Lectio Magistralis: meduse Ryukin Aquariophylia Photo Contest
Link: Ichtyo Fai-da-te: il cubo d’acqua Scoop e indiscrezioni: HyperBakto Betta splendens in concorso Il filtraggio
Come si fa: Lo scalare
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È… CLICCABILE! Eccoci qua, come nuovi, ancora una volta dopo le vacanze estive! Coloro che ci scoprono solo adesso, forse ancora abituati all’antica carta stampata, potrebbero sentirsi disorientati, ma basta poco per adeguarsi scoprendo tutti i vantaggi del supporto moderno. Senza dubbio, questa pubblicazione multimediale potrà offrirvi numerosi vantaggi rispetto ad una rivista tradizionale! Ad esempio troverete filmati veri che prenderanno vita dopo un semplice click! Inoltre troverete delle pagine di
link, che vi permetteranno di divertirvi in rete, guidati dagli autori della rivista. Persino le pagine pubblicitarie sono interattive e vi permetteranno di vedere cosa bolle in pentola a casa delle aziende produttrici. Ma i vantaggi per i nostri lettori non finiscono qui! La rivista è totalmente stampabile. Potrete dunque archiviare i vostri fascicoli anche in forma cartacea. …E c’è di più: in fondo ad alcune pubblicità sono presenti piccoli moduli stampabili. Cercateli subito, stampateli ed inviateli per posta normale (basta un francobollo da pochi centesimi). Riceverete a casa vostra simpatici omaggi da parte delle ditte produttrici senza per questo dover nulla a nessuno. Garantiamo noi di aqua-
riophylia: oramai potete fidarvi!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Edito dall’Associazione Acquariodiffusione COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Organizzazione editoriale & Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Cristina Mandaglio (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Francesco Denitto (Consigliere di Redazione) RESPONSABILI DI SEZIONE Paolo Busonera (Discus) Tony di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Alessandro Falco (Cibi Vivi) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Carassio Aurato Paolo Busonera Rita Colognola Francesco Denitto Tony Di Meglio Matteo Grassi Gennaro Iovine Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Antonio Piccolo Maurizio Quarta Isaia Rosica Franco Savastano Valerio Zupo REDAZIONE: aquariophylia@gmail.com Pubblicità e redazione: Vimax srl - Via Rezzonico 23 – Como tel. 031301059, e-mail: vimaxcomo@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it/home/index.php?option=com_comprofiler&task=registers&Itemid=84 Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: Aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno I - n째 8 settembre 2011
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Editoriale Tante cose interessanti in questo numero… Lettere in redazione Lectio Magistralis: “La forma dell’acqua”… meduse di Francesco Denitto Cibi vivi: Allevamento e riproduzione di vari cibi vivi prima parte di Lorenzo Luchetta Un giorno per una vita, tra Scalari e Discus seconda parte di Paolo Busonera La rubrica del Carassio Agenda degli eventi dei prossimi mesi Acquario di Genova: sulle tracce di Colombo seconda parte di Rita Colognola Il mio acquario di Ryukin di Maurizio Quarta Dalle Associazioni Questo non mi convince Photo Contest NapoliAcquatica Recensioni & Novità a cura della Redazione 98 - Aquarialand Haquoss Excellence 100 - JBL Easy test 5 in 1 102 - Ocean Nutrition Discus Pellets 104 - Prodibio Bioclean NanoSalt 106 - Samolus valerandi 108 - Sicce HyperBakto 110 - Tetra Marine mix gel
112 114 118 122 126 132 134 140 144 146 148
Le recensioni di Aquariophylia. A. Soh - Discus: La nuda verità recensione di Gennaro Iovine Vai col link: Ichtyo, la malattia dei puntini bianchi a cura di Mario Loffredo Fai-da-te: il cubo d’acqua di Tony di Meglio & Valerio Zupo Zoomark 2011 terza parte Betta splendens in concorso! di Matteo Grassi Rubrica: dai nostri lettori. Questo mese Aldo Giannone Pillole: Il filtraggio seconda parte di Isaia Rosica Stimoli di viaggio: Heniochus acuminatus di Franco Savastano Zoomark 2011: Schede informative sugli animali da compagnia di Rita Colognola Come si fa: Lo scalare, si chiude il ciclo terza parte di Antonio Piccolo Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra! VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. PAOLO BUSONERA (Responsabile sezione discus) nasce a Genova il 30 maggio 1964. Da sempre appassionato del mare, degli animali e di acquari. Appassionato di fotografia naturalistica pubblica, insieme ad un amico, alcuni articoli sugli uccelli rapaci e non. Negli anni ‘90 allestisce un piccolo acquario da salotto, in seguito scopre che i discus sono la sua passione e li alleva ormai da dieci anni. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana
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Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario. TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. ALESSANDRO FALCO (Responsabile sezione Cibi Vivi) giovane acquarista e vicepresidente della Associazione Acquariofili Abruzzese, ha collaborato con importanti ditte del settore nella realizzazione di alcune mostre di acquari. Laureando in Acquacoltura e Ittiopatologia, Alessandro gestisce una fishroom di oltre 4000 litri dove alleva e studia gli animali oggetto dei suoi articoli. Le sue esperienze sono raccolte nel suo sito personale www.aquariumculture.com. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie.
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STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. MAURIZIO QUARTA salentino verace, nasce a Lecce nel 1976, dove attualmente risiede. Laureato in Tecnologie per i Beni Culturali opera nel campo della modellazione 3D di manufatti storico-archeologici. La sua avventura acquariofila si avvia da ragazzino, partendo da un piccolo classico acquario di pesci rossi per poi virare con successo verso il marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai!.. E così da alcuni anni si dedica appassionatamente all’allevamento di varietà pregiate di carassio, cui dedica una vasca di oltre 600 litri, e agli acquari con piante. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia, la bonsaistica e la coltivazione-collezione di piante grasse rare. Da diversi anni è socio attivo del G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino). ISAIA ROSICA (Autore) nato a Guardiagrele (CH) il 12 giugno 1979, è dottore in Acquacoltura ed Ittiopatologia, laureatosi all’Università di Bologna, sede di Cesenatico. È stato per due anni tecnico addetto alla serra presso un noto importatore di pesci tropicali. Ha avuto contatti e rapporti lavorativi con molte importanti ditte del settore. Acquariofilo appassionato è socio dell'Associazione Acquariofili Abruzzesi da quasi vent'anni.
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CONCETTI APPARENTEMENTE OVVII… MA NON PER TUTTI al momento della ripresa delle attività, dopo il rallentamento estivo e questo rappresenta per aquariophylia, in qualche modo, il momento della verità. Infatti avevamo stabilito un primo obiettivo di medio termine per verificare le reali potenzialità della rivista e, di conseguenza, le intenzioni degli sponsor. È questo un progetto utile a diffondere gli acquari nel nostro paese? Può rappresentare un “buon affare” per i produttori italiani di acquari ed accessori? Queste sono le domande fondamentali da porre perché è ovvio che se il progetto produce ricchezza, allora sarà conveniente finanziarlo e mantenerlo in vita. Se, al contrario, accontenta solo le velleità di una insignificante porzione di pubblico, allora bisognerà abbandonarlo, con buona pace di tutti coloro che continuano a sommergerci di affettuosi e sinceri complimenti (sono quelli che ci hanno sostenuto negli ultimi mesi!). Ovviamente questo editoriale è stato scritto qualche tempo fa, quando il numero di lettori per fascicolo era ancora attestato sulla interessante quota di 18.000 circa. Molto interessante per una rivista di nicchia in lingua italiana (probabilmente è la prima volta che una rivista di acquari raggiunge questi livelli nel nostro paese… ed in soli 6 mesi di attività!), ma ancora lontano dai nostri obiettivi. Sarà aumentato durante l’estate? Saranno cresciuti anche gli abbonati al sito? I livelli di diffusione raggiunti saranno sufficienti a giustificare un investimento da parte degli sponsor? Al momento di scrivere queste righe non ci è dato saperlo ma, se le state leggendo, è molto probabile che abbiamo passato il primo esame a pieni voti! Proprio queste analisi però ci spingono anche a riconsiderare alcuni concetti fondamentali, che vorremmo fossero condivisi da lettori, sponsor e negozianti. Alcune settimane or sono (il tempo è volato durante l’estate!) c’è stata un po’ di discussione accesa nel nostro forum, a proposito del significato di “comportamento corretto”. Il tutto è partito da una banale richiesta di informazioni sui pesci in boccia ed è sfociato in un acceso dibattito di merito deontologico che, per correttezza e
Siamo
trasparenza, abbiamo voluto riportare integralmente nella rubrica lettere di questo numero, abbandonando per un attimo gli argomenti più tecnici. In sintesi, un affezionato lettore ha ritenuto “ovvio” che alcuni pareri offerti nella rubrica dei test fossero stati dettati da esigenze dello sponsor. Ovviamente è lecito per chiunque pensare tutto il male possibile o tutto il bene possibile di chiunque altro. Ma vorremmo porre l’accento su alcuni fenomeni che purtroppo appaiono “normali” ai giorni nostri, mentre sarebbe giusto che sollevassero un po’ di sana indignazione. Andate a leggere la rubrica lettere per comprendere meglio questo messaggio ed apprendere la nostra posizione sulla faccenda. Vogliamo invece approfittare di questo breve spazio per chiarire bene alcuni punti. Quando parliamo di “sponsor” ci riferiamo a produttori, grossisti ed altre entità del mondo produttivo che decidono di spendere dei soldi per far vivere questa rivista e per donare a tutti gli acquariofili italiani una pubblicazione autorevole e divertente al tempo stesso. Perché lo fanno? Evidentemente per guadagnarci. Non potrebbe essere altrimenti. Se vado in salumeria e pago tre euro, poi pretendo in cambio un etto di prosciutto cotto. Se mi reco al cinema e pago otto euro pretendo poi, in cambio, di assistere ad uno spettacolo. Se entro in libreria e pago venti euro, pretendo in cambio un bel libro da leggere, seduto comodamente in poltrona. Dunque, se pago per una rivista, pretendo poi di ottenerne dei ricavi: non si tratta di semplice beneficienza! Tutto questo è
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ovvio. Ed è anche lecito. Non solo! È corretto, giusto e benefico (perché permette agli hobbisti di ottenere un prodotto senza pagarlo). Quindi, nella parola “sponsor” non c’è alcuna accezione negativa. Al contrario: si tratta di aziende che hanno a cuore la diffusione del nostro hobby e meritano, dunque, tutto il nostro rispetto, la nostra ammirazione e… la vostra riconoscenza. Ma in che modo gli sponsor ricevono vantaggi nello spendere dei soldi per questa rivista? Nell’unico modo lecito, corretto e positivo: presentano i loro prodotti in apposite pagine (dette “pagine pubblicitarie”) e pretendono che questo messaggio raggiunga il maggior numero possibile di lettori. Ovviamente, uno sponsor che paghi un euro per pubblicare la fotografia del nuovo filtro “Pillo” o del nuovo schiumatoio “Pallo” lo fa perché crede nella bontà del suo prodotto: chi pubblicizzerebbe una cosa destinata a non essere venduta? Dunque, si tratta di investire in qualcosa in cui si crede, attraverso un mezzo di accertata qualità e diffusione. Per questo motivo, il nostro “ruolo” (o almeno, il nostro obiettivo) è quello di essere autorevoli e ben diffusi. Sull’autorevolezza della redazione i lettori sono gli unici giudici: leggete i nostri articoli e diteci se vi paiono corretti. Sulla diffusione possono dire le tante agenzie che certificano il nostro numero di copie distribuite. Questo dunque è il nostro compito e lo assolviamo con amore e rettitudine. Cosa non possono chiederci degli sponsor? Non possono, ad esempio, chiedere pareri a pagamento. Apparentemente alcuni lettori troverebbero questa cosa “accettabile” in cambio dei fondi profusi dagli sponsor. Noi no! …E perché mai, di grazia? Perché se noi accettassimo di essere pagati per affermare che il filtro Pillo funziona bene, tradiremmo la fiducia dei lettori. Il lettore non considera il nostro redazionale come una pagina pubblicitaria. Lo legge “senza difese” e si fida. Poi compra il prodotto e, magari, non lo trova confacente alle descrizioni. Così, giorno dopo giorno, noi perdiamo lettori. Se perdiamo lettori non possiamo più garantire allo sponsor i numeri che avevamo promesso. Quindi facciamo un pessimo lavoro per lo sponsor stesso. Inoltre, consideriamo che è da iscrivere alla categoria di sponsor anche il concorrente del produttore del Pillo, e quello si arrabbierà non poco se scopre che ci siamo fatti pagare per scrivere delle corbellerie. …E smetterà di essere nostro sponsor. O peggio, pretenderà anch’esso
un redazionale a pagamento. In questo modo le frottole scritte aumentano ed i lettori diminuiscono. Al diminuire dei lettori anche gli sponsor non trovano più utile finanziare la rivista. …E il progetto perisce, miseramente! Ecco perché affermiamo ancora una volta, con forza e determinazione, che noi amiamo tanto gli sponsor da conservarci corretti per tutti loro e per i lettori, che sono gli unici veri padroni di questa rivista. Chiedeteci di tutto, ma non di barare. Solo in questo modo la spesa necessaria per sostenerla sarà un buon affare per tutti. Intendiamoci: scrivere pareri a pagamento non è illecito. Ma è scorretto nei confronti dei concorrenti e dei lettori! Noi intendiamo procedere su una strada molto dritta, sottile come il filo di un rasoio. Non si tratta di un obiettivo facile. Ma questo è il nostro impegno. Quindi avvertiamo pubblicamente, qui, chiunque desideri richiedere pareri a pagamento, che semplicemente non siamo disposti a farlo. Questo significa che i nostri pareri saranno sempre giusti? Abbiamo detto corretti! Ma di certo non abbiamo il dono dell’infallibilità. Dunque, potrà certamente accadere (anzi, accadrà prima o poi!) che un nostro autore prenda un abbaglio, considerando “eccellente” un aeratore che si brucia quasi sempre dopo due ore di funzionamento! …O scriverà peste e corna di un materiale filtrante eccellente, ideale per tutti gli utenti. A questo non c’è rimedio, perché l’infallibilità non è di questo mondo. Ma si può correggere il tiro. La rivista è di tutti: utenti, produttori, negozianti. Quindi, in caso di errori (almeno secondo il vostro parere) scriveteci e faremo in modo da verificare più a fondo la questione. Potremo discutere per mesi sul forum della rivista. Potremo pubblicare infinite revisioni ed argomentarle cercando in letteratura scientifica tutte le basi per analizzare la questione. Gli esseri viventi, come suddetto, non sono infallibili, ma lo divengono grazie ad un meccanismo evolutivo di adattamento e correzione degli errori! Noi seguiremo questa via “darwiniana” e speriamo che anche per noi si riveli la strada vincente. In definitiva, lo suggeriamo a tutti (lettori, produttori, negozianti): se trovate delle cose che non vi convincono scrivete immediatamente e noi riprenderemo in esame la questione, sino a definirla perfettamente. Fatelo però andando nel merito tecnico, vi preghiamo, non supponendo a priori una nostra truffaldina volontà o complicità. Possiamo involontariamente sbagliare: aiutateci a correggere!
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QUESTO NUMERO...
in breve LECTIO MAGISTRALIS: FRANCESCO DENITTO E LE SUE MEDUSE. Le meduse appartengono al Phylum degli Cnidari e, pertanto, sono parenti stretti di attinie, gorgonie e coralli. Il Phylum degli Cnidari, in accordo con la tassonomia aggiornata, comprende 2 Subphylum: Anthozoa e Medusozoa. Al primo gruppo appartengono, ad esempio, le attinie ed i coralli che formano le barriere coralline e che vengono inclusi nella omonima classe degli Antozoi; il secondo Subphylum è invece composto da 4 Classi: Scyphozoa, Staurozoa, Cubozoa e Hydrozoa. Denitto però riesce a darci una visione più amorevole e meno tecnica di questi animali, pur essendo un profondo conoscitore della loro tassonomia e biologia, conducendoci sino alle notizie indispensabili per allevare in acquario alcune specie. Finalmente riusciremo ad allevare animali gelatinosi senza problemi!
CONSIGLI PER RIPRODURRE AUTONOMAMENTE LA TARMA DELLA FARINA, LA CAMOLA DEL MIELE, LE TARME KAIMANO ED I GRILLI. Sicuramente le larve di alcuni insetti di cui parleremo, sono la stragrande maggioranza. Quelle che più sono commercializzate e diffuse sono tre, la tarma della farina, la camola del miele e la larva kaimano. Scopriamo di preciso che cosa sono questi tre insetti, che vengono utilizzati come alimento nello stato larvale. Le tarme della farina sono gli insetti da pasto più diffusi e più commercializzati nel mondo pet; come vedremo sono adatti per diversi animali, e per chi volesse produrle autonomamente non comportano grosse difficoltà. Con il nome scientifico di Zophobas morio è classificato un appartenente alla famiglia dei tenebrionidi più noto come larva kaimano. Come camola del miele, invece, è nota la larva della Galleria mellonella, che è un lepidottero infestante degli alveari di Apis mellifera. Questi sono gli strani protagonisti di questo numero, ma il discorso continua nel prossimo, per tutti gli appassionati con lo stomaco… forte.
UN GIORNO PER UNA VITA CON I DISCUS. Si conclude con questo numero lo splendido romanzo scientifico del nostro Busonera. Dopo un ultimo controllo ai valori dell’acqua possiamo procedere all’acquisto dei primi pesci. Oramai l’acquario descritto dall’autore iniziava a vivere e anche Carlo, che per tanti anni sognò una vasca con “il re dell’acquario”, era soddisfatto. Due soli discus, però, erano pochi poiché sono pesci di branco e così iniziò a girare per negozi al fine di vedere altri esemplari. Volete sapere come va a finire la storia? Non vi resta che andare subito alla pagina in questione dove, tra colpi di scena e dati reali sulle caratteristiche dell’acqua e le zone di provenienza, sarete catapultati in un mondo umido, irreale, eppure tecnico e molto vero.
CARASSIO. C’è qualcuno disposto a raccontarci delle sue vacanze? Ve lo chiede Carassio in persona e non potete esimervi! Il nostro si lamenta delle poche pulzelle che si manifestano sulle nostre pagine. Saranno veramente poche? A giudicare dagli abbonamenti ottenuti no (a meno che qualcuno di voi non si sia registrato… con cambio sesso!). Carassio riprende in esame la diatriba sulle “pubblicità” che ha già preso posto nella nostra rubrica lettere, e la considera nell’intravedere il futuro della rivista. Dipende da un esame da parte degli sponsors? Anche… senza fondi non si va avanti, ma come Carassio fa notare, noi andremo dritti per la nostra strada anche se ci dovesse condurre… in fondo al mare! In fondo, siamo tutti acquariofili, no? Coraggio dunque: andiamo incontro al nostro futuro, qualunque esso sia!
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I VOSTRI CONTRIBUTI FOTOGRAFICI. Apriamo in questo numero una nuova rubrica. Inviateci le foto dei vostri acquari. Diteci come li avete realizzati (gli acquari… ma anche le foto)! Saremo felici di farvi condividere esperienze con gli altri lettori della rivista. Potrete farlo utilizzando il forum, la posta della rivista o quello che vi pare. Ma decidete di essere protagonisti per un giorno! Attendiamo le vostre foto! Le prime sono già giunte e siamo pronti a mostrarle in questo numero.
SULLE TRACCE DI COLOMBO… L’ACQUARIO DI GENOVA. Nel numero precedente abbiamo iniziato un interessante viaggio nelle sale e nel backstage dell’Acquario di Genova. In questo numero completiamo il viaggio prendendo in considerazione le attività di ricerca scientifica e di didattica, ma anche la difficile gestione di una struttura così grande e complessa. Obiettivo primario dell’Acquario di Genova è l’informazione e sensibilizzazione del pubblico alla conservazione, gestione e uso sostenibile degli ambienti acquatici. La visita risponde ampiamente alle aspettative: è veramente un viaggio appassionante attraverso il mondo, racchiuso nello spazio di 70 vasche. Non mancano alcuni ambienti non acquatici, come l’area dedicata ai colibrì e i terrari dove vengono presentate la foresta del Madagascar e la foresta umida.
IL MIO ACQUARIO DI RYUKIN. Il carassio per antonomasia è il comune pesce rosso il quale, sovente venduto in fiere e sagre di paese, ha la fama (errata) di essere un pesce dalle poche pretese (provate a raccontarlo al nostro Carassio, che ogni mese chiede un aumento di stipendio! N.d.R.). Alloggiato spesso in anguste vaschette o invivibili bocce di vetro, questi animali vengono allevati spesso in condizioni al limite delle minime esigenze vitali. In molti credono ancora che la cosa importante è che i pesci rossi abbiano a disposizione un po’ d’acqua di rubinetto (doverosamente non biocondizionata, n.d.a.) in cui nuotare ed un po’ di pane secco come cibo. Ovviamente non è così! Così il tema introdotto nelle lettere in redazione e ripreso da Carassio diviene qui articolo e argomento da approfondire per divertirci, come sempre, con aquariophylia.
QUESTO NON MI CONVINCE. Situazione imbarazzante questo mese! Nel numero precedente abbiamo pubblicato una recensione su un acquario, considerando, come sempre, solo prodotti che suscitano in noi impressioni positive. Poco prima della pubblicazione un lettore ci invia una lettera in cui vede questo prodotto sotto una luce molto negativa. Bisognava prendere una decisione ed abbiamo fatto la scelta più lineare, come nella nostra politica: pubblicare subito la nostra recensione, senza modifiche, e verificare poi le affermazioni del lettore nel corso di un test di banco. Siamo oggi pronti a pubblicare i risultati di quel test, per esaminare insieme a voi la situazione così come appare, basandoci su dati tecnici inconfutabili.
RECENSIONI E NOVITÀ. Come sempre è ricca la sezione recensioni. Per evitare incomprensioni e false aspettative vogliamo ripetere ancora una volta la ratio di questa sezione fondamentale della nostra rivista. Le recensioni che offriamo non sono in alcun modo pagate o proposte dalle aziende specializzate o dai nostri sponsors. Prendiamo in considerazione prodotti che ci appaiono interessanti sotto vari aspetti (novità, tecnologia, estetica, ecc.) pur senza averli provati a lungo (questo richiederebbe degli approfonditi test di banco, impossibili da realizzare per tanti prodotti diversi ogni mese). Ci basiamo sull’esperienza dei nostri redattori e sul fiuto dell’intera redazione. Dopo le recensioni attendiamo i commenti dei lettori che abbiano realmente provato quell’articolo, per confrontare i pareri e le esperienze. È un modo per fare acquariofilia in-pratica e in-sieme, divertendoci come sempre, senza supponenza, con tanta passione, viaggiando tra le innumerevoli novità che le industrie ci propongono ogni mese e che, spesso, il nostro negoziante di fiducia non conosce ancora. Questo mese parleremo di alimenti speciali, di oligoelementi per l’acquario marino, di attivatori per il filtro biologico, test per l’acqua e di una pianta acquatica. In aggiunta, vi proporremo la recensione di un nuovo libro sui discus. Non è abbastanza? Ma allora siete davvero insaziabili!
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LINK: ICHTHYOPHTYRIUS MULTIFILIS. La malattia dei puntini bianchi, indotta da un parassita dal nome impronunciabile, può essere davvero una piaga per l’acquariofilo. Come si riconosce? Come si cura? Trattare l’argomento con un articolo “classico” ci condurrebbe attraverso una serie di déjà vu perché di questi argomenti le riviste specializzate parlano da sempre. Noi lo affrontiamo con un’angolazione diversa, come sempre. Vi faremo viaggiare attraverso i siti web più interessanti sull’argomento, per garantirvi una navigazione protetta al termine della quale, di certo, sarete diventati esperti dell’argomento. Coraggio… basta cliccare!
IL CUBO D’ACQUA. Talvolta la realizzazione di un pico-acquario nasce da un elemento fortuito, un particolare notato in un negozio di casalinghi o una piantina osservata in una fontana pubblica. Questo mese il nostro esperto di “piccolissimo” ci accompagna nella realizzazione di un acquario cubico di volume lordo pari a ben 5,83 litri! Si tratterà di un vero acquario? Sarà possibile gestirlo senza produrre danni o sofferenze agli organismi allevati? Seguiamo le fasi del processo e proviamo ad imitare, per definire nuovi limiti dell’acquario possibile.
ZOOMARK: VISITA AGLI STAND. Vietato l’ingresso ai semplici acquariofili… ma non se sono lettori di aquariophylia. Nessun’altra rivista vi offre una visita “a sbafo” come questa! Con questa serie di articoli i nostri abbonati potranno godere di un viaggio virtuale attraverso i padiglioni di Zoomark 2011 ed apprezzare tutte le novità tecnologiche presentate (o quasi!). Questo mese affronteremo una lunga passeggiata che ci porterà vis-à-vis con nuovi acquari per Betta, biocondizionatori, sali marini, riviste specializzate, alimenti speciali, substrati da fondo, fertilizzanti, schiumatoi e… tanto altro. Pronti ad oltrepassare l’ingresso senza badge di riconoscimento?
PILLOLE: IL FILTRAGGIO. Nel numero precedente della rubrica “pillole per il principiante” abbiamo preso in considerazione alcuni principi di base della filtrazione meccanica e biologica, definendo anche le caratteristiche “medie” di un acquario tipo in merito al numero di pesci da allevare ed alle dimensioni del filtro. Continuiamo in questo fascicolo andando nel dettaglio di alcuni tipi di filtri “molto popolari” nel nostro paese e molto efficienti, in grado di soddisfare le esigenze di un acquariofilo comune.
COME SI FA: LO SCALARE. Con questo numero si conclude la mini-soap-opera sullo scalare. Lo abbiamo visto accoppiarsi e curare la prole. Oggi ci occupiamo delle cure da destinare alle larve e agli avannotti. Se la riproduzione è avvenuta in modo naturale, ovvero, se le uova sono state lasciate alle cure dei genitori, allora sarà bello osservare la coppia che cura amorevolmente la prole. I piccoli sono guardati a vista da entrambi i genitori e basta veramente poco per metterli in allarme, inducendoli a raccogliere la nuvola di avannotti in un angolo per andare ad esplorare l’ambiente circostante. La crescita è abbastanza rapida e dopo pochi mesi cominceranno a formarsi nuove coppie: è il cerchio della vita che si chiude e noi saremo pronti per una nuova avventura.
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In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it
GRADITISSIMI AUGURI Tantissimi auguri per la vostra rivista, ammiro il vostro spirito di iniziativa, che si impegna nel diffondere questo meraviglioso hobby, ancora da scoprire in modo approfondito, fornendo a tutti, con i vostri articoli, la voglia di aumentare le conoscenze, continuando sempre al meglio l'allevamento di animali in cattività. Ringraziandovi anticipatamente, non posso che augurarvi un caloroso in bocca al lupo. Grazie, Cristiano Farina I complimenti sono graditissimi come sempre. Non riteniamo comunque di poterci accontentare di quanto fatto sin’ora, né dormire sugli allori. Tutt'altro: siamo solo all'inizio ed abbiamo ancora molto da migliorarci. Speriamo di essere sempre più dalla vostra parte. E in caso di errori, anche piccoli, vi preghiamo, non mancate di farceli notare, per correggerli immediatamente. Restate con noi! TELEGRAFICO, MA DELIZIOSO Hello, nice magazine. Best regards from Germany Bernd Degen I complimenti alla rivista, in qualsiasi lingua arrivino, sono benvenuti. I saluti dalla Germania sono ancora più graditi, conferendo alla nostra pubblicazione un piacevole sapore di internazionalità. Ma quando entrambi i regali vengono inviati da un nome come quello in firma, autore di innumerevoli, stupende pubblicazioni sui discus, non possiamo fare a meno di inorgoglirci. Grazie mille Bernd, noi siamo, di pari, veri fan dei tuoi scritti! La rivista è anche tua e saremo onorati, in qualsiasi momento lo vorrai, di ospitare tuoi scritti.
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DUE AMABILI PESCIOLINI ROSSI Salve! Il mio capo ha acquistato una bella coppia di pesciolini rossi: Pad e Pod. Siamo molto affezionati a loro e per questo gli dedichiamo il massimo delle attenzioni possibili. Ho però alcune dubbi: 1. L'acqua va cambiata tutti i giorni? 2. Possono stare due giorni senza mangiare? 3. La notte la sfera che li contiene va coperta per evitare che Pad e Pod saltino dalla stessa? Grazie mille per l'attenzione. .. anche Pad e Pod vi ringraziano!
te, non esagerate, giusto la quantità che possono consumare in un minuto. Il cambio dell'acqua è sempre un momento traumatico, sia per lo sbalzo di temperatura, sia perché nell'acqua di rubinetto potrebbe essere presente cloro in quantità elevata. La cosa migliore sarebbe preparare un secchio con l'acqua la sera prima e cambiare l'indomani almeno metà del contenuto della sfera; operazione da compiere una o due volte la settimana. Pad e Pod possono saltar fuori in ogni momento, quindi è una buona idea coprirli almeno la notte. Ciao Bourbon
LA RISPOSTA DI UN LETTORE Ciao Maddalena, Purtroppo dalle tue domande si capisce che nè tu nè il tuo capo avete esperienza in merito. La sfera è una sorta di camera di tortura e non dovrebbe mai essere usata; per una coppia di pesciolini rossi (Carassius auratus) ci vorrebbe un acquario della capacità di almeno 100 litri, dotato di filtro (si, capisco lo sgomento, 100 litri sono tanti per due pesciolini; il consiglio è dato in prospettiva, sia perché i bimbi crescono, sia perché non sarebbe una cattiva idea allevarne un gruppo di almeno sei esemplari). Comunque, per la misura della vasca fate voi ma tenete presente che nella sfera "sin che campano è fortuna". Due giorni senza mangiare possono stare e quando li alimenta-
SI INTROMETTE CARASSIO Scusate se mi intrometto. Anch'io ho un capo e quindi mi sento un esperto in materia. È politica precisa della rivista aquariophylia (di cui questo forum è parte) evitare qualsiasi forma di terrorismo psicologico, sia in positivo sia in negativo. Scusate, ma in questo sono certo di riportare il parere di tutti i fish killers in redazione. Quindi noi siamo contrari sia agli eccessi di “ecologismo” (es. mai allevare un pesce in acquario perchè soffre e poi stai prelevando il sarago dalla sua tana, tanto meglio metterlo in padella, ecc.) sia agli eccessi di “aquariofilismo” (mai mettere un pesce da 2 cm in una vasca più piccola di due metri di lunghezza ecc.). Allora, mi introduco nella discussione per dirvi il mio parere. Potrà essere un parere sbagliato, sba-
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gliatissimo, ma io nella boccia ci vivo da trent'anni e quindi voglio dire la mia. Ooops... non ora! Sta passando il capo. Passo e chiudo, ci sentiamo più tardi. Vostro, Carassio
vero acquario. Ma questo potrai deciderlo in futuro. Per ora goditi Pad e Pod con gli auguri della redazione. Però bisogna proprio che dica al capo di farlo pubblicare un bell'articolo sull'argomento. Ci provo, sai? E tienimi informato sul loro stato di salute: potrebbero anche essere miei parenti stretti! Carassio
TORNA CARASSIO Allora Maddalena, cerco di riassumere prima che il capo passi di nuovo. La boccia può andare benissimo (io ci vivo dentro da una trentina d'anni) ma bisogna fare le cose per bene e, soprattutto, amare i tuoi pesci e guardarli con gli stessi occhi con cui loro guardano te. Se parti con questo piede giusto tutto il resto viene da sé. Spazio a disposizione. Certo non si può esagerare, ma se ami i pesci capisci pure se stanno stretti. In genere se non sono troppo grandi dovresti considerare due-tre litri per ogni pesce. La tua boccia li contiene? Altrimenti puoi acquistarne una più grande che è pure più bella. Cambi d'acqua. Da fare tutti i giorni, totali e non parziali per non lasciare urina di pesci in giro (a nessuno piacerebbe vivere nella propria urina). Vanno fatti però con molta cautela perché i pesci non riscaldano il loro corpo e quindi sostituire l'acqua (calda) con quella (fredda) di rubinetto significa far passare la loro temperatura corporea da 30 gradi a 15 in pochi istanti. Roba da infarto all'istante. Invece tu devi conservare 2-3 bottiglie d'acqua minerale. Le riempi ogni giorno subito dopo il cambio d'acqua e le tieni da conto. Al momento del cambio, sposti i pesci in una vaschetta piccolina (non tirarli mai fuori dall'acqua per favore) lavi bene il fondo della boccia (senza sapone ma usa le mani per sfregare via alghe e limo), la riempi con l'acqua delle bottiglie e poi rimetti dentro i pesci. Questa cosa devi farla 20 minuti dopo aver somministrato il cibo (non prima). In questo modo togli via i residui di cibo dalla vasca e i pesci vivono sempre in acqua pulita sino al giorno dopo, quando mangeranno di nuovo. OOps. Continuo dopo. Di nuovo il capo!
NON TUTTI LA PENSANO ALLO STESSO MODO No comment Bourbon TORNA CARASSIO Scusa, perchè “No comment?” Siamo qui proprio per comment-are. Forse non sei d'accordo con il mio punto? Niente di male... discutiamo? Sempre tuo Carassio LA RISPOSTA DI BOURBON Allora.... Il buon vecchio Carassio è davvero perspicace; io mi sarei fermato perché ha proprio ragione, non condivido il suo punto di vista "manco per niente". Però, visto il suo civilissimo invito al confronto e spronato da Admin (che secondo me, fa rima con Capo) ci torno su articolando: 1 - Mai tenere i pesci rossi in una boccia. Usare sempre recipienti con grande superficie d'acqua (recipienti rettangolari). 2 - (sarebbe il punto tre, poi spiego perché, permettetemi di sintetizzare). Mai cambiare tutta l'acqua del contenitore in una volta. Provvedere sempre ad un cambio parziale (30%) ogni due giorni, se la vasca non è provvista di filtro. 3 - (che non è un punto, bensì la citazione da una certa pagina 10). Prima di parlare dell'allevamento del pesce rosso, teniamo subito a chiarire una cosa: la classica boccia nella quale vengono tenuti di solito i pesci rossi è un recipiente poco o niente affatto idoneo alla vita di questo animale; e non tanto perché la boccia sferica dà all'osservatore un'immagine bizzarra e contorta del pesce, oppure perché provoca a quest'ultimo "capogiri", costringendolo a nuotare sempre in cerchio. Ma essenzialmente perché la superficie a contatto con l'aria è talmente minima, da non garantire una sufficiente concentrazione di ossigeno nell'acqua. Essendo d'altra parte il pesce rosso un pesce d'acqua fredda che necessita di un elevato contenuto di ossigeno, nella boccia esso è condannato a morte quasi certa. Traggo quanto sopra da uno dei miei "tesori" (che oltre che su e giù per l'Italia, mi hanno seguito in mezza Africa), questo: Pesci rossi. Autore: Hansmartin de Jong Editore: Primaris Anno: 1976 (I "punti" sono il nr. 1 ed il nr. 3 tratti da pag. 6, la citazione come già detto, viene da pag. 10). Dal libretto in questione si apprende molto di più, ma non posso copiarlo per intero, sarebbe troppo lungo e forse pure illegale. Ciò detto, sono il primo ad abborrire il terrorismo ideologico di bassa lega spesso distribuito incon-
CARASSIO 3: LA VENDETTA! Continuo secondo la mia esperienza di pesce. Avrai capito a questo punto che l'acqua va cambiata ogni giorno. Se per due giorni resta la stessa (senza cibo) non è mortale ma certo non è bello. Il cibo invece dovresti darlo ogni giorno, ma se durante i week end non puoi non ti preoccupare: i pesci non muoiono di fame neppure se stanno digiuni per due settimane. Se poi metti sul fondo della zeolite (una specie di ghiaietto bianco che trovi nei negozi di acquari) questa estrae dall'acqua gli inquinanti ed i pesci stanno anche meglio tra un cambio e l'altro. Anzi considera che nel negozio trovi biocondizionatori, curativi, e tante altre cose utili per i tuoi pesci in boccia. La boccia dovresti coprirla per evitare che i pesci saltino. Ma usa una reticella di plastica non un vetro, altrimenti gli togli l'aria. Se li tratti così bene (cambi d'acqua totali ogni giorno senza differenza di temperatura, senza tirarli fuori, dopo aver dato il mangime) vedrai che possono vivere anche per moltissimi anni. E a quel punto forse vorrai regalare loro un
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Bourbon, stà discussione mi tira assai! Ora sono un pochino impegnato perchè il Capo (inchino) mi ha già assegnato l'argomento per il prossimo numero. Quindi non posso scrivere tutto. Però ti propongo una colta sfida (e che altro potrei proporre ad un simpatico ed equilibrato amico come te?): andiamo avanti con la discussione e proponiamo al Capo di pubblicarla tutta integralmente nella rubrica lettere della rivista. Cosa ne pensi? Una sfida senza esclusione di colpi e ad armi pari, per vedere tra noi chi ha ragione. E se ho torto io metto il cappello da asino in pubblico e mi faccio fotografare per la rivista. E se hai torto tu mi accontento che tu lo dichiari. Dai, ci divertiamo? Fammi sapere se accetti il lancio del guanto e partiamo per una cavalleresca "schiaffeggiata". Con affetto e stima tuo Carassio
gruamente ed a piene mani da certi balordi che si fregiano del titolo di verdi o animalisti e sono pure d'accordo con chi afferma che tante strade portano a Roma, però un certo criterio ci vuole. Io stesso sono stato "elastico" nella mia risposta a Maddalena, vuoi per senso pratico vuoi per non ergersi a Solone della domenica; però l'argomento boccia è davvero delicato e, con buona pace per la diplomazia, racconto che ho già scaricato e letto (quasi integralmente) il nr. 5 della Nostra Rivista e vi lascio immaginare il mio stato d'animo, leggendo la recensione della "super-boccia". Capisco che gli sponsors sono vitali e che pecunia non olet, però....... Vabbè, a questo punto credo che sia più che chiaro come la penso, quindi anche aggrappandosi a forzature tipo "riempire per 2/3" et similia, io resto sul mio podio a scagliar anatemi contro le "bocce". Splash, splash, splash, splash Che succede? Un attimo che vado a vedere: ah si, era la mia adorata coppia di Macropodus opercularis che non so come, sono riusciti a seguire la discussione e mi manifestano il loro consenso Salutoni Bourbon
ENTRA IN SCENA ANCHE IL “CAPO”: È LA FINE! Caro amico mio, io concordo quasi al 100% sulle posizioni di Carassio ma su un punto devo intervenire in modo forte e chiaro. Non ammetto - e su questo non transigo- insinuazioni del tipo "Capisco che gli sponsor sono vitali e che pecunia non olet, però.......". Non è questa la nostra politica, è proprio questo che fa la differenza tra noi e gli altri, e non c'è e non ci sarà mai un interesse economico che ci spinga a sputare pareri favorevoli o contrari. Dunque, come ho già avuto occasione di affermare, e lo ripeto qui, anzi, lo urlo, noi possiamo anche sbagliare (e chi non sbaglia?) ma non lo faremo mai per un interesse economico. E dunque, per seguire anche in questo caso la risposta del nostro collaboratore, voglio lanciare anch'io una sfida. Ritieni che la nostra recensione sul BiOrb potesse essere dovuta a rapporti di tipo economico con l'azienda in questione? Scrivi a questi signori (immagino abbiano un sito internet ed un contatto) e chiedi cosa ne pensano del pezzo scritto da aquariophylia su di loro. Ritengo che non sappiano neppure della nostra esistenza... Ma se tu riuscirai in qualsiasi modo ad appurare che esiste un qualsivoglia rapporto (sia pure di semplice amicizia o conoscenza) tra la nostra rivista e quell'azienda, io chiudo sito e rivista domani mattina. Lo dichiaro e mi impegno qui in pubblico. In caso contrario, vi prego, stiamo attenti alle affermazioni (ed alle valutazioni) frettolose. Sulla bontà dei singoli prodotti possiamo discutere per mesi (è questo il bello) ma conservando il totale rispetto reciproco e tenendo fermo un concetto: aquariophylia non si vende e non si fitta. Quindi tutti i pareri espressi oggi ed in futuro, corretti o errati che siano, sono e saranno comunque onesti, schietti e disinteressati. In fede Valerio Zupo
MA CARASSIO NON DEMORDE… Caro amico dall'alcoolico profumato nome, questa discussione mi piace da morire. Tu parli di volumi e superfici e mi inviti a nozze. Tu parli di acqua fredda e contenuto di ossigeno ed io sento salire lungo la schiena un brivido di orgasmo riproduttivo. Tu citi un libretto di De Jong del 1976 ed io già penso a quanto letto pochi giorni fa: The effect of acclimation to hypoxia and sustained exercise on subsequent hypoxia tolerance and swimming performance in goldfish (Carassius auratus). Fu SJ, Brauner CJ, Cao ZD, et al. (2011) Rivista: JOURNAL OF EXPERIMENTAL BIOLOGY 214 Volume (12): 2080-2088 Ci pensi? Proprio pubblicato a giugno del 2011! E porta acqua alla mia boccia. Oh, si tratta di una rivista scientifica refertata con elevato impact factor. Roba da premi Nobel, mica da pesci.
BOURBON TORNA ALL’ATTACCO CON “REGALINI” PER TUTTI @ Carassio: ho letto la fonte da te indicata; solo il sommario, perchè per quanto ne ho capito, per leggere l'intero
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si legge in merito ai prodotti presentati. Dato che l'incendio è scoppiato proprio per un prodotto che si chiama BiOrb 105 (che, guarda caso, è pure in offerta speciale), presentato a pag. 91 del nr. 5 della Rivista, precisamente nella rubrica "Recensioni & Novità", con tanto di link al sito del produttore (non alla "Home", bensì proprio alla pagina per ordinare il prodotto), non mi si venga a dire che questo non è uno sponsor. È vero che l'italico bunga-bunga ha dimostrato ancora una volta che troppe persone hanno portato il cervello all'ammasso, ma non esageriamo, qualcuno che ragiona c'è ancora. Visto poi che qualcosa ti acceca (forse la malafede ?), ti metto sotto agli occhi che non ho scritto da nessuna parte che voi avete "sputato" pareri favorevoli o contrari (anzi, se c'è una cosa che vi salva, è proprio il riquadro "Pro/Contro" ); io ho espresso il mio disappunto per la presentazione del prodotto in quanto tale, non ho detto che lo avete blandito. Concludendo, non so se questa è la fine di un'amicizia appena nata, ho l'abitudine di dire schiettamente quello che penso, per cui, tanto ti dovevo. Silvio Arnone (alias Bourbon) IL “CAPO” TORNA ALL’ATTACCO Caro Silvio (e permettimi di insistere sul "caro" perché da parte mia non c'è alcun preconcetto nei tuoi confronti... anzi), comprendo la tua posizione ma non la condivido. Ancora una volta, per tornare alle tue posizioni mi scrivi cose del tipo "non mi si venga a dire che questo non è uno sponsor" che non hanno alcun fondamento. Risultano semplicemente offensive. Altrettanto offensivo risulta il riferimento ad eventuali bunga-bunga. Ora, partendo dal concetto che chiunque è libero di esprimere pareri pro- o contro- un concetto tecnico (e la posizione di Carassio mi pare esemplare al riguardo) o di credere ciecamente a concetti giusti o errati, al di là dei dati scientifici che eventualmente li supportano, quello che proprio non si può fare è offendere la rispettabilità altrui senza avere dati concreti a supporto. Come ti ho già detto, e confermo, aquariophylia non ha alcun rapporto, né ufficiale, né di semplice conoscenza, con BiOrb. Quella recensione, come tutte le altre, nasce dalla passione di un collaboratore che ha visto il prodotto e lo ha trovato interessante. Poi ne ha definiti quelli che ritiene pregi e difetti, in modo indipendente e disinteressato. Questa è la nostra politica. Questo è il nostro modo di fare, pulito e sincero. Le insinuazioni circa “non alla Home, bensì proprio alla pagina per ordinare il prodotto” sono proprio quelle che permettono i bunga-bunga, perché la gente oramai dubita di tutti, soprattutto degli onesti, e non fa più caso quindi ai disonesti, facendo di tutt'un'erba un fascio. E ti prego di notare che tutti i link ai prodotti sono dello stesso tipo. Servono per permettere al lettore di approfondire con dati diretti. Ti pare strano che io non sia disposto a ricevere insinuazioni di essere un venduto? Se sono qui a rispondere non è certo per soldi e chiunque collabori alla rivista lo sa. Il rapporto con gli sponsor è di tutt'altro tenore e tutti sanno che
articolo occorre iscriversi al sito "The Journal of Experimental Biology". Non ci tengo ad iscrivermi e dato che ci sono di mezzo i cinesi, mi viene in mente un detto attribuito a Mao Tse Dong: "il pesce si abitua all'acqua in cui nuota". Ciò detto, dato che non sono interessato a sfide di nessun genere, mi tengo il mio "libretto pubblicato nel 1976" e resto fermo su quanto già affermato. Se ritieni opportuno pubblicare la discussione nella rubrica delle lettere alla rivista, sentiti libero di farlo; per quanto mi riguarda non ho altro da aggiungere ed a meno di eventuali stimolanti interventi di terze parti, per me il discorso è chiuso. @ Valerio Zupo: il tono del tuo intervento non mi è piaciuto per niente (ed il "caro amico mio", dato il contesto, suona a dir poco ipocrita ). Liberissimo di concordare al 100% con Carassio, non sono in cerca di alleati; in merito al mantenimento dei pesciolini rossi, ho scritto quel che ho scritto guidato dalle mie conoscenze e da quel che mi piace definire buon senso. Chi non è d'accordo gestisca i suoi ospiti secondo le proprie convinzioni/nozioni. Adesso andiamo al sodo e passiamo alla tua incongrua indignazione: io non ho fatto nessuna affermazione e nessuna valutazione frettolosa. Soprattutto, non ho fatto nessuna insinuazione. Ed anche se è superfluo, vista la tua gratuita indignazione, spiego il perchè: proprio sul Sito (o su un numero della Rivista, non ricordo bene ), ho letto che la stessa è gratis proprio grazie agli sponsors. Ciò è normale e non vi è nulla da rimproverare, eventualmente va lasciato alla capacità di discernimento dei lettori quel che
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i redazionali di aquariophylia non sono in vendita. Per questo motivo, ovviamente, distaccandoci profondamente da altre pubblicazioni, mi sento molto addolorato nel vedere che i nostri sforzi di applicare un principio di trasparenza vengono semplicemente confusi con superficialità. Ti ho anche invitato a scrivere direttamente a quei signori (che non conosco) e trovare prove a supporto dei tuoi dubbi. Non posso, ovviamente, fare di più, perché non c'è modo da parte nostra di dimostrare che non abbiamo rapporti di alcun tipo con queste aziende. Poi, se lo vorrai, ti spiegherò nei dettagli cosa significa “gratis grazie agli sponsor” perché non c'è proprio nulla di sporco in questo... anzi! Dunque, tu parli di “malafede” ed anche questo è profondamente offensivo per persone che, credimi, lavorano di notte per produrre una cosa bella e pulita. Saresti indignato anche tu al posto mio, se stessi combattendo per principi di onestà assoluta e venisse qualcuno a dirti che sei “come gli altri”. Ti pare? Mettiti nei miei panni... Dunque, da parte nostra non solo c'è completa apertura, ma anche la volontà di continuare un'amicizia schietta e sincera, ma rispettosa dell'altro. Il parlar chiaro è fatto per gli amici e su questo concordo in pieno sulla tua conclusione. Pertanto ti chiedo di cooperare per rendere la rivista ancora più trasparente (lo stai già facendo) e, se hai dubbi o sospetti, di esporli con chiarezza. Noi siamo qui aperti a qualsiasi discussione, proprio perché non abbiamo nulla da nascondere. Chi è vicino alla redazione lo sa bene.
TORNA BOURBON, E L’ARMONIA! Ho letto con attenzione la tua risposta: dato che da essa traspaiono intenzioni costruttive e realmente amichevoli, sono qui a risponderti, anche se sarebbe meglio argomentare “de visu”, visto che il tutto è scaturito da un grossolano errore di fondo. Purtroppo dato che abito molto lontano, non mi è possibile invitarti ad un incontro allo chalet da Ciro, nella bella cornice di Mergellina, per parlare gustando un ottimo caffè ed altre prelibatezze. Il desiderio di chiarire mi spingerebbe ad analizzare in dettaglio tutti i punti, ma ritengo preferibile la sintesi, quindi cercherò di essere breve. Cominciamo da qui: non ho insinuato da nessuna parte che sei un venduto, anzi ho sottolineato che non vi è nulla di “sporco” nel fatto che la Rivista abbia degli sponsor. È normale e giusto, per fare un lavoro come si deve la passione non basta, occorre anche il denaro. Non occorre che tu mi spieghi quali sono i vostri rapporti con gli sponsor, sono un semplice lettore, non un membro del consiglio di amministrazione. Dirò di più, ho già accennato che avevo letto qualcosa in merito, adesso posso essere più preciso: mi riferivo a quanto scritto dal buon Carassio alla pag. 100 e seguenti del nr. 5. Nella sua risposta alla lettrice Anna, secondo me vien detto tutto quel che un normale lettore dovrebbe sapere a proposito dei rapporti fra sponsor e rivista, anzi di più ed è anche evidenziata la "politica" di correttezza della Rivista, in merito alla quale, personalmente non ho mai dubitato.
Il punto dolente è che nonostante io non abbia mai detto che sei un venduto, tu l'hai intesa in questo modo; in verità mi riesce molto difficile credere che la recensione di quel prodotto sia il frutto di una presentazione fine a se stessa, priva di ricaduta economica. Insisti nel dire che non è così, è difficile da mandare giù (il prodotto è inserito nella sezione più commerciale della Rivista, vi è tanto di link; insomma, tutti i crismi del caso. Inoltre, il prodotto è “presentato”, non "consigliato". Quindi a nessun titolo vi è da gridare al “venduto”, "loro pagano per la pubblicità, il prodotto esiste, noi lo presentiamo, a chi piace se lo compra, chi non lo apprezza passa oltre”. In questo senso va inteso il “pecunia non olet” ). Ma non mi areno su questo punto, ritengo più importante spiegare in dettaglio perché non mi è piaciuto vedere quel prodotto sulla Rivista: mi piace pensare ad Aquariphylia come a qualcosa di “alto”, trovo quindi fuori luogo veder recensita una boccia, sia pur supertecnologica. Ti stai chiedendo perché ? Perché se oggi è la boccia, magari domani è il turno del palombaro di plastica o dello scrigno del tesoro; in fondo, sono innocui e piacciono a tanti (sigh !). Però, la presenza di simile oggettistica, secondo me svilirebbe la Rivista. Vorresti rispondere che i gusti sono gusti? Legittimo, però io al posto tuo proporrei un sondaggio in merito, con la speranza che rispondano acquariofili “veri”, non quelli baubau, micio-micio, categoria ho-vinto-il-pesciolino-alla-fiera. Ecco, ho detto che volevo essere sintetico, quindi qui mi fermo, spiegarmi più chiaramente credo non sia possibile ed analizzare altri dettagli della tua risposta, sarebbe ridondante, per cui, ho finito. Con vivo apprezzamento passo i miei migliori saluti a Te ed alla Redazione tutta. Silvio Arnone
sacro, per me e per tutti i collaboratori. Allora, credimi ti prego, ti ribadisco che noi non abbiamo rapporti di alcun tipo con quella azienda e che tutti i redazionali sono scritti da noi in assenza di qualsiasi “prezzo”, scelti da noi, decisi da noi in piena indipendenza. Gli sponsor possono acquistare pagine pubblicitarie. Punto! Aquariophylia mette a loro disposizione le sue pagine a pagamento, che per questo motivo sono ben riconoscibili dai lettori. Se uno sponsor vuole un redazionale a pagamento può averlo, però. Lui acquista una pagina, ci scrive dentro quello che vuole, e noi la impaginiamo con una bella cornice in cui è scritto “pubblicità... pubblicità... pubblicità”. In questo modo il lettore sa cosa sta leggendo. Pubblicità a pagamento, oppure redazionale, che esprime pareri (giusti o sbagliati) della redazione. Non so se rendo l'idea. Capisco che nel panorama di pattume che ci circonda, l'idea di pubblicare dei redazionali a pagamento possa apparirti come una cosa possibile. Ma noi semplicemente non lo facciamo. In questo modo i nostri lettori aumentano esponenzialmente e sono molto affezionati. E gli sponsor hanno un motivo giusto e onesto per sceglierci: siamo “puliti” ed abbiamo tanti lettori. Che vogliamo far raddoppiare ogni mese. Anche il numero di lettori è “trasparente” in quanto certificato da terzi. Quindi anche qui è tutto limpido e cristallino, mi pare. Quindi i lettori hanno tutto da guadagnare (sanno bene cosa stanno leggendo), gli sponsor hanno tutto da guadagnare (messaggio pubblicitario chiaro e limpido che raggiunge tanti utenti finali) e noi... beh, speriamo di guadagnarci qualcosa, un giorno! Però la storia dei palombarini e di tutto il resto merita una bella discussione approfondita. Quella sì, andando nel merito, nella tecnica e nella scienza. Ebbene sì, abbiamo intenzione di parlare anche di palombarini e, perché no, di
PACE È FATTA! Caro Silvio, ma è ovvio che io abbia esclusivamente intenzioni costruttive. Ma ti pare che se avessi avuto dubbi sulle tue intenzioni avrei perso tempo a mettermi in gioco e a scrivere personalmente? Non so se si veda l'ora da qualche parte. Ma è mezzanotte e mezza ed io sono qui a rispondere, perché a quest'ora molti di noi (di domenica!) sono ancora al lavoro per regalarvi un bel numero della rivista. Io ho immediatamente provato stima nei tuoi confronti, infatti ti abbiamo anche chiesto di collaborare, ricordi? Però devi comprendere una cosa: stiamo cercando di fare una cosa diversa. Stiamo cercando faticosamente di farlo capire sia ai lettori sia agli sponsor. Aquariophylia non esprime pareri a pagamento. E non lo farà mai. Esprime pareri. Certamente ci capiterà di esprimere pareri errati (e dove lo troviamo un redattore infallibile?). Quindi sui pareri si può discutere. Anzi, dobbiamo discutere. Perché quanto è errato possa essere corretto. Sulle nostre intenzioni no. Sarebbe la fine del progetto. Ora, tu mi dici che “suggerire” un prodotto in quelle pagine facendosi pagare non sarebbe illecito. Certo, dal punto di vista legale no. Da quello deontologico sarebbe un mas-
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re. Facciamo un bel baccano! Be, almeno un po’ di rumore, no? tuo, indistintamente Carassio P.S.: io e te amici, vero? No problem= No war? No sberl? Io piccolo e indifeso. Ricorda... LE CONCLUSIONI DI BOURBON… Ciao Carassio, non è che non voglio disputare con te (hai notato? Pure il Capo ha detto che il tuo comportamento è esemplare), il fatto è che non ho niente da aggiungere a quanto già detto in merito alle “sfere ornamentali adibite al mantenimento di organismi acquatici”; se tu, che conosci i "segreti del mestiere" ritieni "ganzo" spostare la discussione nella rubrica delle lettere, fai pure (te l'ho gia' detto), riporta pure quanto ho affermato finora, però (ho gia' detto anche questo), a meno di stimolanti nuovi interventi il cui contenuto neanche immagino, io mi limiterò a leggere. Non mi piacciono le bocce e non mi piacciono le colonne presenti negli acquari pubblici (all'uShaka Marine World di Durban - South Africa, ne hanno piantata una con dentro uno stuolo di Monodactylus argenteus). Per cui, anche se inopinatamente dovesse presentarsi una legione di entusiasti sostenitori, che dati alla mano, cercassero di convincermi che tali orrori sono cosa “giusta e buona”, io non ribatterei argomentando con “x” o con “y” perché proprio non mi interessa convincere nessuno. Potrei offrire un parere se richiesto, e, l'ho già dato.
scheletri di plastica! Comprendo il tuo punto (e il tuo disgusto!). Ma discutiamone. Però non a quest'ora. Perdonami! Sarà bello incontrarci ancora qui, su questa rivista, ed avere con te (e con gli altri lettori) una discussione aperta su questi argomenti. Perché la rivista è tua quanto mia (non ti meravigliare dunque, se discuto con te e con gli altri lettori di questi argomenti delicati). E non è detto che io non passi dalle tue parti (viaggio spesso per lavoro). Magari niente pizza ma... A presto. Valerio Zupo
…E LE NOSTRE La “disputa” sulla boccia di vetro si conclude qui (non potremmo occupare tutto lo spazio della rivista per questo argomento!), ma solo per questo numero. A questo punto attendiamo i vostri contributi perché vorremmo conoscere il vostro parere sulla questione. Dobbiamo essere veramente “selettivi” sul significato di acquario, o possiamo accettare che ognuno allestisca il proprio ambiente acquatico a suo piacimento, a patto di rispettare alcune norme etiche di base? Insomma, c’è spazio per tutti per offrire idee e contributi ed alla fine non ci sarà un “vincitore”, ma riusciremo tutti a crescere. A crescere bene…. Però vogliamo qui pubblicamente ringraziare anche Bourbon (pseudonimo) perché ci ha dato l’occasione di discutere a fondo su un argomento etico di tale importanza. È così che vorremmo che fossero tutti i lettori: attenti, appassionati e… un po’ folli! Ogni lettore come lui è una grande risorsa per qualsiasi rivista e, senza dubbio, è a lui (e a tutti quelli come lui) che ci rivolgiamo ogni mese, personalmente, con il nostro prodotto. Gli avevamo chiesto di collaborare alla rivista, perché ha certamente tanto da proporre… e con tanta passione. Lo ribadiamo qui pubblicamente ma, nel frattempo, gli abbiamo tirato un bello scherzo: lo abbiamo fatto collaborare (per giunta gratis!) a dispetto delle sue intenzioni! Grazie Bourbon, a nome della redazione tutta, per questa bella discussione aperta e sincera!
TORNA CARASSIO: LA STORIA INFINITA! Scusami tanto Bourbon. Io mi son tenuto fuori sino a questo momento perché quando vedo due che si azzuffano trovo sempre saggio tenermi alla larga: si rischia di prendere sonore sberle senza motivo. Ma visto che ora l'atmosfera appare più calma e rilassata (se ne sono andati quelli? Come chi? I cattivi!) provo a fare una rentrée alla chetichella. E ti chiedo: perché dici che non vuoi disputare con me? Dai che ci divertiamo. Vogliamo discuterla questa questione delle bocce? E poi chiedere al capo di mettere tutto nella rubrica lettere? Tu non hai accettato peraltro ma lui non mi ha ancora dato una risposta definitiva. L'ho visto passare stamattina tutto assonnato e con la barba in faccia. Credo abbia lavorato tutta la notte. Ho chiesto e mi ha risposto "mmmhhf". Insomma, ammesso che il capo accetti quando si sveglia (ma anche se non dovesse accettare, in fondo, chissene...) la facciamo sta’ discussione dotta? Dai, facciamola. Essù non farti pregare. Eddai, comprami il gelato. Insomma, fammi sapere. Poi si concluda come si concluda, va bene comunque. L'importante è partecipare non vincere. E magari invitiamo tutti gli altri lettori a partecipa-
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Lectio magistralis
la forma DELL’ACQUA (LE MEDUSE) di Francesco Denitto PROLOGO Fino al 1994 sapevo davvero poco di queste creature. Ricordi sbiaditi di quando correvo sul bagnasciuga con mio fratello, dribblando le masse gelatinose spiaggiate a centinaia sull’arenile, che apparivano durante alcune estati della mia infanzia. Poi, per anni, il mare sembrava come essersi liberato di questi animali e le belle stagioni si susseguivano senza che bambini ed adulti dovessero preoccuparsi di tuffarsi in mare. Fino ad una nuova stagione in cui ricomparivano dal nulla a frotte nell’acqua bassa, mettendo a rischio la balneazione per un’intera stagione estiva. Il mare per me significava tutt’altra cosa: pesci soprattutto, ma anche molluschi e crostacei, della cui vita conoscevo molto. Li osservavo per ore facendo snorkeling nei pressi dei fondali rocciosi ed erano sempre lì, ogni qualvolta immergevo la testa sott’acqua. Fui dunque alquanto sorpreso quando, presentandomi al professore di Zoologia per chiedere di svolgere la mia tesi di laurea su un argomento di biologia marina, mi sentii dire che mi sarei occupato di meduse! Da quel giorno sono passati ormai 17 anni e nel frattempo ho imparato tante cose sulla loro vita errante attraverso i mari del pianeta. Tuttavia, devo riconoscerlo, queste creature celano ancora molti misteri che sono ben lontani dall’essere svelati. Con il presente articolo mi auguro di potervi svelare qualche segreto su questi bizzarri ed unici animali, e, magari, di invogliare qualcuno ad iniziare l’affascinante avventura del loro allevamento in acquario. UN PO’ DI TASSONOMIA In genere, prima di parlare di qualcuno è buona norma presentarlo. Quindi non ritengo superfluo dedicare qualche rigo all’inquadramento tassonomico del gruppo. Le meduse appartengono al Phylum degli Cnidari e, pertanto, sono parenti stretti di attinie, gorgonie e coralli. Il Phylum degli Cnidari, in accordo con la tassonomia aggiornata, comprende 2 Subphylum: Anthozoa e Medusozoa. Al primo gruppo appartengono ad esempio le attinie ed i coralli che formano le barriere coralline e che vengono inclusi nell’omonima classe degli Antozoi; il secondo Subphylum è invece composto da 4 Classi: Scyphozoa, Staurozoa, Cubozoa e Hydrozoa. L’interesse acquariologico per gli Cnidari si limita generalmente agli antozoi. Questo gruppo di Cnidari è costituito da specie in cui gli animali conducono esclusivamente una vita bentonica. Negli ultimi anni però, nel nostro hobby sta prendendo sempre più piede l’interesse per gli Cnidari plancto-pelagici appartenenti al gruppo degli scifozoi. Questa 26
OCCHIO ALLA MEDUSA Nel Giugno 2009 è stata presentata l’iniziativa ''Occhio alla medusa'', ideata dal Professor Ferdinando Boero (Università del Salento), promossa dalla CIESM e sostenuta da CoNISMa e MAREVIVO. L'obiettivo è avere la “situazione meduse” in tempo reale per creare una mappa e studiare il fenomeno. Sono 14 le specie disegnate in dettaglio nel manifesto allestito da Fabio Tresca a partire dalle splendide tavole di Alberto Gennari (Figura a lato): cinque con la scritta rossa per indicare che sono urticanti e nove con la scritta bianca (innocue). In effetti, gli organismi rappresentati non sono tutti meduse, ma il grande pubblico chiama “meduse” tutti gli organismi gelatinosi e sarebbe stato troppo difficile spiegare le differenze tra meduse vere e proprie, e i sifonofori (Physalia), gli idroidi (Velella), gli ctenofori (Mnemiopsis) e i taliacei (Salpa) raffigurati nel poster. Si chiede in modo schematico e molto comprensibile di inviare una email a boero@unisalento.it indicando: il nome della medusa (che si può ricavare dal disegno), il luogo di osservazione (in mediterraneo), la formazione (se avvistamenti singoli o in gruppi) e la distanza approssimativa tra le meduse per capirne la concentrazione. Sarebbe opportuno inviare anche una immagine digitale degli avvistamenti, se disponibile. La campagna è stata anche ripresa dal mensile Focus. Invitiamo tutti i lettori di Aquariophylia a contribuire all’interessante iniziativa inviando le loro segnalazioni all’email sopra riportata o collegandosi al sito http://www.focus.it/meduse/la-mappa-degli-avvistamenti---online.aspx e seguendo le istruzioni.
Il poster del Progetto intitolato “The International CIESM Jellywatch Programme” ideato dal Prof. Ferdinando Boero (Università del Salento). Arte: Alberto Gennari. Grafica: Fabio Tresca
classe comprende gran parte delle meduse conosciute e che oggigiorno, grazie alle tecnologie sviluppate in campo acquaristico ed alle nozioni ecologiche acquisite dallo studio sul campo, possono essere allevate in vasche opportunamente progettate per soddisfare le loro esigenze vitali.
talvolta anche svariati decimetri, mobili, pelagiche, flottanti, solitarie, carnivore e tutte marine. Alcune di esse sono eurialine, ovvero tollerano ampi range di salinità. La mesoglea (uno strato di tessuto connettivo gelatinoso compreso tra due epiteli) è sottile e costituisce di fatto la massa corporea principale dell’organismo. Sui tentacoli sono concentrati gli cnidociti, cellule epidermiche contenenti le nematocisti, strutture urticanti utilizzate per paralizzare le prede e per la difesa. Si spostano attivamente nell’acqua grazie ad una serie ritmica di contrazioni muscolari alternate a retrazioni della mesoglea. Sono dotate di un sistema nervoso rudimentale, e gli organi di senso (organi dell’equilibrio e fotorecettori) sono distribuiti nella regione periferica dell’organismo, generalmente lungo il margine ombrellare. I sessi sono separati mentre i polipi, che rappresentano la fase sessile del ciclo vitale, sono piccoli in pro-
COME È FATTA UNA MEDUSA? Il corpo di una medusa consiste di un sacco chiuso centrale che forma la cavità gastro-vascolare (o celenteron), racchiuso da un involucro di consistenza gelatinosa, comunemente a forma emisferica (ombrello). La cavità gastro-vascolare si apre all’esterno per mezzo di una bocca labiata tramite la quale le prede catturate vengono spinte nello stomaco, dove sono digerite. Il materiale non digerito viene infine espulso all’esterno sempre tramite la bocca. Le scifomeduse tendono ad essere grandi, 27
Articolista caratterizzante di Aquariophylia, Francesco Denitto svolge le sue ricerche in Biologia Marina presso l’Università del Salento di Lecce dove si è laureato in Scienze Biologiche ed ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Ecologia Fondamentale. Ha iniziato ad allevare meduse (inizialmente della Classe Hydrozoa) ed osservarne il comportamento in cattività, sin dalla sua tesi sperimentale di laurea. Più di recente uno dei filoni di ricerca che lo coinvolgono lo ha portato ad occuparsi di scifomeduse che, a differenza delle piccole idromeduse, necessitano di volumi di allevamento sensibilmente maggiori. Parte della sua produzione scientifica verte sull’ecologia e la sistematica di queste creature acquatiche. Gli anni di “frequentazione” ravvicinata con le meduse, lo hanno portato a nuotarci assieme e perfino a mangiarle!
dove le condizioni di salinità (e non solo) sono estremamente variabili. Grazie alla loro tolleranza, molte specie possono essere allevate con successo in acquario dove, con un po’ di fortuna e perseveranza, è possibile assistere anche alla loro riproduzione, sia sessuale e sia asessuale. Il ciclo vitale di questi animali, infatti, comprende due fasi ben distinte. Uno stadio bentonico sessile di polipo (in talune specie assente) ed uno planctonico, rappresentato dalla medusa. Il polipo (da non confondere con il polpo, tutt’altro invertebrato marino!) o scifistoma si riproduce per via asessuata. Il processo prende il nome di strobilazione e prevede il distacco della porzione apicale dell’animale, che diviene planctonico, sotto forma di piccole meduse (efire) e che in breve tempo di vita libera diverranno adulte. Le meduse sono sessuate, ovvero possono essere o maschi o femmine. Ogni polipo può generare solo meduse dello stesso sesso. Quindi, affinché due meduse di sesso diverso si possano riprodurre per via sessuale, è necessario che i due individui provengano da polipi diversi. La riproduzione sessuale avviene generalmente per liberazione simultanea dei gameti maschili (spermi) e femminili (uova) nell’acqua. Questo evento è indotto da particolari condizioni ambientali (es. l’innalzamento della temperatura o l’aumento delle ore di luce) e regolato da stimolazioni ormonali reciproche.
Questi polipi di Aurelia aurita sono nati in acquario dopo che diverse femmine adulte hanno liberato le larve in acqua. Queste ultime, presto, si sono insediate su fondo e sui cristalli della vasca
porzione alle meduse adulte che da essi derivano. Le meduse sono “acqua che prende forma”, essendo appunto formate per circa il 99% da acqua. VITA IN NATURA Le meduse vivono in tutti i mari del mondo e molte di esse, grazie ad una eccezionale adattabilità alle più disparate condizioni ambientali, sono in grado di vivere anche in lagune, laghi costieri ed estuari
Alcune fasi della realizzazione del kreisel domestico adatto ad ospitare le meduse. La descrizione è riportata nel testo. Foto di Andrea Centonze
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La vasca, collaudata e perfettamente funzionante, è stata esposta in occasione della mostra “Salento Acquari 2010” ed ospitava una decina di esemplari adulti di Aurelia aurita
Aurelia aurita, grazie alla sua adattabilità alla vita in cattività, è senza ombra di dubbio una delle specie più facili da allevare in acquario. L’immagine ritrae numerosi esemplari adulti esposti presso l’Acquario pubblico di SaintMalo in Bretagna (Francia)
L’incontro di due gameti di sesso opposto avviene in acqua libera o, come nel caso di alcune specie, nel corpo delle meduse femmina che trattengono le uova al loro interno. La fecondazione genera delle larve, dette planule, che si disperdono nell’acqua e che, una volta raggiunto il fondo, si trasformano in un nuovo polipo. Questo, al momento opportuno, libererà una nuova generazione di meduse chiudendone così il ciclo vitale. Per maggiori dettagli sull’anatomia e sul ciclo vitale delle scifo meduse, rimando alla figura 1.
ALLEVAMENTO IN ACQUARIO Non c’è ombra di dubbio che le meduse siano creature misteriose ed allo stesso tempo affascinanti. Per tale motivo, ogni Acquario Pubblico che si rispetti dedica loro una o più vasche di forma particolare. Le meduse, infatti, vengono allevate in acquari speciali che hanno la particolarità di avere una forma circolare. I più famosi sono i cosiddetti “kreisel” (termine tedesco che indica “qualcosa di tondo o che gira intorno”), una sorta di acquari ad oblò che permettono alle meduse di nuotare spinte da leggere circolazioni d’acqua senza incontrare ostacoli o terminare la loro corsa in fondi ciechi come gli angoli presenti in un comune acquario. In alternativa ai kreisel, si possono utilizzare anche acquari circolari a colonna. Queste vasche, normalmente più alte della media, permettono alle meduse di compiere periodiche migrazioni verticali circadiane (“circa”= intorno, “diem” = giorno), mimando così il loro naturale comportamento giornaliero che avviene in natura. Qualunque essa sia, una vasca progettata per l’allevamento delle meduse deve possedere tutti gli accessori indispensabili per il corretto funzionamento di un normale acquario marino: pompe di circolazione, filtro, schiumatoio, refrigeratore (se necessario), illuminazione, ecc. devono essere sempre al loro posto e perfettamente funzionanti. Le vasche non devono contenere ornamenti che potrebbero ostacolare il nuoto di questi delicati animali. È senz’altro possibile allevare questi animali anche in casa. Come esempio di acquario domestico, vi propongo un kreisel realizzato con la preziosa colla-
Figura 1. Schema del ciclo vitale di una scifomedusa
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Questa piccola efira, dal diametro di pochi millimetri, è appena nata. Nel corso del suo sviluppo cambierà notevolmente il suo aspetto attuale, divenendo infine uno splendido esemplare adulto di Aurelia. La foto è stata scattata allo stereoscopio
Una delle meduse più grandi del Mediterraneo, Cotylorhiza tuberculata ha un aspetto inconfondibile. Con scarso o nullo potere urticante nei confronti dell’uomo, anche questa specie può essere mantenuta a lungo in acquari di grandi dimensioni. Foto di Cataldo Licchelli
te trasferita nei laboratori di Zoologia e Biologia Marina dell’Università del Salento, dove viene attualmente utilizzata per scopi di ricerca. Nella sequenza fotografica di pagina 28 (foto in basso) sono riportate le fasi salienti di progettazione e realizzazione. L’utilizzo di un materiale plastico atossico e flessibile, ha consentito di creare la parete circolare interna, opportunamente munita di fessure per l’immissione di acqua preventivamente filtrata in uno scomparto adiacente adibito a vano filtro. È infatti importante creare un’adeguata circolazione, non troppo forte ma allo stesso tempo non eccessivamente blanda, per garantire un adeguato movimento d’acqua, indispensabile per il nuoto delle meduse.
L’autore durante un bagno rilassante nel lago salmastro di Varano in compagnia di migliaia di Aurelia aurita. A parte la strana sensazione di sentirsi sfiorare dai corpi gelatinosi di queste meduse, è uscito dall’acqua completamente indenne. Questa specie, infatti, non è urticante per l’uomo. Foto di Tommaso Scirocco
NOTA DELL’AUTORE. Ho preso in prestito il titolo di un romanzo di Andrea Camilleri, (La forma dell’acqua, Sellerio ed.) perché, esattamente con queste parole sono solito rispondere a chi mi chiede “cosa sono le meduse?” Non me ne voglia il Maestro Camilleri per questo piccolo furto letterario. A volte, la medesima frase ben si addice a diverse interpretazioni.
borazione di un amico acquariofilo che ha la fortuna di svolgere un mestiere indispensabile per il nostro hobby: il vetraio. Andrea Centonze (http://www.il-vetraio.com/ - Monteroni di Lecce) si è dedicato con passione a questo progetto che, alla fine, ha dato come risultato una splendida vasca, prima utilizzata per esporre le meduse nell’ultima edizione di Salento Acquari 2010 e successivamen30
Giovani esemplari della specie caraibica Cassiopeia xamachana allevati nel Laboratorio di Zoologia dell’Università del Salento. Si noti il suo comune stazionamento “a testa in giù” da cui il termine anglosassone “upside-down jelly”. Come i coralli, questa specie possiede zooxantelle nei tessuti. Per un corretto allevamento è dunque opportuno utilizzare un’illuminazione che possa favorire il processo fotosintetico nelle alghe simbionti
tura con queste creature marine. Aurelia aurita è nota comunemente come medusa quadrifoglio o medusa luna (moon jelly, in inglese. Gli esemplari adulti possiedono un ombrello (“ombrella” secondo altri, n.d.a.) circolare, appiattito dorso-ventralmente e trasparente, che presenta una membrana leggermente frastagliata ai margini, e da cui si dipartono i sottili e corti tentacoli. Possiede quattro grandi gonadi circolari situate nel centro dell’ombrello, e ben visibili anche dall’alto di esso. L’ombrello di una medusa perfettamente formata può avere un diametro massimo di 40 centimetri, anche se generalmente resta notevolmente più piccolo. È una specie cosmopolita, distribuita pressoché uniformemente tra il 70° ed il 40º parallelo. È comune anche in Mediterraneo, dove vive sia in mare aperto, sia in acque salmastre, in ambienti come lagune,
BREVE DESCRIZIONE TECNICA DELLA VASCA Materiali utilizzati per la struttura: 5 cristalli (fondo + 4 lati) da 10 mm, e fogli di PVC espanso bianco (FOREX®), un materiale plastico atossico e modellabile per la realizzazione della struttura circolare interna. Dimensioni della vasca: 100x40x60cm (altezza). Filtro: interno biologico a tre scomparti (profondità 20 cm) con l’opportunità di aggiungere uno schiumatoio esterno e un refrigeratore. Pompa: Maxi-jet PH MP1200 della Aquarium Systems da 1100 l/h ca. Illuminazione: plafoniera con 2 lampade T5 da 21W, di cui una a luce bianca e l’altra a luce attinica. Plancia di rivestimento esterna in PVC di colore azzurro utilizzata anche come sfondo. In foto la vasca, perfettamente funzionante, esposta alla mostra di Lecce.
SPEZZATINO DI MEDUSE
LE SPECIE MEDITERRANEE Sono diverse le specie mediterranee allevabili in acquario, alcune con più facilità, altre con meno. Purtroppo la loro reperibilità è limitata alle catture stagionali ed inoltre alcune specie risultano infrequenti lungo le nostre coste. Di seguito riporto le schede relative ad alcune delle specie più comuni, potenzialmente allevabili in cattività.
Rhopilema spp. è comunemente utilizzate nella cucina cinese dato che, una volta cotte, le tossine contenute nelle cellule urticanti vengono inattivate dal calore della cottura (sono termolabili) rendendo l’animale totalmente sicuro quando ingerito. La prima volta che ho mangiato queste meduse fu nel 1998, in occasione del congresso internazionale dell’Hydrozoan Society svoltosi in California. Oltre a parlare di meduse durante le sessioni del meeting, un collega giapponese acquistò delle meduse presso un negozio della Chinatown di San Francisco e le offrì a pranzo a tutti i partecipanti. Da allora, ogni volta che mi reco in Asia, non manco mai di ordinare al ristorante un bel piatto di “spezzatino” di Rhopilema.
Aurelia aurita Linnaeus, 1758 Senza ombra di dubbio è la specie più comune e facilmente reperibile per noi mediterranei. È sicuramente la medusa più allevata in acquario ed è quella che personalmente consiglio per iniziare l’avven31
MEDUSE NELLO SPAZIO L’argomento trattato dall’Autore della Lectio Magistralis di questo numero di Aquariophylia, ha ispirato la pittrice Angioletta De Nitto, la quale ha voluto dedicare una serie di lavori alle meduse. Affascinata da questi animali, ha dipinto 22 olii su tela di varie dimensioni che sono andati a comporre la serie denominata “Meduse cosmiche”. Meduse o parti di esse sono state riprodotte in un contesto differente dal mare in cui normalmente vivono, ma altrettanto immenso: lo spazio. A fare dunque da sfondo alle meduse dell’artista sono galassie e costellazioni. Angioletta De Nitto ha esposto parte della serie a Salento Acquari 2010, la manifestazione organizzata dal Gruppo Acquariofilo Salentino. Espone le sue creazioni in tutta Italia. Riportiamo qui alcuni scatti dei quadri presenti alla manifestazione salentina. Per ammirare la serie completa, invitiamo il lettore a visitare direttamente il sito dell’artista: http://www.angiolettadenitto.it/?page_id=130 Per maggiori informazioni sulle attività dell’associazione: email: info@gas-online.org sito: www.gas-online.org blog: http://blog.libero.it/salentoacquari
mine mature trattengono le uova nelle gonadi, dove vengono fecondate dagli spermatozoi liberati nell’acqua dai maschi. La schiusa delle uova comporta la liberazione delle planule ciliate, che in acquario si insediano su cristalli e fondo. Da ciascuna di esse si sviluppa un piccolo polipo di alcuni millimetri il quale, alla temperatura di circa 15 °C, genera una serie di piccole efire di pochi millimetri di diametro, che inizieranno a nuotare liberamente nell’acqua. Queste, meglio se allevate inizialmente in piccoli acquari (come ad esempio piccole vaschette immerse nella vasca principale), si accresceranno rapidamente fino a diventare meduse adulte. Possono vivere anche più di un anno. I loro tentacoli, pur essendo ricchi di nematocisti, hanno un potere urticante assolutamente nullo per l’uomo. Personalmente ho volutamente provato l’emozione di fare un bagno in compagnia di
laghi costieri ed estuari. Si adatta bene alla vita in acquario. Qui può riprodursi sia sessualmente sia come scifomedusa (strobilazione dei polipi). Essendo un predatore, è opportuno somministrare, un paio di volte a settimana, zooplancton vivo che può essere pescato direttamente in mare tramite il trascinamento di retini a maglia stretta (es. 200 micron), oppure naupli di Artemia ottenuti comodamente in casa facendo schiudere le cisti reperibili nei punti vendita specializzati. Gli esemplari adulti possono anche accettare plancton congelato o liofilizzato. La temperatura di allevamento (valida per tutte le specie mediterranee) può oscillare tra 12 e 22 °C, sebbene tollerino per brevi periodi anche temperature più basse o più alte, nell’ordine di alcuni gradi. La salinità è quella tipica del Mediterraneo (35-38 per mille), con oscillazioni di alcuni punti, soprattutto in ribasso. Le fem32
Un giovane esemplare di Rhizostoma pulmo che nuota in mare. In assenza di correnti, questa specie è in grado di nuotare attivamente a discreta velocità. Foto di Cataldo Licchelli
L’autore solleva una gigantesca Rhizostoma dal peso di diversi chilogrammi. L’incontro in mare con queste enormi creature, non è affatto raro. Si consiglia di allevare in acquario, solo individui giovani. Una volta accresciuti, sarebbe opportuno liberarli in mare. Foto di Tommaso Scirocco
migliaia di Aurelia, uscendo poi dall’acqua completamente indenne. Provare per credere! Rhopilema esculentum appartiene alla famiglia delle Rhizostomatidae ed è dunque una specie “imparentata” con la mediterranea Rhizostoma pulmo
Difficoltà di allevamento: Cotylorhiza tuberculata Macri, 1778 Nota come Cassiopea mediterranea è una scifomedusa comune nel Mare nostrum. Raggiunge i 30
centimetri di diametro. Presenta un caratteristico ombrello a forma di disco, a margine tipicamente frastagliato, di colore giallo-bruno per la presenza di zooxantelle. Ha tentacoli corti e molto numerosi, terminanti con un bottone apicale di colore dal blu al viola. Ha scarso potere urticante. Come tutte le meduse, è un predatore e pertanto si nutre di piccoli gamberetti planctonici, che cattura con le nematocisti (non urticanti per l’uomo) distribuite sui numerosi tentacoli. Quando allevata in cattività, predilige Grande kreisel presso lo Shanghai Ocean Aquarium in cui sono stati introdotti diversi esemplari di Rhopilema esculentum. Tutti questi individui nascono nei laboratori annessi all’Acquario pubblico della metropoli cinese
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ALCUNI LAVORI SCIENTIFICI DELL’AUTORE SUGLI CNIDARI Denitto F., 1996 - Etologia alimentare e cicli vitali di alcune specie di Hydroidomedusae: Anthomedusae/Filifera e Leptomedusae (Hydrozoa). Tesi di Laurea in Scienze Biologiche, Università degli Studi di Lecce: 176 pp. Boero F., C. Gravili, F. Denitto, M.P. Miglietta, J. Bouillon, 1997 – The rediscovery of Codonorchis octaedrus (Hydroidomedusae, Anthomedusae, Pandeidae), with an update of the Mediterranean hydroidomedusan biodiversity. Italian Journal of Zoology, 64: 359-365. Miglietta M.P., F. Denitto, L. Della Tommasa, P. Pagliara, C. Gravili, 1998 – Etologia degli idroidi: andare a caccia senza muoversi. Biologia Marina Mediterranea, 5 (1): 362-364. Piraino S., E. Brandini, F. Denitto, L. Esposito, M. Avian, 1999 – La diversità degli Cnidari nella Riserva Marina di Ustica. Biologia Marina Mediterranea, 6 (1): 272-274. Miglietta M.P., L. Della Tommasa, F. Denitto, C. Gravili, P. Pagliara, F. Boero, 2000 – Approaches to the ethology of hydroids and medusae (Cnidaria, Hydrozoa). Scientia Marina. Trends in Hydrozoan Biology -IV. C.E. Mills, F.Boero, A.Migotto and J.M.Gili (Eds), 64 (Suppl. 1): 63-71. Denitto F., M.P. Miglietta, F. Boero, 2007 - Life cycle of Bougainvillia nana Hartlaub, 1911 (Cnidaria, Hydrozoa, Bougainvilliidae) from Italy, including a discussion on the presence of the cosmopolitan Bougainvillia muscus in the Mediterranean Sea. Journal of Marine Biological Association of the United Kingdom, 87: 853-857. Belmonte G., T. Scirocco, F. Denitto, 2011 - The zooplankton of lake Varano (Adriatic Sea, Italy). Italian Journal of Zoology, in press.
ARTICOLI DIVULGATIVI DELL’AUTORE SULL’ARGOMENTO Denitto F., 2001 – “Frecciate velenose”. Gli Cnidari – sistematica, ecologia e approcci acquariologici. aquarium, 4: 58-61.
Acquari a colonna come quelli in foto, privi di ogni ornamento, ben si prestano all’allevamento di specie che compiono abitualmente spostamenti verticali nella colonna d’acqua. Non deve mancare un’adeguata circolazione dell’acqua che ne facilita i movimenti senza però causarne disagi durante il nuoto
Rhopilema esculentum è comunemente presente nei menu della cucina cinese. Gli orientali la consumano regolarmente alla pari di qualsiasi altro animale pescato in mare
vasche circolari a colonna, perchè mantiene un assetto verticale nella colonna d’acqua. Generalmente, l’allevamento di questa specie si limita solo alla fase planctonica. È consigliabile catturare esemplari giovani intorno ai 5 cm di diametro, ed allevarli fino alla fase adulta. Necessita di vasche spaziose. Non si conoscono esperienze di riproduzione in acquario. I valori dell’acqua sono quelli tipici del Mar Mediterraneo. Negli Acquari Pubblici americani, viene invece alle34
Pertanto se ne consiglia l’allevamento in acquari circolari a colonna di generose dimensioni o kreisel altrettanto grandi. Presso lo Shanghai Ocean Aquarium ho ammirato una specie simile alla nostra Rhizostoma mediterranea, la Rhopilema esculentum Kishinouye, 1891 riprodotta ed allevata da un team di acquaristi specializzati nei laboratori annessi alla struttura espositiva. A differenza della Rhizostoma, i tentacoli di questa specie orientale provocano nell’uomo un fastidioso prurito. Difficoltà di allevamento: Olindias phosphorica (Delle Chiaje, 1841) Si tratta in realtà di una idromedusa (Classe Hydrozoa) e non scifomedusa come quelle descritte fino ad ora. Ho avvistato per la prima volta questa specie in Mediterraneo (costa adriatica pugliese) durante l’estate 2006. È una specie atlanto-mediterranea ed ultimamente i suoi avvistamenti sono sempre più frequenti. Io stesso l’ho infatti rivista sporadicamente anche negli anni seguenti, dopo il primo avvistamento. È una medusa che da adulta raggiunge i 5-6 cm di diametro; di aspetto discoidale, con l’ombrello appiattito dorso-ventralmente, è munita di numerosi, filiformi e lunghi tentacoli urticanti (se ne tenga conto durante la manutenzione dell’acquario) tramite i quali “pesca” i piccoli gamberetti zooplanctonici nella colonna d’acqua. Per catturare le
Esemplare adulto di Pelagia noctiluca. Enormi banchi di questa specie urticante appaiono di tanto in tanto durante le estati, mettendo a rischio la stagione balneare lungo estese aree costiere mediterranee. Foto di Domenico Licchelli
vata con successo una specie simile, la Cassiopeia sp, a distribuzione subtropicale e tropicale. La caratteristica singolare di questa specie è la tendenza a nuotare spesso a testa in giù, che la porta a stazionare frequentemente sul fondo della vasca. Per questo singolare comportamento, gli anglofoni la chiamano comunemente upside-down jelly. Si riproduce molto facilmente in cattività e per questo può talvolta essere particolarmente infestante. Difficoltà di allevamento:
Figura 2. Olindias phosphorica è una idromedusa urticante che vive nel Mediterraneo. Staziona spesso nei pressi dei posidonieti e stagionalmente può divenire localmente frequente sotto costa, sebbene i suoi avvistamenti risultino ancora abbastanza isolati. Illustrazione realizzata e gentilmente concessa da Alberto Gennari (Museo dell’Ambiente, Università del Salento) ed estratta dalla figura di pagina 27 (vedi box)
Rhizostoma pulmo Macri, 1778 Nota comunemente come polmone di mare, è la scifomedusa più grande del mediterraneo, potendo raggiungere i 50–60 cm di diametro e i 10 kg di peso. Per tale motivo, solo individui giovani si addicono all’allevamento in cattività, comunque in vasche spaziose. Il suo corpo ha colore lattiginoso, mentre il bordo dell’ombrello è di un blu-violetto intenso. L’accidentale “scontro” con questa medusa in mare non provoca gravi conseguenze (se non un po’ di spavento!), dato che i suoi tentacoli di norma non risultano urticanti tanto da creare pericoli seri per l’uomo. Solo su soggetti particolarmente sensibili il contatto può provocare irritazioni circoscritte, che scompaiono comunque spontaneamente in breve tempo o con l’aiuto di cortisonici. Se si toccano (volutamente o involontariamente) queste meduse, è comunque sempre opportuno non portarsi le mani su bocca ed occhi in quanto le mucose più sensibili possono indirettamente irritarsi. Ha un comportamento ed esigenze molto simili alla Cotylorhyza. 35
gliabile allevare Olindias phosphorica in una vasca circolare a colonna ed un movimento dell’acqua lento. Necessita di prede vive (es. minuscoli gamberetti) che devono essere somministrate almeno un paio di volte a settimana. È buona norma, per circa 30-60 minuti dopo la somministrazione di cibo vivo, spegnere la pompa per evitare che gran parte dei piccoli gamberetti vivi vengano aspirati dal filtro rendendone vana la somministrazione. Tale accorgimento è valido, in ogni caso, anche per l’allevamento delle altre specie. La riproduzione di queste meduse non è stata ancora documentata in cattività sebbene anche questa specie segua il “protocollo” tipico del gruppo. I polipi sono minuscoli e dunque difficili da individuare se non durante la fase di strobilazione. Difficoltà di allevamento: Pelagia noctiluca (Forsskal, 1775) È la più temuta dai bagnanti poiché altamente urticante. Durante alcune estati si assiste alla comparsa improvvisa di estesi banchi di questi animali nei pressi delle spiagge, mettendo a repentaglio l’esito dell’intera stagione balneare. Ombrello marronerosato o rosa-violetta di circa 10 centimetri di diametro, traslucido, composto da 16 lobi da cui partono 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere per diversi decimetri. I tentacoli orali, dello stesso colore dell’ombrello, sono lunghi fino a circa 30 centimetri. La Pelagia noctiluca è una di quelle scifomeduse che non possiedono lo stadio polipoide. Gli adulti sono a sessi separati: la femmina depone le uova nell’acqua, e queste sono fecondate dagli spermatozoi dei maschi. Dallo zigote nasce la planula, una larva dotata di ciglia per il movimento e che si disperde nel plancton. Non attraversa però lo stadio di polipo, ancorandosi al terreno, ma si trasforma direttamente in efira, la giovane medusa che poi sviluppandosi diventerà una medusa adulta. Di recente, in alcuni laboratori, se ne sta tentando l’allevamento in cattività, ma i risultati non sono ancora del tutto soddisfacenti. A differenza di altre specie più tolleranti, Pelagia non ama oscillazioni eccessive di temperatura. Inoltre, sebbene di taglia relativamente modesta, è comunque consigliato disporre di kreisel di ampie dimensioni per ridurne lo stress della vita in cattività. Infine, a causa dell’elevato potere urticante dei loro tentacoli, è vivamente consigliato di adottare tutte le precauzioni del caso quando si debba intervenire
Questo acquario a colonna richiede minimi interventi di gestione. Ideale per chi non ha molto tempo libero ma che allo stesso tempo non vuol rinunciare ad avere le “meduse” in salotto
sue prede si porta in superficie, distende “a paracadute” i suoi lunghi tentacoli e si lascia affondare lentamente, catturando tutto ciò che si trova malauguratamente lungo il suo percorso. Una volta giunta sul fondo, tramite una sequenza rapida di pulsazioni, ritorna in superficie e ripete l’operazione. Per consentirle di comportarsi come in natura, è consiOlindias, una piccola medusa ben adattabile in acquario. Foto Zupo
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manualmente nella vasca. Ricordiamo infatti che anche pezzi di tentacolo (anche molto piccoli) distaccati dall’animale e flottanti nell’acqua possono arrecare irritazioni molto fastidiose. Il vivo suggerimento è dunque quello di ammirarla, ad opportuna distanza, direttamente in mare. Difficoltà di allevamento: CONCLUSIONI Mi auguro che con questo breve excursus io sia riuscito nell’intento di stimolare qualche acquariofilo più temerario a dedicarsi all’allevamento di questi inconsueti animali marini. Vi posso garantire che anche le meduse sono in grado di regalare grandi emozioni alla pari di pesci, gamberi e quant’altro nuota comunemente nelle vostre vasche. In caso contrario, spero almeno di aver svelato qualche piccolo segreto sulla loro vita, rendendole un po’ più simpatiche agli occhi dei più. Non dimentichiamo che come tutti gli esseri viventi, “belli o brutti, buoni o cattivi che siano”, anche le meduse hanno un ruolo molto importante in natura e, come tali, devono essere sempre rispettate.
Olindias phosphorica allevata in un piccolo acquario. Foto Zupo
Infine, per chi volesse a tutti i costi avere un acquario di meduse in casa ma senza sentirsi addosso il peso della responsabilità nei loro confronti, vi suggerisco la vasca proposta da un’azienda cinese, riportata in foto. Queste colorate meduse, in vera plastica, non mangiano, non sporcano l’acqua e non vi faranno avere rimorsi di coscienza se per qualche ragione non dedicherete loro tutte le quotidiane attenzioni di cui le vere meduse hanno bisogno!
Consigli per l’allevamento e la riproduzione di vari alimenti vivi di Lorenzo Luchetta, prima parte questo contributo cercheremo di chiarire la “storia” di alcuni cibi vivi tra i più comuni, il loro allevamento e riproduzione. Conoscere queste nozioni è importante per chi vuole produrre “in proprio” i quantitativi necessari a nutrire gli animali che ospita, siano essi rettili, uccelli o pesci d’acquario. Sicuramente alcune larve di insetti, di cui parleremo, rappresentano gli organismi impiegati più di frequente a questo scopo. Tre in particolare le larve più diffuse e che vogliamo quindi studiare più da vicino: quelle della tarma della farina, della camola del miele e la “kaimano”. Premettiamo che questi insetti presentano un ciclo vitale comprendente quattro stadi: uovo, larva, crisalide o pupa e insetto.
In
Adulto della tarma della farina
almeno due etti di larve in buono stato e due etti di crusca. Le larve andranno disposte sulla crusca, in un contenitore di plastica di circa 60x40x15 cm, con coperchio forato, dove le larve si accresceranno e potranno metamorfosare in crisalidi. La temperatura ottimale di allevamento è compresa tra i 25 e i 28 °C; l’ambiente deve essere secco e la sola fonte di umidità dovrà essere rappresentata da un piccolo pezzo di mela o due bucce di patata. Prima di impuparsi le larve crescono enormemente e attraversano diverse mute, si liberano cioè dell’esoscheletro diventato troppo piccolo; questo processo si ripete diverse volte. Le crisalidi avranno una colorazione gialla molto chiara e appariranno come delle piccole
LA TARMA DELLA FARINA (Tenebrio molitor) Le tarme della farina sono coleotteri appartenenti alla famiglia dei tenebrionidi, e sono tra gli insetti più diffusi e più commercializzati come cibi vivi nel mondo pet; sono adatti all’alimentazione di diversi animali (uccelli, rettili e pesci) e il loro allevamento non comporta grosse difficoltà. Il ciclo riproduttivo dura in tutto circa sei mesi, anche se vari parametri ne possono modificare la durata (es. la temperatura). Il modo più semplice di avviare un allevamento è partire dallo stadio larvale, acquistando 38
solitamente gradite anche dagli animali insettivori più “difficili”. Prima di iniziare a descrivere la tecnica di allevamento è bene chiarire che allevare i kaimani è molto più difficoltoso rispetto alle tarme della farina. Questi insetti, infatti, necessitano di temperature ed umidità molto ben definite; inoltre c’è sempre una notevole difficoltà nell’avviare l’allevamento, dovuta al fatto che solo raramente le larve acquistate presso negozi o grossisti metamorfosano in crisalide. Queste larve, infatti, se non utilizzate subito come alimento saranno destinate a morire, poiché avranno già subito traumi termici o irradiazioni, pratica spesso usata per impedire che larve fuggite possano dare luogo ad infestazioni. I cicli sono uguali a quelli del Tenebrio molitor, ovvero uovo, larva, crisalide e adulto; per l’allevamento si dovrà partire dalle larve (insetti adulti e tanto meno uova o crisalidi non si trovano in commercio) quindi il primo “passo”, nonché il più difficile, sarà cercare di farle metamorfosare in crisalide. Per questo intento sono descritte dagli allevatori più navigati diverse tecniche, ma i risultati migliori si ottengono utilizzando dei contenitori cilindrici in plastica scura, o comunque non trasparente, del diametro di 3-4 cm e alti almeno 7-8; sul fondo di questi andrà posto uno strato di crusca o segatura di 1-1,5 cm. Tali contenitori andranno a loro volta posti tutti in un contenitore più grande di cartone, munito di coperchio; a que-
Larve di tarma della farina
“mummie” con una parte fissa e larga terminante in una specie di codino che si muoverà freneticamente se stimolato. La crisalide metamorfoserà poi nell’insetto adulto, che è un coleottero di circa un centimetro di lunghezza. L’insetto sarà dapprima di un colore bronzeo lucente e poi, nel giro di due o tre giorni, diventerà nero; nel giro di 10-12 giorni dalla metamorfosi i coleotteri sono già in grado di riprodursi e di incominciare a deporre le uova che saranno un centinaio per ogni femmina. Alla fine del ciclo i contenitori vanno lavati e disinfettati. I valori nutritivi della larva sono indicativamente i seguenti: 52% di proteine, 6% di grassi, 22% di umidità, 20% altre sostanze (minerali, fibre, sostanze inerti). LA LARVA KAIMANO (Zophobas morio) Con il nome scientifico di Zophobas morio è classificato un coleottero, appartenente alla famiglia dei tenebrionidi, più noto come “larva kaimano”; la larva è molto più grossa rispetto a quella del Tenebrio molitor, raggiungendo i 3,54 cm di lunghezza e 0,3-0,4 cm di diametro. La colorazione è cosiddetta “a vespa”; infatti il corpo della larva alterna anelli scuri ad anelli gialli di varie tonalità. L’insetto adulto è un coleottero nero dotato di un esoscheletro abbastanza coriaceo; per questo motivo vengono usate come alimento solo le larve, che invece hanno il vantaggio di essere grosse, nutrienti e
Una larva Kaimano con la sua tipica colorazione
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sto punto si potrà procedere ad inserire un kaimano in ogni contenitore; infine lo scatolone andrà chiuso e, dopo avergli praticato un piccolo foro per ogni lato, andrà posto su di una superficie riscaldata, la cui temperatura dovrà essere compresa tra i 25 ed i 30 °C, considerando una temperatura ideale di 27-28 °C. Questi insetti, originari dell’America centrale, non tollerano temperature inferiori a quelle indicate. Più numerosi sono i contenitori “mono-larva”, maggiori sono le possibilità di ottenere delle crisalidi; una volta avviato l’allevamento, la percentuale di larve che metamorfosano passerà dal 3-8% iniziale ad un 90-95%! I kamani, nei contenitori, andranno controllati almeno ogni tre giorni, e quelli che saranno diventati immobili, diritti e con i colori sbiaditi andranno eliminati e sostituiti. Dopo circa 15-20 giorni le larve “buone” saranno diventate crisalidi e dopo altrettanti giorni esse si schiuderanno nell’insetto adulto, che sarà dapprima rossastro con riflessi ottonati per diventare, nel giro di 3-4 giorni, nero corvino. A questo punto gli adulti andranno posti in un altro contenitore in plastica di dimensioni di 1 m per 40 cm per ogni 30 insetti adulti circa. All’interno si porranno pezzi di coccio, bastoncini in legno corti oppure rotoli in cartone (tipo quelli che restano alla fine della carta casa), su un substrato nutritivo a base di crusca, pellettato per conigli, crocchette macinate per cani, ecc., che si potrà modificare con il tempo in base all’esperienza (ogni allevatore “personalizza” sempre la ricetta del substrato dei suoi kaimani). Il fabbisogno idrico andrà soddisfatto tramite l’utilizzo di una fonte d’acqua che sarà costituita da un piccolo panno inumidito o da un cartone sempre inumidito a giorni alterni. Dopo circa 55-65 giorni dall’”inaugurazione” del contenitore finale si potranno vedere muovere le prime larve nel substrato; da qui potremo ripar-
tire per un nuovo ciclo. I valori nutrizionali delle larve sono indicativamente: 20% di proteine, 60% di umidità, 10% di grassi e 10% di altre sostanze. LA CAMOLA DEL MIELE (Galleria mellonella) La Galleria mellonella, comunemente nota come camola del miele, è un lepidottero infestante degli alveari di Apis mellifera. Riprodurla con metodi “artigianali” è un po’ più complesso rispetto alle larve precedentemente trattate. Un buon metodo consiste nell’attrezzarsi con telai di cera usati, da disporre in contenitori ampi almeno 60 x 40 x 25 cm e tenuti al buio, sui quali l’adulto, che è una farfalla notturna, potrà mettere in atto il suo ciclo. In alternativa si possono utilizzare varie miscele per alimentare le larve. Il microclima all’interno del contenitore dovrà avere una temperatura tra i 22 ed i 30 °C ed umidità intorno al 15%. Le proprietà nutritive della larva sono ottime: 70% di proteine, 16% di grassi, 10% di umidità e 4% di altre sostanze. I dati nutrizionali delle larve di cui abbiamo parlato in questo articolo sono da considerarsi indicativi, infatti sono soggetti a variazioni (solitamente minime) in base a diversi parametri come lo stato di crescita e l’alimentazione. Le metodologie di allevamento descritte sono riferibili ad esperienze documentate ma ne esistono diverse altre. Chiunque fosse interessato ad un allevamento “in proprio” dovrebbe cercare di capire quale sia la metodologia più adatta alle sue esigenze ed agli spazi a sua disposizione. Concludiamo qui questo numero perché… parlare di altri possibili alimenti vivi potrebbe condurre a pericolose indigestioni! Nel prossimo numero ci concentreremo sui grilli, altro ottimo alimento vivo, nonché magnifici soggetti per interessanti attività di allevamento in casa. 40
Con la nuova linea di acquari DUBAI Ferplast unisce design e tecnologia in un prodotto perfettamente integrabile ai diversi stili di arredo. Disponibili in quattro dimensioni e differenti colorazioni, dal classico noce al pi첫 moderno bianco, gli acquari DUBAI sono il prodotto ideale per tutti gli acquariofili. Forniti di filtro interno BLUWAVE e di plafoniera bilampada completa di timer, sono arricchiti da accorgimenti tecnici che li rendono unici e irresistibili.
Il Blu Discus: Symphysodon haraldi var. Blu Solid 42
Una storia vera Un giorno, per una vita, con i Discus di Paolo Busonera, seconda parte ccoci qua, all’ultima parte di questo articolo. Un ultimo controllo ai valori dell’acqua che erano: pH 6,2; KH 4 °d; GH 5 °d; NO2 0; NO3 12,5. Finalmente era giunto il momento del-
E
Nome comune: Pleco, famiglia Loricaridae, luogo d’origine America Meridionale (Amazzonia), dimensioni max: 50 cm. Valori consigliati pH: 6,08,0; GH 5-20 °d, temperatura 20-29 °C. Difficoltà d'allevamento: media. Alimentazione: microfauna, alghe e crostacei. Il comportamento è pacifico e socievole in giovane età e moderatamente territoriale in quella adulta. Riproduzione in cattività: è possibile, ma di elevatissima difficoltà. Furono quindi aggiunti quattro Otocinclus affinis.
l’acquisto dei pesci. Per prima cosa i pulitori, quei buffi e spesso brutti pesciolini che, ospitati in un acquario, iniziano a mangiare tutto quello che possono trovare, sui tronchi, sulle piante, ovunque riescano ad andare ad infilarsi. Furono aggiunti tre Hypostomus plecostomus.
In questo numero facciamo il “salto” nel nostro romanzo scientifico: da scalari a discus
43
Symphysodon aequifasciatus var. Rosso Sangue di Piccione 44
45
Discus e scalari possono anche convivere Provenienza: Rio de Janeiro e dintorni. Taglia: fino a 5 cm. Esigenze: robusto. Valori consigliati: pH 6,0-7,5; temperatura 20-26 °C. Questi si erano tutti adattati completamente. Oramai era arrivato il momento di acquistare i Discus, ma quali? Sorpresa, Andrea quasi in sordina disse a Carlo: “Vuoi due dei miei Discus?” Carlo era felicissimo, ma un piccolo dubbio salì dentro di lui…e i Wild? Non poteva sicuramente mescolare Wild e non, ma come dire di no a un amico e… a due Discus? Carlo accettò e ben presto aggiunse i
primi discus nella sua vasca. Erano meravigliosi, un Blu Discus e un Leopard. Il Leopard: Symphysodon aequifasciatus var. Rosso Sangue di Piccione. Nome comune: Discus Rosso Sangue di Piccione, dimensione massima 15-20 cm, rari esemplari fino a 25 cm; valori dell’acqua temperatura 28-32 °C, durezza 1-5 °dGH, pH 6-6,5. Il Blu Discus: Symphysodon haraldi var. Blu Solid. Nome comune: Discus Blu Solid, dimensione massima 15-20 cm; valori dell’acqua temperatura 28-32 °C, durezza 1-5 dGH, pH 6-6,5. 46
Adesso quell’acquario iniziava finalmente a vivere e anche Carlo, che per tanti anni sognò una vasca con “il re dell’acquario”. Due, però, erano pochi, poiché sono pesci di branco e così iniziò a girare per negozi al fine di vedere altri discus. Ne esaminò molti fino a che, non ancora sicuro di portare a termine una scelta giusta, chiese ad Andrea di vendergli due Snake skin rossi e due blu. Nessun problema: arrivarono anche questi ultimi quattro e finalmente la vasca fu pronta. Sì, tutto era pronto, ma forse Carlo ancora no… Ora quell’acquario, malgrado fosse veramente bello, gli metteva quasi paura; se i nuovi occupanti si fossero ammalati, se fosse accaduto qualcosa legato al cibo, se tra quei sei discus si fosse formata una coppia e avesse deciso di
riprodursi... Non avvenne nulla di quanto temuto, anzi tutto andava per il meglio. Carlo iniziò a capire cosa significa avere un vero acquario; ogni sera si dedicava alla pulizia del fondo ed a preparare un pastone per i suoi discus poiché, oltre al mangime in scaglie, adorano anche questo tipo di cibo. Un pastone che sostanzialmente è composto da 2 etti di cuore di manzo, ripulito da tutto il grasso e fatto sbollentare in acqua calda per pochi secondi, poi tagliato a pezzetti di circa 1 cm e messo in un frullatore al quale sono aggiunti tutti gli altri elementi quali: 3 cucchiaini da caffè di cibo granulare, 1 tuorlo d'uovo, 1/3 di banana, metà cucchiaino d’integratore di calcio della Bayer (AD3, si trova in farmacia), spirulina in scaglie, gamberetti freschi o altrimenti
liofilizzati
e
un
po'
di
Chironomus liofilizzato. Il tutto viene poi frullato, messo in sacchetti e congelato. E poi in aggiunta, visto che con i discus si è sempre a combattere i vermi intestinali, uno spicchio d’aglio. Poiché, però, quest’ultimo non è molto gradito ai discus, su consiglio di Andrea, lo inserì gradualmente: la prima volta che fece il pastone non ne aggiunse, la seconda volta iniziò ad aggiungerne una punta e, via via, fino ad arrivare alla quantità necessaria. La stessa regola vale un po' per tutti gli alimenti contenuti e non graditi dai discus. Bene qui finisce la storia di Carlo, che ancora oggi alleva e riproduce discus, ma anche scalari. Penso che questa storia abbia riportato alla mente di ogni acquariofilo qualche ricordo e spero che chi non è acquariofilo, ma vorrebbe diventarlo, si avvicini a questo hobby con serenità: dopo tutto non esistono solo i discus ed anche un Un discus cura le uova ancora attaccate al substrato
pesce rosso in una palla di vetro aiuta a vedere il mondo con occhi più sereni. Vale anche per i vostri figli!
47
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Com’è andata l’estate ragazzi? Sarei proprio curioso di sapere. Dai, c’è qualcuno disposto a raccontarci delle
sue
vacanze?
Delle
sue
avventure?
Specialmente se durante le vacanze avete avuto qualche tipo di rapporto con gli acquari (di altri tipi di… rapporti non vogliamo sapere!). Avete visitato un acquario pubblico, oppure avete guardato le vetrine di un magnifico negozio in località balneare (ah, ce ne fossero di così belli in città!) o ancora avete visitato gli scavi delle abitazioni del senatore romano Sergio Orata, quello che inventò l’acquacoltura (da cui deriva il nome del pesce, peraltro!). Insomma, mi dite? O siete stati semplicemente a caccia di pescioline in lungo e in largo sulle spiagge della costiera romagnola? Beh, anche questo è un bello sport… E cosa dire delle pescioline? Avete notato che ci sono poche acquariofile in linea? Ma da cosa dipenderà questa cosa. A me ha fatto pensare una lettera che ho trovato qualche giorno fa sul tavolo del capo. Lui (inchino) stava tutto pensieroso e assorto, con la testa pesante 48
sulla mano, gomito sul tavolo, nocche ossute
Ma torniamo al nostro discorso “serio”. Una
sul guanciotto rigonfio. Ho pensato “sarà
maggiore presenza femminile sarebbe
colpa del caldo che ancora imperversa!”. Ma
auspicabile per tanti motivi, quasi tutti con-
non era così. Stava meditando sulla lettera e
fessabili anche in presenza di minori.
anche lui si chiedeva “ma perché così poche
Facciamo così: allarghiamo la campagna
pescioline?”. Quella lettera ci sta facendo let-
abbonamenti soprattutto alle gentili signo-
teralmente impazzire. Nessuno ci aveva mai
re e signorine. Questo mese, invece di pen-
fatto caso ma nel circuito acquariofilo, appa-
sare al maschile, inviate il link della pagina
rentemente, girano solo maschi. Sarà poi
per l’abbonamento ad almeno 3 conoscenti
vero? Boh, a giudicare dalle lettere e dai con-
di sesso gentile (perché, i maschi sono tutti
tributi al forum è così. Ma forse le pescioline
maleducati, dico io?). Vabbè mettiamola
semplicemente hanno la mano meno ferma
così: inviate ad almeno 3 pescioline e poi, se
nello scrivere. Beh, è il vostro turno. Fatevi
proprio vi viene in mente qualche maledu-
avanti, se ci siete, o dovremo pensare che
cato (nel senso “non gentile”) mandate il
l’acquariofilia sia un hobby al maschile… E
link pure a lui. Tanto non costa nulla! E
poi ci sono io, Carassio, che amo ricevere let-
vediamo se dal mese prossimo, grazie a que-
tere in rosa, profumate di ciclamino. E da
sta vostra azione coordinata ed efficace,
tempo ricevo solo lettere “pelose”. Anzi, non
cominciamo ad ottenere contributi al fem-
ne ricevo affatto. Ma è possibile che i miei
minile. Ci proviamo? Dai, fatemi vedere chi
famosi tre lettori abbiano appeso la vasca al
siete! Sono certo che se vi metterete in azio-
chiodo e si siano tutti dedicati all’ippica?
ne raddoppieremo il numero delle femmine
Eppure gente che è disposta a discutere con
acquariofile in una sola settimana.
me ce n’è! Avete visto che bella confusione
Ed ora passiamo ad un altro argomento fon-
ho fatto con la mia risposta sui pesci rossi
damentale: il futuro della rivista. In questo
(vedi rubrica lettere di questo mese). Mi è
periodo il Capo (inchino) è particolarmente
bastato dare quattro consigli (potrò ben
appreso (anzi, direi, “appeso”) a causa di un
farlo: in fondo sono un pesce rosso anch’io) e
esame che doveva ricevere da parte degli
si sono azzuffati tutti. Quando ho visto quel
sponsor. Mi è parso preoccupato, anche per-
lettore prendere il capo per il capo (sì, insom-
ché i lettori non hanno capito nulla. No,
ma, per la testa) e ruotarla su se stessa varie
insomma, magari qualcuno ha capito qual-
volte, mentre lui (come chi? Il capo) cercava
cosa, ma sono pochi ed hanno capito poco.
di mordergli il polpaccio, mi sono appollaiato
Insomma, si dice che alcuni lettori abbiano
sulla cima di uno scaffale e mi sono goduto lo
capito che “pendiamo dalle labbra” degli
spettacolo. Mettere pace? E perché mai? È
sponsor. Mentre gli sponsor credono che
così divertente vedere la gente che litiga.
siamo troppo legati ai lettori. Insomma, è
Basta solo stare lontani, per evitare ceffoni
una vera confusione. Ma possibile che nes-
vaganti. Poi però si sono chiariti. Che pecca-
suno pensi le cose in maniera rettilinea?
to. Spero che si azzuffino di nuovo molto pre-
Da quanto ho capito (poi il Capo sta scriven-
sto, per scommettere ancora qualche cente-
do un pezzo per spiegarlo meglio) noi for-
simo sulla sconfitta del capo (a lui non ditelo,
niamo agli sponsor un servizio. Il servizio si
però).
paga, ma è tutto alla luce del sole. Vendiamo 49
degli spazi per far guadagnare loro più sol-
Dunque, gli sponsor che pagano per le pagi-
dini in modo che possano reinvestirli in
ne pubblicitarie non solo sono onesti, ma
cose buone per tutti. Se glieli facciamo gua-
sono dei benefattori, perché in ultima anali-
dagnare, loro pagano con piacere. Se non
si sono loro che regalano la rivista ai lettori
glieli facciamo guadagnare, meglio che cam-
(eh, vabbè, insieme al messaggio pubblicita-
biamo mestiere! Ovviamente non è che uno
rio…). Quindi devono proprio essere conten-
possa fare dei conti precisi sin dal primo
ti di far vedere che hanno pagato per la loro
momento e capire quanto ha guadagnato
pagina. A che servirebbe pagare, se poi si
grazie ad aquariophylia. Ma col tempo sarà
nasconde che l’hanno fatto e nessuno saprà
possibile anche questo… Nel frattempo, si
mai che sono loro che stanno facendo il
può vedere quanti lettori ha la rivista, con-
regalo?
frontarli con piccoli aumenti di vendite che
Al contrario: bisogna proprio chiarirlo bene
magari si sono verificati nello stesso perio-
chi paga per le pagine pubblicitarie. E se si
do, e con l’aiuto di alcune statistiche defini-
parla bene per caso di un prodotto, ma poi
re se c’è stata una influenza positiva o
non c’è la pubblicità di quel marchio, è
meno. Se c’è stata, ovviamente, sarebbero
segno che quel produttore sarà pure bravis-
sciocchi a non sfruttare questa occasione. È
simo a fare pompe e filtri, ma è veramente
come se un fruttivendolo scoprisse che ven-
un taccagno, perché non ha speso un soldo
dere i pomodori nella carta gialla li fa ven-
bucato per regalare la rivista! Tutto chia-
dere meglio. E si accorge pure che questo
ro? Se c’è la pagina pubblicitaria, quella è
mese ha guadagnato dieci euro in più grazie
certo a pagamento. Se non c’è, non si paga
a quella carta che gli è costata 1 euro.
proprio nulla. I pareri dei fish killers, positi-
Dunque ha guadagnato nove euro in più
vi o negativi, sono tutti gratis.
grazie alla carta gialla. E che fa? Per rispar-
Magari per ora non tutti sono convinti che
miare un euro rinuncia ai nove di guada-
sia così perché si sa, la gente è sospettosa.
gno? Ennò, questo non è un commerciante!
Hanno preso tante di quelle fregature nella
È un fessacchiotto destinato a chiudere bot-
vita che non si fidano più di nessuno!
tega! Dunque, partendo dal principio tipica-
Pensate che nei primi mesi la rivista è stata
mente padano “Cca nisciuno è fesso” dob-
distribuita a rilento proprio per questo.
biamo concludere che se guadagnano acqui-
Molti pensavano: “se la regalano, o si tratta
steranno spazi.
di una bufala (magari un fascicoletto di tre
Gli acquariofili, dal canto loro, possono stare
pagine male impaginato e con contenuti
tranquilli, perché il capo crede nella
ridicoli) oppure c’è qualcosa sotto!”. Poi
Perestroika (vedeste quant’è ridicolo col col-
hanno cominciato a vedere che sotto non
bacco…): massima trasparenza! Quindi gli
c’era proprio nulla, che si tratta semplice-
sponsors pagano giustamente per gli spazi,
mente di un bel progetto, che è divertente e
ma non chiedono “pareri” favorevoli. Dunque
che non arriva nessuna pubblicità indeside-
tutto funziona. Anzi, di più! Gli acquariofili
rata o roba del genere, ed hanno cominciato
sanno che se non c’è qualcuno che paga per
a seguirci.
la pubblicità questa bella rivista smette di
Lo stesso vale per il discorso degli sponsor.
esistere. E loro cosa ci guadagnano?
Molti pensano: se ci sono degli sponsor allo50
ra gatta ci cova. Ci vorrà del tempo per dimostrare che non ci cova proprio nulla. E gli sponsor si chiedono se veramente riusciremo a rigar dritti come diciamo e pure a garantire a tutti dei risultati in termini di utili. Anche questo richiederà tempo, ma siamo fiduciosi, dati i primi risultati concreti ottenuti e certificati da enti terzi. Insomma, funzionerà? Riusciremo a continuare in questo magnifico sogno per l’acquariofilia in Italia? E chi lo sa… Noi andiamo avanti mettendo un piede davanti all’altro. Di certo sette mesi fa nessuno avrebbe scommesso un nichelino in un progetto acquariofilo di questo tipo, nel nostro paese. Invece siamo andati avanti spappolando statistiche e previsioni catastrofiche. …E poi, avete visto il successo che stanno avendo le riviste elettroniche? Ma chi la legge più la carta stampata? Abbiamo “fiutato” giusto, a quanto pare. Io dico che ce la si fa! Bisogna proprio, se voglio, prima o poi, passare dalla presente boccia ad un vero acquario. Questo farebbe la felicità di tutti, è ovvio, mettendo d’accordo neofiti, esperti ed amanti del ketch. Dunque continuiamo ad osservare come procede e speriamo che i mezzi continuino ad aumentare, insieme ai lettori, perché da questo dipende fondamentalmente il miracolo. Per ora, tutto limpido è il cielo e il vento è in poppa! Evviva le poppe! Vostro, marinaresco
Carassio
AGENDA EVENTI
GENOVA:
12 anni) contattando Incoming Liguria. Per informa-
CALENDARIO ATTIVITÀ ED EVENTI
zioni e prenotazioni, contattare Incoming Liguria, tel.
ACQUARIOVILLAGE ESTATE 2011
010/2345.666 Il percorso CrocierAcquario è acquistabile sul sito www.acquariodigenova.it nella sezione
CrocierAcquario – Acquario di Genova e Santuario
“Prenota e acquista”.
dei Cetacei: proposta per tutti Dal 2 aprile 2011 fino a fine settembre partono nuo-
Notte con gli squali – Acquario di Genova
vamente le escursioni in battello di mezza giornata
Continua con un calendario ricco di date, l’appunta-
alla scoperta dei Cetacei dei nostri mari organizzate
mento con Notte con gli squali, l’emozionante espe-
in collaborazione tra l’Acquario di Genova, nell’ambi-
rienza che consente a bambini e ragazzi dai 7 ai 13
to del progetto di ricerca Delfini Metropolitani, e il
anni di conoscere la vita notturna dell’Acquario di
WWF. Ad accompagnare il pubblico in ogni escursio-
Genova e di provare l’emozione di addormentarsi
ne, un biologo marino dell’Acquario di Genova e del
davanti alla grande vasca degli squali. L’esperienza comprende anche la cena e inizia alle ore 19.30. Sono previsti appuntamenti tutto l’anno, almeno una volta al mese, per un numero massimo di 35 partecipanti a serata. Precisamente nel 2011: 1 e 25 giugno; 3 settembre; 31 ottobre; 12 e 26 novembre; 7 e 26 dicembre. Il prezzo di Notte con gli squali è di 80 euro per bambino. Per partecipare è indispensabile la prenotazione presso Incoming Liguria, tour operator dell’edutainment, al n. telefonico 0102345666. Notte con gli squali è acquistabile anche dal sito www.acquariodigenova.it.
WWF sveleranno tutti i segreti degli animali che si incontrano e illustreranno il codice di comportamento
Le novità del mondo AcquarioVillage – nuovi exhibit
corretto per l’avvistamento dei Cetacei. La partenza è
Il mondo AcquarioVillage ha recentemente arricchito
prevista ogni sabato alle ore 13 dal molo sotto
la propria offerta con nuovi exhibit in tutte le struttu-
l’Acquario (condizioni meteo permettendo) con rien-
re. Sui temi di natura e ambiente, ad attendere il pub-
tro alle ore 18 circa. L’escursione di avvistamento
blico, ci sono i nuovi ospiti dell’Acquario di Genova:
cetacei è disponibile ogni sabato, mentre dal lunedì al
gli storioni, i pesci ossei viventi più antichi del piane-
venerdì si effettuano escursioni solo per le scuole o i
ta e le creature degli abissi marini grazie alla nuova
gruppi, su prenotazione. Nei mesi di luglio e agosto,
installazione interattiva Abissi Luci nel buio. La scien-
doppia partenza settimanale ogni martedì e ogni
za e la tecnologia attendono i ragazzi a La città dei
sabato, stesso orario.
bambini e dei ragazzi dove il nuovo exhibit Energia in
Il percorso CrocierAcquario (Acquario di Genova +
gioco consente loro di conoscere e approfondire il
escursione in battello sulle rotte dei Cetacei) ha un
tema dell’energia con particolare riferimento alle
costo di 42 Euro per gli adulti e 21 Euro per i ragazzi
energie rinnovabili. Infine, a completare le esperienze
(4-12 anni). L’escursione in battello sulle rotte dei
con un’immersione nella storia della navigazione, il
Cetacei è acquistabile anche singolarmente, al prez-
sommergibile Nazario Sauro, la prima nave museo
zo di 32 Euro per gli adulti e 15 Euro per i ragazzi (4-
visitabile in acqua davanti al Galata Museo del Mare.
52
“Biodiversità lavori in corso” – Acquario di Genova
- L’inganno: come Ulisse e i suoi marinai anche le tar-
e La città dei bambini e dei ragazzi
tarughe compiono il loro viaggio in un mare ricco di
Sul tema della conservazione della biodiversità, da
pericoli nascosti. In questa sessione vengono trattati
sempre al centro dell’azione di sensibilizzazione in cui
tutti i fenomeni che rappresentano una minaccia alla
Costa Edutainment è impegnata, l’AcquarioVillage
loro sopravvivenza;
proporrà alle famiglie, a partire dalla primavera,
- L’identità celata: come Ulisse non rivela la sua iden-
“Biodiversità lavori in corso”, speciali animazioni edu-
tità, anche molti aspetti della biologia delle tartarughe
tainment per imparare insieme come l’Uomo si debba
sono ancora poco noti. Questa sessione sarà dedica-
comportare per garantire un futuro al nostro Pianeta.
ta all’analisi dell’Anatomia, Fisiologia, Comportamento
Le attività si svolgeranno ogni quarto fine settimana
e Genetica, aspetti che richiedono ancora studi
del mese sotto la guida di un esperto, sia lungo il per-
approfonditi;
corso dell’Acquario di Genova, con un focus sul-
- Ospitalità: tema ricorrente nell’Odissea, che ci ricor-
l’equilibrio tra foreste e scogliere coralline, sia a “La
da che anche le tartarughe dipendono dall’uomo per
città dei bambini e dei ragazzi”, con un laboratorio
poter trovare un ambiente salubre, accogliente e
che permetterà di scoprire come crescono le piante e
sicuro. Le due parti in cui è divisa questa sessione
qual è la loro importanza per il Pianeta.
saranno rispettivamente dedicate ai temi Misure di Gestione e Conservazione Ambientale e Medicina Veterinaria e Salute delle Tartarughe. Per maggiori informazioni: http://medturtleconf.rac-spa.org/
NAPOLI: CONFERENZA MEDITERRANEA SULLE TARTARUGHE MARINE Dal 7 al 10 novembre prossimo si terrà a Napoli la
NAPOLI: NAPOLIAQUATICA
quarta conferenza mediterranea sulle tartarughe
Dal 23 al 25 settembre si terrà a Napoli, presso il cen-
marine. Le informazioni necessarie per l’iscrizione e la
tro commerciale Jambo 1, la mostra mercato
partecipazioni sono disponibili nel sito: http://medtur-
“NapoliAquatica”.
tleconf.rac-spa.org/
Per magiori informazioni: http://www.napoliaquatica.com/
L’evento vedrà riuniti i paesi mediterranei nello sforzo comune di studiare e salvaguardare le tararughe
NORIMBERGA: INTERZOO Dal 17 al 20 maggio 2012 si terrà a Norimberga il consueto appuntamento biennale dedicato agli animali domestici. La fiera di Norimberga, che si alterna con marine. Le quattro sessioni del convegno sono state
Zoomark, manifestazione che si tiene ogni due anni a
poeticamente
Bologna, è anch’essa rivolta agli operatori del settore
ispirate
a
quattro
temi
tratti
dall’Odissea e verranno così ripartite:
Pet.
- Il ritorno a casa: sinonimo del comportamento fillo-
Per maggiori informazioni:
patrico degli organismi studiati, questa sessione si
http://www.interzoo.com/en/
occuperà dei diversi aspetti biologici e comportamentali della riproduzione delle tartarughe marine (Biologia Riproduttiva e spostamenti);
54
23 litri da arredare secondo il tuo gusto
19 o 25 litri incorniciati da solo vetro
Struttura in vetro per una visione totale
Fontanella superiore per rilassarsi col suono dell’acqua
Filtro a tripla azione per un’acqua cristallina
Luci LED per un’atmosfera zen.
Sulle tracce di Colombo un viaggio attraverso gli oceani di Rita Colognola - seconda parte Nel numero precedente abbiamo iniziato un inte-
ca in vari settori. Il progetto “Delfini metropolita-
ressante viaggio nelle sale e nel backstage
ni”, avviato ormai dal 2001, è volto allo studio
dell’Acquario di Genova. Abbiamo parlato delle
della presenza e delle abitudini dei delfini costie-
sue origini, della sua storia, ma anche del suo
ri e dei loro rapporti con le attività dell’uomo; in
futuro e delle tecnologie che permettono la vita di
particolare viene studiato il tursiope (Tursiops
tanti organismi marini, provenienti da ogni parte
truncatus Montagu 1821). Questa ricerca si svol-
del mondo in un ambiente accogliente ed ospitale.
ge in collaborazione con diversi altri gruppi ope-
In questo numero completiamo il viaggio pren-
ranti nel Mediterraneo. I dati sono raccolti in un
dendo in considerazione le attività di ricerca
database nel quale viene assegnato un codice ad
scientifica e di didattica, ma anche la complessa
ogni individuo avvistato di tursiope,. Se lo stesso
gestione di una struttura così grande.
individuo è avvistato più volte (l’identificazione è possibile sulla base delle foto relative a ciascun
LA RICERCA SCIENTIFICA
avvistamento) il codice viene uniformato e le
Attività fondamentale dell’Acquario di Genova è
informazioni raggruppate nella scheda individua-
la partecipazione a numerosi programmi di ricer-
le. In questo modo è possibile seguire gli spostamenti e le attività di molti individui, anche quando siano avvistati in luoghi e da ricercatori diversi. Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito
www.intercet.it
(nella
home-page selezionare “partner di ricerca” e in seguito “Delfini metropolitani”). Altre attività di ricerca dedicate al tursiope riguardano lo studio 1 - Didattica: scuole medie 56
2 - Vasca dedicata alla laguna tropicale
dei sistemi di comunicazione e i rapporti tra
“Progetto Emys”. In un centro appositamente alle-
madre e piccolo, i sistemi di riconoscimento indi-
stito nella piana di Albenga, le tartarughe sono
viduale e, in particolare, uno studio sul sonno
tenute in recinti protetti ma all’aperto.
durante le prime fasi di crescita. Particolarità del
Immediatamente dopo la schiusa, i piccoli sono
sonno dei delfini è di essere “unisferico” e
trasferiti all’Acquario e allevati per due anni,
“monoculare”: si addormentano cioè un solo emi-
durante i quali non vengono fatti ibernare. In que-
sfero cerebrale e un solo occhio alla volta. A
sto modo si riduce drasticamente l’alta mortalità
Genova è stata studiata l’evoluzione delle fasi di
solitamente legata alle prime fasi di sviluppo,
sonno e veglia nel primo anno di vita in due cuc-
soprattutto all’ibernazione. I piccoli sono poi
cioli nati in vasca. Si è dimostrato che nel tursio-
riportati al centro Emys e allevati altri due anni,
pe si ha un’evoluzione confrontabile a quella dei
lasciandoli ibernare regolarmente, prima di essere
mammiferi terrestri. Il neonato tende a dormire
immessi in stagni appositamente recuperati. In
molto nell’arco delle 24 ore e nel corso del primo
seguito il comportamento di questi individui con-
anno di vita le ore di sonno si riducono, concen-
tinua
trandosi nel periodo notturno. I dati ottenuti sono
dell’Università di Genova. Il progetto permette,
stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica
ormai da quattro anni, la regolare reintroduzione
Nature.
in natura di individui nati in ambiente controllato.
Un altro progetto in corso di estrema importanza
È realizzato in collaborazione con Provincia di
riguarda la tartaruga palustre Emys orbicularis
Savona,
ingauna, sottospecie endemica della Liguria che
Savonese, Coordinamento Provinciale di Savona
si riteneva estinta. Il ritrovamento di alcuni indivi-
del Corpo Forestale dello Stato, DIP.TE.RIS
dui superstiti negli anni ’90 ha dato origine al
dell’Università degli Studi di Genova, le 57
ad
essere
Comunità
seguito
Montana
da
del
ricercatori
Ponente
3 - La messa a punto delle vasche che ospitano le meduse è stata inizialmente laboriosa ma, grazie anche all’esperienza acquisita da altri acquari, coronata da successo
Associazioni Pro Natura Genova e WWF Liguria e sostenuto dalla Fondazione Acquario di Genova ONLUS. Due, infine, i programmi di ricerca riguardanti i coralli.
Il
primo,
in
collaborazione
con
l’Università di Genova, prevede lo studio della ripresa delle barriere coralline alle Maldive, colpite negli anni ’90 da un massiccio fenomeno di sbiancamento (bleaching) che ne aveva distrutta una percentuale importante. Si è costatato che le nuove colonie si impiantano sugli scheletri di quelle precedenti e crescono con notevole rapidità. Il secondo progetto, denominato “Coralzoo”, è in collaborazione con numerosi partner internazionali ed ha lo scopo di studiare la nutrizione e l’interazione tra cibo e luce nei coralli. A Genova sono state studiate, in particolare, le tecniche di alimentazione, allo scopo di mettere a punto la dieta più adatta alla riproduzione sessuata di questi organismi. I ricercatori dell’Acquario di Genova hanno anche partecipato a numerose spedizioni scientifiche in Antartide, in Madagascar e Mali. Durante le spedizioni in Madagascar sono state scoperte e descritte quattro nuove specie di rettili e tre di anfibi. L’Acquario di Genova collabora con il Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato ed è attivo un servizio di pronto soccorso cetacei. Numerose tesi di laurea e di dottorato sono svolte nell’ambito delle ricerche citate e molti risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche, anche internazionali.
DIDATTICA Obiettivo primario dell’Acquario di Genova è l’informazione e sensibilizzazione del pubblico 58
59
4 - Mangrovie: Pteriophtalmus barbarus
alla conservazione, gestione e uso sostenibile
vanno dalla classica visita guidata alle attività di
degli ambienti acquatici. Principale strumento a
laboratorio; alla base l’idea di non “fare lezione”
questo scopo è, naturalmente, la visita: l’esposi-
ma di proporre delle esperienze. Nutrito è anche il
zione si basa, infatti, sulla rigorosa rappresenta-
calendario delle attività esterne all’acquario, tra le
zione degli ambienti e l’attenta scelta delle infor-
quali le crociere finalizzate all’avvistamento dei
mazioni scientifiche offerte al pubblico. Il metodo
delfini. L’agenda dettagliata per i prossimi mesi è
educativo si ispira al principio di istruire diverten-
stata pubblicata nel numero precedente di
do, da cui il termine, appositamente coniato, edu-
Aquariophylia.
tainment ottenuto dalla fusione dei vocaboli edu-
Infine alla domanda “Quali sono i vostri rapporti
cation (istruzione) e entertainment (divertimento,
con l’acquariofilia domestica?” si è levato un coro
intrattenimento).
unanime: “Sono indispensabili informazioni ade-
Varie e interessanti le proposte per le scuole, che
guate, conoscenza delle normative vigenti e senso 60
di responsabilità”. In definitiva, esattamente l’at-
sviluppo di attività didattiche, ricreative, culturali,
teggiamento dei nostri lettori: speriamo dunque
di studio e di ricerca scientifica.
che gli sforzi di aquariophylia, tesi a diffondere
Alla stessa è affidata la gestione di altre strutture a
informazioni corrette e scientificamente valide,
Genova (Galata Museo del Mare con il sommergi-
possano essere coronati da successo e raggiunge-
bile Nazario Sauro, La città dei bambini e dei ragaz-
re un ampio target di appassionati. Da parte nostra
zi, la Biosfera) e a Livorno (l’Acquario, riaperto al
non possiamo che auspicare un “controllo” severo
pubblico nel 2010); è inoltre proprietaria della
da parte di istituzioni pubbliche e private, acquari
società di gestione dell’Acquario di Cattolica.
pubblici, associazioni ecologiste serie, sul nostro
Infine, nel 2003 è stata costituita la Fondazione
operato. Solo in questo modo potremo infatti
Acquario di Genova ONLUS, che promuove e
migliorarci e cooperare con tutte le istituzioni che
realizza progetti nei settori dell’educazione, sensi-
hanno obiettivi simili nella conservazione, e pro-
bilizzazione, ricerca applicata e conservazione,
tezione del patrimonio naturale. Ma torniamo
anche in collaborazione con università e istituti
all’Acquario di Genova!
scientifici internazionali.
LA GESTIONE
LA VISITA
La gestione dell’Acquario di Genova è affidata
La visita risponde ampiamente alle attese: è vera-
alla società Costa Edutainment Spa, impresa spe-
mente un viaggio appassionante attraverso il
cializzata nella gestione di grandi strutture e nello
mondo, racchiuso nello spazio di 70 vasche. Non
mancano alcuni ambienti non acquatici, come
facile ed economico. Un’occasione da cogliere al
l’area dedicata ai colibrì e i terrari dove sono pre-
volo per visitare, finalmente, uno degli acquari
sentate la foresta del Madagascar e la foresta
pubblici più noti al mondo. Per maggiori informa-
umida.
zioni: www.acquariodigenova.it
Particolarmente affascinanti sono un’ofiura antartica (Astrotoma agassizii) e le numerose vasche dedicate alle meduse; questo è, naturalmente, un giudi-
Ringraziamenti Ringraziamo per la pazienza e la disponibilità dimostrate nel fornirci le informazioni richieste: dott. Lorenzo Senes (Coordinatore Acquariologia) dott. Guido Gnone (Coordinatore della ricerca scientifica) dott. Stefano Angelini (Responsabile dei Servizi Educativi) Sig.ra Emanuela Ratto (Ufficio Stampa)
zio estremamente personale e basato su un incontrollabile “affetto” per alcuni invertebrati marini. Per il resto, si trova tutto quello che si può desiderare e ... molto di più, ma preferiamo fermarci qui con questa visita guidata “dietro le quinte”, per lasciarvi il gusto della scoperta, in occasione di un viaggio a Genova. La nostra agenzia di viaggio di riferimento, peraltro, sarà in grado di produrre offerte personalizzate ed esclusive per i nostri let-
Foto 1 - 3 - 5: per cortese concessione dell’Acquario di Genova
tori, se contattata, per condurvi a Genova in modo
5 - La vasca che ospita gli storioni è un’aggiunta recente
62
Il mio acquario di
Ryukin di Maurizio Quarta Allevare carassi può sembrare cosa facile. Il carassio, per antonomasia, è il comune pesce rosso il quale, sovente venduto in fiere e sagre di paese, ha la fama (errata) di essere un pesce dalle poche pretese. Alloggiato spesso in angu-
ste vaschette o invivibili bocce di vetro, questi animali sono allevati spesso in condizioni al limite delle minime esigenze vitali. È infatti diventato un luogo comune poterli allevare facilmente, a costo zero e senza dover dedicare loro le parti-
foto Denitto
“Red & White Crowned Pearlscale”, in giapponese “Sarasa Hamanishiki, in italiano “Oranda squame a perla bianco e rosso”
64
Gli allevatori sono riusciti a fissare geneticamente alcuni caratteri come le escrescenze presenti sulla testa di questo pregiato esemplare da concorso
foto Denitto
arcuato e una pancia rotonda, che gli conferisce la tipica e distintiva forma triangolare; si distinguono inoltre per il profilo anteriore appuntito e la pinna caudale doppia, più allungata che nelle altre forme. La testa è piccola rispetto al resto del corpo, nettamente separata dal dorso da gobba distintiva subito dietro il capo. Anche se questa razza ha origini cinesi, essa è un vero vanto dell’allevamento nipponico; fu importato a Okinawa – conosciuta come Ryukyu in giapponese- nel 1682 e da lì si diffuse in tutto il paese, divenendo così popolare che nel 1778 gli fu dato il nome Ryukin, un abbreviazione di “Ryûkyû kingyô” (Ryunku goldfish = pesce rosso di Okinawa). È il pesce rosso più popolare in Giappone, dove sono particolarmente apprezzate le varietà di colore rosso brillante e la varietà Sarasa, cioè bianco-rossa, che richiama i colori della bandiera nazionale. Altre colorazioni diffuse sono la nera, la rosso-nera, bianco-rosso-nera e la calico, caratterizzata da una moltitudine di macchie multicolore, su base generalmente azzurra.
colari attenzioni rivolte ai “più esigenti” e costosi pesci tropicali. In molti credono ancora che la cosa importante sia che i pesci rossi abbiano a disposizione un po’ d’acqua di rubinetto (doverosamente non biocondizionata, n.d.a.) in cui nuotare, ed un po’ di pane secco come cibo. Ovviamente non è così! I carassi, come tutti i pesci, hanno le loro esigenze di cui ogni acquariofilo che si rispetti deve tener conto per allevarli nelle condizioni ambientali più idonee. Allevare un carassio, un guppy o un discus richiede lo stesso impegno e dedizione. In ogni caso è sempre doveroso informarsi, aggiornarsi ed approfondire le conoscenze sulle esigenze vitali della specie da allevare in acquario, qualunque essa sia. Il nostro autore ci parla della sua esperienza con l’allevamento di una varietà particolare di carassi, nota nell’ambiente degli appassionati col nome di Ryukin. Buona lettura!
Sarasa ryukin pinne a velo
foto Quarta
INTRODUZIONE Il Ryukin è una delle più imponenti varietà di carassio e appartiene al gruppo delle varietà eteromorfe, cioè di quelle il cui corpo ha subito, nel corso di secoli, una tale selezione da parte degli allevatori da renderle notevolmente diverse dalla forma originaria. È caratterizzato da un corpo tozzo, più alto che lungo, con un dorso molto 65
Sarasa ryukin
foto Quarta
foto Quarta
Quadro elettrico e filtro esterno
no tropicale, avevo però voglia di tornare al mio vecchio amore, i carassi, perciò è stata modificata e riconvertita all’acqua dolce nel marzo del 2009 e ha ricevuto i suoi ospiti principali circa 6 mesi dopo il suo avvio. ALLESTIMENTO. Fin dall’inizio pensata per ospitare ed esaltare la livrea dei Ryukin della
L’ACQUARIO ED I SUOI OSPITI La mia vasca misura 160x60x65(h) cm per un totale di 620 litri lordi, è auto-costruita con vetri da 12 mm e tiranti sul lato lungo. Precedentemente allestita come acquario mari-
varietà bicolore Sarasa (bianco e rosso), la vasca
foto Denitto
È un raro e estremamente pregiato “Kanoko Ryukin”. La colorazione Kanoko, cioè bianca con le squame pezzate rosse è una rara colorazione che deriva dalle pregiate carpe kanoko
66
IL PESCE ROSSO LA STORIA La denominazione scientifica del pesce rosso è Carassius auratus, nome assegnatogli dal naturalista Carlo Linneo nel 1758. Indubbiamente il pesce rosso merita in pieno – unico forse tra i pesci – l’appellativo di “animale domestico”, al pari di cane, gatto, e pochi altri: animali, cioè, la cui vita e la cui storia sono da tempi remoti indissolubilmente legate a quelle dell’uomo. Allevato a scopo ornamentale nei laghetti e nei vasi di porcellana in Cina già a partire dal X secolo dopo Cristo, sotto la dinastia Sung, il pesce rosso è stato sicuramente il precursore dei pesci ornamentali. In Europa giunsero i primi esemplari nel XVII e XVIII secolo, portati dai navigatori portoghesi provenienti dall’Estremo Oriente, conoscendo col tempo una popolarità tale da renderlo il pesce ornamentale più allevato al mondo. Oggi è assai dubbio che esistano popolazioni selvatiche “pure”, il cui patrimonio genetico, cioè, non sia stato minimamente alterato da immissioni di soggetti domestici, effettuate un po’ ovunque da secoli, o da fughe da allevamenti e bacini privati. LE VARIETÀ Il nome comune di “pesce rosso” è davvero riduttivo, viste le innumerevoli varietà di colorazione allevate. Oltre alla colorazione, la selezione del pesce rosso si è focalizzata nel corso dei secoli anche sulla forma del corpo, in particolare sul tronco, sulla testa e sulle pinne. I principali centri di selezione sono storicamente la Cina e il Giappone, dove la tradizione d’allevamento del pesce rosso è millenaria. Le numerose varietà di pesce rosso si dividono in : Varietà OMEOMORFE o “rustiche”: conservano una conformazione generale simile al tipo originario o “selvatico”, con mutazioni secondarie riguardanti perlopiù il colore e la lunghezza delle pinne. Sono tutte razze allevate in Italia e si possono allevare in laghetto tutto l’anno. L’Italia è uno dei maggiori produttori mondiali di esemplari di queste varietà. Varietà ETEROMORFE o “pregiate”: sono le razze più esasperatamente selezionate; il loro corpo è spesso notevolmente modificato (testa, occhi, pinne, tronco) rispetto al tipo normale. La maggioranza di esse viene importata dall’Oriente. Rispetto ai pesci rossi normali, gli eteromorfi sono più esigenti, soprattutto riguardo alla temperatura, alla qualità dell’acqua e all’alimentazione. Questi carassi sono consigliabili più per l’acquario che per il laghetto. IL PESCE ROSSO IN CASA Il modo peggiore di tenere pesce rosso in casa è di farlo usando la “classica” boccia, una vera e propria camera di tortura per il nostro amico. I pesci rossi richiedono vasche grandi e spaziose, a partire da un minimo di un centinaio di litri, con acqua neutra o leggermente alcalina (pH 7–8), durezza media, moderatamente mossa e ben ossigenata. È bene dedicare l’acquario ai soli pesci rossi, evitando di associarli ad altri pesci in vasche che non siano davvero grandi e spaziose (oltre 300 litri).
è stata arredata utilizzando un fondo ADA “Amazzonia” spesso in media 7-8 cm, di colore scuro, e legno di mangrovia. I legni e le rocce si dispongono per i due terzi della vasca, lasciando però ampio spazio per il nuoto dei pesci. Questa varietà, infatti, necessita di molto spazio per muoversi liberamente e valorizzare al massimo le splendide e fluttuanti pinne. TECNICA. L’acquario è aperto, illuminato con una plafoniera Arcadia sospesa al soffitto con 2 faretti Hqi da 150 w, 6.500 K e due neon da 30 w da 9.000 K, regolati da timer con un fotoperio-
do di 11 ore per i neon e 10 ore per le Hqi. Il sistema di filtraggio è centrato su un filtro rapido esterno JBL CristalProfit e-1500, caricato in due cestelli con SERA Siporax e per il resto con le spugne in dotazione. Considerato il notevole carico di lavoro a cui i pesci lo sottopongono, mi ritengo molto soddisfatto di questo filtro. I valori dell’acqua, che misuro senza seguire un regolare calendario, sono sempre ottimali: NO2 < 0,3 mg/l, NO3 5–10 mg/l, PO4 < 0,02 mg/l, KH 4, GH 12, pH 7, T 25 °C. 67
Panoramica
I Ryukin sono pesci robusti, poco esigenti riguardo la durezza e i valori chimico-fisici dell’acqua. È preferibile allevarli in acquari riscaldati a 24-25 °C ma hanno bisogno di acque ben ossigenate, pertanto occorre trovare il giusto compromesso tra temperatura, somministrazione di CO2 e movimentazione dell’acqua. Completano la dotazione tecnica della vasca un impianto di fertilizzazione a CO2, due riscaldatori Rena da 300 w e 200 w, un impianto per il ripristino automatico dell’acqua evaporata e una lampada sterilizzatrice da 9 w.
MANUTENZIONE. Provvedo a un cambio d’acqua di 120-150 litri una volta a settimana utilizzando l’acqua del pozzo artesiano del mio giardino, pulizia dei vetri un paio di volte a settimana e delle spugne del filtro una volta al mese circa. PESCI. Come detto, i protagonisti indiscussi di questa vasca sono 5 maestosi esemplari di sarasa Ryukin, lunghi tra 15 e 20 cm. Ho potuto constatare che si tratta di tre maschi e due femmine, che nella scorsa primavera hanno movimentato non poco alcune nottate, con i loro intensi rituali di corteggiamento. Purtroppo al 68
foto Quarta
momento non ho la possibilità di isolare le coppie e tentare di portare a termine la riproduzione, ma vedere la vasca piena di piccole uova tonde e adesive, specie le fini radici di Microsorium pteropus, è comunque motivo di grande soddisfazione e indice che i pesci si trovano a proprio agio. Quale premio migliore per le cure costanti che l’acquariofilo dedica alla propria vasca? Altri ospiti della vasca sono 5 Crossocheilus siamensis, 5 Ampullaria Gold e un numero imprecisato di Caridina japonica. PIANTE. Attualmente l’acquario è in ristruttura-
zione e le uniche piante che ho mantenuto sono un folto gruppo di Microsorium pteropus e alcune Anubias spp. ALIMENTAZIONE. Ritengo molto valido il principio “poco ma spesso” che utilizzavo con successo anche nell’acquario marino, pertanto alimento i miei pesci con piccole dosi di mangime 4 -5 volte al giorno. Ritengo che questo metodo si adatti meglio alle esigenze di tutti i pesci che anche in natura passano la maggior parte del tempo a cercare cibo. Permette inoltre di limitare efficacemente l’inquinamento poiché tutto il 69
foto Denitto
“Tricolored Crowned Pearlscale”. In italiano si potrebbe tradurre con “Oranda squame a perla a 3 colori”. Il nome giapponese è “Sanshoky Hamanishiki
cibo viene consumato rapidamente, anziché rischiare di decomporsi in vasca. Un’alimentazione di ottima qualità e il più variegata possibile permette a questi pesci di mantenere splendide livree e di crescere sani e robusti, perciò l’alimentazione è costituita al 50% da ottimo mangime in granuli specifico per pesci rossi pregiati, di cui alterno, nel corso della giornata, varie marche e varietà; il resto dei pranzetti e delle cene è a base di cibo surgelato a base vegetale della Ocean Nutrition e di piselli verdi tritati, di cui i pesci rossi vanno pazzi. Due o tre volte a settimana somministro Artemia salina e larve di rosse di zanzara surgelate, una ghiottoneria per i pesci, di cui però è meglio non abusare; queste varietà di carassi hanno un apparato digerente abbastanza delicato, per cui evito alimenti in fiocchi o galleggianti e utilizzo con moderazione alimenti grassi o con un’alta percentuale di proteine.
foto Denitto
Sarasa ryukin + kuro demekin (black moor)
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È un “Ranchu” nella colorazione detta “Calico”. In giapponese questo pesce si chiama “Edonishiki”. Questo è il vero “Testa di leone”; in Italia spesso viene chiamato in questo modo anche la varietà Oranda, che però si distingue da questa principalmente perché ha la pinna dorsale
foto Denitto
Nymphaea lotus, Cryptocoryne crispatula, C. pontederifolia ed Eichhornia crassipes. Ho aggiunto da poco altre varietà pregiate di carassi: due pregiati Panda Demekin e uno splendido Kurodeme, meglio noto come Black Moor, a cui seguirà in autunno un Akasuma Ryukin, cioè un Ryukin bicolore rosso-nero. Arriverà anche un loricaride di grosse dimensioni, un Panaque nigrolineatus oppure un Pterygoplichthys gibbiceps, come valido (e già collaudato in un precedente acquario) anti-alghe in graduale sostituzione delle ampullarie e dei Crossocheilus siamensis.
NOTE FINALI. La vasca era stata inizialmente allestita con un arredamento ad isola, con una grossa radice al centro interamente plantumata da felci, e circondata da un prato di Lilaeopsis sp., con alcune Anubias spp. e Cryptocoryne wendtii. Recentemente ho deciso di cambiare il layout della vasca, pertanto l’acquario è attualmente in fase di ristrutturazione. Ho inserito nuovi legni e tolto molte piante, che verranno rimpiazzate a breve da Barclaya longifolia,
Ringraziamenti: un ringraziamento e una dedica di questo articolo al Gruppo Acquariofilo Salentino (G.A.S.) e a tutti i suoi soci per il contributo costante che danno all’ampliamento delle mie conoscenze acquariofile e al mio negoziante di fiducia per i preziosi consigli e il continuo scambio di opinioni ed esperienze.
CRANGON CRANGON E ZOLFO Un invertebrato marino, piccolo gamberetto della specie Crangon crangon, è stato utilizzato per dimostrare la tossicità dello zolfo in ambienti acquatici. La tossicità dello zolfo disciolto ed in particolare di alcune sue forme a diversi valori di pH, infatti, può provocare problemi in acquari marini come in natura. Il gamberetto in questione è abbastanza sensibile, come numerosi altri invertebrati, a questi composti e dimostra una emivita di sopravvivenza a 20 micromoli inferiore ad 1 ora. La tossicità aumenta a pH più bassi della norma. Alle concentrazioni più basse (0.1 micromoli) di queste sostanze tossiche il gamberetto comincia a mostrare sintomi di sofferenza nuotando di continuo; a concentrazioni più elevate (0.2 micromoli) entra in uno stato di panico e mostra costrizioni addominali; infine, a concentrazioni di 0.4 micromoli, si paralizza.
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In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
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A.A.A. … NUOVO DIRETTIVO CERCASI È stato fissato per l’undici settembre l’appuntamento elettorale per l’Associazione Acquariofili Abruzzese. Il direttivo uscente, come già ricordato in queste pagine, si è infatti dimesso in blocco per consentire il rinnovo all’indomani dell’approvazione del rinnovato statuto. Seguendo appunto le modalità elettorali previste dallo statuto, sarà prima eletto il presidente, direttamente dall’assemblea; quindi quattro consiglieri. Il direttivo (presidente più consiglieri), appena dopo la conclusione delle operazioni di voto, si riunirà e nominerà al proprio interno un vice presidente e un segretario/tesoriere. Questi ultimi due incarichi possono essere attribuiti a persone diverse, anche se sino ad oggi non è mai accaduto. Dovranno inoltre essere scelti tre revisori dei conti, che designeranno all’interno del collegio un presidente. Il direttivo ha inoltre facoltà di attribuire incarichi speciali ad altri soci (citiamo a mo’ di esempio alcune mansioni attribuite nel corso degli ormai 29 anni di vita del club: bibliotecario, responsabile mostre, responsabile relazioni esterne). Tali “membri aggiunti” entrano in tal modo a far parte dell’esecutivo, ma senza diritto di voto. Sarà un’elezione importante: il direttivo resta in In questa vecchia immagine in bianco e nero, tratta dall’archivio del club, il direttivo in carica nel 1989: da sinistra Lorenzo Marcucci, Amedeo Pardi (da sempre due colonne portanti del club), l’allora presidente Marcello Tagliamonte, Luciano Di Tizio e Sandro Fasoli.
carica per tre anni e quello che sarà tra poco scelto dai soci sarà nel pieno delle sue funzioni il 13 maggio 2012, quando il club compirà i suoi primi trent’anni di vita. I soci si aspettano festeggiamenti “importanti”, così com’è accaduto nel 2007 in
occasione del 25ennale. Allora ci furono un concorso, una mostra, un annullo filatelico, una conferenza con ospite d’onore l’etologo Giorgio Celli, da poco scomparso, e la pubblicazione di un libro celebrativo. Il nuovo direttivo non avrà un compito facile e per questo si cercano candidature “meditate”. Ci sarà tempo sino ad una settimana prima per mettersi in gioco e per farsi conoscere da tutti i soci attraverso il forum del club (chi vuole saperne di più e tenersi informato sulle iniziative degli acquariofili abruzzesi può visitare il nuovo sito www.acquariofiliabruzzesi.it). Certo, statuto alla mano, saranno accettate anche le candidature dell’ultima ora, ma è evidente che chi si sarà mosso in anticipo avrà ben altre possibilità di essere eletto rispetto a chi sceglierà di provarci direttamente in assemblea. L’incontro elettorale si terrà (si è già tenuto, a causa dei tempi tecnici di stampa della rivista. N.d.R.), come detto, l’11 settembre. L’appuntamento è alle 10 presso la sede sociale in via Camillo De Nardis 1, a Chieti. 2007: Giorgio Celli accompagnato da Luciano Di Tizio mentre visita la mostra per il 25ennale del club, mostra che venne ufficialmente inaugurata proprio dal famoso etologo.
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AIAM È ANDATA A SCUOLA... ANZI, ALL’ASILO! Da sempre la nostra associazione cerca di coniugare la passione per l’acquariofilia con l’amore per il nostro mare ed i suoi abitanti. In questo senso, AIAM tende ad avvicinarsi all’ambiente marino con il massimo rispetto possibile, sia puntando a migliorare e propagandare i concetti per un’ottimale gestione dell’acquario stesso (in modo da offrire agli eventuali “ospiti” il miglior ambiente possibile) sia cercando di fare divulgazione su temi di biologia ed ecologia, proprio a salvaguardia del nostro mare. Il primo passo per chi vuole proteggere il mare è quello di conoscerlo. Il secondo passo è quello di diffondere questa conoscenza. Anche un acquario, se gestito con intelligenza e sensibilità, può essere un modo per far vedere (anche a chi altrimenti non ne avrebbe la possibilità) le meraviglie del mondo sommerso: farne apprezzare i colori, farne conoscere gli abitanti e le loro caratteristiche e curiosità. Per questo motivo AIAM ha finanziato interamente un progetto didattico per portare un pezzetto di mare anche in una scuola. O più precisamente, in una scuola dell’infanzia del Comune di Muggia, in Provincia di Trieste, di fronte a bambini di età compresa tra i 3 ed i 6 anni. Grazie alla collaborazione delle maestre, all’autorizzazione della dirigente scolastica, ed al più che positivo riscontro da parte dei bambini (e dei loro genitori) è stato possibile sperimentare l’allestimento e la conduzione di un piccolo acquario marino mediterraneo, dedicato ad ospitare e far conoscere ai bambini alcuni dei tipici abitanti del litorale muggesano e triestino. Per un paio di mesi i bambini, entusiasti, hanno potuto ammirare (e nella maggior parte dei casi “toccare con mano”) ricci di mare, ofiure, murici, anemoni, gamberetti, granchi ed anche un piccolo Gobide ed hanno appreso (rapidamente!) i primi concetti di base sulla gestione di un piccolo acquario. Il tutto è stato poi accompagnato, grazie all’impegno delle maestre ed al materiale messo a disposizione da AIAM, da altre attività correlate, consistenti nel colorare le schede degli organismi ospitati e nel disegnare l’acquario con tutti i suoi “abitanti”. Il progetto si è infine felicemente concluso con una gita al mare di tutta la classe, e con la liberazione degli organismi, accompagnati dagli affettuosi saluti dei bambini. L’articolo completo, unitamente alle relative immagini, è visionabile sul sito dell’associazione, all’indirizzo: http://www.aiamitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=200:aiam-e-andata-ascuola&catid=74:aiam-dei-piccoli&Itemid=116
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PRONTI PER LA NUOVA STAGIONE, DOPO UN ANNO FANTASTICO! Con l'estate si è chiusa una stagione 2010-11 ricca di eventi, culminata con l'esposizione di Ranco (vedi articolo su questo stesso numero) e terminata con la partecipazione dell'AIB all'esposizione di Arcen in Olanda e i tre incontri in calendario per Settembre, proprio nei giorni in cui andiamo in stampa! Arcen, in Olanda, è stata un'altra tappa importante per la crescita di AIB e del movimento "bettofilo" in Italia. Da tempo la cittadina olandese ospita, nella terza settimana di Agosto, la più grande esposizione al mondo di Carpe Koi. E da un paio di anni, il club olandese Bettas4all, fondato da Joep van Esch, ha affiancato a questo grande evento un'esposizione di Betta che, grazie al carisma di Joep e all'impegno di tanti soci, ha acquisito subito una risonanza europea. La particolarità del Betta show olandese è di non seguire lo standard internazionale IBC, ma uno standard ad hoc elaborato proprio dal team di Bettas4all. Però non è tanto questo aspetto, quanto il gran Alcuni recenti vincitori del concor- numero di espositori provenienti da tanti paesi europei, a rendere so fotografico "Betta del Mese" speciale questo evento. Un felice incontro di lingue e culture diverche si svolge sul forum AIB se che ha caratterizzato anche il nostro Show IBC italiano lo scorso giugno e in cui crediamo molto! Quest'anno AIB si è impegnata per permettere a coloro che non potevano andare ad Arcen di far concorrere comunque i loro pesci, organizzando e curando un trasporto unico per tutti gli esemplari. Un'iniziativa inedita, consentita dalle relazioni con allevatori di tutta Europa che abbiamo costruito in questi anni. È stato così possibile presentare alla mostra 28 esemplari allevati in Italia da nostri soci. Una partecipazione coronata da un terzo posto di categoria ottenuto da Francesco Perticone (categoria femmine Halfmoon Plakat AOC – All Other Colors) e un primo posto ottenuto da Maurizio Tomei (categoria femmine Doubletail). Un successo italiano confermato dal fatto che, dopo la gara, quattordici dei nostri esemplari sono stati acquistati da allevatori e appassionati stranieri presenti alla mostra. Il bel risultato conferma l'utilità di iniziative come questa. Vogliamo quindi riproporla in alcuni dei prossimi Show che si terranno in Francia e Germania. CLICCA SULLA FOTO per entrare nell’atmosfera del Betta Show di Ranco ed essere Settembre chiude l'estate con ben tre eventi. La pre- immediatamente teletrasportato in un mondo senza di AIB alla grande mostra mercato Acqua di competizione sportiva Beach di Cesena, con molti esemplari di Betta splendens, sia allevati in Italia sia importati dai migliori allevatori asiatici; il terzo Trinacria Betta Show – Trofeo Nino Palio, l'11 Settembre a Messina, ed infine l'incontro di presentazione della nuova stagione a Ranco, il 24 e 25 Settembre, aperti ovviamente a tutti gli appassionati e coloro che vogliono avvicinarsi all'allevamento di Betta splendens. Ad Ottobre si tengono le ultime due esposizioni europee, ufficiali IBC, del 2011. Dal 7 al 9 a Chatel-Guyon (Francia) e dal 28 al 30 a Berlino (Germania). Gli appassionati che fossero interessati anche solo a visitarle possono trovare contatti e informazioni sul forum AIB nel sito, www.aibetta.it
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AIK ad ACQUABEACH L'associazione Italiana Killifish, in occasione di Acquabeach (Cesena 23 Settembre), mostra mercato di acquariofilia e raduno nazionale di acquaportal, è stata presente con diversi tavoli allestiti dai soci e dedicati a questi particolarissimi pesci. L'evento ha compreso una mostra di ciprinodontidi e l'allestimento di vasche atte alla riproduzione ed accrescimento di questi straordinari animali. Il materiale informativo è stato liberamente consultato dai visitatori che hanno inoltre contato sul supporto degli allevatori presenti per chiarimenti sull'allevamento dei Killifish e le attività dell'Associazione. Ciprinodontidi più comuni e specie rare, killi adatti a chi comincia e specie che hanno destato l'interesse degli appassionati più esigenti. Una grande novità è stata presentata in anteprima in occasione di questo straordinario evento acquariofilo: a partire da Settembre 2011 ed anche per il futuro, gli appassionati che intenderanno avvicinarsi al mondo dei killifish, tesserandosi per la prima volta all'associazione potranno usufruire di un kit di benvenuto per intraprendere l'allevamento di questi pesci con successo. In occasione della mostra, inoltre, i visitatori che si tesseravano per la prima volta potevano ricevere una coppia di riproduttori o uova, tra le disponibili in occasione dell'evento. È stato infine possibile partecipare alle conferenze tenute da Stefano Valdesalici, Presidente dell'Associazione Italiana Killifish, riguardanti l'utilizzo del cibo vivo per l'allevamento di questi pesci e il resoconto del suo viaggio in Zambia in occasione del quale ha scoperto una nuova specie di Nothobranchius. www.aik.it Contattateci info@aik.it
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A.M.B.I. Nasce ufficialmente nel Gennaio del 2010 con il nome di A.M.B. e comincia la sua avventura partendo dal cuore dell’orgoglioso sud d’Italia dove assume in poco tempo un ruolo di riferimento per tutti gli appassionati del Betta splendens. Nel corso del primo anno di vita tuttavia, si uniscono all’AMB diversi appassionati del nord; la filosofia di AMB così si diffonde velocemente lungo lo stivale fino a sfociare nella nascita dell’AMBI: non solo un cambio di nome ma una vera e propria rivoluzione di intenti ed obiettivi che l’hanno portata ad assumere una forte valenza nazionale. AMBI: un moniker che racchiude tutta la genuina passione e la determinazione, tipiche del popolo italico, volte a formare ed aiutare allevatori, appassionati e acquariofili di tutta Italia, capaci di allevare, amare ed apprezzare il Betta splendens diffondendone così la conoscenza insieme ai segreti di un’antica pratica selettiva e portandolo alla ribalta sul territorio nazionale. A.M.B.I. racchiude in sé, tramite i sui soci, un pezzo indelebile della storia della bettofilia Italiana. Questi hanno dato vita alle prime esposizioni dedicate al betta in Italia. AMB lascia in eredità ad AMBI anche il primato di essere stata la prima associazione registrata sul territorio nazionale dedicata all’allevamento selettivo del Betta splendens show e la prima ad essere stata riconosciuta dall’International Betta Congress (II.B.C.). Far parte oggi di A.M.B.I. è quindi decisamente una scelta di carattere, significa accettare la sfida di essere tra coloro che scriveranno ancora la storia della bettofilia Italiana, condividendo esperienze, profondendo professionalità e passione. Articoli redazionali, seminari, mostre, esposizioni e convegni saranno organizzati durante l'anno in modo da tenere costantemente informati e deliziati tutti coloro che si avvicinano a questo appassionante hobby. Un hobby che non ha solo un mero fine ludico, ma anche etico, dato che tra gli obiettivi che l'associazione si propone ci sono il mantenimento e la conservazione dei betta selvatici, la preservazione sia dei biotopi asiatici sia di quelli acquatici nazionali, la lotta ai combattimenti tra betta, la diffusione di un’acquariofilia sana e consapevole. Consapevole del pericolo di estinzione in natura causato dalla progressiva distruzione dei loro habitat, consapevole della necessità di dare un’esistenza significativa e dignitosa a questo orgoglioso “combattente del Siam”. Questi gli obiettivi minimi che A.M.B.I. sente di perseguire, come dovere verso l’ambiente. Iscriversi ad A.M.B.I. significa anche poter contare su persone d'esperienza e competenza che vi aiuteranno ad allevare con successo diverse specie di anabantidi. Significa sostenere un gruppo che si impegna per la salvaguardia della biodiversità, in sinergia con tutte le associazioni dedicate all’ambiente. Ulteriori vantaggi dell’iscrizione sono i seguenti: Uso delle promozioni che importanti aziende acquariofile concedono e concederanno ai soci A.M.B.I. Mutuo soccorso (SOS betta) in caso di problemi di allevamento, scambio di soggetti, cessione gratuita di eccedenze per permettere di riprendere la selezione. Incontri ludici che avranno come obiettivo visite ad allevamenti di livello nazionale ed internazionale, expo nazionali ed internazionali.
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Questo fantastico pesce merita di essere conosciuto e tutelato ed insieme potremo farlo nel migliore dei modi. Saremo lieti di poter usufruire della tua preziosa collaborazione. Lo Staff A.M.B.I Mail:
ambettofiliitaliani@gmail.com,
infoline:
335.1418273
sito web: link provvisorio http://ambettasplendens.altervista.org/ forum:
http://bettasplendensforum.realfreeforum.com/
COMUNICATO STAMPA Grazie alla lungimiranza degli organizzatori di NAPOLIAQUATICA 2011, ci è stata data la possibilità di partecipare a quest’evento che avrà luogo il 23-25 settembre 2011 presso il centro commerciale JAMBO 1, dove organizzeremo un imponente show di Betta splendens, così da portare alla ribalta questo splendido teleosteo, arrivato a noi dopo secoli di selezione da parte dell’uomo. Sarà possibile, grazie al sostegno degli sponsor AQUARISTICA e DMFARM, vedere ben 200 esemplari di betta. Oltre che una serie di acquari allestiti con il tipico biotopo asiatico dove saranno alloggiati sia dei Betta splendens, sia anabantidi del sudest asiatico, nonché con tutta probabilità dei Betta selvatici. Quello che si sta cercando di realizzare è un momento didattico di assoluto spessore sociale, dove si vuole trasmettere non solo la passione per questo hobby a tutti coloro che visiteranno la manifestazione, ma anche l’amore e il rispetto per la natura e la straordinaria biodiversità presente nei fiumi, non solo del sudest asiatico. Per l’occasione sono stati indetti due concorsi. Nel primo, il pubblico avrà la possibilità di scegliere tra i 200 esemplari presenti quello che riterrà più bello*; alla fine della manifestazione un gran giurì composto da tre esperti allevatori di Betta splendens show, avrà modo di eleggere tra i 5 soggetti più votati durante la manifestazione, un vincitore, analizzando il soggetto alla luce dello standard internazionale redatto da IBC. Il soggetto vincitore riceverà un trofeo “1° DMFARM“. Tra tutti i votanti, sarà poi sorteggiato un vincitore che riceverà in premio alcuni regali messi a disposizione dallo sponsor AQUARISTICA. Nel secondo concorso, ancora più complesso, saranno selezionati*, tra coloro che ne faranno richiesta, alcuni bettofili/acquariofili, che si cimenteranno nell’allestimento di diverse vasche aventi come tema il biotopo asiatico. Il pubblico avrà l’arduo compito di votare e scegliere le tre vasche che più colpiranno la loro immaginazione. Tra le tre vasche scelte dal pubblico, un esperto di biotopi asiatici eleggerà il vincitore della kermesse scegliendo tra le presenti quella che meglio soddisfa i requisiti del biotopo allestito. Ancora una volta sarà premiata la vasca vincitrice con il “1° trofeo Biotopi - AQUARISTICA“ e verrà selezionato tra i votanti un vincitore, che riceverà in premio diversi gadget messi a disposizione dallo stesso sponsor. Appare evidente, da quanto sopra descritto, che lo SHOW da noi organizzato con grande impegno e dedizione, sarà qualcosa di sicuro interesse per tutti gli appassionati bettofili ed acquariofili d’Italia e con un po’ di presunzione diciamo… d’Europa. Vogliamo pertanto invitare tutti al nostro SHOW BETTA che si terrà presso NQ2011, porgendovi già da ora il nostro sentito benvenuto!!
*Il regolamento è visibile presso il sito di AMBI
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LETTERA APERTA A CARASSIO Gentile Carassio, ormai anche questa bellissima estate entra nella sfera dei ricordi che ci aiuteranno ad affrontare con maggiore serenità un anno lavorativo, virtuale e reale, con più grinta, con idee più chiare, e con più voglia di fare. Indubbiamente. Il primo augurio quindi è che il Tuo rientro sia stato sereno e l'impatto con la quotidianità ottimo. Adesso ci concediamo il piacere di fare il punto di eventi che caratterizzeranno settembre, il settembre più denso di questa decade. A Cesena Acquabeach, mostra mercato che ospiterà oltretutto un evento importante, il Primo Meeting Italiano di Allevatori Amatoriali (tutto il programma cliccando qui). Linee guida, operatori del settore e allevatori amatoriali come relatori, e tutte le varie parti convocate per un sano e costruttivo confronto. L'eccezionalità dell'evento è la cooperazione unanime di tutte le realtà virtuali italiane che trattano come argomento il discus. Primo punto di incontro unico nel suo genere. Non mancare. Cesena, 3 e 4 settembre! Un ringraziamento particolare a Francesco Penazzi, amministratore del DiscusPortal, per aver messo a disposizione di tutte le altre realtà virtuali questo evento, distribuendo a tutti il merito dell'organizzazione, pur restando l'incipit indiscusso. Noi abbiamo utilizzato il calo estivo per apportare sostanziali modifiche alla pagina principale del portale, la nostra home, che ancora dobbiamo sviluppare per renderla navigabile, intuitiva e collegata con i principali social networks. Partirà, dopo Cesena, il progetto divulgativo che vi terrà informati su NapoliAquatica, orgogliosi di esserne partecipi senza anticipare al momento nulla ma con molte sorprese. NapoliAquatica quest'anno è molto articolata, e la cooperazione con Mondodiscus come al solito sarà vincente. Ringraziamo anche loro per averci dato la possibilità di entrare nel vivo dell'aqua fair dove avremo una “postazione” nostra, con molte piccole e gradite sorprese. Da leggere: - La biodiversità in un metro quadro di acqua, ben 17 specie- testi e foto di Heiko Bleher - Praga, 17-20 Settembre 2009: il Concorso Internazionale del Discus e non solo- Un autentico regalo del Dott. Francesco Denitto, che ci racconta la sua Praga, 2009 - tra discus contest e killifish. Questo è “abbastanza” per poter avere la tua attenzione... Altrimenti perdonaci, se è stato per te un motivo di scocciatura. La prossima newsletter sarà il dettaglio della Kermesse di NapoliAquatica. Buon rientro!! Non dimenticare che abbiamo un grande dovere morale: (ri)lanciare l'hobby più bello del mondo.. Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook! Ti auguriamo uno splendido settembre!! Sincerely Lo staff DiscusClub 2.0 Handy Links: Board Address: http://www.discusclub.net/forum/index.php
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Continua l’iniziativa, giunta ormai alla sua terza “puntata”, curata dall’associazione Hobby Discus. Vero e proprio vademecum per principianti ed hobbisti esperti, è utile per rammentare concetti fondamentali sull’allevamento dei discus. Continueremo a intercalarli con notizie dall’associazione stessa, nei prossimi numeri, per tenervi sempre informati sul fronte “re dell’acquario”. Per contatti diretti, iscrizioni e per partecipare al forum potrete accedere al sito web: www.HobbyDiscus.com Acquariofilia e allevamento DISCUS: le F.A.Q. di Hobby Discus Vorresti avere un acquario, magari con dei discus? Oppure gradiresti approfondire alcune cognizioni di acquariologia? Ecco un veloce ma utilissimo vademecum in formato F.A.Q. (Frequently Asked Questions) che il Team di HOBBYDISCUS.COM ha preparato per tutti gli appassionati e che verrà integrato di volta in volta su indicazione dei lettori. Per tutti: dai neofiti ai più esperti! QUESTO MESE VI PROPONGO: ALLESTIMENTO E GESTIONE DEGLI ACQUARI Parte terza Come scelgo un filtro esterno? Sotto l’aspetto dimensionale è importante abbondare di taglia rispetto al volume di vasche consigliate; sarà poi vostra cura non creare forti correnti in vasca eventualmente strozzando un po’ la mandata. Sotto l’aspetto qualitativo sono importanti la tenuta delle guarnizioni e dei raccordi, per non avare gocciolamenti, e la silenziosità della pompa e dei supporti ammortizzatori. Sulle confezioni ogni casa produttrice riporta le notizie: prestare molta attenzione alle indicazioni e ai consigli della stessa casa produttrice e sul volume della vasca per cui è indicato il filtro. Come posso ridurre le alghe sulle piante? I primi accorgimenti da adottare consistono nel posizionare l’acquario lontano da fonte diretta di luce naturale, scegliere lampade dedicate all’acquariofilia e sostituirle ogni 6 mesi, ridurre la somministrazione degli alimenti, evitare di lasciare residui di cibo sul fondo, aumentare la frequenza dell’aspirazione rifiuti, inserire piante a crescita rapida e ridurre il fotoperiodo. Evitare prodotti algicidi; valutate l’introduzione di qualche pesce alghivoro come Ancistrus. Infine tenete sotto controllo i composti azotati e in particolar modo i fosfati. Quando conviene usare un prefiltro separato dal filtro? Il prefiltro serve per aumentare lo stadio di filtrazione meccanica (lana di perlon) e chimica (carboni attivi) rispetto ad un filtro esterno, nonché per separare e semplificare gli interventi di manutenzione evitando di toccare la sezione biologica. Un prefiltro può essere pulito ogni 20-30 giorni mentre il filtro ogni 2-3 mesi. Ricordarsi di escludere la filtrazione chimica per almeno 24 ore in occasione di somministrazioni di integratori, fertilizzanti e medicinali. Come regolare il pH? Nella regolazione del pH in vasca è preferibile mantenere un valore leggermente acido (pH 6,5 – 6,9) ma è molto più importante garantire la stabilità che non il valore medio. È possibile intervenire per via biologica inserendo della torba nel filtro che per via chimica attraverso un impianto di erogazione della CO2, eventualmente automatizzato con centralina elettronica (pH-controller). Se si tratta di regolare l’acqua di integrazione dei cambi si può tagliare l’acqua di rubinetto prefiltrata con acqua di osmosi o si possono inserire prodotti chimici che si reperiscono presso i negozi di acquariofilia. Tuttavia si sconsiglia l’utilizzo di prodotti chimici, atteso che sortiscono un effetto momentaneo che renderebbero molto instabile il pH, con possibili conseguenze per la fauna ospitata. Quando serve installare un impianto di CO2? Principalmente in un acquario abbondantemente piantumato, o in presenza di acqua di reintegro particolarmente basica (pH > 8) che si vuole pertanto acidificare, o quando si richiede un’elevata stabilità e acidità dell’acqua in vasca (pH 6,5-6,8 +/- 0,1). Quando e come pulire il filtro? Meccanico: sostituire o lavare la lana di perlon quando si riduce sensibilmente la portata di ricircolo; chimico: sostituire i carboni attivi ogni 30 – 40 giorni (usarli o no è una scelta di conduzione della vasca); eliminare i fanghi in eccesso circa ogni 6 mesi sciacquando solo parte dei materiali filtranti, delicatamente, con acqua della vasca. Un produzione Hobby Discus - Italy Discus Club in www.hobbydiscus.com A cura di Francesco D'Agostino e Giuseppe Liberti. Con la collaborazione di Claudio Visalli ed Ernesto Lamensa.
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IL G.A.S. SU INTERNET IL SITO G.A.S. CAMBIA LOOK Grazie al prezioso aiuto dell’amico Salvo Franchina, appassionato di acquari di lungo corso ed attivo webmaster ed amministratore del portale Discusclub.net, il Gruppo Acquariofilo Salentino (G.A.S.) ha recentemente lanciato in rete il suo nuovo sito web. Oltre ad aver “ereditato” l’intero archivio storico dal vecchio sito, il nuovo portale ufficiale dell’associazione salentina si presenta al “mondo virtuale” con una nuova veste grafica più accattivante e professionale, con tante novità e nuovi contenuti. Il sito ospita ad esempio numerosi contributi di acquariofili che riferiscono di esperienze personali in ambito acquariofilo. Servizi di consulenza on-line ed un efficiente forum permettono agli utenti di interagire rapidamente tra loro e con esperti dei vari settori dell’acquariofilia. Si può in tal modo ottenere rapidamente importanti informazioni per una corretta gestione del proprio acquario ed, allo stesso tempo, offrire le proprie competenze a chi ne dovesse far esplicita richiesta. News sempre aggiornate, reportage sulle attività e manifestazioni del club salentino e video, completano l’offerta d’informazione di questa dinamica ed attiva associazione acquariofila che vanta numerose iniziative apprezzate non solo a livello regionale. Parte dei contributi è anche in inglese per dare anche ai visitatori stranieri la possibilità di seguire senza difficoltà le attività dell’associazione. Il nuovo sito conserva l’indirizzo originale ed è pertanto visitabile al link www.gas-online.org. Attraverso questo nuovo portale, i soci del G.A.S. intendono così interfacciarsi con tutti gli acquariofili italiani e non solo, aggiornando e tenendosi aggiornati su tutto ciò che accade e che coinvolge il nostro hobby. Tutti i lettori di Aquariophylia sono invitati a visitare il nuovo sito del Gruppo Acquariofilo Salentino.
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IL G.A.S. SU FACEBOOK I social network sono ormai diventati mezzo indispensabile di interazione tra singoli, gruppi ed intere comunità. Il G.A.S. non poteva certamente mancare a questo appuntamento e, pertanto, ha inaugurato una propria pagina ufficiale all’indirizzo http://www.facebook.com/profile.php?id=100002530294054 Dalla sua apertura, dopo meno di un mese, i nuovi “amici” dell’associazione salentina sono arrivati rapidamente ad oltre 600. Il G.A.S. conosciuto anche all’estero grazie ad alcune manifestazioni che col tempo hanno acquisito fama internazionale, non ha avuto difficoltà ad essere rintracciato su facebook dagli appassionati di tutto il mondo che ne hanno richiesto immediatamente “l’amicizia”. La nuova pagina facebook ed il nuovo sito del G.A.S. garantiranno così un’ampia visibilità all’associazione attraverso i canali offerti da internet e permetteranno una rapida diffusione delle interessanti iniziative che i soci si propongono di realizzare nell’imminente futuro. Tutti gli acquariofili sono invitati ad entrare nella grande famiglia del G.A.S., collegandosi alla pagina facebook dell’associazione.
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“MA IL MARE NON VALE UNA CICCA?” LA CAMPAGNA DI MAREVIVO PER LIBERARE OLTRE 300 SPIAGGE Il 6 e 7 agosto è tornata, per il terzo anno consecutivo, l’iniziativa nazionale di Marevivo e JTI contro l’abbandono dei mozziconi in spiaggia: distribuiti in tutt’Italia 100.000 posacenere tascabili. Margherita Buy testimonial d’eccezione. Roma, 27 luglio 2011 – Fino a cinque anni per smaltire un filtro di sigaretta, pochi istanti per preservare l’ambiente: “Ma il mare non vale una cicca?”. A lanciare la provocazione e l’omonima campagna di salvaguardia dei quasi 8.000 km di coste italiane è stata, anche quest’anno, l’associazione ambientalista Marevivo, in collaborazione con JTI – Japan Tobacco International, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Corpo delle Capitanerie di Porto ed il supporto di SIB, Sindacato Italiano Balneari. Non usate la spiaggia come posacenere: il 6 e il 7 agosto, 1000 volontari guidati dall’associazione Marevivo hanno percorso in lungo e in largo - persino a bordo di gommoni - le coste italiane per offrire ai bagnanti 100.000 posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili, insieme ad un piccolo vademecum sui tempi di degrado in mare dei principali oggetti – lattine, bottiglie di vetro e di plastica - di uso quotidiano. L’obiettivo della campagna, giunta al suo terzo anno consecutivo e che ha come testimonial d’eccezione Margherita Buy, è liberare le spiagge dai rifiuti - in particolare dai mozziconi – e, soprattutto, invitare i bagnanti ad un comportamento ecoresponsabile: un gesto, così apparentemente trascurabile, come il disfarsi di un mozzicone, in realtà, reca danno all’ambiente ed in particolare al mare. Secondo una recente ricerca delle Nazioni Unite, i mozziconi sono ai primi posti nella top-ten dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo (le cicche rappresentano il 40% dei rifiuti, contro il 9,5% delle bottiglie di plastica). L’iniziativa di Marevivo vuole evitare che sulla battigia o in acqua finiscano - stimandone circa 6 per ogni posacenere 600.000 filtri al giorno, pari a 18 km di costa ininterrotta e l’equivalente dell’altezza di due monti Everest (8.848 metri per 2) che non peseranno sul mare. Nata nel 2009 con 100 spiagge coinvolte, l’iniziativa di Marevivo è cresciuta anno dopo anno, triplicando il numero di spiagge toccate: per la terza edizione, ne ha interessate oltre 300 - alcune anche all’interno di Aree Marine Protette e diversi tratti di mare antistanti aree di particolare pregio, come Ponza e Portofino, con i gommoni.
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SCHEDA TECNICA QUALCHE NUMERO SUI MOZZICONI… Qualsiasi rifiuto abbandonato comporta un danno all’ambiente ed un costo per la sua rimozione. In particolare il gesto, apparentemente trascurabile, di gettare via un mozzicone, oltre che essere un segno di totale mancanza di coscienza civile ed ambientale, ha dietro di sé una serie di implicazioni. Ad esempio, solo per citare alcuni dati, è importante sapere che: Un mozzicone di sigaretta impiega da 1 a 5 anni per la totale biodegradazione; Basta un solo mozzicone di sigaretta per contaminare un metro cubo di acqua; Possono essere altamente nocivi se ingeriti dai bambini; Sono oltre 12 milioni i mozziconi che giacciono sulle nostre spiagge sfuggendo spesso ai rastrelli pulisci spiagge; Il costo per la rimozione delle cicche ricade sui cittadini. Secondo una ricerca delle Nazioni Unite, i mozziconi sono ai primi posti nella top-ten dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo (le cicche rappresentano il 40% dei rifiuti, contro il 9,5% delle bottiglie di plastica). Il carico nocivo di ogni singola cicca è basso, ciò che amplifica il problema è l’elevato numero di fumatori. Nel mondo ci sono circa 1,5 miliardi di fumatori, circa 4,5 milioni di miliardi di cicche ogni anno vengono eliminate nell’ambiente. Gettare cicche per terra rappresenta un pericolo per l’ambiente, in quanto la nicotina è facilmente estraibile e altrettanto facilmente contamina il suolo, le acque superficiali, le falde acquifere e la fauna e, quindi, l’uomo. Poiché in Italia si consumano 72 milioni di sigarette all’anno, con le cicche immettiamo nell’ambiente circa 324 tonnellate di nicotina (fonte “Le cicche di sigarette: un rifiuto tossico dimenticato”, Tabaccologia, dicembre 2009).
In Italia, dove i fumatori sono circa 12 milioni, ovvero il 22,7% circa della popolazione totale (fonte: Istituto Superiore di Sanità, 2011), sensibilizzare a non disperdere i mozziconi nell’ambiente vuol dire non aggiungere alle migliaia di rifiuti di vario genere – fattori di rischio per la sopravvivenza di cetacei, tartarughe, uccelli marini e pesci nei nostri mari – anche le cicche. “Il mare vale molto più di una cicca e dobbiamo avere una tutela speciale verso questa risorsa, proprio perché è patrimonio di tutti” - ha spiegato Margherita Buy – Perciò sono molto contenta di promuovere questa iniziativa che cerca di sensibilizzare le persone a non usare la spiaggia come posacenere”. “Anche quest’anno, Marevivo si pone l’ambizioso obiettivo di cancellare abitudini che spesso nascono dall’inconsapevolezza dei danni che provocano: le tracce che lasciamo sulla spiaggia – spiega il direttore generale Carmen Di Penta non si cancellano con le onde e con il vento, alcune rimangono per decine, centinaia o migliaia di anni o addirittura non scompaiono mai”. “Siamo al fianco di Marevivo per sensibilizzare i fumatori ad un comportamento responsabile ed eco-sostenibile, perché crediamo sia sempre più importante sviluppare iniziative concrete a sostegno dell’ambiente. In Italia JTI negli ultimi tre anni si è impegnata attivamente - ha commentato PierCarlo Alessiani, Presidente e Amministratore Delegato di JT International Italia - distribuendo oltre 3 milioni di posacenere portatili nelle principali città e località turistiche”. La Campagna in sintesi: 331 spiagge coinvolte 6 e 7 agosto date dell’iniziativa 100.000 posacenere tascabili distribuiti 600.000 filtri al giorno nei posaceneri tascabili 1.000 volontari impegnati nella campagna
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DISCUSPORTAL, MONDODISCUS, DISCUSREWIND, DISCUSCLUB2, HOBBY DISCUS Un'evento straordinario, non tanto per il meeting, quanto per il fatto che 5 staff spesso contrapposti sono riusciti a trovare un accordo per promuovere questo progetto.
MEETING DEGLI ALLEVATORI AMATORIALI DEL DISCUS
Per l'organizzazione e promozione di questo evento si è formato un gruppo di lavoro nel quale collaborano gli admin e lo staff di 5 portali tematici, DiscusPortal (promotore) Mondodiscus, discusrewind, discusclub2, hobby discus. Il meeting si è tenuto a Cesena nell'ambito della fiera Acqua Beach al centro Cesena Fiera. La data è stata fissata per il Sabato 3 Settembre dalle ore 16:00 alle ore 18:30. Al termine del meeting è stata organizzata una cena per prolungare questo momento di aggregazione.
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- I temi trattati sono stati: Benvenuto e presentazione del meeting Chi è l'allevatore amatoriale Gli AA si presentano con una carrellata di impianti e pesci Amatoriale e Professionista, nemici o amici? Intervento di A. Sassi L’allevamento del Discus, gioie e dolori. Raccolta di maggiori problematiche e scambio di opinioni sui problemi che devono affrontare gli allevatori Lavoro congiunto e collaborazione, illusione o realtà? Base di discussione su un eventuale lavoro congiunto Chiusura con Domande e Base Discussione Parola a tutti coloro che vogliono intervenire e dare idee Saluti e congedi ufficiali Relatore del meeting: - Antonio Gioia Questo l'elenco degli allevatori amatoriali che hanno ricevuto formale invito a partecipare: Francesco Penazzi (Emilia-Romagna) Ivano Corti (Lombardia) Marco Vecchione (Lombardia) Roberto Pasqualucci (Lazio) Ernesto Militi (Calabria) Stefano Manzati (Emilia-Romagna) Antonio Gioia (Calabria) Ernesto Lamensa (Calabria) Francesco Barletta (Calabria) Fabrizio Sanelli (Piemonte) Francesco d'Agostino (Calabria) Marco Rubini (Umbria) Claudio Visalli (Campania) Salvatore de Falco (Calabria) Angelo Capitelli (Emilia-Romagna) Sergio Casati (Lombardia) Francesco de Rossi (Lazio) Vincenzo della Grotta (Lazio) Antonio Gallo (Calabria) Paolo Schinocca (Sicilia)
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Questo non mi convince... In questa sezione della rivista trattiamo di prodotti che hanno, per un motivo o per l’altro, riscosso poco successo presso singoli acquariofili. Avete acquistato una pompa centrifuga che vi è esplosa tra le mani? Avete usato un mangime che ha ucciso tutti i pesci in poche ore? Avete utilizzato un medicinale che non ha risparmiato neppure i pesci in ottima salute? Scriveteci una lettera con le vostre impressioni e cercheremo di chiarire l’accaduto. Innanzitutto effettueremo noi stessi una prova del materiale incriminato, per accertare che le vostre prime impressioni non siano state dettate da un uso sconsiderato o da errori di utilizzo. Successivamente cercheremo di offrire pareri e possibili soluzioni, che potrebbero rivelarsi utili per gli stessi produttori. Ma cercheremo soprattutto di offrire un servizio agli appassionati tutti, per evitare che subiscano le stesse catastrofiche conseguenze. Nel caso di errori di utilizzo, ovviamente, potremo informare i lettori per evitare di inciampare negli stessi ostacoli. Questo potrà servire a “salvare” prodotti ed accessori che potrebbero essere caratterizzati da ottima qualità, ma essere utilizzati erroneamente, a causa di scarsa informazione o errata comunicazione da parte del fabbricante. Fatevi avanti, dunque: siamo qui per accettare e discutere le vostre critiche! Le vostre sdegnate lettere potranno essere inviate direttamente al sito web o per posta, in redazione. Vi saremo grati per la vostra collaborazione.
FLUVIAL EDGE ASKOLL a cura della redazione Che dire di questo prodotto. Luce insufficiente per crescita piante e difficile da modificare, molto difficile la manutenzione e pulizia sotto il vetro superficiale, scambi gassosi ridotti. Litraggio insufficiente per tenere i pesci che mostrano nel depliant (cardinali). Questa vasca è una minaccia per i neofiti che ne avranno solo delusioni. Filippo Del Bene (2011-07-03 19:33) ubblichiamo questa volta anche il riferimento a data ed ora in cui il commento è stato postato sul nostro sito web. È importante per chiarire… il nostro imbarazzo. Infatti di lì a poco sarebbe stato pubblicato un test già eseguito e firmato, proprio sul prodotto citato dal lettore. Il test, come per tutti i prodotti considerati nella rubrica “Recensioni & Novità”, aveva valenza positiva. Cogliamo l’occasione per spiegare il significato di quelle pagine evitando banali incomprensioni. Gli articoli citati nella rubrica “Recensioni” sono stati scelti da uno o più redattori perché apparivano interessanti per qualche motivo. Hanno poi subito un breve (in genere) periodo di test e sono quindi stati valutati per le loro presunte caratteristiche positive e negative. Non si tratta di approfonditi test di banco, ma delle opinioni di un redattoreacquariofilo, che li ha trovati interessanti e desidera quindi trasmettere le proprie impressioni. Nella generalità dei casi le aziende produttrici non sanno neppure della pubblicazione della recensione. Le opinioni
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del redattore sono sincere e schiette, anche se la prova relativamente rapida non garantisce che siano sempre esatte. Servono quindi a sottolineare la presenza sul mercato di cose potenzialmente interessanti, stimolando la discussione con i lettori. Nel caso specifico, l’acquario era stato esaminato in tutte le sue parti, con molta cura e dettaglio, ma provato solo superficialmente. Ovviamente, dopo aver ricevuto la lettera in questione, ci siamo chiesti se fosse giusto pubblicare la recensione già preparata, o se fosse più giusto eliminarla momentaneamente in attesa di un test più accurato, alla luce di queste nuove considerazioni. Abbiamo concluso, però, che per rimanere in un clima di totale trasparenza e correttezza non potevamo nascondere un parere… “sotto il tappeto” in attesa di future verifiche. Pertanto la recensione è stata comunque pubblicata,proprio come il redattore l’aveva scritta,ma contemporaneamente è partito un test accurato per verificare se i motivi di discontento segnalati dal lettore fossero condivisibili. Abbiamo in particolare provato ad allestire l’acquario con vari tipi di arredamento e con carichi
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organici più o meno sostenuti. Abbiamo anche provato a sistemare la vasca in diverse posizioni, in prossimità o lontana da finestre e fonti di calore. Siamo pronti ora ad esprimere un parere più consapevole, basato su dati concreti, per cercare di comprendere se le osservazioni del redattore potessero in qualche modo essere messe a confronto con quelle del lettore. La nostra conclusione è che il redattore abbia prodotto conclusioni condivisibili e che le sue argomentazioni fossero corrette. Aveva in un certo senso ragione anche il lettore però… Com’è possibile? Evidentemente si tratta di due persone che stanno osservando lo stesso bicchiere d’acqua vedendolo mezzo vuoto (il lettore) o mezzo pieno (il redattore)! Infatti, andando nel dettaglio delle critiche e delle soddisfazioni: lettore. Luce insufficiente per crescita piante e difficile da modificare redattore. Il sistema di illuminazione è efficiente e facile da gestire, ma non adatto a realizzare un acquario olandese!
Qualsiasi acquario ha pregi e difetti, dipendendo dall’uso per il quale è stato principalmente progettato. Quello da noi testato in questo articolo, in effetti, risulta soddisfacente se utilizzato correttamente.
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Lettore. Molto difficile la manutenzione e pulizia sotto il vetro superficiale Redattore. Anche la pulizia dei vetri potrebbe comportare qualche problema inatteso. La presenza della parete di vetro superiore, vera novità in questo acquario, non permette di inserire i classici raschietti. Lettore. Litraggio insufficiente per tenere i pesci che mostrano nel depliant (cardinali). Redattore. Se il vostro sogno è quello di invadere il salotto con un magnifico acquario da settecento litri, bello come il mare, puro come il cristallo, allora… questo non è l’acquisto che fa per voi. Pertanto, potremmo affermare che lettore e redattore si siano trovati perfettamente in accordo sui potenziali “difetti”di questo acquario (anzi, il redattore aveva identificato una serie di altre possibili criticità dichiarandole in dettaglio) solo che le conclusioni sono state di segno diverso, a causa di aspettative diverse. Le nostre prove, a questo punto ripetute, confermano che Fluval Edge è un piccolo gioiello di tecnologia, composto da parti ben amalgamate tra loro e destinato a sorprendere per l’estetica assolutamente innovativa. È ovvio che un’attenzione così decisa all’estetica avrebbe dovuto fare concessioni ad altre caratteristiche e che, quindi, se si vogliono riprodurre discus o allevare larve di pesci marini sarà bene scegliere un acquario diverso, anche tra quelli prodotti dalla stessa azienda. A nostro avviso il destinatario di un Fluval Edge è un cultore dell’estetica o comunque un acquariofilo che desidera sorprendere per la pulizia delle linee, l’innovazione delle forme. Ma il tutto, in definitiva, funziona? Certamente sì, in base alle nostre prove, ma solo nei limiti già definiti dall’articolo precedente. Si potranno allevare pesci non troppo esigenti e piante non bisognose di luce troppo intensa, realizzando ambienti magnifici, attraenti, facili da gestire e sicuri anche per un bambino. Non concordiamo invece sulla questione sollevata “Litraggio insufficiente per tenere i pesci che mostrano nel depliant (cardinali)”. Infatti, abbiamo provato ad allevare 5 Paracheirodon axelrodi lunghi circa 2 cm ciascuno per varie settimane, in una vasca contenente anche alcune Anubias barteri e pochi invertebrati (decapodi, molluschi), ottenendone risultati eccellenti sia in termini di condizioni
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ecologiche, sia sotto il profilo estetico. Il filtro, pur non essendo caratterizzato da performances da record, è perfettamente in grado di sostenere questo carico organico, pur garantendo la sua struttura un’estetica incredibilmente “pulita”. Le nostre nuove prove, effettuate in periodo estivo, hanno però evidenziato un nuovo lato negativo che non era emerso in precedenza. La vasca è dotata effettivamente di una scarsa superficie di scambio ed evaporazione. Ciò non comporta problemi di diffusione dei gas a quanto pare (probabilmente anche grazie alla struttura del filtro). Però con l’aumento della temperatura, in estate, le luci utilizzate riscaldano non poco ed in assenza di evaporazione si nota un certo surriscaldamento dell’acqua. Pertanto non consigliamo di disporre questo acquario in ambienti molto caldi o in prossimità di finestre soleggiate, dove le radiazioni produrrebbero anche un eccesso di alghe sui vetri, che potrebbero poi essere difficili da staccare. In conclusione, possiamo affermare che le prime impressioni su questo acquario sono completamente confermate: è elegante, facile da gestire, relativamente economico, posizionabile in qualsiasi ambiente domestico e gestibile anche da un bambino, ma non si potrà pretendere di utilizzarlo per ricreare ambienti limite, per sovrappopolarlo o per allevare specie troppo esigenti. In aggiunta, suggeriamo di disporlo in ambienti condizionati o comunque in zone non troppo calde, perché a causa della poca evaporazione possibile (superficie aria/acqua ridotta) e delle lampade alogene si potrebbe verificare un certo surriscaldamento. In caso di temperature troppo elevate registrate nelle ore diurne si potrà anche considerare l’opportunità di spegnere le lampade alogene, perché la superficie quasi totalmente libera da coperchio garantisce anche una maggiore penetrazione della luce ambiente, durante il giorno. In definitiva il nostro giudizio rimane fortemente positivo, data la novità delle forme e la divertente struttura, ma non possiamo criticare la visione negativa del lettore che, evidentemente, è orientato a sistemi più performanti, di struttura classica. Per fortuna esistono infiniti modelli di acquari in grado di soddisfare le specifiche esigenze di qualsiasi acquariofilo. Basta scegliere quello giusto per i propri scopi! 90
AQUARIOPHYLIA PHOTO CONTEST Da questo mese iniziamo una nuova interessante attività sperando di farvi cosa gradita. Allestire un acquario e gestirlo è una cosa meravigliosa ma, diciamolo sinceramente, è bello anche mostrarlo agli altri! Siamo orgogliosi quando la zia, il nonno, la fidanzata, il figlio, arrivano a casa e si stupiscono di fronte al nuovo landscape realizzato. Possiamo allargare un po’ la cerchia degli amici da stupire? Certamente, con l’aiuto di aquariophylia. Ovviamente non potremmo pubblicare le foto di tutti i nostri lettori (ogni mese servirebbero migliaia di pagine) però possiamo promettere di pubblicare le più belle. Abbiamo quindi pensato ad una bella gara, senza trucchi e senza imbrogli, per permettere a tutti di gustare la soddisfazione di mettere il proprio acquario in mostra. In pratica, con l’aiuto di un sito web che coopera con questa iniziativa, voi potrete inviare le vostre foto e vederle pubblicate on-line. Le più belle saranno scelte ogni mese e troveranno spazio sulle pagine della rivista. Così nascono giovani fotografi. Ovviamente il nostro contributo non finisce qui! Dal prossimo mese inizierà un corso di fotografia naturalistica per acquariofili che vi accompagnerà per tutto l’anno. Il corso sarà tenuto da un ottimo fotografo naturalista e siamo certi che col suo aiuto dimostrerete, mese dopo mese, i progressi raggiunti, inviando le vostre foto al sito web che si prenderà cura di inserirle on-line e, nel caso, premiare le più meritevoli con gli onori della stampa! REGOLAMENTO PHOTO CONTEST Tutte le foto inviate dovranno essere preferibilmente in formato JPEG, di dimensioni non inferiori a 1600x1200 pixel (circa 630 kb). Le foto devono essere nella risoluzione originale. Per poter inviare le foto dovrete registrarvi al sito. Ogni utente può inviare un numero massimo di 3 (TRE) foto; le suddette devono essere accompagnate da una descrizione del contenuto (mediante apposita scheda) e da una delibera scritta dove si autorizza il sito www.bst67.net alla pubblicazione sulle sue pagine riportando il nome dell’autore e, se gradita, la città di provenienza, e si autorizza la rivista online www.aquariophylia.it alla eventuale pubblicazione delle più meritevoli. In caso di uso, sul sito www.bst67.net verrà citato l’autore in una apposita didascalia. Ogni mese ad insindacabile giudizio di www.bst67.net, le foto più meritevoli verranno inviate alla rivista aquariophylia per la pubblicazione nella pagina relativa al photo contest. In quell’occasione si pubblicherà anche il nome dell’autore e la descrizione contenuta nella scheda. Non saranno accettate foto con watemark di grosse dimensioni. Potete comunque tutelare le vostre opere con watemark di dimensioni non superiori agli 8 pixel di testo e possibilmente semitrasparenti. Non esiste nessun premio tangibile. L’unico premio consiste nel vedere il proprio acquario o il proprio pesce preferito on-line e nell’essere eventualmente tra i 3 prescelti per gli onori della pagina photo contest di aquariophylia. www.bst67.net e www.aquariophylia.it non si assumono responsabilità in caso di diatriba sulla paternità della foto; confidiamo nella vostra onestà e, se dovessimo scoprire che una foto è stata copiata, tale foto sarà cancellata. I vostri dati personali, non verranno ceduti a nessuno, non riceverete mai mail di spam dai nostri siti, né sarete contattati in caso di pubblicazione delle vostre foto. Potrete fare riferimento a sito e rivista in pdf per conoscere l’esito del photo contest. 92
Saremo presenti a Napoli Aquatica lo diciamo quasi sottovoce, perché non vorremmo fare troppo rumore sull’evento che
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ha già di suo spopolato! Ma aquariophylia sarà presente a NapoliAquatica 2011, il 23, 24 e 25 settembre. Nel nostro stand dovrebbe essere presente un eco-acquario
di particolare bellezza (speriamo di essere riusciti a realizzarlo, nel frattempo!). Ci troverete anche un computer, con la possibilità di far iscrivere i vostri amici e conoscenti. Forse riusciremo a reperire anche qualche gadget per i nostri fedelissimi, ma non promettiamo neppure questo. Quello che promettiamo è che una parte della “squadra” (termine decisamente abusato negli ultimi anni!) dei nostri collaboratori sarà presente presso lo stand ed a vostra disposizione per discussioni tecniche, pareri, consigli e, perché no, per un caffè!
ALLORA, ARRIVEDERCI A NAPOLIAQUATICA 2011. VI ASPETTIAMO NUMEROSI PRESSO LO STAND DI AQUARIOPHYLIA.
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Info: http://www.aquarialand.com/index.php?cPath=1_ 15_87_93&osCsid=9e182b720d708c78ac61f7dc254bc1e7
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA integratori e biocondizionatori
Haquoss Excellence oligoelementi:
gocce di vita nuova per l’acquario marino
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a nuova linea Haquoss commercializzata da Aquarialand ha tutte le premesse per riscuotere successo ed offrire soddisfazioni agli appassionati. Partiamo dalla confezione, fiore all’occhiello dell’azienda ed elemento caratterizzante per la linea. Tutti i prodotti sono confezionati in pratici flaconi in alluminio, leggeri e perfetti per conservare al meglio le soluzioni, evitandone la foto-ossidazione. Inoltre ogni flacone è avvolto in una speciale patina sintetica, da tagliare sotto il tappo al momento dell’uso (in realtà basta svitare con forza per spezzarla). Questa offre due vantaggi evidenti. Il primo è quello di offrire certezza che la confezione non sia stata mai aperta prima dell’uso da parte dell’acquirente finale. Sarebbe impossibile, infatti, “ricucire” la patina dopo il primo taglio! Il secondo è quello di garantire perfetta conservazione sino alla prima somministrazione. Unico neo: abbiamo notato che il tappo metallico può perdere aderenza (e persino produrre piccoli gocciolamenti) a seguito di forti urti. È importante quindi accertarsi, prima dell’acquisto, che la confezione sia integra e priva di ammaccature. Continuiamo con il contenuto, però! I prodotti della linea sono formulati da grandi esperti in campo acquariofilo (basti pensare, tra gli altri, a Kaufman e al Dr. Knop). M7 (oligoelementi per l’acquario marino) contiene i principali oligoelementi indispensabili per pesci ed invertebrati, in modo da garantire condizioni ideali di vita per tridacne, decapodi, alghe calcaree e coralli. Ovviamente, nel caso di invertebrati con forti esigenze in fatto di microelementi si potrà ricorrere ad altre integrazioni, pure presenti nella stessa linea. Però M7 è il prodotto di base indispensabile per garantire stabilità nel tempo all’acqua marina, evitando le deviazioni nella composizione prodotte da lenta precipitazione di alcuni elementi, assorbimento da parte dei pesci e delle alghe, ecc. Basta utilizzarlo regolarmente, secondo il dosaggio consigliato che, peraltro, è identico per tutta la linea marina (5 ml per ogni 100 litri d’acqua). Osserviamo anche un piccola carenza tecnica: non è presente nella confezione alcun bicchierino dosatore. Sarà facile però utilizzare una siringa oppure la provetta di un misura-
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completo, facile da usare, ben conservabile, utile per preservare le condizioni dell’acquario marino
la confezione può danneggiarsi in seguito ad urti (verificarne l’integrità prima dell’acquisto). Per il dosaggio è necessario ricorrere a provette graduate o ad una siringa in plastica
tore liquido, per sopperire a tale mancanza. In alternativa si potrà fare uso dello stesso tappo, avendo cura di misurare il volume di quello che si riferisce alla confezione utilizzata, dal momento che tutti i prodotti di questa linea sono disponibili in tre diversi formati: 100, 250 e 1000 ml, sufficienti per trattare, rispettivamente, 2000, 5000 e 20000 litri d’acqua di mare (ed i relativi tappi hanno volumi diversi). Si tratta in definitiva di un prodotto molto utile per evitare che il nostro acquario marino, lentamente, deperisca a causa di depauperamento di oligoelementi. Una piccola somministrazione regolare di questo prodotto, effettuabile in pochi secondi, lo conserverà stabile nel tempo. 99
misuratori
Info: http://www.jbl.de/it/detail/1/acquariologia
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
JBL Easy test 5 in 1: notizie fresche dall’acquario, in tempo reale 100
bbiamo già parlato di strisce multitest su queste pagine e la nostra posizione dovrebbe essere oramai nota a tutti: si tratta di prodotti moderni ed efficaci, in grado di risolvere molti problemi dell’acquariofilo, evitando brutte sorprese. Non tutti, infatti, sono disposti ad effettuare 5-6 misurazioni ogni settimana utilizzando i classici test liquidi, più precisi, ma anche più complessi e costosi. Al contrario, immergere una striscia nell’acquario e confrontare poco dopo il colore dei piccoli tamponi con le scale cromatiche presenti sulla confezione, è un’operazione
A
preciso, economico, facile da usare, indispensabile per una gestione corretta dell’acquario e per il laghetto domestico
la qualità delle misurazioni decresce se le strisce sono esposte ad umidità. È fondamentale richiudere immediatamente il flacone dopo aver prelevato una striscia, perché il coperchio contiene un agente deidratante
molto rapida, semplice, che chiunque potrà effettuare anche più volte al giorno. In caso di valori ampiamente positivi potremo avere la certezza che il nostro acquario procede nel migliore dei modi. In caso di valori “ai limiti”, invece, potremo richiedere al negoziante di fiducia misurazioni più precise o acquistare noi stessi dei misuratori liquidi. In entrambi i casi, i multi-stick avranno fatto bene il loro dovere! Qual è la novità del prodotto qui considerato? Si determinano i cinque valori chimici più importanti per l’acquariofilo (GH, KH, nitriti, nitrati, pH) in modo da definire in ogni momento la qualità dell’acqua (GH, KH, pH) e l’efficienza del filtro (Nitriti, Nitrati). Si determina però anche la quantità di cloro disciolto, in modo da poter stabilire se, ad esempio, l’acqua di rubinetto già trattata sia adeguata per un cambio parziale, o se l’acquario appena riempito sia adeguato ad ospitare organismi vivi. In questo modo avremo sempre chiara la situazione dell’acquario e conosceremo in anticipo eventuali problemi in grado di minare la salute dei pesci allevati. La misurazione è di una semplicità ineccepibile: basta immergere la striscia, agitarla per togliere
le gocce in eccesso, attendere circa un minuto e confrontare la colorazione ottenuta con i riquadri presenti sulla scatola. Il misuratore è consigliato sia per acqua marina sia per acqua dolce ed, effettivamente, abbiamo notato una buona corrispondenza dei valori misurati con quelli reali, in entrambi i tipi di acquari. La confezione contiene 50 strisce, che potranno dunque, virtualmente, accompagnarci per quasi un anno di gestione dell’acquario (considerando almeno una misurazione per settimana). Nei periodi critici (ad esempio nel corso di riproduzioni complesse) potremo misurare i valori anche più volte al giorno senza troppe remore: si tratta di un test molto economico! 101
Info: http://www.oceannutrition.eu/products.aspx?Product=discus-pellets
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA alimenti
Ocean Nutrition Discus Pellets:
peccato limitarli ai discus
102
ono pellets, come tanti altri, ma osser-
S
vateli bene… toccateli… annusateli. Esatto! Sono quasi identici alle larve di zanzara, per consistenza, forma, colo-
re. Non vogliamo certo “confondere” i nostri pesci, ma piuttosto far leva sul loro istinto naturale che li spinge ad accettare le succulente larve eccellente composizione, forma e colore molto attraenti, adatto non solo ai discus, ma a tutti quei pesci di taglia media che necessitano di una dieta sana ed equilibrata. Ideale per pesci in crescita
di Chironomus, per fare gustare loro una dieta extra nutriente, contenente integratori per una colorazione eccellente, vitamine, acidi grassi essenziali, composti utili per la salute e la riproduzione, principi alimentari indispensabili per accrescere il muco nutritivo destinato agli avannotti, durante la riproduzione. Insomma, una vera e propria bomba di salute e vigore che, per
vitamine ed acidi grassi essenziali contenuti possono degradarsi in pochi mesi dopo il confezionamento. Meglio utilizzare confezioni di misura adeguate alle proprie esigenze
giunta, non sporca l’acqua se dosata correttamente. Questo alimento, inoltre, contiene quasi il 42% di proteine nobili e ciò, pur rendendolo un po’ più costoso (sono le proteine che fanno salire il prezzo di un alimento per pesci) ne fa anche un eccellente cibo per giovani pesci in crescita, perché le proteine aiutano a produrre rapidamente massa muscolare. Come si ottiene un alimento tanto ricco e nutriente? Partendo da ingredienti eccellenti: Artemia, pesce, krill, lievito, calamaro, Spirulina, aglio, vitamine, sali minerali, tra gli altri. Ora, il dilemma è: veramente questo alimento deve essere riservato ai discus? Noi lo abbiamo
spettacolo di pesci interessati a ricercarlo attiva-
provato anche per i pesci di un acquario di
mente. Un piccolo regalo per noi e per i nostri
comunità e persino per alcune specie marine tro-
amici acquatici, dopo un’estate in cui, probabil-
picali. I risultati sono stati eccellenti, non solo coi
mente, abbiamo dovuto fare delle concessioni
ciclidi (per i quali è consigliato), ma persino con i
alla qualità della loro dieta. Disponibile in confe-
poecilidi di media taglia. I colori rimangono vivi
zioni da 125, 300 e 425 grammi. Si tenga pre-
ed i pesci accettano il cibo con gusto, conten-
sente che le proprietà organolettiche e dietetiche
dendosi sino all’ultimo pellet, probabilmente pro-
di un alimento tanto complesso decrescono nel
prio a causa della sua particolare forma, che lo fa
tempo. Per questo motivo lasceremmo le confe-
somigliare a prede note ed ambite per molte
zioni da 425 grammi ai soli allevatori, utilizzando
specie ittiche. Naturalmente i risultati sono altret-
invece le confezioni più piccole, da consumare
tanto buoni con i discus, perché giovani ed adul-
entro 2-3 mesi. Si spende probabilmente qual-
ti li accettano bene ed i risultati sono evidenti.
che cent in più, ma ci si garantisce un alimento
In definitiva, si tratta di un mangime dalle enormi
nutriente e fresco, ammesso che il negoziante lo
potenzialità che, peraltro, potrà farci godere dello
abbia conservato correttamente. 103
integratori & biocondizionatori
Info: http://www.prodibio.it/acqua_salata.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Prodibio Bioclean NanoSalt: nano… ma solo nelle dimensioni! 104
ioclean Salt è un prodotto tradizio-
B
nale ed innovativo al tempo stesso. Utilizzando la tecnica delle fiale, che rende tipica la produzione di
Prodibio, unisce le potenzialità di Biodigest (bateccellente associazione batterica, ideale per la maggior parte delle situazioni. Permette di ottenere un’azione filtrante molto accurata e completa, dirigendo il processo dalla trasformazione dell’ammoniaca all’eliminazione di nitrati e fosfati. Grande stabilità nel tempo, dovuta alla esclusiva confezione
teri vivi) e di BioOptim (micronutrienti). Il primo prodotto, ben noto agli acquariofili, è costituito da una miscela concentrata di vari ceppi di batteri vivi in grado di effettuare l’intero ciclo di nitrificazione e denitrificazione. In pratica, contiene sia batteri nitritificanti (da ammoniaca a nitriti), sia nitratificanti (da nitriti a nitrati), con l’aggiunta di riduttori
(da
nitrati
ad
azoto
l’efficacia dipende dalla qualità del filtro biologico utilizzato. Non è possibile partizionare il prodotto
gassoso).
Ovviamente la sua efficacia dipende dal filtro utilizzato. Si può facilmente dimostrare, però, che utilizzando un filtro adeguato di tipo industriale, in grado di ospitare questi diversi ceppi batterici in compartimenti successivi (filtro biologico di tipo sequenziale), l’acquario si stabilizza rapidamente in assenza di ammoniaca e nitriti, con bassissimi livelli di nitrati. La fiala contiene inoltre batteri in grado di far precipitare i fosfati, rendendo così l’acqua del nostro acquario particolarmente pura
Sono disponibili confezioni da 6, 12 e 30 fiale,
e libera da alghe in eccesso.
adatte per acquari di ogni dimensione. In questo
Il secondo prodotto presente nella confezione
caso si utilizzeranno le fiale a coppie, ogni 15
(BioOptim) contiene una lunga lista di micronu-
giorni circa. Il prodotto da noi testato però è
trienti, oltre ad enzimi, vitamine ed agenti attivi,
quello “nano”, destinato a piccoli acquari
utili per migliorare il metabolismo dei batteri,
(comunque sino a 120 litri!) e composto da quat-
amplificando così l’attività della prima fiala. In
tro fiale soltanto. Per acquari sotto i 60 litri, si uti-
definitiva, l’azione sinergica delle due fiale per-
lizzano due fiale al momento dell’allestimento e le
mette di assicurare un’azione filtrante robusta e
rimanenti due a distanza di 15-20 giorni, dopo la
completa.
maturazione del filtro. 105
piante acquatiche
Info: http://plants.usda.gov/java/profile?symbol=SAVAP
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Samolus valerandi: dolce, semi-sommersa… talvolta salmastra 106
n questo periodo potremmo voler allestire un nuovo acquario per intraprendere nuove esperienze, nuove avventure naturalistiche. E se partissimo con un salmastro? Bello, certo… Il fascino di pesci palla, degli Scatophagus e dei pesci arcieri è straordinario e potrebbe senza dubbio fornirci spunto per affascinanti esperimenti. Ma vedere un acquario senza piante non è proprio il nostro obiettivo di vita e, si sa, l’acquario salmastro è poco verde. Potremmo però coltivare alcune delle piante che ben si adattano nell’acqua leggermente salata, riuscendo comunque ad ottenere un ambiente verde, anche se a bassa biodiversità vegetale. Cosa ne direste di Samolus valerandi? È tutt’ora nota anche col vecchio nome di Samolus floribundus ed è considerata una pianta alofila, cioè in grado di crescere anche in acque salmastre. In natura si ritrova spesso in lagune costiere e si spinge poi all’esterno della foce dei fiumi, sin quasi all’acqua salata. In commercio queste piante sono disposte nel classificatore del negoziante assieme alle altre che necessitano di sola acqua dolce. Pertanto è possibile che si siano adeguate a questa condizione. È opportuno dunque condizionarle lentamente. Si potrà inserirle in un acquario d’acqua dolce o in una piccola vaschetta all’uopo allestita, ed aggiungere gradualmente sale da cucina, sino a raggiungere la salinità desiderata. In questo modo, misurando in continuo la densità, si potrà partire da 1000 ppm per raggiungere densità di 1006-1007 dopo alcuni giorni. Potremo comunque completare la vegetazione del nostro acquario salmastro aggiungendo altre specie di primo piano come Cryptocoryne lingua, Lilaeopsis carolinensis, Sagittaria subulata, Nymphoides aquatica. Per le zone posteriori potremo invece considerare Hygrophila polysperma, Bacopa monnieri, Egeria densa, Elodea canadensis, Najas marina, Najas indica, Vallisneria spiralis e Vallisneria americana. Insomma, chi ha detto che un salmastro non può avere l’aspetto di un “olandese” se ben gestito? È un’esperienza straordinaria che consi-
I
delicata nell’aspetto, bel colore verde neutro, adatta all’acquario salmastro
è una pianta semi-sommersa, anche se può crescere a lungo completamente coperta dall’acqua. Pertanto in alcuni acquari tende a marcire se il pH è troppo elevato o la temperatura è troppo elevata
gliamo a tutti e che sarà possibile intraprendere proprio partendo dalla piantina oggi recensita, frequentemente reperibile nei negozi specializzati. Peraltro, mentre Samolus valerandi non dovrebbe essere esposta a salinità superiori al 10%, altri generi (Ceratophyllum, Crinum, Lemna, Najas, Salvinia) potranno sopportare persino salinità del 15%. Non ci sono altre ragioni, dunque, per non affrontare un vero acquario salmastro. È giunto il momento di procedere e nei prossimi numeri proveremo a ricordarvi altre specie ittiche ideali per questi allestimenti (ma rileggete anche i numeri precedenti per identificarne alcune, di cui abbiamo già parlato!). 107
integratori & biocondizionatori
Info: http://www.sicce.com/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Sicce HyperBakto: un attivatore biologico… mai visto prima! 108
tabiliamo subito che, al momento di andare in stampa, questo prodotto è ancora largamente coperto da riserbo. Infatti, al momento di produrre questo articolo, né il sito ufficiale italiano dell’azienda, né quello americano, riportano notizie in merito a questo innovativo attivatore biologico (è possibile verificare utilizzando il link “info” presente in fondo alla pagina). Come sapete, però, noi amiamo gli scoop e siamo pronti ad informarvi di tutte le indiscrezioni che girano nel mercato, specialmente quando riguardino prodotti potenzialmente interessanti. Il prodotto esiste di certo: infatti è stato mostrato all’ultima edizione Zoomark, anche se non sappiamo quando riuscirete a reperirlo sugli scaffali del vostro negoziante di fiducia. Si tratta senza dubbio di una novità, dal momento che l’azienda è ben nota per i suoi eccellenti sistemi tecnologici (pompe, filtri, termoriscaldatori, acquari completi, controller, ecc.) ma sino ad oggi non aveva affrontato il problema dei biocondizionatori. Peraltro, riteniamo di aver avuto tra le mani un prodotto che potrebbe corrispondere a quello contenuto nelle confezioni HyperBakto (non chiedeteci come: non parleremo neppure sotto tortura!) e dalle nostre prime prove appare di ottima qualità. Ovviamente dobbiamo scrivere col beneficio del dubbio, non essendo certi che, al momento della commercializzazione, il prodotto corrisponderà a quello da noi testato! Ma è questo il bello dello scoop! In definitiva cosa abbiamo visto? Delle capsule a scioglimento rapido, contenenti un granulato sottile in forma di micro-celle, adatte per attivare filtri di ogni dimensione, soprattutto alla prima installazione. Dopo poche ore di contatto con l’acqua, si notano microorganismi uscire dalle capsule per colonizzare l’ambiente circostante. Ovviamente il processo è relativamente lungo e può durare anche un paio di settimane, dopodiché l’acquario potrà essere considerato maturo e adeguato ad ospitare dei pesci. L’attivatore liquido, invece, contiene un liquido nutritivo nel quale, apparentemente, nuotano gli stessi batteri presenti nelle capsule. Il vantaggio è che in questo caso i batteri sono già attivi e adeguati, quindi, ad insediarsi immediatamente nel filtro. Riteniamo che questo secondo prodotto possa essere consigliato per il periodico rein-
S
la versione in sospensione liquida agisce più rapidamente perché contiene batteri vivi. La versione in capsule si conserva più a lungo
la versione in capsule necessita di un tempo relativamente lungo di maturazione. La versione liquida deve essere consumata abbastanza rapidamente dopo l’uso e, a nostro avviso, dovrebbe essere conservata in frigo
tegro (settimanale o quindicinale) dei batteri presenti nel filtro. Infatti, la presentazione in sospensione permette di ottenere una particolare rapidità d’azione. In pratica, si tratta di due presentazioni della stessa popolazione batterica, in base ai dati da noi raccolti. La popolazione da noi esaminata si presenta molto ben diversificata e contiene addirittura spore di microalghe. Ovviamente si tratta di una novità assoluta ed alcune delle nostre deduzioni potrebbero essere smentite, in futuro, dai fatti. Attendiamo dunque i commenti dei primi che riusciranno a reperire questo prodotto in commercio, per confermare o correggere le nostre indiscrezioni. Siamo felici, però, di avervi ancora una volta stupiti, presentandovi un prodotto… prima della sua nascita! 109
Info: http://tetraitalia.it/tetra/go/7B5FA47C9E09C88146240E280D25C424 /?seite=6&group_id=470899&group_2_id=19&lang_id=19
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA alimenti
Tetra Marine Mix gel:
carne in scatola in gelatina, per pesci golosi
110
l ritorno dalle vacanze abbiamo certamente voglia di viziare un po’ i nostri pesci. Ci sono mancati, anche se per qualche settimana li abbiamo quasi dimenticati, catturati da vari impegni piacevoli. Anche noi siamo mancati a loro, costretti per qualche tempo ad ingurgitare scaglie tutte uguali… ammesso che il distributore automatico di cibo abbia funzionato! È giunto il momento di dimostrare loro tutto il nostro affetto. Potremmo iniziare con un po’ di cibo fresco. Ad esempio sottili fettine di gambero fresco, tagliate con la lametta a mo’ di scaglie. La maggior parte dei pesci marini va matta per pranzetti di questo tipo. Ovviamente potremo anche somministrare dell’artemia viva ed altre delicatezze che faranno ribollire il sangue ai nostri beneamati. Certo non potremo andare avanti a lungo su questo binario! Il lavoro (o lo studio) ricomincia e non avremo sempre delle intere giornate da dedicare agli ospiti dell’acquario. Dovremo dunque ricominciare la rotazione settimanale di scaglie, pellets, liofilizzati e congelati. Un bel regalo, di tanto in tanto, può essere costituito dagli alimenti Tetra Marine in gelatina. Vi piace la carne in scatola in gelatina? Alcuni ne vanno matti, magari con contorno di insalatina e pomodori dolci! Esiste una soluzione simile adeguata ai pesci. Tetra Marine Mix è un melange di Artemia e Krill (due crostacei amati da tutti i pesci) presentato in una forma tutta nuova: sono umidi, come freschi, conservati in una gelatina nutritiva di particolare formulazione. La gelatina, infatti, contiene stimolanti per il sistema immunitario dei pesci e garantisce un valore nutrizionale più elevato addirittura rispetto al vivo ed al fresco. Si ottiene così una “pasta” nutritiva che contiene ghiotti bocconcini in grado di soddisfare il palato di quasi tutti i pesci marini. Cosa ben più importante, si ottiene un cibo dal valore nutritivo eccellente, in grado di stimolare la riproduzione dei pesci, accendere i loro colori, migliorare il loro stato di salute. I bocconi più grandi sono adatti anche a pesci di taglia media, ma i pesci più piccoli non rimarranno a bocca asciutta, perché i frammenti di gelatina e di piccole prede che si disperdono al momento del pasto sono immediatamente raccolti da organismi di ogni specie e dimensione. Abbiamo provato questo alimento in alcuni acquari marini ed abbiamo osservato reazioni diverse da parte di varie specie. Teniamo presente che la maggior parte dei pesci marini è abitudinaria. Pertanto, se sono stati alimentati per mesi con sole scaglie rosse, accetteranno di buon grado queste ultime (anche se di qualità mediocre!) e saranno sospettosi nei confronti di alimenti
A
eccellente composizione, buone caratteristiche di palatabilità, presenza di attivatori del sistema immunitario, più nutrienti del cibo vivo e fresco, grande praticità di somministrazione
come già osservato per Tetra Delica, anche in questo caso bisogna fare attenzione nel separare le porzioni con cautela, per evitare che si rompano fuori dalle linee di taglio, imbrattando le mani
diversi. Ora, teniamo presente che questo cibo in gelatina è molto diverso da qualsiasi altro alimento! Pertanto alcuni pesci, nei primi tempi, lo guarderanno con sospetto, mentre raggiunge il fondo e, talvolta, lo ignoreranno completamente. È sufficiente però che piccoli pesci da fondo comincino a consumarlo, facendo volteggiare frammenti di gelatina, per condurre i pesci più ostinati a riconsiderare e ad assaggiare questo alimento. In genere, dopo il primo assaggio, si assiste ad una vera e propria lotta per l’ultimo frammento! Abbiamo anche provato a somministrare dei residui di confezioni nell’acquario d’acqua dolce. Funziona alla grande anche in questo caso! Non resta che provare, considerando che le pratiche porzioni da 4 grammi (venti in ogni confezione) possono anche essere somministrate in due soluzioni (ad esempio metà la mattina, metà la sera) se destinate a piccoli acquari.
111
Le recensioni librarie di aquariophylia di Gennaro Iovino TITOLO: DISCUS LA NUDA VERITÀ AUTORE: ANDREW SOH PREZZO: EURO 60
La
lettura delle Opere di Andrew Soh, ci aiuta a capire quanto ci sia ancora da imparare ed
assimilare. In ogni processo di apprendimento è sempre fondamentale l’apporto di chi scrive, ovvero di colui il quale somministra le informazioni ad un pubblico più o meno vasto. Il compito dell’autore è essenziale; principalmente perché solo lui riesce veramente a prendere per mano il lettore, favorendo la condivisione delle informazioni e dando inizio al viaggio affascinante che ogni libro di un certo livello riesce ad innescare. Lo diciamo fin da subito: abbiamo un debole per
appunto, a sognare. Puntiamo, magari, ad avere un
questo autore, capace di presentare, far apprezzare
esemplare stracolmo di puntini, senza accorgerci che
e quindi assimilare i concetti più diversi e
quel discus ha difetti molto evidenti che ci appaiono
disparati,creando tra essi un link inscindibile. Link che
secondari. Per questo motivo l’autore spiega e sotto-
aiuta ad integrare al meglio i diversi concetti propina-
linea quali sono i caratteri indesiderabili in un discus
ti: tanto quelli più semplici, quanto quelli più difficili e
che andrebbero correttamente valutati ed evitati.
complessi. In questo modo il viaggio è veramente
È questo un capitolo in cui ogni difetto nella forma,
senza interruzioni; non ha bisogno di parentesi, soste
proporzione e pattern, viene rigorosamente valutato
forzate o digressioni ma costituisce una lunga strada
partendo dalla domanda essenziale che ognuno
diritta, al termine della quale ciascuno acquisisce una
dovrebbe porsi: è carattere genotipico o meramente
nuova consapevolezza. Tale legame è individuabile
fenotipico?
anche solo scorrendo l’indice del libro: i diversi capi-
IL SECONDO CAPITOLO spiega nei minimi dettagli
toli rispettano l’ordine che andrebbe seguito per
i vari sistemi di filtraggio e i diversi impianti di alleva-
padroneggiare al meglio questa materia e la corretta
mento in modo da permettere al lettore di comprende-
gestione di vasche e discus.
re ed individuare quello maggiormente utile alle proprie
IL PRIMO CAPITOLO è teso a spiegare le modali-
esigenze.
tà di selezione dei propri discus. Andrew Soh, spes-
IL TERZO CAPITOLO segue passo passo il lettore
so sottolinea come il primo errore fatto da molti hob-
nella cognizione delle diverse fasi dell’accoppiamen-
bysti, è proprio quello di non selezionare al meglio gli
to: le fasi preliminari, la corretta impostazione dell’ac-
esemplari per il proprio impianto. Spesso, dice,
qua e dell’impianto, la deposizione, la schiusa e lo
siamo talmente presi dai nostri sogni da limitarci,
svezzamento delle larve nelle diverse modalità possi-
112
bili, la crescita e la corretta alimentazione dei piccoli e
sempre nuovi discus. L’autore analizza nei dettagli i
dei genitori e, da ultimo, il corretto trattamento delle
differenti procedimenti usati. Per presentare, succes-
eventuali patologie.
sivamente, il suo metodo: un sistema di quarantena
NEL CAPITOLO NUMERO 4, Soh spiega i diversi
che prevede 9 diversi step e che è utilissimo per tute-
steps utili a produrre in totale autonomia le artemie
lare il proprio impianto ed impedire di … portarsi in
indispensabili alle esigenze dei piccoli e degli adulti, in
casa il problema!
modo da potersi garantire la fornitura costante di
IL CAPITOLO 9, è indispensabile per comprendere
questo prezioso supporto alimentare.
come affrontare e risolvere le diverse patologie capa-
IL QUINTI CAPITOLO aiuta a capire il metodo cor-
ci di minare la salute dei nostri discus. Soprattutto, è
retto per sessare i propri discus, in modo da poter
molto importante per comprendere l’importanza della
scegliere selettivamente gli esemplari più utili al pro-
prevenzione. Soh chiama il lettore all’attenzione e
prio programma di riproduzione, senza per forza
sottolinea a più riprese che ognuno di noi è artefice
doversi dotare del classico branco di discus e spera-
del proprio successo. Un passaggio, che riporto dal
re di tirar fuori le proprie coppiette.
testo, è cruciale:
IL SESTO CAPITOLO è portatore di un’idea dirom-
“Se vogliamo trovare la soluzione di un problema,
pente: perché limitarsi ad acquistare i propri campioni
specialmente di una epidemia, dobbiamo essere
dai diversi allevatori? E’ certamente meglio e più stimo-
necessariamente onesti con noi stessi ed analizzare
lante “costruirseli” in autonomia e contando solamen-
attentamente ciò che potremmo aver fatto in modo
te sulla propria competenza, perizia e costanza.
errato nell’ultima ora, nelle ultime 24 ore, negli ultimi
Per fare ciò, l’autore, ci guida attraverso un lungo
7 giorni, nelle ultime 4 settimane e negli ultimi mesi…
procedimento che ha come fine ultimo la partecipa-
Se negate i vostri errori vi allontanate dalla chiave per
zione ad una competizione. Partendo esattamente
risolvere il problema.”
18 mesi prima che essa si svolga, Soh ci aiuterà a
IL DECIMO CAPITOLO ci descrive i medicinali ed i
creare e preparare un vero campione!
prodotti chimici più comunemente usati. Ci spiega
IL SETTIMO CAPITOLO è un viaggio affascinante
quando usarli, perché e soprattutto come sommini-
nella genetica. In questo capitolo il viaggio diventa
strare tali prodotti. L’autore, in questo capitolo, sotto-
una vera avventura, per il lettore. Sempre più, oggi,
linea altresì l’importanza che ogni trattamento sia
gli appassionati di discus sentono parlare e scrivere
effettuato in modo serio e programmato. Rispettando
dell’importanza del fattore genetico e di quanto
i tempi precisi ed il corretto dosaggio dei medicinali.
possa essere utile conoscere provenienza e discen-
L’ultimo capitolo, L’UNDICESIMO, serve a dare
denza dei propri beniamini. Soprattutto quando il fine
risposte rapide, circostanziate e significative alle
ultimo è quello di selezionare nel proprio impianto
domande più frequenti che numerosi appassionati
determinate linee. Andrew, anche in questo caso mi
hanno rivolto all’autore nel corso degli anni. Queste
ha spiazzato. La sua analisi sull’albinismo è veramen-
domande, ovviamente, sono quelle classiche che tutti
te interessante. E la sua ammirazione per questo fat-
noi ci facciamo continuamente. Domande e risposte,
tore genetico è veramente autentica. Grandiosa è la
spaziano in tutti i campi di interesse e supportano in
parte in cui descrive al lettore, in modo preciso e par-
modo eccellente appassionati ed allevatori.
ticolareggiato come selezionare (partendo dal classi-
CONCLUSIONI:
co “foglio bianco”) alcune delle varietà più desiderate
È, parlando della passione per i discus, uno dei viag-
dagli appassionati di tutto il mondo: Il Metallic Blu; il
gi virtuali più belli e appassionanti della vita di un
Red Diamond; Il Red Valentine; Il Silver Dreamer; il
appassionato. Un viaggio completo e stimolante che
Golden Leopard Snake (GLS); l’ LSS … E poi la vera
ci arricchisce tantissimo e permette di far luce su
chicca: il Ring!
molte zone d’ombra e su molti punti interessanti ma
L’OTTAVO CAPITOLO sottolinea l’importanza della
complessi. Speriamo e crediamo che la lettura di un
quarantena nel trattamento dei discus. Soprattutto
libro simile possa giovare a tutti gli amici che decide-
nella gestione di impianti dove vengono introdotti
ranno di leggerlo nei prossimi mesi.
113
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 114
Oggi parliamo di… ICHTHYO: LA MALATTIA DEI PUNTINI BIANCHI È la ben nota malattia dei puntini bianchi, il terrore di tutti i neofiti, una sorta di esame di ammissione che ogni acquariofilo deve superare. Chiunque racconti dei suoi primi passi nell’acquariofilia riporta storie di poecilidi ammalati, puntini inizialmente poco evidenti che poi scoppiavano in vere e proprie epidemie, mortalità di massa. Eppure si tratta di un protozoo ciliato presente in qualsiasi corso d’acqua dolce: Ichthyophtyrius multifilis. Produce piccole pustole sotto la pelle dei pesci, nelle quali si riproduce a dismisura ed i tomiti generati, una volta rotta la piccola struttura grigiastra, vagano in vasca in cerca di nuovi ospiti. In pratica, dopo poco tempo ogni pesce in vasca è ricoperto di piccoli puntini appuntiti che producono un evidente fastidio. Infatti i pesci si sfregano contro ogni superficie, come fossero torturati dal prurito. La malattia è innescata dagli sbalzi di temperatura. Pesci che vivano in condizioni stabili non si ammalano di questa malattia, perché le loro difese immunitarie funzionano perfettamente. Ma basta un piccolo sbalzo di temperatura, specialmente se in basso, per innescare il processo. Esistono ovviamente cure molto semplici che possono essere effettuate in caso di problemi, ma bisogna riconoscere subito i sintomi. In caso contrario, quando le piccole pustole coprono l’intero corpo del pesce e le sue branchie, diviene molto difficile salvare i soggetti colpiti. Insomma, una tipica malattia da neofita. È per questo che navigare nelle pagine proposte potrà definitivamente promuovervi da neofiti ad… acquariofili di lungo corso. È FACILE: BASTA CLICCARE SUI LINK DI PAGINA 116! La coda di un carassio è coperta dei classici puntini bianchi. Questi sintomi possono essere molto evidenti sul corpo di pesci melanici (es. Black molly) ma quasi invisibili sul corpo di pesci di colore chiaro. È importante quindi sviluppare un certo “occhio” come insegnano molti dei siti qui recensiti.
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A QUESTO PUNTO NON VI RESTA CHE CLICCARE SUI LINK Eâ&#x20AC;Ś BUONA LETTURA!
http://www.acquaripedia.com/index.php?option=com_pedia&scheda_id=433 http://www.acquaportal.it/articoli/dolce/malattiealghe/malattie/PROTOZOI.ASP http://www.hobbyanimali.it/index.php?option=com_content&task=view&id=173&Itemid=100 http://acquariofilia.mastertopforum.com/ichthyophthirius-vt187.html http://www.acquariomania.eu/Articoli/Articoli/malattie.html http://www.gaem.it/pubblico/articoli/malattiepesci/esperienzesullemalattie.shtml http://www.acquariforum.com/articolimalattie.php?id=4 http://www.animalland.it/ictyo.asp?mese=3&anno=2011 http://www.pagurus.it/index.php/articoli/378-ittioftiriasi-malattia-dei-puntini-bianchi.html http://www.h2oacquariofilia.it/approfondimentodettaglio.asp?ID=7 http://www.acquariolife.it/acquario-dolce/malattie/23-protisti-patogeni/64-la-malattia-dei-puntini-bianchi.html http://www.worldlingo.com/ma/enwiki/it/Ichthyophthirius_multifiliis http://www.peteducation.com/article.cfm?c=16+2160&aid=2421 http://edis.ifas.ufl.edu/fa006 http://www.metapathogen.com/ich/ http://www.dogbreedinfo.com/fishhealthdiseases/ichfish.htm http://www.koi-pond-guide.com/ichthyophthirius-multifiliis.html http://www.pond-life.me.uk/fishhealth/ichthyophthirius.php http://ichthyophthirius-multifiliis.co.tv/ http://fishyhelp.wordpress.com/2008/01/16/ichthyophthirius-multifiliis/ http://www.mein-aquarium.com/tipps/zierfischkrankheiten/weisspuenktchenkrankheit.php http://www.altwasser-aquarium.de/beitraege/ichthyo.php http://www.ullitriemer.de/zierfischkrankheiten/ichthyophthirius-multifiliis-.html http://www.zierfischfreunde-thueringen.de/zierfischfreunde-thueringen-lexikon/fisch-wirbellosenkrankheiten/863-ichthyophthirius-multifiliis-wei%C3%9Fp%C3%BCnktchenkrankheit/ http://www.zierfischforum.at/artikel/ichthyo.html http://www.petpharm.de/aquarium-weisspuenktchenkrankheit.php http://www.my-skalare.de/krankheiten1.html
116
Fai-da-te: Il cubo d’acqua
L’allestimento descritto nell’articolo, dopo 1 mese circa dalla realizzazione 118
di Tony Di Meglio & Valerio Zupo Talvolta la realizzazione di un pico-acquario
mini-termometro e un piccolo impianto di distri-
nasce da un elemento fortuito, un particolare
buzione CO2.
notato in un negozio di casalinghi o una piantina
Innanzitutto si prepara il fondo, pestando la late-
osservata in una fontana pubblica. In questo
rite in modo da ottenere una granulometria fine
caso l’idea per la realizzazione è venuta da una
(è possibile setacciare attraverso un piccolo
vaschetta fortunosamente trovata in un negozio
colapasta per ottenere una grana costante).
di chincaglierie, piante e fiori artificiali. La vasca in
Questo materiale è stato lavato e disposto sul
questione era in tutto vetro, di dimensioni 18 cm
fondo a formare uno strato di 1 cm circa e poi
al cubo. Il suo volume lordo dunque era pari a
ricoperto con uno strato di sabbia quarzifera
ben 5,83 litri: enorme, rispetto alla realizzazione
bianca sottile e compatta. Il tronco di Giava è
del mese scorso, ma comunque abbastanza
stato subito preparato con il muschio (di Giava
impegnativa. La vasca era tanto interessante da
anch’esso!) legandolo con filo di nylon sottile; quindi è stato disposo al centro della vasca, leggermente spostato a sinistra. L’aquascaping è stato completato con due blocchi di Riccia fluitans disposti anteriormente ai due lati della vasca (legati a due sassi piatti con filo di nylon), della Cladofora sp. disposta sul fondo e sul tronco, alcuni rami di Cabomba sistemati dietro il tronco ed una piccola quantità di Fontinalis antipyretica a coprire la parte posteriore della vasca. Sotto il tronco è stata disposta una Anubias nana in una zona poco illuminata della vasca.
Si nota lo strato di sabbia chiara che copre la laterite anche lateralmente, il diffusore di CO2 posteriormente e l’impianto di fermentazione a destra della vasca condurci all’acquisto nonostante il prezzo “esorbitante” di 25 euro (pare fosse fatta di una sorta di cristallo!). Per ripetere questa realizzazione avrete bisogno di procurare, oltre alla vasca (siamo certi che riuscirete a trovarne una più economica!), un filtro esterno a bisaccia, una lampada mini-plafoniera da 9 watt, ghiaia lateritica, una radice di Giava, piccole piante, un tappetino da mouse usato, un cartoncino nero ed un coperchio in plexiglass
La vasca descritta nell’articolo
tagliato opportunamente per coprire la vasca, un 119
poggiato sulle viti in plastica della plafoniera ed in parte sul bordo della vasca. La vasca è stata riempita con acqua da osmosi inversa (conduttività 120 µS, pH 6.8; GH 5 °d; KH 2 °d). Sono stati effettuati cambi parziali ogni settimana (circa 50% del contenuto, utilizzando acqua totalmente demineralizzata mediante osmosi inversa). Il filtro è stato lasciato in funzione per 30 giorni circa, per maturare completamente, in assenza di piante. Sono quindi stati aggiungi i vegetali ed Alcuni degli ospiti della vasca
è stato stabilito un fotoperiodo iniziale di 5 ore al giorno, gradualmente aumentato di concerto alla stabilizzazione e diffusione della flora. La pulizia dei vetri è stata effettuata quotidianamente utilizzando un batuffolo di cotone tenuto da una pinza di acciaio. Il primo animale introdotto è stata una Planorbis rosa, seguita da due Paracheirodon innesi e poi, a distanza di 15 giorni, tre Caridina Red Sherry (2 femmine ed un maschio) che si sono regolarmente riprodotte dopo circa 20 giorni.
Questa Caridina è pronta per la deposizione delle uova
Questo acquario, il primo nel suo genere realizzato, è rimasto in funzione per circa un anno, offren-
Il filtro (Boyu) è stato disposto dietro lo sfondo
do grandi soddisfazioni, stabilità e migliorando
nero, attaccato alla parete posteriore della
continuamente la sua estetica, anche grazie alla
vasca, ed è stato riempito con anelli di ceramica
completa attrezzatura tecnica adottata.
Siporex (per massimizzare l’efficienza filtrante Vista laterale per mostrare la disposizione del tubo rigido piegato utilizzato per collegare il mini-diffusore di anidride carbonica
nello spazio contenuto del piccolo filtro) e spugna (prefiltro meccanico). La luce (plafoniera 9 watt Wave) è stata piegata in modo da adattarla alla piccola vasca e disposta come nelle foto presentate in queste pagine. Il mini termometro (Azoo) è stato disposto su una parete laterale per evitare che risaltasse troppo nell’ambiente micro! Il mini diffusore in vetro di anidride carbonica (Aquili) è stato collegato all’impianto di produzione (JBL mediante fermenti) utilizzando un tubo rigido in PVC verde, opportunamente piegato alla fiamma. Il coperchio in plexiglass è parzialmente 120
Zoomark International 2011: interessante, divertente, entusiasmante! a cura della redazione - terza puntata
1
ontinuiamo con l’esplorazione iniziata
C
linea API di biocondizionatori e filtri, gli attivatori
prima dell’estate, per raccontarvi le
batterici Bio.Bat, l’immensa linea JBL e… chi più
novità che faranno il futuro dell’acqua-
ne ha più ne metta. Ci soffermiamo solo un atti-
riofilia. Forse alcuni di questi prodotti troveranno
mo in più per esaminare da vicino il nuovo raf-
spazio nella vostra calza natalizia, tra pochi mesi!
freddatore Teco. Si tratta di una doppia ventola,
Muoviamoci allora, perché tra gli stand si
non di un refrigeratore classico, ma permette di
nasconde probabilmente il prodotto che stavate
abbassare di qualche grado la temperatura del-
aspettando da sempre!
l’acqua in modo silenzioso ed economico (Foto
Il primo stand che ci troviamo di fronte oggi è
2). E cosa dire degli acquari completi e degli ali-
quello di Acquario di Bologna, un’azienda gran-
menti di grande qualità? Dovremo necessaria-
de e diversificata, come si nota anche dall’espo-
mente parlarne nei prossimi numeri, in occasio-
sizione. Apprendiamo che ora importano prodot-
ne di appositi redazionali (Foto 3).
ti Argent (quelli specializzati in acquacoltura) e
Ci spostiamo di poco per raggiungere lo stand di
potranno quindi fare la felicità degli allevatori, con
Diskuszucht Stendker (Foto 4). I gestori, “tede-
mangimi come il famoso Cyclopeeze. A questi si
schi di Germania”, parlavano fortunatamente un
affianca la linea Hobby di piccoli accessori, la
discreto inglese perché quanto esposto era
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6
veramente degno di nota: magnifici esemplari di
nati di discus, killi, ciclidi africani o betta, posso-
discus, molti dei quali in riproduzione, con avan-
no finalmente identificare programmi relativi al
notti o giovani pesci ancora legati ai genitori.
trattamento dell’acqua, al filtraggio, ai biocondi-
Erano disponibili però anche mangimi specifici
zionatori (ne abbiamo parlato in passato anche a
prodotti da questa azienda, congelati e tutto
proposito dei programmi Tetra destinati a singo-
quanto necessita per fare la felicità di un alleva-
le specie), mangimi, ecc.
tore specializzato nel “re degli acquari”. Una
D’altra parte i programmi “Betta”, ad esempio,
chicca, sorta di scoop, che vorremmo rilasciare
sono comuni a molte aziende e ci fa piacere
subito è la seguente: il proprietario, che è anche
osservare come finalmente questo pesce stia
un grande esperto di discus, naturalmente, ha
riscuotendo presso i produttori l’attenzione che
accettato di produrre per aquariophylia degli arti-
merita. Ad esempio Aquatlantis (foto 5) dispone
coli dedicati agli allevatori italiani. I contatti sono
di un acquario Bettacub e di un sistema di illumi-
ancora in corso e speriamo di potervi regalare
nazione Bettalux. La stessa azienda però espo-
presto il parere di un grande esperto di questi
neva anche acquari completi di dimensioni estre-
pesci. È interessante osservare come molte
me, dai nano-acquari ai grandi sistemi molto
aziende si siano specializzate per fare la felicità di
performanti, passando attraverso vari acquari
categorie specialistiche di acquariofili: appassio-
per bambini di notevole attrattiva estetica e ludi-
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12
proprietà “miracolose”. Sistemato sul fondo
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garantisce una crescita ottimale delle piante acquatiche, ma anche una riduzione della durezza ed una stabilizzazione delle caratteristiche dell’acqua. Può essere utilizzato poi come substrato biologico nel filtro e presenta una serie di incredibili vantaggi. Interessanti anche le classiche linee di fertilizzanti da acqua e da fondo, e la linea “cup” di piante acquatiche in gelatina. Chiedetele al vostro negoziante di fiducia per
ca (foto 6). Dunque, se vi serve un acquario-tavo-
rendervi conto della differenza!
lino, una vasca-quadro, o un acquario-gioco per
Da qui passiamo al settore americano, veramen-
bambini, potrete probabilmente reperire le solu-
te enorme e ricchissimo (Foto 9). Vi troviamo pro-
zioni adatte presso questo estroso produttore.
dotti che in apparenza sono “superficiali” ma nella
Piccole vasche da dedicare a Betta (acquario
sostanza, spesso, derivano dalle ultime scoperte
Betty) ed altri pesci di dimensioni contenute
in campo tecnologico. In effetti, osservando molti
erano esposte anche presso Mantovani Pet
degli accessori per acquari esposti pare quasi di
Diffusion (Foto 7). Anche qui però, tra sistemi di
essere al supermercato, con pietre colorate di
illuminazione per vasche aperte e materiali da
verde, aeratori di gomma e biocondizionatori dal-
arredamento, troviamo acquari di medie e gran-
l’aspetto approssimativo. Eppure alcuni degli
di dimensioni con ottime caratteristiche tecnolo-
espositori americani propongono novità assolute
giche ed estetiche (pensiamo ad esempio agli
come quelle di MicrobeLift, con vari biocondizio-
acquari completi Red Sea Max). Allo stand
natori, terapeutici naturali, attivatori, ecc.
Mantovani, peraltro, era associata Anubias (Foto
Giungiamo ora allo stand Seachem (Foto 10),
8), con espositori di grande interesse per chiun-
vero paradiso per qualsiasi appassionato di
que ami le piante acquatiche. La novità di que-
marino (ma hanno tanti materiali disponibili
st’anno era costituita da un nuovo ghiaietto dalle
anche per l’acqua dolce!). Dai vari phytoplan124
kton e zooplankton per reef, alle soluzioni cali-
ti di stampa, quello classico e quello tascabile
brate di vari ioni, passando attraverso materiali
(Foto 13). Una rivista che si sdoppia? Che idea!
filtranti selettivi, sali marini di ottima qualità,
… E se sdoppiassimo anche aquariophylia?
mangimi.
Beh, in fondo è facile: cliccare sulla tab delle
Ci fermiamo ora con lo stand Aquaristica (Foto
dimensioni e scegliere… un formato diverso! No,
11), dove viviamo un’esperienza in 3D che coin-
a parte gli scherzi, abbiamo già il formato per
volge tutti i sensi! Gli acquari allestiti sono bellis-
iPhone e quello per computer, e per ora può
simi, ma sono anche basati su solide e ben stu-
bastare. Onore al merito va ad Aquaristica, però,
diate tecnologie. Citare tutte le novità esposte
per aver raddoppiato gli sforzi in favore della dif-
sarebbe impossibile (ma una visita al loro sito
fusione del nostro meraviglioso hobby.
web potrà offrire numerosi spunti di riflessione).
Siamo stanchissimi. Oggi abbiamo fatto davvero
Tra le tante cose interessanti osservate rammen-
un bel cammino! Vi diamo appuntamento al
tiamo facilmente l’acquario-laghetto da apparta-
prossimo mese per una nuova corsa sfrenata tra
mento, il nuovo schiumatoio Juwell, i sali marini
le novità delle aziende che soddisfano le esigen-
Royal Nature (Foto 12) e, dulcis in fundo, la rivi-
ze ed alimentano la passione per gli acquari di
sta Aquarium Oggi, che si sdoppia in due forma-
tutti noi.
PER VOI NEGOZIANTI! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
125
betta sPLENDENS IN CONCORSO! di Matteo Grassi Nel numero 6/7 abbiamo parlato dei cosiddetti Show Betta, ovvero i Betta splendens da concorso. In questo numero, vogliamo completare la nostra sintetica carrellata su questi anabantidi davvero speciali, condividendo con voi un po' dello spirito e della passione che anima le esposizioni di Betta. Da alcuni anni infatti, anche nel nostro paese si è sviluppato un discreto network di appassionati del pesce combattente, che consente scambi di esperienze, conoscenze e
Peter Barwald ritira il premio per il Best of Show
anche di veri e propri esemplari da riprodurre.
In Europa si tengono mediamente una quindici-
Questo ha permesso ad alcuni allevatori italiani
na di show internazionali ogni anno. Una dozzina
di creare relazioni in patria e all'estero che, con
si divide equamente tra Germania e Francia
pazienza ed umiltà (doti primarie di ogni acqua-
(inclusi Svizzera e Belgio francofoni): un segno
riofilo), sono sfociate nell'organizzazione del
piuttosto tangibile dello sviluppo che l'acquariofi-
primo Betta show internazionale italiano, tenuto
lia ha raggiunto in questi paesi. La stragrande
a Ranco (Varese) l'11 e 12 Giugno.
maggioranza di questi show segue il più diffuso e riconosciuto standard di valutazione dei Betta,
Ma cos'è esattamente un Betta show? Perché
sancito dall'International Betta Congress (IBC), di
un'esposizione di Betta abbia le caratteristiche di
Gli espositori appena allestiti, poche ore prima dall'apertura
uno show internazionale è necessario innanzitutto che vi sia una competizione tra gli esemplari in mostra, basata su una giuria internazionale riconosciuta e su standard ufficiali. Parliamo ovviamente di una competizione per bellezza e vitalità, niente a che vedere con i famigerati combattimenti tra Betta che non sono contemplati né accettati in alcun modo. Naturalmente, ogni allevatore può partecipare esclusivamente con pesci riprodotti ed allevati rigorosamente da lui. 126
Due Betta selvatici, un brownorum (sopra) e un albimarginata (sotto) esposti a Ranco
cui abbiamo parlato nel numero 6/7 di Aquariophylia. In tutto il mondo – anche in Asia, luogo di origine dei Betta – esiste un agguerrito e ristretto manipolo di giudici, certificati IBC, che garantisce la regolarità di queste manifestazioni. Al primo show italiano ne erano presenti ben cinque, provenienti da Svizzera, Francia e Germania. La giudice in capo era la grande esperta svizzera Claire Pavia, mentre lo show è stato organizzato dall'Associazione Italiana Betta guidata da Roberto Silverii ed Eugenio Fornasiero. Gli esemplari in gara in questo tipo di manifestazioni oscillano generalmente tra i 150 e i 300. Una soglia limite oltre la quale il lavoro dei giudici diventerebbe improbo. A Ranco ci si è spinti a 321 esemplari, un piccolo record dovuto all’imUn Halfmoon opaque white in parata
127
L'Halfmoon rosso di Maurizio Tomei, primo classificato nella sua categoria
durata dell'esposizione. Una grande sala riscalprevisto interesse di molti stranieri per la manife-
data, oppure una serra, come quella bellissima in
stazione italiana. Erano presenti, infatti, 26 alle-
muratura dell’Azienda Agricola Robustelli che ha
vatori provenienti da 9 paesi diversi: Italia,
ospitato lo show di Ranco, sono essenziali.
Repubblica Ceca, Croazia, Svizzera, Olanda,
Nei due giorni precedenti l'apertura, si svolge il
Germania, Francia, Indonesia e Thailandia.
rituale alloggiamento degli esemplari in gara. Un lavoro niente affatto semplice, che spesso
Un grande lavoro dietro le quinte è la base per la
costringe gli organizzatori, i giudici e gli allevato-
riuscita di un evento di queste proporzioni, assi-
ri a fare le ore piccole. Ogni esemplare deve
curato da tanti volontari che, spinti solo dalla
infatti essere sistemato con cura, nelle condizio-
passione, si dedicano a preparare scaffalature da
ni adatte e nella giusta classe di forma e colore,
esposizione, vasche e illuminazione che devono
naturalmente tracciando tutti i dati del pesce e
rispettare determinati requisiti affinché sia i giudi-
dell'allevatore. Il lato positivo è che queste ore
ci sia il pubblico possano valutare e ammirare i
trascorrono parlando di allevamento, betta e
pesci in tutta la loro magnificenza. Non dimenti-
acquari tra persone che provengono da tutto il
cando ovviamente di fornire ai pesci le migliori
mondo. Sicuramente è il lato più importante dello
condizioni di acqua e temperatura per tutta la
show, anche più della gara in sé. Dopo tanti con-
Il Plakat di Gastone Tomei, secondo classificato nella sua categoria
Uno Show Plakat dell'Olandese Joep Van Esch primo di categoria
128
Il Best of Show di Peter Barwald, un capolavoro per palati fini
e permettendo ai visitatori di osservare il maschio intento a incubare oralmente le uova, difeso dalla femmina! E poi Betta stigmosa, patoti, krataios, burdigala, imbellis, fusca, brownorum, coccina, che la maggior parte di noi finora conosceva solo tramite libri e riviste. La valutazione dei giudici si svolge in quasi religioso silenzio, prima dell'apertura al pubblico. A Ranco, dato l'elevato numero di esemplari, il
tatti tramite Internet e attraverso articoli e riviste
lavoro è iniziato alle sette del mattino. Le vasche
eccellenti (come Aquariophylia!), ci vuole anche
naturalmente sono numerate ma anonime e il
un po' di contatto umano diretto tra appassiona-
giudice in capo assegna agli altri giudici le classi
ti: lo show serve essenzialmente a questo.
da valutare, curando che i giudici che hanno pro-
In molti casi, uno show può essere un'occasione per osservare anche dei fantastici esemplari sel vatici. Nel caso di Ranco, gli organizzatori sono riusciti a presentare ben 11 specie di Betta selvatici, provenienti principalmente dall'Indonesia, consentendo ai visitatori un'esperienza unica in Italia. Interessantissimi gli incubatori orali. In particolare, i grandi Betta unimaculata (che superano i 12 cm), gli albimarginata dalle delicate bordature bianche sulle pinne, e i loro "cugini" chan-
Una femmina Crown Tail particolarmente avvenente
noides che hanno offerto uno spettacolo straordinario accoppiandosi durante i giorni dello show
pri pesci in gara, non si trovino a valutare le classi in cui questi concorrono.
Il pubblico inizia a prendere posto per la prima asta, dedicata ai pesci non vincitori
In alcune classi la competizione per il primo posto è serrata ed è piuttosto emozionante il fatto che gli allevatori possano assistere, a debita distanza, senza interferire. Ogni classe poi ha la sua storia, i suoi piccoli miti e i suoi campioni. Le classi degli Show Plakat (i Betta a pinne corte) sono in genere le più numerose e anche le più tecniche. Gli standard sono complessi ed è facile che un esemplare, seppur bellissimo, abbia una forma che cade a metà tra una classe e l'altra, venendo penalizzato. Se par129
sempre tra i Plakat, ma di colore dark solid, dietro uno dei più famosi allevatori europei, l'olandese Joep van Esch. Nella classe degli Halfmoon non iridescent dark solid (colore uniforme scuro, non iridescente) l'Italia ha piazzato poi, per la prima volta, un esemplare vincente. Un bellissimo Halfmoon rosso di Maurizio Tomei. Visto il colore, possiamo dire che è stata la vera e propria ciliegina sulla torta! La femmina Best of Show, del Francese CharlesMaxime Baille
Ma la gara è solo un momento, contornato da tante occasioni conviviali per conoscersi o rico-
tecipano degli indonesiani, li vedrete dominare le
noscersi, incontrarsi magari dopo un anno,
classi dei Crown Tail, una forma di pinnaggio
chiacchierare a tavola o, nel caso di Ranco, tra
creata proprio da loro, che va diffondendosi
gli splendidi spazi fioriti dell'azienda agricola
sempre più, perché è un bel compromesso tra
ospitante, parlando di tecnica e alimentazione,
l'eleganza e vitalità dei Plakat e l'opulenza strari-
genetica dei colori e nuove forme, allestimenti e
pante degli Halfmoon. A Ranco non sono poi
riproduzioni, fai da te e nuove idee… Insomma
mancati esemplari di forme particolari, come i
tutto quello che rende avvincente il mondo del-
Crown Tail a pinne corte (Crown Tail Plakat) che
l'acquariofilia. Alcuni appassionati vi potranno
hanno focalizzato l'attenzione di molti allevatori
confessare serenamente di aspettare con più
esperti e naturalmente gli storici Double Tail.
impazienza la cena - per parlare tutti insieme di
Entrando nel clima della gara, i big europei non
Betta davanti a un bicchiere di vino - piuttosto
hanno deluso, in particolare la coppia tedesca
che i risultati della gara. Dopotutto, anche que-
Peter e Manuela Bärwald che si è aggiudicata gli
sto è il segno di una passione per gli aspetti più
ambiti premi di Best of Variety per gli Halfmoon e
genuini di questo hobby.
il Best of Show maschio – praticamente il vinci-
Un Double Tail copper marble prepara il nido durante l'attesa
tore assoluto - con uno straordinario plakat tradizionale nero che sommava una forma che rispecchia alla perfezione lo standard IBC ad un colore dovuto ad una genetica molto complessa da riprodurre. La loro gentilezza e simpatia ha poi conquistato tutti, aggiungendo calore al momento. Gli Italiani hanno raccolto, con enorme soddisfazione vista la prima assoluta, alcuni premi di categoria. Un secondo posto di Gastone Tomei tra i Plakat patterned (cioè con una livrea marmorizzata o multicolore) dietro all'indonesiano Onnys Sundaka e un terzo posto di Simone Zini, 130
(l'allevatore ha discrezione di scegliere se metterli
Che bello essere acquariofili!
in vendita o meno).
A cura della redazione
In queste aste capita che i rilanci si infiammino, come è successo a Ranco per alcune femmine
Vogliamo aggiungere poche note alle splendide parole dell’autore di questo articolo. La redazione non solo incoraggia manifestazioni di questo tipo, ma è onorata di ospitare questo tipo di contributi. Leggere il resoconto di una manifestazione come quella di Ranco, con tanta autentica passione acquariofila, ci fa da una parte godere, dall’altra rimpiangere di non aver potuto partecipare. Vedere dal vivo le fasi riproduttive di pesci relativamente rari? È un evento impagabile, eccezionale per qualsiasi appassionato di natura e di acquari. Se poi momenti topici come questo possono essere conditi da un bicchiere di buon vino in compagnia e dall’emozione di osservare una squadra di giudici all’opera, il tutto si trasforma in pura magia. Grazie all’associazione che ha organizzato la manifestazione. Grazie all’autore di questo articolo. …E dire che qualcuno dubitava delle potenzialità dell’acquariofilia! Alla prossima manifestazione dovremo partecipare tutti compatti. Promettiamo di allertare per tempo la nostra agenzia di viaggio di riferimento, in modo che possa organizzare un gruppo di veri “aquariophyliaer”.
di Joep van Esch, per una coppia di Crown tail black-orchid indonesiani, per due coppie di Halfmoon vincenti di Manuela Bärwald e del celebre thailandese Sarawut Angkunanuwat, meglio noto come Siamimbellis, e naturalmente per il Best of Show. Ma molti pesci splendidi sono stati aggiudicati per cifre inferiori ai 10?. Un'occasione che merita un viaggio! E i premi per i vincitori? La soddisfazione di una propria passione non ha prezzo? Questo è il vero premio. A ciò si aggiunge un bell'attestato, oppure una coppa, e una selezione di mangimi di alta qualità offerti dall'azienda che ha sponsorizzato la manifestazione. Nessuno guadagna e nessuno perde da una manifestazione di questo tipo. La vendita dei pesci e l'aiuto dello sponsor, uniti alla manodopera volontaria degli organizzatori, permettono di pareggiare i conti e tornare a casa sereni e soddisfatti per lo spettacolo offerto e goduto.
Uno show come si deve è anche un posto in cui
Il vero attivo, nel bilancio dello show di Ranco è
si possono comprare pesci meravigliosi.
stata la forte presenza internazionale, il fatto che
Nella maggior parte degli show, questo avviene
fossero esposte in abbondanza praticamente tutte
tramite un'asta in cui gli allevatori mettono in
le varietà di Betta “show” esistenti, incluse varianti
vendita i pesci esposti durante la manifestazione.
rare, e che gli esemplari fossero di altissimo livello,
L'asta è un momento da non perdere, soprattut-
come testimonia la presenza di alcuni "big" dell'al-
to perché permette di osservare, in una carrella-
levamento europeo e asiatico. E poi, soprattutto, la
ta di un paio d'ore, alcuni dei più bei pesci espo-
presenza di tanto pubblico, una vera folla la dome-
sti. Spesso anche grazie a qualche mega-scher-
nica mattina, arrivato anche appositamente da
mo, come nel caso di Ranco in cui i pesci all'asta
Sicilia,Sardegna e dal resto d'Italia.
erano proiettati dal vivo su un grande monitor tv,
Per concludere, una parola per i giudici e i parte-
per la gioia di tutti i presenti.
cipanti stranieri. Senza di loro la manifestazione
In questo primo show internazionale IBC tenuto
non sarebbe stata così bella e l'aiuto di tante
in Italia sono stati venduti all'asta oltre 150 esem-
persone provenienti da tutta Europa è stato
plari. Un risultato di tutto rilievo, considerando
diretto, spontaneo e incondizionato.
che non tutti i pesci presenti erano in vendita
L'acquariofilia è anche questo! 131
Dai nostri lettori Come promesso nel numero precedente, apriamo qui una nuova rubrica. Inviateci le foto dei vostri acquari. Diteci come li avete realizzati! Se volete, scrivete qualche riga di descrizione (come ben fa il lettore ospite questo mese). Saremo felici di farvi condividere esperienze con gli altri lettori della rivista. Potrete farlo utilizzando il forum (www.aquariophylia.it), la posta della rivista (aquariophylia@gmail.com) o quello che vi pare. Ma decidete di essere protagonisti per un giorno! Attendiamo le vostre foto!
Un sistema professionale… domestico!
sera sembra che non si riesca a postare un'immagine... pazienza. Comunque, la vasca principale (120 x 50 x 60 h) ha un DSB, una pompa di movimento Tunze da 3600 l/h, il tracimatore che scarica nella vasca sot-
di Aldo Giannone
tostante e tre neon T8 (grossi); un Marine-Glo della Askoll (blu) da 18 w (in funzione dalle 09:00 alle
Intanto il frontale che vedete nella foto è quello
19:30) e un'altra Marine-Glo accoppiata con una
che il pubblico può vedere, quando entra per
Power-Glo (18000 °K) da 30 w cad. (accese dalle
visitare la mia bottega di artigiano. Dietro il muro
11:00 alle 18:00). In questa vasca, che è quella
c'è quello che vedo solo io: il caos con l'insieme
della foto, ospito diverse specie di Ottocoralli, varie
delle tre vasche collegate. Vi avrei mostrato l'im-
specie di Sclerattinie, solitarie e coloniali, antozoi
magine dell'insieme da dietro le quinte, ma sta-
coloniali, Axinelle, diverse specie di ascidie, echinodermi e pochi pesci, oltre ad un gruppo di piccoli organismi che non sto ad elencare. Sotto la vasca principale è sistemata un'altra vasca (80 x 40 x 50). È una vasca da dolce, con i classici tre scomparti. In questa vasca c'è un secondo DSB, lo skimmer a zainetto (Wave 1200) con la pompa in vasca e lo scarico nel secondo scomparto della vasca, una pompa di movimento Resun da 2000 l/h e due neon T8 accoppiati: un Life-Glo da 6500 °K e una “cinesina” da 10000 °K (17,30-11,30). 132
Fuori dalla vasca c'è la pompa di mandata, una
Infine c'è l'ultima arrivata: una vaschetta piccoli-
Eheim 300 l/h, che pesca l'acqua aerata dallo
na (40 x 20 x 25 h) posta sopra la vasca princi-
skimmer nell'ultimo scomparto, la manda al refri-
pale, alimentata da una maxijet 1200 l/h posta
geratore (un vecchio Teco grosso e potente) e la
nella vasca principale con scarico da un passa-
fa risalire fino alla vasca principale. In questa
parete, sempre nella vasca principale.
vasca ospito antozoi solitari e crostacei, ma
Lo scopo di questa vaschetta è quello di sfrutta-
soprattutto riesco ad allevare filamentose verdi e
re gli organismi che si insediano nelle filamento-
cianoficee, utili a mantenere un discreto equili-
se (copepodi e isopodi) per farli precipitare in
brio col forte carico di organismi eterotrofi pre-
vasca senza passare da nessuna pompa e avere
senti nella vasca principale.
quindi un apporto di microorganismi costante,
…E funziona, tanto che nella vasca principale
utile al nutrimento soprattutto degli ottocoralli,
non ci sono filamentose e i “ciano” sono ridottis-
che sono regolarmente già nutriti da naupli di
simi.
Artemia in buona quantità.
ELETTRODI E MISURAZIONI È stato studiato un metodo semplice per il controllo automatico dell’idrogeno solforato, dell’ossigeno e del pH, attraverso esperimenti di esposizione di invertebrati a concentrazioni diverse di composti tossici. Le condizioni sperimentali sono state controllate mediante un computer. In esperimenti di 24 ore il computer controllava il livello di solfati, il tasso di ossigeno ed il pH. L’elettrodo può essere costruito facilmente, sigillando un filamento di rame in un tubicino di pyrex. 133
Pillole per il principiante In questa sezione accompagniamo ogni mese il neofita, praticamente per mano, introducendolo alle basi dell’acquariofilia. Niente di difficile né roba che necessiti di basi precedenti. Vogliamo mostrare a tutti com’è facile allestire e tenere un acquario. Chi ci segue attraverso questo percorso avrà già sviluppato muscoli abbastanza forti da stare in piedi da solo (!) e poter seguire così gli argomenti presentati nelle altre sezioni. D’altra parte questo “luogo” della nostra rivista può servire anche l’esperto, per ripassare concetti trascurati da anni, oppure per aprire discussioni colte sul sesso degli angeli: in fondo, sono divertenti anche quelle e noi siamo qui per divertirci e null’altro!
Il filtraggio di Isaia Rosica - seconda parte caratteristiche dell’impianto di filtraggio devono essere proporzionate alla popolazione allevata (biomassa animale e vegetale) ed alle caratteristiche dell’acquario. Continuiamo andando nel dettaglio di alcuni tipi di filtri “molto popolari” nel nostro paese e molto efficienti, in grado di soddisfare le esigenze di un acquariofilo comune.
el numero precedente della rubrica “pillole per il principiante” abbiamo preso in considerazione alcuni principi di base della filtrazione meccanica e biologica, definendo anche le caratteristiche “medie” di un acquario “tipo” in merito al numero di pesci da allevare ed alle dimensioni del filtro. Infatti abbiamo stabilito che le
N
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alcuni batteri, detti nitrificanti, prima in ammoniaca (NH3), poi in nitriti (NO2) ed infine in nitrati (NO3): l’insieme di questi processi è noto come “nitrificazione” ed è parte del naturale ciclo dell’azoto. L’ammoniaca derivante dal catabolismo delle proteine, viene escreta anche dai pesci e questa, ancor più dei nitriti, è tossica! Solo i nitrati, prodotti finali del ciclo, sono relativamente innocui e costituiscono un fertilizzante per le piante (e purtroppo per le alghe). Mentre ammoniaca e nitriti non devono essere “misurabili”, in un acquario sano e con vegetazione folta, i nitrati possono accumularsi, benché sia preferibile che non superino
Molti acquari completi industriali sono corredati da eccellenti filtri interni, dalle elevate capacità biologiche. È importante saper individuare i filtri più performanti, perché questo ci permetterà di ridurre le operazioni di manutenzione e garantire a lungo ai pesci ideali condizioni ambientali in assenza di malattie
Alcuni piccoli filtri interni sono riempiti solo con una spugna e fanno bene il loro dovere eliminando meccanicamente le particelle in sospensione (grazie ad una pompa di dimensioni generose). Ciò non esclude che l’acquariofilo possa sostituire le spugne con carbone attivo o resine, per realizzare scopi specifici in particolari momenti della gestione di un acquario
Molto più che un filtro: il “biofiltro” Abbiamo parlato nel numero scorso soprattutto del filtro meccanico, con brevi accenni a quello biologico. Adesso dimentichiamo per un attimo quanto detto ed esaminiamo il problema da un altro punto di vista. In acquario i rifiuti organici sono trasformati da
Sono disponibili in commercio tantissimi materiali porosi per il filtro biologico, di forme diverse e superficie variabile. Non è facile distinguere tra materiali diversi e solo l’aiuto del negoziante specializzato o di forum di acquariofili potrà permetterci di individuare il materiale più efficace per il nostro filtro, a parità di costo
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mai i 30 mg/l. Nell’acquario marino concentrazioni maggiori possono produrre problemi ad alcuni invertebrati sensibili. In ogni acquario, marino e d’acqua dolce, elevate concentrazioni di nitrati e fosfati inducono la proliferazione di alghe indesiderate. Per nostra fortuna questi utilissimi batteri “nitrificanti” si trovano quasi dappertutto, nell’aria, sulle piante, sulla ghiaia e ovviamente anche in acqua. Paradossalmente, i batteri nitrificanti non si trovano subito nel classico filtro per acquari, interno o esterno che sia! In un filtro meccanico come quello menzionato all’inizio, la corrente è troppo forte e i batteri non riescono ad aderire al materiale filtrante, almeno fino a quando è pulito. Se il filtro è sporco, i batteri iniziano a colonizzarlo e si espandono, perché diminuisce la portata, ma a quel punto è necessario pulire il filtro e… i batteri devono ricominciare tutto da capo! Ecco perché è stato introdotto il “biofiltro”! Il biofiltro, o filtro biologico, è la “casa dei batteri”, che al suo interno trovano condizioni di vita ideali. Il funzionamento è semplice ed è sovrapponibile a quello di un filtro meccanico, solo che la velocità dell’acqua al suo interno è minore e la superficie è enormemente maggiore: in pratica, aumenta la superficie colonizzabile dai batteri e si riduce la velocità del flusso radente, che tenderebbe a lavare via il film batterico. Un semplice tipo di biofiltro si usa generalmente in vasche molto piccole (al massimo 50 litri) ed è una cartuccia di spugna, attraverso cui l’acqua scorre tramite un erogatore d’aria. L’erogatore è un tubo in cui viene fatta gorgogliare l’aria, che a sua volta trascina anche un po’ d’acqua; di conseguenza la portata è bassa, ma è quello che vogliamo. In pratica, l’acqua si libera del particellato orga-
nico presente in sospensione passando attraverso la spugna, e le piccole cavità della stessa sono colonizzate dopo qualche tempo da batteri nitrificanti, grazie al flusso lento. Ovviamente si tratta di un sistema poco efficiente, dal momento che l’efficienza meccanica è bassa (flusso lento), quella biologica pure (bassa superficie) e che al momento della pulizia parte del materiale trattenuto torna in vasca, mentre i batteri sono lavati via e devono ricominciare a colonizzare il tutto. Insomma, può essere preso in considerazione per un uso periodico (poche settimane) in una vasca da riproduzione, dal momento che non aspira avannotti e larve: questo, in definitiva, è l’unico suo punto a favore. Infatti questo modello è oggi poco utilizzato in Europa, ma alcune aziende continuano a commercializzarlo. È economico, ma bisogna acquistare anche la relativa pompa d’aria. 136
In un acquario d’acqua dolce tropicale può essere consigliabile in alcuni casi inserire della torba attiva nel filtro, come spiegato nel testo. Questo materiale offre vari vantaggi ed alcuni importanti svantaggi da considerare prima di utilizzarlo
ribili piccole pompe dalla portata regolabile, adatte ai nostri scopi, anche se spesso la portata andrà regolata al minimo. Una volta scelto un filtro adatto (commerciale o autocostruito), col suo sistema di trasporto dell’acqua, non ci resta che scegliere i materiali filtranti. Tali materiali dovranno, secondo la loro funzione principale, trattenere le particelle grossolane di sporco o essere colonizzati dai batteri per trasformare gli inquinanti in soluzione. Io personalmente non credo alla validità di una netta divisione tra materiali filtranti biologici e meccanici: i batteri colonizzano bene o male tutti i substrati. Per esempio, nella lana sintetica venduta a pochi euro per il filtraggio meccanico, dopo alcune settimane già avviene la decomposizione, ad opera dei batteri, delle sostanze trattenute. Un buon substrato “biologico”, deve avere ampia superficie ed una buona possibilità di adesione per i batteri: si è rivelata ottimale persino la spugna sintetica (benché la superficie esposta sia infinitamente minore rispetto a quella di materiali biologici classici. N.d.R.) che, oltre a trattenere lo sporco, ha moltissimi pori che vengono presto abitati dalla microflora attiva. Inoltre, a differenza della lana di perlon, non si compatta, rimanendo quindi funzionale per moltissimo tempo. Tale spugna viene venduta in blocchi da tagliare a misura e, per esempio, se ne potrà appoggiare un pezzo contro una delle pareti laterali dove, se si avrà cura di tagliarlo di dimensioni leggermente maggiori rispetto a quelle del vetro, rimarrà in posizione grazie alla pressione esercitata contro le
Per le vasche più grandi si usa il filtro “all’italiana” (detto così perché è stato introdotto da autori italiani): è un contenitore capiente, interno all’acquario, nel quale l’acqua passa lentamente. Di solito è composto da più scompartimenti, il primo dei quali può essere utilizzato come pre-filtro meccanico (lana sintetica o spugna) che dovrà essere sciacquato ogni 2 o 3 settimane, mentre in quello/i successivo/i, i batteri possono essere lasciati in pace: un biofiltro non va mai pulito! Per il suo funzionamento ideale, tutta l’acqua dell’acquario dovrebbe passare attraverso il materiale filtrante un-due volte l’ora, utilizzando materiali di media superficie (come sopra ricordato). A questo scopo si tengano presenti le relazioni portata/volume sopra ricordate. Oggi non è facile trovare pompe dalla portata ridotta, e comunque sono repe137
li (es. 20 ppi) e quella a pori grossi (es. 10 ppi): la prima viene colonizzata più in fretta, mentre la seconda tende ad intasarsi meno nel caso si allevino pesci di grossa taglia, quali ad esempio pesci rossi e ciclidi. I nuovi materiali microporosi hanno una superficie enorme, però in alcuni casi i pori si occludono, oppure sono troppo piccoli perché i batteri possano penetrarvi. Hanno il vantaggio di una buona adesione dei batteri e vengono subito colonizzati, garantendo quindi tempi minori di attivazione. Ovviamente starà a noi scegliere i materiali biologici che fanno al caso nostro in rapporto alla velocità del flusso (materiali più porosi per pompe più potenti), le dimensioni del filtro (materiali meno porosi richiedono dimensioni maggiori), caratteristiche dell’acquario (quantità e qualità degli animali allevati), tipo di acquario (marino o d’acqua dolce). Oltre ai materiali filtranti menzionati, inerti dal punto di vista chimico-fisico, nei negozi possiamo trovare altri substrati che cedono sostanze utili - come la torba attiva - o che adsorbono alcune sostanze disciolte (si parla di adsorbimento quando le particelle in soluzione aderiscono a micro-cavità presenti sulla superficie del materiale, senza penetrare il materiale stesso), come il carbone attivo. In alcuni casi l’adsorbimento può essere mediato e coadiuvato da legami deboli, come nel caso della zeolite. Esistono anche resine sintetiche e substrati naturali (alcune zeoliti) che adsorbono selettivamente o preferenzialmente alcuni composti, per esempio, i nitrati. Di pari, esistono substrati chimici (resine a scambio ionico) in grado di trattenere alcuni ioni (es. i fosfati) scambiandoli con altri ioni, innocui o tali da spostarsi rapidamente nell’atmosfera. Quanto alla torba attiva, va detto che il suo utilizzo comporta vantaggi e svantaggi:
Sono disponibili in commercio piccoli filtri compatti da utilizzare principalmente per vasche da pesci rossi e tartarughiere, oppure per momentanee operazioni di manutenzione o come filtri di emergenza per vasche da quarantena e cura
altre pareti. Una piccola pompa provvede al passaggio dell’acqua attraverso la spugna. Il semplice filtro appena descritto (filtro di Amburgo) ha un’ampia superficie ed una velocità del flusso ridotta, proporzionalmente alla superficie. Inoltre non va mai pulito! Lo spessore, che dovrebbe essere di circa 5 cm, serve solo a dare stabilità alla struttura, dato che i batteri colonizzano i primi millimetri, dove trovano più ossigeno e nutrienti. Su internet si trovano molti spunti di realizzazione. Riguardo alla spugna, va detto che non c’è molta differenza tra la versione a pori picco-
Le spugne si intasano rapidamente e vanno risciacquate di frequente. Nel periodi intermedi tra un risciacquo e l’altro possono costituire anche substrati biologici
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L’acqua di rubinetto va trattata prima di essere introdotta in acquario, eventualmente demineralizzata, e poi addizionata di batteri utili mediante appositi attivatori del filtro biologico, disponibili in negozio
qualsiasi adsorbente), non sono utili nel caso di pesci che necessitano di acque neutre (es. Poecilidi), sono dannosi per le piante bisognose di molta luce e rendono la vasca meno “brillante” alla vista. Quindi bisogna valutare caso per caso se conviene utilizzare della torba nel filtro. Inoltre la torba non va tenuta in vasca per più di 2 o 3 settimane, dato che dopo tale periodo inizia a decomporsi ed a marcire, inquinando l’acqua. In molti casi, inoltre, possiamo fare a meno sia del carbone, che è utilizzato per adsorbire sostanze maleodoranti e coloranti in soluzione (es. prodotti di degradazione della clorofilla) ed altri inquinanti organici, oltre a residui di medicinali, sia delle resine specifiche, dato che con regolari cambi parziali dell’acqua (anche il 30-50% a seconda dei casi) otteniamo un simile effetto. Può essere bene utilizzare resine antinitrati già al momento dell’allestimento, se l’acqua di rubinetto contiene elevate concentrazioni di questi inquinanti e non è stata trattata preventivamente (es. mediante osmosi inversa).
- consente di ridurre la durezza dell’acqua e il pH (ne riparleremo in uno dei prossimi numeri della rivista), creando un ambiente adatto per alcuni pesci amazzonici o delle foreste asiatiche, come i neon e le rasbore; - colora l’acqua, ma questo non è necessariamente un effetto negativo, dato che molti pesci di foresta preferiscono un’ambiente ombroso (considerate però che molte piante hanno bisogno di luce piena!); - gli acidi umici, responsabili della colorazione ambrata, oltre ad essere benefici per le mucose dei pesci, si comportano da chelanti, ovvero mantengono in soluzione sostanze nutritive per le piante, che altrimenti sarebbero difficilmente assimilabili. Inoltre essi hanno una blanda azione antibatterica. - gli acidi umici non possono essere utilizzati insieme al carbone attivo (sono estratti da
MEDICINE NATURALI Esistono numerose piante che contengono composti da sempre utilizzati a scopo terapeutico. Alcuni di questi composti potrebbero essere utilizzati con successo anche in campo veterinario, avendo pochi effetti collaterali e nessuna controindicazione. È il caso di Herniaria fontanesii, le cui parti aeree (foglie e fusto) sono state da sempre utilizzate nella medicina popolare marocchina per il trattamento di litiasi e quale diuretico. Una maggiore attenzione a questi composti potrebbe servire a produrre specialità terapeutiche per pesci, efficaci e non dannose. 139
Stimoli di viaggio e di immersione
Heniochus acuminatus (Linnaeus 1758)
testo e riprese di Franco Savastano le molteplici specie di Chetodontidi,
Parliamo della zona di Hurgada poco al largo
spicca per bellezza e colorazione
della quale si trovano le Isole Giftun. Una di que-
Heniochus acuminatus, dalla livrea a strisce alter-
ste, dal nome di Abu Ramada, è molto apprez-
nate di bianco e nero, dalla pinna dorsale molto
zata dai subacquei per gli spuntoni rocciosi che
allungata, dalle pettorali e caudali macchiate di
si ergono dal fondale sabbioso che circonda
giallo, dal muso e fronte macchiati di nero.
l’Isola e dove, a dispetto della nutrita presenza di
L’incontro con questa specie è frequente in mol-
visitatori, si è creato un habitat di grandissimo
teplici mari tropicali, ma quello riportato nel filma-
interesse, per la spiccata biodiversità degli orga-
to a margine è stato per l’autore di grande impat-
nismi viventi, per la rigogliosa presenza di coral-
to emotivo per le dimensioni ed il numero di
li e celenterati e, soprattutto, perché la fauna itti-
esemplari concentrati in un unico gruppo familia-
ca si è abituata ed adattata alla presenza umana
re, in un fondale di una quindicina di metri di pro-
in acqua, al punto da lasciarsi avvicinare senza
fondità in Mar Rosso.
diffidenza.
Tra
140
Siete pronti per una immersione ad Hurgada? Le acque sono tiepide. I pesci magnifici. Avremo l’opportunità di osservare come sono fatti gli ambienti naturali di questa specie, per riprodurla in acquario. Cosa aspettate? Cliccate sulla foto per rivivere questa esperienza subacquea.
Si’... viaggiare!
OpportunitA’ di viaggio in esclusiva per gli abbonati
IDEA VIAGGIO RISERVATA AI LETTORI DI AQUARIOPHYLIA Volete seguire le tracce di Franco Savastano alla scoperta di Heniochus acuminatus? Niente di più facile! Basta seguire il link e partire per il Mar Rosso con la nostra agenzia di viaggi di riferimento, che propone offerte esclusive per i nostri abbonati. Non dimenticate, ovviamente, l’attrezzatura subacquea… http://www.tui.it/vacation/result.aspx?destination=mar%20rosso&city=hurghada&utm _source=aquariophylia &utm_medium=affiliate&trackingcode=aquariophylia 141
Tutto ciò sconfessa i timori di alcuni pseudo-eco-
In vasche piccole non può vivere in branchi
logisti, che nelle aree marine protette tendono a
numerosi, a causa di fenomeni di aggressività
mortificare le visite nel timore che esse possano
intraspecifica, problema che non si presenta in
arrecare danno all’habitat. Oggi le immersioni
presenza di altre specie tollerate.
guidate sono attentamente controllate dai diving,
Questa specie accetta mangime sia vivo sia
che hanno tutto l’interesse a proteggere il pro-
conservato di origine animale ed anche alghe,
prio spazio subacqueo e che tendono ad educa-
piccoli pezzi di vegetali e zooplancton (artemia
re la propria clientela.
surgelata). Giovani esemplari solitari cercano di formare in
ALLEVAMENTO IN AQUARIO
acquario, insieme ad altri pesci, un piccolo bran-
A dispetto dei circa 25 cm di lunghezza del-
co non combattivo, ma in grado di opporre effi-
l’esemplare adulto che vive in libertà, in acquario
cace difesa nei confronti di specie più aggressi-
questa specie non supera in genere i 20 cm,
ve come i pesci Balestra, pesci Palla e Labridi la
mantenendosi anzi ben al di sotto di tale taglia.
cui presenza in compagnia di Heniochus è
Dimorfismo sessuale: non si conosce. La ripro-
comunque controindicata.
duzione in vasca è molto difficile, mentre è abba-
Si dimostra anche controindicata la convivenza
stanza facile ottenerne la sopravvivenza a tem-
con Spirografi, Anemoni, Gorgonie e Coralli, che
perature comprese tra 24 e 28 °C, pH oltre 8 e
potrebbero essere mordicchiati o infastiditi da
densità di circa 1023 ppm.
questi pesci.
PAGLIACCI E ANEMONI I giovani di Amphiprion ocellaris riconoscono il loro anemone ospite utilizzando degli stimoli olfattivi, ma non si sa se questo comportamento sia innato od acquisito. Per risolvere tale questione, alcuni autori spiegano come hanno allevato dei giovani pesci pagliaccio in due condizioni diverse: in assenza dell’anemone Heteractis magnifica ed in sua presenza, in modo che le uova potessero essere deposte in prossimità dell’animale e schiudersi in loco. In seguito, degli individui dell’anemone sono stati presentati ai due gruppi di pesci in due diversi modi: chiusi in un retino (in modo che potessero essere percepiti attraverso stimoli olfattori) e separati da un vetro (in modo che potessero essere solo visti, ma non percepiti chimicamente). I risultati dimostrano che i pesci che erano stati esposti alla presenza dell’anemone nei primi giorni di vita erano in grado di riconoscere l’ospite attraverso stimoli olfattori, essendo stati quindi imprintati. Questo lavoro risolve una vecchia questione, spesso dibattuta tra gli acquariofili, circa il ruolo dell’anemone nella simbiosi con i pesci pagliaccio. 142
Le schede informative sugli animali da compagnia di Rita Colognola ell’ambito della quattordicesima edizione di Zoomark, svoltasi a Bologna nel maggio scorso, è stato
N
tenuto un convegno dal titolo “Presentazione delle Schede Tecniche Informative Sugli animali da Compagnia”. Si tratta di schede, compilate a cura di diverse associazioni, con la collaborazione delle
facoltà di Medicina Veterinaria delle università di Bologna e di Parma e il patrocinio, tra gli altri, della Regione Emilia Romagna. In molti casi, la mancanza di informazioni esaurienti riguardo le caratteristiche e le necessità di diversi animali da compagnia, portano a scelte “sbagliate”, scelte cioè basate su fattori estetici o l’impulso, non accompagnato da adeguata riflessione, a comprare un animale che ha attirato l’attenzione. Le conseguenze possono portare a delusione e frustrazione per l’essere umano e a condizioni di vita disagevoli, inadatte o insalubri, per l’animale. Si assiste in vari casi a fenomeni di abbandono: il proprietario, scoraggiato, regala l’animale alla prima persona di buona volontà che si offre di accettarlo (che non sarà necessariamente più informata e più adatta al compito) o, nei casi peggiori, abbandona effettivamente il suo (ex) beniamino fidando in un’improbabile buona sorte. Una corretta informazione può fare molto per ridurre o, con un po’ di ottimismo, eliminare il problema e proprio a questo fine sono state compilate le Schede Tecniche Informative. Particolarmente accurate le schede relative agli uccelli, per i quali vengono esaurientemente trattati aspetti quali: indicazioni per gabbie e voliere, alimentazione, necessità etologiche, legislazione e in quali casi ricorrere alle cure di un veterinario. Ben rappresentate e altrettanto esaurienti le schede relative ai rettili. Tra i mammiferi, a cani e gatti è naturalmente dedicata la sezione più ampia, con istruzioni relative a diverse razze e accurate informazioni riguardanti la legislazione che ne regolamenta il possesso. Coniglio, cane della prateria e furetto completano il quadro mammologico della pubblicazione. Per quanto riguarda i pesci, le specie attualmente descritte comprendono Paracheirodon innesi e Paracheirodon
axelrodi, Carassius auratus, Poecila reticulata, Xiphophorus helleri, Corydoras paleatus e Pterophyllum scalare. Si tratta di un’iniziativa di estremo interesse che, siamo convinti, contribuirà al benessere di molti animali domestici e... dei loro proprietari: poche cose, infatti, possono dare più gioia e soddisfazione della presenza costante nelle nostre case di un animale in ottima salute e palesemente felice di vivere con noi. Le schede sono consultabili nel sito della Regione Emilia Romagna www.anagrafecaninarer.it. Non fatevi fuorviare dalla dicitura “anagrafe canina”, basta infatti selezionare “materiali utili” nel menu presente nella home-page; si aprirà una pagina nella quale, in fondo a destra, sarà possibile selezionare le Schede Tecniche di nostro interesse. In conclusione, un’iniziativa di estremo interesse, che speriamo di veder crescere costantemente con l’aggiunta di numerose schede, soprattutto (scusate se siamo un pochino di parte) riguardanti gli organismi adatti alla vita in acquario. Tutti i lettori di aquariophylia possono cooperare in questo senso, offrendo il loro contributo alla produzione di schede corrette da aggiungere a quelle esistenti. La rivista potrà fare da tramite con il sito in questione, per l’introduzione delle schede prodotte.
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Come di Antonio Piccolo
In questa sezione verranno proposti ogni mese FILMATI tesi a dimostrare attività di particolare rilevanza, oppure a illustrare argomenti e concetti che non potrebbero essere facilmente fruibili attraverso le classiche presentazioni con testo e foto. Preghiamo i lettori stessi di volerci proporre argomenti di loro interesse, in modo da permetterci di soddisfare le loro reali aspettative.
Clicca per essere partecipe, come scrive l’autore, “della potenza dell’Amore che fluisce nel mondo naturale e rende viva la materia inanimata, ogni giorno, sin dall’inizio della Creazione”.
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si fa... LO SCALARE: SI CHIUDE IL CERCHIO Terza parte
Con questo numero si conclude la mini-soap-opera sullo scalare. Lo abbiamo visto accoppiarsi, curare la prole. Oggi ci occupiamo delle cure da destinare alle larve ed agli avannotti. Se la riproduzione è avvenuta in modo naturale, ovvero, se le uova sono state lasciate alle cure dei genitori, allora sarà bello osservare la coppia che cura amorevolmente la prole. I piccoli sono guardati a vista da entrambi i genitori e basta veramente poco per metterli in allarme, inducendoli a raccogliere la nuvola di avannotti in un angolo per andare ad esplorare l’ambiente circostante. Se invece la riproduzione è avvenuta in modo artificiale, ovvero, se la foglia con le uova è stata staccata ed aerata, allora saremo noi a doverci occupare della cura dei giovani nati. In ogni caso, consumato il sacco vitellino, sarà necessario iniziare a somministrare alimenti di piccolissima taglia, come infusori o rotiferi d’acqua dolce. Pochi giorni dopo, però, potremo iniziare la somministrazione di nauplii di Artemia appena schiusi e questo alimento potrà accompagnarli in tutte le fasi della loro giovane età, sino a quando cominceranno ad appiattire il corpo, mostrando un aspetto più prossimo a quello degli adulti. A questo punto i pesci potranno essere svezzati prima con alimenti freschi finemente sminuzzati, poi con alimenti secchi. La crescita è abbastanza rapida e dopo pochi mesi cominceranno a formarsi nuove coppie: è il cerchio della vita che si chiude e noi saremo pronti per una nuova avventura.
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NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve La ripresa dopo le vacanze è sempre difficile e… lo è stata anche per noi. Speriamo comunque che il numero che avete appena finito di leggere fosse all’altezza dei precedenti. Abbiamo provato a renderlo vario, approfondito, attuale, corposo. Non vi pare abbastanza? Niente paura: di certo il prossimo sarà ancora migliore!
Acquario aperitivo. Questa volta il nostro esperto di mini-acquari ha veramente esagerato. Sarà davvero possibile allestire un acquario in un… bicchiere da aperitivo? Staremo a vedere! L’importante è che il tutto sia fatto, come sempre, nel pieno rispetto della vita e degli organismi da allevare, a qualsiasi Phylum essi appartengano.
NEL NUMERO SUCCESSIVO POTRETE INFATTI GUSTARE:
Corso di fotografia per acquariofili. Ve lo avevamo promesso ed abbiamo mantenuto, come sempre. Inizia col prossimo numero un vero e proprio “corso” di fotografia in acquario, per permettere a tutti di raccogliere belle immagini del proprio acquario e riuscire così a collaborare con la rivista, proporre foto a vari “magazine”, partecipare a gare fotografiche o, semplicemente, iniziare una bella raccolta da conservare per gli anni a venire. In ogni caso si tratterà di un’attività divertente e creativa che vi offrirà nuove opportunità. Compresa quella di partecipare alla gara di fotografia organizzata da aquariophylia in associazione con un bel sito web ed aperta a tutti gli abbonati (rileggete le pagine precedenti per saperne di più). Come sempre… non costa nulla, a parte la passione!
Pesci polmonati. Quante volte abbiamo sentito dire la frase: “sentirsi come un pesce fuor d’acqua”, intendendo una sensazione di disagio, quasi innaturale? In realtà alcune specie ittiche possono vivere a lungo fuori dall’acqua sfruttando l’ossigeno atmosferico per le proprie funzioni metaboliche. Un biologo, Alessio Arbuatti, ci spiega i loro segreti e ci mostra la loro vita in natura e in acquario. Incidenti ed errori nell’acquario marino mediterraneo. Questo articolo nasce dall’idea che studiando gli incidenti si impara ad evitarli, per cui una brutta storia può essere in realtà più istruttiva di mille raccomandazioni. Nasce anche dalla convinzione che condividere incidenti, errori e leggerezze commesse sia la miglior scuola affinché altri non ripetano le stesse mancanze. Dopo averlo letto… potrete sperare di non sbagliare mai più!
Consigli per riprodurre alimenti vivi. Continua con la seconda puntata il discorso iniziato questo mese. Nella prossima puntata si parlerà di… grilli. Allevarli sarà divertente. Ma vorremo davvero utilizzarli come alimenti per pesci?
Ippo Campo. Il nostro istrionico cavalluccio questo mese ha incontrato uno storione. Cosa c’è di eccezionale? Ne conoscete molti, voi, di storioni protagonisti di un libro per ragazzi? Sì? E allora presentateglieli! Altrimenti leggete il suo articolo: lo storione che ha incontrato si chiama Ian, Ian Sturio e il libro di cui è protagonista si intitola Il viaggio avventuroso di Ian Sturio. Il suo autore, Sergio Zerunian, è un ittiologo ed ha pubblicato numerosi scritti scientifici e svariati libri serissimi. Questo è il suo primo romanzo ed è dedicato a tutti i ragazzi del mondo.
Link: pesci pagliaccio. Abbiamo parlato di Amphiprion in uno dei numeri precedenti, anzi, ne abbiamo prodotto una Lectio Magistralis. Per riparlare di questi simpatici ospiti del marino tropicale nel prossimo numero utilizzeremo lo strumento dei link. Sapremo così cosa dicono di questi pesci vari autori e scopriremo, probabilmente, particolari che ci erano sfuggiti in merito alla riproduzione, alla loro peculiare inversione sessuale di tipo proterandrico, al loro carattere semplice ma deciso. 148
Busonera Story. Eccoci nuovamente qua ad affrontare le nuove situazioni e problematiche che si presentarono al nostro amico acquariofilo. Come detto nell’articolo di oggi, lui Carlo, si ritrovò a esaminare nuovi casi che il mondo dell’acquariologia gli pose. Continua così la storia “scientifica” del nostro collaboratore tanto abile da mescolare dati chimico-fisici e poesia della vita, per trasportarvi in un mondo leggero, ma non per questo meno reale. Discus per tutti. Davvero il “re dell’acquario” è un personaggio così ostico? Tutt’altro, a sentire il parere di Raffaele Bufo. Il nostro esperto ci conduce per mano nel mondo misterioso dei pesci-pizza, per mostrare com’è facile amarli. Una sorta di summa che include, oltre a quelle che sono le cognizioni classiche sul “pesce Pompadour”, anche novità venute fuori da tanti anni di esperienze con il “re”: aggiornamenti scientifici, “trucchi” e informazioni scaturiti dalle esperienze di allevamento degli appassionati di tutto il mondo: in poche parole l’insieme di tutto ciò che il principiante è portato a definire come “i segreti” per allevare i Discus. …E poi le rubriche classiche del Come-sifa, gli stimoli di viaggio, l’agenda degli eventi da seguire, la rubrica del Carassio, i test e tanto altro per tenere sveglia la vostra attenzione, vigile la passione! Ma come sempre non dimenticate: se avete richieste, saremo felici di servirvi un “menu a la carte”, come già fatto in passato in risposta a specifiche necessità di singoli acquariofili. Talvolta è necessario attendere qualche mese per reperire l’esperto giusto, ma siatene certi: i vostri desiderata non rimarranno inascoltati. Ovviamente questo è quanto abbiamo già… in forno. Se desiderate un menu “a la carte”, come sempre, non esitate a scriverci, inviando le vostre richieste tramite le apposite finestre del nostro sito web: www.aquariophylia.it o inviando una mail ad aquariophylia@gmail.com. Saremo felici di accontentarvi
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO! Aquariophylia è stata felice di riabbracciarvi al ritorno dalle ferie. Questo numero corrisponde alla ripresa delle vostre attività e, forse, a qualche progettino da portare avanti da qui all’inverno prossimo! Possiamo dire di essere più riposati, più preparati, con tanta voglia di fare dopo il riposo estivo. Lo siamo anche noi! E abbiamo in serbo per voi numerosi progetti. Anche questo numero merita probabilmente qualche approfondimento da parte vostra, ora che lo avete sfogliato tutto. Provate a visitare i siti delle aziende cliccando sulle pagine pubblicitarie, per saperne di più su prodotti e novità. Cliccate sui siti delle associazioni per gustare tutte le informazioni che ognuna di esse vi mette a disposizione. Cliccate sui link dei nostri autori, per approfondire argomenti tecnici, visionare i loro filmati, accedere a nuove informazioni. Godrete con soddisfazione di tanta opulenza e ricchezza di materiali. Quindi arrivederci ad ottobre, con una rivista ancora più ricca ed autorevole. Come di consueto vi chiediamo un piccolo “pagamento”: inviate il link per l’abbonamento gratuito ad almeno uno dei vostri amici e, specialmente, delle vostre amiche, come sempre, dopo aver ricevuto la rivista. Farete un magnifico regalo ai vostri conoscenti e contribuirete a rendere la vostra rivista più forte, garantendovi così di continuare a riceverla anche in futuro. È necessaria la collaborazione di tutti, per continuare a raddoppiare il numero dei lettori ogni mese. Il vostro contributo è essenziale!