Vending News 33

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Tutti pazzi per Opera Touch Arriva Opera Touch, un’attrazione irresistibile per il mondo del Vending. Il segreto del suo fascino? La straordinaria semplicità di gestione: grazie a un’elettronica rivoluzionaria programmare e personalizzare non è mai stato così facile e intuitivo. Nuova tecnologia, massima interattività, performance da segmento premium: lasciatevi conquistare da un’idea più evoluta di Vending, scegliete Opera Touch.




L’editoriale di Fabio Russo

Da ex gestore e attento osservatore del mercato, negli ultimi mesi ho avuto modo di constatare un miglioramento del servizio prestato da alcune gestioni, talvolta anche piccole, nei confronti dei propri clienti. Il punto d’incontro tra gestore e consumatore è costituito soprattutto da due elementi del servizio di somministrazione che ritengo fondamentali: la qualità del servizio e la varietà (oltre che la qualità) del prodotto. L’importanza di questi due fattori, che sono alla base della Distribuzione Automatica, cresce col crescere di utenti che si affidano al nostro servizio per un caffè, per la pausa pranzo o per acquistare beni diversi dal Food. Le ultime statitistiche confermano questo trend, mostrando la figura di un consumatore che finalmente comincia ad avere fiducia e ad affidarsi al Vending per effettuare i suoi acquisti, non necessariamente d’impulso. La fiducia riposta va in un certo senso premiata, o almeno non delusa, attraverso un servizio ineccepibile, la qualità e la varietà della proposta. Qualità del servizio significa macchine pulite e sempre rifornite, tempestività degli interventi tecnici, capacità di interagire col cliente mostrando reale interesse alle richieste, cortesia e disponibilità al problem solving. Altrettanto importante è il prodotto: varietà dell’offerta, attenzione alle ultime novità lanciate dalle case produttrici - pari almeno a quella che mostra lo stesso consumatore - attenzione alle esigenze particolari, al biologico, ai prodotti del territorio. In sintesi, l’alta rotazione delle referenze, termine con il quale intendo la capacità di ruotare i prodotti dedicando alcune spirali alle novità, è sicuramente un’importante strategia capace di attrarre il consumatore. Se nel distributore automatico della mia azienda trovo sempre le stesse merendine o la solita bibita gassata, molto probabilmente finirò per stancarmene al punto da non consumarne più, preferendo semmai portarmi qualcosa da fuori. Se, invece, so che il gestore di quelle macchine propone periodicamente delle novità, sarò maggiormente incentivato ad andare ad acquistare o ad andare a vedere, fosse solo per la curiosità di scoprire cosa c’è di nuovo. Sotto la spinta di queste riflessioni e osservando quanto le aziende alimentari abbiano lavorato in questa direzione negli ultimi mesi, da questo numero in poi ho deciso di dedicare ampio spazio alle ultime novità di prodotto. In linea con quanto finora detto, abbiamo approfondito due novità di prodotto, sicuramente non canoniche, entrambe frutto dell’entrata in vigore di due leggi, il novel food e la cannabis light, dei quali abbiamo cercato di analizzare più aspetti: tipologia di prodotto, nuova normativa, curiosità e possibilità di diversificare il business, traendo nuove fonti di guadagno. Tra i consueti articoli redazionali ed interviste ai protagonisti del settore, sottolineo l’ampia ed interessante intervista con Felice Milani, CEO della Ni.Si. srl, produttore leader di palettine, che quest’anno compie 80 anni, dei quali 40 passati nella sua Azienda. Infine, la Fiera delle Fiere, come amo chiamarla da qualche edizione. Poche settimane ci separano da Venditalia 2018, la manifestazione fieristica più importante nel nostro comparto in Europa. La biennale del vending, compie 20 anni, si presenta con numerose novità e tantissimi espositori che partecipano per la prima volta, in un'edizione da non perdere. Vi invito a non mancare: ne vedremo delle belle!


SOMMARIO L’EDITORIALE di Fabio Russo pag. 5

DOPPIO COMPLEANNO IN CASA NI.SI. Intervista con Felice Milani raccolta da Fabio Russo pag. 8

ALTURAS INFORMA CORRISPETTIVI: IL TRAGUARDO DI UNA CORSA A OSTACOLI pag. 14

VENTURI. UNA FAMIGLIA VOTATA AL VENDING Intervista con Stefano Venturi pag. 18

MARCO PECORARO NUOVO AREA MANAGER DI FLO SPA pag. 24

CRISTIANO VIGANÒ NUOVO COUNTRY DIRECTOR ITALY INGENICO ITALIA pag. 24

MANEA VENDING UNA NUOVA GAMMA DI DISTRIBUTORI AUTOMATICI 2018 pag. 26

LA PROPOSTA DI CAFFÈ BARBERA PER IL PORZIONATO pag. 28

SUCCO DI ARANCE LA PERCENTUALE DELLA FRUTTA SALE DAL 12% AL 20% pag. 50


PRODOTTI NOVITÀ 30 32 34 36 38

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SAN BENEDETTO THÈ BIO CHINI-MELINDA SAN CARLO - 1936 LOACKER - QUALITY AWARD SANPELLEGRINO NESTEA CONSERVE ITALIA VALFRUTTA GRUPPO SEM - JUICY UNICHIPS - PAI PAVESI - RINGO THIN PARMAREGGIO FERRERO - NUTELLA BISCUITS CAFFÈ GIOIA CIAVOLINO - QB FRUIT / QB CROCK PERFETTI - CUÈTARA RED BULL ORGANICS

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DISPENSA ZANIBONI - GULLON PEPSI COLA - BUBLY

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FORNO DAMIANI - LINEA BIO SANT'ANNA SANTHÉ

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FE.MO. - ALUNA ALOE VERA DRINK

LEGALE IN ITALIA LA CANNABIS LIGHT pag. 52

Periodico bimestrale della distribuzione automatica Anno 2018 - Numero 33 Editore

Sede: Viale Gramsci, 17/b 80122 Napoli - Italia Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695 Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it Tel. 0810152150 Fax. 0810152151 Iscrizione al ROC n° 22385 dal 4 Maggio 2012 Direttore responsabile Fabio Russo Direttore editoriale Flora Seta Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Fabio Russo Flora Seta Anna Giordano Mirco Aldovrandi Alfredo Di Maria Daniele Dinelli Federica Fai Rio Lombardo Evelina Milani Antonio Nicolini Linda Tempesta Michele Ferraro

Stampa Tipografia TETI srl - Napoli Pubblicità: inferiore al 50%

EUROSYSTEM Intervista con Vincenzo Palumbo pag. 54

IN TIME LINK L'APP DI PAGAMENTO DI TUTTI I GESTORI pag. 60

ACRILAMMIDE ENTRA IN VIGORE IL REGOLAMENTO (UE) 2017/2158 pag. 64

SIAMO PRONTI PER IL "NOVEL FOOD"? pag. 70

APERTO IL PRIMO "CAFFÈ & CO." pag. 74

CSC - CAFFÈ SPECIALI CERTIFICATI VIAGGIO IN CENTRO AMERICA CON CSC pag. 76 TUTTI I CONTENUTI DI QUESTA RIVISTA SONO DI PROPRIETÀ DELLA FABIO RUSSO SRL - VIETATA LA RIPRODUZIONE

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anniversario

DOPPIO COMPLEANNO IN CASA NI.SI. INTERVISTA RACCOLTA DA FABIO RUSSO

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el 2018 Felice Milani, CEO della Ni.Si. srl, compie 80 anni, 40 dei quali impegnati a far crescere la sua azienda, che fondò nel 1978 non senza sacrifici. Oggi la Ni.Si. è senza dubbio leader nel suo settore, quello della produzione di palettine per il caffè, una leadership riconosciuta che potrebbe permettere al suo fondatore di lasciare alla figlia Evelina e al nipote Mario le redini dell’azienda. Ma Felice è un instancabile ed un entusiasta per natura e, come dice nel corso di quest’intervista, non ha alcuna intenzione di ritirarsi perché lavorare “mi diverte ancora”. Grande comunicatore e un vero gentiluomo, Felice Milani dà il meglio di sé durante le fiere di settore, che sono per lui il momento migliore non tanto per promuovere i suoi prodotti, quanto piuttosto per intrattenere relazioni sociali con amici e clienti (che sono poi suoi amici), divertendosi e divertendo. Avendo attraversato 40 anni della Distribuzione Automatica, conosce tutti e tutti lo conoscono, motivo che mi ha spinto ad intervistarlo ancora una volta, nella speranza di riuscire a tracciare il suo percorso di uomo e di imprenditore, parallelamente all’evoluzione del Vending nel nostro Paese. Impresa a dir poco ardua quando si ha a che fare con una persona come Felice capace di passare da un argomento all’altro e da un aneddoto all’altro con estrema leggerezza: difficile riuscire a mantenere a lungo il filo del ragionamento, ma ci ho provato.

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Felice, quest’anno tagli due importantissimi traguardi. Come li vivi? Con le stesse energie e con lo stesso entusiasmo che mi hanno accompagnato per tutta la vita, personale e professionale. Certo, oggi sono costretto a qualche piccola rinuncia (come andare in moto sui passi alpini), ma non mi pesa: l’importante è divertirsi ed io mi diverto ancora! Vogliamo provare a ricostruire il tuo percorso? Io sono qui dagli anni ’60, perché ho cominciato nel settore ancor prima che in Italia ci fossero le palette. Sono partito come venditore di caffè e, tra i vari marchi, vendevo anche Barbera - Il mago del caffè, che allora aveva due torrefazioni, una a Napoli e una in Sicilia. Erano begli anni: il caffè si vendeva 1.500/2.000 lire al chilo ed era tutta Robusta perché faceva tanta crema. Quando ci mettevi lo zucchero, restava sopra per mezz'ora e la gente diceva: “Questo sì che è caffè”. La cultura del caffè, della qualità, era ancora molto lontana. Dal caffè sono andato avanti. C’è un ricordo legato a quegli anni? Ce ne sono tanti, ma te ne racconto uno in particolare. Una volta Barbera mi invitò ad andare a Napoli. Io avevo una 500 e non c’era ancora l’Autostrada del Sole, ma non mi persi d’animo e scesi giù da Como impiegandoci 4/5 giorni, un viaggio infinito, ma ne valse la pena. Fui ospi-



te di Barbera per una settimana e furono giorni bellissimi: pranzare sul mare per me che venivo dal lago di Como era una sensazione fantastica. Dopo il caffè, le palettine e il Vending… È ancora presto per le palettine. Dopo il caffè arrivò il Vending. Siamo negli anni ’70 ed io ero amico di Amilcare Rivetti, il cui papà era il direttore della Faema che stava facendo i primi distributori automatici, la famosa E61. Pensai di lanciarmi in questa novità e, insieme ad Amilcare, feci una società e cominciammo a installare le E61, devo dire anche con una certa facilità. Ma nacque subito un problema: le macchine c’erano, il caffè c’era, ma mancavano bicchieri e palettine. Pensa che allora c’era una sola ditta a Milano che distribuiva i bicchieri, la Cartosa, e quando andavamo a rifornirci c’era la fila e riuscivamo a prendere bicchieri che duravano un paio di settimane. Allora, parlando con alcuni amici che avevano il mio stesso problema, decidemmo di farceli noi i bicchieri e aprimmo una fabbrica in Sardegna, a Macchiareddu vicino Cagliari, dove ho ancora degli amici. La fabbrica esiste tutt’oggi, non fanno più bicchieri ma prodotti farmaceutici. Per me ha un significato importante: resta la mia prima fabbrica e ha rappresentato il mio passaggio al mondo della plastica. Come sei passato dai bicchieri alle palette? La fabbrica in Sardegna andava da sola, ma dopo 4 anni mi resi conto che era diventato complicato seguirla visto che comunque abitavo a Como. Decisi, quindi, di vendere le mie quote ai soci e di dedicarmi alle palette, che nel frattempo avevo cominciato a produrre per risolvere l’altro problema critico del Vending di quegli anni. Come andò? Direi bene. Avevo la fortuna di conoscere il dott. Motta, che era un responsabile della Nestlé, e davo a loro le palette, quelle da 100 non incartate ma confezionate in sacchetti. Ne vendevo tante perché Nestlé andava forte in quegli anni con il caffè liofilizzato erogato nelle macchine Faemino. Contemporaneamente, poiché in precedenza avevo aperto una piccola gestione, andavo in giro a piazzare le macchine, tentando di metterle dove c’era il perso-

Felice Milani con la figlia Evelina e il nipote Mario nale. Ma me le facevano mettere nelle portinerie e allora puoi capire che non rendevano nulla, finché non convinsi un amico che aveva una bella fabbrica tessile a mettere una macchina all’interno, dove c’erano gli operai. Fu un successo perché a quel tempo gli operai si portavano da mangiare da casa e bevevano l’acqua del rubinetto, ma avevano fnalmente un caffè caldo, fatto al momento. Furono anni intensi? Direi di sì. Gli anni ’70 sono stati tutta una corsa: ero sempre in giro a vendere caffè e a piazzare macchine e, contemporaneamente, producevo palette in quella piccola fabbrica che avevo costruito sul lago di Como, nella mia terra. Con sacrifici e tanta passione - quella non mi è mai mancata - investendo in quel primo capannone tutto quel-



Felice Milani insieme ad Amilcare Rivetti

lo che guadagnavo, ho visto l’azienda crescere fino a diventare la struttura che è oggi: 2.000 metri quadri dove impiego 35 dipendenti, oltre gli stagionali che chiamo nei momenti di picco. Da allora è filato tutto liscio? Non direi: momenti difficili ne ho attraversati, come tutti gli imprenditori; c’è stato addirittura un momento in cui ho creduto di aver letteralmente bruciato tutto il lavoro fatto fino ad allora. Era il 1994 e nel capannone scoppiò un incendio: miliardi di lire di danni e un immenso spavento poiché dentro c’erano gli operai. Nonostante fossi assicurato, ci ho rimesso di tasca mia. Ero avvilito e convinto che tutto fosse andato perduto. Allora provai a reagire: presi il camper di mio fratello e lo portai ai margini di quello che era stato il mio capannone e, grazie ad un amico che lavorava alla Sip, ripristinai le linee telefoniche in giornata. Insieme a mio fratello e socio Fiorenzo e Raffaella, che ancora collaborano con me, rimettemmo in piedi l’ufficio. E la fabbrica? Vennero a trovarmi 4 amici, che poi erano anche miei clienti, e mi portarono ognuno un assegno di 50 milioni di lire, dicendomi che li avrei restituiti quando avrei potuto, così sulla parola, senza nessun accordo scritto e senza chiedere interessi. Con quel capitale di 200 milioni di lire comprai un piccolo concorrente a Mantova che mi permise di non perdere i clienti e cominciai a ricostruire la fabbrica. Riuscii ad onorare il debito ma, da un punto di vista personale, non fu solo il sostegno degli amici a ridarmi la fiducia e la carica, bensì un altro episodio. Dopo l’incendio, tornai a casa e andai a letto avvilito; fu una notte agitata, ma al mattino mi venne a svegliare mia figlia Evelina dicendomi “Papà mi accompagni a scuola?”. Allora mi sono detto “È questa la vita vera”. Mi sono vestito e l’ho accompagnata, pensando tra me che era inutile star lì a piangere. Dovevo rimboccarmi le maniche e ripartire. E così è stato.

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Felice Milani con Dino Macchi inventore della capsula FAP Dalle E61 Faema al Vending di oggi. Cosa è cambiato? Te lo dico in poche parole: le E61 costavano 1 milione di lire e un caffè si vendeva 50 lire. Pensa in quanto tempo si ammortizzavano! Chi ha cominciato a quei tempi, ha guadagnato e da lì sono nate le grandi compagnie di gestione. Oggi tutto questo non sarebbe possibile: manca il contesto e mancano figure di imprenditori come c’erano allora. Non ti faccio nomi per non dimenticare qualcuno e fargli torto. Poi il Vending è cambiato sotto la pressione di altre dinamiche, di nuovi canali che allora non c’erano. Quello che mi fa più paura oggi sono le vendite online, una guerra dei poveri e dei prezzi che non fa bene a nessuno e non fa bene al Settore.


Felice Milani insieme a Sophie Amoudjayan della Stephane Express (FR) Quindi tu non credi nei canali innovativi? Io credo nell’innovazione fatta con intelligenza. Sono sempre stato e sono ancora alla ricerca dell’innovazione. Quando la mia fabbrica si incendiò, i miei clienti furono aggrediti dalla concorrenza e, quando ne sono venuto fuori, ho puntato tutto sull’innovazione che ho portato in questo piccolo segmento. Cerco di essere sempre all’avanguardia, visto che molti si ispirano alle mie palette per produrre le loro. Allora bisogna che mi differenzi con nuove idee che mi tengano un passo più avanti. Fammi qualche esempio. Ti dico solo che sono uno dei pochissimi al mondo che produce tutti i formati di palette richiesti dal mercato: tutte le misure, 88, 95, 105, 115, 125…, incartate e non, in plastica, legno, cartoncino. Questo ti fa comprendere anche quanto ho dovuto investire in impianti e quanto investo nelle materie prime che sono tutte di qualità, uno standard che ho sempre cercato per scelta personale e non solo perché la mia azienda è certificata per la Qualità. Hai accennato alle palette in legno e cartoncino. È una scelta dettata dalla Sostenibilità? In verità, le chiede il mercato ed io rispondo. Ti faccio una domanda: quanto è sostenibile disboscare per fare palette in legno, perché quelle di plastica inquinano e comportano i problemi relativi allo smaltimento e così via? Ricordati che non è la plastica ad essere cattiva, ma è l’uomo che ne fa un uso cattivo. Senza contare che quando lasci una paletta di legno in infusione nel caffè, te lo stravolge, cambia il sapore che diventa quello del tè, perché il legno contiene il tannino. Altra cosa sono le palette in cartoncino, ma non c’è richiesta. Pensa che le ho presentate in un bell’angolo dello stand Rheavendors alla fiera di Colonia, un angolo dedicato alla natura, dove c’erano i bicchieri in cartoncino, la frutta, il caffè equo-solidale e le mie palette in cartoncino. Ma il mercato non recepisce questo discorso a pieno.

Ancora con Walter Pennetta della Union Caffè

In ogni caso, io sono pronto e vedremo più avanti. È vero, ma il consumatore oggi è più attento al problema della plastica e si stanno sperimentando plastiche alternative, biodegradabili, per risolvere problemi come quello della plastica delle capsule di caffè. Lo so, certo, e io stesso ho sperimentato le palette in Mater-Bi, solo che quando le metti nell’acqua non si sciolgono, ma si piegano. Poi devo fare un appunto: è più corretto parlare di degradabile che di biodegradabile. Per quanto riguarda le capsule, invece, lo sai che ho una mia capsula proprietaria? No, non lo sapevo… Ho solo quattro clienti che la utilizzano, uno in Italia e tre in Europa, ma è davvero diversa da tutte le altre. Come sai, per fare il fltro nella capsula quasi tutti mettono la carta. Io metto il tessuto non tessuto in polipropilene che costa di più ma è sostenibile. Nel mio laboratorio abbiamo sperimentato queste capsule mettendole con un po’ d’acqua in un macinino. Quando vengono macinate, la plastica rimane da una parte sotto forma di granuli grossi, mentre la polvere del caffè scivola da un’altra parte e così ho la plastica rigenerata al 100%. Questo non puoi farlo con la carta. Tirando le somme di questo lungo percorso? Sono un uomo fortunato e sono felice della mia vita. Encantado, come dicono gli spagnoli. Ho tanti amici e tanti amici sono gestori, con i quali mi ritrovo a cena il venerdì sera e, logicamente, non parliamo di lavoro. Ho girato il mondo, ho viaggiato tanto e continuerò a farlo, ho fatto tutto quello che mi è piaciuto e, soprattutto, ho avuto accanto due donne eccezionali: mia moglie e mia figlia. Inutile chiedergli “E se tornassi indietro?”

Arrivederci al cinquantesimo!

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CORRISPETTIVI: IL TRAGUARDO DI UNA CORSA A OSTACOLI

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uello che segue è il diario di un percorso in salita, di una sfida vinta grazie a un grande lavoro di squadra. Il 2016 è stato l’anno della corsa all’adempimento (partito poi nel 2017), l’anno critico per prepararsi all’invio telematico delle operazioni rilevanti ai fini IVA (più semplicemente conosciuto come “certificazione dei corrispettivi”). Come tutti gli attori di settore, ci siamo da subito concentrati sulle novità imposte dal decreto legislativo e abbiamo intrapreso il percorso dei corrispettivi, che si è rivelato (passo-dopo-passo) ripido e pieno di ostacoli. Il progetto è stato chiaro e definito dal primo momento, sia con il nostro ufficio sviluppo mOphas/vendinguard, che si è occupato dell’area tecnico-informatica, che con una rete di specialisti del vending, che ha potenziato la parte consulenziale sul territorio.

Tra i potenziali partner che si sono proposti abbiamo scelto di collaborare con Forteam Group, società che raggruppa tutti i rivenditori N&W (Necta) d’Italia e altri attori di primo piano nel panorama allargato dei distributori automatici. Questa scelta si è rivelata fondamentale a livello strategico e, soprattutto, a livello tecnico. Il percorso di integrazione nel software della parte di gestione dei corrispettivi è stato interfacciare i vari sistemi di prelevamento ai dispositivi Android, metterli in connessione con il portale AdE, firmare i file e preparare l’Xml. E così siamo partiti verso la certificazione dei corrispettivi. Gli ostacoli sul percorso sono stati diversi e, come tutti gli altri produttori di software, in un anno e mezzo, abbiamo dovuto affrontare e superare un numero sempre crescente di problematiche: • far dialogare sistemi di prelevamento con vari modelli di smartphone; • sviluppare i protocolli software per la comunicazione con il portale AdE; • in collaborazione con i produttori, monitorare le informazioni provenienti dai sistemi di prelevamento per standardizzare i dati; • gestire le mappature definite dai produttori di sistemi di pagamento; • dare supporto sia ai clienti che speravano in una proroga, sia ai clienti che si sono adeguati alla normativa fin da subito. Gli attori coinvolti nel processo di gestione dei corrispettivi sono stati (e sono tuttora) numerosi, dai produttori di sistemi di pagamento fino all’Agenzia delle Entrate, ma spesso il gestore ha identificato i produttori di software come i responsabili del buon esito del progetto. E noi abbiamo percorso la “strada ripida dei corrispettivi” con grande entusiasmo, basando il nostro operato su 3 capisaldi: • una rete di consulenti a copertura nazionale; • una scelta applicativa lungimirante; • una comunicazione trasparente.

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RETE DI CONSULENTI A COPERTURA NAZIONALE La nostra scelta di operare attraverso una rete di consulenti tecnicamente formati e certificati con copertura nazionale ci ha consentito di raggiungere, seguire e supportare (ad oggi) oltre 900 gestori nel percorso verso la certificazione. Le aziende della nostra rete sono preparate a livello informatico e sono, soprattutto, professionisti con competenze di hardware vending (distributori e sistemi di pagamento). La capillarità della rete e la preparazione dei professionisti che la compongono ci hanno permesso e ci permettono di intercettare e raccogliere le esigenze dei gestori garantendo un continuo sviluppo degli strumenti e dei software in risposta alle sempre nuove necessità.

SCELTA APPLICATIVA LUNGIMIRANTE Dopo avere fatto una attenta analisi, che guardasse anche oltre l’immediata necessità di risposta alla rivoluzione dei corrispettivi, abbiamo scelto di offrire ai piccoli gestori vendinguard, invece di sviluppare una mera applicazione mobile. vendinguard, che nasce con le potenzialità per “diventare” mOphas, è un software gestionale “lite” che permette l’invio dei dati all’AdE e fornisce anche informazioni statistiche sulle prestazioni dei distributori. Questa scelta di sviluppo è stata pensata per dare supporto al gestore che, spesso, sottovaluta l’importanza di registrare azioni fondamentali ai fini delle rettifiche dei corrispettivi, azioni che una semplice applicazione mobile non consente di effettuare e memorizzare. Ogni evento che deve modificare il valore inviato all’Agenzia delle Entrate deve essere registrato (inserito a sistema),

aggregato (raccolto a livello di reportistica e presentato in maniera comprensibile) e considerato in fase di redazione del registro corrispettivi sotto forma di rettifica. Queste operazioni devono essere fatte, ad esempio, in caso di registrazione di ammanchi, furti o per la correzione di dati anomali restituiti dai sistemi di pagamento. In sostanza, la scelta di usare un sistema gestionale consente, anche al piccolo gestore, di raccogliere il dettaglio degli eventi fino al livello desiderato e ottenere, quindi, risposte precise da fornire al commercialista o al consulente fiscale.

COMUNICAZIONE TRASPARENTE Durante tutto il percorso dei corrispettivi abbiamo cercato (e continuiamo a farlo) di mantenere quanto più possibile aggiornato il gestore, promuovendo diverse iniziative: • attivando un sito dedicato ai corrispettivi www.corrispettividistributoriautomatici.it • organizzando sulla pagina Facebook di mOphas video live o pubblicando video tutorial; • scrivendo articoli pubblicati sui blog e su testate di settore; • realizzando un’area FAQ sul sito; • rispondendo alle domande dei gestori direttamente o attraverso la rete di consulenti; • organizzando meeting sul territorio. Con questo non possiamo e non vogliamo sostituirci ai consulenti fiscali e ai commercialisti del gestore, cerchiamo, però, di dare il massimo supporto nella comprensione del significato dei dati allo scopo di aiutarli a decidere in merito agli adempimenti fiscali.

IL PROSSIMO PASSO? LA GESTIONE DEL DATO Siamo ormai arrivati a gestire agevolmente i continui aggiornamenti delle mappature. Questo significa che, piano piano, grazie al lavoro che stanno svolgendo i produttori dei sistemi di pagamento, stiamo raggiungendo la precisione del dato inviato. Ora, gli sforzi si stanno spostando verso la gestione dei dati e la loro armonizzazione con le informazioni raccolte extra sistemi di pagamento. In questo senso, il ruolo dei produttori di software è quel-

lo di raccogliere e presentare i dati in maniera corretta in modo che: • I gestori possano controllare e monitorare i propri flussi di cassa e le proprie vendite • I commercialisti e i consulenti fiscali possano redigere la documentazione fiscale integrando i dati registrati e inviati all’Agenzia delle Entrate e le rettifiche riscontrate registrando gli eventi quotidiani.


ANALISI DEL DATO PER AVERE SOTTO CONTROLLO L’AZIENDA Come Alturas abbiamo scelto di integrare un software di business intelligence ad entrambi i nostri software per il vending (mOphas e vendinguard). Proprio in questi giorni abbiamo rilasciato una versione gratuita che consente di: • estrarre il valore del venduto e sottrarre gli ammanchi; • quadrare tra loro le informazioni mandate all’AdE (dati di vendita, incassati, movimentazione tubi). Il sistema presenta tutti i macrodati necessari per gli adempimenti fiscali e consente l’esportazione in Excel.

A VENDITALIA 2018 PRESENTEREMO 2 NUOVI MODULI A Venditalia 2018 presenteremo 2 nuovi moduli, uno per mOphas e uno per vendinguard. Per mOphas ci sarà la versione estesa del sistema di analisi, un ambiente completamente riprogettato per fornire, in pochi secondi, tutte le informazioni necessarie a un gestore che desidera conoscere l’andamento della propria azienda: • Quadratura dati AdE estesa • Battute • Medie • Vendite analizzate fino al dettaglio articolo per distributore • Analisi price holding • Redditività clienti/sedi operative/punti vendita/articoli • Analisi carichi • Analisi performance della manutenzione • Analisi OCS Per vendinguard, invece, presenteremo una versione analisi dati estesa. L’obiettivo è quello di utilizzare i dati raccolti con i corrispettivi, trasformando l’obbligo fiscale in un’opportunità di crescita. Per dare seguito a questo intento, abbiamo sviluppato un’applicazione che pur senza un gestionale di appoggio che traccia il magazzino e i carichi dei distributori, consente a chi ha acquisito il sistema per la certificazione dei corrispettivi, di conoscere cosa ha venduto con i propri distributori.

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Il punto forte di questo strumento è la velocità di ricerca. Con pochissimi click si possono scegliere e modificare tutte le variabili. Con grande semplicità si possono navigare le informazioni passando da una ricerca che raggruppa i dati per data di prelievo a una query che presenta i dati per singolo cliente per periodo. È difficile descrivere a parole le prestazioni di un sistema di questo tipo, per questo motivo, prossimamente, realizzeremo un video che potrete trovare sul sito www.alturas.it

In altri termini, abbiamo trasformato la certificazione dei corrispettivi da problema a soluzione e ora stiamo lavorando per farla diventare un vantaggio.

IL PROSSIMO FUTURO DEL VENDING IN UNA FRASE? Trasformare l’obbligo di raccolta dei dati dei corrispettivi in un’opportunità di crescita per il gestore.

Lo stand di Alturas Sistemi a Venditalia 2016



VENTURI. UNA FAMIGLIA VOTATA AL VENDING

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on un raggio d’azione che abbraccia parte di tre regioni del Centro Italia, Umbria, Lazio e Toscana, la Venturi Vending srl è una società di gestione attiva da oltre 30 anni durante i quali, partendo dall’area di provenienza della provincia di Terni, si è via via ampliata. Oggi conta 2.000 macchine installate e 40 dipendenti che forniscono un servizio tempestivo e accurato a consumatori sia della sfera pubblica che di quella privata. Conosciamo meglio questa realtà del Centro Italia nell’intervista con Stefano Venturi Responsabile Innovazione, col quale affrontiamo le tematiche del Settore e le evoluzioni che questo ha subito nel corso dell’ultimo trentennio. Ci racconta come nasce e si sviluppa la Venturi Vending? Mio padre iniziò nel lontano 1974 come socio della Venturi di Bologna che operava in buona parte dell’Emilia Romagna. Dopo pochi anni, nel 1979 decise di mettersi in proprio e fondò così la Venturi Distributori Automatici, che opererà nel territorio di Umbria e Lazio per oltre 25 anni fino a confluire nel 2005 nella Venturi Vending srl, una società familiare in cui, oltre a mio padre e mia madre, abbiamo iniziato a dare il nostro contributo sia io che mio fratello Andrea. Negli ultimi mesi abbiamo vissuto l’ingresso in azienda di nostra sorella Eleonora, segno che tutta la famiglia crede fortemente nell’attività e nel Settore.

di vista come avete vissuto il cambiamento? In questi anni si sono modificati i bisogni dei consumatori e pertanto abbiamo adeguato il nostro modo di lavorare per rispondere a questi cambiamenti. La nostra sfida è sempre stata quella di soddisfare le esigenze della clientela, dal punto di vista sia della qualità del servizio che della tipologia dei prodotti inseriti all’interno delle macchine. In entrambi gli aspetti, abbiamo sempre cercato di offrire il massimo servizio e la massima qualità. Certo, non siamo stati gli unici operatori del settore a rispondere in questo modo al cambiamento: tutti gli operatori della Distribuzione Automatica hanno dovuto seguire questa linea di comportamento. Quando dico tutto

Avete cominciato la vostra attività quando la Distribuzione Automatica era un settore tutto da sviluppare e si andava in giro con un borsone di prodotti e un taccuino su cui segnare le battute. Oggi non è così. Da questo punto

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Stefano e Andrea Venturi


VI ASPETTIAMO A

PAD 4 - STAND D49 - E44


Un gruppo di collaboratori di Venturi Vending

il settore, non intendo solo i gestori, ma anche i fabbricanti di vending machine che hanno offerto costantemente macchine più performanti e data maggiore attenzione al training tecnico. Inoltre, anche la grande attenzione che negli ultimi anni ci hanno riservato i produttori dei beni di consumo ci ha sostenuto in questa crescita: le aziende dolciarie, i produttori di bevande e così via hanno messo sul mercato un numero crescente di prodotti ad hoc per dimensioni e grafica, referenze adatte ai nostri distributori a spirali, aiutandoci e facilitandoci nella vendita. Per questo motivo, bisogna ringraziare chi è stato lungimirante anni fa quando dalla ANIDA, associazione che comprendeva i soli gestori, decise di fondare la CONFIDA, un’associazione che ha permesso a tutta la filiera di confrontarsi e crescere. Continuiamo su questo piano. Avete cominciato quando le macchine accettavano solo gettoni e monete. Poi sono arrivate le schedine di plastica, le chiavette e oggi vi confrontate con tanti sistemi di pagamento evoluti. Quanto è faticoso adeguarsi a queste novità e, secondo lei, come evolveranno ancora i sistemi di pagamento nel Vending? Siamo sempre stata un’azienda a cui piace ed è piaciuto evolversi: basti pensare che già a metà degli anni ‘90 avevamo un software di nostra produzione e proprietà, che ancora utilizziamo e sviluppiamo, capace di gestire e monitorare tutti gli aspetti dell’attività. Il nostro settore

si è sviluppato insieme alle tecnologie e pertanto è e sarà sempre nostro compito quello di essere all’avanguardia dell’innovazione sia in termini di macchinari che di accessori da mettere a disposizione dei nostri clienti, anche e soprattutto quelli più esigenti. Nella nostra azienda, il cambio generazionale ha agevolato questo adeguamento e, anche in questo ambito, CONFIDA ha permesso una grande interazione tra i produttori di sistemi di pagamento e noi gestori. In questo modo, i sistemi di pagamento realizzati dalle case produttrici sono stati negli anni sempre più precisi e performanti, tali da rispondere alle nostre esigenze e a quelle dei clienti. Sicuramente, dovremo affrontare il futuro, garantendo al cliente la possibilità di utilizzare sia monete e banconote, come già sono abituati a fare, che le carte di credito, cioè il pagamento elettronico nelle sue varie forme, che utilizzano con l’e-commerce, tramite strumenti tipo PayPal o lo scambio di denaro on-line. Il futuro ci riserva ancora molte opportunità. Trent’anni fa il distributore automatico era definito semplicemente “macchinetta del caffè”, mentre oggi è possibile vendere qualsiasi prodotto. Secondo lei cosa ha determinato questa evoluzione? Non solo il cliente, che ovviamente ha il peso specifico maggiore nella scelta della direzione da dare agli investimenti e alle innovazioni, ma anche una sana concorrenza.



Infatti, una volta che il mercato ha iniziato a saturarsi per le offerte che riuscivamo a dare ai nostri clienti, i gestori hanno iniziato velocemente a sviluppare idee innovative per primeggiare nella propria zona di mercato e cercare di dare al cliente un servizio in più. Questo ci ha spinti ad un’evoluzione molto rapida e ad adeguare l’offerta alla domanda del mercato. Ad esempio il passaggio epocale dalle macchine a rullo alle macchine a spirale ha segnato un deciso cambiamento nella logica di vendita. Da pochi prodotti su ogni macchina a molte referenze e poche quantità per ogni prodotto. Inoltre la diversificazione delle referenze inserite in macchina ha generato nuove vendite, decretando un maggior business. Anche nelle bevande calde abbiamo assistito ad un ampliamento della gamma disponibile per poter aumentare il target potenziale di consumatori. Sebbene non tutti i modelli di macchina abbiano avuto lo stesso successo, sicuramente gli sforzi dei produttori hanno permesso di avere a disposizione macchine più performanti e attraenti per il consumatore. Il Food resta il segmento principe dei prodotti venduti nei distributori automatici. Una volta bastava qualche bottiglia d’acqua, un paio di bibite e un po’ di snack per accontentare i consumatori. Oggi le esigenze sono cambiate. Come vi siete adeguati? Il primo passo è stato quello di adeguare il magazzino, in quanto lo spazio occupato dai prodotti è aumentato esponenzialmente. Il secondo passaggio è stato per noi dedicare molte risorse per lo sviluppo del nostro software, in modo tale da poter analizzare i dati di vendita e permettere così al responsabile acquisti di fornire il magazzino con prodotti mirati e, di conseguenza, ai caricatori di inserire all’interno dei macchinari i prodotti richiesti dalla clientela. Il nostro software ci permette di monitorare

i consumi di ogni singolo distributore per ottimizzare gli spazi, i passaggi e la soddisfazione della clientela. Operate su 3 regioni ben presidiate da quelli che vengono definiti i Grandi Gruppi, ma anche da una miriade di piccoli e medi gestori. Cosa vi differenzia dagli uni e dagli altri? Siamo abituati a cercare di fare il meglio per i nostri clienti. Noi crediamo che la soddisfazione del cliente sia l’unico valore che possa continuare a contraddistinguerci dalle altre aziende. La nostra politica è sempre stata quella di avere un occhio sempre rivolto al mercato, in quanto i nostri sforzi devono trovare nel cliente la loro finalità. Il mercato è sicuramente complesso ed il confronto sia con i grandi che con i piccoli gestori rende difficoltose le politiche di investimento e di sviluppo. L’ottica della crescita lenta è sempre stata la nostra guida. Siete associati a CONFIDA. Che valore dà all’associazionismo, allo spirito di gruppo? La nostra associazione è indispensabile per poter affrontare i problemi del settore. In questi ultimi anni abbiamo vissuto diversi cambiamenti legislativi che hanno impattato profondamente sul nostro modo di lavorare e di interpretare il mercato e le regole. Senza CONFIDA non sarebbe stato possibile dialogare con il legislatore e far capire che alcune leggi avrebbero distrutto il nostro settore, con le aziende e le persone che ci lavorano. Pertanto la Venturi Vending, che è stata associata all’Anida sin dalla sua nascita, è orgogliosa che questa appartenenza continui. Riteniamo necessario che vi sia un’associazione forte, che rappresenti tutto il settore e che possa farsi valere nei confronti degli altri canali che vogliono fermare la nostra crescita.


Avete partecipato all’ultima edizione di EVEX con un vostro intervento al Forum dei Giovani Imprenditori del Vending europeo. Quali temi avete condiviso con i colleghi europei? Partecipare in rappresentanza dell’Italia al primo Forum europeo dei Giovani Imprenditori è stata una meravigliosa esperienza di confronto con le altre realtà d’Oltralpe. Abbiamo affrontato principalmente due temi: i sistemi di pagamento del presente e del futuro e l’innovazione tecnologica, oltre a confrontarci sulla sostenibilità ambientale. Ovviamente, è stato molto interessante confrontarsi con gli altri colleghi sulla quotidianità del lavoro, le condizioni, i prezzi, le problematiche riscontrate da ognuno nel proprio Paese. Abbiamo notato quanto sia differente l’idea di Vending nel resto dell’Europa rispetto all’Italia. La nostra posizione è sicuramente importante all’interno dell’Associazione europea e l’Italia può guardare con ottimismo al futuro e non temere il confronto con le altre realtà europee. Dopo 30 anni di attività è stato naturale un cambio generazionale. Cosa vi portate dietro dell’esperienza di chi vi preceduto e in che modo vi proiettate verso il Vending di domani? La nostra azienda è stata sempre un’organizzazione a carattere familiare. I nostri collaboratori partecipano attivamente a tutti i livelli e soprattutto alla costruzione del servizio. La nostra squadra ci garantisce una capillare presenza presso i clienti e la possibilità di essere molto rapidi e versatili nel modificare la nostra proposta, personalizzandola ad ogni situazione. Il nostro compito sarà di mante-

nere sempre il contatto con la clientela e modificare le nostre idee per venire incontro alle sue esigenze. Come vorrebbe il Vending del futuro, quello da consegnare ai suoi figli? Sicuramente una normalizzazione legislativa permetterebbe al nostro settore di vivere con più solidità ed avere maggiori prospettive per il futuro. I cambiamenti degli ultimi anni hanno messo a dura prova sia le finanze che le idee di sviluppo delle aziende all’interno del settore. Un’auspicata normalizzazione potrebbe accelerare il processo d’innovazione e stimolare gli investimenti che sono necessari per il miglioramento della qualità e dei servizi. In questo modo, potremmo ampliare il nostro mercato di riferimento, andando a contaminare altri ambiti che al momento ci sono preclusi. La crescita del nostro settore continuerà ancora se saremo in grado di migliorare le nostre competenze ed allargarle a nuovi settori. Solo in questo modo, potremo migliorare anche l’immagine che si ha del nostro lavoro e della nostra professionalità.

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MARCO PECORARO NUOVO AREA MANAGER CANALE VENDING DI FLO SPA

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arco Pecoraro, già in organico FLO dal febbraio 2017 con il ruolo di tutor tecnico commerciale per i prodotti dedicati alla filtrazione dell’acqua, ha assunto da gennaio 2018 il compito della gestione commerciale per il canale vending per l’area Nielsen 1 e 2. Marco Pecoraro ha una pluriennale esperienza nel settore e si affiancherà alla figura di Fabio Mori come Area Manager Vending Italia. Lo sviluppo di FLO SpA nel settore e l’ampliamento della gamma di prodotti offerti, coniugati all’esigenza di una presenza capillare sul territorio, hanno portato alla suddivisione del mercato italiano in 2 macro aree: Nord e Centro Sud, affidate rispettivamente a Marco Pecoraro e a Fabio Mori. Il team Commerciale Vending riporta a Lorenzo Bassi come direzione commerciale di canale che commenta: ”Sono felice di avere integrato Marco in organico in quanto persona di indiscussa professionalità e determinazione, caratteristiche che si sposano perfettamente con il profilo di Fabio con il quale si è già creata un’ottima collaborazione in pieno spirito FLO”.

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CRISTIANO VIGANÒ NUOVO COUNTRY DIRECTOR ITALY DI INGENICO ITALIA

ngenico Italia ha annunciato una nuova importante nomina all’interno della propria organizzazione: dal 19 gennaio scorso Cristiano Viganò ha assunto il ruolo di Country Director Italy e si occuperà di coordinare tutte le attività commerciali e di sviluppo sul territorio italiano, riportando al Managing Director Western Europe, Guillaume Pascal. Luciano Cavazzana, Presidente della filiale italiana, si dedicherà principalmente al suo nuovo incarico internazionale di EVP EMEA & Global Sales, Banks & Acquirers Business Unit di Ingenico Group. Cristiano, 46 anni, laurea in Economia e Master in Diritto Commerciale Internazionale ha assunto ruoli di crescente responsabilità in contesti strutturati e internazionali principalmente nel settore ICT. In Ingenico dal 2007, Cristiano Viganò ha ricoperto il ruolo di Finance & HR Director Italia, Chief Business Operation, Italy & Eastern Europe e, negli ultimi tre anni, è stato distaccato a Parigi, dove ha ricoperto il ruolo di CFO Europe & Africa e Vice President of Finance - Banks & Acquirers. Ha così maturato negli anni una significativa esperienza nella gestione dei progetti e delle dinamiche di business dell’azienda, sia a livello locale che a livello internazionale. “Sono sicuro che Cristiano Viganò sarà in grado di proseguire ed ulteriormente accelerare il percorso di crescita dell’Azienda e di contribuire con successo alla trasforma-

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zione digitale del mondo dei pagamenti elettronici che è in corso anche nel nostro paese” – Luciano Cavazzana ha commentato così il ritorno di Viganò in Italia.



LA NUOVA GAMMA DI DISTRIBUTORI AUTOMATICI 2018

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el 2018 ManeaVending ha lanciato una nuova linea di distributori automatici che seguono la politica innovativa che ha da sempre caratterizzato i progetti dell'azienda veneta. Ricordiamo che Manea Vending è stato il primo costruttore ad usare di serie nuove tecnologie come schermi a colori di grosse dimensioni, ascensori, luci led e macchine blindate ad alta capacità.

La nuova gamma è il perfetto connubio tra robustezza, capienza e affidabilità che da sempre caratterizzano i suoi

distributori automatici e uno stile aggressivo e moderno, aperto alla multimedialità e al mondo digitale. Sostanzialmente, la nuova linea è suddivisa in 4 categorie di prodotti per un totale di 15 modelli di distributori per il freddo con capacità da 8 a 14 spirali per cassetto. Manea Vending ha compiuto un notevole sforzo progettuale per riuscire a realizzare tutta la serie dei nuovi distributori con le stesse parti di ricambio. Ciò vuol dire limitare i costi di gestione pur potendo arricchire il proprio parco macchine con modelli diversi.

LINEA KRYOS Kryos è la serie di distributori di gamma alta, dal design accattivante ed abbinabile a qualsiasi altro distributore del caldo. Sono 4 i modelli della serie Kryos, con capacità che va da 8 a 14 spirali per cassetto, tutti dotati di monitor a colori da 7'', tastiera antivandalica retro-illuminata in acciaio inox e accettatore di monete antivandalico. Gioiello della serie è Kryos Touch che conserva tutte le caratteristiche finora illustrate, ma è dotato di touch screen e monitor da 10''.

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LINEA KAYROS Kayros è la serie di distributori blindati, presente oggi sul mercato, più performante e non solo dal punto di vista della sicurezza. Tre modelli da 10/12 e 14 spirali per cassetto, grande robustezza dei materiali, sistemi antivandalici e doppia chiusura di sicurezza con bande anti intrusione, policarbonato protettivo personalizzabile per il vetro frontale. Il modello di maggiori dimensioni può essere reversibile e configurato per bibite e bevande con una capacità massima di 420 bottiglie da 0,500 lt.

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LINEA KRONOS Kronos è una serie semiblindata adatta ad ambienti pubblici esposti a potenziali atti di vandalismo. Presenta le stesse caratteristiche delle altre serie e può essere configurata con porta bicolore. Tutti i modelli possono essere dotati di ascensore e di sistemi di espulsione a spinta per prodotti caratterizzati da un packaging particolare.

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Entro la seconda parte di quest'anno Manea Vending lancerà anche una nuova serie di distributori per il caldo con nuove ed importanti innovazioni. Kryos, Kayros e Kronos esordiranno ufficialmente in occasione di Venditalia 2018.

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LA PROPOSTA DI CAFFÈ BARBERA PER IL PORZIONATO

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affè Barbera 1870 è una torrefazione che cresce anno dopo anno con un aumento medio del fatturato che oscilla tra il 5% e il 7%; un’azienda storica giunta alla sesta generazione, che dalla piccola impresa artigianale delle origini ha assunto proporzioni tali da poter vantare una presenza in 55 Paesi del mondo, dove realizza il 50% del suo fatturato. Core business di Caffè Barbera è il canale Ho.Re.Ca con una particolare vocazione per la linea Bar, dove è presente con una catena di caffetterie che ha raggiunto le 50 unità e dietro la quale opera un’articolata organizzazione che impegna oltre 250 collaboratori. Mission di Caffè Barbera è di portare nel mondo la tradizione dell’espresso napoletano, terra da cui l’azienda trae le sue origini, attraverso un’accurata selezione dei caffè nei Paesi produttori ed un altrettanto curato processo di lavorazione, che vede l’impiego di macchinari all’avanguardia, insieme a macchine tostatrici d’epoca che, per una precisa scelta, vengono ancora oggi utilizzate per ottenere le perfette “cotture” dei grani. Ricco il portafoglio dei prodotti con una vasta gamma di miscele e di origini dedicata al canale Ho.Re.Ca., oltre a 4 miscele realizzate per la GDO. A queste due linee di prodotto si affianca il caffè porzionato dedicato all’O.C.S. e al canale domestico, servito anche attraverso la Grande Distribuzione. Storicità, esperienza nel settore e management familiare sono i punti di forza di una torrefazione che, attraverso 6 generazioni, ha sempre posto attenzione alla Qualità, intesa come qualità delle origini, delle lavorazioni e del servizio ai partner che l’affiancano nella diffusione del brand (e dell’espresso Italian Style) nel mondo.

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ELIO BARBERA, SESTA GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA

L’offerta di caffè porzionato di Caffè Barbera è così articolata: • Linea Cialde con 3 miscele: Aromagic, Aromagic Plus e Aromagic Decaf disponibili nei formati da 18 pezzi per la grande distribuzione; 100 pezzi per il canale casa e 150 pezzi per l'O.C.S. • Linea Capsule Nespresso: Aromagic, Aromagic Plus e Aromagic Decaf disponibili nei formati da 10 pezzi e 25 pezzi per il canale domestico e l’e-commerce. • Linea Fap: Aromagic, Aromagic Plus e Aromagic Decaf disponibili nei formati da 20 e 100 pezzi.



QUALITY AWARD 2018 San Benedetto Thè ZERO e Thè BIO hanno vinto il prestigioso riconoscimento Quality Award 2018. A conquistare il consenso dei consumatori sono stati i Thè BIO nei gusti tradizionali Limone, Pesca, l’originale Thè Verde BIO con Zenzero e infuso di Bacche di Goji e San Benedetto Thè ZERO, la bevanda realizzata in acqua minerale naturale dal gusto dissetante, dedicata a chi vuole prendersi cura della propria linea senza rinunciare al piacere e al gusto di un ottimo thè freddo, ma con pochissime calorie. Un thè dalla speciale ricetta con zero zuccheri aggiunti, senza conservanti, senza coloranti e senza glutine, con un gusto pieno e rinfrescante, adatto a tutti i momenti della giornata. Thè ZERO è disponibile al gu-

sto Pesca, morbido e soave, e Limone, fresco e deciso, nei due formati da 1,5L e da 0,5L. Thè BIO San Benedetto è la linea di thè freddi preparata con ingredienti derivanti da coltivazione biologica, con aggiunta di zucchero di canna, proposti nei gusti Limone, Pesca e nella nuova ricetta dissetante Verde BIO con Zenzero e infuso di Bacche di Goji, disponibili nel formato da 0,40L.

Un inizio 2018 formidabile per la squadra Chini-Melinda! L’intera gamma di Mousse Melinda ha ottenuto il premio Quality Award 2018. Le 12 referenze delle Mousse Melinda prodotte da Chini hanno superato a pieni voti l’opinione di ben 300 consumatori, che le hanno elette “prodotto di qualità” 2018. Una garanzia per tutti i consumatori, che certifica la genuinità e la bontà del prodotto. Realizzate solo con le mele trentine Golden Delicius della Val di Non e altra frutta altamente selezionata privata di bucce e semi, le Mousse Melinda prodotte da Chini mantengono inalterate tutte le proprietà della frutta fresca e sono naturalmente senza zuccheri aggiunti, conservanti e coloranti.

Il premio QUALITY AWARD è assegnato ai prodotti alimentari giudicati di qualità da 300 consumatori attraverso rigorosi test in laboratori specializzati in analisi sensoriale. I test sono effettuati con un campione ampio di consumatori, i quali valutano il prodotto attraverso un blind test: senza che sia mostrata loro la marca di appartenenza del prodotto stesso, ciascun consumatore esprime un giudizio relativamente ad alcuni componenti (etichetta ingredienti, gradimento globale, sapore, aspetto, consistenza, odore). Solo i prodotti che ottengono almeno il 70% dell’intenzione al riacquisto, 7/10 di sapore, 7/10 di gradimento globale e la valutazione più alta rispetto ad altri eventuali prodotti concorrenti nella stessa categoria sono premiati.

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San Carlo amplia la sua gamma di prodotti ispirata ai sapori di una volta: nasce 1936 con pomodoro, prezzemolo e basilico. Proprio nel 1936 la Rosticceria San Carlo apriva nel cuore di Milano e diventava in breve tempo un punto di riferimento per i buongustai dell’epoca, grazie alle sue patatine arricciate e croccanti. La sapienza e la passione con cui le patatine venivano preparate è stata tramandata di generazione in generazione, conservando la ricetta fino ad oggi, all’insegna della qualità della materia prima. 1936 con pomodoro, prezzemolo e basilico evoca una delle tradizioni della rosticceria San Carlo quando le patatine ancora calde venivano arricchite con pezzetti di pomodoro, prezzemolo e basilico per una nuova esperienza di gusto. 1936 con pomodoro, prezzemolo e basilico (disponibile nel formato da 150g) entra a far parte della gamma “1936 Antica Ricetta” che abbraccia la tradizione di un sapore tutto italiano. Per lanciarlo San Carlo ha realizzato uno spot d’autore girato dal premio Oscar Giuseppe Tornatore. Una firma prestigiosa per un prodotto speciale, che accoglie nella sua gamma la nuova 1936 con pezzetti di pomodoro, prezzemolo e basilico. Quale grande narratore e creatore di affreschi indimenticabili, Tornatore ha saputo dare vita a un vero kolossal in miniatura, per raccontare una storia sospesa tra pubblicità e cinema. La storia di un’attesa lunga quasi 80 anni, con un finale a sorpresa.



Loacker Cioccolato Specialty e Classic ha ottenuto l'ambito riconoscimento Eletto Prodotto dell'Anno 2018 nella categoria "Cioccolato", replicando quanto era avvenuto nel 2017 per i wafer Loacker Classic Cacao & Milk nella categoria "Biscotti" e confermando il successo che le referenze dell'azienda altoatesina riscuotono presso i consumatori. Punto comune di tutti i prodotti Loacker è la qualità: l’azienda si serve soltanto di ingredienti attentamente selezionati, possibilmente del territorio, quali latte di qualità, cioccolato finissimo, bacche di vaniglia del Madagascar e nocciole italiane tostate in azienda. Senza coloranti, conservanti, aromi aggiunti e grassi idrogenati, ogni tavoletta di Loacker Cioccolato è avvolta in uno speciale incarto, che la protegge dall’umidità mantenendola deliziosamente fragrante.

Il premio Eletto Prodotto dell’Anno è assegnato sulla base della più importante ricerca di mercato sull’innovazione in Italia, attraverso la consultazione di più di 12.000 consumatori. In questo modo, da oltre 10 anni, Eletto Prodotto dell’Anno si configura come un ponte tra le aziende e il grande pubblico dei consumatori finali, incoronando i prodotti che hanno incontrato il maggior grado di soddisfazione.

Dopo la conclusione della partnership con The Coca-Cola Company, Sanpellegrino torna a gestire direttamente Nestea in Italia, proponendolo sul mercato con una veste completamente nuova, una ricetta più semplice, un’immagine di grande impatto e un brand rinnovato che punta sulla naturalità e sul gusto autentico e inconfondibile del prodotto. Il nuovo Nestea è stato pensato per soddisfare le esigenze dei consumatori, che sempre più spesso cercano prodotti naturali, con ingredienti selezionati di alta qualità, senza dover rinunciare al gusto. La nuova gamma di tè freddo Nestea è composta da ingredienti accuratamente selezionati, a cominciare dalle foglie di tè provenienti dalle Blue Mountains in India, una regione nota da oltre 100 anni per il suo tè profumato e di qualità. Inoltre non contiene coloranti, aromi artificiali e conservanti. Sanpellegrino ha rinnovato la ricetta di Nestea realizzando una base di tè nero, con materie prime di alta qualità e aromi naturali ai classici gusti di pesca e limone. Il nuovo Nestea è disponibile in due varianti: • Limone, in lattina 250 ml e bottiglia Pet 500 ml e 1 L; • Pesca, in lattina 250 ml e bottiglia Pet 500 ml e 1 L. Attraverso una nuova identità del brand, Nestea si sta muovendo verso la naturalità del gusto, in linea con le aspettative del consumatore, offrendo un prodotto dall’autentico sapore di tè e garantendo, allo stesso tempo, l’alta qualità che i consumatori cercano in questa bevanda. Il gruppo Sanpellegrino con Nestea completa il proprio portafoglio nella categoria dei tè proponendo due diversi brand con caratteri-

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stiche e posizionamenti differenti. Nestea, che si rivolge principalmente a un target più giovane, come i Millenials che concentrano i consumi principalmente nel canale fuori casa, punterà su un prodotto pieno di gusto, con ingredienti semplici e un’immagine di brand completamente rinnovata. Al contrario Beltè cercherà di consolidare il proprio ruolo nel canale retail puntando maggiormente sulle famiglie e proponendo un prodotto naturale maggiormente legato al benessere e alla leggerezza.


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Disponibile nel canale Vending la referenza Pera Italiana della gamma Valfrutta Bio in pet da 250 ml. Valfrutta crede da sempre in un’agricoltura sostenibile che dà frutti sani e sicuri rispettando la natura. L’azienda si basa su un sistema agricolo fatto di persone e valori, di rispetto della natura e amore per i suoi frutti e crede in un’agricoltura che segue il ritmo delle stagioni, per portare con orgoglio sulla tavola degli italiani freschezza, bontà e genuinità. L’agricoltura biologica è la risposta all’emergente tendenza degli italiani a scegliere prodotti di qualità, nonostante una congiuntura economica negativa, perché esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi come fertilizzanti, diserbanti, insetticidi e anticrittogamici. Inoltre, pone elevata attenzione alla salvaguardia dei sistemi e dei cicli naturali, al benessere e al rispetto delle esigenze etologiche degli animali e all’equilibrio tra essi. Nel segmento dei succhi di frutta, la linea biologica Valfrutta è il prodotto al quale i gestori possono rivolgersi, inserendola nell’offerta dei propri distributori automatici in risposta alla domanda dei consumatori più attenti. Perché scegliere un succo bio Valfrutta? Perché Valfrutta è il marchio “green»” che nasce dalle cooperative agricole Italiane (14 mila); perché per la sua produzione viene usata solo energia eolica; perché il carbon

footprint dei prodotti Valfrutta viene costantemente ridotto attraverso scelte sostenibili, come è accaduto ad esempio preferendo il trasporto su rotaia a quello su gomma.

sana alimentazione e del benessere in generale, li porta a richiedere prodotti sempre più naturali, innovativi e con un’etichetta esaustiva. Valfrutta “100% Frullato Veggie” non solo è perfettamente allineato ai trend nutrizionali del momento ma è anche “piacere puro” da assaporare sorso dopo sorso. Una ricetta innovativa, un delizioso mix di succo di frutta e verdura fatto a partire dalle migliori materie prime selezionate e garantite da Valfrutta, senza conservanti né coloranti, contenente solo gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta e nella verdura. 100% Frullato Veggie è inoltre approvato dall’Associazione “VEGAN OK”. La frutta e la verdura sono fondamentali per un regime alimentare sano ed equilibrato, ricco di sostanze altamente nutritive e di preziose vitamine, utili nella prevenzione di numerose malattie. Un bicchiere da 160 ml di 100% Frullato Veggie Valfrutta corrisponde a 2 porzioni di frutta e verdura.

Disponibile nel canale Vending la nuova linea Valfrutta “100% Frullato Veggie” in pet da 250 ml. nella ricetta frutti di bosco, barbabietola e carota nera. La nuova referenza nasce in risposta a precise esigenze salutistiche: l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia da tempo ai consumatori di preferire alimenti con nutrienti e preziose vitamine utili per vivere bene e attuare un’efficace prevenzione, e per questo motivo raccomanda l’assunzione giornaliera di almeno 5 porzioni di frutta e verdura; l’esplosione del fenomeno Vegan e la maggior consapevolezza dei consumatori sui temi della

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Lo scorso anno il Gruppo SEM, uno dei maggiori operatori italiani nel settore dell’imbottigliamento, produzione e distribuzione di acque minerali naturali, ha rafforzato la sua leadership con l’acquisizione di Acqua Claudia, un’effervescente naturale dalle alte qualità organolettiche. Quest'anno, nell’ottica di un ulteriore rafforzamento della propria posizione nel comparto della acque minerali e dei soft drink, Gruppo SEM ha stretto una partnership con Stanic Group, il più grande operatore del settore bevande in Est Europa. L'accordo prevede la commercializzazione e la distribuzione in Italia dei succhi di frutta a marchio Juicy, un accordo ufficializzato nel corso dell’ultima edizione della fiera MARCA a Bologna. La qualità delle materie prime utilizzate, tutte naturali e senza aggiunta di zuccheri e conservanti, la varietà della gamma e dei formati che ne fanno una referenza flessibile per ciò che concerne i canali distributivi, l’alta reputazione di Stanic Group sono stati i punti di forza che hanno determinato la scelta del Gruppo SEM e lo hanno spinto a chiudere quest’importante accordo. La distribuzione in Italia delle referenze Juicy, che spaziano dai succhi in pet e brick alla classica bottiglia in vetro per il settore HoReCa, dovrebbe avvenire già nel mese di aprile.

Pai, marchio storico del Gruppo Unichips, dopo aver effettuato il restyling dei packaging di tutta la linea, ha ampliato ulteriormente la sua gamma con la creazione di due nuovi snack: nascono così Veggie pomodoro e piselli, e Veggie spinaci e ceci. Croccanti e golosi snack di patate realizzati con farine di verdure e di legumi, senza aggiunta di coloranti e conservanti, presentati in un pack che già dai suoi colori rivela l’origine genuina degli ingredienti. Veggie pomodoro e piselli: la croccantezza dello snack si sposa con un delicato mix tra il gusto morbido dei piselli e quello più deciso del pomodoro. Senza glutine e senza coloranti Veggie spinaci e ceci: delizioso snack di patate che combina il gusto sfizioso degli spinaci e dei ceci, ideale per uno spuntino goloso. Senza glutine e senza coloranti. Si tratta di una novità in linea con il percorso d’innovazione di Pai, sempre più orientato a valorizzare la materia prima, utilizzata nel rispetto dell’ambiente. La ricerca continua della qualità ha portato Pai a promuovere progetti sperimentali a sostegno dell’Agricoltura Blu, che utilizzana tecniche che consentono di risparmiare acqua, preservare l’ambiente, migliorare lo stato di salute del suolo e ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera.


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Dalla tradizione di Parmareggio nasce L’ABC della merenda dolce: una merenda gustosa, completa ed equilibrata. La merenda Parmareggio - composta dal Plumcake con Parmigiano Reggiano e un frullato 100% frutta gusto pesca - è studiata per aiutare la crescita dei ragazzi e garantire la giusta quantità di energia, carboidrati, proteine e grassi, necessari per sostenere in modo naturale e senza appesantire le attività di studio, gioco e sport. Il Plumcake Parmareggio è fonte di proteine, grazie all’esclusiva ricetta dolce che unisce le proteine del frumento alle “proteine nobili” del Parmigiano Reggiano, ricche di tutti gli amminoacidi essenziali necessari alla costruzione dei tessuti. Inoltre, la presenza significativa delle proteine migliora la capacità saziante della merenda e soddisfa maggiormente il senso di appetito. L’ABC della merenda, da portare in borsa o nello zaino, grazie alla sua pratica confezione è consigliata per uno spuntino sano, appetitoso e sempre a portata di mano.

Dalla consolidata partnership tra le aziende Parmareggio e Noberasco arriva nel mercato una nuova idea di spuntino destinata ad un target di consumatori adulti che scelgono prodotti sani per la loro pausa snack soprattutto nelle occasioni del Fuori Casa. Si chiama l’ABC dello snack ed è costituito da una barretta da 15 grammi di parmigiano reggiano e da un sacchetto mix di frutta secca da 30 grammi, a base di albicocche e zenzero a cubetti, semi di zucca e bacche di goji, ricco di antiossidanti e vitamine. La possibilità di tenere l’ABC dello snack fuori frigo fino a 4 ore ne fa uno spuntino perfetto per il consumo on-the-go.

Ferrero punta sempre di più sul prodotto principe della gamma: la Nutella. Declinata in più referenze del segmento snack, l’iconica crema spalmabile dell’azienda di Alba fa il suo ingresso nel comparto dei prodotti per la prima colazione, come golosa farcitura del tradizionale frollino, sotto il nome Nutella Biscuits. Due diversi formati: il classico sacchetto per la prima colazione e il tubo da 7 biscotti per il consumo on-the-go con tappo richiudibile. In Italia dovrebbero arrivare nelle prossime settimane sulla scorta del successo che hanno riscosso in Germania e Lussemburgo, dove sono stati lanciati all'inizio del 2018 in via sperimentale. Con questa novità Ferrero lancia nel mercato un prodotto per la colazione e per la pausa snack, diretto competitor di referenze simili firmate da brand altrettanto affermati.



Sempre più attenta al tema della sostenibilità la torrefazione campana Labcaffè srl, proprietaria del marchio Caffè Gioia, arricchisce continuamente la sua gamma di prodotti della linea Organic, implementando nuovi formati in risposta alla domanda del mercato. Quest’anno, in occasione della fiera tedesca dell'alimentazione biologica Biofach, l’azienda ha presentato l’ultima nata della linea biologica: la capsula compatibile Dolce Gusto* realizzata per offrire al mercato un caffè espresso di qualità, perfettamente erogato nelle macchine funzionanti con il sistema Dolce Gusto* e realizzato con caffè provenienti da coltivazioni rispettose dell’ambiente. * il marchio Dolce Gusto non appartiene alla Labcaffè srl né ad aziende ad essa collegate.

QB Fruit è uno snack a base di frutta prodotto e distribuito dalla Ciavolino Roma International, azienda di Ardea, in provincia di Roma, giunta alla terza generazione. La lavorazione, il confezionamento e la commercializzazione di frutta e verdura in “formati” particolari quali barrette e cubetti nasce dall’esigenza di fornire al mercato un prodotto salutare e pratico per il fuori casa, in modo da dare ai consumatori più esigenzi un’alternativa ai soliti snack. Partendo da materie prime selezionate, provenienti da una cooperativa agricola emiliana, la Ciavolino Roma International ha sviluppato QB Fruit in due versioni: barretta snack e cubetti in sacchetto. Senza zuccheri aggiunti, senza coloranti e conservanti, privi di glutine e Ogm free. Gli snack QB Fruit si presentano in un packaging bianco essenziale, dove a dominare è l’immagine del contenuto, vero protagonista di questa linea di prodotto. È, inoltre, un incarto robusto che mantiene la frutta a cubetti nelle sue condizioni ottimali, anche se sottoposto al naturale stress del consumo on-the-go. Fragola, ciliegia, pera, pesca, prugna, frutti di bosco, disidratati e arricchiti di zuccheri naturali e di fibre, sono i gusti che caratterizzano questi innovativi snack.

QB Crock è disponibile in 14 gusti diversi, tra i quali fragola, ananas, banana, barbabietola rossa, mais dolce, peperone, zucchina, carota.

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Dopo QB Fruit la Ciavolino Roma International ha lanciato QB Crock, una nuova linea di snack a base di frutta e verdura in comode monoporzioni, per il consumo on-the-go. In realtà, il canale di riferimento per l’azienda è la Grande Distribuzione Organizzata, piattaforma che potrebbe servire da intermediario per il lancio in altri canali, particolarmente ricettivi verso questa tipologia di snack, come potrebbe essere il Vending. QB Crock è uno snack salutare costituito da frutta e verdura liofilizzate a partire da materie prime di qualità che l’azienda acquista da produttori selezionati; sottoposte ad un attento processo di trasformazione effettuato con macchinari ad alta tecnologia, frutta e verdura vengono confezionate in un packaging fresco, che riporta tutte le informazioni di cui il consumatore ha bisogno. Nessuno zucchero aggiunto né conservanti, QB Crock è gluten e OGM free e dà il giusto apporto quotidiano di fibre vegetali: una confezione, del peso che oscilla dai 6 ai 15 grammi, corrisponde a circa 100 grammi di ortaggi freschi e a 120 grammi di frutta secca.



Da inizio 2018 l’azienda spagnola Cuètara sarà presente nel canale vending italiano per offrire i propri prodotti a tutti coloro che, trovandosi fuori casa, avessero voglia di acquistare al volo uno snack di elevata qualità. Cuètara è entrata nel vending italiano in partnership con Perfetti Van Melle Italia. Una scelta curata sin nei minimi dettagli, data la visione condivisa da entrambe le aziende di realizzare prodotti qualitativamente eccellenti, innovativi e sempre gratificanti per i propri consumatori. Cuètara fa parte del gruppo Adam Foods, una delle più grandi multinazionali che operano nel settore food in Spagna, che vanta più di 75 anni di esperienza. Il successo dell’azienda non è certo un caso: il gruppo offre prodotti alimentari dal gusto irresistibile e al tempo stesso dal profilo nutrizionale di elevato livello. L’azienda è, infatti, fermamente convinta che l’utilizzo di materie prime altamente selezionate sia la chiave per garantire una varietà

Red Bull ha presentato a febbraio ORGANICS, una nuova gamma premium di bevande dissetanti biologiche. ORGANICS by Red Bull è disponibile in 4 varianti: Simply Cola, Bitter Lemon, Ginger Ale e Tonic Water. I prodotti della linea ORGANICS by Red Bull non sono Energy Drink, ma Soft Drink effervescenti con un gusto unico; senza aromi e coloranti artificiali né conservanti o additivi. Le bevande ORGANICS by Red Bull contengono ingredienti di origine naturale e, in ottemperanza ai Regolamenti Europei per i prodotti biologici, rappresentano una alternativa biologica alle bibite analcoliche tradizionali e un'offerta alternativa ai benefici funzionali di Red Bull Energy Drink. Questa nuova linea di prodotti è confezionata nell’iconica lattina di alluminio Red Bull, riciclabile al 100%. La gamma ORGANICS by Red Bull è disponibile in lattine da 250 ml e sarà distribuita attraverso più canaleli di vendita.

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di gusti e consistenze interessanti. Per questo motivo, quando si parla di Cuètara, non si tratta solo di semplici snack spezzafame, ma di prodotti che offrono un vero momento di piacere a chi li consuma. Nel portafoglio vending saranno presenti snack sia dolci sia salati per accontentare tutti i palati. Primo tra tutti Krit, cracker cotti al forno dalla texuture croccante e delicata. Ci sono poi i Bocaditos, un “sandwick” di biscotti croccanti uniti da una soffice crema, disponibili con crema al limone per i palati più delicati e con crema al cioccolato per i più golosi.

Disponibile nei seguenti gusti: • ORGANICS Simply Cola con ingredienti di origine naturale, con un gusto unico, che non risulta troppo dolce. • ORGANICS Bitter Lemon con succo naturale di limone e oli di agrumi e una nota erbacea amara, derivante da estratti vegetali naturali. Presenta una caratteristica nota bitter. • ORGANICS Ginger Ale con oli naturali di zenzero e succo di limone da agricoltura biologica dall'aroma speziato. • ORGANICS Tonic Water una miscela armonica di limone e lime di origine naturale un mix di note dolci e amare.



Sempre alla ricerca di nuove idee, Dispensa Zaniboni ha lanciato la linea dei prodotti Gullon. Gallettas Gullon è tra le maggiori aziende alimentari spagnole e tra i primi biscottifici europei, con un fatturato di oltre 300 mlioni di euro. I suoi stabilimenti sono tra i più grandi e moderni d’Europa e il sito produttivo di Vida, inaugurato solo nel 2015, ha richiesto un considerevole investimento che ha permesso all’azienda di espandere la propria capacità produttiva e l’attività di esportazione. La Gullon attualmente è il biscottificio con il più ampio assortimento di prodotti e leader nel settore dei biscotti salutari, grazie a intensi investimenti nella ricerca. Nel 2017 ha ricevuto il premio per l’innovazione nel canale vending, concesso da ANEDA, l’associazione nazionale spagnola della Distribuzione Automatica.

Novità Vending

Dispensa Zaniboni con questa nuova partnership rafforza ulteriormente la propria posizione nel settore con una distribuzione di golosità e con le novità negli snack… sempre in movimento! I prodotti Gullon sono caratterizzati da un ottimo rapporto qualità/prezzo, oltre che da un packaging accattivante, perfetto per i distributori automatici e per la vendita d’impulso. Ecco i primi prodotti novità: • Cuor di Cereali biscotti di cereali integrali (avena, frumento, orzo) con pezzi di frutti rossi, ripieni di una deliziosa crema allo yogurt. Ad alto contenuto di fibra, che agevola la digestione. Conf. da 44g; • Twins biscotti al cacao con farcitura di crema alla vaniglia ricoperti con golosissimo cioccolato al latte. Conf. da 42g; • Twins biscotti al cacao farciti con crema alla vaniglia, molto simili ai classici Oreo. Conf. da 44g; • Vital Day galletta di riso integrale con cioccolato fondente. Un mix dolce e salato, uno snack leggero e gustoso nello stesso tempo. Conf. da 26,3g. E tante altre novità arriveranno ancora..

Il segmento delle acque aromatizzate in Italia non è mai decollato, al contrario degli Stati Uniti dove sin dagli anni ’90 gli scaffali dei supermercati (e i frigoriferi degli americani) sono invasi da bottiglie di acqua dai gusti più disparati. Cogliendo questa tendenza di consumo, Pepsi Cola ha lanciato nelle scorse settimane Bubly, una linea di lattine di acqua aromatizzata, che ha debuttato ufficialmente in occasione della Notte degli Oscar del 4 marzo, protagonista di spot pubblicitari che hanno intervallato i momenti salienti della tanto attesa consegna delle statuette. Bubly è un prodotto studiato per un preciso target, quello dei Millennials: la grafica delle lattine e le espressioni slang stampate sulle linguette di apertura che nascondono frasi ironiche come “Love at first phssst” e “I feel like I can be open around you”, richiamano proprio questa fascia di consumatori. Otto i gusti - lime, pompelmo, fragola, limone, arancia, mela, mango e ciliegia - disponibili sia in lattina che in bottiglia, tutti naturali, senza aromi aggiunti e a zero calorie. Le berremo anche in Italia?

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Forno Damiani firma la nuova linea Biologica “Premium” con il brand BIOSNACK. Le Schiacciatelle sono arricchite da curcuma e zenzero e con stuzzicanti semi di zucca e girasole, �I Semi della Salute”. Sapore straordinariamente unico e pack da 35 gr. I Taralli ai cereali con farro e grano saraceno “Fonte di Fibre”, sono arricchiti dai semi di lino e finocchio, “I Semi della Salute”, che conferiscono al prodotto una gradevolezza straordinaria, un sapore originale e stuzzicante tanto che... uno tira l’altro!. I taralli ai cereali non contengono solfiti né lievito sono certificati iVegan e Halal. Pack da 40 gr. I BIOSNACK della nuova linea Biologica "Premium" di Forno Damiani sono adatti ad una dieta vegana e Halal...e “fanno pure bene!”.

L’attenzione speciale che il brand Sant’Anna riserva da sempre ai bisogni dei suoi consumatori è confermata da una nuova iniziativa, pensata per rispondere a nuove occasioni di consumo. I gusti più apprezzati della gamma SanThé Sant’Anna, che unisce le benefiche virtù della frutta alle proprietà energizzanti e purificanti del thé - Melograno, Mirtillo, Limone-Zenzero e Cocco-Curcuma - a meno di un anno dal debutto in bicchierino, sono disponibili anche nella nuova bottiglia in Pet da mezzo litro. Ergonomica e di facile presa, la nuova bottiglia si può portare sempre con sé e tenere in mano anche in movimento, durante lo svolgimento del proprio programma di fitness, corse e camminate. Il nuovo packaging esalta al massimo la trasparenza, per lasciare che sia la qualità del prodotto a parlare, attraverso la purezza del suo ingrediente principale, l’acqua Sant’Anna, straordinariamente leggera, e le caratteristiche specifiche degli ingredienti selezionati per le diverse ricette. La forma ergonomica si è rivelata negli ultimi tempi un fattore di successo importante per numerosi prodotti del brand, che ha deciso di continuare ad investire sullo sviluppo di nuovi formati per soddisfare esigenze di consumo sempre diverse, con la stessa qualità di sempre. Oltre ai nuovi formati dei 4 gusti di the freddo, debuttano anche le nuove mini bottiglie di the deteinato al limone e alla pesca con tappo ThumbUp, dedicate in particolare ai bambini. Anche in questo caso la bottiglia ha una forma che facilita agevolmente l’impugnatura da parte del bambino, seguendo il successo riscosso dalla bottiglia Sant’Anna “La Baby”, l’acqua minerale da 0,25 l che ormai tutte le mamme portano in borsetta, nella borsa del cambio o nel passeggino. Si amplia così l’offerta trasversale di prodotti per questo target specifico, con la garanzia di qualità di sempre del brand Sant’Anna e ricettazioni senza coloranti, conservanti né glutine. Le nuove referenze fanno parte dell’importante piano di rilancio previsto nel 2018 per SanThé Sant’Anna, che prevede - oltre ad un’importante campagna pubblicitaria anche l’integrazione sempre più sinergica della gamma del the freddo con il brand leader dell’acqua minerale. Uno dei valori fondamentali della gamma SanThé Sant’Anna, trasversale a tutti i formati, è infatti l’altissima qualità di ogni singola referenza, prodotta con il metodo tradizio-

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nale dell’infusione in acqua minerale Sant’Anna. Alla base dell’offerta c’è infatti un ingrediente speciale che nessun altro brand del beverage può vantare: l’acqua che sgorga dalle sorgenti che sovrastano il comune di Vinadio, nel cuore delle Alpi Marittime, un’acqua apprezzata da secoli per le sue caratteristiche organolettiche di leggerezza (solo 22mg/l di residuo fisso) e per il suo basso tenore di sodio (1,5 mg/l), che la rendono particolarmente adatta all’alimentazione dei bambini e, in generale, a chi preferisce o ha bisogno di un’alimentazione leggera e povera di sodio.



Le proprietà dell’Aloe Vera sono sempre più apprezzate dai consumatori, soprattutto da coloro che pongono particolare attenzione al proprio benessere psico-fisico e sono attenti alla qualità della propria alimentazione. Proprio inserendosi in questa nicchia di mercato che, date le proporzioni assunte negli ultimi anni tale più non è, la Fe.Mo. srl ha ampliato la gamma di bevande a base di Aloe Vera con formati dedicati al canale Vending e al consumo on-the-go. Aluna Aloe Vera Drink, distribuito in Italia da Fe.mo., è disponibile nel formato da 350 ml. idoneo al canale. Con il 30% di aloe vera, è una bevanda ricca di sostanze nutritive che concentra in una bottiglia dal packaging invitante, tutte le proprietà della pianta: azione depurativa

e detossinante; miglioramento del sistema immunitario, dell’attività digestiva ed intestinale; antinfiammatorio; idratante per la pelle; energizzante, fonte di amminoacidi. Aluna Aloe Vera è disponibile in 4 varianti di gusto: naturale, al mango, al tè verde e al melograno. Particolare, inoltre, il formato pocket da 280 ml. di Alove Aloe Vera, ideale per portare sempre con sé una bevanda rinfrescante che è una vera e propria sferzata di benessere. Aluna Aloe Vera e Alove Aloe Vera rispondono perfettamente alla mission che la Fe.Mo. srl si è posta sin dal suo nascere nel 2010: soddisfare le esigenze della sua clientela tramite una ricerca continua ed attenta di alimenti e bevande innovativi, naturali o semplicemente gustosi, che distribuisce in tutti i canali del Food.

SUCCO DI ARANCE. LA PERCENTUALE DELLA FRUTTA SALE DAL 12 AL 20% È entrata in vigore il 6 marzo la legge nazionale che innalza dal 12 al 20% la percentuale di succo d’arancia contenuto in tutte le bibite all’agrume. Dopo 60 anni si potrà così dire stop alle bibite con basse percentuali di frutta, migliorando obbligatoriamente la qualità delle bevande offerte ai consumatori e tutelandone la salute. Il provvedimento ha l'obiettivo di promuovere stili alimentari corretti, prevenire malattie come obesità e diabete e infine scoraggiare le aziende del comparto beverage ad utilizzare aromi artificiali e zucchero. Questi ultimi sono spesso un espediente che i produttori usano per migliorare il gusto di prodotti realizzati con materie prime di scarsa qualità. Coldiretti sottolinea come la nuova normativa sia un traguardo oltre che per i consumatori anche per i produttori: “Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta. Una situazione che alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al rispetto delle regole.” Ora, per Coldiretti, resta un ultimo traguardo da raggiungere: rendere obbligatoria in etichetta l’indicazione

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dell’origine della frutta utilizzata, per evitare che succhi realizzati con materia prima non italiana vengano spacciati per prodotti nostrani. Il provvedimento è stato accolto con soddisfazione anche dal Distretto di Agrumi di Sicilia - consorzio che riunisce varie realtà produttive al fine di valorizzare gli agrumi della Regione - anche se per i produttori del settore si tratta di percentuali ancora troppo basse. Il Distretto si batte dal 2014 per l’innalzamento della percentuale di arance nelle bibite, che avrebbe un forte impatto sull’economia della zona: si stima, infatti, che l'attuale aumento si traduca in 200 milioni di chili in più di arance all’anno da rivendere alle industrie. Il Distretto Agrumi di Sicilia rispetto a questo nuovo traguardo ha comunque ancora qualche perplessità: in linea con quanto già dichiarato da Coldiretti, fa notare che senza l’obbligo di indicazione della provenienza della materia prima si rischia di gettare solo fumo negli occhi dei consumatori. Anche per il Consorzio è necessario ora fare un nuovo passo avanti nella legislazione per imporre seri controlli nella fase produttiva e creare terreno fertile per la stipula di accordi tra produttori e industriali al fine di monitorare l’intera filiera e tutelare così effettivamente e totalmente il lavoro delle aziende agricole siciliane.



LEGALE IN ITALIA LA CANNABIS LIGHT

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LEGGE N° 242 DEL 2 DICEMBRE 2016

ll’inizio del 1900 in Italia si coltivavano più di 100.000 ettari di canapa, destinata soprattutto all’industria tessile. La guerra e successivamente l’arrivo dall’America di fibre sintetiche più economiche, insieme alla complessità tecnica di questo tipo di coltivazione, hanno portato il nostro Paese ad abbandonare i campi di canapa da fibra. La cattiva informazione e le normative antidroga hanno fatto il resto e l’Italia è uscita da una filiera agricola che avrebbe potuto portare risultati eccellenti. Dopo 50 anni, la coltivazione della canapa sativa ha preso nuovo vigore sotto la spinta della Legge n° 242 del 2 dicembre 2016, che ha legalizzato un certo tipo di canapa con l’obiettivo di migliorare la qualità dei nostri terreni. Non tutti sanno, infatti, che la canapa è un prodotto della terra, la cui coltivazione presenta molteplici aspetti positivi da un punto di vista ambientale. Esaminiamone i principali. Tutta la filiera produttiva della canapa è Carbon Footprint negativa, ossia cattura più CO₂ dall’ambiente di quanto ne venga immesso (1 tonnellata di canapa cattura 325 Kg. di CO₂); la canapa viene utilizzata nell’edilizia per la produzione di mattoni di calce che, usati nelle costruzioni, fanno abbassare i consumi energetici e, se distrutti, possono essere riutilizzati; gli idrocarburi della canapa vengono usati nell’industria chimica per la pro-

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duzione di bio massa, come bio carburanti e bio diesel, il che riduce il consumo di combustibili fossili; la canapa viene inoltre utilizzata nell’industria delle bio plastiche: la bio plastica derivata dalla canapa, oltre ad essere più performante ed economica rispetto a quella prodotta dall’industria petrolchimica, è completamente biodegradabile; la coltivazione della canapa contribuisce al miglioramento della fertilità dei suoli (fito bonifica), contrastando in questo modo la deforestazione e la desertificazione. Autorevoli studi dimostrano che la coltivazione della canapa compie un lavoro di fito mediazione, ovvero attraverso le radici estrae dal terreno componenti organici e inquinanti come i metalli pesanti, tant’è vero che è stata applicata per decontaminare terreni compromessi come quelli intorno all’area di Chernobyl o, per restare più vicino a noi, la Terra dei Fuochi campana. Infine, coltivare canapa richiede minor uso di pesticidi, fitofarmaci e diserbanti, nonché di acqua per l’irrigazione. Ciò nonostante, il nostro Paese ha visto una progressiva riduzione dei terreni coltivati a canapa sativa (industriale), ma grazie alla Legge n° 242 del 2 dicembre 2016, pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrata in vigore il 14 gennaio 2017, negli ultimi due anni si sta assistendo ad un’inversione di marcia rispetto a quanto accaduto nel ‘900 e a una


crescita esponenziale da nord a sud della penisola di aree dedicate alla sua coltivazione. Come accennato, la finalità della legge è di sostenere e promuovere la coltivazione e la filiera della cannabis sativa per migliorare la salute dei nostri suoli. La legge precisa che le specie di canapa ammesse sono quelle riportate nel Catalogo delle Specie Agricole approvato dalla Comunità Europea e nulla ha a che vedere col Testo Unico delle Leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope. Quale tipologia di canapa sativa è dunque ammessa dalla Legge? La cosiddetta cannabis legale deve presentare una percentuale della sostanza psicotropa, il THC (tetraidrocannabinolo), inferiore allo 0,2%, un tetto massimo che non può essere superato da chi la rivende, ma più elastico per l’agricoltore che se ad un controllo risultasse produttore di cannabis con THC superiore a tale soglia (e comunque fino a un tetto massimo dello 0,6%), non è perseguibile. Questa percentuale di THC fa sì che la canapa non abbia effetti “da sballo” quanto piuttosto un effetto calmante e rilassante, grazie alla presenza del cannabidiolo (CBD), un elemento non psicoattivo, ma con potere antinfiammatorio, antidolorifico, sedativo e antipsicotico. L’approvazione di un quadro legislativo e gli incentivi messi a disposizione degli agricoltori hanno dato impulso ad una nuova “via del commercio”, facendo esplodere in Italia un fenomeno ritenuto possibile solo in alcuni Paesi europei ed extra europei. Nel giro di pochi mesi sono nati circa 500 growshop, negozi specializzati in cui la canapa legale è venduta sotto

varie forme: dall’erba tal quale alle creme, dai libri agli abiti, dalle merendine ai kit per la coltivazione “fai da te”. L’ampliamento della gamma di referenze a base di cannabis vendibili è avvenuto perché, come tutte le leggi, anche quella sulla cannabis legale presenta delle zone d’ombra, prima fra tutte la poca chiarezza circa la destinazione d’uso: la dicitura sulle etichette per ciò che concerne l’impiego è un vago “uso tecnico”. Fatto sta che sono sempre di più i consumatori che si rivolgono ai growshop per approvvigionarsi di erba legale prevalentemente da rullare e fumare. Il target non è certo quello dei ragazzi in cerca di sballo, visto che qui non ne troverebbero, ma gli adulti dai 30 anni in su che della cannabis apprezzano soprattutto gli effetti rilassanti o la vedono come un modo per tenersi lontano e magari abbandonare il fumo di tabacco.


Alcuni imprenditori lungimiranti hanno fiutato subito il business che poteva aprirsi una volta fatta la legge e hanno costituito società che, dopo pochi mesi di attività, hanno raggiunto cifre di fatturato interessanti: una su tutte l’azienda di Parma Easy Joint che per lo scorso esercizio ha dichiarato un utile superiore al milione di euro. In totale, il giro d’affari di quanti si sono lanciati in questo nuovo business sembra abbia superato i 40 milioni di euro.

Il Vending, sempre pronto a cogliere i trend di mercato, ha captato le potenzialità del prodotto, inserendosi nel segmento con distributori automatici che, soprattutto a Nord, si stanno moltiplicando sotto forma di vetrina aggiuntiva di alcune attività, come le tabaccherie. In queste macchine, oltre a reperire in maniera discreta la cannabis legale, il consumatore può trovare anche gli accessori che ne permettono l’uso, così come altri prodotti per lo più di tipo alimentare.

Per approfondire gli aspetti di questo nascente e particolarissimo segmento della Distribuzione Automatica abbiamo intervistato Vincenzo Palumbo, titolare della Eurosystem, azienda produttrice di distributori automatici che si è lanciata in questo nuovo business.

L

ei ha alle spalle un certo bagaglio di esperienza nella Distribuzione Automatica, in cui è presente da molti anni. Come mai ha deciso di dedicarsi alla produzione di vending machine di cannabis legale? Da oltre 4 anni, con il progetto Easy Vending mi sono posto l’obiettivo di realizzare una tipologia di distributore automatico che possa rappresentare un ampliamento del business degli esercizi commerciali tradizionali. Mi spiego meglio: insieme alla vendita al banco, il negoziante può affidarsi alla vending machine per aumentare gli incassi grazie ad una vetrina aperta h24 o che lo supporti nel momenti di maggiore affluenza. Chi ha fretta, ad esempio, può prendere al volo una bottiglia d’acqua, piuttosto che un pacchetto di chewing gum, senza dover attendere. Il boom della canapa legale mi ha dato l’idea: allargare la sfera delle referenze vendibili nel distributore automatico ai prodotti a base di cannabis light da una parte coadiuva il commerciante semmai negli orari in cui il negozio è chiuso, dall’altra risponde a quell’esigenza di discrezione spesso richiesta nell’acquisto di prodotti particolari, intorno ai quali aleggia qualche pregiudizio. Pensiamo a quello che è accaduto con i Sexy Shop… Il vostro obiettivo rientra nel concetto che un distributore automatico possa erogare qualsiasi tipo di prodotto. Non crede, però, che la vendita di cannabis, seppure light, sia più impegnativa? Pone altre questioni, come quella dei minori? Certamente. Proprio per questo motivo abbiamo predisposto nei nostri distributori un lettore di tessera sanitaria che attesta la maggiore età, sebbene ciò non sia specificamente richiesto dalla legge. Comprendiamo bene che in Italia siamo ancora impreparati rispetto a certi argomenti e ci muoviamo con cautela, nel rispetto dei principi etici di tutti.

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Quali modelli realizzate e quale tipo di locazione sono destinati? Per il momento disponiamo di due modelli: Easy Vending EP03 che è un distributore da banco della capacità di 40 unità e Easy Vending EP04, che è un distributore a colonna che può contenere fino a 140 pezzi. Le nostre macchine sono destinate a tutti gli esercizi commerciali visto che, al di là della cannabis, le nostre macchine sono in grado di erogare qualsiasi prodotto. Infatti, il progetto Easy Vending nasce dall’idea di portare le vending machine in un nuovo mercato che, a nostro avviso, nessuno ha mai pensato di coprire e che è al momento un campo aperto per chi vuole ancora investire. Intendo dire all'interno dei locali commerciali e ci siamo mossi in questo senso verificando



Al momento siete produttori e anche gestori delle cannabis vending machine. Quali prodotti erogano? Non siamo produttori di cannabis ma, dopo una ricerca commerciale abbiamo deciso chiudere una joint venture con l'azienda CANNABE che ci fornirà i suoi prodotti con una linea esclusiva per noi.

quello che poteva essere il riscontro con i gestori di bar, tabaccherie e del circuito dell’ Ho.Re.Ca. Gli operatori del Vending ci hanno incitato a realizzare la nuova linea Easy Vending: distributori di piccola dimensione ma ad alta tecnologia. Quali sistemi di pagamento sono contemplati? Praticamente tutti. Oltre agli accettatori di monete e ai lettori di banconote, le nostre macchine sono predisposte per il pagamento con carte di credito e stiamo sviluppando una App che renderà ancora più facile acquistare dai nostri distributori. La cannabis light è un prodotto come qualsiasi altro erogato da un distributore automatico e, come tale, deve rispondere all’obbligo della certificazione dei corrispettivi. L’avete previsto? Le nostre macchine sono equipaggiate di sistema di rilevazione dei dati di vendita e quindi dei corrispettivi da inviare all’Agenzia delle Entrate. Pertanto, sono assolutamente in regola con le richieste del legislatore.

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Nel vending si parla tanto di qualità. È un concetto applicabile alla cannabis light? Il nostro Paese ha una capacità di eccellere invidiabile. La cannabis industriale prodotta nei nostri campi è per lo più di ottima qualità e lo è anche e soprattutto la filiera che si occupa della selezione delle infiorescenze e della loro lavorazione prima della messa in commercio. È un lavoro di pulizia e rifinitura che viene svolto per lo più manualmente e con cura certosina. Immagini quanto lavoro e quanta attenzione occorre prestare per pulire le infiorescenze dai semi e offrire al consumatore un prodotto sicuro da ogni punto di vista. Pensi che le statistiche dicono che in Italia si fuma la peggior marijuana illegale, un mercato a cui si rivolgono anche coloro che non cercano lo sballo ma relax. Oggi possono accedere a prodotti di qualità, in maniera sicura e soprattutto legale, senza dover ricorrere ai circuiti dello spaccio. Alla luce di quel che ha detto, ritiene che la cannabis prodotta in Italia possa diventare un’eccellenza del made in Italy? Sicuramente sì! Sono certo che riusciremo a prendere quote di mercato anche all’estero dove Paesi come la Francia e la Germania la fanno da padroni. Loro hanno il vantaggio di non aver mai abbandonato la coltivazione della canapa; noi ricominciamo adesso ma in un contesto diverso, fatto di riconosciute capacità tecniche e imprenditoriali di tutta la filiera e di una legge che ci viene in supporto. Come intendete commercializzare e distribuire le vostre macchine? Per il momento vogliamo gestire direttamente la distribuzione delle nostre macchine. Successivamente, valuteremo



altre strade che potrebbero essere la creazione di una rete vendita o la partnership con distributori dei vari canali. Ci illustra quali sono i vantaggi per un gestore o per l’esercizio commerciale che volesse lanciarsi in questa nicchia di mercato? Non è un caso che abbiamo chiamato il nostro progetto Easy Vending, termine col quale intendiamo anche una facile collocazione nel locali visto che l'installazione è semplice. Nessun bando di gara a cui partecipare e nessun investimento in attrezzature come furgoni per il trasporto. Basta un semplice "ok" da parte del gestore. In più si può usufruire dell’agevolazione dell’iperammortamento che lo Stato dà e che, nel nostro caso, si estende all'intero costo della macchina. In quale occasione pensate di presentare ufficialmente la vostra novità? Contiamo di incontrare il mondo del Vending a giugno in occasione di Venditalia, dove stiamo valutando la nostra presenza con uno stand che sicuramente attrarrà i visitatori, non foss’altro che per la particolarità dei prodotti.

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PER TUTTE LE INFO SUI DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI CANNABIS LEGALE E SUI RELATIVI PRODOTTI DI CONSUMO



Alfredo, Alessio, Andrea e Alex fondatori di In Time Link

L’APP DI PAGAMENTO DI TUTTI I GESTORI

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he il mondo dei pagamenti sia cambiato e stia cambiando ad una velocità mai vista prima, è un dato di fatto. Il crescente diffondersi di moderne modalità di acquisto, utilizzate soprattutto in canali distributivi non convenzionali, costringe le imprese ad adeguare gli asset del proprio business alla nuova realtà: non farlo significherebbe perdere terreno e quindi quote di mercato. L’adeguamento diventa pertanto imprescindibile, soprattutto in un canale di vendita come la Distribuzione Automatica che è forse quello che negli ultimi anni è stato maggiormente investito dalle nuove tecnologie. Senza addentrarsi troppo nel merito della questione, vale la pena sottolineare almeno tre elementi: la crescente diffusione dei pagamenti cashless, il numero sempre maggiore di distributori automatici nel nostro Paese, l’uso di essi da parte dei più giovani che preferiscono effettuare pagamenti via mobile piuttosto che col contante. L’esigenza di rispondere con macchine smart, che avessero a bordo soluzioni cashless via mobile, ha portato i produttori di sistemi di pagamento destinati al Vending a lavorare soprattutto nell’individuare soluzioni come le app, che mettono insieme connessione alla rete e mobile. Tra le proposte offerte dal mercato vi è In Time Link, una

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soluzione di pagamento cashless che diventa un’opportunità di crescita per l’impresa che l’utilizza a bordo delle sue macchine. L'app, inoltre, attraverso una serie di benefit, fidelizza i clienti e li invoglia a tornare a consumare da “quella” vending machine. A progettarla e realizzarla, l’omonima In Time Link Srl, una giovane società con base nel cuore di Roma. Per approfondire tutti i dettagli di questo innovativo sistema di pagamento, incontriamo i 4 fondatori, il cosiddetto A-Team: Alfredo, Alessio, Andrea e Alex. Partiamo con una domanda a bruciapelo: cosa differenzia In Time Link dalle altre app di pagamento per la D.A. già presenti sul mercato? Noi non offriamo solo un sistema di pagamento cashless: evolviamo l’esperienza d’acquisto dell’utente e portiamo il rapporto gestore-consumatore su un livello più alto. E lo facciamo usando lo stesso approccio di Whatsapp. Quando arrivò sul mercato, non era l’unica app di messaggistica, altri sistemi erano diffusi da tempo, eppure ha spiazzato la “concorrenza” diventando in tempi più recenti anche un perfetto sostituto delle email nell’ambiente di lavoro e lo strumento più veloce per scambiarsi foto e video


con gli amici. Come ci son riusciti? Hanno avuto l’esperienza e le capacità di evolversi in un segmento di mercato in enorme crescita, il mobile, e lo hanno fatto rendendosi compatibili su più modelli di telefono possibili, e trovando appeal proprio nelle nuove generazioni. Noi abbiamo le risorse, l’esperienza, le competenze e il focus giusto per creare un sistema di pagamento per la D.A. compatibile su più modelli di vending, facile da usare per l’utente finale, incentrato sull’esperienza mobile, e nettamente meno costoso grazie all’utilizzo di tecnologie recenti e open source. Senza contare che abbiamo alle spalle l’acceleratore per startup LUISS ENLABS, l'holding di partecipazioni LVenture Group, investitori con background nel banking e nell’hitech che hanno creduto e continuano a credere in noi e nel nostro progetto. Ringraziamo loro, e anche i nostri early adopters, OrangeTime e Aromatika, che per primi hanno visto nel nostro progetto qualcosa di speciale.

L’utente davanti al distributore apre l’app In Time Link e grazie al Bluetooth attivo vede sullo smartphone le vending machine abilitate all’acquisto via app. Da qui in poi, basteranno 3 semplici passaggi per avere il suo caffè: 1) selezionare la vending machine desiderata, 2) pagare tramite app, 3) selezionare il prodotto dal distributore automatico. Se l’utente usa per la prima volta l’app, gli verrà chiesto all’inizio di autenticarsi e inserire le carte di pagamento preferite per effettuare gli acquisti. È un processo che richiede massimo 5 minuti, che l’utente dovrà fare una sola volta. E non è necessario fare alcuna ricarica ad un wallet.

Andiamo allora in dettaglio. Quanto è complicata la configurazione della macchina affinché possa accettare il pagamento via In Time Link? La scheda elettronica di In Time Link comunica direttamente come un qualsiasi altro device MDB. Bastano 15 minuti per configurare e rendere smart qualsiasi tipo di distributore automatico, recente e non. I nostri processi di R&D e testing sono sufficientemente veloci da permetterci di rendere la nostra app funzionante con nuovi Master di pagamento e modelli di vending in tempi davvero brevi. La scheda da installare nel distributore è collegata in Rete tramite il wi-fi del luogo, cavo ethernet, oppure usando una connessione 3G o LTE. Quindi il vostro sistema deve essere necessariamente collegato ad internet per funzionare? Un sistema di pagamento cashless non connesso a internet non sarebbe troppo differente da una chiavetta elettronica. Noi offriamo un sistema di pagamento e una piattaforma di raccolta dati che non avrebbe ragion d’esistere senza il sistema Cloud che gestisce le transazioni cashless. Spiegateci come avviene la transazione vera e propria. Vado alla macchina per prendere un caffè e… cosa faccio?

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e modelli di macchine, ma significa anche che l’app per effettuare gli acquisti è sempre la stessa: potenzialmente, il consumatore finale può utilizzarla ovunque vi sia installato In Time Link, su un distributore di caffè a Roma, su uno di snack a Milano, e in una lavanderia a Venezia.

Riguardo la privacy, che è un tema sempre delicato: i miei dati dove vanno a finire? Come posso sapere se sono sufficientemente protetti? Tutta la nostra tecnologia è sviluppata su una moderna infrastruttura Cloud che garantisce la protezione delle transazioni e dei dati degli utenti, mai esposti a copia o divulgazione, grazie all’utilizzo dei più elevati standard di sicurezza informatica. Il processo di autenticazione dell’utente nell’app avviene in maniera ultra rapida tramite login con Google e Facebook, evitando così un lungo processo di registrazione e verifica via email o sms. I dati sensibili riguardanti le carte di credito, invece, sono completamente gestiti e preservati dal nostro partner bancario. Al gestore quali vantaggi offre la vostra soluzione? I vantaggi per il gestore sono molteplici poiché la piattaforma permette di acquistare senza il vincolo del contante, anche per beni dal valore d’acquisto più alto; di gestire iniziative promozionali e di marketing; rispondere efficacemente alle richieste di assistenza inviate dai clienti tramite app; ridurre l’uso del denaro contante. Convertire il transato in cashless può essere di grande aiuto per il mondo del Vending, se non altro perché fa risparmiare anche nei tempi di raccolta, trasporto e conteggio di decine di migliaia di monetine, riducendo anche il rischio di perdita economica in caso di furti. Ma il cuore del nostro essere multi-gestore non è solo quello di essere compatibili con il maggior numero di marche

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Condividete col gestore anche la risoluzione di problematiche relative alla vendita? Il miglioramento della customer experience nel Vending inizia dal lato utente, ma non è sufficiente se anche il gestore non è messo in condizioni di risolvere questi problemi. Grazie alla nostra Dashboard il gestore, oltre a monitorare da remoto le transazioni, analizzare le performance delle sue macchine ed attivare gli strumenti di marketing a disposizione, può gestire le richieste d’assistenza inviate tramite app dagli utenti. Quali costi deve affrontare un gestore per dotare il suo parco macchine della vostra soluzione di pagamento? Premettiamo che, come qualsiasi periferica cashless, In Time Link comunica con il Master di pagamento e quindi permette la registrazione e l’invio dei corrispettivi senza alcun problema. Il pricing è semplice: un costo fisso per la scheda elettronica da installare nel distributore e solo una commissione percentuale sul transato totale. Nel nostro fee sono incluse anche le commissioni bancarie, e non abbiamo abbonamenti. Perché pagare continuamente un servizio se non lo si usa? Con quale promessa volete lasciare i gestori che ci stanno leggendo? Negli ultimi mesi abbiamo parlato con parecchi gestori e produttori del Vending, e molti di loro si sono dimostrati dei veri innovatori. La voglia di rinnovare c’è e si percepisce. Ovviamente, i dubbi persistono perché il cambiamento per essere efficace deve essere di settore, ma come sempre si deve partire dalle singole realtà. L’associazione CONFIDA sta dimostrando di fare passi verso la giusta direzione e noi, come realtà giovane e innovativa, possiamo davvero dare la spinta alle singole realtà verso questo aspetto del business che sta già cambiando.



ACRILAMMIDE. ENTRA IN VIGORE IL REGOLAMENTO (UE) 2017/2158 L'acrilammide è un composto organico a basso peso molecolare, altamente solubile in acqua, che si forma a partire dai costituenti asparagina e zuccheri naturalmente presenti in determinati alimenti preparati a temperature normalmente superiori a 120 °C e con un basso grado di umidità. L'acrilammide si forma prevalentemente negli alimenti ricchi di carboidrati cotti al forno o fritti, costituiti da materie prime che contengono i suoi precursori, come i cereali, le patate e i chicchi di caffè. Essendo un contaminante costituisce un pericolo chimico nella catena alimentare.

E

ntra in vigore l’11 aprile 2018 il Regolamento (UE) 2017/2158, pubblicato il 20 novembre 2017 nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, che si pone l’obiettivo di porre misure e limitazioni ai livelli di acrilammide, presente in molti alimenti e considerata agente pericoloso per la salute dei consumatori. Tra i comparti del settore alimentare toccati dal nuovo regolamento comunitario segnaliamo l'industria del caffè, quella delle patatine (chips) e dei prodotti da forno fini.

A seguito di una serie di controlli effettuati su alcune categorie di alimenti in ambito comunitario si è evidenziata la presenza di un livello di acrilammide molto più alto rispetto ad altri prodotti della stessa categoria. La Commissione europea ha quindi invitato le autorità competenti degli Stati Membri ad effettuare indagini sui metodi di produzione e di trasformazione utilizzati dagli operatori del set-

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tore alimentare, per verificare il tenore di acrilammide della loro produzione. Indagini che hanno dato conferma a quanto già si era evidenziato. Allo stesso tempo e sulla base di studi effettuati sugli animali, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha confermato le conclusioni delle precedenti valutazioni, ribadendo che l'acrilammide negli alimenti può aumentare il rischio per i consumatori di tutte le fasce di età di sviluppare un cancro. Ciò ha portato ad una rivalutazione degli attuali livelli di acrilammide e alla necessità di una riduzione della sua presenza nei prodotti alimentari costituiti da materie prime che contengono i suoi precursori. Tale riduzione si può ottenere attuando buone pratiche in materia di igiene e applicando procedure basate sui principi dell'analisi dei pericoli e punti critici di controllo (procedure HACCP).


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Gli operatori del settore alimentare devono, pertanto, seguire le procedure necessarie a raggiungere i livelli di acrilammide fissati dal regolamento e ricorrere a campionatura e analisi per mantenere i loro risultati. Inoltre, al fine di verificare la conformità con i livelli di riferimento, devono accertarsi dell'efficacia delle misure di attenuazione prese mediante campionatura ed analisi.

È pertanto opportuno che nelle misure di attenuazione si individuino le fasi della trasformazione degli alimenti durante le quali si potrebbe formare acrilammide e che si illustrino quali interventi si andranno ad applicare per ridurre il tenore di acrilammide nei suddetti prodotti alimentari. L'efficacia delle misure di attenuazione nel ridurre il tenore di acrilammide dovrebbe essere verificata mediante campionatura e analisi. Per quanto riguarda la campionatura, si dovrebbero stabilire prescrizioni relative ad analisi e frequenza al fine di garantire che i risultati analitici ottenuti siano rappresentativi della loro produzione. Gli operatori del settore alimentare dei prodotti rientranti nel campo di applicazione del regolamento e che svolgono attività di vendita al dettaglio, e/o riforniscono direttamente solo esercizi locali di vendita al dettaglio, sono esonerati dall'obbligo di campionare e analizzare la loro produzione per accertare la presenza di acrilammide, dato che un tale obbligo imporrebbe un onere sproporzionato alla loro attività. Oltre alla campionatura e all'analisi effettuate dagli operatori del settore, il regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio impone agli Stati membri di eseguire periodicamente controlli ufficiali, intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di alimenti.

In caso di superamento dei livelli di riferimento gli operatori del settore alimentare devono riesaminare le misure di attenuazione applicate e adeguare i processi e i controlli, al fine di raggiungere i livelli di acrilammide più bassi che si possano ragionevolmente ottenere, inferiori ai livelli di riferimento.

Prodotti da forno fini Nel processo di fabbricazione gli operatori del settore alimentare devono prendere in considerazione la possibilità di ridurre o sostituire completamente o parzialmente il bicarbonato di ammonio con agenti lievitanti alternativi quali, ad esempio, il bicarbonato di sodio e acidificanti, oppure il bicarbonato di sodio e i difosfati di sodio con acidi organici o relative varianti potassiche. Nel fare ciò gli operatori del settore alimentare devono garantire che l'uso di tali agenti lievitanti alternativi non comporti cambiamenti delle proprietà organolettiche (sapore, aspetto, consistenza ecc.) né aumenti il tenore complessivo di sodio che influisce sull'identità del prodotto e sull'accettazione da parte dei consumatori. Nei prodotti la cui progettazione lo consente, gli operatori del settore alimentare devono sostituire il fruttosio o gli ingredienti che lo contengono, quali sciroppi e miele, con glucosio o zuccheri non riducenti quali saccarosio. Devono inoltre verificare se sia possibile sostituire parzialmente la farina di frumento con altre farine di cereali, ad esempio riso, tenendo conto del fatto che qualsiasi cambiamento avrà un impatto sul processo di cottura e sulle caratteristiche organolettiche dei prodotti.



Nella fase di lavorazione dei prodotti da forno fini, gli operatori del settore alimentare devono applicare il calore ad una temperatura e durante un tempo che consentono di ridurre con maggiore efficacia la formazione di acrilammide, ottenendo nel contempo le caratteristiche previste del prodotto; aumentare il tenore di umidità del prodotto finale al fine di conseguire l'obiettivo stabilito di qualità dei prodotti, garantire la durata di conservazione richiesta e rispettare le norme di sicurezza alimentare. Per tutti i dettagli e la tabella di riferimento dei livelli di acrilammide consentiti dal nuovo Regolamento consulta la Gazzetta ufficiale dell'UE L 304/24 del 21/11/2017.

Il Caffè In relazione alla composizione delle miscele di caffè gli operatori del settore alimentare, nella valutazione del rischio, devono tener conto del fatto che i prodotti a base di chicchi Robusta presentano tendenzialmente tenori di acrilammide più elevati rispetto ai prodotti a base di chicchi della varietà Arabica. Pertanto, nella fase di lavorazione, devono individuare le condizioni di torrefazione critiche, al fine di ridurre al minimo la formazione di acrilammide, esaminando l’eventualità di ricorrere all'utilizzo dell'asparaginasi, efficace nel ridurre la presenza di acrilammide. Tutto ciò nel rispetto del profilo aromatico della tipologia di caffè lavorata.



31%

GLI INSETTI PIÙ CONSUMATI NEL MONDO

ALTRI

5%

SLOVAKIA

2% 18% 3% 3%

14% 13%

10%

SIAMO PRONTI PER IL "NOVEL FOOD"?

D

al 1° gennaio 2018 è in vigore il Regolamento europeo 2283/2015 sui nuovi alimenti o “novel food”, che permette di fatto la produzione e la commercializzazione nei Paesi dell’Unione Europea di tutta una serie di alimenti e ingredienti già consumati da decenni in altri Paesi fuori della Comunità. Da una parte il regolamento amplia la gamma degli alimenti commestibili, intervenendo positivamente su questioni globali quali la fame nel mondo e la sostenibilità, dall’altra la tipologia di alimenti ora accessibili ha suscitato polemiche sia da parte del mondo scientifico che dei consumatori. Se l’idea di nutrirsi di alghe come la spirulina o di carne clonata è passata senza troppi clamori, la possibilità di ritrovarsi nel piatto o in uno snack insetti interi o loro derivati ha suscitato una forte reazione che nel nostro Paese ha avuto ampia eco. In Paesi come la Svizzera, l’Olanda o il Belgio, che si sono dotati di un regolamento interno, gli alimenti a base di insetti sono già prodotti e commercializzati; per l’Italia si tratta di una vera novità, sebbene il Ministero della Salute si sia affrettato a precisare che gli alimenti a base di insetti da noi sono ancora fuori legge. Ma, appurato che è in vigore una legge europea in materia e che in Italia operano una decina di allevamenti di insetti, è facile immaginare che la loro commercializzazione possa avvenire in tempi

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brevi, una volta ottenuto il nulla osta comunitario. L'idea di insetti come alimenti rimanda a realtà lontane come il mondo asiatico, dove nutrirsi di insetti è parte della cultura alimentare tradizionale, da cui gli italiani mantengono le dovute distanze. Prima di entrare nel merito di indagini e sondaggi compiuti di recente sul territorio italiano da associazioni e centri di ricerca di certa levatura, cerchiamo di capire da dove nasce l’esigenza di annoverare grilli, farfalle, coleotteri e quant’altro nella dieta dei consumatori. Come accennato, a spingere verso questa direzione sono state principalmente questioni ambientali e nutrizionali. Gli insetti commestibili sono ricchi di proteine facilmente assimilabili dall'organismo e molto nutrienti. Spesso privi o poveri di grassi, forniscono anche un ottimo apporto di vitamine e sali minerali. I grilli, ad esempio, offrono un apporto di proteine pari al 65% circa del loro peso e sali minerali come calcio, potassio, magnesio, fosforo, selenio, zinco, manganese e rame, ma sono anche molto ricchi di ferro e vitamina B12, sicché potrebbero costituire un valido aiuto per contrastare l'anemia. Inoltre, da essi è possibile ricavare una farina molto nutriente, da poter utilizzare nelle preparazioni alimentari. L’alto potere nutritivo degli insetti commestibili, unito ai bassi costi della filiera produttiva, ne fanno un’alternativa ecologica interessante che contribuisce alla copertura


del fabbisogno proteico della popolazione in crescita. Tanto più se si considera l’obiettivo Fame Zero delle Nazioni Unite che punta a far uscire dalla fame i circa 800 milioni di persone che ancora oggi non hanno un’alimentazione sufficiente. C’è poi la questione ambientale: mangiare insetti è sostenibile. Poiché sono animali a sangue freddo, hanno un’alta efficienza di conversione nutrizionale, l’indice che calcola la quantità di mangime necessario per produrre un incremento di peso di un chilogrammo nell’animale. Questo indice, che per un bovino si attesta sugli otto chilogrammi, per un insetto è mediamente pari a due. Inoltre, e questo è uno dei punti di maggiore forza, gli insetti non competono sulla catena alimentare umana, ovvero possono alimentarsi di materie che noi non possiamo mangiare: dagli scarti alimentari ai liquami degli animali. Infine, negli allevamenti di insetti il consumo delle risorse e le emissioni di gas sono minimi (18%). Nonostante queste premesse e al contrario di quanto già avviene in altri Paesi europei, tra i quali la vicina Francia, il consumatore italiano si mostra scettico nei confronti del Novel Food, tant’è che imprenditori che negli ultimi anni avevano fiutato l’affare sono stati costretti ad avviare l’attività all’estero, data l’assenza in Italia di una regolamentazione interna e la scarsa domanda del mercato.

Una recente indagine svolta da Ixé, istituto di ricerca specializzato in reports e analisi “just in time”, i cui dati sono stati diffusi da Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione dello scorso ottobre, mostra l’atteggiamento negativo degli italiani nei confronti del Novel Food. Secondo la ricerca, il 54% degli italiani è contrario al consumo di insetti perché lo ritiene estraneo alla cultura alimentare nazionale. Non è un caso che un'indagine di Google sulle parole più cercate nel 2017 nel settore Food veda al primo posto il migliaccio napoletano, dolce della tradizione carnevalesca, seguito dalla carbonara romana e dalla caponata siciliana, indice dell’interesse dei consumatori verso ricette della tradizione. Secondo la ricerca di Ixé, il 24% degli italiani è indifferente ai nuovi cibi e solo il 16% si mostra favorevole al consumo. L’atteggiamento positivo, o per lo meno la curiosità di assaggiare, aumenta se gli insetti non sono interi ma trasformati, sotto forma di farina o di pasta, perché “non si vedono”. Diversi i dati risultati dall’indagine condotta dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile della Società Umanitaria, guidata da un team di sociologi e docenti dello IULM: il 47% degli intervistati si dice favorevole all’uso alimentare degli insetti; il 28% dichiara che “proverebbe a mangiarne”, percentuale che cresce di un 5% includendo coloro che dichiarano propensione all’assaggio, purché gli insetti non si vedano; il 38% dei Millennials si dichiara invece pronto a

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mangiarne. L’analisi globale mostra, infine, che la popolazione maschile è più propensa alla novità (58%), rispetto a quella femminile (42%). Nell’attesa di vedere come evolverà la questione nel nostro Paese e soprattutto se l’entrata in vigore di un regolamento ufficiale europeo darà avvio allo sviluppo di una nicchia di mercato, proviamo ad ipotizzare la possibilità di inserire nuove tipologie di snack all’interno della Distribuzione Automatica, un canale innovativo, pronto a cogliere le novità e soprattutto vicino ai consumatori più giovani: i nuovi Superfood a base di insetti potrebbero essere un’alternativa salutare ai soliti snack? Abbiamo rivolto la domanda alla Direzione Commerciale di Dispensa Zaniboni, azienda votata all’innovazione che amplia sistematicamente il portafoglio prodotti inserendo referenze che rispondono ai trend del mercato e alle novità del mondo Food. Barrette e snack a base di frutta secca e Superfrutti come i CRO, i FRUTTI FIT e i NUTS sono solo un esempio delle numerose referenze che l’azienda mette a disposizione degli operatori della Distribuzione Automatica.

Dispensa Zaniboni si distingue da sempre per la sua grande apertura verso le novità di prodotto che va a ricercare e selezionare all’interno dell’offerta di grandi produttori non solo italiani, per poi proporle e distribuirle in vari canali, tra i quali il Vending. Alla luce dell'entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario sui Novel Food, Dispensa Zaniboni crede che si possa sviluppare, seppure lentamente, una nicchia di mercato per questa tipologia di prodotti? E nel Vending? “Seppur attenti alle tendenze dei mercati e alle novità proposte soprattutto dai produttori esteri, quello del Novel Food ci sembra un mercato ancora acerbo per i consumatori Italiani e non solo per il Vending. Poiché le novità ci appassionano, per il momento ci limitiamo a monitorare come andrà ad evolvere questo nuovo trend. Sappiamo che c'è già un nutrito ventaglio di referenze a base di grilli e simili, ma per ora stiamo alla finestra. Qualora ci fossero novità interessanti da poter presentare al mercato Italiano, saremo senz’altro presenti. Quindi, mai dire mai... “

NOVEL FOOD - IL REG. CE 2283/2015 I “Novel Food” cioè i nuovi alimenti o i nuovi ingredienti sono tutti quei prodotti e sostanze alimentari per i quali non è dimostrabile un consumo significativo all’interno dell’Unione Europea prima del 15 maggio 1997, data di entrata in vigore del Regolamento (CE) 258/97 che disciplina la legislazione alimentare comunitaria. Secondo il legislatore, infatti, il consumo pregresso e significativo di un alimento che non abbia fatto emergere effetti sfavorevoli rappresenta una prova di sicurezza. Pertanto, in assenza di tale requisito è necessario accertare la sicurezza attraverso l’applicazione del regolamento, anche se si tratta di alimenti già in commercio al di fuori dell’Unione Europea. Questa norma permette da un lato di non consentire la commercializzazione di prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo sicuro a livello comunitario e, dall’altro, di offrire la possibilità di immettere “Novel Food” sul mercato comunitario, previa autorizzazione. Il 10 novembre 2016, l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha pubblicato due documenti che contengono le linee guida e le nuove regole europee sugli alimenti tradizionali e sul “Novel Food”, in vigore da gennaio 2018. Mentre prima, per immettere sul mercato un novel food, il produttore/distributore doveva richiedere l’autorizzazione a uno Stato Membro, corredando la domanda con una dettagliata documentazione, il nuovo regolamento ha centralizzato la procedura di valutazione e autorizzazione: saranno i gestori del rischio europei a decidere se i nuovi alimenti possono essere immessi sul mercato comunitario, sottoponendo in alcuni casi la richiesta alla valutazione scientifica dell'EFSA affinché dia il proprio parere sugli eventuali rischi per la salute dei consumatori.

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APERTO IL PRIMO CAFFÈ & CO. Inaugurato a Concordia Sagittaria in provincia di Venezia, Caffè & Co., un nuovo negozio dedicato al mondo del caffè e alle migliori produzioni artigianali italiane. Nel nuovo Caffè & Co. è possibile acquistare cialde compatibili realizzate dalla torrefazione siciliana Zicaffè che dal 1929 produce a Marsala solo caffè di ottima qualità. È possibile inoltre acquistare macchine per casa e ufficio, disponibili anche in comodato d’uso gratuito. Spazio anche per prodotti d’eccellenza come la cioccolata di Modica, le marmellate di Sacile (realizzate con ingredienti a km 0) e prodotti firmati Gambrinus, noto locale della provincia di Treviso che produce anche distillati e vini. L’offerta è arricchita anche dallo zafferano di San Pietro al Natisone, dai sorbetti e dalle praline della gelateria artigianale Della Negra; non ultime le colombe del marchio di pasticceria siciliano Fiasconaro al pistacchio di Bronte. Da Caffè & Co. è possibile anche gustare una buona bevanda grazie alla presenza di un distributore che eroga, oltre a due differenti miscele di caffè, anche cioccolata, orzo e, novità assoluta, latte fresco di giornata con il quale viene realizzato un ottimo cappuccino freddo. Quello di Concordia Sagittaria è il primo di una serie di punti vendita Caffè & Co. che saranno aperti prossimamente in altre città d’Italia, dove sarà possibile trovare, prodotti regionali, genuini e di qualità che rappresentano l’eccellenza del nostro Paese.



I membri di CSC nella caffetteria di Nadine Rasch in Guatemala

VIAGGIO IN CENTRO AMERICA CON CSC LA RINASCITA DOPO IL FLAGELLO DELLA ROYA

Il sopralluogo che ogni anno i responsabili di CSC - Caffè Speciali Certificati, compiono presso le piantagioni selezionate, si è rinnovato lo scorso febbraio in Centro America. Sono visite che fanno della qualità dei caffè dell’Associazione un fatto provato e contribuiscono a stabilire un rapporto costruttivo con i produttori.

È

stata numerosa la compagine dei soci che ha accompagnato Graziano Carrara, titolare di Carrara Coffee Agencies e responsabile dei rapporti con i produttori del Centro America; con lui hanno viaggiato Paola Goppion di Goppion Caffè, Enrico Romano di Coffee Brokers Company, Andrea Matarangolo di Mondicaffè, Vittorio Barbera di Caffè Barbera e Marie Luise Millemaci di Blaser Trading. I sopralluoghi periodici permettono di verificare la corretta gestione delle coltivazioni e degli impianti di lavorazione post-raccolta, oltre a mantenere un rapporto di collaborazione con chi si impegna a fornire un prodotto di qualità superiore, dando volti, vissuti e storie a un prodotto prezioso e delicato, che solo dopo avere superato numerosi controlli merita di ricevere i bollini CSC, che certificano come specialty coffee i suoi caffè. Il viaggio attraverso Guatemala, El Salvador e Costa Rica ha avuto quale filo conduttore un motivo di grande preoccupazione e di impegno per superare una situazione difficile che si protrae da anni: la Roya, un fungo noto come “ruggine del caffè” che ricopre le foglie, privandole della luce del sole in modo sempre più importante e limitandone la capacità di fotosintesi, fino a provocare la morte del-

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la pianta. L’epidemia è nata in Colombia e si è rapidamente diffusa in tutta l’area centro americana: un problema al quale non si è trovata soluzione, anche perché il patrimonio genetico del fungo subisce frequenti mutazioni, complicando gli sforzi dei ricercatori per combatterlo. I coltivatori hanno visto calare la quantità e peggiorare la qualità del raccolto anno dopo anno prima di comprendere che l’unica soluzione sarebbe stata la sostituzione delle piante malate con nuove varietà resistenti a questi parassiti. Il rinnovamento è durato dai tre ai cinque anni


e in buona parte è ancora in corso. Afferma Graziano Carrara: “Abbiamo trovato le piantagioni dei nostri coltivatori ben curate: CSC dà una sicurezza di guadagno e permette ai produttori di fare investimenti. Attorno abbiamo visto spesso terreni abbandonati o convertiti ad altre colture, come mango, papaya, ananas e banana. Con ciò si perde parte di un patrimonio importante: i caffè centro americani si caratterizzano per l’ottima acidità, gradevole e non aggressiva con note di frutti rossi, cioccolata o cereali e una dolcezza spiccata. Sono caffè piacevolissimi in purezza, che alla miscela conferiscono complessità nel gusto e personalità”. Di Paese in Paese, il nuovo che avanza Racconta Paola Goppion: “In Guatemala, come pure in Costa Rica, il raccolto era orma terminato. Abbiamo raggiunto Christian Rasch alla Finca El Hato Blue nella regione di Santa Rosa e visitato la piantagione. Sono seguiti degli assaggi in infusione insieme a Nadine Rasch, figlia del produttore e Q Arabica Grader, che ha una caffetteria molto curata e segue la lavorazione della finca El Hato Blue, certificata CSC. Qui la varietà Bourbon, che ha risentito maggiormente dell’attacco della Roya è stata sostituita da El Hato, Caturra e Catuaì. Abbiamo visto piantagioni nuove curate con attenzione. Alcuni nuovi impianti sono stati collocati sotto dei banani (l’arabica non gradisce il sole diretto): la scena era bellissima, con il vento che muoveva le foglie degli alberi da cui entrava la luce che illuminava le piantine di caffè. Il titolare della finca, Christian Rasch ha messo a dimora 500mila piante ogni anno e ora, dopo circa cinque anni, ha rinnovato l’intera piantagione. In El Salvador il raccolto era ancora in corso. L’accoglienza della famiglia Angelucci che conduce la finca San Luis nella regione La Libertad, è stata calorosa. Visitando la piantagione, che letteralmente si “arrampica” sui ripidi pendii tra 1300 e 1500 metri delle montagne di origine vulcanica, che dai grandi alberi di un’essenza ormai caduta in disuso, prendono il nome di ‘catena del Balsamo’, si è potuta seguire la raccolta eseguita a mano, selezionando con attenzione le ciliegie più mature. Anche qui sono state messe a dimora numerosissime nuove piante: la varietà che attecchisce meglio e dà buoni risultati per resa produttiva e per qualità in tazza è la Sampacho, resistente sia alla roya sia alla broca, il principale insetto parassita del caffè.

Costa Rica - Finca Santa Rosa Un nuovo spostamento in Costa Rica, dove il raccolto si era ormai concluso e il caffè, lavorato e selezionato già imbarcato. Nella regione di Turrialba, lungo le pendici atlantiche della Cordigliera Centrale, si trova la Finca Santa Rosa da cui proviene uno dei primi caffè ad essere certificato CSC. Ne è proprietario Don Josè Cruz, un vecchio produttore attaccato alla sua terra che si presenta con un simpatico cappello da cowboy. Qui sono state le varietà Caturra e Catuaì a essere piantate al posto del Bourbon. Durante la visita della finca ha mostrato la piantagione rinnovata e ha raccontato come, ogni anno, poti in modo deciso un filare su quattro (il 25%) delle piante di caffè che l’anno dopo non daranno frutto, ma si rafforzeranno: un sacrificio che assicura qualità. Talvolta il caffè lavato deve essere essiccato in appositi forni. Colpiva vedere accatastate, pronte per essere bruciate, le piante di caffè morte ed estirpate. Ma i visi attorno non erano tristi: una soluzione è stata trovata, le nuove piante cominciano a dare frutto e la soddisfazione per la difficoltà che si sta positivamente superando è grande.

IL MONDO CSC CSC - Caffè Speciali Certificati è un’associazione nata nel 1996 dall’esperienza e dalla passione di un gruppo di torrefattori, con lo scopo di promuovere la cultura del caffè di qualità, affermando il valore di una ricerca già patrimonio della tradizione professionale di ciascuno. Legittimare il caffè come scelta di gusto e non come semplice consuetudine è l’impegno condiviso dagli associati CSC, un impegno che è al tempo stesso, una duplice sfida: al mercato e alle abitudini consolidate. I torrefattori che vogliono avere la certezza di approvvigionarsi di un prodotto di qualità superiore, possono associarsi a CSC, che non acquista direttamente, ma organizza ed effettua i controlli necessari per garantire i migliori caffè, mettendoli a disposizione degli associati. Quando ne viene acquistata una partita, i suoi assaggiatori la confrontano con il campione testato in precedenza: se le sue caratteristiche sono in linea con il prodotto di riferimento, può ricevere la certificazione di caffè speciale certificato, dunque il bollino. È la garanzia che in quelle confezioni ci sono prodotti con una storia: un importante strumento di vendita per il barista e un piacere in più per il cliente. Le torrefazioni che aderiscono a Caffè Speciali Certificati sono Arcaffè Estero – Livorno, Barbera 1870 – Messina, Blaser Café – Berna (CH), Caffè Agust – Brescia, Mondicaffè C.T.&M. – Roma, DiniCaffè – Firenze, Goppion Caffè – Preganziol (TV), Le Piantagioni del Caffè – Livorno, Torrefazione Musetti – Pontenure (PC).

Per conoscere il mondo di CSC - Caffè Speciali Certificati

www.caffespeciali.it

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