Vending News 42 Lato A

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Il bimestrale della distribuzione automatica

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Numero 42 - Anno 2019

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L’editoriale di Fabio Russo

Dopo un'estate burrascosa sotto il profilo politico, con un nuovo governo appena formato e la nuova "finanziaria" alle porte, ci apprestiamo ad immetterci in un nuovo anno lavorativo con una grande voglia di fare, costruire, innovare, migliorare le performance delle rispettive aziende. Augurandoci che il nostro settore non venga preso nuovamente di mira per rimpinguare le casse dello Stato sempre più vuote e bisognose di nuovi fondi, da destinare alle coperture finanziarie necessarie del Paese. In fatto di innovazione nel comparto, l'Italia è certamente tra le prime al mondo. Prossimamente vi racconteremo, in modo dettagliato, quanto stanno realizzando alcune tra le maggiori imprese italiane del vending per migliorare le proprie performance, grazie a un innovativo sistema di profilazione delle abitudini di consumo e dei fruitori delle macchinette e una tecnologia già utilizzata per il DOOH (Digital Out-Of-Home), in grado di fornire dati certi e verificati. Vi terremo informati. Anche in questo numero, troverete tante interessanti novità, che in gran parte potrete vedere di persona, visitando la fiera HOST 2019 tra il 18 e il 22 Ottobre p.v. Molte sono accomunate da un unico filo conduttore: quello legato all'eco-sostenibilità, al green, a quel rispetto per l'ambiente che inizia ad essere particolarmente sentito anche nel vending & nell'OCS. Un tema che affrontiamo attraverso una visione più allargata del solito, attraverso gli articoli che trovate in ambo le sezioni. Sì perché, come avrete notato, questo numero è leggibile in due versi, come accade in occasione della fiera di settore: da una parte gli articoli dedicati alle rubriche solitamente presenti in ogni numero di questa rivista e, dall'altra, quelli dedicati alle aziende che partecipano a HOST 2019. C'è tanto da leggere e dunque...BUONA LETTURA! Prima però, voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Lorenzo Blanchino, Pascale Capelle, Vincenzo Cascone, Diletta Ciuccetti, Mauro Conte, Simona Coppola, Vincenzo Cretella, Ottavio Della Portella, Serge Deotto, Sonia Deotto, Erica Ferrari, Angela Giampaglia, Camilla Ginolfi, Giuseppe Iodice, Diana Lisci, Sara Mazzotti, Cristina Miraglia, Marcello Peluso, Vittoria Percuoco, Andrea Petricciuolo, Mirko Petronelli, Michela Re Dionigi, Angela Russo, Federica Stamerra, Anna Vergato.



Periodico bimestrale della distribuzione automatica supplemento di www.vendingnews.it Anno 2019 - Numero 42 Editore

Sede: Viale Gramsci, 17/b 80122 Napoli - Italia Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695 Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it Tel. 0810152150 Fax. 0810152151 Iscrizione al ROC n° 22385 dal 4 Maggio 2012

SOMMARIO L’EDITORIALE di Fabio Russo pag. 4

FICO ESSERE BUONI – ARRIVA NEL VENDING LO “SNACKINO” CHE MANCAVA pag. 10

TRITECH BY FAS & COGES. UNA PARTNERSHIP PER INCENTIVARE IL RICICLO pag.16

HANNSPREE PRESENTA I NUOVI MONITOR OPEN FRAME TOUCH pag. 22

D8. ERMENEGILDO DEOTTO, UN ITALIANO (DEL VENDING) A PARIGI pag. 26

L’IMPEGNO GREEN DI FORNO DAMIANI: UNA SCELTA ETICA pag. 32

SPECIALCOFFEE – 20 ANNI NEL CAFFÈ ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE pag. 36

VENDING SERVICE. DA PICCOLA CONCESSIONARIA A RIVENDITA DI RIFERIMENTO PER IL SUD ITALIA

Iscrizione al Tribunale di Napoli n° 49 del 08-11-2018 Direttore responsabile Fabio Russo Direttore editoriale Flora Seta IN REDAZIONE:

Fabio Russo Flora Seta Anna Giordano Martina Salvai Michele Ferraro Giuseppe De Sena

Stampa Tipografia EffeGi srl - Portici (NA) Pubblicità: inferiore al 50% Vending News è una rivista tecnica dedicata alla distribuzione automatica. I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti

www.vendingnews.it facebook.com/VendingNews twitter.com/VendingNewsD instagram.com/vendingnews

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Manchette_50x50_ok.pdf

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GRUPPO BONTERRE – LA PROPOSTA PARMAREGGIO PER IL VENDING pag. 46

ESPRESSO 4.0. IL SISTEMA A CAPSULE CHE NON C’ERA pag. 48

ZONAVIDEO. MISURA IL GRADO DI SODDISFAZIONE DEI TUOI CLIENTI E MIGLIORA IL TUO SERVIZIO VENDING pag. 50

ARIGNANO CAFFÈ – IL PARTNER IDEALE PER I NEGOZI SPECIALIZZATI pag. 56

COFFEEBI – IL VENDING ALLA CONQUISTA DEL MONDO ALBERGHIERO pag. 60

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Numero 42 - Anno 2019

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20/04/18

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ARRIVA NEL VENDING LO “SNACKINO” CHE MANCAVA

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a storia del brand Fico Essere Buoni è strettamente legata a quella di Luca Santonocito, ideatore insieme alla moglie Daniela della start up *HD. Ma è legata anche ad un prodotto agricolo del territorio siciliano, il fico d’India, che è un’eccellenza del piccolo comune di San Cono, in provincia di Catania. Frutto stagionale, consumato per lo più tal quale o sotto forma di confettura, con Luca Santonocito e sua moglie il fico d’India è stato valorizzato e trasformato in un prodotto gourmet, pronto per essere utilizzato in più ambiti, anche nelle cucine degli chef stellati. Entrato nei circuiti della GDO e dell’Ho.Re.Ca, il brand si propone ora anche nella Distribuzione Automatica, come prodotto sano, genuino e del territorio. Un concept originale e un packaging dedicato completano la proposta di uno snack ideale per la colazione, ma anche come spuntino, sia dolce che salato.

Per saperne di più, abbiamo incontrato Luca Santonocito, CEO della *HD. Com’è nata la start up *HD? *HD è nata quando vivevo a Milano e, insieme a un amico, creammo questa società con obiettivi molto lontani da quello che è l’attuale core business. L’idea era quella di intraprendere qualche attività nel settore Food e partimmo commercializzando caffè in cialde e capsule, attività che portammo avanti, finché il mio socio non decise di intraprendere altre strade. Cercai di continuare insieme ad un altro amico, ma le cose non andarono nel verso giusto e così decisi di tornare in Sicilia, a Catania che era la mia città. Avevo già qualche idea che mi sarebbe piaciuto sviluppare, sempre in ambito food, e cercai di realizzarla seguendo la tradizione dolciaria siciliana. Creai così uno snack adatto al take away, formato da 4 biscotti artigianali confezionati con un packaging leggero e accattivante. L’idea funzionò e per alcuni mesi le vendite, che effettuavamo attraverso punti degustazione presso centri commerciali catanesi, andarono molto bene, anche grazie al supporto di mia moglie Daniela. Purtroppo, improvvisamente dall’oggi al domani, le vendite crollarono, sicché fummo costretti ad abbandonare l’idea dei biscotti e a lasciare Catania. Ci trasferimmo a San Cono, che è il paese natale di mia moglie e dove la sua famiglia ha un’azienda che lavora il fico d’India. Da lì è partito tutto. San Cono è stata la vostra fortuna? San Cono e i suoi fichi d’India. Deve sapere che San Cono, con i suoi 1500 ettari di terreno dedicati al fico d’India è il secondo paese

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al mondo, dopo il Messico, per la produzione di questo frutto ed è un’eccellenza. Avevo notato che però, a differenza del Paese sudamericano, da noi si puntava solo sul frutto, che ha una stagionalità molto breve, e che da esso al massimo venivano realizzate marmellate o liquori, per lo più da aziende alimentari fuori Sicilia. La nostra idea è stata quella di valorizzare frutto e pianta e di accrescerne le potenzialità di utilizzo, attraverso la trasformazione. Come avete iniziato? Siamo partiti in uno spazio di pochi metri quadri e abbiamo realizzato le prime conserve, testandole alla fiera del Fico d’India che si tiene da noi. La gente le ha apprezzate molto e questo ci ha spinto a continuare, cominciando ad acquistare i primi macchinari per la lavorazione e, successivamente, a trovare un locale idoneo dove poter ampliare la produzione. Come sono nati i prodotti? Sin dall’inizio pensavo di realizzare una gamma ampia, ma sapevo di dover procedere per gradi e testando via via i risultati. Cominciammo col dividere i fichi d’India in base al colore della polpa e così cominciammo a confezionare 3 diverse confetture: fico bianco, fico giallo e fico rosso. Poi, studiando anche quello che fanno i messicani con questo frutto, pensammo di utilizzare anche le pale della pianta, i cladodi. Fatte varie prove, decidemmo che si prestavano più a preparazioni salate, come paté o pesto, e che per il mondo del salato potevano essere realizzate anche delle confetture di fico d’india, preparate con lavorazioni particolari. Abbiamo cominciato a fare confetture più complesse, come una confettura di fichi d’india e mandorle tostate, una con uvetta e brandy, al peperoncino, con gocce di cioccolato, con la polvere di caffè che oggi si usa molto in cucina.

E ora pensate al Vending? Credo che sia un prodotto che può avere un futuro interessante, anche nel mondo degli snack. Oggi la gente è molto esigente e selettiva rispetto a ciò che consuma soprattutto come merenda, come spuntino, dando molta importanza all’etichetta che deve essere attraente e trasparente. Il consumatore di oggi, inoltre, è molto attento al “senza” (senza zuccheri aggiunti, senza lattosio), poiché predilige prodotti semplici, fatti con pochi ingredienti. Una stessa confettura può essere prodotta con un numero diverso di ingredienti, c’è chi ne usa fino a 7. Noi la facciamo e la continueremo a fare utilizzando solo 3 ingredienti, perché vogliamo mantenere una lavorazione artigianale. Perché la Distribuzione Automatica? Nei distributori automatici si trovano soprattutto prodotti di tipo industriale, più o meno con le stesse caratteristiche.

Il riscontro è stato subito positivo? Direi! Nell’arco di pochi mesi siamo entrati nel circuito COOP, poi in Metro, nel Gruppo Arena in Sicilia e stiamo chiudendo accordi con altre importanti catene.

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Noi vorremmo proporre al canale prodotti più genuini, magari più adatti alle scuole, che oggi chiedono di inserire nelle macchine la frutta. Le confetture sono un’alternativa alla frutta fresca e abbiamo così pensato di creare uno snack diverso dagli altri. Uno snack sano, naturale, leggero, ma che soddisfi il palato e faccia bene. Se si mangiano 4 crostini con una confettura si assimilano meno di 20 grammi di zucchero, ma si soddisfa l’appetito. Quale packaging avete ideato per questo particolare snack? È un tubo, simile a quello di una famosa marca di patatine, che contiene una confettura monodose da 30 grammi, una crema dolce o una marmellata, abbinate a 4 minifette biscottate, un cucchiaino e un tovagliolo. La varietà delle confetture è tale da permettere di creare fino a 12 referenze diverse: confettura di fico d’india polpa bianca, polpa gialla e polpa rossa; fico d’india con le mandorle, col caffè. Marmellata di arance Ribera DOP e di limoni di Siracusa IGP. Poi abbiamo due referenze particolari: il paté di pale di fico d’india, i cladodi, sia nella versione salata che nella versione dolce, e poi due creme, una al pistacchio e una alla nocciola. La grafica è molto divertente. Ce la descrive? I prodotti sono rappresentati da personaggi, degli status symbol che abbiamo associato ad ogni prodotto. Ad esempio la confettura di fico d’india a polpa rossa l’abbiamo associata al personaggio di Rossella, che è sexy e cool. Perché questa scelta? Perché il fico d’india a polpa rossa è quello più desiderato, quindi Rossella richiama un po’ quest’immagine. Alla crema di pistacchio abbiamo abbinato il personaggio del Bomber, un personaggio vanitoso che si chiama Cristiano; il Businessman è abbinato, invece, alla confettura di caffè, perché intorno all’industria del caffè girano tanti soldi e perché i migliori affari si chiudono davanti ad un caffè. Poi la marmellata di arance che è tipica sici-

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liana è abbinata a Chiara che è un influencer. A parte questi dettagli scherzosi, quali sono le caratteristiche vincenti di questo snack? Sicuramente l’originalità del prodotto e la qualità. È uno snack naturale che appaga sia il palato che il senso di sazietà e non fa sentire in colpa come quando si mangia un cioccolatino. È inoltre un prodotto che ha un valore artigianale: tutta la lavorazione viene fatta a mano, dal prodotto fino al confezionamento, per cui vale anche più del suo prezzo. E la cura del packaging lo rende adatto anche come gadget o per fare dei regalini. Cosa vi aspettate dal vending? È un prodotto che può funzionare come novità, ma anche perché rientra in quella gamma di referenze salutari che oggi il consumatore cerca. Va bene anche per chi segue la dieta, che solitamente prevede le classiche fette biscottate con la confettura, che è complicato portarsi da casa e che invece così si può prendere ogni mattina al distributore automatico nei luoghi di lavoro. Siamo pronti a far apprezzare un prodotto di eccellenza della nostra terra in tutti i canali distributivi, soprattutto in quelli più innovativi come è appunto la Distribuzione Automatica.


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Da oggi la pausa caffè in ufficio piace anche all’ambiente: le cialde compostabili Kimbo, certificate OK Compost dall’ente TUV Austria, sono fatte per essere smaltite direttamente nell’organico. Scopri la linea completa, con i gusti Napoli, Intenso, Armonia, Decaffeinato e Gourmet.

Vieni a trovarci alla Fiera Host di Milano dal 18 al 22 ottobre al padiglione 18 - stand B50 – C57 per scoprire le offerte dedicate al Vending. Contattaci al numero 081/7011200 o scrivi una mail a vending@kimbo.it




TRITECH BY FAS & COGES: UNA PARTNERSHIP PER INCENTIVARE IL RICICLO

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a più di 10 anni, e quindi in tempi non sospetti, Tritech by FAS ha individuato soluzioni per il corretto smaltimento dei rifiuti, derivati dai consumi fuori casa e, in particolare, da quelli prodotti nelle aree vending. L’obiettivo è stato sin da subito quello di trasformare il rifiuto in una risorsa, valorizzandolo e inserendolo all’interno di un circolo virtuoso. Il tema è quanto mai attuale, alla luce della nuova Direttiva europea sulla plastica monouso e delle tante iniziative che aziende e amministrazioni pubbliche stanno lanciando a macchia di leopardo sul territorio nazionale, per ridurre o addirittura eliminare la plastica usa e getta a favore di contenitori riutilizzabili. Per quanto sia apprezzabile tale sforzo, esso mette in luce alcune problematiche molto importanti: l’igiene e la sicurezza dei consumatori, l’impatto economico sull’industria della plastica, la totale assenza di un fondamento legislativo urgente. La direttiva europea, infatti, non è ancora in vigore e intende soprattutto ridurre l’utilizzo di plastica vergine, a favore del suo recupero e riutilizzo, fatto salvo per l’eliminazione delle palette per il caffè, che verranno effettivamente bandite a partire dal 2021. Di fronte a questo scenario e per dare ancora più forza al progetto, Tritech ha stretto una collaborazione con Coges, affinché il corretto smaltimento di lattine di alluminio e bottiglie e bicchieri di plastica venga incentivato, grazie a un sistema premiante per i consumatori, integrando i sistemi cashless Coges Engine sui compattatori Tritech.

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Per comprendere meglio entrambi i sistemi, abbiamo parlato con Flavia De Rossi, Project Manager di Tritech by FAS, e con Mario Majo, Direttore Commerciale di Coges i quali hanno approfondito i dettagli di questa interessante soluzione.


Tritech nasce 13 anni fa come soluzione che completa l’area ristoro Vending. Ci spiega com’è nato e come si è evoluto il sistema? L’idea è nata dalla necessità di ridurre il volume dei rifiuti che, ogni giorno, generiamo con il consumo di bevande fuori casa. Il costante aumento dei consumi ha generato di conseguenza un aumento dei rifiuti derivati dagli imballaggi delle bevande, che attualmente costituiscono il 60% del volume totale dei rifiuti. L’idea che abbiamo avuto è di realizzare un sistema molto semplice, che potesse coinvolgere l’utente verso il corretto riciclo del proprio rifiuto. Un compattatore di piccole dimensioni utilizzabile direttamente dalla persona che ha appena finito di consumare la propria bevanda, creando un filiera corta di economia circolare: Utilizzo, Compatto, Riciclo. Con questa idea è nata Tritech, che poi si è evoluta nell’attuale versione Tritech Touch, progettata e industrializzata da FAS.

grandi benefici. La reputazione negativa della plastica è dovuta semplicemente al fatto che finora non l’abbiamo riciclata in modo corretto. Alcuni scienziati hanno dimostrato che, se dovessimo vietare tutti gli imballaggi in plastica e sostituirli con alternative di carta, vetro e alluminio, la quantità di materiali richiesti, la quantità di energia necessaria per produrli e le conseguenti emissioni di Co2 sarebbero immense. E la nostra società sta cercando di ridurre le emissioni Co2 non di aumentarle. Quindi vietare la plastica in modo generico non è sicuramente la strada da seguire. Il messaggio che la Direttiva Plastica Europea ha inviato è chiaro: dobbiamo aumentare notevolmente il tasso di raccolta della plastica da avviare al riciclo, migliorando i procedimenti stessi di riciclo. Quello che dobbiamo fare è quindi recuperare e riciclare la plastica come risorsa, mantenendola nel circuito dei materiali e non dispendendola nell’ambiente.

Qual è la sua opinione rispetto al movimento Plastic Free che si sta espandendo in maniera così rapida? In questo momento il tema è molto “caldo”, si sente nominare “Plastic Free” ogni giorno, in giornali e televisione. In realtà c’è un po’ di confusione sull’argomento perché si parla di “plastica” in modo troppo generico. La Direttiva Europea ha imposto il divieto solo su alcuni articoli in plastica monouso, non su tutta la plastica in generale. Nel caso specifico delle bottiglie di plastica, la commissione europea non prevede alcun divieto ma bensì impone ambiziosi obiettivi di riciclo e nuovi requisiti di fabbricazione: ovvero le bottiglie dovranno essere prodotte con un minimo del 35% di plastica riciclata, che sarà ricavata dall’incremento della raccolta differenziata del P.E.T delle bottiglie. Per questo è importante adottare delle misure di sensibilizzazione verso il corretto riciclo per raggiungere il target minimo di riciclo imposto dalla direttiva.

Una volta che il consumatore al distributore automatico ha perfettamente conferito i vuoti nei vostri compattatori, chi si occupa del ritiro e dello smaltimento? Lo svuotamento della macchina viene gestito allo stesso identico modo del normale svuotamento del cestino dei rifiuti, con la differenza che all’interno della macchina il rifiuto è ridotto di volume fino a 7 volte rispetto al classico cestino, con la conseguente riduzione del numero di svuotamenti, delle movimentazioni interne e dei trasporti.

La soluzione, quindi, non è demonizzare la plastica o l’alluminio, ma valorizzare questi materiali? Assolutamente sì! La plastica è una vera e propria risorsa funzionale e molto preziosa, che finora ci ha portato

Ci vuole ricordare i diversi modelli di macchina disponibili? La gamma Tritech è composta da 2 modelli: la versione compattatore e la versione trituratore. La differenza sta esattamente nel risultato finale che si ottiene del rifiuto: ovvero il compattatore schiaccia la bottiglia di plastica, lasciandola comunque intera, in modo che possa essere poi correttamente riconosciuta dai sensori di vaglio degli impianti di riciclo. Il trituratore esegue la massima riduzione volumetrica del rifiuto, sminuzzandolo in piccoli pezzi. Il trituratore può gestire tutti i modelli di bicchiere, sia in carta che in plastica e le relative palette per lo zucchero.

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Come per tutte le macchine FAS, anche i compattatori Tritech sono dotati di tutte le ultime tecnologie. Ce le illustra? Le macchine Tritech Touch dispongono di un tablet touch screen 7” posizionato nella parte frontale, che permette di fornire all’utente le istruzioni di utilizzo e, allo stesso tempo, veicolare informazioni commerciali o video aziendali, diventando un vero e proprio strumento di comunicazione nell’area break. Le macchine possono essere collegate in remoto tramite WiFi e sono in grado di inviare segnalazioni di sacco pieno o gestire controlli in remoto sullo stato di funzionamento.

Quello tecnologico è l’aspetto che ha reso le vostre macchine perfettamente compatibili con i sistemi cashless di Coges? Da anni collaboriamo con Coges con il progetto “Recupero bicchiere” che permette di incentivare l’utente verso il corretto riciclo del rifiuto, cauzionando l’imballo della bevanda. Il sistema funziona a “circuito chiuso” ovvero solo l’utente che ha precedentemente acquistato presso il distributore automatico ha diritto ad avere il reso elettronico della cauzione direttamente caricato sulla chiave.

MARIO MAJO ILLUSTRA I SISTEMI DI PAGAMENTO COGES PER IL RICICLO Com’è nata la collaborazione con Tritech? La collaborazione tra Coges e Tritech sul tema dell’eco-riciclo nasce da lontano: già nel 2012 abbiamo presentato a Venditalia un compattatore Tritech dotato di sistema di pagamento Coges, per incentivare il corretto riciclaggio dei rifiuti tramite un beneficio economico per gli utenti finali. Questo perché Coges crede in soluzioni green per il mondo del vending fin da tempi “non sospetti” e Tritech rappresenta un’eccellenza in questo senso. Allo stesso tempo, l’ubiquità della chiave MyKey in Italia la rende un supporto eccellente per consentire l’erogazione di un bonus agli utenti, offrendo un ottimo incentivo per l’uso dei sistemi Tritech e per il riciclaggio dei rifiuti. La collaborazione è nata pertanto dall’opportunità di trarre il massimo vantaggio dalle rispettive tecnologie, seppure in maniera non esclusiva, ed è stata facilitata ed accelerata dalla vicinanza geografica tra le due aziende, aspetto che rende indubbiamente più agevoli le relazioni. Ci illustra il sistema? Il funzionamento dell’Eco-riciclo è semplice per il gestore e per l’utente. Innanzi tutto, devono essere presenti un sistema Coges Engine o una gettoniera rendiresto Uni-

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ca sia sul distributore automatico che sul compattatore o trituratore di rifiuti. Questo per consentire il riaccredito del bonus sulla stessa chiavetta con cui è stato effettuato l’acquisto. Tramite il sistema di pagamento è possibile impostare una maggiorazione di prezzo per i prodotti con contenitori in plastica riciclabile o in alluminio, una sorta di cauzione sulla confezione che viene scalata dal credito presente sulla chiave. Questa cauzione viene restituita all’utente quando inserisce correttamente il vuoto nel sistema di riciclaggio Tritech. È possibile collegare e limitare il bonus solo agli acquisti effettuati nella medesima locazione oppure lasciarlo “libero”, consentendo pertanto agli utenti finali di riciclare anche contenitori di prodotti acquistati in luoghi diversi. In quest’ultimo caso è possibile impostare un limite al numero di contenitori riciclati quotidianamente. Il contenitore usato, che sia di plastica o di alluminio, diventa così un vuoto a rendere? Esatto. Il contenitore usato viene “restituito” dall’utente ed avviato al suo corretto processo di smaltimento. In questo modo si responsabilizza il consumatore e lo si rende partecipe del riciclaggio, migliorando la gestione del fine vita del prodotto. Questo sistema rispetta lo spirito delle recenti normative europee, che non vietano l’utilizzo dei contenitori in plastica riciclabile, ma invitano appunto a sensibilizzare i consumatori anche tramite sistemi di cauzione ed altri incentivi. Infine, il gestore ricava anche dei vantaggi oggettivi nel breve periodo, grazie all’enorme diminuzione del volume dei rifiuti. Vi siete posti degli obiettivi? L’obiettivo di Coges è sempre quello di offrire al gestore il massimo valore aggiunto per i suoi sistemi di pagamento. Un sistema cashless non è semplicemente uno strumento per leggere la “chiavetta”, ma un dispositivo tecnologicamente sofisticato che può aiutare il gestore ad offrire un migliore servizio ai propri clienti, rispondere in modo efficace alle richieste di bandi pubblici o locazioni private ed in definitiva ad aumentare i propri utili. L’Ecoriciclo è una funzione che sposa appieno questa filosofia: sfruttare le possibilità offerte dalla tecnologia per mi-

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gliorare il servizio all’utente, ampliare le opportunità della gestione e ridurre i costi, facendo inoltre il bene dell’ambiente e della società in generale. In quale occasione ufficiale presenterete al mondo del Vending la vostra soluzione? Vista la rilevanza che il tema dello smaltimento dei rifiuti sta assumendo in questo periodo, in particolare per quanto riguarda bottiglie e contenitori in plastica, intendiamo riproporre la nostra soluzione in occasione della prossima fiera Venditalia. Si tratta di un argomento scottante non solo nel mondo del vending italiano ma in tutta Europa. Pertanto, la fiera di Milano ci sembra il palcoscenico ideale per rilanciare il messaggio. Il nostro obiettivo è far conoscere questa innovativa funzione anche a chi fosse finora sfuggita o non l’avesse ritenuta in linea con le necessità della propria gestione. La tecnologia continua a progredire e allo stesso tempo cambiano le esigenze del mercato e degli utenti finali: restare aggiornati, sfruttando al massimo le proprie risorse, è uno degli elementi chiave per distinguersi dalla concorrenza.



PRESENTA I NUOVI MONITOR OPEN FRAME TOUCH HO165HTB E HO165HGB CON GRADO DI PROTEZIONE IP65 HANNspree aggiorna la gamma di Monitor Open Frame a tecnologia touch con i nuovi Monitor HO165HTB e HO165HGB, altamente performanti e robusti, ideali per l’installazione in totem multimediali non presidiati o in ambienti industriali, interni ed esterni. I nuovi display da 15.6 pollici hanno le superfici dei pannelli rigido rinforzati con vetro di protezione da 2.7 mm a 6 mm di spessore e sono stati concepiti e progettati per resistere all’usura dovuta all’esposizione all’aria aperta e agli agenti atmosferici, con un grado di protezione IP65, che li protegge da polvere, sporco e liquidi. Il design completamento piatto ben si presta per l’integrazione in totem multimediali e in enclosure industriali, hanno una solida struttura in metallo resistente agli urti e garantiscono un’affidabilità a lungo termine con un’operatività 24h su 24, 7 giorni su 7. La luminosità del display, nel caso del monitor H0165HGB raggiunge i 1000:1 cd/m2, permettendo la visualizzazione dei contenuti nelle installazioni in piena luce. Entrambi i modelli hanno una risoluzione di 1920 x 1080 in FHD, utilizzano la più recente tecnologia LCD con un elevato rapporto di contrasto e ampi angoli di visione. Grazie alla tecnologia touch a 10 punti capacitivi, consentono un’ottima interazione e una facile fruizione di tutti i contenuti digitali. La serie di monitor HO, disponibili in diverse dimensioni dai 10” ai 55”, rappresentano la soluzione ideale di visualizzazione personalizzata per il mondo industriale, i sistemi di automazione e l’utilizzo in ambienti retail all’interno di infopoint e chioschi. Permette inoltre un'installazione facile e flessibile con una completa connettività digitale e analogica, ha molteplici opzioni di montaggio, tra cui fissaggio standard VESA e/o a flangia.

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CARATTERISTICHE TECNICHE MOD. HO165HGB

Display: 15.6” TFT - LED Backlight Risoluzione: 1920 x 1080 Full HD Tecnologia touch: P-Cap a 10 punti Luminosità: 250 cd/m2 Rapporto di contrasto (tip.): 800:1 Angoli di visualizzazione: 170° / 170° Ingressi: HDMI + VGA + USB 2.0 Schermo con livello di protezione IP65 Protezione display: modulo di protezione TP Spessore 2,7±0,2 mm In funzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7 Durata retroilluminazione: 15.000 ore Altoparlanti stereo integrati 2 x 1,5W Alimentazione esterna a 12 Volt Opzioni di montaggio multiple

Display: 15.6” TFT – LED Backlight Risoluzione: 1920 x 1080 Full HD Tecnologia touch: P-Cap a 10 punti Luminosità: 1000:1 cd/m2 Rapporto di contrasto (tip.): 500:1 Angoli di visualizzazione: 178° / 178° Ingressi: HDMI + VGA + USB 2.0 Schermo con livello di protezione IP65 Protezione display: modulo di protezione TP Spessore 6±0.2 mm In funzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7 Durata retroilluminazione: 50.000 ore Altoparlanti stereo integrati 2 x 1,5W Alimentazione esterna a 12 Volt Opzioni di montaggio multiple

Ulteriori info su www.hannspree.eu/it nella sezione prodotti/Monitor categoria Open Frame Series

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ERMENEGILDO DEOTTO UN ITALIANO (DEL VENDING) A PARIGI

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arafrasando il titolo di un famosissimo film, vogliamo raccontare la storia di Ermenegildo Deotto, un italiano che giovanissimo è “emigrato” a Parigi, dando vita alla D8, una delle più importanti e fiorenti società di gestione, nella quale c’è molta italianità. Un’impronta che Monsieur Deotto ha portato in Francia, cogliendo quanto di meglio il Vending italiano potesse offrire ed esportare all'estero. Oggi pensionato, ha lasciato ai figli le redini dell’azienda dove, di tanto in tanto, fa sentire la sua presenza, dispensando preziosi consigli, frutto di una così lunga esperienza nel settore della Distribuzione Automatica.

segretaria di direzione quella che poi sarebbe diventata mia moglie. A lavoro completato, grazie ai buoni rapporti che ero riuscito a costruire con la famiglia Valente e con i dirigenti dell’epoca, mi chiesero di lavorare con loro per sviluppare in Francia un progetto che avevano in cantiere: il Liofaemino. Era il 1972 e, insieme a mia moglie, fondammo la D8, iniziando la nostra attività proprio con questo progetto della Faema. Io non avevo conoscenze di caffè e di tecnica, ma partimmo con grande entusiasmo con questo business, che dura ormai da 50 anni.

Ci racconta come è approdato in Francia? Finiti gli studi a 18 anni nel campo edile e sebbene in Italia ci fosse il boom economico e tanto lavoro, nel 1965 mi sono trasferito in Francia, perché avevo promesso a mio padre che alla fine degli studi lo avrei raggiunto a Parigi, dove lui era emigrato qualche anno prima. Una promessa che per un giovane significava realizzare un sogno: chi non vorrebbe andare a vivere a Parigi? Una volta arrivato lì, un po’ per mettere in pratica gli studi e un po’ per imparare la lingua, ho cominciato a lavorare nel campo dell’edilizia in più aziende. Nell’ultima, dove sono rimasto per 6 anni, ero diventato il braccio destro principale, occupandomi di organizzazione, direzione cantieri e sviluppo commerciale. Quest’esperienza mi ha insegnato a guardare verso orizzonti più alti. Ad un certo punto mi è stata affidata la gestione di un bel cantiere, che era la sede della Faema, dove lavorava come

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La Faemina Lio

La Faemina Mini Rapid


Come andò? Direi più che bene. Faema a quei tempi faceva sempre qualcosa di nuovo e, malgrado la crisi del ’75, siamo andati avanti ed è stato un vero successo. L’attività si sviluppò rapidamente perché la richiesta delle Liofaemina cresceva a ritmo sostenuto ed è stata la base sulla quale poi abbiamo costruito il Vending. Poi cosa è accaduto? Ad inizio degli anni ’80 avevamo un bel parco macchine Liofaemina e un bel parco macchine Vending, quando Michele Motterlini, che lavorava in Bianchi dove io compravo le macchine, mi presentò Dino Macchi, l’inventore della capsula Unoper, col quale poi si è sviluppata un’amicizia molto stretta, che continua tutt’oggi. Dino Macchi ci fece conoscere il nuovo sistema da lui inventato, che dava un risultato eccezionale in termini di qualità del caffè in tazza. Dino mi propose di prendere l’esclusiva per la Francia per sviluppare qui il mercato della capsula. È stato un successo immediato, tanto che dismettemmo tutte le Faemine, sostituendole con le Unoper. I clienti ci dicevano che la macchina era brutta e non funzionava un granché, ma il caffè era buonissimo. Siamo andati avanti fino alla fine degli anni ’80, quando Unoper ha venduto il suo business a Lavazza, con la quale abbiamo rinnovato il nostro contratto di esclusività, potendo in questo modo continuare a sviluppare il mercato della capsula Fap in Francia. Con Lavazza siamo andati avanti per due decenni sviluppando tutta la Francia e DOM-TOM, aprendo molti mercati in altri paesi come Belgio, Marocco, Israele, Libano, Sudafrica e persino Mosca. Abbiamo poi ceduto tutti i mercati esteri a Lavazza per concentrarci su uno sviluppo piu mirato del mercato francese. Ci parla dell’attuale D8? D8 è stata sempre una società indipendente ed ha sempre fatto solo gestione. Oggi, a quasi 50 anni di attività, abbiamo 250 dipendenti, 13.000 macchine O.C.S. e circa 7.500 distributori automatici. Sviluppiamo un fatturato che si aggira intorno ai 35 milioni con una sede centrale a Vitry sur Seine, nella regione dell’Île de France, e due filiali, una che si trova 100 Km a nord di Parigi e un’altra a 150 Km a sud di Parigi. Oggi l’azienda, che resta un’impresa familiare, è gestita da mia figlia Sonia, che è il Direttore Generale, e da mio figlio Serge, che è il Presidente.

ne dei prezzi che prima non c’era, poiché le società di gestione lavoravano col giusto prezzo. Invece, l’obiettivo dei fondi è aumentare il fatturato, cosa che secondo loro si ottiene abbassando i prezzi. Di conseguenza, oggi il mercato è diventato molto più difficile, soprattutto per le società medie, mentre le grandi società continuano con questi fondi nella loro corsa verso il ribasso. È, secondo me, un pozzo suicidario. E la sua visione del Vending italiano visto da fuori? Penso da sempre che il Vending francese abbia imparato molto dal Vending italiano. Per me, sono due mercati molto simili, abbiamo un parco macchine molto simile, prezzi di vendita quasi al pari e facciamo gestione nello stesso modo. Io non trovo che vi siano differenze sostanziali e fenomeni di prezzi che calano di continuo ne abbiamo in Francia come in Italia.

In 50 anni il Vending è significativamente cambiato. Qual è la sua visione del Vending di oggi? Direi che abbiamo fatto senz’altro gli anni d’oro del Vending fino a circa 10/15 anni fa, fino all’avvento dei fondi. Quando è nato questo sistema di fondi, si è sviluppato anche un meccanismo di riduzio-

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controlli vengono fatti telematicamente. Ti chiedono la documentazione, fanno le loro verifiche senza interrompere le attività e funziona benissimo.

Del Vending francese in Italia non porterei niente. Al contrario, noi italiani possiamo esportare ancora qualcosa in Francia. Basti pensare al mio esempio: ho portato l'espresso italiano in Francia che, soprattutto il Lavazza, qui è considerato il top ed ha cambiato un po’ le abitudini dei francesi, che hanno sempre bevuto il caffè lunghissimo, ben diverso dell’espresso. Storicamente, Lavazza ha commercializzato il suo brand nel retail e nelle collettività, Deotto nel mondo degli uffici O.C.S. e collettività diverse. Sulle macchine vending che noi installiamo nei luoghi di lavoro o c’è caffè Lavazza o c’è caffè Gimoka e noi lo segnaliamo sul distributore, in modo che si sappia che si tratta di un prodotto italiano. Credo, con un certo orgoglio, di aver contribuito a diffondere il brand Lavazza in Francia. Altra cosa che porterei di italiano nel vending francese è la tecnologia informatica. Con Vega della Digisoft, credo che abbiamo il migliore sistema di gestione dell’attività e uno dei miglior software in Europa. Cosa ne pensa del sistema dei corrispettivi? Ho i miei dubbi che il sistema dei corrispettivi serva, almeno in Francia. È una cosa complicatissima, facciamo già fatica a comunicare con le nostre macchine attraverso una tecnologia che cambia continuamente! Mi chiedo se il sistema sia affidabile. In Francia i controlli fiscali sul Vending si fanno da sempre e in modo efficace. Io stesso ne ho avuto una decina, In questi ultimi anni, senza neanche vedere gli ispettori del Fisco, perché i

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Come sono i suoi rapporti con gli imprenditori del Vending italiano? Conosco moltissimi gestori italiani e con loro ho eccellenti rapporti. Ci scambiamo informazioni, pareri sui mercati di ognuno. E anche con i fornitori, visto che la D8 compra quasi tutti i suoi prodotti in Italia. Il suo lavoro di gestore è stato ufficialmente riconosciuto sia in Italia che in Francia. Ci racconta delle onorificenze ricevute? Nel 2006 l’Ambasciata d’Italia a Parigi ha voluto assegnarmi l’Onorificenza di "Ufficiale dell’Ordine al Merito" perché abbiamo portato e fatto conoscere tanti prodotti italiani in Francia. Un’altra Medaglia al Merito mi è stata assegnata dalla NAVSA, l’associazione francese del Vending, della quale sono stato uno dei primi membri circa 25 anni fa. Qui ho fatto il Tesoriere per moltissimi anni e, all’ultimo Vending Paris, nella serata di gala, a sorpresa mi hanno dato la medaglia. Mi ha fatto un immenso piacere perché credo di aver fatto un buon lavoro in NAVSA, soprattutto operando in equipe anche con le associazioni degli altri Paesi, come quella italiana e quella inglese, l’EVA. Se potesse tornare indietro, rifarebbe lo stesso percorso e lo rifarebbe in Francia? Rifarei esattamente le stesse cose, nello stesso Paese, con la stessa sposa, la stessa famiglia e con lo stesso entusiasmo! Vorrei ringraziare la mia prima patria, l’Italia, che mi ha permesso con le sue radici, i suoi insegnamenti e istruzione di formarmi e di sognare il mio futuro. Un ringraziamento particolare alla mia seconda patria, la Francia, che mi ha permesso di realizzare tutti questi sogni.



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L’IMPEGNO GREEN DI FORNO DAMIANI: UNA SCELTA ETICA CY

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rovare un equilibrio tra l’attività industriale e il rispetto per l’ambiente non è facile, ma è oggi una esigenza che impone alle aziende scelte etiche ben precise. Di fronte a queste tematiche la Eurosnack srl, giunta alla terza generazione e con oltre 75 anni di attività alle spalle, ha individuato una serie di soluzioni che hanno determinato una vera e propria svolta green, fatta di scelte ponderate nel rispetto dell’ambiente e dei consumatori. Affrontiamo questo tema col dott. Nicola Centra, direttore generale della Eurosnack, meglio nota come Forno Damiani, brand che identifica un’ampia gamma di snack dedicati al canale Vending. Cosa vi ha spinto a ripensare la produzione industriale in chiave green e qual è stato il primo passo? Tutto è partito alla fine dello scorso anno, quando come board abbiamo condiviso un nostro codice etico in cui avevamo già individuato alcuni valori direttamente afferenti al rispetto dell’ambiente e, più in generale alla nostra sensibilità come Azienda nell’area della Economy Reputation. Abbiamo focalizzato le nostre risorse su 3 punti chiave. In primo luogo l’utilizzo di energie rinnovabili realizzando un impianto fotovoltaico per soddisfare il fabbisogno energetico necessario al funzionamento dei reparti di confezionamento, riducendo in questo modo le emissioni di C02. Abbiamo poi varato un piano per far sì che nel pri-

mo semestre di quest’anno tutti i nostri prodotti potessero già avere imballi, primari e secondari quanto meno al 100% riciclabili. Inoltre, stiamo sviluppando la Clean Label, per rendere più immediata l’informazione del prodotto al consumatore. Semplificazione e facile comprensione degli ingredienti è un nostro must! Il vostro impianto fotovoltaico ha meno di un anno di vita. Riuscite già a fare un bilancio della quantità di energia risparmiata? Siamo nell’ordine di oltre il 50% di energia risparmiata ed altrettanto per quanto riguarda le emissioni di C02. I vostri prodotti vengono realizzati da fonti rinnovabili. Poi si passa alla fase di confezionamento e, come noto, la maggior parte del packaging di questa tipologia di prodotti è difficilmente smaltibile. Quali soluzioni avete adottato? Il primo passo è stato compiuto entro giugno, per disporre almeno di tutti gli imballi al 100% riciclabili, e ci siamo riusciti. È un risultato conseguito importante, ma è ancora il primo. Abbiamo allo studio una sensibile riduzione della plastica. L’attenzione per il consumatore vi ha spinto negli ultimi anni a rinnovare la gamma, inserendo referenze in linea con i trend salutistici. Ce le vuole ricordare? La linea Biologica con il brand BIOSNACK, Le Panfruttelle con i frutti di bosco e la nuova linea “con i semi della salute”. Tutte referenze nate dalla volontà di rispondere al consumatore con prodotti salutari, ideali per un break leggero e allo stesso tempo gustoso.

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A queste due referenze aggiungo le SFOGLIETTE nella variante con Curcuma e Zenzero e con stuzzicanti semi di Quinoa e Chia. Referenze che vengono sempre più richieste dal consumatore al distributore automatico.

Ce ne ricapitola le caratteristiche? Il brand Biosnack ha segnato qualche anno fa l’ingresso di Forno Damiani nel biologico con due referenze: i Tarallini e le Schiacciatelle. È una linea premium che si distingue per la presenza dei cosiddetti “semi della salute”. Le SCHIACCIATELLE, arricchite da Curcuma e Zenzero e con semi di Zucca e Girasole, hanno un sapore straordinariamente unico e sono adatte ad una dieta vegana e Halal. I TARALLI AI CEREALI vengono realizzati con Farro e Grano Saraceno, naturali fonti di fibre, sono arricchiti da Semi di Lino e Finocchio, che conferiscono al prodotto una gradevolezza straordinaria. Il tutto senza vino, per un prodotto privo di solfiti, e senza lievito.

Le Panfruttelle, invece, rientrerebbero nella gamma delle referenze dolci. Ce ne descrive le caratteristiche? Non definirei le Panfruttelle uno snack dolce. Preferisco chiamarle panetti 2.0 dal gusto “ibrido”: la base salata di pane integrale è arricchita, infatti, da pezzi interi di frutta. Pane e frutta assieme, quindi, assemblati come un mix perfetto: non è un biscotto, né una barretta. Nulla a che vedere con i prodotti dolci, anche se ha un retrogusto “quasi dolce”, appunto. Importante è, poi, la presenza di componenti “salutistiche”: Le Panfruttelle sono prodotte con farine integrali, in primis farro e grano saraceno, garantendo, in questo modo, un ricco apporto di fibre. In più il peso è di 30 gr con un apporto corretto di energia, grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale; non viene usato l’olio di palma (come in tutti i prodotti Forno Damiani… ormai da anni) ma olio d’oliva; la superficie si presenta più scura per la presenza delle farine integrali, ed “irregolare”, come una pasta tirata a mano.

Le Panfruttelle sono disponibili nel gusto ai frutti di bosco e sono destinate ai consumatori più giovani, in particolare agli studenti, ma anche ad un target di pubblico adulto e con stili di consumo orientati verso prodotti gratificanti, ma attenti alla “tabella nutrizionale” e ai benefici apportati da ciò che mangia. Siete riusciti a coniugare due fattori molto sentiti: Salute e Sostenibilità. Continuerete su questo percorso? Indubbiamente sì: l’attenzione alla salute e all’ambiente sono diventati valori imprescindibili, che le aziende devono saper coniugare con le esigenze della produzione industriale. Sta anche al gestore valorizzare gli sforzi che la produzione industriale sta facendo sempre più marcatamente in questa direzione, attraverso una scelta mirata delle referenze proposte al distributore e la comunicazione dei valori che quelle referenze contengono. Le scelte del consumatore oggi sono trainate anche dai valori della marca, che sta in qualche modo facendo concorrenza alla leva del prezzo.

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20 ANNI NEL CAFFÈ ALL'INSEGNA DELL'INNOVAZIONE

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pecialCoffee è una torrefazione a impronta familiare, situata in Valtellina nella provincia di Sondrio, da dove, in un tempo relativamente breve, è riuscita a raggiungere tanti Paesi del mondo. L’obiettivo che l’ha guidata in questo percorso è stato quello di far conoscere e apprezzare la tradizione italiana del caffè, pur rispettando i gusti e le abitudini di un consumatore internazionale. Quest’anno l’azienda celebra il suo ventennale, occasione che abbiamo colto per fare il punto di questo percorso, fatto di successi, ma anche di continua voglia di mettersi in discussione. Ne parliamo con Alessandra Padelli, figlia del fondatore e Brand Ambassador di SpecialCoffee, una definizione del ruolo che ama particolarmente. Quali sono i valori ai quali vi siete ispirati in questi 20 anni e rispetto ai quali continuate il vostro percorso? Indubbiamente la qualità, intesa a 360 gradi, e poi la tradizione, che a volte in alcuni prodotti si trasforma in innovazione, la sostenibilità, la trasparenza. Indubbiamente, metto al primo posto la qualità, che non è solo quella del prodotto: per noi di SpecialCoffee sta anche nel mantenere rapporti di tipo familiare, sia all’in-

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terno dell’azienda, che al suo esterno, nel relazionarsi con gli altri. E questo è un valore tipicamente italiano, ma anche molto apprezzato nel mondo.


Quali sono i principali Paesi in cui siete presenti e con quale percentuale? L’Italia pesa sul nostro fatturato per il 25%; il restante 75% lo sviluppiamo in giro per il mondo. Il primo mercato è la Germania, sia per distribuzione sul territorio che per numero di clienti; poi la Russia, il Cile, la Repubblica Ceca e altri Paesi, fino ad arrivare a Taiwan o in Giappone. Quando avete deciso di proporvi al Vending? Non è stata una vera e propria decisione nel senso che, partendo dalla qualità e partendo da una passione, si è fatto un prodotto inizialmente dedicato al fuori casa professionale. Poi, grazie ad alcuni input che ci sono arrivati da clienti del mercato tedesco che utilizzavano un nostro prodotto per l’Ho.Re.Ca., abbiamo lavorato su una specifica miscela per vedere come poterla rendere ancora più giusta per il canale Vending. E da lì è nata la miscela Gran Crema Blue, che mantiene alcune caratteristiche del prodotto Ho.Re.Ca. che questi nostri clienti utilizzavano, con qualche “finezza” che effettivamente il Vending richiede e apprezza. Quel che è certo è che per noi si è trattato sin da principio di un prodotto di qualità destinato al canale della Distribuzione Automatica, in tempi in cui il caffè Vending veniva percepito principalmente come prodotto economico, cosa che purtroppo rischia di andare a discapito della qualità. Ci illustra nel dettaglio le caratteristiche del Gran Crema Blue, la vostra miscela in grani per la Distribuzione Automatica? Gran Crema Blue è la miscela di caffè in grani che SpecialCoffee ha dedicato alla Distribuzione Automatica, con un’alta percentuale di Robusta asiatici ed africani, bilanciati dai selezionati Arabica brasiliani e centroamericani e una tostatura non troppo scura. In tazza ha un gusto equilibrato e un aroma dolce, ma soprattutto un’importante corposità e crema.

natura della vending machine e per garantire una migliore costanza qualitativa; • tostatura lenta: per ottenere un chicco più soffice ed omogeneo, che si macina più facilmente, e per esaltare le naturali qualità di gusto e aroma del caffè; • raffreddamento solo ad aria: per avere un prodotto più leggero e quindi ottenere resa maggiore con i dosatori volumetrici; • prodotto asciutto e meno oleoso: per ridurre la frequenza di sostituzione dei filtri e quindi per risparmiare sui costi di attrezzature e manodopera; • gusto e corpo in tazza: per avere un consumatore soddisfatto, che apprezza il “gusto” del caffè fino in fondo, senza doverlo “macchiare” per coprire il sapore troppo forte, amaro o legnoso, e per ridurre i consumi di latte e/o zucchero per i “caffè macchiati” o “dolci” e ottenere un ulteriore risparmio; • costanza qualitativa nelle forniture: per offrire ogni giorno la stessa qualità ai consumatori (soprattutto in uffici e aziende), un gusto equilibrato, un aroma dolce ed un corpo cremosissimo, che fidelizzino i consumatori ed incrementino i consumi; • perfetto per il “caffè lungo” o per tutte le preparazioni “non espresso” (caratteristica richiesta all’estero).

Quando abbiamo messo a punto la miscela Gran Crema Blue, abbiamo preso in considerazione tutti una serie di fattori: • pulizia e selezione: per ridurre gli interventi ed i costi di manutenzione ai macinadosatori e per evitare i fermi macchina e conseguenti perdite di incasso; • granulometria omogenea: per ridurre i tempi di maci-

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è legata tante volte alla reputazione di un’azienda o a valori che condivide con quest’azienda, tante volte ad un rapporto qualità/prezzo che ritiene adeguato.

Qual è la vostra offerta e quali sono i formati dedicati al caffè porzionato? Dopo alcuni anni in cui abbiamo cercato di presidiare il mercato con un certo numero di compatibili, negli ultimi 2/3 anni abbiamo scelto di focalizzarci sulla cialda in carta filtro compostabile, proprio perché è una esigenza di sostenibilità ambientale, uno dei valori che il mercato richiede e in cui crediamo fortemente. Certamente, questa scelta non è facile da portare avanti in termini commerciali, nel senso che, quando ci si lascia guidare dai valori, dall’etica, determinate operazioni molto più tattiche vengono in qualche modo precluse. In ogni caso, ad oggi siamo molto soddisfatti perché vediamo che la cialda sta recuperando terreno, è in una fase di rilancio e di rivalutazione, proprio perché ha tra i suoi valori quello ambientale. Questa nostra scelta ci ha portato ha dismettere pian piano la produzione in capsule per un discorso di coerenza con i nostri valori: il caffè deve essere un momento piacevole in tutti i suoi aspetti e pertanto, secondo noi, non può “spiacere” all’ambiente. Come avete comunicato al pubblico questa scelta? Siamo partiti da un nuovo design, che abbiamo chiamato eco design, riducendo il più possibile tutto il packaging intorno alla cialda. Abbiamo rivisto tutti gli imballi, riducendone l’impatto nel senso della quantità e a prescindere dai materiali, cosa della quale ha beneficiato anche la logistica, considerato che il 75% dei nostri prodotti va all’estero. Parliamo di comunicazione. Cresce il numero di brand del caffè che si pubblicizzano attraverso i maggiori canali della comunicazione, attraverso spot mirati e presidiando le trasmissioni televisive più seguite. Qual è la sua opinione? Non entro nel merito delle scelte operate in questo campo dai colleghi torrefattori, perché ogni azienda ha il suo stile e il suo approccio che vanno rispettati. Secondo noi, la qualità è l’elemento che fidelizza, che giustifica un prezzo e siamo convinti che il consumatore non si lasci sempre ammaliare dalla pubblicità. Probabilmente prova perché attirato, ma poi fa la sua scelta, che

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Avete in gamma una miscela certificata Rainforest Alliance, ma non una Bio. Come mai? È stata una precisa volontà di non proporre ai nostri clienti qualcosa di cui non avevamo certezza. Mi spiego meglio: quando abbiamo analizzato le certificazioni verdi etiche, abbiamo notato che molto spesso il bio è frainteso e tante volte si definisce bio un prodotto che, da questo punto di vista, lascia qualche perplessità. Posso essere un coltivatore attento nel mio pezzetto di terreno, non uso pesticidi, controllo la filiera ecc., ma se a pochi passi da me c’è una fabbrica o una qualsiasi altra fonte di inquinamento, chi garantisce che quel pezzetto di terreno riesca a conservare la sua caratteristica di area incontaminata? Non potendo controllare di persona i luoghi della produzione, ci è sembrato difficile inserire un prodotto detto bio senza averne la certezza. Ancora una volta ci siamo lasciati guidare dall’esigenza di trasparenza nei confronti dei nostri clienti. Tra i vostri valori, c’è anche un forte legame col territorio dove siete molto presenti per alcune attività che vi coinvolgono. Ce ne parla? Tutte le attività di SpecialCoffee sul territorio e per il territorio, riflettono l’importanza dell’avere radici, un punto di forza, una consapevolezza fatta di valori che non cambiano e che certamente hanno nutrito la storia dell’azienda e continueranno a farlo. Si tratta di attività a supporto di iniziative in ambito sociale e sportivo, spesso in rete con altre aziende del territorio. Torniamo ai vostri 20 anni di attività. Come li festeggerete? SpecialCoffee celebrerà il suo 20° anniversario con una serata speciale, che vogliamo festeggiare con chi ogni giorno condivide la nostra passione per il caffè. Ma per il momento non vogliamo dare troppi dettagli per mantenere l’effetto sorpresa... Un’ultima domanda: Alessandra Padelli il caffè lo prende con o senza zucchero? Sto imparando a prenderlo senza, perché effettivamente in questo modo riesci a percepire tutte le sfumature autentiche del gusto che lo zucchero, invece, tende ad alterare. Una quantità modesta di zucchero nel caffè può esaltarne il sapore naturale, ma al tempo stesso può accentuare, non di certo coprire o migliorare, i difetti quando il caffè invece non è buono. info@specialcoffee.it

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A Expo Vending Sud 2019 il team della Vending Service Srl insieme ad Alfio Petrullo, Amministratore Unico della società

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DA PICCOLA CONCESSIONARIA A RIVENDITA DI RIFERIMENTO DEL SUD ITALIA

on una sede storica a ridosso della città di Catania e una filiale nei pressi di Palermo, la Vending Service S.r.l. è uno dei principali player tra le rivendite siciliane. Punto di riferimento sul territorio, l’azienda si è sempre contraddistinta per aver operato scelte nella direzione della qualità dell’offerta, dell’innovazione e di un’assistenza precisa al cliente. L’aver mantenuto saldi questi punti fondamentali, ha rafforzato la propria posizione, facendone un fornitore di riferimento per i gestori siciliani. Ne approfondiamo la conoscenza intervistando Alfio Petrullo, Amministratore Unico e ne approfittiamo per conoscere meglio il mercato del Vending in Sicilia. La Vending Service nasce come concessionaria dell’attuale EVOCA GROUP, che annovera sotto il suo cappello brand primari, una partnership che si è rafforzata nel tempo. Com’è nata e quanto ha contato nella vostra crescita? Vending Service è stata costituita nel 2002 proprio per sviluppare il lavoro di concessionaria dell’attuale gruppo. Quindi, prima che sulla crescita, il rapporto con Evoca Group ha influito sulla nascita. Certamente, l’opportunità di rappresentare brand leader nel settore del vending, unita all’abnegato impegno che io ed il mio staff vi abbiamo profuso, ha influito notevolmente sullo sviluppo del nostro lavoro. Altra importante partnership quella con la torrefazione genovese COVIM, da voi scelta nonostante l’ampia offerta di caffè made in Sicilia.Come mai questa scelta? Il rapporto con Covim è nato per la Vending Service in

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maniera direi quasi casuale. Claudio Picci, con il quale eravamo stati per circa otto anni colleghi nel Direttivo Confida, trovandosi in Sicilia mi telefonò, chiedendomi di venire a visitarmi. In quell’occasione mi propose di iniziare un lavoro stabile di commercializzazione del caffè in Sicilia. A quell’epoca la mia rivendita si occupava esclusivamente di distributori automatici ed assistenza tecnica e, a quella richiesta, di getto contestai proprio che ero circondanto da torrefazioni e dissi a Claudio: che numeri ti posso garantire in questo territorio e con tanti concorrenti? Lui mi rispose che non gli interessavano i numeri e insistette perché ci provassi comunque. Ci abbiamo provato e abbiamo sviluppato un importante lavoro, soprattutto sul caffè in grani.


Il consumatore siciliano apprezza? I nostri clienti sono principalmente i gestori vending, i quali apprezzano qualità, pulizia, costanza del prodotto ed alta qualità dell’erogazione. La miscela più venduta è quella che interpreta al meglio il gusto dei nostri consumatori. La vostra è un’offerta al gestore a 360 gradi: macchine, ricambi, prodotti di consumo, sistemi di pagamento, assistenza tecnica, realizzazione di aree ristoro su misura, servizi per l’hotellerie… Come riuscite a sostenere questa grande mole di lavoro? Roma non si è costruita tutta in un giorno! La nostra proposta, oggi globale, si è arricchita nel tempo. Nel corso degli anni ci siamo sempre più specializzati,

crescendo nel know-how e nelle competenze tecniche. Parallelamente è cresciuto anche il nostro organico. Ciò ci consente di supportare adeguatamente i clienti con un puntuale servizio di consegna ed assistenza, assecondando al meglio le loro richieste. Quale tipologia di gestore apprezza maggiormente la vostra proposta? Direi che cerchiamo di accontentare tutti. I gestori più piccoli apprezzano molto il sostegno che gli diamo nel portare avanti il loro lavoro, dandogli una mano non solo dal punto di vista commerciale e tecnico ma anche nell’ambito legislativo, fiscale, finanziario, suggerendo loro soluzioni complete. Direi che anche i più organizzati apprezzano le competenze che abbiamo acquisito nei vari ambiti e la completezza della nostra offerta. Ritiene che il ruolo delle rivendite sia fondamentale per il gestore siciliano, in qualche modo penalizzato dalla posizione geografica? Il nostro lavoro è principalmente un servizio che tiene conto delle innovazioni, che spazia dall’hardware al software, dall’influenza delle norme legislative e fiscali all’interpretazione dei nuovi desiderata del mercato. Fattori determinanti prima della vendita e che diventano ancora più importanti nel post vendita. Non siamo semplici venditori di scatole. Essere presenti sul territorio mi sembra un valore aggiunto insostituibile. Gli ultimi dati CONFIDA mostrano un Vending in crescita sia per numero di macchine, che per numero di battute e fatturato. Percepite questa crescita anche in Sicilia? Confermo. Devo dire che il nostro è un trend in continua crescita, addirittura negli ultimi anni abbiamo portato a casa risultati molto soddisfacenti, fuori da ogni aspettattiva. Penso che questo successo dipenda da vari fattori, tra i quali l’importanza e la qualità dei brand e dei pro-

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dotti che trattiamo, l’impegno e la determinazione che ci mettiamo, anche nella crescita delle nostre competenze. State investendo molto sull’Ho.Re.Ca., un settore in perenne crescita in una regione votata alla ricettività e al turismo. Intendete spostare il vostro core business? Non intenditamo spostare il nostro core business ma arricchirlo. Da qualche anno ci stiamo dedicando con molta più determinazione all’Ho.Re.Ca. proprio in considerazione del fatto che la Sicilia è un territorio meraviglioso, essenzialmente turistico-ricettivo. Inoltre, il know-how di partenza che possediamo sulle apparecchiature è molto simile al vending e a questo va aggiunto che le nostre proposte in termini di hardware sono diventate veramente tante, viste le recenti acquisizioni di altri brand da parte del gruppo. Abbiamo sviluppato anche un progetto “Hotel” che, ove condiviso, oltre a migliorare il servizio degli albergatori gli consente di incrementare i guadagni. E l’O.C.S.? Qual è il suo stato di salute? Il mercato O.C.S. sta cambiando radicalmente e, per quel che ci riguarda, stanno cambiando i clienti. Prima di O.C.S. se ne occupavano gli stessi gestori del vending, che ne vedevano un'opportunità di complemento. Da qualche tempo sono cambiati i clienti e le modalità di vendita, anche perché è aumentata la diffusione delle macchine del caffè, in particolare in famiglia. E-commerce, grande distribuzione, nascita di una infinità di piccoli negozi: c’è molta concorrenza e guerra di prezzi! I margini sono diventati molto bassi per tutti. Ormai non basta la qualità del prodotto o la notorietà del brand, perché bisogna fare numeri molto alti per giustificare i costi che

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occorrono per assicurare il relativo servizio. Il contatto diretto con i gestori è un’importante termometro per avere il polso del Settore. Come sta evolvendo la figura del gestore? Questa è una bella domanda! Il vending non è più quello di qualche anno fa, quando molti degli attuali operatori hanno iniziato a lavorare. Il gestore deve crescere a 360 gradi per essere sempre più informato, professionale, organizzato, attento alle innovazioni, per comprendere meglio l’evoluzione del vending e cercare di dare un servizio sempre più adeguato alle richieste dei consumatori. Le aziende meglio organizzate e più sensibili e preparate - non mi riferisco necessariamente a grossi gruppi - se ne rendono perfettamente conto e sono attente ai cambiamenti; ciò è piu difficile ma non impossibile per le piccole gestioni. A cosa deve puntare il gestore per essere pronto ai cambiamenti che si stanno verificando nel fuori casa? Leggevo, da qualche parte, che un italiano su sei fa la colazione fuori casa, utilizzando distributori automatici e che per 34 milioni di italiani il pranzo fuori casa si riduce spesso ad un panino, una pizza e al massimo ad un primo piatto. Per fare un esempio di innovazione, noi stessi, in quanto soci di Forteam Group Srl, proponiamo un impianto attraverso il quale realizziamo delle vere e proprie mense automatiche, con possibilità di prenotazione del pasto attraverso un’app e identificazione dell’utente con il badge aziendale, ove necessario. Certo non è uguale su tutto il territorio e poi fanno la loro parte anche gli esercizi di prossimità - se facilmente raggiungibili - perché riescono a darti quel qualcosa di più.



S a l u m i fi c i , C a s e i fi c i e A l l e v a m e n t i Il 1° gennaio 2019 Parmareggio e Grandi Salumifici Italiani sono confluiti nella holding Bonterre, creando così un Gruppo agroalimentare, specializzato nelle eccellenze italiane dei salumi e dei formaggi stagionati.

IL GRUPPO BONTERRE Il Gruppo Bonterre con i principali stabilimenti produttivi a Modena, ha sviluppato un fatturato consolidato di oltre 1 miliardo di euro, di cui 200 milioni in export. Vanta 3 filiali commerciali all’estero, 16 stabilimenti in Italia, 2.000 dipendenti, 4 Dop e 4 IGP, 140.000 tonnellate prodotte/anno e la filiera completa nel Parmigiano Reggiano. Numeri che ne fanno una realtà in grado di coniugare la capacità industriale con elevati standard di responsabilità sociale. La nascita del nuovo gruppo agroalimentare, che unisce

due eccellenze italiane, permette inoltre di ampliare e diversificare l’offerta, con prodotti genuini e di alta qualità, fortemente legati al territorio di origine. Un’ampia gamma di referenze identificate da brand conosciuti e leader nei rispettivi segmenti e una presenza multicanale e multipaese permetterà al Gruppo Bonterre di crescere ulteriormente, in particolare nei mercati esteri, anche grazie alle filiali in Germania e Francia, per diventare uno dei maggiori rappresentanti del food made in Italy”.

PARMAREGGIO Da anni Parmareggio fonda la propria strategia su fattori quali l’innovazione, la distintività, l’eccellenza dei propri prodotti, la creazione e notorietà di un marchio che, unendo la tradizione del Parmigiano Reggiano ad idee creative e ad una intensa attività di ricerca, ha permesso di sviluppare una gamma di prodotti che risponde alle esigenze del consumatore e favorisce nuove occasioni di consumo.

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Per i prossimi anni l’obiettivo è sicuramente quello di proseguire sulla strada dall’innovazione e continuare la ricerca di nuovi prodotti e nuove occasioni di consumo del Parmigiano Reggiano, che possano rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento al benessere e alla salute personale e dell’ambiente in cui vive e che permettano a Parmareggio di incrementare ulteriormente la propria crescita organica.


L’ECCELLENZA DEL PARMIGIANO REGGIANO Il Parmigiano Reggiano è considerato un alimento premium: è senza glutine e 100% naturale, senza conservanti e additivi. È inoltre naturalmente privo di lattosio: l’assenza di lattosio è la conseguenza naturale del tipico processo di lavorazione del Parmigiano Reggiano. Da anni l’obiettivo di Parmareggio, oggi Gruppo Bonterre, è di proporre prodotti di alta qualità, che racchiudono i valori e le caratteristiche del Parmigiano Reggiano, quali naturalità, tradizione, salubrità, coniugati con idee creative e un’intensa attività di ricerca.

Questa attività ha permesso all’azienda di sviluppare una gamma diversificata di prodotti: in pezzi a fine pasto o durante l’aperitivo, grattugiato come condimento di primi piatti o all’interno di ricette, oppure merenda. La valorizzazione delle caratteristiche del Parmigiano Reggiano, la comunicazione delle proprietà e della naturalità di questo straordinario formaggio sono un obiettivo strategico, un asset indiscutibile sul quale l’azienda ha fondato la sua crescita nel passato e che diventerà ancora più importante nel percorso che il Gruppo va delineando per il futuro.

UNO SNACK SALUTARE CHE SI RINNOVA Grazie all’incessante lavoro di Ricerca&Sviluppo e allo spirito innovativo che distingue l’azienda, è stato realizzato già da qualche anno un prodotto con un alto contenuto di servizio: lo Snack&Vai!, Su di esso si è fortemente puntato in termini di innovazione e investimenti, creando un vero e proprio segmento di mercato nel canale Vending. Nel 2019, l’offerta per lo Snack fuori casa si è ampliata con le nuove referenze Snack&Vai! Parmareggio e Casa Modena, che mostrano un’attenzione sempre maggiore per il salutistico, nella direzione di uno stile di vita sano. Allo Snack&Vai! Parmareggio con Parmigiano Reggiano e una confezione di Tarallini Gran Pavesi, cotti al forno e realizzati con ingredienti semplici, già sul mercato dal 2018, a febbraio 2019 si è affiancata una nuova referenza: Snack&Vai!i con Parmigiano Reggiano Parmareggio e un Mix di Frutta Secca composto da albicocche, mandorle e noci. Sono nate poi tre referenze Snack&Vai!a marchio Casa Modena: dischetti di Mortadella e Tarallini Gran Pavesi, dischetti di Prosciutto cotto abbinati anche in questo caso ad una confezione di Tarallini con olio di oliva ed extra vergine e Fettine di Salame GranMagro Liberamente, proposte con Tocchetti al Mais Gran Pavesi. 5 referenze, 2 brand e una gamma Snack&Vai! ampia e diversificata per soddisfare le esigenze di adulti e ragazzi che ricercano uno spuntino gustoso e genuino e sempre a portata di mano.

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IL SISTEMA A CAPSULE CHE NON C’ERA

È

nata una nuova realtà per offrire al mercato “la capsula che non c’era”: la Espresso 4.0, frutto di due anni di Ricerca & Sviluppo, condotti con la collaborazione di un team di ingegneri dell’Università Federico II di Napoli. La difficoltà sulla quale si è dovuto lavorare è stata principalmente quella di individuare dei brevetti non riconducibili a sistemi e formati già presenti sul mercato e che, combinati, dessero come risultato un prodotto a sua volta brevettabile. Da questo impegnativo percorso progettuale è nato il sistema chiuso Espresso 4.0, che prende il nome dalla start up che l’ha ideato, costituito da una macchina pro-

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prietaria, dotata a bordo del sistema dedicato, studiato per l’erogazione del caffè solo ed esclusivamente attraverso la nuova capsula. Ciò vuol dire che nessun’altra tipologia di capsula può essere utilizzata con la macchina Espresso 4.0. Allo stesso tempo, la nuova capsula può essere utilizzata sulle macchine del sistema Iperspresso illy*, anche della linea Professional, col quale risulta perfettamente compatibile. Ogni parte della nuova capsula è coperta da brevetto, il che la rende difficilmente clonabile, difendendo in tal modo i distributori da eventuali competitor.


LINEA HOME

Per il momento, la Espresso 4.0 viene presentata al mercato come capsula per il caffè, declinato in più miscele: dalla Oro tutta Arabica alla Nera, un blend più forte con prevalenza di Robusta; dalla Blu, una miscela napoletana morbida nel gusto e cremosa, alla Rossa forte e cremosa fino ad un blend speciale, identificato dal colore Rosa, dedicato alle donne, fino al Decaffeinato. Per le New Co il prossimo step sarà il lancio dei caffè aromatizzati e di tutta la gamma dei solubili e delle tisane. La capsula e la macchina Espresso 4.0, anch’essa progettata completamente in Italia, verranno distribuite nei negozi specializzati, nell’e-commerce e all’estero, con l’obiettivo di accreditare nel mercato, sia italiano che internazionale, un sistema chiuso, composto da macchina e capsule, del tutto nuovo. La compatibilità col sistema Iperspresso illy* fa sì che la Espresso 4.0 possa ritagliarsi una propria fetta di mercato anche nel mondo dei compatibili. Mentre la capsula Espresso 4.0 è già disponibile nei circuiti prescelti per la distribuzione, la macchina è in fase di ottimizzazione e sarà disponibile tra qualche mese. Quel che è certo è che sarà propoLINEA PROFESSIONAL sta al mercato ad un prezzo aggressivo, affinché il nuovo sistema Espresso 4.0 sia quanto più accessibile per i distributori e i consumatori.

espressoquattropuntozero@gmail.com *Il marchio Iperespresso illy non appartiene alla Espresso 4.0 srl né ad Aziende ad essa collegate.

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MISURA IL GRADO DI SODDISFAZIONE DEI TUOI CLIENTI E MIGLIORA IL TUO SERVIZIO VENDING Zonavideo Srl é una start-up innovativa, nata con il preciso obiettivo di migliorare la comunicazione nel business, laddove questa risulti latente o di difficile realizzazione. La sua mission é di supportare l’azienda e l’imprenditore nel realizzare forme di comunicazione con i propri clienti, secondo modalità innovative e tecnologicamente avanzate.

LA CUSTOMER EXPERIENCE Oggigiorno riuscire a massimizzare l’esperienza di acquisto dei propri clienti rappresenta un elemento essenziale per la crescita di ogni Business. Far sentire il cliente coccolato è l’obiettivo che ogni azienda deve perseguire. Per poter strutturare servizi e prodotti sempre più incentrati sulle aspettative dei clienti occorre disporre di dati sulla Customer Experience. La raccolta dei dati rappresenta molto spesso un percorso difficile e costoso soggetto il più delle volte ad un invecchiamento molto precoce, poiché gli stili di vita cambiano ancor prima che i dati delle indagini Customer Experience vengano elaborati e resi pubblici. Inoltre, molto spesso questo genere di ricerche non è accessibile alle piccole e medie imprese, tipiche del tessuto imprenditoriale Italiano. La robotica, l’intelligenza artificiale e l'interazione con le macchine caratterizzeranno il futuro nostro e delle aziende di successo, aprendo scenari di raccolta dati impensabili sino a pochi anni fa.

Zonavideo vuole essere l’anello di congiunzione nella comunicazione tra uomo e macchina e sfruttare la tecnologia per accedere a sempre maggiori informazioni, fornite dalle interazioni degli stakeholder e dei clienti in particolare.

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IL TOTEM Il Totem ha la funzione di raccogliere i feedback di clienti ed utenti, sulla base di precise domande, impostate dall’Azienda per meglio comprendere il loro grado di soddisfazione. Il Totem è costituito da piedistallo, display LCD, cavo di alimentazione da 5 m ed alimentatore di rete ed assolve alla raccolta dei dati da inviare successivamente al database presente in Cloud. Nel servizio fornito da Zonavideo é prevista la possibilità di usufruire di una connessione alla rete dati 4G, acquistabile come modulo optional, qualora non fosse disponibile in loco una connessione wifi. La connessione del Totem alla rete internet é necessaria per il funzionamento della piattaforma Your Satisfaction. Il Totem va invece acquistato dal Cliente. Il display LCD, seppure basato sul sistema Android, funziona esclusivamente per l’utilizzo con la piattaforma Your Satisfaction. L’Azienda, attraverso la propria interfaccia di Back End, sceglie le domande che ritiene siano più utili alla misurazione della Customer Experience e ha facoltà di sostituirle o modificarle a proprio piacimento. Gli utenti rispondono scegliendo la “faccina” che meglio esprime il loro parere sul quesito scelto per l’indagine. Il sistema, inoltre, offre all’utente la possibilità di accedere ad una seconda schermata, dove poter lasciare un commento o una qualsivoglia comunicazione, che viene registrata nel Back End del sistema e resta nelle disponibilità dell’Azienda medesima.

IL QR-CODE La modalità QR-Code è l’altra possibilità offerta da Zonavideo per raccogliere i feedback degli utenti finali. Rappresenta una call to action, certamente meno performante del Totem, ma allo stesso tempo si caratterizza per aspetti operativi che la rendono di gran lunga migliore per l’utilizzo in determinate circostanze operative, specie quelle tipiche del settore delle Vending Machine. La versione QR-Code di Your Satisfaction rappresenta quegli elementi di praticità e sostenibilità dei costi, che sono richiesti nel mondo del Vending. L’apposizione dell’adesivo sul Distributore Automatico si concretizza in una spesa minima e sulla possibilità in questo modo di sfruttare la connessione internet, data dallo smartphone dell’utente che scansiona il codice, nonché la percezione precisa di come una determinata postazione Vending, venga poi percepita dai suoi fruitori. Your Satisfaction permette di avere una comunicazione con i propri utenti non invasiva e del tutto libera da eventuali distorsioni, come invece a volte capita nelle tradizionali attività di raccolta feedback. Il cliente o utente, attraverso l’interfaccia Your Satisfaction, partecipa in modo indiretto ma attivo al miglioramento del servizio! Tutto questo perché i suoi feedback, rilasciati in determinate e svariate condizioni consentono alle Aziende di apportare azioni correttive ai propri processi, tutte volte nella direzione suggerita dai singoli utenti e clienti dell’azienda stessa.

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SE VUOI SAPERE DI PIÙ SULLA SOLUZIONE YOUR SATISFACTION E APPROFITTARE DELLA SPECIALE OFFERTA LANCIO DI CHIAMA IL L’INTERFACCIA Il cuore del sistema è rappresentato dalla piattaforma informatica, che permette all’amministratore di produrre diverse tipologie di report, filtrando dati di varia natura, come ad esempio: orari, descrizione dei feedback, loro tipologia e molti altri aspetti indicativi del trend di soddisfazione degli utenti presi ad esame. Il Back End permette all’amministratore del sistema di impostare e analizzare le campagne di monitoraggio dei feedback, sulla base delle proprie necessità. L’organizzazione del Front End di Your Satisfaction è di semplice gestione, presentandosi come uno strumento user friendly per l’utente. Nell’eventualità occorresse assistenza nella realizzazione di campagne di monitoraggio feedback, il Back Office di Zonavideo è disponibile ad offrirla ogni qual volta se ne presenterà l'esigenza, nei giorni e negli orari di apertura degli Uffici.

IL MODELLO DI BUSINESS Il servizio Your Satisfaction si compone essenzialmente di due distinte attività. La prima è rappresentata dai QR-Code o dai Totem acquistabili una tantum e la seconda dalla cosiddetta ricarica “feedback”, comunque già compresa nell’acquisto iniziale. I feedback rappresentano l’elemento a consumo del nostro modello di business. Zonavideo ha predisposto la possibilità di integrare i feedback a consumo, acquistando ulteriori pacchetti opzionali, una volta che la ricarica si sia esaurita. Nell’obiettivo di non vincolare il cliente al pagamento di canoni mensili per nulla legati al reale utilizzo di Your Satisfaction, Zonavideo ha predisposto diversi pacchetti contenenti un numero prestabilito di “feedback”. Questi ultimi sono integrabili di volta in volta, attraverso l’acquisto di ulteriori pacchetti di ricarica feedback. Ogni qualvolta un utente lascia il proprio feedback, quest’ultimo viene scalato dal proprio conto. Il concetto è molto simile a quanto avviene nel mondo della telefonia mobile ricaricabile. Ma, nel caso di Your Satisfaction, la ricarica ha per oggetto un numero di feedback prestabilito a seconda del pacchetto acquistato. I feedback acquistati hanno la durata (scadenza) di una anno dalla loro data di acquisto. Sono poi disponibili pacchetti con durata dei feedback di un mese dedicati a necessità temporanee, come eventi ed iniziative promozionali.


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LA SOLUZIONE YOUR SATISFACTION APPLICATA AL VENDING Applicata al Vending, la soluzione Your Satisfaction rappresenta quell’obiettivo tanto perseguito, e purtroppo, mai raggiunto pienamente dai gestori, ovvero: stabilire un punto di contatto con l’utente finale. Your Satisfaction è in grado di connettere gli utenti finali al gestore, delineando così quel ritorno d’informazioni che tanto manca nel mondo della distribuzione automatica. Capire quali prodotti sono più graditi al cliente, cosa non funzioni secondo le sue aspettative o magari la segnalazione di una criticità non valutata... tutto questo con Your Satisfaction trova finalmente una valida risposta. Attraverso Your Satisfaction arriveranno messaggi, quali ad esempio: “vorrei trovare nel distributore più tramezzini al prosciutto e formaggio”, “il caffè esce freddo” ed altri messaggi di questo tipo. L’utente finale coglie la possibilità concessa da Your Satisfaction per contribuire lui stesso al miglioramento del servizio a lui erogato. Proprio attraverso i feedback negativi, al gestore è data la grande possibilità di migliorarsi ed agire nella risoluzione delle criticità segnalate. I VANTAGGI PER IL GESTORE Il gestore, attraverso l’uso di Your Satisfaction, beneficia a livello marketing di un chiaro elemento differenziante rispetto ai competitor. Quante volte in una trattativa commerciale ci si rende conto di non avere un reale elemento differenziante dai competitor? Ora si può realmente argomentare con il Responsabile Acquisti di turno, che la propria azienda garantisce un livello di qualità elevato e lo fa con il monitoraggio continuo dei feedback, lasciati dai vari utenti. Nella misurazione della soddisfazione degli utenti, il gestore potrà coinvolgere anche l’ente committente, condividendo con lui dei report periodici attestanti il buon andamento del servizio. Your Satisfaction ha la funzione di comunicare al cliente il tipo di gestore che ha di fronte: un gestore disposto a migliorarsi e soprattutto attento ad offrire il miglior servizio possibile ai propri clienti. A prescindere dalle segnalazioni che arrivano, Your Satisfaction comunica al cliente che lui e la sua soddisfazione sono importanti per il gestore e che il servizio è lì, proprio per permettere al cliente in prima persona di segnalare eventuali non conformità agli standard da lui richiesti. Non sarà più il gestore a mettere in evidenza la qualità del servizio fornito, ma saranno gli utenti stessi a certificarlo. IL MIGLIORAMENTO DELL'OFFERTA AL CLIENTE Your Satisfaction non offre solo vantaggi rispetto ai competitor in occasione di trattative commerciali e gare d’appalto, ma consente anche di migliorare l'offerta al cliente, grazie alle sue segnalazioni. La richiesta di avere nel distributore prodotti specifici, se soddisfatta dal gestore, produce un aumento della redditività del punto vendita. Oppure, avere un feedback che segnali che il distributore automatico è sprovvisto di prodotti, magari già nella tarda mattinata, aiuta a non creare rotture di stock che, sappiamo bene, influenzano il buon andamento delle vendite. O ancora, apprendere che un collaboratore non si è comportato in linea con le politiche aziendali del gestore, tese alla cordialità e all’ascolto dei bisogni del cliente, permette di intervenire sulla formazione dei collaboratori che hanno rapporti diretti con gli utenti. Tutto questo è il valore aggiunto che Your Satisfaction dona al gestore Vending. L'AREA RISTORO Ci sono due modalità per allestire l'area ristoro attraverso il servizio Your Satisfaction. La prima, caratterizzata dall’utilizzo del Totem, che garantisce una migliore call to action rispetto alla versione QR-Code su adesivo o Flyer. La versione Tablet su Totem rappresenta certamente il prodotto di punta dell’offerta Your Satisfaction, ma si caratterizza anche da costi più onerosi rispetto alla versione QR-Code. Tale caratteristica rende la scelta del Totem maggiormente idonea a monitoraggi random su specifiche postazioni o per meglio performare le offerte del gestore in occasione di gare d’appalto a punti. La seconda è l'applicazione dei QR-Code. Se nel progetto della società di vending c’è invece l’idea di estendere a livello sistemico su tutti i distributori automatici il servizio Your Satisfaction, la migliore soluzione è l'utilizzo dell’adesivo recante il classico invito all’azione ed il relativo QR-Code di monitoraggio. I RISULTATI OTTENUTI SUL CAMPO I risultati ottenuti dopo i primi mesi di test sono stati davvero soddisfacenti per un duplice motivo. Il primo risultato è diretto e riguarda le segnalazioni puntuali degli utenti sulle loro aspettative in merito ai prodotti somministrati, oltre ai feedback confermanti sia un alto livello di soddisfazione che - forse i più importanti - le segnalazioni di non conformità. I feedback negativi sono stati quelli che hanno permesso alle aziende di innalzare notevolmente il proprio livello di qualità del servizio erogato agli utenti. Il secondo risultato, ottenuto in maniera indiretta, è un innalzamento della consapevolezza da parte di tutti gli operatori della società di vending, impegnati quotidianamente nel front line aziendale. Grazie all'adozione del sistema anonimo di raccolta feedback Your Satisfaction, gli operatori hanno acquisito la chiara percezione e consapevolezza che il loro operato fosse oggetto di monitoraggio continuo da parte dei clienti. Tutto questo ha ingenerato comportamenti maggiormente responsabili dei lavoratori e un maggiore coinvolgimento degli stessi. La raccolta anonima di feedback ha messo in luce aspetti operativi che, con indagini svolte in modo tradizionale, difficilmente si sarebbero evidenziati.



IL PARTNER IDEALE PER I NEGOZI SPECIALIZZATI

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a costante crescita dei consumi di caffè porzionato, soprattutto nel mercato domestico, ha dato avvio ad una nuova tipologia di negozio: il coffee shop specializzato, dove il consumatore può trovare un’ampia gamma di soluzioni e di marche, in confezioni adatte al consumo in casa e in ufficio e a prezzi convenienti. Che siano in franchising o indipendenti, i negozi specializzati sono ormai all’angolo di ogni strada ed il loro successo dipende sicuramente da tutta una serie di fattori: dalla location alla posizione all’interno del contesto urbano, dai brand commercializzati alla capacità di assistere il cliente nella scelta del prodotto giusto e di garantire assistenza tecnica per quanto riguarda le macchine per caffè. Chi intraprende questo tipo di attività, molto spesso non è dotato del know-how necessario per supportare la clientela: il più delle volte, ci si lancia nell’impresa perché se ne intravedono le opportunità di successo, come naturale conseguenza dello sviluppo del mercato del caffè porzionato.

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L’improvvisazione non basta e non paga: avere accanto un partner affidabile è sicuramente uno dei principali fattori che possono decretare il successo dell’attività. Una delle aziende che ha sviluppato il suo core business, ponendosi come fornitore e partner tecnico dei negozi specializzati è la Arignano Distribuzione, impresa campana dinamica e in continua evoluzione, in grado di offrire un servizio di fornitura e di supporto tecnico a 360 gradi. L’obiettivo principale dell’azienda è la soddisfazione del cliente attraverso la qualità dei servizi offerti: conoscenza e flessibilità sono le caratteristiche che la contraddistinguono e che mette a disposizione dei clienti. A rendere tutto ciò possibile è la passione con cui lavora il team di esperti commerciali e professionisti del settore che affiancano i clienti, analizzando il contesto, definendo le strategie da mettere in campo e coordinando le attività perché siano orientate al raggiungimento degli obiettivi.


LA STRUTTURA

La Arignano Distribuzione è dotata di una struttura ampia, suddivisa in aree omogenee per ambito di attività e servizi: • Amministrazione • Assistenza pre e post vendita • Acquisti • Vendite • Logistica con mezzi propri • E-commerce Fondamentali il Centro di Assistenza Tecnica, che assicura la manutenzione alle macchine in tempi rapidi, e l’annesso magazzino per lo stoccaggio dei ricambi delle principali aziende produttrici. I negozi specializzati, quindi, possono riferirsi alla Arignano Distribuzione per tutto ciò che concerne il progetto di allestimento del punto vendita, il know-how tecnico e l’approvvigionamento delle merci, che avviene in tempi veloci ed è effettuato con mezzi propri e gratuitamente per i capoluoghi campani, mentre per le consegne fuori regione si avvale di corrieri espresso.

I BRAND

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L’Arignano Distribuzione è principalmente concessionaria e rivenditrice nazionale di Caffè Barbaro, brand in forte crescita che dispone di una vasta gamma di caffè, ma anche di tutte le capsule compatibili e di tutti i solubili disponibili attualmente sul mercato, che si distinguono per l’elevato standard qualitativo. Oltre a Caffè Barbaro, l’Arignano Distribuzione si avvale di altre marche di primarie aziende del settore, come Caffè Passalacqua, Caffè Toraldo, Kimbo, Caffè Moreno, Caffè Molinari, Sandemetrio. Inoltre, rappresenta l’azienda Nobis produttrice di creme naturali per i comparti caffè e pasticceria, oltre che raffinato cioccolato e dolci di ricorrenza come colombe e panettoni artigianali, non reperibili nei circuiti della GDO. L’ampia gamma delle referenze può essere visionata nello showroom sito a Casoria, in provincia di Napoli, dove si può trovare anche una vasta area dedicata a prodotti particolari, come zuccheri aromatizzati, ideali per dare un gusto particolare al caffè, solubili aromatizzati compatibili con tutti i sistemi, tisane naturali rilassanti, depurative, digestive.

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IL VENDING ALLA CONQUISTA DEL MONDO ALBERGHIERO UN TREND CHE FA CRESCERE IL COMPARTO DEL CAFFÈ

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e fino una decina di anni fa la presenza di distributori automatici all’interno delle strutture alberghiere era cosa rara e diffusa soprattutto all’estero in hotel di fascia bassa*, oggi non è più così. L’industria dell’ospitalità tende ad applicare tecnologie self-service in ogni area della struttura: dalla gestione delle prenotazioni a quella dei bagagli, dal check in all’organizzazione della sala breakfast, sempre più automatizzata, grazie alla presenza di dispenser di bevande calde e fredde, di cui l’ospite si può servire in piena autonomia. Il self service negli alberghi amplia la sfera dei servizi al cliente attraverso distributori automatici freestanding, sempre più presenti anche in hotel di categoria alta. Molteplici i motivi che spingono l’albergatore verso questo tipo di scelta. Primo fra tutti la volontà di rendere disponibile H24 il servizio Food&Beverage, di modo che l’ospite, a qualsiasi ora arrivi o rientri, possa rifornirsi di una bottiglia d’acqua o di una bibita o prendere un caffè, anche se il servizio bar è chiuso. Che vi sia un solo distributore automatico all’interno di tutta la struttura o che le macchine siano collocate su alcuni o tutti i piani, poco importa: quel che conta è che il servizio sia disponibile e che l’ospite ne sia a conoscenza. Il caffè, insieme all’acqua, è senza dubbio il prodotto più richiesto anche al distributore automatico dell’hotel o del B&B, una preferenza che incide sui consumi di questa bevanda, come illustra l’analisi di questo trend elaborata da Coffeebi.com * Secondo una ricerca di TradeLab, eseguita nel 2008 su un campione di 528 alberghi (di cui 429 a tre stelle e i restanti 153 a quattro e cinque stelle), solo il 9,1% è dotato di distributori automatici free standing.

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roduttori di macchine da caffè e torrefattori guardano sempre con maggior interesse il settore alberghiero e più in generale il mondo della ricettività turistica che cresce ogni anno per numero di presenze e strutture. Se un tempo l’albergo era quasi esclusivamente un posto per fare una pausa e riposare, oggi è uno spazio ibrido che riesce ad accogliere e combinare più funzioni. Un albergo può essere tante cose insieme: relax, cowor-

king, spazio meeting e conferenze, negozio etc. Gli operatori tentano di immergere il cliente in un’esperienza unica, per aumentare il tempo di permanenza nella struttura e far crescere la loro spesa media. L’albergo, dunque, non è più solo un agglomerato di camere ma un punto di incontro e socializzazione, dove assumono sempre più importanza gli ambienti comuni, dedicati all’intrattenimento e allo svago, nei quali è quasi sempre presente un bar oppure una macchina da caffè.

I NUMERI DEL SETTORE ALBERGHIERO EUROPEO In Europa vi sono circa 203mila attività alberghiere, con 6.6 milioni di camere e 13.8 milioni di posti letto. La Gran Bretagna, con i suoi 40mila esercizi, è il paese con più alberghi in Europa, seguito dalla Germania con 33.600 attività e dall’Italia con 33.200 strutture. Tra gli altri principali paesi europei, la Spagna ospita 19.700 alberghi e la Francia 18.300. I primi cinque paesi europei rappresentano complessivamente il 71,4% di tutte le strutture alberghiere europee. Negli ultimi 10 anni si è assistito ad una progressiva riduzione delle strutture alberghiere in quasi tutti i grandi paesi, ma nel contempo si è registrato un leggero incremento del numero delle camere e dei posti letto. L’Italia è il paese che ha più camere (1,09 milioni) e posti letto (2,2 milioni) seguita da Germania e Spagna con circa 950mila camere. La Gran Bretagna invece è il secondo paese con più posti letto (circa 2 milioni).

Negli ultimi anni, i paesi europei che hanno aumentato l’offerta alberghiera sono in primis la Polonia e la Romania seguiti da Slovacchia, Paesi baltici, Grecia e Portogallo. Se le strutture alberghiere sono in leggera diminuzione in Europa, aumentano invece le strutture extralberghiere come agriturismi, B&B e locazioni turistiche. Facendo una media dei 28 paesi europei, il 44.3% dei posti letto appartiene a strutture alberghiere, mentre la restante parte (il 55.7%) appartiene a strutture extralberghiere. Ciò vuol dire che in Europa vi sono complessivamente poco più di 31 milioni di posti letto. L’Europa, inoltre, è il continente che ha la posizione leader in termini di flussi turistici internazionali, attraendone la metà. Seguono l’Asia, in crescita, con il 25% dei flussi, e l’America con il 16% dei flussi. Con queste premesse, dunque, il settore turistico ed alberghiero rappresenta un importante canale di sviluppo per l’industria del caffè.

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CONSUMO DI CAFFÈ NEL SETTORE Secondo l’ultima analisi CoffeeBi.com, il consumo di caffè nel settore dell’ospitalità ha un valore al sell-in di 610 milioni di euro nel 2018 con un consumo di circa 43 mila tonnellate annue. Il consumo di caffè nel solo settore alberghiero rappresenta l’81.5% del totale mentre la restante parte è consumata in strutture extralberghiere. I cinque principali paesi europei concentrano il 69% del valore totale. L’Italia è il paese che consuma più caffè. Il valore del consumo nel 2018 è stato di 143.2 milioni di euro (sellin) che rappresenta il 23.5% del totale Europa. Il consumo è maggiormente concentrato nelle strutture alberghiere che ospitano circa il 46.1% dei posti letto complessivi. Il Regno Unito è il secondo paese per consumi di caffè nel settore dell’ospitalità grazie all’elevato numero di alberghi e posti letto. Il valore è di 94.5 milioni di euro (sell-in) che corrisponde al 15.5% del consumo Europeo. La Germania è il terzo paese per consumo con un valore di 83.1 milioni di euro (sell-in) seguito da Francia con 52.9 milioni (sell-in) e Spagna con 46.8 milioni di euro (sell-in).


AMPI MARGINI DI CRESCITA Nei prossimi anni, il settore dell’ospitalità continuerà a crescere con numeri interessanti in termini di presenze, sia nelle strutture alberghiere sia in quelle extralberghiere. Da tempo, l’industria del caffè ha posto attenzione su questo importante settore e sta innovando i suoi prodotti per rispondere meglio alle esigenze della clientela. La domanda di caffè in albergo può essere suddivisa in cinque momenti: colazione, ristorante, bar, meeting/ conferenze e room service.

Siccome gran parte del consumo è concentrato al mattino, per la colazione, gli altri momenti presentano ampi margini di crescita. Il consumo di caffè nel settore extralberghiero è, invece, basso o quasi assente. Quest’area rappresenta un territorio quasi inesplorato per gli operatori, con buone opportunità di sviluppo. Per ricevere informazioni su paesi, segmenti e canali oppure un’analisi personalizzata contattare CoffeeBi.com

Consumo di caffè nel settore dell'ospitalità nei principali paesi europei (valore in Milioni di Euro)

CHI SIAMO

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i piace definirci una “business intelligence boutique”, una piccola azienda indipendente che utilizza le nuove tecnologie per fornire servizi professionali alle aziende che operano lungo tutta la filiera del caffè. CoffeeBI (letteralmente Coffee Business Intelligence) è composto da un team internazionale e multidisciplinare di professionisti, esperti di mercato, analisti, ingegneri, giornalisti, tutti accomunati da un’unica passione: l’amore per il caffè. Siamo italiani ma da subito abbiamo puntato ad un’audience globale per cogliere, sin dai primi passi (ops… i primi click), le sfide della globalizzazione: per questo abbiamo scelto di esprimerci nella lingua franca dei commerci, l’inglese, e raggiungere ogni angolo del globo raggiunto dal caffè. Ciò che le grandi aziende di ricerca fanno per tutti i settori, noi lo facciamo solo per il caffè. Questo ci ha consentito di divenire in breve tempo leader nelle analisi dei mercati delle macchine da caffè professionali (da bar, ufficio, vending) e coprire nicchie di analisi del caffè che necessitano di un’approfondita conoscenza del settore e del mercato. In questi anni abbiamo lavorato con tutti i più grandi brand del caffè e di macchine da caffè in Europa, e siamo diventati part-

ner delle grandi società di consulenza alle quali forniamo dati precisi e calibrati sulle esigenze specifiche dei loro clienti. Non forniamo dati e informazioni “al chilo”, come ci piace ribadire (cioè report da mille pagine che fingono di dare tante informazioni per giustificare un prezzo più alto), ma amiamo fornire il dato di valore, cioè pesato, calibrato, ponderato e ragionato (per noi è il singolo dato che, di per sé, ha valore). CoffeeBI ha come mission far crescere le aziende dell’industria (torrefattori, produttori di machine, macinini, e componentistica, dealer, catene di coffee shop, ecc.) fornendo un punto di vista innovativo attraverso una rassegna stampa mirata, le idee di opinion leader internazionali e mediante report e analisi ad-hoc. La forza di CoffeeBI è l’alta specializzazione ed il focus verticale sul mondo del caffè. Ogni giorno parliamo di caffè e ci confrontiamo con i problemi propri del settore, facendo nostre le grandi e piccole difficoltà degli operatori e accettando quotidianamente la sfida di risolverli insieme. CoffeeBI.com – info@coffeebi.com - +39.02.80887843

Approfondimenti ed analisi di mercato per singoli paesi sono disponibili a richiesta contattando CoffeeBi.

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