VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica
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Numero 30 - Anno 2017
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L’editoriale di Fabio Russo
Con il mese di Settembre sono iniziate nuovamente tutte le attività di produzione e servizi dopo le tanto attese ferie di Agosto. Purtroppo, il mese di Settembre di quest'anno sarà ricordato per la scomparsa di uno degli imprenditori più audaci, lungimiranti e innovativi del settore: Cesare Cerea. Consentitemi di spendere qualche rigo per dargli il giusto riconoscimento. Ho già scritto e ancora scriveremo su di lui, la sua visione di questo settore, il suo coraggio, l'intuito, la perseveranza, la capacità di guardare prima e meglio di tanti altri alle evoluzioni del mercato, l'onestà intellettuale e (soprattutto) l'umanità che lo hanno contraddistinto. Con Cesare Cerea va via una delle più belle menti del "vending organizzato" del nuovo millennio che, fin dai primi anni della Bergamo Distributori (fondata nel 1972 insieme all'amico Pietro Gualdi), aveva compreso in che modo andasse svolto questo mestiere, trasformandolo in un'impresa capace di riunire in modo efficace ed efficiente più società di gestione sotto un'unica insegna, diventata poi la seconda compagnia di gestione in Europa. Come potete intuire già solo dal peso della rivista che vi apprestate a sfogliare, abbiamo lavorato sodo per tutta l'estate al fine di garantirvi sempre più contenuti di qualità: oltre 30 articoli parte dei quali, allontanandosi lievemente dalla Distribuzione Automatica, invitano ad esplorare un'ambito del Fuori Casa sempre più affine al Vending: l'Ho.Re.Ca. HOST 2017 è la manifestazione italiana che meglio rappresenta questo settore e, dopo oltre 20 mesi di attenti studi e preparazione, abbiamo deciso di presentare in concomitanza con il suo svolgimento, tre nuovi strumenti rivolti agli addetti ai lavori e ai simpatizzanti di questo macro segmento, che cresceranno sempre di più nei prossimi mesi. Horecanews.it - Il quotidiano d'informazione dell'Horeca online, dedicato alla filiera di addetti ai lavori coinvolti nella realizzazione di attrezzature, prodotti e servizi destinati ai settori dell'ospitalità, della somministrazione, della distribuzione e logistica, del packaging e di tutte le sezioni coinvolte. Contestualmente, nel corso di HOST 2017, verranno realizzate le prime interviste di HorecaTV.it - La web-tv dell'Horeca, un canale video dedicato a tutti gli addetti ai lavori e ai simpatizzanti degli argomenti trattati, che raccoglierà testimonianza della partecipazione delle aziende attraverso le novità presentate, le strutture di produzione e i volti degli addetti ai lavori che rappresentano il vero motore nel processo produttivo della filiera. E se desiderate ricevere nella vostra casella di posta elettronica le ultime notizie legate all'argomento, iscrivetevi alla Horecanewsletter.it - La newsletter dell'Horeca, spedita due volte alla settimana per riepilogare le ultime notizie sull'Horeca delle precedenti 72 ore. Una nuova sfida che ci vedrà molto attivi per contribuire allo sviluppo dei due settori che, da qualche anno, sono sempre più affini. Buona lettura!
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Il portale della distribuzione automatica
NEWS.IT
SOMMARIO L’EDITORIALE di Fabio Russo pag. 5
2S TECNO TEAM - INTERVISTA CON SERENA SCALTRITI pag. 10
D'AVINO ZUCCHERO - INTERVISTA CON FRANCESCO D'AVINO pag. 14
NERO NOBILE - INTERVISTA CON GIAMPAOLO FURIA pag. 20
COVER-DA - INTERVISTA CON ROBERTO VALENTINI pag. 26
STOP DELL'UNESDA ALLE BEVANDE ZUCCHERATE pag. 34
SAN PELLEGRINO - INTERVISTA CON ANDREA CAVANI pag. 38
COMPONENTI VENDING - INTERVISTA CON R. VENTURELLA pag. 42
ERGO VENDING - INTERVISTA CON MARCO SANDRO pag. 44
GRAN CAFFÈ OPERA - INTERVISTA CON F. BARDOLINO pag. 46
LDG SERVICE - LA VALUTAZIONE DEI RISCHI pag. 50
EASY VENDING - INTERVISTA CON J. M. GALICIA pag. 54
CAFFÈ MOLINARI - INTERVISTA CON GIUSEPPE MOLINARI pag. 60
BIANCHI INDUSTRY - INTERVISTA CON LUCA PASSARELLA pag. 70
SAGA COFFEE E REVOLVO UNA PARTNERSHIP SINERGICA pag. 88
ARIA DI NOVITÀ IN CRANE PAYMENT SOLUTIONS pag. 94
LA MAGIA DI VENEZIA AL 50° DI FAS pag. 96
LATHECA - INTERVISTA CON PAOLO GIACOMETTI pag. 104
COGES - INTERVISTA CON ALBERTO CONTE pag. 108
UNION GROUP - ESORDIO A HOST pag. 112
SISTEMI VENDING - INTERVISTA CON G. CERASO pag. 114
BILT - LA CULTURA DELL'ACQUA pag. 120
BLUPURA - INTERVISTA CON DEBORA SCREPANTI pag. 124
TEMPO DI FIESTA PER COMMERCIALE ADRIATICA pag. 126
NORMATIVA RAEE - INTERVISTA CON ANDREA BIZZI pag. 130
CSC - VIAGGIO IN INDIA pag. 132
I PUNTI DI FORZA DI UN NEGOZIO AUTOMATICO L'ESPERIENZA DI SPINELLI CAFFÈ GEDAC SRL EURODISPENSER SRL PROGETTO AUTOMATICO SRL da pag. 64
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Periodico bimestrale della distribuzione automatica Anno 2017 - Numero 30 Editore
Sede: Viale Gramsci, 17/b 80122 Napoli - Italia Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695
A HOST 2017 IL VENDING BRILLA SU UN PALCOSCENICO MONDIALE pag. 74
ANTEPRIME N&W - UN GRUPPO IN CONTINUA EVOLUZIONE ESSSE CAFFÈ - PROTAGONISTA A HOST BRASILIA - PROPOSTE PER L'HO.RE.CA. BIANCAFFÈ - UNA NUOVA LINEA DEDICATA ALL'HO.RE.CA. CARIMALI - A HOST NEL SEGNO DELLA TECNOLOGIA DIDIESSE - MOLTO ALTRO, OLTRE LA FROG LOLLO CAFFÈ - "È BUONO 'O 'VER!" (PAROLA DI ANTONINO) SPINEL - UNA FULL IMMERSION NEL MONDO DEL CAFFÈ SPREAFICO - IL CONFEZIONAMENTO CAPSULE "CHIAVI IN MANO"
Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it Tel. 0810152150 Fax. 0810152151 Iscrizione al ROC n° 22385 dal 4 Maggio 2012 Direttore responsabile Francesco Ippolito Direttore editoriale Fabio Russo Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Francesco Ippolito Fabio Russo Flora Seta Anna Giordano Valentina Bottone Pascale Capelle Luca Degli Angeli Lucia Di Gaeta Barbara Fortunati Luigi Giliberti Diana Lappone Sara Mazzotti Miriam Minnucci Marco Ruini Raquel Sanchez Rosaria Scotti Federica Stamerra Luca Superbi Michele Ferraro
Stampa Tipografia TETI srl - Napoli Pubblicità: inferiore al 50%
LAVAZZA - TUTTO IL MONDO LAVAZZA PER IL FUORI CASA GRUPPO IZZO - PER CAFFÈ IZZO È COMPOST TIME! PANAFE' - FESTEGGIA A HOST AGRUMARIE - IL SAPORE DI SICILIA NELL'HO.RE.CA. CAFFÈ VERGNANO - UN HOST 2017 RICCO DI NOVITÀ ELESA, ELEKTRA E VERGNANO SI INCONTRANO A HOST
ERRATA CORRIGE Nel numero 29 di questa rivista nell'articolo "RE-COVER - Il vecchio distributore automatico diventa smart" vi è un errore nell'indicazione dell'anno di commercializzazione della soluzione sui modelli Incontro Alice Club e Antares Bianchi Vending. L'anno indicato nell'ultima domanda a pagina 26 non è 2018 bensì 2017. Ce ne scusiamo con i lettori e con Alessandro Corsuto, titolare dell'azienda.
Vending News è una rivista tecnica dedicata alla distribuzione automatica. I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti
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La manutenzione delle macchine O.C.S. come progetto di Sostenibilità
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n tema di particolare interesse per i gestori è il ricondizionamento delle macchine O.C.S. e dei distributori automatici. Infatti, sebbene l’evoluzione tecnologica tenti di farli apparire obsoleti, anche dopo molti anni essi conservano tutte le caratteristiche di funzionalità ed efficienza attribuite dalle case produttrici. Le società di gestione, piccole o grandi che siano, hanno consolidato le proprie imprese anche attraverso la capacità tecnica di far fronte ai guasti e all’usura, affidando la manutenzione delle macchine per lo più all’officina interna di cui la maggior parte delle compagnie è dotata. Bisogna però considerare l’altra faccia della medaglia: questa prassi, che di fatto allunga la vita media dei distributori automatici, genera nuovi costi sia per le risorse umane impiegate che per la ricambistica di cui necessariamente occorre dotarsi. Per questo motivo, un numero sempre più alto di società di gestione preferisce affidare il cosiddetto “refurbishment” delle macchine ad aziende specializzate, godendo di tutti i vantaggi che ciò comporta. Per approfondire l’argomento abbiamo coinvolto la 2S Tecno Team srl, una delle aziende italiane di maggior esperienza in questo delicato lavoro, che sta a metà tra la preparazione tecnica in senso stretto e la cura artigianale del dettaglio. Abbiamo visitato l’azienda e respirato in poche ore un’aria di grande laboriosità, entusiasmo, preparazione professionale, competenza ed etica e con Serena Scaltriti, CEO
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dell’azienda e punto di riferimento per clienti e dipendenti, abbiamo approfondito l’argomento “ricondizionamento e manutenzione”. Come e quando nasce 2S Tecno Team? La 2S Tecno Team nasce nel 1996 da una delle tante idee di mio padre Epaminonda Scaltriti, che a quel tempo mise in piedi in un piccolo laboratorio per revisionare il parco macchine O.C.S. di Gruppo Argenta. Credo che già all’epoca mio padre avesse compreso la convenienza di fare manutenzione in outsourcing. Oggi, grazie a quella sua intuizione e all’esperienza maturata, serviamo diverse aziende del vending in una struttu-
ra di 1.500 metri quadrati in grado di lavorare su 2.500 macchine al mese. Per la vostra azienda, il tema del ricondizionamento ha un valore etico perché rientra nel più ampio discorso della sostenibilità. Approfondisce questo concetto? Sì, certo. La parola revisione o manutenzione molte volte viene semplicemente associata alle automobili ma, in realtà, può riguardare anche tutti i tipi di macchinari. Essa consiste nella combinazione di una serie di interventi tecnici, amministrativi e gestionali da realizzare costantemente durante il ciclo di vita di una apparecchiatura, in modo da mantenerla in uno stato ottimale. Oggi, con l’aumento dell’inquinamento ambientale, la manutenzione in tutti i suoi campi di applicazione arriva a svolgere un ruolo più importante di quello che si crede. Conservare, riparare e non gettare: tutto questo è una scelta di vita, uno stile di pensiero e di azione, un modello sociale, sebbene nelle nostre società consumistiche predomini il concetto dell’usa e getta. La Sostenibilità, intesa dal punto di vista ambientale, economico e sociale, diventa lo scopo ultimo della manutenzione, in quanto essa si pone come strumento per mantenere nel tempo le funzioni di un sistema. Attraverso il ricondizionamento vogliamo incitare tutti a conservare, ridurre gli sprechi e rispettare l’ambiente.
Il ricondizionamento delle macchine ha un valore economico anche per gli imprenditori. Qual è il suo parere? Sì, assolutamente! Oggi la manutenzione soffre in modo particolare della così detta “visione a breve”: nelle aziende gli investimenti sono ridotti al minimo e si spinge solo per quelli che garantiscono risultati immediati, mentre la manutenzione è un’attività che porta risultati visibili sul lungo termine. In più, l’imprenditore che decide di usufruire del servizio di ricondizionamento ottiene una riduzione dei costi per la sua attività con un miglioramento dell’efficienza produttiva. Entriamo nel dettaglio. Quali sono i vantaggi per il gestore che affida a voi la manutenzione del proprio parco macchine? In primo luogo, si ottimizza la struttura della propria officina interna migliorandone l’efficienza, acquisendo maggiore flessibilità e snellendo le procedure. Vi è poi tutta una serie di vantaggi economici: riduzione dei costi di gestione del magazzino ricambi; riduzione dei costi per ciò che concerne lo smaltimento delle plastiche e dei liquidi impiegati per la decalcificazione che, come sappiamo, deve seguire un iter specifico secondo le normative di sicurezza; riduzione dei costi indiretti, difficilmente misurabili ma presenti, derivanti dagli impatti delle inefficienze di un processo sugli altri processi aziendali che
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ripa-razioni, oltre al fatto che non sempre è dotato delle giuste competenze. Al contrario, le imprese più grandi possono usufruire di un servizio in grado di dare snellezza e flessibi-lità al lavoro dell’officina interna.Siamo comunque sempre disponibili e aperti a prendere in considerazione la manutenzione di nuovi modelli se sussistono le condizioni: la quantità e la continuità.
Ritiene, quindi, che ogni impresa di gestione debba dotarsi di un buon piano di manutenzione del parco macchine? Sicuramente! Grazie ad una manutenzione costante si può preservare il sistema da guasti, blocchi di erogazione o danni a cose e/o persone. Individuando in anticipo eventuali anomalie si può intervenire tempestivamente prevenendo i guasti, talvolta costosi o addirittura irreparabili. Una manutenzione programmata e ciclica permette alla macchina da caffè di ottimizzare l’erogazione del prodotto, poiché la macchina rispetta tutti i range per i quali è stata costruita. Così facendo, inoltre, si allunga la vita della macchina, riducendo al minimo il deprezzamento legato al passare del tempo: se una macchina per il caffè svolge tutte le sue funzioni in maniera ottimale, l’anno di costruzione passa in secondo piano.
Se un gestore volesse provare il vostro servizio, a quali costi andrebbe incontro? Il nostro listino si compone di due parti: il costo della manodopera e i ricambi sostituiti a parte. Chiediamo solo un piccolo contributo spese per il trasporto, un costo quest’ultimo che viene omaggiato ai nuovi clienti per il primo ordine di un minimo di 36 macchine da lavorare. Il cliente ha solo l’impegno di preparare le macchine per il ritiro; il resto è tutto gestito dal nostro ufficio. Il cliente viene premiato con una scaletta sconti a raggiungimento degli obiettivi.
E qual è il valore aggiunto del servizio 2S Tecno Team? Il nostro valore aggiunto? L’umiltà, la passione, il grande impegno di un team motivato e preparato. Non mancano poi l’esperienza e la qualità proprie di un lavoro completamente made in Italy . Su quali marchi e modelli siete specializzati? Lavazza, Mitaca, Sgl, Nespresso e, da poco tempo, anche le macchine prodotte dalla Spinel. Ovviamente, interveniamo solo sui modelli per cui vale la pena eseguire la manutenzione, ovvero quando il costo di quest’ultima non supera quello della macchina. Importantissimi per il nostro lavoro sono gli scambi di informazioni che abbiamo con fabbricanti e fornitori, una prassi che ci permette di conoscere a fondo la tecnologia che sta alla base delle macchine da ricondizionare e che ci porta più facilmente alla risoluzione dei problemi. Ecco perché l’attività di manutenzione è uno strumento a mio parere essenziale per le attività di ricerca, di sviluppo, di miglioramento delle macchine presenti sul mercato o ancora in fase di prototipo. In che modo viene formato e aggiornato il vostro personale? Beh, questo è il punto forte della nostra azienda. 2S Tecno Team non si avvale di cooperative, non ha turnover di personale ma solo dipendenti assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, qualificati e aggiornati grazie a corsi di formazione e al rapporto che si instaura con fabbricanti e costruttori. Questo è per noi un punto di forza, poiché una forza lavoro ben preparata e numericamente costante può garantire un rispetto dei tempi di lavoro e quindi anche puntualità nelle consegne ai nostri clienti. A quale tipo di società di gestione vi rivolgete? Il nostro servizio è rivolto sia al piccolo gestore che alle medie/grandi aziende. In una piccola impresa di gestione, un’unica persona si tro-va da sola a dover svolgere mille mansioni e, dovendosi occupare di tutto, non trova tempo per effettuare le
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In sintesi, con quali parole definirebbe la mission di 2S Tecno Team? La mission di 2S Tecno Team è di dare un servizio visto non come una spesa, ma come un investimento, uno strumento di collaborazione e di aiuto, grazie al quale si può perseguire la via dello sviluppo con la massima efficienza, poiché ciò che si risparmia grazie alla manutenzione e al ricondizionamento può essere investito in altre attività utili alla crescita dell’azienda.
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dovrebbero incidere maggiormente sulla scelta di esternalizzare il lavoro d’officina. Non dimentichiamo che tutto ciò migliora l’immagine aziendale e la qualità del servizio attraverso la puntualità delle consegne e l’efficienza del bene strumentale; la manutenzione inoltre sostiene le attività di ricerca e sviluppo.
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Da novant'anni l’innovazione nel mondo dello zucchero
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oniugare tradizione e innovazione, dotarsi della più moderna tecnologia senza rinunciare a metodiche collaudate ereditate dal fondatore. In novant’anni di storia D’Avino Zucchero si è affermata a livello nazionale puntando sulla qualità e sulla diversificazione delle linee di produzione. Ad oggi l’azienda rappresenta anche un modello di trasparenza, come testimonia la certificazione di legalità rilasciata dall’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato. D’Avino Zucchero si sta affermando con crescente determinazione in tutti i canali distributivi, in particolare nell’Ho.re.ca e nel Vending, grazie anche all'ostinazione dell'attuale guida dell’impresa ed amministratore Francesco D’Avino, rappresentante della terza generazione, entrato giovanissimo in azienda dove ha compiuto il suo percorso professionale. Dai ruoli più umili e semplici e senza godere dei privilegi da “figlio del titolare” ha imparato tutto quello che c’era da imparare e, oggi, può puntare a ogni tipo di mercato senza temere la concorrenza. È da qui che parte la nostra intervista, tesa soprattutto a focalizzare i punti di forza di un’azienda che è riuscita a sviluppare idee innovative intorno ad una materia semplice ed essenziale come lo zucchero.
Nella foto uno dei primi modelli di fattura del 1940. Da notare il numero telefonico: il decimo del distretto!
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Ci racconta come nasce la D’Avino Zucchero e quali sono stati gli step principali che l’hanno portata alle attuali dimensioni? Nel 1927, o forse anche prima, mio nonno Francesco D’Avino avviò un’esperienza imprenditoriale nel settore della panificazione. Commerciava principalmente farina, ma anche carrube e zucchero, ai tempi venduto solo in sacchi da un quintale. Tra gli anni '50 e gli anni '60, mio padre ereditò l’azienda investendo molto nella produzione di farine e di prodotti surgelati. Negli anni '90 entrai in azienda come dipendente e quando ne fui alla guida decisi di investire nella produzione dello zucchero, un mercato che ritenevo in costante crescita. Ero deciso a realizzare un prodotto di qualità che mi avrebbe riportato alle origini della nostra storia aziendale, iniziata con mio nonno. L’ultimo passo di questa evoluzione è stato l’inizio della produzione dello zucchero in bustine verso il 2005. Avete quindi fatto dello zucchero il core business dell’azienda, una scelta non facile trattandosi di una commodity soggetta alle variazioni del mercato borsistico. Cosa vi ha spinto in questa direzione? Siamo partiti da una solida base imprenditoriale, frutto del lavoro del nonno e di mio padre. In questi anni ci siamo impegnati con determinazione per valorizzare questa realtà, guardando sempre al futuro e scegliendo di confrontarci ogni giorno con l’evoluzione del mercato e con le richieste dei clienti. Lanciare nuovi prodotti, arricchendo e diversificando sempre di più l’offerta, dagli accessori per il cake design agli zuccheri aromatizzati, è stato del tutto naturale.
In quale canale avete cominciato a distribuire il vostromarchio e con quali formati? Inizialmente, i nostri clienti operavano tutti nel campo della pasticceria. Come ho già accennato, tempo fa esistevano solo i sacchi da 100 kg, si passò poi a quelli da 50, ma la nostra azienda produceva, anticipando alcune regolamentazioni successive, anche sacchi da 25 kg. Questa decisione fu presa per alleggerire il lavoro delle operaie, che così potevano maneggiare un peso minore rispetto agli uomini. Dai sacchi da 25 kg. si passò poi, con l’entrata in vigore della nuova regolamentazione in ambito HACCP, allo zucchero in bustine. A questo punto il nostro business si è ampliato, poiché abbiamo iniziato a lavorare anche con bar e torrefazioni. Per soddisfare le esigenze di questi nuovi clienti ci siamo concentrati molto sull’aspetto della personalizzazione del prodotto. Ad oggi ci riteniamo specialisti in questo settore, producendo kit personalizzati per tutte le esigenze.
Puntiamo molto su questi prodotti, che anche solo 10 anni fa non erano per nulla apprezzati e/o conosciuti, poiché i consumatori oggi sono molto informati, sanno bene cosa acquistano e mangiano, pretendendo, di conseguenza prodotti salutari e di qualità. Oltre a questa gamma, puntiamo molto su un nuovo prodotto, ovvero gli zuccheri aromatizzati naturali che presenteremo ad HOST. Sappiamo che gli zuccheri aromatizzati, hanno tenuto impegnata per mesi la vostra divisione Ricerca & Sviluppo. Ce ne parla? Il prodotto è realizzato esclusivamente con aromi naturali senza l’aggiunta di nessun tipo di agente chimico. Per ottenere un prodotto più salutare abbiamo lavorato tanto e continueremo a lavorare. Ad esempio, lo zucchero aromatizzato alla nocciola non sarà lanciato a HOST e non lo presenteremo al pubblico fino a quando non riusciremo a eliminare dalla lavorazione ogni tipo di processo chimico.
Parliamo di oggi. Avete sviluppato un ricco portafoglio prodotti specifico per i vari canali distributivi. Ce lo illustra? La nostra produzione si sviluppa su sei linee principali: Bar professionale, Torrefazione, Pasticceria, Casa, Wedding, Aromatizzati. Ci tengo a sottolineare che l’innovazione è uno dei nostri principi guida: in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” stiamo lavorando, ad esempio, ad uno zucchero integrale bio al 100%.
A quali canali sono destinati gli aromatizzati? I nostri nuovi zuccheri sono prodotti molto versatili e possono essere impiegati nell’industria dolciaria così come in casa, possono essere venduti nei negozi specializzati o usati nei bar. In più sono ottimi per aggiungere un tocco particolare a thé, caffè e altre bevande, nonché per la preparazione di cocktail. Sono adatti, inoltre, anche per la cucina professionale: recentemente, alcuni chef hanno usato il nostro aromatizzato allo zenzero per sperimentare particolari ricette.
Stringiamo il focus sul Vending. Quale tipologia di prodotti proponete al canale? Tutto quello che abbiamo in produzione si adatta perfettamente al Vending, un settore nel quale siamo sempre più presenti poiché la diffusione del monoporzionato ci ha portato a collaborare con le più importanti torrefazioni locali e nazionali. Anche in questo settore stiamo puntando all’innovazione, dirigendoci in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale. Sono convinto che tra qualche anno molti Paesi inizieranno a emanare leggi che ci obbligheranno a diminuire il consumo di plastica. La nostra azienda sta anticipando i tempi, anche perché crediamo sia necessario iniziare a sensibilizzare i nostri clienti sul tema della sostenibilità. Produciamo, infatti, kit bio con zucchero di canna e palette fatte di un materiale biodegradibile, simile a quello delle buste dei supermercati. Siete in grado di offrire la personalizzazione del prodotto a 360°? Ossia prodotto e servizio grafico insieme?
Sì, lavoriamo in collaborazione con studi professionali e abbiamo anche un grafico all’interno dell’azienda, in contatto diretto con alcuni nostri clienti. Chi ricerca un prodotto personalizzato è, giustamente, molto esigente. Chi si rivolge a noi per un prodotto di questo tipo è un po’ come il cliente di una sartoria artigianale che va a comprare l'abito su misura: è disposto a pagare di più pur di avere il prodotto che ha in mente! E, proprio per questo motivo, noi siamo pronti a soddisfare ogni tipo di richiesta. Per adeguarvi ai trend di mercato, avete realizzato il vostro shop online. Quali benefici ha apportato al vostro business? Nel nostro percorso di innovazione non poteva mancare la vendita online. Abbiamo realizzato inizialmente un sito web da sfruttare come una vetrina, capace di darci visibilità in tutto il mondo! Successivamente, abbiamo integrato al sito uno shop online, poiché ho sempre creduto nelle potenzialità dell’e-commerce e i risultati che stiamo ottenendo mi danno ragione! Grazie al nostro negozio online, dal quale è possibile acquistare ogni tipo di prodotto presente nel nostro catalogo, anche in piccole quantità, stiamo diventando più presenti nel mercato. Credo sia merito anche della velocità dei nostri corrieri: il cliente può acquistare comodamente da casa e noi siamo in grado di consegnare qualsiasi prodotto in 48-72 ore in tutta Italia. Siete pronti per HOST Milano? Con quali novità vi presentate al mondo dei professionisti dell’ospitalità? Siamo più che pronti! HOST rappresenta per noi un appuntamento fisso ed irrinunciabile. D’Avino Zucchero ha da sempre partecipato con entusiasmo agli eventi fieristici durante i quali abbiamo avuto spesso l’opportunità di entrare in contatto con molte aziende, divenute successivamente nostre clienti. Porteremo a Milano il nuovo kit accessori e una linea bio della quale andiamo molto orgogliosi. Al nostro stand sicuramente saranno protagonisti i nuovi zuccheri aromatizzati: come ho anticipato alcuni di questi possono essere accostati a sapori salati… ma non voglio aggiungere altro: aspettatevi davvero tante sorprese!
www.davinozucchero.it
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Con questo prodotto, unico nel suo genere, puntiamo ad ampliare il nostro mercato: in tante tradizioni culinarie estere si gioca molto con il mix dolce-salato, caratteristico di alcune varietà dei nostri zuccheri aromatizzati. Per questo motivo, intendiamo introdurci anche nel canale dell’alta cucina, spinti proprio dalle creazioni di alcuni chef che hanno già provato i nostri aromatizzati alle spezie per i loro piatti.
Hall 14 Stand A20-B19
Un'offerta di prodotti e servizi a 360 gradi per gli operatori del caffè
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eronobile è un’azienda veneta con una consolidata esperienza nel mercato del caffè che si pone da sempre un’ambiziosa mission: sviluppare un’offerta commerciale capace di soddisfare il mercato a 360 gradi con prodotti di qualità, innovandosi ed implementando il proprio portafoglio in risposta alle richieste del mercato e al cambiamento dei trend di consumo. Materia prima di eccellenza per un’offerta di prodotti e servizi di altrettanta eccellenza, come spiega il fondatore e Amministratore Giampaolo Furia nell’intervista realizzata a poche settimane dalla manifestazione HOST.
Il marchio Neronobile può essere considerato il pilota del gruppo? E quali sono i suoi numeri? Sicuramente possiamo affermare che Neronobile è la realtà principale di questo progetto. Attualmente registriamo un fatturato di 20 milioni di euro, diamo lavoro a 75 persone con 20 linee di produzione e confezionamento. I nostri stabilimenti, nei quali produciamo quasi 220 milioni di capsule, si estendono su circa 13mila metri quadrati. Su quanti turni lavorate? Lavoriamo su due turni, ma il nostro entusiasmo e la costante voglia di crescere ci porta ad essere molto flessibili e soddisfiamo sempre le esigenze del cliente. Quanti pezzi al giorno mediamente riescono a fare uscire i vostri impianti? A seconda delle tipologie di prodotto possiamo produrre dai 700.000 al milione di capsule al giorno. Parliamo del core business: il caffè. Da quale percorso nasce la produzione del gruppo? Nasce da sinergie con torrefattori esperti che da oltre 100 anni tostano le migliori selezioni provenienti da tutto il mondo. Ci riteniamo anche degli innovatori: siamo stati tra i precursori nel mondo delle capsule. Pensi che abbiamo iniziato nel lontano 1998!
Neronobile non è semplicemente un'azienda, bensì un gruppo di realtà specializzate nel gestire tutti gli aspetti della produzione. Ci può illustrare meglio il funzionamento di questa particolare struttura? Neronobile e le aziende collegate sono in grado di seguire il cliente passo per passo: dalla scelta delle miscele, passando allo studio e creazione del packaging fino ad arrivare al posizionamento di vendita. Offriamo un supporto a 360 gradi a tutte le aziende che vogliono entrare nel mondo del caffè porzionato o in grani. Tutto il gruppo lavora in forte sinergia per creare un prodotto vincente, capace di garantire un’alta vendibilità e soprattutto feedback positivi da parte dei consumatori.
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Come è nata l'idea 19 anni fa di produrre capsule? Erano gli inizi di questo mercato… Tutto è nato assaggiando un caffè fatto in capsula e dalla voglia di dare a tutte le famiglie la possibilità di prepararsi comodamente a casa un espresso italiano buono come quello del bar. Durante i primi anni è stata molto dura, perché la capsula era ancora qualcosa di nuovo, di costoso e inavvicinabile per molte persone. Oggi raccogliamo i frutti di tanta passione, tanto sacrificio e soprattutto di tanta costanza. La vostra produzione copre tutti i canali distributivi. Qual è la vostra offerta per ognuno? Al torrefattore che vuole il proprio prodotto personaliz-
zato, la grande distribuzione, all'azienda che vende in internet, a quella che invece offre i suoi prodotti nei negozi specializzati, insomma, ad ogni cliente possiamo offrire un’ampia gamma prodotti e un packaging dedicato in grado di soddisfare tutte le esigenze del mercato. Siete particolarmente specializzati nella lavorazione conto terzi: la vostra proposta comprende solo prodotti o anche servizi? Entrambi: la nostra flessibilità e la nostra capacità di adattarci alle esigenze del mercato ci hanno permesso di crescere e offrire i più svariati servizi. Affianchiamo il cliente in ogni aspetto: dalla strategia marketing, alla realizzazione della grafica, a tutti gli aspetti logistici e di posizionamento del prodotto. Siamo in grado di seguire sia torrefattori, grandi distribuzioni, sia chi vuole creare un proprio marchio con un prodotto “chiavi in mano”. Il cliente ci illustra la sua idea, ci spiega dove vuole posizionare o vendere il prodotto e noi, con la nostra esperienza e la nostra struttura, siamo in grado di offrire il miglior servizio possibile. I nostri, ovviamente, sono consigli ma è sempre il cliente che decide le sue strategie. C’è da dire però, che chi ci ha dato ascolto ha ottenuto risultati più che positivi.
prodotto bio, sono visti in maniera totalmente diversa e i consumatori sono disposti a spendere cifre leggermente maggiori probabilmente per una diversa sensibilità sul tema ambiente. Avete colto in pieno il trend di successo dei coffee shop specializzandovi nella progettazione di negozi e punti vendita. Ci illustra questo particolare servizio che offrite? Per poter offrire un servizio così esteso e completo abbiamo dovuto chiaramente avere a disposizione tutte le linee di prodotti. Caffè, solubili, thé e tisane freschi in foglia. Abbiamo allargato in maniera massiccia la nostra gamma prodotti, che oggi vanta oltre 170 referenze. Questo è per noi un punto di forza, poiché ci permette di poter rifornire in modo esaustivo qualsiasi punto vendita. Anche all’estero cercate di diffondere la cultura dell’espresso italiano? L’espresso italiano è l’eccellenza di cui andiamo fieri e che vorremmo diffondere ovunque ma poi, chiaramente, dobbiamo adattarci alle esigenze e alle richieste del cliente che in alcuni mercati hanno abitudini e culture diverse.
Il caffè porzionato sale nelle scelte dei consumatori, ma è anche il formato più inflazionato e discusso per questioni legate alla competizione sul prezzo e per questioni ambientali, per ciò che attiene in particolare la capsula. Come risponde Neronobile? Per quanto riguarda i costi, Neronobile ha lavorato implementando le linee di confezionamento automatizzate, aumentando la capacità produttiva e riducendo i costi di lavorazione, senza però trascurare la qualità che da sempre ci contraddistingue. Neronobile è anche molto sensibile al tema della sostenibilità ambientale: ricordo che siamo stati tra le prime aziende in Italia ad offrire una capsula compostabile certificata in tutte le sue parti. Come rispondono i vostri clienti rispetto alla proposta di un packaging compostabile? Purtroppo nel mercato italiano proposte di questo tipo non sono molto ricercate né diffuse, poiché i prodotti di questo genere molto spesso costano di più. Nei mercati esteri, invece, il prodotto compostabile, come anche il
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A proposito di fiere, con quali novità vi presentate a HostMilano? Ad Host porteremo una linea nuova di prodotti monorigine, alcuni nuovi solubili e tante altre novità che non vogliamo svelarvi, ma che si potranno degustare presso il nostro stand che quest'anno si preannuncia molto interessante ed attrattivo. Infine una domanda più personale: il gruppo aziendale la impegna per molto tempo. Nel tempo libero a cosa si dedica? Alla famiglia che mi ha sempre supportato in tut-
to e alla mia passione: creare nuovi formati di capsule e nuovi prodotti. Spesso mi ritrovo infatti nel mio laboratorio a sperimentare, pensando a come rendere migliori i nostri prodotti. Come vede, il mio tempo libero dal caffè lo dedico al caffè!
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Siete presenti alle più importanti fiere di settore anche all'estero. Quanto conta per voi l'export e qual è la vostra visione del mercato oltre confine. Neronobile quest'anno punterà forte sul mercato estero: attualmente la percentuale sul nostro fatturato totale è di circa il 10%, ma noi crediamo che l'export sia un canale che potrebbe permettere una forte crescita, poiché il mercato del porzionato sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo. È per questo motivo che abbiamo aumentato la nostra presenza nelle fiere internazionali e abbiamo creato un reparto interno con personale altamente specializzato, dedicato unicamente ad esportare la nostra ampia gamma anche ai paesi esteri.
Cover-DA. Un tocco di design nel Vending
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oberto Valentini è un designer specializzato nel campo della progettazione, che ha sviluppato un importante bagaglio di esperienze nella consulenza d’immagine per le aziende e nella design strategy. Ad un certo punto del suo percorso professionale ha incrociato il Vending, un settore nel quale ha sviluppato progetti ed allestimenti sia per l’associazione di categoria Confida che per aziende di rilievo. E, come accade a molti, tra Roberto Valentini e il Vending è scattata la classica scintilla, al punto che realizzare progetti dedicati al comparto è diventato un po’ il fil rouge della sua attività. Di recente ha ideato e sviluppato un progetto tutto suo, che lo inserisce di diritto nella folta compagine dei protagonisti della Distribuzione Automatica italiana. Nell’intervista raccolta dalla nostra redazione, Roberto Valentini racconta di sé, del suo ingresso e delle sue esperienze nel Vending e svela i dettagli di Cover-DA, il progetto al quale sta intensamente lavorando per offrire ai gestori una soluzione innovativa ed economica per allestire aree ristoro decorose e funzionali.
Quando ha iniziato a lavorare nel settore del vending? Tutto è iniziato nel 1997, quando Lucio Pinetti, allora direttore generale di Confida, mi coinvolse nel progetto Venditalia. Tra me e Lucio c'era un rapporto di grande stima, fondato sull'amicizia nata al Centro Sperimentazioni della Montedison, azienda dove lui allora lavorava e con la quale io stavo collaborando. Divenuto successivamente Direttore Generale di Confida, Lucio mi chiamò chiedendomi delle proposte di logo per Venditalia, la nascente fiera italiana del Vending, proposte che gli servivano per l'indomani mattina. Attaccò lasciandomi senza la possibilità di protestare per l'esiguo tempo a disposizione. La prima edizione di Venditalia fu tutta una corsa, ma fu anche una bellissima esperienza. Di cosa si è occupato nello specifico? Ho curato tutta l'organizzazione tecnica e grafica degli allestimenti generali ed istituzionali, oltre che lo sviluppo e l’allestimento delle mostre, seguendo quanto l’associazione voleva. L'indicazione più importante che mi venne data fu che l'immagine di Venditalia dovesse essere fortemente istituzionale per dare importanza al settore e all'associazione di categoria. Quindi non solo un evento commerciale, ma un’occasione per far conoscere al mondo e alle istituzioni l'importante realtà della distribuzione automatica che ancora al tempo era catalogata come "quelli delle macchinette". Si decise perciò di riservare l'atrio d'onore allo stand Confida e alle mostre. Infatti, nell’edizione del 1998, lo stand Confida venne posto al centro dell'atrio e realizzato a forma di anfiteatro a sottolineare l'importanza centrale dell'associazione di categoria e l'accoglienza entro i propri confini delle realtà del settore. Mi sono occupato di Venditalia fino all'edizione del 2004, ovvero fin quando si è svolta a Genova. Degli allestimenti realizzati, quale le è rimasto nel cuore? Direi tutti, ma in particolare quello dell’edizione del 2000. Per me, appassionato di cinema, è stata una mostra bellissima per la particolarità del tema “Il Vending nel Cinema” che si è tradotto in un filmato composto da spezzoni di film, in cui i distributori automatici diventano parte attiva della sceneggiatura, con risvolti il più delle volte umoristici. A partire da Tempi Moderni di Chaplin, in cui non è proprio un distributore automatico ma un servizio automatico a molestare un operaio della catena di montaggio, ai film di Fantozzi dove il ragionier Ugo è preso di mira da un distributore automatico dispettoso. O ancora la vending machine assassina nel film Brivido di Stephen King. Sono tante le apparizioni dei distributori automatici nelle pellicole cinematografiche, anche se non tutti gli spetta-
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tori sono capaci di coglierle. Ciò comunque è segno che il distributore automatico è entrato prepotentemente nel nostro vissuto giornaliero. Il filmato era visibile grazie ad un maxischermo posto nello stand Confida e a dei maxivisori, simili ai visori delle diapositive dislocati nell'atrio d'onore. Oltre che per Venditalia, ha collaborato anche con altre realtà del settore? Sì, con parecchie! Sia con Confida in qualità di consulen-
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te d'immagine per la realizzazione di stampati, logotipi, atti di convegni e allestimenti, che con alcune aziende del settore come Covim, SEM, Baltom, Briel, OTR, Silplaster, Bottoli, Arimel, Cami, Frigoli. Nel frattempo, avevo fondato la società Art&Works insieme ad Alessandro Fontana, sviluppando anche una certa esperienza nel campo editoriale dedicato al settore. Tutto questo è andato avanti fino al 2010, anno in cui mi sono allontanato dal Vending. Ma è stata solo una pausa… Sì, infatti, una pausa durata 4 anni, fino al 2014 quando Lucio Pinetti ancora una volta mi contattò per chiedermi di occuparmi dell’ideazione e dell’allestimento dell’area progettuale della Special Edition di Venditalia 2015, quella realizzata in concomitanza con Expo Milano. All'interno di questa area ho realizzato gli allestimenti per la Flo, la Ducale, la Watercoolers Italia, la Food 24 e Sep H2O. Il progetto Venditalia Special Edition ha risvegliato in me la passione per il Vending, tanto che dal 2016 ho iniziato a studiare e progettare un sistema di allestimento per i distributori automatici che ha preso il nome di Cover-DA e che credo possa offrire ai gestori un prodotto interessante per creare aree ristoro di appeal per i consumatori.
Ci spiega nel dettaglio cos’è Cover-DA e come è nata l’idea? Cover-DA è una “famiglia” che raggruppa sistemi di allestimento che rispondono a concetti di stile e praticità con un rapporto qualità/prezzo sostenibile. Quando ho iniziato a pensare a questi sistemi, l'idea originale era la creazione di una struttura che avvolgesse i distributori automatici in modo discreto, ma che fosse al tempo stesso d'effetto, proprio come le cover dei cellulari e da qui il nome, appunto, di Cover-DA. L’idea per la realizzazione è arrivata durante Venditalia 2015. Qui incontrai Marco Marcazzani della Food 24 che presentava il sistema @Dining dedicato alle mense automatiche e con il quale ipotizzammo un allestimento personalizzato per il suo prodotto. A Venditalia 2016 ho riscontrato un significativo interesse per le cover che avevo realizzato e da lì è nato il mio progetto Cover-DA con l'obiettivo di offrire un prodotto adattabile a più modelli, in grado di vestire batterie di distributori automatici con un sistema pratico e di facile montaggio. Così ho realizzato "Up&Go", un nuovo sistema universale, il cui nome prende spunto dalla facilità del montaggio: lo sollevi e vai via. Quando ho progettato le cover, ho pensato innanzitutto che dovessero essere semplici da installare. Una delle prime ipotesi è stata quella di utilizzare come struttura portante i distributori stessi, sfruttando pareti e top ad incastro, di facile trasporto, montaggio e smontaggio. Una cover per due distributori può essere montata da un unico operatore in 5 minuti, poiché tutte le operazioni sono facilitate dalla leggerezza dei componenti realizzati in polistirene espanso sintetizzato (Eps) e strutturati grazie alla resinatura poliuretanica.
Le tecnologie e i materiali utilizzati permettono inoltre la realizzazione di molteplici forme personalizzabili, solo il sistema di montaggio è unico. Nelle Cover prodotte fino adesso ho utilizzato la forma base che nella sua semplicità comunica eleganza e pulizia. Oltre all’Eps, le cover possono essere realizzate in altri materiali? L'Eps è una soluzione che soddisfa vari presupposti, molto interessante è la resinatura cementizia che trasmette una sensazione materica più calda. Le cover possono comunque essere realizzate anche in legno e presto in metallo. Al di là dei materiali è il concetto e la ricerca di semplicità che dovranno caratterizzare ogni scelta. Cover-DA crea qualche problema per le operazioni di caricamento e la manutenzione dei distributori? L’operazione di caricamento non viene ostacolata dalla cover poiché i tramezzi sono posizionati in modo da garantire l'apertura delle porte dei distributori. Per quanto riguarda la manutenzione, invece, per una composizione piccola non sorgono problemi, poiché in due minuti la cover può essere rimossa. La situazione si complica un po’ per batterie più grandi e per questo motivo sto studiando un nuovo sistema capace, in questi casi, di rendere indipendente la cover dalle macchine. Sei riuscito a soddisfare anche il requisito di prezzo basso? Il prezzo è molto competitivo rispetto alle altre soluzioni presenti sul mercato, soprattutto se si tiene conto della facilità di gestione e del poco tempo necessario per il montaggio.
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Oltre alle cover, progetta anche altri componenti per i distributori automatici? Sì, il mio lavoro non si limita solo alla progettazione di cover! L’essere entrato in contatto con aziende del settore mi ha dato parecchi stimoli, che mi stanno portando a progettare accessori e complementi, in modo da poter offrire un prodotto finito. Anche se da un anno la mia versatilità e nuove collaborazioni mi hanno spinto più decisamente verso il contract alberghiero, il mondo della distribuzione automatica resta per me un punto di riferimento, un campo appassionante che è ormai parte della mia storia professionale. Per saperne di più www.valentinidesign.it - www.coverda.it
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Sono previste ulteriori versioni di Cover-DA? Questo progetto è in continua evoluzione! Attualmente ho in cantiere soluzioni per distributori con apertura dall'alto, un modello da realizzare completamente in metallo che prenderà il nome di Metal Jaket ed un sistema, in fase di prototipizzazione, studiato per composizioni da 2/3 macchine. Questo ultimo sistema, che ho chiamato Push&Pull, rappresenta una soluzione molto flessibile, da poter personalizzare in base alle esigenze del gestore e alle macchine che utilizza. In tal modo, si potrà adottare una cover che vada bene per la maggior parte dei modelli di macchina e che quindi non dovrà essere cambiata, nel caso si dovesse sostituire un distributore automatico con uno di larghezza diversa. Faccio un esempio: se in una locazione ho una Faster 900 ed un'Opera posso sostituire la Faster 900 con la Faster 1050 senza dover cambiare la Cover.
STOP dell’UNESDA alle bevande zuccherate nei D.A. delle scuole d’Europa Le opposte reazioni di Coldiretti e Confida
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l 6 settembre scorso l'UNESDA, l’associazione europea che rappresenta i più noti produttori di bevande analcoliche, ha annunciato l’estensione - su base volontaria - del divieto di vendita delle bevande zuccherate anche alle scuole secondarie di tutta Europa. Tale iniziativa amplia la policy esistente, introdotta nel 2006, tesa ad evitare la vendita di qualsiasi tipo di bevanda nelle scuole primarie attraverso tutti i canali, in particolar modo i distributori automatici. La sua estensione alle scuole di secondo grado di tutti i Paesi dell’Unione coinvolgerà, entro il 2018, oltre 50.000 scuole e più di 40 milioni di studenti. Dal 2019, inoltre, le aziende aderenti all’UNESDA venderanno negli istituti scolastici solo bibite a ridotto contenuto calorico o senza calorie con l’obiettivo di ridurre l’obesità nei più giovani. La decisione rappresenta un ulteriore step che segue le iniziative messe in campo dall’associazione nell’ultimo decennio ed anticipa i futuri progetti, come l’impegno di ridurre gli zuccheri aggiunti nei soft-drink di un ulteriore 10% entro il 2020. Stanislas de Gramont, presidente UNESDA e Ceo di Suntory Beverage & Food Europe ha così commentato: “Come industria siamo fermamente impegnati a servire in maniera responsabile i consumatori di tutte le età, in tutta Europa e siamo contenti di annunciare che rimuoveremo volontariamente la vendita delle bevande che contengono zuccheri da tutte le scuole dell’Unione Europea“. La notizia ha avuto grande risonanza sui media di tutti i Paesi europei scatenando pareri contrastanti. Sintomatica in Italia l'opposta posizione di associazioni
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come Coldiretti da una parte e Confida dall'altra, quest'ultima chiamata in causa dal momento che nell'occhio del ciclone vi è proprio la vendita attraverso i distributori automatici.
La posizione di Coldiretti “Un buona notizia per l’inizio delle scuole in un Paese come l’Italia dove il 20% dei genitori dichiara che i figli non consumano quotidianamente frutta e verdura, mentre il 36% consuma ogni giorno bevande zuccherate”, è quanto ha affermato Coldiretti nel commentare l’iniziativa dell’industria europea dei soft drink. Secondo l'associazione nazionale dei coltivatori diretti si tratta di una svolta necessaria che va sostenuta ed estesa a livello nazionale, dove più di un bambino su cinque (21,3%) è in eccesso di peso e quasi uno su dieci (9,3%) è addirittura obeso, secondo l’ultimo Rapporto “Okkio alla Salute” realizzato su un campione di bambini tra i 6 e i 10 anni. Secondo Coldiretti, il fatto che l’Italia sia nella classifica dei peggiori Paesi europei per obesità infantile, secondo Childhood Obesity Surveillance Initiative, dimostra la necessità di continuare ad investire sull’educazione alimentare a partire dalla scuola, dove va privilegiato il consumo di prodotti salutari anche con l’uso delle nuove tecnologie. La grande diffusione dei distributori automatici deve essere accompagnata da un'innovazione che punti a privilegiare prodotti naturali, di stagione e Made in Italy con obiettivi salutistici ma anche di formazione, soprattutto nelle scuole. Un risultato che può essere sostenuto con
La risposta di Confida Piero Lazzari, Presidente di CONFIDA, associazione italiana che rappresenta l’intera filiera della distribuzione automatica in Italia, è intervenuto sull’iniziativa di autodisciplina assunta da UNESDA con queste parole: “Per quanto l’iniziativa di Unesda sull’astensione dalla vendita di bevande zuccherate nelle scuole secondarie dei 28 Paesi Europei si inserisca nei programmi di ricerca e di policy aziendale (da diversi anni le industrie dei soft drink stanno portando avanti correttamente per mettere a punto bevande a basso contenuto di zuccheri), di fatto si configura come una distorsione del mercato e della concorrenza, perché la restrizione incide esclusivamente sull'offerta dei distributori automatici, rimanendo inalterata la possibilità di acquisto dei prodotti già commercializzati presso ambulanti, bar e negli altri esercizi alimentari e della distribuzione.” CONFIDA condivide la necessità di porre in atto strategie efficaci di contrasto all’obesità in particolare nella popolazione infantile. Al pari delle Associazioni di rappresentanza delle industrie alimentari e delle bevande, nel 2007 CONFIDA aveva aderito al programma "Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari", con un proprio
codice di autoregolamentazione dell'offerta nelle scuole elementari e nel 2015, in occasione di Expo Milano 2015, ha condiviso gli impegni, contenuti nel Protocollo sottoscritto con il Ministero della Salute, per il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari, tra cui i soft drink, con particolare attenzione alla popolazione infantile (dai 3 ai 12 anni). Gli operatori della Distribuzione Automatica hanno compiuto importanti investimenti e sforzi organizzativi per la gestione di un'offerta sempre più ampia, variegata e personalizzata con riferimento alle diverse esigenze nutrizionali dei consumatori. In particolare, hanno dato vita a programmi specifici di educazione ad un consumo consapevole e un'offerta di prodotti dedicati mediante distributori automatici ai ragazzi che rappresentano un valore diffuso e apprezzato in ambiti scolastici. “Per questi motivi - dice ancora il Presidente di CONFIDA Lazzari - la decisione di UNESDA, assunta in piena autonomia, di astenersi dalla vendita delle bevande zuccherate unicamente all’interno delle scuole senza un intervento di educazione alimentare sulle famiglie che hanno un ruolo determinante nell’orientare i gusti e le inclinazioni alimentari dei ragazzi e soprattutto lasciando inalterata la disponibilità delle bevande zuccherate in tutti gli altri canali distributivi (supermercati, bar, ristoranti ecc), sarebbe un’iniziativa che rischia di essere priva di reali benefici sotto il profilo salutistico ma capace di creare un grave pregiudizio ad un settore dinamico e di servizio alle collettività, quale quello della distribuzione automatica, a vantaggio degli altri canali di vendita per i quali le industrie delle bevande non hanno assunto gli stessi impegni”. Alla luce di questi elementi, CONFIDA afferma che il tutto appare risolversi in una sagace “operazione di marketing”, ovviamente enfatizzata e, per certi aspetti strumentalizzata da parte dei mediatica, con la sola conseguenza che “questa faccenda” andrà a complicare ulteriormente la gestione del servizio delle aziende Vending all’interno delle scuole.
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l’aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute di origine nazionale senza aggiunte di zuccheri o grassi, come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa.
Un nuovo ruolo per Andrea Cavani
Da Responsabile Vending a Brand Ambassador
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na nuova sfida professionale per Andrea Cavani, fino ad oggi Responsabile del canale Vending per il Gruppo San Pellegrino, al quale viene affidata una mission di respiro internazionale. Andrea Cavani vi investirà tutta l'esperienza e le competenze acquisite nel comparto del Beverage in questi anni, come ci conferma in questa breve intervista. Quale sarà il suo nuovo ruolo in Azienda e di cosa si occuperà nello specifico? Sarò Responsabile delle vendite dirette di S.Pellegrino per Europa, Medio Oriente e Africa. In queste tre aree geografiche andrò ad operare soprattutto lì dove Nestlé non è presente direttamente con una propria divisione dedicata al comparto acque come ad esempio in Francia. In molti Paesi come Olanda, Irlanda, Scandinavia ma anche in Sud Africa e negli Emirati Arabi, noi lavoriamo con dei partner locali che fungono da distributori. Io dovrò curare i rapporti proprio con questi Paesi, al fine di potenziare la presenza dei prodotti San Pellegrino in tutti i canali, dalla GDO all’Ho.re.ca. In altre parole, mi occuperò di export diretto per l’azienda. Di fatto, è come se avesse ricevuto una promozione… Direi proprio di sì. Si tratta di un lavoro prestigioso ma anche di responsabilità, poiché dovrò mantenere alto il nome del made in Italy nel mondo attraverso i nostri prodotti. Nonostante l’importanza di questo incarico, tengo a precisare che mi dispiace lasciare quello precedente. Lavorando per il canale Vending mi sono molto divertito e, anche grazie ad alcune collaborazioni con CONFIDA, ho
avuto modo di conoscere e apprezzare un mondo le cui potenzialità, secondo me, sono ancora poco sfruttate. Data la grande responsabilità che il nuovo ruolo comporta, cosa l’ha convinta ad accettare questa proposta? In San Pellegrino il cambio di mansioni è cosa abbastanza frequente. Ho accettato per il carattere internazionale che avrà il mio nuovo impiego, un ruolo che mi incuriosisce molto, che mi arricchirà sia sul piano professionale che su quello personale, perché avrò modo di conoscere realtà profondamente diverse tra loro. Quando lavoravo nel Vending e avevo a che fare con un cliente veneto e uno siciliano notavo tutte le loro differenze… immagini ora, quando avrò a che fare prima con un cliente finlandese e, magari, il giorno dopo con uno di Dubai! Inoltre, dovendo promuovere il prodotto in vari contesti, avrò modo di conoscere meglio alcuni canali, come quello dell’Ho.re.ca. sul quale puntiamo molto per la nostra gamma premium. Esporterete solo le acque San Pellegrino o anche gli altri prodotti del marchio? Tutte le nostre bevande hanno le carte in regola per il successo anche oltre confine: sono fatte con ingredienti di qualità e hanno una composizione decisamente migliore rispetto alla media dei soft drink che si trovano in commercio anche in altri Paesi. A proposito di bibite, quest'estate avete lanciato il thé frizzante, un prodotto davvero particolare. Pensate che potrebbe avere successo anche all’estero? Il nuovo thé frizzante è per noi davvero un esperimento.
Quest'incarico prevede molti voli e molti km da percorrere… Effettivamente saranno davvero tanti! Farò trasferte in Europa, in Paesi vicini dove magari già mi recavo precedentemente per lavoro, ma ci saranno anche viaggi intercontinentali, ad esempio, in Sud Africa, nel Golfo Persico e negli Emirati Arabi dove abbiamo importanti clienti. Soprattutto nei primi mesi dovrò girare come una trottola per capire e conoscere i partner dei Paesi più importanti. Quest'impegno la terrà a lungo lontano dalla famiglia e dagli affetti. Come pensa di conciliare i due aspetti? In fondo penso che il gioco valga la candela. Per fortuna, con tutti i mezzi a disposizione, le distanze si accorciano facilmente. Mio padre faceva un lavoro simile al mio e, sicuramente, quando lui viaggiava i contatti erano molto più complicati rispetto ad oggi. Adesso con tutti questi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia è semplicissimo sentirsi o addirittura vedersi, anche se si è in due continenti diversi. Non penso sia una situazione ingestibile
e spero comunque di riuscire a tornare a casa almeno nel fine settimana! Un'ultima domanda: a chi ha passato il testimone? A Massimo Brunetti un ottimo collega, con una lunghissima esperienza nella Divisione Acque del Gruppo San Pellegrino.
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Questo prodotto sarà sicuramente promosso anche fuori dall’Italia poiché strizza l’occhio più che al mercato nazionale proprio a quello estero. In molti Paesi, infatti, è diminuito tantissimo il consumo di bibite gassate e/o zuccherate. Il nostro nuovo thè vuole rappresentare un’alternativa salutare a questi prodotti, poiché è totalmente bio ed ha un basso contenuto calorico, oltre ad essere imbottigliato in piccolo formato proprio per evitarne un’eccessiva assunzione. Con questo prodotto cercheremo di adeguarci a un nuovo trend che si sta diffondendo a livello mondiale.
Una nuova sfida professionale per Riccardo Venturella
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iccardo Venturella è uno dei più giovani protagonisti del vending italiano: a soli 32 anni può vantare una lunga esperienza in una delle più importanti aziende del settore, la Bianchi Vending, che ha da poco lasciato per iniziare una nuova collaborazione con la Componenti Vending. Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscere il suo percorso professionale nella distribuzione automatica e i suoi progetti futuri.
Questo fino a oggi. Poi è successo qualcosa che l’ha portata a intraprendere un nuovo percorso… Sì, mi è arrivata una proposta da Componenti Vending, importante per me soprattutto per un progetto che dovrò seguire e che mi prospetta grosse opportunità di crescita. In Componenti Vending continuerò a fare lo stesso tipo di lavoro nel comparto tecnico commerciale, ma dovrò seguire clienti di diversi Paesi. Questa è una nuova sfida professionale davvero importante. Quali sono le sue aspettative? Quest'azienda è presente nel mercato da tanti anni, produce prodotti di qualità e, soprattutto, lavora tantissimo con il mercato estero. Ciò che mi aspetto da questa nuova esperienza è di crescere non solo professionalmente, ma anche come persona. L’azienda mi ha messo davanti a una sfida impegnativa ed io ho capito che questo era il momento giusto per accettarla! Lei è figlio di Angelo Venturella, un uomo che ha trascorso tutta la vita nel vending e che le avrà trasmesso la passione per questo settore. Pensa di ripetere lo stesso percorso di suo padre? Sì, mi vedo legato al vending ancora per molto, perché penso che sarà uno dei settori più in crescita nel futuro. Per il vending si apriranno nuove prospettive non solo legate ai distributori automatici come oggi li conosciamo collocati nelle tradizionali postazioni. Ci sarà un vending un po' diverso da quello attuale con nuovi clienti e nuove potenzialità.
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In ragione di questa sua ultima riflessione, qual è secondo lei il futuro del vending? Il vending avrà sicuramente un ruolo da protagonista nel futuro, perché il cliente ricerca sempre di più un’esperienza di acquisto personalizzata, dove è lui stesso il protagonista. Il distributore automatico diventa il vettore attraverso il quale l'utente può fare i suoi acquisti in modo personale, scegliendo liberamente tra molti prodotti. Credo inoltre che nel tempo si moltiplicheranno anche da noi i distributori di prodotti no food, presenti oggi soprattutto nel mercato asiatico e americano. Non solo più bibite, caffè e snack: compreremo tutto al distributore, ne sono certo. Quanta importanza ha avuto secondo lei negli ultimi dieci anni l'avvento della tecnologia nel vending? Sicuramente questo è stato un fattore importante che ha contribuito notevolmente ad attirare nuovi clienti per i quali il distributore automatico è visto sempre più come un oggetto “vicino e familiare”: basti pensare che l'interfaccia che si usa oggi è utilizzata tantissimo anche nel quotidiano (è molto simile, ad esempio, a quella degli smartphone). Tutto ciò ha avvicinato tantissimo i consumatori, e anche per questo credo che i distributori automatici saranno sempre più tecnologici. Data la sua esperienza anche nel settore tecnico del vending, crede che la distribuzione automatica di ieri, intesa in senso di operazioni di riparazione, manutenzione ecc… era più semplice di quella di oggi? Io penso che un tecnico bravo deve essere tale sempre, lo era ieri e lo è anche oggi. Sicuramente l'approccio verso il distributore oggi è del tutto diverso. Se prima bastavano conoscenze di meccanica e elettronica, oggi bisogna essere preparati su più fronti. In ogni caso, oggi il tecnico ha il vantaggio di poter far esprimere la macchina in maniera diversa rispetto a prima, con più potenzialità, e di conseguenza può soddisfare meglio le esigenze del cliente che oggi pretende e conosce sempre più quello che vuole consumare. In bocca al lupo per la nuova sfida professionale, dunque!
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Come è iniziata la sua esperienza nel vending? Dopo aver conseguito nel 2005 all'ITIS Majorana di Cesano Maderno il diploma di perito elettronico in telecomunicazioni, ho iniziato quasi subito a lavorare in una gestione di Milano, la Ditiesse, come operatore e tecnico di zona tra Milano e provincia. L’anno successivo è poi iniziata la mia esperienza in Bianchi Vending; sono partito dalla linea di produzione, lavorando per un periodo come tecnico, per passare poi al settore commerciale. Ho lavorato in prima battuta sul territorio italiano nelle regioni del Nord (Lombardia, Emilia Romagna, Triveneto) e poi mi sono spostato anche all'estero, soprattutto nei Paesi dei Balcani. Ho ricoperto questo ruolo fino al 2015, per poi tornare a lavorare sul territorio italiano. Dopo un anno e mezzo, ho iniziato a seguire il comparto tecnico commerciale di tutta l’Europa, oltre che clienti importanti in Russia, Isreale e Brasile.
Marco Sandro, un nuovo manager in Ergo Vending
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i recente Marco Sandro è entrato a far parte della squadra di Ergo Vending, la rivendita romana che in pochi anni si è ampliata al punto da aprire due nuove sedi: una a Bari e l'altra, più di recente, a Padova. Marco Sandro è un professionista di lunga esperienza nel settore della distribuzione automatica, avendo iniziato la sua carriera nel 2004 come Direttore Vendite e Marketing della Coges SpA. Dal 2009 al 2013 ha vissuto un'esperienza lavorativa all'estero nel ruolo di General Manager della filiale austriaca della Trivending, azienda di riferimento per l'approvvigionamento di prodotti di consumo per le società di gestione soprattutto venete. Dal 2013 ha ricoperto il ruolo di Direttore Commerciale della Paytec srl, tornando così ad occuparsi di sistemi di pagamento e software gestionali. Il suo recente passaggio alla Ergo Vending ha colto un po' di sorpresa il settore e perciò abbiamo chiesto direttamente a lui i motivi che lo hanno spinto a ritornare nel mondo delle rivendite. Cosa l'ha convinta ad accettare il ruolo di Direttore Commerciale della filiale di Padova della Ergo Vending? Il progetto che il dott. Fatone mi aveva illustrato qualche mese fa era indubbiamente interessante: voler diventare la rivendita/punto di riferimento dei gestori su tutto il territorio italiano. Ci siamo confrontati più volte sul mo-
dello di business e sui valori che Ergo Vending avrebbe dovuto esprimere per poter raggiungere tale sfidante obiettivo concentrandoci sul mercato del Nord Italia ed europeo.
Quando abbiamo incominciato a parlarne, l’azienda era in una fase di trasformazione, tappa obbligata per poter rispondere in modo efficiente ed efficace alle esigenze dei gestori, piccoli o grandi essi siano. Qual è esattamente il suo ruolo nell'ambito di questo progetto? In questa significativa fase di espansione, il mio ruolo è quello di organizzare e gestire lo sviluppo in tutto il Nord Italia. Abbiamo da qualche mese una filiale di 1.500 mq. a Padova dove è sempre aperto il nostro Cash&Carry, ma questa è solamente la prima fase di un progetto che ha ambizioni più grandi. Su quali basi intendete procedere? I nostri punti di forza sono l’aver deciso di proporre polveri, bicchieri e caffè a nostro marchio e la forte partnership con Saeco. Offriamo non solamente prodotti, ma servizi a 360 gradi e progetti che tendono a far crescere l’operatore a tutto tondo. Vogliamo essere amici dei nostri clienti, vogliamo essere vicini a loro nella continua ricerca di un miglioramento nella gestione e lo facciamo quotidianamente parlandone, riflettendoci, discutendone con loro, con l’unico vero scopo di trovare soluzioni personalizzate e concrete. Non vogliamo quindi diventare un mero magazzino che offra semplicemente il prodotto ad un prezzo più basso, ma desideriamo che il nostro Cliente veda in noi un partner con il quale intraprendere un proficuo, sincero e positivo percorso di crescita.
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Quando l'espresso è un'Opera d'Arte
oco più di 10 anni di attività non sono poi molti perché una torrefazione possa essere annoverata tra le più rappresentative della storia dell’espresso italiano. Ma quando a sostegno del lavoro quotidiano vi sono amore per il caffè, rispetto dei metodi di lavorazione artigianale e valorizzazione della qualità del made in Italy, si può a giusta ragione prevedere che ne entrerà a far parte. Gran Caffè Opera, giovane torrefazione partenopea, persegue quest’ambizioso obiettivo e, sin dalla sua fondazione nel 2005, ha fissato “termini e condizioni” imprescindibili che possano condurla alla meta nel più breve tempo possibile. Ci facciamo illustrare da Felice Bardolino, il fondatore di Gran Caffè Opera e amministratore della Star Food Italia srl, quali sono i presupposti sui cui l’azienda ha costruito e costruirà il suo percorso. Avete scelto “Gran Caffè Opera” come brand del vostro caffè. Quanti e quali significati vi sono compresi? Ricordo con nostalgia e piacere i primi giorni, quando tutto era ancora da creare, fra la voglia di inventare qualcosa di bello e nuovo e l’abnegazione nello studio di un mercato ancora non familiare. Erano giorni elettrizzanti e pieni di fermento per il desiderio di “confezionare” un prodotto con le nostre mani badando alla qualità in ogni dettaglio, non solo nel caffè. La scelta del brand nacque sicuramente da una passione personale per la storia rinascimentale italiana e le opere d’arte che videro la luce in quel fantastico periodo. Ho sempre ritenuto che l’Italia, forte dei suoi storici rappresentanti culturali, sia riuscita a mostrare al mondo intero, come pochissimi Paesi, la più alta espressione dell’uomo: l’arte, in tutte le sue sfaccettature. Grazie a questa passione e all’orgoglioso legame con la mia terra nacque Gran Caffè Opera. In quanto opera d’arte, avete chiamato le vostre miscele con i nomi di eccelsi artisti italiani. Com'è nato l’accostamento? Devo essere onesto, lo slogan “è più di un caffè, è un’opera d’arte” non fu un’idea nostra. Ricordo che un giorno ci contattò un gestore che aveva assaggiato il nostro caffè in una classica campionatura omaggio e alla domanda “ti
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è piaciuto il nostro prodotto?” rispose con entusiasmo “è più di un caffè, è un’opera d’arte” ironizzando anche sul brand. Risultato? Quel gestore, oggi rivenditore e concessionario Gran Caffè Opera con negozio specializzato, è ancora uno dei nostri più cari clienti. Quando poi vide la sua espressione pubblicata sul nostro materiale pubblicitario volle un ulteriore sconto sui prodotti che noi felicemente concedemmo. Come può immaginare, la scelta di firmare le nostre quattro miscele con i nomi dei celebri artisti rinascimentali fu quasi naturale e diretta. Il minimo comun denominatore resta la passione per le opere d’arte e i loro più grandi rappresentanti del Rinascimento italiano. A Leonardo da Vinci, genio assoluto ed eclettico nelle sue espressioni tecniche, abbiamo voluto dedicare appunto una miscela completa e avvolgente nel sapore, forte e decisa. A Raffaello, che con le sue delicate e sinuose pennellate lasciò a bocca aperta l’Europa di quei tempi, abbiamo voluto dedicare una miscela leggera e soffice al palato senza particolari marcature, equilibrata. È la nostra miscela oggi più venduta e la prima ad essere stata apprezzata negli altri Paesi europei. Corsi e ricorsi storici oserei dire! A Michelangelo, che ha stupito il mondo con i suoi capolavori come nessun artista prima e dopo di lui, abbiamo voluto appunto dedicare una miscela esclusiva, la Gran Riserva, ottenuta grazie ad uno scrupoloso dosaggio di selezionate qualità fra arabiche (80%) e robuste (20%). Infine, a Donatello, scultore impagabile e capace di maestose opere d’arte, abbiamo dedicato il nostro decaffeinato, una miscela “scolpita” appunto nel suo profilo di tostatura diversi anni fa e mai cambiata da allora per il suo successo.
Ci perdoneranno gli appassionati di arte per le analogie, ma quando c’è passione e attaccamento alle proprie origini è difficile non condividerle con tutti. Il caffè diventa un piacevole mezzo per ricordarci le nostre immortali bellezze. Quattro miscele, molteplici formati. Parliamo del caffè in grani: linea bar e linea vending. In cosa differiscono? Dopo alcuni anni di analisi del mercato di riferimento e giornate intere trascorse con vari operatori di settore presso le rispettive sedi di lavoro, siamo riusciti finalmente ad individuare la nostra linea di caffè in grani dedicata esclusivamente ai Bar. L’attenzione è stata principalmente posta su due elementi essenziali per l’ottenimento del vero espresso: la scelta della materia prima e i giusti tempi di cottura. Pur non essendo il nostro principale mercato, quello dei Bar rappresenta per noi ancora un punto di partenza che in ogni caso ci ha dato già qualche piccola soddisfazione, soprattutto nel Sud Italia. C’è ancora molto da fare ma lo scopo è quello di raggiungere uno standard qualitativo in tazza unico ed inimitabile, pur sapendo che il banco di prova è davvero ostico! Per quanto riguarda invece la linea Vending, dedicata ai distributori automatici, abbiamo individuato un profilo di tostatura ad hoc per le macchine. Non è stata un’impresa facile data la sua complessità tecnica e variegata su tutto il territorio nazionale, ma grazie all’esperienza di alcuni colleghi/amici, dopo svariati tentativi siamo riusciti ad offrire un prodotto più che soddisfacente in termini di praticità e risultato in monouso. Le stesse miscele le ritroviamo nel caffè porzionato. Per quanto riguarda la cialda, avete scelto una grammatura più alta. Come mai? La risposta è tanto semplice quanto obbligata: ascoltiamo le richieste/esigenze dei nostri clienti. Anni fa proponevamo in carta filtro una grammatura di circa 7 grammi perché il nostro riferimento iniziale non poteva che essere
*I marchi citati non sono di proprietà della Star Food Italia srl ne di aziende ad essa collegate
la concorrenza su determinate scelte tecniche. Oggi, dopo aver perfezionato alcuni passaggi ed avendo acquisito una maggiore padronanza degli impianti, abbiamo accolto senza particolari problemi la richiesta di una grammatura più alta. La scelta è stata vincente ed oggi, nonostante la variegata offerta di macchine da caffè in commercio, riusciamo ad accontentare le esigenze di tutti i nostri clienti. Quanti formati di capsula producete e in quali packaging? Ad oggi produciamo tre formati di capsule compatibili: Lavazza Espresso Point*, Lavazza A Modo Mio* e Nespresso*. Entro fine anno contiamo di lanciare due nuove compatibili! Per quanto riguarda il packaging delle capsule offriamo tre diverse pezzature che vanno dal box da 100 caffè con all’interno un utile omaggio che cambiamo e rinnoviamo di anno in anno al box intermedio da 30 capsule ed infine il comodo astuccio a forma di cubo da 10 capsule studiato appositamente ma non esclusivamente per la GDO. Vi rivolgete maggiormente ai gestori, ai negozi specializzati o mirate alla vendita a scaffale? All’inizio del nostro percorso cominciammo a lavorare essenzialmente con i gestori ma oggi il nostro principale mercato è rappresentato dai negozi specializzati e dai rivenditori con punto vendita al dettaglio. Abbiamo infatti assistito ad un mutamento del mercato nel corso degli ultimi 5 anni: molti dei nostri primi clienti gestori hanno aperto un proprio punto vendita ed alcuni di essi hanno preferito abbandonare il proprio lavoro per dedicarsi al mero commercio al dettaglio di caffè porzionato. Vogliamo parlare di crisi di un settore? Non saprei e comunque non spetta a me dirlo, ma sono ormai lontani i tempi in cui la casalinga piuttosto che l’avvocato avevano la loro bella macchina da caffè in comodato d’uso gratuito pagando, senza batter ciglio, 50 euro per 150 cialde!
In che misura ritenete che le manifestazioni fieristiche contribuiscano alla diffusione del brand? Credo che le fiere siano fondamentali! Sono importanti per chi vuole non solo farsi conoscere e far conoscere i propri prodotti a un pubblico più vasto ma anche per chi vuole scoprire le novità che si affacciano vicino casa. È uno dei pochi mezzi in grado di non vanificare gli sforzi lavorativi profusi durante l’anno, ma di farli fruttare oltre la propria area geografica di riferimento. Quest’anno abbiamo esordito in tal senso con la partecipazione da espositori all’Expo Vending Sud di Catania. È stata una manifestazione ricca di novità e per noi una bellissima esperienza che sicuramente ripeteremo l’anno prossimo a Venditalia. Abbiamo deciso di farlo quest’anno perché ci sono molte novità in casa Opera: dai nuovi packaging dei formati più piccoli agli omaggi rinnovati all’interno dei box in cialde e capsule, dalla vasta gamma di accessori alla nuovissima e prima macchina da caffè in cialde Opera! Come quelle nazionali, anche le fiere estere sono basilari per conquistare nuovi mercati. Oggi non possiamo definirci esportatori, benché il nostro caffè sia già presente in qualche località del centro e nord Europa, ma entro due anni vorremmo programmare la prima fiera oltre confine e lì, a garanzia della qualità dei nostri caffè, ci saranno i nostri speciali testimonial: Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Donatello.
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In che modo siete strutturati per quanto riguarda l’organizzazione commerciale e la rete distributiva? Dal 2012 la nostra strategia aziendale è l’esclusiva di zona. Affidiamo il nostro prodotto in concessione ad un solo rivenditore per area geografica di appartenenza, un impegno aziendale preso con ogni cliente in maniera formale e non verbale. In un mercato aggressivo quale è diventato soprattutto quello del porzionato, per tutelare il lavoro dei nostri clienti 5 anni fa decidemmo di adottare tale politica per evitare sgradevoli concorrenze, spesso sleali, su una singola zona. I clienti ne sono stati entusiasti e il lavoro è migliorato notevolmente in termini quali-quantitativi. La nostra rete commerciale è divisa in macro aree con a capo ognuna un proprio responsabile commerciale che serve quotidianamente e sul campo i rivenditori delle varie città/province. Queste figure sono a loro volta coordinate da Francesco Bardolino, direttore commerciale dell’azienda, che è spesso presente anche presso i singoli clienti e coffee shop su tutta la penisola, soprattutto quando occorre supporto per l’allestimento di un nuovo punto vendita Gran Caffè Opera. Per la logistica ci avvaliamo dei principali corrieri nazionali per le consegne h24 e dei più grandi operatori dei trasporti su motrice per i pallet. Le consegne non superano quasi mai i 7 giorni lavorativi dall’ordine. Il nostro responsabile logistico è Mariano Bardolino, coordinatore dello staff interno per il confezionamento e le spedizioni.
La valutazione dei rischi nella fase di installazione dei distributori automatici
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ome per i distributori di carburante, così per i distributori automatici di bevande e alimenti la legge prevede il rispetto di procedure ben precise per ridurre al minimo i rischi derivanti dall'opera di collocazione, dalla presenza e dal successivo esercizio della macchina stessa. Parte delle procedure rientra nella cosiddetta “valutazione dei rischi”, passaggio fondamentale per analizzare - in fase di installazione - la presenza di pericoli di vario genere ed entità. Obiettivo finale è quello di garantire standard di sicurezza sul lavoro all'altezza delle aspettative, in accordo con quanto stabilito dalla normativa vigente. Come affrontare un impegno simile in tempi adeguati? Innanzitutto occorre rivolgersi a un professionista qualificato, ovvero a una società specializzata in consulenza aziendale e valutazione dei rischi. Il tecnico incaricato si recherà sul posto dove andrà installato il distributore automatico (o i distributori automatici), effettuando controlli e misurazioni su eventuali possibili interferenze. Quest'ultimo termine non è casuale: essendo il macchinario collocato in un ambiente - ospedali, scuole, caserme, ecc - dove si svolgono altre attività, l'ipotesi di interferire con le occupazioni degli utenti - degenti, studenti, militari, ecc - va assunta e trattata di conseguenza.
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Rappresenta ad esempio un rischio elevato collocare il distributore ai piedi di una scala o lasciare cavi sul pavimento in zone di passaggio. Meno scontati appaiono rischi legati all'inquinamento acustico, all'elettrocuzione, all'inalazione di prodotti chimici e sostanze nocive... Nella fattispecie, l'elenco di pericoli valutati dal tecnico deve includere, oltre a quanto già riportato, il rischio di cadute dallo stesso livello e dall'alto, il rischio di intossicazione, il rischio di intrappolamenti, compressione e seppellimento, il rischio di transito, manovra e sosta di automezzi nelle aree esterne (impatti tra autoveicoli, investimento di pedoni), il rischio di movimentazione manuale dei carichi pesanti, e ancora urti, impatti, tagli, punture, abrasioni, polveri e fibre derivanti da lavorazioni, infortuni e primo soccorso, alcol e stupefacenti, vie di fuga e uscite di sicurezza, barriere architettoniche e presenza di ostacoli. La valutazione, lo ricordiamo, non concerne esclusivamente il distributore automatico, bensì l'intervento di installazione e quindi i lavori che a questo sono collegati. Le misure da prendere in esame per contenere o eliminare i rischi sono molteplici e vengono indicate nel report prodotto al termine dell'audit di valutazione. Fra le altre, citiamo la delimitazione delle aree di interesse
Nella scheda di valutazione viene inoltre fornito un preventivo di spesa indicativo per gli apprestamenti di sicurezza relativi all'eliminazione dei rischi da interferenza. Tale preventivo tiene conto dell'investimento che andrà sostenuto per assicurare un ambiente di lavoro idoneo agli operai, in ottica di installazione dei macchinari. La ditta appaltatrice dovrà farsi carico delle spese, tenendo conto di ulteriori integrazioni delle misure di sicurezza a suo avviso necessarie per procedere. Nomi e cognomi delle figure responsabili vengono segnalate nero su bianco nel documento di valutazione dei rischi, documento che dovrà essere firmato per approvazione definitiva dal referente del committente e dal legale rappresentante del concessionario. Concluso il lavoro di installazione secondo quanto riportato nell'audit, il servizio svolto dai distrbutori automatici dovrà essere in ottemperanza a ulteriori e differenti obblighi in materia di igiene e sicurezza, volti a scongiurare contaminazioni, sviluppo di flore batteriche, accumulo di scarti e altre situazioni di pericolo.
La LDG Service si occupa da anni di consulenza, formazione del personale, certificazioni, ambiente e HACCP. Inviando una richiesta all'indirizzo info@ldgservice.it, si verrà affiancati da professionisti qualificati. La LDG Service è operativa in tutta Italia al fianco di aziende, ditte individuali, cooperative, catene di supermercati, industrie e non solo. Per ricevere una consulenza o un preventivo gratuiti o richiedere informazioni:
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dei lavori, l'utilizzo di scale e scalei conformi alla norma EN 131, il controllo di oggetti immobili, parti sporgenti, utenti e personale dell’attività, materiale di rifiuto ecc… A ciascuno di questi campi viene assegnato un punteggio d'interferenza da 0 a 4, dove 0 indica un rischio molto basso, 1 rischio basso, 2 rischio medio, 3 rischio alto, 4 rischio molto alto.
Tecnologia e Qualità. La chiave del successo di Easy Vending
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n occasione della nostra partecipazione all’evento Vending Madrid organizzato da ANEDA e CONFIDA, le associazioni di categoria spagnola e italiana, abbiamo visitato la sede della Easy Vending, una delle più importanti società di gestione spagnole, rimanendo particolarmente e favorevolmente colpiti dal suo sistema operativo, oltre che dalla qualità dei prodotti e del servizio offerti ai consumatori. La grande disponibilità di Joaquín Merino Galicia, amministratore delegato della Easy Vending, ci ha spinto a conoscere più dettagliatamente quest’importante realtà, per individuare i punti in comune e le differenze con le imprese del vending italiano. Che tipo di società di gestione è la Easy Vending? La Easy Vending non è una singola impresa ma il risultato di più realtà, o meglio il punto di arrivo e di convergenza di più imprese. Posso dire quindi, che Easy Vending è costituita dalle esperienze che ciascuno dei suoi membri apporta al marchio. Esperienze come quelle fornite da COMASA con i suoi 30 anni nel settore, le esperienze di RAFVENDING nella gestione dei grandi clienti, le esperienze di una realtà giovane come DISPENMATIC che, in soli cinque anni di attività, è riuscita ad essere una delle aziende di riferimento del settore, o le esperienze che possono portare GLOBALVEN dalla Catalogna, COMASA Andalusia dalla fascia mediterranea o il più giovane di tutti, DISPENMATIC Mallorca. La necessità di unire tutte queste esperienze e di fare un marchio forte a livello nazionale è ciò che ci ha spinti a costituire la Easy Vending. Ad esse, si uniscono le esperienze delle altre aziende di-
stribuite in tutta la Spagna, che collaborano con Easy Vending, formando un gruppo omogeneo e in grado di raggiungere qualsiasi punto della penisola iberica. Con questa struttura riusciamo a coprire circa l’80% del territorio. Come si è ampliato il vostro servizio? Easy Vending è partita dalla capitale, dal centro di Madrid. A causa del crescente numero di clienti nazionali da gestire, abbiamo dovuto allargare il nostro servizio ad altre aree della Spagna. Quindi dopo Madrid, abbiamo aperto una sede a Barcellona per poter servire tutta la Catalogna; successivamente abbiamo ampliato il raggio d’azione
a Maiorca e, più di recente, all’Andalusia con una sede a Siviglia. Com’è organizzata la struttura e quali numeri sviluppa? Attualmente contiamo 155 dipendenti, dei quali 83 addetti al reparto logistico tra caricatori ed installatori, 23 tecnici, 17 responsabili dei magazzini, altri 17 tra addetti al commerciale e all’amministrazione ed infine ancora 12 dipendenti ai quali sono assegnati compiti di varia natura. Una siffatta struttura consente alla Easy Vending di mantenere la stessa agilità e snellezza di una piccola/media impresa e, contemporaneamente, la forza economica e logistica propria di un grande gruppo. La tecnologia è per voi un punto di forza. Come gestite il parco macchine? Uno dei nostri punti forti è proprio la gestione del parco macchine grazie all’ottimizzazione delle visite ai nostri clienti. A tale scopo, ci siamo dotati di un software molto dinamico che gestisce i percorsi dei caricatori e grazie al quale ottimizziamo le visite, sia per quanto riguarda la frequenza che per quanto concerne la durata. La cadenza delle visite è basata su vari parametri: tipologia dei prodotti erogati dalla macchina, capacità della stessa, traffico sulle strade per fascia oraria, momento della giornata in cui si verifica il maggior numero di consumi e così via. Sulla base di questi dati, l’addetto alla preparazione dei giri dei caricatori organizza i percorsi sia per frequenza che per fascia oraria. Questa configurazione è giornaliera e basata sui dati di consumo registrati dalla telemetria. Questo sistema ci consente di risparmiare circa il 20% della quantità di visite e del tempo occorrente per effettuarle, l’equivalente di un percorso intero annuale ogni 5 anni!
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L’assistenza tecnica è un punto cardine del sistema di gestione. Come organizzate gli interventi su chiamata e la manutenzione ordinaria? L’assistenza tecnica è una parte essenziale della nostra gestione, fondamentale per poter offrire ai nostri clienti un ottimo servizio. L’installazione della telemetria su tutto il nostro parco macchine ci consente di risolvere il 90% delle anomalie e dei guasti prima della chiamata del cliente. Nel momento in cui riceve la segnalazione di un guasto direttamente dalla telemetria il nostro sistema informatico, specificando la tipologia del guasto, invia un messaggio al tecnico di riferimento per quella postazione, al magazziniere e al commerciale che mantiene i rapporti con quel cliente. Una volta risolto il guasto, o da parte del caricatore o da parte del tecnico, l’intervento viene immediatamente registrato dal sistema. Questa procedura ci permette di rispondere con un servizio veloce e con competenza, evitando perdite di vendite e inutili disagi per il cliente. Tutto questo, unito ad un esauriente piano di prevenzione e di manutenzione ordinaria delle macchine, riduce al massimo i disservizi. In aggiunta a tutto ciò, disponiamo di un servizio di customer care, attivo h 24, che rende ancora più snella la comunicazione con il cliente. Abbiamo visitato delle postazioni pubbliche da voi gestite. In Italia il rapporto tra la pubblica amministrazione e le società di gestione è abbastanza complesso. Come funziona in Spagna? Temo che, per quanto ho sentito dai colleghi italiani, la complessità dei rapporti con le diverse amministrazioni che gestiscono il Vending pubblico è molto simile nei due Paesi. In Spagna la quasi totalità delle gare pubbliche è
Un’ultima domanda. Ha partecipato con grande entusiasmo all’evento Vending Madrid. Ritiene che il confronto e la collaborazione tra aziende di nazionalità diversa sia fondamentale per la crescita del settore? Assolutamente sì! Credo che la collaborazione tra CONFIDA e ANEDA debba rappresentare l’inizio di un piano di comunicazione tra le varie associazioni europee del Vending. Il cammino intrapreso dalle associazioni italiana e spagnola non solo rappresenta il germe per una crescita sostanziale del settore, ma deve essere di esempio per altri Paesi, affinché queste collaborazioni siano la base per un interscambio di idee che renda il settore del Vending sempre più forte e vicino al consumatore finale.
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basata su criteri economici. Ciò significa che quanto più denaro si offre alle varie amministrazioni pubbliche, maggiori possibilità si hanno di vincere l’appalto. La valorizzazione della qualità del servizio e dei prodotti offerti, i miglioramenti che si possono apportare all’utenza passano in secondo piano nel momento in cui una gara viene aggiudicata. In aggiunta a tutto questo, abbiamo tanti problemi con l’Agenzia Tributaria per le condizioni imposte dai capitolati d’appalto. Condizioni che penalizzano ulteriormente la possibilità di apportare miglioramenti al Vending pubblico. La mancata valorizzazione della qualità del servizio e dei prodotti si scontra frontalmente con i principi che sono alla base di Easy Vending. L’aver dotato tutti i nostri processi di strumenti altamente tecnologici, la continua ricerca di prodotti di qualità, il lancio di campagne promozionali e di marketing mirate al consumatore finale diventano difficilmente praticabili di fronte alle condizioni imposte dalla maggior parte dei capitolati di gara. Sarebbe indispensabile che le amministrazioni pubbliche, attraverso le associazioni di categoria
(ANEDA e CONFIDA), cambiassero i criteri di aggiudicazione degli appalti, valorizzando la qualità del servizio vending. State ampliando la struttura con un’ulteriore unità. Ciò indica che l’azienda continua a crescere. Quali sono i progetti futuri? Entro il 2018, Easy Vending intende procedere migliorando in tutti i suoi aspetti l’attenzione verso il cliente finale. A tale proposito, siamo in procinto di sviluppare un piano d’azione che ci permetta di continuare a crescere in quelle zone dove già prestiamo servizio. Inoltre, e in base a questo piano, intendiamo offrire un importante valore aggiunto ai partner che ci rappresentano nel resto della Spagna. Continueremo ad essere all’avanguardia in Europa per ciò che concerne la tecnologia dei processi e dei sistemi di pagamento, la comunicazione con il cliente finale, l’implementazione di prodotti rispondenti alle richieste dei consumatori, ecc. Prova di quest’ultimo punto è la disponibilità nei nostri magazzini di oltre 1.200 referenze. Tenendo in conto l’evoluzione dei gusti dei consumatori, stiamo ampliando la gamma dei prodotti con referenze salutari, con prodotti che identifichino il Vending con la sana alimentazione. L’obiettivo è di abbattere il preconcetto secondo il quale nei distributori automatici si vendono solo prodotti poco salutari.
Hall 18 Stand A70-B69
Torrefattori pionieri del Vending
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affè Molinari nasce ad inizio dell’800 come azienda del campo alimentare senza una specifica attività nel comparto del caffè, una specializzazione che arriva molto tempo dopo e che si sviluppa rapidamente all’insegna della qualità e della tradizione del vero espresso italiano. Per conoscere meglio una realtà produttiva d’eccellenza, che oggi fattura 20 milioni all’anno, abbiamo incontrato l’Ing. Giuseppe Molinari, Amministratore Unico della torrefazione Caffè Molinari. Ci racconta la storia dell’azienda attraverso le sue tappe più importanti? La Caffè Molinari è sempre stata un'azienda dinamica caratterizzata da idee e prodotti fortemente innovativi. È questa particolarità che ne ha contraddistinto la storia, a partire dal brevetto del 1964 di Alberto Molinari di un filtro per la produzione rapida dei caffè con carrelli all’interno delle fabbriche, quando ancora i distributori automatici erano di là da venire. Successivamente, 30 anni fa, l’azienda precorse i tempi del porzionato con l’invenzione di una capsula destinata alle caffettiere moka, quando ancora le “macchinette” a cialda o capsula non erano state inventate. Verso la fine degli anni ’90, siamo stati la seconda azienda al mondo a confezionare il caffè in barattolo pressurizzato, presentandone i risultati scientifici al 5° Congresso Italiano di scienza e tecnologia degli alimenti. Come descriverebbe la Caffè Molinari di oggi? La nostra vocazione per l’innovazione si è ulteriormente rafforzata: l’azienda oggi ha depositato marchi e brevetti in circa 120 Paesi nel mondo.
Puntiamo sempre solo sull’altissima qualità dei nostri prodotti, investendo continuamente nelle migliori tecnologie, e se necessario inventandone delle nuove, come abbiamo fatto con il recente brevetto del dispenser automatico per le capsule. Abbiamo sviluppato almeno tre miscele BIO, prodotti ancora di nicchia ma nei quali crediamo molto. La vostra è una struttura ben organizzata con un organico importante. Quali sono i numeri dell’azienda? Raggiungiamo 20 milioni di fatturato con 58 dipendenti. Oggi puntiamo soprattutto sui laureati e sulla formazione dei dipendenti. Abbiamo poi una rete di circa un centinaio di agenti in tutta Italia.
Parliamo di caffè in senso stretto. Come scegliete la materia prima e come nascono le vostre miscele? Abbiamo circa 20 differenti miscele, vogliamo garantire la costanza qualitativa di ognuna di esse e quindi acquistiamo le migliori monorigini da tutti i continenti produttori, specialmente dal Centro America, Colombia, Perù, Brasile e dall’Indonesia. Ad oggi ne gestiamo più di 30. Le nostre miscele arrivano fino a 5 monorigini nel blend.
Avete poi adeguato l’offerta alla domanda del mercato. Con quali formati e quanti ne contate a portafoglio oggi? I formati, in particolare nell’O.C.S., sono proliferati soprattutto per effetto dei formati compatibili. Abbiamo poi anche noi un nostro formato proprietario, per tutelare quei distributori che ce lo chiedono. Mi riesce veramente difficile contare tutte le referenze, che sono veramente tantissime. Ne abbiamo letteralmente per tutti i gusti.
Grani, macinato, monodose. In quali canali distribuite e con quali miscele? Prevalentemente vendiamo prodotti da bar con una gamma estremamente varia e di altissima qualità. Puntiamo anche sul porzionato e vendiamo circa 40 milioni di pezzi all'anno. Siamo anche molto apprezzati per le miscele aromatizzate con le quali siamo leader in Italia con il marchio “Kè“. Abbiamo una tecnologia messa a punto negli anni e utilizziamo aromi rigorosamente naturali.
Il porzionato è diventato uno standard anche nel canale domestico che può contare su un’offerta molto frazionata e su una competizione basata sul prezzo più basso. Come risponde Caffè Molinari ai tanti competitor, primo su tutti l’e-commerce? Rispondiamo offrendo prodotti di nicchia ed altissima qualità che altri concorrenti difficilmente possiedono con una
L’Ho.Re.Ca. sembra essere un canale che non conosce crisi. Qual è la vostra offerta per gli operatori di questo comparto? Abbiamo 5 differenti miscele in barattolo pressurizzato, della linea “Cinquestelle” e Bio, e 6 miscele in grani in sacchetto da 1kg della linea “Casa Fondata nel 1804”. Recentemente abbiamo sviluppato un format “Xelecto” per l’utilizzo di un porzionato professionale dedicato al canale Ho.Re.Ca. con il brand “Xo”. Questo rende possibile anche un’offerta articolata e di qualità per caffè aromatizzati naturali, monorigine (abbiamo 11 differenti proposte) e menù di ricette e golosità create ad hoc. Siete stati pionieri del settore O.C.S. Quando e come avete iniziato? Come ricordavo, dopo aver inventato negli anni ’80 la capsula per la moka, abbiamo fatto importanti investimenti già negli anni ’90 con la cialda E.S.E. in carta ed oggi stiamo continuando ad investire soprattutto nelle capsule.
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gamma così ampia, come ad esempio gli aromatizzati naturali e le tisane. Anche l’e-commerce è partito piuttosto bene. La competizione basata sul prezzo più basso non ci appartiene! Purtroppo, insieme ai prezzi tendono ad abbassarsi anche le qualità ed in tempo di crisi la gente si accontenta. Noi vogliamo puntare sui consumatori educati ad apprezzare la qualità: a questi offriamo caffè di alta gamma, cru, specialities e comunque O.C.S. con grammature alte.
Siete presenti in oltre 60 Paesi del mondo. Vi sentite portavoce dell’eccellenza dell’espresso italiano? Certamente, il nostro marchio è considerato un asset importante e la nostra vocazione è soprattutto quella di esportare un Espresso Italiano di qualità. I consumatori italiani, soprattutto i più giovani, sono affascinati da tradizioni del caffè diverse dalle nostre, come il caffè all’americana. Caffè Molinari si adegua a questi nuovi trend? Tra le nostre referenze abbiamo anche un “American Break”. Credo che questa sia già una risposta, ma aggiungo che da poco disponiamo anche del caffè solubile che oggi, proprio per le tendenze delle giovani generazioni, vede crescere i volumi di vendita, già molto importanti.
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Su quali sfide giocherete il vostro futuro? Abbiamo in cantiere alcune belle innovazioni molto promettenti. Siamo abituati a partire da prodotti che sembrano di nicchia, ma poi arrivano ad affermarsi e a conquistare i mercati e le mode. Davanti a queste sfide vogliamo continuare ad essere ancora protagonisti, oggi e domani, come in passato.
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Innovazione e tradizione. Come si concilia lo sviluppo tecnologico con una produzione che voglia tenere saldo il legame con l’artigianalità del mestiere? Per noi lo sviluppo tecnologico è un vanto solo se si riesce a garantire la qualità. Tutte le nostre tecnologie puntano all’esaltazione della qualità secondo i principi della tradizione. Tostatura lenta senza aggiunta di acqua, rigidamente controllata dall’operatore alla consolle che dispone di 12 differenti “curve” studiate una per una secondo la ricetta della “Famiglia”. Assaggi di ogni singola origine ed approvazione dei campioni pre-imbarco. Sono solo due dei tanti esempi che potrei fare.
I punti di forza di un negozio automatico L'esperienza di alcuni player
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negozi automatici sono sempre più presenti in ogni città poiché vengono incontro alle esigenze di una fetta di consumatori che, a causa dei ritmi frenetici che la vita di tutti i giorni impone, ha sempre meno tempo libero a disposizione. Per questa tipologia di utenza lo shop 24 rappresenta una grande opportunità, soprattutto per quella che è la sua principale caratteristica, ovvero essere aperto al pubblico 24 ore su 24, offrendo la possibilità di acquistare in qualsiasi momento prodotti a prezzi vantaggiosi e in alcuni casi (si veda l’esempio dei sexy shop), anche garantendo una certa privacy al consumatore. Grazie a questa coincidenza di fattori, il successo di queste attività è in costante aumento sebbene il rischio per chi investe resta sempre alto, soprattutto se si sottovalutano alcuni aspetti fondamentali. Per un’errata convinzione, molti credono che basta installare alcuni distributori automatici in una zona chiusa, ma sempre accessibile, per far guadagnare il gestore. Al contrario, è importante tenere conto che per far funzionare un negozio automatico vi è bisogno di un particolare impegno, soprattutto nella fase iniziale, poiché alcune leggerezze e considerazioni date per scontate possono essere causa del fallimento del progetto. Un negozio automatico, innanzitutto, non è un’attività lavorativa che si mantiene in vita da sola ma ha bisogno di un costante monitoraggio: la manutenzione e le operazioni di caricamento dei distributori (per far sì che non
manchino mai i prodotti) sono ad esempio due attività da non sottovalutare. Importante è anche la realizzazione di uno studio iniziale utile a individuare la collocazione migliore per il negozio, i gusti e i bisogni del target dei consumatori concentrati/frequentatori in quella determinata zona/quartiere. Per esempio, per quanto riguarda il luogo da scegliere per l’apertura di questo tipo di attività è necessario tenere conto che le zone periferiche potrebbero essere meno vantaggiose dei centri storici dove, a differenza delle prime, vi è un transito di persone a tutte le ore. Grazie a un attento studio preventivo e a scelte oculate - come la decisione di affidarsi a esperti capaci di dimostrare la propria professionalità - è possibile rendere uno shop 24 un’attività di successo. Per capire al meglio il funzionamento di questo tipo di attività, i rischi che si corrono, le problematiche e i punti di forza abbiamo rivolto qualche domanda a due aziende già operanti del vending “tradizionale”: Gedac srl e Spinelli Caffè, operanti la prima in Toscana, la seconda in Puglia, che hanno ottenuto risultati diversi da quest'attività. Non ci siamo fermati qui: abbiamo coinvolto anche due aziende che operano nella realizzazione di negozi automatici con un servizio di personalizzazione del concept, con, talvolta, anche la fornitura dei prodotti da vendere. Sono la Euroshop24 (divisione della Eurodispenser di Roma) e Progetto Automatico, due aziende che operano su base nazionale.
La società di gestione Spinel Caffè srl, presente in Puglia con i suoi “Spinelli Caffè h24”, è una veterana del settore vending. I negozi automatici del brand, presenti in modo capillare sul territorio pugliese, si presentano come degli innovativi punti ristoro. Approfondiamo il modello che sta alla base di questi shop con Cesare Spinelli l’amministratore dell’azienda.
si frapponeva tra la nostra azienda e l'utente finale, pretendendo di determinare la qualità del caffè o dell'acqua che doveva bere lo studente, l'ammalato, il dipendente. Tutto questo intralciava la nostra idea e il nostro modo di fare impresa: questo lavoro iniziava a non divertirci più!
Quando avete aperto i vostri primi Spinelli Caffè h24 pensavate da subito che la formula del negozio automatico potesse essere più che vincente sul territorio pugliese? E perché? Quando operavamo nel “vending tradizionale” avevamo dalla nostra parte personale altamente qualificato e tecnologie molto avanzate, grazie alle quali eravamo in grado di erogare prodotti e servizi con elevati standard. Una delle maggiori difficoltà che incontravamo però in questo ambito era la presenza di un "decisore terzo" che
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Partendo da questa consapevolezza abbiamo pensato a come scavalcare il problema, cercando un modo per andare a servire direttamente il consumatore finale, intercettandolo in luoghi e momenti diversi da quelli a cui eravamo abituati. Il self store h24 ci è sembrato in questo senso una buona opportunità. Abbiamo aperto il primo Self Store Spinelli Caffè h24 nel 2013 ed è stata una vera scommessa. Le risposte dei consumatori che fin da allora abbiamo ricevuto, continuano a premiarci ogni giorno. Oggi in provincia di Lecce ne gestiamo quasi venti. Ogni vostro Shop 24 si presenta come un’accattivante “zona relax” dotata di tutti i comfort, internet compreso: cosa pensate vi sia di innovativo nella vostra offerta rispetto a bar e caffetterie? I nostri Self Store h24 si trovano su strade ad alta densità di transito, in cui ci sono anche diversi bar e caffetterie. Dobbiamo quindi essere in grado di attrarre, incuriosire il consumatore e spingerlo ad entrare. Successivamente, dobbiamo essere capaci di offrirgli una nuova esperienza di acquisto. I nostri negozi automatici sono ben riconoscibili ed identificabili, il loro format riconduce immediatamente alla nostra azienda che nel Salento è sinonimo di distribuzione automatica di qualità. I Self Store Spinelli Caffè h24 sono delle vere e proprie boutique del gusto, eleganti, luminose, ambienti confortevoli e che fanno sentire il cliente a casa. Crede che il consumatore che si accosta ad un negozio automatico sia pronto a rinunciare alla qualità pur di risparmiare rispetto al tradizionale bar? Cosa insegna la vostra esperienza a riguardo? Nel vending pubblico se sei in grado di suscitare interesse, se il prodotto erogato è buono, se il servizio è efficiente, il consumatore ti sceglie e ti premia. Non è solo una que-
La Gedac srl è una storica società di gestione toscana, che negli ultimi anni ha aperto negozi automatici a marchio, alcuni collocati in posizioni strategiche per il flusso turistico, come ad esempio a Firenze. Nonostante questo punto di forza e l’esperienza di Gedac quale gestore, l’attività non ha dato il massimo dei risultati. Ce lo facciamo spiegare da Roberto Pace responsabile di sviluppo dell’Azienda. Tra le varie location per i Gedac Self Shop 24 è stata scelta anche Firenze, città d’arte e storica per eccellenza, visitata in tutte le stagioni da moltissime persone: quanta importanza ha avuto il fattore turismo nella scelta di questa location? Sicuramente molto. Il turismo, sommato al traffico cittadi-
stione di prezzi! La mia più grande soddisfazione è vedere entrare negli store Spinelli Caffè h24 persone di una certa età che consumano i nostri prodotti con piacere. Sono tutti clienti fidelizzati che con il vending tradizionale non avremmo mai raggiunto. Un locale sporco e trascurato quanto scoraggia un cliente ad entrare in un negozio automatico? Un Self Store deve essere sempre pulito, ben rifornito e deve soprattutto rassicurare il consumatore, che pur non avendo un’interfaccia fisica sul posto, deve percepire un senso di sicurezza dall'ambiente che gli sta attorno. Il cliente di Spinelli Caffè h24 si fida, ha la certezza che dietro quel distributore automatico c'è comunque una persona disponibile e professionale che si occupa di lui, con la quale in ogni momento si può interfacciare per risolvere ogni sua necessità.
no ordinario è un buon bacino su cui contare. E quando si parla di h24 il passaggio è fondamentale per poter ottenere dei risultati soddisfacenti. E quale città meglio di Firenze può rispondere a questa esigenza? In una città turistica dove il target dei clienti è molto diversificato, è difficile prevedere e studiare i gusti dei consumatori per poter rispondere al meglio alle loro esigenze? Si riescono sicuramente a monitorare i consumi e prevedere il trend, nonostante il flusso veramente elevato di persone, ma per la nostra esperienza i consumi più significativi erano rappresentati comunque da acqua e caffè, due prodotti sempre molto ricercati, soprattutto in una città turistica dove le persone, dopo aver camminato per molto tempo, cercano una sosta “rigenerante”. Quante persone e quanto tempo al giorno sono necessari per rendere un negozio automatico un’attività di successo? Sicuramente c’è necessità di un caricatore che tutti i giorni passa a fare pulizia ordinaria del locale e caricare i distri-
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butori impiegando circa 40/50 minuti, in funzione anche dell’entità del rifornimento. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, gli eventuali interventi non differiscono minimamente da quelli che si effettuerebbero presso un normale cliente privato. In più, noi mandiamo una volta al mese una persona per le pulizie straordinarie del locale. Spesso il negozio automatico viene fatto passare come un’attività che si può gestire con poco impegno, ma sappiamo molto bene che non è così. Quali sono state le difficoltà incontrate da Gedac nonostante l’esperienza pregressa nel settore vending? L’attività sembrava procedere con successo, ma la vera difficoltà, se così si può definire, è stata la vandalizzazione dei locali che ci ha costretti a chiudere 3 dei 5 negozi che inizialmente avevamo aperto. Due sono i fattori che hanno inciso in modo negativo sulla nostra esperienza: la mancanza di rispetto e di senso civico di alcune persone che hanno manomesso le nostre macchine, ma anche la scarsa attenzione di vigili e carabinieri alle nostre segnalazioni.
La Euroshop24, divisione della Eurodispenser srl, da moltissimi anni mette a disposizione dei propri clienti tutte le proprie competenze per l’allestimento di negozi automatici. Euroshop24 si occupa dello sviluppo grafico del progetto, offrendo soluzioni personalizzate per ogni esigenza e tipologia di prodotto. Conosciamo meglio questa tipologia di shop24 col Responsabile Commerciale Mauro Francia. Quando e come nasce Euroshop24? La storia di Euroshop24 è legata a quella di Eurodispenser, nata nel 1996 come azienda specializzata nella vendita di distributori automatici per tabaccherie e che nel corso del tempo ha ampliato la propria gamma di offerta. Nel 2004, infatti, ha dato vita al progetto Euroshop24, una divisione dedicata alla progettazione ed allestimento di soluzioni di “vending su strada” con le prime installazioni di chioschi per aree di servizi e di corner h24. Da dove è nata l’idea? L’idea originale viene da lontano: approcci simili erano già stati tentati con alterne fortune anche in America fin dagli anni '50. La nostra idea di un vending pubblico che si affiancasse alla distribuzione tradizionale ci ha portati a realizzare i primi “prototipi” di negozi automatici, prima a Roma, dove abbiamo la nostra sede operativa, e poi nel resto d’Italia. Ad oggi contiamo oltre 100 negozi automatici food e parecchi sexy shop automatici, che noi preferiamo chiamare Love Shop. Possiamo ritenerci dei veri pio-
nieri in questo settore. Partendo da Roma, dove tutt’ora vi è la maggiore concentrazione (circa 40), i Love Shop sono diventati popolari in ogni regione, favorendo la nascita e la crescita di catene di franchising importanti a livello nazionale di cui siamo stati fornitori. In base a quali criteri realizzate il progetto per un negozio automatico? Ogni negozio automatico ha le sue peculiarità che dipendono principalmente: dalla zona dove viene realizzato, dal suo target di riferimento, dalla tipologia di prodotti che si vogliono vendere. Per questo motivo, ogni negozio automatico è differente e “tagliato su misura” per le specificità di ciascun cliente. Prima di produrre l’allestimento proponiamo al nostro cliente-gestore diverse formule che possiamo mostrare tramite una raffigurazione 3D che ne riproduce e anticipa la realizzazione finale. Insieme al cliente valutiamo tutte le possibili personalizzazioni, dalla colorazione alle grafiche, alla tipologia di distributori da introdurre fino alla disposizione degli stessi, compresi tutti gli accessori potenzialmente abbinabili.
Parliamo del problema legato alla sicurezza. I negozi automatici sono soggetti ad atti di vandalismo ripetuti come i distributori automatici o sono più sicuri? E come ci si può difendere? Ciò a cui teniamo particolarmente nella realizzazione dei negozi automatici è proprio la messa in sicurezza, sia contro il furto che contro il vandalismo. Gli allestimenti che proponiamo, infatti, sono dei veri e propri blindati che non permettono di aprire, scuotere, manomettere il distributore. Non ci accontentiamo di semplici pannellature o rivestimenti delle macchine, ma facciamo in modo che il distributore sia effettivamente protetto. Ciò incide un po’ più sul prezzo finale ma permette di preservare e garantire il buon funzionamento dei distributori per molti anni.
Progetto
Indipendentemente dal suo coinvolgimento, qual è la sua opinione sull’oggetto negozio automatico? Non sono io a dirlo ma è l’andamento della società e dell’evoluzione tecnologica che ci fa capire che il futuro sarà sempre più automatico in tutti i settori e quindi anche nel commercio al dettaglio. Credo che gli Shop24 si inseriscano perfettamente in questo scenario e sono convinto che si diffonderanno sempre di più, anche tipologie che ora non riusciamo ad immaginare. Euroshop24 è pronta ad investire per progettare i negozi del futuro che dovranno avere un maggiore appeal per il cliente e probabilmente dovranno permettere la vendita di altri prodotti fin ora poco distribuiti dal vending tradizionale. Credo, perciò, che nel prossimo futuro il negozio automatico, con tutte le sue varianti e specificità, avrà ancora molto da esprimere.
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utomatico
www.progettoautomatico.com Progetto Automatico nasce ho anche deciso di compiere un azzardo, ampliando il mio 099.7729171 nel 2007 dopo una lunga esperienza del suo titolare Alfredo Scotto nel settore del vending. Intuendo subito le potenzialità nel Sud Italia di un’attività di questo genere, Scotto affianca alla rivendita questa nuova sfida imprenditoriale, partendo dalla sua regione la Puglia e gradualmente estendendosi in altre aree del Meridione.
Ci spiega come è nata Progetto Automatico? Dopo aver lavorato per 15 anni in una compagnia di gestione, dove ho ricoperto varie mansioni - da quella di caricatore fino a quella di Responsabile Commerciale - ho sentito la necessità di creare qualcosa di mio nel settore che avesse allo stesso tempo un carattere unico e innovativo. Nel 2008 mi si è presentata l’opportunità di diventare rivenditore dei distributori Fas International in Puglia con accordi di esclusiva, di gestione della vendita e del post vendita. Ho immediatamente colto quest’opportunità ma
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business in un segmento di mercato, quello dei negozi automatici, ancora poco conosciuto. In breve tempo, però, Progetto Automatico è diventato un punto di riferimento in Italia per il settore. Attualmente, l’azienda è suddivisa in tre comparti: rivendita di macchine, ricambi e sistemi di pagamento per il vending; vendita di prodotti per negozi automatici; produzione di carpenteria metallica, verniciatura, progettazione, stampa grafica. È quest’ultimo comparto che si occupa della realizzazione e personalizzazione di shop 24
Come mai ha deciso di investire in questo tipo di attività? Il Sud molte volte crea opportunità che non vengono colte, ma un’attenta analisi del territorio mi ha permesso di affiancare a un modello di “business classico” (la mia attività di rivendita FAS) il segmento degli Shop 24. Sapevo di poter investire in questo settore e che un giorno sarebbe cresciuto. Il successo ora è confermato dai fatti: ad oggi abbiamo già terminato circa 256 negozi automatici e ce ne sono ancora 25 da consegnare entro fine anno. Su quali criteri si basa la progettazione e la successiva realizzazione di un negozio automatico? Nel momento in cui cominciamo a realizzare un progetto valutiamo diversi fattori: innanzitutto, cerchiamo di capire se il cliente ha ben chiaro cosa significhi gestire un’attività di questo tipo. Ci teniamo a dialogare con lui, affinché possa comprendere come far fruttare il suo investimento e rendere la sua un’attività di successo. Passiamo poi ad analizzare la location e il contesto nel quale si trova: è molto importante esaminare bene il luogo dove sarà aperto lo shop24, considerando anche le attività circostanti e il profilo delle persone che frequentano la zona. Dopo questo primo livello di analisi, passiamo poi ad offrire una consulenza sui prodotti da inserire nei distributori, basandoci sempre sui dati rilevati e tenendo conto anche dello spazio a disposizione. L’ultimo passaggio prevede la realizzazione del progetto grafico, che avviene coinvolgendo in pieno il cliente. L’aspetto estetico è decisamente molto importante per un negozio automatico: credo che il successo dei nostri
negozi automatici sia dovuto soprattutto alle capacità della nostra responsabile di progettazione, che riesce a completare i nostri progetti con dei veri tocchi d’arte. Con quali mezzi si può proteggere un negozio automatico da atti di vandalismo? Progetto Automatico riserva varie soluzioni per la messa in sicurezza dei negozi automatici. Innanzitutto offre al gestore la possibilità di controllare a distanza il proprio esercizio oppure di blindare i distributori con particolari strutture non invasive che li proteggono e non ne rovinano l’aspetto estetico. Al di là della sua presenza diretta nel settore, qual è la sua opinione sugli shop automatici? Agendo in prima persona con il mio team nella costruzione degli Shop 24 e mettendo molta passione nel mio lavoro, non posso che avere un’opinione positiva dei negozi automatici. Qui al Sud questo tipo di attività raccoglie molti consensi e io sono convinto che per il futuro questo lavoro mi regalerà ancora molte soddisfazioni, grazie al continuo diffondersi di queste attività commerciali.
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Self Market 24H. La nuova sfida di Bianchi Industry
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elf Market 24H è un concept store firmato Bianchi Industry, presentato come prototipo a Venditalia 2015, la Special Edition organizzata in partnership con TuttoFood in occasione del contemporaneo svolgimento di Expo Milano. Nell’arco degli ultimi due anni, Bianchi ha lavorato per perfezionare il progetto, migliorando la struttura e implementando ulteriori funzioni e servizi che rendono Self Market 24H un vero condensato di tecnologia. Self Market 24 rappresenta senza dubbio il futuro del negozio automatico standard, con un concept molto simile a quello dei convenience store, tanto diffusi in Stati Uniti e Giappone, dai quali sembra derivare. Per conoscerne dettagli e caratteristiche, ci siamo rivolti a Luca Passarella, direttore commerciale e marketing di Bianchi Industry. Partiamo da una domanda di rito: che cos’è Self Market 24h? Nel 2015, dopo la ristrutturazione delle sue attività, con la separazione della produzione di distributori automatici sotto il marchio Bianchi Vending e la produzione di macchine Ho.re.ca. sotto il marchio Brasilia, Bianchi Industry ha deciso di essere protagonista nel mondo dei negozi automatici con la creazione di una nuova divisione denominata BISHOP, dedicata allo sviluppo delle soluzioni retail più all’avanguardia. Sotto questo terzo marchio, stiamo sviluppando soluzioni che guardano al futuro, tra cui il Self Market 24H, concetto presentato in anteprima durante Venditalia 2015, sulla scorta del tema di Expo Milano 2015 - Nutrire il pianeta, energia per la vita, ed ora in fase di lancio. Il Self Market 24H è l’evoluzione naturale delle vending machine che si affacciano al mondo del retail. Si tratta di una soluzione innovativa che trasforma radicalmente i convenience store e gli FMCG (Fast-Moving Consumer Goods) Shopping, perché offre al consumatore un servizio di vendita 24 ore al giorno, per 365 giorni all'anno, consentendo agli operatori del settore di ampliare i luoghi di consumo, le fasce orario di vendita e quindi di rafforzare la propria quota di mercato. Possiamo quindi dire che fare la spesa non è mai stato così semplice? Semplice ma soprattutto accessibile, con una disponibilità dei prodotti H24 ma anche la possibilità di installare le macchine nelle aree dove non c'è un supermercato o un
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negozio per fare la spesa, come ad esempio alcune zone rurali, piccoli centri abitati, zone di transito, campeggi... Con uno spazio ridotto di solo 6 metri quadrati, il Self Market 24H, è realmente un servizio alternativo di vendita di prodotti alimentari e non alimentari vicino al consumatore. Questo negozio automatico mira a reinventare il modo in cui le persone fanno la spesa, offrendo la possibilità di acquistare tutti i prodotti desiderati quando si vuole. Siamo già stati contattati da una catena di supermercati che desidera provare il concetto in luoghi ad alto traffico, come parking, nelle aree di sosta delle autostrade o nelle vicinanze di un supermarket per rendere una selezione di prodotti accessibile anche durante gli orari di chiusura del negozio convenzionale. Non solo spesa alimentare: quali tipologie di prodotto sono vendibili attraverso Self Market 24H? In tutte le città del mondo, si creano nuovi concept store per la vendita di prodotti di qualità: prodotti sani, bio, prodotti locali, commercio equo e solidale…. Ultimamente, Amazon ha lanciato "Instant Picker" per vendere i suoi prodotti più popolari in macchine installate nei campus universitari degli Stati Uniti. Il Self Market 24H permette di creare nuovi punti di consumo con un investimento e uno spazio ridotto per rispondere alle nuove tendenze di consumo.
Avete puntato molto sull’interazione con il consumatore: attraverso quali strumenti? L’interazione con il consumatore è la chiave del concetto. Data la quantità e la varietà dei prodotti vendibili, è necessario comunicarne ogni dettaglio per un acquisto più consapevole ed offrire servizi che corrispondano alle aspettative del cliente. Il Self Market 24H è dotato d’una interfaccia utente hi-tech, con uno schermo touchscreen da 32’’ per selezionare i prodotti. Questa interfaccia consente ai clienti di selezionare i prodotti, verificarne la disponibilità e visionare le varie caratteristiche tramite foto. Oltre agli ingredienti, è possibile anche diffondere un video sul prodotto scelto. Il software intelligente è anche in grado di consigliare all’utente prodotti della stessa categoria, proporre delle promozioni, come ad esempio un menu completo o determinati articoli a prezzo ridotto. Di fatto, l’utente è rassicurato da un processo di vendita che lo vede al centro: è lui a decidere attraverso i consigli e le informazioni fornite dall’interfaccia touch. Non avete trascurato gli aspetti relativi alla gestione. Di quali tecnologie è dotato Self Market 24h? Il meccanismo di selezione e ordinazione del Self Market
24H è assolutamente unico. Grazie a un software che controlla un sofisticato ascensore interno, il distributore è in grado di raccogliere tutti i prodotti selezionati dall’utente e di consegnarli in una singola erogazione, accettando il pagamento in un’unica operazione tramite un sistema POS oppure semplicemente con contanti. Inoltre, il Self Market 24H è collegato a Internet, dando così la possibilità a un’unica persona di gestire un elevato numero di macchine distribuite su una rete di punti vendita geograficamente estesa. Il controllo remoto offre molti vantaggi per la gestione: • Programmazione del «sistema»; • Rilevazione dello stato di funzionamento delle macchine; • Monitoraggio dei prodotti venduti in tempo reale, quantitativi disponibili, tempi di esaurimento scorte; • Monitoraggio dell’accesso alla macchina tramite riconoscimento digitale. La soluzione Self Market 24H è personalizzabile? La personalizzazione è parte integrante del concetto: ogni macchina può essere personalizzata per comunicare un marchio o valorizzare il concetto di vendita scelto, come un vero “concept store”. Quali sono i luoghi di installazione più adatti? Si tratta di un dispositivo estremamente versatile, ideale per le più svariate locazioni: centri commerciali, ospitalità, aeroporti, grandi magazzini, negozi di generi alimentari, zone rurali, camping e molto altro. Inoltre, la macchina è dotata di una struttura antivandalica e modulare, in grado di adattarsi a qualsiasi attività commerciale. Ritengo che Self Market 24H rappresenti davvero il futuro dello Shopping!
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Essendo capace di gestire fino a 250 linee di prodotti differenti, con una capienza massima di 5.000 articoli ed occupando uno spazio di soli 6 metri quadrati, il Self Market 24H non pone limiti all'offerta e può essere utilizzato per la vendita sia di prodotti food che non food. Casalinghi, prodotti per l’igiene e la pulizia, parafarmaceutica, profumeria e cosmetici, elettronica, telefonia, oggettistica, gadget, articoli di cartolibreria, giocattoli… è davvero infinita la tipologia di referenze vendibili attraverso Self Market 24H.
A Host 2017 il Vending brilla su un palcoscenico mondiale
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on numeri in costante ascesa il Vending si è guadagnato un “posto al sole” nella manifestazione leader mondiale dell’ospitalità, valorizzando le sinergie con il mondo del Bar e lo storico salone del caffè SIC. Presenti tutti i top player del comparto nel contesto di un parterre totale di ben 2.081 aziende, di cui il 39,7% estere in crescita dell’11%. È stato uno dei fenomeni di costume del 2016: il boom dei punti di ristoro automatici nelle nostre strade, sul modello di quanto avviene già da anni soprattutto nel Nordeuropa. Secondo i dati del Registro Imprese delle CCIAA, in Italia le attività “24/7” sono ormai oltre 5.800, in crescita del 6,1%, con punte di 429 attività a Roma (+5%), 384 a Milano (+3%) e 316 a Torino (-4%), le tre città sul podio. Ma è tutto il comparto vending a godere di ottima salute: i dati 2015 dell’associazione di categoria CONFIDA registrano, tra automatico e porzionato, ben 10,5 miliardi di unità vendute (+3,1%) per un fatturato complessivo di oltre 3,393 miliardi di euro (+2,6%). In questo quadro, il settore guarda sempre più a HostMilano, la manifestazione leader mondiale nei format, prodotti e servizi per equipment, coffee & food, che da alcune edizioni integra il Vending in una macro area espositiva sinergica con Bar e Macchine per Caffè. Un concept, quello delle macro aree, col quale Host offre opportunità uniche nel panorama fieristico internazionale di moltiplicare il business grazie alle ibridazioni con settori affini. Host 2017, “il” punto di riferimento A Host 2017, in fieramilano a Rho da venerdì 20 a martedì 24 ottobre prossimi, l’area Vending presenterà un’attenta panoramica sulle aziende top nella produzione, all’interno di un settore in costante crescita e sempre più attento a fattori determinanti come sicurezza e qualità, con azien-
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de che porteranno esperienza globale nel break, modularità, e vaste gamme per drink caldi e freddi e snack, incluse le macchine combo. Oltre alle aziende italiane, i top player provenienti dall’estero presenteranno soluzioni instant drink, gamme per le diverse tecnologie caldo e freddo, e saranno presenti anche i maggiori torrefattori e produttori leader di sistemi O.C.S., dalle cialde e capsule e ai produttori di impianti per packaging e confezionamento cialde. Non mancheranno poi i piccoli produttori indipendenti e talentuosi ad assicurare uno sguardo completo sulle tendenze del settore. Contiguo a questa macro area, e altrettanto sinergico, i visitatori professionali troveranno anche tutto il mondo Caffè-Tea che ruota intorno al SIC, il Salone Internazionale del Caffè da sempre punto di riferimento mondiale per tutti gli operatori del settore: torrefattori selezionati, importatori, produttori, operatori provenienti dai cinque continenti e le migliori aziende a livello mondiale trovano in HostMilano il punto d’incontro business ideale a cominciare dal prodotto verde, lungo tutta la catena del valore fino alla degustazione. La cultura di settore si fa coinvolgente E la forza di HostMilano è di essere non solo momento espositivo, ma anche arena di confronto sui trend futuri, i format di maggiore successo e le tendenze di consumo più promettenti, rappresentate e condivise in momenti di grande coinvolgimento come i contest, accanto ai seminari e workshop. A Host 2017 ritorna il grande Villaggio del Caffè a cura di ALTOGA - Associazione Lombarda Torrefattori e Importatori di Caffè e Grossisti Alimentari, con numerosi eventi tra workshop, competizioni, corsi, degustazioni e attività interattive. A Caffè in Tavola e non Solo, a cura di FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, gli chef ospiti proporranno poi esperienze aventi come protagonista il
caffè, non solo nella sua accezione tradizionale, ma anche utilizzato in cucina. In tema di gare il 5° Gran Premio della Caffetteria Italiana, a cura di AICAF - Accademia Italiana Maestri del caffè e ancora ALTOGA, vedrà i baristas cimentarsi con almeno un ingrediente dell’enogastronomia italiana, oltre al caffè espresso, che deve essere presente nella ricetta proposta ai giudici sensoriali; mentre nell’appassionante gara contro il tempo dell’Espresso Italiano Champion 2017, organizzato da INEI - Istituto Nazionale Espresso Italiano, in soli 11 minuti i concorrenti devono preparare 4 espressi e 4 cappuccini sotto gli occhi dei giudici tecnici e poi sottoporli al giudizio “alla cieca” dei giudici sensoriali dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (IIAC). Non mancheranno gli approfondimenti come quelli di Hub Coffee Science, un autentico laboratorio scientifico del caffè a disposizione dei visitatori, focalizzato sul duplice aspetto del caffè vero e proprio e dell’acqua, ciascuno con il proprio percorso. Café Chronology, a cura di SCA Specialty Coffee Association e WCE - World Coffee Events, sarà invece un nuovo concept che porterà i visitatori a vivere la cultura del caffè in uno spazio progettato per il coinvolgimento, il relax e l’apprendimento anche attraverso la storia. Infine, le Magie della Mixability a cura di Mixer Educational in collaborazione con Planet One proporrà i maestri della mixology che si cimentano quest’anno con il tema delle erbe naturali. Verso numeri ancora record In totale, saranno oltre 500 gli eventi previsti a Host 2017 tra workshop, occasioni di formazione, tavole rotonde e show-cooking. Ma le novità di Host 2017 non finiscono qui. Tra le principali spicca The Experience Gallery, uno spazio esperienziale che permetterà ai visitatori della manifestazione di toccare con mano le mille sfaccettature dell’ibridazione. Non solo un ponte di collegamento tra le due macro aree - tra i pad. 10 e 14 - ma un vero e proprio luogo a sé, pensato per offrire a chi l’attraverserà un percorso all’insegna dei cinque sensi capace di mettere in contatto i mondi del Gelato Pastry e del Caffè. Ulteriormente ottimizzato, in generale, tutto il layout dei padiglioni per consentire un’esperienza di visita ancora
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più semplice ed efficace, facilitata quest’anno anche dalla presenza di un servizio navetta interno. Con queste premesse, a un mese dal taglio del nastro Host 2017 si presenta già con numeri record: sono 2.081 le aziende che hanno confermato la propria presenza, di cui 1.255 italiane (60,3%) e 826 estere (39,7%, in crescita dell’11% rispetto alla scorsa edizione) in rappresentanza di 51 Paesi, con un incremento generale del 3,5% rispetto alla stessa data del 2015. Sono 5 i Paesi new entry - Egitto, Nuova Zelanda, Sudafrica, Ucraina, Uganda - presenti per la prima volta mentre ritorna il Canada. Il continente con il maggior numero di aziende è l’Europa (71,4%), mentre al vertice della top 10 delle nazioni straniere ci sono Germania, Spagna e Francia, subito seguite da Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Portogallo, Grecia, Olanda e Austria. Provenienti da tutto il mondo saranno anche gli hosted buyer. Selezionati grazie al crescente investimento sulla profilazione e alla collaborazione sempre più stretta con ITA - Italian Trade Agency: si tratta di più di 1.500 buyer in arrivo da Europa (10%), Mediterraneo (6%), Medio Oriente (15%), Nord America (23%), Centro e Sud America (8%), Russia (18%), Sudafrica (1%), Asia e Oceania (19%).
Un gruppo in continua evoluzione
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Host 2017 N&W punta sull'innovazione e sull'ampliamento della gamma, non solo Ho.re.ca., arricchendo e differenziando l'offerta all'utente finale. Un Gruppo dinamico e proteso nel rispondere alle esigenze di un mercato in forte crescita e con interessanti prospettive di sviluppo in tutto il mondo; un Gruppo che investe con entusiasmo, impegno e convinzione nel segmento Ho.re.ca. e oltre: questa è la fotografia di N&W a HOST 2017. Grazie alle recenti acquisizioni di marchi prestigiosi, quali Saeco e Gaggia, Ducale e Cafection, la società di Valbrembo si prepara ad integrare la gamma con nuove proposte tecnologiche e di design, per un’offerta sempre più varia. La gamma Ho.re.ca. a marchio Necta è presente con modelli performanti quali: Karisma, Kalea, Korinto Prime, Koro Prime, in grado di garantire le migliori bevande in tazza a partire da ingredienti come caffè in grani macinato al momento e latte fresco; Krea Touch, dotata di un performante schermo touch intuitivo e user-friendly, e Krea Prime, che si distingue per il suo forte impatto estetico, a completamento della nuova linea Prime. I modelli Ho.re.ca. a marchio Gaggia e Saeco si inseriscono perfettamente in questo contesto. In particolare Idea Restyle e Phedra Evo. Dotata di un nuovo design, interfaccia capacitiva e look moderno, Idea Restyle riduce l’ingombro e si adatta a qualsiasi stile di arredo mediante fianchi slim ed intercambiabili. Phedra Evo è un modello versatile e funzionale, a ingombro minimo. Il distributore semi-automatico combina l’accattivante design e una grande faci-
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lità d’uso ad un’ampiezza nell’offerta di bevande a base di caffè e latte, sia in polvere sia fresco. Wittenborg, marchio scandinavo che per tradizione è rivolto al mercato nordeuropeo, presenta il modello table top 9100. In grado di soddisfare le esigenze del settore alberghiero e della caffetteria self-service, la 9100 punta a diffondersi nei mercati oltreoceano, insieme alle piccole table top a marchio Cafection, già note in quelle aree. Da menzionare anche la presenza del settore Vending: i modelli a marchio Necta (Concerto Touch, Melodia, Mambo e Festival), Ducale (City 3 Caps e Super City) e Saeco (Cristallo Evo a grani e capsule) rappresentano una valida soluzione per quelle strutture alberghiere che vogliono garantire un servizio di qualità anche quando il bar è chiuso o non è presente il minibar in camera. Le novità in ambito O.C.S. per i marchi SGL (con Fancy e il nuovo cappuccinatore Milky e con Jolly) e Saeco (con le gamme Aulika, Lirika e Area), completano questa incredibile ampiezza di gamma.
Essse Caffè protagonista a HOST
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ssse Caffè si conferma tra i protagonisti di Host 2017, dove si presenta con un grande stand, ampliato ed arricchito di novità e contenuti. Una prima importante area è dedicata alla linea vending di Sistema Espresso: un accordo perfetto tra macchine da caffè ad utilizzo singolo o professionale, eleganti ed evolute, e un’offerta di capsule esclusive, composte da pregiate miscele di caffè e da altre bevande calde. Grande protagonista allo stand la macchina a capsule S.12, che sarà presentata in una nuova colorazione e recentemente premiata tra le vincitrici della 66ª edizione del Good Design Awards, il più autorevole premio per l’eccellenza del design a livello mondiale. Host è anche l’occasione per scoprire e provare una nuova esclusiva miscela di caffè in capsula e tre innovative bevande calde in foglie. Completano lo spazio dell’azienda la tradizionale area riservata al mondo del Bar, con le sue prestigiose miscele
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in grani e i prodotti complementari per la caffetteria, oltre a una sezione dedicata ai corsi di formazione tenuti da La Classe di Essse, centro di perfezionamento per i professionisti del bar.
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Proposte per l'Ho.re.ca. a marchio Brasilia
ascerà il segno la presenza di Bianchi Industry a Host 2017, dove presenta al pubblico, attraverso il proprio marchio Brasilia, un’offerta senza pari, tra le più complete del mercato. Gala, Rito, Moda, Excelsior: nomi evocativi, sinonimo di una proposta totale per l’Ho.Re.Ca. professionale, vere e proprie invenzioni che soddisfano tutte le esigenze dei bar professionali e fanno vivere ai consumatori esperienze di gusto impareggiabili. Insieme rappresentano la linea prodotti ideale per tutti i bar che vogliono offrire un caffè espresso di prima qualità. Gala e Rito sono macchine tradizionali, dotate di un design elegante e di una tecnologia affidabile che offre soluzioni d’erogazioni personalizzabili in funzione di ogni specifica miscela. Gala è la proposta entry level, con un design gradevole e facilmente integrabile, rivolta a tutti i professionisti che chiedono un prodotto in grado di unire tecnologie di qualità a una capacità di adattamento a ogni tipo di locazione. Rito, macchina di alta gamma dal design innovativo, dispone di una serie di utili tool quali monitor touch screen, WI‐FI, telemetria, bluetooth, ingresso USB. È disponibile sia nella versione standard che nella versione Touch dotata della tecnologia Bullone Rosso, un sistema che stabilizza la temperatura, ottimizza la portata, evolve la miscelazione e calibra l'erogazione: tutto automaticamente. L’offerta di Brasilia si completa grazie ad altre due macchine d’alto profilo: Moda ed Excelsior. Moda è una macchina super automatica che rappresenta, con la forza di soli 60 cm d’ingombro, lo strumento
perfetto per il mercato dell’Ho.Re.Ca. e per gli ambienti self‐service. Avveniristica per design e funzionalità, Moda rende liberi di scegliere, grazie all’interfaccia utente con monitor LCD TFT touchscreen da 10” che consente di selezionare in pochi click la bevanda preferita grazie a un menu modulabile e intuitivo. Excelsior è un mix di storia e futuro: il design porta indietro nel tempo, l’eccellenza tecnologica fa compiere un salto nel progresso. La macchina garantisce un’erogazione perfetta, grazie ai gruppi brevettati, a una caldaia dalla grande capacità e al brevetto Bullone Rosso. Sarà la vera sorpresa per i visitatori, che potranno scoprire grazie al prototipo presente in fiera la nuova versione estetica, una rinnovata veste che trasforma Excelsior in un prodotto ancora più adatto ad ambienti esclusivi. Bianchi Industry e Brasilia sono questo e molto altro. In breve: il partner ideale per sviluppare un business di successo.
Una nuova linea dedicata all'Ho.re.ca.
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iancaffè nasce nel 1932 come torrefazione artigianale a carattere familiare e negli anni, grazie alla professionalità dell'intero staff, ha mantenuto una costante crescita diventando oggi un moderno complesso industriale con nuovi impianti di confezionamento. Biancaffè produce caffè in grani, cialde da 38 e 44 mm in standard ESE, capsule compatibili e macinato a marchio proprio e a marchio del cliente. Tutti i prodotti nascono da chicchi di caffè certificati senza difetti e vengono apprezzati sia in Italia che all'estero in più di 35 paesi. Biancaffè presenta ad HOST 2017 una nuova linea dedicata al settore Ho.re.ca. con brand specifico; inoltre, è presente allo stand la nuova organizzazione commerciale coadiuvata da due figure professionali di grande esperienza, che seguiranno rispettivamente il settore del Vending & O.C.S. ed il settore Ho.re.ca. I fratelli Bianco con tutto lo staff sono allo stand per il pia-
Hall 14 Stand D46-E47
Hall 14 Stand A22
cere di illustrare ai visitatori le novità del progetto Biancaffè, che prevede interessanti offerte sia per i prodotti a marchio proprio che per i prodotti a marchio del cliente. L'azienda, infatti, mette a disposizione le proprie competenze e la propria esperienza per realizzare soluzioni "private label" e nuovi progetti commerciali. Completa la proposta una linea dedicata al biologico FairTrade. Biancaffè è l'unione tra qualità e gusto.
VENDING 79 Il bimestrale della distribuzione automatica
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È buono 'o vèr! (Parola di Antonino)
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Hall 22 Stand R26-S27
ost 2017 è l'appuntamento imperdibile per gli appassionati del gusto e della passione by Lollo Caffè. In occasione della fiera milanese l'azienda fa rombare i nuovi motori e presenta ufficialmente tutte le novità ed il piano strategico 2017/2018 che caratterizzerà un nuovo straordinario corso. In primis debuttano i nuovissimi box dal packaging completamente rinnovato, dedicati a ciascuna tipologia di prodotto. Tante scatole quindi quanti sono i prodotti, caleidoscopio di colori tratti da una tavolozza scintillante e metallizzata che va dall'oro, all'argento, passando per il platino, il celeste ed il rosa, riconfermando le cromie che hanno decretato il successo dell'Azienda, il marrone Lollo e l'amaranto. Si definisce ancor di più il menù prodotti, con la produzione in tutte le miscele della capsula compatibile con macchine Dolce Gusto, la PassioneDolce e nel contempo si dà il benvenuto alla nuova veste grafica della compatibile Uno System (PassionePiù) ed alla nuovissima PassioneCaffì, la capsula LolloCaffè compatibile con macchine Caffitaly System.
Tra le novità, c'è tuttavia grande emozione per la presenza eccezionale del super testimonial, Antonino Cannavacciuolo, in qualità di ambasciatore ed appassionato dell'irresistibile blend Lollocaffè. Lo Chef vicano, tanto premiato per il suo concetto di cucina e l'irruento carisma, attentissimo a selezionare solo ingredienti veraci e di pregio, ha scelto, infatti, le miscele LolloCaffè per le sue eccellenti strutture ricettive, completando i suoi sofisticati menù con l'espresso Lollo. Ma non è finita qui: allo stand Antonino Cannavacciulo presenta anche il suo ultimo progetto editoriale stupendo - ne siamo certi - gli ospiti e i clienti entusiasti del caffè, su cui, come molti sapranno, con disarmante spontaneità si è già espresso con un giudizio che non lascia dubbi: Lollo Caffè, è buono 'o vèr! (Parola di Antonino).
Sulle confezioni, a sigillo e garanzia di qualità, si affermano la mission e la firma di Ciro Lollo. Una vita di gusto e passione che da sempre orienta tutto il team e che l'Azienda ha deciso di imprimere nella mente e nel cuore dei suoi affezionati clienti, posizionandolo in primo piano sulle scatole a conferma della certosina ricerca di eccellenza, qualità ed amore per il caffè che qualificano LolloCaffè come un espresso di gusto e di esperienza. Lo stand è dunque una vera e propria finestra su questa dinamica realtà aziendale del brand, dove il concept fa perno sull'espresso di gusto e passione e grande spazio è dedicato ai prodotti ed alle soluzioni innovative di vendita proposte ai rivenditori. Nuove ed interattive sono anche l'area web, social e il club dei rivenditori con un ventaglio di servizi studiati completamente per l'area business.
80 VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica
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A Host nel segno della tecnologia
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utto è pronto per la partecipazione di Carimali alla 40° edizione di Host 2017. All’interno del Padiglione 24, Carimali si presenta in uno stand con un concept completamente nuovo. Tre le ambientazioni ricreate: un coffee shop, un ufficio e una lounge. I visitatori potranno così passare da un’atmosfera all’altra scoprendo le tante novità esposte. L’azienda bergamasca presenta per la prima volta al pubblico prodotti e servizi innovativi, sia tra le macchine superautomatiche sia tra i modelli tradizionali: design interamente rinnovati e originali, schermi touch, screen multifunzione dalle dimensioni più grandi e completamente personalizzabili, sviluppati per rendere ancora più facile e intuitivo l’utilizzo da parte dell’utente finale. Macchine superautomatiche dotate di una nuova tecnologia appositamente sviluppata da un team interno di tecnici Carimali, in grado di erogare latte caldo e latte freddo schiumato con elevati standard di qualità grazie ad una regolazione elettronica dell’aria. Tra i plus di questa tecnologia: costanza nel risultato finale in tazza e facilità di pulizia, grazie alla programmazione del risciacquo automatico dell’intero circuito latte dopo ogni erogazione. Ampio spazio è dedicato al capitolo IoT: seguendo il proprio orientamento innovativo, Carimali ha investito molto nella tecnologia dell’Internet of Things. In fiera sono previste delle postazioni dove vedere demo dell’effettiva connettività tra macchina e utente. Gli operatori possono monitorare direttamente una serie di attività legate al funzionamento della macchina tramite connessione Wi-Fi. Orientamento innovativo che in questa edizione di Host
l’azienda vuole trasmettere anche attraverso la comunicazione, con lo sviluppo di un progetto di digitalizzazione dei propri cataloghi, pensato in un’ottica di supporto ai propri clienti, fornendo loro materiale sempre aggiornato e disponibile in qualsiasi momento.
Molto altro,oltre la Frog
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oltissime le novità che Didiesse srl presenta in anteprima ad Host 2017, tra queste Twin Professional, la macchina che completa e rivoluziona la gamma della linea Aura destinata al canale bar e Ho.re.ca., disponibile nella versione a uno, due o tre gruppi, con capsula e predisposizione per capsula da 14 grammi.
82 VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica
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Hall 24 Stand E50-F39
Hall 18 Stand C78
Ma sono soprattutto le macchine Frog le vere protagoniste allo stand Didiesse: oltre alla presentazione dell’intera linea Frog Collection, lo stand è animato dal nuovo pupazzo Frog, destinato a diventare l’elemento centrale della comunicazione social della più famosa macchina del marchio, a cui sarà dedicato anche un sito web.
Una full immersion nel mondo del caffè
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ll’interno del Padiglione 22 - Stand B16/C15, Spinel propone all’operatore professionale una full immersion nel mondo delle macchine da caffè espresso in cialda ed in capsula 100% Made in Italy con l’obiettivo di offrire un’esperienza unica ad ogni caffè. Spinel sceglie Host per la presentazione in anteprima di
BYE, la nuova sfida che unisce tecnologia & design italiano e si traduce in un prodotto resistente, affidabile, innovativo. Elevate prestazioni in forme compatte, BYE è la macchina in capsula ideale per l’O.C.S.: nuovo sistema idraulico autopulente da calcare brevettato, design registrato, sistema di caricamento ed espulsione automatica della capsula con trascinamento a camme (senza molle), gruppo caffè in ottone, serbatoio acqua 1,8 litri, dosatura caffè temporizzata (lungo/corto), cassetto raccogli capsule esauste da 18 FAP, altezza beccuccio erogazione caffè
84 VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica
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Hall 22 Stand B16-C15
regolabile, energy saving, credit coffee system, compatibilità con diversi formati di capsule (Fap, Nespresso*, Lavazza Blue*, A Modo Mio*). Ampio spazio anche ai modelli Jessica e Jasmine, le macchine professionali da caffè espresso in cialda e capsula appositamente studiate per le esigenze della ristorazione moderna. In particolare, Jasmine verrà esposta nelle nuove versioni: Jasmine con gruppi per capsule compatibili Nespresso*, Lavazza Blue*, A Modo Mio*; Jasmine con gruppi per capsula Fap bidose per l’erogazione contemporanea di due caffè. Sistema idraulico autopulente da calcare brevettato, sistema di chiusura del gruppo ed espulsione automatica della capsula brevettato, gruppi scambiatore caffè in ottone e caldaia in acciaio inox per l’erogazione di vapore ed acqua calda ad accensione indipendente, sistema di risparmio energetico, lance vapore ed acqua calda professionali a snodo ed anti scottatura, sono alcuni degli accorgimenti tecnici che rendono unici questi gioielli di tecnologia italiana. CIAO, il must have della gamma di macchine da caffè in cialda Spinel, adatta per casa ed ufficio, attrae l’attenzione dei consumatori e dei professionisti del settore. Sistema idraulico autopulente da calcare brevettato, gruppo infusione caffè in ottone, sistema di chiusura centrale a cloche, wattaggio ridotto (400W), telaio in lamiera zincata, sono alcuni dei suoi punti di forza. Senza mai perdere di vista l’evoluzione delle esigenze del mercato, Spinel mette al centro l’operatore professionale per avvicinarlo ai valori dell’azienda: responsabilità, qualità, know-how italiano, innovazione. *I marchi Nespresso, Lavazza Blue e A Modo Mio non appartengono a Spinel srl né ad aziende ad essa collegate
nche nel settore del confezionamento del caffè, sempre più clienti richiedono soluzioni “chiavi in mano”, che gli consentano di interfacciarsi con una sola realtà piuttosto che con una compagine di aziende differenti. Per questo motico, Spreafico ha attivato la collaborazione con un’azienda specializzata nella progettazione e costruzione di macchine per il packaging secondario e il fine linea, che gli ha consentito di ampliare il proprio portafoglio con un’astucciatrice dedicata al settore del caffè e dei solubili. In questo modo, Spreafico copre anche le fasi a valle del confezionamento in capsula, offrendo un “pacchetto completo” alla clientela. Una clientela che è ormai sempre più eterogenea ed internazionale, comprendendo torrefazioni di piccole, medie e grosse dimensioni ai quattro angoli del globo. Di particolare importanza risulta essere il continente americano, con il nord prevalentemente focalizzato sulle soluzioni in capsule di tipo “Keurig”, per il confezionamento di blend di bevande a base di caffè (e non solo) e il Sud America che si sta rivelando un’area dalle grandi potenzialità. Da soli produttori, Paesi come il Brasile stanno diventando un mercato di riferimento interessante anche dal punto di vista dei consumi. Spreafico ha messo in atto importanti azioni per consolidare la sua presenza anche nel Sud del continente. Inoltre, Spreafico ha ottenuto la certificazione ISO 9001, a riprova dell’adozione di processi produttivi sempre più all’avanguardia. L’azienda italiana pone infatti estrema
cura durante tutte le fasi di produzione di una macchina: dalla progettazione, passando alla produzione dei componenti (parte dei quali realizzati internamente) sino all’installazione e all’assistenza post vendita. Con oltre 40 anni di esperienza, Spreafico ha un approccio particolarmente aperto e innovativo alle sfide che pone il mercato. Merito, tra l’altro, delle forze in campo: metà del personale, tra ingegneri, periti e addetti commerciali, è infatti composto da under 30. L’entusiasmo, la determinazione e le competenze acquisite si concretizzano in un impegno commerciale sempre più forte, che contempla la partecipazione ai principali eventi fieristici di settore. Ad Host, l’azienda italiana porta tre macchine automatiche: oltre alla già citata astucciatrice, saranno in mostra una macchina per il confezionamento in capsule di tipo “Nespresso*” a due piste ed una per il confezionamento in capsule di tipo “Dolce Gusto*” a sei piste.
*I marchi Nespresso e Dolce Gusto non appartengono a Spreafico srl né ad aziende ad essa collegate
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Il confezionamento capsule "chiavi in mano"
Hall 22 Stand T26-U25
Tutto il mondo Lavazza per il Fuori Casa
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a qualità, l’esperienza e la sperimentazione continua sul caffè, maturate da Lavazza in oltre 120 anni di storia, sono al centro dell’offerta proposta in occasione della 40° edizione di Host. L’azienda torinese, che individua nel fuori casa un canale sempre più strategico, presenta la sua offerta completa, ricca di proposte innovative per soddisfare tutte le esigenze dei professionisti, garantite dal marchio leader che ha diffuso nel mondo l’eccellenza dell’autentico espresso italiano. Lo stand B41/C47 nel padiglione 14 è organizzato in corner dedicati alle diverse proposte. Dell’area caffetteria saranno protagoniste le nuove miscele per il canale Food Service: l’azienda presenta infatti Alteco Premium Blend, una nuova referenza che soddisfa la tendenza globale del biologico, una pregiata miscela delle migliori arabiche di montagna e di robuste selezionate coltivate in aree incontaminate. Tutte le origini provengono da piantagioni dove si pratica l’agricoltura biologica e si rispettano i principi di sostenibilità ambientale secondo gli standard UTZ. Dalle vette del centro America, Lavazza dà vita a un espresso dolce dagli aromi persistenti, con profumi di miele e frutta secca. Lavazza propone inoltre la special edition di “Kafa”, uno dei caffè più pregiati al mondo. Un'esclusiva monorigine di altissima qualità che nasce nella foresta etiope, dove il caffè cresce spontaneamente con un minimo intervento degli abitanti del luogo. L’esperienza sensoriale di questa pregiata arabica 100% è unica come la sua origine: struttura marcata e un bouquet di aromi e profumi, in cui spiccano intense note floreali. L’edizione speciale di Kafa si caratterizza per l’evoluzione del profilo sensoriale e per l’elegante packaging dai toni e dal design distintivi, che sottolinea la sua esclusività. Non mancheranno poi le miscele “¡Tierra!” provenienti da aziende agricole certificate Rainforest Alliance e in cui si coniugano eccellenza del prodotto, rispetto per l’ambiente e attenzione sociale. L’expertise di Lavazza nel canale Fuori Casa si declina anche nell’ampia offerta per l’O.C.S. Uno dei corner ad Host sarà dedicato alla nuova gamma di macchine “Firma”, che si presenta con un resytiling completo e 4 nuovi modelli che puntano su compattezza, performance qualitative e design tutto made in Italy, per chi vuole portare l’eccellenza del caffè Lavazza negli ambienti di qualsiasi dimensione.
86 VENDING Il bimestrale della distribuzione automatica
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Da sempre all’avanguardia nei sistemi automatici, il valore aggiunto dell’offerta prodotto Lavazza è dato inoltre, dalla vocazione delle macchine al consumo multi-beverage anche per bevande a base latte e dalle speciali capsule autoprotette, in grado di preservare tutto l’aroma del caffè; a Host sarà presente anche la speciale Minivending, la nuova macchina automatica Vending table top dalle piccole dimensioni per locazioni di medie dimensioni. Un’importante novità riguarda anche l’area hotel, con la nuova Jolie Plus del sistema Lavazza A Modo Mio, perfetta per l’espresso fai da te in camera: dimensioni ridotte, design elegante, semplicità d'uso, silenziosità (solo 44 db) e talento nella preparazione dell'espresso perfetto sono le caratteristiche distintive. Jolie plus colpisce al primo sguardo grazie al design 100% italiano che le conferisce uno straordinario fascino. Le linee essenziali sono valorizzate da preziosi dettagli premium in metallo cromato per un concentrato di stile e innovazione. È disponibile nei due raffinati colori Silver e Gun Metal Grey. Grazie al nuovo doppio pulsante di erogazione, si può preparare un espresso classico o un caffè lungo in un tocco. Come ogni macchina del sistema A Modo Mio, anche Jolie Plus funziona con l'ampia gamma di pregiate miscele in capsula. L’universo dell’offerta Lavazza si completa con le specialità firmate Eraclea (Antica Cioccolateria, bevande Orzo e Ginseng, Crema al Caffè, granite, Crema allo Yogurt…) e la gamma di pregiati tea Whittington. Numerose le novità di prodotto, sostenute dal completo restyling del marchio, dei pack, dei materiali di servizio e della comunicazione che esaltano l’importanza delle origini del prodotto: fave di cacao, chicchi di caffè, spighe di orzo, radici di ginseng, foglie di tè sono gli indiscussi protagonisti dei materiali di servizio e di comunicazione che supportano il barista nelle vendite.
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er il Gruppo Izzo - azienda napoletana nata a Boscoreale nel ‘79 e oggi ad Anagni (FR) - il caffè non è solo un drink: è un lifestyle partenopeo che si protrae nel tempo. Cresciuta significativamente negli anni, oggi è leader nella produzione e commercializzazione di caffè e macchine per caffè. Sebbene la strategia commerciale si concentri prevalentemente nel settore Ho.re.ca., già dal 2006 Izzo ha assecondato i gusti degli amanti del caffè “everywhere” lanciando la linea di cialde E.S.E. nelle varianti GrandEspresso, Premium e Dek. Oggi ha deciso di ampliare la gamma vending con capsule e macchine ad hoc, mantenendo inalterate le caratteristiche dell’espresso anche nel settore del monoporzionato. Proprio sulle cialde l’impresa campana sta lavorando sodo. HostMilano2017 rappresenta la giusta occasione per presentare le nuove cialde compostabili, frutto di una politica attenta allo sviluppo sostenibile di persone e spazi. Realizzata interamente con materiali organici, la cialda può essere smaltita nel compost domestico, per trasformarsi nel tempo in fertilizzante naturale. Un esempio concreto dell’abbraccio tra sostenibilità e qualità: con Izzo il piacere del caffè diventa piacere di fare
bene all’ambiente. Ma il ventaglio dell’offerta non finisce qui. Le capsule a sistema FAP e le compatibili A Modo Mio* sono un esempio pregiato che raggiunge il culmine con l’eccellenza delle compatibili Nespresso*: 5,2 grammi di gusto in coloratissime capsule autoprotette. Un’altra novità si chiama Dori, la macchina dotata di gruppi intercambiabili: in soli cinque minuti si adatta alle tre capsule compatibili! Anche la macchina a cialde Iris ha una particolarità unica: è autoespellente ed evita la rimozione manuale della cialda, spesso soggetta a rotture. La sfida di Caffè Izzo? Una visione a 360° del mondo del monoporzionato in cui la qualità strizzi l’occhio alla sostenibilità.
Il nuovo software di rilevazione dati e comunicazione dei corrispettivi che facilita l’operatività delle gestioni di ogni grandezza, ottimizzando i giri visite e il lavoro quotidiano.
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*I marchi Lavazza A Modo Mio e Nespresso non appartengono a Gruppo Izzo srl né ad aziende ad essa collegate
Per Caffè Izzo è compost time!
Hall 22 Stand E14-F13
SaGa Coffee e Revolvo Una partnership sinergica
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sogno di chi utilizza macchine professionali per il proprio lavoro di avere una garanzia completa per 24 mesi è ora divenuto realtà, grazie all’accordo tra Saeco Gaggia Professional (SaGa Coffee Spa) e Revolvo, aziende leader e conclamate espressioni di qualità e servizio. Per i clienti Saeco dei settori O.C.S. ed Ho.Re.Ca. sono ora disponibili circa 300 Centri di Assistenza appartenenti alla Rete Revolvo distribuiti su tutto il territorio nazionale, selezionati e specializzati attraverso corsi di formazione e aggiornamento eseguiti direttamente presso la sede di Saeco Gaggia Professional, garantendo un servizio tempestivo e di elevata qualità. La garanzia di 24 mesi on site è dedicata ai modelli Aulika, Royal Gran Crema, Lirika ed Area, e copre qualsiasi tipo di richiesta di intervento. Le modalità di esecuzione prevedono un contatto diretto da parte degli operatori professionisti entro e non oltre le 6 ore dalla richiesta e un intervento diretto entro le 24-48 ore. Per i modelli IperAutomatica e Phedra Evo, Saeco Gaggia Professional offrirà ai clienti, che acquisteranno le macchine professionali tramite i canali di vendita ufficiali, la possibilità di perfezionare un contratto di manutenzione e installazione tramite l’azienda partner Revolvo. Il pac-
chetto comprende il sopralluogo, l’esecuzione dell’installazione con relativo settaggio delle bevande solubili/caffè, la personalizzazione dell’interfaccia bevande a seconda della richiesta del cliente, l’installazione dell’addolcitore e le istruzioni preliminari per la manutenzione quotidiana. Sono inoltre compresi due interventi di manutenzione programmata semestrale per garantire sempre un perfetto funzionamento del prodotto. Lo stesso contratto garantisce 12 mesi di garanzia sulle parti di ricambio sostituite. Saeco Gaggia Professional, con questa nuova partnership mirata al servizio, punta sempre più ad essere un’importante realtà nei settori O.C.S. ed Ho.Re.Ca. L’offerta di una garanzia di 24 mesi sui prodotti B2B è un’innovazione e porterà sicuramente l’azienda a distinguersi in un mercato sempre in crescita e sempre più competitivo.
Panafe' festeggia a Host
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n anno scoppiettante non poteva che terminare con un evento come Host Sic Milano, la fiera Italiana per eccellenza a cui Panafè di Commerciale Adriatica ha sempre partecipato con grinta, orgoglio e tante novità interessanti. Anche quest’anno, il CEO Enrico Paolo Costa e il suo team non mancheranno di far sentire la propria presenza, facendo conoscere da vicino non solo i diversi modelli di macchine da caffè espresso, ma anche tante novità. Chiave del successo di Panafè è la determinazione, caratteristica che il CEO Enrico Paolo Costa ha saputo trasmettere al suo giovane staff tecnico e commerciale che, insieme alla costanza di saper ascoltare i propri clienti, hanno dato il via ad un importante processo di innovazione e miglioramento. Per questo motivo, Panafè si presenterà all’edizione 2017 di Host con tanti cambiamenti, frutto del costante impegno nell’applicare migliorie e nuove idee sui propri modelli di macchine, proposti sul mercato italiano ed estero, per renderli sempre più performanti. Ci spiega il direttore commerciale Federica Gobbi: “Dopo aver applicato il sistema Deconto al modello Fox-P, abbiamo voluto perfezionare il modello a cialde My@Pods, creando un supporto aggiuntivo che ne ottimizza stabilità ed equilibrio, infine nel modello Nano per capsule FAP, sono stati modificati i pulsanti frontali, così da dare un nuovo
Hall 14 Stand D013
aspetto alla macchina Panafè più conosciuta ed apprezzata. L’impegno e il lavoro della nostra squadra non termina mai, avvalendosi di qualità estrema in termini di componentistica, i nostri tecnici si sono focalizzati su quegli aspetti pratici che ancora presentavano criticità, apportando le necessarie modifiche su tutta la gamma di macchine per caffè espresso prodotta. Questo progetto di innovazione è possibile grazie allo scambio di idee ed al contatto diretto con i nostri clienti; abbiamo raccolto tante informazioni utili, ne abbiamo fatto tesoro, stimolandoci a rielaborarle insieme per realizzare modifiche importanti e soprattutto utili sulle nostre macchine. In questo modo possiamo affrontare con grinta i tanti progetti futuri volti a creare nuovi modelli che possano soddisfare le esigenze reali che si incontrano nel mercato del Vending e dell' O.C.S. per caffè espresso porzionato.” Ultima ma non di minore importanza, una vera esclusiva che verrà presentata proprio in occasione della fiera Host 2017: la realizzazione di uno dei tanti desideri che i clienti hanno condiviso con la squadra Panafè.
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Con Agrumarie il sapore di Sicilia nell'Ho.re.ca.
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ato da un’idea di due compagni del liceo intorno agli anni '50, Agrumarie Riunite Siciliane è un progetto destinato al settore Ho.re.ca., che ha continuato a crescere e svilupparsi, arrivando ad una vera e propria svolta attraverso l’unione con Agrumaria Corleone S.p.A. già industria leader nel settore della trasformazione agrumaria in Sicilia da più di un secolo. Gli obiettivi principali dell’attività, nonché le linee guida di tutte le fasi del processo, si possono riassumere come segue: Qualità - Cura del prodotto e delle esigenze del cliente attraverso un’attenta selezione dei fornitori ed un’accurata scelta delle migliori materie prime; Sostenibilità - Crescita e sviluppo nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori utilizzando moderni sistemi di verifica; Sicurezza alimentare - Con l’implementazione di sistemi di controllo HACCP; Efficienza e innovazione - Grazie ad un moderno laboratorio di Ricerca e Sviluppo, pronto a raccogliere le nuove sfide del mercato globale. Ad Host 2017 presenta i propri prodotti, tra i quali: Composti Concentrati al gusto di agrumi e di frutti tropicali ed esotici, disponibili in varie concentrazioni di frutta, corrispondenti a diverse linee di prodotti: 75% Premium/ Bevipiù - 50% Top Line - 30% Breakfast - 20% Solìto; Preparati per Granita, ideali per ottenere in maniera facile e con eccellenti risultati, la vera granita siciliana! Succhi Naturali (non da concentrato) di Arancia, Arancia
Sanguinello, Limone, Mandarino, come appena spremuti, senza l’aggiunta di coloranti, conservanti, zuccheri e/o additivi, presto disponibile anche al gusto Anguria. Tra le novità di quest’anno, il Composto concentrato di Thè nero, ai tradizionali gusti di Pesca e Limone e a quelli più ricercati di Mandarino e Bergamotto, con possibilità di diluizione con acqua fredda o calda, per una duplice possibilità di utilizzo. Infine, ultimi non per importanza, disponibili in vari formati, i protagonisti di un nuovo trend in continua espansione gli Oli essenziali di agrumi per uso alimentare e cosmetico, ai gusti di Limone, Arancia, Mandarino, Bergamotto e Lime. Tutti i prodotti sono gluten-free, non contengono OGM e nel loro processo di realizzazione non sono impiegati ingredienti che abbiano origine animale, rendendoli altresì adeguati ad una dieta vegan-ok.
Un Host 2017 ricco di novità
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a più antica torrefazione d’Italia presenta a Host le anticipazioni per i prossimi mesi, sia dal punto di vista dei prodotti che del mondo azienda. Dal punto di vista dell’offerta Ho.re.ca., sarà lanciata la nuova gamma Bio. Una miscela 100% Arabica proveniente da agricoltura biologica che si presenta in tazza con una crema di color nocciola con striature rossicce. Una miscela aromatica, con profumi fruttati, molto delicata, dal sapore acidulo e particolarmente dolce. La nuova gamma sarà disponibile in Lattone Pet 2 Kg, Sacco Grani 1 Kg, lattina macinato 250 Gr. Al bancone, il Bio sarà riconoscibile perché servito in una nuova ed esclusiva tazzina Caffè Vergnano verde, in abbinamento al colore della gamma. Le altre importanti novità riguardano il settore della formazione. Come prima cosa, l’annuncio che l’Accademia Vergnano, la scuola di formazione di Caffè Vergnano, è il primo Premier Training Campus dalla SCA - Specialty Coffee Association, l’organizzazione che certifica a livello internazionale gli standard qualitativi in termini di formazione nel mondo del caffè. La seconda grande novità sarà la presentazione del nuovo progetto Accademia Vergnano che vedrà la nascita di uno spazio a Chieri dedicato al mondo del caffè e alla forma-
Elesa, Elektra e Vergnano si incontrano a Host
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piccano sull'acciaio cromato delle imponenti macchine da caffè, prodotte da Elektra Srl, le manopole lancia vapore e le impugnature dei portafiltri in simil radica di Elesa SpA. Un connubio vincente che caratterizza anche il design dei Coffee Shop 1882, che Caffè Vergnano sta promuovendo in diversi Paesi del mondo. Un design particolare che richiede la scelta accurata anche del più piccolo componente, come sottolinea Mario Malavasi, Direttore Vendite di Elektra Srl: “Per creare una macchina che si faccia notare e possa essere messa in bella vista diventa decisiva la scelta di ogni componente, anche il più piccolo.” Le impugnature dei portafiltri e le manopole per la regolazione dell'erogazione del vapore e dell'acqua calda di queste macchine sono fornite da Elesa, azienda di Monza specializzata nella produzione di componenti industriali in materiale plastico. I due componenti realizzati per Elektra sono stampati su disegno standard in uno speciale materiale plastico tecnico con le caratteristiche estetiche della radica, ma resistente all’usura, all’umidità e alle alte temperature: un esempio di versatilità delle applicazioni che i prodotti Elesa possono trovare. “Le impugnature dei portafiltri in simil radica prodotte da Elesa si abbinano perfettamente al colore della nostra macchina. L’utilizzo di questa colora-
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zione professionale dei baristi. Ultimo appuntamento da segnalare: la finale di Best Barista, la gara che ogni anno premia i migliori baristi di Caffè Vergnano. Quest’anno in formula rinnovata con 6 vincitori internazionali che formeranno un dream team CV e vinceranno una Coffee Experience a New York.
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zione, che richiama un materiale inusuale e prezioso per una macchina da caffè, dona un tocco di classe al nostro prodotto” afferma Mario Malavasi. Enrico Del Torchio, Responsabile Commerciale Nord Est Italia di Elesa conclude: "Un progetto commerciale dai valori culturali estremamente significativi. Del resto, in Elesa siamo certi che anche i più piccoli dettagli estetici dei componenti contribuiscono ad aumentare il valore finale delle macchine a cui sono destinati”.
Aria di novità in Crane Payment Innovations con l’acquisizione di Microtronic®!
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o scorso luglio Crane® Co. ha annunciato l’acquisizione di Microtronic® AG, azienda leader nel settore del cashless privato, partner di CPI da oltre 15 anni. Il portafoglio si arricchisce così di soluzioni innovative, mirate ad incrementare i profitti e ottimizzare il business del gestore Vending. I pagamenti con carte o supporti prepagati offrono innumerevoli benefici al gestore di locazioni private, in primis la riduzione dei costi di gestione e la possibilità di offrire al consumatore prezzi vantaggiosi sui prodotti offerti sul sito, promuovendo la fedeltà al marchio e le vendite. CPI e-vending riprende questo concetto, dandogli però una marcia in più. Creata principalmente per irrobustire la relazione tra il gestore ed il cliente, CPI e-vending è una soluzione per pagamenti con smartphone che offre all’utente la possibilità di registrare alcuni dati personali per usufruire di offerte e promozioni personalizzate in base alle proprie preferenze d’acquisto. Esistono oggi numerose app che offrono la possibilità di acquistare via smartphone. Perché scegliere CPI e-vending? I gestori che lavorano con aziende che scelgono di incentivare i propri impiegati con sconti sulle consumazioni tramite chiavette o altri supporti con tecnologia MI-
FARE®, sono consapevoli di quanto possa essere difficile convincere i propri impiegati ad adottare l’app dall’oggi al domani. Con CPI e-vending, il consumatore avrà la possibilità di scegliere se continuare ad usare la chiavetta in via anonima o come utente registrato o migrare direttamente all’app, compatibile con tutti i supporti ISO14443. Entrambe le opzioni di pagamento lavorano in sincronia e i dati di vendita, come pure le preferenze del cliente, possono essere gestiti comodamente a distanza dal gestore tramite la piattaforma Marketing Manager™, che gli mette a disposizione tutti i dati di vendita in tempo reale e favorisce l’interazione diretta con il cliente. Il gestore potrà contattare ogni singolo utente inviando messaggi con promozioni ed incentivi in base alle proprie preferenze d’acquisto, allocando fondi direttamente sul conto, traendo vantaggio da un metodo di pagamento sicuro e conveniente. La missione di CPI è di offrire soluzioni di pagamento innovative volte ad incrementare I guadagni del gestore e promuovere l’efficienza operativa. Con oltre 50 anni di esperienza nel Vending e oltre un milione di distributori connessi in via remota in tutto il mondo, CPI è il partner ideale per le esigenze commerciali di tutti i gestori.
Il Team CPI Italia presenterà la soluzione CPI e-vending e tutte le ultime novità della gamma a EVEX 2017 - Roma, 23 - 24 Novembre 2017
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La magia di Venezia al
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abato 16 Settembre, nella meravigliosa cornice del Molino Stucky Hilton Hotel, la FAS International ha festeggiato, insieme a circa 200 invitati provenienti da tutto il mondo, il suo 50° anno di attività. Lo staff di FAS, insieme a quello dell’agenzia I Viaggi di Monika, ha accolto e guidato i partecipanti in un clima di grande cordialità, in attesa dell’incontro con la direzione. Nel discorso tenuto in italiano e in lingua inglese per gli ospiti provenienti dall’estero, Luca Adriani, la sorella Mariangela Adriani attuale Amministratore Delegato e Lidia Zocche, Presidente del CdA, hanno ricordato con immancabile emozione Antonio Adriani, fondatore dell’azienda. Luca Adriani, in particolare, ha citato un episodio di molti anni or sono nel quale il padre Antonio sosteneva: “Se io e un altro imprenditore ci scambiamo un milione di Lire, al termine dello scambio ognuno continuerà ad avere un milione, esattamente come prima e senza alcun valore aggiunto supplementare. Ma se ci scambiamo un’idea, ognuno avrà assimilato quella raccontata dall’altro e immediatamente dopo saremo doppiamente ricchi, perché le idee a disposizione di entrambi saranno diventate due!” Un esempio della lungimiranza di cui era dotato Antonio
Adriani, che ci ha lasciato il 18 Settembre 2013. Per l’occasione, la famiglia Adriani ha ricevuto da parte di Piero Angelo Lazzari e Michele Adt, Presidente e Direttore di CONFIDA, una targa di riconoscimento alla FAS per il contributo dato all’evoluzione del settore in termini tecnologici e innovativi. Non dimentichiamo, infatti, che tra i meriti dell’azienda, c’è quello di aver introdotto il primo distributore a piatti rotanti, macchina e brevetto che hanno dato un significativo impulso allo sviluppo del Vending sin dalla fine degli anni ’60. Gli ospiti, trasportati con un battello privato nei pressi di Rialto, hanno partecipato all’aperitivo esclusivo all’interno del Fondaco dei Tedeschi, un palazzo del XIII secolo adiacente al ponte di Rialto con un’architettura e le decorazioni marmoree interne di una bellezza mozzafiato. Di ritorno, la cena di gala presso la sala riservata dell’Hotel Stucky Hilton allietata dall’esibizione canora della brillante cantante Patrizia Laquidara, accompagnata da 3 musicisti di alto profilo: Alfonso Santimone al piano, Daniele Santimone alla chitarra e Enrico Terragnoli al basso. Un evento che certamente resterà nel cuore e nella mente di tutti i partecipanti.
A sinistra, il primo modello Fas a piatti rotanti con Tommaso Tabini uno dei tecnici piĂš esperti del settore e a destra l'ultima nata in casa Fas
Il know-how italiano nel Vending tedesco
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a società Latheca, che ha sede a Freising, città a pochi chilometri da Monaco di Baviera, è una rivendita fondata da Paolo Giacometti a fine 2010, dopo una lunga esperienza in società della Distribuzione Automatica italiane, come Bianchi Vending e General Vending. Perché aprire una rivendita specializzata in prodotti per la distribuzione automatica in Germania, dove non mancano i competitor? E con quali obiettivi? Per comprenderne le motivazioni abbiamo raggiunto Paolo Giacometti che ha accettato di buon grado di rispondere alle nostre domande. Signor Giacometti, sette anni fa ha lasciato l’Italia per fondare Latheca in Germania. Come è nata l’idea? Quando lavoravo in Bianchi Vending ebbi la possibilità di conoscere il mercato della distribuzione automatica di diversi paesi europei e notai che, rispetto a nazioni come Spagna, Portogallo, Francia e ovviamente in primis Italia, il modello di business tedesco era in assoluto quello più arretrato. Mi resi conto soprattutto che i piccoli e medi gestori avevano una concezione del vending riconducibile ai nostri anni ’80/90 poco propensa all’innovazione e per nulla orientata al consumatore finale. Come poter sfruttare questo gap? Da qui l’idea di “esportare” il modello di business italiano, fondando una rivendita con marchi importanti come Fas, Ristora, Illy, Mitaca e offrendo la consulenza necessaria per far crescere piccoli gestori o anche per farne nascere di nuovi. Restiamo sull’argomento caffè: l’Italia ha esportato il suo know-how in tutto il mondo, confrontandosi con culture del caffè diverse dalle sue. Com’è stato l’impatto
in Germania? La Germania è il primo consumatore europeo di caffè e terzo nel mondo dopo Stati Uniti e Brasile, il che potrebbe far pensare che l’espresso italiano qui abbia vita facile. Purtroppo nel vending non è così. L’espresso come lo intendiamo noi è una rarità, soprattutto se ci spostiamo nel nord della Germania; ma anche nella zona della Baviera, dove l’influenza italiana è molto forte, è difficile trovare un buon espresso. Circa il 70% delle consumazioni di caffè sono addizionate al latte (cappuccino, latte macchiato, caffè latte) e, laddove si consuma caffè puro, la quantità in tazza non è mai meno di 150 ml. Da qui si intuisce perché i distributori automatici italiani debbano essere adattati al mercato tedesco: gruppi infusione con capienza maggiore dei classici 7 grammi, macinature molto larghe e” bicchieroni ”. Anche Illy e Mitaca hanno dovuto adeguarsi al mercato, offrendo capsule con macinature più grosse. Per adeguare l’offerta alle preferenze dei consumatori tedeschi in fatto di caffè, avete realizzato una miscela dedicata? Sì certamente! Per i caffè in grani abbiamo dovuto studiare due miscele ad hoc per incontrare il gusto di “massa” del tedesco. Quindi tostature chiare, miscele con giuste proporzioni di arabica e robusta. Oltre a Illy Mitaca, quali altri brand italiani proponete? Per quanto riguarda il caffè proponiamo Varanini, per i distributori automatici Fas, per i solubili Ristora Prontofood e per i sistemi di pagamento Paytec.
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davvero rari e i gestori non capiscono che punti di ristoro più attraenti incrementerebbero le vendite. Altro fattore caro al gestore tedesco è la durata delle macchine, almeno 15 anni, cosa che rende difficile la gestione dei ricambi: a volte mi chiedono ricambi di macchine del ’92, ’95 che ovviamente non ho a magazzino o che semmai non esistono più. È una cosa che li fa innervosire parecchio, poiché sono convinti che la macchina sia quasi nuova.
Sulla base della sua esperienza del vending in entrambi i Paesi, quali sono i punti in comune e quali le divergenze? Punti in comune pochi, molto pochi. In base alla mia personale esperienza, le divergenze non sono legate esclusivamente a diversi modi di gestire il servizio, ma ad un diverso concetto della distribuzione automatica sia da parte del gestore che dal punto di vista del consumatore e dell’utilizzo del mezzo da parte di quest’ultimo. Per il gestore il prodotto principe, se non esclusivo, è il caffè e quel che conta non è la sua qualità ma la quantità: l’importante è che sia una bevanda abbondante, calda e vagamente marrone. Il gestore tedesco non vede le possibili sinergie tra caldo e freddo e per lui abbinare un distributore di snack o di lattine e bottiglie è per lo più un costo. Per questo motivo, in Germania ancora oggi prevalgono macchine del caldo che definirei “solitarie”; i corner sono
E il consumatore? Il consumatore si aspetta dalla macchina il classico beverone: se un distributore eroga un caffè “Espresso” con meno di 90 ml crede che la macchina sia rotta, talvolta chiedendo indietro i soldi della consumazione convinto di essere stato truffato. Non ha un concetto di “pausa caffè” come momento di reale stacco dal lavoro o occasione di socializzazione con i colleghi: prende il suo beverone (almeno 180 ml) e se lo porta alla scrivania; lo sorseggia per tutto il giorno, anche quando è gelato, con ogni probabilità perché ormai l’ha pagato. Per risparmiare porta le merendine da casa, perché al distributore costano troppo o, come spesso accade, nell’azienda dove lavora non ci sono distributori di snack. Per lo stesso motivo, ossia per risparmiare i 35 centesimi del caffè alla macchina aziendale, in alcuni uffici gli stessi impiegati fanno la colletta ed acquistano una macchina per il caffè all’americana, credendo così di risparmiare. Insomma, uno strano rapporto, sicuramente diverso da quello a cui siamo abituati in altri Paesi e, in particolare, in Italia! Latheca è iscritta alla BDV, l’associazione tedesca della distribuzione automatica, e partecipa regolarmente a Eu’Vend, la più importante fiera di settore della Germania. Nell’ultima edizione è rimasta vittima di uno spiacevole episodio che ha coinvolto anche la FAS. Ci racconta cos’è accaduto? La mia società ha sempre partecipato a Eu’vend in prima persona con uno stand in cui erano rappresentati tutti i
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A chi vi siete rivolti? Immediatamente alla Polizia con una denuncia esposta direttamente dalla FAS, in cui si richiedeva di visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza per vedere se qualcuno con un transpallet, un muletto o quant’altro avesse preso le macchine, caricandole semmai su un camion. In realtà la richiesta era stata fatta anche alla Koelnmesse che organizza la manifestazione, ma ci è stato risposto che, per motivi di privacy, solo la polizia poteva averne accesso. Fatto sta che la polizia ha controllato i filmati solo dopo 2/3 settimane, riferendo che non mostravano nulla, anche perché il posto in cui si trovavano i pallet era in una zona d’ombra con scarsa visibilità. Per la polizia il caso era chiuso. Avete coinvolto anche la BDV? Certamente, insieme a Koelnmesse! Abbiamo chiesto le
targhe dei camion che avevano accesso alla fiera; abbiamo chiesto di inviare una e-mail a tutti gli espositori per sapere se anche qualcun’altro fosse stato vittima di un episodio analogo o se avesse visto qualcosa. Mentre le targhe non ci sono state fornite, per quanto riguarda l’e-mail dicono di averla inviata, ma mi restano dubbi. E qual è la sua opinione? Credo che il tutto sia stato gestito con estrema leggerezza sia dall’organizzazione che dall’associazione di categoria che, in verità, poco ha fatto per sostenere un suo membro in una situazione così delicata. Pensi che, per chiudere la faccenda, ci è stato consigliato di guardare su eBay, visto che tanti furti si risolvono ritrovando la merce lì. La poca serietà nella gestione di questa brutta vicenda mi ha spinto a decidere di non confermare l’iscrizione di Latheca alla BDV. Quanto è accaduto, inciderà in qualche modo sul futuro di Latheca? Come dicevo, sicuramente sono molto deluso e amareggiato di come la vicenda sia stata gestita dalla BDV, dalla Koelnmesse e dalla Polizia. Forse, se la mia azienda fosse stata 100% tedesca, avrebbe avuto una maggiore attenzione. L’uscita di Latheca dalla BDV vuole essere un segnale forte, ma non inciderà sul futuro di un’azienda che attraverso la qualità dei prodotti made in Italy, dei marchi rappresentati e della puntualità del servizio in pochi anni ha saputo conquistare la fiducia di tanti professionisti del settore in Germania.
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marchi che commercializziamo, compreso i distributori FAS, naturalmente. Quest’anno la FAS International ha voluto essere presente con un proprio stand, che abbiamo condiviso, esponendo ben 9 modelli di macchina, oltre agli accessori. Tutto bene fino alla chiusura della fiera quando, come di prassi, abbiamo palettizzato le macchine per prepararle al ritiro da parte del corriere incaricato, cosa che sarebbe avvenuta tra le 22 dell’ultimo giorno della manifestazione e le 8 del mattino successivo. Fatto sta che il corriere, recatosi sul posto, non ha trovato nessun pallet con i distributori che avevamo preparato. Nell’arco di poche ore i distributori FAS si erano volatilizzati.
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Da quarant’anni nella storia del Vending
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oges ha tagliato quest’anno l’importantissimo traguardo del quarantesimo anniversario della sua storia che ha voluto celebrare il 27 Giugno con un piccolo evento presso la propria sede di Schio. La celebrazione è stata presenziata dall’Amministratore Delegato del Gruppo Azkoyen Eduardo Unzu, il quale ha attribuito la longevità dell’azienda alla sua capacità di rispondere alle esigenze dei mercati e dei clienti innovandosi e crescendo nel tempo ed elogiato con entusiasmo la visione imprenditoriale dei fondatori dell’azienda. Questi ultimi, rappresentati da Santino Adriani e Galdino Munari, hanno a loro volta voluto ricordare le circostanze della nascita di Coges e lo spirito che ne ha animato i primi anni e guidato l’importante crescita successiva. All’avvenimento erano presenti naturalmente i dipendenti dell’azienda e le loro famiglie, che sono state felici di potere prendere parte ad una visita guidata degli uffici e degli impianti produttivi. Con l’occasione, abbiamo voluto rivolgere ad Alberto Conte, Site Manager di Coges, alcune domande sul passato e sull’evoluzione dell'azienda. Ing. Conte, come e quando è iniziata l’avventura di Coges nel mondo del Vending? La costituzione di Coges è avvenuta all’inizio del 1977 e sin da subito il suo destino è stato legato alla distribuzione automatica. Il nome Coges sintetizzava allora la prima “mission” dell’impresa, ossia la COstruzione di GEttoniere a Schio. All’epoca, cominciavano a diffondersi nel nostro Paese i distributori automatici e le macchine per il caffè
che necessitavano di sistemi di pagamento. Inoltre, l’inflazione era molto alta, la moneta spicciola scarseggiava e questo spinse verso la progettazione di lettori di banconote e cambia gettoni, che ampliarono il catalogo dei primi prodotti Coges. Coges ha quindi mosso i primi passi nell’ambito dei sistemi di pagamento per il contante. Come si è arrivati alla famosa “chiavetta per il caffè”? Grazie al coraggio e alla capacità innovativa di chi ha saputo credere in questo prodotto! La prima chiavetta è datata 1987. Era dotata di contatti esterni e funzionava su qualsiasi tipo di distributore automatico. I suoi punti di forza, naturalmente, erano la capacità di permettere al gestore un incasso anticipato e la possibilità di essere ricaricata tramite banconota. Nonostante qualche perplessità iniziale, causata dalla novità del prodotto, la chiavetta divenne in pochi anni la pietra di paragone del vending nel nostro Paese, gettando le basi per il concetto di “cashless” nel settore. È stata veramente una tappa epocale per il Vending. Successivamente la chiave ha subito ovviamente diverse evoluzioni tecnologiche, che ne hanno aumentato notevolmente la sicurezza e migliorato il design. Quali sono i principali cambiamenti che Coges ha affrontato nel corso di questi quarant’anni? Dal 1977 i cambiamenti sono stati sicuramente molti, sia nel mondo del Vending che nella società e nella tecnologia
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in generale. Coges ha percorso molta strada, ampliando la propria gamma di prodotti fino ad includere gettoniere rendiresto, sistemi cashless sempre più avanzati, dispositivi per la comunicazione M2M fino alla moderna integrazione con applicazioni per smartphone ed il cashless su cloud. Nel 2001, all’apice della fortunata campagna di passaggio all’Euro, l’azienda si è trasferita in una nuova sede ed ha aumentato considerevolmente il proprio personale, dedi-
candosi allo stesso tempo al conseguimento di importanti certificazioni in materia di Qualità, Ambiente e Sicurezza. Nel 21° secolo Coges è diventata parte di un'importante azienda multinazionale, il Gruppo Azkoyen, e questo le ha permesso di estendere ulteriormente la propria rete commerciale che copre ora tutta Europa e numerosi Paesi extra-Europei. Quali sono gli ultimi prodotti della gamma Coges? Che sorprese ci aspettano per il futuro? Il sistema cashless Coges Engine continua ad essere il nostro fiore all’occhiello e a darci grandissime soddisfazioni. La gettoniera rendiresto Unica, con cashless integrato e
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gamento tramite smartphone al distributore automatico: il nostro servizio Pay4Vend è stato tra le prime a presentarsi sul mercato italiano con una soluzione efficace per rispondere a questa esigenza ed ora lo stiamo proponendo anche all’estero. Il futuro ovviamente è incerto e proprio questo è il suo fascino… ma siamo sicuri che Coges lo saprà affrontare con la passione e l’amore per l’innovazione che l’hanno contraddistinta in questi primi quarant’anni della sua storia!
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rilevazione in tempo reale del numero di monete nei tubi, si sta imponendo nel settore anche grazie agli aggiornamenti software che la rendono sempre più performante e funzionale. Quest’anno le esigenze della legge fiscale ci hanno spinto a proporre una nuova chiave per la trasmissione dei dati contabili ad uno smartphone, la BTDataKey, che ha riscontrato un grande apprezzamento. L’interesse di Coges si sta però ampliando per includere nuove tipologie di sistemi di pagamento, in primis il pa-
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Un esordio all'insegna del Made in Italy Union Group e Caffè Passalacqua insieme a Host
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el mondo dei produttori di macchine da caffè non capita spesso di incontrare un’azienda come la campana Union Group, così fortemente determinata ad offrire al cliente prodotti di qualità. Per tenere fede a questo valore, il fondatore dell’azienda Bruno Stabile ha voluto da sempre che i componenti delle sue macchine, anche i più piccoli, fossero di produzione italiana e che fossero assemblati nel suo stabilimento di Afragola, in provincia di Napoli. Qui, dal 2004 - anno di fondazione dell’Azienda - ha lavorato nel rispetto di due principi guida, qualità ed efficienza, valori che ha saputo trasmettere anche a tutto il suo team di collaboratori. Dopo una lunga esperienza nel mondo del caffè, Bruno Stabile ha messo a frutto tutte le sue conoscenze per creare un prodotto che si distinguesse nel mercato, resistente all’usura, facile da usare e soprattutto capace di erogare un espresso di qualità. Proprio per sottolineare la passione per l’eccellenza e garantire ai suoi clienti il meglio, Union Group ha realizzato in collaborazione con la storica torrefazione napoletana Passalacqua SpA la cialda Elmir, che racchiude tutte le migliori caratteristiche gustative desiderate dai clienti più esigenti e della quale è rivenditore esclusivo su tutto il territorio nazionale.
Tutte le macchine da caffè Union Group utilizzano unicamente il sistema di estrazione con cialde da 44 mm (e a richiesta anche con estrattore da 38 mm); sono frutto di lunghi studi e progetti proprietari sviluppati in azienda, tenendo conto dei suggerimenti degli esperti del settore e, soprattutto, ascoltando le esigenze dei clienti. Al fine di soddisfare le richieste del mercato, l’azienda ha sviluppato tre linee di prodotto: la linea Casa dedicata alla famiglia, un ambito in cui la macchina per caffè porzionato sta sostituendo sempre più prepotentemente la moka tradizionale. Era e Clio sono i modelli pensati per il canale domestico, entrambi caratterizzati da linee essenziali che li rendono di facile inserimento in ambienti di ogni stile. Alla linearità del design si unisce la robustezza dei materiali e una tecnologia capace di mantenere costantemente alta la qualità delle
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erogazioni; la linea Uffici/Negozi per soddisfare le esigenze della pausa caffè negli ambienti di lavoro di piccola e media tipologia, per i quali ha realizzato Venere e Enea, due modelli che si presentano con un look più professionale, sottolineato dalla combinazione di parti in lamiera e inserti in plastica, pur rispettando gli alti standard della tecnologia Union Group; la linea Ho.re.ca., dedicata al comparto professionale e semi-professionale della ristorazione e dell’accoglienza,
Venere
ai lavori alla ricerca di novità. A fare da volano a questa nuova e importante esperienza, la partnership con la storica torrefazione Passalacqua, anch’essa al suo esordio a HOST, che nel suo prestigioso e imponente stand ospiterà la Union Group e il suo staff per una proposta a un mercato sempre più ampio e desideroso di qualità. Una sinergia che sarà certamente apprezzata dagli addetti ai lavori.
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un segmento di mercato che utilizza sempre più frequentemente i sistemi di erogazione con prodotti porzionati. Per questo specifico target, l’azienda ha realizzato il modello che riprende il suo nome, la Union Bar, con due gruppi di erogazione indipendenti e un ottimo rapporto qualità/prezzo. Sono soprattutto le macchine della linea casa a distinguersi nell’offerta della Union Group: la loro semplicità nelle forme, ispirata al miglior design italiano e frutto del knowhow tecnologico apportato dai tecnici di Union Group, riportano a casa l’esperienza del bar. Per questo segmento di mercato, la Union Group punta molto sul modello Clio, disponibile in un’ampia gamma di colori, dal tocco elegante e un’estrazione in tazza che nulla ha da invidiare alle migliori macchine professionali utilizzate nei bar. Un piccolo gioiello, Clio è una macchina dalle elevate prestazioni con, anche in questo caso, un ottimo rapporto qualità/prezzo, capace di competere con macchine del settore domestico e professionali di altri brand. Union Group è sempre più determinata a farsi strada tra i produttori di macchine da caffè e il 2017 segna un nuovo passo nel percorso iniziato 14 anni or sono. Il suo esordio alla fiera internazionale dell’ospitalità HostMilano 2017 sarà certamente tra le presenze più attese dagli addetti
Una piattaforma e una app "easy to use" per la gestione aziendale e dei corrispettivi
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iwi è una piattaforma gestionale adatta a tutte le società del Vending, grandi, piccole o piccolissime, composta da un portale web, raggiungibile al sito www.ziwi.it dove l'utente si può registrare gratuitamente, che si completa con una App, scaricabile dal Play Store di Android, che consente la rilevazione dei dati e il successivo invio automatico all'AdE. Una volta registratosi al portale web www.ziwi.it, il gestore può iniziare ad utilizzare le funzioni di base, quali: • Inserimento Distributori Automatici • Gestione di eventuali OCS • Gestione degli ARD • Gestione clienti • Gestione dei punti vendita • Gestione dei Sistemi Master • Censimenti presso L’AdE • Stampa dei QR Code L'App, che consente il prelievo dei dati e l'invio all'AdE via smartphone, non è gratuita ma si attiva gratuitamente per un periodo di 15 giorni, dopo il quale il gestore può valutare se acquistare o meno la licenza d’uso. Il vantaggio dell'App sta principalmente nel fatto che i gestori non sono “costretti” a registrare manualmente i Sistemi Master, andando postazione per postazione a rilevare i seriali e la geolocalizzazzione, poiché l'identificazione e l'inserimento sul portale avvengono in maniera automatica e trasparente. Per approfondire tutte le caratteristiche di Ziwi, che è prodotto dalla Sistemi Vending srl, ci siamo rivolti al suo ideatore, l'Ing. Giuseppe Ceraso.
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Mi tolga subito una curiosità: come avviene l'autoriconoscimento del Master? Tutti i Sistemi Master che hanno la porta di comunicazione trasferiscono, tramite il file di dati EVA-DTS, il loro seriale interno, quello che interessa all’Agenzia delle Entrate. I seriali però non sono posizionati tutti nello stesso punto del file, in quanto ogni produttore sceglie la codifica più coerente con le proprie esigenze. In questo caso, Ziwi effettua una scansione del file ricevuto procedendo al riconoscimento del seriale, al fine di poterlo inserire automaticamente sulla piattaforma, lasciando al gestore la possibilità di confermarlo. Nel caso in cui non riesca a trovare un seriale corretto propone, tramite un sistema di notifiche sul portale, una rosa di seriali possibili ed aiuta il gestore nel processo decisionale. Per capirci: cosa identifichiamo come Sistemi Master? I Sistemi Master sono quelli identificati dall’Agenzia delle Entrate come sistemi principali di gestione del credito e delle vendite, che possono essere i distributori automatici se lavorano in MDB, oppure i sistemi di pagamento se lavorano in Executive. Sono ancora definiti, poi, Sistemi Master, anche quei sistemi che non hanno, e su cui non è possibile aggiungere, la porta di comunicazione. Ziwi gestisce anche questi sistemi, proponendo una semplice interfaccia per l’invio manuale dei dati così come definito nelle regole dell'AdE. Torniamo quindi all’autoriconoscimento… Tutti i Master hanno certamente al loro interno un serial number. Questo numero seriale viene riconosciuto dall’App ed inviato alla piattaforma, naturalmente insieme ai dati delle vendite. Il portale Ziwi analizza le informazioni ricevute, recupera il serial number originale e verifica se il gestore già possiede un Master con quel seriale. In caso positivo, associa i dati ricevuti a tale sistema. Nel caso in cui il Master non esista, provvede in automatico a crearne uno nuovo allocandolo geograficamente alle coordinate ricevute dall’App nel momento dello scarico dati. Questo velocizza di molto il lavoro del gestore e, cosa ben più importante, evita i più comuni errori di identificazione e trascrizione manuale del seriale, in quanto non è raro che sull’etichetta esterna del Master ci sia un seriale, ma all’interno del
file di dati ve ne sia uno diverso perché aggiunto di un suffisso. Un esempio sono i Sistemi della Coges che, pur avendo un seriale del tipo 000123456, riportano all’interno del file di dati un seriale del tipo COG000123456. Questi due dispositivi per l’Agenzia delle Entrate sono due master diversi. Ziwi, quindi, attua una procedura di autoriconoscimento in funzione del modello del Master e, nel caso in cui il seriale non sia riconoscibile, invia una notifica al gestore proponendo i diversi seriali trovati in tutte le possibili configurazioni hardware. Anche in questo caso aiutando il gestore nell’identificazione dello stesso. Quindi il sistema lavora sia in Executive che in MDB? Sì, Ziwi è in grado di scaricare i dati da qualsiasi sistema che abbia una porta IRDA o una connessione Bluetooth, anche utilizzando adattatori come il BlueRed di N&W, oppure attraverso un cavo seriale utilizzando una connessione DEX come ad esempio per le macchine SandenVendo.
sistema di pagamento. I dati cumulati invece sono rappresentati dai contatori non azzerabili del sistema e, naturalmente, su questi l'AdE effettua un calcolo di differenza con la rilevazione precedente. Nel caso di primo invio, quello viene considerato come punto zero. In altre parole, i dati parziali non sono altro che la differenza tra i dati della rilevazione in corso e quelli della rilevazione precedente. È indubbio che conviene, ove possibile, inviare i dati cumulati, che non sono passibili di errori nel caso di rilevazioni fallite per qualsiasi eventuale ragione. Questo perché, se una rilevazione fallisce, i dati parziali vengono in ogni caso azzerati e, se si riprova a scaricare di nuovo gli stessi dati, il sistema riporterà tutti i contatori a zero. Ciò, ovviamente, ove possibile, in quanto dipende dal sistema Master utilizzato. In tutti i casi, Ziwi dà una mano al gestore nella scelta dei dati da inviare al momento dell’invio dei corrispettivi, dandogli facoltà di scelta sino al momento del censimento del Sistema Master.
Parliamo dei dati da spedire all’Agenzia delle Entrate? Intanto, è necessario dire che l'AdE ha concesso facoltà d’invio dei dati parziali o cumulati a seconda della disponibilità degli stessi da parte del Master, propendendo per i dati cumulati nel caso in cui il sistema li abbia. I dati parziali rappresentano tutte le operazioni registrate a partire dal precedente scarico dati, in quanto i relativi contatori vengono azzerati successivamente ad ogni scarico dati dal Master. Qui bisogna fare attenzione in quanto per alcuni produttori tale azzeramento non è abilitato di default, ma è necessario indicarlo nella configurazione del
In che modo dà una mano nella scelta ? Ziwi consente la visualizzazione dei dati ricevuti, sia parziali che totali, al fine di verificare la congruenza degli stessi con gli effettivi valori di incassato e venduto. Questo aiuta il gestore nella scelta del tipo di dato da inviare, anche perché può capitare che il Master, ad esempio, non restituisca i dati parziali. Naturalmente, la scelta del tipo di dato da inviare può essere operata solo se il sistema non è ancora censito, come ad esempio, nel caso della preparazione di un nuovo Sistema Master da utilizzare.
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Mettiamo che in una locazione non ci sia campo per poter effettuare il lancio dei dati: cosa accade? Lavorando off-line, Ziwi sigilla e conserva i dati e li propone alla spedizione automaticamente appena il dispositivo di raccolta e trasmissione dati ha una copertura del segnale da parte dell’operatore di rete utilizzato. Oppure appena i server dell’AdE sono disponibili ad accogliere il flusso di dati trasmessi, nel caso per esempio che i server siano in manutenzione programmata o straordinaria. Ciò è possibile sia che venga utilizzato uno smartphone che un palmare professionale.
te vendite, incassi, numero prodotti venduti per tipologia, fascia prezzi, postazione, ecc.. Un portentoso strumento di Marketing che aiuta enormemente le gestioni a capire quali sono le referenze più gradite e vendute, rapportandole alle settimane e ai mesi precedenti, con tanto di schemi grafici proposti dalla piattaforma. Poi, c’è la Geolocalizzazione automatica sia dei distributori che dello smartphone, quest’ultima disponibile come opziona aggiuntiva che consente di avere informazioni relative alla posizione dello smartphone assimilandola quasi a un sistema di tracciamento satellitare. Quest’ultima funzione è attivabile opzionalmente e comunque prescinde dalla geolocalizzazione dei distributori automatici e dall’invio dei corrispettivi che sono parte integrante della piattaforma. Spieghiamo meglio questa opzione? Tutti coloro che attivano questa funzionalità aggiuntiva, avranno disponibile sul portale una mappa geografica con il percorso effettuato e la posizione in tempo reale dello smartphone in questione. Tale percorso è sovrapposto comunque alla mappa geografica delle postazioni disponibili e pertanto è possibile identificare a colpo d’occhio un giro non ottimizzato. È uno strumento che suggerisce? Certo! È uno strumento che ti aiuta in modo significativo a prendere delle decisioni, ma non è decisionale, e lo fa con buon senso. Sappiamo bene cosa accade alle gestioni che si affidano in modo pigro e totalitario al software: corrono il rischio di perdere in un batter d’occhio i clienti per disservizio dovuto alla mancata efficienza.
Quali funzioni rendono Ziwi un prodotto prezioso per il gestore? Ce ne è più di una. Ad esempio la semplicità di utilizzo oppure l’Analisi di Gestione, dove il gestore può visualizzare in modo dettagliato tutti i dati di vendita e, cosa importantissima, in tempo reale! All’interno della piattaforma, infatti, abbiamo creato un vero e proprio cruscotto dove, in modo semplice ed intuitivo, si può avere accesso alla Business Intelligence. Il gestore può scegliere di vedere quan-
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Ziwi è dunque uno strumento pronto e completo? Si, se parliamo delle funzioni ricercate dai gestori. Sono in costruzione i moduli aggiuntivi di completamento che riguardano l’amministrazione, come ad esempio quello di magazzino, di fatturazione e gestione dei ristorni. Entro la fine dell’anno i nuovi moduli aggiuntivi saranno pronti e disponibili. Vogliamo parlare di costi e dell’offerta economica ai gestori? Innanzitutto, come abbiamo già accennato, la piattaforma web è gratuita: il gestore si registra, può usare tutte le funzionalità di base (compilazione delle anagrafiche, postazioni, mappa geografica, ecc) e non ha alcuna limitazione di tempo.
Quali sono le altre proposte commerciali? Abbiamo un profilo intermedio per la gestione di un numero massimo di Sistemi Master pari a 10 unità, che ha un costo di 30 euro al mese. Infine, abbiamo deciso di venire incontro a tutti coloro che possiedono pochi distributori, negozi automatici oppure che hanno una o due postazioni, come le lavanderie, gli autolavaggi, ecc. Questo profilo minimo ha un costo di 15 euro al mese. Una farmacia, un autolavaggio o una lavanderia che hanno un solo distributore, non possono permettersi di pagare 60 euro o 30 euro al mese. Sarebbe economicamente insostenibile! Il nostro obiettivo è quello di supportare il gestore nel suo business, cercando di dargli una mano non solo nelle procedure tecniche, ma anche cercando di farlo risparmia-
re il più possibile sui costi di gestione che questa direttiva dell’AdE ha aggiunto. Noi siamo molto orgogliosi del nostro lavoro e delle recensioni positive che i nostri clienti lasciano sul Play Store. Ziwi è certamente uno strumento di facile utilizzo e che dà valore aggiunto al semplice invio dei corrispettivi di legge.
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Per l’app Android, abbiamo invece deciso di definire dei profili, tra i quali il profilo completo che consente di gestire sistemi master illimitati ad un un prezzo di listino di 60 euro al mese, in cui sono compresi l’assistenza, la manutenzione, gli aggiornamenti futuri, ecc. Con soli 60 euro al mese si possono gestire infiniti Sistemi Master. Successivamente il gestore può acquistare un determinato numero di licenze per le app legate alla sua partita iva e, attraverso la scala sconti, pagare le ulteriori licenze ad un prezzo inferiore. Inoltre, con la stessa App e con la stessa licenza senza pagare nulla in più, Ziwi gestisce sia i Master con porta di comunicazione che quelli senza porta di comunicazione.
La “Cultura” dell'acqua a cura di Luigi Ture
Gli elementi inquinanti presenti nell'acqua
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ltre al Ferro e al Cloro, altre sono le sostanze che potremmo trovare nell'acqua destinata alla preparazione delle nostre bevande calde. Sostanze che potrebbero costituire un pericolo per la nostra salute o modificare il gusto dei preparati. Vediamo quali sono.
PFAS Le perfluoroalchiliche sono delle sostanze chimiche utilizzate nell’industria per rendere impermeabili i tessuti e i rivestimenti. Di recente, ha avuto molta risonanza la scoperta in Veneto, da parte dell’Istituto Superiore della Sanità, della presenza piuttosto elevata di questa sostanza nelle falde acquifere. Ciò si è verificato soprattutto nelle zone di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo e Sarego. Tuttavia, l’inquinamento delle falde acquifere colpisce seppure in misura inferiore, una vastissima area della regione. Quello che preoccupa di più, è che l’agente inquinante è stato riscontrato in presenza massiccia anche nel sangue delle persone che bevono spesso acqua del rubinetto. Di difficile rimozione, essendo le molecole moltopiccole, dapprima si è cercato di provvedervi con miscele di carboni attivi con un alto indice di iodio, per poi passare a letti misti con resine adsorbenti funzionalizzate, capaci quindi di rimuovere l'inquinante nella sua totalità.
Arsenico L’arsenico (AS) è un elemento chimico contraddistinto dal numero atomico 33; è un semimetallo di colore variabile (giallo, nero o grigio) e ha la caratteristica di sublimare facilmente, passando dallo stato liquido a quello aeriforme. I suoi composti trovano impiego come pesticidi, erbicidi, insetticidi ed è usato anche in alcune leghe metalliche.
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I composti contenenti arsenico sono cancerogeni, considerati tra le cause del cancro alla vescica, di quello mammario e di alcune neoplasie della pelle. Attualmente, la soglia massima di Arsenico tollerabile nell’acqua potabile stabilita dall’OMS, è di 50 parti per miliardo, raccomandazione necessaria poiché in molti sottosuoli è presente arsenico di origine naturale, rilasciato dai sedimenti nelle acque di falda. Particolarmente colpita dalla presenza dell'Arsenico nell'acqua potabile la provincia di Viterbo e alcuni comuni della provincia di Roma, ma non solo. Essendo uno dei componenti della crosta terrestre, di fatto tutte o quasi le acque italiane ne mostrano la presenza, il tutto in ragione della necessità di cercare acqua in falde sempre più profonde. L'arsenico, sia trivalente che pentavalente, si rimuove o tramite sostanze adsorbenti specifiche o attraverso resine caricate con ossidi di ferro.
Nitrati e Nitriti La legislazione nazionale, che segue la direttiva dell’Unione Europea 98/83/CE sulla qualità dell’acqua destinata al consumo umano, fissa i limiti di concentrazione massima ammissibile per le più comuni sostanze inquinanti. Tra queste, bisogna prestare attenzione ai livelli dei Nitrati e dei Nitriti in quanto un’alta presenza di queste due sostanze nell’acqua rivela un preciso segnale di inquinamento. Il nitrato è un sale stabile e poco tossico ed è presente sia nelle acque potabili che nei vegetali e nelle carni. Di per sé i nitrati non sono dannosi alla salute, ma gli eccessi nell’assunzione possono essere cancerogeni. In Italia, infatti, il limite di sicurezza di nitrati nelle acque potabili deve essere, secondo la legge, inferiore a 50 mg/L. Per i nitriti, invece, la normativa vigente prevede che per le acque destinate al consumo umano ci sia una concentrazione massima di 0,5 mg/L. Lo ione nitrito corrisponde all’incompleta ossidazione dell’ammonio e alla riduzione dei nitrati. Per questo motivo, la sua presenza nell’acqua deve essere la più bassa possibile, altrimenti può risultare altamente tossico. Sia i Nitrati che i Nitriti si possono rimuovere mediante resine anioniche forti.
Cloruri I cloruri sono composti inorganici contenenti cloro. Il cloruro più conosciuto è quello di sodio, il comune sale da cucina. La presenza di questi composti nell’acqua può avere origine minerale oppure organica. La normativa ita-
liana stabilisce che la quantità di cloruri nell’acqua potabile non deve superare i 250 milligrammi per litro. La presenza di valori superiori potrebbe indicare una contaminazione dovuta a scarichi civili, industriali oppure a pratiche zootecniche. I cloruri sono inoltre il possibile risultato di una rigenerazione sbagliata delle resine a scambio ionico, tutte le volte che questa sia frutto o di un un'azione manuale o automatica. Per questo motivo, gli addolcitori automatici consumano ben 6 litri di acqua per ogni litro di resina per i risciacqui. Lo stesso quantitativo dovrebbe essere usato anche per quelli manuali ma non sempre è cosi. La scoperta del mondo dell'acqua continua nel prossimo numero
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Hall 18 Stand G78
Un nuovo percorso per Blupura
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el mese di giugno di quest'anno la multinazionale Culligan, specializzata nella costruzione e gestione di impianti e attrezzature per la depurazione delle acque, ha annunciato di aver acquistato il 100% delle quote aziendali di Blupura srl, una società tutta italiana specializzata nella costruzione di attrezzature e sistemi per la depurazione dell'acqua, di cui abbiamo avuto modo di parlare più volte negli ultimi 3 anni. Abbiamo incontrato Debora Screpanti, Marketing Manager di Blupura, per intervistarla e avere maggiori informazioni su questa importante operazione, che non si ferma al solo mercato italiano. Blupura è una giovane azienda di successo fondata in Italia e sviluppata da un management tutto italiano, con una forte attenzione al mercato internazionale. Come nasce e in base a quale esigenza si è sviluppata questa operazione commerciale? Blupura nasce nel 2008 con il chiaro obiettivo di avere un impatto positivo nel mondo dell’acqua e della refrigerazione e gassatura dell’acqua. Così Luca Costantini e Gianni Grottini, i due soci fondatori, hanno sviluppato un’azienda, un brand e dei prodotti notevoli, ad oggi riconosciuti in tutto il mondo. Tutto ciò si è realizzato grazie alla loro geniale intuizione del mercato, all’elevata qualità dei prodotti realizzati, alle capacità del team coinvolto, ma soprattutto grazie ai nostri clienti che hanno creduto in Blupura ed hanno reso tutto questo possibile. Ad ogni modo, le opportunità presenti nel mercato sono ancora considerevoli. È per questo motivo, che Blupura ha
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deciso di unirsi al gruppo Culligan, per essere pronta a soddisfare al meglio le esigenze dei propri clienti e continuare ad essere ancora più innovativa di quanto abbia fatto fino ad oggi. Cosa cambia per i vostri asset e cosa prevede questo "accordo" in termini commerciali? Come già anticipato nel comunicato ufficiale, Blupura è e resterà autonoma! Luca e Gianni hanno in mano la piena gestione dell’azienda e continueranno a portare avanti i vari progetti insieme al team che ve ne ha sempre fatto parte, con tutta la passione e l’entusiasmo che avete conosciuto e che ci contraddistinguono. Ovviamente, si stanno sviluppando e si svilupperanno delle sinergie tali da apportare maggiori benefici per i clienti presenti e futuri. Ma ciò, nonostante tutto, non andrà a cambiare quel che di buono è stato costruito sin ora.
A 3 tre mesi di distanza e in prospettiva del prossimo anno commerciale, quali sono i benefici riscontrati? Con l’ingresso nel gruppo Culligan, Blupura ha avuto la possibilità di accedere facilmente a dei mercati nei quali non era ancora presente e non solo. Grazie alle sinergie createsi, stiamo infatti investendo in nuovi progetti che rivoluzioneranno il settore del drinking water e che permetteranno a Blupura ed al gruppo Culligan di affermarsi ancora di più come leader del mercato dell’acqua da bere. La sinergia data dall'esperienza di Culligan e Blupura pongono le basi per una proposta al mercato ricca e di larghe vedute. Quali progetti bollono in pentola? Non posso dire ancora molto, posso solo anticiparvi che stiamo lavorando su un nuovo progetto per il mondo del domestico. Host è la manifestazione italiana che probabilmente è più affine alla vostra produzione e a ogni edizione presentate qualcosa di innovativo. Quali sono le novità di quest'anno? Quest’anno Blupura ha introdotto diverse novità per i mercati dell’Hospitality, dell’ufficio e del domestico. Tra le più importanti innovazioni che presenteremo a Host 2017, vi saranno: COOL1, per il mondo dell’Hospitality, BluTower HOT per la ristorazione, bar caffetterie, ma anche per l’ufficio e per il settore domestico e BluSoda Plus, per i settori ufficio e domestico.
e gassata ed acqua a temperatura ambiente e può riempire due contenitori contemporaneamente. Inoltre, è facilmente accessibile frontalmente e può contenere al suo interno una bombola di CO2 con capacità fino a 10kg e la completa filtrazione. BluTower HOT è il primo rubinetto elettronico di Blupura capace di erogare acqua fredda liscia e gassata ed acqua bollente. Costruito anch’esso in acciaio inox, ha un design molto snello ed elegante, occupa poco spazio e può essere abbinato con la sua vaschetta raccogli gocce. Abbinabile con la linea sottobanco, come ad esempio la gamma BluSoda Box HOT fizz, rappresenta la soluzione perfetta per riempire in poco tempo una bottiglia di acqua fredda gassata microfiltrata o una tazza con acqua calda per un buon the. Per finire, BluSoda Plus è l’ultima novità che va a completare la linea BluSoda rendendo il prodotto ancora più interessante. Con BluSoda Plus è infatti possibile erogare acqua fredda liscia, semigassata e gassata. Inoltre, grazie ai led blu è possibile monitorare la presenza di anidride carbonica per l’acqua gassata e verificare a colpo d’occhio se l’impianto è acceso o meno. Insomma, ci sarà molto da vedere ed esplorare allo stand di Blupura.
Entrando nello specifico, COOL 1 è la nuova linea di refrigeratori d’acqua Blupura studiata e progettata per offrire al mondo della ristorazione self-service e alle scuole un prodotto di elevata qualità, ma allo stesso tempo economicamente accessibile. I materiali utilizzati rispecchiano sempre la filosofia aziendale: è infatti interamente costruita in acciaio inox ed è facilmente accessibile ai bambini e agli utenti con mobilità limitata, costretti ad utilizzare le sedie a rotelle, grazie ai pulsanti elettromeccanici a doppia funzione posti in basso. Disponibile con due diverse capacità di raffreddamento, da 80lt/h e 150lt/h, eroga acqua fredda liscia
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Cosa ha contato maggiormente in fase di trattativa: l'italianità dell'azienda o il know-how da voi sviluppato nel corso degli ultimi anni? Direi entrambe le cose. Il brand Blupura si è affermato nel corso degli anni in tutto il mondo ed i suoi prodotti sono ben riconosciuti, sia per l’elevata qualità che per la cura del design derivante dal tocco di mano visibilmente italiano.
Tempo di "fiesta" per Commerciale Adriatica Anche quest'anno e con piacere diamo spazio alle immagini della festa che Commerciale Adriatica, titolare dei brand Panafè e Panice, organizza in occasione del compleanno della Signora Manuela, moglie del CEO Enrico Paolo Costa e punto di riferimento per l'affiatato team dell'azienda di Russi. Una data che coincide con l'anniversario della fondazione e con la ripresa dopo la pausa estiva, per l'azienda un momento importante per dare nuova carica a un gruppo di lavoro già ben affiatato, affinché affronti con ancora maggior grinta e determinazione gli impegni dei prossimi mesi. Purtroppo, quest'anno non abbiamo potuto prendere parte all'evento, a cui gentilmente e come sempre siamo invitati, e ne diamo testimonianza attraverso le immagini e il racconto che l'azienda ha voluto con noi condividere. Rinnoviamo alla Signora Manuela e alla Commerciale Adriatica i nostri più cari auguri.
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Il 3 settembre è ormai la data simbolo di Commerciale Adriatica Srl, l’import-export romagnola produttrice di macchine per caffè espresso a marchio Panafè e distributore internazionale di prodotti per il trattamento dell’acqua a marchio Panice, che ogni anno celebra in grande stile l’anniversario della fondazione dell’azienda e il compleanno della Signora Costa, Manuela. Approfittando del tempo miracolosamente benevolo, del tutto inaspettato dopo le previsioni avverse, la grande squadra della Commerciale Adriatica, composta da un gruppo di circa 20 ragazzi, uniti da un forte legame di collaborazione e complicità, ha accolto i suoi 200 e più invitati all’interno dell’azienda. Varcando la soglia, già si poteva cogliere distintamente il tema della serata: la Spagna con i suoi colori vivaci, gli aromi calienti, le fumanti padelle di paella e i lunghi spiedi di coste cucinate lentamente… La serata è iniziata con un ricco buffet, accompagnato da fiumi di Sangria e freschissima Cerveza, un momento ideale per conoscere meglio tutto il personale della Commerciale Adriatica, che da anni organizza questo evento affinché gli ospiti possano sentirsi veramente coccolati e visitare gli interni dell’azienda, così da poter toccare con mano i tanti prodotti commercializzati. Il divertimento è una certezza quando alla musica ci pensa Davide Lazzarini, che da sempre accompagna la serata con i suoi immancabili cambi d’abito e di… personaggio, momento di esilarante coinvolgimento degli ospiti che affiancano l’artista in duetti musicali. Tra un piatto e l’altro, l’attenzione si è focalizzata sul palco allestito per l’occasione, dove un vivace trio di ballerine si è esibito a più riprese nei loro bellissimi abiti di scena, incantando letteralmente tutto il pubblico, rapito dalle passionali note di “musica Flamenca” e dal rumore distinto dei tacchetti sbattuti a ritmo incalzante. Il palco si è via via trasformato in una vera pista da ballo presa d’assalto da tutti gli ospiti che, trasportati dall’euforia, hanno approfittato del crescente coinvolgimento creato. Momento culminante della festa è stato il taglio della grande torta, con i ringraziamenti del CEO Enrico Paolo Costa, affiancato dalla moglie Manuela e dal Direttore Commerciale Federica Gobbi. Paolo Costa, con evidente emozione, ha elogiato il lavoro e l’affiatamento dei suoi ragazzi, una vera grande famiglia che giorno dopo giorno fa crescere l’azienda e cresce a sua volta, sviluppando una forte passione per la ricerca e l’applicazione di nuove idee. Fuochi d’artificio, brindisi e musica sono stati l'ultimo atto di una splendida serata all'insegna della convivialità. Un ringraziamento speciale a tutti i nostri ospiti ai quali diamo appuntamento alle prossime fiere che coinvolgeranno tutto lo staff di Commerciale Adriatica nei mesi a venire: Host Milano con il marchio Panafè dal 20 al 24 Ottobre (Stand D013 - Hall 14) e Aquatech di Amsterdam con il marchio Panice, dal 31 Ottobre al 3 Novembre (Stand 05.321 - Hall 5). Il team Commerciale Adriatica
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Le novità della normativa sui RAEE Ampliamento del D.Lgs. 49/2014
tale: smaltire questo tipo di apparecchiature in maniera corretta, dar loro una seconda vita attraverso il recupero e il riciclo dei materiali sono parte di un comportamento responsabile nei confronti delle risorse. Abbiamo interpellato Andrea Bizzi - Italy Sales and Technical Regulations di ERP Italia - per chiarire queste tematiche, stringendo il focus sul mondo del Vending, in modo da dare agli imprenditori del settore le prime indispensabili indicazioni sulle corrette pratiche che dovranno mettere in atto.
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l 24 maggio 2017 si è tenuto a Bergamo un incontro organizzato da Confindustria Bergamo in collaborazione con ERP Italia, per illustrare alle aziende che producono e distribuiscono apparecchiature elettriche ed elettroniche le nuove regole sulla gestione del fine vita dei prodotti che diverranno operative a partire da Agosto 2018. L’incontro, ultimo di tre appuntamenti dopo Pordenone e Padova, si è posto l’obiettivo di riunire le aziende coinvolte per illustrare i punti salienti delle novità sui RAEE che scatteranno dal prossimo anno, come previsto dal Decreto Legislativo 49/2014. Un incontro informativo, dunque, teso a sensibilizzare i produttori affinché si adeguino per tempo ai nuovi obblighi, considerato che l’estensione della normativa sui RAEE coinvolgerà un numero maggiore di aziende, poiché maggiore sarà il numero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche oggetto della norma. Il problema del fine vita delle apparecchiature elettroniche riguarda anche il settore della Distribuzione Automatica, poiché coinvolge più attori della filiera: i produttori di macchine per caffè e vending machine da una parte e le società di gestione dall’altra. Le società di gestione, in particolare, si trovano a fronteggiare il fine vita di un gran numero di dispositivi elettrici ed elettronici di diversa natura: dalle piccole macchine per caffè a cialde e capsule alle vending machine vere e proprie, dai telefoni cellulari ai palmari, dai dispositivi per la connessione alla rete (pc fissi e mobili, tablet ecc.) per finire a tutta una serie di piccole attrezzature facenti parte per lo più della ricambistica: chiavi e schede elettroniche, interfacce, motoriduttori, display e così via. La problematica è più ampia e complessa di quanto possa apparire, poiché non attiene semplicemente alla sfera pratica, ma tocca il più ampio tema della sostenibilità ambien-
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Cosa prevedono le novità del Degreto legislativo 49/2014? A partire dal 15 agosto 2018, la direttiva RAEE, recepita in Italia dal D.Lgs 49/2014, porterà ad un ampliamento del panel delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rientranti nel campo di applicazione della normativa RAEE, coinvolgendo così un maggior numero di produttori che si vedranno inseriti nel sistema RAEE e che saranno così chiamati a finanziarne la relativa raccolta e trattamento. Quali sono le apparecchiature elettriche ed elettroniche oggetto della normativa? Le novità introdotte non hanno portato alla stesura di un vero e proprio elenco definitivo di apparecchiature che i produttori potranno consultare per comprendere se saranno coinvolti dalle novità, ma è stata sicuramente impostata la base per dar seguito a un cambio di prospettiva. Il campo di applicazione del D.lgs 49/19 verrà esteso a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, prevedendo alcune esclusioni esplicite: individuate dunque le macro-categorie di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, sarà necessario per il produttore capire se la propria apparecchiatura rientra o meno tra quelle escluse.
Come si dovranno comportare i produttori di distributori automatici e macchine per il caffè? Questa tipologia di prodotti è già attualmente nel campo di applicazione. L’ampliamento della normativa non porterà, in questo caso, grosse novità né per i produttori né per i distributori. Salvo introduzioni in questo momento non note, entrambi questi soggetti continueranno a seguire la medesima filiera di trattamento del rifiuto.
Come si dovranno comportare i gestori di fronte a macchine da smaltire perché non più utilizzabili? Come accennato precedentemente, salvo modifiche non ancora pervenute, i gestori, se responsabili dello smaltimento del rifiuto dovranno continuare a seguire la procedura già in essere. Potranno, inoltre, affidarsi ad un partner come ERP Italia che si occuperà, attraverso i propri fornitori autorizzati, del trattamento e del corretto riciclo del prodotto e di tutte le sue parti. Come si dovranno comportare i gestori per tutte le altre apparecchiature? Se i gestori sono responsabili dello smaltimento del RAEE dovranno informarsi rispetto all’apertura dello scope e capire, con il supporto di operatori competenti in materia, se dovranno occuparsi dello smaltimento, attraverso la filiera RAEE anche di apparecchiature che precedentemente non venivano smaltite come tali. Ci saranno maggiori costi per gli imprenditori? Non parlerei di onere aggiuntivo quanto, piuttosto, di contribuzione al sistema RAEE. I RAEE si differenziano dagli altri rifiuti per la presenza al loro interno sia di sostanze pericolose che di sostanze nobili e per questo motivo, a differenza di altri rifiuti, necessitano di essere smaltiti attraverso una filiera dedicata. L’ampliamento del D.Lgs 49/2014 a partire da agosto 2018 a nuove apparecchiature elettriche ed elettroniche, coinvolgerà nuovi produttori precedentemente esclusi ed estenderà anche ad essi il principio della “responsabilità estesa del produttore”. Per questo motivo, è importante che le aziende non perce-
piscano questa novità normativa come un ulteriore onere legale e contributivo a cui assolvere, ma come un’opportunità per contribuire al miglioramento di questa filiera di riciclo. Quali sono i vantaggi per l'ambiente derivati dalla nuova normativa? L’estensione della normativa prevede che un maggior numero di prodotti, tra cui alcuni ad alto rischio inquinante, saranno gestiti attraverso una filiera certificata, che si occuperà del trasporto e del trattamento adeguati dei RAEE. La direzione intrapresa permetterà di assicurare il raggiungimento delle percentuali di recupero di materiali destinati al riutilizzo che, attualmente, non vengono sufficientemente valorizzati. In termini di impatto ambientale, implementare e migliorare il riciclo e il trattamento comporta anche un riutilizzo dei materiali recuperati: un esempio concreto dell’applicazione del concetto di “economia circolare” verso la quale dobbiamo tendere. European Recycling Platform (ERP) ERP Italia è tra i principali Sistemi Collettivi che si fanno carico della gestione a norma dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), degli RPA (Rifiuti da Pile e Accumulatori) e dei rifiuti da pannelli fotovoltaici sull’intero territorio nazionale. ERP Italia è la filiale italiana di ERP - European Recycling Platform, il Sistema Collettivo leader in Europa nella gestione dei RAEE e degli RPA. Fondato nel 2002 per iniziativa di Braun-Gillette (oggi Procter & Gamble), Electrolux, Hewlett Packard e Sony, ERP è oggi presente direttamente in 15 Paesi. Inoltre, fornisce un servizio di conformità in grado di coprire oltre 30 Paesi del mondo. Da giugno 2014, Landbell Group, uno dei principali specialisti nel settore della conformità e della gestione dei rifiuti di imballaggi in Germania, è entrato a far parte dell’azionariato di ERP. Con oltre 2.600 produttori aderenti, tra cui 32 aziende inserite nella lista Fortune 500, quasi 2,8 milioni di tonnellate di RAEE gestite a dicembre 2016 e una rete di logistica inversa consolidata, ERP è considerato un player chiave su tutto il mercato europeo ed è coinvolto direttamente a livello di Unione Europea. Per ulteriori informazioni: www.erp-recycling.it
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Come si dovranno comportare i produttori di pezzi di ricambio e/o accessori elettrici ed elettronici? Qualora il produttore di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche dovesse diventare un nuovo contributore del sistema RAEE, indubbiamente dovrà adempiere ad alcuni obblighi burocratici e normativi. A titolo di esempio: dovrà apporre al proprio prodotto il simbolo del bidoncino barrato che indica l’obbligo di non smaltire i RAEE (rifiuti apparecchiature elettriche elettroniche) come rifiuti municipali misti, ma di effettuare una raccolta separata di tali RAEE o apportare delle modifiche al libretto delle istruzioni del prodotto, se esistente. Dal punto di vista burocratico dovrebbe chiarire come intende occuparsi dello smaltimento del proprio prodotto, iscrivendosi ad un sistema collettivo come ERP Italia o dichiarando di essere in grado di smaltire individualmente il RAEE. Il lavoro che, come Sistema Collettivo svolgiamo quotidianamente, è proprio quello di guidare e supportare concretamente i produttori nell’adempimento dei propri obblighi di conformità normativa e supporto nella gestione degli oneri burocratici.
Con CSC - Caffè Speciali Certificati Viaggio nell'India del caffè di qualità
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ono stati ben 1.500 i chilometri, di cui molti in montagna, percorsi da alcuni rappresentanti di CSC - Caffè Speciali Certificati - nel cuore dell’area meridionale dell’India, il quinto produttore mondiale di caffè. “Visitare le piantagioni certificate significa verificare il livello di qualità del caffè, le infrastrutture, ma soprattutto far sentire al produttore che gli siamo accanto, perché la forza di CSC è il legame personale tra produttore e torrefattore” - afferma Enrico Romano, titolare di C.B.C. di Roma e responsabile dei caffè di questa vasta area. Con lui hanno partecipato al viaggio Vittorio Barbera di Barbera 1870, Paola Goppion di Goppion Caffè e Andrea Matarangolo di Mondi Caffè. Nel Paese c’è stato un grosso problema di siccità da marzo a maggio dello scorso anno che ha ridotto notevolmente le riserve idriche. La stagione calda ha poi permesso il proliferare del white stem borer, un coleottero parassita che distrugge le piante di caffè scavando cunicoli e mangiando il tronco. Questi problemi hanno danneggiato soprattutto la zona dell’ultima tappa del viaggio, BBTC, dove il raccolto si è molto ridotto. A conti fatti è stata una buona annata come dimostra il cupping di numerosi campioni di caffè curato con grande professionalità da Andrea Matarangolo. Badra Estate, rifinitura sartoriale La prima tappa è stata nel Ghats occidentale, che ospita le colline del Bababudangiri, spina dorsale dell’industria del caffè indiano, dove si trova la Badra Estate and Industry LTD. Sua figura di riferimento è Jakob Mammen, un gentleman dal profilo british che segue direttamente le piantagioni che comprendono anche il te. Osserva Vittorio Barbera: "Per CSC è una figura importante non solo per le sue conoscenze della materia prima, ma anche per la sua apertura al dialogo e al confronto, indispensabili per un cammino condiviso”. L’area di coltivazione si estende su 620 ettari a un’altitudine che varia dai 600 ai 1.300 metri e comprende sia arabica sia robusta, con una produzione totale che varia tra
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le 750 e le 850 tonnellate. Gli arabica, coltivati tra 100 e 1.500 metri, presentano in tazza un corpo pieno e rotondo, un gusto ben pulito, con un’acidità raffinata e un bouquet aromatico floreale. La robusta cresce a un’altitudine maggiore di quanto avvenga in altri Paesi e qui si trova spesso confinante con l’arabica. Presenta un corpo pieno, note intense di cioccolato e nocciola tostata, retrogusto persistente e gradevole. “Di certo la qualità dei robusta prodotti da Badra si colloca tra le migliori al mondo - riprende Barbera. BBTC, qualità e sostenibilità energetica La seconda piantagione visitata è stata quella di Fairland, nello stato di Karnataka, distretto di Kodagu, nell’area sud-occidentale del Paese. Lo produce la compagnia BBTC - Bombay Burmah Trading Company -, nota per avere dato il proprio nome a una famosa varietà di arabica: la BBTC selection, tuttora molto usata in India. Il rapporto con il responsabile di allora, Mr. Mike Sanyal, molto orgoglioso dei suoi prodotti, ha preso il via 18 anni fa. Lo sforzo di CSC fu di convincerlo a preparare un caffè adatto alle sue esigenze: un impegno che ha dato ottimi frutti. Oggi BBTC fornisce un caffè lavato che cresce all’ombra nella fitta giungla indiana tra i 900 e i 1.070
metri e viene selezionato a mano due volte. In bocca è piacevole, dal gusto delicato di cacao che persiste nel retrogusto. È ideale da unire ad altri lavati per realizzare una miscela espresso. A pochi chilometri è prodotto nuovamente da Bombay Burmah Trading Company nella piantagione denominata Raigode, un robusta di qualità Parchment AB che cresce tra 850 e 950 metri: è lavato, essiccato al sole e si distingue per l’assoluta pulizia e la mancanza di difetti. In tazza offre corpo pieno e ricco che insieme alla sua bassa acidità lo rende perfetto per un moderato impiego in miscela da espresso. Alla cura del caffè si accompagnano anche quella per l’ambiente e il risparmio energetico. Così BBTC ha realizzato un impianto per la produzione di biogas dal residuo di lavorazione delle ciliegie di caffè, con cui oggi si produce il 70% circa dell’energia necessaria al funzionamento dei macchinari e al fabbisogno della piantagione. L’obiettivo è di arrivare al 100% nell’arco di tre anni: probabilmente sarà il primo impianto al mondo a impatto zero. Ovviamente anche qui non manca la curiosità (peraltro già lanciata qualche anno fa in Thailandia): si tratta del Black Ivory (avorio nero). I chicchi di caffè robusta contenuti nelle ciliegie mangiate dai pachidermi sono espulsi dopo la digestione e raccolti, ripuliti e tostati per realizzarne estrazioni. A differenza del blasonato (lo merita davvero?) kopi luwak, non gode di altrettanto favore da parte del mercato. Vellakadai, caffè e madras La terza tappa è nella realtà colorata e ricca di vegetazione delle Shevaroys Hills, nello stato di Tamil Nadu situato nel sud della penisola indiana, famoso anche perché qui si tesse il madras, un tessuto di cotone leggero con il caratteristico disegno a quadretti. Sulla parte apicale di uno di questi rilievi, tra i 1.300 e i 1.600 metri di altezza, si trova la piantagione di Vellakadai. Il colpo d’occhio è spettacolare quando gli alberi sono carichi di mandarini, che raramente si trovano accanto al caffè. Attende e accoglie nella propria casa Ramesh Raja, discendente di una famiglia che da più di 50 anni si dedica al caffè e ne cura con particolare attenzione la qualità: il 100% della lavorazione è effettuato manualmente.
La raccolta avviene tra dicembre e gennaio ed è realizzata dalla donne, che a fine giornata arrivano al centro di raccolta su dei camioncini: parlano tra di loro prima di passare all’ultima fase, la selezione delle bacche migliori, che effettuano con grande rapidità accoccolate a terra, davanti alle ciliegie che hanno raccolto durante il giorno. Il prodotto è quindi lavato e asciugato al sole su un patio di mattoni. L’ulteriore verifica della qualità dei chicchi è affidata ancora all’occhio preciso e alle mani femminili prima di immagazzinarli nei sacchi di juta. Globalmente le piantagioni si estendono su più di 600 ettari di cui 400 di coltivati ad arabica e 230 a robusta. L’India Vellakadai qui prodotto è un arabica dalle caratteristiche molto interessanti: è pulito in bocca, piacevole con il suo corpo deciso e le note persistenti di cioccolato; la dolcezza si accompagna a un’acidità delicata. Per questo è ottimo da gustare sia in purezza sia da utilizzare come base per miscele espresso di alta qualità. A viaggio concluso, soddisfano sia la qualità del prodotto sia l’eccellente rapporto con tutti i produttori, uno dei fattori più importanti della qualità dei caffè Caffè Speciali Certificati, che prosegue ormai da più di vent’anni. Una garanzia per i torrefattori e per chi produce: le loro “finche” non sono luoghi di provenienza di grido diventati tali rapidamente e a rischio di essere abbandonati al mutare dei gusti o a fronte di una cattiva annata, ma luoghi di approvvigionamento costanti, da anni, a fronte di qualità e impegno nel mantenerla. È il bello (e il buono) di caffè con un’origine, che solo dopo accurati controlli delle campionature allo sbarco potranno meritare il bollino CSC.
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