Vending News 27

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L’editoriale di Fabio Russo

Ci siamo! Tra pochi giorni entrerà in vigore il DL 127/15 relativo alla memorizzazione e trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate dei corrispettivi di vendita dei distributori automatici. Qualcuno confidava in un ulteriore slittamento, ma a tutt'oggi nessuna proroga è stata discussa o concessa a favore dei gestori, molti dei quali dichiarano di non essere ancora pronti. Pertanto, dal 1° aprile prossimo gli imprenditori del vending dovranno adeguarsi all'ennesima burocratizzazione di questo strano, quanto meraviglioso Paese. Lentamente, verrà metabolizzato anche questo complesso passaggio. Nonostante l'attenzione delle parti coinvolte sia stata rivolta a questo tema, i primi mesi del 2017 hanno visto un fermento creativo e operativo come non accadeva da anni. Nuove macchine, hardware, prodotti, servizi e nuovi player sono entrati nel settore portando innovazione, entusiasmo e ottimismo. Un’innovazione che ha avuto e avrà ancora occasione di “mettersi in mostra” grazie alle numerose manifestazioni fieristiche dedicate: Rimini, Dubai, Mosca, Parigi, Colonia, Las Vegas, Catania, Shanghai, Bucarest, Birmingham, Madrid, fino all'Host di Milano che ha definitivamente inglobato il Vending tra le categorie rappresentate. Ad alcuni di questi eventi dedicheremo particolare spazio e attenzione attraverso i nostri media. Il nostro obiettivo è di mettere in evidenza novità e trend di mercato e di consumo, che possano essere punto di riferimento per gli attori della filiera, affinché adeguino la propria offerta alla domanda: i costruttori e i produttori di beni e servizi nei confronti dei gestori e questi ultimi nei confronti dei consumatori. Questi motivi, uniti all’obiettivo di stimolare una comunicazione di tipo trasversale tra tutti gli addetti della distribuzione automatica, ci spingono a migliorare continuamente per offrire ai nostri seguaci contenuti utili e una puntuale informazione. Per questa ragione, ci è sembrato importante costruire una piattaforma che dia agli addetti ai lavori l'opportunità di entrare in contatto diretto con altri addetti della filiera, e non solo operanti sul territorio italiano, in modo semplice e rapido. Grazie a Vending-people.com, infatti, ci siamo posti un obiettivo molto ambizioso: realizzare uno strumento verticale unico al mondo, interamente dedicato alla distribuzione automatica e ai settori ad esso affini, scritto in inglese e in italiano, per farlo diventare un potente veicolo di connessione professionale e personale. Lo presentiamo in questo numero nella sua versione Beta, insieme a tanti altri articoli e interviste, che raccontano il passato e il presente della distribuzione automatica. Perché se non si conosce il passato, non è possibile programmare in modo strutturato il futuro.


L’EDITORIALE

SOMMARIO

di Fabio Russo pag. 5

VENDING-PEOPLE

Un mondo di nuove opportunità pag. 8

RLG ITALIA INTERVISTA CON MICHELE DEL VECCHIO Il refurbishment dei D.A. anche in italia pag. 10

ACQUA SANT'ANNA - FONTI DI VINADIO INTERVISTA CON ALBERTO BERTONE

Tutti gli asset di Acqua Sant'Anna pag. 12

ACQUA SANT'ANNA - FONTI DI VINADIO INTERVISTA CON LUCA CHERI

Il Vending asse strategico della crescita pag. 16

IDB - INDUSTRIA DOLCIARIA BORSARI Lancia nuove e deliziose referenze per il Vending pag. 20

SIRIO VENDING INTERVISTA CON FEDERICO BOTTINI

SirioBox per la memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi pag. 24

ALBA TRAMEZZINI

Le novità 2017 per il Vending pag. 32

CAFFÈ BORBONE INTERVISTA CON MASSIMO RENDA Intuito, sacrifici, determinazione. Come nasce il successo di Caffè Borbone pag. 34

CSC - CAFFÈ SPECIALI CERTIFICATI Viaggio nelle terre del caffè di Centro America pag. 42

RISO SCOTTI SNACK INTERVISTA CON ROSA MARIA GIUPPONI E GIORGIO NOTARO

Gusto&Benessere nel mondo degli snack pag. 46

VENDING MANAGER INTERVISTA CON FEDERICA COSTANTINI

Il primo gestionale online per il Vending "a portata di gestore" pag. 52


Periodico bimestrale della distribuzione automatica Anno 2017 - Numero 27 Editore

Sede: Via Benedetto Brin, 69 80142 Napoli - Italia Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695 Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it Tel. 0810152150 Fax. 0810152151 Iscrizione al ROC n° 22385 dal 4 Maggio 2012 Direttore responsabile Francesco Ippolito Direttore editoriale Fabio Russo Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Francesco Ippolito Fabio Russo Flora Seta Martino Beggio Elisa Beretta Pascale Capelle Arianna Cocchi Victoria Kazakova Ilaria Ottavian Laura Quattrocchi Anette Schuerg Studio Suitner Michele Ferraro

RETE NELLA RETE INTERVISTA CON DAVIDE SOFFRITTI RETE nella RETE. Il meglio del service pag. 54

MDS ELECTRONICS

SelfBlue, veloce da installare, semplice da utilizzare

Stampa Tipografia TETI srl - Napoli Pubblicità: inferiore al 50% Vending News è una rivista tecnica dedicata alla distribuzione automatica. I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti

pag. 58

SERVICE VENDING INTERVISTA CON ROBERTO SALA Fare vending su progetti sostenibili pag. 60

BIANCHI VENDING

Bianchi Vending? Innovation machines! pag. 66

VENDEXPO

Termina con successo VendExpo 2017 pag. 68

EU'VEND & COFFEENA INTERVISTA CON DIETMAR EIDEN Tutto pronto per la fiera di Colonia pag. 70

BILT

Alla conquista del mercato russo pag. 72

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Un mondo di nuove opportunità

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ell’ultimo decennio, il modo di entrare e restare in comunicazione con amici, conoscenti e partner professionali è radicalmente cambiato. Gli strumenti offerti dal web e in particolar modo dai social network, hanno creato un nuovo e inatteso modo di comunicare, accettato e metabolizzato anche dalle generazioni più ostili ai nuovi mezzi digitali. Secondo una recente indagine condotta dall’università di Bonn, esiste una vera e propria “sindrome da telefonino”, generata dal desiderio di verificare attraverso il proprio smartphone se ci sono nuovi avvisi che segnalano un nuovo commento, un like ad un elemento postato, oppure qualche novità generata da un contatto appartenente alla propria rete di amicizie o professionale.

La rete. La rete di amicizie e/o di contatti. È il termine più intrigante e desiderato dell’ultimo decennio. E’ quello che dimostra a se stesso di non sentirsi solo in questa era di grande egoismo e solitudine, che consente di instaurare nuove relazioni di “amicizia” personali e professionali, di dare sfogo alla propria curiosità di scoprire le affinità con persone di cui si ignoravano alcune caratteristiche, di approfondire temi e discussioni come se fatti in un luogo fisico e a pochi centimetri di distanza riducendo la prossimità virtuale, scoprendo talvolta l’esistenza dei presupposti per lo sviluppo di nuove idee e opportunità professionali.

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Questi sono solo alcuni dei motivi che mi hanno indotto molti mesi fa alla creazione di una piattaforma interamente dedicata alla distribuzione automatica e al Fuori Casa, che fosse in grado di mettere in contatto addetti ai lavori, ovunque essi fossero, da qualsiasi nazione e segmento di mercato provenissero. È nato così www.vending-people.com.

Un nuovo social network dotato di numerosi strumenti professionali che consentono agli addetti ai lavori di entrare in contatto diretto, intraprendere relazioni professionali, partecipare, pubblicare annunci, ricercare ed offrire lavoro, presentare il proprio curriculum, pubblicare foto e video, iniziare argomenti di discussione nei blog per ogni tema sul quale desideri interagire e confrontarsi, creare gruppi , eventi, aste, negozi e tanto altro. Tutto ciò al fine di facilitare, attraverso il principio della condivisione e una buona dose di ottimismo, lo sviluppo dei propri affari, non solo in un ambito geografico locale, ma internazionale. Vending-people.com è infatti scritto in lingua italiana e in inglese ed è già predisposto per l’inserimento di altre lin-


gue che nei prossimi mesi verranno implementate. Ma questa non è che una descrizione sommaria e riepilogativa degli strumenti offerti. Sono tanti, infatti, gli strumenti professionali resi disponibili per presentare e proporre il proprio profilo, la propria azienda, un prodotto specifico o un’iniziativa da rendere visibile agli iscritti. Vending-people.com, infatti, oltre a disporre degli strumenti presenti sui principali social network di fama mondiale, propone agli addetti ai lavori delle sezioni di tipo professionale adatte al mercato del vending, assenti sulle altre piattaforme social ed essenziali per lo sviluppo del mercato nel futuro, sempre più globalizzato e digitale.

profilo e quello della vostra impresa, pubblicare quotidianamente ciò che si desiderate condividere o proporre agli iscritti anche sugli altri social network, grazie agli strumenti di condivisione presenti nello spazio dedicato alla pubblicazione.

Vending-people.com è attualmente in fase Beta e nei prossimi mesi saranno rilasciate le app per smartphone e tablet per la fruizione nei sistemi iOS e Android, al fine di poter seguire in ogni momento tutto quanto accade nel vending da un dispositivo mobile.

Il mio invito, dunque, è quello di iscrivervi invitando anche i vostri contatti e amici a farlo, iniziare a creare il proprio

Hai domande o suggerimenti da sottoporre al nostro staff? Scrivici: info@vending-people.com oppure, più semplicemente, iscriviti e contattaci dall’apposita area presente nella parte bassa di ogni pagina.

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Il refurbishment dei D.A. anche in Italia

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on la recente inaugurazione a Torino in corso Unione Sovietica della sede Italiana della capogruppo RLG Italia, Cycleon Recare attiva anche nel nostro Paese un servizio di ricondizionamento di macchine per il caffè e distributori automatici, parte di una più ampia attività che l’azienda svolge nell’ottica dell'environmental, Compliance, smaltimento e recupero di beni e materiali elettrici ed elettronici, pile, accumulatori oltre che degli imballaggi. Sostenibilità e riduzione dello spreco delle risorse sono alla base di un’azienda innovativa che conta oggi oltre 20 sedi nel mondo. Ne parliamo col dott. Michele Del Vecchio Responsabile Sviluppo Italia. Ci spiega esattamente qual è l'attività di RLG Italia? RLG Italia fa parte di un gruppo internazionale particolarmente attivo nel settore della reverse logistic, focalizzato verso tutto ció che puó essere considerato returns. La Business Unit Cycleon Recare, in particolare, svolge un ruolo chiave nell’economia delle industrie sia dell’elettronica che dell’elettrodomestico e da alcuni anni anche nel Vending, dove stiamo focalizzando molto del nostro lavoro. Proprio in questo mercato ci stiamo fortemente sviluppando con l’obiettivo di diventare leader nel refurbishment di vending machines e O.C.S. in Europa. Quali macchine per il caffè e distributori automatici ricondizionate? Attualmente, nel nostro stabilimento di Bucarest processiamo sostanzialmente quasi tutte le marche di Vending Machine, ovviamente con prevalenza N&W, ma anche Sanden, FAS, Crane, Bianchi, Saeco. Per le O.C.S. processiamo con volumi molto elevati praticamente tutte le marche: Lavazza e tutti i suoi modelli EP,

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Mitaca, Nespresso Krups e DeLonghi, Francis Francis. Ma ripeto,lavoriamo sostanzialmente tutte le marche. Chi si rivolge a RLG Italia / Cycleon Recare? Nel Vending certamente il nostro interlocutore é il gestore medio/medio grande, ma comunque anche il piccolo gestore con bassi volumi puó rivolgersi a noi. Il vantaggio di avere alle spalle una societá che ha anche una sua Business Unit Logistica ci consente di garantire anche al piccolo gestore piú o meno le stesse competitivitá. Anche il produttore, ovviamente, puó usufruire dei nostri servizi sia per il revamp di macchine ritirate, che per ricavare e ricondizionare parti di ricambio, utili per fare business o per avere disponibili parti di macchine anche obsolete. Come funziona il ritiro delle macchine da ricondizionare? Prima di ogni altra cosa, cerchiamo di fare “match” con il cliente, concordando gli standard qualitativi e tecnici, con un capitolato sottoscritto da entrambi, ma che principalmente soddisfi il cliente e le sue necessitá. Tutto viene descritto in un accordo che comprende tutte le voci di costo, parti di ricambio incluse, oltre che i costi di trasporto, in modo chiaro limpido, comprensibile e trasparente, affinché non ci siano sorprese sgradite. Solo dopo l’approvazione dell’accordo procediamo con il ritiro delle macchine, che vengono trasferite presso il nostro centro operativo di Bucarest, certificato ISO 9001 e 14001. Qui le macchine vengono identificate ad una ad una con un EAN Code, al fine di averne sempre la tracciabilitá e seguirne, macchina per macchina, lo status di tutti gli interventi che vengono effettuati, le parti di ricambio utilizzate, persino gli operatori che le processano. A questo segue una fase di primo test tecnico, visuale/ estetico, per definire quali interventi e a quali linee debbano essere assegnate le macchine, quali difettositá hanno ergo quali parti di ricambio necessitano etc. Poi le macchine vengono disassemblate e sottoposte ad


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un'accurata pulizia secondo gli standard qualitativi e normativi consentiti. Laddove necessario, vengono riparate nella carrozzeria perché magari vandalizzate, poi ritinteggiate ad hoc etc. Il processo termina con un audit interno molto accurato: fasi di test tecnico, controlli temperature, controlli meccanici ed elettronici, stressando le macchine per verificarne la piena funzionalitá e qualitá. Una volta riparate, quale destinazione hanno? Una volta terminati i test di verifica, le macchine vengono pallettizzate e protette con imballaggi ad hoc e re-inviate al cliente. Ci piace in questa fase, soprattutto per i primi lotti, interagire con il cliente: lo raggiungiamo nella sua sede e facciamo un audit insieme alla sua direzione tecnica, al fine di

Quali sono i costi del vostro servizio? I costi del nostro servizio non sono uniformi, ma variano a seconda delle esigenze che il cliente ha in fatto di qualitá finale e di risultato. Variano anche a seconda dello stato delle macchine e del lavoro che bisogna fare. Di sicuro, siamo tra le aziende piú competitive a livello europeo, senza timore di confronto. È peró nostra policy costruire intorno al cliente il giusto costo, che soddisfi e assicuri un risultato soddisfacente per entrambi. Chi volesse rivolgersi a RLG Italia / Cycleon Recare cosa deve fare? Siamo presenti su ogni media e social possibile. Per il territorio italiano e per il refurbishment è sufficiente scrivere due righe al mio personale indirizzo e-mail oppure contattare la nostra sede Italiana a Torino. Per saperne di più www.rlgitalia.com info@rlgitalia.com michele.delvecchio@cycleon-recare.com

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fare un ennesimo controllo/verifica sulla qualitá del lavoro svolto e rafforzare la sinergia tra le nostre aziende.


Sostenibilità, Innovazione, Qualità, Comunicazione

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Tutti gli asset di Acqua Sant'Anna

enti anni di storia nel comparto delle acque minerali non sono pochi, ma non sono neanche tantissimi per un'azienda come Acqua Sant'Anna - Fonti di Vinadio che è riuscita ad imporsi velocemente tra i top player del settore. Il recente esordio anche nel comparto delle bevande soft ha consolidato posizionamento e marchio, presente con sempre maggiore ricorrenza anche nella distribuzione automatica. Approfondiamo questa dinamica realtà imprenditoriale tutta italana conoscendo l'azienda attraverso l'intervista con il suo Presidente e AD Alberto Bertone e con Luca Cheri, Direttore Commerciale.

Acqua Sant’Anna è un marchio di successo appartenente ad un’azienda di famiglia che negli ultimi anni ha accelerato il ritmo ponendosi tra le prime in Italia nel suo comparto. Qual è il segreto? Il segreto, come mi piace raccontare spesso quando incontro i giovani che studiano per diventare manager, è esse-

re arrivati all’acqua minerale dalle costruzioni. Vengo da una famiglia che storicamente si è occupata di costruzioni edili. L’incontro con l’ambiente e le caratteristiche dell’acqua è stato un colpo di fulmine che ci ha fatto decidere di compiere un salto nel buio mettendoci alla prova in un settore lontanissimo dal nostro, di cui non sapevamo assolutamente nulla. Abbiamo imparato sul campo. Studiando e scoprendo quello che gli altri produttori avevano fatto fino ad allora, ci siamo sempre chiesti se fosse giusto fare così o non fosse meglio fare diversamente, talvolta anche l’opposto. Molte delle nostre decisioni sono andate controcorrente. Questo ci ha permesso di essere fin da subito innovatori di un settore peraltro molto complesso, dove hanno sempre dominato grandi gruppi internazionali. Non abbiamo mai perso la curiosità di chiederci se le cose si potessero fare diversamente e di provare a farle diversamente. Un esempio su tutti è l’essere stati i primi ad utilizzare la pubblicità comparativa per spiegare l’acqua minerale ai consumatori, per spiegare che non sono tutte uguali e perché e come sono diverse. Pensandoci oggi, che sempre di più si parla di mettere al centro i consumatori come persone che hanno delle esigenze e non come bersagli da colpire, è stato l’inizio di una grande rivoluzione. La nostra è un’attività di famiglia, italiana al 100%, e uno dei valori più forti di Sant’Anna, riconosciuto tra i brand italiani a più alto valore, è quello di essere riconosciuto come un marchio per le famiglie. Attenzione al consumatore ma anche all’ambiente. Come gestite l’impatto dei processi produttivi sull’ambiente? La nostra attività è legata all’acqua, una delle risorse più importanti del nostro pianeta. Il nostro stabilimento ha sede in montagna, a circa 1.000 mslm, nel cuore delle Alpi Marittime, al confine tra Piemonte e Francia. Non possiamo non essere attenti alle risorse e all’ambiente. Per questo motivo il nostro stabilimento è stato costruito


utilizzando prevalentemente legno e pietra, è un gioiello hi-tech racchiuso da materiali tradizionalmente utilizzati in montagna. La struttura rispetta i principi della bioarchitettura e della bioedilizia. La nostra attenzione si riflette in grandi e piccoli comportamenti. Ad esempio, utilizziamo il calore prodotto dai macchinari per riscaldare lo stabilimento e gli uffici. Preferiamo ove possibile il trasporto su rotaia anziché su strada per la distribuzione del prodotto. La movimentazione delle merci è gestita da una flotta di 40 robot di ultima generazione a guida laser, alimentati da elettricità e non a gasolio, quindi a inquinamento zero. Lavoriamo costantemente per ridurre al minimo gli imballi, come ad esempio la plastica che avvolge i pallet, i cartoni che separano i vari strati di bottiglie nel pallet e così via. Stiamo anche sperimentando un fardello invisibile che punta all'impatto zero. Insomma: non ci accontentiamo mai! E poi c’è la vostra BioBottle che ha ottenuto tanti e importanti riconoscimenti. Ci racconta com’è nata? BioBottle nasce con lo stesso principio da cui è nata Sant’Anna: l’attenzione alla qualità della vita e al benessere delle persone, soprattutto i bambini. Abbiamo provato a realizzare una bottiglia che non contiene petrolio: non solo per rispettare l’ambiente, ma anche per realizzare un involucro che fosse il più naturale possibile e rispettasse al massimo la naturalità dell’acqua. Anche in questo caso, siamo stati tra i pionieri della ricerca sui materiali ecologici, biodegradabili e compostabili, creando la prima bottiglia al mondo nel formato da 1,5 L di acqua minerale realizzata interamente in PLA, un materiale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri delle piante che, dopo l’uso, si può smaltire con i rifiuti umidi e si dissolve in meno di 80 giorni senza lasciare traccia nell’ambiente.

protocollo HACCP per il controllo dei passaggi produttivi a rischio, garantendo la qualità assoluta del prodotto imbottigliato. All’interno del nostro laboratorio ogni anno vengono eseguite migliaia di analisi per verificare che l’acqua sia imbottigliata con lo stesso profilo di purezza originaria riscontrato alla sorgente. Il processo produttivo è garantito per igiene e sicurezza da impianti di imbottigliamento di ultima generazione, sottoposti ad aggiornamento continuo, avvalendosi delle tecnologie più moderne presenti sul mercato. Considerando i passi fin qui compiuti, come immagina Acqua Sant’Anna tra 5 anni? Vogliamo continuare a crescere e a farlo per linee interne attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti, sostenuti da ingenti investimenti in ricerca, soluzioni tecnologiche all’avanguardia, automazione, IT, innovazione di prodotto e marketing. L’estero rappresenta un mercato dalle vaste opportunità ed è il nuovo campo su cui ci misureremo per rafforzare la nostra crescita ed esplorare nuovi orizzonti senza per questo dimenticare l’Italia.

Parliamo di qualità e controlli: ci descrive la metodologia di controllo della qualità e del monitoraggio effettuato sul prodotto imbottigliato? Tengo a fare una premessa, che spesso tendiamo tutti a trascurare. La produzione dell’acqua minerale è una delle più “naturali” dell’alimentare: al produttore spetta solo il compito di imbottigliare preservando al meglio le caratteristiche dell’acqua all’origine. L’afflusso dell’acqua di sorgente allo stabilimento è continuo, il ciclo produttivo non viene mai fermato e l’acqua in bottiglia è in grado di arrivare sulla tavola dei consumatori in sole 48 ore. L’acqua è costantemente sottoposta a controllo chimico-batteriologico e Fonti di Vinadio rispetta il

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Il Vending asse strategico della crescita

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pprofondiamo gli aspetti commerciali, il rapporto con il mercato e il consumatore, la strategia di sviluppo dei prodotti con Luca Cheri, Direttore Commerciale di Acqua Sant'Anna - Fonti di Vinadio. Avete iniziato il 2017 con lusinghieri numeri in crescita. Ce li vuole commentare? Nel 2016, a fronte di un mercato acque minerali che ha registrato un +0,7%, rimanendo sostanzialmente fermo, Acqua Sant’Anna – Fonti di Vinadio è cresciuta del 9,3%. Il 2017 è iniziato con numeri importanti: nel solo mese di gennaio abbiamo registrato un aumento delle vendite per 16 milioni di unità, tra acque minerali e bevande, rispetto a gennaio 2016. Anche in queste prime settimane si conferma dunque il nostro trend di crescita. Penso che il driver principale del nostro sviluppo sia stato proprio l’ampliamento del portfolio referenze, che abbiamo implementato negli ultimi due anni. Per un’azienda come la nostra, che non è una multinazionale, è un risultato importante non tanto per i quantitativi venduti, quanto piuttosto per essere riusciti a soddisfare una domanda nuova del mercato, soprattutto per ciò che concerne i formati per il consumo Fuori Casa. Qual è stato il percorso che ha portato Fonti di Vinadio ad entrare nel mondo delle bevande soft? Il nostro percorso, iniziato 20 anni fa, è partito con il posizionamento di Acqua Sant’Anna come acqua consigliata per l’alimentazione dei bambini, perché le sue caratteristiche organolettiche costituivano un elemento differenziante in questa direzione. Dal mondo dei bambini a quello degli adulti il passo è stato breve, dal momento che la composizione dell’acqua proveniente dalla nostra fonte è tale da renderla adatta a tutte le tipologie di consumatori, al di là del fattore età. Da qui, la progressiva affermazione e il crescente accreditamento del marchio sul mercato e presso le famiglie italiane. Circa tre anni fa, ci siamo accorti che nell’ambito della categoria delle bevande analcoliche non gasate si palesavano nuove esigenze e abbiamo pensato di poter essere in grado di rispondere a quelle richieste. Essendo specializzati nelle acque minerali ed essendo il comparto bevande totalmente sconosciuto per noi, abbiamo cominciato a “studiare” quali potessero essere le referenze giuste, in grado di rispondere all’emergente domanda del mercato. Così, abbiamo lanciato SanThé Sant’Anna nel formato da

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1,5L nei gusti limone, pesca e verde. Considerando che sul mercato c’era un solo player che proponeva il thè da infuso in formato bicchierino, due anni e mezzo fa abbiamo deciso di focalizzarci su questo formato, che è il secondo mercato in termini di consumo nella distribuzione moderna. Poi, nell’ottica di ampliare sempre più la gamma e per entrare più incisivamente nel Fuori Casa, abbiamo lanciato anche il mezzo litro e infine le lattine e i bicchierini. Qual è stato il risultato di questa vostra intuizione? Il risultato è molto interessante perché quando ti inserisci in un mercato presidiato da un solo attore, la conseguenza è che aumenta il giro d’affari del mercato nel quale entri. E così è stato. Il lancio di SanThé Sant’Anna non è stato pensato per immettere nel mercato un ulteriore thè freddo, ma per offrire una precisa alternativa su una tipologia specifica di prodotto: un the freddo di alta qualità, da infusione, con una range di formati adatti sia al consumo in casa che nel Fuori Casa e, soprattutto, con il bicchierino.


Ritiene dunque che il formato sia stata la chiave del successo? Non solo. L’altro elemento che, secondo me, è stato fondamentale e che nasce un po’ dal DNA dell’azienda, è stato quello di cercare di ascoltare e interpretare il cambiamento del consumatore e del suo stile di vita e, di conseguenza, una nuova domanda del mercato. L’abbiamo fatto l’anno scorso lanciando una nuova variante del thè che abbiamo chiamato SanThé Benessere, con la quale abbiamo cercato di dare una risposta alla crescente domanda di prodotti salutistici. È una linea senza zucchero, coloranti, glutine con l’aggiunta di ingredienti naturali che danno una connotazione di funzionalità: Zenzero e Limone, Mandarino, Mirtillo, Litchis, Melograno, Ananas nel formato bicchierino. La novità ha trovato il riscontro più che positivo di un target di consumatori un po’ più alto, molto interessante. Com’è stato accolto nel Vending? Questo lancio è stato molto importante nel Vending perché ha permesso di costruire un’offerta che, discostandosi da quella del biologico, punta al funzionale, rispondendo all’esigenza di prodotti che apportino un beneficio. Stessa cosa è accaduta per i succhi, un comparto che si muove tra Pet e Tetrapack e dove il principale target è il mondo dei bambini e degli adolescenti. Due anni fa abbiamo lanciato la linea SanFruit che ci ha dato molta soddisfazione. Anche in questo comparto siamo entrati portando un concetto d’innovazione sia per il succo e polpa che per il formato bicchierino che si distingue rispetto all’offerta tradizionale. Quel che è importante per chi sceglie un succo senza zuccheri aggiunti è senza dubbio il gusto che va a compensare una mancanza. Per questo motivo, i classici pera, pesca e albicocca stanno perdendo terreno con l’arrivo di nuovi gusti e noi di Sant’Anna stiamo lavorando per ripensare i gusti della nostra linea SanFruit e proporre qualcosa di nuovo. Inutile aggiungere che non posso svelare nulla!

La vostra offerta globale coglie in pieno le nuove tendenze verso il salutistico. Ritiene che sia questa la direzione che il comparto del Beverage debba nel suo complesso seguire per recuperare mercato? Come dicevo prima, la visione di Acqua Sant’Anna - Fonti di Vinadio parte dall’interpretazione dello stile di consumo delle persone. Quello che stiamo notando facendo benchmark tra i dati di mercato, non solo in Europa ma anche oltre oceano, è che cala progressivamente la domanda di tutto ciò che contiene zucchero e bollicine e dei gusti tradizionali per quanto riguarda sia il thè che i succhi. Parallelamente, cresce la domanda di tutto ciò che è in linea con Salute e Benessere. Siamo entrati in questo mercato mentre nasceva questo trend, lo abbiamo colto e stiamo dando le nostre risposte con prodotti mirati. Credo che chi, invece, ha dietro di sé una storia più lunga ed ha quindi fatto un suo percorso con prodotti tradizionali, debba adeguarsi a questo trend e ripensare la propria offerta. State rafforzando la vostra offerta per il Fuori Casa. Cosa proponete di nuovo? Proprio in questi giorni stiamo lanciando nuove referenze in risposta a nuove domande del mercato. Il comparto dei piccoli formati destinati al consumo Fuori Casa continua ad avere una crescita a doppia cifra, perché ingaggia nuovi consumatori.

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Quanto conta per voi il Vending? Il canale Vending fa parte dell’asse strategico dell’azienda. Mi spiego meglio: noi siamo giovani nel mercato dove siamo entrati necessariamente dalla Grande Distribuzione. Il fatto di aver implementato il nostro portfolio sia nel mondo dell’acqua che in quello delle bevande con formati adatti al consumo Fuori Casa, indica chiaramente che questo costituisce l’asse strategico dell’azienda. Il canale Vending per noi è molto importante perché ci consente di ampliare la visibilità e la distribuzione delle nostre bevande – e mi riferisco a tutti i nuovi formati e nuovi gusti – attraverso le società di gestione. L’esperienza è partita circa tre anni fa anche grazie all’organizzazione di una struttura dedicata che ci ha dato risultati positivi sia per l’acqua minerale Sant’Anna che, e soprattutto, per il thè in bicchierino e per il SanThé Benessere. Dopo gli ultimi anni non proprio facili per il comparto del Beverage e delle acque minerali in particolare, quali sono le strategie da adottare? Ascoltare il consumatore e soddisfare le sue domande; non considerare la leva del prezzo come unico driver di crescita o di recupero delle quote di mercato perdute; essere più agganciati al mercato per sviluppare formati e prodotti che rispondano ad una società che sta cambiando molto e molto velocemente. In definitiva, mettere il consumatore al centro della propria strategia, perché è il consumatore con i suoi bisogni a tracciare i percorsi da seguire.

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Per quanto riguarda l’acqua, la novità è il formato da 25cl che abbiamo chiamato “acqua da borsetta” perché è stata pensata ed è destinata proprio al mondo femminile. Ma non solo: è un formato che si adatta anche ad altre esigenze. Se pensiamo alla grande crescita che sta avendo il consumo di integratori minerali, sia nello sport che come coadiuvante nella giornata di lavoro, essendo questi prevalentemente in polvere, il formato da 25cl è perfetto per poterli assumere anche quando non si è a casa. Tutti i lanci che abbiamo fatto negli ultimi due anni sono orientati verso i piccoli formati: la 75cl Sport con tappo push&pull per il mondo degli sportivi, la 25cl per i bambini e ora la 25cl da borsetta con un design molto accattivante. Non dimentichiamo che siamo stati i primi a lanciare, anche con BioBottle, il formato da 1L sia naturale che gassata! In definitiva, posso dire che siamo nati con 5 formati ed oggi ne contiamo circa 60!



Lancia nuove e deliziose referenze per il Vending

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a IDB srl - Industria Dolciaria Borsari - proprietaria del marchio Borsari ha lanciato nel mese di marzo 2017 una nuova gamma di prodotti dedicati al mondo del vending. Il presidio del canale rientra in una precisa strategia di sviluppo e penetrazione del mercato, dove i distributori automatici vengono utilizzati come trampolino per dimostrare tutti i plus di queste specialità dolciarie. Perchè solo gustando i prodotti ci si rende conto delle sostanziali differenze rispetto ad altre referenze presenti sul mercato. L’intera gamma degli snack Borsari è stata pensata per soddisfare le aspettative di un mercato sempre più esigente sul fronte della qualità delle materie prime e degli ingredienti, oltre che naturalmente della salubrità: tutti i prodotti sono infatti senza olio di palma (ad esclusione dei croissant). Ogni famiglia di prodotti prevede poi una specialità realizzata a partire da una miscela di farine arricchite con crusca che favoriscono quindi una maggiore assunzione di fibre e contribuiscono a definire un gusto intenso ed allineato alle nuove tendenze di consumo. Straordinarie le nuove merende Più Buoni con gusti coinvolgenti, frutto della cinquantenaria esperienza dell’azienda nella produzione dei lievitati. Adatte ad ogni momento della giornata e con lunga lievitazione basata su lievito madre, rimangono soffici e profumate sino al consumo.





SirioBox per la memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi

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egli ultimi mesi è cresciuto il numero di soluzioni dedicate al tema della trasmissione dei corrispettivi seconda le nuove regole fiscali. Più o meno complesse, ognuna è il risultato di un grande impegno delle società specializzate in software gestionali, che hanno cercato di realizzare uno o più prodotti che potessero coadiuvare i gestori nel delicato passaggio dal vecchio al nuovo sistema. Sia sul nostro portale www.vendingnews.it che sulle pagine di questa rivista, abbiamo cercato di dare spazio alle diverse soluzioni, affinché i gestori nostri lettori, potessero individuare il prodotto più adatto alle proprie esigenze. Dedichiamo questo articolo alla Sirio Vending, che ha sviluppato un prodotto specifico denominato SirioBox. Iniziamo quest’intervista con Federico Bottini, fondatore della Sirio Vending, senza troppi preamboli, volendo affrontare subito quello che ormai può considerarsi un tema di primaria importanza per tutti i gestori del vending: la memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi secondo le disposizioni previste dall’art. 2 del DL 127/15. Partiamo dal focus di questa intervista: in che consiste la soluzione SirioBox? SirioBox è un prodotto rivoluzionario ed estremamente innovativo che aiuta il gestore in questo delicato e importante passaggio, inglobando nel contempo servizi che puntano ad ottimizzare tempi e costi della propria gestione. Si tratta, dunque, di una soluzione sviluppata ad hoc, in seguito all’approvazione del DL 127/15. Come funziona? SirioBox è studiato per garantire il massimo nella fase co-

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siddetta “transitoria” ma è già predisposto ed idoneo per la fase “definitiva”, salvo cambiamenti repentini. Anche in questo caso, ci siamo premuniti: quello che potrà succedere sarà un cambiamento di trasmissione e di dati che saranno facilmente modificabili. Non mi riferisco ovviamente ai dati trasmessi, ma alle modalità di utilizzo. SirioBox è in grado di trasmettere quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate anche in modo autonomo ed è predisposto per il rilascio dello scontrino elettronico. Andrà installato su ogni distributore master e collegato in exe o mdb; tutti i sistemi di pagamento, di qualsiasi marca o genere, sono compatibili e questo è un grande passo per il settore vending poiché, forse a discapito dei produttori, offre la possibilità al gestore di non aggiornare né sostituire gli attuali sistemi e/o gettoniere, offrendo un risparmio importante. Oltre ad avere ingressi exe e mdb, tramite una piccola interfaccia sarà possibile trasformare l’attuale gettoniera parallela in mdb, continuando a utilizzarla senza aggiungere sistemi exe per la rilevazione del dato. SirioBox sarà censito come Master occupandosi esso stesso dell’immagazzinamento e della criptazione dei dati. Anche in questa funzione è abbastanza competitivo, poiché in caso di guasto della gettoniera o del selettore chiave li si può sostituire senza alcuna dichiarazione all'AdE, proprio perché i dati di vendita vengono gestiti da SirioBox. Nella fase transitoria i dati saranno prelevati da SirioBox tramite apposite app sviluppate per sistemi iOS (Apple) e Android e trasmessi tramite smartphone. Il prelievo dei



dati sarà completamente wireless e, a questo proposito, invito i lettori a visitare il nostro sito dove potranno visionare un video dimostrativo. Quindi, nessuna interfaccia collegata allo smartphone o pesanti palmari: avvicinandosi al distributore automatico e lanciando l’app, i punti vendita verranno rilevati in automatico e da lì sarà possibile effettuare la trasmissione dei dati di vendita in formato EVA/DTS criptato. Non sarà possibile in alcun modo forzare lo scarico dei dati e, in caso di manomissione, SirioBox li cancellerà irrimediabilmente. Come gestisce eventuali anomalie? SirioBox ha un’intelligenza tutta sua: è in grado di rilevare le erogazioni effettuate tramite test; inserirle nel file EVA/ DTS collocandole in un’apposita colonna; è inoltre possibile capire da subito se una determinata erogazione non è conteggiabile come vendita. Ovviamente, se si effettuano erogazioni tramite chiave elettronica e/o moneta, senza ombra di dubbio, anche se è l’operatore o il gestore ad offrire un caffè al suo cliente, la stessa sarà conteggiata a tutti gli effetti come vendita. Come garantisce i parametri di sicurezza dei dati imposti dall’AdE? Per realizzare SirioBox ci siamo affidati ad un grosso produttore attivo nel campo da anni ed estremamente competente in materia. Mi piace vantarmi del fatto che SirioBox è interamente sviluppato e prodotto in Italia. Sirio Vending è una società indipendente, non siamo in alcun modo collegati o soci di nessuno. Credo che la sicurezza garantita dal nostro produttore sia unica nel suo genere. SirioBox è certificato e rispetta tutte le linee guida stabilite dall’AdE e il nostro produttore ci garantisce la massima sicurezza sul prodotto mentre le nostre app sviluppate da menti, mi piace definirle folli, offrono la massima sicurezza e segretezza del dato. Ci tengo a chiarire che i dati di vendita sono criptati direttamente da SirioBox e non transiteranno su alcun server. Saranno trasmessi dal terminale del gestore, il quale dovrà essere già censito, inserendo il sigillo elettronico come richiede l'AdE. Né Sirio Vending né società terze potranno avere accesso a tali dati. Teniamo a cuore la privacy dei nostri clienti. Per riassumere, quali sono i punti di forza di SirioBox? SirioBox è un punto di forza. Rispetto ad altre soluzioni è un prodotto che porta ad un livello superiore tutto il settore vending e per questo motivo abbiamo creato l’hashtag #vendingrevolution. Noi italiani siamo i leader del settore e, siccome Sirio Vending crede e tifa per l’innovazione, è pronta a rivoluzionare il settore con sistemi e servizi nuovi e giovani: l’innovazione è ciò che distingue un leader! Quale soluzione proponete a chi non possiede un software gestionale? Abbiamo sviluppato un software gestionale proprietario completo chiamato SirioGenius, che offre la possibilità di gestire in autonomia tutto il parco macchine. Si può associare un codice a barre al prodotto, gestire ordini, ingressi in magazzino, ddt, fatture, banche, mezzi, distributori, anagrafica, prodotti e molto altro ancora. Proprio per la delicatezza e riservatezza dei dati inseriti, il nostro software è compatibile con i soli terminali Apple (iPad, iPhone, iPod…). In versione desktop, invece, è compatibile sia con

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PC Apple che con PC Windows. SirioGenius è personalizzabile in base alle richieste dei vari gestori: ogni terminale ha la sua versione personalizzata e l’accesso tramite id e password nominativo. Abbiamo pensato al tablet per la parte commerciale e allo smartphone per quella tecnica e operativa. Non è possibile utilizzarlo su altri terminali. La lettura dei codici a barre e Qr-Code è effettuata tramite fotocamera; i dati inseriti sono visualizzabili in real-time dall’ufficio, che in qualsiasi momento per una più facile organizzazione può sapere, con un semplice click, dove si trova l’operatore e/o il tecnico ed inviare eventuali notifiche di intervento. Non è più necessario effettuare lo scarico dei dati la sera rientrando in azienda poiché i dati sono sincronizzati immediatamente con l’ufficio, così come l’incasso del singolo punto vendita una volta effettuata la rilevazione. Questa è un'esclusiva per chi acquista SirioGenius. I dati saranno trasmessi all’AdE e ai nostri server sempre in formato criptato e dai nostri server, rimanendo criptati,saranno trasferiti al SirioGenius del cliente. Qui i dati verrarro decriptati e resi visibili solo ed esclusivamente su quella postazione e licenza. Gli addetti alla conta sapranno ancora prima che l’operatore sia rientrato quanto incasso è stato prelevato dal singolo PV. Stiamo inoltre valutando lo sviluppo di un servizio che consentirà ai piccoli gestori o Shop24 di avere via email il file EVA/DTS criptato e un piccolissimo software per decriptare il dato e salvarlo in formato excel o txt per poterlo trasferire poi nel proprio gestionale oppure archiviarlo e stamparlo. Insomma, SirioGenius…un unico software per infiniti servizi.


Torniamo a SirioBox. È una soluzione che può diventare parte di un sistema di gestione vending più complesso. Cos'altro proponete? SirioVending nel suo SirioBox ha implementato anche un servizio di Telemetria chiamato SirioTelemetry e sta sviluppando SirioPay, un innovativo sistema di pagamento tramite smartphone dove ogni utente potrà tranquillamente consumare da qualsiasi DA purché sia presente SirioBox, annullando di fatto il codice gestore. I nostri server saranno in grado di riconoscere la gestione ospitante e accreditare l’importo della consumazione alla corretta gestione. Vogliamo avvicinare sempre più utenti alla distribuzione automatica per questo abbiamo voluto implementare i social network nel nostro SirioPay. Non voglio rivelare troppe specifiche e funzioni, ma vi garantisco che SirioPay, una volta terminato, rivoluzionerà il pagamento virtuale e farà in modo di unire amici a migliaia di chilometri di distanza stringendoli, seppur lontani, davanti ad un caffè sorseggiato nello stesso e medesimo istante. L’adeguamento implica oltre che un dispiego di energie anche un impegno di risorse economiche da parte del gestore. Quali sono i costi di SirioBox? Dopo l’uscita pubblicitaria di SirioBox e le varie voci che si sono susseguite, ho notato un cambio di rotta sui prezzi di vendita sia dei prodotti, sia delle app che sugli abbonamenti mensili per la trasmissione dei dati da parte di alcuni produttori. Non so se questa sia solo una coincidenza o

meno, ma rimane il fatto che se il mio pensiero è giusto allora vuol dire di aver veramente fatto centro. C’è chi segue e c’è chi sceglie: è tutta qui la differenza. Questo è l’inizio della vera #vendingrevolution. Non mi sento di fornire pubblicamente il costo di SirioBox in questo momento, come fanno tra l’altro anche altri produttori. Preferisco fare un’offerta mirata e idonea alla singola gestione o Shop24 in fase di contatto, anche perché la forte e inaspettata mole di ordini arrivati ci ha obbligato ad aumentare la produzione, spostando di fatto la data di consegna. Stiamo veramente rischiando di arrivare un attimo in ritardo e per questa eventualità, a nostre spese, siamo pronti a offrire in comodato d’uso ad ogni operatore di ogni gestione un'interfaccia che consentirà di prelevare i dati via irDa o Seriale (compatibile con tutti i sistemi di pagamento) dandogli modo di essere pronti per il 1° Aprile 2017. Lo storico sarà salvato e, una volta installato il SirioBox sincronizzato, non ci sarà alcuna perdita di dati. Le applicazioni saranno rilasciate sui vari store in forma gratuita e non vi è alcun abbonamento per la trasmissione dei dati. Tutto questo ovviamente nell’eventualità di un ritardo di consegna! Da ex gestore capisco che l'adeguamento alla normativa costituisce per il gestore solo un dispendio di denaro, senza alcun introito. Quindi, umanamente è impensabile infierire su questo. Le cose cambiano invece per i servizi: SirioTelemetry dà modo al gestore di ottimizzare tempo e denaro e SirioPay, non avendo nessun codice gestore, darà la possi-

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Com’è organizzata l’assistenza post vendita? Abbiamo reso estremamente semplice l’installazione e la programmazione di SirioBox. Dico sempre che è la semplicità a rendere tutto meraviglioso. Per questo motivo, abbiamo registrato dei video tutorial e allo stesso tempo offriamo sia assistenza telefonica che sul campo. Dal nostro sito si potrà aprire un ticket, descrivendo il tipo di assistenza richiesta. Per i primi 60 giorni dopo l’installazione di SirioBox, il servizio di assistenza telefonica e online sarà completamente gratuita. Trascorsi i 60 giorni, il cliente potrà decidere di continuare ad avvalersi del servizio ticket pagando una piccolissima quota. Chi volesse saperne di più o addirittura provare le vostre soluzioni, a chi si può rivolgere? Può rivolgersi direttamente a noi tramite sito www.siriovending.com dove troverà tutti i contatti. Inoltre, di recente abbiamo stretto una collaborazione con Eurodispenser srl di Roma dove a breve sarà possibile trovare tutti i nostri prodotti. Sarà proprio il team della Eurodispenser a garantire l’assistenza e l’installazione in tutta Italia. Sono i primi rivenditori che hanno aderito e creduto alla nostra iniziativa accettando le nostre linee guida. Esigo un prezzo trasparente e idoneo per la vendita dei nostri prodotti e servizi senza alcuna speculazione, come

purtroppo sta accadendo in questo periodo. Chi si avvicina a Sirio Vending dovrà poter acquistare i nostri prodotti e/o servizi tramite noi o rivendite autorizzate allo stesso e medesimo prezzo. Siamo attualmente in trattativa con altre rivendite situate in diversi punti d’Italia, per poter garantire sia una massima diffusione dei nostri prodotti e servizi sia una veloce, precisa e accurata assistenza postvendita. Chiudiamo quest’intervista con una domanda che avremmo dovuto farle all’inizio: chi c’è dietro la Sirio Vending? Ovviamente io! Scherzo. Da me parte tutto ma il grosso del lavoro è stato realizzato da un team appassionato, creativo, giovane che ama la tecnologia e l’innovazione. La parte commerciale, come il sottoscritto arriva dal vending, settore che amiamo e a cui teniamo molto. Tutto il team ha un’immensa esperienza sul campo e soprattutto da subito ha creduto e sposato la mia idea. Siamo aperti a nuove idee di collaborazione che valuteremo piano piano, ponderandole con il giusto impegno. Sono certo che faremo tante cose insieme e sempre insieme riusciremo in questa nostra #vendingrevolution, e come diceva qualcuno, sono convinto che circa la metà di quello che separa gli imprenditori di successo da quelli che non hanno successo sia la pura perseveranza. "Se non hai molta passione per quello che fai, non prenderai il sentiero verso il successo. Stai già rinunciando." (S.Jobs)

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Le novità 2017 per il vending

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ante le novità 2017 di Alba Tramezzini per il canale vending: nuovi formati, nuovi pack e nuovi gusti! L’azienda salentina, leader nella produzione di panini e snack per il fuori casa con un’ampia gamma dedicata alla distribuzione automatica, ha rinnovato la linea dei prodotti microondabili, inserendo nuovi ed intriganti gusti: BBQ, barbecue all’insegna del vero panino all’americana; Tirolese con ingredienti tipici di una regione nota anche per le sue peculiarità gastronomiche; Genovese in omaggio a un pane tipico della Liguria; Caliente per chi ama i gusti forti, tipici del Sud Italia. Le nuove referenze sono racchiuse in un packaging innovativo, con apertura ancora più semplice e perfettamente macchinabili nei distributori automatici. Solo 60 secondi per la fase riscaldamento in microonde, con un effetto “crisp” sulla superficie del pane davvero sorprendente, e una shelf life di 50 giorni. Ma le novità non finiscono qui: affinché i panini possano costituire un vero e proprio pasto nelle diverse condizioni del fuori casa, le grammature sono state aumentate fino ad arrivare al peso di 185 grammi! Le novità di Alba Tramezzini confermano ancora una volta il continuo ed intenso lavoro che l’azienda svolge per migliorare la qualità dei suoi prodotti, ove mai ce ne fosse bisogno, e per mettere a disposizione degli operatori della distribuzione automatica referenze di alta qualità, perfette per il canale, rispondenti alle esigenze dei consumatori, pur mantenendo un ottimo rapporto qualità/prezzo.

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onosco personalmente Massimo Renda da più di vent’anni, da quando il suo caffè in cialde - allora ancora a marchio L’Aromatika - cominciava ad avere una certa risonanza nel mondo del caffè napoletano e nel segmento del porzionato, con un mercato di inizi anni ‘90 in piena esplosione. Entrambi napoletani, per alcuni anni siamo stati vicini di capannone, lui con la sua torrefazione ed io con la mia società di gestione. Ciò nonostante, le nostre strade lavorative non si sono mai incrociate ed i nostri rapporti sono sempre stati improntati sulla stima reciproca per quanto ognuno dei due stava realizzando nella sua impresa. Nel 2010 ho lasciato il settore, intraprendendo una nuova avventura, questa volta nel campo editoriale e dei new media, un nuovo percorso che mi ha consentito di dare continuità a quanto fatto in passato e di mantenere in essere rapporti personali e professionali con gli operatori della distribuzione automatica. Quello con Massimo Renda rientra tra questi. Nel corso degli ultimi anni, ci siamo più volte incontrati in occasione delle fiere di settore: qualche scambio di battute e qualche breve intervista mi hanno fatto comprendere come l’azienda L’Aromatika, proprietaria del brand Caffè Borbone, stesse crescendo a ritmo sostenuto. Visto il delicato momento che il comparto del caffè porzionato sta vivendo, ho ritenuto che i tempi fossero maturi per approfondire alcune tematiche con un imprenditore che di questo settore ha vissuto tutto il percorso, a partire dagli anni d’oro. Nel recarmi presso la nuova sede dell’azienda, che oggi si trova in un’area industriale della provincia napoletana, organizzavo mentalmente la scaletta dell’intervista, mettendo a fuoco i temi che avrei voluto approfondire. Così ragionando, mi sono reso conto di non conoscere l’origine del nome Caffè Borbone, ossia di non sapere perché la scelta fosse caduta su un nome così altisonante per identificare una marca di caffè, ripromettendomi di chiederlo a Massimo non appena fossi arrivato. Detto fatto. La mia domanda ha aperto la strada ad un lungo racconto che ripercorre le tappe dell’azienda ancor prima del suo nascere, un racconto che ci ha momentaneamente allontanato dal focus dell’intervista. Aneddoti, imprevisti, incontri si sono intrecciati dando vita a una case history fatta di sacrifici, tanta gavetta, intuito, determinazione e, perché no, un pizzico di fortuna. Fabio Russo


Intuito, sacrifici, determinazione.

Come nasce il successo di Caffè Borbone

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erché Borbone? O meglio: cosa ha determinato la scelta di un nome storico così importante per un prodotto popolare come la cialda di caffè? Per spiegarlo dovrei partire un po’ più da lontano, dal mio ingresso nel mondo delle torrefazioni e poi in quello del caffè porzionato, perché Caffè Borbone nasce come sfida personale dalle ceneri della Renda Distributori, una ditta individuale che avevo creato, ancora una volta come sfida personale, per mettere alla prova il mio intuito, nel momento in cui ho creduto fortemente che il futuro del caffè fosse il porzionato. Ma sarebbe troppo lunga da raccontare… Proviamo a riassumerla! Ho iniziato a 19 anni lavorando nella torrefazione di mio zio, la Caffen dove, devo dire, ho imparato tantissimo, seguendo tutte le fasi della lavorazione del caffè: dalla tostatura alla macinatura. A questo proposito ti racconto un aneddoto. Ad un certo punto alla Caffen fu necessario acquistare una macchina tostatrice più grande e mio zio si rivolse all' azienda top a livello mondiale per la produzione di questo tipo di macchinari. Ordinò una 120 Kg. che, quando arrivò, date le dimensioni ci costrinse a disfarci della vecchia tostatrice. Ebbene, il cambio fu un disastro: la nuova macchina tostava talmente male che la Caffen perse tantissimi clienti, anche molti storici, rischiando di fallire, da che era una delle torrefazioni più quotate in Campania. I tecnici della torrefattrice vennero più volte a verificare la macchina, ma ritenevano che il caffè fosse buono, negando che il loro impianto avesse qualche problema. Mi intestardii e studiando e ristudiando la macchina, cercai di capire dove fosse la falla. Giunsi alla conclusione che il problema dovesse essere il bruciatore, secondo me sovradimensionato rispetto alla portata della macchina, per cui bruciava il caffè piuttosto che tostarlo. Chiamammo allora un tecnico bruciatorista di un’azienda campana che nulla aveva a che vedere con quel tipo di macchinari, il quale in una giornata di lavoro confermò la mia ipotesi e risolse il problema, sostituendo il bruciatore originale e adattandone un altro non specifico per la torrefazione del caffè. Il risultato fu un caffè perfettamente tostato! Quando lo riferimmo ai tecnici della torrefattrice, alla fine ammisero che su quella macchina era stato montato un bruciatore adatto ad una macchina da 240 Kg. e non ad una 120 Kg.! Questo episodio mi confermò che il lavoro in torrefazione mi aveva permesso di sviluppare tante competenze in questo settore, un bagaglio che mi ha accompagnato in tutto il mio percorso.

Torniamo al lavoro in Caffen. Cosa ti ha spinto poi a lasciare la torrefazione? Siamo all’inizio degli anni ’90. Allora la Caffen vendeva caffè per le macchine Superautomatica Saeco ad una grossa gestione campana che forniva uffici e piccole aziende con un contratto di comodato. Rimasi particolarmente colpito dall’enorme margine di ricarico tra il prezzo di acquisto e quello di vendita e cominciai a pensare che vi erano tutte le potenzialità per lanciarci anche noi in quel business. Lo proposi a mio zio, spiegandogli che avremmo avuto una marcia in più rispetto al nostro cliente, poiché Caffen era un marchio già affermato in Campania nel canale bar. Gli spiegai anche che, se anche il problema fosse stato etico, non ci saremmo messi in concorrenza col nostro cliente perché, secondo me, era un settore ancora inesplorato, dove c’era spazio per tutti. Mio zio non ne volle sapere, probabilmente poco convinto della bontà del mio progetto o perché troppo legato a un concetto tradizionale della torrefazione o perché poco intraprendente. Sta di fatto che non se ne fece nulla, nonostante ogni tanto io ritornassi alla carica, cercando di convincerlo. E così è andata avanti per anni. Come ci riuscisti? In realtà non ci riuscii, ma un giorno gli feci una controproposta: pur mantenendo il mio ruolo nella torrefazione, di cui curavo gli aspetti produttivi, avrei acquistato di tasca

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mia delle Superautomatica Saeco e, occupandomene nei ritagli di tempo, avrei tentato di entrare in questo nuovo canale, assicurandogli che gli avrei fatto un report periodico dei risultati. Accettò! Il problema era che non avevo una lira e dovetti vendermi l’automobile per poter comprare le prime 5 macchine Saeco da un rivenditore locale il quale, tra l’altro, me le fece pagare ad un prezzo sproporzionato rispetto a quello di mercato: ben 550.000 lire! Ad ogni modo, riuscii a piazzarle in poco tempo e capii che il potenziale del mercato era enorme, soprattutto se insieme alla novità della macchinetta offrivi un buon caffè, con un soddisfacente risultato in tazza. Per me, questo era ed è un concetto acquisito: puoi proporre qualsiasi tipologia di macchina, bella, tecnologicamente all’avanguardia, performante, ma se il caffè non è buono, tutto questo viene a cadere e il consumo non c’è. Passati 6 mesi, il risultato era stato sorprendente e perciò tornai da mio zio col mio resoconto, dimostrandogli con i numeri alla mano che il progetto era vincente. Neanche così riuscii a convincerlo! Neanche garantendogli che mi sarei occupato io di questa “divisione” senza togliere tempo a lui. Dovetti allora fargli una seconda controproposta: poiché in Caffen svolgevo un ruolo importante, gli assicurai la mia presenza in torrefazione fino alle due, l’ora in cui scattava lo spacco, dopo di che non sarei rientrato in azienda ma mi sarei occupato del nuovo business. Accettò e dal quel momento iniziò l’avventura vera e propria. Ancora con le Saeco e il caffè in grani? Sì, solo che continuai a comprare le macchine direttamente dalla Saeco che mi concedeva di fare piccoli ordini da 10 macchine alla volta applicandomi il prezzo giusto, che era di circa 350.000 lire. La struttura cominciò a prendere forma: assunsi due persone part time, una delle quali ancora lavora con me, arrivammo a gestire in breve tempo circa 150 macchine e ci mettemmo un impegno straordinario. Pensa che ogni Saeco che arrivava dalla casa madre veniva modificata con piccoli accorgimenti che ne miglioravano le prestazioni, in particolare sulla caldaia perché secondo me le temperature impostate di default non erano giuste. Sta di fatto che quando la Saeco decise di avere un rivenditore in Campania, mandò il suo direttore commerciale, il signor Alessandro Contini, perché ci conoscessimo da vicino e potesse scegliere tra noi e un altro candidato. Quando arrivò, gli offrii un caffè dalla Superautomatica che avevamo da noi, dopo di che chiacchierammo per un’ora e mezzo finché non arrivò per lui il momento di an-

dare. Prima di uscire, mi chiese di offrirgli un altro caffè e rimase sorpreso di quanto fosse buono dopo un’ora e mezzo di fermo macchina. Allora gli dovetti confessare delle modifiche che apportavamo alle macchine per migliorarne il risultato, cosa che lo colpì molto, al punto da riferire tutto alla proprietà. Mi fu chiesto di andare in Saeco portando con me la mia macchina modificata e accettai l’invito. Come andò? Appena arrivai, la mia macchina fu affidata ai tecnici della Saeco che la volevano “studiare” e, nel frattempo, trascorsi la giornata col signor Zaccanti, allora proprietario della Saeco e poi fondatore della Caffitaly. A fine giornata, dopo essersi confrontato con i suoi tecnici, mi disse: “Vede signor Renda, abbiamo studiato la macchina e apprezziamo i risultati ottenuti con le sue modifiche. Però, noi produciamo macchine per un mercato internazionale e non possiamo standardizzare le sue modifiche per adeguarci ad una piccola porzione di mercato. Lei però continui così, specializzando il modello sulle sue esigenze.” E così ci salutammo. Quello che mi sorprese fu che quando mi arrivò la merce del primo ordine fatto dopo la mia visita in Saeco, oltre alle consuete 10 macchine, me ne arrivarono 5 in omaggio. Chiamai in azienda per chiedere spiegazioni e mi risposero che il signor Zaccanti era rimasto talmente colpito dall’intraprendenza di quel “ragazzo di Napoli” che mi aveva voluto premiare con quest’attenzione. Rimasi molto colpito da quel gesto, e crebbe la mia determinazione a fare sempre "il meglio possibile" Dai grani alla cialda. Com’è avvenuto il passaggio? Siamo più o meno a metà degli anni ’90. Vedevo in giro le prime macchine a cialde e le consideravo un’idea geniale anche se il caffè che erogavano non lo trovavo buono. Decisi che dovevo capirle ed entrai in contatto con la Grimac perché, tra le varie marche che si vedevano sul mercato, la Cialdina era quella che mi aveva intrigato di più. Parlai con l'allora proprietario, il signor Gardosi e gli dissi che mi interessava il sistema a cialde ed ero alla ricerca di un’azienda

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che potesse confezionare il mio caffè in quel formato. Mi rispose che poteva occuparsene direttamente. Perciò gli chiesi se mi consentiva di andare da lui col mio caffè e di utilizzare una macchina cialdatrice nella sua azienda per un’intera giornata, pagando logicamente il dovuto. Volevo capirne il funzionamento e fare delle prove. Devo dire che il risultato fu soddisfacente, il che mi convinse che anche lì c’erano grandi potenzialità. Quindi cominciasti a comprare anche macchine a cialde? Tornai a Napoli e misi su una squadra agguerrita. Stradario alla mano, divisi Napoli in quartieri e assegnai ogni quartiere ad un agente con precisione millimetrica. Dopo di che, ci inventammo il mini kit da 15 cialde, con relative palettine, bicchierini e bustine di zucchero, che davo in dotazione ad ogni agente insieme a qualche macchina. Pensammo per l’occasione ad una strategia di vendita: gli agenti entravano in un’attività commerciale e dicevano la frase storica “Posso offrirle 15 caffè?” La domanda sorprendeva e la risposta era quasi sempre affermativa. Seduta stante, l’agente tirava fuori la macchina, consegnava il minikit e faceva firmare una bolla, dicendo al potenziale cliente che sarebbe tornato dopo 3 giorni per sapere se il caffè gli era piaciuto. La nostra era una tecnica mirata: avendo stabilito che la media di consumo per dare la macchina in comodato era di 5 caffè al giorno, quando tornavano dopo 3 giorni, se in quell’attività si erano consumati, ad esempio, solo 5 caffè, gli agenti staccavano la spina e portavano con sé la macchina. Il test ci aveva detto che quello sarebbe stato un cliente basso consumante e quindi non ne valeva la pena. Come era organizzato il rapporto con gli agenti? Anche lì studiai una strategia su base matematica. Il rappresentante pagava un impegno macchina di 9.000 lire e riceveva una provvigione del 20% sul kit, invece del normale 10%. Facendo due conti, l’agente prendeva 18.000 lire per ogni kit venduto ma ne trattenevo 9.000 come impegno macchina. Quindi, se una macchina consumava il regolare kit al mese, il rappresentante prendeva la giusta provvigione; ma se la macchina faceva, per esempio, 2 kit al mese, lui prendeva il triplo delle provvigioni, cioè 27.000 lire. In due anni installammo 2.300 macchine e tutte con consumi importanti perché quando le postazioni erano basso consumanti, i miei agenti, senza se e senza ma, staccavano la spina e si portavano via la macchina.

Con questi numeri, il lavoro diventò impegnativo! Certo! Nel frattempo era nata la società L’Aromatika e noi non riuscivamo a stare dietro alle richieste, anche perché ad ogni macchina che arrivava dalla Grimac occorreva fare un lavoro di preparazione che prendeva tempo. Come facevamo con le Saeco, anche con le macchine a cialde apportavamo le nostre migliorie, per esempio al braccetto; inoltre, ogni macchina veniva smontata e la carrozzeria mandata a serigrafare col marchio L’Aromatika. Ad un certo punto, per recuperare tempo, chiesi alla Grimac di mandarci le macchine smontate. Fatto sta, che la stessa Grimac non riusciva più a starci dietro con le consegne. Eravamo all'epoca di gran lunga il loro primo cliente. E le cialde? Chiaramente, in parallelo crebbe anche la produzione delle cialde. In un primo momento compravo il caffè, lo portavo alla Caffen per la tostatura, poi lo mandavo alla Grimac o alla Tecnosystem per la cialdatura. Sembravo una trottola e, comunque, i risultati non erano quelli che desideravo. Succedeva che andavo personalmente ad avviare la cialdatura di una partita di caffè e vi assistevo, semmai la prima giornata, e poi tornavo a Napoli. Il caffè confezionato sotto la mia supervisione era della qualità che volevo io, ma la restante parte, che lavoravano dopo che ero andato via, lasciava a desiderare. Poi conobbi la famiglia Saquella, proprietaria dell’omonima torrefazione, e lì i risultati migliorarono notevolmente. Ma, pignolo come ero, quando c’era qualcosa che non andava mi prendevo delle arrabbiature colossali. Decisi che era arrivato il momento di farmi il caffè da solo, anche perché avevo fatto esperienza sulla macchina cialdatrice della Rossi che usavano in Saquella e che dava ottimi risultati. Chiamai la Rossi con l’intenzione di ordinare la macchina da 72 battute che conoscevo bene ma l’addetto commerciale della Rossi mi consigliò di acquistare una macchina da 40 battute, più piccola ma più adatta ai quantitativi che allora facevamo. Mi lasciai convincere e dopo 3/4 mesi finalmente la macchina arrivò! Problema risolto, quindi! Macché! Lì iniziò una storia che è andata avanti per mesi. Arrivò la macchina ma non ottenevo un buon caffè ed io la tenevo ferma, continuando a correre avanti e indietro col caffè da tostare, confezionare ecc. Ogni tanto ci riprovavo ma non andava. Ad un certo punto la Rossi, dopo l’ennesima chiamata da parte mia, mi mandò di nuovo l’agente, il quale mi concordò la sostituzione con una 80 battute, poiché nel frattempo la 72 battute era uscita di produzione, assicurandomi che era identica e precisa alla 72 battute che conoscevo. Arrivò la nuova macchina e scoprii che era la prima prodotta di quel modello, quasi un prototipo. Tecnicamente andava bene ma il caffè, la qualità del prodotto finale, aveva problemi. Ebbi una serie di incontri/ scontri con l’agente, finché ad un certo punto gli dissi che con lui non volevo più parlare, visto che negava l’evidenza. La situazione rischiava di finire in mano ai legali, per cui pensavo che la mia tesi avesse bisogno di un supporto concreto se volevo avere ragione. Conoscevo un docente universitario di scienze dell’alimentazione, lo contattai e gli spiegai il mio problema chiedendogli di aiutarmi a capire come mai da una macchina tecnicamente perfetta venisse fuori un risultato così deludente.

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Da quel momento è stato tutto in discesa? Magari! Io sapevo che quella 72 battute era sovradimensionata per i nostri quantitativi ed infatti confezionavamo il lunedì e il martedì, ma per il resto della settimana restava ferma. Dovevo trasformare quello che poteva essere un investimento azzardato in un’operazione lungimirante. Dovevo inventarmi un ulteriore brand per far lavorare la macchina negli altri giorni, un brand da affiancare a L’Aromatika come seconda proposta, semmai da vendere a terzi. Così nacque Caffè Borbone miscela Blu, giusto per identificarla col colore del marchio. Poi abbiamo fatto la Rossa come linea economica e successivamente la Oro e così via. Ci siamo arrivati: come nasce il nome Caffè Borbone? Nasce davanti a un bicchiere di vino. Una sera ero a cena con alcuni amici e gli chiesi di aiutarmi a trovare il nome

ad una nuova linea di caffè che volevo produrre, un nome che richiamasse la napoletanità ma che non fosse banale come Vesuvio o Pulcinella. Uno degli amici suggerì Borbone e da lì partì la fantasia perché cominciammo a collegare il nome Borbone alla dinastia storica con tutto quello che aveva portato a livello di civiltà, tecnologia, cultura e ricchezza per il popolo napoletano. Quali benefici vi ha portato la scelta di questo nome? L’azienda e il caffè sono nati a Napoli, dove il nome Borbone è conosciuto praticamente da tutti e dove viene letto in chiave positiva. Il fatto di affiancarlo alla storia, alle leggende che circondano i grandi personaggi della dinastia borbonica, soprattutto Ferdinando e Carlo, è stato un nostro modo di stringere ancora di più il legame tra il marchio e la storia, attraverso una dinastia che non ha fatto solo la storia di Napoli. Resta di fatto che un nome non basta a determinare un successo, nel nostro settore quel che conta è la qualità. Possiamo dire che con la scelta del nome e la registrazione del marchio è partita la storia di Caffè Borbone? Direi di sì, anche se proprio il nome Borbone ci ha creato non pochi problemi per la registrazione del marchio. Quando siamo andati a depositare il marchio per il mercato italiano, paradossalmente non ci sono stati problemi e tutto è avvenuto tranquillamente. Così abbiamo cominciato a pubblicizzarlo con manifesti, spot televisivi ecc. Perché, cosa sarebbe potuto succedere? Essendo il nome di una casa reale, gli aventi diritto della discendenza dinastica dei Borbone avrebbero potuto opporsi. Io però mi ero rivolto a due legali, ai quali separatamente avevo chiesto un parere ed entrambi mi avevano assicurato che, non essendosi opposto nessuno degli aventi diritto, nonostante la pubblicità, ne avevo automaticamente acquisito il diritto. I problemi sono arrivati dopo, quando siamo andati a chiedere il brevetto del marchio a livello comunitario. Lì accadde l’imprevisto: l’ente spagnolo Patrimonio Nacional per i brevetti si oppose poiché Borbone era il nome del loro re. La loro opposizione avrebbe causato un disastro, facendo decadere anche il deposito italiano. Mi rivolsi nuovamente ad uno dei due avvocati specialisti che avevo precedentemente contattato, spiegando quello che era successo. Senza promettermi nulla, l’avvocato si prese del tempo, dandomi la sua disponibilità a risolvere il problema e confidando sul fatto che in passato aveva avuto rapporti lavorativi con l’Ordine Costantiniano, che è l’ordine benefico della famiglia Borbone del Regno delle Due Sicilie, ed al quale già fornivamo caffè per i loro uffici di Roma. Passò del tempo e intanto stavano per scadere i termini per presentare ricorso contro l’opposizione degli spagnoli. Avevo quasi perso ogni speranza, quando un giorno mi arrivò una telefonata dell’avvocato, il quale mi chiese di recarmi presso il suo studio. Mi preparai al peggio, ma trovai un’inaspettata sorpresa sulla sua scrivania: un plico contenente il Diploma di Fornitore Ufficiale della Real Casa di Borbone del Regno delle Due Sicilie. Questo documento fu la chiave per vincere contro gli oppositori spagnoli: nessuno spagnolo si sarebbe mai messo contro un fornitore ufficiale della Real Casa! Fine della prima parte

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In questo frangente ho fatto molta esperienza sul prodotto cialda, perché ho approfondito aspetti sconosciuti a me e, credo, anche a tutti quelli che operavano in quel settore. Insieme ad un tecnologo, il professore preparò un dossier in cui veniva riportata tutta una serie di nozioni tecnicoscientifiche a supporto di quanto io contestavo alla macchina in questione. Con questa documentazione d’appoggio, chiamai il proprietario della Rossi avvisandolo che gli avrei fatto causa non solo per la macchina, ma anche per tutto quello che avevo perso per le mancate vendite. Aggiunsi che, se però mi avesse fornito una 72 battute come quella di Saquella e che gli avevo chiesto sin dal principio, non avrei intrapreso le vie legali. Però la macchina, come dicevo prima, era fuori produzione e quindi si prese un mese per farla, a patto che gli avessi messo per iscritto che dopo lo avrei pagato e non avrei avuto più nulla a pretendere. Acconsentii a patto che, logicamente, la macchina avesse dato i risultati che conoscevo. Così, finalmente, la questione si chiuse. Arrivò la macchina e funzionò perfettamente sin dalla prima battuta con un risultato spettacolare in fatto di qualità del caffè.



Con CSC - Caffè Speciali Certificati

Viaggio nelle terre del caffè in Centro America

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er CSC - Caffè Speciali Certificati la qualità dei caffè proposti è un fatto provato, verificato periodicamente con sopralluoghi e confronti con i produttori che permettono un affiatamento e una crescita reciproca molto costruttiva. Benedetta e Serena Nobili di DiniCaffè hanno realizzato con Graziano Carrara, titolare di Carrara Coffee Agencies, responsabile per CSC dei rapporti con i Paesi del Centro America, un viaggio tra tre fincas in Guatemala, El Salvador e Costa Rica. Il loro racconto è un’occasione importante per comprendere la realtà ancora “ruspante”, contadina, quasi d’altri tempi, della coltivazione del caffè in quest’area, ma soprattutto cosa c’è alle spalle di un “semplice” chicco di caffè; per cogliere le problematiche legate ai cambiamenti ambientali, ma anche il rispetto e l’impegno reciproco per una crescita comune. Perché CSC non compra caffè “sulla carta”, ma prima di tutto li vive. Guatemala, ricerca continua La finca El Hato Blue si trova a pochi chilometri da Città del Guatemala nella cittadina di Barbarena (regione Santa Rosa); ha un’estensione di circa 450 ettari e il caffè si coltiva tra i 1.200 e i 1.450 metri. Il rapporto tra Graziano Carrara e il proprietario della finca, Christian Rash, ha preso il via nel 2003: il caffè viene raccolto a mano tramite picking per garantire la raccolta delle ciliegie arrivate a completa maturazione, che poi sono lavorate “ad umido” e fatte essiccare al sole su patio. Questo caffè in tazza dà profumi freschi e floreali e una piacevole acidità, tipica di quest’area.

Benedetta Nobili, Graziano Carrara e Serena Nobili

te dalle malattie, come la roya o ruggine, un fungo le cui spore, trasportate dal vento, si diffondono rapidamente e causano gravi danni alle piante: gli arbusti perdono le foglie, le bacche si deteriorano e la produzione si fa sempre più scarsa. Le conseguenze arrivano fino alla morte. Il suo arrivo ha costretto Rasch a sostituire circa 500.000 piante l’anno, per tre anni. Ora è stata individuata una nuova varietà in fase di studio, Sampacho, che si sviluppa più in larghezza che in altezza e resiste a queste spore. In chiusura di questa prima interessante tappa, è stata piacevole la sosta nella caffetteria specialty di Nadine, figlia di Christian. La sua impostazione è di stile londinese, con tostatrice e numerosi campioni in laboratorio che hanno permesso di fare cupping molto interessanti. El Salvador, raccolta da acrobati

La ricerca in questa finca è sempre attiva: si studiano nuove tecniche di selezione in grado di dare un gusto più dolce, un’acidità bilanciata e una buona aromaticità. Christian Rash fa inoltre continue ricerche e prove sulle varietà botaniche del caffè e le tecniche di coltivazione in un’ottica di maggiore resa e di salvaguardia delle pian-

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La finca San Luis si trova nella regione La Libertad, che si contraddistingue per i ripidi monti di origine vulcanica e la presenza di grandi alberi di balsamo, dalla cui corteccia si estrae un unguento profumato. Le piante di caffè crescono a un’altezza che varia da 1.300 a 1.500 metri; sono utilizzate le varietà Pacamara, Bourbon e Sampacho (resistente sia alla roya sia alla broca). Per proteggerle dai forti venti che giungono dall’oceano Pacifico sono stati piantati degli alberi frangivento: guardandoli da lontano colpisce il fitto “intreccio” di alberi che sembra formare delle scacchiere naturali. La raccolta viene effettuata a mano selezionando solo le ciliegie ben mature: è impressionante osservare la raccolta effettuata da persone imbragate a causa di pendii così forti che non permetterebbero di stare in piedi. Le ciliegie subiscono poi un processo “lavato” e sono asciugate al sole. Motore di questa realtà molto positiva è la famiglia Angelucci, di origini italiane, che ha un particolare legame con CSC e con la famiglia Nobili, titolare di DiniCaffè. Sul finire degli anni ’80 Pino Angelucci frequenta l’Università di


Architettura a Firenze. Un giorno, facendo jogging, passa davanti alla torrefazione e, considerato che il padre produce un ottimo caffè salvadoregno, decide di presentarsi. Conosce così Laura Dini che lo mette in contatto con Paolo Carrara (padre di Graziano) che da sempre segue il mercato del Centro America. Da allora è nato uno dei migliori rapporti di collaborazione tra CSC e un produttore all’origine. Con Angelucci sono stati fatti continui esperimenti e ricerche per migliorare il prodotto, già di per sé eccellente. Il caffè di questa Finca unisce a un’acidità amabile, dolcezza e un corpo pieno; è un caffè molto versatile, da utilizzare sia puro, per espresso ma anche filtro, sia in miscela. Costa Rica, persone prima di tutto La finca Santa Rosa si trova nella regione di Turrialba, nel cuore del Costa Rica ed è di proprietà di Don Josè Cruz, vecchio produttore gentilissimo e aperto al dialogo. Il suo è stato uno dei primi caffè ad essere certificato CSC.

Negli anni ’90 un incendio distrusse il beneficio, ma il proprietario ha ridato vita alla sua finca (una realtà “ruspante” che cura il prodotto “come una volta”, in cui il rapporto con i produttori è molto umano e diretto) con determinazione, dando nuovamente un prodotto di qualità eccellente. Qui il caffè viene coltivato per lo più al sole ad altitudini tra i 900 e i 1.200 metri: lo permette un’umidità generalmente molto elevata; osservando il paesaggio la presenza di acqua è senza dubbio notevole. A causa di ciò, il caffè, raccolto a mano, viene asciugato unicamente nelle “secadoras” a legna. In questa Finca rivolta verso l’Oceano Atlantico, la maturazione avviene più rapidamente e il caffè è classificato H.G.A. - High Grown Atlantic - ed è meno acido rispetto ai caffè che crescono sui versanti che guardano all’Oceano Pacifico, dove la raccolta avviene in contemporanea con gli altri Paesi del Centro America. I caffè della Finca Santa Rosa si caratterizzano per una gradevole acidità (che aumenta con l’altitudine di coltivazione), un corpo medio e un retrogusto di cioccolato.


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Il mondo CSC CSC - Caffè Speciali Certificati è un’associazione nata nel 1996 dall’esperienza e dalla passione di un gruppo di torrefattori, con lo scopo di promuovere la cultura del caffè di qualità, affermando il valore di una ricerca già patrimonio della tradizione professionale di ciascuno. Legittimare il caffè come scelta di gusto e non come semplice consuetudine è l’impegno condiviso dagli associati CSC, un impegno che è al tempo stesso, una duplice sfida: al mercato e alle abitudini consolidate. I torrefattori che vogliono avere la certezza di approvvigionarsi di un prodotto di qualità superiore, possono associarsi a CSC, che non acquista direttamente, ma organizza ed effettua i controlli necessari per garantire i migliori caffè, mettendoli a disposizione degli associati. Quando ne viene acquistata una partita, i suoi assaggiatori la confrontano con il campione testato in precedenza: se le sue caratteristiche sono in linea con il prodotto di riferimento, può ricevere la certificazione di caffè speciale certificato, dunque il bollino. È la garanzia che in quelle confezioni ci sono prodotti con una storia: un importante strumento di vendita per il barista e un piacere in più per il cliente. Le torrefazioni che aderiscono a Caffè Speciali Certificati sono Arcaffè Estero – Livorno, Barbera 1870 – Messina, Blaser Café – Berna (CH), Caffè Agust – Brescia, Mondicaffè C.T.&M. – Roma, DiniCaffè – Firenze, Goppion Caffè – Preganziol (TV), Le Piantagioni del Caffè – Livorno, Torrefazione Musetti – Pontenure (PC). Per conoscere il mondo di CSC - Caffè Speciali Certificati

www.caffespeciali.it


Gusto&Benessere nel mondo degli snack

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ome trasformare una fonte di nutrimento in un elemento centrale nel migliorare il benessere psico-fisico dell’individuo: questa la mission che ha impegnato le 6 generazioni che si sono succedute alla guida della Riso Scotti SpA in oltre 150 anni di storia. L’azienda italiana, leader del comparto, ha messo la tecnologia e lo spirito di innovazione che da sempre la anima, al servizio di quello che un tempo era un semplice alimento della cucina povera, di tradizione contadina. Ricerca & Sviluppo, lo studio delle infinite proprietà del riso e l’utilizzo delle più avanzate tecnologie nei processi di lavorazione e trasformazione sono alla base della trasformazione che la Riso Scotti SpA ha saputo operare nella cultura del riso. Da qui l’ampio portafoglio di prodotti che l’azienda ha sviluppato nel tempo, prodotti nati in risposta alle esigenze di un consumatore che cambia, oggi più attento al proprio benessere, che cerca qualità ma anche varietà senza dover rinunciare al gusto. Con una gamma dedicata Riso Scotti Snack, l’azienda del Gruppo specializzata nel canale fuori casa e nella distribuzione automatica, risponde a queste esigenze, collocandosi perfettamente negli attuali trend salutistici, dei quali per altro è stata senza dubbio un precursore. Italianità, qualità, sostenibilità, benessere sono i valori condivisi del Gruppo che ritroviamo nella Riso Scotti Snack e nell’ampio ventaglio di prodotti dedicati al mondo delle vending machines.

Dottoressa Giupponi, con Riso Scotti Snack il momento della pausa non è fine a se stesso. Qual è il valore aggiunto? Credo che il valore aggiunto stia nel fatto che Riso Scotti Snack abbia cercato di proporsi al Vending con un posizionamento preciso, senza intraprendere operazioni di cross canalità, ossia non proponendo al settore prodotti provenienti da altri canali. E questa è stata una precisa scelta. Cerchiamo quindi di offrire al gestore un assortimento prodotti che sia conforme all’evoluzione degli stili alimentari e dei gusti del consumatore d’impulso e che tecnicamente non creino problemi al gestore per quanto riguarda la macchinabilità del packaging. È chiaro che per il consumatore il valore aggiunto sono le caratteristiche nutrizionali e la ricettazione con un giusto rapporto qualità/prezzo. Pensiamo al consumatore. Come coniugate il binomio benessere e gusto? Riso Scotti Snack risponde con prodotti prima di tutto buoni per il palato, ma che abbiano contemporaneamente valori nutrizionali importanti e un alto contenuto d’innovazione. E questo concetto vale soprattutto per un canale d’impulso come il Vending. Cerchiamo di individuare i bisogni dei consumatori nel Fuori Casa, analizziamo gli stili alimentari del momento calandoli nella realtà del Vending, ascoltiamo i nostri clienti e partner. I nostri prodotti sono buoni e fanno bene e su questo concetto cerchiamo di dare il maggior numero di informazioni sul pack: informazioni nutrizionali, apporto calorico ed eventualmente i principali elementi caratteristici e i plus del prodotto. Italianità e qualità delle materie prime. Qual è l’impegno di Riso Scotti? L’italianità per noi è molto importante, è un valore, ma è altrettanto vero che apparteniamo all’Europa. Nel momento in cui operiamo le nostre scelte in fatto di materie prime, ci rivolgiamo soprattutto all’Italia ma poi a tutta l’Europa, dove andiamo a cercare il miglior rapporto qualità/prezzo. Con questa strategia di ricerca della materia prima riusciamo a trovare il giusto equilibrio tra alte caratteristiche organolettiche e nutrizionali, utilizzando una materia prima di qualità anche se non prodotta nel nostro Paese. Occorre tener conto, inoltre, che alcune delle nostre ricette non sono tipicamente italiane, per cui è quasi naturale che determinati ingredienti provengano da Paesi maggiormente specializzati nella loro produzione. Ci rivolgiamo a loro allo scopo di trovare l’optimum nella qualità e nel prezzo.

Ne parliamo con Rosa Maria Giupponi, Amministratore Delegato di Riso Scotti Snack, e con Giorgio Notaro Responsabile Commerciale Ho.Re.Ca. e Vending.

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Quanto incide su questo il fatto che siete un’azienda votata al Vending? È proprio questo il punto della questione! Noi producia-


mo esclusivamente per il Vending e non abbiamo prodotti per il Retail, che costituirebbe un ulteriore e ben più ampio canale di distribuzione. Mantenere un prezzo allineato al mercato implica per noi uno sforzo nettamente superiore rispetto a quello compiuto da altre aziende a distribuzione multicanale. Oltre ai prodotti a marchio, siete anche rivenditori di prodotti Crich. Come mai questa scelta?

Continuiamo la nostra intervista con Giorgio Notaro, Responsabile Commerciale Ho.Re.Ca. e Vending, per approfondire alcuni aspetti della politica commerciale di Riso Scotti Snack Parliamo di prodotti. Quante sono le referenze disponibili? Il nostro catalogo è costituito da 16 referenze suddivise in 4 categorie: dolce, cioccolato, senza glutine e salato. La nostra strategia non ci porterà mai ad avere un’ampia gamma di prodotti poiché, quando inseriamo nuove referenze a catalogo, eliminiamo quelle che ci danno meno soddisfazioni nelle vendite, cercando di dare omogeneità al portafoglio prodotti con referenze tutte di alta rotazione. Ci sono alcuni snack ormai storici che non usciranno mai dal nostro catalogo, come la Gemma di Riso al Cocco, il Cioccoriso e il Cannolo di Riso che non invecchiano mai: più passa il tempo e più conquistano i consumatori. A questo proposito, ci spiega come nasce l’idea prodotto? Ascoltando gli attori della filiera, cioè i gestori, incrociando i dati sui gusti dei consumatori e sui trend del canale con quelli che ricaviamo dalle nostre ricerche di mercato, anche sondando altri canali. Infine, realizziamo il prodotto

Siamo rivenditori esclusivi a livello nazionale nel Vending degli snack a marchio Crich, un’azienda storica del settore con la quale già da tempo abbiamo stretto un accordo di partnership. A spingerci in questa direzione è stato il fatto che la Crich è specializzata in tanti prodotti che, dal punto di vista del posizionamento, si sposano con i nostri. Ci aiutano, quindi, a completare la nostra gamma e a compensare la mancanza assortimentale che abbiamo per alcuni prodotti non realizzabili col riso.

che deve sempre avere un alto contenuto d’innovazione rispondente al canale, alle location dei distributori automatici, alle esigenze dei consumatori. Riso Scotti Snack ha però anche un canale di vendita online. Non è in competizione col Vending? Direi di no, anzi. La vendita online non penalizza la distribuzione automatica ma la favorisce, perché attraverso l’eshop facciamo conoscere i nostri prodotti al consumatore finale il quale, quando si troverà davanti ad una vending machine, li riconoscerà scegliendoli. Ritengo che l’e-commerce, che tra l’altro comincia a crescere in maniera interessante anche nel comparto alimentare, possa essere un eccellente veicolo per dare visibilità al prodotto e accreditarlo presso i consumatori. Riso Scotti Snack è presente anche nel Vending estero? Siamo presenti in Svizzera, Spagna, nei Paesi dell’Est Europa e anche in Brasile, dove si prospetta un buon posizionamento visto l’interessante trend di crescita dei nostri prodotti. In Spagna abbiamo fatto una sperimentazione con alcune compagnie di gestione anche importanti, ma è abbastanza difficile competere di fronte alle multinazionali e ai produttori locali.


Com’è organizzata la vostra rete vendita? In termini di sviluppo, uno dei grossi lavori che abbiamo fatto nell’organizzare la nostra rete vendita è stato quello di scegliere agenti completamente dedicati al Vending e di renderli partecipi e protagonisti del nostro progetto. Il nostro è un team completamente dedicato allo sviluppo

di un progetto ed è per questo che chiediamo a chi rappresenta l’azienda sul territorio di farlo a 360 gradi. In cambio, offriamo un supporto in termini di servizi agli agenti che sicuramente li aiuta nell’approccio col cliente e nei risultati che porta a casa. D’altra parte, Riso Scotti Snack ha scelto un approccio soft con i propri partner commerciali non richiedendo un minimo fatturabile di grosso importo: con soli 300 euro si ha la possibilità di ricevere un assortimento dei nostri snack e cominciare a provarli nella propria gestione. Va da sé che gli ordini cresceranno sulla base dei riscontri che il gestore riceverà dal proprio parco macchine e dai propri consumatori. Sono certo che la bontà dei nostri snack, unita alle caratteristiche nutrizionali e al loro essere in linea con i più recenti trend salutistici, fanno già da sé prevedere la risposta positiva del mercato. A questo proposito, quali sono le novità per il futuro prossimo? Abbiamo in cantiere due nuovi prodotti. Il primo, che è a metà tra linea dolce e il cioccolato, è prossimo al lancio in primavera. Il secondo, di cui non voglio svelare nulla, arriverà un po’ più avanti per il “back to school” del prossimo anno scolastico. Per saperne di più www.risoscottisnack.it www.risoscotti.biz/riso-scotti-snack

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Riso Scotti è un’azienda storica dell’industria alimentare italiana. Come mai ha diversificato nel comparto snack e poi nel Vending? Fu proprio il dott. Scotti negli anni 2000 ad iniziare da pioniere un processo di diversificazione del riso, lanciando un progetto di cross canalità per il quale è nata quest’azienda. Il primo mercato approcciato è stato l’Ho.Re.Ca. con i piatti pronti surgelati a base di riso; poi nel 2003 siamo approdati nel Vending, coprendo una categoria merceologica allora non presidiata, essendo stati i primi a proporre al canale referenze a base di riso. Il dott. Scotti credeva molto - e noi crediamo fortemente che a fronte di mercati specifici sia necessaria una specificità di prodotto. In quest’ottica, è nato Riso Scotti Snack che all’inizio era anche una debolezza dal punto di vista dei volumi generati. Oggi è diventato un punto di forza perché con prodotti, se vogliamo di nicchia, dedicati al canale riusciamo a sviluppare importanti volumi e siamo presenti presso i principali player del mercato, siano essi grandi gruppi o gestori indipendenti.





Vending Manager Il primo gestionale online per il Vending "a portata di gestore"

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bbiamo incontrato la dott.ssa Federica Costantini, responsabile della comunicazione e del marketing di DigiSaas srl, la società salentina che propone Vending Manager, il primo gestionale totalmente online nel vending italiano, e le abbiamo posto alcuni tra gli interrogativi più comuni su questo tipo di servizio. Vending Manager è un software ma anche un servizio. Ci spiega meglio? Vending Manager è ciò che in gergo informatico si definisce Saas, ovvero Software as a service (Software come servizio, ndr). Consiste in un software gestionale completo senza installazione né pacchetti a parte, a cui il gestore accede in base alla formula ‘pagamento in base all’uso’ che include gli aggiornamenti ed è sempre disponibile al cliente nella versione più recente. Come si può disporre di un software senza installarlo? Con un Saas, un software gratuito in cui si paga solo il servizio! Uno dei vantaggi dei software gestionali online, come Vending Manager, è quello di non richiedere al cliente l’acquisto e l’installazione su uno specifico pc del software stesso, ma di permettere al gestore di ritornare al controllo totale e in tempo reale della propria azienda, di collegarsi da qualsiasi pc, smartphone o tablet dotato di connessione internet e di avere il gestionale a portata di mano o, mi sembra proprio il caso di dirlo, a portata di click. Quali sono gli strumenti necessari per i gestori che decidono di ‘digitalizzare’ la loro azienda con Vending Manager? Nessuno strumento né palmare specifico. Ogni operatore va munito di uno smartphone, un accessorio di rilevazione dati e una sim con traffico dati mentre in ufficio basta avere un pc e una connessione internet (lan o wifi). Come avviene l’attivazione? In sole 24h dalla presa in carico della richiesta, si procede ad attivare ogni telefono. L’accesso a Vending Manager e l’attivazione dei telefoni ad esso collegati genera un duplice effetto: non solo permette di caricare e scaricare furgoni, gestire manutenzioni e richieste da parte dei tecnici e dei caricatori ma anche registrare e inviare i corrispettivi all’Agenzia delle Entrate dallo stesso telefono con Vending App, l’app dei corrispettivi, inclusa come servizio per i gestori che utilizzano Vending Manager.

de, pur provviste di software tradizionali, si sono rivolte a noi incuriosite da un servizio di ultima generazione che supera i classici problemi dei software (virus, perdita dei dati, assistenza tecnica…) e mira al controllo totale dell’azienda grazie al tempo reale e a funzioni quali la geolocalizzazione applicata, tra le altre. La sorpresa più inaspettata, però, a nostro avviso, è venuta proprio dalle piccole, o addirittura piccolissime gestioni, molte delle quali non digitalizzate, che stanno sfruttando i nostri servizi a investimento contenuto per riorganizzarsi in un’ottica di pianificazione interna e sviluppo. D’altronde non conta quanto è grande l’azienda: è il gestore a fare la differenza. Un servizio, meglio ancora se testato sul campo e facile da usare, non è nulla senza un gestore che sappia cosa farne e come adattarlo alla sua realtà aziendale. All’interno di Vending Manager ogni gestore dispone del suo pannello C.I.A. Di cosa si tratta? Il pannello C.I.A. (Controllo Immediato Aziendale) è il centro di monitoraggio e controllo dell’intera azienda a cui il gestore accede e da cui può verificare lo stato in tempo reale di tutti i percorsi, i reparti, le operazioni, gli storici, gli incassi, l’acquisizione dati, gli eventuali avvisi o anomalie. DIGI Saas srl è una software house atipica. I vostri servizi, Vending Manager e Vending App, sono servizi ‘dai gestori per i gestori’. Come definirebbe i vostri clienti? Personalmente provo molta ammirazione per coloro che, per la prima volta, si avvicinano al mondo del Saas, di cui siamo portavoce nel vending, senza particolari timori o resistenze ma con una mente imprenditoriale aperta al cambiamento e all’innovazione. Più che un pacchetto clienti la nostra è una comunità di gestori propositiva, partecipativa e determinata ad affrontare anche la delicata fase transitoria nel migliore dei modi. In altre parole, la comunità di gestori che "ce la vogliono fare".

A che tipo di gestioni è adatto Vending Manager? Tutte, senza distinzione. Sa perché? Medie e grandi azien-

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Rete nella Rete. Il meglio del Service.

a un piccolo centro di assistenza tecnica per elettrodomestici, si è sviluppato un ambizioso progetto: una rete di laboratori e negozi che, operando sinergicamente, è in grado di offrire a livello nazionale un servizio accurato di assistenza e riparazione di piccoli elettrodomestici. Il servizio, destinato inizialmente all’utente finale, si è via via ampliato, riuscendo a fidelizzare un gran numero di aziende che hanno trovato nel network RnR e nei RnR Point associati, un partner competente e affidabile nel delicato compito di seguire il cliente nel post vendita. Deus ex machina del progetto è Davide Soffritti al quale abbiamo rivolto alcune domande. In cosa consiste più dettagliatamente il servizio, core business della vostra attività? Il progetto Rete Nella Rete ci identifica come Service Provider per le case produttrici per le quali gestiamo il network dei CAT - Centri Assistenza Tecnica - nella parte sia tecnica che distributiva e amministrativa. Dal network siamo identificati come fornitori di opportunità, in quanto ogni CAT ha accesso a tutte le offerte prodotte da Rete nella Rete. Sintetizzando, siamo quell’organizzazione che permette alle case produttrici di risparmiare denaro e risorse per la gestione del Service ed offriamo ai nostri CAT condizioni per creare nuovi business. A chi vi rivolgete? Rete nella Rete ha di base come interlocutori i CAT ma, con il proprio staff si rivolge anche al consumatore finale che è alla ricerca di un servizio o della risoluzione di un problema. Rete Nella Rete è sempre più attivo sul web e sui social per dare visibilità ai servizi offerti ai consumatori dai Centri di Assistenza Tecnica. Davide Soffritti ideatore del progetto Rete nella Rete

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Quale tipologia di prodotti è compresa nel servizio da voi prestato? Rete nella Rete gestisce per conto delle aziende produttrici sia la ricambistica che il prodotto finito. Per alcune aziende siamo il polo logistico per tutto ciò che concerne la distribuzione dei prodotti anche nella divisione commerciale . Rete nella Rete è nata per la gestione dei piccoli elettrodomestici, ma il 2017 sarà l’anno della nascita di Rete nella Rete Professional, un servizio creato sulla matrice di Rete nella Rete ma con Centri di Assistenza Tecnica abilitati a gestire i prodotti professionali e, quindi, dedicato ai produttori del settore Vending - Professional. La nascita del progetto Rete Nella Rete Professional, dunque, ci vedrà protagonisti nei confronti dei professionisti: non saremo quindi solo a supporto del consumatore ma anche dell’operatore che ha un problema di assistenza su un prodotto professionale e necessita di un Centro Assistenza che operi velocemente e presso il suo domicilio.


In che modo Rete nella Rete può diventare un punto di riferimento per il mondo del Vending? Come per il progetto Rete nella Rete, il Progetto Professional offrirà l’opportunità al produttore di avere un unico interlocutore per la spedizione dei materiali e per la gestione amministrativa del Service. In sostanza, Rete nella Rete sarà in grado di raccogliere

le chiamate dei clienti del produttore che necessitano di assistenza e si interfaccerà con il CAT più opportuno, che gestirà tempestivamente la richiesta. Quali sono i vantaggi e le procedure da seguire per chi desidera aderire al progetto Rete nella Rete sia come CAT che come produttore di attrezzature? Per i produttori vi è la garanzia di un Service di qualità e di un notevole risparmio economico, nonché di risorse in termini di personale che può essere impegnato in altre mansioni più redditizie per l’azienda . Per un CAT entrare nel progetto Rete Nella Rete significa acquisire nuovi marchi in assistenza, accedere a ricambi e prodotti a condizioni agevolate, aumentare la pedonabilità presso la propria struttura, avere uno staff sempre a disposizione per la risoluzione delle problematiche.

M A G A Z I N E www.retenellarete.it

M A G A Z I N E www.retenellarete.it

Periodico di informazione del circuito nazionale RETE nella RETE dedicato a tutte le novità presentate agli aderenti.

Anno 2 - Numero 3 Febbraio 2017

del Torna vero caffè napoletano la tradizione

del vero caffè napoletano Torna la tradizione del vero caffè napoletano

Il periodico di informazione e curiosità su aziende e prodotti spedito gratuitamente a tutti i partner e ai clienti del network Rete nella Rete Per sapere come riceverlo e per tutte le info su RnR Tel: (+39) 0385 43863 Email: info@retenellarete.it

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Quanti Rete nella Rete Point ci sono in Italia e come sono collegati tra loro? I centri Rete nella Rete al momento sono 500 sparsi per tutto il territorio nazionale. 80 di questi sono identificati come Rete nella Rete Point, ovvero CAT che gestiscono tutti i marchi per i quali Rete nella Rete è Service Provider e CAT che offrono alta visibilità al progetto ed ai prodotti Rete nella Rete.




SelfBlue, veloce da installare, semplice da utilizzare IL DISPOSITIVO SELFBLUE SelfBlue è la nuova soluzione Vending per fare acquisti su distributori automatici utilizzando una semplice App. Con SelfBlue non ci sarà più bisogno di alcun sistema di pagamento: basta uno smartphone! SelfBlue comprende: • Il dispositivo hardware da collegare “Plug & Pay®”al D.A. • Il portale Web e l’APP Gestore • L’App Utente gratuita e user-friendly Il dispositivo SelfBlue si installa velocemente tramite il connettore MDB all’interno della Vending Machine e non richiede alcun tipo di collegamento telematico. Non occorrerà acquistare nessuna Sim e non verrà applicato alcun canone fisso. Con SelfBlue i distributori automatici sono sempre online e disponibili alla vendita anche in assenza di rete dati. IL PORTALE WEB SELFBLUE Con il portale Web SelfBlue, si è sempre in contatto con i clienti e connessi con tutti i distributori automatici installati presso le loro sedi. Tramite la piattaforma si può gestire e localizzare da remo-

to le macchine, ricevere in tempo reale segnalazioni e allarmi, controllare le transazioni, inviare coupon e visualizzare le statistiche di vendita. Inoltre, si possono realizzare delle vere e proprie campagne marketing personalizzate! Con SelfBlue clienti sempre più fidelizzati e vendite in crescita! L'APP SELFBLUE L’App SelfBlue per l’utente è scaricabile gratuitamente da App Store o Google Store su smartphone o tablet. Per creare l’account bastano due passaggi oppure si accede tramite profilo social network. L’utente ricarica il credito SelfBlue scegliendo tra diverse soluzioni: contanti, carta di credito, carte prepagate, Paypal, Qrcode. L’importo sarà subito visualizzato sul display del dispositivo e l’utente potrà fare acquisti dal proprio smartphone! Acquistare un prodotto con SelfBlue è molto semplice: il cliente tramite l’App si connette al distributore automatico e seleziona il prodotto desiderato. Con i suoi acquisti tramite l’App SelfBlue, l’utente accumula punti fedeltà, riceve coupon, offerte e promozioni mirate in base alle sue abitudini e preferenze.



Service Vending Fare vending su progetti sostenibili

I fondatori della Service Vending: a sinistra Ugo Affili e a destra Roberto Sala

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a Service Vending di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso, rappresenta una realtà del tutto particolare nell’ambito delle società di gestione, poiché ha basato il suo sviluppo su progetti di sostenibilità, impegno sociale e forte legame col territorio. Fondata 25 anni fa da Roberto Sala e Ugo Affili con l’idea di avviare un servizio vending di qualità, l’azienda si è sin da subito distinta dalle società di gestione dell’epoca per la qualità del servizio e dei prodotti offerti attraverso i distributori automatici. Nei primi anni 2000 ha poi compiuto il “grande salto” operando precise scelte verso il sostenibile e il sociale: la collaborazione con Altromercato, i progetti sociali sul territorio, l’attenzione per l’ambiente sono solo alcuni dei tratti distintivi della Service Vending. Abbiamo approfondito questi temi con Roberto Sala, uno dei soci fondatori, tenendo volutamente da parte per una volta gli aspetti propri del lavoro quotidiano di gestione. I prodotti del commercio equo e solidale sono molto presenti nei vostri distributori automatici. Com’è nata la collaborazione con Altromercato? La collaborazione con Altromercato è nata all’inizio degli anni 2000, intorno al 2003/2004, perché abbiamo voluto provare ad unire le competenze che ognuno aveva nel suo settore e realizzare qualcosa di interessante nella distribuzione automatica. Loro avevano l’esigenza di portare avanti un progetto nel vending e, in principio, volevano farlo autonomamente. Poi si sono accorti di non avere la preparazione necessaria e hanno deciso di affidarsi a noi per offrire ai consumatori prodotti diversi, lontani dai brand commerciali, che fossero buoni non solo dal punto di vista del gusto, ma soprat-

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tutto per quello che vi è dietro: il lavoro di comunità semplici e povere, lontane dalle nostre per cultura e per sviluppo economico. Il loro progetto si sposava perfettamente con la nostra idea di fare vending proponendo qualcosa di diverso. Da allora, la nostra collaborazione non si è mai interrotta. Il sociale rappresenta per voi un vero e proprio impegno. Quali sono le vostre attività in questo senso? Ne svolgiamo di diverse e soprattutto cerchiamo di individuare nel nostro territorio, la provincia di Treviso e in particolare Conegliano Veneto, quelle attività e quei progetti in cui possiamo intervenire come società di gestione. Una collaborazione molto stretta l’abbiamo con la Cooperativa Pace e Sviluppo, una Onlus di Treviso impegnata nel promuovere i prodotti del commercio equo e solidale, sensibilizzando i consumatori sulle realtà artigiane e contadine che li producono. La Cooperativa organizza ogni anno la Fiera 4Passi che si tiene nel bellissimo Parco della Provincia di Treviso e che attira un gran numero di visitatori. Qui abbiamo il nostro stand dove è possibile provare i nostri prodotti e, in questo modo, contribuiamo a far conoscere un circuito commerciale diverso per dinamiche da quelli a cui siamo abituati. Siamo anche presenti alla Fiera di Santa Lucia, una fiera agricola millenaria che si svolge qui a Santa Lucia di Piave, dove promuoviamo queste realtà. In più, quest’anno è stato allestito uno stand con prodotti bio presso il quale ci è stato chiesto di organizzare un punto ristoro chiamato Bio Bar. Per gestirlo abbiamo coinvolto la scuola Novalis - La Cruna Associazione per la Pedagogia Steiner-Waldorf di San Vendemiano (TV) e l’azienda Ecor NaturaSì, che ha una sede


sempre a San Vendemiano e in questo modo abbiamo organizzato un punto ristoro con prodotti biologici di qualità che ha attirato un gran numero di persone. È stata un’esperienza bellissima che speriamo di poter ripetere nelle prossime edizioni. Ha accennato ai prodotti bio. La sana alimentazione nel vending è uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi anni. Cosa fate in questa direzione? La sana alimentazione è un po’ nel nostro DNA e per questo motivo abbiamo sin da subito sposato il progetto Nutrivending nato nel 2005 dalla collaborazione tra la Regione Veneto, CONFIDA, gli istituti scolastici regionali e l’Università di Padova. Si tratta di un progetto mirato al vending per sperimentare la possibilità di inserire nei distributori automatici prodotti salutari accompagnando questa azione ad una informazione corretta in tema di stili di vita sani. Abbiamo chiesto la collaborazione del SIAN (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) perché volevamo che fossero loro ad indicarci gli alimenti da inserire nei nostri distributori automatici. In seguito alle direttive che il SIAN ci ha fornito, abbiamo firmato un protocollo con la Regione Veneto e abbiamo inserito nelle nostre macchine una serie di referenze “sane”, ognuna contraddistinta da un bollino che ne identifica le peculiarità: senza zucchero, senza grassi aggiunti, ecc. Siete stati promotori del Protocollo di Conegliano. Ce ne parla? A febbraio 2016 abbiamo organizzato insieme a CONFIDA e al Comune di Conegliano un convegno sulla sostenibilità che era un po’ figlio della Carta di Milano elaborata in seguito ad EXPO 2015. Motivo dell'incontro era di mettere in luce gli ambiti di applicazione in tema di sostenibilità in cui si stanno impegnando alcune imprese della distribuzione automatica: informazione al consumatore, educazione alimentare, tecnologie per la sostenibilità alimentare e ambientale. In quest’occasione, che ha visto la partecipazione di numerosi operatori della distribuzione automatica, è stato firmato un protocollo che è un impegno dell’intera filiera sui temi della sostenibilità economica e ambientale.

gestione distributori automatici

Quali sono stati i riflessi? Le racconto un episodio. All’incontro di Conegliano era presente l’azienda di raccolta dei rifiuti locale con la quale si è parlato di compattatori e apparecchiature simili per il corretto smaltimento dei rifiuti. Dopo poco, l’azienda ha cominciato ad installare dei compattatori in alcune attività della città; chiunque vada a conferire i rifiuti correttamente, ad esempio plastica e lattine, riceve un bonus da spendere nei negozi della zona. Abbiamo quindi dato un input a un comportamento responsabile su questo tema. Al convegno si è affrontato anche il tema dello spreco alimentare. Crede che il vending possa fare la sua parte? Può e, credo, sia suo dovere impegnarsi. Può sembrare una cosa complessa da gestire ma in fondo non lo è. Noi, ad esempio, abbiamo un accordo con i Frati di Conegliano che gestiscono una mensa aperta alle persone in difficoltà. Quando ci avanzano prodotti che sono ancora nei termini delle scadenze li portiamo a loro, che sono ben felici di riceverli. Questo soprattutto per i prodotti freschi che realizziamo quotidianamente nel nostro laboratorio interno per la pausa pranzo delle scuole in cui siamo presenti. Può

Vendita capsule e cialde caffè di tutte le marche


Si è appena svolto il Convegno Eco Vending. Quali temi sono stati affrontati? Il Convegno Eco Vending dell'9 marzo è stato la prosecuzione del convegno di Conegliano di un anno fa, questa volta organizzato in collaborazione con l’associazione Altromercato. Qui l’obiettivo era mettere in rete le aziende e le loro esperienze, cercando di creare tra loro una sinergia tesa a promuovere un sistema economico circolare. Mi spiego con alcuni esempi. La nostra azienda ha installato i distributori automatici presso un mulino. Questo mulino, a sua volta, fornisce le farine alla pasticceria Giotto, una pasticceria molto famosa di Padova che fa lavorare i detenuti del carcere di Padova; essi, con le farine del mulino producono dei piccoli biscotti in una confezione adatta ai distributori automatici e che quindi vendiamo a nostra volta all'interno dei distributori. Altro esempio è una casa di riposo di Conegliano dove abbiamo installato i distributori automatici che hanno all'interno i prodotti di Altromercato. In questa struttura apriremo un piccolo bar, che funzionerà solo per 2 ore la mattina e 2 il pomeriggio, dove lavoreranno alcuni giovani che ci manderà Informagiovani, lo sportello per l’orientamento e la formazione, che opera per inserire i giovani nel mondo del lavoro. Questi ragazzi si occuperanno del bar per 4/5 mesi seguiti da formatori che li istruiranno in questo mestiere. A fine tirocinio avranno acquisito delle competenze che li aiute-

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ranno a trovare uno sbocco nel mondo del lavoro. I progetti sul territorio in cui siete impegnati sono davvero lodevoli. Ma la Service Vending è anche molto presente nell’attività associativa legata al settore. Ce ne parla? Crediamo molto nell’attività associativa, in particolare in quella di settore, perché solo facendo squadra si possono ottenere risultati. Sono delegato regionale di CONFIDA da alcuni anni e credo che l’associazione si muova con impegno per portare bene a questo settore. Basti pensare a quanto ha fatto in questa ultima fase della certificazione dei corrispettivi e i risultati che è riuscita ad ottenere! Restiamo in tema. Siete pronti per rispondere alla nuova fiscalità e, soprattutto, cosa ne pensa? Eravamo pronti, escludendo qualche dettaglio tecnico, già per la scadenza di gennaio. Credo che il settore debba accantonare certe pratiche ed essere credibile anche da un punto di vista fiscale. Un’ultima domanda: secondo lei, dove sta andando il vending? Spero che abbandoni certe pratiche poco chiare e inizi a lavorare su temi come la sana alimentazione, la qualità, la sostenibilità. Questo significa anche aiutare le aziende costruttrici affinché si impegnino a progettare e realizzare macchine all’avanguardia, che diano alla Distribuzione Automatica una visibilità positiva. Tutte le aziende del Vending, piccole, medie o grandi che siano, devono fare la loro parte e mi auguro che piano piano ci si possa arrivare.

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capitare che ci sia un giorno di sciopero e, pertanto, non carichiamo le macchine. I nostri caricatori sanno che ad una certa ora quei prodotti vanno portati alla mensa dei Frati di Conegliano.





Bianchi Vending? Innovation Machines!

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ianchi Vending crea tendenze sul mercato con tecnologie d’avanguardia e nuove macchine connotate da un design ancora più elegante e avveniristico, sempre più efficienti e in grado di far vivere ai consumatori percezioni di gusto indimenticabili. La nuova gamma nasce come risposta a un cambiamento, quello delle domande dei consumatori, che oltre al tradizionale espresso richiedono bevande “gourmet” più gustose e personalizzabili. L’arrivo nel mondo della distribuzione automatica di grandi catene di coffee shop che installano chioschi interattivi nei loro ristoranti testimonia che le risposte non possono essere rimandate, perché il cambiamento è in atto oggi. Le prossime tappe del viaggio verso il cuore dell’innovazione di Bianchi Vending sono a Vending Paris (Parigi, 1517 marzo) e a Eu'vend 2017 (Colonia, 24-27 aprile), dove l’azienda presenta le ultime novità di gamma. A dominare la scena, da un lato la tecnologia Touchscreen presente su tutte le macchine di bevande calde e su alcune macchine snack; dall’altro lato, il rivoluzionario concetto Premium Vending che offre esperienze di acquisto interattive, comunicative e personalizzate in grado di incantare i sensi dei consumatori. DIVA, la protagonista più attesa. Con DIVA, Bianchi incontra la più ampia varietà di bisogni dei consumatori e li soddisfa in modo completo. Grazie a questo coffee corner di nuova concezione, ogni utente può interagire con la macchina e preparare la bevanda in modo fai-da-te, scegliendo fra diverse tipologie di drink, bicchieri e prodotti topping attraverso il display

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touchscreen 32” LCD, guidato passo passo dall’interfaccia grafica lungo tutto il processo d’acquisto. DIVA offre all’utente più di 350 combinazioni di bevande e aromi differenti, proponendo l’aggiunta di scaglie di cioccolato, choco-pops, muesli, caramello, vaniglia e tanti altri gusti prelibati. Questa straordinaria versatilità è frutto di tecnologie d’eccellenza con cui la macchina è stata progettata. DIVA presenta un gruppo espresso con camera variabile (dose caffè da 6 a 14g), una doppia campana caffè, 6 contenitori per i solubili, un sistema per l’erogazione di 4 tipologie di topping, un gruppo per l’erogazione di 2 tipologie di sciroppo, un modulo latte fresco e un monitor Touchscreen 32” LCD; persino un diffusore aroma caffè all’esterno della macchina: un ventilatore che diffonde l’aroma del caffè all’esterno della macchina durante il processo di macinazione. Insomma, DIVA è una vera e propria… diva del Vending. Coffee On-The-Go con LEI2GO Touch 32”. LEI2GO Touch 32” è molto più di un distributore automatico: è una nuova tendenza che vuole imporsi sul mercato. Si tratta di una macchina ad alta capacità, progettata e realizzata per servire al meglio tutte le aree pubbliche; un distributore automatico all-in-one di bevande calde e fredde, personalizzabili con prodotti di alta qualità accompagnabili con gustosi mini-snack. Grazie a una capacità senza paragoni e al suo sistema di protezione anti vandalismo, LEI2GO Touch 32” rappresenta la macchina ideale per rispondere al meglio sia alle esigenze dei gestori che dei consumatori in transito nei luoghi pubblici più affollati.


LEI2GO Touch 32” nasce come risposta al cambiamento dei comportamenti e delle abitudini dei consumatori. Oggi il semplice bar si è trasformato in “coffee shop” e oltre al tradizionale caffè espresso si richiedono bevande “gourmet” più ricche e gustose, modulabili secondo piacere; perché la pausa caffè è sempre più un’esperienza nuova, emozionale e ricca di sensazioni. Per rispondere a tutto ciò, Bianchi Vending ha studiato e realizzato un distributore automatico rivoluzionario che accontenta tutti: i consumatori, offrendo loro la possibilità di aggiungere alle bevande topping di vario genere, muesli e granelle; i gestori, che vedono aumentare le proprie possibilità di guadagno, potendo offrire ai propri clienti un Vending di massima qualità. Anche in questo caso, elemento di spicco della macchina è l’interfaccia utente interattiva del distributore che rende la “Vending experience” dell’utilizzatore finale unica nel suo genere: il monitor touchscreen da 32” permette di interagire con la macchina nella scelta del prodotto e di comporre a piacimento la bevanda, permettendo così al consumatore di toccare con mano la modernità. Grazie infatti al kit per l’erogazione di prodotti topping personalizzare la propria bevanda non è mai stato così semplice: LEI2GO Touch 32” può offrire bevande arricchite da numerosi prodotti, tra i quali scaglie di cioccolato, choco-pops, muesli; attraverso il kit sciroppo può anche erogare diverse tipolo-

gie di bevande con l’aggiunta di caramello, vaniglia e tanti altri gusti prelibati. Anche l’esperienza di gusto può durare di più, perché l’utente ha la possibilità di scegliere tra due formati di bicchiere: standard o XL. E per soddisfare i desideri di chi vive la vita in movimento, LEI2GO è dotata di un vano laterale integrato che contiene fino a 200 coperchi per bicchieri di diametro 80mm oltre a 500 palette manuali, e 6 cassetti dotati di due spirali per la distribuzione di mini-snack abbinabili alla bevanda selezionata: l’ideale per una pausa on-the-go. LEI2GO Touch 32” accontenta, infine, anche gli amanti del tè: le spirali possono erogarne diverse varietà in bustine di qualità premium. LEI2GO Touch 32” è la macchina ideale per il servizio al pubblico, in virtù del sistema anti vandalico presente sia sullo schermo touch (dotato di supporto protettivo in policarbonato antigraffio con spessore di 5mm posizionato a 3mm di distanza dallo schermo), sia sulla porta in acciaio zincato, sia sulla bocchetta per l’introduzione della moneta. Tutto questo e molto altro è Bianchi Vending, marchio sinonimo di progresso tecnologico, di spirito d’innovazione, di garanzia di successo: il partner ideale per sviluppare il proprio business. Per saperne di più www.bianchivending.com www.bianchiindustry.com


Termina con successo VendExpo 2017

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l 3 Marzo scorso si è conclusa a Mosca l'undicesima edizione di VendExpo, l'unica manifestazione russa specializzata nel settore della distribuzione automatica. Nel corso dei tre giorni di manifestazione, il salone dell'Expo è stato visitato da 4.050 addetti del vending provenienti da 22 Paesi diversi. Le aziende che vi hanno partecipato, provenienti da Russia, USA, Italia, Cina, Canada, UK, Spagna, hanno presentato più di 100 modelli diversi di vending machines, oltre che sistemi di pagamento e soluzioni per gli operatori del settore. Per alcune di loro si è trattato di un esordio: Mars ha voluto festeggiare il suo 25° anniversario nel vending presentando a Mosca l'intero portfolio dei prodotti dedicati. Anche per quanto riguarda le aziende italiane, ci sono stati degli esordi: Commerciale Adriatica, proprietaria del marchio Panafè, la Bilt srl specializzata nella filtrazione dell'acqua e Alberici con le sue ultime soluzioni hanno esposto per la prima volta in questa edizione della fiera. Una menzione particolare ai partner russi di Saeco e di N&W Global Vending che hanno esposto nei loro stand gli ultimi modelli dei costruttori italiani. Il mercato russo della distribuzione automatica è in piena crescita, nonostante alcune problematiche situazioni socio-economiche interne, e mostra grandi prospettive per le aziende italiane che volessero intessere rapporti commerciali.

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Tutto pronto per la fiera di Colonia

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Siete soddisfatti degli ultimi preparativi per la fiera? Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti fino a questo momento. A Eu’Vend & coffeena parteciperanno ancora una volta circa 170 aziende espositrici provenienti da 25 paesi. Sono inoltre ancora in corso gli ultimi colloqui con le aziende che stanno riflettendo sulla possibilità di partecipare alla fiera di Colonia. Infine, stiamo definendo il programma di eventi collaterali che comprende conferenze tecniche dedicate a target specifici, tavole rotonde di esperti, innovazioni del settore e mostre speciali all'avanguardia: un approccio tagliato su misura per i professionisti del settore. Quali aziende rappresenteranno in fiera il know-how italiano nel settore del vending e del caffè? Dall'Italia giungeranno a Eu'Vend & coffeena circa 15 aziende, fra

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le quali player prestigiosi come Bianchi Industry, N&W Global Vending, rheavendors, Magex, Cosmetal, Flo, Lavazza, Torrefazione Ionia, Ducale, Sandalj, Torrefazione Varanini, Moka, Verzì Caffè, Zonzini, A.A.T. Oranfresh e Blupura. Vuole dire qualcosa ai nostri lettori per convincere gli indecisi dell’ultimo minuto a venire a Colonia? In Germania, il settore Office ha in serbo uno straordinario potenziale di business per la distribuzione automatica. La digitalizzazione sta trasformando profondamente il mondo del lavoro; nascono nuovi ambienti lavorativi, caratterizzati da esigenze diverse in termini di cibi e bevande destinati a collaboratori e clienti. Eu'Vend & coffeena sarà sicuramente in grado di generare impulsi importanti per il settore. L'Office Coffee Service/ O.C.S. è al momento l'argomento di maggiore attualità per il settore del vending. A Eu'Vend & coffeena saranno per la prima volta illustrate in modo approfondito e completo le opportunità e l'importanza dell'O.C.S. nel mondo del lavoro moderno. Un altro tema di tendenza, anch'esso alla ribalta, è il vending nel mercato dell'out-of-home, ovvero il coffee-to-go. Sia che si parli di consumatori finali, dipendenti o clienti, tutti ormai si aspettano, ovunque, un caffè di alta qualità. Anche le stazioni di servizio, i forni, i chioschi e altre attività simili devono proporre una propria offerta di out-of-home. Naturalmente, tutte queste tematiche si riflettono anche nel programma collaterale di Eu'Vend & coffeena. Il programma di conferenze specifiche "Divano rosso" proporrà a espositori e visitatori informazioni approfondite e suggerimenti pratici grazie all'"Office Coffee Corner", una presentazione dedicata all'argomento Office Coffee Service. Chi vuole essere sempre aggiornato sulle ultime novità del settore del vending e del caffè non può mancare a Colonia

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’appuntamento con Eu’Vend & coffeena, la manifestazione internazionale dedicata al vending e al mondo del caffè è ormai prossimo. L’evento si svolgerà infatti a Colonia dal 27 al 29 aprile 2017 e rappresenta un importante punto di riferimento per gli operatori professionali europei e per quelli tedeschi in particolare. La presenza di aziende di valenza internazionale, attive nei vari segmenti della distribuzione automatica, rende la manifestazione trasversale e interessante per cogliere i trend del settore, scoprire nuovi prodotti ed entrare in contatto con un paese, la Germania, che rappresenta uno dei principali mercati del vending in Europa. Ciò vale soprattutto per i torrefattori italiani che troveranno in Germania un mercato particolarmente ricettivo, che sa apprezzare le abitudini e lo stile italiani, ma anche l'antica tradizione in materia di caffè. A pochi giorni dall’inaugurazione abbiamo rivolto tre domande a Dietmar Eiden, Vice President Trade Fair Management di Koelnmesse GmbH, organizzatore di Eu’Vend & Coffeena.



Alla conquista del mercato russo

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’idea della Bilt s.r.l. di partecipare a VendExpo 2017 a Mosca è nata dal bisogno di aggiornamento continuo e dalla voglia di esplorare nuovi mercati, che sono insiti nel DNA dell'azienda, leader nel campo della filtrazione dell'acqua. La partecipazione a VendExpo ha confermato quanto i prodotti Bilt possano rispondere ad un'esigenza sentita anche nel mercato russo, sia nel settore Ho.Re.Ca. che in quello O.C.S. e del Vending tradizionale. Tutti i prodotti e tutte le soluzioni hanno ottenuto un riscontro eccezionale da parte degli operatori professionali che hanno visitato la fiera, grazie alla qualità, all'originalità e alla competitività del prezzo di tutte le soluzioni proposte. Ma, vero deus ex machina di questo successo è stato il signor Luigi Ture, amministratore unico della Bilt s.r.l., che ha saputo trasmettere con passione la sua enorme conoscenza delle problematiche del settore, proponendo con altrettanta passione le soluzioni più idonee. Uno dei prodotti più acclamati dal pubblico russo è stato BarBi, il sistema di trattamento anticalcare dell’acqua per le macchine da caffè professionali e le lavabicchieri. La tecnologia Bilt brevettata rende possibile l’utilizzo di questo sistema senza la necessaria elettronica, riducendo in tal modo i costi ed offrendo al mercato un prodotto dalle innegabili qualità in termini di autonomia e prezzo. Il pubblico ha espresso il suo parere favorevole anche per i cavalli di battaglia della Bilt, ovvero Oscar, l'innovativo sistema anticalcare per piccoli distributori di bevande calde uso famiglia ed ufficio, e Tanisan, la tanica autosanificante argentizzata, apprezzata per il potere di conservazione di acqua, vino e olio. Particolare interesse ha suscitato la tanica da 15 litri nella versione trasporto acqua e in quella filtro a completamento della gamma. Prova del riscontro positivo suscitato dall'azienda è il fatto che diverse persone hanno percorso anche più di 1.000 km. per acquistare un sistema di trattamento dell’acqua targato Bilt! L'esperienza di Mosca ha mostrato come la scarsa qualità dell'acqua in Russia abbia generato nel mercato una domanda urgente di soluzioni e di sistemi di trattamento. Una domanda alla quale Bilt può rispondere con prodotti ad hoc e, per questo motivo, l'esperienza a VendExpo è stata solo l'inizio di un nuovo progetto che vedrà impegnata l'azienda nel futuro prossimo.

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