Vending News 22 Lato rivista

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VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica

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Numero 22 - Anno 2016

info@qualita-italia.it • www.qualita-italia.it

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Le nostre macchine sono interamente progettate e prodotte in Italia

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L’editoriale di Fabio Russo

Esattamente 4 anni fa e in concomitanza con l'edizione 2012 di Venditalia, partiva la nostra avventura con i media dedicati alla distribuzione automatica. Grazie al gradimento mostrato, alla fiducia accordataci e, consentitemelo, all'enorme lavoro fatto con grande sacrificio quotidiano dal nostro staff, siamo riusciti a raggiungere in breve tempo risultati a cui non credevamo di poter arrivare. Cercheremo in futuro di continuare seguendo le stesse linee guida che hanno animato lo spirito di ricerca e divulgazione di temi e notizie e con la professionalità fino a oggi applicata. Statene certi! Siamo e restiamo a favore della crescita di questo settore e di tutti i suoi protagonisti, piccoli o grandi che siano. L'attenzione prestata verso i nostri strumenti è dimostrata dalla ricchezza dei contenuti di questo numero e dai tanti temi trattati. Per questo motivo, oltre ai protagonisti degli articoli desidero ringraziare singolarmente tutti coloro che con il loro contributo hanno reso possibile la realizzazione di questo ampio numero. Buon Venditalia 2016!

SPECIAL THANKS TO Serena Adriani , Mirco Aldovrandi, Ludovica Amat, Davide Asinelli, Elisa Beretta, Matteo Biagini, Federico Bistarini, Serena Bonamassa, Valentina Bottone, Dario Brunello, Stella Burgi, Ines Cascione, Chiara Cazzola, Nicola Centra, Antonella Chiaromonte, Anna Coco, Paola Cucco, Caterina De Mauro, Emanuela Di Costa, Daniele Dinelli, Lucia Di Gaeta, Valerio Elia, Daniela Fabaro, Chiara Franceschi, Maria Teresa Frustagli, Marco Giroldi, Annamaria Lorini, Marco Lucaferri, Elena Lucco Borlera, Fenisia Mancuso, Stefano Mandelli, Simona Massucco, Emanuela Matti, Sara Mazzotti, Alessio Melillo, Enrico Metti, Emanuela Mora, Loredana Morlacchi, Raffaella Patruno, Sabrina Peroni, Michela Re Dionigi, Laura Rodriguez, Saverio Salvagno, Tommaso Scabini, Giuseppe Scaletta, Debora Screpanti, Fabio Teti, Fabio Tozzi, Graziella Troncale, Federica Vania, Laura Vanoli, Elena Voltolini e tutti coloro che per ovvi motivi di spazio non siamo riusciti a inserire in questa lista.

VENDING VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica

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Il portale della distribuzione automatica

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SOMMARIO

Periodico bimestrale della distribuzione automatica Anno 2016 - Numero 22 Editore

Sede: Via Benedetto Brin, 69 80142 Napoli - Italia Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695 Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it Tel. 0810152150 Fax. 0810152151 Iscrizione al ROC n° 22385 dal 4 Maggio 2012 Direttore Responsabile Francesco Ippolito Direttore Editoriale Fabio Russo

L’EDITORIALE di Fabio Russo

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Francesco Ippolito Fabio Russo Flora Seta Marco Ferrara Barbara Bassi Michele Ferraro Paky Di Bitonto

pag. 3

IVS GROUP

PRIMI IN ITALIA. MA QUANTA FATICA! Intervista con Antonio Tartaro pag. 8

AGEAFIN

LA LOCAZIONE OPERATIVA NEL VENDING pag. 16

CAFFĂˆ DEL RE

BENVENUTI NEL NOSTRO REGNO Intervista con Ivano Antonacci pag. 18

ZĂ€INI

L’ECCELLENZA DEL CIOCCOLATO DAL 1913 Intervista con Antonio Lamperti pag. 22

AMERI COMMUNICATIONS

Stampa Tipografia TETI srl - Napoli Pubblicità : inferiore al 50% Vending News è una rivista tecnica dedicata alla distribuzione automatica. I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti

www.vendingnews.it facebook.com/VendingNews twitter.com/VendingNewsD

6 MODI PER MIGLIORARE LA PROPRIA IMMAGINE SU GOOGLE A cura di Ameri Communications and PR pag. 36

VENDING bimestraledella delladistribuzione distribuzioneautomatica automatica Il Ilbimestrale

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VIANDER

CONDIVENDING VIANDER. LA SOLUZIONE A PROBLEMI VECCHI E NUOVI pag. 40

LDG SERVICE

LAVORO, FORMAZIONE E SICUREZZA Intervista con Luigi Giliberti pag. 44

4 VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica

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Numero22 22- -Anno Anno2016 2016 Numero

info@qualita-italia.it • www.qualita-italia.it

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Le nostre macchine sono interamente progettate e prodotte in Italia

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Primi in Italia. Ma quanta fatica!

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VS Group è il primo operatore della distribuzione automatica in Italia con una quota di mercato dell’8,1% ed il terzo in Europa dove è presente con tre società: IVS Iberica, IVS France e IVS Swiss. Con un trend in crescita nonostante le criticità che il settore attraversa da qualche anno, IVS Group è l’evoluzione di una storia imprenditoriale importante, legata all’intraprendenza del suo fondatore e pioniere del vending, Cesare Cerea, e degli uomini che lo hanno accompagnato lungo il percorso. Quotata in Borsa dal 2012, IVS Group è una società dai grandi numeri, raggiunti grazie ad una strategia basata sulle acquisizioni, sulla cura del rendimento economico delle installazioni e sulla certosinità nell’intercettare i consumi dei clienti. Il tutto guidato da un’organizzazione scrupolosa e articolata delle procedure. Dedicare un articolo alla società di gestione italiana più monitorata e seguita dal settore potrebbe sembrare superfluo. Ma siamo convinti che il percorso che porta al raggiungimento di risultati così lusinghieri non sia sempre in discesa. Così come siamo certi che l’esperienza di chi ha raggiunto il top nel mercato possa essere utile a quanti, più giovani o esordiente, si pongano obiettivi di crescita importanti.

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Per questi motivi, abbiamo voluto approfondire alcuni aspetti ed affrontare temi “caldi” della distribuzione automatica intervistando il dott. Antonio Tartaro, co-CEO di IVS Group insieme al dott. Massimo Paravisi. Quali risultati ha raggiunto il Gruppo nel 2015? Risultati in grandissima crescita, con un incremento dei ricavi consolidati che al 31 Dicembre 2015 ammontano a 347,7 milioni di euro; la crescita stimata è intorno all’ 8,1% rispetto ai premi di ricavi totali consolidati di Gruppo del


2014. La crescita ha riguardato anche la Spagna (+18,4%) e la Svizzera (+7,6%), mentre in Francia abbiamo registrato un leggero calo (-1,5%). Il fatturato del vending ha inoltre beneficiato del contributo, a partire dalla data di perfezionamento di ognuna, di 11 acquisizioni realizzate nel corso dell’anno, che corrispondono a 8,4 milioni di euro, pari a circa il 2,6% del fatturato vending. Il numero delle erogazioni è aumentato del 6% circa (da 656,2 milioni a 694,9 milioni), e ciò non solo grazie alle nuove acquisizioni ma anche alla capacità di IVS di acquisire nuovi clienti in misura superiore al numero dei clienti persi. Non voglio scendere nel dettaglio dei numeri, trasparenti ed accessibili a tutti attraverso il nostro portale. Aggiungo solo: peccato per la procedura aperta dall’Autorità Garante delle Comunicazioni che mortifica i risultati migliori di sempre dell’azienda e con la quale ci confronteremo a giugno nelle sedi preposte. A novembre scorso IVS Group ha emesso Obbligazioni per 240 milioni di euro. L’operazione si è chiusa in mezza giornata avendo raggiunto la quota massima disponibile. Cosa rende IVS Group così appetibile per gli investitori? A novembre 2015, IVS Group ha emesso titoli nella forma di distribuzione diretta sul Mot di Borsa Italiana, una soluzione che ha reso particolarmente comoda la loro sottoscrizione anche da parte degli investitori retail. A questo proposito va fatta una distinzione tra gli investitori istituzionali (banche, fondi d’investimento, gestori di portafogli privati ecc.) che seguono con interesse IVS Group sin dalla prima emissione di titoli cosiddetti High Yeld fatta nel 2013 e ripetuta nel 2014. L’operazione dello scorso novembre è stata diversa essendo indirizzata al mercato retail più che al professionale, benché i primi 90 milioni di euro del collocamento abbiano interessato investitori istituzionali.

high Yeld al mercato che sembrava poter apprezzare un’emissione di questo genere. Quindi, siamo andati ad emetter sostanzialmente la stessa cifra, 240 milioni di euro a fronte dei 250, diminuendo un po’ il debito ma aprendo anche agli investitori retail. I titoli potevano quindi essere sottoscritti anche in tranche piccole, anche di 1.000 euro divenendo così accessibili a tutti. Alla base costituita dagli investitori istituzionali, dai quali sono arrivati in pochi minuti 90 milioni di euro, IVS è andata ad aggiungere il mercato che è molto frazionato e costituito da 128 pagine della schermata di Borsa Italiana, dove per ogni pagina ci sono 20 righe di ordini dalle cifre più disparate: 1.000, 2.000. 5.000, 20.000, 100.000 euro che nell’insieme hanno costituito oltre il 60% dell’emissione. Ora, quando siamo partiti, abbiamo messo una finestra di collocamento molto ampia (15 giorni) perché, sebbene avessimo la sensazione che potesse andare bene, mettevamo in conto che si passava da un rendimento del 7,25% ad un rendimento del 4,5%, che tutto sommato poteva allontanare l’interesse di chi aveva già il 7,25%. È andata come sapete. Le voglio raccontare un episodio particolare e semplice che spiega da sé il grande successo dell’operazione e mette in luce anche la conoscenza da parte del mercato della no-

Ci spiega meglio? Quest’ultimo Bond è stato emesso per rimborsare in anticipo quello vecchio e quindi poter ristrutturare i costi d’indebitamento di IVS, spostando da investitori tradizionali

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stra azienda e, tutto sommato, delle aziende del vending in generale. Per spingere l’operazione, nei giorni precedenti siamo andati nelle Grandi Stazioni in cui abbiamo i distributori automatici ad affiggere pannelli pubblicitari per la promozione del Bond sulle spalle dei mobili contenitori dei macchine. Ebbene, sono arrivate decine e decine di telefonate al numero verde, quello riportato sui distributori automatici per le richieste da parte dei consumatori, di gente comune che voleva sapere come fare per prendere il Bond. È stata una grande e piacevolissima sorpresa! La posizione da leader del settore pone IVS Group al centro dell’attenzione non solo degli investitori ma anche dei competitor. Qual è la vostra posizione nei confronti degli altri grandi player del comparto? I nostri numeri sono trasparenti e raccontano di una realtà imprenditoriale nazionale solida al primo posto tra le società di gestione italiane. C’è differenza rispetto ai colleghi posizionati anch’essi ai vertici di questa classifica ed è sostanziale: per raggiungere quei numeri IVS Group fa molta più fatica. Questo perché la densità dell’utenza servita gioca a suo sfavore, dal momento che operando dalle Alpi alla Sicilia raggiungiamo la densità di clientela e dunque dei distributori installati – lo dico con una punta di invidia – dei nostri competitor solo in due delle 10 aree in cui suddividiamo l’Italia. Questo significa che i nostri ragazzi devono correre molto di più per portare il nostro servizio ai consumatori e… i risultati a casa. Volendo fare un confronto con l’altro grande Gruppo, i cui numeri non si discostano poi di tanto dai nostri, noi ci dobbiamo muovere lungo l’intera Penisola, loro sono concentrati in 4 regioni. Ma le percentuali d’incidenza dei costi sui ricavi non sono molto dissimili! È chiaro che dunque c’è un fattore differenziante.

La strategia di crescita del Gruppo si basa sulle acquisizioni. Quando vi inserite in una nuova realtà, è più facile intervenire sulle procedure o sugli uomini? Le due cose si intrecciano: educare le persone alle nuove prassi lavorative convincendole che devono cambiare le loro e gli approcci che fino a quel momento hanno adoperato, attraverso le risorse umane e le professionalità che mettiamo a disposizione. Spesso chiediamo ai nuovi un atto di fede, nel senso che gli diciamo: fai così che i risultati arriveranno. Noi seguiamo la metodologia che il nostro Presidente e fondatore Cesare Cerea ha sviluppato e che poi noi tutti abbiamo migliorato e portato avanti ed è questo il fattore differenziante d cui innanzi. Ne siamo convinti. Poi ci sono i limiti umani, sia di chi deve apprendere che di chi deve inculcare nuove procedure. Nel vostro successo hanno contato più la disponibilità finanziaria o le capacità delle risorse umane? Entrambe. Le faccio un esempio da Formula 1: nel momento in cui si hanno i soldi, si può mettere benzina e macchine per far correre i bravi piloti. Ma se si hanno bravi piloti e non i soldi per la benzina e le macchine, queste non riusciranno mai a battere il campione del mondo. Allo stesso modo, se si ha la benzina per far correre le auto e non ci sono bravi piloti, la gara finisce alla prima curva! Altro tema caldo è quello delle gare. Cosa ne pensa e come crede che le procedure possano cambiare? Penso che le gare d’appalto sono spesso una follia, dove per lo più non ci sono margini. Credo che bisognerà toccare il fondo per poi risalire. Quando le amministrazioni pubbliche si renderanno conto che devono gestire la gara fino in fondo e quindi evitare di essere fregate da chi offre un canone da capogiro ma poi sistematicamente non lo paga…


LEI600 TOUCH 21”

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* Secondo i dati espressi da Il Vending in Italia – Studio sul mercato della domanda (CONFIDA, 2015), una macchina datata disincentiva l’acquisto dei prodotti.

Per un parco macchine all’avanguardia? La modularità* è la soluzione. EASY O TOUCH? Modulari e sempre moderne: tutte le nostre nuove macchine possono essere evolute in ogni momento con tecnologie di ultime generazione. Ad esempio, una macchina acquistata con tastiera a membrana può essere aggiornata con una moderna tastiera touchscreen, basta un intervento semplice e veloce. Così le nostre macchine durano più a lungo, incentivano sempre gli acquisti e riducono i costi di gestione. Problema risolto.

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IVS Group sta svolgendo un ruolo attivo nel confronto con le istituzioni per ciò che concerne il tema della tracciabilità dei corrispettivi. Crede che il comparto possa essere pronto per la fatidica data del 1° gennaio 2017? Il mercato sarà sicuramente pronto perché al momento non è richiesto un grandissimo cambio di procedure. L’unica cosa che bisognerà fare è prendere le rilevazioni elettroniche dalle gettoniere ed è chiaro che piccole società di gestione non abituate a farlo, dovranno adeguarsi. Ma è anche un’occasione – senza voler offendere nessuno - di evolvere da sottoscalisti ad aziende che ragionano un po’ più sui numeri e non solo sull’incasso a fine giornata. La bozza del documento tecnico che contiene le nuove regole è praticamente pronto ed uscirà entro metà aprile per essere inviato dal Ministero delle Finanze alla Comunità Europea che dovrà approvarlo, essendo parte del più ampio progetto della fatturazione elettronica. Credo che non vi saranno apportate modifiche sostanziali

e pertanto i tecnici dei software gestionali e dei sistemi di pagamento potranno cominciare a lavorare già sulla bozza che, quando ritornerà dopo il vaglio della Commissione Europea, sarà definitivo. Ci riassume per grandi linee cosa avete fatto e cosa si prevede? Intanto, abbiamo negoziato con l’Agenzia un’entrata in vigore progressiva e un sistema che non andasse a stravolgere i metodi di gestione attualmente utilizzati dalle società sul territorio. In tal modo, siamo riusciti ad evitare ad esempio il rilascio obbligatorio dello scontrino fiscale dal distributore automatico (pericolo che incombe sulle gestioni spagnole), che era una delle ipotesi. Una follia che avrebbe comportato un grosso impegno economico e dispendio di tempo per i gestori. Abbiamo anche evitato la cosiddetta scatola nera bulgara, che non funziona e costa, così come la trasmissione dei dati online sulla falsa riga del settore dei videogiochi. L’approccio è stato, in sintesi, quello di minimizzare sia l’impatto finanziario che quello operativo.

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Dall’altra parte vi era l’Agenzia delle Entrate che voleva inserire il registratore di cassa a bordo dei distributori automatici, o collegarli tutti come le macchine del gaming. Dopo qualche mese di confronti, siamo arrivati a definire una soluzione che prevede una prima fase, a partire dal 1° gennaio 2017, caratterizzata dalla trasmissione delle rilevazioni elettroniche attraverso una periferica (palmare, cellulare, transponder) in prossimità del distributore automatico, all’Agenzia delle Entrate e alla sede del gestore. È prevista, inoltre, l’apposizione di un bollino fiscale rilasciato dall’Agenzia delle Entrate su ogni distributore automatico sul quale sono riportati il numero di matricola della macchina e un QR Code identificativo. Quest’ultimo potrà essere letto attraverso una App dell’Agenzia delle Entrate e contiene informazioni circa la collocazione del distributore, cioè l’indirizzo, e il gestore a cui appartiene. Inoltre, la presenza del bollino sulla macchina conferma all’utente/consumatore che quel distributore automatico è dichiarato all’Agenzia delle Entrate.

Va precisato che ogni gestore dovrà trasmettere l’elenco dei punti vendita e richiedere telematicamente il bollino di ognuno che poi stamperà e andrà ad apporre sulle postazioni. In cambio di tutta questa procedura, l’Agenzia si è impegnata a rivedere l’iter attualmente seguito dalle società di gestione, eliminando le attuali dichiarazioni (SUAP, COM, ecc.) il che rientra anche nell’ottica delle semplificazioni amministrative che il Governo persegue. IVS ha percorso quasi un cinquantennio di vending in Italia. Cos’è oggi la distribuzione automatica e quale nuovo percorso ha intrapreso? Nel vending sono arrivate nuove macchine e nuovi prodotti, ma ritengo che l’approccio resta sostanzialmente invariato rispetto a qualche decennio fa. Sicuramente l’elettronica svolge un grosso ruolo, ma resto convinto che il distributore automatico sia un hotspot un posto dove c’è la corrente, l’acqua e la linea dati, un gateway utilizzabile per fornire servizi al consumatore e non solo prodotti e bevande


Sana alimentazione, sostenibilità, welfare aziendale. Quali azioni intraprende IVS Group rispetto a queste tematiche?

Di capire bene prima di avviarsi, perché non è tutto oro quello che luccica e non è tutto semplice come appare. Non basta buttare giù le macchine e contare le monete. È un duro lavoro e sarebbe bene che prima di decidere di mettersi in proprio facesse esperienza presso un’azienda del settore. Quali progetti impegneranno il Gruppo nel futuro? Sostanzialmente, la nostra attenzione si concentrerà ancora sulla tecnologia come abbiamo fatto con la Campa-

Il suo ruolo è estremamente impegnativo. Come occupa il tempo libero? Tempo libero? Che cos’è? e sorride… Sono impegnato in azienda tutto il giorno fino a tardi ed anche di sabato. I migliori momenti per lavorare sono quelli in cui l’azienda si svuota e posso concentrarmi meglio su programmi e progetti. Per quelle poche ore libere che mi è concesso, cerco di recuperare il sonno perduto, di ascoltare musica Soul, Disco & Funky degli anni ’80, la mia preferita insieme al Rock di quegli stessi anni, e ritagliare qualche momento per la famiglia, che pazientemente sostiene il mio impegno non facendomi pesare l’assenza.

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Sulla scorta delle sue competenze professionali e della posizione occupata in IVS Group, cosa consiglierebbe ad un giovane che volesse intraprendere nel vending?

na Sottovuoto di Ducale, con la nostra applicazione e con le macchine touch screen che erogano un gran numero di bevande diverse.

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Da qualche anno abbiamo un grande progetto di sana alimentazione insieme al Gruppo San Donato, il progetto EAT. È un tipo d’investimento particolare che non dà gli stessi risultati della vendita tradizionale, ma è sempre più apprezzato. Se riesci a convincere il tuo concedente che deve rinunciare anche lui al canone a fronte della minore marginalità di questi prodotti, e lo convinci del fatto che è comunque un investimento e che ne vale la pena, allora il business non subisce impatti drammatici e diventa socialmente apprezzabile e apprezzato. Per quanto riguarda la sostenibilità, in Italia siamo partiti a raccogliere e riciclare i fondi di caffè. Lo abbiamo fatto in sordina e senza clamore, ritenendolo un dovere sociale. Per ciò che concerne i nostri collaboratori, è attualmente in revisione il contratto di secondo livello, terminato il quale avvieremo un’analisi per valutare l’introduzione di un programma volto a monetizzare il relativo premio non solo in denaro, ma anche in opzioni di welfare. Cosa che sappiamo incrementa il montante disponibile per il lavoratore a parità di conto per l’azienda.

Il presidente di IVS Group, Cesare Cerea, in relazione all’anno concluso e ai progetti per il 2016, ha commentato:

“Il 2015 ha dato risultati molto positivi e l’andamento dei primi mesi del 2016 sembra confermare il significativo miglioramento registrato nell’anno passato. Le nostre strategie, sempre orientate allo sviluppo anche durante i passati periodi di crisi dei consumi, stanno confermando la loro validità. I risultati operativi conseguiti sono eccellenti e in crescita, nonostante uno scenario esterno non ancora del tutto ristabilito. Investimenti, efficienza e crescente qualità del servizio sono la priorità e la base della nostra attività. L’obiettivo di IVS è quello di consolidare la propria leadership non solo in Italia, ma sempre più anche sul mercato europeo del vending, dove le competenze e la solidità di IVS sono riconosciute dai principali attori del settore”.

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La locazione operativa nel Vending

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a Locazione Operativa, comunemente denominata Noleggio, è uno strumento di moderna concezione che consente, a fronte del pagamento di un canone fisso periodico, di avere la disponibilità di un bene strumentale utile alla propria attività, senza acquisirne la proprietà. Grazie alle sue caratteristiche, sembra tagliato su misura per gli operatori del Vending che intendono moltiplicare rapidamente il loro business. Il Noleggio, per il Gestore di Distributori Automatici, è un vero e proprio toccasana perché gli consente di ampliare la sua capacità di credito verso il sistema bancario, permettendogli di moltiplicare velocemente il numero di macchine installate e conseguentemente il proprio volume di ricavi. Anche quelle aziende che già sono seguite molto bene dalle proprie Banche, possono contare su di un ulteriore “polmone finanziario” come il Noleggio, per avere un aiuto alla loro crescita.

Questi sono i principali vantaggi per il gestore che utilizza la locazione operativa: • Tempi di delibera rapidi • Nessun immobilizzo di capitale • Nessun anticipo • Durata contrattuale da 12 a 60 mesi • Assicurazione All Risks già inclusa nei canoni • Possibilità di includere i costi di assistenza e di manutenzione • Canoni interamente deducibili senza limitazioni di durata minima, anche a fini IRAP • Risoluzione dei problemi di cash flow (budget e liquidità) • Costi certi e programmati (canoni fissi per tutta la durata contrattuale) Di seguito i principali vantaggi per il costruttore che utilizza la locazione operativa: • Incremento del fatturato • Rapidità di incasso (pagamento vista fattura) • Nessun rischio di insolvenza • Fidelizzazione della clientela

La Locazione Operativa di Vending Machines è presentata agli operatori più qualificati del Vending, attraverso il marchio Ageafin, dal Dott. Luigi Lafaiette e dal Dott. Mario Le Rose, Agenti in Attività Finanziaria regolarmente iscritti all’OAM i quali nel 2008, in occasione del fortunato incrocio delle rispettive carriere, ebbero l’idea di portare il noleggio per la prima volta in Italia nel settore delle Vending Machines.

Speciale Venditalia Nel corso della manifestazione Venditalia 2016 è possibile prenotare presso il vostro stand la visita di un funzionario Ageafin che potrà fornirvi GRATUITAMENTE tutte le informazioni necessarie per accedere alla Promozione Noleggio, appositamente studiata per una rapida acquisizione di nuovi distributori automatici. Per info e preventivi: commerciale@ageafin.it Tel 333 8425390 – Mario Le Rose Tel 335 7692416 – Luigi Lafaiette Laureato in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, dal 2008 al 2012 il dott. Luigi Lafaiette ha ricoperto il ruolo di Account Manager presso Teleleasing S.p.A., Gruppo Bancario Mediobanca. Successivamente ha dato avvio all’attività di agente finanziario nel mercato della locazione operativa e del Leasing Finanziario su mandato di istituti finanziari presenti nei settori Vending Machines e apparecchiature elettromedicali. È iscritto negli elenchi dell’OAM con il n° A3262.

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Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Parma nel 1975 il dott. Mario Le Rose ha dedicato 40 anni della sua vita al settore Crediti e Finanza, in qualità di libero professionista. Dal 2008 insieme al Dott Luigi Lafaiette si è specializzato nella locazione operativa (noleggio), con attività prevalente nell’ambito Vending Machines, facendosi conoscere ed apprezzare dai principali player del settore. Attualmente iscritto all’OAM in qualità di Agente in Attività Finanziaria al n° A311.

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Benvenuti nel nostro Regno!

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affè del Re è un nuovo brand che ha esordito di recente nel mondo del caffè, inserendosi nella tradizione napoletana dell’espresso. L’azienda ha immediatamente individuato i punti di forza sui quali basare la propria espansione, a partire dalla qualità dei caffè selezionati e delle miscele proposte, fino a comporre un’ampia gamma di referenze per rispondere alle esigenze di tutti i canali distributivi. Per conoscere più da vicino questa giovane realtà, incontriamo Ivano Antonacci ideatore del brand. Caffè del Re è una giovane realtà che ha alle spalle il know how da Lei acquisito nelle precedenti esperienze professionali. Ci racconta la sua storia? Caffè del Re è nato da un’intuizione. L’esperienza maturata nel settore del Vending, dell’O.C.S. e dell’Ho.Re.Ca., in questi anni, ha permesso di accrescere le nostre conoscenze e competenze di quelle che sono le esigenze del consumatore finale e del gestore. Tutte le ricerche e gli studi sono stati guidati da quella che per noi è stata da sempre una priorità assoluta: la Qualità cercando di mantenere comunque un prezzo concorrenziale. Dopo attenti studi sul caffè e le sue proprietà e dopo svariati test, abbiamo creato quella che sembra essere una vera poesia per il palato. L’accurata scelta tra le migliori Arabiche e Robuste hanno prodotto un’esplosione di sapo-

ri e aromi in tazza, unica e sorprendente, il tutto racchiuso in 8 grammi di caffè. L’amore e la passione che ci hanno accompagnato in questo percorso sono stati riversati anche nella realizzazione grafica del prodotto. Ogni aspetto è stato curato nei minimi dettagli, per esaltare ancor di più la qualità e le qualità dei prodotti della linea Caffè del Re. Come conseguenza di tanto impegno, possiamo affermare con immenso orgoglio che fin da subito Caffè del Re ha riscosso un grande successo, sia sul mercato nazionale che estero. In soli due anni siamo riusciti a conquistare la fiducia dei consumatori che hanno saputo apprezzare la professionalità e serietà che contraddistingue la nostra azienda. Il vostro obiettivo è di coprire tutti i canali distributivi. In quale siete più presenti e con quale offerta? Caffè del Re riesce a soddisfare ogni esigenza e richiesta, in quanto la gamma dei nostri prodotti va dalla cialda in carta filtro alla capsula, dal caffè in grani al macinato fresco. Il prossimo obiettivo sarà l’affiliazione dei Bar, ai quali verrà assicurata la massima disponibilità e il massimo sostegno nell’arredo e nella fornitura di tutto ciò che riguarda il Merchandising. Per il Bar è stata innanzi tutto studiata una linea dedicata, una miscela creata apposta per resistere allo stress meccanico prodotto dalla pressione della macchina al momento della preparazione del caffè espresso.

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A quali canali è destinato il vostro caffè porzionato? L’idea è sempre stata “un caffè come al bar anche a casa o nel tuo ufficio”, per questo motivo come già detto in precedenza, Caffè del Re esiste in ogni forma: macinato fresco, cialde e capsule, grani, e tutta la linea delle capsu-

In quale aree siete presenti? Attualmente i prodotti Caffè del Re vengono ampiamente commercializzati in varie aree della nazione, (Campania, Puglia, Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo, Basilicata) e in Germania, ma siamo alla continua ricerca di nuovi partner che come noi credano in un progetto unico per tutti. Obiettivi per il futuro? L’azienda si è da subito strutturata per seguire da vicino i negozianti che volessero inserire i nostri prodotti nella propria attività, consigliandoli nella scelta e seguendoli nella realizzazione del negozio. Sulla base di quest’esperienza, stiamo avviando uno dei nostri progetti più importanti: la realizzazione di una catena in franchising in modo da poter creare una rete di vendite perfettamente controllata e uniformata. L’obiettivo è di contrastare quella che sembra essere da qualche tempo una piaga per il nostro settore: la concorrenza sleale, che ha solo danneggiato il consumatore, a qualsiasi livello si trovi. Ed è stato proprio questo il punto di partenza di ogni nostro singolo progetto e siamo certi che i sani principi sui quali si basa la nostra azienda renderanno grande il nostro operato. Nulla è stato lasciato al caso. Abbiamo dato corpo ad ogni particolare richiesta per migliorarci e migliorare, e continueremo a farlo per raggiungere insieme l’assoluta perfezione… Benvenuti nel nostro Regno!

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Così come per il Bar anche per il Vending è stata studiata una miscela in grado di mantenere inalterate fragranza e freschezza del prodotto, conservata in una particolare confezione dotata di una valvola, la quale consente ai gas sprigionati dal caffè di fuoriuscire, senza permettere l’ingresso dell’ossigeno che potrebbe danneggiare i chicchi di caffè e alterarne sapore e qualità. In questo modo assicuriamo un’ottima estrazione del prodotto anche attraverso le macchine automatiche. Sono già molti i gestori che hanno deciso di utilizzare Caffè del Re nella loro azienda, riscuotendo un grande successo.

le compatibili con le varie macchine da caffè. Grazie a quest’ampia offerta, il prodotto è stato da subito canalizzato nei vari settori e grazie alle varie dimensioni delle confezioni è possibile scegliere come e cosa acquistare. Caffè del Re propone Box da 25, 50, 100 e 150 unità, per cui in base alle esigenze dei singoli consumatori è possibile soddisfarli sempre al 100%. Al momento sono già disponibili 3 miscele, Caffè del Re Gusto Dolce e Raffinato; Caffè del Re Gusto Forte e Caffè del Re Decaffeinato, per accontentare tutti i palati. Ma i progetti sono tanti e per il futuro Caffè del Re ha in serbo molte sorprese .

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Com’è nata la vostra miscela specifica per il vending?



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L’eccellenza del cioccolato dal 1913

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na storia lunga più di un secolo, iniziata nella Milano degli anni antecedenti la Prima Guerra Mondiale, per volontà di un giovane intraprendente e sognatore. Luigi Zaini ambiva, infatti, a realizzare un sogno: regalare ai suoi concittadini momenti di dolcezza straordinari, fatti di cioccolato e caramelle, declinati in una varietà di gusti e formati tale da accontentare tutti i desideri. Il sogno divenne realtà e nel 1913, Luigi Zaini aprì a Milano la sua “Fabbrica di cioccolato, cacao, caramelle, confetture e affini”. Quel sogno era destinato a trasformarsi presto in una realtà industriale dai grandi numeri, pur conservando l’entusiasmo e la capacità di innovare e di guardare al futuro del suo fondatore. L’ingresso nel canale vending segna un ulteriore passo avanti dell’azienda, attenta alle nuove abitudini di consumo e pronta a rispondere con prodotti realizzati ad hoc per il comparto. La Luigi Zaini rappresenta un nuovo player per il settore della distribuzione automatica e per questo motivo, abbiamo deciso di approfondirne la conoscenza nell’intervista con l’Ing. Antonio Lamperti, Direttore Commerciale. Come mai una fabbrica storica e legata all’antica tradizione dolciaria italiana ha deciso di proporsi al vending?

Abbiamo deciso ora di affrontare il settore delle distribuzione automatica perché ci consente di proporre i nostri prodotti a consumatori che sempre di più quotidianamente si rivolgono a questo nuovo canale di vendita.

L’Azienda è presente nei canali normal trade e GDO.

Qual è la vostra offerta per la distribuzione automatica? Una linea di prodotti completamente nuova per questo canale: bustine di dragée di cioccolato studiate per due diverse tipologie di consumatori: CHOCO&FRUIT - per un target adulto: un cuore di frutta ricoperto di cioccolato fondente ai gusti Arancia, Limone e Lime oppure Lampone e Mirtillo rosso. Si tratta di una nuova linea di prodotti lanciata lo scorso anno in tutte le catene della Grande Distribuzione, che sta riscuotendo un grande successo di vendita. CIOCOCROC e CIOCOBISCO’ - per un target più giovane: un cuore croccante ai cereali, oppure un cuore di biscotto, ricoperti di cioccolato al latte. Per questo target abbiamo anche realizzato una barretta di cioccolato al latte e riso soffiato, molto richiesta da questo mercato. Quali sono i punti di forza dei vostri prodotti? L’assoluta bontà di questi prodotti, accompagnata da una scelta delle migliori materie prime disponibili sul mercato. Choco&Fruit, il prodotto su cui puntiamo particolarmente, ha richiesto più di due anni di messa a punto ed il risultato

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è a nostro avviso fantastico. È capitato spesso che durante la presentazione del prodotto il buyer ne consumasse un’intera confezione! Molto importante è poi la tecnologia di produzione, nata in passato con lo sviluppo di questi dragée come cioccolatini da accompagnare alla tazzina di caffè, che si è evoluta con la realizzazione di Choco&Fruit fino alla realizzazione di una fabbrica dedicata, che apre i battenti proprio in questi giorni. Quali sono i vantaggi per il gestore che volesse proporre ai suoi utenti i prodotti Zaini?

La rete commerciale Zaini è costituita da un Direttore Vendite, da 5 Capi Area e da circa 50 agenti che operano nei due canali GDO e Normal Trade. Ma per l’ingresso nel vending, per noi nuovo, abbiamo pensato ad una soluzione molto più snella: un’unica agenzia che opererà a livello nazionale. La Luigi Zaini SpA nasce da un sogno. Come si fa a conciliare un sogno con le dinamiche della realtà industriale?

Il sogno è stato, più di 100 anni fa, la spinta per intraprendere una nuova attività imprenditoriale. Da allora competenza, investimenti, professionalità, ricerca e innovazione sono state le chiavi del successo di un’azienda oggi presente in oltre 70 Paesi nel mondo.

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Com’è organizzata la vostra rete commerciale e la distribuzione?

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Prodotti di qualità, assolutamente nuovi per il mercato del vending, studiati con un posizionamento molto aggressivo che garantisca comunque la marginalità del gestore.


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L’Osservatorio Leanus sul Vending

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’Osservatorio Leanus che monitora costantemente tutte le imprese della categoria, le operazioni societarie, l’andamento del settore, il profilo di rischio delle imprese e che fornisce agli utenti strumenti pratici e a basso costo per la gestione dei dati contabili aziendali non sarà più gestito da Confida a partire dal prossimo mese di giugno. L’Osservatorio è stato costituito dal Presidente Lucio Pinetti nel 2011 perché convinto che una categoria importante come il Vending, in forte crescita e in alcuni casi al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica, non poteva non conoscere e tenere sotto controllo i numeri del settore, l’elenco degli operatori e tutte le informazioni pubbliche che è consentito ed utile monitorare. La scelta di Leanus era motivata anche dalla volontà di offrire agli associati servizi nuovi ed in linea con i tempi, dando all’associazione un ruolo non solo di rappresentanza ma di effettivo supporto agli associati. Da allora, gli utilizzi dell’Osservatorio sono stati molteplici e finalizzati ad obiettivi diversi. Basti pensare alla valutazione dell’impatto sui conti delle imprese del Vending derivanti dall’introduzione dell’art. 62 del 2012 che ha consentito di quantificare, impresa per impresa, la sostenibilità finanziaria del provvedimento. L’Osservatorio è stato anche utilizzato, in collaborazione con Accenture, per analizzare l’andamento di volumi e prezzi sottostanti i risultati presentati in bilancio e per fornire stime aggiornate e più recenti rispetto a quelle derivabili dall’analisi dei bilanci depositati.

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Oltre a Vending News, da sempre attenta a valorizzare ogni informazione utile relativa al settore, i dati emersi dall’Osservatorio hanno trovato ampio spazio nelle riviste specializzate e non solo. È invece stato più freddo l’interesse suscitato in alcuni operatori, soprattutto di piccole dimensioni, che avrebbero potuto e dovuto beneficiare maggiormente delle potenzialità dell’Osservatorio. Basti pensare all’utilizzo per negoziare una linea di credito, per capire se il proprio concorrente ha una migliore struttura dei costi, per realizzare rapidamente un business plan, per calcolare un fido, per capire quanto vale la propria azienda o semplicemente per acquisire visure e controllare la presenza di soggetti nel Registro Protesti. Certo Leanus richiede un certo grado di competenze per essere utilizzato; proprio per questo il presidente Pinetti riteneva che l’associazione potesse avere un ruolo nell’assistere le imprese associate nella realizzazione delle analisi e nella formazione di tipo economico-finanziario. Così è stato, almeno per un certo periodo, con grande soddisfazione degli associati che hanno beneficiato dei servizi. Non sono mancate le critiche arrivate soprattutto da chi ha sospettato, sbagliando, che l’Osservatorio fosse uno strumento concepito per rivelare numeri e informazioni ritenute confidenziali o da non divulgare. Basta però ricordare che l’Osservatorio gestisce solo informazioni pubbliche, ufficiali e pertanto disponibili a tutti, per respingere sospetti di questo tipo.


Per spiegare perché sia importante continuare a tener vivo l’Osservatorio, abbiamo deciso di chiedere l’autorevole parere del Prof. Claudio Devecchi, professore ordinario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Il Prof. Devecchi ha insegnato Economia aziendale, Contabilità e bilancio, Analisi di bilancio, presso l’Università Bocconi di Milano e presso le Università degli Studi di Bari e di Brescia. Ha lavorato dal 1974 al 1984 presso la S.D.A. - Università Bocconi, sia come docente che come responsabile di corsi, di area, di progetti, di ricerche.

È membro ordinario dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (A.I.D.E.A.), sindaco supplente, referente di sede. È attualmente Presidente e Direttore Scientifico di ASAM (Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali) dell’Università Cattolica di Milano. È inoltre Amministratore Unico e Direttore Scientifico del CERIF (Centro di Ricerche sulle Imprese di Famiglia) un’associazione nata nel 2006 che riunisce le imprese di famiglia italiane, diventandone un qualificato punto di riferimento per gli imprenditori e gli operatori di questo settore.

Prof. Devecchi, cosa è il CERIF e di cosa si occupa esattamente?

lizzazione del successore, convincimento della famiglia e ottenimento del suo incondizionato appoggio, avvio del processo di convincimento dentro l’impresa (dipendenti), graduale conquista della credibilità e della legittimità del giovane erede, processo di ritiro del fondatore.

È un’associazione senza scopo di lucro con la seguente missione “Sustaining Family Business Growth & Vitality”, e consiste pertanto nell’osservare, studiare ed analizzare in modo rigoroso le imprese di famiglia, fornendo strumenti e soluzioni a supporto delle loro attività. Svolge quattro attività: ricerca, formazione, progetti sul campo ed eventi. Cosa è emerso dallo studio realizzato? Dalla nostra ultima e più recente survey nazionale abbiamo estratto questi elementi critici dal dialogo con i nostri 250 circa imprenditori di family business. Riguardo al loro Business Model i principali problemi sono la incapacità di attrarre persone chiave, la difficoltà di accedere ai mercati esteri, una consistente riduzione della redditività aziendale. Nei rapporti impresa-famiglia ci segnalano nubi grigie su due aspetti: la gestione della successione e una confusione sugli assetti organizzativi.

E cosa c’entra tutto questo con i bilanci, l’analisi dei dati contabili, il cosiddetto Osservatorio. Perché è importante monitorare questi dati? Perché sono l’espressione più diretta e chiara della gestione aziendale. Saper leggere e soprattutto saper “far parlare i numeri” non è una dote così diffusa. Avere cioè un approccio sistemico collegando le voci di bilancio tra cause ed effetti aiuta moltissimo a diagnosticare la situazione e apre la via a semplici ma fondamentali interventi. Ecco perché aiutiamo molto l’erede a saper usare le metriche contabili per controllare la sua azienda familiare.

Lei ha analizzato uno dei temi che preoccupa maggiormente le imprese familiari: il passaggio generazionale. Cosa è emerso dallo studio? Prima di tutto che il passaggio generazionale è un processo, non un fenomeno! Poi che le fasi del passaggio generazionale sono ben tre: si inizia con la formazione dell’erede che comporta il percorso formativo, l’Università e l’esperienza di lavoro in un’altra impresa. Poi abbiamo la fase che si svolge prima della successione dove è fondamentale affrontare i seguenti temi: autoconvincimento dell’imprenditore a dover lasciare l’azienda, discussione in famiglia sul futuro dell’impresa, sedare sul nascere i potenziali (effettivi) conflitti familiari. Infine la terza fase, quella cioè durante la successione, si caratterizza per questi elementi cruciali: scelta e designazione del successore, responsabi-

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Il Cerif ha utilizzato Leanus per elaborare i bilanci delle TOP 500 di Monza e Brianza, studio commissionato da Assolombarda e da PWC. Perché Cerif ha scelto Leanus? Quali sono i vantaggi? Prima di tutto perché abbiamo verificato un’altissima qualità degli output e una disponibilità a diventare nostri compagni di viaggio che altre realtà non avevano assolutamente considerato. Inoltre, la duttilità delle analisi ci ha consentito di personalizzare molto il lavoro svolto. I vantaggi sono stati evidenti: tempi assolutamente rispettati per la “delivery” del lavoro, valore aggiunto concreto sulle elaborazioni contabili (bellissimo quel conto economico a costi variabili e fissi), utilizzo di studi ad hoc su aspetti fondamentali quali ad esempio l’analisi della concorrenza. Chi ritiene possa essere l’interlocutore alternativo a Confida nel prendere in carico l’Osservatorio Leanus? Chi saprà coniugare al meglio le molteplici esigenze che ogni cliente sente essere per lui importanti e chi riuscirà a mantenere alta la qualità e il rispetto dei tempi di consegna dei lavori ricevuti e commissionati. Molte imprese del Vending sono imprese familiari e tante hanno affrontato o stanno affrontando il tema del passaggio generazionale. A cosa devono fare attenzione?

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Con riguardo alla formazione dell’erede e se sono ancora in tempo nei prossimi decenni si dovrà investire pesantemente sui modelli familiari per riportarli ad archetipi virtuosi. Abbandonati per sempre i modelli familiari patriarcali, si dovrà inventare il leader, il totem, il centro carismatico attorno al quale i singoli ritrovandosi avranno la soluzione ai loro problemi, ingiustizie, torti o la gratificazione per le loro rinunzie, scelte, opzioni, decisioni prese. I modelli educativi risulteranno ancor più fondamentali di quanto lo sono stati nel passato. Dovremo essere pronti come genitori ad anticipare e/o condividere i principali cambiamenti attesi/indotti sugli stili di vita che risulteranno orientati ai “nuovi” bisogni dei giovani e della società. Alcuni sponsor hanno mostrato interesse a sostenere l’Osservatorio Leanus sul Vending. Quale potrebbe essere il valore aggiunto di CERIF nella gestione dell’Osservatorio? Certamente quello di essere un ottimo compagno di viaggio per tutte quelle imprese di famiglia che si rispecchiano o si rileggono in quanto abbiamo scritto sopra. La nostra missione è la missione delle imprese di famiglia di successo. Per tutte le altre imprese CERIF può essere un ottimo ‘sparring partner’ in campo gestionale, organizzativo, strategico e finanziario.


Ă€ T I V O N Un morbido cuore di frutta ricoperto di cioccolato fondente extra

con Arancia, Limone e Lime

con Lampone e Mirtillo rosso

MADE IN ITALY




Per saperne di più sull’Osservatorio Fortunatamente ci sono molti interlocutori, utilizzatori storici della piattaforma, che hanno manifestato l’interesse di portare avanti e sostenere l’Osservatorio. Le informazioni in esso contenute sono importanti non solo per gli operatori del settore, ma anche per coloro che hanno relazioni commerciali con essi. Non sostenere e dismettere l’Osservatorio vuol dire spegnere le luci e ridurre il livello di attenzione che il settore merita e per il quale è stato fatto un gran lavoro negli scorsi anni. Cosa è l’Osservatorio? L’Osservatorio Leanus sul Vending (http://www.leanuslab. com/confida) è un database che contiene tutte le informazioni aggiornate delle imprese appartenenti al settore (circa 700 gestioni + 200 tra Produttori e Fabbricanti). Le informazioni disponibili o prelevabili in tempo reale dai Registri Ufficiali riguardano le persone e le società. In altri termini qualsiasi informazione pubblica è facilmente accessibile. Quali sono le funzioni? Sono disponibili diversi moduli, alcuni di facile utilizzo, altri richiedono una maggiore dimestichezza nell’analisi dei dati. • Il Modulo Acquista documenti consente di collegarsi ai dati della Camera di Commercio, del Catasto e ai Registri Internazionali per scaricare informazioni sui soci, sulle imprese e molto altro. • Il Modulo Analisi di Bilancio consente di capire ed interpretare i dati di bilancio. Sono presenti analisi semplici ed analisi sofisticate sia in forma grafica che tabellare. • Il Modulo Rating consente di valutare il rischio delle imprese e di calcolare il fido, funzione molto utile per capire se concedere condizioni di pagamento favorevoli • Il Modulo Benchmark consente di confrontare le imprese tra loro e verificare, ad esempio, le differenti strutture di costo, il diverso costo del denaro, il maggior livello di indebitamento etc • Il Modulo Business Plan consente di elaborare in pochi clic un business plan sui 4 anni successivi. Tutte le analisi sono esportabili e creare un dossier da presentare ad un investitore, ad una banca o ad un partner commerciale è estremamente semplice ed intuitivo.

Inoltre è possibile effettuare ricerche mirate, costruire benchmark personalizzati, analizzare i gruppi aziendali, analizzare micro-segmenti di mercato e molto altro Quali sono i vantaggi? Il vantaggio di utilizzare Leanus è quello di lavorare su un ambiente dinamico e personalizzabile che, essendo in cloud, non richiede alcuna installazione di software. Inoltre, Leanus consente di fare molte operazioni, generalmente elaborate in excel, in molto meno tempo e con maggiore efficacia. Chi può utilizzarlo? Leanus è alla portata di tutti. Le funzioni generali sono di facile utilizzo. Leanus consente al contempo di fare operazioni complesse riservate ad utenti con competenze specifiche, quali ad esempio: • Personalizzazione delle riclassificazioni • Simulazioni • Aggregazioni • Benchmarking • …. Perché uno Sponsor dovrebbe sostenere l’Osservatorio? Oggi l’informazione gira più velocemente che in passato ed è disponibile in quantità molto maggiore. L’informazione organizzata e fruibile è invece molto meno disponibile. Riuscire ad avere un punto di vista privilegiato su un settore importante come il Vending rappresenta sicuramente un vantaggio competitivo. Conoscere vuol dire poter muoversi prima degli altri, anticipare e consolidare la propria posizione.

La carta di identità dell’Osservatorio Leanus sul Vending • L’analisi dei bilanci di tutte le gestioni su un arco temporale che va da 2 a 10 anni • Calcolo del Fido consigliato • Calcolo del Valore Aziendale • Calcolo del Profilo di Rischio di singole imprese e gruppi • Analisi dei Gruppi Societari • Analisi per Area Geografica, per Dimensione, Modello di Business, per Redditività, per Costo del personale.. • Benchmark personalizzati e di settore

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• Elaborazione del Business Plan • Collegamento al Registro Ufficiale delle Imprese e dei Protesti • Informazioni camerali, catastali e su soggetti e persone straniere. A cura di Alessandro Fischetti CEO di Leanus - L’Imprenditore srl Vending News

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6 modi per migliorare la propria immagine su Google

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li esperti di marketing hanno coniato una nuova espressione per indicare quel momento specifico che precede le intenzioni di acquisto. Si tratta del “momento zero della verità” ed è quel momento in cui l’utente cerca informazioni su un prodotto sul web: legge recensioni, visita blog, chiede pareri agli amici sui propri canali social. Se ci pensate, è proprio così: la prima cosa che facciamo di fronte a qualcosa di nuovo è andarla a cercare su Google. Ci formiamo un’opinione in merito leggendo quanto emerge, decidendo se procedere o meno all’acquisto. Ecco perché essere posizionati bene nella primissima pagina delle ricerche di Google (che è il motore di ricerca per antonomasia, detenendo oltre il 90% di traffico) è determinante per il proprio business. Come fare? Creare un account di Google Analytics Con questo strumento che Google mette a disposizione gratuitamente è possibile tenere traccia del traffico al proprio sito, conoscere gli utenti e le loro caratteristiche. Un’analisi accurata del proprio pubblico, compreso sapere cosa cerca su internet, è il primo passo per farsi trovare spiccando tra i tanti competitor. Se siete utenti “smaliziati” e sapete come muovervi, potete usare anche Google Search Console per strutturare meglio i vostri dati e potenziare il vostro impatto nella pagina dei risultati della ricerca. Prestare importanza alla scelta delle keyword Le parole chiave sono importanti perché sono il nostro biglietto da visita nel web. Il sito internet aziendale e i contenuti che pubblichiamo devono contenere queste parole chiave per far sì che gli utenti reperiscano con facilità i nostri servizi. Qui entrano in gioco anche Google Analytics e Google Search Console: con questi strumenti sappiamo grazie a quali ricerche e a quali parole chiave gli utenti ci trovano su internet e visitano il nostro sito. Una volta impostate le parole chiave corrette, farsi trovare su internet sarà senza dubbio più semplice! Creare contenuti utili al lettore Per migliorare la propria posizione nel ranking dei motori di ricerca occorre pubblicare contenuti accurati e aggiornati che contengano le parole chiave. Certo, sembra più semplice da dirsi che da farsi. Spesso infatti la preoccupazione maggiore è: “Cosa posso scrivere sul sito o sul blog? Ho davvero così tante cose da dire?”. La risposta è: certo! Una volta creato un semplice piano editoriale, ovvero un

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calendario degli articoli da pubblicare, sarà tutto molto più semplice. Da dove prendere spunto? La regola d’oro da tenere presente è una: occorre creare contenuti che siano utili a chi legge. Contenuti che siano originali e forniscano un valore aggiunto al lettore. Mai copiare! I motori di ricerca penalizzano i contenuti duplicati, e sono in grado di riconoscere chi è il vero autore dell’articolo… Collegare i propri social al sito aziendale o blog Potrebbe sembrare scontato, ma ancora troppo spesso il collegamento tra social network e sito aziendale o blog viene trascurato. I social network (Facebook, Twitter, Linkedin, Google+…) sono uno straordinario strumento che ha il potere di amplificare quanto viene pubblicato sul sito, incrementandone la diffusione. Aggiornare costantemente i nostri contenuti “Ho già la pagina Facebook sulla quale scrivo spesso, che bisogno ho di aggiornare regolarmente il blog?”. Anche tralasciando i benefici per l’indicizzazione di un costante aggiornamento (che, sia chiaro, non sono per niente trascurabili) occorre fare un preciso distinguo. La pagina Facebook e i contenuti in essa pubblicati, saranno sempre “di proprietà” di Facebook, che può modificarne in qualsiasi momento le modalità di fruizione. Avere un blog, al contrario, consente di gestire in prima persona un “media” proprio. Possiamo aggiornare i contenuti con la frequenza che preferiamo e usare, questo sì, i social come strumento per diffondere i nostri contenuti e creare traffico verso il blog e quindi il sito. Tutto questo a costi molto contenuti. Inoltre, avere un blog autorevole fa sì che noi diventiamo una fonte autorevole, al punto da bypassare in alcuni casi le fonti di informazioni “ufficiali”, che assorbono ingenti investimenti in pubblicità.


Monitorare la “web reputation” Ora che sappiamo come gestire le informazioni che possiamo pubblicare in prima persona, occorre pensare alle informazioni diffuse da terzi, che parlano dei nostri prodotti e del nostro brand online: questa mole di informazioni concorre a formare la “reputazione” del nostro brand online, ed è bene tenerla sotto controllo, per utilizzare a nostro vantaggio le notizie positive ed essere subito pronti

a rispondere a eventuali problemi e vere e proprie crisi di comunicazione, che sul web si muovono in maniera esponenzialmente più veloce di un tempo. Esistono diversi software e strumenti adatti allo scopo, ma in questo caso, e soprattutto se si dovessero evidenziare dei problemi, il consiglio è sempre rivolgersi a uno specialista per una prima analisi e valutare insieme la strada da percorrere!

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Condivending Viander La soluzione a problemi vecchi e nuovi

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l Gruppo Viander SpA, azienda Italiana leader nelle forniture alimentari per il mondo della ristorazione tradizionale e moderna, con oltre 25.000 clienti in Italia e presente in oltre 50 Paesi, produce e distribuisce da 20 anni oltre 1.000 referenze che contribuiscono al lavoro degli operatori del settore con il massimo della qualità e del servizio. Negli ultimi mesi, diverse e concomitanti esigenze legislative, di sicurezza alimentare e di tracciabilità, nonché economiche, hanno convinto il gruppo Viander ad aprire una divisione vending legata al mondo dei condimenti e delle salse, creando la linea “Condivending Viander”. Tra queste le “monodosi”, bustine di varia grammatura sia di condimenti che salse, presenti sulle tavole di ristoranti e pizzerie, ma soprattutto nelle comunità, mense aziendali, carceri, caserme, ospedali e strutture di degenza, treni… ossia dove sono presenti i distributori vending!

Perché la monodose nel Vending Mettere a disposizione kit di condimenti in macchine vending a prezzi controllati, consente al fornitore di servizio almeno di coprire le spese, e al fruitore di pagare un minimo ma con soddisfazione di consumo. E lo spreco non esiste più per nessuno: anche se il consumatore non usa tutto il kit al momento, lo può usare domani o a casa… Il concept “Condivending” consente di creare combinazioni ad hoc a seconda delle esigenze della situazione vending, concordabili con l’azienda Viander al momento dei contratti. Mix di diversa natura per diverse esigenze.

Perché il “Condivending” Motivi legislativi, di sicurezza e di tracciabilità Dopo l’entrata in vigore della Legge 30 ottobre 2014, n. 161 che prevede le “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”, gli stessi devono essere presentati in contenitori etichettati in conformità. La sanzione (da 1.000 a 8.000 euro) è prevista per coloro che non utilizzano i dispositivi antirabbocco. Tutti i Ministeri precisano che l’eventuale utilizzo di confezioni monodose debba rispettare l’obbligo di legge. Questa legislazione sarà certamente seguita da un allargamento della norma, per igiene e tracciabilità, inglobando gli altri condimenti con caratteristiche simili di mescita (aceti, aceti balsamici, salse, dressings…). Questione solo di tempo! Motivi economici Il primo: Il costo delle bottiglie antirabbocco a norma è quasi doppio rispetto alle precedenti… Il secondo: la gestione di condimenti e salse in bottiglia in genere comporta per mense e comunità dei punti economicamente critici. La quantità di condimento in bottiglia che un consumatore usa mangiando in mensa o in una comunità non è sotto controllo e non può esserlo! Lo spreco è enorme e i costi anche!

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Un gruppo di collaboratori specializzati nel vending potrà ancor meglio illustrare i servizi messi a disposizione dall’azienda Viander e le potenzialità del prodotto Condivending.

Per info e contatti: viander@viander.it info@divisionevending.it


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supportare tutti i protocolli standard e vanta un elevato tasso di accettazione multi-valuta oltre alla possibilità di essere aggiornato facilmente e gratuitamente tramite USB , PC o programmatore portatile . NV9 USB +, grazie ad una migliorata tecnologia di rilevamento e un elevato tasso di accettazione multivaluta, è un prodotto che garantisce eccellenti prestazioni.

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Lavoro, formazione e sicurezza.

LDG Service risponde agli operatori del vending

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FK, istituto specializzato nelle ricerche di mercato sul consumatore, ha appena pubblicato i risultati di un’indagine condotta in 22 Paesi su un panel di 27.000 consumatori con l’obiettivo di comprendere quali sono secondo loro le maggiori responsabilità delle aziende. Con leggere differenze rispetto agli altri Paesi, la classifica italiana ha visto ai primi tre posti le seguenti priorità: offrire buoni posti di lavoro, essere responsabili nei confronti dell’ambiente e proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori. Va, inoltre, considerato, un ulteriore dato risultante dalla classifica generale internazionale: il 41% degli intervistati ritiene importante che l’azienda produca beni e servizi di qualità. Perché un’azienda riesca a raggiungere i risultati che il campione auspica, è necessario che operi investimenti miranti ad ottimizzare l’ambiente in cui il lavoratore opera, proteggere la sua salute e la sua sicurezza e, attraverso le procedure adottate e i propri dipendenti, quella dei destinatari del bene/servizio prodotto; offrire al mercato prodotti/servizi di qualità attraverso la professionalità e la continua formazione degli addetti. Gli imprenditori, in particolare i titolari di piccole e medie imprese, spesso sottovalutano l’importanza di questo tipo di investimento o lo ritengono dispendioso al punto da destinarvi il minimo indispensabile, in termini di tempo e finanze, il giusto necessario ad ottemperare alle richieste delle normative di riferimento. Le società della distribuzione automatica, composte per lo più da piccole e medie imprese familiari, sono esposte a molte delle responsabilità prima descritte e, per essere in regola, si rivolgono a consulenti per le varie procedure: HACCP, sicurezza sul lavoro, formazione del personale e monitoraggio dello stato di salute dei dipendenti, impatto dell’azienda sull’ambiente e via di seguito. Avere un consulente per ogni procedura e per ogni normativa risulta essere estremamente dispendioso in termini di tempo e denaro e spesso scoraggia l’imprenditore, nonostante questi sia ben propenso a migliorare gli standard della sua azienda. A questo tipo di esigenza risponde la LDG Service, che si pone come partner globale delle aziende del vending con l’obiettivo di accompagnarle in un percorso di miglioramento degli standard e delle procedure che possano arrecare benefici economici e di reputazione all’azienda stessa.

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Abbiamo incontrato Luigi Giliberti, titolare della LDG Service con il quale, alla luce della sua profonda conoscenza delle aziende del settore, cerchiamo di comprendere quali sono i vantaggi che una compagnia del vending può trarre nel momento in cui si affida ad un consulente globale professionale ed esperto del comparto

Cos’è la LDG Service e cosa offre alle aziende della distribuzione automatica? La LDG è una società che fornisce alle piccole, medie e grandi imprese di ogni settore servizi legati alle normative, ponendo particolare attenzione alle aziende più piccole che spesso sottovalutano un concetto fondamentale: anche un’azienda con un solo dipendente è esposta ad una serie di controlli da parte delle autorità di vigilanza, controlli che rendono necessario “avere tutte le carte in regola” per evitare il rischio di sanzioni e, in taluni casi, di interruzione dell’attività. La sicurezza sul lavoro, la qualificazione dell’azienda, la sicurezza alimentare oltre alla formazione e alle verifiche periodiche su impianti, mezzi e attrezzature sono fondamentali perché un’azienda conquisti un elevato standard qualitativo e possa porsi un gradino più in alto rispetto ai competitor. E questo vale soprattutto per le piccole compagnie del vending che lavorando su standard bassi, non puntando alla crescita attraverso la qualità, hanno poche possibilità di farsi strada tra competitor di levatura superiore.



Lei insiste sul concetto di qualità. Cosa intende?

Cosa offre la LDG Service per la formazione aziendale?

Per una società di gestione la qualità è tutto ed è un concetto globale che investe uomini e azienda. Le faccio un semplice esempio. Come logico, le aziende sono fatte di uomini e sono gli uomini che portano il servizio vending direttamente ai consumatori i quali non sono altro che dipendenti di aziende, serviti nel loro posto di lavoro. La qualità allora sta nei prodotti che gli addetti al caricamento inseriscono nei distributori automatici, qualità che dipende non solo dai brand che il gestore ha scelto, ma da come ne vengono gestiti carico, scarico e stoccaggio, da come vengono attuate le procedure relative alla catena del freddo, le scadenze e via di seguito. La qualità sta nei distributori automatici che vengono utilizzati per servire i consumatori e non dipende solo dall’affidabilità di questi da un punto di vista tecnico. C’è tutta la parte relativa all’igiene che è altrettanto importante, soprattutto se consideriamo la regolare prassi di rigenerazione delle macchine che vengono ritirate e poi reinstallate altrove. Qui le regole dell’HACCP sono fondamentali sia per quanto riguarda le procedure seguite per il ripristino delle macchine che le garanzie offerte da un punto di vista igienico dagli addetti che se ne occupano. Qui si inserisce il terzo punto, a mio avviso il più importante per ciò che concerne la qualità: quella dei collaboratori esterni quali addetti al caricamento e tecnici, e di quelli interni che movimentano e monitorano le merci, oltre che degli addetti al laboratorio tecnico per le macchine. In questo caso, la qualità si traduce in professionalità e la professionalità si può raggiungere solo con il continuo miglioramento delle competenze e quindi con la formazione. L’insieme di tutte queste cose determina la qualità globale dell’azienda e la rende certificabile a sua volta.

Offriamo al datore di lavoro la possibilità di scegliere tra due tipi di formazione: • Il lavoratore si collega direttamente da PC, tablet o smartphone alla piattaforma FAD da noi elaborata nei momenti liberi e/o concordati col datore di lavoro; • Il lavoratore è presente fisicamente in aula e segue le lezioni tenute dai nostri docenti. Dopo aver fatto un’analisi delle competenze dei lavoratori nei vari ruoli ed aver discusso con il titolare circa le lacune che egli stesso avrà evidenziato, elaboriamo insieme un programma di formazione su misura. Oltre alla formazione standard, infatti, possiamo entrare nel dettaglio, prevedendo ad esempio un corso specifico per l’utilizzo di una particolare attrezzatura o per l’installazione di un particolare distributore automatico. La nostra presenza in azienda non è mai invadente e non toglie troppo tempo al lavoro quotidiano, poiché stabiliamo a priori quanti saranno i momenti d’incontro necessari a formare, quando e per quanto tempo si svolgeranno e questo consente al datore di lavoro di organizzarsi di conseguenza. Va detto che la formazione diretta in aula è sicuramente più dinamica e di maggior appeal per il lavoratore sia per l’interazione che si stabilisce con i docenti sia per il modo più dettagliato in cui si possono affrontare gli argomenti. Vi è poi una seconda possibilità, ossia la formazione a distanza attraverso la nostra piattaforma FAD a cui il lavoratore accede per mezzo di un dispositivo (tablet, PC, smartphone), che è altrettanto attraente soprattutto per i lavoratori più giovani abituati all’interazione digitale. In questo caso, la formazione può essere svolta in tempi e modi più elastici in accordo con datore di lavoro e dipendente. Per quanto riguarda la formazione a distanza, come si fa a controllare che il lavoratore segua effettivamente il corso? Abbiamo un sistema che ci permette di sapere quando e per quanto tempo il lavoratore si è collegato alla piattaforma e poi effettuiamo delle verifiche, alla fine delle quali certifichiamo la formazione di quel dipendente in relazione all’argomento del corso, rilasciando la documentazione del caso, come ad esempio il patentino di frigorista piuttosto che di carrellista.


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Alle aziende conviene questo tipo di formazione perché risparmiano in termini di spostamento delle risorse e quindi in termini di tempo e denaro. Restiamo sui dipendenti e parliamo di sicurezza. Cosa fornisce la LDG Service? Quello della sicurezza è un argomento molto delicato, soprattutto per le gestioni del vending che devono garantire sicurezza sia in casa che fuori casa. In primo luogo va detto che ogni datore di lavoro deve valutare i rischi a cui è esposto il proprio lavoratore, dopo di che deve sottoporlo a sorveglianza sanitaria per ottenere l’idoneità del lavoratore a svolgere la propria mansione. Prendiamo ad esempio caricatori, tecnici e installatori che si mettono alla guida di automezzi. Per questi noi consigliamo di fare l’alcol test, un valido strumento per l’imprenditore per monitorare il dipendente. Laddove dovessero emergere dati importanti sull’alcolismo o sulla tossicodipendenza, è chiaro che il datore di lavoro dovrà cambiare la mansione assegnata. Altro importante argomento è quello della movimentazione delle merci e in particolare dei distributori automatici. Il datore di lavoro deve monitorare affinché tutte le tipologie di trasporto avvengano in condizioni di sicurezza, soprattutto quando si tratta di installatori di macchine che, se non adeguatamente formati e dotati di attrezzature ed abbigliamento idonei, possono essere un pericolo per se stessi, per i colleghi e per i terzi, ossia coloro con i quali si incrociano durante le manovre nei luoghi d’installazione. Immaginiamo le conseguenze di un’errata manovra col carrello ed eventuale caduta del distributore automatico… Vi è poi tutto un sistema di prevenzione e protezione interno che l’azienda è tenuta ad attivare, quale gli interventi di pronto soccorso in caso di malore di un dipendente o la messa in atto di piani d’evacuazione in caso di incendio. Anche qui il personale va formato e responsabilizzato rispetto a determinati ruoli che esulano dalle normali prestazioni lavorative. A questo proposito, come vincete la poca propensione dei dipendenti a farsi formare, a seguire le istruzioni? L’esperienza sul campo ci ha insegnato che un personale

motivato è il traino necessario perché la teoria di cui siamo portatori si traduca in prassi aziendale. Per prima cosa, convinciamo i lavoratori stessi della bontà del percorso che stanno per intraprendere insieme alla proprietà e a noi che ne prendiamo in carico la formazione. I primi risultati visibili fanno il resto, convincendo che sono sulla strada giusta e che continuare in quella direzione porterà non solo al miglioramento della propria professionalità, ma soprattutto ad una crescita sostenibile dell’intera azienda. Colmare le lacune e ottimizzare tutto ciò che di positivo l’azienda già presenta diventa una mission in cui tutti si riconoscono. Parliamo proprio delle aziende e delle certificazioni, altro servizio da voi fornito. Qual è la più importante? L’ISO 9001 è uno standard su cui c’è molta attenzione, soprattutto dopo l’ultima revisione 2015, perché garantisce la qualità che un’azienda può offrire sia dal punto di vista del servizio che del personale che porta il servizio al cliente. È, inoltre, una certificazione importante che non si chiude nel momento in cui viene ottenuta, ma necessita di continui aggiornamenti dal momento che il miglioramento della qualità aziendale deve essere costante e continuo se si vogliono raggiungere alti standard nell’organizzazione dei processi aziendali e del sistema di gestione generale dell’impresa. La LDG Service segue tutto il processo di certificazione, nonché gli aggiornamenti continui delle procedure che consentono di mantenere la certificazione nel tempo, essendo un documento molto richiesto quando si entra in determinati meccanismi. Basti pensare alle gare d’appalto a cui le società di gestione partecipano, dove spesso la certificazione ISO 9001 è un parametro fondamentale per aggiudicarsi un punteggio più alto. Parliamo di costi. Qual è la portata dell’investimento per le aziende che volessero avvalersi dei vostri servizi? Siamo su cifre sostenibili e senza dubbio inferiori a quanto comporterebbe l’avere in casa una figura dedicata, i cui costi si aggirano più o meno sui 25.000 euro l’anno. Per quanto ci riguarda siamo su una cifra che oscilla dai

48 VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica

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1.000 ai 5.000 euro all’anno a seconda delle dimensioni dell’azienda e degli interventi a noi affidati che spaziano dalle visite mediche al personale alla formazione, al sistema di gestione per la sicurezza, alla qualità a tutti i livelli fino alle certificazioni. Ricordo, a tale proposito, che per gli imprenditori del vending lettori di questa rivista offriamo una consulenza gratuita e senza impegno attraverso la quale analizziamo l’azienda ed elaboriamo un piano degli interventi con i relativi costi. Sarà poi l’imprenditore a valutare la sostenibilità dell’investimento. Noi mettiamo a disposizione la professionalità e l’esperienza maturata in tanti anni di contatto con imprese del settore di ogni parte d’Italia che sono cresciute anche grazie alla nostra collaborazione. Come mai avete allargato il vostro campo d’interesse proprio alla distribuzione automatica? Abbiamo valutato l’enorme crescita che questo settore ha vissuto in pochi decenni e considerato che esso è composto soprattutto da piccole e medie aziende spesso a conduzione familiare, che in molti casi sottovalutano l’importanza di alcune prassi normative. In altri casi, si tratta di aziende che, pur conoscendo quali sono gli obblighi a cui rispondere, non hanno le idee chiare sull’interlocutore a cui rivolgersi o si spaventano per la mole di adempimenti.

Abbiamo ritenuto di essere il partner giusto e in quanto tale ci siamo proposti. Il riconoscimento è arrivato in breve tempo. Un’ultima domanda: quale percorso ha portato alla nascita della LDG Service? Vede, io sono stato prima di tutto un lavoratore dipendente e ho vissuto dall’interno delle aziende in cui ho lavorato tutta una serie di criticità, anche quella di non essermi sentito in alcune occasioni “sicuro e tutelato”. La voglia di indipendenza e di migliorare professionalmente mi hanno spinto a sottoporre prima di tutto me stesso alla formazione continua e all’approfondimento della realtà aziendali con tutte le loro criticità da risolvere. Mi sono presto reso conto che in questo particolare ambito dei servizi vi era un vuoto, mancando una figura professionale completa in grado di rivolgersi alle aziende a 360° e da qui è nata la LDG Service. Devo dire che non è stato facile vincere la diffidenza dei titolari d’impresa che ci vedevano all’inizio solo come un costo. Quando hanno capito che il nostro obiettivo è quello di far crescere le aziende e che lo sappiamo fare grazie al know-how, al team di risorse e alle collaborazioni giuste che mettiamo a disposizione, hanno anche compreso che investire su di noi equivale a investire su se stessi e che i risultati arrivano! Vending News

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