I pesci Arciere: allevare Toxotes jaculatrix Viaggio alla ricerca dei biotopi della Malaysia Deep Sand Bed nell’acquario mediterraneo Oltre il vetro: due acquari da 500 litri Il metodo del tubo per riprodurre ciclidi tropicali Anteprima Zoomark
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È…
CLICCABILE!
Siamo giunti al quarto numero ma alcuni lettori, nonostante tutto abituati all’antica carta stampata, potrebbero sentirsi disorientati. Avrete letto questo messaggio altre volte ma preferiamo ricordarlo! Questa pubblicazione multimediale, rispetto alle classiche riviste cartacee, potrà offrirvi numerosi vantaggi. Ad esempio troverete filmati veri: cliccando su alcune foto queste prenderanno vita, proprio come nei giornali di... Harry Potter! Inoltre troverete delle pagine di link, che vi permetteranno di divertirvi in rete, imparando, guidati dagli autori della rivista. Tutte le pagine pubblicitarie sono interattive: cliccateci sopra e sarete invitati a casa delle aziende produttrici, per approfondire singoli argomenti e scoprire tutte le ultime novità. Potrete così pianificare il vostro nuovo acquario stando comodamente seduti in poltrona! Infine, noterete che tutti gli indirizzi internet citati nelle pagine successive sono cliccabili: premete sul mouse, e potrete ottenere innumerevoli vantaggi riservati ai nostri lettori. Provare per credere! Ogni volta che vedete un indirizzo internet, un numero di pagina o un bottone, provate a passarci sopra col mouse: se prende la forma di un dito, fate subito click e… ammirate i risultati!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 – 1 - 2011 Edito dall’Associazione Acquariodiffusione COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Organizzazione editoriale & Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Cristina Mandaglio (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Emanuele Taverna (Allegati Software) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Francesco Denitto (Consigliere di Redazione) RESPONSABILI DI SEZIONE Paolo Busonera (Discus) Luca Colutta (Test & Tecnologie) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Alessandro Falco (Cibi Vivi) Mario Loffredo (Link & argomenti strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Carassio Aurato Francesco Denitto Luciano Di Tizio Alessandro Falco Antonio Gioia Ippo Campo Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Antonio Piccolo Isaia Rosica Bruno B. Rossi Franco Savastano Luigi Storoni REDAZIONE: aquariophylia@gmail.com Pubblicità e redazione: Vimax srl - Via Rezzonico 23 – Como tel. 031301059, e-mail vimaxcomo@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it/home/index.php?option=com_comprofiler&task=registers&Itemid=84 Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: Aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno I - n째 4 maggio 2011
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Editoriale Questo numero in breve… Lettere in redazione Toxotes, il pesce con la pistola ad acqua di Luciano Di Tizio Cibi vivi: Artemia Salina di Alessandro Falco Il metodo del tubo, prima parte di Antonio Gioia Malaysia: viaggio in cerca di biotopi, prima parte di Francesco Denitto Link: i cibi vivi a cura di Mario Loffredo Questo non mi convince Recensioni & Novità a cura della Redazione: 58 Anubias coffeefolia 60 Anubias Linea Cup 62 Askoll Kubo 64 Ceab Aqua & Led 66 Reef One Biorb 68 SHG Microperle 70 Tetra Goldfish Menu
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Il DSB applicato all’acquario marino mediterraneo, seconda parte di Bruno B. Rossi La rubrica del Carassio Pillole: Fondale e decorazioni a cura di Isaia Rosica Dalle Associazioni: notizie dalle associazioni acquariofile NonSoloAcquari: Il coniglio Fuzzy Lop di Lorenzo Luchetta Stimoli di viaggio: Sargocentron spiniferum di Franco Savastano Incontri a sorpresa a cura di Ippo Campo Oltre Il vetro: uno spazio “filtro con l’esterno” di Luigi Storoni Come si fa: la coltivazione del muschio filmato e testo di Antonio Piccolo Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
Valerio Zupo
(Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce.
Alessandro Palomba
(Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it.
Paolo Busonera
(Responsabile sezione discus) nasce a Genova il 30 maggio 1964. Da sempre appassionato del mare, degli animali e di acquari. Appassionato di fotografia naturalistica pubblica, insieme ad un amico, alcuni articoli sugli uccelli rapaci e non. Negli anni ‘90 allestisce un piccolo acquario da salotto, in seguito scopre che i discus sono la sua passione e li alleva ormai da dieci anni.
Luca Colutta
(Responsabile sezione Test & Tecnologie) laureato a Napoli in Scienze Naturali, si è specializzato sull'impatto ambientale delle attività umane sugli ecosistemi marini, in particolare sul Golfo di Napoli. Ha frequentato l'Università di Benevento per un PhD sulle conseguenze dell'erosione costiera sulle popolazioni di animali e vegetali della Basilicata. È stato collaboratore di numerosi progetti di ricerca ed in particolare si è occupato per lungo tempo presso il Dipartimento di Igiene Ambientale (Università degli studi di Napoli Federico II) del monitoraggio fisico-chimico e biologico delle acque del Golfo di Napoli. Ha insegnato in scuole di ogni grado e tenuto corsi universitari di Geologia Marina e Ambienti Sedimentari Sottomarini. Si è occupato per anni di Impianti di Depurazione e Qualità delle Acque Potabili presso grosse aziende campane. Attualmente collabora con un laboratorio di analisi ambientali. Appassionato da sempre di subacquea e di fauna mediterranea è stato co-fondatore di alcune associazioni come AIAM e GAP. Nel campo acquariofilo è particolarmente interessato agli acquari marini mediterranei ed in generale alla flora e fauna italiana anche dulciacquicola; si interessa inoltre ai sistemi di filtraggio ed al corretto mantenimento dell’equilibrio ecosistemico in vasca.
Francesco Denitto
(Autore e Consigliere di Redazione) Biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
Luciano Di Tizio
(Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni.
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Alessandro Falco
(Responsabile sezione Cibi Vivi) giovane acquarista e vicepresidente della Associazione Acquariofili Abruzzese, ha collaborato con importanti ditte del settore nella realizzazione di alcune mostre di acquari. Laureando in Acquacoltura e Ittiopatologia, Alessandro gestisce una fishroom di oltre 4000 litri dove alleva e studia gli animali oggetto dei suoi articoli. Le sue esperienze sono raccolte nel suo sito personale www.aquariumculture.com.
Mario Loffredo
(Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee.
Lorenzo Luchetta
(Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie.
Antonio Piccolo
(Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie.
Stefano Carlo Andrea Rossi
(Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti.
Franco Savastano
(Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film.
Antonio Gioia
(Autore) Nasce nel 1964 a Castrovillari, cittadina calabrese della provincia di Cosenza, ove attualmente risiede. Allestisce il suo primo acquario nel 1985 e, dopo la parentesi universitaria, si dedica all’allevamento e riproduzione di varie specie di acqua dolce. Dal 2005 le sue vasche sono essenzialmente dedicate all’allevamento e alla riproduzione di discus. In questi anni la crescente passione per il Sympsodon discus ha portato alla realizzazione, in un’apposito locale, di un impianto amatoriale di circa 5000 litri, specificamente attrezzato a questo scopo. Condivide questa passione con l’amico Francesco Barletta, insieme al quale si diletta a sperimentare tecniche di riproduzione ed allevamento. Collabora con vari siti e forum dedicati al discus.
Isaia Rosica
(Autore) nato a Guardiagrele (CH) il 12 giugno 1979, è dottore in Acquacoltura ed Ittiopatologia, laureatosi all’Università di Bologna, sede di Cesenatico. È stato per due anni tecnico addetto alla serra presso un noto importatore di pesci tropicali. Ha avuto contatti e rapporti lavorativi con molte importanti ditte del settore. Acquariofilo appassionato è socio dell'Associazione Acquariofili Abruzzesi da quasi vent'anni.
Bruno B. Rossi
(Autore) è nato a Genova nel 1956. Si è laureato in medicina e specializzato in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso a Genova, dove ha trascorso anche i primi anni della sua carriera lavorativa. La passione per le scienze e per il mare ha caratterizzato la sua vita. La sua prima esperienza di acquariofilo risale al 1967 (aveva 11 anni) quando allestisce una vaschetta da 10 (dieci !) litri. Dopo alcuni mesi di ‘messa a punto’ e di studio su testi, anche universitari, è riuscito a cavarsela più che egregiamente. Ha condotto con successo svariati acquari, marini mediterranei, d’acqua dolce tropicale con pesci impegnativi, compresi i discus, e d’acqua dolce fredda con pesci pescati nei nostri fiumi. Scrive quotidianamente sul forum AIAM.
Luigi Storoni
(Autore) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli.
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Siamo
arrivati all’atteso appuntamento mensile e, come sempre, abbiamo cucinato per voi una rivista che, speriamo, troverete interessante e varia. In questo numero abbiamo introdotto nuovi argomenti e nuovi stili. Ad esempio abbiamo inserito alcune pagine dedicate addirittura a “roba” non acquatica. Vi piace? Vi dà noia? Ci interessa conoscere il vostro giudizio sulle nostre scelte editoriali, specialmente in questo periodo di rodaggio. Negli ultimi tempi il mercato degli acquari sembra lentamente riprendersi, a giudicare dal movimento osservato in molti negozi specializzati di varie parti d’Italia. Sarà anche merito nostro? Ci piace crederlo. Tuttavia non è di meriti che dobbiamo parlare in questo periodo ma… di rimboccarsi ancor più le maniche per fare sempre meglio. C’è bisogno del contributo di tutti e per questo motivo desidero, in questa occasione, fare un appello a tutti voi: aiutateci a divulgare la passione per gli acquari. L’acquariofilo medio potrebbe a questo punto, egoisticamente pensare: “cosa potrà mai venirmi di buono impegnandomi in queste attività divulgative?”. Innanzitutto è divertente e, poiché lo scopo primario della rivista è quello di farvi divertire, abbiamo già una valida giustificazione per impegnarci. Consideriamo però che un maggior numero di utenti significa prezzi più bassi per tutti, maggiore disponibilità e varietà di merci nei negozi, maggiore diffusione delle specie esotiche più rare, migliore qualità delle conoscenze condivise, maggiori possibilità di scambi di materiali ed esperienze. È necessario altro? Vogliamo traghettare questa acquariofilia nella direzione presa in altri Paesi europei? Allora tocca impegnarci. Se ogni lettore della rivista riuscirà a proporre ad almeno cinque (meglio dieci!) dei suoi conoscenti un abbonamento gratuito ad Aquariophylia, in pochi mesi saremo una popolazione enorme e, soprattutto, di questi almeno uno inizierà seriamente a tenere degli acquari, stimolato dalle nostre discussioni quotidiane. Sarebbe un risultato eccellente, raggiungibile prima della fine dell’anno.
Dunque vi chiediamo di essere divulgatori della presente rivista e, con essa, dell’acquariofilia in generale. Tanto, la rivista è gratuita, dunque potrà essere considerata come un piacevole regalo da parte di chiunque abbiate invitato ad abbonarsi. In seguito, molti di questi vi ringrazieranno per il magnifico dono e per l’hobby intrapreso. Altri, semplicemente, smetteranno di leggerci, ma a quel punto saremo in tanti e potremo fare massa critica anche nei confronti dei legislatori, dei politici, dei commercianti. Vi prego anche di volerci comunicare le vostre esperienze divulgative, perché queste potranno costituire un esempio per i tanti che sanno da che parte cominciare. Siate propositivi! Siate fantasiosi! Siate intraprendenti! E scriveteci poi qualche riga per spiegare come avete divulgato gli acquari e la rivista gratuita nelle scuole, nella palestra, negli uffici. I vostri contributi e le vostre testimonianze serviranno a ricostruire l’amore per gli acquari nel nostro Paese. 8
QUESTO NUMERO...
in breve TOXOTES Immaginate di dovervi procacciare del cibo utilizzando esclusivamente una pistola ad acqua… non è certo cosa facile. Immaginate ora di doverlo fare mirando al di fuori della colonna d’acqua e dovendo quindi correggere il tiro in base al potere di diffrazione dell’acqua. Difficilino vero? Immaginate ora di scegliere dei veloci e scattanti insetti come preda principale. Impossibile? Non lo è affatto a giudicare da quanto riesce a fare un piccolo pesciolino originario delle aree costiere del Golfo di Aden, dell’India e del Sudest asiatico sino alle regioni settentrionali e forse anche meridionali dell’Australia. Toxotes jaculatrix va considerato un pesce d’acqua salmastra, è un pesce di branco ed è pacifico. Nell’articolo di Luciano Di Tizio impariamo ad amarlo ed apprendiamo le nozioni essenziali per allevarlo in acquario. Una magnifica occasione per allestire il primo acquario d’acqua salmastra! Raccontateci poi com’è andata.
I CIBI VIVI: ARTEMIA SALINA Da dove sia nata l’idea iniziale delle scimmiette d’acqua per gli autori anglosassoni non ci è dato sapere. Sappiamo però che un vecchio film rappresentava sotto queste spoglie Artemia salina, un organismo fondamentale per qualsiasi riproduzione, il cui uso per l’alimentazione di larve ed avannotti è invalso in campo acquacolturistico sin da tempi immemorabili. Il crostaceo si riproduce da milioni di anni a ritmi frenetici, alternando ad una riproduzione vivipara la produzione di cisti dormienti. Un grammo di cisti di Artemia produce fino a 300 mila nauplii ed è possibile ottenere le larve del crostaceo molto semplicemente, utilizzando appositi schiuditoi. In un articolo-revisione, Alessandro Falco ci porta alla riscoperta di questo fantastico alimento vivo in grado di fare la felicità di pesci grandi e piccini, regalandoci anche… tre piccoli segreti.
IL METODO DEL TUBO Conoscevamo “la banda del tubo” e persino “i soliti ignoti”, ma questa del metodo del tubo ci appare come una novità assoluta! In pratica, l’autore ha identificato un metodo rivoluzionario per ottenere riproduzioni “naturali” di alcuni ciclidi abbattendo fondamentalmente la carica batterica mediante un innovativo stratagemma. In questa prima puntata l’esperto ci introduce alle basi concettuali del metodo, fornendo prolegomeni gnoseologici indispensabili per comprendere il da farsi. Nel prossimo numero, invece, andrà nel dettaglio mostrando, con dovizia di particolari, come procedere. Le informazioni fornite in questo numero sono indispensabili per comprendere appieno le motivazioni alla base del sistema ed i modi di procedere per ottenere riproduzioni sempre perfette. I BIOTOPI DELLA MALAYSIA Un viaggio a Kuala Lumpur, capitale della Malaysia, un’esperienza unica alla ricerca dei biotopi di 10
tante specie ittiche esotiche. Villaggi, case indigene, un’esperienza avventurosa raccontata con stile avvincente dal nostro collaboratore-viaggiatore. Vi condurrà nel cuore della Malaysia per mostrarvi alcuni dei biotopi più interessanti ed appariscenti, da rivivere in casa, allestendo acquari ad essi dedicati. Si tratta di un’esperienza vera iniziata… alle sette del mattino e non ancora conclusa, visto che potrà generare una cascata di emozioni in tutti noi.
VAI COL LINK: I CIBI VIVI Oggi allevare alimenti vivi non è più un’attività indispensabile come in passato, grazie alla disponibilità di alimenti secchi e freschi di grande qualità. D’altra parte allevare dafnie o bigattini potrà costituire un ulteriore motivo di svago per molti appassionati e per questo il nostro esperto, Mario Loffredo, vi accompagnerà in rete, per una visita guidata alle informazioni più interessanti in questo senso. In questo stesso numero iniziamo una serie dedicata all’allevamento di vari organismi utilizzabili come alimento e con ciò speriamo di continuare ad offrirvi, anche nei prossimi mesi, altrettanti spunti di divertimento che i vostri ospiti non mancheranno di apprezzare.
TEST Ricca come sempre la sezione test. Questo mese vi presentiamo un filtro futuristico e quasi incredibile, un alimento micronizzato di qualità eccelsa, un nuovo sistema per acquistare delle piante acquatiche, un timer… per l’acquariofilo invece che per le luci, un illuminatore a led al top della gamma, un menu completo per pesci rossi e, dulcis in fundo, una magnifica pianta acquatica per tutte le occasioni!
DBS NEL MEDITERRANEO: SECONDA PARTE Completiamo il discorso iniziato nel numero precedente mostrando la pratica dei fondi di sabbia spessa. Con le informazioni dettagliate fornite in questo numero non solo gli appassionati di acquario mediterraneo, ma tutti gli acquariofili riusciranno ad ottenere successi con questo innovativo metodo di filtraggio naturale. PILLOLE PER IL PRINCIPIANTE Questo mese andremo alla scoperta delle decorazioni per l’allestimento dell’acquario e dei vari metodi per allestire fondali. Certo, non conta solo la bellezza, ma un vero acquario deve apparire perfettamente naturale ed essere equilibrato ed armonico. Il nostro autore ci spiega come, con un occhio di riguardo al neofita.
INCONTRI A SORPRESA Anche questo mese Ippo Campo ci delizia con le sue profonde conoscenze. Anche questo mese ha faticato a lungo immergendosi per ore in letture specialistiche, allo scopo di informarci, divertirci, erudirci… Altro che Carassio! 12
OLTRE IL VETRO Continua questo mese (anzi riprende) la rubrica “oltre il vetro” destinata ad offrirci spunti per allestire acquari in varie situazioni domestiche e non. In questo numero un architetto ci mostra come utilizzare un acquario per filtrare le atmosfere separando due ambienti.
STIMOLI DI VIAGGIO Sargocentron è un magnifico genere di pesci talvolta importato per l’allevamento in acquari marini tropicali. Questo mese il nostro esperto viaggiatore ci accompagna in immersione alla ricerca di Sargocentron spiniferum nei suoi habitat di origine, per offrirci spunti adeguati alla realizzazione di magnifici acquari biotopo.
DALLE ASSOCIAZIONI Anche questo mese è presente una bella carrellata delle associazioni acquariofile più attive ed interessanti. Esaminiamo le loro attività per parteciparvi o per visitare le mostre che organizzano ed i corsi che tengono. Nei prossimi mesi questa rubrica si espanderà con tante new entries destinate a rendere frizzante l’atmosfera di lettura ed appassionanti le attività pratiche connesse. I privilegi esclusivi dei soci delle varie associazioni, peraltro, potranno essere in molti casi acquisiti dagli stessi lettori: basterà cliccare sui link per recarsi sui siti web dei gruppi acquariofili più interessanti presenti nel nostro Paese.
COME SI FA: IL PICO-ACQUARIO La coltivazione del muschio di Giava (Vesicularia dubyana) è divertente e relativamente facile se si sa come procedere. Certo non è facile spiegare tutto a parole ma il nostro esperto, con l’aiuto di un filmato, ci permetterà di divenire esperti in quattro e quattr’otto!
NONSOLOACQUARI Iniziamo questo mese con una nuova rubrica. Incredibile ma vero, non è dedicata ai pesci. Ehi, non scappate! Non si tratta di roba dell’altro mondo ma solo di un piacevole diversivo per acquariofili in cerca di nuove emozioni. L’acquariofilo, si sa, ama la natura e gli animali ed abbiamo pensato che un breve pezzo, di tanto in tanto, dedicato ad altri possibili amici domestici, avrebbe potuto rallegrarvi e divertirvi. Si tratta di pochi minuti... poi torneremo sott’acqua! Questo mese vi presentiamo il coniglio Fuzzy Lop, descritto dalla sapiente penna di Lorenzo Luchetta, uno dei maggiori esperti nazionali in questo campo. 14
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it GIALLO O AZZURRO? Cara redazione, il mio è un quesito, diciamo così, di carattere semantico: ho visto in un negozio un meraviglioso ciclide d’un bel giallo intenso. Il negoziante mi dice però trattarci di Labidochromis caeruleus. Ora, non sono mai stato un campione con il latino (posso provarlo esibendo una lunga serie di 4 in pagella visto che quando andavo a scuola io i voti si davano in comprensibilissimi numeri) ma che caeruleus significa azzurro lo so persino io. Il mio negoziante si sbaglia o mi prende in giro o ancora c’è uno scienziato buontempone che ha usato un colore per un altro? Gianni Piccolo Nessuno scienziato burlone. Quella che lei ammira nei negozi è una varietà di colore, ottenuta per la prima volta in Burundi da un pescatore ed esportatore di ciclidi del lago Tanganica ed importata in Europa dal 1986 con un successo tale da rendere questa varietà più diffusa e più allevata di quella originale, che comunque resta reperibile sul mercato. Fryer, che la descrisse nel 1959, non era insomma un... mattacchione in vena di scherzi. Come vede si tratta comunque di un pesce noto alla scienza (e agli acquariofili) da appena mezzo secolo, sul quale c’è probabilmente ancora molto da scoprire. La prima citazione in letteratura della varietà gialla è ancora più giovane: risale al 1983, in un lavoro firmato da Ribbink et al. Si dia da fare anche lei e magari prima o poi le capiterà di raccontare le sue esperienze sulle pagine della nostra rivista. 16
PESCI CON I POLMONI L’insegnante di scienze ha detto ieri l’altro a mio figlio che esistono pesci con i polmoni. Pur essendo acquariofilo da venti anni non ne avevo mai sentito parlare. Ho dato uno sguardo su internet e ho scoperto che ha proprio ragione. Mi ha affascinato in particolare il dipnoo Protopterus dolloi. Secondo voi ho ragionevoli speranze di poterlo acquistare in Italia? E, nel caso, come dev’essere la vasca per ospitarlo? Roberto Lollis letto con sufficiente attenzione il numero 1 della rivista (tiratina d’orecchie con simpatia!): avrebbe notato che la sezione filmati del “come si fa” conteneva appunto un cortometraggio sull’argomento.
Non è comunissimo, ma gli importatori più attenti di tanto in tanto propongono giovani esemplari di Protopterus dolloi. Per l’allevamento occorre una vasca grande nella quale ospitare un solo dipnoo: si tratta infatti di un predatore che difficilmente tollererà altri pesci. Robusto e di... bocca buona, il nostro non ci darà problemi in quanto a qualità dell’acqua. Ideale una vasca con fondo fangoso e vegetazione abbondante. Alimentazione con girini, lombrichi, grilli, larve di insetti, pezzetti di pesce o piccoli pesci interi... Insomma è un carnivoro che accetta un po’ di tutto. Le annunciamo anche che c’è in redazione chi ha ospitato in una delle sue vasche Protopterus dolloi per oltre dieci anni e in uno dei prossimi numeri vi racconterà la sua esperienza. Di fatto, però, ci rendiamo conto che non ha
FERTILIZZANTE PER UOMINI POVERI! Voglio iniziare con i doverosi complimenti. Ho scaricato la vostra rivista solo a partire dal secondo numero (però ho recuperato il tempo perduto) e la trovo veramente bella, interessante e molto professionale. Da anni non si vedeva una cosa così. Non vorrei fare paragoni irriverenti ma sembra una rivista vecchio stile, scientifica, compita ed interessante oltre che divertente. Insomma, considerando che usate metodi modernissimi per pubblicarla, è una
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dubbio una verità assoluta, dal momento che per fertilizzare l’acqua bastano relativamente pochi ioni disciolti nelle quantità giuste. Abbiamo ricevuto altre richieste su questo argomento e contiamo di pubblicare a breve un articolo per fare chiarezza sulla questione. Di fatto, però, possiamo anticiparle che la ricetta di base può essere assemblata mescolando quantità opportune di un fertilizzante per piante da appartamento, solfato di magnesio, solfato di potassio e vitamine. Esistono ovviamente dei rischi. Bisogna, ad esempio, essere assolutamente certi che il fertilizzante per piante da appartamento non contenga composti tossici. In caso di presenza di sali tossici per i pesci (molti fertilizzanti contengono veleni, per vari motivi) potremmo uccidere in poco tempo tutti gli organismi contenuti in acquario. Vale la pena farlo solo per risparmiare pochi euro? Inoltre la formulazione deve essere assolutamente bilanciata e questo obbliga a pesate molto precise. In caso contrario otterremo più probabilmente alghe epifite in abbondanza e piante sofferenti. In definitiva, non tutti sono probabilmente in grado ed hanno volontà di sottoporsi a questo tipo di esperienze. D’altra parte, se preparati nel modo opportuno e
specie di ritorno al futuro. Complimenti davvero. Vi scrivo perché vorrei avere informazioni circa il metodo di fertilizzazione pmdd. Un amico mi ha fatto vedere grandi risultati ma il mio negoziante dice di non saperne nulla. Ho cercato in internet ma non ho capito molto, anche se sono numerose le pagine dedicate a questo argomento, soprattutto in inglese. Solo voi potete aiutarmi. Ernesto Righi Ringraziamo per i complimenti, sempre graditissimi perchè evidentemente sinceri, e passiamo alla risposta al suo quesito. L’acronimo da lei citato sta per “poor’s men dosing drop” e serve a definire un metodo di fertilizzazione economico, perché realizzabile in casa (in questo senso non ci meravigliamo che il suo negoziante specializzato non ne fosse al corrente!) e da somministrare in piccole dosi giornaliere. L’idea è di due autori anglosassoni, che hanno inventato questo economico sistema di fertilizzazione scoprendo… l’uovo di Colombo, ovvero, rendendosi conto che i sali contenuti nei fertilizzanti commerciali sono estremamente economici e molto diluiti. Questa è senza
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Neolamprologus stappersi, niente piante, solo sabbia, pietre e gusci di lumaca in tutte e due le vasche. Lettera firmata
testati preventivamente su organismi sensibili (es. Artemia salina) si potranno limitare i rischi ed avere la soddisfazione di preparare da sé la ricetta ideale per le proprie piante. Questo non esclude che si debba comunque fare uso di un ghiaietto fertiilzzato, composti ferrosi da disporre sotto il fondo, anidride carbonica, ecc. Insomma, esistono infiniti modi per risparmiare (basterà, ad esempio, utilizzare un diffusore di CO2 che non sprechi bolle) ma non si può negare a nessuno la possibilità di divertirsi con preparazioni ed alambicchi. Per questo motivo, come dicevamo, proporremo un articolo sull’argomento. Nel frattempo, speriamo che la nostra spiegazione sia stata sufficiente ad indicare, almeno, l’ambito della questione postaci dal nostro simpatico (e speriamo assiduo!) lettore.
La presenza di alghe in eccesso può avere varie cause e, purtroppo, i dati forniti sono scarsi (ma siamo pronti ad affrontare nuovi input del lettore). Ovviamente i nutrienti rappresentano una conditio sine qua non perché se non ci sono nutrienti le alghe non possono proliferare. Mantenere bassi nitrati e fosfati è una buona norma (ma non è sufficiente). Le alghe possono proliferare semplicemente per bilanciare una consistente presenza di trofismo animale. Quando le piante sono poche o assenti è normale che le alghe abbondino. Si effettuano cambi d'acqua? Quanto cibo si aggiunge ogni giorno ? Questi i punti essenziali. Poi è ovvio che riducendo l'irradianza ed il fotoperiodo si produrranno meno alghe. Ma se il problema esiste va affrontato alla base (nutrienti) perché ridurre la quantità di luce senza ridurre i nutrienti in eccesso servirebbe solo a nascondere il problema. Siamo pronti a riconsiderare il problema ove il lettore fornisca ulteriori dettagli sull'acquario ed i valori dell'acqua.
ALGHE NEL TANGANICA Saluti a tutti! Ho un problema di alghe in entrambi gli acquari Tanganica ed in entrambi mantengo sia i nitrati che i fosfati a livelli molto bassi: troppa luce? 26 W 6400 K nel 40 l con 3 Neolamprologus brevis e 80 W nel 220 l con le lampade originali dell'askoll ambiente 120 delle quali non conosco la temperatura, con 6 20
MICROBE-LIFT: COME TROVARE I PRODOTTI? Ho letto la recensione su Microbe-Lift che avete fatto nel numero uno e sarei molto interessato a provare quei prodotti ammesso che siano all’altezza della vostra descrizione. Però ho chiesto al mio negoziante e mi dice che si tratta di un prodotto americano di cui non si sa niente in Italia e che non viene neppure importato regolarmente. Ho fatto una ricerca in rete ed ho trovato che effettivamente si tratta di un prodotto americano e voi stessi nella vostra recensione non avete dato notizie sul produttore. Mi sono anche informato e per importare dall’America dovrei pagare una cifra considerevole per sdoganare il prodotto. Allora, non è proprio possibile provare il prodotto da voi recensito? Gianni Amerio Talvolta ci accade di recensire prodotti che abbiamo trovato molto interessanti, anche quando non conosciamo chi possa distribuirli in Italia. Questo serve a migliorare la diffusione di materiali che ci
paiono utili per gli acquariofili. Quando abbiamo scritto l’articolo in questione, effettivamente, non conoscevamo il nome di eventuali distributori. Avevamo ottenuto campioni del prodotto in Germania. Infatti abbiamo discusso la questione anche sul nostro forum internet (www.aquariophylia.it) con alcuni lettori che desideravano acquistare questi materiali. Abbiamo anzi cercato di produrre uno studio ad hoc grazie alla pazienza di alcuni partecipanti, per identificare possibili fonti. Oggi però riceviamo una missiva da parte di Aquaria-Tech, giovane azienda che distribuisce in Italia una serie di marchi interessanti, tra i quali anche Bubble-Magus, Eheim, SHG, Eden e tanti altri. Sappiamo per certo che essi possono consegnare il prodotto al vostro negoziante di fiducia. Pertanto tutti gli interessati potranno provare i famosi batteri trasformisti, ma anche gli ottimi prodotti terapeutici a base di erbe, ecc. Per maggiori informazioni si può consultare il sito web del distributore italiano: www.aquariatech.com. Lo consulteremo anche noi, a caccia di altre novità interessanti!
Il pesce con la pis
(ad acqua)
L’eccezionale
Toxotes jacula Toxotes jaculatrix va considerato un pesce d’acqua salmastra. Dunque è improbabile riuscire ad allevarlo in acquari ricchi di piante 22
stola
atrix
di Luciano Di Tizio
Una
“pistola ad acqua” come arma per procurarsi da mangiare, diciamo la verità, non è cosa comune. Eppure nell’eccezionale
varietà di comportamenti che caratterizzano il mondo acquatico capita anche questo. L’animale che usa un’arma così inconsueta, e apparentemente tutt’altro che utile per la caccia, è Toxotes jaculatrix (Pallas, 1766), meglio noto come pesce arciere o anche semplicemente come Toxotes. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un pesciolino che in acquario è considerato di discreta taglia, potendo superare i 20 cm (ma in vasca rimane quasi sempre più piccolo). In natura vive nelle aree costiere del Golfo di Aden, dell’India e del Sudest asiatico, sino alle regioni settentrionali e forse anche meridionali dell’Australia. Frequenta acque dolci, salmastre e marine con una certa indifferenza ed è un animale che, se correttamente allevato, si rivela robusto e resistente. L’aspetto non è, rispetto almeno ad altri pesci tropicali, particolarmente attraente, ma ciò nonostante il nostro viene importato in Europa con una certa regolarità sin dal 1899. Un successo dovuto esclusivamente alla sua peculiare ed inconsueta caratteristica: l’incredibile capacità di sputare un potente getto d’acqua con il quale prende di mira e spes-
La vasca dovrebbe essere medio-grande, da non meno di un metro di lunghezza, con poche piante
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so colpisce insetti posati sulle foglie emerse.
chiaini di sale marino ogni 10 litri d’acqua. La
Lo scopo è quello di farli cadere per poterli poi
vasca dev’essere medio-grande, da non meno
rapidamente divorare. La tecnica è assimilabi-
di un metro di lunghezza, con poche piante,
le a quella di un antico arciere, com’è eviden-
ovviamente scelte tra quelle che possono resi-
ziato dal nome comune. L’arma, rappresenta-
stere anche in presenza di sale, e molto spazio
ta dalla particolare conformazione della sua
libero per il nuoto. Consigliabile un’altezza del-
bocca, è invece paragonabile, appunto, ad
l’acqua modesta, tra i 20 e i 30 cm, con pian-
una pistola ad acqua, usata con incredibile effi-
te e/o rami che sporgano sulla superficie per
cacia. Per colpire fuori dal mezzo liquido il
consentire al nostro di esibirsi nella sua specia-
Toxotes dev’essere capace di correggere la
lità: la caccia agli insetti volanti. Appare eviden-
rifrazione che tende ad ingannare la sua vista,
te che per questo un contenitore aperto rap-
ed è anche capace di calcolare con notevole
presenta la soluzione ideale. Si tenga tuttavia
precisione dove andrà a cadere la preda colpi-
conto che, per quanto preciso, il pesce arciere
ta, per poter giungere sul posto prima di even-
non è infallibile e qualche spruzzo d’acqua ine-
tuali concorrenti opportunisti. In questo appa-
vitabilmente finirà sul pavimento. Si tenga pure
rentemente insignificante pesciolino si acco-
presente che il suo “sputo” può arrivare anche
munano dunque caratteristiche tali da farne un
a un metro e mezzo di distanza. Per conserva-
oggetto privilegiato di studi scientifici, non solo
re la pace in famiglia è bene che l’acquario non
di carattere biologico.
sia proprio accanto al tappeto buono! Va ancora detto che l’acqua non dev’essere mai trop-
In acquario
po “nuova” né eccessivamente dura. Molto
Partiamo da un presupposto: Toxotes jacula-
importante per il benessere di questa specie è
trix va considerato un pesce d’acqua salma-
la temperatura, da mantenere costantemente
stra. La permanenza in acqua dolce o marina
tra i 25 e i 30 °C. Il pesce arciere soffre a livel-
è possibile ma è sconsigliabile per lunghissimi
li termici troppo bassi.
periodi. Diciamo che per allevare al meglio il
Capitolo alimentazione: da quel che si è detto
pesce arciere occorre l’aggiunta di 2-3 cuc-
sin qui appare evidente che Toxotes si alimen-
TASSONOMIA Un cenno infine alla sistematica. Il corretto nome scientifico del pesce arciere, lo abbiamo già scritto, è Toxotes jaculatrix (Pallas, 1766). Il nome tra parentesi è quello dello scienziato che per primo ha descritto la specie, appunto nel 1766, attribuendole la denominazione Sciaena jaculatrix. Studi successivi hanno portato a cambiare l’attribuzione a livello di genere. Altri nomi usati per l’arciere, ed oggi considerati sinonimi, sono Labrus jaculatrix e, con un errore di concordanza, Toxotes jaculator. La parola latina jaculatrix (o jaculator) si riferisce esplicitamente alla capacità di “sputare” tipica di questo singolare pesce. 24
Alcune piante resistenti alle basse salinità potranno comunque essere presenti nell’acquario per i Toxtotes ma dovranno ovviamente essere evitate le convivenze forzate con pesci che necessitano di acque neutre od acide
Due Toxotes in acquario: l’allevatore sostiene che nella foto sopra è ritratta una femmina e in quella sotto un maschio, ma secondo voi c’è davvero qualche significativa differenza?
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ta in superficie, predando gli insetti che cattura e cacciando altri animaletti a pelo d’acqua. In vasca può adattarsi a cacciare a mezz’acqua o persino sul fondo, ma è bene comunque nutrirlo rispettando le sue esigenze. Nella dieta dovremo prevedere cibo vivo, in particolare insetti, integrato semmai con scongelati ed anche, di tanto in tanto, con alimenti di produzione industriale che, tuttavia, non tutti gli esemplari accettano. L’arciere, non l’abbiamo ancora detto, è un pesce di branco ed è pacifico: va allevato in piccoli gruppi composti da almeno cinque o sei individui. È possibile la convivenza con altri pesci di analoga taglia e con esigenze simili. Gli esemplari più grandi possono tuttavia dimostrarsi aggressivi, in particolare nei confronti di individui di taglia minore, a volte anche della loro stessa specie. Per quel che se ne sa al momento, non c’è alcun dimorfismo sessuale che consenta una immediata identificazione di maschi e femmine, anche se qualche allevatore parla di maschi “più snelli”. La riproduzione in cattività sino ad oggi non è mai stata ottenuta e gli esemplari offerti sul mercato sono tutti di cattura.
Molto importante per il benessere di questa specie è la temperatura, da mantenere costantemente tra i 25 e i 30 °C
È stato esaminato il contributo di amminoacidi liberi disciolti nell’acqua ed ammonio nelle esigenze di carbonio ed azoto di organismi batterioplanctonici in colture arricchite. Queste sostanze sono in grado di sostenere per il 34% le esigenze di tutte le colture, provocando una crescita esponenziale delle popolazioni batteriche. È stato anche osservato che durante le fasi stazionarie della crescita gli stessi batteri rilasciano amminoacidi nel mezzo acquoso. I dati ottenuti potrebbero essere utili se tenuti presenti nella progettazione di filtri biologici. 27
GIOIA PER I NOSTRI AMICI ACQUATICI: I CIBI VIVI
Artemia salina testo e foto di Alessandro Falco
Parliamo
oggi di un alleato fondamentale dell'acquariofilo nella riproduzione dei pesci in acquario, diffuso - anche grazie allo sviluppo dell'acquacoltura - fin
da inizi '900. Protagonista di un gioco educativo per bambini degli anni '60 (Sea Monkeys®) e addirittura di un romanzo horror (R.L. Stine L'invasione delle scimmie acquatiche), Artemia salina è un piccolo ed innocuo crostaceo marino. Questo artropode primitivo, che vive in laghi salati e saline, si riproduce da milioni di anni a ritmi frenetici, alternando ad una riproduzione vivipara la produzione di cisti dormienti. La commercializzazione di queste ultime ha sicuramente influito sulla diffusione di tale cibo vivo in acquariofilia, poiché consentono di ottenere, in 24 ore, migliaia di nauplii dell'ordine di 400 micron (0,4 mm) e dal discreto contenuto proteico. Un grammo di cisti di Artemia produce infatti fino a 300 mila nauplii, se di buona qualità. Eh si! Perché le cisti non sono tutte uguali, ma differiscono per dimensioni e percentuale di schiusa. Le migliori vengono prelevate negli U.S.A., soprattutto nel Great Salt Lake o nella Baia di San Francisco. Le “San Francisco Bay” sono tra le più piccole e nutrienti ma costano di più, sicuramente sono ottime per le larve di pesci marini. La percentuale di schiusa ovviamente influenza il costo, ma relativamente. Oltre alle cisti c'è bisogno di uno schiuditoio; altro non è che la “sala parto” delle Artemia. Ne esistono di commerciali o artigianali, più o meno funzionali. Per schiudere Artemia bastano acqua, sale marino non iodato (20-40 ppm ) e cisti di buona qualità 28
La quantità giornaliera di nauplii che vi sono
anche in piccole quantità. Sono infatti indigeribili
necessari vi aiuterà a capire quale fa al caso
e tendono ad accumularsi nell'intestino dell'ani-
vostro. Uno schiuditoio commerciale, il classico
male, causando pericolose occlusioni dall'esito
“ciambellone” nero con setaccino bianco, è prati-
spesso fatale. Per fortuna le cisti non schiuse gal-
co ma limitato nella quantità di nauplii che potete estrarvi giornalmente. Parliamo di un volume
Cisti, uova “dormienti” da reidratare
d'acqua inferiore al litro, che non consente la schiusa di molte cisti per volta. Seguire una piccola riproduzione comporterà quasi sicuramente l'utilizzo alternato di due schiuditoi. Se avete bisogno di più Artemia valutate l'idea di schiudere le cisti direttamente in un vaso o in qualsiasi altro contenitore da qualche litro, aerando
abbondantemente
con
pietra
porosa.
L'alternativa è molto economica ma dal prelievo sicuramente più impegnativo, richiedendo una certa dimestichezza nel pescare i nauplii, evitando di aspirare le cisti non schiuse. Non vi avevo ancora detto che le cisti sono pericolose per i pesci, 29
Artemia salina facilita l’allevamento di numerose specie di pesci ed invertebrati 30
leggiano, in contrapposizione ai “gusci”, che si
Svelo ai profani dell'Artemia tre piccoli segreti per
depositano invece sul fondo.
riuscire nell'operazione:
In medio stat virtus... scusate, in medio stat Artemiam!
- Attirate in un punto i nauplii con una fonte lumi-
Spegnete quindi l'areatore una volta schiuse ed
nosa puntiforme (fototattismo positivo);
aspettate che l'acqua sia del tutto ferma.
- Una volta “bucato” lo strato superficiale di cisti,
A questo punto con un tubicino da aria “bucate” la
buttate i primi ml per evitare di raccogliere le cisti
superficie di cisti per dirigervi al centro della
che per forza di cose saranno entrate nel tubicino;
colonna d'acqua, dove i nauplii nuotano incessante-
- Se avete schiuso Artemia in poca acqua (o se non
mente, aspirando e raccogliendo quanti più nauplii
le avete raccolte tutte), potete aggiungere acqua per
possibili.
facilitare il pescaggio alzando il livello. 31
Lo schiuditoio consente di schiudere una quantità limitata di cisti per volta
kauderni o Hippocampus kuda partendo direttamente con nauplii di Artemia salina, evitando le complicazioni dell'allevamento dei rotiferi (che comunque tratteremo prossimamente). …E se qualcuno si fosse appassionato, è possibile proseguire con l'allevamento portando allo stadio adulto queste “scimmie di mare” Ammetto che è più difficile a dirsi che a farsi, ma
(che fantasia...). Basta infatti una decina di giorni
consiglio comunque ai neofiti di iniziare con uno
per vedere sfrecciare degli esserini lunghi un paio
schiuditoio commerciale. Per chi si avvale del
di centimetri: rendersi finalmente conto di avere a
metodo del “contenitore”, il setaccino andrà
che fare con un animale dal fascino preistorico
acquistato a parte o costruito! In foto potete vede-
vale bene i pochi sforzi che richiede.
re vari esempi di questo strumento utile per sciac-
La soddisfazione culmina poi con l'accoppiamen-
quare e concentrare i nauplii, che si presenteranno
to, una “danza” che frutta fino a 75 nauplii al gior-
come una poltiglia arancione adagiata su una
no! Quando si riproducono invece mediante uova,
maglia, solitamente da 180-250 micron. Potete
l’ovario arriva a contenere fino a 200 uova, ren-
procurarvi tale maglia su Internet o da chi vende
dendo le sacche ovigere visibili ad occhio nudo.
prodotti per laboratori chimici; purtroppo vani
Per portare i nauplii allo stadio adulto, chiudendo
saranno i tentativi di utilizzare stoffa di bombo-
il ciclo iniziato pochi giorni prima con poche cisti,
niere o collant.
è necessario alimentarli con criterio. Che sia lievi-
Per costruire il setaccino basterà bucare il fondo
to di birra, Spirulina o preparati commerciali,
ed il tappo di un contenitore in plastica, riavvitan-
l'importante è non esagerare. Pena l'inquinamento,
dolo una volta adagiatovi un quadrato di maglia
con conseguente crollo della coltura. Posso solo
della giusta dimensione. Una passata sotto il rubinetto e i nauplii sono pronti per essere somministrati! Dai Ciclidi ai pesci pagliaccio, dalle salamandre alle meduse... Artemia mette tutti d'accordo. Utile per ambientare animali di cattura o debilitati, può essere utilizzata anche come vettore per medicinali e vitamine. Ogni tanto anch’io verso una goccia di vitamine idrosolubili per bambini su una porzione di nauplii, affinché i pesci le possano assimilare. Nell'ambito delle riproduzioni marine è addirittura possibile svezzare larve di Pterapogon
Metanauplio alimentato con fitoplancton 32
Nauplii alla schiusa (40x)
consigliarvi di alimentare molto poco e spesso, mantenendo l'acqua sempre leggermente torbida. L'unico alimento per il quale non vi è rischio di sovralimentare rimane il Phytoplancton, con il quale portare le artemie allo stadio adulto diventa una passeggiata (parleremo anche di questo nei prossimi numeri, contenti?). Insomma, Artemia mette d'accordo pesci dolci e marini, grandi e piccini, oltre ad essere un'esperienza avvincente, a tu per tu con dei veri e propri “dinosauriâ€?... Cosa aspettate ad iniziare il vostro piccolo allevamento? Buon appetito! Collezione di setacci per Artemia, artigianali e non
Il metodo del tubo
In questo numero sono indicati i i concetti teorici del metodo del tubo, applicabile a vari ciclidi tra cui gli scalari
di Antonio Gioia, prima parte
La finalità
di questo mio
discus, richiede ulteriore sperimentazione prima
scritto
di poter essere usato senza rischi.
deve
ricercarsi nel desiderio, già manifestato in altra
Ora però entriamo nel merito: sappiamo bene
sede, di condividere una nostra esperienza, spe-
che la maggior parte delle deposizioni, nostro
rando che altri possano ripercorrere il nostro
malgrado, hanno un esito non sempre favorevo-
cammino e migliorare i risultati ottenuti, per poi
le. Troppo spesso le uova diventano bianche
renderli pubblici a vantaggio di tutti. Parlo al
oppure non si schiudono nella giusta quantità.
plurale perché, come ormai avviene da anni,
Perché avviene ciò? Si parla di rapporto osmo-
siamo in due a condividere questa passione, io
tico errato, spettro ionico non corretto, più
(lo scrivente) e l’amico Francesco Barletta.
genericamente di valori dell’acqua sbagliati: tutti
Preciso sin d’ora che questa nostra esperienza
concetti corretti ma di fatto molto astratti e dif-
è da considerarsi tale: nulla di scientifico inten-
ficilmente concretizzabili metodicamente, alme-
diamoci, solo una prova, un tentativo come
no per noi allevatori amatoriali.
tanti.
Il nostro chiodo fisso, almeno negli ultimi anni, è
Noi, di fatto, non abbiamo inventato nulla o
stato (ed in parte lo è ancora) quello di ottene-
quasi. L’idea l’avevamo già notata in rete, ma
re sempre condizioni tali da ottimizzare le
abbiamo deciso di utilizzarla a modo nostro
schiuse senza perderne nessuna.
(anche perché come ci era stata proposta non
Test del metodo in una delle 14 covate di discus
funzionava, almeno nelle nostre vasche). In altre parole l’abbiamo modificata tenendo presenti alcune nostre simili esperienze precedenti. Abbiamo sperimentato questa tecnica su 14 covate di discus e su molte altre di scalari ed i risultati sono stati quasi identici in ogni covata: per certi versi discretamente buoni, per altri totalmente negativi. A questo riguardo, preferiremmo non anticipare risultati che verranno presentati in futuro, ma in sostanza si tratta di un metodo che sembra funzionare senza effetti collaterali negativi nel caso degli scalari, mentre nel caso dei discus, pur essendo altrettanto efficace per quanto riguarda la schiusa delle uova, potrebbe essere la causa dell’alta mortalità da noi osservata nelle fasi successive di accrescimento. In sostanza, appare come un metodo senz’altro promettente ma che, nel caso dei 35
Nel caso dei discus togliere le uova alla coppia significa procedere ad un accrescimento completamente artificiale e la cosa non è sempre accettabile
Ovviamente, se parliamo di discus, a noi non
ebbe modo di tarare le dosi risolvendo questo
interessa utilizzare una tecnica che snaturi il
problema.
processo riproduttivo: in qualità di appassionati
Con i discus la cosa era diversa ed in pratica
riprodurre artificialmente non ci soddisfa total-
non applicabile. Francesco con gli scalari prele-
mente, non vogliamo rinunciare al gusto di
vava le uova e le lasciava schiudere in una
ammirare la nuvola di avannotti che si nutrono
vaschetta predisposta, dove aveva dosato l’anti-
del secreto della cute dei genitori, né privarci
batterico, ma con i discus togliere le uova alla
della vista delle affascinanti cure parentali.
coppia significava procedere ad un accrescimen-
Qualche anno fa Francesco aveva verificato che
to completamente artificiale e la cosa non era
utilizzando dei biocondizionatori a base di anti-
di nostro gradimento.
batterici si riusciva ad ottenere una schiusa
A questo proposito un giorno, navigando in
migliore. Questa certezza l’aveva ottenuta alle-
internet, notai un video nel quale un allevatore
vando con successo più coppie di scalari. Ma un
(piuttosto famoso) spiegava come interveniva
solo riscontro negativo si era verificato: laddo-
utilizzando un tubo in plexiglass trasparente
ve il dosaggio superava certe concentrazioni, si
chiuso alla base, nel quale immergeva il cono, sul
verificavano delle “malformazioni” prettamente
quale le uova erano state appena deposte, sepa-
estetiche. Gli scalari, man mano che crescevano,
randole così dal resto della vasca nella quale
mostravano un’accentuata gibbosità sulla fron-
nuotavano i riproduttori.
te; per questo li definimmo scherzosamente
Il vantaggio di questa tecnica era quello di poter
“scalari testa di leone”. Francesco nel tempo
separare ermeticamente le uova immergendole 36
in una soluzione ad hoc, lasciandole però sem-
te, riteniamo di aver acquisito tutti i dati neces-
pre visibili alla coppia di discus.
sari a trarre delle conclusioni.
Il sistema, valido nell’idea, così come era presen-
Preciso che con i discus le schiuse sono state
tato si mostrava inutilizzabile nelle nostre
sempre ottime, talvolta eccezionali, (in media
vasche, a causa del ridotto spazio a disposizione
sul 90%), i piccoli allo stadio larvale non presen-
per manovrare; inoltre risultava scomodo quan-
tavano alcun problema e al nuoto libero si
do, dopo la schiusa, bisogna togliere il tubo per
attaccavano tranquillamente ai genitori. L’acqua
lasciare le larve alla cura dei genitori.A prescin-
utilizzata poteva avere i valori più disparati,
dere dai problemi operativi, pur seguendo alla
abbiamo avuto schiuse ottime anche con pH 8
lettera le istruzioni dell’allevatore non si schiu-
e conduttività sui 500 ms, KH 12, GH 21 (acqua
se neanche un uovo.
della nostra rete): anche in questo caso nessun
Ben presto con Francesco riuscimmo a perso-
problema ad attaccarsi.
nalizzare il sistema realizzando un disco in
In altre parole eravamo sicuri di avere trovato
teflon munito di guarnizione O’Ring da utilizzare
una tecnica ottimale. La trasparenza del tubo
come base e tappo ermetico. Con questo siste-
permetteva ai riproduttori di non perdere il
ma potevamo davvero isolare le uova e, nel con-
contatto con le uova (in nessuna delle schiuse si
tempo, con una semplice operazione manuale
sono verificati fenomeni di cannibalismo dopo
risistemare il tutto. Avendo risolto il problema
aver tolto il tubo), nel contempo utilizzando
“operativo”, non ci restava che applicare il
l’antibatterico annullavamo quasi totalmente la
nostro metodo. Alla fine, dopo molteplici cova-
carica batterica nell’acqua di coltura delle uova.
Il metodo sviluppato dall’autore permette di ridurre la mortalità degli embrioni di scalari e raggiungere elevati livelli di schiusa 37
In qualsiasi acqua (che ovviamente abbia valori ragionevoli) purchĂŠ si abbatta la carica batterica la schiusa avviene e i piccoli si attaccano comunque
La riproduzione degli scalari è sempre un momento di grande emozione. Con le informazioni fornite in questo e nel prossimo numero di aquariophylia diventa anche abbastanza facile
valori accettabili per le specie in questione) purché si abbatta la carica batterica la schiusa avviene e i piccoli si attaccano comunque. Ribadisco che non si tratta di dati scientifici ma di considerazioni basate esclusivamente sull’osservazione di risultati ottenuti operando empiricamente e che in questa luce vanno interpretati, senza nessuna pretesa di confrontarli con Questo dato ci ha fatto riflettere molto. In pra-
studi effettuati con rigore scientifico.
tica, nelle nostre riproduzioni, le schiuse avveni-
Per ora terminiamo qui il discorso e vi lasciamo
vano in acqua dai valori più diversi (gli stessi
il tempo di meditare sui concetti sin qui espo-
valori con i quali normalmente non si sarebbe
sti, in modo da essere pronti, tra un mese esat-
schiuso neanche un uovo). Da sempre abbiamo
to, ad apprendere le tecniche necessarie all’ap-
ritenuto che il giusto equilibrio dei valori, il rap-
plicazione di questo metodo innovativo. Vi
porto osmotico, ed altri fattori influenzino il
diamo dunque appuntamento al prossimo
risultato finale, ma nelle nostre prove tutto ciò
numero di Aquariophylia per scoprire i dettagli
si è rivelato quasi ininfluente. Il dato oggettivo è
tecnici di questo metodo, applicato alla riprodu-
questo: in qualsiasi acqua (che ovviamente abbia
zione degli scalari, con alcuni esempi pratici.
PER VOI NEGOZIANTI! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
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MALAYSIA:
viaggio alla ricerca di biotopi e pesci d’acquario Francesco Denitto, prima parte PREMESSA
Mi ero già recato più volte nel sudest asiatico in qualità di giudice di gara ad alcuni dei tanti concorsi del discus che vengono organizzati in quell’angolo di mondo. Tuttavia, i pochi giorni disponibili ed i tanti impegni che l’incarico richiede, mi avevano sempre fatto desistere dall’organizzare un’esplorazione negli ambienti naturali di quelle zone. Durante un mio viaggio nel Novembre 2008 a Kuala Lumpur, capitale della Malaysia, l’amico Heiko Bleher, anch’egli presente lì per il mio stesso motivo, mi propose di utilizzare parte del nostro soggiorno per raggiungere qualche biotopo acquatico alla ricerca di pesci d’acquario. Dato che gli impegni
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concorsuali erano già stati espletati, accettai di buon grado la proposta. Nel giro di 24 ore mi ritrovai assieme a Heiko e Natasha in viaggio verso il cuore della penisola malese. Obiettivo del nostro breve tour, che ci avrebbe portato in giro per due giorni, percorrendo in auto circa mille chilometri, era quello di vedere ciò che resta della foresta tropicale primaria, un tempo vera padrona incontrastata di quel territorio. Ovviamente, il nostro interesse era anche quello di individuare qualche biotopo acquatico dove poter catturare alcune delle tante specie d’acquario originarie di quei luoghi. Alle 7 del mattino iniziò così il nostro viaggio.
In viaggio
presenza di acqua che scorre, lenta o veloce, nei numerosi corsi d’acqua alimentati dalle piogge tropicali. E dove c’è acqua, ci sono pesci… In un tempo non molto lontano, quasi la totalità della penisola malese era ricoperta da foreste naturali. La biodiversità floristica e la densità di vegetazione per unità di superficie erano tra le più alte del pianeta. In questo regno verde si registrava un altrettanto elevato numero di specie animali, molte delle quali del tutto ignote alla scienza. Purtroppo, come sta accadendo anche in
Prima di vedere qualche albero selvatico e tipico della foresta primaria bisogna percorrere diversi chilometri, salendo sempre di più sulle alte colline e lasciandosi alle spalle i centri abitati più popolosi vicini alla costa. Dirigendosi verso il cuore della penisola malese, ben presto si incontrano solo piccoli villaggi e sparute case che fanno capolino ai bordi della tortuosa strada che, come un lungo serpente, si insinua nella foresta. Il motivo di così tanto “verde” è ovviamente l’abbondante
Frutto della palma da olio
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Disboscamento
Alberi del cucci첫 Alberi del caucci첫: estrazione del lattice
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Palme da olio 45
altri paradisi terrestri, l’antropizzazione si sta diffondendo rapidamente e le foreste primarie stanno velocemente e forzatamente cedendo il posto ad immense piantagioni di alberi di caucciù importati dal Sud America e palme da olio. È necessario costeggiare centinaia di chilometri di monotone distese coltivate prima di lasciarsi alle spalle la prova di come la specie umana sia in grado di stravolgere in breve tempo l’ambiente naturale.
resco centro abitato nello Stato di Pahang (la Malaysia si divide in più Stati, n.d.a.), nel cuore della foresta. Lì avremmo passato la notte ed il giorno dopo, di buona lena, avremmo cominciato il nostro giro alla ricerca di pesci d’acquario. La strada saliva lentamente e, dopo circa tre ore di viaggio, cominciammo ad intravedere sprazzi di vegetazione naturale non ancora inghiottita dalle attività umane. Tra gli alberi si scorgevano fiumiciattoli e ruscelli mentre dalle pareti rocciose emergevano bellissime cascate che portavano più a valle enormi quantità d’acqua.
La foresta
Nostra tappa finale della lunga giornata sarebbe stata Kuala Lipis, un pittoForesta
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Foresta
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Variopinte farfalle svolazzavano tra le orchidee selvatiche che crescevano sino ai bordi della strada, mentre il canto di uccelli a noi invisibili proveniva dalle folte chiome dei grandi alberi sempreverdi. La sensazione che si prova in quei momenti è quella di essere spettatori di un documentario naturalistico come tanti se ne possono vedere in tv. La differenza tra le due situazioni è che, nel mio caso, interveniva uno dei cinque sensi che inevitabilmente manca guardando la tv: l’olfatto. Gli odori che si percepiscono nell’aria, riportano alla realtà proiettandoti in un documentario vissuto in prima persona. È una sensazione fantastica! Dopo alcune soste in prossimità di una cascata e per bere un “originale” caff è alla fragola (scoprii così che in questa zona si coltivano le fragole!) accompagnati dalla sera ormai arrivata, raggiungemmo Kuala Lipis.
Serra di fragole
Kuala Lipis
Bagnata dai fiumi Jelai e Lipis (che dà il nome alla città) che qui confluiscono (“kuala” significa “confluente”), Kuala Lipis è una piccola cittadina, con una popolazione di circa 20.000 anime. Prima della colonizzazione inglese,
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avvenuta nel 1887, era un importante centro di raccolta dell’oro. Tra il 1898 ed il 1953 divenne capitale dello Stato di Pahang e visse il periodo di massima prosperità subito dopo il 1924, anno in cui fu ultimata la ferrovia che agevolò gli scambi commerciali con il resto del paese. In questo periodo furono costruiti imponenti palazzi coloniali adibiti ad uffici distrettuali e scuole inglesi, oggi trasformati in musei e hotels, rimasti a testimonianza dell’era dorata che visse la (odierna) sonnacchiosa cittadina. Dopo aver trascorso una notte in un albergo di Kuala Lipis, penso di esser pronto per dormire in qualunque bettola del pianeta. Decine di gechi correvano all’impazzata sui muri dei corridoi
Scorcio di Kuala Lipis
Fiume Jeali in Kuala Lipis 49
Ingresso dell’hotel a Kuala Lipis
Toilette dell’hotel a Kuala Lipis
e delle camere da letto all’inseguimento di centinaia di insetti che volteggiavano nei pressi delle luci al neon. Uno dei rettili aveva anche pensato di lasciare un ricordo sul cuscino del mio letto. Valeva dunque la pena di non pensarci troppo e, girato il cuscino dal lato pulito (spero), mi abbandonai nelle braccia di Morfeo in attesa del nuovo giorno (le foto a corredo, vi daranno un’idea dell’ameno luogo ove trascorremmo la notte, n.d.a.). E luce fu… Di buon’ora partimmo per la nostra giornata “full immersion” nella natura malese. Ma di questo vi parleremo nel prossimo numero, quando entreremo nel vivo del discorso per aiutarvi a conoscere i biotopi di questo Paese incredibilmente vario e (CONTINUA NEL PROSSIMO NUMERO) biodiverso.
Un libro messo in commercio dalla Harbound introduce alla teoria e alla pratica della coltura di pesci in Cina. Si tratta di riproduzione, alimentazione, genetica e tecniche di allevamento. L’allevamento è effettuato in laghetti, riserve di pesca, vasche e gabbie. Vengono prese in considerazione sia specie destinate all’alimentazione, sia specie adatte per acquari e vengono descritte anche le parassitosi più frequenti. Un volume che potrà rappresentare un eccellente aggiornamento per tutti coloro che si occupano o desiderano occuparsi della riproduzione e dell’allevamento commerciale di pesci tropicali. 50
vai col...
ww w
link!
a cura di Mario Loffredo
In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 52
Oggi parliamo di…
CIBI VIVI
L’alimentazione di pesci ed invertebrati è uno degli elementi fondamentali per ottenere successi con l’acquario marino e d’acqua dolce, senza contare che essa rappresenta uno dei momenti topici, più intensi e divertenti per qualsiasi appassionato. I cibi secchi e congelati possono costituire una soluzione “comoda” e pratica per tutti i giorni, ma somministrare alimenti vivi è un’altra cosa! Significa vedere i pesci nelle loro condizioni naturali, inseguire una preda e gustarla proprio come farebbero nei loro ambienti d’origine. Esistono numerosissimi alimenti vivi la cui coltura potrà rappresentare un’ulteriore fonte di divertimento per l’appassionato e per questo motivo abbiamo iniziato in questo stesso numero una serie di articoli, dedicati a que-
sto argomento e che vi accompagneranno nei prossimi mesi. D’altra parte a questo riguardo c’è tanta letteratura interessante anche in rete, e molti potranno trovare interessante esplorare internet alla ricerca di idee e suggerimenti per far felici i loro ospiti d’acquario. Per questo motivo vogliamo iniziare con una sorta di survey dei cibi vivi. Come sempre il nostro esperto ha selezionato per voi, in varie lingue, dei siti “sicuri” nel senso che contengono informazioni accreditate o, almeno, accettabili. In questo modo potrete facilmente orientarvi tra Artemia, Chironomus, Dafnie e Bigattini senza perdere il controllo della situazione e con la certezza di seguire consigli affidabili. 53
A QUESTO PUNTO NON VI RESTA CHE CLICCARE SUI LINK E‌ BUONA LETTURA! http://www.gaem.it/content/view/58/111/ http://acquariando.blogspot.com/2004/02/cibo-vivo-artemie-dafnie-e.html http://www.discuspassion.net/articoli/dafnia.-il-cibo-vivo-ideale-per-discus/ http://www.acquariando.info/acquario-marino/artemia-salina-brine-shrimp-cibo-vivo-per-pesci-e-avannotti/20/ http://www.reefsnow.com/store/index.php?main_page=product_info&products_id=49 http://www.acquaportal.it/ARTICOLI/Dolce/Alimentazione/infusori_dafnie/default.asp http://www.blipper.it/italian-live-food.html#url=det http://www.ithobbyacquari.org/index.php?option=com_content&view=article&id=45:cibo-vivo-esperienzecon-i-lombrichi&catid=45:articoli&Itemid=53 http://www.gaem.it/pubblico/articoli/cibovivo/paramici.htm http://www.vergari.info/cibovivo_bigattini http://www.acquaportal.it/_ARCHIVIO/ARTICOLI/artemia.asp http://www.reefsnow.com/store/index.php?main_page=product_info&products_id=47 http://www.reefitalia.net/forums/showthread.php?t=3403 http://www.aiam.info/05/articoli/mlof_rotiferi.htm http://www.scubla.it/pagine_acquacoltura/Gruppo_G/sistemi_coltura_rotiferi.php http://www.tropicalfish.it/livefood/html/infusori.htm http://www.caebonlus.it/wp/articoli/erpetologia/il-cibo-vivo/ http://bettabutterfly.altervista.org/Alimentazione.htm http://www.aiam.info/index.php?option=com_content&view=article&id=149:il-plancton-fatto-incasa&catid=61:riproduzioni-ed-allevamento&Itemid=92 http://www.advancedaquarist.com/issues/sept2003/breeder.htm http://www.seahorse.org/library/articles/SeahorseFoods.php http://www.archersdiscus.com/whiteworms_9.html http://www.archersdiscus.com/whiteworms_9.html http://www.tfhmagazine.com/blogs/?p=247 http://fish.suite101.com/article.cfm/make_your_own_fish_food http://www.livefishfoodshop.com/ http://www.fishandfins.co.uk/live-aquarium-food.htm http://www.livefoodcultures.com/whylivefoods.html http://www.fishchannel.com/freshwater-aquariums/fish-food/fish-food-daphnia.aspx
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http://www.well.com/~debunix/fish/LiveFoodCultures.html http://www.reefworks.co.uk/default.asp?section=454&subpage=4157 http://www.thekrib.com/Food/worms.html http://www.labyrinthfische.de/html/muckenlarven.html http://www.microgravity-systems.com/aquaristikinfo/aquaristik/aquarium_lebendfutter.htm http://www.aquariumwissen.de/Lebendfutter.php http://www.fischauge.net/beitraege/futter/lebendfutterselberzuechten.php http://www.korallenriff.de/artikel/331_Zucht_von_Artemia_Salina.html http://www.meerwassernachzuchten.de/zoophyto/brachionus.html http://www.mwaq.ch/brachionus_zucht.html http://www.kampffischnet.de/home/futter/futterzucht/index.php3 http://ichthyotrophic.pl/lebend_de.html http://www.aquaticjewels.de/index.php?page=Thread&threadID=1269 http://www.aqua-2000.de/article.php?story=20090507103017748
QUESTO NON MI CONVINCE
!
"
QUESTO NON MI CONVINCE
QUESTO NON
Questo non mi convince... In questa sezione della rivista tratteremo di prodotti che hanno, per un motivo o per l’altro, riscosso poco successo presso singoli acquariofili. Avete acquistato una pompa centrifuga che vi è esplosa tra le mani? Avete usato un mangime che ha ucciso tutti i pesci in poche ore? Avete utilizzato un medicinale che non ha risparmiato neppure i pesci in ottima salute? Scriveteci una lettera con le vostre impressioni e cercheremo di chiarire l’accaduto. Innanzitutto effettueremo noi stessi una prova del materiale incriminato, per accertare che le vostre prime impressioni non siano state dettate da un uso sconsiderato o da errori di utilizzo. Successivamente cercheremo di offrire pareri e possibili soluzioni, che potrebbero rivelarsi utili per gli stessi produttori. Ma cercheremo soprattutto di offrire un servizio agli appassionati tutti, per evitare che subiscano le stesse catastrofiche conseguenze. Nel caso di errori di utilizzo, ovviamente, potremo informare i lettori per evitare di inciampare negli stessi ostacoli. Questo potrà servire a “salvare” prodotti ed accessori che potrebbero essere caratterizzati da ottima qualità, ma essere utilizzati erroneamente, a causa di scarsa informazione o errata comunicazione da parte del fabbricante. Fatevi avanti, dunque: siamo qui per accettare e discutere le vostre critiche! Le vostre sdegnate lettere potranno essere inviate direttamente al sito web o per posta, in redazione. Vi saremo grati per la vostra collaborazione.
a cura della redazione
Questo
mese non abbiamo ricevuto contributi relativi a questa sezione. Vi ha convinto tutto? Non ne siamo certi, ma siamo sicuri che se
non contribuirete con vostre lettere in questa sezione non potremo affrontare nuovi argomenti. Peraltro non abbiamo ricevuto vostri contributi neppure per la sezione “questo mi è piaciuto” e non abbiamo dunque l’occasione di recensire nuovi prodotti utili per tutta la comunità degli acquariofili. Lo sapete bene oramai: aquariophylia vuole promuovere la formazione di una comunità attiva e senza il vostro contributo diretto non potremo realizzare questo sogno. Attendiamo dunque le vostre lettere: nessuno può sentirsi escluso, se desidera continuare a leggere una rivista di questo livello! 56
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piante acquatiche
Info: http://www.tfitalianaquariumplants.com/old_site/schede_piante/m024-b.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Anubias coffeefolia: da gustare senza innervosirsi
Q
uesto mese vogliamo proporvi una piantina che stenta ancora ad espandersi nei negozi specializzati, ma è disponibile in varie città Italiane e, generalmente, offre grandi soddisfazioni all’acquariofilo: Anubias coffeefolia. Caratterizzata da foglie grandi e
tondeggianti, molto increspate e lucide, può fare bella mostra di sé in qualsiasi ambiente acquatico. Come altre specie del genere Anubias, la coffeefolia è caratterizzata da crescita 58
lenta ed è adatta ad essere ospitata nella parte intermedia della vasca. È resistente e caratterizzata da esigenze contenute, essendo molto robusta se coltivata in condizioni adeguate. Le piantine più giovani sono spesso caratterizzate da foglioline di colore
robuste, facilmente adattabili, resistenti, adatte anche alla vita emersa, ideali per ciclidi e brucatori
rosso mattone. Quando diventano più grandi e mature il loro colore cambia, divenendo più scuro e brillante. Questo rende la specie ideale per creare punti di interesse in acquario. Originaria delle regioni tropicali dell’Africa,
non reagiscono molto alle somministrazioni di CO2, necessitano continue fertilizzazioni con ferro, si ricoprono di alghe se sovra-illuminate
questa specie vive in fiumi, torrenti e paludi. Le Anubias vegetano bene in acquario, sia piantate nel substrato, sia collocate su sassi o legni. Hanno bisogno di luce media, ma possono vivere anche ad irradianze molto basse. Se la luce è eccessiva le foglie possono ricoprirsi di alghe epifite, dal momento che la persistenza delle foglie sul picciolo è molto lunga ed il turn-over abbastanza lento. È necessario fertilizzare l’acqua ed il fondo con composti a base di ferro, per ottenere una crescita soddisfacente. È interessante
in questione diventano preziose in qualsiasi
notare che la maggior parte delle Anubias,
acquario d’acqua dolce, ma in particolare
come molte piante a crescita lenta, non
nelle vasche contenenti ciclidi ed altri erbivo-
mostra grande aumento di produzione in
ri e scavatori.
risposta alla fertilizzazione con anidride car-
Si propagano in acquario lentamente, ma
bonica.
facilmente, per talea ed è fondamentale evi-
Nel complesso, Anubias coffeefolia è ben
tare di soffocare con substrati sottili i rizomi
adattabile in un ampio range di pH, durezza
striscianti.
e irradianza. In aggiunta, i pesci erbivori non
Peraltro queste piante coriacee possono
amano brucare le Anubias, a causa delle
essere coltivate anche in condizioni semi-
foglie coriacee e probabilmente di gusto
emerse o totalmente emerse e questo per-
poco gradevole. Per questo motivo le piante
mette di utilizzarle per paludari e terrari. 59
piante acquatiche
Anubias linea cup:
Info: http://www.anubias.com/index.php?option=com_content&view=article&id=47&Itemid=115&lang=it
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
tazze verdi per prati rigogliosi
V
ent’anni fa le piante erano ancora vendute “sciolte”: il negoziante ti pescava un paio di Elodee dal fondo sabbioso, proponendole ad un prezzo unitario! Giunsero poi le piante in vasetto e tutto cambiò in meglio. Si può scegliere il proprio vasetto, certi che il contenuto sia stato assortito precedentemente da un’azienda specializzata e potendo con grande semplicità liberare le radici dai panetti di spugna prima di disporre le piante in acquario. Anubias ci propone un ulteriore passo avanti con le piante… in tazza. In effetti abbiamo sperimentato tutti le difficoltà insite nel prelievo di alcune tipologie di piante (pensiamo alle minuscole piantine da prato) dai classici panetti di spugna minerale. Le radici bianche penetrano profondamente ed il tentativo di staccarle ci impone di romperle in parte, oppure disporre sotto la sabbia porzioni della spugna fertilizzata, con tutti i danni conseguenti (eccesso di nutrienti, sviluppo conseguente di alghe infestanti, ecc.). L’innovazione “in tazza” proposta da Anubias va proprio in questa direzione. Alcune tipologie di piantine da acquario vengono distribuite in un apposito vasetto di plastica contenente una gelatina nutriente. La gelatina 60
assicura innanzitutto che le piantine giungano all’utente nelle condizioni migliori. Si tratta infatti di vegetali molto delicati che possono essere danneggiati da successive manipolazioni e necessitano di un pool di nutrienti bilanciato. Nella tazzina è contenuta una gelatina nutritiva che produce un micro-ambiente fertilizzato, ideale per la sopravvivenza della piantina sino al momento in cui viene disposta in acquario. In questo modo le piante sopravvivono benissimo in negozio e giungono in acquario, anche dopo settimane, come se fossero state appena prodotte. Inoltre, la gelatina nutritiva è molto delicata e va via rapidamente se la piantina è disposta sotto un getto d’acqua tiepida. È sufficiente dunque trattenere il contenuto della tazza sotto un getto d’acqua di rubinetto (meglio se sostenuto in un colino a maglie larghe) per eliminare totalmente il substrato ed ottenere piantine robuste, sane, prive di danneggiamenti. In alternativa, abbiamo provato a tenere strette le piantine tra le dita e scuotere la base con la gelatina in una bacinella piena d’acqua: il gel si stacca in due secondi! Successivamente le piantine possono essere ridotte in piccoli gruppi, separando le radici avviluppate, e disposte nel fondo dell’acquario mediante una pinza lunga, pronte ad espandersi. Suggeriamo innanzitutto di utilizzare acqua non gelida per questa operazione, perché ciò potrebbe danneggiare le piante. Meglio evitare anche l’acqua calda, ovviamente: non vogliamo piantare vegetali bolliti! È importante però eliminare completamente la gelatina nutritiva, per evitare che essa sia attaccata da funghi e batteri opportunisti, che potrebbero rendere l’acqua lattiginosa. La gelatina (probabilmente agar o un simile composto) potrebbe inoltre essere ingerita da invertebrati e pesci. Essendo indigeribile, potrebbe produrre fastidi all’intestino. D’altra parte eliminarla totalmente
facili da utilizzare, robuste sino al momento dell’uso, integre al momento della messa in terra
è indispensabile eliminare totalmente il substrato gelatinoso per evitare problemi all’acquario, sciacquando le piante sotto un getto d’acqua o scuotendole in una bacinella
sotto il getto d’acqua (o nella bacinella) è facile e rapido. Non c’è motivo per non farlo accuratamente. Queste piante costituiscono effettivamente una risorsa interessante per l’acquariofilo che voglia realizzare un acquario erborato. Ovviamente, per ottenere un prato fitto, sarà anche indispensabile fornire illuminazione adeguata, diretta sul fondo mediante appositi riflettori. In caso contrario, anche le piante di qualità migliore finiranno per deperire, col tempo. 61
(http://www.askoll.it/askolluno/askolluno_scheda_acq.aspx?prd_cat_id=28&clg_id=1&bus_id=2&Name=Sistemi%20filtranti&prd_id=388).
pompe & filtri
Info: http://www.askoll.it/askolluno/newssingle.aspx?bus_id=2&id_news=30 PDF modelli G3 e G6:
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Askoll Kubo:
C
un po’ più di un filtro
onfessiamo che il compito di recensire con cura le qualità di un accessorio di questo livello appare un po’ pretenzioso, data la scarsa familiarità e le poche esperienze che abbiamo accumulato al riguardo. D’altra parte, abbiamo avuto l’occasione di “maneggiare” questo filtro (anche se definirlo tale è quasi riduttivo) e sentiamo il dovere di riportare le nostre prime impressioni a caldo. Nei prossimi numeri i lettori stessi potranno aggiungere dettagli che ci siano sfuggiti o correggere eventuali impressioni errate.
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Il nome spiega bene l’aspetto: un piccolo cubo nero dotato di monitor anteriore per il controllo delle varie funzioni e per una diagnosi accurata di quanto sta accadendo in acquario. Il filtro è infatti dotato di un innovativo sistema di controllo denominato Hydrotech, che permette un monitoraggio in continuo delle sue funzioni e delle caratteristiche dell’acqua. In pratica, esso ci dice se stiamo effettuando manutenzioni corrette, se la portata (in base allo stato di intasamento delle spugne), la temperatura e la conduttività si mantengono su livelli accettabili. Il display permette addirittura di monitorare in grafico i principali parametri di interesse (portata, conduttività, temperatura) registrati nel tempo e di impostare valori di riferimento, superati i quali visualizza un messaggio di allerta. Sono disponibili due modelli: G3 (per acquari da 150-300 litri) e G6 (per acquari da 300-600 litri), con diversa prevalenza, portata e potenza assorbita. Per una descrizione esauriente delle caratteristiche potrete scaricare il pdf disponibile sul sito del produttore (vedi link in questa pagina). Il coperchio contiene la pompa centrifuga, totalmente insonorizzata grazie ad un particolare sistema di protezione. Per questo motivo, il filtro può essere disposto persino in locali dove si dorma, senza produrre fastidio (a meno di essere ipersensibili… ovviamente!). Smontare il coperchio per accedere ai materiali filtranti è semplicissimo e la pulizia degli stessi si completa in pochi minuti, dopodiché potremo richiuderlo facilmente ed ammirare le nuove performances, sul display, immediatamente dopo la riattivazione del filtro. Il filtraggio meccanico, peraltro, inizia con una particolare cartuccia di tessuto sottile ad ampia superficie. Questo garantisce da un lato un lungo periodo di autonomia tra due manutenzioni successive, dall’altro una perfetta filtrazione fine, tale da eliminare anche il particellato sottile dall’acqua. Si tratta di una tecnologia innovativa, già in uso negli impianti di acquacoltura ma ancora poco diffusa nel mondo degli acquari. Il passaggio attraverso i materiali chimici è univoco, in modo da evitare reflussi che possano produrre cadute di efficienza in condizioni di elevato intasamento. Il filtraggio biologico è affidato a materiali di diversa taglia (ambiente biologico diversificato), ad elevata superficie. In definitiva, questo accessorio appare come qualcosa in più di un semplice filtro ed è destinato ad
appassionati con elevate pretese in termini di efficienza, eleganza e semplicità d’uso. In effetti, gli acquari che abbiamo visto serviti da questo filtro si presentavano particolarmente luminosi, con acqua limpida e cristallina. Test più approfonditi e replicati sarebbero necessari per definire con certezza le potenzialità di questo sistema, ma i lettori stessi, con i loro contributi futuri, potranno permettere di capire meglio quali siano le effettive aspettative che dobbiamo porre in questo piccolo gioiello. Senza dubbio la forma cubica e compatta permette un facile posizionamento nel tavolino dell’acquario. Senza dubbio la semplicità d’uso e la presenza del “divertente” monitor ci permetteranno di fare piacevoli ed interessanti esperienze. In definitiva: si tratta di un bel regalo, per chi riesca ad ottenerlo!
bello, compatto, efficiente, facile da manutenere, futuristico nella forma e nelle funzioni
il prezzo è proporzionato alla complessità tecnologica dell’apparato. Le potenzialità meccaniche e chimiche, come in qualsiasi filtro esterno, sono predominanti rispetto a quelle biologiche
63
Info: http://www.ceabacquari.it/prodotto.jsp?prodottoID=331
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA illuminazione
chiara, dolce, fresca luce
CEAB Aqua&Led:
64
C
ostituisce lo stato dell’arte nella scienza dell’illuminazione per acquari mediante diodi luminosi. Questo
impianto di illuminazione è caratterizzato da bassissimo consumo, elevatissima efficienza luminosa, massima sicurezza (funziona a basso voltaggio). Accenderlo è facile! Osservare l’acquario illuminato da queste
efficiente, elegante, delicato, sicuro, durevole, adatto per piccoli acquari
radiazioni penetranti e naturali dà le stesse sensazioni dell’ascoltare una sinuosa sinfonia di Debussy! Ebbene sì, l’abbiamo visto e ce ne siamo innamorati. Ideale per produrre mini-acquari e micro-reef, oppure magnifici
non adatto per grandi vasche. Prezzo più elevato rispetto a quello dei concorrenti orientali
ambienti per l’allevamento delle Caridina; data la sua eleganza e la semplicità delle linee potrà fare bella mostra di sè sulla scrivania del professionista così come nella camera dei bambini. Un impianto di illuminazione di questo tipo, di lunga durata (garantito per circa 40.000 ore!) e massima sicurezza, lascia ampio spazio all’immaginazione dell’hobbista. Certamente esistono impianti a luce LED prodotti da aziende dagli occhi a mandorla, dal prezzo estremamente competitivo. In quel caso però le linee sono general-
scrivania? Magari iniziando oggi stesso a
mente meno eleganti. La durata è inferiore a
mettere da parte piccoli risparmi? Oppure
causa del frequente surriscaldamento. La
richiedendolo in regalo per il prossimo com-
sicurezza d’uso è solitamente meno curata.
pleanno?
In fondo l’acquario è un hobby ed è bello
A voi la scelta, ovviamente, perché ogni
porsi degli obiettivi ambiziosi. Perché non
acquariofilo ha delle proprie esigenze, ed
considerare la possibilità di acquistare un
utenti diversi potranno prediligere la conve-
accessorio elegante come questo, e poi
nienza economica all’eccellenza costruttiva.
goderselo in silenzio, apprezzandone l’ele-
Noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta, con
ganza delle forme ed il profumo di nuovo
un unico dubbio: useremo il modello da 7 o
emesso alle prime accensioni, sulla propria
quello da 9 watt? 65
accessori
Info: http://www.reef-one.com/biorb-accessories/biorb-timer.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Reef-One BiOrb timer: l’uovo del tempo
B
iOrb è il nome di una linea estremamente interessante prodotta da Reef-One. Più che una linea potremmo definirla “filosofia” di acquari. Potrà piacere o meno, essendo costituita totalmente da plastiche di varie qualità e fogge, ma non si può negare che
abbia una personalità forte e decisa. Vasche di forme non convenzionali ed accessori di aspet66
to astruso convivono per produrre set di elevata
qualità
tecnologica,
dall’aspetto
“casual”. Il tutto è condito da piante in plastica e coloratissimi oggetti d’arredamento, per cui potrà apparire inadeguato agli amanti dell’acquario “naturale”. L’acquario BiOrb attrae però come oggetto d’arredamento e
ricorda le operazioni principali, così da non doverle tenere a mente. È elegante, morbido, divertente
non si può negare che l’elevata qualità tecnologica degli accessori garantisca un ambiente eccellente agli organismi acquatici. Dunque il purista potrà storcere il naso per il contesto inusuale ed artificiale, non per le
serve per operazioni di base dell’acquariofilo medio e non appare abbastanza duttile per un uso professionale
condizioni di vita di pesci e piante, garantite dalla qualità dei componenti. Oltre alle vasche ed ai sistemi fondamentali (di illuminazione, filtraggio, ecc) BiOrb comprende una linea di accessori stravaganti, ma efficienti. È il caso del timer, a forma di uovo (o di mouse, per gli appassionati di computer) che l’azienda propone. Stabiliamo subito che non si tratta del “solito” timer per le luci: sarebbe ovvio e scontato! Si tratta invece di un timer per l’acquariofilo. Lo avverte della
È un piccolo accessorio soffice al tatto ed
necessità di alcune operazioni periodiche,
elegante da osservare, che potrà dunque
evitandogli così di preoccuparsene anzitem-
essere posizionato in qualsiasi ambiente
po. In particolare, ha tre orologi interni che ci
domestico (non necessariamente presso
rammentano di alimentare i pesci, sostituire
l’acquario) perché oltre a fornire utili presta-
parte dell’acqua o pulire il filtro. In questo
zioni costituisce un gradevole oggetto d’arre-
modo gli abitanti dell’acquario non rischie-
damento. Al momento dell’allarme, dei gra-
ranno più dimenticanze da parte del loro
devoli LED cominciano a lampeggiare e per
amico umano, ma, soprattutto, ci si potrà
fermarli basterà toccare uno dei tre bottoni,
distrarre e rilassare, sapendo che un efficien-
specifici per ogni funzione. L’acquariofilo può
te segretario è pronto ad avvertirci delle loro
regolare opportunamente ogni singolo timer
necessità, al momento giusto.
con semplicissime operazioni. 67
alimenti
SHG microperle:
prelibatezza miniaturizzata per minuscoli gourmet
L
Info: http://www.superhigroup.com/mangimi/granulati/microperle.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
a forma merceologica non è nuova: una capsula solubile in acqua, contenente una polverina nutritiva da sospendere. La utilizzavano alcuni produttori del passato, per distribuire alimenti in polvere che hanno contribuito a tante emozionanti riproduzioni. È nuovo però il contenuto: una
polvere micro-incapsulata, con particelle tarate a 50µ di diametro. La qualità di questo alimento è paragonabile a quella dei rotiferi arricchiti, grazie all’elevato contenuto in calcio ed acidi grassi essenziali. Ogni minuscola particella contiene inoltre proteine di origine animale (estratte da pesci marini), olio di pesce, astaxantina (lo si comprende dal colore della polvere), immunostimolanti, vitamine. Insomma, una vera e propria “bomba calorica” adatta per soddisfare le esigenze alimentari di organismi in crescita, 68
oppure per integrare l’alimentazione di animali molto esigenti, come giovani crostacei e molluschi. Infatti si tratta di un alimento altamente proteico (con il 50% di proteine) che contiene elevate quantità di vitamine e acidi grassi Omega-3 (25 mg per ogni grammo). Ogni capsula contiene circa 200 mg di alimento secco e la granulome-
alimento eccellente, ricco, proteico, vitaminizzato, stimola la crescita, ha dimensioni calibrate, comodo da usare, di grande versatilità d’uso
tria strettamente controllata (è divertente osservare al microscopio queste particelle tutte quasi identiche, del diametro di 50 micron!) assicura risultati prevedibili con le specie di interesse. Lo abbiamo provato puro, con avannotti di pesci pagliaccio. I piccoli riconoscono immediatamente le particelle di cibo, e si spostano attivamente
il prezzo è proporzionale alla qualità, anche se le quantità da utilizzare sono minime (lunga durata di una confezione). Dopo più di un anno la qualità nutrizionale comincia a decrescere
per “catturarle”. In questo caso conviene versare direttamente sulla superficie dell’acqua una quantità impercettibile del prodotto (basta notare l’alone formato in superficie dai grassi). Quantità eccessive, infatti, inquinano l’acqua rapidamente (si tratta in fondo di cibo secco, non di alimento vivo) e producono intorbidamento. È un microincapsulato, quindi abbastanza stabile in acqua. Ma non si possono pretendere performances da… cibo vivo! Per questo motivo ci pare consigliabile l’uso delle microperle come integrazione alla normale alimentazione con rotiferi. In questo
un ottimo mangime per piccoli gamberi marini. In
modo si sopperisce ad eventuali carenze dovute
questo caso, la polvere è stata miscelata con
ad un alimento vivo poco nutriente, ma si evita di
Spirulina e Artemia arricchita, producendo una
dover somministrare dosi troppo frequenti. Le
polvere da comprimere in piccole pastiglie. I
larve dei pesci da noi osservate impazziscono
risultati sono stati eccellenti in termini di crescita
letteralmente nell’inseguire queste minuscole
e sopravvivenza. La confezione da noi utilizzata
particelle. E continuano a farlo anche in età più
conteneva 25 capsule e, date le basse quantità
avanzata (dopo circa 1 mese di allevamento). Il
di prodotto necessarie per l’alimentazione di
prodotto, pertanto, può servire anche per lo
pesci ed invertebrati, dura molto a lungo.
svezzamento al cibo secco. Per alimentare i
Ovviamente gli hobbisti potranno identificare
coralli si versa invece il contenuto di un’intera
ulteriori usi e saremo lieti di accettare consigli, in
capsula per ogni 200 litri d’acqua. Si noteranno
futuro, da tutti coloro che l’avranno provato.
immediate reazioni dei polipi.
Senza dubbio si tratta di vere “perle”, utili in infi-
Lo abbiamo infine provato per la produzione di
nite occasioni. 69
e novità
RECENSIONI
alimenti
Tetra Goldfish Menu:
dieta à la carte per i nostri beniamini
70
Info: http://www.tetra.de/tetra/go/7B580466F136C4043D4F114F7A1B3AE9/?seite=5&group_id=470678&group_2_id=44&lang_id=19
CATEGORIA
S
i parla spesso di alimenti per pesci d’ac-
barattolino permette di variare la dieta dei pesci
quario e di cibi speciali per discus, pesci
rossi ogni due giorni, fornendo loro non solo tutti
marini, guppy e Plecostomus. Raramente
i principi alimentari di cui abbisognano, ma
si considera la qualità degli alimenti per pesci rossi.
anche tanto amore, di cui pure si nutrono! La
Perchè? Perché costano meno? Sarebbe riduttivo!
confezione da 250 ml si usa molto facilmente.
Sarebbe come ammettere che al pastore tedesco
Basta sollevare la linguetta adesiva che sigilla il
viene somministrato un eccellente alimento in sca-
foro di uscita e ruotare il coperchio per sceglie-
tola, mentre al bastardino di casa viene rifilata ogni
re il mangime da somministrare ogni giorno. Un
sorta di porcheria. Eppure troppo spesso si nota
semplice gesto d’amore che potrà allungare
la tendenza degli hobbisti ad alimentare i propri
significativamente la vita dei nostri pesci rossi,
pesci rossi con dafnie secche, chiuse in bustine
offrendo all’utente la soddisfazione impagabile
sigillate, con ogni probabilità, da tempo imme-
di poter raccontare ai propri amici che… il pesce
morabile e quindi impoverite e trasformate in pol-
rosso di casa è sano e vispo oramai da vari
vere. Sono proprio quelle bustine acquistate per
lustri!
pochi centesimi alla bancarella del mercatino rionale ad uccidere lentamente i nostri amici pellerossa, sottraendoli all’amore dei bimbi e degli altri componenti della famiglia. Eppure, per mantenere in buona salute dei pesci rossi e conservarli per anni all’amore dell’intera famiglia basta facile da usare, elevata qualità dei componenti, dimensioni della confezione adeguate ad evitare il deterioramento del cibo col tempo
veramente poco: cambi d’acqua frequenti, effettuati dopo i pasti utilizzando liquido prelevato almeno un giorno prima e conservato in bottiglie aperte, contenitori sufficientemente spaziosi e cibo sano. A quest’ultimo pensa Tetra, grazie alla lunghissima esperienza in campo mangimistico, con una serie di alimenti dedicati, tutti caratteriz-
costa più delle classiche “bustine”. Nel caso dei granuli, il foro di uscita appare molto generoso e potrebbe condurre a sovradosaggi
zati da elevata qualità, varietà, palatabilità. Tra gli alimenti che costituiscono questa ricchissima (probabilmente unica nel suo genere) linea costituita da granuli, fiocchi, crisp, stick, abbiamo provato l’alimento “menu”, costituito da 4 diversi cibi, nella tradizione Tetra: crisp ad alto valore nutritivo (grazie all’innovativo processo produttivo che ottimizza il rapporto proteine-grassi), granuli con attivatori naturali del colore, fiocchi e, dulcis in fundo, dafnie. In pratica un singolo 71
Askoll: all insegna della semplicita‘ e dello stile
Da
una ricerca di mercato condotta da Demoskopea su incarico della Askoll, è emerso che molti intervistati in tutta Italia desiderano possedere un acquario, a condizione che sia non solo bello ma anche di facile manutenzione e praticamente autonomo. Con questo obiettivo in mente la ditta vicentina, ben nota agli acquariofili, ha sviluppato una nuova linea di acquari che risponde alle esigenze estetiche e alla facilità di manutenzione desiderate. Questo è quanto è stato anticipato nel corso dell’incontro Askoll con gli operatori del settore, in occasione dell’edizione 2011 di Zoomark International. La nostra visita allo stand Askoll ha pienamente confermato le aspettative. La linea di acquari Pure risponde non solo dal punto di vista estetico alle richieste dei più esigenti ma, più importante dal nostro punto di vista, garantisce il benessere degli organismi ospitati grazie ad un programma di manutenzione di grande semplicità, che può essere correttamente eseguito anche dal meno esperto e meno “tecnologico” dei neofiti, minimizzando le possibilità di errore. Esteticamente la sobrietà delle linee e la gamma di colori disponibili (bianco e nero per le vasche di tutte le dimensioni, ai quali si aggiungono color sabbia per il modello più piccolo e rosso intenso per i modelli piccolo e medio) permettono una facile adattabilità a qualunque ambiente e ad ogni stile di arredamento. Le dimensioni disponibili, comprese tra i 13 e 100 litri circa, rispettano inoltre qualunque esigenza di spazio. Gli acquari sono forniti completi di tutti gli accessori. Il sistema filtrante è alloggiato in un vano del coperchio, con il doppio vantaggio di essere nascosto alla vista e di rendere veramente semplici le operazioni di manutenzione, che sono effettuate “all’asciutto”, cioè senza la necessità di immergere le mani in acqua. Spugne e “cialde” filtranti (simili a quelle del caffè) di ricambio sono fornite in kit e vanno sostituite secondo le periodicità consigliate. L’accensione delle lampade è controllata da un timer programmabile, anch’esso inserito nel coperchio. Per i più pigri, gli smemorati e coloro che devono assentarsi spesso, è disponibile un distributore automatico di alimenti (nuovo Askoll Robofood), la cui autonomia può raggiungere un mese circa. Altra novità degna di rilievo è la nuova veste “mimetica” di tutti gli accessori. Filtri e termoriscaldatori abbandonano la tradizionale livrea nera per rivestirsi di trasparenze grigio-chiare e di un disegno a foglie delicatamente tinte di verde, con il risultato di diventare pressoché invisibili tra la vegetazione dell’acquario. Rimandiamo la discussione più squisitamente tecnica ai prossimi numeri di Aquariophylia, nei quali potranno essere recensite alcune tra le novità qui riportate. Per ora non possiamo che complimentarci per questa nuova… avventura con stile. 72
Zoomar
più Internazio
Un
controller intelligente per crea-
condizionatori per il reef, una nuova sele-
re correnti naturali in acquario,
zione di mangimi che intensificano i colori
una nuova linea di skimmer intelligenti e
dei pesci, un acquario “intelligente” in
super-efficienti, selezioni di Discus che
grado di controllare elettronicamente tutte
permettono di renderne facile l’allevamen-
le proprie funzioni, un CD per configurare
to, una linea completa di integratori e bio-
il proprio acquario, nuovissime linee di ali74
rk 2011:
onal che mai!
a cura della redazione menti congelati e fioccati, una risposta
belli da vedere, magnifici sistemi di illumi-
sicura ad ogni esigenza nutrizionale delle
nazione a led per acquari grandi e piccoli,
piante, integratori e ioni per il marino tro-
acquari mini dalle prestazioni mega, integra-
picale, acquari economici dalle performan-
tori liquidi in fiale, set completi per Caridina
ces professionali, resine e gel per il filtro,
e nano-reef, sistemi di illuminazione di
innovative linee di acquari facili da usare e
nuova generazione, refrigeratori, raffredda75
tori e climatizzatori, pompe di circolazione superpotenti e direzionabili con facilità , materiali da arredamento sintetici e naturali, decorazioni quasi vive che si illuminano sott’acqua, attivatori biologici e fertilizzanti per l’acqua dolce, alimenti umidi gustosi quanto quelli freschi, acquari quadro, per bambini, zen, colorati come i cartoni animati, molto seri, eleganti, economici, superaccessoriati, termoriscaldatori che sembrano piante, filtri esterni che regolano il flusso mediante programmazione col computer, nuovissimi materiali filtranti, acquari completi per tutte le tasche, pompe e filtri di piccole dimensioni/grandi prestazioni, materiali filtranti biologici di origine naturale, acquari- tavolino, -mobile, -armadio, -cassettiera, tutto per il laghetto, nuovi sali marini, piante in gelatina, plancton artificiale che fluttua come quello vivo, misuratori di calcio, stronzio, pH, KH, GH e quant’altro si possa misurare in acquario, piante e arredamenti in plastica, nuovi mangimi crisp adeguati anche per singole spe-
76
cie di pesci, batteri filtranti dalle capacità inattese, medicamenti di origine naturale. Questo e tanto altro è stato presentato all’ultima edizione di Zoomark International da una nutrita schiera di produttori italiani e stranieri, che rappresentava il meglio della produzione mondiale. Tra questi ricordiamo Tetra, Stendker Discuszucht, Superzoo, H2Show, Aquatlantis, Acquario di Bologna, Aquaristica, Seachem, Anubias, Velda, Aquaclay, Sicce, Aquael, Ferplast, Aqua Szut, Eheim, Wave, Amtra, Porsa, Penn-Plax, Haquoss, Hydor, Aquarialand, Tunze, Teco, Sylvania, JBL, Prodibio, Zolux, TF, Ceab, Ciano, Ocean Nutrition, Boyu… tra gli altri. Ovviamente vorremmo darvi ora maggiori dettagli ma il tempo a disposizione è scarsissimo e la rivista è già conclusa. Pazientate e seguiteci: nei prossimi numeri vi diremo tutto sulle novità che faranno l’acquariofilia del futuro!
77
Nel
numero precedente abbiamo affron-
Il nell’ac Me
tato la teoria del DSB.
Rammentiamo che DSB sta per Deep Sand Bed e che il lento flusso d’acqua prodotto da vari organismi (endofauna) in questo ambiente permette l’azione di batteri in grado di eliminare i nitrati e vari nutrienti in soluzione. Ovviamente non ripeteremo i concetti teorici esposti un mese fa ed andremo direttamente alla pratica del “fondo alto” nell’acquario marino mediterraneo, affinché possiate provare ad allestire un sistema di fondo alto anche a casa vostra.
di Bruno B. Rossi seconda parte Movimento dell’acqua nel DSB Bisogna chiarire subito che l’acqua non può avere movimenti passivi all’interno del sedimento perché i canali fra i granelli di sabbia sono talmente piccoli da ostacolarli. Le sostanze disciolte possono arrivare all’interno del DSB tramite diffusione, ma tale fenomeno è talmente lento da essere sostanzialmente inutile ai fini del funzionamento. I movimenti dell’acqua all’interno del DSB sono mediati dagli organismi viventi. Al di sopra del fondo si può misurare un flusso d’acqua turbolento oppure laminare. In acquario i flussi turbolenti, generalmente legati a pompe power head, possono provocare un movimento dell’acqua all’interno della sabbia per un massimo di 2 cm di profondità. Un flus-
Una vasca mediterranea con DSB necessita di pompe di movimento, un impianto di illumina un refrigeratore
so prevalentemente laminare, legato all’uso di pompe stream su di un fondo libero, può provocare il movimento dell’acqua solo nei primi 78
fondo alto cquario marino editerraneo
uno skimmer, alcune azione ed ovviamente
79
millimetri. Tutto questo causa una netta divisio-
basso troveremo uno stato più superficiale
ne dell’acqua presente in acquario in due
aerobico, cioè con un contenuto di ossigeno
masse: una massa d’acqua libera al di sopra
disciolto uguale o comunque prossimo a quel-
del fondo ed una massa imprigionata nella
lo presente nell’acqua libera al di sopra del
sabbia. Questa distinzione fra acqua libera ed
fondo. Esso è seguito da uno strato parzial-
acqua all’interno del sedimento è importante
mente anaerobico, in cui la concentrazione
per il funzionamento dell’acquario e del DSB. Il
dell’ossigeno è decisamente inferiore rispetto
movimento dell’acqua attraverso i granelli dei
al precedente. Questi due primi strati vengono
sedimenti che costituiscono il DSB è garantito
definiti, nel complesso “ossidanti”. Più in pro-
dagli spostamenti attivi degli animali che costi-
fondità troviamo lo strato anossico, caratteriz-
tuiscono l’endofauna. Ovviamente il movimen-
zato dall’assenza di ossigeno disciolto nell’ac-
to d’acqua determinato da un singolo animale
qua imprigionata fra la sabbia, che viene per-
è molto piccolo, variando da meno di un milli-
ciò definito “riducente”. La divisione in strati si
metro nelle 24 ore a 2 millimetri per ora. Ma,
ha solo se nella sabbia sono presenti organi-
considerato nella sua totalità, il movimento
smi viventi e batteri. Infatti sia i batteri sia gli
d’acqua provocato da tutti gli animali dell’en-
altri organismi viventi consumano l’ossigeno
dofauna diventa considerevole. Inoltre è stato
disciolto nell’acqua con il loro metabolismo.
calcolato che ogni animale mobilizza intorno a
Nel caso in cui siano presenti solo batteri, gli
sé un centinaio di millimetri cubici di sedimento in un giorno. Moltiplicando questo per tutti gli animali dell’endofauna si ricava che tutta la sabbia della vasca viene mossa ogni pochi giorni. Ovviamente questo movimento non interessa tutto il DSB, ma si esplica solo a livello degli strati superficiali ossidanti. Gli strati più profondi non devono essere disturbati se non da un lentissimo movimento dell’acqua. Il lento movimento dell’acqua causato dall’azione dell’endofauna sugli strati superficiali pompa acqua lentamente attraverso le più basse regioni anossiche del DSB.
Gli strati del DSB Nel DSB possiamo distinguere tre strati, caratterizzati da diverse concentrazioni dell’ossige-
Anche i pesci potranno avvantaggiarsi di un ambiente più pulito e privo di inquinanti organi
no disciolto nell’acqua presente all’interno della sabbia. Procedendo dall’alto verso il 80
Negli strati superficiali vivono i batteri aerobi che trasformano l’ammoniaca in nitriti ed i nitriti in nitrati
strati ossidanti possono ridursi a pochi millimetri di spessore e, a causa dell’assenza di movimento d’acqua nella sabbia e della lentissima diffusione dell’ossigeno; lo strato anossico può arrivare fin quasi alla superficie della sabbia. La presenza di altri organismi viventi (endofauna), grazie ai loro movimenti, induce un movimento di acqua attraverso il sedimento e determina un aumento di spessore degli strati ossidanti (aerobico ed anaerobico). Negli strati superficiali vivono i batteri aerobi che trasformano l’ammoniaca in nitriti ed i nitriti in nitrati. Lo strato più profondo è colonizzato dai batteri anaerobi in grado di trasformare i nitrati in azoto. I pesci e gli invertebrati presenti in acquario liberano in acqua, attraverso la superficie corporea e le urine, grandi quantità
ci
di azoto organico sotto forma di ammoniaca, 81
Il cibo che viene somministrato in acquario è ricco di proteine e fosfati; non tutto viene mangiato da pesci ed invertebrati, per cui quello che rimane contribuisce ad innalzare i valori di tali nutrienti
Negli acquari muniti di DSB non si riscontra nessun aumento degli inquinanti, anche se si analizza l’acqua subito dopo aver somministrato il cibo
che è tossica per gli ospiti della vasca. Inoltre
Questa cementazione dei granelli è molto dan-
vengono liberati in acqua anche i fosfati che
nosa in acquario, in quanto blocca la circolazio-
fortunatamente non sono tossici per i pesci
ne dell’acqua all’interno della sabbia, impedendo
ma, se raggiungono alte concentrazioni, pos-
la diffusione dei nutrienti e quindi anche l’azione
sono creare problemi ad alcuni invertebrati
di depurazione operata dai batteri. Per impedire
ospitati nell’acquario. I batteri e le microalghe
questa cementazione è fondamentale l’endofau-
utilizzano per la loro crescita, appunto, l’azoto
na del DSB, che con il suo incessante movimen-
organico ed i fosfati eliminandoli dall’acqua. Il
to ed il suo brucare sui singoli granelli impedisce
cibo che viene somministrato in acquario è
l’agglomerarsi del glicocalice.
ricco di proteine e fosfati. Non tutto il cibo somministrato viene consumato da pesci ed
Come allestire la vasca
invertebrati per cui quello che rimane (residui)
Una vasca mediterranea con DSB necessita di
contribuisce ad innalzare i valori di tali nutrien-
uno skimmer, alcune pompe di movimento, un
ti. Il risultato è un grande aumento della con-
impianto di illuminazione ed ovviamente un
centrazione di queste sostanze nell’acqua
refrigeratore. Sono da evitare nel modo più
della vasca. Eppure negli acquari muniti di
assoluto i filtri biologici ed anche i filtri mecca-
DSB non si riscontra nessun aumento degli
nici se permanenti. Dopo circa una trentina di
inquinanti, anche se analizziamo l’acqua con i
giorni dall’allestimento, se avremo fatto tutto
test per i valori chimico-fisici subito dopo aver
nel migliore dei modi, potremo assistere allo
somministrato il cibo. Tutto ciò accade grazie
sviluppo delle prime bolle di azoto nello spes-
alla rapidità con cui i batteri e le microalghe assi-
sore del fondo, segno che il DSB è maturo e
milano tali nutrienti. Un segno visibile di que-
comincia a lavorare. Conviene aspettare anco-
st’opera di depurazione è la presenza di bolle di
ra almeno 3 mesi prima di inserire organismi
azoto gassoso fra i granelli di sabbia. Spesso
importanti, ma intanto si potrà cominciare ad
accade di trovare dei blocchi di sabbia duri dove
inserire qualche piccola roccia viva con il suo
i granelli appaiono cementati fra di loro. Questo
universo di vita. È importante che nella fase di
avviene perché alcuni batteri secernono una
maturazione non siano presenti pesci che pos-
sostanza protettiva, chiamata glicocalice.
sano nutrirsi a spese dell’endofauna.
Per approfondire l’argomento, in rete o in biblioteca… Antony Calfo Tutto sta nell’acqua Aquarium 7/8, 2005, pag 52 Antony Calfo Il refugium Aquarium 5, 2005, pag 32 Eric Borneman The Need to Breathe in Reef Tanks: Is it a Given Right? Reefkeeping 6, 2005, www.reefkeeping.com Bob Goemans & Sam Gamble Sandbeds-part1 & part2, www.saltcorner.com Ronald L. Shimek, PhD. L’importanza di un fondo alto, traduzione di Stefano C.A.Rossi e Gianni Abrignani, www.aiam.info Ronald L. Shimek, PhD. How sand beds really work Reefkeeping 6, 2003, www.reefkeeping.com Ronald L. Shimek, PhD. The importance of deep sand, www.rshimek.com/reef/sediment.htm
86
23 litri da arredare secondo il tuo gusto
19 o 25 litri incorniciati da solo vetro
Struttura in vetro per una visione totale
Fontanella superiore per rilassarsi col suono dell’acqua
Filtro a tripla azione per un’acqua cristallina
Luci LED per un’atmosfera zen.
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
VIRTUALE O REALE? Oh ragazzi! Mi sono preparato un discorsetto niente male. È da settimane che ci penso. Quindi per favore ascoltatemi senza interrompermi altrimenti perdo il filo. …E vediamo se riesco a raggiungere la conclusione di questo discorso. Un vero acquario dev’essere “realistico” nel senso che deve riprodurre un ambiente naturale, vero o fantasioso che sia, più o meno fedelmente. Ma un acquario è soprattutto una cosa “reale” e questo lo rende diverso dalla maggior parte degli spassi che attraggono le attenzioni della gente, oggi. Qualcuno dice che gli acquari stanno perdendo terreno e che sono destinati a scomparire, dietro l’avanzata di tecnologie moderne, videogiochi, TV ai LED e telefonini intelligenti. Cavolate! Tutte queste cose ci portano lontano dalla realtà e ci insegnano ad essere peggiori. Quando usi un videogioco o un telefonino hai una quantità di mondi virtuali da esplorare, ma alla fine cosa ti resta? Solo una sensazione di impotenza e insoddisfazione. Poi dicono che le nuove generazioni sono nervose, strizzano gli occhi e sono prive di senso comune. Ma cosa volete che facciano, se per tutto il giorno sono impegnate a combattere contro mostri inesistenti utilizzando finti fucili che sparano pallottole immaginarie? 88
Un acquario è reale. Molto reale. Quando
dicono che si deve partire da 3 sassi lisci,
muore lo scalare che allevavi da cinque
perché se sono quattro (o se sono ruvidi)
anni è proprio finita. Tristemente finita.
l’arredamento non riesce. I tre sassi devono
Non compare affatto il bottone in basso a
essere disposti come segue: due a distanza
destra “compra altre tre vite”. Finita per
di 6 centimetri e l’altro dove vuoi.
sempre! Questo potrà apparire crudele,
Insomma, ti danno delle ricette magiche per
deludente, triste. Ma è proprio quello che
arredare il tuo acquario. A parte il fatto che
accade nella vita di tutti i giorni. Pertanto,
spesso queste ricette sono ottime e ti fanno
se volete che i vostri figli imparino a cono-
fare un figurone con la Zia Guendalina in
scere ed amare la vita reale, regalate loro un
visita diplomatica a casa della cugina (tua
acquario, in cui possano tuffare tutte le loro
madre), non credo personalmente che sia
fantasie per recuperare certezze concrete.
questo il sistema migliore per divertirsi. Io dico che ognuno deve seguire il suo progetto,
UN PASSATEMPO CREATIVO
comunque lo abbia immaginato, senza rego-
D’altra parte l’acquario è anche creativo.
le e senza costrizioni.
Molto più creativo di qualsiasi videogioco.
Però è importante avere un progetto. Troppo
Non dovete semplicemente osservare pesci
spesso io vedo la gente che arreda il suo
che nuotano. Beh, certo, anche quello… E
acquario più o meno così: riempie una baci-
quanto è interessante farlo! Non vorrei
nella con sassi e legni ben lavati, poi apre il
essere ripetitivo, ma se Konrad Lorenz tra-
coperchio, si accorcia una manica, e comin-
scorreva ore ad osservare il suo acquario
cia a sistemare il tutto alla rinfusa. Un sasso
ogni giorno, e poi ne concludeva che aveva
più basso avanti… un legno alto dietro… no,
imparato da questo più che dai libri, eviden-
questo qui non sta proprio bene perché non
temente c’è proprio tanto da imparare. Lui
mi fa vedere bene il palombarino con lo sche-
ha vinto un Nobel, imparando dagli acquari
letro di balena… poi una piantina… ecc.
(e dalle oche, dai cani, ecc.). Non pretendia-
Ragazzi, così non si va da nessuna parte.
mo di fare altrettanto, ma diventare cittadi-
Bisogna avere in mente qualcosa. Magari
ni e persone migliori questo sì: l’acquario
un fondale marino. Magari semplicemente
può aiutarci.
un concetto che potrebbe essere “una gran-
Ma torniamo a noi, dicevo, passatempo
de V che si apre verso l’alto per dimostrare
creativo. Certamente, se consideriamo che
amore e lealtà”. Boiata assurda! Ma perché
l’uomo parte da lastre di vetro, pezzi di pla-
no? È un’idea personale. A questo punto, il
stica, piante e pesci, per creare un ambien-
tutto va disposto con estrema calma e tanta
te naturale, stabile, equilibrato, appariscen-
cura, seguendo il progetto. Senza lasciare
te, naturale. Molto creativo e molto perso-
nulla al caso.
nale. Non è importante cosa si voglia realizzare. L’importante è voler realizzare qual-
TORNIAMO AL REALE
cosa e poi seguire con attenzione il proprio
Vabbè, non volevo darvi consigli tecnici.
progetto. Questo punto è essenziale.
Non fanno parte di questa rubrica. Volevo
Io vedo che ogni giorno, anche su questa
solo farvi vedere il mondo stando da questa
rivista, vari fish killers si alternano per
parte del vetro. Vi assicuro che è ancora
spiegare come si realizza e si arreda un
bellissimo, nonostante tutte le vostre criti-
acquario. Alcuni sono davvero fantastici e ti
che ed i vostri errori. Però tornando al 89
nostro concetto iniziale, l’acquario è una
modernissime prodotte dalle industrie loca-
cosa molto reale e vi fa vedere la vita pro-
li. Oggi quelle cose appaiono come preisto-
prio com’è.
ria. E noi? Noi pensiamo di essere moder-
L’inquinamento uccide. E uccide davvero,
nissimi perché il nostro telefonino ha lo
perché i pesci muoiono e non tornano indie-
schermo touch. Tra cinque anni saremo
tro. L’acqua pulita brilla. E brilla proprio
antiquariato!
come la prima acqua nel primo giorno del
A pensarci bene, l’unica cosa veramente
mondo. Brilla di vita e di purezza. Le piante
moderna sono io, Carassio Aurato. Un
verdi respirano. …E le vedi proprio respira-
pesce, sì. Eppure ero moderno mille anni fa,
re e vivere e crescere, come fonti di fre-
in Cina, come sono moderno oggi, nel vostro
schezza e vitalità. Le bollicine salgono, per-
acquario casalingo. Io non invecchio mai.
ché sono più leggere dell’acqua. Lo sporco
Perché sono fatto di vita. E quando mi ripro-
scende, perché il suo posto è sul fondo.
duco, quando vi faccio ammirare delle uova
Insomma, tu guardi l’acquario e comprendi
tonde e luccicanti che sono nuclei potenti di
tutto il mondo. Guardi il telefonino e cosa
vita pura, sono modernissimo, anzi, futuro.
vedi? Un mondo vivacissimo, divertente, attraente. Ma inesistente!
VITA MODERNA
I mondi virtuali portano all’insoddisfazio-
La vita è moderna. Tutto il resto passa rapi-
ne. L’insoddisfazione porta alla droga ed
damente.
alle malattie croniche! L’acquario conduce
Ma ci pensate? Un paio d’anni fa mio zio mi
alla soddisfazione vera e naturale. Vi fa sen-
invitò a casa sua per ammirare il suo nuovo
tire più veri e più vivi. Fa sentire più vivo
televisore al plasma. Era una cosa vera-
anche me, che alle tre di notte sono ancora
mente innovativa, addirittura più moderna
qui a scrivervi per cercare di convincervi di
dei televisori a cristalli liquidi a schermo
cose
benissimo.
piatto, che li avevano preceduti. Ora quella
Altrimenti perché mai stareste leggendo
roba potrebbe stare in un museo, perché
questa rivista?
molto arretrata rispetto alle tecnologie a led
Allora cosa dite, vado a rifugiarmi sotto
3D. Pochi anni e tutto è cambiato. Una totale
quel sasso e mi addormento?
modifica degli orizzonti e dei valori. Eppure
Beh, la verità è che queste cose sono sì ben
io ero nella mia boccia tre anni fa, ci sto
note, ma non sempre ce ne ricordiamo.
oggi… e ci starò anche tra cento… mille anni.
Tant’è vero che molti acquariofili pensano
Chi è il moderno, allora? Chi è il reale?
che, in fondo, l’acquario sia un hobby poco
Ragazzi, non perdete di vista i rapporti tra
moderno. Non è vero! La vita è la cosa più
le cose. Il vostro acquario vi porta nel mondo
moderna che ci sia. Anche i nostri bisnonni,
reale e vi insegna quali sono le leggi che
nel 1800, pensavano di essere “moderni”
regolano la vita. Vi insegna a rispettare
perché avevano un vestito alla moda ed una
l’ambiente ed a preservarlo per le future
bicicletta frutto dell’ultima tecnologia.
generazioni. Tutto il resto… passa veloce-
Oggi… come appaiono antiche quelle cose!
mente.
Anche i nostri bis- bis- trisavoli pensavano
Siate orgogliosi del vostro acquario. È ben
di essere modernissimi, perché usavano
più di un semplice passatempo.
una penna d’oca per scrivere con un inchio-
Ve lo assicura il vostro...
stro appena inventato, su pergamene
Carassio
che
conoscete
già
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Pillole per il principiante In questa sezione accompagneremo ogni mese il neofita, praticamente per mano, introducendolo alle basi dell’acquariofilia. Niente di difficile né roba che necessiti di basi precedenti. Vogliamo mostrare a tutti com’è facile allestire e tenere un acquario. Chi ci segue attraverso questo percorso, dopo pochi numeri, avrà sviluppato muscoli abbastanza forti da stare in piedi da solo (!) e poter seguire così gli argomenti presentati nelle altre sezioni. D’altra parte questo “luogo” della nostra rivista potrà servire anche l’esperto, per ripassare concetti trascurati da anni, oppure per aprire discussioni colte sul sesso degli angeli: in fondo, sono divertenti anche quelle e noi siamo qui per divertirci e null’altro!
Fondo & Decorazioni di Isaia Rosica
In acquario
la funzione principale del fondo è quella di accogliere le radici delle piante: infatti negli allevamenti di pesci e nelle vasche adibite alla riproduzione vi si rinuncia spesso, per facilitare la rimozione dei rifiuti dal fondo della vasca. Tuttavia nel nostro acquario, poiché vogliamo ricreare un piccolo ambiente naturale dove piante e pesci (…e microorganismi) convivano in armonia, abbiamo assolutamen92
Alcuni sfondi a rilievo in lattice sono particolarmente efficaci e riproducono scene naturali. Ovviamente il loro costo è proporzionato alla qualità
Si potrà far uso anche di oggetti di arredamento “in movimento” come nel caso di questo vulcano munito di lampada interna colorata, che erutta bolle d’aria variopinte
te bisogno di un materiale di fondo adatto. Lasciare “a vista” il vetro di fondo, oltre a non essere esteticamente “bello” è da considerarsi anti-ecologico: difficilmente la vasca senza substrato potrà essere considerata come un vero e proprio acquario. Qui di seguito troverete pochi, semplici, fondamentali aspetti da considerare nella scelta del substrato.
Molto importante è anche la granulometria (grandezza del singolo granello), quella più adatta è a partire dalle dimensioni di un granello di zucchero fino ai 4-5 mm al massimo. A titolo informativo: fino ai 2 mm si parla di sabbia, dai 2 mm in poi di ghiaia. Un materiale troppo fine, quale la sabbia i cui granelli risultano invisibili ad occhio nudo, impedisce il passaggio dell’acqua e delle radici delle piante, mentre con una granulometria maggiore di 45 mm, tra i singoli granelli si depositano troppi rifiuti (resti di cibo ed escrementi), che vanno in putrefazione inquinando l’acqua. Tra gli acquariofili si è spesso dibattuto se il fondo dovesse contenere o meno sostanze nutritive per le piante. In linea di massima possiamo affermare che la questione non è
Il materiale di fondo dovrebbe essere inerte dal punto di vista chimico, ovvero non deve contenere sostanze che possano sciogliersi in acqua: nel nostro caso si tratta di calcare e/o ferro ed altri metalli. La sabbia e la ghiaia di quarzo che si possono acquistare nei negozi di acquari, rispondono perfettamente a questo requisito. 93
Per gli acquari marini utilizzeremo come scheletro rocce e madrepore morte, da ricoprire con invertebrati vivi e rocce vive
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Nota della redazione: si potrà notare un’apparente contraddizione quando l’autore indica la necessità di evitare l’uso di ghiaie naturali contenenti ferro mentre più avanti spiega come questo elemento sia indispensabile nei ghiaietti fertilizzati (riserva dell’elemento in forma ridotta). La cosa dipende dal fatto che nella maggior parte dei substrati naturali il ferro (e gli altri metalli pesanti) potrebbero essere presenti in forme non facilmente controllabili e potenzialmente tossiche per i pesci. Al contrario, nei ghiaietti fertilizzati (ed in alcune ghiaie naturali di composizione nota) la presenza di ferro è strettamente controllata e quindi voluta.
determinante: un fondo arricchito è fertile, ma può intorbidire l’acqua (per esempio quando si sistemano le piante). Del resto, se vogliamo un fondo “pulito” possiamo, all’occorrenza, versare del fertilizzante liquido in acqua.
ECCO ALCUNI METODI PER ARRICCHIRE IL FONDO! Il modo più semplice di avere un fondo fertile, consiste nel non lavare la sabbia o la ghiaia! La “polvere” rossiccia che notiamo è costituita in gran parte argilla, molto utile alla nutrizione delle piante. La prassi acquariofila, è di disporre 1/3 di ghiaietto non lavato, ricoperto dai restanti 2/3 di ghiaietto lavato ovvero semplicemente sciacquato con acqua corrente in un secchio, finché l’acqua non rimane limpida. Oppure al terzo inferiore si può aggiungere altra argilla o, meglio, un po’ di laterite, una particolare terra rossa ricca di ferro (essenziale per la fotosintesi), disponibile nei negozi di acquari. Sottolineo che questa miscela va coperta con uno strato di almeno 3-4 cm di 95
Esistono infiniti modi di preparare un fondo ed a questo proposito ogni acquariofilo ha una propria ricetta che, giura, risolve tutti i problemi con la coltivazione delle piante e migliora l’estetica. Tra le possibili “ricette” ne esistono numerose di tipo fai-da-te e tantissime altre sperimentate e proposte da aziende del settore. Appare evidente che le ricette fai-da-te sono adatte a chi abbia voglia di sperimentare e divertirsi a costruire, raccogliere materiali ecc. Le ricette commerciali sono ovviamente più costose (anche in questo caso esistono comunque ampi ranges possibili) ma anche più testate e validate: non dovrebbero comportare brutte sorprese. In questo articolo abbiamo voluto privilegiare l’aspetto fai-da-te proposto dal nostro autore anche in risposta alle tante richieste che vengono dai lettori. In futuro presenteremo in alternativa anche ricette “classiche” costituite da ghiaietti fertilizzati di buona qualità da combinare con un programma di fertilizzazione di elevata qualità. Con questi sistemi, ovviamente, diviene più “facile” raggiungere rapidamente risultati di elevato livello evitando i rischi e le sorprese delle improvvisazioni tecnologiche domestiche.
ghiaietto lavato, altrimenti si possono verificare intorbidamenti duraturi. Anche col terriccio per piante da vaso si sono ottenuti buoni risultati, poichè contiene (in abbondanza!) tutte le sostanze nutritive utili. Usando il terriccio, bisogna tuttavia fare attenzione. La
vasca va subito riempita fittamente di piante, altrimenti c’è il rischio che la sostanza organica in esso contenuta vada in putrefazione e che la sovrabbondanza di nutrienti provochi una pericolosa infestazione algale! Infine va ricordato che, affinché le piante
Sono disponibili in commercio varie formulazioni di ghiaietti fertilizzati
Per la realizzazione di sfondi a rilievo esistono infinite possibilità commerciali, economiche e facili da gestire 96
Alcuni allestimenti semplicissimi sono belli ed appariscenti, come nel caso di queste grosse rocce coperte di piante che formano terrazze lateralmente
attecchiscano bene, il fondo deve avere il giusto spessore: 5 cm sono sufficienti per quasi tutte le piante. Solo le piante più grandi, dotate di radici vigorose, come per esempio la pianta spada amazzonica (Echinodorus bleheri) ed i gigli d’acqua (genere Crinum), hanno bisogno di un fondo fertile alto almeno 8 cm. Per aumentare l’effetto di profondità, il fondo può essere leggermente ascendente dal davanti verso il retro della vasca. Inoltre, anche per evitare di vedere il muro dietro l’acquario, il vetro posteriore può essere verniciato (esternamente com’è ovvio) di nero, marrone o verde scuro, o più semplicemente si può attaccare dietro la vasca, con del nastro biadesivo, del cartoncino nero.
Quanto alle decorazioni, ci tengo a sottolineare che la maggior parte dello spazio va lasciato a pesci e piante. Non sovraccarichiamo l’acquario di rocce, sassi o legni! Molto adatta è la lava rossa, perché è inerte (vedi fondo), colorata e molto economica; la troviamo facilmente nei negozi di acquari… o alle pendici dell’Etna.
TEST: Per controllare il contenuto di calcare, versate alcune gocce di acido cloridrico diluito o un qualsiasi prodotto anticalcare (supermercato) su una piccola quantità di sabbia o ghiaietto: se si forma della schiuma, il materiale esaminato contiene troppo calcare e non è adatto! 97
Nel negozio specializzato si potranno trovare rocce di ogni colore e qualità da abbinare per realizzare l’arredamento dei propri sogni
Pure basalto, porfido e ardesia sono adatti. Similmente i legni vanno comprati nel negozio, quelli raccolti in natura possono marcire facilmente! Utilizzando legni e radici, l’acqua può assumere una tenue colorazione gialla o marrone, che al di là dell’estetica non è nociva per piante e pesci: con Alcuni oggetti da arredamento sono senza dubbio cambi d’acqua regolari e carbone atti- stravaganti ma l’importante è che centrino il carattere ed il gusto estetico di chi allestisce la vasca vo nel filtro possiamo risolvere il “problema”. Per concludere, consiglio di non mescolare troppi oggetti diversi: scegliamo una bella radice oppure qualche roccia dello stesso tipo. Per ottenere un effetto naturale, le rocce dovrebbero essere dispari e di dimensioni diverse; inoltre la roccia più grande non dovrebbe essere posta esattamente al centro dell’acquario. Ma come tutti sanno: in arte non esistono regole valide in assoluto!
È stata descritta nei particolari la costruzione di un piccolo aspiratore, munito di pompa centrifuga e batteria sommersa, che può essere utile per campionare - anche in campo - invertebrati bentonici. Questo campionatore è stato utilizzato per raccogliere in modo molto efficiente animali da un ambiente artificiale di turf corallino. È molto facile da trasportare, piccolo, ed ha un ampio spettro di possibili applicazioni, dal campionamento in campo di organismi per l’acquario, alla periodica pulizia del fondo dell’acquario. 98
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
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A San Benedetto del Tronto si raduna l’Associazione Italiana Acquario Mediterraneo (AIAM) San Benedetto del Tronto. Nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 aprile si è tenuto presso la sede del Museo Ittico “A. Capriotti” il primo raduno dell’ AIAM, associazione di riferimento in materia di acquariofilia marina mediterranea. La scelta di San Benedetto non è stata casuale: infatti AIAM è partner attiva nella gestione degli acquari marini mediterranei presenti all’interno della sede del Museo Ittico “A. Capriotti”, tramite il proprio socio Leonardo Cherici. Proprio in questi mesi il Comune di San Benedetto del Tronto ha stanziato i fondi ed approvato il progetto per la ristrutturazione parziale del Museo Ittico; parte di queste risorse sono state destinate al locale acquario che verrà rimesso a nuovo, in modo da renderlo più fruibile ai visitatori. Nel corso di questi due anni AIAM è sempre stata presente, non solo come supporto consultivo al progetto ma anche pratico: infatti, in occasione di questa visita, l’associazione lascerà in comodato d’uso gratuito un potente schiumatoio LG Acquari a servizio delle vasche; sono stati forniti in precedenza anche materiali iconografici e informazioni didattiche. AIAM crede in un rapporto stretto con la comunità scientifica, cui porta sovente interessanti osservazioni che è possibile compiere solo in vasca; nel contempo si adope-
ra per la diffusione tra gli appassionati di informazioni scientificamente corrette sulla biologia marina, sui metodi di gestione degli acquari e soprattutto su un approccio eticamente corretto con particolare attenzione alla tutela del mare ed al rispetto delle leggi. Con tale approccio l’acquariofilia diventa un hobby rivolto alla cura non solo degli animali, ma di interi piccoli ecosistemi, acquisendo così un’importante valenza didattica. Un doveroso ringraziamento va al Direttore del Museo Ittico “A. Capriotti”, Dottor Franco Civardi, che ci concederà la possibilità di fruire dei locali museali in occasione del nostro raduno.
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Ennesima mostra e un nuovo statuto per gli acquariofili abruzzesi Ennesimo appuntamento espositivo per l’Associazione Acquariofili Abruzzese che dal 14 al 28 maggio scorsi ha proposto, nei locali del Museo Universitario di Chieti (già Museo di Storia delle Scienze Biomediche) la mostra "Luci, ombre, colori: tra passato e futuro". Un’esposizione un po’ particolare sulla quale avremo modo di aggiornarvi nel prossimo numero di Aquariophylia. L’associazione sta intanto provvedendo a rinnovare il proprio statuto, cosa quanto mai necessaria visto che il documento fondante del club è ormai decisamente “stagionato”, essendo stato scritto da quasi sei lustri! L’AAA è stata fondata infatti nel 1982 quando, per esempio, il personal computer era roba da fantascienza e i telefoni cellulari non esistevano neppure nella più fervida immaginazione, almeno tra la gente normale. Ovvio che qua e là sia decisamente invecchiato, senza tener conto delle modifiche legislative nel frattempo intercorse e alle quali era comunque necessario adeguarsi. Il direttivo in carica (presidente Luciano Di Tizio, vice Alessandro Falco, segretariotesoriere Alberto D’Ambrosio, consiglieri Giuseppe Falco e Livio Macera coadiuvati da tre Amarcord: la cerimonia celebrativa, nel 2007, per i 25 anni del club abruzzese. Da sinistra l’allora assessore comunale Aldo Mario Grifone, il presidente Luciano Di Tizio, il direttore del Museo prof. Luigi Capasso e l’etologo Giorgio Celli
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soci con incarichi speciali: il responsabile web Giuseppe Di Giacinto, il magazziniere Amedeo Pardi e il referente mostre Lorenzo Marcucci) lo ha riscritto, con l’aiuto di un’esperta commercialista, e lo ha portato all’attenzione dei soci, in un’assemblea tenutasi a gennaio, con la prima bozza e poi attraverso il web per un’aperta discussione fino alla definitiva riscrittura. Il prossimo passo sarà l’approvazione formale in assemblea ed il conseguente rinnovo del direttivo. Quello attualmente in carica uscirà infatti anticipatamente di scena proprio per permettere l’elezione di un nuovo gruppo dirigente sulla base del rinnovato statuto, che prevede anche, Giorgio Celli mentre sfoglia il volume scritto dagli Acquariofili Abruzzesi per il 25ennale
ad esempio, la figura attualmente inesistente dei revisori dei conti. Sarà il rinnovato direttivo che dovrà
nel prossimo anno, il 2012, festeggiare il 30° compleanno del club, un traguardo che nessun altro sodalizio analogo in Italia ha sino ad oggi mai raggiunto. Nel 2007, per il 25° compleanno, l’Associazione Acquariofili Abruzzese ha pubblicato un volumetto celebrativo (“Sotto il segno dei pesci”, tuttora richiedibile alla segreteria del club, a fronte delle sole spese postali di invio) ed ha orga-
Acquari in mostra nell’allestimento dell’Associazione nizzato una serie di eventi culmi- Acquariofili Abruzzese presso il Museo Universitario nati con un annullo filatelico ed
una conferenza tenuta quale ospite d’onore dal noto etologo Giorgio Celli. Organizzare festeggiamenti altrettanto vivaci non sarà facile, ma siamo certi che l’AAA, che in trent’anni di traguardi ne ha superati tanti, saprà di nuovo mostrarsi all’altezza della sua fama.
(Le foto sono state scattate da Lorenzo Marcucci)
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Caridinemania A cura del G.A.S. Negli ultimi anni, grazie alla loro presenza crescente nel settore, il numero di estimatori di questi affascinanti invertebrati d’acqua dolce è in esponenziale aumento. Stiamo parlando di tutti quei gamberetti che vengono genericamente indicati con il nome di caridine. Sarà per i loro colori sgargianti, sarà per la loro facilità di allevamento, sarà per le loro dimensioni molto contenute, fatto sta che sempre più appassionati di acquari affiancano alla vasca principale un piccolo acquarietto dedicato alle caridine. Negli ultimi tempi, diversi soci e simpatizzanti del Gruppo Acquariofilo Salentino (G.A.S.) sono stati contagiati da questa mania e dunque anche in Salento sempre più gamberetti nuotano nelle vasche degli appassionati locali. Nel recente passato, il G.A.S. ha anche dedicato una delle sue serate tematiche all’allevamento di questi animaletti, invitando Andrea Sassi, un relatore d’eccezione che da anni si diverte ad allevarle con ottimi risultati nel suo piccolo impianto domestico. Attualmente sono alcune decine le specie (e relative sottospecie e varietà) che si differenziano soprattutto per la colorazione
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naturale o anche ottenuta da incroci selettivi a cui alcuni allevatori professionisti si sono dedicati per diversi anni. Sebbene le singole specie siano inquadrate tassonomicamente come tutte le creature conosciute del Pianeta, tra gli “addetti ai lavori” esse sono meglio conosciute per i nomi di fantasia che sono state loro attribuiti: così la classica Caridina multidentata (ex C. japonica) è conosciuta come “gamberetto di Amano” (dal nome del noto acquariofilo giapponese che le ha fatte conoscere al mondo
dell’acquariofilia
utilizzandole
come componente animale nei suoi acquari), la Caridina cf. cantonensis è conosciuta come “caridina ape” o “red crystal” o “red bee” a seconda della colorazione più o meno intensa, la Caridina breviata è meglio nota come “caridina bumblebee”, la Neocaridina heteropoda è chiamata “red cherry” nella variante rossa e “yellow” nella forma gialla, ecc. Questo mese, la pagina gestita dall’associazione salentina vuol fare un omaggio a questi animaletti dedicando loro qualche scatto che ritrae degli esemplari allevati da alcuni soci del G.A.S. Ci auguriamo che presto, nelle pagine della rivista si possa leggere qualche notizia più dettagliata sull’allevamento di queste affascinanti e riservate creature acquatiche. Per maggiori informazioni sulle attività dell’associazione: info@gas-online.org www.gas-online.org 105
Anche i delfini guardiani prendono il largo in occasione della “Rolex Cup” Roma, 26 maggio 2011 – Spettacolare andirivieni, in questi giorni, nelle acque di Capri: grampi che giocano al largo dei Faraglioni, vele che solcano il Golfo di Napoli e, perfino, i “Delfini Guardiani” di Marevivo - cioè i ragazzi partecipanti all’omonimo progetto di educazione ambientale - che prendono il largo e accompagnano la Settima Edizione della “Rolex Capri Sailing Week” fino alla fine della regata. Guidati da Conny Vuotto, con la collaborazione dello “Yacht Club Capri” e della “Federazione Italiana Vela”, i ragazzi che in questi mesi hanno intrapreso l’innovativo percorso didattico, promosso dall’associazione ambientalista - si avvicineranno per la prima volta alla vela, grazie ad incontri teorici in classe e, soprattutto, alle attività pratiche sul mare. E la ‘Rolex Cup’ rappresenta l’inizio di buon vento per gli alunni. Infatti, a giugno, al termine del percorso, i protagonisti del progetto riceveranno il distintivo di “guardiani dell’isola”, che darà loro il diritto di presentarsi, senza accompagnatori adulti, alla Capitaneria di Porto o ai Comuni per segnalare eventuali problemi di carattere ambientale. Mentre, ad alcuni di loro che, quest’anno hanno seguito la seconda edizione del percorso didattico, sarà assegnato il diploma di guardiani senior. Alla realizzazione del progetto collaborano Federazione Italiana Vela, Associazione Capri Outdoor, Associazione Sub Capri e Yacht Club Capri. Dopo i buoni risultati dello scorso anno, l’associazione Marevivo continua il suo impegno nei confronti delle nuove
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generazioni, questa volta supportata economicamente dai Comuni di Capri e Anacapri che hanno apprezzato il lavoro svolto nel 2010 - e col patrocinio della Guardia Costiera, della Capitaneria di porto, della Società Caremar e del Corpo Forestale dello Stato. Il progetto “Delfini guardiani”, ideato da Marevivo, è un format che altre isole e comuni costieri stanno adottando: solo una coscienza diffusa, che parta dai più giovani, può provocare un cambiamento di rotta, indispensabile per proteggere un territorio tanto prezioso e fragile come le piccole isole del nostro Paese. Ufficio Stampa Marevivo (tel. 06.3222565, 3381090669; e-mail. ufficiostampa@marevivo.it)
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Partecipiamo in massa al convegno per ammirare i guppy, i Betta, i Killifish ed i rari vivipari selvatici! È facile ed economico per i lettori di aquariophylia, grazie al supporto della nostra agenzia di riferimento. Perché il programma di “coccole” per i nostri lettori è iniziato ed andrà avanti con incredibili sorprese. UN MOTIVO IN PIÙ PER SUGGERIRE AI VOSTRI AMICI DI REGISTRARSI GRATUITAMENTE AL SITO. Solo gli utenti registrati, infatti, potranno approfittare delle offerte di viaggio e di approfondimenti gratuiti che di volta in volta proporremo. COME RAGGIUNGERE RANCO (VA) CON MEZZI PROPRI:
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Non solo acquari... Siamo acquariofili, certo, ma anche amanti della natura a 360
gradi. Pertanto qualche stimolo preso dagli hobby “paralleli” non potrà che farci bene. Strano leggere in una rivista di acquari un articolo sui conigli nani! Strano ma rilassante, a nostro parere. Riesce a farci distogliere l’attenzione, per qualche minuto, dalle nostre passioni quotidiane. Qualcuno resterà affascinato e vorrà tentare nuovi allevamenti. Qualcuno si divertirà semplicemente a leggere curiosità su animali molto diversi dai pesci. Altri potranno trovare tutto ciò noioso ed inutile. In questo caso la soluzione è semplicissima: girar pagina! Siamo curiosi però del vostro livello di gradimento di queste variazioni “intorno” al tema. I vostri commenti, inviati tramite il sito internet www.aquariophylia.it, serviranno a produrre una rivista sempre più vicina ai vostri gusti.
Il Coniglio Fuzzy Lop Impropriamente conosciuto anche come Coniglio Ariete a Pelo Lungo
STORIA E PROFILO DI UNO DEI CONIGLIETTI PIÙ AMATI DAGLI ITALIANI di Lorenzo Luchetta I primi esemplari stabili di coniglio fuzzy lop compaiono in America alla fine degli anni sessanta ed in seguito, conseguentemente al loro aumento, arrivarono anche in altri paesi. In Italia sono conosciuti bene solo da pochi anni, ma in particolar modo da tre anni a questa parte la loro “popolarità” è molto aumentata. Questi coniglietti sono anche definiti impropriamente “arieti a pelo lungo” o “arieti d’angora”. Infatti il loro aspetto è quello di un coniglio con le orecchie cadenti lateralmente al capo ed il pelo lungo e setoso; proprio il pelo però si differenzia fra i “veri” fuzzy lop e gli arieti a pelo lungo (solitamente frutto di incroci fra razze a pelo lungo e razze a pelo corto). Infatti la consistenza delle setole dei fuzzy lop è molto più pastosa e compatta, e la tosatura non agevola la ricrescita, piuttosto la complica! Il musetto corto e bombato contribuisce a donargli un aspetto del tutto caratteristico, basta osservarli per rendersi conto del loro portamento delicato e un po’ goffo e del loro carattere generalmente mansueto. Proprio la miscela della loro indole tranquilla e del loro aspetto accomodante è la chiave del loro successo. Specialmente i bambini ne restano molto attratti, riuscendo spesso a instaurare un
American Fuzzy Lop orange
ottimo rapporto con il loro compagno a quattro zampe. Per “ospitare” un coniglio fuzzy lop ci sono diverse soluzioni: lo si può destinare in serragli o gabbioni all’aperto, ma la sistemazione più comune e la più pratica prevede l’utilizzo di una gabbia del tipo di quelle commerciate per i conigli nani, tenendo sempre a mente che più è spaziosa e meglio è. Sul fondo della gabbia andrà cosparsa una lettiera, per la cui scelta il mercato offre diverse opportunità. Importante sarà tenere presente che il nostro “amico” ha il pelo lungo e quindi una notevole parte di esso tocca il suolo rischiando di trattenere in maniera eccessiva i materiali inadatti. Accessori indispensabili restano logi-
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American Fuzzy Lop fulvo
camente: il beverino, che dovrà essere a sfera d’acciaio per evitare stillicidio nella gabbia e la mangiatoia, che dovrà essere dimensionata all’animale ed al numero di esemplari che si vogliono ospitare; è sempre utile anche la griglia porta-fieno, che evita lo spargimento dello stesso e lo conserva staccato dal fondo. Per ciò che riguarda i prodotti e gli accessori necessari per la cura dell’animale, possiamo dire che indispensabili sono un pettine ed un paio di forbici, il primo per lisciare periodicamente il pelo e il secondo per eliminare i nodi e le “trecce” che normalmente si formano nel manto. A questo proposito è però importante ricordare, come abbiamo già
accennato, che il coniglio fuzzy lop al contrario del parente d’angora, non va tosato completamente ma va solo ripulito. Sempre utili sono anche gli spray acaricidi e antipulci, dei quali si può fare tranquillamente uso anche a scopo preventivo nelle stagioni a rischio (es. d’estate per le pulci). Rimane un punto fermo: l’animale dovrà avere sempre un numero di ore di libertà accettabile, non bisogna mai dimenticare che le eccessive limitazioni in questo senso accorciano la vita di qualsiasi ospite domestico e ne peggiorano la qualità. Il coniglio fuzzy lop è dotato di un apparato gastroenterico tendenzialmente più delicato di alcuni suoi parenti. È buona norma evitare tassativamente i vegetali conservati in frigorifero o con parti macilente o fermentate; l’alimentazione dovrà quindi basarsi su fieno, verdure fresche e pellet di buona qualità in giuste dosi. Il fieno è l’alimento principale e non dovrà mai mancare; per fare un esame grossolano ma utile al fieno che somministriamo dovremo sentirne l’odore, che dovrà essere forte ma non pungente o tendente all’acido e controllare che non sviluppi polvere bianca durante la separazione dei fasci - quest’ultimo è uno dei principali segni di cattiva conservazione. Queste naturalmente sono solo nozioni di massima che è bene approfondire presso fonti attendibili (testi, riviste specializzate e anche il web, ma con attenzione alla fonte), dato che la prima causa delle patologie dei conigli ornamentali è l’errata alimentazione. Per ciò che concerne la riproduzione del coniglio fuzzy lop, premettiamo che necessita di qualche attenzione in più rispetto ad altre razze, e non è consigliabile che vi si cimentino i neofiti. Per chi vuole ospitare una coppia, far nascere i coniglietti non è certo cosa impossibile e se l’ambiente è idoneo la femmina partorirà un numero di piccoli variabile solitamente da due a sei (eccezionalmente anche di più); questi saranno allattati e seguiti dalla madre per circa quaranta giorni, prima dei quali è molto sconsigliato allontanarli dalle sue cure. Durante l’allattamento e nei giorni che precedono il parto la femmina non gradisce la vicinanza del maschio, che rischia anche severe morsicature. È quindi meglio tenere separata la coppia. I nuovi nati vanno controllati giornalmente, facendo però attenzione a non disfare il nido e a non toccarli a meno che non sia assolutamente necessario. In particolare bisogna fare attenzione che sui piccoli non si siano formate delle “briglie” di pelo; questo fenomeno è purtroppo particolarmente frequente nei fuzzy lop e porta in poco tempo a necrosi ed infezioni spesso mortali. Nell’eventualità che questo inconveniente si manifesti bisogna intervenire immediatamente cercando di sciogliere la briglia con le dita o di reciderla con una forbicina, ma, se non si è più che soliti a questi interventi, è meglio delegare la pratica ad un veterinario esperto. Come già accennato, i disordini più comuni nel coniglio fuzzy lop sono quelli a carico dell’apparato digerente ed in particolare dell’intestino, a carico del quale si potranno manifestare la diarrea, il meteorismo ed anche le occlusioni. Fra i problemi che possiamo definire “meccanici” ricordiamo le unghie troppo lunghe e le anomalie dentarie, date spesso da una dieta errata. In ogni caso è utile rivolgersi per qualsiasi problema sanitario e per le vaccinazioni (le più importanti restano quella contro la mixomatosi e la malattia emorragica virale) ad un veterinario di fiducia, che potrà anche dare il suo consiglio sull’utilizzo dei mangimi contenenti coccidostatici e sull’utilizzo di prodotti preventivi contro le patologie da coccidi.
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American Fuzzy Lop pezzzato
Stimoli di viaggio e di immersione
di Franco Savastano
Sargocentron spiniferum Forsskal 1775 DESCRIZIONE Il Sargocentron spiniferum (precedentemente conosciuto come Holocentrus spinifer) è caratterizzato da una spina (dalla quale deriva il nome) velenosa, molto sporgente, sul preopercolo, corpo poco allungato, colorazione molto intensa con scaglie vistosamente colorate dal rosso intenso all’aranciato e dai bordi con riflessi argentei. Tanto per dargli una collocazione… NOMENCLATURA Si tratta di una specie conosciuta sotto svariati nomi: pesce scoiattolo, soldato, cardinale, sciabola, Garibaldi ecc. In inglese lo si definisce volgarmente Sabre squirrelfish, in tedesco Grossdorn, in francese Marignan sabre. Nella Repubblica dominicana viene detto impropriamente Holocentrus marianus, in Atlantico, Bermude e Caraibi Holocentrus ascensionis ed in Australia, Giappone e Polinesia Argocentrum rubrum.
Regno Animale Phylum Chordata Subphylum Vertebrata Infraphylum Gnathostomata Superclasse Osteichthyes Classe Actinopterygii Ordine Beryciformes Famiglia Holocentridae Sottofamiglia Holocentrinae Genere Sargocentron
ABITUDINI Quello che lo contraddistingue in maniera inequivocabile è l’ele-
Il genere Sargocentron comprende circa 35 specie
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Con la nuova linea di acquari DUBAI Ferplast unisce design e tecnologia in un prodotto perfettamente integrabile ai diversi stili di arredo. Disponibili in quattro dimensioni e differenti colorazioni, dal classico noce al pi첫 moderno bianco, gli acquari DUBAI sono il prodotto ideale per tutti gli acquariofili. Forniti di filtro interno BLUWAVE e di plafoniera bilampada completa di timer, sono arricchiti da accorgimenti tecnici che li rendono unici e irresistibili.
Volete immergervi nelle calde acque delle Maldive ed osservare Sargocentron spiniferum nel suo ambiente naturale? Facile come… cliccare sull’immagine per far partire il filmato!
ganza nel volteggiare su sé stesso negli anfratti poco luminosi dove, alla luce di un faretto o di una torcia, il subacqueo resterà incantato dalla sua colorazione vivace (rosso acceso, tendente, nella parte inferiore del corpo, all’aranciato, bordi delle squame argentati), dagli occhi grandi, e dalla pinna dorsale di grandi dimensioni, caratterizzata da 11 spine. Essi sono soliti, in situazioni di pericolo, emettere un suono acuto, probabilmente utile a segnalare il rischio ad altri individui. Si trova in vari ambienti di barriera, fino a profondità di oltre 100 m. Le forme giovanili prediligono acque tranquille e meno profonde. Si tratta di una specie solitaria, dalle abitudini notturne; durante il giorno si nasconde in anfratti o zone comunque riparate. Si lascia avvicinare, ma non bisogna dimentica-
re che, benché si tratti di una specie piuttosto pacifica, è velenoso. In età avanzata, spesso si accomuna a branchi di chetodontidi, o di altri pesci di media taglia, raramente piccoli, forse per motivi di difesa nella massa o di vantaggio nel procurarsi il cibo. DIMENSIONI L’adulto può raggiungere i 40 centimetri. È la specie di maggiori dimensioni all’interno del genere Sargocentron. OSSERVAZIONI All’avviso di chi scrive è uno dei pesci più belli ed interessanti da fotografare o filmare in quanto, nel suo volteggiare, mette in bella mostra le grandi scaglie e le spine dorsali, nonché la pinna caudale biforcuta, spesso colorata di giallo arancio. 114
La Repubblica delle Maldive, situata nell’Oceano Indiano, è un arcipelago composto da oltre un migliaio di isole coralline, raggruppate in 26 atolli e rappresenta un vero paradiso per gli amanti delle immersioni. La temperatura oscilla tra i 24 e i 33 °C e nel corso dell’anno si alternano una stagione secca (da dicembre ad aprile, caratterizzata da venti da nord-est) ed una stagione umida (da maggio a novembre, venti da sudovest). Il periodo ideale per visitare le Maldive è la stagione secca, in particolare il mese di febbraio. INFORMAZIONI PRATICHE: PASSAPORTO: necessario, con validità residua di almeno sei mesi VISTO: necessario, viene rilasciato all’arrivo, in aeroporto (visto turistico di 30 giorni); per chi non fa uso di un viaggio organizzato è richiesta una prenotazione alberghiera, convalidata TRASPORTI: con barche locali e, in alcuni casi, idrovolanti Vaccinazioni richieste: nessuna PARTENZE: da Roma Fiumicino e Milano Malpensa. L’aeroporto internazionale di Malè si trova a circa due km dall’omonima capitale, sull’isola di Hulhule. Si effettuano voli per l’Asia, l’Europa ed il Medio Oriente. Altri quattro piccoli aeroporti sono esclusivamente destinati ai voli interni SPECIE PROTETTE: numerosi organismi marini sono specie protette alle Maldive e ne sono vietate la cattura e l’esportazione. È quindi necessario informarsi prima di acquistare souvenirs o raccogliere organismi marini, anche se spiaggiati.
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
IDEA VIAGGIO RISERVATA AI LETTORI DI AQUARIOPHYLIA Volo di linea Srilankan da Roma Fiumicino o Milano Malpensa Partenza: ogni mercoledì e venerdì 9 giorni (7 notti) Trasferimento in barca dall’aeroporto all’hotel Villaggio quattro stelle “Male Sud” Trattamento All Inclusive a partire da 1.110 euro per persona, per il pacchetto completo di 9 gg Per informazioni, prenotazioni e preventivi personalizzati, l’agenzia di riferimento che offre vantaggi esclusivi ai lettori di aquariophylia è:
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ALIMENTAZIONE È un predatore e si nutre essenzialmente di piccoli pesci e crostacei.
IN ACQUARIO Per l’allevamento in acquario bisogna innanzi tutto tener presenti le dimensioni di questa specie (raggiunge i 40 cm). In vasca può convivere con altre specie, purché di dimensioni comparabili. Si nutre in acquario con Artemia, Mysis e pezzettini di pesce congelato.
DISTRIBUZIONE La sua figura è, diremmmo, onnipresente nei fondali medio bassi di gran parte dei mari caldi del mondo, conservando immutate le sue sembianze, con qualche differenza lieve nella fase giovanile e con la colorazione della caudale bianca nel suo cugino Sargocentrum caudimaculatum, diffuso alle Maldive, in Australia, Giappone e naturalmente Mar Rosso. Con l’apertura del Canale di Suez anche questa specie, come molte altre, sta ampliando il suo areale colonizzando il basso Mediterraneo (migrazione lessepsiana, dal nome del realizzatore del Canale di Suez).
SPUNTI DI VIAGGIO Tutte le rotte sono buone, ideale per la distanza è sempre il Mar Rosso, attualmente sconsigliato a causa dei recenti eventi. Molto ricercate sono le Maldive, soprattutto Praline. SPUNTI DI IMMERSIONE Il crepuscolo è ideale, cercare negli anfratti dei reef.
MALDIVE: ALLA RICERCA DI SARGOCENTRON SPINIFERUM …meravigliose MALDIVE, il sogno di tanti ma soprattutto di coloro che amano il mare. Vantano uno degli scenari tropicali più belli al mondo, sabbia bianca e sottile, palme da cocco che si affacciano su acque blu cristalline, barriere coralline per le immersioni, spiagge assolate e soprattutto un senso di ospitalità esclusivo per chi vuole vivere al contatto della natura non rinunciando ad un comfort di prima classe. Sei turisti su dieci non lasciano le Maldive senza aver provato almeno una volta un’immersione. Infatti il mare di queste isole possiede centinaia di posti meravigliosi dove praticare immersioni. Alcuni sono facilmente raggiungibili direttamente dai Villaggi Turistici, altri si possono raggiungere con le barche organizzando veri e propri safari marini. Oltre alle migliaia di specie di pesci e ai coralli, sott’acqua c’è un intero mondo abitato da tartarughe, murene, mante, squali e balene. Inoltre è d’obbligo per chi si immerge esplorare alcuni relitti adagiati sul fondo, come il Maldive Victory, ritenuto da molti il più bel relitto al mondo. Meta di tanti viaggi, le Maldive si presentano come un luogo prescelto dagli appassionati di sport acquatici e da coloro che gradiscono le molte possibilità di praticare vela, paracadutismo sull'acqua, windsurf e sci d'acqua. In alcune località è possibile praticare la pesca grossa, ma è obbligatorio ributtare molte delle specie pescate in acqua. Se di giorno siete troppo impegnati, potete dedicarvi alla pesca notturna a bordo di un “dhoni”, l'imbarcazione tradizionale. Negli ultimi anni, sta diventando sempre più diffuso il “banana riding”, che coinvolge una decina di persone arrampicate su una enorme “banana gonfiabile” (!) trainata da un motoscafo.
QUANDO VISITARE LE MALDIVE. Il periodo migliore per visitare le Maldive e per le immersioni subacquee è da metà dicembre ad aprile. Durante l’estate le isole sono investite dal monsone sud-ovest, che porta brevi acquazzoni quotidiani, afa persistente e mare agitato. La temperatura media dell’acqua è di 26 -27° Serena Di Leva
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INCONTRI A SORPRESA
Dramma ittico della gelosia a cura di Ippo Campo
Perché contiene un elenco quasi incredibile di pesci ed altri organismi marini, tutti abitanti nel
B
uongiorno a tutti, eccomi di nuovo
Golfo di Napoli. Insomma, conoscere a mena-
qui; vi avevo promesso che sarei tor-
dito il testo di questa canzone è quasi come
nato. No, per favore, non saltate subi-
fare un esame di zoologia marina partenopea.
to alla rubrica successiva: se non mi legge nes-
Per quanto riguarda la storia, letteraria e musi-
suno mi licenziano. E cosa volete che faccia un
cale, di questo pezzo straordinario, vi rimando
povero cavalluccio di mare senza lavoro?
ad un libro pubblicato qualche anno fa, che
Questa volta voglio parlarvi di una canzone. Sì,
tratta esaurientemente l’argomento e dal quale
proprio una canzone, che cosa c’è di strano?
(confesso) ho anche attinto numerose informa-
Gli organismi acquatici sono così importanti ed
zioni. Per non rischiare un nuovo scontro con
amati da essere stati celebrati in svariate occa-
la se(grrrr)etaria di redazione (mi fa ancora
sioni anche in musica. Qualcuno sta già pen-
male la pinna dorsale, ahi!), i dati bibliografici
sando a Schubert, ne sono sicuro, ma della
ve li do subito: Christiane Groeben e Maria
sua immortale Trota (sì, proprio quella, Die
Cristina Gambi Lo Guarracino che jeva per
Forelle) parleremo in un’altra occasione. Per
mare Napoli, Gaetano Macchiaroli Editore,
questa volta rimango nell’ambito degli animali
1992. Anzi, cito anche un’altra pubblicazione
marini e vi presento una canzone che certa-
sull’argomento: Maria Cristina Gambi Gli orga-
mente tutti conoscono e non solo a Napoli:
nismi marini ne Lo Guarracino Napoli, Edizioni
Signore e Signori… Lo Guarracino!
di Gabriele e Mariateresa Benincasa, 1996.
Perché proprio questa canzone? Semplice.
Ecco fatto. 118
Il Guarracino, protagonista della storia in que-
tonno, bottoni di occhi di polpo (qui si cade nel
stione, è stato quasi unanimemente identifica-
cattivo gusto!) alghe, “velo marino”, due cate-
to con la castagnola nera, Chromis chromis,
nelle di conchiglie, cappello con i galloni, fibbie,
simpatico pesciolino diffuso in tutto il
fiocchi e nastri, insomma, nulla viene tralascia-
Mediterraneo. La storia narrata nella canzone è
to per pavoneggiarsi di fronte ad una possibile
semplice e non è certo un tema esclusivamen-
candidata.
te ittico, anzi direi che è una vicenda molto
…E l’occasione si presenta: la Sardina (si sup-
“umana”. Il Guarracino, dunque, un bel giorno
pone giovane e bella) è al balcone e sta can-
decide di trovarsi una fidanzata e, utilizzando
tando un’arietta riguardante “la figlia della zia
un armamentario tanto svariato quanto incredi-
Lena” che (alla faccia dell’amore disinteressa-
bile di capi d’abbigliamento, comincia a farsi
to) ha lasciato il fidanzato perché non le faceva
bello, anzi, ad agghindarsi. Vivendo in mare ha
regali. È amore a prima vista: il Guarracino si
ovviamente a disposizione materie prime che
precipita, secondo l’uso, da una vecchia (in
sarebbero a dir poco inconsuete sulla terrafer-
questo caso una Bavosa) che possa fargli da
ma. Lo vediamo così fare uso di un abito di
ambasciatrice, dichiarando il suo amore alla
scaglie di pesce, scarpe e calze di pelle di
timida Sardina. La giovane all’inizio è timorosa, 119
arrossisce e si nasconde perfino sotto uno sco-
scoppolune, fecozze e conesse, scerevecchiu-
glio, ma la Bavosa sa fare il suo mestiere ed infi-
ne e sichetennosse e l’ammacca ossa (ah! que-
ne la corte del Guarracino viene accettata.
sto si capisce cosa vuol dire) e pilosse”.
Romantica storia a lieto fine? Ma neanche per
Insomma, il Guarracino se la vede brutta. Ma il
sogno, siamo appena all’inizio. La Patella (c’è
peggio deve ancora venire: amici e parenti dei
sempre qualcuno che non si fa i fatti suoi,
due litiganti intervengono, anch’essi armati fino
anche in fondo al mare) ha assistito alla scena
ai denti (altra lista: coltelli, spade, tenaglie, mar-
e, dopo aver trattato la malcapitata Sardina da
telli e così via) e si buttano (forse dovrei dire si
traditrice, svergognata e chi più ne ha più ne
tuffano?) entusiasticamente nella mischia.
metta, si precipita a mettere al corrente dell’ac-
…E siamo arrivati al punto che ha in origine
caduto il Tonnetto, precedente spasimante
scatenato il mio interesse: un’incredibile lista di
dell’avvenente pesciolina (però, però … anche
abitanti del mare, tutti (tranne uno) identificabi-
lei! Mica tanto seria la ragazzina!). Il Tonnetto,
li, in molti casi a livello specifico, con animali
pazzo di rabbia e di gelosia corre ad armarsi e
realmente esistenti. Si tratta di un totale di oltre
qui segue un altro degli interminabili elenchi
70 specie, che comprendono pesci, crostacei,
che evidentemente rappresentavano un debo-
molluschi, echinodermi e perfino mammiferi.
le dell’autore. Stavolta si tratta di armi: spingar-
Qualche esempio? Occhiate, acciughe, alosa,
de, pistole, baionette, bombe, cannoni e tutto
luccio di mare, anguilla, aguglia, cernia, denti-
quello che il furibondo Tonnetto riesce a mette-
ce, triglie, merluzzo, pastinaca, pescecane,
re insieme, viene precipitosamente raccolto e
granchi, gamberi, calamaro, riccio di mare,
l’innamorato tradito parte alla ricerca dell’igna-
stella di mare, delfino e così via, oltre, ovvia-
ro rivale. Come sfortuna vuole, i due si incon-
mente ai già citati protagonisti: castagnola,
trano subito e, dopo avergli dato del malandri-
sardina, bavosa, patella e tonnetto. L’elenco
no (uno stupefacente autocontrollo se si pensa
completo (comprendente il nome in italiano,
agli insulti che avrebbe potuto usare) il Tonnetto
francese, inglese, spagnolo, tedesco e, ovvia-
fa seguire i fatti alle parole e volano botte da
mente, il nome scientifico) è riportato nella già
orbi.
citata pubblicazione di Groeben e Gambi.
L’elenco successivo (mai mi sarei aspettato che
La storia finisce, o per meglio dire, non finisce
“malmenare qualcuno” si potesse dire in tanti
affatto, a questo punto, perché il narratore, sfi-
modi diversi!) ci informa delle diverse maniere in
nito, senza fiato e con la gola comprensibil-
cui i contendenti se le danno di santa ragione.
mente secca dopo l’incredibile tour de force a
Riporto integralmente il testo per la gioia degli
cui si è sottoposto, dichiara di non poterne più
studiosi del dialetto napoletano: “E pigliatella sta
e interrompe il racconto. A questo punto non ci
mazziata; tuffete e taffete a meliune le dava pac-
rimane altro da fare che ascoltare la canzone e
care e secunzune, schiaffe, punia e perepesse,
ripeterne il testo (senza errori, mi raccomando!) 120
al ritmo frenetico previsto dalla musica che lo
sione di colpi ingaggiata tra le fazioni parteg-
accompagna.
gianti per i due improbabili rivali in amore.
Delle moltissime edizioni esistenti la mia prefe-
Buon divertimento!
rita è contenuta nel CD di Accordone e Marco Beasley La bella noeva, pubblicato da Alpha
Di nuovo la segretaria di redazione, cosa vorrà questa volta…? Si, avevo promesso di non parlare di un libro, infatti è una canzone … non ho citato l’autore? Ma è un pasticcio, non ci si capisce niente, ci sono un sacco di versioni diverse... del resto è tutto nel libro che ho citato, chi vuole può leggerlo lì… Sì, ho detto libro… Ahi! Non di nuovo la pinna dorsale!
Production nel 2005. Un’interpretazione magistrale dello stesso Beasley con Pino de Vittorio si può vedere ed ascoltare seguendo il link: http://www.youtube.com/watch?v=eax3x1ZO yXc. Bene, la prossima volta che vi capiterà di guardare una stella di mare o una bavosa muoversi senza fretta nel vostro acquario, non potrete fare a meno di immaginare la lotta senza esclu-
Tutte e cinque le specie di tartarughe marine viventi negli Stati Uniti sono considerate a rischio di estinzione. Una delle maggiori cause di mortalità è rappresentata dalle reti da gamberi. Infatti il 70-80% dei resti di tartarughe morte trovati sulle spiagge sono da mettere in relazione con questo tipo di pesca. Negli ultimi anni ‘80 il governo federale cominciò a richiedere strutture di esclusione per tartarughe collegate alle reti a strascico. Questo tipo di strutture permette alle tartarughe di sfuggire alla rete prima che lo strascico giunga a catturarle. Fino ad oggi, però, l’effettiva efficienza di queste strutture non era stata mai dimostrata. Uno studio dimostra che le reti hanno lavorato nel corso di questo periodo su una popolazione in costante diminuzione, ma il tasso di cattura è comunque diminuito nel tempo. Si è potuto così dimostrare che questo tipo di pesca effettivamente influisce negativamente sulle popolazioni naturali di tartarughe marine, ma l’uso di strutture di esclusione permette comunque di ridurre i danni e, col tempo, potrà favorire il ricostituirsi di popolazioni naturali abbastanza numerose. Tali studi sarebbero di notevole interesse anche nel Mediterraneo, ove la pesca costiera sta portando all’estinzione la nostra tartaruga Caretta caretta. 121
OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
Schema grafico effettuato prima della realizzazione, per valutare l’effetto che i due acquari avrebbero avuto sull’ambiente arredato
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Qualche
tempo fa avevo da riorganizzare un ambiente. Si trattava di uno spazio filtro con l’esterno. La presenza dell’oblò al soffitto ne sottolineava la volontà di contatto con la natura. Quindi, in questa linea, sono stati inseriti due acquari di medie dimensioni, alloggiandoli nelle due quinte divisorie e, per rimarcare la volontà di “portare dentro” un pezzo di natura, è stato sistemato anche un alberello in corrispondenza dell’oblò. Lo spazio quindi si è arricchito di frammenti di natura che restituiscono l’emozione del contatto con l’ambiente naturale e riportano alla memoria l’esperienza di un’escursione o un’immersione. In questo caso si tratta dell’ingresso di una sala d’aspetto di uno studio dentistico, ma una soluzione simile potrebbe andar bene anche per altri studi o ambienti pubblici, così come per un ambiente domestico o un ufficio. Le pareti divisorie sono state completamente rifatte, con tavelle in argilla e intonaco deumidificante trattato con rete, per fronteggiare eventuali problemi di umidità, e attrezzate con punto luce e punto acqua (per procedere ad eventuali cambi parziali utilizzando un deionizzatore ad osmosi inversa fissato alla parete). Infine le pareti sono state dipinte di bianco per conferire maggiore risalto al dialogo di luci e colori, che si riflette sulle pareti circostanti. Le dimensioni della sala sono di metri 7 x 9,5, mentre le vasche, del tutto simili tra loro, misurano metri 1,70 (larghezza) x 0,70 (altezza) x 0,40 (profondità). Particolare di uno degli acquari proposti. La vegetazione è stata disposta fittamente accostata ai legni di torbiera per produrre un ambiente accogliente e rigoglioso, come da descrizione degli acquari allestiti
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SCHEDA TECNICA
L’allestimento proposto si riferis litri, dotate entrambe di identico
- Plafoniera Dupla Electra II con intensa e penetrante sul fondo - Filtro Ferplast BluWave 09 in c - Termoriscaldatore Askoll Troni - Fondo costituito da due strati. silicea lavata
Acquario a sinistra
Valori acqua: pH 7,00; GH 5; KH 2; T 28 °C Arredamento: legni di torbiera e materiali in terracotta Piante sullo sfondo: Cabomba, Limnophila, Myriophyllum, Bacopa. Piante al centro: Alternanthera, Heteranthera, Higrophila e Lysimachia. Prato di Eleocharis acicularis. Pesci: 50 Paracheirodon innesi, 10 Epalzeorinchus bicolor, 5 Otocinclus affinis, 5 Symphysodon aequifasciata adulti
EFFETTO FINALE OTTENUTO MEDIANTE L’INTRODUZIONE DEI DUE ACQUARI, COME DESCRITTO NELL’ARTICOLO 124
sce a due vasche d’acqua dolce del volume lordo unitario di 476 o set tecnico costituito da:
ntenente due lampade alogene da 150 watt ciascuna, luminositĂ o conformazione originale ic E2Volution da 200 watt Il primo, di 2 cm, di Sera Floredepot ed il secondo di 4 cm di sabbia
Acquario a destra
Valori acqua: pH 7,6; GH 10; KH 4, T 25 °C Arredamento: lastre di ardesia per terrazzamenti, rocce laviche, rocce fossili, rocce sintetiche Piante sullo sfondo: Vallisneria e Crinum, Rotala, Ludwigia. Piante al centro: Anubias (su legno), Bolbitis, Fontinalis (su roccia), Microsorium e Vesicularia. Prato di Eleocharis acicularis. Pesci: 60 Poecilia reticulata, 30 Poecilia latipinna, 30 Danio rerio, 10 Hypostomus plecostomus
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Come di Antonio Piccolo
In questa sezione verranno proposti ogni mese FILMATI tesi a dimostrare attività di particolare rilevanza, oppure a illustrare argomenti e concetti che non potrebbero essere facilmente fruibili attraverso le classiche presentazioni con testo e foto. Preghiamo i lettori stessi di volerci proporre argomenti di loro interesse, in modo da permetterci di soddisfare le loro reali aspettative. E ora CLICCATE SULL’IMMAGINE qui sotto per vedere il filmato e...
buona visione!
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si fa... LA COLTIVAZIONE DEL MUSCHIO IN ACQUARIO Negli ultimi tempi si è vista l’apparizione sul mercato di numerose forme di muschio coltivabili in acquario, quindi non più solo il famoso Vesicularia dubyana detto muschio di Giava, ma anche di altre forme ben più belle ed appariscenti. Molti però non conoscono la corretta coltivazione in acquario. Se lasciato crescere a caso non si avrà l’effetto naturale che oggi piace tanto agli acquariofili. C’è da dire che il muschio, di qualsiasi specie sia, va ancorato ad un substrato, sia esso una pietra o un legno. Per prima cosa ci si devono procurare alcuni utensili: pietre (le più adatte sono quelle di origine vulcanica) o legni, un paio di pinzette a punta fine, meglio se ricurve, retine per capelli, (quelle che usavano i nostri nonni), del filo di nylon per la pesca e molta pazienza. Il muschio va collocato su tutta la superficie della pietra che non sarà a contatto con il fondo, cercando di non lasciare nessuno spazio libero. Fatto ciò, aiutandoci con la pinzetta, si mette la retina per capelli, cercando di coprire tutta la superficie della pietra, in modo da bloccare il muschio ed evitando così lo sgradevole effetto del distaccamento di alcuni pezzi che circolerebbero liberi in acquario, lasciando la pietra parzialmente scoperta. Per collocare il muschio su di un legno, si dovrà procedere nello stesso modo, mettendo il muschio senza lasciare nessuno spazio scoperto, ma fissandolo poi con il filo di nylon, quanto più stretto è possibile, per evitare il distacco della pianta dal legno. Completate queste operazioni, sia la pietra sia il legno saranno collocati in acquario. Il muschio cresce anche senza molta luce ma ciò lo porta ad allungarsi e perdere compattezza, per cui è preferibile collocarlo in piena luce, dove si potrà osservare una crescita rasa e compatta. 127
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve riportati nelle pagine pubblicitarie, per scoprire novità interessanti. Sarà facile, così, arrivare al numero cinque, che vi verrà proposto tra un mese esatto. Vi anticipiamo alcuni dei contenuti più… bollenti!
Speriamo vivamente che la lettura sia stata di vostro gradimento. Il numero quattro però non finisce qui! Avete un intero mese per dedicarvi a varie attività entusiasmanti che sono riservate unicamente ai nostri lettori: approfondire gli articoli più interessanti, riguardare i filmati, navigare seguendo i link suggeriti nelle pagine di questo numero (scorrendo col cursore tra le pagine precedenti scoprirete che vi siete persi un sacco di “click”!), visitare i siti web dei produttori
NEL PROSSIMO NUMERO VI PROPORREMO:
Link: l’ossigeno disciolto. Si tratta di un argomento “di base” ma senza dubbio sono presenti numerosi contributi interessanti in
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rete. Il nostro esperto si è divertito a selezionare per voi i più interessanti su questo argomento troppo spesso dimenticato dall’hobbista.
importanza per gli organismi allevati ed i sistemi ideali per controllarla e mantenerla stabile. Gli abitanti unici delle sorgenti del Rio Teuchitlan. Con questo articolo vi porteremo in viaggio con noi alla ricerca di una specie in via di estinzione, Zoogoneticus tequila. Nei Goodeidi si può affermare che l’uovo fecondato nel corpo materno consuma nel breve tempo il vitellino e di conseguenza l’embrione non avrebbe alcun supporto nutrizionale per accrescersi. Verificheremo questo ed altri importanti concetti nel corso dell’articolo, dedicato ad un pubblico esigente ed esperto.
Un acquario marino biotopo: Andrea Prodan vi porterà alla scoperta del meraviglioso Golfo di Trieste per realizzare insieme un acquario biotopo mediterraneo dedicato ad organismi adriatici. L’acquario per Ryukin. Si tratta di una delle più interessanti varietà di Carassio (non ce ne vorrà il nostro collaboratore) e appartiene al gruppo delle varietà eteromorfe, cioè quelle il cui corpo ha subito nel corso di secoli una tale selezione da parte degli allevatori da renderlo notevolmente diverso dalla forma originaria. Un articolo tutto… rosso.
Biotopi della Malaysia. Abbiamo detto che vi parleremo di un acquario biotopo mediterraneo, di uno dedicato all’acqua dolce tropicale, uno di laghetto… Parlando di biotopi, non potremmo non tornare in Malaysia per completare il discorso iniziato in questo numero. Ne vedrete delle belle!
Un acquario in giardino. Tanti lettori ci hanno scritto chiedendo articoli specifici su questo argomento e non potevamo disattendere le loro richieste. Ecco allora il primo articolo introduttivo sull’argomento. Altri saranno pubblicati in base al vostro livello di gradimento.
Non solo acquari. Nell’ambito di questa sezione, che vi porta, per un attimo, lontani dal vostro hobby principale, alla scoperta di nuovi stimoli “pet”, vi parleremo del terrario per piccoli roditori esotici.
Test. Come sempre la sezione test prevista per il prossimo mese è molto ricca e comprende due particolarissimi acquari completi, unici nel loro genere, delle rocce sintetiche, cibi congelati, un alimento di grande valore pratico per invertebrati, un menù per pesci marini ed una incredibile pianta acquatica.
Pterapogon kauderni. Nel caso vogliate dedicarvi alla riproduzione di pesci marini tropicali questa è la vostra occasione: non mancate l’appuntamento per sapere tutto sulla vita e le possibilità di riproduzione di questa insolita e particolarissima specie.
Carassio. Sarà presente la rubrica del Carassio ma al momento non sappiamo dirvi di più perché il nostro prezioso collaboratore si è chiuso in un provocante mutismo e pare che voglia fare dichiarazioni sensazionali: staremo a vedere…
Come si fa: lo scalare. Di scalari abbiamo parlato nei numeri precedenti di questa rivista ed in questo stesso fascicolo ma è ovvio che il discorso non finisce qui! Per mostrarvi particolari interessanti dell’allevamento e della riproduzione di questa specie abbiamo pensato ad un filmato, che notoriamente vale… più di mille foto!
Cibi vivi. La sezione cibi vivi prenderà in considerazione l’allevamento delle dafnie, alimento vecchio come il cucco, ma ancora poco diffuso presso gli acquariofili, nonostante le grandi proprietà nutritive, e il suo valore unico nello stimolare l’umore dei pesci.
Ovviamente questo è quanto abbiamo già… in pentola. Se desiderate un menu “a la carte” non esitate a scriverci, inviando le vostre richieste tramite le apposite finestre del nostro sito web: www.aquariophylia.it oppure inviando un messaggio di e-mail ad info@aquariophylia.it
Pillole per il principiante: la temperatura dell’acqua. La sezione per il neofita prenderà in considerazione la temperatura, la sua 129
I VOSTRI COMMENTI Il quarto numero di acquariophylia si è concluso in bellezza… speriamo. Vi è piaciuto? Stiamo procedendo bene? A questo proposito, ovviamente, abbiamo bisogno della vostra collaborazione e dei vostri feedback. Quali sono le cose che vi hanno soddisfatto di più? Ci sono cose che potrebbero essere migliorate? Fateci ricevere i vostri commenti, utilizzando il sito web (www.aquariophylia.it) o inviandoci un messaggio mail. Faremo in modo da rendere la rivista sempre più vicina alle vostre attese, più divertente e completa per i vostri scopi. Vi chiediamo anche di diffondere la notizia della pubblicazione presso i vostri amici e conoscenti: farete loro un magnifico regalo e permetterete ad aquariophylia di diventare più forte, perché maggiormente diffusa. La rivista è anche vostra: contribuite a renderla diffusa, forte e bella.