Carbone attivo Il filtro ad alghe Ciclidi nani Conchiglie da collezione Micosi Il Quarry del Ghanzi
Halimeda tuna Uno studio High-Tech
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE Certo che lo sapete già… non siete mica sciocchi! Ricordate, tuttavia, che ogni mese questa rivista viene letta da centinaia di nuovi utenti, i quali devono essere informati circa… le regole della casa! La prima regola recita: cliccate su tutto quello che vi appare cliccabile! La seconda recita: cliccate selvaggiamente. La terza regola recita: non c’è gusto senza click. Cosa ci guadagniamo noi nelle vostre cliccate? Neppure un centesimo, possiamo garantirlo! Però vogliamo che la lettura di questa rivista divenga davvero un’esperienza appagante a tutto campo, moderna, indimenticabile. Vogliamo che per qualche ora ogni mese voi possiate immergervi nel gotha degli acquari e che rimaniate compiaciuti, al termine della lettura, nonché positivamente stupiti di quanto avete ricevuto. Affinché tutto ciò avvenga, bisogna che vi abituiate a leggere questa pubblicazione come qualcosa di nuovo e di terribilmente diverso dalle classiche pagine stampate, anche se l’aspetto vuole rassicurarvi consegnandovi una “classica” rivista impaginata in A4. Dunque, cliccate senza timore e raccontateci poi le vostre impressioni e, se possibile, la vostra soddisfazione.
AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno II numero 10 - ottobre 2012 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio, Dott. Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Silvio Arnone Carassio Aurato Stefano Bertoni Alessandro Crudo Rita Colognola Francesco De Rosa IppoCampo Mario Loffredo Lorenzo Luchetta Mirko Mutalipassi Aldo Roda Stefano C.A. Rossi Fabio Russo Luigi Storoni Valerio Zupo Pubblicità e Redazione: Papyrus Wezelweide 15 - NL 2727 DK Zoetermeer - The Netherlands Tel. 0031-(0)6-48154024 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione. Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno II - n째 10 ottobre 2012
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Editoriale Questo numero in breve Lettere in redazione Il carbone attivo: conosciamolo meglio. Seconda parte di Alessandro Crudo Acquario Mediterraneo. Dall’antico al moderno: il filtro ad alghe. - I parte di Stefano C.A. Rossi La rubrica del Carassio Recensioni e novità 42 Bubble Magus Holder 44 CaribSea OceanDirectTM 46 Equò Bio-extra 48 Maxspect Razor 50 SHG Micro-perle
52 61 74 76 78 82 86
I ciclidi nani? Spariti! di Stefano Bertoni Voce alle associazioni L’acquario in poesia. Poesia per Aquariophylia di Aldo Roda NonSoloAcquari. Conchiglie da collezione: Mitridi e Olividi di Lorenzo Luchetta Vai col link. Oggi parliamo di... Micosi a cura di Mario Loffredo Acquario Natura alla fiera Bergamo: impressioni e divagazioni di IppoCampo Le recensioni librarie di Aquariophylia. Dinamic Aquaria, per acquariofili avanzati di Mirko Mutalipassi
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Il Quarry del Ghanzi Trail Blazers di Silvio Arnone Halimeda tuna a cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa Inserto: l’allevamento del Discus. Settima parte di Diskuszucht Stendker Reportage: ERPISA 2012 Oltre il vetro: uno studio High-Tech di Luigi Storoni Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.
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ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. SILVIO ARNONE (Autore) è un africanista ed appassionato acquariofilo. Vanta pluridecennale esperienza in ogni ambito afferente la conduzione dell’acquario, sia d’acqua dolce che marino; si è infine specializzato sulle specie africane, con particolare riguardo per i killifish. Ha soggiornato in diversi Paesi africani e nel 2009 si è trasferito definitivamente in Botswana, impegnando molto del suo tempo nell’esplorazione dei biotopi locali.
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STEFANO BERTONI (Autore) milanese d.o.c., nasce nel capoluogo Lombardo il 10 maggio1967; Lavora nel settore Meccanico e informatico e sta attualmente scrivendo un libro di Poesie. Da oltre di 25 anni è un grande appassionato di acquariologia, con particolare attenzione per i Ciclidi nani del Sud America; svolge inoltre attività di webmaster, e dal connubio di queste due passioni, ha realizzato e gestisce da 5 anni un sito internet dedicato agli Apistogramma ed al mondo acquaristico. Adora gli acquari con biotopo Amazzonico. Considera Horst Linke e Wolfgang Staeck autori del libro “I Ciclidi Nani” i suoi guru. ALDO RODA è nato a Firenze nel 1948. Vive nel Chianti fiorentino. Laureato in Architettura, da anni è attivo in manifestazioni d’arte contemporanea con esposizioni, performances, happenings teatrali. Ha pubblicato varie raccolte di poesia: La forma del pensiero(1998), Sale disciolto in acqua (2003), Mutazioni di zolfo (2005), Suoni mercuriali (2006), Poesie/Omaggio a Joseph Beuys (2006), Alchimie dello studiolo di Francesco I de’ Medici (2007), Figure del sale (2008), Ogni foglia divisa (2008), Giocavo a dadi con il tempo (2010), Rompere la forma del tempo (2011). FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l’associazione AMM “Acquario Marino Mediterraneo” cura la rubrica “strani e poco conosciuti” oltre a collaborare alla stesura di schede di organismi marini mediterranei. LUIGI STORONI (Autore) L’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ ecosostenibilità. Attualmente è docente di Liceo Artistico a Napoli.
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MISSION IMPOSSIBLE
lettori affezionati, fedelissimi, prodighi di complimenti e, quando necessario, di giuste critiche. Come potremmo deludere la loro passione? Dunque continuiamo, anche se con grandi difficoltà, a fare il nostro lavoro cercando di non essere “distratti” dalla cronica carenza di fondi. È ovvio che in queste condizioni è già un miracolo che la rivista esca puntuale ogni mese: non possiamo certo spingerci troppo
Ce la faremo? La situazione, ormai sotto gli occhi di tutti, è ben chiara. Da una parte c’è un fermento meraviglioso nel mondo dell’acquariofilia, con migliaia di persone disposte a viaggiare, spendersi in mille attività creative, mettersi in gioco personalmente. Lo dimostrano le fiere e le mostre acquariofile, sempre stracolme di appassionati, spesso arrivati da lontano. Lo dimostra questa rivista, seguita ogni mese da migliaia di appassionati “felici” di prender parte ad attività destinate a diffondere l’hobby nel nostro paese. Dall’altra parte c’è un mondo commerciale vecchio e decrepito, disposto a investire solo sul “ben consolidato”, per il quale anche un minimo rischio nell’interesse dell’espansione diviene una… mission impossible! Dunque ripeto: ce la faremo? Riusciremo a superare il periodo di crisi economica e a portare avanti la nostra opera? Potremo affermare un giorno: “un acquario è in ogni casa italiana anche grazie al nostro contributo”? Difficile dirlo, allo stato delle cose. Infatti, se dovessimo basarci solo sulle evidenze di mercato, allora dovremmo gettare immediatamente la spugna (anzi, avremmo dovuto farlo già da molto tempo!): alcuni tra i grandi produttori del nostro paese, a parte le promesse e i buoni propositi, non hanno mai sostenuto la nostra rivista, a differenza di tanti operatori di medie possibilità, meno ricchi ma molto più fattivi, che hanno dato il loro contributo alla diffusione degli acquari. Eppure, abbiamo migliaia di 10
oltre. Comprendiamo dunque il giusto risentimento di alcuni lettori, che criticano la qualità della nostra app per iPhone oppure la possibilità di fruire solo parzialmente delle immense possibilità offerte dal mezzo elettronico, ma non possiamo fare molto per renderli pienamente soddisfatti.
ci farà certo guadagnare quanto necessario per riparare la nostra app per iPhone, ma potrà farci crescere ancora più velocemente e ciò, forse, potrà far decidere qualche sponsor ancora dubbioso di passare dalla nostra parte. Siamo una rivista indipendente e scientificamente controllata (grazie ad
Vi possiamo assicurare che non riusciamo
un consiglio scientifico di riferimento) e
proprio a fare di più con i mezzi a disposi-
possiamo certo contribuire, come stiamo
zione. Anzi, chiediamo il contributo fattivo
facendo, alla diffusione degli acquari. Siamo
di tutti i lettori. La rivista continua a cre-
certi che alcuni imprenditori con il giusto
scere, lentamente, sempre con lo stesso ine-
spirito fattivo esistano ancora nel nostro
sorabile ritmo. Diamo una scossa al numero
paese e forse il vostro sforzo potrà convin-
di lettori! Provate a inviare mail a tutti i
cerli.
vostri conoscenti, per invitarli a sottoscri-
Inoltre, è scandaloso che una rivista come
vere un abbonamento gratuito. Questo non
la nostra sia ancora ignota a tanti acquariofili. Ogni mese giungono lettere di appassionati, nuovi lettori, che si meravigliano positivamente della nostra presenza, i quali però non ci conoscevano sino a ieri. È importante portare a tutti la buona novella al più presto: è veramente una vergogna che esistano ancora degli acquariofili che non godono oggi dei vantaggi offerti da
Aquariophylia. A parte questo, chiediamo a tutti un altro contributo fattivo: avete delle esperienze interessanti da offrire? Scrivete per noi un articolo! Avete filmati o foto degni di essere portati alla conoscenza del grande pubblico? Inviateli in redazione. Avete commenti, positivi o negativi, su filtri, pompe, mangimi o biocondizionatori? Inviateci le vostre impressioni, in modo da diffondere la vostra opinione a tutti i lettori. Sapete programmare un telefonino o gestire un sito web? La rivista ha bisogno di voi! Insomma, partecipate al nostro sogno e insieme, forse, riusciremo a vincere il grigiore che contraddistingue il nostro tempo. Divertiamoci insieme! 11
QUESTO NUMERO...
in breve Il carbone attivo: conosciamolo meglio. Continuiamo il discorso iniziato nel numero precedente, che concluderemo a tutto vantaggio di esperti e meno esperti, per consentire un uso consapevole di quelle “scatole” di materiale nero presenti negli scaffali di qualsiasi negozio di acquari. In campo acquaristico il carbone attivo è tutto qualitativamente più o meno uguale! Anche perché il cosiddetto iperattivo, costerebbe dieci volte tanto quello in commercio ed è utilizzato solo nei laboratori di analisi se non per specifiche applicazioni. Utilizzate solo Carbone attivo per uso acquaristico e/o quello utilizzato per il trattamento delle acque, perché altre tipologie di carbone possono essere stati attivati chimicamente (es. acido Fosforico) per particolari usi e possono creare seri danni agli acquari. Oggi parliamo di… Micosi Le micosi possono divenire vere e proprie piaghe, soprattutto nell’acquario del neofita. Sono infatti dovute a organismi saprofagi quali sono i funghi, che in condizioni opportune divengono terribilmente invasivi. Le loro ife, che normalmente penetrano la materia organica in decomposizione, possono finire sotto la pelle dei pesci e iniziare una sistematica distruzione dei loro tessuti. Dunque cliccate sui link che proponiamo in questo numero, scelti da noi dopo aver individuato dei siti “sicuri” che appaiono sufficientemente autorevoli per completezza e correttezza delle informazioni offerte, per iniziare la vostra personale ricerca e accedere alle indicazioni più moderne e complete su questo tema. Carassio Il nostro amico acquatico questo mese si fa filosofo e ci parla di obiettivi e di doni del cielo. In realtà ha in mente una discussione abbastanza forte, probabilmente suggeritagli dalle conversazioni che girano in redazione in questi giorni a proposito del supporto che gli sponsor stentano a fornire alla rivista. Lui, come sempre caustico, ci ha messo del suo per rendere questo discorso ancora più piccante, ma… non possiamo anticiparvi troppo, per non indispettirlo! Test. Ricca come sempre questo mese la rubrica test. Parleremo di un economico ed efficiente micro-filtro per la sump, di una nuova “sabbia viva”, di un magnifico alimento in micro-perle, di particolari led per il nostro acquario e di un eccellente attivatore batterico per il filtro. Tutti prodotti che varrebbe la pena provare, per dire la vostra sulla loro efficienza e confermare (se possibile) o correggere, la portata delle nostre prime impressioni su di essi. 12
Mediterraneo: filtro ad alghe. L’esigenza di bilanciare un elevato input di nutrienti con un’energica estrazione degli inquinanti, trova molto difficilmente il suo punto di equilibrio. Da qui le due soluzioni basilari: estrarre gli elementi che generano inquinamento, prima che entrino nella catena di nitrificazione, tramite lo skimmer oppure eliminare il prodotto finale della catena di nitrificazione, i nitrati, tramite un filtro denitrificatore, un oggetto che senza il controllo di una sonda redox, molto facilmente, potrebbe scappare di mano, annientando la vasca in poche ore. Partendo da questo principio, l’autore esegue un’interessante disamina di vari sistemi ideati da autori nostrani e d’oltreoceano, per approdare al classico, sempreverde, filtro ad alghe. Il discorso continuerà nei prossimi due numeri. Tempo di poesia. Morbida e fluente come sempre la rubrica poesie, un’oasi di tranquillità tra tecnologie e chimica dell’acqua. Questo mese ospitiamo un nuovo autore che dedica una poesia alla nostra rivista. Ne rimaniamo estasiati, commossi e, naturalmente, un po’ orgogliosi. Ci direte poi delle vostre sensazioni, dopo la lettura. Conchiglie da collezione Gli Olividi sono molluschi muniti di conchiglie assai particolari per il loro aspetto lucido e variegato e una forma elegante, che fa di loro “prede ambite” per i collezionisti. La famiglia è caratterizzata da soggetti di una grandissima varietà di forme, colori e disegni; le specie sono più di 300 e trovano il loro habitat ideale su fondi sabbiosi, dove cacciano altri piccoli molluschi che costituiscono la parte predominante della loro dieta. Vogliamo provare a collezionarli? Basta leggere l’articolo! I ciclidi nani? Spariti! Quando parliamo di Ciclidi nani, solitamente ci riferiamo ai generi Apistogramma e Mikrogeophagus, di cui fanno parte i ben noti ramirezi ed altispinosus. Entrambe le specie sono quasi esclusivamente provenienti dal Rio delle Amazzoni o da piccoli affluenti di esso. Anni fa, per poter godere di questo immenso spettacolo di colori, i pesci venivano direttamente importati dai luoghi natii. Ovviamente con l’aumentare dell’interessamento da parte degli acquariofili, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, sono iniziati i primi allevamenti dedicati esclusivamente alla riproduzione e alla vendita. La cosa 13
che molto probabilmente ha fatto sì che gli acquariofili si allontanassero dagli Apistogramma, è la difficoltà di allevamento e riproduzione negli acquari domestici. In quest’articolo prendiamo in considerazione diverse tematiche, tutte comunque strettamente legate al discorso iniziale, per condividere con voi la precarietà che si è venuta a creare nel mondo italiano degli acquari. Inserto discus. Continua anche la pubblicazione dell’inserto da stampare e conservare sull’allevamento dei discus, che tante discussioni sta producendo tra acquariofili divisi tra allevatori e cultori di questo pesce. In questo numero parleremo di valori dell’acqua ma anche di filtraggio e di tanti altri concetti fondamentali, descritti come sempre da un grande allevatore tedesco. Il quarry del Ghanzi Trail Blazers. Abbiamo lasciato Gaborone alle prime luci dell’alba, con l’aria ancora fresca e le strade insolitamente libere; si viaggia spediti mentre il panorama intorno, assume forme e colori sempre più distinti. Il sole è già alto quando incrociamo un cartello stradale: “Bere”. È il nome di un villaggio sulla strada che conduce a Ghanzi, il primo agglomerato stanziale creato per il popolo San (Boscimani) negli anni ‘70 del secolo scorso, per iniziativa del Dott. Hans-Joachim Heinz, parassitologo tedesco innamorato dell’Africa e dei Boscimani. Inizia così l’avventura del nostro “inviato” africano, che come sempre ha delle storie affascinanti da proporci, per lasciarci senza fiato. Or dunque, approfittatene subito per tirare un sospiro, prima di immergervi nella lettura di questo magnifico testo. Le schede di Aquariophylia: H a l i m e d a t u n a . La forma è inconfondibile, il tallo è costituito da segmenti appiattiti e rotondeggianti uniti fra loro che gli danno l’aspetto del fico d’India. Il colore è verde. Si tratta di un’alga molto appariscente e particolare, da coltivare in acquario senza problemi grazie all’aiuto delle nostre schede. Reportage: Erpisa. La terza edizione di ERPISA, fiera dei rettili e anfibi, è stata il frutto di un’importante col14
laborazione fra l’associazione erpetologica ERPISA (titolare della manifestazione) e l’agenzia di organizzazione eventi Napoli Aquatica. La manifestazione, svoltasi nelle date 15 e 16 settembre 2012 su un’area expo di 3000 mq del Centro Commerciale JAMBO-1 di Trentola Ducenta (CE), ha fatto registrare più di 14.800 visitatori nei due giorni d’apertura. Tantissimi i “grandi” appassionati presenti, numerosissime le famiglie con bambini, ai quali è stato concesso l’accesso in fiera gratuitamente. Un enorme successo che ha premiato gli sforzi organizzativi profusi. Oltre il vetro: uno studio High-Tech. L’architetto ha colpito ancora! Questo mese prenderemo in considerazione l’arredamento di un ambiente moderno, da utilizzare come studio o come area di lavoro. Potrebbe trattarsi anche di un moderno salone però, o dell’anticamera di un professionista. Quindi, come sempre, cercate di immaginare una soluzione adeguata alla vostra personale situazione.
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it LUMACHE: FACILE DEBELLARLE! Salve, sono un vostro assiduo lettore. Vista la vostra grande esperienza vorrei chiedervi un aiuto, sempreché possiate darmelo. Dopo aver lasciato in custodia per circa sei mesi i miei acquari, alla mia inconsapevole mamma, purtroppo li ho ritrovati completamente pieni di lumachine. Visto che in commercio non si trovano più i prodotti specifici per debellarle, sapete voi darmi qualche consiglio in merito? Grazie e complimenti per l’ottima qualità della rivista da voi curata. Saluti Giacomo La ringraziamo innanzitutto per... l’assiduità, poi per i complimenti, sempre graditissimi, che fa alla nostra rivista. Cercheremo di aiutarla ovviamente, nell’ambito ristretto delle nostre possibilità. I prodotti specifici per l’eliminazione delle lumache contenevano spesso metalli pesanti e/o formalina e a causa della pericolosità di questi composti sono stati vietati. Esistono probabilmente altri anti-lumache, più moderni, che non contengono troppi composti tossici. Esiste però un metodo biologico infallibile: il Botia. Inserisca nel suo acquario uno o due esemplari di questi simpatici pesciolini e noterà già dopo pochi giorni che le lumache spariscono come la neve a primavera. Questi pesci, infatti, si nutrono 16
non solo delle lumachine, che vanno a scovare negli anfratti più reconditi, ma anche delle loro uova. Come risultato finale, non avrà mai più la possibilità di reperire neppure una delle lumachine o della loro prole e si pentirà quasi di averli introdotti, sentendosi in colpa (!) data l’estrema efficienza della loro azione. Altri pesci, come i Tetraodon, sono grandi mangiatori di lumache, ma a nostro parere nessuna specie raggiunge i livelli dimostrati dai Botia.
Cerchiamo di concentrarci sui contenuti, per continuare a garantire standard di correttezza scientifica sufficienti a giustificare la nostra presenza, ma non possiamo dar seguito ai nostri… sogni più arditi! Ovviamente promettiamo che in futuro, appena possibile, provvederemo a far correggere il programma ma per ora, a meno che lei non possieda un telefono di vecchia generazione con iOS4, le consigliamo di leggere la rivista solo dal computer, oppure di copiarla su iPad sotto forma di pdf (cosa sempre possibile, utilizzando il file scaricabile dal sito) e leggerla con una delle tante app gratuite per la fruizione di pdf sul tablet della mela.
COME LEGGERE SU IPAD Buona sera. Ho la vostra applicazione anche su iPad, ma è praticamente impossibile utilizzarla. Peccato! Ferruccio Della Rovere
FLAGELLATI INTESTINALI Ciao a tutti! Mi chiamo Alessandra. Possiedo un Rio Juwel 125 avviato il 20 luglio c.a.. Temo che i miei pesci siano affetti da flagellati intestinali. L’acquario, allestito con un substrato della Tetra e ghiaino di quarzo, è stato arredato con 10 piante della specie Anubias, Egeria densa, Higrophyla, Spathiphyllum e Althernatera rosaefolia. La fauna è costituita da 3 Scalari di circa 4-5 cm e 2 Plecostomus. Un paio di settimane fa uno Scalare iniziò a sputare il cibo e a nascondersi e vidi che emetteva feci trasparenti. Pensai ai flagellati e somministrai 4 cp di Flagyl 250 mg polverizzate direttamente nell’acquario. Dopo 5 giorni feci un cambio del 30% di acqua e introdussi il carbone attivo che tolsi dopo 1 settimana. Il pesce sembrava star meglio. Oggi noto che gli altri due Scalari sono meno vispi, inappetenti e si rifugiano in un angolo nascosto della vasca. Le loro feci sono filamentose e trasparenti. I valori dell’acqua sono: - pH 6.8 - KH 6 - GH 15 - NO2 0 mg/l - NO3 < 10 mg/ Devo ripetere il trattamento? Se sì, con quale posologia? Intanto ho alzato la tem-
Lei ha perfettamente ragione. Come già segnalato in precedenti numeri della rivista (colpa nostra non averlo ricordato in quelli successivi) l’app per iPhone, che avevamo a suo tempo prodotto, non funziona con i sistemi operativi successivi a iOS 4. Il problema è dovuto ad alcune istruzioni che con i nuovi sistemi operativi Apple andrebbero modificate per dare piena funzionalità alla nostra app. Il problema di questa rivista, però, come abbiamo avuto già occasione di ricordare in passato, è lo scarsissimo supporto che riusciamo ad ottenere dalle aziende del settore, soprattutto da quelle che stanno ricevendo i massimi vantaggi dal lavoro che svolgiamo quotidianamente. In mancanza di fondi, come comprenderà, è difficile far quadrare i bilanci e la rivista, a tutt’oggi, si sostiene solo grazie al contributo volontario di tutti noi, riuscendo a stento a pagare le spese d’impaginazione e di redazione, con i pochissimi fondi a disposizione. In realtà avevamo in mente progetti molto più ambiziosi, dalla possibilità di fruire dei contenuti mediante telefoni Android a quella di ascoltare gli articoli sotto forma di podcast. Eppure, in assenza di sostentamento da parte di coloro che, a quanto pare, non vedono l’ora che la rivista indipendente sparisca dal panorama nazionale, non potremmo fare miracoli. 17
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peratura da 28 a 30 °C e ho lasciato a digiuno i pesci. Grazie mille a coloro che vorranno darmi un suggerimento. Ale 82
re altri medicamenti in vasca, perché una terapia errata, talvolta, fa più danni della stessa malattia. Solo dopo aver escluso tutte le cause precedenti potremo pensare a un trattamento contro i flagellati, tenendo presente che è possibile praticarlo anche con piccole aggiunte di Flagyl direttamente al cibo somministrato: in questo modo si ottengono eccellenti risultati senza inquinare l’acqua.
Da quanto la nostra lettrice ci indica, gli unici sintomi osservati al momento sono inappetenza, comportamento riservato e feci filamentose. Difficile, su queste basi, formulare una diagnosi precisa, perché rischiamo di confondere patologie diverse. L’inappetenza, se accompagnata da comportamento schivo, negli scalari può essere prodotta da numerosi fattori, sia di tipo ambientale, sia di origine parassitaria. La temperatura di 30 °C è un po’ alta per questi pesci e potrebbe da sola indurre questo comportamento. Le feci filiformi possono certo essere indotte dalla presenza di parassiti intestinali, ma potrebbero anche essere causate dall’inappetenza stessa. Per questo motivo ci sentiamo di suggerire alcune “prove” prima di passare a un trattamento vero e proprio. Innanzitutto abbasseremmo molto lentamente la temperatura (non più di uno o due gradi al giorno) sino a portarla a 25 °C. In queste condizioni i pesci dovrebbero sentirsi molto più a loro agio e reagire meglio anche alla presenza di eventuali parassiti. Inizieremmo con la somministrazione di alimenti appetitosi ma non grassi, come ad esempio Dafnie vive o Artemia adulta. Gli scalari impazziscono letteralmente di fronte a prede di questo tipo e potrebbero essere portati a ricominciare a nutrirsi. L’esoscheletro di questi piccolo invertebrati potrà poi praticare un “massaggio” intestinale facilitando la ripresa. Se dopo aver catturato una preda succulenta, nonostante tutto, gli scalari continueranno a risputarla, potremmo pensare anche alla presenza di vermi delle branchie. Se invece il problema delle feci filamentose persistesse anche dopo la ripresa della normale alimentazione, allora converrà somministrare un alimento medicato con aggiunta di furanici (ne esistono alcuni in commercio). Suggeriamo di iniziare con queste pratiche e di farci sapere come procede, prima di aggiunge-
DUBBI SUL FILTRO Per un acquario dolce da 180 litri netti cosa mi suggerite un filtro esterno da 300 litri o filtro interno in dotazione dall’azienda? Il mio acquario ha la predisposizione anche per filtro esterno. Vorrei creare un biotipo con ciclidi del lago malawi. Grazie, attendo Salbt Probabilmente sarebbe stato preferibile conoscere il nome dell’azienda che produce il suo acquario, per capire se l’impianto filtrante in dotazione è ben dotato o… da sostituire. Come il nostro lettore sa bene, su questa rivista non facciamo segreti di nomi e marchi, come in genere osservato in altre pubblicazioni del settore. In questo modo diviene chiaro a tutti il significato di un’esperienza positiva o negativa. Quindi non abbiate timore, in futuro, di dare indicazioni precise su quello che state usando. La domanda circa il tipo di filtro da utilizzare non è banale in questo caso, perché i ciclidi del lago Malawi hanno abitudini particolari che vanno tenute in conto. Senza dubbio la presenza di un filtro interno di buona qualità potrà essere utile per conservare basso il tasso di sostanze azotate. D’altra parte, dobbiamo tenere presente che questi pesci rendono la vita delle piante alquanto difficoltosa (per usare un eufemismo!), scavano buche producendo torbidità dell’acqua ed hanno una dieta da carnivori, con tutti i problemi correlati. Senza voler offrire ricette a buon mercato e considerando che tutte le esperienze sono positive quando si concludono bene (in acqua19
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riofilia nulla può essere dato per scontato) riteniamo che una buona soluzione possa essere costituita da un fondo costituito da ciottoli voluminosi, tra i quali potrà essere eventualmente fissata qualche pianta robusta insieme al suo vasetto. In questo modo i pesci non avranno la possibilità di scavare sino alle radici (i ciottoli voluminosi rendono difficile la loro azione di distruzione!) e forse riusciremo a garantire la presenza di qualche organismo fotosintetico in vasca. Il filtro esterno potrà offrire chiari vantaggi perché è relativamente stabile in un acquario instabile e permette di mantenere l’acqua chiara anche dopo un pasto o dopo un’intensa attività di scavo. Meglio se l’uscita è parzialmente diretta sotto il fondo, ove potrà “spazzare” via materiali organici in decomposizione e detrito. Ovviamente si tratta di una possibilità, non di una “regola” da applicare a tutti i costi. Ma probabilmente, se fosse questo il nostro acquario, ci comporteremmo così!
RISPONDE UN LETTORE Ciao, ci hai detto che l’acquario e abbastanza grande, ci hai indicato i suoi abitanti ma non ci hai descritto gli arredi. Fai benissimo a non usare la sala parto ma proprio per questo i nascondigli e soprattutto le piante devono essere presenti in abbondanza se vuoi salvare gli avannotti. Ti consiglio di inserire, oltre alle piante che radicheranno sul fondo anche un po’ di galleggianti come Lemna minor, Pistia, Salvinia natans e poi muschi che creeranno zone in cui gli avannotti potranno nascondersi facilmente. Io nelle mie vasche lascio liberi di galleggiare anche steli di piante che non si nutrono solo attraverso le radici come ad es. Elodea densa. Vedrai che i piccoli riusciranno a salvarsi dalle incursioni. Guido UN LETTORE SI ASSOCIA Concordo nello sconsigliare la sala parto. Crea
A TUTTO GUPPY: UNA LUNGA DISCUSSIONE TRA LETTORI Buonasera mi sono avvicinata da poco a questo hobby, ma già sono affezionata ai miei pesciolini, ho un acquario da 90 lt che contiene in prevalenza guppy, ma ci sono anche cardinali, rasbore, coridoras, 2 molly femmina, e 2 Ancistrus. Le femmine guppy sono quasi tutte gravide, nonostante abbia già avuto un paio di parti non sono riuscita a salvare i piccoli; avete qualche consiglio utile da suggerirmi? Ho avuto pareri contrastanti alcuni mi hanno detto che sono i genitori a mangiare i piccoli, altri mi hanno detto che sono state le rasbore... morale che non riesco a salvare le cucciolate, non ho mai utilizzato la sala parto perché ho paura di stressare le mamme. Attendo notizie grazie mille a tutti. Ociopaz 21
dei nascondigli per gli avannotti e se ne salveranno tanti. Tieni conto però che se ne salvi troppi, fra pochi mesi non saprai dove metterli! Devilsavese
nali non credo, perché sono piccoli, ma i genitori stessi lo faranno se non ci sono nascondigli. Io utilizzo un acquario da 26 litri come sala parto (dotato di filtro biologico e piantumato) dove metto la mamma in prossimità del parto. Devilsavese
LA LETTRICE RINGRAZIA E RILANCIA Grazie ad entrambi. L’arredo che ho scelto è con piante finte, in quanto essendo alle prime armi e per di più piuttosto negata con i fiori in genere, pensavo che non fossero così importanti. Ma è vero che Rasbore e cardinali possono essere i responsabili a mangiare i cuccioli? Inoltre potrebbe essere utile un acquario “asilo” dove possa mettere mamme in prossimità al parto? Grazie ancora Ociopaz
TORNA ANCHE IL PRIMO LETTORE Io non ho mai usato acquari dedicati ai nuovi nati ma ti posso assicurare che, tra le piante galleggianti, il numero di avannotti che si salva è notevole nonostante la presenza di numerosi poecilidi di tutte le taglie. Non tutte le piante hanno bisogno di un pollice verde particolarmente fortunato; molte crescono come ti ho già detto senza bisogno di radicare sul fondo e trovano i nutrienti disciolti nella vasca come risultato della trasformazione dovuta all’azione dei batteri del filtro. Guido
TORNA IL LETTORE NUMERO DUE Tutti i pesci carnivori che possono inghiottire avannotti: stai tranquilla che lo faranno! I cardi22
ECCONE UN’ALTRA! Ciao! Gli avannotti vengono mangiati dagli altri guppy e non solo! Io ti consiglio di mettere delle piante facili e resistenti, magari delle Anubias. Io faccio così: le femmine le lascio partorire in vasca e poi quando mi accorgo che sono in procinto di partorire cerco di salvare quanti più avannotti possibile e li metto poi nella sala parto per farli crescere. Bollicina CONCLUDE LA REDAZIONE Vista la dotta disquisizione intercorsa tra i lettori riteniamo del tutto superfluo un intervento a gamba tesa da parte della redazione! Quasi tutto quanto poteva essere detto sull’argomento è stato esposto impeccabilmente e le tecniche diverse utilizzate per proteggere gli avannotti, dalle piante galleggianti all’acquario-nursery, sono state ben riportate. Possiamo naturalmente osservare che l’impiego di tecniche diverse dipenderà dagli obiettivi dell’appassionato. Se per un allevatore può essere fondamentale salvare l’intera nidiata, allo scopo di ottenere tutti gli esemplari aventi un corredo genetico diverso, per un acquariofilo medio può essere sufficiente salvare i pesci più “dotati”, che corrispondono in genere a quelli che riescono a rifugiarsi con prontezza tra le foglie delle piante acquatiche. Concludiamo rammentando che, a parte i titoli esauriti o fuori commercio di cui si è già detto, esiste un testo specifico, peraltro pubblicizzato sulle pagine della rivista, e in formato ultramoderno (textbook con filmati, immagini interattive, ecc): si chiama Guppy, Black molly, Platy & C ed il titolo chiarisce bene il contenuto. È distribuito in formato elettronico e venduto a un prezzo simbolico su ibookstore della Apple. Riteniamo giusto ricordarlo perché… la pubblicità è l’anima del commercio!
MA SE NE AGGIUNGE UN TERZO… Salve, l’acquario di comunità è spesso il luogo meno sicuro per gli avannotti. Se poi si tratta di guppy come si fa a spiegare a tutti gli altri pescetti dell’acquario qual è la differenza tra una scaglia saporita e una codina colorata? Concordo con la scelta di inserire delle “piante facili “ per garantire man mano una trasformazione dell’acquario scatola in acquario biotopo. Le Vallisneria rapidamente crescono rigogliose e raggiungono il pelo dell’acqua. Poi qualche Anubias al centro potrebbe ricoprire il ruolo di pianta da primo piano. In poco tempo il verde naturale potrebbe scacciare le piantine plasticose facilitando le attività biochimiche del filtro biologico che con il tempo, all’aumentare degli ospiti, avrà un carico sempre maggiore. All’aumento della vegetazione naturale cresceranno le potenzialità di successo della sopravvivenza dei piccoli guppy. Consiglierei un valido libretto di 72 pagine dal titolo Tutto Guppy edizione non recentissima della Primaris ancora in vendita qua e la sula rete a modico prezzo. Sarà certamente utile per risolvere piccole problematiche nell’allevamento del guppy sia per neofiti sia per acquariofili già esperti. Pillopallo 24
Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
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Il carbone a conosciam di Alessandro Crudo, seconda parte Abbiamo iniziato nel numero precedente un’analisi molto accurata del carbone attivo per definirne caratteristiche chimiche e fisiche, tipologie, possibili usi. Continuiamo in questo numero la nostra discussione, che concluderemo a tutto vantaggio di esperti e meno esperti, per consentire un uso consapevole di quelle “scatole” di materiale nero presenti negli scaffali di qualsiasi negozio di acquari. ASSORBIMENTO O ADSORBIMENTO Spesso si fa confusione tra questi due termini che si riferiscono a fenomeni molto diversi: l’assorbimento è un fenomeno di tipo fisico nel quale le sostanze sono intrappolate meccanicamente. Un pratico esempio può essere la classica spugna utilizzata per filtrare le particelle in sospensione nell’acquario. L’adsorbimento invece implica deboli legami con le sostanze adsorbite (adsorbato) ed è dovuto a lacune molecolari, difetti reticolari, forze ioniche e talune volte legami chimici veri e propri che interessano non solo la superficie fisica del materiale ma l’atomo stesso del carbonio e di conseguenza forze ioniche e legami chimici. Le forze di maggior frequenza in questo tipo di materiali, come per l’appunto il carbone attivo, è il cosiddetto legame di Van der Waals, che è nientemeno che lo stesso legame semipolare che
Sono disponibili in commercio carboni attivi di ogni tipo, da quelli molto basici, che in alcuni casi inquinano l’acqua, a quelli speciali, a elevata porosità e con potere adsorbente accresciuto
lega le molecole d’acqua l’una all’altra rendendola un liquido (fino a una data temperatura e una determinata pressione ovviamente!). A questo punto verrebbe da chiedersi: perché tutte queste sostanze non rimangono sciolte in acqua, ma si legano al substrato? Semplicemente (si fa per dire!) per maggiore affinità a formare legami con il carbone attivo e non dimentichiamo che tutto questo avviene in relazione alle dimen26
attivo: olo meglio sioni dei pori che fisicamente intrappolano piccole e grandi molecole e le legano.
Compreso il concetto di adsorbimento a questo punto, non ci resta che capire qual è il suo effetto benefico in acquario! Il carbone attivo lega molto bene tutte le molecole scarsamente solubili in acqua, in particolar modo gli acidi organici, sostanze apolari, proteine e fosfolipidi che sono tutte quelle sostanze che contengono il fosforo e l’azoto in forma organica e che entrando nel ciclo biologico con formazione di nitrati e fosfati che non si legano al carbone attivo.
IN ACQUA In campo acquaristico il carbone attivo è tutto qualitativamente più o meno uguale! Anche perché il cosiddetto iperattivo costerebbe dieci volte tanto rispetto a quello in commercio ed è utilizzato solo nei laboratori di analisi o per specifiche applicazioni.
Per ottenere acqua limpida e pura è indispensabile utilizzare carbone attivo, almeno a intervalli determinati di tempo
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In alcuni casi lâ&#x20AC;&#x2122;uso di carbone attivo è controindicato. Ad esempio è superfluo il suo uso in acquari contenenti acidi umici, che sarebbero rapidamente adsorbiti da questo materiale filtrante
L’uso prolungato e in quantità moderate nel filtro biologico può favorire la denitrazione con un ovvio miglioramento dell’attività biologica stessa. L’uso del carbone attivo non esclude i cambi parziali ma aiuta a mantenere stabile l’equilibrio del sistema acquario. Bisogna invece considerare alcuni fattori negativi quando: È piuttosto ovvio che non serva in caso di acquari dove è utile o bello esteticamente che ci sia una forte presenza di acidi umici, come nel caso di vaschette di riproduzione o di quarantena, particolari biotopi e laddove la presenza del carbone attivo compromette l’efficacia di farmaci e acidi umici. Il carbone attivo non ha capacità selettive e adsorbe anche le vitamine e i complessati (es. EDTA) che rendono solubili gli oligoelementi utili alle piante. In condizioni igieniche pessime dovute alla catti-
La sua efficienza è legata al pH, che a bassi valori (3.0 - 4.0) può persino adsorbire gli elementi inorganici più reattivi come il sodio, il potassio, il calcio e il magnesio. Ovviamente si parla di rimozione di concentrazioni bassissime di cationi e metalli non influenti in acquario e in condizioni di acidità estreme ai nostri scopi. Gli anioni inorganici preferiti sono invece il cloro e le clorammine (quelle degli acquedotti per intenderci) e il nitrato. Di quest’ultimo si devono considerare due aspetti fondamentali: il primo è che dal punto di vista chimico è nell’ordine di 2 - 3 milligrammi per Kg di carbone attivo e che l’adsorbimento non interessa lo ione NO3 ma il doppietto elettronico esistente sull’atomo dell’azoto. Questo significa che il nitrato, anche se adsorbito, risulta comunque presente e attivo in acqua anche se in equilibrio tra fase disciolta e fase adesa. Il secondo aspetto è quello fisico-biologico e riguarda la capacità di denitrazione, favorita dalla vasta superficie del carbone attivo, con la conseguente enorme quantità di zone anossiche, in grado di ospitare batteri denitratori che per sopravvivere hanno bisogno di una fonte di carbonio in forma organica, adsorbita e quindi presente sul carbone attivo e una fonte utilizzabile di ossigeno come quello presente nello ione nitrato.
Il carbone attivo è un componente essenziale dei filtri esterni a bicchiere, generalmente considerati meccanici-adsorbenti
QUANDO SERVE? L’uso del carbone attivo non è mai da sottovalutare in acquario perché: È molto utile per ridurre il contenuto di sostanze organiche e delle endotossine batteriche che possono talvolta eccedere durante il passaggio dai periodi freddi a quelli caldi per aumento della flora batterica. Aumenta l’efficienza del filtro biologico aiutando la rimozione delle sostanze organiche complesse come molte macromolecole quali acidi grassi, grossi complessi lipidici ecc. che si accumulano in acquario per mancata capacità di metabolizzazione da parte dei batteri. 31
va gestione dell’acquario il substrato di carbone attivo utilizzato come filtro biologico può diventare la principale causa di un disastro per l‘eccessivo sviluppo di batteri (è molto frequente la possibilità di sviluppo di Pseudomonas spp.) COME SI USA È necessario metterlo in acqua calda, prima di utilizzarlo, in modo da liberare i pori dall’aria e sostituirlo in relazione al carico organico; ovviamente un uso costante permette di aumentarne il tempo di attività. Per esperienza personale, il semplice sacchetto appeso non è assolutamente da considerarsi efficace, a meno che non sia inserto in un filtro a cassetta (le classiche pompe interne con un comparto per i materiali filtranti), dove l’acqua possa lambire tutta la superficie del carbone. Il carbone attivo se utilizzato come substrato per il filtro biologico, non va mai sostituito comple-
Anche la zeolite ha potere adsorbente, ma in questo caso il processo è diverso da quello prodotto dal carbone attivo. Il risultato è comunque un’acqua limpida e libera da coloranti organici
tamente per non compromettere la flora batterica sviluppatasi. Utilizzate solo Carbone attivo per uso acquaristico e/o quello utilizzato per il trattamento delle acque, perché altre tipologie di carbone attivo possono essere stati attivati chimicamente (es. acido Fosforico) per particolari usi e possono creare seri danni agli acquari.
Alcuni produttori propongono mix di materiali filtranti ad azione detossificante, contenenti anche carbone attivo e altri materiali adsorbenti
DUE PAROLE SULLA ZEOLITE Spesso si fa confusione tra il carbone attivo e la zeolite: sono dei materiali completamente diversi, tra cui una sostanziale differenza sta nel fatto che il carbone adsorbe indistintamente la maggior parte delle sostanze polari e semipolari con maggiore affinità agli ioni negativi (acidi organici, macromolecole e sostanze organiche in genere) senza alcun rilascio (scambio ionico); la zeolite invece adsorbe sostanze cationiche (caricate positivamente), come la ben nota ammoniaca ma a differenza del carbone attivo, la zeolite scambia uno ione con un altro (generalmente scambia l’atomo di ossigeno o l’atomo attivo). Dunque, l’uso della zeolite non è da sostituirsi al carbone attivo; possono essere usati insieme ma hanno funzioni completamente diverse. Di questo, ne riparleremo approfonditamente un’altra volta. 32
Dall’antico al moderno: il filtro ad alghe di Stefano C.A.Rossi - prima parte Come avemmo modo di accennare su queste pagine, nella gestione dell’Acquario Mediterraneo non siamo ancora arrivati a una soluzione univoca e ben condivisa sui metodi da applicare. Quando si tratta di allevare pesci va quasi sempre tutto bene, salvo palesi violazioni delle regole di base dell’acquariofilia che non ci si stancherà mai di ripetere: bassa densità di popolazione, vegetazione e rifugi, alimentazione moderata, niente sbalzi di temperatura e chimismo dell’acqua, ecc. Ben diverso è il discorso dell’allevamento di invertebrati, prevalentemente celenterati coloniali, spugne e molluschi filtratori. Paradossalmente,
Lo “screen” collegato alla pompa e fissato in modo che stia perfettamente orizzontale, ma sia facile da estrarre per la pulizia periodica
La tela (zanzariera in fibra di vetro) è inserita nella fessura entro il tubo e fissata con fascette serrafilo da elettricista
anche una cozza che vive in un porto ha difficoltà a vivere in una bella vasca, perché trova troppo poco cibo. Gli appassionati e i professionisti di vasche reef, sono arrivati da qualche tempo a uniformare il metodo di base (il cosiddetto “metodo Berlinese” messo a punto in Germania negli anni ’70), che prevede sostanzialmente schiumatoio di proteine, molta luce, forte corrente. Tale sistema si è rivelato perfetto per i coralli biocostruttori ed è quello che sostanzialmente ha dato l’impulso all’allevamento di quei madreporari, noti generalmente come acropore, estremamente esigenti. Di maggiore difficoltà è risul34
nei grossi sistemi lo è meno. Per ovviare a questo inconveniente Walter Adey, il curatore della vasca di ambiente tropicale al prestigioso Smithsonian Institute a Washington, nei primi anni ’70 studiò i fondamenti dei cicli dell’azoto e del fosforo e mise a punto il famoso filtro ad alghe (Algal Turf Scrubber, o ATS). Il principio, molto basilare, era che nitrati e fosfati sono ottimi fertilizzanti e favoriscono la crescita delle alghe: a questo punto trovare un sistema di far crescere le alghe in un punto voluto, in modo da poterle rapidamente eliminare, costituiva un sistema facile e poco oneroso per garantire l’asportazione dei nutrienti in eccesso. Dagli studi di Adey risultava che un flusso veloce e turbolento in prossimità dell’aria, ovvero con rapide
Illuminazione con lampada a basso consumo. E’ stato tolto il riflettore per la pulizia. Si nota la crescita algale in corrispondenza del flusso di acqua, purtroppo non omogeneo sulla tela morbida tato invece l’allevamento degli organismi non
esposizioni, favorisce al massimo gli scambi O2/CO2 accelerando i processi di crescita algale. La struttura pensata da Adey era un vassoio basculante, cioè una vasca molto bassa con un perno asimmetrico, del tutto analoga ai classici dispositivi per generare onde; posta sopra le vasche e ben illuminata, si riempiva di acqua e, una volta piena, si svuotava in vasca per riprendere il ciclo. Il fondo ruvido era colonizzato dalle alghe, che venivano rasate via una volta raggiunta una certa lunghezza. Tale dispositivo funzionava egregiamente e, dopo lo smantellamento della vasca
fotosintetici, che necessitano di grandi quantità di cibo. Nell’acquariofilia mediterranea, in effetti, ci troviamo ad avere a che fare quasi esclusivamente con quest’ultimo tipo d’invertebrati. L’esigenza di bilanciare un elevato input di nutrienti, con un’energetica estrazione degli inquinanti trova molto difficilmente il suo punto di equilibrio. Da qui le due soluzioni basilari: estrarre gli elementi che generano inquinamento prima che entrino nella catena di nitrificazione tramite lo skimmer, oppure eliminare il prodotto finale della catena di nitrificazione, i nitrati, tramite un filtro denitrificatore, un oggetto che senza il controllo di una sonda redox molto facilmente potrebbe scappare di mano annientando la vasca in poche ore. E ambedue questi metodi sono focalizzati sul ciclo dell’azoto; il controllo dei fosfati è affare più complesso, e solo un’azione dello schiumatoio molto intensa contribuisce in modo significativo. Certamente alcune rare vasche, trovano un equilibrio in cui il DSB o l’insieme di fondo e rocce, contribuiscono a denitrificare e a mantenere basso il livello dei nitrati; tuttavia il problema dei fosfati rimane. In una vasca casalinga, è abbastanza agevole effettuare cambi d’acqua come si deve, mentre
Prima pulizia a 10 giorni; la zanzariera usata, morbida, deve essere appoggiata a una superficie rigida per una corretta pulizia
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Lo strumento più utile per la pulizia è uno strumento da cucina, la cosiddetta marisa. Il gatto invece non è essenziale to di fitoplancton per i filtratori. Scriveva, infatti: “Una gran quantità di gente lamentava che la sua acqua (della Inland Aquatics, N.d.R.) fosse gialla e i coralli fossero marroni, ma ciò era logico. Morgan (il proprietario, N.d.R.), usava lampade da 5500°K nell’interesse dei costi e dell’efficienza per così tante vasche, sapendo che quei coralli sarebbero diventati o apparsi ancora pieni di colore nelle vasche dei proprietari. L’acqua gialla deriva dalla clorofilla dei filtri ad
allo Smithsonian, venne applicato in un’importante struttura di allevamento statunitense (la Inland Aquatics) e venne anche prodotto e commercializzato per vasche casalinghe. Il dispositivo non trovò mai troppo successo per vari motivi: lo spazio, il rumore, gli schizzi. Lo schiumatoio e il metodo berlinese apparivano più semplici ed efficaci. Molti poi imputavano a questo mezzo di gestione, il colore giallognolo dell’acqua: ma qualche anno più tardi invece, Bornemann osservava più argutamente che tale problema, dipendeva dal colore delle lampade economiche utilizzate negli impianti a grande scala e al costante rifornimen-
alghe e dal costante input di acqua verde”. Si sa, vox populi vox dei, così mentre qualche guru come Borneman continuava ad allestire vasche molto articolate (vasca + refugium con DSB + vasca tecnica + filtro ad alghe) accanto alle berlinesi pure, la maggioranza della popolazione acquariofila si gettò anima e corpo sullo schiumatoio, o skimmer che dir si voglia in “italiano moderno”. Non mancarono feroci diatribe sull’utilità o meno dello schiumatoio, del fatto che tolga troppo cibo ecc., ma il filtro ad alghe passò rapidamente nel dimenticatoio. E poi? Poi lo spazio a disposizione è terminato e dovremo attendere un mese per conoscere la fine dalla storia! Nel prossimo numero entreremo nel vivo della questione per indicarvi metodi pratici e permettervi di agire concretamente e correttamente nel vostro acquario marino mediterraneo. Per maggiori informazioni: www.aiamitalia.it
Con la maturazione, nello stesso intervallo di tempo, il feltro algale cresce rapidamente di spessore; aumentano le alghe superiori verde brillante. Colori scuri indicano generalmente scarsa luce o ancora molto carico organico in vasca. Il filtro ad alghe, impoverendo l’acqua di nitrati e fosfati, favorisce l’estrazione degli stessi da rocce e fondo 36
di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?
Le cose più belle della vita sono quelle che ci sono state regalate. Ma ci pensate? Se considerate con attenzione le cose veramente importanti per la vostra esistenza, noterete senza dubbio che le cose migliori sono quelle per le quali non avete combattuto, non avete pagato, non avete neppure sofferto. È un dono magnifico la salute, ad esempio, e tutti sanno che nella vita… è la prima cosa importante! Allo stesso modo sono un dono i genitori, i figli, il vostro partner eventuale. Qualcuno esiterà ad accettare questo concetto, ritenendo di essere meno fortunato degli altri, perché meno ricco, meno bello, meno dotato. Qualcuno potrà addirittura sentirsi, a ragione, un po’ maltrattato dalla vita, perché aveva una cosa bella e gli è stata tolta dal destino (accade quasi sempre!). Eppure, a ben pensarci, anche nelle situazioni più disperate e meno “fortunate” si scopre sempre, badate bene, che nonostante il destino poco propizio, qualche regalo ci è stato fatto, visto che riusciamo ancora a dedicarci alla nostra passione per gli acquari nonostante la crisi economica, nonostante babbo e mamma siano separati, nonostante la perdita dei capelli, della mano destra e del dente del giudizio. Insomma, ci sono certamente delle cose magnifiche 38
nella nostra vita, a saper ben vedere, e note-
Nessuno qui in redazione pretende di arric-
remo che si tratta di doni del cielo, non di
chirsi con la pubblicazione di aquariophylia
“nostri meriti”. Abbiamo certo lottato per
(a parte un collaboratore totalmente matto,
avere il primo telefonino, per uscire il saba-
che dopo il primo contributo fu accompa-
to sera sino a tardi, per acquistare il televi-
gnato in un centro di riabilitazione mentale
sore a schermo piatto, per comprare la casa
per pesci) ma è ovvio che dovremo pure
e per sostenere la nostra squadra del cuore.
pagare la bolletta elettrica… prima che ci
Ma non sono certo questi i doni grandi della
stacchino la corrente. E allora, visto che il
nostra vita, se li paragoniamo con quelli
capo appare alquanto preoccupato negli
sopra ricordati. Solo regali!
ultimi mesi, ho pensato di scrivere a voi let-
Aquariophylia viene regalata ogni mese ai
tori, affinché ci prendiamo tutti le nostre
suoi lettori e dev’essere dunque una delle
responsabilità. Vi piace la rivista? Volete
cose belle della vita! Non l’avete richiesta,
che continui a vivere? Bene, cercate di fare
non avete lottato per averla (avete dovuto
la vostra parte. Quale? E che ne so io? Sono
solo registrarvi al sito), non la pagate in
mica un umano. Però se la rivista è vostra e
alcun modo. È un dono totale.
la rivista soffre, è giusto che vi occupiate
Certo non si tratta di un dono del cielo,
voi di proteggerla dagli attacchi reazionari.
come i figli o come i genitori, ma non vi è
Decidete in base alle vostre esperienze cosa
dubbio che la riceviate regolarmente
fare ed io raccoglierò per voi tutti i consigli
senza… averla meritata. Non vi pare un po’
e li porterò in un bel pacchetto con fiocco al
troppo?
capo. Sono certissimo che apprezzerà il
Insomma, mentre io sono qui a scrivere
dono. …O perlomeno l’intenzione.
questo pezzo per voi, ricevendo una paga
C’è tra i lettori un commercialista? C’è un
pari alla metà di quella dello scorso anno
imprenditore, un avvocato, un impiegato di
(che era stata fissata momentaneamente
concetto, un esperto di marketing. E allora
nella misura di zero scaglie, in attesa di
aiutateci coi vostri feedback ed i vostri con-
avanzamenti di carriera) voi state a legge-
cetti a trovare una soluzione alla situazione
re, seduti comodamente in poltrona, e nep-
di indigenza cronica in cui ci hanno messo.
pure vi interessate della mia scomoda situa-
In caso contrario comprenderò che avete
zione. Sorseggiate un caffè? Ascoltate
poco a cuore la causa della vostra rivista. E
buona musica? Ed io lavoro e sudo nono-
allora mi disinteresserò anch’io di questa
stante l’autunno oramai inoltrato.
questione con buona pace del resto della
Vogliamo ragionarci un attimo insieme allo-
redazione e dei dotti del consiglio scientifico.
ra? Cosa possiamo fare per proteggere la
Però pensateci bene: le cose belle –ed aqua-
nostra rivista dall’attacco di quanti non
riophylia lo è, a detta di tutti- sono quelle
amano la stampa libera? Tutti i suggeri-
che ci sono state donate. Oh, miracolo della
menti sono benvenuti perché questa rivista,
vita, sotto gli occhi di tutti, ma nessuno se
come dice il Capo, è assolutamente vostra…
ne rende conto!
ma lo sarà ancora per poco se non ci decidiamo a trovare dei fondi per tenerla in vita. 39
41
accessori filtraggio
Info : http://www.bubble-magus.com
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Bubble magus Holder for Aquarium: micro-filtraggio per l’acquario marino 42
L’accumulo di sedimento può essere una fonte cronica d’inquinanti cronici anche in acquari marini maturi. Molto spesso il detrito si accumula nelle aree a più basso movimento come ad esempio tra le rocce e sul fondo sabbioso. Risulta quindi difficile, nonché tediante, per l’acquariofilo la rimozio-
permette un filtraggio completo dell’acqua in arrivo alla sump. Il sistema è facilmente amovibile, può essere pulito e la calza stessa sostituita anche con una dalle caratteristiche differenti in base alle proprie necessità
ne manuale del sedimento che può inoltre esporre l’acquario a pericoli di parassitosi latenti. A questo proposito torna sicuramente utile l’utilizzo di uno schiumatoio che possa catturare ed eliminare il detrito nonché di una zona a bassa turbolenza in sump che possa fungere da “ area di sedimentazione”. E’ possibile, in sostituzione o in aggiunta a quanto predetto, l’utilizzo di un sacchetto a maglia
necessita di manutenzione costante, com’è ovvio che sia
fine che, posto subito sotto il tubo di ricaduta in sump, vado a trattenere il sedimento permettendo all’utilizzatore una semplicissima rimozione manuale. La Bubble magus, famosa azienda di produzione orientale, ha messo già da qualche tempo in commercio numerosi HOLDER, completamente in plexiglass, ove poter “agganciare” il sacchetto filtrante. E’ incredibile come una soluzione così semplice possa essere così efficace: già alcuni giorni dopo è possibile osservare un miglioramento sensibile della trasparenza dell’acqua e una grande quantità di particolato accumulato nella calza.
poro di 100 µm) mentre filtri a collo largo risulta-
Ovviamente il sistema risulta efficiente se vi è una
no ottimali come filtraggio in caduta dal tracima-
costante manutenzione del sacchetto filtrante.
tore (a poro variabile in base alle necessità).
Nonostante alcuni utilizzino lo stesso sistema
Certo, è possibile anche costruire l’Holder con
anche per trattare l’acqua in uscita dallo schiu-
mezzi di fortuna ma visto il costo irrisorio (in ven-
matoio, non abbiamo trovato grossi vantaggi in
dita online a circa 15 euro), abbiamo personal-
quest’applicazione di suddetto sistema di filtra-
mente deciso di acquistarlo e di utilizzarlo in una
zione.
delle nostra vasche test (580 litri). Qualcuno,
La Bubble magus commercializza varie tipologie
con molto tempo libero, potrebbe comunque
di holder: è possibile scegliere sacchetti a collo
decidere di costruirselo in casa; nel caso in cui le
largo o piccolo e pori di 100, 150 e 200 µm.
motivazioni siano riconducibili al puro divertimen-
Sacchetti a collo stretto risultano più efficaci
to del fai da te avrete sicuramente la nostra
come postfiltro per skimmer (possibilmente a
benedizione. 43
Info: http://www.caribsea.com/itempage_marinesubstrate_oceandirect.htm
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA materiali filtranti
CaribSea OceanDirectTM:
la sabbia è vita
44
Una delle incognite più diffuse in acquariofilia marina è: sabbia si o sabbia no ? Sicuramente non esiste una risposta valida per tutti gli acquariofili e per tutte le circostanze; se da un lato infatti la sabbia, sopratutto se grossolana, tende ad accumulare detrito organico e fungere da substrato biologico, dall’altro può tornare utile al fine di mantenere un pH alcalino e a donare quel senso di naturalezza ad un qualsiasi acquario marino che si rispetti. Ha inoltre tanti altri vantaggi dati dall’enorme quantità di vita che si sviluppa tra granello e granello che innegabilmente aumenta la capacità del sistema di smaltire la materia organica in eccesso. Tale materia organica infatti stimola la crescita e lo sviluppo nonché la riproduzione degli animali che fanno della sabbia la propria casa e che fungono essi stessi da cibo per i nostri ospiti (coralli e pesci). Le sabbie normalmente in commercio sono però sabbie “morte”, prive delle normali popolazioni batteriche presenti in mare, e che necessitano quindi di lunghi periodi di “maturazione” per poter lavorare al meglio e dare un reale vantaggio agli acquari marini così allestiti. Abbiamo voluto testare a questo proposito una sabbia marina decisamente unica per caratteristiche sia fisiche che biologiche. L’Ocean Direct è infatti una sabbia completamente a base aragonitica la cui composizione chimica dona un importante effetto tampone annullando di fatto gli effetti di un calo repentino, ad esempio notturno, di pH. È inoltre una sabbia che non tende a compattarsi eccessivamente e che quindi non permette la formazione di estese sacche di prodotti anossici pericolosi come l’idrogeno solforato. Il produttore però promette una sabbia “viva”, ma sarà vero? La risposta non è semplice: se per “sabbia viva” volessimo indicare popolazioni di policheti o crostacei insabbiatori allora la risposta risulterebbe essere un secco no! in quanto non son presenti uova di suddetti animali. È però presente vita sotto forma di batteri adesi, grazie ad una particolare tecnologia che produce microfilm d’acqua, ai granuli sabbiosi. Suddette popolazioni batteriche risultano fondamentali per un avvio rapido del fondo sabbioso che permette di evitare tutta una serie di problematiche ci puntualmente si presentano su fondi “sterili”: da nostre
permette una maturazione rapida dell’acquario evitando alcuni inconvenienti tipici delle sabbie sterili (come ad esempio la proliferazione sul substrato dei ciano-batteri). Anche l’occhio vuole la sua parte e la sabbia si presenta decisamente bella a vedersi
l’acqua necessita di circa un giorno per poter tornare limpida ed è quindi consigliato l’utilizzo sopratutto in acquari in allestimento
prove è risultato evidente che suddetta sabbia reagisce decisamente bene alle proliferazioni di ciano-batteri normalmente presenti durante la maturazione di sabbie “morte”. L’inibizione delle alghe azzurre è dovuta principalmente alla competizione serrata che le popolazioni batteriche già presenti attuano nei confronti dei nuovi arrivati. La presenza di colonie batteriche aiuta inoltre ad ossidare la sostanza organica e inorganica riducendo di molto la maturazione di tutto il sistema acquario. Il prodotto si presenta infine decisamente naturale grazie ad una miscela di particelle a differente granulometria: gran parte della sabbia ha un diametro inferiore al millimetro ma son presenti granuli decisamente più grandi (fino a 6 mm). 45
attivatori batterici
Info: http://www.equoitaly.com/index.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
Equò Bio-extra: super batteri per extra pulito 46
Avete mai visto quegli acquari pieni di alghe epifite, patine colorate che si formano sui vetri e sui materiali da arredamento, acqua ambrata o verdognola? Ci si chiede sempre come possa accadere e spesso si ricorre alle soluzioni più strane per cercare di risolvere il problema in base ad improbabili ricette fatte in casa. Eppure è semplice: quell’acquario contiene troppi nutrienti disciolti, che fungono da fertilizzante per una serie di organismi diversi, dai cianobatteri alle diatomee, dalle alghe patinose a quelle filamentose. Inutile dimenarsi: per risolvere il problema serve un prodotto specifico. Un aiuto concreto in questo caso può venire da Equò Bio-extra. Non si tratta di un semplice attivatore batterico, ma di una sospensione di flora batterica eterotrofa, con prevalenza di Bacillus (varie specie), e di enzimi specifici. Come sempre abbiamo effettuato alcune prove preliminari del prodotto, che speriamo possiate ripetere in modo da offrirci suggerimenti sulla validità delle nostre impressioni. Il prodotto non è studiato come attivatore principale di un qualsiasi filtro biologico (in questo caso la stessa azienda propone un prodotto diverso: Bio-Starter) ma proprio per risolvere problemi di incipiente inquinamento da nitrati, fosfati ed altri nutrienti che tendono ad accumularsi negli acquari già maturi. Inoltre il prodotto viene offerto per tutti gli acquari marini, anche se può dare ottimi risultati in acqua dolce. In quest’ultimo caso, data la presenza di fertilizzanti ecc., lo si può utilizzare sin dal momento dell’installazione, in abbinamento ad un normale attivatore batterico. Lo suggeriamo specialmente per quegli acquari che contengono filtri denitrificanti. Nel caso degli acquari marini si consiglia invece di iniziare l’uso regolare quando l’acquario sarà maturo e gli effetti dovrebbero essere evidenti in tempi relativamente brevi. Lo abbiamo testato in un piccolo acquario marino mediterraneo. Il suo possessore aveva introdotto da poco tempo molti piccoli pesci ed aveva ecceduto nella quantità di alimento vivo somministrato. Come risultato della degradazione degli alimenti, alcuni pesci sono deceduti, altri boccheggiavano a galla. L’aggiunta di una fialetta di questo prodotto, in concomitanza con una forte aerazione (sempre consigliabile quando si aggiungano attivatori batterici) ha permesso di ripristinare la situazione in poche ore, salvando i pesci residui.
veramente diverso dai normali attivatori batterici, permette di mantenere bassi i livelli di inquinanti se l’impianto filtrante è efficiente
le fialette sono destinate ad acquari sino a 500 litri ed una volta aperte si conservano poco a lungo in frigo
Attendiamo naturalmente anche su questi casi specifici le vostre impressioni, positive o negative che siano, per rendere completa la descrizione del prodotto. Concludiamo rammentando che l’attivatore è protetto in fialette di vetro, quindi si mantiene inalterato per lungo tempo. Lo si può somministrare utilizzando l’apposita pipetta di plastica contenuta nella confezione dopo aver agitato energicamente la fialetta e può convenire somministrarlo regolarmente, sia negli acquari marini sia in quelli d’acqua dolce, verificando nel contempo le concentrazioni di fosfati e nitrati, per rendersi conto della sua reale efficacia. Senza dubbio quest’ultima è legata anche al tipo di filtro impiegato per cui riteniamo che in alcuni acquari, dotati di filtri poco efficienti, gli effetti possano essere anche poco evidenti. 47
illuminazione
Info: http://www.maxspectusa.com/
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA
Maxspect Razor: i Led efficienti e accessibili 48
Il mercato delle plafoniere a Led ha sempre avuto come fattore limitante l’eccessivo costo d’acquisto di suddette plafoniere; è fatto noto che la spesa iniziale possa essere spesso ammortizzata in breve tempo e son venuti oramai a cadere molte delle titubanze che affliggevano gli affezionati a T5 e HQI. Lo sviluppo della tecnologia a led per illuminotecnica ha seguito due vie: da un lato la ricerca di sempre migliori efficienze d’illuminazione e quindi un aumento del rapporto lumen/watt, dall’altro soprattutto la Cree ha deciso di sviluppare LED a basso costo puntando piuttosto su un elevato rapporto Lumen/Dollaro. Ciò ha permesso la creazione di un led che sia piuttosto efficiente ad un prezzo certamente compatibile con le più economiche produzioni dell’estremo oriente. È così che son nati i led della serie XT-E. La prima plafoniera per acquari a montare suddetti led è la Razor prodotta dalla Maxspect, azienda già famosa per le sue Mazarra. La Razor è disponibile in varie configurazioni: per vasche grandi è possibile scegliere la versione 160w dalle dimensioni: 690 mm x 265 mm x 25 mm; per vasche più piccole o meno spinte è possibile optare invece per la 120w le cui misure sono: 520 mm x 265 mm x 25 mm. Ogni configurazione permette a sua volta di scegliere tra una versione con emissione a 8000° Kelvin, una con emissione a 10.000° e una con emissione a 16.000° Kelvin. La Razor presenta un design decisamente ricercato anche se più ingombrante rispetto a quanto visto su plafoniere della concorrenza (Ecotech e GNC): l’aria è aspirata dal basso e forzata all’interno del dissipatore; questo è a vista e ha funzione strutturale; su di esso si fissano sia i ganci per l’appoggio bordo-vasca sia per la sospensione a filo. Un controller, posto lateralmente alla plafoniera, pilota infine la gestione della temperatura e gli effetti di alba e tramonto. Nota positiva è la copertura di questa plafoniera: l’azienda madre assicura una copertura di vasche fino a 120 centimetri. Da nostri test abbiamo osservato su vasche di questa dimensione una caduta della
i led Cree assicurano luce uniforme e di qualità. La plafoniera risulta essere elegante e ben fatta. Il prezzo è veramente abbordabile
gli XT-E sono meno efficienti rispetto ad altri led dell’ultima generazione come gli XM-l
quantità della luce ai lati e ci sentiamo quindi di consigliare la plafoniera per acquari lunghi al massimo 100 cm. In alternativa si dovrà rinunciare a posizionare animali zooxantellati sul fondo delle zone più laterali dell’acquario. Infine il prezzo: la plafoniera nella configurazione 160 watt è disponibile online a 500 euro prezzo che la pone come una delle plafoniere con il miglior rapporto qualità/prezzo. P.S.: Ringraziamo Aquariumcoralreef.com nella persona di Gianluca Vidal per l’ennesima dimostrazione di disponibilità e di amore verso questo hobby permettendoci la visione della plafoniera nonché l’utilizzo delle foto. 49
Info: http://www.superhigroup.com/mangimi/granulati/microperle.html
e novitĂ
RECENSIONI
CATEGORIA alimenti
SHG Micro-perle:
talvolta piccolo significa nutriente
50
La nascita di una nuova vita è un momento sempre molto emozionante sia che si parli di semplici Guppy sia di animali ben più impegnativi come i cavallucci marini. Spesso abbiamo dovuto affrontare problematiche inerenti, ad esempio, all’alimentazione dei giovani A.ocellaris: essi necessitano infatti,
alimento di piccole dimensioni utilizzabile sia per l’alimentazione larvale sia per animali sospensivori di vario genere. Le capsule permettono di prelevare piccole quantità di prodotto senza sprechi
sopratutto nelle primissime fasi di sviluppo, di un alimento nutriente e delle dimensioni giuste che possa cioè essere predato dalle loro piccole bocche. Anche se è ancora preferibile utilizzare un alimento vivo (in particolare rotiferi) è oggigiorno possibile integrare parte della loro dieta con mangimi “secchi” che possano mimare il cibo naturale e possa arricchire al meglio la loro dieta.
il prodotto, se sovra-dosato e in assenza di una strumentazione tecnica adeguata, può causare l’innalzamento dei valori di fosfato e nitrato
Il problema dell’alimentazione larvale è decisamente sentito in acquacoltura e sicuramente interessa anche gli acquariofili d’acqua dolce che si vogliano cimentare nella riproduzione dei loro amici pinnuti: sia che si parli dei suddetti Poecilidi, sia che si passi ai Ciclidi o ai Loricaridi, è decisamente importante anche in questo caso alimentare al meglio la “faticata prole”. Questa doverosa introduzione ben lascia comprendere quindi l’importanza delle micro-perle prodotte dalla SHG: il prodotto consta in una polvere micro-incapsulata decisamente fine (50 µm) dal colore rossastro e dal forte odore di acidi grassi.
una lenta degradazione in acqua grazie al pro-
La confezione da noi testata conteneva venticin-
cesso d’incapsulamento. Queste caratteristiche
que capsule riempite di micro-perle non dissimi-
sono fondamentali al fine di limitare l’inquina-
li da quelle normalmente utilizzate in prodotti far-
mento e permettere alle larve un’alimentazione
maceutici da banco. È possibile aprire e richiu-
continuata nel tempo.
dere con facilità le capsule in modo tale da pre-
Le micro-perle possono anche essere utilizzate
levare soltanto la quantità desiderata di mangi-
come alimento base per spugne, coralli di vario
me: si evitano in questo modo eventuali sprechi
genere e spirografi. Si consiglia in questo caso
e si conserva al meglio il prodotto.
una somministrazione costante in piccole quan-
Dosate in acquario le micro-perle appaiono
tità associate ad uno schiumatoio performante
come un alimento di finissima fattura che resta
che possa eliminare l’alimento in eccesso evitan-
per un lungo periodo in colonna; hanno inoltre
do l’eventuale accumulo d’inquinanti inorganici. 51
I ciclidi Spariti!
34
nani?
Per esperienza, i pi첫 ostici da riprodurre sono i Microgeophagus ramirezi e gli Apistogramma borellii 35
di Stefano Bertoni Un Mikrogeophagus ramirezi a lungo allevato dall’autore
Quando parliamo di Ciclidi nani, solitamente ci
Il boom si è registrato tra l’inizio degli anni ‘90
riferiamo
generi
fino a circa la metà del decennio scorso, per poi
Apistogramma e Mikrogeophagus, di cui fanno
andare pian piano a scemare, in un modo tale che
parte i ben noti ramirezi ed altispinosus. Entrambe
definire “preoccupante”, per un appassionato, è
le specie sono quasi esclusivamente provenienti
un eufemismo. Si è iniziato a scorgere esemplari
dal Rio delle Amazzoni o da piccoli affluenti di
reduci da selezioni approssimative e inappropria-
esso. Anni fa, per poter godere di questo immenso
te, nei negozi. Quelli che più mi hanno sconvolto
spettacolo di colori, i pesci venivano direttamente
sono stati i ramirezi gold o dalla pinna a velo, lon-
importati dai luoghi natii. Ovviamente con l’au-
tani anni luce dagli esemplari autoctoni.
mentare dell’interessamento da parte degli acqua-
Mi sono prefissato di riportare prepotentemente
riofili, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, sono
all’attenzione degli appassionati, e quindi di fare
iniziati i primi allevamenti dedicati esclusivamen-
in modo che allevatori e negozianti ripropongano
te alla riproduzione e alla vendita.
nelle loro vasche esemplari di Apistogramma che
ad
animali
ascritti
ai
54
ormai, come si capisce dal titolo di questo artico-
resistenti di pesci d’acquario, risulta deleterio per
lo, sono latitanti o di scarsa qualità.
i nostri amici Ciclidi. Esistono in commercio pro-
La cosa che molto probabilmente ha fatto sì che
dotti chimici atti alla “tropicalizzazione” dell’ac-
gli
dagli
qua. Andrebbero usati con estrema parsimonia e
Apistogramma è la difficoltà di allevamento e
attenzione in quanto, se l’acquario è già popolato
riproduzione negli acquari domestici. Questo
da pesci, i valori devono scendere lentamente per
accade perché i valori dell’acqua in quanto a pH e
far sì che gli ospiti si abituino. Un cambio repen-
KH, ancor più che in altre specie considerate “esi-
tino potrebbe condurre all’insorgere di malattie
genti”, devono essere compresi entro precisi inter-
mortali o comunque destabilizzare l’ambiente
valli. Non basta, quindi, un buon biocondizionato-
che, come ben sanno gli acquariofili di una certa
re: a volte bisogna acidificare portando il pH alla
esperienza, è già di per sé difficile da gestire, in
neutralità (7) o a valori anche più bassi (sino a
condizioni di normale uso e manutenzione.
6.5), lavorando e sperimentando valori diversi per
Tornando alla scarsità in circolazione delle sud-
la riproduzione. Quest’ultima resta comunque
dette specie, desideriamo porre l’attenzione (e
abbastanza difficile, ma non impossibile da rag-
questo, credetelo, non è un attacco, anzi è uno
giungere. Per esperienza, i più ostici da riprodur-
sprono al miglioramento) ai gestori delle serre.
re sono i Microgeophagus
Nella maggior parte delle serre, e in particolare
acquariofili
si
allontanassero
ramirezi e gli
Apistogramma borellii.
nei reparti dedicati agli animali domestici, negli
Nelle nostre città l’acqua sovente è molto dura e
ultimi anni sono sorti come funghi quelli dedicati
questo, anche se non infastidisce alcune specie
all’acquariofilia, non sempre gestiti al massimo
Giovane esemplare allevato in un piccolo acquario
55
delle proprie capacità, lasciando al caso la vendi-
sono spinti ad evitare di riacquistarli, e questo cer-
ta di pesci e materiali ai neofiti. Questi ultimi, in
tamente va a discapito delle vendite successive.
alcuni casi, introducono nel proprio acquario
Così si produce un concetto errato ma generaliz-
avviato da poco tempo o con valori non adatti,
zato che segue l’equazione sbagliatissima
degli Apistogramma, che dopo solo pochi giorni
Apistogramma = difficoltà mentre quella corretta
muoiono. Dopo le prime esperienze negative essi
dovrebbe essere Apistogramma = attenzione!
Altispinosus adulto
56
Ecco il segreto: attenzione, la stessa che molti
che anche se avete un’esperienza più che venten-
pongono quando decidono di tenere discus o altre
nale nel settore, ora che avete appena acquistato un
specie delicate, ma allevate da tanti.
nuovo acquario, dovrete aspettare almeno 7/8 mesi
Affermando questo ci auguriamo che non voglia-
prima di inserire dei ciclidi nani, in modo da esse-
te pensare che siamo qui sul pulpito “virtuale” a
re sicuri della completa maturazione del filtro, e
criticare a destra e a manca. Vogliamo solo dire
del giusto raggiungimento dei valori dell’acqua.
57
Eleganza semplice di un Mikrogeophagus ramirezi derivante da riproduzione in cattivitĂ
Sicuramente il più semplice da reperire è Mikrogeophagus ramirezi, perché si presenta fin da piccolo con colori sgargianti ed una livrea unica nel suo genere, in cui spiccano puntini blu su tutto il corpo
“principe” del suo genere. Difficile da riprodurre, come suddetto, attira appunto l’attenzione per la livrea. È però molto esigente, anche se gli esemplari in commercio sono stati abituati a vivere in acque molto simili a quelle del rubinetto di casa: un modo per renderli ovviamente gestibili da un acquariofilo medio. Quindi potrete facilmente comprendere che il pro-
In questo numero abbiamo affrontato diverse
blema persiste. Ad esempio, nella zona di Milano
tematiche, tutte comunque strettamente legate al
sono rimasti solo pochi negozi degni di nota, pres-
discorso iniziale, per poter condividere con voi la
so i quali rifornirsi e dove si riesce a trovare con
precarietà che si è venuta a creare nel mondo ita-
estrema difficoltà alcune coppie di A. borellii o
liano degli acquari. Se ogn’uno di noi, a partire da
Nannacara. Il ciclide che invece, con grande
oggi, si fermerà ad affrontarlo con i propri mezzi
disappunto, risulta introvabile, è il “Viejita”,
e le proprie capacità, spingendo i rivenditori a
splendida specie, bellissima in fase di accoppia-
riallargare il mercato degli Apistogramma e dei
mento, dai colori sgargianti, di cui probabilmente
Microgeophagus, sicuramente ne trarremo un
tratteremo in futuro in un articolo dedicato.
beneficio comune, perché in fondo non si vive di
Sin qui abbiamo iniziato ad accennarvi alcuni
soli lebistes, con tutto il rispetto che questo pesce
nomi. Alcuni di essi risulteranno del tutto scono-
ornamentale merita!
sciuti, specialmente se siete appassionati “alle prime armi”. Provate, per curiosità, a chiederne
Un M. ramirezi derivante da riproduzione in cattività
alcuni al vostro negoziante di fiducia e vi accorgerete di persona che quanto suddetto è pura verità, non escludendo che in alcune parti d’Italia la reperibilità sia più vasta di quanto osservato localmente. Sicuramente il più semplice da reperire è Mikrogeophagus ramirezi, perché si presenta fin da piccolo con colori sgargianti ed una livrea unica nel suo genere, in cui spiccano puntini blu su tutto il corpo ed una vasta macchia rossa ventrale nelle femmine che ne fa, a nostro avviso, il 60
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
61
A.I.B. ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Associazione Italiana Betta: un’estate da incorniciare! Doveroso prima di tutto scusarci con i lettori di Aquariophylia per esserci “assentati” da questa rubrica nello scorso numero... ogni tanto anche i Combattenti hanno bisogno di una piccola vacanza! Torniamo a settembre con delle interessanti novità che riguardano il panorama bettofilo Italiano: Tanta Italia in Olanda Dal 17 al 19 agosto si è svolta ad Arcen, in Olanda, una delle maggiori esposizioni europee di Betta splendens “show”: Holland Betta Show 2012. La manifestazione, inserita all’interno dell’Holland Koi Show, la competizione di carpe Koi più grande e importante al mondo, è stata organizzata dallo staff del forum internazionale Bettas4all, che ormai da oltre due anni ha anche redatto degli standard propri di giudiMaschio di Betta splendens non selezionato zio per i Betta da concorso. Un vero e proprio paradiso per tutti gli appassionati non solo di Betta e carpe Koi, ma anche di caridine, killifish, carassi da esposizione e acquari in generale. Gli allevatori italiani anche in quest’occasione hanno partecipato numerosi, esponendo circa 50 Betta tra halfmoon, show plakat, crowntail plakat, doubletail sia nelle categorie maschili sia femminili. I risultati sono andati ben oltre le migliori aspettative, infatti il nostro socio Alberto, giovane allevatore della provincia di Varese e uno dei più attivi sostenitori della nostra associazione, si è aggiudicato il premio più ambito della manifestazione: il “Best European Breeder”, ovvero il miglior allevatore europeo, colui che durante lo show totalizza il maggior numero di premi. Holland Betta Show 2012 è stata anche la prima manifestazione internazionale a vedere la partecipazione di un giudice italiano, il nostro cofondatore Eugenio è stato invitato a far parte del team di giudizio: insieme con altri esperti provenienti da Olanda, Germania e Rep. Ceca ha giudicato durante la giornata di venerdì i 308 Betta esposti in concorso. Risultati davvero strepitoso che, aggiunto a quelli precedenti fa del 2012 un anno davvero da ricordare nella Alcuni dei premi del “Best European Breeder” storia dei Betta in Italia.
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Femmina di Betta splendens in alto e giovanili in basso La manifestazione Olandese è stata anche, come ogni anno, l’occasione per rivedere vecchi amici e conoscerne di nuovi da ogni angolo d’Europa, con i quali scambiare non solo esemplari, ma soprattutto consigli ed esperienze. Ritorni alle origini Nell’ultimo anno, grazie anche al grande lavoro del nostro esperto Marco, tra i nostri soci si è registrato un forte incremento nell’allevamento delle specie non selezionate di Betta (fino ad ora erroneamente definite “wild”). Durante l’estate quindi, per assecondare e cercare di incrementare questa tendenza, il nostro forum ha subito un ampliamento delle sezioni riservate a queste specie. Proprio nell’ultimo mese lo stesso Marco ha riportato nel forum la sua interessante esperienza con i meravigliosi Betta splendens non selezionati: un topic dettagliato ed esauriente sull’allevamento in colonia di questi pesci tanto conosciuti nelle loro forme più sgargianti, quanto sconosciuti nella loro forma originale, una lettura che vi consigliamo assolutamente e che trovate nella sezione “costruttori di nido” nel nostro forum www.bettaforum.it. Work in progress Durante questi giorni fremono in associazione i preparativi per l’evento acquariofilo dell’anno, dopo tanta attesa finalmente a ottobre si terrà a Cesena la manifestazione “Acquabeach”: oltre 4000 metri quadrati di spazio espositivo dedicati al mondo dell’acquariofilia che si aggiungono ai 4000 dedicati esclusivamente alle tartarughe. Parteciperanno aziende del settore, associazioni tematiche e non, ma anche allevatori sia professionisti sia amatoriali, insomma un’occasione davvero da non perdere! Associazione Italiana Betta organizza una grande esposiHolland Betta Show 2012 zione di Betta selezionati e non: un grande stand che ospiterà oltre un centinaio di Betta “show” e dove saranno esposte 12 specie non selezionate, rigorosamente non di cattura, ma allevate in Italia dai nostri soci! Sarà inoltre organizzato un percorso didattico per spiegare l’allevamento selettivo, la riproduzione dei Betta, la loro alimentazione e tanto altro!
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CAEB - CLUB ACQUARIOLOGICO ERPETOLOGICO BARESE Il CAEB, in occasione della Dodicesima Edizione della Mostra Ornitologica Internazionale del Mediterraneo, che si terrà a Bari dal 28 ottobre al 4 novembre presso i padiglioni della Fiera del Levante, sta organizzando il Primo Concorso di Aquascaping riservato ai Soci. Il Concorso, sponsorizzato dal negozio A.C.O. Personal Hobby di Bari, vedrà in gara una decina di partecipanti che si cimenteranno nell’allestimento di acquari da circa trenta litri nei quali si cercherà di ricreare esempi di ambiente idoneo alla vita acquatica; le vasche saranno accompagnate da una scheda descrittiva dell’ambiente riprodotto e delle specie ospitate, evidenziandone alcune curiosità biologiche. I soci del CAEB inoltre stanno predisponendo, presso il proprio stand, una postazione dotata di microscopio collegato a una telecamera per mostrare ai visitatori la microfauna ospitata, spesso inconsapevolmente, negli acquari. Durante la manifestazione ci sarà anche l’occasione per festeggiare il ventennale dell’associazione, con la distribuzione di una t-shirt commemorativa. Rettili e tutto il necessario per il corretto allevamento degli animali da terrario potranno essere acquistati presso i tavoli degli organizzatori della manifestazione “Rettili dal Mondo”. Rinnoviamo dunque l’invito a partecipare a questa interessante iniziativa che ha l’ambizione di diventare un’insostituibile occasione per imparare a conoscere e amare anche la fauna meno conosciuta. Si segnala, infine, che l’apertura al pubblico, con biglietto d’ingresso e orario continuato, è prevista nelle giornate di sabato 3 novembre (chiusura ore 19:00) e domenica 4 (chiusura ore 17:00).
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G.A.F. Progetto GAF - Fish Tank Lab: QR code per i pesci nei negozi! Un socio del Gruppo Acquariofilo Fiorentino, Maurizio, era andato in un negozio di acquari per scegliere qualche nuovo ospite per il suo acquario, non aveva ancora deciso che specie inserire e voleva parlarne con il negoziante. Purtroppo era di sabato pomeriggio e il negoziante non aveva il tempo per stargli dietro per spiegargli le caratteristiche di tutti i pesci nelle vasche. E qui a Maurizio si accende la classica lampadina tipo Archimede Pitagorico: “Ma perché non usare le nuove tecnologie per avere tutte le informazioni che vogliamo a portata di mano?”. Esiste un sistema di codici chiamati QRcode che permettono, a un dispositivo collegato in rete, di andare direttamente a una pagina web. Perché non mettere allora sulle vasche in esposizione, delle piccole schede con il nome, la foto del pesce e il QRcode abbinato in modo che con un qualsiasi cellulare, smartphone o iphone, insomma quegli apparecchi abilitati alla lettura di quel tipo di codice, si possa andare direttamente a una pagina in rete dove ci sono tutte le informazioni relative a quel pesce? Ne ha parlato in associazione e la proposta è stata subito accettata e, con entusiasmo, è iniziato il lavoro per fare le schede e perfezionare il sistema. Il lavoro non sarà esaustivo per tutte le specie perché su tantissimi pesci ancora non si sa abbastanza e ci sono sempre nuove classificazioni, ma sono state al momento completate le schede dei pesci più comuni e, poiché c’eravamo, anche delle piante e dei crostacei. Qualche negoziante amico ha accettato di provare questo sistema e la cosa ha funzionato. Oggi ci troviamo a proporre a tutti i negozianti queste schede convinti che possa essere utile sia a loro sia agli appassionati. Per il negoziante vorrà dire avere meno spiegazioni da dare specialmente nei momenti in cui il negozio è pieno e per gli appassionati sarà un modo per avere le informazioni al volo e poter, quindi, scegliere in maniera più oculata gli ospiti o le piante da mettere nel proprio acquario. L’iniziativa è presente sul sito del GAF alla pagina: http://www.gafonline.it/index.php/attivita-associazione/154-fish-tank-lab e le schede rimandano al sito http://www.fishtanklab.com dove è presente l’applicativo.
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Il progetto è del Gruppo Acquariofilo Fiorentino in collaborazione con FishTankLab.com ed è messo a disposizione, gratuitamente, di chiunque lo voglia usare senza scopo di lucro. Non è autorizzato l’uso a scopo di lucro fuori dalle finalità specifiche cui è diretto il progetto.
Conclusione del Corso di Acquariofilia 2012 Con l’estate sì è concluso il secondo corso di acquariofilia del GAF con una bella serata su “Terracquari: tecnica e allestimento”. Da febbraio gli incontri mensili hanno trattato di gestione dell’acquario, piante, nanoreef e illuminazione con sistemi a led. La partecipazione alle serate è stata sempre molto alta (oltre il 70% medio degli iscritti al corso con punte del 94% a serata) a verifica che la nostra iniziativa, nell’ambito di quelle del Quartiere 2 di Firenze che ci ha ospitato, è risultata ampiamente positiva. Il Direttivo ringrazia i partecipanti per la loro costanza e l’interesse dimostrato. Con questo corso non riteniamo, ovviamente, di aver esaurito e approfondito tutti gli aspetti dell’acquariofilia, ma di aver fatto una panoramica sull’argomento e di aver stimolato e speriamo rafforzato, l’interesse dei soci. L’associazione ha ripreso da settembre i consueti incontri mensili, ogni secondo venerdì del mese, che saranno di volta in volta indirizzati su particolari approfondimenti o lasciati per la discussione libera fra i soci. Tutte le informazioni sono sempre disponibili su www.gafonline.it
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G.A.S. GRUPPO ACQUARIOFILO SALENTINO
SI RIPARTE CON IL G.A.S.
Riprendono le attività del G.A.S. - Gruppo Acquariofilo Salentino - e assieme ad esse riparte anche la programmazione delle serate a tema con argomentazioni che riguarderanno il mondo acquatico e non solo. Nei prossimi numeri di Aquariophylia verranno comunicati in dettaglio gli appuntamenti che caratterizzeranno la prima parte del nuovo anno sociale del G.A.S. Non mancherà inoltre la nostra partecipazione, seppur da spettatori, ad alcuni dei tanti eventi in programmazione in Italia e all’estero. E non mancheranno nemmeno le news ed i reportage che saranno sempre disponibili sul nostro sito http://www.gas-online.org e sulla nostra pagina ufficiale facebook http://www.facebook.com/gas.gruppoacquariofilosalentino.
Occhi aperti dunque alle attività del G.A.S!
E con la nostalgia di un’estate che è ormai giunta al termine, auguriamo dalle acque del Salento una buona lettura a tutti i lettori di Aquariophylia.
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G.A.T. - GRUPPO ACQUARIOFILO TARANTINO Come già preannunciato nello scorso numero di settembre, il G.A.T. (Gruppo Acquariofilo Tarantino) sta organizzando la seconda edizione di “Aquariofila Due Mari” Esposizione acquariofila biotopi marini e d’acqua dolce presso la Sala Comunale del Castello Aragonese di Taranto dal 19 al 21 Ottobre 2012. Di seguito il programma degli interventi previsti: - VENERDI 19 ore 18 - inaugurazione ore 19 - “T Tutto sui muschi” (a cura di Donatello Chirico) - SABATO 20 ore 17 - “c carpe koi” (a cura di Donatello Chirico/Erman Marchese) ore 18 - “m metodi di gestione dell’acquario marino di barriera” (a cura del Dott. Fabio Macchitella) - DOMENICA 21 ore 17 - “IIl mondo delle caridine. Tecniche di allevamento ed esperienze personali” (a cura di Donatello Chirico) ore 18 - “IIl biofilm: batteri, funghi e co. nelle nostre vasche” (a cura del Dott. Daniele Stanca) ore 19 - “L Luce in acquario” (a cura di Giuseppe Signorella) ore 20 - chiusura votazioni/premiazione allestimenti L’evento sarà aperto dalle Autorità Civili della città (anche perché Patrocinata dall’Amministrazione Comunale di Taranto). La mostra non ha il carattere di mostra-mercato, per cui non ci saranno attività commerciali di alcun genere. Sarà un momento di confronto e incontro fra acquariofili neofiti o più esperti.
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MAREVIVO Comunicato Stampa OPERAZIONE ‘RETI DA RIPESCARE’: DOMANI I SUB DI MAREVIVO IMPEGNATI A SAN FELICE CIRCEO Roma, 28 settembre 2012 – Le reti da pesca, anche se abbandonate in fondo al mare, continuano a fare danni: domani, nei fondali antistanti San Felice Circeo, in località ‘Secchitella di Puntarossa’, i sub di Marevivo saranno impegnati in una nuova operazione di recupero di reti, per impedire a questi oggetti estranei all’ecosistema marino, di continuare a pescare e distruggere progressivamente ogni forma di vita circostante. Oltre 30 volontari - coordinati dal responsabile nazionale della divisione subacquea, Alfonso Perri - opereranno, con l’appoggio di alcuni gommoni, a profondità tra i 20 e i 15 metri, utilizzando mezzi e tecniche d’intervento ormai messe a punto in oltre 10 anni di iniziative analoghe, in varie località delle coste italiane, dalla Sicilia al Lazio, dalle Marche alla Puglia. Anche in questo intervento, particolare attenzione sarà posta alla condizione esistente della biocenosi – la comunità di popolazioni di specie diversa che vivono in uno stesso ambiente naturale - presente al di sotto della rete con la conseguente analisi sulla possibilità di rimuovere o no la stessa. L’iniziativa vede la divisione subacquea dell’Associazione coadiuvata dai volontari dell’ANC, dalla Protezione civile di Aprilia, in collaborazione con la Capitaneria di Porto di Terracina e del Circeo e col supporto dei mezzi navali dei Carabinieri. Il Comune di San Felice Circeo, oltre a concedere il patrocinio alla manifestazione, metterà a disposizione una ditta che provvederà allo smaltimento del materiale recuperato dai fondali, che, ricordiamo, rappresenta rifiuto speciale. Dal 2003 Marevivo ha avviato una campagna per il monitoraggio e il recupero di reti da pesca Reti da ripescaabbandonate sui fondali del Mediterraneo. Da queste premesse è nato il progetto “R re”, per contrastare il danno provocato da un invasivo cambiamento del substrato dove le reti abbandonate si appoggiano. In particolare, l’obiettivo è puntato su quelle reti che compromettono la vita bentonica di siti sommersi di elevato pregio ambientale, in modo da poterne effettuare poi il recupero. Ufficio Stampa Marevivo 063202949 - 3381090669
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S.B.C. SICILIA BETTA CLUB Noi del Sicilia Betta Club, nei giorni 28-29-30 Settembre, abbiamo avuto la possibilità, grazie all’ospitalità dell’Acquario Comunale di Messina che ci ha concesso la gratuita fruizione dei suoi locali e la validissima collaborazione della biologa marina la Dott. Danzè Lisa, di fare un’esposizione di Betta Splendens. Grazie all’impegno dei membri del gruppo siamo riusciti a esporre una settantina di esemplari dalle varie forme: Halfmoon, Plakat, Crown tail, Double tail e dai diversi colori. Grazie a Lisa Paolo siamo riusciti a esporre anche dei betta selvatici. Visto lo scopo prevalentemente conoscitivo e didattico, abbiamo esposto anche degli avanotti di diverse età, colture di cibo vivo (anguillule dell’aceto e artemia salina) e prodotti naturali curativi (catappa). Baudo Aristide, poi, si è fatto carico di fornire diverse specie di piante acquatiche da lui coltivate, che abbiamo esposto e regalato con piacere a chi ne ha fatto richiesta. In questa esposizione è stato garantito anche un servizio d’interpretariato in Lingua dei segni Italiana, svolto dall’interprete Spadafora Maria Assunta avvicinando così anche gli utenti sordi al nostro fantastico e variegato mondo dei betta splendens. Grazie a tutti i membri del gruppo SBC: Baudo Aristide, Calogero Gammino, Martino Giuseppe, Paolo Lisa, Giusy Paffumi, Elvira Velardi ed a Donzella Giuseppe, non presente fisicamente in quest’occasione ma partecipe per averci inviato alcuni dei suoi esemplari. L’evento è stato seguito dai tanti appassionati anche grazie alla messa in onda su streaming curata da Elvira Velardi. Si è registrato un notevole afflusso di visitatori non solo messinesi ma anche e soprattutto dalle altre province siciliane e dalla vicina Calabria. Giuseppe Condello Soci Sbc
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W.R.R.K. WEST ROME REEFKEEPING
3° MEETING DI ACQUARIOLOGIA MARINA L’1 e il 2 dicembre 2012 si terrà a Roma la terza edizione del meeting di acquariologia marina, organizzato dall’associazione culturale West Rome ReefKeeping – Goccia Blu Lazio. La manifestazione, unica del suo genere nell’area della Capitale, rappresenta oramai l’immancabile appuntamento di fine autunno con gli appassionati hobbisti e si preannuncia ricca di novità ed anteprime che aziende ed operatori del settore si apprestano a presentare in vista del nuovo anno. Spirito dell’evento, in assonanza con i valori costitutivi dell’Associazione, è la promozione di un’acquariofilia consapevole, quale base su cui costruire un corretto equilibrio tra ecologia, ricerca e passione. In un momento così difficile per il Pianeta Terra, lo scopo di tali incontri è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica alla salvaguardia del patrimonio naturale e, nello specifico, delle barriere coralline dei nostri mari e trasmettere l’amore per Madre Natura ed il mare, sostenendo un hobby alla portata di tutti, così come attraendo nuovi appassionati. Il programma sarà articolato su una mostra espositiva per aziende ed attività commerciali di tutta Italia, una serie di seminari gratuiti, per neofiti ed esperti, riguardanti specifiche branche di interesse ed un mercatino di materiale tecnico usato, gestito dagli appassionati. Faranno parte della manifestazione anche la 2ª edizione del FOTO CONTEST, concorso fotografico volto a premiare ed esporre in mostra gli scatti migliori che riguardano le meraviglie del pianeta acquario, il 2° TALEACORSO, corso pratico di taleazione dei coralli e la 3ª WRRK RIFFA, estrazione con in palio materiale tecnico, mangimi, integratori gentilmente messi a disposizione dalle aziende collaboratrici. Ma la vera novità sarà la presentazione ufficiale di GOCCIA BLU ITALIA, la prima ed, al momento, anche unica federazione nazionale amatoriale di settore, di cui il WRRK è entrata a far parte come associazione co-fondatrice. Nel corso del meeting ne verranno esposti progetto ed obiettivi. Informazioni e dettagli, in continuo aggiornamento, sono disponibili sul sito http://www.wrrk.it/, mentre accedendo al West Rome ReefKeeping forum (http://www.wrrk.it/forum/index.php) è possibile entrare a far parte della Community di questo fantastico mondo.
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Aquariophylia in…
poesia
Poesia per Aquariophylia di Aldo Roda Dire senza voce le intenzioni retrospettive temi intonazioni apparire sconosciuto, gestuale il segno di un’avventura iniziale. Tempo volutamente non risolto in grado di riflettere sé stesso cosa di natura, declino perdita priva di consolazione. Gioco nato per caso quel mondo d’acqua in mutazione coincidente al nostro. Sfasature di sensi proiettati in assenze d’oggetti, capovolgono il sistema di lettura, un artificio appena accennato. Acquario completo di pensieri immaginari in attesa d’identità osservato tra alghe in profondità. Tempo-pescatore ha intrappolato la dea-pesce originaria d’Asia in piante erbacee perenni. Bande chiare alternate a scure, spazi dove passaggi di luce s’infrangono in progetti segni fotografie. L’aforisma interpreta il disordine una miniatura deposta al limite di sensi in attesa di rivelarsi. Girovagare nel silenzio di frammenti dove tutto s’incontra e si perde un luogo d’anima nel quale nulla è quel che sembra. 74
Questo mese la rubrica di Mariella Bettarini ci riempie di gioia, perché addirittura ci viene dedicata una poesia. Quante riviste specializzate possono vantarsi di una poesia scritta appositamente per esse? Facendo uno sforzo di memoria riusciamo a contarne… nessuna! Ebbene sì, ne siamo orgogliosi e, naturalmente riconoscenti. Ma al di là della giusta soddisfazione, sentiamo che l’autore ha fatto centro ancora una volta, riuscendo a descrivere e definire mediante segni, paradigmi e riflessioni che centrano i nostri sensi ed il nostro cuore. Cari amici, vi presentiamo ancora una volta l’acquario dettato direttamente al cuore.
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Conchiglie da collezione di Lorenzo Luchetta, quinta parte Mitridi e Olividi, continua l’esplorazione del gruppo dei Gasteropodi Viaggio nel mondo di questi fantastici “gusci” che da tempo immemore sono oggetto di interesse per l’uomo, il quale ha imparato a classificarli, custodirli e collezionarli Gli Olividi Sono conchiglie assai particolari per il loro aspetto lucido e variegato, ed una forma elegante che fa di loro “prede ambite” per collezionisti. La famiglia è caratterizzata da soggetti di una grandissima varietà di forme, colori e disegni; le specie sono più di 300 e trovano il loro habitat ideale su fondi sabbiosi, dove cacciano altri piccoli molluschi che costituiscono la parte predominante della loro dieta. Il momento propizio per la raccolta è la notte con la bassa marea, e nelle Filippine vengono raccolte anche con un metodo di vera e propri pesca, infatti viene utilizzato un piccolo mollusco come esca ed un amo di dimensioni ridottissime per ancorare la preda.
poco visibili a prede e predatori, e nel momento della deposizione delle uova si spostano su rocce frastagliate dove attaccano le uova racchiuse in piccole capsule. La regione più ricca di Mitridi è quella Indopacifica che ne conta oltre 400. Conosciamo qualche dettaglio su alcuni rappresentanti delle due famiglie, che insieme rappresentano solitamente una discreta “fetta” delle collezioni di tanti appassionati. Oliva miniacela Oliva di taglia medio-piccola, anche se esistono
Mitra mitra
I Mitridi I Mitridi costituiscono una ben nota famiglia tipica delle acque calde e poco profonde, che conta circa 600 specie con dimensioni variabili da 1 cm ad oltre 15 cm. Questi molluschi usano un tipico filamento cartilagineo detto “tromba” per cacciare le prede che principalmente sono vermi e bivalvi. Sono soliti ad infossarsi nella sabbia per rendersi 76
La Mitra Mitra ha una inconfondibile colorazione bianca con vicinissime macchie rosso-arancioni semi-simmetriche, e la conchiglia è molto massiccia e pesante, al contrario di quello che potrebbe far pensare la sua forma assai affusolata. Il periostraco (lo strato più esterno) è particolarmente spesso.
Oliva miniacea tremulina
Oliva sayana
sottospecie di taglia medio grande. Conchiglia dotata di struttura spessa e solida che la rende particolarmente robusta. Le colorazioni delle varie sottospecie variano assai, con tonalità che possono andare dal bianco, all’arancione, al marrone scuro; la superficie è comunque liscia e lucente. Il suo habitat prediletto sono le sabbie madreporiche del piano infralitorale, e la zona di maggiore diffusione è la provincia Indopacifica, dove è assai frequente rinvenirle.
Ci fermiamo qui con questo numero perché lo spazio a nostra disposizione è esaurito. Naturalmente questo potrà offrire a tutti voi il tempo per iniziare le ricerche, presso amici, negozianti, spiagge o vecchie raccolte. Tutto fa brodo quando si cercano esemplari per la propria raccolta ed è senza dubbio questo il momento migliore per partire. Nel prossimo numero continueremo con altre importanti famiglie. Pertanto, anche se le conchiglie che troverete nelle prossime settimane non corrispondono alle specie sin qui descritte, non disperate: potranno essere classificate strada facendo!
Oliva sidelia Oliva di dimensioni medio piccole, con particolare colorazione che mostra delle bande e talvolta dei triangoli ben definiti, in particolare in talune sottospecie. Comune nel Golfo del Bengala, nelle Filippine e nelle Isole Fiji. Oliva sayana Comune dalla Florida a gran parte del Sud America, può avere colorazioni variabili dal marrone al crema e fin quasi al bianco, e sono sempre presenti delle strie irregolari più scure dello sfondo. È considerata una delle più tipiche rappresentanti degli olividi.
Oliva sidelia
Mitra mitra È senza dubbio la specie tipo delle mitre, ed è assai comune ed apprezzata dai collezionisti, soprattutto i neofiti. Il suo habitat ideale è rappresentato dalle zone delle maree, anche se è stata rinvenuta fino a 1400 metri di profondità. 77
vai col...
ww w
link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 78
Oggi parliamo di…
MICOSI Torniamo ad un argomento ittiopatologico per dedicarci allo studio delle micosi, mediante alcune pagine web ben fatte che potranno servirci per approfondire questo tema. Le micosi possono divenire vere e proprie piaghe, soprattutto nell’acquario del neofita. Sono infatti dovute ad organismi saprofagi quali sono i funghi, che in condizioni opportune divengono terribilmente invasivi. Le loro ife, che normalmente penetrano la materia organica in decomposizione, possono finire sotto la pelle dei pesci ed iniziare una sistematica distruzione dei loro tessuti. Divengono così molto evidenti, come patine mucillaginose che si espandono sulla pelle dei pesci, generalmente di colore chiaro. I pesci colpiti hanno poche possibilità di guarire, essendo le ife protette alla base dai tessuti stessi dell’ospite. Esistono in commercio dei prodotti antimicotici che possono, comunque, dare ottimi risultati se la cura è iniziata tempestivamente. Da quanto detto si comprende anche, però, che come nella maggior parte delle malattie dei pesci prevenire è meglio che curare. In questo caso prevenire significa evitare che le sostanze organiche in decomposizione possano ristagnare sul fondo dell’acquario, così producendo un eccesso di ife che, al termine, potranno adattarsi anche alla pelle dei pesci non appena trovino un minimo danneggiamento (a causa di piccole ferite, lesioni dovute a lotte, sfregamenti, ecc.). Questo significa avere un filtro efficiente, in grado di trasformare e degradare la materia organica non appena questa finisca sul fondo. Noterete, ad esempio, che nelle prime fasi di maturazione di un acquario possono prodursi sul fondo dei batuffoletti chiari, simili a fiocchi di neve, attorno a qualsiasi piccolo frammento organico, come ad
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esempio scaglie di mangime non consumate. In seguito, quando l’acquario matura, questo fenomeno diviene meno evidente e poi scompare. In alcuni acquari mal gestiti e poco maturi le ife continuano a proliferare e questo le rende potenzialmente pericolose per i pesci. Fa eccezione il “fungo della bocca” che non è prodotto da veri miceti. Ma insomma, per approfondire tutto ciò dovremmo occupare l’intero spazio della rivista e forse non sarebbe sufficiente. Dunque cliccate sui link che seguono, scelti da noi dopo aver individuato dei siti “sicuri” che appaiono sufficientemente autorevoli per completezza e correttezza delle informazioni offerte, per iniziare la vostra personale ricerca ed accedere alle indicazioni più moderne e complete su questo tema. Buon divertimento!
http://www.pianetablu.info/educational/approfondimenti/diagnosi/micosi.htm http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=63408 http://www.poecilidi.com/index.php?ind=reviews&op=entry_view&iden=112 http://www.acquaportal.it/articoli/dolce/malattiealghe/malattie/FUNGHI.asp http://www.h2oacquariofilia.it/malattie.asp http://www.acquaportal.it/articoli/marino/malattiealghe/malattie/funghi.asp http://www.petfamily.it/cat.asp?226_Funghi-in-acquario http://www.acquarimania.org/FAIDATE_Oodinium.htm
http://www.fishchannel.com/fish-health/disease-prevention/fungus.aspx http://www.peteducation.com/article.cfm?c=16+2160&aid=587 http://www.plantedtank.net/articles/Common-Freshwater-Fish-Diseases/13/ http://www.thetropicaltank.co.uk/hdfungus.htm http://www.ehow.com/how_5865816_treat-fungus-aquarium-fish.html http://www.helium.com/items/2217780-how-to-treat-fungal-infections-in-aquarium-fish http://ezinearticles.com/?Aquarium-Fish-Diseases—-Mouth-Fungus&id=2209224 http://www.oscarfishlover.com/helpful-articles/fish-medication
http://www.patent-de.com/20040122/DE10228627A1.html http://www.reptilica.de/_(de_117).phtm http://www.fischtierarzt.at/ http://www.malawi-guru.de/pflege/krankheiten-behandlung/400-krankheiten-suesswasserfische-tropisch-viren-bakterien-schimmel-parasiten-wurminfektionen.html http://www.fish-hunterz.de/Mykosen-s-Kiemenf.ae.ule.htm http://www.aqua4you.de/fischschimmel_verpilzungen.html http://www.aqua-spider.de/krankheiten/saprolegnia.htm
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Acquario Natura a
impressioni e Questo mese usciamo con qualche giorno di ritardo. La colpa é di Ippo Campo che é stato inviato alla fiera di Bergamo ed é tornato solo oggi. Volevamo comunque offrirvi in anteprima le nostre impressioni, anche se attraverso gli occhi del nostro acquatico inviato. Ecco a voi il pezzo incriminato: giudicherete poi se fosse il caso di ritardare l’uscita solo per questo! In ogni caso, chiediamo scusa ai lettori per questo ritardo e promettiamo che cercheremo di essere più puntuali in futuro, eventualmente punendo preventivamente l’inviato speciale!
a cura di IppoCampo
brutta. Dunque, lei, la Temibile, ha partecipato alla fiera che si è svolta a Bergamo dal 27 otto-
Uff... stavolta l’ho veramente scampata bella...
bre al 4 novembre e io mi ero intrufolato, come al
se non fosse stato per il coraggioso intervento di
solito, nella valigetta del computer... solo che
Carassio, che mi ha salvato dalle grinfie di quel-
questa volta sono stato scoperto... per fortuna al
la BElva asseTaTA di sangue, me la sarei vista
ritorno in redazione, dove Carassio è pronta-
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alla fiera Bergamo:
e divagazioni mente intervenuto (uno sgambetto da maestro)
te fatto del suo meglio, tappezzando tutto lo
salvandomi dall’inseguimento.
spazio disponibile con locandine, copertine e
Approfittando dell’insperata tregua posso quindi
articoli della rivista e mettendo proprio nel mezzo
raccontarvi quanto ho visto in fiera.
il solito portatile, sul cui schermo scorreva invi-
Innanzi tutto, lo stand: la collocazione era, teori-
tante l’ultimo numero pubblicato. Inoltre, un gen-
camente, ottimale. Teoricamente... Nell’ampio
tilissimo e disponibilissimo collaboratore aveva
atrio d’ingresso, prima dell’accesso ai padiglioni,
allestito un grazioso acquarietto, abitato da alcu-
dove tutti, ma proprio tutti, i visitatori dovevano
ni vivacissimi guppy. Insomma, il messaggio
passare per entrare e uscire dalla fiera. Unica
sembrava chiaro, qualcosa del tipo “qui si parla
altra postazione nella stessa area, il servizio infor-
di acquari”.
mazioni.
So che a volte mi lascio andare a divagazioni
Betta, ad onor del vero, stavolta aveva veramen-
apparentemente senza né capo né coda e senza
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nessun rapporto con l’argomento in questione, ma mi perdonerete una di queste piccole parentesi. Cosa spinge una massa di persone, di capacità presumibilmente non al di sotto della media e normalmente attente e consapevoli del mondo che le circonda, a vedere non quello che c’è, ma quello che si aspettano di vedere? Cosa acceca un visitatore che legge Aquariophylia, rivista mensile, abbonamento gratis al punto di fargli di leggere Ufficio informazioni,
- Quanti giorni rimane aperta la fiera?
rispondiamo a qualunque domanda? Mistero.
- Due (o uno o tre, a scelta) biglietti, per favore
Eppure è esattamente ciò che è successo. A
(l’ingresso era gratis)
dispetto delle locandine, del computer, dell’ac-
- Dove si trova la sezione acquari? (almeno era-
quario e del vero ufficio informazioni a pochi
vamo in tema)
metri di distanza, sono state rivolte all’infelice
- Ha un elenco dei partecipanti?
occupante dello stand di Aquariophylia le
- C’è una piantina della fiera?
domande più disparate.
- C’è un ristorante?
Le più ‘gettonate’ sono state:
- Dove sono le toilette?
- Dove si riempie il formulario per il biglietto gra-
- Dove si trova lo stand... (a scelta)
tis per la fiera del mobile?
- Dove...
- Quali sono gli orari di apertura?
Alle domande più ovvie si rispondeva (una rapi84
i denti “e allora qui cosa ci sta a fare!?”. Anche l’ufficio informazioni (quello vero) ha avuto i suoi momenti emozionanti: il top si è avuto alla richiesta (telefonica) “si può entrare con un pappagallo?”; attimo di esitazione da parte dell’operatore, poi risposta gentilissima “sì... se è tranquillo...”. Ed eccolo in fiera (me lo sono perso, peccato), così mi hanno raccontato, un bellissimo pappagallo, dignitosamente appollaiato sulla spalla del suo proprietario. Confermo quindi quanto detto in un’altra occasione: queste manifestazioni si prestano a interessantissimi studi comportamentali. Per fortuna, però, erano anche molti i visitatori interessati ad Aquariophylia e molti nuovi iscritti si sono aggiunti al nutrito numero dei fedelissimi. Missione compiuta, quindi, nonostante l’imprevista grandine di domande inattese. Come? Vorreste sapere quali erano le novità presentate in fiera? Nella sezione dedicata agli acquari? Per chi mi prendete? un conto è rubare il mestiere a Betta, un altro pretendere di sostituirmi agli esperti... non voglio mica mettermi contro tutta la redazione! Inoltre, cosa da ricerca aveva permesso di stabilire le regole
potrei dirvi? Tolto dai miei libri e dalle mie occa-
da seguire per ottenere i famigerati biglietti gra-
sionali osservazioni semi-antropologiche, per il
tis), per molte altre era necessario dirottare il
resto non ci capisco proprio niente. A ognuno il
pubblico verso lo sportello “ufficiale” dedicato
suo mestiere. Al massimo posso farvi vedere
alle informazioni. Interessanti le reazioni: quasi
qualche foto, dirvi che i partecipanti della sezio-
nessuno si è reso conto dell’errore, di conse-
ne acquari erano tredici e, forse, potrei raccon-
guenza pochissimi si sono allontanati con un
tarvi... Ehm, temo che Betta si stia riprendendo,
educato “mi scusi, non avevo visto”, la stragran-
credo che mi prenderò un periodo di riposo,
de maggioranza si è diretta verso lo sportello
accuratamente nascosto nella mia amatissima (e
giusto con aria seccatissima e spesso offesa,
sicurissima) biblioteca. Scusate la brusca interru-
come se ci fosse stata la maligna volontà di trarli
zione.
in inganno; infine un visitatore, indirizzato agli
A presto! Vostro, sempre,
addetti ai lavori, si è allontanato bofonchiando tra
IppoCampo 85
Le recensioni librarie di aquariophylia
Dynamic Aquaria: solo per acquariofili â&#x20AC;&#x153;avanzatiâ&#x20AC;?
di Mirko Mutalipassi
La copertina della nuova edizione di Dynamic Aquaria
86
Se la conoscenza è libertà, allora è inevitabile
La tendenza, almeno in acquariofilia, è di
che per essere liberi anche in acquariofilia è
una divisione netta tra i libri per acquariofi-
importante comprendere fino in fondo ciò
li, spesso banali e poco approfonditi diretti
che accade nei nostri acquari. Indubbiamente
sopratutto ai neofiti, e i libri per biologi
questa non è una missione semplice! Sono
marini, troppo tecnici e che ignorano com-
molte le conoscenze necessarie per una
pletamente le dinamiche in acquario o in
profonda comprensione, e spesso queste sono
ambienti chiusi.
celate dietro numerosi “tecnismi”. Il linguag-
Possiamo a tal proposito dire che i libri per
gio tecnico risulta utile agli operatori del set-
acquariofili navigati si contano sulle dita di
tore, al fine di velocizzare e rendere precisa la
una mano e ci si affida molto spesso a dati
comunicazione ma purtroppo costituisce una
empirici, ai forum e al confronto tra i prati-
barriera alla comprensione di un argomento
canti tale hobby.
da parte dei soli appassionati.
Uno dei libri che è sicuramente fondamenta-
Sistemi di gestione: un dettaglio dell’acquario allo Smithsonian. Da notare l’uso del refugium e dell’algae scrubber
87
sto riduttivo. Questa impostazione rende gli argomentati comprensibili anche a chi non ha solide basi in campo ecologico e/o marino risultando dunque un libro per tutti coloro che hanno voglia di comprendere e fare propri i concetti di rete trofica, di dinamiche, successione ecologiche ecc. I capitoli iniziali sono dedicati alla descrizione dei parametri fisici e chimici che possono influenzare la vita nei mari e nei fiumi e, di conseguenza, nei nostri acquari. A questi seguono capitoli relativi alle caratteristiche edafiche (dei substrati), alla qualità e alle La vita sulla terra: Batteri e organismi eucarioti e la loro evoluzione La denitrificazione: Un acquario marino provvisto di denitrificatore
le nella biblioteca di ogni acquariofilo maturo è Dynamic Aquaria di Walter Adey e Karen Loveland. È un libro in inglese, la cui prima edizione risale agli anni 80 e fu per l’epoca una vera e propria rivoluzione. Abbiamo avuto la possibilità di sfogliare l’ultima edizione del libro, pubblicata nel 2007, e siamo rimasti stupiti dalla bellezza e profondità dell’opera: un libro che contiene complessi concetti di ecologia applicata all’acquario, ai suoi abitanti e alle alghe ivi presenti. Questi concetti sono ben presentati con un linguaggio semplice, ma non per que88
Una rassegna dettagliata dunque dei principali taxa animali e vegetali che è possibile ospitare, delle strutture trofiche bento-pelagiche e del detrito che vi s’instaurano. Non mancano concetti e nozioni circa specifici ambienti-tipo e biotopi in giro per il mondo: Reef corallini, acqua dolce, ambienti temperati ed estuari. Nota di merito va all’autore inoltre per lo sforzo nel promuovere il sistema di filtraggio ad alghe ATS (Algae Turf Scrubber). Questo sistema di gestione, trattato in questo stesso numero della nostra rivista, è una delle tecniche sicuramente più Le correnti in mare: Schematizzazione delle rotte delle più grandi correnti marine del globo
Il Turf algale: crescita e stratificazione del turf algale su di un algae scrubber
dinamiche dell’acqua (sia marina che dolce), all’importanza della luce nei processi di fotosintesi e al ruolo cruciale dato dagli input di energia (alimento) in un sistema chiuso. Vi è poi un’ampia discussione sui ruoli biochimici della fotosintesi, degli scambi gassosi, dell’anidride carbonica, dei nutrienti (nitrato, fosfato, silicato ecc.) nonché di tutti i processi di ri-mineralizzazione della sostanza organica e delle tecniche per lo smaltimento di tali nutrienti in acquario. L’ultima parte del libro discorre sulla componente biologica ed ecologica che può risiedere in un acquario. 89
ta di parametri chimici-fisici (luce, ossigeno, flusso di acqua ecc.) che l’autore non ha di certo trascurato di mostrare in modo preciso e dettagliato. A suddetta vasca viene poi abbinato un sistema di “wave generator”, decisamente poco visto in Italia ma molto usato al di là dell’oceano: il sistema consta di una piccola vasca di raccolta dell’acqua che ciclicamente rilascia in toto il proprio contenuto in acquario. L’energia derivante simula un’onda che si infrange sulla cresta del reef. Il sistema così costituito permette la trasmissione dell’enerProduttori primari: alcune piante marine
La distribuzione della luce in acquario: valori dell’irraggiamento in acquario e in mare
efficaci per limitare l’accumulo di sostanze azotate in acquario. Geniale l’idea della vasca a forma non rettangolare (la forma ricorda un po’ una “L”): la sua struttura peculiare permette la creazione di un ambiente eterogeneo composto da aree a corrente diretta, indiretta e profondità. Questa eterogeneità consente di poter ospitare l’animale entro la giusta nicchia ecologica, quindi animali presenti sulla cresta del reef, nelle lagune e animali sciafili riscontrabili più in profondità… insomma ciascuno al suo posto, proprio come in natura. La vasca così ideata necessi90
che lavorano “dietro le quinte” di un acquario ben avviato. Il libro è ricco di illustrazioni tecniche che possono inizialmente confondere e spaesare il lettore: vi assicuriamo che la paura è soltanto momentanea e , una volta trovato un posto tranquillo ove sedersi in tutta calma, il libro si lascia leggere amabilmente. È evidente d’altro canto come questo sia un libro impegnativo e complesso, assolutamente non adatto a chi vede l’acquario come un semplice oggetto d’arredamento o a chi si è soltanto da poco avvicinato a questo hobby. Animali insabbiatori: dettagli della infauna che è anche possibile trovare nei nostri acquari
Progetto di un impianto di acquacoltura con ATS: schema di un semplice impianto di acquacultura finalizzato alla riproduzione di Antozoi
gia cinetica nella parte alta dell’acquario lasciando la zona più interna e più profonda in una condizione di flusso “dolce” che simula le reali condizioni in mare. In definitiva nonostante la mole degli argomenti trattati, il libro si presenta di facile lettura: l’inglese utilizzato è semplice e alla portata di tutti; i termini tecnici sono ampiamente argomentati e resi fruibili ad un ampio pubblico, permettendo a tutti di avvicinarsi ai concetti di cellula, di assorbimento dei nutrienti, a concetti ecologici di popolazione, di rete trofica e di tutti quei processi 91
Il quarry del Ghanzi Trail Blazers Botswana (Africa australe) di Silvio Arnone rato stanziale creato per il popolo San (Boscimani) negli anni ‘70 del secolo scorso, per iniziativa del Dr. Hans-Joachim Heinz, parassitologo tedesco innamorato dell’Africa e dei Boscimani. Egli ha narrato la sua “avventura” fra i Boscimani del Kalahari nel libro “Namkwa”, distribuito in Italia da Rusconi; leggere la sua storia trasporta in un mondo che non è più e descrive i primi passi del cambiamento dello stile di vita di un popolo. “...nel 1972 Bere acquistò lo statuto di un progetto di antropologia scientifica, uno schema pilota a cui rifarsi in futuro, sostenuto in parte dall’Istituto Max Planck di Monaco, in parte dal denaro e dal materiale che sono riuscito a procurarmi in Sudafrica. Si ottennero anche delle borse di studio supplementari e studenti e altri volontari vennero nel Kalahari per aiutare a costruire l’insediamento. Il
Ghanzi dista 670 km da Gaborone, in direzione Nord-Ovest, è il centro più importante del Kalahari e tappa obbligata quando si è in viaggio per raggiungere il Delta dell’Okavango. La nostra impresa ha avuto luogo in ottobre, ovvero l’inizio della primavera a questa latitudine; il che significa più di 30 gradi di giorno e non meno di 18 gradi la notte. Kampala – Uganda 25 maggio 2012 Abbiamo lasciato Gaborone alle prime luci dell’alba, con l’aria ancora fresca e le strade insolitamente libere; si viaggia spediti mentre il panorama intorno assume forme e colori sempre più distinti. Il sole è già alto quando incrociamo un cartello stradale: “Bere”. È il nome di un villaggio sulla strada che conduce a Ghanzi, il primo agglome92
La mappa dell’area ove si svolge l’avventura citata nell’articolo risultato fu un isolato per le abluzioni, una casa per l’insegnante, una scuola (in parte), il negozio di Namkwa e una casa per lei. Più tardi furono aggiunte due locande, una conceria, un dispensario e un’officina. Quando la scuola fu costruita, Bere ottenne un insegnante, che in diciotto mesi formò un considerevole numero di giovani capaci di parlare, leggere e scrivere inglese e che conoscevano l’aritmetica elementare. Nel 1974 l’insegnante venne sostituito, per sviluppare un programma adatto ad una comunità che si evolveva. Fuori dalla scuola il bestiame era aumentato e comprendeva capre, cavalli, asini, bovini, polli e cani. Namkwa, grazie ad una spro-
Gli avvoltoi del Kalahari (foto dell’autore) 93
Un paio di indirizzi per ammirare delle belle fotografie sugli argomenti di questo articolo: http://www.nvcweb.nl/portal/index.php/afrika/artikelen/826-biotoop-west-en-centraal-afrika http://www.thomas-pritzkow.de/Aqua/Galerie/Bilder03.html Riporto anche una bella foto reperita a quest’indirizzo: http://www.thomas-pritzkow.de/Bilder-Joop/Tilapia-sparrmanii-02.jpg
porzionata richiesta di mucche, era diventata la più grande proprietaria di bestiame di Bere, con più di cento capi. Il progresso fu drammatico e gradualmente la speranza si trasformò in trauma. Bere era cresciuto troppo in fretta.” Queste poche righe estratte dal testo in questione, sintetizzano le difficoltà del cambiamento e lo sgomento dell’uomo di fronte alla “deviazione” del suo sogno. Oggi Bere è un anonimo villaggio del Kalahari; ho voluto visitarlo anche sperando d’incontrare almeno Namkwa, ma è passato troppo tempo. Tutti i protagonisti del libro sono morti e l’entusiasmo per il nuovo è svanito. Il silenzio avvolge le
Le temperature medie nell’area
Ghanzi Trail Blazers Quarry (foto dell’autore)
94
Ghanzi Trail Blazers (foto dell’autore)
Ghanzi Trail Blazers (http://www.ghanzitrailblazers.com/index.php?p=1), un “albergo” creato ristrutturando un villaggio di autentiche capanne boscimane. Agli ospiti viene offerta l’opportunità di andare in giro nella savana con i Boscimani, interagire con loro ed anche assistere ad alcune danze tradizionali, la notte. A parte gli interessanti spunti antropologici, la mia attenzione è stata attirata dal Quarry; si tratta di un laghetto facente parte delle facilities offerte. Si è creato quando estraendo pietre per la vicina strada in costruzione, è stata raggiunta una falda acquifera che ha dato luogo al laghetto. È un bel posto, adeguatamente strutturato; mi sono immerso nell’acqua fresca e trasparente dotato di maschera subacquea ed ho ammirato la vasta colonia di Tilapia sparrmanii. Coppie in riproduzione ovunque: i maschi o entrambi i genitori a guardia del nido e branchi vari in movimento. A chi ha pensato d’introdurli va tutta la mia ammirazione! Il fidato retino ha fatto come sempre il suo dove-
strade polverose e nulla è rimasto del primo periodo di splendore. Gli abitanti più anziani mi raccontano di quando c’era il dottore, di come era sempre presente nella loro vita e soprattutto di come l’ha cambiata. Tutto andava per il meglio all’inizio, poi, quando l’economia del luogo cominciò realmente a crescere, la gelosia degli amministratori della zona e varie speculazioni di bassa lega costrinsero il dottore a lasciare la guida della comunità nelle mani del governo; da quel momento si perse la positività dell’impresa. Incompetenza e corruzione ebbero il sopravvento, il fuoco sacro si spense. A malincuore mi congedo dai nuovi amici e lascio il villaggio privo dell’entusiasmo che mi animava all’arrivo. L’incontro lungo la strada con degli avvoltoi intenti a banchettare con la carogna di un animale, non fa che deprimermi ancora di più . Riprendiamo la strada che porta a Ghanzi, ove giungiamo nel primo pomeriggio fermandoci al 95
Tilapia sparmanii al Ghanzi Trail Blazers Quarry (foto dellâ&#x20AC;&#x2122;autore)
Tramonto sul Kalahari (foto dellâ&#x20AC;&#x2122;autore) 96
Tilapia sparmanii al Ghanzi Trail Blazers Quarry (foto dellâ&#x20AC;&#x2122;autore)
Esemplare maschio adulto di Tilapia sparmanii 97
Gli struzzi del Kalahari (foto dell’autore)
Tilapia sparmanii links: http://www.ecotravel.co.za/african-wildlife/animals/fishes-pisces/banded-tilapia-tilapia-sparrmanii.htm http://www.fishbase.org/summary/Tilapia-sparrmanii.html http://www.nvcweb.nl/portal/index.php/afrika/artikelen/826-biotoop-west-en-centraal-afrika http://www.thomas-pritzkow.de/Aqua/Galerie/Bilder03.html
re ed una decina di giovani esemplari è finita nel mio secchio, osservata con curiosità da alcuni ragazzi che certamente non riuscivano a capire cosa dovessi farci con pesci tanto piccoli. Lasciamo il quarry nel tardo pomeriggio, rientrando al “villaggio” in tempo per ammirare con calma un tramonto sul Kalahari. Dopo cena abbiamo ammirato alcune autentiche danze boscimane, sebbene il tutto venga preparato per la gioia degli ospiti, l’autenticità della scena è innegabile. Le danze si svolgono attorno al fuoco, accompagnate dai vocalizzi delle donne, integrati dal ritmico battere delle mani; le danze “d’intrattenimento” mimano momenti della vita reale, scene di
caccia, episodi particolarmente rilevanti nella vita del villaggio ed in genere tutto quel che è interessante per la comunità. Movimenti e suoni giungono dalla notte dei tempi, concentrarsi sulla scena equivale ad un ritorno all’alba dell’umanità. Ho realizzato un modesto filmato dell’evento; non si vede praticamente nulla, trattandosi di ripresa notturna, ma il suono è accettabile. È visibile a quest’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=vLU4vXE166c A chi desiderasse godersi un’interessante e ben articolata raccolta di canti e musica del popolo San (Boscimani), consiglio di far rotta su questa pagina: 98
http://sounds.bl.uk/Browse.aspx?category=Wor ld-and-traditional-music&collection=HJ-HeinzBotswana ove è archiviato il materiale registrato dal Dr. Heinz, circa cinquant’anni addietro. L’indomani mattina dopo colazione (scadente, in verità) lasciamo Ghanzi proseguendo verso Nord, l’arida savana del Kalahari appare ancora più selvaggia e l’incontro con un branco di struzzi che indugia poco lontano dalla strada m’induce a fermarci e a spegnere il motore, per godere ancora di più questi momenti d’Africa. La nostra meta finale è il Delta dell’Okavango. Un’altra storia da raccontare.
robusto e dal comportamento interessante. L’alimentazione deve essere prevalentemente vegetariana, i valori chimici dell’acqua non sono motivo di preoccupazione, dato che si trova a suo agio con pH 7 o superiore e GH superiore a 10; la temperatura non dovrebbe scendere sotto i 22 gradi ed essere superiore ai 25 per favorire la riproduzione. I colori del maschio sono particolarmente splendenti durante il periodo riproduttivo, che in natura va da novembre a marzo. È lui che sceglie il luogo per la deposizione, per poi scavare il nido nei pressi di una roccia o di una zona ricca di piante. Entrambi i genitori si preoccupano di ventilare le uova e le cure parentali proseguono anche quando i piccoli iniziano a nuotare. I miei amici dopo essere stati ospitati in una vaschetta (30 litri) sono cresciuti nella fontana in giardino (4000 litri) e l’anno successivo hanno messo sù famiglia.
Brevi note su Tilapia sparmanii Comune in Africa meridionale, temo difficile da trovare in commercio in Italia ma se vi capitasse l’occasione le soddisfazioni non mancheranno. Basti dire che si tratta di un ciclide per capire che ci troviamo di fronte ad un soggetto molto
Danza boscimana (foto dell’autore)
99
LA SCHEDA
Alga fico d’india Testo di Fabio Russo e Francesco De Rosa — foto di Fabio Russo
H a l i m e d a t u n a (J.V.Lamouroux, 1816) Divisione: Clorofite Classe: Cloroficee Ordine: Caulerpali Famiglia: Halimedacee
Descrizione: La forma è inconfondibile, il tallo è costituito da segmenti appiattiti e rotondeggianti uniti fra loro che gli danno l’aspetto del fico d’India. Il colore è verde, verde giallastro o bianco sporco a causa delle incrostazioni calcaree. Habitat: È un’alga sciafila, che ama le zone poco illuminate, è tipica dell’ambiente coralligeno ma è possibile osservarla anche a pochi metri di profondità, in ambienti poco illuminati come pareti esposte a nord o l’ingresso delle grotte, piccole cavità o le fessure fra gli scogli. Biologia: Può crescere come epifita su alghe più grandi. Durante il periodo riproduttivo le cellule interne si trasformano in cellule riproduttive (sporangi) che si accumulano sul margine di ogni segmento donando così all’individuo colore biancastro, Ambiente in vasca: Se non originariamente ancorata ad una roccia si può incastrare il piede in una roccia. Con il tempo aderisce e cresce riproducendosi facilmente se si ha l’accortezza di somministrare calcio (tramite reattore) e mantenendo un pH superiore ad 8,2. Illuminazione discreta ed una corrente d’acqua alternata e sostenuta Illuminazione: Tollera l’illuminazione Temperatura: Temperatura massima: 27°C; a temperature più elevate si sfalda. 100
A DEL MESE Osservazioni: Unâ&#x20AC;&#x2122;alga particolare per la sua forma che vive bene in acquario e dĂ un tocco diverso alla vasca Cure: Per farla riprodurre facilmente bisogna somministrare regolarmente calcio tramite il reattore e mantenere un pH superiore a 8,2 IncompatibilitĂ : Bosellia mimetica
101
Inserto da stampa Questo volumetto destinato al neofita che voglia allevar discus, prodotto dall’azienda Diskuszukt, tradotto dalla nostra redazione e regalato in esclusiva ai lettori di aquariophylia, è il risultato della cooperazione della rivista con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite dell’acquario d’acqua dolce. Nel corso dei prossimi numeri vi offriremo, in puntate mensili, i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle a un centro stampa per farle assemblare. Di fatto, si tratta di un altro regalo che aquariophylia fa a tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce. Come noterete, tutti gli argomenti sono riportati in forma molto sintetica, minima, per assicurare un’informazione essenziale, senza fronzoli al principiante. Si tratta di un sistema moderno e agile per mettere tutti in condizione di allestire il primo acquario per i discus. L’edizione originale in tedesco e la versione inglese possono essere scaricate dal sito Diskuszucht: http://www.diskuszucht-stendker.de/100,0,downloads,index,0.php (in tedesco) http://www.diskuszucht-stendker.de/gb/322,0,downloads,index,0.html (in inglese).
L’ALLEVAMENTO DEI DISCUS: notizie di base per cominciare VII parte
Traduzione di Rita Colognola dall’edizione originale tedesca pubblicata da Diskuszucht Stendker CAMBIO DELL’ACQUA E PULIZIA DELL’ACQUARIO Per un acquario di 180 litri (contenente circa 12 discus e altri pesci) vale la regola: un cambio settimanale pari al 10-20% o un cambio ogni due settimane del 30% del volume. Scopo dei cambi d’acqua è quello di mantenere nella norma i valori dell’acqua, cioè pH superiore a 5,0 e nitrati al di sotto dei 50 mg/l. In caso di comportamento anomalo da parte dei pesi (per esempio respiro accelerato) può essere necessario procedere a cambi dell’acqua fino al 90% del volume. I valori dell’acqua devono essere controllati regolarmente, così come è stato descritto nel paragrafo relativo ai valori e alla chimica dell’acqua. 102
are e conservare
103
Inserto da stampa
Breve ricapitolazione dei valori dell’acqua pH: misurare settimanalmente. Il valore del pH deve essere di circa 7; se, a causa dell’alimentazione o di un filtraggio efficace, scende a 6, si rende necessario un cambio d’acqua. Nitrati: con un filtro ben funzionante tale valore va misurato almeno ogni due mesi e prima di un cambio d’acqua (a meno che i pesci non mostrino un comportamento anomalo). Ammonio, ammoniaca e nitrati: in un acquario appena avviato dovrebbero essere misurati giornalmente, fino a quando il filtro, in condizioni di alimentazione completa, ha ridotto questi valori praticamente a zero. In seguito sarà necessario controllarli solo in caso di comportamento inusuale da parte degli animali. Breve ricapitolazione del cambio dell’acqua - lavarsi bene le mani - pulire le pareti, le piante e l’esterno del filtro - spostare la pompa e l’impianto di riscaldamento - aspirare l’acqua (circa 1/3 del contenuto dell’acquario) e i rifiuti - lasciare scorrere per alcuni minuti l’acqua fredda di rubinetto, poi riempire d’acqua corrente un secchio pulito 104
are e conservare - versare lentamente dal secchio l’acqua fredda di rubinetto nell’acquario, fino a raggiungere il livello precedente - rimettere pompa e impianto di riscaldamento al loro posto Preparativi per il cambio dell’acqua 1. lavare bene le mani con acqua corrente, senza sapone, con una spazzola, per eliminare resti, per esempio di creme, che potrebbero trovarsi sulle mani e che non devono in nessun caso essere introdotti in acquario 2. preparare gli oggetti necessari. Questi devono essere usati esclusivamente per la pulizia dell’acquario e i cambi d’acqua. È importante che non contengano residui di detersivi, perché questi possono essere estremamente dannosi per i pesci. Utensili utili per la pulizia e il cambio dell’acqua sono: un secchio, un raschietto, uno spazzolino da denti, guanti di gomma e un tubo flessibile per aspirare l’acqua e i rifiuti. 3. posizionare correttamente pompa e impianto di riscaldamento, spostandole sul fondo dell’acquario, in modo da mantenere il flusso anche in poca acqua. La pompa non deve mai rimanere
105
Inserto da stampa all’asciutto, perché questo la danneggerebbe.Anche l’impianto di riscaldamento deve essere sempre immerso in acqua e non deve mai trovarsi esposto all’aria quando è in funzione. Se viene spento durante le operazioni di pulizia, non dimenticare di metterlo nuovamente in funzione a operazione ultimata. Procedere con attenzione e lentamente, in modo tale che i pesci non vengano feriti da un raschietto tagliente e che non vengano spaventati da movimenti bruschi Pulizia dell’acquario e rimozione dell’acqua 4. pulire le pareti per mezzo di un raschietto 5. pulire le piante e la parete esterna del filtro (se è presente un filtro interno) rimuovendo alghe e residui di rifiuti per mezzo di uno spazzolino da denti (non usato) 6. rimuovere l’acqua, le alghe e i rifiuti per mezzo di un tubo flessibile, versandola in un secchio. Per avviare il processo di aspirazione dell’acqua, non aspirare l’aria contenuta nel tubo succhiando, ma procedere come segue: I. immergere completamente il tubo in acqua, in modo tale che l’aria contenuta nel tubo venga eliminata e sostituita dall’acqua II. chiudere con un dito un’estremità del tubo, porla nel secchio e togliere il dito, lasciando scorrere l’acqua Controllare che l’estremità del tubo si trovi sempre nel secchio e che questo non trabocchi. In questo modo eliminare circa 1/3 dell’acqua contenuta nell’acquario. Aggiunta dell’ acqua 7. usare esclusivamente acqua fredda di rubinetto; l’acqua calda che esce dai rubinetti in genere viene scaldata in un boiler di rame e può quindi contenere tracce di rame che non devono essere introdotte in acquario. Lasciare scorrere l’acqua per circa 3 minuti, in modo da non introdurre in acquario l’acqua che si trovava nelle tubature. Utilizzare preferibilmente una doccia, da tenere a una distanza di 10-20 cm (per rimuovere il cloro) dal secchio da riempire.Versare con attenzione l’acqua dal secchio nell’acquario, ripetendo l’operazione fino al raggiungimento del livello d’acqua necessario. Il modo più semplice di eliminare il cloro contenuto nell’acqua di rubinetto, è quello di utilizzare una doccia tenendola a circa 10-20 cm di distanza dal secchio o dall’acquario. In questo modo il cloro non è presente nell’acqua che viene introdotta in acquario. Questo è particolarmente importante perché il cloro è tossico per i pesci e può essere perfino mortale ad alte concentrazioni. Utilizzando una doccia l’acqua viene suddivisa in numerosi getti e ogni goccia d’acqua viene a contatto con l’aria permettendo al cloro, di abbandonare l’acqua disperdendosi in aria. Perciò raccomandiamo di utilizzare sempre questo metodo (N.d.R.: altri autori ritengono che ciò non sia sufficiente e suggeriscono l’uso di specifici prodotti anti-cloro). 106
are e conservare
107
Inserto da stampa Riempimento dell’acqua per mezzo di un tubo Prima di ogni uso lasciare scorrere abbondantemente l’acqua nel tubo, in modo da eliminare quella residua. Potrebbero infatti accumularsi sostanze dannose, che potrebbero causare fenomeni di avvelenamento in acquario. Anche in questo caso consigliamo l’uso di una doccia per eliminare il cloro presente e diminuire la formazione di bolle. L’utilizzazione di un tubo senza una doccia e ad una elevata pressione dell’acqua, provoca la formazione di numerose bollicine; questo può essere evitato collegando una doccia all’estremità del tubo. Le bollicine non sono innocue perché si fermano non solo su tutti gli oggetti contenuti in acquario, ma anche sulle branchie dei pesci provocando nei discus difficoltà respiratorie e persino morte per asfissia.
108
are e conservare L’unica cosa che si può fare contro queste bolle è aspettare che si dissolvano in acqua; se questo processo dovesse durare troppo a lungo o se i pesci dovessero dare segni di difficoltà respiratorie, mettete questi ultimi in una vasca da quarantena o, in caso di necessità, in un secchio (che non presenti tracce di detersivi), e attivate una pietra porosa. I pesci possono rimanere nel secchio per diverse ore. Riattivare l’impianto di riscaldamento e ripristinare il filtro nella sua posizione Eccezioni che richiedono un cambio completo (90%) dell’acqua: - Se si rilevano valori troppo alti di nitriti, innanzi tutto dimezzare la quantità di cibo, senza sospendere completamente l’alimentazione. Dal comportamento dei pesci si capisce se il livello di nitriti è troppo alto, perché rifiuteranno il cibo e la respirazione sarà pesante ed accelerata. Se questo dovesse succedere ai vostri discus, sospendete immediatamente l’alimentazione e procedete ad un cambio del 90 % dell’acqua. Solo quando i valori di nitriti, ammonio e ammoniaca sono scesi nuovamente a zero si può ricominciare lentamente ad alimentare i pesci. - Se la durezza totale è bassa (GH 0-5) bisogna cambiare più spesso l’acqua. Se il pH si dovesse abbassare, ad esempio, da 7,5 a 6,0, bisognerà procedere immediatamente ad un cambio dell’acqua, altrimenti il pH continuerebbe ad abbassarsi con conseguente aumento del contenuto di acidi.A un pH di 3,6 l’acidità è così alta che i pesci cominciano a morire. - Se la vasca contiene pochi pesci, i cambi d’acqua possono essere meno frequenti. Quando si rende necessario un cambio d’acqua del 90% e come procedere? Un cambio d’acqua del 90% è necessario in caso di avvelenamento! Quando i discus “saettano” attraverso l’acquario, probabilmente si tratta di un caso di avvelenamento. Questo può succedere, ad esempio, se si somministra più cibo di quello che il filtro può eliminare (avvelenamento da nitriti). Svuotare la vasca usando un tubo ed un secchio. Spostare il filtro, in modo che questo possa continuare a funzionare il più a lungo possibile e possa essere rimesso in funzione il più velocemente possibile una volta aggiunta l’acqua pulita. Aggiungere acqua alla temperatura adeguata (28°C) in modo tale che i pesci non si trovino in acqua troppo fredda. In questo caso sarà necessario usare acqua calda proveniente dal boiler, perché cambiando il 90% di acqua la differenza di temperatura sarebbe troppo grande. Versare il primo secchio d’acqua delicatamente lungo la parete frontale della vasca, in modo tale che i pesci, certamente spaventati dal basso livello dell’acqua, non reagiscano rischiando di ferirsi. 109
ERP scienza, cultura e div
110
PISA:
ertimento senza limiti
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a terza edizione di ERPISA, fiera dei rettili e anfibi, è stata il frutto di un’importante collaborazione fra l’associazione erpetologica ERPISA (titolare della manifestazione) e l’agenzia di organizzazione eventi Napoli Aquatica. La manifestazione, svoltasi nelle date 15 e 16 settembre 2012 su un’area expo di 3000 mq del Centro Commerciale JAMBO1 di Trentola Ducenta (CE), ha fatto registrare più di 14.800 visitatori nei due giorni d’apertura. Tantissimi i “grandi” appassionati presenti, numerosissime le famiglie con bambini, ai quali è stato concesso l’accesso in fiera gratuitamente. Un enorme successo che ha premiato gli sforzi organizzativi profusi. Oltre alla mostra mercato, ERPISA ha dato un prezioso taglio culturale, scientifico, formativo all’evento... atto alla corretta divulgazione della passione del meraviglioso mondo dei rettili e anfibi. Circa 200 postazioni espositive bene organizzate su un’area di circa 3.000 mq, i tantissimi animali in esposizione provenienti da tutta Europa e il precorso didattico realizzato per l’occasione, hanno reso ERPISA 2012 un’esperienza emozionante per i migliaia di visitatori presenti. Circa 15.000 visitatori in due giorni si traduce in un numero che incoraggia a far sempre di più per il team organizzativo. Una risposta che indica la corretta direzione intrapresa. Le parole del Presidente dell’Associazione culturale Erpisa, Marco Rinaldi: “In Italia, il mondo dei rettili e anfibi è un mondo talvolta messo in disparte, dove le corrette informazioni non sono alla portata di tutti. ERPISA è un progetto culturale che tende a far conoscere il fascino questi animali a un pubblico sempre più vasto. Questo per favorire la divulgazione dello studio dei rettili e degli anfibi e la loro riproduzione, la ricerca scientifica e la protezione dell’ambiente, nonché la crescita del settore” sono in perfetta armonia con gli intenti di Napoli Aquatica che, da sempre, punta alla divulgazione e cultura… cercando di coinvolgere nuclei familiari, curiosi e grandi appassionati nei propri eventi. Di fondamentale importanza sono state le collaborazioni con il JAMBO1, le Istituzioni locali e organi atti al controllo, che hanno dimostrato una costante attenzione e interesse in eventi con tali nobili obiettivi.
L
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OLTRE A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro Uno studio High-Tech
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mese prenderemo in considerazione l’arredamento di un ambiente moderno, da utilizzare come studio o come area di lavoro. Potrebbe trattarsi anche di un moderno salone, però, o dell’anticamera di un professionista. Quindi, come sempre, cercate di immaginare una soluzione adeguata alla vostra personale situazione. Come dicevamo, l’ambiente è ampio e moderno e contiene delle vistose travi in cemento armato e vari tavoli di lavoro, alcuni dei quali occupati da attrezzature elettroniche moderne. Anche le sedie disposte intorno ai tavoli sono elementi di grande pregio, certamente firmate da rinomati stilisti. Le pareti sono state tinteggiate con tinte forti e solari, che fanno risaltare le attrezzature al centro, e l’ambiente è illuminato da un ampio lucernario, che conferisce una dimensione spaziale alterata, a causa delle ombre schiacciate al suolo per gran parte del giorno. I balconi danno su un panorama di ampio respiro e la luce marina che penetra il salone fa da contrasto ai colori caldi che caratterizzano le pareti ed il pavimento lucido di marmo. Si tratta senza dubbio di un ambiente affascinante e di grande carattere, che non potrà non stupire il visitatore occasionale, garantendo una dimostrazione di autorevolezza e forza. Eppure manca qualcosa… guardatelo… si tratta di un ambiente piacevole e dalle linee pulite, ma privo di anima. Certamente: manca un acquario! Inserire una struttura classica per sostenere l’acquario in questo ambiente servirebbe a rendere la vasca “estranea” al resto, isolandola senza aggiungere molto all’aspetto del nostro ufficio. Decidiamo quindi di utilizzare uno dei tavoli di lavoro come sostegno, così da inserire il mondo acquatico ed immergerlo completamente nel complesso lavorativo. Utilizzeremo una vasca bassa ma ampia, di dimensioni 180 x 120 x 35 cm (altezza). La forma della vasca, che garantisce ampi scambi con l’atmosfera, permette di limitare l’attrezzatura tecnica da utilizzare. La dispersione termica però è notevole e bisognerà utilizzare un termoriscaldatore “robusto” per assicurare la temperatura ideale per un acquario marino tropicale. La vasca infatti è aperta, bordata nella parte alta da una fascia semi-trasparente di colore celeste. La sua illuminazione è fornita dallo stesso lucernario per cui eviteremo l’aggiunta di neon od altre strutture esterne che ne altererebbero le linee pulite. A questo scopo, purtroppo, il problema principale è costituito dal filtraggio, che imporrebbe la presenza di strutture ingombranti e poco piacevoli alla vista. Pertanto è stato escogitato un espediente tecnico. Al centro della vasca, tra le madrepore, abbiamo sistemato due tubi di entrata ed uscita, che passano sotto la vasca mediante due passabotte ben fissati alla parete di fondo. Sotto il tavolo questi due tubi giungono in un armadio presente al termine del supporto, ove è sistemato un filtro esterno a canestro. In questo modo la presenza del filtro non è intuibile e l’acquario fa bella mostra di sé apparendo puro, aperto, intangibile, quasi etereo. L’acqua peraltro ondeggia lentamente ed il movimento, prodotto da un generatore di onde collegato a 3 pompe di movimento, è ben percepibile dall’alto data la posizione della vasca aperta. L’arredamento è costituito da scheletri di madrepore e poche alghe sciafile. È esclusa la presenza di coralli vivi, che soffrirebbero per la luce troppo scarsa. Aggiungiamo invece una folta popolazione ittica costituita da due sole specie, in modo da creare un contrasto logico nell’aspetto “vivo” della vasca. Osservate ora la differenza. Notevole vero? Ebbene sì, con l’acquario anche l’ambiente più elegante fa un gran salto di qualità e diviene “vero” e “vivo”.
Questo
ATTREZZATURA TECNICA Vasca in vetro extra-chiaro con bordature colorate di misure: 180 x 120 x 35 cm Volume lordo della vasca: 756 litri Filtro esterno a bicchiere: Eheim Professional 3e 700 Termoriscaldatore: 3 Eheim-Jager 300 watt Pompe di movimento: 3 Tunze Turbelle collegate a generatore di onde Tunze multicontroller Arredamento: sabbia corallina e scheletri di madrepore
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NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve L’estate dura ancora per i nostri autori: beati loro!
L’argomento ha meritato fiumi d’inchiostro e metri
Nonostante i ritardi accumulati, abbiamo in serbo
di pellicola cinematografica oltre che dibattiti ani-
per voi una serie di cose interessanti, tra le quali
mati da furore non ancora del tutto sopito.
vogliamo rammentare le seguenti:
Poco importa al viaggiatore affascinato dalla maestosità del luogo, la mente volge al ricordo di quan-
Link: aerazione. Per la serie dei link da cliccare per
to letto, alle fotografie del passato e del presente di
imparare ed approfondire, parleremo di aerazione,
questo gigante d’acqua che dall’Equatore giunge
un argomento centrale in acquariofilia sino a pochi
al Mediterraneo, mentre l’occhio spazia intorno per
anni fa ed oggi caduto un pochino in disgrazia.
godere finalmente dal vivo questo grandioso spet-
Eppure si tratta di un processo indispensabile in
tacolo della natura. Il nostro inviato vi guiderà
qualsiasi tipo di acquari, anche se in alcuni casi
ancora una volta in luoghi affascinanti, alla ricerca
occorre contenere gli scambi gassosi per conser-
delle fonti dell’acquariofilia.
vare maggiori concentrazioni di acido carbonico. In acqua marina, al contrario, in assenza di una cor-
Il comportamento aggressivo dei Piranha. I gruppi di
retta aerazione si assisterà a precipitazioni succes-
piranha dal ventre rosso (Pygocentrus nattereri)
sive, in grado di compromettere definitivamente gli
hanno una temibile reputazione; tuttavia, la varietà e
equilibri pH. Tutto da leggere insomma, se avrete la
l’abbondanza dei predatori degli stessi piranha nelle
pazienza di attendere un solo mese ancora!
foreste del Rio delle Amazzoni in cui vivono, indicano che una ragione importante per la formazione di
Mediterraneo: filtro ad alghe. Continueremo il
gruppi può essere la difesa dai predatori.
discorso iniziato questo mese a proposito di que-
L’aggregazione ha una funzione di copertura e di
sto sistema filtrante molto efficiente, spesso
difesa in questa specie, alla quale saremo introdotti
dimenticato dagli acquariofili perché altri filtro
da un articolo a cura di un esperto appassionato.
appaiono più tecnologici e moderni. Dopo grandi entusiasmi e qualche delusione per il berlinese
Rubrica poesie: Fialba. Avete compreso il titolo?
puro e per il DSB è apparso evidente che ci sono
Neppure noi, quando abbiamo provato a decifrar-
gruppi animali con esigenze ben diverse, e che il
lo col cervello. Andando poi di cuore abbiamo
berlinese puro tende ad essere un ambiente “affa-
compreso che si tratta di un altro viaggio, quasi
mante” per i filtratori in senso lato, spugne, ascidie,
come quello precedente, solo che questa volta ci
sabelle, bivalvi e anche gorgonie. Talvolta la solu-
avventuriamo nell’animo tenero di tutti voi, per rac-
zione può essere costituita da un filtro ossidante.
contarvi una fiaba novella. Ancora non avete com-
Ma anche in questo caso dovrete attendere per
preso? Allora dovete proprio leggere questa mera-
conoscere il resto della storia!
vigliosa poesia. Coraggio: manca solo un mese!
Reportage: alle sorgenti del Nilo. È il Nilo il fiume
Pesci rossi. Vi sono mancati vero? Per motivi tecni-
più lungo del mondo? Ancora oggi la questione è
ci in questo numero abbiamo dovuto soprassedere
aperta e contribuisce a mantenere vivo l’alone di
alla pubblicazione dell’articolo dedicato al beniamino
leggenda che aleggia su queste acque.
di tutte le case italiane. Ma continueremo nel prossi-
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mo, riprendendo il tempo perduto ed onorando,
micamente che, come suggerisce il nome verna-
quindi, le promesse fatte il mese scorso.
colare, ricorda vagamente i rami del corallo rosso. Ne parleremo diffusamente in una scheda dedica-
ComeSiFa. Questa rubrica, tra le più seguite della
ta a tutti gli appassionati del Mediterraneo, nel
nostra pubblicazione, si basa sui filmati di Antonio
numero di novembre.
Piccolo. Il prossimo mese il nostro regista ci propone ancora una intervista esclusiva. A parlare sarà
Naturalmente questi sono alcuni degli argomenti
un esperto della Sera, che ci parla di allestimento
che intendiamo proporvi, assieme alle classiche
di un acquario partendo da acqua di rubinetto e di
rubriche, come quella del Carassio, le lettere, i test,
vari sistemi di filtrazione. Ancora una volta, grazie
le recensioni, le notizie dalle associazioni. Sarete
ad aquariophylia, potrete incontrare faccia a faccia
voi a fare la rivista definitiva, come sempre, scriven-
i maggiori produttori italiani, per scoprire cosa ci
do in redazione per comunicare i vostri desiderata.
riservano le nuove tecnologie.
Perché aquariophylia è vostra, di tutti voi, ed è nata per offrirvi quanto di meglio possiate desiderare.
Myriapora truncata. È un briozoo coloniale facil-
Fateci conoscere dunque le vostre richieste, affin-
mente riconoscibile dalla forma ramificata dicoto-
ché possiamo accontentarvi.
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE! Come vi è parso questo numero? Niente male vero? Come sempre ci è costato fatica, ma lo abbiamo prodotto con gioia e passione, come sempre. Speriamo dunque di aver incontrato i vostri gusti, ma in caso di dubbi non esitate a scriverci e provvederemo a correggere la rotta. Naturalmente la prima lettura è solo l’inizio. Scoprirete che rileggendo le pagine precedenti e cliccando sui vari link offerti, si apre un mondo di esperienze che richiederà un mese intero per essere esplorato. Noi stiamo lavorando già al prossimo numero, che precederà le festività natalizie. Speriamo che l’atmosfera frizzante dei tempi che ci attendono sia propizia per stimolare i vostri contributi e le vostre considerazioni. Aquariophylia, infatti, sarà orgogliosa di presentare i vostri contributi e le vostre opinioni su articoli, prodotti, concetti. Siamo qui per promuovere un attivo scambio di informazioni e di idee. Dunque fatevi sotto, perché la vostra rivista ha bisogno della partecipazione di tutti.