Numero doppio estivo, per riempire le vacanze! Nano-Med e pico-acquari, le frontiere del piccolo
Pterapogon kauderni, il cardinale delle Molucche Esperienze con Astatotilapia aeneocolor Filtraggio ed aerazione per neofiti Come si fa: lo scalare Acquario di Genova, sulle le tracce di Colombo
Betta Show, istruzioni per l'uso Scoop: il nuovo filtro Aquael Multikani Pesci elettrici, torpedini
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È… CLICCABILE! Siamo giunti al sesto (e settimo) numero e i nostri lettori hanno imparato a conoscerci. Quello che forse non si aspettavano da questo fascicolo estivo era che fosse veramente “doppio” in quanto a contenuti e multimedialità! Coloro che ci scoprono solo adesso, forse ancora abituati all’antica carta stampata, potrebbero sentirsi disorientati, ma basta poco per adeguarsi scoprendo tutti i vantaggi del supporto moderno. Senza dubbio, questa pubblicazione multimediale potrà offrirvi numerosi vantaggi rispetto ad una rivista tradizionale! Ad esempio troverete filmati veri che prenderanno vita dopo un semplice click! Inoltre troverete delle pagine di link, che vi permetteranno di divertirvi in rete, guidati dagli autori della rivista. Persino le pagine pubblicitarie sono interattive e vi permetteranno di vedere cosa bolle in pentola a casa delle aziende produttrici. Ma i vantaggi per i nostri lettori non finiscono qui! La rivista è totalmente stampabile. Potrete dunque archiviare i vostri fascicoli anche in forma cartacea. …E c’è di più: in fondo ad alcune pubblicità sono presenti piccoli moduli stampabili. Cercateli subito, stampateli ed inviateli per posta normale (basta un francobollo da pochi centesimi). Riceverete a casa vostra simpatici omaggi da parte delle ditte produttrici senza per questo dover nulla a nessuno. Garantiamo noi di aquariophylia: oramai potete fidarvi!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Edito dall’Associazione Acquariodiffusione COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Organizzazione editoriale & Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Cristina Mandaglio (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Francesco Denitto (Consigliere di Redazione) RESPONSABILI DI SEZIONE Paolo Busonera (Discus) Luca Colutta (Test & Tecnologie) Tony di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Alessandro Falco (Cibi Vivi) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Carassio Aurato Paolo Busonera Rita Colognola Francesco Denitto Tony Di Meglio Giuseppe Flacco Pietro Antonio Grassi Matteo Grassi Ippo Campo Alessandra Larotonda Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Antonio Piccolo Isaia Rosica Franco Savastano Roberto Silverii Luigi Storoni Valerio Zupo REDAZIONE: aquariophylia@gmail.com Pubblicità e redazione: Vimax srl - Via Rezzonico 23 – Como tel. 031301059, e-mail: vimaxcomo@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it/home/index.php?option=com_comprofiler&task=registers&Itemid=84 Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: Aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it).
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno I - n째 6-7 luglio/agosto 2011
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Editoriale Tante cose interessanti in questo numero… Lettere in redazione Le frontiere del piccolo: nanomed di Pietro Antonio Grassi Betta Show, istruzioni per l'uso di Matteo Grassi e Roberto Silverii Pterapogon kauderni: il cardinale delle Molucche di Alessandra Larotonda Malaysia: viaggio in cerca di biotopi terza parte di Francesco Denitto Link: lo scalare a cura di Mario Loffredo Questo mi è piaciuto! A cura della redazione Recensioni & Novità a cura della Redazione 64 Aquael filtro modulare 66 Askoll Fluval Edge 68 Eheim professionel 3 electronic 70 Seachem Matrix 72 SHG Granulato 74 Sicce Wave Surfer 76 Vallisneria gigantea Ciclidi africani: esperienze con Astatotilapia aeneocolor di Giuseppe Flacco Acquario di Genova: sulle tracce di Colombo prima parte di Rita Colognola Un giorno, per una vita, tra Scalari e Discus prima parte di Paolo Busonera La rubrica del Carassio Pillole: filtraggio prima parte a cura di Isaia Rosica Fiat lux: il pico-acquario nella lampada di Tony Di Meglio & Valerio Zupo Dalle associazioni NonSoloAcquari: il terrario per i piccoli roditori esotici seconda parte di Lorenzo Luchetta Zoomark 2011 seconda parte Stimoli di viaggio, Torpedini di Franco Savastano Incontri a sorpresa: il mare e il poeta di Ippo Campo Oltre il vetro: risistemazione della hall di un albergo di Luigi Storoni Come si fa: lo scalare seconda parte di Antonio Piccolo Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. PAOLO BUSONERA (Responsabile sezione discus) nasce a Genova il 30 maggio 1964. Da sempre appassionato del mare, degli animali e di acquari. Appassionato di fotografia naturalistica pubblica, insieme ad un amico, alcuni articoli sugli uccelli rapaci e non. Negli anni ‘90 allestisce un piccolo acquario da salotto, in seguito scopre che i discus sono la sua passione e li alleva ormai da dieci anni. LUCA COLUTTA (Responsabile sezione Test & Tecnologie) laureato a Napoli in Scienze Naturali, si è specializzato sull'impatto ambientale delle attività umane sugli ecosistemi marini, in particolare sul Golfo di Napoli. Ha frequentato l'Università di Benevento per un PhD sulle conseguenze dell'erosione costiera sulle popolazioni di animali e vegetali della Basilicata. È stato collaboratore di numerosi progetti di ricerca ed in particolare si è occupato per lungo tempo presso il Dipartimento di Igiene Ambientale (Università degli studi di Napoli Federico II) del monitoraggio fisico-chimico e biologico delle acque del Golfo di Napoli. Ha insegnato in scuole di ogni grado e tenuto corsi universitari di Geologia Marina e Ambienti Sedimentari Sottomarini. Si è occupato per anni di Impianti di Depurazione e Qualità delle Acque Potabili presso grosse aziende campane. Attualmente collabora con un laboratorio di analisi ambientali. Appassionato da sempre di subacquea e di fauna mediterranea è stato co-fondatore di alcune associazioni come AIAM e GAP. Nel campo acquariofilo è particolarmente interessato agli acquari marini mediterranei ed in generale alla flora e fauna italiana anche dulciacquicola; si interessa inoltre ai sistemi di filtraggio ed al corretto mantenimento dell’equilibrio ecosistemico in vasca. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia
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delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario. TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. ALESSANDRO FALCO (Responsabile sezione Cibi Vivi) giovane acquarista e vicepresidente della Associazione Acquariofili Abruzzese, ha collaborato con importanti ditte del settore nella realizzazione di alcune mostre di acquari. Laureando in Acquacoltura e Ittiopatologia, Alessandro gestisce una fishroom di oltre 4000 litri dove alleva e studia gli animali oggetto dei suoi articoli. Le sue esperienze sono raccolte nel suo sito personale www.aquariumculture.com. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora mari-
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ne mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. GIUSEPPE FLACCO (Autore) è nato a Guardiagrele nel 1978 e risiede a Montesilvano (PE). È socio e membro del direttivo dell’Associazione Acquariofili Abruzzesi. Appassionato Acquariofilo si avvicina a quest’hobby attratto prevalentemente dal comportamento e dalle strategie riproduttive dei Ciclidi. La Passione per l’acquario d’acqua dolce tropicale lo conduce ad intraprendere un “viaggio” per laghi e fiumi, attraverso l’allestimento e la gestione di vari acquari che trasmettono sempre più marcatamente il suo crescente interesse per la coltivazione delle piante. Il suo motto è: prendiamoci cura dell’acqua e sarà l’acqua a prendersi cura dei nostri pesci e delle nostre piante. PIETRO A. GRASSI (Autore) nato nel 1978, vive a Catania, ove sta completando gli studi di Biologia. Interessato da sempre agli animali in genere, si è poi finalmente concentrato sugli acquari. Ha allestito acquari di vario genere, da quelli di sole piante a quelli marini, con una passione in particolare per gli invertebrati marini del Mediterraneo. Ha accumulato esperienze sulla tecnica e sul comportamento di pesci ed invertebrati durante una collaborazione come tecnico presso l'acquario mediterraneo di Giarre, gestito dall’Università di Catania. Fa parte dell’Associazione Italiana Acquario Mediterraneo (www.aiamitalia.it) fin dalla sua fondazione ed è membro del direttivo da molti anni. ALESSANDRA LA ROTONDA (Autore) nata a Napoli, vive a Cintoia, in Toscana, con i suoi due magnifici figli. Si è laureata in Scienze Naturali con lode, poi ha intrapreso una serie di attività che l’hanno portata a contatto con varie realtà produttive. La sua casa si riconosce per la presenza delle vasche marine tropicali (sue) e per le innumerevoli altre bestiole (allevate dai suoi figli). La sua specialità sono i pesci pagliaccio, che alleva amorevolmente da decenni e sui quali ha sperimentato varie tecniche divenendo una delle maggiori esperte nazionali nella loro riproduzione. Recentemente ha allargato i suoi orizzonti ad altre specie ittiche ed alcuni decapodi. ISAIA ROSICA (Autore) nato a Guardiagrele (CH) il 12 giugno 1979, è dottore in Acquacoltura ed Ittiopatologia, laureatosi all’Università di Bologna, sede di Cesenatico. È stato per due anni tecnico addetto alla serra presso un noto importatore di pesci tropicali. Ha avuto contatti e rapporti lavorativi con molte importanti ditte del settore. Acquariofilo appassionato è socio dell'Associazione Acquariofili Abruzzesi da quasi vent'anni. LUIGI STORONI (Autore) l’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli.
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Stavo rivedendo questo numero estivo, prima di passarlo alla coordinatrice editoriale, e mi è capitato sotto mano l’articolo di Carassio. Mi sono commosso. Siamo proprio bravi! Siamo bravi a produrre questa rivista e, in base ai feedback che riceviamo, riusciamo anche a toccare le corde giuste nel cuore degli acquariofili. Abbiamo messo insieme un comitato di redazione di tutto rispetto. Non per il livello dei “nomi”: alcuni dei nostri autori erano sino a ieri perfetti sconosciuti, altri sono neo-laureati o studenti, altri ancora sono firme ben note o veri “giganti” nel campo degli acquari in Italia e all’estero. Ma non è questo il punto. L’importante è aver riunito un gruppo di appassionati veri, desiderosi di stimolarvi e spingervi a fare nuove entusiasmanti esperienze. Ci saranno riusciti? Ci saremo riusciti? A giudicare dai vostri commenti, sì. Ma vogliamo esserne certi e per questo motivo vi proporremo presto dei sondaggi tesi a rendere la rivista ancora più vostra, più vicina alle vostre esigenze. Ebbene sì, siamo fieri dei risultati ottenuti in termini di qualità ma non vogliamo certo dormire sugli allori: ci stiamo attrezzando per migliorare moltissimo nei prossimi mesi. Ad esempio abbiamo preso contatti con le associazioni ambientaliste più importanti del nostro paese. È ora di ricucire gli strappi passati e far comprendere a tutti quanto può essere importante un acquario nel produrre persone coscienti, sensibili alle necessità dell’ambiente. Abbiamo inoltre in programma collaborazioni con le scuole, perché è lì che vanno formate le nuove leve. Abbiamo ottenuto la cooperazione di un’agenzia di viaggi che vi aiuti a muovervi in cerca di nuove emozioni. Abbiamo iniziato un interessante programma negozianti. Ed abbiamo in serbo test sempre più interessanti di nuovi prodotti, novità in campo tecnologico ed estetico, nuovi stimoli in tutti i settori dell’acquariofilia, vantaggi esclusivi per tutti gli iscritti al sito. Insomma: sin dal prossimo numero vogliamo farvi divertire anche più di quanto fatto sinora. Abbiamo un sacco di idee e speriamo di poterle mettere al vaglio del vostro giudizio ma… vediamo come va a finire!
Forse qualcuno di voi si sarà chiesto come mai un gruppo di persone riesce a fare tutto questo regalando una rivista ai lettori senza chiedere nulla in cambio… Forse vi chiederete come ci sosteniamo, visto che non facciamo pagare un soldo bucato per i tanti servizi che offriamo agli acquariofili ed alle associazioni. La risposta è ovvia: ci sostengono gli sponsors. Le pagine di pubblicità che vedete in questa rivista servono a pagare tutte le spese necessarie per fornirvi un prodotto sempre più performante. Il sesto mese però è la metà dell’opera! Nel mezzo del cammin… del nostro primo anno, dobbiamo superare il primo esame dei nostri sostenitori. Saremo riusciti a convincere anche loro? Ovviamente uno sponsor è freddamente interessato al numero dei lettori e noi siamo partiti in un mercato stanco, annoiato, quasi addormentato. Il numero di abbonati che avevamo al primo numero, vi diciamo sinceramente, era assolutamente ridicolo, ma questo non ci ha scoraggiati. Continuando a lavorare con passione abbiamo fatto crescere rapidamente il nostro parco lettori e, probabilmente anche col vostro aiuto (sappiamo bene che molti di voi stanno passando la notizia a tutti i conoscenti, con risultati eccellenti), siamo oggi con ogni probabilità la prima rivista italiana di settore, con più di 15.000 persone che hanno letto il solo numero tre (di riferimento per le nostre statistiche). Se non altro i nostri “contatti” sono perfettamente ed asetticamente certificati dai vari siti che ci seguono, quindi il nostro pubblico è… senza trucchi e senza inganni!
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Ma sarà sufficiente? Non certo a lungo. Abbiamo bisogno di espandere ancora, e di molto, il numero dei nostri lettori se vogliamo continuare a produrre un buon servizio per gli acquariofili, per le associazioni, per gli sponsors. Il nostro obiettivo (ideale) è di portare un acquario in ogni casa italiana. Forse non ci riusciremo mai. Ma vogliamo provarci! Matti? Certamente sì! Tutto questo però dimostra inequivocabilmente che il progetto aquariophylia si basa sulla cooperazione fattiva di tutti, nessuno escluso. I lettori possono avere una bella rivista gratis, ogni mese, ma in cambio devono impegnarsi seriamente nel promuovere nuove iscrizioni. I produttori possono contare su un mezzo che va dritto in casa dell’acquariofilo per presentare le novità più interessanti e promuoverne la diffusione, ma devono avere fiducia in noi, sostenerci e darci credito, mentre continuiamo a crescere. I negozianti possono già contare su un mercato allargato e potranno godere dei vantaggi di un hobby ringiovanito e liberato dalle vecchie polveri, ma devono aiutarci a portare la rivista a casa di tutti i loro clienti. Noi dobbiamo fare ancora di più per offrire stimoli, opportunità, pareri autorevoli, equilibrio nelle valutazioni, pari opportunità a tutti coloro che lavorano per il progresso dell’acquariofilia. Se ognuno farà la sua parte seriamente allora sì, tra qualche anno potremmo vederci prossimi al nostro utopistico obiettivo… e nel frattempo ci saremo divertiti un mondo! Ma non sottovalutiamo questo punto. Se qualcuno “bara”… se qualcuno non farà la sua parte, allora aquariophylia smetterà di esistere prematuramente e questo, ne siamo certi, produrrebbe una nuova battuta di arresto nel progresso del nostro hobby. E allora, se vi sta a cuore il progetto, se volete contribuire in questo “tentativo” di riportare l’acquariofilia ai livelli osservabili in altri paesi del mondo, fate con cura la vostra parte. A cominciare dal lettore! Se ogni lettore, quando riceve la sua copia gratuita di aquariophylia, ogni mese, si ricorda di suggerire ad almeno un amico (non importa che sia acquariofilo: appassionati si diventa, non si nasce!) di iscriversi gratuitamente al sito, il numero dei lettori raddoppierà ogni mese. Non è tanto difficile, a quanto pare. Siete parte del progetto: giocate bene il vostro ruolo, perché affinché esso continui a vivere è veramente indispensabile il contributo fattivo e continuo di tutti!
QUESTO NUMERO...
in breve Tante cose interessanti in questo numero… PTERAPOGON KAUDERNI. Il cardinale delle Molucche è un pesce molto peculiare. Considerato a rischio di estinzione a causa della progressiva riduzione dei suoi ambienti di origine, è un pesce molto ben diffuso negli acquari, dove riesce a riprodursi frequentemente. Si riproduce almeno negli acquari dei professionisti, che poi lo distribuiscono sul territorio. Ma cosa accade nell’acquario del singolo hobbista? Troppo spesso si ignorano piccoli segreti che ci impediscono di proseguire nell’avventura. È un incubatore orale: la cura delle uova avviene da parte del maschio, che le tiene in bocca per l’intero periodo di incubazione. Nel corso della prima schiusa, ottenuta dalla nostra esperta, hanno visto la luce 25 pesciolini dei quali fortunatamente solo 2 non ce l’hanno fatta a crescere, morendo nelle successive 48 ore. Si è trattato di un’esperienza travolgente, che non smetterà di commuovervi. Se siete sotto l’ombrellone… indossate occhiali scuri per nascondere le lagrime! NANOMED. Oramai i nano-acquari sono una moda travolgente per tutti gli acquariofili, anche se molto spesso ospitano piante d’acqua dolce e deliziose Caridina. Si possono ottenere risultati simili nel caso di un acquario marino mediterraneo? Il nostro autore ci prova con successo, riuscendo a scatenare un putiferio di emozioni. Nella fattispecie, ha costruito un acquario da 20 litri lordi, cioè una vaschetta di 25 x 25 x 30 cm di altezza, come quelle di produzione industriale che vanno molto di moda recentemente. Uno dei problemi a cui si deve pensare, quando si allestisce una vasca così piccola, è “cosa ci metterò dentro?”. Niente schiumatoio, per ovvii motivi, ma l’attrezzatura tecnica è comunque di tutto rispetto, tenendo conto delle proporzioni, compreso un refrigeratore… d’occasione. Insomma, il nano-med diviene una realtà dopo questo articolo, e potrà rappresentare uno stimolo irresistibile per tutti coloro che, attualmente in località marine, desiderino portare a casa qualche Asterina, un paio di gamberetti e quella minuscola bavosa dalla quale proprio non riescono a staccarsi. Sarà un modo per rivivere i momenti magici dell’estate, sino al prossimo Natale. BETTA SHOW: ISTRUZIONI PER L’USO. Allevare Betta da esposizione, ottenere nuove varietà e forme, raggiungere obiettivi di bellezza assoluta, partecipare a show internazionali: un bel modo per divertirsi, 12
magari riuscendo ad ottenere qualche premio ambito. Come si fa? Ce lo spiega il nostro esperto di Anabantidi, Roberto Silverii, conducendoci con incredibile semplicità e grande esperienza nell’esame degli standard per valutare i Betta in concorso. Addentrarsi in questi standard, spesso molto tecnici e generalmente descrittivi e poveri di illustrazioni, è un po’ complesso. Ma, senza pretesa di esaustività, possiamo provare ad illustrare per i lettori di aquariophylia alcuni aspetti chiave, facendoli vedere in azione, cioè nella pratica, immaginando di essere nei panni di un allevatore che vuole valutare quanto il suo pesce si discosti o meno dallo standard e come dovrebbe lavorare per migliorarlo. MALAYSIA: TERZA TAPPA NEI MERAVIGLIOSI BIOTOPI TROPICALI. Chi ci segue regolarmente (tutti i nostri affezionati lettori, naturalmente!) si sarà oramai abituato a questo appuntamento iniziato tre mesi fa. Viaggiare con Francesco ed Heiko ci ha portati faccia a faccia con personaggi ben noti nel mondo degli acquari e ci ha fatti un po’ sospirare quando abbiamo condiviso alcune disavventure degli autori…. Questo mese, tra sanguisughe ed ambienti umidi le cose non andranno molto meglio! Peccato che si tratti dell’ultima puntata. Non ci resta che rileggere anche i numeri precedenti per avere una visione d’insieme di queste tropicali realtà. Per fortuna è facile perché la rivista elettronica è… straordinariamente leggera e proprio in questi mesi estivi potremo approfittarne per viaggiare tra le pagine e con le pagine, magari riprendendo in esame vecchi articoli per nuovi progetti autunnali! LINK: LO SCALARE. A proposito di progetti vecchi e nuovi… lo avevamo anticipato e lo confermiamo oggi! Lo scalare è un ospite straordinario dei nostri acquari e della nostra rivista ed è giusto quindi ospitarlo di frequente su queste pagine, per osservarlo da vari punti di vista. Questo mese ve lo presentiamo attraverso la solita pagina dei link, affinché possiate veramente approfondire ogni aspetto della sua biologia, ecologia, etologia. Fortunatamente siamo in estate ed abbiamo un po’ di tempo in più per giocare. Cliccando sui link proposti saremo teletrasportati in vari mondi, tutti a misura di pesce angelo, per studiarlo nei dettagli. Facendo le cose per benino e senza superficialità potremmo viaggiare per un mese intero. Approfittiamone! QUESTO MI È PIACIUTO! Grazie al cielo cominciate a collaborare. Aquariophylia non è una semplice rivista, ma un luogo di aggregazione dove il ruolo di tutti e, diremmo, la presenza fisica (sebbene virtuale) di ciascuno di voi è indispensabile per il successo del progetto. Questo mese abbiamo ricevuto addirittura due contributi per la rubrica in questione e desideriamo presentarvi subito il presente, dedicato ad una sospensione di batteri utili. Si chiama Microbe-lift e ne abbiamo già parlato nelle nostre 14
recensioni. Oggi un lettore ci offre il proprio feedback sul prodotto in questione, “costringendoci” così ad approfondire l’argomento con un test di banco. I risultati sono stati molto interessanti, anche se vanno fondamentalmente nella stessa direzione della recensione precedentemente pubblicata. Ma non possiamo anticiparvi nulla, a questo punto: andate direttamente all’articolo per sapere… quanto puzzano questi batteri! RECENSIONI & NOVITÀ. Sempre ricca questa sezione, che diventerà ancora più corposa in futuro. Questo mese vi offriamo notizie fresche e piccanti in merito ad un acquario Askoll Edge, che punta tutto sullo stile e l’eleganza, un generatore di onde targato Sicce, dunque sinonimo di qualità e stile italiano, un eccellente materiale filtrante biologico Seachem, un gustoso alimento SHG, un filtro esterno Eheim dalle prestazioni decisamente futuristiche e, dulcis in fundo, una pianta acquatica dall’aspetto… titanico. Si tratta di una rivista nella rivista che, se lo vorrete, potrete stampare e conservare in raccoglitori ad anelli, per tenere traccia delle cose più interessanti che potreste voler provare nei prossimi mesi. ESPERIENZE CON ASTATOTILAPIA AENEOCOLOR. Agli amanti dei ciclidi africani questo mese abbiamo riservato una chicca di grande pregio. Astatotilapia aenecolor si rivela estremamente adattabile. Nel lago Edward in cui vive i valori dell’acqua sono piuttosto elevati e il pH è intorno a 9. Solitamente in cattività si consiglia un’acqua dura e basica con pH intorno a 7,5/8,5. Di pari, per l’alimentazione non sono schizzinosi: l’ideale sarebbe variare la loro dieta il più possibile senza dimenticare che sono pesci prevalentemente erbivori. Non si dovrebbe per questo far perdere loro l'abitudine di brucare le alghe. Le uniche difficoltà nel loro allevamento risiedono nel fornire compagni di vasca adeguati e il sufficiente spazio affinché possa istaurarsi un sistema sociale in equilibrio, in cui tutti possano convivere. L’autore vi spiega come gestire questi pesci, raccontandovene vita e miracoli e passando attraverso la riproduzione. Si tratta decisamente di un’esperienza da emulare al più presto! L’ACQUARIO DI GENOVA. Chi non ne ha mai sentito parlare alzi la mano! È senza ombra di dubbio il più famoso acquario pubblico italiano, uno dei maggiori d’Europa. La nostra collaboratrice si è recata in loco per un’intervista esclusiva, sulle tracce di Cristoforo Colombo, per portarvi a gustare la vista delle infinite vasche che rappresentano quasi ogni tipo di ambiente del globo (poli inclusi!) e poi condurvi nel backstage, a caccia di chicche tecniche e curiosità. Dirvi di più sarebbe controproducente. Cliccate sul link per essere proiettati nel cuore dell’acquario più bello del mondo. Da questo numero, peraltro, parte una nuova iniziativa della nostra rivista, tesa a riportarvi le novità e le curiosità di tanti acquari pubblici presenti sul nostro territorio, insieme a notizie di mostre ed esposizioni. Naturalmente l’acquario di Genova costituirà un punto di riferimento in questo senso, essendo base per una messe di eventi deliziosi, organizzati con cadenza quasi mensile. Se qualcuno volesse parteciparvi non dovrà far altro che cliccare sul simbolo della nostra agenzia turistica di riferimento, in grado di regalarvi occasioni esclusive 16
(riservate agli abbonati di aquariophylia) per viaggiare in tema acquariofilo e naturalistico. IPPO CAMPO. Non bastava Carassio. Ora ci tocca annunciare anche il pezzo di Ippo Campo. Ci parlerà di Neruda, di poesie e di maremoti. Insomma, di più non sapremmo dirvi perché se decifrare le idee di Carassio è un’impresa folle, quella di spiegare le dotte disquisizioni di Ippo Campo si presenta come una missione impossibile. Provateci voi, se volete! UN GIORNO, PER UNA VITA, TRA SCALARI E DISCUS. Inizia qui la storia del nostro collaboratore Busonera. È una storia intensa, tenera, appassionante, vera: scalari o discus? Rivivremo alcuni momenti topici di scelte tipiche da acquariofilo, con rinunce e soddisfazioni, avendo per amici un Ancistrus dolicopterus e un Otocinclus affinis. L’alimentazione degli avannotti pare essere stata la fase più impegnativa e delicata, poiché è stato necessario somministrare mangime vivo e l’unico modo era avviare una coltura di Artemia salina. E così, passando dalla tecnica alla poesia, assisteremo ad un modo diverso di raccontare gli acquari e di offrire trucchi tecnici mescolati in una prosa quasi romanzesca. Chissà se vi piacerà. Siamo ansiosi di conoscere le vostre prime impressioni. Si tratta senza dubbio di una fantastica lettura, sia per chi è ora sotto l’ombrellone, sia per chi sta per abbandonare la città alla volta di laghi e monti. CARASSIO. A proposito di prosa… certo meno poetica… certo molto più “prosaica”, ma potevamo abbandonare Carassio proprio in questo momento di caldo estremo? La nostra coscienza ce lo ha impedito (anche se siamo stati fortemente tentati di farlo) e così il vecchio brontolone è pronto a raccontarci la storia del suo amico Diplo, un sarago maggiore suonatore di clarinetto. Il tutto potrà suonar strano (è il caso di dirlo) ma la conclusione è meno banale di quanto ci si possa aspettare, tenendo conto delle motivazioni. Carassio questo mese ci rende veramente orgogliosi di essere acquariofili, adducendo argomenti molto convincenti. E noi siamo dunque orgogliosi di ospitarlo nella nostra prestigiosa redazione. Bravo Carassio! PILLOLE: FILTRAGGIO. La rubrica del principiante questo mese prende in esame un argomento assolutamente centrale per qualsiasi acquario. Il filtro, si sa, è il cuore dell’acquario, ma come realizzarlo? Biologico o meccanico? Denitrificante o adsorbente? Se siete super-esperti saprete certo barcamenarvi in questi argomenti tecnici. Ma se non avete ancora allestito il vostro primo acquario e ci state leggendo a questo scopo, allora troverete queste pagine indispensabili per la vostra formazione di hobbisti. FIAT LUX: IL PICO-ACQUARIO NELLA LAMPADA. Sapete, questo è il numero estivo… quello doppio. Non potevamo regalarvi di meno. Così abbiamo addirittura volute fare bis con gli acquari pigmei. Il minimediterraneo, a questo punto, è uno scherzo rispetto alla peculiare realizzazione del nostro esperto di 17
miniaturizzazioni. Il suo lavoro ci è piaciuto tanto che abbiamo voluto dargli la connotazione di sezione, per offrirvi ogni mese stimoli divertenti in questo senso. Naturalmente l’inizio è travolgente. Allestire un acquario all’interno di una lampadina ad incandescenza. Possibile? Non si tratterà di una camera di tortura per piccoli animali? Tranquilli! Conoscete bene le nostre convinzioni e la nostra storia. Il pico-acquario sarà realizzato con sapienza e fantasia, nel pieno rispetto delle esigenze di tutti gli organismi allevati. Insomma, ancora un’altra esperienza da emulare in piena sicurezza! DALLE ASSOCIAZIONI. La sezione delle associazioni è leggermente meno nutrita questo mese. Si sa, con l’avvicinarsi dell’estate gli acquariofili soci hanno meno voglia di scrivere. Pertanto vi presentiamo quello che ci hanno inviato le associazioni acquariofile ed ecologiste più attive, quelle disposte a faticare anche d’estate pur di rimanere sotto la luce dei riflettori. Ad oggi, mentre scriviamo, aquariophylia conta quasi quindicimila lettori (statistiche pubbliche issuu.com su fascicolo numero 3) e rappresenta quindi una vetrina di incredibile pregio anche per i club di appassionati. Siamo certi che con la ripresa delle attività, in autunno, nessuna associazione di hobbisti vorrà rimanere indietro rinunciando a questa fantastica occasione di espansione. NONSOLOACQUARI. Abbiamo iniziato questa rubrica solo di recente e non abbiamo ancora ottenuto commenti da parte vostra. Il silenzio ci incuriosisce. Vi sarà piaciuto spaziare per qualche istante fuori dalle pareti degli acquari, per esplorare modi diversi di divertirsi con gli animali, oppure avete semplicemente saltato le pagine meno… umide? Nel dubbio noi continueremo, almeno finché non ci avrete scritto che l’esperienza vi annoia (o peggio… vi inorridisce?). Questo mese vi condurremo alla scoperta del terrario per i piccoli mammiferi desertici, indicandovi brevemente quali sono quelli più diffusi e come gestirli. Le caratteristiche generali della struttura sono quelle descritte nel primo articolo sui terrari secchi. Però in questo caso un sistema riscaldante a serpentina è indispensabile, e l’ideale sarebbe poter predisporre un timer che permetta di avere temperature differenti fra il giorno e la notte. Insomma, una cosa non molto distante da un acquario, anche se non contiene tanta acqua ed ospita gerbilli invece che… anguille! ZOOMARK. Ve lo avevamo promesso e manteniamo, come sempre (o quasi!). La scorsa edizione, a Bologna, è stata una magnifica occasione per annotare i dettagli di varie novità tecniche, intravedere le future strade prese dall’acquariofilia, cercare di fare previsioni circa il futuro degli acquari nel nostro paese. La fiera era riservata agli operatori del settore ma potevamo tenere fuori i nostri lettori? Gli acquariofili comuni, quelli che non leggono aquariophylia (e quali sono?) dovranno accontentarsi delle merci esposte nel negozio sotto casa. Ma noi siamo più fortunati ed abbiamo davanti a noi l’intero panorama internazionale. Continuiamo dunque la visita in questo numero, prendendo in considerazione alcuni tra i prodotti più interessanti ed innovativi incontrati. Ma naturalmente il viaggio non finisce qui. Anzi, ci accompagnerà ancora per vari numeri, forse sino a Interzoo, per mostrarvi quante cose 18
meravigliose il mercato specializzato ci propone e quante invenzioni i nostri produttori hanno sviluppato nell’ultimo anno. Ne siamo certi: alcune di queste potranno risolvere i vostri problemi tecnici o estetici. STIMOLI DI VIAGGIO. Franco Savastano è partito alla volta dei mari tropicali, munito di pinne e telecamera, e non è ancora tornato. Ci ha scritto però di avere in serbo una magnifica sorpresa a proposito di pesci dalla forma appiattita. Di cosa si tratterà? Aveva uno sguardo… elettrizzato! Al momento di andare in stampa siamo ancora incerti di riuscire ad inserire il suo filmato. Ma provate a cliccare sul link: se vi sentirete trasportati in Mar Rosso sarà segno che il nostro documentarista ha fatto giusto in tempo a tornare! OLTRE IL VETRO: RISISTEMAZIONE DELLA HALL DI UN ALBERGO. L’argomento è peculiare e ci siamo chiesti quanti dei nostri lettori possiedano un albergo da ristrutturare. D’altra parte lo scopo di questa rubrica non è quello di indurvi a “ricopiare” pedissequamente l’applicazione, ma di farvi immaginare soluzioni estetiche riproducibili nel vostro ambiente personale. Dunque, sia che dobbiate ristrutturare un albergo o un bar, o semplicemente arredare il vostro salotto o la camera dei bambini, l’idea di utilizzare una pannellatura a sbalzo per ospitare delle vasche potrà forse accendere la vostra curiosità. Dopodiché potrete, se lo vorrete, dimensionare ed allestire l’acquario esattamente come proposto dall’autore architetto. COME SI FA: LA RIPRODUZIONE DELLO SCALARE. Questo mese lo scalare abbiamo voluto metterlo proprio in copertina. … E ce n’era motivo! È infatti il protagonista di ben tre rubriche di questo numero, che diviene così quasi tematico. Certo, non potremmo allevare scalari nei pico-acquari descritti, ma si potrà considerare l’opportunità di allevarli, ad esempio, in uno degli acquari di cui ci parla l’architetto arredatore. Insomma, scalari a volontà e dunque riproduzione, una delle fasi più eccitanti della loro vita da Angeli. Descritta nei filmati di Antonio Piccolo, la riproduzione assume un aspetto meno ostico, più familiare. Ovviamente non esiste un unico sistema di riproduzione (lo abbiamo scoperto anche nel numero precedente, a proposito del metodo “del tubo”) ma le esperienze di Piccolo ci offriranno certamente basi utili per mettere a punto il nostro personale sistema di riproduzione del pesce più amato dagli italiani. 19
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it ENCHITREI: ALIMENTO COMPLESSO? Volevo innanzi tutto fare un in bocca al lupo per questa nuova avventura che avete intrapreso e, anche se sono una vecchia acquariofila, volevo porvi un quesito... possono dare problemi intestinali gli enchitrei dati ai discus? Secondo voi andrebbero lavati o è un caso che dopo che li ho somministrati ai miei discus uno dei più vivaci ha problemi di flagellati? Grazie di ogni parere e ciao a tutti Francesca Grazie per gli auguri: ne abbiamo bisogno, data la situazione di forte crisi in cui versa l’acquariofilia nel nostro Paese. D’altra parte, proprio per questo motivo riteniamo indispensabile operare per diffondere informazioni corrette, anche col vostro aiuto. Quindi, doppio Grazie a lei! Passiamo al quesito. Gli enchitrei sono un ottimo alimento vivo. Rappresentano un vero e proprio premio per pesci di ogni taglia e specie. Si tenga presente però che essi contengono molto calcio ed altrettanti grassi. Il calcio è utilissimo, soprattutto per giovani pesci in crescita, che necessitano di sali minerali per il loro scheletro. I grassi possono invece costituire un problema in acquario. In alcune specie possono produrre degenerazione grassa di alcuni organi (es. pancreas ed ovario) mentre in altre, come nei discus, possono indurre infiammazioni intestinali. Questo accade, ovviamente, quando se ne faccia un uso continuativo ed eccessivo. Pesci come i discus necessitano invece di abbondanti fibre (lattuga bollita, carote, ecc.) che possano migliorare la funziona20
mazioni) in modo da eliminare gli eventuali microorganismi parassiti che sono ancora presenti.
lità del loro debole intestino, vero e proprio vulnus per questa specie di pesci appiattiti. Se i suoi discus hanno mostrato problemi di flagellati, in ogni caso, potrebbe anche dipendere da una scarsa igiene degli alimenti somministrati. Certamente gli enchitrei vanno accuratamente risciacquati prima della somministrazione. Se ha il dubbio che la coltura possa essere infetta, consigliamo anzi di effettuare una qualche forma di disinfezione prima della somministrazione, per evitare il ripetersi di questi problemi. Una possibilità è immergere gli enchitrei per quindici minuti, prima della somministrazione (e dopo un accurato risciacquo), in una soluzione prodotta miscelando 1 ml di acqua ossigenata (quella reperibile in farmacia, per disinfezione) in 1 litro d’acqua. Questo dovrebbe bastare per ridurre la carica batterica e di protozoi. In alternativa si potrà usare dell’Amuchina, nelle modalità consigliate per disinfettare la verdura destinata ai bambini (secondo le istruzioni accluse al prodotto). Si potrà provare poi a somministrare piccole dosi di Flagyl alla coltura di enchitrei (difficile valutare le dosi esatte perché dipende da una serie di fattori legati alle tecniche di coltura, ma si potrà procedere per successive approssi-
COMPLIMENTI E BASTA Salve a tutti. Ho aspettato l'uscita del numero 2 per essere sicuro che foste sulla strada giusta e ora posso scrivere il mio commento. COMPLIMENTI!!! Continuate così, sarà un piacere continuare a leggervi. Maurizio Ghelli Riportiamo qui questo messaggio in rappresentanza di tantissimi altri dello stesso tenore. È ovvio che la cosa ci faccia estremamente piacere e quindi non possiamo che rispondere: Grazie Maurizio! Il piacere è tutto nostro, di averla come membro della nostra... famiglia. Saremo felici di ospitare i suoi commenti, richieste, contributi o quant'altro, perchè in aquariophylia tutti i lettori sono protagonisti.
FILE DANNEGGIATO Ciao a tutti oggi ho provato a scaricare la rivista e quando la vado ad aprire mi dice che non può 21
essere aperta perchè il file e danneggiato e non puo essere riparato! Come mai? Chry
ne di files molto pesanti. Utilizzando tecnologie all’avanguardia siamo riusciti a comprimere i files sino all’inverosimile, ma solo dal terzo numero in poi. Dunque, scaricare i primi due numeri potrebbe essere ancora un problema, se avete un collegamento lento, come spesso accade coi portatili che utilizzano chiavette internet et similia. In questo caso, dopo un lungo periodo di scaricamento il gestore del download potrebbe bloccare il processo non ancora terminato e restituire un file danneggiato. Capita a vari utenti. Non capita più con i numeri più recenti, perché sono molto più leggeri. Altri utenti potrebbero utilizzare un lettore pdf non idoneo. Noi garantiamo la leggibilità utilizzando l’ultima versione di Acrobat, non con lettori diversi o con versioni precedenti. Sappiamo, da alcuni utenti, che è possibile utilizzare magnifici lettori pdf per ottenere risultati eccellenti ma sarà vostro compito eventualmente scovarli e testarli. Nel frattempo, se ottenete un errore del tipo “file danneggiato”, provate a scaricare l’ultima versione
Anche il contenuto di questo messaggio è rappresentativo di molti altri arrivati sul nostro forum. Se dovessimo fare una statistica dovremmo concludere che un gran numero di messaggi contiene sinceri complimenti (che ci danno la grinta per continuare!) ed altrettanti contengono informazioni relative a problemi di questo tipo. Allora, per tutti i lettori, cerchiamo di riassumere quanto segue. Aquariophylia, come sapete, si scarica solo in rete, almeno per ora. In futuro forse riusciremo anche a fornire a chi lo desideri un formato cartaceo, ma al momento la cosa non è fattibile. Pertanto è fondamentale che la rivista in formato elettronico sia facilmente scaricabile e fruibile. Stiamo provando a migliorarci. Pubblicare una rivista in alta definizione, ricca di foto, completamente impaginata, implica normalmente la produzio-
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neggiato. Ho provato tre volte, sia usando IE che Firefox (il mio lettore è Adobe X, giusto per dire che è aggiornato, perché con lo scaricamento non c'entra niente). Per favore, sarebbe possibile controllare se il problema è a monte oppure se capita solo a me (Vi leggo e scarico da molto lontano: Botswana, come dire Sudafrica). Per finire: correttamente viene indicato Adobe Acrobat Reader quale programma per leggere la Rivista. Tuttavia anche tacendo l'esistenza di altri lettori, porto alla Vs. attenzione un programma "sfizioso assai" che consente di leggere la Rivista "sfogliandola" (si, proprio come se la si leggesse dal Sito o forse meglio). Ecco l' indirizzo per scaricare il programma: www.martview.com/ Avvertenze: 1 - Il programma è disponibile per Windows e per Mac, purtroppo pare che non giri su Linux.
del lettore di Adobe (è gratuita) e poi, in caso di problemi, scriveteci sul forum. Pian pianino, siamo certi, tutti i problemi tecnici saranno risolti per tutti. In fondo, siamo ancora giovani e la complessità dei files multimediali merita un breve periodo di “rodaggio” affinché la rivista sia ben leggibile su tutti i sistemi. Ma continuate ad informarci di eventuali problemi, perché solo in questo modo potremo affrontarli e risolverli. In proposito però desideriamo aggiungere alcuni commenti da parte di un abbonato stesso della rivista, che seguono alla nostra risposta.
SUGGERIMENTI TECNICI DA UN LETTORE Domato l'entusiasmo che ovviamente implica tutti i miei migliori complimenti per la "Grande iniziativa", sono qui per raccontare che anch'io ho difficoltà a scaricare la rivista: tutto bene per scaricare i nr. 1-3-4 invece il nr. 2 risulta dan24
2 - È basato su Java ed è particolarmente avido di risorse, nessun problema su macchine nuove, ma su computer un po' datati potrebbe non funzionare o far avviare la ventola a tempo indefinito. 3 - Come si usa: il programma è in Inglese, quindi per utilizzarlo appieno sarebbe utile cavarsela con la lingua della Perfida Albione. Per leggere la rivista è sufficiente fare clic dx sul file e scegliere "Apri con" (se Martview non è subito visibile, basta scorrere la lista "Altri programmi"). Per uscire dal programma usare il tasto "Esc". È tutto! Bourbon
BREVE E COMPENDIOSA: PLATY CORALLO Vorrei ottenere informazioni su platy corallo. Complimenti per la rivista! Alessandro Baglieri La sua domanda è decisa e diretta! La nostra rispo-
sta non può essere da meno. Ovviamente non pretendiamo di offrire in questa sezione tutto quanto si potrebbe scrivere su questa specie, che meriterebbe anzi un libretto dedicato. Però la sua richiesta ci spinge a richiedere al nostro responsabile per la sezione Link un approfondimento su questi magnifici e diffusi pesciolini. Forse anche il nostro responsabile per la sezione Acqua Dolce è in ascolto. Quindi lei è in buone mani. Speriamo che raccolgano l’invito e vogliano regalarci una guida sull’argomento in uno dei prossimi numeri. Nel frattempo possiamo ricordarle quanto segue. I Platy corallo sono una varietà della specie Xiphophorus maculatus ed appartengono quindi alla famiglia dei Poecilidi. Questi pesci sono ben noti per la loro strategia riproduttiva di tipo ovoviviparo: periodicamente le femmine producono avannotti perfettamente formati, che sono rilasciati in vasca ed iniziano immediatamente una vita indipendente. Si distinguono anche per la colorazione rosso vivo che ricopre l’intero corpo e le pinne, sino alla parte estrema delle stesse, che è quasi trasparente. Il dimorfismo sessuale è identi-
co a quello degli altri Poecilidi ed il maschio si distingue per la presenza del gonopodio, modificazione della pinna anale che diviene organo copulatore. La femmina è generalmente più grande del maschio e quando matura si riconosce anche per l’addome rigonfio, che contiene un gran numero di avannotti. In generale si può notare un inscurimento alla base dell’addome quando la femmina è pronta a rilasciare gli avannotti. A questo punto, la si può ospitare in un apposito nido parto o, meglio, trasferirla in una vasca ricca di vegetazione, ove potrà riprodursi senza rischio per la prole. I Platy corallo sono onnivori, ma sono anche grandi brucatori di alghe, per cui potranno essere utili in acquario per eliminare l’eccesso di epifiti. Purtroppo la maggior parte di questi pesci, quando importati, trasporta sul suo corpo dei vermi
parassiti. Inizialmente la parassitosi non è evidente ma in seguito si potrà notare nuoto dondolante, macchie chiare sul dorso (come scolorite) e poi ancora macchioline bianche sul corpo e forte dimagrimento. A questo punto generalmente è troppo tardi per intervenire. Malattie batteriche secondarie e fungosi possono complicare la sintomatologia. I vermi parassiti, che rendono complesso inizialmente l’allevamento di questa specie, possono essere eliminati con qualsiasi medicamento in grado di eradicare Gyrodactylus. Noi abbiamo provato con un prodotto totalmente vegetale (quindi innocuo per il filtro e per i pesci) ottenendo ottimi risultati. Questo dimostra che agendo tempestivamente si possono eradicare facilmente i parassiti e godere così di una popolazione sana in continua crescita.
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Le frontiere del piccolo di Pietro Antonio Grassi ultimi anni si è parlato sempre
equilibrio un acquario piccolo: valori che si modi-
più spesso dei mini- e nano-
ficano in pochissimo tempo, problemi di convi-
acquari, dapprima di barriera, poi di acqua
venza tra specie diverse portati all'estremo...
dolce, con l'uso sempre più frequente di organi-
Trattandosi di una sfida con le proprie conoscen-
smi adatti a vivere in spazi ristretti. Gli acquario-
ze, ho voluto fare anch'io una nano-vasca ma,
fili navigati sanno quanto sia difficile mantenere in
come al mio solito, ho puntato su qualcosa di
Negli
Brachycarpus è un ospite insolito per il nano acquario ed in una vasca di dimensioni maggiori sarebbe praticamente invisibile
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tarsi bene lavorando alla scala di questi sistemi. Così, armato di buona volontà, sono andato al mare, ho raccolto un paio di bidoncini d'acqua naturale, disposto la sabbia, versato l'acqua e avviato il filtro con una pompa da 700 l/h. Questa partenza è minimale ed ho potuto così godere realmente della facilità di allestire una vasca tanto piccola, grazie alla semplicità di recupero dei materiali adatti. Al “solito” porticciolo ho potuto trovare pietre e tutto il necessario per l'allestimento. Guardando sul fondo ho visto un paio di pietre perfette per il mio scopo: immerso fino al
La pompa di circolazione usata (particolare dell’elica)
fondo il retino dotato di enorme prolunga, le ho tirate in superficie e, compiuto il viaggio di ritor-
poco conosciuto: un nano-mediterraneo. Nella
no fino a casa, le ho inserite in acquario. …Ed
fattispecie, ho costruito un acquario da 20 litri
ecco la vasca oramai rodata.
lordi, cioè una vaschetta da 25 x 25 x 30 cm
Dal punto di vista tecnico possiede elementi inte-
(altezza), come quelle di produzione industriale
ressanti, alcuni acquistati in internet, altri ripresi
che vanno oggi molto di moda. Personalmente
dal vecchio acquario mediterraneo da 250 litri
ho preferito costruirla perché sono un sostenito-
(capirete fra poco le apparenti “assurdità” che ho
re delle vasche auto-costruite, non avendone
montato in questo acquarietto!). Per prima cosa
mai acquistata una in vita mia. Uno dei problemi
il movimento dell'acqua: la pompa da 700 l/h uti-
che si devono affrontare quando si allestisce una
lizzata inizialmente aveva un cono di emissione
vasca così piccola è: “cosa ci metterò dentro?”.
troppo stretto e produceva una fastidiosa cor-
Qui nasce anche la diatriba su che metodo di
rente. Cercando in internet ho trovato una
conduzione si debba usare: DSB, classico, filtro
pompa tipo stream (cioè con un fascio molto
esterno, berlinese...
ampio generato da un’elica), della Resun, da
Personalmente ho optato per un sistema che si
2000 l/h con magnete per il fissaggio in vasca,
avvicina molto al berlinese, con luce, rocce vive
alberino in titanio e solo 9 cm di lunghezza tutto
e buon movimento d'acqua. Niente schiumatoio,
compreso, quindi adatta al mio scopo. L’ho
poiché la vasca è molto piccola. Inoltre non
comprata, montandola appena arrivata: devo
avevo inoltre intenzione di caricarla eccessiva-
dire che inizialmente faceva un po’ di rumore,
mente dal punto di vista biologico.
molto probabilmente dovuto a qualcosa che
Dopo una serie di valutazioni, calcoli e progetti
doveva essere smussato, mentre ora è un gioiel-
ho deciso di allestire la vaschetta usando solo
lino e fa il suo lavoro, anche se quasi interamen-
un paio di rocce prese a mare tra gli scarti dei
te coperta da alghe superiori brune e rosse
pescatori -puntando così ad un acquario eco-
(molto belle).
compatibile- e di usare sabbia finissima, sugar
Per l'illuminazione ho usato un metodo molto
size, che avevo già in casa, inserendone uno
casereccio: due PL della Osram, una da 11 watt
strato di poco più di 2 cm di altezza. La realiz-
e una da 9 watt, la prima da 6500 ºK e l’altra blu,
zazione è molto interessante: quando si allesti-
per un totale di 20 watt di potenza. Praticamente
sce una vasca così “grande”, anche rocce insi-
1 watt di luce per litro d'acqua, che per un medi-
gnificanti, di piccole dimensioni, possono adat-
terraneo classico è un valore elevato. 29
Anche Berthella è un magnifico ospite per il piccolo acquario
A questo punto dovevo affrontare quello che è il
to ad una più grande. Quindi ho iniziato a cerca-
problema maggiore per le vasche mediterranee:
re in giro i prezzi di refrigeratori a compressore di
raffreddare l'acqua. Pensando che 20 litri lordi
dimensioni ridotte e costi contenuti: prezzo mini-
siano pochi e facili da raffreddare ho deciso di
mo intorno ai 300 ? per un refrigeratore di meno
mettere alla prova il Micro Teco che avevo a
di 100 w di potenza. A quel punto presi la deci-
casa: impostata la temperatura a 18 gradi e
sione folle: avevo a casa il refrigeratore per il vec-
installata una pompa da 500 l/h per alimentarlo,
chio mediterraneo, cioè un Resun cl 650, con
l’ho fatto partire. Ho avuto subito il forte sospet-
650 w di potenza. Ho così deciso di montarlo.
to che questo tipo di refrigeratore non fosse in
Presi dei tubi, fatti i collegamenti e aggiunta l'ac-
grado di sostenere questa vasca. Ho cambiato
qua che viene usata per riempire lo scambiatore
pompa e ne ho messa una da 700 l/h, ma nei
durante l'avvio, ho messo in funzione il sistema.
giorni in cui iniziava a fare molto caldo funziona-
Sono rimasto positivamente sorpreso dal tempo
va praticamente in continuo, senza riuscire a raf-
ridottissimo necessario al refrigeratore per porta-
freddare la vasca durante il giorno. Vedevo infat-
re la temperatura a 18 °C. Il ciclo è di circa due
ti la temperatura aumentare arrivando a 23 °C,
minuti e mezzo di funzionamento, seguiti da una
troppo per una vasca così piccola che deve
pausa di circa 30 secondi.
avere sicuramente una stabilità maggiore rispet-
Sicuramente un refrigeratore di queste dimen30
sioni è eccessivo, ma resta in funzione per
anfipodi, isopodi, idromeduse, policheti erranti e
periodi brevi e posso dire che avere un sistema
sessili.
così potente sembra non disturbare gli organi-
Un giorno ho assistito ad un fenomeno che non
smi, i quali anzi gradiscono queste correnti di
riuscivo a capire: la sera lasciavo una pietruzza in
acqua fredda. Inoltre la velocità di diffusione in
una certa posizione e l'indomani la trovavo usata
vasca è elevata grazie al flusso delle pompe,
come “porta” per un foro alla base di una delle
che permette di avere una miscelazione del-
due rocce. La rimettevo nel punto iniziale e il
l'acqua abbastanza rapida senza traumi e stra-
giorno dopo era stata nuovamente spostata,
tificazioni.
senza che io riuscissi mai a vedere quale organi-
Perciò dal punto di vista tecnico sono presenti
smo ne fosse responsabile. Dopo alcuni mesi ho
solo 2 pompe, due lampadine e un refrigeratore:
scoperto il “colpevole”, mentre un giorno “pren-
un insieme molto semplice.
deva la tintarella” sull'uscio di casa: un bel-
Ora passiamo all'allestimento: come ho già detto
l’esemplare molto schivo di Alpheus glaber. A
ho puntato ad uno pseudo-berlinese. Le rocce
distanza di mesi sono comparsi anche una
prese in mare sono le solite formate da bio-con-
Haliotis, un riccio di 1 cm di diametro, ofiure.
crezioni, quindi ricche di cavità di varie dimensio-
Periodicamente spuntano ancora alcuni organi-
ni e con tantissimi organismi che vivono sopra e
smi dei quali, ad essere sincero, non riesco a
all’interno. Soprattutto all’interno è il bello! Da
spiegare come siano riusciti a passare inosser-
queste rocce ho visto uscire organismi inimmagi-
vati per tanto tempo in 20 litri di acquario.
nabili: ascidie, nudibranchi, planarie, copepodi,
Organismi più grossi non ne ho introdotti, anzi, li
Un nano-acquario in funzione da anni
31
Una Asterina percorre le pareti di vetro a caccia di minuscole prede 32
ho voluti evitare: ho rifiutato l'inserimento di qualunque pesce, perché produrrebbe un impatto predatorio eccessivamente alto per la sopravvivenza di tutti i piccoli organismi che abitano questa vasca e ne farebbe destabilizzare velocemente l’equilibrio della biodiversità. Secondo me, riuscire a mantenere una biodiversità elevata in vasca permette di farla funzionare in modo più “naturale”, soprattutto creando un equilibrio maggiore in un sistema chiuso come quello rappresentato dall’acquario in questione. Sicuramente molti si domanderanno cosa si può fornire come cibo in una vasca così piccola: bene, io nutro gli organismi del filtro in modi diversi, con varie sostanze. In primo luogo somministro una fonte di carbonio organico multipla, cioè uso un insieme di composti organici che hanno diverse caratteristiche. Questo perché ho pensato che usare solo zucchero, solo alcol o solo un sale sia limitativo per la popolazione batterica, quindi ho deciso di usare una miscela in base acquosa di alcol etilico, saccarosio ed acetato di sodio. Questa soluzione è somministrata ogni giorno e questo ha permesso di mantenere alto il livello di batteri in vasca, alimentando così gli organismi filtratori o quelli che si limitano a raschiare via dalle superfici il biofilm batterico. Così ho visto accrescersi popolazioni di copepodi, isopodi, anfipodi e ascidie, che si sono riprodotte in continuazione spuntando in ogni dove, mentre anche gli organismi filtratori ne hanno sicuramente ricevuto un beneficio. In aggiunta non si può non dare un po' di “carne” agli animali, quindi ho iniziato a somministrare anche lo zooplancton più piccolo della Brightwell, aggiungendo così anche una piccola porzione di cibo che viene fornita quasi ogni giorno. Ultima sostanza aggiunta alla vasca è lo iodio: una goccia di tintura di iodio ogni due giorni. Questo permette di mantenere in buona forma molti abitanti della vasca, alghe comprese. Ho notato un deterioramento di queste ultime in 33
Piccoli molluschi divengono protagonisti in questo ambiente particolare
caso di lunghi intervalli nell’aggiunta di iodio alla
impone uno studio preliminare di tutto il mini-
vasca.
ecosistema chiuso: organismi, conduzione, pos-
Un fattore importante in un acquario di queste
sibili variazioni nel tempo, dato che ovviamente si
dimensioni è rappresentato sicuramente dai
deve pensare in 4 dimensioni, cercando di intui-
cambi d'acqua. Ovviamente, viste le esigue
re quali possano essere le evoluzioni positive e
dimensioni, in fondo si usa poca acqua e l’ope-
negative di un ambiente così piccolo. Inoltre una
razione diviene anche poco faticosa. Infatti,
vasca come questa consente l’osservazione di
basta prelevare dal mare un bidoncino da 10 litri
organismi che normalmente passerebbero inos-
e con questo procedere ad un cambio del 70%
servati in un acquario di dimensioni classiche,
dell'acquario. Per comodità ho deciso di esegui-
permettendo quindi di capire più a fondo l’evolu-
re l’operazione ogni due settimane. Non oltre,
zione di un acquario marino con un’alta biodiver-
ma nemmeno più spesso, visto che dopotutto
sità, e offrendo l’occasione di documentare foto-
non ci sono pesci che “sporcano” l'acqua in
graficamente quanto avviene. Quest’ultimo tema
modo sostanziale.
sarà oggetto di prossimi articoli, ovvero fotogra-
L'esperienza con un nano-med o mini-med che
fie di piccoli organismi, che ci permettono di
dir si voglia è sicuramente da vivere, per chi ha
vedere un mondo stupendo seppur di solito
esperienza e comprende bene i meccanismi che
nascosto ai nostri occhi abituati a oggetti macro-
regolano l'andamento di un acquario, perché
scopici. 34
Con la nuova linea di acquari DUBAI Ferplast unisce design e tecnologia in un prodotto perfettamente integrabile ai diversi stili di arredo. Disponibili in quattro dimensioni e differenti colorazioni, dal classico noce al pi첫 moderno bianco, gli acquari DUBAI sono il prodotto ideale per tutti gli acquariofili. Forniti di filtro interno BLUWAVE e di plafoniera bilampada completa di timer, sono arricchiti da accorgimenti tecnici che li rendono unici e irresistibili.
Un Betta Halfmoon particolarmente simmetrico
betta show:
istruzioni per l’uso di Matteo Grassi e Roberto Silverii di allevare Betta splendens in
ne che ancora oggi dopo quarant’anni affilia in
maniera selettiva, confrontan-
tutto il mondo i club di appassionati del pesce
dosi e collaborando tra appassionati per ottene-
combattente del Siam. Negli anni ‘70 e ‘80, l’at-
re esemplari migliori, risale alla fine degli anni ‘60,
tività degli allevatori si concentra molto sul-
quando
fondato
l'esplorazione dei colori; è così che nascono le
l’International Betta Congress (IBC), l’associazio-
prime linee di Betta bianchi (i cosiddetti opaque
L’idea negli
Stati
Uniti
viene
36
Le quattro principali forme che caratterizzano gli Show Betta e, ultimo a destra, il tradizionale Betta con le pinne a velo (Veil-Tail) noto a tutti gli appassionati di acquari
white) e gli elusivi Betta neri (black melano) carat-
Dall'affermazione mondiale di questo carattere
terizzati da mutazioni genetiche particolari nei
derivano praticamente tutte le nuove forme di
meccanismi che controllano la pigmentazione e
Betta splendens a cui oggi ci si riferisce col ter-
l’iridescenza strutturale delle scaglie. Ma quando
mine di Show Betta - cioè Betta da concorso.
i primi appassionati si incontrano in meeting
Queste forme si differenziano in maniera notevo-
amatoriali, appare chiaro che la forma delle pinne
le per specifici caratteri, come il fatto di avere le
è l'elemento determinante per dire qual è davve-
pinne corte (gli Halfmoon Plakat o Halfmoon
ro l’esemplare migliore. Così, in seno all’IBC si
Short Fin), o di avere la membrana delle pinne
sviluppa la prima idea di definire degli standard
più corta rispetto ai raggi - il che dà alle pinne
per valutare i Betta in concorso.
stesse l’aspetto tipico di una corona, come nei
Negli anni ‘90 poi avviene una piccola rivoluzione
Betta Crown Tail, oppure di avere uno sdoppia-
che cambia la storia dell’allevamento selettivo
mento della caudale in due lobi simmetrici, a
del Betta splendens. Prima il francese Guy
seguito di una mutazione genetica recessiva (i
Delaval, poi lo svizzero Rajiv Masillamoni con la
cosiddetti Double Tail).
collaborazione di Laurent Chenot e Jeff Wilson,
Per questo, oggigiorno esistono degli standard
riescono a selezionare dei Betta la cui pinna cau-
ufficiali dell'IBC ormai consolidati, che permetto-
dale si apre descrivendo un arco perfetto di
no di ricondurre i Betta in diverse classi, declina-
180°, come una mezzaluna: vengono chiamati
te a partire dalle forme di base illustrate in figura
Betta Halfmoon e si affermano rapidamente
1. Non solo, il forte impulso all'allevamento avve-
come il punto di riferimento per gli allevatori.
nuto nell'ultimo decennio ha determinato addirit-
Un Betta Halfmoon interessante, con (a destra) la rappresentazione grafica delle tipiche migliorie che permettono di trasformare un bell'esemplare in un esemplare da primo premio
37
se da quelle del normale Betta “pinne a velo” (in inglese Veil Tail, VT). Infatti non sono così lunghe e flessuose, ma più larghe e simmetriche e soprattutto con raggi che devono restare ben tesi quando il pesce va in parata. La parata è il termine con cui si indica che apre completamente le pinne, per sfidare un avversario o corteggiare una femmina. Un valido HM sarà caratterizzato soprattutto da due cose: un’apertura corretta della caudale e una forte simmetria complessiva delle pinne dispari. Idealmente caudale, anale e dorsale
Particolare della caudale di un Betta Halfmoon in cui i raggi sono particolarmente visibili. In rosso, un raggio che si biforca due volte. Foto ed esemplare di Alessio Pellegrini
devono descrivere una sorta di semicerchio che si interrompe davanti all’attaccatura anteriore della dorsale e dell'anale. Naturalmente non è una forma facile da ottenere. Infatti non è una cosa che si trasmette sem-
tura la nascita dii standard alternativi, sviluppati
plicemente in via ereditaria, ma piuttosto l’effetto
da associazioni di appassionati con lo scopo di
combinato di buoni geni ricevuti dai genitori e di
precisare o di semplificare alcuni elementi dello
tanti altri elementi che partono dalla cura che l’al-
standard base.
levatore sa dare all’esemplare, fin da quando è
Bisogna dire che addentrarsi in questi standard,
un avannotto.
spesso molto tecnici e generalmente descrittivi e
Va detto che il corredo genetico è comunque il
poveri di illustrazioni, è un po' ostico. Ma, senza
punto di partenza indispensabile. Scordiamoci
pretesa di esaustività, possiamo provare ad illu-
quindi di poter ottenere un HM partendo dal
strarne per i lettori di Aquariophylia alcuni aspet-
nostro Betta casalingo, acquistato sotto casa:
ti chiave, facendoli vedere in azione, cioè nella
servirebbero anni di riproduzioni e di selezioni
pratica, immaginando di essere nei panni di un
mirate. Ma possiamo certamente acquistare a
allevatore che vuole valutare quanto il suo Betta
prezzi ragionevolissimi una coppia di Halfmoon
si discosti o meno dallo standard e come
da un allevatore, oppure in una mostra di Betta
dovrebbe lavorare per migliorarlo. Partiamo dal
(a fine concorso gli esemplari vengono quasi
re degli show.
sempre messi in vendita a prezzo fisso o all’asta) e partire da lì per la nostra personale esperienza
HALFMOON: UN SOGNO PER TUTTI I NEOFITI
di allevamento.
L’halfmoon (HM) è lo Show Betta per antonoma-
mente simmetrico, che potrebbe piazzarsi bene
sia. Un oggetto del desiderio per tutti quelli che,
in uno show. Come si può vedere, la coda
iniziando da un esemplare "da negozio" si
descrive una precisa mezzaluna che si congiun-
appassionano al Betta splendens al punto di
ge idealmente con le pinne anale e dorsale.
volerlo riprodurre e allevare con regolarità. Come
Queste ultime sono ampie e simmetriche ed i
abbiamo detto, la sua caratteristica principale è
loro raggi salgono diritti anche alle estremità. La
di avere una caudale i cui raggi si aprono a 180°.
loro parte anteriore si protende verso la testa del
Ma anche le pinne dorsale e ventrale sono diver-
pesce.
La figura 2 mostra un esempio di HM estrema-
38
Ora caliamoci nei panni dell'allevatore-amatore e
Betta a coda doppia (Double tail), sono sempre
proviamo a fare un po' di pratica. Immaginiamo
caratterizzati da una pinna dorsale molto lunga,
di aver fatto riprodurre una coppia di Halfmoon
oltre che dal fatto di avere la caudale divisa in
ottenendo il giovane esemplare illustrato nella
due lobi identici. Se accoppieremo il nostro
figura 3 sulla sinistra. Anche questo Betta apre la
maschio con una femmina a coda doppia, o per
caudale a 180°, ma non ha la stessa simmetria
lo meno portatrice di quel gene, avremo dei
del precedente. Innanzitutto, i raggi alle due
discendenti con pinne dorsali decisamente più
estremità della caudale sono più corti; la pinna
lunghe del genitore.
quindi risulta leggermente arrotondata. Inoltre, la
Ma naturalmente dovremo anche prestare atten-
dorsale non si estende lungo il corpo del pesce
zione ai rischi che comportano gli incroci, il più
come nel caso precedente. È più piccola, un
frequente dei quali è l'eccessiva ramificazione
fatto piuttosto frequente in realtà, mentre l'anale
dei raggi delle pinne. Per ottenere una caudale
è troppo sviluppata verso il basso, supera
che si apra a 180° è necessario avere una buona
l'estremità inferiore della caudale e non fa il paio
ramificazione. Diciamo che tipicamente serve
con la dorsale. Sempre in figura, sulla destra,
una ramificazione di secondo livello: in altre paro-
ecco tratteggiato quel che dovremmo cercare di
le, il singolo raggio che parte dall'attaccatura
migliorare nel nostro esemplare. Per riuscirci,
della pinna caudale si deve ramificare una prima
cercheremo una compagna la cui famiglia pre-
volta e poi una seconda (figura 4).
senti caratteristiche prossime a quelle che
Nel cercare di migliorare la forma della caudale,
vogliamo correggere. Faremo cioè un incrocio
sarà quindi normale cercare di accoppiare esem-
selettivo.
plari che hanno delle pinne a mezzaluna quasi
Nel nostro lavoro di selezione potremo anche, di
perfette. Ed un incremento delle ramificazioni
tanto in tanto, sfruttare alcune mutazioni geneti-
potrà facilitare il compito, ma potrà anche porta-
che che vengono in nostro aiuto. Ad esempio, i
re ad un repentino deterioramento della forma complessiva. È il caso dei cosiddetti Rosetail, esemplari con eccessive ramificazioni che determinano caudali sovrabbondanti, difficili da sostenere, e spesso accompagnate da altre tare genetiche foriere di deformità. Nel nostro tentativo di migliorare la forma della caudale dovremo prestare sempre attenzione a non esagerare nell'incrociare esemplari con molte ramificazioni ed invece preservare quelle caudali che pur con poche ramificazioni hanno una valida apertura a 180°. Per tenerle sotto controllo sarà anzi preferibile incrociare, in certe generazioni, un esemplare con ramificazioni di secondo livello con uno che le ha solo di primo livello, anche se la sua coda non è una mezzaluna perfetta, per esclu-
Un Halfmoon Plakat riprodotto in Italia, che presenta una caudale e una anale apprezzabili, ma che non risponde ancora esattamente a uno degli standard. Una buona base su cui lavorare…
dere così i Rosetail dalle nostre selezioni. Un lavoro certo non semplice, che richiede tanto tempo per dare i suoi frutti, garantendo così che la nostra passione per i Betta duri molto a lungo! 39
prio perché il pinnaggio corto promette maggiore equilibrio nell'esemplare, risulta più naturale e più efficace nel nuoto, si mantiene vigoroso anche quando il pesce inizia ad invecchiare. In Europa possiamo dire di avere dei veri campioni di Plakat, al punto che alcuni esemplari hanno di recente ricevuto il riconoscimento di best of show – il vincitore assoluto della mostra – in competizioni internazionali, come accaduto in Olanda l'estate scorsa, battendo tutti gli halfmoon presenti. Traditional Plakat riprodotto in Italia da Roberto Silverii, premiato nel concorso internazionale IBC di Arcen, Olanda, Agosto 2010
Per i Plakat, caso unico, l'IBC ha previsto non una ma ben tre forme standard. Questo è in parte legato alla maggiore attinenza della loro forma con quella selvatica. In un Betta splendens selvatico la pinna caudale è arrotondata, la pinna
HALFMOON PLAKAT: UNA PASSIONE DA INTENDITORI
dorsale piuttosto corta e la pinna anale ha una
Oggi può capitare di trovare un Betta halfmoon
parte posteriore. Da questa forma è stato deriva-
in negozio (molto di rado per la verità), ma c'è un
to lo standard del Plakat tradizionale (traditional
esemplare che troverete solo presso gli allevato-
Plakat) che è illustrato in figura 5 sulla sinistra.
ri: il Plakat Halfmoon. Il termine Plakat non è altro
Poi, la ricerca di una maggiore simmetria e di
che il nome originale dei Betta in lingua Thai (pla
caudali simili a quelle degli Halfmoon a pinne lun-
kat = pesce che morde) ma viene comunemen-
ghe ha portato allo sviluppo di altri due standard:
te usato per indicare quei Betta che, come gli
uno asimmetrico (figura 5 al centro), chiamato
esemplari ancestrali che si trovano in natura,
Show Plakat e uno simmetrico (figura 5 a destra)
hanno mantenuto le pinne corte. Un Plakat
detto Halfmoon short fins, che differiscono
Halfmoon sarà quindi un Betta di allevamento a
soprattutto per le caratteristiche delle pinne dor-
pinne corte, con una caudale che si apre a 180°.
sale ed anale. Nei concorsi quindi ci saranno tre
Un pesce meno scenografico di un Halfmoon a
classi di Plakat. Un problema in più, se ci mettia-
pinne lunghe, ma amato da tanti intenditori pro-
mo nei panni del nostro allevatore al lavoro.
forma trapezoidale che termina a punta verso la
Lo standard IBC esemplificato in un disegno ufficiale. A sinistra, il Plakat tradizionale ha una caudale arrotondata. Al centro, il Plakat asimmetrico deve avere una caudale dai bordi verticali dritti. A destra, il Plakat simmetrico deve avere inoltre una anale dal bordo orizzontale, non appuntito, ed una dorsale più ampia che si rivolge idealmente verso la testa del pesce
40
Esempi pratici di come dovrebbero migliorare le forme dell'esemplare in esame. Innanzitutto si dovrà decidere a quale forma finale puntare. Nel caso si voglia portarlo verso lo standard asimmetrico (foto a sinistra) occorrerà migliorare i raggi estremali della caudale e la punta della pinna anale. Nel caso si opti per lo standard simmetrico (foto a destra) bisognerà cercare di fare crescere la dorsale e rendere ancor più orizzontale e regolare la base della pinna anale. Le foto sono tratte da una discussione pubblicata sul forum di Jurabetta (http://www.betta-forum.net), forse il più grande forum di bettofili europeo, in lingua francese Immaginiamo che, a partire da Plakat tradizionali
Se viceversa volessimo puntare verso il Plakat
abbiamo riprodotto un esemplare come quello di
simmetrico (chiamato ufficialmente Halfmoon a
figura 6. È un bell'esemplare, con la caudale che
pinne corte) dovremo investire sulla bella pinna
apre a 180° e una pinna anale non troppo lunga,
anale del nostro esemplare, già ben arrotondata,
ma arrotondata nella sua parte terminale. A che
per cercare di attenuarla ulteriormente rendendo
standard corrisponde? In realtà è una via di
il lato inferiore quasi parallelo alla linea del corpo
mezzo tra un Plakat asimmetrico e uno simme-
(figura 7, lato destro). Inoltre dovremo ingrandire
trico. In questo caso con un gioco di parole gli
e allungare in avanti la pinna dorsale in modo che
allevatori dicono che non è più un traditional, ma
anale e dorsale siano il più possibile simmetriche.
un transitional, cioè un plakat di transizione. Che
Per la caudale varrà naturalmente sempre quan-
fare per ottenere una forma più vicina agli stan-
to indicato prima: raggi estremali dritti e lunghi,
dard? Se volessimo raggiungere lo standard del
apertura piena e… attenzione alle ramificazioni.
Plakat asimmetrico (Show Plakat) dovremmo
Per finire, la figura 8 mostra il primo Show Betta
seguire le indicazioni della figura 7 lato sinistro.
allevato in Italia ad essere stato premiato in una
La caudale è effettivamente una buona caudale,
manifestazione internazionale ufficiale IBC, nel
ma i raggi alle estremità sono ancora troppo corti
2010. Si tratta di un Plakat del tipo Traditional.
rispetto a quelli centrali. Dovremo cercare di ren-
Come abbiamo detto, dietro queste forme c'è un
derli più lunghi, in modo da avere un profilo più
lavoro lungo, che richiede tanto tempo per dare
netto. La pinna anale invece dovrà mantenere le
i suoi frutti. Ma quel che conta veramente non è
attuali proporzioni ma essere più appuntita nella
il risultato, ma quello che impareremo lungo il
parte terminale, pur non superando in lunghezza
percorso, sui pesci, la loro natura - e forse in
il doppio del lobo inferiore della caudale.
parte anche la nostra. È qualcosa che non si può 41
comprare in negozio. Ed è per questo, più che
dita. Ma sicuramente bisognerebbe trovare un
per il risultato di un concorso, che vale la pena di
posto anche per lui negli show, magari aggior-
dedicarsi all'allevamento selettivo.
nando e precisando per lui uno standard internazionale. È una cosa di cui molti allevatori di Betta
E I BETTA TRADIZIONALI CON LE PINNE A VELO?
parlano da un po' di tempo e chissà che non
Anche per i Crown Tail (CT) e i Double Tail (DT)
Intanto, nel mondo delle esposizioni di Betta c'è
esistono classi e standard simili a quelli che
stata una grande novità. Lo scorso 11 e 12
abbiamo illustrato e tutti questi pesci partecipa-
Giugno a Ranco (Varese), sul Lago Maggiore, si
no, e vincono, nelle competizioni internazionali,
è tenuto il primo show ufficiale IBC in Italia,
esattamente come gli Halfmoon. Ma cosa suc-
patrocinato dall'Associazione Italiana Betta
cede per il classico Betta, che tutti conosciamo
(http://www.aibetta.it). Un grande successo che
da decenni, con le lunghe pinne a velo?
ha visto concorrere oltre 300 pesci provenienti
Per il momento deve accontentarsi di meraviglia-
da tutto il mondo e che sarà senz'altro seguito
re il pubblico che affolla i negozi di acquari e che
da altre manifestazioni nel nostro paese. Curate
raramente sfugge all'attrazione di un bel Betta
di seguire con attenzione le pagine di
Veil-tail, magari rosso fiammeggiante, che
Aquariophylia per non perdere la prossima. …E
ondeggia placido in una vasca. Non è oggetto di
chissà che non torniate a casa con una coppia
competizioni ufficiali ed è allevato solo per la ven-
di Show Betta!
succeda, prima o poi.
PER VOI NEGOZIANTI! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
42
Pterapogon kauderni: il cardinale delle Molucche di Alessandra Larotonda Ultimamente ho sentito parlare parecchio del
per tutti la riproduzione di questi pesci significhe-
pesce Cardinale delle Molucche (Pterapogon
rebbe liberare i suoi ambienti di origine dalla
kauderni), da alcuni considerato essere in serio
pressione di pesca da alcuni descritta.
rischio di estinzione per il prelievo effettuato in
Documentandomi ho scoperto che il Cardinale
natura ai fini di soddisfare la sempre crescente
delle Molucche è un incubatore orale e la cura
richiesta acquariologica. Sapere questo mi ha
delle uova avviene da parte del maschio, che le
spinto a tentare la riproduzione in cattività di que-
tiene in bocca per l’intero periodo di incubazio-
sto splendido pesce, affiancandola a quella degli
ne. Per questo motivo il padre smette di alimen-
Amphiprion ai quali mi dedico, a livello amatoria-
tarsi per il tempo necessario allo sviluppo ed alla
le, già da parecchi anni. Infatti, rendere possibile
liberazione dei piccoli (circa 24 giorni).
Il maschio subito dopo la riproduzione smette di nutrirsi per venticinque giorni
44
L’esperienza riportata in questo articolo indica la formazione di tre coppie da sei esemplari ma non è chiaro se questi pesci siano caratterizzati da qualche forma di ermafroditismo litri ed arredato in maniera molto spartana, con mattoni forati e cocci di vasi da fiori che ricreassero grotte e cavità nelle quali nascondersi. Un riccio diadema (Diadema setosum) dagli aculei lunghissimi gli faceva compagnia. Avevo infatti trovato in letteratura notizia della particolare predilezione dei giovani cardinali per questi ricci, fra gli aculei dei quali trovano sicuro rifugio dai predatori. Non ho messo sabbia sul fondo, per poter effettuare facilmente sifonature, in modo da asportare avanzi di cibo e residui vari. I pesci sono stati nutriti più volte al giorno con mangimi
Formazione delle coppie e riproduzione
congelati, preferibilmente Artemia e Mysis, ai
Da esperienze dirette e non, ho potuto constata-
quali, quando possibile, aggiungevo anche arte-
re quanto sia difficile far accettare ad un esem-
mie vive.
plare adulto la presenza di un altro cardinale nella
Ho mantenuto l’acqua intorno ai 26 °C e dopo
stessa vasca; ho quindi acquistato sei esempla-
circa un mese ho visto, non senza una certa
ri giovani, delle dimensioni di una moneta da 2
apprensione, che uno dei due pesci non usciva
euro, dividendoli a coppie in tre vasche separa-
dal nascondiglio preferito, rimanendo indifferente
te. Pensavo che se durante la crescita due indi-
agli innumerevoli bocconcini che proponevo per
vidui dello stesso sesso si fossero trovati insieme
invogliarlo a mangiare. Col passare dei giorni,
avrei potuto trasferirli ai primi segni di aggressivi-
visto che nonostante l’ostinata inappetenza,
tà da parte del dominante, in modo da cercare di
l’esemplare non presentava segni di sofferenza,
ottenere delle coppie.
dovuti ad ipotetiche malattie, ho concluso che
Col passare del tempo i pesci crescevano ed,
l’ipotesi più probabile fosse quella di una riprodu-
arrivati ad una dimensione tale da poterli consi-
zione avvenuta con successo. In effetti la tasca
derare adulti, la presunta aggressività non si
boccale si andava rigonfiando, evidentemente
manifestava, anzi i due rimanevano sempre vici-
per lo sviluppo delle uova, ma a dispetto del
ni, dando l’impressione che si fossero formate
tempo passato accanto alla vasca, immobile e
tre coppie. Non so se questo sia avvenuto per
munita di una lente d’ingrandimento, non ho mai
un incredibile colpo di fortuna o perché anche i
avuto il piacere di vedere i piccoli Pterapogon
Cardinali delle Molucche, come parecchi altri
all’interno della bocca paterna in nessun
pesci, siano capaci di inversione sessuale con
momento del loro sviluppo, nemmeno nella fase
l’età (cosa ben nota ad esempio nel genere
finale, quando, così mi era stato raccontato, è
Amphiprion). Ho quindi regalato le due coppie
facile vederli uscire per brevi istanti e ritornare
eccedenti ad amici acquariofili per dedicare tutte
dentro immediatamente.
le mie attenzioni ad una sola di queste.
Quando nutrivo la femmina, anche il maschio
Ho tenuto i riproduttori in un acquario dedicato
spesso si avvicinava con l’evidente intenzione di
esclusivamente a loro, della capacità di circa 120
mangiare, ma giunto in prossimità del cibo rifiu45
Giovani individui nati in cattivitĂ in un acquario ad essi dedicato nuotano in branco
46
47
Allestire un acquario speciale per questi pesci è facile 48
49
Nelle fasi finali dello sviluppo è possibile talvolta osservare gli avannotti uscire dalla bocca del maschio per tornarvi prontamente subito dopo sfuggendo così i predatori notevole già alla nascita) diventa divertente e nemmeno un po’ stressante. È importantissimo mantenere un’ottima qualità dell’acqua, poiché i giovani Pterapogon soffrono per l’aumento di inquinamento dovuto sia all’abbondanza di cibo, sia al conseguente incremento dei prodotti del metabolismo. I giovani pesci si nutrono esclusivamente di Artemia viva per tantissimo tempo. I miei ne hanno mangiata per quasi 2 mesi (devo però dire che io tendo sempre a viziare i miei pesci) ed al tava di aprire la bocca, con quella che, secondo
fine di evitare carenze alimentari, mantenevo i
una mia libera e fantasiosa interpretazione, era la
crostacei in contenitori con alghe del genere
faccia di chi si era improvvisamente ricordato
Tetraselmis o arricchitori che via via sperimenta-
che non poteva…
vo. I miei pesci sono passati direttamente dall’ar-
Passati 25 giorni dall’inizio del digiuno, fra osser-
temia viva a quella congelata o liofilizzata di
vazioni e timori, finalmente una sera ho notato
buona qualità, poi crescendo accettavano anche
uno strano movimento fra gli aculei del riccio:
Mysis e piccoli pezzi di polpa di gamberetto fre-
erano i primi 5 pesciolini appena usciti dal rifugio
sco. Non sono però mai riuscita a fargli mangia-
sicuro della bocca paterna che erano stati istinti-
re cibo in scaglie o granuli.
vamente attratti dai lunghi aculei del riccio. Ho immediatamente spento le pompe, e nel giro di
Conclusioni
mezz’ora anche gli altri fratelli sono stati espulsi
Purtroppo non sono mai riuscita ad assistere alle
dal padre; qualcuno trovava un primo rifugio in
modalità dell’accoppiamento, nelle cui fasi le
un angoletto alto della vasca, per poi tuffarsi
uova vengono fecondate dal maschio e succes-
immediatamente nel riccio quando questo si
sivamente prese in bocca per l’incubazione. Ho
avvicinava nel suo girovagare all’interno dell’ac-
solo notato che la mattina del giorno in cui avvie-
quario. Nel corso della prima schiusa hanno visto
ne l’accoppiamento i pesci non accettavano
la luce 25 pesciolini dei quali fortunatamente solo
cibo (né il maschio né la femmina), rimanendo
2 non ce l’hanno fatta a crescere, morendo nelle
vicini uno accanto all’altro, ma per quanto mi sia
successive 48 ore.
sforzata di osservare non sono in grado di dire nulla di più. Già dal pomeriggio la femmina
Alimentazione degli avannotti
riprendeva a mangiare, mentre il maschio inizia-
Alimentare i giovani cardinali è davvero semplice.
va il suo digiuno forzato.
Per chi come me è abituata a gestire la sequen-
In definitiva, gli Pterapogon kauderni non sono
za rotiferi – Artemia, necessaria allo sviluppo
affatto difficili da riprodurre e, in base a quello
degli Amphiprion, trovarsi alle prese con avan-
che mi è stato riferito dagli amici ai quali avevo
notti che da subito si nutrono di naupli di Artemia
regalato le due coppie eccedenti, anche queste
salina (l’apertura boccale di questi pesci, infatti, è
si sono riprodotte negli acquari di comunità, con 50
I maschi durante la cura della prole mostrano un ingrossamento dietro la bocca
la differenza che è stato impossibile recuperare i
zione per mantenere le colture di rotiferi ed alghe
piccoli alla nascita, con conseguente perdita
necessari all’allevamento di altri pesci marini.
delle schiuse, risucchiate dalle pompe o divorate
Come suddetto, riprodurre massivamente questi
da altri pesci presenti nelle vasche.
pesci e distribuirli ad altri acquariofili potrà lenta-
Il numero degli avannotti alla schiusa è sicura-
mente liberare i loro ambienti di origine dalla
mente molto basso se rapportato alla maggior
pressione di pesca dovuta, in parte, anche al
parte delle specie comunemente riprodotte in
mercato degli acquari, aiutando così gli stock
cattività, ma è anche vero che la semplicità del
naturali di questa specie a riacquistare le loro
loro accrescimento li rende adatti anche ai prin-
dimensioni ideali.
cipianti o a chi non ha spazio nella propria abitaI colori e le forme di questi pesci, uniti alle loro dimensioni contenute, li rendono particolarmente attraenti per l’acquariofilo
N.d.R. I nostri lettori, acquariofili attenti e informati, non hanno certo bisogno di raccomandazioni ma, repetita iuvant: per lo Pterapogon come del resto per molte altre specie, è bene accertarsi che si stiano acquistando esemplari nati in cattività, in modo da evitare uno sfruttamento dannoso e inutile delle popolazioni naturali. La diffusione delle pratiche di riproduzione presso gli acquariofili, anzi, potrà avere vari effetti positivi, tra i quali rammentiamo anche l’aumento di informazioni sulle pratiche ideali di riproduzione in cattività. Queste, se ampiamente diffuse, potranno produrre effetti benefici anche sul restocking delle popolazioni naturali. 51
MALAYSIA:
viaggio alla ricerca di biotopi e pesci d’acquario Francesco Denitto, terza parte aveva scelto il suo polpaccio per rimpinzarsi ben bene prima di mollare delicatamente la presa. L’effetto di questa “silenziosa presenza” fu che Natasha si ritrovò con il pantalone sporco di sangue ed una ferita che non intendeva rimarginarsi. Le sanguisughe, infatti, producono un potente anticoagulante e un anestetico: il primo consente loro di succhiare meglio il sangue che fuoriesce dalla ferita inferta con i dentelli calcarei che ornano la bocca circolare, il secondo impedisce alla vittima di provare dolore, permettendogli così di nutrirsi indisturbate. Il terzo ambiente scelto fu un piccolo torrente, Sungai Kenong, in cui l’acqua scorreva molto velocemente. Ci colpì l’abbondante presenza di fantastiche Cryptocoryne sp. in fiore, ben ancorate su un substrato roccioso lambito dall’impeto dell’acqua che vi scorreva
Eccoci giunti alla conclusione del nostro viaggio di esplorazione nei magnifici biotopi della Malaysia. Il mese scorso abbiamo fatto un tuffo in un paio di bacini locali ed abbiamo catturato tantissimi animali interessanti, tra pesci ed invertebrati. Siamo pronti a continuare il viaggio, anzi, ansiosi di riprendere la strada dopo il “bagnetto” nel principale corso d’acqua di Kampung Mela che le piogge avevano gonfiato di recente, rendendolo pullulante di vita. Rammenterete che il bottino era stato molto interessante ed eravamo quindi particolarmente soddisfatti dell’esplorazione, ma…
Terzo biotopo
In auto, Natasha si rese conto di essere diventata inconsapevolmente, durante l’attesa del ritorno di Heiko ai bordi del fiume, il “pasto” di una sanguisuga che si era infilata sotto i pantaloni ed 52
Infiorescenza Cryprocoryne
Il terzo ambiente scelto fu un piccolo torrente, Sungai Kenong
Ciprinide
Nella rete finĂŹ una simpatica tartaruga acquatica che dovette presto rassegnarsi ad essere la protagonista di un lungo reportage fotografico Foresta tropicale
sopra (come mostrano le foto in queste pagine). La passeggiata di Heiko a setacciare le sponde ricche di vegetazione portò ad un magro bottino ittico: solo un esemplare di Puntius sp. dalla livrea scialba! In compenso, nella rete finÏ una simpatica tartaruga acquatica 53
Puntius lateristriga
Labiobarbus lineatus
che dovette presto rassegnarsi ad essere la protagonista di un lungo reportage fotografico prima di essere rilasciata nel suo ambiente naturale.
porto di Kuala Lumpur da dove saremmo poi ripartiti in tarda serata per l’Italia. Prima di immetterci nuovamente sull’autostrada principale, optammo per un’ultima pescata in un torrente di montagna (600-800 metri s.l.m.) segnalatoci da alcuni locali, in prossimità del villaggio di Janda Baik. Geograficamente localizzato ancora nello Stato di Pahang, è a soli 30 Km
Quarto biotopo
Il nostro viaggio volgeva al termine. La lunga giornata era passata velocemente ed ormai ci trovavamo sulla strada del ritorno che ci avrebbe condotti all’aero-
Homaloptera sp.
Quarto biotopo descritto nell’articolo 54
Qui le acque sono trasparenti, fresche e ben ossigenate per via della forte corrente del torrente
dalla Capitale Kuala Lumpur, che invece si trova nello Stato di Selangor. Qui le acque sono trasparenti, fresche e ben ossigenate per via della forte corrente del torrente. La temperatura media di questo ameno e tranquillo luogo di villeggiatura è di 22 °C di notte e al massimo 28 °C di giorno. Data la vicinanza di Kuala Lumpur in cui si registra una temperatura media di 34 °C tutto l’anno, è facile comprendere come molti abitanti della capitale vengano qui per trascorrere brevi (o lunghe) vacanze, alla ricerca di un po’ di fresco! Il tempo a nostra disposizione era davvero poco. Heiko entrò per l’ultima volta nell’acqua, fresca e pulita, approfittandone per togliersi un po’ del fango che gli era rimasto addosso dalle prece-
denti perlustrazioni acquatiche. Per sperare di catturare qualcosa, Heiko dovette setacciare i bordi del torrente, alla ricerca di piccole insenature in cui l’acqua era leggermente più calma. I pesci di fiume, soprattutto se di piccole dimensioni come le specie d’acquario, non vengono mai pescati in piena corrente. Nella rete finirono ben presto alcuni esemplari di ciprinidi (forse rasbore), un subadulto di Puntius lateristriga ed un maschio di guppy selvatico, ovviamente introdotto, in quanto nativo del continente americano! Questo tipo di sorprese, nel sudest asiatico non sono affatto rare. I guppy sono ormai onnipresenti così come lo sono le gambusie (loro stretti parenti) qui in Italia! Infine fu catturato anche 55
Heiko Bleher evidentemente soddisfatto della pesca
L’autore mentre fotografa uno dei pesci catturati
un esemplare di Homaloptera sp. che, con le pinne pettorali che aderiscono a mo’ di ventosa, riesce ad ancorarsi ai substrati lisci (pietre, tronchi) per evitare di essere trasportato via dalla corrente dei torrenti in cui è solito vivere. È un classico esempio di adattamento all’ambiente! Al bottino si aggiunsero infine alcuni adulti di Labiobarbus lineatus dai colori decisamente poco appariscenti e, per questo motivo, poco comune nei nostri acquari.
immagini che avevano caratterizzato gli ultimi due giorni del mio soggiorno in Malaysia. Chiusi gli occhi e cercai di sentire nuovamente il fruscio degli alberi e l’impetuoso scorrere dell’acqua nei fiumi che spaccavano la foresta. Lo strombettio dei clacson mi fece ben presto desistere. Era tempo di ritornare alla cruda realtà di sempre. Quando, poche ore più tardi, il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines si librò in aria staccando le ruote dalla pista del Kuala Lumpur International Airport, chiusi gli occhi e dissi tra me: “Arrivederci Malaysia! Ci rivedremo presto!”.
Il viaggio volge al termine
Riprendemmo nuovamente la via del ritorno. Dopo alcune decine di chilometri, le Petronas Towers che spiccavano alte tra i palazzi di Kuala Lumpur ci riportarono ben presto alla realtà. Era l’imbrunire e sulla tangenziale che costeggia la capitale c’era un gran traffico di pendolari che rientravano a casa dopo una giornata di lavoro in città. Nella mente erano impresse le tante
Ringraziamenti
Un doveroso ringraziamento va a Heiko Bleher e Natasha, squisiti compagni di viaggio con cui mi auguro di poter presto condividere nuove avventure all’insegna della natura e dei pesci d’acquario! 56
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 57
Oggi parliamo di…
LO SCALARE Ne abbiamo parlato nel numero 3 della rivista. Ne parliamo spesso nelle lettere in redazione, ed attraverso le discussioni del forum. Eppure si tratta di una specie che non si può non riconsiderare. In effetti vorremmo trattarla sotto un diverso punto di vista in ogni numero ed è per questo che gli abbiamo già dedicato tre copertine (compresa la presente, naturalmente!). È infatti tra le specie più amate dagli acquariofili, sia per la forma insolita (gli autori inglesi lo chiamano “pesce Angelo”) sia per il carattere forte e deciso e per la complessa, meravigliosa etologia, che ci permette di entrare in contatto con questi pesci riuscendo, in qualche modo, a comunicare. Alcuni autori affermano con certezza di essere riusciti a comprendere le loro emozioni e di riuscire a comunicare dei semplici concetti a questi pesci. Non c’è motivo per non crederlo! …E poi c’è la meraviglia della riproduzione, quando due individui di sesso diverso cooperano in maniera certosina per il benessere delle uova prima e delle larve poi, difendendole da qualsiasi pericolo ed osservandole con gli occhioni materni, con affetto. No, non è possibile non considerare lo scalare ogni mese. In questo numero lo facciamo con la nostra “survey” in rete. Cliccando sui link che seguono potrete effettuare un magnifico viaggio, che potrà durare un mese intero, nell’universo dello scalare, scandagliato attraverso una serie di siti internet che offrono informazioni corrette. Esplorate con fiducia e fateci sapere, se possibile, se l’esperienza è stata positiva. A voi il click!
58
A QUESTO PUNTO NON VI RESTA CHE CLICCARE SUI LINK E‌ BUONA LETTURA! http://www.acquaportal.it/Articoli/Dolce/Pesci/speciale_scalare/scalare_giorgio/default.asp http://www.acqua-dolce.it/pesci/Pterophyllum-scalare.html http://www.petfamilynews.it/pfn/index.php?option=com_content&view=article&id=190:gli-scalari-ipesci-angelo&catid=73:scheda&Itemid=62 http://www.tropicalfish.it/scalare/html/riproduzione.htm http://www.acquariofiliabruzzesi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=97:lo-scalare&catid=38:pescieinvertebrati&Itemid=54 http://www.vergari.info/pesci_pterophyllum_allevamento http://www.casapagina.it/scalare.html http://acquariomio.altervista.org/index.php/lo-scalare/74-la-riproduzione-degli-scalarihttp://www.discuspassion.net/content/view/300/90/ http://www.gaem.it/pubblico/articoli/esperienzedolce/scalare.shtml http://www.gcca.net/fom/Pterophyllum_scalare.htm http://www.fishbase.org/summary/speciessummary.php?id=4717 http://theaquariumwiki.com/Pterophyllum_scalare http://www.cichlid-forum.com/articles/pterophyllum_scalare.php http://www.malawicichlidhomepage.com/aquainfo/scalare_negro.html http://www.aqua-fish.net/show.php?h=angel http://badmanstropicalfish.com/profiles/profile9.html http://exotic-aquariums.com/angelfish.html http://www.scalare-online.de/aquaristik/db_fische/perciformes/cichlidae/Pterophyllum_scalare.html http://www.zierfischverzeichnis.de/klassen/pisces/perciformes/labroidei/cichlasomatinae/pterophyllum_scalare.htm http://www.zierfischverzeichnis.de/klassen/pisces/perciformes/labroidei/cichlasomatinae/pterophyllum_scalare.htm http://www.familie-hauffe.de/atlex/arten.asp?id=24 http://aquadings.de/tierwelt/pterophyllum-scalareskalar http://www.diskusmann.de/steckbriefe/pterophyllum_scalare.htm http://www.die-ideenschmiede.eu/fischverhalten/index.php?title=Beobachtungen_an_brutpflegenden_Segelflossern%2C_Pterophyllum_scalare
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QUESTO MI È PIACIUTO
☺
QUESTO MI È PIACIUTO
QUESTO MI È PIACIUTO
Questo mi è piaciuto! Questa sezione della rivista è dedicata ad accessori particolarmente efficaci, che abbiano perfettamente soddisfatto le aspettative dell’appassionato. Scriveteci i vostri commenti sul nuovo filtro appena acquistato, sull’aeratore, il mangime secco, il retino, le calamite o anche su un pesce appena introdotto in acquario che vi abbia stupiti per la docilità e la facilità di allevamento. In questa sezione raccontiamo le vostre esperienze positive, affinché anche altri acquariofili possano condividerle con voi. Bastano poche righe per esprimere la vostra soddisfazione e per descrivere i pregi ed eventualmente anche i difetti del vostro ultimo acquisto. La redazione proverà lo stesso prodotto e potrà così confermare (o meno) le vostre impressioni. Vi invitiamo a partecipare subito, inviando un messaggio email in redazione, o direttamente dal sito www.aquariophylia.it, perché le vostre esperienze potranno essere utili a tanti altri e meritare spazio sulla rivista.
Microbe-Lift a cura della redazione Io uso un filtro biologico che mi dà buoni risultati da almeno sette anni. Qualche settimana fa però ho avuto problemi di acqua bianca e malattie batteriche (almeno credo: macchie bianche sul corpo di alcuni pesci) e il mio negoziante mi ha consigliato di usare un nuovo prodotto che ho visto anche nel numero 1 della vostra rivista (mi pare) che si chiama Microbe Lift. Quando l’ho visto, mi sono ricordato dell’articolo e ho deciso di provare. Effettivamente il prodotto è molto puzzolente e aprendo la bottiglia ho sentito strilli di mia moglie che era vicina e ho pensato che fosse deteriorato o scaduto. Ma poi ho voluto provare lo stesso ed ho aggiunto la prima dose. I risultati sono stati non immediati ma molto rapidi e già dopo due giorni l’acqua era veramente trasparente e limpida. Infatti il cattivo odore che emana non è anormale ma dipende dai batteri contenuti, come voi spiegavate. Però basta pulire bene dalle gocce la bottiglia e chiuderla in un paio di buste di plastica dopo l’uso per eliminare il problema. Preciso che l’acquario è da circa 55 litri ed è un acquario completo munito di filtro biologico con pompa da 300 litri. Nel filtro ci sono cannolicchi e delle spugne blu che lavo ogni due settimane. Nella vasca ci sono due Corydoras, tre scalari piccoli, due coppie di Platy, di cui un maschio è morto con le macchie bianche sul corpo proprio quando è iniziata la lattiginosità, e due pesci arcobaleno piccoli. Con questa mia lettera voglio ringraziarvi per avermi indicato un prodotto che veramente funziona e dare il mio contributo alla vostra bellissima rivista che leggo ogni mese con avidità. Il prodotto comunque è eccezionale e credo che tutti dovrebbero provarlo perché io in passato ho saltuariamente usato delle capsule per lo stesso scopo ma non ho mai visto niente di simile. E ora continuo ad usarlo regolarmente come ha suggerito il negoziante che voglio pubblicamente ringraziare per i suoi consigli. Aldo Spera 60
QUESTO MI È PIACIUTO
QUESTO MI È PIACIUTO
QUESTO MI È PIACIUTO
aro Aldo, ci rincuora sapere che la sua
C
per l’acquariofilo. Anzi, a differenza di quanto ini-
“celebrità per un giorno” nasce da un
zialmente osservato, abbiamo notato una
nostro articolo. Cominciamo a comuni-
discreta attività anche nell’acquario marino (nel
care, allora? Nel caso dell’articolo il prodotto era
corso delle prime prove appariva poco attivo in
già stato provato sommariamente ed aveva for-
acqua salata). Confermiamo di pari le sue
nito buoni risultati, come accade per tutti i pro-
impressioni in merito al cattivo odore. È davvero
dotti da noi consigliati in quella sezione della rivista. Ma dovendo affrontare questa sua manifestazione di consenso abbiamo voluto (dovuto) approfondire, perché la disamina di prodotti in questa rubrica necessita di una ricerca più approfondita rispetto ai pareri esposti nella sezione test e stimoli per l’acquisto. Pertanto ci scusiamo se non abbiamo risposto immediatamente alla sua mail, ma comprenderà che effettuare delle prove approfondite implica spendere un certo tempo. Ora ci riteniamo però abbastanza pronti a dare un parere sul suo giudizio di acquariofilo. Per le nostre prove abbiamo utilizzato un acquario vuoto nel quale abbiamo versato dosi crescenti di nitrato d’ammonio ed altri inquinanti,
nauseabondo ma come lei afferma, ci si può
verificando poi i tempi necessari per smaltirli.
difendere facilmente, tenendo presenti i vantag-
L’acquario era dotato di un ottimo filtro biologi-
gi di un uso regolare.
co commerciale non ancora maturo (riempito
Effettivamente i batteri presenti nella confezio-
con materiali filtranti nuovi). In seguito abbiamo
ne hanno contribuito ad abbattere l’inquina-
versato piccole dosi quotidiane di prodotto, per
mento organico nelle vasche di test e questo,
una settimana, in un piccolo acquario marino
proiettato nella situazione di forte squilibrio da
sovrappopolato, misurando nel contempo tutti i
lei lamentata, potrebbe aver risolto il suo pro-
principali parametri dell’acqua incluso il conte-
blema.
nuto in ossigeno disciolto ed il potenziale redox.
Non possiamo, dunque, che complimentarci con
Non abbiamo effettuato un test specifico per la
il suo negoziante di fiducia per aver corretta-
lattiginosità dell’acqua non essendo riusciti a
mente inquadrato il problema e suggerito la
riprodurla sperimentalmente.
soluzione adeguata.
Il prodotto nel corso di tutte le prove ha effetti-
In questo caso, dunque, siamo contenti di poter
vamente confermato le prime positive impres-
confermare le sue positive impressioni sull’atti-
sioni ed è giusto considerarlo un ottimo ausilio
vatore batterico in questione. 61
?
63
pompe e filtri
Info: http://www.aquael.pl/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Aquael filtro Multikani: più un’indiscrezione che un filtro? 64
bbiamo avuto l’occasione di visionare questo filtro e ve lo presentiamo per la prima volta perché ci pare un’idea degna di nota, anche se non abbiamo notizie certe sulla sua commercializzazione. Ma una rivista specializzata deve pur vantare qualche scoop di tanto in tanto e rischiamo dunque, nel presentarvi una notizia ancora non confermata. Aquael è un’azienda particolare nel panorama dei produttori di acquari ed accessori. Infatti si pregia di un certo “understatement” nella presentazione dei suoi prodotti, ma propone poi cose veramente innovative. Vogliamo ricordare l’uso delle calamite per fissare vari accessori al vetro dell’acquario, poi sapientemente ripreso da tanti marchi? Potremmo parlare dell’innovativa lampada UV disposta dentro il filtro, oppure del filtro esterno Pressuremax, piccolo e versatile, simile ad un qualsiasi filtro a canestro, ma caratterizzato dall’assenza della pompa in testa. Sono tutte idee alquanto rivoluzionarie e molto creative, in grado di produrre evidenti vantaggi per l’acquariofilo. Tutto sommato sono poco pubblicizzate e dunque poco note. Il filtro che abbiamo osservato e che vogliamo descrivervi nelle funzionalità appare interessante; si chiama Multikani, ma nei depliant dell’azienda è del tutto assente (almeno in quelli in nostro possesso) e non siamo riusciti a trovarne traccia nel sito web del produttore. Se ne trova traccia in alcuni forum in lingua polacca (beato chi riesce a tradurre!). Dobbiamo dedurne che è ancora in fase di progettazione? Eppure ci è stato presentato come prodotto novità. …E la novità c’è, a dire il vero. Di cosa si tratta? Il filtro è totalmente modulare, ed è costituito da una serie di semplici contenitori posizionabili l’uno sull’altro. Ogni acquariofilo, in base alle proprie esigenze, potrà decidere quanti contenitori utilizzare: uno, due… dodici? In realtà non ci sono limiti, se non quelli dovuti al potere di aspirazione della pompa applicata. Una volta deciso il numero di contenitori ed assemblato il tutto, si nota che dal coperchio del primo canestro spuntano due tubi. Due tubi, ma nessuna pompa! Questa, infatti, viene disposta direttamente nell’acquario. Pertanto non è necessario innescare, non si produce rumore nel coperchio, non vi sono complicati accessori con parti rotanti. C’è solo una comune pompa centrifuga, scelta dall’acquariofilo con l’aiuto del negoziante, per far funzionare il tutto. Ovviamente ogni contenitore potrà essere riempito con uno o più materiali filtranti e la potenza della pompa dovrà essere scelta in base al possibile livello di intasamento
A
(babilmente): struttura semplice e modulare, apparentemente economica, in grado di crescere con l’acquariofilo, priva di fronzoli eppure tecnicamente degna di nota
non abbiamo elementi certi, non avendolo potuto provare direttamente, ma ci chiediamo se le operazioni di manutenzione, comportando l’apertura e successiva chiusura di più moduli separati possano divenire laboriose. Inoltre la pompa aspira acqua direttamente dalla vasca: entrata protetta? Potere di aspirazione basso? Sono dubbi da verificare, ovviamente
previsto: più potente nel caso di materiali che si impaccano o si occludono, meno potente nel caso di materiali biologici. L’idea ci pare semplicemente rivoluzionaria, non perché debba necessariamente prendere il posto di accessori già esistenti, ma perché rappresenta un punto di vista innovativo, una tecnologia di nuova generazione. Il tempo ci dirà se degna di successo, ma l’idea è semplicemente nuova ed apparentemente efficace. Peraltro la struttura è tale da renderlo adatto sia all’acquario domestico sia al laghetto in giardino. Chiediamo anzi a tutti i lettori che riescano a vedere o, meglio, provare uno di questi filtri, di voler cooperare inviandoci le loro impressioni. Riusciremo così a fare luce su questo misterioso filtro esterno privo di pompa in testa. Promettiamo di tenervi informati con le notizie che via via riceveremo sull’argomento. 65
filtri e pompe
Eheim professionel 3 electronic:
Info: http://www.eheim.de/eheim/inhalte/index.jsp?key=liniendetail_28383_ehen
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
l’avanguardia dei filtri esterni sistono oramai infiniti modelli di filtri esterni, ognuno dei quali è adeguato a soddisfare specifiche esigenze di alcuni hobbisti. Alcuni filtri sono economici, altri più costosi ma anche più performanti. Alcuni filtri svolgono essenzialmente una funzione meccanico-adsorbente (anche quando siano caricati con cannolicchi di ceramica), altri riescono bene a svolgere funzioni biologiche. Ovviamente tutti i produttori offrono descrizioni positive a 360 gradi in merito ai loro filtri esterni, ma è evidente che non si può pretendere tutto da tutti! Esaminiamo ad esempio il Professionel 3. Senza dubbio conta sull’esperienza di un’azienda che ha di fatto inventato il filtro esterno in acquario. L’interno è ben progettato ed i contenitori facili da estrarre garantiscono effettivamen-
E
66
te un flusso ben direzionato. Il sistema di chiusura è agevole e permette di effettuare manutenzioni indolore. La pompa in testa dotata di alberino ceramico garantisce un funzionamento silenzioso in tutte le condizioni d’uso. Inoltre il coperchio è dotato di un particolare processore, col quale si può comunicare sia mediante il pannello presente sul coperchio stesso, sia collegando il filtro al computer. Qui giungiamo alla parte più futuristica. Una volta collegato il filtro mediante una comoda interfaccia USB si accede ad un pannello di controllo (Eheim Control Center) che permette di programmare totalmente il processo di filtrazione. Si può ad esempio impostare la portata della pompa centrifuga, non semplicemente chiudendo un rubinetto (questo lo sanno fare tutti!) ma agendo direttamente sul numero di giri del rotore. In questo modo ovviamente si risparmia energia elettrica e si evita di mandare la pompa sotto sforzo. La portata del filtro può essere anche programmata in modo che cambi, ad esempio, durante le ore notturne, conducendo così anche ad una maggiore silenziosità. Ma non finisce qui! Si può programmare la pompa in modo che produca un flusso variabile (ovvero un numero di giri variabile in continuo) secondo una funzione gaussiana. In questo caso si otterrà un peculiare effetto onda in acquario, utilizzando semplicemente il filtro esterno. Si può programmare il tempo da mettere tra una fase e l’altra, la potenza di ogni fase, ecc. Il filtro peraltro modula il numero di giri in base al livello di intasamento dei materiali filtranti, così da generare un flusso costante, sempre. In definitiva, quando il filtro è sporco consuma un pochino in più (più giri) ma produce un flusso d’acqua costante. Inutile aggiungere che il processore è in grado di definire, in base al numero di giri da produrre, quando è arrivato il momento di essere pulito e di avvertire l’acquariofilo di questa evenienza. Il tutto è programmabile dopo aver collegato il cavo al computer. Al termine dell’operazione di programmazione si stacca il cavo dal PC e si comin-
sofisticato, automatico, programmabile, potente, versatile, futuristico, adatto all’acquariofilo esigente, elevata efficienza (consumi contenuti in rapporto alla portata)
limitate potenzialità biologiche, come nel caso della maggior parte dei filtri esterni
cia ad usare il filtro secondo quanto da noi impostato. Piccole variazioni al programma possono essere effettuate semplicemente agendo sul pannello di controllo sul coperchio, senza necessità di ricollegare il tutto via USB. Ovviamente ci sarebbero tantissime altre cose da riportare in merito alla peculiare “intelligenza” di questo filtro, come l’espulsione automatica di aria eventualmente penetrata, e la gestione elettronica degli errori dell’acquariofilo, ma lo spazio a disposizione è limitato. Possiamo solo garantire che si tratta di uno strumento all’avanguardia, in grado di stupire sin dal primo uso. Non soddisferà tutti, di certo, ma è senza dubbio molto più di un semplice filtro esterno! 67
Info: http://www.askoll.it/AskollUno/askolluno_scheda_acq.aspx?prd_ cat_id=26&clg_id=1&bus_id=2&Name=Acquari&prd_id=373
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA acquari completi
Fluval Edge:
gioca col nano!
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o, non vogliamo raccontarvi la storiella di Biancaneve. Anzi, non vogliamo raccontare alcuna storiella, come nel nostro stile. Vogliamo piuttosto (ri)presentarvi un piccolo capolavoro di miniaturizzazione che merita certamente l’attenzione di molti. Se il vostro sogno è quello di invadere il salotto con un magnifico acquario da settecento litri, bello come il mare, puro come il cristallo, allora… questo non è l’acquisto che fa per voi. Se invece desiderate un piccolo microcosmo miniaturizzato, elegante, abbastanza funzionale, con cui divertirvi entrando in stretta relazione con piccoli organismi (gamberetti, piccoli pesci, piantine, molluschi d’acqua dolce o marini, ecc.) senza pretese da super-allevatore, allora questo acquario potrà rappresentare la scelta giusta. Intendiamoci: non si tratta dell’uovo di colombo. I concetti di base che generano la sua tecnologia sono tutti ben noti agli acquariofili: un filtro piccolo ma efficiente, una luce alogena, non potentissima ma funzionale e sicura anche per i bambini (funziona a basso voltaggio), una vasca in tutto vetro piccola (solo 23 litri) ma visibile da ogni lato. Questo punto, forse, è meno noto ai più. Osservando questo acquario potrete, per la prima volta, guardare i pesci anche dall’alto, proprio come in un acquario aperto, anche se esso è totalmente chiuso e facile da gestire. Questo effetto viene ottenuto grazie ad una parete superiore che copre gran parte della superficie. L’effetto è quello di un parallelepipedo d’acqua, monolitico, tangibile, brillante. È stato ottenuto grazie ad un sapiente restyling dell’acquario classico. Tutta l’attrezzatura tecnica è contenuta nella colonna posteriore, che fa corpo con lo stand, mentre la vasca, aperta solo posteriormente, appare come un incredibile corpo d’acqua che fluttua in salotto! Il sistema di filtraggio, come suddetto, non è adatto per ospitare grossi ciclidi scavatori o tantissimi invertebrati carnivori. Di pari, il sistema di illuminazione è efficiente e facile da gestire, ma non adatto a realizzare un acquario olandese! Se volete ottenere il massimo da questo acquario converrà puntare su una popolazione “tranquilla”, che non sporchi troppo e possa godere a lungo di condizioni stabili dell’acqua senza fatica. Quindi potremo allevare Caridina e Tanichtys su uno sfondo di Anubias nana, oppure (optando per un marino) una coppia di Amphiprion e la sua attinia, gamberetti e molluschi su uno sfondo di gorgonie, ecc. In questo modo riusciremo a realizzare un nano-acquario di aspetto “mozzafiato” in grado di divertirci per
N
estetica innovativa, tecnologia integrata, grandi potenzialità creative in poco spazio, design ricercato
non permette realizzazioni estreme e potrebbe mostrare i suoi limiti in caso di sovrappopolazione, eccesso di cibo o di altri errori tipici del neofita. Di pari, non è adatto per l’acquariofilo allevatore o per il superesperto che desideri ottenere risultati singolari con specie rare ed esigenti
anni senza pretendere troppo impegno e senza occupare troppo spazio nell’ambiente domestico. Basterà optare per ambienti “non estremi” e potremo realizzare qualsiasi sogno naturalistico, in modo semplice. Anche la pulizia dei vetri potrebbe comportare qualche problema inatteso. La presenza della parete di vetro superiore, vera novità in questo acquario, non permette di inserire i classici raschietti. Sono disponibili però semplici accessori dedicati che permettono di mantenere i vetri sempre liberi dalle alghe e trasparenti. La manutenzione del filtro invece è molto semplice e richiede veramente pochissimo impegno. Insomma, si tratta di un acquario di piccole dimensioni e dalle poche pretese, studiato per stupire dal punto di vista estetivo, e potrà farvi giocare con la natura in casa in modo semplice ed elegante.
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Info: http://www.seachem.com/Products/product_pages/Matrix.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA materiali filtranti
Seachem Matrix:
tanto spazio per i batteri buoni
70
’
L
azienda americana con sede in Georgia è una tra le più competitive del mondo nel campo degli acquari marini. Vanta una larga varietà di
materiali filtranti adatti per ogni esigenza e caratterizzati da elevati livelli qualitativi, dunque adeguati anche per l’acquariofilo più esigente. Matrix molto poroso, naturale, di taglia adeguata alla maggior parte dei filtri e dei flussi, con micropori di taglia adeguata alla maggior parte dei batteri. Elevato rapporto superficie/volume
è un prodotto di origine naturale caratterizzato da porosità estremamente elevata. Ogni particella ha un diametro medio di un centimetro ed è adeguata a favorire la circolazione dell’acqua in filtri biologici di ogni dimensione. La superficie disponibile per i batteri è veramente elevata: circa 700 metri quadri per ogni litro di prodotto. Peraltro la superficie è coperta da macropori (vedere il sito web dell’azienda per rendersi
il prezzo è proporzionato al livello qualitativo
conto dei dettagli) adeguati alla vita della maggior parte dei batteri aerobi ed anaerobi. Secondo la nostra esperienza questo substrato è più adatto ad ospitare batteri nitrificanti (aerobi) che denitrificanti (anaerobi) ma la popolazione batterica residente, in ultima analisi, dipenderà dall’ambiente offerto (velocità del flusso, lunghezza del filtro, ampiezza del lume, ecc). In definitiva, si tratta di un substrato molto interessante essendo naturale ed ampiamente poroso, che potrà risolvere problemi di filtraggio in alcune occasioni. Pertanto, se state pensando di ammodernare il vostro filtro, considerate la pos-
to di materiali filtranti inadeguati, allora questo
sibilità di sostituire i vecchi cannolicchi di cerami-
cambiamento potrebbe fare al caso vostro,
ca con una o due confezioni di Matrix. I risultati
riportando l’acquario all’equilibrio grazie alla pos-
potrebbero stupirvi in positivo, soprattutto se si
sibilità di “simulare” un filtro più grande in poco
provvederà ad inoculare immediatamente una
spazio.
corretta popolazione batterica utilizzando appo-
Cliccando sui link presenti in queste pagine
siti attivatori batterici in commercio.
potrete peraltro raggiungere il sito web, dove
In alcune occasioni un cambiamento di questo
sono riportati confronti tecnici con altri materiali
tipo porta nuova vita in acquario, con una spesa
biologici, offerti consigli pratici per l’utilizzazione,
relativamente contenuta. Ovviamente, se l’im-
ecc. In definitiva, si tratta di un ottimo materiale
pianto di filtraggio è inefficiente non sarà possibi-
biologico in grado di trattare grandi quantità
le fare miracoli, ma se il problema è nella scarsa
d’acqua in uno spazio contenuto… se non si
superficie dei substrati biologici o nell’intasamen-
esagera! 71
Info: http://www.superhigroup.com/mangimi/granulati/granulato.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA alimenti
SHG Granulato:
buon appetito… senza compromessi
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granulati in commercio sono tanti: come fare per orientarsi e scegliere quello più adatto per i nostri beniamini? La marca è certamente un ottimo indicatore. Alimenti di buona marca in genere offrono migliori garanzie rispetto a quelli prodotti da aziende poco note. Poi lo si può passare tra le dita per apprezzare la quantità di grassi contenuta. Infine l’odore ci permette di valutare se i componenti utilizzati siano naturali (profumo gradevole, fresco, non disgustoso) o se il cibo sia prodotto solo a partire da farine di bassa qualità (profumo dolciastro, sgradevole, disgustoso). Il granulato SHG passa tutti questi esami a pieni voti ed è distribuito ad un’azienda ben nota per la qualità elevata dei suoi prodotti. Ma non finisce qui! Innanzitutto è bene osservare che il prodotto è molto stabile in acqua. Pur avendo un basso livello igroscopico diviene subito tenero, in modo da poter essere addentato anche da pesci di piccola taglia, ma non si sfalda e non lascia quindi residui oleosi o polveri nell’acqua. I granuli sono caratterizzati da dimensioni abbastanza costanti (attorno ad 1.5 mm) e sono utilizzabili da pesci di taglia variabile tra quella di piccoli poecilidi a ciclidi di misure medie. È possibile notare che i granuli in questione sono anche facilmente digeribili e garantiscono una crescita rapida ed armoniosa dei pesci allevati. Insomma, si tratta di un gran bel mangime, molto completo dal punto di vista dei principi alimentari e dei componenti contenuti (alghe marine, lievito di torula, glutine, lecitina, betanina, sali minerali, HUFA, vitamine, ecc.) ed allo stesso tempo in grado di attrarre quasi tutte le specie di pesci. Lo abbiamo utilizzato per alimentare giovani pesci, sia d’acqua dolce (discus) sia marini (pesci pagliaccio), ed abbiamo notato una buona crescita ed una certa resistenza alle malattie. Si tratta infatti di un prodotto probabilmente sviluppato per scopi acquacolturistici, che può quindi mettere a disposizione dell’acquariofilo e dell’allevatore uno strumento eccellente ed affidabile. Abbiamo notato che la qualità del prodotto decresce col tempo. Anche dopo anni dall’acquisto i pesci continuano ad accorrere al momento delle somministrazioni, ma la crescita dei giovani pesci non è ben sostenuta come nel caso del prodotto fresco. Per questo motivo consigliamo di acquistare confezioni adeguate
I
Eccellente composizione, perfetto bilanciamento dei componenti, stabile a lungo in acqua, inquina poco se somministrato in maniera oculata, sostiene bene la crescita dei giovani pesci
deve essere consumato nel giro di alcuni mesi per conservare tutte le sue proprietà organolettiche e nutrizionali
ad essere consumate nel giro di 6 mesi, al massimo un anno. Questo è certamente possibile, considerando che sono disponibili formati da 50, 125 e 250 grammi, praticamente adattabili ad ogni esigenza dell’acquariofilo. Acquistate il prodotto che riuscite a consumare rapidamente perché somministrare questi fragranti granuli ai vostri pesci costituirà un vero e proprio premio. D’altra parte, questo è un “problema” posto dagli alimenti ricchi, quelli che effettivamente contengono composti di elevato valore nutrizionale come proteine ed acidi grassi, perché proprio questi principi alimentari si degradano abbastanza rapidamente nel tempo. Al contrario, un alimento di bassa qualità, contenente principi alimentari meno “nobili” potrebbe, paradossalmente, conservarsi (poco) efficace per lungo tempo! 73
Info: http://www.sicce.com/prodottiDettaglio_ita.php/prod= wave-surfer/subcat=controller/idsottocat=21/idcat=1/idprodotto=79
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA generatori di onde
Sicce Wave Surfer:
divertirsi
con le onde
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vete mai pensato di realizzare nel vostro acquario quel magnifico effetto onda visibile talvolta nei sistemi professionali? Sino a pochi anni fa un impianto di questo tipo era riservato ai soli professionisti, a causa del costo elevato e della complicazione della realizzazione. Ma oggi sono disponibili sistemi semplici e relativamente economici che lo portano veramente alla portata di tutti. Guardate il vostro acquario così com’è in questo momento. Come vi appare? Qualcuno lo troverà molto attraente. Altri penseranno che… oramai da troppo tempo è necessaria un po’ di manutenzione. Qualunque sia stata l’impressione, immaginate ora di vederlo sotto l’effetto di un’onda delicata ma costante. Quelle alghe quasi insignificanti presenti presso la parete anteriore inizierebbero a muoversi, in modo alternato, divenendo “animate”. La superficie dell’acqua, attualmente statica, apparirebbe come la stessa superficie del mare. I pesci ondeggerebbero nei pressi della tana, proprio come li vedreste immergendovi con maschera e boccaglio, a pochi decimetri di profondità. I tentacoli di Cerianthus e anemoni comincerebbero a piegarsi in modo flessuoso, assumendo un aspetto più naturale. Le patine algali si ridurrebbero, grazie al benefico movimento che assicura a tutti gli organismi un’esposizione costante ai gas disciolti e alla luce. Questo effetto è stato ben dimostrato da vari autori americani (leggete ad esempio Dynamic aquaria di Adey Loveland, per rendervene conto) i quali hanno studiato come il movimento ad onda, rispetto alla classica corrente unidirezionale, permetta ad alghe ed invertebrati di sfruttare meglio la luce ed i gas disciolti. Che ve ne pare? Bello vero? O.K. risvegliatevi e tornate alla realtà del vostro acquario così com’è! Per trasformarlo basta poco. Basta un controller Sicce Wave surfer ed un paio di pompe di circolazione. Ovviamente il produttore consiglia l’utilizzo di pompe Voyager e Syncra, ma se già disponete di pompe di circolazione di qualsiasi altro tipo non è necessario sostituirle subito (purché non colleghiate più di 100 watt per ogni canale, ma questa è un’evenienza abbastanza remota, in un acquario domestico). Basterà, anzi, collegarle al controller per dare loro nuova vita, rendendole parte di un sistema integrato ed innovativo. Le pompe saranno infatti comandate con
A
facile da installare e da gestire, alla portata dell’acquariofilo medio. Preciso e facile da usare, si gestisce con la regolazione di due sole manopole
due soli canali disponibili, sufficienti comunque a produrre gli effetti desiderati
movimenti temporizzati, personalizzabili elettronicamente in modo che possiate ottenere qualsiasi effetto desiderato. Se poi non avete voglia neppure di leggere le istruzioni, basterà che utilizziate la classica funzione ad onda nelle ore diurne, mentre in quelle notturne potreste impostare il “night mode”, che riporta il movimento alla classica circolazione unidirezionale. Al momento di somministrare il cibo potrete invece impostare il “Feeding mode” per fermare momentaneamente l’acqua rendendo più semplice il compito ai pesci! In definitiva si tratta di uno strumento economico ed efficace, che potrà farvi divertire e trasformare un acquario insignificante in qualcosa di esclusivo, senza dover installare apparecchi complessi o studiare manuali di oceanografia. 75
Info: http://www.tfitalianaquariumplants.com/old_site/schede_piante/le_piante.htm
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA piante acquatiche
Vallisneria gigantea:
verde ombra per i nostri amici acquatici
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n questo periodo abbiamo notato in molti negozi del nostro paese la presenza di begli esemplari di Vallisneria gigantea presumibilmente derivanti da micropropagazione. Ci è parso giusto pertanto darne credito ai lettori, affinché possano prendere in considerazione la sua coltivazione. Li riconoscerete perché sono completamente verdi, dotati di bianche radici “nuove”, con tutti gli apici fogliari intatti. Vallisneria gigantea, lo diciamo subito, non è una pianta da nano-acquari, ovviamente, e non è adatta neppure per vasche medio-piccole. Le sue foglie verde intenso raggiungono e superano il metro di lunghezza e, per vederla splendere in acquario, è necessario che le foglie stiano dritte in verticale, proprio come si osserverebbe in un bacino naturale. Vedere V. gigantea con le foglie piegate sulla superficie dell’acqua o, peggio, potate a 10 centimetri di lunghezza da uno zelante acquariofilo coltivatore, è senza dubbio innaturale e triste. Cogliamo l’occasione per rammentare a tutti che le piante d’acquario vanno scelte soprattutto in base alla loro lunghezza, che dovrebbe essere proporzionata a quella della vasca. Solo in questo modo le vedremo prosperare come in natura. Dunque, per coltivare Vallisneria gigantea dovremo disporre di una vasca alta 40 centimetri o più. Vanno piantate nella parte posteriore naturalmente, o davanti a filtri ed altre attrezzature tecniche, che saranno così occultate alla vista. Permettono di realizzare veri e propri “muri” verdi grazie alle spesse e larghe foglie nastriformi. Vivono meglio in acque dure e leggermente basiche, attorno ai 25 °C, purché siano limpide e libere da inquinanti organici. Necessitano di luce intensa e di un fondo relativamente ricco, ove produrranno numerosi stoloni. Meglio tagliare o spostare subito quelli che si allungano verso il centro, perché in caso contrario ci troveremo con la vasca ricolma di foglie, simile ad una foresta tropicale! Meglio, invece, disporle ai lati della vasca, ove potranno creare una sorta di “tenda” adeguata a nascondere alla vista le pareti di
I
cresce rapidamente, si adatta anche in acquari da neofita, non ha grandi esigenze, permette di occultare alle vista vetri ed accessori
necessita di vasche molto alte, produce stoloni che invadono anche il centro dell’acquario, sottrae luce alle piante basse
vetro. Gruppi folti di questa pianta potranno trovare posto anche in terrazzamenti disposti lungo la parete posteriore. È una specie di facile coltivazione e di grande resa, che potrà contribuire significativamente ad estrarre dall’acqua ammoniaca e fosfati, grazie alla crescita veloce. Si tenga presente che la sua presenza creerà ombra a piante più basse che crescano nei pressi. Se le foglie dovessero invadere la superficie, piuttosto che accorciarle creando inestetici apici rasati, sarà meglio tagliare alla base le foglie più esterne, che sono anche le più vecchie. In questo modo si contribuirà anche ad estrarre definitivamente dall’acqua molti inquinanti. 77
Ciclidi africani
Esperienze con Astatotilapia aeneocolor di Giuseppe Flacco uesto articolo nasce dalla voglia di raccontarvi qualche esperienza con Astatotilapia aenecolor, un magnifico ciclide che proviene dal Lago Edward (Africa Orientale)… e non solo: la sua straordinaria adattabilità gli ha infatti permesso di diffondersi anche nei bacini idrici circostanti. Nel Lago Edward, come in genere negli altri laghi dell’Africa Orientale, i valori dell’acqua sono piuttosto elevati: ad esempio il pH è intorno a 9. Solitamente in cattività si consiglia un’acqua dura e basica con pH intorno a 7,5-8,5 e GH superiore a 10 °d, ma questi pesci non hanno difficoltà a prosperare in acque con valori diversi. Oltre ad Astatotilapia aenecolor, nel mio acquario si trovavano degli Anomalochromis thomasi e un gruppo di Phenacogrammus interruptus. Per andare incontro anche alle esigenze degli altri
ospiti, ho utilizzato acqua con pH 7, KH 6 e GH 7 °d. Le Astatotilapia si sono riprodotte a dismisura, tanto che dopo poco tempo non sapevo proprio dove metterle. Data l’adattabilità di questo Ciclide, l’acquario che lo ospita non deve necessariamente seguire lo schema tipico dell’acquario del rift africano. Inoltre, benché per il maschio non sia insolito scavare sul fondo, è raro che possa arrecare danno alle piante, soprattutto se nella vasca ci sono a disposizione adeguati nascondigli. Consiglio però di dare il tempo alle piante a stelo (se mai le volessimo coltivare) di radicare, prima di inserire le Astatotilapia. Come materiale da fondo si può tranquillamente usare la sabbia, come farebbero gli amanti dell’acquario biotopo, magari con qualche ciottolo, che non guasta! Ma possiamo anche usare il classico quarzo per acquari con granulometria di 2-3 mm. Le nostre, volendo, non hanno alcun problema a spostare granuli anche più grossi. I miei esemplari spostavano senza problemi frammenti di lapillo vulcanico anche di mezzo centimetro! Pure per l’alimentazione questi pesci non sono affatto schizzinosi: l’ideale sarebbe variare la loro dieta il più possibile, senza dimenticare che sono prevalentemente erbivori e non si dovrebbe quindi far perdere loro l'abitudine di brucare le alghe. Le difficoltà maggiori che si incontrano nell’allevamento riguardano l’aggressività. In realtà le Astatotilapia aenecolor sono tra le specie più
Q
Una femmina con le uova in bocca 78
capienti si possono tenere in compagnia di altri ciclidi ma se lo spazio non è abbondante è meglio scegliere (qualora lo volessimo) compagni di vasca pacifici ma massicci, come ad esempio Phenacogrammus interruptus.
Coppia di Astatotilapia aenecolor. Il maschio è decisamente più colorato
SEX RATIO Molti consigliano di allevare Astatotilapia aenecolor con un rapporto sessi 1-3, 2-5, 3-7 in base alle dimensioni della vasca. Personalmente non condivido del tutto questa opinione: avere un solo maschio per vasca potrebbe portarlo a non sfoggiare appieno la sua magnifica colorazione, mentre la presenza di soli due maschi potrebbe causare l’uccisione del più debole, qualora lo spazio non sia sufficiente. A mio avviso, quando sono presenti diversi maschi è più facile trovare un equilibrio in vasca. Del resto i migliori risultati li ho avuti quando, nel tentativo di allevare 3 maschi e 7 femmine come da istruzioni ricevute (è sempre bene informarsi chiedendo lumi a chi ha già provato quando si vuole intraprendere l’allevamento di specie non ancora ospitate nelle proprie vasche), mi ritrovai ad avere un rapporto
pacifiche nel loro gruppo (si pensi che sono imparentate con gli Haplochromis), ma se si cerca di farle convivere con guppy e neon non fanno fatica a guadagnarsi la fama di “spietati killer”! Il maschio di Astatotilapia aenecolor raggiunge una lunghezza di 12 cm, mentre le femmine restano sensibilmente più piccole (7 cm). L’acquario che li ospita deve avere una capienza di almeno 150-180 l netti e 100 cm di lunghezza, meglio se più grande. Negli impianti più
Alcuni giovani tra le piante, che non sono state assolutamente danneggiate
79
I ciclidi, si dice, sono “nemici” delle piante, ma nell’esperienza dell’autore questo si è rivelato vero solo in parte: con Astatotilapia aenecolor correttamente allevati si riescono a coltivare piante anche non robuste poliginandrica nella quale un maschio feconda le uova di diverse femmine, ma la femmina lascia a sua volta fecondare le uova da più di un maschio. Ecco spiegato perché consiglio la presenza di più maschi e più femmine quando si ospita questa specie in acquario. LA MIA ESPERIENZA Nel mio acquario da 250 l netti mi ritrovai dunque con sette maschi e tre femmine. L’organizzazione sociale che si venne a creare era costituita da tre maschi che presero possesso ognuno di una porzione di vasca, assumendo la tipica colorazione del maschio dominante; gli altri maschi si “nascondevano” fra le femmine e i Phenacogrammus interruptus. Quando più femmine erano pronte ad accoppiarsi anche un quarto maschio assumeva la livrea dominante e si guadagnava un piccolo territorio: evidentemente durante quella fase il rischio di competere con gli altri maschi valeva la candela! In ogni caso le dispute fra i maschi si risolvevano quasi sempre con parate di minaccia; quasi mai si prendevano per la bocca e mai in maniera decisa. Sembrava spesso più una messa in scena per attrarre le femmine e incutere timore ai giovani maschi che una disputa per il territorio. Insomma… quando vi erano più femmine pronte (all’inizio era difficile che questo si verificasse poiché ne avevo solo 3, ma successivamente si aggiunsero alcune giovani femmine ottenute dalle prime riproduzioni) assistevo spesso a fenomeni di lekking. Nel lekking i maschi si riuniscono in arene o lek in cui sono raggruppati ognuno nel proprio piccolo territorio, la femmina li osserva a distanza, poi si avvicina a uno di loro, si accoppia e scappa via. Nel meccanismo di lekking assume particolare importanza la selezione sessuale: la femmina non ottiene dal maschio benefici diretti, come avviene in altre strategie riproduttive (condivisio-
esattamente inverso: 7 maschi e 3 femmine. Un errore non insolito, dato che giovani maschi in presenza di maschi adulti non si colorano, sono molto simili alle femmine e ne condividono il comportamento, muovendosi per tutto l’acquario invece di stazionare nei pressi di un rifugio (comportamento tipico del maschio). Faccio notare che se un rapporto sessi simile l’avessi avuto nell’ospitare delle specie che formano harem, per i maschi in esubero non ci sarebbe stato scampo! È vero che Astatotilapia aenecolor è poligamo e di certo, se abbiamo un maschio e più femmine, osserveremo la formazione di un harem, ma in realtà la loro organizzazione sociale non è identificabile nell’harem, con un solo maschio adulto ed un gruppo di femmine che formano un’unità sociale. Per esempio, nell’harem tipico degli Apistogramma, il maschio feconda le uova di tutte le femmine presenti e il suo territorio è la somma dei sub-territori delle sue femmine, che restano in loco per proteggere le uova, adesive e quindi inevitabilmente legate al substrato di deposizione. Il fatto stesso che Astatotilapia aenecolor sia un incubatore orale crea i presupposti per un’organizzazione sociale diversa. Una femmina che raccoglie le uova in bocca, infatti, ha maggior libertà di allontanarsi, anzi nel caso ci siano altre femmine disponibili all’accoppiamento dovremmo dire che… non ha più scuse per restare. Questo comportamento dà però anche alla femmina la possibilità di accoppiarsi con altri maschi (cosa impensabile nel caso dell’harem). Astatotilapia aenecolor è dunque una specie 80
ne delle risorse, cure parentali ecc.): l’unico possibile vantaggio è la qualità dei geni del maschio. Scegliere un maschio grosso e colorato vuol dire dare ai propri piccoli più possibilità di ereditare queste caratteristiche, aumentando quindi le loro probabilità di riprodursi una volta adulti. La femmina sceglierà il maschio più grosso e colorato, ma come un bravo investitore diversificherà il “rischio” accoppiandosi anche con altri maschi. In questa fase non è raro che qualche giovane maschio riesca a fecondare qualche uovo di straforo mentre la femmina effettua il trasferimento. Scelto il maschio, la femmina depone le uova, che vengono subito fecondate, e le prende poi immediatamente in bocca. Gli aspiranti genitori devono rendere questa “operazione” molto rapida, poiché questo è il momento di maggior rischio a causa dell’esposizione delle uova ai predatori. Il ruolo del maschio nella riproduzione termina qui. L’incubazione dura circa 18 giorni (a una temperatura di 25 °C) durante i quali la femmina non toccherà cibo. Una volta rilasciati i piccoli, sarà ancora la femmina a prendersi cura di loro nei
primi giorni di vita. Se la femmina avverte un pericolo emette un segnale, al quale i piccoli rispondono tornando tutti nella sua bocca. Non è raro, anzi, che nei primissimi giorni di vita i piccoli trascorrano la notte nella bocca della madre. Per garantire la sopravvivenza del maggior numero di piccoli è consigliabile trasferire la femmina negli ultimi giorni di incubazione, quando ha già le larve in bocca, in una piccola vaschetta (io usavo una di quelle in plastica da trasporto) per poi rimetterla in acquario dopo che avrà rilasciato i piccoli. Gli avannotti si allevano con facilità: quando vengono rilasciati dalla madre sono piuttosto grandi e non ci sono difficoltà a nutrirli; crescono rapidamente e in pochi mesi raggiungono l’età riproduttiva. Le uniche difficoltà nel loro allevamento risiedono nel fornire compagni di vasca adeguati e spazio sufficiente all’instaurarsi di un sistema sociale in equilibrio, dove tutti possano vivere. Per il resto, grazie alla loro adattabilità, robustezza e alla facilità con cui si riproducono, si possono senz’altro considerare dei pesci di semplice allevamento. Vale la pena provarci.
In basso a sinistra una femmina col suo carico di uova in bocca, nient’affatto disturbata dagli altri Astatotilapia aenecolor presenti nella stessa vasca
81
Sulle tracce di Colombo un viaggio attraverso gli oceani di Rita Colognola - prima parte Iniziamo con questo numero estivo un bel viaggio attraverso le sale dell’acquario di Genova, tra divulgazione e ricerca, sulle tracce di Cristoforo Colombo. Il viaggio si concluderà nel prossimo numero, sperando che ciò dia la possibilità a tutti, anche a coloro che non ci sono ancora stati, di apprezzare nei dettagli (spesso occulti allo stesso visitatore) 1-Il porto di Genova in un’acquatinta del 1810 circa, di Ambroise-Louis Garneray (1783–1857)
questa magnifica struttura italiana e, perché no, di scoprire nuove tecnologie. 2-L’Acquario di Genova
82
3-L’Acquario di Genova
4-Veduta aerea del Porto Antico
1992: Celebrando Colombo
Aperto nel ’92 per i tre mesi dell’Expo, l’acqua-
Nel 1492 Colombo scopre, sia pure inconsape-
rio è stato in seguito chiuso, per permettere il
volmente, l’America. Cinquecento anni dopo
completamento dei lavori e definitivamente
Siviglia e Genova celebrano la ricorrenza del-
aperto al pubblico il 15 settembre 1993.
l’evento. Dal 20 aprile al 12 ottobre 1992 si è
Prendendo spunto dal tema dell’Expo l’acquario
tenuta a Siviglia l’esposizione mondiale dal
è stato progettato immaginando un viaggio idea-
tema “L’età delle scoperte”. Tra maggio e agosto
le sulle tracce degli esploratori del passato, alla
dello stesso anno si è svolta a Genova una mani-
scoperta di paesi sconosciuti. Lo stesso tema è
festazione il cui tema era “Cristoforo Colombo,
stato mantenuto con l’aggiunta della “Nave
la nave e il mare”. In questa occasione è stato
Blu” alla struttura, avvenuta nel 1998. Rimane
ristrutturato ed aperto al pubblico il Porto
quindi anche oggi l’idea di accompagnare il
Antico di Genova. Tale area ha rappresentato in
visitatore in un viaggio immaginario attraverso i
passato il centro dell’attività portuale, ma era
continenti e si è perciò cercato di rappresentare
rimasta a lungo inutilizzata.
il numero maggiore possibile di ambienti di
Contemporaneamente è stato costruito (nel Porto
tutto il mondo, sia marini (mediterranei, tropica-
Antico, Ponte Spinola) l’edificio destinato ad accogliere l’Acquario. Responsabile di entrambi
5-Impianti di filtrazione della vasca delle foche
i progetti è stato l’architetto genovese Renzo Piano. L’architettura interna dell’acquario è stata invece affidata all’architetto statunitense Peter Chermayeff, specializzato fin dal 1975 nella progettazione e realizzazione di acquari pubblici e responsabile (insieme al socio Bobby Pole) anche della creazione dell’Acquario Nazionale di Baltimora, dell’Acquario di Osaka e del Tennessee Aquarium. 83
li, perfino antartici) sia di acqua dolce, calda e fredda. In termini di vasche espositive e specie animali l’acquario si è costantemente arricchito, raggiungendo le 70 vasche odierne (la guida per il visitatore pubblicata nel 2009 ne indicava ancora 63) nelle quali vengono ospitati circa 80.000 organismi appartenenti ad oltre 400 specie.
7-La Nave Blu: “Un oceano sconosciuto”
L’acquisizione di nuove specie privilegia quelle provenienti da ambienti da preservare o di habi-
cominciando, da visitatori curiosi quali siamo,
tat soggetti a minacce di origine antropica su cui
dalla “sala macchine” chiedendo “come funzio-
sensibilizzare il pubblico. Gli organismi ospitati
na una struttura di queste dimensioni?”.
provengono da altre strutture, da programmi di riproduzione interni ed esterni e da fonti natura-
Dietro le quinte:
li sostenibili. Numerosi gli organismi che si
la tecnologia e la sua evoluzione
riproducono regolarmente, sia invertebrati, sia
Cominciamo, ovviamente, con l’acqua: viene
vertebrati.
prelevata in mare da navi cisterna, ad alcune
Partiamo quindi per questo viaggio fantastico,
miglia dal porto, per un volume compreso tra i
10-Vasca dei pinguini
84
alle variazioni di temperatura, per i quali l’acqua va mantenuta costantemente intorno ai -2 ºC. Una lunga sperimentazione è stata necessaria per raggiungere questo risultato e per creare un sistema sicuro di emergenza, in grado di entrare in funzione in caso di necessità. L’Acquario di Genova ospita ormai da sette anni fauna antartica ed è in questo momento l’unico al mondo: un risultato del quale essere giustamente orgogliosi. Tornando ad aspetti più squisitamente tecnici, è 8-Vasche delle meduse: impianti
interessante anche seguirne l’evoluzione. Gli impianti originali prevedevano filtri sotto sabbia
250 e i 400 m3 settimanali. Ci sono inoltre nei
e disinfezione con ozono. In seguito l’ozono è
pressi dell’acquario delle cisterne di riserva, per
stato sostituito da sterilizzazione con raggi UV,
una capacità di circa 2.000.000 di litri d’acqua,
sono stati introdotti gli skimmer e la filtrazione
che garantiscono una scorta sufficiente per circa
sotto sabbia è stata sostituita dalla filtrazione
due settimane in caso di emergenza (se, ad
biologica, con filtri sia percolatori sia a pressio-
esempio, le navi cisterna non possono uscire in
ne. È stata anche tentata l’utilizzazione del
mare a causa delle cattive condizioni atmosferi-
metodo Jaubert, che si è però dimostrato diffi-
che).
cilmente applicabile a vasche di grandi dimen-
L’acqua prelevata in mare è sottoposta a pre-fil-
sioni.
trazione su materiali grossolani e sterilizzata
Attualmente si sta esaminando la possibilità di
con raggi UV prima dell’immissione nelle
sostituire gli impianti di illuminazione in uso
vasche. Qui si applica il trattamento classico:
con illuminazione LED e, più in generale, di
filtrazione meccanica e biologica, sterilizzazio-
applicare sistemi consoni alle necessità di
ne, riscaldamento o raffreddamento, secondo le
risparmio energetico che, problema poco sentito
necessità. Tutti gli impianti sono a circuito chiu-
6-Impianti
so; la filtrazione ha un turnover medio di un’ora che può essere aumentato o diminuito se necessario. Settimanalmente vengono effettuati cambi d’acqua del 10%, garantendo così la stabilità dei parametri e la qualità dell’acqua. Una sfida particolarmente stimolante e coronata da un ben meritato successo, è stata quella relativa alle vasche dedicate alla fauna antartica. Si tratta di organismi estremamente sensibili 85
9-Vasca degli squali
all’epoca della progettazione, riveste oggi estre-
tirà un approvvigionamento diretto di acqua
ma importanza.
marina. Infine, per il 2012 è prevista l’inaugura-
In generale le modifiche all’apparato tecnico
zione di una nuova vasca per i delfini.
vengono introdotte con cautela e solo dopo lunghe fasi di sperimentazione e attento esame dei
A questo punto tocca riposarci! Continueremo
benefici effettivi.
nel prossimo numero, iniziando dalle tante
Gli ultimi anni hanno visto anche la messa in
ricerche scientifiche svolte dai ricercatori del-
opera di un nuovo sistema di controllo compute-
l’acquario di Genova, alcune delle quali molto
rizzato e l’implementazione di un software di
importanti e ben note a livello internazionale.
gestione e manutenzione. Per il futuro è prevista
Foto 2,3,4,5,6,8,9,10: Per cortese concessione
la realizzazione di una presa a mare che consen-
dell’Acquario di Genova
Ringraziamenti Ringraziamo per la pazienza e la disponibilità dimostrate nel fornirci le informazioni richieste: dott. Lorenzo Senes (Coordinatore Acquariologia) dott. Guido Gnone (Coordinatore della ricerca scientifica) dott. Stefano Angelini (Responsabile dei Servizi Educativi) Sig.ra Emanuela Ratto (Ufficio Stampa) 86
Una storia vera Un giorno, per una vita, tra Scalari e Discus di Paolo Busonera prima volta che vide un acquario
diede in pasto ai pesci. Rimase sconcertato,
era da un suo caro amico: un bel-
perché non aveva mai visto nulla di simile. In
lissimo acquario con un gruppo di
seguito si recò spesso a visitare negozi di acqua-
Piranha. L’acquario era bello, con poca vegeta-
ri. Chiedeva notizie ai negozianti sui pesci, sulle
zione, e i pesci erano sempre in primo piano.
piante e su come si allestisce un acquario e si
All’ora della pappa prese delle mosche vive e le
innamorò di un pesce stupendo: il suo nome era
La
Il maschio: Scalare giallo-bianco
88
Sera Baktowert in dosi concentrate. Trascorse due settimane, gli scalari cominciarono a migliorare; da quel momento tutti gli inquilini dell’acquario ritrovarono la salute e per la prima volta si rese conto che forse aveva fatto anche il “veterinario”!
LA PRIMA RIPRODUZIONE Non finisce qui… Dopo quattro mesi, un giorno, passando davanti all’acquario vide qualcosa che Un set per schiudere cisti di Artemia in discrete quantità
lo colpì: sul vetro e su una foglia di Anubias vi erano dei puntini bianchi. Due scalari avevano
Symphysodon discus. Quanto era bello quel
formato una coppia e quei puntini bianchi erano
pesce! …Ma non poteva pensare di acquistarlo,
uova.
al momento: il suo prezzo era troppo elevato.
Dopo 48 ore ecco che le uova si schiusero e le
Molti anni dopo ecco che arrivò il suo primo
larve rimasero attaccate al substrato dove era
acquario: un Askoll 80. Era stupendo, aveva
avvenuta la deposizione. Dopo 6 giorni, una
tutto tranne i pesci, naturalmente. Allestì l’acqua-
volta assorbito il sacco vitellino, le larve iniziaro-
rio con le piante e tutto ciò che serviva e per un
no a nuotare, sempre sorvegliate da entrambi i
mese guardò la vasca vuota dove girava solo
genitori che le difendevano con molta tenacia da
l’acqua. Sì, quello era il tempo necessario affin-
eventuali potenziali predatori, spesso prendendo
ché il filtro fosse colonizzato. Poi finalmente
in bocca le larve che si allontanavano e risputan-
venne il periodo dell’acquisto dei pesci. Acquistò
dole nel gruppo.
due pesci pulitori (un Ancistrus dolicopterus e un
L’alimentazione degli avannotti fu la fase più
Otocinclus affinis). Questi iniziarono a vagare nel-
impegnativa e delicata, poiché è necessario
l’acquario e molto velocemente si adattarono ad
somministrare mangime vivo e l’unico modo era
esso, mangiando alghe microscopiche e mate-
avviare una coltura di Artemia salina, le cui cisti
riale organico che trovavano sul fondo. Poi
erano reperibili in quasi tutti i negozi di acquario-
acquistò cinque Pterophyllum scalare o sempli-
filia. Per la schiusa delle cisti di Artemia sono in
cemente “scalari”, come vengono chiamati.
vendita appositi schiuditoi, che facilitano la rac-
Dopo due giorni un problema: gli scalari stavano
colta dei piccoli crostacei lasciando sul fondo i
male. “Che fare adesso?”, chiese a coloro che gli
gusci delle cisti, che è sconsigliabile sommini-
avevano venduto gli scalari, spiegando che vi era
strare agli avannotti.
un arrossamento che si estendeva all'attaccatu-
Gli avannotti crebbero e dopo qualche mese
ra di tutte le pinne compresa quella dorsale. Era
ecco dei piccoli scalari che nuotavano anch’essi
un’infezione batterica. A quel punto gli consiglia-
nella vasca. Anzi, col tempo trovò un cliente nello
rono di effettuare cure mirate agli scalari con
stesso negoziante che gli aveva venduto i primi 89
In questo articolo iniziano le vicissitudini dell’autore con le prime malattie a carico di questi pesci
90
91
Gli scalari sono tra i pesci più espressivi che si possano ospitare in un acquario
scalari, il quale acquistò molto volentieri i piccoli.
soffrono. Malauguratamente, fra queste c’è la
In lui, però, ritornavano alla mente i Discus, quei
“malattia del buco”, talvolta apparentemente
fantastici pesci che erano oramai nella sua testa
importata dagli scalari.
e nel suo cuore. Così da quel momento iniziò ad
A questo punto nascevano diversi problemi: gli
acquistare libri sui Discus, a studiare i biotopi
scalari, il tipo di acquario e parecchi altri che solo
dove questi vivevano, a studiare la composizione
molto tempo dopo sarebbero stati risolti, ma
ed i valori dell’acqua, la temperatura e le comuni
tutto questo fa parte del racconto che vi presen-
malattie di cui purtroppo, a volte, questi pesci
teremo nel prossimo numero. 92
La femmina: Scalare giallo-bianco 93
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Alcuni anni fa, ero ancora poco più che un avannotto, mi seccava molto il fatto di non saper suonare uno strumento. Avevo amici bravissimi in questo senso. Diplo, ad esempio, un giovane Sarago Maggiore, era bravissimo a suonare il clarinetto. E cosa dire di Betta, che suonava l’arpa in maniera celestiale. Quello che ammiravo di più però, probabilmente, era Guppy, che sapeva far vibrare le corde della chitarra per attrarre ragazze da ogni parte della vasca. Erano tutte per lui. Io ho provato, lo ammetto, ma senza successo. Ho provato a suonare il pianoforte ma non riuscivo a coordinare le due mani… Ho provato con la chitarra (se ci riesce Guppy…) ma premere sulle corde mi faceva arrossare le pinne. Ho provato anche col sassofono ma… provateci voi a soffiare nell’ancia mentre siete sott’acqua. 94
Questa è una cosa che mi ha amareggiato
vamente nell’aria. Inutile negarlo: dopo un
per anni, devo ammetterlo, perché più pas-
quarto d’ora ero emozionato e così felice e
sava il tempo, più mi rendevo conto che non
triste al tempo stesso che mi ritrovai con un
sarei mai riuscito a trovare spazi nella mia
lacrimone che scendeva lungo la guancia
vita per dedicarmi seriamente alla musica
sinistra. Un po’ imbarazzato per la cosa,
ed un giorno, perché no, dirigere una gran-
timidamente mi girai verso i miei compagni
de orchestra. Una sera però compresi quan-
per capire se avessero scorto la mia commo-
to ero fortunato, anche se non lo avevo mai
zione. E lì ho capito tutto, improvvisamen-
capito prima (dunque eri pure scemo.
te. Guppy stava tippettando nervosamente
N.d.R).
le dita sul bracciolo della sedia. Diplo era
Mi trovai per caso al teatro, proprio in com-
mezzo addormentato. Betta cercava di leg-
pagnia di Diplo, Betta e Guppy in occasione
gere l’orologio al buio, con un solo occhio,
di una serata di gala alla quale eravamo
per comprendere se il primo tempo stesse
stati invitati grazie all’interessamento del
per finire.
Capo, che per questo premio produzione
Capite la mia fortuna? Loro erano bravi
sottrasse una fetta significativa del nostro
suonatori, certo. Ma dovevano faticare
stipendio mensile (il Capo è un drago quan-
tanto per far divertire gli altri e non riusci-
do si tratta di risparmiare sulle spese di
vano a godere. Semplicemente non com-
personale).
prendevano l’armonia. Io non riuscivo a
Ci accomodiamo tutti e tre in un vellutato
strimpellare una singola nota (e non ci rie-
palco di seconda, bello frontale, e dopo un
sco ancora oggi) ma riuscivo a sentire. Già,
po’ di suoni misti e sconcertati si giunge al
sto parlando proprio della mia stramaledet-
silenzio totale. Si spengono le luci. Entra il
ta sensibilità. Ma ci pensate? Sensibilità!
maestro tutto impettito e… tic tic tic, solle-
Riuscire a guardare il mondo intorno (o
va la bacchetta. Inizia la musica. Era una
sentirlo, toccarlo, assaggiarlo o come
composizione di Channakowsky (in seguito
meglio vi pare) ed emozionarsi… godere…
ne ho acquistato il… discus) ed era sempli-
sentire piacere. Oggi comprendo il dono
cemente celestiale. I tocchi di violoncello mi
meraviglioso e ringrazio il cielo per averme-
rintronavano dentro più del mio stesso
lo fatto. Riuscire a sentire è una cosa mera-
cuore. Gli alti di violino mi portavano su, su
vigliosa. I nostri sensi ci procurano conti-
fino al cielo per poi lasciarmi cadere delica-
nuamente emozioni e quasi dimentichiamo
tamente in basso, come una piuma. Poi ero
l’importanza di questo dono finché even-
ripreso sulle ali degli archi e mi libravo nuo-
tualmente non ci viene tolto. Ascoltare 95
Beethoven ed emozionarsi non è da tutti.
da esserne giustamente orgogliosi. Siamo
Alcuni hanno il dono, altri no!
acquariofili, quelli che riescono ancora a
Vedere una tela con della vernice colorata
commuoversi di fronte ad una riproduzio-
sopra e piangere non è possibile a tutti, pur-
ne. Siamo acquariofili, quelli che vibrano
troppo. Assaggiare una crema di scampi e
osservando l’armonia di due piante in
gongolare è un privilegio sopraffino. Ad
mezzo a tre sassi lisci. Siamo così sensibili
alcuni questa cosa fa schifo: riescono a man-
da comprendere che il pH è sceso solo guar-
giare solo panini con hamburger o spaghet-
dando negli occhi il Botia, prima ancora di
ti al pomodoro. Ma ci pensate che tristezza?
avere avuto il tempo di immergere la sonda
Ora voi mi direte: ma che accidenti c’entra
nell’acqua.
tutto ciò con gli acquari e tutto il resto? Ma
Se prendiamo coscienza di questa realtà
davvero non ci siete ancora arrivati? Miei
andremo lontano! Spesso chi sa ascoltare è
rincitrulluliti amici. È per questo che vi
più fortunato di chi sa suonare. Quindi non
amo. Siete ingenui.
disperatevi se vi sentite poco esperti: una
Noi amiamo gli acquari (o almeno voi,
vaschetta ed una coppia di Guppy possono
credo… spero per voi). Ci sono persone che
dare la felicità.
non capiscono questa cosa. Sanno apprez-
Fate attenzione a proteggere la vostra sen-
zare un bel telefonino di plastica ma non si
sibilità, ragazzi. Non fatevi traviare da quel-
commuovono di fronte a un discus, ad un
li che sanno suonare ma non sanno ascolta-
Amphiprion, ad un guppy. Non piangono
re. Rammentate che la vostra sensibilità è
osservando la deposizione di una coppia di
un patrimonio inestimabile, da curare, col-
scalari. Non cadono in depressione se le
tivare, acuire. Solo così riuscirete a godere
larve di pesci pagliaccio cominciano a mori-
sempre di più. E sarete senza dubbio i più
re. Guardano negli occhi un pesce palla e…
bravi del mondo a proteggere la natura
vedono solo un pesce grassoccio che nuota
acquatica e tutti i suoi amatissimi attori.
dietro il vetro. Poveretti! Magari faranno
Perché siete voi quelli sensibili al fascino
grandi progetti di ingegneria. Forse riusci-
della natura in casa, quelli che comprendo-
ranno un giorno a produrre la migliore frit-
no le armonie naturali, quelli che piangono
tura di pesce del mondo (puah, che orrore!)
di gioia.
ma di certo non godono come noi.
Ed ora scusatemi, ho bisogno di tornare ad
Siamo fortunati. Siamo unti! Abbiamo rice-
ascoltare i violini e, forse, piangere.
vuto un dono grande e anche se non sempre
Vostro, sensibilissimo
riusciamo a comprenderlo abbastanza, c’è
Carassio 96
Pillole per il principiante In questa sezione accompagniamo ogni mese il neofita, praticamente per mano, introducendolo alle basi dell’acquariofilia. Niente di difficile né roba che necessiti di basi precedenti. Vogliamo mostrare a tutti com’è facile allestire e tenere un acquario. Chi ci segue attraverso questo percorso avrà già sviluppato muscoli abbastanza forti da stare in piedi da solo (!) e poter seguire così gli argomenti presentati nelle altre sezioni. D’altra parte questo “luogo” della nostra rivista può servire anche l’esperto, per ripassare concetti trascurati da anni, oppure per aprire discussioni colte sul sesso degli angeli: in fondo, sono divertenti anche quelle e noi siamo qui per divertirci e null’altro!
Il filtraggio di Isaia Rosica - prima parte logici interni ed esterni, di quelli a percolazione, delle “sump”, dei deep sand beds (di cui abbiamo parlato in uno dei precedenti numeri), dei sistemi “berlinesi” e dei filtri di Amburgo, dei sistemi Jaubert con relative modificazioni, dei bioreattori sequenziali e non, dei letti fluidi o semi-fluidi, dei filtri fisici (es. skimmers)… e chi più ne ha più ne metta! Ovviamente non è questo il nostro
In questo e nel prossimo numero affronteremo un argomento centrale per qualsiasi acquariofilo: quello del filtraggio, considerato da molti essere anche il cuore dell’acquario. Ovviamente, data l’importanza di questo sistema, possiamo affermare che esistono altrettanti tipi di filtri per quanti sono gli acquariofili! Anche volendoli classificare in grandi categorie, potremmo parlare dei bio98
invece i principi di filtraggio biologico con alcune note sui filtri adsorbenti e chimici. Innanzitutto è necessaria una breve premessa per capire meglio il significato di “filtraggio”, un concetto che per essere compreso va messo in relazione all’intero ecosistema acquario, ovvero le piante, gli animali, i microorganismi
Sono disponibili in commercio tantissimi diversi substrati filtranti ed è necessario saper scegliere quelli adatti alle proprie esigenze ed alla struttura del proprio filtro
scopo. Noi vogliamo, con queste “pillole per il principiante” introdurre il neofita alle base teoriche del filtraggio meccanico e biologico, perché altri articoli in questa stessa rivista potranno permettere approfondimenti di particolari sistemi, come è stato fatto in passato e come continueremo in futuro. Per questo motivo, partiamo oggi con un esame preliminare del significato di filtraggio e dei parametri “medi” generalmente considerati a questo scopo. Nel prossimo numero approfondiremo
Sono disponibili filtri anche per il laghetto, oltre che quelli speciali per acquari d’acqua dolce o marini
che vivono in esso e le loro interrelazioni. Consideriamo la regola generale (ed empirica) per determinare la popolazione animale massima di un acquario d’acqua dolce: 2 litri d’acqua dell’acquario per ogni cm di pesce (tenendo presenti le dimensioni massime da adulto)
Alcuni substrati biologici sono venduti già addizionati con i batteri necessari per la loro maturazione una volta introdotti in acquario. In caso contrario è necessario fare ricorso ad appositi attivatori batterici disponibili presso il negoziante specializzato
Esempio: un acquario da 50 litri netti è il minimo consentito per allevare 5 pesci lunghi 5 cm (5 x 5 x 2 = 50). Vogliamo però sottolineare che questa regola è molto generica e discutibile. Infatti, non è la stessa cosa allevare 5 pesci ago della lunghezza di 5 cm, oppure 5 discus delle stesse dimensioni. Questi ultimi hanno un peso di gran lunga maggiore e ciò che conta per un acquario è la biomassa degli ospiti allevati, non la loro reale lunghezza. Pertanto anche 99
I pesci marini sono particolarmente delicati e sensibili all’inquinamento. Necessitano pertanto di filtri particolarmente efficienti, in grado di trasformare immediatamente tutta l’ammoniaca in nitrati, perchÊ ai pH alcalini la prima si trova quasi tutta nella sua forma piÚ tossica
100
101
potenza di 0,25-0,5 watt per ogni litro d’acqua di volume), sarebbero in grado di produrre tutto l’ossigeno necessario a pesci e batteri ed inoltre assorbirebbero tutta l’ammoniaca prodotta dai pesci. Infatti, i pesci espellono le loro urine sotto forma di ammoniaca e questa costituisce un elemento fondamentale per la vita delle piante e delle alghe. Naturalmente anche questa osservazione va considerata criticamente: non basta mettere “tante” piante e “pochi” pesci in una vasca per potere fare a meno dell’apparecchiatura tecnica e magari, in un eccesso di ingiustificato ottimismo, di qualunque forma di manutenzione. Un sistema completamente autosufficiente è teoricamente possibile, ma si tratta di realizzare in miniatura una riproduzione perfetta in ogni particolare dell’ambiente naturale dal quale provengono gli organismi che vogliamo allevare e questo, al di là dei problemi legati anche alle dimensioni necessarie, non è sempre possibile a meno di pos-
Spesso un problema dei filtri commerciali è costituito dalle loro dimensioni. Si pretende che un filtro… da sigaretta possa trattenere tutto lo sporco di un grande acquario. Ovviamente questo non è possibile e sta all’acquariofilo trovare il giusto equilibrio tra estetica (dimensioni contenute del filtro) ed efficienza (sufficiente letto batterico)
questa regola, benché piuttosto facile da comprendere, va applicata “cum grano salis”. Sarebbe meglio, anzi raddoppiare la quantità di acqua destinata ad ogni pesce, per non correre pericoli. Tornando all’argomento che ci interessa in questo momento, se popolassimo il nostro acquario, molto ricco di piante, con un numero di animali veramente minimo, potremmo addirittura rinunciare a qualsiasi apparato tecnico deputato ad areare e filtrare l’acqua! Ma si tratta di eccezioni non considerabili nella pratica quotidiana, perché nessuno probabilmente vorrebbe allestire una vasca da trecento litri piena di piante per allevare solo un paio di pesci zebra. Le piante, in presenza di una buona illuminazione (ricordiamo: utilizzando dei neon fitostimolanti si considera accettabile una Alcuni eccellenti filtri industriali hanno una struttura tale da massimizzare le rese in rapporto ai volumi occupati, per garantire il minimo di manutenzione anche in caso di leggero sovraffollamento dell’acquario 102
sedere una notevole esperienza. Non sempre teoria e pratica coincidono... Ma arriviamo subito alla prassi acquariofila: magari i nostri platy si sono riprodotti, oppure non riusciamo a resistere alla tentazione di comprare un paio di coppie di quei bellissimi guppy dalle sfavillanti code blu, appena visti in negozio: ecco che siamo subito fuori dalla suddetta regola! Entro certi limiti, un impianto di filtraggio molto robusto può sostenere un certo sovraffollamento. Ma anche in questo caso non bisogna eccedere. Diciamo, piuttosto, che un impianto di filtraggio “debole” non riuscirà a sostenere neppure la popolazione massima “regolare” calcolata con la regoletta empirica sopra riportata, costringendoci ad effettuare cambi d’acqua molto frequenti, aggiunte continue di biocondizionatori ecc. Inoltre, in queste condizioni i pesci saranno esposti a malattie parassitarie, le piante si ricopriranno di alghe epifite, l’aggiunta di fertilizzanti si tradurrà nella crescita di alghe ecc. In definitiva, è fondamentale disporre di un impianto di filtraggio ottimale per iniziare a gestire qualsiasi acquario, anche il più equilibrato.
La presenza di molte piante non sempre è un aiuto per il filtro: foglie e detrito vegetale si accumulano sulle griglie di entrata ed intasano le spugne per il prefiltraggio meccanico
sione, compattandosi, a trattenersi a vicenda! Di conseguenza, per ottenere una buona filtrazione meccanica, la portata oraria del filtro deve essere la più alta possibile, in casi estremi anche 10 volte il volume in litri dell’acquario! Infatti, volendo eliminare rapidamente il particellato organico sospeso in un acquario da 100 litri, si potrà utilizzare un filtro meccanico (interno od esterno) con una portata nominale anche di 1000 litri per ora. Ovviamente un filtro di questo tipo va utilizzato per brevi periodi e sino alla completa chiarificazione dell’acqua (per vari motivi di ordine economico, pratico, tecnico, ecologico). Diverso è il caso di un filtro biologico, nel quale la portata va calcolata in modo tale da garantire, da un lato, il continuo apporto di ossigeno ai batteri nitrificanti, dall’altro, che il flusso non sia tale da “lavare via” il film batterico presente sui substrati biologici. In definitiva, la portata ideale per un filtro meccanico è più elevata rispetto a quella calcolabile per un filtro biologico. In pratica, il rapporto più importante per calcolare la portata necessaria per un filtro biologico non è direttamente con il volume
CHE COS’È UN FILTRO? Un filtro, di solito, è un recipiente atto a contenere specifici materiali filtranti attraverso i quali, mediante una pompa centrifuga, viene fatta passare in continuazione l’acqua dell’acquario. Può essere esterno e quindi collegato all’acquario tramite dei tubi oppure, soluzione molto semplice, interno alla vasca. Esistono vari tipi di materiali filtranti. Il materiale filtrante meccanico, ad esempio fibra di Perlon o spugna sintetica, trattiene le particelle di sporco, ma l’acqua che lo attraversa diverrà limpida solo dopo molti passaggi, dato che sono le particelle in sospen103
di tipo industriale, dotati di ottime capacità biologiche ed elevato potere aspirante, grazie alla presenza di moduli meccanici autonomi integrati nel filtro biologico principale. Notiamo anche che non è vero, come spesso si crede, che una maggiore abbondanza di piante riduce i tempi di manutenzione di un filtro biologico. Semmai è il contrario! Poiché non laveremo mai i substrati biologici (cannolicchi o altro) per non eliminare i film batterici, quello che andiamo a pulire nei periodici interventi di manutenzione sono le spugne (o la lana), cioè i substrati meccanici. …E la presenza di piante, che producono abbondante detrito vegetale e foglie morte, contribuisce più di ogni altra cosa ad intasare i substrati meccanici. Quindi, benché le piante facciano molto bene al sistema (eliminano gran parte degli inquinanti disciolti compresi alcuni di quelli prodotti dal filtro biologico, come i nitrati), una loro abbondante presenza comporterà più frequenti risciacqui dei materiali meccanici del filtro. Ci fermiamo qui, perché lo spazio a nostra disposizione è esaurito. Vi diamo appuntamento al prossimo numero, nel quale riusciremo ad approfondire alcuni concetti di base relativi alla filtrazione biologica e adsorbente.
della vasca, ma con la superficie del materiale filtrante. Utilizzando materiali di porosità media (es. i classici tubetti di ceramica) e filtri di medie caratteristiche (es. laterali suddivisi in 3 scompartimenti, del volume di circa il 15% di quello dell’acquario) si può ricavare la portata necessaria della pompa moltiplicando il volume del filtro per 15-20. Per un acquario da 100 litri (filtro da 15 litri) sarà dunque necessaria una pompa di potenza compresa tra i 225 e i 300 l/h. Tale velocità di flusso può essere incrementata se utilizziamo materiali altamente porosi (es. vetro sinterizzato) ed in questo caso potremmo arrivare anche a 400-500 litri per ora. Ma deve essere ridotta per letti batterici minimi (es. utilizzando ceramiche poco porose) sino a 200 litri per ora o meno. È chiaro che utilizzando sistemi aperti (poco potere aspirante) il nostro filtro si intaserà spesso e quindi spesso andrà pulito, mediamente ogni 2 settimane, ma anche con intervalli più lunghi, secondo il rapporto piante/animali presenti in vasca e, ovviamente, il tipo di organismi ospitati. Nel caso dei filtri esterni (elevato potere aspirante) si potrà utilizzarli per periodi più lunghi se il flusso in uscita si mantiene costante. Esistono eccezioni costituite da filtri interni
In condizioni normali esiste un flusso di nutrienti dalla colonna d’acqua verso i sedimenti, che comporta ossidazione e precipitazione dei sali. Ciò induce notevoli variazioni nel pH e nell’equilibrio dei nutrienti. In assenza di fotosintesi, al contrario, si registrano flussi opposti, che tendono a risolubilizzare ferro e manganese intrappolati tra le particelle di sedimento. Queste differenze sono attribuibili alla presenza di batteri che riducono i metalli in condizioni anaerobiche e sono influenzate dal pH. Queste relazioni potranno offrire notevoli spunti di riflessione per una corretta coltivazione di piante acquatiche. 104
Fiat lux: il pico-acquario nella lampada
Il Pico acquario realizzato come descritto nell’articolo, dopo 2 mesi di funzionamento
106
di Tony Di Meglio & Valerio Zupo Nei numeri precedenti vari autori hanno dimo-
Fondamentale in questa fase è produrre un leg-
strato inequivocabilmente che allestire un acqua-
gero solco, senza premere troppo, tornando poi
rio in una vasca grande è estremamente più faci-
più volte sulla traccia per renderla più profonda.
le che produrne uno in una vasca di piccole
La lampadina è estremamente delicata e sottile,
dimensioni. Abbiamo dunque voluto provare
per cui una pressione eccessiva la farebbe
l’impossibile: allestire un vero acquario… in una
scheggiare (e sarebbe molto imbarazzante dover
lampadina da 40 watt. Quando parliamo di
tornare nella soffitta della nonna per reperirne
“vero” acquario intendiamo indicare un ambiente
una seconda!). Queste operazioni possono
contenente sia animali sia vegetali in condizioni
costituire pericolo per giovani e persone non pra-
pressocchè stabili, tali da consentire una vita
tiche di bricolage. Pertanto, se non siete certi di
relativamente tranquilla ed una certa proliferazio-
utilizzare taglierini e trapani con disinvoltura men-
ne nel tempo. Vogliamo dunque raccontarvi la
tre maneggiate una delicata bolla di vetro sottile,
nostra esperienza e mettervi in condizioni di ripe-
chiedete a qualche amico più esperto o ad un
terla, se vorrete. Bastano pochi materiali facil-
artigiano di effettuare l’operazione. In caso con-
mente reperibili, un po’ di fantasia e… tanta
trario potreste ferirvi seriamente e vi sconsiglia-
pazienza!
mo dunque dall’imitare questa esperienza.
Cominciamo dai materiali necessari per iniziare
Dopo aver effettuato con cura questa operazio-
l’avventura. Innanzitutto dovremo procurare una
ne, comunque, si potrà estrarre la base della
lampadina ad incandescenza di quelle con bulbo
lampada, ottenendo così un recipiente concavo
grosso. Questo è il primo punto complesso da
dal volume approssimativo di cinquanta centi-
superare, dal momento che queste lampade
metri cubici. Bisogna ora preparare una base
sono uscite definitivamente dal commercio
adeguata a sostenerla in modo appropriato.
(cominciamo bene, direte voi!). Potrete comun-
A questo scopo abbiamo utilizzato una speciale
que provare da qualche rigattiere, o nella soffitta
resina da modellare, non facilissima da reperire.
della nonna. Insomma, siamo certi che con un
L’acquariofilo potrà utilizzare dei mastici bicom-
po’ di impegno e tanta determinazione riuscirete
ponente di quelli normalmente venduti per incol-
in questa prima impresa.
lare coralli ed altri organismi alle rocce nell’ac-
Giunti a casa con il vostro bottino dovrete supe-
quario marino, oppure, banalmente, della pasta
rare la seconda prova: estrarre il bulbo di metal-
DAS. L’importante è produrre una piccola sfera
lo e tagliare la testa della lampadina per svuotar-
del materiale prescelto, che potrà poi essere
la dal filamento e la sua base. A questo scopo
pressata con la base della lampada (senza esa-
abbiamo infilato delicatamente un taglierino
gerare: ricordiamo che la lampada è molto fragi-
sotto il bordo del bulbo e senza forzare troppo lo
le essendo costituita da vetro sottile), sino a
abbiamo allargato, facendolo staccare dal suo
prenderne la forma. Dopo la completa asciuga-
collante, per poi estrarlo. Abbiamo quindi utiliz-
tura, la base sarà sufficiente a mantenere il pico-
zato un disco diamantato, simile a quelli Dremel.
acquario in posizione e potrà eventualmente 107
Una realizzazione diversa ottenuta nello stesso contenitore, utilizzando lo stesso tipo di rami (gorgonia) ed un muschio raccolto in natura e fatto adattare lentamente all’ambiente acquatico quata, abbiamo staccato un ciuffetto di forma adeguata a colonizzare la vasca. Scopo della Fontinalis, oltre a fornire ossigeno agli animali e dare un tocco di naturalezza al nostro acquario, era quello di fare da “filtro” naturale, contribuendo a… ridurre la necessità di cambi parziali. La lampada-vasca è stata quindi riempita con acqua ottenuta per osmosi inversa (pH 7; GH<5; KH 2; conduttività 300 µS; temperatura ambiente). Unica fauna presente in questa vasca era rappresentata da 2 Physia marmorata, piccole lumache che si nutrono dei vegetali stessi e del detrito presente sul fondo. Le stesse contribuivaessere colorata con vernici atossiche o spray.
no a mantenere le pareti di vetro libere da alghe
Passiamo dunque all’allestimento. Abbiamo
(non è facile usare le classiche calamite abrasive
acquistato mezzo chilo (di meno proprio non si
con questo tipo di realizzazioni!).
poteva!) di sabbia quarzifera sottile bianca e ne
L’illuminazione era ottenuta in parte da luce natu-
abbiamo disposto uno strato di pochi millimetri sul
rale proveniente dalle finestre, in parte dal coper-
fondo. Abbiamo quindi disposto dei sassi di pic-
chio dell’acquario sul quale abbiamo poggiato il
cole dimensioni (raccolti in natura) sul fondo, utiliz-
tutto. D’altra parte, sarebbe stato inconcepibile
zando apposite pinze lunghe. Sui sassi è stato
illuminare… una lampadina.
disposto, usando le stesse pinze, del muschio di L’acquario descritto. Si nota a sinistra, sulla punta di un ramo, l’ovatura prodotta dalle lumache ed un individuo di Physia a destra
Giava acquistato presso un negozio di acquari, legandolo mediante comune filo di cotone. Sono quindi stati disposti dei rami sottili, recuperati in un modo atipico: erano inclusi in una candela ornamentale in gel e sono stati estratti delicatamente e bolliti prima dell’uso. I particolari rami (probabilmente scheletri di piccole gorgonie) sono stati scelti perché apparivano di foggia e colore ideali per la nostra realizzazione. Occorreva ora aggiungere la giusta vegetazione. A questo scopo abbiamo recuperato una discreta quantità di Fontinalis antipyretica dalla vasca di esposizione di un fioraio e, dopo averla risciac108
Particolare della realizzazione descritta per mostrare l’ovatura (a sinistra) di Physia ed un individuo di questa specie a destra Il pico acquario ha cominciato immediatamente a funzionare correttamente. Le Fontinalis si sono allungate ed espanse. Le Physia si sono riprodotte deponendo ovature sul ramo delle gorgonie e dopo qualche tempo la loro prole ha iniziato a prendere possesso dell’ambiente. Abbiamo effettuato (con poca fatica, lo ammettiamo) un cambio d’acqua parziale (20%) regolarmente ogni settimana. Non è stato necessario aggiungere fertilizzanti, ma di tanto in tanto veniva aggiunta una scaglia di cibo per pesci, ad integrazione della dieta delle Physia. Il tutto ha funzionato per molti mesi, conservandosi in perfette condizioni ed attirando l’attenzione dei visitatori occasionali. Senza dubbio si tratta di una simpatica esperienza da ripetere, eventualmente applicando variazioni sul tema dettate dal proprio personale gusto estetico.
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
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UN SUCCESSO INTERNAZIONALE PER IL PRIMO ITALIAN BETTA SPLENDENS SHOW Ne parlano in tutta Europa, sui principali siti e forum di appassionati di Betta splendens. È il primo Italian Betta splendens show, organizzato dall’Associazione Italiana Betta nel week-end dell’11 e 12 Giugno 2011 a Ranco (Va) sul Lago Maggiore Oltre 300 Betta splendens in mostra, portati da 26 allevatori provenienti da 9 paesi diversi del mondo e un grande successo di pubblico hanno coronato la due giorni italiana come uno degli show più grandi in Europa. Niente male per un’associazione alla sua prima prova inter-
I giudici IBC Jean-Michel Jeannerat e Claire Pavia, entrambi svizzeri, durante la valutazione della classe “Show-plakat patterned”. I giudici della manifestazione sono stati in totale 5, provenienti oltre che dalla Svizzera, anche da Francia e Germania
nazionale. La manifestazione, tenutasi nella bellissima serra dell’Azienda Agricola Robustelli è stata la prima del suo genere in Italia, avendo ottenuto il riconoscimento dell’International Betta Congress, l’associazione Americana che ha definito gli standard
di giudizio per le varietà “show” di Betta splendens e che forma i giudici internazionali certificati. Cinque giudici internazionali provenienti da Svizzera, Germania e Francia hanno valutato gli esemplari in gara nelle varie categorie di Betta Halfmoon, Crowntail e Plakat e decretato i vincitori finali. Al tedesco Peter Bärwald e al francese Charles Maxime-Baille sono andati i premi assoluti per il miglior esemplare maschile e femminile. Ma anche gli allevatori italiani dell’AIB si sono tolti delle belle soddisfazioni con un primo, un secondo e un terzo posto di categoria. Olanda, Croazia, Repubblica Ceca e Svizzera sono gli altri paesi europei presenti a cui si sono aggiunti ben cinque allevatori thailandesi ed indonesiani. Una mostra di esemplari selvatici, che raramente capita di vedere in Italia, e due animate aste, in cui il pubblico ha potuto comprare a prezzi molto accessibili i fantastici pesci in gara, hanno completato l’esposizione. Nel prossimo numero di Acquariophylia troverete un dettagliato report della manifestazione.
Il primo classificato della categoria Halfmoon maschi colorazione scura non iridescente: made in Italy dall’allevamento del socio AIB Maurizio Tomei. Ora anche l’Italia può vantare dei piazzamenti in una esposizione ufficiale IBC
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I risultati ufficiali dellâ&#x20AC;&#x2122;esposizione
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Domenica 3 Luglio 2011, i soci del
SALENTINO (G.A.S.)
GRUPPO ACQUARIOFILO
si sono riuniti in Assemblea Generale per eleggere il
nuovo Consiglio Direttivo che resterà in carica per il triennio 2011-2014. Il Presidente uscente Fernando Donno, dopo essersi accertato della presenza del numero minimo di soci tale da rendere valida la convocazione, ha dato avvio ai lavori. Sono stati presentati i candidati e di seguito si è aperta la votazione che ha portato all’elezione di 5 membri che andranno a comporre, come segue, il nuovo Consiglio Direttivo. Presidente: De Giorgi Carmelo Segretario: Denitto Francesco Coordinatore: Crudo Alessandro Tesoriere: Palmieri Nicola Vito Consigliere (con incarico di Vice Presidente): Tondi Francesco Il nuovo Presidente, Carmelo De Giorgi diviene così il quarto Presidente del G.A.S., dalla sua costituzione ufficiale avvenuta il 23 Gennaio 2000, in seguito alla deposizione dello Statuto dell’Associazione presso lo studio notarile del Dottor Sergio Dal Verme, sito in Lecce e sottoscritta dai soci fondatori. Subito prima della votazione i soci presenti hanno ricevuto il saluto e l’augurio di buon lavoro dal primo Presidente dell’associazione, Consiglio Politi, intervenuto a sorpresa all’incontro. Le attività del G.A.S. riprenderanno dopo la pausa estiva e sono già in cantiere alcune interessanti serate tematiche che offriranno a soci e simpatizzanti dell’Associazione ottimi spunti di riflessione per affrontare nel migliore dei modi l’avventura del nostro hobby. Un augurio di buon lavoro al nuovo Consiglio Direttivo che avrà il delicato compito di guidare l’attiva associazione salentina che intende continuare ad essere un importante punto di riferimento locale e nazionale per tutti gli appassionati acquariofili che credono nell’associazionismo. Per contatti: info@gas-online.org Sito ufficiale: www.gas-online.org
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Associazione Marevivo ALLARME FINE VITA OCEANI, ITALIA SI FACCIA PROMOTRICE DI UN “G20 PER IL MARE” Roma, 21 giugno 2011 - È arrivato il momento di dire basta e di chiedere ai Signori del mondo di sedersi ad un tavolo per affrontare, in modo globale, anche il tema dell’ecosistema marino. Dopo l’ultimo allarme lanciato da un gruppo di 27 esperti di sei Paesi, riuniti all’Università di Oxford, correlato da dati choc sul rischio estinzione delle specie animali negli oceani, l’associazione ambientalista Marevivo invoca un summit mondiale, “un G20 per il mare”, con il fine di disegnare una strategia globale di salvaguardia del mare ed individuare misure di tutela che possano garantire agli oceani di continuare a svolgere il loro ruolo di produzione dell’80% di ossigeno e di assorbire il 30% di anidride carbonica. Un summit mirato ad adottare decisioni comuni, ormai improcrastinabili per la tutela dell’ecosistema marino. E, quindi, per la nostra sopravvivenza: con una superficie che copre il 71% della Terra, il mare fa da “radiatore”, assorbendo il 50% del calore prodotto dal genere umano. Inoltre, assorbe 1/3 dell’anidride carbonica, sostiene una complessa e indispensabile catena alimentare e garantisce la qualità della vita dell’uomo. “Il mare, con la sua moltitudine di esseri viventi vegetali e animali, dal fitoplancton alle grandi balene, dalle praterie di Posidonia agli squali, deve essere al centro dell’attenzione - spiega la presidente di Marevivo, Rosalba Giugni - E non può essere dimenticato: se il mare muore, non ci sarà più vita neanche per l’uomo nel pianeta”. Mentre, spesso, si ignora l’esigenza di conservare l’integrità e la diversità dell’ecosistema marino, il mare “bolle” sotto il peso del surriscaldamento del pianeta, “soffoca”, venendo meno alla sua funzione di polmone del pianeta ed “affoga” a causa dell’inquinamento.
ALTRO CHE BLACK OUT E CENTRALE SIPPIC, CAPRI SFRUTTI LA SUA RICCHEZZA: SOLE, VENTO E MARE Roma, 24 giugno 2011 – L’ultimatum della Procura di Napoli alla Sippic S.p.A di adeguare, in venti giorni, la centrale elettrica dei due Comuni dell'Isola di Capri - che, da anni, non ottempera le più elementari norme di sicurezza e antinquinamento - ed il conseguente rischio black out per l’isola Azzurra evidenziano quanto sia assurdo e da stolti che un’isola gioiello come Capri si possa giocare il proprio patrimonio di bellezza e turismo per l’assenza di una strategia energetica sostenibile. Malgrado le manifestazioni – ricordiamo i cortei a Marina Grande, di due anni fa, nei quali Marevivo protestava affianco degli isolani, vittime dei problemi di inquinamento causate dalla centrale – oggi, invece di buone pratiche, assistiamo a continue violazioni normative, che hanno portato la Procura a chiedere l’esecuzione del sequestro e l’interruzione dell'attività della centrale elettrica Sippic. Capri potrebbe rappresentare un modello di eco-sostenibilità, grazie all’utilizzo delle energie rinnovabili: l’associazione ambientalista Marevivo - insieme a ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), GSE (Gestore dei Servizi Energetici), Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, CITERA - Università di Roma La Sapienza - proprio da Capri, lanciò nel 2009 il progetto “Sole, vento e mare” con l’obiettivo di incentivare l’utilizzo delle fonti inesauribili di energia nel rispetto del paesaggio, in luoghi di particolare pregio. Come per l’anno 2010, anche per il 2011 Marevivo ha lanciato un concorso internazionale di idee “Le energie rinnovabili per le isole minori e le aree marine protette italiane” per la ricerca di soluzioni progettuali che siano in grado di produrre energia dalle fonti rinnovabili e, nello stesso tempo, di rispettare l’ambiente, i caratteri tipologici dell’architettura e del paesaggio propri di questi luoghi. “Una soluzione per Capri va trovata e al più presto – dichiara la presidente di Marevivo Rosalba Giugni - perché ritrovi la sua dignità di isola tra le più belle del mondo”.
Ufficio Stampa Marevivo - 063202949 – 3381090669 - www.marevivo.it
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ASSOCIAZIONE HOBBY DISCUS Prosegue l’iniziativa curata dall’associazione Hobby Discus. Per chi non avesse letto il numero precedente (oltre a raccomandargli di farlo!), ricordiamo che si tratta di un vero e proprio vademecum per principianti ed hobbisti esperti, utile per rammentare concetti fondamentali sull’allevamento dei discus. Verrano intercalati con notizie dall’associazione stessa, nei prossimi numeri, per tenervi sempre informati sul fronte “re dell’acquario”. Per contatti diretti, iscrizioni e per partecipare al forum potrete accedere al sito web: www.HobbyDiscus.com Acquariofilia e allevamento DISCUS: le F.A.Q. di Hobby Discus Vorresti avere un acquario, magari con dei discus? Oppure gradiresti approfondire alcune cognizioni di acquariologia? Ecco un veloce ma utilissimo vademecum in formato F.A.Q. (Frequently Asked Questions) che il Team di HOBBYDISCUS.COM ha preparato per tutti gli appassionati e che verrà integrato di volta in volta su indicazione dei lettori. Per tutti: dai neofiti ai più esperti! Questo mese vi proponiamo: Allestimento e gestione degli acquari parte seconda Quando serve cambiare le lampade di illuminazione? Vanno sostituite mediamente ogni 6 – 8 mesi di utilizzo, naturalmente sono da prendere in considerazione le specifiche indicate dal produttore. L’utilizzo oltre il periodo consigliato comporta una variazione dello spettro luminoso, non percepibile ad occhio umano, e la produzione di alghe. Quando serve installare la lampada UV? Le lampade UV servono per abbattere la carica batterica, e in parte aiutano anche alla riproduzione delle alghe. Le filosofie di pensiero sono diverse. Possono essere usate in fase di riproduzione oppure quando si hanno discus privi di parassiti (parassites free). Il suo utilizzo dipende da una scelta personale in relazione al tipo di gestione dell’acquario che si adotta. È consigliato l’uso continuativo al fine di preservare la vita utile delle lampade, si consiglia lo spegnimento per 24 ore in occasione delle somministrazione di integratori, fertilizzanti e medicinali. Quali tipi di pesci possono stare insieme ai Discus? Corydoras, Paracheirodon innesi (Neon), Paracheirodon axelrodi (Cardinali), altri caracidi, Otocinclus, Ancistrus. Quali tipo di piante sono più adatte ai Discus? Si tratta chiaramente di piante a loro agio in acque molto calde: varie specie di Echinodorus, Anubias, etc... In particolare le piante devono costituire una fitodepurazione attraverso l’assorbimento dei Nitrati (NO3), creare nascondigli e offrire superfici lisce per la deposizione delle uova. Quale tipo di arredi sono adatti ai Discus? Radici, solo quelle di mangrovie e di altre pianete esotiche fluviali.
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Quale tipo di fondo è adatto ai Discus? Sabbia “fine”, con granulometria di 1 - 2 mm, perché aiuta a mantenere la sporcizia in superficie per una più facile pulizia, “gialla” o più scura perché non abbaglia i discus. Un produzione Hobby Discus - Italy Discus Club in www.hobbydiscus.com A cura di Francesco D'Agostino e Giuseppe Liberti. Con la collaborazione di Claudio Visalli ed Ernesto Lamensa. All rights reserved – tutti i diritti riservati.
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Non solo acquari...
IL TERRARIO per piccoli mammiferi desertici Quali sono quelli più diffusi e come gestirli di Lorenzo Luchetta seconda parte
I piccoli mammiferi originari di ambienti desertici diffusi come pet non sono tanti, sono da considerare relativamente poco diffusi e vengono ospitati esclusivamente da appassionati del genere. Rappresentano gli animali che più di tutti trovano la loro sistemazione ideale in un terrario riscaldato, e sono quasi tutti dei Roditori. Le caratteristiche generali della struttura sono quelle descritte il mese scorso, quando abbiamo parlato di terrari secchi, però in questo caso un sistema riscaldante a serpentina è indispensabile e l’ideale sarebbe poter predisporre un timer che permetta di avere temperature differenti fra il giorno e la notte. Com’è noto il clima desertico è caratterizzato da grandi escursioni termiche, quindi un timer permette di fornire condizioni di temperatura che si avvicinino a quelle naturali, anche se l’escursione è minore e, per intenderci, potrà oscillare tra 15 e 25 °C. È molto difficile ricostruire esattamente l’andamento climatico di un ambiente così particolare, ma basta avvicinarsi ai parametri giusti per offrire un ambiente di totale benessere all’animale, che potrà conservare a pieno le sue caratteristiche riproduttive e le sue abitudini. L’illuminazione va gestita in maniera naturale, tenendo quindi il buio nelle ore notturne e la luce solare o artificiale in quelle diurne. Con questo tipo di gestione è indispensabile che venga fornito un rifugio di ottima fattura, grande e facilmente foderabile con fieno e canapa. Il coccio e la pietra sono i materiali più adatti, mentre per il fondo è logicamente adatta la sabbia, che potrà essere totalmente naturale, oppure essere specifica per roditori. Nel primo caso sarà importante sottoporla a bollitura, prima di posizionarla sul fondo del terrario.
OSPITI DEL TERRARIO DESERTICO Facciamo conoscenza con qualcuno dei piccoli animali che si possono ospitare in queste strutture. 120
Gerbillo coda grassa: si nota l’aspetto delicato e morbido del pelo vellutato Il gerbillo coda grassa (Pachyuromys durasi) Questi simpatici animaletti appartengono all’ordine dei Roditori, famiglia dei Muridi, genere Pachyuromys. Il loro aspetto è assai particolare, decisamente diverso dalla maggior parte dei rappresentanti di questa famiglia; la prima cosa che salta all’occhio è la coda, che appare di color rosa, glabra e lucida con un aspetto turgido. Oltre ad apparire così singolare, la coda ha anche un ruolo fondamentale. Infatti essa svolge una funzione di “serbatoio” dove si raccolgono l’acqua e i principali nutrienti, che sono quindi disponibili in caso di necessità. Tale forma di “riserva” naturalmente si è evoluta per permettere ai gerbilli coda grassa di sopperire ai periodi di carestia e siccità che periodicamente si verificano nei luoghi desertici e semi-desertici dei quali sono originari, (questa specie è autoctona in una vasta porzione dell’Africa nord Sahariana). Nella vita in cattività questa funzione di serbatoio non è logicamente indispensabile, però osservando la coda si può avere un’idea generale dello stato di salute di questo gerbillo. Infatti, se la coda si presenta opaca e filiforme sarà segno di un’errata alimentazione o comunque di qualche squilibrio patologico. Il corpo dei gerbilli coda grassa è lungo circa 10-12 centimetri più 5-6 di coda; il manto appare marrone chiaro con tonalità vicine all’ocra sul dorso, mentre la zona ventrale è ricoperta da una fine peluria bianca; la testa ha forma triangolare ed è sormontata da orecchie carnose, mentre gli occhi sono grandi, sporgenti e di colore scuro. Le zampe anteriori sono piccole e nude e anche le posteriori non sono molto sviluppate, a differenza di altre specie di gerbilli. Le setole che ricoprono il dorso sono morbide e setose e i gerbilli coda grassa amano tenerle sempre ben pulite e lucidate. Se si offre loro la possibilità di fare dei “bagni” di sabbia vedremo che il manto diverrà ancora più lucente.
Il gerbillo della Mongolia (Meriones unguiculatus) Il gerbillo della Mongolia, al contrario di altri sui parenti (muridi), ha riscosso moltissimo successo nel campo degli animali da affezione principalmente per via delle seguenti caratteristiche: - il suo aspetto: il suo manto può avere molteplici colorazioni e, soprattutto, la peluria ricopre anche tutta la coda, facendolo assomigliare poco ai più comuni topolini, che invece hanno sempre la coda nuda, particolare che molti non apprezzano. - la sua indole: è tra i piccoli mammiferi più mansueti che si possano reperire in commercio; ciò lo rende adatto anche agli appassionati alle prime armi ed ai bambini. - la sua adattabilità: ha infatti esigenze modeste, che non giustificano comunque che venga relegato in gabbiette o vaschette sottodimensionate. 121
Gerbillo della Mongolia con colorazione marrone
Fra le sue particolarità principali ricordiamo che è un grande scavatore, un ottimo saltatore e corridore e, soprattutto, è dotato di incisivi robusti con i quali riesce a rosicchiare e sminuzzare anche materiali molto compatti. È perciò chiaro che bisognerà tenerne conto quando si sceglierà la sua dimora. Ama molto le “escursioni” al di fuori di essa; però bisognerà sempre fare attenzione al fatto che non riesca ad introdursi in pertugi o ripari dai quali sarà poi difficile recuperarlo. A proposito di “recuperi”, è importante ricordare che non bisogna mai alzare un gerbillo prendendolo per la coda, infatti questa potrebbe letteralmente “scuoiarsi” lasciando l’ossatura sanguinante scoperta! Molto meglio sarà utilizzare un retino del tipo di quelli venduti anche per i pesci d’acquario oppure cercare di farlo entrare in una scatola di cartone per poi rimetterlo nella sua dimora.
Il gerbillo delle sabbie (Psammomys obesus) Il gerbillo delle sabbie è un simpatico roditore che appartiene alla famiglia dei Muridi, genere Psammomys. Il suo manto è di un marrone di diverse tonalità e la peluria prosegue anche su tutta la coda terminando in un ciuffo più scuro. Come altri suoi parenti presenta degli arti posteriori molto sviluppati, che gli permettono di saltare e correre molto bene; gli arti anteriori invece sono più piccoli e hanno lo scopo principalmente di scavare e di afferrare il cibo. La testa è proporzionata e gli occhi sono vispi e tondi. In natura è diffuso principalmente in Egitto, ma anche in Libia, Arabia Saudita, Sudan, e Palestina. 122
Reperirlo presso grossisti e importatori non è facilissimo, soprattutto a causa di una caratteristica che rende questo gerbillo più difficile da gestire rispetto ad altri, ovvero l’elevata tendenza ad ammalarsi di diabete, patologia molto nota anche nell’uomo. Lo Psammomys obesus è stato oggetto di svariati studi da parte di ricercatori di vari paesi, proprio a causa di questa predisposizione al diabete. In particolare è stata studiata la sua alimentazione in natura, quasi esclusivamente vegetale, e si è osservato che in Gerbillo delle sabbie osservato in terrario domestico queste condizioni la patologia non si manifesta. Questo dato non è solo una curiosità sull’animale, ma è importante per il suo mantenimento in cattività, rendendo necessario seguire una dieta adeguata e prestare attenzione a molti alimenti. La sua indole è molto docile come del resto lo è quella della stragrande maggioranza dei suoi “parenti”.
Il gerbillo delle piramidi (Gerbillus pyramidalis) Questo piccolo mammifero appartiene alla famiglia dei Cricetidi, sottofamiglia dei Gerbillini. Come i suoi parenti è un roditore e vive nelle zone desertiche e subdesertiche dell’Africa del nord. È lungo circa 911 cm, più altrettanti di coda; quest’ultima può però arrivare ad essere anche più lunga del corpo. La testa ed il collo sono corti come corte sono le Gerbillo delle piramidi, molto piccolo e simpatico
zampe anteriori, mentre le posteriori sono lunghe, ben sviluppate e quindi adatte al salto. Elementi caratteristici di questo roditore sono gli
occhi enormi e scuri, le orecchie corte e rotondeggianti ed i baffi molto lunghi. Il pelo è morbido, di colore grigio-sabbia con il ventre più chiaro. La coda è gialla e termina con un gruppo di peli più lunghi, caratteristica tipica di quasi tutti i gerbilli. Durante il salto i gerbilli delle piramidi congiungono gli arti anteriori e usano la coda quasi da contrappeso facendo balzi incredibili e ad una velocità tale da sembrare quasi che non tocchino il terreno. I muscoli degli arti posteriori sono assai sviluppati e le tre dita sono rivestite da peli rasi e callosità elastiche che consentono all’animale di ammortizzare i colpi e di non sprofondare nella sabbia. Inoltre le ossa tubulari degli arti posteriori sono prive di midollo, il che le rende leggere e permette al roditore di muoversi ancora più rapidamente. Udito, vista e tatto sono sviluppati al massimo, tanto da rendere quest’animale adatto a muoversi anche in condizioni estreme, in zone desolate e aride, buie dove anche procacciarsi il cibo è una sfida continua. 123
Il topo delle piramidi (Jaculus jaculus) Splendido nel suo genere e dalle caratteristiche singolari, ma assai delicato. È un animale destinato ad essere ospite di veri e propri “amatori”, infatti necessita di una serie di accorgimenti e di conoscenze non alla portata di tutti, senza le quali la sua vita non è possibile. Il nome comune “topo delle piramidi” lo identifica come un animale tipico dell’Egitto; in realtà la sua diffusione comprende altre zone dell’Africa e del Medio Oriente. Il topo delle piramidi appartiene al gruppo dei roditori più ampio e più vario, quello dei Miomorfi (ovvero con il corpo a forma di topo), che comprende nove famiglie contraddistinte da caratteristiche comuni. Questo topo appartiene alla famiglia dei Dipodidi, nome derivato dal greco e che significa “a due piedi”; in realtà gli arti di questi roditori sono quattro ma le zampe posteriori sono la loro più particolare caratteristica, infatti la loro conformazione lunga e assai agile gli dona la capacità di spiccare salti notevoli, più di qualsiasi altra specie di roditori. Il topo delle piramidi ha nel complesso l’immagine di un topo, nel suo profilo risaltano le zampe posteriori enormi, che contrastano con quelle anteriori che sono invece corte e piccole, adibite principalmente alla funzione di “forchetta” per il cibo. Tutto il corpo è lungo poco più di un decimetro; la testa è sormontata da due ampie orecchie poste circa un centimetro sopra due occhietti vispi e lucenti; il manto è di colore marrone chiaro, avana nella parte superiore e laterale e va sfumando in bianco nella parte inferiore, la coda è lunga anche più del corpo e termina in un pennello di peli neri e vaporosi con l’estremità bianca. In natura ha molti nemici come gli uccelli da preda, le volpi delle dune e le vipere della sabbia; da questi cerca di fuggire sfruttando la sua grande velocità nel salto. Suoi stretti parenti sono lo Jaculus orientalis (molto simile ma più grande) e i componenti del genere Allactaga. Non ha invece niente a che vedere con il gerbillo delle piramidi. Come già accennato, il topo delle piramidi non è semplicissimo da ospitare, le sue esigenze infatti vanno ben al di là di quelle di un criceto o di uno gerbillo. In futuro completeremo l’argomento degli ospiti dei terrari secchi parlando della loro alimentazione ideale.
Per ottenere buoni risultati nella riproduzione e nell’allevamento di giovani di varie specie è spesso necessario allestire mezzi di coltura per l’allevamento di cibo vivo di piccole dimensioni. Spesso è necessario produrre sia alimenti di tipo animale che vegetale e questo complica notevolmente il problema, a causa delle notevoli esigenze di spazio e di tempo. A questi problemi sono legati numerosi insuccessi nell’allevamento di specie acquatiche. È stato messo a punto un mezzo di coltura definito “COMBO”, in grado di supportare un eccellente sviluppo sia di fitoplancton che di zooplancton. In questo medium sono state allevate diverse specie di alghe (Ankistrodesmus falcatus, Stephanodiscus hantzschii) che hanno mostrato livelli di crescita non diversi da quelli osservabili in medium di riferimento più complessi. Nello stesso mezzo di coltura, però, è stato possibile allevare anche Daphnia pulicaria con risultati eccellenti. 124
Zoomark International 2011: interessante, divertente, entusiasmante! a cura della redazione - seconda puntata ccoci di nuovo in viaggio, ad esplorare il
ciclopici, con parete frontale dritta o curva (Foto
mercato degli acquari. Questo mese vi
2). Le vasche appaiono solide ed i supporti sono
portiamo con noi nel padiglione 19, quel-
costruiti in stile col coperchio e le attrezzature
lo quasi interamente dedicato agli acquari.
tecniche. Insomma, una soluzione ideale per chi
Ovviamente non potremo esplorarlo tutto in una
abbia spazio a disposizione, velleità di eleganza
volta. Partiamo però e vediamo cosa riusciamo a
e qualche soldino da spendere. Ma ovviamente
raccontarvi nel breve spazio di un articolo. Tanto
sono disponibili anche acquari di dimensioni
andremo avanti nei prossimi numeri, per dirvi
“normali” (Foto 3), medi, piccoli, piccolissimi nel
tutto per filo e per segno!
caso! È stata inoltre completata la linea dei bio-
Quasi di fronte all’entrata troviamo Aquarialand.
condizionatori “excellence”, che ora comprende
Questo stand è davvero ciclopico e ci si trova di
fertilizzanti, attivatori batterici, correttori per l’ac-
tutto (Foto 1). Le linee di prodotti che in anni pas-
qua e tutti gli elementi per l’acquario marino
sati apparivano poco omogenee ora compongo-
(Foto 4). Nel campo delle decorazioni offrono di
no finalmente una filosofia coerente, un sistema
tutto, dagli orridi teschi multicolori (Foto 5) ai set
acquario. Dovete solo decidere le dimensioni ed
animati in resina, completi di aeratore per il loro
il tipo, perché qui possono fornirvi veramente
funzionamento. Insomma, dai materiali filtranti
tutto. Ad esempio vi sono esposti degli acquari
all’acquario completo, Aquarialand è in grado di
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offrire tutto quello che serve per allestire un siste-
allevati. Altrettanto interessante è la linea
ma domestico senza compromessi.
H2Show di materiali da arredamento (Foto 8). Si
Ci spostiamo di poco e troviamo Hydor, altro
tratta di bei materiali in resina, spesso collegabi-
pilastro dell’acquariologia nazionale. Alla Hydor
li ad altri accessori (aeratori Ario, luci sommerse)
hanno sempre delle belle idee innovative ed
per ottenere acquari molto particolari dal punto
anche quest’anno le nostre aspettative sono
di vista estetico ed emozionale. Abbiamo infine
state soddisfatte. Tanto per cominciare la nostra
ammirato la linea completa di schiumatoi e reat-
attenzione è stata attratta dal nuovo controller
tori di calcio (Foto 9), che completano le classi-
Koralia wave (Foto 6). Con sole due pompe per-
che linee Hydor di pompe, termoriscaldatori, filtri
mette di ottenere un impressionante effetto
ed accessoristica varia.
onda, in modo semplice da gestire e facilmente
Usciamo dallo stand con un certo entusiasmo
regolabile, come si poteva facilmente compren-
dovuto alle tante novità osservate e ci imbattia-
dere osservando la vaschetta dimostrativa (Foto
mo subito in altre meraviglie presentate da Tunze
7). Nella stessa, delle palline colorate permette-
(Foto 10). Anche qui troviamo un controller di
vano di percepire il movimento “ad onda”, in
onde: ma possibile che tutti i produttori del
modo da comprendere che con pochissimi pas-
mondo si siano dati appuntamento su questo
saggi si può decidere a quale livello di idrodina-
argomento? Oramai non c’è marchio importante
mismo debbano essere sottoposti gli organismi
che non abbia un generatore di onde in catalo-
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go. Probabilmente è l’accessorio più richiesto
organismi con un flusso d’acqua non troppo vio-
del secolo! Oppure, proprio, non sapevano più
lento. Tunze però si evolve anche nelle categorie
cosa inventarsi.
merceologiche trattate ed ora offre persino un
Di fatto, il generatore di onde Tunze porta il
mastice per coralli (Coral Flex) e tantissimi piccoli
carattere dell’azienda che lo produce: grande
accessori per l’acquariofilo esperto (Foto 12).
precisione di regolazione, grandi wattaggi gestiti,
Decisamente quest’ultima esplorazione ci ha
dettagli adeguati per l’acquariofilo più esigente.
stancati, tanto più che lo spazio a disposizione è
Naturalmente erano presenti le classiche serie di
stato rapidamente esaurito. Poco male: conti-
schiumatoi, termostati elettronici, reattori di cal-
nueremo il mese prossimo con tanti nuovi incon-
cio, ecc. Ci ha colpito però soprattutto un picco-
tri ravvicinati coi maggiori produttori internazio-
lo filtro interno veloce, in grado, a nostro parere,
nali, per vedere cosa bolle in pentola.
di risolvere piccoli problemi al volo (es. improvvi-
Continueremo a vedere generatori di onde o ci
si fenomeni di acqua lattiginosa) grazie alla
sono altre novità importanti all’orizzonte? Per
pompa potente collegata ad una cartuccia di
saperlo dovrete attendere la ripresa delle attività
tessuto a maglia stretta; interessanti anche le
a settembre e, forse, riuscirete ad identificare dei
nuovissime pompe di circolazione Turbelle (Foto
possibili obiettivi d’acquisto da raggiungere entro
11), che sono state aggiornate per ottenere un
fine anno, per rendere il vostro acquario più bello
cono più ampio e tale da interessare numerosi
ed efficiente.
È stato studiato, in sedimenti presenti nel benthos, l’effetto della fotosintesi sui flussi di manganese e ferro nell’ambiente. In alcuni gruppi sperimentali è stato inibito il processo fotosintetico mediante aggiunte di composti chimici ad aree selezionate. Sono stati quindi determinati i contenuti in ferro e manganese dei sedimenti e dell’acqua circostante, per calcolare eventuali flussi di nutrienti tra i due compartimenti. I risultati hanno permesso di dimostrare che esistono differenze notevoli tra gli ambienti in cui la fotosintesi avviene normalmente e quelli in cui è stata impedita sperimentalmente. 128
AGENDA EVENTI Genova: Calendario attività ed eventi Acquariovillage Estate 2011
che consente a bambini e ragazzi dai 7 ai 13 anni di conoscere la vita notturna dell’Acquario di Genova e di provare l’emozione di addormentarsi davanti alla grande vasca degli squali. L’esperienza comprende anche la cena e inizia alle ore 19.30. Sono previsti appuntamenti tutto l’anno, almeno una volta al mese, per un numero massimo di 35 partecipanti a serata. Precisamente nel 2011: 1 e 25 giugno; 3 settembre; 31 ottobre; 12 e 26 novembre; 7 e 26 dicembre. Il prezzo di Notte con gli squali è di 80 euro per bambino. Per partecipare è indispensabile la prenotazione presso Incoming Liguria, tour operator dell’edutainment, al n. telefonico 0102345666. Notte con gli squali è acquistabile anche dal sito www.acquariodigenova.it.
CrocierAcquario – Acquario di Genova e Santuario dei Cetacei: proposta per tutti Dal 2 aprile 2011 fino a fine settembre partono nuovamente le escursioni in battello di mezza giornata alla scoperta dei Cetacei dei nostri mari organizzate in collaborazione tra l’Acquario di Genova, nell’ambito del pro-
Campus Estivo AcquarioVillage – Tutte le strutture AcquarioVillage È la speciale proposta riservata ai ragazzi tra i 6 e i 13 anni per vivere in un’esperienza coinvolgente il mondo AcquarioVillage in una o più giornate. Attività, giochi ed esperienze per sperimentare spirito di avventura e di gioco all’insegna della scoperta e del divertimento. I campus si svolgono nelle seguenti date 2011: dal 16 al 17 giugno; dal 20 al 24 giugno, dal 27 giugno al 1° luglio, dal 4 all’8 luglio. Il costo per ogni settimana è di 195 Euro a bambino. Attività su prenotazione, tel. Incoming Liguria 010/2345.666.
getto di ricerca Delfini Metropolitani, e il WWF. Ad accompagnare il pubblico in ogni escursione, un biologo marino dell’Acquario di Genova e del WWF sveleranno tutti i segreti degli animali che si incontrano e illustreranno il codice di comportamento corretto per l’avvistamento Cetacei. La partenza è prevista ogni sabato alle ore 13 dal molo sotto l’Acquario (condizioni meteo permettendo) con rientro alle ore 18 circa. L’escursione di avvistamento cetacei è disponibile ogni sabato, mentre dal lunedì al venerdì si effettuano escursioni solo per le scuole o i gruppi, su prenotazione. Nei mesi di luglio e agosto, doppia partenza settimanale ogni martedì e ogni sabato, stesso orario. Il percorso CrocierAcquario (Acquario di Genova + escursione in battello sulle rotte dei Cetacei) ha un costo di 42 Euro per gli adulti e 21 Euro per i ragazzi (4-12 anni). L’escursione in battello sulle rotte dei Cetacei è acquistabile anche singolarmente, al prezzo di 32 Euro per gli adulti e 15 Euro per i ragazzi (4-12 anni) contattando Incoming Liguria. Per informazioni e prenotazioni, contattare Incoming Liguria, tel. 010/2345.666 Il percorso CrocierAcquario è acquistabile sul sito www.acquariodigenova.it nella sezione “Prenota e acquista”.
La scienza per i più piccoli - La città dei bambini e dei ragazzi Studiate per sollecitare il senso critico e incoraggiare a formulare ipotesi che spiegano il perché dei fenomeni osservati. Le animazioni propongono tematiche quali scienza, fisica, elettricità e biologia affrontate sempre in maniera istruttiva e divertente. Sono rivolte ai bambini di tutte le età, dai più piccoli (2-3 anni), alla fascia dai 3 ai 5 anni fino ai ragazzi dai 6 ai 12 anni e sono comprese nel biglietto di ingresso. Luglio: animazione dedicata alle bolle di sapone; solo nel secondo fine settimana “Sull’onda di Guglielmo Marconi!” (6-12 anni); “Il bruco Maisazio” (2-3 anni). Agosto: animazione dedicata alla parete d’arrampicata Digiwall (6-12 anni); solo nel secondo fine settimana “Sull’onda di Guglielmo Marconi!” (6-12 anni); “Il bruco Maisazio” (2-3 anni). Settembre: animazione dedicata all’energia (6-12 anni); solo nel secondo fine settimana “Sull’onda di Guglielmo Marconi!” (6-12 anni); “Il bruco Maisazio” (2-3 anni).
Notte con gli squali – Acquario di Genova Continua con un calendario ricco di date, l’appuntamento con Notte con gli squali, l’emozionante esperienza
Le novità del mondo AcquarioVillage – nuovi exhibit Il mondo AcquarioVillage ha recentemente arricchito la
130
propria offerta con nuovi exhibit in tutte le strutture. Sui temi di natura e ambiente, ad attendere il pubblico, ci sono i nuovi ospiti dell’Acquario di Genova: gli storioni, i pesci ossei viventi più antichi del pianeta e le creature degli abissi marini grazie alla nuova installazione interattiva Abissi Luci nel buio. La scienza e la tecnologia attendono i ragazzi a La città dei bambini e dei ragazzi dove il nuovo exhibit Energia in gioco consente loro di conoscere e approfondire il tema dell’energia con particolare riferimento alle energie rinnovabili. Infine, a completare le esperienze con un’immersione nella storia della navigazione, il sommergibile Nazario Sauro, la prima nave museo visitabile in acqua davanti al Galata Museo del Mare.
- Il ritorno a casa: sinonimo del comportamento fillopatrico degli organismi studiati, questa sessione si occuperà dei diversi aspetti biologici e comportamentali della riproduzione delle tartarughe marine (Biologia Riproduttiva e spostamenti); - L’inganno: come Ulisse e i suoi marinai anche le tartarughe compiono il loro viaggio in un mare ricco di pericoli nascosti. In questa sessione vengono trattati tutti i fenomeni che rappresentano una minaccia alla loro sopravvivenza; - L’identità celata: come Ulisse non rivela la sua identità, anche molti aspetti della biologia delle tartarughe sono ancora poco noti. Questa sessione sarà dedicata all’analisi dell’Anatomia, Fisiologia, Comportamento e Genetica, aspetti che richiedono ancora studi approfonditi; - Ospitalità: tema ricorrente nell’Odissea, che ci ricorda che anche le tartarughe dipendono dall’uomo per poter trovare un ambiente salubre, accogliente e sicuro. Le due parti in cui è divisa questa sessione saranno rispettivamente dedicate ai temi Misure di Gestione e Conservazione Ambientale e Medicina Veterinaria e Salute delle Tartarughe. Per maggiori informazioni: http://medturtleconf.racspa.org/
“Biodiversità lavori in corso” – Acquario di Genova e La città dei bambini e dei ragazzi Sul tema della conservazione della biodiversità, da sempre al centro dell’azione di sensibilizzazione in cui Costa Edutainment è impegnata, l’AcquarioVillage proporrà alle famiglie, a partire dalla primavera, “Biodiversità lavori in corso”, speciali animazioni edutainment per
Cesena - Acqua Beach Il 3 e 4 settembre si terrà alla fiera di Cesena la Mostra Mercato di acquariofilia “Acqua Beach”. Per maggiori informazioni: http://www.acquaportal.it/acquabeach/
Napoli - NapoliAquatica
imparare insieme come l’Uomo si debba comportare per garantire un futuro al nostro Pianeta. Le attività si svolgeranno ogni quarto fine settimana del mese sotto la guida di un esperto, sia lungo il percorso dell’Acquario di Genova, con un focus sull’equilibrio tra foreste e scogliere coralline, sia a “La città dei bambini e dei ragazzi”, con un laboratorio che permetterà di scoprire come crescono le piante e qual è la loro importanza per il Pianeta.
Dal 23 al 25 settembre si terrà a Napoli, presso il centro commerciale Jambo 1, la mostra mercato “NapoliAquatica”. Per magiori informazioni: http://www.napoliaquatica.com/
Norimberga - Interzoo Napoli - Conferenza Mediterranea sulle tartarughe marine
Dal 17 al 20 maggio 2012 si terrà a Norimberga il consueto appuntamento biennale dedicato agli animali domestici. La fiera di Norimberga, che si alterna con Zoomark, manifestazione che si tiene ogni due anni a Bologna, è anch’essa rivolta agli operatori del settore Pet. Per maggiori informazioni: http://www.interzoo.com/en/
Dal 7 al 10 novembre prossimo si terrà a Napoli la quarta conferenza mediterranea sulle tartarughe marine. Le informazioni necessarie per l’iscrizione e la partecipazioni sono disponibili nel sito: http://medturtleconf.rac-spa.org/ L’evento vedrà riuniti i paesi mediterranei nello sforzo comune di studiare e salvaguardare le tararughe marine. Le quattro sessioni del convegno sono state poeticamente ispirate a quattro temi tratti dall’Odissea e verranno così ripartite:
131
Stimoli di viaggio e di immersione
Torpedini: piccoli aeroplanini subacquei testo e riprese di Franco Savastano In alcuni mari tropicali, molto frequentati dai
Mediterraneo non raggiunge ragguardevoli
subacquei turisti, si fa divieto ai sub di ado-
dimensioni, pur conservando la peculiare
perare, durante le immersioni, guanti alle
possibilità di produrre forti scariche elettri-
mani. Tale normativa è finalizzata ad evitare
che, potenzialmente pericolose per l’uomo.
che essi, avendo mani protette, si appoggino
In mari tropicali come -nel bel mezzo del Mar
sui coralli, danneggiandoli. La cosa può
Rosso- quello dell’Isola di “Zabargad” (al
essere condivisa in linea di principio, ma un
secolo “St. Johnes”), a chi scrive è capitato
buon paio di guanti può essere, d’altro
un incontro con una delle molteplici specie
canto, la giusta precauzione per evitare che
tropicali di Torpedinidi appartenenti all’ordine
alcune specie pericolose per l’essere umano,
dei Torpediniformes, famiglia Torpedinidae
possano fare danno.
che non solo aveva dimensioni generose, ma
Tra queste va segnalata la Torpedine, che in
era totalmente noncurante della videocame132
Allevare pesci elettrofori, d’acqua dolce o marini, può essere divertente ed istruttivo. In acqua dolce varie specie di Apteronotide, oltre a Gymnotidae (es. Gymnotus anguillaris) , Hypopomidae, Rhamphichthyidae, Mormyridae ed altri, sono in grado di produrre piccole scosse elettriche. Tra le torpedini marine tropicali, alcune vengono di tanto in tanto importate e potranno rendere esperienze entusiasmanti se ben allevate. Per rendersi conto del loro comportamento in natura non resta che cliccare sulla foto, e tuffarsi con l’autore nei caldi mari che le ospitano. Se il computer non è dotato di messa a terra… attenti alle scosse!
Le torpedini sono incluse da due famiglie: Torpedinidae (2 generi e 20 specie) e Narcinidae (9 generi e 33 specie). Nel mar Mediterraneo sono presenti solo tre specie appartenenti alla famiglia Torpedinidae: Torpedo torpedo (Linneo, 1758); Torpedo marmorata Risso, 1810; Torpedo nobiliana Bonaparte, 1835. In Italia la specie Torpedo torpedo è conosciuta con i nomi dialettali "tremola", "tremmula occhiuta", "tremolina" e "tremoja", tra gli altri, e vive a profondità variabili da un metro in giù. È un pesce cartilagineo, dalla pelle nuda e priva di spine o aculei, di forma appiattita. A causa dello scarso pregio delle carni, molli ed insipide, pure se non del tutto disgustose, le torpedini vengono annoverate tra le specie poco commestibili. In ogni caso, l’alta temperatura dell’eventuale cottura neutralizza ogni pericolosità. 133
La Torpedine, anche detta “razza elettrica” per la somiglianza morfologica con l'ordine dei raiformi, è caratterizzata dalla presenza, nel corpo, di un particolare organo definito organo elettrogeno, in grado di produrre un campo elettrico la cui scarica può variare, a seconda delle specie, dagli 8 ai 220 volt., anche se in genere l'entità delle scariche non supera i 60-80 volt. Ciò dipende dalle dimensioni del pesce e dalla sua condizione fisica, e fortunatamente tende a diminuire quando le scariche si ripetono. Le scosse più forti possono avere effetti di estrema gravità, non solo sui suoi nemici naturali, ma persino sull’Uomo. Per la propria nutrizione la Torpedine narcotizza le creature che intende catturare, le sopraffà con il potere della scossa e le divora. Al momento della cattura generalmente resta immobile e nascosta nella sabbia o nella melma, per aggredire con un guizzo le creature che le passano accanto e che subiscono il suo effetto narcotizzante. Possiede occhi piccoli, ravvicinati tra loro e inseriti sul lato dorsale, mentre sul lato cieco è presente un'apertura boccale ridotta e di forma ovale, munita di denti appuntiti Due pinne dorsali, bene sviluppate e ravvicinate tra loro (la prima delle quali è più grande della seconda), sono situate sulla coda, che è breve, carnosa e fusiforme e reca all'estremità una pinna abbastanza ampia, di forma sub-triangolare. Possiede muscoli modificati, funzionanti, come già detto, a modo di batteria elettrica, che utilizza per paralizzare le prede. Questa singolare capacità è la più nota caratteristica di questi pesci, conosciuta fin dai tempi di Aristotele e di Plinio il Vecchio.
ra che la stava inquadrando, tanto da solle-
nutrienti indispensabili per la crescita dalle
varsi dalla sabbia e mettersi in bella mostra
secrezioni uterine.
frontale, per poi girare su se stessa,
Nella specie filmata la parte superficiale del
mostrando tutte le sue eleganti capacità
corpo possiede il polo positivo rivolto verso il
natatorie e l’assoluta assenza di timore per
dorso e il polo negativo verso il ventre. Ecco
l’operatore.
dunque la validità per il sub in campo di aver
La specie filmata in Mar Rosso, come si può
protetto le mani con un paio di guanti che,
notare dalle riprese, ha un corpo meno piat-
magari, con circospezione e delicatezza, gli
to degli altri raiformi. In questa specie, vivipa-
consentirà di entrare in contatto fisico con
ra, gli embrioni si sviluppano nell'utero della
l’animale, per osservarlo meglio e godere del-
madre grazie alle branchie embrionali molto
l’elegante e peculiare stile natatorio, che fa
sviluppate, che estraggono l'ossigeno ed i
pensare ad un volo aereo al rallentatore. 134
23 litri da arredare secondo il tuo gusto
19 o 25 litri incorniciati da solo vetro
Struttura in vetro per una visione totale
Fontanella superiore per rilassarsi col suono dellâ&#x20AC;&#x2122;acqua
Filtro a tripla azione per unâ&#x20AC;&#x2122;acqua cristallina
Luci LED per unâ&#x20AC;&#x2122;atmosfera zen.
INCONTRI A SORPRESA
Il mare e il poeta a cura di Ippo Campo Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui, fedele al nostro ormai consueto appuntamento… quasi mensile. Stavolta avevo proprio deciso di partire per un lungo viaggio. Insomma, magari non troppo lungo e neanche troppo lontano. Di resoconti di viaggio in paesi lontani ed esotici ce ne sono già in questa rivista, non voglio togliere il lavoro a nessuno. E poi ci sono tanti posti che vorrei visitare senza allontanarmi troppo. Il problema è che ci sono talmente tante cose interessanti da vedere che c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Allora ho deciso di andare in biblioteca - reparto guide di viaggio - e lasciarmi ispirare. Solo che in quel reparto non ci sono arrivato mai: eh no! Perché Pablo Neruda, Maremoto Beben des Meeres. Nürnberg, DA Verlag Das Andere, 1991
passando davanti ad un tavolo della sala lettura, mi è caduto l’occhio su un libro che qualcuno aveva abbandonato lì e in copertina mi è sembra-
tutte di soggetti a me familiari: ricci, stelle e ane-
to di riconoscere un mio vicino di casa. Incuriosito,
moni di mare, foche, delfini, polpi e, naturalmen-
mi sono avvicinato… no, non era lui, ma quanto
te, il granchio che per primo aveva attirato la mia
gli somigliava! Lo stesso carapace dalle forme ele-
attenzione. Non so quanto tempo sono rimasto
ganti, le stesse chele potenti… Come, “di cosa
ad ammirare quelle immagini prima di comincia-
sto parlando”? Di un granchio, no?
re a leggere il testo che illustravano. A quel
Era un bellissimo ritratto ed ecco, non ho resisti-
punto, tornando al frontespizio per leggere il tito-
to alla tentazione: mi sono seduto ed ho comin-
lo e il nome dell’autore, ho scoperto di aver fatto
ciato a sfogliare il libro. C’erano altre illustrazioni,
un incontro veramente straordinario. Carissimi 136
Il riccio è come il mondo:/rotondo, fragile, nascosto:/umido, segreto ed ostile:/il riccio è come l’amore lettori è con vera commozione che vi presento
testo originale spagnolo delle poesie (Pablo
l’ospite di questo mese, il poeta che ha dedica-
Neruda,
to questa raccolta al mare e alle sue creature:
Nürnberg, DA Verlag Das Andere, 1991).
Pablo Neruda.
Perché non vi presento una traduzione italiana?
Il libro da me incontrato casualmente è una delle
È stato il caso a decidere, io non c’entro. Inoltre,
opere forse meno conosciute di questo grande
da bibliofilo, apprezzo sempre l’idea di avere in
della poesia del ventesimo secolo. Composta da
mano una prima edizione o almeno, come in
diciassette poesie, questa raccolta, dal titolo
questo caso, la prima disponibile. Confesserò
Maremoto, è stata pubblicata per la prima volta
che ho comunque cercato, ma senza successo,
nel 1970 a Santiago del Cile, in una tiratura di soli
una traduzione in italiano. Forse è compresa in
centodieci esemplari (uno dei quali era il mano-
qualche edizione delle opere complete o forse
scritto originale), magistralmente illustrati dalle
non ho cercato con sufficiente accuratezza.
xilografie a colori dell’artista svedese Karin
Quello che vi posso dire è che l’unica indicazione
Oldfelt Hjertonsson. Avendo avuto una tiratura
che ho trovato (dopo aver tradotto io stesso dallo
così limitata, questa edizione è da considerarsi
spagnolo le pochissime righe che verranno qui
una vera rarità bibliografica. L’edizione che ho
citate) è stata quella data da un sito internet
avuto la fortuna di trovare è quindi la prima edi-
(www.antoniogiannotti.it/1969_-_maremoto.html)
zione destinata ad un’ampia diffusione. È illustra-
dove è presente la traduzione italiana ma viene
ta da litografie che riproducono le xilografie origi-
definita “inedita”. Andate a sbirciare anche voi
nali e comprende la traduzione tedesca ed il
cliccando sul link, se lo ritenete opportuno. 137
Maremoto
Beben
des
Meeres.
Pablo Neruda non ha bisogno di presentazione e non tocca certo a me raccontarvi la storia della sua vita. Si tratta di informazioni facili da trovare e credo sia stata scritta più di un’autorevole biografia. È piuttosto su questa particolare raccolta di poesie che mi voglio soffermare. Maremoto, un evento drammatico ed improvviso, un terremoto sottomarino che provoca lo spostamento Firma autografa di Neruda - Cortesia de L'autographe di Renato e Rosine Saggiori – Ginevra per aquariophylia
di enormi masse d’acqua, facendole ritirare dalla costa o inondare la terraferma. È un fenomeno del genere che Neruda descrive, l’improvviso ritirarsi dell’acqua che lascia così allo
che reclamano la sua presenza, da uomini e
scoperto creature fino a quel momento sommer-
donne che richiedono il suo amore e la sua com-
se. Sono queste creature, improvvisamente espo-
pagnia, il poeta si deve allontanare, ma tornerà al
ste allo sguardo, questi “piccoli corpi freddi/mal-
mare “ai suoi frutti e alla sua furia”.
trattati/dall’impalcabile eternità dell’acqua/dall’ira
Questa raccolta, oltre che dalle magnifiche illu-
del vento” a diventare oggetto dei suoi versi.
strazioni, è stata ulteriormente impreziosita dalla
Nelle parole di Neruda gli animali più comuni
suite per chitarra ispirata dai versi di Pablo
vengono trasformati in esseri fantastici, vibranti
Neruda e composta dal chitarrista Michael
di vita e di emozioni. Così il balano “prigioniero in
Seubert (disponibile in CD: Michael Seubert
una torre terribile … palpita disperato nel tor-
Maremoto Beben des Meeres Balcon record,
mento…”. Non importa sapere che la torre for-
2003 - www.balconrecords.de).
midabile, ben lungi dall’essere una prigione, in
…E mi viene in mente di aver visto recentemen-
realtà protegge un corpo altrimenti vulnerabile, o
te un autografo di Pablo Neruda, un foglio con
pensare che il piccolo crostaceo “palpita” non in
una grande firma in inchiostro verde, il colore che
preda ad indicibili sofferenze ma piuttosto per
usava abitualmente: non so perché avesse l’abi-
procurarsi il necessario nutrimento: per un attimo
tudine di scrivere usando questo particolare
abbandono ogni cognizione scientifica e mi
colore, ma mi piace pensare che ci ricorda il
lascio trascinare dalla visione di un cavaliere
colore del mare.
medioevale, irrimediabilmente imprigionato in
Chissà se la prossima volta riuscirò a portarvi in
una torre inespugnabile.
viaggio con me o se mi farò di nuovo incantare
Continuo a leggere ed incontro altre creature,
da un libro scoperto per caso. Ohi, ohi, ecco che
incredibilmente fantastiche e meravigliosamente
si avvicina. Come chi? Lei, la temibile segretaria
reali allo stesso tempo. Come il riccio di mare “Il
di redazione. Cosa avrà da rimproverarmi stavol-
riccio è il sole del mare … Il riccio è come il
ta? Come? Niente tirata di pinne?
mondo:/rotondo,
nascosto:/umido,
Si limita a dire “bravo, vedo che leggi Neruda”.
segreto ed ostile:/il riccio è come l’amore.” È
Aveva lasciato lei il libro qui sul tavolo: legge poe-
davvero doloroso come una puntura di riccio
sie e si commuove. Ma allora anche il mostro ha
l’amore? Forse può esserlo… L’ultima poesia
un’anima! Ma no! Non te la prendere: dico
della raccolta è un congedo dalle creature mari-
“mostro” in maniera affettuosa!
ne: richiamato ai suoi doveri da carta e inchiostro
A-i-u-t-o.
fragile,
138
Sono state effettuate misure di irradianza scalare in sistemi di estuario superficiali durante periodi di bloom fitoplanctonici. Le elevate concentrazioni di materia organica disciolta e di pigmenti nell’acqua sono state correlate con una forte attenuazione della luce nel primo metro di profondità. L’analisi spettrale ha anche dimostrato un incremento delle radiazioni infra-rosse (>700 nm) nella colonna d’acqua. Esperimenti di laboratorio hanno dimostrato una redistribuzione dell’energia di eccitazione delle alghe in risposta a tali cambiamenti dello spettro luminoso disponibile. Si possono valutare dunque le differenze nel metabolismo di alghe verdi ed azzurre, in risposta a tali condizioni anormali di luce e correnti. L’abbondanza di alghe azzurre in alcune condizioni ambientali (elevate quantità di carbonio disciolto) dipende, oltre che dalle condizioni iniziali del sistema, dalla loro abilità ad acclimatarsi rapidamente a mutate condizioni di spettro luminoso ed idrodinamiche, oltre che a scarsità di radiazioni fotosintetiche utili.
curiosità e notizie in breve... In passato sono state effettuate numerose ricerche, orientate alla definizione biochimica di diete ottimali per Marsupenaeus japonicus. Per la prima volta, però, è stato effettuato uno studio sul comportamento di questi gamberi, per comprendere quali caratteristiche del cibo somministrato siano in grado di stimolare la loro attenzione in diverse fasi vitali. Sono stati, in particolare, esaminati i contenuti stomacali di gamberi in allevamento, suddivisi in classi di taglia. È stata anche misurata la biometria, la calorimetria dei gamberi, per mettere in evidenza variazioni di crescita nel tempo. Le prede ritrovate negli stomaci, infine, sono state classificate ed ascritte a differenti categorie di taglia, forma e peso. I risultati ottenuti hanno dimostrato che taglie maggiori sono correlate con un incremento nel contenuto calorico dei tessuti e che esiste una relazione logaritmica tra lunghezza e peso di animali di diversa età. Nel caso delle mazzancolle, i gamberi più giovani prediligono prede dalla forma globosa e di piccola taglia, mentre gamberi adulti prediligono prede dalla forma allungata e di taglia maggiore. Queste differenze sono state messe in relazione alle caratteristiche delle appendici prensili di Marsupenaeus japonicus in diversi stadi vitali ed alla loro mobilità. Pertanto, in condizioni di allevamento, si otterranno risultati migliori fornendo alimenti che, a prescindere dal loro contenuto in sostanza organica, presentino le “forme” più appetibili per gli animali di diversa età. Questi risultati, ove estesi ad altri animali acquatici, potrebbero aprire nuove frontiere nello studio di mangimi adeguati: non solo contenuto, ma anche forma ideale di pellets e granulati. 139
OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
Risistemazione della hall di un albergo
140
mese vi presentiamo un caso relativamente peculiare: la risistemazione della hall di un albergo che comprende una certa uniformità stilistica nella definizione di strutture diverse, dalle scaffalature agli acquari. Nell’intenzione di potenziare la percezione dei volumi, l’intervento alle pareti ha mirato alla trasformazione delle cavità introverse in corpi aggettanti che mantengono le stesse funzioni di contenitore. In uno di essi, più lontano dalla reception, è stato sistemato un acquario. Un secondo acquario identico potrebbe trovare posto nella struttura gemella disposta sul lato opposto dell’entrata. L’acquario è sorretto da staffe metalliche ancorate al muro e nascoste da pannelli di legno verniciati di bianco perlaceo. Il pannello superiore è apribile per consentire le normali operazioni di manutenzione. Dunque forza volumetrica unita a leggerezza, quella dell’acquario e dei materiali iridescenti e perlacei. Naturalmente una soluzione simile potrebbe essere proposta per un ampio salone domestico, per un esercizio commerciale, per la reception di uno studio professionale. La peculiare disposizione della vasca, pur garantendo un eccellente effetto estetico, non penalizza l’osservazione del contenuto e la qualità dell’attrezzatura tecnica, che può offrire grandi soddisfazioni all’hobbista mentre soddisfa le esigenze familiari o, nel caso specifico, quelle di rappresentanza.
Questo
SCHEDA TECNICA
CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’ACQUARIO Dimensioni: vasca da 1.40 x 0.70 (h) x 0.40 m Volume lordo: 392 litri Filtro: biologico, disposto posteriormente al centro ed aperto in superficie. Allo scopo si utilizza un BluWave 09 che permette di ridurre gli interventi di manutenzione Attivatore batterico: Prodibio somministrato 2 giorni dopo l’aggiunta dell’acqua e di nuovo 1 giorno prima dell’introduzione dei pesci (ovvero, 15 giorni dopo il riempimento della vasca). Pompe di circolazione: 1 Hydor Koralia, utile per ricircolare l’acqua stratificata sul fondo, dal momento che il filtro non produce sufficiente movimento dell’acqua. Acqua: pH 6.8; KH 3; GH 6; conduttività 450 µS; temperatura 25 °C Sistema di illuminazione: CEAB Dryset tube con 3 lampade Sylvania AquaClassic da 39 watt Riscaldatore: Askoll Tronic E2Volution da 300 watt Fondo: 2 confezioni di Duplarit G disposte sul fondo e coperte da sabbia silicea lavata. Vegetazione: anteriormente, Echinodorus tenellus, Cryptocoryne beckettii, Anubias nana. Centro vasca: Alternanthera rosaefolia, Nymphaea zenkeri, Aponogeton bolivianus, Aponogeton capuronii. Posteriormente: Alternanthera sessilis, Rotala rotundifolia, Vallisneria gigantea, Higrophyla polysperma. Pesci: 6 Pterophyllum altum, 12 Hyphessobrycon heterorhabdus. 141
Come di Antonio Piccolo
In questa sezione verranno proposti ogni mese FILMATI tesi a dimostrare attività di particolare rilevanza, oppure a illustrare argomenti e concetti che non potrebbero essere facilmente fruibili attraverso le classiche presentazioni con testo e foto. Preghiamo i lettori stessi di volerci proporre argomenti di loro interesse, in modo da permetterci di soddisfare le loro reali aspettative.
Clicca per essere partecipe, come scrive l’autore, “della potenza dell’Amore che fluisce nel mondo naturale e rende viva la materia inanimata, ogni giorno, sin dall’inizio della Creazione”.
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si fa... LA RIPRODUZIONE DELLO SCALARE
Seconda parte
Continuiamo in questo numero il discorso iniziato il mese scorso sulla riproduzione dello scalare. Si tratta di un argomento di eccezionale interesse per qualsiasi acquariofilo appassionato d’acqua dolce, grazie al carattere particolare di questi pesci che li rende quasi… umani. Se questa osservazione vi appare “forte” cliccate sul filmato ed osservate le immagini. Le riprese talvolta non sono eccellenti ma immaginate le difficoltà insite nel riprendere momenti tanto intimi per la coppia, cercando di evitare di disturbare i partners nel momento più importante della loro vita. Nonostante questo riuscirete immediatamente a rendervi conto che la coppia “sa cosa fare”. I due partners cooperano attivamente nella pulizia della foglia, nella deposizione, nella fertilizzazione delle uova. Non sappiamo in che modo essi comunichino tra loro, ma è evidente che esiste un accordo perfetto che li conduce attraverso le varie fasi senza esitazioni, senza intoppi di sorta. È proprio questo che rende il processo tanto affascinante, benché non tutti gli acquariofili abbiano avuto la fortuna di osservare dal vivo il miracolo della deposizione: spesso ci si accorge della presenza delle uova sulla foglia a cose già avvenute. Per questo il filmato assume una maggiore importanza per qualsiasi acquariofilo, riuscendo a farci recuperare scene che troppo spesso perdiamo a causa di impegni o distrazione. Sono riportate nel filmato varie tecniche di riproduzione ed implicitamente suggerite scelte di allevamento. Ovviamente queste non sono obbligatorie, esistendo una vasta letteratura scientifica e tecnica sull’argomento. Pertanto altri appassionati preferiranno non staccare la foglia, ma lasciarla a disposizione dei genitori, per poter seguire in dettaglio le fasi della cura delle uova, che rappresentano un altro commovente momento di grande passione. La coppia che cura le uova, infatti, è un vero e proprio esempio di affetto materno e paterno, un simbolo di evoluzione del carattere, una meravigliosa testimonianza della potenza dell’Amore che fluisce nel mondo naturale e rende viva la materia inanimata, ogni giorno, sin dall’inizio della Creazione. Ebbene sì, la biologia può sposare la poesia, come dimostrano moderne pubblicazioni scientifiche, e la riproduzione dello scalare ne è la conferma pratica. … Ma non finisce qui! Nel prossimo numero continueremo questa “soap opera” acquariofila con le fasi dell’allevamento! 143
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve Vi è piaciuto questo numero? Noi ci contiamo, essendoci oramai abituati ai vostri complimenti! Si è trattato di un “vero” numero doppio, come avrete visto, almeno in quanto ad argomenti e varietà: ci tenevamo a consegnarvelo prima che partiste per le vacanze, ma abbiamo fatto in modo da regalarvi doppia soddisfazione. Lo meritate, visto come stiamo procedendo insieme! Contavamo di prendere un po’ di riposo estivo ma non riusciremo nel nostro intento, visto che il numero di settembre è ancora più impegnativo. Abbiamo preparato una serie di sorprese per rendere il prossimo appuntamento veramente intrigante ed accompagnarvi, dalla ripresa del lavoro sino al prossimo Natale, in una esplosione di contenuti.
questi strani animali in grado di generare interesse in tutte le categorie di acquariofili. Discus, i pesci che parlano. Curare un pesce è sempre un’operazione complessa, perché a differenza degli umani, i pesci non sono in grado di comunicare al medico le loro sensazioni. Eppure esistono delle eccezioni. Si può comprendere lo stato di salute di un pesce dal suo comportamento? Un pigeon non si scurisce, è vero, ma il proprio disagio lo manifesta diversamente. Insomma, partendo da alcune storie personali, gli autori di questo articolo ci indicheranno la via corretta per comprendere cosa i pesci tentano di comunicarci. Un giorno per una vita. Continua e si conclude la storia di Busonera, che si colora di giallo con una serie di sorprese entusiasmanti. Tra Plecostomus, Otocinclus e discus, la storia prende forma e si anima di nuovi personaggi, pur contenendo una serie di notizie tecniche che potranno servire il lettore in varie occasioni. Potremmo chiamarlo “romanzo scientifico”, sorta di nuovo stile letterario inventato ad hoc per i lettori di aquariophylia!
Nel prossimo numero vi proporremo: L e c t i o M a g i s t r a l i s: meduse. Il nostro esperto ci porta questa volta a scoprire il mondo molliccio dei “pesci gelatinosi” (jellifish, per gli anglosassoni). Le meduse appartengono al Phylum degli Cnidari e, pertanto, sono parenti stretti di attinie, gorgonie e coralli. Partendo da questo fermo punto di vista tassonomico l’autore, che studia questi animali a livello accademico, ci offrirà una panoramica davvero magistrale, quale non avete mai avuto occasione di leggere, di questi interessanti quanto poco considerati organismi.
Incidenti ed errori nell’acquario marino mediterraneo. La sezione Mediterraneo è sempre tra le più interessanti della nostra rivista e nel prossimo numero verranno indicati tantissimi possibili incidenti, per imparare a controllarli, prevenirli, risolverli. Passando dalla sovrappopolazione agli errori di allestimento dell’impianto elettrico parleremo di equilibri ecologici e di abitudini da rispettare dei vari organismi allevati. Un articolo da ritagliare e conservare!
Pesci fuor d’acqua. Alcune specie ittiche possono a lungo vivere fuori dall’acqua sfruttando l’ossigeno atmosferico per le proprie funzione metaboliche. Tra questi animali ricordiamo quelli che fanno parte dell’ Ordine dei Dipnoi, che comprende 6 specie ittiche polmonate presenti in vari continenti. Il nostro esperto vi illustrerà le peculiarità di 144
Link: I c h t h y o p h t y r i u s m u l t i f i l i s. È certamente la malattia dei pesci più nota al grande pubblico, quella dei puntini bianchi. Forse non la più frequente al giorno d’oggi. Come controllarla, riconoscerla, curarla? Imparerete grazie alla navigazione protetta offerta dal nostro esperto.
possibilità di partecipare alla diffusione degli animali acquatici nel mondo pet. L’argomento è stato trattato nel corso di una conferenza recensita dalla nostra collaboratrice. Come si fa. La terza parte del filmato presente anche in questo numero conclude il nostro incontro a tutto campo col pesce angelo. Altro appuntamento da non perdere, per nessuna ragione!
I vostri contributi fotografici. Apriamo nel prossimo numero una nuova rubrica. Inviateci le foto dei vostri acquari. Diteci come li avete realizzati! Saremo felici di farvi condividere esperienze con gli altri lettori della rivista. Potrete farlo utilizzando il forum, la posta della rivista o quello che vi pare. Ma decidete di essere protagonisti per un giorno! Attendiamo le vostre foto! Le prime sono già giunte e siamo pronti a mostrarle nel numero di settembre.
Alimenti vivi poco noti. Lorenzo Luchetta ci spiega nel prossimo numero come allevare una serie di organismi interessanti e spesso poco considerati dall’acquariofilo, dalle tarme della farina ai grilli. Possono servire come eccellenti alimenti vivi per pesci di varie taglie.
Questo non mi convince. Riappare la rubrica con un commento in negativo da parte vostra. Un lettore ci comunica le sue impressioni negative proprio in merito ad un prodotto che avevamo proprio su queste pagine consigliato. Situazione imbarazzante? Tutt’altro! Non abbiamo interessi commerciali e possiamo quindi permetterci di discutere a viso aperto di qualsiasi problematica tecnica. Ovviamente abbiamo dovuto riprendere in mano l’argomento ed effettuare un vero, approfondito test di banco. Saremo pronti tra un mese ad offrire il nostro parere tecnico sulla questione.
Il cubo d’acqua. Continua la serie sui miniacquari. Nel prossimo numero parleremo di una “cosa” un po’ più grande della lampadina trattata questo mese, e più simile ad un acquario, pur nelle sue dimensioni estremamente contenute. Un arredamento con stile, nel pieno rispetto degli organismi contenuti. …E poi Carassio, la rubrica dei viaggi, l’angolo dell’architetto, i test e tanto altro per tenere sveglia la vostra attenzione, vigile la passione! Arrivederci allora e, nel frattempo, studiate ancora il numero estivo, per arrivare preparatissimi al prossimo appuntamento col mondo della natura in casa.
L’acquario di Genova. Si conclude con la seconda puntata il viaggio nelle sale dell’acquario più grande d’Italia. Prenderemo in considerazione le varie attività didattiche e qualcuna delle belle, indimenticabili immagini che restano negli occhi e nel cuore del visitatore.
Ovviamente questo è quanto abbiamo già… in forno. Se desiderate un menu “a la carte”, come sempre, non esitate a scriverci, inviando le vostre richieste tramite le apposite finestre del nostro sito web: www.aquariophylia.it o inviando una mail ad aquariophylia@gmail.com. Saremo felici di accontentarvi
Le schede informative sugli animali da compagnia. Una nuova iniziativa di una associazione specializzata offre a tutti la 145
NOTIZIA PER GLI ABBONATI Aquariophylia va in ferie insieme a voi. Per questo motivo, come avrete notato, questo numero 6/7 copre i mesi luglio ed agosto. Ci rivedremo dunque a settembre, più riposati, più preparati, con tanta voglia di fare da parte di tutti. Approfittate dell’estate per rileggere questo numero cliccando su tutti i link che trovate nelle pagine seguenti. Viaggiando in internet accompagnati dai nostri suggerimenti potrete trascorrere piacevolmente il tempo delle vacanze, gustando appieno i vantaggi offerti da questa pubblicazione, cosa non sempre possibile in inverno, quando il tempo per leggere e viaggiare in internet è limitato. Provate a visitare i siti delle aziende cliccando sulle pagine pubblicitarie, per saperne di più su prodotti e novità. Cliccate sui siti delle associazioni per gustare tutte le informazioni che ognuna di esse vi mette a disposizione. Cliccate sui link dei nostri autori, per approfondire argomenti tecnici, visionare i loro filmati, accedere a nuove informazioni. Vi accorgerete che un mese non è sufficiente per gustare tutti i contenuti offerti, e godrete con soddisfazione di tanta opulenza e ricchezza di materiali. Quindi arrivederci a settembre, con una rivista ancora più ricca ed autorevole. Come di consueto vi chiediamo un piccolo “pagamento”: inviate il link per l’abbonamento gratuito ad almeno uno dei vostri amici, come sempre, dopo aver ricevuto la rivista. Farete un magnifico regalo al conoscente e contribuirete a rendere la vostra rivista più forte, garantendovi così di continuare a riceverla anche in futuro. È necessario il contributo di tutti per continuare a raddoppiare il numero dei lettori ogni mese. Buone vacanze dall’intera redazione!