Vending news 5

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Numero 5 - Anno 2013

IMPACT ENERGY LA TUA NUOVA BIBITA ENERGIZZANTE IN QUESTO NUMERO

Bianchi Vending • Forum Vending 2013 • Herematic • TLT Vend • Medibreak Riso Scotti Snack • Spinel • Centro Rifiuti Zero • Drastic • EurOps Dossier Vending Cruise • Digisoft • D.A. Design Group


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L’editoriale di Fabio Russo

L’argomento più discusso in questo momento nel nostro settore pare essere quello dell’aumento dell’aliquota IVA. Tutti ne parlano, si appassionano, s’informano attraverso colleghi e organi d’informazione e un po’ si arrabbiano, direi a buona ragione, visto l’andamento dell’economia e della politica nel nostro Paese. Insomma, da ogni parte del territorio si sono levate lamentele e proteste da parte delle società di gestione. Lo testimoniano le tante e-mail e telefonate ricevute in redazione nell’ultimo periodo, dimenticando che esiste un’associazione di categoria CONFIDA che lavora in modo frenetico e concreto per tutelare tutte le aziende e gli addetti del settore. Eppure, solo pochi hanno pensato a questa circostanza come ad un’opportunità offerta per poter aumentare il proprio listino di 5 o 10 centesimi, visto che la quasi totalità dei gestori, rapita da un raccapricciante sentimento di ossessiva rivalsa nei confronti del concorrente di turno che gli ha tolto questa o quella postazione, non lesina sull’abbassamento dei prezzi per arrembare al mercato, in modo quantomeno imbarazzante per la categoria. Guadagnando per qualche giorno e a pieni voti il titolo di “scemo del villaggio”. No, la categoria ha bisogno di altro: pensare alla qualità dei prodotti e del servizio offerto, alle sempre più importanti opportunità che questo mestiere in grande evoluzione offre, senza limitarsi ai soliti trittici “caldo-freddo-snack”, aprirsi a nuovi ed inesplorati mercati, oramai maturi per abbinarsi al vending e guardare finalmente oltre, prefigurando ricavi e margini di guadagno impensabili fino a qualche tempo fa.

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Ne parliamo in questo numero attraverso due importanti report che hanno focalizzato e ampliato proprio questi temi. Il primo è il Forum Vending 2013 Retail&GDO, organizzato dall’Istituto Internazionale di Ricerca, che testimonia attraverso gli interventi dei suoi relatori - visibili anche su VendingTV.it in versione integrale - quanto siano sempre più vicine le due categorie. Il secondo è dedicato alla Vending Cruise 2013, nel corso della quale sono stati affrontati e discussi ancora una volta argomenti vitali per la sopravvivenza, la crescita e lo sviluppo del settore. Le iniziative di Starbucks, che da oltreoceano ha deciso di entrare nel mondo del vending statunitense e quella a noi più vicina della britannica Costa, che ha realizzato un innovativo distributore automatico di nuova concezione, dovrebbe far comprendere ai gestori italiani che, si tratti di prodotto erogato, di servizio prestato o di attrezzatura tecnologicamente avanzata...”la qualità è tutto”. Meditate. E soprattutto, agite.


Sommario

Periodico bimestrale della distribuzione automatica Anno 2 - Numero 5 Giugno 2013

L’EDITORIALE pag. 3

Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695 Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it Tel. 0810152150 Fax. 0810152151

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Aziende

Direttore editoriale Fabio Russo Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Francesco Ippolito Fabio Russo Flora Seta Orsola Mallozzi Pascale Capelle Nina Schek Alessio Melillo Cecilia D’Aguanno Nella Falco Julie Barth Marina Scorziello Federica Bertoglio Salvatore Martella Alessia Porrello Michele Ferraro Paky Di Bitonto Stampa Tipografia TETI srl - Napoli Pubblicità: inferiore al 50% Vending News è una rivista tecnica dedicata alla distribuzione automatica. I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti

Drastic la bevanda energizzante tutta natuale

Bianchi Vending Days Intervista con Luca Parolari

pag. 28

Spinel s.r.l. 50 anni di qualità nel Vending Intervista con Cesare Spinelli

pag. 38

Vending Cruise: un format innovativo

pag. 40

“Top Sponsor” Covim

pag. 41

www.vendingnews.it

Direttore responsabile Francesco Ippolito

pag. 37

pag. 7

Sito internet

Iscrizione al ROC n°22385 dal 4 Maggio 2012

pag. 36

Energy Drink: quanto li conosciamo?

Editore

Sede Via Benedetto Brin, 69 80142 Napoli - Italia

Prodotti

di Fabio Russo

Eventi

“Top Sponsor” BWT Water+More

pag. 42

Packaging for Vending

pag. 43

pag. 14

Forum Vending 2013 Retail & GDO I dati di settore

pag. 17

Scenari attuali e prospettive future KIKI Lab e Indeed s.r.l.

pag. 20

“Top Sponsor” San Benedetto SpA

pag. 46

EurOps. Il convegno dell’EVA

pag. 48

Selecta: caffè qualità e prezzo

pag. 50

Herematic: La app che cerca le Vending Machine Intervista con Giuseppe Gargiulo

Supermatic e Digisoft. L’ottimizzazione dei processi operativi

pag. 22

“Image Vending Award”

All in One di TLT Vend Nasce il vending intelligente

pag. 24

Quando ad attrarre è il prodotto Medibreak e Riso Scotti Snack

pag. 52 pag. 53

“Light up the city!” Il Self Store 24 di D.A. Design Group

pag. 54

Costa Self-Serve Espresso Bar

Sostenibilità pag. 32

Il Centro Rifiuti Zero di Capannori e la capsula di caffè Intervista a Rossano Ercolini

Idee pag. 26

Piccoli consumatori crescono con il Vending


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Bianchi Vending Days

I

l 13 aprile si è svolta a Roma la prima delle tappe del “Bianchi Vending Day”, un road show che l’Azienda ha organizzato per presentare ai clienti, acquisiti e potenziali, l’intera gamma dei suoi distributori automatici.

In linea con la recente tendenza che vuole il vending sempre più itinerante e propenso ad incontrare sia gli operatori del settore che i consumatori in location non convenzionali, per la tappa di Roma Bianchi Vending ha scelto il SET, una struttura inaugurata a gennaio di quest’anno nel cuore della Capitale. Moderno e modulare, lo Spazio Eventi Tirso rispecchia in pieno il carattere e le linee dei distributori automatici firmati Bianchi Vending e ha dimostrato di essere il luogo ideale per un incontro informale e, allo stesso tempo, professionale tra gli operatori del settore. Proprio a partire dalla non convenzionalità della location, prende avvio il nostro incontro con Luca Parolari, amministratore delegato di Bianchi Vending Group.

Dottor Parolari la incontriamo in un contesto atipico, lontano dagli standard della classica fiera di settore, per scoprire le ultime novità di Bianchi Vending. Come mai la scelta è ca-

duta su una location e su un evento fuori dagli schemi? Un evento strutturato come i nostri “Bianchi Vending Days” offre all’operatore tutto il tempo necessario per apprendere le informazioni relative ai prodotti e per apprezzare i dettagli tecnici osservando le macchine da vicino. Il tutto col piacere di incontrarsi e scambiare quattro chiacchiere davanti a un aperitivo, il che alleggerisce la consueta formalità degli incontri commerciali. Per il nostro tour abbiamo stabilito tre appuntamenti: oltre quello di aprile a Roma aperto agli operatori del Centro Italia, ne prevediamo uno a giugno a Nord e, successivamente, fisseremo un ulteriore incontro in una città del Sud Italia. Ci auguriamo che alla fine dei “Bianchi Vending Days” la gran parte degli operatori italiani del vending abbia potuto apprezzare le nostre macchine. In verità, il biglietto d’invito all’evento lasciava presupporre un’occasione organizzata per presentare esclusivamente LEI 500, la nuova nata della gamma. In realtà Bianchi Vending ha proposto tutte le sue macchine, anche quelle ormai affermate sul mercato. Come mai? Perché le novità riguardano un po’ tutta la nostra produzione: una parte dell’esposizione rappresenta, potrei dire, la tradizione rinnovata e l’altra rappresenta l’innovazione vera e propria. Le macchine tradizionali sono reduci da un completo restyling delle linee,

pur mantenendo le già note caratteristiche tecnologiche perfezionate da alcuni accorgimenti sostanziali. Del nuovo look, ad esempio, vorrei evidenziare in modelli come LEI 400 e LEI 600 la porta piatta dotata di pannello protettivo in lexan. Si tratta di un particolare policarbonato, infrangibile e resistente alle alte temperature, facilmente asportabile per poterne favorire la personalizzazione e adeguare il distributore agli standard estetici delle altre macchine abbinabili. Altra caratteristica, lanciata già a Host 2011 e ora entrata a regime nella produzione, è l’illuminazione a LED che garantisce risparmio energetico e dà alle macchine una connotazione eco-friendly, grazie alla quale sulla gamma Vista abbiamo ottenuto la certificazione europea A++ per i consumi. Restando in tema di dimensioni, un’altra novità di Bianchi Vending è la LEI 2 Cups, una macchina in controtendenza rispetto all’attuale andamento del mercato. Ce ne vuole parlare? LEI 2 Cups è senz’altro la Ferrari della nostra produzione per le bevande calde ed è una macchina che sfida il mercato proponendosi per le sue grandi capacità, in un momento in cui le macchine più vendute sono quelle di medie dimensioni, in adeguamento al calo dei consumi che si registra, purtroppo, anche nel vending. Come il nome fa intendere, in LEI 2 Cups

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tutto è raddoppiato. Con una capacità di 1.200 bicchieri, questo distributore propone due miscele di caffè in modo che il gestore possa rispondere alle esigenze di tutti i consumatori presenti in una postazione, offrendo sia una miscela “a buon prezzo” che una seconda di qualità superiore, la quale, naturalmente, avrà un prezzo più alto. Ma il doppio serbatoio può anche semplicemente essere utilizzato per avere una scorta di prodotto quantitativamente raddoppiata, per quelle postazioni in cui l’alto numero di battute obbligherebbe il caricatore a visite ravvicinate. Distanziare i caricamenti rappresenta per il gestore un risparmio sui costi e la garanzia di avere scorte sufficienti affinché il cliente non debba rinunciare al suo espresso perché esaurito. Come accennavo poco fa, LEI 2 Cups ha una capacità di bicchieri di 1.200 unità e consente di gestire due diverse tipologie di bicchieri, che possono essere bicchiere in plastica e bicchiere in cartoncino oppure bicchiere standard da 166 cc e bicchiere di maggiori capacità, il tipico contenitore per il “coffee to go” molto utilizzato all’estero. Devo dire che molte delle novità che presentiamo quest’anno al mercato italiano le abbiamo già sperimentate in altri Paesi, soprattutto in Francia

Aziende

e in Germania. Vorremmo far comprendere come differenziare l’offerta possa incrementare le vendite, senza incidere in maniera sostanziale sui prezzi. Ci spiega meglio questo concetto? Glielo spiego illustrandole un’altra delle novità per il mercato italiano, già diffusa in quello francese: il kit topping. È un plus che abbiamo voluto inserire per creare delle bevande di tipo premium, che possano risultare intriganti per il consumatore, che accontentino anche i palati più raffinati e che, contemporaneamente, diano impulso ai consumi, sollecitati dalla novità. Tecnicamente si tratta di un kit costituito da due pompe che a fine erogazione spingono una spruzzata di sciroppo aromatizzato, creando il cosiddetto topping. Ciò che fino a ieri si poteva gustare solo al bar, oggi è possibile ottenerlo anche grazie a un distributore automatico Bianchi Vending. È una novità che abbiamo voluto offrire per tutte le bevande a base di caffè e di latte, che possono essere aromatizzate con uno sciroppo al cioccolato, alla vaniglia o alla nocciola. Non contenti, abbiamo previsto una seconda tipologia di topping, se vogliamo ancora più sofisticata: inve-

ce di terminare la bevanda con una spruzzata di liquido, la si può completare con una polvere di cacao o di nocciola o, ancora, con delle scaglie di cioccolato. E va detto che l’aggiunta di tanta bontà incide per pochi centesimi sul costo della bevanda; pochi centesimi che però fanno la differenza nell’offerta al consumatore. Diamo spazio alla madrina dei “Bianchi Vending Days”: Lei 500. È una macchina perfettamente adeguata ai nostri tempi e per più motivi. Ce ne parla? È esattamente così. Lei 500 risponde perfettamente alle esigenze del mercato in un periodo in cui diventa sempre più difficile per i costruttori proporre macchine ad alta capacità e per i gestori affrontarne i costi e individuare le postazioni idonee in cui collocarle. Lei 500 è la giusta soluzione non solo per le sue capacità: 500 bicchieri con 3 solubili aggiuntivi – orzo, decaffeinato e ginseng, oltre a zucchero, latte, cioccolata, the e caffè in grani - rappresentano una giusta via di mezzo. A questo va aggiunta la modularità di Lei 500 e, di conseguenza, le possibilità di personalizzazione che offre. Intanto devo sottolineare che la nuova


Lei 500 ha subìto un totale restyling e si presenta oggi con un layout moderno e accattivante. La realizziamo in tre versioni diverse proponendo tre differenti tipi di tastiera: a membrana, tattile o full touch. Il gestore può scegliere la più adatta alle esigenze della locazione in cui va ad installarla o modificarne nel tempo l’assetto, data la modularità della soluzione. La porta è estremamente leggera perché sgravata dal peso e dall’ingombro costituito dalla giostra bicchieri e anche dal contenitore delle palette. Abbiamo realizzato un braccio separato, interno alla macchina, dove trovano alloggio sia porta bicchieri e porta palette che il contenitore dello zucchero e ciò dà al distributore un valore aggiunto. Lo spazio prima occupato dal serbatoio dello zucchero, normalmente allineato con quelli delle altre bevande, ha lasciato il posto a contenitori per solubili aggiuntivi, quali possono essere il ginseng, l’orzo e il decaffeinato. La macchina, dunque, offre una scelta più ampia di bevande senza che questo incida sulle dimensioni. Con questo tipo di soluzioni vogliamo essere sempre più vicini al consumatore, proponendo un’offerta più ampia e diversificata. Ma l’attenzione di Bianchi Vending per il consumatore non si esaurisce qui come dimostrano altri particolari. Lei 500 è, infatti, una macchina easy-to-use, grazie ad

un “sentiero luminoso” che guida l’acquisto: dall’inserimento della moneta fino all’erogazione del prodotto e del resto. In questo modo è la macchina stessa ad indicare gli step da seguire per ottenere la bevanda prescelta. Va detto ancora che anche Lei 500 gestisce la doppia campana di caffè, oltre ad essere personalizzabile in base alle esigenze del cliente. Infine, per alleggerire il lavoro del caricatore, Lei 500 è dotata di un nuovo sistema di aspirazione che ne facilita le operazioni di pulizia e la tiene sempre in condizioni igieniche ottimali. Prima di passare ad altro tipo di argomenti, soffermiamoci su DUO, una macchina che non è più una novità visto che se ne è tanto parlato nell’ultimo anno e che ha già ricevuto importanti riconoscimenti. Ultimamente DUO ha fatto un passo avanti verso il vending. Cosa è cambiato? Sostanzialmente nulla dal punto di vista della tipologia e delle caratteristiche tecniche. In realtà DUO è nata come macchina free-vend, quindi più adatta alle collocazioni del settore Ho.Re.Ca., ma poi è stata dotata di accettatore e può essere gestita con chiavi e monete, opzioni che la rendono adatta oggi anche al vending. DUO è ormai un prodotto consolidato, progettato, realizzato e commercializzato da Bianchi Vending ed è una mac-

china pensata per il cosiddetto CWS, il Coffee&Water System, per risolvere in un’unica soluzione due esigenze fondamentali degli ambienti di lavoro: avere sempre a disposizione un buon espresso e un bicchiere d’acqua fresca facendo riferimento ad un unico fornitore. Ma siccome Bianchi quando fa le sue macchine tende al massimo, abbiamo voluto realizzare anche in questo caso un prodotto al top. Per poter ottenere i risultati migliori anche per quanto concerne l’erogazione dell’acqua, abbiamo voluto la collaborazione di un leader mondiale del settore, l’azienda Waterlogic. DUO sostituisce in pieno il servizio boccioni essendo collegato direttamente alla rete idrica ed è dotato di un sistema di sanificazione dell’acqua a raggi ultravioletti che ne garantisce la purezza. Con DUO è possibile ottenere acqua naturale a temperatura ambiente e acqua liscia e gassata fredde, così da coprire tutte le esigenze. Per quanto riguarda la sezione dedicata alle bevande calde, è un distributore da 8 selezioni personalizzabili a partire da una base costituita da caffè, latte, cioccolata, acqua calda a scelta. Tutto viene gestito attraverso uno schermo touch da 7” che può essere personalizzato col logo dell’azienda che l’accoglie, in modo che l’angolo ristoro diventi sempre più parte della propria attività.

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DUO è però una macchina semi-automatica. Per quali collocazioni è stata pensata? DUO non può essere considerato a tutti gli effetti un distributore automatico, in quanto la gestione di bicchieri, palette e zucchero è manuale. Devo dire però che la macchina è stata concepita affinché tutti gli accessori siano ben alloggiati e funzionali, motivo per il quale l’abbiamo dotata anche di vassoio per il trasporto delle bevande alla postazione di lavoro. Per rispondere alla sua domanda, le collocazioni ideali di una macchina così concepita sono molteplici: dagli uffici direzionali alle sale riunioni, dalle banche ai beauty center, dalle sale d’attesa agli studi professionali. Una serie di luoghi di lavoro in cui i consumi non giustificherebbero la gestione di un distributore automatico vero e proprio e in cui l’eleganza

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dell’angolo ristoro ha una sua valenza. DUO, infatti, è una macchina dalle linee sobrie, facilmente inseribile in qualsiasi tipologia d’arredo e, ripeto, personalizzabile affinché il cliente la senta parte della propria azienda. È ormai chiaro che Bianchi Vending ha fatto grandi passi verso la personalizzazione, intesa come un mezzo atto a ridurre sempre di più le distanze tra produttore e gestore e tra quest’ultimo e il consumatore finale. Ma sembra anche chiaro che l’Azienda stia procedendo con cautela per quanto concerne le ultimissime tecnologie. Mi riferisco ai monitor interattivi, agli schermi digitali di cui tanto si parla anche nel vending. Come mai? L’argomento è, invece molto interessante, in quanto la comunicazione è oggi fondamentale. Bianchi ci sta già lavorando,

come dimostra l’esistenza di monitor su alcuni nostri modelli o, comunque, la possibilità di inserirli su richiesta. Riteniamo che non sia ancora giunto il momento di fare grossi investimenti su questo tipo di tecnologia, in quanto crediamo che sia i gestori che i consumatori non siano ancora pronti per utilizzarla con disinvoltura o avendo le idee chiare dell’uso che se ne vuole fare. I tempi matureranno e, stia certa, che Bianchi Vending non si farà cogliere impreparata e sarà pronta anche in questo caso a presentare le sue soluzioni al mercato. Probabilmente occorrerà essere pronti a fornire non solo la tecnologia ma anche l’elaborazione dei contenuti, in modo da offrire un servizio vero e proprio. Ne riparleremo a tempo debito. Parliamo del futuro. Dopo alterne vicende, Bianchi Vending sembra oggi lanciata in un percorso di crescita costante. Quali sono i vostri obiettivi futuri? Ci siamo posti quattro obiettivi fondamentali. Prima di tutto espandere il nostro brand in aree geografiche in cui non siamo ancora presenti sia in Italia che all’estero e raggiungere una penetrazione più capillare del mercato sia nel vending che nel settore Ho.re.ca. Secondo obiettivo è l’ampliamento della gamma dei prodotti, una strada che abbiamo già intrapreso nel 2012 e che intendiamo perseguire con costanza anche in futuro. Altro importante punto del nostro programma di crescita è l’uso di tecnologie innovative. Non mi riferisco soltanto alla realizzazione di touchscreen da inserire sui nostri distributori, ma anche e soprattutto al perfezionamento della componentistica modulare delle macchine. Riuscire a rendere le parti quanto più possibile interscambiabili, vuol dire raggiungere un’intesa sempre maggiore col proprio partner commerciale, perché lo si mette nelle condizioni di modificare la macchina a seconda delle esigenze della location, del momento, del cliente e così via.

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te e così via. Infine dare sempre maggiore importanza ai servizi. Abbiamo un Customer Care che gestisce il personale tecnico specializzato sul territorio, che visita i clienti fornendo loro informazione e aggiornamenti, essenziali per gestire tutti i distributori della linea Bianchi Vending. Inoltre a Torino, disponibile ormai da anni, esiste una struttura con 25.000 articoli, ossia la

ricambistica destinata al mercato italiano ed estero. Vorrei ricordare che a capo del Customer Care, Bianchi Vending si avvale della lunga esperienza di Roberto Rota. Gli anni trascorsi all’interno dell’Azienda lo hanno portato a ricoprire un ruolo di grande responsabilità e ad essere un punto di riferimento fondamentale per il nostro team tecnico e per i nostri clienti. Per completare il discorso relativo alla parte tecnica, voglio ricordare che presso la nostra accademia la “Bianchi Academy” svolgiamo corsi di training, ai quali invitiamo i nostri partner affinché siano sempre preparati sui prodotti che lanciamo sul mercato. Un’ultima domanda. L’ambiente rappresenta un aspetto sempre più importante nella produzione industriale. Cosa fa Bianchi Vending a questo proposito? Bianchi Vending è da sempre molto attenta alle proble-

matiche legate alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente. I nostri stabilimenti di Zingonia di Verdellino e di Latina sono certificati ISO 14000 ed utilizziamo macchinari moderni per produrre componentistica ad alto tasso di riciclo, facendo attenzione a limitare le emissioni di elementi nocivi nell’ambiente. Abbiamo sostituito la normale illuminazione con luci a LED e i nostri distributori del freddo sono certificati classe A. Il modello Vista M è certificato classe A++ un particolare molto importante per i nostri partner perché consente loro di partecipare alle gare d’appalto nei cui capitolati questo elemento è fondamentale, pena l’esclusione. Bianchi Vending può essere definita a tutti gli effetti un’Azienda lanciata verso il futuro con grande attenzione verso i partner commerciali e verso i consumatori… Assolutamente sì. Il nostro obiettivo è di offrire al mercato affidabilità e alta tecnologia dei prodotti firmati da un’Azienda storica del vending italiano che in 50 anni d’attività è divenuta il secondo produttore europeo. Attraverso le sue 7 filiali si è affermata in 40 Paesi, ha sempre investito nella crescita ed è fermamente convinta che i prodotti “made in Italy” siano i migliori.

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Gli incontri del vending

Esposizione di prodotti servizi per la distribuzione automatica professionale Horeca e self-store

CHINA VENDING SHOW 4 –6 Settembre 2013 CHINA Shanghai VENDING (Cina) SHOW

4 – 6 Settembre 2013 Shanghai (Cina)

EXPOVENDING & OCS BRASILE 10 –11 Settembre 2013 EXPOVENDING & OCS BRASILE

10 – 11 Settembre 2013 San Paolo (Brasile)

CAMA EXPO 6 – 8 Ottobre 2013 Vancouver

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EU’VEND & COFFEENA 19 – 21 Settembre 2013 Colonia (Germania)

VENDINGTOGO 4 –5 Ottobre 2013 Firenze (Italia) VENDINGTOGO

4 – 5 Ottobre 2013 Firenze (Italia)

VENDINGTOGO 8 –9Esposizione 2013 di Novembre prodotti servizi per la distribuzione automatica Messina (Italia) professionale Horeca e self-store

CAMA EXPO 6 – 8 Ottobre 2013 Vancouver (Canada)

HOST 18 – 22 Ottobre 2013 Milano (Italia)

VENDINGTOGO 8 – 9 Novembre 2013 Messina (Italia)

VENDIBERICA VENDIBERICA 20 –22 2013 20 –Novembre 22 Novembre 2013 Madrid (Spagna) Madrid (Spagna)

Esposizione di prodotti servizi per la distribuzione automatica professionale Horeca e self-store

VENDINGTOGO 22 – 23 Novembre 2013 Padova (Italia)

EXPO VENDING SUD 30 Novembre – 1 Dicembre 2013 Catania (Italia)

IMA International Trade Fair 14 - 17 Gennaio 2014 Düsseldorf (Germania)

Ukraine Vending Expo 5 - 7 Marzo 2014 Kiev (Ucraina)

VendExpo Russia 20 - 22 Marzo 2014 Mosca (Russia)

NAMA One Show 9 - 11 Aprile 2014 Las Vegas (USA)

Eventi

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Vending Paris 2014 5 - 6 Febbraio 2014 Parigi (Francia)

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Venditalia 2014 7 - 10 Maggio 2014 Milano (Italia)

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LEI 500, TOUCH THE INNOVATION.

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Forum Vending 2013 Retail & GDO Differenziare. Customizzare. Sinergizzare. In queste tre azioni si potrebbero riassumere i risultati del “Forum Vending 2013 Retail & GDO” organizzato dall’ Istituto Internazionale di Ricerca e patrocinato da Confida in collaborazione con Largo Consumo, che si è svolto il 16 aprile scorso presso lo Star Ritz Hotel di Milano.

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La manifestazione ha coinvolto protagonisti dei comparti della distribuzione automatica, del retail e della grande distribuzione organizzata con l’obiettivo di sviluppare un momento di incontro/confronto tra settori che viaggiano parallelamente, pur seguendo percorsi diversi. Ciò nonostante, essi hanno certamente due sostanziali punti in comune: l’obiettivo di fornire al consumatore prodotti e servizi rispondenti alle sue esigenze e una condizione di sofferenza, evidentemente legata all’attuale crisi dei consumi, in risposta alla quale tentano di individuare strategie che possano generare nuove prospettive nella direzione della ripresa. Ma se il mercato di riferimento e il termine ultimo del prodotto/servizio è comune, perché non individuare un percorso unico in cui l’interazione tra i comparti e la condivisione delle strategie possa dare nuova forza e nuovo impulso al mercato?

L’analisi statistica relativa alla domanda e al comportamento dei consumatori rispetto agli acquisti, unita ai case study illustrati dagli addetti ai lavori intervenuti al convegno, hanno dimostrato come ciò sia possibile e quanto risulti determinante il ruolo del vending, nel momento in cui lo si assume come strumento e canale d’integrazione della vendita di tipo tradizionale. È anche vero che la coesistenza di diversi canali di vendita non può avvenire in maniera naturale e indolore. Problematiche legate alla logistica, alle tecnologie, alla scelta dei prodotti vanno a scontrarsi con l’impreparazione degli addetti degli altri comparti rispetto alla “logica della macchinetta”, un mondo noto solo a chi fa vending. È però anche vero che la collaborazione tra gli attori coinvolti e una nuova organizzazione delle procedure possono fornire la giusta soluzione, com’ è stato dimostrato durante il convegno. Il “Forum Vending 2013 Retail & GDO” si è aperto con un’interessante analisi del mercato del vending basata sugli ultimi dati economici relativi al 2012, derivati da indagini condotte da Demoskopea e Accenture, i due istituti di ricerca e consulenza che da qualche anno supportano l’attività di Confida.

Eventi

I numeri analizzati sono stati filtrati attraverso alcuni essenziali parametri, senza i quali la visione del comparto risulterebbe distorta: l’impatto della crisi generale e dei consumi alimentari in particolare; una diversa percezione dello strumento “macchinetta” utilizzato oggi per soddisfare bisogni che vanno oltre quelli dettati dalla mera necessità; la crescita della domanda di “prodotti di qualità”, espressione in cui vanno a confluire l’esigenza di avere distributori automatici affidabili e tecnologicamente all’avanguardia e il bisogno di prodotti di consumo brandizzati di cui il consumatore possa fidarsi. Gli interventi di Armando Garosci, responsabile editoriale di Altroconsumo, e di Lucio Pinetti, presidente di Confida, hanno gettato le basi su cui sviluppare una visione diversa del vending che va investito di un nuovo ruolo. Le aziende intervenute ad animare l’intensa giornata di lavori hanno fornito alcune delle possibili soluzioni che, portate a maturazione, potrebbero costituire la svolta verso il futuro. Ripercorriamo le tappe del Forum milanese attraverso gli interventi di chi ne è stato protagonista.


I dati di settore Il comportamento dei consumatori

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er comprendere quali siano i motivi che spingono il vending ad uscire dai luoghi chiusi e ad intensificare la propria presenza negli spazi pubblici e nelle aree di transito, è necessario dare uno sguardo e brevemente analizzare i dati di settore relativi al 2012, diffusi da Accenture, e l’indagine relativa al comportamento dei consumatori, effettuata da Demoskopea, confrontandole con analoghe ricerche condotte dal Censis nel 2009. I primi dati da analizzare sono relativi ai numeri sviluppati dal settore aggiornati al 31.12.2012

consumi di acqua – si attestano su poco meno di 1 miliardo di erogazioni e gli snack su 850 milioni di pezzi. Da notare la notevole incidenza del caffè monoporzionato sul totale delle erogazioni calde, indice della sempre maggiore presenza della “macchinetta” anche nell’uso domestico. Notevolmente distanziati i consumi di due tipologie di prodotto – gelati e piatti pronti – in quanto referenze meno presenti nei distributori automatici per scelta dei gestori (uno dei motivi è l’alto costo del servizio) e per una domanda meno pressante del mercato: i gelati rappresentano un prodotto di tipo stagionale, mentre i pasti pronti incontrano ancora diffidenza nei consumatori ed esigono l’integrazione di altre macchine (es. forni a microonde). È interessante confrontare i tre parametri – volumi sviluppati, numero di macchine e numero di consumazioni – anche in rapporto alle rilevazioni eseguite dal Censis nel 2009 che implicano il passaggio del comparto attraverso le maglie della crisi.

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Lo schema mostra un comparto che sviluppa oltre 2,5 miliardi di euro, di cui l’84% (pari a poco più di 2,1 mld) sviluppato dalle imprese di gestione, mentre il 16% (poco meno di 400 mln) dai produttori, ripartiti in fabbricanti di distributori automatici, sistemi di pagamento, sistemi di filtrazione e software gestionali. Questi numeri si traducono nella seguente ripartizione delle consumazioni:

Da notare subito che alla contrazione dei consumi e del numero di macchine installate non corrisponde un paritetico calo del fatturato che registra “solo” un – 0,78% , verosimilmente per compensazione dell’aumento del prezzo delle consumazioni. A livello nazionale si è verificato, infatti, un aumento dei prezzi nel vending di circa 1 centesimo a consumazione, il che è indice di un cambiamento in corso dell’atteggiamento dei gestori, che fa sperare nell’abbandono della “logica del ribasso ad ogni costo” ed in uno sforzo verso una “logica della qualità” del servizio e del prodotto, a cui i prezzi vanno necessariamente adeguati.

Il numero di consumazioni erogate nel 2012, attraverso oltre 2,4 milioni di vending machine installate, è di 6,3 miliardi e poco più. Di esse oltre 4,5 miliardi è riferito a caffè e bevande calde, mentre le bevande fredde – in testa i

Per anni, prezzi bassi “contrattati” a garanzia del mantenimento di postazioni non hanno aiutato il comparto ad uscire da una percezione bassa, a far sì che il vending potesse assurgere al rango di settore e che l’impresa di gestione potesse diventare un soggetto erogatore di un servizio di qualità ad uso e consumo degli utilizzatori finali.

Eventi


Oggi i dati risultanti dalle analisi del comportamento dei consumatori, rilevati da Demoskopea, mostrano tutta una serie di cambiamenti e fotografano una percezione del vending diversa dal 2009 e sicuramente tendente al positivo. Nel complesso si evince l’immagine di un consumatore più consapevole e fiducioso nel dispositivo automatico, che vi si avvicina con maggiore frequenza e ne fa uso più volte a settimana anche per l’acquisto di pasti fuori casa. Sono, inoltre, cambiate le motivazioni che spingono il consumatore ad utilizzare distributori automatici e i contesti in cui lo fa.

Questi dati risultano ancora più interessanti se messi a confronto con le mutate abitudini d’acquisto legate alla crisi.

In tempi di crisi il vending ha conquistato un 17% di utenti in più rispetto al 2009. Nella maggior parte dei casi, l’uso delle vending machine avviene ancora nei luoghi di lavoro (42,4%) e di transito/attesa (32,7%), ma emergono nuove tipologie di locazioni, come i centri commerciali e i luoghi di svago, segnale di una maggiore penetrazione del vending in ogni momento della vita quotidiana dei consumatori. Oggi il distributore automatico non è più utilizzato in quanto unica alternativa disponibile, bensì perché scelto consapevolmente per gli acquisti e questa tendenza sposta la distribuzione automatica dall’area di necessità all’area di scelta.

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È doveroso porsi due domande: cosa ha fatto il vending in questi anni per “meritare” la promozione e cosa può e deve ancora fare per compiere il passo definitivo? La risposta alla prima domanda è semplice: il vending ha continuato a crescere e a svilupparsi in adeguamento alle richieste dei consumatori, appropriandosi di tutte le novità che il mercato ha messo via via a disposizione - in primo luogo prodotti e tecnologie – e adeguandole alle logiche del comparto. Non c’è prodotto che non possa essere venduto attraverso distributori automatici e non c’è tecnologia che non possa essere adeguata alle macchine: sistemi di pagamento, telemetria, QRCode, geolocalizzazione, connessione internet, schermi multimediali. Il vending è arrivato a svolgere un doppio ruolo: erogatore di beni/servizi e strumento di comunicazione extravending, grazie al digital signage. La seconda domanda implica una risposta più articolata. Cos’altro può fare il vending? In primo luogo proseguire nel percorso fin qui intrapreso, continuare ad affermarsi come settore capace di generare valore attraverso l’adeguamento dei prezzi e dei prodotti, mettere la qualità al primo posto e far sì che essa venga apprezzata e riconosciuta.

Eventi


I presupposti ci sono tutti. Il vending è un settore sano e affidabile con 40 anni di storia e di contatti con i consumatori. Un tempo lungo durante il quale dalle prime macchine CocaCola sbarcate in Italia si è riusciti a sviluppare un comparto strutturato, dotato di tecnologie all’avanguardia e di piattaforme logistiche studiate in virtù del miglior servizio finale al consumatore. Oggi, pur nella sofferenza legata alla congiuntura, a cui andrà presto ad ag-

giungersi l’ulteriore colpo dell’annunciato aumento dell’aliquota I.V.A. dal 4% al 10%, il vending appare l’unico comparto, nell’ambito dei consumi, che possa dare una spinta propulsiva al mercato, entrando nel più grande ecosistema del retail. È necessario, dunque, che la distribuzione automatica esca definitivamente dal circolo chiuso in cui è stata finora relegata e si apra sempre di più al pubblico, dotandosi di tutti gli

strumenti necessari che possano incontrare le esigenze dei consumatori, attraendoli con prodotti interessanti e di marca. Il mondo del retail deve affiancare il vending per trarre dalle sue logiche benefici e nuovi impulsi; allo stesso tempo il vending deve imparare a conquistare l’immenso popolo dei consumatori abituati allo scaffale e al centro commerciale. L’equilibrio tra le sinergie messe a disposizione dai diversi comparti può generare nuovi impulsi e nuovo valore.

Questo è quanto emerso durante il “Forum Vending 2013 Retail & GDO” attraverso l’interessante panoramica illustrata da Kikilab, una sorta di viaggio alla scoperta dei nuovi impieghi del vending, le esperienze concrete sul territorio di aziende come Gedac, Medibreak e Conad Adriatico, le soluzioni di pagamento proposte da Ingenico e Nayax per venire incontro ai moderni consumatori, sempre più abituati all’uso di strumenti di transazione contactless. In questo contesto s’inserisce anche Herematic, la app di ricerca di punti vendita automatici pubblici, che sfrutta la forza virale dei social network e della telefonia mobile, per rendere il servizio automatico quanto più facilmente “raggiungibile” grazie alla geolocalizzazione. Non meno interessante quanto emerso sull’importanza del brand nelle scelte d’acquisto, sulla necessità che la marca di un prodotto sia affidabile e familiare e che il prodotto stesso sia dedicato e non semplicemente adattato al canale, come dimostrano le soluzioni proposte da Riso Scotti Snack.

Scenari attuali e prospettive future. Il linguaggio nella nuova era delle vending machine

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er definizione del suo partner fondatore, Fabrizio Valente, KIKI Lab è un laboratorio creativo e innovativo, un’officina che lavora sul retail a 360° e che proprio per questo motivo non può e non vuole ignorare il mondo del vending. Anzi. Avendo individuato nel settore un trend di crescita improntato sullo sviluppo di fattori innovativi, KIKI Lab ha avviato insieme a Confida una serie di

progetti dedicati al canale e tesi a individuare strategie che possano favorire ulteriormente la sua interazione con gli altri comparti del retail. Uno di questi progetti è appena partito a Milano ed è denominato “Vendinglab”: un laboratorio che riunisce intorno ad un tavolo gli attori della filiera – produttori, gestori, retailer – i quali , sotto la guida dagli esperti di KIKI Lab, vengono orientati verso progetti miranti da una parte a generare profitto e dall’altra a creare interazione col cliente, al fine di catturarlo e fidelizzarlo. Il mezzo attraverso il quale tutto ciò si rende possibile è la vending machine, strumento fortemente attrattivo, in quanto dotato di tutti quegli espedienti tecnologici che il consumatore gradisce e in quanto capace di farsi trovare al posto giusto, nel momento giusto e col prodotto giusto. La vending machine “moderna” riesce a rispondere immediatamente ad

Posizionata nello spazio “Servizio Clienti”, la vending machine di IKEA taglia i tempi di attesa per il ritiro di accessori mancanti nei kit forniti insieme al mobile acquistato

ogni tipologia di spinta all’acquisto, sia che si tratti di scelta compulsiva ed emozionale, sia che si tratti di scelta ragionata o legata al tempo che il

Eventi

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consumatore ha a disposizione. A ciò si aggiunge la possibilità di utilizzare il distributore automatico attraverso le tecnologie a cui si è oggi abituati per quanto concerne sia la

sempio del bagnante che in spiaggia avrà certamente con sé non il portafoglio ma il cellulare, strumento col quale vorrà e potrà fare di tutto: acquistare al distributore automatico, pagare e collegarsi ad internet grazie alla connessione wi-fi eventualmente offerta dalla vending machine, visitare il proprio profilo sulle pagine dei social, chattare, interagire. Per questi motivi, KIKI Lab ha proposto di ribattezzare il distributore automatico col termine iMachine e di considerare la macchina come l’iPad del retail, un generatore di relazioni brevissime, che in pochi secondi riesce però ad affascinare e fidelizzare il consumatore per la sua capacità di offrire il prodotto di cui ha bisogno nel modo in cui vuole che gli venga proposto.

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gestualità delle operazioni da compiere che le modalità di pagamento a disposizione. È in questa direzione che si stanno muovendo i costruttori di macchine e di sistemi di pagamento. Essi tendono a realizzare macchine quanto più simili agli smartphone, sia nel design che nelle funzioni, e a produrre sistemi di pagamento contactless e in mobilità. È infatti necessario che chi utilizza una vending machine possa ripetere gesti abituali, come quello di sfogliare lo screen del proprio smartphone, e possa acquistare al distributore anche in situazioni particolari. A questo proposito è indicativo l’e-

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L’interazione con il cliente non è più legata alla semplice azione “pigiare il tasto/prelevare il prodotto”, ma diventa più articolata, passa attraverso vecchi strumenti a cui è stata assegnata una nuova valenza. Il telefono e il distributore automa-

Da questi concetti trae fondamento anche l’analisi presentata da Paolo Maioli, a.d. della società Indeed s.r.l., che da oltre un decennio si occupa di comunicazione digitale e di tutte quelle attività che si legano al web mobile. Partendo dal dato di fatto che circa il 75% della popolazione possiede uno smartphone e lo vuole utilizzare in tutte le situazioni di mobilità in cui può trovarsi, ne consegue che occorre sviluppare strategie di marketing legate alla mobilità, laddove il distributore automatico diventa uno strumento d’interazione con il cliente. A questo punto il solo smartphone non basta, ma si rende necessario anche un collegamento con i social network, luogo virtuale in cui gli utenti trascorrono sempre più tempo.

tico non sono in sé strumenti nuovi, ma lo diventano nel momento in cui essi, avendo fatto proprie le nuove tecnologie, assumono funzioni legate ai centri d’interesse del consumatore di oggi: la mobilità, i social media, il web. Se la vending machine riesce ad entrare in questo meccanismo riuscirà senz’altro a fidelizzare il consumatore, in quanto gli concede una doppia gratificazione: il prodotto e la condivisione degli spazi, seppure virtuali, in cui si trova.


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Herematic la app che cerca le Vending Machine

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n questa direzione va ad inserirsi anche Herematic, altra novità presentata durante il Forum, che si avvale della mobilità come strumento attraverso il quale raggiungere l’oggetto dei propri desideri/bisogni.

Herematic è una app, disponibile per Facebook, Android e presto anche per Apple, che geolocalizza l’utente e lo indirizza verso il prodotto cercato, selezionandolo nei distributori automatici pubblici presenti nell’area intorno alla quale egli si trova in quel preciso momento. Herematic sceglie il prodotto desiderato mostrandone caratteristiche, prezzi e disponibilità e guida il consumatore fino a destinazione utilizzando le classiche mappe. Ma Herematic non è solo questo e ne approfondiamo caratteristiche e funzionamento in questa breve intervista col responsabile marketing Giuseppe Gargiulo.

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Il “Forum Vending 2013 Retail & GDO” non è la prima occasione in cui viene presentato il progetto Herematic. Per quanti ancora non lo conoscono, le chiediamo di fare una breve presentazione del funzionamento e delle prerogative di quest’innovativa app. La nostra iniziativa imprenditoriale è stata presentata per la prima volta al settore della distribuzione automatica durante l’ultimo Venditalia, il salone italiano del vending organizzato da CONFIDA. L’appuntamento milanese ci ha permesso di avviare fattive collaborazioni con i maggiori player del

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mercato e consentito di raccogliere osservazioni e suggerimenti utili per perfezionare il nostro sistema, rendendolo uno strumento di marketing unico nel suo genere. Più che presentare la nostra app, mi sembra opportuno evidenziare la facilità con cui si riescono ad ottenere le informazioni in soli tre semplici passaggi. Il primo: una volta aperta la nostra applicazione, cosi come avviene per Google, possiamo ricercare il prodotto di cui abbiamo bisogno, potendo indicare anche una specifica marca. Il secondo: avviata la ricerca, ci verranno mostrati i distributori automatici più vicini dove è presente il prodotto, con l’indicazione della quantità e del prezzo e la possibilità di leggere i commenti lasciati da altri utilizzatori. Il terzo: selezionato il distributore, verrà visionata la mappa con il percorso da compiere per raggiungere la vending machine, con la possibilità di dare un voto al servizio e lasciare, se vogliamo, un commento. Herematic nasce come strumento che ha al centro il consumatore, ma anche i produttori possono trarne evidenti benefici. Può approfondire questo concetto? La maggior parte dei produttori, pur essendo presenti nel vending, non sanno dove sono venduti i loro prodotti né a quale prezzo. Ciò genera l’impossibilità di attivare valide azioni di fidelizzazione della clientela e pubblicizzare adeguatamente i propri brand. Herematic rappresenta lo stru-

mento più idoneo per venire incontro a queste esigenze. Grazie al sistema da noi sviluppato, infatti, le case produttrici possono pubblicizzare i loro prodotti, fornendo utili informazioni ai consumatori per orientare le loro scelte. Inoltre, potendo conoscere i gusti dei clienti e le loro abitudini di acquisto, i produttori possono promuovere azioni di fidelizzazione concedendo sconti e omaggi in specifiche aree o in particolari occasioni. Geolocalizzazione, web marketing, social networking e vendita tradizionale. Il vecchio e il nuovo vanno a fondersi in un unico strumento. È d’accordo con questa definizione? La tecnologia consente la contestualizzazione personale delle informazioni e la possibilità di tener conto della precedente esperienza d’acquisto del cliente. Le tecnologie di social networking permettono di condividere l’esperienza d’acquisto così come avviene con amici appartenenti alla rete sociale dell’acquirente. In sintesi, cambia l’esperienza di acquisto, si moltiplicano le finestre di accesso al prodotto, ma la cosa più importante è che si rafforza il potere di controllo da parte del cliente. Nel contesto del Forum, teso ad individuare linguaggi comuni tra i vari comparti del retail, crede che Herematic possa costituire un valido punto d’incontro?

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Herematic rappresenta la sintesi di questo modo innovativo di dialogare, perché riesce a parlare al consumatore con un linguaggio semplice ed intuitivo. Allo stesso tempo interpreta in maniera attenta anche le esigenze di comunicazione dei gestori e mette in contatto gli utenti con le aziende produttrici, stabilendo finalmente un rapporto comunicativo utile a migliorare la consapevolezza di ciò che viene offerto rispetto alle esigenze di chi acquista.

Sistemi Vending srl S e g u i c s u Via 4 Novembre, 14 vendin8g.409i1tBat ipaglia (SA), Italia www.sistemivending.it vendinTg.el. (+it39) 081.19463565 info@sistemivending.it Una domanda a cui forse finora non ha ancora risposto: quanto avete dovuto lavorare per mettere appunto Herematic, uno strumento che può essere facilmente percepito come un gioco? Mi fa piacere che Herematic sia percepito dagli utenti finali come un gioco, perché ciò rende le nostre app, su

Android e Facebook e fra non molto anche su iPhone, molto scaricate ed usate. In realtà, il sistema su cui si basa la piattaforma è estremamente complesso, perché riesce a mettere assieme gli smartphone con i social network, integrando diverse tecnologie innovative grazie all’utilizzo di linguaggi di sviluppo all’avanguardia.

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La sua realizzazione è costata più di un anno di lavoro ai nostri responsabili che si occupano di ricerca e sviluppo, ma essendo Herematic una startup innovativa, i nostri programmi futuri prevedono ulteriori investimenti per migliorare ancora di più la piattaforma, implementando in essa nuovi servizi.

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All in One di TLT Vend Nasce il vending intelligente

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n che modo un’azienda che produce sistemi di pagamento per il vending s’inserisce nell’ambito del “Forum Vending 2013 Retail & GDO”? La risposta è stata fornita, in maniera molto semplice, dall’ingegner Eugenio Schek durante il suo intervento: “Il vero contatto con il cliente non avviene nel momento in cui egli sceglie il prodotto ma nel momento in cui lo paga, perché significa che ha deciso cosa prendere e ha deciso di pagare”.

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Compito del gestore, vuoi che si tratti del classico store piuttosto che della vending machine, è di cogliere quel momento per fidelizzare il cliente offrendogli un sistema di pagamento che lo rassicuri e contemporaneamente lo faccia diventare parte di un sistema a cui il gestore possa attingere per ricavare dati, statistiche e tutto

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ciò che possa essere propedeutico al miglioramento del servizio offerto. Nel vending ciò si può realizzare solo attraverso sistemi di pagamento diversi dalla moneta/banconota, che lascino tracce analizzabili e fidelizzino il consumatore attraverso l’offerta di benefit in termini di sicurezza e qualità. Nayax Vend col suo sistema AMIT risponde a questi requisiti e fa del vending il core business della sua attività. AMIT 3.0 può essere a giusta ragione definito un sistema di pagamento “All in One”. Un nuovo modo di fare vending, un sistema integrato e globale che, da un punto di vista tecnologico, risponde a tutte le nuove esigenze della distribuzione automatica: dall’uso di molteplici strumenti (carte, chiavi, contactless) alla telemetria, alla gestione e controllo del parco macchine, alle analisi statistiche dei dati di vendita. Non è un caso che NayaxVend abbia sviluppato un sistema di così ampia copertura: gli ingegneri che vi hanno lavorato, elaborando sia la parte hardware che la parte software, provengono da una lunga esperienza lavorativa nel vending e ne conoscono a fondo problematiche ed esigenze. Ciò significa che il percorso da essi compiuto ha puntato direttamente

all’obiettivo finale: elaborare un prodotto che fosse una soluzione integrata, di facile uso per l’impresa di gestione, affidabile e, dal momento che si tratta di pagamenti, che fosse rispettoso di tutte le norme di sicurezza relative alle transazioni bancarie. Com’è strutturato il sistema elaborato da Nayax per il vending? Cerchiamo di spiegarlo in maniera semplice e diretta. Il dispositivo applicato sui distributori automatici, del quale vanno messe in evidenza le dimensioni ridotte, non è altro che un trasmettitore collegato ad un server a sua volta connesso direttamente ad una Banca Acquirer. Ciò significa che non ci sono ulteriori intermediazioni e la banca di riferimento, a cui confluiscono i dati delle transazioni, diventa partner diretta del gestore. La comunicazione tra utente e circuiti bancari può essere gestita sia attraverso SIM card, sia attraverso ADSL o Wi-Fi nelle locazioni in cui queste linee sono attive. Il lettore presente sui distributori automatici consente di utilizzare sia la nuova tecnologia NFC per i pagamenti via smartphone - e in questo caso può interfacciarsi con i sistemi dei maggiori provider di telefonia mobile - che tutti i tipi di carte: contactless, Mifare e HID per le tran-


venuta transazione torna alla vending machine che è così autorizzata ad erogare il prodotto. Questo percorso, in definitiva semplice, è coperto da sistemi di crittografia sicuri (AES, DES, RSA, SSL) e i dati di ogni transazione vengono cancellati al termine di ogni operazione effettuata.

sazioni attraverso badge aziendale. Dal momento in cui si verifica il contatto tra la macchina e il mezzo di pagamento usato dal cliente e l’erogazione del prodotto scelto passano solo 3-4 secondi, in cui la transazione viene completata. Durante questo tempo brevissimo, la comunicazione compie un vero e proprio giro del mondo: raggiunge uno dei server Nayax disponibili, che può trovarsi in un qualsiasi Paese del mondo, in Canada come in Israele, per poi raggiungere la Banca Acquirer che, per quanto riguarda l’Italia, si trova in Islanda. Questo processo potrebbe preoccupare l’utilizzatore per ciò che concerne i parametri di sicurezza. Va detto che la banca islandese a cui Nayax Vend Italia si appoggia è una delle più affidabili, partner di Visa e Mastercard e licenziata per transazioni bancarie su tutto il territorio europeo. Dall’Islanda la comunicazione dell’av-

Definire AMIT 3 un sistema “All in One” significa che esso integra anche altre funzioni, in particolare quelle di controllo dell’attività di gestione del parco macchine attraverso la telemetria. L’analisi e il controllo telemetrico non sono limitate a semplici situazioni quali fermi macchina per guasti tecnici o esaurimento di un determinato prodotto. Il sistema telemetrico integrato di Nayax Vend è globale sull’intero parco macchine e consente al gestore di avere sotto controllo lo stato di salute della sua attività. Egli potrà così monitorare l’andamento delle varie tipologie di prodotto, verificare quali incontrano maggiore riscontro da parte dei consumatori verificare all’interno di un punto

vendita quale delle macchine installate rende di più, raccogliere dati statistici legati ai consumatori, ai distributori automatici, alla casistica delle anomalie e così via. La grande utilità consiste nel poter utilizzare i dati raccolti per apportare miglioramenti all’attività e operare scelte più adeguate alle esigenze degli utilizzatori del servizio. Accanto a questa funzione sostanziale, si affiancano tutte quelle operazioni che possono essere gestite da remoto: cambiare prezzi, attivare campagne promozionali, trasmettere messaggi attraverso i monitor nel caso in cui le macchine ne siano sono dotate. AMIT 3 di Nayax Vend può a buona ragione essere definito un sistema di gestione completo “All in One”, sul quale torneremo presto per approfondire le novità dell’ultimissima versione.

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TNT Vend è partner di NAYAX e distributore unico del sistem Nayax dedicato al vending: AMIT 3. Nata nel 2005, l’azienda ha raggiunto in breve tempo una posizione internazionale, operando in 33 Paesi attraverso 40.000 dispositivi installati, di cui circa 3.000 unità sono in Italia. Il valore generato dalle transazioni attraverso il sistema Nayax è di un milione di euro. Attualmente Nayax è leader di mercato, a livello mondiale, per i pagamenti attraverso carte nel vending. L’azienda è, inoltre, certificata PSP (Payment Service Provider), un riconoscimento che la pone sullo stesso piano degli istituti bancari, dei quali condivide tutte le norme di sicurezza.

Eventi


Quando ad attrarre è il prodotto Medibreak e Riso Scotti Snack

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ue diversi approcci al consumatore attraverso il prodotto sono stati presentati nel corso del Forum del 16 aprile scorso: da una parte il più recente progetto Medibreak, che punta sull’innovazione nel vending attraverso prodotti sani della tradizione alimentare mediterranea, dall’altra l’esperienza nel segmento snack e nel comparto vending di Riso Scotti, un’Azienda che si avvale di una lunga storia nel mondo dell’alimentazione, tutta basata sul riso, un prodotto semplice della cucina povera, che ha saputo modernizzare rivalutandone qualità e proprietà nutrizionali.

24 Il progetto Medibreak nasce dall’esperienza di Liomatic, una delle maggiori compagnie di gestione italiane, e più in particolare della sua sede pugliese, terra che vanta una grande tradizione alimentare basata su prodotti semplici e genuini come l’olio d’oliva, il grano, il pomodoro. Si tratta degli alimenti base della dieta mediterranea, considerata dall’Unesco patrimonio immateriale culturale dell’umanità e consigliata da tutti i nutrizionisti come corretto regime alimentare nell’ambito di uno stile di vita sano. Come ha spiegato nel corso del suo intervento Ivan Tanzariello, a.d. di Liomatic Puglia, il progetto è nato da una doppia sfida: da una parte trasmettere i canoni della corretta alimentazione attraverso il vending, puntando sulla realizzazione di store automatici innovativi e attraenti per il consumatore e dall’altra riuscire a coinvolgere la Fondazione Dieta Mediterranea la quale, condividendo un

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luogo comune, considerava il vending come veicolo di cibo spazzatura e quindi inadatto ad essere utilizzato come mezzo per trasmettere valori legati alla sana alimentazione. A distanza di pochi mesi dall’inaugurazione del primo punto vendita Medibreak, avvenuta in occasione della Fiera del Levante di Bari a settembre 2012, si può dire che la sfida sia stata vinta pienamente in ambedue le direzioni: il progetto ha ricevuto il beneplacito della Fondazione e del Ministero della Salute e, mentre al primo corner se ne sono affiancati altri, il concetto Medibreak ha continuato ad evolvere con nuovi progetti in cantiere incentrati su altre tipologie di prodotto, ma sempre con l’obiettivo di offrire al consumatore ciò di cui ha bisogno, attraverso un format attraente e rispondente alle sue esigenze. Grazie al progetto Medibreak, prodotti del territorio normalmente considerati top di gamma per l’alta qualità delle materie prime che li compongono, sono diventati accessibili a tutti attraverso un punto vendita moderno, aperto alla massa dei consumatori, molto diverso dal negozio gourmet ma sicuramente più attraente per le giovani generazioni, a cui il messaggio è prevalentemente diretto. Se si vuole che i ragazzi siano educati a cibi sani e salutari, riscoprano le proprie radici e il proprio territorio, è necessario coinvolgerli attraverso un linguaggio comunicativo accattivante

e attraverso strumenti che conoscono e che sono abituati ad usare. Ecco perché il corner Medibreak è graficamente attraente, dotato di monitor multimediali attraverso i quali vengono veicolate informazioni sui prodotti e sui principi della dieta mediterranea e con i quali il consumatore può interagire. Allo stesso tempo, grazie alla telemetria, il gestore può raccogliere dati da utilizzare per migliorare il servizio e rispondere sempre meglio alle richieste dei consumatori. Si può a giusta ragione affermare che il progetto Medibreak con i suoi punti vendita sia riuscito a coniugare la forza della tradizione con l’innovazione tecnologica e con un comparto dei consumi “away from home” che tende a promuovere il benessere e la salute. Sulla stessa lunghezza d’onda si posiziona l’approccio al consumatore e al canale vending di Riso Scotti Snack che, come ha spiegato nel suo intervento il dott. Giorgio Notaro, direttore tecnico e marketing dell’Azienda, dal 2000 punta sulla diversificazione e la novità dei prodotti e sull’uso del canale vending per rispondere ai mutati stili alimentari. Al centro del business model di Riso Scotti Snack c’è un consumatore abituato a mangiare il suo pasto al di fuori delle mura domestiche, spesso nei luoghi di lavoro o in prossimità di essi, con tempi da dedicare alla pausa pranzo brevi e frammentati durante


l’arco della giornata. Egli deve necessariamente destrutturare il pasto in micro occasioni, a cui vanno adattate anche le scelte alimentari. In questo contesto lo spuntino rappresenta la soluzione ideale perché facilmente reperibile, trasportabile e veloce da consumare. Al contempo, pur nella brevità del tempo a disposizione, il consumatore cerca varietà dei prodotti, qualità degli ingredienti che li compongono e desidera che essi rispondano a precisi requisiti di sana alimentazione. Riso Scotti Snack soddisfa tutte queste richieste prima di tutto attraverso la materia prima, cioè il riso, le cui proprietà salutistiche sono ben note e possono soddisfare anche esigenze specifiche, come quelle dei celiaci o di chi soffre di problemi legati all’apparato digerente. A ciò si unisce la capacità d’innovazione dell’Azienda che lavora incessantemente sull’assortimento dei prodotti e sulla realizzazione di referenze di diversa tipologia che possano soddisfare tutti i gusti. Cosciente del fatto che le caratteristiche salutari e nutrizionali da sole non bastano a conquistare il consumatore, Riso Scotti Snack punta sulla forza del brand, sul packaging e sulla comunicazione oltre che sull’uso di un canale moderno e innovativo, qual è il vending. L’approccio dell’Azienda alla distribuzione automatica è stato in primo luogo di tipo tecnico: ha scelto non di adattare le sue referenze al cana-

le, ma di realizzare prodotti studiati proprio per il vending, che avessero un formato e un packaging specifico, che fossero di grande forza comunicativa e di estrema macchinabilità. Nella convinzione che il vending sia riuscito a portare il benessere al di là dello scaffale tradizionale inserendosi ovunque vi siano consumatori da soddisfare, Riso Scotti Snack ha pensato a formati che non dessero problemi per gli operatori e che quindi non si bloccassero nelle macchine. Inoltre, data la poca visibilità che il canale offre al prodotto, anche per la scarsa diffusione di vending machine dotate di monitor informativi, l’Azienda ha studiato formati adatti a lasciar leggere le informazioni contenute sulla confezione, solitamente occultate dalla spirale in cui lo snack è posizionato. Ad esempio, quando ha notato che determinati snack andavano inseriti in verticale, Riso Scotti Snack ha fatto in modo che le informazioni venissero riportate in verticale per una maggiore leggibilità. O ancora, avendo appurato che buona parte degli snack consumati al distributore automatico sono destinati alla prima

colazione e quindi fanno parte della gamma dei prodotti da forno, e avendo constatato che la maggior parte dei competitor non ha prodotti specifici per il vending ma adatta quelli venduti attraverso gli altri canali, Riso

Scotti Snack ha realizzato una linea di prodotti da forno, i Panrice, che soddisfano pienamente le esigenze del breakfast al distributore automatico. Stesso discorso per ciò che concerne gli snack destinati allo spuntino pomeridiano come il Chicco Merenda, nome con il quale l’Azienda ha voluto parlare direttamente al consumatore indicandogli un prodotto sano, perché a base di chicchi, evidentemente di riso, e destinato alla merenda. Forza del brand, innovazione del prodotto, packaging attraente e parlante, macchinabilità e specificità della referenza rispetto al canale, qualità degli ingredienti e caratteristiche nutrizionali, bontà del prodotto sono prerogative capaci di attrarre e fidelizzare il consumatore a patto che esse siano coerenti con un ennesimo non meno importante fattore: il prezzo. Se a un prodotto di qualità, sostenuto da un brand che da solo è una garanzia, si associa un prezzo adeguato che incontra le disponibilità del consumatore ed è coerente con il canale di vendita, allora il successo è assicurato. Come hanno dimostrato i numeri sviluppati da Riso Scotti Snack nel triennio 2009-2012, chiusosi con un + 16% a volume e un + 10% a valore, nonostante il trend negativo generale che ha colpito l’intero settore alimentare e soprattutto il comparto “away from home”.

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Piccoli consumatori crescono col Vending

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cco i piccoli consumatori “on the go” alle prese col distributore automatico più piccolo al mondo! Made in England, quest’allegra e colorata vending machine è stata presentata a Regent Park a Londra lo scorso anno in occasione del Lollibop, il festival interamente dedicato al mondo dei più piccoli. A presentarlo Ella’s Kitchen, un’azienda alimentare inglese specializzata nella produzione di alimenti biologici e naturali destinati all’alimentazione dei bambini dalle prime pappe in su.

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L’idea di un mini distributore automatico utilizzabile come un gioco, estremamente attrattivo e a prova di bimbo è nata in seguito ai risultati di una ricerca effettuata su un campione di genitori circa le abitudini alimentari dei loro piccoli. Ne è emerso che, pur desiderando nutrire i propri bambini con cibi sani in tutti i momenti della giornata, l’82% dei genitori ha dichiarato di incontrare molte difficoltà a

reperire merende genuine quando si trova fuori casa. Visto che il distributore automatico è uno dei canali più utilizzati per gli acquisti alimentari “on the go” perché non realizzarne uno studiato proprio per i genitori in difficoltà? I responsabili di Ella’s Kitchen, con la collaborazione di esperti del vending e di nutrizionisti, hanno impiegato quattro mesi per mettere a punto questo pratico dispenser alto solo 115 centimetri, coloratissimo e facile da usare sia per i grandi che i piccini. Al suo interno 12 spirali che possono contenere una grande varietà di snack per l’infanzia: purea di frutta, succhi, merende a base di cereali, tutti di produzione 100% biologica. L’idea è quella di evitare tentazioni quando si è fuori casa e cedere a cibi poco salutari, in modo da trasmettere un messaggio educativo coerente e costante anche nell’educazione alimentare. Ma non va sottovalutato un ulteriore obiettivo: rendere familiare ai piccoli consumatori di oggi un canale che continua a svilupparsi e a crescere! F.S.

Idee


Un anniversario ricco di novità Fiore di Puglia festeggia 20 anni d’attività con una nuova certificazione che premia ancora una volta l’attenzione dell’Azienda verso la salute dei consumatori e la qualità dei prodotti. Ai riconoscimenti internazionali sulla sicurezza alimentare BRC e IFS, si aggiunge la certificazione per i prodotti biologici. Un plus che fa di Fiore di Puglia un’azienda alimentare sempre più all’avanguardia. Ma le novità non finiscono qui: Fiore di Puglia ha avviato la lavorazione di prodotti Kosher per il mercato ebraico ed è prossima ad esordire nel mondo arabo con i prodotti Halal. La tradizione dei tarallini pugliesi e la genuinità dell’olio extravergine d’oliva, del vino e della farina, materie prime tipiche di questa regione, alla conquista del mondo!

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Spinel s.r.l. 50 anni di qualità nel Vending

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roprio quest’anno ricorre il 50° anniversario della nascita della Spinel Caffè srl che nel 1963 iniziò la propria attività nel settore del Vending. Abbiamo incontrato il Direttore Generale, Cesare Spinelli, per ripercorrere insieme a lui le tappe fondamentali di un lungo e costante percorso di crescita, grazie al quale la Spinel è affermata oggi come una delle aziende leader del vending italiano.

E le macchine? Solo nel 1997, la nostra famiglia, forte della grande esperienza maturata sul campo e grazie alla forza propulsiva della nuova generazione, costituita da mio fratello Giovanni, le mie sorelle Marcella e Carla, ed io, decise di investire anche nel settore metalmeccanico diventando produttore di macchine da caffè espresso in cialda e poi anche in capsula.

mercato nel settore della produzione di macchine per caffè porzionato. Per entrambe le aziende, dall’ottobre 2008 è operativo il nuovo sito produttivo a Parabita di Lecce, che si estende su un’area di 13mila mq di cui 3.000 coperti. Lo stabilimento coniuga gestione ottimale delle risorse, moderna organizzazione, efficienza ed efficacia dei processi, sicurezza e sostenibilità. Grande attenzione è dedicata all’ambiente, essendo dotato di un impianto fotovoltaico che soddisfa l’80% del fabbisogno energetico con l’obiettivo di raggiungere la completa autosufficienza. Nonostante i traguardi raggiunti, l’Azienda ha mantenuto un carattere familiare. È questa la vostra forza?

28 Una bella immagine della famiglia Spinelli in Azienda. Nell’ordine Cesare, Carla, Giovanni e Marcella con papà Vincenzo e mamma Lucia

Com’è iniziata la vostra avventura nella distribuzione automatica? L’idea venne a mio padre Vincenzo che, dopo aver partecipato alla Fiera Campionaria di Milano, si innamorò di una macchina che erogava caffè. Lungimirante e da vero pioniere, si lanciò in questo settore, allora sconosciuto ai tanti, con l’installazione dei primi distributori automatici di bevande calde, a quei tempi unico esempio del genere nel Sud Italia. Nacque così la gestione Spinel Caffè. Alla continua ricerca del miglioramento della qualità del prodotto/servizio, capì subito che nei distributori non poteva essere erogato un caffè “qualsiasi” ma che la materia prima, il modo di lavorarla, la sua qualità, erano fondamentali per l’erogazione di un buon espresso. Per questo motivo, nei primi anni ‘70, Spinel Caffè divenne anche torrefazione ad esclusivo servizio della propria rete di distributori.

Aziende

Ben presto, la nuova realtà produttiva, nata da una costola della Spinel Caffè, assunse caratteristiche e dimensioni tali da poter vivere di vita propria e nel 2002 si costituì come entità separata la Spinel Srl, oggi Azienda leader del

L’unità della famiglia, la comunione d’intenti, la passione per il lavoro, il rispetto degli altri, la lealtà ed il sacrificio, sono i valori che i nostri genitori ci hanno insegnato e che noi continuiamo a trasmettere in azienda. Sono la nostra “ricetta magica”, il nostro primo valore aggiunto. Aver mantenuto una conduzione familiare dell’azienda, benché negli anni la struttura sia necessariamente cresciuta e managerializzata per soddisfare le esigenze di mercato, ci contraddistingue e ci rende diversi: ci auguriamo migliori.


Com’è strutturata oggi la Spinel s.r.l.? La Spinel conta oggi circa 55 addetti diretti e oltre 100 considerando l’indotto. La struttura è articolata in 5 linee di montaggio e collaudo, dispone di un ufficio tecnico, un reparto assistenza clienti e post vendita, un ufficio qualità e controllo, un ufficio ricambi, un reparto logistico e spedizioni oltre agli uffici amministrativi e commerciali. Cuore del sistema è il reparto Ricerca&Sviluppo, dotato di un centro di prototipizzazione rapida nel quale vengono pensati e realizzati i nuovi modelli di macchine. E’ mio fratello Giovanni che, coadiuvato da colleghi ingegneri e designer, si occupa della definizione dei nuovi modelli sia dal punto di vista funzionale e meccanico che stilistico, ed è sempre lui che trova nuovi sistemi - molti dei quali sono brevettati - per migliorare continuamente le performance delle nostre macchine. Come riuscite ad armonizzare gestione e produzione?

La sinergia tra azienda di gestione, la più antica, e produzione metalmeccanica è fondamentale. I nostri primi clienti di macchine siamo noi stessi. La Spinel Caffè è infatti il nostro primo banco di prova. Quando i nostri prodotti vengono immessi sul mercato, hanno già passato tutti i controlli di produzione, hanno già ottenuto i necessari riconoscimenti sul campo, essendo stati testati da un severissimo gestore che da 50 anni fa questo mestiere: nostro padre Vincenzo. Qual è la visione di Spinel dell’O.C.S rispetto al mercato estero? Va detto, intanto, che fatto 100 il nostro fatturato, un terzo di esso è sviluppato all’estero dove siamo presenti in oltre 60 Paesi nel Mondo. Il modello italiano per l’OCS sta sempre più prendendo piede all’estero, ed è per questo che molti gestori e torrefattori ci scelgono come loro fornitori partner. La qualità, il made in Italy, è fortemente apprezzato fuori dai confi-

ni nazionali, non solo in termini di immagine ma anche e soprattutto per i contenuti che in esso si esplicano. Made in Italy è sinonimo di tradizione, di efficienza, di funzionalità, di robustezza, di design. Tutti valori che all’estero sono molto apprezzati e per i quali i clienti sono disposti a spendere. Va, inoltre, detto che le nostre macchine sono 100% made in Italy non solo a parole, ma con le certificazioni ottenute attraverso diversi controlli cui periodicamente siamo soggetti in qualità di produttori ed esportatori comunitari certificati dall’Agenzia delle Dogane. Ormai famosi sono i brevetti che abbiamo per il sistema anticalcare autopulente, il sistema di chiusura della cialda, il sistema di espulsione della capsula e tanti altri che sono in via di registrazione e che saranno presto implementati sulle nostre nuove macchine. Avete mai pensato di spostare la produzione al nord per rendere più

Aziende

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Nella foto LOLA 1, l’ultimo modello per OCS e famiglia realizzato da Spinel due anni fa. Elegante e modulare, LOLA 1 è dotata di due scambiatori di calore separati (caffè e vapore), sistema idraulico anticalcare autopulente, espulsione automatica e chiusura centrale a compressione della capsula. Tutti i sistemi sono brevettati e saranno ulteriormente migliorati nel prossimo modello che l’Azienda sta per lanciare.

approfondendo le dinamiche di quei mercati abbiamo potuto appurare che mentre il prodotto cinese entra in Italia con facilità estrema grazie a normative e a maglie, a nostro avviso troppo larghe, i nostri prodotti fanno fatica ad ottenere le certificazioni cinesi che sono di fatto delle altissime barriere all’entrata. Sicuramente la produzione cinese ha il grande vantaggio di scontare costi di produzione, di manodopera e di approvvigionamento di materie prime a basso costo. Fortunatamente il prodotto cinese costa sì poco, ma vale anche meno.

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Qual è la vostra visione degli shop on-line?

agevoli i rapporti commerciali con l’estero? Noi dobbiamo fare il doppio degli sforzi, rispetto ad altre aziende che sono localizzate nel centro/nord Italia. Ciò nonostante non abbiamo mai accarezzato l’idea di trasferirci, di delocalizzare, di trovare soluzioni alternative a quella attuale. Abbiamo sempre cercato di colmare questo gap logistico attraverso il valore aggiunto messo nelle nostre macchine. Abbiamo sempre puntato sull’eccellenza anche in termini territoriali. Ci piace

Aziende

infatti dire, e ne andiamo orgogliosi, che i nostri prodotti prima di essere made in Italy sono ancor più made in Salento. Come vivete la concorrenza sul mercato dei prodotti provenienti da Paesi come la Cina? Purtroppo siamo costretti a subire il continuo attacco dei prodotti cinesi che vengono importati in quantità massicce e che invadono i nostri mercati. Abbiamo recentemente avuto un’esperienza di una fiera in Cina ed

E’ sicuramente un fenomeno da tenere in dovuta considerazione. Riteniamo però che il nostro prodotto debba essere necessariamente veicolato attraverso canali tradizionali, perché al di la della vendita pura e semplice, trattandosi di tecnologia che non va nel mass market, ma che serve per fare business, è più appropriato che venga comunque sempre distribuita da aziende che ne curano l’assistenza ed il post-vendita. Quali sono i progetti futuri? Su questo non posso essere molto dettagliato. Posso sicuramente dirvi che abbiamo tantissime novità in serbo sia per l’OCS che per l’HORECA. Il reparto R&S sta lavorando senza sosta per il lancio di nuovi modelli che contiamo di presentare ad Host 2013… o anche prima, ma per ora preferiamo non dirvi altro, un po’ per la dovuta riservatezza e un po’ anche per scaramanzia.



Il Centro Rifiuti Zero di Capannori e la capsula di caffè

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l 15 aprile scorso la Goldman Environmental Foundation di San Francisco ha assegnato il “Premio Ambientale Goldman” a sei figure internazionali che si sono distinte per la loro attività in difesa dell’ambiente e della qualità della vita delle comunità in cui vivono e operano. Per l’Europa il premio, che consiste in 150.000 dollari offerti a sostegno di progetti per l’ambiente, è andato ad un italiano: Rossano Ercolini di Capannori, in provincia di Lucca, il cui impegno ha dato avvio ad una campagna di sensibilizzazione pubblica sul pericolo degli inceneritori ed ha fatto nascere il Centro Rifiuti Zero del comune di Capannori, divenuto poi un movimento nazionale. Per chi appartiene al settore del vending, Rossano Ercolini, Comune di Capannori e Centro Rifiuti Zero non sono nomi nuovi e si collegano a un problema sempre più sentito nella distribuzione automatica: lo smaltimento delle capsule in plastica. Tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 proprio da questo piccolo comune toscano è partito l’allarme sui rischi ambientali derivati dal crescente consumo di caffè monoporzionato, soprattutto quello confezionato in capsule di plastica, che sta prepotentemente soppiantando l’uso della tradizionale caffettiera anche nei consumi domestici. Il consumo di caffè monoporzionato è stimato in un miliardo di capsule pari a un miliardo di contenitori di plastica, oggetti di piccole dimensioni concepiti in modo che, una volta utilizzati, non possano essere separati dal loro contenuto, ossia dalla polvere di caffè esausta. A ciò si aggiunge un ulteriore problema: la Direttiva 2013/2/UE, non considerando la capsula piena come un imballaggio, ne destina automaticamente il conferimento nei rifiuti indifferenziati, generando un accumulo di contenitori di plastica non riutilizzabili. A partire da queste considerazioni, nel 2010 il Comune di Capannori decise di produrre un “case study” scrivendo una lettera aperta al maggior produttore italiano di capsule di caffè, la

Sostenibilità

Lavazza. In essa si chiedeva all’azienda torinese un confronto costruttivo per individuare una soluzione al problema, allo scopo di sottrarre dallo smaltimento le capsule del caffè ‘usa e getta’ e puntare così a garantirne la riciclabilità. Dopo alcune settimane, l’Associazione Italiana Industrie Alimentari (AIIPA), di cui fa parte anche Lavazza, si rese disponibile ad un incontro e ad impegnare il proprio gruppo di lavoro, già da tempo attivo nella ricerca d’ innovazioni tecnologiche capaci di ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi. A partire da quel momento si è aperto un dialogo costruttivo tra le parti, in cui il Centro Rifiuti Zero di Capannori si è sempre posto come punto di riferimento.

A marzo di quest’anno, la collaborazione con aziende torrefattrici e associazioni ambientaliste ha animato lo showroom “Separare il caffè dal suo contenitore si può: sempre!” a cui hanno partecipato i rappresentanti sia di aziende produttrici di capsule che di associazioni ambientaliste. Lo showroom si è subito trasformato in un tavolo permanente, un punto di riferimento per tutti i nuovi progetti e le nuove idee volte a ricercare una soluzione al problema. Per comprendere meglio il percorso compiuto dal Centro Rifiuti Zero ci siamo rivolti proprio a Rossano Ercolini che ne è il coordinatore dal 2009. Signor Ercolini, ci complimentiamo prima di tutto con Lei per il premio

A ricevuto che rappresenta un importante riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni. Immaginiamo che per Lei e per il Centro, il Goldman Award sia motivo di orgoglio. Avete già in mente quali progetti sostenere col premio ricevuto? Siamo sicuramente orgogliosi per questo importante riconoscimento che tra l’altro ci ha consentito di confrontarci con progetti internazionali di ampio respiro. La notizia ci ha colti impreparati e non ci ha dato il tempo di valutare la destinazione che vorremo dare al contributo in denaro. Per il momento ci godiamo la gioia di veder riconosciuto l’intenso lavoro svolto in questi anni e, quando l’entusiasmo sarà scemato, prenderemo le nostre decisioni. Ci stanno a cuore molteplici iniziative e, sicuramente, sceglieremo quella o quelle che apporteranno i maggiori benefici all’ambiente e, di conseguenza, alla comunità. Affrontiamo subito l’argomento che coinvolge direttamente i lettori di questa rivista, ossia il problema capsula. Ci spiega come mai l’attenzione del Comune e del Centro Rifiuti Zero di Capannori si è focalizzata proprio


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A questo punto e di fronte a questa “scoperta” avete voluto coinvolgere la Lavazza scrivendole una lettera. Nel momento in cui avete preso questa decisione, prevedevate di andare a cozzare contro un muro o immaginavate di poter intraprendere un percorso costruttivo? su questo piccolo oggetto di plastica?

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Devo necessariamente fare una piccola premessa. La principale attività del Centro è quella di monitorare materialmente cosa rimane nel sacco grigio dopo la raccolta “porta a porta”. Nel sistema tradizionale, chiamato sistema di gestione integrato dei rifiuti, il rifiuto urbano residuo viene messo in discarica o viene trasformato in pericolosissime polveri o nanopolveri . Nel sistema “rifiuti zero” il residuo rappresenta la parte patologica del sistema che non può essere occultata, ma va resa visibile e va studiata. Attraverso i sopralluoghi effettuati e lo studio dei rifiuti, il Centro è giunto alla conclusione che esistono 3 famiglie di rifiuti che riempiono il sacco grigio. C’è la famiglia di quelli che noi chiamiamo “errori d’intercettazione” come ad esempio la buccia di banana o la frazione organica che rimane nel sacco dei non riciclabili. Poi c’è la famiglia dei riparabili e riutilizzabili: piccoli elettrodomestici come il ferro da stiro o capi d’abbigliamento come borse e scarpe. Qui a Capannori, grazie ad un centro di riparazione e riuso promosso dal Comune, molti di questi oggetti possono avere una seconda vita ed essere destinati semmai a chi ne ha bisogno, evitando così il passaggio in discarica. Infine c’è la terza famiglia, la più interessante, vale a dire quella dei non riciclabili e dei non compostabili. All’interno di questa famiglia ci ha colpito in particolar modo la capsula di caffè che troviamo nel sacco grigio in quantità sempre più consistenti.

Sostenibilità

Le confesso che temevamo di essere ignorati e che la nostra richiesta cadesse nel dimenticatoio. Certo, in fondo speravamo che venisse accolta e, in tal caso, poter contare su un interlocutore del settore industriale di così grande portata, ci lasciava presupporre che il discorso da noi lanciato avrebbe potuto compiere un percorso costruttivo, proprio grazie al supporto del team del Centro Ricerca & Sviluppo della Lavazza. Qual è oggi la vostra posizione rispetto a questo problema? Siamo stati coinvolti nel programma di progettazione di sistemi alternativi per la capsule ma, ancora oggi, il tavolo che si è avviato insieme ad AIIPA non è ancora riuscito ad individuare

un’alternativa sostenibile al sistema di incapsulamento del caffè. Nel frattempo, al di fuori di questo tavolo, sono emerse delle soluzioni nelle quali noi del Centro Rifiuti Zero rintracciamo elementi molto soddisfacenti in termini di sostenibilità ambientale. A quali soluzioni si riferisce? Il primo caso che abbiamo riscontrato è l’ecocapsula promossa da un’azienda che si chiama “Centocaffè”, la quale ha brevettato un sistema di capsula ricaricabile fino a 2-300 volte. È una capsula compatibile per il sistema Lavazza e il sistema Nespresso, i più diffusi, ed è una capsula versatile in quanto utilizzabile anche per infusi come il the. Quali sono le altre soluzioni che avete preso in considerazione? Il secondo progetto che ci ha colpito è stato quello della compressa di caffè, che ci è sembrata particolarmente interessante perché viene proposta in diverse modalità applicative che vanno dalla moka alla macchinetta automatica. Ciò significa che i consumatori, abituati alla caffettiera tradizionale così come coloro che sono passati alla macchinetta automatica, hanno a disposizione un sistema unico, non devono stravolgere le loro abitudini, né


Tutta la qualità e l’esperienza per un caffè per veri intenditori

fare un grosso lavoro per separare il caffè dall’involucro. Questo, infatti, è costituito da un piccolissimo quantitativo di polipropilene che può essere facilmente gettato nel contenitore della plastica e, quindi, avviato al riciclaggio. La compressa usata, invece, entra a far parte dei rifiuti organici e quindi dei materiali destinati al compostaggio. La compressa rappresenta per voi l’unica soluzione possibile? Guardi, noi non facciamo marketing e

ibutori

non ci interessa sponsorizzare prodotti di aziende private ma, al momento, non c’è altro prodotto che possa essere una soluzione facilmente adottabile da parte del consumatore. La compressa, inoltre, è una soluzione che accontenta tutti: sia chi usa la caffettiera tradizionale, che ne apprezza l’aspetto igienico e il fatto che non sporca; sia chi utilizza macchinette automatiche, che godrà degli stessi vantaggi e non dovrà lavorare più di tanto per gestire il rifiuto caffè. E per tutti coloro che utilizzano macchine a capsule, dove la compressa di caffè non è adattabile? Ci sono possibili soluzioni in vista? Sì. Partendo dal concetto che il monoporzionato “usa e getta” dovrà essere gradualmente superato, nello showroom promosso di recente a Capannori, sono stati messi a punto sistemi basati su “capsule smontabili” adatte anche a macchine di brand famosi. In tal senso, mi risulta che anche Coop

Italia stia sperimentando un sistema che consentirebbe di recuperare facilmente i fondi del caffè, in modo da avviare al riciclo la capsula di polipropilene svuotata, mentre i residui di caffè potrebbero essere riutilizzati a fini agronomici. Su quest’ultimo punto sta lavorando la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Un’ultima domanda: cosa ha spinto un insegnante delle scuole primarie a prendere a cuore una questione così grande quale quella dell’ambiente? Semplicemente perché sono partecipe di un senso di responsabilità da condividere con le generazioni future. L’essere un maestro elementare e lavorare con i bambini mi espone ancor di più alla comprensione di quanto sia interessante il valore aggiunto del messaggio educativo. In fondo non faccio altro che svolgere la mia funzione di educatore rivolgendola all’intera comunità.

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Energy Drink: quanto li conosciamo?

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L’allarme sugli effetti negativi derivati dal consumo di Energy Drink è partito dagli Stati Uniti nel 2011 ed ha investito a macchia d’olio il resto del mondo, generando preoccupazione nei consumatori, nelle aziende produttrici e negli organi preposti alla tutela della salute dei cittadini. L’allarme è ulteriormente cresciuto alla luce di un’indagine condotta dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha evidenziato dati preoccupanti sul consumo di bevande energizzanti da parte dei giovani e dei giovanissimi, per i quali esse costituiscono un prodotto “alla moda” a cui non possono rinunciare. Dalla ricerca dell’EFSA è emerso che nell’Unione Europea il 68% degli adolescenti (10-18 anni) fa abitualmente uso di Energy Drink e di essi il 12% ne consuma fino a 7 litri al mese. Ancora più preoccupante il dato relativo al campione di bambini intervistato (3-10 anni): il 18% di essi fa uso regolarmente di bevande energetiche e di essi il 16% in dosi elevate. Se è vero che gli Energy Drink sono destinati ad un target giovane, è altrettanto vero che l’abbassamento dell’età in cui essi vengono consumati lascia intendere che gli adulti conoscono poco questo tipo di bevande, visto che ne consentono l’uso ai propri figli già in giovanissima età; li confondono spesso con gli Sport Drink, ponendoli sullo stesso piano degli integratori di carboidrati liquidi, minerali e vitamine. La consapevolezza dell’esistenza di una lacuna nell’informazione ha spinto Assobibe a prendere posizione sull’argomento e a collaborare con il Ministero della Gioventù nella realizzazione, già nel 2011, di un portale dedicato che potesse fare chiarezza sull’argomento, liberandolo dalle demonizzazioni dell’opinione pubblica. Attraverso parole semplici e in un linguaggio chiaro ed inequivocabile, il sito www.infoenergydrink.it costruisce un’immagine corretta degli Energy Drink. Le informazioni fornite dal Ministero della Gioventù, attraverso il sito dedicato, chiariscono ogni dubbio circa il contenuto e la destinazione d’uso delle cosiddette bevande energetiche e pone particolare attenzione al Codice di Autoregolamentazione delle Aziende che le commercializzano, aderenti a Assobibe. Riassumiamo qui poche ma fondamentali informazioni, sufficienti per comprendere che un consumo moderato e responsabile, in linea con le indicazioni riportate sull’etichetta, non arreca alcun danno alla salute e permette all’organismo di trarre i benefici per i quali gli Energy Drink sono stati concepiti: stimolare in maniera blanda il sistema nervoso centrale e migliorare l’umore e le capacità mentali degli adulti. Gli Energy Drink sono bevande analcoliche funzionali con un effetto stimolante dovuto alla combinazione degli ingredienti che le compongono. Esse sono costituite per lo più da acqua a cui si aggiungono zuccheri o edulcoranti (sugarfree), sostanze stimolanti (caffeina, guaranà ecc), aminoacidi (taurina) e vitamine. La quantità delle sostanze stimolanti consentita è regolamentata da leggi che variano di Paese in Paese. In Italia la dose massima di caffeina consentita è di 32 mg/100ml, che nel formato più diffuso, la lattina da 250 ml, corrisponde ad una quantità di caffeina pari a quella di una tazzina di caffè. Tutti gli ingredienti contenuti negli Energy Drink sono autorizzati dalle Autorità Sanitarie e, secondo quanto stabilito dall’EFSA, non destano preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza. Grande importanza è data al packaging e alle attività di marketing che ne accompagnano la commercializzazione. Per ciò che concerne il packaging è necessario che l’etichetta indichi chiaramente che la bevanda non è adatta ai bambini, alle donne in gravidanza e a chi è sensibile alla caffeina e che non va mescolata con alcool. Per ciò che riguarda le attività promozionali, il Codice di Autoregolamentazione elaborato da Assobibe per i suoi aderenti, stabilisce che le bevande energizzanti non vadano pubblicizzate in prossimità delle scuole di 1° e 2° grado e che non ne vada in nessun modo incentivato un consumo eccessivo. Per questo motivo consiglia ai produttori di riportare sull’etichetta la dicitura Consumare moderatamente.

Prodotti


Drastic: la bevanda energizzante tutta naturale

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n nuovo competitor entra nel mercato degli Energy Drink con la ferma intenzione di imporsi come supporto indispensabile per chi conduce un tipo di vita frenetico, per gli sportivi, per i manager, per tutti coloro che ogni giorno devono affrontare faticosi impegni di lavoro. Perfettamente in linea con le disposizioni ufficiali che regolamentano la ricetta di questa tipologia di bevande, Drastic è una bibita energizzante leggermente gassata particolarmente adatta nei momenti in cui si ha bisogno di una spinta immediata. La sua capacità di vincere il senso di affaticamento, aumentando l’efficienza sia fisica che morale e migliorando la concentrazione, ne fanno la bevanda ideale nei momenti in cui si ha bisogno di una carica in più per affrontare uno sforzo fisico o intellettuale.

Ciò che la distingue da tutte le altre bevande energetiche in commercio è la particolare gradevolezza del gusto e la composizione naturale della formula, costituita da sostanze stimolanti naturali, aminoacidi, Vitamina B e zucchero. Questi sono i principali componenti della formula di Drastic: Caffeina Una sostanza presente in natura nelle foglie, nei semi o nei frutti di oltre 60 piante, tra cui caffè, cacao, the, noci di cola, guaranà. Ha un effetto stimolante sul sistema nervoso centrale. Taurina Un aminoacido presente naturalmente nell’organismo che contribuisce allo sviluppo neurologico e aiuta a regolare il livello di acqua e di Sali minerali nel sangue. Vitamina B Gruppo di vitamine fondamentali per supportare le prestazioni mentali e il metabolismo. Zuccheri Drastic non contiene saccarosio ma zucchero, un componente naturale che si trova nella frutta, nella barbabietola e nella canna da zucchero. Lo zucchero è immediatamente assimilabile e utilizzabile. Glucuronolattone Derivato dello zucchero, è un componente strutturale dei tessuti connettivi. La quantità di caffeina presente nella lattina da 250 ml corrisponde ad una tazzina di caffè.

Come tutti gli Energy Drink, Drastic non va mescolata all’alcool e non è adatta ai bambini, ai diabetici, alle donne in gravidanza e a chi è allergico alla caffeina. Drastic è distribuita in esclusiva da Gems Italia.

Per maggiori informazioni, scrivi a:

drasticvending@gmail.com

Prodotti


Vending Cruise un format innovativo peo dedicato agli operatori, che questa volta l’EVA ha scelto di svolgere in seno alla Vending Cruise. Accanto a quello delle associazioni europee – rappresentati anche Paesi come Romania, Polonia, Svezia e Austria – un sostanziale apporto alla realizzazione dell’evento è stato offerto dalle Aziende Sponsor – BWT Water+More, Rheavendors Group, Covim, Lavazza, Liomatic, Supermatic, San Benedetto – alcune delle quali protagoniste di eventi molto partecipati in cui l’ufficialità si è piacevolmente combinata con l’atmosfera gioviale della crociera.

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a seconda edizione della Vending Cruise è stata contrassegnata da un vero spirito internazionale, grazie all’appoggio e alla collaborazione organizzativa dell’Associazione Europea del Vending, che ha affiancato Confida e lo staff operativo di Venditalia Servizi nel mettere insieme tutti i tasselli di una manifestazione di così vaste proporzioni. Pur riconoscendo l’apporto dell’EVA e delle Associazioni nazionali europee, bisogna attribuire all’impegno di Confida, in particolar modo del suo Presidente e del gruppo di lavoro di Venditalia, tutto il merito della riuscita di un evento non facile da condurre in porto. Lungo un percorso che ha toccato Savona, Barcellona, Palma di Maiorca e Marsiglia, la Costa Mediterranea ha ospitato circa 400 operatori della distribuzione automatica, di cui il 40% stranieri. Essi sono stati impegnati in quattro intense giornate ricche di appuntamenti ed eventi dedicati ai temi caldi del vending, analizzati attraverso i recenti e poco confortanti scenari economici e i dati forniti dalle analisi di settore presentati proprio in quest’occasione. La costruzione di un focus sul vending

in termini europei e l’individuazione degli elementi positivi già presenti nel mercato o che si stanno ora delineando all’orizzonte sono stati il percorso compiuto da tutti i partecipanti, con l’obiettivo comune di creare sinergia per uscire dall’impasse del momento e riprendere un percorso di crescita. A questo proposito sono stati di grande interesse gli interventi registrati nel corso di EurOps, il convegno euro-

Non sappiamo se ci sarà una terza edizione della Vending Cruise e riteniamo che a deciderlo saranno i venti che tra due anni spireranno sull’economia e sul settore. È certo, però, che la formula inventata nel 2011 ha fatto scuola e ha dato il via a manifestazioni itineranti dedicate al comparto, organizzate non solo da Confida ma anche su autonoma iniziativa delle imprese del vending. Un format innovativo per fare business e moltiplicare le occasioni di incontro tra gli operatori del settore.


Benvenuti a bordo!

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“Top Sponsor”

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ovim ha confermato la sua presenza alla Vending Cruise 2013, partecipando anche alla seconda edizione della manifestazione. In veste di top sponsor, la torrefazione genovese ha organizzato un evento a cui hanno partecipato con grande interesse anche gli operatori internazionali del vending, indice della forte presenza dell’Azienda sui mercati esteri. Come ha confermato Claudio Picci, amministratore delegato di Covim, dei 26 milioni di euro di fatturato realizzati nel 2012, il 25% è stato sviluppato proprio nel mercato estero, soprattutto europeo. Oggi Covim guarda con interesse anche a mercati più lontani, come quelli sudamericani e orientali, che comincia a studiare in attesa che i tempi siano maturi per accettare e apprezzare l’espresso italiano. Grazie al lavoro di un team affiatato e capace di creare sinergia, allo spirito familiare che caratterizza ancora oggi l’Azienda e al forte legame col territorio, Covim ha raggiunto una posizione di leadership nel mercato del caffè. La strategia aziendale mette al primo posto la qualità del prodotto e del servizio, a cui

si unisce l’alta tecnologia dei macchinari, in particolare quelli destinati alla lavorazione del monoporzionato in capsule. Convinta che la comunicazione sia fondamentale per veicolare la bontà e la qualità dei suoi prodotti, Covim prepara la sua strategia per il futuro che prevede un’affermazione sempre più decisa del proprio marchio. Vedremo a breve un distributore brandizzato Covim accompagnato da un sistema a capsule autoprotetto? Molto probabilmente è così!


“Top Sponsor”

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WT Water+More, top sponsor della Vending Cruise 2013, ha accompagnato i partecipanti in tutti i momenti clou della giornata a bordo, grazie alla presenza costante di quattro bellissime testimonial che, senza dubbio, non sono passate inosservate. Se l’intenzione era quella di stupire fino in fondo, bisogna ammettere che BWT Water+More ci è perfettamente riuscita grazie ad un evento sfavillante, molto vicino allo stile degli show che gli americani amano organizzare in occasioni ufficiali, come ad esempio le elezioni presidenziali. L’appuntamento non era fissato in un teatro di Broadway ma nella discoteca di bordo, dove BWT Water+More ha messo in scena un colorato balletto per presentare la nuova linea di filtri per l’acqua Bestmax Balance. Lo show ha mimato una specie di lotta tra il bene e il male, rappresentata da

un gruppo di bravissimi ballerini, che incarnavano gli elementi negativi presenti nell’acqua e quelli positivi presenti nei filtri. Inutile dire che, come nelle migliori favole, il bene ha vinto il male dimostrando che la tecnologia Best Water è una tecnologia d’avanguardia nel trattamento dell’acqua e che Bestmax Balance rappresenta l’ultima evoluzione di un sistema collaudato e apprezzato nel mondo. Le cartucce Bestmax Balance garan-tiscono nel vending il miglior tratta-mento dell’acqua e, di conseguenza, macchine protette da tutti quegli agenti corrosivi e contaminanti che le aggredirebbero incidendo negativa-mente sul loro funzionamento e sulla qualità del caffè in tazza. Eliminazio-ne del calcare, Ph inalterato, barriera contro l’argento, nessuna aggiunta di sodio e fosfati, capacità di addol-cire l’acqua per conferire al caffè un aroma unico sono in sintesi i risulta-ti garantiti dalla tecnologia dei nuovi filtri realizzati da BWT Water+More e presentati in anteprima mondiale in occasione della Vending Cruise. Oltre che il fascino delle testimonial in minipants e dello show, resterà im-pressa nella memoria dei partecipanti l’infaticabile Sergio Barbarisi,, respon-sabile della filiale italiana dell’Azienda, e la trascinante simpatia di An-

dreas Weissenbacher, CEO di BWT Water+More, che ha saputo coniugare perfettamente la professionalità del ruolo e la serietà dell’Azienda con lo spirito informale della Crociera.

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el corso della Vending Cruise, Stefano Piccinini, viceresidente di Confida e presidente del gruppo produttori, ha consegnato il premio “Packaging forvending 2013”

Giunto alla seconda edizione, il concorso ideato da Confida premia le migliori proposte d’imballaggio dedicate al vending e valutate secondo parametri tecnici e tecnologici, logistici e di gestione, riconoscendo, inoltre, l’impegno dell’azienda produttrice nella comunicazione diretta al consumatore. La giuria, composta dai presidenti dei gruppi che fanno capo a Confida (produttori, gestori, servizi), oltre che dallo stesso presidente dell’Associazione Lucio Pinetti, ha premiato il packaging eco-green della bottiglia di acqua minerale San Benedetto da mezzo litro.

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Per la categoria snack ha vinto Air Action Vigorsol in astuccio di Perfetti Van Melle, un packaging perfetto per la macchinabilità e per la facilità di gestione da parte dell’operatore. Per la categoria bevande e succhi il premio è andato a Yoga pet da 250 ml prodotto da Conserve Italia, non solo per l’adeguatezza del formato al canale, ma anche per il grande impatto del design e la forza comunicativa dell’immagine. Il packaging di Yoga bevande alla frutta rimanda immediatamente al carattere naturale del suo contenuto e trasmette l’idea di un prodotto equilibrato e salutare. Il premio è stato ritirato da Roberto Fanelli, responsabile del canale vending.


“Top Sponsor” Il dottor Enrico Zoppas, presidente di San Benedetto, ha ringraziato l’Associazione per il riconoscimento ricevuto e precisato che l’impegno dell’Azienda verso l’ambiente continuerà nel rispetto delle generazioni future, con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso che conduca in futuro alla completa eliminazione delle emissioni di CO2. Questo il suo commento:

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on solo top sponsor della manifestazione ma anche vincitrice del premio Packaging for Vending, San Benedetto è stata grande protagonista della Vending Cruise. Due le occasioni che l’hanno vista al centro dell’attenzione dei partecipanti: l’evento organizzato proprio dall’Azienda per presentare la vasta gamma di prodotti dedicati al canale vending e la cerimonia di premiazione del “Packaging for Vending Award” di cui è stata vincitrice per il Progetto Eco Green. Oltre a rispondere perfettamente alle esigenze logistiche del vending, la bottiglia eco-green di acqua minerale San Benedetto da mezzo litro testimonia la sensibilità dell’Azienda verso l’ambiente e la sostenibilità, un impegno riconosciuto e apprezzato soprattutto dai consumatori. Il Progetto EcoGreen è il risultato del rispetto di San Benedetto verso la natura, che si traduce in una sorta di rimborso e recupero di quanto ad essa tolto attraverso i processi produttivi. Sostanzialmente consiste nell’acquisto di crediti di tipo VERs che vanno a sostegno di progetti ecosostenibili, con i quali l’Azienda compensa il 100% delle emissioni di CO2 prodotte nel ciclo di lavorazione. Inoltre, l’uso di pet riciclato ha consentito a San Benedetto di ridurre in due anni il 30% delle emissioni, pari a 70.000 tonnellate.

“Il Progetto EcoGreen è un tema che ci vede all’avanguardia e che ci riempie di orgoglio. L’abbiamo portato avanti già nel 2009 con l’allora direttore generale del Ministero dell’Ambiente Corrado Clini, in relazione agli accordi di Tokio che il governo italiano aveva sottoscritto per la riduzione dell’inquinamento. È un progetto che ci dà la possibilità di tracciare la quantità di C02 che il prodotto acqua genera nel suo ciclo produttivo dalla fonte fino al consumatore. Un progetto ambizioso e oneroso per il quale ci siamo avvalsi anche degli esperti del Ministero e per il quale siamo stati i primi nel mondo a calcolare la quantità di emissioni che il sistema genera.

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Sono sicuro che i nostri partner del vending ci sosterranno in questo impegno per l’ambiente e nei confronti del consumatore”

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L’attenzione per il consumatore e il forte spirito innovativo hanno condotto Acqua Minerale San Benedetto a risultati lusinghieri anche in un momento difficile dell’economia. In riferimento all’Italia, il 2012 si è chiuso con volumi di produzione consistenti: oltre 2,5 miliardi di bottiglie di cui più di 300 milioni solo nel canale vending, dove l’Azienda è presente con le sue acque minerali, tra le quali Fonte Primavera dedicata particolarmente al canale. Altro progetto vincente dell’Azienda è Aquavitamin, eletto dai consumatori Prodotto dell’Anno 2013. Aquavitamin è una bevanda funzionale dedicata a tutti coloro che svolgono una vita frenetica. Essa favorisce il recupero di energia e sprint: ogni bottiglia da mezzo litro fornisce un alto apporto di vitamina C – pari al

25% della razione giornaliera raccomandata – oltre ad altre sostanze nutritive utili al nostro organismo. Disponibile in quattro versioni, risponde a molteplici esigenze: BEAUTYou al gusto frutti rossi, un alleato per l’idratazione e la tonicità; IfeelGOOD al gusto limone, un aiuto per mantenere in forma le difese naturali; READYtoGO al gusto arancia, una piacevole pausa rinfrescante per ritrovare lo sprint ed infine GENyouS un mix di kiwi, mela e melograno che dona energia e vitalità. Tutte sono arricchite con vitamine e minerali. Accanto alle acque minerali, San Benedetto dispone di tutta una serie di bevande a base di the e frutta dedicate al canale vending, oltre che essere distributore del marchio Schweppes, per quanto riguarda le bibite gassate e della linea Energade per quanto concerne le bevande energizzanti. Una speciale menzione meritano le ultimissime novità di San Benedetto. La prima riguarda proprio la categoria

the, per la quale l’Azienda ha appena lanciato la linea dedicata all’estate 2013 “Summer Emotion”: un the in bottiglia “on the go” da mezzo litro in tre dissetanti ed esclusive varianti di gusto: Watermelon, Mango e Mint. La seconda è la Linea Natura del famoso e collaudato Batik nel formato da 25 cl, privo di zuccheri aggiunti e di conservanti e arricchito di fibre e verdure naturali quali carota, arancia e rapa rossa. La terza grande novità, presentata in occasione della convention dedicata all’Azienda, segna l’ingresso di San Benedetto nel “fuori casa” con un dispenser studiato per offrire a tutti i consumatori la possibilità di assaporare la qualità delle sue bibite in ogni momento della giornata.


Abbiamo chiesto a Vincenzo Tundo, responsabile marketing di San Benedetto, di illustrarci quest’innovativo progetto.

il codice a barre posto su ogni capsula e dosa l’acqua con cui diluire il concentrato in base alle ricette che ha in memoria.

“Dopo due anni di test lanciamo sul mercato dell’Ho.Re.Ca., ma anche nel canale domestico, il nostro particolare dispenser per bibite, un sistema chiuso che lavora esclusivamente con le nostre capsule contenenti un concentrato di alcune delle bibite da noi prodotte. L’obiettivo è quello di poter erogare un prodotto che abbia le stesse caratteristiche di una bevanda appena preparata – pensiamo ad una spremuta di arance – riuscendo a servire consumatori difficilmente raggiungibili attraverso i canali tradizionali, come ad esempio gli impiegati di un ufficio di tipologia medio-piccola. In queste location da numeri troppo bassi per un distributore automatico vero e proprio e con difficoltà di gestione e stoccaggio dei prodotti da scaffale, la nostra formula viene incontro con un dispenser di minimo ingombro e con concentrati di bibite in minicapsule che accontentano un po’ tutti i gusti. Al momento abbiamo realizzato 7 referenze diverse - chinotto, aranciata, ACE, the al limone, the alla pesca, the verde e the al limone caldo – che aumenteremo monitorando le richieste del mercato. Il dispenser dà l’opportunità di erogare anche acqua gassata per ottenere, ad esempio, un’aranciata frizzante o acqua calda per poter preparare un the al limone corroborante. La preparazione avviene in automatico: il dispenser è dotato di un lettore ottico che riconosce la bevanda da erogare attraverso

Tutta la preparazione avviene in condizioni igieniche ottimali; anche l’acqua utilizzata, che può essere diretta dell’impianto idrico o raccolta in una

pratica tanica, viene sottoposta ad un processo di purificazione e filtrazione. Siamo certi che i consumatori sapranno ancora una volta apprezzare il costante impegno di San Benedetto nell’interpretare gli stili di vita moderni e l’innovazione che portiamo in tutte le nostre proposte di beverage.”

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EurOps - Il convegno dell’EVA

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a 10° edizione di EurOps, il convegno rivolto ai gestori organizzato da EVA, l’Associazione Europea del Vending, si è svolta il 5 maggio durante la Vending Cruise 2013, in un intero pomeriggio di navigazione da Palma di Maiorca a Marsiglia. Il contesto meno formale rispetto alle passate edizioni non ha però inciso sul taglio, serio ed ufficiale, con cui i relatori intervenuti hanno affrontato le tematiche del convegno, tutte riassumibili nel claim “La via della crescita”.

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Presentato da Catherine Piana, direttore generale di EVA, il convegno è stato introdotto dal presidente dell’Associazione europea, Arnaud van Amerongen, il quale è andato diritto a colpire il nodo della questione: l’economia europea è in crisi da lungo tempo e, mentre la ripresa sembra ancora lontana, i dati di settore raccolti da EVA confermano un generale stato di sofferenza. Allo stesso tempo, proprio dal mercato del vending e dagli utenti finali del servizio di somministrazione, arrivano chiari segnali che, se ben interpretati e rielaborati attraverso idonei strumenti, possono dare respiro nell’immediato e costituire le premesse su cui lavorare nel futuro prossimo, nell’obiettivo d’incamminarsi finalmente su “La via della crescita”. La prima ricerca di mercato sul vending europeo fu affidata nel 2009 a DataMonitor. Questa volta, invece, l’EVA ha voluto coinvolgere direttamente il settore, interpellando produttori e gestori nonché le Associazioni dei singoli Paesi, le quali hanno collaborato fornendo i dati nazionali in loro possesso. In linea generale, il vending europeo

nel 2012 ha mostrato una situazione difficile, ma sicuramente di minor sofferenza rispetto ad altri comparti dell’economia. Il fatturato totale è stato di 11,1 miliardi con un calo del 2,5% rispetto al 2011; lievissimo calo per le macchine installate - 3,7 milioni (- 0,8%) - gestite da 10.000 operatori che impiegano in totale circa 85.000 unità lavorative. Tendenzialmente il fatturato è rimasto stabile a causa dell’aumento dei prezzi delle consumazioni che ha compensato le perdite dovute al calo delle vendite. Da questo punto di vista, lo stato attuale del vending europeo testimonia una certa disomogeneità. Mentre alcuni Paesi cominciano a mostrare segnali di ripresa, come la Gran Bretagna, la Francia e la Germania, altri fanno fatica a recuperare e mostrano ancora segni di flessione, come la Grecia, l’Ungheria, il Portogallo e la Danimarca. Una tendenza diversa, in linea con l’andamento della macroeconomia, è quella rappresentata dai Paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina) che stanno emergendo in tutti i settori, vending compreso. In Europa pensiamo alla Russia, di cui abbiamo parlato nel precedente numero di questa rivista, o a Paesi che stanno emergendo in questo settore un po’ a sorpresa come la Turchia, la nazione europea che nel 2012 è cresciuta di più nel

vending (+ 12%). Proprio le opportunità offerte dai mercati dei Paesi emergenti potrebbero costituire una delle vie della crescita individuate dall’ EVA e condivise da Pricewaterhouse Coopers.

PWC è una delle maggiori organizzazioni internazionali di assistenza professionale alle aziende e, attraverso il suo Assistant Director, David Kirby, ha illustrato durante il convegno i risultati dell’analisi eseguita sul settore, indicando le strategie che dovrebbero essere adottate perché si sviluppino nuove opportunità di crescita. Il primo passo da compiere, secondo PWC, è riposizionare il settore non solo guardando ai nuovi mercati, ma anche sfruttando i cambiamenti sociali e le nuove tecnologie, facendo attenzione a cosa comprare e dove farlo tenendo d’occhio la globalità


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delle offerte che i mercati propongono. La direzione verso la quale questo sforzo va indirizzato è la qualità del prodotto e del servizio. Che ad affermarlo sia un team di professionisti come quelli di PWC, non fa che avvalorare quanto da anni predica Confida che ha fatto di termini quali valore, qualità e prezzo il leit motiv di ogni convegno, evento o occasione che abbia visto protagonista la distri-

buzione automatica. Ed è quanto ha riaffermato il presidente dell’EVA, Arnaud van Amerongen, nel suo discorso introduttivo ad EurOps, dal quale è emerso che gli elementi che possono condurre alla crescita ruotano attorno all’aggettivo “premium” che sta ad indicare prodotti - al primo posto il caffè - e servizio di qualità, design accattivante delle macchine, labelizzazione attraente e altamente informativa, rispet-

to della normativa ambientale, uso delle nuove tecnologie. In un’unica espressione, tutto ciò che il consumatore chiede e per il quale è disposto a pagare un prezzo maggiore. Secondo l’EVA bisogna imparare ad ascoltare e interpretare le esigenze del cliente, avere il coraggio di investire anche quando le condizioni esterne appaiono sfavorevoli, innovare per stimolare gli acquisti. Perché è il consumatore a dettare le regole.

Gli interventi, a cui i partecipanti a EurOps hanno potuto assistere, erano legati da un denominatore comune: indicare strategie per cogliere e sviluppare opportunità di crescita nonostante il momento economico avverso. L’esempio di Selecta, illustrato dal direttore vendite e marketing Jan Marck Vrijlandt e quello di Supermatic, illustrato dal suo A.D. Giovanni Nebiolo, costituiscono una buona base di riflessione per ogni compagnia di gestione. In ambedue i casi è stato focalizzato un punto chiave da cui partire per diventare più competitivi e migliorare il servizio offerto: la qualità del caffè, nel caso di Selecta, e la riduzione delle inefficienze della metodologia con cui si opera attraverso idonee soluzioni IT, nel caso di Supermatic e Digisoft.

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Selecta: il caffè, la qualità e il prezzo Selecta, la più grande Azienda europea attiva nel vending sin dal 1957, è attualmente presente in 22 Paesi con oltre 150.000 distributori automatici. La sua costante ricerca d’innovazione e l’attenzione a tutto il mercato del “fuori casa”, anche non strettamente legato al vending, ha portato Selecta a puntare soprattutto sulla qualità. L’osservazione di quanto sta accadendo nell’universo delle catene di caffetterie come Costa e Starbucks, che si affacciano sempre più prepotentemente nel mercato della distribuzione automatica, comporta un’attenzione sempre maggiore sulla qualità del caffè offerto al consumatore. È proprio su questo punto che si è concentrato l’intervento di JM Vrijlandt il quale, in occasione dell’Europs, ha sottolineato quanto sia diventato necessario, nell’attuale situazione del mercato, adottare strategie indirizzate a riappropriarsi di quei consumatori che nel tempo si sono allontanati dal vending.

aromatico, cremoso, alla giusta temperatura, servito nel miglior contenitore possibile.

Delusi da un prodotto mediocre e da un servizio insufficiente, i consumatori hanno trovato nelle caffetterie delle più note catene europee la risposta alle loro esigenze: un caffè di qualità declinato in un’innumerevole quantità di varianti gourmet, spazi in cui rilassarsi, disponibilità di connessione wi-fi, interazione.

Il distributore automatico deve favorire la socializzazione, attrarre attraverso espedienti tecnologici, informare su ciò che fornisce. Solo la giusta combinazione tra un prodotto premium e una macchina premium può appianare le differenze tra caffetteria e vending machine e solo raggiungendo un risultato di qualità si può chiedere al consumatore il giusto prezzo per ciò che gli si offre. L’attuale media europea, che si aggira intorno a 0,25 centesimi, è un prezzo ridicolo se confrontato a quello del caffè preso in caffetteria o a casa, ma solo raggiungendo la qualità dei suoi competitor, il vending può richiedere il giusto prezzo.

Il vending deve ripartire da tutto questo, puntando sul caffè di qualità e facendo della pausa caffè un’esperienza sensoriale: il caffè deve essere

L’esperienza di Selecta conferma ancora una volta che il consumatore è disposto a pagare di più se gli viene offerto di più.


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Supermatic e Digisoft l’ottimizzazione dei processi operativi

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n esempio tutto italiano è stato illustrato da Giovanni Nebiolo, amministratore delegato di Supermatic, una grande compagnia di gestione, nata dalla fusione

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di più aziende, che opera da oltre 40 anni in Toscana e nel sud della Liguria. La lunga esperienza nel vending è stata fondamentale nella strategia adottata dall’Azienda nell’affrontare la crisi degli ultimi anni e nella decisione di adoperare specifici strumenti metodologici diretti a migliorare l’operatività aziendale. Anche in questo caso, come in quello illustrato da Selecta, l’obiettivo è il raggiungimento della maggiore e migliore qualità, intendendo con ciò efficienza dei processi operativi attraverso i quali una compagnia di gestione esplica il servizio di somministrazione al consumatore finale. Giovanni Nebiolo ha illustrato la necessità di adottare precisi strumenti di analisi, che per Supermatic si traduce nell’uso della metodologia Lean Six Sigma la quale, partendo dai dati statistici rilevati nei processi produttivi, ne evidenzia le inefficienze e indica quali procedimenti adottare per ridurre gli errori ed eliminare gli sprechi. In altre parole, si tratta di una metodologia che, partendo da una base statistica, è diretta ad ottimizzare i processi al fine di raggiungere risultati di qualità. Attraverso un procedimento di tipo inverso, la metodologia Lean Six Sigma analizza tutti gli step del processo; partendo dal risultato finale, ripercorre step dopo

step le procedure fino ad individuare in quale punto della catena bisogna intervenire per appianare le eventuali falle. A questo punto si può prevedere un piano d’azione di recupero e miglioramento. Il controllo dei processi operativi diventa una pratica fondamentale se si vuole raggiungere l’efficienza nel servizio al consumatore e, affinché ciò sia possibile, diventa necessario dotarsi di strumenti studiati e realizzati specificatamente per il settore. Supermatic ha adottato le soluzioni IT di Digisoft, una società che da oltre 20 anni opera nello sviluppo di soluzioni software per i gestori, per i quali ha realizzato Vega Windows, uno strumento che affianca il gestore in ogni step della sua attività. Non è un caso che il claim di Digisoft sia “Il controllo è tutto”.

Questo concetto è stato chiaramente illustrato nell’intervento a EurOps di Guido Panigada, responsabile marketing e formazione dell’Azienda. Vega Windows è oggi adottato da oltre 450 operatori del vending in tutto il mondo e, grazie alla modularità dei suoi componenti, può soddisfare le esigenze gestionali, nonché economiche, di ogni compagnia di gestione, al di là del numero di addetti che vi operano e del numero di macchine gestite. Vega, sviluppatosi via via nel tempo come risposta concreta

alle esigenze dei gestori, ha saputo cogliere le richieste di chi oggi opera nel vending in un mercato compresso tra costi lievitati e ricavi che stentano a crescere, soffocati dalle maglie di una crisi, contro la quale occorre sapersi armare.

Attraverso il suo sofware, Digisoft offre tutti gli strumenti necessari a coadiuvare l’attività quotidiana di gestione, individuando le eventuali criticità e fornendo le soluzioni che possano migliorare i processi operativi e, di conseguenza, la performance aziendale.Per un gestore, la pianificazione dei giri di visita e dei processi di rifornimento sono il primo step da ottimizzare se si vogliono abbattere gli sprechi e raggiungere i migliori risultati possibili. Tragitti mal organizzati senza tener conto dei costi generati dai percorsi da compiere; visite pianificate senza considerare alcuni parametri fondamentali, quali il numero di utenti operativi presso una postazione, il numero delle macchine installate e la loro capacità, produrranno sicuramente delle perdite. Uno strumento come Digimaps diventa fondamentale affinché il gestore abbia ben presente la dimensione territoriale in


cui le forze in campo devono muoversi. Solo attraverso questa consapevolezza, egli potrà dividere in modo ottimale i carichi di lavoro e ottimizzare contemporaneamente la sequenza delle visite. Altro indispensabile strumento è la

centrale di controllo in sede che consente di visualizzare in tempo reale l’attività di tutti gli operatori esterni e monitorarne tempi di consegna, durata della visita, rispetto del giro, battute rilevate, quantità di prodotto rifornita, corrispettivo incassato. Tutte le informazioni raccolte vanno poi a costituire un database di fondamentale importanza. Attraverso ulteriori strumenti

d’analisi integrabili e collegati a ERP esterni, tutti i dati possono essere intrecciati tra di loro, studiati su più livelli e attraverso molteplici strumenti, al fine di ottenere proiezioni della situazione in cui si trova l’attività di gestione in quel determinato momento. L’analisi delle criticità rilevate e l’applicazione degli strumenti IT forniti dal sistema Vega Windows possono aiutare operativamente i gestori a correggere gli errori dei processi operativi, risparmiando sui costi e ottimizzando contemporaneamente la gestione aziendale.


“Image Vending Award”

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ell’ambito del convegno EurOps si è svolta la cerimonia di premiazione “Image Vending Award”, il riconoscimento assegnato dall’Associazione europea a prodotti, servizi e iniziative che hanno contribuito a innovare e migliorare l’immagine globale del settore. Le 18 proposte, giunte da aziende impegnate nei vari segmenti del comparto, sono state sottoposte al giudizio di una giuria di esperti che le ha valutate in base a molteplici criteri, raggruppabili in tre categorie: criteri di consumer-oriented, ossia l’impatto del prodotto/ servizio sul consumatore; criteri di funzionalità e tecnologici, ossia la connotazione innovativa del prodotto/servizio analizzata da più angolazioni; criteri estetici, ossia design e capacità del prodotto/servizio di sviluppare esperienze emozionali nell’utilizzatore.

Il presidente di EVA Arnaud van Amerongen consegna il premio a

And the winner is … semplici regole, stabilite da NAVSA in collaborazione con esperti nutrizionisti, ogni gestore può variare la configurazione delle sue macchine in base a criteri che stabiliscano un equilibrio tra le sue scelte commerciali e le esigenze dei fruitori del vending.

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“Image of Vending” 2013 award

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e votazioni, effettuate in via digitale nel mese precedente all’evento, hanno decretato la vittoria di “Feel Good. De la variété dans votre distributeur®” un progetto realizzato in seno all’Associazione del vending francese NAVSA. Si tratta di un programma nato nel 2012 e supportato dalle istituzioni allo scopo di rispondere alle esigenze dei consumatori che vogliono seguire

un’alimentazione più equilibrata e si aspettano un’offerta variegata anche nella distribuzione automatica. Al contempo, il programma Feel Good non pretende di demonizzare alcun prodotto e non rappresenta una lotta al cosiddetto “cibo spazzatura”: intende semplicemente garantire al consumatore ampia possibilità e libertà di scelta. Attraverso la condivisione di alcune

Gli oltre 1.500 distributori automatici installati sul territorio francese con l’etichetta Feel Good, senza necessariamente escludere prodotti “tradizionali”, hanno al loro interno anche referenze che appartengono alle seguenti quattro categorie: bibite prive di zuccheri aggiunti; cereali; frutta e verdura; prodotti a base di latte. Il consumatore sa che un distributore automatico che reca l’etichetta “Feel Good” gli può offrire sia classiche merendine e tradizionali bibite gassate, che prodotti più sani appartenenti alle su descritte categorie. Il riconoscimento ricevuto dal progetto Feel Good testimonia la validità di alcuni dei concetti ritenuti fondamentali per dare una spinta al vending, ossia la diversificazione e la qualità del prodotto, nonché l’attenzione alle esigenze del consumatore.


Il nostro “and the winner is …” La nostra redazione, in collaborazione con lo staff di Vending TV che ha partecipato alla votazione in quanto membro della giuria, ha voluto assegnare il proprio “Image Vending Award” utilizzando gli stessi criteri di giudizio stabiliti dall’EVA. Tra le 18 proposte analizzate, il nostro “and the winner is …” va ex aequo a “Self-Serve Espresso Bar” il progetto congiunto presentato da Intel e Costa e a “Self Store 24 H” il progetto di negozio automatico presentato dall’azienda italiana D.A. Design Group. A nostro giudizio, i due progetti rappresentano il vending del futuro e rispondono in pieno alle esigenze dei consumatori in termini di estetica, funzionalità, qualità e tecnologia. Pertanto meritano una menzione speciale.

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l Self Store 24H progettato e realizzato da D.A. Design Group rappresenta una soluzione innovativa, destinata a cambiare il modo in cui i consumatori sono abituati a fare shopping ed i retailer a proporre i loro prodotti. “Light up the city” è l’espressione che meglio sintetizza gli obiettivi che l’Azienda si è prefissata nella progettazione del suo innovativo negozio automatico H24, in cui è confluita tutta l’esperienza che D.A. Design Group ha sviluppato nel tempo, realizzando strutture modulari ed eleganti, atte ad accogliere e abbellire con funzionalità i corner ristoro delle aziende. Rispondendo alle più recenti tendenze del mercato, che vogliono il vending sempre più a stretto contatto col

Light up the city! retail, in un rapporto sinergico atto a sviluppare profitti ed individuare nuovi canali attrattivi per il consumatore, D.A. Design Group ha progettato un proprio concetto di negozio automatizzato integrato nel contesto urbano. Non più il consueto ambiente arredato con distributori automatici tradizionali, ma una vetrina altamente tecnologica che dà accesso ad un “negozio privo di accesso”; una vetrina che illumina la città e si mette in luce con un triplice obiettivo: - offrire agli operatori del vending la possibilità di conquistare e acquisire nuove fette di mercato; - offrire agli operatori del retail un efficace strumento aggiuntivo, attraverso il quale intensificare le vendite

e rendere remunerative anche le ore e i giorni in cui il negozio tradizionale resta chiuso; - offrire ai consumatori la possibilità di fare shopping h 24 per 365 giorni all’anno, venendo così incontro ai moderni stili di vita urbani in cui il tempo a disposizione è sempre più breve e le esigenze lavorative difficilmente si conciliano con gli orari del negozio tradizionale. Se il Self Store 24 H di D.A. Design Group fosse solo questo, sarebbe l’ennesima declinazione di un format ormai diffuso nella maggior parte dei contesti urbani, uno stereotipo di negozio automatico a cui l’immaginario collettivo è già abituato. Ciò che rende questo progetto unico

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e diverso da tutti gli altri è la perfetta combinazione di eleganza e tecnologia, la stessa eleganza a cui l’Azienda ha abituato i suoi clienti realizzando corner attrezzati studiati per la pausa ristoro delle aziende. Self Store 24 H è però destinato al vending pubblico e all’integrazione del retail, il che rende necessari l’ottimizzazione degli spazi, il controllo attraverso una tecnologia avanzata, la capacità di esercitare un forte appeal sul consumatore, che lo spinga a fermarsi ed acquistare. Con soli 6 metri quadrati adibiti allo stoccaggio e non accessibili al pubblico, la vetrina fronte strada di Self Store 24 H raccoglie in meno di 5 metri quadrati tutti gli elementi che possano rendere lo shopping un compito semplice, veloce e divertente. Oltre alla finestra centrale, protetta da un pannello in lexan antivandalico,

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che consente di guardare all’interno del negozio, sono ben due i monitor disponibili: uno da 21” destinato alla selezione dei prodotti e l’altro da 42” dedicato alla comunicazione pubblicitaria, alla trasmissione di informazioni generali o mirate sui prodotti, sulle promozioni, su particolari iniziative del gestore. Ambedue vengono gestite da remoto attraverso un software dedicato, così come telemetricamente viene controllata la parte relativa ai rifornimenti, ai guasti, all’organizzazione della manutenzione preventiva e programmata e così via. Che tipologia di prodotto può vendere il Self Store 24 H di D.A. Design Group? Non ci sono limiti: food e non food possono essere ugualmente gestiti grazie alla molteplicità di soluzioni d’allestimento della cabina inter-

3 na che, oltre ad essere coibentata, prevede temperature 0-4° per il freschissimo e sistemi di erogazione che vanno dal classico a spirali a quello a spintoni altamente capacitivo. Basti pensare che in soli 6 metri quadrati è possibile stoccare fino a 4.800 prodotti: un’ampia scelta di beni di consumo dove non sarà difficile trovare ciò di cui si ha bisogno, sempre e in qualsiasi ora del giorno e della notte, per 365 giorni all’anno!

Costa Self-Serve Espresso Bar

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Il Costa Self-Serve Espresso Bar, disegnato da Pininfarina, è la macchina intelligente del 21° secolo, un chiosco capace di attrarre e sedurre il consumatore coinvolgendolo in un’esperienza sensoriale globale. È un distributore automatico ispirato alla tecnologia aerospaziale e che Intel ha dotato di un cervello operativo che include sistemi gestionali avanzati, come la telemetria, e sistemi di pagamento contactless, in cui l’uso del cash non è più contemplato. La macchina è dotata di un sensore ottico integrato (Audience Impression Metrics) che, rispettando la privacy, analizza il comportamento del consumatore, raccoglie e interpreta i dati sul suo comportamento in base a una serie di parametri e li rimanda al gestore, affinché questi possa ricavarne statistiche utili ad organizzare operazioni di marketing mirate. CEM-200, questo il nome della vending machine di Costa Caffè, è un esempio di vending integrato nel retail, una sorta di negozio ipertecnolo-

gico che cattura il consumatore anche da lontano, attirandolo a sé attraverso il fascino esercitato dallo schermo interattivo da 27”. Il touchscreen coinvolge vista e tatto consentendo interazione dinamica attraverso la connessione con i social media; fornisce informazioni sui prodotti, sulle miscele di caffè disponibili, sui fattori nutrizionali; con il tocco di un dito si può creare la propria bevanda personalizzata, combinando a piacere i prodotti-base preferiti fino a poter ottenere 250 opzioni diverse, tra bevande calde e fredde. Il terzo senso ad essere colpito è il gusto: Costa, prima catena di caffetterie nel Regno Unito, è la preferita dai consumatori che apprezzano la qualità e la freschezza dei prodotti, standard che intende mantenere anche nel servizio automatico. Ma l’esperienza sensoriale offerta dal distributore Costa non si ferma qui e coinvolge anche udito e olfatto. Uno speciale sistema sonoro ricrea attorno alla macchina l’atmosfera di sottofondo della caffetteria, mentre un

particolare sensore emette l’aroma caratteristico dei caffè, un profumo che Costa ha realizzato in collaborazione con famosi profumieri parigini. Ci sarebbe ancora molto da dire sulla Costa Self-Serve Espresso Bar, ma un’esperienza sensoriale così raffinata va provata. Non può essere semplicemente raccontata!


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Fiore di Puglia S.p.A.

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