Rivista VENDING NEWS numero 53

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29/06/21

Numero 2021 Numero53 42 - Anno 2019 15:09

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L’editoriale di Fabio Russo

Nelle ultime settimane il nostro Settore è stato colpito dall’improvvisa scomparsa di due figure umane e professionali, che resteranno nel cuore di tutti. La prima è Vincenzo Scrigna, un pioniere del Vending che ha saputo costruire con grande spirito di sacrificio una solida impresa di gestione, impegnandosi contemporaneamente nelle attività di CONFIDA, di cui ha ricoperto più cariche, fino ad esserne presidente dal 2007 al 2010. L’altra persona che mancherà a tanti è Fabio Cottone, della divisione commerciale di BRITA: una persona solare, generosa ed empatica. Per me un amico, prima ancora che una figura professionale di riferimento per il comparto. Entrambi lasceranno un gran vuoto. Prosegue in questo numero il nostro approfondimento sul tema della Sostenibilità nel Vending, alla scoperta di quelle imprese che hanno messo al centro del proprio business pratiche virtuose nel rispetto dell’ambiente, delle persone e del territorio. Tante le aziende che hanno entusiasticamente partecipato alla nostra iniziativa, facendo da esempio all’intero Settore e dimostrando come la ripresa post pandemia e la costruzione del futuro non possa prescindere dall’attenzione di tutti verso queste tematiche. Un accento particolare è stato necessariamente posto sulla controversa Direttiva SUP, entrata in vigore in tutt’Europa il 3 luglio, sulla quale l’Italia ha aperto un confronto con la Commissione europea, allo scopo di salvaguardare gli interessi di interi settori, in particolare dell’industria delle plastiche e delle bioplastiche e dei produttori di monouso, di cui siamo leader in Europa. A questo proposito, consiglio una attenta lettura dell’intervista realizzata insieme a Lorenzo Bassi, sales manager Vending & Coffee division della FLO SpA, dove vengono approfonditi molti aspetti del mondo delle plastiche, quali il rincaro e la difficile reperibilità delle materie prime, il concetto di compostabilità, l’alternativa delle bioplastiche, gli effetti della Direttiva SUP sull’industria produttrice di monouso e sui settori del Vending e dell’OCS. La rilettura degli articoli inclusi in questo numero, mi porta a concludere che la via d’uscita non può che essere l’applicazione delle 3 R: Recuperare, Riciclare e Risparmiare risorse per salvaguardare il futuro del Pianeta. È questo, secondo me, l’atteggiamento più corretto da tenere e da contrapporre alla demonizzazione tout court di un materiale, la plastica, ritenuto ormai la causa di tutti i mali. Un preconcetto che nasce dall’ignoranza, ovvero dalla non conoscenza della materia prima plastica, del suo ciclo di vita e del suo reale impatto sull’ambiente. Occorrerebbe quindi fare informazione, indirizzandola in primo luogo ai vertici politici, affinché prima di legiferare si facciano un'idea corretta del Settore, che andranno a coinvolgere con decisioni, che potrebbero stravolgerne gli equilibri. Ancora più importante è la formazione diretta al consumatore rispetto a comportamenti virtuosi, quali ridurre gli sprechi, riutilizzare, smaltire i rifiuti correttamente. Sebbene negli ultimi anni la responsabilità collettiva su queste tematiche sia cresciuta, credo che la strada da percorrere sia ancora lunga. Solo qualche giorno fa, trascorrevo una giornata al mare, in uno di quegli stabilimenti balneari attrezzati ad hoc, dotato di più postazioni allestite con i cestini per la differenziata. Al calar del sole, mi avvicino ad uno di questi per gettare disciplinatamente i miei rifiuti, già suddivisi per tipologia, e mi ritrovo davanti a cestini ricolmi di un mix di lattine, bottiglie di vetro, carte e bicchierini del caffè. Tutti insieme, appassionatamente! Il problema, allora, è la plastica o il consumatore?


CHI CI SCEGLIE, NON CI MOLLA. DA 40 ANNI CI DIStINGuIAMO pEr quALItà E INNOvAzIONE. Nei nostri stabilimenti produciamo il 70% delle materie prime utilizzate. Siamo al passo con i tempi con prodotti e formati nuovi e pack funzionali. Abbiamo ridotto i consumi di plastica del 20% e le emissioni di co2. Scopri di più su: ALBATRAMEZZINI.IT


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L’EDITORIALE

SOMMARIO

di Fabio Russo 8

CAFFÈ KAROMA. UN MONDO DI AROMI TUTTO DA SCOPRIRE - INTERVISTA CON SALVATORE FERRAIOLI

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VENDITALIA 2022 - INTERVISTA CON ERNESTO PILONI

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IL PERCORSO AD OSTACOLI DELLA DIRETTIVA SUP

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QWARZO. LA NUOVA PALETTA ECOSOSTENIBILE - INTERVISTA CON LORENZO BASSI

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NOVAPLAST. L’ALTERNATIVA È IL LEGNO. DI QUALITÀ - INTERVISTA CON DOMENICO CANDILORO

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LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SULL’ACQUA POTABILE

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MISTER RETAIL. SELFLY STORE PER LA VENDITA H24 - INTERVISTA CON GIULIA AIRAGHI

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BERRUTO PASTA CUP - INTERVISTA CON STEFANO BERRUTO

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ADIMAC. LO SPECIALISTA DELLA CUSTOMIZZAZIONE - INTERVISTA CON STEFANO CONTIN

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FIORENTINI ALIMENTARI. IL GUSTO PIENO MA LEGGERO DELLA PAUSA SNACK INTERVISTA CON SIMONA FIORENTINI

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GRUPPO FERRERO. CONDIVIDERE VALORI PER CREARE VALORI

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GRUPPO ILLIRIA E LA SOSTENIBILITÀ

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GPE VENDORS E LA SOSTENIBILITÀ

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GRUPPO BRITA E LA SOSTENIBILITÀ

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GRUPPO ARGENTA/SELECTA E LA SOSTENIBILITÀ

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SPECIALCOFFEE E LA SOSTENIBILITÀ

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COCCIONE DA E LA SOSTENIBILITÀ

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SERVICE VENDING E LA SOSTENIBILITÀ

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MOKADOR E LA SOSTENIBILITÀ

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METHODO PROFESSIONAL VENDING E LA SOSTENIBILITÀ

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MANCINI GROUP E LA SOSTENIBILITÀ

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IVS GROUP E LA SOSTENIBILITÀ

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TRITECH BY FAS PRESENTA MAXI EVOLUTION

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IL MANIFESTO WELLBEING DI KELLOGG

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SCATTOLIN D.A. E LA SOSTENIBILITÀ

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NESTLÉ. ROADMAP TO NET ZERO BY 2050

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TRA NESPRESSO E ILLYCAFFÈ LA PRIMA ALLEANZA PER IL RICICLO DELLE CAPSULE DI ALLUMINIO

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ILLYCAFFÈ E LA SOSTENIBILITÀ

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NESPRESSO PER L’ITALIA. LE CITTÀ CHE RESPIRANO

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GRUPPO SANPELLEGRINO E LA SOSTENIBILITÀ

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IN AUMENTO I CONSUMI DI PRODOTTI SOSTENIBILI FAIRTRADE TUTTI I CONTENUTI DI QUESTA RIVISTA SONO DI PROPRIETÀ DELLA FABIO RUSSO SRL - VIETATA LA RIPRODUZIONE

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Periodico bimestrale della distribuzione automatica supplemento di www.vendingnews.it Anno 2021 - Numero 53 Editore

Sede: Viale Gramsci, 17/b 80122 Napoli - Italia Partita IVA 06552741214 CCIAA 822695 ROC 22385 Tribunale di Napoli 49 Contatti con la redazione redazione@vendingnews.it

Tel. 0810152150 - Fax 0810152151

Direttore responsabile Fabio Russo Direttore editoriale Flora Seta Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

LE BREVI PARTNERSHIP STRATEGICA TRA CAFFÈ VERGNANO E COCA-COLA PARTNERSHIP COMMERCIALE TRA KIMBO E CAFFITALY BLUPURA INAUGURA IL NUOVO STABILIMENTO IL NUOVO VIDEO CONFIDA SUGLI SHOP H24 CONTRIBUTO CONAI RIDOTTO DAL 1° LUGLIO ACMI PER L’IMBALLAGGIO SENZA PLASTICA SAN BENEDETTO ACQUISISCE ACQUA PARADISO LA TWIST. LA MACCHINA SEPARA CAPSULE BAZZARA FOREST PLANT A TREE WITH HANNSPREE LEDA DI NOVA DISTRIBUTORI ACQUAVIVA DIVENTA SOCIETÀ BENEFIT

PRODOTTI RITTER SPORT YOTEA ZERO ESPRESSO MENTA CAFFITALY FRIANTE DI EURO COMPANY YOMO SKYR GRANAROLO GRAN BISCOTTO BOOM BOOM AIR TOUCH SYSTEM DI SANDENVENDO OMNIA DI SENZANI

SAN BENEDETTO THÈ AL FICO D’INDIA LE CHIACCHIERE SALATE SANPELLEGRINO ESSENZA KIT MERENDA PARMACOTTO I NUOVI GUSTI DI INNOCENT BUBBLE E CENTO DI CARIMALI RECOARO COOL LIMITED EDITION

Fabio Russo Flora Seta Maria Vignale Serena Adriani Carlotta Bortolin Stefano Ceppi Andrea Coccione Maddalena Fea Filippo Guarneri Elisa Laghi Paola Lorezzetti Alessandra Padelli Claudia Palombi Pierluigi Papi Annamaria Pentangelo Piera Regina Roberto Sala Enrico Scotton Elena Scordamaglia Debora Screpanti Jo Giuseppe Francione

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UN MONDO DI AROMI TUTTO DA SCOPRIRE L’azienda Feio srl nasce ad Angri (SA) nel 1986 su un’iniziativa imprenditoriale di Salvatore Ferraioli, attuale amministratore, figlio di imprenditori ma di tutt’altro settore. Appassionato del mondo del caffè, alla fine degli anni ’80 volle avviare un’attività ex novo, tutta sua, per crearsi una strada in un Settore che lo attraeva particolarmente. L’attività iniziò in un piccolo locale, dove aveva installata una tostatrice da 60 Kg. con cui produceva caffè in grani per il canale HoReCa e destinato principalmente ai bar dell’area limitrofa alla sede della torrefazione. Seguiva in prima persona tutto l’iter aziendale, dalla ricerca dei clienti alla consegna dei prodotti agli stessi. Nel 2001 ci fu la svolta: la produzione fu trasferita in un opificio industriale di 2000 mq e furono acquistate le prime macchine confezionatrici per il caffè porzionato, inizialmente solo cialde e capsule compatibili con il sistema Lavazza Point. Questo passaggio introdusse la Feio nel mondo del Vending e dell’OCS con il marchio Karoma, che è nato proprio in questa fase della storia dell’azienda. Oggi l’azienda ha assunto interessanti proporzioni, come ci racconta proprio il suo amministratore Salvatore Ferraioli. La prima domanda è una curiosità: da dove deriva il nome Karoma? Karoma richiama il napoletano “Che aroma!” proprio per mettere l’accento sulla fragranza del nostro caffè e sottolineare il nostro legame con la tradizione dell’espresso napoletano. Abbiamo raccontato la storia dell’azienda fino al 2001. Com’è proseguita? Con l’ampliamento della gamma, la società ha cominciato ad affacciarsi ai mercati esteri, inizialmente attraverso delle collettive promosse dalla Camera di Commercio e della Regione Campania e poi partecipando con un proprio stand ad eventi fieristici internazionali.

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L’export rappresenta oggi circa il 40% del fatturato e questo grazie alla nostra flessibilità, ovvero alla capacità di proporre a mercati diversi tra di loro dei prodotti che soddisfano le esigenze di ognuno di essi. In Europa abbiamo un’ampia copertura sui principali mercati, ultimo dei quali la Spagna, dove stiamo aprendo un punto vendita monomarca. Oltre oceano siamo presenti in USA, dove sviluppiamo un importante fatturato grazie al lavoro di un nostro collaboratore dedicato al mercato statunitense e all’e-commerce che va molto forte; altro interessante mercato per noi è Cuba, dove siamo entrati nel canale HoReCa con una gamma di prodotti solubili che sta riscontrando un ottimo successo. Non solo USA, Caffè Karoma è un marchio conosciuto anche in Paesi come la Libia o la Russia, mentre in Paesi come Cina, Venezuela, Panama ed altri siamo presenti non come Karoma, perché lì esportiamo caffè a marchio del cliente, essendo strutturati anche per il private label.


Quali sono le caratteristiche distintive dei caffè Karoma? Il nostro impegno principale è quello di garantire prodotti di qualità. Siamo però consapevoli di operare in un mercato fortemente competitivo e, pertanto, cerchiamo di rendere i nostri prodotti particolarmente attrattivi sia dal punto di vista del packaging, che si distingue per una grafica moderna di forte impatto visivo, sia per la ricerca di prodotti sempre nuovi, come la nuova linea di cialde di caffè aromatizzato, che abbiamo lanciato da poco. Un ulteriore aspetto distintivo è la nostra attenzione all’ambiente in un periodo storico in cui la sostenibilità ha un valore assoluto. A questo scopo, ci siamo dotati di due impianti fotovoltaici che ci garantiscono la piena autonomia per il fabbisogno energetico di tutta la nostra produzione. E in Italia? In Italia ci rivolgiamo a tutti i canali. Siamo presenti nel canale HoReCa con i nostri caffè in grani che proponiamo in 3 miscele: Caffè Karoma Oro, Blu e Rosso. In questo settore siamo particolarmente preparati, perché abbiamo tecnici interni che garantiscono l’installazione e l’assistenza delle macchine, oltre a una rete di agenti che promuovono i nostri prodotti in tutti i locali della ristorazione. Siamo poi presenti nel canale Vending e OCS, sia con miscele in grani per i distributori automatici, che con una gamma vastissima di cialde e capsule. Da qualche anno è stata creata anche una nuova linea di prodotti a marchio Solespresso, dedicata esclusivamente al canale della GDO. Non abbiamo una presenza capillare su tutto il territorio nazionale, ma il marchio Karoma è sicuramente ben radicato nelle zone intorno alla nostra sede e, più a macchia di leopardo, nelle altre regioni italiane. Laddove abbiamo agenti in loco, riusciamo a coprire l’intera regione, ma nelle aree in cui non abbiamo una persona dedicata la nostra presenza sul territorio è meno omogenea.

Nello specifico, cosa proponete ai canali Vending e OCS? La gamma di prodotti per questi canali è veramente ampia, sia in termini di formati che in termini di miscele. La fa da padrona la cialda in carta filtro, sia ESE che XP diametro 38. Sempre nell’ottica della sostenibilità, tengo a precisare che tutte le nostre cialde, già da qualche anno, sono confezionate solo con carta compostabile. Per quanto riguarda le capsule, la nostra offerta è davvero molto ampia. Produciamo infatti capsule compatibili con tutti i sistemi più diffusi nel mercato: Lavazza Point, a Modo Mio, Nespresso, Caffitaly, Uno System e Dolce Gusto. Per quest’ultima, in particolare, abbiamo una gamma completa di solubili, circa una ventina. Fiore all’occhiello di questi ultimi mesi è la linea di cialde aromatizzate, di cui accennavo prima, che si distingue dalle altre proposte del mercato, perché non abbiamo optato per le solite aromatizzazioni ma, ispirandoci al binomio tradizione e innovazione che è un po’ la filosofia aziendale, siamo andati a ricercare aromi più particolari. Ad esempio, abbiamo creato un caffè aromatizzato al limone, che riprende l’antica tradizione di

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aggiungere la scorzetta di limone al caffè, oppure il caffè all’anice o al rum che sono i liquori che da sempre si utilizzano per correggere il caffè. Le cialde aromatizzate al pistacchio o all’Irish Cream, o anche all’arancia, che insieme al limone richiama i profumi della nostra Costiera amalfitana, hanno riscosso un grande successo presso i nostri clienti anche esteri e ci stanno dando grandi soddisfazioni. A completare la gamma, abbiamo realizzato anche una linea di tisane che vanno dai gusti più tradizionali a quelli più particolari. Insomma, c’è davvero l’imbarazzo della scelta! In che modo siete organizzati dal punto di vista commerciale? Ci avvaliamo di diversi agenti sul mercato nazionale che hanno competenze territoriali per regioni. Nel Sud Italia siamo strutturati meglio con agenti sul posto; dal Lazio in su siamo presenti meno capillarmente e la gestione dei clienti è di tipo direzionale. Proprio per questo motivo, siamo alla ricerca di agenti che rappresentino il nostro marchio in maniera più decisa, avendo l’obiettivo di completare la nostra rete vendita entro il prossimo anno. In particolare, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Veneto sono le aree in cui ricerchiamo agenti che possano garantirci una copertura capillare in tutti i canali distributivi. Anche nei negozi specializzati? Assolutamente sì. Diciamo che negli ultimi due anni il consu-

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mo domestico ha avuto uno sviluppo esponenziale ed i coffee shop hanno giocato un ruolo fondamentale in questa crescita. I nostri prodotti monoporzionati hanno avuto una straordinaria impennata in particolare grazie alle vendite dei negozi specializzati, che sono importanti anche per veicolare il marchio, oltre che il prodotto. Che rapporto avete con i social, oggi importanti per approcciare il consumatore finale? Forse oggi i canali social rappresentano il principale veicolo per comunicare non solo con i consumatori ma anche con gli operatori professionali. Negli ultimi tre anni la nostra attenzione si è focalizzata molto sul mondo social, tant’è che abbiamo potenziato il nostro ufficio marketing, inserendo delle figure specializzate proprio per la gestione dei canali social aziendali e per lo studio di campagne di marketing mirate a veicolare il brand ed accrescerne la reputazione, l’awareness come si dice nel gergo social. Abbiamo pagine Facebook e Instagram che vengono costantemente seguite e aggior-


nate ed anche utilizzate per il lancio di novità, attraverso sponsorizzazioni mirate anche per target precisi, tra i quali appunto anche gli operatori professionali. A settembre partirà la nuova campagna di marketing sui social, che vedrà la collaborazione di un testimonial di eccezione. Accanto ai canali social, abbiamo poi il nostro sito aziendale, da poco rinnovato e continuamente aggiornato di nuovi contenuti. Dopo due anni di fermo, quali sono gli appuntamenti fieristici a cui intendete partecipare? Per estrema cautela rispetto alle problematiche che potrebbero insorgere a causa della pandemia che, purtroppo, ancora non è finita, abbiamo deciso di non presenziare a fiere nel 2021. Abbiamo, però, già confer-

mato la nostra presenza nel 2022 al SIAL di Parigi, che per noi è un’importante vetrina essendo una delle fiere internazionali più grandi del mondo. Stiamo valutando la nostra partecipazione ad altre manifestazioni fieristiche all’estero in Russia, negli Emirati Arabi, così come in Giappone, ma sempre nel 2022. Stiamo procedendo con cautela, proprio perché la situazione mondiale legata al COVID impone un atteggiamento di prudenza. FEIO - CAFFÈ KAROMA ricerca nuovi agenti anche multimandatari per la copertura delle zone ancora libere. Per le candidature inviare una e-mail con il curriculum e il numero di telefono all'indirizzo: info@karomacaffe.com

Nella foto da sinistra: Luana, Carolina, Salvatore (amministratore) e Alfonso Ferraioli

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L'INTERVISTA CON ERNESTO PILONI

PRESIDENTE DI VENDITALIA SERVIZI Finalmente torna Venditalia, annunciandosi ricca di novità. La prima è la location: perché avete scelto Fiera Milano RHO? La decisione di investire per le prossime tre edizioni nella nuova location di Rho è stata una scelta del tutto naturale. Venditalia 2018 aveva raggiunto tutti i record storici di presenze e gli spazi di fieramilanocity a Milano erano tutti sold-out. La doverosa ambizione di crescere ulteriormente, soprattutto in ambito internazionale, ci ha portato a selezionare una location diversa e strutturata per un evento di maggiori dimensioni. Siamo molto soddisfatti di avere preso questa direzione, perché Fiera Milano RHO è un quartiere fieristico all’avanguardia, in grado di soddisfare ogni esigenza degli espositori grazie ai numerosi servizi a disposizione. La location ideale dove fare business. In primo luogo, tutti gli spazi espositivi saranno distribuiti su un solo piano, all’interno dei padiglioni 8 e 12 della nuova location, possibilità che ci era preclusa nella struttura precedente. Ogni padiglione (circa 17.000 metri quadri lordi) è direttamente accessibile dagli automezzi, per agevolare allestimenti e disallestimenti. I vantaggi sono molteplici anche per i visitatori, vista l’ampissima scelta di parcheggi di una struttura che è comunque a due passi dalla città di Milano, con la metropolitana e la stazione ferroviaria che arrivano di-

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rettamente in Fiera e con collegamenti continui con i due aeroporti cittadini. La pandemia vi ha costretto a spostare più volte le date, creando un vuoto di 4 anni, ma intanto le aziende del comparto hanno continuato a sviluppare novità e tante altre ne svilupperanno nei prossimi mesi. Basteranno quattro giorni di esposizione per riuscire a toccar con mano tutta l’innovazione del Settore? La pandemia ci ha costretto a spostare più volte la data, ma ha spinto la distribuzione automatica verso l’innovazione: APP di pagamento che consentono l’acquisto senza contatti col distributore automatico, lampade a raggi UV integrate che sanificano il vano di prelievo dei bicchieri, “chiavette per il caffè” evolute che si collegano al web e avvisano il gestore in caso di guasti, distributori che si trasformano in vere e proprie enoteche o mense automatiche, vending machine dotate di schermi che possono trasmettere qualsiasi contenuto video, piccole macchine per il caffè da ufficio controllabili dallo smartphone e grandi vending machine indistruttibili per gli spazi pubblici. Nei due anni peggiori per l’economia, le tecnologie spesso tutte italiane del vending hanno puntato sull’innovazione come “vaccino” per la crisi economica che ha colpito il settore della distribuzione automatica.


Tutte queste tecnologie saranno visibili a Venditalia e quattro giorni saranno sicuramente sufficienti per avere almeno un primo fondamentale approccio con le aziende espositrici che le propongono. Dal punto di vista delle aree espositive, troveremo player di nuovi segmenti? L’evoluzione del settore del vending ha portato l’intero comparto a interconnettersi con nuovi segmenti, che in precedenza non erano presenti a Venditalia. Le vending machine sono un canale distributivo con 25 milioni di utenti in Italia e 300 milioni in Europa, una clientela potenziale così ampia che sta ispirando progetti da parte di nuovi settori come quelli del consumer electronic e digital recharge, del clothing e accessori, dei DPI, dell’editoria, degli articoli da cartolerie ed edicole, nonché da ambiti quali i servizi finanziari e assicurativi o il mondo della telefonia. Anche all’interno del mondo food vediamo emergere interessi in nuovi segmenti, come il bio e l’equosolidale o quello delle bevande funzionali. Così come c’è una richiesta sempre maggiore di beni di prima necessità non alimentari (ad esempio: pannolini, lampadine, pile e torce) da soddisfare 24 ore su 24. Avete pensato anche a un'area da destinare ai negozi automatici? I negozi automatici sono un segmento dell’attività del vending relativamente recente, ma che nell’ultimo periodo ha suscitato un rinnovato interesse, sia da parte dei gestori tradizionali della distribuzione automatica sia da parte di imprenditori esterni al settore. Non a caso la nostra associazione di categoria, CONFIDA, dallo scorso anno ha aperto alla rappresentanza anche dei negozi automatici attraverso la costituzione di una Commissione che sviluppa servizi specializzati per i titolari di negozi automatici. Quindi sicuramente anche Venditalia darà spazio anche a questo segmento dell’attività della distribuzione automatica.

Quali saranno i focus principali della nuova edizione? Quest’anno per la prima volta due intere giornate della manifestazione saranno dedicate a due temi specifici: L'INNOVAZIONE, che come abbiamo visto ha subito un’importante evoluzione in concomitanza con il periodo pandemico. LA SOSTENIBILITÀ, un tema sempre più centrale nel vending del futuro. Venditalia sarà infatti ambasciatore del vending sostenibile, con un particolare focus su RiVending, il progetto ideato da CONFIDA (Associazione Italiana Distribuzione Automatica), COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) e UNIONPLAST (Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche (Federazione Gomma Plastica) allo scopo di rendere sempre più sostenibile la “pausa caffè” di milioni di italiani. Naturalmente, saranno presenti ovunque nei padiglioni di esposizione gli immancabili cestini del progetto RiVending, ormai decollato! L’economia circolare è entrata definitivamente nel vending grazie al programma RiVending, il ciclo virtuoso di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica (PS) e bottiglie in PET per distributori automatici, recentemente aggiunte al progetto. Confidiamo, per la data della fiera, di superare l’importante traguardo dei 10.000 bidoni Rivending installati e presentare importanti passi avanti nel CUP2CUP.

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Ricordo che bicchierini e palette del vending sono entrambi realizzati in un unico tipo di plastica (il polistirolo compatto) e sono facilmente lavabili: i residui di caffè, latte, tè o bevande similari sono infatti liquidi acquosi facilmente eliminabili, senza alcun pericolo di contaminazione, prima del riciclo meccanico che li riporterà ad essere scaglie o granuli di plastica che verranno reimmessi nella produzione. RiVending consente di semplificare e rendere efficiente il processo di riciclo del materiale, recuperando una plastica di altissima qualità e valore a monte del processo, evitando i costosi e dispersivi passaggi di separazione dalle altre plastiche e di lavaggi industriali spinti. L’obiettivo finale a cui tende il progetto è, però, quello di trasformare il bicchiere usato in un nuovo bicchiere creando così nel settore un’efficiente economia circolare. RiVending è un programma “zerorifiuti” perché la plastica utilizzata viene interamente riciclata e reintrodotta nel ciclo produttivo di nuovi prodotti. Aderire al progetto è molto semplice: il gestore trova tutte le istruzioni sul sito internet rivending.eu Ci parla della rivoluzione digitale di Venditalia 2022 che renderà la visita ai padiglioni fieristici un'esperienza nuova, sicura, inedita e originale? Una manifestazione così fortemente orientata al futuro non poteva che essere ospitata da un quartiere che si è già proiettato nella dimensione phygital, fisica e digitale insieme. Infatti Venditalia, all’interno del quartiere Fiera Milano Rho, potrà godere di servizi innovativi. Il digital signage permetterà di gestire in maniera immediata i flussi di visitatori con informazioni immediatamente fruibili in tutto il quartiere e una nuova App di manifestazione proporrà strumenti nuovi, che vanno dal wayfinding alla mappa 3D, fino alla possibilità di prenotare e pagare servizi come il parcheggio o il pranzo. Tutto questo trasformerà la visita in un’esperienza inedita e originale. Inoltre, l’innovativa piattaforma

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Expo Plaza, offrirà un’occasione in più alle imprese per mostrarsi e trovare nuove possibilità di business. Tramite Expo Plaza l’espositore, oltre a creare una propria vetrina on-line, potrà inserire contenuti social avanzati (widget per storie, eventi e video) e mettersi in contatto con potenziali clienti in modo semplice e veloce, organizzando chat private o webinar pubblici. Il visitatore potrà invece trovare all’interno di un singolo portale tutta la ricchezza dell’offerta espositiva dell’intera manifestazione. Semplicemente navigando all’interno della piattaforma web, potrà visionare una anteprima completa di tutto quello che troverà in fiera e aprire un canale diretto e sempre aggiornato con tutti gli espositori. L’effetto più devastante della pandemia sulle imprese di gestione è stata la perdita del 30% delle vendite, arrivata fino al 60% nei mesi più critici. La ripartenza si annuncia come un nuovo boom economico anche per il nostro settore, spinto anche dagli aiuti del governo italiano e del Recovery Plan. In questo contesto positivo, quale ulteriore contributo potrà dare Venditalia alla ripresa del comparto? Crediamo che Venditalia sarà il momento di rilancio del nostro settore. Le aziende della distribuzione automatica stanno aspettando con impazienza questo appuntamento, che è unico nel panorama europeo delle manifestazioni fieristiche del settore per numero di espositori e visitatori, per poter presentare le proprie novità sia in termini di tecnologie sia in termini di prodotti. Ma oltre che all’economia del nostro settore, credo che Venditalia farà bene anche al “morale” di tutte le persone che lavorano in questo settore. Il ritorno di Venditalia rappresenta infatti un ritorno alla “normalità” del nostro lavoro, fatto di incontri, viaggi, confronti tra le varie componenti della filiera (gestori, fabbricanti di tecnologie, produttori alimentari e rivendite), e fatto di tanta innovazione. Venditalia da vent’anni rappresenta tutto questo.



IL PERCORSO AD OSTACOLI DELLA DIRETTIVA SUP SINGLE USE PLASTICS

La Direttiva SUP (Direttiva UE 2019/904) prevede che, a partire dal 3 luglio 2021, in tutti gli Stati membri dell’Unione alcuni prodotti realizzati in plastica monouso non vengano più immessi sul mercato. Il riferimento è a bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, palette/ agitatori per bevande, bastoncini per palloncini, nonché alcuni prodotti in polistirene espanso (bicchieri e contenitori per alimenti e bevande) e tutti prodotti in plastica oxo-degradabile. Per altri monouso in plastica, come attrezzature da pesca, sacchetti di plastica monouso, bottiglie, contenitori per bevande e alimenti per il consumo immediato, pacchetti e involucri, filtri per tabacco, articoli sanitari e salviettine umidificate, verranno introdotte alcune misure che mirano a limitarne l'uso. A queste misure vanno ad aggiungersi sistemi per la riduzione dei rifiuti, che prevedono nuovi requisiti di progettazione dei prodotti, sistemi di etichettatura, campagne di sensibilizzazione mirate ad educare il consumatore e a rendere il produttore responsabile, secondo il principio “chi inquina paga". QUALI SONO LE PLASTICHE COLPITE DALLA DIRETTIVA?

Rientrano nell'ambito di applicazione della Direttiva SUP tutte le plastiche, comprese quelle a base biologica e biodegradabile, indipendentemente dal fatto che siano derivate da biomasse o destinate a biodegradarsi nel tempo; è compreso anche il PHA, essendo un polimero naturale, prodotto però secondo un processo di fermentazione industriale. Sono esclusi i polimeri naturali non modificati, ovvero quelli che risultano da un processo di polimerizzazione che ha avuto luogo in natura, come ad esempio la cellulosa e la lignina estratte dal legno o l'amido di mais ottenuto mediante macinazione a umido.

Non sono vietati i prodotti realizzati in carta, purché non presentino un rivestimento in plastica. Quest’ultimo punto ha generato una controversa discussione, poiché la direttiva cita genericamente il caso di bicchieri di carta dotati di coating in plastica con funzioni barriera o i poliaccoppiati per bevande (tetrapak), senza stabilire una soglia minima di plastica, che esenterebbe dall’applicazione della direttiva. Paradossalmente, l'eventuale presenza di additivi, leganti o coadiuvanti derivati da processi polimerici aggiunti in materiali non plastici non viene considerata ai fini dell'ambito di applicazione della direttiva. IL RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA IN ITALIA

Delegato dal Parlamento, il Ministero della Transizione ecologica (MiTE) sta lavorando allo schema di decreto di recepimento della direttiva sulla plastica monouso, un decreto che doveva diventare legge entro il 3 luglio 2021 e che, invece, è fermo allo stato di bozza. Nella bozza sono esplicitamente inclusi i bicchieri di plastica tra i monouso soggetti ad una riduzione dei consumi (allegato parte A della Direttiva) e la deroga per gli articoli realizzati in plastica biodegradabile e compostabile, certificata conforme allo standard europeo della norma UNI EN 13432 e con percentuali di materia prima rinnovabile superiori al 50% (modificata rispetto all'originale "percentuali crescenti di materia prima rinnovabile"), "ove non sia possibile l'uso di alternative riutilizzabili ai prodotti di plastica monouso destinati ad entrare in contatto con alimenti.” Tale deroga è in contrasto con le linee guida pubblicate dalla Commissione europea.

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Roberto Cingolani

Franz Timmermans

Altrettanto in contrasto l’apertura da parte del Governo italiano verso i bicchieri di carta con film plastico, del quale va considerato il volume rispetto al totale del prodotto, prima di determinarne l’assoggettamento alla direttiva. LA SITUAZIONE AL MOMENTO DI ANDARE IN STAMPA

Al momento è aperto un canale di discussione tra l’Italia e la Commissione europea, nel tentativo di ottenere una revisione nella direzione di un ammorbidimento di alcuni punti della Direttiva. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nel commentare le incongruenze tra l'orientamento di Bruxelles e la legge di recepimento italiana (in particolare l'apertura alle bioplastiche e il conteggio dei

volumi di plastica nei bicchieri di carta con rivestimento polimerico) ha affermato di essere, come tutti, d'accordo sul fatto che la plastica debba essere ridotta e che, essendo redatta ormai da qualche anno, la direttiva avrebbe dovuto spingere alcune aziende ad allinearsi da tempo. Il ministro ha però criticato l’inclusione nella direttiva delle plastiche alternative, un settore che vede l’Italia all’avanguardia e che verrebbe penalizzato ingiustamente dalla decisione dell’Unione europea. Ad oggi sembrerebbe che il ministro abbia trovato un punto d’incontro con il vicepresidente della Commissione europea, Franz Timmermans, affinché si rivedano continuamente le linee guida alla luce delle nuove soluzioni tecnologiche, che via via dovessero emergere. Inoltre, sembrerebbe riconosciuto il fatto che se un bicchiere è costituito dal 90% di carta e dal 10% plastica, non va considerato come prodotto totalmente in plastica, ma solo per la quota effettiva di rivestimento utilizzato. Nell’immediato, non sembrano esserci speranze per le bioplastiche. L’argomento è rimandato al 2022, quando dovrebbe essere elaborato un quadro di riferimento sull'uso della plastica biodegradabile o compostabile, basato su una valutazione delle applicazioni in cui tale uso può essere vantaggioso per l'ambiente. Ulteriore rimando al 2027, quando ci sarà una revisione della direttiva, che comporterà anche una valutazione del progresso scientifico e tecnico riguardante questi materiali e, forse, l’elaborazione di uno standard per la biodegradabilità in ambiente marino, applicabile ai prodotti di plastica monouso.

"L'attuazione caotica della direttiva UE sulla plastica monouso non solo rende più difficile lo scambio di merci, per lo più confezionate, all'interno della UE, ma fornisce anche un pessimo servizio all'obiettivo di economia circolare per gli imballaggi in plastica. Alla fine, sarà il consumatore a pagare il conto, sotto forma di prezzi più alti e una gamma limitata di beni a disposizione". Martin Engelmann, direttore dell'associazione tedesca dei produttori di imballaggi in plastica IK-Industrievereinigung Kunststoffverpackungen.

NOTA PER I LETTORI

Nelle prossime pagine segue un'interessante intervista con Lorenzo Bassi, sales manager Vending & Coffee division della FLO SpA, in cui si affrontano temi e criticità derivati proprio dall'entrata in vigore della Direttiva. Precisiamo che l'intervista è stata realizzata a fine giugno, quando si dava per scontato che la bozza di recepimento della Direttiva, in preparazione presso il MITE, sarebbe diventata legge senza rilevanti modifiche da parte del nostro Governo. Pertanto, potrebbero esserci delle incongruenze tra quanto riferito nell'intervista e la stesura finale del recepimento della Direttiva da parte del nostro Paese.

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LA NUOVA PALETTA ECOSOSTENIBILE La Direttiva SUP (Single Use Plastics), in vigore dal 3 luglio, vieta la commercializzazione di alcuni prodotti fatti in plastica e bioplastica, motivando tale divieto con la complessità della gestione del fine vita e del recupero e del riciclo dei materiali di cui sono composti. L’Italia è dotata di infrastrutture all’avanguardia ed ha una rete di recupero e riciclo sviluppata ed efficiente, ma molti paesi europei sono ancora disorganizzati e non possiedono un sistema di riciclo appropriato. Quindi, con tutta probabilità i decisori comunitari hanno scelto la soluzione più “comoda”, quella del divieto, senza valutare approfonditamente le ripercussioni che questa scelta avrà sulle abitudini dei consumatori e sull’economia di interi settori. Cosa accade ora nel mondo del Vending e del caffè, per i quali prodotti come bicchieri e palette di plastica sono essenziali all’attività? Con che cosa si sostituiranno le palette di plastica bandite dalla Direttiva e come affronteranno i produttori la nuova normativa inerente i bicchieri monouso? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con Lorenzo Bassi, sales manager Vending & Coffee division della FLO SpA, azienda leader nella produzione di monouso. Cosa sta accadendo al comparto del monouso? Dopo il 3 luglio molte cose sono cambiate sotto le strette imposte dalla Direttiva europea SUP, che colpisce due referenze essenziali per il settore della distribuzione automatica e, in generale, del mondo del caffè: bicchieri e palette. Partiamo dai bicchieri per il Vending e l’OCS: questi non saranno vietati, ma soggetti ad un programma di riduzione del consumo partendo dal 2026. Dal 3 luglio, però, tutti i bicchieri immessi sul mercato dovranno riportare un marchio composto da pittogrammi che esortano ad evitare la dispersione del prodotto nell’ambiente, seguiti da una scritta che indica la natura del materiale, ‘fatto in plastica’ su tutti i bicchieri 100% plastica e ‘contiene plastica’ su quelli in carta con co-

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ating di plastica. Questa scritta sarà ripetuta in tutte le lingue delle nazioni europee dove il bicchiere verrà commercializzato. Detto questo, l’operatore vending potrà comunque scegliere tra varie possibilità: il bicchiere in plastica, che è realizzato in polistirolo, il bicchiere Hybrid di FLO a basso impatto ambientale perché riduce le emissioni di C02 nell’ambiente, il bicchiere in carta accoppiata a una pellicola di plastica o bioplastica ed infine il nuovo bicchiere Pure Paper di FLO, realizzato in carta con dispersion coating, trattamento innovativo che ne garantisce l’impermeabilità ai liquidi e la compostabilità secondo la EN 13432. L’altro prodotto indispensabile nel Vending e nell’OCS sono le palette: dal 3 luglio le palette di plastica sono vietate. Come alternativa, si possono utilizzare palette in legno, per lo più importate dalla Cina, oppure, e questa è la novità che approfondiremo in seguito, le innovative palette in carta Qwarzo, proposte da FLO. Quali sono i rischi legati alle nuove regole SUP? Per quanto riguarda i bicchieri che riporteranno il marchio SUP, c’è da aspettarsi una grande confusione, soprattutto nella gestione del prodotto a fine vita. Ci sarà chi getterà i bicchieri in carta nella plastica invece che nella carta, perché riporteranno la scritta ‘contiene plastica’; oppure bicchieri in bioplastica compostabili gettati nella plastica invece che nell’umido, perché riportano la scritta ‘fatto in plastica’. Quindi, anche la raccolta della plastica sarà inquinata da materiali non riciclabili insieme alla plastica tradizionale. Oltre a questo, sarà complessa la gestione degli stock a magazzino. Molto probabilmente alcuni gestori si saranno sentiti dire dai loro fornitori che non hanno più disponibilità di bicchieri di plastica, ma solo di bicchieri


di carta. Credo che sia una strategia dettata dalla necessità di gestire i loro stock a magazzino per smaltire scorte che a breve non potranno più vendere. Con l’ultima deroga, comunicata da Confindustria, produttori e rivenditori, compreso i gestori, avranno 6 mesi di tempo per smaltire le scorte, che dovranno però esser state prodotte prima del 3 luglio. Purtroppo, in attesa della disponibilità dei nuovi stampi per bicchieri con inciso il marchio SUP, noi come tutti i nostri competitor ci siamo trovati ad affrontare un rincaro della plastica senza precedenti, collegato ad una forte mancanza di materie prime sul mercato. Quindi, nel momento in cui dovevamo aumentare la produzione per far scorta sufficiente a esaudire tutte le richieste dopo il 3 luglio, siamo stati costretti a spegnere le macchine e ridurre le scorte per mancanza di materiale. A cosa è dovuta la scarsità di materie prime? Dipende sicuramente da diversi fattori. Il più impor-

di bioplastiche leader europei, non ci sta e sta lottando per mantenere una differenza netta tra plastiche e bioplastiche, tale da escluderle ove possibile dagli scopi della direttiva SUP. Per questo motivo, nel testo del documento che recepisce la direttiva europea in Italia, sono ammessi piatti, posate e palette in bioplastica (prodotti teoricamente vietati dal 3 luglio) ove non esista un’alternativa riutilizzabile. Rimane invece l’obbligo della marcatura con scritto ‘fatto in plastica’ sui bicchieri di bioplastica e ‘contiene plastica’ sui bicchieri in carta accoppiati a bioplastica. E ora veniamo alla vostra novità, denominata QWARZO. Come nasce e di cosa si tratta? QWARZO è un prodotto brevettato, che permette l’impermeabilizzazione di materiali come la carta, creando una barriera funzionale ‘plastic free’ molto efficace. Il gruppo FLO collabora già da un paio di anni con l’ideatore di questo materiale e da tale collaborazione sono nate le prime palette vending in carta rivestite di Qwarzo, resistenti ai liquidi e al calore, oltre che compostabili. Perché una paletta in carta? Perché crediamo che il monomateriale sia vincente e poter fornire al mercato una paletta di carta che si affianca ai bicchieri di carta, ne semplifica la gestione del fine vita, entrambi i prodotti infatti, dopo l’uso, vanno conferiti nello stesso contenitore. Per lo stesso motivo FLO è tra i promotori del progetto Rivending, il programma di raccolta e riciclo di bicchieri e palette tutti realizzati in polistirolo, che garantisce un circuito efficiente e la realizzazione di una materia prima da post consumo di altissima qualità.

tante sembra essere la ripartenza del mercato cinese dopo la pandemia, che è avvenuta prima di tutti gli altri. Avendo pochi stock di materie prime - e mi riferisco un po’ a tutti materiali - le hanno sottratte altrove, comprandole anche sui mercati europei e nordamericani, pagandole fino al doppio del prezzo di mercato. Ovviamente, l’industria ha preferito venderle alla Cina piuttosto che ai mercati di riferimento e questo ha determinato il fatto che i prezzi sono saliti alle stelle, raddoppiati. Questo è quello che è accaduto al polistirolo, materia prima dei bicchieri vending, che a gennaio costava 1.000 euro a tonnellata e a maggio è arrivato a costare 2.200 euro. E non se ne trova. Stessa cosa sta succedendo con tutte le materie prime strategiche, un fenomeno che ha messo in ginocchio l’industria europea, costretta ad affrontare un mercato caro e povero di materiali. Accennavamo prima all’alternativa delle bioplastiche. Sembra che la normativa europea non abbia le idee molto chiare. Qual è la sua opinione? In realtà la Commissione Europea ha le idee chiare sulle bioplastiche, le assimila alle plastiche fossili, non fa nessuna differenza. L’Italia invece, che vanta produttori

La paletta QWARZO è quindi un prodotto riciclabile e compostabile? Per rispondere a questa domanda, è necessaria una premessa. Occorre infatti chiarire il concetto di compostabile, in particolare la differenza tra compostaggio industriale (industrial compost) e compostaggio domestico (home compost). Il compostaggio industriale è un processo standardizzato secondo la Norma EN 13432, che ne definisce tempi e modalità. Un prodotto compostabile ‘industrial’ va conferito nella raccolta dell’organico e insieme ai resti di cibo viene inviato agli impianti di compostaggio. Qui viene inserito in grosse vasche, mantenute a temperatura e umidità controllate, e lavorato per diventare entro un periodo di alcuni mesi (sei secondo la normativa) compost per l’agricoltura. Il compostaggio domestico è una pratica individuale, non soggetta a normative europee standardizzate. Il prodotto compostabile ‘home’ può essere gettato nell’organico per diventare compost seguendo il ciclo dell’industrial compost, oppure sottratto dai rifiuti organici e inserito nella compostiera domestica, per chi ne possiede una in giardino, per creare compost ad uso normalmente personale. Ci sono ancora grossi dubbi e

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criticità relative all’efficacia dell’home compost, legati all’effettiva ripetibilità del processo. Mi spiego meglio con un esempio: la temperatura di compostaggio domestico deve rimanere attorno ai 25°C per tutto il ciclo, ciclo che dura mediamente 12 mesi. Potete quindi immaginare quanto sia difficile o meglio impossibile garantire che in inverno si possano mantenere i 25°C all’interno di una compostiera all’aperto? Già nello stesso posto è impensabile mantenere temperature uguali tra estate ed inverno, pensiamo poi di spostarci geograficamente dal sud al nord Europa, dalla Sicilia alla Norvegia per esempio… Inoltre, le buone pratiche di compostaggio domestico, sconsigliano vivamente di introdurre nelle compostiere resti di pesce o carne, pena l’arrivo di topi o animali randagi attirati dall’odore del cibo in putrefazione. Tutto questo fa ben comprendere che l’home compost oggi sia più che altro una pratica personale, attuata da chi decide di curare il proprio orto o giardino con concimi ‘fatti in casa’, sottraendo alla raccolta dell’umido una piccola e selezionata frazione di rifiuti organici, da usare mischiata agli sfalci. L’ignoranza sul tema ha generato una grande confusione: probabilmente la maggior parte dei consumatori pensa che il compostaggio industriale riguardi i rifiuti organici generati dalle industrie e il compostaggio domestico i rifiuti organici delle famiglie. Non è assolutamente così, poiché tutti i rifiuti gettati nel contenitore dell’umido vengono inviati e gestiti nei centri di compostaggio industriale, con un processo che, ripeto, è controllato e standardizzato in tutta Europa. Per rispondere alla domanda, confermo che la paletta Qwarzo è sia riciclabile con la carta che compostabile con l’organico. Da dove proviene la carta che usate? Le carte provengono da foreste europee certificate PEFC, che vengono lavorate in Italia per arrivare al prodotto finale. Che sia un prodotto 'made in Europe' e che la materia prima non provenga dalla Cina o dalla Russia è importante anche per quanto riguarda l’impatto della logistica, e quindi dei trasporti, sia in termini economici che ambientali.

Siete pronti per il mercato? Avete già proposto la nuova paletta in carta alle società di gestione? Dopo un lungo periodo di test, le nostre palette in carta sono pronte per il mercato del Vending e del caffè in generale, avendo superato tutte le prove di macchinabilità, impermeabilità e resistenza al calore. Ad oggi la nostra capacità produttiva rispetto a QWARZO è limitata, ma siamo comunque in grado di soddisfare le richieste dei nostri clienti per i volumi richiesti. Le collaborazioni per il momento restano quelle di sempre, ovvero quelle con gli importatori, i rivenditori e i clienti diretti di FLO. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi e ci muoveremo di conseguenza. Quali sono stati i feedback finora? Abbiamo ricevuto feedback molto positivi da parte dei clienti che le hanno testate e per diversi motivi. Intanto è bella, liscia, bianca, molto simile alla paletta di plastica come percezione al tatto e in bocca. A questo aggiungiamo che è un prodotto fatto con materie prime di altissima qualità e sostenibili, perché provenienti da foreste certificate PEFC, 100% made in Europe. Le foreste nordeuropee da cui deriva la carta utilizzata per le palette QWARZO sono certificate e inserite in una gestione controllata della materia prima, che garantisce la conservazione di quel polmone verde a cui gli alberi appartengono. Il processo di gestione sostenibile delle foreste PEFC ha un costo che incide sul prezzo della nostra paletta QWARZO, che si posiziona in una fascia medio-alta del mercato. Probabilmente esistono soluzioni più economiche di importazione, ma, soprattutto in questo momento di cambiamenti epocali, riteniamo che la qualità, la filiera certificata, il made in Europe e la sicurezza alimentare siano valori imprescindibili che FLO deve garantire ai propri clienti. È una questione anche etica, quindi? Il mondo sta cambiando e cambierà ancora e noi dobbiamo porci responsabilmente di fronte alle risorse che il pianeta ci offre. E quindi la risposta è sì: è una questione etica, prima che economica.

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Caffè Vergnano sceglie Coca-Cola come partner strategico per l'export Un importante accordo di partnership si è chiuso tra Caffè Vergnano e Coca-Cola, che prevede la cessione del 30% della storica torrefazione torinese e, soprattutto, la distribuzione esclusiva da parte di Coca-Cola dei prodotti Vergnano all’estero. Nulla cambia nella governance, fondata dalla famiglia Vergnano 135 anni fa, giunta alla quarta generazione con Carolina, Enrico e Pietro Vergnano impegnati nel consiglio d’amministrazione.

“Siamo molto lieti di accogliere Coca-Cola come nostro nuovo partner strategico - commentano - per contribuire a sviluppare nuove opportunità di crescita e sostenere il viaggio del nostro brand al di fuori del nostro mercato domestico. La nostra expertise porta con sé valori che appartengono a una tradizione radicata e ricca di storia; il caffè non è solo un prodotto ma un rito sociale che attraversa Paesi e continenti. Combinando l’esperienza, il know-how di Coca-Cola con la qualità delle nostre miscele e la profonda conoscenza del settore, siamo certi che questa si rivelerà una partnership illuminata per esportare nel mondo i valori e la cultura dell’autentico espresso italiano“. “La firma di questo accordo con Coca-Cola rappresenta un momento importante per l’evoluzione di Caffè Vergnano: è la conferma di come un family business gestito in modo coerente e consapevole possa raggiungere grandi obiettivi senza perdere la propria natura e i propri valori“, commentano Franco e Carlo Vergnano, rispettivamente CEO e presidente della torrefazione.

3 NOVEMBRE 2009

QUADRICROMIA

Caffitaly e Kimbo siglano una partnership commerciale

Caffitaly e Kimbo hanno stretto una partnership per portare sul mercato un’esperienza di caffè superiore. L’innovativo sistema di Caffitaly, che combina l’alta tecnologia di macchine e capsule, incontra le caratteristiche uniche del caffè dell’azienda napoletana, uno dei più importanti e storici torrefattori d’Italia. “Per Caffitaly questo accordo rappresenta una tappa fondamentale nella costante ricerca di un caffè in tazza unico e inimitabile nel panorama italiano e internazionale” ha dichiarato l’AD di Caffitaly Giuseppe Casareto. “Affiancare l’eccellenza organolettica del caffè Kimbo all’eccellenza del nostro sistema di estrazione, che già fornisce ai consumatori un’esperienza mai provata prima, ci consente di iniziare un sodalizio inarrivabile che darà ancor più valore aggiunto al prodotto che offriamo quotidianamente ai clienti”.

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“Siamo particolarmente soddisfatti di questo nuovo progetto che consente a Kimbo di arricchire la propria offerta nel mercato dei monoporzionati, attraverso un sodalizio di grande prestigio. Entrando nel sistema Caffitaly, Kimbo amplia ulteriormente la propria base di consumatori offrendo un caffè di elevata qualità che consentirà alla stessa Caffitaly di diffondere maggiormente il sistema nelle case degli italiani, permettendo loro di gustare un caffè premium” ha dichiarato Roberto Grasso, Amministratore Delegato di Kimbo. L’accordo tra le due aziende porterà al lancio nella seconda parte dell’anno di una serie di prodotti a marchio Kimbo commercializzati nei canali di vendita Caffitaly, (e-commerce, negozi monomarca Caffitaly e negozi multimarca specializzati in rivendita di capsule).



NOVAPLASTSRL.NET

LA PALETTA NATURALE THE NATURAL STIRRER

PER NOVAPLAST L’ALTERNATIVA È IL LEGNO. DI QUALITÀ. Era il 1972 quando a Milano nasceva ufficialmente la Rosiplast, periodo storico in cui il mondo del vending era nella sua fase di prima espansione, e chi si affacciava alla produzione delle palettine per il caffè lo faceva con l’entusiasmo e l’attitudine del pioniere. Da allora molto è cambiato. L’azienda, che nel 1990 si è evoluta nell’attuale Novaplast, per rispondere al meglio alle sfide che il mercato proponeva, ha continuamente investito in tecnologia per adattarsi ai mutamenti del mercato e alle esigenze dei clienti. L’ultima sfida a cui Novaplast, come tutti i produttori di palettine, è chiamata a rispondere è una soluzione alternativa al bando delle palette in plastica, stabilito dalla Direttiva SUP. Ne parliamo con Domenico Candiloro, parte del management dell'azienda.

Da sinistra Daniele, Mario e Domenico Candiloro

Qual è la sua opinione sulla Direttiva SUP? Non voglio fare polemiche e non voglio dilungarmi molto su questo tema, ma la mia opinione è che sia stata gestita in maniera non ottimale a livello europeo e che poi l'Italia nelle ultime settimane, si sia resa conto del reale impatto gravoso sulle aziende in contrapposizione ai dubbi sui reali benefici ambientali, e abbia cercato di metterci una pezza senza però dare le risposte che servivano al settore. Rispetto al divieto di produzione di palette in plastica, qual è la vostra alternativa? La nostra soluzione primaria è il legno. Abbiamo fatto varie prove con materiali compostabili, che però non possono garantire né i quantitativi, né il prezzo. I mate-

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riali compostabili, infatti, costano molto di più del legno e da un’indagine di mercato con i nostri clienti, abbiamo rilevato che non sono disposti a pagare di più per avere un prodotto compostabile che, tra l’altro, percepiscono comunque come plastica. Le vostre palette di legno sono prodotte in casa? Per contenere i costi, abbiamo scelto di importare le nostre palette, affidandoci ad un partner che le confeziona a nostro marchio, garantendoci sicurezza e qualità del prodotto. Parametri che sono riusciti a convincere i nostri clienti, inizialmente scettici sia per quanto riguarda la performance nei distributori automatici, che per quanto riguarda la percezione al gusto, essendo opinione comune che le palette in legno in qualche modo cambiano il sapore del caffè. Alla fine, abbiamo ottenuto un prodotto molto buono sia tecnicamente data la perfetta macchinabilità, che sotto il profilo del gusto. Abbiamo lavorato molto per superare le criticità che si sono presentate inizialmente, come ad esempio il fatto che la paletta si piegava al contatto con il calore e l’umidità delle bevande. Abbiamo provato vari tipi di legno fino a trovare quello giusto, che ci garantisse la qualità che da sempre perseguiamo: costa di più ma è sicuramente un legno superiore rispetto a quanto si trova sul mercato, per lo più d’importazione cinese. Una volta dismessa la produzione delle palette in plastica, cosa ne sarà dei macchinari? Sono convertibili? Noi dal 2010 abbiamo già cominciato a produrre delle alternative, perché abbiamo subito pensato a diversificare per il futuro, anche se delle problematiche legate alla plastica allora non se ne parlava ancora. Noi, quindi, abbiamo già delle idee su come convertire i macchinari. È ovvio però che i quantitativi che si realizzano con la produzione di palette non sono replicabili con altri tipi di prodotto e quindi ci sarà sicuramente un calo di fatturato. Ma almeno questo consentirà a Novaplast di continuare l’attività, senza il rischio di doverla chiudere. In che modo avete diversificato? Dal 2010 produciamo tappi, un prodotto nuovo su cui abbiamo lavorato molto fino ad ottenere una buona qualità e che distribuiamo nel settore alimentare e in quello cosmetico. La produzione dei tappi ha finora affiancato quella della palette, che è il nostro prodotto storico. Staremo a vedere cosa accadrà nel futuro.



LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SULL'ACQUA POTABILE Sulla Gazzetta Ufficiale Europea n° 435 del 23 dicembre 2020 è stata pubblicata la Direttiva UE 2020/2184 sull’acqua potabile, entrata in vigore il 12 gennaio 2021, che modifica la normativa relativa alle acque pubbliche destinate al consumo umano. L’obiettivo delle nuove norme è di favorire il consumo di acqua pubblica, garantendone maggiore qualità attraverso controlli più stringenti, contribuire alla riduzione dell’inquinamento da plastica, consentire ai cittadini dell’Unione di risparmiare sulla spesa per un bene che dovrebbe essere un diritto di tutti. In effetti, la necessità di rivedere la normativa sull’acqua potabile è nata proprio da un’iniziativa dei cittadini europei, denominata Right2Water per un’acqua potabile e servizi igienico-sanitari intesi come un diritto umano universale e non una merce. Tale iniziativa è stata lanciata nel 2012, spingendo la Commissione europea a rivedere le regole e imporre ai governi nazionali di garantire a tutti i cittadini acqua potabile e servizi igienico-sanitari sufficienti per qualità e quantità. Right2Water ha raccolto più di 1.600.000 firme centrando l’obiettivo. I governi nazionali dovranno ora rivedere le proprie norme per adeguarsi alla direttiva entro due anni. I PUNTI SALIENTI DELLA DIRETTIVA UE 2020/2184 Il primo elemento da considerare è la volontà di disincentivare i cittadini europei al consumo di acqua in bottiglia, un’abitudine consolidata come dimostra il consumo medio pro capite che si attesta a 106 litri all’anno. Nell’Unione Europea, l’Italia è il primo consumatore con una media pro capite di 200 litri all’anno, con un 59% degli italiani che predilige l’acqua minerale in bottiglia, nonostante la spesa sia 700 volte più alta rispetto a quella che si sosterrebbe consumando acqua di rubinetto.* Abbandonare la bottiglia significa risparmiare soldi e plastica: l’UE stima infatti che le famiglie europee risparmierebbero 600 milioni di euro all’anno, mentre si immetterebbe nel circuito il 17% di bottiglie di plastica in meno, molte delle quali finirebbero nell’ambiente. Ciò significa riduzione dei rifiuti, ma anche minor immissione nell’atmosfera di gas serra generati dai *dati ricerca internazionale Culligan

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processi produttivi di estrazione, imbottigliamento e trasporto dell’acqua in bottiglia. Il secondo punto riguarda la trasparenza nella comunicazione. Per aumentare e migliorare la fiducia nell'acqua del rubinetto le nuove norme impongono di migliorare la comunicazione ai cittadini, in primo luogo con una maggiore trasparenza delle bollette (con dati su prezzo dell’acqua destinata al consumo umano, volume consumato dal nucleo familiare, tendenze del consumo annuo e confronto con il consumo medio di un nucleo familiare) in modo da consentire un confronto tra quanto speso per l’acqua del rubinetto e il prezzo dell’acqua in bottiglia. Altrettanto trasparente deve essere la comunicazione sui controlli e sul monitoraggio delle acque dalla sorgente, ovvero dal bacino idrografico, all’estrazione, al trattamento, allo stoccaggio e alla distribuzione fino al rubinetto. I cittadini dovranno avere libero accesso alle informazioni sui risultati dei programmi di controllo e monitoraggio; sui procedimenti di trattamento e disinfezione dell’acqua applicati; sul superamento dei valori di parametro pertinenti per la salute umana; sulla valutazione e gestione del rischio del sistema di fornitura, ecc. Per garantire maggiore sicurezza, la nuova direttiva ha effettuato un aggiornamento degli standard qualitativi dell’acqua, stringendo ad esempio la soglia di tolleranza per alcuni contaminanti già da tempo monitorati come il piombo, e tenendo conto di nuove sostanze inquinanti, fino ad oggi non inserite nei parametri da controllare, in particolare quelli chimici. Nell’elenco di questi ultimi sono state introdotte sostanze come il bisfenoloA, impiegato ad esempio nelle resine che compongono il rivestimento dei serbatoi per lo stoccaggio di acqua potabile, che è considerato un interferente endocrino; clorato e clorito, sottoprodotti della disinfezione chimica delle acque mediante cloro e suoi composti, dei quali sono riconosciuti effetti ematologici e per il clorato anche disturbi sulla tiroide; acidi aloacetici, sottoprodotti del processo di disinfezione delle acque potabili, che sono considerati potenziali cancerogeni; le micro cistine-LR, prodotte dalle alghe comunemente presenti nelle acque superficiali, che possono provocare disturbi gastrointestinali; PFAS, sostanze ampiamente utilizzate a livello industriale per la produzione ad esempio di tessuti sintetici e pentole antiaderenti, considerati in-


terferenti endocrini e causa di bioaccumulo e tossicità diffusa; uranio, elemento radioattivo che provoca disturbi renali ed è considerato un potenziale cancerogeno. Per quanto sia apprezzabile la stretta sui controlli dell’acqua potabile e l’attenzione per l’ambiente e per i cittadini, è indubbio che la direttiva vada a colpire l’industria delle acque minerali imbottigliate (oltre quello della plastica), che verrebbe penalizzata dalla riduzione dei consumi di acqua confezionata. Tuttavia, per garantire un maggior accesso all’acqua pubblica, la Direttiva UE chiede agli Stati membri di incentivare sistemi per la fornitura gratuita di acqua all’esterno e all’interno degli spazi pubblici, includendo tutti i cittadini dei contesti urbani, soprattutto quelli più vulnerabili come i rifugiati, le comunità nomadi, i senzatetto. Uno dei sistemi contemplati è, ad esempio, l’installazione di distributori d’acqua all’esterno e all’interno di spazi ed edifici pubblici. Per quanto riguarda la ristorazione, la Direttiva incoraggia ristoranti, mense e servizi di ristorazione a mettere a disposizione dei propri clienti acqua potabile a titolo gratuito o a prezzi modici. In questo contesto, ne gioverebbero i produttori e gestori di distributori automatici di acqua pubblica, oltre che tutto il comparto dei produttori di sistemi di filtrazione dell’acqua destinati al canale domestico e a tutti i luoghi del consumo fuori casa.

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SELFLY STORE L'INNOVATIVO FORMAT PER LA VENDITA H24

Ideato dalla società finlandese Storaenso e distribuito in Italia da Product & Service con il brand MisteRetail, SELFLY STORE è un innovativo format per la vendita H24 7/7 di qualsiasi tipo di referenza in qualsiasi tipo di contesto, ma che si differenzia dal Vending per tutta una serie di plus che lo collocano un gradino più in alto rispetto ai tradizionali sistemi di gestione. Ne parliamo con Giulia Airaghi che è la project manager. Com’è composto il sistema del Selfly Store? Il sistema è composto da 4 parti. La prima è il frigo intelligente, che è una frigovetrina che ha a bordo e gestisce il sistema delle etichette Rfid con tecnologia UHF (Ultra High Frequency). Il frigo è inoltre dotato di una elettroserratura che serve ad aprire in sicurezza la porta quando l’utente si identifica. L’identificazione può avvenire con una card Rfid o smartphone o tramite terminale bancario, a cui tra poco andremo ad aggiungere altri sistemi di pagamento e di riconoscimento, in modo da soddisfare le esigenze del mondo vending di alcuni Paesi, come Italia, Francia e Spagna, che sono più avanti per quanto riguarda i sistemi di acquisto propri del Vending. Il secondo elemento del sistema è la stazione di codifica delle etichette Rfid, che viene effettuata sulla base delle esigenze dei gestori, per poi essere applicate ai prodotti che andranno venduti nel frigo. Il terzo elemento sono le etichette Rfid e il quarto è

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un potente gestionale in cloud che serve per gestire il sistema ed avere tutti i dati del frigo. È un gestionale bidirezionale che, tra l’altro, risponde ai requisiti richiesti dall’Industria 4.0 e quindi beneficia delle agevolazioni fiscali previste. È un sistema di vendita basato sulla fiducia? No. Sicuramente non è un prodotto inseribile all’interno di un negozio automatico, ma piuttosto all’interno di un ufficio, una palestra, un aeroporto, ovvero luoghi di consumo non presidiati ma dotati di sistemi di controllo e sicurezza. In linea generale, potrei dire che il nostro Selfly Store non è adatto a tutti quei luoghi in cui ci sarebbe bisogno di un distributore blindato. Questo garantisce l’incolumità del frigo. Ma in che modo il sistema lo difende da eventuali frodi da parte dell’utente? La tutela dalle eventuali frodi la dà l’utente stesso. Mi spiego. Se l’utente paga con carta di credito e si identifica con quella, lo sportello si apre e gli permette di scegliere i prodotti che desidera. Nel momento in cui chiude la porta, il sistema fa un check del magazzino del frigo, ovvero quello che è rimasto all’interno, individua ciò che manca e conteggia l’importo totale da addebitare all’utente. Questo vuol dire che se l’utente non chiude la porta, coloro che acquisteranno dopo di lui potranno prendere tutto quello che vogliono gratuitamente, finché qualcuno non chiuderà la porta. A quel punto il sistema addebiterà il costo di tutto quello che è stato prelevato, dal momento dell’apertura in poi, all’utente che per primo si è loggato. Quindi, è l’utente stesso che tutela il sistema da frodi, chiudendo la porta dopo i suoi acquisti, poiché non gli conviene certamente pagare per sé e per tutti quelli che si serviranno del frigo dopo di lui.


Il sistema funziona con app? Sì, se si usa un borsellino privativo; no, se il riconoscimento dell’utente avviene direttamente attraverso la carta bancaria che “mostrerà” al terminale di pagamento posto sul frigo. Quest’ultimo individua la persona che sta per acquistare, chiede conferma della carta all’istituto bancario e, ottenuta risposta positiva, apre la porta. L’utente fa le sue scelte, richiude la porta ed in quel momento il sistema conteggia in maniera trasparente i costi di tutto quello che è stato preso, addebitando l’importo sulla carta. Il tutto avviene in una manciata di secondi e in totale sicurezza, per quanto riguarda la protezione dei dati del cliente e senza addebiti ulteriori. Ci spiega meglio come funziona il sistema di calcolo del venduto? Come dicevo, tutto viene gestito attraverso le etichette Rfid, che sono delle eco etichette di carta, applicate a tutti i prodotti inseriti nel frigo per la vendita. Il caricatore, dopo essersi identificato alla macchina, carica il Selfly Store con i prodotti dotati di etichetta e chiude la porta. A questo punto il sistema legge tutte le etichette presenti nel frigo e calcola il nuovo magazzino, che va a sommarsi al “vecchio” magazzino, ovvero ai prodotti residui, ancora presenti in macchina al momento del caricamento. Come spiegavo prima, nel momento in cui l’utente fa i suoi acquisti e richiude la porta, il sistema calcola il venduto su sottrazione, ovvero individuando ciò che manca dal magazzino che aveva memorizzato. Fa il suo totale e procede con l’addebito sulla carta dell’utente. Un sistema semplice e veloce, poiché si svolge nel giro di pochi secondi. Altrettanto velocemente e automaticamente viene aggiornato il menu della macchina, consultabile sul display. Quando il caricatore termina le sue operazioni, il sistema legge le etichette e aggiorna non solo il magazzino ma anche il menu, eliminando ad esempio referenze che si è deciso di non vendere o inserendone di nuove. L’aggiornamento del menu viene fatto automaticamente anche quando un prodotto è esaurito. In tal caso non compare più nell’elenco delle referenze disponibili. Quali prodotti è possibile vendere con Selfly Store? Escludendo solo i surgelati, si può vendere qualsiasi tipo di prodotto: da quelli che possono essere tenuti

a temperatura ambiente a quelli che hanno bisogno di un ambiente refrigerato. Selfly, infatti, è disponibile sia nella versione “no frigo” che refrigerato fino a +3 gradi. Ciò significa che con Selfly si può vendere sia food che non food. A chi è destinato il sistema Selfly Store? Il target principale sono il Vending, l’Horeca, l’Hospitality e il Retail. Quindi una gamma di utilizzi molto più ampia del canale Vending e senza gli svantaggi legati alla vendita attraverso il distributore automatico tradizionale, come il packaging che, come sappiamo, deve essere macchinabile e quindi adatto per forma e dimensioni. Inoltre, il nostro è un sistema flessibile e adattabile a qualsiasi tipologia di punto vendita. Ci è stato, ad esempio, richiesto da un circuito di studi veterinari che hanno deciso di installare Selfly presso i loro ambulatori per vendere farmaci da banco per gli animali, ma anche collari, pet food e tutto quello che può servire per prendersi cura dei propri amici a quattro zampe. A chi intendete proporre la vostra soluzione? Da distributori del prodotto abbiamo due target principali: da una parte i produttori di fresco, di prontofood e catering, che utilizzano il Selfly Store per inserire i loro prodotti da proporre ai clienti; dall’altra parte i gestori, che possono essere sia del Vending che, per esempio, i gestori degli alberghi, che utilizzano il frigo per posizionarlo dai loro clienti, nel caso del Vending, o nei loro alberghi nella seconda ipotesi, per vendere prodotti che acquistano da terzi. Proprio come fanno i gestori del Vending. Perché un gestore dovrebbe acquistare Selfly Store e non un distributore a spirale tradizionale? Ci sono dei motivi tecnici e dei motivi pratici. I motivi tecnici sono legati proprio alla struttura del nostro frigo che non costringe ad inserire prodotti in base agli spazi disponibili e questo proprio perché non ci sono

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dettando al sistema le regole della campagna che verrà gestita automaticamente ed autonomamente, secondo parametri e tempi stabiliti dal gestore. Quest’ultimo, inoltre, può inserire delle promo da visualizzare sul display: la promo della sua azienda, il prodotto o l’offerta della settimana e così via. Di quanti ripiani si può disporre? I ripiani possono essere 5 o 6 e possono essere spostati in altezza per adattarli alle dimensioni dei prodotti.

spirali. Come dicevo prima, con Selfly Store vengono superate tutte le limitazioni legate al packaging, potendo inserire prodotti di ogni formato, basta non superare l’altezza disponibile tra un ripiano e l’altro, che approssimativamente va dai 40 ai 60 cm permettendo, ad esempio, anche l’inserimento di bottiglie alte, come quelle dello champagne, per intenderci. Altra cosa importante rispetto ai distributori automatici tradizionali è che non c’è il problema dei prodotti delicati, dove bisogna stare attenti ai rischi di rottura nella caduta, e di quei prodotti particolari che non possono essere capovolti né nell’alloggiamento in macchina, né in fase di caduta. Faccio un esempio: se voglio vendere piatti pronti come può essere una lasagna, col distributore automatico standard dovrò chiedere al produttore di utilizzare una confezione che tenga fermo il prodotto all’interno, perché posizionandolo in verticale o in fase di caduta, la mia lasagna finirà per cadere tutta da una parte nel piatto che la contiene. Nel nostro Selfly le lasagne restano ferme in posizione orizzontale dal momento in cui vengono inserite al momento in cui vengono prelevate. E per quanto riguarda la capacità? La capacità è un altro aspetto vincente del Selfly Store. Noi abbiamo fatto dei test con i contenitori metallici, che sono i più difficili da gestire, e siamo arrivati ad inserire in un frigo a 5 ripiani una quantità di contenitori di dimensioni standard che va dai 200 ai 250 pezzi, un numero senza dubbio superiore rispetto a un distributore a piatti rotanti o a spirali. Inoltre, cosa importantissima che fa la differenza col distributore automatico, è il fatto che Selfly può gestire le scadenze. Quando si codificano le etichette Rfid, si inseriscono tutti i dati del prodotto, anche la scadenza, che può essere tenuta sotto controllo attraverso la piattaforma del gestionale. Questo permette non solo di intervenire magari per ritirare i prodotti non più vendibili, ma anche per effettuare da remoto operazioni che incentivano la vendita dei prodotti prossimi alla scadenza, come ad esempio offrire sconti speciali. Quindi, se verifico che un’insalata all’interno di un frigo presso uno dei miei clienti scadrà tra due giorni, da remoto posso abbassare il prezzo, mostrando l’offerta speciale sul display del frigo. Il tutto senza muovermi dalla mia scrivania. Allo stesso modo si possono impostare campagne promozionali su determinati prodotti o su tutti i prodotti,

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Fino a che punto il sistema è affidabile? Non ci sentiamo di dire che l’affidabilità sia al 100%, ma sicuramente arriva al 99,9% dal punto di vista della lettura delle etichette Rfid, ovvero del prodotto quando viene inserito dal caricatore e quando viene prelevato dall’utente. La sicurezza è data da alcuni fattori. Prima di tutto, quando vengono codificati i tag Rfid, se una delle etichette è difettosa il sistema lo segnala e la scarta; quando il caricatore inserisce il prodotto in frigo ha immediatamente il riscontro da parte della macchina rispetto alla validità di tutti i tag. Se un’etichetta dovesse presentare una qualche anomalia, magari sfuggita al primo controllo, il frigo intelligente la segnala in modo che il caricatore possa togliere quel prodotto dalla macchina. Inoltre, dal cloud il gestore può verificare se ci sono etichette non in buono stato ed intervenire per tempo. È previsto un sistema di controllo dell’area vendita? C’è la possibilità di implementare un sistema di controllo che può essere fatto con la classica telecamera esterna, ma anche con una telecamerina posta sul sistema di pagamento o all’interno o all’esterno del display del frigo. Quali sono i costi? A parte quello della stazione di codifica, tra l’altro molto basso, il Selfly Store ha il costo di un buon distributore del freddo di ultima generazione, con tutti i vantaggi che ne rappresentano il valore aggiunto rispetto ad una macchina vending tradizionale.



Arriva nel Vending PASTA CUP una nuova proposta di primi piatti pronti, nati dall'equilibrio tra tecnologia, ingredienti naturali ed esperienza di un pastificio storico della tradizione italiana.

L'intervista con Stefano Berruto - CEO di Pasta Berruto SpA Ci racconta la storia di Pasta Berruto? Pasta Berruto compie quest’anno 140 anni, essendo nata nel 1881 grazie all’iniziativa di piccoli pastai artigianali piemontesi. Siamo all’inizio dell’industrializzazione del settore alimentare, quando alcuni imprenditori attivi in questo comparto cominciavano a sentire il bisogno di far crescere la loro attività, sfruttando proprio la forza che deriva dall’unione di più realtà. Fu così che 3 pastai piemontesi si unirono, dando origine alla Italpasta. La mia famiglia, che veniva dal mondo dei mulini ed era fornitore di questa azienda, un po’ alla volta è entrata nel settore della pasta, fino a farne l’attività principale. Oggi, Pasta Berruto è una realtà industriale ben consolidata. Nel 2020 ha sviluppato 40 milioni di euro di fatturato, conta 95 collaboratori e ha una produzione di circa 250 tonnellate di pasta al giorno. Nel 2020 la produzione totale ha raggiunto quota circa 57.000 tonnellate, di cui il 90% esportato in un centinaio di Paesi in tutti i continenti, con l’Europa che costituisce il mercato principale. Com’è nato il progetto Pasta Cup? È nato nell’ambito di una nostra valutazione dei numeri generati da prodotti che in qualche modo competono col mondo della pasta, ed in particolare il mondo de-

gli oriental noodle, sia confezionati in cup che in altre modalità. I volumi di quel mercato ci hanno davvero sorpresi e ci siamo chiesti come si potesse replicare quel modo di consumo, utilizzando la nostra pasta piuttosto che i noodle che, tra l’altro, presentano una serie di problematiche per quanto riguarda i valori nutrizionali e gli effetti sulla salute. Ragionando con i nostri team del marketing e del commerciale abbiamo individuato una soluzione che ci soddisfaceva e da qui è nata l’idea di Pasta Cup. Non è stato semplice: ci abbiamo lavorato 3 anni, facendo prove e sperimentazioni, testando diverse tecnologie per riuscire a precuocere la nostra pasta, fino ad arrivare al lancio sul mercato. Ce ne descrive le caratteristiche? È una pasta di semola di grano duro precotta a vapore, una tecnologia che non incide sulle sue proprietà organolettiche e nutrizionali, abbinata ad un condimento in polvere costituito da ingredienti in parte disidratati e in parte liofilizzati. La caratteristica principale è che si tratta di un prodotto naturale, senza coloranti, senza conservanti, senza glutammato aggiunto e quindi un prodotto che nell’insieme ha un profilo nutrizionale di altissimo livello.

A questo si unisce un profilo sensoriale di altrettanto altissimo livello, poiché una grande ricerca è stata fatta per arrivare a sviluppare ricette dei condimenti che fossero quanto più aderenti alla tradizione culinaria italiana. Quali sono i mercati di riferimento? Noi siamo un’azienda che esporta gran parte della sua produzione e quindi il primo mercato di riferimento è l’estero, dove questa tipologia di prodotto viene recepita molto più in fretta che in Italia. Il consumatore straniero è già abituato a consumaNella foto, da sinistra, Stefano Berruto (CEO), Anna Berruto (Ufficio acquisti) e Matteo Berruto (CTO).

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re i pasti con prodotti pronti, affini a Pasta Cup, e per questo motivo ci siamo rivolti in primis ai nostri principali mercati esteri, soprattutto orientali, con un posizionamento di prezzo superiore, a volte anche doppio, rispetto a quello di prodotti similari già presenti in quei mercati. Abbiamo visto che, ciò nonostante, il consumatore lo acquista, lo apprezza, ne comprende gli aspetti valoriali, decretando così un buon successo del nostro prodotto.

E in Italia? Siamo consapevoli che nel nostro Paese l’abitudine di mangiare la pasta in maniera tradizionale è ben radicata. Per testare il nostro mercato siamo ricorsi ad una strategia più soft, rivolgendoci a distributori locali per cominciare a sondare il terreno. Devo dire che la risposta da parte dei consumatori ha superato le nostre aspettative, tanto da generare riassortimenti di prodotto ed ordini continuativi che ci fanno ben sperare per il futuro. La conferma ci arriva anche dal riscontro che il nostro Pasta Cup sta ricevendo nel piccolo negozio alimentare che abbiamo accanto al nostro stabilimento. Devo dire che, sebbene ci troviamo in una zona di campagna e non certo in una grande metropoli, i clienti si sono lasciati consigliare dal nostro personale di vendita, hanno voluto provare Pasta Cup e la ricomprano, apprezzandone le caratteristiche e, soprattutto, la comodità e la velocità di preparazione.

A quali target mirate? I target sono molteplici: il canale Vending e in generale tutto quello che attiene al mondo del fuoricasa, come il pasto veloce in ufficio, in fabbrica o a scuola, così come il consumo on the road, vale a dire l’area di servizio o il convenience store. Proprio per rispondere a queste diverse occasioni di consumo abbiamo messo a punto due modalità di preparazione: Pasta Cup si può preparare aggiungendo alla cup la quantità prevista di acqua calda e poi mettendola in microonde per 3 minuti, oppure aggiungendo acqua bollente, facilmente disponibile negli uffici dove sono presenti i bollitori, e attendendo tre minuti. Quindi una grande versatilità di preparazione. Al mondo del lavoro si affiancano contesti diversi, come possono essere quelli legati alle vacanze: in montagna, in barca o in campeggio, la nostra Pasta Cup è un prodotto che ben si adatta a situazioni e momenti in cui non si vuole rinunciare a un buon piatto di pasta, ma non si vuole o non si può dedicare tempo alla cucina. Quali sono i punti di forza di Pasta Cup? Sicuramente la qualità degli ingredienti con cui è realizzata: pasta di semola di grano duro precotta a vapore, condita con sughi preparati con materie prime vegetali o animali naturali, senza conservanti, coloranti e glutammato aggiunto. Abbiamo puntato tutto sulla tecnologia, dedicandovi mesi e mesi di ricerca, proprio per lasciare il prodotto al naturale. Questo è il vero plus della nostra Pasta Cup, rispetto a quanto di similare offre il mercato.

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Ad esso aggiungiamo la velocità della preparazione che permette di concedersi un piatto di pasta caldo anche in una pausa pranzo di soli 15 minuti, e una shelf life che arriva a 14 mesi. Quali sono le referenze disponibili? Al momento abbiamo realizzato 5 referenze con formati di pasta e sughi diversi: pomodoro e mozzarella, arrabbiata, pesto, carbonara e un condimento ai funghi. Abbiamo già pronte altre 3 nuove referenze vegetariane o vegane, tra le quali una pasta con vellutata di verdure, quindi un prodotto più invernale. Stiamo inoltre lavorando sullo sviluppo di una linea biologica con pasta biologica e ingredienti dei sughi provenienti da questa particolare filiera. In futuro potremmo valutare l’idea di utilizzare pasta integrale, se il mercato di riferimento lo richiederà. Insomma, le prospettive di sviluppo sono molteplici. Per entrare nel canale Vending a quali strategie avete pensato? Non abbiamo sviluppato un’attività promozionale specifica per il Vending, ma applichiamo al canale le stesse modalità che utilizziamo per gli altri. Inizialmente, partiamo con una campionatura abbastanza importante che serve al nostro cliente per testare l’indice di gradimento del prodotto. Dopo di che applichiamo scontistiche e, in certi periodi, promozioni particolari, oltre che attività specifiche, svolte al lancio di nuove

referenze. Il formato in cup ben si presta alla vendita attraverso distributori automatici e in tutte le locazioni in cui il Vending svolge il suo servizio: il mondo del lavoro e quindi uffici e aziende, la scuola, ecc. Ma anche quei luoghi in cui, non essendo possibile installare distributori automatici di tipo tradizionale, vi è comunque la possibilità di stoccare il nostro prodotto che non necessita di modalità di conservazione particolari. Che tipo di riscontri ha ricevuto Pasta Cup? Sul mercato italiano siamo presenti solo da pochi mesi, avendo dovuto lo scorso anno rimandare il lancio per i motivi che ben conosciamo. Siamo quindi molto giovani e non siamo ancora nelle condizioni di poter fare un bilancio dei riscontri finora ricevuti. Quello che posso dire è che, laddove abbiamo trovato il distributore che crede nel prodotto, che ci ha permesso di fare un po’ di formazione alla forza vendita, le reazioni sono state positive, come prova il fatto che ci sono rotazioni del prodotto a scaffale. All’estero, dove abbiamo qualche mese in più di storia, i riscontri sono soddisfacenti, se andiamo a considerare, come dicevo prima, che il nostro prezzo è più alto, un fattore che in qualche modo incide sull’inclinazione del consumatore a sperimentare nuovi prodotti. Siamo soddisfatti soprattutto delle dinamiche positive che si sono sviluppate nei mercati orientali. Scommessa vinta? È stato un azzardo piuttosto importante per un pastificio tradizionale come il nostro, decidere di dedicare energie e risorse allo sviluppo e al lancio di un prodotto così innovativo e diverso. È una gamma che ci pone in una posizione importante rispetto al mercato: siamo l’unico pastificio tradizionale di grandi dimensioni che abbia avuto il coraggio negli ultimi anni di investire in tanti prodotti innovativi, portando la lavorazione artigianale su scala industriale, riuscendo ad interpretare la pasta a 360 gradi e in tutte le forme possibili. Pasta Cup può essere considerata l’estremizzazione della nostra inclinazione all’innovazione. È stata una scommessa, ma ad oggi ci sentiamo di poter dire che è stata una scommessa vinta e di guardare con serenità al futuro.



BLUPURA INAUGURA IL NUOVO STABILIMENTO Inaugurato lunedì 21 giugno 2021, il nuovo stabilimento di Blupura a Recanati, la più grande azienda manufatturiera italiana di refrigeratori d’acqua collegati alla rete idrica di qualità. Insieme ai soci fondatori storici dell’azienda recanatese, Luca Costantini e Gianni Grottini, a fare gli onori di casa c'erano Scott Clawson e Laurence Bower, rispettivamente Presidente e CEO e Presidente EMEA di Culligan International, leader globale nella fornitura di soluzioni e servizi per il trattamento dell’acqua, capogruppo della Blupura di Recanati dal 2017. Blupura ad oggi conta circa il 2% in termini di fatturato nel Gruppo Culligan, formato da centinaia di aziende focalizzate nel settore acqua in tutti i continenti, ma è altamente riconosciuta per essere la più innovativa ed è fortemente riconosciuta da tutto il gruppo.

a sinistra Scott Clawson con Luca Costantini al centro e Gianni Grottini a destra

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“Questo è il terzo trasferimento della Blupura srl - ha sottolineato il Presidente e CEO del grande gruppo internazionale Culligan International di Chigago Scott Clawson - Blupura è fortemente cresciuta in così breve tempo grazie alla passione ed alla conoscenza delle persone che vi lavorano ogni giorno. L’esperienza e la visione di Gianni Grottini e Luca Costantini hanno guidato Blupura fin qui, ma questo non è che l’inizio della storia di un’azienda importante che ha ancora molto da dare al territorio di Recanati e a tutto il mondo, offrendo soluzioni altamente tecnologiche per l’acqua da bere, al contempo contribuendo alla riduzione della plastica nel mondo.” La nuova sede, di ben 11.000mq, ha una capacità produttiva di 100.000 impianti annui ed è pronta a produrre impianti per la refrigerazione e gasatura professionale dell’acqua in modo sostenibile. Grazie al team di 125 persone e ben 10 linee produttive, Blupura distribuisce i suoi prodotti in oltre 75 paesi in tutto il mondo, offrendo soluzioni di grandissimo prestigio ed innovazione tecnologica, come l’ultima installazione di rubinetti elettronici che erogano acqua microfiltrata fredda liscia e calda per via dell’intelligenza artificiale presso l’Aeroporto Internazionale di San Francisco (U.S.A). Tali rubinetti hanno contribuito alla transizione dell’aeroporto verso il Plastic Free, oltre ad aver aumentato la sicurezza igienico-sanitaria in tempi di Covid-19. Come dice lo stesso aeroporto: “I rubinetti elettronici SFO’s Hydration Stations promuovono la conservazione delle nostre risorse naturali e preservano il nostro ambiente aiutando la riduzione di rifiuti solidi creati dalle bottiglie d’acqua in plastica monouso.”


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GLI SHOP 24 PROTAGONISTI DEL NUOVO VIDEO DI CONFIDA

Proseguono le attività di comunicazione di CONFIDA sui social media con la pubblicazione di un nuovo video che racconta il mondo dei negozi automatici h24. L’iniziativa si inserisce in una campagna di reputazione del settore, che CONFIDA sta portando avanti da circa un anno, volta a comunicare la “qualità” della distribuzione automatica al fine di migliorarne la reputazione

presso consumatori, clienti e opinione pubblica. La campagna prosegue dunque con un nuovo video, questa volta dedicato ai negozi automatici h24, che rimanda anche all’area del sito internet di CONFIDA, dove sono inseriti e geolocalizzati i negozi automatici di proprietà degli associati CONFIDA.

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DAL 1° LUGLIO SENSIBILE RIDUZIONE DEL CONTIBUTO CONAI

Il Consiglio di amministrazione CONAI, valutato lo scenario attuale della filiera del recupero e del riciclo degli imballaggi a base cellulosica, ha deliberato una diminuzione del contributo ambientale, scattata il 1° luglio. Questo è passato da 55 euro/tonnellata a 25 euro/ tonnellata per tutti gli imballaggi in carta e cartone. Il risparmio previsto per gli utilizzatori di questo tipo di pack è di oltre 135 milioni di euro, su un immesso al consumo pari a 4,5 milioni di tonnellate. La variazione del contributo è dovuta principalmente all’aumento dei valori di mercato della materia prima seconda: con l’inizio del 2021 le quotazioni della carta ottenuta con il macero sono aumentate significativamente con aumento conseguente dei ricavi consortili da vendita dei maceri. Un riequilibrio sui consumi interni di carta da macero per circa un milione di tonnellate, grazie all’apertura di tre nuove cartiere, ha inoltre contribuito a rendere ancora più appetibile la carta da riciclo, allontanando l’ipotesi di una flessione nei suoi valori di mercato. Una situazione economica positiva che mette COMIECO, il Consorzio Nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica, nella condizione di continuare a garantire le attività di raccolta e gestione dei rifiuti di imballaggio in carta e cartone anche con un contributo ambientale più che dimezzato. La variazione avrà effetti anche sulle procedure forfet-

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tarie/semplificate di dichiarazione per importazione di imballaggi pieni. Dal 1° luglio 2021, il Contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà da 107,00 a 101,00 euro/tonnellata. Resteranno invece invariate le aliquote da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in EUR) per i prodotti alimentari imballati (0,20%) e per i prodotti non alimentari imballati (0,10%). Per i poliaccoppiati a prevalenza carta idonei al contenimento di liquidi il contributo ambientale si ridurrà da 75 euro/tonnellata a 45 euro/tonnellata, essendo rimasto invariato il contributo aggiuntivo di 20 euro/ tonnellata. CONAI ha così stabilito l’estensione della diversificazione contributiva anche agli altri imballaggi compositi a base carta diversi dai contenitori per liquidi. La nuova diversificazione, che prevede quattro tipologie in base al peso della componente carta sul totale del peso dell’imballaggio, entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2022. In questa prima fase di introduzione della diversificazione del contributo in base alla riciclabilità degli imballaggi compositi, il criterio adottato è quello del peso della componente carta.



ACMI per un futuro dell’imballaggio senza plastica Go Green by ACMI è la nuova strategia commerciale di ACMI SpA, azienda di proprietà della famiglia Magri, leader per la produzione di linee di confezionamento e imbottigliamento, che vanta tra i suoi clienti brand come Ferrarelle, Coca Cola, Danone, Heineken, Nestlé. L’azienda conta 400 dipendenti attivi nei 4 stabilimenti in provincia di Parma, due dei quali a Borgotaro, dove si trova anche il quartier generale. Ad essi, sempre a Borgotaro, si è ora aggiunto il quinto stabilimento, inaugurato il 31 maggio scorso. Si tratta di un vecchio capannone abbandonato, ristrutturato con l’obiettivo di dedicarlo alla produzione di una nuova linea di macchinari per l’imballaggio secondario senza plastica, in linea con la strategia Go Green by ACMI, che pensa ad un futuro sostenibile dell’imballaggio con l’abbandono del packaging plastico.

kraft per fasciatori “Advanced StretchWrap” appositamente ideata da Mondi per sviluppare un sistema di avvolgimento plastic free. L'avvolgitore Rocket E-500 raggiunge una velocità di 100 pallet all’ora, è quindi adatto a linee di confezionamento ad alta velocità, e si presenta con un design moderno ed ergonomico. Il sistema di svolgimento bobina, brevettato da ACMI, è il cuore della macchina e consente di applicare al pallet la speciale carta kraft di Mondi, ottenendo gli stessi risultati del film plastico, sia in termini di stabilità, sia in termini di protezione dagli agenti esterni.

Infatti, grazie alla partnership tecnologica con la multinazionale britannica Mondi, leader del settore carta, è stato sviluppato un innovativo avvolgitore per pallet, denominato Rocket E-500, in grado di gestire la speciale carta

Il Gruppo San Benedetto acquisisce lo stabilimento Acqua Paradiso Il Gruppo San Benedetto ha formalizzato l’acquisizione dello stabilimento di Acqua Paradiso la cui nuova denominazione diventa Pocenia srl. Lo stabilimento, chiuso dal 2017, comprende quattro impianti d’imbottigliamento di cui uno in asettico, con una capacità oraria complessiva di circa 90.000 bottiglie, in grado di confezionare una variegata tipologia di formati in vetro e PET. L’Acqua Paradiso è una oligominerale pura e ricca di elementi che la rendono salutare e benefica per l’organismo. Dopo un viaggio nel sottosuolo che inizia sulle Prealpi Carniche, sgorga nello stabilimento di Paradiso di Pocenia in provincia di Udine. L’acqua è ricca di calcio e magnesio perché attraversa rocce piene di calcite e dolomite, mentre il profilo geologico del sottosuolo la protegge da possibili rischi di inquinamento. L’acquisizione di Acqua Paradiso rappresenta un’opportunità importante per San Benedetto in quanto contribuisce a rafforzare la posizione del Gruppo anche in termi-

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ni di prospettive future in un periodo così particolare e amplia la sua copertura di tutto il territorio nazionale. “Il Progetto Network, ovvero la nostra strategia di diversificare su più fonti su tutta la penisola, è iniziato nel 2015 e rappresenta un segmento fondamentale del disegno di sostenibilità ambientale di San Benedetto che è composto da tante parti tra cui l’utilizzo razionale delle risorse attraverso la distribuzione più vicina ai consumatori e ai territori.” Commenta Enrico Zoppas, Presidente e AD del Gruppo San Benedetto. “Fonte Paradiso di Pocenia si affiancherà alle altre 5 del network: Scorzè (VE), Donato (BI), Popoli (PE) e Viggianello e Cutolo in provincia di Potenza, grazie alle quali abbiamo ridotto l’incidenza dei trasporti ed evitato nel 2020 l’emissione di 23.221 tonnellate di CO2eq.”.


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matico non refrigerato, il Mini Mart. In seguito a questa acquisizione, la gamma dei distributori si è ampliata con macchine per il caffè e distributori refrigerati di ogni tipologia. Ancora oggi, Nuova Inox ingegnerizza, ovvero progetta, produce ed assembla al suo interno vending machine, commercializzandole sotto il marchio Adimac. Oggi realizziamo sia distributori tradizionali, ovvero macchine per caffè table top e free standing, che distributori refrigerati di diverse dimensioni, a partire dal più piccolo da 24 selezioni fino ad arrivare a 72 selezioni. Di recente, abbiamo sviluppato una nuova tipologia di distributore, che avremmo voluto presentare a Venditalia se la pandemia non avesse costretto ad uno slittamento della fiera. Si tratta del modello AD500T, un distributore freestanding di caffè e bevande calde, dotato di interfaccia touchscreen da 21”, abbinabile ai nostri modelli refrigerati. Adimac produce anche conto terzi. Quale tipologia di distributori? Per il conto terzi ci muoviamo in due direzioni. In primo luogo, customizziamo i nostri distributori a misura del cliente, con interventi che vanno dalla semplice grafica alla modifica meccanica che dovesse rendersi necessaria in alcuni contesti. La seconda tipologia di distributori automatici realizzati conto terzi è invece più particolare e destinata ad un mercato di nicchia. Per fare un esempio, noi produciamo le vetrinette che vengono affiancate ai distributori del tabacco, adattandole a questi ultimi per dimensioni. Sono, infatti, macchine meno profonde, progettate per essere posizionate come vetrina esterna accanto ai distributori di sigaret-

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VERSATILE PERSONALIZZABILE OUTDOOR BLINDATO

te. Tutto questo ci ha permesso di sviluppare un’intera gamma di modelli destinati proprio a soddisfare la produzione conto terzi. Quanto pesa sul vostro business la produzione di macchine customizzate? Ne rappresenta sicuramente una fetta molto importante, visto che si tratta di un buon 97% della nostra produzione ed è un mercato al quale dedichiamo molte energie. Seguiamo, infatti, ogni step della customizzazione, a partire dalla semplice grafica fino alla configurazione personalizzata e, in Italia, anche il trasporto e l’installazione presso il cliente, grazie alla rete di tecnici presenti in quasi tutte le regioni. All’estero, dove normalmente esportiamo il 60% della nostra produzione, ci avvaliamo di rivenditori. Dico normalmente poiché nel 2020, a causa della pandemia che ha creato non pochi problemi alle esportazioni, la quota export si è ridotta a favore del mercato interno.

piatti pronti e magari alleggerire in questo modo le file del take away o evitare il contatto del cliente con una persona fisica addetta alla consegna del pasto. Siamo riusciti in tutti questi casi a fornire ai nostri clienti un prodotto chiavi in mano, perfettamente customizzato. Fortunatamente, oggi si è tornati a lavorare come prima della pandemia e questo mi sembra un buon segnale della ripresa. In che modo è organizzata la gestione delle vendite e l’assistenza tecnica? In Italia gestiamo tutto dalla nostra sede, mentre per quanto riguarda l’estero abbiamo dei rivenditori. Per quanto riguarda l’assistenza tecnica, come accennavo prima in Italia viene gestita attraverso tecnici pilotati da noi e presenti un po’ in tutte le regioni. All’estero, invece, collaboriamo con i nostri rivenditori. All’epoca della pandemia, non potendo farlo in presenza, ci

A proposito della pandemia, quanto ha inciso sul vostro lavoro? Devo dire che, fortunatamente, abbiamo recuperato le perdite, adattando velocemente la produzione alle nuove esigenze, ovvero modificando le macchine per rispondere alle richieste dei clienti. In un primo momento, quando si era nel pieno dell’emergenza sanitaria, ci è stato richiesto di adattare le macchine alla vendita di presidi sanitari come mascherine, gel igienizzante e quant’altro; successivamente, quando la situazione si è stabilizzata, la richiesta principale è stata di applicazioni che permettessero di utilizzare le macchine senza toccare tastiere e display. È cresciuta, inoltre, la richiesta di distributori automatici da parte di gestori di negozi tradizionali, che hanno optato per l’implementazione di un punto vendita automatico per evitare file e assembramenti e poter vendere h24, anche nelle fasi dei vari lockdown, quando c’era la chiusura anticipata dei negozi. Richieste del genere ci sono arrivate anche da ristoranti che, non potendo accogliere i clienti all’interno, volevano comunque continuare a vendere i loro

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siamo organizzati con video call o video corsi; in tempi “normali” organizziamo corsi di formazione e aggiornamento in loco direttamente con i tecnici dei nostri rivenditori. Torniamo a parlare di AD10. Ce lo descrive? AD10 è un distributore particolare nato dall’esigenza di vendere pasti pronti, adattabile ai vari contesti in cui viene installato, che ha la particolarità di avere il vano prelievo automatizzato al centro della macchina, in modo da non doversi più chinare per ritirare il prodotto. Non si presta alla vendita del semplice snack, ma a prodotti particolari come, appunto, i piatti pronti. È una macchina dotata di refrigerazione potenziata,

che garantisce i 3 gradi anche in condizioni limite, come ad esempio una temperatura esterna di 38 gradi. Altra particolarità sta nella flessibilità dei cassetti, nel senso che si può avere una macchina ibrida, dotata contemporaneamente sia di cassetti a nastro trasportatore che di cassetti a spirali, in modo da poter erogare ogni tipologia di prodotto. Oltre ad evitarne la caduta brusca, facendolo scivolare sull’ascensore, il che consente di inserire anche referenze fragili, in alcune postazioni particolari, di maggior prestigio, questo sistema permette di mostrare al meglio il packaging del prodotto e quindi di valorizzarlo. Quali sono i modelli disponibili? AD10 viene prodotto in configurazione tradizionale, e quindi con tastiera e display idonei per una installazione all’esterno e con schermo da 10”. Nei prossimi mesi questo modello sarà disponibile anche con schermo touch da 21” per poter dare al cliente informazioni visive sul prodotto, come quelle nutrizionali ad esempio. Il tutto è gestibile attraverso il nostro cloud di telecontrollo dei distributori a distanza. Stiamo, inoltre, lavorando ad un progetto che prevede l’implementazione di

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alcuni accessori, come un forno a microonde per riscaldare i piatti pronti, o un locker da posizionare accanto al distributore per il ritiro. Oltre a quanto finora descritto, più in generale quali sono i plus dei vostri distributori? Sicuramente, il fatto di avere alle spalle la Nuova Inox specializzata nella lavorazione dell’acciaio, è un plus che ci consente di realizzare distributori robusti, longevi e a prova di vandalismi. Oltre a ciò, la nostra flessibilità e velocità nell’adattare la produzione alle esigenze dei clienti, sia che si tratti di piccoli lotti che di grandi quantitativi, sono ulteriori caratteristiche vincenti.

Un’ultima domanda: qual è la sua opinione rispetto al grande sviluppo dei negozi automatici H24 e qual è il vostro apporto a questo segmento del mercato? Già da alcuni anni operiamo in questo settore e nel periodo della pandemia abbiamo ricevuto molte richieste, sia da parte di piccoli imprenditori che di aziende più strutturate, che intendevano investire nei negozi automatici. Anche in questo caso la richiesta è di un prodotto chiavi in mano, sia per quanto riguarda la customizzazione delle macchine da inserire nei negozi, sia per quanto riguarda le pannellature necessarie per creare le strutture, oltre che le blindature e il controllo telemetrico della gestione e dell’andamento del punto vendita. Quest’ultimo è un aspetto molto importante per il gestore, perché gli permette di monitorare stoccaggio, mal funzionamenti, messaggi pubblicitari, promozioni e quant’altro, direttamente dalla sua scrivania. Stiamo continuando a produrre in questa direzione, non col nostro marchio ma per conto di altre aziende, in quanto siamo convinti che quello dei negozi automatici sia un business in crescita, un punto vendita al quale il consumatore si rivolgerà sempre più spesso.



IL GUSTO PIENO MA LEGGERO DELLA PAUSA SNACK La pausa snack al pomeriggio o lo spuntino a metà mattina sono momenti irrinunciabili per ricaricarci ed affrontare con rinnovata energia le nostre giornate piene di impegni. È necessario però che il nostro break sia tanto appagante quanto leggero, che ci ricarichi senza appesantirci, in linea con trend di consumo che vanno sempre più radicandosi nelle abitudini quotidiane dei consumatori. Un concetto che Fiorentini Alimentari SpA ha fatto suo da sempre e che ha accompagnato la sua storia e la sua evoluzione in oltre cento anni di attività, come ci racconta Simona Fiorentini, responsabile marketing dell’azienda piemontese. Raccontiamo la storia della Fiorentini Alimentari? La nostra storia è cadenzata da passaggi generazionali. Inizia, infatti, nel 1918 quando il mio bisnonno, Leonildo Fiorentini, apre un piccolo negozio di specialità alimentari nel centro di Torino, a cui si rivolgeva soprattutto l’alta borghesia torinese. Negli anni ’40 gli subentra mio nonno Vittorio, che inizia ad arricchire l’assortimento delle specialità alimentari, che andava a ricercare personalmente girando il mondo. Negli anni

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’70 il testimone passa a mio padre Roberto, che trasforma la vendita al dettaglio in vendita all’ingrosso, servendo così anche punti vendita terzi. È a quel punto che mia mamma Adriana crea il marchio Fiorentini, con il quale iniziamo a farci conoscere come brand distintivo dei nostri prodotti. Negli anni 2000 acquisiamo un’azienda di produzione alimentare, la Birko srl ed entriamo nel mondo dell’industria alimentare vero e proprio. Abbiamo potuto in questo modo dare una precisa connotazione ai nostri prodotti, indirizzandoci verso il salutistico, al quale proponiamo referenze sane e al tempo stesso gustose, come le gallette ricoperte al cioccolato, i cereali soffiati, gli snack ai cereali e molti altri prodotti per la prima colazione. Oggi Fiorentini Alimentari conta circa 250 addetti, tra dipendenti e collaboratori, impiegati nel nostro stabilimento di Trofarello (TO) che occupa un’area di 50.000 mq., di cui 30.000 dedicati alla produzione e il resto suddivisi tra uffici, magazzini, area logistica ecc. Sebbene sia stato un anno difficile, nel 2020 l’azienda ha fatturato 80 milioni di euro. A quali valori vi ispirate? Come ho anticipato, noi ci ispiriamo ai valori della sana alimentazione. Infatti, da sempre abbiamo cercato di fare in modo che i prodotti cosiddetti salutistici uscissero dai canali di nicchia in cui erano relegati, per diventare prodotti accessibili a tutti. I nostri snack, sia dolci che salati, sono pensati proprio per essere in linea con questi principi, senza togliere al consumatore il piacere di gustare uno snack goloso. Ad esempio, le nostre gallette sono sì ricoperte di cioccolato, ma contengono molto meno calorie rispetto alle barrette al cioccolato in commercio, così come i nostri snack a base di cereali non sono fritti e quindi hanno un contenuto di grassi decisamente inferiore rispetto, ad esempio, alle patatine o ad altri snack similari. Inoltre, la maggior parte dei nostri prodotti sono certificati BIO, quindi realizzati con materie prime controllate, che garantiscono modelli di coltivazione studiati per preservare le condizioni naturali dell’ecosistema. Le nostre materie prime sono quasi tutte vegetali e diversi dei nostri prodotti sono certificati Vegan OK.


In quali canali distribuite? I nostri canali principali sono la Grande Distribuzione e la Distribuzione Organizzata. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato anche il canale del Vending e del Normal Trade. Dopo aver testato il canale, avete deciso di rafforzare la vostra presenza Vending. Con quali referenze? Alla Distribuzione Automatica noi forniamo una linea di snack salati in porzioni da 20 grammi che sono particolari in quanto, oltre ad essere costituiti da ingredienti tutti naturali, contengono solo 100 kcal e quindi saziano senza appesantire. Li proponiamo in diversi gusti: al mais, ai legumi e quindi ricchi di proteine, alla curcuma, ecc. Proponiamo poi una linea di snack dolci, come le gallette al cioccolato di cui accennavo prima, anch’essi in porzioni che garantiscono un contenuto calorico ridotto, rispetto alla media degli snack presenti sul mercato. Avete ideato un metodo di cottura, detto soffiatura ad aria, che sostituisce la frittura. Un metodo decisamente vincente che ritroviamo anche nelle referenze al Vending? Assolutamente sì. La linea destinata al Vending comprende tutti questi snack soffiati, che non prevedono frittura. Inoltre, l’aromatizzazione viene fatta tramite la nebulizzazione sulla superficie di olio a crudo e poi lo spolvero di un pizzico di sale o di spezie, tutti ingredienti naturali. In questo modo, i nostri snack riescono ad avere un contenuto calorico ridotto e il 50% di grassi in meno rispetto agli snack fritti.

Sotto l'aspetto commerciale, in che modo state approcciando il canale? Avrete una rete vendita dedicata? Abbiamo una rete vendita sul territorio dedicata proprio al canale Vending, con agenti suddivisi tra le varie province. Il canale vending è forse quello più complesso da affrontare a causa delle dinamiche legate soprattutto ai prezzi molto contenuti. Avete sviluppato proposte commerciali dedicate? Sì certo! Abbiamo linee di snack a seconda delle fasce prezzo che il cliente ci richiede di coprire. Abbiamo una linea basica con ingredienti più semplici, come il mais o il riso, e una linea premium con ingredienti più particolari, come i legumi, e snack altamente proteici dedicati a specifiche fasce di consumatori come gli sportivi. Abbiamo quindi listini e gamme dedicate a seconda delle fasce prezzo da coprire. Parliamo di comunicazione, che lei segue personalmente. Come è stato scelto il messaggio utilizzato negli ultimi anni e come vi proporrete nel futuro? Al centro della nostra comunicazione abbiamo sempre messo la leggerezza, cercando di parlare al nostro consumatore in modo molto ironico e semplice, tale da far capire un preciso messaggio, ovvero che i nostri prodotti sono adatti a tutti. La nostra comunicazione si estende su svariati canali, dalla TV alla radio ai social e al web e in ogni canale parliamo nel modo più appropriato rispetto al pubblico


che è dall’altra parte. A fine luglio partirà una nuova campagna pubblicitaria in TV, anch’essa molto leggera e ironica, accompagnata come sempre dal nostro jingle ormai storico, con l’obiettivo di far capire che i nostri prodotti hanno delle valenze salutistiche importanti. Il mondo sembra avviarsi verso la normalità o meglio, verso una nuova normalità. Cambieranno le abitudini dei consumatori e come vi state preparando? Curiosità, innovazione e sperimentazione sono nel nostro DNA da sempre, quindi risponderemo alle esigenze della “nuova normalità” con l’energia e l’entusiasmo

che ci contraddistinguono. Abbiamo già realizzato dei formati XXL di alcuni dei nostri prodotti per una nuova tipologia di consumo familiare condiviso che è sorto a seguito della pandemia. Continueremo a proporre i minipack dei nostri prodotti che rispondono ad un’esigenza di igiene e sicurezza sempre più importante nelle abitudini quotidiane delle persone. Per il futuro vogliamo ripuntare molto sull’export e soprattutto vogliamo rafforzare il nostro e-commerce, che si è dimostrato fin da subito un ottimo alleato per rinsaldare il rapporto diretto con il consumatore.

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GLI SNICK SNACK AL GUSTO PIZZA Fiorentini Alimentari arricchisce la linea delle SNICK SNACK, le non-patatine, golose chips non fritte, disponibili ora anche nell’irresistibile gusto Pizza. Dopo il successo del gusto classico al Sale Marino e della versione alla salsa Barbecue, entrambe disponibili anche nel nuovo formato XXL per soddisfare il nuovo trend di consumo condiviso in famiglia, le Snick Snack si colorano di rosso, abbinando al gusto delicato e leggero della chips il sapore italianissimo della Pizza. Senza glutine, né olio di palma e con il 60% di grassi in meno rispetto alla media degli snack analoghi (prodotti estrusi) più venduti, le nuove Snick Snack Pizza di Fiorentini rappresentano il giusto sfizio per ogni occasione senza rinunciare alla voglia di leggerezza e benessere.

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"Condividere valori per creare valore" Sin dalla sua fondazione nel 1942, l’attenzione all’ambiente, alle persone e al territorio ha rappresentato una priorità per il Gruppo Ferrero, che basa la sua strategia di responsabilità sociale di impresa sull’obiettivo di “Condividere valori per creare valore”. Tale strategia si esprime attraverso l’attenzione ai consumatori e ai dipendenti, elementi fondamentali per la crescita del Gruppo, il sostegno alle comunità locali, la promozione di attività per i giovani, fino al forte impegno per la salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura sostenibile.

smosi inversa, riutilizzando l’acqua per scopi alternativi, per esempio nelle caldaie o nelle torri di raffreddamento. Per quanto riguarda rifiuti come carta, plastica, cartone e rifiuti organici viene sempre data la priorità al riutilizzo e al riciclo.

L’AMBIENTE Ferrero è particolarmente attenta al Pianeta, mira infatti a ridurre l’impatto ambientale producendo nel rispetto del territorio, ricorrendo alle migliori tecnologie disponibili, utilizzando in modo responsabile le risorse idriche ed in modo efficiente l’energia, i materiali e le risorse naturali ed ottimizzando la logistica. Per tale motivo, sin dal 2009 Ferrero misura la propria carbon footprint per avere una visione chiara dell’impatto generato dalle attività lungo la catena del valore, al fine di individuare le aree critiche su cui intervenire. Nella gestione delle risorse idriche, per individuare possibilità di miglioramento, Ferrero ha monitorato il consumo dell’acqua iniziando a condurre, nel 2018, audit idrici presso i propri stabilimenti. Nel 2019 ha avviato una collaborazione con il Politecnico di Torino finalizzata ad un’indagine dettagliata delle fonti di approvvigionamento idrico degli stabilimenti, per definire un metodo di individuazione del rischio idrico nelle regioni in cui sono ubicati. Le acque reflue dei processi di produzione vengono trattate sia negli impianti comunali che in quelli di proprietà della Ferrero, ricorrendo a metodi come l’ultrafiltrazione e l’o-

Nell'agosto 2019 Ferrero ha completato l'installazione di un sistema a pannelli fotovoltaici nel sito produttivo di Lithgow in Australia. Il 100% dell'energia prodotta è consumata dallo stabilimento: una produzione di 330MWh di energia all'anno che riduce le emissioni di CO2eq di circa 335 tonnellate.

L’efficienza delle risorse energetiche è altrettanto fondamentale per ridurre le emissioni, diminuire i costi ed ottimizzare la produzione. Ad oggi, già 18 stabilimenti Ferrero si riforniscono di elettricità rinnovabile al 100%, che rappresenta quasi l'80% dell'elettricità che l’azienda acquista per i suoi siti produttivi nel mondo. Per raggiungere l’obiettivo annunciato di ridurre le emissioni del 43% per ogni tonnellata di prodotto entro il 2030, Ferrero continuerà a implementare misure di efficienza per ridurre il fabbisogno energetico, ad esplorare ulteriori opzioni per acquistare elettricità da fonti rinnovabili e ad identificare soluzioni insieme ai suoi fornitori per ridurre l'intensità di carbonio.

ACCORDO CON FALCK RENEWABLES: IL FOTOVOLTAICO NEI SITI PRODUTTIVI SICILIANI A giugno 2021 Ferrero ha siglato un “Virtual Power Purchase Agreement”, ovvero un contratto di acquisto di energia a lungo termine, con Falck Renewables, operatore internazionale nel campo delle energie rinnovabili. Prima azienda alimentare in Italia e una delle prime aziende in assoluto nel nostro Paese ad operare questa scelta, Ferrero si è posta l’obiettivo di produrre e immettere in rete energia elettrica green 100% rinnovabile, frutto della realizzazione di due impianti fotovoltaici integrati con sistemi agricoli nelle province di Ragusa e Trapani, entrambi di proprietà di Falck Renewables.

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Una volta in esercizio, essi produrranno fino a 35 GWh di elettricità all’anno, abbastanza da coprire il fabbisogno di circa 13mila famiglie. In particolare, i due impianti genereranno un quantitativo di energia pari a circa il 50% del fabbisogno di energia elettrica che Ferrero acquista da rete in Italia, che già oggi deriva da fonti certificate rinnovabili, dando in tal modo un contributo alla riduzione di CO2 nell’ambiente. Quest'accordo di lungo periodo rappresenta per Ferrero una soluzione verso una transizione energetica ecologica che, insieme alle altre misure di efficientamento, consentirà all’azienda di ridurre la propria impronta di carbonio.


IL GRUPPO FERRERO È PRESENTE IN

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DIVERSI PAESI E TERRITORI

I PRODOTTI FERRERO SONO COMMERCIALIZZATI IN PIÙ DI

170 PAESI

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STABILIMENTI PRODUTTIVI

8 ATTIVO IMPIANTI DI IN

3 PAESI INTERNAZIONALI LAVORAZIONE E IN 5 CONTINENTI 6 AZIENDE AGRICOLE PROGETTO

IMPRENDITORIALE

MICHELE FERRERO

Dati aggiornati al 31 Agosto 2020

PACKAGING Ferrero si è posta l’obiettivo di rendere tutti gli imballaggi 100% riutilizzabili, riciclabili o compostabili entro il 2025. Contestualmente all’annuncio di questo obiettivo, avvenuto nel 2019, il Gruppo ha firmato il New Plastics Economy Global Commitment della Fondazione Ellen MacArthur, con l’ambizione di svolgere un ruolo attivo nell'eliminazione di imballaggi in plastica problematici o superflui attraverso la riprogettazione e l'innovazione. Obiettivo per il quale sono stati coinvolti non solo i membri del team Ferrero dedicato al packaging, ma anche i dipendenti di tutto il mondo tramite una comunicazione multicanale che punta alla sensibilizzazione su questo tema. Per progettare i suoi packaging Ferrero adotta la cosiddetta strategia delle 5 R, che ha consentito all’azienda di risparmiare oltre 6.500 tonnellate di plastica rigida dalle confezioni di Estathè e di praline e dai tappi di Nutella.

LE MATERIE PRIME Il Cacao

A maggio del 2021 Ferrero ha pubblicato il suo secondo rapporto annuale sulle attività implementate nel 2019/20 nell'ambito della Cocoa & Forests Initiative (CFI), una partnership tra i governi della Costa d'Avorio e del Ghana e le principali aziende di cacao e cioccolato, finalizzata a contrastare la deforestazione in questi due Paesi produttori. Nell’ambito di questa iniziativa, Ferrero ha mappato oltre 123.000 aziende agricole sia in Costa d'Avorio che in Ghana, superando di gran lunga l'obiettivo di 100.872 che si era posta per il 2022; ha distribuito 900.000 piantine di cacao migliorate; ha addestrato oltre 100.000 agricoltori in Buone Pratiche Agricole, oltre 30.000 in anticipo rispetto all'obiettivo del 2022. Nel 2020 Ferrero ha raggiunto l'obiettivo di un cacao sostenibile al 100% proveniente da standard gestiti in modo indipendente. Ciò significa che si approvvigiona di cacao sostenibile attraverso i principali organismi di certificazione e altri standard gestiti in modo indipendente come Rainforest Alliance (UTZ), Fairtrade e Cocoa Horizons.

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Le Nocciole

Ferrero traccia la filiera delle nocciole che, oltre da Italia e Cile, provengono principalmente dalla Turchia, dove è attivo dal 2012 il Ferrero Farming Values per le nocciole. La regione turca del Mar Nero, essendo il più grande produttore di nocciole al mondo, rappresenta il principale fornitore ma, poiché le radici di Ferrero affondano in Italia, l’approvvigionamento avviene anche in Piemonte, oltre che nel Lazio e in Campania, aree in cui si occupa dello sviluppo e del mantenimento della filiera sostenibile. A gennaio di quest’anno, Ferrero ha pubblicato La Carta della Nocciola Ferrero, che delinea gli impegni dell’azienda in tre aree: Diritti Umani e Pratiche Sociali, Protezione Ambientale e Sostenibilità e Trasparenza dei Fornitori, con l’obiettivo di essere una forza trainante dietro un'industria delle nocciole che crei valore per tutti. Le sfide nel settore delle nocciole sono complesse ed implicano la necessità di migliorare le condizioni di lavoro degli agricoltori, al fine di affrontare le questioni sociali, compreso il lavoro minorile. La Carta, infatti, è strutturata attorno a tre pilastri che coinvolgono tutti i fornitori Ferrero con un impegno particolare verso la protezione dell'infanzia, con l’eliminazione del lavoro minorile lungo tutta la catena del valore, nella convin-

L'olio di palma

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non usare il fuoco per pulire il terreno e garantire la protezione delle foreste e degli habitat naturali. Inoltre, Ferrero utilizza il sistema di monitoraggio satellitare Starling per identificare la potenziale deforestazione in circa un milione di ettari della sua catena di approvvigionamento. 3 Trasparenza dei fornitori ai quali viene chiesto di aderire agli standard del Gruppo.

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Ferrero è impegnata a garantire una catena di approvvigionamento dell'olio di palma priva di deforestazione e sfruttamento, attraverso una cooperazione attiva con le ONG, le principali parti interessate e i fornitori e continua a impegnarsi per l'approvvigionamento di olio di palma sostenibile, che è certificato RSPO al 100% e segregato e tracciabile fino alle piantagioni. Inoltre, i fornitori vengono coinvolti attraverso la Carta dell'olio di palma Ferrero, annunciata nel 2013 e presentata il 3 giugno di quest’anno nella sua versione aggiornata. La nuova Carta delinea tre aree strategiche identificate come critiche: 1 Diritti umani e pratiche sociali: Ferrero crede nell'importanza di costruire una catena del valore dell'olio di palma più equa e inclusiva, richiedendo ai fornitori di adottare misure appropriate per prevenire qualsiasi forma di sfruttamento, condizioni di vita o di lavoro indecenti. 2 Protezione ambientale e sostenibilità per avere una catena del valore dell'olio di palma che non solo rispetti l'ambiente, ma diventi anche un fattore positivo per rigenerare la biodiversità, i suoli e i sistemi idrici. La filiera "no-deforestation" include non piantare su torba,

zione che ad ogni bambino debba essere concessa una crescita gioiosa attraverso il diritto all'istruzione e un ambiente protetto. In questa direzione si pone anche il partenariato pubblico-privato esteso con CAOBISCO (European Association of Chocolate, Biscuits & Confectionery Industries) e ILO (International Labour Organization) in Turchia, per un progetto che ha come obiettivo l'eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile nell'agricoltura stagionale della raccolta delle nocciole.


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Zucchero, Latte e Uova

Dal 2010 Ferrero fa parte di Bonsucro, un’organizzazione internazionale che promuove la coltivazione sostenibile della canna da zucchero e supporta una comunità di oltre 250 membri in oltre 56 paesi, tra cui coltivatori di zucchero, mugnai, commercianti, acquirenti, ecc. Lo zucchero acquistato a livello globale è per l'80% zucchero di barbabietola e per il 20% zucchero di canna raffinato. In Europa le barbabietole vengono acquistate principalmente da produttori locali, mentre lo zucchero di canna proviene da Brasile, India, Messico e Australia. L’obiettivo di Ferrero è quello di garantire, per i prodotti di origine animale, il benessere degli stessi mediante l’ottimizzazione della qualità e la sostenibilità delle catene di approvvigionamento. Grazie al Ferrero Farming Values Program per il latte, il Gruppo Ferrero ha instaurato relazioni con produttori di latte locali accuratamente selezionati, che aderiscono a standard rigorosi per garantire freschezza e la qualità del latte, che è tracciabile al 100%.

Già nel 2014 Ferrero ha raggiunto il suo obiettivo di utilizzare il 100% di uova libere da gabbie nell'UE, da dove proviene il 95% di tutte le uova che utilizza a livello globale. L’impegno attuale di Ferrero è quello di utilizzare a livello globale, entro il 2025, solo uova e ingredienti a base di uova, provenienti da allevamenti senza gabbie.

I CONSUMATORI Uno degli obiettivi aziendali di Ferrero è aiutare i consumatori a fare scelte alimentari corrette e ad adottare una dieta varia ed equilibrata, che fornisca nutrienti essenziali e la giusta quantità di energia da ogni tipo di alimenti. In linea con le evidenze scientifiche, la strategia Ferrero si basa sui seguenti principi chiave: • Porzioni adeguate in linea con il fabbisogno energetico giornaliero nell'ambito della dieta generale. • Attenta selezione di materie prime di alta qualità che forniscono energia e micronutrienti essenziali. • Promozione di ingredienti, cibi e occasioni di consumo integrabili in programmi di educazione alimentare rivolti ai consumatori e alla comunità medico-scientifica. • Educazione all'importanza e ai benefici di uno stile di vita attivo.

FERRERO PEOPLE Ferrero è una multinazionale che non ha perso la sua impronta famigliare e che crede che una forza lavoro diversificata e inclusiva sia fondamentale per il successo aziendale a lungo termine. Con oltre 35.000 dipendenti in più di 50 paesi, Ferrero li coinvolge tutti, ascoltando e rispondendo alle loro opinioni e creando un ambiente di lavoro in cui si sentano valorizzati e in grado di crescere e dove possano essere se stessi e lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni. Tale coinvolgimento dura tutto il ciclo di vita dei dipendenti fino alla pensione ed oltre. Michele Ferrero ha sempre voluto che tutti coloro che avevano contribuito alla crescita dell’azienda, operando in un clima di reciproca fiducia, avessero l’opportunità di essere persone attive anche nell’età della pensione. Dal 1972, la famiglia Ferrero consegna i premi di anzianità aziendale a tutti quei dipendenti che hanno prestato la loro opera per 25 anni continuativi, facendo nascere gli “Anziani

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Ferrero”, una comunità di persone che trova oggi la sua espressione migliore nella Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, nata nel 1983 come “Opera Sociale Ferrero” e dal 1991 riconosciuta come o.n.l.u.s dal Ministero dell’Interno. Con essa si è concretizzata un’idea del Cavaliere del Lavoro Michele Ferrero, figlio di Pietro e nipote di Giovanni, i fratelli fondatori dell’attuale multinazionale.


CIALDA

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Ad ottobre 2020, Gruppo Illiria ha presentato il terzo Report di Sostenibilità, riferito al 2019, confermando la volontà di rendere conto agli stakeholder degli impatti generati dalle proprie scelte di Governance sulla Società, sulla creazione del Valore d’Impresa e sull’Ambiente. La Responsabilità Sociale d’Impresa di Gruppo Illiria è frutto di una politica improntata su un modello di sviluppo, che mira a raggiungere un sostanziale equilibrio tra crescita commerciale da un lato ed efficienza reddituale e solidità patrimoniale dall’altro.

L'AMBIENTE

Gruppo Illiria lavora nella convinzione che il rispetto dell’ambiente costituisca un valore fondamentale per promuovere, in ogni individuo, uno stile di vita compatibile con un futuro più sostenibile. Per questo motivo, il Gruppo è impegnato in differenti attività che coniugano l’innovazione tecnologica con la salvaguardia dell’ambiente, attraverso un utilizzo sempre più razionale delle risorse e un'attenzione a soluzioni che garantiscano risparmi energetici. I principali ambiti di azione sono: il monitoraggio dell’attività interna e l’analisi e la valutazione dei rischi; l’utilizzo di tecnologie avanzate; una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti; l’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e la prevenzione di sprechi di consumi e di emissioni; la promozione di comportamenti consapevoli presso i propri clienti e consumatori. Da evidenziare come l’implementazione di una sala regia per la gestione delle attività degli operatori e dei

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tecnici sia riuscita non solo ad assicurare il corretto funzionamento dei distributori automatici e a garantire l’assortimento dei prodotti in qualsiasi momento, ma anche ad ottimizzare i percorsi dei collaboratori con conseguenti minori emissioni di CO2 nell’ambiente. Interessante vedere come nel tempo si sia ridotta l’immissione di materie prime nell’ambiente da parte del Gruppo, in particolare della plastica e dell’alluminio derivati da prodotti alimentari confezionati, venduti tramite i distributori automatici. Come evidenziato dal grafico i consumi di plastica e alluminio nel 2019 sono diminuiti, nonostante l’acquisizione di Friulservice, a dimostrazione di una maggiore attenzione nell’ottimizzazione e nella scelta degli imballaggi. Per quanto riguarda i consumi dei prodotti confezionati si evidenzia nel 2019 un notevole aumento delle bevande in brik/PET e delle lattine a dimostrazione dell’impegno di Gruppo Illiria nel promuovere presso i propri clienti, comportamenti sostenibili, attraverso la vendita di bevande con imballaggi riciclati o facilmente riciclabili.


La riduzione del rifiuto “plastica” è legata anche all’adesione del Gruppo Illiria al progetto RiVending. Gruppo Illiria è stata tra le prime aziende di vending in Italia ad aderire all'iniziativa RiVending a ottobre del 2019, arrivando in soli due mesi ad installare circa 200 bidoni presso le sue postazioni.

Particolare attenzione è rivolta alla corretta gestione e smaltimento dei rifiuti che negli ultimi anni sono aumentati per quantità, a seguito delle acquisizioni, ma che sono stati sottoposti ad un’ottimizzazione dello smaltimento e del corretto conferimento con conseguente riduzione dei costi.

Particolare il trattamento del rifiuto “caffè”, riferito ai fondi generati dall’attività. Gruppo Illiria collabora continuativamente con la società Organica srl per la produzione di energia rinnovabile tramite impianti biogas alimentati da fondi di caffè. I fondi di caffè sono inseriti all’interno di un impianto a biogas, dove, in assenza di ossigeno e a temperatura controllata, i batteri che si formano degenerano la sostanza organica. Questo processo di degradazione genera biogas, calore e digestato. Il biogas viene convertito in energia elettrica grazie a un cogeneratore e ceduto alla rete nazionale. Il calore viene utilizzato per il riscaldamento e il digestato come fertilizzante nelle coltivazioni.

Nel 2019 si è raccolto l’80% in più di fondi di caffè e si è risparmiato quasi il 90% di emissioni di Co2 rispetto al 2017. L’impegno di Gruppo nella riduzione dell’impatto dell’attività di gestione si evidenzia anche attraverso la scelta crescente di distributori automatici di classe energetica alta.

Attraverso la scelta di prodotti di consumo sostenibili, come i bicchieri per le bevande del caldo.

*I bicchieri di carta sono diminuiti in seguito all’introduzione del programma RiVending

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E attraverso l'offerta di prodotti alimentari sostenibili e a Km0. La scelta di offrire all’interno dei distributori automatici prodotti a Km0 rientra nel piano di sostenibilità di Gruppo Illiria, perché acquistando direttamente da produttori locali si creano canali d’acquisto sostenibili a livello ambientale e contemporaneamente si promuove la riscoperta del territorio, la salvaguardia dei prodotti locali e si sostiene l’economia territoriale. I prodotti a Km0 proposti da Gruppo illiria variano a seconda della località geografica e coprono tutte le categorie merceologiche, dalle bevande fredde, agli snack e ai cibi freschi come i panini farciti con affettati locali.

Nel 2019 le erogazioni di prodotti a km0 sono state 2.156.196

LE PERSONE E LE COMUNITÀ Le persone per Gruppo Illiria sono i clienti e i consumatori, i collaboratori e le comunità dei territori in cui il Gruppo espleta la propria attività. Per quanto riguarda clienti e consumatori, Illiria si prende cura delle loro esigenze e della loro salute attraverso una serie di interventi, tra i quali il monitoraggio del servizio con particolare attenzione alla scadenza dei prodotti; la logistica dei prodotti, con particolare attenzione al rispetto della catena del freddo; la manutenzione e sanificazione ordinaria e straordinaria dei distributori. Per quanto riguarda le Risorse Umane, Illiria ritiene che esse siano parte integrante del cambiamento, dell’evoluzione e della crescita del Gruppo in questi anni. Per tale motivo, persegue l’obiettivo di porre il personale al centro e di renderlo più adeso e incluso al progetto aziendale, motivando e valorizzando tutte le Persone, oltre che accrescendone le capacità attraverso la formazione continua. Nel 2019 le ore complessive di formazione sono state 4.589, per una media di 10 ore di formazione per persona. Gruppo Illiria ha instaurato con tutto il personale un rapporto basato sulla fiducia e sull’ascolto, con l’obiettivo di capire quale valore e quale impatto l’azienda avesse sui propri collaboratori. Un passo in questa direzione è stata la digitalizzazione del mondo risorse umane che, oltre a permettere

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al collaboratore di accedere a un’area personale, in cui trovare tutti i propri documenti, dà la possibilità di comunicare direttamente con l’azienda e ricevere tutte le informazioni sul Gruppo. La digitalizzazione delle risorse umane ha anche riscontri positivi sui consumi in azienda, perché permette di stampare meno e quindi consumare meno carta, inchiostro ed energia. Oltre a questo, sono tanti i progetti e le attività in cui il Gruppo è impegnato sponsorizzando ad esempio manifestazioni solidali, come La città sta a cuore anche a me, Pordenone Pedala, Il Natale luminoso e solidale. Accanto a ciò, si pone l’impegno per l’ambiente come il progetto “estivo” #NonTiScordarDiMe per promuovere la corretta gestione dei rifiuti plastici sulle spiagge del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un tour itinerante dove un Green Team Illiria è dedicato alla raccolta della plastica diffondendo la cultura del corretto utilizzo e smaltimento, conferendo la plastica raccolta su spiagge e strade delle città, in speciali cestoni. Ma non solo. Per ogni bottiglia raccolta, Gruppo Illiria ha stanziato 10 centesimi a favore di un progetto ambientale che si è concretizzato nel 2020. Nel 2019 sono state raccolte 11.253 bottiglie in Pet, per un totale di 1.125 euro che l’azienda ha usato nel 2020 per adottare


11 alveari bio in Regione Friuli Venezia Giulia. Numerosi gli eventi e le manifestazioni sportive sponsorizzate dal gruppo, che vanno ad affiancarsi a quelle culturali e di promozione della corretta alimentazione. Per quanto riguarda quest’ultima, già nel 2014 Gruppo Illiria ha aderito al progetto FreeFrom, nato per promuovere un corretto stile alimentare, anche per i pasti fuori casa, proponendo nei suoi distributori automatici prodotti biologici, gluten free, vegani e specifici per le intolleranze alimentari. In tal modo, il distributore automatico diventa veicolo di marketing sociale. Da ricordare, infine, il sostegno alla ricerca e al settore sanitario con la partecipazione alla staffetta 24X1h

Telethon, organizzata a Pordenone per contribuire alla raccolta fondi per Telethon; il sostegno a Banco Alimentare al quale vengono donati i prodotti ritirati dai distributori perché prossimi alla scadenza e, nell’anno del COVID, la partecipazione alla raccolta fondi a sostegno degli ospedali, attraverso un’iniziativa di CONFIDA che ha coinvolto anche altre società del Vending del territorio nazionale.

La somma raccolta da Gruppo Illiria insieme ad altre 5 società a favore degli ospedali lombardi è stata in totale di 12.000 euro.

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Sabrina

Alessio

Giorgio

Sabrina Peroni racconta la Sostenibilità per GPE Vendors Co-responsabile Marketing

La sostenibilità, intesa come un insieme di azioni e di gesti grandi e piccoli, che devono entrare nella nostra pratica quotidiana per dare a noi e al nostro pianeta una promessa di futuro, è da anni un tema particolarmente sentito in GPE Vendors. Siamo certi che ci sia oggi un’evoluzione significativa nel modo in cui tutti percepiamo l’importanza delle nostre azioni a favore di un pianeta in salute. In GPE Vendors siamo felici di dare il nostro contributo, mettendo a disposizione dei gestori vending macchine che mirano a fornire al consumatore modalità di consumo sostenibili. Da anni siamo in prima linea nel trovare soluzioni che uniscano praticità, sostenibilità e convenienza in modo da permettere ai gestori di svolgere un lavoro importante anche sotto questo aspetto. Ed è da questa consapevolezza che nascono le nostre soluzioni per la distribuzione automatica di acqua da bere e per il corretto smaltimento e recupero dei contenitori per le bevande.

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Crediamo nella necessità di abbandonare sempre di più l’acqua in bottiglia monouso a favore dell’acqua pubblica, sicura perché garantita dai controlli previsti dalla normativa, e resa ancora più sicura dai sistemi di filtrazione e debatterizzazione a bordo dei nostri distributori automatici dedicati all’erogazione dell’acqua di rete. Un’acqua a Km zero, resa disponibile grazie alla nostra linea vending, pensata per locazioni ed esigenze diverse. Mezzolitro, Mezzolitro Slim, Habita e AquaVai sono i nostri modelli per l’erogazione dell’acqua di rete in contesti come uffici e aziende anche di piccole dimensioni, condomini, spazi pubblici. Tutti sono dotati di tecnologie di ultima generazione nel rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori: gruppi refrigeranti a gas naturale R290, illuminazione a LED, sistema di microfiltraggio per un’acqua batteriologicamente pura, igienizzazione del vano prelievo con getto di vapore a 165° o con getto di ozono, prelievo dell’acqua con contenitore riutilizzabile e conseguente riduzione del consumo di plastica.


Per coprire tutte le esigenze del “bere sostenibilmente” fuori casa, abbiamo lanciato sul mercato Azzurra, un dispenser che si propone di offrire un servizio in stile vending anche al settore Horeca. Dalla combinazione di questi due specifici ambiti è nato un dispenser compatto per l’acqua microfiltrata con varie selezioni e con la possibilità, tipica dei modelli vending, di poter igienizzare l’area prelievo e, volendo, anche la propria borraccia o bottiglia. Dalle dimensioni contenute (33x 58 x 55cm di altezza) Azzurra offre la possibilità di selezionare, tramite un pulsante, acqua naturale o frizzante e acqua fredda. Un altro pulsante invece dà la possibilità, a chi lo desidera, di igienizzare l’area prelievo e la propria bottiglia. Una tecnologia che coniuga sostenibilità e salute, un’esigenza che ora, in tempo di pandemia, assume un valore ancora più importante: proprio nella zona dove ogni utente andrà posizionare il proprio contenitore per prelevare l’acqua, GPE ha inserito dei dispositivi che hanno la funzione di mantenere sempre pulito e libero da possibili batteri l’intero vano prelievo. Sebbene il riempimento della borraccia/bottiglia avvenga senza contatto diretto con i componenti della macchina, l’igienizzazione viene rafforzata attraverso un potente getto di vapore a 165 °C o, in alternativa, un getto di ozono. L’acqua che scorre all’interno della macchina viene debatterizzata con lampade UV-C, che la rendono buona e sicura.

Ad Azzurra può essere abbinato un mobile di supporto provvisto di manico, ruote e sportello: al suo interno si possono posizionare i filtri, la bombola di CO2, l’acqua distillata per il vapore (se viene scelto questo sistema di igienizzazione), il galleggiante ed il secchio per lo scarico di acqua in eccesso. Il design del dispenser Azzurra è lineare, pulito e adattabile ad ogni contesto: dall’ufficio all’ambulatorio, dalle scuole allo studio privato, dal ristorante alla reception di un hotel, fino alla propria abitazione.

La nostra gestione green di plastica e alluminio Ma non ci siamo fermati qui: la nostra attenzione all’ambiente si è concentrata anche sul problema dello smaltimento dei rifiuti post consumo. A questo scopo, abbiamo realizzato due macchine che hanno la funzione di tritare e compattare la plastica da smaltire nelle postazioni vending: basti pensare ai bicchieri e alle palette del caffè, oppure alle bottigliette di acqua e bevande, o anche ad alcune confezioni degli snack. Plastic Monster è la macchina concepita per triturare questa tipologia di rifiuti, affiancandola ai distributori automatici, in modo che per l’utente consumare e gettare il contenitore correttamente diventi un gesto abituale. Le potenti lame di Plastic Monster, in piena sicurezza per l’utente, possono tritare finemente vari chili di plastica e alluminio che l’operatore potrà raccogliere già in sacchi pronti da smaltire. Sempre sullo stesso filone è nato il compattatore Petalo, che riduce il volume dei materiali da smaltire, siano essi la plastica o l’alluminio delle lattine. Il potente rullo di Petalo può compattare chili di entrambi i materiali e all’operatore resta solo il compito di recuperarli già tritati o compattati, in modo da poter procedere con lo smaltimento in maniera agevole e precisa e senza dover gestire carichi ingombranti.

vano il riciclo corretto da parte dell’utente e permettono al gestore di smaltire plastica e alluminio già tritati o compattati, contribuendo in questo modo all’economia circolare. Sabrina Peroni

Già per il fatto stesso di essere affiancati ai distributori automatici, le soluzioni ideate da GPE Vendors incenti-

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"Cambieremo le abitudini delle persone nel bere acqua in modo sostenibile."

IL CICLO VIRTUOSO DEI FILTRI E DELLE CARTUCCE BRITA BRITA è presente in più di 60 Paesi in tutti e 5 i continenti. Il leader mondiale della filtrazione dell’acqua e inventore della prima caraffa filtrante al mondo investe ogni anno il 5% delle sue risorse in Ricerca & Sviluppo, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la sicurezza dei suoi sistemi e dispenser per il trattamento dell’acqua e dei suoi servizi, destinati ai canali Consumer e Professional. Il claim “Acqualità garantita” è l’espressione che identifica il traguardo che l’azienda intende raggiungere attraverso l’insieme delle sue attività, che non possono prescindere dal valore della Sostenibilità. Il tema della sostenibilità e della responsabilità ambientale, quindi, fa parte del DNA di BRITA ed è racchiuso in modo esplicito all’interno della vision: “Cambieremo le abitudini delle persone nel bere acqua in modo sostenibile”.

BRITA è convinta, infatti, che essere un’azienda di successo e al contempo sostenibile sia possibile. Per questo motivo, misura la sua Planet Contribution secondo due parametri:

BRITA si fa carico del fine vita dei filtri e delle cartucce di sua produzione una volta che abbiano raggiunto il limite massimo di usabilità, per cui andrebbero gettati. BRITA ha elaborato un processo di riciclaggio dei fil-

tri professionali per evitare che essi finiscano nell’ambiente, attraverso le discariche, e per fare in modo che alcune delle parti vengano recuperate e destinate al riciclo. Il processo si sintetizza nei seguenti step:

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1) il Product Impact misurato in quante bottiglie di acqua vengono risparmiate grazie all’utilizzo di acqua filtrata BRITA; 2) il Company Carbon Footprint, ovvero l’impatto generato dalle attività, misurato in emissioni di anidride carbonica. Ne deriva che l'uso attento delle risorse naturali è una componente essenziale dell'attività imprenditoriale di BRITA, come riassume il seguente grafico, relativo al risparmio delle risorse e del riciclo dei materiali.


Un ulteriore processo di lavorazione avviene nell'impianto di rigenerazione: • Le resine vengono prima sciacquate con acido e poi rigenerate, vengono asciugate nell'asciugatrice e poi messe nelle nuove cartucce. • Tra il 60% e il 100% del materiale delle resine rige-

nerate può essere aggiunto a nuovi prodotti a seconda della miscela. • Le cartucce filtranti professionali restituite sono riutilizzate all'85% circa. • Ogni anno vengono rigenerate resine in grado di produrre 1,5 mio di cartucce PURITY C 150.

In tal modo BRITA riesce a recuperare un’altissima percentuale delle sue cartucce in linea con l’economia circolare.

Un mese on air per raccontare il proprio impegno al servizio del pianeta Per tutto il mese di giugno, BRITA è tornata sul piccolo schermo per creare engagement rispetto alla concreta possibilità per ogni persona, ogni famiglia di contribuire alla riduzione della plastica monouso, semplicemente cambiando le proprie abitudini nel bere acqua. Al centro della campagna di comunicazione BRITA un nuovo claim: “L’acqua buona che pensa al futuro”. L’acqua BRITA, infatti, è buona sotto due punti di vista. Il primo è legato alle specifiche del prodotto filtrante: i sistemi di filtrazione BRITA danno all’acqua del rubinetto un sapore migliore, riducendo la durezza, rimuovendo il cloro e trattenendo le impurità fisiche. Il secondo è legato all’impatto ambientale positivo dell’acqua filtrata BRITA, buona per il pianeta oltre che per le persone. L’obiettivo è di evitare entro il 2023 la produzione di 5,5 miliardi di bottiglie di plastica all’anno. Ad ora, BRITA ha evitato la produzione di 4 miliardi di bottiglie l’anno che, poste una accanto all’altra, equivalgono a 35 giri intorno all’equatore.

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LA SOSTENIBILITÀ È UN IMPEGNO DI GRUPPO Gruppo Argenta è da sempre attento alle esigenze degli utenti e negli anni ha messo in campo numerosi progetti con l’obiettivo di sviluppare programmi di responsabilità a livello socio-ambientale. Progetti che condivide con Selecta, di cui è parte. Quattro i pilastri della sostenibilità: • Rispetto per l’ambiente. • Offerta di prodotti responsabili. • Sostegno alla comunità. • Un ambiente lavorativo gradevole. Il primo passo nel rispetto dell’ambiente è costituito dal ricondizionamento dei distributori automatici per ridurre l’impronta ambientale e i rifiuti industriali. Il risultato sono macchine, per specifiche e prestazioni, del tutto simili a distributori nuovi, ovvero macchine ricondizionate di alta qualità, utilizzate in tutti i paesi in cui Selecta opera: Italia, Spagna e Francia sono le roccaforti per numero di distributori automatici ricondizionati installati, seguite da Svizzera, Svezia e Regno Unito. Nel 2019 il numero di distributori ricondizionati in Selecta è stato di 23.000 macchine. Un altro impegno del Gruppo è di ridurre i bicchieri monouso, optando per contenitori riutilizzabili o riciclabili e offrendo colonnine idriche e borracce in acciaio per evitare il consumo di bottiglie di plastica. Nel 2019 Selecta ha distribuito 1,5 miliardi di bicchieri, dei quali il 51% di carta certificata PEFC o FSC. In ogni caso, il Gruppo sta spingendo sempre più affinché i suoi clienti utilizzino bicchieri di carta e palette di legno. In Italia Gruppo Argenta partecipa al progetto RiVending di CONFIDA.

Argenta è attenta alla riduzione della plastica anche attraverso la scelta di prodotti dal packaging ecosostenibile e riciclabile, tra questi l’acqua Sant’Anna BioBottle che può essere smaltita nell’organico diventando compost, l’acqua in lattine d’alluminio San Benedetto e l’acqua San Benedetto EcoGreen con imballaggi realizzati in plastica rigenerata e riciclabile. Un ulteriore passo verso la riduzione del Carbon Footprint è il miglioramento della logistica attraverso la telemetria, che permette di ottimizzare i giri di rifornimento e assistenza, evitando percorsi che immetterebbero emissioni superflue di carbonio nell’atmosfera. In questa direzione si colloca la scelta di sostituire gli automezzi del parco macchine globale con veicoli green, di tipo ibrido o elettrico o alimentati a metano. Un ulteriore esempio di queste attività è il progetto di recupero dei fondi di caffè, che prevede la gestione virtuosa del caffè esausto raccolto dai distributori automatici e conferito a centrali a Biogas, dove viene fatto fermentare per la produzione di energia. Nel 2020 grazie a questo progetto Gruppo Argenta ha recuperato 580 tonnellate di fondi di caffè, con i quali sono stati generati 323.336 KWh di energia pulita, permettendo un risparmio di 248.313 Kg di Co2.

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Gruppo Argenta seleziona l’offerta dei prodotti in modo responsabile, proponendo una vasta gamma di alimenti biologici, equosolidali e salutari grazie anche alla partnership con NaturaSì. Con i progetti Benessere ed Alimenta promuove stili di vita sani ed equilibrati presso i clienti, mentre con il progetto Argenta Active, che supporta il mondo sportivo giovanile, sostiene la comunità. Collabora inoltre con l’associazione Save the Children e tramite il progetto Selecta Coffee Fund aiuta alcuni villaggi rurali in Rwanda con iniziative sociali ed economiche volte allo sviluppo delle popolazioni locali. Nel 2019 ha fornito 42 mucche ad altrettante famiglie ruandesi, garantendo loro una preziosa fonte di proteine, un reddito aggiuntivo e fertilizzanti per aumentare il raccolto di caffè. Nello stesso anno, ha sostenuto la costruzione di un asilo, che ha fornito pasti e istruzione nella lingua locale a 168 bambini. Per quanto riguarda i collaboratori, Gruppo Argenta, in linea con la filosofia Selecta è consapevole che le persone sono la più grande risorsa di un’azienda. Per questo motivo, cerca di creare intorno ad essi un ambiente di lavoro gradevole, basato sull’inclusione e sul rispetto delle diversità, attento allo sviluppo personale e professionale. La formazione e l’aggiornamento costante delle competenze attraverso l’Argenta Academy è una delle strade messe a disposizione dei dipendenti affinché nessuno resti indietro ed ognuno si senta parte del Gruppo.


LA TWIST. LA MACCHINA SEPARA CAPSULE Secondo un censimento svolto da WHITESTAR, si contano oggi in Italia oltre 5.000 catene in franchising e punti vendita di capsule per il caffè, con una particolare ripartizione: il Sud (ripartizione regionale Eurostat) ha un numero di punti vendita pari a oltre 1.000 e l’Italia insulare oltre 700; il Centro Italia ne presenta più di 1.300, di cui oltre 700 solo nella Regione Lazio; nel Nord sono invece oltre 1.700 e, in particolare, in Lombardia, con poco più di 700, si registra la più alta concentrazione nazionale di coffee shop. Dietro questi numeri incoraggianti per i produttori del settore, ce ne sono altri decisamente allarmanti per noi: in Italia su circa 1 miliardo e mezzo di capsule vendute all’anno, finiscono in discariche e inceneritori l’equivalente di oltre 12 mila tonnellate. Le capsule, realizzate in plastica e in alluminio, possono richiedere fino a 500 anni per essere smaltite.

La sfida per invertire questa tendenza è stata raccolta con inventiva tipicamente Made in Italy da una società innovativa di ricerca e sviluppo del reatino, la WHITESTAR, che ha brevettato una gamma di macchine separa capsule per la preparazione al riutilizzo delle capsule di caffè usate. “Queste macchine sono state progettate per lavorare sia su grandi quantitativi nei centri di raccolta o nelle aziende del settore Vending o di quello Ho.Re.Ca., sia su quantitativi minori, direttamente all’interno dei rivenditori e dei negozi specializzati. La clientela sceglie e torna nei coffee shop che hanno adottato la macchina separa capsule LaTwist avendo ormai maturato una sensibilità ecologica diffusa, avvertendo l’importanza di non gettare le capsule usate nella propria pattumiera dell’indifferenziato di casa, dell’ufficio o del negozio. In questo, modo ognuno può fare la sua parte, contribuendo a risolvere l’annoso problema legato allo smaltimento di un rifiuto composto da diverse tipologie di materiali che, altrimenti, finisce nell’indifferenziato. Sicuramente siamo arrivati a un punto dove il produttore, il rivenditore, il consumatore di capsule e gli enti preposti alla gestione dei rifiuti devono darsi una ‘mano’ e collaborare per il bene comune”, dichiara Stefano Ceccarelli, amministratore e co-fondatore di WHITESTAR. Tra le prime multinazionali a credere in questa soluzione Made in Italy c’è Nespresso che con la LaTwist ha inaugurato, lo scorso marzo, il nuovo flagship store boutique Nespresso di Vienna.

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La Sostenibilità permea tutte le aree del business di SpecialCoffee: è un sistema di valori e azioni connaturati all’azienda da sempre. La Sostenibilità viene intesa come motore dell’innovazione, che significa integrare sempre di più la sostenibilità nei processi aziendali e condividere la propria visione e il proprio impegno con tutti gli stakeholder interni ed esterni, con clienti e fornitori, per favorire l’innescarsi di un circolo virtuoso che dia continuo impulso al miglioramento, non solo all’interno dell’azienda, ma lungo tutta la filiera. "Ogni giorno cerchiamo di sensibilizzare consumatori e fornitori a consuetudini e pratiche sostenibili e responsabili." Alessandra Padelli Brand Ambassador

Le buone prassi di SpecialCoffee nei confronti dei fornitori e dei partner commerciali sono sempre orientate alla trasparenza e alla partnership. Non è sempre il “prezzo” la variabile di scelta di un fornitore, sia che si tratti di caffè verde che di packaging, bensì parametri quali comportamenti rispettosi dei diritti fondamentali dei lavoratori, criteri contrattuali trasparenti e collaborativi, termini di pagamento entro 30 o 60 giorni, certificazioni di prodotto/servizio, coinvolgimento e sensibilizzazione dei fornitori sul tema della responsabilità sociale e della trasparenza e legalità, andando oltre gli obblighi di legge. Il caffè verde viene acquistato da aziende leader a livello internazionale in grado di garantire la qualità del prodotto e del processo di approvvigionamento. Il caffè verde da coltivazioni certificate Rainforest Alliance viene acquistato da fornitori accreditati attraverso un canale separato dal caffè verde convenzionale. La tracciabilità è gestita online nel marketplace Rainforest Alliance, requisito fondamentale per poter lavorare e commercializzare un prodotto certificato.

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Per quanto riguarda i clienti, SpecialCoffee adotta una comunicazione trasparente su temi quali l’impegno etico e socio-ambientale. Questo perché prodotti e servizi di buona qualità non sono più sufficienti, da soli, a garantire il successo di un'azienda, né a renderla competitiva. Il cliente oggi vuole sapere tutto dell'azienda, cosa c'è dietro una “bella immagine” e/o un “prodotto di qualità”. Vuole sapere se l'azienda è affidabile, competente, onesta. Il brand non basta più: occorre una company reputation adeguata e credibile. Per questo motivo, SpecialCoffee ha deciso di comunicare la qualità e i valori che stanno dietro ai suoi caffè, adottando simboli parlanti. Ad esempio, l’impegno socio-ambientale è stato riassunto in un logo “ecofriendly” posto sul packaging (una fogliolina verde stilizzata presente su tutti prodotti e nella comunicazione corporate). Rainforest Alliance con il prodotto Verdadero invece ha un vero e proprio logo/sigillo che può essere utilizzato solo dalle aziende conformi ai criteri richiesti, alla procedura di tracciabilità e che riportano il logo sulle confezioni e sul materiale di comunicazione dopo aver ricevuto l’approvazione da Rainforest Alliance.


Per quanto riguarda il caffè porzionato, è stata ripensata e rilanciata la cialda, il caffè porzionato più eco-friendly di sempre. Un ulteriore passo in avanti rispetto al fondamentale obiettivo della sostenibilità di prodotto è stato fatto con la scelta della carta filtro compostabile COMPOFILT®, un tessuto al 100% di fibre naturali, testato e certificato per essere gettato nell’umido o utilizzato come compost. Per il rilancio della cialda, SpecialCoffee ha pensato anche a un packaging responsabile, grazie ad un ecodesign che riduce peso e volume della bustina e al cartone, senza compromettere la qualità e la fruibilità del prodotto. Per quanto riguarda l’attenzione all’ambiente, SpecialCoffee adotta strategie e iniziative per minimizzare gli impatti ambientali delle proprie attività, andando oltre i limiti stabiliti dalla normativa vigente di riferimento, che possono essere riassunte nei seguenti punti: • riduzione consumi energetici: lampadine risparmio energetico, stampanti e frigorifero di classi energetiche efficienti, fotocellule per illuminazione, pompa di calore per riscaldare ambienti in periodi meno freddi, isolamento termico a cappotto, gas e energia verde (Repower Verde Dentro certificato TÜV SÜD) da fonti rinnovabili rintracciabili certificate 100%, processo di torrefazione eco-friendly con tecnologia di nuova generazione Brambati. - riduzione consumo di acqua: fotocellule sui rubinetti.

- trattamento rifiuti: pressa per riduzione volume, raccolta differenziata, rifiuti speciali derivanti dal processo produttivo (sacchi di yuta, cartoni) conferiti presso smaltitore autorizzato per riciclo e recupero, cartucce e toner rigenerati, pallet riutilizzati, seconda vita a imballi per spedire campionature, adesione a sistema duale (Landbell) per mercato tedesco, bruciafumi e depuratori per abbattere emissioni di fumi in atmosfera, generate dal processo di torrefazione. - ottimizzazione trasporti: consegne con ritorni non vuoti, geolocalizzazione e pianificazione dei percorsi per rete vendita, corrieri e consolidatori per consegne, collaborazione con il Gruppo Maganetti e progetto LNG. - riduzione degli imballaggi: eco-design per il rilancio della cialda. - riduzione degli sprechi di carta: campagna going green per il materiale marketing stampato - riduzione della quantità totale di rifiuti smaltiti (riduzione del volume), pratiche di riciclaggio dei rifiuti e raccolta differenziata oltre obblighi di legge. SpecialCoffee è un’azienda a carattere familiare e, come tale, per sua natura è attenta alle persone, tende a gestire e valorizzare risorse umane e lavoro nelle sue caratteristiche di benessere psico-fisico, sicurezza e dignità e ad applicare le pratiche inclusive nel mondo del lavoro, sotenendo le pari opportunità. In SpecialCoffee viene costantemente monitorato il clima interno, compresi i livelli di stress aziendale, e promosso un atteggiamento positivo e conciliante, grazie al quale non sono mai stati avviati contenziosi in via formale con dipendenti. L’attenzione alla salute e alla sicurezza sul luogo di lavoro è costante e confermata dall’assenza di infortuni nell’ultimo triennio. La formazione professionale è programmata in maniera continua (circa 100ore/anno per dipendente), anche oltre gli obblighi di legge, con l’obiettivo di supportare i lavoratori nella loro crescita professionale, attraverso la partecipazione a corsi organizzati da CCIAA, Regione Lombardia, Banca Popolare di Sondrio, Confindustria, Fondimpresa. Il carattere familiare di SpecialCoffee porta spontaneamente l’impresa a favorire ed applicare modelli di welfare aziendale e politiche di conciliazione famiglialavoro volte a migliorare la qualità della vita individuale. Lo strumento ad oggi più utilizzato è la flessibilità organizzativa, intesa soprattutto come flessibilità dell’orario

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di lavoro. Altre iniziative ed azioni vengono introdotte confrontandosi con i lavoratori, sulla base delle esigenze manifestate all'interno dell'azienda a tutti i livelli dell'organizzazione. Le principali parti coinvolte e/o danti causa (stakeholder) e beneficiari sono in primis i lavoratori, i dipendenti ed i collaboratori. Ma anche l'azienda stessa beneficia da una buona gestione e valorizzazione delle risorse umane. Citando K. Ishikawa “un'azienda non è né migliore né peggiore di chi ci lavora dentro”. Il che significa creare valore anche per il cliente e company reputation. SpecialCoffee applica politiche e/o iniziative a favore della società civile.

le quali Enjoy Valtellina, LILT Sondrio, Pro Loco; - progetto CRM (Cause Related Marketing), realizzato nell'ottobre 2016 (e ripetuto nel febbraio 2017) nato dalla collaborazione “made in Valtellina” tra SpecialCoffee, Latteria di Chiuro e PiùSegniPositivi. Si tratta di un progetto di welfare comunitario innovativo, attivo nell’ambito territoriale di Sondrio, a sostegno di chi si trova in una situazione di temporanea difficoltà economica. Il fatto di vivere in Valtellina, anche se il mercato di SpecialCoffee è internazionale, riflette l’importanza dell’avere radici, una consapevolezza fatta di valori che non cambiano e che certamente hanno nutrito la storia dell’azienda e continueranno a farlo.

L’azienda promuove progetti a favore della comunità locale e del territorio in un'ottica di responsabilità sociale, come: - costituzione della rete di imprese chiamata i-Golosi per la promozione dei prodotti del territorio valtellinese nel mondo; - partecipazione a progetti locali a favore di studenti: stages, incontri e testimonianze nelle scuole, giornata PMI Confindustria con visita aziendale; - SpecialCoffee è stata tra le aziende fondatrici e pilota di StoreValtellina.it, portale di commercio online per la promozione e sviluppo dell’immagine del territorio valtellinese; - donazioni e sponsorizzazioni di attività sportive, ricreative, sociali e culturali promosse da associazioni del territorio, tra

SpecialCoffee partecipa inoltre ad iniziative a favore della società civile con donazioni a sostegno di associazioni e ONG che intervengono nella tutela dei diritti umani nei paesi in via di sviluppo ed iniziative sociali, come Casa do Sol. SpecialCoffee è una delle aziende virtuose premiate nella rassegna "Buone Prassi" di Responsabilità Sociale 2013, 2015, 2017 e 2019 della Regione Lombardia negli ambiti di progetti di sostenibilità ambientale e iniziative nei confronti della società civile e della comunità territoriale.

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QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ

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Nel corso degli ultimi 50 anni l’impresa di gestione COCCIONE DA srl è diventata leader in Abruzzo per i servizi di ristorazione a mezzo apparecchiature automatiche. Coccione garantisce un elevato standard qualitativo ed un servizio improntato a criteri di economicità e funzionalità, attraverso l’installazione delle più evolute soluzioni tecnologiche di cui il mercato della distribuzione automatica dispone, precorrendo sempre i tempi e le esigenze dei clienti. La Coccione DA srl ha portato avanti sin dal 2010 un percorso di crescita che vede come obiettivi principali la qualità e la sostenibilità di tutti i processi produttivi ed organizzativi. Tali obiettivi le hanno permesso di migliorare costantemente gli standard di efficienza e puntualità del servizio offerto, arrivando ad oggi a fornire migliaia di clienti, dai piccoli uffici fino alle grandi industrie da oltre 1000 dipendenti, come ospedali pubblici e privati, scuole, caserme, centri commerciali, università. Ciò è stato possibile grazie a costanti investimenti in innovazioni tecnologiche, come l’utilizzo di distributori dotati di monitor touch-screen 21”, sistemi di pagamento con app COVEN-MATIPAY e telemetria real time, per rendere l’esperienza di consumo sempre più coinvolgente ed intuitiva, attraverso una comunicazione da e verso l’utente con la possibilità di segnalazione di prodotti mancanti, di preferenze in tempo reale e monitoraggio costante della soddisfazione del cliente attraverso una comunicazione diretta e l’invio di quesiti di Customer Satisfaction. Un altro importante aspetto della sostenibilità energetica è stato realizzato attraverso interventi di riqualificazione della sede centrale di Chieti Scalo, grazie al raggiungimento del traguardo

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del completo bilancio tra l’energia in ingresso ed in uscita, utilizzando soluzioni a LED per la propria illuminazione, impianti timer di accensione/spegnimento programmati, ed attraverso l’installazione di un importante impianto di produzione di energia elettrica fotovoltaica da 40 Kw con sistema di accumulo MyReserve agli ioni di litio da 20 Kw, il tutto gestito in real time da portale SolarWatt, in grado anche di cedere alla rete elettrica nazionale la produzione in eccesso. Sul fronte trasporti si è adottata l’ottimizzazione dei percorsi degli ARD e dei tecnici in modo da ridurre drasticamente i chilometri annui percorsi e, di conseguenza, le emissioni di CO2 nell’ambiente. Tale percorso verso la qualità e la sostenibilità è attestato dalle numerose certificazioni ottenute: ISO9001, ISO14001, ISO22000, TQS-VENDING, GMP-HACCP (UNI10854). Dal punto di vista della sostenibilità alimentare, già da diversi anni Coccione ha sviluppato presso i propri clienti il programma FREE-FROM per educare, anche attraverso la distribuzione automatica, a sani stili di vita e a una corretta alimentazione, attraverso l'incentivazione al consumo di prodotti nutrienti, naturali, leggeri, dall'apporto calorico equilibrato. Sono stati introdotti nell’offerta anche nuove tipologie, quali prodotti freschi (temp. 0°C-4°C), prodotti tipici abruzzesi e regionali, prodotti dietetici ed ipocalorici, prodotti biologici, integrali, vegan, equosolidali, a km 0, senza glutine e senza zuccheri aggiunti, dimostrando in tal modo un’attenzione particolare e primaria verso il consumatore.


Con l’utilizzo poi delle cialde del caffè compostabili, delle bottiglie d’acqua in plastica riciclata, con l’eliminazione dei prodotti in formati difficilmente riciclabili, fino ad arrivare, primi in Abruzzo, all’adesione ed allo sviluppo, in maniera massiccia su migliaia di utenti, del progetto RiVending, Coccione ha fortemente spinto la propria organizzazione ed i propri clienti verso il recupero e reciclo di bicchieri, palette e bottiglie. Per quanto riguarda la sostenibilità sociale e d'impresa, Coccione DA srl si distingue sul territorio abruzzese per il suo attento programma di sostegno al territorio, che l’ha portata ad una stretta collaborazione con il Banco Alimentare d'Abruzzo, dapprima devolvendo gratuitamente prodotti e derrate alimentari per le persone più bisognose, successivamente sensibilizzando anche tutta la sua clientela e tutti gli operatori e collaboratori, ad una forma di etica sociale verso il prossimo e verso il benessere comune. Ciò è stato fatto, ad esempio, sostituendo in tutte le occasioni di festa e socialità, i tradizionali regali, attraverso donazioni verso lo stesso Banco Alimentare, volte a sensibilizzare e costruire un futuro capace di creare valore sull’intera comunità.

La Coccione DA srl crede quindi che i valori della sostenibilità e della qualità vadano perseguiti ad ogni costo, dato che sono gli unici valori che permettono oggi, in un mercato così difficile ed indebolito dalla pandemia mondiale, e lo permetteranno sempre più nel futuro, di continuare a crescere in maniera organica e distintiva, continuando ogni giorno a rendere soddisfatti del proprio servizio migliaia di clienti, che riconoscono ed apprezzano l’importanza e l’efficacia del lavoro svolto come recita il claim aziendale ormai noto a tutti i clienti: “COCCIONE: DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI BONTÀ!” LA STORIA

La gestione abruzzese nasce nel 1973 come impresa individuale con il nome di Coccione Giulio, un'azienda che l'omonimo titolare fonda, insieme alla moglie Silvana, avviando a Pescara un'attività di gestione di distributori automatici di bevande calde. La ditta si espande e contribuisce a creare un nuovo modo di concepire la pausa caffè, che prima non esisteva affatto: non più al bar ma alla "macchinetta", con l'arrivo in Abruzzo dei primi modelli di Faema E 61, in grado di erogare solo caffè espresso al costo di 100 Lire! Oggi la COCCIONE D.A. srl, guidata dalla seconda generazione, i figli Andrea ed Alessia, rappresenta una delle più dinamiche e creative realtà nel mondo del Vending in Abruzzo. Dal 2010 l’azienda ha iniziato ad espandersi fortemente su tutto il territorio abruzzese, grazie anche all’apertura della nuova sede di oltre 3000 mq a Chieti Scalo, dotata di tutti i più moderni sistemi software gestionali e di controllo, di tutela ambientale e risparmio energetico e la successiva creazione del Gruppo Coccione che con le quattro società Rossocrema, Service&Coffee, Coccione Immobiliare, Coccione D.A. srl, riesce ad acquisire sempre più clienti fornendo un servizio di ristorazione completo e di qualità anche ai più esigenti. Nel 2013 la Coccione D.A. srl entra a far parte del Consorzio COVEN, allargando la propria visibilità su tutto il territorio nazionale.

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LE BEST PRACTICES 2020 DI SERVICE VENDING SRL SB Dal 1990 Service Vending si occupa di gestione distributori automatici nell’ area del Veneto Orientale, affermandosi negli anni come punto di riferimento per professionalità e qualità dei servizi offerti in realtà sia pubbliche che private. Service Vending ha sempre messo al primo posto dell’attività la sostenibilità e l’innovazione tecnologica, oltre al forte legame col territorio, una scelta che nel novembre 2018 le ha consentito di diventare la prima “Società Benefit” e l’unica al mondo nel settore Vending ad aver ottenuto la prestigiosa certificazione BCorp, che misura in modo oggettivo e rigoroso tutti gli impatti positivi che un’azienda produce per la società, l’ambiente, i propri collaboratori ed i propri clienti. L’impegno su queste tematiche risale agli inizi del 2000 col progetto Nutrivending, attivo tutt’ora, attraverso il quale Service Vending propone nei suoi distributori automatici prodotti biologici, senza zuccheri o a km 0 con l’obiettivo di indirizzare i clienti verso un’alimentazione più attenta e salutare. Importante, in questa direzione, la collaborazione di nutrizionisti presso alcune imprese e istituti scolastici del territorio. I risultati monitorati nel tempo hanno visto un importante incremento di vendite di prodotti salutari (bio, senza zuccheri equo e solidali) a dimostrazione della bontà del progetto. Anche il laboratorio interno all’azienda, in cui quotidianamente vengono realizzati prodotti freschi quali panini e tramezzini, risponde a questo impegno, tanto che ha ottenuto la certificazione BIO. Grazie ad essa, Service Vending commercializza i suoi tramezzini biologici non solo all’interno dei propri distributori automatici, ma anche nelle catene di supermercati che trattano prodotti BIO.

All’attenzione per il salutare si unisce quella per il sociale: Vending Service propone ai suoi clienti anche prodotti come l’acqua WAMI che, attraverso la vendita della sua bottiglietta, ha la speciale missione di donare 100 litri d’acqua potabile a villaggi bisognosi del terzo mondo. Inoltre, vende nei suoi distributori i prodotti della pasticceria Giotto, che occupa le persone detenute nel carcere di Padova, il Biscotto solidale, realizzato dalla collaborazione di Service Vending con la “Fondazione di Comunità della sinistra Piave” e la Biscotteria Veneziana, i cui proventi vengono destinati alla Fondazione per l’acquisto di ausili mobili per anziani e persone con disabilità. Unica promotrice nella provincia di Treviso del Vending equo & solidale, da oltre 10 anni Service Vending collabora con la Cooperativa Pace & Sviluppo e svolge un importante in sintonia con Altromercato, tanto da rappresentare oggi il principale venditore italiano nel Vending di prodotti provenienti dal commercio equo & solidale. Nel corso degli anni tante sono state le iniziative portate avanti dalla Service Vending: dalla creazione di un bar solidale all’interno di una Casa di Riposo nel Coneglianese, vincitrice nel 2017 del premio Vending Sostenibile promosso da CONFIDA, fino all’adesione all’app TOO GOOD TO GO per combattere lo spreco alimentare. Quest’ultima permette a coloro che hanno scaricato

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l’applicazione di poter acquistare a prezzo simbolico alcuni prodotti che l’azienda mette a disposizione nei suoi distributori automatici, referenze che altrimenti resterebbero invendute e verrebbero quindi buttate. Questa semplice azione ha permesso alla Service Vending di consegnare un notevole numero di Magic Box e salvare una importante quantità di cibo. Da ormai 2 anni, Service Vending fa parte del gruppo sostenibilità di Assindustria Veneto Centro, che raccoglie le eccellenze in tema di sostenibilità dell’Associazione industriali Treviso e Padova. Ciò ha permesso all’azienda di partecipare come relatore a diversi convegni organizzati dall’associazione, raccontando la sua storia e il suo modo di fare impresa, e di essere invitata ad alcuni eventi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia come esempio virtuoso, oltre che partecipare al Convegno della fiera 4 passi di Treviso e ad altre importanti occasioni. Service Vending è sostenitore di alcune società sportive locali ed in particolare di Treviso Basket. L’attenzione per la comunità e il territorio non può prescindere dall’attenzione per l’ambiente: l’azienda nei prossimi 6 anni donerà 1500 alberi al Comune di Conegliano, un progetto in cui crede molto e che si realizza anche grazie al contributo della startup vicentina, che mette a disposizione 24 tipi di alberi autoctoni Beleaf,

che Comune e cittadini coneglianesi potranno piantumare all’interno dei loro spazi. Quest’iniziativa nasce dalla nostra volontà di compensare la CO2 generata dal servizio erogato dall’azienda e di sensibilizzare la comunità su una tematica importante, quale l’inquinamento atmosferico, provando a portare delle soluzioni tangibili e rendendo tutti partecipi del cambiamento. Si è calcolato che in 6 anni, grazie alla piantumazione degli alberi messi a disposizione da Service Vending, verranno azzerate circa 129 tonnellate di CO2. L’attenzione per l’ambiente riguarda anche la riduzione e lo smaltimento di rifiuti: presso i clienti sono posizionati impilatori in cui conferire i bicchierini sporchi. In alcune postazioni è stata allestita un’intera area ecologica con compattatori adatti a differenziare e ridurre il volume dei rifiuti. L’attenzione per le persone è anche e soprattutto attenzione per i collaboratori. Service Vending ritiene che la formazione sia fondamentale per offrire ai clienti un buon servizio. Per questo motivo, periodicamente vengono proposti corsi di formazione sulla sicurezza e la salute sul posto di lavoro, sulla sicurezza alimentare, sul comportamento da tenere con i clienti ed ogni mese viene dedicata una giornata alle tematiche della sostenibilità, lavorando tutti insieme a dei progetti concreti con la supervisione di una professionista della materia. Service Vending mette anche a disposizione del suo personale una taverna attrezzata utilizzata per la pausa pranzo, ma anche dopo l’orario di lavoro per giocare a calcetto balilla o freccette. La taverna viene anche messa a disposizione dei dipendenti per svolgere feste private o cene. Service Vending, oltre alla già citata certificazione BCorp ed Icea Bio, ha ottenuto le certificazioni ISO 9001, ISO 2200, TQS Vending; sta inoltre ultimando la certificazione ISO 14000 ed ha ottenuto 2 stelle nel rating di legalità.

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COSTRUIAMO INSIEME UN FUTURO MIGLIORE! Mokador opera da 30 anni nel settore Vending. Grazie all’esperienza maturata, l’azienda oggi offre al mercato una linea completa di cialde e capsule dedicate al canale e miscele in grani studiate appositamente per i distributori automatici. La filosofia dell’azienda si concentra ormai da diversi anni sul concetto di sostenibilità per consolidare ed aumentare la sua posizione nei confronti dell’ambiente, del territorio e delle persone.

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Gestione e smaltimento dei rifiuti Mokador presta particolare attenzione a tutto il ciclo di vita del prodotto, monitorando il possibile impatto che quest’ultimo potrebbe avere sull’ambiente soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti industriali. Infatti, gli sfridi vengono smaltiti separatamente tra scarti di plastica, carta/cartone e rifiuti di caffè, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’indifferenziato. Stessa cosa vale per gli uffici e i laboratori: ognuno di essi è dotato di un punto di raccolta in cui viene gestita la differenziata. Energia verde 100% certificata Dal 2010 Mokador ha installato, in entrambi gli stabilimenti, impianti fotovoltaici “su misura” per produrre energia pulita generata da fonti rinnovabili. Inoltre, i pannelli fotovoltaici vengono monitorati giornalmente per garantire il perfetto equilibrio tra efficienza industriale e minor impatto ambientale. Grazie a questo progetto Mokador ha ottenuto, nel 2013, la certificazione per la gestione ambientale in conformità alla norma ISO 14001, la quale garantisce che l’azienda si impegna ad attuare e mantenere procedure e attività a favore dell’ambiente. Il processo di rispetto per l’ambiente non si è fermato qui: nel 2019 Mokador ha ricevuto l’attestato ENERGIA VERDE 100% CERTIFICATA il quale dimostra che l’energia che Mokador acquista dall’esterno, circa il 75% dell’energia totale utilizzata all’interno dei propri stabilimenti, proviene da fonti rinnovabili. Il restante 25% dell’energia utilizzata è invece autoprodotta attraverso i pannelli fotovoltaici situati sugli stabilimenti produttivi. Cialde 100% compostabili Mokador ha esteso il processo di sostenibilità ambientale anche ai propri canali di vendita. Dal 2018 infatti l’azienda produce cialde 100% compostabili certificate DINCERTCO, riconoscimento internazionale che attesta la compostabilità delle cialde caffè Mokador in tutti i formati distribuiti.

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Il sistema esclusivo DIVA pensato per l’ambiente A febbraio 2021 Mokador ha lanciato nel mercato DIVA, il sistema esclusivo a capsule dedicato al canale Vending pensato per salvaguardare l’ambiente. Questo nuovo sistema è caratterizzato dalla completa differenziabilità di tutte le sue componenti: dal cartone d’imballo, al sacchetto fino ad arrivare alle componenti della capsula, facilmente separabili e conferibili nella raccolta differenziata dopo l’uso. Tutta la filiera di questo nuovo sistema è strutturata per contenere al minimo l’impatto ambientale.


SOSTENIBILITÀ SOCIALE Sul tema della sostenibilità sociale Mokador presta particolare attenzione al proprio territorio. Durante l’emergenza Covid del 2020 l’azienda faentina ha voluto dare un contributo di solidarietà alimentare alle famiglie della propria città in gravi difficoltà economiche, contributo che si è trasformato in buoni spesa. Inoltre, Mokador ospita i ragazzi delle scuole del territorio, come istituti professionali ed alberghieri, in visita perché interessati ad approfondire il tema del caffè e alcuni ragazzi degli istituti superiori per i progetti di alternanza scuola-lavoro o tirocini universitari.

LE PERSONE Formazione, benessere e sicurezza sono i 3 focus su cui Mokador punta per garantire un ambiente di lavoro inclusivo, ideale e sicuro. Ogni anno l’azienda dedica tempo e progetti alla crescita professionale del proprio team. Nonostante la pandemia, in modalità webinar, anche nel 2020 sono state organizzate attività formative per i dipendenti, per un monte ore complessivo di 267, calcolate come unità di tempo per partecipante. Oltre, ovviamente, al percorso dedicato ogni anno ai temi della sicurezza. Sul tema del welfare aziendale, Mokador mette a disposizione dei dipendenti un buono pasto elettronico e l’assicurazione sanitaria integrativa, così come la possibilità di accedere alla previdenza integrativa grazie al Fondo Alifond. L’azienda tiene molto alla sicurezza e alla salute dei suoi dipendenti. Infatti, durante l’emergenza Covid, Mokador ha organizzato mensilmente screening preventivi estesi anche alla rete vendita.

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Al centro della policy aziendale di Methodo, società di gestione attiva principalmente nel Lazio, rientrano una serie di iniziative incentrate sul tema della sostenibilità e dell'impatto zero, e volte ad offrire a clienti e collaboratori una pausa più green e salutare. La scelta di seguire questo percorso, ormai imprescindibile, ha portato l'azienda ad iniziare un nuovo ciclo: nei trasporti, nell'adozione delle nuove tecnologie user friendly, nella gestione dei prodotti alimentari e nel corretto conferimento dei rifiuti. Methodo si sta quindi muovendo velocemente per convertire gran parte dei processi interni ed esterni, in modo da ottenere quanto prima dei risultati misurabili, soprattutto per quanto riguarda la riduzione degli scarti e di conseguenza delle immissioni di Co2 attraverso interventi di riqualificazione energetica.

nel distributore del freddo e utilizzando esclusivamente bibite e prodotti alimentari i cui imballi sono costituiti da materiali differenziabili e riciclabili. Di pari passo ha ampliato l'offerta alimentare, introducendo prodotti provenienti da agricoltura biologica ed equosolidali e che tengono conto delle differenti esigenze nutrizionali della clientela. Per quanto riguarda i distributori del caldo, Methodo utilizza esclusivamente bicchieri di carta e palette di legno compostabili e biodegradabili, garantendo al contempo la medesima qualità dell'erogazione in tazza. Ogni rifiuto viene conferito nell'apposita area per la raccolta differenziata, mentre gli scarti del caffè vengono riutilizzati come fertilizzante per l'area verde esterna all'azienda. Anche l'attività logistica sta cambiando in quanto Methodo ha scelto di utilizzare veicoli elettrici, ibridi e gpl per l'espletamento delle attività di manutenzione e rifornimento, contando di arrivare ad avere il 100% della flotta a zero immissioni di CO2 entro il 2025. Nella sede di Ciampino, alle porte di Roma, è stata installata una centralina di ricarica veloce per i mezzi elettrici e per le Methodo ha aderito anche al progetto RiVending, pro- vetture aziendali. muovendo un'economia circolare di uso-riciclo fuori L'offerta alimentare si compone dei migliori prodote all'interno dell'azienda, sviluppando un modello di ti bio e plastic free in commercio, in modo da portare area break totalmente green, con distributori automa- avanti una campagna di sensibilizzazione, che valica i tici caldo/freddo dei migliori brand, dotati di energy-sa- cancelli aziendali con l’obiettivo di collegare la tematica fe mode, con stand-by impostato per le ore di inattività del minor impatto ambientale possibile, con un cambiadurante il week-end e la notte ed erogatori di acqua mento delle scelte di consumo e di alimentazione. con allaccio diretto alla rete idrica, grazie ai quali ogni Fare propri certi principi e obiettivi significa riuscire a cambiare le proprie abitudini, scegliendo prodotti quadipendente può utilizzare la propria borraccia. L'azienda ha quindi eliminato completamente qualsiasi litativamente migliori, realizzati in maniera responsabirifiuto in plastica generato dall'uso di bottiglie monouso le e che arrecano beneficio alla salute.

ASSISTENZA

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PACKAGING

DELIVERY

INSTALLAZIONE

WELFARE



LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE DI UN'AZIENDA GREEN DEL VENDING Nel 2018 la Mancini Group srl, attiva nel settore del Vending e dell’O.C.S. da oltre trent’anni, ha vissuto un vero e proprio cambio di direzione, una presa di coscienza che ha visto l’inserimento di principi ambientali e sociali nella mission aziendale, accanto agli obiettivi economici. Da allora, è iniziato un percorso che ha visto da poco tempo il riconoscimento dell’azienda come Società Benefit, entrando a far parte di quel gruppo di società che mettono al centro dell’attività le persone e l’ambiente invece del profitto, con l’obiettivo di generare un valore aggiunto attraverso impatti positivi. L’obiettivo principale dell’azienda è quello di alzare il livello di percezione dei servizi di distribuzione automatica, basandosi su tre elementi fondamentali: prodotti di qualità, servizio impeccabile e focus sulla persona. Mancini Group infatti lavora solo con i migliori marchi di caffè e per lo più con prodotti salutari e biologici, soddisfacendo a pieno i bisogni della clientela. Il servizio si basa su sistemi innovativi di telemetria,

che permettono ai collaboratori del reparto tecnico e di assistenza di intervenire a distanza in caso di guasti o allarmi e di controllare la giacenza, in modo da pianificare i caricamenti e non lasciare mai il distributore vuoto e il cliente insoddisfatto. Tutto è quindi organizzato in modo tale da focalizzarsi sulla persona, concentrandosi sullo stabilire un rapporto fra individui, senza vederlo come un mero rapporto di lavoro, e organizzandosi in modo tale da non far mancare nulla al cliente, rendendogli la pausa caffè una vera e propria pausa relax. Inoltre, per Mancini Group il “focus sulla persona” non si riferisce solo al cliente, ma anche al collaboratore. Difatti, l’azienda crede che un collaboratore felice del suo posto di lavoro, ottimizzi i propri sforzi e influenzi positivamente anche l’esperienza d’acquisto del cliente. Ecco il motivo per cui la società sta valutando l’opportunità di inserire un sistema di incentivazione premiale per i collaboratori, volto alla loro fidelizzazione alla mission aziendale, oltre al sostegno di sistemi di lavoro smart e flessibili che favoriscano la valorizzazione e il benessere di ognuno. Di particolare interesse per l’azienda è il recupero degli scarti e la loro rivalorizzazione. Presso ogni cliente infatti, Mancini Group partecipa al progetto RiVending promosso da Confida, utilizza i bicchieri Hybrid sviluppati da Flo, prodotti con il 40% in meno delle emissioni di CO2 rispetto ai bicchieri tradizionali, o bicchieri in carta compostabili e palette in legno di betulla, per i quali si sta valutando la sostituzione con quelle in bambù più sostenibili.

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Inoltre, si riforniscono i distributori di bottiglie di acqua Chiarella della linea For Nature, prodotte con il 30% in meno di plastica e 100% riciclabile.

Anche la comunicazione è uno dei punti cardine su cui Mancini Group si concentra. La presenza sui social e la sensibilizzazione fatta presso i clienti si focalizza sul diffondere presso altre realtà aziendali l’importanza della sostenibilità, la cultura del caffè, le buone abitudini alimentari e la promozione del territorio in cui l’azienda nasce e opera. È proprio quest’ultimo punto che ha portato alla nascita di partnership con aziende del Lago di Como, con l’intento di creare valore condiviso nel territorio e promuovendo l’economia locale, come quella nata con Chiarella, azienda produttrice di acqua di Menaggio. Chiarella for Nature è al fianco di LIFEGATE e sostiene LifeGate Plasticless®, il progetto che pulisce i mari e i laghi italiani dalla plastica.

L’azienda è costantemente alla ricerca di soluzioni innovative che permettano di ridare nuova vita ai fondi di caffè, valutando partnership per la produzione di prodotti cosmetici, farine alimentari, produzione di oli, bioedilizia BHIOM, produzione di pellet e coltivazione dei funghi.

CON LA PANDEMIA LA SOLIDARIETÀ SUPERA I CONFINI “La situazione in cui ci siamo trovati all’inizio dello scorso anno ci ha scosso e ci ha spinti a far sentire ancora di più la nostra presenza e il nostro supporto. Per questo motivo, abbiamo iniziato a collaborare con il movimento numero uno contro lo spreco alimentare: Too Good To Go, che ci ha permesso di evitare di gettare una grande quantità di prodotti. Durante il primo lockdown abbiamo fatto sentire il nostro aiuto agli operatori sanitari dell’ospedale vicino alla sede, fornendo gratuitamente i panini all’interno dei distributori e fungendo da apripista per i ristoranti della zona, che si sono poi organizzati per offrire giornalmente il pranzo ai dipendenti del sanatorio. Al contempo, abbiamo risposto alla richiesta del Servizio Sanitario Londinese alla ricerca di macchine del caffè, offrendo 108 macchine con 3 bancali di caffè illy. Inoltre, la tesi svolta da uno studente di Green Management sulla sostenibilità aziendale, ci ha fatto notare le grandi potenzialità dell’azienda di divenire un vero e proprio esempio per la sostenibilità sul territorio. Per questo motivo quindi, abbiamo deciso di modificare formalmente la società optando per un modello aziendale innovativo e rigenerativo, che mettesse al centro la persona e non il profitto.” Roberto Mancini

- Planet Vending

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Da sempre, IVS Group persegue la via della responsabilità etica e sociale, operando nel pieno rispetto dei diritti delle persone e dell’ambiente: questi valori si riassumono nel nuovo marchio Vending Made Responsible, attraverso cui sono comunicati tutti i progetti a favore della sostenibilità ambientale, di un’alimentazione sana e naturale, del miglioramento costante dell’ambiente lavorativo e della valorizzazione del commercio equo e solidale. RESPONSABILITÀ AMBIENTALE Protezione e rispetto dell’ambiente sono obiettivi con cui ogni azienda è chiamata a confrontarsi. IVS Group trasforma queste esigenze in scelte consapevoli e mirate alla sostenibilità ambientale per ogni fase di lavoro. Questo approccio si traduce in una valutazione dell’impatto potenziale delle attività del gruppo, in relazione a macro-aree come la conservazione dei prodotti, il loro trasporto e il rifornimento o la re-distribuzione degli stessi. L’impostazione del Gruppo è condivisa anche dagli operatori esterni della Supply Chain, estendendo quindi le operazioni anche fuori dai confini della Società. CONSUMO ENERGETICO ED EMISSIONI La logistica è l’attività di IVS Group che implica maggior dispendio energetico: per contrastare i consumi di mezzi a propulsione diesel e ridurre le emissioni di CO2, la flotta aziendale è stata arricchita di veicoli a impatto ambientale ridotto e di mezzi elettrici o a metano. La motivazione è semplice: una presenza così diffusa sul territorio europeo richiede un ampio uso di mezzi, ed è per questo motivo che IVS Group seleziona con cura i veicoli di cui servirsi. Per contrastare le emissioni prodotte dai propri stabilimenti, le sedi italiane del Gruppo hanno iniziato a prevedere l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni. In questo modo si produce energia rinnovabile, riducendo ulteriormente le emissioni e ottimizzando i consumi interni. In un’ottica totalmente eco-sostenibile, la scelta di partner commerciali e fornitori si concentra sempre di più sulle realtà che hanno ottenuto la certificazione ambientale ISO 14000. GESTIONE RISORSE IDRICHE Il Gruppo fa uso di acqua sia per scopi sanitari che industriali, principalmente per la pulizia e igienizzazione dei distributori automatici. La tematica dei consumi di risorse naturali, da sempre cruciale per il gruppo, si concretizza nella raccolta periodica di dati (in Italia attraverso un processo specifico denominato “Controllo Operativo Visivo”) al fine di monitorarne il loro utilizzo, intervenendo tempestivamente ove necessario. Oltre al controllo tecnico manuale, IVS Group prevede nelle sedi italiane di Seriate e Pedrengo anche un sistema telemetrico automatico con segnalazione, in tempo reale, di eventuali anomalie e conseguente risoluzione delle stesse in tempi rapidi, evitando così ritardi e danni permanenti.

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GESTIONE DEGLI SPRECHI In linea con una gestione sapiente delle risorse, la policy di IVS Group contro gli sprechi mira al riutilizzo di tutto ciò che può essere riciclato e alla gestione sostenibile di eventuali sostanze pericolose. Questa impostazione è condivisa costantemente con dipendenti e collaboratori, promuovendo il riciclo dei materiali e incentivando la separazione dei rifiuti: un esempio è dato dai punti di raccolta interni, ognuno dei quali segnala in maniera chiara come separare le diverse componenti. DIRITTI UMANI E SOCIALI Il tema dei diritti umani è particolarmente caro a IVS Group: l’azienda ripudia, infatti, ogni principio di discriminazione basata sul genere, la religione, la nazionalità, opinioni personali o politiche, età e condizioni economiche e sociali degli interlocutori, inclusi i fornitori. Fra le iniziative in materia sociale e di diritti umani: • Sponsorship e donazioni. • Attività e iniziative sociali.

• Salute e sicurezza dei consumatori. • Gestione responsabile della Supply Chain. • Presa visione e firma del Codice Etico IVS Group da parte dei fornitori. • Certificazioni delle compagnie del Gruppo. DIRITTI DEI LAVORATORI Benessere e attenzione verso i propri dipendenti sono valori in cui IVS Group crede fortemente: l’obiettivo dell’Azienda è creare sempre condizioni di lavoro ideali per tutti gli attori che ne fanno parte. Le azioni del Gruppo riguardano i seguenti aspetti: • Diversità e pari opportunità. • Benessere dei dipendenti. • Relazioni industriali. • Aggiornamento e sviluppo. • Salute e sicurezza sul lavoro. • Certificazioni ottenute dalle società del Gruppo. • Progetti ENWHP (European Network For Workplace Health Promotion).

ANCHE NEL 2020 IVS ITALIA RICEVE L’ATTESTATO DI WHP Promuovere i cambiamenti organizzativi dei luoghi di lavoro per renderli ambienti favorevoli all’adozione consapevole e alla diffusione di stili di vita salutari ha permesso a IVS Italia di ricevere, anche per l’anno 2020, l’attestato WHP (Work Health Promotion) che vede lo sviluppo di 6 best practice: 1. La promozione di un’alimentazione sana. 2. Il contrasto al fumo di tabacco. 3. La promozione dell’attività fisica. 4. La sicurezza stradale. 5. Il contrasto all’alcol e alle dipendenze. 6. La promozione del benessere personale e sociale.

- Proteggere i lavoratori e le lavoratrici nei luoghi di lavoro. - Sostenere l’economia e la domanda di lavoro. - Supportare il lavoro e i redditi. - Trovare soluzioni condivise attraverso il dialogo sociale. IVS Italia è quindi un luogo di lavoro attento alla prevenzione e alla salute dei suoi dipendenti, come prova anche la presenza in sede di strumenti come i DAE (defibrillatore semiautomatico) per la sicurezza di tutti.

L'attestato assume ancora più valore, considerando le maggiori difficoltà nella gestione del personale in un'anno contrassegnato dalla siduazione pandemica legata alla diffusione del virus Covid-19. Proprio per limitare l’impatto della crisi pandemica, il Gruppo ha adottato una politica basata su quattro pilastri principali:

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MAXI EVOLUTION IL NUOVO COMPATTATORE PER BOTTIGLIE PET Da sempre attenta all’ambiente, Fas continua con il suo impegno nel progetto ecologico TRITECH, producendo trituratori di bicchieri e compattatori di lattine e bottiglie PET da destinare sia alle aree break che ad altre tipologie di location. I modelli Tritech Tower, sono ideali per il posizionamento nelle aree break, dove vengono generalmente affiancati in batteria ai distributori automatici di snack e caffè. Qui, normalmente, il rifiuto viene smaltito sul posto e la presenza di un Tritech Tower rende l’area break ecosostenibile, poiché riesce a stimolare, semplificare e facilitare la corretta raccolta differenziata. Inoltre, in questo modo il rifiuto non resta visibile, perché "nascosto" all’interno della macchina, evitando così gli sgradevoli cumuli di bicchieri e favorendo una piacevole sensazione di pulito dell’area break. La macchina è inoltre dotata di un sistema di sanificazione interna automatica e programmabile a piacere. Attraverso un sistema cashless da installare sulle macchine è possibile, inoltre, recuperare una cauzione legata al riciclo del rifiuto, che permette di incentivare il

corretto smaltimento del rifiuto stesso. Attraverso un sistema “ricarica chiave”, solo gli imballi vuoti precedentemente acquistati presso il distributore vending associato possono essere riconosciuti come accredito. Da ricordare che le macchine Tritech sono dotate di tablet touch screen che permettono di veicolare direttamente all’utente finale qualsiasi tipo di informazione, come comunicazioni aziendali, informazioni commerciali e video promozionali. Un sistema di Wi-Fi integrato, inoltre, permette il controllo in remoto del funzionamento della macchina e consente l’aggiornamento dei contenuti multimediali e software (anche tramite USB), e la ricezione di messaggi relativi ad allarmi macchina (solitamente allarme sacco pieno). Il nuovissimo modello della gamma Tritech By FAS è MAXI EVOLUTION, ideato per riconoscere, raccogliere e compattare le bottiglie in plastica PET (e quindi riciclabili), riducendone automaticamente il volume fino all’ 86% ( 1/7 del volume iniziale). L’apertura dello sportello viene sbloccata tramite identificazione del codice a barre della bottiglia di plastica. Questo sistema permette di identificare e distinguere la tipologia di bottiglie di plastica che si vogliono raccogliere all’interno del compattatore, eseguendo quindi un’automatica e selezionata raccolta differenziata. Il tablet touch screen di questo modello è di 15,6 pollici con vetro antivandalico, ideale anche per luoghi pubblici. È inoltre possibile gestire un accredito di bonus/ punti tramite sistema App con rilevazione Qr code univoco visualizzato sul Tablet. Gli imballi monouso sicuramente preservano l’integrità del prodotto, ne rendono pratica la consumazione e ne facilitano la conservazione, ma costituiscono il 60% dei rifiuti e producono un enorme volume. Per questo motivo è importante incentivare la raccolta differenziata dove possibile, e la riduzione di volume diventa una necessità, perché riduce le movimentazioni interne del rifiuto, i costi di gestione e del trasporti e quindi le emissioni di Co2. Bisogna, inoltre, ricordare che la plastica, se correttamente riciclata, diventa una risorsa! Per questo motivo, Fas porta avanti un progetto che prevede il posizionamento di alcuni compattatori di bottiglie nella propria città, sia all’interno di alcune attività commerciali che all’interno del Palazzo Comunale, in modo da sensibilizzare la popolazione e soprattutto i giovani che se correttamente riciclata, e non dispersa nel nostro pianeta e soprattutto negli oceani, la plastica può essere riutilizzata in più ambiti. Da qui nasce appunto lo slogan “a Schio la plastica è una risorsa”.

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IL MANIFESTO WELLBEING DI KELLOGG Il nuovo Manifesto del Benessere lanciato da Kellogg a livello europeo è un racconto che pone in evidenza come impegno sociale, benefici ambientali e nutrizionali vadano di pari passo. Una visione olistica dello stare bene che riguarda i singoli, le comunità e il pianeta, ad esempio riducendo lo zucchero nei propri prodotti; diminuendo l’impatto ambientale eliminando l’aria nei packaging e razionalizzando la logistica; e puntando a un decremento del 50% dei rifiuti organici, compreso lo spreco alimentare, nei siti produttivi con più cibo a disposizione delle categorie maggiormente svantaggiate. Kellogg rende quindi strategico un nuovo modello di sviluppo per il quale - secondo la ricerca Edelman Trust Barometer - l’85% dei cittadini confida che siano le aziende piuttosto che le istituzioni politiche a risolvere o quanto meno farsi carico dei problemi sociali e ambientali. Il Manifesto riconferma l’impegno di Kellogg a crescere in maniera sostenibile, tenendo in considerazione la filiera allargata e lavorando a monte e a valle. Il tema delle nuove povertà, ad esempio, è diventato sempre più urgente e drammatico: perciò, proprio per dare concretezza a questa visione, Kellogg vuole sfamare 33 milioni di persone in Europa entro il 2030. L’Italia, dal canto suo, sta svolgendo pienamente la sua parte: dal 2015 al 2020 ha conferito cibo a circa 1 milione e mezzo di persone, con un target al 2030 di poco più di 2 milioni e 600 mila persone. Questo vuol dire aver raggiunto il 54% del target nel 33% del tempo. Questo grande risultato non è stato però frutto di un lavoro isolato. Oggi è più che mai importante attivare collaborazioni trasversali: lo sviluppo sostenibile è un viaggio ed è quanto mai fondamentale avere compagni di viaggio competenti e motivati, come, nel caso italiano, Croce Rossa Italiana e Banco Alimentare. La collaborazione con CRI parte da lontano: nel 2016 è avvenuta la prima donazione e nel 2017 è partito il Breakfast Club, programma ancora oggi unico in Italia, per consentire a bambini e ragazzi con situazioni difficili alle spalle di fare colazione direttamente a scuola, favorendo relazioni sociali ed equilibrio nutrizionale.

Con la pandemia la collaborazione si è ulteriormente approfondita: in meno di un anno, per far fronte all’emergenza sanitaria, Kellogg ha donato 300.000 euro. Se con CRI si lavora sull’ultimo miglio, con il Banco Alimentare si punta a ridurre lo spreco alimentare: Kellogg, infatti, mira a diminuire il food waste derivato dalla propria value chain entro il 2030. Kellogg dona le proprie eccedenze di produzione a Banco Alimentare, cibo buono, che andrebbe altrimenti perso, e che viene invece così rimesso in circolo e diventa una risorsa per tante persone sostenute dalle strutture caritative convenzionate con Banco Alimentare: dal 2011 sono state erogate oltre 760 tonnellate di cibo e donati oltre 200 mila euro.

Questo percorso è ancora più significativo considerando l’impegno diretto dei dipendenti Kellogg in Italia: dal 2014, ad esempio, sono state oltre 450 le ore di volontariato dedicate ai partner. “Si tratta di progetti diversi, da interpretare non come singole azioni casuali ma come isole di uno stesso arcipelago, pezzi di un puzzle che si devono incastrare e che hanno valore proprio per la loro integrazione all’interno di una visione che punta ad una produzione sempre più sostenibile come declinato nel nostro Wellbeing Manifesto” ha dichiarato Giuseppe Riccardi, General Manager di Kellogg Italia.

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I DATI 2020 SUL CONSUMO DI CEREALI In un contesto di smart working, meno pendolarismo ed evoluzione delle occasioni di consumo i cereali sono sempre più presenti nella dieta degli italiani - dai cereali per la prima colazione agli snack a base di cereali. A conferma arrivano i dati del 2020: l’anno scorso infatti la categoria dei cereali per la prima colazione è cresciuta del +6,9% a valore sul canale retail[1], a cui si è aggiunto un ulteriore +2% nel primo trimestre del 2021[2]. Nel 2020, la categoria degli snack a base di cereali (wholesome snack) è cresciuta del +72% a valore sul canale online[3], e ha registrato un trend positivo anche nel primo trimestre del 2021, raggiungendo una crescita di +10% a valore su tutti i canali, retail e online compresi.[4] Una crescita frutto delle rinnovate abitudini dei consumatori, che sempre più spesso cercano ingredienti nutrienti, innovazione e varietà di prodotto, con un occhio alla sostenibilità. In risposta a questo trend, Kellogg ha lanciato Deluxe Snack Mix che contiene agglomerati di cereali - in percentuale superiore al 20% - coniugati con ingredienti premium come frutta secca e frutta disidratata.

[1] Dati IRI FY 2020 [2] Dati IRI YTD P3 2021 [3] Dati IRI FY 2020 [4] Dati IRI YTD P3 2021

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Ma la spinta verso l’innovazione ha riguardato anche i prodotti più ‘golosi’, con l’ampliamento della gamma Krave, innovandone il formato con Krave Stix e Krave Snax, rispettivamente barrette e fagottini di cereali con ripieno di cioccolato, che coprono diverse occasioni di consumo, da mangiare fuori o a casa, da soli o in compagnia. Il tutto con un occhio all’innovazione anche in termini di sostenibilità: “L’innovazione di prodotto va di pari passo a quella sul packaging: in particolare con Deluxe Snack Mix abbiamo confermato il nostro impegno ad una crescita sostenibile, proponendo un packaging pronto per il riciclo e richiudibile, in modo da preservare la freschezza del prodotto evitando gli sprechi”, commenta Giuseppe Riccardi, GM di Kellogg Italia.



Sostenibilità, per Scattolin non è un vestito alla moda Sostenibilità è un valore che Scattolin Distribuzione Automatica, azienda di Noale (Venezia) presente nel settore vending da 50 anni, traduce in fatti concreti.

" Siamo impegnati quotidianamente - spiegano i titolari Giorgia e Massimo - a promuovere consapevolezza nei consumi, attenzione al benessere ed alla salute, azioni sociali di sostegno al territorio e comportamenti virtuosi nel rispetto dell’ambiente. Per noi l’essere sostenibili è un abito che non passa mai di moda, visto che da tempo abbiamo avviato progetti di sana alimentazione (Break Responsabile), l'utilizzo di compattatori (Green Break) oltre che azioni concrete sul territorio con finalità sociali ". Un esempio è l’impegno alla riduzione del rifiuto. A partire dai distributori usati che, grazie ad un progetto avviato con l’impresa sociale bee.4 presente all’interno del carcere di Bollate, vengono interamente revisionati con le tecniche più aggiornate e rigenerati evitando così il loro prematuro smaltimento. " Anche i fondi di caffè che sono un prodotto di scarto dei grani macinati all’interno dei nostri distributori vengono valorizzati - spiega Massimo Scattolin - trasformandoli in biogas. Entro il 2030 contiamo grazie a questo processo di ridurre di 100mila kg le nostre emissioni di Co2 in atmosfera e di produrre 135 mila metri cubi di biogas, di cui 80 mila di metano ".

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Sempre in materia di riduzione delle emissioni Scattolin Distribuzione Automatica, nel corso del 2020, ha compensato 5,7014 tonnellate di CO2, frutto della collaborazione avviata con Dolomiti Energia, azienda di Trento, attraverso il contratto “Gas 100%”.


Parte dei profitti che il fornitore trentino ricava viene impiegata per l’acquisto di stufe ecosostenibili, ad un prezzo calmierato, donate, attraverso un progetto Coopi, a trentamila famiglie dell’Etiopia migliorando così la qualità dell’aria con la riduzione di 10mila tonnellate di CO2 e riducendo anche il consumo di legna. La riduzione di rifiuti, in particolare quelli composti da plastica, è l’obiettivo di altre iniziative avviate da Scattolin Distribuzione Automatica. "Nei nostri distributori siamo in grado di offrire per i consumatori più attenti e sensibili i prodotti Hybrid. Si tratta – spiega Giorgia Scattolin – di bicchieri realizzati con materiale innovativo creato sostituendo parte del polistirolo di cui sono composti i tradizionali bicchieri vending, con una miscela di sali minerali di origine naturale. Secondo i dati forniteci dall’azienda produttrice, la Flo, la carbon footprint del bicchiere Hybrid misura una riduzione di emissioni fino al 40% rispetto al modello standard realizzato in PS ". Un’ultima novità introdotta dall’azienda vending di Noale, presente con i suoi distributori automatici nelle province di Venezia, Padova, Treviso e Belluno, riguarda le innovative capsule compostabili della linea Lavazza Blue Vending e Lavazza Firma. Secondo la certificazione OK Compost Industriale del gruppo TüV Austria esse sono biodegradabili nell’arco di circa sei mesi. " Un prodotto che oltre a garantire l’eccellenza del gusto di un buon espresso, ci permette di offrire un prodotto sostenibile in tutte le fasi della filiera " concludono Giorgia e Massimo Scattolin.

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ROADMAP TO NET ZERO BY 2050 In qualità di firmataria dell’impegno “Business Ambition for 1,5°C” delle Nazioni Unite, Nestlé è una delle prime aziende a condividere il suo piano contro i cambiamenti climatici, dettagliato e con scadenze ben definite, in anticipo rispetto a quanto programmato. L’azienda sta infatti adottando misure volte a dimezzare

le sue emissioni entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050. Nestlé prevede di investire complessivamente 3.2 miliardi di franchi svizzeri nei prossimi cinque anni per accelerare gli sforzi, inclusi 1.2 miliardi per stimolare l’agricoltura rigenerativa lungo tutta la filiera.

LA ROADMAP VERSO ZERO EMISSIONI SI CONCENTRA SU TRE AREE PRINCIPALI SUPPORTARE L’AGRICOLTURA RIGENERATIVA L’azienda lavora con i suoi 500.000 agricoltori e 150.000 fornitori per sostenerli nell’attuazione di pratiche agricole rigenerative e li ricompensa, comprando i loro prodotti a un prezzo più alto. Nestlé sta anche potenziando il suo programma di riforestazione, che prevede di piantare 20 milioni di alberi ogni anno per i prossimi 10 anni nelle aree in cui l’azienda acquista le materie prime.

REIMMAGINARE PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE L'obiettivo è di passare all'elettricità rinnovabile al 100% in tutti gli 800 siti Nestlé e ridurre la flotta globale di veicoli a livelli di emissioni inferiori entro il 2022.

TRASFORMARE IL PORTAFOGLIO PRODOTTI All’interno della sua gamma di prodotti, Nestlé sta ampliando continuamente la sua offerta di alimenti e bevande a base vegetale e riformulando i prodotti per renderli più rispettosi dell’ambiente. Inoltre, sta aumentando l’offerta di marchi “carbon neutral” per dare ai consumatori l’opportunità di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.

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IL CAFFÈ E I CAMBIAMENTI CLIMATICI

I cambiamenti climatici stanno riducendo la quantità di terra arabile da destinare alla coltivazione di caffè; le siccità, insieme alle malattie causate dai parassiti, che colpiscono i Paesi produttori, incidono sulla quantità e sulla qualità delle bacche prodotte.

A sua volta, la coltivazione di caffè, come quella di tutti gli altri prodotti della terra, genera emissioni di gas serra che impattano sul clima globale. D’altra parte, la domanda globale di caffè, soprattutto di alta qualità, è in rapida crescita.

È una domanda a cui stanno trovando risposta i ricercatori Nestlé del Centro R&S di Tours in Francia, che si occupa di individuare soluzioni per ridurre l’impronta di carbonio delle principali materie prime che il Gruppo utilizza nella sua produzione, come latte, cacao e caffè. Applicando le soluzioni elaborate all’interno dei laboratori di ricerca alla produzione vera e propria nelle piantagioni sperimentali allestite da Nestlé in alcune aree dei Paesi produttori, gli scienziati del Centro di Tours attraverso incroci di varie specie hanno creato una nuova generazione di piante di caffè a bassa emissione di carbonio, incrociando specie diverse. Senza ricorrere ad interventi di modificazione OGM, ma utilizzando solo metodi di coltivazione tradizionali, le nuove varietà sfruttano la naturale biodiversità delle piante.

Per quanto riguarda le Robusta, la sperimentazione sul campo ha dimostrato che le due nuove varietà offrono una resa fino al 50% in più per pianta. Questo consente una maggiore produzione di caffè a parità di superficie agricola, fertilizzante ed energia utilizzata, contribuendo dunque a una riduzione fino al 30% dell'impronta di CO2eq (biossido di carbonio equivalente). Dal momento che il 40-80% delle emissioni di CO2eq per produrre una tazzina di caffè è causato dalla filiera del caffè verde, le nuove varietà potranno contribuire a ridurre in maniera significativa l’impronta di carbonio associata al consumo di caffè. Inoltre, esse consentiranno agli agricoltori di aumentare il proprio reddito, permettendo loro di coltivare più caffè a parità di terra.


L’impegno dei ricercatori Nestlé non si ferma alla sperimentazione di sistemi di coltivazione del caffè a basse emissioni di gas serra. Essi stanno sviluppando anche nuove varietà capaci di resistere alle malattie e alla siccità. I ricercatori Nestlé stanno sviluppando nuove varietà di Arabica ad alta resa, coltivate con l’obiettivo di resistere meglio alla "ruggine del caffè", un parassita che ha devastato le piantagioni di caffè in America. Anche in questo caso, la nuova gamma contribuisce a una resa più alta a parità di fertilizzante e di terreno utilizzati.

Nel 2010 Nestlé ha lanciato il Nescafé Plan per migliorare la vita degli agricoltori delle comunità rurali e dei lavoratori delle fabbriche di caffè in molti paesi come Brasile, Colombia, Costa d'Avorio, Kenya, Messico, Filippine e Vietnam, investendo 350 milioni di franchi svizzeri sin dall’inizio del progetto. Entro il 2025, Nescafé prevede di avere il 100% di caffè proveniente da fonti responsabili, riconducendolo a un gruppo di agricoltori identificato, grazie a partner come Rainforest Alliance, che valuta le attività nelle regioni di approvvigionamento di caffè in tutto il mondo, per garantire che abbiano un impatto positivo sulla vita degli agricoltori. Attraverso l'attuazione del Nescafé Plan, dal 2010 Nestlé ha ottenuto i seguenti risultati: • Attualmente, il 75% del caffè per i prodotti Nescafé proviene da un approvvigionamento responsabile. Solo nel 2020, Nescafé ha acquistato più di 649.000 tonnellate di caffè di provenienza responsabile, il volume maggiore da un singolo acquirente di caffè. • Ha distribuito 235 milioni di piantine di caffè ad alto rendimento e resistenti alle malattie, superando l'obiet-

Una nuova varietà di pianta di caffè resistente alla siccità, attualmente in fase di sperimentazione nei campi dell'Africa Centrale, garantirebbe una resa fino al 50% in più per pianta, anche in condizioni di stress idrico. Tutto ciò permetterà di continuare a coltivare il caffè anche nelle aree colpite dal cambiamento climatico.

tivo iniziale di 220 milioni. Ciò ha contribuito alla ristrutturazione di quasi 120.000 ettari di coltivazioni di caffè in tutto il mondo. • Ha sviluppato e rilasciato 15 nuove varietà di caffè Arabica e Robusta in cinque paesi: Messico, Colombia, Ecuador, Filippine e Thailandia. Questi materiali vegetali hanno una maggiore produttività, resilienza e qualità superiore. • Ha erogato oltre 900.000 corsi di formazione per agricoltori sulle buone pratiche agricole. Gli obiettivi erano l'ottimizzazione della produttività e dei costi, il miglioramento della qualità e la riduzione dell'impronta ambientale attraverso metodi di irrigazione o tecniche di potatura efficienti. • Ha conferito potere a più di 10.000 donne e giovani agricoltori attraverso programmi di leadership e formazione sulla pianificazione economica delle famiglie. • Ha rafforzato le capacità imprenditoriali di oltre 10.000 agricoltori con particolare attenzione all'alfabetizzazione finanziaria, alla tenuta dei registri e all'imprenditorialità.

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Il Nespresso AAA Program si basa sul concetto che la qualità del caffè non può essere garantita e mantenuta senza la sostenibilità socioeconomica e ambientale delle comunità agricole. Ecco perché il programma AAA mira a migliorare la produttività e la qualità, promuovendo l'adozione di pratiche e approcci socioambientali. A Aiutare gli agricoltori a produrre caffè di qualità superiore, che beneficiano di maggiori entrate e forniscono accesso a mercati nuovi e differenziati. A Aiutare le aziende agricole a migliorare la produttività, assistendole nella gestione economica e fornendo una maggiore stabilità del reddito agli agricoltori. A Aiutare gli agricoltori ad aumentare il proprio benessere e la propria sicurezza finanziaria, migliorando la sostenibilità sociale e ambientale delle pratiche agricole, proteggendo così il capitale naturale. Il viaggio verso la qualità sostenibile intrapreso dagli agricoltori è guidato e supportato dagli agronomi Nespresso, che lavorano a stretto contatto con loro sul campo. Inoltre, organizzazioni indipendenti come la Rete Agricola

Sostenibile (SAN) aiutano a identificare le lacune nell'adozione pratica e qualificare ulteriormente i driver sottostanti dell'impatto sulla qualità del caffè, la produttività agricola, il benessere sociale, il sostentamento degli agricoltori e la protezione ambientale. Oggi, gli agricoltori possono scegliere di certificare le prestazioni delle loro aziende agricole tramite le certificazioni Rainforest Alliance, Fairtrade International e Fairtrade USA. Ciò significa che i caffè Nespresso possono portare i marchi della rispettiva organizzazione. Inoltre, il Nespresso AAA Program fa parte di studi di impatto che valutano le prestazioni sul campo. Nel 2013, lo studio dell'istituto di ricerca CRECE ha mostrato che il programma AAA produce impatti positivi rispetto alla coltivazione del caffè convenzionale sugli indici sociali (+ 22,6%), ambientali (+ 52,1%) ed economici (+ 41%). Nel 2018, una revisione indipendente delle operazioni del programma AAA in Colombia, da parte delle Scuole di economia di Londra e Tolosa, ha concluso che esso ha contribuito ad una maggiore trasmissione del valore e all'adozione di pratiche di produzione di qualità, contribuendo a migliorare il benessere degli agricoltori.

Il programma Da Chicco a Chicco di Nespresso per la raccolta e il riciclo delle capsule esauste è stato avviato nel 2011 da Nespresso, grazie a una convenzione con CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori). Una volta recuperate attraverso i punti di raccolta dedicati, le capsule vengono avviate al processo di riciclo e valorizzazione dei due materiali di cui sono composte. L’alluminio, che viene riciclato al 100%, viene destinato alle fonderie per poi essere trasformato in nuovi oggetti. Il caffè, invece, viene utilizzato come fertilizzante nella risaia di Roncaia (PV). Il riso coltivato viene poi acquistato da Nespresso e donato a Banco Alimentare, che a sua volta lo distribuisce a chi ne ha più bisogno at-

traverso gli enti caritativi convenzionati, incluse numerose mense dei poveri. Grazie a questa iniziativa, nel 2020 Nespresso è riuscita a donare a Banco Alimentare della Lombardia e Banco Alimentare del Lazio 630 quintali di riso, l’equivalente di 700.000 piatti di riso. Dalla sua attivazione nel 2011, “Da Chicco a Chicco” ha permesso di donare a Banco Alimentare della Lombardia oltre 3.400.000 piatti di riso, a cui si aggiungono gli oltre 220.000 piatti di riso offerti a Banco Alimentare del Lazio. Un traguardo importante, raggiunto anche grazie al supporto dei consumatori Nespresso, che hanno preso parte al progetto di economia circolare, che coinvolge 118 punti di raccolta capsule esauste distribuiti in 71 città d'Italia.


TRA NESPRESSO E ILLYCAFFÈ NASCE LA PRIMA ALLEANZA PER IL RICICLO DELLE CAPSULE IN ALLUMINIO Al via la prima “Alleanza per il riciclo delle capsule in alluminio”, il progetto di economia circolare fondato da Nespresso in partnership con illycaffè per dare nuova vita alle capsule di caffè esauste in alluminio. Grazie alla nuova Alleanza, sarà infatti possibile riportare le capsule di caffè in alluminio esauste di Nespresso e illy indifferentemente nei punti vendita commerciali di entrambi i brand, cioè sia nelle Boutique Nespresso, oltre 60, che nei 13 illy Store (illy Shop e illy Caffè) e in oltre 60 isole ecologiche convenzionate, per un totale di oltre 140 punti di raccolta sul territorio nazionale. Una volta riconsegnate nelle Boutique Nespresso e gli illy Store, le capsule in alluminio vengono ritirate in accordo con oltre 40 municipalizzate in tutta Italia, settimanalmente e in base a un calendario condiviso per poi essere trattate, presso un apposito impianto, con un sistema che permette di separare i residui di caffè e l’alluminio, avviando i materiali a due differenti cicli di recupero e a nuova vita. L’alluminio viene destinato alle fonderie per avviare il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti. Il caffè può essere riutilizzato per vari scopi e metodi di riuso in differenti progetti sul territorio. L’Alleanza sarà aperta anche all’adesione delle altre aziende del settore, nella consapevolezza che gli sforzi comuni possono portare a risultati molto più significativi del pur virtuoso impegno delle singole aziende. Un impegno da parte di Nespresso e illy che si pone l’obiettivo di raggiungere le oltre 1.500 tonnellate di capsule esauste in alluminio recuperate entro la fine del 2021 per oltre 100 tonnellate di alluminio da rimettere in circolo e un ulteriore incremento del +5% nel 2022. L’Alleanza si basa inoltre sul principio che le parti si diano reciprocamente atto che tutti i costi e flussi finanziari sostenuti da ciascuna società non siano volti all’ottenimento di alcun genere di profitto, ma riguardino esclusivamente oneri amministrativi e gestionali dell’Alleanza stessa. In corso di identificazione anche l’attivazione di un organismo di certificazione terza parte che possa garantire ulteriormente il valore e l’operato dell’Alleanza.

Massimiliano Pogliani

Stefano Goglio

"Siamo estremamente orgogliosi di questa prima Alleanza fondata da Nespresso in partnership con illy, un alleato in cui, fin dal primo momento, abbiamo trovato una condivisione di valori per noi fondamentali” dichiara Stefano Goglio, Direttore Generale di Nespresso Italiana. “10 anni fa, nel 2011, Nespresso ha creato la filiera di riciclo delle capsule di caffè in alluminio, recuperando da allora oltre 6.000 tonnellate di capsule esauste, che hanno permesso di recuperare fino ad ora circa 350 tonnellate di alluminio e 2700 tonnellate di caffè esausto. Oggi, con illycaffè, diamo vita a questa nuova Alleanza per proseguire il nostro impegno su questo fronte con a fianco un partner con cui abbiamo condiviso obiettivi ambiziosi e che ci consentirà, insieme, di raggiungere risultati ancora più importanti.” Aggiunge Massimiliano Pogliani, Amministratore Delegato di illycaffè: "Siamo molto soddisfatti di questa Alleanza con Nespresso, un partner che condivide con noi l’importanza di rendere i prodotti sempre più duraturi ed efficienti, riducendo così la produzione di rifiuti, a beneficio dell’intero ecosistema. Un ambito di intervento, questo, inserito anche all’interno del nostro statuto di Società Benefit, dove abbiamo reso ancora più esplicito il nostro impegno a beneficio del pianeta. "

Alleanza per il riciclo delle capsule di caffè in alluminio

Alluminio: fonderie e riciclo per trasformarlo in nuovi oggetti.

62 Boutique Nespresso

Separiamo i residui di caffè e l’alluminio, avviando i materiali a due differenti cicli di recupero e a nuova vita. Da una tazzina di caffè a due nuove risorse per l’ambiente.

Rendiamo più facile la raccolta delle capsule di caffè esauste in alluminio, in Italia.

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40 municipalizzate in tutta Italia ritirano le capsule esauste e un impianto di riciclo dedicato divide il caffè e l’alluminio avviando i materiali a due differenti cicli di recupero.

13 illy Store Riportando le capsule di caffè usate senza fare distinzioni nelle Boutique Nespresso, negli illy Store e nelle isole ecologiche partner.

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Un processo virtuoso di raccolta differenziata per dare una seconda vita all’alluminio e ai fondi di caffè.

Caffè: recupero e riuso dei fondi esausti.



L'emozione di un caffè nasce sulla pianta L’emozione di un attimo, un piacere che coinvolge tutti i sensi, nessuno escluso: è il semplice atto di bere un caffè. Un piacere che, in quanto tale, per illycaffè deve offrire un’esperienza completa ed appagante. Una missione guidata da una convinzione forte: la qualità nasce all’inizio della catena, sulla pianta. Da qui la necessità di essere presenti e lavorare nei paesi dove il caffè cresce, a stretto contatto coi produttori, per ricercare e lavorare la più pregiata Arabica, che illy acquista in vari Paesi del mondo. In Brasile, innanzitutto, ma anche in Colombia, Costa Rica, Etiopia, Guatemala, Honduras, India, Nicaragua, Rwanda e in altri ancora. illy fin dalla nascita ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile capace di determinare vantaggi competitivi per l’azienda, integrando obiettivi economico-reddituali con aspetti di natura sociale e ambientale. Il circolo virtuoso della sostenibilità, secondo illy, nasce dalla tazzina di caffè per arrivare nei Paesi di origine della materia prima, con una strategia che poggia su quattro pilastri: lavorare direttamente coi produtto-

ri; trasferire loro conoscenza; remunerarli in modo tale da rendere sostenibile la produzione; creare un circolo di produttori illy. Una visione che viene da lontano, visto che dalla fine degli anni ’80 illy acquista la materia prima direttamente alla fonte, saltando i mercati internazionali delle commodity. Con i migliori produttori di caffè nel mondo, illy sviluppa un rapporto di collaborazione a lungo termine, nella convinzione che solo una relazione fatta di scambio e di crescita reciproci possa garantire la qualità e, con essa, l’incremento del valore del prodotto. La qualità sostenibile diventa quindi lo strumento di miglioramento delle condizioni di vita dei produttori di caffè e del relativo indotto. Il principio guida del fare impresa è la creazione di valore per tutti gli attori coinvolti lungo la filiera produttiva, principio che è stato formalizzato e reso esplicito all’interno dello statuto aziendale quando, nel 2019, illy è diventata una Società Benefit. Sono tre gli ambiti di intervento recepiti nello statuto e sui quali l’azienda intende focalizzarsi: il primo è quello della catena responsabile del valore e dell’agricoltura


sostenibile che si realizza attraverso l’analisi e il miglioramento degli impatti lungo la filiera del caffè, la ricerca sul campo e il trasferimento di conoscenza, nonché il sostegno all’agricoltura integrata per preservare e migliorare la qualità sostenibile del caffè; il secondo è legato alla qualità della vita, che viene perseguito attraverso i principi della sostenibilità economica, sociale e ambientale e anche favorendo partnership globali finalizzate a questo obiettivo; il terzo riguarda l’economia circolare a beneficio del pianeta che prevede il miglioramento dell’efficienza energetica e del consumo delle risorse per ridurre progressivamente le emissioni lungo la filiera. Secondo illy, infatti, le imprese devono perseguire il proprio fatturato valutando e misurando correttamente il proprio impatto sulle persone e sul pianeta. Una concezione che ha guidato illy nell’ottenimento, nel 2021, della certificazione B Corp, assegnata alle organizza-

zioni che si impegnano a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale, trasparenza e responsabilità e che operano in modo tale da ottimizzare il loro impatto positivo verso i dipendenti, le comunità di riferimento e l’ambiente. Sono proprio questi alcuni degli asset principali che hanno motivato il riconoscimento di B Corporation: la catena di fornitura, l’attenzione agli impatti ambientali e la valorizzazione delle risorse.

“Ogni giorno ci impegniamo a mettere in pratica i nostri valori e conciliare l’economia con l’etica. Abbiamo intrapreso il percorso di certificazione B Corp a coronamento del nostro impegno a mantenere un impatto positivo sulla società e sul nostro pianeta, affiancandoci a quel network di aziende che, come noi, promuovono un modello di business basato su una strategia orientata alla creazione di valore sostenibile nel lungo termine”. Massimiliano Pogliani, AD di illycaffè illycaffè è stata riconosciuta per il nono anno consecutivo come una delle 2021 World’s Most Ethical Companies da Ethisphere Institute, leader globale nella definizione e sviluppo di standard etici aziendali. Il riconoscimento di World’s Most Ethical Companies del 2021 rappresenta un’ulteriore conferma che gli sforzi

compiuti dall'azienda triestina per contribuire a creare un mondo più sostenibile per le generazioni future vanno nella giusta direzione. illycaffè è l’unica azienda italiana a ricevere questo riconoscimento ed è una delle sei presenti nella categoria Food, Beverage & Agriculture.

“Consolidare e promuovere l’etica e valori solidi è essenziale per generare un cambiamento positivo nella nostra società, così come lo è riconoscere il ruolo essenziale del settore privato nella creazione di un mondo che sia socialmente, economicamente e ambientalmente più sostenibile, ora e per le generazioni a venire. Uno dei nostri principali obiettivi è ridurre l’impatto ambientale in tutta la filiera produttiva, procedendo a piccoli passi, significativi e misurabili, per diventare carbon neutral entro il 2033. Siamo orgogliosi che Ethisphere Institute riconosca il nostro impegno e la gestione etica del business e li ringraziamo per essere una continua ispirazione per le aziende”. Andrea Illy, Presidente di illycaffè

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NESPRESSO PER L'ITALIA - "LE CITTÀ CHE RESPIRANO" “Le città che respirano”, lanciato nel 2020 da Nespresso, rientra nella Campagna “Mosaico Verde”, un grande progetto nazionale di forestazione ideato e promosso da AzzeroCO2 e Legambiente, nato con lo scopo di facilitare l’incontro tra le necessità degli enti locali di recuperare aree verdi e la volontà delle aziende di investire risorse nella creazione o tutela di boschi permanenti, come misura di Responsabilità sociale d’impresa. In particolare, l’intervento di Nespresso sta consentendo in totale la riforestazione in Lombardia di oltre 10.500mq, nei territori di Assago e Monza, e proseguirà anche nel 2022 con ulteriori interventi di tutela sul territorio nazionale, a partire da quelli di riqualificazione di oltre 15.000mq nel 2021. Nella Giornata mondiale della Terra, l’iniziativa “Le città che respirano” di Nespresso è approdata ad Assago, in provincia di Milano. È partito quindi in Lombardia l’intervento di forestazione di una superficie di 550mq con la messa a dimora di oltre 100 alberi nel comune di Assago, lungo la pista ciclabile

nel quartiere Bazzana Inferiore, una zona di recente costruzione. Scopo del progetto è quello di migliorare l’aspetto naturalistico e la fruibilità di questo tratto di pista ciclabile, grazie alla messa a dimora di nuovi alberi, contribuendo, allo stesso tempo, all’incremento della biodiversità della zona e alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. “Le città che respirano” permetterà, ad Assago, di mitigare gli effetti dell’inquinamento acustico e ambientale e di arricchire la superficie verde pubblica a disposizione della cittadinanza. I benefici dell’intervento sul territorio saranno molteplici, incrementando la superficie boscata si favorisce infatti la mitigazione delle alte temperature estive e gli effetti delle isole di calore. Creando aree ombreggiate lungo il percorso ciclabile si migliora, inoltre, uno spazio comune della collettività, fornendo la possibilità di viverlo al meglio ed aumentando così la socialità della comunità locale. Particolare cura è stata posta anche nella scelta della tipologia di albero, individuata nella specie della noce.

............................................................... CHIARA MURANO SUSTAINABILITY & SHE MANAGER DI NESPRESSO ITALIANA

Nespresso Italiana ha nominato Chiara Murano Sustainability & Safety Health Environmental Manager, con il compito di coordinare i progetti di sostenibilità e di responsabilità sociale di impresa. Nel nuovo ruolo, in cui riporta direttamente al Direttore Generale Stefano Goglio, Chiara ha la responsabilità di continuare a portare avanti i progetti di economia circolare e di sostenibilità e di avviare nuove iniziative che rafforzino l’impegno di Nespresso nel generare valore positivo per l’ambiente e le comunità, e raggiungere la carbon neutrality nel 2022. Al centro delle attività di Chiara Murano, le iniziative facenti parte del programma “Nespresso per l’Italia”, tra le

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quali il progetto “Da Chicco a Chicco” e le collaborazioni con Legambiente e FAI - Fondo Ambiente Italiano. Con la nomina di Chiara Murano, Nespresso conferma la sua attenzione per la valorizzazione dell’equilibrio di genere in azienda. In Italia, infatti, il 67% dei dipendenti di Nespresso sono donne, le quali ricoprono il 50% delle posizioni manageriali nelle oltre 70 Boutique Nespresso e il 41% in Head Office. Un impegno, quello per promuovere l’uguaglianza sul luogo di lavoro e raggiungere la parità di genere all’interno del management, a cui Nespresso si dedica con l’obiettivo di raggiungere la piena parità entro i prossimi due anni.



VERSO LA CARBON NEUTRALITY Sanpellegrino, parte del gruppo Nestlé, ha annunciato l’impegno di annullare le emissioni dei propri brand di acqua minerale S.Pellegrino, Acqua Panna e delle bibite Sanpellegrino entro il 2022. Un impegno distintivo per l'azienda, prima nel settore delle acque minerali a intervenire su tutto il perimetro dei suoi 3 marchi internazionali, con azioni di riduzione e compensazione che non riguardano solo singole referenze, ma comprendono l’intera gamma, nell’intero ciclo produttivo lungo tutta la filiera, inclusi il packaging, la logistica, gli stabilimenti e la tutela del capitale naturale. AREE DI INTERVENTO LA PRODUZIONE Sanpellegrino lavora da anni per ridurre il consumo energetico e abbattere l’impatto ambientale della propria attività produttiva, introducendo misure che hanno portato alla riduzione di circa il 60% delle emissioni di CO2 negli ultimi 9 anni. Dal 2010, il Gruppo utilizza nei propri stabilimenti energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili e ha recentemente messo in campo investimenti per ottimizzare l’utilizzo di gas naturale e biocombustibili. IL PACKAGING Tutti i materiali di confezionamento utilizzati da Sanpellegrino - PET, vetro e alluminio - sono al 100% riciclabili. Ridurre il peso degli imballaggi primari, secondari e terziari e rimuovere gli elementi non indispensabili fa parte dell’impegno di avere prodotti sempre più “sostenibili by design”. Oltre al miglioramento continuo nella progettazione degli imballaggi, il Gruppo sta incre-

mentando l’utilizzo di plastica riciclata, con un uso intensivo di rPET nelle bottiglie e di rPE (PE riciclato) nel film plastico che ricopre i fardelli. Il Gruppo, in collaborazione con i propri fornitori, ha aumentato la percentuale di alluminio e vetro riciclato presenti nelle proprie bottiglie e lattine e si impegna per proseguire su questa strada negli anni a venire. Consapevole che per ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 è indispensabile aumentare la capacità di riciclo dei singoli Paesi, Sanpellegrino ha aderito, in qualità di socio fondatore, a Coripet, il Consorzio volontario senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente. Gli obbiettivi principali di Coripet sono incrementare i livelli di raccolta e di riciclo delle bottiglie in PET e creare un modello di economia circolare, attraverso l’attuazione della filiera italiana chiusa del “bottle to bottle”, che trasforma la bottiglia post consumo in una nuova risorsa e garantisce la produzione di rPET idoneo al diretto contatto alimentare nel rispetto del regolamento UE n. 282/2008. LA LOGISTICA L’azienda è impegnata da anni nella riduzione delle emissioni legate al trasporto, attraverso il miglioramento delle performance logistiche, grazie anche all’ottimizzazione dei carichi e all’impiego di mezzi all’avanguardia, come la flotta costituita da veicoli alimentati a LNG - il combustibile fossile a più bassa intensità di carbonio. Sanpellegrino intende investire oltre 4 milioni di euro l’anno in biocarburanti, sia per il trasporto su terra che via mare, con una riduzione delle emissioni nel 2025 del -6%.


IL CAPITALE NATURALE Il Gruppo, da sempre impegnato in una gestione sostenibile dei territori in prossimità delle sue fonti, sta sviluppando una serie di attività per valorizzare il capitale naturale e contribuire a diminuire le emissioni di CO2. Un esempio è la collaborazione di Acqua Panna con Federparchi che ha dato il via al progetto “la fonte della biodiversità” pensato per monitorare e censire la flora e la fauna presente nella riserva di Acqua Panna, nel Mugello. In questa area di 1.300 ettari, polmone verde per la rimozione delle emissioni, Sanpellegrino attiverà anche un percorso con Scuola Sant’Anna di Pisa e Federparchi per quantificare l’anidride carbonica rimossa e ottimizzare la gestione della riserva per potenziare l’assorbimento di CO2. Grazie a questo impegno, Sanpellegrino ha ottenuto la certificazione AWS (Alliance for Water Stewardship) dello stabilimento in cui viene imbottigliata l’acqua S.Pellegrino.

Levissima ha realizzato la prima bottiglia di acqua minerale composta da plastica PET riciclata al 100%, non appena entrata in vigore, a gennaio 2021, la nuova normativa che ha aumentato in Italia il quantitativo di PET riciclato per la realizzazione di contenitori a uso alimentare. Levissima in R-PET 100% è disponibile nei formati da 0,75 e da 1lt non gasata. La nuova bottiglia Levissima 100% PET riciclato rientra nel progetto REGENERATION, lanciato nel 2020 in risposta alla demonizzazione della plastica e con l’obiettivo di promuovere un’economia circolare nel segno della Sostenibilità. Attraverso il progetto Regeneration Levissima ha contribuito alla tutela e alla

salvaguardia dei ghiacciai, alla gestione responsabile della risorsa acqua, al rispetto della biodiversità e alla ricerca di sistemi di riduzione dell’impatto ambientale, dagli imballaggi sostenibili, ai trasporti, ai sistemi di produzione. Il progetto REGENERATION è stato inoltre partner di numerosi eventi sportivi, anche nelle versioni digitali del 2020, come la run virtuale MyDeejay Ten. Levissima si è impegnata a rigenerare una bottiglia di plastica per ogni chilometro percorso da ogni singolo runner, al fine di riqualificare, con la plastica raccolta virtualmente, un parco pubblico nella città preferita dai partecipanti, trasformando il rifiuto in una risorsa.

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IN AUMENTO I CONSUMI DI PRODOTTI SOSTENIBILI FAIRTRADE Fairtrade è un sistema globale che ha l’obiettivo di ridurre le ingiustizie del commercio internazionale, attraverso l’introduzione di pratiche di scambio più eque nei confronti dei contadini e dei lavoratori dei Paesi in via di sviluppo. Attraverso un sistema rigoroso di standard, regola i rapporti commerciali tra aziende e organizzazioni di contadini e lavoratori, in modo da assicurare a questi ultimi il pagamento di un prezzo minimo. Definito prezzo minimo Fairtrade, esso è tale da coprire i costi medi di una produzione sostenibile, e un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, per la realizzazione di progetti sociali, ambientali o di incremento della produzione. Le organizzazioni certificate Fairtrade International sono sostenute da 3 network di produttori Fairtrade regionali, che monitorano le attività e fanno formazione sia per la parte pratica, ovvero i metodi di coltivazione, che per la parte più strettamente economica, affinché migliorino i propri standard, adeguandoli a quelli Fairtrade, in modo da poter ottenere la certificazione. Per Fairtrade International la priorità è di garantire

un introito ai lavoratori che consenta loro di vivere dignitosamente, obiettivo non facilmente raggiungibile per quei lavoratori che hanno bassi margini di guadagno o un’attività molto piccola. Nella realtà, solo una crescita sostanziale del volume delle vendite può garantire il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori della filiera. È necessario che le aziende dell’industria alimentare assumano maggiore consapevolezza della necessità di supportare questi lavoratori, che garantiscono materia prima di qualità da filiera controllata. La Distribuzione Automatica è ultima in classifica tra i canali distributivi dei prodotti Fairtrade, con un’incidenza delle vendite poco superiore al 2%. Eppure, essendo un canale distributivo innovativo, al quale si rivolgono soprattutto i più giovani, ovvero coloro che sono tendenzialmente più propensi agli acquisti equo-solidali, il Vending potrebbe favorire l’incremento delle vendite, contribuendo, di conseguenza, al miglioramento delle condizioni di vita dei coltivatori dei Paesi meno sviluppati.

GRANDE SPRINT PER I PRODOTTI FAIRTRADE NEL 2020 Secondo l’ultimo report annuale delle attività di Fairtrade Italia “La risposta di Fairtrade alle sfide del cambiamento” lo scorso anno gli italiani hanno speso 436 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade. Oltre alla frutta fresca come banane e ananas, possono recare uno dei marchi Fairtrade anche caffè, cioccolato, cereali per la colazione, barrette, biscotti, frutta secca, fiori recisi, abbigliamento in cotone e molto altro. Grazie alle vendite Fairtrade in Italia, le organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia, Africa e America Latina hanno ricevuto più di 3 milioni di euro da utilizzare per il miglioramento tecnico e produttivo, come l’acquisto di fertilizzanti o altri prodotti e macchinari per l’agricoltura; per la realizzazione di aule e strutture scolastiche, ambulatori o altro. A causa delle chiusure e delle norme di contenimento del contagio da COVID-19, il settore che ha sofferto di più è stato quello dei consumi fuori casa: bar, caffetterie e hotel, oltre a mense scolastiche, uffici, ecc. Nonostante la pandemia i partner Fairtrade hanno avuto il coraggio di scommettere ancora sul marchio, ampliando in modo significativo la loro offerta di prodotti.

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IL BOOM DEL CACAO

Mentre le banane restano il primo prodotto per volumi, sebbene abbiano registrato per la prima volta un -15% pari a 13.500 tonnellate di venduto, il 2020 ha visto una importante crescita delle vendite di cacao certificato: complessivamente sono state vendute 8.000 tonnellate di fave di cacao a condizioni Fairtrade (+33%).


LA DOLCE SORPRESA DELLO ZUCCHERO In linea con l’aumento generale a livello nazionale che si è registrato nel 2020, il consumo degli zuccheri di canna Fairtrade in Italia è cresciuto del 30% nel 2020 rispetto all’anno precedente ed ha raggiunto le 5.213 tonnellate, confermando la crescita costante che ha caratterizzato il quinquennio precedente (+70%).

“I risultati ottenuti nel 2020 ci rinforzano nel lavoro che stiamo facendo per sviluppare le filiere Fairtrade in Italia, e già i primi mesi del 2021 ci stanno dando dei segnali positivi. A nostro avviso, in questa fase in cui ci accingiamo a vedere la conclusione del periodo di pandemia, per ridisegnare i modelli di sviluppo economico e produttivo in una chiave di giustizia sociale e climatica è necessario ripartire dai principi siglati negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite” ha dichiarato Paolo Pastore, DG di Fairtrade Italia.

UN ANNO DIFFICILE PER IL CAFFÈ Il 2020 è stato un anno difficile per il caffè, non solo quello Fairtrade. I volumi di vendita, infatti, si sono contratti fino al 50% nei segmenti della ristorazione e dell’Ho.Re.Ca, mentre hanno registrato un aumento del 2% nel canale retail che veniva da anni di saturazione dell’offerta e contrazione delle vendite (-3% nel 2019). Con trend di mercato così critici, anche il caffè Fairtrade ha accusato il colpo: nel complesso i volumi si sono contratti, sul mercato Italiano, dell’11%. Il calo nel mercato fuori casa, fino al 50%, rispecchia il trend di mercato causato dalle ripetute chiusure; ma si è registrata una crescita dei volumi delle referenze private label certificate Fairtrade del 7%, ben oltre la crescita fisiologica del mercato. La scelta di acquistare caffè Fairtrade ha garantito ai cafficoltori un prezzo superiore, in media, del 22% rispetto al prezzo di borsa per il loro caffè verde. Considerando anche il Premio di 0,20 dollari alla libbra, il prezzo Fairtrade è aumentato in media del 44% nel corso dell’anno. Un’ultima novità degna di nota è che, nonostante le difficoltà dello scorso anno, è stato possibile lavorare sui caffè specialty certificati Fairtrade. Da anni i presidi locali di Fairtrade in origine si sono impegnati a migliorare la qualità e questo lavoro si è concretizzato in numerosi caffè Fairtrade con punteggi SCA superiori a 84. Un’ulteriore opportunità per accrescere i guadagni degli agricoltori, sfruttando un trend di mercato di nicchia, ma molto promettente.

Fairtrade Italia rappresenta il Marchio di Certificazione FAIRTRADE nel nostro paese dal 1994. Lavora in partnership con le aziende concedendo in sub-licenza il Marchio FAIRTRADE a garanzia del controllo delle filiere dei prodotti provenienti dai Paesi in via di sviluppo, nel rispetto dei criteri di terzietà che l’ente di certificazione assicura. Supporta le aziende nell’approvvigionamento di materie prime certificate e nel consolidamento delle filiere in base alle richieste specifiche dei propri partner. Attualmente in Italia sono in vendita più di 2000 prodotti Fairtrade e il valore del venduto è di 436 milioni di euro. Per maggiori informazioni: www.fairtrade.it

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Nel 2021 la torrefazione Bazzara Espresso, che da tempo è impegnata in un percorso verso la sostenibilità, ha posto le basi per fare di questo tema l’obiettivo centrale dei prossimi anni, collaborando con Treedom. Treedom è la prima piattaforma web che permette di adottare un albero a distanza, sostenendo i contadini e supportando il loro lavoro attraverso il know-how tecnico necessario per la piantumazione e gestione degli alberi. I progetti Treedom di riforestazione hanno portato ad oggi a piantare ben oltre 1 milione di alberi. Anche Bazzara sostiene Treedom e ha piantato i primi 200 alberi di caffè in Kenya e Guatemala, scegliendo quindi di portare il proprio supporto alla preziosa filiera caffeicola con la riforestazione in due dei paesi produttori. L’impegno non è solo quello di supportare l’ambiente, ma anche i lavoratori all’inizio della filiera nelle zone del mondo che più hanno bisogno di sostentamento e appoggio. Il progetto di collaborazione con Treedom è un piccolo grande passo per la Bazzara Espresso, nonché una delle prime tappe verso la trasformazione sempre più orientata al sostenibile.

In linea con questo progetto, nella giornata mondiale della terra 2021, per coinvolgere i clienti, Bazzara è scesa in campo confermando un prodotto inizialmente promosso in anteprima per Pasqua: la “green box”. Il progetto delle green box fa parte delle scelte aziendali orientate alla sostenibilità: tutti i materiali che compongono le box sono ecocompatibili e a impatto zero per l’ambiente. Con esse, oltre a una selezione di caffè, i clienti hanno ricevuto in regalo un albero.

............................................................... La tempesta Vaia si è abbattuta la sera del 29 ottobre 2018 su un’area molto vasta delle Dolomiti Orientali, che comprende la Val di Fiemme, dove ha abbattuto più di 2 milioni di piante. Nei mesi seguenti, si è reso necessario un grande impiego di uomini e mezzi, ma il lavoro richiesto per sanare il territorio è ancora lungo. La Magnifica Comunità di Fiemme, disponendo di propri vivai forestali, incrementerà la produzione di piantine di provenienza locale certificata per ripristinare i luoghi danneggiati. Sostiene questo progetto la campagna “Plant a Tree with Hannspree” ideata da Hannspree Italia con il coinvolgimento dei suoi canali di vendita e dei partner fidelizzati.

Ogni monitor e tablet Hannspree venduto nel 2021, nel mercato italiano, contribuirà a guarire la profonda ferita aperta da Vaia in Val di Fiemme. Il rispetto dell’Ambiente, è sempre stato uno dei principali aspetti che contraddistingue l’operato dell’azienda, non solo nella teoria ma con azioni pratiche, che meglio si sono concretizzate negli ultimi anni. Ogni pianta messa a dimora contribuirà con la fotosintesi a controbilanciare le emissioni di CO2 che ogni impresa industriale inevitabilmente produce. Con ogni albero si rinnova l’impegno di Hannspree per l’ambiente. Il progetto viene comunicato da una grafica esplicativa. Ogni attività di marketing e comunicazione di Hannspree nel 2021 sarà accompagnata dal claim “Plant a Tree with Hannspree” e dal logo.

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LEDA è la nuova vending machine progettata e sviluppata da NOVA DISTRIBUTORI per il bere sostenibile, sfruttando l’innovazione e mettendo al centro il consumatore, l’ambiente e l’igiene. È la risposta dell’azienda alle nuove richieste di consumo, alla necessità di puntare sull’innovazione digitale, sull’eco-sostenibilità e sulla qualità, per creare prodotti che rendano i consumatori pienamente soddisfatti. LEDA è in grado di erogare acqua a temperatura ambiente, fredda frizzante, fredda leggermente frizzante e fredda liscia; permette, inoltre, di scegliere la quantità di acqua da erogare: dal bicchiere al litro. Un’acqua garantita e sicura attraverso un sistema di filtrazione ad azione meccanica e chimica di assorbimento svolta dal Carbon Blok con grado 0,5 micron, che riduce il cloro e le microparticelle in sospensione. Una lampada LED UV-C, di nuovissima generazione, con la sua funzione Germicidal Effectiveness e E. coli - Peak 275nm, fornisce un’ulteriore garanzia dell’abbattimento della carica batterica dell’acqua erogata.

La continua ricerca ha portato NOVA DISTRIBUTORI a sviluppare un processo di sanificazione brevettato della borraccia il quale, dai risultati di laboratorio accreditato ACCREDIA, ha dimostrato di essere in grado di abbattere il 90% di batteri sulle pareti interne della stessa. Inoltre, è stato studiato un sistema che mantiene sanificata la zona di prelievo prodotto e, a tempistiche programmabili, anche l’interno del distributore automatico. LEDA è disponibile sia in versione Master che in versione Slave. INNOVAZIONE I nuovi sistemi di sanificazione e lampada LED UV-C rendono più gradevole l’acqua di rete ECO-SOSTENIBILITÀ Meno inquinamento atmosferico, meno emissioni di CO2, e meno produzione di plastica. QUALITÀ Acqua sempre fresca, che non permane per lungo tempo nella plastica.

Leda

Acquaviva, leader nel mercato dell’acqua in boccioni, raggiunge un nuovo traguardo, operando un aumento del capitale sociale da € 500.000 a € 4.000.000 e trasformandosi da S.r.l. a S.p.A. e, contestualmente modificando lo statuto per adottare la natura giuridica di Società Benefit. Questo passaggio implica per l’azienda la scelta di incorporare nel proprio statuto obiettivi legati non solo alla crescita e al profitto, ma anche all’impatto sociale ed ambientale delle sue attività. Gli obiettivi di crescita sostenibile integrati nello statuto si ispirano all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e si concretizzano nella progettazione di soluzioni e servizi innovativi, che aiutino a diminuire l’impatto sull’ambiente tramite l’eliminazione degli sprechi e l’azzeramento della plastica monouso, riducendo anche le emissioni.

DIVENTA SOCIETÀ BENEFIT 107


La passione per il cioccolato non si spegne mai, neanche d'estate. Da Ritter Sport la proposta di fresche varianti degli iconici quadrati, protagonisti indiscussi dell'estate. Ritter Sport Cocco - Cioccolato al latte extra con ripieno di crema al latte e cocco grattugiato, un piacere esotico super appagante. Ritter Sport Menta - Uno strato di croccante cioccolato fondente ricopre il freschissimo ripieno di menta. Il segreto della sua intensità? Il più pregiato olio di menta piperita proveniente dagli Stati Uniti. Ritter Sport Yogurt Fragola - Ritter è stata la prima a creare il cioccolato con lo yogurt dentro. La variante con golosi pezzi di fragola immersi in un cremoso yogurt alla fragola avvolti dal cioccolato al latte extra è un’esplosione di bontà e freschezza. Ritter Sport Yogurt - Era il 1971 quando Ritter Sport lanciò il primo cioccolato allo yogurt del mondo. Deliziosa crema rinfrescante allo yogurt magro con fermenti lattici vivi avvolta in croccante cioccolato al latte. Un cult da ben 50 anni! Come tutti i quadrati Ritter Sport, anche le varianti estive sono realizzate con cacao 100% certificato sostenibile. Ai gusti estivi, si aggiungono altre 3 fresche varianti in edizione limitata, la linea Un Mondo di Gusto: Ritter Sport Buenos Días - Cioccolato bianco finissimo, ripieno di morbida crema al mango e profumato maracuja, con un croccante crisp di mango e passion fruit. Ritter Sport Marhaba - Deliziosa crema allo yogurt, croccanti pezzetti di nocciole e dolce crisp di miele, il tutto ricoperto da cioccolato al latte di qualità. Ritter Sport Hula Hula - Delizioso cioccolato al latte ripieno di crema al cocco e wafer croccante.

YOTEA ZERO va ad allargare e arricchire la gamma YOTEA e conferma la volontà di YOGA, marchio storico del Gruppo Conserve Italia, di continuare a investire per favorire la piena ripartenza di tutti i settori del fuoricasa. L’attenzione di YOGA per uno stile di vita sano si incontra con la cura dell’ambiente: YOTEA ZERO è infatti un’innovazione presentata nella bottiglia da 360 ml, completamente riciclabile e con il 50% di plastica riciclata (R-PET). Si tratta del packaging eco-sostenibile che YOGA già da un anno ha introdotto sia sugli scaffali della Grande Distribuzione che nel canale Horeca, per testimoniare l’impegno green della marca, comunicato in etichetta con il bollino verde e giallo e il claim “Il gusto di amare il pianeta”. Fresche, buone e dissetanti, ideali per una pausa leggera e rigenerante, le due nuove referenze YOTEA ZERO sono presenti al gusto Pesca e al gusto Limone. Con queste new entry, salgono così a sei le proposte della gamma YOTEA per i baristi e operatori dell’Horeca, che possono già contare sul tè YOGA ai gusti classici di Limone, Pesca, Melograno e Thé Verde.

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L’aroma intenso del caffè e il gusto rinfrescante della menta uniti in una miscela dalla qualità unica. Anche per l’estate 2021 Caffitaly lancia sul mercato le capsule limited edition, dal gusto Menta, perfette sia per l’utilizzo classico sia per essere consumate fredde shakerate. Caffitaly Espresso Menta può essere gustato in modalità e occasioni di consumo diverse da quelle tradizionali. Per apprezzarne fino in fondo le qualità senza eguali l’azienda suggerisce di preparare le capsule shakerandole con scorza di limone, zucchero e cubetti di ghiaccio. “Il consumatore è sempre più attento alle novità del mercato e attratto da gusti nuovi, soprattutto se particolari o stagionali: proprio per soddisfare queste esigenze Caffitaly, ormai da anni, ha scelto di lanciare delle limited edition in corrispondenza di particolari periodi dell’anno e continueremo a lavorare su nuovi gusti in edizione limitata anche per le prossime stagioni” ha dichiarato Marta Colombo, Direttore Marketing di Caffitaly.

Friabile e croccante, è Friante! Dal gioco di parole fra i due aggettivi è nato il nome del nuovo prodotto di Euro Company. Friante è il mais tostato, friabile e croccante al tempo stesso. Non il “solito” mais che una volta tostato indurisce diventando in taluni casi difficile, se non impossibile, da masticare. Euro Company ha scelto e selezionato una varietà di mais extra friabile, che a seguito del processo di tostatura risulta piacevolmente fragrante ed estremamente friabile, fino all’ultimo chicco. Per regalare al consumatore una consistenza gustosamente perfetta, ha aggiunto un pizzico di sale. Friante è disponibile nella comoda confezione doypack apri/chiudi salva croccantezza da 200 g.

Granarolo S.p.A. lancia una novità nella categoria del latte fermentato: Yomo Skyr, un prodotto fino ad oggi inedito nel portafoglio del Gruppo, ricco in proteine e con zero grassi. La nuova linea, studiata nel segno del benessere, si inserisce nel piano di rilancio di Yomo, andando ad arricchire un’offerta variegata sempre più in linea con i nuovi trend di consumo e le nuove esigenze dei consumatori. Le caratteristiche distintive: • fatto in Italia con latte 100% italiano prodotto dai soci-allevatori della filiera Granarolo;

• ricco in proteine e con zero grassi; • un packaging costituito da un vasetto da 150g fatto in PET 100% riciclabile. La gamma Yomo Skyr è composta dai seguenti gusti: • Bianco; • Vaniglia; • Mirtillo in pezzi; • Caffè; • Pesca in pezzi e Maracuja.

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Prendersi cura di sé ascoltando il proprio corpo, è un paradigma oramai fondamentale nella quotidianità degli italiani, che pongono un’attenzione elevata nello scegliere soluzioni uniche di gusto, nel quadro di uno stile di vita consapevole che parte fin dal primo caffè della mattina. È in questo nuovo scenario che nasce ¡Tierra! Wellness, il nuovo caffè decerato di Lavazza pensato per chi vuole essere in armonia in ogni momento della giornata, senza rinunciare al gusto e al piacere. ¡Tierra! Wellness è il risultato non solo dell’esperienza di Lavazza nella miscelazione e nella tostatura, ma altresì della sua vocazione all’innovazione: è un caffè gentile a ridotto contenuto di cere che naturalmente rivestono il chicco, grazie ad una lavorazione che ne riduce l’acidità e mantiene inalterati aroma e proprietà del caffè. Lavazza ¡Tierra! Wellness è il compagno ideale per tutti i coffee lovers attenti alla propria armonia personale che possono scegliere di regalarsi momenti di puro gu-

sto durante l’intera giornata: sia a casa, con il macinato per moka o con le capsule per il sistema Lavazza A Modo Mio, sia in l’ufficio con le capsule per il sistema Lavazza Firma. “Lavazza ¡Tierra! Wellness rappresenta l’impegno continuo dell’azienda nella ricerca e nella sperimentazione per proporre sul mercato novità di prodotto capaci di rispondere in maniera efficace alle nuove esigenze del consumatore contemporaneo.” ha commentato Igor Nuzzi, Regional Director Italy & Switzerland Lavazza. “Per il lancio del caffè decerato Lavazza iTierra! Wellness abbiamo lavorato in modo integrato su tutti i canali, Home e Away From Home, con l’obiettivo di offrire ai consumatori una coffee experience unica sia tra le mura domestiche che nell’ambiente di lavoro”. Il nuovo caffè decerato Lavazza porta con sé i principi di sostenibilità che da sempre contraddistinguono la linea Lavazza ¡Tierra! Lavazza ¡Tierra! Wellness per moka è infatti in soft pack riciclabile, una confezione progettata per favorire il riciclo e realizzata con plastiche omogenee (PP/PE); inoltre l’intera offerta vanta la certificazione Rainforest Alliance™, organizzazione non governativa (ONG) il cui scopo è preservare la biodiversità e garantire condizioni di vita sostenibili ai coltivatori delle aree di produzione, guidando le pratiche di uso del suolo, le pratiche commerciali e i comportamenti dei consumatori.

Gran Biscotto Boom Boom è la novità di casa Rovagnati. Tutto il gusto di Gran Biscotto Rovagnati è racchiuso in irresistibili praline di prosciutto con cuore morbido al formaggio, ottime anche calde. Per una pausa ricca di gusto e carica di proteine, Boom Boom è una soluzione pratica e veloce che garantisce un giusto apporto proteico in qualunque momento della giornata: che si tratti di una merenda in compagnia degli amici, di una pausa studio o lavoro o di un break durante una frenetica giornata, Boom Boom è sempre a portata di mano, in una confezione che mantiene inalterate le proprietà nutritive e il gusto. Si può infatti conservare fino a 4 ore fuori dal frigo ed è disponibile in confezioni da 3 o 9 praline. Con questo prodotto l’azienda si rivolge a un target nuovo: 15-44 anni, alla ricerca di uno snack ready to go. Il lancio di Gran Biscotto Boom Boom è supportato da una campagna multicanale con affissioni nelle principali città italiane, uno spot da 15” destinato ai canali Rai, Mediaset, Sky, La7 e ADV sui quotidiani nazionali. Testimonial della campagna è Cosimo Guarnieri, pro player italiano del team HC9, 1° italiano nel ranking e 6° in Europa.

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SandenVendo, leader nell’industria della distribuzione automatica specializzata nelle tecnologie termodinamiche, ha sviluppato una nuova tecnologia in campo elettronico applicata alla tastiere: il nuovo Air Touch System, che esclude il tocco umano a favore dell’intelligenza robotica. Progettato per essere intuitivo e facile da usare per tutti, il nuovo pannello Air Touch permette di selezionare i prodotti dal distributore automatico senza toccare la tastiera. Azionarlo è semplice: avvicinando il dito al pulsante desiderato, la tastiera riconosce la selezione a 1 cm di distanza favorendo l’utilizzo del distributore automatico ed evitando il contatto con superfici potenzialmente contaminate.

Il nuovo Air Touch Display può essere installato sui modelli di punta della SandenVendo: G-Snack Evolution per il business Vending ed Extra Vending, Safety Point il distributore da tavolo per dispositivi di prevenzione e SnackUNO, la soluzione vending 24/7 pratica e intelligente pensata per uffici e attività HoReCa. Air Touch è una soluzione avanguardista progettata per incentivare l’acquisto dei prodotti vending, classificandoli come tecnologie smart e sicure, sviluppate in linea con i bisogni di un mercato sempre più esigente e incentrato sulle esigenze del consumatore finale.

consentono inoltre a 0MNIA di trattare con la massima cura ogni singola capsula, anche in alluminio e al tempo stesso di gestire in maniera ottimale l’astuccio e i divider tra gli strati e tra le capsule. Per supportare packer e torrefattori, Senzani Brevetti, azienda italiana sul mercato da oltre 65 anni, ha ideato 0MNIA, una rivoluzionaria astucciatrice “all-in-one” che dà vita a una nuova generazione di macchinari per il confezionamento automatico di capsule di caffè. Nello specifico, 0MNIA è un’astucciatrice form-and-fill da fustellato steso che si caratterizza soprattutto per la capacità di confezionare le capsule in maniera ordinata, in tutte le configurazioni e tipologie di astuccio possibili: singolo strato o multistrato, con o senza cartoncino alveolare, con o senza cartoncino interfalda, a rosa 2×2, con chiusura flip-top; a capsule “dritte”, alternate o nestate; in tubo/stick o in cofanetto 3×3 o 4×4.

0MNIA si caratterizza anche per un ingombro estremamente ridotto (a partire da 2 x 3,9 metri) che la rende perfetta in caso di spazi limitati negli stabilimenti produttivi. Il cambio formato degli astucci è estremamente veloce e intuitivo per l’operatore, grazie a codici colore che ne guidano le operazioni. 0MNIA è la “numero zero” di una linea che comprende altri macchinari per l’astucciamento di capsule ordinate, in grado di confezionare fino a 80 astucci al minuto, con una velocità di ingresso fino a 800 ppm.

Una soluzione estremamente flessibile, in grado di essere calibrata dai progettisti Senzani sulle richieste e sulle configurazioni più complesse in termini di pack, prestazioni e ingombri, ma anche di formati di capsule: da Nespresso a Caffitaly, da K-Cup a Lavazza Blue, da A Modo Mio fino alla nuovissima Vertuo. Le soluzioni tecniche ideate e brevettate da Senzani

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Per l’estate 2021 San Benedetto propone il nuovo Thè al Fico d’India, una creazione dissetante e dal gusto unico nata dall’incontro tra la purezza dell’acqua minerale naturale e la dolcezza del fico d’india: il risultato è un thè dalle piacevoli note fresche, senza conservanti e con solo 24 calorie. L’ideale per sentirsi sempre in vacanza. Thè San Benedetto al Fico d’India è dedicato a chi ha a cuore il proprio benessere fisico senza rinunciare al gusto e alla naturalità del thè. Tutto il gusto dell’estate in una bevanda perfetta da assaporare in ogni momento della giornata per rendere unici e speciali i momenti di consumo da soli o in compagnia. La nuova referenza, disponibile nei formati 0,5L on the go e 1,5L per il consumo in famiglia, si aggiunge all’ampia gamma di Thè San Benedetto che comprende il Thè San Benedetto Classico, nei gusti limone e pesca; il Thè Verde, sinonimo di ricercatezza e benessere; il Thè San Benedetto Zero al limone, pesca e verde; il Thè San Benedetto Deteinato, alla pesca e al limone, senza teina e studiato per i più piccoli.

Le Chiacchiere Salate sono uno snack panificato fritto, che pone le sue radice nella tradizione emilianoromagnola dei primi del ‘900, quando i fornai, invece di buttare la rimanenza della pasta del pane, la lasciavano lievitare ancora, per poi ottenere delle tagliatelle strette e corte, che venivano fritte e vendute quotidianamente a peso. Da più di 50 anni, ancora oggi Twists Products porta avanti questa tradizione, mantenendo inalterata la ricetta. La produzione viene fatta con ingredienti selezionati e di alta qualità, previlegiando materie prime di produzione locale italiana. Senza additivi e coloranti. Una lavorazione artigianale nel rispetto della tradizione della panificazione e dei tempi di lievitazione rigorosamente di 20 ore. Un prodotto dagli ingredienti semplici e sani. L’aggiunta del sale iodato marino italiano, rende il prodotto fonte di iodo, benefico per tutti.

Per la frittura viene utilizzato esclusivamente olio di semi di girasole alto oleico che garantisce una sintesi ottimale tra prestazione in cottura e aspetti nutrizionali. Grazie al metodo artigianale di lavorazione, il prodotto risulta leggero, friabile e gustoso e a minor contenuto calorico. Le Chiacchiere Salate sono un prodotto versatile, ideali da sgranocchiare in qualsiasi momento della giornata e disponibili in tre formati, da 30 gr, da 180 gr e multipack da 240 gr che contiene 8 sacchetti da 30 gr.

Sanpellegrino lancia anche in Italia S.Pellegrino Essenza, dedicata a chi ama uno stile di vita naturale e a chi ricerca la qualità e il carattere unico di S.Pellegrino. Una bevanda fresca che valorizza il carattere e il perlage di S.Pellegrino grazie a un inedito twist di sapori mediterranei. Due le varianti - al limone o all’arancia rossa con lampone nero - perfette per ogni momento della giornata: ideali per dissetarsi con gusto e leggerezza grazie all’assenza di zuccheri e calorie. S.Pellegrino Essenza Limone, dall’intenso aroma di agrumi, conferisce ancora più carattere al fresco bouquet di S.Pellegrino. S.Pellegrino Essenza Arancia Rossa e Lampone nero esprime tutta la delicatezza dei frutti rossi e la piacevole dolcezza dell’agrume giunto a perfetta maturazione, in un ideale equilibrio. Disponibili nel pratico formato da 500 ml in PET, ideale da avere sempre con sé, S.Pellegrino Essenza Limone e S.Pellegrino Essenza Arancia Rossa e Lampone nero propongono una nuova esperienza di gusto senza zuccheri e senza calorie, aggiungendo alle iconiche bollicine un twist di aromi di agrumi.

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Il “Kit della Merenda” Parmacotto è uno snack sano e gustoso in un unico kit da portare sempre con sé, che unisce comodità e sicurezza, grazie all'inserimento di una pratica salviettina igienizzante. Da sempre attento a rispondere alle moderne esigenze di servizio, Parmacotto rivolge la propria offerta a un target nuovo per il brand e sviluppa un nuovo prodotto pensato per tutti i genitori che cercano una merenda sana ed equilibrata per i propri i figli. Il nuovo prodotto, firmato Parmacotto, rappresenta il primo snack dolce e salato disponibile sul mercato. Una nuova esperienza di consumo garantita da brand top di gamma: la qualità dei salumi Parmacotto, l'energia del finissimo cioccolato Ritter Sport e la freschezza del Thé Yoga. Una nuova esperienza di consumo, garantita da brand top di gamma, in un prodotto amico dell'ambiente, confezione in cartotecnica riciclata al 93% certificata FSC. Può essere tenuto fino a 4 ore fuori dal frigo.

Innocent amplia l’offerta dei suoi prodotti con nuovi gusti e nuove combinazioni. Per soddisfare le esigenze di una clientela sempre più attenta alle novità e a nuove proposte di mercato, Innocent, il marchio europeo che produce succhi di frutta freschi e smoothie 100% naturali, amplia la sua gamma di prodotti rinnovandosi con nuove ricette ed una nuova linea. In particolare, l’offerta di succhi di frutta da 900ml, puro succo di frutta e nient’altro, si arricchisce con due interessanti novità: • arancia bionda, ossia puro succo d’arancia 100% naturale con solo 11 arance succose, provenienti direttamente dal Brasile, e nient’altro; • arancia rossa, melagrana, arancia & lime, un delizioso mix di agrumi al naturale, di colore rosso rubino, sapientemente miscelati e dal gusto inconfondibile.

Alla linea smoothie - un mix di polpa e succo di frutta nel formato 250 ml - si aggiunge, poi, il nuovo Lampo di Blu con guava, ananas & mela, dal delicato ed intrigante gusto tropicale. Ma le novità non finiscono qui, perché Innocent sorprende ancora di più lanciando una new entry, ovvero succhi di frutta 100% naturali, senza zuccheri aggiunti, conservanti o coloranti, arricchiti con vitamine B1, B2, B3 e B6, che contribuiscono al normale metabolismo energetico, e vitamina C, che aiuta a combattere la stanchezza e l’affaticamento: sono i succhi Innocent plus, disponibili in bottigliette da 330ml e in tre ricette: • fa-blu-loso, un mix di guava, lime, acqua di cocco, spirulina e vitamine, dal colore blu, completamente naturale per una bella scossa di energia; • rosa a iosa, lampone, ciliegia, bacche di goji, guaranà e vitamine per assicurare il giusto sprint; • sempre verde, mela, pera, cetriolo, tè verde matcha e vitamine per essere sempre in forma.

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Bubble è tra i modelli di macchine tradizionali Carimali più apprezzati e riconosciuti sul mercato. Le originali forme arrotondate dei fianchi e dei gruppi caffè la rendono una macchina unica nel suo genere, versatile e dalla forte personalità, che ben si adatta a tutti gli ambienti. Coffee shop di medie dimensioni, ristoranti e chioschi sono solo alcune tra le sue naturali location. Disponibile nelle versioni 1, 2 e 3 gruppi, alti e bassi, con dosaggio automatico, Bubble può vantare un eccellente rapporto qualità/prezzo e assicura la massima facilità nell’uso, nella regolazione e nella manutenzione. La pulsantiera meccanica è dotata di 5 tasti illuminati, che consentono una selezione intuitiva e immediata. Ogni gruppo caffè è composto da 4 tasti selezione dosati più 1 per l’erogazione in continuo. Dal display alfanumerico è possibile regolare facilmente i tempi di pre-infusione e il dosaggio dell’acqua, così

come la temperatura. La caldaia con scambiatore e circolazione termosifonica garantisce stabilità e un eccellente risultato in tazza. Sempre dal display sono di facile gestione la pulizia e la manutenzione della macchina attraverso la programmazione dei cicli di lavaggio. La carrozzeria è contraddistinta da un ampio ripiano poggiatazze in acciaio inox che consente all’utente di avere sempre le tazze a portata di mano. A disposizione, come optional, lo scaldatazze elettrico per le versioni a 2 e 3 gruppi. Tra le caratteristiche di Bubble anche le 2 lance vapore cool touch (disponibili come optional), che consentono un utilizzo della macchina in completa sicurezza. Bubble è disponibile in due colori, bianco e nero, per potersi sempre adattare alle esigenze di ogni locale. Tra le macchine tradizionali Carimali è disponibile anche il modello Cento, che si differenzia dalla ‘cugina’ Bubble per un’estetica più tradizionale, caratterizzata dalla forma più squadrata dei fianchi e dei gruppi caffè. Entrambi i modelli possono essere abbinati a macinini on demand e volumetrici presenti nell’ampia gamma offerta da Carimali.

Bubble

Urban, minimal, sofisticata, è il look della nuova COOL di Recoaro, la nuova limited edition dell’iconica bottiglia, che ancora una volta ha scelto di rivolgersi ad un target attento ai nuovi trend. Per non passare inosservati nemmeno nella scelta dell’acqua, Recoaro COOL propone due etichette contemporanee e di carattere, che utilizzano dei tratti grafici come in un quadro di arte moderna: piatti per la Naturale e ondeggianti per la Frizzante. I brush ed i colori accompagnano a livello visivo in una facile scelta della propria declinazione preferita. Le due versioni della bottiglietta da 0,5 L sono state pensate per avvicinare un target sofisticato e attento ai nuovi trend a un brand storico che fa della qualità della sua acqua oligominerale un marchio di fabbrica.

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Cento


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