Esperienze con i Dipnoi
Dardanus calidus Grandi laghi africani Il potenziale redox
Bolma rugosa Acropore Tecnologie LED
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE Non tutte le pubblicazioni sono uguali e aquariophylia senza dubbio si distingue per vari motivi. Viene impaginata come una normale rivista A4, simile a quelle disponibili in edicola, ma è distribuita solo attraverso internet, per raggiungere le case di tutti gli acquariofili, ogni mese, gratuitamente. Ha un consiglio di redazione di tutto rispetto e contenuti preziosi, molto diversi ma necessita di un qualche apparato elettronico per essere sfogliata. Insomma: è una pubblicazione del nuovo millennio. Tra qualche anno tutte le riviste saranno come la nostra ma, nel frattempo, bisognerà educare i lettori. Tra i tanti vantaggi che la pubblicazione elettronica offre c’è la possibilità di usufruire di contenuti multimediali. Dunque cliccate dovunque e cercate di capire come funziona. Vedrete che è molto divertente. La cosa funziona perfettamente su tablet e computers, meno su alcuni smartphone. Ma nel complesso, si tratterà di un’esperienza entusiasmante e dopo qualche tempo non riuscirete più a farne a meno. Fatelo… anche sotto l’ombrellone!
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno II numero 7/8 - luglio/agosto 2012 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio, Dott. Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Claudio Anibaldi Carassio Aurato Paolo Busonera Francesco De Rosa Luciano di Tizio Francesco Gallifuoco Matteo Grassi Mario Loffredo Maria Pia Moschini Mirko Mutalipassi Maurizio Quarta Stefano C.A. Rossi Fabio Russo Luigi Storoni Fabrizio Volante Pubblicità e Redazione: Papyrus Sir Winston Churchilllaan 733 - NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands Tel. 0031-(0)70-3930964 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno II - n째 7/8 luglio/agosto 2012
90
34
116
110
102
54
6 12 14 17 18 28 34 36
Collaboratori Editoriale Questo numero in breve Errata corrige Lettere in redazione In diretta dalla preistoria: esperienze con i Dipnoi di Luciano di Tizio Dardanus calidus a cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa Grandi laghi africani: un’esperienza che mette tutti d’accordo. Seconda parte di Claudio Anibaldi e Matteo Grassi
46 48 52 54 59 70
Rubrica poesie: Respiro armonico di Maria Pia Moschini Vai col link... Il potenziale redox a cura di Mario Loffredo La rubrica del Carassio La regina dei brucatori: Bolma rugosa di Stefano C. A. Rossi Dalle associazioni Un acquario marino dedicato alle acropore di Mirko Mutalipassi e Francesco Gallifuoco
79
Recensioni e novità Oceanlife Premium Veggies Reefsnow Firstbite e Calanus Ati Coral Ocean Plus Dr Tim’s Aquatics Waste-away Wave Breeding Box small
90 98 102 110
Un giorno per una vita con i Discus di Paolo Busonera Test di banco: Tecnologia a LED Sicce GNC AM466 di Mirko Mutalipassi L’allevamento del Discus: per cominciare di Diskuszucht Stendker Caridine: i parametri di allevamento delle specie più comuni, seconda parte di Fabrizio Volante
116 122 124 126
Storia del Pesce Rosso di Maurizio Quarta Video contest Oltre il vetro di Luigi Storoni Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
6
TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.
7
ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. CLAUDIO ANIBALDI (Autore) nato a Roma il 18 luglio 1967, acquarista professionale, ha fatto esperienza in uno dei più antichi laboratori di Roma, rilevandone poi direttamente la gestione venti anni fa. Ha al suo attivo numerose installazioni di grandi dimensioni presso privati, aziende e luoghi pubblici, dedicate sia al marino sia al dolce, per le quali fornisce anche servizi completi di manutenzione nel tempo. Non nega però aiuti e consigli anche per piccoli acquari casalinghi a chi gli fa visita nel suo negozio romano. Pur trattando tutti i generi di biotopi, a livello personale predilige le vasche marine tropicali, i ciclidi africani e gli acquaterrari tropicali. Per informazioni relative ai servizi e prodotti offerti si può consultare il sito www.oceanoacquari.it
8
PAOLO BUSONERA (Responsabile sezione Discus) nasce a Genova il 30 maggio 1964. Da sempre appassionato del mare, degli animali e di acquari. Appassionato di fotografia naturalistica pubblica, insieme ad un amico, alcuni articoli sugli uccelli rapaci e non. Negli anni ‘90 allestisce un piccolo acquario da salotto, in seguito scopre che i Discus sono la sua passione e li alleva ormai da dieci anni. MARIA PIA MOSCHINI (Autore) è nata nel 1939 a Firenze, dove vive. Poeta lineare, pubblica nel 1983 Rizomata. Nello stesso anno fonda ”Intravisioni Area”, spazio di ricerca artistica. Autrice di varie opere teatrali, ha pubblicato nelle Edizioni Gazebo il volume di testi teatrali Bataclàn (1997) e il volume di racconti Abitare il fantasma (2005). Nel 2003, con Rosaria Lo Russo e Liliana Ugolini pubblica La pissera (Edizioni Ripostes). Il suo ultimo volume di racconti è Il salottino degli ospiti invisibili ediz. Gazebo, 2010). Collabora alle Edizioni Morgana ed è redattrice della rivista “L’area di Broca”. MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai! Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), è tra i soci fondatori del neonato Salento Aquarium Club. FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l’associazione AMM “Acquario Marino Mediterraneo” cura la rubrica “strani e poco conosciuti” oltre a collaborare alla stesura di schede di organismi marini mediterranei. LUIGI STORONI (Autore) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli.
10
Eccoci per la seconda volta al nostro appuntamento estivo: di corsa, come sempre! Sono passati solo dodici mesi dall’ultima estate ma sembrano molti di più. Siamo cresciuti, tutti, anche grazie alla rivista (qualche malalingua dirà che siamo semplicemente invecchiati!). La rivista è divenuta più matura e al momento rappresenta senza dubbio un punto di riferimento per moltissimi appassionati, grazie alla mole di dati raccolti nei tanti fascicoli. Abbiamo trattato argomenti diversi, pur mantenendo viva l’attenzione su alcune specie che storicamente catalizzano gli affetti degli appassionati: il discus, il betta, lo scalare, le Caridina. Lo abbiamo fatto con entusiasmo e ne siamo felici, anche se la cooperazione da parte degli operatori del settore è stata ed è molto scarsa, indicando un basso livello d’interesse, soprattutto delle grandi aziende, per gli aspetti “ludici” e informativi dell’hobby. Grandi aziende interessate solo al guadagno immediato e poco attente al futuro dell’hobby? Non lo riteniamo possibile. Dunque devono esserci altre motivazioni dietro la loro intenzione apparente di togliere risorse all’unica pubblicazione indipendente del settore distribuita via web. Forse ci considerano ancora troppo piccoli. In effetti, i lettori iscritti al sito sono aumentati costantemente sin dall’apparizione del primo numero della rivista e continuano a farlo. Abbiamo festeggiato il millesimo abbonato, avremmo potuto festeggiare il duemillesimo alcuni mesi fa e ci prepariamo a celebrare l’iscrizione del tre-millesimo! L’aumento
è lento ma inesorabile e costante. Gli abbonati però non sono tutto e, in passato, soprattutto il numero dei lettori “anonimi” su issuu.com aveva raggiunto livelli eccezionali. In seguito alla nascita di numerosi siti web che distribuiscono la rivista in pdf (senza richiedere iscrizioni al nostro sito!) anche il numero di lettori su issuu.com è calato. Sono veramente tantissimi e per conoscerli basta digitare “Aquariophylia” in google: appariranno centinaia di siti che dichiarano di distribuirla. Una copia a testa per mese? Due? Dieci? Chissà, ma certamente sono numeri che si vanno ad aggiungere in modo “anonimo” a quelli ufficiali, sottraendo apparentemente forza alla nostra presentazione. Si tratta di logiche della rete, che bisognerebbe analizzare. In effetti, comunque, esiste ancora una larga fetta di appassionati che non ci conosce e questo è un peccato. Essi perdono ogni mese la possibilità di leggere gratuitamente una rivista ben confezionata, rigorosamente (più o meno!) scientifica e dotata di un interessante consiglio di redazione, mentre noi rischiamo di morire per mancanza di finanziamenti. Da questo punto di vista il supporto dei nostri lettori è fondamentale. Dite ai vostri amici e agli amici degli amici della nostra esistenza. Sappiamo che molti di voi lo fanno regolarmente, “pagando” così virtualmente questa pubblicazione mensile. Molti altri però hanno smesso di farlo, rallentando il nostro ritmo di crescita. Sarebbe triste dover annunciare che la rivista non può più essere pubblicata perché non ha un suffi12
ciente numero di lettori e, quindi, di sponsor. Tutti noi lavoriamo gratis per la diffusione dell’hobby, ma vi sono alcune spese fisse (impaginazione, fotografi, ecc.) che non possono proprio essere cancellate. Aquariophylia è una rivista “vera” e lo comprendete facilmente sfogliandola ogni mese. Non può certo essere prodotta a costo zero, com’è evidente! Vi chiediamo dunque di cooperare per la sua diffusione, nell’interesse vostro e dell’acquariofilia in Italia. D’altro canto siamo in estate e il clima caldo che ci circonda consiglia di ridurre le attività. Lo faremo anche noi, congedandoci come di consueto, per un mese. Vi lasciamo naturalmente un numero molto ricco che, insieme a quello praticamente “doppio” del mese scorso potrà farvi compagnia almeno per un paio di mesi sotto l’ombrellone. Lo
abbiamo arricchito con argomenti “mediterranei” a tutto vantaggio di coloro che vorranno iniziare con un acquario marino, da riempire con piccole prede estive raccolte a riva, col retino. Non mancano però i consueti appuntamenti, che potrete seguire utilizzando il tablet o lo smartphone. Ci rivedremo a settembre, tutti più rilassati (si spera), più sereni e… più freschi, pronti a ricominciare l’anno acquariofilo che, tradizionalmente, parte in autunno, con una bella messa a punto della vasca abbandonata alle cure della mangiatoia automatica per un mese o più. Noi saremo con voi, pronti ad accompagnarvi in nuove avventure, sperando che lettori e sponsor comprendano il valore tattico e culturale dei nostri sforzi. Buone vacanze! 13
QUESTO NUMERO...
in breve In diretta dalla preistoria: esperienze con i dipnoi. I “dipnoi”, singolari pesci di antichissima origine, hanno sviluppato la capacità di svincolarsi, sia pure parzialmente, dall’ambiente acquatico. Sono pesci esclusivamente dulcacquicoli, così come i reperti fossili sin qui conosciuti, appartenenti a tre diversi generi diffusi in altrettanti continenti: l’africano Protopterus, il sudamericano Lepidosiren e l’australiano Neoceratodus. Sono tutti in grado di respirare aria atmosferica grazie a rudimentali polmoni e sono tra loro estremamente simili sia nell’aspetto sia nelle caratteristiche biologiche e comportamentali per un classico fenomeno di convergenza evolutiva. Si possono allevare questi incredibili resti della nostra storia remota? D a r d a n u s c a l i d u s. Passiamo subito al Mediterraneo perché questo numero estivo vuole essere uno stimolo per tutti quelli che visitano le nostre spiagge: allestiamo un acquario destinato al Mare Nostrum. Come tutti i paguri, il Dardanus è un decapode che protegge l’addome, privo di esoscheletro e molle, all’interno di conchiglie di molluschi gasteropodi vuote. È di grosse dimensioni e raggiunge i 2,5 cm di lunghezza del carapace. Caratterizzato da complessa etologia, può essere ospitato in qualsiasi acquario marino nostrano. La biologia di questo crostaceo è molto ricca e ben studiata: normalmente si trova in simbiosi mutualistica con l’anemone Calliactis parasitica. Grandi laghi africani. Passiamo alla seconda parte dell’articolo sui grandi laghi africani, iniziato il mese scorso. Nello scorso numero di Aquariophylia abbiamo descritto una grande vasca da 3.000 litri in cui diverse specie di ciclidi africani possono vivere, dare alla luce dei piccoli e vederli crescere fino all’età adulta, spontaneamente, nello stesso ambiente. La realizzazione di una vasca di questo genere presenta numerosi spunti d’interesse che vogliamo ripercorrere in questa seconda parte. Nel 2009, in seguito alla ristrutturazione di un negozio storico di Roma, Oceano Acquari, è nata l’esigenza di esporre un grande acquario, con la possibilità di sfruttare un’intera zona d’angolo della sala. Una vasca per ciclidi africani presenta numerosi vantaggi da questo punto di vista, sia per la ridotta componente tecnica, sia per le scarse esigenze legate all’assenza di vegetazione, sia per i cambi d’acqua decisamente più semplici. Carassio. Questo mese il nostro aveva molta fretta. Sta infatti per partire per le agognate vacanze, ove spenderà le pochissime scaglie guadagnate nell’ultimo anno, per godersi un mese intero di meritato riposo. Il suo contributo sarà dunque breve e compendioso, leggermente acidulo, come sempre, ma ricco di doppi sensi. 14
Questo mese parliamo di… potenziale redox. Giungiamo così alla nostra classica rubrica dei link, una tra le più amate dai nostri lettori. Perché è importante conoscere il valore del potenziale redox del proprio acquario? Innanzitutto per sapere come stanno andando le reazioni principali. Un acquario nuovo, con acqua molto pulita e non ancora inquinata dai prodotti del ricambio dei pesci, ha un potenziale redox generalmente elevato, ovvero spostato verso l’ossidazione. Questo parametro è anche riassuntivo dell’equilibrio che stiamo creando in vasca: troppo basso? Troppi animali. Troppo alto? Troppe piante da bilanciare con una falda freatica! Per saperne di più basterà cliccare, come sempre. La regina dei brucatori: B o l m a r u g o s a . Naturalmente le notizie sul Mediterraneo continuano in questo numero molto speciale. Parleremo di erbivori e di molluschi. In Mediterraneo i pesci squisitamente erbivori e di dimensioni ridotte, ben adattabili in vasca, sono inesistenti: le salpe (Boops salpa), i più efficienti, superano agevolmente i 25 cm di lunghezza, per non parlare dei mugilidi. Inoltre in generale i pesci fan buono tutto quanto c’è di vegetale, incluse le alghe superiori. Spostando l’attenzione allora sul mondo degli invertebrati notiamo che altri organismi brucatori importanti ed efficienti sono i ricci di mare, come il comunissimo Paracentrotus lividus. Senza dubbio. Però, quando una vasca comincia a derivare verso la presenza di alghe filamentose, è possibile riassestarla dal punto di vista dei nutrienti, ma l’unico animale che fa la vera differenza nel controllo algale è Bolma rugosa (o Astrea rugosa, sinonimo precedente), detta comunemente “occhio di Santa Lucia”. Poesie. Questo mese i nostri amici poeti ci portano un po’ lontano dall’acquario, ma comunque in ambiente “umido”. D’altra parte è tempo di vacanze e un po’ di cammino in direzioni ignote, ci permetterà di tornare riposati, a settembre, per gustare argomenti tecnici e non più strettamente legati al mondo della natura in casa. E allora, immergiamoci in questa ayurvedica passeggiata e… respiriamo profondamente. Un acquario marino dedicato alle acropore. A grande richiesta affrontiamo un argomento che appassiona una larga fetta del nostro pubblico. L’acquario marino di barriera, specialmente se destinato all’allevamento di coralli duri a polipo piccolo (SPS), è sicuramente un sistema impegnativo. Il tutto risulta molto semplificato se si effettua una buona maturazione e si prendono, a tempo debito, le dovute precauzioni alle problematiche che di volta in volta possono insorgere. In quest’articolo gli autori ci accompagnano quasi per mano nell’allestimento di un marino tropicale, utilizzando all’uopo un caso di studio, esperienza già fatta da un acquariofilo di lungo corso. Recensioni. Come sempre ricca la sezione recensioni di questo mese. Si tratta di nostre personali impressioni su determinati prodotti che hanno colto la nostra attenzione e potrebbero anche non corrispondere totalmente alla realtà. Per questo chiediamo sempre ai lettori di aiutarci a essere più precisi. Chi abbia provato gli stessi prodotti è invitato a scrivere alla redazione per offrire i propri pareri, in modo da correggere il nostro tiro, se necessario. Questo mese abbiamo preso in considerazione un alimento per pesci vegetariani, un rivoluzionario biocondizionatore anti-detrito, un alimento a base di zooplancton, un ottimo sale marino, una particolare sala parto. 15
Un giorno per una vita con i Discus… Torna il romanzo scientifico del nostro esperto di discus, che questo mese ci sottopone ancora una storia molto interessante. Carlo si ritrovò a esaminare nuovi casi che il mondo dell’acquariologia gli pose. Il primo problema era di decidere il destino dei suoi scalari: quelli che gli avevano dato i primi piaceri, i primi pesci che avevano prolificato nuovi scalari. Il solo pensare di venderli lo faceva sentire come un genitore che ripudia i propri figli. Finalmente, dopo qualche settimana, il filtro era montato e pronto a svolgere il suo lavoro. Il suo sogno era di avere dei Discus Heckel, Green, Blue eccetera. Per sapere come va a finire, però, dovremo leggere l’articolo per intero! Test di banco: GNC AM466. L’applicazione della tecnologia a “LED” all’acquariofilia è un trend cui assistiamo già da diversi anni. A ogni fiera acquariofila spuntano nuovi prodotti, nuove applicazioni e nuovi progetti tutti basati sull’utilizzo di LED più o meno potenti ed efficienti. Il LED, nonostante sia una nuova tecnologia, è già concretamente utilizzato in altri campi (ad esempio per illuminazione civile) e già si hanno notevoli feedback su tutta una serie di parametri operativi come la durata reale, sull’efficienza nel tempo. In questo numero vi presentiamo un test di banco su un impianto molto interessante, che riteniamo possa risolvere problemi senza crearne. Inserto da staccare. Continua la pubblicazione dell’inserto da staccare, dedicato ai discus, che tanto sta facendo discutere i nostri lettori, divisi tra acquariofili e allevatori. Noi ci limitiamo a osservare questa discussione che vede da una parte i pareri di un grande allevatore di discus, dall’altra la sensibilità naturalistica di grandi appassionati. Una lotta tra titani! Questo mese parliamo di alimentazione e filtraggio. Caridina. I parametri di allevamento delle specie più comuni. Come tutti gli animali anche Caridina e Neocaridina hanno dei parametri ben distinti per il loro allevamento e benessere. Sostanzialmente i parametri di allevamento variano in un range delineato: pH che varia dal 6 al 7.5, KH compreso tra 5 e 12 gradi e GH minore di 15. Ovviamente questi sono valori con i quali si possono far “sopravvivere” le caridine, ma se le si vuole far vivere al meglio bisogna adottare i giusti parametri per ogni specie, parametri che andremo ad analizzare dopo. Le sostanze assolutamente da evitare e nocive sono sicuramente l’ammoniaca (può essere presente in vasche non del tutto “mature”), i metalli pesanti tra i quali i più comuni sono ferro e rame, che possono facilmente trovarsi nei fertilizzanti, il cloro che invece è sempre presente nell’acqua di rubinetto. 16
Storia del pesce rosso. Il pesce rosso è l’unico che può vantare il titolo di “animale domestico”, al pari di gallina, cane gatto, ecc., cioè animali la cui storia è così indissolubilmente legata a quella dell’uomo da tempi così remoti che è difficile vederli e parlarne allo stesso modo delle specie “selvatiche”. Il pesce rosso è stato sicuramente il precursore di tutte le specie ornamentali. Il nostro carassius auratus, probabilmente è originario del bacino dell’Amur, al confine tra Siberia, Cina e Mongolia. In realtà, nessuno conosce con certezza la distribuzione originale e va detto che oggi, dopo secoli di allevamento e conseguenti immissioni in natura di soggetti d’allevamento in tutti i continenti, è assai dubbio che esistano popolazioni selvatiche pure, il cui patrimonio genetico non sia stato minimamente alterato. Video contest. Continua la nostra gara di bravura per i lettori che hanno voluto inviare i loro filmati al sito partner. Questo mese vince un video di grande interesse: la riproduzione di una coppia di scalari ripresa da una lettrice molto brava, che è riuscita a rubare attimi di privacy alla coppia come non avrebbe saputo neppure un grande regista di film naturalistici. Assolutamente da non perdere. Oltre il vetro. L’architetto questo mese ci propone una soluzione estroversa per un salotto molto comune. Partiamo da un ambiente “tipo” che volutamente non abbiamo renderizzato completamente: vogliamo che immaginiate il vostro stesso salotto. Sono presenti un divano e delle poltrone, ma anche alcuni tavolini bassi e un’ampia vetrata, che offre luce e colore. Il vostro salotto, dunque, bello, elegante ma manca di qualcosa. Manca un acquario, ovviamente! ERRATA CORRIGE Nel numero precedente è stata presentata per errore la locandina di un evento acquariofilo che si è tenuto molti mesi or sono a Genova. Evidentemente Carassio deve aver fatto confusione tra le carte del capo, inviando all’impaginazione documenti presi a caso. Oppure stava cercando di tornare a Genova per il Reportage… Ce ne scusiamo con i lettori, invocando il caldo e il superlavoro a giustificazione della nostra dabbenaggine.
17
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it COMPLIMENTI: SEMPRE GRADITI Cari Redattori, Collaboratori, Amici e Simpatizzanti di Aquariophylia, non conoscevo questa bella rivista on-line. Quello degli acquari non è un argomento di cui mi occupo, nel senso che non ho un acquario e non so se mai mi imbarcherò in tale impresa, ma devo dire che ne ho una grande ammirazione, quando posso, in casa di qualche amico o in qualche luogo pubblico dove possono ammirarsi degli acquari, mi soffermo a osservare quell’andare e quel tornare di pesci (o altro) dentro quello spazio di vetro e acqua. Tutte le volte che vado a Lisbona non manco di andare all’Oceanario, un acquario gigante, sosto ore intere a osservare pesci di ogni sorta in dimensioni, colori e caratteri, mi affascinano. Ho conosciuto questa rivista (sito) per mezzo di Mariella Bettarini che mi ha chiesto una poesia da proporvi (Il pesce rosso), sono proprio felice che sia stata di vostro gradimento e pubblicata. Vi ringrazio. Ho letto e apprezzato tutte le parti della rivista, complimenti. Skra Carissimo amico, anzi, collaboratore da quanto comprendiamo, la sua lettera ci riempie di gioia, proprio come le poesie che ogni mese riusciamo a leggere e pubblicare. Certo quello degli acquari è un mondo affascinante anche se non tutti riescono a trovare il 18
ceus, 3 Pristella maxillaris, 5 Danio. Chiedo aiuto per la soluzione di questo problema. Malanoch3
“coraggio” immediatamente per iniziare. Eppure basta poco. Un consiglio al volo! Provi ad acquistare una vaschetta piccola, da soli 15-20 litri, da popolare con tante piante e pochi pesci. L’importante è che si tratti di un acquario ben fatto, completo d’illuminazione, filtro, aerazione. Meglio non tentare di risparmiare pochi euro in questa fase perché da ciò dipenderà il successo dell’impresa. Se l’acquario è di buona qualità, riuscirà ad autosostenersi a lungo in assenza di qualsiasi operazione da parte sua. Basterà aggiungere ogni giorno un pizzico di mangime e ogni settimana qualche bicchiere d’acqua per rimpiazzare quella evaporata. Naturalmente se l’acquario non è sufficiente (impianto filtrante poco efficiente, termoriscaldatore poco preciso, ecc) allora potrebbero nascere dei problemi. Ma a questo proposito la lettura di questa rivista potrà aiutare. Insomma, perché attendere di raggiungere Lisbona? Quelle stesse emozioni possono essere vissute in casa, ogni giorno, avvicinando lo sguardo alle pareti di vetro. In una goccia d’acqua c’è un mondo stupendamente interessante, proprio come in una grande vasca dell’Oceanario. Non sono necessarie particolari abilità, ma solo un po’ d’amore.
ALGHE È all’incirca da un mese che sono spuntate le alghe a barba sulle mie piante, inizialmente ho potato le foglie colpite, ma nulla, di seguito inserirò i test dell’acqua prima e dopo un cambio parziale del 10% fatto dopo una settimana dal primo test. Caratteristiche della vasca: 65 litri lordi /45 litri netti, illuminazione con un neon da 18w 6500k, fotoperiodo di 8 ore. Prima: pH - 8, NO2 - 0, GH - 13, KH - 8, NO3 - 5 mg/l. Dopo il primo cambio parziale: pH: 8, KH: 10, NO3: 25, PO4: 10. Popolazione: 3 Barbus verdi, 2 Corydoras, 2 guppy, 2 Girynocheilus (li ho presi dopo aver letto su internet che mangiano almeno le alghe giovani), 1 Ancystrus, 3 Hyphessobrycon rosa-
La soluzione è molto semplice: il suo acquario è allestito in modo errato! Partiamo dalla luce: è senza dubbio insufficiente, date le dimensioni della vasca. Lei ospita però piante a fusto 19
20
alto, che hanno bisogno di tanta luce, e Anubias nana, che si ricoprono di alghe quando troppo illuminate. La soluzione è semplice. Basta aggiungere un neon nell’area posteriore, popolata con le piante a fusto alto, lasciando le Anubias in ombra. Passiamo ora all’acqua che utilizza. Si tratta evidentemente di acqua di rubinetto, peraltro di scarsa qualità. Bisogna miscelarla con acqua demineralizzata per ottenere almeno una durezza totale attorno a 10, KH 6-7 e pH prossimo al 7. In alternativa potrà utilizzare dei prodotti come il Ferplast BluResin che, aggiunti nel filtro anche in presenza dei pesci, le permetteranno di ottenere questi risultati senza dover cambiare l’acqua. Passiamo infine al filtro e alla popolazione dell’acquario. Non ci ha fornito dati sul sistema di filtraggio ma appare decisamente insufficiente per la popolazione allevata a giudicare dai valori dell’acqua. I pesci poi sono troppi e inquinano rapidamente l’acqua. Dunque, per risolvere il problema, occorrerà sfoltire un poco la popolazione ittica, magari regalando qualche esemplare di grandi dimensioni a un amico. Le alghe cui lei fa riferimento, osservabili anche nelle sue foto, crescono bene in condizioni di scarsa luce e con abbondanti nutrienti, specialmente quando la composizione in nutrienti sia sbilanciata. A questo scopo, dopo aver sistemato tutti i punti precedenti, potrà essere utile aggiungere piccolissime quantità di un fertilizzante a base di ferro e, possibilmente, un impianto di distribuzione di anidride carbonica, che potrà servire anche a stabilizzare il pH.
preoccupare o si riassorbirà da solo? Help! Deborah Quando parla di Carassius “dagli occhi grossi”, si riferisce forse a un esemplare da selezione con occhi a bolla? Se è questo il caso, non possiamo escludere che il pesce, caratterizzato da notevole delicatezza dei globi oculari, possa aver urtato qualche oggetto dell’arredamento che ha creato il danno. In questo caso le suggeriamo di aggiungere solo un blando antibatterico e speriamo che il danno meccanico non sia stato eccessivo, tale da produrre perdita della vista. Potrà, ad esempio, aggiungere all’acqua un cucchiaio di sale grosso da cucina per ogni 20 litri d’acqua e/o 10 cc di acqua ossigenata (quella acquistabile in farmacia) per ogni 100 litri di volume della vasca (naturalmente curando di scioglierla bene in una brocca d’acqua dell’acquario prima di versarla). Questo servirà a evitare infezioni secondarie facilitando la guarigione. Se si tratta invece di un carassio “tipo”, ovvero di un classico pesce rosso, allora potremmo sospettare la presenza di vermi parassiti dell’occhio, ma solo lei potrà verificare questa ipotesi, fotografando eventualmente l’occhio del pesce e postando l’immagine sul nostro forum.
DISCUS INAPPETENTI Buongiorno a tutti, sono un nuovo utente del forum da poco appassionato al mondo dell’acquariofilia: 5-6 mesi fa ho ritrovato il vecchio acquario (di 20 lt circa, una sciocchezza) che avevo giù in cantina (comprato da mio padre quando io avevo 2 anni... insomma circa 18 anni fa!) ed ho intrapreso questa bella passione. Dopo aver avuto indigestione di pesci “comuni”, quali guppy e black molly, ho cambiato acquario passando a un bellissimo Juwel VIO da 40 lt netti ed ho inserito in vasca due piccoli discus “white diamond”, oltre che tre scalari e vorrei sfoltire le altre specie più comuni.
CARASSIO Salve a tutti, cerco urgentemente qualcuno che mi sappia spiegare perché uno dei miei Carassius (quello con gli occhi grossi) ha un versamento preoccupante di sangue nell’occhio.. sembra stare bene e mangia, però non so cosa fare per il suo occhio… mi devo 21
Ora avrei alcune domande: 1- Ho notato che i piccoli “dischettini” hanno poco appetito, il che mi preoccupa non poco: mi affascinano per la loro bellezza e vorrei crescerne qualcuno. Consigli da darmi? 2- Vorrei sapere come organizzereste voi, sicuramente molto più esperti di me, un acquario dalle dimensioni così piccole eppure così... “affascinante”. Julietto92
Tu possiedi già due discus che potenzialmente potrebbero raggiungere i 20 centimetri di diametro per 2-3 di spessore. Per farla breve adesso i due “dischetti” sembrano proporzionati apparentemente alla vasca ma puoi star certo che hanno già vissuto i loro primi mesi di vita in spazi maggiori. Per cui l’inappetenza nel tuo acquario in primis è data magari dalla mancata capacità di potersi nascondere dietro piante o altro per potersi rinfrancare dagli stress. Se il venditore della vasca è lo stesso che ti ha venduto i dischetti non è stato molto leale con te, avrebbe dovuto informarti che servivano misure maggiori di vasca. Ti suggerisco di leggere quanto più possibile sull’allevamento del Re dell’acquario e ti propongo subito di correre a pagina 122 della rivista ultima uscita di Aquariophylia N° 3 del 2012. Lì potrai iniziare, e magari proseguire con la ricerca di un testo “Notizie sul Discus” scritto
RISPONDE UN LETTORE Ciao Julietto92, sono lieto di sapere che il prurito dell’acquario abbia preso anche te, ma attenzione che gratta gratta possono nascere problemini. Il tuo acquario prendendo i dati dal sito ufficiale è uno JUWEL Vio 40, Volume: approx. 30 Litres, Measurements: 40 x 26 x 30cm, che purtroppo ha un volume netto di soli 30 litri e forse senza arredo.
22
da Dirk Lambert, edito Primaris nel 1995, piccolo economico semplice ma completo per te che hai bisogno di parecchie informazioni. Mi sa che il prurito debba prevedere una vasca nuova Pillopallo
Se la mamma non ti lascia mettere un acquario più grande puoi allevare delle caridine nel tuo acquario. Siamo noi che dobbiamo adattare l’ambiente agli animali che alleviamo non il contrario. Ripeto che questo comportamento è violenza. È come volere allevare un San Bernardo in 2 metri quadrati o confinare un gatto in una scatola. Pensaci per favore. Fosco
TORNA IL LETTORE Grazie per la celere risposta. Guarda era una domanda che mi ero posto anch’io: in effetti leggendo e documentandomi avevo appreso tali notizie: i discus divengono molto grandi quindi la vasca è un po’ piccola. Il problema è che con mia madre, soprattutto in ragioni di spazio per la casa, una vasca più grande è al momento impossibile da realizzare! Eppure guarda: nello stesso giorno in cui ho acquistato i miei due dischetti, una persona di nostra conoscenza ne ha presi altri due di pochi mesi delle dimensioni di neppure 3 cm (ovviamente porzione caudale esclusa) che si trovano benissimo in un acquario nano all’interno del suo negozio (e lo dico perché li ho visti personalmente): potrebbero sì essere le dimensioni dell’acquario, ma spero vivamente non sia ciò... spero nell’adattamento. PS: grazie per il riferimento bibliografico. PS: e per la costruzione dello “scenario”? Consigli? Julietto92
LA CHIOSA DELLA REDAZIONE I discus non sono certo i pesci più facili da allevare. Non sono neppure quei campioni di complessità che spesso ci vengono presentati, ma senza dubbio sono pesci alquanto esigenti. Possono vivere in un ambiente ristretto? Senza dubbio no, tenendo conto di una serie di caratteristiche fisiologiche ed etologiche. D’altra parte noi facciamo acquariofilia perché vogliamo divertirci. Perché crearci problemi inutili? Allestire un acquario da duecento litri e metterci dentro una bella coppia di discus può essere piacevole e dare tante soddisfazioni. Ma allestire un acquario da quaranta litri (o meno) e metterci dentro degli animali potenzialmente destinati a raggiungere dimensioni maggiori di quelle della vasca è inutile e poco divertente. Prima o poi i pesci staranno male, moriranno e si raccoglieranno solo insoddisfazioni. Inutile pensare all’adattamento: non si può adattare un’aquila a vivere in una gabbia da canarini! Dunque il nostro suggerimento è di passare a specie di dimensioni adatte a quelle della vasca. Non stiamo parlando necessariamente di caridina. In una vasca di quelle dimensioni si possono allevare con successo dei Betta, ma anche un bel gruppetto di Danio. Vi si possono riprodurre dei Tanichtys o una coppia di Colisa chuna. Tutte queste specie possono offrire grandi soddisfazioni, proprio come molti poecilidi che, se ben allevati e selezionati, possono condurre a magnifiche vittorie in competizioni internazionali. Insomma, il nostro suggerimento è di pensare in positivo e di puntare in alto, a risultati soddisfacenti e di rilievo. Una coppia di discus in una vaschetta da trenta litri non ci condurrà ad alcun successo, questo è
ALTRO LETTORE INTERVIENE Ciao Julietto, che dire sicuramente chi ti ha venduto i pesci non è un fautore dell’acquariofilia consapevole. Quando comperiamo un animale dovremmo preoccuparci di farli vivere nel migliore dei modi. Un nano acquario non può e non deve mai essere la dimora definitiva per dei pesci che come minimo hanno una stazza finale di almeno 15 cm. Un acquario come il tuo non può sopportare né il carico organico né il futuro accrescimento, se di accrescimento si può parlare in acquari di quelle dimensioni, forse sarebbe più corretto parlare di un probabile futuro nanismo. Stai facendo violenza a un animale senza saperlo. I pesci del tuo conoscente non stanno benissimo, e neppure bene. 23
certo! E allora… divertiamoci ad allevare pesci che potranno farci felici! Non c’è bisogno di grandi spazi o di acquari giganteschi, ma solo delle giuste conoscenze.
Difficile non concordare. Allora perché mai Aquariophylia pubblica l’inserto prodotto dalla ditta in questione? Evidentemente questo stimola una corretta discussione. L’azienda di cui stiamo parlando è certamente all’apice della riproduzione del re dell’acquario e i suoi pareri non possono essere ignorati. Ma possono essere discussi, serenamente, come stiamo facendo. Di questo ci congratuliamo con tutti i lettori. Non concordiamo invece che quelle idee possano essere mal comprese dal neofita. I neofiti possono sbagliare anche senza… i suggerimenti degli esperti! Continueranno certo ad allevare pesci troppo grandi in vasche troppo piccole. Ma la discussione che noi possiamo condurre su questi argomenti sarà utile per tutti e ci permetterà di confrontare posizioni e pareri. Si può certo non essere d’accordo col sistema Stendker e discuterlo anche in modo acceso. Siamo certi però che il produttore, interessato ovviamente al successo dei suoi acquirenti, fornirà consigli in assoluta buona fede e che il sistema, almeno in alcune condizioni, deve funzionare. Ma di questo potremo discutere ancora per raggiungere posizioni intermedie, condivisibili da tutti.
SISTEMA STENDKER Ciao a tutti, direi che quello che ha scritto Maxtom è più che condivisibile. Le traduzioni del sistema Stendker. Ho una vasca da un metro uno... ci allevo 12 discus da 15 cm e già qua siamo forse “strettini”? poi aggiungo un branco di 50-80 neon, 6 loricaridi, 3 coppie di ramirezi, 6 ciclidi nani e perché no 4 scalari... mi scuso per il mio tono ironico. Continuo a non essere d’accordo anzi continuo a essere preoccupato su cosa possa capire un neofita sulla conduzione di un acquario una volta letto un articolo del genere. Una cosa positiva è il consiglio di cambiare 1/3 dell’acqua settimanalmente (ci mancherebbe altro) operazione agevolata dal fatto che con tutti quei pesci in vasca, i litri effettivi sono pochi. Basta una tanica! Fosco
24
Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
25
OCCHIO ALLA MEDUSA! Torna anche quest’anno la campagna del CoNISMa (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare), che con la sua unità operativa dell’Università del Salento (Lecce), partecipa ad un progetto europeo (VECTORS 2011-2014), che ha lo scopo di studiare le possibili cause dei cambiamenti negli oceani e nella vita marina. In particolare, nell’ambito di tale progetto, il CONISMA-Lecce è responsabile di un workpackage sulle proliferazioni di meduse nei mari europei. La suddetta campagna, seguita dall’università salentina, mira a monitorare le popolazioni di meduse che vivono nel Mare Nostrum, e si avvale della collaborazione di Enti di Ricerca, Aree Marine Protette, diving centers, pescatori, privati cittadini, ecc. che con le loro segnalazioni possono contribuire fattivamente a mappare la distribuzione di questi animali gelatinosi nel bacino del Mediterraneo. Aquariophylia vuole sostenere questa importante iniziativa ed invita tutti i suoi “lettori balneanti” a segnalare, anche in questa stagione estiva 2012, la presenza di meduse che dovessero essere viste in mare, sia lungo i litorali e sia al largo delle coste. Il poster, molto chiaro ed esplicativo, faciliterà l’identificazione delle specie ed aiuterà alla compilazione dei dati da inviare agli indirizzi di posta elettronica in esso riportati. Buone vacanze a tutti!
http://www.focus.it/meduse/ boero@unisalento.it
26
In diretta dalla preistoria
Esperienze con i dipnoi di Luciano Di Tizio Chiunque voglia occuparsi della storia della vita sulla terra sicuramente non potrà fare a meno di rivolgere la propria attenzione ai “dipnoi”, singolari pesci di antichissima origine che hanno sviluppato la capacità di svincolarsi, sia pure parzialmente, dall’ambiente acquatico. Non a caso, un recente studio elaborato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Chicago e pubblica-
to su PNAS, la rivista dell’Accademia americana delle scienze, assegna proprio a un dipnoo, precisamente alla specie africana Protopterus annectens, un ruolo importante nell’evoluzione dall’acqua verso la terraferma. Gli studiosi – la notizia è stata rilanciata in Italia da una nota dell’agenzia giornalistica ANSA diffusa il 13 dicembre 2011 – hanno filmato da diverse angolazioni
Primo piano del dipnoo allevato dall’autore per circa 13 anni nei suoi acquari
28
PESCE “FOSSILE”? I dipnoi vengono spesso impropriamente definiti “fossili viventi” per le loro singolari caratteristiche e per il fatto che pesci analoghi, sono presenti sulla Terra almeno dal Devoniano medio (circa 380 milioni di anni fa). I dipnoi oggi viventi in realtà hanno sì caratteristiche che li rendono paragonabili ad analoghe specie fossili, in particolare a Dipterus, ma hanno pure subito una normale evoluzione che li ha portati ad adattarsi alle difficili condizioni ambientali in cui vivono, sviluppando capacità che probabilmente i loro lontani progenitori non avevano. Un vero fossile vivente è invece il celacanto Latimeria chalumnae pesce, del quale pure si conoscono reperti fossili dal Devoniano e che si riteneva estinto nel Cretaceo sino a quando, tra la sorpresa generale del mondo scientifico, venne nuovamente pescato nel 1938. Questo pesce appartiene all’Ordine Coelacanthiformes che esiste da oltre 350 milioni di anni ed è sempre rimasto, a differenza dei dipnoi, pressoché immutato.
tutti i movimenti del pesce scoprendo che il Protopterus usa le lunghe appendici posteriori sia per sollevare il corpo dal fondale sia per spingersi in avanti, utilizzando o la spinta all’unisono dei due “arti” o muovendoli alternativamente come in una vera e propria camminata. Sulla base di queste osservazioni, analoghe del resto a quelle già compiute negli anni da diversi acquariofili di tutto il mondo, gli scienziati ritengono di poter affermare che gli antenati del dipnoo avrebbero potuto camminare sui fondali lasciando tracce simili a quelle degli animali terrestri dotati di zampe. Si aprirebbe di conseguenza la strada per una nuova interpretazione di alcune tracce fossili sin qui mai legate al movimento di pesci nel loro cammino (e mai parola è stata più adatta!) evolutivo.
Da giovane il nostro tendeva a nascondersi infilandosi tra le rocce non appena qualcuno si avvicinava alla sua vasca, ma è un’abitudine che ha perso presto appendici filiformi, quelle nelle quali i ricercatori di cui si diceva all’inizio hanno individuato una prima bozza di veri e propri arti. Aquariophylia si è già occupata di questi pesci con un articolo di Alessio Arbuatti pubblicato sul numero dello scorso ottobre (“Pesci fuor d’acqua ma… in ottima forma! La straordinaria vita dei pesci polmonati”, anno 1, numero 9, pp. 96100). Si è detto allora della classificazione, delle caratteristiche generali e delle abitudini di vita. Torniamo sull’argomento per occuparci questa volta più concretamente dell’allevamento in acquario. Esperienze in tal senso sono possibili soltanto con le specie africane, poiché dal
Con il nome comune dipnoi s’indicano pesci, esclusivamente dulcacquicoli così come i reperti fossili sin qui conosciuti, appartenenti a tre diversi generi diffusi in altrettanti continenti: l’africano Protopterus, il sudamericano Lepidosiren e l’australiano Neoceratodus (considerato il più primitivo). Sono tutti in grado di respirare aria atmosferica grazie a rudimentali polmoni e sono tra loro estremamente simili sia nell’aspetto sia nelle caratteristiche biologiche e comportamentali per un classico fenomeno di convergenza evolutiva. La specie Sudamericana e quelle africane hanno in più in comune la trasformazione delle pinne in 29
TRE GENERI, SEI SPECIE Due dei tre generi di Dipnoi oggi viventi sono monospecifici. In Sudamerica vive esclusivamente Lepidosiren paradoxa (Fitzinger, 1837) mentre l’unica specie australiana è Neoceratodus forsteri (Krefft, 1870). Al genere africano Protopterus sono invece ascritte ben quattro specie: Protopterus aethiopicus (Heckel, 1851), Protopterus amphibius (Peters, 1844), Propopterus annectes (Owen, 1839) e Protopterus dolloi (Boulenger, 1900).
Quando va in superficie per respirare il protoptero ha eleganti movenze anguilliformi. Si notino le sue particolarissime pinne esemplare, visto che risulta importato in Europa sin dal 1954, sia pure in maniera discontinua. Il mio primo contatto con la specie è stato del tutto casuale: l’amico e grandissimo appassionato di acquariofilia Umberto Agostini, allora grossista del settore (da qualche anno si sta invece godendo la meritata pensione) ne importò casualmente un esemplare “infiltrato” in una partita di Polypterus, altro pesce assai interessante che allevo con discreta continuità ormai da oltre venticinque anni e del quale prima o poi mi deciderò a raccontarvi qualcosa su queste pagine. Umberto si affrettò a chiamarmi e il dipnoo entrò nella mia vita. Brasile (zona d’origine di Lepidosiren) e dai fiumi del Queensland (area del Neoceratodus) nei fatti quasi non ci sono importazioni. Situazione un po’ diversa per il protoptero che nei paesi d’origine viene consumato anche per fini alimentari. La mia esperienza con i Dipnoi riguarda l’allevamento, per ben oltre un decennio, di un esemplare di Protopteus aethiopicus. Premetto di averne già scritto anni fa, su altre riviste. Gli appassionati meno giovani e con buona memoria troveranno ovvie analogie tra questo e quei lontani articoli, ma non credo che ciò rappresenti un problema. Si tratta di un pesce certamente poco comune in commercio, ma ne esistono quattro specie (il mio lo avevo, inizialmente, erroneamente classificato come Protopterus dolloi) e con un minimo di pazienza alla fine si riesce a ottenerne un
LE ESPERIENZE IN ACQUARIO Il pesce era allora lungo poco meno di 20 cm e fu momentaneamente ospitato nell’unica vasca nella quale c’era un po’ di spazio, un acquario da un metro che ospitava soltanto altri pesci africani: un giovane pesce palla d’acqua dolce, anche lui arrivato da poco, e alcuni Pelvicachromis pulcher adulti, che si erano già riprodotti più e più volte nelle mie vasche. Un grossolano errore, ma del resto del Dipnoo non sapevo quasi nulla, visto che nella letteratura specializzata allora disponibile c’erano poche e carenti informazioni e che internet all’epoca non era stata ancora inventata! Il protoptero con il suo tranquillo aspetto anguilliforme è infatti un eccellente predatore ma questo io non lo sapevo… I Pelvicachromis spariro30
no nell’arco di una sola notte, scambiati per del cibo vivo gentilmente offerto, mentre riuscii a salvare appena in tempo il pesce palla che se la cavò con parte della coda strappata a morsi. Anche il successivo tentativo di farlo convivere con qualche Polypterus è fallito: il dipnoo li infastidiva continuamente e riusciva a danneggiarli a morsi a dispetto della loro incredibile robustezza. Un pessimo inizio, ma col tempo ho imparato e posso darvi qualche buon consiglio: per allevare un dipnoo occorre, ma qui andiamo sullo scontato, una vasca grande, da non meno di 200/300 litri di capienza, meglio se molto di più. Solo in un contenitore davvero enorme (gestori di acquari pubblici dove siete?) si potrà allevarne insieme diversi esemplari e magari tentare la riproduzione, sino a oggi mai riuscita in acquario. Altrimenti dovremo accontentarci di ospitare un solo adulto oppure alcuni giovani. È preferibile un fondo “alto” e fangoso, ricco di piante ben radicate. Il mio alla vegetazione non ha mai dato fastidio, se non casualmente, sradicando quelle mal piantate, nel suo incessante muoversi. Conviene tenere il livello dell’acqua non troppo alto, diciamo una trentina di centimetri al massimo. L’acquario dovrà essere per forza di cose monospecifico: il dipnoo, l’abbiamo già ricordato, mangia senza farsi problemi i pesci più piccoli e morde spesso e volentieri quelli anche notevol-
I DIPNOI E LA LEGGE A livello internazionale solo la specie australiana Neoceratodus forsteri è tutelata, in quanto inserita nell’Appendice 2 della CITES, la convenzione internazionale che regola il commercio delle specie animali e vegetali a rischio. I pochi esemplari che giungono in Europa, per lo più acquistati da acquari pubblici, provengono tutti dall’unico allevamento autorizzato all’esportazione e sono tutti muniti di microchip. Gli altri Dipnoi non godono invece di protezione, per quanto diverse popolazioni siano oggi in declino. Il fatto che siano così rari in commercio (la specie sudamericana non viene importata quasi mai, quelle africane solo occasionalmente) deriva esclusivamente dal fatto che sul mercato, per ovvie ragioni, non c’è richiesta. mente più grandi, per cui nello stesso contenitore non saranno comunque tollerati coinquilini. La temperatura va mantenuta tra i 25 e i 30° C, mentre gli altri valori dell’acqua non hanno particolare importanza, visto che si tratta di una specie estremamente adattabile. È importante far sì che ci sia spazio tra il pelo dell’acqua e il coperchio per consentire al Protopterus di “abboccare” anche aria atmosferica. È per questo altrettanto importante mantenere tra i 24 e i 30° C
Un rudimentale tentativo per misurarlo: qui il dipnoo era già vicino al mezzo metro di lunghezza
31
Il pesce sta per superare il pelo dell’acqua per respirare: si noti la particolare collocazione delle fossette olfattorie (narici) che sboccano nella cavità boccale organi di senso, per tastare il terreno. Un po’ come noi facciamo con le mani quando non c’è luce sufficiente per orientarci con lo sguardo. QUALCHE INFORMAZIONE IN PIÙ In letteratura i dipnoi sono accreditati di taglie impressionanti: si parla anche di due metri. Nella realtà dei fatti la taglia massima mediamente raggiunta è decisamente inferiore ed è diversa per le varie specie. Protopterus dolloi ad esempio tocca “soltanto” gli 85 cm (in acquario di rado va oltre i 40 cm). Si tratta comunque di animali da riservare ad appassionati veramente appassionati e dotati di vasche di grandi dimensioni, ma l’allevamento da parte di privati e non soltanto di acquari pubblici, non è affatto impossibile. Il nostro nelle regioni d’origine vive quasi sempre in acque basse e a fondo sabbioso, anche temporanee. Questo pesce, che è appunto dotato anche di rudimentali polmoni ed è in grado di respirare aria atmosferica, ha l’inconsueta capacità di estivare nel fango. Nelle torride estati equatoriali molti bacini e corsi d’acqua pian piano si disseccano e i pesci che li colonizzano si trovano di fronte a due sole strade: morire o inventare una strategia che consenta la sopravvivenza della specie. I killifish hanno risolto il problema accelerando i ritmi della propria esistenza e producendo uova durature in grado di superare la stagione secca e di dar vita a una nuova generazione con la successiva stagione delle piogge. Il dipnoo ha fatto di più, mettendo a punto un sistema che consente la sopravvivenza anno dopo anno ai singoli individui. Man mano che cala il livello dell’acqua, affonda nel substrato fangoso tenendosi con il muso rivolto verso l’alto e sprofondando sempre più nella melma (sino a 30-40 cm al di sotto del piano di campagna) e avvolgendosi sempre più su se stesso. Alla fine si trova protetto da un vero e proprio bozzolo, costituito da un aderente strato di
anche la temperatura dell’aria tra la superficie dell’acqua e il coperchio. Quest’ultimo è indispensabile perché da una vasca aperta il dipnoo potrà facilmente evadere. Alimentazione: ideale il vivo (pesci, girini, lumache, lombrichi, larve d’insetti, ecc.). Il protoptero accetta tuttavia di buon grado anche pezzi di pesce, cozze, vongole, gamberetti e così via di seguito, ma anche piccoli alimenti surgelati di quelli comunemente in vendita nei negozi del settore come Chironomus e Artemia. Niente da fare con i mangimi in fiocchi, almeno nel mio caso, mentre i liofilizzati sono stati accettati, pure se mai con eccessivo entusiasmo. Potremo insomma rifornirci alternativamente in pescheria o anche nel negozio di alimentari acquistando congelati per uso umano oppure seguendo i tradizionali canali acquariofili. Tra i cibi di produzione industriale si può provare pure con quelli per pesci di grande taglia (sticks per ciclidi o per koi, ad esempio) ma il risultato non è garantito. I cibi di una certa taglia sono presi direttamente e tenuti per un po’ in bocca, come se il pesce volesse masticarli, quelli minuti sono invece raccolti dragando il materiale di fondo della vasca. Il dipnoo non è un’aquila e la sua vista non appare acuta. Tuttavia se ne serve con efficacia per cercare il cibo (più volte è quasi uscito dall’acqua per prendere qualche bocconcino dalle mie mani prima ancora che avessi il tempo di offrirglielo), insieme alle sue appendici filiformi che apparentemente usa (oltre che per “camminare” come hanno scoperto i ricercatori americani) come 32
Non si conosce al momento alcun dimorfismo sessuale facilmente individuabile. I piccoli vengono al mondo dotati di branchie esterne, come le larve degli Anfibi Urodeli (tritoni e salamandre). Il mio quando è arrivato in casa aveva ancora dei rimasugli di branchie (con una taglia intorno ai venti centimetri) ma li ha persi con discreta rapidità. La specie è discretamente longeva, anche se i cento anni di cui si parla in letteratura sarebbero tutti da dimostrare: il dipnoo del quale vi ho raccontato è vissuto in perfetta salute per poco meno di 13 anni. Negli ultimi mesi restava sempre più a lungo immobile e mangiava solo di rado. Poi è morto, senza alcun segno di malattia o altra causa accidentale. Per inciso: al momento del decesso aveva raggiunto una lunghezza di 58 cm dall’estremità del muso alla punta della coda. Gli altri protopteri di cui ho avuto notizia da colleghi acquariofili che hanno avuto la fortuna di allevarne, hanno tutti agevolmente superato i 12 anni di vita con un record segnalato di 15 anni e 7 mesi. Non è poco ma per arrivare al secolo ce ne corre e in fondo, tutto considerato, almeno per noi acquariofili, è meglio così…
muco secreto dalla sua pelle e dal fango che gli si secca intorno. Qui è in grado di resistere senza acqua, rallentando le sue funzioni vitali al minimo per la sopravvivenza (un battito cardiaco ogni 20-30 secondi, un atto respiratorio ogni parecchie ore!), anche per sei e più mesi, in buona sostanza sino a quando la nuova stagione delle piogge gli restituirà un habitat nuovamente idoneo. È stato anzi sperimentalmente accertato che la sopravvivenza può essere notevolmente più lunga: il nostro riesce a cavarsela anche in periodi di eccezionale siccità semplicemente rinviando la “risurrezione” all’anno successivo. Una curiosità: tra alcune popolazioni indigene africane (non tutte le etniee se ne nutrono: alcune lo rifiutano per l’aspetto serpentiforme) c’è l’uso di “catturare” con una vanga i dipnoi durante l’estivazione, conservandoli poi in dispensa con l’intero bozzolo di fango, freschi e pronti a finire in pentola al momento giusto. Capitolo riproduzione: grazie a osservazioni compiute in natura, sappiamo che è il maschio a occuparsi della prole scavando una tana per le sue larve, mentre, come già sottolineato, non si ha notizia di esperienze riproduttive in acquario.
Anche durante il nuoto a volte il dipnoo dell’autore toccava il suolo con le lunghe appendici, in verità più per tastarlo che per appoggiarsi e “camminare”
33
LA SCHEDA DEL MESE
Paguro rosso D a r d a n u s c a l i d u s (Risso, 1827) Fabio Russo e Francesco De Rosa Phylum: Atropodi Subphylum: Crostacei Classe: Malacostraci Ordine: Decapodi Descrizione: come tutti i paguri, è un decapode che protegge l’addome, privo di esoscheletro e molle, all’interno di conchiglie di molluschi gasteropodi vuote. È di medie dimensioni e raggiunge i 2,5 cm di lunghezza del carapace. Il colore è rosso; le chele sono grosse (la sinistra più grande della destra) e costellate di tubercoli pelosi, caratteristica che lo distingue dal congenerico Dardanus arrosor, che spesso viene confuso con Dardanus calidus anche sui testi. H a b i t a t: molto comune sui fondali sedimentari, da pochi metri sino a oltre 100, se liberato dalle reti si adatta a vivere nei porti. Biologia: la biologia di questo crostaceo è molto ricca e ben studiata. Normalmente si trova in simbiosi mutualistica con l’anemone Calliactis parasitica; sia il paguro sia l’anemone, ricevono vantaggi dalla vita insieme; l’antozoo guadagna una mobilità insperata e approfitta degli avanzi del pasto del crostaceo e quest’ultimo riceve una protezione extra dai tentacoli urticanti. Essendo un paguro di grosse dimensioni, quando la taglia aumenta, necessita di grosse conchiglie per proteggere l’addome. Gli esemplari più grandi prediligono le conchiglie vuote di Semicassis granulata (ex Phalium granulatum). Ambiente in vasca: con roccia e sabbia. Illuminazione: tollera illuminazione anche intensa. Temperatura: mal sopporta temperature superiori ai 26 °C. Osservazioni: l’immancabile ospite iniziale dell’acquario mediterraneo, in vasca equivale a inserire un vero e proprio carrarmato che con la sua “grazia” fa crollare facilmente le rocciate e smuove tutto ciò che si trova sulla sua strada. Il mantenimento in vasca permette spesso di vedere il cambio di “casa” e in special modo il momento in cui prepara e sposta l’anemone Calliactis dal vecchio al nuovo guscio. Cure: Non richiede cure particolari essendo una specie molto robusta. Alimentazione: Accetta qualsiasi tipo di alimento fresco, liofilizzato o a scaglie. Incompatibilità: Anellidi, Echinodermi e piccoli cordati. Per maggiori informazioni: www.ecoacquario.it foto di Fabio Russo 34
35
Grandi laghi africani: un’esperienza che mette d’accordo tutti di Claudio Anibaldi e Matteo Grassi - seconda parte Nello scorso numero di Aquariophylia abbiamo descritto una grande vasca da 3000 litri in cui diverse specie di ciclidi africani possono vivere, dare alla luce dei piccoli e vederli crescere fino all’età adulta, spontaneamente, nello stesso ambiente. La realizzazione di una vasca di questo genere presenta numerosi spunti d’interesse che vogliamo ripercorrere in questa seconda
parte. Nel 2009, in seguito alla ristrutturazione di un negozio storico di Roma, Oceano Acquari, è nata l’esigenza di esporre un grande acquario, con la possibilità di sfruttare un’intera zona d’angolo della sala. La scelta del tipo di vasca da allestire è stata ponderata con attenzione, nella consapevolezza che questo genere d’installazioni deve soddisfare numerosi requisiti, non solo di
36
Preparazione dell’assemblaggio, il fondo è diviso in tre parti per assorbire meglio piccole imperfezioni del piano di appoggio
Il filtraggio è ricavato nella parte posteriore della vasca: un filtro biologico con spugna filtrante a porosità grossa e fina, un termoriscaldatore da 300 w e due pompe da 1000 l/h ciascuna
Lo sfondo, scolpito nel polistirene con sega e saldatore richiede un lungo lavoro manuale per fare in modo che l’aspetto definitivo sia molto naturale 37
tipo estetico, ma anche relativi alla facilità di manutenzione e al controllo dei costi di realizzazione e gestione nel tempo. In queste scelte, come in quasi tutti gli aspetti dell’acquariofilia, una sana dose di umiltà da parte dell’acquariofilo è la base per garantire che la sua vasca possa avere una vita lunga e radiosa. Un acquario marino di grandi dimensioni ha ingenti costi di realizzazione (parte tecnica comunque complessa e costosa) e di gestione (corrente elettrica per impianti di filtraggio, schiumazione, movimento acqua e soprattutto illuminazione). Un discorso analogo vale per vasche d’acqua dolce come un biotopo amazzonico, ad esempio un acquario con una ricca vegetazione dedicato a discus e pesci da branco, che pur avendo minori costi di realizzazione del marino, richiederà comunque costi di gestione significativi per garantire un’alta temperatura dell’acqua, illuminazione, fertilizzazione, CO2 e ingenti cambi d’acqua di osmosi – con i relativi problemi di movimentare grandi masse d’acqua – per garantire ai suoi abitanti le caratteristiche chimiche migliori. Una vasca per ciclidi africani presenta numerosi vantaggi da questo punto di vista, sia per la ridotta componente tecnica, sia per le scarse esigenze legate all’assenza di vegetazione, sia per i cambi d’acqua decisamente più semplici. Di converso, le dimensioni e la forma adottata, angolare con vetro frontale concavo, presentano una rilevante complessità di realizzazione. L’altezza di “soli” 70 cm ha consentito di mantenere i vetri frontali a 12 mm di spessori, ma per il fondo è stato necessario arrivare a 20 mm e, soprattutto, dividere il piano in tre cristalli separati, per garantire nel tempo un miglior assorbimento delle sollecitazioni e delle eventuali micro-imperfezioni del supporto.
to il vetro frontale è stato possibile confermare dal vero le misure degli altri vetri e tagliarli, curando naturalmente di lasciare i giusti giochi per il silicone, che su queste dimensioni non possono essere lasciati al caso. Il montaggio dei vetri laterali e del fondo, escluso il frontale, ha richiesto circa 2 settimane per assicurare un’accurata incollatura. Il vetro frontale è stato collocato solo dopo aver posizionato lo sfondo e le rocce principali, che devono essere saldamente fissate. Per poter alzare, posizionare e incollare il vetro frontale sono servite 4 persone all’opera contemporaneamente. Infine, il supporto sottostante la vasca, è stato realizzato su misura in multistrato, senza alcun rinforzo metallico anche per non appesantire ulteriormente l’immane struttura. Passando alla componente tecnica, il filtraggio ruota attorno ad un classico filtro biologico interno, di circa 50 litri di capacità e di facile ed economica realizzazione ed esercizio. La soluzione del filtro interno può apparire insolita, ma va considerato che un filtro esterno, adatto a queste dimensioni, richiederebbe una pompa centrifuga con potenza da 60/70 W e servirebbero almeno un paio di filtri per un’operatività adeguata. Inoltre, i materiali filtranti per filtri esterni di grandi dimensioni, sono spesso costosi perché presagomati su misura e, su queste dimensioni, un eventuale ristagno per malfunzionamento o blackout trasforma facilmente in poche ore un filtro in una vera e propria “bomba biologica”. Si è quindi optato per un filtro interno azionato da due pompe Newa maxi Jet 1000 da 13 W riempito con spugne a grana grossa per la parte biologica e piccola per il filtraggio meccanico. Il vantaggio di un biotopo tanganica, con pareti rocciose di sfondo, è anche la facilità con cui si riesce a nascondere accuratamente un filtro, sebbene di grandi
Un po’ di proporzioni Il vetro frontale curvo di 260 cm circa è l’elemento cardine su cui è ruotata la progettazione. La curvatura è stata scelta con cura, facendo numerose prove e simulazioni in loco. In questo caso si è scelto un raggio di 300 cm. Nel realizzare il vetro concavo, che garantisce una resa estetica superiore in una vasca angolare, è importante trovare un giusto compromesso tra la necessità di non distorcere la visione dell’ambiente interno con un fastidioso effetto lente e quello di trasmettere comunque l’idea estetica di curvatura. Naturalmente la realizzazione di un vetro di questo tipo deve essere affidata a una vetreria specializzata e fidata che dovrà realizzare uno stampo in metallo ad hoc per la cottura del cristallo. Solo dopo aver completato e mola38
L’acquario durante il collaudo. Il vetro frontale concavo rende più movimentata e particolare una struttura molto imponente roccia, anche a seguito di attività di scavo e intanamento dei pesci, potesse cadere rovinando il vetro frontale. Ma soprattutto, la costruzione artificiale permette di ottenere la forma più adatta per il fondale, arredandolo completamente fino al bordo dell’acqua, pianificando sulla carta gli spazi da destinare ai pesci (aree di acque libere, rifugi etc.), nascondendo al meglio filtro, pompe di movimento, faretti a led subacquei e spazi per il passaggio dei relativi cavi elettrici. Vantaggi che, come abbiamo visto nel precedente articolo, influiscono sulla qualità della vita dei pesci, sulla loro capacità di riprodursi e sulla possibilità per avannotti e subadulti, di trovare nascondigli sicuri in cui crescere. Cinque blocchi di polistirolo espanso ad alta densità, mescolato a frammenti di grafite, sono stati lavorati con cura, prima grossolanamente con sega e scalpello e poi rifiniti con un saldatore il cui beccuccio è stato modificato per sciogliere il polistirolo sagomandolo in maniera molto precisa e realistica. Il tutto è stato coperto con due mani di vernice epossidica bicomponente trasparente, colorata con pigmenti in polvere neri
dimensioni. Ulteriore movimento dell’acqua è fornito da due pompe Tunze da 8000 l/h e 14W. Il riscaldamento è affidato a un termo riscaldatore da 300W regolato da un termostato esterno di precisione fissato a 23°. I ciclidi africani sopportano molto bene queste temperature piuttosto basse, anche se in pieno inverno non mostrano i colori migliori, mangiano meno e si prendono una pausa riproduttiva. In estate naturalmente, il clima italiano determina un incremento della temperatura dell’acqua di alcuni gradi rispetto al valore invernale, senza bisogno di riscaldatori. Questa stagionalità, che determina un’interruzione nelle riproduzioni, si è dimostrata nel tempo un vantaggio per la crescita e la salute dei pesci. L’arredamento è basato in gran parte su roccia sintetica costruita artigianalmente, sia per motivi di estetica sia strutturali. L’uso di roccia vera avrebbe comportato un carico eccessivo sul vetro inferiore con rischio di rotture anche nel lungo periodo, nonché la possibilità che qualche Un Otopharynx lithobates con il tipico profilo giallo della pinna dorsale in evidenza 39
Particolare dell’acquario ormai abitato. Nel gruppo spiccano Protomelas, Cyprichromis, Lamprologus ocellatus, Otopharynx lithobates, Aulonocranus dewindti e un Altolamprologus calvus di fronte alla sua tana
40
41
Cyathopharynx furcifer, un ciclide che può dare molte soddisfazioni per la brillantezza della sua livrea, soprattutto durante il periodo riproduttivo
42
43
e marroni acquistati a parte. L’opera è stata completata collocando nella sabbia davanti allo sfondo alcune rocce laviche vere, reperite in un comune vivaio. Il fondo è stato realizzando con oltre 100 kg di sabbia silicea fine (1mm) bianca e rosa. Contrariamente a quanto si crede, la manutenzione dell’acquario è semplice e poco impegnativa. Il vetro frontale si può pulire saltuariamente, anche grazie all’applicazione, prima del riempimento, di un prodotto ad hoc che crea una pel-
grado nella temperatura interna della vasca. Nel periodo estivo si possono effettuare maggiori cambi d’acqua a distanza ravvicinata (anche due a settimana), in modo da poter sovralimentare i pesci nei periodi pre e post accoppiamento nonché dare cibo agli avannotti, sempre molto numerosi. In chiusura, poche rapidissime idee per chi volesse ricreare ambienti simili con dimensioni più adatte a un appartamento. Come abbiamo detto nello scorso numero, la cosa è assolutamente realizzabile a patto di fare qualche scelta. In una vasca da 200-300 litri si dovrà scegliere un habitat univoco con le specie più congeniali a esso: ad esempio, ma è solo una delle possibilità, Lamprologus ocellatus e Xenotilapia sp. per un ambiente di sabbia con poche rocce basse, Altolamprologus calvus per la zona di confine tra sabbia e roccia e Cyprichromis leptosoma per acque libere. Su misure superiori ai 500 litri, si potrà iniziare ad affiancare zone libere e zone rocciose più alte e articolate, differenziando maggiormente le specie allevate e ospitando ad esempio, oltre alle specie precedenti, una coppia o un trio di Cyathopharynx foae e coppie di Julidochromis, Lamprologus leleupi ed Eretmodus. Le maggiori dimensioni consentiranno di osservare una più ampia varietà di comportamenti ordinari e riproduttivi. Per finire, vale la pena sottolineare l’utilità di un’attenta progettazione del fondale e dei cosiddetti “arredi”, basata non solo sull’estetica ma anche sull’obiettivo di creare zone adatte a intanarsi, nascondigli e vie di fuga differenziate sia per esemplari di piccole dimensioni che avannotti. Può essere fondamentale per consentirvi di godere dello spettacolo di diverse specie che nascono, crescono e si riproducono per più generazioni, spontaneamente, nell’acquario.
Aulonocara
licola trasparente antialghe di elevata efficienza. Il filtro interno può autoregolarsi su periodi molto lunghi e in tre anni non è mai stato necessario smontarlo o farvi interventi manutentivi. I cambi d’acqua possono essere effettuati con acqua di rubinetto biocondizionata. L’acqua della vasca, aspirata con un normale tubo da giardino, può essere riversata direttamente all’aperto dove, per la sua ricchezza di nutrienti e composti azotati, si rivela ottima per innaffiare dei grandi vasi di fiori. L’acqua in ingresso è presa direttamente dalla rete e non è riscaldata artificialmente, motivo per cui l’intervallo e l’entità dei cambi varia a seconda della stagione. Tra novembre e marzo, periodo di minore attività e alimentazione per i pesci, si effettuano uno o massimo due cambi di piccola entità, interrompendo il cambio se il termostato indica un abbassamento superiore a mezzo 44
Aquariophylia in…
poesia
Respiro Armonico Maria Pia Moschini Brilla nel buio di una luce diversa Immobile, contiene ariose voci d’onda. Da quale specchio d’acqua sia approdata al mio stanco alveare non so, né chiedermi il viaggio, il suo flettersi al possesso ridicolo di un tavolo dimesso. So che è là. Nel cuore della notte manda un perlaceo ardore di cometa per poi accogliere il sole frastagliato delle tende, il pulviscolo bianco del mattino. Se la tocco, si scalda come un calco di vita che arrotonda nel vuoto, il tempo inesorabile. Piccola casa senza mare, se non l’odore parsimonioso del sonno, immerso in fondali notturni: a volte, quando il gelo rimbalza sulle lamine acute dell’incerto e scende, nell’interno, un velo di caligine disegni controluce un giro d’aria, disperdi l’acrimonia in volute benevole. Tutto cambia e si avvolge, cresce e ritorna a un giro che si scopre respiro armonico nel silenzio dell’ispido dolore, mai rimosso dal cunicolo oscuro dell’inerzia. 46
La rubrica di Mariella Bettarini questo mese ci ripresenta un volto noto, quello della dolce Maria Pia Moschini Santini, la quale ci accompagna in un esperimento di respirazione! Effettivamente nel gustare il testo poetico, sarete trasportati in un’atmosfera ayurvedica, quasi mistica, per gustare sensazioni senza tempo. Sarà merito del pranayama? L’acqua c’entra, come sempre, anche se questo mese la poesia è solo illuminata dal neon dell’acquario. Ma siamo in agosto e dobbiamo proprio rilassarci!
47
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 48
Oggi parliamo di…
POTENZIALE REDOX Lo chiamiamo anche potenziale di ossido-riduzione perché misura la quantità di composti ossidati e ridotti presenti nell’acqua. Le reazioni chimiche possono essere catalogate in questo modo, tenendo presente che in genere si osserva una perdita di elettroni (riduzione) o un acquisto degli stessi (ossidazione). Elementi ossidanti sono l’ossigeno stesso, ma anche molti altri composti che possono contribuire a innalzare il potenziale redox. L’elemento riducente per eccellenza è l’idrogeno ma tantissimi composti presenti nell’acqua dell’acquario hanno la stessa azione. Perché è importante conoscere il valore del potenziale redox del proprio acquario? Innanzitutto per sapere come stanno andando le reazioni principali. Un acquario nuovo, con acqua molto pulita e non ancora inquinata dai prodotti del ricambio dei pesci, ha un potenziale redox generalmente elevato, ovvero spostato verso l’ossidazione. Col tempo e con la maturazione della vasca il potenziale tende a scendere. Animali e vegetali però contribuiscono a modificarlo, per cui sistemi contenenti molti (o solo) animali avranno un potenziale redox basso, mentre acquari ricchi di piante avranno un RH alto. D’altra parte le piante per crescere hanno bisogno di potenziali redox bassi. Infatti molti composti preziosi, come il ferro, si ossidano rapidamente nella colonna d’acqua e non possono più essere assorbiti. Un RH basso o negativo indica che piccole quantità d’acqua passano dal fondo alla colonna (come ad esempio nei sistemi con falda freatica) e trasportano con esse del ferro ridotto dall’attività dei batteri anaerobi. Pertanto volendo ottenere una buona crescita delle piante negli acquari d’acqua dolce, conviene misurare RH bassi. Negli acquari marini, al contrario, un potenziale redox elevato migliora la vitalità di pesci e invertebrati. Per ottenerlo conviene colti-
49
vare delle alghe che, come le piante d’acqua dolce, contribuiscono a innalzare il potenziale redox, effettuando la fotosintesi clorofilliana. Pertanto questo parametro è anche riassuntivo dell’equilibrio che stiamo creando in vasca: troppo basso? troppi animali? troppo alto? troppe piante da bilanciare con una falda freatica? Infine il potenziale redox può darci indicazioni gestionali sull’uso dell’ozono, permettendoci di regolare l’ozonizzatore, aiuta a comprendere alcune reazioni e a prevedere il destino dei composti azotati, ecc. Insomma, si tratta di un parametro molto importante, troppo spesso sottovalutato dagli appassionati. Si può misurare con semplici test elettronici in stick o con elettrodo a sonda. Come fare per studiarlo più a fondo? Basterà cliccare sui link che seguono per essere catapultati in un’immensa biblioteca che parla solo di esso. Abbiamo tempo, fino al prossimo numero, per divenire veramente esperti ma… chi ha tempo non perda tempo! Cliccate subito! http://www.acquariofili.com/article6.html http://www.pce-italia.it/html/dati-tecnici-1/link/spiegazione-misurazione-potenziale-redox.htm http://acquariomalawi.blogspot.it/2010/04/potenziale-redox-e-conduttivita.html http://114.12.168.109.dsl.static.ip.kpnqwest.it/showthread.php?t=266164 http://www.reefitalia.net/magazine/il-potenziale-redox-di-paolo-santoprete-pasantop/ http://tiziano1958.altervista.org/valori.htm http://www.dbm.it/web/html/rub3.htm http://it.hicow.com/ph/redox/riduzione-del-potenziale-2526224.html
http://theaquariumwiki.com/Redox http://www.athiel.com/lib5/redox.htm http://aquariumdigest.wordpress.com/2009/12/02/redox-in-aquariums/ http://www.aqua-bio.com/fishfarms/recycling/the-redox-potential-in-aquariums-and-ponds-and-how-it-relates-to-proper-aquatic-health.html http://www.americanaquariumproducts.com/Redox_Potential.html http://www.thekrib.com/Chemistry/redox.html http://www.scribd.com/doc/70428714/24/AQUARIUM-WITH-FALLING-REDOX-TENDENCY http://www.inthetank.co.uk/equipment/ozone/
http://www.drta-archiv.de/wiki/pmwiki.php/Wasserchemie/Redoxpotenzial http://www.aquarichtig.de/Redoxpotetial-im-Aquarium http://www.teichratgeber.de/maq_3tech_iks_reaq.html http://www.koi-landau.de/forum/viewtopic.php?f=43&t=67 http://www.lars-sebralla.de/gerfa_elektroden_redox.html http://www.statmyweb.com/s/redox-wert
50
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora? Questo mese ho una fretta spudorata. Quindi scusatemi, ma sarò molto breve. Ho già indossato i bermuda, ho gli occhiali da sole e la t-shirt bianca con le scritte grosse e spiritose, tipicamente inumidita sotto le pinne. Ebbene sì: sono in partenza. Quest’anno mi recherò…. Vorreste saperlo vero? Per venire magari a disturbarmi sotto l’ombrellone, per chiedere autografi e parlare a lungo di acquari e problemi vari, seduto sul bordo della mia sdraio mentre io cerco di guardarvi controluce, abbagliato dal sole di agosto. Ma nemmeno per sogno! Io parto e non lascio indirizzi alternativi. Ci rivedremo a settembre e forse, se ne avrò voglia, vi dirò com’è andata. Di certo incontrerò milioni di pescioline di tutto il mondo, perché la località dove mi reco è ben nota per la bellezza delle sue visitatrici internazionali. Di cosa vi meravigliate? Pensavate mica che andassi da qualche parte a vedere bellezze artistiche e culturali? Ma nemmeno per sogno. Ma ditemi la verità, quando scegliete la destinazione delle vostre vacanze, voi pensate mica alla quantità di musei che potrete visitare? Sì? Ma allora avete proprio bisogno di una vacanza! Tanto lo so che non è vero. Molti di voi dichiarano 52
di viaggiare alla ricerca di bellezze natu-
autori hanno smesso di inviare articoli e
rali ed artistiche ma io vi conosco inti-
filmati. Insomma, qui c’è un triste silen-
mamente e so bene che, sotto sotto, quel-
zio di tomba, se si esclude il fruscio del
lo che tira di più è sempre l’antico inte-
condizionatore settato a palla (non
resse naturale. …E dico naturale, non
parlo del pesce, naturalmente), a diciot-
naturalistico. Una bella avventuretta
to gradi, da uno dei fotografi prima di
estiva è quello che ci vuole per tirare su
scappare per le ferie.
il morale.
Bene, scappo anch’io e vi lascio liberi di
Vabbè, bando alle variazioni linguisti-
voltar pagina per passare ad argomenti
che, io sono proprio pieno d’impegni e
più seri. Andrò a pesca (certo, cosa ci
questo mese dovrò lasciarvi anzitempo.
trovate di strano? Pensate che non mi
Domani ho un volo all’alba… dopodoma-
piaccia la dieta a base di pesce? Prima o
ni ho un appuntamento in riva al mare…
poi vi presento il mio maestro di arti
il giorno successivo un appuntamento in
pescatorie. Si chiama Lophius), a balla-
discoteca. Insomma, sono oberato di
re, a passeggio e a nuoto.
lavoro. Peraltro sono l’ultimo a essere
Ci rivedremo a settembre, come nuovi.
rimasto in redazione. Il capo questo
Mi raccomando, non dimenticate di
mese ha scritto il suo redazionale e si è
divertirvi. E siate pronti a scrivermi,
dato. Betta, la nostra abilissima segreta-
questa estate, per raccontarmi come vi
ria, non s’è proprio vista per l’intero
sta andando. Io sarò felice di pubblicare
mese. Il correttore di bozze ha smesso di
i vostri contributi nel numero di settem-
correggere, ha abbassato le tapparelle in
bre. Il mio indirizzo è sempre lo stesso:
camera sua ed ha preso a pescare con la
carassio2@tiscalinet.it.
lenza legata all’alluce (nell’acquario del
Usatelo senza timori!
capo… al suo ritorno sarà furioso). Gli
Vostro, sudatissimo Carassio
53
La
regina
dei brucatori:
Bolma rugosa Stefano C. A. Rossi Foto di Andrea Prodan e Stefano C. A. Rossi In generale tutti gli acquariofili considerano la crescita algale come una maledizione biblica e bisogna ammettere che in molti casi questo concetto non è lontano dal vero! In effetti in un acquario che sia ben equilibrato, sia cioè un ecosistema complessivamente stabile, deve esserci una crescita algale “sostanziosa”, distribuita però tra vari gruppi di alghe superiori, incluse le alghe calcaree. Una buona varietà di alghe superiori è normalmente considerata indice di buona qualità dell’ambiente. Un eccesso di nutrienti, invece, è indice di un ambiente disequilibrato e porta solitamente allo sviluppo abnorme di alghe filamentose che, oltre ad essere antiestetiche, soffocano le alghe superiori e impediscono la
corretta alimentazione di molti invertebrati. In sé e per sé non costituiscono un “veleno”, a meno che non muoiano in massa, ma sono anzi un particolare ecosistema in equilibrio con le condizioni eutrofiche, cioè troppo ricche di nutrimento, della vasca; spesso appare come sia l’elevatissimo tasso di crescita che le porta a prevalere sulle altre varietà di alghe superiori. Oltre tutto, crescendo, contribuiscono ad assorbire grandi quantità di nutrienti, tant’è vero che alcuni sistemi di filtrazione ne prevedono la stimolazione, la crescita e l’asportazione in settori dedicati della sump. Ma se dopotutto sono un fenomeno naturale, perché opporsi? Semplice: in queste condizioni l’ambiente non è adatto agli ospiti che vorremmo tenere e, non da ultimo, sono un obbrobrio estetico! Un ambiente eutrofico, in natura come in vasca, è caratterizzato da grandi quantità di biomassa, soprattutto algale, e da scarsissima varietà. Poche specie presenti con un grande numero di esemplari. Non tutti gli animali possono sopravvivere alla lunga in un ambiente di questo tipo. Senza però arrivare agli estremi, non è infrequente che moderate quantità di nitrati e fosfati in vasca, stimolino un’abbondante crescita algale, che, anche se non diventa drammatica, resta tuttavia antiestetica e limitante. È molto raro che una vasca sia così povera di nutrienti da non produrre nessuna crescita algale, soprattutBolma rugosa in acquario, mentre “pascola” sulla superficie del filtro 54
to in presenza di una corretta illuminazione. Dopotutto in una vasca equilibrata è corretto che ci siano una produzione primaria vegetale e un livello di consumatori primari, erbivori; i predatori dovrebbero essere presenti, ma in un ambiente ristretto arrivano facilmente a eliminare tutto ciò che è commestibile, quindi necessitano di qualche attenzione in più. In Mediterraneo pesci squisitamente erbivori e di dimensioni ridotte, ben adattabili in vasca, sono praticamente inesistenti: le salpe (Boops salpa), i più efficienti, superano agevolmente i 25 cm di lunghezza, per non parlare dei mugilidi. Inoltre in generale, i pesci fan buono tutto quanto c’è di vegetale, incluse le alghe superiori. Spostando l’attenzione allora sul mondo degli invertebrati notiamo che altri organismi brucatori importanti ed efficienti sono i ricci di mare, come il comunissimo Paracentrotus lividus; tuttavia l’efficacia dei loro denti fissati nella lanterna di Aristotele, è tale che arrivano rapidamente alla roccia nuda, segnando anche quella se non è troppo dura. Le rocciate negli acquari dove è presente un riccio sono ben riconoscibili! Il gruppo d’invertebrati che ospita il maggior numero di brucatori è certamente quello dei molluschi gasteropodi. Qui la quantità di specie che si nutrono brucando la peluria algale è veramente impressionante e troviamo animali dalle dimensioni di pochi millimetri, fino ad altri con dimensioni decisamente più importanti. Di grande interesse per la forma inusuale sono i molluschi del genere Haliotis (le famose “orecchie di Venere”), di cui sono noti a tutti le conchiglie dalla madreperla iridescente e brillante. Sono senza dubbio ospiti possibili e nemmeno difficili in acquario, ma tendono ad avere la “radula pesante”, devastando volentieri anche ogni alga calcarea; inoltre hanno abitudini criptiche e notturne, per cui diventano difficilmente visibili in vasca. Sono quindi animali non “accessori” nella vasca ma devono essere ospitati a condizioni idonee senza pretendere che siano visibili tutto il giorno e che non danneggino le beneamate coralline. L’intero gruppo dei Trochidi invece, cui
appartengono anche tutte quelle lumachine presenti sulla battigia rocciosa e non più grandi di 12 cm al massimo (ma spesso di dimensioni inferiori), è caratterizzato da specie ben adattabili in acquario, facili da raccogliere, possibili da mantenere in grande numero. Essendo molto piccole, brucano certamente le alghe e il biofilm sui vetri e sulle rocce e contribuiscono a tenere pulito sul nascere, ma la loro incisività è relativa, se la crescita è veloce, non arrivano a fare la differenza. Sono inoltre facilmente preda dei Palaemon ad esempio. Il lato positivo è che si riproducono facilmente in vasca: possono dare luogo a popolazioni dense e molluschi come quelli appartenenti al genere Jujubinus, che aiuta a tenere pulite le pagine fogliari di alghe superiori, come ad esempio la splendida Halimeda tuna, molto sensibile alle epifite. Anche le patelle sono discreti brucatori ma poco mobili e delicate da tenere in vasca, anche perché spesso subiscono lesioni nell’asportazione; inoltre la scarsa mobilità fa sì che si trovino rapidamente a corto di cibo. Senza ombra di dubbio, con le esperienze maturate negli ultimi anni, abbiamo constatato che quando una vasca comincia a derivare verso la presenza di alghe filamentose, è possibile riassestarla dal punto di vista dei nutrienti, ma l’unico animale che fa la vera differenza nel controllo algale è Bolma rugosa (ex Astrea rugosa), detta comunemente “occhio di Santa Lucia”. Piuttosto frequente come ritrovamento occasionale nei tramagli dei pescatori che arrivano al fondale, ne è comunemente conosciuto l’opercolo calcareo, subcircolare, spesso dal disegno spiralato e colore rossastro, usato tradizionalmente in gioielleria quando non addirittura caricato di significati scaramantici. Il povero proprietario di quest’opercolo, ha una conchiglia decisamente massiccia, con una struttura conico-turricolata abbastanza compressa, dalla superficie ornata da crestine assiali ondulate. La colorazione è uniformemente grigiastra o grigio-verdastra, mentre l’opercolo e talora l’umbone dal lato interno, sono di colore rosso arancio. Le dimensioni pos55
L’opercolo di Bolma. Osservandolo si comprende bene il perché del nome comune “occhio di Santa Lucia”
56
sono essere importanti, poiché l’altezza complessiva può raggiungere i 6 cm, ma non devastanti per una vasca di dimensioni medie. Inoltre la velocità di crescita non è elevata, in vasca sono stati notati accrescimenti dell’ultimo giro, di pochi millimetri all’anno. Gli esemplari giovanili, presentano un’ornamentazione a spine radiali leggermente curve verso l’alto sulla cresta del giro, che con il tempo si consumano; l’ornamentazione negli esemplari adulti è limitata a tozzi tubercoli e progressivamente la conchiglia si ricopre d’incrostazioni. Diffusa in tutto il Mediterraneo, incluso l’Adriatico fino a Trieste, dove rappresenta l’unica specie del genere Bolma della famiglia dei Turbinidae, vive su fondi duri, detritici grossolani, detritici grossolani su sabbia e nelle praterie di Posidonia oceanica, dai 3 ai 100 metri di profondità. Come accennato, è piuttosto frequente che questo mollusco resti nei tramagli calati al fondo in ambiente coralligeno o detritico grossolano, non è raro quindi trovarlo tra i detriti della pesca. Per il trasporto in acquario tuttavia richiede qualche precauzione, poiché è piuttosto sensibile: tollera male gli sbalzi di temperatura e non sopporta alte temperature, basso tenore di ossigeno e sbalzi di salinità. Quindi bisognerà avere un contenitore termico, meglio se refrigerato e possibilmente un aeratore a batterie. In vasca potrà dare l’idea di un carro armato in movimento, infatti dove passa, passa! In vasca non sono necessari accorgimenti particolari; la radula di Bolma rugosa si è dimostrata meno distruttiva rispetto ad altri gasteropodi come Haliotis, ma sono registrati casi in cui ha divorato per intero esemplari di alga Codium bursa e del genere Udotea o danneggiato lamine di Peyssonnelia squamaria. Inoltre se sono presenti piccoli celenterati, ascidie e spugne in crescita sul substrato, possono venire abrasi; di solito non sono mai danni gravi, con l’eccezione di stadi post-larvali di celenterati Astroides, che vengono letteralmente cancellati dalla superficie rocciosa. 57
La conchiglia presenta scanalature concentriche che le danno un aspetto molto complesso poche ore se ne andrà sul suo piede senza conseguenze. Questa sensibilità, sottolinea il fatto che non si può pensare di condurre una vasca in qualche modo e buttarci dentro tre o quattro Bolma rugosa per tenere sotto controllo le alghe, come se si trattasse di tosaerba robotizzati! Essa può essere infatti un ospite interessante, attivo e visibile, che contribuisce a mantenere un elevato livello di pulizia su vetri e rocce. Ma certamente è un essere vivente, parte di un ecosistema con scarse caratteristiche di variabilità e come tale va trattata.
Una peculiarità di questo grosso mollusco è che reagisce a movimenti bruschi nelle sue vicinanze (talora anche all’esterno della vasca) lasciandosi cadere; il forte peso del nicchio ne produce l’atterraggio con l’apertura, protetta dall’opercolo, verso l’alto. Se è disturbato da predatori come pesci e gamberi, o dai tentacoli urticanti di qualche celenterato, il mollusco non fuoriesce per raddrizzarsi, e può arrivare a morire di fame nell’arco di alcuni giorni. Dunque, se si vede l’animale rovesciato sul fondo, non è morto, ma per sicurezza va rovesciato a mano appoggiandolo su una superficie dura dove si rimetterà rapidamente in moto. In conclusione possiamo dire che Bolma rugosa è senza dubbio una specie robusta che ben si adatta alla vita in acquario, svolgendo l’importante funzione di controllare la crescita algale; ma non è indistruttibile e in caso di problemi di salinità o peggioramento della qualità dell’acqua, diventerà apatica o si potrà addirittura trovarla rovesciata sul fondo. In questi casi occorre controllare subito tutti i parametri, porla diritta su una roccia e fare un bel cambio di acqua: dopo
Questo esemplare sta brucando una piccola alga 58
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
59
A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Un’estate ricca di sorprese! Lieti eventi in AIB A coronare il grande lavoro svolto in associazione con le specie “selvatiche” del genere Betta sono arrivate negli ultimi 2 mesi delle importantissime riproduzioni. La prima riguarda i Betta macrostoma Il “gioiello del Brunei” è una delle specie di Betta più gravemente minacciate di estinzione, infatti gli habitat di provenienza di questa specie, nel Sarawak settentrionale in Malesia e nel Sultanato del Brunei, vengono costantemente e drasticamente ridotti a causa del commercio di legname e per ricavare spazio da destinare alle piantagioni di palma da olio. Una riproduzione documentata in Italia per la prima volta e che ha un particolare valore, anche considerando che questa è una specie molto difficile da riprodurre, che speriamo contribuirà al creare in Italia una popolazione stabile di questo meraviglioso Betta incubatore orale. La seconda riproduzione riguarda Betta shalleri, già allevati in Italia dal nostro esperto in Betta “wild” e ceduti poi ad un socio AIB, nelle cui vasche sono nati da poco oltre un centinaio di avannotti. La riproduzione della coppia di Betta foerschi, inviata da un allevatore indonesiano per concorrere alI’ Italian Betta Show, ci sta tenendo tutti col fiato sospeso... avvenuta solo da pochi giorni infatti stiamo aspettando che il maschio rilasci gli avannotti. I prossimi eventi Come da tradizione ormai consolidata, durante il mese di agosto (precisamente dal 17 al 19) si terrà ad Arcen, in Olanda, l’esposizione “Holland Betta Show”. La manifestazione, organizzata dal forum internazionale Bettas4all.nl, è una delle più grandi in Europa e si inserisce nel meraviglioso contesto dell’ “Holland Koi Show”, la mostra-concorso di carpe Koi più grande al mondo, a cui si aggiungono altre esposizioni come quelle riservate alle caridine, ai carassi ornamentali e i numerosi stand riguardanti il settore acquariofilo. Associazione Italiana Betta sarà presente con una propria delegazione che porterà gli oltre 50 Betta “show” iscritti a concorrere in Olanda… nel prossimo numero vi faremo sapere i risultati! Il 6-7 ottobre si tiene a Cesena la Un avannotto di Betta macrostoma, allevato dal socio Riccardo 60
1-2. Due dei partecipanti al “Betta del mese” di Luglio: un halfmoon royal blue ed uno show plakat steel blue; 3. Il Betta del mese di luglio, uno show plakat orange; 4. Betta macrostoma maschio in parata mostra-mercato di acquariofilia “Acquabeach”, sui 10.000 mq totali di esposizione, circa la metà saranno dedicati all’acquariofilia. Vi invitiamo a venirci a trovare al nostro stand, esporremo oltre 100 meravigliosi Betta “show” e circa dieci specie di Betta “selvatici”, tutti allevati in Italia. Sarà allestito anche un percorso didattico per spiegare come sono stati selezionati i Betta da concorso e sarà possibile parlare con gli esperti dell’associazione per capire come allevarli al meglio e riprodurli. Le novità dal forum Nonostante la bella stagione, continua frenetica l’attività nel nostro forum www.bettaforum.it. L’edizione di luglio de “Il Betta del mese” ha visto in concorso 14 esemplari che si sono sfidati a colpi di click per stabilire quale fosse il preferito degli utenti. Il Betta del mese è stato così assegnato ad un meraviglioso Show Plakat orange, che ha vinto l’accanita concorrenza di alcuni Halfmoon dai colori sgargianti e dalle pinne estremamente ramificate. Nella sezione “Standard” si discute in un interessante topic: quali saranno gli sviluppi e le evoluzioni degli standard IBC e Bettas4all, anche riguardo alle nuove selezioni. Infine la sezione “Registro accoppiamenti” ha visto, con l’arrivo della bella stagione, un’impennata delle riproduzioni presentate dagli utenti, siamo arrivati in meno di 2 anni alla bellezza di 165 riproduzioni documentate! 61
A.I.K. ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH
Prossimi evento AIK 2012: Acquabeach! Dopo il successo del 20° Congresso AIK (http://www.aik.it/) dello scorso Maggio ci prepariamo per Acquabeach (http://www.acquaportal.it/acquabeach/) il prossimo 6 e 7 ottobre a Cesena! AIK sarà presente con molti tavoli per poter mostrare sia specie rare, particolari e appena descritte sia specie più comuni. Abbiamo in progetto di distribuire gratuitamente coppie di specie semplici a chi si farà socio, forniremo inoltre un utile pieghevole, dove saranno riportate le informazioni di base sui killi e sul loro allevamento! Sarà inoltre presente tutto il materiale della vetrina AIK (http://www.aik.it/test/menu-alto/lavetrina-di-aik.html) dove si potrà acquistare tutto il materiale per l’allevamento di questi pesci: torba, lana acrilica,… e ovviamente starter di cibo vivo: enchitrei, drosofile, microworms, walter worms, banana worms, “gammarus”, dero worms, vermetti dell’aceto, ma anche cisti d’artemia. Se vi occorre qualche cosa e volete essere sicuri di trovarla vi consigliamo di prenotare scrivendo un messaggio a info@aik.it. Ci si vede a Cesena!!! Stefano Valdesalici Staff AIK
62
CAEB CLUB ACQUARIOLOGICO ERPETOLOGICO BARESE Mostra Ornitologica Internazionale del Mediterraneo 2012 Il CAEB parteciperà, sabato 3 e domenica 4 novembre 2012, alla dodicesima edizione della Mostra Ornitologica Internazionale del Mediterraneo, che si terrà a Bari presso i padiglioni della Fiera del Levante, su una superficie di circa 5000 m2. Quest’anno l’abituale appuntamento a carattere ornitologico, che vede la partecipazione di numerosi allevatori provenienti da ogni angolo d’Italia e d’Europa, prevede anche la presenza di altri animali, in particolare pesci, anfibi e rettili. Per espressa volontà dell’AOP (Associazione Ornicoltori Pugliesi) che, da anni, programma tale manifestazione, conosciuta a livello internazionale, accanto alla competizione ornitologica ci sarà un ulteriore polo d’interesse: una sala dedicata all’esposizione, mostra-scambio e vendita di pesci, anfibi, rettili e insetti, di cui si occuperanno i Soci del Club Acquariologico Erpetologico Barese e gli Organizzatori della mostra “Rettili dal Mondo”. L’iniziativa, quindi, permetterà di riunire sotto lo stesso tetto appassionati con interessi differenti coniugando il fantastico mondo subacqueo con quello di squame e piume. E non solo: per gli amanti delle piante è prevista una mostra di Bonsai e, per tutti i bambini presenti, una gara canina con la collaborazione delle forze dell’ordine (polizia e carabinieri). Accanto all’evidente funzione informativa e promozionale offerta dall’esposizione di acquari e terrari da parte delle Associazioni di settore, i visitatori potranno anche acquistare e prendere contatti con le Ditte specializzate (importatori, distributori, grossisti, ecc.) che vorranno contribuire all’iniziativa proponendo la propria linea di prodotti e/o accessori per l’acquario o il terrario. Chiunque volesse partecipare all’iniziativa può contattare i responsabili dell’organizzazione “Settore Terraristica e Acquariologia” ai seguenti indirizzi mail: info@rettilidalmondo.it (Gabriele), alexvlo@libero.it (Alessandro). La Mostra sarà eccezionalmente aperta nella giornata di venerdì 2 novembre per le visite degli alunni delle scuole, mentre l’apertura al pubblico, con biglietto d’ingresso e orario continuato, nelle giornate di sabato 3 novembre (chiusura ore 19:00) e domenica 4 (chiusura ore 17:00). Vi attendiamo numerosi perché, indubbiamente, sarà molto affascinante poter ammirare da vicino organismi difficili da vedere quotidianamente, ma anche per poter trascorrere un momento di confronto con allevatori, esperti o anche semplici hobbisti pronti ad offrivi ogni utile indicazione per conoscere, allevare e gestire queste meravigliose creature che condividono con noi il pianeta. Sarà nostra cura informare i lettori sullo sviluppo di questa ambiziosa quanto innovativa iniziativa. 63
G.A.S. GRUPPO ACQUARIOFILO SALENTINO Buona estate a tutti È oramai Estate e le attività del G.A.S. - Gruppo Acquariofilo Salentino - vanno temporaneamente in vacanza chiudendo così l’anno sociale 2011-2012 pieno di soddisfazioni. Un anno di variopinte attività per la nostra associazione, che ci hanno condotto in serate a tema con argomentazioni vicine e talvolta lontane al nostro hobby, come la serata interamente dedicata al mondo dei ciclidi africani, alla conferenza dedicata all’acquacoltura e alle tecniche di allevamento su larga scala. Senza tralasciare alcuni articoli che hanno tenuto informati i nostri lettori sulle novità del nostro hobby a livello internazionale e sulla protezione dei nostri ambienti naturali locali e non. Tutte le attività del gruppo sono state tempestivamente inserite e descritte anche sul nostro nuovo sito www.gas-online.org il quale ha ricevuto oltre diecimila contatti e più di centomila pagine visitate in pochi mesi di attività. Inoltre, la nostra pagina ufficiale su facebook, è sempre attiva ed ha ormai superato abbondantemente i 3000 amici che da tutto il mondo condividono con noi la passione per questo fantastico hobby. Le attività dell’associazione non terminano di certo qui! I soci del G.A.S. si prendono solo una meritata pausa estiva, o per meglio dire “trasferiscono” la loro passione al mondo acquatico al nostro bel mare salentino, il nostro acquario naturale, ricco di vita e caratterizzato da splendidi fondali marini. Vi aspettiamo dunque tutti a Settembre con la piena ripresa delle attività e vi auguriamo una serena estate. Per informazioni sulle attività dell’associazione: info@gas-online.org
64
ASSOCIAZIONE MAREVIVO
Spiagge più protette con la campagna “Ma il mare non vale una cicca?” Torna il 4 e 5 agosto l’iniziativa di Marevivo e JTI per liberare oltre 350 spiagge dai mozziconi. In tutt’Italia mille volontari distribuiranno 100.000 posacenere tascabili. Testimonial d’eccezione l’attore Sebastiano Somma. Roma, 25 luglio 2012 – Per quanti desiderano quest’estate prendere il sole senza zigzagare tra i mozziconi lasciati sulla spiaggia, torna il posacenere tascabile e riutilizzabile della campagna di Marevivo a salvaguardia degli oltre 8 mila km di costa del nostro Paese. La quarta edizione dell’iniziativa “Ma il mare non vale una cicca?” - lanciata dall’associazione ambientalista Marevivo in collaborazione con JT International SA (JTI) - sarà realizzata con il consueto patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Corpo delle Capitanerie di Porto e il supporto del SIB - Sindacato Italiano Balneari. Testimonial di quest’anno l’attore di teatro, cinema e televisione Sebastiano Somma. Il weekend del 4 e 5 agosto, una squadra di 1.000 volontari, guidati dall’associazione, sarà all’opera lungo le coste italiane per distribuire 100.000 posacenere, insieme a un opuscolo sui tempi di degrado in mare di alcuni oggetti che fanno parte della vita di tutti i giorni, tra cui lattine, accendini, bottiglie di vetro e di plastica. La campagna “Ma il mare non vale una cicca?”, partita nel 2009, negli anni ha visto crescere notevolmente il numero delle 65
spiagge e delle aree marine protette, isole comprese, grazie alla collaborazione attiva dei cittadini. Per la quarta edizione i tratti di mare antistanti aree di particolare pregio come Ponza e Portofino saranno nuovamente coperti grazie alla distribuzione a bordo dei gommoni, fra le novità, invece, spiccano Bordighera, l’isola di Pianosa, Positano, Scilla e l’isola di Sant’Erasmo a Venezia. Con questa iniziativa si eviterà che sulla battigia o in acqua finiscano - stimandone circa 6 per ogni posacenere - 600.000 filtri al giorno, pari a 18 km di costa ininterrotta, cioè l’equivalente del tunnel sottomarino più lungo del mondo che collegherà in futuro Copenaghen alla Germania. Utilizzare il posacenere portatile per la raccolta di mozziconi che continuano a rappresentare il 40% dei rifiuti nel Mar Mediterraneo - vuol dire contribuire a ridurre i fattori di rischio per la sopravvivenza di cetacei, tartarughe, uccelli marini e pesci che popolano i nostri mari, già messi in pericolo dalle migliaia di rifiuti di vario genere abbandonati ogni anno. Considerando un consumo medio di 12 sigarette per fumatore, si può ragionevolmente affermare che quasi otto milioni di cicche sono state risparmiate al mare e alla spiaggia per effetto delle tre precedenti edizioni. In Italia, con un totale di 10,8 milioni fumatori attivi di nel 2012 (Dati Istituto Superiore di Sanità 2012), un comportamento attento all’ambiente può generare un effetto positivo a catena: se stimiamo che un fumatore medio usi regolarmente il posacenere, riutilizzandolo una volta svuotato, ben 1,2 milioni di sigarette troverebbero posto ogni giorno tra i rifiuti anziché in spiaggia o per le strade delle città. “Non dobbiamo dimenticare che il mare non è solo un luogo dove passare le proprie vacanze, ma un ambiente dove persone e specie marine vivono tutto l’anno. La gestione dei rifiuti viene prima di tutto dalla disponibilità dei singoli a rispettare l’ambiente che li circonda e questo vale 66
anche per i mozziconi di sigarette che devono essere correttamente smaltiti. Appoggio con piacere la campagna di Marevivo in quanto è una delle iniziative che si pone come obiettivo quello di sensibilizzare i bagnanti a compiere un piccolo ma significativo gesto”, ha sottolineato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “Ognuno di noi può fare la differenza. Anche quest’anno la nostra iniziativa ‘Ma il mare non vale una cicca?’ mostra come, attraverso l’impegno di tutti e assumendo comportamenti più responsabili e rispettosi dell’ambiente, si possa difendere e tutelare le nostre spiagge e le nostre coste”, è il commento di Carmen di Penta, direttore generale di Marevivo. “Anche quest’anno siamo al fianco di Marevivo per continuare a offrire un contributo tangibile alla salvaguardia dell’ecosistema marino e delle spiagge italiane, sensibilizzando i fumatori a un comportamento responsabile nei confronti dell’ambiente. JTI in Italia ha distribuito oltre 3 milioni di posacenere portatili in molte località turistiche e nelle principali città italiane grazie a diverse iniziative, e continueremo a farlo al fine di raggiungere un comportamento da parte dei fumatori orientato alla tutela dell’ambiente che ci circonda”, ha dichiarato PierCarlo Alessiani, Presidente e Amministratore Delegato di JT International Italia. “Usare questo oggetto è un gesto che fa bene non solo alla spiaggia ma anche a noi stessi, che abbiamo veramente bisogno di compiere pratiche a favore della tutela del mare, patrimonio di tutti – ha spiegato Sebastiano Somma - perciò sono molto contento di promuovere questa iniziativa che sensibilizza le persone a non usare la spiaggia come posacenere”. La campagna in sintesi: 353 spiagge coinvolte 4 e 5 agosto date dell’iniziativa 100.000 posacenere tascabili distribuiti 1.000 volontari impegnati nella campagna 1,2 milioni mozziconi al giorno raccolti nei posacenere tascabili Contatti Marevivo Ufficio stampa: Carmela Cioffi 06.3202949 – 338.1090669 ufficiostampa@marevivo.it Contatti JT International Italia S.r.l. Ufficio stampa Barabino & Partners Alice Brambilla 02.72023535 - 328.2668196 a.brambilla@barabino.it JTI - Media Relations Associate Clara Ceriotti – 02.58347455 clara.ceriotti@jti.com
67
WEST ROME REEFKEEPING
68
69
UN MARINO per le acropore di Mirko Mutalipassi & Francesco Gallifuoco L’acquario marino di barriera, specialmente se
50 cm), è stato effettuato il giorno 07/10/2011,
destinato all’allevamento di coralli duri a polipo
utilizzando sale Royal Nature, distribuito da
piccolo (SPS), è sicuramente un sistema impe-
Aquaristica (http://www.aquaristica.it/), con un
gnativo. Il tutto risulta molto semplificato se si
rapporto di 14 kg di sale in 380 litri d’acqua pro-
effettua una buona maturazione e si prendono, a
dotta da un impianto a osmosi inversa.
tempo debito, le dovute precauzioni riguardo alle
L’impianto d’osmosi inversa si avvale di un siste-
problematiche che di volta in volta possono
ma a 5 stadi: sedimenti-carbone-membrana,
insorgere.
osmotica-resine, deionizzanti-resine, anti-fosfati
Abbiamo voluto quindi dare l’esempio e seguire
e anti-silicati.
passo passo l’evoluzione di un acquario marino
La densità finale dell’acqua marina così prepara-
di media capienza, esaminandone tecnica, siste-
ta, si è attestata a 1027: una densità così eleva-
ma di gestione e andamento dei valori nel
ta è una scelta dettata dall’esperienza dell’ac-
tempo. L’acquario è di proprietà di Francesco
quariofilo ed è quantomeno inusuale in una
Gallifuoco, co-autore di questo articolo ed
vasca marina tropicale; è però innegabile che,
acquariofilo partenopeo le cui vasche sono state
data la bellezza delle precedenti vasche, F.
considerate in passato tra le più belle d’Italia.
Gallifuoco ha dalla sua i risultati. A quanto pare,
L’allestimento dell’acquario (misure 120 x 60 x
una densità leggermente più elevata permette
a) Inizio dell’allestimento dell’acquario
b) La rocciata descritta nell’articolo
70
dagli animali, creando in acquario un idrodinamismo multidirezionale. È stata quindi approntata la “rocciata” utilizzando 50 kg di rocce provenienti da Bali: la struttura è stata “costruita” senza l’utilizzo di fascette, cemento o collanti. I parametri importanti al fine di creare una “rocciata” valida ed efficiente sono tre: 1 Si deve tener conto del posizionamento delle pompe. Questo è ancor più importante se si parla di Vortech, essendo queste non orientabili. 2 Creazione di terrazze per gli animali: l’alternanza di rocce rotondeggianti per la struttura e piatte, a formare terrazze, permette una gestione ottimale degli spazi. 3 La rocciata è costruita al centro-vasca, lasciando liberi gli spazi laterali, al fine di agevolarne la pulizia e lasciando posteriormente ampi spazi per ottimizzare i flussi d’acqua. Inoltre la struttura deve essere “ariosa”, al fine di utilizzare al massimo la capacità filtrante delle rocce, di molto limitata in strutture eccessivamente compatte e con ristagno d’acqua.
La tecnica
Il giorno successivo, contrariamente a ciò che è
una più semplice gestione dei valori della triade
solitamente consigliato per acquari di questo
(calcio/magnesio/KH).
genere, è stato inserito uno strato di 3 centime-
Il giorno successivo (08/10/2011), sono state
tri di sabbia fine a granulometria 0,3 mm della
quindi sistemate le pompe di movimento. La
Blu Line. La scelta di inserire così presto e in
scelta è ricaduta su 2 pompe Vortech
questa proporzione la sabbia è dettata dalla
MP40WES, prodotte dall’americana Ecotech
volontà di ottenere, a maturazione ultimata, un
Marine (http://ecotechmarine.com/), dotate del
sistema stabile e ben avviato, evitando quindi
nuovo controller (ES) e di un sistema di sincroniz-
ulteriori modifiche in corso d’opera.
zazione wireless. La motivazione di questa scelta è data sia dal minor riscaldamento trasmesso
L’illuminazione: da notare l’elevata quantità di tubi neon a elevati gradi Kelvin
all’acquario (il motore è esterno e funziona con un sistema a trascinamento magnetico), sia dal flusso ampio e delicato sugli animali, nonché sulla sabbia (fine) che questo sistema di pompe di movimento permette di utilizzare. Le Vortech sono state impostate con modalità short-pulse al 70% d’intensità e con sincronizzazione a pompe contrapposte, al fine di creare un effetto marea. Questo movimento alternato permette, infatti, di allontanare in modo più efficace eventuale muco 71
LGs1260 di LGMAquari (http://www.lgaquari.it/) che tratta 1200 litri/ora d’acqua, è un valore più che accettabile. Al fine di raggiungere questo valore d’interscambio sono state necessarie numerose modifiche al sistema di carico-scarico X-InOut di XAQUA (http://www.xaqua.it/): inizialmente è stata forata l’unità di carico con una punta di trapano da 9,5 mm; successivamente è stato sostituito il passa-parete originale con uno industriale di misure 22 mm esterno/16 mm interno. Infine il tubo di carico in silicone elastico è stato sostituito con un tubo siliconico standard, al fine di limitare ulteriormente le perdite di carico. Il sistema di filtraggio, oltre al suddetto skimmer, al reattore di calcio Lgr700 caricato con materiale ARM e a 500 grammi di carbone attivo adsorbente, è composto da un reattore di zeolite caricato con 1 kg di zeolite Hobby. Il reattore, inoltre, è temporizzato: la pompa, settata a 350 litri/ora reali, è attiva a cicli di 3 ore (3 ore accesa e 3 ore spenta). L’utilizzo di un reattore di zeolite in questa configurazione permetterebbe un’efficace eliminazione dei fosfati, andando a stimolare la crescita di popolazioni batteriche dette PAO (batteri fosforo-accumulanti). La scelta stessa della zeolite Hobby deriva dall’esperienza: infatti, dopo aver utilizzato zeoliti Xaqua e Korallen Zucht, F. Gallifuoco ha sperimentato la miscela di zeoliti Hobby, non riscontrando particolari differenze a fronte di un prezzo di acquisto decisamente inferiore. Per completare il comparto tecnico è importante accennare al completo sistema Aquatronica così formato: - Centralina
a: Maturazione e ciclo algale: le prime alghe fanno capolino in acquario b: Proliferazione di filamentose e prime Derbesie c: Proliferazione Bryopsis/Derbesia
- Due unità di potenza che comandano plafoniera, skimmer, reattore di calcio, reattore di zeolite, pompa di risalita, ventole, termostato e refrigeratore
D’importanza fondamentale è stata la gestione dei
- Sonda temperatura
flussi in vasca, in particolare lo scambio
- Sonda pH per la gestione del reattore di calcio
vasca/sump. L’acqua scambiata è di circa 1500
- Sonda potenziale Redox
litri/ora: considerando lo schiumatoio utilizzato, un
- Sistema di ripristino 72
- Dosometriche per oligoelementi
come in questo caso, rocce non “spurgate”.
La plafoniera ATI Powermodule 10 x 54 watt T5,
Come si vede in Tabella 1, i valori degli inquinan-
è stata installata subito, ma lasciata inizialmente
ti dopo una settimana esatta dall’avvio (14-10-
spenta (accesa dopo 23 giorni). I neon utilizzati
2011) si presentavano molto elevati.
sono: 1 Korallen-zucht Fiji Purple
Tabella 1
1 Wave 6500 Kelvin
Test
Nitrati
Nitriti
pH
PO4
Redox
5 Ati Blu plus
14/10/11
>100
1
7,8
1,5
320
3 Ati Spezial Continuando con la costante somministrazione METODO DI GESTIONE
di batteri e alimento in protocollo Zeovit, sono
Fin dall’inizio è stata somministrata una dose di
stati rieseguiti i test il giorno 31-10-2011 (Tabella
4 gocce al giorno di Zeoback e 0,5 ml al giorno
2): nonostante si noti un forte decremento del
di Zeostart3 (protocollo Zeovit). La scelta di atti-
valore di tutti gli inquinanti, la vasca ancora non
vare l’acquario con sistemi a proliferazione deri-
è matura e pronta ad accettare ospiti.
va da esperienze precedenti con prodotti Xaqua e Zeovit ed è stata motivata dalla necessità di
Tabella 2
controllare il valore degli inquinanti e velocizzare
Test
la maturazione; ciò è ancor più vero utilizzando,
31/10/11 25
Nitrati
Nitriti
pH
PO4
Redox
0,05
7,96
0,5
320
Dettaglio acropore
73
Condizioni della vasca al momento dell’inserimento dei competitori Al fine di accelerare la maturazione, dopo un
Com’è ben visibile dal grafico 1, otteniamo delle
cambio di circa 50 litri, è stata presa la decisione
curve dei nutrienti differenti da quanto normal-
di accendere le luci a fotoperiodo completo:
mente discusso su guide e testi di biologia; le
un’ora iniziale e una finale di luci blu e 10 ore
cause sono da ricercare in particolari accorgi-
centrali (nella giornata) di luce completa.
menti utilizzati nell’avvio di quest’acquario:
L’illuminazione improvvisa ha causato, nelle suc-
innanzitutto parliamo di un acquario marino e
cessive settimane, una prevista e inevitabile pro-
qualcosa già, sicuramente, cambia rispetto a
liferazione algale: il ciclo, quasi da manuale d’ac-
quanto descritto per l’acqua dolce in altri artico-
quariofilia, ha visto una proliferazione iniziale di
li. Inoltre sono stati inseriti subito supporti batte-
diatomee, seguita da filamentose e terminata
rici già avviati (le rocce vive) e dall’inizio si è avuto
con alghe del genere Bryopsis/Derbesia.
un imponente carico organico (organismi morti
Il giorno 7-11-2011 sono stati nuovamente
sulle stesse rocce vive) che ha innalzato tutti i
monitorati i valori e sono stati sostituiti completa-
nutrienti, portandoli a valori elevatissimi. Già que-
mente sia il carbone, sia la zeolite.
ste ragioni basterebbero a giustificare le insolite curve nitrito/nitrato e fosfato; se poi ci aggiungia-
Tabella 3
mo la proliferazione batterica indotta dal sistema
Test
Nitrati
Nitriti pH
PO4
Redox
Zeovit e una decisa proliferazione algale indotta
07/11/11
10
0,02
0,03
308
dal fotoperiodo completo, ci rendiamo conto di
8,2
74
come sia importante contestualizzare delle rego-
geoffroyi, Acanthastrea lordwensis, Acropora
le generali ai singoli casi in esame.
millepora (tassativamente di allevamento, in
La crescita algale imponente infatti, per qualcu-
quanto meno soggette a Turbellarie) e humilis.
no fonte di preoccupazione, è stata lasciata libe-
All’inserimento degli invertebrati sessili è iniziato il
ra di fare il suo corso e ha sicuramente aiutato
protocollo di somministrazione dell’alimento: 500
nel contenere i parametri di nitrato e fosfato. La
ml di rotiferi vivi provenienti da un impianto
sabbia, lasciata priva da grossi predatori, si è in
Planctontech, Reefbooster, Reefpearls, ammi-
questo periodo attivata biologicamente e si pos-
noacidi e vitamine.
sono ben vedere i risultati in foto.
Questo mix di alimento è tuttora utilizzato 7 volte
A partire dal 21-11-2011 è stata sospesa la
alla settimana come alimento base per coralli (5
somministrazione di batteri e di composti che
ml di mix). Gli LPS, sono inoltre alimentati in
possono fungere da fonti di carbonio e parallela-
modo mirato con gamberi 2 volte a settimana.
mente sono stati introdotti animali vegetariani e
Una miscela così ricca è ben tollerata dall’acqua-
forti consumatori di alghe tra cui:
rio e sorprendentemente non provoca variazione
- una coppia Zebrasoma flavescens, una
dei valori; si osserva altresì una spinta in più alla
Dolabella auricularia e un Percnon gibbesi, al fine
crescita e alla colorazione degli animali.
di contrastare la crescita delle macroalghe fila-
Nei giorni successivi sono state inserite numero-
mentose.
se talee di provenienza Auryfish:
- Ctenochaetus striatus e Salarias fasciatus
Acropora gemmifera
come consumatori di alghe a patina.
Acropora loisette blu
Il giorno 23-11-2011 sono stati introdotti i primi
Acropora spp turchese
coralli, anche piuttosto delicati, tra i quali:
Acropora nasuta
Catalaphyllia jardinei, Favia spp, Trachyphyllia
Acropora hokesemai
Panoramica acquario dopo alcuni giorni dall’inserimento delle acropore
75
I valori, in diminuzione, son stati monitorati a intervalli costanti evidenziando un minimo d’inquinanti nel periodo compreso tra il 14-11-2011 e il 18-11-2011
Acropora tenuis bianca apici blu
Acropora gemmifera blu
Stilopora milka
Questa è l’attuale condizione dell’acquario. Le
Stilopora subsetiata
foto che corredano questo articolo, potranno
Acropora gomezi
dirvi più di mille parole.
Stylopora pistillata polipi verdi
Speriamo che quanto qui riportato possa servire,
Stylopora pistillata pink
almeno ad alcuni dei lettori, a ripetere le esperien-
Acropora abrolhosensis blu
ze descritte condividendo così i risultati eccellenti
Acropora desalwi
ottenuti col nostro sistema di allevamento.
Situazione attuale
76
79
alimenti
Info: http://www.oceanlife.it/it/pesci.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Oceanlife Premium Veggies: un mangime per vegetariani 80
Come ogni acquariofilo può immaginare, non tutti i pesci hanno bisogno della stessa dieta: dal pesce rosso al guppy, dall’acanturide al pomacantide passando per il Chromis, ogni animale ha delle proprie specifiche necessità. Eventuali carenze alimentari possono ripercuotersi sulla colorazione dell’animale, sulla sua vitalità e sul suo benessere. Risultano a questo proposito veramente comodi i mangimi con fonti miste animali e vegetali, che riescono ad accontentare un po’ tutti i palati dei nostri beniamini. La reale efficacia di questi mangimi, tuttavia, spesso prodotti sotto forma di fiocchi, dopo lavorazioni a elevata temperatura, è tutta da discutere e richiederebbe una sezione apposita. Le richieste dell’acquacoltura, vero motore trainante della mangimistica di qualità, hanno permesso lo sviluppo e l’affermazione sul mercato di altre tipologie di mangimi (micro-incapsulati, micro-aggregati, ecc.) e di tecniche di lavorazione a basse temperature. Abbiamo scelto di testare il nuovo mangime Oceanlife dedicato a pesci dalla spiccata dieta vegetariana: Premium Veggies 1,2/1,5 mm. Questo mangime sfrutta una particolare tecnologia di estrusione a freddo (detta Spherized Agglomeration System o SAS) al fine di mantenere inalterati i valori nutrizionali e, soprattutto, la quantità di vitamine e di altri composti termolabili (cosa che non accade durante i processi di produzione a “caldo”). Questa tecnologia permette inoltre di produrre estrusi dalle dimensioni molto costanti, caratterizzati da una buona digeribilità, appetibilità e morbidezza. Premium Veggies è stato da noi scelto come mangime base, per l’alimentazione di acanturidi del genere Acanthurus, Naso e Ctenochaetus. Nonostante le singole specie abbiano abitudini alimentari molto differenti tra loro, risulta infatti fondamentale, per l’allevamento di tutti questi generi, l’utilizzo di un alimento prodotto da farine di alghe o di vegetali di origine terrestre e arricchito di acidi grassi del gruppo Omega-3 e Omega-6. Il Premium Veggies si pone come un alimento completo, andando a miscelare farine e olii di pesce, nonché micro-alghe, estratto di piselli, frumento, mais ecc. Il mangime è infine arricchito con Vitamine A, D3 ed E. Abbiamo utilizzato per circa un mese questo alimento in un acquario in cui era presente un Ctenochaetus strigosus, uno Zebrasoma Flavescens e un Pomacanthus imperator, oltre ad una serie di pesci di dimensioni inferiori (principalmente piccoli labridi e pomacentridi). L’appetibilità dell’alimento si è rilevata bassa, soprattutto inizialmente, poiché i pesci non riuscivano a riconoscere questi granuli come
composizione dedicata a tutti i pesci marini con dieta spiccatamente vegetariana. Processo di produzione a freddo che ne conserva tutte le proprietà nutrizionali
l’elevata velocità di affondamento limita il tempo di permanenza nella colonna d’acqua. Scarsamente attrattivo
“cibo”. Pian piano poi, specialmente i due acanturidi, hanno iniziato ad accettare l’alimento, ma mai in grosse quantità. Il limite da noi riscontrato, è dato soprattutto dall’elevata velocità di affondamento del granulo, che lo rende disponibile per i pesci solo per pochi secondi: questa è una caratteristica del processo produttivo SAS e potrà difficilmente essere corretta, a nostro parere. Utilizzandolo in modeste quantità e miscelandolo con mangimi più attraenti, siamo riusciti ad ottenere discreti successi, limitando al massimo le “perdite” di mangime sul fondo. Il mangime si è rivelato morbido e facilmente digeribile. Quei pochi granuli sedimentati sono stati in ogni caso utilizzati dalla nostra squadra di Lysmata debellius, come spuntino serale. L’alimento, sia per composizione sia per dimensioni, è stato del tutto ignorato dai pesci più piccoli. 81
Info: http://www.reefsnow.com/store/index.php?main_page=index&cPath=20
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA alimenti
Reefsnow Calanus:
zooplankton fresco, profumato, quasi vivo
82
Una sana e corretta alimentazione, è alla base di una corretta gestione di un acquario. Negli alimenti artificiali, specialmente se troppo a buon mercato, possono presentarsi carenze nutrizionali che inevitabilmente causeranno ripercussioni sugli ospiti dei nostri acquari. Rammentiamo, a questo proposito, ai nostri lettori di utilizzare mangimi di qualità, di variare quanto più possibile la dieta dei nostri amici pinnuti e di utilizzare, se e quando possibile, arricchitori vitaminici. Il problema relativo alla gestione dell’alimentazione del nostro acquario si complica enormemente se si tiene in considerazione che pesci differenti necessitano di diete diverse e che particolari sostanze, come l’astaxantina, talvolta carenti nelle formulazioni mangimistiche, sono fondamentali per la crescita e la salute degli invertebrati (in particolare per i crostacei). Una via per arricchire la dieta del nostro acquario è l’utilizzo di naupli d’Artemia: è ovviamente necessario schiuderli e lavarli adeguatamente. Una seconda possibilità risiede nell’utilizzo di mangimi secchi opportunamente arricchiti. È possibile infine utilizzare dei mangimi basati su piccoli crostacei, i Copepodi, che rientrano in gran parte delle diete naturali degli animali da noi ospitati. Un prodotto che a questo proposito ci ha particolarmente colpito è distribuito da Reefsnow, sotto la denominazione commerciale “Calanus”. Si tratta di una linea di mangimi secchi e liofilizzati, basati su un piccolo crostaceo planctonico del mare del nord, il Calanus finmarchicus, animale caratteristico delle reti trofiche dei mari freddi e normalmente predato da pesci, altri crostacei e balene. Il prodotto è distribuito sia come pellet morbido, al fine di alimentare tutti i pesci, sia come liofilizzato in forma classica, sia in polvere.
linea completa di mangimi ricchi di acidi grassi, astaxantina e carotenoidi. Differenti formati permettono un’alimentazione mirata
costo elevato del prodotto se confrontato con prodotti simili
Artemia salina e all’incirca delle stesse dimensioni di un rotifero come il Brachionus plicatilis) risulta essere particolarmente adatta all’alimentazione di animali filtratori e di coralli e lo è ancor di più se utilizzato insieme all’apposito arricchitore (Calanus oil) distribuito dalla stessa società.
CALANUS liofilizzato intero, è il prodotto pescato tal quale, in forma liofilizzata. L’idratazione presomministrazione, da effettuare con acqua dell’acquario, restituisce all’organismo la sua conformazione naturale, stimolando, anche visivamente, il pesce alla predazione.
CALANUS oil, per facilitare il processo di liofilizzazione, la massa di pescato viene “spremuta” a freddo. L’elevata quantità di grasso è così trasformata in un denso olio rosso, confezionato in flaconcini da 5 ml. Quest’olio è composto di elevate quantità di grassi polinsaturi Omega tre (ˆ-3) e sei (ˆ6), carotenoidi, astaxantina (40 volte maggiore di quella presente in Artemia), vitamine liposolubili. È utilizzato per reintegrare il Calanus liofilizzato intero o un altro alimento liofilizzato di normale utilizzo.
CALANUS pellet morbido, il pellet conserva tutte le elevate proprietà del prodotto grezzo, in particolare tutta la serie degli acidi grassi polinsaturi. Il mangime Calanus pellet morbido, è addizionato con vitamine e sali minerali per essere bilanciato correttamente. CALANUS polvere. Il particellato, delle dimensioni di 100 micron (meno della metà di un nauplio di
83
sali
Info: http://www.atiaquaristik.com/en/meersalz
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Ati Coral Ocean Plus: esplosione di natura marina incontaminata 84
Esiste in commercio un’enorme varietà di sali marini artificiali dalle composizioni più disparate. In origine ci fu l’Instant Ocean, ancor oggi in commercio, che è stato per anni leader di mercato. Il trend della moderna acquariofilia marina, si basa su due filosofie completamente differenti e spesso tra loro contrastanti: da un lato
sale a elevato contenuto di calcio, magnesio e carbonati, consigliato in acquari di coralli a polipo piccolo e a polipo grande. Facile da sciogliere e comodo da conservare grazie al contenitore squadrato
vi è la necessità, per acquari popolati da madreporari, di Sali con elevate concentrazioni di calcio, magnesio, carbonati, boro, potassio e stronzio; dall’altro lato, in acquari popolati da Antozoi
non
madreporari
(Zoanthus,
Discosomi, Sarcophyton ecc) o in acquari per soli pesci, si sente la necessità di Sali economici, poveri di materie prime e semplici da discio-
richiede intensa areazione e innesca a contatto con l’acqua, forti reazioni esotermiche (rilascio di calore). Un po’ basso il livello di stronzio rilevato
gliere in acqua d’osmosi. Il sale sintetico Ati Coral Ocean appartiene alla prima categoria: è un sale molto ricco in microelementi e con concentrazioni elevate di calcio e magnesio. Si vende in un comodo secchio dalla forma pressappoco rettangolare, cosa che permette un chiaro risparmio di spazio, utile nel nostro ripostiglio preferito. Si presenta come una polvere finissima assolutamente priva di granuli ed è veramente semplice da sciogliere. Rispetto ad altri sali infatti, già dopo alcune ore, abbiamo osservato la completa dissoluzione di ogni residuo sul fondo. Al fine di raggiungere una
magnesio 1470 e KH pari a 9. Lo stronzio è
densità di 1024 è necessario aggiungere circa
invece al di sotto di quanto osservato in altri
36 grammi di sale per litro d’acqua.
sali e si attesta, secondo il nostro test, all’incir-
Ciò che ci ha particolarmente colpito è la
ca a 1,33. Tramite un’analisi allo spettrofoto-
quantità di calore sviluppato durante la prepa-
metro, siamo stati in grado di valutare la bontà
razione, sicuramente superiore a quanto
di questo sale, che presenta valori praticamen-
osservato in prodotti simili. La reazione esoter-
te nulli di nitrati, nitriti, fosfati e ammoniaca, fat-
mica non va però a inficiare quella che è la
tore decisamente positivo ai fini del controllo
qualità finale dell’acqua marina sintetica da noi
delle proliferazioni algali nelle nostre vasche.
preparata. Altra particolarità, è la concentrazio-
Piccolo post scriptum: il sale Ati Coral Ocean,
ne di calcio, magnesio e carbonati/bicarbonati
necessita di una forte areazione prima di poter
riscontrata, che si attesta decisamente su livelli
essere utilizzato, poiché l’acqua di mare otte-
elevati: a una densità di circa 1024 osserviamo
nuta tende a essere carente in ossigeno
una concentrazione di calcio pari a 490 ppm,
disciolto. 85
biocondizionatori
Info: http://www.drtimsaquatics.com/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
DrTim’s Aquatics Waste-Away: basta con i problemi noiosi! 86
Quella del Dr. Tim è davvero un’azienda interessante: l’avevate notata? A noi era sfuggita, dobbiamo confessarlo, ma stiamo rapidamente recuperando il tempo perduto, mentre ci divertiamo! L’azienda nasce nel nord Europa e bisogna dire (perché lo abbiamo conosciuto), che il referente è dottore per davvero. Parla in linguaggio scientifico correttamente ed è un esperto di microbiologia. Un buon punto di partenza. Le cose che producono vanno dritte nella direzione degli acquariofili, perché essi stessi sono appassionati e questo è un altro punto interessante. Per farne la conoscenza vi consigliamo di cliccare sul link di queste pagine perché sarete portati al loro sito web, ricchissimo di contenuti multimediali. E poiché un filmato vale più di mille parole, riuscirete rapidamente a comprendere le ragioni del nostro entusiasmo. Peraltro pare che dal sito si possano anche fare acquisti per cui, se il negoziante sotto casa continua a proporvi il solito chiarificatore/flocculatore inventato il secolo scorso, sentitevi liberi di mandarlo a pescare e provate una delle nuovissime soluzioni proposte! Noi abbiamo provato brevemente un prodotto che si chiama “Waste-Away”. Lo scopo è nel nome: serve a eliminare l’eccesso di materiali organici presenti in vasca. Lo abbiamo testato in due diverse occasioni. In un acquario d’acqua dolce, a causa di un guasto al distributore automatico di cibo, abbiamo osservato di mattina una colorazione lattiginosa dell’acqua. Pessimo sintomo. I pesci boccheggiavano in superficie e l’odore non era proprio attraente. Abbiamo versato una dose generosa del prodotto e siamo usciti. Dopo circa cinque ore, tornati in redazione, abbiamo osservato l’acquario. Se vi dicessimo che lo abbiamo trovato quasi cristallino non ci credereste. E fareste male, perché è la pura verità! Incredibile! Entusiasti del primo risultato ci siamo spinti oltre. Un amico acquariofilo aveva introdotto troppi pesci nella sua vaschetta da 40 litri. Poi un paio di ricci sono morti ed è cominciata la catastrofe, tipica dei principianti. I pesci hanno cominciato a morire uno dopo l’altro, creando una situazione di forte inquinamento. L’acqua, quando siamo arrivati in veste da “ghost buster” col nostro flaconcino di Waste-Away, era davvero sconfortante. Sollevando lo sportellino per somministrare il cibo si osservava una schiuma densa in superficie e si poteva percepire un odore nauseabondo. Abbiamo aggiunto una dose del prodotto. Il primo effetto è stato un immediato abbassamento della schiuma. Questo però potrebbe essere
rapido, efficace, pronto all’uso. Valido anche in casi di emergenza
può produrre lattiginosità se sovradosato. Richiede aerazione intensa
dovuto a composti tensioattivi presenti nella soluzione. Ma di certo nel pomeriggio la situazione era molto meno preoccupante: la schiuma era sparita, l’acqua si era chiarificata e l’odore era molto meno intenso. Insomma, siamo riusciti a recuperare i pesci morti dal fondo e a ripristinare la vasca. Siamo certi che il vostro acquario non versa in queste condizioni disperate, ma senza dubbio avere un flaconcino di questo prodotto sottomano, da poter utilizzare in casi di emergenza per ottenere risultati veramente rapidi, ci offre maggiore sicurezza. In ogni caso questo prodotto non è formulato per questi casi estremi (le nostre sono state prove “cattive”): serve a eliminare l’eccesso di detrito che invade il fondo dell’acquario e il filtro, in modo da mantenere la vostra vasca sempre nelle condizioni ecologiche ideali. 87
Info:http://www.crocitrading.com/index.php?pp2=menu_cate&cate=&mc=9&L=i&pp=show_p rodotti&x=240&br=1&kk=505&perpa=20&id_an=9200
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA accessori
Wave Breeding Box Small:
sala parto o refugium?
88
Incrociate una sala parto con un filtro a zainetto, cosa otterrete? Semplicemente la nuova sala parto a zainetto della wave. Rispetto alle normali sale parto interne, questa non soltanto non occupa spazio in acquario, ma riesce anche ad assicurare un’ottima ossigenazione dell’acqua al proprio interno, grazie alla particolare tecnica adottata: il ricambio d’acqua è infatti assicurato da un sistema ad “aria”, non dissimile da quanto già visto nei normali filtri a spugna; le bolle, insufflate grazie ad un aeratore esterno, permettono infatti un riciclo continuo di acqua ben ossigenata.
ottima costruzione e curato nei minimi particolari. Assolutamente sicuro per mamme, avannotti e uova. Costo irrisorio
auspicabile una versione più grande (4 litri?) da utilizzare come refugium e/o per ambientare pesci di taglia superiore
Abbiamo testato il sistema della Wave (circa 0,8 litri), inserendo un esemplare femmina di Micropoecilia picta in dolce attesa: l’animale, dopo un iniziale e inevitabile sconcerto, non ha eccessivamente sofferto per la “detenzione”. Non abbiamo osservato nessuna sofferenza respiratoria, l’animale ci è sembrato tranquillo e si è anche alimentato senza problemi; possiamo quindi confermare l’efficienza e la sicurezza dell’accessorio in oggetto. Avremmo onestamente preferito una sala parto dal volume leggermente superiore: nessun problema! Basta scegliere la versione “large” con capienza di circa 1,4 litri. Vorremmo infine soffermarci su un possibile utilizzo della versione “large” come refugium annesso a piccoli nanoreef: una ridotta area dove far crescere e proliferare le proprie alghe, la propria microfauna o dove proteggere e ambientare
nuovi pesci (di piccola taglia). Il prodotto ci è sembrato veramente ben fatto, a un costo irrisorio e con una buona attenzione per i particolari: disponibili nella confezione ben due differenti griglie di protezione dello scarico, una per piccoli avannotti a maglie più ridotte e una per un utilizzo più generico dalle feritoie di dimensioni superiori. Dimensioni della sala parto “small”: circa 10 x 10 x 12 cm (altezza). Abbiamo aggiunto un piccolo tubo in plexiglas al fine di silenziare alcuni fastidiosi “gorgoglii” emessi dall’acqua in uscita dal tubo. È una modifica semplicissima, che a nostro parere rende assolutamente silenziosa la sala parto. 89
UN GIORNO per una vita con i
Discus di Paolo Busonera Eccoci nuovamente qua ad affrontare le nuove
al nostro amico che avevamo introdotto vari mesi
situazioni e problematiche, che si presentarono
addietro
(vedi
precedenti
numeri
di
Aquariophylia). Come detto nell’articolo pubblicato in passato lui, Carlo, si ritrovò a esaminare nuovi casi che il mondo dell’acquariologia gli pose. Il primo problema, era quello di decidere il destino dei suoi scalari: quelli che gli avevano dato i primi piaceri, i primi pesci che avevano prolificato nuovi scalari. Il solo pensare di venderli, lo faceva sentire come un genitore che ripudia i propri figli; l’alternativa era di tagliare la testa al toro e acquistare una nuova vasca per i suoi prossimi pesci: i Discus. Era molto combattuto ma alla fine decise di realizzare un nuovo biotopo e di costruire il tutto da solo. Una scelta veramente difficile ma che, in seguito, gli regalò nuovi impulsi nell’avvicinarsi sempre più a quel meraviglioso mondo che era, ed è diventato, l’hobby della sua vita, essere un amante dell’acquariofilia. Con l’aiuto di un amico che aveva conosciuto, Andrea, amante e riproduttore di Discus, iniziò ad acquistare tutto quello che serviva per costruire un acquario e non solo, anche quello che serviva per costruire una sump o vasca di decantazione o filtro percolatore. Come cambiavano le cose da un Askoll 80 a un 300 litri con fil-
Le piante vogliono una grande quantità di luce
tro percolatore e che filtro in quegli anni, almeno 90
Occorreva solamente creare in essa il biotopo che riproduceva una pozza d’acqua acida di un affluente del Rio delle Amazzoni per lui! Quanto era felice!
anche la nuova vasca era montata, occorreva
Finalmente, dopo qualche settimana, il filtro era
solamente creare in essa il biotopo che riprodu-
montato e pronto a svolgere il suo lavoro. In esso
ceva una pozza d’acqua acida di un affluente del
vi erano uno spazio con lana di vetro e spugne,
Rio delle Amazzoni. Tutto fu sistemato in un pic-
uno con cannolicchi, uno con bioball e la vasca
colo capannone, dove Andrea teneva le sue
della pompa con il riscaldatore. Come il filtro,
vasche: fra queste, un acquario di 500 litri con 91
Quando avrebbe acquistato i Discus? 92
Il suo sogno era di avere dei Discus Heckel, Green, Blue eccetera
93
... i suoi prossimi pesci: i Discus 94
95
Successivamente dovette creare delle zone con pezzi di legno
sei Discus, quattro vasche per le coppie, quattro
questo punto occorreva ragionare su tutto e,
vasche per le fasi di accrescimento dei piccoli.
fra le altre cose, su quanto tutto ciò avrebbe
Sinceramente, da una parte era sbalordito, dal-
influito sulle sue finanze.
l’altra era anche un po’ geloso.
Sì, purtroppo anche quelle dovevano essere
Per quanto riguarda la creazione del biotopo,
come dire, “controllate”. Comunque, per ora,
bisogna partire innanzi tutto dal pH, acido, che
poteva pensare di continuare nella sua impresa.
si riscontra negli affluenti del Rio delle
Solo una cosa era ancora in discussione: quan-
Amazzoni, dal colore dell’acqua, spesso acqua
do avrebbe acquistato i Discus? Come in tutte
scura per la presenza di acidi umici, dalla tem-
le cose però, sapeva che doveva aspettare ma
peratura e quindi dalle piante che possono
nonostante tutto, quel tempo di attesa non gli
vivere in base alle condizioni del biotopo. A
creava angoscia; anzi questo gli permetteva di 96
leggere e leggere libri e pubblicazioni su quella
dovevano rilasciare il tannino. Però quell’acqua-
splendida specie e su quelle che oggi sono defi-
rio ogni giorno era una sorpresa, era un mondo
nite “wild”.
creato prima con l’immaginazione e poi sul
Sì, il suo sogno era di avere dei Discus Heckel,
campo. Dopo di questo le piante, che dovevano
Green, Blue eccetera. Torniamo, però, alla sua
resistere alla temperatura alta dell’acquario. Fra
vasca e al lavoro che era in procinto di fare. La
queste
prima cosa e forse una delle più importanti era
Echinodorus,
l’acqua, ma per fortuna il suo amico aveva un
Un’ottima scelta fu quella di fissare ai legni, delle
impianto a osmosi inversa e questo problema fu
piante di Anubias e Microsorium; inoltre, sullo
risolto in brevissimo tempo. Poi doveva trovare
sfondo a sinistra, una pianta di Echinodorus piut-
un fondo per la vasca che fosse in grado di
tosto alta, per creare ai Discus un gradevole
assomigliare a quello di un affluente del Rio delle
punto “ombreggiato” e all’estremo opposto,
Amazzoni e che, magari con un bel colore
sulla destra, qualche Vallisneria che in poco
ambra, attenuasse il colore chiaro dato dalle luci,
tempo creò un angolo piacevole. Anche i vege-
poiché anche le piante vogliono una grande
tali, però, avevano bisogno di nutrimento e poi-
quantità di luce.
ché non aveva mai preparato un fondo adatto ad
In seguito dovette creare delle zone con pezzi di
essi, dovette acquistare anche un impianto per
legno, legno che doveva conferire all’acqua un
l’anidride carbonica.
colore simile a quello del tè e quindi dei legni che
E i pesci? …Di sicuro ne riparleremo in futuro!
la
scelta
era
piuttosto
Vallisneria,
grande:
Cryptocorine.
Test di Banco Tecnologia a LED Sicce GNC AM466 di Mirko Mutalipassi L’applicazione della tecnologia a “LED” all’ac-
si hanno notevoli feedback su tutta una serie di
quariofilia, è un trend cui assistiamo già da diver-
parametri operativi come la durata reale, l’effi-
si anni. A ogni fiera acquariofila spuntano nuovi
cienza nel tempo ecc.
prodotti, nuove applicazioni e nuovi progetti, tutti
L’applicazione di questi sistemi d’illuminazione a
basati sull’utilizzo di LED più o meno potenti ed
uso civile e industriale a un mercato piccolo come
efficienti. Il LED, nonostante sia una nuova tec-
quello acquariofilo, è la vera sfida che numerose
nologia, è già concretamente utilizzato in altri
aziende del settore hanno dovuto affrontare,
campi (ad esempio per illuminazione civile) e già
ognuna a proprio modo. Alcune, hanno optato per l’utilizzo di molti led a copertura uniforme; altre hanno preferito
soluzioni
con
un
numero inferiore di led ma più “potenti”, altre ancora, hanno preferito utilizzare singoli LED, di grosse dimensioni e maggiori consumi, che potessero simulare meglio la copertura e la luce di una vecchia HQI. Una strada nuova è stata intrapresa dalla GNC, marchio tutto italiano, che ha optato per una plafoniera decisamente innovativa, che si discosta molto da quanto visto in passato. Non solo la tipologia di LED è, infatti, del tutto differente, ma anche 98
la filosofia di costruzione, la qualità della luce,
dalla sua estrema eleganza: alluminio anodizzato
l’impermeabilizzazione ecc.
a vista si sposa benissimo con il disegno mini-
Grazie alla disponibilità dell’azienda nonché del
malista tanto amato in GNC e che ricorda un po’,
distributore (SICCE ITALIA S.r.l.), è stato possibile
come stile, un prodotto Apple.
testare la plafoniera (AM466) su una delle nostre
La plafoniera non presenta un vero e proprio
vasche, per un periodo di circa quaranta giorni. Il
computer: è però possibile utilizzare le modalità
montaggio della plafoniera è dei più semplici e
alba / tramonto grazie ad un semplicissimo dim-
tutto il necessario è già compreso nel box inviato-
mer da applicare al cavo di alimentazione della
ci: fissaggio a muro, fili d’acciaio (2 metri), ecc.
plafoniera. Al dimmer è quindi collegato un pic-
La clip deve necessariamente essere fissata al
colo alimentatore: nel momento in cui l’alimenta-
soffitto o ad un altro supporto tramite due fori
tore riceve corrente, il dimmer inizia una fase
(uno per lato) ed è costruita in un elegantissimo
preimpostata di alba che consiste in circa trenta
acrilico trasparente. Sulla clip andranno poi fissa-
minuti di luce blu crescente e altri trenta minuti di
ti i quattro fili d’acciaio che si collegheranno nei
luce bianca crescente. Per avviare il processo
corrispondenti ferma-cavo presenti nel lato
inverso di “ tramonto” basta disconnettere il pic-
superiore della plafoniera. All’apertura della
colo alimentatore e il dimmer inizia la fase di luce
plafoniera, siamo rimasti piacevolmente sorpresi
decrescente. Veniamo quindi al fulcro del discorso: la qualità e la quantità
della
luce
emessa.
Diciamo innanzitutto che la GNC è una plafoniera che utilizza molti led bianchi capaci di sviluppare una luce a elevati gradi Kelvin e pochi led blu utili soprattutto ad accentuare le fluorescenze. Il risultato è una plafoniera che sviluppa una luce decisamente gradevole e che non 99
hanno dato i risultati sperati. Crescite e colorazioni dei coralli ci hanno soddisfatto: luce chiara, intensa ma sempre molto naturale; animali sempre ben estroflessi, nessun segno di sofferenza e assolutamente alcun problema durante il periodo di test. Il prezzo d’acquisto, in linea con le plafoniere della concorrenza, è facilmente
ammortizzato
nel
tempo (consumo elettrico ridotto, mancato riscaldamento dell’acquario, mancata sostituzione delle lampade).
dà eccessivi “sfarfallii”. La copertura è sicuramente buona e illumina bene l’acquario 70x60 cm su cui è stata testata.
DATI TECNICI
Il passaggio da un’illuminazione 8 x 24 T5 a una
DIMENSIONI: Lunghezza 466 mm x larghezza
plafoniera a led GNC ha visto registrare un’im-
366 mm x spessore 40 mm
pennata nel valore redox che si è assestato a
CORPO LAMPADA E SCHERMO DI PROTEZIO-
valori medi di circa 410 mV (370 mV di partenza).
NE: Policarbonato extrachiaro lavorato Laser CNC
Questione colori: la precedente plafoniera mon-
LED: 392 led bianchi 10000-14000 °K circa; 28
tava una serie di neon specifici per acquari come
led blu lunghezza d’onda 446nM circa
i Fiji Purple, capaci di modificare pesantemente,
ASSORBIMENTO: 110 Watt
e spesso in modo artificioso, i colori dei nostri
PESO: circa 6 Kg
coralli. La scelta di una configurazione con soli
ALIMENTAZIONE: Doppio driver Meanwell a cor-
led bianchi e blu riduce, a questo proposito, la
rente costante con protezione per cortocircuito e
possibilità di variare a proprio piacimento la luce
temperatura elevata, dotato di ventola di raffred-
prodotta dalla plafoniera: un’aggiunta di led rossi
damento su cuscinetti, silenziosa. Ingresso ali-
e verdi avrebbe accentuato alcune fluorescenze
mentazione di rete doppio, uno per i led bianchi
e permesso una maggiore personalizzazione
e uno per i led blu.
della plafoniera stessa.
Alimentazione primaria 90-264 Vac 50-60Hz.
C’è da dire che la plafoniera è semplicemente
Alimentazione secondaria 24Vdc
bellissima e si pone come un vero e proprio
PRO: Luce molto piacevole, estesa copertura,
pezzo d’arredamento; sviluppa inoltre un’ottima
ridotto consumo. La plafoniera si pone come un
luce e ha un’estesa copertura. L’assenza di ven-
oggetto d’arredo.
tole la rende silenziosa e la completa impermea-
CONTRO: la scelta di utilizzare soltanto led
bilizzazione molto sicura. Abbiamo inoltre notato
bianchi e blu, nonché la presenza di modalità
un immediato adattamento da parte degli animali
alba e tramonto preimpostate, ne limitano la
da noi allevati, alla nuova tipologia di luce, sinto-
personalizzazione.
mo che le scelte fatte in fase di progettazione
INFO: http://www.gncitalia.it/AM466/HOME.html 100
Inserto da stampa Questo volumetto destinato al neofita che voglia allevar discus, prodotto dall’azienda Diskuszukt, tradotto dalla nostra redazione e regalato in esclusiva ai lettori di aquariophylia, è il risultato della cooperazione della rivista con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite dell’acquario d’acqua dolce. Nel corso dei prossimi numeri vi offriremo, in puntate mensili, i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle a un centro stampa per farle assemblare. Di fatto, si tratta di un altro regalo che aquariophylia fa a tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce. Come noterete, tutti gli argomenti sono riportati in forma molto sintetica, minima, per assicurare un’informazione essenziale, senza fronzoli al principiante. Si tratta di un sistema moderno e agile per mettere tutti in condizione di allestire il primo acquario per i discus. L’edizione originale in tedesco e la versione inglese possono essere scaricate dal sito Diskuszucht: http://www.diskuszucht-stendker.de/100,0,downloads,index,0.php (in tedesco) http://www.diskuszucht-stendker.de/gb/322,0,downloads,index,0.html (in inglese).
L’ALLEVAMENTO DEI DISCUS: notizie di base per cominciare V parte
Traduzione di Rita Colognola dall’edizione originale tedesca pubblicata da Diskuszucht Stendker 4. Perché alcuni alimenti per discus sono così buoni (quali sono da preferire) Alleviamo discus da oltre 45 anni e nel corso del tempo abbiamo messo a punto degli alimenti specialmente concepiti per le necessità di questi pesci. Nei nostri allevamenti usiamo esclusivamente cibo per discus Stendker. Questo contiene tutto ciò che è necessario per una sana nutrizione ed è adatto ad essere usato da solo. Stendker-Diskusfutter è composto da una miscela di cuore bovino, vitamine, verdure e un elemento che favorisce la digeribilità, grazie al quale i discus 102
are e conservare
possono digerire ed assimilare facilmente le proteine di origine animale. Il nostro StendkerDiskusfutter congelato contiene 30 grammi di salsiccia, 100 grammi di verdure e 500 grammi di altri ingredienti. Questa miscela ben equilibrata contribuisce notevolmente alla salute, colorazione, riproduzione e crescita dei discus. Inoltre, anche altri pesci apprezzano questi alimenti e generalmente dopo il loro uso non è più necessario concimare le piante. 5. Alimentazione dei discus in generale Il cuore bovino come cibo per discus (poiché “non ci sono bovini in Amazzonia”) secondo noi è stato ingiustamente condannato. I bovini non vengono trattati con ormoni, cosa che viene regolarmente controllata dai veterinari. Il cuore bovino fornisce le proteine animali che in natura i discus si procurano mangiando crostacei, vermi e larve di insetti.Alle nostre latitudini questi animali sono difficilmente reperibili, cari e a volte pesantemente tassati, si usa quindi volentieri il cuore bovino come fonte alternativa di proteine animali nella dieta dei discus. Naturalmente, a nostro avviso, il cuore bovino non è sufficiente come alimento completo. Sconsigliamo l’uso di larve di zanzare rosse e tubifex (provenienti da acque sporche) nell’alimentazione dei discus, per evitare infezioni batteriche in acquario. Sconsigliamo anche l’uso di Copepodi, in quanto portatori di larve di cestodi che, sviluppandosi in adulti, possono provocare massicci disturbi della crescita nei discus. I cibi secchi di qualunque tipo sono secondo noi inadatti ai discus, in quanto vengono consumati malvolentieri e quindi in quantità insufficienti. A nostro avviso i cibi secchi non danno garanzie di una crescita sufficiente e di salute stabile nel tempo. In cambio, il cibo secco è un cambiamento gradito ai discus allevati con cibo congelato. 103
Inserto da stampa
104
are e conservare Consideriamo anche altri cibi congelati, quali Dafnia, Artemia, Mysis, larve di zanzare bianche e nere, come una buona integrazione, ma da vedere solo come “bon-bon”. 6. Funzioni del filtro, pulizia, mancato funzionamento della pompa del filtro e un po’ di chimica dell’acqua I filtri per acquari sono in genere filtri biologici e non meccanici come, ad esempio, un setaccio. Questo significa che questi filtri non trattengono particelle di sporcizia, da eliminare con la pulizia del filtro stesso. I filtri per acquari funzionano grazie a batteri che si insediano sul materiale filtrante e mantengono l’acqua pulita. Queste informazioni preliminari sono determinanti per comprendere che i filtri da acquario non devono essere puliti spesso! La pulizia del filtro interferisce con le colonie batteriche e di conseguenza con le funzioni di filtraggio e pulizia. Grazie alla pompa del filtro viene talvolta anche assicurata la circolazione dell’ acqua e quindi la dissoluzione di ossigeno in acquario. 7. Sistemi filtranti Filtro esterno o interno Raccomandiamo la presenza di due filtri interni, come precauzione in caso di mancato funziona-
105
Inserto da stampa
106
are e conservare
107
Inserto da stampa
mento e per migliorare la qualità dell’acqua. I filtri esterni vengono collegati all’acquario per mezzo di tubi. C’è il rischio che tali tubi si stacchino dal filtro o che il filtro si apra, provocando perdite di acqua all’acquario. Tale rischio non si presenta con i filtri interni.
Filtro amburghese Spesso ci viene chiesto quale sia il sistema di filtraggio più semplice e più efficiente. Consigliamo esclusivamente il filtro amburghese. Questo presenta un’enorme superficie filtrante, grazie alla lentezza con la quale avvie108
are e conservare questo modo lo spazio a disposizione per il nuoto può essere modificato a piacimento. Questo presenta il notevole vantaggio che, grazie allo spazio limitato durante l’alimentazione, i pesci mangiano meglio e si dimostrano più pacifici gli uni con gli altri. Inoltre il grande volume dell’acquario garantisce una qualità costante dell’acqua e quindi una crescita ottimale per i pesci. È quindi una scelta vantaggiosa, che dà la certezza di una crescita ottimale dei discus, liberi da malattie e da stress di branco. Nei nostri allevamenti utilizziamo esclusivamente filtri amburghesi. Questi consistono di piastrelle di spugna, attraversate lentamente dall’acqua dell’acquario, grazie a una pompa o a un sifone. In questo modo l’acqua dell’acquario verrà filtrata due o tre volte in un’ora. Da oltre 25 anni utilizziamo questi filtri nella nostra azienda e fino ad ora non li abbiamo mai puliti. Nel corso degli anni si è sviluppata nelle spugne una coltura batterica che contribuisce al miglioramento della qualità dell’acqua e di conseguenza alla salute dei nostri pesci. Il fatto che il flusso d’acqua non si è ancora dimezzato fa sì che la pulizia dei filtri, anche dopo 25 anni, non sia ancora necessaria. Filtri interni o interni a tre scomparti Sconsigliamo l’uso di filtri, interni o esterni, a tre scomparti. In questi filtri l’acqua deve scorrere velocemente attraverso un sottile materiale filtrante (per esempio la lana di perlon). Qui viene consumata la maggior quantità di ossigeno e di nutrienti, di conseguenza il contributo dei batteri presenti negli scomparti successivi è minimo.
ne il passaggio dell’acqua, i batteri hanno il tempo e la quantità di ossigeno necessari a un’ottimale trasformazione delle sostanze tossiche. Inoltre, in un acquario di discus senza materiali sul fondo, questo filtro può essere usato come parete di separazione; in 109
Caridine: i parametri di allevamento delle più comuni di Fabrizio Volante, seconda parte sti parametri per ogni specie, parametri che andremo ad analizzare dopo. La qualità dell’acqua utilizzata per l’allevamento di caridine e neocaridine è fondamentale, esse infatti sono le prime ad accusare malessere e/o morte, in caso di acqua inquinata. La peculiare biologia delle caridine, le rende infatti estremamente sensibili non soltanto alle variazioni chimico-fisiche dell’acqua ma anche a
Come tutti gli animali, anche Caridina e Neocaridina hanno dei parametri ben distinti per il loro allevamento e benessere. Sostanzialmente i parametri di allevamento variano in un range delineato: pH che varia dal 6 al 7.5, KH compreso tra 5 e 12 gradi e GH minore di 15. Ovviamente questi sono valori con i quali si possono far “sopravvivere” le caridine ma se le si vuole far vivere al meglio, bisogna adottare i giu-
L’ammoniaca è un inquinante micidiale per i gamberetti d’acqua dolce
110
La peculiare biologia delle caridine le rende sensibili ad avvelenamenti da metalli pesanti
Ogni specie di Caridina ha propri valori di riferimento per l’acqua 111
Profumi, piastrine anti zanzara, spray contro gli insetti volanti, spray per spolverare sono molto pericolosi per i nostri gamberi 112
113
La qualità dell’acqua utilizzata per l’allevamento di caridine e neocaridine è fondamentale
eventuali avvelenamenti da metalli pesanti o ad un eccesso di composti azotati. Le sostanze assolutamente da evitare e nocive sono sicuramente l’ammoniaca (può essere presente in vasche non del tutto “mature”), i metalli pesanti tra i quali i più comuni sono ferro e rame che possono facilmente trovarsi nei fertilizzanti, il cloro che invece è sempre presente nell’acqua di rubinetto. Per questi motivi è sempre preferibile preparare i cambi con acqua d’osmosi e aggiunta di sali per reintegrare tutti gli elementi necessari ad animali e piante. Altra sostanza alla quale le caridine e le neocaridine sono suscettibili sono gli NO3. Come per tutti gli animali essi sono nocivi, ma per uccidere una caridina possono bastare concentrazioni relativamente basse. Nella vita quotidiana siamo abituati a usare pro-
È sempre preferibile preparare i cambi con acqua d’osmosi e aggiunta di sali fumi, piastrine anti zanzara, spray contro gli insetti volanti, spray per spolverare e tante altre cose che potrebbero finire in vasca. Tutti questi elementi sono altamente nocivi per le caridine anche in minima dose e ne deve essere evitato l’uso nei locali dove sono presenti le vasche. I PARAMETRI: Riportiamo qui i parametri limite entro i quali le caridine e neocaridine possono essere allevate al meglio. Caridina cantonensis: GH: 4 - 6; pH: 6.5 - 7.0; KH: 2 - 4; Temp. Min 18° Max 25° Caridina Multidentata(ex japonica):GH: 2 - 12; pH: 5.5 - 7.5; KH: 6 - 10; Temp. Min 15°Max 30° Caridina cf. breviata, hummel: GH: 8 - 12; pH: 6 - 7; KH: 7 - 8; Temp. Min 15° Max 28° Caridina cf. babaulti: GH: 5 - 12; pH: 6.5 - 7.5; KH: 3 - 8; Temp. Min 20° Max 28° Neocaridina zhangjiajiensis: GH: 6 - 10; pH: 6 7; KH: 4 - 8; Temp. Min 20° Max 25° Neocaridina heteropoda: GH: 8 - 15; pH: 6 - 7; KH: 6.5 - 7.5; Temp. Min 20° Max 25° Teniamo a precisare che questi parametri sono perlopiù della scuola di pensiero europea, perché in Asia e Giappone ci sono allevatori avanzati che adottano parametri estremi con successo.
Nell’articolo si riportano i valori dell’acqua ideali per l’allevamento
114
Storia del pesce ross In Italia, in particolare in Emilia-Romagna, si sviluppò un florido allevamento estensivo 116
so di Maurizio Quarta
117
Il pesce rosso è l’unico pesce che può vantare il titolo di “animale domestico”, al pari di gallina, cane, gatto
levamento in tutti i continenti, è assai dubbio che esistano popolazioni selvatiche pure, il cui patrimonio genetico non sia stato minimamente alterato. Prime notizie di un Goldfish risalgono al tempo dei Tre Regni, in Cina (265 - 419 d.C). Più affidabile tuttavia appare la datazione risalente alla dinastia Tang (619 - 907). Il pesce rosso è l’unico che può vantare il titolo
L’allevamento in vasi di terracotta, è attestata a
di “animale domestico”, al pari di gallina, cane,
partire dal X secolo, sotto la dinastia Sung.
gatto, ecc., cioè animali la cui storia è così indis-
Durante la dinastia Quing (1616-1911), l’alleva-
solubilmente legata a quella dell’uomo da tempi
mento del pesce rosso raggiunge il suo apice in
così remoti, che è difficile vederli e parlarne allo
Cina. In questo periodo nascono le varianti nere,
stesso modo delle specie “selvatiche”. Il pesce
porpora e 5-colori (calico), così come le varietà
rosso è stato sicuramente il precursore di tutte le
Testa di leone, Celestiale, Occhi a bolla, Squame
specie ornamentali.
a perla e Pompon. I primi esemplari arrivano in
Il nostro Carassius auratus è probabilmente ori-
Giappone probabilmente nel 1502, a Osaka ed
ginario del bacino dell’Amur, al confine tra
Edo, l’odierna Tokyo. Numerose importazioni
Siberia, Cina e Mongolia. In realtà, nessuno
seguono la prima e nel XVII secolo la varietà
conosce con certezza la distribuzione originale e
chiamata poi in Giappone Wakin, divenne rapi-
va detto che oggi, dopo secoli di allevamento e
damente popolarissima e intensamente allevata.
conseguenti immissioni in natura di soggetti d’al-
L’arrivo in Europa risale al 1611 grazie ai navigatori portoghesi. Nel 1800 fiorisce la moda “Liberty”, con l’omonimo vaso da cui derivò la popolarissima boccia. Si consacra il definitivo successo del pesce rosso. In Italia, in particolare in Emilia-Romagna, si sviluppò un florido allevamento estensivo. I principali centri di selezione di varietà pregiate sono storicamente la Cina e il Giappone, che vantano una tradizione millenaria di allevamento dei carassi. In Occidente, dopo il secondo dopo Dopo secoli di allevamento e conseguenti immissioni in natura di soggetti d’allevamento in tutti i continenti, è assai dubbio che esistano popolazioni selvatiche pure 118
guerra, importante centro di selezione sono gli
- Nera o Black Moor: corpo e pinne uniforme-
Stati Uniti. In Italia, nell’Est Europa e in Israele, si
mente neri. Negli esemplari più pregiati, la livrea
effettua essenzialmente una produzione di
assume un delicato aspetto vellutato.
massa di varietà selezionate altrove. Il nome
- Bronzo: colorazione uniforme grigio-bronzea
comune di “pesce rosso” è davvero riduttivo,
con parti ventrali più chiare.
viste le innumerevoli varietà di colorazione alleva-
- Gialla o Canarino: dalla colorazione giallo chia-
te dall’uomo. Le principali sono:
ra e uniforme.
- Rossa o Arancio: è la classica colorazione del
Esistono inoltre, ulteriori colorazioni più rare e
pesce rosso domestico.
particolari, solitamente non presenti sui mercati
- Bianco-rossa o Sarasa: metà superiore del
occidentali. Oltre che sulla colorazione, la sele-
corpo rossa e metà inferiore bianca; in realtà
zione si è focalizzata nei secoli anche sulla forma
oggigiorno con questa denominazione, s’indica-
del corpo, in particolare sul tronco, sulla testa e
no un po’ tutti i carassi in cui siano mescolati i
sulle pinne. Le varietà di pesce rosso si possono
due colori, anche con pezzature irregolari.
classificare in: - Varietà omeomorfe o rustiche; - Varietà eteromorfe o pregiate. Le varietà omeomorfe conservano una conformazione generale simile al tipo originario, presentando mutazioni secondarie, riguardanti principalmente il colore e la lunghezza delle pinne, in particolare la caudale. Sono allevabili in laghetto tutto l’anno e sono tutte reperibili sul mercato italiano abbastanza facilmente. Le più diffuse sono: - Comune. È il classico pesce rosso che tutti conosciamo, il più simile al carassio ancestrale. Colorazioni più comuni: rossa, gialla, sarasa, rosso-nera, nera, calico. - Cometa. Varietà dalla coda particolarmente
L’arrivo in Europa risale al 1611 grazie ai navigatori portoghesi Le varietà omeomorfe, conservano una conformazione generale simile al tipo originario
- Rosso-nera o Arancio-nera: Akasumi in Giappone, è a fondo rosso o arancio con pezzature nere irregolari, oppure metà superiore del corpo nera e inferiore rossa. - Bianca testa rossa: Tancho in giapponese, presenta il corpo completamente bianco con il rosso limitato alla parte dorsale della testa. È molto apprezzata in Giappone, poiché richiama i colori della bandiera nazionale. - Calico o Shubunkin o Cinque-colori: sfavillante livrea multicolore e variabilissima a base soprattutto di rosso, blu, nero e grigio. È caratterizzata dall’alternanza di scaglie normali e trasparenti. 119
Oltre che sulla colorazione, la selezione si è focalizzata nei secoli anche sulla forma del corpo
allungata. Scoperta negli U.S.A. nel 1880, è una delle poche razze non asiatiche. La coda può essere lunga quanto il corpo o di più e terminare rotonda o appuntita. In alcuni pesci anche le pinne pettorali e dorsali possono essere allungate. Colorazioni: tutte; particolarmente pregiate: sarasa, tancho e iron. - Telescopio. Corpo normale con globi oculari grandi e sporgenti. Poco diffusa negli allevamenti italiani e raramente importata dall’Asia. Altre varietà omeomorfe, estremamente difficili da reperire nel nostro paese sono: - Shubunkin. Simile al cometa, ma con la coda meno lunga. Selezionata nel 1900 dal sig. Akiyama. Colorazione: calico. Conosciuto anche come Cometa Shubunkin.
Molto comuni sono le varietà con occhio telescopico 120
- American Shubunkin, varietà dalla coda molto
curva
lunga, profondamente forcuta e appuntita.
Particolarmente costosa la colorazione bianco -
Anche le pinne pettorali e ventrali sono lunghe e
rossa.
appuntite.
- Jikin. È una mutazione del Wakin, apparsa per
- Bristol shubunkin, con un’ampia, forcuta e
prima in Giappone. Ogni metà della corta pinna
arrotondata in punta pinna caudale, così come le
caudale doppia è notevolmente sporgente late-
pinne pettorali e pelviche. Nata in Inghilterra nel
ralmente. Vista da dietro, la coda forma una X
periodo tra le due guerre mondiali.
perfetta. Nel 1610 era ancora conosciuto in
- Wakin. Corpo normale, con coda trilobata.
Giappone come Kujaku (Peacock-tail = Coda di
Leggermente tozzo, la pinna caudale non è
pavone); prese il nome Jikin nel 1810. La livrea
molto lunga. I lobi della pinna caudale sono leg-
desiderata è bianco-argento con pinne rosso
germente ruotati verso il basso e formano una
brillante e bocca rossa.
121
uniforme
con
il
profilo
dorsale.
AQUARIO VIDEO C MODULO DI ISCRIZIONE VIDEO CONTEST NICK: baloci NOME E COGNOME: massaro valentina RAPPRESENTAZIONE: video riproduzione scalari DURATA VIDEO: 60 secondi CARATTERISTICHE VASCA: ferplast cayman 110 capacita 230 litri ILLUMINAZIONE VASCA: 2 neon da 39 w FILTRAZIONE VASCA: bluvawe09 FONDO: fertile della sera piu ghiaino al quarzo bianco FLORA E FAUNA EGERIA rotala rotundifoglia, vallisneria nana, varie cryptocorine, cerantophillum, marisilea hirsuta, sessifrora, anubias nana ALTRO: / Queste informazioni non verranno utilizzate per scopi pubblicitari ma solo per indicare la paternità del video alla rivista acquariophylia e al sito @cquariofili.
Ecco il secondo video vincitore del nostro contest, regolarmente inviato al sito @quariofili. Questo mese il filmato è davvero eccezionale, sia per la qualità dell’ambiente ripreso, sia per la perfetta centratura delle scene in un momento topico della vita dell’acquariofilo: la riproduzione di una coppia di scalari. Raramente abbiamo potuto osservare con tanta dovizia di particolari i momenti della riproduzione, con la deposizione su una foglia (troppo stretta, a quanto pare, visto che di tanto in tanto la femmina perdeva delle uova!) e la successiva fertilizzazione da parte del maschio. Ci complimentiamo sinceramente con la lettrice per la sua bravura. Non avevamo dubbi, questo mese, sulla scelta, dato l’ottimo lavoro svolto. Ad majora!
122
OPHYLIA CONTEST VIDEO-CONTEST PROMOSSO DA ACQUARIOFILI E AQUARIOPHYLIA Lo staff di acquariofili (http://www.acquariofili.com/) è lieto di annunciare una nuova iniziativa nata in collaborazione con la rivista Aquariophylia: si tratta di un Video-Contest della durata da stabilirsi. Si accettano video realizzati per riprendere un acquario o sue parti, momenti di particolare interesse (es. una riproduzione, una danza di corteggiamento), della durata non superiore a 60 secondi. I video inviati al sito web (http://www.acquariofili.com/), corredati di alcune informazioni di base (nome dell’autore, caratteristiche dell’acquario ripreso) saranno inseriti in un’apposita pagina e pubblicati sul forum. La pubblicazione dei video sul sito costituirà già una soddisfazione per i partecipanti.Ogni mese però il video più bello, scelto a insindacabile giudizio di un comitato di esperti, assurgerà agli onori della cronaca e sarà pubblicato su Aquariophylia, nel suo canale youtube. L’invio di un video implica l’accettazione implicita del presente regolamento e conferisce al sito acquariofili e alla rivista Aquariophylia il diritto di pubblicazione, come sopra riportato. Il copyright del video resterà comunque di proprietà del suo produttore. I video, della durata non superiore a 60 secondi e aventi come tema l’acquario, dovranno essere accompagnati dalla scheda di partecipazione indicante il nome dell’autore e le caratteristiche dell’acquario. Potranno essere ottenuti utilizzando qualsiasi mezzo, comprese fotocamere digitali, cineprese ad alta definizione ecc., ma dovranno essere inviati in formato MPEG o equivalente, opportunamente compattati in modo da non superare i 40 mb di spazio occupato su disco.
Regolamento del “video contest” 1 Ogni partecipante dovrà prima di tutto iscriversi al video contest rispondendo a un post aperto appositamente nel forum (http://www.acquariofili.com/) e che porterà il titolo di 1° video contest 2012. Sul sito verrà creata una lista dei partecipanti. 2 I video dovranno essere postati sul sito http://www.acquariofili.com/. 3 Tutti i video inviati dovranno avere una durata massima di 1 minuto e dovranno riprodurre una vasca, pianta, pesce, evento particolare. 4 Ogni utente può inviare un numero massimo di 2 (due) video. È necessario inserire il nome dell’autore nel montaggio. 5 I video saranno raccolti a partire da questo mese; ogni mese, il video vincitore (quello più bello in base al giudizio insindacabile della nostra commissione) sarà pubblicato sulla rivista Acquariophylia. 6 I video verranno prima visionati e non si accetteranno quelli che riterremo offensivi e/o violenti per la visione, ogni decisione presa è insindacabile. 7 Con l’iscrizione al video contest e la pubblicazione del video si offre implicitamente al sito acquariofili l’autorizzazione alla pubblicazione, restando il fatto che i dati del proprietario non verranno in alcun modo trasferiti a terzi. 8 I video non devono essere copiati dalla rete e devono essere di proprietà di chi s’iscrive al contest.
123
OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
124
mese vogliamo offrire un’idea veloce e sbarazzina, quasi aria, per mostrare come anche un acquario, possa assumere forme e condizioni diverse secondo il tipo di arredamento che va ad arricchire. Partiamo da un ambiente “tipo” che volutamente non abbiamo renderizzato completamente: vogliamo che immaginiate il vostro stesso salotto. È presente un divano e delle poltrone, ma anche alcuni tavolini bassi e un’ampia vetrata, che offre luce e colore. Il vostro salotto, dunque, bello, elegante ma manca di qualcosa. Manca un acquario, ovviamente! E allora rivediamo lo stesso ambiente dopo l’introduzione della vasca arredata in forma di “olandese”: ovviamente tutto è cambiato e tutto ha assunto un significato diverso. I tavoli bassi sono stati addirittura sovrapposti per creare una struttura adeguata a mostrare una vasca all’altezza giusta, ovvero, in modo che possa essere comodamente osservata da chi siede nelle poltrone. In questo caso abbiamo voluto usare una vasca di forma insolita, come un doppio parallelepipedo più ampio nel settore a sinistra, mentre la parete posteriore è dritta. Una vasca di questo tipo non comporta grandi problemi costruttivi per un buon vetraio e può essere gestita facilmente, proprio come una vasca comune, perché non contiene punti di maggiore pressione. Basterà adagiarla bene su un foglio di polistirolo espanso e darà il meglio di sé, essendo del tutto atipica. Non passerà certo inosservata per gli ospiti del salotto e potrà rappresentare un oggetto unico anche per gli amici acquariofili, abituati a vasche di forme convenzionali. La particolare forma del fondo permette di allestire un arredamento molto ricco in piante acquatiche, con la parte più profonda, a sinistra, avente un più ampio prato e quella meno profonda, a destra, popolata da piante fitte e alte. Anche l’illuminazione nei due settori potrà essere dosata diversamente, in modo da avere un riflettore che porti tutta la luce sul fondo nella parte sinistra, così da favorire la crescita del prato, e una luce intensa in alto nella parte destra, per facilitare la crescita delle piante a fusto. Per il resto la vasca contiene un filtro biologico interno nella parte posteriore e i neon posizionati in alto in entrambi i settori. L’acqua è tenera e i neon fitostimolanti, associati a un distributore di anidride carbonica, permettono di ottenere un ambiente fittamente erborato. I pesci sono di branco, piccoli: Tanichtys albonubes e pochi Corydoras per creare movimento senza infastidire il soggetto principale, costituito dai vegetali disposti in modo da creare forti contrasti di colore. A questo punto cambiano tutte le prospettive e persino il panorama fuori dalla finestra diventa più vivo, acqueo, praticamente marino!
Questo
125
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve britannico) il villaggio assurse al ruolo di centro amministrativo e conseguentemente commerciale dell’Impero, divenendo di fatto la capitale dell’Uganda fino al 1962 anno dell’indipendenza. Il Centro, ubicato sulla riva del lago Vittoria, si estende per 72 ettari e nasce nel 1952 ad opera del governo coloniale britannico, con l’obiettivo di riabilitare gli animali selvatici rinvenuti feriti o malati e i cuccioli orfani. Ben presto la struttura attira l’attenzione del pubblico e agli ospiti indigeni se ne aggiungono altri provenienti d’oltremare, diversificando la struttura che nel 1962 diviene lo zoo nazionale.
Certo a questo punto avrete dato un primo sguardo agli articoli ma siamo certi che non avrete ancora fatto in tempo a leggerli e approfondirli tutti. Niente di male: avremo ben due mesi estivi per completare l’opera. D’altra parte questo numero uscito col caldo di agosto, lascerà presto spazio a quello settembrino, ancora più ricco, più entusiasmante più… Aquariophylia! Manca ancora molto alla pubblicazione, ma qualche buona idea in cantiere l’abbiamo. Ad esempio… A p i s t o g r a m m a c a c a t u o i d e s , timido ma simpatico. Più di un secolo fa Edme-Pierre Beauchêne disse: ”La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci.” Quest’aforisma si accosta stupendamente al nostro Apistogramma cacatuoides, pesce assai timido ma di una bellezza e di una simpatia travolgente. Molto presente nei nostri acquari, a causa del suo ridotto costo, spesso non è apprezzato per il suo reale potenziale e viene relegato in una posizione di secondo piano, invece merita un approfondimento, per consentire di poterlo allevare nel migliore dei modi e poter gioire della riproduzione.
Il nono un killi italiano Quando ci si riferisce ai killifish non tutti sanno che ne esiste anche uno italiano: l’Aphanius fasciatus (Valenciannes, 1821) conosciuto più volgarmente come “nono”, che non ha nulla da invidiare per interesse ai coloratissimi Nothobranchius, Aphyosemion & C. Si tratta dell’unico membro della famiglia dei Ciprinodontidi presente in Italia. L’areale di distribuzione non è omogeneo lungo il territorio nazionale, infatti è presente in maniera discontinua lungo la fascia adriatica, ionica, tirrenica e sulle isole maggiori, comprese l’Isola d’Elba e le isole Eolie. Lo possiamo trovare in Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Puglia, Toscana, Lazio, Campania. Il nono è un pesce con un ciclo vitale breve di due anni circa, anche se alcun allevatori hanno riportato esempi di pesci più longevi, ovvero fino a 4 anni, ma si trattava comunque di specie di Aphanius non italiane.
Uganda Wildlife Education Centre. In lingua Luganda (lingua del popolo Baganda, la principale etnia ugandese), entebbe significa “sede” e tal nome deriva dal fatto che anticamente il luogo era sede di un importante tribunale. Nel 1893 per merito di Sir Gerald Portal (commissario coloniale 126
Il carbone attivo: conosciamolo meglio. Il carbone attivo nonostante abbia perso la sua funzione principale, cioè rimuovere i residui dei farmaci o biocondizionatori come li chiamavano le aziende produttrici, prima che compromettano l’equilibrio biologico in acquario uccidendo i batteri, è oggigiorno ancora un valido alleato per la salute del nostro acquario. A oggi l’uso del carbone è divenuto essenziale dapprima con le macchine a vapore e successivamente come riparatore di danni provocati dall’ uomo contro inquinamento dell’acqua e dell’aria. E da qui in poi… la ricerca scientifica ha chiarito l’importanza di questo materiale e la “necessità” di utilizzo, facendo nascere dei veri e propri impianti che oggigiorno producono e recuperano tonnellate di questo importante materiale, quale il Carbone in forma attiva.
nisti. La famiglia è caratterizzata da soggetti di una grandissima varietà di forme, colori e disegni; le specie sono più di 300 e trovano il loro habitat ideale su fondi sabbiosi, dove cacciano altri piccoli molluschi che costituiscono la parte predominante della loro dieta. I Mitridi costituiscono invece una ben nota famiglia tipica delle acque calde e poco profonde, che conta circa 600 specie con dimensioni variabili da 1 cm ad oltre 15 cm. Questi molluschi usano un tipico filamento cartilagineo detto “tromba” per cacciare le prede, rappresentate principalmente da vermi e bivalvi. Di questo e tanto altro parleremo per il piacere puro del collezionismo. Come si fa. Continua la fascinosa rubrica del ComeSiFa. Il prossimo mese ospiteremo l’intervista ad un esperto della Tetra e… ne vedrete delle belle, se avrete la pazienza di cliccare sul filmato!
Fitoterapia. Al giorno d’oggi curare i nostri bene amati pesciolini è sempre più difficile, a causa della mancanza di prodotti farmaceutici adatti per ogni singola patologia. Questo è stato uno dei motivi da parte degli allevatori a sperimentare sempre di più le risorse fitoterapeutiche, inoltre non scordiamoci che il punto di forza di queste terapia e la non distruzione della flora batterica del vostro filtro, di vitale importanza per l’equilibrio del vostro acquario. La Fitoterapia utilizza come composti medicali, i principi attivi contenuti in alcune foglie di piante e non solo, a volte fa uso di estratti di piante stesse o radici.
Naturalmente ci saranno poi le classiche rubriche, i filmati e tanto altro ma se avete delle preferenze, per favore, non esitate a scriverci e cercheremo di accontentarvi. Buone vacanze, nel frattempo!
Nota per i lettori Questo mese la puntata dedicata al neofita non è stata pubblicata per motivi tecnici. Pertanto l’ultima puntata della serie “L’acquario in sette domande” sarà pubblicata sul numero di settembre.
Conchiglie da collezione Gli olividi sono conchiglie assai particolari per il loro aspetto lucido e variegato e una forma elegante che fa di loro “prede ambite” per collezio127
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO Questo mese abbiamo provato a non esagerare, perché sappiamo che d’estate ci sono anche “altre cose da fare”, come Carassio ci ha ben spiegato. L’anno scorso abbiamo ricevuto vostri commenti in merito e abbiamo cercato di seguirli, offrendo contenuti che riuscirete certamente a gustare nei prossimi due mesi e conservando qualche argomento “piccante” per il numero di settembre. A questo punto andiamo in vacanza anche noi, sperando che questo numero vi sia piaciuto come i precedenti e promettendo che lavoreremo molto presto per il prossimo. Arrivederci all’autunno!