Aquariophylia 1 gennaio 2012

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Allegato: una fiaba per i nostri lettori

Poecilia wingei Il biotopo per gli Apistogramma L’acquario… in sette domande Mini-acquario per meduse mediterranee Acquario mediterraneo: Cerianti Link: pesci rossi Insetti Stecco La pianta: Cryptocoryne nevillii Alimenti vivi: vermi bianchi Lo scarico fai-da-te BluWave 05: scopriamo se funziona La mazzasorda, pianta da laghetto L’invertebrato: Eunicella cavolinii

Le rubriche del mese


LA RIVISTA È CLICCABILE Più che ripeterci, vorremmo rammentare a tutti i lettori una possibilità di cui non sempre si avvalgono, anche tenendo presenti i risultati della nostra inchiesta. Uno dei vantaggi di questa rivista, rispetto ad una di tipo cartaceo, è nella possibilità di cliccare su vari oggetti per ottenerne dei risultati concreti. Ad esempio, cliccando sui filmati si ottiene una visione superiore rispetto a quella delle classiche foto, mentre cliccando sui link offerti nelle diverse sezioni si raggiungono siti web utili all’approfondimento di vari argomenti. Cliccando sulle offerte di viaggio si potranno valutare proposte riservate agli acquariofili registrati al sito e viaggiare, quindi, per esplorare i luoghi d’origine di pesci ed invertebrati. Cliccando sugli allegati, gli utenti registrati al sito potranno scaricare contenuti aggiuntivi, come favole, calendari e libretti di approfondimento. Infine, cliccando sulle pubblicità si possono raggiungere i siti web dei nostri sponsor ed esaminare da vicino i prodotti di cui si parla. Questo non comporta alcuna spesa né rischio di spam. Serve solo a mettervi nella condizione più comoda per esplorare il mondo degli acquari in maniera capillare e personalizzata. Proprio queste caratteristiche rendono la rivista superiore rispetto a qualsiasi mezzo cartaceo ed è opportuno, dunque, sfruttarle appieno. Ma se volete continuare a sfogliare la pubblicazione, proprio come avreste fatto con una “antica” rivista cartacea, noi vi diamo comunque il benvenuto: la rivista è vostra e potete usarla come preferite. L’importante è divertirsi!


AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno II numero 1 - gennaio 2012 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Organizzazione editoriale & Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) CONSIGLIO SCIENTIFICO Rita Colognola, Francesco Denitto, Luciano Di Tizio, Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Alessandro Falco (Cibi Vivi) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Geppy Apuleo Alessio Arbuatti Carassio Aurato Stefano Bertoni Mariella Bettarini Tony Di Meglio Federica Ferrigno Matteo Grassi Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Mirko Mutalipassi Stefano C. A. Rossi Franco Savastano Alberto Solenne Luigi Storoni Alessandro Vlora Valerio Zupo

REDAZIONE: aquariophylia@gmail.com Pubblicità e redazione: Papyrus - Sir Winston Churchilllaan 733 NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands - Tel. 0031-(0)70-3930964 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.

Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)


AQUARIOPHYLIA

EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE

Anno II - n째 1 gennaio 2012

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Editoriale Questo numero in breve Una fiaba per i nostri lettori, di Matteo Grassi Lettere in redazione Poecilia wingei: Un piccolo pesce sfida sua maestà il guppy, di Alessio Arbuatti Isaac Lamotius e la scoperta dei pesci tropicali, seconda parte di Matteo Grassi Il Biotopo per gli Apistogramma, di Stefano Bertoni L’acquario… in sette domande. I cambi d’acqua ed il ciclo dell’azoto, di Federica Ferrigno Eleganza in vasca: i Cerianti, di Stefano C. A. Rossi Oggi parliamo di… Carassio: l’amico di sempre, di Mario Loffredo Un mini-acquario per meduse mediterranee, di Valerio Zupo & Tony Di Meglio Dalle associazioni La rubrica del Carassio I mimi della natura: guida all’allevamento degli Insetti Stecco, terza parte di Alessandro Vlora Photo contest: i vincitori di questo mese Test & Recensioni, a cura di Mirko Mutalipassi 96 Aqua1 pompe dosatrici 98 Cryptocoryne nevillii 100 EcoTech Marine plafoniera a led Radion XR30w 102 Hanna Checker HI-736 104 Sera Filter Biostart 106 SHG Amazonas Salt 108 Sicce AkuaClear

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L’acquario in… poesia, di Mariella Bettarini Quale rivista ti piace? Il sondaggio di aquariophylia Vermi bianchi: facili e nutrienti, prima parte di Alberto Solenne & Valerio Zupo Lo scarico Fai-da-te, di Geppy Apuleo Oltre il vetro: un acquario al museo, di Luigi Storoni Meeting di acquariologia marina Fiumicino, di Mirko Mutalipassi I test di aquariophylia, BluWave 05: scopriamo se funziona Stimoli di viaggio. in Mar Rosso alla ricerca di Chaetodon Auriga, a cura di Franco Savastano La mazzasorda, pianta da laghetto dalle mille risorse, di Lorenzo Luchetta La scheda del mese: Eunicella cavolinii, a cura di Ciro Vigorito Nel prossimo numero


I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!

VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.

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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.

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ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. GEPPY APULEO (Autore) dal 1995 operatore nel settore acquariofilia, dal 2001 prima produttore/progettista di attrezzature per la filtrazione di acquari marini. Attualmente consulente di LGMaquari. Appassionato di acquari mediterranei, subacquea e biologia marina. ALESSIO ARBUATTI (Autore) si laurea presso la Facoltà di Medicina Veterinaria a Teramo nel 2010 e si abilita alla professione veterinaria nello stesso anno. Acquariofilo da 15 anni, si occupa principalmente dell’allevamento di pesci vivipari ed ovovivipari in via d’estinzione. Autore di varie pubblicazioni in convegni veterinari e riviste scientifiche nazionali ed internazionali, collabora da tempo con alcune delle principali riviste del settore. È stato relatore in convegni scientifici e programmi radiofonici, gestisce un allevamento privato ed ha collaborato nel tempo con negozi ed importatori di pesci ornamentali. È responsabile per l’Italia del gruppo internazionale “Goodeid Working Group”, che si occupa della conservazione delle specie facenti parte della Famiglia dei Goodeidi.

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STEFANO BERTONI (Autore) milanese D.O.C., nasce nel capoluogo Lombardo il 10 maggio1967; Lavora nel settore Meccanico e informatico e sta attualmente scrivendo un libro di Poesie. Da oltre di 25 anni è un grande appassionato di acquariologia, con particolare attenzione per i Ciclidi nani del Sud America; svolge inoltre attività di webmaster, e dal connubio di queste due passioni, ha realizzato e gestisce da 5 anni un sito internet dedicato agli Apistogramma ed al mondo acquaristico. Adora gli acquari con biotopo Amazzonico. Considera Horst Linke e Wolfgang Staeck autori del libro "I Ciclidi Nani" i suoi guru. MARIELLA BETTARINI (Autore) è nata nel 1942 a Firenze, dove vive. Dagli anni Sessanta ha collaborato a più di 150 riviste e ha pubblicato una trentina di libri di poesia, alcuni di narrativa e di saggistica. Nel 1973 ha fondato il periodico letterario “Salvo imprevisti”, che nel 1993 ha preso il titolo de “L’area di Broca”. Con Gabriella Maleti cura la Gazebo Libri. Ha tradotto scritti di Simone Weil e curato Il libro di Alice. Nel 2008 è uscita l’antologia poetica A parole – in immagini (1963-2007) e nel 2010 l’e-book Poesie per mia madre, Elda Zupo. Sulla sua poesia sono state discusse due tesi di laurea. Sito personale: www.mariellabettarini.it Sito della rivista “L’area di Broca”: www.emt.it/broca Link all’ebook: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43 FEDERICA FERRIGNO (Autore) è nata a Napoli il 30/06/1988. Nel 2010 si è laureata con lode in Biologia delle Produzioni Marine, con tesi sulle patologie dei Gorgonacei. Da sempre ha nutrito una forte passione per il mondo animale e per il mare, avvicinandosi in tal modo all’acquariologia e al diving, nonché alla fotografia subacquea. Ha partecipato a diversi progetti di salvaguardia e monitoraggio di tartarughe marine e soccorso di cetacei spiaggiati. ALBERTO SOLENNE (Autore) è nato a Torino nel 1967. S è laureato in medicina veterinaria nel 1998 con una tesi sperimentale dal titolo “Aspetti delle principali patologie dei pesci tropicali d’acqua dolce”. Appassionato di acquari fin dall’età di 7 anni si è cimentato nell’allevamento e nella riproduzione di diverse specie d’acqua dolce, con alcune esperienze anche nel marino tropicale e nel marino mediterraneo. Socio di diverse associazioni acquariofile italiane e straniere, ha collaborato alla realizzazione di mostre, eventi a tema e relazioni.. Autore di alcuni articoli apparsi sulle principali riviste del settore, ha cominciato a scrivere per diffondere la passione per i killifish di cui è appassionato allevatore dal 1992. LUIGI STORONI (Autore) l’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli. ALESSANDRO VLORA (Autore) nato a Bari nel 1967, si è laureato in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Bari dove ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Scienze del Mare e la specializzazione in Biochimica marina. In seguito ha lavorato presso il Laboratorio Provinciale di Biologia Marina di Bari e presso la Sezione di Entomologia e Zoologia del Dipartimento di Biologia e Chimica Agroforestale ed Ambientale. Autore di una trentina di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed estere, attualmente è docente in ruolo per l’insegnamento di Scienze naturali, chimica, geografia e microbiologia in Istituti di Istruzione Secondaria di II grado. Socio fondatore della Societas Herpetologica Italica, è presidente del CAEB onlus (Club Acquariologico Erpetologico Barese) da oltre un decennio.

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he ci crediate o meno, questo editoriale l’ho riscritto sei volte ed altrettante volte l’ho cestinato! Siamo all’inizio dell’anno ed avrei tantissime cose da comunicarvi a nome della redazione, ma davvero non so da che parte cominciare! Per prima cosa devo ringraziarvi, immagino. Abbiamo già fatto un bel percorso insieme: autori, lettori e sponsor, tutti uniti da un unico obiettivo molto ambizioso: portare un acquario in ogni casa italiana. Ognuno ha cooperato coi propri mezzi ed al massimo delle proprie possibilità. La situazione non è facile, a causa di storiche mancanze dell’acquariofilia e di recenti problemi economici che investono il nostro paese e l’Europa intera. Tuttavia ci abbiamo provato, con fede e determinazione, raggiungendo risultati inizialmente insperati. Dopo un inizio “freddino” siamo partiti alla grande ed abbiamo costituito una famiglia che comprende, al momento, più di millecinquecento abbonati e varie decine di migliaia di lettori on-line. Chi lo avrebbe sperato solo un anno fa? Questo risultato lo si deve certamente a chi ha creduto in noi, finanziando l’iniziativa, ma ancor più alla passione degli autori e dei redattori, che lavorando in maniera totalmente disinteressata e con la massima onestà intellettuale, sono riusciti a diffondere notizie corrette, solide, verificabili. Né possiamo dimenti-

care l’impegno attivo dei lettori, veramente encomiabile e, direi, commovente. Migliaia di persone si sono occupate, ogni mese, di rammentare ad amici e conoscenti che aquariophylia esiste, riuscendo così a far crescere il numero dei lettori in maniera costante, a tutto vantaggio del gruppo (non potremmo sopravvivere se non poggiassimo su un novero considerevole di consensi) e della passione degli acquari in generale. Questo però è solo il passato recente. In un anno siamo riusciti a costruire una “famiglia” di appassionati, a metterli in contatto, a farli viaggiare sullo stesso moderno sistema di trasporto delle informazioni. Abbiamo una rivista di formato classico (“vecchio”, secondo alcuni!) che viene diffusa con il sistema più moderno e potente oggi disponibile. L’abbiamo fatta nascere dal nulla e crescere in pochi mesi sino a raggiungere numeri molto interessanti. Lo abbiamo fatto introducendo contenuti pratici, divertenti, moderni, in grado di offrire un reale supporto teorico e pratico al lettore, ma anche offrendo vantaggi esclusivi agli abbonati, che hanno compreso evidentemente la bontà delle nostre intenzioni. Il passato recente, dunque, è molto incoraggiante, ma non possiamo certo sederci sugli allori, perché siamo appena all’inizio del percorso che ci eravamo prefissati. Le sfide di questo secondo

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anno di attività sono ancora più impegnative e richiedono uno sforzo ben coordinato degli stessi attori. Come intendiamo procedere? Da parte nostra, intendiamo della redazione, abbiamo intenzione di accrescere ancora il valore dei contenuti e la vicinanza alle esigenze del lettore. Per farlo partiremo dalla nostra inchiesta conclusasi a dicembre (non abbiamo ancora risultati definitivi, al momento). Pubblicheremo i dati ottenuti, nella loro media, perché rappresentano tutti voi, i vostri desiderata, che sono ordini per la redazione. Li pubblicheremo anche perché rappresenteranno la roadmap per il prossimo anno, la strada da perseguire, come da voi ordinato. In questo modo il nostro impegno al vostro servizio resterà trasparente e cristallino. Abbiamo già in cantiere vari progetti derivanti da vostre richieste dell’anno precedente: una serie per il principiante, basata su alcuni punti fondamentali richiesti da un lettore; una lunga trattazione sui pesci rossi, per incontrarli nella boccia e seguirli sino al primo acquario; una sezione discus arricchita nei contenuti e nella qualità; una sezione marino Mediterraneo sempre più densa di contenuti pratici; le interviste ai produttori, per metterli in diretto contatto con voi. …E poi tanti contenuti per esplorare l’acquario ed il mondo acquatico da ogni possibile punto di vista, dalle poesie alla raccolta di conchiglie, dalle collezioni naturalistiche di piante d’acqua fredda alla preparazione in casa di squisite ricette per i nostri pesci. Diffonderemo tutto questo coi mezzi classici, ma ne inventeremo anche di nuovi, come i podcast, che vi permette-

ranno di ascoltare la vostra rivista preferita mentre vi recate a scuola o al lavoro. Insomma, cercheremo di non farvi annoiare! Agli sponsor chiediamo ovviamente di starci vicini: non potremmo fare tutto questo, non potremmo divertire e far accrescere il numero di appassionati, se non disponessimo delle risorse minime indispensabili per impaginare e pubblicare questa rivista. Ai lettori chiediamo semplicemente di fare come in passato, anzi, di più! Ogni mese, quando ricevete la vostra copia gratuita di aquariophylia, scrivete a due o tre amici che ancora non la leggono, per invitarli a sfogliarla. Questo ci farà guadagnare nuovi lettori, ci renderà ancora più interessanti per i nostri sponsor, ci permetterà di offrire contenuti sempre più preziosi ai nostri abbonati. Come vedete, il circolo virtuoso esiste, ed è innescato proprio da voi, dalla vostra passione, dal vostro contributo nella diffusione della rivista. Le attività divulgative dei lettori possono fare moltissimo, come abbiamo dimostrato lo scorso anno: molto più della costosa partecipazione ad una fiera, o della pubblicità su una rivista di ampia diffusione. Contiamo dunque sul contributo di tutti, per continuare a crescere in modo organico e virtuoso. Ed ora, bando alle ciance: è giunto il momento di entrare nella rivista vera. Siamo certi che la troverete entusiasmante e divertente come sempre e che, in caso di insoddisfazione o incomprensione, non esiterete ad informarci per permetterci di migliorare ancora. Diamoci da fare, ora: il 2012 è certo l’anno dell’acquario (non è uno scherzo, chiedetelo agli astrologi)! 12



QUESTO NUMERO...

in breve POECILIA WINGEI. Ne abbiamo parlato, ne parliamo in questo numero e… ne riparleremo in futuro: Poecilia di Endler. Questo piccolo pesce proveniente dal Venezuela ha vissuto per diversi anni all’ombra del suo parente più prossimo, il guppy (Poecilia reticulata), sia perché non vi erano sufficienti informazioni sulla specie, sia a causa della mancata classificazione ufficiale, avvenuta solo nel 2005. Purtroppo Poecilia wingei, pur avendo uno “zoccolo duro” di appassionati, non è riuscita a conquistare una fetta di mercato importante e meriterebbe, anche da parte dei grossisti, una maggiore promozione. È sicuramente più resistente dei comuni guppy di selezione, pur conservando una colorazione naturale molto brillante e vivida. Tuttavia, grazie ad aquariophylia… potrebbe recuperare il tempo perduto! L’ACQUARIO IN SETTE DOMANDE, UNA NUOVA RUBRICA PER IL NEOFITA. Il primo e inizialmente ostico problema che deve affrontare un neofita e che può presentarsi successivamente all’allestimento di un acquario è costituito dall’accumulo di sostanze azotate: come si formano, quali sono le molecole più dannose e come eliminarle? Saranno esposte le possibili soluzioni, sarà spiegato quando e perché occorre cambiare l’acqua e in quale percentuale, al fine di ottenere le condizioni di base ideali alla vita in acquario. I cambi d’acqua devono essere frequenti e con una portata limitata, poiché non devono alterare i parametri chimici né la temperatura dell’acqua, per non indurre stress. Lo stress, infatti, induce la comparsa di patologie. Diamo risposta al primo quesito! UN BIOTOPO PER GLI APISTOGRAMMA. Cominciamo dalla parte un po’ sottovalutata: le piante. Sarebbe controproducente introdurre, ad esempio, delle Anubias, visto che provengono dall’Africa. Tutto il castello poserebbe su fondamenta poco credibili! Dobbiamo cercare le specie giuste per produrre una vegetazione tipica del Rio delle Amazzoni, il fiume che ospita la più ampia varietà di Apistogramma. Anche il suo maggior affluente, il Rio Negro, rappresenta un buon soggetto di studio, ma riprodurre i suoi habitat ci obbligherebbe ad utilizzare un’acqua di colore ambrato ed a molti acquariofili questa colorazione non piacerebbe. Prendiamo in considerazione poi il fondo, l’attrezzatura tecnica di base, i cambi d’acqua, sino a realizzare una riproduzione fedele degli ambienti di origine dei nostri beniamini. Utilizzando queste semplici regole si potrà costruire un magnifico biotopo per i nostri amici Apistogramma, in cui essi possano realmente sentirsi… a casa. UN MINI-ACQUARIO PER MEDUSE MEDITERRANEE. Non pretenderemo di allevare enormi animali gelatinosi: ci accontenteremo di piccole Olindias phosphorica, idrozoi mediterranei con generazione medusoide prevalente, abbastanza comuni presso le nostre coste per tutto l’anno, anche se più abbondanti da primavera ad autunno. Allo scopo, utilizziamo due bottiglie di plastica, da assemblare insieme per realizzare una vasca con filtro (una soluzione eccellente anche per l’allevamento di altre piccole specie). Ne vedrete delle belle e, soprattutto, riuscirete ad allevare delle piccole meduse, a lungo, proprio nel salotto di casa. ISAAC LAMOTIUS E LA SCOPERTA DEI PESCI TROPICALI. Nel numero precedente abbiamo seguito le prime fasi della vita e la storia di Isaac Lamotius, figlio di un soldato, un comandante importante che ha sposato in seconde nozze la vedova del più grande esploratore della Compagnia Olandese delle Indie. Eravamo giunti con lui a Mauritius, dove il giovane organizzò una rilevazione cartografica completa delle coste ed iniziò le sue prime osservazioni naturalistiche. Continuiamo con questa storia affascinante, seguendolo nelle sue successive scoperte in questa seconda interessante puntata.

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LINK: IL PESCE ROSSO, L’AMICO DI SEMPRE. Pare che i primi ad allevarli siano stati i cinesi, molti secoli addietro. Hanno catturato alcuni esemplari di Carassius auratus e, dopo attente selezioni, sono riusciti a produrne dei veri e propri animali da compagnia. Una cosa apparentemente impossibile per quei tempi, quando filtri e termoriscaldatori erano ancora molto lontani nel futuro! Non potendo modificare l’ambiente, per renderlo più ospitale, sono riusciti a modificare una specie, rendendola adeguata a qualsiasi ambiente domestico. L’ambiente naturale del carassio oramai non esiste più, anche perché questa specie è divenuta molto diversa dai suoi ancestrali predecessori. Questo mese vi offriamo una navigazione guidata nel mondo del carassio, affinché possiate approfondire l’argomento da molti diversi punti di vista. Dal prossimo numero, però, un nostro esperto inizierà una serie dedicata a questo appassionante amico delle nostre case, per passare gradualmente dalla boccia… all’acquario. ACQUARIO MEDITERRANEO: I CERIANTI. L’acquario marino mediterraneo è certo tecnologia, informazione, scienza… ma è anche e soprattutto rappresentazione di magnifici animali da amare individualmente. Per questo motivo, nel corso di quest’anno appena iniziato, abbiamo intenzione di presentarvi specificamente una serie di “amici”, per regalarvi il piacere di incontrarli, prima sulle pagine della rivista, poi dal vivo, nel vostro stesso acquario. Cerianthus membranaceus vive col tubo infossato nei fondi mobili, sabbiosi e fangosi, oppure tra ciottoli e frammenti biogeni nei fondali detritici grossolani, tra 1 e 40 m di profondità. L’importante è che il fondale non sia esposto a forti correnti o ad un moto ondoso persistente: sarà possibile trovarlo a bassa profondità solo nelle baie più riparate, non escluse le aree portuali. Pachyceriantus solitarius è molto simile a C. membranaceus, sebbene più piccolo, di forma più slanciata e con tentacoli più lunghi in rapporto al complesso del corpo estroflesso. È privo inoltre dello spesso tubo fibroso che caratterizza C. membranaceus. È caratterizzato invece da un sottile tubo semitrasparente. Sono entrambi ospiti da amare! OLTRE IL VETRO: UN ACQUARIO AL MUSEO. Un museo: uno degli ambienti meno “vivi” che si possano immaginare. Le sale contengono oggetti e memorie del passato, dipinti, monili, attrezzi, ma nulla di pulsante, assolutamente niente che si muova ancora, dopo secoli di accurata conservazione. Proprio per questo motivo abbiamo pensato al contrasto di un mondo acquatico vivo, addirittura all’origine della vita sulla terra, calato quasi per magia all’interno di uno spazio museale. Ovviamente pochi tra i nostri lettori sono proprietari di un… museo! Non importa! Le nostre soluzioni d’arredamento vogliono andare oltre i luoghi e le convenzioni, per offrire idee da realizzare nei propri spazi vitali, perché davvero un acquario possa presto rallegrare qualsiasi ambiente domestico o di lavoro, a tutto vantaggio dell’umore e dello stato di salute dei frequentatori. VERMI BIANCHI: FACILI E NUTRIENTI. Dal punto di vista trofico gli Enchitrei sono detritivori: si nutrono di tessuti organici in decomposizione. In pratica, si nutrono del percorso che coprono nel limo, ingerendo film batterici e microorganismi mentre si spostano nel sedimento. Alcuni anellidi sono abitatori delle acque e dei fanghi, come i ben noti tubifex, che purtroppo sono quasi del tutto spariti dal mercato acquariofilo a causa di importanti problemi igienici. Questi vermi vivono anche nelle fogne e spesso trasportano parassiti. Per questo motivo possono essere somministrati con fiducia solo quando derivino da allevamenti controllati, che sono molto rari. In questo numero esamineremo le basi della coltura dei vermi bianchi e continueremo nel prossimo, per andare alla parte pratica.

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CARASSIO. Il nostro autore pesciolino questo mese ha scoperto una strana discussione frugando tra le pagine internet. Questi pesci, si sa, spendono gran parte del giorno brucando e grufolando tra la sabbia ed il nostro collaboratore non è da meno, quando si tratta di razzolare tra forum e blog. Effettivamente ha trovato delle cose assai strane, che in qualche modo ci riguardano. Ha provato a restare calmo. Credete che ci sia riuscito? Conosciamo il nostro amico ed i suoi problemi di fegato e pressione elevata. Andiamo a vedere cosa combina? I MIMI DELLA NATURA: GUIDA ALL’ALLEVAMENTO DEGLI INSETTI STECCO. Concludiamo con questo numero il nostro mini-corso sugli insetti stecco. Siamo certi che questi animali, già trattati negli ultimi numeri dello scorso anno, saranno riusciti ad attrarre la vostra attenzione. Qualcuno di voi avrà deciso di allestire un piccolo terrario ad essi dedicato. Altri avranno semplicemente scoperto piccoli segreti della natura che ignoravano. L’importante è che oggi siamo tutti più ricchi! Continuiamo dunque il discorso iniziato l’anno scorso prendendo in considerazione gli ultimi argomenti fondamentali: alimentazione e cura. UNA POESIA AL MESE. Per fare acquariofilia, ovviamente, non basta parlare di tecnologie e di pesci, di filtri e di invertebrati. È necessario fare leva su tutti i sensi, tutti i punti di vista, per introdurre il concetto di natura e di acquario in qualsiasi animo, anche il più duro, anche il meno propenso a lasciarsi toccare dalle armonie naturali. E allora quale migliore veicolo atto a penetrare gli animi della poesia? Una soave poesia che ci riporti dolcemente, rilassati, verso le armonie naturali che l’acquario vuole proporci. Abbiamo deciso dunque di proporvi una poesia al mese: breve, tenace, potente, tale da rompere la resistenza degli animi duri. Non sappiamo se servirà a produrre nuovi acquariofili (noi lo speriamo!) ma di certo saprà scaldare il cuore degli acquariofili veri e, probabilmente, suggerire concetti e punti di vista nuovi. Una nota poetessa si prenderà cura dei nostri cuori, a partire da oggi! RECENSIONI. Anche questo mese la rubrica recensioni è al top, con una serie di cose nuovissime, o meno nuove, che abbiamo voluto recensire senza peli sulla lingua. Alcune di esse vi permetteranno di risolvere piccoli e grandi problemi, altre, di intraprendere nuove esperienze. Parliamo in particolare di una nuova pompa dosatrice, di un raffreddatore, di un misuratore, di sali per l’acquario d’acqua dolce, di un particolare sacchetto filtrante. Ovviamente non poteva mancare la “solita” pianta per gli amanti del dolce. FAI-DA-TE: IL TRACIMATORE. Dalla nostra inchiesta di fine anno sono emerse chiare richieste di maggiore presenza di fai-da-te. Ovviamente ci stiamo attrezzando per esaudire i vostri desideri e, a partire dai prossimi numeri, provvederemo a produrre articoli su questo argomento. Vogliamo iniziare bene l’anno con una guida “passo a passo” per la realizzazione di uno scarico per grosse vasche. MEETING DI ACQUARIOLOGIA MARINA CITTÀ DI FIUMICINO. Lo scorso dicembre si è svolto il 2° meeting di acquariologia marina Città di Fiumicino. L’evento è stato organizzato dall’associazione romana West Rome ReefKeeping (WRRK) un vero e proprio punto di incontro tra appassionati di acquariologia di Roma Ovest, Fiumicino, Acilia e dintorni. Il nostro collaboratore offre la possibilità, anche a tutti coloro che non sono potuti intervenire, di dare una sbirciatina sul posto! BLUWAVE 05: SCOPRIAMO SE FUNZIONA. La nostra statistica ha anche evidenziato una forte richiesta di approfonditi test di banco. Per andare oltre le “solite” recensioni, abbiamo ritenuto opportuno iniziare l’anno con il test di un filtro oramai classico, che non è ancora stato compreso del tutto, a quanto pare. Abbiamo “sezionato” un BluWave 05 per comprenderne il meccanismo di funzionamento e definirne pregi e difetti in maniera asettica. Ne deriva un quadro interessante e, probabilmente, inedito. STIMOLI DI VIAGGIO E DI IMMERSIONE: CHAETODON AURIGA. Questo mese Franco Savastano ci conduce in una immersione molto interessante nelle calde acque del Mar Rosso. Era ora, viste le temperature che imperversano ultimamente nel nostro paese! Non ci interesseremo di riscaldamento, però, ma di pesci, ed in particolare di Chaetodon auriga, un ospite classico degli acquari marini tropicali, del quale cer-

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cheremo di identificare gli habitat per poterli riprodurre ispirandoci al soggetto vero. LA MAZZASORDA, UNA INTERESSANTE PIANTA DA LAGHETTO. L’universo delle piante da laghetto è sicuramente paragonabile a quello delle piante da acquario, e in questi anni la cultura del laghetto ornamentale in Italia sta crescendo, anche se ancora non raggiunge altri paesi europei in cui lo specchio d’acqua in giardino è un

vero e proprio culto. In questo articolo presentiamo una pianta da laghetto che è molto singolare e può certo offrire soddisfazioni a chi decida di ospitarla. Ci riferiamo a Typha, comunemente nota come mazzasorda. Il suo nome comune deriva dalle sue infiorescenze inconfondibili, che ne costituiscono la particolarità. L’OSPITE DEL MESE: E U N I C E L L A C AV O L I N I I . Iniziamo quest’anno anche una nuova rubrica, visto il notevole interesse dimostrato per l’acquario marino mediterraneo. Vi presenteremo ogni mese un ospite per il vostro marino mediterraneo, per stimolare la passione, migliorare le condizioni ambientali di animali ed alghe, accendere il divertimento!


Ancora una fiaba per i nostri lettori

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opo il successo (in termini di scaricamenti) del numero precedente, vogliamo rega-

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lare ancora una favola ai nostri lettori, perché anche in gennaio la magia dell’acquario non smetta di sfavillare di fronte al caminetto acceso. L’epifania è purtroppo passata, ma siamo certi che i vostri piccoli non disdegneranno questo dono di

inizio anno, con cui l’intera redazione vuole augurarvi un 2012 ricco di ogni soddisfazione in campo familiare, lavorativo e, naturalmente, acquariofilo. Per scaricarla basterà cliccare sul link in basso e potrete così leggerla a schermo, o portare il vostro tablet sul divano di casa, per gustarla con tutta la famiglia. Potrete anche stamparla, come fate con la rivista, ma in questo caso vi consigliamo vivamente di acquistarne una copia cartacea presso il sito ilmiolibro.it. La riceverete a domicilio, pronta anche per un magnifico regalo di inizio anno. Completeremo il trittico il mese prossimo, con un altro imperdibile inserto. Esso sarà però meno “ludico” e più tecnico, offrendoci la magnifica storia del Betta splendens, riportandoci così nel mondo della realtà in modo “soffice” e gradevole: la storia del Betta, infatti, non è meno interessante né meno avventurosa di quelle di Pakpao! È un altro regalo semplice, che la redazione di aquariophylia e, soprattutto il suo autore, Matteo Grassi, vogliono fare a tutti i lettori. Per scaricare la fiaba dal sito acquariophylia clicca qui

Per acquistarne una copia cartacea (euro 8.00) e riceverla a domicilio clicca qui http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=556270

Si’... viaggiare! OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati

VI PIACEREBBE RECARVI NEI LUOGHI NARRATI NELLA NOSTRA FAVOLA, per spingere l’alluce sul fondo di laghi ed acquitrini, pescare personalmente esemplari sel-

vatici di Betta, percepire le medesime atmosfere ovattate e mistiche che colorano la storia? Facile! Basta cliccare sul link della nostra agenzia di viaggio di riferimento, sotto, per valutare interessanti offerte di viaggio destinate ai nostri lettori. Il click non comporta alcun impegno, è ovvio, ma anche se deciderete di non partire, avrete comunque gustato il piacere di valutare la proposta. …E poi non si sa mai… chissà… in futuro! Per approfittare dell’offerta, invece, dovrete comunicare all’agenzia di viaggio il vostro nome utente registrato sul sito aquariophylia. Tailandia http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=thailandia 19


In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.

www.aquariophylia.it ALGHE INFESTANTI Come si combattono le alghe infestanti, quelle filamentose o a pennello, in maniera naturale? Grazie Salbt Il quesito posto dal nostro lettore è comune a tantissimi appassionati e per risolverlo è necessario per prima cosa ottenere alcuni dati di base sull'acquario (volume, popolazione, tipo, valori dell'acqua, parametri gestionali, ecc.). In generale possiamo affermare, però, che tutti i vegetali necessitano per crescere degli stessi fattori di base: nutrienti, luce, anidride carbonica. Se le alghe proliferano è segno che stanno vincendo la competizione con altri vegetali (ad esempio le piante, in un acquario d'acqua dolce). Se stiamo parlando di un acquario d'acqua dolce e non sono presenti piante, allora la risposta è ovvia. Le alghe stanno semplicemente facendo il loro lavoro, nel bilanciare l'ecosistema e non conviene neppure tentare di eliminarle, perché si otterrebbe un maggiore squilibrio. Se sono presenti altri vegetali invece, è necessario capire per quale motivo le alghe stiano vincendo la lotta. Forse ci sono troppi macronutrienti in soluzione (ammoniaca, fosfati) e le alghe, meglio adattabili delle piante, riescono a sfruttarli in modo conveniente. Oppure l'illuminazione è errata, e le alghe si adattano meglio a radiazioni scorrette, grazie ad un ampio corredo di pigmenti accessori. Ci dica, dunque, quali sono le condizioni del suo acquario e potremo, probabilmente, offrire dei rimedi appropriati al suo caso specifico.

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prarlo. Sarà suo amico per lunghi anni e… non si sceglie un amico su un catalogo. Quindi suggeriamo di recarsi in un negozio specializzato e guardalo dritto negli occhi. Quando incontrerà quello giusto se ne innamorerà, anche se potrebbe non trattarsi del “campione” inizialmente sognato. E se se ne innamora, vedrà, quel discus le darà infinite soddisfazioni. Più che di importatori nelle vicinanze di Napoli, vedremmo bene quindi un buon negozio di acquari. Ce ne sono di interessanti nella nostra pagina dei negozianti amici. Sfogli la rivista e li troverà. Su aquariophylia si trova di tutto! Basta cercare. Poi, una volta trovato un negozio adatto, le consigliamo di telefonare per chiedere le disponibilità. Il negoziante si sentirà in obbligo (vista la telefonata preventiva) di farle trovare i soggetti migliori.

COMPRARE DISCUS Salve a tutti. Sono nuovo del forum e mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione su quale sia la migliore provenienza dei discus, poiché sono intenzionato ad acquistarne 4-5 da allevare e magari, dopo aver formato una coppia, riprodurli. Ho contattato 2 negozianti: uno li importa dalla Tailandia, un altro da Stendker. Tra i due, voi quale preferite? O sapete indirizzarmi su discus importati da altri paesi? Eventualmente, qualcuno conosce qualche importatore nelle vicinanze di Napoli (dato che vivo ad Ischia)? Apprezzerei inoltre consigli su quale varietà di discus scegliere, considerando possibili infertilità, difficoltà di riproduzione e chi più ne ha più ne metta. I miei ringraziamenti anticipati e le migliori congratulazioni per la rivista e per la forza di iniziativa, volontà e collaborazione. Bo Spencer

ESTATE SCORSA… ESTATE PROSSIMA! Salve a tutti! È agosto, tempo di vacanze e per chi ha un acquario è forse anche il momento di sistemare la vasca prima di partire, magari con il classico cambio d'acqua! Al riguardo vorrei sentire la vostra opinione riguardo i biocondizionatori consigliati proprio per i cambi dell'acqua. Qualche negoziante e anche qualche rappresentante usano dire: "rende l'acqua di rubinetto adatta per l'acquario". Ma è vero? Io non sono un esperto, ma neanche un neofita e non userei questi biocondizionatori per trasformare l'acqua di rubinetto in acqua per gli acquari. Sulla confezione di uno qualsiasi di questi prodotti si possono leggere frasi come questa: "Il ... lega immediatamente tutti gli ioni metallici, neutralizza l'aggressività del cloro e dei sali disciolti nell'acqua ed inoltre rende limpida l'acqua dell'acquario". Ma è vero? Vi invito a fare la prova fatemi sapere. Io trovo sempre gli stessi valori e l'acqua non mi sembra affatto più limpida. Ottengo risultati solo se faccio uso di materiali filtranti meccanici, adsorbenti e biologici. Fatemi sapere, e mi rivolgo soprattutto all'integerrimo Carassio, prova a chiedere aiuto a qualcuno della rivista, qualcuno che analizzando questi com-

Ci scusiamo per il ritardo nella risposta, ma la lettera è giunta in un periodo natalizio di lavoro molto intenso. Per quanto riguarda la provenienza, non si può affermare che ci siano preferenze a priori. Si può comprare presso qualsiasi fornitore, scegliendo in base a prezzo, qualità e disponibilità del momento. Suggeriamo di acquistare proprio là dove oggi si trova il prodotto migliore (magari approfittando di un’offerta speciale!). I pesci però bisognerebbe vederli prima dell’acquisto. Comprare alla cieca, eventualmente utilizzando un sito internet, può essere profondamente sbagliato. Di un pesce bisogna innamorarsi “prima” di com-

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ACQUA SALMASTRA: SARÀ VERO? Ciao a Tutti. Ero intervenuto con le migliori intenzioni in una discussione acquariofila on-line ed invece sono stato antipaticamente rimbrottato; dato che non è mia abitudine atteggiarmi a saccente, ho pensato che da Aquariophylia potrei ricevere credibile conferma in merito a quanto ho affermato; oppure, se tale conferma dovesse mancare, almeno avrò la soddisfazione di esser stato smentito da qualcuno che ritengo assolutamente autorevole e serio. Il fatto: un certamente giovane sbarbatello napoletano (ebbene sì, lo confesso, anche questo mi ha fatto pensare ad Aquariophylia), mi ha accusato di insipienza perché ho "osato affermare" che le Carnegiella (strigata e marthae) non sono assolutamente da classificare quali pesci d'acqua salmastra, bensì quali pesci d'acqua dolce (anche ammettendo che la strigata è rinvenibile in ambienti con valori molto diversi). Ecco, mi piacerebbe leggere il Vs. autorevole parere, in modo da sbat-

posti dica effettivamente quello che c'è dentro queste "acque miracolose" e cosa fanno realmente. Ciao Dino Ovviamente non siamo più ad agosto, ma… i biocondizionatori si utilizzano lo stesso. La domanda è provocatoria ed interessante e la pubblichiamo con piacere. Rispondere in modo generico sarebbe difficile, perché siamo certi che sotto questo nome si celino prodotti molto diversi. Ad esempio vengono considerati “biocondizionatori” anche i comuni attivatori batterici, e quelli sono considerati oramai indispensabili dalla maggior parte degli esperti. Alcuni prodotti però potrebbero essere davvero poco utili, se non dannosi, in mancanza di chiare indicazioni sul loro contenuto e sui loro scopi precisi in acquario. Apriamo con piacere una discussione su questo argomento lanciato da Dino e rimasto a lungo privo di risposte sul nostro forum. Vorremmo conoscere il parere dei lettori e, soprattutto, se qualcuno di essi ha delle prove chiare a favore o contro l’ipotesi sopra riportata.

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mente salmastre. Ciò premesso ribadiamo un concetto essenziale: quando ci si occupa di animali bisogna avere sempre un atteggiamento possibilista perché gli esseri viventi si evolvono, si spostano (volontariamente e involontariamente), possono colonizzare ambienti diversi. Persino nelle grandi città ad esempio oggi vivono mammiferi, uccelli e rettili un tempo introvabili nelle aree urbane: probabilmente l’agricoltura intensiva con i suoi veleni e la pressione dei cacciatori o comunque il disturbo antropico li hanno spinti verso gli abitati, dove non si spargono antiparassitari e non si spara. I pesci hanno ovviamente minori possibilità di spostarsi, ma se le acque d’origine sono inquinate anche loro cercano scampo altrove. Questo non cambia il fatto che, personalmente, continuiamo a consigliare per le Carnegiella acque rigorosamente dolci! Luciano Di Tizio

UNA PROPOSTA CONCRETA Vi ho scoperto con un po’ di ritardo e adesso mi godo il fatto di avere un bel po’ di buona lettura arretrata in attesa dell’uscita del prossimo numero. Benvenuti, con una rivista di cui si sentiva una grande mancanza! Dopo i complimenti, dovuti e quanto mai meritati, mi permetto, sollecitato dalla Vostra richiesta di pareri e suggerimenti, di esprimere quel che sarebbe il mio desiderio rispetto ad una rivista “dei sogni”: senza dilungarmi troppo, con un (ardito?) paragone, mi piacerebbe una sorta di “Quattroruote” dell’acquariofilia nel quale il neofita come l’esperto potesse vedere sviscerato di volta in volta un “tema” riguardo la conduzione della vasca, con la presentazione dei prodotti che hanno attinenza con questo “tema” e con un loro confronto, fatto di dati, misure, costi di manutenzione, prezzi, d’acquisto, reperibilità, efficienza dell’assistenza. Un esempio tra i tanti possibili: acquario “dolce”, I test dell’acqua - quali parametri tener monitorati, perché alcuni parametri possono essere più o meno importanti rispetto ad altri in relazione al tipo di conduzione della vasca, quali alternative presenta il mercato (strisce, reagenti liquidi) marche presenti sul mercato con un’analisi detta-

terglielo sotto al muso (oltre ad usare il tono che si meriterà) nel caso all'incongruo Masaniello dovesse venire in mente di ricontattarmi. Grazie per la Vs. cortese attenzione, ciao Bourbon PRIMA RISPOSTA Dalle informazioni di Fishbase (www.fishbase.org/ search.php) Carnegiella marthae è originaria di “Rio Negro and upper Orinoco River basins”. Carnegiella strigata invece è riportata per “Lower, middle and upper Amazon River basin; south of Amazon; and Caqueta River in Colombia”. Carnegiella myersi da “Amazon River basin in Peru”. Carnegiella schereri infine da “Amazon River basin in Peru and Brazil”. Da quanto appare su vari siti autorevoli (fish-base solitamente è abbastanza preciso) tutto il genere è riportato come di acqua dolce e tenera. Personalmente la specie l'ho sempre allevata a pH inferiore al 6.2. Jeffo SECONDA RISPOSTA Ebbene sì, lei ha ragione: Carnegiella strigata e marthae sono pesci d’acqua dolce, al di là di ogni possibile rinvenimento in acque più o meno debol-

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gliata del prodotto offerto (accuratezza della misura, leggibilità dell’esito, conservazione, costo, reperibilità) e quant’altro fosse utile (e adesso non mi sovviene) al consumatore acquariofilo per scegliere consapevolmente un prodotto rispetto all’altro. Considerato che adesso questo momento di “critica” di quanto offrono i produttori è quasi totalmente assente (il “quasi” è cautelativo; non mi risulta niente del genere ma magari mi sono perso qualcosa) e/o affidato al parere soggettivo del singolo che quasi mai ha la possibilità di sperimentare e provare più di un prodotto per volta. Penso che una rivista che fosse il riferimento di ogni appassionato nel momento in cui si trova a dover scegliere il mangime per i pesci rossi piuttosto che il rifrattometro o la pompa di movimento sarebbe anche molto appetita dai produttori stessi (dando per scontata ed acquisita l’imparzialità, la competenza e… il diritto di replica) oltre a fornire un supporto insostituibile ai sempre più numerosi lettori. Grazie di tutto! Buon lavoro, Mauro

Noi non solo ringraziamo per i complimenti, sempre graditissimi, ma anche per le proposte concrete che il nostro lettore ha voluto fornire. L’idea è eccellente, e questo tipo di rubriche in realtà fa parte dei nostri piani editoriali. Altre riviste che ci hanno preceduto hanno evitato accuratamente di parlare concretamente di prodotti, per poter evitare rapporti tesi con produttori ed operatori commerciali. Noi abbiamo idee diametralmente opposte. Dal punto di vista dell’hobbista, siamo convinti che non ci si diverta affatto se non si riesce a conoscere una vasta gamma di “piccoli oggetti del desiderio” ed è necessario che una rivista autorevole metta in luce pregi e difetti dei più interessanti. Dal punto di vista dei produttori, siamo convinti che sia meglio parlar male di un qualsiasi aggeggio, piuttosto che ignorarlo. Pertanto abbiamo inserito sin dalla nascita della rivista una serie di rubriche in questo senso. Non è facile, lo diciamo subito. I produttori e gli sponsor non sono mai abbastanza soddisfatti di quanto detto, anche se le recensioni rivelano i numerosi lati positivi di un buon prodotto. Gli appassionati ritengono costantemente che questo nostro lavoro sia fatto “a pagamento” come forma di pubblicità occulta! Noi siamo quindi bersagliati da ogni lato, ma continueremo a fare questo lavoro,

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otterremo questo tipo di contributi, sarà difficile realizzare nuove attività nell’immediato, a parte quelle già programmate. Ancora una volta siamo stati sinceri e trasparenti, descrivendovi la situazione quale è. Siamo certi che lo apprezzerete, come di consueto. Ma la sua proposta rimane per noi un obiettivo: sarà realizzato appena possibile.

che ci piace, con totale onestà intellettuale: le malelingue, prima o poi, dovranno desistere e convincersi della nostra trasparenza e correttezza! La sua proposta, come dicevamo, è interessante e concreta. Siamo però in un momento di grande lavoro, con tante rubriche da iniziare, l’anno nuovo da affrontare anche economicamente, i collaboratori che come sempre scarseggiano. In definitiva, siamo in pochi, stiamo lavorando anche di notte, e servirebbero risorse più elevate per accrescere i contenuti della rivista. Abbiamo ad esempio in programma dei podcast (in modo che possiate ascoltare la rivista anche in autobus, mentre andate al lavoro!) e filmati-intervista con i maggiori produttori, da avvicinare agli acquariofili. Abbiamo in forno una serie di rubriche per avvicinare nuovi utenti agli acquari ed il famoso corso di fotografia (oltre a quello di ittiopatologia) che stentano a partire. E poi ci saranno a breve le modifiche da apportare a seguito dell’inchiesta dei lettori e del miglioramento del consiglio scientifico e di redazione. Come fare per inserire anche questa buonissima idea? Si accettano consigli e collaborazioni. Se dei lettori volenterosi ed esperti vorranno passare dalla nostra parte, da quella della redazione, il consiglio scientifico della rivista potrà offrire tutto il supporto tecnico ed il bagaglio di esperienze per assicurare che test e recensioni siano corretti e bilanciati. Ma se non

IL LETTORE RISPONDE Beh, che dire… L’attenzione rivolta al parere di uno dei tanti lettori (in termini di tempestività della risposta e del prezioso tempo dedicato alla stessa) valgono più di mille parole e considerazioni. Da parte mia non posso che ringraziare e “fare il tifo” per tutte le iniziative che vorrete intraprendere per il futuro sviluppo della “nostra” rivista, certo più che mai che, quando anche non fosse quella personalmente proposta, ogni direzione intendete intraprendere costituirà comunque un’interessante scoperta ed un motivo di crescita. Grazie ancora e… in bocca al lupo! REPLICA DELLA REDAZIONE Grazie a lei amico nostro, per essere divenuto parte della... famiglia. Le rinnoviamo l'invito: se ha cose interessanti da dire, la rivista le darà spazio, perché è solo un "luogo" per contenere le nostre (incontenibili) passioni.

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Poecilia wingei: Un piccolo pesce sfida sua maestà il guppy di Alessio Arbuatti ono passati dieci anni circa da quando apparve per la prima volta sul mercato acquariofilo europeo una nuova specie chiamata “poecilia di Endler”. Questo piccolo pesce proveniente dal Venezuela ha vissuto per diversi anni all’ombra del suo parente più prossimo, il guppy (Poecilia reticulata), sia perché non vi erano sufficienti informazioni sulla specie, sia a causa della mancata classificazione ufficiale, avvenuta solo nel 2005. La prima segnalazione della specie risale al 1937 grazie a Franklin F. Bond, ma solamente nel 1975 il Prof. John Endler ne collezionò alcuni esemplari in un piccolo complesso di lagune nei pressi della città di Cumanà, nel Nord Est del Venezuela. Alcuni esemplari, inviati all’Acquario di New York, finiro-

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no ben presto sul mercato europeo in Germania, dove si diffusero con il nome volgare di “poecilia di Endler”. Nel 2005 la specie è stata ufficialmente classificata con il nome di Poecilia wingei, ma restano numerose domande sulla biologia e sulla genetica di questo piccolo pesce. Infatti, le prime colonie scoperte da Endler e prima ancora da Franklin, provengono da un piccolo complesso di lagune situate vicino al mare: la Laguna di Cumanà e la Laguna Malaguena, a loro volta suddivise in 4 piccoli specchi d’acqua, uno dei quali comunicante, stagionalmente, con il mare. Nessuno di questi corsi d’acqua è alimentato da fiumi. Sono invece alimentati da piccole risorgive. La fauna ittica si è drasticamente ridotta dal 1970, tra queste: Astyanax bimaculatus (caracide), Limia sp., Poecilia spp., e le re-introdotte Tilapia del Genere Oreochromis spp., popolano ora le lagune. Queste ultime sono di particolare interesse, poiché le Tilapia, introdotte per poter produrre proteine a basso costo per le popolazioni che vivono nei pressi dei bacini, sono temibili Lagune nei presi della città di Cumanà, nel Nord Est del Venezuela 28


Una delle ipotesi avanzate sull’origine di Poecilia wingei propone che l’isolamento di una popolazione ancestrale, tra la costa e la cordigliera, abbia portato alla nascita di una nuova specie. Dal punto di vista genetico sono state avanzate numerose ipotesi, ma i due principali lavori genetici convergono nell’affermare una differenza nella selezione sessuale della specie e nei tratti dei soggetti maschili rispetto alle specie simili (Poecilia reticulata). Infatti, al microscopio, è evidente la presenza di piccole differenze a carico della parte apicale del gonopodio (organo sessuale maschile) e la mancanza dell’uncino sul Alcune discariche sono tra le cause di inquinamento delle dei biotopi di origine della Poecilia wingei predatori delle specie autoctone. La presenza di alcune piccole discariche e di una baraccopoli sono inoltre le principali cause dell’inquinamento dei biotopi di origine. La popolazione, scoperta nel 2005 dagli studiosi che hanno classificato la specie, è localizzata molto più ad est, nelle acque di Campona e delle lagune Buena Vista, nei pressi della città di Curùpano, distante diverse centinaia di chilometri ad est. Anche queste lagune, poste a nord della Cordigliera della Costa, una catena montuosa che attraversa il nord del Venezuela, non sono alimentate dal fiume Orinoco, così come le due lagune di Los Patos.

Maschio di Poecilia wingei terzo raggio dello stesso. Inoltre, pur essendo presenti, soprattutto in campo hobbistico, diverse varietà di Poecilia wingei (es. black bar, peacock) è stata osservata in questa specie una disposizione di particolari cellule contenenti pigmenti (melanofori), differente da quella che si riscontra nelle altre specie della famiglia dei Poecilidi. Ho personalmente allevato questa specie, dal 2005 al 2011, sia in acquario, sia in laghetto, ottenendo interessanti risultati, specie in riferimento alla gestione delle colonie. L’allevamento indoor non si discosta molto da quello del guppy selvatico. Una vasca da 180 litri fortemente pianNonostante la presenza di piccoli predatori e l’esposizione al clima estivo, i risultati riproduttivi hanno portato alla cattura, a settembre di circa 160 avannotti, che non hanno mostrato alcuna patologia batterica, parassitaria o spinale 29


arancione a carico della pinna caudale. L’allevamento all’esterno è una bellissima esperienza che consiglio a chiunque abbia un piccolo giardino; infatti è praticabile da giugno a settembre utilizzando un semplice laghetto in Polietilene (PE) termoformato. Io ne ho utilizzato uno da 160 litri circa (125 cm x 100 cm x 40 cm). La messa in posa è stata preceduta dallo scavo di una buca rivestita con uno strato di 5 cm di sabbia bagnata. I soggetti, immessi all’inizio del periodo di allevamento, 60 in totale, sono stati spostati in laghetto dopo circa due settimane dall’immissione di inoculi batterici liquidi e di una densa vegetazione con piante galleggianti e sommerse (Egeria sp. e Ceratophyllum demersum). Nonostante la presenza di piccoli predatori e l’esposizione al clima estivo, i risultati riproduttivi hanno portato al recupero, a settembre di circa 160 avannotti, che non hanno mostrato alcuna patologia batterica, parassitaria o spinale. Purtroppo Poecilia wingei, pur avendo uno “zoccolo duro” di appassionati, non è riuscita a conquistare una fetta di mercato importante e meriterebbe, anche da parte dei grossisti, una maggiore

tumata con vegetali a rapida crescita ed una varia alimentazione, ricca di supplemento vegetale, permette di ottenere una crescita ideale della popolazione, purché venga rispettato un iniziale rapporto maschi: femmine di 1: 2 – 1: 3. Nonostante si dica che la specie non è dedita al cannibalismo, ciò non è assolutamente vero, specie se gli avannotti neonati vengono mantenuti con gli adulti nelle schiere di accrescimento, dove lo stress favorisce il cannibalismo, oppure in mancanza di una corretta copertura vegetale galleggiante. Gli avannotti necessitano di un’alimentazione varia e di una leggera corrente di ricircolo, poiché altrimenti si potrebbe favorire lo sviluppo di malformazioni spinali che compromettono uno sviluppo armonico dei soggetti. Le patologie spinali possono avere anche una causa genetica e sono, unitamente a batteri e parassiti, le principali malattie riscontrabili negli avannotti. La maturità sessuale è raggiunta in circa 2-3 mesi ed i maschi si rendono facilmente riconoscibili a partire dai 25-30 giorni, quando inizia a comparire la banda nera diagonale e la fascia Femmina di Poecilia wingei

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Piantegalleggianti e sommerse (Egeria sp. e Ceratophyllum demersum) nel laghetto predisposto per l’allevamento di Poecilia wingei L’autore (aarbuatti@hotmail.it) desidera ringraziare il Sig. Armando Pou per la concessione della Fig.1 e 2 (pag. 28 e 29 in alto).

attenzione, poiché è sicuramente più resistente dei comuni guppy di selezione, pur conservando una colorazione naturale brillante e vivida.

PER APPROFONDIMENTI: Alexander, H.J., Breden F. (2004) Divergent sexual selection leads to incipient speciation in the Cumaná guppy. Journal of Evolutionary Biology, 17: 1238-1254. Arbuatti A. (2006) Adattamento in cattività e gestione del Poecilia reticulata autoctono di Cumaná a rischio d’esinzione (Poecilia sp.”Endler”). Atti 3º convegno nazionale SIVSANC (Società Italiana Veterinaria per lo Studio degli Animali Non Convenzionali) “Una questione di specie” Teramo 5/6 Maggio. Arbuatti A. e R. Trentini (2007) Allevamento sperimentale in laghetto artificiale di una linea selvatica di Poecilia wingei in via d’estinzione Exotic Files n. 01/2007 Conservazione, rivista società SIVAE (Società Italiana Veterinari Animali Esotici). Poeser F.N., Kempkes M, Isbrücker I.J.H. (2005) Description of Poecilia (Acanthophacelus) wingei n.sp. from the Paría Peninsula, Venezuela, including notes on Acanthophacelus Eigenmann, 1907 and other subgenera of Poecilia. Bloch and Schneider, 1801 (Teleostei, Cyprinodontiformes, Poeciliidae) Contribution to Zoology, 74 (1/2): 97-115. 31


Isaac Lamotius e la scoperta dei pesci tropicali di Matteo Grassi - seconda parte el numero precedente abbiamo seguito le prime fasi della vita e la storia di Isaac Lamotius, figlio di un soldato, un comandante importante che ha sposato in seconde nozze la vedova del più grande esploratore della Compagnia olandese delle Indie. Eravamo giunti con lui a Mauritius, dove il giovane organizzò una rilevazione cartografica completa delle coste ed iniziò le sue prime osservazioni naturalistiche. Continuiamo con questa storia affascinante, seguendolo nelle sue successive scoperte.

A metà del Seicento erano stati pubblicati solo 5 libri a stampa riguardanti l'ittiologia. Non tutti disponevano di figure, nessuno di tavole a colori. Le conoscenze della vita sottomarina non erano cresciute granché dai tempi di Aristotele. Quattro di questi libri riguardavano esclusivamente pesci raccolti nei mari Europei dai pescherecci e studiati attraverso esemplari prelevati sui banchi dei mercati. Il quinto era nato dall'osservazione dei pesci dell'Atlantico, durante una navigazione dall'Europa al Brasile.

N

Una delle isole di Banda, dove Lamotius realizzò molte delle sue tavole di pesci tropicali

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Navi della Compagnia in una illustrazione dell’epoca Nessuno in Europa aveva mai visto un pesce della barriera corallina. O meglio, qualche studioso aveva visto degli esemplari riportati dalle colonie sotto formalina. Ma si trattava di esemplari morti, ormai del tutto privi dei loro straordinari colori naturali. Per uno spirito brillante e appassionato della natura come Isaac Lamotius, vedere quei pesci appena pescati, o addirittura ancora vivi, dentro qualche secchio o rudimentali trappole e piscicolture, dovette essere una rivelazione straordinaria. Se per gli abitanti locali si trattava solo di cibo – la maggior parte dei pesci era considerata come tale anche dagli Europei –

lui vedeva qualcosa di più dietro quelle forme e quei colori. E nelle acque di Mauritius non mancava nulla in termini di varietà: pesci pagliaccio, labridi, angelo, chirurgo… insomma quanto di meglio possa immaginare oggi un appassionato di acquari o di immersioni subacquee. Fin da subito Isaac deve aver pensato di utilizzare il suo talento nel disegno per riprodurre gli esemplari più interessanti, chiedendo magari ai pescatori locali di procurarglieli vivi e sani e ritraendoli a colori con carta e pennello. Tuttavia all'inizio il suo incarico di governatore lo assorbiva interamente. 33


I domini commerciali della Compagnia nel seicento

Dopo circa due anni di permanenza sull'isola, una tragica sciagura cambiò per sempre la vita di Isaac Lamotius. Un incendio causato dall'imperizia o forse dall'indolenza dei domestici distrusse completamente gli edifici della compagnia e si portò via sua moglie e sua figlia, giunta sull'isola poco più che neonata. Il dolore per questa perdita, acuito dal modo in cui si era realizzata e dai tanti sacrifici accettati per vivere insieme in quel luogo sperduto, lo colpì atterrandolo. Quando Isaac si rialzò, guardava le cose in un modo completamente diverso. L'entusiasmo del ragazzo che continuamente escogitava idee per migliorare la vita dell'isola era come prosciugato, letteralmente scomparso dai suoi occhi. La voglia di continuare a lavorare, anche senza il sostegno di Città del Capo o Amsterdam, era scomparsa. La stessa gentilezza d'animo aveva lasciato posto alla delusione e al risentimento per quell'isola ingrata, che gli aveva ingiustamente

tolto tutto. Forse era subentrata anche la consapevolezza di non sapersi imporre su quegli abitanti incapaci, quegli inutili disgraziati, il sospetto che una certa mollezza nell'esercitare il comando avesse indirettamente facilitato la negligenza all'origine del catastrofico incendio. Così Isaac, non trovando più dentro di sé alcuna forza positiva per affrontare le cose e non avendo il dono di esercitare l'autorità in modo naturale, si trasformò in poco tempo in un governatore incattivito e dispotico; una figura del tutto inattesa dai suoi coloni che, senza aver raccolto alcun beneficio concreto prima, si trovavano ora, improvvisamente, un capo intollerante, arido, eccessivamente severo con chiunque commettesse un errore, pronto ad arrestare, punire, sanzionare. Allo stesso tempo però, questa involuzione che avrebbe segnato inesorabilmente la carriera di Lamotius, fu accompagnata da una rigenerazione delle sue passioni naturali, che si rivolse pro34


prio ai pesci straordinari di quell'isola. Forse la contemplazione di quegli esseri silenziosi, imperturbabili anche durante le tempeste, nella solitudine delle baie selvagge di Mauritius, fu un modo per isolarsi dal consesso umano, ma allo stesso tempo trasformare un dolore insostenibile in qualcosa di diverso e di bello. Così Isaac dedicò sempre più tempo a disegnare meticolosamente tutti gli esemplari di pesci o altre creature marine che riusciva a procurarsi. Raccolse decine di tavole a colori e disegnò e disegnò ancora, per tutti gli anni che gli restavano. Aveva deciso di lasciare l'incarico, abbandonare quell'isola, ma nonostante numerose richieste di avvicendamento, la Compagnia non dava risposta, quindi restava a Mauritius, con la sola consolazione del disegno. Le carte manoscritte che ci sono pervenute riportano raramente la data di realizzazione. Ma

tra quelle datate, le prime risalgono al 1680, proprio pochi mesi dopo il tragico incendio. Forse una parte di quelle non datate è precedente. Le ultime sono sicuramente successive al 1698. Per oltre vent’anni dunque, Isaac ha ritratto i pesci dei tropici, concentrandosi su questa attività soprattutto dopo la tragedia. Oltre 250 disegni dai tratti nitidi e realistici e dai colori stupendi sono conservati ancora oggi nel Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi. Iniziano con la raffigurazione di Tonni, Barracuda e Bonito, per passare immediatamente, già nella quarta tavola, ad un pesce balestra pagliaccio (Ballistoides conspicillum) da togliere il fiato e, poco più avanti, ad un Pesce unicorno arancione, con il peduncolo caudale arancio e il tassello bianco ritratti alla perfezione. Poi un Ichthyscopus, le cui riproduzioni sono rarissime ancora oggi e una serie ampia e parti-

Amboina in una illustrazione degli inizi del settecento

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La copertina del volume che raccoglie le riproduzioni di tutte le tavole di Lamotius

Non mancano poi gli ippocampi, alcuni crostacei ed invertebrati, altri pesci balestra celebri, una replica più grande del pesce balestra pagliaccio, un pesce donzella (Coris gaimardi) ritratto sia nella livrea giovanile che adulta, chetodontidi, damigelle e molti altri. Un tesoro di bellezza rara, ma anche una ricerca unica dal punto di vista naturalistico, che in un colpo supera di molti anni qualsiasi opera pubblicata fino ad allora. Ci fermiamo qui, contemplando queste meravigliose opere in cui arte e scienza si fondono, proprio come accadeva ai gloriosi tempi di Isaac. Nel prossimo numero concluderemo la sua avventura di vita e di ricerca, quando l’isola comincerà a mostrare i suoi “limiti” divenendo per il nostro una detestabile prigione. Isaac fu infatti persino riconosciuto colpevole di abuso di potere e peculato, ma di questo parleremo il mese prossimo, quando la storia avrà il suo epilogo. Non mancate all’appuntamento!

colareggiata di pomacantidi, acanturidi, Thalassoma, a volte ritratti sia nell’esemplare maschile che femminile con minuziose distinzioni cromatiche, come nel caso della tavola dedicata al Pesce angelo di Lamarck. Isaac dedica al pesce volante (Exocoetidae sp.) la prima tavola a figura intera.

L.B. Holthuis e T.W. Pietsch hanno pubblicato nel 2006 la storia di Isaac Lamotius e le splendide riproduzioni del suo manoscritto nel volume da cui sono tratte le informazioni biografiche e le illustrazioni usate in questo articolo: Les Planches inédites de Poissons et autres Animaux marins de l'Indo-Ouest Pacifique d'Isaac Johannes Lamotius, Publications Scientifiques du Muséum and Bibliothèque Centrale, Muséum National d'Histoire Naturelle, Paris.

Il volume edito da Taschen con le illustrazioni di Samuel Fallours

Si ringraziano gli autori e la Biblioteca Centrale del museo che ha consentito la riproduzione di alcune tavole originali. 36



di Stefano Bertoni

Il Biotopo per gli

APISTOGRAMMA Vogliamo provarci seriamente? Cominciamo questo percorso partendo dalla parte forse più sottovalutata, che in realtà è il centro di tutto il discorso: le piante da introdurre. Sarebbe infatti controproducente introdurre nel biotopo, ad esempio, delle Anubias, visto che provengono dall’Africa. Capite che tutto il castello poserebbe

ualsiasi appassionato ha, almeno per una volta, pensato di riprodurre nel proprio acquario un biotopo (“unità di ambiente fisico in cui vive una singola popolazione di organismi animali o vegetali o più popolazioni che interagiscono tra loro”) e, nel caso degli appassionati degli Apistogramma, un biotopo amazzonico.

Q

Anubias varietà nana, bella ma non adatta al Biotopo Amazzonico!

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Echinodorus “rosè” e Althernanthera sono piante ideali al nostro scopo tenendo in considerazione la loro grandezza e la loro velocità di crescita. Creeremo dei piccoli nascondigli, i quali saranno apprezzati dai pesci che introdurremo. In seguito, per garantire una crescita rigogliosa, potremo fertilizzarle con ferro in soluzione e CO2. Ricreeremo in questo modo le condizioni presenti nei fiumi di origine; le acque, in natura, sono infatti molto ricche di ferro, e l’anidride carbonica favorirà la fotosintesi. Unica precauzione per evitare un fastidioso insorgere di alghe, è monitorare attentamente la loro prematura comparsa, per debellarle con sollecitudine. Importante è anche il fattore “illuminazione”. Per un acquario da 100/150 litri, due lampade T5 da 18 watt dovrebbero fornire la giusta irradianza. In caso contrario basterà aggiungere dei riflettori per accrescere l’intensità. Cerchiamo di montare una lampada fitostimolante ed una “daylight”. In tal modo raggiungiamo un buon compromesso per far risaltare i colori dei nostri pesci e, nello stesso tempo, favorire la fotosintesi. Per il fondo dell’acquario è consigliabile una ghiaia media (0,5-0,6 mm) di un colore non troppo chiaro né troppo scuro. Tale ghiaia risulta, vista la sua taglia, anche facile da pulire mediante operazioni di sifonatura del fondo. Queste ultime sono importantissime per l’equilibrio chimi-

su delle fondamenta poco credibili, quindi dobbiamo ricercare, in via di massima, una vegetazione proveniente dal Rio delle Amazzoni, prendendo questo grande fiume come centro del nostro piccolo universo subacqueo. Esso ospita la più ampia varietà di Apistogramma. Anche il suo maggior affluente, il Rio Negro, non sarebbe male da questo punto di vista, solo che questo ci obbligherebbe a preparare un’acqua di colore ambrato ed a molti acquariofili questa colorazione non piacerebbe. Tornando alle nostre piante, le specie disponibili sono molte: vista la lunghezza del fiume, si può facilmente comprendere quanti punti del territorio, diversi fra loro, attraversa, ma solo poche specie sono commercializzate. Le piante più popolari e adatte al biotopo in esame, e che potrete facilmente reperire sul mercato, appartengono fondamentalmente a cinque generi, ovvero: 1 Echinodorus 2 Cabomba 3 Bacopa 4 Ludwigia 5 Althernanthera Ovviamente quelli elencati sono i generi di appartenenza; poi, per ognuno di essi, esistono diverse specie da prendere in considerazione. A volte capita di trovare, in questi ambienti, anche delle Ottelia spp. ma ciò accade di rado. Cerchiamo di disporre le varie piante nella vasca

Particolare di un impianto CO2 a piastra elettrolitica, facile da utilizzare nel biotopo descritto

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Bellissimo esemplare di Apistogramma altispinosa 40


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ambiente non è difficile da realizzare, anzi, con un po’ di attenzione e tanta passione, è possibile ricreare tra le nostre pareti domestiche un piccolo angolo di mondo lontano. Ovviamente, anche l’introduzione degli altri pesci che metteremo in compagnia dei nostri Apistogramma è un aspetto molto importante. In caso di dubbi conviene chiedere sempre al negoziante di fiducia, oppure seguire una semplice ma ineccepibile regola: documentarsi puntualmente sulla provenienza dei pesci da acquistare utilizzando fonti sicure e bibliografia accreditata. Ultima cosa importante è l’attenzione da porre al cambio parziale dell’acqua. Sappiamo per esperienza che un acquariofilo svolge questa manutenzione circa una volta al mese. Per l’acquario biotopo descritto è consigliabile procedere ai ricambi ogni due settimane. Fondamentale è l’uso di acqua da osmosi inversa, mescolata ad acqua di rubinetto in proporzione attorno al 50%. Al momento del cambio conviene aggiungere un buon biocondizionatore, in modo da legare i metalli pesanti presenti nell’acqua di rubinetto. Utilizzando queste semplici regole si potrà realizzare un magnifico biotopo per i nostri amici Apistogramma, in cui essi possano realmente sentirsi… a casa.

Arredamento di un acquario per biotopo amazzonico co-fisico dell’acquario, perché i residui di cibo e le feci imputridiscono sotto i granelli di ghiaia, con deleterie conseguenze inquinanti. Come per tutti gli acquari, il movimento dell’acqua oltre ad essere utile per la diffusione dei gas, è anche indispensabile per il filtro, quando si utilizzi una sola pompa per le due funzioni. Quindi anche il nostro biotopo necessita di una pompa, disposta nel filtro biologico. Personalmente ne consiglierei una che abbia una portata pari a 4-5 volte il volume della vasca. In altre parole, per una vasca da 125 litri la pompa del filtro biologico dovrebbe spostare 600 litri per ora. Parliamo ora dei requisiti chimici dell’acqua. Il pH ideale per questo ambiente è leggermente acido (quindi 6,8), o al massimo neutro (7,0). La temperatura deve superare di poco i 25 gradi, e la durezza totale (GH) deve essere attorno a 4 °d. In definitiva, questi valori non sono difficili da mantenere. Per quanto concerne l’arredamento, eviteremo artefatti (anfore, sub, scheletri, ecc.) e preferiremo inserire dei legni, o qualche sasso di colore neutro. Per quanto riguarda lo sfondo, infine, teniamo presente che esistono in commercio ottimi fondali tridimensionali. Potremo anche optare per i fondali classici e, tutto sommato, se la parete retrostante lo permette, potremo persino tenere il vetro “nudo”. Insomma da quanto detto, questo magnifico

Allestimento di un acquario con sfondo 3D

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Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!

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Una nuova rubri L’acquario… in

7 domande

Prologo: la lettera di un nostro lettore Come prima cosa vorrei ringraziarvi per la pronta risposta, chiara e precisa. Essendo però ancora dubbioso su alcune questioni, vorrei a questo punto esporle per chiarirmi le idee. 1 - i cambi d'acqua. Da quello che mi sembra di aver inteso, se il filtro funziona bene e se non si esagera con l'alimentazione, l'NH4+ viene ossidata dapprima in NO2- e poi ancora ossidato in NO3-. Quindi, a conti fatti, è giusto che NO2- sia presente in tracce mentre l'ammonio sia proporzionale al numero di pesci e alla quantità di cibo in surplus e il nitrato invece si accumuli. Quest'ultimo essendo all'ultimo stadio di ossidazione resta nell'acqua. Ci si può dunque basare su questo parametro per avere un'idea più precisa di quando cambiare l'acqua? Le piante ricoprono un ruolo importante nell'eliminazione dei nitrati oppure non influiscono? 2 - Il terreno. Le sostanze, i rifiuti, e tutto ciò che resta sul fondo... Eseguo, al cambio d'acqua, un'aspirazione con un tubo a campana di queste sostanze. Aumentando il tempo tra un cambio d'acqua e un altro fino a 6-7 mesi, come mi regolo con questo aspetto? Anche il terreno va pulito con questa frequenza? 3 - Il filtro e la sua pulizia: è possibile effettuare un cambio d'acqua senza assolutamente toccare il filtro? Se sì, ci si deve basare sulla diminuzione di portata dello stesso per capire che è il momento di eliminare i residui dai materiali filtranti (senza toccare i cannolicchi)? 4 - il carbone: è giusta la mia affermazione sul fatto che non devono essere usati costantemente ma solo in seguito a trattamenti con medicinali o in caso di avvelenamento? Se ho usato troppe sostanze chimiche, potrebbe essere il caso di rimetterli subito nel filtro per 4-5 giorni e poi levarli? 5 - acqua limpida: dopo l'aggiunta del Bactozym, che non userò più, l'acqua si è intorbidita, sulle istruzioni si trova scritto che è normale che avvenga. Mi devo aspettare che la torbidità diminuisca da sola? In generale se l'acqua dell'acquario non è limpida dipende sempre dall'attività dei batteri? 6 - la velocità dell'acqua. Il filtro che uso ha la possibilità di modulare la portata. Detto in soldoni, è meglio avere un flusso nell'acquario in grado di muovere le piante e creare una "corrente" oppure è meglio lasciare l'acqua con una circolazione più docile? 7 - Le piante: Premesso che il concime va dosato con molta parsimonia, e da bonsaista posso capire cosa significa, è giusto pensare che più piante si hanno meglio è? Se sì, come capire quando potrebbe essere il momento di dosare la CO2? La CO2 non dovrebbe essere emessa comunque anche dalla respirazione naturale dei pesci? So che molti concetti / domande risulteranno banali a molti ma spero anche che le persone inesperte come me possano trovare utile questo messaggio. Grazie ancora del vostro impegno e ringrazio una seconda volta perché mi rendo conto che i miei messaggi sono molto lunghi e "molto esigenti". Mario Questo fu il punto di partenza per una riunione del consiglio di redazione! La lettera del nostro lettore Mario non poteva trovare risposta in una semplice trattazione nella rubrica lettere. Troppi erano i quesiti posti e troppo complessi, per una trattazione breve e superficiale. Senza dubbio però i dubbi di Mario sono quelli della maggior parte dei nostri lettori alle prime armi e sarebbe opportuno, dunque, offrire una risposta dettagliata ad ogni sua domanda. Abbiamo così deciso di utilizzarla come traccia per una serie dedicata al neofita, questa volta diretta con precisione alla soluzione dei quesiti concretamente definiti da un acquariofilo, non stabiliti da un qualsiasi autore, seppure esperto e preparato. Cominciamo dunque dal ciclo dell’azoto, che permette di offrire spiegazioni al quesito numero 1. Continueremo nei prossimi numeri con le spiegazioni relative ai quesiti successivi.

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ca per il neofita I cambi d’acqua ed il ciclo dell’azoto di Federica Ferrigno Il primo e inizialmente ostico problema che

Schema di un filtro interno

deve affrontare un neofita, e che può presentarsi successivamente all’allestimento di un acquario, riguarda l’accumulo di sostanze azotate: come esse si formano, quali sono le molecole più dannose e come eliminarle. Di conseguenza saranno qui esposte le possibili soluzioni, sarà spiegato quando e perché occorre cambiare l’acqua e in quale percentuale, al fine di ottenere le condizioni di base ideali alla vita in acquario. L’ammoniaca (NH3) è il principale prodotto

di scarto del metabolismo proteico degli animali acquatici; essa inoltre deriva dalla decomposizione di avanzi di cibo, di animali e piante morte, ma anche dalla fissazione dell’azoto molecolare (N2). Una volta rilasciata nell’ambiente, l’ammoniaca si ossida in parte in ione ammonio (NH4+), meno dannoso, in quanto viene bloccato a livello delle membrane cellulari e non penetra nell’organismo; il rapporto ammoniaca-ammonio dipende dal pH dell’acqua. In particolare, più è alto il pH magIl ciclo dell’azoto: processi di nitrificazione e denitrificazione

giore sarà la percentuale di ammoniaca; ad un pH neutro (7), quale quello della mag45


nella ben ossigenata parte meccanica del filtro, costituita da spugne e/o lana perlon. Tuttavia queste, proprio per svolgere la loro funzione nel trattenere lo sporco, devono essere pulite e/o rimosse con una certa regolarità, a differenza invece dei tubetti di ceramica, che non devono essere mai spostati o risciacquati. Infine, lo ione nitrato può essere captato e assorbito dalle piante, specialmente da quelCannolicchi Siporax, un substrato ad elevata superficie con eccellenti performances biologiche. Esistono naturalmente molti altri substrati biologici adeguati allo scopo

le a crescita veloce come la Lemna minor o la Ceratophyllum demersum, e utilizzato come fonte di azoto inorganico. In cambio

gior parte degli acquari d’acqua dolce, pre-

dell’anidride carbonica assorbita, nel corso

vale la forma ionizzata.

della fotosintesi clorofilliana, viene rilascia-

L’ossidazione continua, con un processo

to ossigeno utile sia per gli animali che per i

detto di “nitrificazione”, ad opera dei nitroso-

batteri nitrificanti. In alternativa il nitrato

batteri (vari generi, tra cui Nitrosomonas)

può essere trasformato in azoto molecolare,

che trasformano l’ammonio in una molecola molto reattiva, il nitrito (NO -), che a sua

con una reazione di “denitrificazione”, ad

volta è dannoso per gli animali anche in pic-

Pseudomonas e Bacillus, ad esempio) che,

cole concentrazioni: 0,05 mg/litro è il limite

nella tipologia di tubetto Siporax (prodotto

massimo negli acquari d’acqua dolce. Il nitrito viene infine ossidato a nitrato (NO -) ad

da aziende tedesche e commercializzato in

opera dei nitratobatteri (vari generi, tra cui

parte più profonda dei cannolicchi, in situa-

Nitrobacter). I vertebrati di acqua dolce tol-

zioni

lerano, senza particolari problemi, concen-

Esistono comunque molti altri tubetti in

trazioni fino a circa 50 mg/litro di ioni nitra-

vetro sinterizzato distribuiti in Italia ed in

to, valore oltre il quale si può avere insorgen-

Europa, così come esistono filtri sequenziali

za di patologie. Gli invertebrati al contrario

che effettuano il processo della denitrifica-

sono in genere molto meno tolleranti (fermo

zione anaerobica utilizzando substrati

restando che in biologia vi sono sempre le

diversi, persino bioball di plastica, che in

dovute eccezioni).

particolari condizioni divengono molto effi-

Questo è quanto accade nelle zone coloniz-

cienti nell’effettuare questo processo.

zate da questi batteri, ovvero nell’acqua, nel

In realtà nella maggior parte delle vasche

fondo ma soprattutto nel filtro di una vasca,

d’acquario il nitrato non viene mai del tutto

in particolare nella parte biologica costitui-

smaltito, in quanto si tratta di ambienti

ta dalla superficie porosa dei tubetti di cera-

chiusi, spesso sovrappopolati, con alimenti

mica. In realtà i batteri si insediano anche

in eccesso o con poche piante. Quindi neces-

opera di batteri anaerobi (Paraccoccus,

2

Italia dalla Sera), possono colonizzare la

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di

movimento

lento

dell’acqua.


sitano in genere di un intervento esterno

anche nel caso in cui si abbiano valori accet-

per ridurre la concentrazione dello ione,

tabili di fosfato e nitrato, al fine di eliminare

quale una regolare sifonatura del fondo e

eventuali sostanze di rifiuto normalmente

l’inserimento di acqua pulita con l’elimina-

non individuate dai nostri test. Altre scuole

zione di parte della vecchia.

professano la possibile pericolosità e l’inutili-

I cambi d’acqua devono essere frequenti e

tà del cambio d’acqua, fonte di sostanze che

con una portata limitata, in quanto non

possono difficilmente essere individuate (ad

devono alterare improvvisamente i para-

esempio metalli di transizione) ed eliminate

metri chimici né tantomeno la temperatura

dall’acquario. In questo caso si preferisce uti-

dell’acqua, per non provocare stress agli

lizzare carboni attivi, resine e zeoliti, nonché

animali. Lo stress, infatti, è il fattore princi-

particolari filtri (in genere sono filtri sequen-

pale che induce la comparsa delle patologie.

ziali. N.d.R.) capaci di eliminare da soli nitra-

Sarebbe opportuno quindi fare piccoli

to, fosfato e altre sostanze tossiche.

cambi settimanali. In alternativa si possono

Da ricordare che in seguito ad molti tratta-

effettuare cambi quindicinali del 20% circa.

menti con medicinali, va effettuato un cam-

Ad esempio, con una vasca di 150 litri si

bio consistente d’acqua. In questo caso si

può effettuare un cambio di 30 litri ogni due

consiglia inoltre l’utilizzo di carbone attivo.

settimane. Di solito si utilizza una miscela

Generalmente invece, in una vasca in alle-

composta da 1/3 o 1/2 di acqua d’osmosi e

stimento non è necessario effettuare cambi,

2/3 o 1/2 di acqua di rubinetto trattata pre-

per evitare di abbattere la carica batterica e

cedentemente con biocondizionatore.

le sostanze organiche in decomposizione e

Le percentuali dipendono ovviamente dalle

rallentare in tal modo la formazione e l’in-

proprietà (pH, KH e GH) dell’acqua di ogni

sediamento delle colonie batteriche nel fil-

singolo acquedotto e dalle richieste degli

tro, processo che richiede un certo lasso di

organismi da ospitare. In alternativa, al

tempo (in genere, dai dieci ai trenta giorni).

fine di evitare possibili sostanze pericolose

Esistono però delle eccezioni, come ad

derivanti dall’impianto idrico cittadino e

esempio le vasche ADA, in cui si utilizzano

per limitare l’inserimento di sostanze inde-

dei fondi allofani. Peraltro, sono disponibili

siderate o in eccesso, come il cloro e i silica-

in commercio degli attivatori batterici sem-

ti, si può utilizzare esclusivamente acqua

Carbone attivo, un substrato adsorbente

d’osmosi alla quale cui aggiungere appositi sali, disponibili in varie tipologie ed adatti quindi a fauna di provenienza diversa (Sud Africa, Lago Malawi, Indonesia, ecc). L’argomento in realtà non è così semplice come può apparire ad una prima e superficiale analisi: una prima scuola di pensiero reputa il cambio d’acqua necessario e fondamentale per la corretta gestione dell’acquario, 47


Produzione di ammoniaca, nitrito e nitrato durante l’allestimento di un acquario: curve che mostrano l’andamento temporale

pre più efficaci, in grado di ridurre sensibil-

temente questi parametri. Se in seguito a

mente i tempi di maturazione migliorando

tale introduzione dovessero aumentare le

nel contempo la stabilità delle colonie batte-

concentrazioni di ammoniaca e/o nitriti,

riche e la loro efficienza.

significa che il filtro non è ancora maturo e

Inizialmente si formeranno le colonie dei

quindi bisogna spostare gli animali e aspet-

nitrosobatteri, con un aumento graduale

tare nuovamente. Ove ciò non fosse proprio

della concentrazione dei nitriti, e successi-

possibile, bisogna effettuare piccolissimi

vamente quelle dei nitratobatteri (è possibi-

cambi d’acqua a giorni alterni e aumentare

le favorire tale colonizzazione inserendo

le dosi di batteri da aggiungere, ma è una

nel filtro sostanza organica da degradare,

prassi sconsigliata. Esistono in commercio

come i mangimi, e una mistura di batteri a

delle sospensioni di batteri ed enzimi, in

giorni alterni per le prime due settimane e

grado di risolvere questi brevi periodi di

successivamente ogni settimana).

adattamento senza produrre danni ai pesci.

Dopo circa un mese e fino a quando non

In conclusione, garantendo igiene e pulizia

saranno più presenti nemmeno in tracce

costante alle vasche, cercando di evitare il

ammoniaca e nitriti, (indice di un corretto

sovrappopolamento e inserendo organismi

funzionamento del filtro), sarà quindi possi-

che vivono con gli stessi parametri ambien-

bile iniziare a introdurre gli animali, poco

tali, sarà possibile avere acquari senza

per volta (la pazienza è la virtù degli acqua-

alghe e con animali in buona salute. Il tutto,

riofili!), continuando a monitorare costan-

nel pieno rispetto della natura! 48


di Stefano C.A. Rossi

Eleganza in vasca: i Cerianti secondo cerchio dall'esterno è composto dai tentacoli più lunghi, mentre i cerchi interni sono composti da tentacoli sottili e molto fitti. Il tubo è spesso, fibroso, molto resistente, e può essere molto lungo: entro di esso l’animale si può rintanare in profondità. Il colore della corona di tentacoli è estremamente variabile, passando da esemplari pressoché neri o viola molto scuro ad esemplari quasi totalmente bianchi. Sono comuni le forme brune e verdastre, talora verde fluorescente; possono anche essere bicolori, ad esempio bianchi con la corona più esterna verde debolmente fluorescente, oppure con il centro di colore marrone scuro. Le dimensioni sono variabili, poiché si osservano normalmente esemplari con la corona di 10-15 cm, alti una decina di centimetri sul fondale, ma più raramente si possono incontrare vecchi esemplari con corone di 30-40 cm, alti decine di centimetri. Pachyceriantus solitarius è molto simile a C. membranaceus, sebbene più piccolo, di forma più slanciata e con tentacoli più lunghi in rapporto al complesso del corpo estroflesso. È privo inoltre dello spesso tubo fibroso che caratterizza C. membranaceus ed è caratterizzato invece da un sottile tubo semitrasparente. Il colore, anche in questa specie, è estremamente variabile, in una gamma simile a quella di C. membranaceus e sono addirittura frequenti in alcune località varietà con tentacoli zebrati.

n Mediterraneo sono diffuse principalmente due specie riferibili a questa famiglia di Antozoi (animali a fiore, dal greco antico): Cerianthus membranaceus (Spallanzani, 1784) e Pachycerianthus solitarius (Rapp, 1829). Ambedue queste specie si assomigliano molto: sono caratterizzate da folte corone di lunghi e sottili tentacoli, piuttosto urticanti, ed il corpo è protetto da un tubo, infisso nei sedimenti del fondo, entro cui l’animale si ritira appena disturbato. La principale differenza tra le due specie è nel tubo, fibroso ed abbastanza spesso nel C. membranaceous, sottile e pergamenaceo nel P. solitarius, che inoltre appare più piccolo e slanciato nelle proporzioni. Cerianthus membranaceus vive col tubo infossato nei fondi mobili, sabbiosi e fangosi, oppure affondato tra ciottoli e frammenti biogeni nei fondali detritici grossolani, tra 1 e 40 m di profondità. L’importante è che il fondale non sia esposto a forti correnti o ad un moto ondoso persistente: sarà possibile trovarlo a bassa profondità solo nelle baie più riparate, non escluse le aree portuali. Infatti tollera anche ambienti non eccellenti dal punto di vista ambientale, soprattutto a forte sospensione, purché non a bassa salinità o a basso tenore di ossigeno. Il corpo, di forma allungata leggermente fusiforme, ricorda un grosso verme ed è contenuto in un tubo fibroso secreto dall'animale stesso. Termina con una complessa corona composta da oltre 100 tentacoli disposti su quattro ordini. Il

I

49


mente che siano raccolti dalle reti a strascico, chi desidera un cerianto deve armarsi di buoni polmoni e grande pazienza. La pazienza resta sempre una delle virtù cardinali dell’acquariofilo! Bisogna innanzitutto iniziare a scavare la sabbia intorno al tubo, liberandone il più possibile, allontanandola con delicatezza e pazienza poiché tende a franare nella buca. Dopo un po’ si verrà a formare così una specie di imbuto, e a questo punto l’animale si sarà quasi sicuramente ritirato in fondo al tubo per il trambusto. Bisogna cercare di liberare almeno 20-30 cm (una spanna abbondante) al di sotto del livello del fondo. Non resta che aspettare con pazienza che l’animale esca di nuovo: a quel punto bisognerà immergersi con grande compostezza, avvicinarsi cautamente e con uno scatto afferrare il tubo alla base stringendolo con forza. Il cerianto tenterà di ritirarsi rapidamente, ma troverà il tubo strozzato. La presa deve essere decisa, e per essere sicuri di non danneggiare l’animale occorrerà usare l’altra mano per estrarre l’intero tubo dalla sab-

Ambedue le specie sono visibili sia di giorno sia di notte, ma di notte tendono ad essere più estroflessi: allungano il corpo ed estendono i tentacoli al massimo delle possibilità. P. solitarius in particolare è più evidente ed attivo di notte. Sono tutti comunque rapidissimi a ritirarsi in profondità entro il tubo al minimo disturbo, anche per un’ombra che copra la luce solare. RACCOLTA Quasi sempre gli individui sono solitari, ma se presenti in una zona diventano abbastanza frequenti nel raggio di qualche metro. In alcune aree portuali ne sono state segnalate popolazioni molto dense. Raccogliere un esemplare da ospitare in vasca è un lavoro decisamente impegnativo, perché il tubo membranoso può scendere molto in profondità, anche un metro per i grandi esemplari, e l’animale si rintana rapidamente fino in fondo quando disturbato. Poiché ogni prelievo con autorespiratore è vietato dalla legge e la velocità con cui si ritirano evita solita-

Esemplare di C. membranaceus bicolore. Foto Willy Smiths-Jacob

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Variante di colore bruna. Anche se poco esteso, si nota la struttura massiccia del tubo. Foto Willy Smiths-Jacob bia, afferrandolo al disotto della nostra presa. Potrebbe anche essere tagliato senza problemi. A quel punto l’intero animale è rimasto nella parte libera e può essere riposto in un retino. Per il trasporto, essendo organismi urticanti, occorre riporlo in un sacchetto singolo con la solita proporzione acqua/aria come per un qualsiasi pesce, e trasportarlo al buio in un contenitore termico in modo che non subisca riscaldamento. All’arrivo non bisogna spaventarsi per il putiferio di muco che l’animale di solito emette quando disturbato.

alghe comprese, poiché minore è lo stress, migliore sarà la vita in vasca. Al termine della procedura (mezz’ora abbondante, come minimo!) occorre prendere l’animale con le mani, delicatamente, ed inserirlo nel fondo sabbioso della vasca “aprendo” il sedimento con due dita e facendolo scivolare nella buchetta così creatasi, riportando poi un po’ di sabbia sui lati. In questo modo si evita di versare in vasca tutto il muco prodotto durante il trasporto ed eventuali tossine chimiche che tutti gli “urticanti” amano produrre quando stressati. Altri preferiscono semplicemente adagiare l’animale sul fondo, dove poi trova autonomamente la posizione. Questa seconda soluzione è meglio evitarla se in vasca sono presenti crostacei o stelle marine di specie voraci. Anche nel primo caso è comunque più prudente predisporre una protezione costituita da una sezione di bottiglia di plastica ampiamente perforata con cui isolare il cerianto appena inserito dal contatto diretto

L’INSERIMENTO E L’AMBIENTE IN VASCA Il cerianto andrà acclimatato esattamente come un pesce, immergendo il sacchetto nella vasca per almeno un quarto d’ora, iniziando poi a versarvi gradatamente piccole quantità di acqua della vasca ogni cinque-dieci minuti. Personalmente sono un fautore di un acclimatamento molto graduale per tutti gli organismi, 51


Gruppo di Cerianhus membranaceus di varie colorazioni. Foto Willy Smiths-Jacob

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53


Pachycerianthus solitarius. Si evidenzia la sostanziale somiglianza a C. membranaceus con la differenza di un aspetto pi첫 esile della corona di tentacoli. Foto Andrea Prodan

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55


tentacoli sono piegate dalla corrente. Allora l’animale è nella posizione giusta. Una sventagliata di corrente ogni tanto non guasta, in nessun acquario; se mal tollerata, l’animale si rintana per un po’ e riemerge a tempesta finita. Al contrario di quanto asserito su molti libri, i cerianti vivono benissimo anche raggruppati in più esemplari. È sempre meglio non esagerare, ma è certamente possibile la convivenza di più esemplari della stessa specie vicini: in questo caso non sono noti segni di insofferenza all'intreccio dei tentacoli, mentre vi sono numerose vasche in cui esemplari molto vicini crescono e prosperano. In alcuni casi sono stati rilevati problemi tra C. membranaceus e P. solitarius, a discapito del primo. Nel posizionamento è invece fondamentale tenere conto che di notte si allungano ed estendono molto i tentacoli: l’altezza può essere più del doppio di quella ordinaria e l’ampiezza della corona aumenta di un terzo abbondante. In generale, gorgonie e madreporari, ma anche spugne, risentono del contatto con questi tentacoli che producono ustioni e aree necrotiche. Il posizionamento in aree di corrente debole è inoltre una sicurezza per gli ospiti “natanti” dell’acquario, poiché i tentacoli sottili ed estesi sono micidiali. Molto spesso i Palaemon vi entrano in contatto con una antenna od una zampa cercando di contendere il cibo, ed allora è ben visibile la potenza necessaria a staccarsi ed allontanarsi. I piccoli pesci, in particolare le forme giovanili (ad esempio castagnole, Apogon, ecc) corrono gravi rischi soprattutto se si trovano a contrastare la corrente di una pompa. Introducendo pesci giovani sarà allora più prudente isolare adeguatamente il cerianto con la solita grossa bottiglia di plastica, opportunamente sezionata e forata, fino a che i nuotatori non abbiano incrementato le loro capacità natatorie. Come si è detto, in generale i crostacei di fondo rappresentano un pericolo serio per i cerianti, non solo in fase di introduzione; lo stesso dicasi per alcuni muricidi e altri gasteropodi predatori. Altri molluschi della famiglia Coralliophilidae

con gli ospiti che possono rivelarsi invadenti in questa fase. Al momento dell’introduzione potremmo anche accorgerci che il cerianto si è sfilato dal tubo: niente paura. Nel caso di C. membranaceus quasi sempre è possibile infilarlo nuovamente a mano; altrimenti basta posizionarlo e in pochi giorni avrà ricostruito il suo tubo. In questo caso diviene però prioritario costruire la protezione con la bottiglia di plastica. Per l’introduzione sono anche possibili soluzioni alternative: qualcuno inserisce l’animale in ampi barattoli di vetro, li riempie di sabbia ed interra i barattoli nel fondo: in questo modo il tubo resta confinato, poiché alcune volte il cerianto si espande nel fondo costruendo tubi lunghi decine di centimetri e, se si pensa ad una possibile ristrutturazione dell’assetto della vasca, occorre praticamente rifare il fondo con tutte le conseguenze del caso se si tratta di un DSB. In generale i cerianti sono associati all’immagine di un fondo sabbioso alto, ma vivono egregiamente anche in vasche dal fondo nudo (cosiddette vasche con metodo berlinese “bare-bottom”). In questo caso sarà sufficiente creare degli angoli con rocce abbastanza piccole entro cui adagiare il tubo dell’animale e ricoprirlo delicatamente. In questa situazione, se l’animale dovesse essere uscito dal tubo e non fosse stato possibile infilarlo nuovamente, conviene realizzare una vaschetta piena di sabbia in cui deporre il cerianto: quando avrà ricostruito il tubo sarà possibile spostarlo nella posizione definitiva. Nei fondi grossolani detritici vivono bene e di conseguenza anche in vasca questa sistemazione è un’opzione perfettamente accettabile. I cerianti sono animali certamente più attivi di notte, quindi una posizione non troppo illuminata andrà bene. I tentacoli, lunghi e flessuosi, sono delicati e nell’insieme non è un animale che ama correnti forti. Per questo motivo la collocazione sarà migliore nell’area di ritorno del flusso di corrente in vasca, piuttosto che non direttamente dove batte il getto di una pompa. L’idrodinamismo è perfetto quando solo le estremità più sottili dei 56


tacoli, quando l’organismo ha assunto un frammento di cibo più che sufficiente, non sprecando energie per catturarne altro. Una reazione quindi non patologica ma fisiologica. Va sottolineato che P. solitarius appare decisamente più esigente di C. membranaceus, in quanto richiede più cibo ed è più sensibile alle variazioni ambientali. Cerianthus membranaceus è quindi senz’altro una specie più adatta ai non esperti. I cerianti sono senza dubbio animali longevi: in letteratura sono segnalati casi di esemplari vissuti nelle vasche di acquari pubblici per settant’anni. Nella mia personale esperienza due esemplari di C. membranaceus sono compagni di viaggio ormai da oltre dieci anni, avendo anche superato un triste incidente che causò la perdita della vasca. Per tutti questi motivi, C. membranaceus può essere un ospite di riguardo estremamente elegante e non troppo esigente, e può rappresentare un eccellente punto focale per molte vasche marine mediterranee.

C. membranaceus nero in fase ”digestiva”. Tale stato può protrarsi dalle 24 alle 48 ore. Foto Stefano C. A. Rossi (Coralliophila meyendorffii, C. lamellosa) si limitano ad un rapporto parassitario, che solitamente non risulta pericoloso per il cerianto, a patto che lo stesso sia adeguatamente nutrito. ALIMENTAZIONE L’alimentazione può essere varia. I cerianti possono essere nutriti sia di frequente con particelle fini, come per i celenterati di piccole dimensioni, sia saltuariamente con piccoli pezzi di polpa di gambero e di pesce. Artemia salina adulta e misidacei sono un cibo vivo eccellente, ma anche i nauplii, per quanto piccoli, vengono efficacemente catturati e possono costituire una delle principali fonti di alimentazione. Molte particelle sono raccolte anche durante la somministrazione di cibo ai pesci e agli altri invertebrati. L’alimentazione in frammenti più grossi deve essere invece meno frequente: al massimo una volta alla settimana. Talvolta, dopo aver catturato un grosso frammento il cerianto in fase digestiva assume una posizione particolare, con i tentacoli che si afflosciano rigidi lungo il tubo. Si è sempre parlato di “indigestione”, ma l’osservazione induce ad avanzare l’ipotesi, peraltro tutta da dimostrare, che potrebbe trattarsi semplicemente di un atto di defunzionalizzazione dei ten-

ERRATA CORRIGE Per un disguido nell’invio delle immagini, la prima parte dell’articolo di Stefano C.A. Rossi sull’Anemonia viridis, pubblicato sul numero 10 della rivista, a pagina 32 e seguenti, si è trovata ad “andare in macchina” senza il proprio corredo fotografico: sono state quindi utilizzate immagini che non si riferiscono strettamente all’animale oggetto dell’articolo, Anemonia viridis, ma a vari cnidari utilizzati come esempio per definirne varie caratteristiche in comune (potere urticante, simbiosi con le zooxantelle, ecc.). Infatti, in nessuna delle didascalie veniva fatto esplicito riferimento ad A. viridis indicandola come soggetto della foto stessa. Ricordiamo che le foto sono state aggiunte dalla redazione per risolvere il suddetto problema tecnico (che avrebbe impedito di fatto la pubblicazione del numero in tempo utile) e che l’autore, Dott. Stefano C.A. Rossi, non è in alcun modo responsabile della scelta. Anzi, lo stesso ha scoperto il problema di invio solo a numero già uscito provvedendo a re-inviare il materiale originale utilizzato poi nella seconda parte dell’articolo. È prassi comune, comunque, in qualsiasi rivista divulgativa, utilizzare a corredo di un articolo anche foto che non ritraggano strettamente il soggetto della trattazione. 57


Pachycerianthus solitarius. Si evidenzia la struttura pi첫 esile del fusto, e il tubo semitrasparente prossimo al fondo e poco sviluppato. Foto Andrea Prodan 58


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NOTIZIE DALLE AZIENDE NOTIZIE DALLE AZIENDE NOTIZIE DALLE AZIENDE

Notizie dalle Aziende om’è noto, aquariophylia è particolarmente attenta alle novità tecnologiche che possono

C

accrescere il vostro piacere e siamo per questo sempre propensi ad offrire test, recensioni, punti di vista diversi su acquari, accessori, biocondizionatori. In alcuni casi queste notizie deri-

vano da specifici test di banco (i test di aquariophylia). In altri casi derivano da recensioni prodotte indipendentemente dai nostri autori o da segnalazioni dei lettori (“Questo mi è piaciuto” o “Non mi è piaciuto”). Mancava, ovviamente, il punto di vista delle aziende stesse. Apriamo pertanto, in questo secondo anno, un nuovo canale diretto di comunicazione tra aziende ed utenti finali. Lo proponiamo, in questo primo approccio, per offrire alla CIA, nota azienda torinese, la possibilità di spiegare la filosofia della nuova linea di prodotti per piante targati Seachem. In questo tipo di comunicazioni, ovviamente, è esclusa la partecipazione dei nostri redattori, affinché il messaggio sia diretto e schietto! Diamo dunque la parola alla CIA.

SEACHEM sta per lanciare sul mercato una nuova linea di prodotti dedicata alle piante d’acquario. Scatenate la crescita delle vostre piante! PREMIER È un biocondizionatore formulato appositamente per i plantacquari. Rimuove cloro e cloramine innalzando allo stesso tempo il livello di potassio. Premier non è acido e non va ad influire sul pH. Utilizzare il prodotto all’avvio della vasca ed ogni qualvolta si aggiunga o cambi l’acqua. Premier è una soluzione concentrata di potassio tiosolfato che rimuove sia il cloro che le cloramine. Tuttavia non è consigliato per gli acquari marini a causa dell’ammonio prodotto dalla reazione con le cloramine, ma è perfetto per gli acquari con piante, poiché l’ammonio è benefico per le piante grazie alla sua funzione di fertilizzante. Non c’è bisogno di neutralizzarlo poiché viene rapidamente assorbito. Serve anche come fonte minore di potassio

ENVY Envy è una mistura di carboidrati, vitamine, amminoacidi ed un supplemento di acidi grassi poli-insaturi che indirizza e soddisfa le esigenze nutrizionali delle piante. Envy contiene estratti di Chlorella (forte disintossicante), alga che ha come ingrediente base l’acido ascorbico, ed costituisce anche un ricco assortimento di amminoacidi e vitamine.

PROPEL È una fonte concentrata (10.000 mg/l) di ferro ferroso che è l’unione del ferro subito disponibile con quello rilasciato nel tempo. Se il ferro è fornito in forma ferrica (Fe3+) allora deve essere ridotto dalle piante alla forma ferrosa (Fe2+) prima di poter essere utilizzato. Questo processo noto come riduzio60


NOTIZIE DALLE AZIENDE NOTIZIE DALLE AZIENDE NOTIZIE DALLE AZIENDE ne, richiede che le piante utilizzino energia. Propel fornisce ferro già in forma ferrosa, ottimizzando l’utilizzo del ferro. Inoltre Propel contiene un agente di riduzione che aiuta a convertire qualsiasi tipo di ferro presente (come il ferro substrato) nella forma ferrosa.

SYNTHESIS L’azoto è presente in una varietà di forme (nitrato, ammoniacale, ureico). Anche se le piante sono in grado di usare l’azoto in tutte e tre le forme, quella che preferiscono varia secondo la specie. Quindi i supplementi di azoto derivati da una sola forma (nitrati) non saranno così efficaci come i supplementi forniti da tutte e tre le forme. Synhesis è una fonte concentrata (32.000 mg/l N) di azoto ed è unico, perché lo fornisce in tutte e tre le forme. Approssimativamente il 50% di azoto contenuto in Synthesis è derivato da una fonte organica (urea) mentre quello rimanente si divide all’incirca al 25% ciascuno tra le fonti nitrato e ammoniacale.

ACTIVATE Activate è una forma concentrata (6.000 mg/lt) di fosforo. Questo prodotto, se usato seguendo le istruzioni, andrà ad aumentare ed accelerare la crescita dei vegetali. Usandolo in combinazione con Synhtesis si avranno risultati migliori. Activate è costituito da Sali di potassio di vari gruppi di fosfato ed è quindi anche una fonte di potassio. Contiene 8.800 mg/lt di potassio. Quando viene usato insieme a Synhtesis (supplemento di azoto) utilizzando lo stesso dosaggio (7 ml/1.000 lt). Entrambi i prodotti forniscono azoto e fosforo nella seguente proporzione: 5:1 – N:P

MINERALIZE La durezza totale è data dalla concentrazione di cationi metallici bivalenti. Nella maggior parte delle acque essa è costituita principalmente da calcio e magnesio. L’acqua tenera ha una bassa concentrazione di cationi bivalenti disciolti mentre l’acqua dura ne ha un’alta concentrazione. L’ambiente nativo di alcune piante (Cryptocoryne, Aponogeton, etc.) contiene acqua tenera. Tuttavia altre piante (Sagittaria subulata, Riccia fluitans, etc.) sono più a loro agio in ambienti con acqua più dura. Per replicare questi ambienti è necessario modificare la durezza. Mineralize è una miscela di sali bivalenti studiata per ripristinare o incrementare la durezza totale.

CARBONATE La durezza carbonatica, (KH) è dovuta a carbonati e bicarbonati contenuti nell’acqua. La durezza carbonatica contribuisce alla stabilità del pH e può anche agire come riserva di emergenza di CO2 se il suo livello precipita. Carbonate è un derivato del bicarbonato di potassio. Accresce sia la durezza carbonatica che il potassio. La concentrazione di Carbonate è 2.000 meq/L (5.600 dKh). In aggiunta contiene 78.300 mg/l potassio. 61


vai col...

ww w

link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta

comprensione dei

principi e

delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la

rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun

esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un

proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle

bandierine

al fianco di ogni link, per assecondare le

vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri

suggerimenti:

se avete trovato una pagina particolarmente

interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 62


CARASSIO: l’amico di sempre

Oggi parliamo di…

are che i primi ad allevarli siano stati i cinesi, molti secoli addietro. Hanno catturato alcuni esemplari di

P

Carassius auratus e, dopo attente selezioni, sono riusciti a produrne dei veri e propri animali da compagnia. Una cosa apparentemente impossibile per quei tempi, quando filtri e termoriscaldatori erano anco-

ra molto lontani nel futuro! Non potendo modificare l’ambiente, per renderlo più ospitale, sono riusciti a modificare una specie, rendendola adeguata a qualsiasi ambiente domestico. L’ambiente naturale del carassio oramai non esiste più, anche perché questa specie è divenuta molto diversa dai suoi ancestrali predecessori. Possiamo anzi affermate che al momento l’ambiente naturale del carassio è costituito… dalla boccia. Un pesce che resiste ai cambi d’acqua, alle “attenzioni” dei bambini, ai lunghi digiuni e all’acqua terribilmente inquinata, ha affidato il destino del proprio DNA alla grande adattabilità a queste condizioni avverse, le quali determinano di fatto una totale assenza di competitori per lo spazio vitale. Non servono, a questa specie, grandi difese naturali dai predatori, né capacità riproduttive eccezionali. Servono invece caratteristiche particolari di bellezza, colori vivaci, forme atipiche degli occhi e della coda, tali da favorire le attenzioni degli allevatori: finché ci saranno allevatori interessati alla sua particolare bellezza, il pesce rosso troverà una boccia nella quale vivere ed uno stagno nel quale riprodursi. Ovviamente il fatto che sia adattabile non significa che lo si debba sistematicamente maltrattare. Al contrario, solo curandolo bene in un vero acquario si riesce ad ottenere delle soddisfazioni concrete. A partire da questo numero prenderanno vita varie iniziative tese a rendere più semplice e senza segreti l’allevamento di questo amico di famiglia. Cominciamo subito con una navigazione guidata attraverso una serie di siti web che spiegano concetti essenziali. Cliccate dunque senza paura sui link che seguono, per seguire il percorso informativo individuato dai nostri collaboratori.

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A QUESTO PUNTO NON VI RESTA CHE CLICCARE SUI LINK E‌

BUONA LETTURA! http://www.acquaportal.it/articoli/dolce/pesci/speciale_pesce_rosso/default.asp http://www.acquariolife.it/i-pesci-rossi/408-il-pesce-rosso-generalitan-ed-allevamento.html http://www.poecilidi.com/index.php?ind=reviews&op=entry_view&iden=358 http://www.canigattieco.com/esotici/articoli-esotici.aspx?id_articolo=41 http://www.acquaportal.it/articoli/dolce/pesci/speciale_pesce_rosso/variet/default.asp http://www.acquariolife.it/i-pesci-rossi/390-il-pesce-rosso-le-malattie-pias-comuni.html http://www.pescirossi.net/365/pesce-rosso-22anni/ http://www.fruciano.it/Acquario/rosso.shtml http://www.acquadivetro.com/Approfondimenti/La%20giusta%20via%20del%20pesce%20rosso.html http://www.mondoguidegratis.it/?p=796

http://en.wikipedia.org/wiki/Goldfish http://www.fishbase.org/summary/Carassius-auratus+auratus.html http://nas.er.usgs.gov/queries/factsheet.aspx?SpeciesID=508 http://goldfish.ornamental-fishes.com/ http://tropicalfishandaquariums.com/Goldfish/Goldfish.asp http://www.aboutfishonline.com/articles/goldfish.html http://www.practicalfishkeeping.co.uk/content.php?sid=3763 http://aqualandpetsplus.com/Live%20Food,%20Goldfish.htm http://www.aqua-fish.net/show.php?h=goldfishbreeding http://www.datsplat.com/guide-to-the-proper-care-and-feeding-of-black-moor-fancy-goldfish/

http://www.zierfischverzeichnis.de/klassen/pisces/cypriniformes/cyprinidae/carassius_auratus.htm http://www.familie-hauffe.de/atlex/arten.asp?id=393 http://www.aquariumguide.de/goldfisch.htm http://www.aquaristikdetails.de/fische.php?show=1 http://www.netzwissen.com/haushalt-tiere/goldfische.php http://goldfische.kaltwasseraquaristik.de/aq-teich.htm http://goldfische.kaltwasseraquaristik.de/schritte.htm http://www.neuropool.com/berichte/tiere/die-richtige-pflege-des-goldfisches.html http://goldfische.kaltwasseraquaristik.de/faq-fisch.htm http://www.hausgarten.net/gartenteich-teich/fische-teich/goldfisch-haltung.html

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NAPOLI, 6 MARZO


Un mini-acquario per meduse mediterranee di Valerio Zupo & Tony Di Meglio Allevare meduse è complesso, persino in acquari molto grandi. Con alcune precauzioni e disponendo di grandi esperienze e mezzi, si possono però realizzare degli acquari marini di grande effetto e bellezza, in vasche classiche o cilindriche, di volume superiore ai 500 litri. Si tratta dunque di esperienze “vietate” ai comuni mortali? Tutt’altro! Abbiamo voluto dimostrare questo

mese che si possono allevare a lungo meduse in casa, anche disponendo di mezzi minimi e poco spazio. Allestiremo infatti un acquario per meduse del volume di… 500 millilitri! Naturalmente non pretenderemo di allevare enormi animali gelatinosi: ci accontenteremo di piccole Olindias phosphorica, un idrozoo mediterraneo con generazione medusoide prevalente, abbastanza comune presso le nostre coste per tutto l’anno, anche se più abbondante da primavera ad autunno. Per catturarla basterà immergerci, muniti di retino, a bassa profondità, specialmente in ambienti erborati e su praterie di fanerogame marine. Prima, però, bisognerà allestire un acquario adeguato. Allo scopo, abbiamo utilizzato due bottiglie che contenevano un fertilizzante liquido, del volume di 500 ml ciascuna. La prima bottiglia è stata tagliata nella sua porzione superiore, in modo da ottenerne un contenitore a base quadrata, aperto in alto. La seconda è stata forata invece sul fondo, in modo da realizzare un’apertura circolare. Sono stati inoltre praticati due fori sulle pareti oblique in alto, in modo da evitare la produzione di sacche d’aria. La stessa è stata poi inserita, capovolta, nella prima, in modo da produrre una seconda camera, che costituisce l’acquario vero e proprio (osservando le foto a corredo dell’articolo si riuscirà a comprendere meglio i dettagli tecnici).

Il mini acquario appena realizzato, riempito d’acqua per testarne la tenuta

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sione, la seconda bottiglia col collo diretto in basso. A questo punto abbiamo piegato ad “L” un tubo rigido da mezzo centimetro di diametro e l’abbiamo accoppiato ad un secondo tubo rigido da aria, in modo da produrre un insufflatore (una goccia di colla è servita a fissare il tutto ed un pezzetto di nastro adesivo è bastato a mantenere ferma la struttura mentre la colla faceva presa). Lo stesso è stato inserito nell’imboccatura della seconda bottiglia, sino al fondo della prima (basta agitare leggermente per far spostare i tubetti di ceramica) e fissato con una goccia di colla per plastica. Quando tutte le colle hanno fatto presa, abbiamo aggiunto un secondo strato di collante sul bordo di unione delle due bottiglie, per garantirne la tenuta all’acqua. Abbiamo quindi tagliato un pezzo di spugna nella misura del fondo delle bottiglie, con un piccolo foro al centro per il passaggio dei tubi. Lo abbiamo disposto alla base della bottiglia in alto (capovolta) realizzando così il fondo dell’acquario. Su questo abbiamo infine disposto un piccolo strato di sabbia corallina, che serve da substrato per l’acquario ma anche per mantenere stabile il pH. A questo punto il mini-acquario è stato riempito d’acqua di mare (poco più di mezzo litro, tra vasca e filtro) ed un aeratore è stato collegato al

Olindias phosphorica poco dopo la cattura

Piccole meduse poco dopo il pasto La bottiglia che funge da base è stata riempita con tubetti di ceramica ad elevata porosità (abbiamo utilizzato dei BluRings della Ferplast). Poi il bordo superiore è stato spalmato con colla per plastica (Tangit) ed è stata inserita, in presL’acquario completo, con le meduse in movimento

Il movimento dell’acqua mantiene in sospensione le artemie

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I materiali necessari alla realizzazione


Le due bottiglie sono state fissate in posizione

L’acquario completo e incollato

tubicino per l’aria. Il flusso d’acqua dall’alto verso il basso, dalla vasca ai tubetti di ceramica (attraverso sabbia e spugna) e poi dal basso in alto, di ritorno in vasca, permette l’instaurarsi di una ricca colonia di batteri, specialmente se si provvede ad inoculare con dei batteri starter. Dopo circa una settimana di funzionamento si possono aggiungere le medusine ed una luce led (abbiamo utilizzato il piccolo illuminatore LED della Ferplast perché munito di regolatore dell’intensità), che le illumini bene dall’alto. Le piccole meduse sono ghiotte di nauplii di Artemia appena schiusi. Di tanto in tanto somministriamo nauplii di Artemia arricchiti per due giorni con Algamac. Le meduse godono di ottima salute e crescono lentamente. Deperiscono e si riducono in dimensioni se restano senza Artemia per più di 3-4 giorni.

I materiali filtranti sono stati sistemati nelle bottiglie

La spugna è stata coperta da sabbia corallina

Il tubo ad “L” che forma l’insufflatore insieme al tubicino rigido da aria

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Il piccolo acquario è leggermente rumoroso, a causa dell’insufflatore collegato all’aeratore. Dovrebbe dunque essere sistemato in una stanza ove non crei disturbo al riposo. La presenza delle piccole meduse (si tratta di una specie che si conserva molto piccola) che pulsano, si rincorrono, fanno capovolte nell’acqua, rappresenta una fonte di continua meraviglia negli osservatori occasionali e nei familiari. …E pensare che si tratta di vere meduse mediterranee!

MEDUSE MP4. L’ACQUARIO IN FUNZIONE. CLICCATE PER OSSERVARLO IN TUTTA LA SUA BELLEZZA NEL FILMATO. Vista dall’alto dell’acquario ancora vuoto

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In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!

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A.I.A.M. ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUARIO MEDITERRANEO

Si è aperta col primo gennaio la campagna di rinnovo delle tessere associative A.I.A.M. Per ogni informazione: www.aiamitalia.it. Nel frattempo si stanno sviluppando proficuamente i contatti con appassionati stranieri e tramite gli iscritti A.I.A.M è stato possibile uno scambio di informazioni su nuove tecniche di gestione dagli Stati Uniti alla Francia (passando per l’Italia ovviamente!). In Comunità Europea questi passaggi avrebbero il nome pomposo di “technology transfer”, ma tra acquariofili la chiamiamo condivisione di esperienze, magari con qualche risata, e porta grandi benefici in tutte e due le direzioni. Da questi contatti emerge anche che le problematiche relative alla tutela ambientale, alle restrizioni alla pesca, ai rapporti con i commercianti e con i produttori di materiali per acquari, temi spesso trattati in associazione, siano esattamente identici dall’Alaska all’Italia passando per Florida, Spagna e Francia. In questo filone di “apertura” si è inserito anche il recupero e la traduzione di testi “storici”, che sta aiutando a capire sempre più come gli assunti monolitici in acquariofilia siano sempre pochi e come spesso la storia si ripeta, contando per fortuna sull’evoluzione tecnica. Tempo e impegni tiranni purtroppo rallentano queste attività. Tra i programmi per il nuovo anno vi è anche il rafforzamento dei gruppi di acquisto per materiali (ad esempio led per l’illuminazione) e per alimenti particolari.

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NUOVI LABORATORI PER L’A.A.A. Gli acquariofili abruzzesi tra mini-olandese e trentennale L’anno che è appena cominciato sarà particolarmente importante per l’Associazione Acquariofili Abruzzese: il più longevo tra i club italiani del nostro settore venne fondato infatti il 13 maggio del 1982 da tredici (numero fatidico!) appassionati, diversi dei quali sono tuttora iscritti al sodalizio. Non erano tra i fondatori ma aderirono in quello stesso anno anche due tra i soci che più hanno collaborato ai successi del club: Amedeo Pardi, da pochi mesi eletto presidente, e Lorenzo Marcucci, attualmente di nuovo segretario, dopo essere stato tra l’altro anche vice presidente. Proprio al tandem Pardi-Marcucci, insieme al vice presidente Giuseppe Flacco, va attribuito il merito di aver dato il via ad una politica di rilancio dell’AAA, sempre più al servizio dei soci. Il trentennale sarà adeguatamente

celebrato,

con un evento pubblico e probabilmente con una mostra, ma le cose devono ancora essere definite e ci sarà comunque modo di riparlarne. In via di definizione anche

Giuseppe Flacco impegnato nell’allestimento pratico del suo mini-olandese

un’altra importante iniziativa varata per il 2012: l’associazione ha intenzione di organiz-

zare dei veri e propri corsi d'acquariofilia in alcuni piccoli comuni delle province di Chieti e di Pescara. L’evento pilota dovrebbe tenersi a Giuliano Teatino (CH), con l’organizzazione e la supervisione del vice presidente Flacco. Vi terremo informati. Continuano intanto con successo i “Laboratori dell’Associazione”, con i quali Pardi ha da subito caratterizzato la propria presidenza. Il direttivo ha già fissato date e argomenti per i primi tre appuntamento del 2012: 22 gennaio. Laboratorio sui sistemi di filtraggio in acquario. Prendendo come base il power point predisposto dal direttore della nostra rivista, Valerio Zupo, per un suo apprezzato intervento a Napoli Acquatica (e gentilmente messo a disposizione dell’AAA) Luciano Di 72


Un angolo della sala riunioni AAA con una parte dei soci presenti

Tizio intratterrà i soci e modererà l’inevitabile acceso dibattito. 19 febbraio. Laboratorio sui Discus: come allevare e riprodurre i Discus; come organizzare un piccolo locale per l'allevamento e la riproduzione e tutta un’altra lunga serie di consigli pratici a cura di Roberto Iezzi (appassionato allevatore e gestore di una piccola serra) e Giuseppe Nardini. 18 marzo. Laboratorio sull'allestimento di un acquario mediterraneo; su cattura e trasporto degli organismi mediterranei e su leggi e normative varie che regolano la cattura degli organismi mediterranei, il tutto a cura di Giovanni Placentile, grandissimo esperto del settore, con un breve intervento di Luciano Di Tizio (socio anche del WWF) sulle normative protezionistiche. Non si è spenta intanto l’eco (molto positiva) suscitata dal laboratorio del 18 dicembre sull’affascinante tema della vasca “olandese” realizzata in un nano acquario, incontro tenuto ancora una volta dal vice presidente Giuseppe Flacco, grande esperto di piante acquatiche. Il tema accattivante e il taglio pratico che Pardi ha voluto per i laboratori continuano a destare grande interesse tra i soci e favoriscono una crescente partecipazione. L’occasione è servita anche per il tradizionale scambio di auguri e per i brindisi di fine anno in un piccolo rinfresco tenuto appena dopo la conclusione del laboratorio: va bene parlare sempre di acquari, ma una fetta di panettone e un bicchiere di spumante almeno di tanto in tanto decisamente non guastano.

Panettone e spumante hanno concluso l’incontro del 18 dicembre

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A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA “Bettafriendly” una nuova iniziativa dell’Associazione Italiana Betta! Tutti gli acquariofili avranno sicuramente notato nei negozi di pesci ed articoli per acquario, che troppo spesso i meravigliosi esemplari di Betta splendens vengono esposti in contenitori di dimensioni davvero ridotte, a volte addirittura in poche decine di millilitri. Questa cattiva abitudine negli ultimi anni sembra voler essere suffragata anche da alcune aziende del settore che propongono come ideali per i Betta vaschette “soprammobile” di piccole dimensioni (parliamo di un litro scarso d’acqua), sprovviste di qualsiasi sistema di riscaldamento o filtraggio. Siamo d’accordo sul fatto che la particolare evoluzione subita dai Betta (e da tutti gli anabantidi in generale) li renda più resistenti di altri pesci a condizioni dell’acqua non ottimali e che il loro particolare habitat d’origine possa far pensare che possano vivere bene anche in volumi ridotti, ma non possiamo assolutamente paragonare una “prigione” di un litro d’acqua (o meno) ad una risaia, nemmeno nei peggiori periodi di siccità. È proprio con questo spirito di consapevolezza, volendo fare qualcosa per i nostri beniamini, che nasce l’iniziaziativa “Bettafriendly” della nostra Associazione. Cosa vogliamo fare? Molto semplice! Grazie ai nostri soci presenti su tutto il territorio nazionale, vogliamo “premiare” quei negozianti che si distinguono dalla massa trattando in maniera adeguata i nostri amati Betta (e non solo!). I negozi “virtuosi” riceveranno il nostro logo “Bettafriendly” e la segnalazione nel nostro sito, così i soci ed i visitatori sapranno dove rivolgersi per acquistare animali trattati in maniera eticamente corretta. Stiamo ultimando i preparativi: nel prossimo numero di Acquariophylia riceverete le istruzioni dettagliate sul funzionamento del programma e tutte le informazioni necessarie. Buon 2012 a tutti! Associazione Italiana Betta Per informazioni riguardo la nostra associazione e le attività: info@aibetta.it www.aibetta.it Il nostro forum: www.bettaforum.it

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A.I.K. ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH

Buon anno a tutti! Un nuovo anno si apre e speriamo che sia pieno di successi come l'anno appena passato. Cercheremo di dare ancora più servizi ai nostri soci (ad esempio: starter di cibo vivo sempre disponibili...), ovviamente un congresso con relatori di livello internazionale e, come sempre, tanti pesci! Per quello che riguarda le pubblicazioni, ci proponiamo 5 o più numeri del bollettino e di avere, come quest'anno, più speciali: l'ultimo numero del 2011 ad esempio è stato completamente dedicato ad Aphyosemion australe e comprende al suo interno traduzioni di articoli stranieri e inediti sulla diffusione, allevamento e riproduzione di uno tra i più belli e tra i pochi diffusi killifish! Per i prossimi numeri sicuramente una traduzione di un mega-articolo sul periodo più critico per i Nothobranchius: la schiusa e le poche settimane successive a questa! Uno speciale su Fundulus messicani, magari uno sul "gardneri" (magari potete suggerircelo voi!!!) per non parlare dei tanti sudamericani dai nuovi nomi! Non sapete cosa sono Hypsolebias & Cynodonichthys? Fate un giro su www.aik.it, sul forum www.aik.it/forum o le pagine Facebook, per scoprirlo! Per far parte di AIK o per farci semplicemente delle domande contattaci all'indirizzo info@aik.it, ti forniremo le semplici istruzioni per entrare a far parte di un gruppo di amici che si occupano con vera passione tra i pesci più colorati ed interessanti!

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A.M.B.I. ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA BETTOFILI ITALIANI Il 2011 ha visto nascere l’iniziativa denominata Bettaday in collaborazione con Tetra. L’obiettivo che ci si era prefissi nella programmazione di tale evento era la diffusione della bettofilia e la presentazione dell’associazione A.M.B.I. al grande pubblico. Se tali sono state le premesse che hanno dato alla luce l’evento denominato Bettaday, non si può oggi parlare che di successo di tale iniziativa. Sona state davvero centinaia le persone che hanno scoperto l’affascinante mondo del betta grazie a questi eventi, molte sono state anche le persone che a vario titolo si sono avvicinate a questa disciplina selettiva in occasione di queste iniziative unendosi al gruppo che da vita all’A.M.B.I. I giovanissimi non solo hanno apprezzato l’affascinante mondo dedicato al betta, i suoi sfavillanti colori, le sue livree, ma sono stati felici di ricevere i tanti gadget messi a disposizione generosamente dal nostro sponsor Tetra. Alla luce di tale successo il 2012 non può non riproporre tali iniziative ancora una volta al grande pubblico. Tuttavia quest’anno ci saranno importanti novità. I Bettaday 2012 quest’anno si propongono oltre agli stessi obiettivi dell’anno trascorso, quindi, diffusione della bettofilia, promozione dell’associazione, anche nuovi ambiziosi obiettivi di natura didattica. Quest’anno ci siamo prefissi di proporre una “bettofilia consapevole” ai negozianti, affinché possano acquisire le nozioni necessarie e gli strumenti adatti per una gestione ottimale del betta, nella fase che accompagna quest’ultimo nel lungo viaggio che lo porta dall’allevamento dove è nato, fino alla vasca degli appassionati di tutt’Italia. Troppe volte abbiamo visto betta stipati in minuscoli bicchieri di plastica e agonizzanti, in attesa che qualcuno li acquistasse liberandoli da tale orribile supplizio.

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Pertanto con tale iniziativa, si intende promuovere una corretta gestione del betta all’interno dei petshop. Diverse iniziative saranno tese ad incentivare una gestione ottimale del betta. Oltre ad informazioni adeguate sul come mantenere un betta in maniera ottimale e dignitosa, i petshop che aderiranno al programma di mantenimento proposto da A.M.B.I. riceveranno una vetrofania che identificherà quello specifico petshop ed il suo gestore come un negozio raccomandato per la sua partecipazione attiva alla tutela e la gestione ottimale del betta. Tutti i petshop che sosterranno tale iniziativa saranno inseriti in un elenco pubblicato sul sito di A.M.B.I., che riporterà la lista completa dei negozi di tutt’Italia raccomandati dall’associazione. Tale elenco sarà pubblicato anche ad ogni uscita del bollettino dell’associazione “Splendens”, inoltre gli aderenti saranno coinvolti di volta in volta a varie iniziative, attualmente in fase avanzata di programmazione e di cui vi parleremo inseguito. Non solo AMBI intende incentivare i negozianti che aderiranno a tale iniziativa, ma si preoccuperà anche di dissuadere con azioni forti e decise chi si ostina mantenere i betta in condizioni precarie di vita, ma di questo vi parleremo più avanti. Tuttavia è chiaro alla luce di quanto detto che i Bettaday 2012 vanno ben oltre a quanto già fatto nel 2011. Siete tutti invitati a tali eventi, dove i sostenitori di A.M.B.I. vi guideranno in un viaggio avventuroso ed entusiasmante: benvenuti ai Bettaday 2012!

Nota della redazione L’A.M.B.I. ha prodotto questo mese un interessante articolo dal titolo Betta splendens guida ad un adozione consapevole sulle cure di base da dare al Betta. Per motivi di spazio sarà pubblicato sul prossimo fascicolo.

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G.A.F. GRUPPO ACQUARIOFILO FIORENTINO Secondo Corso di Acquariofilia Nel primo semestre del 2012, si terrà a Firenze il secondo corso di acquariofilia organizzato dal Gruppo Acquariofilo Fiorentino! Dopo l'ottima riuscita della prima edizione di due anni fa, il corso è stato inserito quest'anno all'interno delle proposte del Quartiere 2 del Comune di Firenze, sperando così di coinvolgere un maggior numero di nuovi appassionati nel territorio fiorentino. Il corso si svolgerà in cinque serate tematiche e sarà rivolto sia a coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo dell'acquariofilia sia ad utenti più esperti, con tematiche generali ed approfondimenti specifici all'interno di ogni serata. Durante le serate saranno approfonditi i seguenti temi: 10 Febbraio 2012 - La gestione dell'acquario: elementi di chimica, controllo dei valori, scelta ed inserimento dei pesci - Lorenzo Bardotti e Maurizio Ghelli 9 marzo 2012 - Guida pratica alle piante d'acquario: acquisto, messa a dimora, coltivazione ed allestimento - Marco La Volpe 13 aprile 2012 - Il nanoreef: un acquario marino alla portata di tutti - Stefano Braccini 11 maggio 2012 - Illuminazione con sistemi a led: Resoconto di una sperimentazione - Lorenzo Bardotti e Maurizio Ghelli 8 giugno 2012 - Terracquari: tecnica ed allestimento - Antonio Borrani Il corso si terrà presso il consueto luogo delle riunioni dell'associazione, nella sede del Quartiere 2 di Firenze, Villa Arrivabene, in p.za Alberti 1/a, a partire dalle ore 21:30 e comprenderà sia brevi lezioni teoriche (con proiezione di diapositive) che dimostrazioni pratiche. L'ingresso alle riunioni del GAF è sempre libero, escluso il periodo del corso, per il quale è richiesta una quota d'iscrizione di 15 euro, per motivi assicurativi e organizzativi; questo importo corrisponde alla quota associativa e darà diritto a ricevere la tessera annuale e l’attestato di partecipazione al corso. Per il resto dell'anno, come da 12 anni a questa parte, è possibile frequentare liberamente le consuete riunioni dell'associazione ogni secondo venerdì del mese per: - parlare dei propri acquari; - scambiare pesci e piante con gli altri acquariofili; partecipare alla manutenzione ordinaria dell'acquario presente all'ingresso della sede che ci ospita; - portare l'acqua dei propri acquari per misurarne i valori; - prendere libri e riviste di acquariofilia; - cenare insieme a conclusione della serata; - richiedere starter di Grindal, Micro-Tubifex o Dafnie. Chiunque può inoltre iscriversi liberamente alla Mailing List dell'Associazione e/o alla pagina Facebook del GAF. Ti aspettiamo! Gruppo Acquariofilo Fiorentino www.gafonline.it info@gafonline.it

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G.A.S. GRUPPO ACQUARIOFILO SALENTINO Le iniziative del G.A.S. Anche per il Gruppo Acquariofilo Salentino è appena trascorso un altro anno, ricco di incontri e di iniziative che ci auguriamo abbiano aiutato e diffuso la conoscenza del nostro meraviglioso hobby. Il 6 Gennaio 2012 appena trascorso, l’associazione salentina ha festeggiato il suo dodicesimo anno di vita; indubbiamente un bel traguardo per questa attiva associazione acquariofila! Tra le iniziative del 2011 ricordiamo ad esempio le serate a tema dedicate ai meccanismi di riproduzione dei ciclidi, alle tecniche di gestione di un acquario marino tropicale, l’allevamento dei carassi pregiati, il bettaday in collaborazione con l’A.M.B.I. e la recente serata sull’acquacoltura applicata all’allevamento dei pesci ornamentali su larga scala. Ricordiamo inoltre l’attiva partecipazione dell’associazione alla rivista online aquariophylia attraverso le pagine informative e la realizzazione di articoli di grande interesse acquariofilo da parte di alcuni soci del G.A.S. La “nona sinfonia” di quest’anno è stata senza dubbio la realizzazione di un nuovo sito dinamico che permette a tutti i nostri lettori di interagire e di tenersi informati su tutto ciò che riguarda il nostro hobby a livello nazionale ed internazionale, in ogni momento. Inoltre, l’inaugurazione della pagina Facebook ed il raggiungimento, dopo soli quattro mesi, di oltre duemila amici da tutto il mondo che seguono con assiduità le attività dell’associazione salentina. Non dimentichiamo infine delle iniziative dedicate ai negozianti e agli appassionati, veri supporter del settore acquaristico. Chi volesse entrare in contatto con l’associazione può farlo tramite il sito ufficiale http://www.gas-online.org o tramite la pagina facebook al link http://www.facebook.com/profile.php?id=100002530294054 Anche per il 2012, l’iscrizione al G.A.S. mantiene le stesse quote associative degli ultimi anni: Socio Studente: 5,00 Euro Socio Ordinario: 15,00 Euro Socio Negoziante: 25,00 Euro Chi volesse diventare socio del Gruppo Acquariofilo Salentino, può scaricare il modulo d’iscrizione disponibile sul sito del G.A.S. e contattare il Direttivo per le modalità di pagamento all’email dell’associazione info@gas-online.org Il Gruppo Acquariofilo Salentino augura a tutti i lettori di Aquariophylia uno splendido Anno Nuovo all’insegna della Natura e degli acquari. 79


MAREVIVO

NAUFRAGIO ‘COSTA CONCORDIA’: DURO COLPO ANCHE ALLA BIODIVERSITA’ Roma, 19 gennaio – Cosa sta succedendo sotto il mare dell’Argentario? Sotto “il tappeto blu” una parte dello Scoglio della Scola - zona privilegiata per le immersioni subacquee e di alto valore ambientale - è già stata divorata dalla Costa Concordia, che si è, poi, andata ad adagiare, con le sue 114mila tonnellate di stazza e 290 metri di lunghezza, su un letto di roccia non nuda, anzi piena di vita. “Al Giglio i fondali sono ancora ricchissimi di Cystoseire, Posidonie, Gorgonie, Spugne, Molluschi, Crostacei, Celenterati, che sono rimasti schiacciati assieme a miriadi di altri organismi” - spiega Francesco Cinelli, esponente del comitato tecnico di Marevivo e docente di Ecologia all’Università di Pisa, ricordando anche come “il bestione di migliaia di tonnellate di peso sta togliendo la luce a tutte le piante del fondale. Nella zona circostante è presente una prateria di Posidonia, una delle più preziose dell’arcipelago toscano dopo quella di Pianosa e dell’Africhella”. Oltre alla bomba ecologica costituita dalle migliaia di litri di carburante che, in queste ore, gli olandesi della Smit stanno provando a disinnescare, provate ad immaginare cosa significhi, in termini di dispersione in mare, l’inabissamento di un Comune di oltre 4.000 abitanti: la ‘Costa Concordia’ si sta portando a fondo tutto il suo carico di rifiuti - dai detersivi agli oli alle vernici ai prodotti di clorazione delle piscine, ai metalli di vario ordine e grado - che cominceranno a degradarsi e a diffondere nell’acqua circostante tutte le proprie componenti nocive. E, di conseguenza, a mettere a rischio la ricchezza di biodiversità, che non dobbiamo mai dimenticare essere alla base della nostra stessa sopravvivenza sulla Terra. “La speranza è che si faccia presto a togliere la Costa Concordia da quella posizione e a trasferirla altrove: più rimarrà adagiata sul fondo e più i danni saranno gravi e il recupero del fondale sarà lento”. Dopo più di 5 anni, alla Secca di S. Giovanni all’Isola di Pianosa, dove urtò, anche in quel caso per un’errata manovra del Comandante, la nave da ricerca “Allianz” del Centro Nurc di La Spezia, le rocce denudate sono ancora quasi prive di organismi. Ufficio Stampa Marevivo 063202949 -3381090669

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S.A.C. SALENTO AQUARIUM CLUB Domenica 18 Dicembre si è tenuta a Lecce presso la sala conferenze dell’Ex conservatorio Sant’Anna, la presentazione ufficiale del Salento Aquarium Club! Nonostante la pioggia e la chiusura al traffico di alcune strade principali della città, siamo rimasti entusiasti dell’affluenza di appassionati in sala! Tra la tanta emozione, il Direttivo in carica ha rotto il ghiaccio presentando le motivazioni che hanno portato alla nascita di questa nuova associazione ed ha elencato i tanti progetti che verranno attuati nel 2012. Innanzitutto ogni ultima Domenica del mese verranno organizzate serate tematiche, conferenze e seminari che andranno a trattare dalle tematiche più comuni quali “l’allestimento e la gestione di un acquario” ad argomenti più complessi come: “l’illuminazione a led”, “l’allevamento e riproduzione dei coralli”, “la selezione genetica dei Betta Splendens”. Verrà organizzata nel periodo primaverile una visita all’acquario di Genova, a seguito della quale verranno visitati alcuni allevamenti nelle vicinanze. Per gli appassionati del Mediterraneo, in estate, una visita guidata ci porterà alla scoperta dei fondali marini Salentini con riprese fotografiche subacquee che successivamente verranno esposte in mostra. Un progetto di fondamentale importanza vede la collaborazione col Tartaclub Italia e consiste nel creare un centro di recupero delle tartarughe (Trachemys Scripta) che troppo spesso vengono abbandonate nei pochi corsi d’acqua presenti nella nostra regione e che vanno ad intaccare pesantemente la flora e la fauna autoctona, soprattutto creando una forte competizione alimentare con le Emys Orbicularis, tartarughe autoctone più piccole e meno rapide delle prime. A questo progetto ne verrà collegato un altro che riguarda Aphanius fasciatus ed infine vi è la realizzazione di una manifestazione acquariofila che sarà improntata sulla cultura acquariofila e sul sano commercio nel rispetto degli animali acquatici, con annessi concorsi e campionati a premi. Durante la serata inaugurale è nato inaspettatamente un graditissimo confronto di opinioni tra i presenti! Sono stati toccati tanti argomenti, tra i quali il delicato rapporto che vi è tra acquariofili, operatori del settore e Associazioni. A tal proposito abbiamo esposto il progetto “Negoziante S.A.C.” col quale il Salento Aquarium Club spera di coinvolgere quanti più operatori del settore è possibile, dato che una buona collaborazione tra Associazione ed operatori del settore, dettata da regole ben precise, non può che far bene allo sviluppo della cultura acquariofila tra gli appassionati. Il programma delle attività per il 2012 e la descrizione dei progetti in partenza, saranno presto disponibili sul sito internet www.salentoaquariumclub.org. Inoltre le attività del S.A.C. possono essere seguite anche sul profilo Facebook “Salento AquariumClub” che in un mese di vita ha raggiunto ben 1400 iscritti. Per ulteriori informazioni è attivo l’indirizzo e-mail info@salentoaquariumclub.org Ringraziamo tutti coloro che hanno preso parte alle attività di questa nuova Associazione e diamo il Benvenuto ai nuovi Soci! Il Presidente: Salvatore Greco


di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?

Buongiorno a tutti! Vi state chiedendo dove siamo? Stanchi dei bagordi post-natalizi e pronti ad affrontare il nuovo anno di duro lavoro? Ebbene ve lo dico io! Siamo nel mondo dell’informazione diffusa e generalizzata. Ve ne eravate accorti? Benvenuti nel ventunesimo secolo. Questa storia dell’informazione diffusa e generalizzata ha i suoi vantaggi. Abbiamo a disposizione infiniti mezzi per scoprire, diffondere idee, creare, rimanere collegati. Uno di questi vantaggi è rappresentato da aquariophylia! Se non fossimo nella civiltà dell’informazione diffusa (e generalizzata) non potremmo averla. Dovremmo basarci su qualche polverosa rivista di carta: ogni pagina, un pezzo d’albero in meno. …E ci scrivessero pure delle cose intelligenti… In quel caso l’albero potrebbe essere felice di essere stato distrutto, per diffondere informazioni circa il nuovo sistema redox che migliora l’acquario marino e d’acqua dolce. Ma se poi ci metti le solite ovvietà sulla riproduzione dei guppy… beh, in quel caso sarebbe stato meglio conservare l’albero. Vi pare? Però questa benedetta società dell’informazione gene82


ralizzata (e diffusa) ha pure dei “contro”. Il

impiegato

fatto è che ognuno può scrivere tutto quello

Figuriamoci cosa può accadere oggi, dal

che vuole, anche se non ha neppure idea di

momento che le idee fantasiose e prive di

cosa voglia dire. Intendiamoci, non è che si

basi concrete viaggiano alla velocità della

voglia mettere la censura. Ma poi, di fatto,

luce sulle ali di internet!

tutti credono di essere dal lato della ragio-

Cosa c’entra tutto ciò con gli acquari?

ne, quando pensano una fesseria e dopo

C’entra, c’entra! Andate un po’ in internet a

pochi minuti diventa Bibbia. Quanti ne

vedere cosa si dice degli acquari. Troverete

conoscete voi? Io ne conosco almeno un

di tutto… di più! C’è chi li considera come

milione e mezzo di tipi così. Se ci pensiamo

gabbie per pesci, chi afferma che non si può

bene, siamo tutti fatti un po’ così. Uno guar-

tenere un acquario marino senza distribu-

da una partita di calcio e ritiene che l’attac-

tore di anidride carbonica, chi afferma con

cante non sia quello giusto. Dopo pochi

sicurezza che pH e durezza sono la stessa

secondi si trasforma in C.T. e comincia a

cosa e chi giura che i guppy sono ciclidi afri-

sputare sentenze. Se Guppy lo mettiamo in

cani. Ma quel che è peggio, c’è chi prende

attacco e Betta sulle fasce laterali… Pesce

queste affermazioni per buone, le fa sue e le

palla in porta e Piranha in difesa… sarem-

diffonde a sua volta attraverso siti e blogs.

mo imbattibili. Invece quello sciocco del C.T.

Non c’è nessuna legge che lo vieti.

(quello vero) ha messo Zebra in difesa, che

E cosa dicono di noi? Della rivista, intendo.

è un novellino! Dopo poco tempo questi

Beh, tanto per cominciare, digitando “aqua-

commenti divengono Legge. Li trovi nei

riophylia” in google, oggi e con il mio com-

blog, li pubblicano sui siti web. Alla fine un

puter ottengo 33.600 pagine web. Non

personaggio che guadagna fior di milioni

male!

perché è vero esperto della materia, viene

Molte di queste pagine parlano benissimo di

messo da parte, solo perché il Signor Rossi,

noi e del nostro operato. Ovviamente ce ne

ragioniere, ha deciso di essere più prepara-

sono anche di quelle che ne parlano male.

to e motivato. Ma vacci tu sul campo e fai

Questo è giusto e corretto. Ognuno ha i suoi

vedere cosa sai fare! Vi pare?

gusti e deve poter esprimere il proprio pare-

No, quelli preferiscono parlare, ovviamente.

re. E poi non siamo mica perfetti. Quindi

E il problema è che con i mezzi oggi a dispo-

ben vengano le critiche che, come dice il

sizione, le loro parole possono diventare

capo, ci aiutano a crescere. Quello che non è

addirittura “opinioni”. Finisce così che il

corretto, a mio parere, è sputare sentenze

professionista viene bistrattato a destra e a

da mal di fegato senza motivo. Pochi giorni

manca mentre le opinioni dei dilettanti

fa andavo in giro per la rete (strano per un

divengono Legge. Sirene, vampiri e mostri

pesce vero, andare in giro per la… rete!) e

marini hanno sempre viaggiato rapidamen-

mi sono imbattuto in un forum che parlava

te, dopo essere state generate dalla fantasia

di noi. Mi sono incuriosito (mi capita spes-

di singoli individui, mentre l’idea che la

so) e ci sono entrato (l’entrata è libera e

terra girasse intorno al sole… beh, quella ha

quindi potete entrare anche voi e vedere 83

secoli

per

farsi

strada.


cosa stanno dicendo proprio ora: http://use-

Dice che è una versione “aggiornata” di

net.it.rooar.com/showthread.php?t=71437

aquarium (una vecchia rivista di acquari

01). Ho trovato delle affermazioni di questo

che ha chiuso i battenti alcuni anni fa.

tipo:

N.d.R.)! Ora, a parte il fatto che se incontro il vecchio Capo (inchino ancora… non posso

(Il primo della lista pare abbia scoperto la

farne a meno ormai!) gli spacco il muso per-

nostra rivista da poco e fa delle domande)

ché mi deve ancora un paio di barattoli di

Qualcuno la legge? É interessante e valida?

mangime per le mie collaborazioni, nessuno

Vedo che ci sono nomi illustri.. Stavo per

ha notato che c’è un editore diverso, una

registrarmi ieri ma chiedono obbligatoria-

redazione diversa, una rosa di collaboratori

mente il nome e il numero di telefono del

diversi? Insomma, cosa avremmo in comu-

negozio di fiducia e io queste cose proprio

ne? Il fatto di voler fare una rivista seria di

non le sopporto.

acquari? Beh, grazie tante. Ma a parte que-

Ecco la prima affermazione gratuita. Uno

sto, mi pare che le politiche siano totalmen-

senza sapere fa illazioni! Innanzitutto è

te diverse. Il rapporto con gli sponsor ora è

chiaro per tutti (credo) che il nome del

limpido e cristallino e, cosa di non poco

negoziante di fiducia ecc. è tutt’altro che

conto, la rivista viene regalata a tutti. Ma

obbligatorio. Serve solo per premiare quei

insomma, possibile che se mi metto a

negozianti che diffondono la nostra rivista,

costruire computer oggi tutti debbano pen-

regalando loro la pubblicità sulle nostre

sare che sono il cognato di Steve Jobs? O.K,

pagine (le avrete notate). Ma se uno non la

andiamo ancora un poco avanti e vediamo

mette non si offende nessuno (beh, forse il

cosa rispondono gli altri.

negoziante di fiducia sì, ma a noi qui non

Quotando: Quando mi sono registrato io

importa). L’unica cosa obbligatoria è il

(mesi fa) non mi hanno chiesto numeri di

nome e la password, che servono ovviamen-

telefono.

te per scaricare la rivista. Ma si può mette-

Tu sei il solito raccomandato.

re anche un nome di fantasia. Nessuno chie-

Quotando: E se uno non ha un negozio di

de nulla! Eppure questo primo utente pare

fiducia? Mah... Potrei inventarne qualcuno

non aver compreso la cosa (forse per colpa

visto che io nei negozi non ci vado mai.

nostra: chi lo nega?). Ma andiamo avanti

Quotando: La rivista è in pratica la versio-

con la… discussione!

ne elettronica aggiornata e italianizzata del

Quando mi sono registrato io (mesi fa) non

vecchio aquarium.

mi hanno chiesto numeri di telefono. E se

Quindi ancora scadente come allora?

uno non ha un negozio di fiducia? Mah... La rivista è in pratica la versione elettronica

Eh no, questo qui va oltre! Non chiede mica

aggiornata e italianizzata del vecchio aqua-

se staranno dicendo stupidate. Lui va avan-

rium.

ti con le proposte e conclude che siamo sca-

Questo utente ha capito, a quanto pare. Però

denti, in quanto eredi di una rivista defun-

fa delle altre illazioni prive di fondamento.

ta! Senza neppure indagare da dove nasca84


no tali assurde affermazioni! Ma andiamo

forse si intravede un barlume di luce.

ancora un pochino avanti (risponde quello

Non sono obbligatori il nome e il numero di

di prima):

telefono del negozio di fiducia. …Ho pur-

Quotando: Quindi ancora scadente come

troppo notato un po' di spam.

allora?

Finalmente qualcuno si è accorto che non

Mah, le persone che ci scrivono non sono

era obbligatorio inserire i nomi dei nego-

dei novellini, anzi. Direi che è meglio di

zianti. Però qui si introduce un nuovo argo-

aquarium. Certo, playfish è un'altra cosa.

mento di fantasia: “un po’ di spam”. In che

Ah, meno male, qui si comincia a ragionare.

senso? Si riferisce mica al messaggino che

Poi però si tira in ballo una rivista hobbisti-

gli abbonati ricevono ogni mese autorizzan-

ca che, da quanto ne so, è defunta da tempo

doli a scaricare il nuovo numero? Non ci

(ma potrei sbagliarmi!). Insomma, conti-

possono essere altri tipi di spam, poiché

nuano a tirarci dentro il mondo dei morti!

l’archivio abbonati è segretissimo e chiuso a

Ma è un vizio funereo questo! Però andiamo

tutti (persino a me… sigh: avrei potuto cer-

avanti e troviamo il meglio:

care l’anima gemella). Di che spam si va

Qualcuno la legge?

parlando? Ancora terrorismo intellettuale?

Almeno il titolo giusto, per rispetto del

Sentiamo ancora cosa ne dicono:

greco... Temevano ricorsi dai tanti abbonati del fu aquarium, per partorire un simile

Per la qualità... c'è un po' di tutto, dalla cosa

nome...?

più semplice all'approfondimento. Mi fanno

Sul “qualcuno la legge”… tiriamo un velo

un po' ridere solo le recensioni dei prodotti

pietoso: basta andare in internet per vedere

con pro e contro dove i contro sono spesso

quali sono i nostri numeri! Ma che importa

veramente superflui ed ovvi (ma di qualco-

in questo caso? Però qui addirittura ci vor-

sa dovranno pure campare immagino).

rebbero imputare ricorsi per essere in asse

Secondo me comunque non è male almeno

ereditario con una rivista defunta (che con

da scorrere e guardare se c'è qualcosa che

noi non ha mai avuto nulla a che fare, ovvia-

interessa, e mi sembra che abbiamo ridotto

mente!). Cos’altro? Chiamiamo il Ku Klux

gli articoli terra-terra rispetto ai primi

Klan e ci facciamo ardere vivi in base ad un

numeri.

sospetto? Interessante poi l’accenno alla testata. A quanto pare dovrebbe derivare

Beh, la prima affermazione mi pare sana. In

dal greco! Nessuno ha mai sospettato che

effetti la rivista ha contenuti a vario livello,

possa nascere dalla fantasia di un gruppo di

secondo i nostri piani editoriali. Ma anche

fondatori? In realtà è solo un nome com-

questo utente non poteva mica basarsi solo

prensibile, nel suo significato, in quasi tutte

sul reale… Parla delle nostre recensioni,

le lingue del mondo! Ma è un nome di fanta-

affermando che i contro sono “superflui ed

sia. Altro che greco antico… Eh, se fosse

ovvii”. In che senso? Se sono ovvii forse non

viva la mia professoressa di lettere, buo-

sono superflui! O intende che sono falsi?

n’anima! Ma andiamo ancora avanti che

Insomma, ci sono altri “contro” che noi 85


nascondiamo? Se fosse così saremmo dav-

pasto neppure ad un pesce rosso (senza

vero dei bei fetentoni! Ma non credo che il

offesa per i consimili). E noi non lo abbiamo

capo lo permetterebbe. Lui dice che la cosa

mai recensito. Ma a che pro? Dovremmo

più preziosa che abbiamo, da difendere ad

sprecare pagine della rivista per sparare

ogni costo, è la nostra onestà intellettuale.

addosso ai prodotti non interessanti? Ah, ce

Poi il tipo del forum dice che “di qualcosa

ne sarebbe di argomenti… E alla fine cosa

dovremo pure campare”. Intendendo ovvia-

avremmo ottenuto (a parte il farci dei nemi-

mente che dobbiamo campare facendo di

ci)? Di annoiare il lettore con tanto mal di

questi piccoli imbrogli. O no? Ma possibile

fegato, senza parlare poi delle cose interes-

che nessuno riesca ad immaginare qualcu-

santi! No, la nostra politica è diversa. Non

no che campi onestamente? Sinceramente,

parliamo affatto delle cose poco interessan-

è un quadro molto triste della realtà.

ti e ci dedichiamo tutti a quelle belle ed utili.

Peccato che i giovani la pensino così.

Strano vero? Il lettore, che è intelligente, lo

Peccato davvero!

sa e riesce quindi a comprendere perfetta-

Tuttavia ora voglio essere benpensante,

mente cosa funziona e cosa, al contrario,

spogliandomi per un attimo dal mio caratte-

non merita la nostra attenzione. Tutto qua.

re Carassiesco (o si dirà Carassico? Misteri

Se questo appare come una forma di piagge-

del lessico). Voglio supporre che il nostro

ria… beh, pensatela come volete. Ma noi

involontario

stesse

non abbiamo tempo da perdere! I prodotti

immaginando strane “pastette” ma si rife-

di cui si parla nella rivista meritano di esse-

risse semplicemente al fatto che noi parlia-

re presi in considerazione. Quindi non sono

mo solo dei prodotti relativamente buoni

mai cose “da evitare”. Sono cose belle, che

(citandone pro- e contro-) senza sparlare di

hanno ovviamente pregi e difetti. Di cui

quelli veramente orridi, di cui ovviamente

regolarmente parliamo, in maniera schietta

potremmo dire peste e corna. E lui pensa

e sincera. Però se qualche amico del forum

“se fanno così è perché non vogliono inimi-

di cui sopra ha veramente un prodotto che

carsi troppo i produttori in generale”. In

ritiene “dannoso” per il pubblico, non ha

questo caso la pensa bene. Se noi fossimo

che da parlarne egli stesso, nella rubrica

degli incalliti spara-al-produttore, probabil-

“questo non mi è piaciuto”, e ci costringerà

mente, diventeremmo un pericolo per il

così a dirne peste e corna. Cosa si può fare

mercato e nessuno vorrebbe, neppure per

di più? Abbiamo limitato in qualche modo la

errore, pagare per delle pagine pubblicita-

libertà di espressione? O no? Poi però il

rie. Ma cosa c’è di strano in questo?

discorso si fa interessante, perché parlano

Voglio, dire: mica stiamo qui per sparare

di me:

interlocutore

non

addosso alla gente. Certo che esistono infiniti prodotti pessimi di cui non parliamo.

Ma la morale del Carassio c'è sempre ?

C’è ad esempio un mangime di pessima qua-

E la risposta:

lità (di cui non dico il nome), che vendono

Si, praticamente identica a Aquarium.

per pesci tropicali ma che non darei in 86


Questa è bella. Saremmo la stessa cosa di

te: facciamo attenzione a quello che scrivia-

aquarium solo perché io ci scrivo dentro? E

mo e non diffondiamo notizie errate, se non

cosa dovevo fare? Defungere con una vec-

siamo certi di quello che stiamo dicendo o

chia rivista con cui collaboravo? Affondare

scrivendo. Io immagino che il potere dei

insieme alla nave? Mettermi in pensione

mezzi moderni servirà a far evolvere rapi-

anticipata? Chiedere la cassa integrazione?

damente una specie umana più attenta, in

Mi sarà permesso di continuare a lavorare

grado di autocensurarsi piuttosto che scri-

anche dopo o no? Se è la mia presenza a dar

vere cose prive di fondamento. Ma temo ci

noia, levo subito le tende!

vorrà del tempo!

Ovviamente poi la discussione continua ma

Scrivetemi, vi prego, per dirmi cosa ne pen-

non voglio tediarvi. Ho riportato qui solo le

sate di questa faccenda e di quelle simili.

cose a mio avviso fondamentali, trattandosi

L’invito vale anche per gli amici del forum,

di un sito web aperto al pubblico e quindi

che ho introdotto in questo numero solo

disponibile a chiunque.

come esempio (tutto sommato, in positivo):

Le ho riportate con simpatia nei confronti

esistono casi molto più radicali, facili da tro-

di chi scriveva (anzi, vi invito ad iscrivervi

vare in rete, che non cito neppure perché

al suddetto forum, che è certo interessante

non ne vale la pena (e torniamo al discorso

e vivo), perché ritengo che siano importan-

di cui sopra!). In conclusione, anche gli

ti per comprendere il vantaggio/svantaggio

acquariofili del forum sono invitati formal-

dei nostri giorni: la gente ha grandi mezzi

mente ad entrare nella rivista, esprimere il

per esprimere il proprio pensiero. Un

loro parere, cooperare per migliorarla

tempo, per diffondere le stesse cose, ognuno

secondo la loro visione. Questo può essere

dei partecipanti avrebbe dovuto probabil-

un modo concreto per migliorarci.

mente scrivere ad una rivista e ci sarebbe stato, prima o poi, un redattore attento in

Vostro, incensurato

grado di moderare gli interventi. Oggi, al

Carassio

contrario, tutti possono affermare di tutto e spanderlo in lungo e in largo. Persino io! E questo fa sì che idee errate, o perlomeno imprecise, facciano il giro del mondo, rapidamente, senza alcun tipo di verifica della loro fondatezza. Ovviamente che ci siano mezzi moderni di comunicazione è un bene irrinunciabile. Non possiamo tornare indietro. I forum, liberi ed indipendenti (proprio come quello che ho preso ad esempio), sono una conquista meravigliosa per tutti noi! Dovremmo allora lavorare tutti insieme sull’altro fron87


Non solo acquari...

I MIMI DELLA NATURA: guida all’allevamento degli

INSETTI STECCO di Alessandro Vlora - terza parte Concludiamo con questo numero il nostro minicorso sugli insetti stecco. Siamo certi che questi insetti saranno riusciti ad attrarre la vostra attenzione. Qualcuno di voi avrà deciso di allestire un piccolo terrario ad essi dedicato. Altri avranno semplicemente scoperto piccoli segreti della natura che ignoravano. L’importante è che oggi siamo tutti più ricchi! Continuiamo dunque il discorso iniziato l’anno scorso prendendo in considerazione gli ultimi argomenti fondamentali: alimentazione ed allevamento.

L’ALIMENTAZIONE Tutti gli insetti stecco sono fitofagi e si nutrono, prevalentemente nelle ore crepuscolari, per mezzo di un apparato boccale di tipo masticatore. L’alimento preferenziale varia a seconda della specie, sebbene in cattività accettino volentieri foglie di rovo (Rubus spp.), nella varietà con spine o, ancor meglio per l’allevatore, nella varietà senza spine; foglie di querce, mirto, lampone e biancospino sono spesso ben accette. Ci sono specie di problematico allevamento, come Oreophoetes peruana, che si nutrono esclusivamente di foglie di pteridofite (felci). È superfluo ricordare che, qualunque cibo si offra, esso deve essere assolutamente privo di concimi e antiparassitari. Alimenti sostitutivi per brevi periodi di tempo sono basilico, lattuga e alcuni tipi di insalata. Brock (1992) riferisce di esemplari che si cibano volentieri di alcune varietà di geranio. In genere alimenti molto ricchi di acqua (come le comuni insalate) non solo fanno cambiare la consistenza delle feci, ma costringono questi insetti ad emettere bolle d’acqua al fine di eliminare i

Nella pulizia del fondo del terrario attenzione a non confondere le feci con le uova (di forma ellittica)

88


L’allineamento del primo paio di zampe con il corpo permette agli stecco di proteggere il capo liquidi in eccesso. Tale circostanza può divenire un problema in quanto feci morbide e semi-liquide possono comportare la proliferazione di muffe pericolose per gli stessi insetti. Si sconsiglia comunque l’uso di cibo che non sia a base di foglie di rosacee (rovo, biancospino, lampone,

ecc.) perché con alimenti sostitutivi gli insetti tendono a sviluppare difficoltà durante la muta e possono arrivare a morire in serie. Per evitare il rapido disseccamento delle foglie, conviene che i ramoscelli adoperati come cibo peschino con la parte terminale del gambo nell’acqua di un piccolo contenitore d’acqua (barattolo, beuta o bottiglia di acqua). Il collo del contenitore va opportunamente coperto con del cotone idrofilo al fine di evitare l’accidentale annegamento dei giovani esemplari. ALLEVAMENTO IN TERRARIO Il terrario ideale per l’allevamento dei fasmidi deve rispondere essenzialmente a tre requisiti: buona areazione, sviluppo verticale, numero adeguato di aperture. Per la difficoltà di reperire in commercio simili terrari (ad eccezione di quelli adatti all’allevamento di camaleonti), si consiglia di costruirsi in proprio una teca in legno con ampie superfici in rete a maglie strette, che consentono buona areazione ed estesa superficie utile per gli spostamenti degli insetti; sostando di rado sul fondo, si preferiscono terrari maggiormente sviluppati in altezza. Terrario autocostruito adatto all’allevamento di fasmidi 89


Maschio di Eurycantha calcarata

L’apparato buccale dei fasmidi è di tipo masticatore

Come substrato, sebbene esteticamente poco gradevole, ma molto funzionale, può adoperarsi della comune carta assorbente da cucina. Il colore chiaro, inoltre, permette facilmente di distinguere le feci dalle uova abbandonate sul fondo della teca. Nell’allevamento di specie provviste di ovopositore (come Heteropteryx dilatata e Eurycantha calcarata) è necessario un substrato di torba soffice o, comunque, una vaschetta riempita con substrato sterile inumidito (terreno setacciato o vermiculite) al fine di facilitare la deposizione delle uova. Per conservare un buon tasso d’umidità basta vaporizzare acqua con un comune spruzzatore, una volta al giorno, direttamente sui ramoscelli adoperati come cibo. Monitorando le mute, indirettamente, si può comprendere se è necessario aumentare o diminuire l’umidità ambientale: in genere un ambiente troppo secco provoca difficoltà nel compiere la muta, un ambiente eccessivamente umido favorisce lo sviluppo di muffe e cattivi odori. Collocando il terrario in casa, a temperature comprese tra 19 e 22 °C, non è necessaria una fonte di calore supplementare. Quando indi90


spensabile, occorre adoperare piastre riscaldanti (di moderato wattaggio) da non posizionare mai sul fondo della teca in quanto disidraterebbero le eventuali uova deposte. In ambienti freschi, l’idonea temperatura può essere mantenuta optando per la costruzione di una teca con due lati in rete e due in cristallo o plexiglas. Temperature superiori a 30 °C per periodi prolungati, in genere, sono mal sopportate dalla gran parte delle specie comunemente commercializzate. Per quanto concerne l’illuminazione, la luce proveniente da una finestra può essere sufficiente, purché si eviti l’irraggiamento diretto. Si sconsiglia, invece, di collocare il terrario in ambienti molto ventilati o soggetti a correnti d’aria. Si ricorda, infine, che nessun fasmide è compreso nella Convenzione di Washington (CITES), ma è comunque vietato rilasciare esemplari vivi di specie alloctone in natura.

Particolare delle ali

BIBLIOGRAFIA: AA.VV. (1976) – Il significato biologico del mimetismo. Atti dei Convegni Lincei 15: 71 pp. Alderton D. (1992) – A step by step book about Stick Insects. T.F.H. Publications, Inc., USA: 64 pp. Brock P.D. (1992) - Rearing and studying stick and leafinsects. The Amateur Entomologist 22: 63 pp. Chopard L. (1938) – La Biologie des Orthoptères. Lechevalier Éditeur, Paris: 541 pp. Salemi M., Tomaniselli F. (2006) – Le Mantidi religiose e gli Insetti stecco. De Vecchi Ed. : 127 pp. Tinti F., Mantovani B. e Scali V. (1995) – Reproductive features of homospecific hybridogenetically-derived stick insects suggest how unisexuals can evolve. J. evol. Biol. 8: 81-92. Terry M.D. e Whiting M.F. (2005) – Mantophasmatodea and phylogeny of the lower neopterous insects. Cladistics 21: 240-257. Vallés S.R. (2001) – Fásmidi. Reptilia 1: 14-23.

RINGRAZIAMENTI Si ringrazia il Prof. Francesco Porcelli della Sezione di Entomologia e Zoologia del Dipartimento di Biologia e Chimica Agroforestale ed Ambientale dell’Università degli Studi di Bari, per le immagini concesse.

Ovopositore di Heteropteryx sp. e di Eurycantha sp.

91


AQUARIO PHOTO C cco i lettori che hanno risposto all’iniziativa Photo Contest di questo mese. Come ricorderete, vogliamo aiutarvi a mostrare i vostri capolavori ad un pubblico più vasto rispetto alla semplice parentela! Allestire un acquario e gestirlo è una cosa meravigliosa ma, diciamolo sinceramente, è bello anche mostrarlo agli altri! Siamo orgogliosi quando la zia, il nonno, la fidanzata, il figlio, arrivano a casa e si stupiscono di fronte al nuovo landscape realizzato. Possiamo allargare un po’ la cerchia degli amici da stupire? Certamente, con l’aiuto di aquariophylia. Ovviamente non potremmo pubblicare le foto di tutti i nostri lettori (ogni mese servirebbero migliaia di pagine), però possiamo promettere di pubblicare le più belle. Abbiamo quindi ideato una bella gara, senza trucchi e senza inganni, per permettere a tutti di gustare la soddisfazione di mettere il proprio acquario in mostra. In pratica, con l’aiuto di un sito web che coopera con questa iniziativa, voi potrete inviare le vostre foto e vederle pubblicate on-line. Le tre più belle saranno scelte ogni mese e troveranno spazio sulle pagine della rivista. Così nascono giovani fotografi. Ricordiamo a tutti di inviare le foto in alta qualità altrimenti ci sarà impossibile pubblicarle. Riportiamo qui sotto il regolamento per partecipare a questo concorso.

E

Ci è stata inviata questa foto senza nessuna indicazione sulla provenienza, ma abbiamo voluto pubblicarlo ugualmente, perché rappresenta una bella coppia di Ramirezi!

92


OPHYLIA CONTEST

Un gruppo di pesci in un acquario tropicale di comunità, molto erborato. Questa foto è stata inviata da Alessandro dalla provincia di Bolzano: stupendi pesci tropicali che vivono ora in ambienti… riscaldati!

Regolamento photo contest Tutte le foto inviate dovranno essere preferibilmente in formato JPEG, di dimensioni non inferiori a 1600x1200 pixel (circa 630 kb). Le foto devono essere nella risoluzione originale. Per poter inviare le foto dovrete registrarvi al sito. Ogni utente può inviare un numero massimo di 3 (TRE) foto; le suddette devono essere accompagnate da una descrizione del contenuto (mediante apposita scheda) e da una delibera scritta dove si autorizza il sito www.bst67.net alla pubblicazione sulle sue pagine riportando il nome del93


l’autore e, se gradita, la città di provenienza, e si autorizza la rivista online www.aquariophylia.it alla eventuale pubblicazione delle più meritevoli. In caso di uso, sul sito www.bst67.net verrà citato l’autore in una apposita didascalia. Ogni mese ad insindacabile giudizio di www.bst67.net, le foto più meritevoli verranno inviate alla rivista aquariophylia per la pubblicazione nella pagina relativa al photo contest. In quell’occasione si pubblicherà anche il nome dell’autore e la descrizione contenuta nella scheda. Non saranno accettate foto con watemark di grosse dimensioni. Potete comunque tutelare le vostre opere con watemark di dimensioni non superiori agli 8 pixel di testo e possibilmente semitrasparenti. Non esiste nessun premio tangibile. L’unico premio consiste nel vedere il proprio acquario o il proprio pesce preferito on-line e nell’essere eventualmente tra i 3 prescelti per gli onori della pagina photo contest di aquariophylia. www.bst67.net e www.aquariophylia.it non si assumono responsabilità in caso di diatriba sulla paternità della foto; confidiamo nella vostra onestà e, se dovessimo scoprire che una foto è stata copiata, tale foto sarà cancellata. I vostri dati personali, non verranno ceduti a nessuno, non riceverete mai mail di spam dai nostri siti, né sarete contattati in caso di pubblicazione delle vostre foto. Potrete fare riferimento a sito e rivista in pdf per conoscere l’esito del photo contest.

Pino e Nadia vogliono condividere con noi uno dei loro acquari. La foto è stata presumibilmente scattata senza l’uso del flash, per evitare bagliori nel vetro, ma viene in questo modo penalizzata la qualità degli oggetti in movimento. Il fascio di bolle, ad esempio, diviene una nuvola. Vi spiegheremo presto come ovviare a questi piccoli inconvenienti con astuzia e perizia.

94


?

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Info: http://www.acquaefiltri.com/index.php?page=shop.product_details&category_id=49&flypage=flypage_gd1.tpl&product_id=467&option=com_virtuemart&Itemid=17&lang=it

e novità

RECENSIONI

CATEGORIA pompe e filtri

Aqua1 pompe dosatrici PD-2001 & PD-2002: mai più gocce e provette!

96


Ogni sera il solito rito: 3 millilitri di Vodka per i batteri, 2 millilitri di soluzione di oligoelementi, 4 goccioline di iodio, 4 gocce di fitoplancton, 6 millilitri di fertilizzante. Impossibile non affermare che l’acquariofilia può, alle volte, divenire un rituale; al contempo è palese che il rituale si possa tramutare in una schiavitù: quando le integrazioni diventano troppe, quando il numero di acquari aumenta o quando semplicemente il tempo a disposizione diminuisce, inizia un periodo di sofferenza sia per l’appassionato sia per l’acquario. Il cambio di conduzione è causa spesso di una inevitabile involuzione. La costanza e la pazienza sono condizioni sine qua non al fine di praticare con successo questo hobby. Mentre per la pazienza non c’è soluzione, la poca costanza può essere in parte sopperita tramite l’utilizzo di pompe dosatrici: queste pompe sono utilizzate ogni qual volta vi sia la necessità di dosare fluidi ad un alto livello di precisione ed in determinato lasso di tempo. Tra le tante offerte del settore personalmente preferiamo le soluzioni a pompe multiple: sia perché in media si utilizzano almeno 3 pompe dosatrici, sia perché acquistare tante pompe singole comporta un notevole aumento di spesa e di spazio occupato. Risulta interessante quindi la soluzione multipompa della Aqua1, ditta ben nota per gli impianti di osmosi che, negli ultimi anni, è divenuta attiva nella commercializzazione anche di altri prodotti di eccellenza: ozonizzatori, impianti CO2, strumenti di controllo. Le pompe in questione sono utilizzabili per dosare qualsiasi tipo di integrazione: dai fertilizzati per acquario dolce, alla kalkwasser ai vari integratori per acqua marina. Essendo un sistema di dosaggio essenzialmente “pulito” è possibile dosare anche fitoplancton senza correre il rischio di inquinare la coltura. Il sistema multi-pompa della Aqua1 consta di una pompa Master, modello PD-2001, alla quale è possibile collegare fino a 3 pompe Slave modello PD-2002. Le pompe, presentando al loro interno dei magneti orientati sulla faccia laterale, si combinano facilitando il posizionamento in “configurazione multipla”. È possibile dosare un intervallo da 1 a 99 ml di prodotto fino ad un massimo di 24 volte al giorno e un minimo di 1 volta ogni 9 giorni. Il dosaggio è abbastanza preciso (errore medio di circa il 3%) a fronte di un consumo praticamente nullo, considerato il tempo reale di esercizio (2,2 watt a pompa funzionante). Nel pacco a noi recapitato era presente anche una provetta gra-

Sistema economico per il dosaggio ciclico di fluidi. Assolutamente modulare (sistema Master+Slave). Abbastanza preciso

Inevitabilmente è un sistema che comporta un ingombro. Necessita di una manutenzione periodica dei tubi in silicone

duata per la calibrazione fine, nonché tutti i cavi di alimentazione e di carico/scarico. Le dimensioni non sono proprio contenute ma in linea con dosatrici di altre marche: 67 x 71 x 113 mm. È necessario quindi, nella soluzione a 4 pompe dosatrici, un po’ di spazio disponibile e di facile accesso in sump. Per la configurazione del prodotto è disponibile un video online: http://www.youtube.com/watch?v=KCYyC3j4RPo È inoltre disponibile un modulo in materiale plastico che permette di alloggiare fino a 4 pompe dosatrici nonché i relativi contenitori di liquido in un vano apposito sottostante (http://www.acquaefiltri.com/index.php?page=s hop.product_details&category_id=49&flypage=fl ypage_gd1.tpl&product_id=469&option=com_vi rtuemart&Itemid=17&lang=it ) 97


piante d’acquario

Info: http://www.mare2000.it/Piante/c_nevillii.htm

e novità

RECENSIONI

CATEGORIA

Cryptocoryne nevilii: una pianta che vive in ombra 98


Si tratta di una pianta d’acquario diffusissima ma da tempo non si vedevano nei negozi specializzati esemplari belli come in questo periodo. Potremmo anzi affermare che il 2012 è cominciato bene in questo senso, perché si tratta di una pianta adatta per qualsiasi acquario, di ogni dimensione e forma, da coltivare in economia, date le esigenze molto contenute anche in fatto Resistente, poche richieste, adatta a qualsiasi vasca

di luce. Predilige temperature tra 22 e 30 °C e pH tra 6.5 e 7.5 ma vive bene in acque di qualsiasi durezza. Questa pianta, che è da sempre coltivata in acquari per ciclidi classici, come Discus e Scalari, necessita di acque limpide e ben ossigenate e di un filtraggio efficiente, per evitare degenerazioni notturne dovute ad improvvisi cali della

Necessita di illuminazione ridotta, marcisce in seguito a variazioni repentine

concentrazione di ossigeno. Infatti, improvvisi cambi di pH, specialmente se legati al ciclo giorno-notte, possono produrre delle manifestazioni note come “peste delle Cryptocoryne”, che comportano la rapida marcescenza di foglie e steli. L’acquario, in definitiva, deve godere di condizioni stabili, anche nei cicli giorno-notte. Da questo punto di vista C. nevilii costituisce addirittura un indicatore biologico, permettendoci di identificare problemi di equilibrio biologico (che potrebbero influenzare negativamente la vita dei pesci) prima che si manifestino in maniera eclatante. Osservando delle piante di questa specie marcite sul fondo, sapremo che è necessario

forma di pastiglie a lenta cessione da sistemare

correre ai ripari per evitare che allo spegnimento

al centro dei prati di C. nevilii. In questo modo la

delle luci il piccolo ecosistema domestico vada

pianta conserva la colorazione verde intenso e si

incontro ad improvvise variazioni dei valori chimi-

espande più rapidamente.

co-fisici. Le piante marcite, poi, possono ripren-

In definitiva, si tratta di una pianta adatta a qual-

dersi a partire dalle radici, se le condizioni

siasi acquario, che potrà offrire grandi soddisfa-

ambientali migliorano. Sarà opportuno, dunque,

zioni ad ogni categoria di acquariofili, purché

lasciarle in posizione, dopo aver eliminato le

l’acquario sia dotato di un filtro efficiente e le

foglie marcite.

condizioni ambientali siano stabili nel tempo. Si

Necessita di un substrato fertilizzato, perché

consiglia di evitare anche repentini cambiamenti

produce ampie radici e stoloni, attraverso i quali

della qualità della luce, che influenzano negativa-

si espande nella vasca formando piccoli prati di

mente la vita della pianta: meglio, semmai, sosti-

densità crescente. Inoltre sarà opportuno som-

tuire un neon per volta, in modo da produrre

ministrare regolarmente ferro chelato, anche in

variazioni spettrali graduali e non repentine. 99


illuminazione

Info: http://ecotechmarine.com/products/radion/

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

EcoTech Marine Radion XR30w: una plafoniera di potenza...spettrale! 100


L’illuminotecnica, senza ombra di dubbio, ha prodotto una vera e propria invasione di proposte, progetti, teorie e prodotti innovativi. Tralasciando alcune proposte relative all’applicazione del plasma all’illuminazione casalinga, la parte del leone è svolta dalle nuove tecnologie di illuminazione a LED. Ricordate le file di minuscoli led che hanno allietato tante festività natalizie? I nuovi led per illuminazioni casalinghe, ambientali e, perché no, per acquario hanno ben poco in comune con le luci natalizie: si tratta infatti di un sistema di illuminazione ad altissima efficienza, superiore a qualsiasi altro sistema di illuminazione oggi in commercio. Un led efficiente non vuol dire necessariamente che sia adatto all’allevamento di coralli, piante da vaso o d’acquario. Molte ditte si sono cimentate nella costruzione di plafoniere a led utilizzando le più disparate tipologie di led: da alcune iniziali plafoniere a SMD, ai nuovi Led Cree passando per i Luxeon Rebel e i grossi led multichip del mercato cinese. Fino ad oggi le plafoniere a LED di fascia alta erano progettate principalmente con led bianchi e blu. Questo è uno dei punti maggiormente dibattuti: alcuni pensano siano le uniche lunghezze d’onda utili ai coralli, altri pensano invece che nel passaggio HQI-LED qualcosa vada perso. Tralasciando in questa sede il dibattito, che riprenderemo però nei prossimi numeri in una rubrica dedicata, è di notevole importanza la produzione da parte della Ecotech Marine di una plafoniera differente da quelle concorrenti: la Ecotech Radion XR30. L’idea alla base di questo progetto si basa sull’utilizzo di led a diversi spettri di emissione: led bianchi, blu, royal blu, super rossi e verdi sono miscelati in 2 spot di emissione. La plafoniera proposta dalla Ecotech, dalle misure 30 x 18 x 4 cm, è sicuramente un prodotto che punta a riprodurre spettri e fascio illuminante tipico delle HQI. Osservando infatti lo spettro di emissione si può ben capire come ci si stia, pian piano, avvicinando ad uno spettro completo che va dal rosso al blu attraversando tutto il visibile e oltre. A questo proposito è da segnalare che la Ecotech Radion XR30 manca completamente di emissioni in UVA, normalmente presenti anche nelle HQI schermate. Il dibattito sulla necessità di UV-A ai fini delle colorazioni e della crescita dei coralli è tutto

Spettro di emissione quasi completo. Led di sicura efficienza e qualità. Wireless e sincronizzazione con le pompe di movimento Vortech (serie W). Prezzo in media col mercato

Ventola di estrazione ventrale. Manca completamente di emissioni in UV-A

aperto e, anche in questo caso, eviteremo di analizzarlo in questo contesto. La più grossa critica riguarda la decisione di montare la ventola di raffreddamento ventralmente, esposta in questo modo all’aria salmastra. Avremmo preferito un sistema di insufflazione dell’aria dall’alto o dai lati o ancora un sistema di estrazione dal basso. Il prodotto in ogni caso si avvale di un efficiente software di gestione (via USB-microUSB) e di un sistema wireless di collegamento e sincronizzazione con le pompe Vortech (di tipo EcoSmart “w”). È disponibile un tutorial sulle funzionalità di base della suddetta plafoniera: http://www.youtube.com/watch?v=7LIRQsP8IS 4&feature=plcp&context=C22958UDOEgsToPD skKA4c2O6NLPphBdoirerJ4Q 101


misuratori

Info: http://www.hannachecker.it/index.php

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

Hanna Checker HI-736: analisi da laboratorio in un ovetto! 102


L’analisi dei parametri chimico-fisici dell’acqua dei nostri acquari può essere svolta in vario modo in base al proprio gusto, alla propria disponibilità finanziaria e alla tipologia di test: la parte del leone viene giocata dai test a reagente liquido o a striscia reagente. Negli ultimi anni, i prezzi più accessibili, hanno permesso la diffuEconomico (prezzo online circa 66 euro) e preciso. Precisione dichiarata superiore anche rispetto al fratello HI-713. Semplicità di utilizzo

sione di nuove tipologie di test elettronici: sonde pH, redox e conduttivimetri si son diffusi a macchia d’olio. Tra i parametri più complessi da analizzare vi è sicuramente il fosfato: test costosi ma precisi o economici ma sommari? La scelta è sempre stata poca, almeno fino all’introduzione dei nuovi colorimetri Checker HC di HANNA:

Fondamentale la calibrazione del bianco. Prestare massima attenzione ad eventuali graffi sulla cuvette. Necessaria una operazione matematica per ottenere il valore di fosfato

molto più economici rispetto ai vecchi colorimetri da banco, mantengono però un’elevata precisione e sensibilità. Degli attuali colorimetri disponibili sicuramente il più interessante è il colorimetro HI-736 ULR. Questo, a differenza del fratello HI-713, analizza il fosforo totale e non il fosfato. Ottenuto il valore di fosforo è poi possibile risalire all’esatto valore di fosfato. La conversione è estremamente semplice: basta moltiplicare il valore di fosforo ottenuto per 3.066 e dividere il risultante per 1000. Un valore di 6 ppd di fosforo corrisponderà quindi a (6 x 3.066)/1000 = 0.018 ppm di PO4. Perché acquistare un test del fosforo quando è disponibile un test del fosfato che riporta immediatamente il valore desiderato senza tediose

alle nostre case rispetto ai vecchi test da banco.

operazioni matematiche? Semplicemente per-

Unica accortezza consiste nell’evitare che la

ché la precisione e la risoluzione del test per il

cuvette si graffi. I reagenti del colorimetro sono,

fosforo è enormemente superiore! Il Fosforo

tutto sommato, economici, comparabili ampia-

Checker presenta infatti una superiore risoluzio-

mente con un test del fosfato di fascia bassa,

ne (0.0031 ppm fosforo contro 0.01 ppm) e pre-

con il vantaggio già accennato dell’elevata preci-

cisione (+/-0.015 ppm per il fosforo contro +/-

sione.

0.04 ppm del fosfato). È importante, special-

Per informazioni è possibile visitare il canale you-

mente in acquari marini di barriera, conoscere

tube di Hanna Instruments all’indirizzo ove vi è

anche la seconda cifra decimale con elevata pre-

una prova di esercizio del suddetto colorimetro:

cisione.

http://www.youtube.com/watch?v=OzdjXENgb

Il Checker HC si presenta come un piccolo colo-

ps&feature=plcp&context=C288c5UDOEgsToP

rimetro, sicuramente più maneggevole e adatto

DskJqFILzrlD1muYK_sB8r9Kx 103


Info: http://www.acquariofiliaitalia.it/seraitalia/sera_filter_biostart_biocondizionatore_per_acquario.html

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA biocondizionatori

Sera Filter Biostart:

tris succulento per digerire lo sporco

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Questo mese parliamo di un prodotto molto interessante, soprattutto se inserito nel contesto di un programma completo per ottenere un’azione filtrante eccellente. Il prodotto centrale e più innovativo è Sera Filter Biostart, una combinazione di vari ceppi di microorganismi trasformatori ed ossidanti, che lavorano di concerto con un pool di enzimi, in grado di digerire rapidamente l’eccesso di materia organica in soluzione. In realtà questo prodotto produce una rapida ed intensa trasformazione della materia organica ancora indigesta, preparandola dunque all’attività dei batteri nitrificanti. In questo modo previene la formazione della melma in acquario (che si deposita lentamente nel fondo, andando ad intasare la sabbia ed “affogare” le radici delle piante), ma agisce anche nel filtro, producendo substrati che saranno di seguito ossidati dai batteri nitrificanti. In definitiva, trasforma qualsiasi filtro biologico (purché adeguato nelle caratteristiche tecnologiche e funzionali) in un perfetto filtro sequenziale. Dove troviamo i batteri degradatori? Sera BioNitrivec può costituire un ottimo punto di partenza, contenendo batteri vivi adeguati ad effettuare il processo di nitrificazione. Questo prodotto è stato migliorato rispetto alla precedente versione (Nitrivec, senza il prefisso Bio-) perché al già ottimo pool di batteri presenti, è stata aggiunta della pietra vulcanica finemente triturata. Le particelle di pietra vulcanica fungono da substrato per i batteri. Per questo motivo, immediatamente dopo la somministrazione, i batteri non devono circolare nell’acquario alla ricerca di un substrato, ma iniziano immediatamente a “lavorare” per noi, viaggiando su queste minuscole “imbarcazioni subacquee”! Ovviamente le particelle di pietra lavica si depositeranno lentamente sul fondo e sugli oggetti dell’arredamento, o saranno aspirate dal filtro. In questo modo otterremo una serie di superfici filtranti molto efficienti. I batteri presenti in Bio-Nitrivec potranno inoltre beneficiare dei substrati prodotti da Filter Biostart per proliferare rapidamente e degradare tutta la sostanza organica, garantendo così ideali valori dell’acqua ed aspetto limpido, cristallino. In pratica i due prodotti lavorano in tandem. Nel caso di acquari di nuovo allestimento, si potrà somministrare una dose di Sera Aqutan subito dopo aver riempito la vasca. Questo eliminerà il cloro in eccesso e produrrà condizioni adatte alla vita di qualsiasi organismo, batteri compresi. Poche ore dopo si potrà procedere ad aggiungere una dose di Filter-Biostart. Ciò produrrà l’eliminazione di qualsiasi residuo organico (ad esempio materiali derivanti dalla sabbia naturale appena introdotta) e creerà le condizioni ideali per lo sviluppo dei batteri aerobi. Dopo 1-2 giorni si potrà

Terna di prodotti che lavorano in tandem per promuovere un processo sequenziale di filtraggio biologico

Controllare la data di scadenza del prodotto per evitare di utilizzare una flora batterica parzialmente deattivata

aggiungere una dose di Bio-Nitrivec. A questo punto, in teoria, l’acquario è già adeguato a ricevere i primi pesci. Suggeriamo ovviamente di operare con attenzione, evitando imprudenze che possano pregiudicare lo stato di salute e costare la vita dei pesci da introdurre. Però sarà facile seguire il processo di nitrificazione utilizzando i classici misuratori, anche in cartine. In questo modo si potrà osservare che la curva di maturazione, generalmente completata nel corso di 15-20 giorni con prodotti tradizionali, diviene molto più veloce utilizzando la terna di prodotti qui descritti. Naturalmente queste sono le informazioni derivanti da poche iniziali esperienze. Saremo felici di ricevere e pubblicare le esperienze dirette dei nostri lettori su questo argomento, per completare il quadro sinottico dei tre prodotti e mettere in evidenza eventuali altri vantaggi e svantaggi derivanti direttamente dai vostri suggerimenti.

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Info: http://www.superhigroup.com/integratori/amazonas-salt.html

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA sali

SHG Amazonas Salt: sentirsi a casa in Amazzonia!

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L'acqua dei cambi, preparata miscelando acqua di osmosi e acqua dell'impianto idrico casalingo, è potenzialmente pericolosa. La composizione dell'acqua dell'impianto idrico comunale, nonostante sia spesso monitorata, quasi mai risponde alle nostre richieste acquariofile. Alcune città infatti, sopratutto nel sud Italia, distribuiscono

Sale purissimo e senza rischi, fondamentale ai fini di evitare le acque dell'impianto idrico. Semplice da dosare

acque piuttosto calcaree; il discorso peggiora se andiamo a considerare gli impianti di distribuzione, spesso carenti nonché antiquati, la cui pessima caratteristica è di rilasciare sostanze di vario genere nell'acqua stessa (ad esempio metalli pesanti). Una soluzione spesso adottata è quella

Richiede un po' di tempo per sciogliersi. Il prodotto deve essere conservato in luogo asciutto per conservare le proprie caratteristiche

di utilizzare solo acqua di osmosi ed inserire manualmente

una

certa

quota

di

sali.

Problematico è in questo caso determinare la quantità e il tipo di sali da inserire, nonché procurarsi i sali stessi. La SHG a questo proposito commercializza un sale specifico per acquari dolci tropicali a biotopi amazzonici: l'Amazonas Salt è una composizione complessa di sali privi di nitrati, fosfati, nitriti e metalli pesanti. Il sale si presenta a granulometria finissima in un barattolo da 80 grammi o da 200 grammi. Da un misurino raso di Amazonas Salt disciolto in 20 litri di acqua di

temperatura dell'acqua per disciogliere anche il

osmosi si ottiene una soluzione a circa 280

sale residuo.

µs/cm con 7 °GH, 3 °KH, ottimale per l'alleva-

Essendo l'Amazonas Salt una miscela di sali

mento di un quasi tutti i pesci di acque tenere. In

estremamente igroscopica, è importante conser-

questo modo si è inoltre sicuri di inserire tutti gli

vare il prodotto in un luogo secco e asciutto al

oligo-elementi indispensabili per i nostri amici

fine di non alterarne le qualità; è altresì importan-

pinnuti. Dalla nostra esperienza abbiamo in real-

te miscelare a lungo il prodotto prima dell'utiliz-

tà avuto qualche difficoltà a sciogliere il sale nelle

zo, onde evitare che sali a peso specifico diffe-

dosi indicate: permaneva una piccola quantità

rente possano stratificare nel barattolo.

residua sul fondo. È stato però sufficiente miglio-

Della stessa linea è disponibile anche L'Africa

rare il movimento nella tanica e aumentare la

Salt, specifico per biotopi africani. 107


materiali filtranti

Info: http://www.sicce.com/

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

Sicce AkuaClear: miscela filtrante per una pulizia 3 in 1! 108


Le sostanze filtranti più utilizzate in acquario sono sicuramente resine, zeoliti e carbone attivo. Interessante, a questo proposito, la proposta di Sicce, con il suo AkuaClear, di utilizzare queste tre sostanze filtranti contempoBuona la combinazione dei materiali filtranti. Prodotto pronto per l'uso. I materiali filtranti sono compatibili tra loro potendo lavorare ai medesimi flussi d'acqua

raneamente in un unico sacchetto. L'idea di combinare insieme differenti prodotti è in realtà una vecchia cosa; la novità consta nell'aver trovato e combinato i giusti prodotti: le sostanze tra loro devono lavorare con gli stessi flussi, non sfarinarsi e non impacchettarsi

Non utilizzabile in un letto fluido. Le proporzioni carbone/zeolite/resina antifosfati sono fisse essendo il prodotto premiscelato

eccessivamente. Intelligente la scelta della resina alluminica, in piccola quantità, in sostituzione di quella ferrosa, estremamente meno resistente alla frizione. Il flusso d'acqua deve essere a nostro parere all'incirca di circa 400 o 500 litri ora. La granulometria media delle sostanze filtranti è piuttosto fine e difficilmente questo prodotto può adattarsi ad un utilizzo in letto fluido. Al contrario risulta perfetto per un utilizzo in sacchetto o, ancora meglio, in un filtro a zaino.

questa miscela hanno una capacità assorben-

Ovviamente la combinazione di differenti mate-

te massima di circa 20 o 30 giorni, passati i

riali filtranti porta con sé la capacità di assorbi-

quali è consigliabile sostituire il prodotto.

re sia ammonio (grazie alla zeolite), sia fosfati e

L'AkuaClear è venduto in confezioni da 1000

silicati (resina alluminica), sia fenoli, medicinali,

ml e la dose consigliata è di circa 2,5 ml di pro-

albumine e sostanze ingiallenti in genere (gra-

dotto per ogni litro d'acqua da trattare. Ci ha

zie al carbone attivo).

fatto molto piacere trovare nella confezione

Questi materiali ovviamente possono fungere

una retina e una piccola fascetta per la chiusu-

anche da substrato biologico. Bisogna però

ra della stessa, che rendono il prodotto in tutto

considerare che i materiali di cui è composta

e per tutto pronto per l'uso. 109


L’acquario… in poesia Aquariophyila come sapete è tesa a portare un acquario in ogni casa. Per farlo, ovviamente, non basterà parlare di tecnologie e di pesci, di filtri e di invertebrati. È necessario fare leva su tutti i sensi, tutti i punti di vista, per introdurre il concetto di natura e di acquario in qualsiasi animo, anche il più duro, anche il meno propenso a lasciarsi toccare dalle armonie naturali. E allora quale migliore veicolo atto a penetrare gli animi della poesia? Una soave poesia che ci riporti dolcemente, rilassati, verso le armonie naturali che l’acquario vuole proporci. Abbiamo deciso dunque di proporvi una poesia al mese: breve, tenace, potente, tale da rompere la resistenza degli animi duri. Non sappiamo se servirà a produrre nuovi acquariofili (noi lo speriamo!) ma di certo saprà scaldare il cuore degli acquariofili veri e, probabilmente, suggerire concetti e punti di vista nuovi. Una nota poetessa si prenderà cura dei nostri cuori nei mesi a venire. Come sempre attendiamo i vostri feedback in merito a questa nuova rubrica. Ovviamente, per questo primo mese, cominciamo dal mare, lì dove tutto è iniziato, in tempi remoti!

Il mare di Mariella Bettarini mi tiene il mare – solo il mare mi tiene – frammento che da nulla dipende – alieno/eguale * Il mare in mente – entro la mente mare di quando (io fanciulla) il mare mi pareva prossimo o remoto – compagno d’arme – possedimento improprio * mare tutto materico o mare immateriale che ammari nei meandri della mente che mai muti – acque bevendo rincorrendo selve * tu che sei il mare – tu che assommi capodogli e balene – e gamberi e sirene e vanto non ne porti – tu che conosci il sale delle lacrimazioni – mare salato d’ogni occhio più smorto – mare che togli il pudore del piangere Se la poesia di questo mese vi è piaciuta sappiate che è possibile approfondire ancora questo argomento, grazie ad aquariophylia ed alla grande produttività letteraria della nostra ospite poetessa. Basterà cliccare sui link che seguono per passare dal funzionamento dei filtri… all’arte di Calliope! Sito web dell’autrice: www.mariellabettarini.it La rivista “L’area di Broca”: www.emt.it/broca Per leggere l’e-book: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43 Foto di Cristiana Tolomei

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QUALE RIVISTA TI PIACE? AIUTACI AD AIUTARTI! Inchiesta tra i lettori di aquariophylia per migliorare la qualità della vostra pubblicazione preferita! Lo scorso mese abbiamo messo on-line un modulo per esprimere i vostri pareri e postare i vostri desideri in merito alla rivista. I risultati sono andati ben oltre le nostre più rosee aspettative perché, sin dai primi minuti dopo la messa on line del numero 11 della rivista, sono cominciate a “piovere” le risposte. Ovviamente vogliamo ringraziare tutti quanti hanno contribuito, di tutto cuore! Essi sono stati parzialmente ripagati dalla possibilità di scaricare il nostro calendario. Un piccolo dono, certo, ma offerto con tanta gratitudine. Purtroppo proprio il numero elevato di risposte arrivate ci impedisce di pubblicare sin d’ora i risultati della statistica. In generale si legge un notevole livello di soddisfazione, ma anche tanta voglia di novità, di bricolage, di specie di larga diffusione. Dovremo necessariamente tenerne conto nella pianificazione dei prossimi numeri. Emerge anche l’importanza della rivista per gli intervistati, che spesso navigano attraverso le nostre pagine, raggiungono i siti dei produttori, riescono a reperire i prodotti di cui avevano bisogno. Non appena i risultati saranno stati elaborati statisticamente (speriamo vivamente entro il prossimo numero) ve li presenteremo sulle pagine della rivista. Per tutti quelli che non hanno aderito, vogliamo qui informare che il modulo è ancora on-line e quindi accessibile cliccando sul link in basso, così come il calendario offerto in premio al termine del sondaggio. Si tratta di un modo per garantire la massima “democrazia”, offrendo a tutti la possibilità di indicarci la strada da seguire. Ci impegniamo quindi a prendere in considerazione anche gli ulteriori contributi da parte vostra che giungeranno con questo numero. Dopodiché dovremo chiudere l’accesso al modulo… altrimenti ci sarà impossibile effettuare le elaborazioni statistiche in tempi accettabili! Arrivederci dunque al prossimo mese, con un resoconto completo delle vostre richieste e dei vostri suggerimenti. CLICCA QUI PER INSERIRE (ANCORA PER POCHI GIORNI) I TUOI PARERI http://www.aquariophylia.it/home/index.php?option=com_ckforms&view=ckforms&id=2&Itemid=116

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VERMI BIANCHI: FACILI E NUTRIENTI di Alberto Solenne & Valerio Zupo - prima parte Sappiamo tutti quanti cibi per pesci sono disponibili sul mercato? Avete mai provato a contarli realmente? Saranno cento? Forse duecento? Nessuno riuscirebbe veramente a contarli, perché se mettessimo insieme il numero di alimenti fioccati, estrusi, secchi, umidi, ecc, prodotti da tanti diversi marchi, probabilmente raggiungeremmo un numero con molti zeri! Il problema principale dunque non è nella varietà, ma nella qualità. Non è che gli alimenti commerciali siano da scartare. Tutt’altro! Moltissimi di essi contengono composizioni bilanciate, che garantiscono perfetta crescita e preparazione alla riproduzione. Anzi, possiamo affermare che tanti alimenti commerciali hanno una composizione tale da essere perfettamente somministrabili a lungo, mentre molti cibi vivi sono troppo grassi o poveri in alcuni principi nutritivi e quindi non potrebbero rappresentare il pasto principale dei pesci molto a lungo, a meno che non li si alterni, appunto, con dei buoni menù per pesci

d’acquario. Ma provate ora a somministrare ai vostri pesci un cibo vivo e… guardateli in faccia! Noterete come sono vispi, interessati, felici, così felici che miglioreranno i colori della livrea e si predisporranno spesso alla riproduzione. Allora, vogliamo fare felici i nostri pesci di tanto in tanto? In fondo basta poco. Ad esempio, avete mai sentito parlare di Grindal? No no, non ci riferiamo alla favola di Gretel! Abbiamo detto proprio Grindal, o vermi bianchi. Va bene, forse i più li conosceranno col nome comune derivato da quello scientifico: Enchitrei. Sono vermi cilindrici biancastri di dimensioni medio-piccole, a simmetria bilaterale. Il corpo è suddiviso in numerose porzioni dette metameri. Nella parte anteriore del corpo si può distinguere un rigonfiamento, tipico di tutta la classe, detto clitello, organo deputato a secernere il muco per l’accoppiamento ed il bozzolo. Questi vermi sono ascritti al phylum anellidi, classe oligocheti (dotati di poche setole), famiglia enchyEcco l’occorrente per avere un allevamento di enchitrei: in primo piano una scatola di polistirolo per alimenti (gelato). È molto importante utilizzare anche il contenitore interno (al centro della foto), infatti nelle colture avviate senza, si ha un minor tasso d’umidità, poiché c’è una maggior evaporazione. Sulla destra si notano altri attrezzi utili, uno spruzzino per nebulizzare l’acqua, un contenitore per la miscela di cibo da somministrare ai vermi. Nel tappo del contenitore sono raggruppati dei croccantini per cani e gatti, altro ottimo cibo per i nostri vermi. Gli elastici sono indispensabili per chiudere le colture, in questo modo si evitano spiacevoli inconvenienti 112


Una coltura di enchitrei si presenta in questo modo. La patina bianco giallastra che si osserva sulla superficie della coltura è composta da vermi In Europa esistono circa venti specie diverse di enchytrei, ma in acquariofilia se ne allevano solo 4-5: Enchytreus capitatus, E. minutus, E. albidus, E. albus e E. bucchholtzi. Le ultime due sono le più conosciute e le più allevate dagli appassionati. In natura E. albidus (i “white worms” degli autori anglofoni) cresce da ottobre ad aprile, mentre negli altri mesi lo sviluppo è impedito da condizioni avverse come l’acidità del suolo e la carenza d’ossigeno, mentre E. bucchholtzi (la specie chiamata dagli anglo-sassoni “grindal worms”) cresce a temperature più elevate. Dal punto di vista nutrizionale sono molto interessanti, contenendo circa il 14% di grassi, il 10% di carboidrati e ben il 70% di proteine, in peso secco. Sono quindi adatti per giovani pesci in crescita. Gli Enchitrei sono organismi ermafroditi, come accade anche ad altri oligocheti. Sono però ermafroditi insufficienti, perché i due sessi si sviluppano in tempi diversi nello stesso organismo. Sono dunque costretti a trovare un partner di

traeidae, di cui fanno parte anche i tubificidae, lumbricidae e lumbriculidae. Dal punto di vista trofico essi sono detritivori: si nutrono di tessuti organici in decomposizione. In pratica, si nutrono del percorso che coprono nel limo, ingerendo film batterici e microorganismi mentre si spostano nel sedimento. Alcuni anellidi sono abitatori delle acque e dei fanghi, come i ben noti Tubifex, che purtroppo sono quasi del tutto spariti dal mercato acquariofilo a causa di importanti problemi igienici. Questi vermi vivono anche nelle fogne e spesso trasportano parassiti. Per questo motivo possono essere somministrati con fiducia solo quando derivino da allevamenti controllati, che sono molto rari. Altre specie, come i lombrichi, vivono nei terreni umidi e si nutrono della frazione organica in essi contenuta. Certo i lombrichi possono essere un ottimo cibo per pesci ma, date le loro dimensioni, non si gestiscono bene e tagliarli a fettine mentre sono ancora vivi non è proprio l’operazione più divertente che un acquariofilo possa pianificare. Gli Enchitrei possono essere considerati come una sorta di microscopici lombrichi! Sono altrettanto nutrienti, ma possono essere somministrati interi con fiducia ed essere consumati anche da pesci di dimensioni medio-piccole. Insomma, costituiscono un alimento perfetto per moltissime specie ittiche e ci permettono di rendere felici i nostri ospiti senza costringerci a trasformarci in sadici affettatori di vermi rosa.

Quest’esemplare di Aphyosemion gardnerii “akampka” spaventato e disturbato dal flash della macchina fotografica ha interrotto il suo pasto. Solitamente se i vermi vengono somministrati nel quantitativo sufficiente non rimangono a lungo sul fondo dell’acquario

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Gli enchitrei sono un alimento ideale per tutti i pesci ed in particolare per quelli con bocca piccola. Possono servire a stimolarne la riproduzione



Tutti i pesci, dopo una somministrazione, si adoperano per trovare sino agli ultimi individui superstiti. La presenza di una forte componente proteica è ideale per i pesci in crescita



Tutti i ciclidi letteralmente impazziscono ed accendono i colori della livrea quando vengono messi a contatto con alimenti vivi come gli enchitrei

il tempo d’incubazione è di dodici giorni. Dopo altri venti giorni i giovani vermi sono già pronti per la riproduzione. È importante tenere presente che le specie di enchitrei di dimensioni minori crescono più facilmente e si possono allevare anche a temperature più elevate, tra 20 e 25 °C, che corrispondono spesso a quelle dei nostri ambienti domestici. Le specie di dimensioni maggiori invece sono più complesse da allevare e non sopportano le temperature elevate, superiori ai 10-15 °C. Inoltre, si riproducono generando un numero minore di giovani.

sesso opposto ed accoppiarsi. Dopo l’accoppiamento si forma nel corpo metamerico un “clitello”, dal quale sono prodotte dalle nove alle venticinque uova, secondo l’età del riproduttore. Nei giovani si producono meno uova rispetto ai soggetti adulti ma in seguito, col passare del tempo, la loro fertilità cala ed il numero di uova prodotte da ogni singolo individuo si riduce nuovamente sino ad azzerarsi quasi. Per questo motivo conviene mantenere sempre giovane la propria colonia. Dopo la deposizione in una sorta di “bozzolo” le uova schiudono in un tempo variabile con la temperatura ma, in genere, in condizioni medie, 118


L’ALLEVAMENTO, IN PRATICA Per allevarli dovremo procurare alcuni semplici materiali: cassette di legno da 20 x 30 centimetri (con un’altezza di 15 cm circa), terra di faggio raccolta in natura o terriccio da fiori, purchè non contenga fertilizzanti o disinfestanti (ovviamente!), lastre di vetro da utilizzare per la raccolta. Converrà recarsi in un bosco e prelevare una certa quantità di substrato nelle zone superficiali. Lo sistemeremo in un sacco di stoffa abbastanza ampio, che conserveremo in cantina. Infatti di tanto in tanto dovremo procedere alla sostituzione del substrato nelle nostre cassette e la riserva così immagazzinata potrà rivelarsi indispensabile. Nel caso in cui si decida di utilizzare le classiche cassette di legno, queste si potranno procurare presso un’enoteca. Infatti, vanno molto bene all’uso quelle solitamente utilizzate per contenere bottiglie di vino pregiato, purchè prive di vernici o laccature che potrebbero contaminare il substrato. Solitamente hanno un coperchio a pressione, ideale per mantenere all’interno il substrato ed evitare la fuga dei nostri succulenti ospiti. In alternativa, potremo utilizzare dei semplici contenitori di plastica da alimenti, purchè abbastanza capienti. Adattissimi allo scopo sono i contenitori in polistirolo (polistirene) di media grandezza, come quelli usati per il trasporto del gelato sfuso. Qualunque sia il contenitore usato, bisognerà riempirlo con torba (il substrato utilizzato più frequentemente), dopo averla bagnata e strizzata energicamente fino ad ottenere una palla compatta. Se ne sbriciola una piccola quantità per poi sistemarla all'interno della scatola. In questo modo è necessario produrre uno spessore di 5-6 cm. Anche in merito al substrato sono possibili diverse variazioni sul tema e si possono eventualmente aggiungere humus, foglie, materiali vegetali in decomposizione, addirittura fondi di caffè da utilizzare come ammendanti (benchè non si conoscano poi gli effetti della caffeina sui pesci da nutrire con questi vermi… nervosi!). In generale però consiglieremmo un terriccio da raccogliere in superficie nei faggeti, sbriciolato e setacciato

in modo da divenire omogeneo, o semplicemente della torba. Quest’ultima a nostro avviso è il substrato ideale per l’allevamento ed è anche quello più facile da gestire. Il substrato idoneo deve essere soffice ed arieggiato, per permettere ai vermi di muoversi liberamente in un ambiente non troppo acido e con un giusto grado di umidità. Negli ultimi anni si è diffuso tra gli appassionati, soprattutto del nord europa e tra gli allevatori di killi, l’uso di due nuovi tipi di substrati d’allevamento: il ghiaietto di origine vulcanica di granulometria medio-grande oppure l’argilla espansa, quella utilizzata per le piante d’appartamento. Entrambi i materiali sono porosi e mantengono costante l’umidità. Inoltre hanno il vantaggio di essere facilmente asportabili e di produrre dunque un prodotto pulito al momento della somministrazione ai pesci. A questo punto, definiti contenitori e substrati saremmo pronti per partire con l’allevamento ma… il tempo è scaduto e non faremmo in tempo a descrivervi per filo e per segno tutte le fasi della gestione di un allevamento di Enchitrei. Siamo quindi costretti a rimandarvi al prossimo numero, quando potrete iniziare davvero a lavorare con questo magnifico alimento vivo. Questo significa anche che avrete un mese di tempo per procurare tutti i materiali di cui sopra ed iniziare a realizzare il vostro piccolo allevamento domestico. Col prossimo numero… si parte con la produzione di leccornie per i vostri amati ospiti acquatici. BIBLIOGRAFIA Charles. O. Masters Encyclopedia of live food T.F.H. Ippolito Pizzetti Il grande libro dell’acquario Ornitorinco Rizzoli Werther Paccagnella Enchytreus un cibo vivo di facile allevamento Acquarium 9, 1971, ed. Primaris Ad Konings Il libro dei ciclidi Cichlid Press R.W. Langton Breeding Killifish pubblicato in proprio dall’American Killifish Association Guida all’allevamento del cibo vivo di Erica Tamiolini - GAEM 119


LO SCARICO Fai-da-te di Geppy Apuleo Da alcuni mesi ho sotto test un sistema di sca-

(ma è possibile utilizzare il 6 mm anche per

rico per grosse vasche. Deve andare in produ-

quest’ultimo). Uno spessore inferiore è sconsi-

zione di serie, ma mi sembra un oggetto alla

gliato perché potrebbe vibrare (e quindi “suo-

portata di un “fai da te” evoluto. Per questo ho

nare”).

pensato di realizzare questo articolo che può

Realizziamo una “scatola” di cm 25 x 20 x 7,5

consentire, a chi ne è capace, di risparmiare

di profondità. Quindi taglieremo due pannelli

qualche euro ed ottenere comunque un pro-

da 25 x 20, due pannelli 25 x 6,3 per le pareti

dotto di alte prestazioni.

laterali e due pannelli 18,6 x 6,3 (uno di spes-

L’obiettivo era di realizzare uno scarico di gros-

sore 8 mm per il fondo, l’altro di 6 mm per il

sa portata (almeno 2000 l/h), silenzioso, ma

coperchio; fig. 1).

soprattutto montabile senza spostare la vasca.

A 2 cm dal bordo tracciamo una linea su due

Tutti i sistemi attualmente sul mercato hanno

lati di un pannello 25 x 20 (fig. 2 e 3).

infatti il passa-parete integrato al gomito (o

In figura 4 si vede il passa-parete che utilizze-

oggetto analogo), per cui richiedono non poco

remo per la tracimazione: diametro interno 50

spazio per essere montati, anche se l’ingom-

mm. In questo caso si tratta di un Georg

bro, in seguito, è relativamente limitato. Il risul-

Fisher. Foriamo il pannello in modo che le due

tato del progetto qui presentato è uno scarico

linee tracciate risultino tangenziali alla circonfe-

che si monta in 7,5 cm, dalla portata di oltre i

renza. Il diametro del foro dovrà consentire il

2500 l/h, silenzioso, spero facile da realizzare.

passaggio del passa-parete (può essere di qualche millimetro più largo; fig. 5).

VENIAMO ALLA COSTRUZIONE

In figura 6 vediamo la base, forata in modo da

Ho utilizzato PVC nero con spessore di 6 mm

rendere possibile il montaggio della parte filet-

per le pareti ed il coperchio, 8 mm per il fondo

tata di un bocchettone da 50 mm, modificato 120


121


122


123


al tornio come visibile in figura 7; il tubo da 50 mm deve poter-

FIG. 25

vi scorrere all’interno e la parte esterna deve essere resa liscia fino ad un certo punto per rendere possibile l’incollaggio. In fig. 8, 9 e 10 sono evidenti le fasi dell’incollaggio. In fig. 11 sono visibili due rinforzi incollati all’interno della base. I passaggi da fig. 7 a fig. 11 sono indispensabili per rendere scorrevole il tubo da 50 mm all’interno del tracimatore. In questo modo è

risultasse troppo lungo si deve accorciare fino

possibile, entro certi limiti, regolare il livello in

a farlo passare tra le pareti del tracimatore.

vasca. È possibile, però, montare il tubo da 50

In fig. 17 e 18 si nota il pettine realizzato sul

mm in modo fisso semplificando enormemen-

tubo da 50 mm con il “coperchio” ricavato da

te la realizzazione del tracimatore.

una calotta da 50 mm tagliata (riduce drastica-

Procediamo all’assemblaggio delle pareti

mente il rumore).

esterne come in fig. 12, 13 e 14, posizionando

In fig. 19 si vede invece il tubo posizionato

dei pesi per rendere più efficace l’incollaggio.

all’interno della “scatola” ed in fig. 20 la parte

In fig. 15 e 16 si vede come viene montato il

di tubo da raccordare per arrivare in sump.

passa-parete con la guarnizione piana tra il

In fig. 21 è rappresentato uno dei quattro bloc-

vetro e la parete forata. Se il passa-parete

chetti da incollare negli angoli interni, a 6 mm di distanza dal bordo, che fungeranno da supporto per il coperchio. In fig. 22, 23 e 24 si vede finalmente il tracimatore finito con gli angolari che fungono da finitura estetica. In fig. 25 e 26: ecco il prototipo funzionante, tarato a 2200 l/h, montato su una vasca da 500 litri.

FIG. 26 124



OLTRE A CURA DI

Luigi Storoni

il vetro Un acquario... al museo

126


uno degli ambienti meno “vivi” che si possano immaginare. Le sale contengono oggetti e memorie del passato, dipinti, monili, attrezzi, ma nulla di pulsante, assolutamente niente che si muova ancora, dopo secoli di conservazione. Proprio per questo motivo abbiamo pensato al contrasto di un mondo acquatico vivo, addirittura all’origine della vita sulla terra, calato quasi per magia all’interno di uno spazio museale, per rendere omaggio all’esistenza, per riportare i cocci in una realtà salubre e maestosa, tale da definire con maggiore chiarezza il passaggio del tempo e la purezza dell’arte che ferma istanti del passato. Naturalmente la realizzazione all’interno del museo vuole essere una provocazione, indicando che la vasca nella sua lineare semplicità ed il suo contenuto di vita pulsante può trovar posto in qualsiasi ambiente, di lavoro o domestico, contribuendo costantemente a produrre un arricchimento, una sostanziale sottolineatura della vita che scorre. Di fatto, l’idea che viene qui suggerita potrà trovare spazio in un negozio, un ristorante, un salone, lo studio di un avvocato, una clinica, e conservare il suo bagaglio di vita ed eleganza. Basterà tradurre le forme proposte in quelle che siano già disponibili in ambienti diversi, conservando le tecnologie e le soluzioni pratiche proposte. Il museo dispone, infatti, di contenitori in vetro, destinati ad esporre reperti di vario tipo. I contenitori in vetro sono disposti su basamenti in cemento con base quadrata. Da qui nasce l’idea di alternare gli espositori in vetro con vasche contenenti fauna e flora rigogliosamente in espansione. La vasca, con base quadrata, è disposta su una base di 60 x 60 cm, la quale contiene anche tutta l’attrezzatura tecnica. Uno dei pannelli laterali, in finto cemento (trattasi di un pannello in polistirolo espanso ricoperto con gesso e vernice bicomponente identica a quella utilizzata per gli altri lati della base), è apribile per le ispezioni. Nello stesso è sistemato un filtro esterno a canestro e tutte le connessioni elettriche. La vasca contiene, al centro, un gruppo di rocce che nascondono le bocchette di prelievo e di ritorno dell’acqua, dal filtro esterno, che passano attraverso il fondo della vasca stessa. Nessun’altra attrezzatura è in vasca, ad esclusione del sistema di illuminazione led, nascosto nel coperchio di basso profilo. Anche il termoriscaldatore è nella base, ed opera nello stesso filtro esterno. Le operazioni di manutenzione sono facilitate dalla posizione del filtro, ben mimetizzato nella base. I colori del basamento sono vivi ed allo stesso tempo classici, per ricordare quelli delle strutture che li circondano. Il coperchio, che nasconde l’impianto di illuminazione LED, è in vetro colorato, così da creare un effetto di semi-trasparenza adeguato a sottolineare la presenza dell’acqua culla della prima vita. Si ottiene in questo modo un prodotto simbolico ed elegante, ben adeguato a qualsiasi ambiente, facile da gestire ed interessante da osservare. Unico punto critico è rappresentato dall’altezza della vasca, che richiede un forte contributo in aerazione e pompe di circolazione, per garantire una sufficiente aerazione delle zone più profonde.

SCHEDA TECNICA

Un museo:

Attezzatura tecnica Vasca in tutto vetro m 0.60 x 0.60 x .130 (h) Filtro: Eheim 2178 Termofiltro Esterno Professionel III Illuminazione: CEAB Slide&Led Aeratore: Resun Turbolence 1200 collegato a 2 pietre porose Pompe di circolazione: 4 Dymax EPH 900 Arredamento Sabbia corallina grossolana Rocce vive Scheletri di madrepore 127


Secondo meeting di a Città di F

ASSOCIAZIONE WEST

di Mirko Mutalipassi Nei giorni 3 e 4 dicembre 2011 si è svolto il 2° meeting di acquariologia marina Città di Fiumicino. L’evento è stato organizzato dall’associazione romana West Rome ReefKeeping (WRRK), un vero e proprio punto di incontro tra appassionati di acquariologia di Roma Ovest, Fiumicino, Acilia e dintorni. L’associazione ha lo scopo di creare occasioni di scambi culturali e collaborazioni tra gli iscritti ma nasce anche dall’idea di trasmettere la passione e l’amore per il mare alla società civile romana. Il meeting di acquariologia si è svolto a Fiumicino, in un accogliente locale sul litorale romano. L’affluenza di pubblico (303 registrati) è stata elevata, specialmente considerando la giovane età dell’associazione; lo è ancor di più se si considera l’enorme passo avanti fatto rispetto al precedente meeting WRRK dello scorso anno. L’organizzazione competente e il grande spirito di sacrifi-

L’ingresso della fiera (in alto) Un ringraziamento allo Staff per il lavoro svolto (in basso) 128


acquariologia marina Fiumicino ROME REEFKEEPING cio dello staff, volontario, di WRRK hanno per-

A completare l’organizzazione si deve sottolinea-

messo uno svolgimento esemplare del meeting.

re la quantità e la qualità delle proiezioni, svolte

Su questo punto è doveroso ringraziare tutti i

da Mediterraneum Expo - Acquario Di Roma, ma

ragazzi dell’associazione per il lavoro svolto: il

sopratutto da esperti e appassionati intervenuti:

clima estremamente amichevole è risultato infat-

dalla costruzione delle rocce sintetiche alla rego-

ti palpabile.

lamentazione C.I.T.E.S. al ciclo dell’azoto per

In senso orario partendo dalla foto in alto a sinistra: Natura amica: in evidenza la plafoniera a led Sfiligoi e le 6095 Tunze; Stand Sera; Stand Coralli; Stand SHG

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In senso orario partendo dalla foto in alto a sinistra: Stand Sicce/Lgmaquari; Stand Tunze; Stand Hydor; Stand Equo

finire con il convegno sui parassiti dei coralli. C’è

anni erano presenti numerose plafoniere a Led, a

da ricordare anche il concorso fotografico, intel-

marchio sia Sfiligoi sia GNC/Sicce.

ligente aggiunta ad una già perfetta giornata. La

Impressionante inoltre, a nostro parere, la nuova

stessa cena ufficiale WRRK è stata organizzata

Tunze Turbelle Nanostream 6095 (Troverete una

attentamente e si è svolta senza problema alcu-

recensione a questo proposito su questo stesso

no; in più il ristorante ospitava un acquario mari-

numero). L’Shg ha presentato il suo Daily Reef (a

no tropicale di tutto rispetto, un altro punto a

nostro parere un prodotto molto interessante) e

favore.

la sua linea di integratori per acquari marini,

Tra le aziende intervenute al meeting ricordiamo

Sicce il suo nuovo alimento, denominato H&O

SHG, Tunze, Sicce, Lgmaquari, Sera, Hydor,

Koral, estremamente chiacchierato e che tanti

Reefsnow, CORALLI - Nuovi Orizzonti, nonchè

dibattiti ha innescato sui forum italiani.

negozianti e associazioni come Goccia Blu,

Proficuo, anche per noi di Aquariophylia, l’incon-

Aquazone, Oltrenatura e Natura amica. Marchi

tro con i nostri utenti romani e con le aziende del

che sono, di per sè, già un’ottima garanzia della

settore: ci fa onore l’elevato gradimento della rivi-

qualità dell’evento.

sta dimostrato. Riscontrare l’apprezzamento non

Alcuni prodotti hanno colpito la nostra attenzio-

solo di nuovi e vecchi lettori ma anche degli ope-

ne: come in tutte le manifestazioni degli ultimi

ratori di settore, infatti, ci inorgoglisce! 130


Qui di seguito alcuni numeri che mostrano, in modo un po’ ironico, la grande riuscita di questo incontro: 2....... i giorni della mostra 4....... le ore dormite per notte gli ultimi 7 giorni 10..... i membri dello staff 302... gli ospiti intervenuti nei 2 giorni 200... i biglietti della riffa venduti 7500. l'approssimativo controvalore di mercato dei premi messi a riffa 12..... gli stand 600... i litri di acqua d'osmosi preparati 120... cornetti acquistati 3....... cornetti avanzati 24..... kg di pizza 0....... kg di pizza avanzati 392... le foto scattate Altre informazioni sono disponibili sul sito del West Rome ReefKeeping: http://www.wrrk.it/

Animali e coralli esposti o in vendita

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I TEST DI AQU BluWave 05: scopriamo se funziona Più volte, negli ultimi mesi, abbiamo letto pareri contrastanti in merito ad un filtro biologico industriale di larga diffusione: il BluWave 05 prodotto da Ferplast. In particolare, molti utenti manifestano sensazioni entusiastiche, definendolo praticamente perfetto per la sua capacità di mantenere stabili le condizioni ecologiche di un acquario per lungo tempo, anche in assenza di cambi parziali dell'acqua. Altri utenti, al contrario, lamentano problemi sin dalla prima installazione: acqua lattiginosa, muffe (non meglio definite), esplosioni di alghe unicellulari. Spesso, su consiglio dello stesso negoziante, il filtro viene sostituito, dopo un paio di settimane, con altro sistema, si riprende ad effettuare cambi parziali frequenti e tutto torna alla normalità. Data il ricorrere di questi eventi, che si ripetono nella loro polarizzazione estrema (giudizi molto positivi o molto negativi!) abbiamo ritenuto opportuno effettuare dei testi di lungo termine, in grado di chiarire una volta per tutte, a beneficio dei nostri lettori, se il filtro in questione sia "eccellente"

Le particolari bioball presenti nei filtri bluwave, grazie ad una singolare combinazione di superficie e condizioni ecologiche, favoriscono l’eliminazione dei nitrati

Tutti i filtri bluwave conservano, nel complesso, la stessa struttura, con un modulo meccanico (spugne a diversa porosità), un modulo nitrificante (tubetti di ceramica), uno denitrificante (bioball) ed uno adsorbente (spugna con carbone attivo). I modelli più evoluti (BW 09) dimostrano una attività interessante anche nella trasformazione biologica dei fosfati come sostenuto da alcuni o "da buttare" come sostenuto da altri. Abbiamo innanzitutto studiato le istruzioni per l'uso fornite dal produttore, che appaiono abbastanza dettagliate anche se evidentemente adatte per un pubblico con poca esperienza. Si consiglia di preparare un'acqua di caratteristiche "medie" mis-

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UARIOPHYLIA cepibile e senza intoppi. La nostra prima conclusione, dunque, è stata a favore del primo gruppo di acquariofili, quelli che sostengono trattarsi di un buon prodotto. Rimaneva il dubbio però: come mai in tanti casi vengono diffuse informazioni in merito a possibili fenomeni di acqua lattiginosa? Volendo approfondire la questione abbiamo effettuato altre prove, in ambienti diversi e utilizzando acqua di tipo diverso. In particolare, abbiamo raccolto alcune taniche di acqua da acquedotti di altre città ed abbiamo utilizzato ambienti messi a disposizione da amici e conoscenti per ripetere le prove. Effettivamente siamo riusciti, in un paio di casi, a visualizzare i problemi lamentati da molti. In uno di

La struttura modulare del filtro favorisce le operazioni di manutenzione, semplificate al massimo considerando che sono ridotte anche le sostituzioni parziali dell’acqua (vedi articolo sul ciclo dell’azoto presente in questo stesso numero)

Il primo modulo biologico produce una intensa deplezione di ossigeno, preparando l’acqua per il successivo stadio. Nella delicata fase di maturazione, i suoi prodotti possono essere “intercettati” da organismi presenti all’esterno del filtro ed in questo caso il processo di maturazione si interrompe celando acqua di rubinetto con acqua demineralizzata e di aggiungere poi i batteri BluStart inclusi in ogni filtro, almeno nella dose indispensabile per cominciare. Si suggerisce anche di aggiungere prima le piante e poi, a maturazione del filtro avvenuta, i pesci e gli altri animali. Abbiamo effettuato una serie di "partenze a freddo" con un acquario da 60 litri netti, utilizzando questi suggerimenti ed i risultati sono stati molto convincenti. Ogni volta, tutti i materiali filtranti sono stati risciacquati sotto acqua corrente, asciugati e rimessi in posizione, prima di procedere alla prova successiva. Abbiamo registrato, in particolare, la tipica curva di maturazione, comprendente le classiche tre fasi: è sempre stato osservato un picco iniziale di ammoniaca, poi un medio picco di nitriti ed infine un aumento dei nitrati che, dopo qualche tempo, tende a stabilizzarsi attorno a 18-20 ppm. Il periodo in cui tutto questo avviene varia tra i quindici ed i venti giorni. In un paio di casi sono stati necessari 24 giorni per completare la maturazione, ma il processo è sempre stato concluso in maniera inec-

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era posizionata di fronte ad una finestra, dalla quale riceveva radiazioni solari dirette per quattro-cinque ore al giorno. Già dal terzo giorno abbiamo notato la comparsa di una colorazione verde intenso dell'acqua, impossibile da eliminare anche con cambi d'acqua copiosi. Dopo cinque giorni, abbiamo aggiunto una lampada battericida e chiuso le tende della finestra, per evitare le radiazioni solari dirette. Anche in questo caso l'intervento è stato risolutivo. Nel corso di altre prove abbiamo notato la comparsa di piccoli batuffoli chiari, cotonosi, sulla superficie di legni di torbiera e sassi. Qualche volta i suddetti batuffoli comparivano anche sulla sabbia, ricoprendo lentamente il fondo di uno strato mucillaginoso discontinuo. All'esame microscopico abbiamo potuto dimostrare che i batuffoli erano costituii da ife fungine, batteri ed alghe unicellulari. Dunque abbiamo una prima conclusione: il filtro funziona bene ma in alcune specifiche condizioni offre risultati incostanti. Dobbiamo anche osservare che non sono del tutto chiari, al momento, i motivi di queste differenze di performances. Non si comprende, infatti, per quale motivo acque di tipo diverso (tutte perfettamente adeguate alle esigenze degli organismi acquatici) o posizionamenti differenti, debbano produrre gli effetti sgradevoli osservati. D'altra parte bisogna considerare anche un aspetto diverso. Un filtro biologico che funzioni è una cosa "viva" e come tale dotato di intrinseca variabilità funzionale. Non dovremmo meravigliarci, dunque, se alcuni "individui" si comportano in modo strano in alcune circostanze, proprio come non ci meravigliamo quando osserviamo un Betta che... bruca le piante! Fa parte della variabilità che caratterizza il mondo naturale. Al contrario, un filtro non-biologico o non-funzionante appare costante, nelle sue prestazioni meccaniche. Dunque la variabilità osservata è, in un certo senso, conferma delle prestazioni biologiche che caratterizzano il BluWave 05. Abbiamo effettuato anche test di lungo termine ed abbiamo potuto dimostrare che il BW05 è effettivamente in grado di mantenere stabili le condizioni dell'acqua con minimi interventi, bassissima manutenzione, scarsi o nulli cambi d'acqua. Si tratta dunque di una risorsa interessante per l'acquariofilo, se si riesce ad ottenere una corretta maturazione. Come suddetto, non è ancora del tutto chiaro per quale motivo, in alcuni casi, le cose non procedano come atteso. ma in base alle esperienze fatte possiamo osare alcune assunzioni ed offrire alcuni

Il BluWave 05 testato in questo numero si è dimostrato un ottimo filtro, ma per evitare inconvenienti che possono manifestarsi in alcune condizioni gestionali, conviene osservare i suggerimenti presenti in questo articolo questi casi avevamo utilizzato dell'acqua di pozzo per riempire l'acquario. Si trattava naturalmente di acqua di buona qualità, con valori di durezza accettabili ed assenza di inquinanti azotati (nitriti ed ammoniaca) con basse quantità di nitrati. Nonostante ciò, già dal secondo giorno dopo l'installazione si è evidenziata una leggera opacità, che è aumentata nei giorni successivi. Un prelievo effettuato dopo una settimana ha evidenziato la presenza di alghe unicellulari in abbondanza, molto difficili da eliminare. Abbiamo provato ad effettuare cambi parziali dell'acqua, ad aggiungere carbone attivo nel filtro e ad aerare intensamente ma, apparentemente, tutti i nostri interventi sono serviti a peggiorare la situazione! Infine, abbiamo ottenuto buoni risultati semplicemente oscurando la vasca con un pannello di polistirolo e spegnendo la luce. Dopo una settimana il filtro ha cominciato a maturare e tutto ha funzionato perfettamente da quel momento in poi. Il secondo caso da noi evidenziato riguardava una vasca d'acqua dolce fredda, popolata con semplici carassi e riempita con acqua dell'acquedotto di una piccola città di provincia. La vasca, in questo caso,

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suggerimenti gestionali. Innanzitutto, nel caso di problemi di maturazione potrebbe essere opportuno prendere in considerazione attivatori batterici diversi rispetto a quelli offerti nella confezione. Esistono ottimi prodotti in commercio, offerti da altre aziende specializzate e questo in alcuni casi potrà risolvere gli inconvenienti. Suggeriamo poi di tenere spente le luci dell'acquario nei primi quindici giorni di funzionamento. Proprio in questo periodo, infatti, il filtro produce il classico picco di nitriti, prima della completa maturazione e lo stesso, in presenza di luce, può essere sfruttato dalle alghe unicellulari. Quando ciò accade, le alghe stesse prendono il sopravvento, competendo col filtro per i nutrienti. In seguito il processo diviene quasi irreversibile. In pratica, come accade in tutti i filtri sequenziali di tipo professionale, il filtro produce una serie di substrati che dovranno essere sfruttati da moduli successivi. Quando il processo di maturazione non è ancora completo, alcuni di questi substrati possono essere “intercettati” da popolazioni aliene al filtro (alghe unicellulari, batteri che vivono nella colonna d’acqua, funghi degradatori, ecc.), i quali ri-dirigono il flusso fuori dalla macchina filtrante. In questo caso diventa molto complesso riportare il processo nei binari prestabiliti. Al contrario, se la maturazione avverrà in condizioni di buio totale, le alghe non potranno svilupparsi ed il filtro potrà stabilmente prendere il sopravvento. Di pari, eviteremo in questo delicato periodo di disporre la vasca di fronte ad una finestra o presso altre fonti di intensa illuminazione. Insomma, bisogna proteggere il filtro nel periodo in cui è più "cagionevole", per assicurarci che prenda la corretta direzione funzionale. Ovviamente questo significa che non dovremo introdurre in vasca le piante (come invece è suggerito nelle istruzioni) fino a quando il filtro non sarà completamente maturo, ovvero, per i primi 15-20 giorni. Dopo questo periodo il nostro filtro biologico avrà raggiunto la maturità, sarà divenuto molto “robusto” e potremo dunque iniziare una normale gestione dell'acquario. Le ife fungine sul fondo costituiscono un evento più raro e, in un certo senso, meno preoccupante. Al termine del periodo di maturazione, quando la sostanza organica presente nel fondo sarà stata in gran parte processata (questo evento è più frequente negli acquari allestiti con sabbia non lavata) le ife spariranno da sole ma, in caso di persistenza, potremo semplicemente procedere ad una sifonatura del fondo o un’intensa aerazione, tale da

rimuovere le masse gelatinose e farle aspirare dal filtro, prima di introdurre i pesci e le piante. Da questo momento in poi, grazie alla presenza delle speciali bioball, che effettuano un’azione denitrificante, le condizioni dell'acqua si manterranno molto stabili, con ammoniaca e nitriti assenti e nitrati attorno ai 18-20 ppm. Potremo ridurre i cambi d'acqua al minimo o eliminarli del tutto, per effettuare manutenzioni più approfondite solo unadue volte l'anno. In definitiva, questo filtro possiede caratteristiche tipiche di alcuni impianti industriali, trattandosi di un micro-sistema di filtraggio sequenziale e potrà effettivamente rendere grandi servigi all'acquariofilo se ben gestito. Come tutti i filtri professionali, però necessita di un corretto processo di maturazione. Seguendo i tre suggerimenti offerti sopra dovrebbe essere possibile per tutti ottenere una perfetta maturazione nelle prime due settimane di funzionamento. Sarà interessante inoltre ricevere i vostri feedback in merito, per sapere se esiste una casistica più vasta che possa aggiungere dettagli a quanto sin qui esposto. In ogni caso, l'errore più grande che un acquariofilo possa fare è arrendersi e sostituire il BW 05 dopo i primi insuccessi nel processo di maturazione: si perderebbe così la possibilità di godere dei vantaggi tecnologici e funzionali di un vero sistema di filtraggio biologico sequenziale, sino a pochi anni fa inavvicinabile per un comune acquariofilo.

Unico punto critico del filtro è rappresentato dalla facilità di intasamento delle spugne in acque molto ricche di sedimento. Questa d’altra parte è una caratteristica essenziale dei buoni filtri industriali, che non hanno passaggi preferenziali, per garantire un funzionamento sempre efficiente

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Esperienze e contributi dei lettori In questa rubrica vogliamo raccogliere i vostri contributi per offrire una rivista sempre più personalizzata ed in grado di raccogliere, in modo capillare, emozioni, esperienze, suggerimenti dal nostro grande pubblico, imprimendole nell’archivio indelebile di aquariophylia. Continuiamo questo mese con una nuova storia proposta da Luciano Tomei. Anche questa storia ha il sapore dell’esperienza diretta e siamo felici quindi di pubblicarla integralmente. Tutti coloro che vorranno mettersi in contatto con l’autore potranno farlo utilizzando il forum di aquariophylia.it. I contributi più interessanti, come di consueto, saranno trasferiti sulle pagine della rivista.

Un acquario per il discus L'acquario abitato dai tre discus delle foto è uno Juwel RIO 180 allestito tre mesi fa, dopo che il mio vecchio acquario, un artigianale 160 litri del 1980, ha iniziato a gocciolare. I discus li ho dal settembre 2010 ed erano molto più piccoli, suppongo avessero circa 4 mesi per cui adesso avrebbero un anno e mezzo e sono quindi adulti, ma ho l'impressione che continuino a crescere. Essi sono stati trasferiti nel nuovo acquario insieme ai compagni: un Botia macracantha, che ha circa 14 anni, un Corydoras e due Acantophthalmus, uno dei quali è morto, forse perchè non si è adattato al nuovo ambiente. Per allestire l'acquario ho usato tutto il materiale che avevo nel vecchio acquario: le piante (Vallisneria, Sagittaria ed Echinodorus) l'acqua, che ho integrato con 50 litri di osmosi nuova, ed il materiale filtrante (ovviamente solo cannolicchi). A proposito di quest'ultimo, di esso ne ho potuto usare solo una parte (circa un terzo) poiché il filtro biologico di cui era corredato il mio vecchio acquario, era molto più capiente del filtro attuale, un Eheim 250. Il fondo del mio vecchio acquario era troppo vecchio (più di 30 anni) e l'ho sostituito con della sabbia silicea a grana fine che ho preferito al quarzo poiché la trovo più naturale. Ovviamente sotto la sabbia ho messo un substra-

to fertilizzante consigliatomi dal mio acquarista. I discus, come si vede dalle foto, sembrano stare bene. Mangiano del tubifex liofilizzato e del granulare Tetra prima discus. Per un breve periodo ho somministrato del pastone surgelato (una, due volte la settimana per un paio di mesi) ed attualmente aggiungo al Tetra anche un altro granulare di Tony Tan, che sembra sia molto buono. Dimenticavo di dire che i discus sono di varietà blu turchese. Uno dei tre mi sembra sia della varietà Spotted (ma posso sbagliare). L'acquario sembra vada avanti discretamente, ma soffre i problemi degli acquari nuovi. Sebbene gli altri ospiti stiano bene (tranne l'Acantophthalmus di cui sopra), le piante non godono di buona salute. Gli Echinodorus sono tutti andati; Vallisneria e Sagittaria crescono bene ma le alghe mi obbligano a potarle spesso. Inoltre ho inserito un Echinodorus ocelot ma in 20 giorni l'ho dovuto buttare. Mi sono morti due piccoli Ancistrus golden e, di 4 Corydoras acquistati, solo uno è sopravvissuto. In tre riprese ho inserito 21 cardinali, ma ne sono rimasti sei. Dai sintomi ho l'impressione che abbiano contratto la Pleistophora, una malattia tipica dei neon che però a volte colpisce anche i cardinali (l'ho letto sulla rete).

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Per fortuna però i discus stanno bene e l'acquario nel suo insieme risulta gradevole. Ci tengo a precisare che non sono un neofita, ho 65 anni e possiedo acquari da quando ne avevo 10: sono arrivato alla conclusione che per tenere l'acquario bisogna cambiare un terzo dell'acqua 1 volta ogni settimana (prima lo facevo una volta al mese). Bisogna dotarsi, a questo proposito, di un impianto per acqua d'osmosi. Adesso costano poco e sono facilmente gestibili. Bisogna controllare GH, pH, KH, nitrati e fosfati almeno 2 volte al mese. Bisogna armarsi di pazienza e non demordere mai se le cose non vanno bene. Bisogna consultare frequentemente internet, poichÊ gli acquaristi (anche i migliori) non sono sempre all'altezza. Bisogna leggere Aquariophylia attentamente. Insomma bisogna fare tante cose (che io puntualmente cerco di fare al meglio) e con un po' di fortuna (che non guasta mai) si potrà godere della compagnia di tre bei discus che mangiano dalle tue mani. Luciano Tomei

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Stimoli di viaggio e di immersione testo e filmati di Franco Savastano Immergiamoci in Mar Rosso alla ricerca di

Chaetodon auriga Hawaii e Marchesi, Giappone. Questo pesce si incontra tra 1 e 35 m di profondità in ambienti di barriera corallina, ma anche in altri habitat. Si trovano individui solitari o coppie e si formano a volte gruppi che coprono anche notevoli distanze alla ricerca di cibo. Questo pesce si nutre in natura, prevalentemente, di policheti, anemoni di mare, polipi di coralli e alghe. Onnivoro, in acquario predilige mangime surgelato, ma non disdegna Artemia salina, liofilizzati e mangime secco in granuli. È consigliabile evitare la presenza in vasca di invertebrati in quanto potenziali prede. Ambientabile in acquario in vasche di grandezza opportuna, con adeguato sistema di filtraggio e ben areate, dotate di anfratti che esso possa utilizzare come nascondigli. Mediamente aggressivo, si sconsiglia la presenza in vasca di più di un individuo o di una coppia. Una volta ambientato è abbastanza resistente alle malattie, purché si mantenga una temperatura costante di 22-26 ºC, e si provveda ad aggiunte regolari di oligoelementi e vitamine.

Partiamo dalla classificazione (!): Actinopterigi, Perciformi, Chetodontidi, Chaetodon auriga Forsskål, 1775. È questo un pesce tropicale appartenente alla famiglia dei Chetodontidi, di forma appiattita e dalle dimensioni modeste, che raramente possono superare una ventina di centimetri. Il Chaetodon auriga è specie ovipara, ermafrodita sequenziale. Nel filmato viene presentato un esemplare in età giovanile, ripreso in Mar Rosso durante un’immersione notturna. Gli esemplari adulti presentano una colorazione sensibilmente più intensa, soprattutto nella parte anteriore, dove è presenta una riga nera sopra l'occhio, mentre i fianchi sono contrassegnati da un disegno a strisce incrociate, con la parte posteriore tendente al giallo e la coda più scura. La pinna dorsale presenta un filamento che è valso a questa specie il nome comune inglese di Threadfin butterflyfish. Si tratta di una specie bentopelagica a distribuzione indo-pacifica, che si trova tra l’altro in Mar Rosso, Africa orientale fino al Sud Africa, isole 140


Se volete immergervi nelle calde acque del Mar Rosso per inseguire qualche esemplare di Chaetodon auriga e studiare le sue abitudini non dovete fare molto: basta cliccare sulla foto qui sopra!

Si’... viaggiare!

OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati

IDEA VIAGGIO RISERVATA AI LETTORI DI AQUARIOPHYLIA Vi piacerebbe immergervi nelle stesse acque descritte nell’articolo ed avvicinare personalmente i pesci di cui si parla? Aquariophylia vi offre un’esperienza a 360 gradi, dall’immersione virtuale, possibile cliccando sulla foto a corredo di questo articolo (che diventa così filmato) a quella reale. Per approfittare delle eccellenti occasioni di viaggio verso varie mete tropicali, presso le quali si potrà osservare la stessa specie di pesci, basta cliccare sui link offerti dalla nostra agenzia di viaggio di riferimento. Ovviamente il click non comporta impegni e vi permetterà semplicemente di valutare le offerte, che potreste considerare subito, od in occasione di una prossima vacanza. Provare per credere! Mar Rosso http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=mar%20rosso Kenya http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=kenya Zanzibar http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=zanzibar Madagascar http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=madagascar 141


La mazzasorda, una interessante pianta da laghetto dalle mille risorse di Lorenzo Luchetta L’universo delle piante da laghetto è sicuramente paragonabile a quello delle piante da acquario e in questi anni la cultura del laghetto ornamentale in Italia sta crescendo, anche se ancora non raggiunge altri paesi europei in cui lo specchio d’acqua in giardino è un vero e proprio culto. In questo breve articolo vorremmo “presentare” una pianta da laghetto che per certi aspetti è molto singolare e può offrire tante soddisfazioni a chi decide di ospitarla. La pianta in questione è la Typha, comunemente nota come mazzasorda. Il suo nome comune deriva dalle sue infiorescenze inconfondibili, che ne costituiscono la principale particolarità. Sul nostro territorio è facile tro-

varla in prossimità di zone umide, paludi e fossi, dove cresce rigogliosa; il suo aspetto è elegante e le foglie lineari di cui si compone possono raggiungere i due metri di altezza. Le mazzesorde possono essere collocate sulla riva del laghetto sia con radici in immersione perenne, sia in zone limitrofe con superficie solitamente asciutta. Questa caratteristica la rende una pianta adattabile ad ogni tipo di laghetto e di biolago, e la sua resistenza e robustezza sono caratteristiche che tornano molto comode specialmente a chi si cimenta per la prima volta nella “creazione” di un ambiente acquatico esterno; di contro c’è da dire che è anche eccezionalmente prolifica, e tende ad aumentare la superficie occupata in breve tempo. Ne esistono quattro principali specie e sottospecie: la Thyfa angustifolia, la T. latifolia, la T. latifolia variegata e la T. minima. Quest’ultima per dimensioni e caratteristiche si presta particolarmente bene per laghetti e zone umide del giardino, la variegata differisce dalle altre per la colorazione della foglia. Tutte le specie si ornano di infiorescenze marroni scure dalla consistenza densa e compatta che gli hanno fruttato il nome di “mazzesorde”; queste se raccolte nello stato di piena maturazione possono venire utilizzate per la composizione di addobbi floreali secchi bellissimi, previo un trattamento di laccatura o anche di verniciatura. Tanti artisti che lavorano con i vegetali ritengono questa pianta uno dei “doni” più particolari e caratteristici che la natura offre.

Tipica disposizione a filare delle mazzasorde di riva

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Particolare di una cosiddetta “mazzasorda�

Alcuni esemplari di Mazzasorda in riva ad un canaletto di irrigazione di una risaia

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COME NASCE IL PROGETTO DELLE SCHEDE ORGANISMI MEDITERRANEI Lo sviluppo delle schede è stato affrontato seguendo le esigenze della navigabilità in internet. Ogni scheda riporta dettagli sulla tassonomia e sul comportamento dell’organismo in natura e in cattività. Quest’ultimo è aggiornato costantemente dalle esperienze raccolte nel corso degli anni dagli Amici del Med. Le schede degli organismi sono in continua evoluzione e grazie alla particolare tecnologia utilizzata, in futuro, potranno essere aggiunte nuove funzionalità, come un motore di ricerca personalizzato, collegamenti agli acquari degli amici che ne allevano gli organismi, filmati e tante altre implementazioni interessanti. La filosofia è quella della condivisione dell’informazione e proprio in quest’ottica si sta avviando lo sviluppo di un’interfaccia web che permetterà a qualsiasi portale o applicazione di accedere al sito web degli sviluppatori a tali dati e quindi pubblicarli in qualsiasi altro punto della rete. Sfruttando questa idea, un programmatore che si trovi in qualsiasi punto del mondo potrebbe, ad esempio, sviluppare un’applicazione per smart-phone che interroghi informazioni condivise. A cura di Ciro Vigorito – Socio Ass. EcoAcquario e collaboratore AMM Progetto condiviso da Associazione EcoAcquario e gli Amici del Med su: www.aquariomediterraneo.it – www.ecoacquario.it – www.aiam.info

Eunicella cavolini TASSONOMIA Phylum: Cnidaria Classe: Anthozoa Ordine: Gorgonacea Famiglia: Gorgoniidae Genere: Eunicella Specie: Eunicella cavolinii Koch 1887 Nome comune: Gorgonia gialla AMBIENTE NATURALE: Vive su fondali rocciosi o substrati duri, è anche possibile trovarla su pietre e frammenti calcarei su fondali molli ad una profondità variabile tra i 10 ed i 150 metri. DISTRIBUZIONE: Mar Mediterraneo (rara in alcune sue zone orientali).

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DESCRIZIONE: Forma colonie arborescenti con le ramificazioni orientate su uno stesso piano e perpendicolari alla direzione delle correnti. Ha ramificazioni flessibili e leggermente verrucose, spesso disposte a forma di ventaglio. Il colore di fondo è giallo-arancio con polipi più chiari rispetto al colore di base. Può raggiungere un’altezza massima di 40 cm. La gorgonia è stato uno degli animali più colpiti dalla variazione di temperatura che il Mediterraneo ha subito nell’estate del 1999. In alcune zone, secondo recenti studi, la mortalità di gorgonie ed eunicelle ha toccato il 90% degli esemplari presenti. Un’illuminazione troppo intensa favorirebbe l’insediamento di microalghe sulla colonia che la porterebbero a rapida morte. IN ACQUARIO: Si adatta bene alla vita in acquario. Per il suo corretto mantenimento è necessaria la periodica somministrazione di idrossido di calcio ed è necessario il refrigeratore per mantenere una temperatura non superiore ai 20-22 °C. L’alimentazione da seguire è quella usata per tutti i Gorgoniari (latte di cozze e preparati commerciali per filtratori). EcoAcquario – Questo cnidario insieme alla Eunicella singularis è spesso presente tra gli scarti dei pescatori, venendo ammagliata tra le reti di fondo.

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NEL PROSSIMO NUMERO...

in breve quella di riprodursi. Continuiamo col “re dell’acquario” in base alle vostre richieste di notizie su questo eccellente ospite degli acquari domestici.

Un anno è appena finito, un altro anno inizia proprio con questo numero. Ovviamente speriamo vi sia piaciuto come i precedenti ma se qualcosa non va per il verso giusto, se per caso stiamo dimenticando qualcosa… non avete che da comunicarcelo e, come sempre, faremo in modo di assecondare i vostri desideri. Stiamo lavorando ora al prossimo numero, alacremente, per produrre opere che possano rimanere di diritto nella vostra biblioteca acquariofila. Volete avere qualche anticipazione?

L’inchiesta di aquariophylia: come la volete? Che la vogliate “cotta o cruda”, aquariophylia è tutta vostra ed è doveroso, da parte nostra, seguire i vostri desiderata. Per questo motivo stiamo elaborando le vostre risposte al questionario (attenzione: terremo conto anche di quelle che perverranno nei prossimi giorni, poi chiuderemo la scheda per completare le statistiche) e nel prossimo numero potremo offrire un quadro preciso delle vostre richieste “medie” e delle vostre principali preferenze in merito ai contenuti. Sarà interessante vederci allo specchio, dopo il primo anno di attività!

Discus: intervistiamo gli operatori e gli appassionati. Inizia con il prossimo numero una nuova rubrica definita allo scopo di avvicinarvi al mondo degli allevatori, dei produttori, delle persone che lavorano intorno all’universo discus. Il mondo del discus è complesso. Soprattutto perché costituisce una realtà relativamente piccola in Italia. Inoltre è stato un ambiente asfittico fino a metà del 2010. Poche iniziative, sporadiche discussioni interessanti, interessi mascherati da passione e tanta gente che proprio non ce la fa a non dire sempre e comunque il proprio parere. Vi proporremo una serie di interviste ed articoli interessanti, per presentarvi questa realtà amatoriale e semi professionista. Intervisteremo chi ci vuole stare. Senza paura di ledere alcun interesse. Soprattutto, cercheremo di intervistare chi ha veramente qualcosa da dire e, soprattutto, fa davvero pesci. O comunque ci prova seriamente. Il percorso inizia oggi e si dipanerà mese dopo mese. Alla fine, faremo un sunto di ciò che abbiamo visto ed ascoltato e cercheremo di dare un giudizio serio su ciò che abbiamo visto. E anche su ciò che non abbiamo visto!

I Ciclidi nani? Spariti! Quando parliamo di Ciclidi nani, solitamente ci riferiamo agli Apistogramma o ai Mikrogeophagus di cui fanno parte i “cugini“ M. ramirezi e M. altispinosus. Entrambe le specie sono quasi esclusivamente provenienti dal Rio delle Amazzoni o da piccoli affluenti di esso. Anni fa, per poter godere di questo immenso spettacolo di colori i pesci venivano direttamente importati dai luoghi natii. Ovviamente con l’aumentare dell’interessamento da parte degli acquariofili, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, sono iniziati i primi allevamenti dedicati esclusivamente alla riproduzione e alla vendita. Sicuramente il più semplice da reperire è Mikrogeophagus ramirezi, perché si presenta fin da piccolo con colori sgargianti ed una livrea unica nel suo genere, in cui spiccano puntini blu su tutto il corpo ed una copiosa macchia rossa ventrale nelle femmine, che ne fa, a mio modesto avviso, il principe della sua specie.

Allevamento in artificiale, la domanda sorge spontanea: perché? Le risposte possono essere svariate, l’autore descrive la propria esperienza in base alle sue constatazioni, alle sue esigenze, alla sua esperienza. Avendo coppie di discus particolarmente prolifiche, avrebbe rischiato di esaurire il loro ciclo vitale in breve, e di vedere precipitare in negativo le loro aspettative di crescita e di vita... e allora da qui la scelta di provare e perfezionare questa alternativa. Pesci particolarmente dediti alle cure parentali, secrezioni proteiche cutanee dispendiose per il metabolismo e la deposizione stessa rappresentano il massimo stress per i nostri discus, anche se è sempre nella natura di ogni specie

Benvenuto pesce rosso! Il pesce rosso (Carassius auratus) merita senza dubbio, unico forse tra tutti i pesci, il titolo di “animale domestico”, cioè di animale, al pari di gallina, gatto, cane e pochi altri, la cui storia è indissolubilmente legata a quella dell’uomo fin da tempi remoti. Nonostante si sia fatta strada negli ultimi anni una maggiore consapevolezza delle esigenze dei nostri amici pinnuti, la scena descritta in apertura ancora spesso descrive il modo in cui si fa conoscenza con il pesce rosso. E a far da casa al nostro nuovo arrivato è scelta ancora la tipica “boccia” di vetro o, in alter-

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nativa, la vaschetta di plastica con le piantine finte incollate al fondo. Inizia col prossimo numero una serie ad esso dedicata: era doveroso, da parte nostra!

quei che vengono riprodotti, sono rappresentazioni in miniatura di paesaggi naturali terrestri. Al fine di diffondere tra gli appassionati di acquariologia di acqua dolce i principi chiave di questa particolare ed affascinante filosofia, è stata organizzata una presentazione sull’allestimento dell’acquario ADA che il nostro collaboratore, puntualmente, vi illustrerà.

Acquario-in-classe. Negli ultimi anni nascono sempre più iniziative con lo scopo di sensibilizzare i giovani nei confronti della natura e di stimolare il rispetto per quest'ultima. Nella passata legislatura è stata depositata una proposta di legge sull'introduzione dell'educazione ambientale nelle scuole. Questo progetto nasce con l'intenzione di promuovere la consapevolezza rispetto a temi ecologici ed ambientali insieme ai maestri e ai professori, di lettere e di scienze, di geografia e di economia, cercando di ridurre il rischio che tale insegnamento abbia un impatto solo superficiale nei ragazzi. Siamo sicuri, quindi, che accompagnare temi di biologia, chimica, ecologia, etologia e ambiente con la creazione di un acquario sia un modo più incisivo e, perché no, anche divertente per affrontare queste materie. Insegnamenti di questo genere, tuttora prevalentemente astratti, possono così materializzarsi in aula. Cercheremo di essere al fianco dei professori di scienze delle scuole medie, per produrre stimolanti esperienze scientifiche a 360 gradi incentrate sul mondo acquatico e, dunque, vicine all’origine della vita!

Vermi bianchi: facili e nutrienti. Continua la trattazione iniziata in questo numero, alla riscoperta dei vermetti bianchi per stuzzicare l’appetito dei nostri pesci. Potremo così iniziare in pratica con l’allevamento, se avrete procurato tutti i materiali descritti in questo numero. Allo scopo, iniziate subito a procurare il necessario, come descritto nelle pagine precedenti. Muschi e caridine: questo matrimonio s’ha da fare! Questi sono anni di esplosione del fenomeno nano-cube. I motivi di questo evento sono molteplici: gli appartamenti, soprattutto nelle grandi città, sono sempre più piccoli, lo spazio per collocare un acquario di medie o grandi dimensioni può risultare impossibile da trovare, mentre lo spazio per un cubetto anche di 10-20 litri, si ricava ovunque. Anche il considerevole aumento dei costi dell’energia elettrica influisce sulla scelta di ridurre le spese di riscaldamento ed illuminazione di un acquario di medie o grandi dimensioni. Così che la maggior parte delle aziende di acquari ha rivolto la produzione delle vasche prevalentemente verso acquari di dimensioni da medie a piccole o piccolissime. La nostra esperta collaboratrice ci conduce alla scoperta degli elementi essenziali di questo mondo minuscolo ma non poco interessante: muschi e Caridine!

Betta splendens - G u i d a a d u n ’ a d o z i o n e c o n s a pevole. Possiamo affermare senza ombra di dubbio che il Betta Splendens è uno dei pesci d’acquario più conosciuti e più desiderati da chi si avvicina al mondo degli acquari per la prima volta. Non è neppure difficile comprendere le ragioni di tale successo. Il Betta splendens è un pesce robusto, bello nella forma e nelle sue infinite varietà di colori, persino la sua storia di combattente e la sua tempra hanno contribuito alla sua ascesa. Tuttavia va ricordato che ciò che ha contribuito alla sua diffusione, spesso ha contribuito in passato e, triste a dirsi, ancora oggi, ad una gestione scellerata di questo pesce. Cerchiamo di salvarlo dagli errori del neofita!

Schede del Mediterraneo: Halocynthia papillosa. Vive in anfratti del coralligeno, su praterie di Posidonia e di Zostera e su fondali superficiali sabbiosi. Si trova ad una profondità variabile tra i 2 ed i 100 metri ed è certamente una delle specie più colorate e facili da allevare per un appassionato di Mediterraneo! Osserviamola da vicino!

Allestimento di un acquario ADA. La filosofia ADA è figlia diretta della cultura giapponese. Il suo ideatore, Takashi Amano, è al contempo un famoso acquariofilo e un guru visionario e la sua filosofia sta acquisendo sempre più fama e notorietà a livello internazionale. Tale successo è dovuto soprattutto al modo innovativo di fare acquariofilia: sono infatti introdotti i concetti, i gusti e le prospettive del giardinaggio zen giapponese. I paesaggi subac-

Naturalmente questo è quanto abbiamo in cantiere, oltre a tanto altro. Ma se avete richieste specifiche, inviatele e provvederemo a preparare un menù à la carte!

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ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO! Stiamo ora elaborando le risposte che avete dato al nostro questionario, per cercare di produrre una rivista sempre più vicina ai vostri desideri. Vi ringraziamo dunque anche per aver voluto indicare la strada da intraprendere. Noi lo faremo sempre con attenzione ai vostri desideri, ma anche seguendo i nostri principi: non smetteremo di perseguire gli obiettivi in cui crediamo fermamente. Da parte vostra, continuate a diffondere la notizia dell’uscita della rivista presso parenti e conoscenti, per accrescere ogni mese il numero dei lettori. Solo in questo modo potremo garantirvi l’uscita di questa pubblicazione a titolo totalmente gratuito. È fondamentale che aquariophylia raggiunga un numero crescente di acquariofili e di possibili interessati al nostro hobby, perché solo così risulteremo convincenti per i nostri sponsor, che finanziano le pubblicazioni. Osservate dunque le pagine pubblicitarie che compaiono in questo numero: in definitiva, la rivista che avete ricevuto è un loro dono. Questo non significa che dobbiamo piegarci a bieche filosofie commerciali o che si debbano esprimere pareri a pagamento. Sapete bene che non lo faremo mai. Significa però che alcune aziende, più di altre, hanno a cuore la vostra informazione ed è giusto renderne conto. Dunque arrivederci al prossimo numero, sempre più ricco e vario, con tante novità interessanti e, speriamo, sempre sostenuto da lettori e sponsor.


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