Betta mahachaiensis L’acquario per i pesci rossi Discus: domande e risposte
Hexaplex trunculus Il filtro ad alghe Pesci predatori Mistero a Nkutunse
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE! Nelle ferie natalizie abbiamo certamente qualche minuto in più e questo mese, forse, dovremo correre meno dietro alle solite occupazioni, potendo dedicare un po’ di tempo in più alle nostre passioni. Approfittiamone per cliccare! Noterete che avvicinando il mouse a molte delle nostre pagine la freccia si trasforma in un indice. Cliccate allora! Noterete che in molti casi questo vi consente di accedere a specifici approfondimenti, come nel caso della rubrica Link.In altri casi, come per le pubblicità, cliccando sulle pagine dei nostri sponsores sarete trasportati presso le loro aziende e potrete conoscere da vicino prodotti e notizie che, forse, non raggiungono neppure il vostro negoziante di fiducia. Nel caso delle associazioni potrete avvicinare singoli soci o sedi sociali, spostarvi sui loro siti web, reperire materiali e notizie. Ci sono poi i viaggi, le notizie dagli enti, gli acquari pubblici. Insomma, cliccare rende viva questa rivista e vi farà guardare alle vecchie pubblicazioni cartacee come a prodotti paleozoici. Provate ora che potete e… non potrete più farne a meno! Buon Natale
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno II numero 12 - dicembre 2012 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio Dott. Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) Daniele Salerno (Pesci predatori) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Silvio Arnone Carassio Aurato Rita Colognola Francesco De Rosa Mauro Dessi Lucetta Frisia Mario Leonardi Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Alberto Montalbetti Mirko Mutalipassi Maurizio Quarta Stefano C.A. Rossi Fabio Russo Daniele Salerno Pubblicità e Redazione: Papyrus Wezelweide 15 - NL 2727 DK Zoetermeer - The Netherlands Tel. 0031-(0)6-48154024 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno II - n째 12 dicembre 2012
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Editoriale Questo numero in breve Lettere in redazione Una nuova specie di pesce combattente, il Betta mahachaiensis di Alberto Montalbetti Un acquario vero per il pesce rosso. Seconda parte di Maurizio Quarta Inserto: l’allevamento del Discus. Nona parte di Diskuszucht Stendker Vai col link. Oggi parliamo di ... temperatura. A cura di Mario Loffredo La rubrica del Carassio L’acquario in poesia. Un’isola di Lucetta Frisia Acquario Mediterraneo. Dall’antico al moderno: il filtro ad alghe. III parte di Stefano C.A. Rossi Voce alle associazioni Fai-Da-Te Costruiamo un diffusore di CO2 di Mauro Dessi La scheda del mese Hexaplex trunculus a cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa Recensioni e novità Korallen zucht Aminoacid concentrate Dennerle Crusta Brenessel Stixx Ecotech Marine Radion XR30W Seachem CupriSorb Sicce Voyager HP
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NonSoloAcquari. Conchiglie da collezione. Cardidi di Lorenzo Luchetta Pesci predatori di Daniele Salerno Mistero a Nkutunse di Silvio Arnone Le interviste di Aquariophylia: Christian Pedone a cura di Mario Leonardi Buon Natale Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.
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ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell’acquario, sia d’acqua dolce che marino; si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell’esplorazione dei biotopi locali.
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DANIELE SALERNO (Responsabile sezione Pesci Predatori) conosciuto da tutti come DanieleRoma, nickname usato da sempre sia nei forum di acquariofilia marina (suo primo grande amore fin dall’età di 6 anni quando riuscì a riprodurre i suoi primi pesci pagliaccio) sia in quelli d’acqua dolce, è il fondatore del sito www.piranhaclub.net. Primo ad aver presentato ad un layout contest internazionale (AAC) una vasca naturale con un piranha piazzandosi tra i primi 24, ha suscitato scalpore e tanta sorpresa nella stessa giuria che ha dovuto giudicare un pesce dal valore estetico ritenuto nullo appena 2 anni fa. Partendo da quella provocazione-scandalo ha iniziato a far conoscere esemplari di predatori mai visti in vasche domestiche, sfatando molti falsi miti contibuendo, insieme a tutto il suo validissimo Staff, a diffondere questo aspetto ancora poco conosciuto riguardo ai pesci predatori. MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), é tra i soci fondatori del neonato Salento Aquarium Club. FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l’associazione AMM “Acquario Marino Mediterraneo” cura la rubrica “strani e poco conosciuti” oltre a collaborare alla stesura di schede di organismi marini mediterranei. LUCETTA FRISIA (Autore) è nata e risiede a Genova. Poeta, scrittrice, traduttrice, lettrice a voce alta, pubblica in diverse riviste, antologie e siti web. Opere poetiche: I miti, le leggende (Rebellato 1970), La costruzione del freddo (Ripostes, 1990), Modellandosi voce (Corpo 10, 1991), La follia dei morti (Campanotto, 1993), Notte alta (Book, 1997), L’altra (Manni, 2001), Siamo appena figure (GED, 2003), Disarmare la tristezza (Dialogolibri, 2003), Se fossimo immortali (Joker, 2006), Ritorno alla spiaggia (La Vita Felice, 2009) e L’emozione dell’aria (CFR, 2012)oltre a sette plaquettes con artisti visivi per le Edizioni PulcinoElefante. In coppia con Marco Ercolani scrive di narrativa. Con lo stesso Ercolani cura la Collana I Libri dell’Arca per le Edizioni Joker. Ha tradotto Emily Dickinson, Henri Michaux e due libri di Bernard Noel. ALBERTO MONTALBETTI (Autore) La sua passione per gli acquari nasce da bambino, allevando gambusie e piccoli pesci che catturava di persona, cercando di imitare l’acquario di comunità di suo padre. L’innamoramento vero è nato dopo il primo incontro con un Betta Veiltail rosso. In seguito ebbe modo di conoscere le persone con cui ancora oggi continua questa fantastica avventura e procura dei Betta “Show Plakat”, una linea che continua ad allevare e che gli offre tantissime soddisfazioni. Ha ottenuto riconoscimenti in esposizioni in tutta Europa, fino al titolo di “Best European Breeder” allo scorso Holland Betta Show. Dall’anno scorso ha iniziato l’allevamento di Betta mahachaiensis e Betta non selezionati, come B. smaragdina, B. splendens, B. albimarginata, B. channoides e B. simplex.
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Siamo a fine anno… Tempo di bilanci! Non solo di quelli economici, che stanno tenendo tutti sulle spine e raffreddando le case italiane, ma soprattutto quelli propositivi, che tentano di comprendere se qualcosa di buono sia stato fatto e cosa si può ancora provare per migliorarci. A distanza di due anni da quando siamo nati, la prima cosa che si comprende bene è che siamo enormemente cresciuti. Non solo in termini di numero di lettori (ebbene sì, anche in quel senso, e tanto!) ma soprattutto nel rapporto che siamo riusciti a creare con tutti voi. Due anni fa stentavate a credere che una rivista seria, scientifica, ben organizzata, potesse uscire ogni mese con
regolarità ed esservi recapitata a casa completamente gratis. Molti di voi si chiedevano (siamo certi che alcuni lo facciano ancora!): “Cosa ci guadagnano? Dov’è l’inghippo? Qual è il trucco?”. Grazie al cielo la maggior parte di voi ha capito finalmente (alla buon’ora!) che il trucco non c’è. Niente trucco e niente inganno, urlavano gli ingannatori del passato! Eppure chi ci segue sa che nel nostro caso le cose stanno proprio così, dal momento che abbiamo inteso instaurare un rapporto virtuoso tra produttori, negozianti ed acquariofili all’interno del quale ognuno ha qualcosa da guadagnare dalla nostra presenza e noi, dal canto nostro, guadagniamo i mezzi per produrre una cosa bella: la nostra passione! Tutto funziona perfettamente allora? Non diremmo proprio. Innanzitutto ci rallenta molto l’assordante silenzio delle aziende maggiori, che certo soffrono, ma non fanno molto per uscire dalla crisi. Parlandone con tutti voi la cosa appare più che evidente, ma non pare tanto chiara ai pilastri del nostro mercato specializzato. Evidentemente una rivista di ampia diffusione, che con serietà accenda le passioni di chi si diverte a tenere acquari in casa, è un mezzo formidabile per dare forza alle aziende specializzate. Eppure molte di queste ancora preferiscono investire i loro piccoli risparmi in varie attività di corto respiro, invece di potenziare un 10
mente, da domani, si potesse identificare nel mondo “l’acquario italiano” come stiamo cercando di promuoverlo negli ultimi due anni. Non è solo una questione d’orgoglio nazionale: in questo modo si fanno girare capitali. Ma dunque, cos’è che blocca gli imprenditori italiani? Ne abbiamo sentito di tutti i tipi, comprese notizie false che si fanno girare circa il contenuto dei nostri articoli, e che dovrebbero andare contro i loro stessi interessi! Ma allora, chiediamo, leggeteli questi articoli, e rendetevi conto della direzione virtuosa intrapresa! …Poi ci sono i lettori. Sempre in continua crescita e sempre più soddisfatti! Li amiamo! La loro soddisfazione è il nostro vanto, naturalmente, ed i complimenti che riceviamo ogni mese sono l’unico vero guadagno che ci spinge a continuare. Eppure li sentiamo poco partecipi. Sappiamo che cominciano a sfruttare bene le potenzialità multimediali della rivista e che nella maggior parte dei casi si tratta di appassionati veri, ma non partecipano abbastanza alla vita della rivista. Sarebbe bello ricevere un numero maggiore di contributi, specialmente nella discussione dei prodotti, nella definizione di pregi e difetti, proprio in quegli argomenti che la presenza massiccia di acquariofili esperti potrebbero essere elucidati, chiariti, sviscerati. Insomma, voi dovete chiedere tanto a noi, perché questo ci stimola a fare meglio, ma noi chiediamo a voi molto di più, perché la rivista è vostra e senza un vostro contributo diretto rischia di soffocare. Ecco, questi appaiono come ottimi propositi per il nuovo anno e con questi vogliamo salutarvi, senza tediarvi ulteriormente. Da parte nostra, promettiamo che cercheremo di essere presenti nelle vostre case, offrendovi ogni mese nuovi stimoli interessanti, perché l’acquario non smetta mai di stupirvi. Buon Natale!
mezzo con tutte le carte in regola. Motivo? Le ipotesi sono infinite e voi stessi nelle vostre missive e nelle discussioni sul forum, ne avete delineate diverse plausibili. Forse temono che il loro potere incondizionato possa risultare diminuito se una voce autorevole comincia a raccontare storie vere. Oppure, semplicemente, ritengono che un piccolo sito web o una manifestazione di acquariofili siano più facilmente controllabili di una rivista indipendente. Questo spiegherebbe come mai altre aziende, più specializzate ma caratterizzate da interesse diretto per il successo dei loro prodotti presso appassionati che possano comprenderne le potenzialità, ci hanno sempre sostenuto e continuano a farlo. Eppure non può essere così! Le grandi aziende sono perfettamente in grado di comprendere che una rivista nazionale forte, persino quando propone delle critiche costruttive ai loro prodotti, sta diffondendo l’acquariofilia e, quindi, producendo allargamenti di mercato anche per loro. Dunque, dov’è il problema? Cos’è che li frena dallo scatenare una rivoluzione nel mercato italiano degli acquari, tale da decuplicare appassionati (e vendite) nei mesi a venire? Basterebbe poco! Immaginate cosa succederebbe se domani avessimo abbastanza denaro (e ne basterebbe veramente poco: basta guardare cosa riusciamo a fare oggi, quasi con nulla!) per ripristinare applicazioni per tutti i telefonini in giro e per i principali due tipi di tablet… se potessimo finalmente partire coi podcast, ascoltabili da chiunque in macchina, al lavoro, in sala d’aspetto… se potessimo accrescere la nostra rete di rapporti con varie istituzioni e pubblicizzare gli acquari italiani anche in ambiente internazionale. Per farlo ovviamente avremmo bisogno di mezzi economici: non ingenti, ma sufficienti per retribuire personale, sviluppatori, collaboratori. Immaginate cosa succederebbe se final11
QUESTO NUMERO...
in breve Mediterraneo: Il filtro ad alghe. Nel numero precedente abbiamo preso in considerazione la “filosofia” del filtro ad alghe ed abbiamo definito i principali vantaggi e svantaggi del suo uso nell’acquario marino mediterraneo. Questo mese passiamo ad argomenti molto tecnici e concreti e vi accompagneremo passo a passo nella sua realizzazione pratica per il vostro acquario, esaminando le caratteristiche tecniche ed i pro e contro di questo antico, modernissimo sistema di filtraggio. Inserto staccabile. Continua la serie di inserti da stampare e stampare per divenire provetti allevatori di discus. Il tutor del corso è nientedimenoche Stendker, uno dei più famosi allevatori del re dei pesci d’acquario. Si potrebbe non essere d’accordo con le sue tecniche, probabilmente troppo “produttivistiche” per acquariofili non allevatori, ma di certo si tratta di suggerimenti che possono condurre al successo chi voglia seguire le orme dei grandi allevatori. E allora leggiamo, discutiamo ed esaminiamo una serie di domande e risposte sui problemi più frequenti che possono attraversare il cammino di un allevatore in erba. Pesci predatori. Allevare un Piranha o un pesce predatore in generale richiede poche ma indispensabili nozioni senza le quali la passione e l’interesse per questo hobby scemano e ci porteranno a relegare in cantina o in garage il sogno di poter ricreare qualcosa di fantastico tra 5 vetri siliconati tra di loro. La scelta di voler allevare un predatore in cattività, rispettandone le esigenze, documentandosi preventivamente al suo acquisto, fre12
quentando forum di discussione specializzati, documentandosi a ragione sulle sue dimensioni una volta adulto, la dieta con cui alimentarlo, è da fare considerando tutti i pro ed i contro. In questo articolo vi introduciamo ad un argomento impegnativo ma promettente e divertente. Un acquario vero per il pesce rosso. Nel numero precedente abbiamo iniziato una descrizione delle caratteristiche dell’acquario per il pesce rosso. Come ricorderete, abbiamo stabilito che questi magnifici animali possono offrire delle vere soddisfazioni all’acquariofilo che li prenda “sul serio” e possono cambiare letteralmente la nostra vita se solo dedicheremo loro le giuste attenzioni. Dopo aver esaminato le caratteristiche della vasca e del filtro passiamo a descrivere gli altri impianti fondamentali per realizzare un acquario di grande bellezza, in grado di offrire a questi ospiti d’eccezione un ambiente confortevole. Oggi parliamo di… temperatura. È il parametro fisico per eccellenza, certo considerato dalla maggioranza degli acquariofili anche se alcuni non hanno ancora ben chiaro il significato e la pericolosità. Le aree del mondo si distinguono in base ad una serie lunghissima di variabili ecologiche, tra le quali temperatura e fotoperiodo sono fondamentali. Vivere ai poli significa dover sopportare per gran parte dell’anno temperature bassissime, sempre inferiori allo zero. Vivere all’equatore significa invece adeguarsi a temperature che nel corso dell’anno non scendono sotto i 24-25 °C. Lo studieremo attraverso i nostri classici “link” in modo da filtrare, nella letteratura web, gli articoli più meritevoli e corretti. Carassio. Natale, tempo di bilanci e previsioni. Il nostro logorroico amico ci avvicina quatto quatto per tirarci le orecchie (e quando mai?) facendoci notare alcuni errori di rotta ed indicando possibili soluzioni per diffondere gli acquari nel nostro paese. È il solito brontolone, certo, ma talvolta ha delle cose sagge da proporre e, in ogni caso, riesce sempre a tirarci su il morale con un po’ di sana ilarità. 13
Costruiamo un diffusore di CO2 . Inizia questo mese una rubrica di fai-da-te, come da voi suggerito molti mesi addietro. Partiamo con un argomento di semplice realizzazione, in grado però di offrire soluzioni economiche e funzionali ad antichi problemi dell’appassionato. Questo ci farà faticare poco al banco di lavoro, ma ci potrà garantire un diffusore di ottima qualità senza fare neppure lo sforzo di raggiungere il negozio specializzato. Non solo acquari: Conchiglie da collezione. Questo mese la rubrica che ci porta un po’ distanti dalla vasca si occupa di accompagnarci in un viaggio nel mondo di fantastici “gusci” che da tempo immemore sono oggetto di interesse per l’uomo che ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli: i Cardidi, un altro pezzo di viaggio tra i Bivalvi. Una nuova specie di pesce combattente. Un aspetto affascinante delle specie che ricadono sotto il genere Betta è il fatto che ne vengono scoperte periodicamente di nuove, nonostante vivano in corsi d’acqua di paesi densamente popolati come Indonesia e Thailandia. Una di queste, classificata come nuova specie da Ottobre di quest’anno è il Betta mahachaiensis, un costruttore di nido affine al più celebre Betta splendens, che negli ultimi anni ha riscosso molto interesse dal punto di vista scientifico e, ora è certo, possiede i requisiti, sia dal punto di vista morfologico che degli esami molecolari, per essere considerato una specie a se stante. La cosa interessante è che questo pesce – in precedenza noto con il nome di Betta sp. “Mahachai” - è già allevato da alcuni appassionati in tutto il mondo, Italia inclusa. Possiamo quindi raccontare un’esperienza diretta di allevamento e riproduzione in acquario di questo nuovo pesce combattente. Rubrica poesie. Lucetta Frisia è l’ospite poetico di questo numero. Siamo a Natale e vogliamo un po’ distaccarci dalla solita grigia realtà. Niente di meglio di un’isola, allora, fatta di mare, di verde, di spiagge e di terra. Ma anche di luci, sapori ed odori che sprizza14
no da ogni parola, per farci sentire vicini al mondo naturale… quasi quanto un acquario. Reportage: Mistero a Nkutunse. Quando un acquariofilo va in giro ad esplorare, ha due possibilità: seguire il proprio estro e dirigersi nella direzione ispirata dal momento, oppure raggiungere zone indicate quali sicure aree di diffusione della specie che interessa. Può anche accadere che le due possibilità per un motivo o per un altro si sovrappongano ed anche in questo caso è possibile avere delle sorprese. La storia che sto per narrarvi illustra alla perfezione quanto appena detto. Anche questo mese il nostro maestro viaggiatore ci porterà in giro per l’Africa, a caccia di pesci e d’avventura!
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it TRASLOCO Tra qualche settimana devo traslocare di casa, ho un Rio 125 litri. Come mi consigliate di procedere allo spostamento di casa? Si trova a un paio di chilometri di distanza. È possibile spostarlo senza dover togliere il fondo fertile e il ghiaietto? Aiutatemi e datemi qualche consiglio. Simone Un trasloco è sempre un momento traumatico, non tanto per i pesci quanto per l’acquariofilo! Bisogna procedere con molta cautela se si desidera conservare un buon ambiente e non creare problemi nel nuovo appartamento. Si procede in genere come segue, anche se non esistono regole precise in acquariofilia. Se l’acquario è malandato, allora vale la pena di raccogliere tutti i pesci e le piante e chiedere ad un negoziante amico di tenere il tutto in una vasca vuota (ce n’è sempre una in un negozio specializzato!) e, nel frattempo, allestire il nuovo acquario da zero. Se invece la vasca ha raggiunto un buon equilibrio biologico e non si vuole perdere il lavoro fatto, allora conviene utilizzare una strategia di smonta-monta. Per prima cosa bisognerà preparare una vaschetta da una trentina di litri, nella quale sistemare tutte le piante, ben compattate sul fondo. Si riempirà questa vasca con la stessa acqua dell’acquario e, dopo aver sistemato nella stessa il termoriscaldatore prelevato dall’acquario (senza spostare il set16
cia a versare l’acqua dalle taniche. Si miscela il liquido con una metà di acqua totalmente demineralizzata, in modo da diluire i soluti che nel frattempo si erano accumulati. L’acqua ora apparirà leggermente torbida per una serie di motivi sui quali sorvoleremo. Per prima cosa bisognerà sifonare bene il fondo, in modo da eliminare l’eccesso di detrito. Si potrà quindi aggiungere il filtro, che però non potrà lavorare appieno. La successiva aggiunta di una capsula (o una fiala o altro mezzo) di attivatore batterico permetterà di vederlo funzionare dopo soli 4-5 giorni (lo si capisce in base alla trasparenza nuovamente acquistata dall’acqua), utilizzando nel frattempo un riscaldatore di emergenza (quello principale è nella vasca di trasferimento). Si potrà dunque riportare pesci e termoriscaldatore nella vasca principale, utilizzando (per i pesci!) un sacchetto di plastica da mettere a galleggiare nell’acqua, proprio
taggio della temperatura!) si comincerà a trasferire tutti i pesci. Coperta la vasca in modo da evitare guizzi notturni, si potrà rimandare il lavoro rimanente ai giorni successivi. In seguito si potrà prelevare il filtro, eventualmente insieme a rocce ed oggetti di arredamento, e sistemare il tutto in una bacinella capiente, da riempire ancora con l’acqua della vasca. In questo modo almeno parzialmente, conserveremo dei ceppi di batteri vivi, ma “dormienti”. Svuoteremo dunque la vasca, riponendo metà dell’acqua in taniche, che trasporteremo presso il nuovo appartamento. Il fondo potrà essere lasciato al suo posto, se non troppo spesso. Trasporteremo infine la vasca col fondo presso la sua nuova destinazione e provvederemo a sistemarla bene su un supporto solido. Siamo pronti ora per il suo allestimento. Per prima cosa si ripuliscono i vetri dalle alghe, i neon, il coperchio. Si dispongono sul fondo umido le piante prelevate dalla vasca di trasferimento (attenzione: i pesci potrebbero essersi rintanati tra la vegetazione!). Si copre il fondo con un foglio spesso di cellophane e si comin17
come faremmo per dei pesci appena acquistati. Il trasferimento è completato ed i pesci, in un certo senso, non si sono neppure accorti di aver cambiato casa!
fondo, quello di arredamento. Ci pare corretto, dunque, che lei sia giunto ad un centinaio di litri effettivi d’acqua aggiunti. Questo non modifica di molto i “calcoli” per la luce e la quantità di pesci, perché non esistono regole precise per definire questi parametri. Per la luce, ad esempio, si suggerisce generalmente di considerare da un watt ogni 5 litri, nel caso di piante sciafile, sino ad un watt per litro (o più!) nel caso di acquari fortemente erborati. Questi valori possono cambiare nel caso in cui si utilizzi o meno un riflettore, in base all’efficienza del sistema di illuminazione, della trasparenza dell’acqua, ecc. Quindi decida pure quanta luce somministrare prendendo come punto di partenza il volume netto, considerando che è molto vicino alla realtà. Per quanto riguarda i pesci da aggiungere, di pari, converrà mantenersi entro limiti di sicurezza e quindi prendere come punto di partenza il volume netto, tenendo presente anche in que-
NETTO O LORDO? Salve a tutti: a me hanno regalato da poco un koro83 e guardando su internet mi danno una capienza di 130 l lordi ma io sono riuscito a metterne solo 102 volevo sapere per i calcoli della luce e la quantità di pesci devo usare i lordi o i netti? Per quanto possiamo saperne questo acquario viene venduto dichiarando 125 litri lordi, considerando che dalle dimensioni complessive della vasca vanno eliminati i volumi derivanti dal coperchio e dalla base. Naturalmente dal volume lordo va sottratto il filtro, il materiale di 18
sto caso che i parametri possono cambiare notevolmente in base al carattere dei pesci, alla loro territorialità, alla presenza o meno di ingenti quantità di vegetali, all’efficienza del filtro. Insomma, suggeriamo di prendere come parametro di partenza, prudentemente, il volume netto, ma di effettuare tutte le valutazioni “cum grano salis” tenendo presente che le leggi troppo rigide non possono stare dentro le pareti di un acquario. Simo82
siasi sito internet o (meglio) su un buon libro di acquari, potremo identificare i valori ideali di pH, GH e KH di ogni specie di pesci. Ovviamente se un pesce vive bene a pH 5 e l’altro a pH 8, sarà opportuno non decidere di allevarli insieme! Supponiamo allora che nella maggior parte delle specie scelte, il pH sia compreso tra 6,5 e 7,5 e la durezza totale ideale debba essere attorno a 8°dGH. La nostra acqua di rubinetto invece ha un pH di quasi 8 ed una durezza di 26°dGH. Cosa faremo? Abbiamo due vie da percorrere. La prima è quella di miscelare ad una metà di acqua di rubinetto, dell’acqua demineralizzata (acqua da osmosi reperibile presso un negozio specializzato). Dopo alcune ore misureremo ancora pH e durezza e, nel caso, sostituiremo ancora dell’acqua per raggiungere i valori giusti. Esiste una formula matematica che permette di calcolare la quantità di acqua demineralizzata da aggiungere ma non vogliamo complicarci ora la vita: andando per piccoli aggiustamenti potremo facilmente raggiungere l’obiettivo. Il secondo sistema è quello di usare delle resine a letto misto (non delle comuni resine cationiche o anioniche, per carità, perché faremmo dei disastri poi non facilmente risolubili). Ad esempio possiamo usare delle BluResin Ferplast, che permettono di demineralizzare l’acqua in modo naturale, facendo scendere in modo proporzionale GH e KH, portando il pH verso 7.0. Effettivamente esiste un terzo sistema. Riempire l’acquario solo con acqua demineralizzata e poi aggiungere molto lentamente degli appositi sali per acqua dolce (non quelli marini, per carità!) sino a raggiungere il pH e la durezza desiderata. Speriamo di essere stati chiari ma in caso di dubbi preghiamo il lettore di scrivere ancora. In ogni caso cercheremo di preparare un articolo “link” sull’argomento in modo da permettere a tutti di approfondire questo aspetto fondamentale dell’allestimento di qualsiasi acquario.
VALORI DELL’ACQUA Sono stato sempre un appassionato di acquari e adesso che ho la possibilità di allestirne uno tutto mio vorrei alcune informazioni inerenti all’acqua. Mi spiego meglio. Ho letto in alcuni siti che l’acqua del rubinetto non va bene, occorrerebbe correggerla con acqua depurata (osmosi). La mia domanda è questa: come faccio io a sapere in quale percentuale sia corretto correggere l’acqua del rubinetto con quella depurata e poi, quali sono i parametri da verificare (in che modo poi) e da rispettare? Certo di un vostro riscontro invio saluti Gip86 La questione è molto facilmente risolubile. Si consideri innanzitutto che ogni specie di pesci o di piante ha dei valori dell’acqua “preferiti” che sono quelli delle loro aree di origine. Non possiamo ovviamente considerare qui “tutti” i valori dell’acqua, anche se sarebbe utile. Ad esempio non prenderemo in considerazione il rapporto tra sodio e magnesio o quello tra altri ioni fondamentali. Ma è certo che un pH sbagliato o una durezza troppo bassa o troppo alta possono uccidere un pesce, dopo un certo periodo di sofferenze. Pertanto prenderemo in considerazione solo pH (acidità dell’acqua), GH (durezza totale) e KH (durezza temporanea). Come si fa a correggere? Bisogna prima di tutto scegliere le specie di pesci e piante che si voglio allevare. Su qual19
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LUNGA DOMANDA… LUNGA RISPOSTA! Aiuto! Non so se sono sulla rubrica giusta: sono una neofita (ma solo perchè non esiste il termine neofitissima) che non ha mai avuto un pesce prima di quest’estate (sempre avuto solo cani e gatti per casa) quando a mia figlia seienne è stato regalato il classicio pesce rosso in vaschetta. Siccome mi faceva un po’ pena... da perfetta ignorante e pensando di fare il suo bene, sono andata di corsa a comperare un acquario, seppur contro il volere del mio compagno (avverso a qualsiasi tipo di animale e che mi aveva già minacciato di buttarmi fuori dalla porta qualora ne fosse entrato un altro, dopo il cane ed il gatto) e che solo dopo la promessa di prendere una cosa carina e “di design” anzichè il classico acquario gigante (e solo ora ho capito perchè invece tutti gli acquariofili prediligono questi enormi parallelepipedi) ha accettato la mia decisione. Volevo dapprincipia prendere l’acquario zen della Askoll da 19 litri, ma il negoziante me lo ha sconsigliato dicendo che il filtro non era buono e mi ha consigliato (non l’aveva in casa ed ho dovuto ordinarlo) un 16 litri (Aquacubic di Aquatlantis), con filtro, luce etc. etc... risultato il pesce è morto dopo 15 giorni dall’avvio (anche se il negoziante mi aveva dato i batteri per far maturare il filtro e mi aveva detto che dopo una settimana (e dopo aver analizzato -lui- l’acqua) il pescetto poteva essere tranquillamente trasferito nel nuovo acquario. Non senza sentirmi molto responsabile (credo di aver esagerato con il cibo) ne ho preso un altro che è durato meno di tre mesi. Ho così deciso di cambiare pesce visto che nel frattempo mi ero un po’ informata (leggendo questa rivista e un po’ in giro sul web) e mi ero resa conto che forse il mio acquario era inadattato a qualsiasi tipo di pesce viste le ridotte dimensioni ed in particolar modo inadatto ai pesci rossi che necessitano di più acqua e crescono parecchio (se ce la fanno a sopravvivere ai neofiti come me). Ho preso così il 28 ottobre un meraviglioso Betta
splendens... non senza aver seguito i consigli del negoziante acquistando la settimana prima termometro, riscaldatore, cibo in granellini per pesci tropicali e una bottiglietta di stress zyme, un tappino della quale il negoziante mi ha consigliato di mettere nell’acquario dopo aver operato il cambio totale dell’acqua del mio acquario (dopo la morte del pescetto rosso) e dopo aver ancora una volta analizzato l’acqua ed avermi assicurato sui parametri “tutti perfetti” e adatti all’inserimento del nuovo pescetto. Speravo che, vista la fama di “resistenza” del pesce combattente, il mio acquario, anche se piccolo, potesse comunque essere una confortevole dimora per lui (anche perchè in negozio stava in una bettiera minuscola e sporca) e invece ieri... dopo tre giorni in cui il negozio era chiuso ed il pesce sembrava leggermente sofferente (sempre nascosto dietro le piante o dietro il filtro) Bettino è morto. Ho portato l’acqua ad analizzare ed è risultata un’altissima carica di nitriti. Mi chiedo... dove ho nuovamente sbagliato? E ora cosa faccio di questo mini acquario? Non posso certo continuare per tentativi a discapito di quelle povere bestiole. Devo definitivamente rinunciare al mio acquario (tra acquisto, allestimento e prodotti vari da giugno ho speso oltre 200 euro) o posso prendere un altro betta e riprovarci? Riassumendo: il 21 ottobre ho cambiato l’acqua e lavato il ghiaino del fondo con ammoniaca. Il 28 ho fatto analizzare l’acqua ed era perfetta (secondo il negoziante) ed ho inserito il Betta. Il 2 novembre è morto (avrà saputo della ricorrenza??). Nel frattempo non ho fatto altro che nutrirlo col cibo apposito che mi è stato venduto, riscaldarlo con l’apposito risaldatore (24 gradi) e illuminare l’acquario per una decina di ore al giorno. Non avevo mai ancora cambiato l’acqua (mi ripromettevo di cambiarne 1/3 dopo un mese... ma Bettino non ci è mai arrivato purtroppo). A cosa può essere dovuto l’alto livello di nitriti che si sono sviluppati in questi 15 giorni? Il filtro non fun22
prio ecosistema. In questo ecosistema si devono stabilire degli equilibri che hanno bisogno di tempo, nonostante molti prodotti promettano maturazioni miracolose in 48 ore. Il ciclo dell’azoto in vasca inizia con l’ammoniaca espulsa dai pesci (i pesci al contrario dei mammiferi eliminano direttamente ammoniaca e non urea) o derivante da fenomeni putrefattivi, questa ammoniaca (NH3 ed NH4) viene trasformata dai batteri del filtro in nitriti (NO2, sono il composto più tossico in quanto hanno alta affinità per l’emoglobina dei pesci e danno così asfissia) e successivamente in nitrati (NO3, il composto meno tossico che si accumula in vasca e può essere assorbito dalle piante o diluito tramite i cambi parziali. Quindi il filtro deve essere composto in modo da far lavorare questi batteri in maniera ottimale, solitamente è composto da 3 scomparti che vanno riempiti come segue, seguendo il flusso dell’acqua: 1. Spugna o lana di perlon (filtrag-
ziona bene? Ho dato troppo cibo? Un click al giorno del barattolino... più... me n’ero scordata... una pastiglietta di TAB-JBL acquistata sempre su consiglio della negoziante che mi aveva detto di metterne una alla settimana nell’acqua in aggiunta al solito cibo quotidiano. In effetti dopo l’inserimento della pastiglietta mi era sembrato di vedere comparire sul fondo tanti residui e piccole particelle marroncine svolazzanti nell’acqua e che si sollevavano se spostavo anche solo leggermente una piantina (ne ho solo di plastica). Attendo qualche consiglio, se possibile. Ringrazio anticipatamente. Roberta RISPONDE L’ESPERTO! Parto da una delle basi fondamentali dell’acquariophylia: il ciclo dell’azoto. Come avrai sicuramente notato, un acquario, anche se di ridotte dimensoni, rappresenta un vero e pro23
gio meccanico, trattiene i detriti più grandi) 2. Cannolicchi o bioballs etc (filtraggio biologico, il vero “cuore” o meglio, i reni del filtro, costituiscono un substrato di attecchimento e proliferazione per i batteri che andranno poi ad attuare le trasformazioni chimiche che ti ho detto prima). 3. Torba o carbone attivo o resine particolari (filtraggio meccanico, serve per aggiungere (torba) o eliminare (carbone attivo e resine) sostanze chimiche all’acqua. Nel caso di resine e carbone, utilizzarli solo nel momento del bisogno (ad esempio per eliminare i medicinali o sost. chimiche particolari) e per poco tempo, in quanto dopo essersi saturati, iniziano a cedere le particelle legate, annullando quindi il proprio effetto precedente. Perchè un acquario maturi, i batteri devono replicare in abbondanza nel filtro per riuscire così a smaltire il carico organico che arriverà con i pesci: questo richiede almeno 15 giorni in cui l’acquario non deve avere fauna (a parte le solite lumachine). Detto questo in generale, ti do un paio di nozioni base per i betta, che se tenuti in modo appropriato sono pesci quasi indistruttibili: 1. La vasca deve avere un coperchio per due motivi: il primo è che i Betta sono eccezionali saltatori, quindi rischieresti di trovarti il tuo piccolo amico sul pavimento; il secondo è che i Betta possiedono un organo accessorio della respirazione (il labirinto) che permette loro di respirare aria atmosferica, la quale però deve essere alla stessa temperatura dell’acqua (il coperchio serve proprio a mantenerle uguali) pena una infiammazione del suddetto organo e la morte del pesce. 2. L’acquario deve essere riscaldato ad una temperatura costante di 2526°C Forse ho fallito il mio obiettivo di essere sintetico, ma per certi argomenti è difficile riassumere tutto in poche righe... comunque sono qui a disposizione per ulteriori chiarimenti, spero di esserti stato utile! Roberto Silveri
della sintesi non è tra le mie doti. Grazie Carassio e grazie Roberto per l’attenzione e le pronte risposte. A Roberto vorrei ancora chiedere qualcosa, se posso. Avevo letto del ciclo dell’azoto e ti ringrazio per avermi spiegato con semplicità un po’meglio come funziona, ma io ancora non mi spiego come possano essersi sviluppati nel mio acquario in quindici giorni (cioè dal cambio totale e dall’esame dei valori dell’acqua, alla morte del betta) tanti nitriti se il filtro era comunque in funzione già da mesi e nel frattempo, dall’acquisto del betta, oltre che somministrare del cibo una volta al giorno, non avevo fatto altro? Ho esagerato col cibo? Il filtro in dotazione del mio acquario non va bene? io non ho cannolicchi o carbone, ma solo il filtro (che ho già descritto nel precedente mio post) le cui cartucce vengono sostituite nei tempi e secondo le indicazioni del foglietto illustrativo. Dovevo forse ricominciare tutto da capo dopo la morte del pesciolino rosso e prima dell’inserimento del betta? Dovevo forse lasciar girare l’acquario a vuoto per un mese dopo il cambio totale? Perchè il mo acquario che è in funzione da luglio ancora non ingrana? Eppure ho fatto analizzare l’acqua almeno 5 volte dal negoziante con gli appositi liquidi (non con le striscette che ho io)e prima dell’ultima volta mi avea sempre rassicurato sui valori (a suo dire perfetti)??? Sicuramente io ho sbagliato la prima volta che ho inserito il pesce rosso dopo una sola settimana dall’avvio, ma devo fare così ogni volta che voglio inserire un nuovo pesce? Perchè è morto solo il betta e non anche il piccolo pesce pulitore (corydoras panda) che avevo inserito contemporaneamente? Inoltre ripensandoci, effettivamente in quei giorni in cui il betta ha cominciato a stare male c’era stato un bruschissimo calo delle temperature (anche di oltre dieci gradi) ed io in casa non avevo ancora messo in funzione il riscaldamento. Posso ovviare al problema del coperchio (visto che il mio acquario non ne è dotato e non vorrei doverlo sostituire visto quel che mi è costato) appoggiandoci semplicemn-
TORNA LA LETTRICE Devo aver combinato qualche guaio, anche il mio lunghissimo post è sparito! Ricomincio e cercherò di essere più breve, anche se il dono 24
te sopra una lastra di vetro o di plexiglass? E dovrei forse lasciare dei fori su questo coperchio per permettere un minimo ricambio d’aria? Posso cimentarmi con un altro betta o ... meglio che lascio perdere? Mi spiacerebbe farne soffrire un altro e se poi mi confermi (ed è anche il motivo per cui avevo scelto quel pescetto) che è un pesce così indistruttibile... mi sento maggormente in colpa: io non ci ho messo poi molto a farne fuori uno! E ancora, posso continuare a tenere delle piante di plastica, visto che già ho il pollice assassino con la flora da giardino... non vorrei dovermi cimentare in un’altra impresa, visto che l’acquario di per se, mi sembra già troppo complicato così per le mie capacità e cognizioni? Ti ringrazio ancora infinitamente per le risposte che mi darai. Roberta
come coperchio appoggiandolo sulla vasca, non sarà sicuramente a tenuta stagna, quindi l’aria circolerà senza problemi. 5. Ok per le piante, ma ti farò cambiare idea una volta che avrai sistemato il resto Roberto Silverii TORNA NICCHIO Una mia piccola partecipazione in questa sezione per dire del Betta che è tra i pesci più affascinanti da me allevati e riprodotti negli anni 80. Il Carassio già guizzava tra le pagine della rivista Aquarium. Partecipavo a quei tempi al “ Progetto Betta” ideato dal grande e mitico Gian Piero Cannata forse tra i più grandi acquariofili italiani con Di Tizio e Zupo (e scusate il ruffianismo). Ebbi tante soddisfazioni, tanti piccoli che davano tante informazioni sull’allevamento di questo pesciolino. Complimenti per la sezione Betta. Nino
TORNA ROBERTO Allora non sono pazzo… ti rispondo per punti: 1. Esatto, il problema è proprio il tuo filtro che manca della componente “biologica” (anche se i batteri ‘buoni’ si sviluppano un po’ anche nella spugna e sul fondo, ma non in quantità sufficiente) e che quindi pur girando da tempo, non è riuscito a smaltire in modo appropriato il carico organico arrivato in vasca (non solo le deiezioni del Betta, ma anche il mangime, forse somministrato troppo generosamente). 2. Un consiglio che ti do è quello di comprarti i test a reagente liquido (i fondamentali pH, GH, kH, NO2, NO3) e fare i test a casa; è una spesa alta all’inizio ma che verrà sicuramente ripagata col tempo. 3. Il Betta è molto sensibile allo sbalzo di temperature, inoltre possibile che fosse già debilitato al momento dell’acquisto. Io fossi in te non demorderei così facilmente, prendine sì un altro, ma solo dopo aver attuato le modifiche che ti ho detto. 4. Puoi mettere una lastra di vetro o plexiglass 25
Una nuova specie di pesce combattente
il Betta mahachaiensis di Alberto Montalbetti (Associazione Italiana Betta) Un aspetto affascinante delle specie che ricadono sotto il genere Betta, è che ne vengono scoperte periodicamente di nuove, nonostante vivano in corsi d’acqua di paesi densamente popo-
lati come Indonesia e Thailandia. Una di queste, classificata come nuova specie da Ottobre di quest’anno è il Betta mahachaiensis, un costruttore di nido affine al più celebre Betta splendens,
Nido di Betta mahachaiensis ancorato a una foglia di Pistia strationes con uova
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Avannotto a due giorni di vita che negli ultimi anni ha riscosso molto interesse dal punto di vista scientifico e, ora è certo, possiede i requisiti, sia dal punto di vista morfologico che degli esami molecolari, per essere considerato una specie a se stante. La cosa interessante è che questo pesce, in precedenza noto con il nome di Betta sp. “Mahachai”, è già allevato da alcuni appassionati in tutto il mondo, Italia inclusa. Possiamo quindi raccontare un’esperienza diretta di allevamento e riproduzione in acquario di questo nuovo pesce combattente. Il mahachaiensis prende il nome della sua zona di origine, una pianura cosparsa di foreste paludose salmastre ai bordi del golfo della Thailandia, poche decine di chilometri a sud di Bangkok. La presenza dell’uomo nella zona è molto forte, sia in termini di popolazione sia di zone industriali o agricole e include impianti per l’allevamento dei gamberi e la produzione di sale che intaccano direttamente le riserve di acque dolci. Il mahachaiensis sembra l’unico pesce combattente in grado di adattarsi a queste acque torbide e difficili, infatti, le altre specie di Betta più diffuse in
Thailandia (splendens, smaragdina, imbellis), sono pressoché assenti in questi acquitrini fangosi. Vegetazione caratteristica della zona è la Nypa fruticans, una palma acquatica tipica di coste e foci dei fiumi nel sud-est asiatico. L’attitudine a vivere in acque salmastre ricche di palme svolge, come vedremo, un ruolo particolare anche nell’allevamento in acquario. Avannotto a quindici giorni di vita
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Avannotto a trenta giorni di vita Morfologicamente, il mahachaiensis si discosta dal Betta splendens selvatico per un corpo leggermente più slanciato e una livrea più scura e iridescente, in prevalenza nera e verde. Sulle membrane delle pinne la tinta si fa più rossa, ma in misura meno appariscente rispetto allo splendens, e presenta una maggior frequenza di piccole macchie scure. La femmina è di colore meno appariscente, tendente al bruno, ma durante le fasi di riproduzione acquista una livrea più scura e bella, oltre alle caratteristiche bande verticali chiare con cui segnala al maschio la sua predisposizione all’accoppiamento. Nel comportamento in natura si notano altre peculiarità, innanzitutto nella costruzione del nido. Il mahachaiensis, infatti, predilige costruire nidi piccoli e compatti in luoghi molto appartati e protetti, come incavi tra i tronchi di palma o residui fogliari, chiusi sui tre lati e più facili da difendere. In questo differisce dal Betta splendens che nidifica facilmente sotto semplici foglie e in aree aperte, non disdegnando a volte di spargere le uova
sotto diverse protezioni. Questi dettagli ci ricordano quanto si siano differenziate le tecniche riproduttive delle diverse specie di Betta, pur vivendo in zone simili e molto vicine. Alcune specie sono incubatori orali paterni, altre costruttori di nido e all’interno dei due gruppi ciascuna spe-
Giovanile a quarantacinque giorni 28
cie ha le sue peculiarità. Vi sono incubatori orali in cui il maschio gestisce da solo le uova fin dal momento della deposizione, come Betta unimaculata, e altri in cui la femmina lo assiste nella raccolta come Betta macrostoma; costruttori di nido che prediligono nidi aperti e altri che si appartano in anfratti stretti e nascosti. Di tutta questa mappa di biodiversità si può avere esperienza diretta allevando Betta in acquario. Esperienze di allevamento in acquario Sono venuto in possesso di una coppia di Betta mahachaiensis circa un anno fa grazie a Stefano Valdesalici, un bravissimo allevatore che aveva riprodotto con successo due esemplari portati in Italia direttamente da Bangkok. In un anno ho avuto modo di osservare questi animali in diverse condizioni e durante ben tre riproduzioni con cui hanno dato alla luce una prole abbondante, consentendomi di crescere tanti adulti e distribuirli ad altri appassionati, sia in Italia sia in Europa, attraverso l’Associazione Italiana Betta. La prima cosa da sapere sul mantenimento in acquario di questa specie è che, a differenza dei Betta splendens selezionati negli allevamenti, i
Come già scritto in articoli precedenti, per “complex” o “complesso” si intende un gruppo di specie di Betta con caratteristiche simili. Ogni complex viene denominato con lo stesso nome della specie presente presa come esempio.
mahachaiensis sono decisamente più adatti a vivere in coppia. Nelle diverse configurazioni che ho adottato per gestire le riproduzioni e la crescita degli avannotti ho potuto osservare che anche in vasche di soli 15 litri una coppia vive in discreto equilibrio, senza che il maschio sia al costante inseguimento della femmina. Fanno eccezione, naturalmente, le fasi immediatamente successive all’accoppiamento. Quando il nido è pieno di uova infatti il maschio lascia emergere la tipica aggressività da pesce combattente nel difendere il proprio territorio ed è opportuno assicurarsi che la femmina abbia spazio per fuggire o, meglio ancora, possa essere spostata in un’altra vasca. Nell’arredo delle vasche che ho destinato a questi pesci, ho usato acqua di pH 7,5, termoriscaldatore tra 24 e 26°C, fondo in ghiaia media di colore scuro, un filtraggio che crei pochissimo movimento e foglie di Catappa e Quercia a volontà per arricchire l’acqua di tannini, come è tipico dei luoghi di origine. Al solito, ho aggiunto molta vegetazione e nascondigli, non lesinando in tronchi, gusci di cocco e naturalmente piante galleggianti. In queste condizioni, con vasche di grandi dimensioni, anche più maschi adulti di mahachaiensis possono convivere adeguatamente, cosa che non dovrebbe stupire chi ha allevato specie non selezionate di Betta, ma al contrario del tutto impraticabile con i Betta splendens di selezione a cui siamo abituati. Per completare l’allestimento delle vasche per i mahachaiensis ho infine introdotto il sale. Gli articoli di appassionati thailandesi che li hanno 29
osservati in natura dicono chiaramente che questi pesci vivono in acque salmastre e dai racconti di altri allevatori occidentali avevo appreso che i migliori risultati in acquario si ottengono aggiungendo sale non iodato e arrivando addirittura ad acque con conducibilità superiori a 1000 µSiemens. A mio parere la dose ideale di sale è di circa 15 gr/litro.
La coppia, una volta inserita nella vasca matura, ha avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi e per il primo mese ha vissuto tranquillamente, quasi ignorandosi, poiché il maschio presentava un carattere estremamente mite. In generale ho l’abitudine di usare cibo surgelato o vivo per i miei Betta e non ho fatto eccezioni in questo caso, tanto più che si trattava di una cop-
Collage di foto “La vita di un Betta mahachaiensis”
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pia non selezionata e nata da esemplari selvatici. Ho cercato però di variare molto l’alimentazione alternando Chironomus, Daphnie, larve di Zanzara, Culex e naturalmente Artemia. Per indurre il maschio a costruire il nido ho inoltre inserito in superficie un piccolo contenitore porta rullini fotografici in plastica nera, simulando un anfratto chiuso sui tre lati simile a quelli che i
mahachaiensis prediligono in natura. Per un discreto numero di giorni non è accaduto niente, ma proprio quando incominciavo ad arrovellarmi per trovare il modo di indurli all’accoppiamento, la natura ha peso il sopravvento e i miei due esemplari si sono riprodotti in pieno pomeriggio, proprio dentro il porta rullini, depositando una grande quantità di uova in un nido di bolle
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Giovanile a sessanta giorni Maschio di Betta mahachaiensis
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Betta splendens forma selvatica, appartenente allo stesso “complex” di Betta mahachaiensis, si noti la banda verticale di colore rossastro sull’opercolo branchiale, una delle particolarità adottate per distinguere le due specie una grande quantità di uova. Terminate le cure parentali da parte del maschio misi la coppia in una terza vasca, simile alle prime due, questa volta lasciandoli insieme da subito e alimentandoli abbondantemente perché si riprendessero dai due accoppiamenti ravvicinati. Dopo circa due settimane si accoppiarono nuovamente, questa volta sotto un nido ancorato a una grande foglia di Pistia. Le tre riproduzioni ravvicinate oltre a darmi quasi 150 piccoli mahachaiensis da crescere, mi hanno permesso di apprezzare la bellezza e la forza di questi pesci. Il rituale di corteggiamento, che agli occhi del profano può apparire identico a quello del Betta splendens di allevamento, ha in realtà i suoi ritmi. Il maschio, che è meno aggressivo, si muove con ampie evoluzioni attorno alla femmina, aprendo le pinne in parata e avvicinandosi da ogni lato, anche sdraiato sul fianco, sopra o sotto la femmina. Dopo l’accoppiamento è un indefesso lavoratore
costruito rapidamente dal maschio all’interno del contenitore stesso. In questo primo accoppiamento separai la femmina al termine della deposizione e il maschio si prese cura del nido con molto zelo, spostandolo interamente dal contenitore all’angolo più riparato e nascosto sul retro della vasca. Avendo già dall’inizio l’intenzione di riprodurli avevo dotato la vasca di un piccolo filtro facile da rimuovere e da ricollocare in un’altra vasca per non rischiare danni agli avannotti. Poco tempo dopo il primo accoppiamento, mentre gli avannotti crescevano alimentati con naupli di Artemia appena schiusi, allestii la seconda vasca come la prima, per rimettere insieme la coppia che nel frattempo avevo tenuto separata per assicurarmi che recuperassero le energie. Con mia grande sorpresa il maschio divenne dapprima aggressivo e costruì immediatamente un nuovo nido. Subito dopo si accoppiarono nuovamente, depositando anche questa volta 33
Betta smaragdina, un’altra specie del complex Splendens, gli opercoli in questo caso presentano una bellissima iridescenza verde-turchese Betta mahachaiensis maschio, presenta un’iridescenza metallica di colore verde sull’opercolo branchiale, meno estesa rispetto a B. smaragdina
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quando si tratta di curare i piccoli e anche in riproduzioni successive, intervallate da periodi molto brevi, ha dimostrato una grande forza, costruendo e riparando il nido con estrema velocità e pochissime pause. I piccoli avannotti, poi, appaiono molto più “svegli” degli avannotti di Betta spendens di allevamento, sia per la capacità di restare saldamente ancorati al nido, sia per la rapidità con cui si muovono e identificano il cibo vivo fin dai primissimi giorni di nuoto orizzontale. Abbassando leggermente le temperature, a 24 °C la coppia ha iniziato a convivere senza più riprodursi per lunghi periodi, permettendomi di dedicarmi a crescere i piccoli, che sono diventati adulti convivendo senza mostrare mai aggressività tra fratelli, nemmeno dopo mesi. Altro segno della profonda differenza di comportamento rispetto ai pesci combattenti selezionati dall’uomo. Mantenere in acquario una specie così prossima a esemplari selvatici e su cui l’uomo non è intervenuto con la propria selezione, sapendo di poterla comunque riprodurre agevolmente e quindi conservare nel tempo senza ulteriori pre-
Nido di Betta mahachaiensis con uova lievi in natura è stata una fonte di soddisfazione e di sorprese continue che suggerisco a ogni appassionato. Il fatto che provengano da un ambiente seriamente minacciato aggiunge inoltre un ulteriore importante fattore di stimolo a conoscerla e preservarla. Foto di A. Montalbetti Ringrazio Matteo Grassi e Roberto Silverii per il prezioso supporto nella revisione dell’articolo.
Betta smaragdina maschio che cura la prole nel nido, anche Betta mahachaiensis si riproduce costruendo nidi di bolle, ma in alcuni casi preferisce costruire il nido all’interno di anfratti creati in superficie
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Un acqua per il pes
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ario vero sce rosso
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di Maurizio Quarta, seconda parte Nel numero precedente abbiamo iniziato una descrizione delle caratteristiche dell’acquario per il pesce rosso. Come ricorderete, abbiamo stabilito che questi magnifici animali possono offrire delle vere soddisfazioni all’acquariofilo che li prenda “sul serio” e possono cambiare letteralmente la nostra vita se solo dedicheremo loro le giuste attenzioni. Dopo aver esaminato le caratteristiche della vasca e del filtro passiamo a descrivere gli altri impianti fondamentali per realizzare un acquario di grande bellezza, in grado di offrire a questi ospiti d’eccezione un ambiente confortevole. Illuminazione A differenza delle bocce, gli acquari sono generalmente attrezzati con un impianto di illuminazione artificiale che ci permette di apprezzare i colori dei nostri beniamini e di coltivare le piante. Il sistema di illuminazione tradizionale è composto da tubi al neon T8, di solito incorporati nel coperchio. La durata massima di queste lampade è stimata solitamente in 3.000 ore di funzionamento e andrebbero sostituite ogni 10-12 mesi al massimo, anche se ancora funzionanti poiché, avvicinandosi all’esaurimento, tendono a cambiare lo spettro della luce emessa, a vantaggio delle alghe. Evoluzione delle precedenti, le lampade al neon T5 si distinguono per il minore diametro e i diversi wattaggi, ai quali corrispondono lunghezza diverse. Rispetto ai neon T8, i T5 garantiscono una maggiore efficienza luminosa, una qualità di luce migliore, un ridotto consumo energetico e una durata molto maggiore. Hanno però lo svantaggio di costare di più.
Un’altra soluzione è rappresentata dalle moderne lampade PL, che permettono di ottenere un elevato rendimento luminoso e una notevole durata (fino a 9.000 ore!). Inoltre, hanno la caratteristica di essere molto più corte dei tubi al neon, sia T8 che T5, quindi più facilmente utilizzabili in “spazi ristretti”. La caratteristica più importante da considerare nella scelta delle lampade è il colore della luce emessa. Esso è indicato dalla temperatura di colore, misurata in Kelvin (K). Per un acquario di pesci rossi le lampade adatte sono quelle con una temperatura di colore intorno ai 5-6.000 K (Daylight). Fondo e arredamento L’arredamento dell’acquario rappresenta certamente un passaggio importantissimo e uno dei più gratificanti nella preparazione della dimora che riserveremo ai nostri amici pinnuti. Nei negozi di acquariofilia non c’è che l’imbarazzo della scelta dei materiali per l’allestimento e si può dare spazio alla fantasia, purché sia guidata da un minimo di buon gusto, senza dimenticare che saranno i pesci a vivere in vasca, non noi, pertanto è bene che, quale che sia l’ambiente da noi creato, sia anche funzionale e rispettoso delle esigenze dei nostri ospiti. È sempre consigliabile acquistare questi materiali dal proprio negoziante di fiducia, anziché raccoglierli in natura, per evitare pericolose contaminazioni con microrganismi, sostanze inquinanti e residui organici di vario tipo. In particolare, bisognerebbe costruire un layout che permetta ai pesci di nuotare liberamente, di non farsi male e che dia loro la possibilità di ripari e zone più appartate e tranquille da utilizzare ogni volta che lo desiderino. 38
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riali di fondo ultra-fini, così come sono da evitare i ghiaietti con i bordi taglienti e non arrotondati. Una granulometria adatta ai pesci rossi va dai 3-4 ai 20mm. Il fondo ideali per i carassi è rappresentato dai ghiaietti di fiume policromi, facilmente reperibili nei negozi, abbastanza economici, e con una buona resa estetica. Vanno bene anche i ghiaietti ceramizzati, molto comuni, sicuri, e disponibili in un’ampia scelta di colorazioni; il quarzo, dal colore bianco-grigio o rosato e il ghiaietto basaltico, di origine vulcanica e colorazione nera. È preferibile sciacquare due o tre volte in acqua semplice il ghiaietto, per eliminare polvere e residui, prima di distribuirlo in vasca, magari con una lieve pendenza verso l’alto dal vetro frontale a quello posteriore, per aumentare il senso di profondità. Oltre al fondo, pietre, ciottoli e legni sono decisa-
L’utilizzo di relitti, anforette, castelli, forzieri, teschi, colonne romane e quant’altro l’immaginario collettivo associ ad un acquario di pesci rossi è, ovviamente, strettamente legato al gusto personale. Chi sta scrivendo, eviterebbe di inserirli in qualunque acquario ma, se proprio si sceglie di utilizzarli, ci si assicuri soprattutto che siano realizzati e colorati con materiali atossici, affinché non influenzino in alcun modo la composizione chimica dell’acqua con il rilascio di sostanze indesiderate. Dal punto di vista dei pesci rossi la loro presenza è del tutto trascurabile; col tempo, ci si abituano e li considerano alla stregua di un legno o una roccia. La scelta del materiale di fondo è molto ampia. I pesci rossi amano “grufolare” sul fondo in cerca di cibo, risucchiando in bocca un po’ di ghiaietto per poi ricacciarlo, pertanto sono sconsigliabili le sabbie e i mate41
Oltre all’innegabile effetto estetico, le piante svolgono un ruolo molto importante nell’equilibrio biochimico dell’acquario. Esse assorbono l’anidride carbonica prodotta dalla respirazione degli animali e rilasciano parte dell’indispensabile ossigeno. Le piante, inoltre, smaltiscono parte dei residui potenzialmente tossici derivanti dal ciclo dell’azoto, assorbono i sali minerali eccedenti e forniscono nascondigli ed aree riparate. Infine, sono in diretta competizione alimentare con le alghe, la cui proliferazione, in un acquario ben equilibrato, è tenuta sotto controllo anche dalla presenza di una folta vegetazione. Le piante più adatte ad essere coltivate in un acquario di pesci rossi sono necessariamente quelle robuste, acclimatabili in acqua non riscaldata o originarie di climi ad acque temperate e tolleranti a valori di pH e durezza piuttosto elevati. Una selezione, non esaustiva, di queste piante comprende: Egeria densa, Ceratophyllum demersum, Nuphar japonica,
mente consigliabili in un acquario di pesci rossi. La scelta, in termini di dimensioni, forme e colori, è molto ampia ma non tutti i tipi di rocce sono utilizzabili senza il rischio di reazioni chimiche non desiderabili: sono da evitare le rocce calcaree o che contengono sali metallici. Inoltre bisogna ricordarsi di smussare sempre gli spigoli e di limare gli angoli vivi di rocce e legni, per evitare che i pesci si feriscano nuotando e le pinne si lacerino, specie nelle varietà più pregiate. Le piante Le piante sono un elemento primario nell’allestimento della maggior parte degli acquari. I pesci rossi hanno la, spesso immeritata, fama di essere incompatibili con le piante in acquario. In realtà, soprattutto le varietà pregiate, se nutriti regolarmente con una buona selezione di mangimi, i pesci rossi non sono particolarmente pericolosi per la vegetazione. Seppur con qualche rischio e riserva, la coltivazione di piante in un acquario di carassi è senz’altro praticabile. 42
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ze di rifiuto prodotte.Al contrario, sovraccaricare da subito un sistema non pronto porta quasi certamente a uno squilibrio iniziale difficilmente poi recuperabile e a fastidiosi e demotivanti rifacimenti e ripartenze da zero. Una volta introdotti i pesci, la manutenzione della vasca si traduce principalmente nell’eseguire regolari cambi d’acqua (nell’ordine del 20-30% del volume un paio di volte al mese), con contemporanea sifonatura del fondo per asportare i detriti che, inevitabilmente, si accumulano sul ghiaietto, sporcandolo e affaticando l’opera di decomposizione dei batteri. Un altro aspetto da non trascurare riguarda l’evaporazione dell’acqua; specie se l’acquario non è provvisto di coperchio, il fenomeno può assumere dimensioni significative. Occorre ricordare che l’acqua che evapora è solo quella “pura” mentre i sali minerali in essa disciolti non evaporano e si accumulano in quella restante, causando, nel tempo, significative variazioni di parametri chimici come il pH e la durezza e la concentrazione delle sostanze inquinanti. È importante, quindi, effettuare frequentemente e a piccole dosi, rabbocchi esclusivamente con acqua demineralizzata, per evitare sbalzi pericolosi per animali e piante ospitati. Sui vetri, spesso, compare una patina algale, che, man mano, se trascurata, andrà ad impedire la visione del nostro mondo acquatico, con un bruttissimo effetto estetico. Per contrastare efficacemente il fenomeno, oltre all’inserimento di appositi organismi alghivori di cui parleremo nel prossimo numero, si può intervenire con appositi raschietti, disponibili in vari modelli nei negozi di acquariofilia. Permettono una perfetta pulizia interna dei vetri, periodica, senza che sia necessario bagnarsi le mani ogni volta.
Vallisneria spiralis, Anubias spp., Microsorum pteropus, Trapa natans, Sagittaria platyphylla, Acorus spp., Nymphaea spp., ecc. In alternativa, è possibile allestire l’acquario con piante artificiali. I modelli reperibili oggigiorno nei negozi di acquariofilia sono estremamente curati e difficilmente distinguibili dalle piante vere, una volta immersi. Sono realizzate in materiali atossici e non comportano rischi per gli abitanti della vasca. Manutenzione Una volta allestito, riempito d’acqua e messo in funzione, l’acquario ha bisogno di un necessario periodo di “rodaggio”, prima dell’inserimento dei pesci, durante il quale i batteri avranno modo di colonizzare adeguatamente il filtro ed essere pronti ad elaborare le sostanze azotate, pericolose per i pesci. Nonostante sia comprensibile la fretta che l’entusiasmo spesso genera nell’acquariofilo che ha appena allestito una vasca, pazientare almeno 15-20 giorni prima di immettere i nostri ospiti significa offrire loro un ambiente idoneo e confortevole da subito, con un sistema di filtraggio in grado di smaltire le sostan46
Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
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Inserto da stampa Questo volumetto destinato al neofita che voglia allevare discus, prodotto dall’azienda Diskuszukt, tradotto dalla nostra redazione e regalato in esclusiva ai lettori di Aquariophylia, è il risultato della cooperazione della rivista con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite dell’acquario d’acqua dolce. Nel corso dei prossimi numeri continueremo ad offrirvi, in puntate mensili, i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle, mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle a un centro stampa per farle assemblare. Di fatto, si tratta di un altro regalo che Aquariophylia fa a tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce. Questo mese vi presentiamo l’ottava parte, la prima dedicata alle domande più frequenti riguardanti i discus. L’edizione originale in tedesco e la versione inglese possono essere scaricate dal sito Diskuszucht:
http://www.diskuszucht-stendker.de/100,0,downloads,index,0.php (in tedesco) http://www.diskuszucht-stendker.de/gb/322,0,downloads,index,0.html (in inglese).
L’ALLEVAMENTO DEI DISCUS: notizie di base per cominciare IX parte
Traduzione di Rita Colognola dall’edizione originale tedesca pubblicata da Diskuszucht Stendker Domande & Risposte Comportamento anormale dopo l’introduzione di altri pesci o piante. - Ho comprato un nuovo discus e l’ho messo in vasca con gli altri. Tre giorni dopo tutti gli altri discus hanno cominciato a morire; solo l’ultimo arrivato sembra star bene. Perché? Probabilmente si tratta di un pesce proveniente da un allevamento asiatico e portatore di un ceppo batterico contro il quale, i discus già presenti, non avevano difese. In questo caso bisogna andare dal veterinario e farsi prescrivere un antibiotico (ad esempio neomicina o nitrofurantoina) e iniziare immediatamente il trattamento (vedere anche più avanti per il trattamento). - Abbiamo comprato dei pesci (non discus ma neon). Dopo circa una settimana i nostri discus sono morti, solo i neon sopravvivono. Perché I neon hanno introdotto in acquario un ceppo batterico al quale i discus non erano abituati. In assenza di difese organiche il sistema immunitario dei discus non era preparato. Probabilmente 48
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are e conservare già dopo tre o quattro giorni i discus mostravano una colorazione scura e sarebbe stato necessario iniziare a quel punto un trattamento con un antibiotico (ad esempio neomicina). Non è consigliabile aggiungere altri discus. - Abbiamo comprato dei pesci (non discus ma neon). I discus sono vivi, ma i neon sono morti dopo 2-3 giorni. Perché? Probabilmente avete impiegato molto tempo nei preparativi, per essere sicuri che tutto fosse perfettamente in ordine. Dopo aver aperto i sacchetti di plastica contenenti i pesci, questi devono essere messi in acquario entro 15 minuti. Probabilmente i neon sono morti per mancanza di ossigeno. - Ho comprato delle piante provenienti da un acquario contenente pesci. Quattro giorni dopo averle introdotte nel mio acquario, i pesci sono diventati scuri e hanno appiattito le pinne. Perché e cosa posso fare? Probabilmente insieme alle piante sono stati introdotti in acquario anche dei batteri. I discus reagiscono a questi batteri, fino a quel momento sconosciuti. Si raccomanda un trattamento con antibiotico, neomicina o nitrofurantoina. - Ho aggiunto una nuova varietà di discus (giallo) a quelli presenti in acquario. Sono morti tuti tranne il discus giallo. Che cosa posso fare? Il discus giallo proviene da un allevamento asiatico ed è stato probabilmente aggiunto a discus di origine diversa (di cattura o altri allevamenti). I diversi ceppi batterici così introdotti hanno provocato la morte dei discus. Un trattamento con antibiotici, se iniziato a tempo, avrebbe probabilmente evitato il problema. - Ho degli scalari in acquario e ho aggiunto un piccolo gruppo di discus. Sfortunatamente molti dei discus non crescono, benché tutti si nutrano adeguatamente. Cosa posso fare? Probabilmente gli scalari sono infettati da cestodi. I cestodi probabilmente hanno attaccato i discus, con un conseguente rallentamento della crescita. Consigliamo un trattamento con Droncit. Sciogliere in acquario una tavoletta da 50 mg ogni 100 l d’acqua, dopo tre giorni cambiare il 50% dell’acqua, oppure filtrare per 24 h con carbone attivo e il quarto giorno ripetere il trattamento. - Ho messo dei nuovi discus di grandi dimensioni (più di 15 cm) nel mio acquario e da una settimana i pesci non mangiano. Qual è la causa e cosa posso fare? Discus adulti si adattano lentamente a un nuovo ambiente e smettono di mangiare per tre o quattro settimane. Per farli mangiare è utile avere in acquario un paio di discus più piccoli che si nutrono bene. Un’altra possibilità è quella di far salire, dopo 3 settimane, la temperatura a 33 °C, alzando così il metabolismo e risvegliando l’appetito. - I miei discus Stendker hanno smesso di mangiare. Hanno il respiro accelerato e pesante. Perché? 51
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are e conservare Si può trattare di avvelenamento o di mancanza di ossigeno. Controllare il livello dei nitriti, il funzionamento della pompa e della pietra porosa. Se il livello dei nitriti è alto, cambiare immediatamente il 90% dell’acqua. Se è tutto in ordine, filtrare per 2 o 3 settimane con carbone attivo, per eliminare dall’acqua possibili sostanze tossiche. Sospendere il filtraggio con carbone attivo dopo tre settimane al massimo, altrimenti le sostanze tossiche verranno nuovamente rilasciate in acqua. Agire immediatamente, perché le condizioni dei pesci peggiorano col passare delle ore e gli animali possono morire. - I miei discus hanno smesso di mangiare. Respiro e comportamento sono normali. Perché non mangiano? Consigliamo di elevare la temperatura a 33 °C, accelerando in questo modo il metabolismo. Quando i pesci hanno ricominciato a mangiare regolarmente e da almeno due giorni le feci sono diventate scure, riportare la temperatura a valori normali (29-30 °C). - I miei pesci non mangiano bene. Perché? Potrebbe essere il cibo. Controllare anche la temperatura, che deve essere tra i 29 e i 30 °C. Inoltre il branco potrebbe essere troppo piccolo, determinando bassa competizione per il cibo con conseguente perdita di appetito. - I miei pesci sputano il cibo. Perché? Può darsi che non lo gradiscano, che sia troppo duro (ad esempio granulato) o nuovo e quindi inconsueto. Inoltre, a volte i pesci giocano con il cibo quando non hanno fame. In questo caso bisogna ridurre la quantità di cibo somministrato. - Quale cibo utilizzare e in che quantità? Consigliamo un alimento completo, tre volte al giorno. 1 al mattino (1 ora dopo aver acceso la luce) 1 al pomeriggio (preferibilmente sempre alla stessa ora) 1 la sera (2 ore prima di spegnere la luce) I discus si abituano a questi ritmi regolari e aspettano ansiosamente chi li nutre abitualmente. In questo modo porgere il cibo con le mani (naturalmente pulite e senza creme) diventa rapidamente possibile. -I miei discus hanno circa 1 anno e misurano tra i 10 e i 12 cm. Perché non crescono come atteso? Uso una dieta varia: granulato, artemia e larve di zanzara. Questa dieta è da vedersi più come un misto di “bonbon” che come una dieta bilanciata che consente una crescita sana. Consigliamo di somministrare tre volte al giorno un cibo che contenga tutti gli elementi (vitamine, minerali, sostanze in tracce e, soprattutto, proteine). È disponibile nei negozi specializzati. 55
Inserto da stampa Malattie - Compaiono delle piccole macchie bianche sulla pelle dei miei discus. Di cosa si tratta e cosa posso fare? I pesci possono essere trattati con acqua salata. Mettere 15 litri d’acqua dall’acquario in un secchio pulito e sciogliervi 500 grammi di sale da cucina senza iodio. Mettere i pesci in questa soluzione per un massimo di 30-60 secondi e riportarli immediatamente in acquario. I parassiti della pelle rimarranno nell’acqua salata e il sistema immunitario dei pesci sarà più facilmente in grado di difendersi da quelli rimasti in acquario. Non abbandonare per nessun motivo i pesci durante il trattamento in acqua salata, per rispondere al telefono o per qualunque altra ragione, perché i pesci morirebbero. - Abbiamo introdotto ieri dei nuovi discus in acquario. Oggi presentano un bordo bianco alle pinne. Perché e come si può eliminare? Catturando i pesci, la mucosa, soprattutto sui bordi delle pinne, è stata leggermente danneggiata, perciò questi diventano bianchi.Aggiungere un purificatore (ad esempio Aquasafe), per diminuire l’aggressività dell’acqua. Il problema dovrebbe risolversi in due o tre giorni. - Quale trattamento suggerite contro i vermi delle branchie e da dove vengono? Contro i vermi delle branchie consigliamo FMC. È composto da 1 l di formalina + 3,7 g di blu di metilene + 3,7 g di verde malachite (reperibili in farmacia). Usare 3-4 ml di FMC ogni 100 l e procedere dopo 10 ore a un cambio d’acqua del 90%. Ripetere il trattamento dopo esattamente quattro giorni. I vermi delle branchie saranno drasticamente ridotti; non possono comunque essere eliminati completamente. - Che farmaci consigliate per le feci bianche e qual è l’origine? Per le feci bianche consigliamo di non usare farmaci, ma di elevare la temperatura a 33 °C per circa 10-14 giorni. In questo modo si accresce il tasso metabolico e si migliorano le abitudini alimentari e la digestione. In questo modo il sistema immunitario viene potenziato e i parassiti intestinali sono espulsi naturalmente. - Come posso riconoscere un’infezione batterica e come posso combatterla? Un’infezione batterica si manifesta di solito tre o quattro giorni dopo l’introduzione di nuovi pesci in acquario. I discus diventano scuri, appiattiscono le pinne e si ritirano in gruppo in un angolo. In questo caso è purtroppo necessario utilizzare un antibiotico (per esempio Newomicina o Nitrofurantoina), che può essere prescritto dal veterinario. - I miei pesci si strofinano. Perché? Probabilmente hanno degli ectoparassiti. Si consiglia un bagno in acqua salata. (vedere la risposta alla prima domanda di questa sezione). 56
are e conservare Riproduzione - La mia coppia di discus depone le uova e diventa aggressiva nei confronti degli altri pesci. Perché? È il normale comportamento riproduttivo dei discus in natura, dove difendono il loro territorio. Per allevare i piccoli bisogna allontanare tutti gli altri pesci e utilizzare l’acquario esclusivamente a questo scopo. Se si vuole un acquario pacifico, aumentare la densità di popolazione (56 adulti per 100 l d’acqua) in modo che non sia confrontabile alla situazione naturale. - Come posso far riprodurre i miei pesci? Mettere un gruppo di 4-5 pesci in un acquario da 200 litri e cambiare il 50% dell’acqua. Il cambio d’acqua simula per i pesci, l’inizio della stagione delle piogge e istintivamente deporranno le uova. - La mia coppia di discus mangia sempre le uova. Perché? Abbassare la temperatura a 27 °C. Questo riduce il metabolismo e l’aggressività, aumentando il comportamento protettivo nei confronti delle uova. - Gli altri discus mangiano sempre le uova della coppia. Perché? Questo si può evitare solo rimuovendo gli altri pesci dall’acquario o isolando la coppia. - La mia coppia di discus depone le uova, ma il primo giorno queste diventano bianche. Perché? L’acqua è troppo fresca e troppo dura. Questo si può modificare cambiando l’acqua meno frequentemente e aggiungendo un purificatore a ogni cambio d’acqua. - La mia coppia di discus depone le uova, che rimangono trasparenti, ma i piccoli non nascono. Perché? Si tratta di due femmine che hanno deposto insieme o il maschio è troppo giovane per fertilizzare le uova. - Perché i genitori mangiano i loro piccoli? La nidiata è troppo piccola (meno di 50 piccoli) e i genitori mangiano i piccoli per poter produrre una nidiata più numerosa, oppure la coppia è stata disturbata da un cambio d’acqua o da altro e perciò mangia i piccoli. - Per quanto tempo i piccoli devono rimanere con i genitori? Come minimo 12 giorni, preferibilmente 3 settimane. Dal quinto giorno bisogna aggiungere Artemia vive che i piccoli possano mangiare in aggiunta alle secrezioni dei genitori. - Un discus rosso e uno blu si accoppiano. Di che colore saranno i piccoli? Probabilmente 20% rossi, 20% blu e 60% Pigeon-blood a strisce rosse e blu. 57
vai col...
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link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 58
Oggi parliamo di…
TEMPERATURA È il parametro fisico per eccellenza, certo considerato dalla maggioranza degli acquariofili anche se alcuni non hanno ancora ben chiaro il significato e la pericolosità. Le aree del mondo si distinguono in base ad una serie lunghissima di variabili ecologiche, tra le quali temperatura e fotoperiodo sono fondamentali. Vivere ai poli significa dover sopportare per gran parte dell’anno temperature bassissime, sempre inferiori allo zero. Vivere all’equatore significa invece adeguarsi a temperature che nel corso dell’anno non scendono sotto i 24-25 °C. Potrebbe apparire poco, per mammiferi od uccelli, in grado di termoregolare il loro corpo. Ma gli animali acquatici non riescono in generale a termoregolare ed assumono dunque la temperatura del fluido che li circonda. Per noi sarebbe come passare da un febbrone da cavallo ad una temperatura corporea sotto lo zero! Semplicemente impossibile. Eppure gli animali acquatici hanno inventato infiniti adattamenti per adeguarsi a queste enormi differenze, compresi alcuni interessanti composti anticongelamento, simili a quelli che si aggiungono ai radiatori delle auto, che sono presenti nel sangue degli animali polari. Insomma, la tempera-
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tura definisce le caratteristiche degli ambienti e costituisce una barriera invisibile ma efficacissima alla diffusione delle specie, anche se in questo periodo di riscaldamento globale il generale innalzamento della temperatura favorisce un maggiore scambio di specie tra aree tropicali e temperate. In acquario naturalmente la temperatura ha un’importanza paragonabile e non si può pensare di allestire un qualsiasi ambiente naturale in casa se non si tiene conto della temperatura alla quale lo allestiremo e delle esigenze delle specie da allevare in questo senso. Per questo esistono acquari temperati e tropicali e tra questi stessi esistono enormi differenze in base alle aree di provenienza degli organismi che vogliamo allevare, più o meno prossime all’equatore. Nei link che seguono troverete tutto quanto serve per comprendere l’importanza della temperatura e le strumentazioni fondamentali per rendere l’acquario veramente ospitale per tutti gli organismi che desideriamo tenere nel nostro “caldo” salotto. Dunque l’aeratore può essere utile, silenzioso, efficace ed economico. Proviamo a scoprire di più su quest’accessorio dimenticato!
http://www.massimograndeacquari.com/il-clima-in-acquario/ http://www.aiam.info/05/tecnica/costruzione_refrigeratore_parte1.htm http://www.acquariofiliaitalia.it/articoli_di_acquariofilia/malattie_da_errori_nella_termoregolazione.html http://www.acquadivetro.com/Allestimento/La%20temperatura.html http://www.lsoft.it/acquari/riscaldatori.htm http://www.dbm.it/web/html/rub5.htm http://www.acquarimania.org/Apagine/riscaldare_raffreddare.htm http://www.poecilidi.com/index.php?ind=reviews&op=entry_view&iden=326 http://www.acquarionline.it/acquari/index.php?option=com_content&task=view&id=101&Itemid=46
http://www.reefkeeping.com/issues/2003-06/nftt/index.php http://saltwateraquariummastery.com/blog/?p=44 http://ryansfish.wordpress.com/cooling-and-heating/ http://www.caudata.org/cc/articles/cooling.shtml http://www.fishchannel.com/fish-health/healthy-aquariums/summer-heat.aspx http://www.tfhmagazine.com/aquarium-basics/temperature-control.htm http://www.angelsplus.com/ArticleAquariumTemp.htm
http://www.aquarium-guide.de/temperatur.htm http://www.aquaristik-hilfe.de/system12.htm http://www.strecker24.de/infos/technik_und_zubehoer/die_heizung_im_aquarium.htm http://archiv.korallenriff.de/kuehlenheizen.htm http://www.aq-technik.de/Aquarium-Tipps/aquarium-kuehlung.php http://www.helpster.de/aquarium-temperatur-richtig-einstellen_13038
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di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Ascoltate: ho varie cose da dirvi, non tutte carine, e pochissimo tempo per farlo, visto che ho ancora da comprare i regali di Natale, preparare il cenone di fine anno, inseguire un paio di pulzelle che ho adocchiato nei giorni scorsi, fare delle visite di fine anno a vari colleghi (e soprattutto colleghe) e prepararmi un bel bagnoschiuma natalizio (almeno una volta l’anno ci vuole, come diceva la mia vecchia moglie). Cosa preferite che faccia? Vi mando subito tutti a… o mi allontano cautamente senza dirvi tutto quello che penso di voi? Dalla redazione mi giunge un pizzino… ecco… leggo… capisco… rettifico. Dalla redazione mi suggeriscono di utilizzare toni meno aggressivi, più adeguati al periodo dell’anno che vorrebbe vederci tutti più buoni e, soprattutto, in grado di garantirmi qualche scaglia verde e rossa anche per i primi mesi del prossimo anno. Allora ricominciamo. Carissimi lettori, siamo a fine anno, periodo classicamente dedicato ai resoconti ed ai buoni propositi per il prossimo anno. Il capo ha fatto i suoi auspici personali ed i suoi resoconti (non mi è dato di conoscere ancora il contenuto del suo discorso di fine anno, ma scrive oramai da due settimane e credo di sapere cosa gli passa per la mente) ed io, nel mio piccolo, voglio emularlo. 62
Anzi, prima di fare resoconti del nostro
la rivista potrebbe essere migliorato
operato, voglio parlare del vostro. Ricordo
tenendo conto delle specificità del mezzo
ancora, come fosse oggi, i vostri (legittimi,
elettronico. Anche altre cose potrebbero
per carità!) dubbi delle prime ore: “riusci-
essere migliorate ed i podcast stentano a
rete ad essere obiettivi con le aziende…
partire. Ma vi rendete conto che stiamo
vogliamo partecipare di più e dire la
facendo i salti mortali, senza il supporto
nostra… bisogna non solo parlar bene dei
delle major del mercato acquariofilo? Se
prodotti che funzionano, ma anche male
le aziende più facoltose continuano a pre-
di quelli che non funzionano…”. Ricordo
ferire i ristoranti per spendere i loro quat-
anche i suggerimenti del capo, che vi dice-
trini destinati alla divulgazione, cosa pos-
va di scrivere, di partecipare, di farvi
siamo farci noi? Certo, coi mezzi che
avanti anche con le critiche alla rivista ed
abbiamo, siamo orgogliosi di mostrare i
alle aziende che non vi convincono.
risultati che riusciamo ad ottenere: una
Vediamo cos’è successo nell’ultimo anno.
rivista scientificamente corretta, distinta
Certo, il numero dei lettori è salito in con-
dalle pubblicazioni amatoriali e da quelle
tinuo e questo ci riempie di gioia. Molti
generiche che si trovano sui siti web o in
produttori hanno lavorato benissimo e,
edicola. Inoltre stiamo crescendo, anche
come sempre, altri hanno fatto delle cose
se lentamente, e con l’arrivo di piccoli
che non convincono nessuno. Noi abbiamo
capitali potremo certo proporvi un pro-
fatto la nostra parte, cercando di indicare
dotto sempre più perfezionato.
ogni mese una serie di prodotti interes-
Ma voi? Qual è il vostro ruolo?
santi (i più interessanti che trovavamo in
Correggetemi se sbaglio. Siete appassio-
modo random sul mercato, pur senza fare
nati, cioè gente che si vuole applicare, che
delle classifiche) e ad indicare quelli che
ama partecipare, fare, provare. Dove
appaiono come punti a favore e contro.
siete? Da un anno io mi sgolo da queste
Sbagliando? Forse, ma lo abbiamo fatto
colonne ma avrò ricevuto sì e no tre lette-
come sempre in pieno spirito di coopera-
rine al mio indirizzo di posta elettronica
zione, attendendo eventuali correzioni.
(carassio2@tiscali.it). Dove siete? La mia
Ora tendo l’orecchio dalla vostra parte, per
casella di posta elettronica è tristemente
vedere cosa accade… Il silenzio è desolante.
vuota, eppure è quello il luogo ove potre-
Lasciatemelo dire: siete muti. L’anno scor-
ste postare le vostre esperienze, farci
so abbiamo proposto una inchiesta ed
sapere cosa sentite, come la pensate,
abbiamo cercato di rispondere alle vostre
inviare parolacce a me ed al governo, dare
richieste. Lo abbiamo fatto bene? Certo,
consigli ai vostri colleghi e cercare anime
alcune
gemelle. Invece niente. Ma dove siete?
esili
critiche
sono
arrivate.
Sappiamo bene quali sono i nostri punti
E poi torno ai suggerimenti del capo, sem-
carenti, in base a quello che ci chiedevate.
pre saggi. Ricordo bene che lui, risponden-
Ancora il nostro programma per iPhone
do ad un lettore che si lamentava lascian-
non funziona bene con i sistemi operativi
do intendere che siamo dei pusillanimi,
successivi a quelli usciti prima dell’età
perché non osiamo pubblicare nulla di
della pietra e lo stile con cui impaginiamo
compromettente contro le grandi aziende, 63
disse una cosa del tipo “noi vi diamo spazio.
ma. Il capo è molto più ottimista di me e
Se avete da criticare un prodotto che non vi
cerca di giustificarvi in tutti i modi (lui vi
convince, scrivete e noi pubblicheremo la
ama tutti… io amo solo quelle di voi che
vostra opinione”. Sapete quanti contributi
hanno ciglia lunghe, rossetto e calze a
sono giunti da allora? Nessuno! Nessuno di
rete). Ma io non sono mica un Santo.
voi ha avuto il coraggio di ricordare che le
Insomma, dove siete? Promettete che nel
pompe prodotte da PincoPallo si bruciano
prossimo anno verrete allo scoperto? Mi
dopo due ore. Nessuno ha ritenuto opportu-
giurate che parteciperete alla vita comune
no scrivere che PincoPenco produce un
cercando di produrre qualcosa di positivo
mangime che fa semplicemente schifo.
per diffondere l’hobby nella vostra città e
Allora, visto che voi non rischiate nulla
nel paese tutto? Cominciate subito: aprite
nello scrivere queste cose (tanto, chi vi
word e scrivetemi una letterina. Poi la spe-
conosce?) mentre noi nel pubblicarle
direte al mio indirizzo di posta elettronica
rischiamo la galera, mi spiegate come mai
(sempre lo stesso: carassio2@tiscali.it) ed
non vi mettete mai in discussione?
io prometto che qualsiasi cosa abbiate da
Allora guardiamoci bene negli occhi. Di
dire (beh, a meno che non si tratti di
cosa stiamo parlando? È sin troppo sempli-
bestemmie o roba illegale) la veicolerò
ce criticare a tutto spiano e dire che tanto
facendovi diventare per un mese intero
nessuno avrà mai il coraggio di criticare i
personaggi pubblici. So bene che molti di
filtri della grande azienda del momento.
voi hanno cose meravigliose da proporre.
Poi noi vi diamo spazio per farlo, il secchio,
So quanto grande sia il vostro animo.
la corda, vi indichiamo dov’è l’acqua e vi
Raccontateci la vostra storia e diventate
insegniamo a girare la ruota e voi… sempli-
per il prossimo mese i personaggi del
cemente non ci siete! Insomma, non è per
mese. Ci posso contare?
fare una critica sterile, ma voi come la
Allora fatelo subito, visto che siamo in
vedete? Non vi pare di essere un po’ qua-
periodo vacanziero. Altrimenti mi chiu-
lunquisti? Criticare è facile e mentre par-
derò a riccio, anzi, mi assocerò alle azien-
liamo muoviamo muscoli ben allenati,
de che producono prodotti schifosi. Tanto,
senza sforzo. Ma fare…
chi se ne accorge?
Beh, noi stiamo provando a fare. Abbiamo
Allora, mi promettete di arricchire questa
rimesso un po’ d’ordine tra vari concetti
rubrica a partire da gennaio? Io vi pro-
acquariofili, e cerchiamo ogni mese di pro-
metto di farvi da cassa di risonanza. Di
curarvi degli stimoli divertenti, in modo da
più non posso.
farvi procedere nel vostro hobby, senza
Ed ora mi sento più buono: Auguri a tutti
farvi annoiare. Ma voi, lo ripeto, dove siete?
di Buon Natale, felice Anno Nuovo e,
Sappiamo bene che ogni mese alcune
soprattutto, vi auguro di essere veramen-
migliaia di acquariofili scaricano la rivi-
te protagonisti per l’anno a venire e di
sta. Questo significa che la leggete: altri-
avere tante buone nuove storie da vivere
menti non vi prendereste la briga neppu-
e da raccontare. Buoni acquari a tutti!
re di attendere il download. Ma dopo aver-
Vostro, propositivo
la letta, cosa ci fate? Questo è il mio dilem-
Carassio 64
Aquariophylia in… Dalla poesia “Un’Isola” di Lucetta Frisia Ischia, luglio 2001 La notte sbarcare sull’ isola è prendersi le mani
Una scossa invisibile
per tenersi in equilibrio il porto dondola al buio
che avvertono solo gli uccelli marini e i pesci
sotto le raffiche l’occhio acuto di Donatella la risata
unisce la costa all’isola
di Renato le voci forti e nuove e l’ala di Mercurio
e ai loro mutamenti.
ci spinge avanti eccovi sani e salvi stasera non si vuole niente
Oh la bellezza
è tutto allagato non c’è luce attenti dove mettete i piedi.
nessuna macchia siamo belli e chiari anche noi
Le terrazze si sporgono sul mare e la stanza
accecati da lei
è una tana fresca
che ci punge le pupille
d’ora in poi tutto ci attende
con un bruscolo nero.
siamo sospesi
(…)
in una cartolina da spedire a nessuno. (…)
Per vedere la costa bisogna prendere il largo e poi voltarsi in tempo
Il mare
prima che l’isola fugga.
intorno al mio corpo in festa
Per conoscere altre isole
mi riconduce in un’altra isola
viaggiamo tra i promontori
dove so che andrò a morire
le visioni ruotano e una differenza c’è
perché da sempre ho abitato lì.
se un orizzonte solo non ci basta. Qualcuno ha ricordato Apollo
Qual è il segreto? Mantenere il segreto?
la sua testa sul mare che affiora
E la bellezza è movimento o isola?
mascherata per parlare alla notte.
E la parola di che cosa parla?
Se vedi Ischia nella tua stanza mentre la scrivi ora
Prendi il tuo corpo e lancialo lontano
non è come tornare da lei non è
pesce o alga o altra creatura marina
sentirsi più felici o rimpiangerla
ti guardano mentre sai
è un’altra cosa ancora e ti sorprende, confessalo.
di conquistare una salute difficile:
(…)
guarire o annegare.
da Ritorno alla spiaggia (poesie 2001-2007) (Ediz. La Vita Felice, Milano, 2009). 66
… poesia Lucetta Frisia è l’ospite poetico di questo numero della rubrica coordinata da Mariella Bettarini. Siamo a Natale e vogliamo un po’ distaccarci dalla solita grigia realtà. Niente di meglio di un’isola, allora, fatta di mare, di verde, di spiagge e di terra. Ma anche di luci, sapori ed odori che sprizzano da ogni parola, per farci sentire vicini al mondo naturale… quasi quanto un acquario.
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Dall’antico al moderno: il filtro ad alghe di Stefano C.A.Rossi - terza parte i materiali della tela da ricamo in PVC o altre reticelle analoghe sono lucidi, quindi è molto importante lavorarli manualmente per ottenere una superficie ruvida e “pelosa”. Il metodo migliore è strisciarci sopra ruotandola una sega a tazza: i denti rompono la lucidità della superficie lasciando tutti i pezzetti attaccati, a differenza della carta vetrata. Questo canovaccio plastico preferibilmente deve essere trasparente o bianco traslucido per favorire la diffusione della luce.
Nel numero precedente abbiamo preso in considerazione la “filosofia” del filtro ad alghe ed abbiamo definito i principali vantaggi e svantaggi del suo uso. Questo mese passiamo ad argomenti molto tecnici e concreti e vi accompagneremo passo a passo nella sua realizzazione pratica per il vostro acquario. CARATTERISTICHE TECNICHE Il telo dovrebbe avere una maglia da 1,5 a 4 mm;
Illuminazione con lampada a basso consumo. E’ stato tolto il riflettore per la pulizia. Si nota la crescita algale in corrispondenza del flusso di acqua, purtroppo non omogeneo sulla tela morbida
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Prima pulizia a 10 giorni; la zanzariera usata, morbida, deve essere appoggiata ad una superficie rigida per una corretta pulizia
centimetro di lunghezza del foglio: se il lato attaccato al tubo è di 20 cm allora bastano 1200 litri/ora, se il lato è di 25 cm ne serviranno più di 1500. Tenendo conto della crescita algale, delle incrostazioni e della sporcizia nella pompa è meglio utilizzare una pompa più potente regolabile nel tempo. Il tubo per inserire la rete deve essere almeno di 20 mm di diametro, e bisogna praticare per la lunghezza desiderata una fessura ampia per inserire a sufficienza la reticella. La fessura non deve raggiungere le estremità del tubo, di cui una deve essere chiusa e sigillata mentre l’altra deve portare l’innesto del tubo di mandata dalla pompa. Un fattore critico è l’illuminazione: meglio usare lampade compatte potenti (minimo 46 W reali,
La superficie dello schermo deve essere di almeno 1,64 centimetri quadrati per litro di acqua, quindi una vasca da 300 l necessita di almeno 492 centimetri quadrati di reticella. Ovvero una superficie grande come un foglio da fotocopie formato A4 va più che bene, ancora meglio se illuminata su ambedue le facciate. Il flusso dell’acqua deve essere importante, quantificato minimo in circa 60 litri/ora per ogni
Lo strumento più utile per la pulizia è uno strumento da cucina, la cosiddetta marisa. Il gatto invece non è essenziale
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Con la maturazione nello stesso intervallo di tempo il feltro algale cresce rapidamente di spessore; aumentano le alghe superiori verde brillante. Colori scuri indicano generalmente scarsa luce o ancora molto carico organico in vasca. Il filtro ad alghe impoverendo l’acqua di nitrati e fosfati favorisce l’estrazione degli stessi da rocce e fondo sulla reticella si sviluppano anche alghe superiori, soprattutto ulvacee a foglia stretta. Ora dagli States arriva anche una nuova versione immersa in vasca, ma non è mai stata sperimentata da noi e quindi per il momento non ne parleremo riservandoci di farlo almeno dopo i primi esperimenti. A prima vista riduce l’evaporazione ma probabilmente causa più riscaldamento diretto della vasca, quindi andrà testata con le dovute cautele. PRO E CONTRO In generale tutti i cultori di invertebrati azooxantellati sia tropicali che di acque fredde hanno trovato beneficio da questa tecnica utilizzata al posto dello schiumatoio. Nell’acquario mediterraneo le prime esperienze stanno dando risultati nettamente positivi: importante abbattimento del carico organico in vasca, dei nitrati, dei fosfati, regressione delle filamentose, pH più stabile. L’unico neo, non banale, è che con le alte temperature estive questo sistema mette a durissima prova gli impianti di refrigerazione mentre, d’inverno, è facilitata l’evaporazione quindi va tenuta sotto controllo con più costanza l’evaporazione. Secondo i cultori statunitensi l’ATS consente di eliminare definitivamente lo schiumatoio consentendo la circolazione in vasca di grandissime quantità di cibo e l’assorbimento contemporaneo degli inquinanti: è vero, ed è provato anche dal fiorire di animali filtratori nel microcosmo delle vasche. Le alghe inoltre forniscono attivamente ossigeno, e tarando i tempi dell’illuminazione possono fornirlo anche di notte stabilizzando fortemente il pH. Tuttavia non mi sento di consigliare definitivamente l’abbandono dello schiumatoio perché in condizioni di emergenza fa miracoli. Certamente ne è possibile un uso molto più parsimonioso, e questo non vuol dire che si
ma ce ne sono da 80 e da 120 W proprio per la coltivazione in interni) oppure led con lunghezze d’onda spostate verso il rosso, a bassa temperatura colore (es 2700°K): si sono dimostrati i più efficaci e più economici. La reticella deve avere la sua base immersa in acqua per evitare rumore e molti schizzi. Un buon ciclo di luce/buio per iniziare è 18 ore di luce e 6 ore di buio, da regolare in funzione della crescita. Nella gestione è importante che ci sia un periodo di oscurità perché ciò è necessario al metabolismo vegetale. Si può anche provare, una volta avviata, a modulare in modo diverso i due periodi per verificare se è possibile ottenere miglioramenti. In vasche mediterranee servono normalmente tempi un po’ più lunghi rispetto a quelle tropicali, quindi la “potatura” si andrà ad effettuare ogni 10-15 giorni invece che tutte le settimane. Inizialmente, con grande carico organico e poca luce, potranno svilupparsi anche spesse gelatine di cianobatteri: ma è tutto export, e dopo un paio di grattate le alghe vere e proprie prenderanno il sopravvento. Quando la situazione è buona, 70
Lunghe alghe nastriformi, verosimilmente della famiglia delle Ulvacee, che si sviluppano frequentemente negli ATS mediterranei debba usare uno strumento scadente. Nel caso vada sospeso l’ATS a causa della temperatura allora lo schiumatoio diventa fondamentale, ed è pronto subito. Bisogna poi tener presente che una reticella grattata ricomincia a produrre alghe (e ad assorbire nutrienti) molto rapidamente; se invece è necessario sostituirla perché danneggiata (accade facilmente con le zanzariere in fibra di vetro ad esempio) allora la capacità filtrante cessa fino alla ricolonizzazione, e anche in questo caso lo schiumatoio diviene importante. Le grandi battaglie di posizione su questo argomento per me sono inutili. Possiamo certamente dire che non sappiamo ancora sulla lunga durata quanto sia affidabile il sistema nell’ambiente mediterraneo, ma certamente abbiamo raccolto testimonianze che ci
sottolineano che più la biodiversità di un piccolo ecosistema ristretto è alta più il sistema è stabile, e una importante biomassa vegetale rappresenta la base della piramide. Se ciò normalmente in vasca non è un bello spettacolo a vedersi, allora favorirlo in un apparato specifico e di facile realizzazione rappresenta la soluzione ideale per stabilizzare il nostro mondo acquatico. Per maggiori informazioni: www.aiamitalia.it
Prosegue la sperimentazione: la zanzariera è sostituita da una rete a maglia più larga, più rigida. E’ stata adeguatamente irruvidita come si vede tra le maglie in controluce. I filamenti algali sono stati inseriti come innesti per accelerare il processo di colonizzazione del nuovo supporto
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In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
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A.I.K. ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH
Il 2012 è stato il ventennale dalla fondazione informale di AIK, quando un gruppo di amici appassionati di acquariofilia e ancora di più dello stesso tipo di pesce, si sono trovati e hanno buttato le basi di quella che è oggi una delle storiche e vitali associazioni italiane! Il numero degli associati negli ultimi anni è aumentato, come pure i contributi dei nuovi soci non sono mancati con commenti, articoli, foto, …speriamo che non si fermino, sono la linfa vera dell’associazione! Quest’anno i due eventi organizzati sono stati un successo, pertanto speriamo di organizzarne di più nel 2013, magari in località dove non siamo mai stati presenti con un evento. Abbiamo già fissato le date per il 21mo congresso, che si svolgerà sempre ad Albinea (RE) il 25 e 26 maggio 2013. Nell’augurarvi delle serene feste natalizie e un BELLISSIMO 2013 vi mando i più cordiali saluti. Stefano Valdesalici
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A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Cari Soci, simpatizzanti AIB e semplici appassionati bettofili, il 2012 volge ormai al termine e vogliamo invitarvi a iscrivervi all’Associazione Italiana Betta o nel caso foste già iscritti a rinnovare per il 2013. La quota associativa resta invariata: Junior (minori di 18 anni) 10 euro Standard 20 euro Famiglia 30 euro Sostenitore 50 euro il pagamento può essere fatto tramite: - ricarica paypal info@aibetta.it - bonifico bancario ad Associazione Italiana Betta IBAN: IT66L0316501600000011708354 Ne approfittiamo per ricordarvi quali sono i vantaggi dell’iscrizione all’Associazione Italiana Betta e le attività portate a termine in questo secondo anno di vita. Sconti riservati ai soci: una lista in continuo aggiornamento di aziende del settore che offrono sconti ai soci AIB. Condivisione/Scambio Betta: la possibilità per i nuovi e vecchi soci di entrare in possesso gratuitamente di esemplari di Betta splendens “show” di allevamenti Italiani per iniziare o continuare con l’allevamento selettivo. Eventi 2012 - 24-25 Marzo - Pavia: I Simposio AIB con esposizione Betta splendens selezionati e specie non selezionate. - 22 Aprile - Chieti: Una domenica con i Betta, esposizione Betta splendens selezionati e conferenza su Betta di selezione e non selezionati, in collaborazione con Associazione Acquariofili Abruzzese. - 8-10 Giugno - Ranco (VA): II Italian Betta Show, la seconda edizione del primo campionato italiano riconosciuto IBC, in mostra oltre 200 Betta splendens “show” e numerose specie non selezionate allevate in Italia. - 17 Giugno - Ozzano dell’Emilia (BO): AIB @Squamata 2012, Esposizione di Betta splendens show. - 6-7 Ottobre - Cesena: Acquabeach, AIB ha partecipato alla fiera del settore più importante d’Italia con un grande stand, dove sono state esposte 12 specie di Betta non selezionati, oltre 100 Betta splendens “show”, oltre a vasche e poster didattici. Un grandissimo lavoro ripagato dall’entusiasmo del pubblico che l’ha definito uno degli stand più belli dell’intera fiera! Partecipazione in concorsi all’estero Aqua-Fisch 2012, Friedrichshafen, Germania Holland Betta Show 2012, Arcen, Olanda Gli allevatori AIB quest’anno si sono affermati tra i “BIG” Europei, collezionando 58 premi di categoria negli show IBC e Bettas4all e portando in Italia addirittura l’ambitissimo premio “Best Europen Breeder”! 74
Sito internet, forum e comunicazioni con l’esterno Il nostro sito internet www.aibetta.it vanta decine di articoli originali scritti dai soci stessi, ed inoltre numerosi articoli di allevatori stranieri tradotti con il consenso dell’autore in lingua Italiana. Il forum, con oltre 50 mila post inseriti, 600 iscritti e una media di 80 post il giorno, è diventato il più grande forum italiano dedicato al Betta splendens. AIB redige inoltre un proprio bollettino online, “Bettazine” con uscita ogni 3/4 mesi e collabora attivamente con la rivista online Aquariophylia, la rivista cartacea “Il mio Acquario” oltre che con i più importanti forum internazionali come Bettas4all, JuraBetta e KampffischFreund. Da quest’anno è iniziata anche la collaborazione con l’associazione Francese CIL-IBSC, con la quale vogliamo portare ad un livello successivo il discorso di mantenimento delle specie non selezionate. Vi comunichiamo, in anteprima, che per i giorni 10-11-12 maggio 2013 sempre a Ranco (VA), si terrà il III Italian Betta Show, ancora una volta riconosciuto dall’International Betta Congress, al quale vi invitiamo a partecipare numerosi. Inoltre per l’autunno 2013 è prevista una nuova, grande sorpresa... ma di questo vi parleremo più avanti! Quello di cui siamo più fieri, anno dopo anno, è di aver creato un grande gruppo di amici che vive quotidianamente la propria passione scambiandosi consigli, esperienze ed esemplari, per migliorare il livello dell’allevamento selettivo di Betta splendens in Italia. Fieri e consapevoli di aver fatto e di fare ancora tanto, in barba alle invidie, gelosie e alle spietate logiche di mercato con cui ci siamo venuti troppo spesso a scontrare in questi mesi, vi chiediamo di rinnovare la vostra adesione all’AIB per aiutarla ancora a crescere. Il direttivo AIB Betta dell’anno 2012 Sono aperte fino al 1° gennaio 2013 le votazioni per il “Betta dell’anno 2012”... in gara ben 20 stupendi Betta rigorosamente allevati in Italia! Venite nel nostro forum www.bettaforum.it e scegliete il vostro preferito!
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BETTAITALIA.IT Un caloroso saluto ai lettori di Aquariophylia, anche questo mese siamo presenti con una nostra pagina! Abbiamo tante novità da comunicarvi, ma per prima cosa vogliamo ricordarvi i nostri link dove potrete seguirci: Il nostro sito internet, BettaItalia.it: www.bettaitalia.it Il nostro forum, BettaForum Italia: www.bettaitalia.it/bettaforum Il nostro canale Video su YouTube: www.youtube.com/BettaItaliaVideo La nostra pagina Facebook: www.facebook.com/BettaItalia.it Il nostro profilo Facebook: http://www.facebook.com/betta.italia La nostra e-mail: info@bettaitalia.it Dal 15/11/2012 al 15/12/2012 si è svolta sul nostro forum l’esposizione fotografica intitolata: “Betta... fatte fà fà ‘na foto”, che ha riscosso grande successo con ben 36 foto iscritte, e non è finita qui! Infatti, dal 1° Gennaio, partirà la prima di una lunga serie di esposizioni fotografiche dedicate ai Betta e che si terranno per tutto il 2013 sul nostro forum: Scatta il Betta del “mese”. Questo mese l’esposizione fotografica si chiamerà: Scatta il Betta di Gennaio! Le iscrizioni saranno gratuite, e saranno aperte dal 01/01/2013 al 15/01/2013. L’esposizione fotografica è organizzata con la collaborazione di Tetra (www.tetra.com/it) e del negozio online Terracquario.com (www.terracquario.com), i quali ci hanno offerto gentilmente degli omaggi da regalare ad alcuni partecipanti. Per maggiori informazioni non dovete che seguirci sul nostro forum, dove troverete il regolamento con tutte le indicazioni per esporre la vostra foto: quella più gradita dai nostri utenti diventerà la foto del mese di Gennaio! 1 - Maschio di pkhm orange dragon 2 - Abbraccio pkhm orange dragon 3-4 - Piccoli di pkhm orange dragon
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Un’altra bella notizia che vogliamo comunicarvi, è che la prestigiosa associazione Italiana dedicata ai Betta “AMBI” (Associazione Mediterranea Bettofili Italiani), ha scelto il nostro attivissimo forum come suo Forum ufficiale! Siamo felicissimi di ospitarla e cogliamo l’occasione per ringraziare ufficialmente l’AMBI per questa preziosa collaborazione. Vi segnaliamo il loro sito: www.ambibetta.it. Vi avvisiamo che si è anche aperta la campagna adesioni 2013, quindi consigliamo a tutti di iscriversi a questa bellissima associazione e di diventarne soci. Betta, L’Esperto Risponde Da questo mese apriremo su questo nostro spazio una nuova rubrica intitolata “Betta, l’Esperto Risponde”. Fra tutti gli utenti che ci scriveranno domande via e-mail o sul nostro forum, ne sceglieremo una da pubblicare qui. Sceglieremo la domanda da pubblicare fra quelle che ci vengono fatte più spesso, prediligendo ovviamente domande brevi alle quali si può rispondere brevemente, dato il poco spazio a disposizione. Uno dei nostri esperti risponderà, come fatto per la domanda che pubblichiamo oggi. Valeria da Udine ci chiede (domanda ricevuta via e-mail): “Ho un acquario di comunità da 50 litri, con filtro interno e riscaldatore, ho vari pesci fra cui rasbore, petitella, ancistrus e corydoras, ho anche 2 ampullarie e varie caridine. Nella vasca tengo una coppia di Betta splendens, vedevo da qualche giorno che il maschio faceva un nido sotto una foglia e oggi ho assistito alla deposizione delle uova, ora che devo fare?” La risposta del nostro Esperto: Ciao Valeria, far accoppiare dei Betta splendens in un acquario di comunità non è la cosa ideale, specialmente se, come hai detto, c’è un filtro a motore. Le uova, in particolare durante la notte, potrebbero essere predate sia dalle lumache sia dagli altri pesci, o ancor peggio finire risucchiate dal filtro e la stessa sorte spetterebbe sicuramente anche alle poche larve che riuscirebbero a nascere. Ti consiglio quindi di preparare una vasca (anche di pochi litri) con dell’acqua che ha le stesse caratteristiche chimico-fisiche di quella dell’acquario. Prendi dolcemente tutto il nido con un contenitore (tipo una piccola vaschetta di gelato), cercando di prendere tutte le uova e inseriscilo nella vasca che hai preparato. La vasca che useremo come nursery deve avere almeno un riscaldatore e un aeratore. Aspetta almeno 48 ore e se tutto è andato bene vedrai qualche codina muoversi. Per concludere, vi vogliamo far vedere alcune foto dei numerosi accoppiamenti, che stanno effettuando i nostri utenti, grazie ai consigli dei nostri esperti che li seguono passo passo. Oggi vi facciamo vedere le foto dell’utente Claudio, che ha accoppiato una bellissima coppia di Betta splendens pkhm orange dragon. Infine vi diamo appuntamento al prossimo numero di Aquariophylia, dove continueremo a tenervi aggiornati sulle nostre attività. Vi aspettiamo come sempre sul nostro sito, ricordandovi che iscriversi e partecipare al forum è gratuito, e agli utenti iscritti regaliamo su richiesta inoculi di mangime vivo come dafnie, ostracodi, grindal, anguillole dell’aceto, cyclops, microworms ecc ecc (in base alla disponibilità), e innesti di piante varie. Lo Staff di BettaItalia.it con l’occasione augura un felice 2013 a tutti i lettori di Aquariophylia e alla redazione, Tanti Auguri a Tutti! Foto di Claudio Di Pietro
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G.A.S. GRUPPO ACQUARIOFILO SALENTINO Presentazione dell’Annuario GAS 2012 Cari amici, anche il 13° anno di vita del Gruppo Acquariofilo Salentino (G.A.S.) è alle nostre spalle. Il 2012 è stato un anno ricco di appuntamenti ed attività che hanno visto protagonisti i soci e simpatizzanti della nostra associazione ed i loro acquari. Per “festeggiare” la fine del 2012 e l’inizio del nuovo anno, abbiamo pensato di fare un regalo a tutti i nostri lettori che, a migliaia, ci seguono attraverso il sito ufficiale e la pagina facebook. Il sito G.A.S. che, lo ricordiamo, è stato sottoposto a restyling nell’ Agosto del 2011 ha, nel corso dell’ultimo anno, totalizzato oltre 20.000 visite e 200.000 pagine lette. La pagina di facebook vanta ad oggi oltre 4.000 amici da tutto il mondo che seguono le nostre attività con interesse ed assiduità. Grazie a questi strumenti telematici, la nostra associazione ha rafforzato i contatti nazionali ed internazionali con altre realtà del settore, riconfermando il suo ruolo leader nel gotha dei club attivi e promotori della cultura acquariofila a 360°. Il volume che vi state accingendo a leggere è una raccolta di articoli pubblicati sul nostro sito nel corso dei 366 giorni che hanno scandito l’anno ormai alle spalle e che testimoniano le attività svolte dalla nostra associazione nel corso del 2012. Oltre alle pubblicazioni già presenti sul sito, abbiamo voluto aggiungere alcuni articoli ancora inediti e che dunque vedono luce proprio con questo primo numero dell’Annuario. È infatti nostra intenzione proseguire questo progetto anche in futuro, pubblicando nel periodo natalizio i nuovi volumi che prenderanno forma nel corso di ogni anno. Ci auguriamo che i prossimi numeri siano sempre più ricchi di contenuti e che i nostri lettori abbiano voglia di sottoporre loro inediti che, oltre ad essere pubblicati sul sito del G.A.S., verranno automaticamente inclusi nel nuovo annuario di fine anno. È inoltre nostra ferma intenzione pubblicare anche una raccolta “retrodatata” che comprenderà tutti gli articoli pubblicati sul nostro sito negli anni precedenti al 2012. La raccolta andrà così ad affiancare il presente volume e, come quest’ultimo, potrà essere scaricata gratuitamente dal sito ufficiale dell’associazione www.gasonline.org al link http://www.gas-online.org/wp-content/uploads/2012/12/AnnuarioGAS-2012.pdf Cogliamo infine l’occasione per Augurare a tutti voi, amici lettori e simpatizzanti G.A.S., un Sereno Nuovo Anno all’insegna della passione per gli acquari e per la Natura. Continuate a seguirci e supportate le nostre iniziative! Alla prossima. I soci G.A.S. 78
MAREVIVO
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Fai-Da-Te Costruiamo un diffusore di CO2 Utilizzando un tassello di legno di Mauro Dessi Erano giorni che cercavo il famigerato legno di tiglio, proprio non riuscivo a trovarlo, allora ho provato con un tassello di legno, quello per unire i mobili! Mi sono informato ed ho scoperto che sono fatti in Faggio. Avevo notato che non sono stato l’unico a farlo ovviamente, ma siccome sono nato tipo con due mani sinistre per quanto riguarda il fai-da-te ho deciso di provarci e di scattare qualche foto così che qualche altro impedito come me (di sicuro ce ne sono altri: non posso essere l’unico!) potrà usufruirne. Allora, il materiale occorrente per realizzare quest’opera semplice ma ingegnosa è il seguente: 1 accendino 1 tassello di legno (ovviamente!) 1 pezzetto di tubo morbido da aeratore 1-2 fascette di plastica per bloccaggi
Tassello vicino a moneta da autolavaggio
tubo di plastica, si potrà usare un accendino per scaldare la plastica quanto basta a renderla un po’ più elastica e malleabile. Eventualmente l’opera sull’estremità del tassello potrà essere completata, o realizzata completamente, utilizzando della carta vetrata. Con un po’ di olio di gomito, infatti, si riesce ad assottigliare l’estremità del tassello sino a renderla della misura adeguata ad entrare nel tubicino dell’aria. In questo modo, peraltro, la finitura è liscia ed evita che una superficie non regolare possa produrre fuoriuscite d’aria dai lembi del tubo. Per maggiore sicurezza e tenuta ho preferito usare due fascette per cavi, strette all’estremità
REALIZZAZIONE PRATICA Prima di tutto, con un taglierino (attenti a non ferirvi), ho praticato un’incisione ad un centimetro dalla fine del tassello. Poi, sempre con il taglierino (attenzione ancora a non ferirvi: queste operazioni potrebbero essere pericolose e vanno eseguite da persone adulte ed esperte) l’ho scalfito esternamente, ad una estremità, in modo da farlo entrare nel tubo dell’aeratore. Nel caso sia necessaria molta fatica per infilare il tassello nel 80
Una possibile ulteriore implementazione Volendo utilizzare questi tasselli come pietra porosa potrebbe essere utile aumentare la superficie di impatto del gas, per ottenere una maggiore permeabilità. In questo caso, se si è abbastanza esperti, si potrà fissare il tassello dentro un blocco di legno, in un foro di dimensioni adeguate, in modo da poterlo ulteriormente lavorare. Con un Dremel od altro trapano adeguato, si potrà quindi praticare verticalmente un foro per circa 2/3 della lunghezza, così da creare al suo interno un vano cilindrico nel quale sarà insufflato il gas (ad esempio l’aria proveniente da un aeratore). Al termine si potrà persino inserire in questo foro, per qualche millimetro, un tubicino rigido da aria lungo un cm o poco più, da fissare poi con una goccia di cianoacrilato (collante Attack). All’estremità opposta del tubicino si potrà poi fissare un tubo morbido da aria. In questo modo avremo realizzato una vera e propria pietra porosa multi-funzione, da usare per diffondere bollicine sottili (come nel caso degli schiumatoi) e, data la buona permeabilità del legno e lo spessore sottile dell’intercapedine (dopo aver praticato il foro col trapano) anche il flusso potrà essere molto sostenuto.
Il tassello montato nel tubo e fissato con le fascette del tubo, in modo da garantire la tenuta, ma se la superficie è liscia, regolare e di diametro adeguato, così da aderire perfettamente al tubicino di gomma, si può anche pensare di farne a meno, se la pressione di CO2 da applicare non è eccessiva. In ogni caso si tratta di una precauzione che terrei in conto, perché generalmente la CO2 viene erogata sotto pressione ed il legno applicato produce un notevole rallentamento del flusso di gas. Le bolle prodotte, come si vede nelle foto, saranno piccolissime e faranno fatica ad arrivare in superfice, disciogliendosi prima. Nel mio caso l’85-90% delle bolle viene disciolta completamente prima di raggiungere la superficie dell’acqua. Considerato il costo irrisorio di questa semplice realizzazione (2 euro per un sacchetto pieno di tasselli, più pochi spiccioli per tubicino dell’aria e fascette) e la durata media di un tassello in acquario, che va da 3 fino a 6 mesi o più (!), mi sembra una buona alternativa ai classici diffusori ceramici! Dopo tutto il fai da te serve anche per risparmiare, oltre che per la gioia di realizzare delle cose da soli! Io lo uso per la diffusione della CO2, ma non escludo che la stessa possa essere usata come pietra porosa per la diffusione di aria, oppure per costruire o modificare un classico schiumatoio con pietra porosa. Nel mio caso, il tubicino di gomma è stato nascosto fissandolo dietro alcune rocce presenti in acquario, in modo
che il fascio di sottili bollicine di gas carbonico salga parallelamente alla superficie della roccia, creando anche un piacevole effetto visivo. Le idee in proposito possono essere numerose e sarà bello sapere come avete sfruttato questa idea nel vostro acquario.
Risultato finale e microbolle
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LE SCHEDE DEL Murice Hexaplex trunculus (Linneo 1758) A cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa Foto di Fabio Russo Phylum: Molluschi Classe: Gasteropodi Sottoclasse: Prosobranchi Famiglia: Muricidi Descrizione: uno dei più noti molluschi del Mediterraneo. La conchiglia è grande, massiccia, globosa e tendenzialmente a forma di fuso, composta da 6-7 giri disposti a gradini. Protuberanze incrociate con fasce spirali e provviste di tubercoli. Colore della conchiglia è grigiastro beige, talvolta con striature più chiare. Dimesioni Sino ad un massimo di 10 cm di lunghezza, in media fra 6 e 8. Habitat: praticamente presente ovunque, dai fondi sedimentari, a quelli rocciosi sino al fitto della prateria di Posidonia. Biologia: Carnivoro, si nutre di invertebrati e molluschi, soprattutto bivalvi che apre con una estenuante prova di forza divaricando le valve. Come gli altri murici è anche rischioso per organismi moribondi, che attacca con aggressività, ed è un divoratore di cadaveri. La riproduzione avviene fra maggio e giugno, periodo durante il quale le uova vengono deposte in nidamenti bianchi spugnosi. Sin dall’antichità anche da questa specie (come da altre specie di murici) si estraeva la porpora con la quale si coloravano le stoffe più preziose. Ambiente in vasca: Ambiente roccioso/sabbioso Illuminazione: Tollera illuminazione Temperatura: Può sopportare per brevi periodi T° superiori ai 28 °C Osservazioni: Un vero e proprio girovago della vasca, l’ambiente ideale per questo mollusco è roccioso, però è importante che la rocciata sia stabile, altrimenti si incuneandosi tra due rocce la sua forza può provocare crolli. Non ama molto la luce, infatti ama nascondersi tra gli anfratti. Lo si può definire anche un buono spazzino dato che spesso lo si può trovare a cibarsi di qualche rimanenza di alimenti immessi in vasca Cure: Parametri chimici buoni Alimentazione: Accetta qualsiasi tipo di alimento fresco, liofilizzato o a scaglie. Incompatibilità: Da prestare attenzione se in vasca si hanno bivalvi, dei quali è particolarmente ghiotto. 82
MEDITERRANEO
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Info: http://www.korallen-zucht.de/files/guida_zeovit_v1.02_italiano.pdf
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA integratori
Korallen zucht Amino acid concentrate: crescita e colori
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L’alimentazione completa e bilanciata dei nostri acquari è parte importante della corretta gestione degli stessi. Feuerbach asseriva: noi siamo quel che mangiamo. A questo proposito si ripropone ciclicamente la problematica relativa alla corretta alimentazione dei nostri coralli a polipo piccolo (generi Acropora, Montipora, Seriatopora ecc.):
Questi amminoacidi attivano le capacità predatorie dei nostri coralli e fungono allo stesso tempo da alimento diretto, tramite assorbimento cutaneo, per coralli SPS e molli. Non abbiamo osservato, durante il test, un aumento della concentrazione di alghe del genere Zooxanthella nel tessuto dei nostri coralli
come alimentarli al meglio? La Korallen zucht è oramai leader mondiale nel settore dell’acquariofilia marina: il metodo Zeovit, da loro ideato e sviluppato, è stato uno dei primi sistemi a proliferazione batterica sul mercato ed è oramai sicuramente uno dei più diffusi e utilizzati. All’interno del protocollo di gestione della Korallen zucht trova posto un particolare alimento che abbiamo avuto la fortuna di testare: l’ami-
Prodotto che reputiamo debba essere conservato in frigo al fine di permettere una migliore conservazione dello stesso dopo l’apertura
noacid concentrate. Altro non è che un complesso amminoacidico utilissimo come alimentazione sia primaria che secondaria del corallo. Può essere utilizzato infatti come alimento primario su coralli a “polipo piccolo” e su coralli “molli” dei generi Discosoma, Rhodactis, Xenia ecc.; può inoltre essere utilizzato come alimento complementare su tutta una serie di coralli a “polipo largo” (appartenenti ad esempio ai generi Caulastrea, Catalaphyllia , Nemenzophyllia ecc. ) semplicemente integrandolo al loro normale alimento granulato o congelato. La prima reazione che abbiamo osservato subito dopo la somministrazione è una notevole estroflessione degli animali: parte della dieta dei nostri coralli zooxantel-
e con un sistema immunitario funzionante, che si
lati è data dall’alimentazione eterotrofa, cioè dalla
traduce in una maggiore resistenza a parassiti e
predazione attiva di piccoli organismi planctonici
patologie. Dai nostri test abbiamo osservato che
o la captazione della cosiddetta neve marina, e
anche molti azooxantellati , come era giusto
gli amminoacidi della Korallen zucht stimolano il
aspettarsi, rispondono bene agli amminoacidi
corallo a estroflettere i propri tentacoli in cerca di
della Korallen: attualmente infatti siamo soliti uti-
tale cibo. Ciò permette non solo una migliore
lizzare il suddetto prodotto al fine di “forzare” l’e-
captazione dell’alimento successivamente dosa-
stroflessione di una piccola colonia di Tubastrea
to, ma gli amminoacidi si pongono essi stessi
coccinea,da noi ospitata in una dei nostri acqua-
come un alimento attivamente captato grazie al
ri, che può essere quindi successivamente facil-
muco cutaneo del corallo. Un muco cutaneo
mente alimentata con mangime granulato o liofi-
abbondante è tipico di un corallo ben alimentato
lizzato di varia natura. 87
Info:http://www.dennerle.eu/global/index.php?option=com_content&view=article&i d=493%3Astinging-nettle-stixx&catid=132%3Afor-all-species&Itemid=290&lang=it
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA alimentazione
Dennerle Crusta Brennessel Stixx:
l’ortica per i nostri gamberetti?
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Il mondo dei caridinai, nato da pochissimi anni, è divenuto parte importante del mercato acquariofilo: bassi costi di manutenzione e ingombro, una difficoltà sicuramente contenuta e risultati soddisfacenti ne fanno una delle principali vie per avvicinarsi all’acquariofilia dolce. Ospiti principali sono ovviamente le Caridine e Neocaridine, gamberetti di fiume molto colorati e facili da Mangime ricchissimo in sali minerali e carotenoidi, non si sfalda e resta compatto
riprodurre. La Dennerle è sicuramente l’azienda maggiormente impegnata su questo fronte e anno dopo anno è riuscita ad imporsi in assoluto come punto di riferimento, sia per quanto riguarda le attrezzature sia per il reparto mangimistica. L’alimentazione di suddetti gamberi è uno dei
Non è un mangime completo. Va integrato con mangimi formulati a partire da sfarinati di pesce, crostaceo, mollusco o alghe. Non è molto apprezzato dai gamberetti
punti fondamentali per un corretto allevamento: una dieta bilanciata, completa e arricchita migliora la fitness di crescita e di riproduzione nonché le colorazioni. La Dennerle produce due tipologie di mangimi per gamberi: da un lato dei pellet di alghe marine e di acqua dolce, dall’altro mangimi formulati a partire da estratti di piante terrestri. Abbiamo testato il Crusta Brennessel Stixx, un mangime in pellet il cui ingrediente unico è l’ortica (Urtica dioica)! Già conosciuta come integratore ad uso umano, l’ortica approda infatti nella mangimista del settore grazie all’elevata concentrazione di sali minerali e di vitamine, fondamentali nella dieta dei nostri ospiti. Dosata in acquario, è evidente come il mangime
nati a gamberetti, formulati da fonti marine o di
sia non molto appetibile per Neocaridina hetero-
acqua dolce: molti elementi, fondamentali per lo
poda var. “Red Cherry Sakura”: gli animali, incu-
sviluppo dei crostacei, sono carenti nelle piante
riositi dal mangime, esploravano e testavano il
del genere Urtica. Basti pensare a tutta una serie
mangime più volte senza alimentarsene mai a
di acidi grassi polinsaturi detti omega 3 (PUFA n-
sazietà. Il pellet, di contro, rimane compatto e,
3) assolutamente assenti in molte piante terrestri
quando inevitabilmente iniziano processi degra-
ma di cui sono ricchissime, ad esempio, le alghe
dativi, non sembra disciogliersi direttamente in
marine e di acqua dolce.
acqua ma tende a formare una polvere grossola-
Consigliamo quindi l’utilizzo di questo pellettato
na sul fondo ove i gamberetti continuano ad ali-
in associazione con un cibo base ricavato da
mentarsi. A nostro parere però questo pellet è un
sfarinati di animali marini o di macro/microalghe
alimento che andrebbe usato unicamente come
al fine di completare e perfezionare al meglio la
integratore per tutta una serie di mangimi desti-
dieta dei vostri ospiti. 89
Info: http://ecotechmarine.com/products/radion/radion-xr30w-pro/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA illuminazione
Ecotech Marine Radion XR30W pro:
l’era degli ultravioletti
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Non molto tempo fa (Gennaio 2012) abbiamo recensito la plafoniera a LED Radion XR30w prodotta dalla americana Ecotech Marine. Dalle nostre prove è risultata una delle migliori plafoniere a diodo del mercato e, non a caso, è uno dei prodotti di fascia alta più venduti nell’anno solare 2012. Oggi abbiamo avuto la fortuna di essere presenti alla presentazione della nuova Radion XR30w Pro : sotto una struttura molto simile si nasconde una plafoniera del tutto innovativa: nuovi led e soluzioni per vecchi problemi. Innanzitutto in questa nuova versione hanno risolto la problematica principale che affliggeva la vecchia Radion: la ventola finalmente è IP55, cioè è garantita per essere a resistente all’aerosol marino rendendo la plafoniera finalmente affidabile. Sono stati aggiunti alcuni led al fine di completare lo spettro di emissione della plafoniera: 2 led gialli da 3 watt (Osram 590nm), 4 led indigo da 2,5 watt (SemiLEDs 415nm) e 4 led con emissione verso l’ultravioletto da 2,5 watt (4 SemiLEDs 405nm). A questi si aggiungono i led della vecchia configurazione: 8 Cree XT-E bianchi (5watt ), 4 iper-rosso (660nm 3 watt), 4 Cree XP-E verdi (520nm 3 watt), 8 Cree XP-E Blue (468nm 3 watt) e 8 Cree XT-E Royal Blue (442nm 5watt). L’utilizzo di led con emissioni tendenti all’ultravioletto è da tempo un cruccio dagli addetti al settore poiché sembra stimolare i coralli a polipo piccolo alla produzione di particolari proteine, dette cromoproteine, utili al corallo stesso come difesa dalla luce. Ciò si traduce per l’acquariofilo in un corallo colorato anche a luci spente a differenza di quanto avviene durante la stimolazione di luci attiniche. Le dimensioni sono rimaste le stesse: lunghezza 30 centimetri, larghezza 18 centimetri per uno spessore di soli 4 centimetri. Il consumo nominale totale della plafoniera è aumentato, da 130 a 155 watt, per l’aggiunta dei nuovi led. La plafo inoltre presenta lenti tutte nuove che, già a breve distanza dal punto di emissione, miscelano in
Spettro ancora più completo. Risolti i problemi che affliggevano il precedente modello
Il prezzo è lievitato e rende la plafoniera decisamente più costosa!
modo ottimale i led di diverso colore e permettono una penetrazione anche negli acquari più alti. È possibile scegliere tra numerosissimi parametri di illuminazione: intensità della luce, cicli giorno/notte, fasi lunari, gradazione Kelvin della luce emessa ecc. La copertura rispetto al precedente modello è simile ma la maggiore capacità di penetrazione permette un montaggio a maggior distanza dall’acquario cosa che da un lato minimizza l’impatto dell’aerosol marino sui circuiti della plafoniera, dall’altro permette di espandere la copertura della plafoniera con perdite minime di luce. Unica nota dolente il prezzo che è lievitato rispetto al precedente modello di circa il 30 %. 91
integratori e biocondizionatori
Info: http://www.seachem.it/Products/product_pages/CupriSorb.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Seachem CupriSorb: il rame non è più un nemico 92
Il rame è un elemento molto diffuso in acquariofilia: esso infatti è utilizzato come fertilizzante, medicamento e lumachicida. Il problema principale risiede nella impossibilità di eliminare completamente tale elemento in seguito al trattamento diretto in acquario: il rame infatti tenderà a Prodotto efficace in acqua marina e dolce anche su rame chelato. Può assorbire in parte altri metalli pesanti. Può essere rigenerato ripetutamente
sedimentare nella sabbia/ghiaia del fondo per poi tornare in soluzione nel lungo periodo. Considerato che il carbone non ha la capacità di eliminare tale elemento e che i cambi d’acqua non sono risolutivi, l’unica soluzione era quella di trattare gli animali del proprio acquario in una vasca dedicata: pescarli , spostarli in una vasca
L’elevato costo di acquisto è ampiamente giustificato dalla qualità della resina e dalla possibilità di questa di essere rigenerata
di servizio e applicare il medicamento ha spesso come risultato un ulteriore stress in animali già debilitati ampiamente dalla patologia. Come eliminare quindi tale elemento in modo sicuro dai nostri acquari? La Seachem a questo proposito ha da tempo immesso sul mercato il CupriSorb, un prodotto poco conosciuto ma utilissimo al nostro scopo. CupriSorb è una resina adsorbente capace infatti di eliminare rame e altri metalli pesanti dall’acqua sia marina, sia dolce. La capacità di eliminare tali elementi non è inficiata inoltre da eventuali
muriatico) in una zona ben areata, un lavaggio e
sostanze chelanti. Queste sono le vere caratteri-
un processo di eliminazione dell’acido tramite un
stiche innovative di tale resina prodotta dalla
normale bicarbonato.
Seachem: altre resine infatti non sono in grado di
Il prodotto può essere utilizzato in un normalissi-
eliminare sostanze chelate e risultano del tutto
mo filtro esterno o in un filtro interno a parete:
inefficaci in acqua marina. La saturazione della
come tutti i sistemi di filtrazione essi lavorano
resina viene evidenziata da un cambio di colora-
meglio se attraversati dall’acqua. Evitate quindi
zione che vira dall’arancione al blu scuro. Il vero
di creare vie preferenziali di passaggio d’acqua
vantaggio di tale resina è la capacità di essere
nei vostri filtri.
rigenerata ripetutamente: il processo di rigenera-
Ps: consigliamo ove possibile di effettuare
zione prevede un trattamento con acido muriati-
comunque i trattamenti con sostanze medica-
co (rapporto 2 litri di acqua con 0,5 di acido
mentose in una vasca di quarantena dedicata. 93
Info: http://www.sicce.com/prodottiDettaglio_ita.php/prodotto=voyagerhp-mod.-7-8-9-10/idprodotto=30
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA accessori
Sicce Voyager HP:
un uragano nel tuo acquario
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Prima regola dell’acquariofilia: evitare sempre zone di ristagno d’acqua! Ovviamente tutte le regole hanno le proprie eccezioni, ma in generale è sempre utile avere un movimento d’acqua appropriato per la tipologia di acquario che abbiamo intenzione di allestire. Se in molti acquari d’acqua dolce risulta sufficiente il movimento sviluppato dal filtro interno o esterno, in molti altri risulta necessario aggiungere delle pompe di movimento specifiche che riproducano il giusto flusso d’acqua: ci vengono in mente alcuni acquari a biotopo fluviale asiatico (ad esempio specifico per Tanichthys albonubes) o africano che richiedono corrente laminare e un flusso possente. In acquariofilia marina ancor di più tale problematica è presente ed esiste una feroce competizione tra le diverse aziende al fine di produrre pompe di movimento sempre più avanzate, potenti e compatte. Abbiamo valutato questo mese le potenzialità della pompa di movimento prodotta dalla Sicce, azienda leader nella produzione di pompe di risalita, che negli ultimi mesi ha ampliato enormemente la propria offerta che attualmente spazia dal carbone, alle zeoliti, al cibo per pesci e coralli, agli amminoacidi e alle pompe di movimento. Le pompe di movimento Voyager HP sono sicuramente un prodotto di qualità: prodotte con una plastica decisamente solida, danno dal primo momento l’impressione che nulla è stato lasciato al caso. Il corpo pompa è collegato tramite un solido sistema di ancoraggio ad un grande magnete che permette un ancoraggio anche su vetri di spessore notevole (2 centimetri); la rotazione data dal sistema di ancoraggio è veramente notevole e ciò permette di posizionare e ruotare a proprio piacimento suddetta pompa, assecondando le nostre necessità. Il flusso d’acqua, veramente notevole, è piuttosto concentrato e questo spiega probabilmente la soluzione adottata dalla casa madre di posizionare dei deflettori sul cono d’uscita della pompa al fine di deviarne il flusso. Con i deflettori montati si ha quindi un flusso d’acqua più diffuso ma che non raggiunge i livelli di alcune aziende concorrenti. Di contro la pompa riesce a smuovere l’acqua anche su grandi acquari: nel nostro acquario, con lato lungo da 150 cm, le Voyager Hp da noi
Pompa affidabile, potente e robusta, una sicurezza in ogni condizione di utilizzo
Dimensioni notevoli e design da migliorare. Si sente la mancanza di versioni a 12 volt con controller apposito molto richieste oramai dal mercato acquariofilo
testate (modello 8 da 12000 litri ora) hanno creato un vortice notevole senza problema alcuno. La particolare conformazione della girante e del motore della pompa permettono on-off ripetuti e silenziosissimi: questa modalità risulta utilissima in caso di temporizzazione della pompa, in particolare in acquari popolati da coralli del gruppo “SPS” che richiedono un movimento vorticoso e multi-direzionale dell’acqua. Ovviamente il fatto che siano esse a 220 volt limita moltissimo la possibilità di gestire e modificare i flussi di corrente in acquario se confrontate con pompe a 12 volt della concorrenza gestite con controller appositi. Di contro il prezzo risulta essere molto contenuto e la pompa decisamente affidabile in ogni condizione di utilizzo. 95
Conchiglie da collezione di Lorenzo Luchetta, settima parte Viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci” che da tempo immemore sono oggetto di interesse per l’uomo, il quale ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli
“I Cardidi”, un’altra tappa nel viaggio tra i Bivalvi La conchiglia, nelle specie più tipiche, ha la classica forma a cuore, è molto robusta e coperta di costole radiali, lamelle e aculei
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I Cardidi costituiscono un gruppo assai numeroso, che conta specie con forme molto bizzarre e sculture assai varie
I CARDIDI
valve sulle spiagge dopo le mareggiate. La forma è
I Cardidi costituiscono un gruppo assai numeroso,
quella classica a cuore e la superficie esterna della
che conta specie con forme molto bizzarre e scul-
valva è percorsa da ventiquattro coste a raggera, la
ture assai varie. La conchiglia nelle specie più tipi-
cui larghezza è uguale a quella degli spazi cosid-
che ha la classica forma a cuore, è molto robusta e
detti di intervallo (evidenti nelle immagini); l’in-
coperta di costole radiali, lamelle e aculei. Diffusi
terno delle stesse è invece liscio e lievemente
in tutti i mari, i Cardidi trovano il loro habitat
lucente, dotato di pieghe a raggera che ricalcano le
naturale nei bassi fondali sabbiosi, dove s’infossaI Cardidi trovano il loro habitat naturale nei bassi fondali sabbiosi
no e filtrano l’acqua catturando i nutrienti e l’ossigeno veicolato nella corrente. Facendo leva sul robusto piede possono compiere anche notevoli balzi sul fondale, principalmente per spostarsi in zone dove trovano più nutrimento. Diverse specie in tante parti del mondo hanno un’importanza culinaria per l’uomo, e sono predati da tante specie ittiche. ALCUNI CARDIDI MEDITERRANEI Acanthocardia tuberculata (ex Cardium tuberculatum) Questa specie è una di quelle più presenti nel Mediterraneo, ed è frequente trovare numerose 97
Facendo leva sul robusto piede possono compiere anche notevoli balzi sul fondale
coste esterne. La colorazione esterna può variare molto, ma generalmente è su toni di fulvo e di giallo all’esterno e biancastro all’interno. L’Acanthocardia tuberculata ama stabilirsi in colonie su fondi sabbiosi fino a una settantina di metri e la lunghezza massima che può raggiungere, è di 60 mm. Acanthocardia echinata (ex Cardium echinatum) Questa specie è provvista di Molti Cardidi hanno un valore gastronomico in molte parti del mondo
una conchiglia robusta e ornata esternamente da circa venti coste a raggera, convesse e con spaziature regolari, solcate da una piega mediana sulla quale è inserito un cordone caratterizzato da numerosi tubercoli papillosi. L’interno è tipicamente liscio, con il bordo a festoni e una lieve lucentezza. La colorazione è di diverse tonalità di fulvo all’esterno e bianca
all’interno. Specie tipica delle zone litoranee sabbiose fino a una profondità di 65-70 m; le sue dimensioni possono raggiungere i 50 mm. Acanthocardia deshayesi Con conchiglia simile alla specie echinatum, ma le costole che la ornano sono più sottili e dotate di lamelle spinose. Le dimensioni medie delle sue valve sono di 35 mm e risulta molto meno comune delle due precedenti.
I Cardidi vengono predati da numerose specie ittiche 98
PESCI PREDATO 100 74
ORI 101
di Daniele Salerno Quando ci hanno offerto l’occasione di poter gesti-
re in vaschette di pochi litri, abbiamo sfatato miti
re la Sezione dedicata ai pesci predatori, l’euforia
e leggende ormai superate. La nostra piccola
davanti a miriadi di argomenti da trattare ha preso
goccia caduta nel mare ha fatto grandi cerchi
quasi subito il posto del giusto orgoglio iniziale.
che oggi portano i primi frutti, come le collabora-
Non è buona educazione inaugurare una sezione
zioni con paleontologi e biologi internazionali, i
sui predatori senza presentarci prima: siamo
risultati ai Contests europei, il poter scrivere qui
Piranhaclub (http://acquaritalia.it/index.php) e
quello che per noi significa interessarsi di acqua-
abbiamo iniziato questo modo di fare acquariofi-
riofilia per pesci, predatori sì, ma non dissimili da
lia da 4 anni ormai, abbiamo divulgato la conce-
tutti gli altri. Speriamo, chi lo sa, di riuscire maga-
zione di connubio “acquario naturale & predato-
ri a trasmettere da queste pagine la passione
ri” presentando e facendo parlare per noi le
che ci fa andare avanti, così come abbiamo fatto
nostre vasche arredate e piantumate e suscitan-
davanti a tanti bambini (il vero futuro del nostro
do scandalo, stupore, invidia. Ci hanno preso
hobby), che di fronte alle nostre vasche hanno
per matti e visionari tanto da esiliarci e costrin-
vinto il terrore di vedere dei piranha ed hanno
gerci a fondare un nuovo sito, ci siamo inimicati
capito, solo con l’osservazione, che sono pesci
negozianti che, senza scrupoli, vendevano a
non così temibili ma non timidi, non assassini
mani basse pesci come alligator gar ed arowana
crudeli ma neppure prede innocue. Sono pesci
australiane, che da adulte raggiungono dimen-
come gli altri, solamente con le loro esigenze da
sioni da richiedere non acquari domestici ma
rispettare.
piscine, anguille elettriche (potenzialmente fatali
Qui però non si vuole fare ciò che già si fa sul
in caso di contatto con l’uomo), piranha da tene-
forum e che ci ha reso grandi agli occhi di chi fa acquariofilia; non riempiremo queste pagine con le discussioni che affrontiamo quotidianamente sul sito internet, ma sfrutteremo l’occasione che ci viene concessa da questa splendida rivista, per analizzare e prendere in considerazione alcuni aspetti spesso trascurati o dati per scontati, quali: perché allevare un pesce predatore? Non lo facciamo per esser 102
considerati dei pionieri o dei missionari che cercano in ogni modo di riabilitare questi pesci ritenuti troppo spesso di serie b rispetto ai discus, altum, ecc. Non lo sono affatto, specie se a rappresentare questa nostra categoria scendono in campo arowana asiatiche e australiane, Pygocentrus e Serrasalmus selvatici e tutti quei pesci associati a nomi che suscitano un certo rispetto (giaguaro, drago, foglia, testa di serpente, alligatore e così via). Allevare
l’inevitabile crisi del sistema acquario e la fine di
un Piranha o un pesce predatore in generale,
una passione, hanno il sopravvento.
richiede poche ma indispensabili nozioni, senza
Passione: abbiamo spesso utilizzato questa
le quali la passione e l’interesse per questo
parola fin qui ed è questo, solo questo, che fa
hobby scemano e ci porteranno a relegare, in
fare all’acquariofilo nottata davanti alla sua vasca
cantina o in garage, il sogno di poter ricreare
nonostante sia stanco dal lavoro, lo rende felice
qualcosa di fantastico, tra 5 vetri siliconati tra di
e trionfante davanti a un bicchiere di schiumatoio
loro.
ricolmo di liquame dall’olezzo pungente, lo fa
Di solito si decide di comprare un pesce del
tornare bambino quando assiste a una riprodu-
genere più per curiosità che non per passione,
zione, lo emoziona quando riesce a far accetta-
per provare “emozioni forti” legate alla fama di
re ai suoi pesci wild, come cibo, qualcosa che
pericolosi assassini dei fiumi e dei laghi tropicali e/o nostrani; si acquistano i pesci senza conoscerne esigenze, provenienza, indole, pericolosità. Se a questa nostra ignoranza si aggiunge a volte l’incompetenza del negoziante, altre volte la “furbizia” a volerci vendere a ogni costo piranha che tali non sono (Colossoma pacu), magari stipandone 4 o 5 esemplari in acquari di poche decine di litri, ecco che 103
non sia vivo ma molto più nutriente e bilanciato.
vità, rispettandone le esigenze, documentandosi
Tutto questo agli occhi di chi non ha mai prova-
preventivamente al suo acquisto, frequentando
to ad accostarsi a questo hobby con la necessa-
forum di discussione specializzati, documentan-
ria passione, rasenta la pazzia e la paranoia, ma
dosi a ragione sulle sue dimensioni una volta
tutti noi sappiamo che non è così, che non c’è
adulto, la dieta con cui alimentarlo (esistono
prezzo per la gioia e la pace dell’animo che può
pesci selvatici impossibili da abituare al cibo
dare la vista di un acquario ben tenuto e struttu-
“morto”), è dunque un discorso di passione,
rato, dove il rispetto del pesce e del suo biotopo
sinonimo di sacrificio. Sacrificio non soltanto
la fanno da protagonisti.
economico (una vasca più è grande più è econo-
La scelta di voler allevare un predatore in catti-
micamente impegnativa, ma è altrettanto ideale 104
care per accudire questi pesci (moltissimi predatori hanno una lunga vita, nell’ordine di 10-15 anni). Benché
non
attirino
gli
acquariofili sia per la cattiva reputazione che ormai li ha condannati a vita, sia per le loro livree (che si sono evolute come risposta adattativa alle acque, per lo più scure e color thè, nelle quali vivono), il fascino indiscusso che li fa degli ospiti graditi in acquae da preferirsi perché i valori chimico-fisici,
rio, è da ricercarsi nel loro istinto predatorio e nei
saranno più stabili e subiranno meno oscillazioni,
comportamenti che mostrano anche in cattività.
con conseguente benessere dei pesci che ospi-
Non sono certo pesci comuni per acquariofili
ta, oltre a garantire, dando il litraggio adeguato al
comuni, non si resta affascinati per i colori sgar-
nuoto, una crescita sana e proporzionale al/ai
gianti né per le (rarissime) riproduzioni in cattività;
pesce/i che ospita); ma anche di tempo da dedi-
sono animali che soltanto chi cerca un rapporto 105
106
di studio e d’interesse reale con il proprio hobby, può apprezzare veramente. Vederli in azione nelle fasi di nuoto, in quelle mimetiche, nella predazione, nell’attesa, nella spartizione dei territori di caccia, sono tutte esperienze che meritano i sacrifici fatti per donare loro un habitat tra 5 vetri, con costi davvero molto ridotti. Bastano pochissimi euro per allestire vasche di grande effetto, naturalissime e molto gradite alla maggior parte dei predatori: foglie e rami di quercia lasciati a galleggiare a pelo dell’acqua, rami e rocce non calcaree prelevate in natura, muschio sommerso reperibile presso stagni o laghetti nostrani e il gioco è fatto. È con queste premesse che vogliamo stimolare e indurre chi ci legge a iniziare questo hobby rivolto ai pesci predatori, come piranha, channa, arowana e tantissime altre specie, tutte ormai reperibili presso negozi molto specializzati di pesci esotici e tropicali, senza distogliere però l’attenzione dai predatori nostrani e che tratteremo in un altro articolo.
107
MISTERO A
Nkutunse di Silvio Arnone (Ghana – West Africa) Kampala – Uganda 31 luglio 2012
Può anche accadere che le due possibilità per un motivo o per un altro si sovrappongano ed anche in questo caso è possibile avere delle sorprese. La storia che sto per narrarvi illustra alla perfezione quanto appena detto. Le mie esplorazioni sono essenzialmente mirate alla ricerca di Aphyosemion & Co. Quindi, avere dei punti di riferimento assolutamente certi, è un’importante premessa. La località citata nel titolo è tutta un programma, nel senso che quasi non esiste. Per quanto mi riguarda, la considero importante perché è specificamente indicata in più testi quale area di diffusione di Fundulupanchax walkeri (secondo alcuni autori si tratta della sottospecie walkeri spurrelli). La faccenda si rivelò spinosa fin dall’inizio: Nkutunse, partendo da Tema, dista circa 40 Km, ma l’ultimo tratto da
Quando un acquariofilo va in giro a esplorare, ha due possibilità: seguire il proprio estro e dirigersi nella direzione ispirata dal momento, oppure raggiungere zone indicate quali sicure aree di diffusione della specie che interessa.
Il biotopo di Obodan 108
Punto esatto di cattura Epiplatys chaperi chaperi Obodan soprattutto Ciclidi del genere Tilapia. Osservai a lungo lo stagno: l’acqua è torbida, difficile definire il livello con precisione. Ho notato che dopo un temporale si forma una forte corrente, provocata dall’acqua affluente da una condotta che passa sotto la strada, avvicinabile solo da un lato, anzi da due lati della parte destra, nel senso che si trova al centro tra la nuova e la vecchia strada, che sono parallele. Nessuna traccia di Killi, di nessun genere, i bambini, che solitamente sono una miniera d’informazioni, non sapevano dirmi niente e, quel che è peggio, non sapevano indicarmi altri laghetti o ruscelli nelle vicinanze. Dopo la mia prima visita, tornato a casa, continuavo a pensare alla faccenda e all’improvviso ebbi come una folgorazione: le mie informazioni si basavano sui dati di una relazione risalente al 1974. Dedussi che a quel tempo non esisteva la strada nuova, quindi l’autore (G. Schreiber) il quale narrava di numerose interessanti catture, evidentemente aveva percorso la vecchia. Tornai sul posto, cominciando a guardare alla mia destra
Achimota in poi è veramente sgradevole, perché il traffico è sempre intenso e lento, per via dei numerosi mezzi pesanti che percorrono questa strada, importante collegamento tra Accra e Kumasi, la seconda città del Ghana. Oltre a stare attenti al traffico, occorre guardare in giro con occhi di falco per riuscire a vedere il minuscolo cartello posto all’inizio del villaggio. Sospetto che il cartello sia piccolo per essere proporzionato al villaggio, composto da uno sparuto gruppo di abitazioni: non fosse per il cartello non verrebbe neanche da considerarlo tale. Paradossale che questa località sia indicata sulla carta geografica, credo sia dovuto alla presenza di un importante centro per le telecomunicazioni. Superate le difficoltà per individuare il posto, si passa alle difficoltà per individuare l’acqua; sono riuscito a scoprire il luogo la seconda volta che sono andato a visitarlo. La prima volta riuscì a individuare solo uno stagno, visibile dalla strada e frequentato da bambini che vanno a pescare con la canna, realizzata con un ramo lungo circa un metro, filo di nylon, amo e un pezzetto di polistirolo o di sughero usato come galleggiante. L’esca è costituita da lombrichi e abboccano La Moto Guzzi 650 NTX fida compagna di tante avventure 109
Nymphaea sp.
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con attenzione, già molto prima di giungere a Nkutunse, per trovare un varco che mi conducesse alla vecchia strada che, come dicevo, è parallela alla nuova; praticamente in disuso ma utilizzabile, almeno per muoversi fra i villaggi posti ai margini. Trovato il varco, cominciai ad avanzare, con
attenzione, per evitare le buche di quello che una volta era asfalto. Dopo un po’ ebbi conferma che la mia intuizione era esatta: a un certo punto la strada diventa come un corridoio le cui pareti sono costituite da un “muro” di canne, particolarmente fitte sul lato destro. Quest’indizio e alcune tracce d’acqua sul fondo stradale, mi 112
Non essendo possibile pubblicare un’immagine della specie citata (Epiplatys chaperi chaperi Obodan), rimandiamo ai link seguenti per immagini di Epiplatys chaperi chaperi Angona. http://www.aik.it/index.php?id=473 http://images.killi.net/c/CHA/Angona/
convinsero a parcheggiare la moto in uno slargo e ad avanzare a piedi. Confrontata con quella della strada nuova che scorre a pochi metri di distanza e un po’ più in alto, l’atmosfera è completamente diversa. L’aria è più fresca, si sente il profumo di erba umida e il silenzio è assoluto, nessuno in giro. Camminando trovai un minuscolo ruscello profondo al massimo venti centimetri, parallelo al lato destro della strada e visibile per un metro o poco più. Nel punto in cui si dirige all’interno del canneto, la vegetazione dirada un po’ e provai a seguirlo; scostate alcune erbe alte circa due metri, uno spettacolo idilliaco si presentò ai miei occhi: due laghetti gemelli erano nascosti dal muro di vegetazione, uno stormo di uccelli acquatici si levò in volo al mio apparire increspando la superficie dell’acqua limpida, attraverso la quale almeno vicino la riva si riusciva a distinguere il fondo costituito da terra scura. Un posto magnifico, ma di pesci neanche l’ombra ed era impossibile muoversi lungo le rive, perché a parte il punto dove mi trovavo, le canne formavano una barriera invalicabile. Tornai indietro, intenzionato a cercare ancora, perché sono troppe le fonti che indicano questo posto; proseguendo per un Km o poco più, s’incontra un ampio prato (destino beffardo), ove si trovano alcune pozze chiaramente alluvionali, poco profonde e con acqua stagnante ma limpida. Anche qui niente, è presente vegetazione acquatica erbacea, Nimpheae sp. e delle alghe verdi fluttuanti come batuffoli di cotone, nient’altro. Tornerò sicuramente in questa zona, perché c’è almeno un altro posto che voglio vedere da vicino: si tratta di un ruscello che passa sotto la strada (nuova), ben prima del villaggio, sono intenzionato a controllare questo posto metro per metro. Tuttavia, per quella mattina decisamente ne avevo abbastanza e decisi di cambiare area, perché vi lascio immaginare cosa significa tornare a
casa a mani vuote, soprattutto se si pensa che per un’altra escursione, si è costretti ad attendere il sabato successivo. Non avevo in mente altri posti da visitare, avevo voglia di andare e basta, confidando innanzitutto nell’azione tonica della motocicletta. Proseguii in direzione Nord, giungendo a Nsawam; qui mi venne voglia di girare a destra, appena vidi una strada che conduceva fuori dal villaggio. La scelta si rivelò felice, dopo un po’ l’asfalto iniziava a scomparire e la strada prendeva sempre più l’aspetto di una tipica pista africana. La zona è vagamente collinare e la strada poco frequentata; stavo ammirando il panorama, quando in un punto particolarmente sconnesso vidi venire verso di me un pullman, seguito da varie automobili. Mi fermai per dar loro modo di aggirare alcune pozzanghere (categoria cinque stelle) e allungando il collo alla mia destra, attraverso uno squarcio nel solito muro di vegetazione, vidi qualcosa che poteva essere solo un fiore di Nimphaea. Passato il pullman con tutto il seguito e dopo aver ricevuto ringraziamenti e saluti da parte di autisti e passeggeri vari, parcheggiai la moto sul bordo della strada. Ero vicino a un villaggio. Per l’ennesima volta ebbi conferma che qui basta uscire di casa, per avere delle piacevoli sorprese: il fiore che avevo visto era l’avanguardia di una moltitudine di ricami bianchi e verdi su una superficie di acqua limpida, il tutto dominato da un enorme albero colonizzato da quegli uccellini che costruiscono il nido a forma di sfera. Automaticamente tirai fuori la macchina fotografica e cominciai a scattare, rapito dalla bellezza del posto. Dopo aver interiorizzato quanto mi circondava, cominciai a guardare meglio il laghetto: mi trovavo in mezzo, nel punto in cui due pozze si uniscono, come le ampolle di una clessidra. Una moltitudine di girini è presente ovunque, l’acqua è poco profonda, almeno nel punto in cui mi trovo, ma anche qui niente pesciolini. 113
Mentre, curvo sull’acqua, continuavo a immergere il retino, una voce alle mie spalle mi da il benvenuto. Un simpatico giovanotto vedendomi all’opera si era avvicinato incuriosito; mi disse che aveva capito che il posto mi piaceva, perché avevo scattato delle foto, ma non riusciva a capire cosa cercassi con il retino. Dovete sapere che ho preso l’abitudine di portare con me alcune fotografie di killi (gentile omaggio dell’AIK - Associazione Italiana Killifish) per mostrarle in occasioni come questa, quindi le mostrai al ragazzo, chiedendogli se lì si trovavano pesciolini simili, specificando che si trattava di soggetti molto piccoli. Contrariamente al solito, rispose di si e m’invitò a seguirlo. Guadammo il laghetto, in quel punto profondo al massimo venti centimetri e raggiungemmo una capanna dove incontrammo suo fratello e altri amici. Dopo le presentazioni e spiegazioni varie, l’intero gruppo si mise alla ricerca sulla sponda ma nulla era visibile; provarono pure ad adescare i pesci buttando in acqua semi della palma da olio ma non accadde nulla. Dopo un po’, Kennedy, il mio nuovo amico, suggerì di tornare indietro; mi avrebbe condotto in un altro posto. Diede incarico a un altro ragazzo di accompagnarmi a casa sua, dove avrei parcheggiato la motocicletta, che era rimasta sulla strada. Scoprii così che mi trovavo in un grande villaggio, esteso verso l’interno e non, come di solito avviene, ai lati della strada principale. È davvero un bel posto: grande, pulito e ordinato, vi sono anche le scuole con un ampio prato per giocare ed anche organizzare manifestazioni sportive varie. Stranamente questo posto non è indicato sulla mappa; si chiama Obodan e si trova sulla strada che da Nsawam porta ad Aburi. Mentre parcheggiavo la moto e preparavo la mia attrezzatura, Kennedy sopraggiungeva insieme con altri amici; fatte le presentazioni alla famiglia in cortile, lui e gli altri scomparvero in casa per un momento, riapparendo tutti muniti di machete. Escludendo l’ipotesi che volessero affettarmi, li seguii, con il solo incomodo della mia borsa a tracolla, perché ognuno di loro si era incaricato di portare l’attrezzatura da pesca, consistente in uno zainetto con dentro due retini di diversa misura e un bidoncino da cinque litri che uso per trasportare i pesci, più un secchio di plastica.
Dopo un po’ lasciammo la strada e c’incamminammo lungo un sentiero che attraversava una piantagione di ananas; il primo tratto fu abbastanza agevole, poi, man mano che si avanzava, il sentiero si restringeva sempre più, divenendo un angusto passaggio non più largo di venti centimetri. A questo punto capii a cosa servivano i machete, erano indispensabili per creare un varco nella vegetazione, particolarmente rigogliosa in questa stagione (ottobre). Avanzammo per un bel tratto in un tunnel verde, per poi sbucare in una radura punteggiata da campi coltivati, sullo sfondo il terreno s’incurvava lievemente verso il basso e altri alti cespugli e alberi chiudevano la breve radura. Eravamo arrivati, sotto i cespugli adesso si vedevano due pozze d’acqua limpida: quella di sinistra, circondata da alberi e completamente in ombra, con una sorta di diga naturale che la divide dall’altra, più grande, a tratti illuminata dal sole del pomeriggio, che si perde nel folto della vegetazione, di certo confluendo in un ruscello, perché risulta evidente una lieve corrente. Dopo la camminata, il sudore colava a fiumi e gli abiti aderivano come una seconda pelle, in questo stato l’ombra della foresta era veramente balsamica e mentre mi guardavo intorno per 114
salutai tutti e ripresi la strada di casa. I soggetti giunsero a destinazione in buona forma: li travasai nuovamente nel secchio che avevo riempito per metà con acqua di rubinetto e somministrai del mangime agli ospiti già presenti in acquario, al fine di evitare “eccessive attenzioni” nei confronti dei nuovi arrivati. Quello dello spazio è un problema eterno: avevo due acquari gemelli, della capacità di centoventi litri. Uno ospitava dei ciclidi e l’altro nacque per ospitare ciprinodontidi, ma da un iniziale gruppo di Aplocheilichthys spilauchen, ben presto giunsi a una comunità composita di Barbus vari, gobidi e gamberetti. Non è l’ambiente ideale per tenere bene dei killi, ma questa era la situazione. Dopo una decina di minuti trasferii i nuovi arrivati in vasca e finalmente potei ammirarli comodamente. Bellissimi! - Ero incantato di fronte a quei soggetti vispi e perfettamente sani, tutti giovani evidentemente, perché i maschi misuravano circa venti millimetri e le femmine trenta. E qui giungiamo al problema della classificazione: i vari testi in mio possesso non presentano immagini neanche vagamente somiglianti ai miei soggetti e l’unica fotografia riproducente un soggetto che potrei tranquillamente affermare essere uno dei miei, l’ho reperita in rete (non ho annotato la fonte e non riesco a ritrovarla). Il punto dolente è che l’immagine in questione viene presentata quale Epiplatys chaperi chaperi Angona. Angona è un villaggio del Ghana, non molto lontano dal confine con la Costa d’Avorio ed i maschi degli Epiplatys raccolti in loco hanno le pinne tendenti al rosso, caratteristica non presente nei miei ospiti. È noto che la colorazione può variare in ragione del luogo di provenienza e in questa sede, esclusivamente a titolo esplicativo, mi consento di classificare i miei soggetti quali Epiplatys chaperi chaperi Obodan. Avviandomi alla conclusione, racconto che durante il breve periodo trascorso in acquario, gli Obodan sono stati dei piacevolissimi ospiti, praticamente da subito hanno accettato mangime in scaglie e granuli, nessuna timidezza iniziale e dopo solo pochi giorni dalla cattura, correvano a “scodinzolare” dietro al vetro frontale appena mi vedevano. Li ho rilasciati al termine della mia permanenza in Ghana.
Obodan riprendere fiato, i miei accompagnatori indicarono in silenzio qualcosa nell’acqua. Entrai nella pozza di destra, quella più grande e parzialmente illuminata dal sole, guardando attentamente fra i rami flessibili pendenti nell’acqua. Anch’io vidi qualcosa: l’inconfondibile stella dorata tipica dei ciprinodontidi spiccava sulla testa di alcuni pesciolini fermi in superficie. Dominando l’emozione misi mano ai retini e cominciai a manovrare con circospezione: preso! - Un rapido esame prima di porre nel secchio l’esemplare catturato confermò che si trattava di un Epiplatys, non E. bifasciatus come sempre mi era capitato prima, era qualcosa di diverso. Continuai a pescare, alternandomi fra le due pozze finché, raccolti sei esemplari, decisi di fermarmi, dominando il desiderio di continuare. Adesso era necessario tornare a casa il più presto possibile e sistemare in acquario i nuovi ospiti. Un ultimo sguardo alla pozza mi consentì di avvistare a circa quattro metri da me una coppia di grossi pesci: non riuscii a identificarli, ma dai movimenti era chiaro che si trattava di una coppia impegnati in giochi amorosi. Tornammo alla motocicletta, ove travasai i pesciolini nel bidoncino di trasporto e dopo aver ricevuto da Kennedy un ananas in omaggio, 115
Christian Pedone, l’organizzatore di Napoli Aquatica
Le Interviste di Aquariophylia:
Christian Pedone a cura di Mario Leonardi Molti dei nostri lettori frequentano fiere e mani-
uno degli acquariofili più attivi negli ultimi anni,
festazioni acquariofile, ma non tutti sanno cosa
anche se ha la tendenza a rimanere un po’…
c’è dietro l’organizzazione di questi eventi. I
defilato! Consideriamo quindi un nostro suc-
nostri affezionati conoscono certo Napoli
cesso essere riusciti a portarlo allo scoperto,
Aquatica, per averla visitata nelle precedenti
sulle pagine della nostra rivista! Uno scoop,
edizioni o, almeno, per aver notato la pubbli-
ancora una volta, per la nostra pubblicazione!
cità su queste colonne. Abbiamo dunque pensato che poteva essere carino proporvi, in que-
Ciao Christian, è un piacere poter scambia-
sto numero di fine anno, una esclusiva intervi-
re qualche chiacchiera con te.
sta al suo organizzatore, Christian Pedone,
Grazie a te Mario, per me è sempre un piacere 116
avere l’opportunità per parlare di Napoli
Subito una curiosità, ci spieghi meglio lo
Aquatica. Colgo l’occasione per complimen-
slogan “La manifestazione dei professioni-
tarmi con te e il tuo team per l’encomiabile
sti per gli appassionati” che avete usato
lavoro che state svolgendo. Vi leggo sempre
quest’anno?
con grosso interesse.
Va fatta una premessa importante. Lo slogan a cui fai riferimento sottolinea la principale filo-
Cosa devono aspettarsi gli appassionati per
sofia dell’area espositiva. Gli show seguono
la prossima edizione di Napoli Aquatica?
logiche differenti, con coinvolgimenti molto più
Napoli Aquatica è una manifestazione plasma-
ampi e flessibili.
ta sull’appassionato. Tutte le azioni organizza-
Come dicevo nella prima risposta, Napoli
tive puntano al perfezionamento e all’amplia-
Aquatica è una manifestazione che si rivolge
mento di quelle attività che, nelle precedenti
agli appassionati ma fatta dai professionisti.
edizioni, hanno riscosso maggior gradimento
Tutte le principali figure che la organizzano e
in fiera.
che partecipano alla expo, sono professionisti
Già da qualche mese stiamo valutando la pos-
del settore. Questo perché ritengo siano que-
sibilità d’inserire importanti novità nel pro-
ste figure ad avere una maggiore responsabi-
gramma. Gli appassionati certamente potran-
lità nell’indirizzare l’appassionato verso per-
no assistere a degli show importanti e unici,
corsi hobbistici appaganti, duraturi e sempre
concorsi, workshop e ovviamente godersi
corretti.
l’ampia fiera espositiva e mostra mercato.
Quindi, parlando della fiera espositiva e della
Un momento della precedente manifestazione
117
Allestimento di acquari per la scuola di aquascaping a Napoli Aquatica mostra mercato, Napoli Aquatica punta a
Difficile raccontare in breve ciò che è in pro-
essere un riferimento per chi vuole approfondi-
gramma, ma ci provo.
re le proprie conoscenze acquariofile confron-
Come nella passata edizione, avrà luogo la 3a
tandosi con l’azienda, vedere le novità che il
edizione
mercato propone ed essere una guida chiara
Championship. Questo concorso è enorme-
per chi intende muovere i primi passi in que-
mente cresciuto negli anni, fino a diventare,
st’hobby.
possiamo affermarlo, il più grosso d’Europa
Ritengo invece che i “grandi appassionati ed
per numero di vasche show disponibili, tecnica
esperti”, quelli liberi da fini commerciali, siano
e organizzazione, acquisendo sempre maggior
una risorsa preziosa, perché possono essere
prestigio in tutto il mondo.
l’indispensabile anello di congiunzione fra il
Negli anni sono stati fatti grossi investimenti per
professionista e l’hobbista. È quindi fondamen-
renderlo tale, sia in termini economici sia in risor-
tale la loro partecipazione attiva come singoli,
se umane. I tanti accordi internazionali, dialoghi
gruppi associati e web, che instancabilmente
con altre organizzazioni e club esteri, nonché le
cerco di coinvolgere nella manifestazione.
prestigiose attività parallele (World Discus
Sono loro che hanno la possibilità di mostrare
Congress – Costituzione onorificenza in memo-
concretamente ciò che di eccellente è possibi-
ria Dott. Schmidt Foke, etc) hanno reso il “con-
le realizzare con passione, perizia e dedizione.
testo discus” in Napoli Aquatica un vero fiore
dell’NaQ
International
Discus
all’occhiello della manifestazione. In questi mesi, So che in questa edizione ci saranno quat-
insieme al mio amico Carmelo Aricò responsabi-
tro importanti concorsi, ci puoi anticipare
le del concorso, stiamo definendo gli ultimi det-
qualcosa?
tagli prima della presentazione ufficiale. 118
L’NaQ LIVE aquascaping contest 2011 è stata
L’ultimo, ma non per importanza, è il “Primo
un’altra attività di enorme successo della pas-
AMBI International Betta Show Contest”. Nella
sata edizione. Nel 2013 sarà riproposto, com-
passata edizione di Napoli Aquatica l’AMBI,
pletamente rinnovato e ingrandito. I migliori
Associazione Mediterranea Bettofili Italiani, ha
aquascapers italiani, da mesi, lavorano per
proposto un’ampia esposizione di meravigliosi
rendere eccellente la grande area Aquascaping
esemplari di Betta Show (circa 200) ed ha alle-
a loro messa a disposizione. Un lavoro fatto da
stito numerosi acquari biotopo per i visitatori.
più di 30 mani.
Già da diversi mesi il gruppo AMBI è impegna-
Avrà luogo anche la seconda edizione dell’NaQ
to nell’organizzazione di un campionato d’alto
International Caridina Contest, nel quale sono
profilo, nel pieno rispetto degli standard inter-
impegnati i maggiori gruppi associati italiani, fra
nazionali, da proporre per la prossima edizione
i quali l’AICAR e MondoCaridine. Nei processi
di Napoli Aquatica.
organizzativi, quest’anno abbiamo anche la collaborazione di organizzatori di altri concorsi
Grazie Christian! Non pensare però di aver con
similari e di aziende del settore, coordinati dal-
questo esaurito l’argomento! Ti staremo dietro
l’instancabile Andrea Sassi, organizzatore
nei prossimi mesi, con ulteriori richieste. Per
anche della passata edizione. Gli obiettivi prefis-
ora non possiamo che augurarti Buon Natale
sati per questa attività sono decisamente rile-
e… felice Napoli Aquatica per il prossimo
vanti e ambiziosi.
anno!
L’ingresso della manifestazione
119
Buon Natale!
Al solito, usciamo in ritardo! Anche questo mese la rivista è stata “partorita” all’ultimo momento e, forse, avremo rischiato di non farvi neppure i nostri auguri di Natale. Saremo usciti entro il 24 dicembre o no? In questo momento, mentre stiamo per andare in stampa non lo sappiamo ancora. Il nostro lavoro è difficile, credetelo. Ogni mese bisogna mettere insieme gli articoli più interessanti, trovare le foto adatte, contattare autori ed associazioni, discutere con grafici e negozianti, sentire i (pochi) sponsors, trovare le novità del momento. Lo facciamo con pochi mezzi ma con tanta passione, sostenuti dalla vostra gioia. Quindi siamo certi che comprenderete anche il nostro imbarazzo, in questo momento, nel consegnarvi probabilmente in ritardo, con tutto l’affetto del mondo, con attenzione, rispetto, serietà e devozione, ma senza piaggeria, i nostri più caldi, più sinceri, più cordiali, dolci, teneri auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo. A nome della redazione tutta, della grafica, della segreteria di redazione, del responsabile web, dei responsabili di sezione e degli autori tutti della vostra rivista di acquari.
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NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve più giovani. Di certo ci sono giovanissimi che ci seguono e che hanno avuto delle esperienze coinvolgenti col loro acquario. Scrivetele in un file, al computer, ed inviatele alla redazione: sarete giornalisti per un giorno e poi, chissà… magari per tutta la vita. La nostra è una rivista “regolare” e potrà persino farvi da trampolino per intraprendere questa professione, se lo vorrete e se lo meriterete. Basta provare! Prima di concludere vogliamo fare nostro l’invito di Carassio. Ci chiede di invitarvi ad inviare le vostre esperienze “emotive” tralasciando per un attimo la tecnica. Avete mai sospirato osservando la riproduzione di quella coppia, o pianto per la prematura scomparsa di un pesce particolarmente amato? Scriveteci queste emozioni, anzi, inviatele al nostro amico Carassio, così da rendere felici e, forse, strappare una lagrima anche ai più incalliti tecnocrati della pompa centrifuga. Insomma, collaborate, perché dalla collaborazione di tutti nascerà una rivista più bella e più completa. Dunque lo spazio a disposizione è terminato e non siamo riusciti affatto a raccontarvi cosa abbiamo in serbo per voi per il prossimo numero. Ma non importa. Cominciate da subito a raccontarci cosa avete per noi… per il prossimo anno! Auguri a tutti di un proficuo e sereno anno nuovo!
Siamo giunti a fine anno e, prima di accingerci a snocciolare il contenuto previsto per il prossimo numero vogliamo fare un po’ di esercizio di buoni propositi. Parlare di gennaio prossimo pensando all’articolo sui pesci rossi od a quello sul discus ci pare quasi blasfemo. Tutta la redazione è in cerchio intorno al caminetto, cercando di identificare per voi delle formule innovative, argomenti affascinanti, reportage travolgenti. Ci sembra davvero una bestemmia annunciare che parleremo di come costruire un dimmer per neon o di come utilizzare un nuovo retino per pesci. Preferiamo farvi ancora una volta i nostri più caldi e sinceri auguri e lasciarvi con un po’ di suspance: cosa ci riserverà il prossimo anno? Abbiamo intenzione di incrementare la sezione fai-da-te, ma in questo campo abbiamo assoluto bisogno del vostro aiuto. Siamo certi che ogni acquariofilo ha almeno un singolo “segreto” che vorrebbe condividere con gli altri. Come fate a preparare il cibo per pesci? Avete mai costruito una plafoniera per neon? Come sistemate il riflettore per le luci? Vi è capitato di dover costruire un filtro di emergenza? Sapete preparare una trappola per lumache? Vorremmo questo da voi: condivisione. Se ogni lettore (beh, non esageriamo: ce ne bastano solo dodici!) vorrà scriverci un breve articolo con una sua esperienza di bricolage, godremo insieme per un anno intero di magnifici spunti per lavorare sodo attorno all’acquario. Vorremmo anche sviluppare l’argomento degli acquari pubblici. Quanti di voi hanno visitato in Italia o all’estero un acquario mozzafiato e, magari, scattato qualche bella foto? Inviateci i vostri reportage e saremo strafelici di condividere le vostre esperienze di viaggio con tutti i nostri amici lettori. Ci piacerebbe anche sviluppare l’acquario dei 121
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO Com’è stato questo numero natalizio? Non ancora finito di leggerlo? Allora tornate subito indietro ad approfondire gli argomenti che avete solo sfogliato. Nel caso in cui temiate di non avere abbastanza tempo nei prossimi giorni per leggere la rivista al computer, rammentate che in generale è leggibile anche su smartphone e tablet. La nostra app per iPhone necessita di alcuni aggiustamenti, ma questo non significa che non possiate scaricare il pdf (sì, questo pdf) sul vostro telefonino e leggerlo con una qualsiasi app, come ad esempio pdfReader. Scoprirete così il piacere di avere la rivista sempre con voi, su iPhone, iPad, tablet android e computers portatili, per goderla in qualsiasi momento libero della giornata. Un altro vantaggio offerto da aquariophylia che potrete ricambiare, se volete, scrivendo subito una mail ad un paio di amici, per consigliare di scaricarla. È gratis per tutti!