Inserto Discus Aeratore Filtro ad alghe VIII International Aquarium Congress Persico sole Pesci rossi Conchiglie da collezione Myriapora truncata Alle sorgenti del Nilo Pygocentrus cariba
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE Negli ultimi tempi abbiamo avuto numerosi nuovi iscritti e la cosa, come sempre, ci riempie di gioia. Li accogliamo come “figlioli prodighi” (!) e a loro dedichiamo l’apertura di questo numero. I nostri lettori della prima ora infatti, quelli che ci seguono con affetto e attenzione sin dal primo numero, questa cosa la conoscono già. Ma i nuovi lettori potrebbero trovarsi un pochino spaesati in questa carta fatta di elettroni, in questo inchiostro a monitor. Allora vogliamo darvi subito il benvenuto tra noi e rammentarvi che, benché l’aspetto ricordi volutamente una classica rivista in A4, i contenuti di Aquariophylia sono molto avanti nel tempo. Potrete sfogliarla, proprio come una rivista del secolo scorso, ma vi divertirete molto di più se proverete a cliccare per renderla… viva. Potrete così navigare in internet per fare interessanti ricerche a tema (rubrica link), assistere a interessanti filmati (rubrica ComeSiFa), incontrare le più prestigiose e attive associazioni acquariofile (sezione Dalle Associazioni) o esplorare i prodotti più interessanti del momento, spesso ancora assenti nel vostro negozio di fiducia, cliccando sulle pubblicità o sulle pagine della sezione “Recensioni”. Insomma, cliccate e diverrete attivi fruitori di questa innovativa pubblicazione: benvenuti nel nuovo millennio!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno II numero 11 - novembre 2012 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio, Dott. Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) Daniele Salerno (Pesci predatori) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Silvio Arnone Carassio Aurato Rita Colognola Francesco Denitto Francesco De Rosa Luciano Di Tizio Lucia Gaddo Zanovello Gennaro Iovino IppoCampo Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Mirko Mutalipassi Antonio Piccolo Maurizio Quarta Stefano C.A. Rossi Fabio Russo Daniele Salerno Luigi Storoni Pubblicità e Redazione: Papyrus Wezelweide 15 - NL 2727 DK Zoetermeer - The Netherlands Tel. 0031-(0)6-48154024 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno II - n째 11 novembre 2012
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Editoriale Questo numero in breve Lettere in redazione Inserto: l’allevamento del Discus. Ottava parte di Diskuszucht Stendker Vai col link. Oggi parliamo di... Aerazione a cura di Mario Loffredo La rubrica del Carassio Acquario Mediterraneo. Dall’antico al moderno: il filtro ad alghe. Seconda parte di Stefano C.A. Rossi
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Voce alle associazioni L’Ottavo International Aquarium Congress di Francesco Denitto L’acquario nostrano: il persico sole di Luciano Di Tizio Un acquario per il pesce rosso. Prima parte di Maurizio Quarta Non saremo mai come loro! di Gennaro Iovino Recensioni e novità AquaHolland Coral Sand Blau Open Reef Dennerle Osmose Remineral+ New Era Marine Grazer Tropic Marin Pro-Coral K+A- Elements Pro
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Come si fa. Intervista a un responsabile Sera di Antonio Piccolo Myriapora truncata a cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa L’acquario in poesia. Fialba di Lucia Gaddo Zanovello Alle sorgenti del Nilo di Silvio Arnone Oltre il vetro. Sogno... o son desto? di Luigi Storoni NonSoloAcquari. Conchiglie da collezione: Cefalopodi Tetrabranchiati e Scafopodi di Lorenzo Luchetta
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Pygocentrus cariba, tutto quello che serve per allevarlo meglio di Daniele Salerno Holland Koi Show 2012 e divagazioni pseudofilosofiche di IppoCampo Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.
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ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell’acquario, sia d’acqua dolce che marino; si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell’esplorazione dei biotopi locali.
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DANIELE SALERNO (Responsabile sezione Pesci Predatori) conosciuto da tutti come DanieleRoma, nickname usato da sempre sia nei forum di acquariofilia marina (suo primo grande amore fin dall’età di 6 anni quando riuscì a riprodurre i suoi primi pesci pagliaccio) sia in quelli d’acqua dolce, è il fondatore del sito www.piranhaclub.net. Primo ad aver presentato ad un layout contest internazionale (AAC) una vasca naturale con un piranha piazzandosi tra i primi 24, ha suscitato scalpore e tanta sorpresa nella stessa giuria che ha dovuto giudicare un pesce dal valore estetico ritenuto nullo appena 2 anni fa. Partendo da quella provocazione-scandalo ha iniziato a far conoscere esemplari di predatori mai visti in vasche domestiche, sfatando molti falsi miti contibuendo, insieme a tutto il suo validissimo Staff, a diffondere questo aspetto ancora poco conosciuto riguardo ai pesci predatori. LUCIA GADDO ZANOVELLO (Autore) nata a Padova nel 1951, è stata docente di lettere nella scuola media fino al 2010. Appassionata di storia, letteratura, filosofia morale e spiritualità, ama profondamente la natura e gli animali. Tra i tanti libri di poesia pubblicati: “Memodìa” (Marsilio, 2003), “Ad lucem per undas” (Joker, 2007), “Amare serve” (Cleup, 2010), “Illuminillime” (Cleup, 2011), “Rodografie” (2012). Sue poesie sono state tradotte in greco. Nel 2004-2005 il compositore Sotiris Sakellaropoulos ha tratto da “Memodìa” alcune opere musicali. Nel 2009 è uscito il libro intervista “Amata Poesia: Antonio Capuzzo intervista Lucia Gaddo Zanovello”. MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), é tra i soci fondatori del neonato Salento Aquarium Club. FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l’associazione AMM “Acquario Marino Mediterraneo” cura la rubrica “strani e poco conosciuti” oltre a collaborare alla stesura di schede di organismi marini mediterranei. LUIGI STORONI (Autore) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli.
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Questo mese abbiamo voluto regalarvi una copertina un po’ diversa dal solito. Si tratta di una provocazione, naturalmente, ma riguarda un tema molto importante, che potrà fare la differenza nei prossimi anni e dirigere gli interessi degli appassionati e dei produttori di accessori. È questo l’acquario che volete? Lo diciamo senza presunzione di conoscere la risposta giusta e senza voler criminalizzare nessuno. Se riguardate la copertina, vi renderete conto che si tratta, tutto sommato, di un’immagine piacevole e rilassante. Nulla di male, insomma. Un acquario in plastica, con tanti Nemo e piantine artificiali, è senza dubbio un eccellente oggetto d’arredamento. Conferisce colore e movimento al nostro ambiente domestico e in qualche modo può essere un ausilio educativo, se alla vista del piccolo Nemo in plastica che apre la bocca al passaggio dell’aria, associamo qualche bella storia, una favola edificante, ecc. Eppure ripeto la domanda: è questo l’acquario che vogliamo? Quanta parte devono occupare la tecnologia e la “plastica” nel nostro acquario e quale ruolo deve essere giocato invece dagli organismi vivi? Lo chiedo perché, com’è ovvio, esistono infinite variazioni sul tema e tra l’acquario aperto contenente solo coralli e alghe e la vasca in plastica con pesci di plastica, ci sono le nursery per discus prive di piante, gli aquascapes con arredamenti sintetici, gli acquari per ciclidi del lago Malawi con tanti pesci e qualche pietra… e tante altre variazioni sul tema. Dunque, per i puritani della materia un contenitore che non ospiti una popolazione bilanciata di animali e vegetali, coadiuvata
da batteri e altri microorganismi e in perfetto equilibrio con l’ambiente subaereo, non può in alcun modo essere definito come “un acquario”. Per altri appassionati, anche una semplice boccia con un pesce rosso e una piantina di plastica, è una forma particolare di acquario. Voi come la pensate? Inutile che attendiate da noi una risposta e altrettanto inutile cercare di leggere tra le righe… dove vogliamo andare a parare.
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ginari non appena finiti i compiti del giorno. Se un ipotetico personaggio dello scorso decennio avesse visto uscire un gruppo d’impiegati dall’ufficio, così come appaiono oggi, ognuno col telefonino tra la testa piegata e la spalla, il telecomando dell’auto in una mano e la borsa nell’altra, avrebbe pensato certo a un irrealizzabile film di fantascienza! Cosa c’entrano gli acquari con tutto questo mondo di silicio? Ecco allora che si giustifica la domanda. Ritenete che gli acquari debbano “adeguarsi” al progresso tecnologico e cambiare dunque aspetto e consistenza per incorporare tanta plastica e tanti chip, oppure pensate che gli acquari debbano conservare il loro istinto puro e selvaggio, proprio per diversificarsi e valorizzarsi rispetto alla massificazione dei beni di consumo che caratterizza i nostri tempi? Ovviamente noi abbiamo le nostre preferenze, come chiunque, ma il punto non è come la pensiamo noi che scriviamo questa rivista, quanto piuttosto come si muoverà la maggioranza degli acquariofili, perché da ciò potrebbe dipendere l’aspetto dell’acquario nei prossimi decenni. Non sappiamo se l’acquario del futuro somiglierà a quello rappresentato in copertina, ma speriamo vivamente che esso continui a contenere animali vivi, perché i pesci d’acquario hanno conquistato, grazie alle loro caratteristiche fisiche ed etologiche, un nuovo habitat, assente in natura, ma altrettanto ospitale e sufficiente a dare continuità alle loro progenie. Speriamo vivamente che quest’ambiente non venga distrutto, come la foresta amazzonica e la barriera corallina, dall’avanzare delle tecnologie e dalle logiche di mercato. Qualsiasi sia la direzione presa dal progresso acquariofilo, comunque, noi speriamo di essere qui, dalla parte vostra, per registrare il futuro, quando diverrà presente.
Inutile perché ve lo diremo subito: la vostra risposta potrebbe decretare il successo di alcuni produttori e il fallimento di altri! Esistono oggi tanti modi di fare acquariofilia ma è evidente che non ci sarà spazio per tutti, in futuro, a causa delle restrizioni del mercato, dell’evoluzione delle tendenze e della maturazione di alcune attitudini. È facile notare che, al di fuori del nostro mondo, la tecnologia e il progresso in vari campi in continua evoluzione stanno producendo vere e proprie rivoluzioni culturali ed economiche. Se i giovani di venti anni fa si divertivano ancora a far rimbalzare una pallina di ferro su un piano pendente, i ragazzi oggi giocano a pallone col telefonino e condividono spazi virtuali di mondi imma-
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QUESTO NUMERO...
in breve Inserto Discus Ancora una puntata dell’inserto dedicato al Discus. Questa volta l’autore risponde alle domande che più di frequente gli vengono rivolte: quanti anni può vivere un Discus? Che dimensioni può raggiungere? Perché un Discus è diventato aggressivo? Posso mescolare Discus di diversi colori e dimensioni in una vasca? Perché... leggete l’inserto e scoprirete le risposte. Oggi parliamo di... Aerazione In passato costituiva un elemento indispensabile per ogni acquario e non si sarebbe immaginata una vaschetta illuminata priva del classico fascio di bollicine. Oggi, con la diffusione dei distributori di anidride carbonica e delle pompe di movimento, l’aeratore è diventato un accessorio poco diffuso e relativamente… retrò. Ma l’aeratore può essere utile, silenzioso, efficace ed economico. Proviamo a scoprire di più su quest’accessorio dimenticato! Carassio Incorreggibile malalingua, questa volta il nostro pinnuto collaboratore insinua perfino che proprio Lui, il Capo, debba scontare quindici giorni di prigione! Per fortuna si riscatta rispondendo dettagliatamente alle interessanti osservazioni di un nostro lettore. E va bene, per questa volta non lo licenziamo! Mediterraneo: filtro ad alghe Continuiamo il discorso iniziato il mese scorso a proposito di questo sistema filtrante molto efficiente, spesso dimenticato dagli acquariofili, perché altri filtri appaiono più tecnologici e moderni. Come rammenterete, c’eravamo lasciati parlando delle varie discussioni su argomenti di base, come l’illuminazione e il filtraggio, tenendo conto della posizione estrema di vari attori in queste, talvolta aspre, divergenze di opinioni. Nella costante ricerca di trovare una mediazione, ci siamo imbattuti in un sito statunitense che, guarda un po’, ripropone il filtro ad alghe ma in una veste nuova, che tende a risolvere la maggior parte delle magagne attribuite alla versione classica di Adey. Come? Basta leggere l’articolo per scoprirlo. L’Ottavo International Aquarium Congress Dal 9 al 14 settembre 2012 nella città sudafricana di Cape Town si è svolto l’8° “International Aquarium Congress” (IAC), un appuntamento quadriennale che permette agli addetti del settore, di potersi incontrare e discutere di tutto ciò che riguarda gli Acquari Pubblici. Promotore e organizzatore dell’ottavo IAC, è stato il “Two Oceans Aquarium”, ovvero l’acquario pubblico della città sudafricana. Accanto alla sala del congresso, un’ampia sala accoglieva numerosi stand di ditte che gravitano nel settore acquaristico, dalle aziende che progettano acquari pubblici, a ditte che realizzano pannelli in acrilico, ad altre che sono specializzate nell’allestimento delle vasche con scenografie artificiali ed effetti luminosi. 12
L’acquario nostrano. Il persico sole Tra le specie nostrane, il persico sole, per aspetto e abitudini di vita, può certamente competere con le più gettonate specie esotiche che furoreggiano nei nostri acquari. Originario delle acque interne degli USA, tra Maine e regione dei Grandi Laghi lungo il settore orientale, sino alla Florida e al Texas, si racconta che è stato importato in Europa sin dal 1877, a cominciare a quanto pare dalla Francia. Nelle acque libere italiane è arrivato invece nel 1900, per volontaria introduzione nel lago di Varano, in Lombardia. Il nostro esperto ci accompagna alla scoperta di quest’affascinante abitatore delle nostre acque interne, spesso ingiustamente dimenticato. Un acquario vero per il pesce rosso Abbiamo visto, nei numeri precedenti, la storia e l’incredibile varietà, del mondo del pesce rosso. Ma qual è l’acquario ideale per questo affascinante pesce? Non è affatto necessario immaginare modelli particolarmente sofisticati; vasche rettangolari, facilmente reperibili nei negozi specializzati, sono senz’altro adatte allo scopo, permettendo di acquistare modelli esteticamente molto validi e tecnicamente affidabili e sicuri. Partiti dalla classica “boccia”, siamo ormai pronti per allestire un “vero” acquario per i nostri amici pesci rossi, in modo da godere al meglio la compagnia e le soddisfazioni che ci sapranno dare. Discus: Non saremo mai come loro! Fino al 2009 la rete di piccoli e medi allevatori tedeschi, sfornava novità e primizie ogni 2/3 mesi. Oggi, invece, non vi è molto da vedere; per il 90%, solo copie sbiadite di capolavori d’oltre oceano. I cuori della gran parte degli appassionati europei, oggi battono per discus creati in Asia 10, 15, 20 anni fa e molte volte, “selezionando” pesci da coppie asiatiche o miste fra pesci asiatici ed europei, non si ottiene altro che un prodotto ormai vecchio di 15 anni. Test Stimolante come sempre la rubrica dedicata alle novità: una sabbia di pura aragonite, un acquario completo pronto per l’uso, sali per acqua da osmosi, un nuovo alimento per brucatori, o un nuovo integratore? Quale vogliamo sperimentare per primo? C’è solo l’imbarazzo della scelta. 13
Come si fa Nel grande panorama internazionale delle aziende per acquari, ce ne sono alcune che spiccano per continuità e inventiva. Tra queste dobbiamo certamente annoverare la Sera, sempre attenta alle problematiche “scottanti” e capace spesso di risolvere i problemi dell’acquariofilo con prodotti innovativi. Questo mese abbiamo incontrato un responsabile della Sera Italia e gli abbiamo chiesto consigli per l’allestimento e la gestione dell’acquario. Le schede di Aquariophylia: M y r i a p o r a t r u n c a t a Briozoo coloniale, facilmente riconoscibile dalla forma ramificata dicotomicamente che, come suggerisce il nome vernacolare, ricorda vagamente i rami del corallo rosso. I “rametti” sono tozzi, porosi, di colore arancio-rosso intenso, con una sezione cilindrica troncata alle estremità. Le colonie preferiscono aderire su rocce del coralligeno, ma anche ombreggiate, come grotte e piccole cavità. Rubrica Poesie Eccoci giunti al solito appuntamento, pausa gradita tra un nuovo accessorio e una specie poco conosciuta. Questo mese la rubrica di Mariella Bettarini ci propone una fiaba che sorge e sfavilla… all’alba. Insomma, molto più di un semplice gioco di parole. Una poesia, ecco, mancava il termine! Alle sorgenti del Nilo È il Nilo, il fiume più lungo del mondo? – Ancora oggi la questione è aperta e contribuisce a mantenere vivo l’alone di leggenda che aleggia su queste acque. L’argomento ha meritato fiumi d’inchiostro e metri di pellicola cinematografica, oltre che dibattiti animati da furore non ancora del tutto sopito. Poco importa al viaggiatore affascinato dalla maestosità del luogo, la mente volge al ricordo di quanto letto, alle fotografie del passato e del presente di questo gigante d’acqua, che dall’equatore giunge al Mediterraneo, mentre l’occhio spazia intorno per godere finalmente dal vivo, questo grandioso spettacolo della natura. Oltre il vetro Talvolta la realtà supera la fantasia, ma non è raro, invece, che la fantasia appaia molto più potente della realtà. Realizzare un acquario spesso significa realizzare un sogno e allora perché mai contenere la nostra costruzione acquatica tra semplici pareti domestiche, magari grigie ed esigue? Questo mese vogliamo proporvi qualcosa di più... Di eccessivo. Insomma, questa volta il nostro architetto ha immaginato l’acquario, lasciando a voi il compito di immaginare tutto il resto. 14
Conchiglie da collezione Ancora delle magnifiche conchiglie da studiare, ammirare, amare e collezionare. Questa volta il nostro esperto ci accompagna nel mondo affascinante dei Cefalopodi Tetrabranchiati e degli Scafopodi. P y g o c e n t r u s c a r i b a, tutto quello che serve sapere per allevarlo al meglio: Nonostante abbia una pessima fama di assassino, il “cariba” in cattività non sfoggia queste caratteristiche immediatamente, ma dopo una corretta acclimatazione e il giusto e normale periodo di ambientamento, si riuscirà ad apprezzarne l’indole, dapprima schiva e timorosa, poi molto decisa e aggressiva. Durante i primi giorni in cattività, si noterà quanto il piranha si spaventi facilmente e come sia molto timido e impaurito, rifiutando il cibo anche per settimane e standosene immobile in un punto nascosto e in ombra dell’acquario: questo comportamento è del tutto normale in esemplari di cattura e bisognerà armarsi di pazienza lasciando al cariba il tempo necessario a vincere la diffidenza di un nuovo ambiente, che però dovrà garantirgli quanto esposto in quest’articolo: spazio libero per il nuoto, zone di luce e d’ombra, valori chimici ottimali. Holland Koi Show 2012 Non bastava Carassio, ci voleva anche IppoCampo. L’insolente pesciolino, stavolta, non solo usurpa un compito non suo ma, con la scusa di parlarci di un evento fantastico, imperdibile, la più importante manifestazione di settore a livello mondiale, in realtà coglie l’occasione per propinarci le sue solite, incomprensibili, divagazioni. Con collaboratori di questo calibro, come si fa a ottenere delle informazioni sensate? La prossima volta al Koi Show bisognerà andarci di persona.
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it CHI FA DA SE FA PER TRE! Salve mi sono iscritto da poco alla vostra rivista online e devo dire che la trovo eccezionale, ho già scaricato tutti i numeri e li ho divorati!! Chiara completa ed esaustiva nelle informazioni che date, davvero ben fatta, ma notavo che manca una sezione sul fai da te, a molti come me interessa farsi le cose da soli, come plafoniere con wattaggi superiori o fertilizzanti o come modificare un impianto luci di un acquario dotato di coperchio... o anche uno sfondo 3D o un copri-filtro, anche una semplice porosa di tiglio lavorata e adattata per la CO2. Sono solo poche cose e delle curiosità... ma credo che ci sia del materiale per affrontare questo argomento. Grazie mille per il tempo dedicatomi, anche solo per leggere questa mail. Cordiali saluti Mauro Innanzitutto la ringraziamo per i complimenti e per la fiducia accordataci. Speriamo di poter essere sempre all’altezza della sua considerazione. Per quanto riguarda il bricolage, sappia che è uno dei temi prioritari per la nostra testata e in cima alla nostra lista di argomenti da trattare. Purtroppo non è facile trovare autori bravi ed affidabili su questi argomenti ed è questo il motivo del nostro 16
allora potremmo definire la bontà dell’idea? Corydoras melanistius, volgarmente detto “spazzino sale e pepe” a causa del colore particolare della livrea, è un pesce di piccole dimensioni (al massimo, 5 cm di lunghezza) originario del Rio delle Amazzoni. Vive in acque dai valori medi (26-30 °C, pH 6,5-7,5, GH 5-30 °d) e può quindi adattarsi in qualsiasi acquario. Per dimensioni e preferenze “chimiche” potrà certamente essere ospitato nel suo acquario, essendo pacifico e onnivoro. Si riproduce persino in piccoli acquari senza grandi difficoltà, benché l’allevamento delle piccole larve non sia proprio semplicissimo. Quindi, dal nostro punto di vista, l’idea non è affatto brutta, a meno che non desideri allevare nello stesso acquario anche pesci grandi e aggressivi, che potrebbero aggredirlo.
DOWNLOAD E OSTRACISMO Volevo segnalarvi che cliccando su download rivista si viene indirizzati sugli arretrati del 2011. Questo genera confusione (non per me che ricevo la newsletter) in chi entra
“ritardo” rispetto ai programmi. In passato avevamo avuto alcune proposte che non si sono poi concretizzate. Dunque, cosa dire… se qualcuno dei lettori (ad esempio lei stesso!) ha degli argomenti interessanti da sottoporre, o proprie esperienze, proprio nei campi che lei cita e che ci interessano molto, si faccia avanti: c’è spazio riservato per la sua presenza!
CORYDORAS SÌ O NO? Possiedo un acquario di 58 litri con 3 Barbus, 1 Corydoras aeneus, 1 Gyrinocheilus aymonieri e 1 Gyrinocheilus aymonieri versione albina (dorata); qualche tempo fa avevo 2 Corydoras ma uno è morto e volevo aggiungere qualche Corydoras. Pensavo a 2 Corydoras melanistius: è una brutta idea? Baby.sax Il nostro lettore, purtroppo, non ci fornisce alcun dato circa la vasca, l’arredamento, il tipo di filtraggio o i valori dell’acqua. Su quali basi 17
nel sito, in quanto dà l’idea che la rivista è “morta” nel novembre 2011. In questa discussione potete verificare l’equivoco generato: www.acquariofilia.biz/showthread.php?p=1 ...97296#post1061897296 Sperando di aver fatto cosa a voi utile Sergio64 In effetti cliccando su “numeri arretrati” in testa alla homepage si viene ridiretti a una pagina che contiene due directories, la prima con i numeri pubblicati nel secondo anno, la seconda con i numeri pubblicati nel primo anno. Non si comprende quindi l’origine dell’incomprensione, ma è evidente che qualche problema deve esistere, se vari acquariofili sono caduti in questo errore. Ringraziamo quindi per la segnalazione che ci spinge a fare meglio per semplificare la grafica del nostro sito web, anche se vogliamo ricordare che il nostro portale è solo di supporto alla pubblicazione elettronica e quindi, in questo periodo di forti restrizioni economiche, preferiamo dare la priorità alla qualità dei contenuti, anche se questo significa togliere risorse al sito web e alle applicazioni per smartphone. Senza dubbio dovremo migliorare questi aspetti, ma a questo scopo avremo bisogno di maggiore supporto da parte dei lettori e degli sponsor. Cogliamo l’occasione per notare che il thread citato è tra i primi e tra i pochi che si riescono a reperire nei classici siti web che si occupano di acquari. Sin dall’inizio delle nostre attività, infatti, abbiamo registrato un atteggiamento ostico da parte di molti operatori e provider, i quali evidentemente temono che la diffusione di notizie indipendenti possa danneggiare i loro interessi economici. Abbiamo notato varie volte, in passato, che notizie relative alla nostra rivista vengono regolarmente “cancellate” poco dopo la pubblicazione nei vari forum, per motivi poco chiari. Com’è ovvio noi andiamo avanti lo stesso e siamo fieri di affermare che, seppur lentamente, tantissimi acquariofili divengono lettori affezionati. Non solo li ringraziamo, ma li preghiamo di aiutarci a diffondere
la rivista, continuando a darne notizia ai loro amici e conoscenti. Questo virtuoso passaparola potrà vincere presto l’ostinazione di chi vorrebbe metterci il bavaglio. Aquariophylia ha la forza della verità e della sincerità e quindi non può non prevalere sui piccoli interessi di parte. Stiamo crescendo grazie a voi (e alla nostra appassionata ostinazione) e dobbiamo quindi ringraziarvi ma anche spronarvi a continuare così! Grazie.
NUMERO DI OTTOBRE Ragazzi, ma il numero di ottobre non esce? Grazie Montellandrea Ciao a tutti, Anch’io aspetto con ansia il numero di ottobre, ogni giorno controllo ma niente... Comunque buon lavoro alla redazione e intanto mi rileggo i vecchi numeri. Valerio 18
Ebbene sì, come avrete notato il numero precedente è uscito con un po’ di ritardo! Ciò ha generato qualche malumore (giustificato) tra i lettori ma registriamo con piacere il comportamento positivo e costruttivo del secondo lettore, che ne ha approfittato per… approfondire i numeri precedenti. Ci scusiamo comunque con tutti i lettori della cosa e lo facciamo pubblicamente, con la massima trasparenza, come nostra consuetudine. Tale ritardo è stato motivato innanzitutto dalla nostra volontà di inserire in anteprima rispetto a qualsiasi altra pubblicazione specializzata il reportage sulla fiera di Bergamo, che si è conclusa a fine mese. A questo si sono aggiunti alcuni piccoli inconvenienti tecnici che hanno ritardato il nostro lavoro. D’altra parte ci è già accaduto in passato e non possiamo escludere che accada anche in futuro. Pubblicare una rivista di questo livello ogni mese richiede una quantità enorme di energie e professionalità e le risorse a nostra disposizione sono davvero poche, anche a causa dell’ostracismo dimostrato da molti grossi produttori internazionali. Ma noi usciamo, quasi sempre alla fine del mese… qualche volta all’inizio del successivo.
Portiamo nelle vostre case un alito di passione… facendo venire il mal di fegato a quelle aziende che, per difendere interessi poco chiari, vorrebbero vederci morti! Dite la vostra: parlate male dei prodotti che non vi hanno soddisfatto. Noi vi daremo spazio e voce, per diffondere sempre più un’acquariofilia onesta e consapevole.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE Un saluto a tutti. La prima pagina che leggo con vero interesse è l’editoriale, questo perché mi aspetto prima o poi quella presa di posizione rispetto al panorama dell’acquariofilia nazionale. Non ho dovuto aspettare molto... Nel numero di settembre ho potuto leggere una cosa che mi ha fatto veramente piacere. La sintesi dell’ultima parte di questo editoriale può essere interpretata così: la rivista piace agli acquariofili, meno alle aziende e agli operatori del settore. Penso che il moto per scrivere queste righe scaturisca da “vera” passione, al di là del ritorno economico e al di là della voglia, conscia o inconscia, di essere protagonisti nell’amalgama del panorama acquariofilo italiano. Quello che ho appena scritto è un complimento disinteressato scritto perché il mio pensiero è sempre stato questo, cioè il comportamento errato di chi opera nel settore chiudendosi a guscio contro l’innovazione e la divulgazione. Vero che a parte alcuni soggetti presenti da decenni, in Italia c’è un susseguirsi di vicende più o meno fortunate legate alle attività economiche correlate al nostro hobby. Vero anche che spesso la possibilità d’interventi economicamente consistenti viene ripartita nelle migliaia di rivoli di associazioni e vari forum, invece di concentrarla in una o più manifestazioni reali, come stiamo cominciando a vedere e non solo virtuali. Ognuno si ritaglia il proprio giardinetto dove pianta quei pochi semi che gli vengono donati e mettendone anche di propri, con una dispersione che fa solo il gioco di chi rema contro la diffusione 19
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che non è solo un hobby sano, ma anche un sistema per educare figli e famiglia a una consapevolezza verso la natura, anche per chi vive in un appartamento cittadino. I normali acquariofili come il sottoscritto, guardano Voi laureati come a un faro nel mare, coloro che hanno la preparazione scientifica e culturale per fare quel passo avanti che ci permetta di migliorare, sia come preparazione generale, sia come possibilità di potere acquistare in maniera giusta... Con questo intendo di avere la reperibilità di materiale e soprattutto pesci su tutto il territorio a dei prezzi umani, cosa questa che potrà avvenire solo con l’ampliamento della fascia di utenza, conseguenza di una sana e corretta divulgazione. Scusate per la prolissità. Saluti. Fabrizio Foschini
dell’acquariofilia spingendo per la diffusione del “possessore di acquario”. Tema molto caro ai grandi gruppi per la veloce realizzazione di guadagni, attraverso la grande distribuzione. Spiego la mia concezione di “possessore di acquario” che è quanto di peggio ci sia per la divulgazione dell’acquariofilia... l’acquisto d’impulso nel supermercato non forma dei nuovi clienti, forma delle persone che daranno una visione distorta sulla difficoltà e sui costi dell’acquariofilia. Spesso guidati da un opuscolo non sempre perfettamente comprensibile, il 90% delle esperienze finisce con l’acquario in cantina nel giro di un anno. Queste persone in buona parte hanno avuto un’esperienza negativa che divulgano molto velocemente. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, a valle di una grande vendita iniziale di acquarietti c’è una voragine che inghiotte anche chi ha attività specializzate. La cattiva divulgazione è molto peggio dell’assenza di divulgazione. Perciò mai come ora si sente la mancanza di un’associazione nazionale, ma non l’associazione nazionale del “gamberetto dalla chela rossa” o del pesce “dalla pinna blu”, ma di una vera associazione che può finanziare una rivista come questa che non si lascia tirare la “giacchetta” dall’azienda che vuole a tutti i costi vendere un prodotto e possa fare una vera divulgazione di questo
Prolisso? Semmai il nostro amico ha prodotto un’estrema e interessante sintesi della situazione nazionale. Grazie di cuore. Questo dimostra quanto i singoli appassionati abbiano da dire, spesso molto più delle aziende, specialmente di quelle grandi e pompose, che acquistano enormi stand alle fiere per dimostrare di avere muscoli forti, ma poi non investono qualche centinaio di euro in una pubblicazione destinata a far diffondere gli acquari. Associazione nazionale? Che bella idea! Un’entità che parta dalla massa per rendersi indipendente dalle lobby e dal commercio. Ma come si fa? Come ben detto nella lettera, spesso ognuno coltiva un piccolo orticello e lo fa quasi “contro” tutti quelli che potrebbero cooperare e dare forza a un’azione comune. Noi, da parte nostra, non possiamo che condividere queste idee e assicurare che appoggeremo iniziative di questo tipo, in ogni modo lecito e in totale trasparenza, com’è nel nostro costume. 22
Inserto da stampa Questo volumetto destinato al neofita che voglia allevare discus, prodotto dall’azienda Diskuszukt, tradotto dalla nostra redazione e regalato in esclusiva ai lettori di Aquariophylia, è il risultato della cooperazione della rivista con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite dell’acquario d’acqua dolce. Nel corso dei prossimi numeri continueremo ad offrirvi, in puntate mensili, i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle, mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle a un centro stampa per farle assemblare. Di fatto, si tratta di un altro regalo che Aquariophylia fa a tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce. Questo mese vi presentiamo l’ottava parte, la prima dedicata alle domande più frequenti riguardanti i discus. L’edizione originale in tedesco e la versione inglese possono essere scaricate dal sito Diskuszucht: http://www.diskuszucht-stendker.de/100,0,downloads,index,0.php (in tedesco) http://www.diskuszucht-stendker.de/gb/322,0,downloads,index,0.html (in inglese).
L’ALLEVAMENTO DEI DISCUS: notizie di base per cominciare VIII parte
Traduzione di Rita Colognola dall’edizione originale tedesca pubblicata da Diskuszucht Stendker DOMANDE FREQUENTI: 1 - Domande generali - Con quale frequenza e in che proporzione va cambiata l’acqua? Dipende essenzialmente dalla quantità di pesci e dalla quantità di mangime utilizzato. L’acqua va cambiata come minimo quando i nitrati superano i 100 mg, il pH scende al di sotto di 6 o quando i pesci danno segni di disagio. Di solito settimanalmente il 10-20% o ogni due settimane il 30%. - Con quale frequenza vanno misurati i diversi parametri? pH: settimanalmente. Normalmente deve essere intorno a 7; se questo valore dovesse abbassarsi, a causa dell’alimentazione o del filtraggio, al di sotto di 6, è necessario un cambio d’acqua. 24
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Se il valore si mantiene intorno a 7 il cambio d’acqua può essere posposto di una settimana Nitrati: in condizioni di buon funzionamento del filtro vanno misurati ogni due mesi, prima di un cambio d’acqua Ammonio, ammoniaca e nitriti: in acquari appena avviati controllare quotidianamente, fino a quando, in condizioni di normale alimentazione, questi valori sono intorno a 0 grazie al filtraggio. In seguito vanno controllati solo se gli animali mostrano comportamenti inconsueti - Prevedo di andare in vacanza. Come posso prendermi cura dei miei discus in questo periodo? Vedere più avanti il paragrafo “cosa fare durante le vacanze”. Per i discus il digiuno è meglio della morte dovuta all’alimentazione eccessiva, da parte di un vicino di casa, sia pure animato dalle migliori intenzioni - Durante un cambio d’acqua si sono formate delle bollicine e i pesci muoiono. Cosa fare? Le bollicine d’aria si formano quando l’acquario viene riempito per mezzo di un tubo e con pressione dell’acqua troppo alta. Applicando una doccia in fondo al tubo si previene la formazione di 26
are e conservare bolle d’aria. Il problema è che le bolle d’aria non si depositano solamente sugli oggetti presenti in acquario, ma anche sulle branchie dei pesci, rendendo la respirazione difficoltosa e causando anche la morte per asfissia. L’unica soluzione è quella di mettere i pesci in un secchio (mai trattato con detersivi) o in un altro acquario, dove non siano presenti bolle d’aria (senza aerazione non più di 20 minuti). I pesci possono rimanere per diverse ore in un secchio munito di pietra porosa - Le branchie sono evidentemente ispide e sfrangiate. Qual è la causa e cosa posso fare? Può succedere in individui vecchi (di più di due anni). Consigliamo di togliere il pesce dalla vasca, adagiarlo su un asciugamano bagnato e spuntare con cautela le branchie affette con delle forbicine per unghie. Questa operazione è confrontabile al taglio delle unghie negli esseri umani e non è dolorosa per il pesce, bisogna però procedere con attenzione - Posso mescolare discus differenti? Varianti di colore provenienti dallo stesso allevamento possono essere tenuti insieme. Bisogna invece evitare di mescolare pesci di cattura e di allevamento o provenienti da allevamenti diversi. Animali provenienti da allevamenti diversi sono infatti portatori di ceppi batterici differenti e per questa ragione non devono essere mescolati - Cosa devo fare se voglio sostituire i miei discus con altri di provenienza diversa? - Disinfettare l’acquario, compreso il filtro e tutti gli accessori, con acqua ossigenata (0,5 l di perossido di idrogeno al 33% per 200 l, per 24 ore). Poi cambiare completamente l’acqua e avviare il filtro prima di introdurre gli animali (vedere anche “preparazione dell’acquario”) - La mia vasca si riempie rapidamente di alghe. Cosa devo fare? Può esserci troppa luce naturale o luce artificiale troppo forte. Cercare di ridurre l’illuminazione. Può trattarsi anche di un eccesso di fosfati, dovuto all’alimentazione. Ridurre l’alimentazione o cambiare più spesso l’acqua - Da dove vengono le lumache e cosa posso fare? Le lumache o le loro uova possono essere involontariamente introdotte quando si compra una nuova pianta o un nuovo pesce e si diffondono così in acquario. Eliminare tutte le lumache che si riesce a vedere, limitandone così il numero. Utile anche la presenza di pesci palla d’acqua dolce, che si nutrono prevalentemente di lumache - Quante ore al giorno di illuminazione sono necessarie? Le luci dell’acquario devono essere accese 12 ore al giorno. Questo può essere facilmente regolato da un timer, collegato solo alle lampade. Durante la notte consigliamo l’uso di una luce notturna, che permetta ai discus di orientarsi e diminuisca le reazioni di panico dovute a rumori durante il sonno - Quanti anni può vivere un discus? Discus ben curati possono raggiungere i 15 anni - Che dimensioni può raggiungere un discus? Il discus più grande del nostro allevamento ha raggiunto i 22 cm di diametro. La media è di circa 16 cm, ma alcuni esemplari possono raggiungere i 20 cm 27
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- Quanti discus posso ospitare nel mio acquario da 300 l per farli crescere in buona salute? Vorrei comprare degli esemplari di 8 cm Consigliamo 25 esemplari, in modo che possano sviluppare un buon comportamento alimentare e di gruppo - Come riconosco un discus in buona salute? Un discus sano e ben cresciuto si riconosce dall’occhio, che deve essere rosso e limpido, e dalla forma circolare. Guardare il discus frontalmente: la fronte (dove si trovano le riserve di grasso) non deve essere sottile. Osservare il comportamento: un individuo sano mangia velocemente ed avidamente 2 - Comportamento - Nel mio acquario da 300 litri ho 10 discus di 8 cm e uno di questi viene morso dagli altri e dimagrisce. PerchÊ e cosa posso fare? Il discus appartiene alla famiglia dei Ciclidi, ordine dei Perciformi e, come altri appartenenti a questo gruppo, mostra il comportamento da lei descritto quando si hanno branchi troppo pic30
are e conservare coli. Per un acquario di 300 litri consigliamo 25 discus di 8 cm, in modo da ottenere un comportamento più pacifico ed evitando così che ad alcuni individui venga impedito di nutrirsi. Le dimensioni del gruppo vanno lentamente ridotte man mano che i pesci crescono; in un acquario di queste dimensioni possono confortevolmente essere tenuti 15 discus adulti - Nel mio acquario uno dei discus è diventato aggressivo e morde gli altri. Perché e cosa posso fare? Probabilmente il branco è troppo piccolo. In branchi di maggiori dimensioni (1 pesce ogni 15 litri di acqua) queste aggressioni si verificano con estrema rarità - Improvvisamente da oggi alcuni dei miei discus sfrecciano di continuo nell’acquario. Perché e cosa devo fare? Molto probabilmente l’acqua è pesantemente contaminata. Misurare i nitriti e se il valore è alto cambiare immediatamente il 90% dell’acqua. Se la concentrazione è intorno allo 0, filtrare con carbone attivo per eliminare possibili sostanze tossiche. Il carbone attivo va eliminato dopo 2-3 settimane, altrimenti rilascerebbe in acqua le sostanze precedentemente adsorbite. Tali misure vanno applicate immediatamente, perché la maggior parte dei discus può morire di avvelenamento in 24 ore. Se la causa è un avvelenamento da nitriti, sospendere l’alimentazione fino a quando i valori normali non si sono stabilizzati - Due dei miei discus sono improvvisamente diventati aggressivi e mordono tutti gli altri. Per quale ragione e cosa posso fare? Si tratta probabilmente di una coppia pronta a riprodursi, che per questo motivo reclama la maggior parte dello spazio disponibile in acquario, come farebbe in un tratto di fiume. Si può aumentare la concentrazione di discus (5-6 discus per 100 litri) o rimuovere tutti gli altri individui per dare alla coppia la possibilità di riprodursi ed allevare i piccoli - Posso mescolare discus di diversi colori e dimensioni in una vasca? Certamente, purché abbiano tutti la stessa origine - I miei discus vanno continuamente verso la superficie e aprono e chiudono continuamente le branchie. Per quale motivo e cosa devo fare? Probabilmente si è verificata una carenza acuta di ossigeno. Controllare se il filtro funziona correttamente e misurare la concentrazione di ammonio, ammoniaca e nitriti. Se uno di questi valori è alto procedere ad un cambio d’acqua del 90% e sospendere l’alimentazione fino alla normalizzazione dei valori. Se ci sono resti di cibo sul fondo, eliminarli (provocano il formarsi di nitriti). Queste sostanze impediscono la corretta assunzione di ossigeno da parte dei pesci - Quando di sera la luce viene spenta i miei pesci rimangono fermi sul fondo. Perché? Anche i discus dormono. Fare attenzione a non spaventarli. Lasciare accesa una piccola lampada notturna che simuli la luce lunare e lasciarli dormire tranquilli - Dopo un cambio d’acqua i miei discus cominciano improvvisamente a sfrecciare attraverso l’acquario Probabilmente si è verificata una pesante contaminazione dell’acqua. Spesso in primavera residui tossici dovuti ad eccessiva concimazione si infiltrano nelle acque sotterranee e di conseguenza negli acquedotti. Consigliamo un filtraggio con carbone attivo per rimuovere le sostanze tos31
Inserto da stampa siche. Ricordarsi di rimuovere il carbone attivo dopo 2-3 settimane - Uno dei miei discus, nuotando molto velocemente, ha urtato la parete della vasca e il giorno dopo era morto. Come può essere successo e come posso evitare episodi simili? Probabilmente si è spaventato, ad esempio perché disturbato nel sonno o a causa dell’improvviso accendersi di una luce e di conseguenza (probabilmente per frattura del cranio) si è mortalmente ferito. Raccomandiamo l’uso di una luce notturna - Un pesce è alquanto scuro e privo di colore e rimane vicino al filtro. Perché? Probabilmente un altro discus gli impedisce di nutrirsi ed è quindi il più debole del branco. Cerca di evitare aggressioni nascondendosi. Ci sono due possibili azioni per affrontare il problema. 1 - una soluzione temporanea è quella di isolare il pesce in un altro acquario e, mantenendo una temperatura di 33 °C, nutrirlo intensivamente fino a fargli riprendere le forze. Dopo circa due settimane può essere reinserito in acquario dove, ormai rinvigorito, potrà inserirsi nel gruppo. 2 - Bisogna aspettarsi che un altro individuo verrà morso e tenuto lontano dal cibo in un prossimo futuro. Questo si può evitare aumentando il numero di discus (10-12 in 180 litri d’acqua) - Sono andato in vacanza e il mio vicino di casa ha nutrito i pesci.Al mio ritorno erano tutti morti. Perché? Probabilmente il vicino ha somministrato troppo cibo, perché i pesci sembrano affamati e mangiano così voracemente. Il filtro non può smaltire l’eccesso di cibo e quando i nitriti e i resti alimentari continuano ad accumularsi il filtro non è più in grado di funzionare. Perciò è probabile che i discus siano morti per avvelenamento da nitriti o per mancanza di ossigeno. Consigliamo di lasciare i discus a digiuno durante le vacanze. Occasionalmente è salutare per esseri umani ed animali - I pesci che ho in cantina si nascondono quando mi vedono. Perché? Probabilmente per la maggior parte del tempo nessuno va in cantina, perciò i pesci considerano la sua presenza come un’intrusione. Questo si può prevenire simulando la presenza costante di esseri umani, ad esempio lasciando tutto il giorno una radio accesa. 32
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vai col...
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link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 34
Oggi parliamo di…
AERAZIONE
In passato costituiva un elemento indispensabile per ogni acquario e non si sarebbe immaginata una vaschetta illuminata priva del classico fascio di bollicine. Oggi, con la diffusione dei distributori di anidride carbonica e delle pompe di movimento, l’aeratore è diventato un accessorio poco diffuso e relativamente… retrò. Tuttavia le mode cambiano rapidamente ma i concetti restano stabili. L’aerazione può essere molto importante e rendere la vita più facile all’appassionato, se solo si sa come operare. Nell’acquario d’acqua dolce ricco di piante, la presenza di un aeratore può divenire controproducente durante il giorno, ma alcune ore di aria durante la notte potranno evitare molti problemi, soprattutto in vasche sovrappopolate e contenenti acqua tenera, che è maggiormente soggetta a repentine variazioni di pH dovute a un eccesso di gas carbonico. Negli acquari marini le pompe di circolazione possono fare molto, ma la presenza di un aeratore è veramente in grado di stabilizzare il pH, evitando che improvvise acidificazioni producano precipitazioni di carbonati, in grado di destabilizzare il sistema chimico. Si tenga anche presente che uno dei motivi che hanno decretato l’insuccesso degli aeratori, è insito nella loro rumorosità: apparecchi di vecchio tipo possono divenire veramente insopportabili nelle ore notturne e le loro vibrazioni essere percepite anche in camere attigue a quella che contiene l’acquario. Eppure, le moderne tecnologie, ci propongono accessori assolutamente innovativi, come gli aeratori costruiti con nuovi materiali, che non producono alcun tipo di vibrazioni e quelli basati sul movimento di una pompa centrifuga, assolutamente silenziosi in ogni condizione d’uso. Dunque l’aeratore può essere utile, silenzioso, efficace ed economico. Proviamo a scoprire di più su quest’accessorio dimenticato!
http://www.h2oacquariofilia.it/lareazione.asp http://www.acquariofiliaitalia.it/articoli_di_acquariofilia/malattie_da_errori_nella_aerazione_acqua.html http://www.passioneacquari.it/allestimento/areazione/ http://web.quipo.it/acquariofacile/esperienze/mie%20esperienze%2011.htm http://acquarioacquadolce.it.gg/Areazione.htm
http://www.ratemyfishtank.com/articles/104 http://animals.howstuffworks.com/pets/choosing-aquarium-equipment5.htm http://www.tfhmagazine.com/aquarium-basics/columns/aeration-and-oxygenation.htm http://www.thetropicaltank.co.uk/airpumps.htm http://saltaquarium.about.com/cs/waterquality/a/aa122997air.htm http://www.netplaces.com/tropical-fish/the-freshwater-tropical-aquarium/aeration.htm
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di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Gran trambusto in redazione: in tanti si stanno preparando per il Natale, altri sono ancora impegnati nelle pulizie degli ultimi banchetti pasquali (io, ad esempio, sono perennemente in ritardo). Il capo, poi, è in partenza. Pare che se ne vada in Tasmania per un lavoro scientifico ma alcuni malignano che dovrà andare a scontare quindici giorni di prigione in un penitenziario locale. Non si sa ancora per quale motivo. Di fatto, in tutta questa confusione, ci sono dei buchi da riempire e tra questi una discussione molto interessante, nata dal contributo di un attivo lettore, che ci lancia una serie di suggerimenti di grande interesse, i quali meritano una discussione approfondita. Meriterebbero, avrei detto meglio! Chi dovrebbe mai discutere se il capo è in partenza, i redattori progettano bagordi e le segretarie sono tutte impegnate in varie attività ludiche e monumentali? Una prima risposta è stata data dal capo stesso prima di partire e compare, infatti, nella rubrica lettere di questo numero. La successiva replica del lettore, però, appena giunta in redazione e che merita una disamina molto più approfondita, sarebbe rimasta in un limbo. Ve la faccio breve: dopo un lungo giro di dinieghi, la lettera è giunta sul mio tavolo e sono stato autorizzato dal capo in persona non solo a rispondere, ma addirittura ad avviare una discussione su questo importante argomento sollevato dal lettore. Allora vi premetto: leggete attentamente e ditemi la vostra scrivendo al mio indirizzo email che probabilmente avrete dimenticato (sono mesi che non mi scrivete): carassio2@tiscali.it. Allora partiamo! Per prima cosa vi presenterò la lettera, la quale rappresenta una replica che segue quella pubblicata nella rubrica lettere e la relativa risposta (andate a leggere subito, se non l’avete fatto prima). 36
Caro Sandro, ti ringrazio molto per questa tua lettera inviata a cuore aperto a un semplice utente (seppur affezionato). Anche a me quegli altri non sono simpatici, come tutti quelli che hanno in mano la verità, però bisogna dire che sanno fare bene il loro lavoro. Non sono un venditore, ma ho esperienza di marketing sociale (mi occupo di promozione della salute) e secondo me in quello che fate ci sono alcuni errori. Ho letto la lettera così autenticamente aperta e mi permetto di dirti alcune cose che penso sul vostro lavoro. 1) fate una cosa estremamente importante: aggiungete una voce al monologo esistente. 2) se volete trovare dei supporti economici, dovete avere un forte impatto sul web. Perché dovrei mettere dei soldi nel vostro progetto quando altri riescono ad avere risultati come questo: Discussioni: 355.621, Messaggi: 4.442.527, Utenti: 55.331? Come potete pensare di trascurare il web? Meglio 50 pagine in meno ogni mese con pagine web efficaci! 3) perché altri riescono ad avere risultati così importanti? a) Investimenti su pubblicità (Google è oggi il modo di promozione migliore). b) Un forum sempre aggiornato che crea una comunità. c) La presenza di moderatori disposti a perderci tempo (questi non costano!!! Devono essere ricercati negli utenti; una volta un napoletano mi disse “È meglio cummannà ca f...”) Basta arruolarli saranno loro a fare pubblicità. d) Naturalmente favorire tutti gli altri meccanismi (status, reputazione, ecc.) che invogliano gli utenti a postare. 4) Chiedo scusa se ve lo ripeto, perché ho già provato a scrivervelo in passato, ma la vostra rivista “non è cliccabile”. La vostra rivista è un foglio A4 pensato per la stampa e non per il web. Quando leggo la rivista, leggo la pagina a tutto schermo (perché altrimenti non riesco a vedere) e quindi vedo una bella foto della coda di un pesce in una pagina e la testa quando arrivo alla pagina successiva. La vostra rivista è pensata per aprire le due pagine e tenerle aperte in mano. Una rivista cliccabile deve essere pensata 800x600. Sempre su quest’argomento se io entro in altri siti trovo un patrimonio di articoli e riesco a essere attratto dal contenuto. Voi mettete un indice sul web, ma come cambierebbero le cose se ogni
titolo dell’indice fosse accompagnato da un’icona e seguito da un abstract e fosse poi linkato al numero? Ora devo andare a lavoro... Ma la strada giusta secondo me è questa che tu hai scritto: “... non si comprende quindi l’origine del problema ma è evidente che qualche problema deve esistere... “ Se altri riescono ad accaparrarsi tutta la pubblicità, anche se non si capisce l’origine del problema, il problema esiste e se gli altri ci riescono non è colpa degli altri, è un loro merito. Ho scritto tante cose che vanno in direzione opposta a quello che fate e forse in questo momento stai pensando alle varie cose sbagliate che ci sono nel mio ragionamento. Se è così, cestina la lettera e smetti di pensarci. Se invece stai pensando alla sola cosa giusta che hai trovato in tutto il mio discorso, penso che piano piano i vostri problemi si risolveranno. Questo naturalmente è il mio augurio. Un caro saluto. Sergio Ardis Caro Sergio, mi hanno dato il compito di rispondere alla tua in nome della redazione e lo faccio quindi con grande piacere, anzi faccio mia la lettera anche se, com’è ovvio, non l’avevi spedita a me. Tuttavia, introdurla in questo mio “salotto” ci permetterà di renderla seme per una discussione più approfondita, da continuare nei prossimi numeri, con il contributo di quanti tra i lettori vorranno dire la loro sull’argomento. Lasciarla “sedimentare” nella rubrica lettere servirebbe a poco. ...E allora, per prima cosa ti ringrazio. Ti ringrazio per la tua buona volontà, per la sincerità, per il desiderio di aiutarci a migliorare e per le ottime idee che proponi. Detto ciò, voglio premettere alcuni concetti essenziali che mi pare doveroso riportare, per evitare deviazioni da un programma che, giusto o sbagliato, è quello da cui siamo partiti e che noi stiamo perseguendo oramai da due anni. Aquariophylia nasce come mezzo totalmente nuovo, alternativa ad altri media rappresentati dalle “autorevoli” riviste cartacee e dai “poco affidabili” siti web. Aquariophylia, infatti, nasce come una vera rivista impaginata, in formato A4, mensile, dotata di comitato di redazione e con contenuti di attualità, tali da farla attendere ogni mese dal lettore, proprio come da sempre si fa 37
con le pubblicazioni cartacee. Una bella sorpresa da attendere alla fine di ogni mese, insomma, con le novità del momento e non un semplice contenitore web di articoli spazzatura. La differenza, rispetto alle normali riviste A4, è nel sistema di diffusione: il web. Quindi, una rivista A4 “classica” diffusa sul web e, dunque, molto più facilmente distribuibile. Questa, giusta o sbagliata che sia, è la nostra idea di partenza. Piacerà ai lettori? Piacerà agli sponsor? Questo è il punto. I risultati dopo circa due anni sono relativamente chiari. A noi pare che ai lettori mediamente questa formula piaccia. Per favore, nei prossimi numeri diteci la vostra, a conferma o meno, ma a giudicare dal ritmo continuo d’iscrizioni, dai commenti che riceviamo, dai complimenti che otteniamo in varie forme, da quanto emerso dal nostro primo grande sondaggio di fine anno, a noi pare che si sia colto nel segno. Se non è così potremo certo cambiare per migliorarci, ma non ci sposteremo come banderuole in base a dubbi generici. Che cosa pensano gli sponsor di noi? Il commento generale è che stiamo facendo un lavoro egregio e siamo pronti a credere sulla loro sincerità: a oggi non c’è neppure un produttore o un operatore commerciale che abbia trovato “errori” nel nostro modo di pubblicare. Ci ritengono tutti una spanna sopra gli altri. Quindi tutti d’accordo? In un certo senso sì, ma è ovvio che esiste un punto dolente, rappresentato dai costi. Esaminiamo la questione in dettaglio, perché noi siamo e resteremo “trasparenti”: non abbiamo segreti né scheletri nell’armadio da nascondere a nessuno. Se avessimo optato per un “vecchio” sito web, un portale nel quale ammucchiare contenuti, invece che per una vera rivista da sfogliare, i nostri costi sarebbero facilmente calcolabili: qualche centinaio di euro per realizzare il sito, 0 euro per gli articoli, 0 euro per impaginarli, 0 euro per il comitato di redazione, la direzione responsabile, la redazione. Persino inserire un nuovo articolo o aggiungere un banner costa 0 euro. Totale: qualche centinaio di euro l’anno per lo spazio web. Passiamo alla pubblicità. Se avessimo fatto questa scelta, potremmo proporre anche noi banner a venti euro e, dopo aver pubblicato il terzo banner, cominceremmo a guadagnare! Ma noi volevamo una rivista autorevole, non un contenitore di notizie trash. E allora
esaminiamo i nostri costi. Impaginazione: ogni mese alcune centinaia di euro, paragonabili al costo annuale del sito web citato sopra (quindi, undici volte di più... ogni anno!). Redazione, fotografi, segreteria, responsabilità per i contatti mensili con le associazioni, test, ecc.: una montagna di euro ogni mese! Ci sarebbe poi da pagare gli autori, ma per quello stiamo ancora viaggiando sulla buona volontà di tantissimi esperti, che comunque sottopongono i loro scritti a un consiglio scientifico e, dunque, lavorano sapendo che forse il loro scritto non sarà pubblicato a meno che non sia confacente a standard di eccellenza. Eccellenti loro! Ma speriamo presto di poter giustamente retribuire i loro sforzi. Questo fa sì che non si possano proporre prezzi pubblicitari paragonabili a quelli di un semplice portale, perché qui si fa una rivista vera. Si tratta di un treno che è partito due anni fa e fila da matti, con scadenze mensili da rispettare e una mole di lavoro che, ti assicuro, è difficile da immaginare. Se un produttore vuole stare con noi, deve sapere che i costi saranno quelli di una rivista, non quelli di un banale sito web. Ma sa anche di essere presente nel luogo giusto e non rischia che il suo annuncio sia affiancato da quello di un piccolo negoziante. Errate considerazioni commerciali? Forse! Ma questo è il nostro punto di partenza e quello che ci contraddistingue da tutti gli altri. Siamo unici in questo senso. Magari abbiamo una pubblicazione che fa schifo (questo dovrete dircelo voi) ma è diversa, senza dubbio. Ora che il mio spazio è finito, per parlare solo delle premesse, dovrei rispondere alla tua lettera! Vedi, mi ficco sempre in missioni impossibili. Ma ci provo lo stesso (non per niente faccio parte della redazione di Aquariophylia). Poiché lo spazio è limitato, seguirò i tuoi punti pedissequamente ma rapidamente (ci sarà tempo per le repliche in successivi numeri). Grazie Scusa, ma sono numeri ridicoli! Tu sei un esperto del settore. Ragiona sui numeri e dimmi cosa ti dicono! Che cosa significa 355.000 discussioni? Cos’è un utente? È uno che apre il sito ogni giorno e ragiona sui contenuti, o un tipo che tre anni fa per caso ha fatto click su un sito ben indicizzato sul 38
web? Perché in quest’ultimo caso, il tipo probabilmente è ancora vivo, ma non conta nulla. Allora, se dobbiamo tirar fuori dei numeri, posso citarti questi, che non sono “nostri” ma certificati da Issuu e verificabili da tutti. Numero di lettori del numero 1 di febbraio 2011: 75.493. Numero di contatti (lettori di una sola pagina) dello stesso numero: 5.107.378. E stiamo parlando di un solo numero. Proviamo a sommare quelli dei fascicoli successivi... Cosa ne pensi? Secondo me valgono poco. Anzi, niente. Secondo me valgono i nostri abbonati: gente che degli acquari s’interessa davvero, entra nei negozi, acquista, crea il mercato. Tutto il resto? Numeri. Ma ti prego, pensaci e dimmi la tua: ci terrei molto. Questo è ovvio. Avere un sito come base e contare tutti i contatti, tutti i thread, tutti i messaggi ottenuti negli ultimi dieci anni, fa raggiungere numeri da capogiro. Ma quanti di questi sono ancora... vivi? Siamo seri e manteniamo i piedi per terra. Se fossi uno sponsor, non chiederei quanti contatti hai avuto negli ultimi dieci anni e non mi fiderei neppure dei “messaggi” che vanti nell’ultimo giorno (troppo facile taroccarli). Vorrei vedere i risultati pratici della tua attività sulla conoscenza dei miei prodotti. …E qui casca l’asino! Io faccio una statistica su dieci dei tuoi dieci milioni di contatti e verifico se conoscono la mia pompa. Se non la conoscono, i tuoi numeri puoi giocarli al lotto! Per quanto riguarda però i punti b e c ci sarebbe da scrivere un altro fascicolo e credo purtroppo che tu abbia ragione. Il nostro sito è carente sotto vari aspetti ma, come diceva il capo, bisogna avere delle priorità e per noi la priorità è la rivista. Tuttavia, come dicevo, possiamo discutere di questo in un altro mese perché altrimenti divaghiamo troppo. OK, diciamo che hai ragione per ora. Per il punto d invece non credo che tu abbia ragione: non posso immaginare altri che abbiano status e reputazione migliore della nostra per “invogliare a postare”. Mi sbaglio? Però certo, con un po’ di lavoro e organizzazione si potrebbe fare molto di più. C’è bisogno di qualcuno che se ne occupi e noi tutti siamo ultra-presi dalla redazione (non possiamo certo abbassare i nostri standard di qualità): te ne occupi tu? Stiamo cercando volontari! A questo punto ho in sostanza risposto nella premessa. Ma discutiamone un po’: m’interessa molto. Io la leggo a monitor e su ipad.
La leggo a pagina affiancata. Ma tu usi Adobe reader come consigliato? Perché usando A.R. la rivista si apre già sulla doppia pagina e si legge proprio bene. Anzi se vuoi, te la legge ad alta voce il reader mentre tu guardi le figure. E appare proprio come una rivista A4. Questa a nostro parere è la nostra forza perché questa è la nostra peculiarità. Ma posso sbagliarmi. In ogni caso, io la clicco proprio bene e la vedo su pagina affiancata. La tua proposta è interessante ma ci porterebbe a livello di un qualsiasi portale web secondo me. Esce una specie di riassunto col link, poi tu vai sul sito... Interessante e intelligente, ma a me non piace perché ci rende “non più unici”, ma posso sbagliarmi. Se facessimo così, otterremmo quanto segue: minori costi, gestione più facile, probabilmente più pubblicità (perché potremmo offrirla a prezzi molto più bassi). Tutti felici e contenti allora? Io no! Perché Aquariophylia, l’unica rivista di acquari in A4 completamente impaginata, mensile, autorevole, diventerebbe un portale: un contenitore di argomenti vari. Scusa, ma mi pare che ci ridurrebbe molto. Ci renderebbe uguali ad altri, con tutto il rispetto per gli altri. Meglio morire per mancanza di pubblicità allora? A mio parere sì. Io sono di quelli della serie “o eccellenza o morte”. Lo dico senza enfasi ma con assoluta determinazione. Ci credo veramente. Ma anche qui... posso sbagliarmi. Quindi chiedo a te e a tutti gli altri lettori di aprire una discussione ampia su quest’argomento. Se tutti sono d’accordo con le tue premesse, allora dovremo cambiare. Perché la rivista è vostra, veramente e vogliamo farla come voi la volete. Però io dico che non tutti la pensano così. Forse neanche tu, a conti fatti. O no? Volete davvero che questa rivista “classica” mensile e in A4 diventi un portale? Un contenitore di articoli misti e vari da reperire in ogni momento, senza alcun tipo di temporalità, di attualità? Beh, scusate. Sono stato lunghissimo e non so neppure se mi pubblicheranno quest’articolo per intero. Ma nel caso lo facessero, facciamo poi che non vada sprecato: scrivetemi i vostri pareri (ovviamente il primo invitato è il caro Sergio). Ah, dimenticavo: ma perché mi chiami Sandro? Attendo i vostri commenti.Vostro, Carassio 39
Dall’antico al moderno: il filtro ad alghe di Stefano C.A.Rossi - seconda parte Continuiamo il discorso iniziato il mese scorso a proposito di questo sistema filtrante molto efficiente, spesso dimenticato dagli acquariofili perché altri filtri appaiono più tecnologici e moderni. In realtà, come abbiamo già anticipato nel numero precedente, qualsiasi cosa è possibile in acquario, purché si rispettino delle semplici regole di base. Come rammenterete, c’eravamo lasciati parlando delle varie discussioni su argomenti di base, come l’illuminazione e il filtraggio, tenendo conto della posizione estrema di vari attori in queste, talvolta aspre, divergenze di opinioni. In particolare, parlavamo delle feroci diatribe sull’utilità o meno dello schiumatoio, del fatto che tolga troppo cibo ecc., mentre il filtro ad alghe passò rapidamente nel dimenticatoio.
Nel frattempo noi mediterraneisti, navigavamo ancora col sotto-sabbia e con il filtro biologico, con qualche puntata nel campo dei filtri denitratori gestiti a mano, con grandi sconquassi per la verità! Rare esperienze in stile berlinese confermavano che le cose andavano certo meglio che non con il filtro biologico semplice, ma è stato necessario arrivare agli anni ‘2000 e al web per iniziare a sperimentare seriamente e soprattutto condividere e confrontare le esperienze come mai era accaduto prima. Dopo grandi entusiasmi e qualche delusione per il berlinese puro e per il DSB è apparso evidente che ci sono gruppi animali con esigenze ben diverse, e che il berlinese puro tende a essere un ambiente “affamante” per i filtratori in senso lato, spugne, ascidie, sabelle, bivalvi e anche gorgonie. È apparso altresì evidente, che ogni metodo di conduzione ha pregi e difetti e non esiste il metodo “ideale” per qualunque cosa si voglia fare. È un dato di fatto, nel mondo tropicale la vastità di appassionati e il volume di mercato hanno già selezionato sostanzialmente gruppi animali e specie adattabili con maggiori o minori difficoltà alle vasche. Nel ruspante
La tela (zanzariera in fibra di vetro), è inserita nella fessura entro il tubo e fissata con fascette serrafilo da elettricista 40
Lo “screenâ€? collegato alla pompa è fissato in modo che stia perfettamente orizzontale, ma sia facile da estrarre per la pulizia periodica
Lunghe alghe nastriformi, verosimilmente della famiglia delle Ulvacee, che si sviluppano frequentemente negli ATS mediterranei
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Prosegue la sperimentazione: la zanzariera è sostituita da una rete a maglia più larga, più rigida. È stata adeguatamente irruvidita come si vede tra le maglie in controluce. I filamenti algali sono stati inseriti come innesti per accelerare il processo di colonizzazione del nuovo supporto scorre un velo di acqua pompata dentro al tubo; il tutto bene illuminato. Periodicamente quando le alghe sono cresciute si “falciano” esportando così i nutrienti. Il tutto è molto semplice: un tubo di PVC con una fessura praticata sul lato lungo su cui s’innesta un tubo proveniente da una pompa di buona portata. Nella fessura è infilato il supporto (“screen” in inglese, sipario, tela, o come preferite), costituito dal surrogato plastico della tela Ida da ricamo, utilizzato per fare decorazioni, che può essere sostituito da zanzariera robusta o altra reticella a maglia fitta. La reticella è infilata nella fessura e fissata con fascette da elettricista, mantenuta verticale in modo che l’acqua vi scorra a caduta e può essere illuminata da un lato o da entrambi. Il vantaggio di questa versione rispetto alla classica, è che può stare in sump, o sopra la vasca, o a lato della vasca e, nella versione illuminata a LED, può essere realmente sottile. Ci fermiamo qui per questo mese, perché vogliamo darvi il tempo di “digerire” le tante informazioni sin qui esposte. Nel prossimo mese passeremo ad argomenti molto tecnici, accompagnandovi per mano, nella realizzazione pratica del filtro ad alghe per il vostro acquario.
Mediterraneo, dove non esiste il negozio e gli animali arrivano spesso dalla pulizia delle reti, è facilissimo miscelare specie con esigenze diversissime in cattività. Quindi il potente schiumatoio renderà estremamente difficile la vita agli spirografi e alle spugne (e a tutto un microcosmo di gruppi animali che nella vasca mediterranea è possibile veder sviluppare), mentre il DSB in vasca sarà un po’ critico per alcune gorgonie e alcune alghe superiori, a causa del limo che facilmente induce. Nella costante ricerca di trovare una mediazione, ci siamo imbattuti in un sito statunitense (www.algaescrubber.net) che, guarda un po’, ripropone il filtro ad alghe ma in una veste nuova, che tende a risolvere la maggior parte delle magagne attribuite alla versione classica di Adey. Come sempre la facilità indotta dal web di dialogare con sconosciuti appassionati residenti sulla costa californiana (e altrove!), ha spalancato nuovi orizzonti. La nuova versione prevede un tubo orizzontale di PVC, con una fessura per buona parte della sua lunghezza, in cui s’inserisce e resta appeso il supporto per le alghe, costituito da una rete plastica (solitamente un canovaccio di plastica usato per il ricamo), su cui 42
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
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A.I.A.M. ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUARIO MEDITERRANEO
Prosegue l’attività didattica di AIAM nelle scuole
Per il terzo anno scolastico consecutivo prosegue – e si incrementa – l’attività didattica svolta da AIAM presso alcune scuole del Comune di Muggia, in provincia di Trieste. Presso la scuola d’infanzia Borgolauro, infatti, da pochi giorni è stato nuovamente allestito all’interno di una classe un piccolo acquario marino mediterraneo da trenta litri, che per il momento ospita un piccolo granchio e alcuni gamberetti di scogliera, ed un pomodoro di mare. I bambini (di età compresa tra i 3 e i 4 anni) hanno potuto seguire e partecipare con il consueto entusiasmo alle fasi dell’allestimento, e sono stati direttamente coinvolti nell’osservare da vicino gli organismi prima del loro inserimento, e nel toccare alcune conchiglie e “scheletri” di ricci di mare e gorgonie. Accanto a questa attività, che si intende portare avanti per l’intero anno scolastico, sono in via di definizione gli accordi finali per allestire un “acquario med” anche nell’aula di scienze di una scuola primaria. In questo caso si tratterà di un acquario di litraggio maggiore (attorno ai 60 litri), e l’avvio del progetto è previsto per il mese di gennaio, al rientro dei bambini dalle vacanze di Natale.
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A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Il successo ad Acquabeach e le attività in programma Durante il fine settimana del 6-7 ottobre si è tenuta a Cesena, la mostra-mercato di acquariofilia “Acquabeach”; la manifestazione, organizzata dal portale Acquaportal in collaborazione col TartaClub Italia e arrivata alla sua seconda edizione, entra di diritto nei grandi eventi del settore in Europa. Nei 4000 metri quadrati riservati ad Acquabeach, si sono ritrovate le più grandi aziende del settore, associazioni tematiche e generaliste ma anche semplici privati. Noi dell’Associazione Italiana Betta abbiamo partecipato a questa meravigliosa manifestazione allestendo un grande stand, al quale abbiamo voluto conferire un’impronta didattica, sfruttando anche il grande afflusso di pubblico (16.000 visitatori!). L’esposizione dei Betta ha riguardato sia le varietà di selezione di Betta splendens, sia le specie non selezionate: 80 Betta “show” (Halfmoon, Crowntail, Doubletail e Show plakat) esposti contemporaneamente per un totale di oltre 200 nelle due giornate. Per quanto riguarda le specie non selezionate, invece, sono state esposte per la prima volta in Italia ben dodici specie diverse, delle quali dieci (B. splendens, B. mahachaiensis, B. smaragdina, B. simplex, B. channoides, B. albimarginata, B. macrostoma, B. unimaculata, B. schalleri e B. rutilans) riprodotte e allevate in Italia e solo due (B. foerschi e B. strohi) arrivate dall’Indonesia a giugno, per il Secondo Italian Betta Show. Tutte le specie sono state esposte in vasche dai 70 ai 100 litri, completamente allestite, filtrate e riscaldate, per venire incontro alle esigenze e ridurre al minimo lo stress di questi rarissimi e delicati Betta. Ogni vasca è stata inoltre dotata, di una scheda informativa riguardante la specie ospitata, dove oltre alle generalità e alle esigenze della specie, abbiamo anche voluto riportare brevemente la nostra esperienza di allevamento. Abbiamo inoltre allestito delle vasche per mostrare il percorso evolutivo dei Betta show, esponendo in ognuna un maschio di Betta splendens differente: dalla forma selvatica all’halfmoon, passando per lo show plakat e il crowntail. Da sinistra: Betta schalleri maschio; Betta macrostoma maschio; Betta splendens “Crowntail red”
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Dall’alto: Vista frontale dello stand AIB con i primi visitatori del sabato mattina; Parte dello stand AIB all’apertura del sabato mattina; Lato destro Nella vasca adibita alla riproduzione, si sono accoppiati durante la giornata di sabato due show plakat, ma non sono stati i soli; infatti nelle rispettive vasche, anche i Betta foerschi e i Betta schalleri hanno dato al pubblico l’opportunità di osservare in diretta il rituale di accoppiamento. I poster didattici, il depliant, le vasche con diverse specie di cibo vivo e le rispettive schede informative, hanno completato lo stand che tantissimi “bettofili”, provenienti da tutta Italia, hanno potuto ammirare entusiasti. Vi aspettiamo all’edizione in programma l’anno prossimo... forse con una grandissima novità. Non perdete i prossimi numeri per saperne di più! Novità dal sito e dal forum Dopo mesi di attesa, è finalmente online il sesto numero (5+1) del Bollettino AIB “Bettazione”: in questo numero si parla di Show Plakat, Betta schalleri, complesso albimarginata e di alcuni eventi passati. Un numero assolutamente da leggere, che trovate nel nostro sito www.aibetta.it nel menu a sinistra, insieme a tutti i numeri passati.
“Betta dell’anno” è il concorso indetto da pochi giorni per chiudere in bellezza il 2012: invece di un unico vincitore come nel classico concorso “Betta del mese”, eleggeremo 3 vincitori che si aggiudicheranno una serie di mangimi per Betta. I partecipanti avranno un mese per inviarci i loro scatti e la votazione inizierà il 15 dicembre per terminare il 31. I vincitori saranno così proclamati il 1° gennaio 2013.
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A.I.K. ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH AIK ad Acquabeach Cesena 2012 Di Stefano Valdesalici L’edizione di quest’anno si è aperta con mille aspettative e queste non sono state disattese! A parte l’affluenza dei visitatori quest’anno erano presenti tantissimi stand e soprattutto un sacco di pesci! Ma andiamo per ordine. Le settimane e i giorni prima dell’evento sono stati febbrili, grazie a Mario che ha recuperato ben 7 cubotti, siamo riusciti a portare ben 10 differenti acquari di killi. A cornice di questi, ho allestito 3 vaschette arredate che sono state molto apprezzate! Un ringraziamento enorme a questo riguardo va a Giuseppe, titolare della Casetta in Canadà, per averci donato il materiale da allestimento, piante e pesci! Per accattivare gli avventori e magari avere nuovi soci nell’associazione, ho fatto studiare e preparare a mia sorella un pieghevole con una veloce introduzione ai killi, nel frattempo ho chiesto uova di specie semplici da distribuire ai nuovi possibili soci e il caro amico Didier Pillet mi ha inviato già impacchettati, marcati e controllati, più di venti sacchetti con più di 30 uova cad. di due specie differenti: Ophtalmolebias constanciae e Hypsolebias fasciatus. La prima una specie semplicissima, la seconda pure, basta, infatti, rispettarne le esigenze specifiche, in questo caso di acqua molto morbida. Anche per questo ho fatto preparare un apposito volantino, con riportate le istruzioni per poterle curare al meglio. In ogni caso, con l’alto numero di uova presenti per sacchetto, le istruzioni e le persone preparate che rispondono in privato e sul nostro forum, l’insuccesso nella prima esperienza di schiusa è ridotto ai minimi. Il venerdì prima dell’evento mi ero svegliato molto presto, preparato i pesci e caricata la macchina sono andato in ufficio, una pizza veloce per pranzo e via verso Cesena. Alle 15:00 ero già arrivato, wow quest’anno gli spazi erano molto più ampi e un sacco di stand! Trovata l’isola dove erano presenti i tavoli AIK, ho avvicinato la macchina e cominciato Tavolo AIK a Cesena, Acquabeach 2012 a scaricare e allestire le vaschette! Intanto l’area si animava di persone, vasche e pesci. In successione Mario, che era già lì dalla mattina con Valentino e Cinzia da Piacenza, Vlady con il figlio Lucas, Davide con Elona da Ranco. La sera era tutto finito e bellissimo! Stanchissimi e affamati, siamo andati tutti insieme a mangiare in una rinomata pizzeria di Cesena! L’indomani alle 7:00 ero già davanti ai padiglioni pronto per la giornata! Finito di tirare a lucido i tavoli AIK e tirati fuori gli starter di cibo vivo, mop, pignette di Ontano, eravamo pronti per l’arrivo del pubblico! Alle 10:00 è arrivato anche Daniele Cuni a portare altri pesci e a darmi una mano. Il giorno successivo è passato per alcune ore Renato Cellere, ovviamente anche con lui ci siamo scambiati un bel po’ di pesci! La sera di nuovo in pizzeria con al tavolo un sacco di nuovi amici e tante risate! Lo spassosissimo Tony (sogghigno ancora ripensando alle sue storie), il divertentissimo Andrea con la morosa Linda 48
Killifish: quando si ricevono le prime uova di Amazonas Acquari (negozio di Milano) e la discussione sulla pronuncia dei nomi scientifici dei pesci, Roberto e gli altri amici di Area Palustre. Le due giornate sono passate bene e con 10 nuovi soci all’attivo! Speriamo che contribuiscano, con le loro esperienze, alla crescita dell’associazione, magari con qualche bell’articolo per il nostro rinomato bollettino. Speriamo di essere ancora di più il prossimo anno e magari di avere in esposizione pesci dai nuovi soci!!! 49
C.A.E.B. CLUB ACQUARIOLOGICO ERPETOLOGICO BAVARESE Il CAEB festeggia i venti anni di attività Cosa ci fanno 10 acquari all’interno di un padiglione di fiera dove si svolge una mostra ornitologica internazionale? Come mai sullo stand dove sono stati posizionati non c’è il nome di alcun negozio, né alcun allevatore conosciuto? Cos’è questo CAEB? A guardare le centinaia di persone che, nei giorni 3 e 4 Novembre, nell’ambito della XII Edizione della Mostra Ornitologica Internazionale del Mediterraneo, tenutasi a Bari dal 28 ottobre al 4 novembre presso i padiglioni della Fiera del Levante, si sono trovate di fronte lo stand del CAEB, pareva proprio che si ponessero queste domande. In alcuni casi, specialmente nei bambini, sembrava accendersi una luce negli occhi, in altri nasceva un sorriso, ma per tutti c’è stata la curiosità di avvicinarsi e guardare, anche solo qualche minuto, quei mondi sommersi. È stata una bellissima esperienza, ancor più per chi, spettatore occasionale, ha trovato un ottimo “diversivo” tra le 5000 voliere, con centinaia di uccelli di ogni specie e colore; ma anche per noi, soci del CAEB, che stimolati dal “Primo Concorso di Aquascaping” riservato ai Soci abbiamo avuto la scusa buona per progettare e quasi “disegnare” un ecosistema completo di piante, arredi e animali in una mini vasca da circa 30 litri ed in sole 24 ore. Emozionante soprattutto vedere la reazione e lo stupore della gente che, passando dalle prime vasche contenenti granchi, tartarughe, gamberetti e pesci rossi, si ritrovava sempre più attenta ad ammirare i “pesci serpente” in una vasca con acqua ambrata da sembrare “sporca”, pesci di colore giallo “incubatori orali” (… e che significa?) in una vasca con un paesaggio lunare, fino ad arrivare ad una foresta amazzonica sommersa con pochi piccoli pesci colorati ed uno strato di “nebbia” a pelo d’acqua e, per ultimo, una vasca spettrale, illuminata con luce blu: sembrava di guardare all’interno di una grotta con dei pesci mai visti e uno sfondo che ricreava, nei minimi particolari, le rocce di una vera grotta; incredibile scoprire, leggendo la descrizione della vasca, che si trattava di pesci ciechi, provenienti dal Messico, capaci comunque di orientarsi attraverso organi diversi dagli occhi. Seppur per pochi voti, questa è stata la vasca più votata! Difficile però dire quale vasca fosse effettivamente la migliore, tutte bellissime e fatte con criterio, tutte molto più simili ad un “ecosistema naturale” che ad una boccia per pesci rossi e poi, nell’insieme, di fortissimo impatto sia estetico che emotivo. Lo stand dal CAEB, però, non è stato solo questo, ma molto di più. 1. Non solo pesci… veduta panoramica della sala dedicata al concorso aviario 2. I visitatori “invadono” lo stand 3. Foto ricordo del ventennale dell’associazione 4. Premiazione del I Concorso di Aquascaping 50
1. Stand allestito dal CAEB 2. Le vasche in gara 3. Le vasche in gara 4. Le vasche classificatesi al I e II posto Alle spalle degli acquari c’era il grande poster con la storia del Club, una storia di vent’anni, una passione oltre che maggiorenne, che va di anno in anno aumentando. Quasi come fosse un vessillo, all’ombra del poster, vi era sempre un gruppetto di soci, vero punto di incontro per appassionati, dove in molti si sono avvicinati per chiedere consigli, suggerimenti o, semplicemente, scambiare opinioni: incredibile scoprire quanta gente ha acquari in casa! A tal proposito si ritiene vitale che le Aziende del settore acquariologico aderiscano anche a manifestazioni che non riguardano direttamente l’acquariofilia perché il pubblico si è dimostrato particolarmente interessato e ciò, in un momento economicamente complicato, non può che giovare a una maggiore diffusione del nostro hobby, nell’interesse di tutti. Non è stata dimenticata nemmeno la funzione didattica ed educativa che il Club ha sempre ricoperto in questi anni, agendo a più livelli: nella location, poco discosto, vi era un tavolo dotato di microscopio collegato al pc, dove i più curiosi, specialmente bimbi, avevano modo di guardare la microvita sommersa degli ecosistemi acquatici locali. Un ringraziamento particolare per la disponibilità dimostrataci vorrei rivolgerlo all’amico Gennaro del negozio A.C.O. Personal Hobby di Bari, sponsor della manifestazione, alla cui mamma, Maria Loconsole, è stato dedicato il concorso, nonché a tutti i bambini presenti, figli dei soci fondatori, attivi nel “promuovere” le vasche e nel far votare i visitatori, molto più dei loro genitori. Si ringraziano, infine, il pubblico che, con più di 8.000 presenze in due giorni, manifestando la propria soddisfazione, ha ripagato la stanchezza dovuta alla mole di lavoro svolto e l’azienda di distribuzione all’ingrosso Aquariatech che ha premiato, con mangimi Tropical, tutti i partecipanti al concorso. Una magnifica esperienza, insomma, che ha consolidato il forte legame tra i soci, ha consentito di festeggiare degnamente il ventennale dell’associazione e che siamo certi di ripetere il prossimo anno. Francesco Nicassio L’orgoglio dei soci fondatori: il poster dedicato alle attività del CAEB 51
DISCUSCLUB 2.0 ...siamo pronti a ripartire. Anzi, siamo ripartiti!
Ci siamo presi un momento per riflettere, uno di quelli che quando te lo chiede l’amore, vuol dire che sta per finire una storia. Nel nostro caso no, perché il discusclub è nato e poi messo in letargo molte volte. Io sono conscio che possono non far bene questi momenti di distacco, perché chissà cosa si pensa, ma fondamentalmente siamo tutti esseri umani, e avere la capacità di capire quando è tempo di interrompere per riprendere slancio è dote vera e propria. Adesso ci siamo, rieccoci ma tante cose cambieranno strada facendo, @tony81è il nuovo amministratore insieme al sottoscritto, titolo meritato a tutti gli effetti, ma a parte la fuffa titolata adesso vogliamo ripartire con slancio e motivazioni, apriremo le porte al social in maniera più concreta, le cariche saranno puramente indicative, e avremo bisogno di tutti voi che leggete. Potresti essere un futuro articolista, moderatore, collaboratore..ma il forum sarà tuo nella misura in cui lo meriterai e lo desidererai. La nuova veste grafica ha bisogno di ritocchi ancora, e ci sono piccoli problemi tecnici che stiamo risolvendo.Tutto sommato voglio dirti che siamo tutti motivati da una immensa passione, e che per tenere vivo un sito ci vuole capitale umano vero e spassionato. Questo è stato il motivo che ci ha fatto ripartire, ma spero che il meglio arrivi presto perché piccole novità bollono in pentola. Mi scuso con tutti quelli che sono rimasti senza...piazza, e ringrazio tutti coloro i quali mi hanno contattato privatamente per sapere se era tutto OK, ma davvero sono arrivato al centinaio di richieste. Vi fa onore. Posso dire che lo staff è meraviglioso, e non posso che ripartire felice di esserci, poco ma ci sarò. La crisi, ahimè, non ha risparmiato nessuno, me incluso. Buon discusclub per l’ennesima volta, e segnalateci qui i problemi tecnici che incontrerete navigando. Noi siamo un club, diffida da chi usa “Discus Club” se non risponde all’unico Discusclub 2.0 per definizione, che ti aspetta nella community. Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook! Ti auguriamo un sereno settembre 2012. Sincerely Lo staff DiscusClub 2.0
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G.A.T. GRUPPO ACQUARIOFILO TARANTINO “Aquariofilia due mari 2012” Dal 19 al 21 ottobre 2012 si è tenuta presso la sala comunale del “ Castello Aragonese” di Taranto la seconda edizione della mostra espositiva intitolata “Aquariofilia due mari 2012” organizzata dal G.A.T. - Gruppo Acquariofilo Tarantino. Alla mostra sono intervenuti circa 5000 visitatori che hanno avuto il piacere di ammirare le trenta vasche allestite con una vastissima biodiversità e varietà di allestimenti e biotopi, oltre ad un certo numero di bonsai messi a disposizione dal “Taranto Bonsai Club”. Durante i tre giorni di esposizione, sono state tenute le seguenti conferenze: “Tutto sui muschi” (a cura di Donatello Chirico) “Carpe koi” (a cura di Donatello Chirico/Erman Marchese) “Metodi di gestione dell’acquario marino di barriera” (a cura di Fabio Macchitella) “Il mondo delle caridine. Tecniche di allevamento ed esperienze personali” (a cura di Donatello Chirico) In senso orario partendo dall’alto a sinistra: il vincitore, il terzo e il secondo classificato e il vincitore del premio tecnico
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“Il biofilm: batteri, funghi e co. nelle nostre vasche” (a cura di Daniele Stanca) “Luce in acquario” (a cura di Giuseppe Signorella) Le vasche hanno partecipato a due concorsi; il primo riguardante “La vasca più bella”, eleggibile da tutti i visitatori in sala e il secondo intitolato “Premio dei Soci” e aperto, appunto, ai soli soci del Gruppo. Il primo concorso è stato vinto dalla vasca di Giuseppe Signorella (reef con pesci pagliaccio); al secondo posto si è classificata la vasca di Domenico De Mitri (plantacquario) e al terzo posto la vasca di Donatello Chirico (plantacquario con piante emerse). Il premio tecnico è andato alla vasca di Erman Marchese (plantacquario). La mostra è stata oggetto di visita anche da parte degli alunni delle scuole “Istituto Comprensivo XXV Luglio – Bettolo”, “XII Circolo Didattico Livio Tempesta” e “Liceo Scientifico Aristosseno”, che, grazie alle semplici e professionali spiegazioni dei soci, hanno potuto ammirare e apprezzare il lavoro del GAT, avvicinandosi, così, a una passione tanto affascinante. In tale occasione, il GAT ha collaborato con il gruppo Shalom, onlus che da 34 anni opera nei paesi più poveri del pianeta, promotore del progetto “Acqua per la vita”, con l’obiettivo di costruire pozzi per la popolazione del Burkina Faso. Sodisfatti da questo inaspettato successo, i soci del GAT stanno già gettando le basi per la prossima edizione.
In alto i soci GAT. In basso: la mostra è stata oggetto di visita anche da parte degli alunni di alcune scuole 55
G.B.I. GRUPPO BETTOFILO ITALIANO BETTAITALIA.IT Ci presentiamo: Un caloroso saluto a tutti i lettori di Aquariophylia! Da questo mese ci saremo anche noi con un nostro piccolo spazio, dove potremo segnalarvi le nostre continue attività. Ne approfittiamo per ringraziare la redazione della rivista per l’opportunità dataci, non essendo una vera e propria associazione ma solo un gruppo. Molti di voi sicuramente già ci conosceranno, vista la nostra ormai decennale presenza su internet, ma riteniamo giusto, per questa nostra prima Primo campionato Italiano di Betta e volta qui, presentarci a tutti spiegando chi Show Betta, 2005 siamo e cosa facciamo. Siamo un gruppo di allevatori e semplici appassionati di Show Betta e di Betta “Wild” denominato: Gruppo Bettofilo Italiano (G.B.I.). Nostra fondamentale attività, è di dedicarci a questi bellissimi pesci da molti anni, con una particolare attenzione alla selezione dei Show Betta, sui quali abbiamo un’esperienza decennale quasi sicuramente unica in Italia. Svolgiamo le nostre attività tramite il nostro sito che è BettaItalia.it (www.bettaitalia.it). Siamo un po’ i padri fondatori della bettofilia Italiana moderna, cioè quella Bettofilia che si dedica allo studio e all’allevamento delle nuove forme di selezione di Betta splendens denominate Show Betta. La nostra Storia: Ma ripercorriamo, citando le tappe più importanti, la nostra lunga storia legata all’amore per questi pesci: BettaItalia nasce nel 2002 come piccolo Blog, primo in Italia dedicato interamente ai Betta e, in particolare, ai Show Betta. Nel 2003 il Blog venne chiuso sostituendolo con un nuovo sito, al quale si affiancò un Forum, anche lui il primo nel suo genere, in quanto era l’unico che si occupava di Betta. Fu per noi una grande scommessa cercare di far conoscere e diffondere i Show Betta in Italia con le prime importazioni. In Italia all’epoca Accoppiamento di una bellissima coppia di Betta splendens Crowntail DR Copper 56
Una delle nostre più recenti riproduzioni: coppia di Betta splendens Halfmoon, varietà turchese metallico erano conosciute solo le forme commerciali di Betta splendens e quasi nessuno sapeva cosa fossero i Show Betta. Nel 2004, grazie alla formazione dei primissimi allevatori Italiani di Show Betta, riuscimmo a organizzare la prima esposizione Italiana di questi ultimi, tenutasi durante l’edizione di SalentoAcquari del 2004. Nel 2005 ci fu il grande passo in avanti, organizzammo per la prima volta in Italia, un campionato dedicato ai Show Betta (1° Campionato Italiano di Betta e Show Betta), con ben 40 Betta in gara. Essendo l’allevamento dei Show Betta in Italia ancora agli inizi, non potevamo pretendere di più e, giustamente, l’evento fu tenuto in collaborazione con il GAS (gruppo acquariofilo salentino), all’interno dell’edizione del 2005 di SalentoAcquari. Il campionato riscosse grande successo. Dal 2005 al 2007 abbiamo svolto altre importanti attività sia sul sito, sia sul forum e non solo. L’ultima importante tappa della nostra storia che vogliamo citarvi, è quella del 2008: in tale anno organizzammo, in collaborazione sempre con il GAS, il primo seminario tenutosi in Italia, completamente dedicato alle specie Betta e alle forme di selezione dei Show Betta. Insomma in dieci anni continui di passione per questi pesci, fra alti e bassi, abbiamo scritto gran parte della storia della Bettofilia Italiana, scrivendone principalmente gli inizi, per quanto riguarda i Show Betta. Nel Giugno del 2012, abbiamo chiuso il vecchio sito ormai in disuso e abbiamo aperto un nuovissimo sito con il nuovo BettaForum Italia. Il sito è ricco di nuovi contenuti come articoli, video-corsi ecc. Sul forum sono aperte importanti discussioni dedicate all’allevamento di questi pesci, i nostri esperti sono sempre a disposizione degli utenti cercando di rispondere a tutte le domande, con un bagaglio d’esperienza decennale sui Show Betta, quasi sicuramente unico in Italia. Al momento alleviamo varie forme e varietà di Show Betta, e circa 30 specie diverse del genere Betta. Fra le nostre ultime attività c’è un concorso fotografico a premi, che stiamo tenendo sul nostro forum in collaborazione con il nostro sponsor, il negozio online www.terracquario.com. Il concorso si chiama : “Betta... Fatte fà fà na foto”, e si tiene dal 15/11 al 15/12/2012. Ecco i nostri Link dove potete seguirci: Il nostro sito internet, BettaItalia.it : www.bettaitalia.it Il nostro forum, BettaForum Italia: www.bettaitalia.it/bettaforum Il nostro canale Video su YouTube: www.youtube.com/BettaItaliaVideo La nostra pagina Facebook: www.facebook.com/BettaItalia.it Il nostro profilo Facebook: http://www.facebook.com/betta.italia La nostra e-mail: info@bettaitalia.it Vi aspettiamo sul nostro sito e sul nostro forum, per rispondere a tutte le vostre domande. L’iscrizione è gratuita e su richiesta i neoiscritti potranno ricevere degli omaggi. 57
MAREVIVO Uno squalo dal Tevere a Fontana di Trevi per manifestare contro il finning Roma, 17 Novembre - Gli attivisti di Marevivo si sono dati appuntamento questa mattina a Fontana di Trevi per dare vita ad un’azione di protesta contro l’inutile e atroce pratica del FINNING che ogni anno stermina decine di milioni di squali, spinnati e poi ributtati in acqua spesso ancora vivi. Un massacro per soddisfare la richiesta asiatica delle costose pinne di squalo impiegate nella preparazione della celebre “zuppa di pinne di pescecane”. La fedele riproduzione di una pinna di squalo, dopo avere navigato nel Tevere ad opera dei sub di Marevivo, suscitando meraviglia e curiosità nei social network, oggi è stata immersa nelle acque della storica fontana del Bernini di fronte alle facce allibite di centinaia di turisti e cittadini che a quell’ora affollavano la celebre piazza. Decine di esponenti dell’associazione, con indosso magliette simbolicamente macchiate con il sangue di questi antichissimi predatori, hanno manifestato per chiedere di mettere fine all’orrendo massacro degli squali provocato dal finning. Un coro unanime rivolto in particolare agli europarlamentari italiani che il prossimo 22 novembre saranno chiamati a Strasburgo per votare proprio su questo tema. La richiesta è semplice: nessuna deroga al divieto europeo sul finning, solo squali sbarcati con le pinne attaccate al corpo, senza alcuna eccezione! Una politica sostenuta non solo dagli ambientalisti e dagli esperti ma condivisa e promossa anche da alcuni europarlamentari italiani fra i quali Silvia Costa (S&D/PD) e Potito Salatto (PPE/FLI), presenti all’evento. Questa iniziativa supporta un appello indirizzato agli europarlamentari che al momento conta su oltre 70 firme autorevoli del mondo della cultura, dello sport dello spettacolo, che si sono unite a Marevivo ed alla coalizione internazionale di Sharkalliance per fare pressione sui politici italiani al parlamento europeo, che hanno il dovere di prendere decisioni a tutela dell’ecosistema marino. “Gli squali – come dichiara il Presidente di Marevivo Rosalba Giugni - sono i predatori al vertice della catena alimentare che hanno il delicato e fondamentale ruolo di garantire il mantenimento dell’equilibrio e della salute dell’ecosistema marino, ma sono anche vittime della pesca eccessiva e indiscriminata di cui il finning è l’espressione più aberrante. Rischiamo di portare all’estinzione una macchina perfetta che vive sulla terra da 400 milioni di anni”. L’impegno di Marevivo a sostegno degli squali non si ferma qui, ma continuerà tenendo
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costantemente alta l’attenzione, vigilando affinché le istituzioni e i politici attuino le scelte più adeguate per la vita del mare e promuovendo azioni che portino a tutelare questo grande predatore così come avviene per tigri, orsi e lupi. È possibile scaricare il video della manifestazione al seguente link: www.dropbox.com USER: marevivo2012@hotmail.com PWD (attenzione alle maiuscole): Squalo2012 CARTELLA: FINNING 17 11 2012 Ufficio Stampa Marevivo Tel. 06 3222565 - 3202949 Cell. 3490079579 - Cell. 3495514031
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PIRANHACLUB.NET Piranhaclub: ci presentiamo www.piranhaclub.net : il sito fatto dagli appassionati per gli appassionati di acquariofilia dedicata ai pesci predatori, tropicali e nostrani. Concetti come acquariofilia naturale & predator fishes, giusti litraggi, corretta alimentazione, istinti predatori, riproduzione sono i nostri fondamenti e le nostre basi! Piranhaclub.net nasce per consentire agli appassionati di discutere di tutti gli argomenti riguardanti l’hobby dell’acquariofilia. Uno degli obbiettivi principali è quello di offrire un servizio a tutti gli acquariofili esperti e non, per poter acquisire il maggior numero di informazioni corrette per la gestione del proprio acquario, con la speranza che questo possa contribuire a far crescere sani i nostri ospiti. Possono essere dibattuti tutti gli argomenti inerenti al settore e quelli ad esso correlati: dalla parte tecnica, alla chimica, all’allestimento ecc. e a tutto quanto concerne le varie esigenze di pesci, piante ed invertebrati d’acqua dolce che possono essere allevati in cattività. È inoltre possibile parlare anche di tutti gli argomenti in qualche modo collegati all’hobby dell’acquariofilia, come ad esempio le riflessioni sull’hobby, l’ecologia e le caratteristiche dei vari biotopi nostrani e tropicali, le immersioni, la fotografia dei pesci in natura e in cattività, la gestione di laghetti ornamentali, terracquari, paludari. Schede di allevamento dettagliate, coinvolgenti iniziative mensili a premi, un forum ricchissimo di interventi e curiosità, sponsors in grado di soddisfare ogni tipo di richiesta di animali wild o di allevamento e di materiali adatti al loro benessere, gadgettistica ed in ultimo, non per importanza, uno staff preparato e disponibile ad ogni domanda! Tutto questo e non solo è www.piranhaclub.net, un sito nato da poco ma che già vanta la parteci60
Nel nostro “club” troverai persone che ti aspettano per condividere la tua stessa passione
pazione ad eventi nazionali come l’Acquabeach di Cesena 2012, articoli su riviste e siti specializzati, collaborazioni con biologi e paleontologi di fama internazionale, stesura di un libro specifico sui piranha giunto alla sua 3° edizione, partecipazione ai Contests internazionali con piazzamenti di tutto rispetto. Ecco i numeri che mettiamo sul nostro piatto della bilancia! Sei un appassionato? Ti stai avvicinando oggi all’acquariofilia dedicata a pesci predatori? Ritieni che puoi
apportare la tua conoscenza ed il tuo contributo conoscitivo ad un gruppo di persone che, come te, coniuga acquariofilia consapevole ed hobby? Vieni a trovarci ed iscriviti gratuitamente al nostro “club” dove troverai persone che ti aspettano per condividere la tua stessa passione! www.piranhaclub.net : il sito fatto dagli appassionati per gli appassionati di acquariofilia dedicata ai pesci predatori, tropicali e nostrani
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L’Ottavo International Aquarium Congress (Cape Town, South Africa) di Francesco Denitto L’Ottavo International Aquarium Congress si è svolto a Cape Town, South Africa, dal 9 al 14 settembre scorso. In alto, una veduta della città
INTRODUZIONE Dal 9 al 14 settembre 2012 nella città sudafricana di Cape Town, si è svolto l’8° “International Aquarium Congress” (IAC), un appuntamento quadriennale che permette agli addetti del settore, di potersi incontrare e discutere di tutto ciò che riguarda gli Acquari Pubblici. Dopo aver partecipato già 4 anni fa al 7° IAC, svoltosi a Shanghai (Cina), anche quest’anno non son voluto mancare all’appuntamento. Quella di quest’anno è stata la prima edizione nella storia del Congresso a essere organizzata nel continente africano e, più in generale, nell’emisfero australe. Il promotore e organizzatore dell’ottavo IAC è stato il “Two Oceans Aquarium”, ovvero l’acquario pubblico della città sudafricana. Il nome della struttura deriva dal fatto che Cape Town rappresenta virtualmente (ma non da un punto di vista geografico) il punto d’incontro tra i due oceani, l’Atlantico più freddo a Ovest e l’Indiano a Est più caldo. In realtà Cape Town si affaccia interamente sull’oceano Atlantico, ma l’oceano Indiano e la sua fauna tropicale non sono, di fatto, molto lontani. È sufficiente spostarsi verso il Capo di Buona Speranza, a pochi chilometri verso sud-est, per constatare di persona la differenza di temperatura tra i due oceani che qui si incontrano. 62
Promotore e organizzatore dell’ottavo IAC è stato il “Two Oceans Aquarium”, l’acquario pubblico di Cape Town
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In questa pagina e in quelle seguenti: Il “Two Oceans Aquarium” ospita solo fauna e flora marina proveniente dagli oceani Atlantico e Indiano, dei quali Cape Town rappresenta virtualmente, anche se non geograficamente, il punto d’incontro
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L’appassionante cerimonia d’apertura è stata caratterizzata da un coro di ragazzi che hanno “cantato” l’importanza della tutela del mare nata hanno visto susseguirsi nomi del calibro della dottoressa Camille Parmesan e del Professor George Branch, i quali hanno posto in evidenza gli effetti dei cambiamenti climatici sulla vita degli oceani e dunque su quella terrestre a essi direttamente correlata. Le presentazioni orali si sono susseguite senza sosta, mattina e pomeriggio, alternando sessioni tipicamente tecniche ad altre più “marketing oriented”. Si è parlato dunque di Acquari Pubblici da un punto di vista della gestione degli impianti, di conservazione e recupero di specie a rischio di estinzione, di riproduzioni spettacolari in acquario e di esemplari curati e tenuti diversi anni in cattività prima di essere restituiti al loro ambiente naturale. Non sono mancate le sessioni dedicate alla presentazione di nuovi progetti di Acquari Pubblici che sono in fase di realizzazione in molti paesi, tra cui il medio e l’estremo oriente. Tra i nuovi acquari pubblici europei, segnaliamo quelli in fase di ultimazione nelle Baleari e in Danimarca. Dall’Italia, oltre al sottoscritto che rappresentavo l’Università del Salento, erano presenti la dottoressa Flegra Bentivegna, in qualità di rappresentante e curatore dell’Acquario della Stazione Zoologica di Napoli, la dottoressa Claudia Gili, per la “Costa edutainment experience”- Acquario di Genova e la dottoressa Patrizia Leardini, dell’Acquario “Parco le Navi” di Cattolica. Oltre alle presentazioni orali era stata anche allestita una nutrita sessione di poster in cui erano presenti numerosi lavori descrittivi e sperimentali nel settore acquaristico.
Il Two Oceans Aquarium ospita solo fauna e flora marina proveniente dai due oceani menzionati. L’ACQUARIO DI CAPE TOWN Gli oltre 380 delegati provenienti da ogni angolo del pianeta sono stati accolti la sera del 9 Settembre presso il “Two Oceans Aquarium”. All’interno delle sale dell’Acquario, è stato offerto un buffet di benvenuto. È stato piacevole incontrare colleghi vecchi e nuovi, degustando stuzzichini e spiedini davanti alle tante vasche presenti nelle numerose sale dell’Acquario. Le foto e il video a corredo di questo reportage mostrano solo alcuni delle migliaia di ospiti presenti nell’Acquario. In tale occasione, essendo la struttura chiusa a quell’ora al pubblico pagante, lo staff ha permesso ai delegati di accedere anche nell’area “No Entry”, ovvero in quella parte dell’acquario rappresentata da vani tecnici per gli impianti e zone quarantena, dove normalmente non è consentito l’accesso ai visitatori. È stato dunque possibile scoprire ciò che rappresenta in qualche modo il cuore dell’Acquario e senza il quale la vita nelle vasche espositive non sarebbe possibile. IL CONGRESSO Le sessioni del Congresso vero e proprio sono iniziate il mattino del 10 Settembre presso l’International Convention Centre di Cape Town e sono proseguite fino al pomeriggio del 13. Dopo un’appassionante cerimonia d’apertura a cura di un coro di ragazzi che hanno “cantato” l’importanza della tutela del mare per il benessere di tutti i popoli, le prime key notes della gior-
L’AREA ESPOSITIVA Accanto alla sala del congresso, un’ampia sala accoglieva numerosi stand di Ditte che gravitano nel settore acquaristico, dalle Aziende che progettano Acquari Pubblici a ditte che realizzano pannelli in acrilico, ad altre che sono specializzate nell’allestimento delle vasche con scenografie 70
artificiali ed effetti luminosi. Tra queste ultime ho potuto apprezzare il lavoro di una Azienda Sudafricana fondata e gestita dal Dottor Giulio Debenedetti e da suo figlio Davide. Il dottor Debenedetti ha fondato “Oceana Manufacturing” nel 1998, dopo aver lasciato alle spalle una carriera da neurochirurgo che l’aveva fatto approdare in Sud Africa circa 30 anni fa. L’Azienda, presente al congresso con un proprio stand rappresentativo, ha sede in un villaggio nei pressi di Pretoria e si occupa della realizzazione artigianale di scenografie artificiali per acquari di grandi dimensioni che trovano spazio in strutture quali Shopping Centres, Acquari Pubblici e Resorts. Tra questi ultimi citiamo la recente collaborazione con Antalya Aquarium (Turchia) per l’allestimento di numerose vasche presenti nella struttura. Da italiani veraci, sono inoltre specializzati nella ricreazione di habitat tipicamente mediterranei, oltre che di scenografie marine e dulcacquicole di ogni angolo della terra. Per chi ne volesse sapere di più sul loro lavoro, può visitare il sito ufficiale di Oceana al link http://www.artificialcoralreef.com. Tra gli sponsor del Congresso c’era poi l’italianissima Clax Italia, una delle tre Aziende leader mondiali (le altre due sono l’americana Reynolds
e la giapponese Nippura) a realizzare pannelli acrilici in polimetilmetacrilato (PMMA) colato che sono utilizzati per la costruzione di grandi vasche, le quali hanno la necessità di sopportare enormi pressioni per l’elevato contenuto d’acqua al loro interno. La Clax Italia, rappresentata per l’occasione dal titolare dottor Leonardo Munzi, vanta 30 anni di esperienza nel settore e grazie alle tecnologie all’avanguardia del suo stabilimento pometino, è in grado di garantire nel più assoluto rispetto delle norme per la protezione ambientale ISO 14001, oltre ad una eccezionale trasparenza e resistenza dei pannelli acrilici, un rigoroso controllo qualitativo attraverso tutto il processo produttivo di ogni singola lastra e/o blocco. Per saperne di più sui loro prodotti e sulle loro recenti realizzazioni: http://www.claxitalia.com/main/. Tra le aziende leader nella realizzazione di Acquari Pubblici non mancava la francese “Coutant Aquariums” rappresentata dal Direttore Philippe de Lacaze. Coutant Aquariums, fondata negli anni 60, è leader mondiale nel settore ed ha alle spalle decine di strutture sparse in varie parti del mondo nonché proprietaria e gestore dell’acquario pubblico de La Rochelle in Francia. Grazie ad una rete di collaborazioni con architetti, inge-
Cliccate qui per vedere alcuni delle migliaia di ospiti presenti nel “Two Oceans Aquarium” di Cape Town, esclusivamente dedicato alla fauna degli oceani Atlantico e Indiano 71
gneri, scenografi, biologi e fornitori, Coutant Aquarium è in grado di progettare un Acquario Pubblico dalla A alla Z, consegnandolo “chiavi in mano” ai committenti che si sono rivolti a loro con fiducia. Il sito, che merita di esser visitato, è: http://www.groupe-coutant.com/fr/coutant Più conosciuta tra gli hobbisti di acquari marini di barriera, l’Azienda Red Sea (www.redseafish.com) proponeva ai visitatori i nuovi prodotti per la conduzione e la gestione di acquari pubblici e privati. Tra questi, particolarmente interessanti, i completi kit per la misurazione dei principali parametri chimici dell’acqua marina, facili da usare e altrettanto semplici da leggere. Anche Red Sea vanta numerose collaborazioni con Acquari Pubblici sparsi in tutto il mondo, soprattutto con quelli che, sorti lontano dal mare, hanno la necessità di preparare acqua di mare utilizzando sale di qualità certificata.
La “Ocean Manufacturing”, fondata nel 1998, è una ditta specializzata nella realizzazione artigianale di scenografie artificiali per acquari di grandi dimensioni
CONCLUSIONI In definitiva, è stato un viaggio altamente proficuo, che mi ha permesso di incontrare vecchie conoscenze e di scoprire nuove realtà del settore che, a quanto pare, ha risentito solo marginalmente della crisi globale che ha toccato sensibilmente tutti I Paesi. Gli anni 2008-2011 sono stati un po’ duri per tutti. Nonostante ciò alcuni incoraggianti segnali di ripresa si sono avuti già nel corso del corrente anno e tutto fa ben sperare in una graduale ripresa del settore, notoriamente correlato al settore turistico più in generale. Gli acquari pubblici offrono opportunità lavorative a La francese “Coutant Aquariums” è in grado di progettare un Acquario Pubblico dalla A alla Z, consegnandolo “chiavi in mano” ai committenti
“Ocean Manufacturing”: fauna abitatrice degli “hydrothermal vents” abissali un gran numero di competenze: acquaristi, biologi marini, veterinari, impiantisti, elettricisti, sono solo alcune delle tante categorie del settore, che trovano impiego stabile in strutture di questo tipo le quali sono in grado, se ben gestite, di movimentare importanti flussi turistici, che generano di conseguenza importanti ricadute economiche sull’intero territorio che le ospita. Il prossimo appuntamento con la nona edizione dell’International Aquarium Congress è già programmato e si svolgerà tra quattro anni a Vancouver (Canada). 72
Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
73
L’acquario nostrano.
Il persico so un “esotico” made in Italy
74
ole,
75
di Luciano Di Tizio li appassionati dell’acquario nostrano
G
con un’impressionante rapidità: dopo un paio
sanno bene che per loro rifornirsi in
d’anni la specie era nel Lago Maggiore, mentre
negozio è davvero un’impresa, poiché i
le cronache raccontano di un persico sole
pesci di casa nostra sono quasi sempre del tutto
pescato nel Ticino già nel 1903. Nel 1918 o forse
sconosciuti nei pet shop. Ci sono tuttavia signifi-
l’anno dopo, mentre gli italiani avevano appena
cative eccezioni. Tra queste il persico sole che,
cominciato a cancellare rovine e traumi del con-
per aspetto e abitudini di vita, può certamente
flitto mondiale, il nostro “yankee” entrava per la
competere con le più gettonate specie esotiche
prima volta nel lago di Garda, dov’è tuttora
che furoreggiano nei nostri acquari.
abbondantissimo per la gioia dei giovani pesca-
La sua carta d’identità ci dice che il corretto
tori locali, che sul “pesce sole” accumulano le
nome scientifico è Lepomis gibbosus (Linnaeus,
prime esperienze con lenza e ami. La prima cat-
Vasca persici sole La foto non è bellissima, ma questa vasca esclusivamente dedicata a un gruppo di persici sole ha consentito al presidente dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, Amedeo Pardi, di vincere il secondo premio (una vasca Aquarialand) nella mostra concorso per il trentennale dell’AAA. Agli occhi della giuria i persici hanno battuto fior di specie tropicali…
1758), che appartiene alla famiglia Centrarchidae
tura documentata sul lago Trasimeno, in Italia
e che è originario delle acque interne degli USA,
centrale, risale invece al 1926, ma già negli anni
tra Maine e regione dei Grandi Laghi lungo il set-
’60 del secolo era proprio lui il pesce in assoluto
tore orientale, sino alla Florida e al Texas. Nei
più pescato nel grande bacino umbro. Oggi
testi di acquariofilia più documentati, il nostro
Lepomis gibbosus è diffuso nell’Italia settentrio-
viene adeguatamente trattato e si racconta
nale e centrale, in laghi, stagni, lanche, tratti a
anche che è stato importato in Europa sin dal
corrente moderata dei fiumi, canali d’irrigazione e
1877, a cominciare a quanto pare dalla Francia.
bacini artificiali. Il suo aerale è in costante amplia-
Nelle acque libere italiane è arrivato invece nel
mento verso sud. Si tratta del resto di un pesce
1900, per volontaria introduzione nel lago di
in grado di tollerare un ampio range termico e di
Varano, in Lombardia. Di qui è partita l’invasione
adattarsi con facilità praticamente ovunque. Non 76
a caso è stato ed è considerato un “invasivo” particolarmente temibile per la rapidità con la quale si propaga in ogni tipo di ambiente acquatico, spesso a discapito della fauna ittica autoctona. Questo non, come si credeva un tempo, per predazione diretta di uova e avannotti (è stato dimostrato che la componente ittica nello stomaco del persico sole rappresenta una parte abbastanza modesta della sua dieta), quanto piuttosto per la spietata concorrenza alimentare e per la progressiva occupazione degli spazi vitali. In “compenso” il persico sole si è rivelato un interessantissimo pesce da laghetto e da acquario. In una vasca con capienza al di sotto dei Persico sole adulto vasca relegando gli altri nella migliore delle ipotesi negli angoli più nascosti (nella peggiore li ferisce a morte), è comportamento abituale in spazi angusti. Il problema peraltro è che il nostro concetto di “angusto”, spesso non corrisponde a quello dei persici!... in linea di massima comunque quei 250/300 litri di cui abbiamo parlato, possono andare bene per allevarne alcuni esemplari senza particolari problemi. Andrà ovviamente anche meglio se di acqua ce ne sarà di più. Un particolare curioso, è che in Europa il persico sole è affetto da una forma di nanismo: qui da noi la lunghezza totale massima è compresa tra i 15 e i 20 cm con un peso intorno ai 50 g (record noti 35 cm per 3 etti), mentre negli USA arriva ai 50 cm con alcuni chili di peso. Di solito gli esem250/300 litri, dovremo accontentarci di alcuni
plari sono mediamente più piccoli se c’è un’alta
giovani o di un solo adulto, perché in spazi
densità di popolazione e viceversa.
ristretti tutti gli esemplari più deboli faranno inevi-
Analogamente l’aggressività, sembra essere
tabilmente i conti con la naturale aggressività del
maggiore in gruppi con pochi esemplari e mino-
maschio dominante. Si tratta, infatti, di un pesce
re in condizioni di sovraffollamento. La taglia
territoriale che solo da giovane “sopporta” senza
ridotta e le altre considerazioni sin qui brevemen-
troppi problemi di vivere in gruppo. Non date
te esposte, rappresentano altrettanti pregi agli
troppo credito a chi vi racconta che l’aggressività
occhi degli acquariofili. Ma il fattore determinan-
si sviluppa esclusivamente in epoca riproduttiva:
te per il successo di Lepomis gibbosus, è la
nella stagione degli amori senz’altro si accentua,
livrea. Il corpo è di colore bruno oliva con mac-
ma che l’esemplare più forte faccia sua l’intera
chie giallo brune e rossastre sui fianchi, mentre 77
Un adulto di Lepomis gibbosus 78
79
Persici sole giovani
sui lati del capo sono presenti variegature azzur-
bia sul fondo e un’abbondante vegetazione
re. Il ventre e le pinne pettorali, anali e ventrali
intervallata da ampie radure. Illuminazione media
sono giallo arancio. Dietro l’opercolo branchiale
e buon sistema di filtraggio, ma con una pompa
è presente un ocello nero spesso orlato di rosso
non eccessivamente potente, per rispettare la
(nelle femmine il rosso è quasi sempre più tenue
preferenza del pesce per le acque calme.
o assente). La colorazione si accentua in epoca
Riproduzione tra maggio e giugno. I maschi (la
riproduttiva, soprattutto nei maschi.
cui colorazione diventa in questo periodo parti-
Caratteristica anche la forma, che è alta e ton-
colarmente brillante), scavano sul fondo con la
deggiante, fortemente compresa lateralmente,
bocca e con energici colpi di coda, una buca
con muso prominente e bocca piccola a taglio
tondeggiante sulla quale attirano una o più fem-
obliquo verso l’alto. Gli occhi sono relativamente
mine per la deposizione. Le uova, immediata-
grandi.
mente fecondate, vengono difese sino alla schiu-
Vive in natura in zone di riva, spesso in ambienti
sa sempre dai maschi, che si prendono cura per
sabbiosi o fangosi, vicini ad aree ricche di vege-
alcuni giorni anche degli avannotti. La riproduzio-
tazione. Per gran parte dell’anno staziona in
ne è possibile anche in acquario (e ancor più nel
acque superficiali, scendendo a maggiore
laghetto), ma soltanto in contenitori adeguata-
profondità solo durante l’inverno, che trascorre
mente capienti.
in quiescenza, senza alimentarsi. Negli altri mesi
Un’ultima curiosità, a testimonianza del “caratte-
dell’anno caccia a vista crostacei, insetti, gaste-
re” di questi pesci: i maschi sottomessi che non
ropodi, bivalvi, rotiferi, nematodi e anche, in
sono riusciti a conquistare un loro territorio per la
misura limitata, uova e avannotti. In cattività
costruzione del nido, possono riuscire a fecon-
accetta, di solito senza alcun problema, ogni tipo
dare egualmente qualche uovo attuando una
di alimento, fresco o di produzione industriale,
strategia d’inganno, o introducendosi furtiva-
persino quello in fiocchi.
mente nel nido o addirittura fingendosi femmine,
La vasca per i persici sole, va arredata con sab-
di cui imitano perfettamente livrea e comporta80
Persico sole
mento, per riuscire ad avvicinarsi alle uova e a
può rappresentare uno stimolo importante, per
fecondarne qualcuna.
indurli ad avvicinarsi a una branca dell’acquario-
Decisamente un animale interessante. Gli appas-
filia, sicuramente degna di essere prima o poi
sionati del nostrano giĂ lo sanno. Per tutti gli altri
esplorata.
Giovani di persico sole 81
Un acqua per il pes
Ăˆ importante evitare la luce diretta del sole, anzi, possiamo sfruttare l’acquario per valorizzare un angolo della casa magari piĂš buio o poco frequentato 82
ario vero sce rosso
83
di Maurizio Quarta, prima parte Abbiamo visto, nei numeri precedenti, la storia e l’incredibile varietà del mondo del pesce rosso. Ma qual è l’acquario ideale per questo affascinante pesce? Non è affatto necessario immaginare modelli particolarmente sofisticati; vasche rettangolari facilmente reperibili nei negozi specializzati, sono senz’altro adatte allo scopo, permettendo di acquistarne modelli esteticamente molto validi e tecnicamente affidabili e sicuri. Il pesce rosso richiede vasche grandi e spaziose, a partire da un minimo di un centinaio di litri, in cui, ad esempio, potrebbero vivere comodamente 3-4 esemplari, meglio se acquistati giovani. A differenza della boccia, un acquario è dotato di una strumentazione tecnica che permette di mantenere una qualità dell’acqua ottimale semplificando la manutenzione richiesta, per godere della compagnia dei nostri amici nel migliore dei modi. La strumentazione riguarda soprattutto il sistema di filtraggio e l’illuminazione della vasca ma molta importanza assumono anche il supporto su cui la vasca si poggia e l’arredamento che l’acquariofilo sceglie di allestire. Partiamo dal supporto. Esso ha la funzione di collocare la vasca a un’altezza tale da permettere una comoda osservazione, sostenendone il peso e armonizzandosi con l’arredamento circostante. Molto spesso s’incappa nell’errore di sottovalutare il peso di un acquario allestito e funzionante. Facciamo un esempio: consideriamo un acquario rettangolare da 200 l lordi, delle dimensioni di 100x40x50(h) cm. Esso occuperà una superficie di meno di mezzo metro
quadrato ma sulla quale graverà un peso di oltre due quintali! Una semplice formula per calcolare, approssimativamente, il peso dell’acquario, consiste nel calcolare il volume lordo moltiplicando lunghezza x profondità x altezza in cm e dividendo il risultato per 1.000; il volume così ottenuto va aumentato del 20-30% a seconda del peso e della quantità della sabbia e dell’arredamento. Ancor più della boccia, quindi, è importante riflettere bene su dove collocare l’acquario, prima di allestirlo e riempirlo, poiché eventuali ripensamenti con la vasca in funzione, possono creare non pochi problemi. Come per la vaschetta e la boccia, è importante evitare la luce diretta del sole, anzi, possiamo sfruttare l’acquario per valorizzare un angolo della casa magari più buio o poco frequentato, grazie al sistema d’illuminazione di cui è provvisto. Il benessere dei pesci rossi e di tutti gli organismi che con essi vivono in acquario, dipende largamente dalla qualità dell’acqua in cui vivono. L’acqua deve essere neutra o lievemente basica: il pH, cioè il valore che misura l’acidità, deve essere idealmente compreso tra 7 e 7,5 (Valori inferiori a 7 indicano un’acqua acida, valori superiori a 7 indicano un’acqua basica). Inoltre, l’acqua deve presentare una media durezza: questo valore indica la quantità di sali disciolti. La durezza totale indica la quantità di calcio e magnesio e si misura in gradi tedeschi (°dGH); la durezza carbonatica misura i sali carbonati e bicarbonati di calcio e magnesio e si misura in gradi tedeschi (°dKH). Un’acqua di durezza medio – alta (5 – 8 °dKH e fino a 20 – 25 84
Molto spesso s’incappa nell’errore di sottovalutare il peso di un acquario allestito e funzionante
per gli organismi acquatici. Fortunatamente però, il cloro è molto volatile ed evapora rapidamente, specie se si smuove la superficie dell’acqua: l’ideale sarebbe far stagionare l’acqua in un contenitore per almeno 48 ore, magari smuovendola con una piccola pompa. Nel caso si debba, invece, utilizzare subito l’acqua del rubinetto, occorre trattarla con un biocondizionatore liquido per acquari: questo prodotto elimina istantaneamente il cloro e rende innocui eventuali metalli pesanti ceduti all’acqua dalle condutture. I migliori biocondizionatori sono arricchiti di sostanze benefiche per la salute dei pesci e anti-stress.
°dGH), è ottimale per i pesci rossi. Per la verifica di questi parametri esistono in commercio dei kit molto pratici e chiari. Il compito principale del sistema di filtraggio è lo smaltimento dei composti azotati derivanti dal metabolismo degli animali. I primi prodotti della degradazione delle sostanze organiche da parte dei batteri, ammoniaca e nitriti, sono molto tossici; i nitriti vengono poi trasformati in nitrati, meno pericolosi, da altri batteri, in presenza di ossigeno; i nitrati tendono ad accumularsi in vasca e vanno eliminati attraverso i cambi parziali periodici. Le sostanze azotate sono misurabili facilmente con l’aiuto degli appositi kit in vendita. Come già detto nei precedenti articoli, l’acqua potabile appena sgorgata dal rubinetto non è adatta all’acquario. Essa è, infatti, ricca di cloro, che la rende potabile ma è letale
Filtraggio Il cuore dell’acquario è rappresentato dal filtro, la cui funzione è di mantenere la qualità 85
Il pesce rosso richiede vasche grandi e spaziose
costante pulizia o sostituzione e i più comuni sono: - Lana o ovatta di perlon: riescono a trattenere particelle anche molto fini ma, per contro, s’intasano facilmente, rallentando il flusso d’acqua che attraversa il filtro; - Spugne sintetiche: sono resine espanse in polietilene a pori aperti. Efficaci nel trattenere le particelle in sospensione, dopo un certo periodo diventano un ottimo substrato per i batteri decompositori e svolgono quindi anche un’azione biologica. Il filtraggio biologico avviene per opera di batteri decompositori o nitrificanti, che trasformano il nocivo azoto ammoniacale (NH4/NH3), derivante dalla decomposizione delle sostanze di rifiuto (escrementi, mangimi, detriti vegetali, ecc.), nei meno pericolosi nitriti (NO2) e nitrati (NO3), che saranno poi diluiti dai cambi d’acqua periodici.
dell’acqua su livelli ottimali per la vita dei nostri pesci. A differenza di quanto avviene nella boccia, nella quale la qualità dell’acqua è affidata esclusivamente all’opera dell’allevatore attraverso i costanti e giornalieri cambi d’acqua, il compito del filtro è di tenere pulita l’acqua dalle particelle in sospensione e dalle sostanze organiche inquinanti che si accumulano lentamente in un sistema chiuso come quello dell’acquario. Questo permette di ridurre il grosso della manutenzione del sistema a una mezz’oretta o poco più due o tre volte al mese. Il filtro opera attraverso un filtraggio meccanico, un filtraggio biologico, e un filtraggio chimico. Il primo, meccanico, trattiene le particelle in sospensione, detriti vegetali, resti di mangime, feci e tutto ciò che rende l’acqua torbida. È la prima fase del filtraggio. I materiali usati per questo scopo, richiedono una 86
ai batteri una superficie molto ampia per il loro insediamento. La qualità chimica dell’acqua, è la materia di cui si occupa il filtraggio chimico. Esso opera adsorbendo sostanze dall’acqua o rilasciandone, a seconda dei casi. Il filtrante chimico più diffuso è certamente il carbone attivo, un materiale estremamente poroso che serve a rendere l’acqua cristallina, cioè priva di quel colore giallino e, talvolta, l’odore particolare, causati dalle sostanze organiche derivanti dai processi metabolici che avvengono in vasca.Viene anche usato per eliminare i residui dei medicinali dall’acqua, dopo un trattamento curativo. Un altro materiale utilizzato in questo tipo di filtraggio è la zeolite, un minerale con una struttura cristallina regolare e microporosa. Ancor più efficace del carbone, è in grado di
Questi batteri, col tempo, s’insediano praticamente ovunque nell’acquario, specialmente al livello del fondo; tuttavia, generalmente, il loro numero è insufficiente a smaltire il carico organico che si accumula in un acquario. Il filtro è quindi strutturato, per concentrare al suo interno una quantità di batteri tale da superare quella presente nell’intera vasca. Materiali estremamente porosi, offrono la più ampia superficie interna per creare le condizioni ideali all’insediamento del maggior numero possibile di batteri. I più diffusi in commercio sono: - Cannolicchi di ceramica: materiale molto poroso che mette a disposizione dei batteri una superficie molto ampia; - Spugne sintetiche; - Graniglie; - Bioballs: ricci di plastica leggeri che offrono
Il compito del filtro è di tenere pulita l’acqua dalle particelle in sospensione e dalle sostanze organiche inquinanti
87
Il benessere dei pesci rossi e di tutti gli organismi che con essi vivono in acquario, dipende largamente dalla qualità dell’acqua 88
89
Un buon filtro permette di ridurre notevolmente le operazioni di manutenzione
90
91
Godiamo della reciproca compagnia nel migliore dei modi
pesci rossi è il filtro rapido esterno. Semplificando, esso è composto di un cestello di plastica in cui i materiali filtranti sono sovrapposti uno all’altro; sul coperchio è inserita una pompa che ha il compito di riportare in vasca l’acqua filtrata. La caratteristica da considerare nella scelta di questi filtri è la potenza oraria, cioè la quantità d’acqua filtrata in un’ora: per un acquario di pesci rossi (che “sporcano” tanto!) occorre una potenza oraria pari ad almeno 5-6 volte il volume della vasca. Ci fermiamo qui per ora, perché lo spazio a nostra disposizione è esaurito. Nel prossimo numero continueremo con l’illuminazione e gli altri impianti fondamentali, che renderanno finalmente una realtà il passaggio dalla boccia all’acquario per i nostri amici pesci rossi.
trattenere molecole molto piccole e di trattenere gli ioni ammonio. Come il carbone, va sostituita una volta esaurita la sua capacita adsorbente. Esistono varie tipologie di filtri per acquari ma il più diffuso è il cosiddetto “filtro biologico”. Il modello base prevede tre scomparti, nei quali è convogliata l’acqua che attraversa i vari materiali filtranti. Questo filtro sfrutta l’azione dei batteri decompositori per degradare le sostanze di rifiuto, rendendole molto meno pericolose. Per essere efficace, il volume di questo filtro non dovrebbe essere inferiore al 10-15% di quello della vasca e il flusso idrico (direttamente correlato alla potenza oraria della pompa) pari, in linea di massima, al doppio della capacità dell’acquario. Un altro tipo di filtro adatto a un acquario di 92
94
Non saremo
mai
come loro! di Gennaro Iovino Talvolta, ripensando alla mia storia in questo
Ahimè, questo è il passato. Amaro e dolce allo
mondo del discus, sento di essere stato molto
stesso tempo. Dolce, perché questi ricordi sono
fortunato. Respiro discus dal 1995 e l’ho sempre
incancellabili; amaro, perché ormai il paese teu-
fatto nel modo che contraddistingue tutto il resto
tonico ha perso la sua capacità di creare magia.
della mia storia personale. Ovvero alla continua
Noi europei, insieme alle certezze politiche,
ricerca del meglio, del veramente bello, del
sociali ed economiche abbiamo perso (forse irri-
“pezzo” unico da godermi in compagnia degli
mediabilmente) la nostra identità.
amici. Ho messo in questa passione quelle che
Fino al 2009 facevo anche 6 viaggi ogni anno. La
considero le mie caratteristiche salienti: la curio-
rete di piccoli e medi allevatori, la mia rete, sfor-
sità estrema e la ricerca del bello estetico.
nava novità e primizie ogni 2/3 mesi. Ed io dove-
Questo mi ha portato a girare, fin dal 1996, per
vo esserci. Spesso anche 5000 km in una setti-
tutta Europa; setacciando allevamenti e grossisti,
mana; la distanza percorsa sembrava sempre
piccole farm e grandi impianti e sentendomi,
troppo poca. Oggi, invece, i miei tour sono al
spesso, come un bambino goloso in un negozio
massimo 2 ogni anno. E questo, semplicemen-
di cioccolata. La Germania, in particolare, è sem-
te, perché ormai non vi è molto da vedere; per il
pre stata per me un luogo magico, dove poter
90%, solo copie sbiadite di capolavori d’oltre
appagare la mia sete di discus. Un luogo forte-
oceano.
mente identitario, dove nel corso degli ultimi 15
Ci si accorge che ormai è cambiato il gusto dei
anni ho ammirato pesci veramente grandiosi.
nuovi appassionati, che il classico non “tira”: gli
Conosco tutti i veri selezionatori tedeschi dell’ul-
occhi brillano e riconoscono soltanto pesci non
timo decennio: allevatori in Belgio, Svizzera,
europei. In tantissimi, abbiamo perso la capacità
Austria e Francia. Ma in nessuno di questi luoghi
di appassionarci dinanzi ad un bel brillant. Ormai
ho mai ammirato discus più belli che in
i veri europei sono i giapponesi.
Germania.
Sempre più spesso, negli ultimi 4 anni, mi è capi95
tato di vedere pezzetti di Asia trapiantati in
loro. Noi, che abbiamo abdicato alla ricerca
Europa. Serre e interi impianti pieni di discus più
miope di copie lucrose, oggi arranchiamo e ci
o meno belli, ma rigorosamente non europei.
appassioniamo per discus che… in Asia si vedo-
Grandi allevatori hanno commesso l’errore di
no già da 15 anni e che noi stiamo sfornando
diluire la propria identità, in un mare di puntini e
solo ora.
colori made in Asia. Ma… I veri campioni sono
Attualmente la mia più grande fortuna è cono96
97
98
99
scere persone, amici asiatici, che mi aiutano
APRIAMO UN DIBATTITO È lecito, come fa Gennaro Iovino nell’articolo che vi presentiamo in queste pagine, parlare di un essere vivente definendolo come “un prodotto vecchio di 15 anni”? Davvero si può parlare di un discus (o un guppy, un carassio o un qualsiasi altro animale) come se fossimo di fronte a tecnologie superate? Il blu-ray sostituisce il DVD e chi non si adegua è irrimediabilmente “out”? In redazione abbiamo dibattuto a lungo su questo tema, ma per tutti noi, lo sapete, l’opinione che più conta è quella dei lettori. Il tema è affascinante: un pesce, una varietà, una particolare livrea “invecchiano” e sono soggetti alle mode oppure il rispetto che merita qualunque essere vivente dovrebbe portarci a ben altro atteggiamento? Aspettiamo le vostre risposte…
costantemente in un nuovo percorso di apprendimento. Parlare con loro mi sta aiutando a capire due cose fondamentali: quanto profondo è il divario tra “nuova” Europa e Asia e quanto noi europei abbiamo necessità di riacquistare una vera identità. Questo percorso mi sta portando a studiare per meglio capire. Capire che l’Europa ha bisogno dell’Asia, almeno quanto L’Asia dell’Europa. Le due realtà, tanto diverse, si nutrono vicendevolmente l’una dell’altra. Voglio parlare, in particolare, di quanto sia reale un fatto: i cuori della gran parte degli appassionati europei, oggi battono per discus creati in Asia 10, 15, 20 anni fa e molte volte, “selezionando” pesci da coppie asiatiche o miste fra pesci asiatici ed europei, non si ottiene altro che 100
un prodotto ormai vecchio di 15 anni.
ultra-moderne. Sudiamo per avere la nostra bella
In questo modo la passione non si evolve e,
coppietta di super-iper-spotted on the moon…
senza innovazione reale, noi europei siamo desti-
e… da questi pesci fantascientifici tiriamo fuori
nati a inseguire per sempre e, inseguendo in una
(nell’80% dei casi), linee vecchie di 15/20 anni.
posizione di assoluto svantaggio, non aiutiamo
Che cosa vuol dire tutto ciò? Significa che tutti
questa passione globale.
noi appassionati europei, dobbiamo iniziare a
Riguardando foto vecchie di 10 anni e più, si
essere ben più critici. I discus asiatici sono ecce-
vedono pesci belli e molto attuali. Cosa vi fa pen-
zionali. Il più delle volte; ma non sempre. Il movi-
sare questo? A me personalmente, che c’è qual-
mento del discus in Europa deve riacquisire una
cosa che non quadra; i nostri cuori palpitano per
propria identità critica.
linee vecchie di 15 anni. E poi mi sovviene un’ul-
Altrimenti saremo destinati per sempre a essere
teriore cosa: spendiamo tanti soldi per linee
un mercato periferico del discus. 101
103
arredamento
Info: http://www.aquaholland.com/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
AquaHolland Coral sand: alto o basso che sia il fondo è… fondamentale! 104
La domanda di tutti coloro che vogliano cimentarsi in un acquario di barriera gestito con il metodo DSB (deep sand bed) è: “Che sabbia devo utilizzare?” La nostra scelta è ricaduta su una sabbia di purissima aragonite commercializzata dalla Aquaholland e che propone, a un prezzo contenuto, una serie d’interessanti caratteristiche. Per ottenere un letto sabbioso funzionante, sono necessari una serie di fattori, tra cui la concentrazione di ossigeno disciolto, la forma e la dimensione dei granuli di sabbia. L’ossigeno disciolto è importante ai fini della stratificazione delle popolazioni batteriche: in un fondo sabbioso ben progettato, avremo batteri aerobi nitrificanti in superficie e batteri anaerobi facoltativi in profondità con capacità denitrificante. In secondo luogo dobbiamo considerare la forma e la dimensione del granulo. Premesso che con una sabbia a granulometria più fine avremo una più bassa concentrazione di ossigeno negli strati più profondi (e questo è quasi sempre un bene), bisogna ben considerare che il fondo sabbioso non è formato soltanto di batteri: al suo interno vi sopravvivono e proliferano tutta una serie di animali fossori, perfettamente adattati alla sabbia, utilissimi in quanto svolgono funzioni importanti quali il rimescolamento nonché la distribuzione della sostanza organica nello strato sabbioso. Una sabbia con gli angoli smussati evita infine che questi animali si feriscano e permette un’ottimale colonizzazione della sabbia stessa da parte di tutta una serie di anellidi, altrimenti assenti o poco rappresentati. Ricordiamo infine che l’aragonite, a differenza di altre forme del carbonato di calcio, ha la capacità di sciogliersi a partire da un valore pH di 7,6 ed è quindi un utile buffer naturale in un acquario marino tropicale. Tutte queste qualità sono normalmente presenti nella sabbia aragonitica di origine corallina, che però ha di solito un prezzo alquanto proibitivo. L’aragonite della Aquaholland invece, è commercializzata al pubblico a un prezzo molto interessante (16 euro ogni 10 chilogrammi) ed è possibile scegliere tra numerose granulometrie tra cui, la più piccola, di 0.5 – 1 millimetro è quella da noi
Corallina a basso costo e di ottima qualità adatta all’utilizzo in acquari marini gestiti con il metodo DSB
Resta una soluzione più costosa rispetto alla calcite a uso edile che, però, è decisamente meno “pura” perché può contenere sostanze di varia provenienza
reputata più adatta. La sabbia è stata da noi lavata accuratamente e non ha rilasciato, al momento del lavaggio, eccessivo sedimento, segno questo di un buon processo di raccolta, lavaggio e impacchettamento. La colorazione è quanto di più naturale esista in commercio, superata soltanto da alcune sabbie oolitiche dal costo decisamente superiore. La sabbia della Aquaholland si presenta quindi come un’ottima alternativa alla calcite a uso edile, assicurando una minore presenza di sostanze spurie ed è, inoltre, una soluzione più economica rispetto a sabbie oolitiche di elevata qualità ma decisamente costose. 105
Info: http://www.blau-aquaristic.com/openreef.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA acquari completi
Blau Open reef:
cubiche meraviglie saline
106
Siamo decisamente contenti di scoprire una serie d’interessanti novità immesse dalla Blau sul mercato internazionale: plafoniere a led, ibride, pompe di schiumazione, skimmer mono e doppia pompa, overflow, osmoregolatori ecc. Tra le tante cose che ci hanno colpito, vorremmo sottolineare la nuova linea Blau per l’acquario
Sistema completo a un prezzo interessante. È possibile completare il sistema con un largo numero di prodotti progettati appositamente per quest’acquario
marino e la nuova linea di acquari nanoreef, denominata Open Reef, che si caratterizza per alcune interessanti novità e per la qualità dei materiali. L’acquario vero e proprio è un cubo 45 x 45 x 45 centimetri, i cui vetri laterali e anteriore sono in realtà un’unica lastra di vetro temprato e
Il tracimatore è di dimensioni superiori rispetto a prodotti concorrenti. Il vetro arrotondato può non piacere a tutti e si rileva difficile da pulire nel punto di curvatura
stondato, il cui effetto visivo è sicuramente da rimarcare, anche se è una soluzione già vista e adottata da altre case. Gli incollaggi sono in silicone trasparente e aggiungono luminosità all’acquario e il ridotto spessore del vetro, possibile grazie alla temperatura, riduce le distorsioni e gli effetti ottici. Il mobile appare molto elegante e ben costruito ed è possibile scegliere tra numerosi colori: nero, bianco, giallo, arancione e rosso. All’interno del mobile è posta una sump già divisa in scomparti, che misura 38 x 38 x 40 centimetri e che ha già, al suo interno, un vano per il ripristino dell’acqua osmotica. Le feritoie nel lato posteriore
invece una vera chicca, in quanto è possibile
del mobile sono molto eleganti, con forma ovale,
aggiungere un interessantissimo beccuccio
e permettono un facile passaggio dei tubi e dei
rotante, che crea un movimento multi-direziona-
fili elettrici. La comunicazione tra vasca e sump,
le in acquario, con minime perdite di flusso.
è assicurata da un tracimatore a parete e da un
È possibile, infine, aggiungere tutta una serie di
carico, cui è possibile aggiungere un beccuccio
accessori progettati specificamente per que-
rotante (opzionale). Il tracimatore, prodotto dalla
st’acquario, tra cui una plafoniera a led (Lumina
stessa Blau, è a nostro parere elegante anche se
Led), un piccolo osmoregolatore per nanoreef
di dimensioni maggiori rispetto a prodotti simili di
(single level controller) o un piccolo skimmer
aziende concorrenti; in ogni caso si caratterizza
monopompa (Scuma IT series).
per l’elevato flusso d’acqua, fino a 1500 litri/ora,
Il tutto è venduto a un prezzo veramente interes-
grazie al tubo da 32 millimetri e per la qualità dei
sante (al di sotto della barriera dei 300 euro) e,
materiali. Il carico, da 20 millimetri di diametro, è
come già detto, è ampiamente personalizzabile. 107
e novitĂ
RECENSIONI
sali
Dennerle Osmose Remineral+:
108
http://www.dennerle.eu/global/index.php?option=com_content&view=article&id=319%3A osmose-remineral&catid=51%3Aosmose-wasseraufbereitung&Itemid=94&lang=en
CATEGORIA
acquario in forma con i sali completi
Tutti noi acquariofili sappiamo l’importanza di avere un’acqua osmotica di qualità. L’acqua osmotica non è utilizzabile direttamente in acquario ma va corretta con l’utilizzo di appositi sali e la miscelazione di questa con acqua del rubinetto, opportunamente trattata, al fine di eli-
Il sale Dennerle ReMineral+ è un modo semplice e sicuro di rimineralizzare la vostra acqua di osmosi. Il dosaggio è semplice e permette di ottenere acqua con le caratteristiche desiderate
minare il cloro e i metalli pesanti potenzialmente nocivi per i nostri acquari. Nel caso voleste evitare l’utilizzo di acqua del vostro sistema idrico cittadino, potreste decidere di utilizzare una miscela di sali già pronta, di altissima qualità e dalle proporzioni giuste per i vostri acquari d’acqua
È importante chiudere bene il prodotto dopo l’uso. Sciogliere il sale in un volume troppo basso d’acqua, può portare a un pericoloso aumento della temperatura dell’acqua stessa e alla formazione di precipitati
dolce. La Dennerle ha la soluzione che fa per voi: una miscela di sali studiati appositamente per l’acqua osmotica. Il ReMineral+ si compone di solfati, carbonati, cloruri, magnesio, calcio e potassio, utili all’innalzamento della durezza totale e carbonatica, ma anche di elementi in traccia come il boro, il fluoro, lo iodio ecc. e vitamine del gruppo B. La preparazione dell’acqua diviene a questo punto veramente un passaggio semplice e sicuro: semplice, perché basta dosare un misurino di sale in 50 litri d’acqua di osmosi per ottenere un valore 4 di durezza totale e 2,6 di durezza carbonatica, con una conducibilità di circa 280 µs;
Sono necessarie alcune accortezze: sciogliere il
sicuro, perché si è certi di immettere solo e sol-
sale nella giusta quantità di acqua, areare e
tanto sali utili all’acquario e nella giusta dose.
mescolare bene l’acqua prima di utilizzarla e fare
Un’acqua del genere è consigliabile per tutte
attenzione durante l’utilizzo del sale stesso.
quelle specie, come ad esempio i Symphysodon
Bisogna infine minimizzare il tempo di esposizio-
discus o le Neocaridina heteropoda (red cherry e
ne del sale all’aria, poiché questo, essendo for-
white pearl), che richiedano un’acqua morbida,
temente igroscopico, tende ad assorbire l’umi-
con una bassa conducibilità, ma con una buona
dità ambientale che ne danneggerebbe le qualità
capacità tampone.
(formazione di un precipitato insolubile). 109
New Era Marine grazer:
bruca bruca… ogni giorno più buono
110
Info: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Lqb2A1eh9-4#!
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA alimenti
Per brucatore, in mare, intendiamo un animale che bruca microalghe, macroalghe, sostanza in decomposizione e/o organismi epifiti non necessariamente fotosintetici. In inglese questa categoria di animali è detta “grazers-scrapers” e la loro azione può avvenire su substrati tra loro decisamente differenti come rocce, alghe, coralli. In senso lato, questo termine è associato anche all’attività predatoria dello zooplancton sulle microalghe phytoplanctoniche, ma in questa sede non approfondiremo quest’aspetto. Gli animali “brucatori” però son molto diffusi in acquario: Echinodermi (stelle e ricci), pesci a dieta erbivora, piccoli crostacei ecc. Non sempre i nostri acquari riescono a sostenere le necessità alimentari degli organismi più grandi e alcuni di questi hanno vita breve: esempio classico sono le stelle marine del genere Linckia e Fromia, che necessitano di alimentazione mirata onde evitarne la morte per inedia. Questi animali sono decisamente troppo lenti per poter catturare i normali mangimi presenti in commercio in fiocchi o in granuli. La progettazione di mangimi dedicati ad alcune categorie di animali, è oramai uso comune delle aziende mangimistiche più affermate; nonostante il costo della progettazione e della ricerca, ci sono sempre più aziende, infatti, che immettono sul mercato prodotti innovativi e che riescono a quanto pare a ritagliarsi la propria fetta di mercato. Abbiamo testato a questo proposito il nuovo mangime della New Era: Marine grazer. Il prodotto consta di 15 dischi di mangime e da una ventosa provvista di un apposito sistema di attacco e bloccaggio; per dosare il prodotto in acquario basta quindi inserire i dischi, forati, all’interno della ventosa e assicurare il tutto con il tappetto di plastica in dotazione. Immerso in acquario, il prodotto si presenta decisamente solido, non sfarina e fin dalla prima somministrazione ha richiamato a sé i pesci e gli altri brucatori dell’acquario. Queste caratteristiche sono molto importanti per un mangime di questo tipo, in quanto assicurano un basso inquinamento in acquario, restando solido e compatto anche dopo ore e al contempo rilasciando odori che permettono, anche agli animali più lenti, di avvicinarsi al mangime e di alimentarsi a sazietà. Durante la prima somministrazione, abbiamo osservato un interessante comportamento: i pesci (principalmente uno Zebrasoma flavescens e un Ctenochaetus strigosus), hanno iniziato a brucare il prodotto nel vero senso della parola, con piccoli morsi a intervalli; se questo inizialmente ci ha fatto pensare a una non appetibilità del prodotto, la ripetitività dell’azione è segno di
Il mangime riproduce l’attività di grazing osservabile in mare; non si sfalda ed è apprezzato da pesci e invertebrati
Non è un mangime che viene consumato velocemente ed è poco adatto a pesci che vivono in banchi come i Chromis viridis
un processo naturale, in cui l’alimento viene spizzicato più volte in una giornata in modo non dissimile da quanto può accadere in mare su una prateria algale. Nella nostra vasca di test, abbiamo osservato anche uno dei nostri Pomacantidi (un Pomacanthus imperator) e uno dei nostri pesci pagliaccio (un Amphiprion ocellaris), spizzicare il prodotto a intervalli, segno che il mangime si presta, almeno per quanto riguarda l’appetibilità, all’utilizzo su un variegato numero di specie ittiche. Anche il nostro Diadema setosum e il nostro Mespilia globulus hanno apprezzato il prodotto, alimentandosene per alcuni minuti. Il fatto che dopo numerose ore il prodotto fosse ancora integro e venisse ancora spiluccato dai pesci, ci conferma l’idea che il New Era Marine grazer permetta di riprodurre la vera attività di grazing osservabile in natura: una piccola chicca in più per i nostri animali e per noi ammiratori, appassionati di questo mondo. 111
integratori
Info: http://www.tropic-marin.com
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Tropic Marin PRO-CORAL K+ A- ELEMENTS PRO: integratore fa rima con salute 112
In acquari marini ben popolati, i cambi d’acqua sono utili sia al fine di limitare i composti azotati in eccesso, sia al fine di eliminare tutta una serie di cataboliti secondari non sempre asportabili tramite l’utilizzo di resine, carbone attivo o schiumatoio. I prodotti permettono un’integrazione completa di tutti i microelementi normalmente carenti nei nostri acquari. Il sistema di dosaggio a pompa risulta decisamente comodo erogando, a ogni pressione, 1 millilitro di prodotto
Non tutti sanno però, che i cambi d’acqua possono servire anche a integrare tutta una serie di metalli in traccia, che risultano fondamentali per la buona salute del nostro acquario: basta pensare a tutti gli ioni metallici necessari al funzionamento di numerose proteine enzimatiche e che sono fondamentali in alcune molecole essenziali alla vita, come la vitamina B12.
Il dosatore non permette dosaggi al di sotto del millilitro ed è quindi sconsigliato l’utilizzo in nanoreef al di sotto di questo volume
Non sempre però i cambi d’acqua riescono a sopperire completamente al depauperamento di questi elementi in traccia e si rende necessario, quindi, provvedere all’integrazione manuale di tali sostanze. La Tropic Marin ci propone, a questo fine, due prodotti che promettono di integrare in modo bilanciato, tutti gli ioni positivi e negativi in traccia di cui il nostro acquario è normalmente carente: Pro-Coral elements pro K+ e Pro-Coral elements pro A-. Entrambi i prodotti sono presenti in diversi formati (200 millilitri, 500 millilitri e 1000 millilitri) e promettono un’integrazione bilanciata e
per la costruzione dello scheletro aragonitico di
priva di fosfati o agenti chelanti.
numerosi madreporari (molibdeno e fluoro), sia
All’interno del Pro-Coral elements pro K+, trovia-
per il corretto funzionamento del sistema endo-
mo una serie di cationi (metallici e non) come
crino di numerosi pesci e invertebrati (iodio).
stronzio, bario, cromo, manganese, ferro, cobal-
Vorremmo ricordare infine che questi elementi in
to, nickel, zinco, boro e rame. Alcuni di questi
traccia, nonostante siano fondamentali per il
elementi sono estremamente importanti sia per i
benessere dei nostri acquari, se sovra-dosati,
processi metabolici del corallo stesso, sia per le
possono portare a vere e proprie forme di avve-
vie biochimiche della fotosintesi delle alghe sim-
lenamento dei nostri coralli e pertanto suggeria-
bionti, di cui molti coralli sono dotati.
mo l’attento dosaggio (in questo caso 1 millilitro
Il Pro-Coral elements pro A-, contiene invece
ogni 100 litri), seguendo alla lettera quanto con-
tutta una serie di anioni (vanadio, molibdeno,
sigliato sull’etichetta e attenendosi sempre alla
selenio, fluoro, bromo, iodio, litio), importanti sia
dose minima consigliata. 113
Come di Antonio Piccolo
In questa sezione verranno proposti ogni mese FILMATI tesi a dimostrare attivitĂ di particolare rilevanza, oppure a illustrare argomenti e concetti che non potrebbero essere facilmente fruibili attraverso le classiche presentazioni con testo e foto. Preghiamo i lettori stessi di volerci proporre argomenti di loro interesse, in modo da permetterci di soddisfare le loro reali aspettative.
Cliccate qui per vedere il filmato!
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si fa... INTERVISTA A UN RESPONSABILE SERA
N
el grande panorama internazionale delle aziende per acquari, ce ne sono alcune che spiccano per continuità e inventiva. Tra queste dobbiamo certamente annoverare la Sera,
sempre attenta alle problematiche “scottanti” e capace spesso di risolvere i problemi dell’acquariofilo con prodotti innovativi. Questo mese abbiamo incontrato un responsabile della Sera Italia e gli abbiamo chiesto consigli per l’allestimento e la gestione dell’acquario. Le risposte sono state molto interessanti e potranno certamente risolvere piccoli problemi di alcuni lettori. Eccovi pronti, dunque, a incontrare faccia a faccia un’altra azienda leader nel nostro settore.
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LA SCHEDA
Falso corallo
Myriapora truncata (Pallas 1766) A cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa
Phylum: Briozoi Classe: Gymnolaemati Ordine: Cheilostomati Famiglia: Myriaporidi Descrizione: trattasi di un briozoo coloniale facilmente riconoscibile dalla forma ramificata dicotomicamente che, come suggerisce il nome vernacolare, ricorda vagamente i rami del corallo rosso. I “rametti” sono tozzi, porosi, di colore arancio-rosso intenso, con una sezione cilindrica troncate alle estremità. Habitat: Le colonie preferiscono aderire su rocce del coralligeno ma anche ombreggiate, come grotte e piccole cavità. Da pochi metri di profondità sino a 50 - 80 m. Biologia: Ogni individuo che compone la colonia e detto Zooide, ognuno di questi individui alloggia in un involucro, da ogni capsula fuoriesce solo parte di un individuo, un ciuffo di tentacoli addetto alla cattura del cibo, il lofoforo. Il movimento dei vari lofofori crea una leggera corrente d’acqua in grado di spostare il cibo verso la bocca, il nutrimento è costituito da forme planctoniche molto piccole, sia del zooplancton sia fitoplacton. La riproduzione di tipo sessuale avviene fra febbraio e marzo; da quest’accoppiamento ha origine 116
A DEL MESE una larva planctonica che diverrà il primo zooide, da questo primo individuo madre nasceranno tramite gemmazione tutti gli altri individui. A m b i e n t e i n v a s c a : Ambiente roccioso/coralligeno con punti di penombra I l l u m i n a z i o n e : non tollera illuminazione Te m p e r a t u r a : Mal sopporta temperature superiori ai 20/22 °C Osser vazioni: Questo briozoo è presente spesso sulle rocce recuperate dagli scarti della piccola pesca professionale, non sempre in condizioni ottimali. Non è di facile mantenimento perché richiede parametri chimici ottimi, vasca refrigerata e una buona circolazione. C u r e : Non ama la luce infatti è consigliabile posizionarlo in punti di penombra. A l i m e n t a z i o n e : fitoplancton. Foto di Fabio Russo Per maggiori info consultare il sito Acquario Marino Mediterraneo – www.ecoacquario.it.
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Aquariophylia in…
poesia
Fialba Lucia Gaddo Zanovello
Sorge e sfavilla una fiaba d’alba lilla e il mar che vacilla d’eterno canto scintilla inestinguibile culla creature incantate dai raggi d’aurora narrate. Lieve si leva, chiara e canora sguardo teso di brezza onda amorosa, distesa carezza, alta respira e beata dai veli cilestri dei cirri. Scorre albino il mattino al solivago sfondo marino sul colmo rotondo del mondo.
(da “Silentissime”, p. 5) 118
Rubrica Poesie Questo mese la rubrica di Mariella Bettarini ci propone una fiaba che sorge e sfavilla‌ all’alba. Insomma, molto piÚ di un semplice gioco di parole. Una poesia, ecco, mancava il termine! Leggerla sarebbe quasi offensivo. Bisogna assaporarla. Provare per credere!
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ALLE SORGENTI DEL NILO di Silvio Arnone
Si vede chiaramente dell’acqua sgorgare dal fondo del fiume e la guida vi racconterà che siamo “esattamente” alle sorgenti del Nilo 120
Una targa indica il luogo dal quale il Nilo inizia il suo lungo viaggio verso il Mediterraneo
(Oreochromis niloticus) innanzitutto, ma anche altre specie, non coloratissime e tuttavia degne di attenzione. Mai lasciare il retino a casa! Mi trovo nel luogo che è ufficialmente considerato il punto ove nasce il Nilo, cioè Jinja in Uganda. La città dista circa 80 km da Kampala, in direzione Est: il luogo più interessante lungo il percorso, è la Mabira Forest. Circa 30.000 ettari ancora oggi praticamente intatti e casa di varie specie considerate a rischio; il luogo merita una sosta, non fosse altro che per godere l’aria davvero fresca e gradevole. Giungendo infine alla meta, si resta rapiti dalla maestosità del luogo. Davvero si riesce a distinguere fisicamente il lago Vittoria dal grande fiume. Scopriremo poi che in questo stesso luogo, nel 1948, le ceneri del Mahatma Ghandi furono sparse sulle acque. Varrà poi la pena ignorare i cartelli di pericolo e avventurarsi lungo quel che resta di un
È il Nilo, il fiume più lungo del mondo? – Ancora oggi la questione è aperta e contribuisce a mantenere vivo l’alone di leggenda che aleggia su queste acque. L’argomento ha meritato fiumi d’inchiostro e metri di pellicola cinematografica, oltre che dibattiti animati dal furore non ancora del tutto sopito. Poco importa al viaggiatore affascinato dalla maestosità del luogo, la mente volge al ricordo di quanto letto, alle fotografie del passato e del presente di questo gigante d’acqua che dall’Equatore giunge al Mediterraneo, mentre l’occhio spazia intorno per godere finalmente dal vivo questo grandioso spettacolo della natura. Se poi il viaggiatore è anche acquariofilo, non può mancare di scrutare l’acqua in cerca dei suoi abitanti, purtroppo ben celati nel profondo blu; solo presso la riva, nell’acqua bassa poche decine di centimetri, si riesce a veder qualcosa: ciclidi. La Tilapia del Nilo 121
Bellezze locali 122
123
pontile: è come sedersi al centro del fiume. Impossibile farsi mancare una mini-crociera fino alle porte del lago; un’ora di piacere assoluto, indugiando lungo le rive dove, dopo aver visto la stele innalzata in onore di John Hanning Speke, è quasi certo l’incontro con un varano e con varie specie di uccelli apparentemente contenti della nostra visita. Il fiore all’occhiello è la sosta su un’isoletta considerata la ”porta” del lago. Qui è ben visibile un interessante fenomeno: si vede chiaramente dell’acqua sgorgare dal fondo del fiume e la guida vi racconterà che siamo “esattamente” alle sorgenti del Nilo, alimentato per il 70%, dall’acqua che arriva dal lago Vittoria e per il 30%, dalla sorgente subacquea di fronte ai nostri occhi. Anche qui l’acquariofilo scruterà le acque
In questo stesso luogo, nel 1948, le ceneri del Mahatma Ghandi furono sparse sulle acque
Anche qui l’acquariofilo scruterà le acque basse in cerca di amici; io ho avuto la fortuna di vedere un granchio 124
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
Chi non ha mai sognato di ammirare le sorgenti del Nilo? Ispirati dal nostro autore e incoraggiati dalle offerte della nostra fidata agenzia, forse è proprio giunto il momento di realizzare il sogno. Uganda, sorgenti del Nilo http://www.tui.it/su-misura/safari/i-primati-dell-uganda
... è quasi certo l’incontro con un varano
basse in cerca di amici; io ho avuto la fortuna di vedere un granchio. Poco importa che il Nilo nasca ben più a Sud di questo luogo storico, una visita a Jinja regalerà grandi emozioni e il ricordo di sicuro accompagnerà per molto tempo, chi ha avuto il privilegio di arrivare fin qui.
NOTA Chi desiderasse approfondire, dia uno sguardo alle biografie di: John Hanning Speke Richard Francis Burton Burckhart Waldecker
Kampala – Uganda 24 aprile 2012 125
OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro Sogno... o son desto?
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la realtà supera la fantasia, ma non è raro invece che la fantasia appaia molto più potente della realtà. Costruire un acquario, spesso significa realizzare un sogno e allora perché mai contenere la nostra costruzione acquatica, tra semplici pareti domestiche, magari grigie ed esigue? Questo mese vogliamo proporvi qualcosa di più... di eccessivo. Vogliamo partire da un ambiente assolutamente fantastico per realizzare un acquario teorico. Qualcosa che possa essere collocato in un generico ambiente, domestico o di lavoro, ma che conservi il carattere leggero ed elegante del sogno. Per questo motivo siamo partiti da uno spazio teorico, immaginario ma colorato e vivace, nel quale andremo a realizzare una vasca vera. Potrebbe trattarsi di un ufficio, con gran parte della stanza immersa nella penombra e un angolo lavoro decorato da LED colorati, oppure di un salone domestico, contenente poche suppellettili e varie lampade colorate disposte in varie zone e atte a creare sorprendenti effetti di luce. Rammentiamo, infatti, che con la luce si può arredare e questo mese, per l’appunto, vorremmo sfruttare tutti i principi di arredamento luminoso, dimenticando per un attimo l’esistenza di armadi, poltrone e scrivanie. Esistono anzi specializzazioni professionali che prevedono per l’appunto l’arredamento di ambienti diversi, tenendo conto solo delle particolari luci applicate e, vi assicuriamo, l’effetto che si riesce ad ottenere è incredibilmente efficace. Ecco perché oggi arrederemo escludendo l’effetto di qualsiasi oggetto tridimensionale considerando, invece, solo la presenza delle luci... Quelle esterne alla vasca, per una volta! E allora, osservate l’ambiente dal quale siamo partiti: evidentemente fantastico, ma con tonalità lignee (parquet, librerie?) e luci chiare (lampadari, finestre?), che possono riportare alla mente qualsiasi ambiente familiare. Ecco allora che arriva l’acquario a condurre luce su luce, colori su colori e natura su natura. In quest’ambiente fantastico inseriremo una vasca… fantascientifica! Si tratta di un acquario con base a “L”, che richiede ovviamente l’assistenza di un artigiano esperto per la realizzazione su misura. La parte a sinistra, più ampia, misura 140 cm di lunghezza x 60 di altezza, x 30 di profondità. La parte a destra, avente ovviamente la stessa altezza e la stessa profondità, ha una lunghezza di 70 cm. Il volume totale di questa vasca non è eccessivo: pari a circa 400 litri lordi, nonostante l’aspetto mastodontico. Ciò è dovuto alla profondità abbastanza contenuta, che richiede però una certa attrezzatura tecnica, per garantire una buona circolazione dell’acqua. Infatti, quest’acquario è dotato di ben 9 pompe di circolazione e 3 pietre porose collegate a potenti aeratori. L’illuminazione, sotto il coperchio, è prodotta da lampade a elevata temperatura di colore per un totale di 250 watt. Il riscaldamento è assicurato da due termoriscaldatori da 200 watt disposti ai due estremi del contenitore di vetro e da un terzo termoriscaldatore da 300 watt disposto nella sump. Quest’ultima, contiene peraltro un grande schiumatoio, oltre a materiali filtranti biologici e meccanici. Il filtraggio è affidato, infatti, a una grande sump che riempie la sezione a destra (quella corta) del supporto in legno e ferro. A sinistra il supporto si restringe per sostenere la vasca in modo più elegante. Alcune rocce naturali decorano il supporto, per creare una continuità logica tra il contenuto della vasca e l’ambiente domestico che la circonda. La popolazione è costituita da coralli duri e molli, con un folto gruppo di Zanclus, che produce movimento e colore allo stesso tempo. Ora tocca a voi realizzare il sogno nel vostro ambiente privato!
Talvolta
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Conchiglie da collezione di Lorenzo Luchetta, sesta parte Viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci” che da tempo immemore sono oggetto di interesse per l’uomo, il quale ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli
Cefalopodi Tetrabranchiati e Scafopodi, primo viaggio fuori dai “classici” gruppi dei Gasteropodi e dei Bivalvi
Dentalium elephantinum, una delle specie più tipiche del gruppo 128
La conchiglia è solcata da numerose scanalature, presenti per tutta la sua lunghezza
Eccoci questa volta a “presentare” due classi di mol-
meccanismo che può ricordare il becco del pappa-
luschi che differiscono dai più comuni e numerosi
gallo, gli occhi sono grandi e sporgono dal margi-
gasteropodi e bivalvi: i Cefalopodi e gli Scafopodi.
ne della conchiglia donando all’animale un’immagine quasi “marziana”.
I Cefalopodi Tetrabranchiati
Se ne contano oltre ottocento specie.
I Cefalopodi Tetrabranchiati sono molluschi che posseggono una conchiglia con una struttura
Nautilus pompilius
unica, il cui principale scopo è di permettere il gal-
Possiede una conchiglia molto grande e molto
leggiamento. Essa è suddivisa in numerosi setti
caratteristica; la colorazione di base è bianca,
trasversali, che determinano altrettante concame-
attraversata nella zona più centrale da strie
razioni e il loro numero aumenta con l’avanzare
rosso/brune.
dell’età. Per permettere la massima protezione
È, a tutti gli effetti, una specie pelagica e si può
delle parti molli, esse sono posizionate nell’ultima
spingere fino ai cento metri di profondità, anche
concamerazione, che, di fatto, è anche la più gran-
se la sua zona di caccia preferita, è quella compre-
de ed è in contatto con le altre tramite un sifone
sa fra i cinquanta e i settanta metri. Il suo areale di
che attraversa i vari setti. Tutte le altre concamera-
distribuzione comprende la provincia indopacifi-
zioni sono sgombre da sostanze solide e contengo-
ca, esclusivamente nella porzione del Pacifico
no solo gas prodotto dall’animale proprio al fine di
occidentale.
permettere un galleggiamento ottimale. Per muo-
Un particolare curioso è che questo mollusco, ha
versi il mollusco emette dei getti d’acqua dalla
“prestato” il nome al mitico sottomarino speri-
cavità del mantello attraverso una piccola apertu-
mentale di “ventimila leghe sotto i mari”, guidato
ra; la bocca è contornata da tentacoli e provvista di
dal leggendario capitano Nemo, nel celebre libro
due robuste mascelle che si articolano con un
di Jules Verne. 129
estremità: da quella anteriore, più ampia, fuoriesco-
Scopo principale della conchiglia dei Cefalopodi è permettere il galleggiamento
no il piede e un ciuffo di tentacoli capitati (captacoli), che fungono da “imbuto” verso la bocca, dove è convogliato il cibo, che consiste principalmente in microrganismi e detriti; inoltre da questo pertugio esce anche il piede del mollusco. Per muoversi il mollusco emette dei getti d’acqua dalla cavità del mantello attraverso una piccola apertura
Gli Scafopodi Sono caratterizzati da un corpo simmetrico e allungato, saldato nella zona ventrale e che secerne una conchiglia dall’aspetto assai caratteristico. La forma è quella di un tronco di cono aperto alle due
Nautilus Pompilius è a tutti gli effetti, una specie pelagica e si può spingere fino ai cento metri di profondità
130
Il mantello, che resta protetto all’interno della
di scambio e il suo valore era attribuito in base alla
conchiglia funziona come una sorta d’intestino, in
forma e alla rarità.
cui le periodiche contrazioni permettono di mantenere un costante passaggio di acqua.
Dentalium elephantinum
La bocca si trova invece all’estremità anteriore e
È una delle specie più tipiche del gruppo, con la
dalle sue mascelle, inizia il tubo digerente che è sud-
sua colorazione solitamente verde in prossimità
diviso in esofago, stomaco, epatopancreas e intesti-
dell’apertura più grande, che poi tende a sfumare
no; quest’ultimo sbocca in una cavità nel mantello.
verso il bianco/crema in prossimità dell’apertura
Questi molluschi sono noti sin dal Devoniano
più stretta.
(uno dei sei periodi dell’era Paleozoica) e contano
La conchiglia è solcata da numerose scanalature,
oltre duecento specie; il genere più diffuso è senza
presenti per tutta la sua lunghezza; ama vivere su
dubbio il Dentalium, che come tante altre conchi-
fondali sabbiosi o detritici nei piani infralitorale e
glie, fu utilizzato in epoche remote come moneta
circalitorale.
Identificare gli animali on line Questa dovreste proprio vederla! Ci sono siti per tutti i gusti ma questo è davvero degno di nota. Vi sarà capitato certamente di dover identificare un animale appena acquistato per il vostro acquario marino tropicale e di non sapere... che pesci pigliare. Questo sito i pesci, li fa pigliare tutti col nome giusto! Basta cliccare su www.ausmarinverts.net e si potranno identificare vari organismi, vertebrati ed invertebrati, semplicemente guardando le foto. Il sito si riferisce ad animali australiani (e solo quelli, quindi non provate a cercare animali mediterranei o pesci originari del Mar Rosso). Però limitandosi a quelli australiani è veramente ben fatto e degno di nota. L’autore è un ricercatore australiano, che riceve ovviamente i nostri complimenti per il lavoro svolto, serio, scientifico, ma molto divulgativo! www.ausmarinverts.net
131
In acquario, solo dopo una corretta acclimatazione e il giusto e normale periodo di ambientamento, si riuscirà ad apprezzarne l’indole, dapprima schiva e timorosa, poi molto decisa e aggressiva
La mascella larga e sviluppata ha fatto attribuire a questa specie il soprannome di “bulldog face” 132
Pygocentrus cariba
tutto quello che serve sapere per allevarlo al meglio
di Daniele Salerno Nome Scientifico (e nomi comuni) Pygocentrus cariba (Capa Burro, Red Belly Venezuelano, Piranha dalla spalla nera, Pygocentrus notatus, Cariba Piranha Orinoco, Piranha dalle orecchie nere).
Diffusione Venezuela (Rio Orinoco e suoi affluenti), Colombia.
Morfologia Le caratteristiche più evidenti che differenziano un cariba da un comune piranha dal ventre rosso (Pygocentrus nattereri), sono la macchia omerale di colore nero che percorre parte del corpo (anch’esso molto più tozzo e muscoloso), la maggior grandezza della mascella (larga e maggiormente sviluppata tanto da fargli valere il soprannome di “bulldog face”) e le dimensioni che vengono raggiunte un volta adulti (in
Il Pygocentrus cariba si trova nel Rio Orinoco e nei suoi affluenti e in Colombia
natura arrivano anche a misurare 40cm di lun133
ghezza mentre in cattività raggiungono dimen-
teorie ed ipotesi. Giacché abbiamo avuto a
sioni di poco inferiori).
disposizione negli anni diversi esemplari di
Altro aspetto di differenziazione è da ricercarsi
Pygocentrus cariba, si è potuto osservare
nella colorazione rosso acceso che si estende
come questa macchia nera non sia standardiz-
sulle pinne pettorali e anali. La testa è di colo-
zata (uguale in pesci di stessa specie e soprat-
re grigio e presenta un occhio color argento
tutto presente sia in esemplari giovani sia in
con una banda nera verticale. La caudale è
quelli adulti o anche regressiva) ma sia invece
uguale a quella di tutti gli altri Pygocentrus,
molto diversa da cariba a cariba, evidente,
ovvero di un bel colore grigio brillante, attra-
marcata o quasi assente e impercettibile,
versato da bande nere verticali. La livrea del
lasciando immediatamente riflettere a una
cariba è di un colore molto più chiaro se con-
sorta di segno distintivo gerarchico all’interno
frontata agli altri Pygocentrus. Allo stadio gio-
di un gruppo. Maggiore è la macchia, più alto
vanile, presenta una macchia omerale ben
è il posto gerarchico che si ricopre, la posizio-
marcata, che però va perdendosi con la cresci-
ne sociale conquistata, la forza e combattività
ta e questo ha suscitato, all’interno del nostro
del singolo individuo, che però, invecchiando,
forum (sul sito www.piranhaclub.net), non
viene scalzato da esemplari più giovani, nel
poche discussioni, fino alla formulazione di
pieno della loro combattività e forza e quindi
In età adulta, in natura, la macchia omerale regredisce. Varie ipotesi sono state formulate per spiegare tale fenomeno
134
La macchia ventrale, rosso acceso, si estende sulle pinne pettorali e anali tale macchia va regredendo in alcuni casi fino
negli anfratti dei coralli, chi trova riparo nei ten-
a scomparire del tutto.
tacoli degli anemoni e chi ha sul corpo mac-
Analizzando la parola “omerale” (che istintiva-
chie omerali simili a grandi occhi che disorien-
mente richiama alla mente l’omero, osso della
tano i pesci predatori. E se quest’ultima tecni-
spalla, quindi “ad altezza spalla”… ma i pesci
ca valesse anche per i nostri piranha che da
hanno spalle?), secondo un’altra teoria, sem-
giovani, avendo indole molto più gregaria che
pre formulata sul forum, deriverebbe da “ume-
da adulti, sono più facilmente predabili?
rale”, ovvero “a seconda dell’umore” e infatti si
Oppure la macchia omerale più o meno marca-
è notato come queste macchie sono maggiori
ta è indice di fertilità, oppure nel branco quelli
quando i pesci si sentono minacciati, nervosi,
con la macchia estesa sono quelli con il com-
si sentono “prede” e non predatori.
pito di individuare le prede o di proteggere i
Altra ipotesi formulata per spiegare la regres-
nidi o altro, ma di teorie se ne possono formu-
sione di tale macchia in età adulta in natura, è
lare a dozzine di questo passo. Di sicuro
la seguente: moltissimi pesci per difendersi dai
andando avanti con l’età alcune pigmentazioni
predatori, hanno adottato, sviluppato, elabora-
vanno svanendo, le ghiandole forniscono
to, forme difensive complesse: chi si avvolge
meno melanina e ormoni al derma e i colori
con del muco, chi si ancora a mo’ di balestra
scemano. 135
In acquario è necessario garantire al cariba spazio libero per il nuoto, zone di luce e d’ombra, valori chimici ottimali Comportamento
nibalismo. Nonostante abbia questa pessima
Come avviene per tutti i pesci gregari, durante la
fama di assassino, il cariba in cattività, non
stagione secca si ritrovano a vivere in piccoli
sfoggia queste caratteristiche immediatamen-
bacini a causa del ritirarsi delle acque e queste
te, ma solo dopo una corretta acclimatazione e
pozze diventano, quindi, estremamente perico-
il giusto e normale periodo di ambientamento,
lose per gli animali che vi si avvicinano, ma
si riuscirà ad apprezzarne l’indole, dapprima
anche per lo stesso piranha che viene predato
schiva e timorosa, poi molto decisa e aggres-
più facilmente. Il cariba è universalmente ritenu-
siva. Durante i primi giorni in cattività si noterà
to il Pygocentrus più aggressivo in assoluto.
quanto il piranha si spaventi facilmente e sia
Sebbene in natura viva in gruppi che attacca-
molto timido e impaurito, rifiutando il cibo
no tutto quello che si muove sopra e sotto la
anche per settimane e standosene immobile in
superficie dell’acqua, in cattività diventa estre-
un punto nascosto e in ombra dell’acquario:
mamente territoriale, tanto da non accettare
questo comportamento è del tutto normale in
coinquilini di vasca e, in caso di sovraffolla-
esemplari di cattura e bisognerà armarsi di
mento, si osservano frequenti fenomeni di can-
pazienza lasciando al cariba il tempo necessa136
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
Non sono in molti ad avere dei piranha in acquario, eppure è senz’altro un’esperienza interessante. Ancora meglio se possiamo andare a visitare i loro luoghi di origine: aiutati come al solito dalle offerte della nostra agenzia di riferimento, possiamo programmare una vacanza insolita. Un’occasione da non perdere! Venezuela https://www.tui.it/vacanze/risultati/dove/venezuela/
rio a vincere la diffidenza di un nuovo ambien-
pesci “wild” e non di allevamento, quindi molto
te, che però dovrà garantirgli quanto esposto
più delicati e sensibili a malattie, crescita non
in quest’articolo: spazio libero per il nuoto,
ottimale, ecc.
zone di luce e d’ombra, valori chimici ottimali.
Temperatura: 25/27 °C, pH: 6,6/7,1, KH: 3, dGH: 8, NO2: 0, NO3: < 30mg/l
Valori chimici ottimali per l’allevamento
Dimensioni della vasca ed esigenze in cattività
Nonostante sia un pesce resistentissimo e
Come abbiamo già detto, è un pesce che non
capace di sopravvivere anche in situazioni limi-
tollera compagni di vasca. Quest’ultima dovrà
te, vivendo in ambienti con acque dure, calde
essere di adeguato litraggio: si consiglia un
e stagnanti durante le stagioni secche, fino ad
acquario della capienza di almeno 300 litri netti
acque molto tenere e più fredde durante la sta-
per singolo esemplare, fino ad arrivare a
gione delle piogge, se allevato in cattività, è
vasche di 700-800 litri, per piccoli gruppi di 4/5
meglio rispettare alcune semplici norme di
piranha. Il layout dovrà sempre e comunque
acquariofilia seria e consapevole. Frequenti
essere studiato, in modo da garantire ampio
manutenzioni di pulizia e cambi d’acqua setti-
spazio per il nuoto ed eventuali spartizioni di
manali, un volume d’acqua adeguato e non
territori: l’utilizzo di rocce, legni (mangrovie,
sovraffollare l’acquario, garantire una tempera-
vite contorta, legni presi in natura e opportuna-
tura standard per un pesce comunque tropica-
mente disinfettati e plastivizzati) e grandi radi-
le, sono tutti accorgimenti indispensabili per
ci, è consigliato per creare ambienti gradevoli
farlo star bene ed evitare comportamenti
e dare punti di riferimento al/ai pesce/i. Tra le
aggressivi verso eventuali conspecifici allevati
piante si consiglia l’impiego di quelle galleg-
in gruppo. I valori seguenti vanno monitorati
gianti (per fornire zone d’ombra sempre gradi-
con cadenza periodica, in quanto si tratta di
te ai piranha), così come quelle sommerse e tra 137
Questa specie è caratterizzata dalla macchia omerale di colore nero le
più
resistenti
(Anubias,
Micorsorum,
azzurro), cozze e vongole, totani e gamberetti,
Cryptocorine, Cabomba, Vallisneria). Come
con parsimonia carni rosse e bianche (tranne
materiale di fondo egregiamente adatti i quarzi
quella di maiale troppo ricca di grassi e causa
o le sabbie, a patto che siano di colorazione
di disfunzioni epatiche nei piranha). Da sconsi-
naturale (nero, marrone, ambra), mentre
gliare le prede vive, soprattutto se non dovuta-
aggiunte di sfondi 3D sono utili a ricreare
mente quarantenate e quindi potenziali porta-
ambienti suggestivi, ma a patto che non tolga-
tori di patologie, oltre al fatto non trascurabile
no spazio e litri utili al nuoto.
che sono di scarso apporto nutrizionale.
Alimentazione
Sesso e riproduzione
Come tutti i piranha e i predatori in genere, in
In natura si riproduce durante la stagione delle
natura si ciba prevalentemente di carcasse e di
piogge, in concomitanza quindi all’aumentare
piccoli animali, che vengono prima intercettati
del cibo a disposizione nei suoi habitat d’origi-
grazie all’apparato olfattivo sviluppatissimo e
ne, mentre in cattività assistere a danze nuzia-
quindi attaccati con frenesia spaventosa.
li, preparazione di nidi, deposizione e schiusa
L’alimentazione in cattività comprende invece
delle uova è riuscito ancora solo a pochissimi
la somministrazione di pesce (merluzzo, pesce
allevatori al mondo. 138
HOLLAND
e divagazioni ps Salve a tutti, eccomi di nuovo qui. Avrei una lunga lista di libri, antichi e moderni, dei quali mi piacerebbe molto parlarvi e invece mi tocca fare il lavoro di quella sfaticata di Betta. Pensate, in agosto abbiamo visitato (be’, sì, io mi ero intrufolato da clandestino, ma che cosa c’entra?) l’Holland Koi Show ad Arcen (in Olanda, ignoranti!) e da allora, con la scusa di un banale trasloco e con la scusa che ha più impegni che capelli in testa (è praticamente calva) e che in fondo non ci si possono aspettare miracoli da chi lavora gratis, non ha ancora trovato il tempo di scrivere il reportage che ci si aspettava da lei. E allora eccomi qui, a fare il lavoro di quell’irresponsabile, perché i lettori hanno ben il diritto di essere informati, visto che non è mica colpa loro se siamo tutti obbligati a lavorare gratis. Il Koi Show, dunque. Si tratta di un evento fantastico, imperdibile, la più importante manifestazione di settore a livello mondiale e se pensate che chi non ha nessun interesse per le carpe giapponesi (e questo è comunque imperdonabile) non ha niente da fare in un’occasione del genere, be’, vi sbagliate di grosso. C’era infatti una sezione dedicata agli acquari, dove, oltre a un’incredibile quantità di pesci rossi di tutte le possibili dimensioni, forme e colori, si potevano ammirare numerose varietà di caridine, gli acquari dell’as-
a cura di IppoCampo
Dall’alto: All’ingresso del Koi Show i visitatori venivano accolti da una carpa gigantesca; alcune delle vasche dove era possibile ammirare le magnifiche carpe esposte; da non perdere: la sezione dedicata a ad acquari e caridine 110 140
KOI SHOW
seudofilosofiche sociazione olandese Killi e Corydoras e, soprattutto, l’Holland Betta Show. Organizzato dall’associazione dei bettofili olandesi (Bettas4all, che avete già incontrato nelle pagine di Aquariophylia), questa manifestazione meritava da sola una visita. Una relazione, sintetica ma esauriente, dell’Holland Betta Show, è stata presentata nel numero di ottobre dall’AIB, nelle pagine dedicate alle associazioni. Non mi dilungherò quindi sulla magnificenza e varietà degli esemplari presenti (308 Betta concorrenti!), né sul meritatissimo successo riportato dagli allevatori italiani, vi accompagno piuttosto a fare un giro nel parco
del castello, nel caldo torrido (ebbene, sì: non sto delirando) di un fine settimana di agosto. Rappresentatissime, ovviamente, le Koi, in tutte le possibili dimensioni, da pesciolini di pochi cm, snelli e guizzanti, a enormi esemplari di oltre 60 cm. I prezzi, naturalmente, variavano con le dimensioni e la varietà. Mi sarebbe piaciuto intervistare alcuni degli esemplari più grossi, curioso di sapere tutto sulla vita e i pensieri di una vera Koi ma, colto da una crisi di timidezza, non ho osato. Ve lo immaginate un piccolo, insignificante cavalluccio di mare, tra quegli enormi, maestosi animali... in quelle vasche di acqua disgustosamente dolce? Lasciamo perdere.
141
Le carpe non erano le uniche protagoniste della manifestazione
Uno dei concorrenti del Betta Show sembra osservare il fotografo con aria ineressata... chissĂ se i Betta hanno organizzato un â&#x20AC;&#x153;visitors showâ&#x20AC;? e votato gli esemplari piĂš interessanti tra i visitatori?
rate erano straordinariamente interessanti... o disgustose, dipende dai punti di vista. Io ne sono rimasto letteralmente affascinato e ho cominciato a sognare di seguire un corso di medicina veterinaria, specializzandomi in chirurgia ittica... Un suono improvviso mi ha riportato alla realtà; incuriosito sono andato verso il palco allestito a un’estremità del parco e ho potuto assistere allo spettacolo di un gruppo di percussionisti che si esibivano su strumenti giapponesi. Non ho resistito alla tentazione di riprendere almeno qualche momento di questo inconsueto concerto, prima di essere messo in fuga dal sole a picco.
Uno specializzatissimo studio medico, interamente dedicato alle carpe e fornito di attrezzature all’avanguardia Un attimo di emozione, quasi di panico direi, si è avuto quando una carpa enorme ha deciso che voleva vedere il mondo e si è lanciata fuori dall’acqua, atterrando decisa sull’erba scaldata dal sole; per fortuna un visitatore dai riflessi sorprendentemente pronti ha reagito immediatamente afferrando la sconsiderata e rimettendola al suo posto, cioè in acqua. Nessuno ha avuto il cattivo gusto di fargli notare i numerosi cartelli recanti la proibizione di toccare i pesci. Uno degli stand più interessanti era quello di un medico veterinario belga, interamente consacrato alla cura delle carpe. Le foto di ecografie, operazioni e esemplari affetti dalle malattie più dispa-
Dopo una camminata sotto il sole niente di meglio che immergere i piedi nell’acqua fresca... con un delicato mini-massaggio per di più! Più avanti era possibile, per una modica somma, immergere i piedi in un acquario e farsi dare una rilassante pulitina dai quei singolari pesciolini che sono i Garra rufa; bah, che gusti, mangiucchiare le schifezze di piedi che avevano magari camminato per ore... che gusti, dico! Ma, come diceva sempre il mio bisnonno, de gustibus non disputandum, cioè, in pratica, non criticare gli altri e fatti i fatti tuoi. Eh, la saggezza di altri tempi! Molti gli stand “tecnici”, dove venivano offerte pompe, filtri e attrezzature varie dall’aspetto modernissimo ed efficiente. Peccato non potervele descrivere, ma le mie conoscenze tecniche sono scarsine... agli stand di mangimi, invece, mi sono fermato e li ho assaggiati tutti: ottimi, anche a sentire i commenti delle carpe.
Una decorazione per il vostro giardino? C’è solo l’imbarazzo della scelta 146
Il decor decisamente giapponesizzante (chissà se si può L’angolo dello stand di Bettas4All, generosamente messo a disposizione di Aquariophylia dire cosi) della manifestazione era accentuato dagli stand che presentavano arredi da giardino in stile inconfondibilmente orientale (Budda di ogni dimensione e materiali, piccoli gong, pagodine di pietra e chi più ne ha più ne metta). Mi sono sempre chiesto se i giapponesi mettono veramente questi oggetti nei loro giardini o se, come accadeva a volte all’inizio del ‘900, quando il Giappone era di gran moda, molto di quello che vuole. Ve lo immaginate cosa succederebbe se si vedeva nelle riviste d’arte (ve lo ricordate Le Japon artistique?) era arte giapponese adattata al gusto occidentale e ‘interpretata’ da occhi europei. Sarei così curioso di sapere se nelle fiere giapponesi si trovano gli gnomi da giardino con gli occhi a mandorla, come esempio di arte europea... ma sto, come al solito, divagando. Immancabili, ovviamente, alcuni stand di bonsai. Ho sempre trovato incredibile la plasticità delle piante: si possono potare, intrecciare, ridurre e, insomma, far crescere praticamente come si
questo fosse possibile con gli animali? Un ippopotamo bonsai, o un leone con la criniera potata nella migliore tradizione topiaria... Ma... Aiuto! Betta, mi ha scoperto a scrivere il suo articolo... come? devo smettere di dire stupidaggini? Come sarebbe a dire non devo importunare i lettori? Colpa mia se gli sponsor non sponsorizzano, perché in redazione c’è uno svampito come me? Ma come ti permetti... Aiuto, lettori miei, salvatemi dalle grinfie di questa scatenata...
Lo staff di Bettas4All e i partecipanti al Betta Show 113 147
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve Il numero di dicembre sarà in gran parte una
Dall’antico al moderno: il filtro ad alghe:
sorpresa, perché abbiamo tante novità in
continua naturalmente (e si conclude) anche la
serbo per voi, ma non siamo ancora certi di
tecnica dei filtri ad alghe. Nel prossimo nume-
riuscire a realizzarle tutte. Però possiamo già
ro passeremo ad argomenti molto tecnici e
anticiparvi alcuni dei contenuti:
concreti e vi accompagneremo passo a passo nella sua realizzazione pratica per il vostro acquario.
Mistero a Nkutunse: Quando un acquariofilo va in giro a esplorare, ha due possibilità: seguire il proprio estro e dirigersi nella direzione ispi-
Conchiglie da collezione: per la serie
rata dal momento, oppure raggiungere zone
NonSoloAcquari, abbiamo in serbo per voi
indicate quali sicure aree di diffusione della
altre interessanti storie da collezionisti, basate
specie che interessa. Può anche accadere che
su magnifiche famiglie di molluschi da cercare
le due possibilità, per un motivo o per un altro,
a riva e conservare con cura.
si sovrappongano ed anche in questo caso è possibile avere delle sorprese. La storia che vi
Nuove rubriche: A partire dalla fine dell’anno,
narreremo nel prossimo numero, illustra alla
abbiamo in serbo per voi una serie d’interes-
perfezione quanto appena detto!
santi rubriche, come quella delle fotografie che raccontano una storia e le notizie dalle nostre
Un acquario per i pesci rossi: oggi abbiamo
magnifiche Aree Marine Protette, che potranno
iniziato una descrizione delle caratteristiche
condurvi sui siti più belli d’Italia, anche attra-
dell’acquario per il pesce rosso. Come avrete
verso webcam indagatrici, per accrescere il
appena letto, abbiamo stabilito che questi
divertimento e la consapevolezza naturalistica.
magnifici animali possono offrire delle vere soddisfazioni all’acquariofilo che li prenda “sul
Una nuova specie di pesce combattente
serio” e possono cambiare letteralmente la
Un aspetto affascinante delle specie che rica-
nostra vita, se solo dedicheremo loro le giuste
dono sotto il genere Betta è il fatto che ne ven-
attenzioni. Dopo aver esaminato le caratteristi-
gono scoperte periodicamente di nuove,
che della vasca e del filtro, passeremo a
nonostante vivano in corsi d’acqua di paesi
descrivere gli altri impianti fondamentali per
densamente popolati come Indonesia e
realizzare un acquario di grande bellezza, in
Thailandia. Una di queste, classificata come
grado di offrire a questi ospiti d’eccezione un
nuova specie da ottobre di quest’anno è il
ambiente confortevole.
Betta mahachaiensis. La cosa interessante è 148
che questo pesce è già allevato da alcuni
questo mese l’autore risponde a una serie di
appassionati in tutto il mondo, Italia inclusa.
domande che più di frequente gli vengono
Possiamo quindi presentare ai nostri lettori
poste.
un’esperienza diretta di allevamento e riproduzione in acquario di questo nuovo pesce com-
Naturalmente questo è solo una parte di quan-
battente.
to stiamo cucinando per voi. Come sempre, se avete richieste particolari, non esitate a scri-
Inserto Discus Continua la traduzione del libro
verci e faremo in modo di assecondare le
dedicato all’allevamento dei discus. Anche
vostre richieste.
149
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO È stata dura ma ce l’abbiamo fatta anche in questo numero e… quasi in tempo per la pubblicazione entro la fine del mese. Come sempre la nostra corsa contro il tempo comporta forse qualche errore di distrazione e piccole disfunzioni nell’assemblaggio di qualche articolo all’ultimo minuto, ma speriamo che la rivista vi sia piaciuta come sempre, anzi, di più. Il nostro scopo, è quello di migliorarci mese dopo mese e ci stiamo lavorando seriamente. Il nostro scopo principale però, è quello di portare un acquario in ogni casa e in questo abbiamo bisogno del vostro aiuto, come sempre. Mentre noi lavoriamo alacremente per produrre il numero di Natale, che vi preannunciamo ricco più che mai, vi chiediamo come sempre cinque minuti del vostro tempo per scrivere altrettante e-mail ai vostri conoscenti, accludendo il link al nostro sito web. Farete loro un magnifico regalo (ebbene sì: ci sono ancora tanti italiani che non conoscono la nostra rivista) e aiuterete Aquariophylia a crescere. È o non è la vostra rivista? Allora mettetevi subito al lavoro, se volete che lo rimanga!