La gambericoltura: industria e acquari Discus: il punto di non ritorno La palla di cristallo diventa biosfera Produrre fitoplancton Conchiglie da collezione Alimentazione del pesce rosso Il carbone attivo
Sabella spallanzanii Chaetodon lunula
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE Il tempo scorre veloce! Un anno fa a quest’ora avevamo da poco iniziato il nostro cammino e oggi pare già di essere “maturi”. Dieci anni fa si leggevano riviste cartacee immaginando che potessero essere eterne e oggi si sfoglia allegramente una rivista sul tablet o al computer, gratuita per giunta, avendo quasi dimenticato da dove eravamo partiti. Le tecnologie, ai nostri tempi, viaggiano molto più veloci che mai e ogni uomo, in questo mondo, riesce nell’arco di una vita a vedere cambiamenti di abitudini e di stili di vita che un nostro antenato avrebbe sperimentato in… cinquecento anni! Certo, è difficile adeguarsi alle nuove possibilità e, così come il passaggio dalla macchina da scrivere al computer fu drammatico per molti, allo stesso modo passare dalla pergamena al tablet appare impresa impossibile. Ma provateci, perché ne vale la pena! Anzi, cercate subito di sfruttare tutte le occasioni che la nuova pubblicazione vi offre: cliccando su pagine e link potrete vivere un’esperienza cibernetica totale. Viaggerete in pagine di autori e in pubblicazioni internazionali. Visiterete i siti delle aziende e scoprirete i nuovi prodotti. Imparerete cose nuove spostandovi in pochi istanti in varie parti del mondo. Provateci e non ve ne pentirete: cliccare per credere!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno II numero 4 - aprile 2012 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Rita Colognola, Francesco Denitto, Luciano Di Tizio, Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Francesco Barletta Carassio aurato Rita Colognola Francesco De Rosa Tony Di Meglio Marco Di Natale Federica Ferrigno Antonio Gioia Livia Giovannoli Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Febo Lumare Mirko Mutalipassi Maurizio Quarta Stefano C. A. Rossi Fabio Russo Franco Savastano Giovanni Stefano Savino Luigi Storoni Valerio Zupo
Pubblicità e Redazione: Papyrus - Sir Winston Churchilllaan 733 NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands - Tel. 0031-(0)70-3930964 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno II - n째 4 aprile 2012
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Editoriale Questo numero in breve Lettere in redazione Lectio magistralis, La gambericoltura: industria e acquari Seconda parte di Febo Lumare Discus: il punto di non ritorno di Antonio Gioia e Francesco Barletta Mediterraneisti nel web. Comunicazione, evoluzione e... un po’ di filosofia di Stefano C. A. Rossi Dalle Associazioni Mini-acquari. La palla di cristallo diventa biosfera. di Tony di Meglio e Valerio Zupo Test: Aqua1 Phos out Söchting Oxydator Shirakura Red bee sand Hikari Tropical algae wafers Seachem Garli Guard Dennerle Alginator
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Muschi e Caridine, questo matrimonio s’ha da fare. Terza parte di Livia Giovannoli Settimo raduno ReefItalia La rubrica del Carassio Inserto da stampare e conservare. seconda parte di Dicuszukt Vai col link. Oggi parliamo di... fitoplancton a cura di Mario Loffredo NonSoloAcquari. Conchiglie da collezione. I Muricidi di Lorenzo Luchetta Benvenuto pesce rosso. Alimentazione del pesce rosso di Maurizio Quarta Rubrica di poesie di Giovanni Stefano Savino Vivarium 2012 di Rita Colognola Oltre il vetro. Un ambiente destinato a studio di Luigi Storoni Photo contest L’acquario in 7 domande. Il carbone attivo di Federica Ferrigno e Marco Di Natale La scheda del mese: Sabella spallanzanii di Fabio Russo e Francesco De Rosa Video contest Stimoli di viaggio: Chaetodon lunula di Franco Savastano Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso
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l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. MARCO DI NATALE (Autore) nasce a Salerno nel 1988. Ha fin da piccolo avuto la passione per la natura e gli animali, cimentandosi inizialmente con l’allevamento di piccoli rettili ed anfibi. Scopre la passione per l’acquariologia a dieci anni e si dedica all’allestimento di numerosi acquari, prima di acqua dolce e poi marina. Laureato in biologia marina, frequenta il corso di specializzazione in biologia delle produzioni marine presso la Federico II di Napoli e collabora con l’associazione Vivara Onlus, nell’allestimento di un acquario didattico marino mediterraneo. Ha inoltre partecipato a molti progetti organizzati dalla Federico II tra cui “scuola mare 2010”, il ”corso teoricopratico di Biologia Marina” a Punta Campanella e alcuni seminari. Ha prestato assistenza presso la “Bioservice” dedicandosi allo studio ed alla gestione delle risorse ambientali. FEDERICA FERRIGNO (Autore) è nata a Napoli il 30/06/1988. Nel 2010 si è laureata con lode in Biologia delle Produzioni Marine, con tesi sulle patologie dei Gorgonacei. Da sempre ha nutrito una forte passione per il mondo animale e per il mare, avvicinandosi in tal modo all’acquariologia e al diving, nonché alla fotografia subacquea. Ha partecipato a diversi progetti di salvaguardia e monitoraggio di tartarughe marine e soccorso di cetacei spiaggiati. ANTONIO GIOIA (Autore) Nasce nel 1964 a Castrovillari, cittadina calabrese della provincia di Cosenza, ove attualmente risiede. Allestisce il suo primo acquario nel 1985 e, dopo la parentesi universitaria , si ded-
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ica all’allevamento e riproduzione di varie specie di acqua dolce. Dal 2005 le sue vasche sono essenzialmente dedicate all’allevamento e alla riproduzione di discus. In questi anni la crescente passione per il Sympsodon discus ha portato alla realizzazione, in un’apposito locale, di un impianto amatoriale di circa 5000 litri, specificatamente attrezzato a questo scopo. Condivide questa passione con l’amico Francesco Barletta, insieme al quale si diletta a sperimentare tecniche di riproduzione ed allevamento. Collabora con vari siti e forum dedicati al discus. LIVIA GIOVANNOLI (Autore) è nata a Venezia nel 1968 ed è uno dei pochi volti femminili dell'acquariofilia italiana. Appassionata Acquariofila con la A maiuscola dall'anno 2000 quando ha 'scoperto' l'acquario. Una vera passione per il discus la porta a collaborare attivamente con i portali nternet Discusfriends, DiscusPortal e Mondodiscus. La curiosità per l'acquario dolce tropicale e l'acquabotanica fa si che in casa ci siano sempre diverse centinaia di litri d'acqua allestiti secondo la curiosità del momento: Discus, Ciclidi sudamericani, Loricaridi, Caridine, piante acquatiche, palustri e muschi. Ha collaborato con diverse case editrici (Aquaedì, Aquapress, Primaris) e si impegna nella divulgazione dell'acquariofilia in Italia organizzando e partecipando attivamente alla creazione di manifestazioni legate all'acquariofilia (Discus Day, Aquascaping workshop). Attualmente oltre ad una consolidata collaborazione con Mondodiscus fa parte del Team project di Napoliaquatica. FEBO LUMARE (Autore) biologo marino, laureato presso l’Università di Roma, è uno dei pionieri dell’acquacoltura in Italia. È specializzato nel campo della gambericoltura, per la quale ha svolto stage di approfondimento in USA, Centro America, Medio ed Estremo Oriente, Sud-Est Asiatico ed in molti paesi dell’area del Mediterraneo e del Nord Europa. Dirigente di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato direttore dell’Istituto per lo Sfruttamento Biologico delle Lagune e docente di discipline riguardanti l’acquacoltura presso le Università di Bari, Lecce e Palermo. Membro di numerosi comitati tecnico-scientifici governativi, regionali e provinciali, è inoltre. titolare di brevetto in conto C.N.R. per formulazione di mangimi per post-larve di Peneidi e di contratto di trasferimento tecnologico sui metodi di produzione di novellame di gamberi. Attualmente è direttore del CONARGA (Consorzio Nazionale di Ricerca per la Gambericoltura). È autore di circa 140 pubblicazioni scientifiche e tecnologiche e di manuali nel campo dell’acquacoltura, con particolare riferimento alla gambericoltura. MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), è socio fondatore del Salento Aquarium Club. FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l'associazione AMM “Acquario Marino Mediterraneo” cura la rubrica "strani e poco conosciuti" oltre a collaborare alla stesura di schede di organismi marini mediterranei. GIOVANNI STEFANO SAVINO (autore) è nato a Firenze nel 1920. Impiegato fino al 1949; soldato dal ’40 al ’45, insegnante (scuola elementare, media inferiore e media superiore) fino al 1979. Dal 1979 al 1994, su invito di Giovanni Paolo II, scrive saggi di letteratura e musica, con la collaborazione di Egle Scorpioni Panella. Una scelta di tali saggi è stata pubblicata dalle Edizioni Gazebo nel 2008. Dal 1993 ha scritto migliaia di poesie, una scelta delle quali si trova negli otto volumi di versi editi dalla Gazebo dal 1999 al 2012. Nel 2006, con Mariella Bettarini e Gabriella Maleti, ha pubblicato il libro di poesia dal titolo “Trialogo”. È redattore della rivista “L’area di Broca”. LUIGI STORONI (Autore) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli.
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La rivista è vostra: fatela girare!
Per anni gli acquariofili italiani si sono lamen-
È difficile far valutazioni quando tante
tati della mancanza di una pubblicazione di
variabili sono in gioco e si ha a che fare con
riferimento, qualcosa che potesse veramente
un pubblico variegato e diversificato. Ci
rappresentarli come accade in altri paesi
siamo chiesti come stiamo procedendo.
europei e che offrisse contenuti ricchi, scien-
Anzi, lo facciamo ogni giorno… Ovviamente
tificamente testati, divertenti, appassionanti,
è importante per noi saperlo, dal momento
stuzzicanti. Ora siamo qui! Sostanzialmente,
che lavoriamo solo per aiutare la diffusione
in base ai vostri complimenti, offriamo tutto
degli acquari, in assenza di interessi econo-
ciò. Cosa trattiene, dunque, tanti appassiona-
mici diretti. Abbiamo provato a fotografare
ti dall’iscriversi in massa?
le vostre esigenze con la nostra inchiesta di
Probabilmente si tratta di superficialità o di
fine anno e stiamo ora procedendo nelle
mancanza di informazioni. Molti nutrono
direzioni da voi indicate. Abbiamo provato
ancora sospetti nei confronti di una pubbli-
a dare un volto ai nostri lettori con varie
cazione gratuita e ritengono che debba
iniziative, diamo spazio ai vostri contributi
esserci sotto qualche trucco! Sta anche a
e cerchiamo di seguirvi continuamente, per
voi, a tutti voi che oramai fruite di questa
offrirvi il meglio della cultura acquariofila,
pubblicazione e ne conoscete pregi e difetti,
eppure non siamo ancora soddisfatti.
informare i vostri amici. Senza il vostro
Quanti acquariofili italiani, percentualmen-
contributo diretto il sogno di portare in ogni
te, conoscono aquariophylia?
casa italiana un acquario resterà tale, con
Evidentemente gli iscritti al nostro sito non
buona pace di tutti i nostri sforzi. Ci chiedia-
possono coprire l’intera popolazione degli
mo allora: state contribuendo? La diffusio-
appassionati
bene.
ne dell’hobby ha bisogno dell’aiuto di tutti,
Lentamente state aumentando, certo, ma
nessuno escluso, e limitarsi a leggere la rivi-
non siamo soddisfatti dei ritmi. Se, come
sta perché “tanto è gratuita” non ci poterà
appare dalle vostre compiaciute missive
lontano. Non vi porterà lontano.
ricche di complimenti, la rivista è veramen-
Scopriamo così che la rivista gratuita un
te così ben fatta come dite, cosa frena anco-
costo lo ha! Costa un certo impegno legger-
ra tanti acquariofili dall’iscriversi al nostro
la bene, perché ci vuole un mese intero per
sito? L’iscrizione è gratuita e non dovrebbe-
viaggiare seguendo i link e scoprire tutti i
ro esserci ostacoli di sorta, dunque, all’af-
vantaggi del nuovo mezzo stampa. Costa
flusso dei nuovi iscritti.
fatica scrivere ogni mese ad amici e cono-
e
questo
non
è
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scenti per introdurre nuovi adepti alla let-
siamo permetterci esitazioni. Limitarsi a
tura delle notizie offerte. Eppure tutto que-
“prendere” la rivista senza ricambiare con
sto produce nuovi vantaggi, maggiore con-
un minimo di impegno civile è indubbia-
sapevolezza: ci rende importanti!
mente poco gentile, ma non saremo noi a
Dunque, vogliamo limitarci a sfogliare
giudicare. Ci limitiamo a rammentarvi che
superficialmente le pagine per trascorrere
senza il vostro aiuto non potremo fare
qualche ora leggermente annoiati, o voglia-
molto e che il sogno potrà avere compimen-
mo divertirci a muoverci da protagonisti,
to solo se sostenuto da un gran numero di
cooperando attivamente in questo ambizio-
lettori “attivi”. Non vi chiediamo altro che
so progetto?
di divertirvi ad agire e di non rimanere
La risposta ovviamente è solo vostra ed
spettatori passivi. Noi continueremo ad
ognuno potrà fare la propria scelta, in base
impegnarci per migliorare i contenuti, la
al proprio carattere, alle proprie ambizioni.
qualità delle proposte creative, il livello
Tuttavia noi contiamo che la maggior parte
scientifico della rivista. A voi il compito di
di voi abbia voglia di agire, perché i tempi
diffonderla come meglio credete. Ci pare
sono maturi, i mezzi sono scarsi e non pos-
uno scambio corretto!
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QUESTO NUMERO...
in breve Lectio magistralis. Nel numero precedente il Prof. Lumare ha introdotto l’argomento portandoci a conoscenza della storia della gambericoltura e della struttura fisica dei gamberi, in modo da renderci più “vicini” a questi simpatici organismi acquatici ed in particolare ai gamberoni Peneidi. In questo numero e nei successivi entreremo nel vivo della questione, occupandoci di riproduzione ed allevamento di gamberi. L’accoppiamento nei Peneidi avviene quando la femmina ha esuviato e l’esoscheletro è ancora morbido. Il meccanismo di maturazione degli ovari è regolato dal sistema endocrino che produce ormoni, il cui bilancio frena o attiva la maturazione ovarica. In questo numero parleremo di riproduzione, sviluppo e ciclo biologico dei Peneidi. Alimentazione del pesce rosso. I pesci rossi sono degli allegri e ingordi mangioni, pertanto è bene fissare alcune semplici regole nella somministrazione del cibo. Innanzitutto è bene sfatare subito il mito che il pane, i formaggi e i dolci siano adeguati ai nostri ospiti. Anche se questi li accettano volentieri, si tratta di alimenti assolutamente inadatti alle loro esigenze e alla lunga in grado di procurare danni fatali ai nostri amici. Meglio scegliere tra le tante varietà di alimenti completi e specificatamente studiati per i carassi, messi sul mercato dalle aziende specializzate. Discus, i pesci che parlano. È possibile riprodurre e allevare discus privi di parassiti, ma, a prescindere da ogni considerazione sull’effettiva validità e convenienza di questa pratica, riteniamo che questo tipo di allevamento sia estremamente complicato, riduttivo, sacrificante, per chi come noi intende coltivare questa passione per amore e per diletto. Esistono dei compromessi che comunque garantiscono un buono stato di salute ai nostri pesci e nel contempo ci permettono di vivere questa nostra avventura più serenamente. Vogliamo solo precisare che un allevamento “privo di parassiti” effettuato con il rigore necessario, impone non solo l’utilizzo 12
di un protocollo estremamente rigido ma anche l’adozione di una serie di precauzioni davvero limitative, basti pensare, ad esempio, che gl’impianti devono rimanere chiusi agli estranei. Mediterraneisti nel web. La forte evoluzione che l’acquariofilia mediterranea ha manifestato negli ultimi anni è legata in modo diretto all’enorme espansione della comunicazione tra gli appassionati grazie al web. Gli acquariofili con qualche annetto sulle spalle, quelli nati prima dell’era digitale per intenderci, ricorderanno tutti benissimo qual’era la situazione prima dell’Era Web. In pochi anni è stato così possibile verificare che, se applicato esattamente secondo la “ricetta”, il metodo DSB è in grado di digerire contaminazioni incredibili anche se dopo un po’ è debole nella gestione dei fosfati. A questo punto la vasca a basso impatto ambientale è già delineata! Beh, in quest’articolo troverete una serie di considerazioni quasi filosofiche in tema di comunicazione, evoluzione ed… evoluzione della comunicazione. Link. Oggi parliamo di… f i t o p l a n c t o n . Ne sono pieni gli oceani, ma anche tutti i bacini d’acqua dolce. Così come i vegetali bentonici - alghe e piante superiori - costituiscono la base della rete trofica sul fondo dei fiumi e sulle coste del mare, il fitoplancton costituisce la base delle reti trofiche nella colonna d’acqua. Se ne nutrono tantissimi organismi che, spesso, si spostano insieme al fitoplancton proprio per avere una fonte alimentare sempre a disposizione: stiamo parlando dello zooplancton. Il fitoplancton però, come tutti i vegetali, ha anche altre importanti funzioni. Carassio. Oggi il nostro amico di sempre ci parla di nutrimento, ma non nel solito senso. Ci parla di nutrimento per l’anima, di passione e dei nostri rapporti con negozianti e produttori. Non abbiamo ben compreso dove voglia andare a parare ma… facciamo finta di seguirlo, altrimenti si innervosisce! Il Carbone attivo: uso, scopi, piccoli segreti. Per la nostra rubrica destinata al principiante, questo mese va in scena il filtraggio adsorbente. Generalmente si preferisce tenerlo costantemente in vasca a causa del continuo rilascio di sostanze tossiche di difesa da parte dei coralli (in particolar modo di quelli molli) e in quantità non eccessive, sia per non catturare e quindi eliminare sostanze utili, sia per limitare la quantità di fosfati eventualmente rilasciati in vasca. Esistono differenti correnti di pensiero inerenti al posizionamento e all’utilizzo del carbone in un acquario. Li prenderemo in considerazione in questo numero. Test & Recensioni. Ricca come sempre la rubrica delle recensioni e degli stimoli per l’acquisto. Questo mese parliamo di una eccellente resina anti-fosfati, di un nuovo fondo per l’acquario delle Caridina, di un alimento per pesci vegetariani, di un alimento medicato naturale, di una calamita anti-alghe di nuova concezione. Inserto discus: abbiamo iniziato nel numero precedente e continuiamo in questo. L’inserto stampabile e staccabile è oramai una realtà e ci accompagnerà per molti numeri ancora. Alcuni potranno non essere d’accordo coi parametri suggeriti, ma i dettagli forniti da un grande allevatore di discus a tutti gli appassionati alle prime armi, non potranno che far discutere. È quello che desideriamo! 13
Rubrica poesie. Come di consueto ci rilasseremo con una bella lirica, giusto intermezzo tra una pompa ed un fertilizzante per piante. La poesia è probabilmente tra le forme di comunicazione più potenti e più immediate che l’uomo abbia inventato. In questo numero prenderemo in considerazione un argomento comunque acquatico, anche se non strettamente legato all’acquario. Ci servirà a immergere lo spirito nell’elemento che più ci attira. Vivarium 2012. Il 24 e 25 marzo si è tenuta a Nieuwegein (Paesi Bassi) la quinta edizione di Vivarium, mostra mercato dedicata agli appassionati di acquaristica, terraristica e laghetto. L’organizzazione, installazione, e disinstallazione sono curate unicamente da volontari, il cui unico rimpianto è quello di essere troppo impegnati per poter visitare la manifestazione creata da loro stessi. Si trova veramente tutto quello che si può desiderare: pesci, crostacei, anfibi, rettili, ragni, piante, cibi di ogni tipo, accessori, libri, riviste... qualunque cosa. Aquariophylia vi offre in esclusiva una visione d’insieme della manifestazione. Oltre il vetro: un ambiente destinato a studio. Computer, tavolo da lavoro, materiali vari di origine diversa ma tutti caratterizzati da scarsa poesia. Ci starebbe bene un acquario! Il nostro architetto ci accompagna questo mese nella realizzazione di un acquario adatto per un ambiente di lavoro, da destinare allo studio domestico o all’ufficio. Una soluzione che potrà interessare certamente moltissimi tra i nostri lettori. Stimoli di viaggio: C h a e t o d o n l u n u l a. Tra le tante specie di Chetodontidi, spicca per la vivacità della colorazione Chaetodon lunula, pesce farfalla tigrato proveniente dal Pacifico e dal Mar Rosso. Il filmato di Franco Savastano è stato girato di notte nelle acque prospicienti il villaggio di Marsa Alam sulla costa occidentale del Mar Rosso egiziano. Questo grazioso pesce che non supera una ventina di centimetri di lunghezza, di carattere socievole in mare, si adatta alla convivenza in acquario con altri pesci tropicali di barriera, ma richiede inizialmente una certa esperienza di ambientazione in vasche abbastanza grandi e ben curate. Conchiglie da collezione: i muricidi. Questo mese la rubrica NonSoloAcquari ci porta alla scoperta di altre magnifiche conchiglie da collezione. Le caratteristiche principali delle conchiglie di questa famiglia sono date dalla presenza di spine sulla parte più grande della conchiglia stessa, dalla quale si diparte una sorta di “gambo” dove le spine sono più rade e talvolta assenti. Come si vede dalle immagini l’aspetto dei muricidi è inconfondibile. Iniziamo con l’allevamento delle Caridina. Terza parte. Si conclude questo mese la serie sui muschi e le Caridina. Il mese scorso abbiamo fatto conoscenza con i nostri “attori”, delineandone le caratteristiche salienti e le esigenze di vita. Oramai sappiamo abbastanza per iniziare. Se avre14
mo, nel frattempo, procurato i materiali indispensabili per allestire il primo acquario tematico per queste specie, riusciremo finalmente a… fare il matrimonio tra Caridine e muschi nel salotto di casa. Vi ricordiamo che avevamo lasciato il discorso alla vasca ed al semplicissimo filtro. Continuiamo ora con il sistema d’illuminazione. Mini acquari: La palla di cristallo diventa biosfera. Una boccia del diametro di meno di 7 cm, in vendita in un negozio di acquari: sarà destinata a torturare pesci rossi o costituirà la tomba prematura per uno sfortunato Betta? Meglio sottrarla agli scopi per i quali era stata inizialmente commercializzata e destinarla ad usi più nobili. Vi allestiremo un acquario contenente quasi un litro d’acqua, adeguato per le esigenze di piccoli organismi, che potranno trovare nella minuscola “pozza di scogliera” tutto quanto necessitano per vivere e riprodursi. Nel corso di questo articolo imparerete come trasformare l’insignificante boccia in un lussureggiante acquario per Neocaridina.
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it AAA ASSOCIAZIONE CERCASI Salve, mi chiedevo da tempo se in Sicilia vi fossero associazioni Acquariofile. Io sono di Palermo e malgrado mi occupi di acquario da tempo, non ne ho mai conosciuta una nel mio territorio. Spero presto di avere buone notizie in tal senso. Sergio (help, ho sbagliato sezione) RISPONDE UN COLLABORATORE PARTICOLARE! Non ti preoccupare, non esistono sezioni sbagliate... al limite la risposta arriva un po' in ritardo. Ho comunque una buona notizia per te: a pagina 89 del numero di marzo di aquariophylia (che uscirà entro un paio di giorni) troverai la locandina del IV Trinacria Betta Show, promosso dal Sicilia Betta Club. Esiste quindi almeno un'associazione acquariofila in Sicilia. Prova a metterti in contatto con loro, può darsi che ne conoscano altre. Facci sapere l'esito della tua ricerca e mandaci magari una foto del tuo acquario. A presto Tuo, IppoCampo TORNA IL LETTORE Grazie! Per l'informazione, sicuramente può essere un buon aggancio per trarre informazioni sull'esistenza o meno di associazioni attive in 16
corretti. Dopo questo passo attenderemo le loro risposte. Tutti quelli che risponderanno saranno inseriti in un data-base che potrà essere aggiornato ogni mese. La tabella con numeri di telefono, siti web, ecc., sarà pubblicata sul sito di aquariophylia e possibilmente nelle stesse pagine della rivista, nella prima pagina della rubrica associazioni. Cosa ne pensa? Ovviamente da questo momento in poi, tutti coloro che abbiano notizie di associazioni che non sono ancora citate, potranno comunicarcelo, aiutandoci così a compilare una lista sempre più completa. Mi sembra un ottimo servizio fatto nell’interesse dell’acquariofilia e per favorirne la diffusione. Ottima idea! A questo punto, se lei stesso vorrà partecipare a questa iniziativa, aiutandoci a seguire mensilmente questo problema, potrà diventare nostro collaboratore per la rubrica associazioni. È un invito formale a farsi avanti e rimboccarsi le maniche. Cosa ne pensa?
Sicilia. Chissà se con numeri sempre più grandi qui sul forum si possa creare un mini albo regionale. In pratica un elenco per regione con il contatto degli utenti del forum. Si potrebbe scoprire che il vicino della porta accanto o il compaesano della frazione vicina è un appassionato come te. Saluti Sergio LA CHIOSA DELLA REDAZIONE Eccellente idea! Riuscire ad ottenere un “albo regionale” delle associazioni sarebbe certamente di aiuto a tanti che ricercano associazioni ed alle associazioni stesse, per identificare nuovi possibili soci. Resta solo da definire come organizzare questa operazione. Possiamo fare delle proiezioni e poi correggerle strada facendo. La nostra segreteria di redazione si metterà in contatto con tutte le associazioni di cui abbiamo i recapiti per richiedere se esistono ancora e se i recapiti sono 17
contribuire solo in misura minima al filtraggio". Ora... anche se in parte è condivisibile che un passaggio veloce in un filtro sottodimensionato possa essere poco efficiente, forse lo scritto è antecedente all'uso di valvole e rubinetti vari per ridurre i flussi. Forse anche al fatto che esistono in commercio filtri esterni con massa filtrante di molto maggiore di uno striminzito filtro interno (anche se rimane un buon sistema affidabile). Lascio perdere i consigli delle 14 ore di illuminazione perché con il costo dell'energia attuale penso che nessuno lo attuerà. Con sommo dispiacere dei produttori di neon e prodotti antialghe. In definitiva, quello che ho riportato mi sembra già abbastanza fuorviante per un neofita addirittura discussofilo. Personalmente inorridisco al solo pensiero di un neofita con dodici pesci in vasca, praticamente un lager, ma anche solo 10. Forse sbaglio ma sembrano consigli adatti a chi vuole avviare un allevamento
INSERTO SUI DISCUS Ciao, volevo fare un appunto....chiamiamola "critica costruttiva". L'inserto da staccare e stampare su come iniziare con i discus, tradotto da una pubblicazione tedesca, mi pare come minimo fuorviante. In partenza leggo che si possono tranquillamente allevare 12 discus giovani in 180 litri e che questa vasca va benissimo anche per gli individui adulti (sempre 12?). E già qui il neofita discussofilo penso che si chieda se ci sia differenza tra allevare dei discus o dei guppy. Ci sono molti passaggi opinabili tra i quali svetta questa frase dedicata alla filtrazione, che cito testualmente: "in un filtro esterno l'acqua della vasca deve passare velocemente attraversando una piccola sezione di materiale filtrante (ad esempio lana di perlon) dove è eliminata la maggior parte dell'ossigeno e delle sostanze organiche, lasciando ai batteri, che si trovano negli scomparti successivi, la possibilità di 18
e crescere e formare delle coppie. Anche il consiglio di limitare lo spazio per "rendere l'alimentazione più efficiente" mi lascia perplesso. Abbastanza in contrasto con l'editoriale che risalta giustamente, l'angolo di natura che abbiamo in casa. Datemi un Vostro parere, magari ho travisato qualcosa? Detto questo non posso che fare i complimenti alla rivista sempre più completa e interessante.
per allevare i loro stessi discus, notoriamente eccellenti, e possiamo essere certi, dunque, che essi non vogliano produrre problemi ad acquirenti di esemplari che spesso hanno un elevato valore commerciale (oltre che affettivo). Ne abbiamo discusso in redazione, concludendo che l'acquariofilia non è una scienza esatta. Pertanto non si può affermare in assoluto che allevare un certo numero di esemplari in una certa vasca conduca a risultati negativi. In definitiva, questo è il punto di vista, senza dubbio autorevole, di un noto produttore di discus. È possibile condividerlo o meno! Ovviamente questo non impedisce di aprire una discussione tutta interna alla rivista e verificare, tra noi, quali possano essere i parametri giusti per l'allevamento di questi pesci, tenendo conto delle esperienze di tutti. In camera caritatis, vuole sapere se noi stessi alleveremmo 12 discus in una vasca da 180 litri? La risposta è negativa. Questo però non implica
LA POSIZIONE DELLA REDAZIONE Accettiamo con piacere la sua critica costruttiva, come tutte le altre critiche che riteniamo sempre utili. I suoi dubbi sono stati anche i nostri nel leggere alcune delle affermazioni contenute nel libro e, come potrà immaginare, abbiamo esitato. Perché mai le abbiamo pubblicate, allora? Innanzitutto teniamo presente che chi scrive non è un novellino, ma uno dei maggiori produttori di discus nel mondo. Questi consigli sono offerti
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RISPONDE UN LETTORE Ciao Bollicina. Non dici nulla sui valori chimici/fisici della tua vasca, e altrettanto importante sarebbe sapere la capacità (netta) del tuo acquario. La frequenza e la quantità dei cambi dell' acqua. Io ci andrei piano con i "medicinali". Comunque, sappi che quando si usano i "medicinali" il carbone va sempre tolto dal filtro. La corrosione delle pinne può avere varie cause che non sempre richiedono l'uso di un "medicinale". Ti consiglio la lettura di un ottimo testo sulle malattie dei pesci: "Le malattie dei pesci d'acquario" di Dieter Untergasser Ed.Primaris, che trovi facilmente anche in vendita on-line. Auguri e facci sapere. Orandablu TORNA BOLLICINA Il mio acquaio è da 100 lt, avviato da poco, quasi 3 mesi. I valori sono pH 7, NO2:0; gli altri valori non ricordo con precisione ma erano nella norma. Ho un filtro interno con cannolicchi, carboni, spugna, lana. Il fondo è naturale e ho in prevalenza guppy. Acqua 80% rubinetto, 20% osmosi. Temperatura 25 °C. Dopo un cambio parziale di 20 litri è comparsa la malattia dei puntini bianchi (ictio) su alcuni neon e la corrosione su un paio di guppy. Ho alzato la temperatura dell'acqua in vasca ma non so se sta servendo. Come si capisce quando la corrosione guarisce?
che lo si debba "vietare", se una voce autorevole lo suggerisce. La rivista, in questo caso, è terza e deve rappresentare un mezzo di diffusione delle idee di tutti, pur potendo essere critici su argomenti specifici, come lei giustamente fa notare. UN PROBLEMA DI MALATTIE Salve a tutti! Ho un problema di corrosione delle pinne nel mio acquario d'acqua dolce, è avviato da poco, 2 mesi circa. Ho messo un medicinale apposito in tutta la vasca ma nel filtro avevo i carboni attivi che, ho letto in seguito, dovrebbero essere tolti quando si mette la medicina. Confermate? Nelle istruzioni della medicina però non c'era scritto. Che devo fare, li devo togliere e rimetterne di nuovi o che altro?
TORNA IL LETTORE Ciao Bollicina, l'Ichthyo solitamente è causato da un repentino abbassamento della temperatura, e quando i pesci sono già stressati da altre cause. La corrosione delle pinne può essere causata da diversi fattori, quali acqua inquinata, pH non idoneo alle specie allevate ecc. In una vasca come la tua relativamente piccola e quindi di conseguenza di più difficile gestione, è facile modifica22
re repentinamente i valori chimici-fisici dell'acqua. L'ictio ne è una prova, si vede che con il cambio dell'acqua devi avere involontariamente abbassato troppo la temperatura e siccome i tuoi pesci dovevano essere già stressati si sono ammalati. Io uso questo metodo per la manutenzione delle mie vasche e ti assicuro che non ho problemi da anni: prelevo il 10% del contenuto netto dell'acqua dell'acquario una volta alla settimana sifonando il fondo, poi immetto l'acqua nuova alla stessa temperatura di quella già in vasca con una certa lentezza in modo da evitare stress ai pesci. Ti ringrazio inoltre per la precisazione sull'altra parte del forum, evidentemente devo aver letto male. Per quel che riguarda la corrosione delle pinne una volta che in vasca saranno ripristinate le condizioni ideali, dovrebbe regredire da sola. E te ne accorgerai perchè vedrai le pinne ricrescere. Quindi fai attenzione al pH e all'inquinamento dell'acqua. Ti consiglio inoltre di leggere un buon testo sulle malattie dei pesci, dove potrai trovare i rimedi per guarire i tuoi pesci. Orandablu
ticolare, da temperature troppo basse o da sbalzi di temperatura. È possibile, dunque, che il problema sia stato prodotto da un cambio d’acqua effettuato senza le dovute cautele. Diverso è il caso della corrosione delle pinne, che è prodotta solitamente da batteri opportunisti. Essi proliferano quando l’acqua è carica di composti organici in decomposizione. Pertanto è possibile che l’acquario abbia qualche problema di filtraggio o di sovrappopolazione. Le nozioni offerte nelle pagine della rivista potranno essere utili a risolvere entrambi i problemi ma, in generale, consigliamo di utilizzare un prodotto anti-ichthyo (per carità, eliminando prima il carbone attivo dal filtro) ed effettuando un copioso cambio d’acqua. Anche la sostituzione del filtro con un impianto più efficiente potrà aiutare molto. Tenga presente comunque che la maggior parte dei medicamenti per pesci contiene composti organici di tipo polare o parzialmente polare. Questi composti sono facilmente estratti dall’acqua dal carbone attivo e dalla zeolite o da altri materiali filtranti adsorbenti. Pertanto, introducendo questi medicamenti in un acquario con un filtro adsorbente è come aggiungere acqua sul fuoco. Bisognerà dunque ripetere il trattamento, eliminando il carbone attivo, perché si può essere sufficientemente certi che tutto il medicinale aggiunto sia stato estratto in circa 1-2 ore. Il carbone attivo invece sarà utile al termine del trattamento, per eliminare i residui ancora presenti di medicinali. Tenga presente infine che un trattamento anti-ichthyo dovrà essere protratto per almeno una settimana-dieci giorni, perché solo le forme natanti del parassita sono colpite dai medicinali. Pertanto, anche dopo la scomparsa dei puntini, conviene continuare il trattamento per vari giorni. In caso contrario si osserveranno recidive. Concludiamo ricordando che non solo autori di lingua tedesca, ma anche il nostro D.R., ha pubblicato dei libri sulle malattie dei pesci in italiano (V. Zupo: Le malattie dei pesci d’acquario). Lo diciamo per motivi di par condicio!
TORNA BOLLICINA Ti ringrazio tantissimo per i consigli, anche per quelli delle altre parti del forum, sono stati molto interessanti anche per me! Sì, ho fatto un cambio con acqua troppo fredda, ho sbagliato!! Per la corrosione... come faccio a ripristinare le condizioni ideali? Che devo fare? Al momento sto tenendo la temperatura alta per vedere se vanno via i puntini bianchi, ma questo per la corrosione è dannoso? Mi sto un po' confondendo per la presenza di entrambe queste malattie in vasca!! LA CHIOSA DELLA REDAZIONE Siamo più che felici che i lettori riescano a risolvere i problemi lavorando in tandem ed assistiamo quindi, senza disturbare, a queste discussioni. Solo alcuni punti di base. Ichthyophtyrius è un protozoo onnipresente che attacca i pesci indeboliti da varie condizioni ambientali e, in par23
Lectio magistralis
la gambericoltura : INDUSTRIA E ACQUARI di Febo Lumare - II parte
Nel numero precedente il Prof. Lumare, fine conoscitore di questi corazzati organismi, ha introdotto l’argomento portandoci a conoscenza della storia della gambericoltura e della struttura fisica dei gamberi, in modo da renderci più “vicini” a questi simpatici organismi acquatici e in particolare ai gamberoni Peneidi. In questo numero e nei successivi entreremo nel vivo della questione, occupandoci di riproduzione ed allevamento di gamberi. Non pretendiamo certo di divenire tutti gambericoultori, ma di certo apprendere le tecniche applicate negli impianti di acquacoltura da reddito, potrà permetterci di intraprendere esperienze entusiasmanti con questi possibili ospiti dell’acquario. Vista ventrale del cefalotorace di maschio di Marsupenaeus japonicus, che pone in evidenza l’organo sessuale esterno, il petasma, formato da due elementi chitinosi agganciati a formare una canaletta
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Vista ventrale (a sinistra) del cefalotorace di femmina fecondata di Marsupenaeus japonicus, con presenza nel thelycum (a forma di marsupio donde il nome generico; freccia nera) e delle spermatofore, delle quali sono visibili le parti chitinose esterne, verdastre (freccia bianca). La massa spermatica, biancastra, appare appena individuabile attraverso la parete traslucida del thelycum (freccia rossa). Nella foto a destra si ritrovano gli stessi elementi, ma in Melicertus kerathurus, la specie autoctona del Mediterraneo, dove il thelycum della femmina fecondata è ricoperto da una struttura foliacea, verdastra (freccia nera), costituita dalla parte esterna della spermatofora
RIPRODUZIONE, SVILUPPO LARVALE E
La femmina conserva lo sperma, contenuto
CICLO BIOLOGICO.
nella spermatofora, per tempi più o meno lunghi
Nell’accoppiamento il maschio si aiuta con un
e, al momento della maturazione degli ovari,
processo cuticolare pari, ventrale, detto peta-
provvede direttamente a fecondare le uova, man
sma, per inserire la spermatofora nel ricettacolo
mano che queste vengono emesse.
seminale della femmina, detto thelycum. La
La maturazione degli ovari avviene con gradua-
spermatofora è composta di una parte globosa,
lità (si distinguono 5 stadi) e si manifesta con un
ricoperta di mucillagine, biancastra, che contie-
progressivo ingrossamento dei lobi e un cambia-
ne lo sperma e rimane inserita all’interno del thelycum, e da un’altra chitinosa che sporge da esso. L’accoppiamento nei Peneidi (a thelycum cosiddetto chiuso, come nel caso di Marsupenaeus japonicus) avviene quando la femmina ha esuviato e l’esoscheletro è ancora morbido.
Uova embrionate di Marsupenaeus japonicus 27
Schema del ciclo biologico del Peneide medi nell’area antistante il Lago di
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iterraneo Melicertus kerathurus in Adriatico, Lesina (Puglia nord orientale)
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Naupli appena nati di Marsupenaeus japonicus
impianti di riproduzione per gamberi ed è adottato per indurre la maturazione ovarica nelle femmine di Marsupenaeus japonicus per la produzione di uova e larve. Il metodo si basa sull’eliminazione di uno dei due peduncoli oculari (ablazione unilaterale del peduncolo oculare) delle riproduttrici al fine di mento della colorazione che da grigiastra tende
ridurre il tasso di ormone GIH e spostare l’equi-
al giallo-arancione, con tonalità verdi-olivastre,
librio a favore del GSH. La deposizione delle
per arricchimento da parte degli ovociti di deu-
uova avviene nelle prime ore notturne e il loro
toplasma e carotenoidi.
numero varia in funzione della taglia delle ripro-
Il meccanismo di maturazione degli ovari è
duttrici.
regolato dal sistema endocrino che produce
L’uovo appena emesso ha un diametro di circa
ormoni, il cui bilancio frena o attiva la matura-
300 micron, fluttua a mezz’acqua e tende a
zione ovarica. In tale contesto l’organo X, com-
scendere sul fondo. Negli impianti di riprodu-
plesso sistema di neuroni secretori situato in
zione, dove la temperatura è mantenuta sotto
ciascun peduncolo oculare, gioca un ruolo
controllo, intorno ai 26-28 °C, la schiusa con
importante con la produzione di vari tipi di
produzione dei naupli avviene dopo circa 14
ormoni, tra cui il GIH, l’ormone inibitore delle
ore. Nello sviluppo larvale di M. japonicus, ven-
gonadi; questo, di norma, si trova in equilibrio
gono distinti i seguenti quattro stadi: nauplio,
con il suo antagonista, l’ormone stimolatore
protozoëa, mysis e post-larva; ciascuno stadio è
delle gonadi (GSH), prodotto dal sistema nervo-
costituito, poi, da più sub-stadi.
so centrale. Quando in natura la temperatura
Il nauplio, planctonico, non si alimenta, essendo
s’innalza (procedendo verso l’estate, nei nostri
privo di apertura boccale, ma si accresce a spese
mari) e aumentano sia l’intensità luminosa sia il
del sacco del tuorlo. La durata dello stadio di
periodo di fotofase, s’innalza anche il livello di
nauplio copre, in allevamento, un periodo di un
produzione del GSH; allora l’equilibrio dei due
giorno e mezzo, in favorevoli condizioni ambi-
ormoni si sposta verso quest’ultimo, determi-
entali generali (temperatura tra 27 e 29 °C).
nando la maturazione ovarica e, quindi, la ripro-
Il nauplio, completando l’esuviazione dell’ulti-
duzione.
mo sub-stadio dopo 36-37 ore dalla schiusa,
Questo meccanismo è ben noto a chi opera negli
passa a protozoëa. Questa, planctonica, è carat30
terizzata da un movimento di nuoto più armo-
1° sub-stadio di post-larva, è perduta la funzio-
nioso rispetto a quello a scatti dello stadio
ne di nuoto (per riduzione dell’esopodite dei
precedente, grazie al coinvolgimento di più
pereiopodi) e l’animale scende sul fondo, anche
appendici in tale funzione.
se frequentemente se ne distacca per nuotare
La larva, a seguito del conformarsi dell’apertura
con l’aiuto dei pleopodi. Con una-due mute suc-
boccale, si alimenta attivamente di fitoplancton
cessive l’animale diviene completamente bento-
(diatomee), che filtra con l’aiuto delle appendici
nico. La forma della post-larva è ora molto più
boccali. In favorevoli condizioni trofiche e ambi-
simile a quella dell’adulto e, man mano che si
entali la protozoëa impiega tre giorni per com-
susseguono le successive 20-22 mute, tale somi-
pletare questo stadio e, più precisamente, un
glianza diventa sempre maggiore.
giorno per ciascuno dei tre sub-stadi. Lo stadio di mysis, planctonico, costituito da tre
CICLO BIOLOGICO
sub-stadi, viene raggiunto dopo circa 108 ore
I gamberi Peneidi effettuano in mare migrazioni
dalla schiusa delle uova, alla temperatura di 27-
in relazione alle fasi di sviluppo, alle specifiche
29°C, ed ha una durata complessiva di 3 giorni,
esigenze fisiologiche e alle stagioni.
corrispondente a un giorno per ciascun sub-sta-
Di Melicertus kerathurus, autoctono del
dio. Il termine di mysis deriva dai pereiopodi
Mediterraneo, comunemente noto con il nome
bifidi, tipicamente propri degli adulti dei
di “mazzancolla”, gambero imperiale o gambe-
Crostacei Misidiacei.
rone, è stato studiato il ciclo biologico nelle
Con la muta, che segna il passaggio da mysis al
acque costiere dell’Adriatico meridionale, nelle
Stadi di sviluppo di larve e post-larve di Marsupenaeus japonicus
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Larve di Marsupenaeus japonicus allo stadio di protozoëa, sub stadio P3 (sinistra) e postlarve PL5, di 5 giorni (destra)
aree costiere antistanti il Lago di Lesina e il
catturati nei due laghi alla taglia media di 3-5 g.
Lago di Varano (FG). Gli studi svolti lungo que-
Una terza fase migratrice s’instaura con il pro-
sto tratto di costa hanno evidenziato diversi
seguimento della stagione, quando in tarda esta-
momenti migratori della specie, secondo abitu-
te-primo autunno le acque del lago tendono a
dini peraltro comuni alla generalità dei Peneidi.
raffreddarsi e ciò determina da parte dei giova-
In una prima fase migratrice, le riproduttrici dal
nili lo spostamento verso il mare. Con l’abbas-
largo si spostano sotto costa, in maggio-giugno,
samento termico delle acque marine gli stadi
(temperatura dell’acqua da 20 a 24-25 °C),
adolescenti e sub-adulti (rispettivamente esem-
all’isobata di circa 5-10 m; qui le acque presen-
plari senza e con inizio di maturità sessuale) si
tano una salinità leggermente più bassa rispetto
muovono verso batimetrie maggiori, continuan-
alle aree circostanti, per la presenza di sbocchi a
do ad alimentarsi e ad accrescersi, fino a rag-
mare di fiumi (Fiume Fortore, Fiume Biferno ed
giungere la profondità di circa 30-35 metri
altri). Le femmine adulte completano qui il pro-
(temperatura di circa 12,5 °C), dove gli animali
cesso di ovogenesi (maturazione degli ovari),
trascorrono il periodo invernale.
cui segue l’emissione delle uova.
Con l’inizio della buona stagione, rilevata dai
La fase successiva è caratterizzata da attiva mor-
gamberi prima in base all’aumento della fotofa-
fogenesi a carico prima delle larve, contraddi-
se (incremento delle ore di luce) e solo succes-
stinte da comportamento planctonico e poi delle
sivamente dal graduale innalzamento della tem-
post-larve, bentoniche, che muovendosi sul
peratura, incomincia la migrazione in senso
fondo raggiungono le acque basse della battigia.
contrario, verso le isobate dei 5-10 m, per avvia-
Esse, seguendo stimoli reotattici e chemiotattici,
re il nuovo ciclo riproduttivo.
da giovanili penetrano in gran numero nel Lago
Ci fermiamo qui anche con questo numero, in
di Lesina (e di Varano) e si accrescono, favorite
modo da permettervi di “digerire” le tante
dalle temperature mediamente elevate (23-28
nozioni contenute in questo articolo ed essere
°C) e dall’abbondanza di alimento. Nel mese di
preparati al prossimo, nel quale parleremo delle
agosto, gli stadi giovanili possono essere già
principali tecniche di allevamento. 32
Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
33
Discus: il punto del non ritorno
Ăˆ possibile riprodurre e allevare discus privi di parassiti ma, a prescindere da ogni considerazione sull’effettiva validitĂ e convenienza di questa pratica, riteniamo che questo tipo di allevamento sia estremamente complicato, riduttivo, sacrificante 34
Al momento della riproduzione inizia un nuovo frasario nei colori della livrea
di Antonio Gioia & Francesco Barletta Molti mesi fa, quando abbiamo letto l’articolo di
tarsi ma, considerato che abbiamo a che fare con
Salvatore Izzo riguardante i discus, pubblicato
esseri viventi, non può esimersi dal porre come
nello “storico” primo numero di questa rivista,
centro delle sue attenzioni e valutazioni gli atteg-
non abbiamo potuto che condividere la sua
giamenti e i comportamenti assunti dai graditi
esortazione finale ad osservare i pesci e non
ospiti delle nostre vasche. Questa introduzione è
semplicemente a guardarli. Quella che può
molto importante laddove ci si dovesse trovare a
apparire una banale affermazione è invece un
fronteggiare una patologia o comunque un qua-
principio cardine, una conquista, per chi, come
lunque disagio dei nostri discus.
noi, si avvicina a questa creatura senza alcuna
Siamo fermamente convinti che è possibile ripro-
preparazione o studio specifico, ma come sem-
durre e allevare discus privi di parassiti, ma, a
plice appassionato.
prescindere da ogni considerazione sull’effettiva
Chi non dispone di conoscenze ad hoc per accre-
validità e convenienza di questa pratica, riteniamo
scere il proprio bagaglio culturale ha la necessità
che questo tipo di allevamento sia estremamente
improcrastinabile di leggere, informarsi, confron-
complicato, riduttivo, sacrificante, per chi come 35
I discus sono pesci che riescono a esprimere le loro emozioni
Apparentemente i genitori comunicano con gli embrioni quando sono ancora nelle uova noi intende coltivare questa passione per amore
quelle che sono le nostre considerazioni “empiri-
e per diletto. Esistono dei compromessi che
che”, pratiche scaturite a seguito di situazioni con
comunque garantiscono un buono stato di salu-
cui abbiamo dovuto misuraci negli ultimi anni.
te ai nostri pesci e nel contempo ci permettono di
I nostri pesci, oggi, godono in generale di un
vivere questa nostra avventura più serenamente.
buono stato di salute; con buona certezza siamo
Vogliamo solo precisare che un allevamento
riusciti a liberarci di molti dei parassiti che nor-
“privo di parassiti” effettuato con il rigore neces-
malmente li affliggono (vermi branchiali e intesti-
sario, impone non solo l’utilizzo di un protocollo
nali) ma con altrettanta certezza siamo consape-
estremamente rigido ma anche l’adozione di una
voli che nel loro organismo continuano a viverne
serie di precauzioni davvero limitative, ad esem-
altri che, con ogni probabilità, non debelleremo
pio basti pensare che gli impianti devono rimane-
mai. La consapevolezza di questo dato ci impo-
re chiusi agli estranei.
ne di adottare tutte quelle precauzioni utili a
Per questa ragione taluni stimati professionisti non
mantenere inalterato quell’equilibrio che si viene
permettono la visita dei propri impianti o adottano
a creare fra i parassiti e l’ospite, il pesce.
particolari precauzioni qualora essi stessi si rechi-
A nostro parere questa situazione non pregiudi-
no in visita presso impianti di altri: il rischio di ren-
ca in alcun modo la crescita e lo sviluppo dei
dersi portatore di contagio è concreto. Detto que-
pesci; del resto in natura questo tipo di confron-
sto, com’è nostra consuetudine, vi partecipiamo
to è assolutamente quotidiano. 38
Poco sopra parlavamo, non a caso, di precau-
somministravamo il cibo; si nutriva solo dopo
zioni utili a garantire il mantenimento di questo
che gli altri avevano banchettato, raccogliendo i
equilibrio. Purtroppo molte volte abbiamo visto
resti dal fondo.
dei magnifici esemplari sfiorire lentamente sino
Distratti da una serie di problemi personali, sot-
ad arrivare ad uno stadio che ci piace definire “il
tovalutammo la cosa sino a quando, dopo qual-
punto del non ritorno”.
che mese, ci ritrovammo a guardarlo con atten-
Per noi il punto del non ritorno si raggiunge
zione: il pesce era certamente più magro e di
quando il pesce inizia a deperire sino a diventare
fatto non si nutriva più. Spesso espelleva feci
così magro che la regione frontale e dorsale
scomposte e a tratti bianche.
assume il classico profilo a “lama di coltello”, la
Un pigeon non si scurisce, è vero, ma il disagio
scatola cranica diventa evidente e il ventre si
lo manifesta diversamente. Non a caso i suoi
assottiglia vistosamente.
colori erano molto più sbiaditi e nella zona fron-
Questa situazione può essere generata da moltepli-
tale si accendevano dei melanofori mai visti
ci cause, spesso basta uno stato di disagio o di
prima. Quando ci avvicinavamo alla vasca, inve-
sottomissione perdurato per molto tempo o un
ce di venirci incontro, si rifugiava spaventata in
ambiente errato, e il pesce inizia a scurirsi e a
un angolo. Ci consultammo fra noi e, nostro mal-
nascondersi; dopo qualche giorno inizia a rifiutare il
grado, constatammo che con molta probabilità
cibo e ben presto inizierà ad espellere feci bianche.
quel pesce si stava avviando al punto del non
Di problematiche come queste se ne leggono a
ritorno. Fu proprio in quel momento che deci-
decine sui vari forum. Spesso ad errore si aggiun-
demmo di accettare la sfida: troppe volte aveva-
ge errore: un pesce già debilitato viene sottopo-
mo visto altri pesci prendere quella strada.
sto a ripetuti trattamenti terapeutici nella convin-
Questa volta decidemmo di cambiare strategia!
zione che il problema sia debellare il parassita
Spostammo il pesce in uno dei cubi più riserva-
invasore e non già rimuovere la causa che gli ha
to; insieme mettemmo in vasca due giovani RT
aperto la strada. Come sempre, parliamo per
(Rosso-Turchesi), due piccoli voracissimi di 8
esperienza diretta o meglio sulla scorta dei nostri
mesi circa. La femmina di discus pigeon nei gior-
errori; per questo alle nostre personali deduzioni
ni seguenti cambiò atteggiamento: quando non
facciamo seguire il racconto dei fatti che si sono
ci vedeva, si apriva e iniziava a rincorrere i due
verificati nei nostri impianti amatoriali.
piccoli. Pensammo di somministrare qualche
Nelle nostre vasche nuota ancora una femmina
Chironomus, per vedere cosa succedeva.
di pigeon che ha saputo regalarci una magnifica
Senza disturbarla, posizionammo una telecamera
lezione, un insegnamento che non dimentichere-
davanti alla vasca. La pigeon in un primo momen-
mo mai. Questo pesce si è riprodotto più volte,
to si disinteressò al cibo e continuò ad inseguire i
ed ogni volta con la schiusa di un numero corpo-
due RT, che a loro volta si nutrivano al volo e vora-
so di larve; nell’ultima riproduzione, avvenuta nel
cemente. Passò qualche giorno ancora e, final-
dicembre del 2009, contammo ben 219 piccoli,
mente, la pigeon iniziò ad assaggiare qualche
ma da quest’ultima fatica la femmina di discus
Chironomus. Tuttavia rimase estremamente timo-
uscì decisamente provata. Per questo decidem-
rosa nei nostri riguardi: un movimento sbagliato
mo di metterla in una grossa vasca insieme ad
poteva spaventarla a tal punto da costringerla a
altri pesci adulti. Nel primo periodo osservammo
rifugiarsi per ore ed ore in un angolo.
che non accorreva più, come una volta, quando
A questo punto, iniziammo a mettere la mano in 39
La coppia ha bisogno di comunicare continuamente per organizzare la cura delle uova e delle larve
Rosso-Turchesi, (lo facemmo a luci soffuse e di sera). Nei giorni seguenti il pesce iniziò ad alimentarsi benché lo facesse solo quando non eravamo direttamente visibili. Dopo circa quindici giorni iniziammo a notare un cambiamento. Poco alla volta la pigeon iniziò ad acquistare fiducia. Ci volle qualche mese, ma ad un certo punto venne a mangiare dalle mani e non disdegnò neanche qualche carezza. Nel frattempo il pesce era rimasto comunque ancora magro: le ossa della scatola cranica si evidenziavano dietro gli occhi e le feci non erano comunque migliorate. Lasciammo il pesce sempre nella stessa vasca e continuammo ad alimentarlo con comune pastone. Oggi, dopo circa tredici mesi, la pigeon è tornata ad essere il pesce di sempre e proprio mentre scriviamo sta ventilando una copiosa deposizione che si schiuderà domani mattina. Tutto ciò è avvenuto senza l’ausilio di alcun medicinale:
Reputiamo le medicine un valido aiuto, ma solo in quei casi necessari e caratterizzati dal fatto che l’organismo del pesce con buona probabilità non riuscirebbe a risolvere il problema da solo
semplicemente cercando di interpretare le esigenze di questa magnifica creatura. Intendiamoci, con tutto ciò non intendiamo dire che non utilizziamo più i medicinali o che li rite-
vasca tenendo il cibo stretto fra le dita, ma ben
niamo inutili. Tutt’altro! Reputiamo le medicine un
visibile ai pesci. I due RT accorrevano, mentre la
valido aiuto ma solo in quei casi necessari e
femmina restava distante. Compimmo questa
caratterizzati dal fatto che l’organismo del pesce
operazione molte volte, con estrema calma e
con buona probabilità non riuscirebbe a risolvere
con movimenti molto lenti e controllati. Passò
il problema da solo. In qualsiasi caso il medicina-
qualche giorno e la pigeon iniziò a non spaven-
le, da solo, non potrebbe risanare completamen-
tarsi più. Ignorava la mano e comunque se ne
te e definitivamente un pesce se in primis non
stava a distanza. Per questo decidemmo che era
riuscissimo a metterlo a suo agio, osservando ed
giunto il momento di allontanare i due compagni
interpretando il suo comportamento.
Nota della redazione Gli autori degli articoli presenti in queste pagine, specialmente quando trattano argomenti centrali come quelli concernenti le malattie dei discus, possono rappresentare posizioni non necessariamente condivise da tutti gli utenti. Siamo felici di dare spazio a tutti i punti di vista e, come in questo caso, permettere di dimostrare, mediante esperienze personali, che influenze diverse, anche di tipo “etologico”, possono avere fondamentale importanza per lo stato di salute dei pesci, come la scienza d’altra parte dimostra in vari campi della fisiologia animale. Saremo oltremodo soddisfatti di poter ospitare anche pareri diversi, sullo stesso argomento, in modo da garantire la pluralità delle opinioni su questi argomenti: l’acquariofilia, decisamente, non è una scienza esatta! 42
Mediterraneisti nel web comunicazione, evoluzione e… un po’ di filosofia di Stefano C.A. Rossi La forte evoluzione che l’acquariofilia mediterra-
informazioni migliori rispetto a quelle fornite dal
nea ha manifestato negli ultimi anni è legata in
proprio negoziante di zona. I rapporti con il
modo diretto all’enorme espansione della comu-
mondo della ricerca erano rarissimi. Questo
nicazione tra gli appassionati grazie al web. Gli
mondo è stato cancellato dall’avvento d’internet.
acquariofili con qualche annetto sulle spalle,
La possibilità di ritrovarsi in rete a scambiare
quelli nati prima dell’era digitale per intenderci,
esperienze ha fatto esplodere la possibilità di
ricorderanno tutti benissimo quale era la situazio-
confronto tra acquariofili, non solo su scala
ne prima dell’Era Web. Trovare informazioni era
nazionale ma globale, portando dei vantaggi
una vera caccia al tesoro e i riferimenti erano
incommensurabili soprattutto in quei settori con-
pochissimi: i negozianti di fiducia, rare riviste
siderati “cenerentole” dell’acquariofilia, quelli
specializzate e ancora più rari libri, tra cui i più
cioè particolarmente di nicchia e non legati a
blasonati in lingua tedesca, con grandi difficoltà
quote di mercato significative. È questo il caso
a reperirne traduzioni. Le associazioni acquario-
degli appassionati di acquario mediterraneo. Il
file svolgevano un ruolo primario nel far incontra-
settore dell’acquario “reef” si era posto come un
re gli appassionati ma spesso, soprattutto al di
mercato globale già nel corso degli anni ’70,
fuori di alcune realtà, le lettere alle rubriche di
quando venivano trattati prevalentemente pesci
posta delle riviste erano l’unico mezzo per avere
e pochi invertebrati, poiché le tecniche di alleva44
Abbondano oramai i siti web dedicati agli acquariofili
Spesso vari tipi di attivitĂ si mescolano nei siti web
45
mento non erano ancora mature per una gran
riproduzione di queste specie diventando così
quantità di madreporari. Questo fatto, unito ad
senza dubbio il ”paradigma” del concetto di
alcune restrizioni legislative in nazioni benestanti
acquario. Quando gli acquariofili mediterranei si
con un forte mercato, ha spinto appassionati e
affacciarono sul web, trovarono disponibile un
tecnici di settore a trovare soluzioni ottimali per
“mondo reefer” uniformato sul paradigma berli-
l’allevamento di specie particolarmente delicate,
nese e su un panorama di vasche imbottite di
come i coralli a piccoli polipi (tipo le acropore per
SPS ma povere di altri invertebrati e alghe supe-
intenderci). Questi coralli rappresentavano la dif-
riori (a differenza di quanto avveniva solo dieci
ficoltà estrema per l’acquariofilo, nonché uno
anni prima). I vantaggi rispetto a un approccio
status-symbol, per cui qui vennero concentrate
tradizionale con filtro biologico o sottosabbia
le risorse. Il cosiddetto metodo berlinese, (NNR
divennero evidenti e le prime applicazioni diede-
nel mondo anglosassone, Natural Nitrate
ro ottimi risultati, ma non per tutti. Mentre la ricet-
Reduction), cioè rocce vive, schiumatoio, luce e
ta “berlinese” correttamente applicata dava sem-
movimento, consentì finalmente allevamento e
pre un risultato come minimo discreto in acquari
Il web si è dimostrato fondamentale sia per la diffusione dei metodi sia per il monitoraggio degli stessi, oltre che per lo sviluppo culturale generale degli acquariofili
46
Un acquario può diventare un insostituibile mezzo didattico e questo lo può rendere certamente più accettabile agli intransigenti dell’ecologia
reef, non era lo stesso nelle vasche mediterra-
derante, ha dimostrato che negli organismi
nee. In molti casi fu evidente che i problemi
mediterranei il vero probabile fattore limitante
erano legati soprattutto a carenze di alimentazio-
sono i fosfati, non i nitrati, che possono essere
ne: i coralli tropicali possono trarre una larga
sopportati anche a dosi considerate impensabili.
parte di nutrimento dalla simbiosi con le zooxan-
Magari scientificamente non è corretto, però, di
telle, mentre la maggior parte degli invertebrati
fatto, ci sono splendide vasche mantenute in
mediterranei non può. È solo con l’ampliamento
ottima forma per anni. Il passo successivo nella
dell’orizzonte che si cominciano a intravedere
direzione di un metodo atto a eliminare i nitrati
soluzioni diverse. La frequentazione di forum
senza l’uso di problematici filtri denitratori a ciclo
stranieri, soprattutto statunitensi, in cui è stato
anaerobio è stato scoprire il DSB, Deep Sand
possibile descrivere i problemi e confrontarsi con
Bed o fondo di sabbia alto. Per applicarlo nel
appassionati e professionisti fuori dagli schemi
mediterraneo siamo andati direttamente alle
preconfezionati del panorama europeo, ha por-
fonti, chiacchierandone con i “guru” che hanno
tato i mediterraneisti a considerare anche solu-
messo a punto il sistema, traducendone diretta-
zioni diverse. Innanzitutto ci si è resi conto che
mente i testi e adattandone la tipologia da un
nel mondo funzionavano ancora benissimo
ambiente reef ad un ambiente mediterraneo.
splendide vasche di organismi privi di zooxantel-
Anche qui è emerso l’annoso problema di un
le con filtro biologico; qualche vasca di questo
ritardo ventennale dei cultori del med, rimasti iso-
tipo, comunque con schiumazione non prepon-
lati nel loro limbo “pane e peperoni”, come ebbe 47
a dire un noto editorialista di settore, e quindi via via c’è stata una diffusione di queste novità tra gli appassionati. Si è sempre cercato di spingere la sperimentazione in modo da avere almeno un pacchetto di esperienze vario in senso orizzontale anche se limitato cronologicamente. Il web si è dimostrato fondamentale sia per la diffusione dei metodi sia per il monitoraggio degli stessi, oltre che per lo sviluppo culturale generale degli acquariofili. Per la prima volta è passato il messaggio che è bello descrivere i propri successi, ma è molto più importante e utile discutere gli insuccessi per poterli analizzare insieme ad altri, ognuno col proprio bagaglio culturale, e crescere. In pochi anni è stato così possibile verificare che, se applicato esattamente secondo la “ricetta”, il metodo DSB è in grado di digerire contaminazioni incredibili, anche se dopo un po’ è debole nella gestione dei fosfati. Tuttavia è apparso anche evidente che una minima variazione rispetto alla ricetta originale comporta elevati rischi di non funzionamento, considerando che molti parametri sono poco controllabili dall’utente medio, come granulometria del sedimento e contenuto in endofauna dello stesso. Il fattore determinante è che, mentre in generale i tropicalisti si riforniscono in un mercato abbastanza omogeneo a scala globale, anche per la sabbia e il contenuto di endofauna, il mediterraneista si arrangia con una palettata di sabbia del punto di costa a lui più accessibile, che in un territorio come il nostro porta grandi differenze.
Gli stessi nostri problemi relativamente a specie protette, raccolta di sabbia e rocce, raccolta di scarti del pescato, presenza di personaggi che vendono organismi non leciti e via discorrendo, affliggono gli acquariofili delle coste statunitensi 48
49
Gorgonie ed altri organismi possono essere ricavati dagli scarti della pesca
50
51
La vasca a basso impatto ambientale è delineata: pesci riprodotti in cattività, celenterati anche, vasche ben isolate in vetrocamera, refrigeratori moderni, illuminazione a led, pompe a basso consumo, alimentatori ben rifasati rispetto agli italiani. Per restare al di qua dell’Atlantico, passato il confine con la Francia e risalendo le coste fino al circolo Polare Artico troviamo anche qui preoccupazioni del tutto simili. Il problema ecoMentre ci si lambiccava su come ovviare a que-
logico-sì/ecologico-no riferito agli acquari ha sol-
sti inconvenienti, un messaggio da un utente di
levato vivaci dibattiti in passato, ovunque, con
un forum iperspecializzato d’oltreoceano ci ha
ambientalisti lanciati all’attacco e acquariofili in
indirizzati ad un altro forum iperspecializzato, che
difesa. I pragmatici acquariofili della West Coast
trattava un nuovo modo di concepire il filtro ad
ammettono invece che un acquario ecologico
alghe (ATS, Algal Turf Scrubber) inventato da
non può esistere, primo perché è uno sfizio che
Adey negli anni ’70, messo in opera allora alla
consuma energia, e tanta, secondo sottrae
Smithsonian Insitution e poco diffuso in seguito
viventi alla sfera naturale. Ma un acquario può
per vari problemi, tra cui una spietata lotta com-
diventare un insostituibile mezzo didattico e que-
merciale. La nuova versione, compatta, tecnolo-
sto lo può rendere certamente più accettabile
gicamente semplice ed economica, ha iniziato a
agli intransigenti dell’ecologia. Il confronto con
essere sperimentata da alcuni soci AIAM e
mentalità diverse è certamente costruttivo,
dall’Italia è passata alla Francia, dove era scono-
anche se qualche volta disarmante, rispetto a
sciuta: la piattaforma di sperimentatori si è così
concetti che consideravamo consolidati. Un po’
allargata per via telematica e vedremo presto se
di tempo fa si parlava molto di “ecoacquario”
i risultati sapranno soddisfare le aspettative.
riferendosi a vasche allestite con gli scarti dei
A parte l’ovvio e immediato piano tecnico, il ter-
pescatori professionisti. Sostenitori del famoso
reno su cui è senza dubbio interessante il con-
Sea Shepherd mi han fatto notare che ecoac-
fronto con culture di tutto il mondo è quello etico,
quario in quella accezione si avvale dei danni col-
soprattutto con gli statunitensi: abbiamo scoper-
laterali della pesca; in quell’ottica è come accet-
to, infatti, che gli stessi nostri problemi relativa-
tare la patente di ricerca scientifica applicata al
mente a specie protette, raccolta di sabbia e
massacro delle baleniere giapponesi. Certo da
rocce, raccolta di scarti del pescato, presenza di
parte dell’acquariofilo medio convinto di operare
personaggi che vendono organismi non leciti e
bene questo salto di posizione è traumatico!
via discorrendo, affliggono gli acquariofili delle
Però, anche provocatoriamente, forse è ora di
coste statunitensi dal Maine alla Florida e dalla
smetterla di nascondersi dietro un eco-dito e
California fino all’Alaska! La differenza è che nella
prendere coscienza che se vogliamo davvero
mentalità media sono molto più rigidi (e ligi)
evolverci verso un acquario a migliore sostenibi52
lità ambientale, dobbiamo insistere in queste
bile per la nostra coscienza ambientalista, e
azioni strategiche: riproduzione, condivisione di
potremo focalizzare l’attenzione degli ecologisti
quanto andrebbe comunque perso dalla pesca
più accesi sui veri problemi che affliggono il Mare
professionale, riduzione dei consumi energetici.
Nostrum, dall’eccesso di pesca a strascico e di
Cose che alla fine già si fanno: una vasca non
pesca d’altura, alle grandi navi su rotte pericolo-
sarà proprio “eco” ma gli sforzi in quella direzio-
se, agli scarichi, alla cementificazione delle coste
ne contribuiscono certamente a ridurne il peso
e via discorrendo. Se come acquariofili ci sentia-
ambientale, a volerlo fare e, non ultimo, a poter-
mo attaccati per la “rapina ambientale”, allora
celo permettere. A questo punto la vasca a
possiamo mettere il massimo impegno nelle
basso impatto ambientale è già delineata: pesci
azioni descritte, ma forse è il caso di dare giusto
riprodotti in cattività, celenterati anche, vasche
peso ai problemi. Ecco allora che la più grande
ben isolate in vetrocamera, refrigeratori moderni,
lezione appresa dal melting-pot della rete è pro-
illuminazione a led, pompe a basso consumo,
babilmente proprio quella di dare il giusto peso
alimentatori ben rifasati e, chi può, pannelli sola-
alle cose e che è inutile sprecare parole sui mas-
ri sul tetto. Così anche se ci avvantaggeremo dei
simi sistemi se contemporaneamente non siamo
danni collaterali della pesca professionale potre-
in grado di individuare degli obiettivi e perseguir-
mo comunque essere certi di aver fatto il possi-
li. Troppo serio per un hobby?
La più grande lezione appresa dal melting-pot della rete è probabilmente proprio quella di dare il giusto peso alle cose
53
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
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A.A.A. ASSOCIAZIONE ACQUARIOFILI ABRUZZESI Tra “Med”, Betta e trentesimo compleanno Una Domenica con i Betta show è il titolo della conferenza organizzata per il mese di aprile dall’Associazione Acquariofili Abruzzese presso la propria sede in via De Nardis 1, a Chieti. Si tratta di un vero e proprio laboratorio, secondo lo stile imposto agli appuntamenti mensili dal presidente Amedeo Pardi, in programma per domenica 22. Ne stiamo scrivendo prima che l’evento abbia luogo, per via dei tempi di stampa; rimandiamo di conseguenza la cronaca ai prossimi appuntamenti con questa rubrica. Vi possiamo però anticipare che relatore sarà Roberto Silveri, socio AAA e fondatore e presidente dell’AIB, che per l’occasione porterà con sé diversi esemplari di Betta show e selvatici i quali, al termine dell’incontro, verranno messi all’asta (a prezzi moderati, assicura il presidente Pardi). È annunciata la presenza di Betta halfmoon, B. crowntail, B. doubletail, B., platax e di Betta incubatori orali. Roberto Silveri e gli allevatori AIB sono peraltro reduci da un ottimo successo ottenuto nell’IBC Show di Friedrichshafen, in Germania, svoltosi dall’8 al 10 marzo, con diversi esemplari piazzati nei primi posti del concorso. Ha avuto intanto un confortante successo il precedente incontro, del quale abbiamo già avuto modo di parlare sommariamente nel numero scorso di Aquariophylia: Giovanni Placentile e Livio Macera hanno intrattenuto piacevolmente i numerosi soci presenti parlando per oltre due ore dell’acquario mediterraneo nelle sue varie tipologie e mostrando decine di splendide immagini realizzate in natura e nei loro acquari. Ma le novità non finiscono qui: nel prossimo mese di maggio l’AAA festeggerà il proprio trentesimo compleanno e sta organizzando un paio di iniziative per celebrare degnamente la ricorrenza. Il 12 maggio (l’Associazione fu fondata il 13 maggio 1982) un evento pubblico presso l’auditorium del Museo Universitario di Chieti (in via di organizzazione) ricorderà l’anniversario e segnerà l’apertura ufficiale di una nuova mostra concorso per acquari arredata, riservata ai soli soci, nelle sale dello stesso Museo. Nel frattempo è da poco iniziato un corso di acquariofilia tenuto dal vicepresidente Giuseppe Flacco (collaborano il presidente Pardi, il segretario Lorenzo Marcucci e il socio Luciano Di Tizio) a Giuliano Teatino, ridente paese in provincia di Chieti. Insomma la carne al fuoco è tanta: i dettagli nel prossimo numero!
I soci AAA Giovanni Placentile e Livio Macera durante la loro relazione
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AIAM ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUARIO MEDITERRANEO Assemblea annuale 2012 e Raduno di Antibes maggio 2012 Si è conclusa l’assemblea sociale dell’ Associazione Italiana Acquario Mediterraneo (www.aiamitalia.it). La formula di assemblea online per quanto inusuale si sta rivelando sempre più utilizzata dalle associazioni distribuite su una base territoriale ampia, consentendo a tutti i soci di partecipare senza gravarsi di trasferte anche lunghe. Nell’arco del periodo di assemblea tutti possono così studiarsi con calma l’ordine del giorno e partecipare alle votazioni in funzione delle proprie disponibilità dei tempi, che in funzione di famiglia e lavoro sono sempre complicati per ciascuno dei soci! Nonostante i tempi economicamente difficili è stato deliberato il proseguimento del sostegno alle iniziative didattiche a Trieste e allo sviluppo dell’ Acquario Pubblico presso il Museo della Pesca di San Benedetto del Tronto; di quest’ultima attività tutta l’Associazione ringrazia il socio Leonardo, che è riuscito a “mantenere il filo del discorso” con grande determinazione, nonostante la sua figura di specialista l’abbia portato ad operare con grande professionalità prima nell’emergenza nazionale dei profughi di Lampedusa e poi nel disastro del Giglio. In questa ssemblea si è discusso anche del rinnovo delle cariche del Direttivo e del Presidente, presentatisi dimissionari allo scadere del mandato. Presidente e consiglieri sono stati rieletti all’unanimità; solo due consiglieri non hanno ripresentato candidatura per esigenze di tempi legati a lavoro e famiglia, e sono stati avvicendati da nuovi soci di grande entusiasmo e capacità; hanno dato tuttavia disponibilità a restare nell’ambito dei “consulenti” per la loro grande competenza. L’Assemblea Generale per via telematica si è quindi rivelata un successo, ma per rinsaldare i rapporti personali di amicizia e favorire scambi è in corso di organizzazione un Raduno Nazionale che si terrà ad Antibes, in territorio francese quindi, nelle giornate del 13 e del 14 maggio 2012.
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A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Marzo 2012: un mese da ricordare Nei giorni in cui andava in stampa lo scorso numero di Aquariophylia, due delegazioni di soci AIB hanno partecipato al 7° KFF Betta Show a Friedrichshafen, sul lago di Costanza, riportando un successo senza precedenti per il nostro paese! Il campionato tedesco è uno degli eventi più importanti d'Europa per gli allevatori di pesci combattenti e cinque nostri connazionali appartenenti all'AIB hanno raccolto ben dieci piazzamenti nei primi tre posti delle varie classi di giudizio, oltre ad un Reserve Best of Show nella classe dei New Breeder (allevatori alla prima mostra internazionale) e un Best of Variety con una femmina Show plakat lightbodied allevata da Alberto "Alby" Montalbetti. Risultati che premiano tutta AIB per il grande lavoro fatto in questi due anni. Oltre ad Alberto "Alby", con un 1° e un 2° classificato, si sono distinti il ligure Andrea "Topo" Queirolo con un 1° classificato e Reserve best of Show dei New Breeder, Gastone "g@s" Tomei con un 2° e un 3° classificato, Maurizio "Tomeima" Tomei con un 1°, un 2° e un 3° classificato ed Eugenio "Verdeblu" con un 2° e un 3° classificato dietro al campione thailandese Sarawut Angkunanuwat meglio noto come "Siamimbellis". Pochi giorni dopo l'evento tedesco, un nutrito gruppo di soci AIB ha animato un simposio di due giorni a Montebello della Battaglia (PV), permettendo a centinaia di visitatori di scoprire l'affascinante mondo dei Betta con percorsi tematici attraverso l'allevamento di Betta splendens da concorso (oltre 80 esemplari di allevatori italiani esposti e messi in vendita), nonché nel mondo dei Betta selvatici, con sette specie rare, praticamente introvabili in Italia, per la maggior parte regolarmente riprodotte e allevate dai soci AIB, esposte in acquari dedicati. Questi eventi rappresentano al meglio il nostro intento di curare al massimo la parte educativa e informativa delle nostre attività. Questo mese inoltre, sul nostro sito www.aibetta.it è disponibile il nuovo numero di
Alcuni degli esemplari riprodotti e cresciuti da soci AIB premiati in Germania (foto www.kampffischfreunde.de) 57
(a sinistra) Due Betta unimaculata "Mahakam" si accoppiano mentre alcuni loro avannotti di venti giorni, in basso, alla destra e sopra la foglia di Anubias, sembano osservare incuriositi (foto di Matteo Grassi). (a destra) Alberto "Alby" ritira il suo premio a Friedrichshafen, visibilmente soddisfatto Bettazine, il magazine dell'Associazione scaricabile gratuitamente da soci e non. In questo numero, oltre ai resoconti dettagliati degli eventi di marzo, si parla di Betta selvatici con un articolo, ricco di foto originali, che racconta l'esperienza di un nostro socio storico nell'allevamento dei Betta sp. "Mahachai" e un'intervista esclusiva ad Hans Wissmuller, un vero specialista dei celebri Betta macrostoma. Dal forum Selvatici: Betta macrostoma, rutilans, unimaculata. Sul forum dell'associazione www.bettaforum.it (accesso libero anche ai non iscritti) proseguono le esperienze di allevamento di Betta selvatici con novità, fotografie e video originali su alcune delle specie più straordinarie di anabantidi. Due esperienze parallele con i Betta macrostoma tengono tutti col fiato sospeso, mentre i "nostri" Betta unimaculata, ormai diffusisi di socio in socio, hanno dato vita di recente a un’emozionante riproduzione in una vasca di “colonia”, in cui due coppie di adulti convivono pacificamente con gli avannotti nati da precedenti accoppiamenti. Un video mostra le fasi salienti della deposizione delle uova, mentre alcuni avannotti di 20 giorni sembrano divertirsi a "impallare" la telecamera. Dalla Sicilia arriva infine una rara esperienza di riproduzione di Betta rutilans, un costruttore di nido che incuriosirà tutti gli appassionati per il suo comportamento speciale. Ranco 8-10 Giugno Giugno si avvicina ed ecco pronte la locandina ufficiale ed il sito www.bettashow.it dedicato alla seconda edizione del più grande show internazionale di Betta sul territorio italiano. Il concorso ufficiale IBC organizzato da AIB a Ranco, sul Lago Maggiore, si svilupperà in tre giorni nel secondo week-end di Giugno, con esemplari da concorso dei migliori allevatori d'Europa e Asia, specie selvatiche, aste e tutto quello che serve per immergersi nel mondo dei Betta e restarne rapiti. Vi aspettiamo numerosi nella bellissima cornice dell'Azienda Agricola Robustelli, in via Quassa 27, a pochi metri dalle sponde del Lago Maggiore e dal centro della deliziosa Ranco (Varese).
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A.I.K. ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH Il Congresso AIK si avvicina e come accennato, quest’ anno, anche per celebrare il ventennale dell’associazione, i relatori saranno tre: - Peter Uhlmann, dalla Svizzera, ci farà un’introduzione ai pesci stagionali sud-americani, in particolare parlerà di quelli di acqua “fredda” diffusi nel sud del Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina, del genere Austrolebias. Di seguito spiegherà le migliori tecniche di allevamento e riproduzione in vasca. In seguito avremo - Winni Grell, dalla Germania, parlerà di come ha ricominciato ad allevare killifish dopo una lunga pausa e di come realizzare da zero una fish room, descrivendone i minimi particolari, dalla realizzazione delle vasche, filtri, impianto dell’aria,…Parlerà poi delle tecniche di allevamento e riproduzione di piccoli Aphyosemion, di cui è un esperto. La domenica mattina avremo - Wolfgang Eberl, dalla Germania, che parlerà del suo ultimo viaggio nel cuore dell’Africa nera in Gabon alla ricerca di nuovi Aphyosemion. Sarà presente la consueta e famosa mostra concorso killi con centinaia di coppie e avrà luogo la lotteria con premi offerti dalle migliori aziende del settore. Pensiamo inoltre di arredare alcune vasche per mostrare anche ai principianti le basi di allevamento e ovviamente non mancheranno cibo vivo e scambio uova. Il sabato sera ovviamente la cena sociale a base di specialità reggiane con relativa premiazione del concorso killi. Durante i due giorni possibilità di incontrare, per potersi confrontare e chiedere informazioni, diversi esperti stranieri che hanno già confermato la loro presenza (oltre ai suddetti relatori) per non parlare dei molti appassionati italiani. Vi aspettiamo numerosi!!!
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AMBI ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA BETTOFILI ITALIANI
Betta wild. Betta albimarginata
Betta wild Cari Soci e amici di AMBI, da qualche tempo stiamo lavorando per avere all’interno della nostra associazione degli esemplari di betta “wild”. Chi di voi ci segue da tempo, sa con quanto impegno e amore alcuni si stanno cimentando in questo sforzo. In questo momento diverse varietà di betta wild sono ben allevate da alcuni nostri soci, speriamo di potervi presto riferire in merito al loro allevamento. Fino ad ora sono allevate le seguenti specie: Betta albimarginata Betta smaragdina Betta imbellis Speriamo di poterne presto aggiungere delle altre, non di cattura, ma di allevamento come in questo caso. Vi chiediamo pertanto se siete interessati all’allevamento di questi betta o se ne allevate già altre varietà, di mettervi in contatto con noi affinché ci si possa coordinare e tenerci informati in merito ai nostri progressi. Il Direttivo AMBI Corso AMBI presso la facoltà di Medicina Veterinaria di Bari Si è tenuto il 14 Aprile 2012, presso la facoltà di Medicina Veterinaria di Bari, un corso, interamente dedicato al Betta splendens, curato da AMBI e che ha visto come relatore il presidente dell’associazione Massimo Butera. Un’ampia sezione del corso è stata dedicata anche al betta wild. Vi è
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Alcuni momenti dell'esposizione del corso tenutosi a Bari (sinistra). Il presidente AMBI con il Prof. Vlora (in alto a destra). Il presidente risponde ad alcune domande degli studenti (in basso a destra) stata una massiccia partecipazione da parte degli studenti universitari della facoltà di Veterinaria, poiché il corso rientrava in un programma più ampio, organizzato dal gruppo CAEB in collaborazione dell’UNIBA, che prevede alla fine del corso due crediti formativi per tutti gli studenti che abbiano partecipato con profitto. Nei prossimi numeri di questa rivista e sul bollettino dell’associazione provvederemo a un’ampia rassegna stampa. Tutti i soci AMBI possono richiedere i files dei lavori, mentre tutti coloro che hanno partecipato potranno avere l’attestato di partecipazione. Il Direttivo AMBI Nuovo sito Cari soci e amici di AMBI, siamo lieti di annunciarvi, dopo un lungo lavoro curato interamente dai nostri soci, che la nostra associazione dispone di un nuovo sito. Questo ha permesso di integrare in un unico luogo sia il sito web sia il forum. Questo intervento si è reso necessario visto il continuo aumento di partecipanti al forum. L’iscrizione al sito è ovviamente completamente gratuita e siete tutti i benvenuti. È stato acquistato anche un nuovo dominio, pertanto adesso potrete trovare il sito dell’associazione all’indirizzo web: www.ambibetta.it Il Direttivo AMBI Il nuovo sito AMBI
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BETTAS4ALL
Benvenuti! Welcome! Siamo lieti di accogliere, nelle pagine dedicate alle associazioni, il primo ospite straniero di aquariophylia. Ringraziamo l’olandese Bettas4all per avere accettato il nostro invito, permettendoci così di fare un altro passo avanti nella strada intrapresa per diventare veramente internazionali. Visitate il loro forum, partecipate alle discussioni e alle interessanti iniziative che propongono, insomma accogliamoli con entusiasmo! We are happy to welcome, in the pages devoted to the associations, the first one from abroad. We thank the Dutch Bettas4all for their collaboration, that helps us to become truly international. Do not hesitate, have a look to their forum, participate to their interesting events, shortly: welcome them enthusiastically!
Bettas4all Forum Internazionale Betta
Bettas4all International Betta Forum
Siamo lieti di invitarvi a visitare il nostro Forum Internazionale Betta: www.bettas4all.nl Il forum internazionale degli hobbysti per gli hobbysti. Bettas4all è nato nel settembre del 2004 con lo scopo di riunire appassionati di betta di tutto il mondo, per condividere conoscenze ed esperienze relative al mantenimento, allevamento ed esibizione dei (show) betta. Il forum è conosciuto internazionalmente grazie alle seguenti caratteristiche: Internazionalità: per promuovere l’aspetto internazionale del forum, la lingua utilizzata è l’inglese. Praticamente tutti i continenti (ad eccezione dell’Antartide) sono rappresentati nel nostro forum, che è apprezzato da molti appassionati, associazioni e altri forum di tutto il mondo. Professionalità: il forum Bettas4all è gestito e supervisionato da un team internazionale di esperti hobbysti, i “consiglieri di Bettas4all”. Rispetto: il forum Bettas4all è caratterizzato dall’atmosfera amichevole e dal rispetto reciproco dei soci per le opinioni altrui. Informazione: il forum Bettas4all fornisce tutte le informazioni necessarie al mantenimento,
We would like to invite you to have a look at our International Betta Forum: www.bettas4all.nl The International Betta Forum for Hobbyists by Hobbyists Bettas4all.nl was started in September 2004 in order to bring Betta hobbyists together from all over the world, to share knowledge and experience with respect to the keeping, breeding and showing of (show) bettas. The Bettas4all forum is internationally known because of the following characteristics: International: To promote the international aspect of the forum the language of our forum is English. Almost all continents (except Antarctica) are represented on our forum and we are internationally appreciated by many betta hobbyists, clubs and other forums. Professionalism: The Bettas4all forum is managed and supervised by an international team of dedicated and experienced hobbyists, the “Bettas4all Advisors”. Respect: The Bettas4all forum has a friendly atmosphere where members respect each others opinion. Informative: The Bettas4all forum provides you will all the information you need with respect to
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allevamento ed esibizione degli show betta. Qualità: le informazioni offerte sono di alto livello e buona qualità. Velocità: le domande poste ricevono una risposta in tempi brevi. Attenzione: il “Virus-Betta” è in agguato! Speriamo di potervi accogliere nel nostro forum o a una delle nostre manifestazioni. Il team di Bettas4all.
keeping, breeding and exhibiting show bettas. Quality: Information on a high level and good quality. Speed: Quick response to your questions and reactions. Beware, the “Betta-virus” is out there! We hope to welcome you on our forum or at one of our events. The Bettas4all Team
Bettas4all presenta: Holland Betta Show 2012 17-19 agosto Kasteeltuinen Arcen Lingsforterweg 26 5944 BE Arcen Paesi Bassi Nel 2010 (con 265 show betta di 26 allevatori europei) e 2011 (con 308 show betta di 36 allevatori europei), l’Holland Betta Show ha rappresentato un notevole successo internazionale. Bettas4all è orgoglioso di essere stato invitato ad organizzare l’Holland Betta Show 2012, che si terrà nel magnifico parco del Castello di Arcen (Paesi Bassi), in occasione della ventesima edizione dell’Holland Koi Show. L’Holland Betta Show 2012 sarà ospitato nella tenda, completamente climatizzata, dell’Holland
Bettas4all presents: The Holland Betta Show 2012 17-19 August 2012 Kasteeltuinen Arcen Lingsforterweg 26 5944 BE Arcen The Netherlands In 2010 (265 showbettas by 26 European breeders) and 2011 (308 showbettas by 36 European breeders) the Holland Betta Show has been a big international success. Bettas4all.nl is proud to be invited for 20th edition of the Holland Koi Show to organize the Holland Betta Show 2012 in the beautiful Castle Gardens of Arcen, the Netherlands. The Holland Betta Show 2012 can be found in the fully acclimatised tent of the Holland Aquarium Show and is a unique opportunity for Bettas4all to introduce our beautiful hobby to
Lo stand di Bettas4all in occasione di Vivarium 2012 / Bettas4all boot at Vivarium 2012
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L’attestato del premio “Miglior stand nella categoria Forum”, ottenuto in occasione di Vivarium 20122 / The award for "Best Forum Stand" won at the Vivarium fair 2012
Aquarium Show e rappresenta un’opportunità unica per presentare al pubblico il nostro magnifico hobby. Un apposito team di hobbysti esperti darà tutte le informazioni necessarie a proposito di manutenzione, allevamento ed esibizione degli show betta. Durante la manifestazione saranno messi in mostra circa 250-300 show betta, di varietà che si difersificano per il colore e la morfologia delle pinne. Questi saranno esaminati da una giuria composta da hobbysti esperti e giudicati, secondo gli standard di Bettas4all, in base a caratteristiche quali la vitalità, il colore, la morfologia delle pinne, la forma e l’aspetto in generale, per scegliere i vincitori delle diverse sotto-categorie e assegnare i premi. Per i visitatori sarà possibile acquistare degli esemplari di qualità a prezzi ragionevoli. Siamo lieti di invitarvi alla ventesima edizione dell’Holland Koi Show e attendiamo di accogliervi nel padiglione dell’Holland Aquarium Show, dove potrete visitare l’Holland Betta Show. Non dimenticate di segnare da adesso nella vostra agenda i giorni 17-19 agosto! Ulteriori informazioni relative alla visita e/o alla partecipazione a questa manifestazione sono disponibili tramite il sito: www.hollandbettashow.com Nei prossimi mesi il sito sarà regolarmente aggiornato. Buon divertimento! Cordiali saluti dai Paesi Bassi Il Bettas4all Show Team www.bettas4all.nl - il Forum Internazionale Betta degli hobbysti per gli hobbysti
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the public. A dedicated team of experienced betta hobbyists will provide you with all the necessary information with respect to the keeping, breeding and showing of showbettas. At the show approximately 250-300 show Bettas of different color and finnage varieties will be shown. The fish will be judged on vitality, color, finnage, body shape and overall appearance by a team of experienced hobbyists according to the Bettas4all standard to determine the winners of the various showclasses and the special prices. It will also be possible for the visitors to purchase some quality fish for a reasonable price. We would like to invite you all for the 20th edition of the Holland Koi Show. We are looking forward to welcome you in the tent of the Holland Aquarium Show to come and see the Holland Betta Show for yourself. Please mark 17-19 August 2012 in your agenda! More the information with respect to visiting and/or participation at the Holland Betta Show can be found on our show website which can be reached by the following addresses: www.hollandbettashow.com During the coming months this website will be regularly updated to provide you with all the necessary information. Have fun! With kind regards from the Netherlands, The Bettas4all Show Team www.bettas4all.nl – The International Betta Forum for Hobbyists by Hobbyists
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ASSOCIAZIONE ECOACQUARIO Il progetto EcoAcquario ritorna nuovamente a scuola Dal 16 aprile 2012 riprende la collaborazione dei soci EcoAcquario con l’Istituto Tecnico Nautico “Nino Bixio” di Piano di Sorrento. Il progetto di quest’anno prevede la realizzazione di due vasche mediterranee allestite secondale linee dettate dal progetto EcoAcquario dell’omonima associazione. Progetto riconosciuto e stimato dagli organi competenti ed inserito nei progetti PON dalla Comunità Europea. Questi i numeri a disposizione: 30 ore disponibili per portare avanti questo progetto 2 vasche disponibili 1 sump completa di schiumatoio e pompe di risalite che sarà comune alle due vasche 1 refrigeratore servirà le due vasche per assicurare la giusta temperatura agli organismi ospitati 40 ragazzi dai 14 ai 16 anni iscritti a questo progetto 1 il tutor che seguirà il progetto 1 associazione “EcoAcquario” che coordinerà ed assisterà il progetto Saranno chiesti i permessi alla locale Capitaneria di Porto per il prelievo degli scarti della pesca professionale dalle acque antistanti i moli di approdo della piccola pesca. Il progetto EcoAcquario è l’unico in Europa con un disciplinare condiviso ed apprezzato dalle associazioni ambientaliste che ne vedono un valido strumento per far nascere nei giovani la consapevolezza di quanto preziosa sia la biodiversità e perché vada protetta e tutelata. L’obiettivo del progetto EcoAcquario è assicurare ai giovani del “Nautico” un mezzo di conoscenza e sfogo nell’egoistica presunzione di poter mantenere un Acquario Mediterraneo in casa e lasciare che le sole organizzazioni ed acquari pubblici in collaborazione con gli appassionati possano pubblicamente mantenere queste strutture atte a mantenere organismi vivi. Ass.Ecoacquario www.ecoacquario.it
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SBC SICILIA BETTA CLUB Sicilia Betta Club nasce nel marzo 2012. Questo gruppo è sorto spontaneamente ed è stato fortemente voluto da amici e appassionati che si sono conosciuti nelle edizioni precedenti del Trinacria Betta Show. L’obiettivo di questo gruppo è quello di condividere con gli altri la comune passione per i Betta splendens; come si deduce dalla sigla i componenti sono Siciliani ma questo non chiude le porte a chiunque voglia aderire. Non rinneghiamo il nostro passato, avendo fatto parte di associazioni nazionali, anzi cogliamo l’occasione di ringraziarle per aver condiviso con noi le loro esperienze e conoscenze, ma con questa iniziativa vogliamo dare prova a noi stessi di poter camminare da soli. Non essendo un’associazione e non facendo pagare quota associativa, tutti i componenti del gruppo hanno partecipato alle spese per l’organizzazione del prossimo Trinacria Betta Show che si terrà a Messina il 6 Maggio p.v. Mi piace sottolineare, infine, come da questi incontri sono nate delle belle amicizie. Il nostro entusiasmo ha coinvolto anche le nostre famiglie che collaborano attivamente alle iniziative. Siamo presenti su quasi tutto il territorio siciliano, pertanto chiunque avesse bisogno di informazioni o altro può inizialmente rivolgersi a me: giuseppecondello@live.it, sarò poi lieto di dare i contatti di chi potrà essere utile nello specifico. Giuseppe Condello
BENVENUTI! Siamo lieti di dare il benvenuto e di accogliere in queste pagine il neonato Sicilia Betta Club, al quale auguriamo di crescere e diffondersi, come ben meritano gli scopi che si prefigge. Siamo certi che i suoi soci saranno in grado di promuovere la passione per i Betta. Attendiamo ovviamente i loro contributi ed assicuriamo ad essi, come a tutte le altre associazioni che non temono il mettersi in gioco, uno spazio fisso autogestito su queste pagine, nei prossimi numeri. Auguri vivissimi La redazione
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ASSOCIAZIONE MAREVIVO MAREVIVO E “IL BOSCO DELLA MEMORIA”: un’iniziativa per non dimenticare Roma, 3 aprile 2011 - Comincia a prendere forma e diventare realtà “iil bosco della memoria”: un piccolo gesto che nasce da un’idea di Marevivo per ricordare le vittime del tragico terremoto dell’Aquila nel 2009. Domani, 4 aprile, alle ore 10.30, ci sarà, infatti - presso l’Assessorato all’Ambiente del Comune dell’Aquila, in via Aldo Moro n. 30 - la presentazione alla stampa del progetto “Il Bosco della Memoria”. A realizzarlo il Comune dell’Aquila, che ha fatto proprio con entusiasmo l’idea progettuale degli architetti di Marevivo Stefano D'Ottavio, Simonetta Di Nicola e Massimo Tocco. L’idea del bosco, dei 309 alberi che simboleggiano le 309 vittime, localizzato su Colle Roio, nei pressi della Facoltà di Ingegneria dell’Università dell’Aquila, assume un forte valore simbolico sia perché è stato l’epicentro del sisma del 6 aprile sia perché anche l’Università ha pagato un tributo elevatissimo con le molte giovani vite perse nei crolli della Casa dello Studente e delle loro abitazioni. Per l'alberatura dei 10.000 mq di terreno verranno prevalentemente utilizzate piantine di specie forestali autoctone, in considerazione dei luoghi di origine della stragrande maggioranza delle vittime, valutando anche l'impiego di un numero limitato di specie estranee alla flora locale, ma di alto valore simbolico, possibilmente provenienti dagli stessi Paesi degli stranieri, vittime del terremoto. Cinque viali commemorativi lo attraverseranno accompagnando il visitatore dalla contemplazione delle macerie, memoria della città ferita, alla commemorazione delle vite interrotte. Con il prezioso ausilio del Corpo Forestale le piante fioriranno a rotazione permettendo al bosco di essere rigoglioso per tutto l’anno, come un’onda che nel suo continuo movimento rinnova la memoria. MAREVIVO - EARTH DAY 2012 MAREVIVO: “UNA SOLA TERRA, UNA SOLA ACQUA Un’occasione per ricordare a tutti la necessità di tutelare le risorse naturali del Pianeta Roma, 20 aprile 2012 - La Terra è tanto grande: è mai possibile che l’uomo con le sue azioni possa riuscire a renderla inabitabile? E anche se ci ostiniamo a chiamare il nostro pianeta "Terra", siamo consapevoli del fatto che è composto da oltre il 70% di "Acqua"? Queste domande, che spesso ci poniamo in maniera distratta, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Terra, dovrebbero scuotere ognuno di noi perché c’è di cosa preoccuparsi, se non si contrastano i principali fattori che determinano l’eccessivo consumo e il deterioramento delle risorse fondamentali per la vita. “Nonostante gli oceani rappresentino più dei due terzi della superficie del nostro pianeta, ben poco è stato fatto per proteggerli: sono colpiti dalla contaminazione e dal cambiamento climatico, dato che assorbono l’80% del calore generato dai gas dovuti all’effetto serra e il 30% delle emissioni globali di CO2 -rileva la presidente di Marevivo Rosalba Giugni - Sono necessarie delle misure coordinate e urgenti per arrestare questo pericolo”. A puntare l’attenzione, invece, sulle ripercussioni della crescita della popolazione mondiale è Silvano Focardi, professore di Ecologia all’Università di Siena e membro del Comitato Scientifico di Marevivo, che domenica a Roma analizzerà lo stato di salute del pianeta, durante uno degli appuntamenti in programma per la manifestazione “EARTH DAY: UNA SOLA TERRA UNA SOLA ACQUA”, promossa sul Tevere da Marevivo, NoiXRoma, Corpo Forestale dello Stato e Ente Roma Natura.
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“Per quanto ancora sarà sostenibile la crescita della popolazione mondiale - quattro miliardi di persone nel 1975, 7 miliardi nel 2011, ovvero un miliardo di abitanti in più ogni 12 anni sulla Terra - se non fermiamo l'uso indiscriminato delle risorse e non contrastiamo l'inquinamento crescente? Abbiamo a disposizione un solo pianeta e per molti anni ancora non siamo in grado di raggiungerne un altro”, commenta Focardi. Ufficio Stampa Marevivo 063202949 - 3381090669
MAREVIVO E ANTON DOHRN INSIEME PER L’AMERICA’S CUP 6 aprile 2012 – In occasione dell’America’s Cup, Marevivo e la Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ organizzano a Napoli “Il Golfo di Napoli: un mare vivo di storia”: visite guidate presso l’acquario più antico del mondo, mostre fotografiche sui grandi cetacei che solcano il mare partenopeo e proiezioni di documentari precederanno e accompagneranno il più famoso e prestigioso torneo di vela della storia. Si comincia martedì 10 con il tour al museo con le collezioni zoologiche e nella Sala degli Affreschi presso la stazione marittima nella Villa Comunale e si va avanti fino a sabato 14 tra appuntamenti ed incontri per un’immersione virtuale nella storia e nelle bellezze del Golfo di Napoli. Per maggiori dettagli e prenotazioni consultare il programma allegato. Ufficio Stampa Marevivo 063202949 – 3381090669
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La palla di cristallo diventa
biosfera di Tony Di Meglio & Valerio Zupo Una boccia del diametro di meno di 7 cm, in vendita in un negozio di acquari: sarà destinata a torturare pesci rossi o costituirà la tomba prematura per uno sfortunato Betta? Meglio sottrarla agli scopi per i quali era stata inizialmente commercializzata e destinarla a usi più nobili. Vi allestiremo un acquario contenente quasi un litro d’acqua, adeguato per le esigenze di piccoli organismi, i quali potranno trovare nella minuscola “pozza di scogliera”, tutto quanto necessitano per vivere e riprodursi. Ma cominciamo dal principio. Dopo l’acquisto della boccia, essa è stata accuratamente ripulita e disposta su una scrivania. Abbiamo quindi prodotto una scheggia appiattita di una roccia (ADA Stone) e l’abbiamo ricoperta con un grande ciuffo di Cladophora, legandolo con un sottile filo di nylon. Questa è stata quindi adagiata sul fondo della boccia in modo da creare un effetto “prato”. La vasca naturalmente è stata subito riempita con acqua da osmosi inversa alla quale sono stati aggiunti sali Sera sino a raggiungere un pH 6.8, GH 5 e KH 8. L’illuminazione è ottenuta principalmente attra-
La boccia completa di fauna e flora, un mese d Si nota la Cladophora che ricopre la pietra sul 72
verso una finestra attigua, anche se di tanto in tanto, nelle ore serali, viene accesa una lampada neon da 9 watt disposta su una plafoniera da tavolo. La superficie della boccia è chiusa mediante pellicola da cucina, la quale è stata prima disposta accuratamente sul bordo e poi rifilata in modo da ottenere un effetto gradevole
Aspetto definitivo dell’acquario, illuminato dalla lampada da 9 watt
dopo l’allestimento. fondo e il tralcio di vite, trattato come descritto nell’articolo 73
Gli ospiti dell’acquario impegnati nelle loro scaramucce quotidiane
alla vista. In questo modo si limita l’evaporazione che, nel minuscolo ambiente, potrebbe avere conseguenze negative in pochi giorni. Sistemato in questo modo il fondo, abbiamo provveduto a inserire un tralcio di vite, raccolto secco in un vigneto e tenuto a mollo per circa un mese dopo intensa bollitura. Al termine di queste operazioni, il piccolo tralcio è stato ripulito in superficie di ogni particolato ed è stato poggiato sul prato di Cladophora. L’acquario era pronto per accogliere i primi organismi. Sono state aggiunte quindi due Neocaridina heteropoda “Red cherry” varietà Sakura in uno stadio molto giovane (misuravano inizialmente meno di un centimetro) e una Planorbis corneus (varietà Red) di dimensioni piccolissime (meno di un millimetro!). Tutti gli organismi sono visibilmente cresciuti nel tempo e sono state notate esuvie dei gamberi, a dimostrazione del loro stato di salute. La vegetazione si è mantenuta stabile e si è leggermente espansa, divenendo più omogenea e alta. La vasca è chiusa ermeticamente dallo strato di pellicola: pertanto tutti gli scambi gassosi sono bloccati e l’ossigeno è prodotto dalla vegetazione presente (si notano spesso bollicine di ossigeno salire nell’acqua). In definitiva, la sfera è divenuta una… biosfera, in cui fauna e flora vivono perfettamente in equili-
brio. Persino le reti trofiche interne sono affidate al perfetto bilanciamento delle popolazioni. Infatti le Neocaridina, a parte una somministrazione iniziale di pellet per crostacei, non hanno ricevuto altri alimenti. Si sono dunque sviluppate utilizzando le alghe presenti sul fondo e, certamente, il film di batteri e altri microorganismi che proliferano sul fondo e sui tralci di vite. Si vedono esplorare continuamente l’ambiente e selezionare, mediante i massillipedi, piccole prede tra la vegetazione. Anche il gasteropode è enormemente cresciuto e ora si presenta evidente come un ospite “importante” dell’acquario. Il sistema realizzato, dunque, appare stabile a tre mesi dal primo allestimento e sembra conservare il suo equilibrio nonostante la totale assenza di cambi d’acqua. Non escludiamo che in futuro, quando le Neocaridina saranno ancora cresciute, si debba procedere al loro trasferimento in una vasca più ampia. Per ora, però, l’acquario è stabile, molto ben equilibrato e offre continue soddisfazioni dovute non solo alla quotidiana osservazione del suo contenuto (la forma sferica permette di visualizzare dettagli con visione ingrandita, con un effetto da… lente d’ingrandimento!) ma anche allo stupore dei visitatori occasionali, che possono ammirare un vero acquario realizzato in una boccia da meno di un litro. 74
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Aqua1 Phos out: via i fosfati, lunga vita ai coralli!
Info: http://www.acquaefiltri.com/index.php?page=shop.product_details&flypage=flypage_gd1.tpl&product _id=173&category_id=19&option=com_virtuemart&Itemid=17&lang=it&vmcchk=1&Itemid=17
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA resine a scambio ionico
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Fosfati e nitrati sono, in acqua marina, tra i principali nemici dei nostri coralli SPS: valori elevati dei nutrienti portano ad un inevitabile inscurimento e a squilibri più o meno marcati nella fisiologia dell’animale stesso. Molti sono i sistemi che possono aiutare l’acquariofilo nell’abbattimento dei suddetti nutrienti: ricordiamo i vari sistemi a proliferazione batteri-
elevata capacità assorbente, granulometria grossolana, nessuna tossicità
ca, l’utilizzo a intermittenza di zeolite e biopellet, l’utilizzo di grosse quantità di rocce vive, sistemi ad alghe, DSB, ecc. Ancora più importante, nella gestione dei nutrienti, sono le varie resine che possono essere utilizzate al fine di eliminare o riequilibrare nitrati e/o fosfati.
in alcuni casi si può avere una modesta crescita algale nei primi giorni post-inserimento. La resina, se utilizzata impropriamente, può sfarinare
È importante ricordare che esistono varie tipologie di resine anti-fosfati, raggruppabili fondamentalmente in 2 categorie: a base ferrosa e a base alluminica/ceramica. Da studi effettuati da Jekel, in Germania, è stato dimostrato che le resine a base ferrosa sono estremamente più rapide ed efficienti delle altre, specialmente in un utilizzo in acque marine; ovviamente esistono varie tipologie di resine a base ferrosa, alcune più adatte di altre ai nostri scopi. Ci fa piacere parlare delle resine PHOS-OUT, distribuite da AQUA1, che abbiamo testato con buoni risultati nei nostri acquari marini: è una
La capacità assorbente della Phos-out, dichiara-
resina basata su ossido di ferro, ad elevata capa-
ta dal produttore, è di circa 60 grammi di fosfato
cità assorbente e priva di eventuali rilasci di allu-
per chilogrammo di resina utilizzato. Una delle
minio/allumina.
caratteristiche che maggiormente abbiamo
Ci risulta che in alcuni acquari le resine a base
apprezzato è stata la granulometria grossolana
ferrosa hanno causato un modesto sviluppo di
della resina, che ne facilita l’utilizzo sia in letto
alghe bentoniche: la causa di questa breve e
fluido che in filtri di altro genere. Il dosaggio con-
relativamente poco intensa proliferazione è da
sigliato è di circa 100 ml di resina ogni 50 litri di
imputare ad un rilascio di sostanza ferrosa da
acqua da trattare. Eventuali sovradosaggi non
parte della resina stessa che funge da fertilizzan-
producono fenomeni di tossicità ma, a nostro
te. Nei nostri test non abbiamo mai notato que-
parere, andrebbero evitati al fine di limitare even-
ste proliferazioni ma, vista la composizione chi-
tuali variazioni troppo repentine dei valori di
mica della resina (contenente un gruppo Fe-
fosfato in acquario che possono causare, ad
OOH), non è da escludere a priori.
esempio, “tiraggi dal basso”. 77
Info: http://www.dennerle.eu/global/index.php?lang=it
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA accessori
Dennerle Alginator: basta con le alghe assassine!
78
I “nano-acquari” sono oramai una realtà consolidata del mercato italiano. La configurazione classica prevede acquari composti da 3 soli vetri: il fondo, il posteriore e un vetro curvato che funge da laterali e da frontale. L’effetto estetico è notevole ed ha contribuito enormemente alla diffusiopulizia degli angoli curvi. Piccole dimensioni
ne sia dei nanoreef sia dei caridinai. La vera problematica è sempre stata la pulizia dei due angoli curvi frontali: le aree curve, infatti, non permettono l’utilizzo né dei normali raschietti né delle normali calamite. Dopo un po’ di tempo si iniziava a
prezzo più elevato rispetto a calamite “squadrate” di pari dimensioni
convivere con lo “strato di alghe” localizzato nei punti di maggiore curvatura. Qualcuno, ingegnandosi con una spugna non abrasiva, è riuscito a eliminare la patina algale, ma questi interventi non eliminano le alghe più resistenti. La Dennerle, ormai specializzata in piccoli acquari, ha introdotto nel mercato una piccola calamita pulisci-vetro indirizzata proprio ad acquari ad angoli curvi: la conformazione della calamita, infatti, lontana dalle classiche forme a parallelepipedo, permette di aderire perfetta-
La Dennerle assicura l’assoluta compatibilità con
mente alla curvatura del vetro e risulta ricoperta
acquari d’acqua dolce e marina. Essendo il pro-
anche lateralmente da tessuto abrasivo-antial-
dotto destinato a nano-acquari, è consigliato
ghe. Le dimensioni della calamita sono molto
l’utilizzo con vetri di spessore inferiore a 6 milli-
ridotte, affinché essa si adatti a questi piccoli
metri. Il prezzo risulta competitivo, considerate le
acquari. Abbiamo misurato all’interno, 33 x 33 x
caratteristiche peculiari e, in fondo, rispetto ad
11 mm e nella parte esterna, 42 x 33 x 18 mm
altre calamite di queste dimensioni, costituisco-
(W x D x H).
no una spesa ampiamente accettabile. 79
alimenti per pesci
Info: http://www.hikari.info/tropical/t_04.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Hikari tropical algae wafers: insalata d’alghe per piccoli buongustai 80
Gli acquariofili più attenti spesso integrano la dieta dei pesci erbivori con foglie d’insalata o spinaci. È difatti evidente come il mangime in scaglie e i pellets a base vegetale non sempre possano essere considerati come un alimento completo per pesci dalla dieta del tutto o in parte basata su fonti vegetali. Alcuni pesci poi sono anche piuttosto restii ad alimentarsi con mangimi composti generici: è questo ad esempio il caso di alcune specie di loricaridi come gli Otocinclus affinis, la cui dieta è basata su alghe a patina (diatomee) che “raschiano” da arredi e vetri. È possibile utilizzare tutta una serie di mangimi, presenti in commercio, destinati specificamente a specie prettamente erbivore e/o a dieta parzialmente a base
non si sfalda, non inquina. Ricco di farina di alghe e di vitamina C
in acquari densamente popolati è importante dividere l’alimento, onde evitare che venga raccolto sempre e solo dall’animale più grande e spavaldo
vegetale. Uno dei problemi principali di questi mangimi è però la scarsa tendenza ad affondare: un mangime che affonda lentamente sarà mangiato prima che si posi sul fondo, raggiungendo difficilmente il pesce al quale è destinato. L’Hikari tropical algae wafers proprio a questo proposito è formulato per affondare velocemente e mantenere la propria integrità in acqua a lungo. La formulazione del mangime si basa su alghe come Spirulina e Chlorella, opportunamente miscelate con ingredienti di origine non acquatica (lievito di birra, farine di grano) e marina (farina di pesce e krill). Il risultato è un mangime molto appetibile, non solo per i loricaridi più
comuni come Hypostomus plecostomus e Ancistrus, ma anche per specie più “schizzinose” come i già menzionati Otocinclus e Rineloricaria, Farlowella e Sturisoma. Utilizzandolo in acqua marina abbiamo scoperto che anche il nostro Ctenochaetus ha apprezzato i wafer della Hikari, venendo ben presto attaccato da affamati Lysmata in cerca di un bocconcino prelibato. La miscela di fonti alimentari ha portato alla creazione di un mangime ricco di grassi, proteine e fibre vegetali. Questo in acquario resta compatto per un lunghissimo periodo, non inquina ed è ricco di vitamina C. 81
Info: http://www.superhigroup.com/oxydator/view-all-products.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA accessori
Söchting Oxydator:
respirare, ossidare, ripulire
82
L’ossigeno è uno dei gas più importanti nei nostri acquari: che si parli di acqua dolce o marina, un basso tasso di ossigeno disciolto rende inevitabilmente instabile il nostro sistema ed è causa di una serie infinita di problemi. È possibile adottare diverse soluzioni a questa problematica: aumento del movimento superficiale, del numero di piante, riduzione del numero di animali, l’utilizaumento dell’ossigeno disciolto, non altera il pH e non allontana la CO2 dall’acquario
zo di un aeratore e infine l’utilizzo dell’Oxydator prodotto da Söchting Biotechnik GmbH e distribuito in Italia da SHG. L’oxydator offre numerosi vantaggi: innanzitutto non altera il pH del nostro acquario la cui variazione, verso l’alto, è invece evidente utilizzando aeratori (perché questi ultimi operano su tutti i gas disciolti, compresa l’anidride carbonica); innalza il tasso di ossigeno disciolto, non modifi-
utilizzo solo interno. Dimensioni vistose
ca il tasso di anidride carbonica disciolta, è assolutamente silenzioso. Tutto si basa sulla normale reazione del perossido d’idrogeno (H2O2) che, in presenza di un catalizzatore metallico, porta alla formazione di acqua e ossigeno allo stato gassoso (2 H2O2 + catalizzatore ----> 2 H2O + O2). La base, in materiale ceramico complessato con catalizzatore, è estremamente porosa: è proprio questa sua caratteristica che permette la fuoriuscita in tutta sicurezza dell’ossigeno in acquario. Il prodotto è largamente testato in acquari dolci e marini dove, se correttamente utilizzato, non
geno a elevato numero di volumi, come quello
ha dato problemi di alcun tipo. In acquari marini
che si usa in laboratorio. Quindi, usando questo
l’oxydator può tornare utile nell’innalzare il poten-
strumento secondo le istruzioni, non dovrebbero
ziale REDOX ed eliminare fastidiose proliferazioni
essere possibili danni accidentali.
di cianobatteri. A questo proposito ci teniamo a
Il prodotto è utilizzabile, per proprie caratteristi-
sottolineare che un sovradosaggio può essere,
che, unicamente all’interno dell’acquario e si
specialmente in acqua marina, dannoso per gli
presenta, in rapporto all’acquario su cui è utiliz-
abitanti dei nostri acquari. D’altra parte la parti-
zato, di discrete dimensioni; inevitabile quindi
colare struttura del prodotto impedisce, di fatto,
che si finisca con il nasconderlo dietro rocce,
sovradosaggi, se si utilizza normale perossido
legni e/o piante. I modelli disponibili sono: Mini-
d’idrogeno per uso esterno (quello reperibile in
Oxydator, Oxydator D, Oxydator A, Oxydator W
farmacia). Eventuali sovradosaggi potrebbero
e vanno scelti in rapporto alle dimensioni del pro-
essere prodotti solo utilizzando perossido d’idro-
prio acquario. 83
alimenti per pesci
Info: http://www.seachem.it/Products/product_pages/GarlicGuard.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Seachem Garlic Guard: rinforza lo spirito e combatte i vampiri! 84
L’utilizzo regolare di mangimi secchi è oramai consuetudine. La ricerca nel campo dell’itticoltura ha permesso, infatti, di progettare e mettere a punto una serie di mangimi dalle caratteristiche più disparate, che ben si adattano alle varie diete dei nostri amici pinnuti. Qualche volta, però, alcuni esemplari possono essere un po’ restii elevata concentrazione di allicina e vitamina C. Aumenta l’appetibilità del cibo
nell’alimentazione: è questo, ad esempio, il caso di discus stressati, appena inseriti in vasca e/o tormentati da propri consimili. Il Garlic Guard della Seachem è utilissimo in questi frangenti, poiché rende
non il
cibo
solo più
non è un terapeutico: in caso d’infestazione è consigliabile accompagnare al “garlic” un farmaco specifico
appetibile ma, essendo ricco di estratti d’aglio e vitamina C, aggiunge importanti sostanze antiossidanti alla normale dieta dei nostri pesci. Abbiamo testato il prodotto su un nostro acquario dolce, allestito a biotopo amazzonico, in cui alleviamo un piccolo branco di discus (varietà
imputato al Garlic, riteniamo che l’utilizzo conti-
rosso/turchese e blu diamond). La somministra-
nuativo possa apportare delle migliorie allo stato
zione del prodotto ha fortemente incuriosito i
di salute generale dell’acquario.
nostri pesci: dopo una iniziale titubanza abbiamo
La cosa che ci ha più stupito è il fortissimo odore
osservato un intenso “parapiglia” per il cibo.
di aglio che ha riempito la stanza e saturato la
Abbiamo inoltre osservato, nel lungo periodo,
nostra capacità olfattiva: se da un lato il Garlic
una diminuzione sensibile delle patologie intesti-
migliora probabilmente la salute dei nostri pesci,
nali dei nostri discus. Benché questo migliora-
sicuramente non aiuta le relazioni sociali umane.
mento della condizione generale di salute dei
Ma nessun acquariofilo, probabilmente, sarà
nostri animali non possa essere scientificamente
intenzionato ad assaggiarlo! 85
Info: http://www.shirakura-shop.de/en/shirakura_red_bee_sand_shrimp_soil_substrat.htm
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA materiali da arredamento
Shirakura red bee sand:
terra allofana per gioiose Caridine
86
Come spesso accade, esistono innumerevoli vie che permettono di raggiungere buoni risultati nel campo acquariofilo. Nella formulazione del fondo, ad esempio, è possibile scegliere tra un’ampia varietà di materiali, più o meno dedicati al nostro mondo sommerso. Scopriamo così che, oltre al normale ghiaino ceramizzato, è possibile utilizzare materiali dell’industria edile (ad esempio pozzolana e laterite), di derivazione bonsaistica (come l’Akadama), di derivazione agricola (metodo Walstad) e fondi dedicati e specifici per l’acquariofilia, come tutta una serie di fondi fertilizzati (ad esempio il Tetra Complete substrate), fondi miscelati come il Seachem Flourite e fondi allofani come l’ADA Aqua Soil Amazonia. L’affermazione dei caridinai ha portato alla crea-
fondo allofano dedicato alle caridine, permette di mantenere bassi valori di pH, non tossico
è necessario fare attenzione all’abbassamento eccessivo di pH e al notevole assorbimento di carbonati e di calcio
zione di linee di prodotti specifici e, inevitabilmente, sono stati immessi sul mercato fondi specifici per acquari dedicati alle neocaridine. Tra questi uno dei più famosi è lo Shirakura Red Bee Sand, sviluppato da Takayuki Shirakura, che promette crescite e colori unici nel suo genere e un’elevata stabilità dei parametri dell’acqua del nostro caridinaio. Particolare attenzione è posta nella scelta di terreni privi d’inquinanti, di metalli pesanti e di qualsiasi elemento chimico che possa danneggiare le sensibili neocaridine. Lo Shirakura Red Bee Sand si pone come una classica terra allofana cotta, dall’elevata caratteristica acidificante e capace di assorbire grosse quantità di sali disciolti.
L’elevata porosità dei granuli di terriccio permettono un’ottimale crescita sia di piante più complesse come l’Eleocharis parvula e la Glossostigma elatinoides, sia di piante più semplici e muschi. Le porosità e la composizione del terriccio aiutano anche la crescita della microfauna: non è infatti raro osservare copepodi e ostracodi in acquari allestiti con questo fondo. La colorazione stessa del fondo, molto scura ma naturale, intensifica la bellezza delle neocaridine facendone risaltare maggiormente le colorazioni bianche e rosse. Il substrato non deve essere lavato prima dell'uso e, se gestito con attenzione, non “sfarina” nel tempo. 87
Muschi e Caridina: questo matrimonio s’ha da fare! Iniziamo con l’allevamento delle Caridina
di Livia Giovannoli - terza parte Nei caridinaio quindi vanno molto bene le luci a led, le PL o delle semplici lampadine a risparmio energetico. Il termoriscaldatore in un caridinaio va usato solo se la vasca è posizionata in un ambiente che subisce un forte sbalzo termico. Se tenuto in casa, dove la temperatura si mantiene tra i 18 °C e i 25 °C, non è necessario utilizzare alcun termoriscaldatore. Questo non vale se alleviamo caridine proveniente dal Sulawesi che vanno tenute a temperature tra i 27 °C e i 29 °C. Piuttosto, se si allevano caridine appartenenti alle specie Caridina cantonensis e Neocaridina heterepoda è bene prevedere in estate delle ventoline per mantenere la temperatura sotto i 2728 °C, altrimenti è facile assistere a una moria generale dovuta al caldo. Nell'allestimento di un caridinaio ci si può sbizzarrire con la fantasia e ottenere delle composizioni, seppur minute, di gradevole aspetto. È fondamentale per la salute delle caridine la scelta di un substrato idoneo. La scelta del fondo della vasca, infatti, è legato alle specie di caridine che si vogliono allevare e alle piante che coltiveremo nell'acquario.
Siamo arrivati alla conclusione del nostro discorso. Il mese scorso abbiamo preso conoscenza dei nostri “attori”, mettendone in evidenza le caratteristiche salienti e le esigenze di vita. Oramai ne sappiamo abbastanza per iniziare. Se avremo, nel frattempo, procurato i materiali indispensabili per allestire il primo acquario tematico per queste specie, riusciremo finalmente a… fare il matrimonio tra Caridine e muschi nel salotto di casa. Vi ricordiamo che avevamo lasciato il discorso alla vasca e al semplicissimo filtro. Continuiamo ora con il sistema d’illuminazione.
La luce e gli altri accessori indispensabili La luce in un caridinaio va scelta in base alle necessità delle piante coltivate. Come già detto in precedenza, le caridine non amano molto la luce e i muschi si adattano a quella che gli si offre, adeguando la velocità di crescita alla quantità di luce disponibile. 88
Christmas moss tenuto sulla roccia con una retina per i capelli formano delle sacche anossiche che possono liberare pericolosi gas. Se si vuole utilizzare della sabbia, basta non metterne più di 2-3 cm. L'utilizzo di rocce e legni è vivamente consigliato nei caridinai. Le rocce devono provenire da luoghi sicuri (meglio utilizzare quelle di uso acquariofilo) e non devono essere calcaree, salvo che non siano utilizzate in vasche per caridine del Sulawesi e Borneo. Le rocce offrono graditi anfratti per dare rifugio alle caridine, soprattutto a quelle appena nate. Dopo qualche mese inoltre le rocce si ricoprono di un leggero strato di alghe che sono un ottimo nutrimento per tutte le caridine. Per i legni valgono le stesse regole sulla provenienza e anche questi offrono un ottimo apporto di nutrimento vegetale. Le caridine amano passare il tempo tra i legni e le rocce a rovistare tra le fessure in cerca di cibo. Sia i legni che le rocce sono un ottimo substrato per la coltivazione dei muschi. Gli uni e le altre possono essere ricoperte da differenti specie di
Il fondo ideale è quello inerte, come un ghiaino di granulometria molto fine oppure un fondo allofano che ha la proprietà di mantenere naturalmente un pH leggermente acido. Questa tipologia di substrato va bene per caridine quali C. cantonensis o N. heteropoda, ma non è adatto alle vasche dove si allevano caridine di Sulawesi e Borneo, che amano un pH basico e un ambiente più roccioso. Per queste specie è più idoneo un ghiaino inerte, anche leggermente calcareo, molte rocce e qualche muschio. In nessun acquario dove si allevano caridine particolarmente delicate è consigliato mettere una base di fondo fertilizzato: troppo spesso nella manutenzione dell'acquario si va a smuovere lo strato profondo del fondo, liberando elementi che si rivelano dannosi, spesso mortali per le delicate caridine. Anche una semplice sabbia silicea deve essere utilizzata con attenzione: non bisogna creare strati troppo spessi perché spesso si
Singapore moss legato con del filo di nylon su un pezzo di roccia 89
Caridinaio allestito con muschi di diverse specie legati alle rocce (foto di Livia Giovannoli) 90
91
Fissidens fontanus incastrato tra le insenature di roccia lavica. (foto di Giuseppe Nisi)
92
93
Erect moss dopo qualche mese di crescita legato a una roccia, la retina è completamente invisibile alla base dei talli muschi ottenendo dei caridinai di grande impatto estetico, oltre a essere un ottimo ambiente per far crescere e allevare ogni specie di caridine.
l’acqua più fresca (in particolare le già citate C. cantonensis o N. heteropoda), sono l’ideale i muschi dei generi Fontinalis e Fissidens. I muschi sono delle piante assai versatili e si possono utilizzare in modo molto creativo. Ecco qualche suggerimento per la disposizione dei muschi nel layout di un acquario. Con i muschi si possono decorare e ricoprire legni, rocce e qualsiasi arredo dell'acquario (anche i tubi del filtro). Per far ciò e possibile utilizzare del sottile filo di nylon o di cotone che si potrà successivamente rimuovere. Per ricoprire una roccia può essere utilizzata, dopo aver steso il muschio, una retina trasparente (di quelle per i capelli) che è praticamente invisibile. Tra i muschi adatti ad essere legati ai legni o alle
La scelta dei muschi: Anche se i muschi di adattano con il tempo a diversi valori dell'acqua rispetto all'optimum, quando li selezioniamo per l'allestimento di un acquario è bene orientarsi su specie più adatte al tipo di acquario che si vuole allestire e al risultato estetico che si vuole ottenere. Se si intende allevare specie del Sulawesi è meglio orientarsi sui muschi del luogo, anche se non è facile reperirli, in alternativa meglio optare per muschi dei generi Taxyphyllum e Vesicularia che vivono bene anche a temperature medioalte (25-30 °C). Se alleviano caridine che amano 94
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
IDEA VIAGGIO RISERVATA AI LETTORI DI AQUARIOPHYLIA Volete recarvi nei luoghi d’origine di questi magnifici organismi? Facile come cliccare sul link che segue, per visionare delle incredibili offerte di viaggio da parte della nostra agenzia di riferimento http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=malesia http://bit.ly/J73glm
La preparazione di un muro di muschio con del Willow moss moss) su pietre basse o sottili lastre di ardesia, oppure legarlo su retine metalliche che saranno poi posate sul substrato. Si possono utilizzare delle sfere di Cladophora aperte. Lo stesso metodo (in verticale) si può utilizzare per creare dei muri di muschio che fanno da sfondo all'acquario; per creare un muro di muschio sono adatti il
rocce se ne trovano di bellissimi, come i cosìdetti Christmas moss, Creeping moss, Java moss, Taiwan moss, Spily moss, Willow moss, Erect moss, Peackock moss, Flame moss e Phoenix Moss (Fissidens fontanus). Non fanno parte dei muschi, ma si comportano come tali in vasca, Riccardia chamedrifolia e Monosolerium tenerum. Per creare un pratino di muschio si possono legare porzioni di Vesicularia dubyana (Singapore
Il muschio attaccato alla rete metallica viene coperto e sostenuto dalla retina per i capelli 95
Muschio che cresce legato ai rami 96
97
Caridina dennerli che pascola tra i muschi legati ai sassi
sasso, potrete stimolare la vostra fantasia e creatività per realizzare un angolino tutto verde, dove magari fanno da piacevole contrasto di colore delle coloratissime caridine, specializzate e instancabili nel mantenere il muschio pulitissimo. È un acquario che nella sua semplicità e facilità di manutenzione saprà dare moltissime soddisfazioni anche a chi non ha molte risorse economiche e di tempo a disposizione.
Taxiphyllum alternas (Taiwan moss) o la Vesicularia ferriei (Weepig moss). Una volta cresciuto il muschio, l'acquario avrà un aspetto molto naturale e suggestivo. Realizzare un acquario di muschi è, di fatto, molto semplice, non ci sono limiti di dimensioni, anche in 2-3 litri possiamo provare a coltivarli. In vaschette da 15-20 litri tuttavia sarà più piacevole creare dei gradevoli layout. Con un sottile substrato, qualche legnetto e 98
Settimo Raduno Reefitalia È stato un evento conviviale, abbastanza interessante perché semplice, naturale, proprio come la location agrituristica che lo ospitava. Siamo stati presenti alla manifestazione e abbiamo assaggiato la cordiale ospitalità degli organizzatori e… la cucina locale. Ovviamente non c’è tempo per una descrizione dettagliata dell’evento, poiché stiamo per andare in stampa. Per ora vi offriamo solo un breve video, tanto per teletrasportarvi nell’atmosfera del raduno. Nel prossimo numero potremo offrire qualche dettaglio in più!
100
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Nutrire la passione: è questo di cui vorrei parlare oggi. È un argomento in cui sono particolarmente ferrato, trattandosi di nutrimento. Eppure, per nutrire la passione non servono scaglie, né granuli, pellets, liofilizzati, estrusi, congelati o umidi. Per nutrire la passione ci vuole… passione. Potrà apparire banale ma questa è la pura verità. Io ci sono stato dentro le aziende che producono le cose con cui giocate e, devo dirvi, in alcune di esse mi sono divertito, talvolta, in altre no! Proprio nelle grandi aziende, quelle che fanno il fatturato e producono il mercato, si respira troppo spesso un’aria da giacca e cravatta. Voi vi siete mai divertiti quando siete in giacca e cravatta? Neppure io. Peraltro ve lo raccomando un pesce con la cravatta. Roba da incubi. Ma chi avrà inventato quelle armi da matti? A chi sarà mai venuto in mente di mettere addosso a una scimmia senza peli una cosa così complicata e scomoda come la giacca, per giunta peggiorata dalla presenza del 102
nodo al collo. Gli altri animali vivono
qualche piccolo lusso.
liberi, felici di esserlo. L’uomo è andato
Tuttavia la domanda sorge spontanea:
a inventarsi robe come le cravatte (per
se questi qui stanno architettando cose
gli uomini) e i tacchi a spillo (per le
pensando solo al profitto e a distrugge-
donne). Questo dimostra, inequivoca-
re la concorrenza, come potranno mai
bilmente, che la specie è destinata
divertire noi, acquirenti finali?
all’estinzione. Una specie “saggia”
Ovviamente non tutte le aziende sono
avrebbe inventato forse la t-shirt…
così. Ci sono ancora quelle in cui ci si
magari anche i calzettoni per il fred-
diverte a sviluppare prodotti “sfiziosi”.
do… ma la cravatta, quella proprio è
In genere, sono quelle aziende che sono
una cosa stupida.
nate con un “padrone” appassionato.
Insomma, tornando a noi, tu entri
Lui si divertiva a produrre roba per
nella grande azienda di acquari e ci
pesci sin dall’inizio e ora che è anziano,
trovi gente in giacca e cravatta che
e pure abbastanza ricco, continua a
“distintamente” corre in lungo e in
infondere quel sano senso di appaga-
largo. Ci trovi persone che stanno lavo-
mento nell’azienda, immaginando pro-
rando alacremente attorno ad un
dotti di poche parole, con tanta sostan-
nuovo progetto, parlando di stampi, di
za dentro. Ma si tratta in genere di
prezzi, di rapporti con la concorrenza.
mosche bianche. Anche perché i vecchi
Credete che quelle persone si stiano
prima o poi mollano, muoiono o vanno
divertendo? Tutt’altro! Lo si compren-
in pensione! E sono rimpiazzati dai
de chiaramente dall’odore acre di
giovani i quali, solo perché hanno stu-
sudore che si sente in giro e dall’atteg-
diato a Oxford (o alla Premiata Scuola
giamento piaggesco che hanno con
per Geometri di Brambasso, in alcuni
tutti quelli che li circondano. Il loro
casi) ritengono di dover dimostrare le
obiettivo non è divertirsi ma, piutto-
loro grandi idee. Non sanno un fico
sto, riuscire a produrre una cosa che si
secco di pesci, ma decidono, impasta-
venderà bene, comunque vada, per
no, restaurano e alla fine producono
produrre
massimo
cose fredde, prive di anima, molto tec-
all’azienda. Dunque, se il prodotto non
nologiche e poco utili. Ovviamente,
è proprio “valido”, che sia almeno eco-
anche in questo caso, non è che tutti i
nomico, così i profitti salgono rapida-
giovani siano così. Anzi, ce ne sono
mente.
alcuni veramente molto bravi, attenti e
Nulla da dire contro di loro. Povera
tremendamente
gente! Persone che cercano di portare
anche questi sono mosche bianche!
a casa uno stipendio adeguato a man-
Se invece ci spostiamo nelle piccole
tenere la famiglia… in alcuni casi con
aziende, spesso le cose sono diverse
un
profitto
103
intelligenti
ma…
(beh, anche qui, non è che si possa
in alto che serve per aspirare lenta-
generalizzare). In genere troviamo
mente fertilizzanti ferrosi distribuen-
molta passione e prodotti che nascono
doli tre volte al giorno. Bellissimo! E
dalla voglia di divertirsi e di divertire.
senza dubbio utile, poiché il ferro si
Sono spesso oggetti dal sapore artigia-
ossida rapidamente. Ma perché mai
nale, che però ti fanno felice quando li
dovrei affidare quell’operazione alla
tocchi.
pompa se posso farla semplicemente in
Qualche giorno fa, per caso, ho trovato
mille altri modi? Evidente: per far gua-
in un negozio di acquari un raschietto
dagnare soldi all’azienda.
da acquari. Sapete, uno di quei
Insomma, non è che voglio tarpare le
raschietti costruiti con un tubo verde
ali alle aziende che fanno ricerca e
tagliato ai due estremi del quale sono
sviluppo. Anzi, sono proprio quelle
disposti dei “tappini” con sopra attac-
che riescono a creare cose nuove e a
cato qualcosa. Da un lato un asse di
farci andare avanti con la nostra pas-
plastica nel quale ospitare una lametta
sione. Ma esse riescono a “nutrire la
da barba. Dall’altro un piantatoio a
passione” solo quando le stesse perso-
“V”. Guardandolo mi si è accesa la pas-
ne che progettano, sviluppano, ricer-
sione! Si tratta certo di uno strumento
cano, sono animate da passione since-
poco tecnologico che non avrà richie-
ra. Quando quelle persone hanno le
sto il lavoro di dodici ingegneri per
carotidi pressate da una cravatta
essere realizzato. Probabilmente sarà
troppo stretta, non riescono a produr-
anche
Comunità
re cose divertenti ma, piuttosto, si
Europea, dal momento che quella
limitano a inventare cose macchinose
lametta tagliente in punta al raschiet-
e complesse.
to pare fatta apposta per ferire piccole
Dobbiamo premiare le aziende che ali-
dita inermi. Eppure esso contiene un
mentano la passione. Dobbiamo segui-
alito di passione. Qualcuno un giorno
re il loro percorso e approfittare delle
ha pensato che sarebbe bello poter
idee straordinarie che diffondono. Per
staccare le alghe più dure, quelle che
farlo, la cosa migliore è cliccare sulle
passano sotto il feltro abrasivo delle
pagine di questa rivista!
calamite senza danni e che per farlo
Beh, non voglio tirar acqua al nostro
serviva uno strumento come quello!
mulino (anche se il capo mi ha detto
Mi piace. Diretto ed efficace.
che se non lo faccio mi licenzia)… però
Invece se andiamo in giro per negozi,
è evidente che grazie al contatto diret-
troviamo delle cose veramente strane,
to con le aziende che aquariophylia
di cui difficilmente si coglie il senso…
rende possibile, possiamo conoscere
Una pompa centrifuga con un buchino
per tempo cose che il nostro negozian-
bandito
dalla
104
te neppure prenderà in considerazio-
l’acquariofilia del futuro.
ne. Che cosa sta producendo in questo
Ma non finisce qui. Perché potete
momento l’azienda “LuciBell”? Se
anche prendere la notizia e postarla
andate sul suo sito web troverete i nuo-
sul nostro forum, oppure prendere
vissimi impianti neon con led incorpo-
contatto con una delle tante associa-
rati. Quali saranno i prodotti che
zioni di acquariofili che compaiono tra
“AskGlue” presenterà a Norimberga?
le nostre pagine e scambiare delle
Se andate sul suo sito web cliccando
informazioni. Così si cresce insieme!
sui link della rivista riuscirete a sco-
Ed ora scusatemi perché, a proposito
prire in anteprima cosa bolle in pento-
di nutrire la passione, ho un problema
la e quali novità dovremo attendere.
che rischia di far affondare definitiva-
Il bello di navigare attraverso una rivi-
mente la mia. Il mio filtro biologico sta
sta elettronica come questa è che non
facendo da ore un fru-fru che proprio
avrete poi nessun obbligo di ascoltare
non concilia la concentrazione. Vedo
uno zelante commerciale che vuole a
bollicine d’aria uscire dalla pompa e
tutti i costi convincervi della bontà del
sento un rumore di pale e vibrazioni
prodotto. Voi date uno sguardo, libera-
varie. Sarà che non risciacquo la spu-
te la mente e lo spirito e vi rendete
gna da più di sei mesi? Non so, ma
conto immediatamente del tipo di pro-
credo sia bene andare a controllare.
dotto che avete di fronte. Sta nutrendo
Attendo vostri commenti su quanto sin
la vostra passione? Oppure vuole sem-
qui riportato.
plicemente produrre ricavi? Esaminate, ragionate… poi premiate
Vostro, costruttivo
quelli giusti. È così che si costruisce
Carassio
105
Inserto da stampa Questo volumetto destinato al neofita che voglia allevar discus, prodotto dall’azienda Diskuszukt, tradotto dalla nostra redazione e regalato in esclusiva ai lettori di aquariophylia, è il risultato della cooperazione della rivista con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite dell’acquario d’acqua dolce. Nel corso dei prossimi numeri vi offriremo, in puntate mensili, i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle a un centro stampa per farle assemblare. Di fatto, si tratta di un altro regalo che aquariophylia fa a tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce. Questo mese continuiamo col secondo capitolo. Come noterete, tutti gli argomenti sono riportati in forma molto sintetica, minima, per assicurare un’informazione essenziale, senza fronzoli al principiante. Si tratta di un sistema moderno e agile per mettere tutti in condizione di allestire il primo acquario per i discus. L’edizione originale in tedesco e la versione inglese possono essere scaricate dal sito Diskuszucht: http://www.diskuszucht-stendker.de/100,0,downloads,index,0.php (in tedesco) http://www.diskuszucht-stendker.de/gb/322,0,downloads,index,0.html (in inglese).
L’ALLEVAMENTO DEI DISCUS: notizie di base per cominciare II parte
Traduzione di Rita Colognola dall’edizione originale tedesca pubblicata da Diskuszucht INSTALLAZIONE, DECORAZIONE, PREPARAZIONE E SISTEMI DI EMERGENZA DELL’ACQUARIO DECORAZIONE DELL’ACQUARIO DEI DISCUS Fondo Si consiglia di utilizzare sabbia di quarzo o ghiaia sottile per acquari. Prima dell’utilizzo la ghiaia va lavata in acqua corrente, con l’aiuto di un setaccio (ad esempio uno scolapasta), per eliminare la polvere e prevenire così l’intorbidamento dell’acqua nella vasca. 106
are e conservare Radici, piante e pietre Il legno spiaggiato (di palude) è adatto e si trova nei negozi di articoli per acquari. Questo legno non galleggia, si adatta bene ai materiali utilizzati per coprire il fondo e non contiene sostanze tossiche, quali quelle presenti, ad esempio, nei fitofarmaci. Per quanto riguarda le piante, vanno utilizzate solo quelle che tollerano una temperatura di circa 30 ºC, quali, ad esempio, specie vegetali amazzoniche, diverse specie di Echinodorus spp., Shinnersia spp., Nymphaea lotus, Cabomba spp., Vallisneria gigantea. Disponete le piante più piccole nella zona frontale della vasca e le piante più grandi posteriormente. Le piante devono essere
potate regolarmente, in modo da lasciare ai discus abbastanza spazio per nuotare. Attenzione: bisogna assolutamente togliere l’anello metallico che talvolta avvolge le radici delle piante perché esso può provocare la morte delle piante e rilasciare sostanze tossiche nell’acqua. Anche le pietre vanno usate con cautela: possono rilasciare minerali che hanno un effetto negativo sulla qualità dell’acqua. Parete di fondo Nei negozi specializzati sono disponibili fondali stampati con immagini di piante. Si consiglia però di utilizzare piuttosto un fondale nero o bianco trasparente, per permettere alla colo107
Inserto da stampa
108
are e conservare
109
Inserto da stampa
razione dei discus di risaltare meglio. I fondali si applicano all’esterno della parete posteriore della vasca, ad esclusione di quelli del tipo “back to nature”, che vanno inseriti all’interno. Per ottenere uno spazio più naturale per i discus, consigliamo una parete “back to nature” che riproduca delle radici e che, oltre ad essere decorativa, funziona anche da filtro naturale. Ulteriori suggerimenti di arredamento Per altri ospiti dell’acquario, ad esempio Apistogramma o altri Ciclidi nani, consigliamo di disporre sul fondo, come nascondiglio, una mezza noce di cocco rovesciata e munita di un’apertura. Tavola riassuntiva per l’installazione dell’acquario, prima dell’introduzione dei pesci 1 - Preparare e pulire l’acquario 2 - Disporre tutti gli accessori (punti 1-7) 3 - Riempire d’acqua (vedi cambi d’acqua) e collegare le apparecchiature alla corrente elettrica 4 - Mettere in funzione il filtro (lasciarlo funzionare per due settimane prima di introdurre gli organismi, per condizionarlo) e avviarlo mediante attivatori batterici. Se, dopo due settimane, si sono raggiunti i parametri desiderati dell’acqua si può: 5- Acquistare i discus presso una ditta specializzata 6- Introdurli in vasca (vedi introduzione dei pesci dopo il trasporto) 110
are e conservare
111
Inserto da stampa 7- Nutrire regolarmente gli animali, misurare i parametri dell’acqua e procedere regolarmente ai cambi d’acqua e alla pulizia dell’acquario. Attrezzatura di emergenza Si consiglia di avere in casa come attrezzatura di emergenza: 1. Carbone attivo (Si trova nei negozi specializzati) Il carbone attivo serve a filtrare eventuali sostanze tossiche. I sacchetti di carbone attivo devono rimanere nella vasca non più di tre settimane, perché le sostanze tossiche, dopo averlo saturato, vengono nuovamente rilasciate in acqua! Il carbone attivo asciutto si può conservare per anni senza perdere le sue proprietà. 2.Vasca da quarantena Una vasca da 60 litri, completa di filtro, riscaldamento, termometro e pietra porosa (per termoterapia o quarantena di esemplari malati o debilitati). I pesci appena acquistati vanno messi inizialmente nella vasca da quarantena, in compagnia di un esemplare proveniente dall’acquario già avviato, per testarne la compatibilità. 3. Antibiotici e medicinali di emergenza Ad esempio Neomicina, da utilizzare all’occorrenza in un dosaggio di 2 g per 100 l di acqua.
COLLOCAZIONE, PREPARAZIONE DELLA VASCA E PARAMETRI OTTIMALI DELL’ACQUA Collocazione ideale Il luogo ideale per l’acquario dei discus è un locale frequentato (soggiorno o cucina abitabile) in modo da fare sviluppare nei pesci un comportamento naturale in presenza dell’uomo. I nostri pesci sono abituati alla presenza di esseri umani che passano continuamente vicino alle vasche e se ne prendono cura. È sbagliato disporre la vasca subito dietro una porta, perché questa, aprendosi e chiudendosi, spaventa i pesci. Anche un garage o una cantina, dove solo occasionalmente si trovano delle persone, aumenta la sensibilità degli animali. Inoltre, per evitare la crescita di alghe, bisogna evitare di mettere l’acquario vicino ad una finestra o esposto ai raggi diretti del sole. Il substrato sul quale poggia l’acquario deve essere pulito ed uniforme. Un semplice granello di 112
are e conservare sabbia può essere sufficiente a danneggiare la lastra di vetro di un acquario pieno. Inoltre la vasca deve poggiare su un sostegno molto stabile: un acquario di 180 litri può superare i 250 kg di peso. I mobili per acquari sono progettati per queste necessità ed inoltre offrono spazio sufficiente per le scorte di cibo e per gli accessori. Attenzione: prima di procedere all’installazione di grosse vasche, controllare la staticità del locale che deve ospitarle. Una volta individuato il luogo ideale, disponete la vasca pulita e procedete alla sua preparazione (senza introdurre piante e animali).
113
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 114
Oggi parliamo di…
FITOPLANCTON Il termine spiega bene il significato: plancton vegetale, ovvero, minuscole piante che nuotano nell’acqua. Ne sono pieni gli oceani, ma anche tutti i bacini d’acqua dolce. Così come i vegetali bentonici alghe e piante superiori - costituiscono la base della rete trofica sul fondo dei fiumi e sulle coste del mare, il fitoplancton costituisce la base delle reti trofiche nella colonna d’acqua. Se ne nutrono tantissimo organismi che, spesso, si spostano insieme al fitoplancton proprio per avere una fonte alimentare sempre a disposizione: stiamo parlando dello zooplancton. Il fitoplancton però, come tutti i vegetali, ha anche altre importanti funzioni. Ad esempio si nutre di sostanze inquinanti, come ammoniaca e nitriti, ma anche fosfati e altri importanti sali minerali. Inoltre, come tutti i vegetali, di giorno assorbe anidride carbonica ed emette ossigeno. Gran parte dell’ossigeno presente nell’atmosfera è sostenuta dalla presenza di fitoplancton nei mari: si tratta di un’enorme quantità di biomassa vegetale, ed è facile capirlo tenendo presente l’immensa massa d’acqua che popola. Anche in acquario il fitoplancton svolge le stesse fondamentali funzioni. Serve a nutrire importanti zooplanctonti, come Brachionus e Artemia, che a loro volta possono risultare indispensabili per l’allevamento di larve di pesci e piccoli invertebrati. Possono servire a ridurre l’inquinamento in piccole vasche da allevamento, in modo da permettere la crescita di giovani pesci in un ambiente sano (acque verdi). Inoltre molte specie di fitoplancton sono produttrici di antibiotici naturali e possono quindi ridurre la probabilità di malattie. Per coltivarlo si utilizzano tutti gli ausili che sono solitamente applicati alla coltivazione dei vegetali: fer-
115
tilizzanti, luce, anidride carbonica, temperatura corretta. Gli inoculi potranno essere procurati presso un negozio molto fornito o presso acquariofili su siti web, clubs, ecc. La coltura non pone particolari problemi ma bisogna conoscere alcune piccole cose di base. Per questo non vogliamo tediarvi: viaggiate a cavallo dei link contenuti nelle pagine che seguono e riuscirete a diventare fini esperti nella coltura del fitoplancton. Peraltro è una cosa abbastanza divertente: basta provare!
http://www.tropicalfish.it/livefood/html/fitoplancton.htm http://www.acquaportal.it/Articoli/Marino/Alimentazione/fitoplancton/default.asp http://www.planctontech.com/fitoplancton.html http://www.acquariando.info/acquario-marino/reattore-di-fitoplancton-come-costruirlo-e-perche/366/ http://www.educazionesostenibile.it/portale/pianeta-azzurro/mari-e-oceani/394-il-fitoplancton-allorigine-della-vita-.html http://tutelasalute.info/termine5/2011/09/Come-prendere-fitoplancton-marino.html http://www.reefsnow.com/store/index.php?main_page=product_info&products_id=83 http://www.reefitalia.net/magazine/fitoplancton-a-cura-di-roberto-ferri/ http://www.aiam.info/05/articoli_ml_plancton1.htm http://www.reefsnow.com/store/index.php?main_page=index&cPath=1
http://en.wikipedia.org/wiki/Phytoplankton http://www.thefreeresource.com/plankton-facts-information-and-resources http://seagrant.gso.uri.edu/factsheets/phytoplankton.html http://www.reefs.org/library/talklog/r_toonen_102500.html http://saltwateraquariumblog.com/dosing-phytoplankton http://www.saltyunderground.com/article_info.php?articles_id=33 http://saltwateraquariumblog.com/home-cultures-phyto-rotifers-copepods/phytoplankton-culture http://www.melevsreef.com/phytoplankton.html http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=ny1fTUXyfn0 http://fishtalpropagations.com/PhytoplanktonCultureTechniques.aspx
http://www.meerwassernachzuchten.de/zoophyto/phytoplanktonzucht.html http://archiv.korallenriff.de/plankton2003.html http://www.reefcare.de/15.html http://www.aquacare.de/info/tipps/d_mikroalgen.htm http://www.joscha-krug.de/aquarium/zooplankton-phytoplankton.html http://www.pflanzenforschung.de/journal/klima/klimawandel/alte-theorie-von-phytoplankton-wachstum-gekippt http://ec.europa.eu/research/news-centre/de/env/02-10-env01.html http://www.korallenzucht-moers.de/index.php?page=shop.product_details&flypage=flypage.tpl&product_id=238& category_id=60&vmcchk=1&option=com_virtuemart&Itemid=64
116
Conchiglie da collezione di Lorenzo Luchetta, terza parte Viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci”, da tempo immemorabile oggetto di interesse per l’uomo che ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli.
“giganti” come il Chicoreus ramosus e conchiglie assi più piccole come il Bolinus brandaris. La loro alimentazione è basata principalmente su altri molluschi, in particolare bivalvi, mentre la riproduzione avviene con la
III presentazione: i Muricidi del Mediterraneo e del resto del mondo
deposizione di uova incapsulate che vengono ammassate in anfratti di roccia. Un particolare curioso riguardo a questi molluschi è che già dal tempo dei Fenici (grandi navigatori e commercianti) si estrae-
PARLANDO DI MURICIDI
va una sostanza colorante giallastra, che
I Muricidi sono largamente diffusi in gran
opportunamente trattata diveniva un rosso
parte dei mari, anche se sicuramente i mari
porpora inalterabile. In seguito anche Greci
tropicali ne ospitano il maggior numero di
e Romani utilizzarono questa sostanza, che
specie. Le caratteristiche principali delle
principalmente veniva impiegata per tingere
conchiglie di questa famiglia sono date dalla
stoffe pregiate, difatti fu dapprima impiega-
presenza di spine sulla parte più grande della
ta per colorare gli abiti dell’Imperatore
conchiglia stessa, dalla quale si diparte una
Romano e dei suoi senatori, ed in seguito fu
sorta di “gambo” dove le spine sono più rade
usata dalla Chiesa per gli abiti dei cardinali,
e talvolta assenti. Come si vede dalle imma-
detti appunto “porporati”. Per via di questa
gini l’aspetto dei murcidi è inconfondibile.
importante scoperta i Murici furono anche
Le dimensioni dei vari rappresentanti della
iniziati ad una sorta di allevamento, che
famiglia sono assai variabili, e si annoverano
sostanzialmente consisteva nel controllare i 118
Chicoreus ramosus
banchi più numerosi e più facilmente rag-
cadaveri quando non riesce a trovare prede
giungibili per estrarne la preziosa sostanza.
vive, e questa sua funzione di “spazzino” del fondale è assai utile.
ALCUNI RAPPRESENTANTI
La lunghezza della conchiglia si aggira soli-
Bolinus brandaris (ex Murex brandaris)
tamente intorno ai 7 cm e la sua colorazione
È la specie più tipica e diffusa nel
è poco appariscente, dato che oscilla tra
Mediterraneo, dove abita prevalentemente la
tonalità di rosa o giallo pallido.
zona infralitorale, vagando tra gli scogli dove
Oltre che predatore si trova anche ad essere
trova le sue prede, alle quali perfora il guscio
preda dell’uomo, che ne apprezza le carni
utilizzando sia acidi prodotti a questo scopo
oltre che la già citata sostanza da cui si rica-
sia i suoi aculei; è solito nutrirsi anche di
va la porpora.
Hexaplex cichoreum
119
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
IDEA VIAGGIO RISERVATA AI LETTORI DI AQUARIOPHYLIA Per completare la raccolta di conchiglie non resta che fare un bel viaggio in riva al mare nei luoghi d’origine di questi molluschi. Per prenotarlo, subito o per la prossima estate, basta cliccare sul link che segue e visionare senza impegno delle eccellenti offerte di viaggio in esclusiva per i nostri lettori. http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=mauritius http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=seychelles
La porpora si ricavava anche dall’Hexaplex
lunghezza. La colorazione è abbastanza par-
trunculus, altra specie molto comune nel
ticolare, con spine molto fitte, incurvate
Mediterraneo.
verso il dorso, cave, ma sempre assai robuste. La sua zona tipica di diffusione è la porzio-
Chicoreus ramosus (ex Murex ramosus)
ne più meridionale della regione Panamico-
È il gigante della famiglia, potendo raggiun-
Californiana.
gere e superare i 30 cm di lunghezza. Tipico dell’Indopacifico occidentale, ama i fondali
Hexaplex cichoreum
sabbiosi a profondità variabili tra gli otto e i
Altro Muricide di media grandezza, con un
dieci metri. La colorazione è un crema tenue,
bel guscio caratterizzato da uno sfondo bian-
ed i cordoni spirali sono bruni. La sua mole
co su cui spiccano le spine di colore bruno
e la sua bella immagine ne hanno fatto una
scuro.
conchiglia assai apprezzata e ricercata come
Comune in tutta la regione Indopacifica, è
soprammobile.
ben noto ai collezionisti.
Hexaplex radix (ex Murex radix)
Hexaplex erythrostomus (ex Murex erythrosto-
Rappresentante di intermedia grandezza
mus)
della famiglia, con i suoi dieci centimetri di
Muricide dotato di conchiglia robusta, può 120
Hexaplex erythrostomus
misurare fino a 15 cm; spicca la colorazione
ne nella provincia Panamica dove divide il
biancastra dell’esterno che contrasta con il
suo habitat con tante altre specie e varietĂ di
rosa di alcune zone dell’interno. Assai comu-
muricidi. Ne esistono soggetti albini.
Hexaplex radix
121
Alimentazione del pesce rosso: divertiamoci a viziarli! di Maurizio Quarta - terza parte L’appuntamento più importante della giornata
dolci siano adeguati ai nostri ospiti. Anche se li
per il nostro amico pesce rosso è sicuramente
accettano volentieri, si tratta di alimenti assoluta-
l’ora del pasto. Oltre alla scontata necessità di
mente inadatti alle loro esigenze e alla lunga in
nutrirsi, infatti, l’alimentazione influisce su tutta
grado di procurare danni fatali ai nostri amici.
una serie di aspetti che regolano la sua vita e la
Meglio scegliere tra le tante varietà di alimenti
sua salute, la sua crescita, le sue abitudini, l’in-
completi e specificatamente studiati per i caras-
quinamento dell’acqua e il rapporto stesso che s’instaurerà tra noi e lui. Il momento del pasto è, generalmente, anche quello di maggior contatto tra noi e il pesce, quando passiamo qualche minuto a osservarlo con maggior attenzione. I pesci rossi sono degli allegri e ingordi mangioni, pertanto è bene fissare alcune semplici regole nella somministrazione del cibo. Innanzi tutto è bene sfatare subito il mito che il pane, i formaggi e i È più probabile che il pesce muoia di troppo cibo che di troppo poco 122
La dieta base dei nostri amici sarà costituita da un buon mangime secco in scaglie o, preferibilmente, in granuli si, messi sul mercato dalle aziende specializzate.
arrivata l’ora del pasto lo si potrà vedere posizio-
La regola d’oro nell’alimentazione del pesce
nato in attesa, più preciso di un orologio! Meglio
rosso è: poco e spesso! Meglio dar da mangiare
nutrirlo quindi sempre alla stessa ora, per evitar-
3-4 volte al giorno una piccola porzione di cibo,
gli eventuali stress.
consumabile in poche decine di secondi, che
Il pesce rosso è onnivoro e proteine, carboidrati,
dare una grossa quantità una volta sola. Si corre
grassi, fibre grezze, minerali (= ceneri), vitamine e
il rischio di creare problemi intestinali ai pesci e
oligoelementi sono i componenti indispensabili
che la parte di mangime in eccesso si decom-
della sua dieta. La carenza di anche uno solo di
ponga in acqua, inquinandola. È più probabile
essi può causare pericolosi squilibri nel metabo-
che il pesce muoia di troppo cibo che di troppo
lismo del pesce. Le percentuali che devono
poco, perciò: occhio a non esagerare!
comporre il cibo per i pesci rossi sono diverse
È importante il modo in cui decideremo di divide-
rispetto a quelle per altri pesci ornamentali e
re i pasti durante la giornata; poiché il pesce
richiedono una minore percentuale di proteine (<
rosso è un animale diurno, sarebbe meglio non
40%) e una maggiore di carboidrati. La scelta
dare cibo a tarda sera, per evitare problemi di
migliore che si può fare ricade sui mangimi
digestione. Una volta scelto il momento il cui gli
espressamente sviluppati per pesci rossi dalle
diamo da mangiare, sarebbe meglio non cam-
aziende del settore. Sono economici, pratici da
biarlo, perché è un animale molto abitudinario:
utilizzare e facili da conservare. La dieta base dei 123
Da evitare assolutamente anche la comune pratica di versare il mangime direttamente dal barattolo nella boccia, perché è molto alto il rischio di sovradosaggio nostri amici sarà quindi costituita da un buon
molto alto il rischio di sovradosaggio e la parte in
mangime secco in scaglie o, preferibilmente, in
eccesso andrebbe a inquinare l’acqua e, depo-
granuli; questi ultimi hanno il vantaggio di inqui-
sitandosi sul fondo, a creare una fastidiosa fan-
nare meno e di solito affondano prima, evitando
ghiglia. Ricordatevi sempre di eseguire il giorna-
al pesce di ingoiare aria durante il pasto, aria che
liero cambio d’acqua dopo il pasto e non prima,
può essere poi complicato espellere, una volta
per non vanificare il lavoro appena fatto.
ingerita.
Un buon consiglio per fornire ai nostri pesci una
Il modo migliore di dar da mangiare ai nostri
dieta completa ed equilibrata è quello di utilizza-
pesci è utilizzare un misurino o un cucchiaino per
re mangimi di tipi diversi, magari di marche diver-
prelevare il mangime dal contenitore. È buona
se; questo li abituerà anche a sapori diversi, ren-
norma non prendere il mangime con le mani
dendo la dieta più simile a quella naturale.
direttamente dal barattolo perché il cibo secco è
L’industria alimentare per i pesci fornisce svaria-
particolarmente igroscopico e il sudore o le dita
te soluzioni: vediamo ora, oltre ai mangimi secchi
umide (o peggio ancora bagnate) possono alte-
di base, come possiamo prendere per la gola i
rare il cibo rimanente o farlo ammuffire, renden-
nostri carassi.
dolo inutilizzabile. Da evitare assolutamente anche la comune pratica di versare il mangime
Mangimi surgelati
direttamente dal barattolo nella boccia, perché è
I mangimi surgelati sono preparati e conservati a 124
bassissime temperature (da -50 °C a -20 °C) e
utilizzare sia scongelata lentamente, magari per
sono molto simili al cibo vivo. Con il processo di
alcune ore in frigo e che, prima di somministrarla,
surgelamento si mantengono quasi inalterate le
sia sciacquata con un po’ d’acqua proveniente
proprietà nutritive dell’alimento, nonché l’aspetto
dalla boccia, in modo da eliminare il liquido deri-
e il sapore. Esiste in commercio un’ampia scelta
vante dallo scongelamento, altamente inquinante
di cibo surgelato; i più adatti e graditi ai pesci
se versato direttamente nella boccia.
rossi consistono nei crostacei (Artemia salina, Mysis, krill e dafnie) e nelle larve di zanzara o di
Mangimi liofilizzati
Chironomus.
Si tratta di cibo che è stato sottoposto a un pro-
Di fondamentale importanza nell’uso del cibo
cesso di disidratazione sottovuoto; a contatto
surgelato è il rispetto della cosiddetta catena del
con l’acqua tali mangimi riassumo forma, odore
freddo, cioè il mantenimento del cibo a tempera-
e sapore di quelli freschi, risultando così più
ture bassissime dal produttore al consumatore.
appetitosi per i nostri beniamini rispetto al cibo
In pratica, il cibo surgelato non va assolutamen-
secco. Anche le proprietà nutritive sono molto
te risurgelato una volta scongelato, perché la
simili a quelle del cibo fresco. In questa forma
carica batterica non sarà più la stessa. Allo stes-
possiamo trovare in vendita i Chironomus, i
so modo ricordatevi di rispettare la data di sca-
vermi Tubifex e piccoli crostacei quali artemie,
denza del prodotto.
dafnie, Gammarus e Mysis, tutti apprezzatissimi
È molto importante che la quantità di prodotto da
dai pesci rossi.
Conviene utilizzare mangimi di tipi diversi, magari di marche diverse
125
I pesci rossi sono degli allegri e ingordi mangioni
Sono in vendita vaschette di dimensioni infinitesimali che sarebbero veramente una camera di tortura per qualsiasi pesce, compresi quelli rossi. Ovviamente ci asterremo dall’utilizzarle, a meno che non vogliamo allestire un micro-acquario di sole piante o altre realizzazioni consone alla taglia del contenitore! Fondamentale è tenere i cibi liofilizzati al riparo dalla pur minima traccia di umidità, poiché questa li farebbe reidratare parzialmente e decomporsi rapidamente. Non prelevate mai il mangime dalla confezione direttamente con le mani e richiudete quest’ultima ermeticamente. Cibo vivo In passato, fino all’avvento dei mangimi secchi, il cibo vivo costituiva la base della dieta seguita dai pesci rossi in casa. Tuttavia la raccolta di tale mangime presenta spesso non poche difficoltà, È utile integrare la dieta base composta dal mangime secco con del cibo surgelato, liofilizzato o vivo due o tre volte a settimana
128
Ricordatevi sempre di eseguire il giornaliero cambio d’acqua dopo il pasto e non prima, per non vanificare il lavoro appena fatto dovendo in genere essere effettuata in luoghi disagevoli o poco salubri. Inoltre si corre il rischio di introdurre accidentalmente parassiti e microrganismi in grado di provocare patologie ai nostri pesci. Armati di retino a maglie fitte, nei ruscelli di acque limpide si possono catturare Gammarus e altri piccoli crostacei, mentre negli stagni possiamo rifornirci di dafnie, Tubifex e Chironomus. Un’autentica prelibatezza, non troppo difficile da raccogliere in giardino o nelle nostre campagne (dove non si usino quantitativi eccessivi di fertilizzanti), è rappresentata dai lombrichi. Essi hanno un eccezionale valore nutritivo e sono relativamente semplici da allevare in casa, qualora volessimo garantirci un costante approvvigionamento durante tutto l’anno. Ricordando l’importanza di variare la dieta dei nostri pesci, un buon metodo può essere quello
essere regolate per fornire al nostro posto il man-
di integrare la dieta base composta dal mangime
gime secco più volte al giorno, fino a un paio di
secco con del cibo surgelato, liofilizzato o vivo
settimane. Occorre fare alcune prove per trovare
due o tre volte a settimana. Ricordate però di uti-
la giusta quantità erogata, ma sono molto utili in
lizzare i Tubifex con parsimonia, perché sono un
nostra assenza. Tuttavia, in caso non fosse age-
nutrimento molto calorico.
vole l’istallazione di una mangiatoia automatica
Un ultimo argomento che vogliamo trattare
sulla nostra boccia o in caso di assenza non
riguarda l’alimentazione dei nostri pesci durante
superiore ai 5 o 6 giorni, teniamo presente che in
le vacanze. In commercio esistono numerosi
genere questi pesci sopportano bene un periodo
modelli di mangiatoie automatiche che possono
di digiuno così lungo. In questi casi si può anche evitare l’istallazione della mangiatoia. È sconsigliabile anche abbuffare i pesci nei giorni precedenti la nostra partenza, per fornirgli una riserva di energie. Meglio nutrirli normalmente e partire tranquillamente: al nostro ritorno i pesci saranno lì ad attenderci come li avevamo lasciati. In natura, a volte, i pesci digiunano per periodi anche più lunghi. Il pesce rosso è onnivoro e proteine, carboidrati, grassi, fibre grezze, minerali, vitamine e oligoelementi sono i componenti indispensabili della sua dieta 129
Meglio nutrirlo sempre alla stessa ora, per evitargli eventuali stress
Aquariophylia in…
poesia
Anche questo mese la rubrica curata dalla nostra poetessa Mariella Bettarini ci accompagna in un mondo di luce e d’acqua, da percepire con il cuore dimenticando per un attimo pompe centrifughe e misurazioni dell’acqua. In questo numero la nostra curatrice ci presenta un nuovo autore, di grande impatto poetico, che ci accompagna comunque in un ambiente acquatico, anche se non necessariamente delimitato da pareti di vetro.
Sono un uomo di terra e d’acqua d’Arno di Giovanni Stefano Savino Sono un uomo di terra e d’acqua d’Arno e al mare andai solo per un mese e finché non mi persi dietro ai libri; sulla sua riva a lungo scrissi i nomi della famiglia, a cui appartenevo, con una canna o con un secco ramo, e nulla rimaneva, non un segno, e non una vocale, e ritornava la notte e il giorno splendore di luce, ed ogni volta io li riscrivevo. E a quel mare e a quella riva torno con la memoria e traccio sulla rena, anche col dito, i nomi della vita, l’onda strisciando in breve li cancella. Per puro caso io rimango al secco, ma sento la cimosa sul mio capo 14 gennaio 2012 132
Vivarium 2012 di Rita Colognola Aquariophylia goes international! Dear reader, since one year we are sharing our hobby and passion with everybody able to read Italian. However, perhaps excited by your enthusiasm, perhaps to test ourselves, certainly to reach more peoples (more friends!), we decided to become (well, partially, at least) bilingual. We are in contact with associations and hobbyists outside Italy and we wish to listen to their experiences and their opinions too: we cannot ask them to learn Italian, for this purpose. However, we certainly may publish their English contributions... don’t be frightened, along with the Italian translation, of course. Let’s try then and, as usual, we look forward to receive your viewpoint on the topic, please! Cari lettori, da un anno ormai condividiamo il nostro hobby e la nostra passione con chiunque sia in grado di leggere in italiano, ma, forse eccitati dal vostro entusiasmo, forse per metterci alla prova, certamente per raggiungere un maggior numero di persone e incontrare nuovi amici, abbiamo deciso di diventare (be’, almeno in parte) bilingui. Siamo in contatto con associazioni e appassionati stranieri e vorremmo conoscere anche le loro esperienze e le loro opinioni: non possiamo chiedergli di imparare la lingua italiana a questo scopo, ma possiamo certamente pubblicare i loro contributi in inglese... niente paura, con la traduzione in italiano, ovviamente. Proviamo e, come al solito, il vostro parere in merito, per favore!
Il 24 e 25 marzo si è tenuta a Nieuwegein (Paesi Bassi) la quinta edizione di Vivarium, mostra mercato dedicata agli appassionati di acquaristica, terraristica e laghetto (http://www.vivariumbeurs.nl/index.php?lang=en). Con oltre 150 partecipanti, comprendenti ditte produttrici, negozianti specializzati e associazioni e oltre diecimila visitatori, questa manifestazione ha raggiunto, in soli cinque anni, la prima
Nieuwegein (The Netherlands), 24 and 25 March: fifth edition of Vivarium, the yearly fair devoted to aquarium, terrarium, paludarium and pond (http://www.vivariumbeurs.nl/index.php?lang=en). With more than hundred-fifty participants including companies, dealers and associations, and more than ten thousand visitors, Vivarium is grown (in just five years!) to be the biggest European event of this kind. Briefly: an event most worth a visit. 134
Vivarium 2012 is the fifth edition of this event / Vivarium 2012 è la quinta edizione di questa manifestazione
Terrarium-coffee table / Terrario-tavolo-dasalotto
The organization, set-up and dismantling are accomplished exclusively by volunteers, which only regret is... to be too terribly busy to enjoy a relaxed visit to the fair they have made possible. The hobbyist finds here really everything he can desire: fishes, crustaceans, amphibians, reptiles, spiders, plants, food, accessories, books and magazines... whatever. A little unexpected but certainly attractive, some unusual aquariums and terrariums, especially designed to celebrate this edition of Vivarium, from the company De Slangenman: what would you think, to make just an example, of a terrariumcoffee table? Some of the brands offered are well-known also in the Italian market (Sera does not need any introduction) but other ones are not yet distributed in Italy, like the British New Era Aquaculture Limited (http://www.new-eraaquaculture.com/), specialized in fish nutrition; we are presently
posizione europea nell’ambito delle fiere di settore. In breve: un evento da non perdere. L’organizzazione, installazione, e disinstallazione sono curate unicamente da volontari, il cui unico rimpianto è di essere troppo impegnati per poter visitare la manifestazione creata da loro stessi. Si trova veramente tutto quello che si può desiderare: pesci, crostacei, anfibi, rettili, ragni, piante, cibi di ogni tipo, accessori, libri, riviste... qualunque cosa. Un po’ inatteso ma certamente attraente il desi-
Specialized books are well represented / Ben rappresentata la letteratura specialistica 135
View of some of the stands and one of the exhibitions / Colpo dâ&#x20AC;&#x2122;occhio di alcuni stand e di una delle mostre
testing some of their interesting products for our readers and the result will be published soon in aquariophylia. Several are the associations participating: among others the NBAT (Nederlandse Bond Aqua Terra, http://www.nbat.nl/), including more than 100 Dutch associations in the fields of aquariums and terrariums, and publishing the monthly magazine Het Aquarium. Among many others, certainly worth a visit is the display of Bettas4all, the forum for Betta lovers, that we heartily hope to welcome very soon in the pages of our magazine. We wish to mention also the associations Cerianthus (http://www.cerianthus.nl/) devoted to seeaquariums; De Discus, running the aquarium Aqua Zoo (http://www.aquazoo-leerdam.nl/), open to the public every Sunday morning; Daphnia Boxtel, with a very interesting program for children (http://www.daphniaboxtel.nl/index.php/dejeugd-van-daphnia).
gn di alcuni acquari e terrari appositamente realizzati da De Slangenman per celebrare questa edizione di Vivarium: per esempio, che ne pensate di un terrario-tavolo-da-salotto? Alcuni dei prodotti offerti sono ben conosciuti nel marcato italiano (la Sera, ad esempio, non ha bisogno di presentazioni), ma altri non sono ancora distribuiti in Italia. Ă&#x2C6; il caso del marchio britannico New Era Aquaculture Limited (http://www.new-era-aquaculture.com/), specializzata in alimenti per pesci; attualmente stiamo testando alcuni dei loro interessanti prodotti per i nostri lettori e i risultati saranno presto pubblicati su aquariophylia. Numerose le associazioni partecipanti: tra le altre NBAT (Nederlandse Bond Aqua Terra, http://www.nbat.nl/) che riunisce oltre 100 associazioni olandesi di acquaristica e terraristica e che pubblica la rivista mensile Het Aquarium. Tra le molte altre presenti, merita certamente una visita lo stand di Bettas4all 136
Some of the beautiful animals offered for sale / Alcuni dei bellissimi animali in vendita
Due to the richness, not only of the accessories, animals and plants offered for sale, but of lectures, forum, exhibitions and competitions as well, full report of the event will require several pages. We prefer to show some pictures and arouse the curiosity of our readers: see you next year for the sixth edition!
(http://www.bettas4all.nl/), il forum per appassionati di Betta, che speriamo di accogliere tra breve in queste pagine. Tra le altre ricordiamo ancora Cerianthus (http://www.cerianthus.nl/), associazione dedicata allâ&#x20AC;&#x2122;acquario marino; De Discus, che gestisce lâ&#x20AC;&#x2122;acquario, aperto al pubblico ogni domenica, Aqua Zoo (http://www.aquazoo-leerdam.nl/); Daphnia Boxtel, che propone tra lâ&#x20AC;&#x2122;altro un progetto estremamente interessante dedicato ai ragazzi (http://www.daphniaboxtel.nl/index.php/dejeugd-van-daphnia). Una relazione completa della manifestazione, a causa della ricchezza non solo di piante, animali e accessori in vendita, ma anche delle conferenze, mostre e concorsi, richiederebbe numerose pagine. Preferiamo quindi mostrare solo alcune immagini e... incuriosire i nostri lettori: arrivederci alla sesta edizione!
Bettas4all forum / Lo stand di Bettas4all forum
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OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
Un ambiente destinato a studio
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da lavoro realizzato in una camera da 5 x 4 metri, è certamente un luogo da vivere intensamente, quotidianamente, e per questo necessita di quella particolare atmosfera di comfort che trasforma un mero studio in tempio del lavoro, in autorevole dimora del professionista affidabile. Le simulazioni presentate in queste pagine parlano chiaro a riguardo. Lo studio era stato realizzato in un’area molto interessante, certamente panoramica. Una sistemazione del genere richiede notevoli investimenti ed impegno economico. La sistemazione è stata certamente curata da un architetto, semplice nella sua essenzialità zen, eppure attrezzata per una confortevole giornata lavorativa. D’altra parte si nota la freddezza degli oggetti, la mancanza di vita in un ambiente che vorrebbe essere, invece, accogliente ed interessante per il cliente occasionale, per il visitatore abituale. Un ambiente destinato a studio, con il computer ed il tavolino da lavoro, rappresenta certamente una dimora ambita per il professionista che lo abita, ma manca di vitalità e rende grigie le giornate di lavoro, proprio come simboleggia il panorama meraviglioso, ma grigio che si osserva dalla finestra, quasi a voler sottolineare l’assenza di vita che caratterizza il magnifico studio. La soluzione è rappresentata da un bell’acquario marino tropicale, che trasforma totalmente il punto di vista. Lo studio acquista ora anche il look di spazio da lettura, con il tavolo spostato e sostituito da una libreria a tutta altezza, all’interno della quale è stato inserita la vasca in tutto vetro. Se osserviamo ora le due immagini, prima e dopo il trattamento, potremo facilmente comprendere come l’acquario abbia compiuto il… miracolo. Persino il panorama visibile all’esterno della finestra, pur essendo assolutamente identico, cambia aspetto grazie alla presenza dell’acquario. La vallata ora appare più verde, più viva, rispetto a quanto osservabile precedentemente, quando l’acquario era assente e lo studio era solo un freddo luogo di lavoro. È interessante osservare, infatti, come la presenza di un acquario conferisca vita a qualsiasi ambiente, persino a quello esterno, a causa dell’intrinseca varietà di forme e di colori che lo caratterizzano. La vita che scorre nell’ambiente acquatico, per qualche motivo, comincia a fluire intorno, producendo effetti policromi percepibili nell’intimo, proprio come una fonte rinnovatrice in grado di trasformare gli elementi in strutture vive e pulsanti. Per la realizzazione ci si avvale di una vasca in vetro ultra-chiaro di dimensioni 1,00 x 0,40x 0,40 mt. poggiata sul ripiano più basso della libreria. Essendo la stessa stata realizzata in un legno multi-strato ricoperto da pellicola di faggio, per essere certi della tenuta statica, la parte inferiore della mensola poggia su due angolari di acciaio disposti sui sostegni verticali ed occultati nella mensola stessa. La mensola superiore, invece, è stata scavata nel lato inferiore per ospitarvi un impianto di illuminazione mediante led e quattro lampade alogene destinate a produrre una luce più penetrante. L’effetto che se ne ottiene è di grande trasparenza, mentre i led inducono una particolare luminosità nella lastra superiore che fa da coperchio. Il filtro biologico interno è disposto al centro della vasca ed è occultato alla vista dagli invertebrati che lo ricoprono. Una soluzione alternativa potrebbe essere costituita da un filtro esterno a bicchiere, da disporre sotto la vasca, tra uno strato di finti libri, in modo da renderlo invisibile alla vista. In questo caso, però, sarebbe necessario forare la vasca per portare i tubi di mandata e ritorno sotto la mensola senza farli passare al’esterno della vasca. L’effetto, come si vede, è molto intenso ed esteticamente valido, nonostante le dimensioni contenute della vasca e l’attrezzatura di base, nel complesso, abbastanza economica.
SCHEDA TECNICA
Un ambiente
ATTREZZATURA TECNICA Vasca in tutto vetro di dimensioni: 1,00x0,40x0,40 mt. Filtro BluWave 09 disposto centralmente ed occultato tra le madrepore ILLUMINAZIONE: plafoniera a led Haquoss Marine ARREDAMENTO: Sabbia corallina a grana media Arredamento costituito da scheletri di madrepore Fauna: Invertebrati sessili: 2 Caulastrea sp., 3 Cladiella sp., 5 Clavularia sp., 2 Discosoma sp., 1 Litophyton sp. Altri invertebrati: 3 Linckia multiflora, 3 Linckia levigata, 5 Lysmata amboinensis Pesci: 15 Pseudanthias pleurotaenia
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AQUARIO PHOTO C Ecco i lettori che hanno risposto all’iniziativa Photo Contest di questo mese. Come ricorderete, vogliamo aiutarvi a mostrare i vostri capolavori ad un pubblico più vasto rispetto alla semplice parentela! Allestire un acquario e gestirlo è una cosa meravigliosa ma, diciamolo sinceramente, è bello anche mostrarlo agli altri! Siamo orgogliosi quando la zia, il nonno, la fidanzata, il figlio, arrivano a casa e si stupiscono di fronte al nuovo landscape realizzato. Possiamo allargare un po’ la cerchia degli amici da stupire? Certamente, con l’aiuto di aquariophylia. Ovviamente non potremmo pubblicare le foto di tutti i nostri lettori (ogni mese servirebbero migliaia di pagine), però possiamo promettere di pubblicare le più belle. Abbiamo quindi ideato una bella gara, senza trucchi e senza inganni, per permettere a tutti di gustare la soddisfazione di mettere il proprio acquario in mostra. In pratica, con l’aiuto di un sito web che coopera con questa iniziativa, voi potrete inviare le vostre foto e vederle pubblicate on-line. Le tre più belle saranno scelte ogni mese e troveranno spazio sulle pagine della rivista. Così nascono giovani fotografi. Ricordiamo a tutti di inviare le foto in alta qualità altrimenti ci sarà impossibile pubblicarle. Riportiamo qui sotto il regolamento per partecipare a questo concorso.
Federico da Carugate (MI), ci invia la foto della sua splendida coppia di Apistogramma caucatoides. La foto è stata ripresa con un telefonino e, pur essendo leggermente sfocata, rende la loro bellezza. Grazie per aver partecipato al concorso!
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OPHYLIA CONTEST
Continuiamo con le foto artistiche introdotte già nel precedente numero: questa foto ritoccata al computer, la invia Enrico Luigi da Milano. In primo piano 2 Black Molly. Bravo!!
Regolamento photo contest Tutte le foto inviate dovranno essere preferibilmente in formato JPEG, di dimensioni non inferiori a 1600x1200 pixel (circa 630 kb). Le foto devono essere nella risoluzione originale. Per poter inviare le foto dovrete registrarvi al sito. Ogni utente può inviare un numero massimo di 3 (TRE) foto; le suddette devono essere accompagnate da una descrizione del contenuto (mediante apposita scheda) e da una delibera scritta dove si autorizza il sito www.bst67.net alla pubblicazione sulle sue pagine riportando il nome dell’autore e, se gradita, la città di provenienza, e si autorizza la rivista online www.aquariophylia.it alla eventuale pubblicazione delle più meritevoli.
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In caso di uso, sul sito www.bst67.net verrà citato l’autore in una apposita didascalia. Ogni mese ad insindacabile giudizio di www.bst67.net, le foto più meritevoli verranno inviate alla rivista aquariophylia per la pubblicazione nella pagina relativa al photo contest. In quell’occasione si pubblicherà anche il nome dell’autore e la descrizione contenuta nella scheda. Non saranno accettate foto con watemark di grosse dimensioni. Potete comunque tutelare le vostre opere con watemark di dimensioni non superiori agli 8 pixel di testo e possibilmente semitrasparenti. Non esiste nessun premio tangibile. L’unico premio consiste nel vedere il proprio acquario o il proprio pesce preferito on-line e nell’essere eventualmente tra i 3 prescelti per gli onori della pagina photo contest di aquariophylia. www.bst67.net e www.aquariophylia.it non si assumono responsabilità in caso di diatriba sulla paternità della foto; confidiamo nella vostra onestà e, se dovessimo scoprire che una foto è stata copiata, tale foto sarà cancellata. I vostri dati personali, non verranno ceduti a nessuno, non riceverete mai mail di spam dai nostri siti, né sarete contattati in caso di pubblicazione delle vostre foto. Potrete fare riferimento a sito e rivista in pdf per conoscere l’esito del photo contest.
Per ultimo, ma non ultimo (!) Graziano da Napoli, perchè desideriamo dedicare attenzione speciale, per la fantastica foto di questo discus “Spotted Face” ottenuta con una EOS 450D. Non esistono classifiche in questo concorso, ma la nostra giuria ritiene che questa possa essere la foto più bella pervenuta fino ad oggi. Complimenti vivissimi!
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La rubrica p L’acquario… in
7 domande
Una nuova rubrica per il principiante: la lettera da cui scaturì la serie Ricordate la lettera che chiedeva spiegazioni sull’acquario in base a sette quesiti? Nel numero di gennaio abbiamo parlato dei cambi d’acqua (quesito numero 1); nel numero successivo abbiamo cercato di rispondere alla domanda numero 2, riguardante il substrato; abbiamo poi trattato il terzo quesito, parlando del filtro È così giunto il momento di passare alla quarta domanda del nostro amico Mario (ricordate?), al quale dedichiamo l’intera rubrica, insieme a tutti i neofiti del mondo! 4 - il carbone: è giusta la mia affermazione sul fatto che non devono essere usati costantemente ma solo in seguito a trattamenti con medicinali o in caso di avvelenamento? Se ho usato troppe sostanze chimiche, potrebbe essere il caso di rimetterli subito nel filtro per 4-5 giorni e poi levarli?
Il carbone attivo è sicuramente una delle sostanze più utilizzate, in acquariologia dolce e marina, come substrato per un filtraggio di tipo chimico. È stato utilizzato a partire dal diciannovesimo secolo per la potabilizzazione delle acque, caratteristica già conosciuta dagli antichi Egizi, e in ambito industriale per l’eliminazione degli inquinanti dalle acque reflue o ancora per la raffinazione dello zucchero, etc. Tale materiale, a base di carbonio, è caratterizzato da un alto grado di porosità e un’elevata area superficiale (specifica); i numerosissimi pori microscopici si sviluppano in profondità diminuendo man mano la loro sezione. Essendo un eccellente adsorbente, viene generalmente utilizzato per la filtrazione, la purificazione, la deodorizzazione, la decolorazione e, caratteristica molto importante negli acquari, l’eliminazione di antibiotici e fungicidi.
Esempio di carbone attivo con superficie molto porosa 144
per il neofita Il Carbone attivo: uso, scopi, piccoli segreti di Federica Ferrigno e Marco Di Natale porosità esterne) e non semplicemente “assorbenti” (diffusione all’interno di un materiale soli-
Sezione di granulo di carbone attivo, in cui sono visibili i pori con grandezza che diminuisce gradualmente verso l’interno
do) poiché i substrati adsorbenti sono in grado di attrarre le molecole e intrappolarle nei loro pori, senza rilasciarle, mediante: - adsorbimento fisico (attraverso i pori) - adsorbimento chimico (forze di Van der Waals) - adsorbimento elettrostatico (sostanze non polari). Il carbone attivo, in particolare, utilizza solo il primo processo (adsorbimento fisico), basato fondamentalmente sulle dimensioni dei pori rispetto a quelle delle sostanze da trattenere, mentre altri substrati adsorbenti (es. zeolite) possono utilizzare l’adsorbimento elettrostatico. Dopo pochi giorni però il carbone si satura e, non essendo più efficace nell’adsorbire, va eliminato. La durata della sua azione dipende dalla concentrazione della sostanza da eliminare e può quindi variare da un paio di giorni, se utilizzato per la rimozione di medicinali, fino a circa una settimana. Il carbone attivo ha la capacità di adsorbire composti organici con un peso molecolare che varia da 50 a circa 200 Ångstrom; tra le sostanze catturate vi sono tipicamente i fenoli, cioè quelle sostanze prodotte dall’azione batterica e che rendono l’acqua giallastra. Alcuni tipi di carbone attivo sono capaci di adsorbire il cloro e anche
Il carbone attivo può teoricamente essere prodotto a partire da qualsiasi sostanza organica con un’elevata percentuale di carbonio, come ad esempio legno, carbone, torba o la copertura della noce di cocco, attraverso trattamenti chimici o con gas. In pratica, la scelta dei materiali utilizzati per produrre carbone attivo ricade su quelle sostanze che presentano una bassa percentuale di materia organica e che sono in grado di conservare per lungo tempo le loro proprietà adsorbenti anche in circostanze ostili. Si parla di proprietà adsorbenti (l’adsorbimento è quel processo per cui il soluto si diffonde sulla superficie di un solido poroso ed aderisce alle 145
utilizza quando si vuole una più piccola area interna, e pori più grandi. In generale, in acquariofilia il carbone attivo va utilizzato saltuariamente per la rimozione di fenoli e soprattutto di medicinali (va utilizzato obbligatoriamente dopo ogni trattamento), dal momento che, con un utilizzo costante nel tempo, potrebbe eliminare anche altre sostanze metabolicamente utili, creando specifiche carenze sia negli organismi animali che vegetali ospitati in vasca. Quindi, in acquari di acqua dolce, il carbone attivo è utilizzato solo per qualche giorno, nel momento in cui si osserva l’acqua di un colore non cristallino ma leggermente ambrata o giallognola. Tale colore è particolarmente presente in vasche allestite con legni che rilasciano in acqua
Esempio di carbone attivo in polvere alcuni ioni, il principale è H+; o ancora alcuni metalli pesanti come cadmio, zinco, mercurio e rame. Il carbone attivo invece è inefficace nell’eliminazione di sostanze polari che vengono quindi trattenute nell’acqua, come nitriti e nitrati. Le capacità adsorbenti variano in base a diversi fattori, tra cui la temperatura (la ritenzione delle molecole è maggiore alle basse temperature), il tipo, la concentrazione e il peso molecolare delle sostanze organiche e il grado di porosità del carbone attivo, che ne determina la qualità. È possibile determinare empiricamente tale qualità, mediante l’intensità dell’eliminazione dei gas nel momento in cui il carbone attivo viene sciacquato in acqua tiepida, prima dell’inserimento in vasca. Tale pratica non deve essere trascurata perché, prima dell’introduzione in acquario del carbone, devono essere eliminate le polveri e i residui della lavorazione industriale, tra cui possono esserci anche i fosfati. Il carbone attivo si trova generalmente in due forme: • carbonio attivato granulare (GAC) • carbonio attivato in polvere (PAC) Il GAC è richiesto se si desidera una più grande area interna e pori più piccoli, mentre il PAC si
tannini e acidi umici. Oppure viene utilizzato, sempre per pochi giorni, dopo un trattamento con medicinali, anche se sarebbe più opportuno
Esempio di carbone attivo granulato 146
La quantità di carbone attivo da utilizzare varia in base alla sostanza da adsorbire, ma in generale si può utilizzare il grafico qui riportato, in cui si osserva una curva di adsorbimento. Sull'asse orizzontale si trova la concentrazione all’equilibrio in mg/ml e sull'asse verticale la quantità adsorbita in mg/g.
Esistono differenti correnti di pensiero inerenti al posizionamento e all’utilizzo del carbone in un acquario marino. Alcuni ritengono necessario che il carbone venga attraversato attivamente da un flusso d’acqua, altri sostengono che questo debba essere posizionato in una zona con poco movimento in modo tale che l’acqua lo lambisca e non lo attraversi forzatamente. Nel primo caso, il carbone tenderà ad adsorbire sicuramente più sostanze rispetto ad un attività passiva come nel secondo caso. Ovviamente però, adsorbirà anche molti più oligoelementi presenti in vasca, come ad esempio lo iodio che deve essere costantemente reintegrato per evitare l’insorgere di pericolose patologie. La scelta dell’utilizzo del carbone è soggettiva e non esiste un metodo migliore o meno, ma dipende dalle necessità dell’acquariofilo e dal metodo di gestione della vasca.
utilizzare una vasca di quarantena per non danneggiare le colonie batteriche nitrificanti. In acquariologia marina, invece, il carbone viene utilizzato in maniera differente. Generalmente si preferisce tenerlo costantemente in vasca, a causa del continuo rilascio di sostanze tossiche di difesa da parte dei coralli ed in particolar modo di quelli molli, e inoltre in quantità non eccessive, sia per non catturare e quindi eliminare sostanze utili, sia per limitare la quantità di fosfati eventualmente rilasciati in vasca.
Errata Corrige Nel numero precedente di questa rubrica, dedicato al filtraggio, è stato involontariamente omesso il nome di Marco Di Natale, autore dell’articolo insieme a Federica Ferrigno. L’intera serie è a firma dei nostri due autori. Ci scusiamo coi lettori per l’errore.
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LA SCHEDA DEL MESE
Sabella spallanzanii Testo di Fabio Russo e Francesco De Rosa - foto di Fabio Russo Sabella spallanzanii (Gmelin, 1791) (ex Spirographis spallanzanii) Nome comune: Spirografo Philum: Anellidi Classe: Policheti Ordine: Sabellidei Famiglia: Sabellidi Descrizione: Tubo pergamenaceo lungo, dal quale spunta una corona branchiale formata da lunghi filamenti piumosi che formano 2 lobi, uno dei quali ben sviluppato, a spirale su più giri (al massimo 6). Il tubo è color marroncino o grigiastro mentre la corona ha un colore variabile fra il giallo chiaro ed il marrone scuro striato, più raramente anche completamente bianca. Può superare i 30 cm di altezza e i 30 cm di diametro della corona. Habitat: Comunissimo anellide bentonico sessile, vive fisso al fondo su qualsiasi tipo di substrato, fra le posidonie, sui fondali incoerenti e su quelli rocciosi. Si adatta molto bene alla vita nei porti riuscendo a crescere anche su supporti artificiali come cime e corpi morti. Da pochi metri sino ad oltre 60 metri di profondità. Biologia: All’interno del tubo, che viene prodotto dall’ anellide stesso, vi è il corpo segmentato, composto da oltre 300 segmenti detti metameri. Si nutre di materiale organico in sospensione, che cattura con la corona branchiale utilizzata come una rete; quando questa è piena viene ritirata verso la bocca. Si riproduce fra giugno e ottobre. Alla base della corona branchiale sono presenti una serie di ocelli, sensibili alle variazione della luminosità; se ci si avvicina oscurando il sole si ritrae rapidamente nel suo tubo. EcoAcquario: è uno degli organismi che più facilmente “infesta” le cime dei corpi morti o altri manufatti che vengono saltuariamente puliti. Ambiente in vasca: Può essere posizionato in vasche che riproducono sia ambiente coralligeno sia i primi metri di profondità. Non ama zone di forte corrente. Illuminazione: Tollera illuminazione anche intensa. Temperatura: Mal sopporta temperature superiori ai 22 °C. Osservazioni: Una particolarità di questo anellide è che se viene disturbato o si trova in gravi condizioni di stress, tenta di abbandonare il tubo lasciandosi morire o finendo facile preda dei pesci. Questo può spesso accadere dopo la cattura ed immissione in vasca. 148
Cure: È importante che i valori chimico fisici dell'acquario siano ottimali, in special modo soffre variazioni di pH. Alimentazione: Si nutre si sedimento organico in sospensione, quindi tutti gli alimenti per filtratori sono ottimali. Incompatibilità: Può essere predato da paguri, murici ed anche da mollschi come Euthria cornea (ex Buccinulum corneum). I blennidi ed i grossi labridi tentano frequentemente di strapparne il ciuffo branchiale Info: Acquario Marino Mediterraneo – www.ecoacquario.it
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AQUARIO VIDEO C Video-Contest promosso da Acquariofili ed aquariophylia Lo staff di acquariofili (http://www.acquariofili.com/) è lieto di annunciare una nuova iniziativa nata in collaborazione con la rivista aquariophylia: si tratta di un Video-Contest della durata da stabilirsi. Si accettano video realizzati per riprendere un acquario o sue parti, momenti di particolare interesse (es. una riproduzione, una danza di corteggiamento), della durata non superiore a 60 secondi. I video inviati al sito web (http://www.acquariofili.com/), corredati di alcune informazioni di base (nome dell’autore, caratteristiche dell’acquario ripreso) verranno inseriti in un’apposita pagina e pubblicati sul forum. La pubblicazione dei video sul sito costituirà già una soddisfazione per i partecipanti. Ogni mese però il video più bello, scelto ad insindacabile giudizio di un comitato di esperti, assurgerà agli onori della cronaca e sarà pubblicato su aquariophylia, nel suo canale youtube.
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OPHYLIA CONTEST L’invio di un video implica l’accettazione implicita del presente regolamento e conferisce al sito acquariofili ed alla rivista aquariophylia il diritto di pubblicazione, come sopra riportato. Il copyright del video resterà comunque di proprietà del suo produttore. I video, della durata non superiore a 60 secondi ed aventi come tema l’acquario, dovranno essere accompagnati dalla scheda di partecipazione indicante il nome dell’autore e le caratteristiche dell’acquario. Potranno essere ottenuti utilizzando qualsiasi mezzo, comprese fotocamere digitali, cineprese ad alta definizione ecc., ma dovranno essere inviati in formato MPEG o equivalente, opportunamente compattati in modo da non superare i 40 mb di spazio occupato su disco.
Regolamento video contest 1 Ogni partecipante dovrà prima di tutto iscriversi al video contest rispondendo ad un post aperto appositamente nel forum (http://www.acquariofili.com/) e che porterà il titolo di 1° video contest 2012. Sul sito verrà creata una lista dei partecipanti. 2 I video dovranno essere postati sul sito http://www.acquariofili.com/. 3 Tutti i video inviati dovranno avere una durata massima di 1 minuto e dovranno riprodurre una vasca, pianta, pesce, evento particolare. 4 Ogni utente può inviare un numero massimo di 2 (due) video. È necessario inserire il nome dell’autore nel montaggio. 5 I video verranno raccolti a partire da questo mese; ogni mese, il video vincitore (quello più bello in base al giudizio insindacabile della nostra commissione) sarà pubblicato sulla rivista acquariophylia. 6 I video verranno prima visionati e non si accetteranno quelli che riterremo offensivi e/o violenti per la visione, ogni decisione presa è insindacabile. 7 Con l'iscrizione al video contest e la pubblicazione del video si offre implicitamente al sito acquariofili l'autorizzazione alla pubblicazione, restando il fatto che i dati del proprietario non verranno in alcun modo trasferiti a terzi. 8 I video non devono essere copiati dalla rete e devono essere di proprietà di chi si iscrive al contest.
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Stimoli di viaggio e di immersione di Franco Savastano
Chaetodon lunula, variopinto gioiello Tra le tante specie di Chetodontidi, spicca per
Tra le caratteristiche della specie, si notano le
la vivacitĂ della colorazione il Chaetodon lunu-
pinne, dorsale ed anale, che si congiungono alla
la, il pesce farfalla tigrato proveniente dal
caudale, bocca piccola in cima ad un muso
Pacifico e dal Mar Rosso.
allungato; livrea di color giallo carico, con righe
Il filmato è stato girato di notte nelle acque pro-
diagonali marroni e disegni neri e bianchi nella
spicienti il villaggio di Marsa Alam sulla costa
zona del capo. Macchia nera sul peduncolo
occidentale del Mar Rosso egiziano.
caudale e sulla schiena, riga nera verticale sopra
Questo grazioso pesce, che non supera una
l'occhio e, subito dietro, una macchia bianca.
ventina di centimetri di lunghezza, di carattere
Si nutre di coralli, nudibranchi, di altri inverte-
socievole in mare, si adatta in acquario alla
brati bentonici e alghe.
convivenza con altri pesci tropicali di barriera,
Diversamente dalla maggioranza dei pesci far-
ma richiede inizialmente una certa esperienza
falla, è una specie notturna. Si trova in ambien-
di ambientazione, in vasche abbastanza gran-
te di barriera corallina e laguna, fino a profon-
di e ben curate.
ditĂ di oltre 30 metri. 152
Volete tuffarvi nelle calde acque del Mar Rosso ed osservare da vicino le abitudini di questo magnifico abitante degli acquari? Volete studiare il suo ambiente naturale per riprodurlo perfettamente in acquario? Non avete che da cliccare sulla foto per entrare in un mondo vivo, caldo, tropicale.
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NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve Vi è piaciuto questo numero? Noi ci abbiamo lavorato con passione, come sempre e riteniamo che sia evidente. Le cose fatte con passione hanno un lievito particolare che le rende particolarmente “profumate”, come il pane appena sfornato. Ovviamente siamo orgogliosi del lavoro fatto, soprattutto per l’impegno profuso da tutti i collaboratori di cui potete leggere nelle prime pagine di questa rivista. Eppure non siamo ancora totalmente soddisfatti: vogliamo fare di meglio. Aiutateci, indicandoci ogni volta le vostre preferenze. Per ora stiamo lavorando al prossimo numero. Volete averne una generica anticipazione?
migliaia di chilometri comporta delle problematiche, da sempre i valori maggiormente presi in considerazione sono pH, KH, GH, NO2 e NO3 ed il primo del quale si insegna al neofita la misurazione è proprio il pH. Questo varia su una scala da 0 a 14, il cui punto di neutralità è 7 (ad esempio l’acqua distillata); da 0 a 6.9 il pH viene considerato acido, da 7.1 a 14 basico; è sempre bene ricordare che passare ad esempio da 7 a 7.1 vuol dire incrementare di 10 volte tanto il valore, o viceversa. Studiamo bene il problema! Parametri per la scelta del discus perfetto. Selezionare un discus perfetto è il primo e più importante passo per la creazione di un vero campione. È molto comune vedere , nelle vasche di un campionato, discus pieni di difetti o, addirittura, deformati. Chiunque decida di prendere parte ad un campionato, deve imparare a selezionare e gestire i suoi discus; tenendo ben presente questo principio: selezionare un buon discus e selezionare un campione, sono due cose ben diverse. Il nostro esperto ci accompagnerà in questo mondo produttivo alla ricerca dell’esemplare perfetto.
L e c t i o M a g i s t r a l i s. Terza parte. Alcune specie di peneidi sono in grado di riprodursi spontaneamente nei bacini da allevamento (Fenneropenaeus indicus), la maggior parte delle specie allevate, invece, deve essere sottoposta a trattamenti di condizionamento. Il controllo sulla maturazione sessuale e riproduzione dei gamberi peneidi in cattività viene messo in atto quando la specie da allevare non è presente in natura, o anche, pur essendo presente, la reperibilità delle postlarve da semina è scarsa e discontinua. I metodi di induzione alla riproduzione si basano essenzialmente sulla eliminazione della funzionalità del peduncolo oculare e/o su manipolazione dei parametri ambientali quali fotoperiodismo, intensità luminosa, temperatura, alimentazione. Continuiamo il nostro viaggio nel mondo dei gamberoni.
C a u l e r p a t a x i f o l i a, in regressione l’alga “assassina”. Caulerpa taxifolia è una specie tropicale che ha iniziato a diffondersi nel Mediterraneo a partire dal 1984, per una involontaria “fuga” dalle vasche dell’Acquario di Monaco. Questa alga, cui le esagerazioni giornalistiche hanno presto attribuito la nomea di “assassina” o “killer”, si è subito dimostrata più che adatta al nuovo ambiente conquistando rapidamente spazio a detrimento delle specie autoctone. Fenomeno che si sarebbe oggi invertito: secondo la citata notizia le alghe e le fanero-
pHmetro, la tecnica. Noi appassionati ci scontriamo ogni giorno con piccole e grandi problematiche riguardanti la corretta gestione dei valori chimici presenti nel nostro acquario di casa; ricreare un biotopo lontano 154
game nostrane avrebbero riconquistato, nel Nord del Mediterraneo, circa l’80% del substrato prima invaso dalla specie aliena. Le ragioni del regresso restano al momento sconosciute e danno da pensare ai ricercatori, che sono ovviamente al lavoro per scoprire che cosa stia realmente accadendo. È comunque un fatto positivo, sottolinea la breve nota pubblicata da l’aquarium à la maison, il graduale ritorno dei fondali all’aspetto originale.
vi offre in esclusiva il reportage della manifestazione. BettasForAll. Come allevare B e t t a in modo semplice ed efficace. Avete notato che sotto la nostra testata c’è un sottotitolo in inglese? Siamo europei, in fondo, ed è ora di dimostrarlo. Con questo articolo iniziamo la pubblicazione di alcuni contenuti in inglese, regolarmente tradotti in italiano, che permetteranno di diffonderci ancora meglio in vari paesi. Cominciamo naturalmente da uno dei pesci più amati!
Questo non mi convince. Il BluWave 09. Ne abbiamo parlato in un recente test e, a quanto pare, le informazioni fornite sono servite ad un lettore per comprendere meglio il funzionamento di questo filtro. D’altra parte, nonostante i consigli, permangono alcuni dubbi nel lettore, che ci scrive preoccupato su una serie di parametri fondamentali. Come di consueto la sua richiesta viene immediatamente presa in carico dal nostro team di esperti, per essere valutata, testata, ed infine discussa in pubblico. Le prove sono già iniziate e nel prossimo numero contiamo di offrire i primi risultati ottenuti.
Iwaguppy ovvero l’iwagumi di Marguppy. L’iwagumi, per i meno informati, è una tipologia di acquario che prevede l’esclusivo utilizzo di rocce. In realtà quello che volevamo realizzare era un Sanzon Iwagumi e cioè un iwagumi composto da sole tre rocce… quello che ne è venuto fuori è quello che abbiamo chiamato Iwaguppy. Per la sezione “Come si fa” aquariophylia vi regala il filmato che spiega in modo chiaro ed immediato… come si fa a realizzarlo! Oltre il vetro: due acquari in un salotto con caminetto. Un bel salotto con tanto di caminetto in pietra è certamente un luogo rilassante della casa, ove sedersi comodi per leggere o cogitare. Eppure, a pensarci bene, manca qualcosa. Cosa, se non un bell’acquario? Meglio ancora se le vasche sono due. Il nostro architetto ci guida alla loro realizzazione pratica.
Caridine: origine ed anatomia. Abbiamo appena concluso una mini-serie sulle Caridina, che ha riscosso molto successo presso i nostri lettori. Per questo motivo l’argomento non si esaurisce qui e viene, anzi, ripreso in considerazione già nel prossimo numero. Le principali caridine e neocaridine che vengono allevate sono il risultato di accurate selezioni su mutazioni casuali e puntiformi derivate dalle specie wild che, con sapiente e meticolosa selezione, sono divenute delle vere e proprie linee pure a caratteri conservati. Il nostro autore ci introduce al loro allevamento ed alla selezione.
…E poi le classiche rubriche: lettere, Carassio, PhotoContest, tantissimi test ed altro ancora. Ovviamente, questo è quanto abbiamo in cantiere ma per un menù à la carte non avete che da scrivere alla nostra redazione! Facile come bere un bicchier d’acqua ma… non usate quella della vasca.
VII raduno reefItalia. Ci siamo stati. È stato un bell’appuntamento con un’atmosfera rilassata e piacevole, ma anche ricco di novità interessanti, incontri, dibattiti. Aquariophylia 155
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO! Il lavoro è stato duro ma… ce l’abbiamo fatta! Anche questo numero è concluso e ne siamo fieri. Proprio questo mese abbiamo sperimentato alcuni problemi tecnici dovuti ad una interruzione abbastanza lunga del collegamento in rete della nostra redazione. Ciò ha rallentato il lavoro e ci ha costretti a dure fatiche e a riletture dell’ultimo secondo. Speriamo vivamente che ciò non abbia prodotto danni alla qualità della rivista e, nel caso di errori dovuti alla fretta, ce ne scusiamo anticipatamente (ma fateci sapere, perché potremo comunque informare nel prossimo numero). Ovviamente si poteva fare di meglio e proveremo a migliorarci nei prossimi fascicoli, ma anche col vostro aiuto. Tra poco la vita nell’acquario rifiorirà grazie all’effetto primavera e noi siamo pronti a raccontarvi magnifiche esperienze di allevamento e riproduzione. Ricordatevi però di inviare una mail a tre, quattro amici per invitarli ad iscriversi al sito www.aquariophylia.it. Farete loro un magnifico regalo e, nel contempo, contribuirete attivamente all’aumento del numero di lettori. Ve lo avevamo già detto? Beh, repetita juvant e, d’altra parte, è bene rammentare che il vostro contributo è essenziale per l’esistenza stessa della rivista.