Rivista VENDING NEWS numero 54 - LATO B

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SOMMARIO 6

COIND PRESENTA "TOUCH COFFEE SYSTEM" - INTERVISTA CON PIETRO MANZINI

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FERRERO - NUTELLA BISCUITS IN FORMATO MONOPORZIONE - INTERVISTA CON GUIDO POCOBELLI

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LA SUGAR TAX METTE A RISCHIO 5.000 POSTI DI LAVORO

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CAFFÈ VERGNANO - INTERVISTA CON CAROLINA VERGNANO

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ELTEK - E-WATERBLOCK CONTRO I DANNI DA ALLAGAMENTO

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INTERVISTA CON MARIO MAJO - RESPONSABILE INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ DI SOGEDAI

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INTERVISTA CON FILIPPO GUARNERI - NOVA DISTRIBUTORI SRL

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FABIAN SNACK IN COSTANTE CRESCITA NEL CANALE VENDING - INTERVISTA CON FABIO LUISE

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CON MARS E IVS IL PETFOOD ENTRA NEL VENDING

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UNALTRO CAFFÈ RIPARTE A TESTA ALTA - INTERVISTA CON DOMENICO ESPOSITO

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INTERVISTA CON VALENTINA BOTTONE - GENERAL MANAGER DI LOLLO CAFFÈ

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COVEN - UN GRUPPO COESO CHE PUNTA TUTTO SULLA RESPONSABILITÀ D'IMPRESA INTERVISTA CON MASSIMO FERRARINI

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SAN DEMETRIO. A HOST IL MONDO DELLE ERBE OFFICINALI INCONTRA IL CAFFÈ INTERVISTA CON IL DOTT. GIUSEPPE MARIA RICCHIUTO

PRODOTTI CUSTOM GREEN MATE CROISSANT SFOGLIATI MELEGATTI YOGA IN TETRA CRYSTAL LE NUOVE VENDING NECTA VIVIDENT ICE OPTO PER IL BACK TO SCHOOL FRULLÀ BIO E FRULLÀ KIT BREAK

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TUTTI I CONTENUTI DI QUESTA RIVISTA SONO DI PROPRIETÀ DELLA FABIO RUSSO SRL - VIETATA LA RIPRODUZIONE

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PRESENTA “TOUCH COFFEE SYSTEM”

CON IL NUOVO SISTEMA CHIUSO COIND SI RAFFORZA NEL CANALE VENDING Leader nella produzione di caffè a marchio del distributore, con 7mila tonnellate tostate ogni anno e oltre il 60% di copertura nel segmento private label in Italia, Coind è attivo in tutti i segmenti di business: dalle catene GDO e Retail al canale Vending, dall’e-commerce all’Ho.Re.Ca. L’azienda rafforza ora la propria posizione nel settore della Distribuzione Automatica, lanciando Touch Coffee System, il suo sistema proprietario in capsule. Ce ne illustra i dettagli Pietro Manzini, Direttore Commerciale Italia di Coind. Come nasce la storia di COIND, oggi al traguardo dei 60 anni? La storia di Coind inizia nel 1961 in uno stabilimento a Castel Maggiore, in provincia di Bologna, con 5 dipendenti. Una piccola impresa di torrefazione di caffè, nata su iniziativa del sistema della cooperazione di consumo, dedicata a rifornire direttamente i piccoli spacci cooperativi che esistevano a quel tempo. Oggi, esattamente dopo 60 anni, quella piccola torrefazione è diventata un gruppo industriale di rilevanza nazionale che esporta caffè in 60 paesi in tutto il mondo, con oltre 230 dipendenti e un fatturato complessivo di 78 milioni di euro. Negli anni il Gruppo ha progressivamente differenziato le proprie attività, scegliendo di rivolgersi anche al settore cosmetico e della sanificazione. Nel 1989 è stato infatti acquisito lo stabilimento Unichem a Noale, in provincia di Venezia, dove oggi sono prodotte le linee cosmetiche e toiletries a marchio del distributore, con un focus sempre maggiore su formule green realizzate con materie prime naturali e biologiche.

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Nella sede di Castel Maggiore viene invece prodotto il marchio Pksan, dedicato ad articoli per la sanificazione industriale.


COIND si impone sul mercato come produttore private label, nei canali della GDO e dell’Ho.Re.Ca. Con quali marchi e quali prodotti? Il nostro marchio storico per il canale Ho.Re.Ca è Caffè Meseta, nato negli anni ’80 e fin dagli inizi distribuito nei bar di Emilia-Romagna e Toscana. È il “caffè di tutti i giorni” ed è anche il marchio con la gamma prodotto più ampia: capsule compatibili con i diversi sistemi, caffè macinato, cialde e ben sette miscele di caffè in grani. Tra queste, ce n’è anche una dedicata specificatamente al mondo Vending, lanciata di recente. Accanto a Meseta troviamo Attibassi, brand premium di Coind, entrato a far parte della nostra famiglia da una ventina d’anni, ma nato nel lontano 1918 come brand di cioccolato. È un marchio di fascia alta, che include nella gamma capsule compatibili Nespresso in alluminio, caffè macinato e grani. Proprio per il suo posizionamento premium, Attibassi è il marchio di caffè ideale per pasticcerie e piccoli café più ricercati.

Il marchio è molto diffuso negli Emirati per i numerosi locali in franchising, aperti da un nostro distributore locale, e oggi in rapida crescita. Infine vogliamo citare anche Caffè Carracci, brand di recente nascita e focalizzato per lo più sulle capsule, ma comunque presente in alcuni bar locali.


Vi rivolgete ora al mondo del caffè porzionato con una linea precisa e una precisa strategia. Ci illustra questo aspetto? Consideriamo il vending un canale strategico, nel quale abbiamo investito e continueremo ad investire. Per questo negli ultimi mesi abbiamo lavorato su una miscela in grani ideale per il vending: è nato così il Meseta Intenso Vending, che pensiamo sia il prodotto giusto per questo mercato come dimostrano i numerosi gestori che l’hanno già aggiunto alla loro offerta. Ancora più recente è il lancio del nostro sistema chiuso, “Touch Coffee System”, formato da macchina e capsula prodotta da noi. L’obiettivo in questo caso è posizionarci nel mercato del monoporzionato. Di cosa si tratta? Touch Coffee System è una tecnologia ideata per esaltare al meglio le qualità del caffè e garantire sempre una resa in tazza ottimale. Il sistema integrato e autoprotetto Coind combina perfettamente macchina e capsula ed è stato studiato e progettato per assicurare un’estrazione a regola d’arte. Le capsule Touch contengono 7,5 grammi di caffè macinato, la dose ideale per valorizzare gusto e fragranza. Grazie al suo design compatto ed elegante, la nostra macchina si adatta perfettamente a tutti gli ambienti. Comoda e funzionale è ideale per preparare caffè e bevande calde e, grazie alla sua semplicità, è ottimale per un utilizzo giornaliero negli uffici, nei negozi o anche per uso privato.

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Quali sono gli ulteriori vantaggi per i gestori che aderiscono alla vostra proposta? I gestori che adotteranno il Touch System potranno contare in primis sulla tutela territoriale: scegliamo con cura i nostri partner, e vogliamo che ci sia un rapporto di fiducia reciproca. Per questo è nostra intenzione metterli nella condizione di operare il più liberamente possibile nell’area di loro competenza. In secondo luogo, i rivenditori del Touch System potranno beneficiare delle iniziative Coind: parliamo di pop materials omaggio e di promozioni periodiche organizzate dall’azienda. Sono allo studio altre referenze che aggiungerete all’attuale già ricca gamma di partenza per ampliare ulteriormente l'offerta nel prossimo 2022? Al momento, la gamma comprende 4 miscele di caffè e 3 miscele solubili. Per il caffè, troviamo la miscela Black, più intensa, Red, di media intensità, e Silver, la più leggera, oltre a una miscela decaffeinata. Completano la gamma tre bevande calde, ovvero orzo, tè al limone e ginseng. Quello delle bevande solubili in capsula è un trend in crescita, e per questo nel 2022 prevediamo di inserire nell’offerta anche una capsula “cioccolato” e una “cortado” (caffè macchiato). Siamo comunque pronti a raccogliere gli input che ci verranno dai nostri clienti: il nostro vantaggio, essendo un’azienda produttrice, è di poter reagire in modo rapido alle richieste del mercato.


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Quali sono gli obiettivi dell'azienda a medio termine per questo progetto? Il nostro primo obiettivo, al momento, è sicuramente fare in modo che il Touch System venga riconosciuto sul mercato: essendo un sistema nuovo, appena lanciato, è cruciale che acquisti visibilità nei prossimi mesi. Il passo successivo sarà un’adeguata copertura territoriale, da raggiungere attraverso partnership a livello nazionale. La gamma di miscele disponibile si adatta a coprire potenzialmente tutta Italia: da Nord, dove sono più apprezzate le miscele a predominanza Arabica, a Sud, dove invece si prediligono i caffè corposi e ricchi di Robusta. Questo percorso vi ha portato ad essere una solida realtà nel mondo delle torrefazioni. Su quali asset avete puntato per raggiungere questa posizione? Un primo asset è sicuramente quello dell’innovazione: nell’ultimo triennio, l’azienda ha investito 20 milioni di euro per l’acquisto di macchinari e nuove linee, con l’obiettivo di essere sempre più competitiva sul mercato.

Parliamo di tre nuove linee per le compatibili Nespresso, che oggi ci permettono di produrre capsule in plastica, compostabili e in alluminio; una nuova linea di capsule compatibili Dolce Gusto e una nuova linea grani ad alta velocità, collaudata proprio in questi giorni. Altri due asset fondamentali sono l’affidabilità e l’attenzione alla qualità: siamo un’azienda presente sul mercato da 60 anni e siamo in grado di offrire ai nostri clienti solidità ed esperienza. Il fatto di lavorare per due grandi gruppi della GDO in Italia ha sempre richiesto di attenerci ad un altissimo standard qualitativo, ottenuto attraverso numerosi controlli sui nostri prodotti, audit e certificazioni – qualità che oggi possiamo offrire a tutti i nostri clienti. Il tema della Sostenibilità è ormai parte centrale delle strategie di crescita delle aziende. Quanto conta per voi e com'è impostata? Il tema della sostenibilità è sempre stato molto importante per noi, anche quando non aveva tutta questa attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei consumatori. Siamo stati una delle prime torrefazioni in Italia a produrre prodotti biologici e, da allora, abbiamo

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ampliato molto il nostro portafoglio di certificazioni. Dal 2020, ad esempio, il nostro caffè è Climate Neutral Certified, ovvero ad impatto zero sul clima del pianeta. Questo risultato è ottenuto in due modi: da un lato, abbiamo iniziato fin da subito a compensare le emissioni derivate dalla produzione dei nostri prodotti, aderendo al progetto climatico certificato “Jacundà Forest Conservation”; dall’altro abbiamo avviato un processo di efficientamento produttivo, volto a migliorare la gestione dei nostri stabilimenti e ridurre sempre più la necessità di compensazione di CO2. Un’altra certificazione altrettanto importante in ambito di sostenibilità è “Rainforest Alliance”, che recentemente si è unita con UTZ per affrontare più efficacemente minacce come la deforestazione, il cambiamento climatico e la disuguaglianza sociale. Da non dimenticare la certificazione Fairtrade, organizzazione internazionale che si prodiga per migliorare le condizioni dei piccoli produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo.

Per quanto riguarda i materiali, le nostre capsule compostabili, compatibili con macchine Nespresso, hanno la doppia certificazione Compostabile CIC (necessaria per la vendita in Italia) e TUV Austria – Industrial Compost. In questi mesi ci stiamo muovendo per ottenere anche la certificazione Home Compost, per la compostabilità domestica delle nostre capsule, che è molto richiesta soprattutto all’estero. Infine, i nostri pack sono certificati FSC (Forest Stewardship Council), marchio che attesta che la materia prima utilizzata deriva da un sistema di certificazione che assicura una gestione forestale responsabile e che l’origine dei componenti è rintracciabile e documentabile. Proprio per dar conto di tutti questi importanti impegni e di molti altri progetti che stiamo portando avanti a livello di efficientamento produttivo e riduzione degli scarti, nel 2021 l’azienda ha pubblicato il suo primo Bilancio Sociale. Questo documento è tuttavia solo un tassello all’interno di una strada intrapresa da tempo, nella convinzione che sia l’unica vera opportunità di sviluppo in termini di competitività, innovazione, ambiente e occupazione.


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NUTELLA BISCUITS

IN FORMATO MONOPORZIONE PER IL VENDING Guido Pocobelli, responsabile Trade Marketing del gruppo Ferrero per il Fuori Casa in Italia, ci racconta in questa intervista il lancio del formato monoporzione degli amatissimi Nutella Biscuits. Qual è la novità dell’autunno? Lanciamo nel formato Vending il prodotto della nostra gamma che ha avuto il più grande successo della storia nel largo consumo confezionato in Italia da sempre. Mi riferisco ai Nutella Biscuits in monoporzione da 3 biscotti- 41gr, che saranno sul mercato italiano a partire dal 4 ottobre in esclusiva per la Distribuzione Automatica. Cercheremo in questa fase la collaborazione dei gestori più vicini a Ferrero, proponendo loro di dedicare le migliori spirali dei distributori automatici ai nostri prodotti, dove il Nutella Biscuits avrà il ruolo di trascinatore dell’intera offerta assortimentale. Per questo lancio, abbiamo una proposta commerciale confezionata ad hoc, perché abbiamo quantitativi limitati per il momento, e la supporteremo con un piano marketing mirato con comunicazioni digitali per i consumatori, comunicazione al trade, incentive dedicati all’allargamento distributivo e anche materiali di visibilità per evidenziare il prodotto direttamente sulle postazioni. Ovvero un kit di flag e strips da applicare in macchina, in modo da attirare l’attenzione del consumatore e in pochi istanti trasformare l’intenzione di acquisto in un atto di vendita d’impulso. Come mai avete scelto di lanciare il formato monoporzione? Perché ci siamo resi conto in poco tempo di aver realizzato il prodotto più innovativo della storia dei biscotti degli ultimi anni e ci è sembrato perfetto per entrare con la nostra offerta nel momento della colazione fuori casa con una fascia di prezzo accessibile grazie ad un formato da 3 biscotti, perfetto per reclutare nuovi consumi addizionali e creare valore al consumatore e al trade. Un po’ come è accaduto con Kinder Bueno, ormai leader incontrastato nel mercato, per il momento della pausa snack. Inoltre, con i Nutella Biscuits monodose andremo a coprire non solo la domanda dei consumi per la cola-

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zione, al momento presidiata poco e senza una chiara strategia da altri player del mercato, ma anche con un formato dal prezzo raccomandato al consumo di 1 euro, dando al trade una marginalità importante su un prodotto che si chiama Nutella. Costruiremo valore per tutta la filiera e lo faremo con il chiaro obiettivo di supportare la ripresa di tutti i nostri clienti dopo un lungo periodo critico. Quanto tempo avete impiegato per studiare questo lancio, in cui lei e il suo team commerciale hanno svolto un importante ruolo? Ci abbiamo lavorato per oltre 6 mesi, partendo da una intuizione iniziale, nata proprio in virtù del grande successo dei Nutella Biscuits, a cui si è aggiunta la necessità di offrire al canale delle opportunità di ripartenza e ripresa dei consumi in un momento di grande incertezza (DAD, Smart Working, South Working, Flessibilità, etc.). Ero certo che anche nel Vending ci sarebbe stato un grande riscontro dei clienti e dei consumatori e


perciò ho chiesto al mio team di lavorare sul progetto, studiare e valutare tutti dettagli e, confrontandoci, arrivare al risultato finale: un lancio storico per questo canale. D’altra parte, a distanza di un anno dall’arrivo sul mercato dei Nutella Biscuits, mi era sembrato naturale capitalizzare su un’innovazione così rilevante che desse nuovo slancio al mercato. Il formato monoporzione che l’azienda ci ha messo a disposizione mi è sembrato quello corretto per stimolare nuovi canali di vendita e rispondere al consumatore del fuori casa con un prodotto innovativo, che può evocare quelle emozioni, quei momenti, che solo un brand come Nutella riesce a regalare a casa, in famiglia e ora anche fuori casa. Come la Nutella, infatti, anche i Nutella Biscuits sono amatissimi da un target trasversale, sia di bambini che di adulti, quindi adatti a tutti i target di età. È stata un’idea guidata più dall’intuizione o da uno studio preciso? Direi entrambi: da una parte c’era il biscotto con la crema spalmabile alla nocciola preferita dai consumatori e, dall’altra, un mercato a cui proporlo, un mercato che abbiamo analizzato per essere certi che quest’innovazione commerciale, prima ancora che tecnica, potesse avere un grande riscontro. È chiaro che senza l’approvazione del board dell’Azienda questa idea non si sarebbe mai tradotta in realtà. Ma, devo dire, che quando l’abbiamo proposta in Ferrero ne sono stati entusiasti, tanto da lanciarci immediatamente per verificare le fattibilità, la macchinabilità del prodotto, e moltissimi altri aspetti. Ora siamo pronti ad entusiasmare i nostri consumatori del Vending e ad offrire ai gestori una nuova opportunità per ampliare il loro business. Ritiene quindi che il mercato stia superando la fase critica dei consumi legata alla pandemia? Credo che siamo sulla buona strada per una ripresa dei consumi sempre più vicina ai numeri del 2019.

In questi ultimi due anni gli italiani sono stati costretti, in un certo qual modo, a cambiare le loro abitudini di consumo, perché relegati in casa dal lockdown, tra DAD e smart working. La voglia di impastare pizze e preparare dolci è già stata dimenticata, sopraffatta da quella molto più rilevante di tornare alla normalità, a prendere il caffè al bar o al distributore automatico, e a tornare nei luoghi in cui si trascorreva il proprio tempo libero per socializzare con gli altri. Il Nutella Biscuits della vending machine sarà la novità che troveranno gli impiegati in ufficio, così come gli studenti a scuola o all’università, ma anche gli operai al lavoro. Sarà un modo per ripartire con piacere.




LA SUGAR TAX METTE A RISCHIO 5.000 POSTI DI LAVORO A CIBUS IN OCCASIONE DEL CONVEGNO “LA FILIERA DELLE BEVANDE ANALCOLICHE, RISCHI E OPPORTUNITÀ” ASSOBIBE E CONFAGRICOLTURA EVIDENZIANO GLI EFFETTI CHE LA TASSA AVRÀ SUI SETTORI DEL BEVERAGE E DELL'AGROALIMENTARE Si è tenuto a Cibus il convegno “La filiera delle bevande analcoliche, rischi e opportunità” organizzato da ASSOBIBE, associazione di CONFINDUSTRIA che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, e CONFAGRICOLTURA. Al convegno, oltre al Presidente ASSOBIBE Giangiacomo Pierini e al Presidente di CONFAGRICOLTURA Massimiliano Giansanti, oltre a rappresentati sindacali. Nel corso dell’evento, in cui sono stati presentati i dati della ricerca commissionata da ASSOBIBE a Nomisma dal titolo “Il settore delle bevande analcoliche in Italia nell’era post covid”, è stata data voce alle preoccupazioni di un intero settore in merito alle incertezze dei prossimi mesi e alle conseguenze dell’entrata in vigore della Sugar Tax, prevista per il prossimo 1° gennaio 2022. L’introduzione dell’imposta, che comporterà un incremento della fiscalità del 28%, penalizzerà i consumi, con ripercussioni negative su ogni anello della filiera legate alle minori attività e conseguente rischio di perdita di posti di lavoro. Questa tassa si abbatte su un settore già fortemente penalizzato dalla pandemia e dalle chiusure del canale Ho.Re.Ca. con una contrazione nel 2020 del 10% del fatturato.

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Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE spiega: “Lo studio di Nomisma dimostra gli effetti devastanti, economici e sociali, dell’introduzione di un’imposta del valore di 10 euro/ettolitro in un momento già così incerto. Anziché facilitare crescita e occupazione, con l’introduzione della Sugar Tax nel 2022 si avrà una contrazione del 16% del mercato a volume, -180 milioni di euro di fatturato rispetto al 2019 e -344 milioni di euro se consideriamo la perdita di giro d’affari nel 2023 rispetto al 2019. Inoltre, togliere liquidità alle imprese con una nuova gabella da versare a fine mese si traduce in maggiori difficoltà e minori investimenti. Un trend nefasto che affosserà la ripresa e il ritorno ai consumi pre-Covid previsti a fine biennio 2022-2023”.


Tra i dati illustrati, alla presenza di Fai-CISL, Flai-CGIL e Uila-UIL, il rischio di perdita di posti di lavoro per oltre 5.000 lavoratori. A risentire maggiormente degli impatti socio-economici della Sugar Tax saranno le PMI, ben il 64% delle aziende totali del settore e custodi della tradizione alimentare italiana; non rimarranno illese le aziende della filiera, con i fornitori che vedranno un calo di acquisti di materie prime food e non food per 250 milioni e ripercussioni importanti anche a livello territoriale, in particolare per regioni come Sicilia e Calabria da cui principalmente l’industria acquista la frutta, con il rischio che le aziende siano costrette ad approvvigionarsi dall’estero a minor costi rispetto a quelli nazionali. Per il presidente di CONFAGRICOLTURA, Massimiliano Giansanti “La Sugar Tax rischia di dare il colpo di grazia al comparto saccarifero nazionale, già fortemente danneggiato dalla liberalizzazione delle quote che ha contribuito alla decimazione del numero di imprese e di zuccherifici. Sarebbe piuttosto opportuno individuare misure che siano adeguate ed effettivamente funzionali all’obiettivo di garantire la salvaguardia della salute e del benessere. La tassa, invece, andrebbe a ripercuotersi direttamente sulla filiera dei succhi di frutta italiani, aprendo la strada al Nutriscore, il sistema di etichettatura basato esclusivamente su quantità standard di assunzione, senza tenere conto della qualità e della tipicità di bevande e cibi”.

A causa della Sugar Tax si prevede un -17% sui consumi domestici (-12% bevande gassate e -30% bevande non gassate), con conseguenti ricadute sugli operatori della distribuzione; mentre sul canale “fuori casa” è previsto un -9% a volume delle vendite con riflessi negativi su grossisti, distributori e punti vendita.

LE CONCLUSIONI DI GIANGIACOMO PIERINI “Lo scenario che ci attende nei prossimi mesi è molto incerto a causa degli effetti della pandemia. L’aggiunta della nuova tassazione produrrà ulteriori effetti negativi sul mercato e questi si possono evitare con un ripensamento del Governo. Non possiamo permettere che una tassa, che come dimostrato nei Paesi in cui è in vigore non ha reali effetti benefici per la salute, affossi completamente un settore economico radicato su tutto il territorio nazionale, ricco di PMI fortemente collegate alla filiera nazionale e di prodotti espressione del made in Italy come le aranciate, limonate, gassose, cedrate, spume, chinotti ecc. Le imprese chiedono interventi per essere aiutate a uscire dalla crisi e recuperare i livelli pre pandemia, senza ulteriori nuovi ostacoli. In due parole, lasciateci lavorare per non scomparire”.

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Quella di Caffè Vergnano è la storia tutta italiana di una famiglia con la passione per il caffè, una passione fatta di tradizioni radicate nel proprio DNA e trasmesse di generazione in generazione. Il management, oggi alla guida dell’azienda, ha fatto propri i valori ereditati dal passato, arricchendoli di nuove sensibilità: la continua attenzione verso i bisogni del consumatore e la conseguente evoluzione del prodotto; il rispetto per i coltivatori nei Paesi produttori e in particolare per il mondo delle donne; l’implementazione di pratiche sostenibili a 360 gradi nel rispetto dell’ambiente, delle persone e dei collaboratori. Carolina Vergnano, CEO dell’azienda, racconta alcuni degli aspetti più interessanti del mondo di Caffè Vergnano.

Partiamo dall’ultima novità: la partnership con CocaCola. Da dove nasce e su quale strategia si basa? Mi lasci dire per iniziare che siamo entusiasti di questo accordo con Coca-Cola HBC, perché lo riteniamo strategico sia per il futuro dell’azienda e che per la sua crescita internazionale nel business dell’export. La sigla di questo accordo è la dimostrazione di come un family business amministrato con coerenza e consapevolezza, possa arrivare a raggiungere importanti risultati, senza mai perdere di vista la propria essenza e i propri valori. Caffè Vergnano, attraverso la rete e le capacità commerciali di Coca-Cola, punta a rafforzarsi a livello globale come brand sinonimo dell’autentico espresso italiano e a diffondere, in un numero crescente di paesi, i suoi valori fondanti: qualità del prodotto, patrimonio, autenticità ed eccellenza. Questa operazione, che apre nuovi scenari verso l’estero, fa parte della vostra strategia per la ripartenza? Su quali aspetti puntate per la ripresa post COVID? Con Coca-Cola HBC, come nuovo partener strategico, miriamo ad un piano di crescita internazionale, consolidando la presenza del brand Caffè Vergnano anche fuori dall’Italia. La nostra intenzione è quella di aumentare la distribuzione nei paesi in cui il marchio Caffè Vergnano ha attualmente una piccola presenza, ma sicuramente un forte potenziale. Certamente questa partnership testimonia la nostra fiducia nel futuro e in una ripresa imminente, non

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solo italiana ma globale. C’è voglia di riscatto, di rimettersi in gioco e di guardare con positività al domani, consapevoli di essere portatori di una tradizione che, da oltre 135 anni, è riconosciuta in tutto il mondo come la nostra cifra distintiva: heritage, Made in Italy e passione sono quello che da sempre ci caratterizza.


Tornando ai lunghi e difficili mesi delle chiusure, in che modo vi siete adattati alla nuova realtà? Con pazienza e resilienza, sicuri che la normalità sarebbe tornata e ci avrebbe trovati più forti e motivati di prima. Abbiamo sicuramente visto in questi mesi l’e-commerce crescere in maniera esponenziale e di questo ne eravamo felici, ma c’era un aspetto che ci rattristava profondamente ed era il non poter stare in contatto con i nostri clienti. Sentivamo la mancanza del rito quotidiano di scendere a bere un espresso nel bar sotto casa, del rumore delle tazzine che sbattono e dell’aroma che si sprigiona dalla miscela calda… Una sensazione di privazione che ci ha spinti ad agire per sentirci comunque vicini ai nostri clienti ed amici, sapendo che stavamo facendo la cosa giusta e che stavamo portando un po' di spensieratezza in un momento complicato delle nostre vite. Da questo mix di emozioni è nata l’idea dello street coffee, un servizio itinerante, in primis nella città di Torino, che potesse regalare qualche attimo di serenità. Oggi ci troviamo di fronte a nuove e diverse “regole” come il Green Pass per l’accesso ai luoghi della ristorazione. Cosa ne pensa? L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 inevitabil-

mente ha portato a riflettere su quello che potrà essere il futuro delle attività. Le realtà dei bar e della ristorazione in generale, che si sono trovate improvvisamente a chiudere i battenti, ora tenderanno, secondo me, a diventare luoghi privilegiati in cui iniziare a ricucire e reimpostare i rapporti interpersonali. Sono altresì fermamente convinta che sia necessario tutelare la sicurezza di tutti come bene prioritario e cercare di diffondere messaggi positivi, che tengano conto della difficile situazione in un’ottica di speranza e propositività nel domani e nelle nuove generazioni che sono, ritengo, il vero motore della nostra società. Facciamo un focus sulla vostra proposta per il Vending tradizionale e per il mondo del caffè porzionato con i suoi vari canali distributivi? La nostra proposta comprende la linea Aroma Mio in grani che racchiude 5 miscele: Robusto, Intenso, Soave, Delicato e Biologico. Ad eccezione della linea Soave e della linea Robusto, distribuite anche nel pratico sacco da 500 gr, le altre nostre linee vengono distribuite in sacchi da 1 kg. Oltre ai grani, abbiamo inoltre le capsule compatibili con il sistema Lavazza BLUE, che includono 4 miscele:


Arabica, Crema, Espresso e Dec. Accanto ad esse le capsule compatibili con Nespresso, A Modo Mio e Dolce Gusto. Inoltre, presidiamo i canali dei negozi specializzati e dei siti internet del settore, che hanno subito una notevole crescita durante il periodo del Covid-19. La famiglia Vergnano, e lei in particolare, mostra una grande attenzione verso il tema della sostenibilità, tanto da aver fondato il Comitato di Sostenibilità Caffè Vergnano. Ce ne parla? Quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale della Terra, Caffè Vergnano ha annunciato la nascita del Comitato di Sostenibilità: un nuovo organo operativo che ha come obiettivo quello di stabilire le linee strategiche dell’azienda per i prossimi anni in questo ambito. Abbiamo definito tre aree d’azione: processo produttivo, energia e prodotto. Siamo impegnati da anni sulla strada della sostenibilità: nel sociale con Women in Coffee, il progetto di raccolta fondi che sostiene l’empowerment al femminile e che valorizza il ruolo delle donne in piantagione; in un ambito più legato all’ambiente e alle risorse naturali



con numerosi accorgimenti che riducono al minimo l’impatto sul nostro Pianeta. Il Comitato è stato voluto e ideato proprio con l’obiettivo di strutturare le nostre azioni, da quelle meno rilevanti a quelle più impattanti, in modo più definito ed efficace, affinché i risultati non tardino ad arrivare. Siamo convinti che solo grazie ad uno sforzo corale si possa, in maniera concreta e proficua, agire in maniera sostanziale e positiva sulle tematiche ambientali e sociali che per noi, in Caffè Vergnano, sono da sempre al centro del nostro modo di fare impresa. Al centro di molte delle vostre attività ci sono le donne. Quali sono gli aspetti a cui dedicate maggior attenzione? Partiamo da un semplice pensiero che per me è stato motivo di una lunga e approfondita riflessione: circa il 70% della forza lavoro nelle aree di coltivazione del caffè è femminile. Le donne hanno quindi un ruolo fondamentale nella filiera produttiva e per questo motivo sono orgogliosa di poter dire che “il caffè è donna”. Da questa premessa, nel 2019 è nata Women in Coffee, la nostra iniziativa sociale e di raccolta fondi che ha come obiettivo quello di sostenere progetti che valorizzano e promuovono il ruolo delle donne nelle piantagioni. Women in Coffee, in collaborazione con International Women’s Coffee Alliance, ogni anno seleziona un progetto da sostenere e da far crescere sulla base di obiettivi condivisi. Il progetto è un vero e proprio percorso di sostenibilità sociale per fare cultura, che si concentra su un aspetto del mondo del caffè poco diffuso e conosciuto: il coinvolgimento e l’apporto fondamentale delle donne. Women in Coffe è un incontro di valori condivisi, che partono dalla tazzina e parlano di empowerment, inclusione e sostenibilità.

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Ci parla di lei? Il suo impegno nell’azienda di famiglia era scritto nel suo destino? Credo proprio di sì! Con mio fratello Enrico e mio cugino Pietro faccio infatti parte della quarta generazione Vergnano presente in azienda. Il legame e la passione per il caffè risalgono ai tempi dell’infanzia; fin da piccola infatti adoravo l’aroma della moka e, devo ammettere, anche il caffè che bevevo un po' di nascosto! Amo girare il mondo e scoprire le diverse culture, soprattutto dal punto di vista gastronomico e il mio desiderio è quello di promuovere la cultura del caffè italiano in tutto il mondo. Lavorare in Caffè Vergnano non significa solo svolgere il proprio compito, ma condividere passioni e aspirazioni, pensando in grande ma avendo chiari i propri obiettivi ed è questo che cerco di trasmettere, giorno dopo giorno, al mio team: passione e buona volontà.



E-WATERBLOCK LA NUOVA FRONTIERA PER PREVENIRE I DANNI DA ALLAGAMENTO L'AZIENDA Eltek Group (www.eltekgroup.it) è una multinazionale nata nel 1979 a Casale Monferrato, dove tuttora ha sede principale. Specializzata nella ricerca, progettazione e produzione di sensori, componenti elettronici e microelettronici, sviluppa e produce per i settori Appliance, Automotive e Medical. La divisione Appliance è nata insieme ad Eltek nel 1979, quando è entrata sul mercato con i primi componenti: elettrovalvole per lavatrici e lavastoviglie. Nel corso degli anni le categorie di componenti trattate si sono continuamente arricchite di soluzioni e, nel settore della gestione dell’acqua, il filone dei dispositivi

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antiallagamento ha sempre goduto di un’attenzione particolare. Il primo prodotto di Eltek a rispondere all’esigenza di voler assicurare un ambiente asciutto e senza sprechi d’acqua è stato WATERBLOCK, già noto a molti installatori di coffee machine e water dispenser. Ad evoluzione di questo modello è entrato da poco a far parte della famiglia un nuovo prodotto: E-WATERBLOCK.

IL PROBLEMA DELLE PERDITE Secondo una ricerca dell'Insurance Information Institute svolta negli Stati Uniti, il problema dei danni da allagamento è una delle cause più frequenti di richiesta di risarcimento (il 24% delle richieste totali) da parte di proprietari di immobili o case. Ogni giorno, infatti, circa 14.000 persone devono affrontare emergenze per danni causati dall’acqua in casa o in ufficio. Il costo medio per la riparazione di un danno causato da acqua è aumentato del 36% dal 2014 al 2018 e attualmente si aggira intorno ai 10.000€. Il problema degli allagamenti è dunque molto più frequente ed oneroso di quanto si pensi. Danni di questo tipo possono essere ancora più costosi e avere entità maggiore in ambienti che non sono costantemente presidiati e monitorati (come gli uffici, le palestre, i bar). Le soluzioni che spesso si installano in questi tipi di ambienti sono allarmi che avvisano il proprietario una volta che l’acqua è fuoriuscita, poiché la rilevano con sensori a pavimento. La loro funzione è


quella di limitare in parte l’entità del danno. In molti casi il danno è costoso proprio per la fuoriuscita di acqua, piccola o grande che sia. Per questo motivo, Eltek ha pensato ad una soluzione che abbraccia la building automation e garantisce la risoluzione del problema a monte, evitando la fuoriuscita di acqua.

IL PRODOTTO INNOVATIVO E-WATERBLOCK

E-WATERBLOCK è un dispositivo smart in grado di rilevare anomalie nel flusso e consumi eccessivi di acqua da parte di apparecchiature quali: macchinette del caffè da banco, coffee vending machine, dispenser

d’acqua, ice maker, frigoriferi con dispenser di acqua e ghiaccio, dispenser di bevande alla spina, lavatrici, lavastoviglie e impianti per l’irrigazione.

LO SPRECO DI RISORSE UNA SOLUZIONE GREEN

Al riconoscimento di anomalie nel flusso, E-WATERBLOCK interviene automaticamente interrompendo il flusso dell’acqua prevenendo così il verificarsi di situazioni pericolose, quali gli allagamenti; gli effetti di questi infatti, già di per sè importanti, divengono molto più severi se occorrono in luoghi non continuamente presidiati. E-WATERBLOCK è ideale per tutti quegli ambienti in cui protezione e prevenzione sono importanti, come ad esempio: uffici, stazioni, aeroporti, bar, ristoranti, palestre e spa, alberghi, ambienti domestici o outdoor. E-WATERBLOCK è facile da installare, non necessita né di attrezzi né di professionisti non richiede alcun collegamento alla rete elettrica e nessun collegamento a Internet tramite reti WiFi o Lan. Viene gestito con un collegamento Bluetooth tramite la ELTEK APP. Questa, completamente configurabile e controllabile, verifica lo stato del dispositivo e segnala eventuali anomalie quando si è in sua prossimità. È in grado anche di monitorare i consumi, con una profondità dello storico di un anno. Con ELTEK APP è possibile controllare più dispositivi, semplificando quindi la gestione di più macchine in molte situazioni. La sua semplicità d’uso e la sua batteria, della durata fino a tre anni, rendono E-WATERBLOCK la migliore soluzione ed il miglior salvagente contro i rischi da allagamento. Oggi è sempre più importante salvaguardare le risorse idriche evitando il loro spreco.

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Con E-WATERBLOCK è possibile monitorare il consumo delle apparecchiature alle quali è collegato, ed è possibile verificare le cause di eventuali anomalie. Ad ogni anomalia rilevata E-WATERBLOCK chiude l’acqua impedendone lo spreco. E-WATERBLOCK non influisce sul consumo dell’acqua dell’apparecchiatura, rende però più consapevoli delle proprie abitudini e delle risorse idriche che si utilizzano. Attraverso lo storyboard è possibile confrontare il consumo d’acqua delle diverse apparecchiature; questo rende più coscienti di quanta acqua si consuma e quanta sia effettivamente necessario consumare.

LA PREVENZIONE “Prevenire è meglio che curare”. Anche per E-WATERBLOCK la prevenzione è l’obiettivo principale. Grazie alla chiusura dell’acqua ad ogni anomalia, sarà possibile avere l’ambiente in cui è installato sempre asciutto e al riparo da danni da allagamento. E-WATERBLOCK è in grado di registrare anche le piccole perdite invisibili, fino a 0.1 litri al minuto. Tali perdite potrebbero sfuggire anche ai sensori da pavimento e causare danni da infiltrazioni difficilmente rilevabili ad occhio nudo, fino a quando non si verifichi un danno di maggiore entità.

MAGGIORI DETTAGLI SU E-WATERBLOCK E GLI ALTRI PRODOTTI DI PREVENZIONE DELLE PERDITE DI ELTEK, SU WWW.WATERBLOCKSOLUTIONS.COM PER RICHIEDERE INFORMAZIONI O CONSULENZE AL TEAM DI ESPERTI DI ELTEK SCRIVERE ALL’INDIRIZZO INFO@WATERBLOCKSOLUTIONS.COM

EL T E K E S PON E A L L A F IE R A A Q U A T E C H A MS T E R D A M D A L 2 A L 5 N OVE MB R E P E R PR E S E N T A R E T U T T E L E IN N OVA Z ION I D E L S E T T OR E ID R A U L IC O A L S E R VIZ IO DE L L E A PPA R E C C H IA T U R E E D E L VE N D IN G

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Prova il gusto del vero espresso italiano, accompagna le tue pause caffè, scopri il mondo UNALTRO, vivi un’esperienza di gusto. Marchio non appartenente alla Dasca S.R.L

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MARIO MAJO IN SOGEDAI NEL RUOLO DI RESPONSABILE “INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ”

Ad inizio di settembre SOGEDAI srl ha comunicato l’ingresso in azienda di Mario Majo con il ruolo di responsabile “Innovazione e Sostenibilità”, un ruolo ritenuto dal Gruppo essenziale per stringere il focus sulla sostenibilità e la digitalizzazione dell’azienda, nonché la valorizzazione delle risorse impiegate. L’obiettivo del Gruppo è di conciliare il potenziale che offrono le nuove tecnologie con la sostenibilità, creando nuovi modelli di consumo e di business, nonché prodotti e servizi che impattino positivamente sulle tre direttrici people, planet e profit. Con una comprovata esperienza nello sviluppo di soluzioni con tecnologie di ultima generazione e una personale attenzione per i temi della sostenibilità, Mario Majo è sembrata al Gruppo la figura professionale più adatta al ruolo. Ce ne parla lo stesso protagonista a pochi giorni da questo importante passaggio. Un cambiamento di azienda e ruolo dopo 25 anni. Come mai? Quando fai cambiamenti così importanti come questo, non c’è mai un solo motivo, anche se solitamente si parte dalla voglia di mettersi alla prova con qualcosa di diverso. In otto anni di percorso professionale in Coges, ho avuto modo di esprimermi in un doppio ruolo: quello puramente commerciale, contribuendo alla vendita dei prodotti, e quello più creativo, partecipando alla progettazione e allo sviluppo di nuove idee e soluzioni per quanto riguarda i sistemi di pagamento. Proprio questa parte, più stimolante, è stata un po’ la molla che mi ha spinto a cambiare, una volta che se ne è presentata l’opportunità.

Ci descrivi esattamente di cosa ti occuperai in Sogedai? In estrema sintesi, posso dire che in Sogedai andremo a utilizzare la mia esperienza su più fronti, applicandola ad una serie di attività, che stiamo ancora definendo e strutturando. Come è noto, nell’ambito del Vending la mia esperienza o almeno la sua parte più conosciuta, è quella relativa ai dispositivi, alle nuove tecnologie, ai sistemi di pagamento. Devo dire però che io ho sempre coltivato un grande interesse per l’ecosostenibilità e per l’utilizzo intelligente delle risorse. Proprio per questo motivo, una decina di anni fa ho conseguito l’attestato di “Certificatore energetico” e l’ho fatto per puro interesse personale. Mettendo insieme queste competenze e parlandone con Fioravante Allegrino, in Sogedai si è pensato che avere una persona con le mie caratteristiche possa aiutare l’azienda a prendere decisioni rispetto a nuovi progetti, anche non necessariamente legati al perimetro del distributore automatico. Mi riferisco all’organizzazione, ai processi, alle attività dell’azienda ed eventualmente delle aziende ad essa collegate, ovvero che fanno parte del Gruppo e che non si occupano di servizio vending in senso stretto, ma sono più attinenti al mondo industriale, ovvero alla produzione, che si tratti di caffè o di macchine. In questo ambito, i progetti che rientrano nella sfera della Sostenibilità sono tanti, partendo banalmente

Vending Cruise 2011 Mario Majo intervistato da Fabio Russo per VendingTV

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Venditalia 2018


dagli automezzi che una società utilizza per svolgere la sua attività di gestione. Ma è una sfera destinata ad allargarsi nei prossimi anni alla luce del Recovery Plan, che finanzia l’Italia e gli altri Paesi europei per nuovi progetti, molti dei quali, più della metà, saranno dedicati alla trasformazione digitale e alla trasformazione energetica. Si tratta quindi di nuove tecnologie, di cui peraltro l’Italia è leader, che ci consentiranno di fare un passo avanti come Paese verso un utilizzo diverso e più consapevole delle risorse. E questo processo coinvolgerà anche il mondo delle vending, rendendole oggetti ipertecnologici? Questo è già un processo in atto in Sogedai, un aspetto sul quale il Gruppo continua e continuerà ad investire risorse, ovvero trasformare la vending machine in un oggetto digitale, connesso, che porterà a bordo nuove modalità di pagamento e crescenti livelli di interazione con l’utente. Proprio su questo fronte potrò dare il mio contributo, implementando le attuali tecnologie e quelle che via via si renderanno disponibili. Qual è la tua visione del futuro prossimo del Vending? Il Vending è un settore talmente articolato, fatto di tantissimi elementi, mutuati anche da altri comparti ed adattati alle esigenze dell’attività. Per questa ragione, sarà abbastanza naturale portare nuove tecnologie all’interno dei moduli, o di parte di essi, che compongono la filiera del Vending. In alcune realtà tra le quali - come dicevo - Sogedai, questo si sta già facendo; per le altre sarà inevitabile e sarà la sfida più importante a cui saranno chiamate nei prossimi anni. La vending machine diventerà sempre di più l’elemento di connessione tra la gestione e l’utente finale, il sogno che molte gestioni hanno avuto per tanti anni, senza riuscire a realizzarlo o perché la tecnologia era troppo costosa o perché era inadeguata per essere portata nel nostro mondo. Oggi, questo può essere fatto e quindi si potrà godere dei benefici che questo cambiamento epocale porterà. Per la prima volta potremo dire che l’utente finale sarà l’obiettivo dell’attività della gestione. Se dovessi fare un bilancio del tuo operato nel mondo del lavoro? Dopo gli studi, mi sono subito occupato di attività commerciali legate a prodotti tecnici, lavorando per società multinazionali. Questo è un altro elemento che mi ha spinto ad accettare la proposta di Sogedai: dopo aver lavorato per 25 anni con aziende di un certo calibro nel panorama internazionale, dove ognuno è un anello di una catena con compiti ben precisi, ho voluto confrontarmi con una realtà diversa, dove è possibile avere un rapporto diretto con i titolari, condividere una visione, discutere di un progetto. In tutti questi anni ho lavorato sempre per aziende legate al mondo dei dispositivi elettronici, 23 dei quali in aziende del Vending come MEI, CPI e Coges. In più, ho vissuto e avuto parte attiva anche nei cambiamenti che nel tempo ci sono stati nel Vending, essendo stato

Mario Majo e Fioreavanti Allegrino

coinvolto nei grandi passi avanti che il Settore ha compiuto grazie all’innovazione tecnologica. Ce ne possiamo rendere conto facilmente: basti pensare che negli anni ’90 la rilevazione dei dati non si faceva o si faceva con strumenti di fortuna, fino a che non sono arrivati i protocolli come l'EVA-DTS, che oggi ci consentono di gestire anche la trasmissione dei corrispettivi; oppure il protocollo MDB, grazie al quale all’interno di un distributore automatico, oggi si possono collegare più sistemi di pagamento diversi tra loro; oppure ancora la possibilità di pagare al distributore automatico con la carta di credito o attraverso una app. Tutto questo era impensabile venti anni fa ed io ho avuto la possibilità di contribuire a tutte queste innovazioni, di viverle in prima persona e in qualche caso di esserne stato anche ispiratore e promotore. Qual è stato il tuo esordio nel Vending? Ho iniziato in questo Settore in un’azienda che si chiamava Mars Electronics International o MEI, che era parte del Gruppo Mars, quello degli snack per intenderci. Qui sono entrato come supporto tecnico, ruolo che ho svolto per due anni e mezzo, anche se ho vissuto questa esperienza più come commerciale, perché il mio ruolo era soprattutto quello di spiegare ai gestori il prodotto e, in definitiva, venderlo. Poi ho cominciato ad avere la responsabilità di alcuni mercati esteri, quelli del Mediterraneo fino al Medio Oriente, esperienza molto interessante e formativa. Rientrato in Italia, mi è stato affidato il mercato nazionale, fino a quando ho deciso di cambiare e passare a Coges con un ruolo di direzione commerciale. Mi sono, quindi, sempre occupato di gestire persone, dedicando però la maggior parte del mio tempo a pensare a soluzioni nuove, raccogliendo le richieste del mercato e cercando di individuare risposte, ovvero prodotti e soluzioni, in linea con esse. Alcune di quelle lanciate da Coges negli ultimi anni hanno dentro una parte di me in termini di idea o di spinta verso il mercato e oggi questo ruolo, che ho sempre svolto un po’ stando nel backstage, diventa l’aspetto principale del mio nuovo percorso. Sarà una sfida entusiasmante, ne sono certo!

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Sapore Artigianale APRI, GUSTA e RICICLA RICICLAMI NELLA CARTA RICICLAMI NELLA PLASTICA



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INTERVISTA CON FILIPPO GUARNERI DIRETTORE COMMERCIALE NOVA DISTRIBUTORI SRL L'EVOLUZIONE DI UN'AZIENDA CHE HA SAPUTO SVILUPPARE PRODOTTI E SOLUZIONI IN LINEA CON LE ESIGENZE DEL MERCATO Prima di parlare della vostra ampia gamma, ci presenta l’azienda? Nova Distributori nasce nel 1989 con l’obiettivo di progettare nuovi distributori, forte della conoscenza del mercato del Vending, dove sono presente dal 1980. Lavoravo infatti nella Dorando di Scaltriti, dove ho iniziato come operatore, per proseguire poi come tecnico e poi ancora come commerciale, fino a quando ho lasciato l’azienda e, insieme ad un socio, ho iniziato a lavorare sull’idea di progettare in autonomia dei distributori automatici. Da qui sono nate le prime macchine a marchio Nova e dal 1996 in poi ho preso in carico tutta la parte commerciale dell’azienda. Con quale tipologia di distributori avete esordito in questo mercato? I primi distributori funzionavano con il sistema a dischi rotanti, una tipologia molto diffusa allora, alla quale avevamo apportato una modifica per aumentare l’autonomia delle bottiglie. In effetti, mentre nel tradizionale distributore a dischi ce ne stavano 16, in quello progettato da noi riuscivamo a metterne 35 nello stesso cassetto. In occasione dell’edizione di Venditalia del 1995 abbiamo poi presentato il primo distributore combinato, con un sistema di 3 cassetti a spirale nella parte superiore e un sistema a caduta per le lattine nella parte inferiore. Una macchina elettromeccanica di vecchia generazione che, logicamente, non viene più prodotta, ma che allora ebbe un ottimo riscontro da parte dei gestori, che ne apprezzavano soprattutto la semplicità di caricamento, la maggiore autonomia e, di conseguenza, la maggiore redditività. Questo ci spinse a continuare su quella strada, ovvero quella del modello a spirale, gra-

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zie al quale siamo cresciuti nel mercato, aprendo in un certo senso nuove opportunità, tant’è vero che anche i nostri competitor hanno poi cominciato a produrre distributori di quella tipologia. Nel corso degli ultimi anni avete ampliato la gamma con altre tipologie di distributori. Quali ritenete possano essere più interessanti per il mercato? Abbiamo prodotto la linea Dream, un distributore del caldo di nuova generazione, che funziona solo a capsule e che, a differenza di altri distributori simili, permette di inserire all’interno 12 tipi di capsule diverse, oltre a due solubili, un modello che si sta rivelando molto interessante per la fascia di utenza basso consumante. Altrettanto interessanti sono i nostri distributori, che


definirei alternativi, destinati a nicchie di mercato. Sono distributori indirizzati a categorie specifiche, come farmacie e parafarmacie, ma anche ad attività particolari. Ad esempio, il nostro modello Shop24 è molto richiesto da aziende che, accanto all’attività tradizionale, vogliono proporre ai loro clienti un servizio di vendita H24 di ciò che producono. È il caso delle aziende agricole che, attraverso i nostri Shop24, consentono ai clienti di rifornirsi di formaggi, yogurt, frutta e quant’altro anche quando l’attività è chiusa. Sappiamo bene quanto sia in crescita il trend di consumo di prodotti a chilometro zero, di prodotti del territorio e per gli imprenditori di questo settore, poter utilizzare il distributore automatico h24 come canale di vendita posto ai margini dell’attività, costituisce un interessante ampliamento del business.

prodotto, ma anche di fornire informazioni aggiuntive inerenti al prodotto scelto. È possibile, infatti, suddividere i prodotti per categorie, promuovere offerte e novità, allegare descrizioni e fotografie direttamente dal touch del distributore tramite una chiavetta USB, oppure comodamente seduti in ufficio attraverso un sistema GPRS. Se l’operatore cambia un prodotto all’interno della macchina, da remoto il gestore può modificare il prodotto, il prezzo o l’immagine del prodotto stesso. È, inoltre, equipaggiato di una webcam che, grazie ad un software personalizzato, può fare una foto istantanea dell’utente e posizionare su di essa il prodotto che ha scelto, ad esempio un paio di occhiali o una cravatta. In questo modo, l’utente può “provare” il prodotto come se fosse in un negozio fisico e decidere, in base alla gradevolezza, se acquistarlo o meno.

Nel 2016 avete presentato anche un distributore di gelati. Come funziona? Si tratta di un distributore che prepara il gelato soft all’istante e lo eroga in coppetta, insieme al cucchiaino. È una macchina molto complessa che sta iniziando a farsi strada nel mercato, ma che difficilmente potrà entrare nel mondo Vending, in quanto necessita di una manutenzione ordinaria e straordinaria molto frequente. All’interno delle gestioni è difficile che un addetto al caricamento o all’assistenza tecnica possa dedicare tanto tempo ad una manutenzione così accurata delle macchine; al contrario, è un distributore che può andare molto bene nel privato, nel mondo degli Shop 24, dove effettivamente sta avendo un buon riscontro. È una macchina molto sofisticata, con un software di gestione integrato, come ormai sono tutte le macchine che produciamo. Si tratta, cioè, di distributori capaci di comunicare bidirezionalmente, passando al gestore informazioni relative alle scorte o ad eventuali guasti, e ricevendo da questi input di vario genere.

Parliamo degli Shop 24 sempre più presenti nel nostro Paese. Come vede questo mercato? Credo che sia un mercato suscettibile di ulteriore crescita, ma credo che cambierà il sistema e il modo di vendere, nel senso che si sta verificando un’evoluzione degli Shop 24, sia per quanto riguarda la tipologia dei distributori che dei prodotti venduti.

Da questo punto di vista, trovo particolarmente interessante il vostro modello Multimedia. Ce ne parla? Come si evince dal nome, Multimedia è un distributore automatico dotato di tecnologia multimediale, presentato a Venditalia 2010 e riconosciuto dal TG5 come d.a. di maggiore innovazione presente all’evento. Grazie ad un Touch Screen da 42“ è in grado non solo di guidare l’utilizzatore nella scelta del

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Da quello che stiamo verificano in Nova, il negozio automatico è in una fase di superamento del concetto di semplice vendita di un caffè o di una bibita, per rispondere ad esigenze più ampie del consumatore, che oggi necessita di un punto di riferimento sempre disponibile per i suoi acquisti, al di là della vendita d’impulso per un consumo immediato. Non voglio spingermi oltre, ma è un fenomeno che in Nova stiamo studiando per individuare la migliore risposta a questa esigenza. Parliamo della vostra ultima creazione, ovvero il distributore di acqua LEDA? LEDA è un distributore che viene sempre più apprezzato dal mercato perché al concetto del semplice erogatore d’acqua filtrata abbiamo dato del valore aggiunto, inserendo una lampada a Led UVC che si accende solo al passaggio dell’acqua. Tra l’altro, ne stiamo progettando una di nostra produzione con una capacità maggiore di abbattimento della carica batterica, che arriva fino al 92%. Poi, abbiamo aggiunto un sistema di sanificazione a ozono della zona dove viene posta la borraccia, cosa che abbiamo realizzato nel 2019, ovvero prima del COVID. Ancora, abbiamo inserito un sistema brevettato di sanificazione della borraccia stessa, che ci permette di eliminare il 94% dei batteri e dei virus che aggrediscono le sue pareti interne. Tutti questi plus fanno di LEDA molto di più di un semplice erogatore di acqua di rete, rendendola un sistema di approvvigionamento di acqua in totale sicurezza per l’utente. Con CLEANAIR 2.0 avete dato il vostro contributo contro la pandemia. Com’è nato? Considerata la nostra esperienza pregressa con i sistemi di sanificazione ad ozono, quando è scoppiata la pandemia abbiamo pensato di produrre dei sanificatori, che permettono di ottenere una saturazione dell’ambiente. Questo vuol dire che se noi proviamo ad utilizzare dei prodotti chimici per sanificare un ambiente, non solo adoperiamo prodotti pericolosi ed inquinanti, ma non

riusciamo neanche a coprire al 100% le superfici da sanificare. Invece, con l’ozono, che è un prodotto naturale, riusciamo a saturare completamente l’ambiente, perché essendo un gas si infila dappertutto, dando totale copertura e garanzia di salubrità. Oltre a CLEANAIR, abbiamo prodotto CLEANAREA che, basandosi sullo stesso principio dell’ozono, sanifica qualsiasi modello di distributore automatico, sia all’interno che nel vano prelievo prodotti. Questo significa che non si generano più le muffe del caffè e che non si formano più batteri e virus sulle coppette dei solubili, punto particolarmente sensibile da questo punto di vista. A quali appuntamenti fieristici parteciperete? Saremo presenti ad HOST, sebbene non sia propriamente una fiera del Vending, poiché riteniamo che dopo questi anni bui, una fiera in presenza così importante possa attirare anche visitatori del mondo Vending. Inoltre, abbiamo realizzato di recente dei prodotti destinati al canale HoReCa e HOST rappresenta sicuramente una grande opportunità per proporli al mondo della ristorazione. E poi… poi ci vedremo a Venditalia. Finalmente!



GIOVANE REALTÀ IN COSTANTE CRESCITA NEL CANALE VENDING Sempre più presente nella Distribuzione Automatica, con la sua vasta gamma di prodotti da forno freschi confezionati in atmosfera protettiva, appositamente studiati per il Vending, Fabian è in costante crescita in questo canale. L’immagine aziendale è stata consolidata non solo per la qualità e l’artigianalità dei prodotti, ma anche per la responsabilità a tutela dell’ambiente, grazie all’impegno nei confronti dell’economia circolare. Ne è prova il nuovo packaging totalmente riciclabile. Di questi temi abbiamo parlato con Fabio Luise, AD di Fabian Srl. Fabian crede in un futuro migliore, ma quali sono le reali azioni che avete intrapreso per rendere sostenibile l’intero processo produttivo? Innanzitutto, abbiamo installato due nuovi impianti. Un impianto fotovoltaico composto da 200 pannelli solari, che ha permesso di ottimizzare il consumo di energia, riuscendo ad autoprodurre il 30% del consumo totale e un impianto di illuminazione a LED che permetterà di ridurre il consumo di elettricità del 40% rispetto al precedente impianto. Inoltre, il nostro stabile ha ottenuto la certificazione ambientale ed energetica classe C, poiché le nostre emissioni di gas serra (CO2) sono estremamente basse. Crediamo in un futuro più verde a partire dalla nostra azienda che segue la raccolta differenziata completa con lo scopo di separare i rifiuti per poi indirizzarli verso il sistema di smaltimento o recupero più adatto.

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Invece, come pensate di ridurre l’impatto del vostro packaging? L’obiettivo è quello di contrastare la produzione di nuova plastica e porre tutta l’attenzione possibile verso il riciclo e il riutilizzo degli imballaggi, il quale permette di dare nuova vita ai materiali. Negli ultimi due anni abbiamo intrapreso un percorso per ridurre i consumi di plastica assottigliando in media del 12% gli spessori dei materiali utilizzati per il confezionamento dei nostri prodotti. Abbiamo, inoltre, migliorato i cartoncini identificativi presenti all’interno dei pack con l'obiettivo di renderli riciclabili e certificati FSC. E a garanzia del consumatore ed a tutela dell’ambiente,


tutti gli inchiostri che utilizziamo sono a bassa migrazione ed a base acqua. Naturalmente, agire responsabilmente nei confronti del pianeta è compito di ognuno di noi. Ecco perché il corretto smaltimento delle confezioni dopo il consumo è una condizione indispensabile per garantire il riciclo dei materiali. Quindi, per aiutare il consumatore finale in questo compito, abbiamo inserito in ogni confezione il rispettivo codice di riciclo. Ci può spiegare meglio il cambiamento in atto per i vostri prodotti? Abbiamo iniziato a confezionare la linea dei “Tramezzini rettangolari tripli” in un packaging ecosostenibile e totalmente riciclabile a partire da marzo 2021. Precedentemente, per confezionare i nostri prodotti utilizzavamo un materiale accoppiato che, una volta conferito ai centri di raccolta, veniva smaltito e di conseguenza a fine shelf-life diventava materiale inquinante non riciclabile. Da oggi, invece, il nuovo film di confezionamento è un composto monomateriale e può essere destinato a futuri cicli di reimpiego. Le confezioni possono quindi essere facilmente separate e riciclate, dando vita a nuovi oggetti come contenitori per detergenti, tappi, sacchi della spazzatura, pellicole per imballaggi, ecc. Tra gli aspetti distintivi del nuovo packaging del tramezzino triplo c’è anche il cartoncino “salva mani”, un accessorio pratico e comunicativo, e da oggi completamente riciclabile nella carta.

Quali sono i vostri prossimi obiettivi? L’obiettivo aziendale del 2021 è rendere tutti i packaging riciclabili e/o composti da plastica riciclata. Come vi ho raccontato poco fa, lo sviluppo di questo packaging sostenibile è stato solo il primo passo verso una più ampia strategia ambientalista. Passo dopo passo, anche altre linee di prodotto adotteranno questo nuovo eco-pack, con l’obiettivo di trasformare tutte le referenze entro la fine dell’anno. Lo step successivo sarà poi quello di sviluppare un packaging, oltre che riciclabile, composto da materiale riciclato.

www.fabiansnack.it

GOURMET ITALIAN FOOD ACQUISTA IL 70% DI FABIAN SRL Gourmet Italian Food, controllata da Alcedo SGR, per il tramite della propria partecipata Eurochef Italia SpA ha acquisito il 70% di Fabian Srl. Gourmet Italian Food ha rilevato la partecipazione dalla holding della famiglia Luise, fondatrice dell’azienda, che resta in Fabian con una quota del 30%. Fabio Luise è il nuovo amministratore delegato. Con questa acquisizione Gourmet Italian Food completa la gamma di prodotti con gli snack salati ready to eat di alta qualità, che si affiancano all’ampia gamma che spazia dai primi ai secondi piatti, alle salse ed ai dessert. L’acquisizione di Fabian permetterà al gruppo integrato di superare 40 milioni di euro di fatturato. Fabian si inserisce nel progetto guidato da Alcedo di creare un gruppo leader nella gastronomia fresca di qualità e permetterà a Gourmet Italian Food di diversificare i canali distributivi in particolare al mondo

dell’horeca e del vending, con elevate potenziali sinergie commerciali tra le aziende del gruppo stesso. Fabio Luise, Amministratore Delegato di Fabian, commenta “Siamo orgogliosi di entrare a far parte di questo gruppo dove abbiamo trovato i nostri stessi valori quali l’attenzione alla qualità degli ingredienti utilizzati abbinata ad un’innovazione tecnologica. Siamo convinti di poter accelerare il nostro percorso di crescita sfruttando le sinergie commerciali veicolando i nostri prodotti nel canale GDO grazie alla consolidata esperienza di Eurochef e La Gastronomica e viceversa i loro prodotti nell’horeca e nel vending che presidiamo da sempre”. Fabian, fondata nel 1998, con sede a Torbole Casaglia (BS), realizza un fatturato di 5 milioni di euro, gestisce l’intero ciclo di produzione degli snack nei laboratori interni ed è dotata dei reparti di forneria, farcitura e confezionamento, garantendo un’elevata qualità dei prodotti.

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IL PETFOOD ENTRA NEL VENDING Il mercato del Petfood in Italia è in crescita da diversi anni, tanto da aver raggiunto nel 2020 un volume d’affari di oltre 2 miliardi di euro pari a svariate tonnellate di prodotti venduti nei diversi canali distributivi. Si tratta di prodotti confezionati, destinati prevalentemente a cani e gatti che, insieme a uccelli, pesci, rettili e piccoli mammiferi, costituiscono una popolazione di 60 milioni di animali, membri a tutti gli effetti delle nostre famiglie. L’elemento che guida la scelta dei proprietari per quanto riguarda il cibo dei loro pet (in particolare cani e gatti) è quella di assicurare loro una dieta equilibrata, fatta solitamente di un mix di cibo secco ed umido. Fra i leader del Petfood si annovera senza dubbio la multinazionale MARS, che vede tra i suoi brand nel Petcare marchi come Pedigree con tantissime varietà di Care & Treats, Whiskas, Cesar, Sheba, Catisfactions, Kitekat e Nutro. L’azienda, cogliendo il trend positivo di questo particolare segmento - che nei primi mesi del 2021 registra ulteriore crescita - ha deciso di sperimentare il Vending come ulteriore canale di vendita, accanto ai negozi specializzati, i supermercati e l’e-commerce. Questa scelta è guidata dalla volontà di rendere il petfood immediatamente disponibile, h24 in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, agevolan-

do così i proprietari nell’acquisto delle loro marche preferite. Il progetto, in fase sperimentale, vede la partnership di un importante player del comparto, IVS Italia, che ha scelto di testare questa particolare categoria del food in alcune stazioni di Milano, senza dubbio postazioni ad alta visibilità, per offrire la possibilità di acquistare prodotti per cani e gatti in qualsiasi momento della giornata, di ritorno dal lavoro o in partenza per un viaggio. I distributori automatici Your Best Break di IVS sono delle vere e proprie PET STATION, come enfatizzato visivamente proprio sui Distributori Automatici, che dedicano ben 17 spirali ad altrettanti differenti prodotti dei marchi Cesar, Sheba, Pedigree e Catisfactions. Parallelamente, la società di gestione TRYSGROUP, nel mese di agosto ha testato questa categoria di prodoto, posizionando un distributore automatico petfood Mars presso il lido “Beachpoint Alle Dune” che si trova sulla spiaggia per cani di Punta Sabbioni a Venezia (Camping Marina di Venezia). Nei pressi di un’area riservata agli amici a 4 zampe, che prevede numerosi servizi ad essi dedicati (area docce, ambulatorio veterinario, tratto di spiaggia) il distributore automatico pet food è stato molto apprezzato dai frequentatori del lido e dai loro inseparabili compagni di vacanza.

Milano - Stazione Garibaldi



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UNALTRO CAFFÈ RIPARTE A TESTA ALTA

A HOST TUTTE LE NOVITÀ DELLA TORREFAZIONE CAMPANA A marzo di quest’anno un devastante incendio ha colpito la torrefazione campana DASCA srl, proprietaria del brand UNALTROCAFFE, distruggendo tutto: stabilimento e macchinari. Un fulmine a ciel sereno per un’azienda che ha sempre rispettato i parametri di sicurezza, di fronte al quale non si è arresa, grazie anche alla solidarietà di colleghi torrefattori, fornitori e clienti. A distanza di 6 mesi, l’azienda è ripartita dal nuovo capannone, che al momento dell’incendio era ancora in costruzione, e dalla forza del team che non ha mai mollato. Ce lo spiega Domenico Esposito, amministratore della società.

Come avete reagito all’evento del 13 marzo? Dopo l’incendio abbiamo individuato un punto da cui ripartire. Non ci siamo mai arresi ed abbiamo chiesto subito aiuto per poter continuare la produzione ed accontentare i clienti, visto che non era rimasto nulla, né merce, né macchinari. Grazie all’appoggio di alcuni competitor, che hanno messo a disposizione i loro impianti, è stato possibile continuare la produzione, sebbene in maniera limitata. Dopo un po’ di tempo sono poi cominciati ad arrivare i nuovi macchinari, grazie ai quali gradualmente siamo potuti ripartire. Con il completamento dell’arrivo degli impianti, tutti nuovi di fabbrica, contiamo di arrivare a regime entro la fine del mese di settembre, il tutto nel nuovo capannone industriale di 3.000mq, il triplo rispetto a prima, con un’area uffici separata. Come sarà articolata la produzione? Produrremo tutta la gamma già presente a catalogo prima dell’incendio, aggiungendo nuove referenze, come le compatibili autoprotette Nespresso in alluminio e le autoprotette Dolce Gusto. Inoltre, la produttività dei macchinari ci permette di aumentare i quantitativi e ci consentirà di evadere gli ordini in tempi ulteriormente ridotti rispetto a prima. Avete anche una novità da presentare. Conferma? Sì, abbiamo anche una novità, che lanceremo a HOST non avendolo potuto fare prima per molteplici ragioni, prima il COVID, poi lo spostamento delle date delle fiere , poi ancora l’incendio che ci ha colpito. Ora finalmente potremo presentare al mercato KIRA, la nostra

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macchina da caffè. Infatti, a HOST avremo un doppio stand: uno dedicato alla gamma UNALTROCAFFE e un altro dedicato a Machine Group, la società che si occupa della produzione di macchine per il caffè, di cui DASCA è socio al 50%. Ci descrive KIRA? KIRA è una macchina da caffè in cialde compatta, disponibile in più colori ed adatta a qualsiasi ambiente. Prodotta dalla Machine Group, in collaborazione con un’azienda di lunga esperienza in questo settore come la Union Group, alla cui professionalità DASCA ha dato il suo apporto in termini di innovazione e modernità del concept. È una macchina che all’eleganza del design abbina un’ottima funzionalità per garantire un espresso in tazza buono come quello del bar.

Cosa vi resta di questa esperienza? Sicuramente l’aver acquisito la consapevolezza di essere un’azienda forte e resiliente che, senza abbattersi, si è rimboccata le maniche ed ha cominciato a ricostruire il suo percorso sulle ceneri di quel poco o nulla che era rimasto. Un’esperienza che ci ha rafforzato e che ci ha dato la spinta a porci obiettivi sempre più alti, certi che riusciremo a raggiungerli, basandoci sempre sui principi sui quali abbiamo costruito la nostra storia, ovvero la qualità del prodotto e il rispetto del cliente, che va sempre ascoltato per crescere e migliorare. Riteniamo che questo sia il momento del nostro riscatto, grazie anche alla fiducia dei clienti che ci hanno supportato in questi mesi, credendo in noi e nella nostra capacità di rinascita.


Valentina Bottone GENERAL MANAGER

Valentina Bottone, general manager della torrefazione campana DICAL srl proprietaria del brand Lollo Caffè, si racconta. Una giovane, giovanissima donna in carriera, consapevole delle proprie capacità e determinata sin da piccola a realizzare il suo sogno: fare impresa sul campo. Il suo percorso dimostra come la forza di volontà, unita alla meticolosità degli studi, possa fare la differenza per affermarsi in un mondo colorato prevalentemente di azzurro. Qual è la tua storia? Sono nata il 17 luglio del 1984. Napoli è la mia città natale, in cui ho sempre vissuto e vivo tutt'oggi. Appassionata soprattutto di lingue straniere, scelgo di iniziare il mio meticoloso percorso di studi frequentando il liceo linguistico sperimentale, per poi sviluppare nel corso degli anni una forte curiosità e ammirazione per la realtà imprenditoriale, aziendale e le discipline del marketing. Scelgo dunque di frequentare la facoltà di economia aziendale, laureandomi con lode in "management delle imprese internazionali" e conseguendo varie attestazioni in lingue e marketing. Faccio il mio ingresso nell’allora Di.ca.l di Ciro Lollo nel 2011, gestendo il comparto amministrazione, a cui si è poi affiancato il comparto estero e il comparto gestione logistica, e seguendo parallelamente lo sviluppo del marketing con la nascita e l’evoluzione del brand. Mi ritrovo oggi nella direzione generale della Dical srl,

meglio conosciuta con il suo brand principale "Lollo Caffè", dove ho sviluppato tutta la mia carriera lavorativa, gran parte della mia esperienza ed il mio percorso di crescita professionale e dove ho festeggiato proprio quest’anno dieci anni di attività. L'impiego in Dical è stato il mio primo lavoro importante, il primo che è arrivato dopo la laurea e quello che io ho interpretato come "destinato" perché si è rivelata quella realtà che non ho più abbandonato, ma su cui ho scelto di investire, di puntare e in cui ho scelto di impegnarmi e di crescere. Una realtà che ho sentito subito nelle mie corde, perfetta per realizzare ciò che era nei miei desideri: fare impresa, partecipare a quel meccanismo perfetto di creazione, produzione e distribuzione di un prodotto o servizio per soddisfare un bisogno e, nei desideri più profondi diffondere, insieme al prodotto, anche una filosofia e una serie di valori e, nell’ipotesi perfetta,


poter esprimere me stessa, partecipare in modo attivo, arricchendomi, crescendo e contribuendo al risultato finale, ai progetti e alle creazioni. Cosa ricordi del tuo primo giorno di lavoro? Ricordo sicuramente il primo giorno di lavoro, ma ricordo soprattutto il giorno del mio colloquio che è avvenuto esattamente due giorni prima dell'ingresso in azienda. Dico sempre che sia stato un po' segno del destino, o mi piace pensare così, perché tutto è avvenuto per caso e a seguito di una serie di coincidenze. All'epoca in Lollo si ricercava una persona in amministrazione per sostituzione maternità ed io, che fresca di laurea inviavo curricula per qualsiasi impiego, lo venni a sapere per puro caso l'ultimo giorno di selezione, probabilmente a scelte quasi fatte. Nonostante ciò, riesco ad ottenere un colloquio di sabato: era sabato 9 aprile 2011, una giornata di sole bellissima in cui mi faccio coraggio e cerco di farmi valere, di giocarmi questa carta. La risposta di Ciro Lollo fu: "dopodomani si inizia, se ci tieni, lascia tutto quello che stai facendo in questo momento". Due giorni dopo, con un’infinità di paure, dubbi, incertezze, ma tanta voglia di fare, è iniziata la mia avventura in Dical. Se avessi saputo delle selezioni anche soltanto un giorno dopo, la storia sarebbe stata diversa, probabilmente altre sarebbero state le scelte. Per questo motivo parlo di destino.

quest’ultima e il resto dell’organizzazione o gli operatori esterni.

Nello sviluppo del tuo lavoro e delle tue mansioni, ha inciso più la formazione scolastica o di vita? Faccio una premessa relativa proprio al mio ruolo in azienda. La definizione del mio ruolo in azienda non è immediata e semplice, l'abbiamo racchiuso nell'espressione “direzione generale”; Essendo giunta nella fase clou dell'esplosione di Lollo caffè e dello sviluppo dell’azienda, mi sono trovata a viverne la costruzione; a seguire tutti gli step della crescita; ad assistere a tutti i cambiamenti e a sostenere e fronteggiare tutti gli adeguamenti, a viverla a 360 gradi insieme a tutto il team che oggi è una squadra pazzesca. Ho partecipato alla gestione amministrativa, logistica, degli acquisti, del coordinamento commerciale, oltre che dell’export, del marketing e della comunicazione. Conosco ogni particolare, i motivi di determinate scelte e tutto ciò che ha portato all’attuale configurazione. Tale esperienza mi dà la capacità di intervenire su più fronti. Quindi il termine "generale" ingloba una molteplicità di gestioni ed intende nel mio caso una sorta di supervisione e coordinamento di tutti i processi e funzioni aziendali e al contempo la partecipazione alla progettazione creativa e alle scelte commerciali e strategiche relative al brand, a supporto e in collaborazione costante con la proprietà, fungendo spesso da filtro tra

Quindi, l’esperienza sul campo ha avuto maggiore valenza? Diciamo che nello sviluppo del mio ruolo, il percorso di studi ha avuto la sua fetta di rilevanza, è stato un tassello importante, ha creato basi solide. Sono convinta che esistano delle basi e delle nozioni che soltanto la scuola, quella fatta bene, può darti. L'università dal suo canto è stata importante nella misura in cui mi ha allargato la visione della realtà, mi ha fornito un metodo ed arricchito la mia forma mentis. Ma devo anche ammettere che senza la giusta pratica resta tutto meramente teorico. Il vero imprinting mi è stato dato dall'esperienza diretta sul campo, dal lavorare sodo, dal cimentarmi in tutte le funzioni, dall'apertura verso nuovi scenari, dal fronteggiare nuove situazioni, spesso sconosciute, e perché no, anche a volte dall’improvvisazione. È chiaro che tutto questo non sarebbe stato possibile senza la volontà del titolare dell'azienda, Ciro Lollo, imprenditore abile ed esperto, di trasferirmi senza segreti gran parte della sua esperienza, la sua conoscenza relativa al settore, spingendosi spesso fino alle competenze più tecniche, relative alla produzione o alla principale materia prima, il caffè crudo, del quale insieme a lui gestisco gli acquisti. Lavorare come suo braccio, mettendomi alla prova, attribuendomi impegni sempre più complessi e ponendo-

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mi spesso di fronte a sfide, mi ha inevitabilmente portata ad acquisire una formazione completa anche dal punto di vista delle tecniche di acquisto e di vendita, delle strategie imprenditoriali. Una formazione specifica e multi sfaccettata al tempo stesso. Si è innescato un metodo di lavoro, un meccanismo virtuoso di dare-avere in termini di formazione, trasmissione di esperienza da un lato, e impegno, sviluppo e apporto di contributi freschi e creatività dall'altro, un processo virtuoso che è oggi alla base delle intuizioni e delle scelte più importanti. Ovviamente, lo sviluppo completo del ruolo si perfeziona anche attraverso l’apporto delle proprie doti personali, delle attitudini caratteriali: magari in me stessa posso riscontrare una mente creativa, attenta al dettaglio, alla cura e la capacità di gestire situazioni molto differenti tra loro, cercando di raggiungere il miglior risultato in ogni caso. Quanto conta l'istinto nel tuo lavoro? L'istinto, che io interpreto in un'accezione più estesa, come creatività, come quell’"illuminazione" improvvisa dettate dall'attaccamento ad un progetto o l'emozione generata da determinate idee, fa parte del mio modo di affrontare il lavoro, è un po' l'anima delle iniziative, la “magia” che scorre in tutti i progetti: se sento che qualcosa è valido e probabilmente vincente, se mi genera delle sensazioni positive, cerco di proporlo con lo stesso entusiasmo che provo io e di portarlo avanti. Sicuramente, ciò non significa mettere in pratica qualsiasi idea o rischiare in continuazione, il tutto viene sempre bilanciato, ponderato e a volte ridimensionato in base a visioni più realistiche durante i briefing e i confronti, ma devo ammettere di “giocare in casa” da questo punto di vista, perché è proprio filosofia dell'azienda considerare tra i fattori che portano alla decisione finale, l'aspetto emozionale e le sensazioni che trasmette il progetto.

Avresti mai immaginato solo 10 anni fa di diventare Direttrice Generale di un'azienda di torrefazione? No. non l'avrei immaginato. Ma l'avevo sognato! Avrei immaginato senza dubbio di intraprendere una carriera manageriale, perché sicuramente quello sarebbe stato il mio punto di partenza nella scelta del percorso e l’obiettivo ultimo. Ho sempre avuto ben chiaro, fin dalla tenera età, che sarei stata una donna indipendente e che lo sviluppo professionale e la realizzazione personale avrebbero avuto un posto molto importante nella mia piramide dei valori. Il mondo del caffè poi non lo conoscevo e dopo esserci entrata posso ben dire che è un universo immenso e tremendamente affascinante. Diciamo che la realtà ha superato l'aspettativa, soprattutto in termini di tempo. D'altronde velocissimo e propulsivo è stato lo sviluppo dell'azienda... io mi sono adeguata. Nello sviluppo del tuo ruolo, hai mai percepito dei segnali di ostilità verso il tuo ruolo solo perché donna? La domanda è un po' complessa, ma posso con orgoglio dire di essere stata fortunata sotto questo aspetto un po' delicato perché, dispiace dirlo, nonostante i passi in avanti compiuti dal genere femminile e nonostante il rosa stia divenendo tematica sempre più sensibile, siamo ancora lontani dal raggiungere la parità uomodonna. Purtroppo, ci saranno sempre dei preconcetti, dei luoghi comuni che vivranno in modo più o meno latente. Nel mio caso, mi trovo a rivestire un ruolo di grande responsabilità, credo il più importante dopo la proprietà dal punto di vista decisionale, ruolo che generalmente è rivestito da un uomo. Non sono stata ostacolata, anzi sono stata fortunata, perché proprio la persona più importante, chi decide per intenderci, ha scelto dal primo momento di puntare su di me, di darmi fiducia e di investire sulla mia persona.

Se considero la mia posizione di allora, partivo leggermente svantaggiata da due punti di vista: donna e giovane. Fortunatamente mi sono trovata di fronte una persona intelligente, poiché è stata subito in grado di capire che in me avrebbe trovato terreno fertile, che io avevo il potenziale giusto a prescindere dal genere; ma soprattutto una persona coraggiosa perché probabilmente in pochi avrebbero fatto la sua stessa scelta; ha rischiato, ha scommesso su di me affidandomi le gestioni più complesse e delicate, dandomi autonomia e possibilità di espressione, considerandomi “i suoi occhi in azienda” per citare una sua espressione. Credo di aver ripagato questa fiducia. Quindi, decisamente non sono stata ostacolata nella mia crescita profes-

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sionale in azienda, sebbene nell’ambiente circostante, soprattutto all’inizio della mia carriera, ho riscontrato una sorta di pregiudizio velato, da parte di operatori di sesso maschile. Un esempio veloce tra tanti: durante le manifestazioni fieristiche, l’atteggiamento iniziale nei miei riguardi era quello di chi dava per scontato che io fossi inevitabilmente l’hostess o facessi semplicemente accoglienza, seguito poi dallo stupore nell’apprendere che invece io ero la referente per la gestione marketing o per gli acquisti o per il coordinamento della manifestazione stessa, e dunque titolata assolutamente a portare avanti trattative commerciali. Di questi atteggiamenti ho colto il lato positivo: confondere e stupire il mio interlocutore, abbattendo un preconcetto/luogo comune. Il disagio infatti svaniva non appena iniziavo ad interagire e a far capire quali fossero le mie competenze, le mie conoscenze, portando addirittura chi avevo di fronte ad affidarsi a me e al mio pensiero. Diciamo che queste dinamiche hanno aggiunto un pizzico di brio al mio lavoro, perché ho sempre preso tutto come una sfida da vincere due volte e quindi un successo ancora più soddisfacente. Qual è la più grande lezione di vita che questo lavoro ti ha insegnato? Di insegnamenti ne ho ricevuti tanti. In generale, il lavoro mi ha regalato una maturità, una diplomazia e un equilibrio per gestire le situazioni e nell’affrontare i problemi che prima non avevo. Mi ha fatto capire ancora di più il valore dell’onestà e del rispetto e il mantenimento della parola data. Si lavora, si fa business, bisogna raggiungere obiettivi sempre più elevati e si è spesso accecati dal risultato, magari perché ci si trova in una posizione di vantaggio, di maggior potere. Questo potere deve essere ben do-

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sato e utilizzato ragionevolmente in modo dignitoso ed onesto. Tutto, qualsiasi operazione, deve sempre correre all’interno di quei binari, quei valori che non devono mai essere persi di vista, perché saranno sempre il tuo biglietto da visita, il tuo apri- porta in tutte le circostanze. La lezione più bella di tutte, senza retorica, è quella del “mai dire mai” che ho provato sulla mia pelle. È un assunto che ho fatto un po’ mio, mi piace sia perché ti pone in una posizione di apertura verso il mondo e tutte le esperienze che bisogna essere pronti ad accogliere senza mettere paletti, sia nel senso che nulla è a priori impossibile, tutto è realizzabile. Quanto è importante la tua presenza "fisica" in azienda? Siamo nell’era dello smart working e il 2020 ha sicuramente posto l’acceleratore su questo nuovo modo di gestire il lavoro. Anche noi in azienda, nonostante abbiamo continuato l’attività senza mai fermarci nei vari lockdown, abbiamo a più riprese sperimentato questa pratica. Personalmente, credo che sia una tecnica valida e un’ottima soluzione, perché consente anche a distanza di non fermarsi e di portare avanti il lavoro, di mettere in collegamento operatori fisicamente lontani, ma non la preferisco. Non credo possa essere la nuova frontiera e che possa sostituire in toto il lavoro in presenza. Credo che a lungo andare possa essere controproducente, poiché rende tutto più formale, asettico, distante. Viene meno l’aspetto forse più bello del lavoro: la condivisione, la socialità, i momenti più creativi, i momenti in cui dal confronto può nascere l’idea brillante. Ancora più nello specifico, nel mio caso, la presenza in azienda è fondamentale: per coordinare, controllare, per dare risposte e soluzioni veloci a coloro per cui sei il riferimento; c’è bisogno di essere presenti, vedere con i



propri occhi l’andamento, toccare con mano le difficoltà o i successi. Prima parlavo di quel processo di interazione costante e di confronto che è alla base del mio lavoro, questo non è altro che l’anima, la linfa, da cui si alimentano i vari processi, il controllo, le idee. Senza dialogo, senza una risata, senza soprattutto i momenti di scontro non c’è creazione. Nella nostra concezione di gestione ottimale, l’azienda va vissuta nella sua totalità, per questo siamo presenti il più possibile: bisogna “sentirla” arrivando al punto di percepirla e di riuscire a cogliere subito tutti i segnali che essa ti lancia. Cosa consiglieresti a una donna che intraprende la carriera manageriale? Il mio consiglio, per chiunque debba fare una scelta rispetto al percorso di vita lavorativa da intraprendere, è quello di scegliere sempre la propria passione: non scegliere un percorso soltanto perché più conveniente o più sicuro. Bisogna scegliere ciò che ci appassiona, ciò per cui si è naturalmente predisposti, soltanto così si potrà fare un buon lavoro e riuscire bene, perché sarà fatto con entusiasmo, gioia e amore. Ad una donna che intende percorrere la carriera manageriale, consiglierei innanzitutto di non spaventarsi, di non limitarsi o sottovalutarsi, se quello è il suo desiderio, deve crederci fortemente ed andare avanti per la propria strada. Cercare di acquisire una formazione completa, arricchire il proprio bagaglio di conoscenze non limitandosi ad un solo comparto, ma spaziando nelle varie materie, proporsi alle aziende acquisendo quanta più esperienza possibile. Un consiglio molto personale è quello di cercare sempre di portare un po’ di sé all’interno dei progetti, di mettere sempre il proprio tocco di originalità e di cura, far trasparire quell’aspetto emozionale, che generalmente è più spiccato nelle donne, e di non aver paura di esprimerlo. Bisogna sempre fare la differenza. E il tempo libero? Come lo gestisci e in che modo lo occupi? Quali i tuoi hobbies e le tue passioni? Il tempo libero… bella domanda. Credo si sia capito che il lavoro occupa gran parte del mio tempo e del mio spazio, ma questa è una mia scelta: in passato lo è stata per raggiungere l’obiettivo di formarmi professionalmente; oggi lo è perché è parte integrante della mia vita e non saprei immaginarmi senza l’universo Lollo caffè. Credo sia inevitabile se metti la carriera tra le tue priorità. Per il resto, cerco di gestire il tempo oltre Lollo caffè facendo ciò che mi piace: stare con la mia famiglia,

i miei fratelli, con i quali ho un rapporto speciale e con i quali ho iniziato un altro progetto imprenditoriale che seguo, appunto quando ho tempo! Adoro scrivere e passeggiare nella mia città che amo e che ritengo sia un museo a cielo aperto. Mi appassiona l’arte in tutte le sue forme e quindi, quando posso, partecipo a mostre di artisti che mi interessano. All’interno delle forme di espressione artistica per me rientra anche la cucina: adoro sia cucinare (ma questo riesco a farlo poco oggi) che, soprattutto, mangiare e bere bene. Mi piace concepire il cibo come una vera e propria esperienza sensoriale, per cui amo fare percorsi eno-gastronomici, scoprire nuove location come se fossero musei per sperimentare cucine nuove, diverse e particolari. Credo si sia capito che non sono una sportiva… Se dovessi riassumere il mondo Lollo caffè come lo descriveresti? Credo ormai che Lollo caffè non abbia bisogno di presentazioni, è sotto gli occhi di tutti che rappresenti un’eccellenza nel panorama imprenditoriale italiano. Ne è prova lo sviluppo velocissimo ed enorme che ha avuto in tempi brevissimi. Credo sia una realtà come poche, dove chi ci accede oggi deve sentirsi seriamente onorato e fortunato, perché è un universo meraviglioso in cui ciascuno può trovare la giusta dimensione e può esprimersi, se ha le carte giuste e le potenzialità. È un’azienda guidata da un imprenditore ammirevole, in gamba che l’ha forgiata secondo i suoi valori e che ancora oggi è il primo tecnico-operaio quando è necessario, che ha sempre guardato prima al bene della “giostra”, intesa come una grande famiglia allargata, dove ciascuno è prima di tutto una persona. È un’azienda che ha iniziato mille volte perché il cambiamento era più veloce dell’adeguamento; fatta di sacrificio, valori e competenze reali; non è un fenomeno: è una realtà perché si fonda su basi solide, in primo luogo la qualità del prodotto, e la competenza e la serietà di chi ne guida le scelte. E poi è un vulcano, sempre in attività, sempre in fermento: un insieme di menti dinamiche e brillanti, un brand che cerca non soltanto di commercializzare un prodotto, ma di diffondere valori, di toccare tematiche importanti, di sensibilizzare e lanciare messaggi giusti, veicolando sempre un contenuto attraverso tutte le iniziative che mette in atto, perché ogni cosa abbia sempre un senso. Non si tratta solo di fare business... è anche fare business, ed io sono orgogliosa di farne parte.

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UN GRUPPO COESO CHE PUNTA TUTTO SULLA RESPONSABILITÀ D'IMPRESA Massimo Ferrarini, presidente e amministratore unico del Consorzio Coven racconta in questa intervista qual è lo spirito del gruppo, formato da società di gestione medio/piccole accomunate da valori etici, prima che commerciali. Nel farlo, esprime la sua visione di questo Settore, che tenta di uscire dalla crisi generata dalla pandemia.

la responsabilità sociale e ambientale, che puntasse all’innovazione tecnologica per dare nuovo slancio al nostro Settore. Non siamo quindi un gruppo di acquisto, ma un gruppo di imprenditori del Vending, che mirano a innalzare l’asticella del servizio al cliente e lanciarsi in nuove iniziative attraverso l’unione delle forze, mantenendo ognuno la propria individualità ed autonomia.

Com’è nato il Consorzio COVEN? Il Consorzio COVEN nasce nel 2014 con l’obiettivo di aggregare piccole e medie società di gestione del Vending, per valorizzarne l’attività sul territorio e, contemporaneamente, condividere esperienze per individuare le migliori strategie da applicare nei confronti del mercato, dei competitor e del consumatore. Non è certo un’idea nuova, visto che questo tipo di aggregazione è presente nella Grande Distribuzione da almeno un ventennio, per lo più sotto forma di gruppi di acquisto. Il Vending ci è arrivato dopo, quando il mercato di riferimento ne ha dettato l’esigenza. La saturazione dello stesso, unita all’ormai radicata pratica delle acquisizioni da parte dei grandi gruppi rispetto a realtà più piccole, ha fatto nascere in noi l’idea di riunire gestioni di eccellenza in una piattaforma, fondata su valori come

Quanti sono oggi i soci? Oggi siamo 10, dopo l’uscita di Serim che è stata acquisita dal gruppo Sogedai, e riusciamo a coprire tutto il territorio nazionale, dal Friuli alla Sicilia, tranne la Sardegna dove ancora non abbiamo soci. A quanto ammonta il fatturato globale del gruppo? Nel 2019, ovvero nel periodo ante COVID, il fatturato globale del Consorzio ha raggiunto quota 230 milioni. Nel 2020, con l’uscita di Serim e gli effetti della pandemia, il fatturato purtroppo è sceso intorno a 170 milioni, in linea con i dati Confida che per quell’anno registra nel Settore un -30%. Quest’anno osserviamo una leggera ripresa, ma siamo ancora lontani dai risultati del 2019, poiché il segno meno persiste tuttora, anche se si attesta intorno a un -18/20%. Sono numeri che si riferiscono al periodo gennaio/luglio 2021, nella speranza che l’ultimo quadrimestre dell’anno dia una scossa ai consumi, sotto la spinta della ripresa in presenza delle attività didattiche e della riduzione delle ore di smart working negli uffici. I gestori seguono protocolli operativi secondo standard stabiliti dal Consorzio o ognuno mantiene la propria autonomia? Ognuno mantiene la propria libertà rispetto al modus operandi sul territorio, nel rispetto però di un codice etico condiviso, a cui tutti noi cerchiamo di attenerci. Le decisioni vengono prese all’unanimità e molte scelte le operiamo tutti insieme, come la scelta dei fornitori, ad esclusione di quelli del caffè perché, come sappiamo, i gusti cambiano a seconda dell’area geografica ed i soci si adeguano di conseguenza, scegliendo la torrefazione che possa fornire la tipologia di miscela più adatta alle esigenze dei consumatori della sua zona. Come ho già accennato, rispetto ai fornitori non siamo



stata mai una forte incisività commerciale per andare a partecipare a gare nazionali.

un gruppo di acquisto con l’obiettivo di ottenere il miglior prezzo, ma dialoghiamo con i nostri fornitori su progetti che possiamo condividere, come ad esempio il lancio di un nuovo prodotto. In questo caso, ci possiamo proporre come tester, ovvero inseriamo quel prodotto nei nostri distributori, monitoriamo l’andamento delle vendite, riuscendo a raccogliere i dati di sell out per categorie, in modo da poter valutare con il nostro fornitore se il prodotto raccoglie consensi, in quali location, da parte di quale target di consumatori e così via. Questa fase vede coinvolto il fornitore e il Consorzio inteso come gruppo; una volta che il prodotto entra nel portafoglio dell’offerta dei nostri gestori, il rapporto col fornitore diventa diretto, senza alcuna intermediazione da parte del Consorzio. E per quanto riguarda le gare? Anche in questo caso, tranne rare eccezioni, non c’è

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Tu sei nel Vending da 18 anni. Com’è cambiato questo mondo e come cambierà ancora? In questi anni il Vending è cambiato, ma non così velocemente e così profondamente come si crede. Se pensiamo al tema della sostenibilità ambientale e sociale, oggi argomento in primo piano, la maggior parte dei gestori è impreparato, è ancora lontano dall’idea che questi principi debbano far parte delle proprie linee guida, diventare asset strategici della crescita. Un concetto a cui noi come Consorzio siamo arrivati da tempo, se consideriamo che già 5 anni fa abbiamo presentato il nostro Bilancio di Sostenibilità. È chiaro che ora tutti saranno costretti ad adeguarsi, ma costretti è diverso dal credere davvero in queste tematiche, sentirle proprie. Tutto sommato, direi ben venga, anche se sotto la spinta di pressioni esterne, perché questo aiuterà il Settore a migliorare e a mostrarsi migliore agli occhi di clienti e consumatori. E cosa ritieni sia cambiato rispetto all’offerta al consumatore? Per quanto riguarda i prodotti, la proposta al consumatore è necessariamente cambiata nel tempo perché sono cambiate le sue esigenze e lo abbiamo visto in maniera particolare in questo anno e più di pandemia. Se, ad esempio, qualche anno fa i primi prodotti a chilometro zero o free from non erano nelle scelte del consumatore, oggi la gamma rispetto a queste categorie è senza dubbio più ampia, il consumatore ha maggiore possibilità di scelta ed i prodotti stessi si presentano migliorati anche nelle caratteristiche di gusto, per cui cominciano ad essere maggiormente selezionati. Ma si tratta comunque di piccoli numeri, rispetto alle grandi marche che continuano ad avere un posizionamento da leader nelle vendite. Stessa cosa per alcuni tipi di bevande, come quelle energizzanti o le tisane, ma


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che hanno difficoltà ad accettare l’idea di un Vending “tecnologico”. D’altra parte, è lo stesso cliente che frena questa evoluzione, che vede la pausa in azienda come una perdita di tempo da parte dei dipendenti e quindi non vede di buon occhio il distributore automatico che trasmette messaggi, comunicazioni, filmati e quant’altro. Teme che il suo dipendente si trattenga oltre il dovuto, attirato da questi espedienti tecnologici. Il Settore, da questo punto di vista, non riesce ad imporsi e a fare in modo che il suo cliente veda il momento della pausa ristoro dei dipendenti, non più solo come prendere un caffè o uno snack al volo, ma come momento di aggregazione, occasione per distrarsi e ricaricarsi per continuare al meglio la giornata lavorativa. Credo che un cambiamento in questa direzione ci sarà, ma con tempistiche lente perché è prima di tutto la mentalità che deve cambiare. la crescita di queste categorie resta lenta, sebbene la grande industria abbia cominciato a rivalutare il Vending come canale di vendita anche di prodotti destinati a piccoli segmenti del mercato. Secondo te, cosa frena i gestori ad inserire macchine di ultima generazione? Penso che sia un fatto generazionale. Escludendo i grandi gruppi, un’enorme fetta di mercato è costituita da piccole società gestite ancora in maniera tradizionale,

Qual è invece il futuro di Coven? È quello di guardarsi un po’ all’interno e riprendere in mano quei progetti che, a causa della pandemia, abbiamo dovuto abbandonare. A ottobre avremo il primo comitato in presenza, dopo i tanti incontri a distanza, e cercheremo di riprendere il nostro percorso da dove eravamo rimasti. Gli ultimi 18/20 mesi sono serviti per sentirci vicini, per valutare e condividere le azioni da intraprendere per contrastare e limitare gli effetti della pandemia. Da ottobre dovremo tornare alla nostra normalità.


Vi aspettiamo: Padiglione 13P Stand L15


A HOST IL MONDO DELLE ERBE OFFICINALI INCONTRA IL MONDO DEL CAFFÈ DALL' ANTICA CULTURA ERBORISTICA ALLA RICERCA SCIENTIFICA DI CIALDE, CAPSULE E FILTRI IN SISTEMI COMPATIBILI

Dottor Giuseppe Maria Ricchiuto - farmacista erborista

Sandemetrio è un’azienda di eccellenza nella coltivazione e lavorazione delle erbe officinali, un traguardo a cui è arrivata coniugando da sempre passato e futuro, tradizione e novità, avvalendosi dell’esperienza erboristica del titolare, il dr. Giuseppe Maria Ricchiuto. Già presente sul mercato con una vasta gamma di bevande salutari a base di erbe officinali, l’azienda espone a HOST 2021 con una grande novità: introdurrà nel mondo della torrefazione una valenza salutistica nel consumo di caffè con le erbe. Ce ne parla in anteprima il dott. Ricchiuto, presidente della Sandemetrio srl.

In base a quali ragionamenti ha deciso di approcciare il mondo del caffè? Un po’ sulla base di alcune valutazioni e un po’ per istinto, Dopo 50 anni in cui mi sono occupato di erbe officinali, concentrando la mia attenzione principalmente sulla cura della salute secondo la medicina naturale, ho voluto confrontarmi con l’universo delle torrefazioni, del tutto nuovo per me, con l’ambizioso obiettivo di

arricchirlo sotto l’aspetto salutistico. Mi ritrovo oggi ad applicare la mia cultura erboristica al caffè, all’orzo, alla camomilla, al ginseng, ovvero ad alimenti propri del comparto del Beverage, cercando di trovare tra essi il giusto equilibrio. È una sfida molto entusiasmante! Ma è anche la possibilità di ampliare il business entrando in un nuovo canale. Mi sbaglio? Tutt’altro, la nostra ambizione non è tanto quella di crescere come azienda dal punto di vista dei risultati economici, quanto piuttosto dal punto di vista delle dimensioni, ovvero per la capacità di ampliare gli ettari di terreni da coltivare e, di conseguenza, di impiegare un maggior numero di collaboratori. Affrontare nuove sfide, come quella di cui stiamo parlando, significa anche questo, ovvero rafforzarsi come struttura interna e riorganizzare gli spazi che coltiviamo. Ho già acquistato una nuova struttura di 5.000 mq coperti, che stiamo allestendo per essere pronti entro la fine dell’anno. La scelta di uno spazio così grande non è stata casuale, ma studiata in base agli ambiziosi obiettivi che mi sono


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posto, ovvero di puntare anche al mercato internazionale. Per me, infatti, il mondo del caffè ha una valenza salutistica molto importante e portare le erbe nei luoghi in cui si consuma ogni giorno, come il bar o l’ufficio, significa far conoscere al consumatore finale una realtà ancora di nicchia, qual è quella delle erbe medicinali. Faccio un esempio semplice. Tutto è cominciato col ginseng, molto diffuso, molto amato ma poco conosciuto come pianta. Ecco, l’obiettivo è di spiegarne le origini, la storia, le caratteristiche, come viene estratto il principio attivo che poi viene abbinato al caffè. Questo discorso vale per tutte le altre piante ed è un lavoro molto entusiasmante, perché significa fare cultura, trasferire ai consumatori la conoscenza di questo mondo straordinariamente interessante.

ra di questo, la qualità delle materie prime, sulla quale il futuro deve puntare. Sappiamo tutti che la qualità del caffè in Italia non sempre è eccellente, un fattore che incide anche sulla salute. Sandemetrio punta a portare l’eccellenza delle sue erbe officinali nella torrefazione di qualità, migliorandone la categoria.

Questo vi porterà ad ampliare la produzione inserendo ulteriori erbe? Al momento, nel nostro orto botanico abbiamo circa 2000 specie di erbe officinali frutto di una quarantennale esperienza erboristica. Ogni anno, con l’impegno del nostro reparto ricerca e sviluppo, selezioniamo nuove piante che possano rispondere alle necessità funzionali e di benessere dei consumatori. Questo potrà accadere anche portando le nostre erbe nel mondo delle bevande, prima fra tutte il caffè. Oggi abbiamo importanti novità da portare nel mondo del Beverage come miglioramento della categoria nella direzione del salutistico. Prendiamo ad esempio proprio il caffè: non tutti lo digeriscono, può portare bruciori di stomaco, problemi intestinali ecc., ma con delle correzioni come la menta o la melissa si possono mitigare questi effetti e dare un valore aggiunto al caffè, sia dal punto di vista salutistico che per quanto riguarda il gusto. Altro esempio è l’orzo, che non ha un gran sapore - diciamo la verità - e viene assunto soprattutto perché fa bene, contiene mucillagine ed è un ottimo alleato per un buon funzionamento dell’intestino. Abbiamo pensato di aggiungere all’orzo nuove piante per migliorarne il gusto, come la menta che gli conferisce una fragranza sicuramente molto più gradevole.

Tutto questo significa per voi un grande investimento in risorse umane e finanziarie. Crede che il mercato sappia riconoscere questo sforzo? Senz’altro! Stiamo ampliando le aree coltivabili e le strutture per la lavorazione delle erbe, abbia acquistato nuovi impianti, con un investimento di circa 2 milioni di euro, tra cui macchine confezionatrici e capsulatrici compatibili con i marchi Nespresso, Dolce Gusto e A modo mio. Tutto questo sforzo è finalizzato a portare avanti la nostra missione, che è dare cultura, servizi e qualità del prodotto. E i consumatori, oggi più di ieri, sono perfettamente in grado di riconoscere i prodotti e le aziende che offrono la miglior qualtà e il miglior servizio sul mercato. Siamo di fronte ad una generazione di consumatori che non si limita acriticamente a consumare la sua bevanda, ma vuole sapere cosa contiene, come è fatta. In buona sostanza, vuole cultura e noi abbiamo il dovere di rispondere a questa esigenza.

Quali sono i principi che guidano le vostre scelte? Sicuramente fare cultura affinché queste bevande non diventino una moda ma restino nel tempo e, prima anco-

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Avete iniziato già delle collaborazioni? Sì, stiamo lavorando con alcuni torrefattori che, come noi, lavorano sulla qualità e che, per il futuro, intendono migliorare ancora di più questo aspetto, puntando al salutistico, a bevande che fanno bene, oltre che dare piacere. Ci sono nuovi orizzonti qualitativi da raggiungere e Sandemetrio si rivolge ai partner del mondo del caffè che condividono questo obiettivo.

HOST 2021, rappresenta il grande ritorno delle fiere internazionali. Cosa ne pensa? Le fiere sono un arricchimento di conoscenze e di idee, momenti importantissimi di confronto con i colleghi attraverso i quali migliorarsi, così come trovo interessanti i convegni, da cui trarre insegnamenti che aiutino a migliorare la qualità del lavoro e del prodotto. Se ne è sentita una grande mancanza in questi lunghi mesi di pandemia, dove si è cercato di sopperire con fiere e convegni digitali. Ma non è la stessa cosa di una


fiera in presenza, dove ci si guarda negli occhi, ci si confronta a tu per tu, si incontrano colleghi, amici, clienti, fornitori e anche voi della stampa, che avete il compito di far conoscere e promuovere le novità.

A HOST 2021 presenteremo per la prima volta la Sandemetrio al settore dell’Ospitalità e del Fuori Casa internazionale all’interno di un contesto storico, che vede una grande rivalutazione della tradizione popolare della medicina naturale e, quindi, di tutto quello che la nostra madre terra ci dà. Sandemetrio, che raccoglie questa tradizione ma con rigore scientifico, utilizzando tecnologie avanzate, è protagonista di questo cambiamento, valorizzando il prodotto naturale e facendone cultura. A HOST ci presentiamo con uno stand espositivo di grande impatto visivo, che sintetizza a pieno i punti fondamentali della nostra azienda: innovazione, sostenibilità, tecnologia e sicurezza.

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Con l’introduzione dell’obbligo di Green Pass per accedere nei locali della ristorazione, delle mense aziendali, dei trasporti e dei luoghi di lavoro Custom ha sviluppato Green Mate, una soluzione inedita e di semplice utilizzo, che permette un controllo accessi più fluido e discreto. Si tratta di una soluzione kiosk stand-alone con scanner QR-code e stampante integrata, che permette di verificare in real-time la certificazione verde. Una soluzione flessibile che, dopo l’emergenza dovuta alla pandemia, sarà anche facilmente convertibile in self-order o eliminacode, garantendo in questo modo vantaggi immediati e anche a lungo termine.

La verifica del Green Pass avviene attraverso semplici passaggi: 1. SCANSIONE: scansione QR-code in autonomia da parte del cliente 2. CONFERMA: avviso con luce verde e visualizzazione dati personali sul display 3. STAMPA: stampa biglietto con: data, ora, nome e cognome dell’utente 4. CONTROLLO: il titolare dell’attività, è libero di effettuare il controllo tra i dati stampati sul biglietto e il documento d’identità in modo agevole e discreto, senza creare assembramenti nella zona di ingresso. Green Mate, rigorosamente made in Italy, risponde alle esigenze del momento: controllo Green Pass, distanziamento tra le persone, riduzione di file, flessibilità e razionalizzazione dei controlli.

Da una lunga tradizione nell’arte pasticcera nasce il Croissant Sfogliato Melegatti prodotto nello stabilimento di San Martino Buon Albergo (VR), la “seconda casa” dell’azienda. Frutto di un lavoro accurato in cui, accanto alla più avanzata tecnologia degli impianti, c’è sempre il costante apporto degli specialisti della pasticceria, che garantiscono un croissant di qualità. Per la produzione del nuovo croissant, accanto all’originale Lievito Madre Melegatti che risale al 1894, vengono utilizzate uova fresche italiane provenienti esclusivamente da galline allevate a terra e del miele rigorosamente italiano. Il risultato è un croissant dall’aspetto invitante che presenta una doratura in superficie

che dona piacevoli sensazioni visive prima ancora che gustative. Sei i gusti disponibili: classico con cristalli di zucchero, albicocca, cioccolato, ciliegia, crema e pistacchio. La grafica del packaging replica quella dei singoli prodotti caratterizzati dagli elementi istituzionali del brand per assicurare la necessaria distintività della qualità Melegatti: l’antica araldica, il bollo del Lievito Madre 1894 e l’inconfondibile colore blu Melegatti.

Arriva anche nel canale Vending con il nuovo brik YOGA ecosostenibile in Tetra Crystal® nel formato 200 ml. Realizzato per l’86% con materiali provenienti da fonti vegetali e con una superficie totale ridotta del 7% grazie agli angoli smussati che ne facilitano la presa, il nuovo brik 200 ml Tetra Crystal® di YOGA per il Vending è realizzato con più carta, meno plastica e alluminio. In questo modo, lungo il ciclo produttivo del packaging si ottiene un risparmio del 14% di emissioni di CO2 rispetto alle confezioni precedenti.

Nel nuovo brik eco-sostenibile per il canale della distribuzione automatica c’è tutto il gusto della gamma YOGA Optimum, con tanta frutta (fino al 70%) della migliore qualità. Sono sei le referenze realizzate in esclusiva per il Vending (Pera Italiana, Pesca Italiana, Albicocca Italiana, ACE, Mela Banana, Arancia Rossa Italiana), ognuna delle quali personalizzata con il packaging caratterizzato da un proprio colore distintivo, così da rendere più vivace e accattivante il prodotto. La nuova gamma YOGA Optimum in Tetra Crystal® per il Vending viene venduta in confezioni da 24 pezzi.


Avresti mai pensato che il tuo vasetto di yogurt potesse diventare in carta?

Per il mondo dello yogurt e del burro, dei formaggi freschi e delle creme spalmabili, i contenitori Seda in cartoncino certificato e riciclabile sono disponibili in diversi formati e soddisfano i più esigenti requisiti di conservabilità del prodotto. Differenzia il tuo brand grazie ad un nuovo packaging Seda in carta. Scopri di più su sedagroup.com


LE NUOVE VENDING DELLA GAMMA IMPULSE I nuovi distributori automatici Twist, Vivace e Vivace SL completano il rinnovamento della gamma Impulse Necta e rappresentano una grande evoluzione per questo segmento, proponendo soluzioni tecnologiche tipiche dei prodotti di fascia alta della gamma Necta. Efficienza energetica, attenzione all’ambiente, qualità e prestazioni avanzate: sono questi i punti di forza dei nuovi modelli. Vediamoli nello specifico. Twist e la gamma Vivace sono distributori automatici con performance energetiche al top della categoria, caratteristica che, più di ogni altra, li rende decisamente “green”. L’unità refrigerante adotta la tecnologia R290, un gas naturale caratterizzato da un ridotto GWP (Global Warming Potential). Grazie alla loro efficienza energetica e al processo di economia circolare in cui sono progettati e realizzati, i nuovi distributori si distinguono per l’elevata sostenibilità ambientale, che si traduce in un basso carbon footprint. Il consumo energetico è eccellente e ottiene la Classe C, ponendosi ai vertici attuali di performance secondo la nuova classificazione stabilita dall’Unione Europea. Oggi Twist e Vivace sono la scelta migliore disponibile in termini di efficienza nelle prestazioni: basti pensare che Twist consente un risparmio energetico fino a -71% rispetto al modello precedente della gamma Necta.

Tra le novità tecnologiche introdotte dai nuovi distributori Necta spiccano la riconfigurabilità verticale semplificata (V-FLEX), la possibilità di distribuire cibi pronti, insalate e prodotti alimentari freschi, la visibilità dei prodotti ottimizzata (+ 35% di luminosità), l’utilizzo del TFT Color Display per comunicare con l’utente tramite video, informazioni nutrizionali e slideshow. Anche la gestione dei layout di Twist e gamma Vivace è più flessibile e varia, con nuove guide che garantiscono più spazio tra i vassoi e la vetrina e consentono la distribuzione anche dei prodotti più ingombranti. A questa caratteristica si abbina una maggiore apertura del vano prelievo, che rende l’estrazione del prodotto molto più agevole. Oltre alle configurazioni più tipiche del segmento Impulse, i nuovi modelli offrono l’opportunità di configurare la cella 100% food o con layout a tre temperature. Inoltre, su richiesta, è possibile prevedere un layout ottimizzato per prodotti non food che non necessitano di refrigerazione, come ad esempio i dispositivi DPI. Da segnalare infine che anche l’estetica rinnovata, col cambio colore del cabinet e l’interno della cella bianco, aumenta l’attrattività dei prodotti offerti. Twist, Vivace e Vivace Slave sono già disponibili per il mercato europeo.

IL G R U P P O E V O C A E S P O N E A HO S T 20 21 M IL AN O - D A L 22 AL 26 O T T O BR E P E R P R E S E N T AR E T U T T E L E N O V IT À . P AD IG L IO N E 22 - S T AN D G 28 - K3 7

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Vivident Ice è il nuovo chewing gum senza zucchero sorprendentemente morbido che già dal primo morso regala una sensazione mai provata prima. I cristalli di xilitolo presenti all’interno, inoltre, sprigionano un’immediata e intensa freschezza, che richiama quella del ghiaccio, per un’esperienza unica che dura a lungo. Oltre al gusto dal carattere deciso di Vivident Ice Peppermint il nuovo chewing gum di Vivident viene proposto nell’inedito sapore dal gusto fruttato e intenso dell’uva, Vivident Ice Grape, per vivere un’avvolgente experience e una nuova dimensione di freschezza e morbidezza, Fresh al 100%!

Vivi l’Isola Vivident Per sostenere il rilancio delle attività commerciali e culturali della città di Milano Vivident ha lanciato il progetto Vivi l’Isola Vivident. In collaborazione con l’Associazione Distretto Isola e Isola Artigiana, Vivident presidia con piccoli e grandi appuntamenti i numerosi eventi del quartiere, invitando non solo i suoi abitanti, ma tutta la collettività, a ritrovare la curiosità verso il mondo e gli altri. Per farlo, sono necessarie due cose fondamentali: uno spunto di conversazione e un punto d’incontro. Da qui nascono gli #spuntidincontro Vivident: una serie di tips, informazioni inaspettate e notizie divertenti che fungeranno da stimolo per iniziare una conversazione, riscoprire una passione, tornare a vivere al massimo il quartiere e soddisfare quel desiderio di relazione, normalità e vita all’aria aperta che la pandemia ha fatto Primo #spuntodincontro Vivident è stata la Milano Design Week. Il brand è stato infatti partner dell’Isola Design District e Main Sponsor della mostra Playful, Young, Design, un’esposizione collettiva con focus sul playful living, nella quale i partecipanti hanno interagito con arredi colorati, polifunzionali e modulari. L’hub di accesso a queste nuove esperienze, opportunità e storie possibili è la fermata della metropolitana M5 ISOLA, che, grazie a Vivident, è diventata protagonista di una rivoluzione 100% fresh. Il brand l’ha rivestita con un nuovo look fresco, colorato e giocoso, personalizzandone gli spazi interni ed esterni con pannelli quadrati dai colori vivaci. Un mosaico che impreziosisce tutti gli elementi della stazione e che presenterà per i prossimi 12 mesi tips e curiosità relative a sei main topics - musica, sport, trend, cucina, wellness, travel - per stimolare la condivisione, la conversazione e la scoperta di nuovi interessi comuni.

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tostini.com

Il gusto ha sempre ragione.

Ogni chicco di Caffè Tostini è colmo dell’ingrediente per noi più importante: la qualità. Come quella che garantiamo in ogni fase del nostro processo di produzione grazie ad un suo continuo controllo. Oppure come quella che cerchiamo in ogni piantagione e in ogni coltivazione grazie ai nostri esperti. E infine come quella che offriamo in ogni tazzina, frutto della passione e del sapere dei nostri maestri del Caffè che preparano miscele straordinarie.


BACK TO SCHOOL IN SICUREZZA Le scuole hanno finalmente riaperto in presenza e, di conseguenza, sono ripartite anche le vendite ai distributori automatici, che rappresentano una quota importante del mercato del Vending. A settembre dello scorso anno, diversi istituti hanno preferito impedire o limitare l’accesso ai distributori per paura del contagio. Ora invece i gestori possono superare tutti i timori di presidi e genitori, offrendo una pausa in tutta sicurezza grazie ad OPTO.

In questo modo è facile scegliere i prodotti più salutari o a riconoscere quelli che contengono allergeni. OPTO funziona su tutti i modelli di distributore: un’unica app per una bottiglietta d’acqua, un caffè o una merendina. E con la gestione dei favoriti e le tante promozioni, si può facilmente stimolare la voglia di comprare.

OPTO infatti è completamente contactless: la selezione del prodotto e pagamento avvengono con pochi clic sul proprio cellulare, senza mai toccare la tastiera della macchina stessa, garantendo la sicurezza igienica in ogni fase dell’acquisto. La ricarica del borsellino con carta di credito è immediata e può essere fatta anche da casa, senza bisogno di essere collegati al distributore: gli studenti non devono portare soldi a scuola, né conoscere i codici della carta di credito dei genitori. Anche la tabella con gli ingredienti e i valori nutrizionali può essere consultata quando l’app è off-line. Da Frullà Bio un’autentica novità per il mercato Italia: il cocco arriva per la prima volta nel doypack. La linea dedicata alla frutta frullata biologica si arricchisce, infatti, di un mix che propone in un unico doypack da 100 grammi tre frutti per un gusto autentico, appagante e inconfondibile: mela, cocco, ananas. Si tratta di una novità assoluta per il mercato italiano, dove esistono doypack dal gusto tropicale, ma fino ad ora nessuno proponeva fra i frutti il cocco. 100% frutta, senza l’aggiunta di zuccheri, conservanti o altri ingredienti. Disponibile nel comodo formato doypack con tappo richiudibile.

Perfetto per la ripresa delle scuole e snack ideale in ogni momento della giornata, Frullà Kit Break è un mix di salute, benessere e gusto, nel quale le qualità della frutta fresca si abbinano all’energia del cioccolato. Infatti, un’unica pratica confezione contiene un classico Frullà 100% polpa di frutta frullata (mela e banana, nel fo rmato doypack con tappo richiudibile) più 4 minigallette di riso ricoperte da finissimo cioccolato al latte. Il tutto biologico e senza glutine. Semplice e nutriente, con sole 135 kcal per porzione, Frullà aiuta ad assumere ogni giorno la quantità di frutta raccomandata dai nutrizionisti.


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Fior di Loto marchio leader nello sviluppo di prodotti biologici in Italia, propone per il rientro alla routine una linea di prodotti pensati per una pausa nutriente e leggera. La linea “Go Nuts” comprende, infatti, prodotti a base di frutta secca e superfood in un pratico formato snack da 25 grammi per una pausa energizzante da consumare on-the-go. Ogni mix GoNuts è studiato per essere equilibrato nutrizionalmente e combina le proprietà dei singoli ingredienti per creare prodotti dalle caratteristiche particolari: Smart Mix, Full Life Mix, Happy Mix, Supernuts Mix, Beauty Mix sono le 5 referenze disponibili.

Ingenico, a Worldline brand, ha ottenuto la certificazione Bancomat dei nuovi moduli SELF, in particolare delle due versioni Self/2000 e Self/5000. La serie SELF è costituita da terminali di pagamento modulari standalone, adatti all’installazione in distributori self-service (vending machine, chioschi, totem, parcometri, biglietterie automatiche…) di ogni ambito e settore verticale. Tale omologazione dimostra l’impegno di Ingenico nel garantire la piena conformità delle proprie tecnologie al mercato bancario locale, per la gestione di carte di credito e di debito Pagobancomat, anche nella versione “digit”, e sottolineano l’attenzione dell’azienda verso i mercati della distribuzione automatica e dei pagamenti elettronici in modalità self-service. La disponibilità dei nuovi dispositivi SELF consentirà di espandere ulteriormente l’accettazione di carte di cre-

dito e di debito, per acquisti di ogni valore (con o senza PIN), così come l’accettazione di wallet e di carte privative, presso un gran numero di postazioni nel mondo della distribuzione automatica in generale: pompe di benzina, parcheggi, distributori automatici, biglietterie, colonnine di ricarica elettrica….

Baule Volante - leader da più di trent’anni nella creazione di prodotti biologici - in occasione di SANA 2021 ha presentato le novità di prodotto e le linee di punta del brand. Nel segmento snack un’interessante novità sono le Barrette Solo da frutta, prodotte con sola frutta italiana, controllata e selezionata, senza ingredienti aggiunti. La versione “solida” degli ormai storici Solo Frutta da bere, la linea di puree di sola frutta da gustare on-the-go senza zuccheri aggiunti. Senza glutine, sono disponibili nei gusti pesca e albicocca.

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nessun odore, residui irritanti, preoccupazioni per la degradazione della superficie o lunghi tempi di permanenza. 3M™ ha sviluppato una tecnologia innovativa chiamata 3M™ panni per la rimozione microbica istantanea, che utilizza una tecnologia unica e brevettata per rimuovere istantaneamente il 99,9% dei microbi dalle superfici dure e non porose. Un’azione diversa da quella dei disinfettanti che uccidono i germi, lasciandosi dietro i microbi morti e creando così un terreno fertile per altri germi. I panni 3M™ per la rimozione microbica istantanea intrappolano, trattengono e rimuovono rapidamente i microbi, in pochi secondi, dalle superfici dure e non porose usando solo acqua.

Una soluzione che si annuncia come un valido aiuto nel lavoro degli addetti alla manutenzione dei distributori automatici, agevolati da un sistema pratico e veloce, oltre che sicuro.

Il rivestimento di questi particolari panni 3M™ possiede una carica netta positiva, mentre la maggior parte dei microbi possiede una carica netta negativa. Una volta che i panni sono combinati con l’acqua, questa agisce come condotto tra le due cariche. I microbi vengono intrappolati istantaneamente all’interno della salvietta, eliminando virtualmente la contaminazione incrociata e permettendo all’utente di rimuoverli senza usare un prodotto chimico. Nessun prodotto chimico significa

In occasione della Milan Design Week 2021, Gruppo Cimbali ha presentato Faemina, una nuova macchina per il caffè espresso dal design unico ed esclusivo. Il Gruppo, con il suo brand Faema, fa così il suo ingresso nel segmento Home facendosi vero interprete del trend dell’home bar e anche Small Business come ad esempio boutique, concept store, bistrot, ecc. Faemina è una macchina in cui l’estetica non è fine a se stessa: combina sapientemente innovazione e design per offrire una performance eccellente in termini di qualità sia agli esperti del caffè, ma anche a coloro che aspirano ad una emotional coffee experience completa e di alto livello. Firmata da ItalDesign - da sempre sinonimo di Made in Italy - Faemina è un vero oggetto di design: elegante nello stile e minimal nelle sue linee e forme geometriche. Non solo. Faemina è anche sinonimo di performance di alto livello e praticità d’uso, grazie alle differenti soluzioni ergonomiche studiate appositamente per facilitarne l’utilizzo, garantendo sempre l’alta qualità in tazza. Con l'app dedicata Be Faema si potranno impostare i parametri e restare sempre connessi col mondo Faema.

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I SISTEMI CASHLESS COGES CERTIFICATI CONFORMI EVA-EPS Tutte le versioni dei sistemi di pagamento cashless E.C.S. Dynamos e Coges Engine hanno ottenuto il codice di conformità EVA-EPS, compreso il modello di Coges Engine abbinato al lettore di carte di credito per i distributori automatici Nebular Pay. Questo codice, rilasciato dal comitato EVA dedicato al Pagamento Elettronico, dimostra il rispetto da parte dei sistemi di pagamento Coges dello standard EVA. Lo standard EVA-EPS, di cui è stata rilasciata nel 2020 la seconda versione, definisce i requisiti minimi che devono essere seguiti dai distributori automatici e dai sistemi di pagamento elettronico per garantire la reciproca compatibilità. Lo standard include sia le specifiche hardware che quelle software e di comunicazione, dando indicazioni anche per un processo di acquisto da parte dell’utente finale facile da usare e coerente con quello sperimentato dai consumatori che utilizzano altri metodi di pagamento.

A Cibus Noberasco ha presentato la gamma di filiera 100% italiana: mandorle siciliane, fichi di Calabria, mele Ambrosia e nocciole del Piemonte, queste sono le referenze che vanno ad aggiungersi al progetto di coltivazione di Arachidi 100% Italia. Una filiera tutta italiana, certificata dal Metodo Noberasco (in collaborazione con RINA, ente esterno garante) con il quale l’azienda di famiglia si impegna a garantire la sostenibilità e tracciabilità di tutta la filiera produttiva. Tutto ciò anche grazie agli investimenti nell’utilizzo di tecnologie all’avanguardia che permettono, non solo di certificare che l’intera la vita del prodotto si svolge in Italia (dalla coltivazione al confezionamento), ma anche di intervenire nel processo in modo efficace, evitando inutili sprechi di risorse tra cui energia ed acqua. In anteprima assoluta, inoltre, sono state presentate le barrette VIVA Break a base di frutta secca, morbida e cereali. Ricche di fibre, senza glutine e senza olio di palma sono proposte in tre diverse versioni, accomunate dall’aggiunta di gocce di cioccolato: frutti di bosco, arancia e nocciola. In questo video Mattia Noberasco, AD dell'azienda, le presenta sugli schermi di Horeca Focus.

I sistemi di pagamento cashless per i quali Coges ha ottenuto il codice di conformità EVA sono l’E.C.S. Dynamos sia in versione per chiave MyKey che MIFARE ed il sistema Coges Engine nei modelli Base e Plus in versione Key, MIFARE e LEGIC® ed infine il sistema Coges Engine Plus equipaggiato con lettore di carte di credito PMT Nebular Pay.



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