum extradentatum) può attua-
lasciarle cadere (fenomeno chiamato autotomia)
re differenti strategie difensive: rimanere immobi-
confondendo l’eventuale aggressore. A distanza
le, appiattita al substrato, in modo da non esse-
di un paio di mute, gli arti perduti saranno nuo-
re facilmente sollevabile oppure, qualora l’ag-
vamente ricresciuti, anche se talvolta non identi-
gressione avvenga su di un ramo, lasciarsi cade-
ci ai precedenti. Seppur di rado, ci si può imbat-
re facendo una sorta di capriola al contrario che, 64
oltre a disorientare l’aggressore, permette loro di raggiungere più velocemente il suolo. Se l’esemplare in pericolo è già in terra, esso ricorre alla tanatosi (dal greco thanatos = morte), meccanismo che consente di assumere una postura del tutto simile ad un animale morto e, di conseguenza, potenzialmente sgradevole a fini alimentari. Ci fermiamo qui per lasciarvi digerire le prime nozioni generiche di questo mini-corso sugli insetti stecco. Nel prossimo numero continueremo con la riproduzione.
Bibliografia Terry
M.D.
e
Whiting
M.F.
(2005)
Mantophasmatodea and phylogeny of the lower neopterous insects. Cladistics 21: 240-257. Salemi M., Tomasinelli F. (2006) Le mantidi religiose e gli insetti stecco. De Vecchi Editore.
Neanide di Extatosoma tiaratum che inarca l’addome per assomigliare ad una formica rossa
65
Tra storia e scienza:
l’Acquario di Cattolica di Alessio Arbuatti L’acquario di Cattolica è uno
complesso architettonico “Le Navi” che è uno
dei più giovani in Italia: nato
dei principali esempi dell’architettura futurista in
nel 2000, ha festeggiato lo
Italia. In questa struttura sono stati ricavati spazi
scorso anno il decennale.
idonei per la costruzione degli acquari e del
Ciò che colpisce di primo
“dietro le quinte”, sfruttando spazi che nacquero
impatto è sicuramente la
negli anni ‘30 come camerate, cucine, refettori
struttura che lo ospita, il
di una colonia marina costruita per ospitare
Immagini d’epoca dell’acquario di Cattolica
66
d’estate i figli degli italiani che lavoravano
Si’... viaggiare!
all’estero. Il risultato che ne deriva, grazie anche alla costruzione di passaggi sotterranei che col-
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
legano le diverse strutture, è sicuramente interessante, in quanto non sono state apportate modifiche strutturali al complesso di alto valore storico
La nostra agenzia di viaggio di riferimento potrà accompagnarvi a Cattolica, alla scoperta dell’acquario pubblico di cui si parla in queste pagine. Magnifica esperienza resa possibile da aquariophylia. Basta cliccare sul link in basso:
ed architettonico. Sono presenti circa sessanta vasche espositive di varie dimensioni e forme, suddivise in percorsi che attraversano, tra altre, le navi Ammiraglia, Levante e Ponente. Le dimensioni sono molto
TUI: hotel.tui.it/hotel-italia/hotel-cattolica/
variabili: si va dalla vasca circolare da 800.000 litri posta nell’ex refettorio della nave Ammiraglia, alle tematiche da 50 litri poste lungo i percorsi
gestione di una colonia di pinguini di Humboldt
espositivi. L’ambiente mediterraneo è sicura-
(Spheniscus humboldti; Franz Meyen, 1834;
mente quello maggiormente rappresentato,
http://www.acquariodicattolica.it/webcam.php)
seguito da quello dei reef tropicali e dalle
nati in cattività a Vienna, (progetto di conserva-
acque dolci. Un notevole impulso negli ultimi
zione EAZA) e che sta dando ottimi risultati, vista
anni è arrivato anche dalla progettazione di una
la formazione delle prime coppie già nel Marzo
delle vasche più moderne d’Europa per la
2011. Le ultime due strutture sono rappresentate
L’acquario di Cattolica oggi, con le strutture descritte nell’articolo 67
5 esemplari (1 maschio e 4 femmine) di squali toro (Carcharias taurus - Rafinesque, 1810) provenienti in parte dal Sudafrica e in parte dal Nord America sono contenuti nella grande vasca circolare da 800.000 litri struttura, la maggior parte dei quali provenienti da allevamenti specializzati. Mostrare ed illustrare, con le apposite guide, ai bambini ed ai visitatori, quelli che sono considerati i principali predatori del mare ingiustamente colpevolizzati dalla cinematografia, mostrando come invece siano animali perfettamente adattati all’amdalla vasca delle lontre orientali dalle piccole
biente acquatico, è un esempio dell’uso profi-
unghie (Aonyx cinerea) (Illiger, 1815) e quella dei
cuo di animali in cattività.
caimani nani di Cuvier (Paleosuchus palpebro-
La grande vasca circolare da 800.000 litri ospita,
sus) (Cuvier, 1807), anch’essi fortemente minac-
oltre a specie ittiche mediterranee, 5 esemplari
ciati d’estinzione.
(1 maschio e 4 femmine) di squali toro
L’aspetto della conservazione e della didattica è
(Carcharias taurus - Rafinesque, 1810) prove-
un punto forte dell’Acquario di Cattolica; ne
nienti in parte dal Sudafrica e in parte dal Nord
sono un ulteriore esempio le numerose specie di
America, mentre la vasca degli squali martello
squali e pesci cartilaginei piatti ospitati nella
ospita una coppia di Sphyrna tiburio (Linnaues,
All’interno del percorso espositivo mediterraneo le vasche possono essere divise in due tipologie: panoramiche e tematiche 68
L’acquario on line Volete dare una sbirciatina all’acquario di Cattolica ed alle sue vasche? Cliccate sul link che segue e potrete vedere cosa accade nelle vasche, in tempo reale, grazie alle webcam puntate su magnifici ambienti subacquei. http://www.acquariodicattolica.it/webcam.php
1758) provenienti da un allevamento america-
Pesci ago (Sygnathus typhle Linnaeus, 1758) e gli anemoni di sabbia (Condylactis aurantiaca Delle Chiaje, 1825)
no. I dati provenienti da Shark Alliance, un’associazione che studia la biologia e la demografia degli squali nei mari del mondo, mostrano che, solo nel 2004, gli stati dell’Unione Europea hanno importato più di 24.000 kg di carne di squalo ed il terzo importatore mondiale è proprio l’Italia: pesca più di 1000 tonnellate l’anno. Numerose specie di squali che popolano il Mediterraneo sono poste nella IUCN Red List, dalla verdesca (Prionace glauca) (Linnaeus, 1758) allo squalo grigio (Carcharinus plumbeus Nardo, 1827), alle due specie di palombo (Mustelus asterias Cloquet, 1821), (Mustelus punctulatus Risso, 1826) fino allo squalo elefante (Cetorhinus maximus Gunnerus, 1765), per un totale del 42% delle 80 specie registrate nei nostri mari. All’interno del percorso espositivo mediterraneo le vasche possono essere divise in due tipologie:
panoramiche
e
tematiche; queste ultime permettono meglio, anche all’appassionato, di focalizzarsi su organismi che altrimenti sarebbero difficilmente visibili in
Due splendidi esemplari di pesce napoleone (Cheilinus ondulatus – Ruppel, 1835) fanno capolino dalle vasche dell’Oceano indiano e del Pacifico 69
La sezione tropicale ospita una serie di vasche che riproducono i principali ambienti marini tropicali, tra le quali spicca, seppur con qualche intruso, quella sul Mar Rosso invasi più grandi. Ne sono un esempio i pesci
quario: Aurelia aurita (Linnaeus, 1758) e
ago (Sygnathus typhle Linnaeus, 1758) e gli ane-
Cassiopea andromeda (Hummelinck, 1968)
moni di sabbia (Condylactis aurantiaca Delle
delle quali sono esposte al pubblico tutte le fasi
Chiaje, 1825) o i crostacei, ospitati in alcune di
del ciclo: adulti, polipi e ife.
queste. Tra le vasche di grandi dimensioni, ordi-
La sezione tropicale ospita una serie di vasche
nate seguendo la virtuale stratificazione marina,
che riproducono i principali ambienti marini tro-
man mano verso profondità maggiori, una delle
picali, tra le quali spicca, seppur con qualche
più apprezzabili è senza dubbio quella a ponte,
intruso, quella sul Mar Rosso, ben illuminata e
che ospita pesci trombetta (Macroramphosus
popolata anche con anemoni di grandi dimen-
Scolapax Linnaeus, 1758), pesci tamburo
sioni. Due splendidi esemplari di pesce napoleo-
(Capros aper Linnaeus, 1758) e corvine
ne (Cheilinus ondulatus – Ruppel, 1835) fanno
(Sciaena umbra Linnaeus, 1758), colonizzata sul
capolino dalle vasche dell’Oceano indiano e
fondo da una fitta presenza di esacoralli tra i
del Pacifico, insieme, tra le altre specie, a squa-
quali Parazohantus axinellae (Schmidt, 1852) e
li di Port Jackson (Heterodontus portusjacksoni
spugne che stanno progressivamente occupan-
Meyer, 1793) e grandi Pterois volitans (Linnaeus,
do
nell’ambito
1758). Tra le tematiche, fanno capolino diverse
Mediterraneo, la sezione meduse si presenta in
specie di pesci pagliaccio riproducibili in cattivi-
maniera molto interessante, con due specie
tà e quelle con le grandi murene verdi
che vengono riprodotte nei laboratori dell’ac-
(Gymnothorax funebris – Ranzani, 1839).
il
substrato.
Sempre
70
IL FUTURISMO NELL’ARCHITETTURA DELL’ACQUARIO DI CATTOLICA Il 20 Febbraio 1909 Tommaso Marinetti pubblica sul giornale “Le Figarò” il manifesto del movimento futurista. Alla base di questa corrente vi è la ricerca di nuovi stimoli per gli artisti italiani in contrapposizione alla staticità ottocentesca ed al rifiuto dell’arte puramente museale. La ricerca futurista si basa sull’esaltazione della meccanicizzazione, delle nuove tecnologie, delle macchine e della velocità. Solo dopo la prima guerra mondiale questa linea di pensiero si afferma anche in altri campi, compreso quello architettonico, vedendo il trionfo di materiali tra i quali il cemento armato, il ferro ed il vetro. In questo contesto culturale la Fondazione “Figli del Littorio” commissionò all’architetto-ingegnere romano Clemente Busiri Vici il progetto di una colonia marina da edificarsi a Cattolica. Il nucleo centrale del progetto redatto nel 1933, rigidamente simmetrico, prevedeva cinque edifici ispirati alla morfologia aereonavale (Figure 1 e 2), e venne realizzato in soli nove mesi. La colonia venne inaugurata il 28 Giugno 1934, alla presenza del capo del Governo, Benito Mussolini. La nascita del complesso ebbe larga eco sulla stampa italiana ed internazionale. All’interno del dibattito culturale ed architettonico dell’epoca tra “passatisti” e “modernisti”, cioè tra architetti che sostenevano modelli tardo-ottocenteschi ed altri che proclamavano la necessità di una nuova architettura adeguata ai tempi. È facile cogliere ne “Le Navi” il Futurismo italiano, inteso come una carica simbolica legata al mito modernista della “macchina” ed alla forte suggestione emotiva affidata tra l’altro all’utilizzo espressionista del cemento armato.
Nell’insieme la visita all’acquario si presenta
sarebbe auspicabile un intervento delle istituzio-
molto gradevole sia dal punto di vista della
ni, in quanto il complesso ospitante può essere
location che delle vasche: sicuramente una
considerato un vero esempio di arte architetto-
delle migliori realtà italiane, attenta non solo alla
nica moderna.
scelta delle specie ma anche ai problemi della loro conservazione in natura, grazie anche ad
L’autore ringrazia la Sig. Roberta Bagli dello staff
uno staff tecnico ed acquaristico specializzato.
dell’Acquario di Cattolica per le foto di pagina
Personalmente, ritengo che ormai la concezio-
66 e 67.
ne degli zoo e degli acquari come semplici esposizioni di tutto ciò che è insolito, esotico, a
Tra le tematiche, fanno capolino diverse specie di pesci pagliaccio riproducibili in cattività e quelle con le grandi murene verdi (Gymnothorax funebris – Ranzani, 1839)
volte “freak” sia ormai una concezione ottocentesca sorpassata che non ha ragione di esistere nel 2011 e sono il primo fautore dell’uso di queste strutture a fine conservazionistico, educativo/didattico e scientifico. Le vasche d’acqua dolce sono numericamente inferiori a quelle presenti nelle altre sezioni. Ciò potrebbe non soddisfare gli appassionati di questa tipologia d’acquario, ma sforzi per incrementare questa sezione sono già in atto. Basti pensare alle vasche dei caimani di Cuvier arricchite con specie ittiche provenienti dei medesimi biotopi naturali di questi rettili. Da un punto di vista estetico sarebbe necessario ristrutturare parte della struttura esterna (Le Navi). Per tale motivo
71
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
72
I LABORATORI DELL’A.A.A. Il rinnovato direttivo dell’Associazione Acquariofili Abruzzese ha dato avvio al proprio “nuovo corso” teso a ricompattare i soci intorno alle attività del club e a “conquistare” nuove adesioni. Il primo passo è stato quello dell’organizzazione in sede di riunioni-laboratorio con i soci, alle quali è invitato a partecipare anche chi non è iscritto. La prima riunione, in ottobre, è stata dedicata alla visione del film-reportage su NapoliAquatica, cui hanno partecipato in veste di visitatori il presidente Amedeo Pardi, il vice presidente Giuseppe Flacco e i soci Luciano Di Tizio, Giuseppe Nardini e Roberto Iezzi i quali hanno relazionato i soci sulle conferenze che si sono tenute durante l’evento. Nel mese di novembre il primo vero laboratorio, dedicato a: “L’Aquascaping la nuova filosofia dell’acquario di piante” da cosa si differenzia dal l’olandese? Esempi live di allestimento di un acquario di piante. Il vice presidente dell’A.A.A. Giuseppe Flacco, il più esperto nell’associazione in acquari di piante, ha allestito un acquario di circa 60 litri davanti ad una interessatissima platea di soci, illustrando le diverse diramazioni che questa filosofia importata dal Giappone ha portato nella pratica dell’aquascaping. In particolare si è cimentato in un allestimento in stile Iwagumi. Durante l’allestimento ha risposto alle varie domande che via via gli venivano poste, mentre alla fine ha tenuto una breve conferenza sulle varie problematiche che porta un acquario di piante, passando dalla chimica dell’acqua agli accessori tecnici atti ad un buon funzionamento di un plantacquario. Questo primo laboratorio ha ricevuto un unanime plauso da parte dei soci, i quali hanno chiesto di organizzarne un altro, allestendo in
Nelle foto: alcuni momenti dell’incontro-laboratorio tenuto da Giuseppe Flacco sull’aquascaping
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questo caso un acquario in stile olan dese, per capire in che cosa si differenzia dall’aquascaping detto anche acquario naturale. Flacco ha aderito con entusiasmo visto il successo della prima esperienza. L’evento di dicembre sarà dedicato a questo tema e ovviamente, con i tempi tecnici necessari per la pubblicazione su una rivista, ne riferiremo anche ai lettori di Aquariophylia. Amedeo Pardi (presidente A.A.A.)
A.M.B.I. ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA BETTOFILI ITALIANI Lettera aperta ai soci Oggetto: “Iscrizione anno 2012” Cari Soci e amici Bettofili, L’anno appena trascorso ha segnato per la nostra associazione un altro anno di straordinaria crescita. Anche quest’anno desideriamo rendervi partecipi del genuino lavoro svolto per la diffusione della bettofilia in Italia. Come associazione abbiamo concentrato le nostre forze sull’evento di NapoliAquatica 2011; lo straordinario successo avuto dal betta show organizzato nel contesto di questa eccellente manifestazione ci ha dato ragione. Le iniziative non si sono tuttavia fermate qui, diversi piccoli show e incontri divulgativi sono stati organizzati in diverse zone d’Italia, come Lamezia Terme, Reggio Calabria, Napoli, Lecce. Tutti eventi che hanno avuto uno risposta straordinaria di pubblico ed appassionati. Non vogliamo dimenticare i primi passi mossi dal neonato bollettino ad esclusiva gestione di AMBI “splendens” che ha visto la luce nel corso di quest’anno proponendosi come punto di riferimento di curiosi ed appassionati del Betta splendens. Oltre alle importazioni effettuate nel corso dell’anno per permettere a tutti gli appassionati di avere dei soggetti di grande valore genetico. Un evento che rimarrà nella mente di tutti i sostenitori di AMBI è stata la trasformazione dell’associazione da entità regionale in entità nazionale, evento da cui è scaturito il nome di questa associazione AMBI – Associazione Mediterranea Bettofili Italiani. Anche il forum dell’associazione ha visto nel corso di quest’anno una crescita esponenziale dei suoi partecipanti, che siamo certi continuerà nel tempo a motivo del genuino lavoro che si sta svolgendo. Le iniziative di AMBI però non si esauriscono qui, nel 2011 per il 2012 si è fatto anche tanto lavoro di preparazione, come l’acquisizione di strutture espositive leggere e versatili ottenute grazie all’apporto di alcuni sponsor. Le strette relazioni con importanti aziende acquariofile che hanno sostenuto e sosterranno le nostre manifestazioni. Nonché la collaborazione con diverse testate giornalistiche dedicate all’acquarofilia. Il successo avuto ci sprona a continuare a lavorare per dare lustro sia all’acquariofilia che alla bettofilia Italiana. Ognuno di voi può sostenere questo sforzo a vario titolo e modo. Il 2012 si è aperto con l’acquisizione di un dominio internet: www.ambi.it Ma certamente non finisce qui, ci sono in programma anche quest’anno delle esposizioni di sicuro interesse sia per i neofiti che per gli allevatori, altre iniziative sono in fase di elaborazione. L’obiettivo che anche quest’anno ci prefiggiamo è quello di aiutare tutti a conoscere, allevare e mantenere questo pesce, cercheremo ancora una volta di piantare il seme della passione di un’acquariofilia consapevole e costruttiva in tutti coloro che a vario titolo e livello si affacciano a questo mondo. Nell’anno appena trascorso ben 50 persone si sono unite a vario titolo a noi coinvolgendo diverse regioni d’Italia, tra cui la Calabria, la Sicilia, la Puglia, la Campania, Il Veneto, la Toscana, l’Emila. Quest’anno appena iniziato lavoreremo perché più persone di queste regioni e di altre regioni si uniscano a noi. Tu puoi fare la tua parte, confermandoci il tuo sostegno. Come associazione no-profit certamente sei consapevole che tutte le iniziative intraprese e gli sforzi compiuti sono stati posti in essere solo grazie al sostegno di tutti gli appassionati come te. Siamo certi che anche quest’anno tu sosterrai gli ambiziosi progetti della nostra associazione. Il tuo impegno potrà dare sicuro lustro all’acquariofilia e alla bettofilia Italiana. Desideriamo ringraziarti per aver ascoltato le nostre ragioni arrivando fino in
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fondo a questa lettera, sicuri che sosterrai questa iniziativa, desideriamo a nome di tutti gli associati di AMBI porgerti distinti saluti. Massimo Butera Presidente AMBI BETTA DAY IL 2011 ha visto nascere l’iniziativa denominata BETTA DAY in collaborazione con TETRA. L’obiettivo che ci si era prefissi nella programmazione di tale evento era la diffusione della bettofilia e la presentazione dell’associazione AMBI al grande pubblico. Se tali sono state le premesse che hanno dato alla luce l’evento denominato BETTA DAY , non si può oggi parlare che di successo di tale iniziativa. Sona state davvero centinaia le persone che hanno scoperto l’affascinante mondo del betta grazie a questi eventi, molte sono state anche le persone che a vario titolo si sono avvicinate a questa disciplina selettiva in occasione di queste iniziative unendosi al gruppo che da vita all’AMBI. I giovanissimi non solo hanno apprezzato l’affascinante mondo dedicato al betta , i suoi sfavillanti colori, le sue livree, ma sono stati felici di ricevere i tanti gadget messi a disposizione generosamente dal nostro sponsor TETRA. Alla luce di tale successo il 2012 non può non riproporre tali iniziative ancora una volta al grande pubblico. Tuttavia quest’anno ci saranno importanti novità. I BETTA DAY 2012 quest’anno si propongono, oltre agli stessi obiettivi dell’anno trascorso, quindi, diffusione della bettofilia e promozione dell’associazione, anche nuovi ambiziosi obiettivi di natura didattica. Quest’anno ci siamo prefissi di proporre una “bettofilia consapevole” ai negozianti, affinché possano acquisire le nozioni necessarie e gli strumenti adatti per una gestione ottimale del betta, nella fase che accompagna quest’ultimo nel lungo viaggio che lo porta dall’allevamento dove è nato, fino alla vasca degli appassionati di tutt’Italia. Troppe volte abbiamo visto betta costipati in minuscoli bicchieri di plastica e agonizzanti, in attesa che qualcuno li acquistasse liberandoli da tale orribile supplizio. Pertanto con tale iniziativa, si intende promuovere una corretta gestione del betta all’interno dei petshop. Diverse iniziative saranno tese ad incentivare una gestione ottimale del betta. Oltre ad informazioni adeguate sul come mantenere un betta in maniera ottimale e dignitosa, i petshop che aderiranno al programma di mantenimento proposto da AMBI riceveranno una vetrofania che identificherà quello specifico petshop ed il suo gestore come un negozio raccomandato per la sua partecipazione attiva alla tutela e alla gestione ottimale del betta. Tutti i petshop che sosterranno tale iniziativa saranno inseriti in un elenco pubblicato sul sito di AMBI, nel quale saranno riportati i negozi di tutta Italia raccomandati dall’associazione. Tale elenco sarà pubblicato anche ad ogni uscita del bollettino dell’associazione “SPLENDENS”, inoltre saranno coinvolti di volta in volta in varie iniziative che sono in fase avanzata di programmazione e di cui vi parleremo inseguito. Non solo AMBI intende incentivare i negozianti che aderiranno a tale iniziativa, ma si preoccuperà anche di dissuadere con azioni forti e decise chi si ostina mantenere i betta in condizioni precarie di vita, ma di questo vi parleremo più avanti. Tuttavia è chiaro alla luce di quanto detto che i BETTADAY 2012 vanno ben oltre a quanto già fatto nel 2011. Siete tutti invitati a tali eventi, dove i sostenitori di AMBI vi guideranno in un viaggio avventuroso ed entusiasmante, benvenuti nei BETTADAY 2012 !!
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DISCUS CLUB 2.0 Reduci da un evento così importante quale l'International AquaFair di Napoli, che quest'anno ci ha visti partecipi con uno spazio espositivo tutto nostro, finalmente torniamo a casa, dove, a parte le nostre vasche, cerchiamo di dedicarci alle letture dei vostri preziosi interventi, e alla stesura degli articoli, che, sia la redazione del Discus Club 2.0, sia i Top del nostro hobby offrono, a menti avide di sapere. È sempre con un certo orgoglio che compiliamo la newsletter quando si tratta di risarcirvi per il disturbo con delle letture interessanti che meritano. IL MESE DI OTTOBRE: • Breve storia dell’Hemigrammus bleheri, Gery & Mahnert, 1987 - a cura di Heiko Bleher • Poecilia wingei: l’Endler, foto di Salvo Franchina, scheda di Antonio Ciani. Bellissime macro che faranno brillare gli occhi a chi un Endler non lo ha visto mai da così vicino • Scheda Verde- Limnobium laevigatum • NaQ 2011- lo stand Discus Club.net 2.0 • Ciao Patriz - di Francesco Denitto. Un omaggio del Dott. Denitto ad un caro amico, Patriz Hilsenbeck, che ci ha lasciati prematuramente • La foto del mese di ottobre, a cura di Maurizio Bassi. Se quest'anno riusciremo a completare il calendario 2012, la foto più bella sarà premiata con il Volume due del Bleher's Discus. Partecipa, mettendo foto che ritieni belle... non perderemo molto tempo a contattarti. Questo è “abbastanza” per poter avere la tua attenzione... altrimenti perdonaci, se è stato per te un motivo di scocciatura. Ci risentiamo prima di Natale. Buona lettura… e se non ti va di leggere, c’è anche molto da vedere!! Non dimenticare che abbiamo un grande dovere morale: (ri)lanciare l'hobby più bello del mondo. Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook! Ti auguriamo un sereno novembre 2012!! Lo staff DiscusClub 2.0
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G.A.S. GRUPPO ACQUARIOFILO SALENTINO Nuova Sede per il G.A.S. Con il rientro dalle lunghe vacanze estive (complice il bel tempo che ci ha accompagnati per tutto il mese di settembre e parte di ottobre) il nuovo direttivo eletto lo scorso 3 Luglio si è rimesso all’opera per risolvere un problema di non poco conto: l’individuazione di una nuova sede dove potersi riunire periodicamente. Il neo-Presidente Carmelo De Giorgi ha ben presto segnalato al direttivo la possibilità di condividere una sala riunioni già utilizzata da altre associazioni del territorio. Presa visione del nuovo luogo, i soci del Gruppo Acquariofilo Salentino presenti all’incontro svoltosi lo scorso 22 Settembre, hanno condiviso la proposta del Presidente. D’ora innanzi, dunque, le attività periodiche del G.A.S. (riunioni, conferenze, assemblee, ecc.) si svolgeranno presso la sala riunioni sita in via Adige 26/a (Quartiere Santa Rosa) di Lecce. Salento Acquari ed eventuali altre manifestazioni che verranno organizzate dall’associazione salentina, si svolgeranno invece in altre strutture della città più idonee ad accogliere il numeroso pubblico che da anni segue le iniziative del G.A.S. Email: info@gas-online.org Sito ufficiale: www.gas-online.org Blog: http://blog.libero.it/salentoacquari Facebook: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002530294054
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ASSOCIAZIONE HOBBY DISCUS Questo è l’ultimo numero dell’iniziativa curata dall’associazione Hobby Discus. Si tratta di un vero e proprio vademecum per principianti ed hobbisti esperti, utile per rammentare concetti fondamentali sull’allevamento dei discus. Li abbiamo offerti nei numeri precedenti, intercalati con notizie dall’associazione stessa, per tenervi informati sul fronte “re dell’acquario”. Per contatti diretti, iscrizioni e per partecipare al forum potrete accedere al sito web: www.HobbyDiscus.com Acquariofilia e allevamento DISCUS: le F.A.Q. di Hobby Discus Vorresti avere un acquario, magari con dei discus? Oppure gradiresti approfondire alcune cognizioni di acquariologia? Ecco un veloce ma utilissimo vademecum in formato F.A.Q. (Frequently Asked Questions) che il Team di HOBBYDISCUS.COM ha preparato per tutti gli appassionati e che verrà integrato di volta in volta su indicazione dei lettori. Per tutti: dai neofiti ai più esperti! Questo mese vi proponiamo…
Cura dei pesci, malattie e farmacologia
Quanto e cosa devono mangiare i pesci? L’alimentazione deve essere la più varia possibile: principalmente granulare di ottima qualità, liofilizzato, pastone e ogni tanto vivo (artemia, enchitrei, dafnie). Devono mangiare più volte al giorno (anche 3 – 4 volte) ma in maniera tale che il cibo somministrato venga consumato nel giro di qualche minuto. L’ideale sarebbero numerose somministrazioni in piccole quantità. Come mi accorgo se i pesci stanno male? In primis dall’inscurimento della livrea, ad eccezione di qualche varietà come i pigeon, poi dal comportamento: non mangiano, si nascondono, possono “boccheggiare”, sfregarsi sugli arredi, nuotare a scatti, “scuotersi”, non mantenere l’assetto normale del nuoto. Che devo fare se i pesci... hanno i puntini bianchi? Aumentare lentamente di un paio di gradi la temperatura. Vedi articolo HOBBYDISCUS.COM “Malattie e cura dei discus: i batteri”. Che devo fare se i pesci... non mangiano? Verificare i valori dell’acqua e se vengono attaccati da altri discus (territorialità). Aumentare lentamente di un paio di gradi la temperatura. Vedi articolo HOBBYDISCUS.COM “Avvelenamenti in acquario: cause e soluzioni” Che devo fare se i pesci... si nascondono ? Verificare se vengono attaccati da altri discus (territorialità). Che devo fare se i pesci... hanno le pinne sfrangiate? Verificare i valori dell’acqua e se vengono attaccati da altri discus (territorialità). Vedi articolo HOBBYDISCUS.COM “Malattie e cura dei discus: i batteri”. Che devo fare se i pesci... respirano affannosamente e/o boccheggiano in superficie? Controllare i valori dell’acqua, azionare una porosa, verificare se la pompa del filtro è funzionante. Vedi Articoli HOBBYDISCUS.COM "Avvelenamenti in acquario: cause e soluzioni"; "Malattie e cura dei discus: flagellati e vermi intestinali"; “Cura dei parassiti delle branchie, pelle ed intestino”. Che devo fare se i pesci... diventano scuri e si appoggiano su un lato? Verificare i valori dell’acqua. Vedi articoli HOBBYDISCUS.COM: “Malattie e cura dei discus: i batteri”; “Avvelenamenti in acquario: cause e soluzioni”; "Malattie e cura dei discus: flagellati e vermi intestinali”; “Cura dei parassiti delle branchie, pelle ed intestino”. Che devo fare se i pesci... presentano dei buchi o lacerazioni sulla pelle? Verificare i valori dell’acqua. Vedi articoli HOBBYDISCUS.COM: "Malattie e cura dei discus: flagellati e vermi intestinali"; “Cura dei parassiti delle branchie, pelle ed intestino”. Un produzione Hobby Discus - Italy Discus Club in www.hobbydiscus.com A cura di Francesco D'Agostino e Giuseppe Liberti. Con la collaborazione di Claudio Visalli ed Ernesto Lamensa. All rights reserved – tutti i diritti riservati.
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ASSOCIAZIONE MAREVIVO
DEPURAZIONE GOLFO DI NAPOLI: MAREVIVO INCONTRA IL PRESIDENTE ANTONIO D’ALI’ Cosa succederà al Sarno dopo il 31 dicembre, giorno della scadenza del Commissariamento? 27 ottobre 2011 – La gestione ed il futuro del Sarno, dopo la scadenza del commissariamento, è uno degli interrogativi posti al presidente della Commissione Ambiente del Senato, Antonio D’Alì. Continua così l’impegno di Marevivo per il Golfo di Napoli: a Capri, dopo la tre giorni “Sole vento e mare – energie rinnovabili e paesaggio”, l’associazione ambientalista, attraverso il proprio comitato tecnico scientifico coordinato dall’ingegnere Gualtiero Parisio, ha illustrato al sen. Antonio D’Alì, Presidente della Commissione Ambiente del Senato della Repubblica, un complesso e delicato rapporto sullo stato drammatico della depurazione del Golfo. I temi affrontati durante l’incontro, svoltosi presso la sala consiliare del Comune di Capri, alla presenza del sindaco Ciro Lembo, del consigliere comunale Alessandro Esposito e dell’assessore all'ambiente di Anacapri, Massimo Coppola, sono stati: la depurazione del Golfo di Napoli nel suo complesso, il bacino fiume Sarno con riferimento al grado di attuazione del programma di disinquinamento al momento delle dimissioni del generale Jucci da Commissario di Governo, l’impianto di depurazione Napoli Est ed, infine, il disinquinamento del Porto di Napoli. Al termine della riunione, il Senatore D’Alì si è espresso a favore - dato il mancato raggiungimento degli obiettivi – del prolungamento per altri 2 anni del commissariamento per il fiume Sarno, la cui scadenza è prevista per il prossimo dicembre, ma con un preciso cronoprogramma ed affiancato da un organo di controllo a cadenza trimestrale, che preveda la partecipazione attiva di associazioni in rappresentanza dei cittadini. Ha inoltre auspicato che il lavoro del commissario si svolga in stretta sinergia con chi gestirà, al termine dell’emergenza, la depurazione delle acque del Sarno, in modo da non avere, quando avverrà il passaggio di competenze, una mancanza di conoscenza su un tema così complesso. Il senatore D’Alì ha promesso nuove audizioni presso la 13esima Commissione, che ha già aperto un’istruttoria sull’inquinamento del Sarno e che verrà aggiornata alla luce del rapporto consegnato dai rappresentanti di Marevivo. L’obiettivo è giungere velocemente ad un quadro completo che dia la possibilità di agire urgentemente alla soluzione degli annosi problemi. L’incontro - ennesima tappa del percorso di Marevivo, in qualità di portavoce di un Coordinamento di sindaci, esperti, ricercatori ed imprenditori per il recupero del mare partenopeo – rappresenta la speranza per la ripresa di un interesse politico sulla drammatica situazione in cui versa il Golfo di Napoli, dopo la battuta d’arresto con le istituzioni territoriali. A giugno Marevivo, grazie agli studenti del liceo artistico di Sorrento, ha realizzato e presentato ai media e al sindaco Luigi De Magistris il plastico tridimensionale “IIl Golfo di Napoli nella morsa degli scarichi kil ler” che riproduce lo stato della depurazione e degli scarichi del Golfo (dai Regi Lagni a Punta Campanella, comprese le isole di Ischia, Capri e Procida) e che, in questi mesi, è diventato “plastico itinerante” proprio per mettere sotto gli occhi di tutti i cittadini la drammatica situazione del mare di Napoli e renderli partecipi del suo risanamento. Ufficio Stampa Marevivo 063202949 – 3381090669 www.marevivo.it
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AMBIENTE RISORSA DEL PAESE Roma, 16 novembre 2011 – Competente, di pluriennale esperienza anche in campo internazionale e che ben conosce le problematiche ambientali del Paese: Marevivo esprime il proprio apprezzamento per la nomina di Corrado Clini a Ministro dell’Ambiente, dicastero nel quale ha sempre dimostrato una particolare attenzione alle questioni dello sviluppo sostenibile. L’associazione ci tiene a sottolineare che, in un momento in cui l’attenzione di tutti è focalizzata sulla crisi economica in atto, le problematiche ambientali rappresentano le vere sfide strategiche del XXI secolo, ed è necessario che economisti, ecologi, politici concorrano a creare una visione di sviluppo sostenibile in cui la tutela dell’ambiente sia strettamente correlata alla cre scita economica. “Il nuovo ministro potrà, senza dubbio, contribuire al superamento di questa delicata fase economica del Paese. Desideriamo formulare i migliori auguri di buon lavoro dichiara la presidente nazionale di Marevivo Rosalba Giugni – e auspicando una particolare attenzione ai problemi del mare, guarderemo con attenzione alle scelte future del ministero, così come quelle dell’intero governo Monti”. L’intero Consiglio Provinciale dà il benvenuto e augura buon lavoro al dott. Antonino Minicuci nuovo Segretario e Direttore Generale della Provincia di Reggio Calabria”. A dichiararlo é il Presidente del Consiglio Antonio Eroi. ”Sono certo – prosegue Eroi – che l’arrivo del nuovo Direttore Generale, grazie alla sua comprovata esperienza ed elevata preparazione, rappresenterà un nuovo stimolo a fare sempre meglio, non solo per tutta la dirigenza dell’Ente e per l’esecutivo ma anche per l’Ufficio di Presidenza del Consiglio divenendo sin da subito un costante punto di riferimento grazie al quale la performance legata ai futuri lavori del Consiglio e l’efficacia della nostra azione sarà resa ancora più efficace e produttiva nell’interesse di tutti”. “La fiducia che riponiamo nel nuovo Direttore Generale - conclude Eroi – é la stessa che gli é stata accordata dal Presidente Raffa, siamo certi che verrà presto ampiamente ripagata. Da quando ci siamo insediati stiamo lavorando all’unisono con il Presidente Raffa, con la Giunta e, ora cominceremo a farlo anche con il nuovo Direttore Generale per costruire un Ente Provincia capace di dare risposte, di interpretare il proprio ruolo di regia e coordinamento territoriale e, soprattutto, di essere un valido interlocutore, serio e credibile, di fronte ai crescenti bisogni ed alle continue istanze che provengono dalla società civile”. Il sindaco di Catanzaro, on. Michele Traversa, ha espresso grande compiacimento per la nomina di Nitto Palma a ministro della Giustizia: “Esprimo il mio sincero augurio di buon lavoro al nuovo guardasigilli Nitto Palma. Una personalità di grande prestigio, che ha dimostrato da magistrato, da politico e da uomo di governo, di sapere mettere le proprie capacità e competenze al servizio delle istituzioni. Sono certo che con Nitto Palma alla guida del ministero di via Arenula, concluderemo con successo il lavoro già avviato con il suo predecessore Angelino Alfano per portare nella città di Catanzaro la Scuola di Magistratura
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Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
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EcoAcquario PLUS un progetto dell’associazione EcoAcquario a cura dei Soci dell’Associazione LA REALIZZAZIONE Questo progetto nasce dall’idea di Alessandro Palomba e Francesco De Rosa di realizzare un espositore modulare e facilmente trasportabile e poter mostrare diversi biotopi mediterranei utilizzando un’unica vasca tecnica, un unico capace schiumatolo e refrigeratore. Il desiderio di poter avere con poca spesa e forte impatto visivo una serie di vasche, in grado ospitare diversi ambienti, con organismi Progetto della vasca espositiva, visione dall’alto in 3D
Progetto della vasca espositiva, visione laterale in 3D 82
Schema delle parti utilizzate per la realizzazione della base
budget a disposizione, con i disegni e l’acquisto dei materiali necessari. Il sostegno è stato realizzato usando due tavole 200 x 160 cm di multistrato di pioppo da 20 mm. Sono stati tagliati 4 pezzi da 100 x 40 cm e 4 pezzi da 100 x 38 cm per realizzare i 4 sostegni, composti da due tavole incollate ad angolo retto, avvitate alla base ad una tavola tagliata a croce e sormontate da una seconda tavola a croce. Per rinforzo sono state messe delle mensole-tiranti da 36 x 30 cm.
che non potrebbero condividere lo spazio ristretto di una vasca anche se di grande volume ed allo stesso tempo avere un espositore visibile a 360° e di altezza tale da non costringere i visitatori a chinarsi per osservare gli organismi, ci ha convinti della scelta. Siamo quindi partiti con la fase progettuale chiedendo ad Andrea Fracasso di realizzare una serie di 3D per avere un idea di fattibilità. Una volta decise le misure abbiamo iniziato, con l’esiguo Vasca tecnica. È visibile il foro che permette il passaggio dei collegamenti elettrici ed idraulici
La base montata
Il tutto è stato verniciato di nero e i profili superiori sono stati rivestiti con legno di pero. Il tempo disponibile è stato poco ed il risultato della verniciatura nera è stato pessimo. Avremo tempo di rifinire meglio e verniciare in bianco la struttura per una prossima esposizione. Per le vasche, da 40 x 40 x 50 (h), abbiamo usato del float chiaro da 6 mm tagliando 8 lastre da 40 x 50 cm, 8 lastre da 38,5 x 50 cm per i verticali e 4 lastre 40 x 40 per i fondi. Su 4 delle lastre da 40 x 50 cm sono stati realizza83
l’occasione il prototipo del nuovissimo motopompa LGs850. Per il raffreddamento ci siamo affidati a un eccellente TR20, gentilmente concesso dalla Teco Srl e che ci ha permesso di mantenere le temperature desiderate sul volume di 280 litri del complesso sistema. LA PRIMA ESPOSIZIONE A NAPOLIAQUATICA Invitati a condividere lo stand della rivista Aquariophylia.it, abbiamo avuto l’opportunità di mettere subito in mostra il nostro nuovo progetto. Le premesse meteorologiche non erano delle migliori e siamo stati costretti a bagnare le vasche ed i nostri preziosi organiL’acquario, finalmente completo
Lo schiumatoio, prototipo del nuovissimo monopompa LGs850 della LGMaquari
ti i fori di carico e scarico, rispettivamente di 52 e 32 mm. Per la vasca tecnica, da 40 x 40 x 40 (h), abbiamo usato del float da 5 mm. Per permettere il passaggio dei collegamenti elettrici ed idraulici abbiamo praticato, in un angolo del fondo, un foro da 60 mm di diametro, isolato dalla vasca per mezzo di due lastre da 40 x 10 cm. Le plafoniere del coperchio sono state realizzate usando 40 x 40 cm di float (4 mm) e delle lastre di policarbonato, incastrando il tutto in una cornice di legno di pero. Per l’illuminazione sono state usate 8 lampade PL da 13 watt con relativi alimentatori elettronici. Per la schiumazione ci siamo affidati al miglior produttore di schiumatoi disponibile a nostro avviso: la LGMaquari, che ci ha fornito per 84
Finalmente ecco I visitatori!
smi con acqua di mare prelevata dopo 24 ore di pioggia pesante ed un forte scirocco che rendeva il mare mosso e sporco. Eravamo avvantaggiati dal fatto di avere in dotazione questo grande nuovo schiumatoio, che nei primi minuti di funzionamento ha svuotato nel suo bicchiere 4 litri di concentrato denso e puzzolente rendendo subito l’acqua pulita e capace di mantenere le nostre preziose rocce. Quindi il 20 settembre, con gli amici Andrea Fiorentino, Francesco De Rosa, Vincenzo Pennone ed Alessandro Palomba, abbiamo iniziato l’allestimento. Mentre Sandro procedeva verso l’esposizione con la macchina carica dei moduli e bidoni di rocce e sabbia, Andrea e Francesco andavano a prelevare la preziosa acqua, constatandone la non proprio incoraggiante limpidezza!!! Ma non si poteva tornare indietro e dopo le analisi di rito, che per lo meno hanno dimostrato trattarsi di fango e materiale organico in sospensione, arrivavano anche loro al sito
espositivo. Incredibile veder lavorare i soci che, come un affiatato vecchio gruppo di lavoro, hanno saputo dividersi i compiti riuscendo in poche ore a dare vita all’espositore, mettendo subito in luce i diversi preziosi tesori, da essi stessi recuperati. Dopo aver constatato che tutto funzionasse alla perfezione e che l’acqua fosse idonea ad ospitare i nostri pinnuti, dopo averli ben acclimatati li abbiamo visti nuotare felicemente in attesa dei numerosi visitatori. Nel frattempo il tocco di classe di Rosaria Russo ha fatto in modo che tutte le didascalie ed adesivi andassero al loro posto. A fine esposizione abbiamo insacchettato gli organismi, impacchettato il materiale ed immagazzinato una grande nuova esperienza con EcoAcquario. Stanchissimi ma soddisfatti, nel viaggio di ritorno a casa abbiamo avuto modo di discutere per una prossima esposizione dove proporremo qualcosa di più, avendone già delineato un’idea al grande artefice di NaQ. 85
VIRUS DEGLI ANFIBI Limnodynastes terraereginae e Liotoria latopalmata, due anfibi anuri australiani, sono stati utilizzati per lo studio di un ibridovirus Bohle (BIV), recentemente isolato. Questo virus è in grado di produrre mortalità entro 14-26 giorni dall’inoculo. I sintomi della malattia sono identici nelle larve e negli adulti e possono essere riassunti in necrosi polmonari, epatiche e spleniche, oltre a picnosi degli eritrociti. Gli stessi virus sono stati identificati in passato in Limnodynastes ornatus, Bufo marinus ed altri anfibi. L’infezione può essere prodotta anche dal contatto con cibo contaminato e si diffonde rapidamente per contatto. Il virus, inoltre, può essere patogeno anche per i pesci, producendo mortalità del 100% con sintomi simili (necrosi diffuse del tessuto ematopoietico, della milza e di altri organi interni).
curiosità e notizie in breve... ACIDI UMICI E CROSTACEI Attraverso esperimenti in natura, in aree circoscritte, è stato studiato l’effetto di sostanze umiche di origine naturale su vari organismi animali e vegetali nell’area dello Skagerrak (Svezia occidentale). Il numero e la produzione di batteri, nonché il numero di protozoi ciliati, erano significativamente maggiori nelle aree trattate rispetto a quanto osservato in assenza di acidi umici. Lo stesso accadeva per altri protozoi e per organismi del fitoplancton. Al contrario, il numero di copepodi e di loro nauplii si mostrava ridotto nelle aree con acidi umici. Sembra quindi che gli acidi umici siano in grado si abbattere la produzione di crostacei copepodi e di accrescere la produzione di batteri e protozoi, a causa della accresciuta disponibilità di nutrienti in soluzione, costituiti in questo caso da acidi organici, che possono rappresentare una fonte di azoto accessoria. RISERVE DI FOSFORO E SISTEMI FILTRANTI Sono stati caratterizzati mediante diffrazione ai raggi X alcuni ossidi di ferro presenti in quattro sedimenti in ambienti diversi nel Mar del Nord e sono stati ottenuti elevati coefficienti di assorbimento per i fosfati, dimostrando che questi composti trasportano nei sedimenti discrete quantità di fosfati. In alcuni siti i fosfati venivano poi mineralizzati nei sedimenti. Sembra accertato che questi materiali rappresentino una “riserva” di fosforo in sedimenti ai margini della piattaforma continentale. Si può ritenere che questo tipo di materiali possa avere un interesse nello sviluppo di nuovi sistemi filtranti. 86
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deionizzatori
Info: http://www.acquaefiltri.com
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Aqua1 Impianto 75X: l’ingrediente segreto è l’acqua 88
uante volte abbiamo incontrato amici che praticano da poco questo hobby, che si lamentavano delle alghe brune fin fuori la porta di casa, della mortalità da ecatombe, dell’eccessiva durezza dell’acqua e di ogni altro parametro dell’acquario fuori norma? Iniziano, al solito, le domande di rito sulla conduzione dell’acquario, sui cambi d’acqua, sul filtraggio, sulla densità di popolazione. Ci si arrovella per un paio di ore, salvo poi scoprire che il nostro “caro” amico utilizza acqua di rubinetto, spesso nemmeno trattata o decantata. Utile a questo fine è consigliare l’acquisto di un impianto di osmosi che possa risolvere la maggior parte dei suddetti problemi. La nostra attenzione, a questo riguardo, è focalizzata su un impianto Aqua1, azienda torinese specializzata in impianti professionali e hobbistici. L’impianto 75X da noi testato comprende un bicchiere trasparente da 10 pollici, con cartuccia sedimenti in polipropilene da 5 µm, un bicchiere bianco da 10 pollici con cartuccia di carbone pressato, membrana da osmosi Filmtech con Vessel portamembrana, riduttore di flusso esterno, raccordi rapidi, raccordo alla rete idrica, chiave di serraggio per i bicchieri, tre tubi da osmosi lunghi 1 metro ciascuno (in verità i nostri son ben più lunghi!), staffa di metallo e clips. Lo abbiamo scelto per vari motivi: i bicchieri rendono completamente personalizzabile la scelta dei materiali filtranti, hanno una maggiore capienza rispetto alle normali cartucce in linea, permettono di determinare lo stato del materiale all’interno (resine a viraggio e filtri a sedimenti) e di sostituirli quando necessario. La membrana in poliammide TFC (Thin Film Composite Membrane) dell’americana Filmtech assicura un’elevata qualità dell’acqua con una buona produzione giornaliera (300 litri). Questa produzione ovviamente è calcolata in presenza di parametri ideali (basso TDS, Temperatura di 25 °C e pressione di circa 4 bar). Abbiamo utilizzato questo impianto sulla linea d’acqua potabile di Napoli, particolarmente ricca di metalli di transizione e con una durezza di 17 °dKH. Ben consapevoli della quantità di particolato metallico presente nelle condotte abbiamo contattato, travestiti da comuni appassionati, la società Aqua1 per chiedere alcune aggiunte. Dobbiamo ammetterlo… Aqua1 ci ha stupiti per la disponibilità dell’assistenza: abbiamo apportato modifiche notevoli all’impianto, aggiunto un bicchiere trasparente con un prefiltro a 10 µm, richiesto un misuratore TDS e un bicchiere aggiuntivo per il filtraggio
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Impianto facilmente personalizzabile a piacimento. Qualità della membrana e dei bicchieri eccellente. Grande versatilità, robustezza e praticità. Massima comunicazione del produttore
non esistono rivenditori di zona per il post-vendita. Raccordi di alta qualità, ma non sono JG
post-osmosi con resine (ci è stato fatto omaggio, peraltro, del porta-resine in plastica). Il tutto ad un prezzo estremamente conveniente. L’impianto, in esercizio (4 bar), non mostra alcuna perdita, nonostante i raccordi non siano gli osannati John Guest. Alla configurazione da noi scelta si può aggiungere il lavaggio automatico della membrana e un serbatoio di raccolta, entrambi acquistabili presso lo shop on-line dell’azienda. In conclusione si tratta di un impianto professionale alla portata di tutti, in grado di fornire enormi quantità di acqua pura ad un costo veramente conveniente, con la certezza che l’azienda madre ci saprà soddisfare persino in caso di richieste atipiche. Oramai non abbiamo più scuse per non realizzare un acquario cristallino, proprio come quelli dei grandi esperti. A cura di Mirko Mutalipassi
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Info: http://www.ferplast.com/scheda_prodotto_ita.php/id_menu=050802/frm_pagina=
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA illuminazione
Ferplast Arclight led: idea luminosa, brillanti emozioni
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e nuove tecnologie stanno espandendosi rapidamente nel campo degli acquari e, finalmente, diventano alla portata di tutti. Abbiamo notato nei centri specializzati la presenza di un nuovo illuminatore led che ha caratteristiche molto interessanti. Già a prima vista si nota una certa eleganza costruttiva: linee pulite, profilo piatto e compatto, solido e maneggevole. Si tratta di un gruppetto da 6 watt, adeguato naturalmente a vasche di dimensioni contenute. Viene fornito, infatti, di corredo con il Cayman 40 open e probabilmente l’idea iniziale del costruttore era quella di limitarne l’uso a quella vasca. Essendo andato letteralmente a ruba (a detta dei negozianti specializzati) ci pare di capire che oggi venga distribuito anche come accessorio indipendente. Il funzionamento può essere spiegato in due righe e questo è il suo pregio principale! Nella base, che contiene la grossa e maneggevole manopola di regolazione, è presente anche il perno di aggancio alla vasca. Lo spessore disponibile è generoso, tra 4 e 12 mm di spessore del vetro. Adatto a qualsiasi vasca! Si spinge sul vetro e si ruota rapidamente il perno. In due secondi è perfettamente fissato. Si regola facilmente la posizione, orientando la testa mediante la base snodabile. Anche questo è fatto! Si collega il cavo alla spina-alimentatore e si ruota la manopola. Si accende immediatamente e la luminosità può essere regolata facilmente ruotando la manopola, da pochissimi lux sino alla massima potenza, sufficiente per illuminare un piccolo acquario (vedi foto). Utilizzarlo è una gioia! Si riesce immediatamente a creare l’effetto di luce desiderato e si comincia ad immaginare improbabili trimmer automatici per la riproduzione di albe e tramonti… Troppa grazia, non c’è dubbio. Lo strumento non è pensato per le esigenze di sofisti e tecnocrati, ma per dare risposta immediata, semplice, solida, alle necessità dell’acquariofilo comune. …E lo fa bene, con gusto e sobrietà. Di fatto, spegnendo le luci ogni sera, produrremo un rapido effetto tramonto, quando ruotiamo la manopola in senso orario mentre i nostri beneamati ci danno la buonanotte! Accendendo le luci, ogni mattina, produrremo di pari una celere alba. Passiamo alle caratteristiche. Innanzitutto è interessante notare che la lampada lavora a basso voltaggio (7,6 volts) per cui è assolutamente sicura anche per un pubblico non adulto… anche per l’acquario del piccolo di casa. Ovviamente dovremo tenere la spina-alimentatore lontana dall’acquario ed in luogo asciutto, ma in questo ci aiuterà il generoso cavo di alimentazione. La lampada contiene 28 led ad elevata efficienza, per un consumo totale (massima potenza) di 6 watt. Il rapporto lux/watt è molto elevato, come risulta dalle nostre misure di potenza luminosa (472 lux, alla massima potenza), e la lampada appare quindi anche molto conveniente. L’esame dello spettro conduce a risultati meno entu-
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solido con stile, pratico, economico, efficiente, sicuro anche per i più piccoli, facile utilizzo
adatto solo a piccoli acquari. La temperatura di colore è adeguata ad acquari con vegetazione limitata
siasmanti, essendo la luce bianca e molto fredda, anzi, con una leggera dominanza bluastra. Di fatto, è perfetta per illuminare un piccolo acquario, ma non sarà certo in grado di produrre un “olandese”. Dunque, se intendete coltivare vasche con ricchissima vegetazione rivolgete la vostra attenzione ad altri sistemi di illuminazione, ma se lo scopo è quello di illuminare perfettamente un piccolo acquario con alcune piante, pesci ed eventualmente invertebrati, questa soluzione vi farà letteralmente impazzire di gioia grazie al suo stile, alla semplicità d’uso, alle caratteristiche costruttive. È eccellente per una piccola vasca da pesci rossi, per la tartartughiera, per l’acquario tropicale dei bambini o per quello delle Caridina. Non ultimo il prezzo: assolutamente accessibile, ed impensabile per un accessorio di questo tipo, sino a pochissimi mesi fa. L’illuminazione Led è oramai alla portata di tutti: conviene cogliere l’occasione per installare questo piccolo sole su piccoli acquari, acquaterrari e… culle!
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pesci tropicali
Info: http://www.fishbase.org/
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Melanotaenia: variegati arcobaleni ed allegri guizzi di colore 92
“pesci Arcobaleno” non sono soltanto belli e colorati ma costituiscono un indicatore cromatico del loro stato di salute e dell’umore. Sono davvero belli quando presentano colori sgargianti e una forma perfetta. La maggior parte delle specie si può ammirare in tutta la sua bellezza a partire dal terzo anno di vita. L’aspetto dei pesci arcobaleno tuttavia , dipende pure da molti altri fattori. Molti vengono tenuti in considerazione, uno invece viene trascurato: l’ora del giorno! Di pomeriggio o di sera questi pesci solitamente sono una brutta copia di quello che erano la mattina, quando l’acquario è colpito dalla prima luce, specie se si tratta di luce solare. Allora insieme alla loro voglia di deporre si “svegliano” anche il loro temperamento e la loro bellezza cromatica. In questo contesto si noterà che in diverse specie compaiono degli elementi cromatici altrimenti non presenti. Stupendo poi l’aspetto di diverse specie in livrea notturna, in parole povere una colorazione solitamente più scura, ma non priva di tonalità vivaci. Spesso nella livrea notturna i contrasti sono particolarmente efficaci. Melanotaenia lacustris è un bellissimo esempio per questo tipo di trasformazione, perché di notte il dorso blu-nero risalta più nettamente rispetto alla zona ventrale argentata. Le difficoltà di allevamento, riscontrate nei primi anni dalla loro scoperta nei laghi delle isole della Papua-Nuova Guinea e Australia, sono, negli anni, via via diminuite considerato il fatto che le Melanotaenia oggi in commercio provengono da allevamenti. Il pesce arcobaleno ha origine da laghi di montagna, gradisce acqua limpida ed a temperatura non molto elevata necessita quindi di regolari cambi d’acqua e temperature attorno ai 22-24 °, le uova vengono deposte in ciuffi di muschio ma spesso anche sopra o vicino all’acqua e, se non adeguatamente protette sono oggetto di preda. Per quanto concerne l’ibridazione, il rischio di riproduzioni miste indesiderate non è tanto grande come si crede! Questi pesci innanzitutto si legano a partner conspecifici, solo quando questi mancano si accoppiano con individui di altre specie. In conclusione, un acquario allestito con specie di pesci arcobaleno e piante, tra cui la Vescicularia dubiana per agevolare la deposizio-
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facile gestione e non molto impegnativa
prezzo non proprio popolare – se venduti al pubblico colorati devono essere mantenuti in serra per almeno un anno
ne delle uova, gestito semplicemente con regolari cambi d’acqua e tenendo sotto controllo la temperatura, risulterà un bellissimo insieme di colori e forme gradevole da vedere e facile da gestire. Alcune specie: - Melanotaenia Boesemani di colore rosso arancio particolarmente intenso nei maschi - Melanotaenia Preacox azzurra con tutte le pinne orlate di rosso (rimangono più piccoli delle altre speci e sono adatti anche ad acquari medio/piccoli) - Glossolepis incisus, di colore rosso corallo molto intenso A cura di Paola Pierucci – Valverde Aquarium S.R.L. – e-mail valverde.aquarium@libero.it 93
Info: http://www.oceannutrition.eu/uploadfiles/FILE_E7D8DED4-DB5D-4059-B5D2-17559469A6AA.PDF
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA alimenti
Ocean Nutrition Prime Reef Flakes:
dolci carezze per pesci schizzinosi
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labridi, in inglese Wrasses, sono un famiglia di pesci estremamente numerosa e diversificata. Molte specie possiedono tutte le caratteristiche per essere degli ottimi pesci d’acquario: robuste, coloratissime, sempre in movimento nonché generalmente non eccessivamente grandi o aggressive. Molte specie sono reef-safe essendo principalmente dei predatori di piccoli invertebrati (minuscoli crostacei, anellidi, platelminti) e non infastidendo nè i coralli, nè gli altri ospiti dell’acquario. Alcune specie sono molto diffuse nei negozi di acquariofilia , altre piuttosto rare. Uno dei limiti alla diffusione è legato alla difficoltà di alimentazione: alcune specie non sempre accettano di buon grado mangimi secchi o liofilizzati obbligandoci all’utilizzo di mangimi surgelati spesso molto inquinanti. A questo proposito i Macropharyngodon sono un genere tra i più schizzinosi. In uno dei miei ennesimi tentativi di alimentazione secca del mio Macropharyngodon ornatus acquistai il Prime Reef Flakes, un prodotto della Ocean Nutrition destinato all’alimentazione di pesci “difficili. Il Prime Reef Flakes contiene una lunga miscela di ingredienti che vanno da crostacei (varie specie di Euphasia e artemie), a molluschi di vario genere (bivalvi e cefalopodi), alghe (kelp) nonchè pesce (uova di tonno e filetti di salmone). È inoltre arricchito di una lunga serie di vitamine, di amminoacidi liberi, carotenoidi e minerali. L’alimento è ricco di molecole (in particolare amminoacidi liberi) capaci di attirare l’attenzione dei pesci più difficili ed è utilizzabile anche come alimento bilanciato per tutti quei pesci predatori di piccoli organismi sia planctonici che bentonici: Apogonidi, Pomacentridi, Centropigi, Labridi ecc. È inoltre un ottimo mangime da affiancare ai mangimi di base Ocean Nutrition Formula One Marine Pellets e Formula Two Marine Pellets. L’impressione del Prime Reef Flakes è stata fin da subito positiva: miscelandolo gradualmente con del mysis congelato, ha attirato immediatamente l’attenzione dei miei pesci. Son riuscito in pochi giorni ad alimentare il mio Macropharyngodon
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ottimo alimento per pesci esigenti, non inquina, utilizzabile come alimento base per alcune tipologie di pesci
se non si conserva il barattolo in luogo secco e asciutto si può perdere gran parte dei vantaggi. È necessario utilizzare l’intera confezione entro 3 o 4 mesi dall’apertura per evitarne il deterioramento
ornatus con il solo alimento secco che, ancora oggi, accetta di buon gusto e senza nessun tentennamento. La società produttrice si vanta della bassissima quantità di fosfati presenti nel mangime. Questo viene confermato dalle nostre osservazioni: dopo circa 2 mesi di utilizzo intenso non osserviamo alcun aumento nel valore di fosfati che, invece, sembra essere in trend negativo. La società produce anche un’ampia varietà di alimenti destinati a pesci con diete specifiche (pomacantidi, Centropige, onnivori a dieta prevalentemente carnivora o vegetale). A cura di Mirko Mutalipassi 95
piante acquatiche
Info: http://www.paluplanta.nl/index.asp?taalID=7
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Paluplanta EPS: olandesi per un acquario erborato 96
i parla spesso di “acquari olandesi” per riferirsi a quei magnifici mesocosmi erborati che si vedono più nelle riviste che nei nostri appartamenti. Ci sarà un motivo? Che cosa hanno di olandese le piante acquatiche? Probabilmente la tradizione! Gli olandesi da sempre sono contraddistinti dall’amore per la vegetazione acquatica e questo loro trasporto è bene evidente nelle realizzazioni che riescono a proporre. Un’azienda olandese, chiamata Paluplanta, si distingue per la qualità dei suoi prodotti e, come sempre, riteniamo doveroso farne cenno. Basta visitare il loro sito web per rendersi conto dell’attenzione posta in ogni fase della produzione e dell’innovazione. La novità che ci ha colpiti questo mese però si chiama EPS. Nasce dalla ricerca per un mezzo facile ed economico di diffusione delle piante in acquario e paludario. EPS sta per Easy Plant System ed è un sistema veramente rivoluzionario per trasferire piante in qualsiasi acquario. In passato le piante venivano vendute “sciolte” (i più “anziani” tra i nostri lettori probabilmente ricorderanno), un tanto al pezzo! Si entrava in negozio e si acquistavano tre esemplari di Elodea, che uno zelante commesso estraeva dal fondo ed incartava in fogli di giornale bagnati. Sono arrivati poi i vasetti di plastica, contenenti frammenti di spugna minerale imbevuta di fertilizzante. Ottima soluzione per garantire piante in ottimo stato sino al momento della vendita, con qualche lieve problema al momento della plantumazione, quando è necessario estrarre le radici fittamente avviluppate nella spugna. Tra le ultime novità tecnologiche dobbiamo poi rammentare le piante in gelatina, che si estraggono molto più facilmente e si risciacquano sotto il rubinetto. Eliminati tutti i problemi di cui sopra, ci resta solo da fissarle bene nel nuovo substrato: la sabbia del nostro acquario. Paluplanta fa ancora di più! Le piante sono prodotte in piccole palline di plastica dalla forma specifica e brevettata. Le radici si accrescono e fuoriescono dai fori della plastica. Al momento dell’acquisto otterremo la pianta con il suo stesso substrato, contenuto nella pallina forata. A questo punto disporle in acquario è un gioco da ragazzi, perché basta immergere la pallina nel fondo. Si fisserà immediatamente tra la sabbia e neppure pesci scavatori di particolare abilità riusciranno a scalzarla. La pianta, da parte sua, comincerà ad approfondire le radici nella sabbia, rinsaldando la sua posizione. Insomma, le nostre nuove piante si sentiranno a casa da subito,
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facili da piantare, eccellente qualità delle piante, trasferimento in assenza di stress
la pallina di plastica resta immersa nel fondo e questo potrebbe urtare la sensibilità dei puritani amanti dell’acquario naturale
senza neppure notare il trasferimento dal vecchio acquario al nuovo. Peraltro le stesse palline di plastica, che cadono subito al fondo, si adattano a posizionare le piante in terrazza, tra i legni di torbiera e persino in vasche prive di substrato, permettendo così di arredare vasche da riproduzione e sistemi per pesci rossi, senza alcuna difficoltà. In definitiva si tratta di una novità eccellente che, da quanto ci è dato sapere, non è ancora arrivata nel nostro paese. Tuttavia possiamo visitare il sito web e probabilmente acquistare attraverso canali diversi. Oppure semplicemente sapere che esistono ed attendere il loro ingresso sul nostro mercato che, siamo certi, non si farà troppo attendere, data la novità e la qualità del prodotto. 97
termoregolatori
Info: http://www.kibnt.com/product.php?id=10
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RECENSIONI
CATEGORIA
KI&BNT Electronics STC-1000:
acque tiepide, calda soddisfazione tecnologica 98
l primo problema che l’acquariofilo principiante deve affrontare è la gestione della temperatura del proprio acquario: estati torride e inverni gelidi obbligano tutti noi a munirci di ventole, refrigeratore, termostati ecc. Analizzando a fondo il problema appare evidente come non soltanto temperature troppo elevate o troppo basse, per un lungo periodo di tempo, ma anche brusche variazioni di temperatura possono provocare notevole stress e l’insorgere di patologie. Per ovviare a questo problema è possibile utilizzare piattaforme proprietarie (Aquatronica, Limulus e Biotopus II) o open-source (Arduino e cloni) che oltre alla temperatura permettono di monitorare e gestire molti altri parametri chimicofisici. Questi veri e propri computer “di bordo” intervengono accendendo o spegnendo degli utilizzatori elettrici (termostati, ventole, refrigeratori ma anche pompe, plafoniere, ecc.). Il lato negativo è costituito ovviamente dal costo di questi sistemi, che quasi mai si attesta al di sotto dei 200 euro. Leggendo forum italiani (e non) si parla sempre più spesso di una piccola apparecchiatura elettrica: l’STC-1000. Questo è un semplicissimo controller della temperatura, prodotto dall’asiatica KI&BNT Electronics Co., versione semplificata ed economica degli ottimi ma costosi (e complicati) Fantini-Cosmi ed Eliwell. Basta inserire la temperatura desiderata e il range (di default +/- 0,5°C). L’STC-1000 è infatti un controller a doppia soglia: impostando ad esempio la temperatura a 26 °C, con un range di temperatura di +/-0,5 °C, avremo l’accensione delle ventole a 26.5 °C o del termostato a 25,5 °C, in entrambi i casi riportando la temperatura dell’acquario al valore desiderato. È pssibile inoltre settare l’isteresi (il ritardo di avvio dell’utilizzatore elettrico) ed è possibile calibrare la sonda in dotazione (sensore NTC). Le dimensioni sono molto contenute: 7,5 cm di larghezza per 3,5 di altezza e 8,5 di profondità. Il prodotto nasce per utilizzo in quadri elettrici industriali e richiede necessariamente un alloggio specifico. Il prezzo è assolutamente abbordabile –circa 20 euro– e il prodotto è facilmente reperibile in numerosi negozi on-line esteri (anche su ebay.it).
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costo contenuto, semplicità di utilizzo, compattezza che permette di installarlo in ogni condizione d’uso
alloggiamento scomodo, sicurezza non garantita secondo le norme europee, garanzia assente
Tutto rose e fiori quindi? Il prodotto purtroppo non è liberamente vendibile in Europa poiché non rispetta le nostre normative. Sorge spontaneo chiedersi come mai la società non si sia mai preoccupata di renderlo conforme ai nostri standard di sicurezza. Per tutti i suddetti motivi si consiglia agli utilizzatori dell’STC-1000 massima attenzione e si può auspicare che presto questa apparecchiatura possa essere resa adeguata agli standard europei, in modo da potersi rapidamente diffondere attraverso i canali di vendita convenzionali. A cura di Mirko Mutalipassi 99
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON
Questo non mi convince... In questa sezione della rivista trattiamo di prodotti che abbiano, per un motivo o per l’altro, riscosso poco successo presso singoli acquariofili. Avete acquistato una pompa centrifuga che vi è esplosa tra le mani? Avete usato un mangime che ha ucciso tutti i pesci in poche ore? Avete utilizzato un medicinale che non ha risparmiato neppure i pesci in ottima salute? Scriveteci una lettera con le vostre impressioni e cercheremo di chiarire l’accaduto. Innanzitutto effettueremo noi stessi una prova del materiale incriminato, per accertare che le vostre prime impressioni non siano state dettate da un uso sconsiderato o da errori di utilizzo. Successivamente cercheremo di offrire pareri e possibili soluzioni, che potrebbero rivelarsi utili per gli stessi produttori. Ma cercheremo soprattutto di offrire un servizio agli appassionati tutti, per evitare che subiscano le stesse catastrofiche conseguenze. Nel caso di errori di utilizzo, ovviamente, potremo informare i lettori per evitare di inciampare negli stessi ostacoli. Questo potrà servire a “salvare” prodotti ed accessori che potrebbero essere caratterizzati da ottima qualità, ma essere utilizzati erroneamente, a causa di scarsa informazione o errata comunicazione da parte del fabbricante. Fatevi avanti, dunque: siamo qui per accettare e discutere le vostre critiche! Le vostre sdegnate lettere potranno essere inviate direttamente al sito web o per posta, in redazione. Vi saremo grati per la vostra collaborazione.
a cura di Mirko Mutalipassi
POMPA ASKOLL: QUANDO IL ROTORE NON RUOTA... ono acquariofilo da oltre 40 anni, ho avuto centinaia di vasche, molte piante, tanti pesci grandi gioie e poche sofferenze. Qualche dolore però me lo ha generato questo accessorio per acquari che sto per illustrarvi, che oltre a non avermi proprio convinto mi ha fatto anche spazientire non poco. Vorrei parlarvi della mia esperienza sulla pompa Askoll Professional mod 2000, 3 anni di garanzia, motore asincrono, capaci di grandi prestazioni, etc etc. Lo scopo per cui ho acquistato questa pompa era quello di trasportare l’acqua su per un terracquario di dimensioni 200 x 200 x 75, il cui compito era annaffiare le piante lì collocate. Avevo optato per una pompa e non per un nebulizzatore allo scopo di creare una piccola cascata, che doveva mettersi in funzione 3 volte al giorno per 15 minuti, comandata da un timer. La prevalenza doveva essere notevole, giacché dal pelo dell’acqua alla parte superiore, dove il flusso doveva sboccare, ci sono oltre 150 cm. Acquistata la suddetta, alla cifra di oltre 120 euro (non ricordo più bene, visto che sono passati oltre due anni e mezzo), l’ho messa subito in funzione ed ha svolto il suo compito egregiamente per oltre due... mesi! Smontata e determinata la ragione del guasto (cioè la girante), sono andato ad acquistarne subito un’altra dal costo di circa 20 euro (ricambio xp 1013). Anche la seconda mi ha lasciato dopo circa tre mesi. Visto che non c’è due senza tre, ho voluto far collezione di giranti e stupidamente comprato un terzo ricambio, che ha fatto la fine degli altri due nell’arco di quattro/cinque mesi. La ragione del guasto è da ricercare nel punto di unione tra il 100
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MI CONVINCE
QUESTO NON MI CONVINCE
piatto di plastica su cui sono fissate le pale ed il tubetto dentro cui gira l’alberino, anch’esso in plastica: è tutto un unico pezzo, che solidarizza il magnete. Per pompe di piccole dimensioni lo sforzo delle pale è minimo e non succede nulla, anche se a me è capitato di vederne piccole rotte proprio così; quando il motore è più potente e genera una torsione notevole, il punto di minor resistenza è ovviamente quello perché sottile ed il cedimento è assicurato. Ho tentato ad un certo punto una riparazione, ma non sono riuscito con i miei mezzi a solidarizzare la plastica con il metallo del magnete. Ho cercato di modificare il tubo, ma nulla: rifunzionava il tutto per un po’ ma poi si deteriorava, l’aggiustatura e stavo daccapo. Ormai provato da questa esperienza ho comprato un’altra pompa, ovviamente di diversa marca, che a tutt’oggi funziona egregiamente. Ho anche scritto alla Askoll, che non si è degnata mai di rispondermi. Peccato, perché questa pompa, nonostante tutto, sembra un prodotto ben fatto e con una modifica strutturale della girante e del magnete, da allargare magari anche alle altre pompe, questi problemi potrebbero non verificarsi più. Saluti. Roberto Taglieri, socio “Club Ittiologico Romano Giancarlo Iocca”
QUESTO NON MI CONVINCE
le giranti danneggiate
dettaglio della riparazione
iamo felici di prendere in considerazione la richiesta di… un acquariofilo di lungo corso. Se oggi l’acquariofilia è un hobby per (quasi) tutti è anche grazie a tante persone come questo lettore, che con i propri tentativi, test, errori, successi e soddisfazioni hanno fatto da apripista a quelli delle nuove generazioni. Abbiamo letto con attenzione la richiesta, scritta con evidente cognizione di causa e con una certa sapienza tecnica, meravigliandoci dei risultati catastrofici ottenuti. Infatti, alcuni esperti della nostra redazione utilizzano da molti anni una Askoll Professional (pompa sincrona derivata dall’idea di Elio Marioni del 1978), anche se si tratta di un modello leggermente più grande (Professional 3000). La pompa, acquistata nel 2003, è tutt’ora in funzione in uno dei nostri acquari. A consuntivo di un periodo tanto lungo di test bisogna ammettere che non ha mai prodotto particolari problemi e che, per quanto di nostra conoscenza, la girante non è molto sensibile alle sollecitazioni derivanti dagli eventi di on-off. Potrà apparire strana questa partenza atipica del nostro “test” ma la richiesta del lettore ha posto un evidente problema sperimentale. Infatti non era sufficiente testare una singola pompa, dal
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visuale della pompa momento che i problemi di usura lamentati potrebbero richiedere prove estremamente lunghe e… non volevamo dover rispondere in un numero del prossimo anno! Pertanto nel suo caso, oltre ad acquistare una pompa nuova, per fugare ogni dubbio sulla qualità degli ultimi modelli prodotti (che avrebbero potuto differire dai precedenti per motivi industriali o economici) abbiamo voluto approfondire l’argomento studiando le esperienze di vari acquariofili, compresi quelli presenti in questa redazione, per ottenere così una risposta 101
QUESTO NON MI CONVINCE
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manuale della pompa che chiunque potrà scaricare da (http://www.askoll.it/file/Libretto%20istruzioni%20pompe%20Professional.pdf ). Il codice dichiarato nella lettera del lettore (xp1013) è identificativo, a nostro avviso, di un ricambio pompa NON Askoll, cosa che lascia, per l’appunto, sospettare che ci sia stato un disguido. Inoltre, osservando le foto, dobbiamo sinceramente affermare che non riconosciamo nelle immagini una pompa di marca Askoll. Sia la girante, sia il corpo pompa, somigliano grandemente ad una pompa prodotta da altra azienda italiana. Pubblichiamo in queste pagine le foto dell’Askoll 3000 accanto ad una diversa pompa d’acquario da noi testata e ripresa in redazione, molto simile a quella descritta e mostrata. Si potrà notare una totale corrispondenza tra l’immagine della pompa “non Askoll” da noi fotografata e quella mostrata nelle foto del lettore. In conclusione, in base a quanto sopra esposto dobbiamo ritenere che il lettore abbia utilizzato una pompa, o almeno un rotore, diverso da quello di corredo nella Askoll Professional 2000 e questo spiegherebbe i risultati ottenuti. Peraltro, se si fosse trattato di una Askoll Professional 2000 (con tre anni di garanzia, come lo stesso lettore indica), a seguito dei problemi osservati sarebbe stato molto facile (anzi, doveroso) ottenerne la sostituzione integrale. Saremmo molto interessati, però, a leggere una risposta del lettore stesso a conferma o smentita delle nostre conclusioni e delle analisi tecniche e ad esaminare altre foto che riprendano possibilmente marchio e modello, in modo da chiarire definitivamente la questione. D’altra parte è evidente che con i tanti marchi di pompe in commercio, è facile confondere accessori di larga diffusione. Pertanto troviamo certamente possibile la svista, che vorremmo però poter spiegare con l’aiuto del lettore stesso, in modo da chiarire le idee nostre e di tutti gli altri utenti della rivista. In definitiva, le nostre prove e le analisi effettuate portano a concludere che la pompa descritta dal lettore non sia la Askoll Professional 2000, ma una pompa prodotta da altra azienda.
Dettaglio di una Askoll 3000. Nonostante l’usura evidente la pompa è perfettamente funzionante. generalizzabile e, soprattutto, basata su periodi di test abbastanza lunghi da mettere alla prova la stabilità strutturale della girante in questione. Abbiamo fatto alcune ricerche su forum internet,tra i negozianti a noi noti e tra appassionati del settore. Anch’essi, come noi, hanno prodotto giudizi positivi sia sul corpo pompa (che apparentemente non perde potenza nel tempo), sia sulla girante, ad esclusione di alcuni rari problemi dopo svariati anni di esercizio, che giudicheremmo ben dentro l’intervallo di normale funzionalità di una qualsiasi girante di costruzione industriale. Rileggendo la lettera del nostro lettore al termine di questa analisi, però, e riesaminando le foto molto dettagliate dallo stesso fornite, emergono particolari interessanti che potrebbero, forse, spiegare la differenza tra i risultati da noi ottenuti e quelli descritti nella lettera. In particolare, il codice del ricambio, le continue rotture, l’assistenza Askoll e, soprattutto, le foto lasciano sospettare che ci possa essere stato un disguido. Innanzitutto il codice del ricambio: la magnetogirante dell’Askoll professional 2000 ha il seguente codice: 930414, riportato chiaramente sul
Confronto tra Askoll 3000 (a sinistra) e pompa di un’altra marca (a destra). È evidente la notevole differenza costruttiva tra le due e la similitudine tra la pompa da noi rappresentata a destra (non Askoll) e quella fotografata dal lettore. 102
Per ottenere buoni risultati nella riproduzione e nell’allevamento di giovani di varie specie è spesso necessario allestire mezzi di coltura per l’allevamento di cibo vivo di piccole dimensioni. Spesso è necessario produrre sia alimenti di tipo animale che vegetale e questo complica notevolmente il problema, a causa delle notevoli esigenze di spazio e di tempo. A questi problemi sono legati numerosi insuccessi nell’allevamento di specie acquatiche. È stato messo a punto un mezzo di coltura definito “COMBO”, in grado di supportare un eccellente sviluppo sia di fitoplancton che di zooplancton. In questo medium sono state allevate diverse specie di alghe (Ankistrodesmus falcatus, Stephanodiscus hantzschii) che hanno mostrato livelli di crescita non diversi da quelli osservabili in medium di riferimento più complessi. Nello stesso mezzo di coltura, però, è stato possibile allevare anche Daphnia pulicaria con risultati eccellenti.
curiosità e notizie in breve... FERTILIZZAZIONE CON ANIDRIDE CARBONICA È stata pubblicata alcuni anni fa una revisione sulla dipendenza dalla CO2 e dai nutrienti del suolo nelle piante terrestri, che potrà risultare utilissima anche a coloro che intendono sviluppare tecnologie per le piante d’acquario. Il lavoro prende in esame il processo fotosintetico e riporta numerosi studi dedicati alla determinazione dei fattori ambientali che meglio possono influire sul corretto sviluppo dei vegetali e su quelli che possono risultare in una limitazione della crescita. Gli autori osservano che non esistono evidenze sperimentali a supporto di una serie di teorie ormai riportate pedissequamente in tutti i testi più diffusi ed esaminano le relazioni tra fotosintesi, nutrienti e crescita in modo quantitativo, prendendo in considerazione la dinamica delle reazioni biochimiche all’interno dei cloroplasti, l’assorbimento dei nutrienti e l’effetto di questi processi sulla crescita complessiva dei vegetali.
ACIDO DOMOICO NELLE DIATOMEE È stata studiata la produzione di acido domoico da parte della diatomea Pseudonitzschia multiseries a varie concentrazioni di silicati in soluzione ed è stato osservato che la produzione di questa tossina è inversamente proporzionale alla quantità di silicati presenti nel mezzo di coltura. Questo fenomeno, comunque, è modulato dalle condizioni fisiologiche della coltura, in riproduzione più o meno attiva. Pertanto, la presenza di silicati in acquario non solo può favorire la comparsa di diatomee invasive (presenza di velluti bruni e mucillagini), ma anche influire sulla produzione di tossine da parte di alcune specie. 103
Esperienze e contributi dei lettori In questa rubrica vogliamo raccogliere i vostri contributi per offrire una rivista sempre più personalizzata ed in grado di raccogliere, in modo capillare, emozioni, esperienze, suggerimenti dal nostro grande pubblico, imprimendole nell’archivio indelebile di aquariophylia. Continuiamo questo mese con la storia proposta da “maxtom” e disponibile sul nostro forum. Si tratta di un contributo autentico, di sapore antico ed esperto, che abbiamo letto con attenzione e, potremmo dire, affetto sincero. Siamo certi che stimolerà in voi le stesse positive emozioni ed invitiamo tutti coloro che abbiano esperienze interessanti da proporci a farsi avanti con la stessa meravigliosa intraprendenza. Invitiamo altresì tutti coloro che vogliano mettersi personalmente in contatto con il nostro lettore, per discutere di questa storia, a farlo collegandosi al nostro forum internet in modo da produrre una chiacchierata intorno ai punti lasciati aperti dal bravissimo (e simpaticissimo) Luciano. I contributi più interessanti saranno trasferiti sulle pagine della rivista.
I pesci resistevano alcuni mesi… poi si svuotava il tutto e si rifaceva Luciano Tomei
si controllava l'acqua, che era di rubinetto al 100%. Tra i vari addobbi c’erano anche dei coralli ( sto parlando di acqua dolce, ovviamen-
uando ho detto di voler raccontare qual-
Q
te!) e pH, GH, nitriti… non si sapeva nemmeno
cosa circa i miei acquari, non intendevo
cosa fossero.
raccontare la mia storia, ma soltanto
Parlo a livello popolare, poiché senza dubbio ci
qualcuna delle mie esperienze in mezzo secolo
saranno stati degli appassionati che curavano
di acquariofilia. La mia storia sarebbe troppo
certi particolari, ma la diffusione era bassissima e
lunga e noiosa per infliggerla ai lettori... dunque
i costi, per chi avesse voluto essere più preciso,
cercherò di essere sintetico.
erano stratosferici. È ovvio che nell'acquario si
Ho iniziato, credo, nel 1958 con una vaschetta di
metteva di tutto: i lebistes con i Barbus, i
pochi litri senza filtro e con un riscaldatore (di ter-
Monodactylus, i black molly, Poecyilia, Botia,
mostati allora non si parlava). Lascio immaginare
scalari... e qualche volta andava bene.
il resto... Dopo qualche tempo e vari ripensa-
I pesci resistevano alcuni mesi, dopo di che si
menti, con i primi soldi guadagnati ho acquistato
svuotava il tutto e si rifaceva. Da quanto mi risul-
un acquario Juwell di 30 lt circa; siamo nel 1970
ta l'acquariologia era così.
e avevamo un filtro esterno e un termostato. Non
Quando ho messo su casa -e siamo nell'ottanta104
ho acquistato un acquario serio, 160 litri con fil-
esterno ed è abitato da 3 Botia, 11 Moenkausia e
tro biologico, ma ho conservato il piccolo acqua-
5 neon neri. I Botia li ho da 6 anni e fanno scem-
rio da 30 litri. Posso dire che la mia storia con gli
pio di qualsiasi pianta peggio dei ciclidi africani.
acquari è iniziata allora. Ho cominciato a badare
Gradirei
all'acqua, ad effettuare le misurazioni ed i cambi
L'acquario grande è stato corredato da un
periodici ed ho avuto varie soddisfazioni. Nel mio
termo-filtro Eheim 250. Ho preferito quest’ultimo
acquario si sono riprodotti dei Pelmatochromis
al filtro di serie, perché questo mi sembrava
(sono arrivato a tenerne un centinaio) con lo
insufficiente. L’acquario è popolato da un Botia
scempio totale della flora. Tuttavia io non sapevo
che ha 14 anni circa e non tocca le piante (!), 3
che quel tipo di ciclidi non può convivere con le
discus rosso turchese di 1 anno e mezzo, un
piante, e non sapevo nemmeno che dopo le
piccolo Ancistrus albino ed 1 Corydoras.
copiose covate, i pesci si dovessero, in qualche
L'acquario sta bene, ma si sta ancora formando
modo, dare via perché è assolutamente incon-
ed ho intenzione di aggiungere altri pesci, poco
cepibile popolare un acquario con cento (!!!)
alla volta (non molti ovviamente). Attualmente ho
pesciolini che poi crescono...
un impianto per acqua d'osmosi Aquilied, effet-
In un’evoluzione ulteriore sono anche riuscito a
tuo cambi settimanali di 30 lt per il piccolo e di
riprodurre gli scalari e (questo è importante) a
60 lt per il grande.
farli crescere. Nel piccolo acquario, che se la
Tutto procede bene, i discus crescono e misura-
passava bene, ho riprodotto Lebistes, platy,
no attualmente circa 15 cm. I parametri sono
in
proposito
qualche
consiglio.
black molly, ecc. Ma mi accorgo di essermi già dilungato parecchio e penso che comunque la mia storia somiglierà a quella di tanti altri che hanno convissuto con quest'hobby. Per quanto riguarda il presente possiedo sempre due acquari. Il piccolo, che ha sostituito il vecchio Juwell da 30 litri (che però è durato fino al 2005 ed è conservato in ripostiglio perché ancora sano), è stato sostituito
nella norma e vengono controllati settimanal-
da un Askoll Ambiente da 70 litri circa, il quale
mente in ambedue gli acquari. Ho cercato di
però nel 2009 ho dovuto rifare poiché gocciola-
essere sintetico e per questa ragione mancano
va (era stato montato nel 2005!).
molti particolari importanti a questa storia, ma
Il vecchio acquario grande, da 160 litri, è stato
avremo modo di parlare ancora... sul forum.
sostituito da 2 mesi per raggiunti limiti di età
Avrei tanti consigli da chiedere... con gli acquari
(dopo 31 anni è fisiologico che una vasca possa
si è cronicamente principianti.
gocciolare) con un RIO 180 Juwell. L'acquario
Complimenti per la vostra rivista che mi auguro
piccolo ha come corredo un filtro Pratiko 100
possa prosperare a lungo. 105
IppoCampo
NapoliAquatica dall'altra parte del vetro alve a tutti, ci siete sempre? Direi di sì, anzi, a giudicare da quello che sento dire in redazione, sempre più numerosi. Sapete dove sono stato in settembre? Non indovinerete mai: a NapoliAquatica, naturalmente! C’erano tutti, non
potevo certo mancare! Come ci sono andato? Bè, nascosto nella valigetta del computer che la segretaria di redazione si porta sempre dietro (sembra in simbiosi con quel coso, peggio di Bernardo con l’attinia): che ridere, non si è
S
Il nostro gigantesco paguro è stato uno degli animali più fotografati
106
accorta di niente, nemmeno che mentre era impegnata ad accogliere i visitatori, io le prendevo la macchina fotografica. Magari pensa di averle scattate lei le foto e non si ricorda quando! Hi! Hi Hi! (risatina maligna). Come ci siamo divertiti io e Carassio, era un pezzo che non ridevamo tanto... La fiera era interessantissima e poi, c’era talmente tanta gente... non me lo sarei mai aspettato. Lo stand di Aquariophylia è stato letteralmente preso d’assalto: gli acquari allestiti da Ecoacquario (splendido lavoro ragazzi!) hanno fatto furore. Ed è a questo punto che voglio svelarvi un piccolo segreto: se volete studiare gli esseri umani, fatelo quando sono convinti di essere loro gli osservatori. A una fiera, al mercato, allo zoo, dove volete. Sono così intenti a studiare qualcosa (merci, persone o animali) che non si accorgono di poter essere a loro volta oggetto di studio e... si tradiscono. Osservarli dall’interno dell’acquario è uno spasso, una poltrona di prima fila, un palco reale. Per esempio, c’è il timido: vorrebbe chiedere qualcosa ma non ha il coraggio. O vorrebbe fare una foto ma non sa se si può. E allora ricorre a tutti i possibili stratagemmi per passare inosservato, mettendosi ovviamente in vista come se avesse i riflettori puntati addosso. Se poi si riesce a metterlo a suo agio e si scongela un po’, in genere è un personaggio simpatico, intelligente e preparato con il quale è piacevole conversare. Poi c’è il presuntuoso, convinto di sapere tutto e che spara sciocchezze a raffica, come fuochi d’artificio. Se si supera l’irritazione fa quasi tenerezza: è ovvio che in fondo vuole solo un po’ di attenzione. Adesso arriva l’estroverso, con un sorriso si rivolge agli espositori solo per dire: “magnifico, complimenti!”. Grazie! Mette di buon umore, per il modo ancor più che per il complimento. …E cosa dire dei principianti? Entusiasti, pieni di buona volontà e alquanto mancanti di esperienza: “bellissima questa gorgonia, posso metterla nel mio tropicale?” (No!
La murena, ammiratissima, sembrava prenderci gusto
Che sfacciataggine...
L'entusiasmo dei visitatori, a volte, andava un po' oltre i limiti 107
Rossa come un segnale stradale e sembra sempre indicare qualcosa .... a chi altro ci si deve rivolgere per informazioni?
per favore no!) e viene fornita un’esauriente spiegazione. “Ho trovato un cavalluccio di mare, come posso tenerlo in vita?” La risposta arriva secca come un colpo di pistola: “Riportandolo a mare” (uff, che spavento! Meno male che c’era il nostro esperto...). Poi, anche in questo caso si spiegano pazientemente le ragioni. Ed ecco arrivare l’arrogante: conscio del suo potere abbraccia con un gesto i
quattro acquari (e metà del centro commerciale per buona misura) e chiede con aria sicura: “quanto costano?” È evidentemente convinto che può portarseli via, su due piedi, lasciando però a qualcun altro la grana di consegnarglieli senza rovesciare neppure una goccia d’acqua e incurante del fatto che i visitatori successivi non avrebbero più niente da vedere in questo stand. Rimane strabiliato dall’inattesa risposta: “Ci 108
visitatori erano adorabili e sinceramente interessati; anche quelli capitati per caso si sono mostrati piacevolmente sorpresi e pronti a lasciarsi trascinare dal fascino del mondo acquatico. È incredibile quante emozioni diverse riescono ad esprimere un paio di occhi che ti sbirciano al di là del vetro: stupore, curiosità, sorpresa, meraviglia nello scoprire un mondo nuovo, un lampo di piacere nel vedere qualcosa di familiare, interesse, perfino disgusto... mai indifferenza. Assistere alle espressioni di meraviglia e al piacere evidente con cui venivano ammirati i miei amici ospitati nei quattro acquari mediterranei, è stata una vera gioia. I bambini soprattutto; totalmente disinibiti, si lasciavano andare senza vergogna a manifestazioni di entusiasmo che gli adulti (a torto) cercavano di contenere. I “guarda mamma, che bello!” e “papà, papà, corri a vedere, è una murena!!!” non si contavano. Un piacere. Mi veniva voglia di regalare a tutti un acquario per Natale. Un solo, triste, caso isolato: un unico bambino che, ignorando gli acquari (ad onor del vero in quel momento invisibili perché nascosti da una folla impenetrabile) si è soffermato un attimo davanti ai due solitari computer e ha chiesto: “si può solo guardare, non si fa niente?” e si è allontanato disgustato. Povero bambino, forse è lui quello che più di tutti ha bisogno di un acquario...
Vanitosa! Per tre giorni non ha fatto altro che mettersi in posa ed è effettivamente riuscita ad attirare un buon numero di fotografi
spiace, non sono in vendita. Se però si vuole iscrivere al nostro sito, potrà avere dai nostri esperti tutte le informazioni necessarie per allestirne uno anche lei. È gratis.” Alla parola “gratis” trasecola. “E gli animali? Quanto costano?” insiste. “Nulla, non si vendono. Provengono dal materiale che rimane impigliato alle reti da pesca e che viene buttato via. Se non fossero stati messi in acquario, questi organismi sarebbero morti quasi tutti”. Andare al porto? Chiedere ai pescatori il permesso di raccogliere i loro scarti? È uno scherzo? Una rivista gratis? Deve essere uno scherzo. Di pessimo gusto. Se ne va oltraggiato, ignaro del sorrisetto di compassione che lo accompagna e che (lo posso leggere come se fosse stampato a caratteri cubitali) nasconde il pensiero “Poveretto, non ha ancora imparato che le cose migliori della vita non si possono comprare ma bisogna costruirsele”. Ma questa era un’eccezione e, in quanto tale, degna di nota. La maggior parte dei Chissà che aspetto avrebbe avuto con la messa in piega? 109
e infilato con noncuranza in una borsa della spesa. Umani a parte, per me è stato magnifico incontrare amici che non vedevo da tempo e scambiare due chiacchiere e (perché no?) due innocenti pettegolezzi con loro. A questo punto mi è venuta un’idea: mentre il Capo se ne andava in giro a intervistare i partecipanti io, nel mio piccolo, ho deciso di immortalare le impressioni “a caldo” dei veri protagonisti della fiera. Sì, insomma, degli ospiti degli acquari. Eccovi dunque una rapida carrellata fotografica delle reazioni dei personaggi principali di questo evento. In ordine, è logico, totalmente casuale. Vostro, affezionatissimo Ippo Campo Una giornataccia!
(Stavolta sono nel mio elemento, la temuta segretaria di redazione non può trovare niente da ridire... e se anche volesse, voglio vederla a inseguirmi in un acquario...)
Degli altri stand, purtroppo, ho visto poco. Non osavo andare troppo in giro, timoroso di essere scambiato per un qualche gadget, magari omaggio
Eh no! Adesso basta. Se entra anche lui in redazione diamo tutti le dimissioni. È un ufficio redazione o un acquario pubblico? (N.d.r.)
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AQUARIO PHOTO C Ecco i lettori che hanno risposto all’iniziativa questo mese: vi ricordate? Per gli smemorati e quelli che hanno perso i numeri precedenti (ma potete leggerli anche adesso, sempre disponibili in rete) ripetiamo i motivi che ci hanno incoraggiato a promuovere questa “gara” e i termini di partecipazione. Allestire un acquario e gestirlo è una cosa meravigliosa ma, diciamolo sinceramente, è bello
anche mostrarlo agli altri! Siamo orgogliosi quando la zia, il nonno, la fidanzata, il figlio, arrivano a casa e si stupiscono di fronte al nuovo landscape realizzato. Possiamo allargare un po’ la cerchia degli amici da stupire? Certamente, con l’aiuto di aquariophylia. Ovviamente non potremmo pubblicare le foto di tutti i nostri lettori (ogni mese servirebbero migliaia di pagine), però possiamo promettere di pubblicare le più belle.
Proveniente direttamente dal forum di aquariophylia il nostro amico Silvio (alias Bourbon) ci invia questa splendida foto del suo biotopo per Pseudoepiplatys annulatus. Veramente tanti complimenti dalla redazione di bst67.net e da quella di aquariophylia
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OPHYLIA CONTEST
Finalmente una pesciolina ci invia una foto del suo acquario di comunità da 150 litri. Ha scattato questa foto con una fotocamera compatta Fuji e ci svela di avere la passione per l'acquariofilia da circa 15 anni. Quindici anni? Ma molti matrimoni durano molto meno! Brava la nostra amica e… ad majora! Abbiamo in progetto un corso di fotografia naturalistica per acquariofili che sarà tenuto da un ottimo fotografo naturalista e siamo certi che col suo aiuto dimostrerete, mese dopo mese, i progressi raggiunti, inviando le vostre foto al sito web che si prenderà cura di inserirle on-line e, nel caso, premiare le più meritevoli con gli onori della stampa! Ricordiamo a tutti di inviare le foto in alta qualità altrimenti ci sarà impossibile pubblicate.
Abbiamo quindi pensato ad una bella gara, senza trucchi e senza imbrogli, per permettere a tutti di gustare la soddisfazione di mettere il proprio acquario in mostra. In pratica, con l’aiuto di un sito web che coopera con questa iniziativa, voi potrete inviare le vostre foto e vederle pubblicate on-line. Le tre più belle saranno scelte ogni mese e troveranno spazio sulle pagine della rivista. Così nascono giovani fotografi. Ovviamente il nostro contributo non finisce qui! 113
Bella foto di un maschio di ramirezi. L'ha inviata Massimiliano di Milano. A dire il vero, in questo periodo il nostro amico ha inviato altre foto, ma questa ha proprio i giusti requisiti per essere pubblicata. Non smettere di provare Massimiliano: siamo felici di vedere tutte le tue produzioni! Regolamento photo contest Tutte le foto inviate dovranno essere preferibilmente in formato JPEG, di dimensioni non inferiori a 1600x1200 pixel (circa 630 kb). Le foto devono essere nella risoluzione originale. Per poter inviare le foto dovrete registrarvi al sito. Ogni utente può inviare un numero massimo di 3 (TRE) foto; le suddette devono essere accompagnate da una descrizione del contenuto (mediante apposita scheda) e da una delibera scritta dove si autorizza il sito www.bst67.net alla pubblicazione sulle sue pagine riportando il nome dell’autore e, se gradita, la città di provenienza, e si autorizza la rivista online www.aquariophylia.it alla eventuale pubblicazione delle più meritevoli. In caso di uso, sul sito www.bst67.net verrà citato l’autore in una apposita didascalia. Ogni mese ad insindacabile giudizio di www.bst67.net, le foto più meritevoli verranno inviate alla rivista aquariophylia per la pubblicazione nella pagina relativa al photo contest. In quell’occasione si pubblicherà anche il nome dell’au114
tore e la descrizione contenuta nella scheda. Non saranno accettate foto con watemark di grosse dimensioni. Potete comunque tutelare le vostre opere con watemark di dimensioni non superiori agli 8 pixel di testo e possibilmente semitrasparenti. Non esiste nessun premio tangibile. L’unico premio consiste nel vedere il proprio acquario o il proprio pesce preferito on-line e nell’essere eventualmente tra i 3 prescelti per gli onori della pagina photo contest di aquariophylia. www.bst67.net e www.aquariophylia.it non si assumono responsabilità in caso di diatriba sulla paternità della foto; confidiamo nella vostra onestà e, se dovessimo scoprire che una foto è stata copiata, tale foto sarà cancellata. I vostri dati personali, non verranno ceduti a nessuno, non riceverete mai mail di spam dai nostri siti, né sarete contattati in caso di pubblicazione delle vostre foto. Potrete fare riferimento a sito e rivista in pdf per conoscere l’esito del photo contest.
Malapterurus electricus Prime esperienze con il pesce gatto elettrico di Luciano Di Tizio e avete voglia di leggere un articolo completo ed esaustivo che vi dica tutto, ma proprio tutto quel che c’è da sapere sull’argomento trattato, ebbene potete tranquillamente passare oltre. In queste pagine non vi verrà rivelata una qualsiasi verità incontrovertibile e nemmeno vi verranno confidati preziosi segreti sull’allevamento e/o la riproduzione di animali d’acquario. Vi riferisco invece semplicemente alcune impressioni, le prime, raccolte su un
pesce entrato solo per caso in una delle mie vasche e che, a sorpresa, si sta rivelando un piacevole animale da compagnia.
S
L’ANTEFATTO Tutto nasce in occasione della mostra organizzata nel maggio scorso dall’Associazione Acquariofili Abruzzese, club del quale faccio parte sin dalla sua fondazione, nel 1982. In una delle vasche un socio, Alessandro Falco, noto ai lettori
Malapterurus electricus in una vasca da esposizione durante una recente mostra degli acquariofili abruzzesi
116
Lo stesso appena arrivato in una vasca dell’autore
di questa rivista per alcuni interessanti articoli sull’allevamento del cibo vivo, ha esposto un giovane Malapterurus electricus, pesce che personalmente sino ad allora avevo visto solo in fotografia. A fine mostra, per alcuni problemi organizzativi connessi allo smontaggio delle vasche, quell’esemplare – lungo esattamente 13 cm al momento della mostra – è stato “parcheggiato” in una delle mie vasche. Avrebbe dovuto restarci soltanto per pochi giorni, ma a distanza di mesi, continuiamo più o meno tranquillamente a convivere.
necessario assumere qualche informazione, per offrire al mio momentaneo ospite un soggiorno con dignitose condizioni di allevamento. Che come cibo gradisse particolarmente i lombrichi l’aveva già “scoperto” il socio Amedeo Pardi, che si era occupato della gestione dei pesci durante le due settimane di esposizione al pubblico. Personalmente avevo tuttavia intenzione di variare il più possibile la dieta, come da consolidata abitudine e comunque di allestire una vasca il più possibile adatta alle sue esigenze. Tra informazioni sul web e la consultazione della mia personale biblioteca ho messo su una piccola sintetica scheda, che ripropongo per intero alla vostra attenzione (vedi box in queste pagine).
Le prime informazioni Appena dopo il trasferimento pensavo che tutto si sarebbe risolto in pochi giorni. Era tuttavia
SCHEDA Denominazione scientifica: Malapterurus electricus (GMELIN, 1789); sin: Silurus elecricus Nome comune: pesce gatto elettrico Provenienza: Africa, regioni settentrionali dello Zambesi (Nilo, Niger, Volta, Lago Ciad e Zaire) Esigenze in acquario: vasca grande (almeno 120 cm) con diversi nascondigli e piante protette in vasetti; filtraggio potente; temperatura tra 23 e 30 °C, pH 7-8; GH sino a 20 °d. Predatore, da allevare da solo. Attivo soprattutto di notte. Dimorfismo sessuale sconosciuto. Riproduzione in acquario impossibile. Cibo sostanzioso: pesci, lombrichi, striscioline di carne. Particolarità: organi elettrici lungo tutto il corpo. Le scariche possono immobilizzare le prede e possono essere dolorose anche per l’uomo. Lunghezza massima: 100 cm!
117
Primo piano. Si noti la struttura della bocca con i “baffi� e il ventre qui ingrossato, appena dopo il pasto
Il ventre è chiaro e la forma abbastanza tondeggiante
La sistemazione in casa La taglia massima di un metro è tale da scoraggiare qualsiasi acquariofilo, ma la permanenza doveva essere breve… Tra la vasche al momento vuote la più grande era da appena 60 cm e di quella il Malapterurus ha dovuto accontentarsi. Sul fondo un po’ di ghiaia grossolana e nessuna pianta. In letteratura si consigliano però nascondigli e mi è sembrato doveroso crearne qualcuno con alcune lastre di ardesia sovrapposte e una roccia lavica posizionata in modo da consentirgli di celarsi alla vista. Qui subito la prima sorpresa: da pesce di carattere quale è, il “mio” pesce gatto elettrico ha subito rivoluzionato l’arredamento: ha ammucchiato la ghiaia su un solo lato, a mo’ di montagnetta, creandosi di fatto uno spazio a bassa profondità nel quale ama stazionare. La roccia lavica e le lastre di ardesia le ha conservate come rifugio, ma in tutt’altra posizione. Interessante la tecnica messa in atto per gli spostamenti: il mio simpatico coinquilino si infila sotto le pietre, le solleva e semplicemente se le porta a spasso sulla schiena qua e là per la vasca sino a individuare la posizione a lui più gradita. Devo dire che i suoi gusti sono piuttosto stabili: la pietra lavica l’ha piazzata sul davanti,
lato sinistro della vasca, lasciando libero uno spazio verso il vetro frontale, dove va a collocarsi quando vuole farsi notare, magari perché ha fame. L’ha messa lì il primo giorno dove più o meno è rimasta, con minimi aggiustamenti quotidiani. Le lastre di ardesia invece sono sempre al centro dell’acquario, ma ci sono continui tentativi di migliorarne la sistemazione. A volte riesce a crearsi una vera e propria tana sotto la ghiaia, ma poi i suoi movimenti non proprio delicati provocano rovinosi crolli e lui è lì a ricominciare tutto da capo. L’alimentazione L’architetto (ormai lo chiamo così) ha un rapporto tutto speciale anche con il cibo. I lombrichi continua a gradirli e ne mangia anche tre o quattro in un solo pasto, ma non li vuole assolutamente come alimento quotidiano. È capace di restare del tutto indifferente di fronte a un verme se ne ha già mangiati il giorno prima. Per dirla tutta, anzi, Malapterurus electricus, o almeno “quel” Malapterurus electricus ha la sana abitudine di non ingozzarsi tutti i giorni: quattro o cinque pasti a settimana sembrano essere l’ideale. Neppure è tipo da strafare, come fanno tanti altri pesci, pronti a mangiare sino a quando c’è cibo 120
A questo punto qualche lettore certamente scuoterà la testa e comincerà a pensare che sono uscito di senno. Lo capisco: lo penserei anch’io se non avessi avuto modo di conoscere un po’ meglio questo inconsueto pesce gatto, molto più “di compagnia” della gran parte dei consueti ospiti dell’acquario. Tornando per un attimo al cibo, sto via via provando a offrire anche altri alimenti, mentre ho rinunciato (per ora!) ai gamberetti marini surgelati che ho acquistato per lui al supermercato e che non ha voluto in alcun modo accettare, neppure dopo quattro giorni di digiuno forzato. Sull’elettricità infine, al momento per fortuna non ho maturato alcuna esperienza: il Malapterurus ha imparato a fidarsi di me e non reagisce in alcun modo alla mia mano in acqua durante i lavori di manutenzione, neppure se accidentalmente lo tocco. Per inciso: della mano si fida ma il cibo continua a gradirlo di più se gli viene servito con la pinzetta. Per ora non ho altro da raccontarvi, se non che il “mio” pesce gatto elettrico ha nel frattempo quasi raggiunto i 18 cm, dalla bocca sino al termine della coda, e che sto preparando per lui una vasca da 80 cm, in attesa di liberarne una ancora più grande. Spero più in là di avere altro da narrare ma se intanto qualcuno tra i lettori ha avuto esperienze con Malapterurus e vuole raccontarle, le pagine della nostra rivista sono a disposizione.
Particolare della coda
in giro, anche a costo di rimetterci le pinne. Lui no: mangia, se gradisce, e smette quando è sazio. E nessun alimento, neppure il preferito, può indurlo a fare eccezione. Circa la volontà di variare il più possibile il cibo, all’inizio ho avuto qualche problema, per via del fatto che Malapterurus electricus era nei primi giorni costantemente nascosto e diffidente. Poi però ha iniziato a riconoscermi quale… addetto alla sua mensa e ha cominciato ad assaggiare tutto quello che gli offrivo con la pinzetta inizialmente adoperata solo per i lombrichi. “Assaggiare” è la parola giusta: si avvicina, guarda, addenta appena e soltanto a questo punto, se gradisce, apre davvero la bocca e manda giù. Con gli alimenti vermiformi pare quasi che li succhi, a mo’ di spaghetto. Gli altri li mette in bocca e sembra masticarli. Appena dopo il pasto il suo ventre si gonfia notevolmente. Sinora ha accettato, oltre ai lombrichi, camole del miele e mosche come alimenti vivi e in più bocconcini di carne magra macinata (con moderazione, non più di una volta a settimana), pezzetti di pesce, pastone per discus e cibo in stick per ciclidi. Gli stick gli sono particolarmente graditi e se mancano dal suo menu per troppi giorni li… reclama esibendosi appena mi avvicino alla vasca in una sorta di singolare danza: nuota con la testa verso il pelo dell’acqua e la coda in basso e “mima” il movimento che dovrebbe fare per prelevare i suoi bocconcini in superficie.
Il pesce gatto accanto alla pietra lavica che ha appena spostato per… adeguare ai suoi gusti la vasca
121
Stimoli di viaggio e di immersione testo e filmati di Franco Savastano
Ci immergiamo per osservare i
Pesci Palla icordo, diversi anni or sono, di aver letto
morte, erano già stati preparati per la sepoltura
un articolo agghiacciante, che narrava la
e, sebbene perfettamente coscienti, si erano tro-
disavventura di due coniugi, soltanto
vati nell’impossibilità di darne alcun segnale, a
apparentemente deceduti e quindi adagiati in
causa una particolare forma di paralisi, generata
cassa per essere tumulati, ma miracolosamente
dall’ingestione di una “coda di rospo” acquistata
ancora in vita.
surgelata al supermercato. In effetti non si tratta-
Rimasi scioccato nell’approfondire la storia che
va di “Rana pescatrice”, come noto perfettamen-
narrava come essi, per una errata diagnosi di
te commestibile, ma di un grave errore commer-
R
122
Pronti alla capovolta per immergervi nelle tiepide acque del Mar Rosso? Il fondale è splendido e si intravedono già dei grossi pesci palla tra le madrepore. Cliccate sul link per proseguire l’immersione!
ciale in seguito al quale era stata venduta la coda
Arothron diadematus (Ruppell, 1829)
di un velenosissimo Tetraodontide, il Pesce palla. La storia ebbe, fortunatamente anche se per
Collochiamolo correttamente mediante la tassonomia!
puro caso, un lieto fine e ci spinge ora ad approfondire la conoscenza con un pesciolino del tutto peculiare che è appunto il cosiddetto Pesce
Dominio Eukaryota Regno Animalia Phylum Chordata Subphilum Vertebrata Superclasse Osteichthyes Classe Actinopterygii Sottoclasse Neopterygii Infraclasse Teleostei Superordine Acanthopteygii Ordine Tetraodontiformes Sottordine Tetraodonyidei Famiglia Tetraodontidae
palla, causa involontaria e inconsapevole di quel terribile episodio. Tra le 185 specie di acqua dolce e salata appartenenti alla famiglia dei Tetraodontidae una di esse, protagonista del filmato di questo mese, si distingue per l’aspetto e per il comportamento accattivante. In realtà questo pesce, abitante dei mari tropicali, non solo è aggressivo verso i suoi consimili, ma è particolarmente velenoso a causa della presenza di tetraodotossina nelle sue carni. 123
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
IDEA VIAGGIO RISERVATA AI LETTORI DI AQUARIOPHYLIA La nostra agenzia di viaggio di riferimento potrà accompagnarvi nel Mar Rosso, alla scoperta dei pesci palla di cui si parla in queste pagine. Magnifica vacanza resa possibile da aquariophylia. Basta cliccare sul link in basso: TUI bit.ly/tRUlf0 D’altra parte gli stessi pesci sono presenti anche in altri ambienti. Volendo considerare un’alternativa per seguire i pesci palla, provate il link che segue: TUI http://bit.ly/ugVjLB
Questo veleno prende appunto il suo nome dalla
dere il proprio territorio morde pinna e coda di
famiglia dei Tetraodontidae, ed è molto più
altri pesci, grazie alla sua peculiare dentatura,
potente del cianuro: un milligrammo è sufficiente
dalla quale la famiglia prende il nome.
ad uccidere una persona per blocco cardiorespi-
Tetraodontide significa infatti “quattro denti” e si
ratorio e blocco della conduzione nervosa, pro-
riferisce alle quattro robuste placche dentali tipi-
vocando una diffusa paralisi, ma che, come nel
che della specie.
caso riportato, può non influenzare le capacità
Al nostro avvicinarsi, ha immediatamente comin-
cognitive delle vittime.
ciato ad ingurgitare acqua per raggiungere una goffa forma sferica, giustificando così in pieno il
Il nostro incontro
nome di pesce palla che gli viene comunemente
Siamo in immersione notturna, a profondità -18
attribuito e che pur rendendolo lento nei movi-
metri nelle acque a nord di Safaga, nel Mar
menti, rappresenta la sua abituale difesa nei con-
Rosso quando avvistiamo, dotati di video e foto-
fronti dei predatori.
camere, un grazioso pesciolino di circa 20 cm di
Dopo essere stato accarezzato con delicatezza,
lunghezza, il tetraodontide Arothron diadematus,
si è lentamente sgonfiato, recuperando la nor-
comunemente noto come Pesce palla e che, in
male capacità di movimento e mostrandosi nella
una manciata di secondi, ha assunto infatti la
sua graziosa livrea maculata. Osservarlo mentre
forma di un palloncino.
si muove nel suo ambiente naturale potrà aiutar-
A dispetto di queste sue piacevoli sembianze,
ci, si spera, ad allevarlo in acquari che lo faccia-
questa specie è alquanto aggressiva e per difen-
no realmente sentire… a casa. 124
OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
Un acquario per soli invertebrati
126
dall'ambiente corallino, si è voluto inserire un acquario marino contenente solo invertebrati ed alghe, che evocasse il fascino delle sue cromie calde. La vasca, di piccole dimensioni, è adagiata su un capitello classico posto tra la seduta e l'angolo relax di un soggiorno. Le tonalità calde dell'insieme, come suddetto, caratterizzano l'ambiente. I toni caldi delle pannellature e dei cuscini dei divani, peraltro, fanno rima con quelli delle gorgonie tropicali, producendo una simbiosi logica tra l’habitat naturale tropicale ed il caldo ambiente domestico, tana e protezione per i suoi abitanti. Il posizionamento sul capitello di marmo, peraltro, contribuisce a rendere centrale la vasca nell’arredamento, erigendola a simbolo di natura incontaminata, centro del focolare domestico, emblema quasi magico, soprattutto se proiettato sull’immagine egizia disposta alle spalle. Non abbiamo dubbi sull'effetto riposante di un acquario dai colori vivaci, disposto su un capitello, paradigmatica fusione tra la natura incontaminata e le pure forme classiche ioniche, tra l'arte umana e le armonie naturali. Ovviamente, la forma plastica ed eterea del capitello è solo apparente, in quanto lo stesso è solidamente ancorato ad una base metallica, costituita da una piastra di acciaio dello spessore di 5 mm, disposta sotto il tappeto. Il capitello, solo apparentemente marmoreo, è una costruzione in gesso che copre la struttura portante in acciaio, perfettamente in grado di sorreggere l’acquario, in modo stabile e solido. La struttura in gesso è stata poi verniciata con un coating a spruzzo di colore grigio, sul quale è stato realizzato l’effetto marmo. Il sistema di illuminazione è disposto ai due lati lunghi della vasca, coperto da altrettanti riflettori piegati a 30° verso il centro, in modo da ridirigere le radiazioni verso il fondo della vasca. In questo modo si riesce a produrre un effetto di trasparenza completa (la vasca è visibile anche dall’alto) senza penalizzare l’estetica e la funzionalità. Il bordo in plastica, largo 4 cm, che corre in alto a copertura della vasca, aperta, permette di nascondere tutti i dettagli tecnologici, lasciando aperta ed apparentemente totalmente naturale, la vasca. Il filtro biologico, invece, è disposto lungo uno dei due lati corti (quello rivolto alla poltrona), completamente ricoperto da uno sfondo fotografico in modo da non apparire alla vista. I cavi del filtro, del termoriscaldatore (contenuto nel filtro) e dell’impianto di illuminazione, passano sotto il bordo in alto, che richiama per forma e colore la base della vasca, e scendono poi lungo uno spigolo posteriore, per arrivare sotto l’acquario, dove è presente una piccola centralina che rimanda al cavo di alimentazione. In realtà si potrebbe adattare a questo sistema anche un impianto di illuminazione pendente dal soffitto, utilizzando luci penetranti e spot, come le alogene, ma l’altezza del soffitto di questo ambiente renderebbe la soluzione poco gradevole, perché la presenza della plafoniera pendente potrebbe apparire preponderante rispetto al resto. Tuttavia è questa una opzione da prendere in considerazione, per ambienti aventi un solaio più basso. La popolazione della vasca è costituita da gorgonie e madrepore tropicali, disposte ai lati di un’area concava realizzata mediante l’accostamento di rocce vive. In questo modo si concretizza una configurazione che rievoca quella dell’ambiente domestico, coperto di rocce naturali aventi al centro l’acquario. Il parallelismo concettuale e formale tra il salotto che accoglie l’acquario e la vasca che accoglie la tana rocciosa (ben visibile anche dall’alto) si realizza e diviene evidente, vibrante, facilmente fruibile, quasi magico.
SCHEDA TECNICA
Affascinati
LA VASCA IN DETTAGLIO Vasca in vetro extra-chiaro dello spessore di 12 mm. Dimensioni: 120 x 40 x 55 (h) Filtro interno BluWave 09 Termoriscaldatore Askoll Tronic E2Volution da 300 watt Illuminazione: 2 lampade T5 Sylvania aquastar 10.000 °K da 54 watt Sabbia corallina
Acqua: 1022 ppm, 26 °C prodotta mediante sali Line C Popolazione: rocce vive tropicali, Caulerpa spp., Codium spp., Dendronephtya klunzingeri, Alcyonum coralloides, Melithaea squamata, Menella spp., vari decapodi e molluschi. 127
Come di Antonio Piccolo
In questa sezione verranno proposti ogni mese FILMATI tesi a dimostrare attivitĂ di particolare rilevanza, oppure a illustrare argomenti e concetti che non potrebbero essere facilmente fruibili attraverso le classiche presentazioni con testo e foto. Preghiamo i lettori stessi di volerci proporre argomenti di loro interesse, in modo da permetterci di soddisfare le loro reali aspettative.
Vuoi seguire i consigli di un mago dell’aquascaping? Clicca sul filmato!
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si fa... INTERVISTA A OLIVER KNOTT Valerio Zupo e Antonio Piccolo
Oliver Knott, famoso aquascaper tedesco, è ospite questo mese di aquariophylia. Lo abbiamo intervistato per voi in occasione di una manifestazione e questo spiega la rumorosità dell’audio, organizzato alla men peggio in un ambiente pubblico. L’intervista ha toccato punti molto importanti ed è stato necessario discutere vari argomenti che potrebbero essere poco fruibili per i non anglofoni, a causa dei sottotitoli che scorrono veloci. Per questo motivo per i lettori di aquariophylia, pubblichiamo il testo completo dell’intervista ma, non perdete l’occasione di ascoltare i consigli direttamente dalla voce del grande Knott. D: Siamo molto felici di averla ospite di aquariophylia e ci piacerebbe sapere cosa suggerisce ai nostri lettori quale ricetta di base, molto semplice, per iniziare con le tecniche di aquascaping. R: l’elemento fondamentale, a mio avviso, è rappresentato dalle piante acquatiche. Molti aquascapers e soprattutto quelli principianti, scelgono in genere delle piante di alto livello, mentre io consiglio di iniziare sempre con piante di facile coltura e poi lavorare con un po’ di istinto, in modo che ogni appassionato trovi il suo personale stile di aquascape invece di “copiare” dai grandi aquascapers. È utile inseguire piuttosto il proprio personale stile. Ma è molto importante scegliere le piante giuste, perché questo è veramente il punto di inizio fondamentale. D: Quando parla di scegliere le piante giuste, naturalmente, considera che questo elemento dipende anche dalla tecnologia utilizzata per l’acquario, perché le piante devono essere adeguate ad un sistema di illuminazione, al filtro, ecc. …E anche una pianta molto “facile” potrebbe diventare “difficile” in un acquario inadeguato. Allora, qual è l’attrezzatura di base ideale che lei consiglia? R: Dipende dal tipo di acquario che usi, a bassa luce, ad alta luce, ecc. Esistono tantissime specie di piante che possono essere adeguate ad ogni acquario e quindi essere ipoteticamen129
te quelle giuste per ogni esigenza. Ad esempio esistono le piante nelle tazze, che vengono prodotte in vitro, in laboratorio, e che si adattano quasi sempre bene. Ad esempio, Eleocharis parvula è una pianta piccola, la puoi far crescere in qualsiasi tipo, o almeno in quasi tutti i tipi, di luce e puoi avere successo nel produrre strati omogenei di piante. …E sarà facile ottenere una sorta di prato omogeneo e denso.
classiche ricette di aquascaping, come dover scegliere solo 3 pietre che debbono avere una certa definita forma ecc. Esistono veramente delle regole di questo tipo da dover applicare? Cosa suggerisce? R: Certo! Si tratta di ricette che derivano dal Giappone e funzionano bene in Asia di sicuro, ma io credo che non facciano parte dello stile europeo. Io credo che gli europei non siano molto d’accordo a seguire strade predeterminate. Se ti piacciono le pietre grandi vanno bene. Se ti piacciono 6 pietre invece di 3 va bene lo stesso. Secondo me una buona regola potrebbe essere scegliere un solo tipo di pietre, ma questo è già sufficiente. Bisognerebbe trovare una via di mezzo tra lo stile asiatico e l’europeo. Le regole troppo strette non vanno bene per gli europei.
D: Bene, allora andiamo ora alle cose pratiche. Io ho un acquario da 60 litri, quello tipico con bassa luce, 2 neon da 18 watt. Come posso cominciare? Mi dia una lista di piante che io possa utilizzare per creare un meraviglioso aquascape. R: Io sto proprio ora scrivendo un libro su questi piccoli acquari e sarà pubblicato presto in Germania ma l’anno prossimo sarà disponibile anche in inglese. Per il mio libro ho scelto il tipico acquario da 60 litri con bassa luce (50 watt) e ho scelto tre tipi di rocce grigie, usando sabbia bianca e con l’uso di muschio. Ho ricoperto di muschio 20 pietre, ed ho creato un piccolo landscape solo con l’uso di pietre grigie, sabbia chiara e muschio. Ho lavorato senza CO2, senza pesci, solo con la presenza di piccoli gamberi rossi. Seguendo questa strategia di semplicità io ritengo che si possano avere 90% di possibilità di successo con le tecniche di aquascaping. Quando cominci con il tipico acquario commerciale da 60 litri la cosa principale è semplificare: solo sabbia chiara, sassi grigi, muschio e gamberetti per avere successo.
D: Benissimo! Credo sia sufficiente. Le chiediamo solo quando sarà pronto il suo nuovo libro e quale sarà il suo titolo in anteprima per i lettori di aquariophylia. R: Il titolo sarà “Aquascaping for beginners”, sarà pubblicato inizialmente in Germania ma sarà probabilmente possibile ordinarlo in tutta Europa, e spiegherà le tecniche di allestimento in piccoli acquari, per chiarire ai principianti come iniziare, con un sistema facile di gestione. Non sarà un libro grosso, un centinaio di pagine per spiegare facilmente e praticamente cosa fare e spero che sia disponibile l’anno prossimo in inglese. D: noi non vediamo l’ora di leggerlo perché siamo ansiosi di conoscere le tecniche giuste di… aquascaping in stile europeo. Grazie mille per la sua intervista.
D: Una domanda finale. Cosa pensa circa le 130
KAB exhibition 2011, molto più di una semplice manifestazione bulgara di Roberto Cazzulani Quando ho visto il manifesto del KAB (Killi Association of Bulgaria) sono rimasto quasi fulminato. La mia decisione di partecipare alla manifestazione è stata presa subito e senza alcuna condizione. Io volevo essere là! Io volevo incontrare (o re-incontrare in un caso) Hristo, Vasko, Kiril e vedere la loro realtà. Era il mese di Luglio 2011. Decisi di far passare il periodo di vacanza “italiana” e di definire tutto a settembre. Nei primi giorni di settembre ho incominciato a esplorare le possibilità di volo verso Sofia. La fase successiva è stata quella di decidere in quale albergo pernottare per la durata della manifestazione. Tutto era pronto: biglietti aerei, prenotazione hotel... Alle 9:00 ero già sulla metropolitana con un piccolo trolley al seguito. A Sofia non ebbi nessuna difficoltà a superare i controlli doganali e non avendo alcun bagaglio da ritirare mi ritrovai ben presto in terra bulgara. Il sabato mattina vennero a prendermi in albergo Hristo e Todor Metchov. L’incontro
Locandina della manifestazione
con Todor è stato per me particolarmente Da molto tempo pensavo di visitare l’est
importante. Io e Todor ci siamo scambiati mes-
dell’Europa. Dentro di me è cresciuta la curiosità
saggi e-mail e un po’ delle nostre rispettive vite
di vedere tante nazioni di cui avevo poche cono-
per una decina di anni. Solo da questo si può
scenze ma vari conoscenti, con cui avevo avuto
capire l’importanza che ha rappresentato per me
il solo piacere di scambiare qualche mail e qual-
il fatto di vederlo di persona e di potergli stringe-
che individuo di varie specie negli anni passati.
re la mano. Todor mi ha anche regalato la sua 131
specie da allevare ma anche e soprattutto un’occasione per conoscere altri appassionati, per scambiarsi idee e non solo sui killi. Lo scambio non è una mera transazione monetaria ma un’occasione per arricchirsi culturalmente. Subito dopo l’incontro nella hall dell’hotel ci siamo recati nel luogo della manifestazione, distante appena una cinquantina di metri. La convention aveva luogo all’interno di una mostra/mercato dedicata agli ani-
Le vasche (foto di Roberto Cazzulani)
mali da compagnia. Erano presenti ultima fatica letteraria: un libro da lui scritto e
numerosi stand dove venivano venduti e messi in
pubblicato (in bulgaro) che riguarda i viaggi di
esposizione articoli per cani, gatti, uccelli e pesci.
scoperta del continente Americano. Si tratta di
La parte dedicata all’acquariofila non era molto
un’accurata ricostruzione storica dei viaggi verso
estesa ma comunque ho potuto ammirare alcu-
quel continente e che cerca di dare anche un
ne vasche molto ben arredate e con bellissimi
ordine prioritario alle (ce ne sono molte) date di
esemplari di varie specie. C’era anche una pic-
“scoperta” dell’America. Il libro è di ottima fattu-
cola sezione dedicata ai rettili. In ogni caso la
ra con delle illustrazioni che riportano i modelli
prima cosa che ha destato il mio interesse era il
(tutti costruiti da Todor) delle imbarcazioni che nei
display dei killi.
secoli si sono succedute su quelle rotte ed è per-
Una sola scaffalatura, molto lunga, conteneva le
fino rappresentato in scala e con dovizia di parti-
vasche ben illuminate. Sono rimasto colpito dalla
colari, il canotto di salvataggio utilizzato da
professionalità con cui la mostra era stata realiz-
Ambrogio Fogar e Mancini dopo il naufragio della
zata. Tutte le vasche erano in vetro e tutte con
loro
imbarcazione.
Fogar
sopravvisse, Mancini morì dopo il salvataggio. Entrambi avevano trascorso 74 giorni senza cibo in quella scialuppa. Voglio fare un piccola digressione rispetto al racconto della convention, che non vale solo per gli allevatori italiani. A mio avviso oggi si scambia troppo poco! Si è trovata la strada per “vendere” le proprie specie e si pensa
troppo
poco
allo
scambio. Lo scambio non è
Le vasche (Foto di Hristo Hristov)
solo l’individuo di una nuova 132
Da sinistra Hristo Hristov, Roberto Cazzulani, Todor Metchov e Kiril Kardashev Il fatto di tenere una convention nello stesso luogo e negli stessi tempi di una manifestazione più generica che attira un gran numero di persone anche per scopi diversi aiuta molto. Ne abbiamo avuto una esperienza noi come AIK e ritengo che anche il KAB abbia organizzato le cose con le stesse motivazioni. Un problema serio è quello di mantenecoperchio scorrevole sempre in vetro. Due file di
re gli eventuali nuovi appassionati nell’hobby.
vasche correvano lungo la scaffalatura da
Anche in Bulgaria, come in Italia, si lamenta un
entrambi i lati e tutte e due le file erano dotate di
gran numero di defezioni dopo i primi entusiasti-
un sistema di illuminazione quasi perfetto. Anche
ci mesi di partecipazione. A mio avviso il proble-
la disposizione delle vasche ha avuto la sua
ma è che coloro che si avvicinano all’hobby non
importanza e devo ammettere che era tra le
sono in grado di sentire, o forse noi non siamo
migliori che avessi mai visto: consentiva l’osser-
più in grado di mostrare, che non si tratta solo di
vazione delle specie in maniera molto agevole.
allevare una particolare specie di pesce, ma di
Rivulus aff.brunneus Fl Cruce Calcique De San Antonio PLL 09-09 (foto di Hristo Hristov)
133
sono i risultati. Io credo che per la questione tecAustrofundulus guajira COL 2006-2
nica molti si possano mettere al passo, ma per quanto riguarda l’ultimo punto, credo che Hristo sia un artista e pochi possano avere la sensibilità di cogliere l’attimo giusto. In ogni caso, credo sia meglio provarci anche solo per vedere quanta anima “artistica” abbiamo in noi. Nel corso della serata sono stati distribuiti i premi: sono stati davvero molti! Erano tazze con raffigurati gli esemplari delle specie vincitrici. Tra applausi e foto la serata volgeva al termine.
entrare a far parte di un mondo che travalica i
Il tempo, come in tutte queste occasioni, era
confini nazionali e che ti mette in contatto, a volte
volato. Due giorni sono veramente pochi e non
molto stretto, con altre persone provenienti da
sono riuscito a vedere nemmeno la città. Mi
realtà molto diverse ma con un interesse in
riprometto di tornare l’anno venturo, organizzan-
comune. Questo interesse è solo un punto di ini-
do tutto al meglio. Partecipiamo in massa?
zio per approfondire la propria esperienza sia come allevatore che come persona. Forse
Austrolebias nigripinnis Arroyo Tajamar
sarebbe necessario a questo scopo anche un miglior coordinamento tra le varie associazioni per accrescere la voglia di conoscenza e di incontro dei nuovi arrivati. I killi non sono solo pesci da allevare con alterna fortuna, ma un insieme di relazioni da esplorare e fare proprie per accrescere il proprio entusiasmo e capire meglio il mondo che ci circonda. In fondo anche i killi sono un’occasione per crescere. Durante la serata, Hristo mi ha spiegato in dettaglio come si riesce ad ottenere delle stupende foto di pesci. Non ci sono trucchi o attrezzature
Ringraziamenti: al termine di questo rac-
sofisticate. Le regole sono poche:
conto devo ringraziare un po’ tutti ma in partico-
1) un buon flash con una ottima sincronizzazio-
lare: Hristo Hristov che mi ha veramente suppor-
ne che illumini il soggetto dall’alto al momento
tato in tutto con una dedizione senza pari. Krili
dello scatto
Kardashev perchè lo considero un amico e per il
2) un altro flash laterale tenuto con la mano per
racconto delle sue imprese di pesca. Todor
dirigere meglio la luce sul soggetto e sempre
Metchov a cui ho potuto finalmente stringere la
mantenuto con una buona angolatura rispetto ai
mano e del quale ho potuto scoprire altre pas-
vetri della vasca per evitare la riflessione.
sioni. Vasko Gogov per avermi accolto nel suo
3) I vetri della vasca perfettamente puliti
paese in un fluente italiano. Ringrazio tutti i mem-
4) la vasca arredata con gusto con un buon sfondo
bri del KAB per la loro accoglienza ed ospitalità.
5) tanta pazienza nell’attesa che il soggetto si
Ultima, ma non per questo meno importante, rin-
metta nella posa giusta.
grazio Lisa per quanto ha fatto per me.
…E questi anche in relazione alla convention
Grazie a tutti e un arrivederci al 2012. 134
Aquariophylia su iPhone
C
ome molti di voi già sanno, aquariophylia è disponibile anche come app per iPhone. La stessa applicazione peraltro, sebbene un pochino sgranata, è disponibile su iPad e può quindi essere fruita facilmente dall’enorme pubblico della mela mordicchiata.
Purtroppo, con l’avvento dell’iOS 5 (l’ultimo eccellente sistema operativo per i melafonini ed i tablet Apple) la nostra applicazione non funziona più come dovrebbe. Le pagine appaiono troppo grandi e non si riesce a scalarle. Quindi, se avete un melafonino con il sistema 4 (iOS 4) usate pure la nostra applicazione (aquariophylia mobile, su app store) e la troverete magnifica, come tutti quelli che hanno scritto per lasciare un commento. Se invece usate iOS 5 dovrete farne a meno, per ora, leggendo aquariophylia solo sul computer. Certo, è una limitazione per i lettori, ma come sapete abbiamo alcune ristrettezze dovute alla carenza cronica di investitori nel nostro paese. Pertanto, finché non troveremo aziende serie che vorranno sponsorizzare la realizzazione di una nuova app, dovremo rimandare l’ulteriore diffusione di aquariophylia nel mondo. Ce ne scusiamo con i lettori, ma comprenderete che è già tantissimo quello che stiamo cercando di portare avanti, praticamente a costo zero! Siamo certi comunque che molto presto le tante aziende che da qualche tempo sfruttano i vantaggi economici creati da aquariophylia si sentiranno in dovere di ricambiare, offrendoci un minimo di supporto economico. In quel momento, lo promettiamo, ricomparirà una app funzionante per il nuovo system!
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NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve J a m l a n d s c a p e, l’acquario marmellata. Avete mai visto quei barattoli di marmellata di forma pressoché cubica? Si trovano facilmente sui banchi dei supermercati e contengono circa 300 ml di ottima marmellata di arance (o di albicocche, se preferite!). Avete mai pensato a questi contenitori come… acquari? Impossibile, direte voi, eppure con un po’ di fantasia e senso pratico ci si può riuscire. Ovviamente stiamo parlando della nuova realizzazione del nostro mago del piccolissimo, del maestro della miniaturizzazione. Ne vedrete delle belle e non resisterete alla voglia di emulare!
Anche questo numero si conclude, ma vogliamo sperare che vi sia piaciuto almeno quanto i precedenti. Come sempre, con la fine della lettura inizia l’esplorazione diretta. Innanzitutto potrete approfondire gli articoli più interessanti cliccando sui link che essi contengono. Potrete anche riguardare i filmati proposti in questo numero, e sulle pubblicità dei produttori che hanno inviato le loro pagine, per esplorare i prodotti più interessanti e cominciare a compilare una lista di desiderata per il prossimo Natale. Potrete confrontare prodotti, prezzi, ecc. Infine, potrete iniziare alcune delle attività proposte dai nostri esperti in questo numero, allestire un nuovo acquario per pesci elettrici o cercare le specie descritte, per iniziare nuove entusiasmanti esperienze. Sarà facile, così, arrivare al numero di dicembre, l’ultimo del nostro primo anno, più ricco che mai. Vi anticipiamo alcuni dei contenuti più… eccitanti!
Link, il filtraggio. Nel prossimo numero la rubrica link prende in considerazione un elemento assolutamente centrale per la realizzazione di qualsiasi acquario. Ovviamente altri articoli serviranno ad approfondire l’argomento su queste stesse pagine, in futuro, ma per ora accontentiamoci di effettuare un viaggio di studi, in internet, guidati dal nostro esperto, che ci permetterà di conoscere trucchi e teorie in siti verificati e certificati in anteprima.
Nel prossimo numero vi proporremo:
Riflessioni sull’hobby del discus. Perché il discus fa così tanti proseliti in tutto il mondo? Cosa possiede questo pesce per attirare a sé un così gran numero di hobbisti che farebbero anche pazzie per possederlo nei propri acquari? I possessori di discus, sono tutti veri appassionati? A queste e ad altre importanti domande risponde Francesco Denitto, in esclusiva per i lettori di aquariophylia.
Elettronica e fai-da-te. Se una sera con estrema calma e pazienza navigate sul web potrete trovare prodotti che automatizzano, proteggono, sterilizzano e quant’altro il nostro amatissimo acquario. Se ne trovano di tutti i gusti e per tutte le tasche, alcuni molto validi, altri che lasciano il tempo che trovano… Comunque tutti utili allo scopo di facilitare la nostra vita e di evitare che una dimenticanza o disattenzione possa compromettere lo stato di salute del mondo sommerso casalingo. Fino ad ora, magari per abitudine, avevamo automatizzato, mediante l’uso di un timer elettromeccanico, solamente l’accensione e lo spegnimento delle luci, e mediante una mangiatoia le cure nutrizionali dei nostri piccoli amici, non sapendo che potevamo spingerci ben oltre. Forse non potete nemmeno immaginare quanto!
Endler, piccoli gioielli in acquario. Parleremo di una specie che ormai da anni sta invadendo gli acquari d’acqua dolce di tutto il mondo: Il Poecilia wingei, conosciuto comunemente come “endler”. Il morfotipo di Poecilia reticulata (Peters 1859) che vive nelle lagune costiere di Los Patos e La Malagueña, nei pressi della città di Cumanà (Venezuela Nord orientale), rappresenta ancora un enigma zoologico, che rischia di non essere mai svelato a causa del pericolo di estinzione della popolazione ittica in questione, la quale non ha ancora una propria collocazione tassonomica.
Limpopo river. Nasce fra i monti del Sudafrica e scorre maestoso verso Est andando incontro all'oceano Indiano. Dalla parte del Botswana, il luogo migliore per incontrarlo è il Tuli Block, una delle più spettacolari ed incontaminate aree del Paese. Un nostro lettore dalla personalità particolarmente interessante, anzi, intrigante, ci accompagnerà nell’esplorazione di questo eccezionale ambiente naturale.
Oltre il vetro. La rubrica dell’architetto nel prossimo numero prenderà in considerazione un acquario totalmente privo di supporto, semplicemente poggiato sul parquet del salotto. Quale sarà l’effetto finale di una tale eccentrica soluzione? Non male
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a giudicare dalle immagini. Non riuscite a vederle? Allora, se vorrete emulare questa realizzazione, dovrete attendere ancora qualche settimana.
hanno smesso di riprodursi, poi si scopre che da un anno e mezzo i pesci sono nutriti con lo stesso cibo in scaglie, magari scaduto da sei mesi! Vi offriremo alcuni semplici consigli per alimentare i pesci al meglio, evitando errori banali.
Il laghetto, quando la natura dà spettacolo. Ninfee e fior di loto appartengono entrambe alle Ninfeacee, piante perennemente sommerse con radici a “rizoma”, vale a dire una sorta di fusto carnoso sotterraneo dalla cui zona ventrale si dipartono radici filamentose e che, nella parte superiore, dà origine alle foglie e ai fiori, che galleggiano e/o sporgono dall’acqua. Nel prossimo numero vi presenteremo un articolo organizzato in tre parti: le specie (prima le ninfee, quindi i fior di loto, ciascun gruppo con le più diffuse delle numerose varietà oggi offerte sul mercato), i consigli per la coltivazione e… qualche curiosità.
Lamotius. Prima di leggere questa storia, dovete fare un piccolo esercizio: chiudere gli occhi per tornare mentalmente indietro nel tempo, fino al milleseicento. L'Europa è molto diversa da oggi. Sono passati appena 200 anni dalla fine del medioevo. E ne mancano ancora almeno altri cento perché le rivoluzioni scientifiche e sociali dell'illuminismo ci traghettino verso l'età moderna. La vita è difficile, per molti aspetti dolorosa e violenta, ma allo stesso tempo è ancora fortemente legata alla natura, alle sue leggi e ai suoi cicli, anche per chi vive già nelle città. Parleremo di un personaggio mitico, un naturalista ante litteram, che vi affascinerà per la sua passione. Il nostro autore riesce a renderlo quasi presente. Un miracolo!
Gli insetti stecco. La rubrica Nonsoloacquari continua con la seconda puntata dell’articolo sugli insetti stecco iniziato questo mese. Vi è piaciuto? Allora tra un mese parleremo della riproduzione, della muta e dell’allevamento di questi straordinari trasformisti. Chissà se qualcuno vorrà provare l’ebrezza della loro coltura.
Ma non finisce qui! Abbiamo in serbo per voi una serie di sorprese natalizie perché non vogliamo smettere di coccolarvi. In esclusiva, per gli abbonati di aquariophylia, allegheremo al prossimo numero un libro di favole. Si tratta di una storia bellissima, che parla di pesci, di amore di avventura. Il personaggio principale, pensate, è un magnifico Betta. E l’avventura si duplica, per tenervi occupati nell’intero periodo delle feste. Al numero di gennaio allegheremo un secondo libro di favole, dello stesso autore, con una storia ancora incentrata sul carattere peculiare di un Betta. Tutti gli abbonati (e solo loro) potranno scaricarne gratuitamente una copia in pdf dal nostro sito, come allegato alla rivista. Ma insieme ai loro amici potranno anche acquistarne una copia cartacea, se lo vorranno, da donare a figli e nipotini. Insomma, la favola di aquariophylia non finisce qui, anzi, raddoppia durante le feste! Stay tuned!
Stimoli di immersione. Volete conoscere i biotopi naturali di Plectorhinchus gaterinus? È un pesce che vive tra i reef, nei primi metri di profondità, ampiamente diffuso in tutta la costa orientale dell’oceano Indiano, estuari dei fiumi, nel Mar Rosso, di Egitto Somalia, Kenya, Mauritius e costa meridionale africana ad est del Madagascar. Ci immergeremo e lo seguiremo per alcuni istanti, per immaginare un acquario ad esso dedicato. Test. Come sempre ricca la sezione test. D’altra parte il prossimo numero uscirà poco prima di Natale e dovremo dunque scegliere qualche regalo appropriato. Parleremo di un alimento per Betta, di una pianta acquatica di grande bellezza e robustezza, di un alimento per pesci marini tropicali, di un controller per la temperatura. Ma soprattutto, prenderemo in considerazione il regalo di Natale ideale per un acquariofilo: un nuovo impianto per la produzione di acqua pura e cristallina da dedicare a tutti i nostri sensibili ospiti tropicali.
Ovviamente questo è quanto abbiamo già… in forno. Se desiderate un menu “a la carte”, come sempre, non esitate a scriverci, inviando le vostre richieste tramite le apposite finestre del nostro sito web: www.aquariophylia.it o inviando una mail ad aquariophylia@gmail.com. Saremo felici di accontentarvi
Le ricette di acquariophylia. L’alimentazione dei pesci è uno degli elementi fondamentali per la buona conduzione di un acquario. Talvolta tendiamo a dimenticarlo, ma molti problemi di allevamento e riproduzione possono dipendere da un’alimentazione inadeguata o una dieta sbilanciata. Troppo spesso l’acquariofilo lamenta che i suoi pesci
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Arrivederci al prossimo numero! Terminiamo coi ringraziamenti: è importante da parte nostra ringraziare tutti i lettori per il gran lavoro di divulgazione che stanno facendo. Ci rendiamo conto, al momento dell’uscita di ogni fascicolo, che molti di voi riescono effettivamente a comunicare l’invito a registrarsi a tanti amici. Continuate così, ogni mese, per meritarvi una rivista sempre più accurata e ricca. Tanto sforzo serve a renderci “convincenti” per gli sponsor, i quali sanno oramai che siamo in tanti e che è utile sostenerci. Ovviamente dipenderà da loro la nostra possibilità di continuare a regalarvi una rivista mensile di questo livello. Osservate dunque le pagine pubblicitarie che compaiono in questo numero: in definitiva, la rivista che avete ricevuto è un loro dono. Questo non significa che dobbiamo piegarci a bieche filosofie commerciali o che si debbano esprimere pareri a pagamento. Sapete bene che non lo faremo mai. Significa però che alcune aziende, più di altre, hanno a cuore la vostra informazione ed è giusto renderne conto. Dunque arrivederci al prossimo numero, sempre più ricco e vario, con tante novità interessanti e, speriamo, sempre sostenuto da lettori e sponsor. Come di consueto una richiesta schietta: se avete dubbi sui contenuti, esprimeteli con chiarezza, sul forum o sulla rubrica lettere. Questo servirà a migliorarci, perché gli unici veri padroni di aquariophylia siete voi. Dunque, gestitela con attenzione.