A...periodico 15

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volantino di informazione e diffusione delle attivitĂ culturali, sociali e sportive


N

onostante

le

mo, da un punto di vista

difficoltà an-

soggettivo certamente, ma

che quest’an-

aperto a quanti volessero

no l’A…periodico vede la

partecipare a questo picco-

luce. Il progetto, nato nel

lo grande progetto. Siamo

2010, riesce ad avere con-

arrivati a 15 numeri che

tinuità

consolidata

raccolti insieme iniziano a

forma on-line e a propor-

dar vita ad un documento

re per i lettori di oggi e di domani un punto di rife-

a nostro parere interessan-

rimento ricco di curiosità

il nostro indirizzo e-mail Hanno collaborato:

che andiamo a scovare e

se volete inviarci le vostre

documentare con lo spirito

osservazioni e i vostri com-

di voler fare una “fotogra-

menti:

fia” del tempo in cui vivia-

aperiodico@email.it

nella

Indice

tissimo sul tempo. Ricordo

Un’enigmatica struttura nel Bosco di Diana FAI Giovani Frosinone Il Teatro Romano di Ferentino tra i luoghi del cuore FAI ULTIMI - Associazione per la legalità Alberto “Canassotto” Galassi Massimo Scaligero Franco Tarantino

Durante la lavorazione del presente numero abbiamo appreso con grande dispiacere la triste notizia della dipartita dell’amico Fabio Podagrosi. Lo ricordiamo in special modo tra gli ideatori e fautori del festival chitarristico FERENTINO ACUSTICA. un saluto a Fabio

informazioni ai sensi

delle leggi n.47/48 e n. 62/01

A...periodico Volantino di informazione e diffusione delle Attività Culturali, Sociali e Sportive www.aperiodico.info facebook/volantino.aperiodico www.chicory.eu

Coordinamento: Andrea Fontecchia Venanzio Cellitti

Sirio Villani Alessandro Cocco Ass. ULTIMI - Presidio di Ferentino Alberto Galassi “Canassotto” Tinazio Lamanonca Franco Tarantino Luogo della pubblicazione: Ferentino Anno pubblicazione: 2016

Impaginazione e Grafica: Venanzio Cellitti

Immagine di Copertina: Foto inedita della riscoperta di Mura Poligonali alla destra di Grotta Para Disclaimer e copyright:

La presente pubblicazione è soggetta ad aggiornamenti non periodici e non rientra nella categoria del prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare come stabilito dalla legge 8 febbraio 1948, n. 47 e legge 7 marzo 2001, n.62. Le fotografie pubblicate sono di esclusiva proprietà dei singoli autori, pertanto tutto il materiale pubblicato è coperto da copyright ed il suo utilizzo è consentito esclusivamente previa autorizzazione scritta del titolare e/o acquisto dei diritti di utilizzo. Le fotografie ove compaiono delle persone sono state realizzate cogliendo momenti di vita quotidiana in luoghi pubblici e sono state realizzate senza scopo di lucro, con intento esclusivamente culturale e artistico, come consentito dalla normativa vigente sulla privacy. I soggetti ritratti potranno in qualsiasi momento e senza nessuna spiegazione chiedere che vengano rimosse dalle gallerie e nodal database se lo ritenessero necessario. per la pubblicazione su questa testata contattare:

aperiodico@email.it


Un’enigmatica struttura nel Bosco di Diana Le notizie orali riguardo una grotta

no anche se la grotta non era come

inghiottitoio per accumulo di acqua

naturale, posta al confine tra Feren-

oggi. Finita la guerra infatti divenne

ma quale funzione possa aver avu-

tino e Morolo, sono alquanto scarne

il rifugio di una famiglia povera che

to in origine ad oggi non ci è noto.

per via del fatto che, alla fine della

l’ha abitata fino alla fine degli anni

Mentre scriviamo stiamo cercando

seconda guerra mondiale, nel vialone

‘60 del secolo scorso quando ebbero

di datare il manufatto e contestualiz-

che da sud arriva “all’inghiottitoio”

una casa popolare in Ferentino. Que-

zarlo storicamente per ipotizzarne la

visibile nelle foto, erano stati uccisi

sta famiglia, di cui tacerò il nome, era

funzione. Se riusciremo nell’impresa

dei soldati tedeschi i cui corpi spa-

composta dal quattro persone, i geni-

non mancheremo di documentarlo

tori e due figlie.

in futuro ad oggi però, ci premeva

Il capofamiglia, ritornato dall’e-

attirare l’attenzione sul sito con le po-

migrazione in Argentina aveva

che e scarne notizie che siamo riusciti

perso denaro e terreni in seguito

a raccogliere.

a questioni di tasse non pagate e con essi la casa. In verità non è ricordato come uomo cui piacesse particolarmente

lavorare.

Viene ricordata di più la figura della moglie che, nella tradizione orale ha dato il nome al luogo. La grotta naturale, nella quale viveva la famiglia è ancora ben conservata e “leggibile”. L’attenzione sul sito è però stata attirata dalla struttura che la famiglia usava per tenere le galline e il maiale. in alto: La struttura vista dall’alto; l’interno visto dall’entrata; l’entrata sulla destra: La grotta interno e ingresso

Questo sito, a pochi metri dalla grotta, è particolare sia per la

ventavano i pastori che frequentava-

forma e posizione, di forma

no l’area e quindi la evitavano. Questo

circolare (ha circonferenza

accesso è oggi pressoché impraticabi-

di 430 cm, molto precisa nei

le per la vegetazione. La zona era fre-

vari punti rilevati) e posta a

quentata soprattutto dai pastori per il

mezza costa non sembra es-

pascolo. La grotta naturale, così come

sere stata una torre, da qui

l’inghiottitoio ovviamente già c’era-

abbiamo supposto essere un

A.F.


FAI GIOVANI FROSINONE - DA SETTE RAGAZZI FERENTINATI PARTE UNA “RIVOLUZIONE” Sono, ahimè, trascorsi oltre due anni da quando un caldo venerdì di Luglio, sette ragazzi Ferentinati crearono anche in Ciociaria un gruppo FAI Giovani. Secondo assoluto nel Lazio dopo quello di Roma. Il FAI -Fondo Ambiente Italiano- è una Fondazione nazionale riconosciuta senza scopo di lucro, la cui mission è la “tutela, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e naturale italiano attraverso il restauro e l’apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici. Promuovere l’educazione e la sensibilizzazione della collettività alla conoscenza, al rispetto e alla cura dell’arte e della natura e l’intervento sul territorio in difesa del paesaggio e dei beni culturali italiani”. E’ stato fondato nel 1975 a Milano da Maria Mozzoni Crespi su spinta di Elena Croce, figlia del noto filosofo Benedetto Croce. Risponde ai suoi scopi costitutivi attraverso le Delegazioni Provinciali ma anche attraverso i Gruppi FAI Giovani che si occupano di organizzare eventi culturali dedicati a un ampio pubblico e di attrarre volontari giovani (18-35 anni) che hanno voglia di rimboccarsi le maniche e mettersi a disposizione per valorizzare il proprio territorio. A questa struttura afferiscono in tutta la Penisola oltre 7000 volontari. Dai sette originari ragazzi di Ferentino il gruppo FAI Giovani Frosinone si è presto espanso e attualmente conta oltre 30 volontari provenienti da tutta la provincia, attivi a vario livello, organizzano eventi con cadenza mensile su tutto il territorio della provincia. Eventi dediti alla riscoperta di antichi borghi, castelli, abbazie e in molti casi anche di perle nascoste e molto particolari che in altre occasioni è difficile visitare. Oltre ad organizzare eventi sul territorio il FAI Giovani si confà anche di una rete nazionale che unisce queste realtà presenti ormai in molte province e che, crea una grande connessione anche turistica fra le varie realtà. Molto attiva è la connessione fra il Gruppo FAI Giovani Frosinone e il Gruppo FAI Giovani di Roma grazie alla quale molti visitatori dalla capitale hanno scelto di venire a visitare i nostri meravigliosi luoghi. Altre importantissime realtà sono gli eventi nazionali organizzati dalla Fondazione e che il Gruppo FAI Giovani, in collaborazione con la delegazione, organizza sul territorio.

Di grande successo sono state le Giornate FAI di Primavera organizzate a Ferentino nel 2015, successo replicato anche ad Anagni nel 2016. Una ottima FAI Marathon organizzata ad Alvito nel 2016. Eventi che hanno attirato migliaia di visitatori in Ciociaria anche da fuori regione. Un aspetto decisamente importante di questa attività è il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole: anche in provincia di Frosinone sono stati formati numerosi “Apprendisti Ciceroni” (ragazzi delle classi quarte e quinte delle scuole superiori) che hanno studiato i nostri meravigliosi beni e che hanno fatto da guida ai visitatori che sono giunti dalle varie manifestazioni. Educare i ragazzi al rispetto del bene comune e alla conoscenza del bene culturale è la chiave di volta per creare un futuro popolo di cittadini che tornino ad amare il patrimonio e a rispettarlo. Notevole impatto hanno avuto anche le “Mattinate FAI per le Scuole”, in cui singoli beni vengono aperti al pubblico dove gli “Apprendisti Ciceroni” fanno da guida. Grandi battaglie sono state affrontate anche per inserire significativi luoghi nel “Censimento dei Luoghi del Cuore” organizzato dal FAI con cadenza Biennale. Nell’edizione 2014/2015 i comitati affrontarono una grande raccolta firme per la Certosa di Trisulti, ottenendo un grande risultato di visibilità nazionale mentre, alla data in cui scrivo, è in corso un grande dispiego di forze e uomini per la raccolta firme destinata alla promozione del Teatro Romano di Ferentino. Mentre un Comitato locale è riuscito ad inserire nel Censimento anche il Teatro Comunale di Fiuggi. Doppio risultato che rappresenta un grande vanto per tutta la Ciociaria. Dopo questo breve excursus degli eventi salienti finora avvenuti ho il piacere di concludere questo articolo con la considerazione di un fatto ancor più significativo di tutta l’attività riportata, ossia la creazione della rete del Gruppo FAI Giovani Frosinone. Questa comprende infatti volontari da tutta la provincia: Sora, Fiuggi, Frosinone, Ferentino, Serrone ecc. Ragazzi che si offrono come volontari in eventi organizzati al di fuori del loro paese. Segno inconfondibile che uscire dall’ombra del proprio campanile sia la chiave di volta per ridurre le rivalità che intercorrono fra i novantuno comuni della provincia e cominciare a ragionare come un unico grande comprensorio con enormi capacità turistiche. Alessandro Cocco


IL TEATRO ROMANO DI FERENTINO TRA I LUOGHI DEL CUORE FAI Ferentino, 01.12.2016

Si è conclusa il 30 novembre la fase di raccolta voti per l’inserimento del Teatro Romano di Ferentino tra i luoghi del Cuore, 8° censimento indetto dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) ed a cui, come noto, il monumento ferentinate ha partecipato seguito da un comitato di cittadini formatosi ad hoc. I risultati raggiunti, con l’ultima spedizione avvenuta nel giorno della chiusura sono lusinghieri. Partiti in sordina ma spinti dalla passione di voler dare un contributo tangibile alla società di riferimento, si è arrivati alla rispettabilissima soglia di 10.751 voti raccolti. Voti che dovranno essere vagliati dal FAI e che saranno resi pubblici nella conferenza stampa prevista dal Fondo nel mese di febbraio 2017. Questo traguardo è però solo una prima fase del censimento che, all’ottenimento di una targa commemorativa per il teatro ferentinate quale “luogo del cuore”, per cui bastavano 1500 voti, prevede la presentazione di un progetto di valorizzazione di cui il comitato promotore sta già valutando i termini e modi perché sia appetibile. Sicuramente il traguardo raggiunto è lusinghie-

ro per il riscontro ottenuto ma, siamo anche consapevoli che i comitati per i monumenti che ci precedevano o ci seguivano a breve distanza nella classifica, non sono certamente rimasti con le mani in mano. Questo risultato, al di là dell’esito finale, deve essere posto ad esempio per la valorizzazione del territorio e per l’inserimento di tutti i beni in questo e altri circuiti di interesse turistico. I ringraziamenti per quanto fatto vanno in primis ai componenti del comitato e ai simpatizzanti vicini e lontani che hanno dato il contributo maggiore in termini di impegno, tempo e denaro. Tutto questo “gioco” ha avuto una spesa viva di circa 200 euro interamente sostenuta dai promotori. In secundis, va riconosciuto l’impegno dell’amministrazione comunale che con le oltre 2.300 firme consegnateci quando ne avevamo spedite oltre seimila, ha ridato lo slancio che ha permesso l’ulteriore sacrificio che ci ha consentito di superare l’ambita soglia dei diecimilamila. Con questo lavoro abbiamo costruito un ponte tra il dire e il fare. Con il confronto si può fare ancora molto per la nostra società che è viva e lo ha dimostrato con i fatti. Il portavoce del comitato: Andrea Fontecchia

degrado o sociale e la lontananza dello Stato e delle Istituzioni rappresentano per le organizzazioni criminali terreno fertile per la diffusione dei loro traffici e per “assoldare manovalanza criminale”. L’Associazione “Ultimi” è un’associazione, aconfessionale, apartitica e si attiene ai seguenti principi: assenza del fine di lucro, anche indiretto, quindi divieto assoluto di speculazioni di qualsiasi tipo, divieto di distribuire, direttamente e indirettamente, utili e avanzi di gestione, fondi, riserve e capitale, democraticità della struttura, solidarietà, trasparenza amministrativa o fiscale, elettività, gratuità delle cariche associative, esclusione dei soci temporanei, divieto di svolgere attività diverse da quelle istituzionali ad eccezione di quelle ad esse strettamente connesse e/o accessorie, gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti i quali svolgo-

no la propria attività in modo personale, spontaneo, animata da spirito di solidarietà ed attuata con correttezza, buona fede, probità e rigore morale. Gli scopi specifici di Ultimi sono: diffondere nella comunità i valori della legalità e della lotta a tutti i fenomeni mafiosi e ciò in special modo attraverso azioni di educazione dei giovani e di sostegno a persone in condizioni di concreto disagio economico-familiare e/o di emarginazione sociale, specie in territori degradati e con particolare densità di persone in precarie condizioni socio-economiche, nella consapevolezza che la dispersione scolastica, lo stato di bisogno, la situazione di

A Ferentino il presidio dell’Associazione onlus Ultimi nasce nel 2016 grazie all’interessamento di don Aniello Manganiello che giunge in città in qualità di vice parroco della chiesa di Sant’Agata, proveniente dagli ambienti di Scampia, località partenopea nota per l’alto tasso di criminalità, in cui l’operato di don Aniello, con l’associazione da lui creata, è ancora attivamente presente per dare una speranza al disagio presente. A Ferentino questa Associazione ha trovato terreno fertile in persone impegnate nel sociale e con la voglia di voler fare qualcosa di concreto per i disagi della città e della valle del Sacco in cui si vanno scoprendo man mano le violenze ambientali perpetrate.


A l b e r t o

Alberto Galassi in arte Canassotto è sic ur amente uno dei personaggi più noti di Ferentino,di molte parti della provincia e anche oltre. Questo articolo nasce in seguito ad un’intervista fatta nel dicembre del 2016 per omaggiare questa folcloristica figura di uomo simpatico ed affabile la cui presenza ha segnato un’epoca. Canassotto c’è sempre stato con il suo furgone, la sua musica e i suoi gelati, dai tempi dei nostri genitori a quello dei nostri figli. A ben vedere anzi, si può affermare che siano almeno quattro le generazioni che lo ricordano e che possono essere scandite dalla sua presenza di gelataio ambulante. Nato alla fine della seconda guerra mondiale (30.11.1945) si è trasformato nel personaggio che conosciamo attraverso i casi della vita e la passione con cui l’ha vissuta. Tra i primi ricordi racconta, che nel luglio del 1959, all’età di 13 anni e mezzo, insieme alla madre si trovava a Fiuggi presso la pensione Regina Pacis dove la donna lavorava stagionalmente. Conosceva bene l’italiano, il francese ed il latino per aver frequentato la scuola dalle suore francescane in Ferentino e 2 anni a Roma presso l’opera Don Guanella (in cui non ultimò neanche gli studi di scuola media). Accortasi di queste sue conoscenze linguistiche, la proprietaria della pensione lo manda ad accogliere i turisti in arrivo in Piazza Spada, nei pressi della stazione. Fiuggi in quel periodo era frequentata dalla borghesia romana che arrivava con il trenino passando da Alatri. A Fiuggi, durante una commissione serale, vede per la prima volta un macchinario per fare il gelato in funzione dietro una vetrina. Resta colpito da quell’uomo con quello

strano macchinario e decide lì che nella vita avrebbe fatto il gelataio nonostante non avesse ancora mai assaggiato un gelato. Torna a Ferentino con il padre, dopo qualche mese di lavoro a Fiuggi, per aiutare in casa dove il genitore provvedeva alle due sorelle e al fratello. La madre torna a stagione finita riportandogli una “mancia” dalla signora della pensione di 5.000 lire (al tempo un asino costava 14.000 lire, riporto il paragone perché i soldi furono usati dal padre per comprarne uno). La famiglia cerca di fargli sostenere l’esame di licenza media ma l’insegnante Lidia Cialone non lo accetta come privatista e viene mandato dal maestro Cocumelli (Carlo?) a prendere ripetizioni. Data la buona preparazione già dopo un mese il maestro lo lascia ad insegnare agli altri ragazzi che aveva a ripetizione quando doveva uscire per delle commissioni. Passa l’esame di ammissione ma vogliono rimetterlo in prima e così abbandona definitivamente gli studi. A Ferentino, nella struttura del bar Vascello c’era la gelateria di “nonno Pitto”, al secolo Pietro Palombo, noto mastro gelataio del tempo. Vi si reca con la madre per apprendere il mestiere ma questi lo rinvia a marzo non essendo più periodo di gelati (era autunno inoltrato). Trova quindi occupazione come falegname per tre mesi dall’artigiano Armando Monti che aveva bottega nei pressi del bar Giorgi (in via Marconi, nella strada che da Collepero porta al cimitero, sulla sinistra). Il padre, per arrotondare, faceva scope di saggina che Alberto andava a vendere ad Alatri il venerdì, per 100 lire l’una (ne portava 25/30 per volta). Nel 1960 aiuta principalmente il padre in campagna. L’8 aprile del 1961, la famiglia abitava in zona porcareccia. Una zia, Ermelinda, lo accompagna al bar di Sergio Collalti in Piazza Mazzini che lo prende a lavorare in sostituzione di un ragazzo che era partito

G a l a s

per il servizio militare. Sergio Collalti preparava il materiale per fare i gelati in contenitori di rame zincati che portava a “Nonno Pitto” per lavorarli. Alberto entra così in contatto con quel maestro che gli insegna quei segreti che conosce, compresi i primi rudimenti di marketing. Lavora da nonno Pitto il sabato e la domenica e questi, l’anno successivo, gli consiglia di lasciare il servizio da Collalti per andare a lavorare al bar Fagiolo (da Leopoldo) che era anche pizzeria. Al bar di Leopoldo riceve una paga di 30.000 lire (da Collalti erano 10.000). Durante questo servizio, durato due anni, rubando i segreti con gli occhi impara le ricette per fare i gelati. Ancora su consiglio di Nonno Pitto lascia il servizio da Leopoldo per andare a lavorare in zona di mare, ha come riferimento “il velletrano” a Foce Verde (LT). Aveva circa 18 anni e mezzo. A Foce Verde lavora inizialmente in una pescheria, per quindici giorni in prova, e impara a spinare il pesce. Finito il periodo di prova non si accordano sul prezzo e lascia la pescheria. Va quindi a lavorare in un ristorante dove fa due stagioni estive e una invernale (tra il 1964 e il 1965). L’8 gennaio del 1966 presta servizio militare a Vercelli dove lavora nella mensa ufficiali. Si congeda il 15 marzo 1967. La mattina del 17 marzo 1967 mentre era dal barbiere apprende la notizia che Leopoldo sta vendendo la macchina per il trasporto e vendita di gelati, una Topolino targata FR14779. Si presenta per acquistarla e la prende per 500 mila lire, 300 mila contanti e 200 in cambiali. Inizia a lavorare il 19 marzo 1967. Si ferma qualche giorno per fare dei lavori alla macchina e dal 12 aprile riparte per non fermarsi più! Durante l’uscita del 19 marzo incas-


s s i

: “ C a n a s s o t t o ”

sa oltre 19mila lire, 7mila in quella del 12 aprile, 14mila in quella del 13 aprile. Tutte uscite interne al paese. Inizia poi a girare per le campagne dopo qualche giorno, alla festa del Sacro Cuore nel quartiere Tofe, resta per la prima volta senza gelato! Agli inizi di aprile del 1967 presenta domanda al comune di Ferentino per la licenza di venditore ambulante itinerante per le province di Frosinone, Latina, L’Aquila e Campobasso per alimentari e gelati. A settembre del 1969 acquista un furgone Fiat 238 per un milione di lire. Nel gennaio successivo commissiona alla ditta Palladinelli delle modifiche all’auto per fare una gelateria ambulante itinerante. Concordano le modifiche per 2.850.000 lire per lavori da fare in legno e acciaio inox. Gira con la Topolino fino al 1970. Alla metà di giugno compra la licenza di Loreta Colozza, la moglie di Leopoldo, e trasferisce il bar di questi ultimi in via Casilina 190, Ferentino. Vende il bar nel 1973 anno in cui cambia la legge sulla fattura-

zione e si liberalizza il mercato con l’entrata dell’IVA, può quindi uscire dal territorio di Ferentino con l’attività di ambulante. Le strade di campagna, nel ricordo, erano molto polverose in quanto spesso non ancora asfaltate. Nel 1976 cambia macchina e acquista, per oltre 6.000.000 di lire, un Mercedes L206D. Nel 1995 acquista l’attuale macchina, ancora un Mercedes MB100 al costo di circa 40 milioni. Come nacque il nome… Tra aprile e maggio del 1971, in difficoltà economiche, si rivolge al nonno defunto, Giovanni Galassi detto “Canassotto” (l’uso dei soprannomi ai ferentinati è stato ampiamente e lodevolmente trattato da Fernando Bianchi e altri autorevoli concittadini) questi, in sogno, gli propone di chiamare “Canassotto” l’attività. L’8 agosto del 2012 “Canassotto” diventa il secondo cognome di Alberto Galassi sui documenti dopo quattro anni di pratiche e prassi burocratiche con il ministero degli interni. Questo nome “d’arte” è trasmissibile a figli e nipoti. Le musiche di accompagnamento… La scelta delle musiche da trasmet-

tere durante i giri, che servivano anche da richiamo per la clientela, erano scelte tra quelle in voga nel momento. Quelle dei vari festival riusciva a passarle già dal giorno successivo la trasmissione attraverso un lavoro di registrazione in diretta dei brani più orecchiabili e quindi di sicuro successo. Lo slogan… Il mantra dello slogan risale al 1980 e recita: “‘Namo! Gelati, gelati, è arrivato Canassotto, il gelato di Canassotto è fatto ancora col sistema tradizionale, frutta, latte, zucchero e uova. Mamme! Datelo con fiducia ai vostri ragazzi”. Ad oggi Canassotto, con il suo autonegozio, ha raggiunto il mezzo secolo di intensa attività e ha deciso di fermarsi! In questi giorni ha messo in vendita la sua attività con licenza di gelati e alimentari in forma itinerante e fissa temporanea per le province di Frosinone, Latina, Roma, L’Aquila e Campobasso. Se qualche lettore fosse interessato può contattarlo direttamente o trovare ulteriori informazioni tra gli annunci di www.subito.it. Andrea Fontecchia


MASSIMO SCALIGERO

M

assimo Scaligero nacque il 17 borò anche a importanti testate e riviste, settembre 1906 a Veroli, in lo- tra cui la prestigiosa East and West”.

calità Foiano, dove è presente una lapide

Morì a Roma il 26 gennaio 1980.

commemorativa sulla sua casa natale, un

Tra le numerose opere di Massimo Sca-

tempo scuola elementare, oggi Casa di ligero ricordiamo: Trattato del pensiero cura INI Città Bianca.

vivente, L’uomo interiore, Dallo Yoga alla

Nei suoi libri pubblicati dalle “Edizioni Rosacroce, la raccolta di poesie “La pietra Mediterranee” troviamo le seguenti no- e la folgore” e la raccolta di racconti umotizie: “Formatosi agli studi umanistici, li ristici “Il sorriso degli Dei”. integrò con una conoscenza logico-mate-

Ne proponiamo qui un breve racconto

matica e filosofica e con una pratica empi- per il diletto del lettore che potrà “conorica della fisica. Personalità instancabile e scere” un po’ meglio questo personaggio guida di gruppi spirituali, nella sua lunga della nostra terra. carriera di giornalista e scrittore, colla-

Tinazio Lamanonca



F r a n c o Ta r a n t i n o Abbiamo conosciuto e intervistato un uomo che in altri tempi sarebbe stato sicuramente conteso dalle corti più importanti dell’epoca come ingegnere, costruttore, innovatore e quant’altro. Senza tema di smentita per il paragone ardito, questo inventore a tutto campo può essere paragonato a un Leonardo dei nostri tempi e delle nostre parti. L’incontro è durato un intero pomeriggio nella cornice agreste della sua casa di campagna, e nonostante le ore passate a esaminare quello che ha ideato e realizzato, non è stato possibile conoscere tutto ciò che la sua immaginazione ha prodotto in più di 50 anni di attività. Il suo nome è Franco Tarantino per molti anni è stato attivo nel ramo del caseario. Manco a dirlo in quel campo ha dato il suo personale e sostanzioso contributo costruendo diversi macchinari per la produzione dei più svariati tipi di formaggio. Il consistente book che portava con se (uno dei tanti) era pieno di foto e documentazione delle sue invenzioni dove in prima pagina campeggiava proprio una foto di una dozzina di mozzarelle. Infatti dopo le dovute presentazioni e un buon caffè ha esordito proprio con la sua idea di conservazione dei latticini. Il sistema da lui ideato consiste

nel rivestire il prodotto fresco con un sottile strato di microcera per mezzo di un macchinario di sua invenzione. In questo modo riesce ad allungare notevolmente il periodo di conservazione del prodotto, mantenendo gusto e consistenza oltre i limiti oggi conosciuti dall’industria del settore. Tutto ciò è stato verificato aprendo e assaggiando, in presenza di una commissione formata da esperti e produttori caseari, una mozzarella “incapsulata” da più di un mese apprezzandone la freschezza. Inoltre ci ha fatto notare che in questo modo è molto più agevole il trasporto delle merci dato che non ci sono inutili parti liquide quindi meno peso e più stabilità di carico. Sempre per l’industria del formaggio circa trent’anni fa ha ideato e costruito con le sue mani una macchina di proporzioni colossali fatta di acciaio, tubi, centraline, cavi e motori elettrici. Ci ha spiegato che questo colosso di metallo fa in tre ore quello che dieci persone non riescono a fare in tre giorni. Si tratta, a quanto abbiamo potuto capire non essendo noi addentrati nella materia, di un cilindro rotante diviso in settori dove all’imboc-

catura si immette il latte poi, mentre gira in automatico, aggiunge il caglio nel settore successivo e via via, nelle fasi seguenti, sforna il prodotto finito. Questo gigante buono da allora non ha mai smesso di funzionare e ancora oggi è attiva nell’azienda di un produttore locale. Cambiando totalmente ambito ci siamo stupiti nel vedere una renderizzazione di un terminale di una marmitta per automobili. Insieme ai


g e n i o d ’ a lt r i t e m p i disegni tecnici ci ha mostrato anche il brevetto della sua marmitta catalitica riutilizzabile infinite volte. L’idea alla base dell’invenzione consiste

essenzialmente in un tubo posto alla fine dello scarico nel quale alloggiano

i filtri per la pulizia dei fumi di scarico. Questo tubo, detto appunto terminale, può essere aperto, ispezionato e pulito sostituendo i filtri vecchi ogni volta che si rende necessario farlo. Il Comune di Ferentino ha messo a disposizione una vettura per sperimentare il funzionamento di questa marmitta e già da qualche anno, per le vie della città, gira un’auto del servizio comunale che non solo non inquina, ma lo fa anche a un costo irrisorio visto che, come ci dice Franco, il valore commerciale della sua invenzione si aggira intorno ai € 70, contro i 1.000 o 2.000 di una catalitica tradizionale. Dall’industria del caseario alla conservazione degli alimenti. Dalla meccanica all’inquinamento. Pensavamo che ormai avevamo esplorato tutto il possibile. Invece no. Non ci aspettavamo certo che si parlasse anche di nautica. I ritagli di giornale e i disegni che seguirono riguardavano un pattino realizzato da lui interamente in resina. La particolarità di questo natante è quella di essere chiuso ma trasparente nella chiglia e sul frontale. Un’idea semplice ma che ha ripor-

tato un successo strepitoso al Salone della Nautica di Brindisi tanto che il suo stand è stato tra i più visitati della manifestazione. Proprio in quella occasione di Explor Sub (così si chiama il pedalò) ne sono stati venduti diversi. Ma più che altro ha dato spunto al nostro inventore di svilupparlo in una versione a propulsione elettrica che potrebbe essere già in cantiere. Ma non ci è dato di sapere di più sull’argomento data la comprensibile segretezza che c’è intorno ai prodotti industriali in attesa di brevetto. Sempre per ragioni di riservatezza non possiamo purtroppo raccontarvi tutto ciò che abbiamo appreso in questo troppo breve incontro con una persona che ne ha davvero tante da raccontare e mostrare. Lo ringraziamo sentitamente per il suo tempo messoci a disposizione e chissà, magari in futuro su queste pagine potremmo tornare sul personaggio per aggiornarci riguardo le sue creazioni.



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