THE MAGAZINE OF INTERIORS AND CONTEMPORARY DESIGN
N° 3 MARZO MARCH 2020
MENSILE ITALIA / MONTHLY ITALY € 8
DISTRIBUTION 5 MARZO/MARCH 2020 AT € 16,30 - BE € 15,10 - CH Chf 18 - DE € 20,50 DK kr 145 - E € 15 - F € 15 - MC, Côte D’Azur € 15,10 PT € 15 - SE kr 160 - US $ 28 Poste Italiane SpA - Sped. in A.P.D.L. 353/03 art.1, comma1, DCB Verona
CIRCULAR DESIGN
Rimadesio
Velaria pannelli scorrevoli, Eos mensole.
Design Giuseppe Bavuso
FILOMURO Porta Collezione Filomuro, modello VERT 1VFV, vetri trasparenti, profili alluminio nero, maniglia Playa. Parquet Garofoli Platinum selection, finitura Rovere Nero Profondo.
www.garofoli.com
H Pavilion & Dots Spotlight by Kettal Studio Molo Sofa & Chaise longue by Rodolfo Dordoni Band Chair & Candleholders by Patricia Urquiola Half Dome Lamp by Naoto Fukasawa Geometrics Rugs by Doshi Levien
NO-LIMITS Porta collezione No-Limits modello TIPIA 1PST. Finitura malta bianco. Maniglia Area 51, colore ral 8023. Battiscopa da 4 cm e Parquet Platinum Garofoli rovere laccato bianco a poro aperto.
www.gidea.it
IN dice CONTENTS marzo/March 2020
45
In copertina: l’illustrazione ideata da Gio Pastori immagina un mondo ideale che funziona come un ambiente biologico. Quello della sostenibilità è un tema caro allo studio Matteo Thun & Antonio Rodriguez che firma il progetto del nuovo flagship store Euromobil a Milano. A celebrare l’opening è un moodboard che gioca sul mix tra i materiali d’eccellenza, i volumi architettonici e il design organico delle cucine del marchio veneto. On the cover: the illustration created by Gio Pastori imagines an ideal world that functions like a biological environment. Sustainability is a priority theme of the studio Matteo Thun & Antonio Rodriguez, designers of the new Euromobil flagship store in Milan. To celebrate the opening, a moodboard has been created by playing with the mixture of excellent materials, architectural volumes and organic design of the kitchens of the Veneto-based brand.
84
55 61
58
92
INCOVER
36
24 ART GIO PASTORI
INBRIEF
26 WOOD TEMPI RECORD, VIVO E RINNOVABILE / SETTING RECORDS, ALIVE AND RENEWABLE 28 PRODUCTION UNA LINEA ESSENZIALE, INGEGNO NATURALE / AN ESSENTIAL LINE, NATURAL INGENUITY 30 NATURE DA GUSCIO A TORO, GIARDINO SEGRETO / FROM SHELL TO BULL, SECRET GARDEN 32 SHOWROOMS ABACO MATERICO, REINTERPRETAZIONE COLTA / RANGE OF MATERIALS, ERUDITE REINTERPRETATION
LookINgAROUND
34 PRODUCTION OLTRE LA BOISERIE / BEYOND PANELING OUTDOOR TUTTO L’ANNO / OUTDOORS ALL YEAR ROUND SPAZI DA DEFINIRE / SPACES TO BE DEFINED ESTETICA TANGIBILE / TANGIBLE AESTHETICS 52 SHOWROOMS FAB: CERAMICA IN SCENA / CERAMICS ON STAGE ANTONIOLUPI: UN BAGNO NEL LIFESTYLE / BATHING IN LIFESTYLE 58 SUSTAINABILITY CREATIVITÀ ECO & CHIC / ECO & CHIC CREATIVITY
18 marzo 2020 INTERNI
77
82 84
92 94
102 104
ALESSI: DAL PROBLEMA ALL’OPPORTUNITÀ / FROM PROBLEM TO OPPORTUNITY LE TRAME DELLA LUCE / WEAVES OF LIGHT CIÒ CHE RESTA DEL RISO / WHAT REMAINS OF THE RICE LA CASA DI SUGHERO / CORK HOUSE IN SINTONIA CON L’AMBIENTE / IN TUNE WITH THE ENVIRONMENT PROJECTS MATERA, LE FORME DELL’ACQUA / FORMS OF WATER OSSERVATORIO NATURALE / NATURAL OBSERVATORY YOUNG DESIGNERS GIANMARCO CODATO EXHIBITIONS JAN FABRE, ROSSO CORALLO / CORAL RED MAXXI, ALTRE DIMENSIONI / OTHER DIMENSIONS NATURA PREZIOSA / PRECIOUS NATURE FAIRS I GIOVANI FRANCESI / YOUNG AND FRENCH EVENTS MIAMI SOTTO I RIFLETTORI / MIAMI TAKES CENTER STAGE IL PROGETTO ALLA RIBALTA / SPOTLIGHT ON DESIGN 100 GLOBI PER IL PIANETA / 100 GLOBES FOR THE PLANET HOSPITALITY OASI URBANA / URBAN OASIS BOOKSTORE
106 TRANSLATIONS 122 FIRMS DIRECTORY
#MolteniGroup SISTEMA DI SEDUTE GREGOR— VINCENT VAN DUYSEN
IN dice CONTENTS marzo/March 2020
2
18 10 INtopics 1
EDITORIAL
DI / BY GILDA BOJARDI
PhotographINg
24
A CURA DI / EDITED BY CAROLINA TRABATTONI E / AND ANTONELLA BOISI
ART & SUSTAINABILITY
2 SUZANNE JONGMANS, DE BERG E / AND MIND OVER MATTER, COURTESY GALERIE WILMS FOTO / PHOTOS SUZANNE JONGMANS
ART & METAPHYSICS
4 KUENG CAPUTO, ROMAN MOLDS PER / FOR FENDI, DESIGN MIAMI 2019 FOTO / PHOTOS COURTESY FENDI
LANDSCAPE & ARCHITECTURE
INsights ARTS
10 BERLINDE DE BRUYCKERE, DIALOGHI DI CONFINE / BORDERLINE DIALOGUES DI / BY GERMANO CELANT
VIEWPOINT
16 IL PROGETTO INFINITO / THE INFINITE PROJECT DI / BY ANDREA BRANZI
6 TERUNOBU FUJIMORI, LA COLLINA FOTO / PHOTOS MASUDA AKIHISA
ICONIC INSPIRATION
8 MOLTENI&C, THE ART OF LIVING, A / AT VILLA LA RICARDA DI / BY ANTONIO BONET, BARCELLONA 1953 FOTO / PHOTOS COURTESY MOLTENI&C
INside ARCHITECTURE
A CURA DI / EDITED BY ANTONELLA BOISI 18 SINGAPORE, UNA FORESTA PLUVIALE NELL’AEROPORTO / A RAINFOREST IN THE AIRPORT PROGETTO / DESIGN SAFDIE ARCHITECTS FOTO / PHOTOS COURTESY MAPEI TESTO / ARTICLE ANTONELLA BOISI 22 ELEVATE PRESTAZIONI / HIGH PERFORMANCE TESTO / ARTICLE DANILO SIGNORELLO 24 DAWSON LAKE, WEST VIRGINIA, TREE HOUSES PROGETTO / DESIGN PETER PICHLER ARCHITECTURE FOTO / PHOTOS COURTESY PETER PICHLER ARCHITECTURE TESTO / ARTICLE ANTONELLA BOISI
20 marzo 2020 INTERNI
Inspiring design for your outdoor life.
Hybrid sistema di sedute disegnato da Antonio Citterio. www.bebitalia.com
IN dice CONTENTS
62
marzo/March 2020
50
84
66
54
34 INside ARCHITECTURE
28 NEL CUNEESE, SUGGESTIONI D’ORIENTE / AROUND CUNEO, ORIENTAL OVERTONES PROGETTO / DESIGN DAMILANOSTUDIO ARCHITECTS FOTO / PHOTOS ANDREA MARTIRADONNA TESTO / ARTICLE ANTONELLA BOISI 34 A / IN MILANO, NEXXT PROGETTO / DESIGN ANTONIO CITTERIO PATRICIA VIEL FOTO / PHOTOS PAOLO RIOLZI TESTO / ARTICLE MATTEO VERCELLONI
TALKING ABOUT
40 MATERA SOSTENIBILE / SUSTAINABLE MATERA PROGETTO / DESIGN STEFANO BOERI ARCHITETTI FOTO / PHOTOS GIOVANNI NARDI, GUOYIN JIANG TESTO / ARTICLE ANTONELLA BOISI
76
62 LA CHIMICA VERDE / GREEN CHEMISTRY TESTO / ARTICLE VALENTINA CROCI 64 LA RIVOLUZIONE DELLA LUCE / LIGHT REVOLUTION TESTO / ARTICLE DONATELLA BOLLANI 66 UN CIRCOLO VIRTUOSO / A VIRTUOUS CIRCUIT TESTO / ARTICLE DONATELLA BOLLANI 70 LE MILLE VITE DI UN ALBERO / THE THOUSAND LIVES OF A TREE TESTO / ARTICLE VALENTINA CROCI 74 LA TASK FORCE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE / THE CIRCULAR ECONOMY TASK FORCE TESTO / ARTICLE DONATELLA BOLLANI
DesignINg SHOOTING
76 SPAZIO ALL’OUTDOOR / ROOM FOR OUTDOOR LIVING DI / BY NADIA LIONELLO FOTO / PHOTOS SIMONE BARBERIS 84 DETTAGLI / DETAILS DI / BY CAROLINA TRABATTONI FOTO / PHOTOS PAOLO RIOLZI
REVIEW
FocusINg
92 AMABILI RESTI / LOVELY BONES DI / BY KATRIN COSSETA
SUSTAINABILITY
46 IL DESIGN CI SALVERÀ / DESIGN WILL SAVE US TESTO / ARTICLE LAURA TRALDI 50 LA BELLEZZA DELL’EFFIMERO / EPHEMERAL BEAUTY TESTO / ARTICLE PAOLO CASICCI 54 ESTETICA DELLA SOSTENIBILITÀ / SUSTAINABLE AESTHETICS TESTO / ARTICLE STEFANO CAGGIANO 58 QUANDO IL MOBILE DIVENTA GREEN / WHEN FURNITURE GOES GREEN TESTO / ARTICLE VALENTINA CROCI
22 marzo 2020 INTERNI
INservice 100 118
TRANSLATIONS FIRMS DIRECTORY DI / BY ADALISA UBOLDI
ph. benvenuto saba
a.d. emiliana martinelli, massimo farinatti
LIGHT FOR LIFE CYBORG DESIGN KARIM RASHID
MARTINELLILUCE.IT
INCOVER art
1. COVER INTERNI MARZO. 2. GIO PASTORI. 3. NEW YORK, ARTWORK PER TIFFANY & CO., 2019. 4. BOOTS, PAPER COLLAGE, 2018. 5. SANTOS DE CARTIER, PAPER COLLAGE PER CARTIER, 2018. 6. SENZA TITOLO, PAPER COLLAGE, 2019.
1
Taglia, assembla, incolla. L’artista crea opere materiche dalle geometrie nette e dalle suggestioni dirette. Come per la cover di Interni Marzo
Pastori nasce nel 1989 a Milano dove vive e lavora. Studia arte e design e si specializza nell‘illustrazione. Utilizza la tecnica del collage servendosi di carta a tinta unita che intaglia senza seguire un disegno, usando la lama del taglierino come se fosse una matita. Crea contenuti visivi dalla forte sintesi formale e cromatica che definiscono il suo stile. Lavora trasversalmente nell'ambito di diverse realtà, dall'editoria alla moda, dalla scenografia all‘animazione fino alla musica. Tra le sue collaborazioni più recenti, quelle con Acqua di Parma, Cartier e Tiffany & Co.. Nel 2017 è stato segnalato da Forbes fra i trenta artisti under 30 più influenti d‘Europa.
L’illustrazione Fiore, Frutto, Seme, Albero, ideata per la cover di Interni Marzo, è un ‘sogno naïf’, in cui l’ambiente economico funziona come un ambiente biologico. E in cui il design ricopre un ruolo di grande responsabilità. ■ Claudia Foresti
GIO PASTORI
3
2
4
5
Collage pop dalla grazia poetica ed energica traducono in pochi caratteri peculiari, dai colori saturi e squillanti, concetti, pensieri ed emozioni. Semplici, vivide e immediate, le opere stratificate di Gio Pastori nascono da carta e forbici: un ‘taglia e cuci’ dal sapore retrò ma dalle linee nette e decise – chirurgiche – come quelle di un bisturi. I pezzi – di carta ma non solo – vengono assemblati, mescolati, ibridati e manipolati in un alfabeto stilistico e narrativo accattivante e distintivo. Gio
24 marzo 2020 INTERNI
6
LA CULTURA ITALIANA DEL VIVERE ALL’APERTO.
Studiopiù International
Da valori condivisi nasce la collaborazione tra EMU e FAI, Fondo Ambiente Italiano, per tutelare e valorizzare il nostro paesaggio e patrimonio d’arte.
OUTDOOR DESIGN COLLECTION CAROUSEL by Sebastian Herkner
Villa e Collezione Panza, Varese The Slope by Bob Verschueren, work of Land Art emu.it
Pad. 5 Stand C05 Milano 21-26 Aprile
Official Sponsor Internazionali di Tennis d’Italia Roma 4-17 Maggio
Emu Outdoor Interlude Venezia 10-09 / 11-10 homofaberevent.com
INBRIEF WOOD
BIOEDILIZIA IN GERMANIA
TEMPI RECORD
LEGNO IN CONCORSO
VIVO E RINNOVABILE Eccellenza italiana nella tintoria del legno, Tabu produce piallacci naturali tinti e multilaminari per l'arredo e l'architettura di interni, oltre a superfici decorative in legno di ultima generazione, basate sulla ricerca tecnologica, materica e creativa. Ma non solo. Tabu promuove anche IDEASxWOOD, il contest internazionale più importante al mondo nel settore del legno, patrocinato da ADI - Associazione per il Disegno Industriale, FederlegnoArredo e FSC Italia. Si tratta di una gara di idee annuale rivolta sia agli studenti universitari sia ai progettisti under 40. Un progetto dal forte slancio educativo, volto a sostenere la conoscenza del legno e la sua valorizzazione come materia prima nobile, viva e rinnovabile. Il legno può infatti essere coltivato e pianificato nella sua disponibilità su scala planetaria per le prossime generazioni. Main partner del concorso Carpanelli e Bottega d'Autore; partner d'eccezione FontanaArte, Driade e Valcucine. Claudia Foresti ideasxwood.it
26 marzo 2020 INTERNI
Primo complesso residenziale multipiano a Berlino realizzato con prefabbricazione pesante in legno, Bercahaus, ideato dall’architetto italiano Paolo Conrad Bercah dello studio tedesco c-b-a (context of bare architecture), vanta un record: è stato completato in soli 21 giorni grazie ai sistemi strutturali in legno chiuso progettati e ingegnerizzati dall’azienda italiana LignoAlp. Questa soluzione ha permesso di rispettare non solo le tempistiche costruttive ma anche i rigidi requisiti normativi antincendio tedeschi e ha consentito di integrare in fase di produzione delle pareti anche tutte le strutture impiantistiche necessarie all’efficienza energetica dell’immobile. Negli edifici ecosostenibili e certificati realizzati da LignoAlp l’involucro edilizio è composto in gran parte di materie prime rinnovabili che rendono i consumi di energia primaria significativamente inferiori rispetto agli edifici convenzionali. lignoalp.com
INBRIEF Production RISPARMIO IDRICO
UNA LINEA ESSENZIALE Estetica minimale, funzionalità e sostenibilità al servizio del benessere. Firmata da Angeletti Ruzza Design, Tabula è la nuova collezione di Cristina Rubinetterie che combina linee rigorose, nette e squadrate – risultato di un sapiente esercizio stilistico di sottrazione che enfatizza la pura essenza delle forme – a un animo green. La sofisticata linea, composta da diversi elementi per lavabo, vasca, doccia e bidet, garantisce infatti un risparmio di risorse idriche e energetiche, favorendo un approccio sostenibile al consumo di acqua nella vita quotidiana. Grazie alla dotazione di un areatore con riduttore a 5 litri/min (nella versione miscelatore per lavabo), Tabula esercita una diminuzione della portata dell’acqua, contrastandone lo spreco. La grande attenzione per il tema della sostenibilità ambientale caratterizza tutti i prodotti di Cristina Rubinetterie che vengono realizzati con materiali rispondenti a severi standard internazionali e sono dotati di tecnologie mirate alla riduzione del consumo di acqua. cristinarubinetterie.com
PRIMORDIALE E FUNZIONALE
ingegno naturale Protagonisti della nuova collezione outdoor Ayana, disegnata da Naoto Fukasawa per B&B Italia, sono il legno e la sezione tonda. Come fossero composte da semplici bastoni accostati, le strutture di sedute e tavoli sono realizzate in teak naturale – certificato FSC (Forest Stewardship Council) – per consentire al legno di maturare ed evolvere in modo spontaneo, rispettandone le caratteristiche intrinseche. Una scelta primordiale che ricorda gli strumenti antichi o le costruzioni primitive e che tuttavia nasconde soluzioni tecniche di grande ingegno. Le strutture presentano infatti incastri invisibili che non prevedono l’aggiunta di elementi metallici quali viti o giunti, ma soltanto spine di legno. Una scelta estetica, ma anche funzionale, che permette al legno di seguire naturalmente le trasformazioni dovute al variare delle condizioni atmosferiche, senza che causino fessurazioni o deformazioni irreversibili. Inoltre tutti i materiali che compongono i diversi elementi della collezione, al termine del ciclo di vita del prodotto, potranno essere separati e smaltiti nel rispetto dell’ambiente. C.F. bebitalia.com
28 marzo 2020 INTERNI
INBRIEF Nature
CONTINUITÀ MATERICA
DA GUSCIO A TORO Nato da un'intuizione del designer Pietro Petrillo, Keep Life – mantenere in vita – è un materiale innovativo, ecosostenibile e ‘bioispirato’. Si tratta di composito a natura lignea, plasmabile e autoindurente, realizzato mediante gusci di nocciole, castagne, noci, mandorle, pistacchi e arachidi, con l’aggiunta di un legante privo di sostanze nocive, cariche, riempitivi, solventi e formaldeide. Utilizzato nel campo dell’arredamento e dell’edilizia, è un materiale ecologico che non si basa sul concetto di riciclo, bensì sul principio di dare continuità a un processo iniziato dalla natura stessa. Qui a destra, lo schiaccianoci Natty, ideato da Ilaria Spagnuolo e realizzato da Keep Life con l'artigiano del ferro Daniele Paoletti. A destra, il Toro, personalizzato da Marialaura Rossiello di Studio Irvine in Keep Life, esposto alla mostra “16 animali, 16 autori” a cura di Giulio Iacchetti, che reinterpreta il celebre puzzle progettato nel 1957 da Enzo Mari per Danese Milano (sotto). keeplife.it MINOR SPRECO
GIARDINO SEGRETO Un’oasi verde in Germania. In occasione di imm Cologne 2020, Nardi ha presentato un inedito stand progettato da Raffaello Galiotto minimizzando l’impiego di materiali per l’allestimento, al fine di limitare il più possibile la produzione di rifiuti. “Questo concept espositivo nasce pensando al relax delle persone, al contatto con la natura e alla sostenibilità ambientale. Una sorta di giardino segreto, un percorso di scoperta in mezzo al verde, uno spazio open space ‘disegnato’ con la luce, le erbe naturali e l’inserimento di arredi Nardi, tutti riciclabili e alcuni realizzati con materiale riciclato”, spiega il progettista e art director del brand. Tra i prodotti esposti, anche Komodo, fresco vincitore del German Design Awards per la categoria Excellent Product Design - Gardening and Outdoor Living e di un Good Design Award. Il sistema modulare di sedute per l’outdoor, ideato da Raffaello Galiotto con struttura in resina fiberglass e dotato di imbottiti, si distingue per la straordinaria flessibilità compositiva, progettabile a piacere, modificabile e integrabile nel tempo, secondo lo spazio disponibile, le diverse esigenze e i gusti personali. C.F. nardioutdoor.com
30 marzo 2020 INTERNI
new finishing Nickel PVD Matt Copper PVD Matt British Gold PVD Matt Gun Metal PVD
Fantini Milano Via Solferino, 18 20121 Milano Ph. +39 02 89952201 fantinimilano@fantini.it Fratelli Fantini SpA Via M. Buonarroti, 4 28010 Pella (NO) Ph. + 39 0322 918411 fantini@fantini.it
Ph. Santi Caleca A.D. Graph.x Icona Design V. Van Duysen
www.fantini.it
INBRIEF showrooms
CIMENTO A MILANO
Un ambiente luminoso, sobrio ed elegante, dove a predominare sono le cromie naturali in grado di enfatizzare al meglio il potenziale espressivo della materia. E la materia – innovativa – è Cimento, il composto brevettato da Sai Industry che impiega per oltre il 90% aggregati minerali mescolati a un legante cementizio e che viene utilizzato per rivestire pareti e pavimenti, elementi d’arredo e pezzi dal design scultoreo. Situato in via Borgogna 7, nel distretto del design Durini-San Babila, il nuovo spazio milanese di Cimento, brand di Sai Industry, azienda di riferimento nella progettazione e sviluppo di arredi su misura, è stato ristrutturato da Parisotto + Formenton Architetti, designer e art director degli arredi della Cimento Collection. Si configura come showroom e workspace di ultima generazione: è infatti un luogo di lavoro e di incontro, uno spazio espositivo flessibile, oltre che una galleria di progetti. cimentocollection.com
Ph. Giulio Gherardi
abaco materico
IDEAL STRANDARD A LONDRA
REINTERPRETAZIONE COLTA Ideal Standard International ha inaugurato un nuovo showroom a Londra, nel distretto creativo di Clerkenwell. Il Design and Specification Centre, sviluppato su quattro piani, è stato pensato per riunire i diversi professionisti del settore. In occasione dell'evento inaugurale, Roberto Palomba, Chief Design Officer di Ideal Standard, e il designer Robin Levien hanno parlato di tendenze, influenze e prospettive nel campo della progettazione del bagno. Lo spazio presenta diversi prodotti nati dalla collaborazione con lo studio Palomba Serafini Associati, che ha avviato un nuovo percorso nella storia del design dell'azienda partendo dal suo ricco heritage. Tra i prodotti esposti, la nuova collezione di lavabi Conca (nella foto a sinistra), ispirata alla linea ideata nel 1972 da Paolo Tilche: un esempio concreto di reinterpretazione contemporanea di un celebre classico. C.F. idealstandard.it
32 marzo 2020 INTERNI
PH Be rnard TOuiLLOn
G r a n d L i f e By C H r i S T O P H e P i L L e T
SHOwrOOm miL anO / rOma / viTerBO / COrTina d ’a m P e z z O / L O n d r a / Pa r i G i / C a n n e S eTHimO.COm
LookINg AROUND production
DUE AMBIENTAZIONI REALIZZATE CON IL SISTEMA BOISERIE POLIFUNZIONALE MODULOR DI GIUSEPPE BAVUSO PER RIMADESIO. A SINISTRA, PARETE CON RIVESTIMENTO IN GRES CREMA, A CUI SONO ANCORATE MENSOLE IN FINITURA PLATINO (COME LA STRUTTURA) E IL CONTENITORE SOSPESO SELF BOLD. SOTTO, BOISERIE E PORTA BATTENTE IN FINITURA NOCE SAHARA E STRUTTURA RAME.
OLTRE LA BOISERIE
Si evolve il concetto di rivestimento in legno a parete. Oggi si parla di sistemi architettonici flessibili, in vari materiali, capaci di integrare porte ed elementi d’arredo Polifunzionali, tecnologiche, camaleontiche. Così si presentano le nuove boiserie. Simbolo di questa svolta, il sistema Modulor disegnato da Giuseppe Bavuso per Rimadesio, liberamente componibile e adattabile alle diverse esigenze architettoniche del settore residenziale, contract e retail. Grazie a una struttura portante in alluminio estruso, può essere
34 marzo 2020 INTERNI
MATRIX, DI PIERO LISSONI PER LUALDI, SISTEMA BOISERIE CON PORTA SCORREVOLE INTEGRATA, IN NOCE CANALETTO CENERE.
configurato con attrezzature sospese, combinarsi con porte e rivestire a effetto continuo le pareti di un intero ambiente, integrando anche un sistema di illuminazione led. Il programma è realizzabile sempre su misura, disponibile in 99 finiture tra cui vetro (laccato lucido, opaco, reflex o specchio), essenza in noce, gres, tessuto, similpelle. Puntano
decisamente sul legno, espresso in una ampia gamma di finiture, altri brand che propongono sistemi variamente configurabili e attrezzabili. Tra questi, i programmi wall&door e boiserie di Lualdi, che danno vita a ‘pareti funzionali’ di segno decisamente contemporaneo, anche grazie all’intervento di Piero Lissoni, autore dei grafismi di Matrix.
Itlas prosegue nel suo percorso verso un wood total look ampliando finiture e composizioni del Progetto Bagno, con nuove declinazione a parete della Collezione 5 millimetri. Anche Garofoli, grazie alla trasversalità del suo catalogo, propone soluzioni su misura capaci di armonizzare in un unico sistema boiserie, porta, mensole, armadiature. ■ K.C.
DI ITLAS, RIVESTIMENTO PARETE IN LEGNO ITLAS COLLEZIONE 5 MILLIMETRI ROVERE MATERIA. PENSILI IN LEGNO DI ROVERE D10 E VETRO CON PROFILATURA IN ALLUMINIO ITLAS.
COMPOSIZIONE DI BOISERIE, MENSOLE E CONTENITORI PENSILI PRODOTTA SU MISURA DA GAROFOLI, IN FINITURA ROVERE ICE.
INTERNI marzo 2020 35
LookINg AROUND production
NODO, LA TENDA A BRACCI IN CASSONETTO FIRMATA GIBUS, QUI INSTALLATA IN UNO SPAZIO FRONTE PISCINA ALL’INTERNO DI UNA VILLA NEL PRINCIPATO DI MONACO. SCELTA PER LA SUA ROBUSTEZZA (COSÌ DA RESISTERE AI FORTI VENTI), LA NOVITÀ DELL’AZIENDA VANTA UN’AVANZATA TECNOLOGIA CHE PREVEDE LA MOVIMENTAZIONE AUTOMATICA CON TELECOMANDO E L’ILLUMINAZIONE A LED INTEGRATA. LA SUA FORMA SQUADRATA CONTIENE LO SNODO CHE PERMETTE IL MOTO DI ROTAZIONE FUNZIONALE ALL’INCLINAZIONE DELLA TENDA, VARIABILE DA 0° A 90°. I DUE BRACCI EDGE 75 SONO FISSATI ALLA TESTATA, CHE RUOTA INSIEME AL CASSONETTO ED È REGOLABILE TRAMITE VITE METRICA.
LE PERGOZIP DI BT GROUP SONO SISTEMI DI SCHERMATURA SOLARE PROGETTATE PER CREARE SPAZI OUTDOOR DA VIVERE PER GRAN PARTE DELL’ANNO GRAZIE A COPERTURE ORIZZONTALI A TELO TESO. LA PECULIARITÀ DELLE PERGOZIP È DATA DAL TELO AVVOLTO NEL CASSONETTO D’ALLUMINIO E TENSIONATO ATTRAVERSO MOLLE A GAS E ZIP LATERIALI. DOTATI DI PIANTANE FRONTALI DA 13X13 CM E CON PREDISPOSIZIONE PER LO SCARICO DELLE ACQUE, I SISTEMI SONO INSTALLABILI A SOFFITTO O A PARETE.
OUTDOOR TUTTO L’ANNO
Pergole, tende, schermature, coperture: tutte soluzioni che permettono di vivere gli spazi esterni in ogni stagione, aggiungendo, di fatto, un nuovo ambiente alla casa di Andrea Pirruccio
PROGETTATA DA RICHARD NEUTRA E ELETTA DALL’ARCHITETTO A PROPRIA ABITAZIONE, LA RESEARCH HOUSE 2 DI LOS ANGELES, IN SEGUITO BATTEZZATA VDL, È UN MANIFESTO DEL BIOREALISMO. IN CIMA ALLA STRUTTURA, DION NEUTRA COSTRUÌ UNA PICCOLA PENTHOUSE, CHE OGGI KETTAL RIPROPONE IN SERIE IN DUE VERSIONI: VDL PENTHOUSE, APPUNTO, CHE RIPRODUCE FEDELMENTE L’ARCHITETTURA DEI NEUTRA, E VDL PAVILION (NELLA FOTO), CHE DISPONE DI UN’UNICA PARETE FISSA COMPOSTA DI ASSI VERTICALI E PERMETTE AL SOLE E ALL’ARIA DI ENTRARE NELLA STRUTTURA.
36 marzo 2020 INTERNI
IN UN TIPICO CASALE CONTADINO DI INIZIO NOVECENTO, RESSTENDE HA INSERITO, IN MANIERA DISCRETA E TOTALMENTE FUNZIONALE AL CONTESTO, IL SISTEMA DI SCHERMATURE PER FACCIATE BOSTON 135, INSTALLATO ORIZZONTALMENTE, CON LO SPECIALE TRACTION KIT D75. LA PECULIARE TONALITÀ LINO GRIGIO DEL TESSUTO UTILIZZATO È STATA SCELTA PER CREARE UN’ARMONIA VISIVA CON I COLORI DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE, CONFERENDO COSÌ ALLE SCHERMATURE UNA TRACCIA GRADEVOLMENTE NATURALE.
SERIE BRERA DI PRATIC È LA NUOVA COLLEZIONE DI COPERTURE OUTDOOR CON LAME FRANGISOLE CHE SCORRONO E SI COMPATTANO IN UNO SPAZIO RIDOTTO. DA APERTA, BRERA OFFRE UN’AMPIA VISTA DEL PAESAGGIO, MENTRE DA CHIUSA ASSICURA PROTEZIONE DA SOLE, VENTO E PIOGGIA. PERSONALIZZABILE IN OLTRE 30 COLORAZIONI PRATIC, LA SERIE BRERA È DISPONIBILE IN TRE VERSIONI: SOLO COPERTURA (BRERA BASIC), CON VETRATE SLIDE GLASS (BRERA SUPERIOR) O CON VETRATE E CON RASO, LA TENDA VERTICALE DISPONIBILE CON TESSUTI FILTRANTI (BRERA PREMIUM). SUPERIOR E PREMIUM POSSONO ESSERE AUTOPORTANTI O ADDOSSATE A MURO, BRERA BASIC, INVECE, È STUDIATA PER INSERIRSI IN SPAZI GIÀ ESISTENTI. BRERA PUÒ ESSERE ACCESSORIATA ANCHE CON LED PERIMETRALI RGB.
PRODOTTA DA CORRADI, IMAGO È UNA STRUTTURA OUTDOOR A LAMELLE ORIENTABILI CHE SI PROPONE COME SOLUZIONE AUTOSUFFICIENTE GRAZIE AI SUOI DETTAGLI COSTRUTTIVI: LA PEDANA, LE TRAVI E I PILASTRI SONO INFATTI SVILUPPATI IN PIENA CONTINUITÀ ARCHITETTONICA TRA DI LORO. IL PROGETTO È STATO FINORA PENSATO IN TRE DECLINAZIONI CHE NE LASCIANO INTUIRE LE POTENZIALITÀ: IMAGO DREAMING (NELLA FOTO) CHE RIPRODUCE UNA CAMERA DA LETTO, IMAGO GOURMET, DEDICATO A CHI VUOLE VIVERE LA CUCINA FUORI CASA, E IMAGO FEELING GOOD, PER CHI CERCA UN’AREA DI BENESSERE A CONTATTO CON LA NATURA.
DI KE OUTDOOR DESIGN, GENNIUS VEGA, LA TENDA A PERGOLA DAL DESIGN LINEARE CONNOTATA DAGLI INSERTI LUMINOSI A LUCE DIFFUSA DISPOSTI LUNGO GUIDE E COLONNE. GRAZIE AL SISTEMA VERTIKA GENNIUS, LA STRUTTURA PUÒ ESSERE CHIUSA CON TENDE A CADUTA LATERALI E FRONTALI, MENTRE LA SUA AMPIA POSSIBILITÀ DI PERSONALIZZAZIONE PERMETTE DI SODDISFARE SVARIATE NECESSITÀ ARCHITETTONICHE. GESTIBILE DA REMOTO ATTRAVERSO APP, VEGA PUÒ ESSERE VISSUTA IN TUTTE LE STAGIONI CON NOTEVOLE RISPARMIO ENERGETICO: IN INVERNO RIDUCE INFATTI LE DISPERSIONI TERMICHE, MENTRE IN ESTATE OTTIMIZZA L’IMPATTO DEI RAGGI SOLARI CONTRIBUENDO A DIMINUIRE IL SURRISCALDAMENTO DEGLI AMBIENTI.
INTERNI marzo 2020 37
LookINg AROUND production DISEGNAT0 PER RIMADESIO DA GIUSEPPE BAVUSO, SPAZIO È UN SISTEMA INTERPARETE IN VETRO PENSATO PER DELIMITARE O COLLEGARE GLI AMBIENTI IN UN PROGETTO ARCHITETTONICO DI INTERNI. SPAZIO È DECLINABILE IN NUMEROSE VARIANTI COMPOSITIVE: DALLA SEMPLICE PARETE DIVISORIA IN CRISTALLO TRASPARENTE ALLA VERSIONE PIÙ COMPLESSA E ARTICOLATA, REALIZZATA IN COMBINAZIONE CON TUTTI I PANNELLI SCORREVOLI DELL’AZIENDA. IL PROFILO IN ALLUMINIO A INCASSO TOTALE È DOTATO DI REGOLAZIONE IN ALTEZZA CHE PERMETTE LA PERFETTA MESSA IN BOLLA DEL TELAIO SUPERIORE.
MONOLITE RASOMURO DI BAUXT È UNA BLINDATA FILOMURO CHE PERMETTE L’APERTURA DELL’ANTA A 180° SENZA ALCUN PROFILO A VISTA. IL SUO SISTEMA BREVETTATO DI CERNIERE A SCOMPARSA GARANTISCE LA FACILITÀ DELL’INSTALLAZIONE, MENTRE LO SPECIALE IMPIANTO DI FISSAGGIO CONSENTE DI MONTARE PRIMA IL TELAIO E IN SEGUITO L’ANTA, COSÌ DA ASSICURARE UN ASSEMBLAGGIO PIÙ AGEVOLE.
SPAZI DA DEFINIRE
REALIZZATA IN OTTONE, LA MANIGLIA CONTOUR, DESIGN GIUSEPPE BAVUSO PER ENTO, È MODELLATA INTORNO A UN SISTEMA DI MOLLA E ROSETTA DI APPENA 43 MILLIMETRI DI DIAMETRO. OLTRE CHE CON BOCCHETTE E NOTTOLINO SPECIFICI, È DISPONIBILE IN VERSIONE PLUS CON INSERTO IN MATERIALI E FINITURE PERSONALIZZABILI PER PROGETTI CUSTOM.
Delimitare una soglia, segnare un confine o collegare due ambienti: qualunque sia l’interpretazione ideale della loro funzione, i serramenti hanno acquisito una dimensione estetica che li rende protagonisti per un progetto d’arredo a 360 gradi di Andrea Pirruccio
INTERNI marzo 2020 39
LookINg AROUND production MATERIA È LA RISPOSTA, DA PARTE DI GD DORIGO, ALLA NECESSITÀ DI OFFRIRE CONTINUITÀ TRA IL TELAIO E I COPRIFILI LACCATI E LA PORTA IN PLANTEXT – UNO STRATO DI LAMINATO SVILUPPATO DALL’AZIENDA CHE PERMETTE DI RIPRODURRE FEDELMENTE LE DIVERSE ESSENZE DEL LEGNO – COORDINANDOLI NELLE TINTE. SI OTTENGONO COSÌ DUE PROPOSTE INEDITE: OPALE CEMENTO SPATOLATO (LISCIO AL TATTO E ALLA VISTA) E GRAFITE (LAVORATA COME UNA LIEVE TRAMA DI TESSUTO), ENTRAMBE CONNOTATE DA NUANCE DI GRIGIO.
COMPASS 55 DI LUALDI È UNA VARIANTE DEL MODELLO RASOMURO CHE SI CARATTERIZZA PER LA SUA TOTALE INTEGRAZIONE NELLA PARETE E PER LE CERNIERE A SCOMPARSA. PERFETTAMENTE ALLINEATA, DOTATA DI ANTA PIVOTTANTE E AUTOCHIUSURA CONTROLLATA, COMPASS 55 ACCENTUA L’ASPETTO SCENICO DI UN DIVISORIO SPAZIALE.
VOLA, DESIGN MAX PAJETTA PER OLIVARI, È UNA MANIGLIA NATA DOPO UN LUNGO LAVORO DI PROTOTIPAZIONE, NELLA RICERCA DI UN EQUILIBRIO ESTETICO CHE CONIUGASSE LE ESIGENZE TECNICO-PRODUTTIVE E QUELLE ERGONOMICHE. EVOCATIVO IL SUO NOME, CHE RISPECCHIA PERFETTAMENTE L’IDEA DELLA SUA FORMA.
40 marzo 2020 INTERNI
ECLISSE 40 COLLECTION DI ECLISSE È IL PRIMO TELAIO IN ALLUMINIO ANODIZZATO CHE CREA UN SENSO DI PROFONDITÀ, ESALTANDO LA PORTA COME UNA CORNICE. IL TELAIO AFFIORA DALLA PARETE LASCIANDO UN SEGNO CHE DA UN LATO DEFINISCE UNA STROMBATURA DI 40°, DALL’ALTRO MANTIENE LA DISCREZIONE DI UNA PORTA FILO MURO CHE PUÒ ESSERE DIPINTA NELLO STESSO COLORE DELLA PARETE O RIFINITA CON LA CARTA DA PARATI. SVILUPPATO DA UN’IDEA DI FRANCESCO VALENTINI E LORENZO PONZELLI, ECLISSE 40 COLLECTION È DISPONIBILE IN BRONZO E NELLA VARIANTE CON RIVESTIMENTO IN PRIMER, E NEI MODELLI PER UNA O DUE ANTE, NELLE VERSIONI SIA A SPINGERE CHE A TIRARE, A DESTRA O A SINISTRA.
DA GAROFOLI, PORTA DELLA COLLEZIONE FILOMURO, MODELLO VERT 1 VFV, CON VETRI TRASPARENTI, PROFILI IN ALLUMINIO NERO E MANIGLIA PLAYA.
KIKKA DI FLESSYA È UNA PORTA IN VETRO STRUTTURALE DA 8 MM, CON BORDO IN LEGNO LISTELLARE IMPIALLACCIATO DA APPENA 40X40 MM. OLTRE CHE A BATTENTE, KIKKA È DISPONIBILE IN DIVERSE VERSIONI SCORREVOLI, INTERNE ED ESTERNE. ALLA PORTA POSSONO ESSERE APPLICATI NUMEROSI VETRI (TRASPARENTE, ACIDATO, CON TESSUTO INTERNO, LACCATO, SABBIATO, SCAVO, CON STAMPA DIGITALE O IN UNA LAVORAZIONE CHE PREVEDE L’INSERIMENTO DI FILI D’ACCIAIO, RAME O OTTONE) E VARIE FINITURE – DAI LACCATI AI GOFFRATI ALLE ESSENZE – E ALTRE POSSONO ESSERE REALIZZATE SU RICHIESTA.
INTERNI marzo 2020 41
LookINg AROUND production
DISEGNATA DA GIUSEPPE BAVUSO PER ERCO, DRY È UNA COLLEZIONE CHE COMPRENDE FINESTRE E PORTEFINESTRE A UNA E PIÙ ANTE, REALIZZATE CON MATERIALI DI ECCELLENZA: UN’ANIMA IN RESINA SINTETICA È PROTETTA ALL’ESTERNO CON PROFILI IN ALLUMINIO VERNICIATI O OSSIDATI, MENTRE ALL’INTERNO È POSSIBILE SCEGLIERE TRA LE STESSE FINITURE O TRA ESSENZE IN LEGNO QUALI IL ROVERE TERMO TRATTATO, IL ROVERE GRIGIO, IL ROVERE SBIANCATO E IL NOCE CANALETTO. NELLA FOTO, VETRATE FISSE FILO MURO DELLA SERIE, NELLA FINITURA NOCE CANALETTO E CON VETRO RIFLETTENTE CHIARO.
THERMIC 2.0 DI FOSSATI SERRAMENTI È UN INFISSO CHE CONIUGA VALORI ESTETICI A CONTENUTI TECNOLOGICI IN GRADO DI ASSICURARE ELEVATI STANDARD DI ISOLAMENTO. ALL’INTERNO, L’INFISSO È IN UN LEGNO A SCELTA TRA PINO LAMELLARE E FRASSINO LAMELLARE IN SVARIATE FINITURE; SUL LATO ESTERNO, INVECE, L’ALLUMINIO CONFERISCE AL TELAIO DURABILITÀ E UN’AMPIA POSSIBILITÀ DI PERSONALIZZAZIONE CROMATICA. TUTTI I VETRI MONTATI SONO EXTRA-CHIARI E, NELLA VERSIONE PLUS, THERMIC 2.0 DISPONE DI UN TRIPLO VETRO CHE GARANTISCE PROTEZIONE SIA DAL FREDDO INVERNALE SIA DAL CALDO ESTIVO.
LA NUOVA FINESTRA IN ALLUMINIO SCHÜCO AWS 75 PD.SI (PANORAMA DESIGN SUPER INSULATION) È STATA PROGETTATA PER GARANTIRE PERFORMANCE TERMOACUSTICHE, DESIGN MINIMALE ED ELEVATA TRASPARENZA. IL SISTEMA SI DISTINGUE PER I PROFILI ESTREMAMENTE SNELLI, CHE PERMETTONO DI MASSIMIZZARE LA QUANTITÀ DI SUPERFICIE VETRATA E AUMENTARE COSÌ L’APPORTO DI LUCE NATURALE.
42 marzo 2020 INTERNI
www.royalbotania.com
LookINg AROUND production
LAPITEC PRESENTA LE PRIME LASTRE DI PIETRA SINTERIZZATA CON VENATURE PASSANTI. TRE I COLORI DISPONIBILI: BIANCO ELETTRA, BIANCO VITTORIA E BIANCO AURORA, TUTTI SU BASE BIANCO ASSOLUTO E CON UNA VENA IN TONO DI GRIGIO. I NUOVI VENATI SONO DISPONIBILI NELLE FINITURE LUX E SATIN E NEGLI SPESSORI DA 12 E DA 20 MM.
ESTETICA TANGIBILE Un excursus tra i materiali (di rivestimento ma non solo), alla ricerca di idee per rendere la quotidianità più pratica, sicura e, perché no, bella di Andrea Pirruccio
PARTE DI CROGIOLO, LA NUOVA RICERCA DI MARAZZI SULL’ARTIGIANATO INDUSTRIALE, SCENARIO È L’INEDITO GRES 20X20 CM CHE TRAE ISPIRAZIONE DA ‘I PENNELLATI’, STORICA COLLEZIONE DELL’AZIENDA. LA STESURA DEL COLORE SULLA SUPERFICIE RIPRENDE QUELLA FATTA A MANO DALLE DECORATRICI, IN CUI LE IMPERFEZIONI RENDEVANO IL MATERIALE POETICO E UNICO. SCENARIO PRESENTA DUE SUPERFICI DIVERSE MA ABBINABILI FRA LORO: UNA MATT REALIZZATA IN TRE COLORI (BIANCO, NERO E BLU) E L’ALTRA ULTRA-LUX (IN BIANCO, BLU, AZZURRO, NERO E GRIGIO).
FINEO DI AGC GLASS EUROPE, VETRO SOTTOVUOTO DI ULTIMA GENERAZIONE, RICICLABILE AL 100% E DALLO SPESSORE ULTRA SLIM. LA PECULIARE COMPOSIZIONE DEL PRODOTTO, COSTITUITO DA DUE LASTRE DI VETRO SEPARATE DA UN’INTERCAPEDINE DI 0,1 MM DI SPESSORE, CONSENTE DI CONIUGARE PERFORMANCE TECNICHE ED ESTETICHE, CONFERENDO AL VETRO UN ASPETTO NEUTRO E TRASPARENTE E MIGLIORI PRESTAZIONI IN TERMINI DI ISOLAMENTO TERMICO.
DI EUGENIO BISELLI PER FRANCHIUMBERTOMARMI, HEXAGON È UNA LIBRERIA FATTA DI ESAGONI SOVRAPPOSTI IN MARMO CALACATTA CHE GENERANO UNA STRUTTURA MODULARE, AUTOPORTANTE E DALLE PRESSOCHÉ INFINITE COMBINAZIONI.
INTERNI marzo 2020 45
LookINg AROUND production
SUPERFICI RIVESTITE CON ULTRATOP LOFT DI MAPEI, PASTA CEMENTIZIA DAL FORTE EFFETTO MATERICO. APPLICABICABILE IN VERTICALE, ORIZZONTALE E A SOFFITTO FINO A UNO SPESSORE DI 2 MM, ULTRATOP LOFT È LA SOLUZIONE IDEALE PER REALIZZARE RIVESTIMENTI E PAVIMENTAZIONI DECORATIVE ANCHE SOTTOPOSTE A INTENSO TRAFFICO PEDONALE, COME QUELLE DI ESERCIZI COMMERCIALI, RISTORANTI, HALL, NEGOZI, ABITAZIONI, MUSEI E, IN GENERALE, TUTTI GLI AMBIENTI RICONDUCIBILI DELL’EDILIZIA CIVILE. LA NUOVA SOLUZIONE DELL’AZIENDA È DISPONIBILE IN OLTRE 200 TONALITÀ.
DOLMEN PRO È LA COLLEZIONE DI ATLAS CONCORDE DEDICATA AL PORFIDO DEL TRENTINO ALTO ADIGE. LA LINEA, CHE PERMETTE DI REALIZZARE PROGETTI CAPACI DI ESPRIMERE UNA CONTINUITÀ TRA INDOOR E OUTDOOR, È DISPONIBILE NEI SEGUENTI FORMATI: 22,5X22,5 CM E 22,5X45 CM CON SPESSORE DA 20 E DA 9 MM; 60X120 CM CON SPESSORE 20 MM; 37,5X75 CM. LA PALETTE DI DOLMEN PRO PRIVILEGIA TRE NUANCE OMOGENEE (CENERE, GRIGIO E ROSSO) E LA VERSIONE POLICROMATICA MIX (NELL’IMMAGINE).
DISEGNATA PER BESANA MOQUETTE DA CRISTINA CELESTINO, NEBULA SI ISPIRA AI TEMI DELLO SPAZIO E DEL MONDO SOTTOMARINO, EVOCANDO UNA FLORA IMMAGINARIA E UNA NATURA FANTASTICA. LE INNOVATIVE TECNICHE DI STAMPA PERMETTONO DI RIPORTARE GRAFICHE E DISEGNI SU BASI TESSILI MOLTO FOLTE, CONFERENDOGLI ANCHE UN ASPETTO CANGIANTE.
46 marzo 2020 INTERNI
DALLA COLLABORAZIONE TRA REX, UNO DEI BRAND DI FLORIM, E RUBELLI È NATA LA COLLEZIONE I FILATI DI REX, UNA REINTERPRETAZIONE SULLA SUPERFICIE CERAMICA DEI MOTIVI DECORATIVI PIÙ ICONICI DELL’AZIENDA SPECIALIZZATA IN TESSUTI E IMBOTTITI. LA SERIE PROPONE NOVE PATTERN DECLINATI SU GRANDI LASTRE IN DIVERSE TONALITÀ. TRE LE FAMIGLIE ESTETICHE DISPONIBILI: I MOTIVI DAMASCATI, I DISEGNI FLOREALI E QUELLI GEOMETRICI.
DISEGNATA DA MARIALAURA ROSSIELLO PER STUDIO IRVINE, P-SAICO DI MOSAICO+ È UNA COLLEZIONE CHE RIFIUTA L’IDEA DI POSA REGOLARE E GEOMETRICA. REALIZZATO IN GRES PORCELLANATO, IL PROGETTO AMPLIA LE POSSIBILITÀ DI UTILIZZO DEL MOSAICO, RENDENDOLO ADATTO ANCHE PER APPLICAZIONI A PARETE. LA MATERIA È STATA RIDOTTA A FRAMMENTI DI 1X3 CM, LE TESSERE SONO FORNITE PRE-ASSEMBLATE SU RETE E I MODULI SI ABBINANO CON UN INCASTRO PERFETTO. LA POSA DI P-SAICO HA UN EFFETTO RANDOM, CON FUGA VARIABILE DA 2 A 6 MM.
PORT BLACK DI ANTOLINI È UNA PIETRA NATURALE IDONEA A INTERPRETARE LO STILE METROPOLITANO E L’ALTERNANZA DEL BIANCO E DEL NERO NE ESALTANO LA RAFFINATEZZA. UN MARMO CAPACE DI VESTIRE GLI SPAZI ESPRIMENDO UNA PERSONALITÀ SENZA COMPROMESSI.
LA CALDA MATERICITÀ DI CEMENTORESINA DI KERAKOLL DESIGN HOUSE PERMETTE DI FONDERE IN UN CORPO UNICO PAVIMENTI E PARETI, CREANDO UN EFFETTO DI GRANDE UNIFORMITÀ ESTETICA. DISPONIBILE NEI 10 COLORI DELLA WARM COLLECTION.
LA NUOVA COLLEZIONE DI RIVESTIMENTI TRIDIMENSIONALI MARGRAF SI ISPIRA ALLE TENDENZE CONTEMPORANEE, E VIENE PROPOSTA IN BIANCO CARRARA, BIANCO SIBERIA, CREMA NUOVA, FIOR DI PESCO CARNICO – MARMO SIMBOLO DELL’AZIENDA VICENTINA – JOLIE GREY E LIPICA FIORITO. AMPIA LA SCELTA DI TEXTURE DIVERSE, PRESENTATE NELLE FINITURE LUCIDA A SPECCHIO O OPACIZZATA, E VANTAGGIOSO LO SPESSORE PARTICOLARMENTE RIDOTTO (A PARTIRE DA 3 CM), CHE NE FACILITA IL TRASPORTO E L’INSTALLAZIONE A PARETE.
INTERNI marzo 2020 47
LookINg AROUND production
DA GARBELOTTO, PAVIMENTO POSATO A SPINA DESTRA-SINISTRA IN ROVERE SPAZZOLATO TERMO-TRATTATO CON FINITURA HABITAT. LA NATURALE MATERICITÀ DEL LEGNO È ESALTATA DA UN TRATTAMENTO DI VERNICIATURA ALL’ACQUA A CICLO COMPLETO, CHE RENDE LE TAVOLE TOTALMENTE MATT.
CP PARQUET HA LANCIATO SUL MERCATO UN’INEDITA VERNICE IGIENIZZANTE ARRICCHITA CON IONI D’ARGENTO: UN PRODOTTO A BASE D’ACQUA BIOCOMPATIBILE CHE NON COMPORTA RISCHI PER LA SALUTE. IL SUO FUNZIONAMENTO È SEMPLICE E MECCANICO: DAL MOMENTO IN CUI UN MICRORGANISMO ENTRA IN CONTATTO CON LA SUPERFICIE DEL LEGNO PROTETTA DA QUESTA VERNICE, GLI IONI D’ARGENTO SI ATTIVANO E NE AZZERANO LA CARICA BATTERICA. INOLTRE, GRAZIE ALLA PROTEZIONE IGIENIZZANTE, I PAVIMENTI RICHIEDONO UNA MINOR PULIZIA ED È POSSIBILE RIDURRE L’USO DEI DETERSIVI, RISPETTANDO L’AMBIENTE.
TUM1AA4X COLORE È IL NUOVO OLIO UV 100% BIO DI ILVA, EVOLUZIONE GREEN DEI TRADIZIONALI OLI USATI INDUSTRIALMENTE PER LA PRODUZIONE DI PARQUET. A EMISSIONI ZERO, CONTIENE IL 32% DI MATERIE PRIME RINNOVABILI DI ORIGINE VEGETALE ED È PRIVO DI SOSTANZE SICCATIVE A BASE DI METALLI PESANTI. IDEALE PER PAVIMENTI IN LEGNO E ADATTO ANCHE A MOBILI, PORTE E PANNELLATURE, TUM1AA4X COLORE VALORIZZA LA BELLEZZA DEL LEGNO RAVVIVANDONE LE VENATURE.
OPTICAL, UNA DELLE DIECI TEXTURE DI GROOVY, LA COLLEZIONE DI SUPERFICI TRIDIMENSIONALI PRODOTTA DA TABU. LA SERIE COMPRENDE PANNELLI OTTENUTI DALL’ACCOPPIAMENTO DI DUE FOGLI DI PIALLACCI NATURALI TINTI, PRESSATI FINO A OTTENERE LA TERZA DIMENSIONE. I FOGLI SONO POI PLACATTI SU PANNELLO E VERNICIATI, E POSSONO ESSERE UTILIZZATI A PARETE, IN BOISERIE OPPURE SU MOBILI.
MARTINO GAMPER HA REALIZZATO PER ALPI GAMPERANA TRIPLEX, UN TIPO DI LEGNO CHE NON ESISTE IN NATURA. UNA SFIDA CHE HA PORTATO IL DESIGNER A INTERPRETARE IL LEGNO SEZIONANDOLO E RICOMPONENDOLO: UN CONCETTO LUDICO RIPRESO ANCHE DAL NOME IN UN LATINO IMMAGINARIO. PARTENDO DA UNA TEXTURE GEOMETRICA CHE GIOCA SULL’ACCOSTAMENTO TRA TONALITÀ NATURALI E ACCENTI CROMATICI, GAMPER CREA TRE VARIANTI DELLO STESSO DISEGNO DECLINATE IN TRE FOGLI DIFFERENTI. COSÌ, IL MEDESIMO DECORO SI ANIMA ATTRAVERSO DIVERSE INTERPRETAZIONI.
48 marzo 2020 INTERNI
PARQUET PRATICO E VELOCE DA POSARE, STABILE E RESISTENTE, LEGNI DEL DOGE DI ITLAS È UN LISTONE PREFINITO A DUE STRATI, DI CUI QUELLO IN VISTA È IN LEGNO NOBILE DISPONIBILE IN VARIE ESSENZE E FINITURE. L’UTILIZZO DEL SUPPORTO IN BETULLA E DELLA COLLA VILINICA RENDE IL PARQUET PIÙ SICURO ANCHE IN CASO DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO.
LEGNI DI ABET LAMINATI, COLLEZIONE ISPIRATA AI TONI CALDI E ALLE ESSENZE LIGNEE CHE OGGI INCLUDE MOLTI NUOVI DECORATIVI. LA LINEA È SUDDIVISA IN DUE GRANDI FAMIGLIE: LEGNI LIGHT E LEGNI DARK, CHE UNISCONO LE LORO NUOVE PROPOSTE A QUELLE CHE FURONO LEGNI E LEGNI NEWS.
LA RICERCA DI INEDITE TONALITÀ DA PARTE DI CADORIN HA PORTATO ALLO SVILUPPO DEL NOCE AMERICANO NELLA NUOVA FINITURA CARBONIO. GRAZIE ALLA SPAZZOLATURA, LA VENATURA TIPICA DEL NOCE VIENE ESALTATA CREANDO INEDITE SFUMATURE DARK. QUESTA NOVITÀ ARRICCHISCE LA COLLEZIONE AZIENDALE LISTONI PREGIATI, PRODOTTI CON I MIGLIORI LEGNI DA OGNI PARTE DEL MONDO.
LETWOOD DI FANTONI È UN SISTEMA DI RIVESTIMENTO FONOASSORBENTE MODULARE, A SOFFITTO O A PARETE, CON CUI È POSSIBILE CREARE INFINITE SOLUZIONI CONSENTITE DAL FORMATO QUADRATO (60X60 CM), DALLA MODULARITÀ E DALL’INTERCAMBIALITÀ DEI SINGOLI ELEMENTI. GRAZIE AI SUOI DUE DIVERSI PATTERN (IDEATI DA SAMER CHALFOUN), CHE PERMETTONO DI DISPORRE LE QUADROTTE IN MANIERA CASUALE PER OTTENERE RISULTATI ESTETICI SEMPRE DIVERSI, LETWOOD È IDEALE PER AMBIENTI QUALI LOUNGE, FOYER, SALE D’ATTESA, BAR, PUB E NEGOZI. IL PANNELLO È IN MDF DA 16 MM, LA SUPERFICIE PUÒ ESSERE MELAMMINICA E LACCATA.
INTERNI marzo 2020 49
LookINg AROUND production RIALTO, COMPLETAMENTO DELLA COLLEZIONE VENICE VILLA DI FMG - FABBRICA MARMI E GRANITI. CONNOTATA DA UNA FINISSIMA GRANIGLIA, LA LINEA È DISPONIBILE NEI FORMATI TRADIZIONALI (DAL 120X60 AL 20X20 CM), NELLE FINITURE LEVIGATA E NATURALE E NELLA NUOVA SABBIATA, CHE PORTA IN SUPERFICIE IL MATERIALE RESTITUENDO AL TATTO UNA GRADEVOLE RUVIDEZZA. MOLTO AMPIA LA PALETTE CROMATICA A CUI È POSSIBILE ATTINGERE.
ISPIRATA ALL’OMONIMA PIETRA DOLOMITICA, QUARZITE È LA COLLEZIONE DI EMILCERAMICA CHE ARRICCHISCE IL MONDO DI EXTERNA, LA LINEA DEDICATA DALL’AZIENDA AGLI AMBIENTI ESTERNI SIA PUBBLICI SIA PRIVATI. DISPONIBILE NEI COLORI GOLD GREY E RUST GREY E NEI FORMATI 20X40 E 20X20 CM, QUARZITE DEVE IL PROPRIO NOME ALLA PRESENZA DI CRISTALLI DI QUARZO, CHE CONFERISCONO AL GRES PORCELLANATO UNA PECULIARE LUMINOSITÀ E LA CAPACITÀ DI RIFRANGERE LA LUCE.
VICTORIA È LA NUOVA SERIE DI RIVESTIMENTI IN PASTA BIANCA 40X80 DI MARCA CORONA. LE SETTE NUANCE ABBRACCIANO TONI PASTELLO (BIANCO, ROSA E TURCHESE), NEUTRI (VANILLE E SILVER) E SATURI (GRIGIO OBSIDIAN E COTTO CARNELIAN). OLTRE AL FONDO WALL, LA SERIE PRESENTA DUE PATTERN TRIDIMENSIONALI: ART, CHE PUNTA SU GEOMETRIE 3D, E PANEL, CHE RIEVOCA LE BOISERIE DI FINE OTTOCENTO. TUTTE LE SUPERFICI VICTORIA SI PRESTANO ALLA POSA ORIZZONTALE E VERTICALE.
50 marzo 2020 INTERNI
FRUTTO DI UNA TECNOLOGIA BREVETTATA, GOBBETTO DEGA ENERGY DI GOBBETTO È UNA RESINA MODIFICATA E ARRICCHITA CON PIGMENTI, CARICHE FIBROSE, QUARZIFERE E METALLICHE, CON PROPRIETÀ MAGNETICHE E CONDUTTIVE, PRIVE DI SCORIE RADIOATTIVE. PLUS PER L’ARCHITETTURA DI INTERNI, È LA SOLUZIONE PER PAVIMENTI, RIVESTIMENTI MURALI E SUPPORTI DI VARIA NATURA, ED È CAPACE DI MIGLIORARE LA CONDUCIBILITÀ TERMICA DEI PANNELLI RADIANTI, FORNENDO UNA BARRIERA DI ISOLAMENTO DALLE ONDE ELETTROMAGNETICHE. NELL’ARREDO, INVECE, È UTILIZZABILE PER FISSARE ACCESSORI E COMPLEMENTI CON MAGNETI SPECIFICI, MANTENENDO INTATTE LE SUPERFICI.
ANTRAX IT _ RESANA TV - ITALY _ TEL. +39 0423 7174 _ ANTRAX@ANTRAX.IT
WAFFLE DESIGN PIERO LISSONI Waffle è un radiatore che rievoca la matericità imperfetta delle superfici in ghisa pur utilizzando un materiale altamente performante come l’alluminio. Disponibile in diverse grandezze, verticale e orizzontale, può essere corredato di un elegante maniglione in legno per l’utilizzo nell’ambiente bagno. I prodotti Antrax IT, creati in alluminio o acciaio al 100% riciclabile, vengono realizzati utilizzando fonti di energia rinnovabile e verniciati con l’ausilio di nanotecnologie che non producono scarti tossici di lavorazione. www.antrax.it
LookINg AROUND showrooms
CERAMICA IN SCENA
Iosa Ghini Associati firma il restyling di FAB Fiandre Architectural Bureau, lo spazio espositivo del brand di Iris Ceramica Group nel Reggiano. Un progetto che esalta il lato emozionale e al contempo tecnologico del materiale
IN QUESTA PAGINA, L’AMBIENTE PRINCIPALE DELLO SHOWROOM, CHE METTE IN SCENA LA GAMMA MAXIMUM DI FIANDRE; VI SI TROVA ANCHE UN BAR-CUCINA CON ISOLA RIVESTITA IN SAPIENSTONE. UN INTRECCIO DI TUBOLARI IN OTTONE SPAZZOLATO E UN CONTROSOFFITTO A ONDE DINAMIZZANO LO SPAZIO. NELLA PAGINA ACCANTO, DALL’ALTO: ALCUNI AMBIENTI (BAGNO, AREA WELLNESS, CORRIDOIO) DI UN IDEALE BOUTIQUE HOTEL, ALLESTITI PER EVIDENZIARE LE POTENZIALITÀ ESTETICHE E APPLICATIVE DEI FORMATI PIÙ TRADIZIONALI DI CERAMICA E LA CAPACITÀ DI REALIZZARE PROGETTI CUSTOM.
52 marzo 2020 INTERNI
Il progetto di FAB a Castellarano (RE) segue la logica espositiva di uno spazio polifunzionale tutto da vivere, dove esperire la ceramica in ogni sua forma ed espressione applicativa. Una riprogettazione totale ha interessato sia l’area esterna (5200 metri quadrati) sia quella interna (1500). “Alla base del concept”, spiegano dallo studio Iosa Ghini, “c’è la necessità di ridisegnare il paradigma espositivo dei prodotti del marchio. Lo spazio è stato suddiviso in due macro aree: una sala principale (che include la hall di accoglienza e una zona bar-cucina, ndr) dedicata all’esposizione dei prodotti Maximum, di grandissimo formato, e una sala riservata ai materiali di formato più tradizionale”. Nel primo caso il layout è concettuale, con grandi volumi rivestiti in gres a dare vita a un “luogo sorprendente, quasi metafisico”. Nella seconda area si è adottata una modalità più convenzionale, per ambientazioni ispirate a un boutique hotel, con tanto di lobby e reception, area wellness e spa, suite e corridoi di accesso alle camere. Questa scelta esplicita la capacità del brand di rispondere alle esigenze del settore Horeca e residenziale di lusso sia con pavimenti e rivestimenti, sia con arredi su misura. Un luogo dove gli architetti possono trovare il prodotto ceramico specifico per ogni scala di progetto: dalla facciata ventilata al piano di un tavolino. ■ K.C.
INTERNI marzo 2020 53
Lavastoviglie senza compromessi. Solo acciaio di grande qualità e un’ingegneria unica per offrire risultati di lavaggio eccellenti. Design scandinavo puro, solido e funzionale. Lavastoviglie DBI 644 IG.S
www.bsdspa.it
LookINg AROUND showrooms
UN BAGNO NEL LIFESTYLE
Lo showroom nel quartier generale di antoniolupi in Toscana cambia volto grazie al restyling di Studio Calvi Brambilla. Un progetto all’insegna del colore e del total living
UNA DELLE NUOVE AMBIENTAZIONI NELLO SHOWROOM DI ANTONIOLUPI, CON IL LAVABO SOFFIO (DESIGN DOMENICO DE PALO) INTEGRATO ALLA PARETE E IL RADIATORE BITLIGHT DI BRIAN SIRONI.
INTERNI marzo 2020 55
LookINg AROUND showrooms
1
2
Una promenade museale nel mondo del bagno, in cui sfumano i confini con il living e la zona notte. Questa la nuova esperienza di visita nello showroom aziendale di Cerreto Guidi (FI): 2.300 metri quadrati articolati da una suggestiva regia cromatica. Calvi e Brambilla sono intervenuti nello spazio “approfondendo ancora di più il concetto di stanza da bagno e aumentandone le dimensioni”, spiega il duo. “Abbiamo creato dei veri e propri ambienti
56 marzo 2020 INTERNI
3
enfatizzati dall’uso di colori molto accesi e contemporanei, dove il senso architettonico è dato dalle quinte scenografiche che contengono di volta in volta le collezioni del marchio”. In un allestimento che strizza l’occhio al mondo fashion, si susseguono in un percorso continuo, su un unico livello, veri e propri ‘bagni da abitare’, in cui lavabi, vasche e sanitari dialogano sempre con elementi d’arredo e un colore portante, a comporre una proposta realistica e completa in
1. LA PISCINA IN CUI LE PERFOMANCE DEI SOFFIONI DANNO VITA A UNO SPETTACOLO ACQUATICO. ACCANTO, IL LAVABO VORTICE DI PAOLO ULIAN. 2. IL LAVABO ALBUME COLOR RAME (DESIGN CARLO COLOMBO) CON IL PARAVENTO SIPARIO DI CALVI BRAMBILLA. 3. LA VASCA REFLEX (AL STUDIO) E IL LAVABO VITREO (DI CARLO COLOMBO E ANDREA LUPI), ENTRAMBI IN CRISTALMOOD.
ogni dettaglio. Un mood per ogni bagno. Immutato il concept all’ingresso: i visitatori sono accolti da una grande piscina, teatro di uno spettacolo di luce e acqua orchestrato dai soffioni in collezione. Accanto, una pedana espone il progetto più innovativo del momento (il lavabo Vortice di Paolo Ulian) e una parete rivestita in marmo esalta i lavabi più scultorei: Gessati (Gumdesign) e Controverso (Ulian). Come in un museo. ■ Katrin Cosseta
LookINg AROUND sustainability
AL CENTRO, I PROTAGONISTI DI GREENKISS: DA SINISTRA, THIERRY LEMAIRE, PAOLO CASTELLI E HUBERT DE MALHERBE. DALL’ALTO A SINISTRA IN SENSO ORARIO, DETTAGLI DELLA COLLEZIONE PRODOTTA DA PAOLO CASTELLI: CONSOLLE CESAR, LAMPADA KAALA, TAVOLINO HYPERBOL, CONSOLLE SELIMA, TAVOLINO SELIMA, LAMPADA OSCAR, TAVOLINO HYPERBOL.
CREATIVITÀ ECO & CHIC 58 marzo 2020 INTERNI
Presentata a Parigi alla fiera di Maison & Objet 2020, la start-up di arredi eco Greenkiss prodotta da Paolo Castelli. Una joint venture tra designer francesi e imprenditoria italiana. Da seguire
Un bacio immaginario con uno spirito eco da diffondere nel vento, forse a Pantelleria, che significa proprio ‘figlia del vento’ e che è stata il luogo di incontro dove è nata l’idea di Greenkiss. Questo il nome della nuova start-up tutta made in Italy prodotta da Paolo Castelli, nata dalla collaborazione tra il designer Hubert de Malherbe, noto per la progettazione di spazi retail come La Samaritaine di Parigi, il raffinato architetto d’interni Thierry Lemaire e il designer e imprenditore Paolo Castelli. Un incontro proficuo e con obiettivi ben precisi: creare una collezione di arredi e lampade elegante, equilibrata, ispirata soprattutto agli ’50 e ’70 del design italiano e francese, ma con un’attenzione particolare alla lavorazione e trasformazione di materiali ecologici. Dalla gomma biologica auto-estinguente dell’imbottitura del divano ai mattoni di tessuto riciclati e pressati per creare il piano di una consolle, fino alle particolari lavorazioni artigianali di materiali come la ceramica di Vietri smaltata. “Già dalla prima telefonata sono stato subito entusiasta di essere partner di questa innovativa collaborazione”, afferma Thierry Lemaire. “Ho subito pensato ai prestigiosi sodalizi franco-italiani di maestri come Gio Ponti, Willy Rizzo e Vincenzo De Cotiis. Inoltre credo fortemente nel valore etico dei materiali rigenerati da scarti industriali”. Anche per Hubert de Malherbe la sostenibilità è un
requisito oggi imprescindibile per qualsiasi progetto. “Ideare senza tener conto del problema ambientale significa agire fuori dal tempo e dal mercato”. La collezione è stata disegnata a sei mani con un’interazione perfetta tra creatività francese e savoir-faire tutto italiano; comprende 20 pezzi: imbottiti dalle linee sinuose e generose, tavoli con piani in pietra e cemento impreziositi da inserti di macrofossili, sedie in legni eco-sostenbili, consolle di
ceramica smaltata, tavolini in marmo riciclato, contenitori con lavorazioni materiche speciali e lampade dai paralumi in fibra di canapa nepalese. Per Paolo Castelli si tratta di “uno straordinario esempio di lavoro di squadra. La scelta del nome Greenkiss è positiva, priva di inutili complicazioni e invita ognuno di noi a prendere l’iniziativa”. Il seguito lo vedremo presto a Milano, al Salone del Mobile. ■ Carolina Trabattoni
L’ALLESTIMENTO ALLA FIERA DI MAISON&OBJET DI PARIGI NEL GENNAIO SCORSO. IN PRIMO PIANO, GLI IMBOTTITI VAO: IMBOTTITURA REALIZZATA CON GOMME BIOLOGICHE AUTO-ESTINGUENTI, CINGHIE ELASTICHE IN IUTA E RIVESTIMENTO IN LANA BOUCLÉ COLOR PANNA.
DA SINISTRA, POLTRONCINA VAO CON GAMBE REALIZZATE IN FRASSINO TINTO NOCE DERIVANTE DALLA FILIERA DEL LEGNO ECOSOSTENIBILE, TAVOLINO SELIMA IN ALLUMINIO CON COSTA GREZZA VERNICIATO BIANCO, LAMPADA KAALA CON BASE IN CERAMICA E PARALUME IN FIBRA DI CANAPA NEPALESE, SEDIA THEO A SEI GAMBE CON STRUTTURA A VISTA IN ESSENZA FRASSINO CHIARO. FOTO DIDIER DELMAS.
INTERNI marzo 2020 59
21 - 26 APRIL 2020 Hall 13 / Booth A1
Italian Craftsmanship Wood flooring and covering
DESIGN QUALITY PERFORMANCE
POSSAGNO (TV) - ITALY Tel. +39 0423 920 209 commerciale@cadoringroup.it
www.cadoringroup.it
LookINg AROUND sustainability
CIOTOLE IMPILABILI DI DIVERSA GRANDEZZA DELLA COLLEZIONE TIERRA DI GUZZINI. UN INVESTIMENTO NELLA PRODUZIONE CON MATERIALI RICICLATI 100% POST CONSUMO CHE L’AZIENDA MARCHIGIANA VUOLE ACCRESCERE DEL 50% ENTRO IL 2022.
DAL PROBLEMA ALL’OPPORTUNITÀ Le bottiglie di acqua usa e getta trovano nuova forma nella collezione Tierra di Guzzini, realizzata con 100% di PET riciclato
INTERNI marzo 2020 61
LookINg AROUND sustainability
1
2
16,9 bottiglie di plastica per realizzare una caraffa, 2 per la ciotola più piccola e così via. È la collezione Tierra disegnata da Pio e Tito Toso per Guzzini, la prima nell’ambito dei polimeri per uso alimentare ad essere prodotta utilizzando al 100% plastica riciclata post consumo. Non si tratta di prototipi, ma di una collezione a catalogo di tableware e beverage, in sei varianti colore, che oggi si arricchisce di caraffa, antipastiera, fruttiera, centrotavola e barattoli con coperchio. Tutti lavabili in lavastoviglie. Da settembre 2019 sono state recuperate ben 500 tonnellate di PET e i volumi sono destinati a crescere. La collezione è già ingegnerizzata e prodotta all’interno di Guzzini con le medesime tecniche produttive a stampaggio adottate negli stabilimenti di Recanati. Anche la filiera è stata già messa a punto: le bottiglie di acqua usa e getta di scarto sono fornite da Corepla e il PET di riciclo viene lavorato da una serie di rigeneratori italiani 4
62 marzo 2020 INTERNI
certificati che approvvigionano Guzzini della materia prima ‘seconda’, ovvero del materiale riciclato in granuli. Si tratta di un grosso investimento per l’azienda marchigiana, che nel corso del 2020 conta di raddoppiare i volumi di PET riciclato e di altri polimeri 100% post consumo. L’obiettivo d’impresa è portare entro il 2022 la quota di produzione realizzata con questi materiali oltre il 50%. Dal punto di vista del design, la collezione Tierra fa dell’inevitabile opacità della plastica riciclata l’elemento estetico distintivo. Pio e Tito Toso hanno infatti ricercato colori pieni e pastellati – bianco latte, argilla e grigio tortora, insieme ai nuovi azzurro polvere, giallo senape e verde salvia – che riportano al calore della terra e agli elementi della natura. Le forme evocano i tradizionali utensili in terracotta, come il vasellame realizzato al tornio, contraddistinto dalla circolarità del segno grafico che qui è mantenuta volutamente irregolare. Anche la texture di Tierra 3
1.3. UNO SCHEMA DELLA QUANTITÀ DI BOTTIGLIE USA E GETTA NECESSARIE PER REALIZZARE CIASCUN PEZZO DELLA COLLEZIONE TIERRA. 2. SI AGGIUNGONO ALLA COLLEZIONE LA CARAFFA DA 1800 ML, I BARATTOLI DOTATI DI COPERCHIO E L’ANTIPASTIERA. I BICCHIERI IMPILABILI SONO DA 520 E 350 ML, DISPONIBILI IN SEI COLORI: ARGILLA, TORTORA, BIANCO LATTE, GIALLO, AZZURRO E VERDE. 4. I BARATTOLI DA 1000 CC E 500 CC SONO PENSATI PER LA CUCINA. IL MATERIALE PLASTICO RICICLATO 100% POST CONSUMO È ABBINATO AL BAMBÙ, IL PIÙ ECOSOSTENIBILE DEI LEGNI. I BARATTOLI SONO ADATTI ANCHE PER LA CONSERVAZIONE IN FRIGO.
richiama sensazioni percettive di materiali come l’argilla o la creta, dalla superficie ruvida ma al contempo calda. Per estendere lo studio sulla sostenibilità del prodotto anche all’imballaggio e comunicare più efficacemente questa ricerca al consumatore finale, i pezzi della collezione vengono venduti con uno speciale packaging ecosostenibile, declinato in fasce avvolgenti. ■ Valentina Croci
illustrazione Giacomo Bagnara
Clay — table
design Marc Krusin
desalto.it
La cabina doccia
libero 5000 Inlab | creating new spaces
LookINg AROUND sustainability
UNA VISTA D’INSIEME E UN DETTAGLIO DEI PANNELLI SOLARI DISEGNATI DA KIKI AND JOOST PER MYENERGYSKIN, 2019. I PANNELLI SOLARI SONO PENSATI PER DARE VALORE ESTETICO A UNO STRUMENTO TECNOLOGICO DI ACCUMULO ENERGETICO.
LE TRAME DELLA LUCE
Con motivi di ispirazione tessile e vegetale, i designer olandesi Kiki and Jost conferiscono una nuova dignità estetica ai pannelli solari, che diventano anche elementi di rivestimento delle facciate
INTERNI marzo 2020 65
LookINg AROUND sustainability I DESIGNER HANNO PROGETTATO OTTO MODELLI DI PANNELLI SOLARI CARATTERIZZATI DA DIVERSE DIMENSIONI: SEI DA USARE SULLE FACCIATE E DUE PER I LASTRICI SOLARI. LE PARTICOLARI TEXTURE FONDONO ISPIRAZIONI BOTANICHE E TESSILI.
“Le parti a oriente che ricevono la luce fredda del mattino furono verniciate con colore freddo verde-blu scuro; alle facciate ad occidente, che assorbono la luce più calda del pomeriggio e della sera, toccò un cupo rosso pompeiano”. A parlare è Bruno Taut a proposito del suo progetto per abitazioni nel quartiere Zehlendorf a Berlino, costruito tra il 1926 e il 1932. L’osservazione del maestro dell’architettura di vetro, e massimo rappresentante della corrente modernista tedesca, prende in considerazione un’idea decisamente pionieristica per l’epoca, quella che l’esposizione delle facciate architettoniche possa divenire espressione di un dato funzionale come quello dell’accumulo di luce e quindi di calore. Il tema è ancora oggi tutt’altro che scontato: l’uso che edilizia e architettura fanno delle facciate è motivo di molte battaglie di pensiero. Attualmente, una delle istanze maggiori della nostra contemporaneità è senz’altro la considerazione degli aspetti ambientali del progetto di architettura. Stupisce allora che così pochi interventi siano stati fatti sinora per immaginare superfici ampie quali
66 marzo 2020 INTERNI
quelle delle facciate come piani per l’assorbimento di energia solare. Fortunatamente, a sopperire a questa grave carenza arriva il progetto del duo olandese Kiki and Joost. I designer si sono interrogati sul tema proprio a partire da un’esigenza che non può più non essere contemplata come parte determinante del design: “Nel tentativo di evitare l’impatto dannoso per l’ambiente provocato dai combustibili fossili e considerando le sfide del nostro tempo – dovute ai cambiamenti climatici e all’aumento della popolazione urbana – il design può offrire risposte per un futuro più sostenibile”, affermano. Così per l’azienda MyEnergySkin, produttrice di pannelli solari, hanno progettato otto modelli di pannelli, di cui due possono essere utilizzati in piano sul lastrico solare – in maniera tradizionale – e sei come rivestimento verticale delle facciate. E nessuno meglio di chi è abituato a confrontarsi con la luce delle alte latitudini può sapere quanto questa sia preziosa. La collezione è una prova
di efficienza energetica e di estetica al tempo stesso; le trame ricordano quelle tessili, ma anche il mondo vegetale, in un mix con la pura (avanzatissima) tecnologia che dona attrattiva a questa virtuosa seconda pelle architettonica. “I pannelli integrati nella facciata”, spiegano i designer”, sono il risultato di un lungo progetto per trovare il giusto equilibrio fra la texture della superficie e il pattern decorativo. L’obiettivo era dare un effetto naturale, piacevole alla vista, pur mantenendo le prerogative tecniche dell’oggetto. Mentre come per magia trasformiamo la luce solare in elettricità, rendiamo anche il mondo più bello”. Che la bellezza sia salvifica è un concetto più volte espresso nella storia; ma che oggi assuma i tratti dell’efficienza energetica è quasi un dovere progettuale. I primi a farne buon uso sono gli stessi Kiki e Joost, che utilizzeranno i pannelli per la facciata del loro studio di Eindhoven appena inaugurato, dove accoglieranno ospiti e clienti con un calore pieno di significato. ■ Domitilla Dardi
We Love Interiors MONTERREY | CENOTE | YUKATAN | TULUM | FRIDA | LISBOA | PURO
Showroom Milano, Via Giuseppe Sacchi, 5 Amsterdam | Como | London | Munich | Paris | Tokyo | St. Gallen | Wuppertal
LookINg AROUND sustainability
Ciò che resta del riso ci salverà? Perché
CIÒ CHE RESTA DEL RISO La trasformazione degli scarti della produzione risicola, come processo virtuoso e opportunità economica
A MASSA LOMBARDA (RA), LA PRIMA CASA ECOSOSTENIBILE COSTRUITA CON STAMPANTE 3D IN DIECI GIORNI, UN PROGETTO DI WASP CON RICEHOUSE. LA SUPERFICIE STAMPATA È DI 30 METRI QUADRATI. PER L’EDIFICIO SONO STATI UTILIZZATI TERRA CRUDA, PAGLIA DI RISO TRINCIATA, LOLLA DI RISO E CALCE IDRAULICA (PER IL TAMPONAMENTO ESTERNO), LEGNO (PER LA COPERTURA CON ISOLAMENTO IN CALCE-LOLLA). L’ORIENTAMENTO DEL VOLUME A SUD-OVEST (DOVE È POSIZIONATA UNA GRANDE VETRATA) OTTIMIZZA L’APPORTO SOLARE PASSIVO DELLA CASA, CHE NON NECESSITA DI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E CONDIZIONAMENTO..
68 marzo 2020 INTERNI
no? Questo cereale (che rappresenta il nutrimento principale per oltre la metà della popolazione mondiale) può fare la differenza in una dinamica di economia circolare, contribuendo a un’edilizia di ‘svolta’, benessere e responsabilità ambientale in linea con gli obiettivi esposti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Ne è profondamente convinta l’architetto Tiziana Monterisi (di stanza a Biella – territorio italiano fortemente votato alla produzione risicola), che ha fatto del “costruire naturale, abitare salubre” una mission. Infatti con la sua RiceHouse (startup pluripremiata), Monterisi, dal 2016, progetta, realizza e commercializza nuovi prodotti bio per l’architettura, che spaziano dagli intonaci ai massetti, dall’ecopittura ai pannelli di chiusura o di rivestimento a secco, tutti 100% naturali, privi di formaldeide e made in Italy, perché derivanti dal reimpiego dei materiali di scarto della coltivazione del riso. L’intento è quello di proporre, attraverso miscele di lolla, paglia e calce, case di riso passive che non necessitano di impiantistica per il riscaldamento, perché mantengono al loro interno una temperatura mite sia d’inverno che d’estate, sono confortevoli e salubri. Di più, sono ecologiche, perché minimizzano la produzione di rifiuti e l’impatto ambientale. “La balla di paglia di riso, per esempio”, spiega Monterisi, “ha una forte capacità isolante grazie a un basso valore di trasmittanza termica e garantisce la perfetta
IMMAGINI DI CANTIERE E VISTA DI UN AMBIENTE DI CASA UD (200 METRI QUADRATI) A CHAMOIS (AO), UN PROGETTO DELL’ARCHITETTO TIZIANA MONTERISI. NATA SUI RESTI DI UN RUDERE IN PIETRA DEL 1834, LA CASA È REALIZZATA CON SOLUZIONI COSTRUTTIVE 100% NATURALI PER RIDURNE AL MINIMO L’IMPATTO AMBIENTALE. PAGLIA DI RISO PRECOMPRESSA (CON PROPRIETÀ ISOLANTI TERMICHE E ACUSTICHE) È INSERITA NEL TELAIO IN LEGNO INDUSTRIALIZZATO CHE DÀ FORMA ALLE PARETI E AI SOFFITTI. L’UMIDITÀ, INVECE, È REGOLATA DAGLI INTONACI INTERNI, IN TERRA CRUDA, E DALLA VENTILAZIONE NATURALE. PER GARANTIRE UN PERFETTO ISOLAMENTO TERMICO, TRA LA CASA E IL CONTROTERRA È STATO IMPIEGATO IL VETRO CELLULARE, UN MATERIALE RICICLATO E RICICLABILE. A KLIMAHOUSE 2020, LA STARTUP RICEHOUSE HA DI RECENTE PRESENTATO RISORSA, IL NUOVO SISTEMA COSTRUTTIVO PER L’INVOLUCRO PREFABBRICATO.
traspirabilità delle pareti in cui viene utilizzata. Facile da maneggiare, presenta costi ridotti di energia combustibile per la raccolta, l’imballaggio e il trasporto in cantiere. Infine, è un materiale in grado di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, quindi ideale per un‘architettura low-tech. Mi piace pensare che le RiceHouse”, continua, “possano indicare dei nuovi modelli abitativi, un’alternativa all’utilizzo intensivo di materiali di origine petrolchimica, e stimolare un’architettura eticamente, culturalmente e tecnicamente impegnata a far tornare il territorio, la città e l’edificio un unico organismo vivente”. In altre parole, un processo strutturato di riutilizzo dei materiali agricoli secondari può rappresentare una soluzione virtuosa a un problema ambientale direttamente collegato alle pratiche di combustione
dei residui in campo e al conseguente aumento dell’inquinamento dell’aria a causa di polveri sottili e CO2. Non solo. La strategia di una filiera che coinvolga tutte le figure attive nella produzione risicola può consentire un’operazione di rilancio socio-economico di contesti e territori rurali fragili. Senza dimenticare che questi materiali alternativi,
biocompostabili e biodegradabili, sono molto più competitivi di mattoni e cemento. “Con la paglia di riso, nella fattispecie”, racconta Monterisi, “si può produrre un nuovo mattone naturale annualmente rinnovabile. 50 quintali per ettaro di paglia di riso equivalgono a 250 ballette per ettaro da circa 20 chili cadauna, e ogni due ballette si realizza un metro quadrato di parete. Calcolando la produzione potenziale del territorio nazionale (230.000 ettari coltivati a riso), si potrebbero realizzare circa 28.750.000 metri quadrati di pareti ogni anno. Abbracciando il mattone sostenibile, il risparmio in bolletta sarebbe più del 20%, e per un Paese come l’Italia, in cui i consumi energetici per la costruzione degli edifici incidono per il 40% sui costi energetici nazionali, questi dati non sono da sottovalutare”. ■ Antonella Boisi
INTERNI marzo 2020 69
Spazio alla libertĂ Nuovo scorrevole in alluminio SchĂźco ASE 67 Panorama Design
LookINg AROUND sustainability
ADAGIATA IN UN RIGOGLIOSO GIARDINO, LA CASA RITMA LA SUA SEMPLICE GEOMETRIA CON LE FORME A GRADINI DEI CINQUE TETTI IN BLOCCHI PREFABBRICATI DI SUGHERO E LEGNO INGEGNERIZZATO, CHE RICHIAMANO ANTICHE STRUTTURE IN PIETRA, COME LE PIRAMIDI MAYA. LE COPERTURE SONO CORONATE DA ALTRETTANTI LUCERNARI CHE DURANTE L’ESTATE SI APRONO PER FAVORIRE LA VENTILAZIONE NATURALE DEGLI SPAZI INTERNI.
CORK HOUSE
A Berkshire, in Gran Bretagna, la prima casa realizzata in sughero, un materiale naturale, ad elevato risparmio energetico e sostenibile. Un progetto di CSK Architects con UCL
INTERNI marzo 2020 71
LookINg AROUND sustainability
L’IMPRINTING SENSORIALE DEGLI AMBIENTI IN BLOCCHI DI SUGHERO STRUTTURALE È NOBILITATO DALL’IMPIEGO DI TUBI DI RAME E DI RACCORDI IN OTTONE A VISTA. IL LEGNO DI ACCOYA TINTO NERO È USATO PER TRAVI, ARCHITRAVI, FINESTRE E PORTE; I MOBILI SU MISURA DI FATTURA ARTIGIANALE SONO IN ABETE MULTISTRATO, GLI SGABELLI IN QUERCIA INGLESE, LE ASSI DEL PAVIMENTO IN MASSELLO DI ROVERE. IL DIVANO HA UN RIVESTIMENTO IN LANA DI TETRAD.
Nella ricerca di nuovi e più competitivi metodi di costruzione, basati su paradigmi diversi dai tradizionali, che tengano in considerazione i parametri del risparmio energetico e delle emissioni zero nell’ambiente, l’esempio di questa piccola dimora inglese è senza dubbio emblematico. È la prima casa al mondo realizzata con blocchi prefabbricati in sughero compresso e legno ingegnerizzato, un “solido sughero strutturale” che dà forma a mattoni e pannelli realizzati ad hoc e
72 marzo 2020 INTERNI
assemblati tra loro a secco, con giunti a frizione, senza bisogno di malta o colla, come fosse un grande sistema Lego. Altro che cemento e laterizio! Non a caso il progetto firmato dagli architetti inglesi Matthew Barnett Howland con Dido Milne e Oliver Wilton è entrato tra i finalisti dello Stirling Prize 2019, il celebre premio assegnato dal RIBA (Royal Institute of British Architects) che ha riconosciuto il valore innovativo di una ricerca durata anni e condotta con il supporto di molti specialisti, tra
cui ingegneri dello studio Arup e tecnici della Bartlett School of Architecture. Costruita su una piccola isola del Tamigi, a Eton, pochi chilometri fuori Londra, nell’area di un mulino del XIX secolo tutelato come edificio di particolare interesse paesaggistico, circondata da un giardino incolto che lascia la cappella gotica dell’Eton College sullo sfondo, la casa, di 44 metri quadrati, è definita da 1.268 blocchi di
DALLA NATURA ALLA MATERIA PRIMA, IL SUGHERO SI PRESENTA COME UNA RISORSA RINNOVABILE CHE PUÒ ESSERE RICICLATO O SCOMPOSTO E INFINE RESTITUITO ALLA TERRA CON UN IMPATTO AMBIENTALE MINIMO. PER REALIZZARE LA CORK HOUSE, 1.268 BLOCCHI DI SUGHERO SONO STATI MODELLATI DA ROBOT E ASSEMBLATI COME MURI A SECCO, LEGGERI, FLESSIBILI, ELASTICI, RESISTENTI AL FUOCO, TRASPIRABILI, IMPERMEABILI E PROFUMATI.
sughero e connotata dalla forma piramidale a gradini di cinque tetti coronati da lucernari apribili, pensati come veri e propri camini di luce, aria e leggerezza. Gli ambienti sono declinati con uno spazio living-cucina, una stanza da letto e un bagno. Le pareti e i tetti sono costruiti con blocchi prefabbricati di legno e sughero dalle tonalità naturali più scure e argentee all’esterno, più calde e dorate all’interno, per rendere percepibile un mutevole habitat sensoriale che coinvolge anche tatto, udito e olfatto. L’imprinting degli ambienti è reso poi confortevole da raccordi in ottone massiccio e tubi di rame a vista e dall’accostamento di una palette di altre essenze lignee – Accoya tinto nero per travi, finestre e porte; abete multistrato per i mobili su misura di fattura artigianale; quercia inglese per gli sgabelli; massello di rovere per le assi del pavimento. In sostanza, la Cork House è un compresso monolite su fondamenta in acciaio che esprime una totale integrazione tra materiale e geometria. “L’intenzione era quella di concepire un edificio in cui la forma seguisse il ciclo della vita”, spiegano i progettisti. “I blocchi di sughero sono stati modellati da robot e assemblati come fossero muri a secco. Leggeri, flessibili, elastici, resistenti al fuoco, traspirabili, impermeabili, profumati e leggermente spugnosi al tatto, potranno essere smantellati con un impatto ambientale minimo (le emissioni di carbonio sono stimate in 618 Kg CO2 eq/ mq). Non solo. La corteccia della quercia
da sughero, la materia prima con cui è stata realizzata la casa, viene raccolta a mano ogni nove anni senza danneggiare l’albero o turbare l’equilibrio ambientale della zona di provenienza. Stiamo infatti parlando di una risorsa naturale rinnovabile. Senza dimenticare che il sughero può essere riciclato o scomposto e infine restituito alla terra”. Se si pensa che un prodotto non legnoso può sostenere la gestione forestale responsabile e lo sviluppo rurale, la filiera di recupero degli scarti e le dinamiche di un’economia circolare, anche il futuro del progetto può ben sperare in nuove fonti di espressione. ■ Antonella Boisi, foto di David Grandorge, Magnus Dennis (interiors)
INTERNI marzo 2020 73
LookINg AROUND sustainability
IN SINTONIA CON L’AMBIENTE
2
Il designer Philippe Briand racconta la sua ricerca in favore della sostenibilità nel settore nautico di lusso. A partire dalla riduzione del consumo di carburanti fossili 1
Anche l’industria dei superyacht dimostra attenzione al tema della sostenibilità. A dirlo è Philippe Briand, uno dei progettisti più conosciuti di imbarcazioni a vela e a motore di lusso e architettura navale. Il designer francese è nel board di Water Revolution Foundation, una piattaforma interdisciplinare di ricerca sulla sostenibilità in quel settore. Lo studio Briand, con sede a Londra, è specializzato nella progettazione di scafi. È proprio lo studio dell’idrodinamica avanzata alla base della forma, della scelta dei materiali e delle tecnologie dello scafo che guida
74 marzo 2020 INTERNI
l’efficienza, le prestazioni e anche la sostenibilità delle imbarcazioni. Il primo obiettivo è la riduzione dell’utilizzo di carburante fossile. Lo studio Briand sta conducendo delle ricerche su sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili come la solare o, nel caso delle vele, l’eolica, o sull’impiego di generatori a idrogeno, incorporati nelle eliche, per produrre energia elettrica a partire dall’elemento presente nel mare, o ancora su sistemi di produzione a bordo di idrogeno per la propulsione attraverso processi elettrolitici da fonti energetiche rinnovabili. “Non c’è ancora una regolamentazione nel settore”, spiega Philippe Briand, “la sostenibilità è ancora una questione di autodisciplina del progettista, del cantiere e dell’armatore. È un processo che va affrontato passo per passo: al momento ci stiamo concentrando sulla riduzione dei consumi di carburante fossile. Cresce l’attenzione verso materiali più sostenibili come l’alluminio negli scafi o un maggiore utilizzo di bambù nei rivestimenti interni. Ma ciò su cui dobbiamo concentrarci è il
1. SY200 È IL CONCEPT DI YACHT A VELA DA 60 METRI CHE PRESENTA UNO SCAFO AFFUSOLATO E AERODINAMICO, IN CUI LA CABINA SI INNESTA SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ NEL DECK, CON UNO SKYLINE PER AMMIRARE IL CIELO E LE VELE. 2. PHILIPPE BRIAND NEL RITRATTO DI GUILLAUME PLISSON.
ciclo di vita dello yacht e il suo carbon footprint. Questioni come il riciclo o la dismissione dei materiali devono essere strutturate a partire dal design e in un processo che riguarda anche il cantiere nautico. La sensibilità nei nostri clienti sta crescendo e non escludo che la sostenibilità possa essere un trend tra cinque anni”. Philippe Briand progetta l’architettura della barca: i flussi delle persone e le dinamiche di utilizzo degli spazi per un’esperienza disegnata su misura. SY200 è l’ultima vela per la stagione 2020, caratterizzata da linee streamline molto pulite e, a poppa, da una compenetrazione tra spazi esterni e interni, coperti da un soffitto vetrato. “In un lifestyle più compatto e ottimizzato”, continua Briand, “abbiamo realizzato uno skyline che consente di vedere le vele, che sono la quintessenza dell’esperienza, creando una relazione intima con la barca”. ■ Valentina Croci
photo:
Ikon Productions | outdoor furniture: Gervasoni | agency: Santacroceddc
www.gibus.com
pergola dolce pergola benessere dei tuoi momenti all’aperto
Una stanza protetta da sole, pioggia e neve. Una stanza illuminata, per le serate più speciali. La tecnologia la rende così comoda, il design essenziale così elegante, i materiali affidabili così resistente, i tanti modelli unicamente tua.
®
SYSTEM
LookINg AROUND projects
1. VISTA DELLA GROTTA CHE OSPITA LA PISCINA CON BORDO A SFIORO NEI LOCALI IPOGEI RISALENTI AL IX SECOLO, IL CUORE PIÙ PROFONDO DELLA STRUTTURA RICETTIVA. 2. SCORCIO DEL BORGO NEL SASSO CAVEOSO DI MATERA IN CUI SORGE L’ ALBERGO-DIFFUSO AQUATIO CAVE LUXURY HOTEL & SPA, SU UNA SUPERFICIE COMPLESSIVA DI 5000 METRI QUADRATI. L’OPERA GENERALE ED ESECUTIVA DI RECUPERO ARCHITETTONICO E DISTRIBUTIVO DEL LUOGO PORTA LA FIRMA DELL’ARCHITETTO COSIMO DELL’ACQUA, MENTRE IL PROGETTO DI INTERIOR DESIGN E ILLUMINOTECNICO È STATO CURATO DA SIMONE MICHELI.
LE FORME DELL’ACQUA
Nel Sasso Caveoso di Matera, un albergo-borgo scavato nel tufo riannoda i fili del dialogo con il tempo. Progetto d’interni di Simone Micheli 1
Gutta cavat lapidem (la goccia scava la roccia) dicevano i latini. E anche nella città del futuro possibile, circolare, digitale, mobile, senza più luci del centro e ombre profonde della periferia, il benessere della vita si riconduce all’acqua che trasforma i luoghi e gli edifici. Benvenuti all’Aquatio Cave Luxury Hotel & SPA di Matera, esclusivo albergo diffuso scavato nel tufo e governato dall’acqua, “ritornata, laddove è sempre stata, con differenti forme, a ricordare le conche che erano
dislocate lungo il costone dell’antichissimo Sasso Caveoso, allora funzionali alle attività quotidiane degli abitanti della contrada”, raccontano i progettisti: l’architetto Cosimo dell’Acqua, che ha curato l’opera generale ed esecutiva di recupero architettonico e distributivo del sistema di palazzi, strade, grotte e cisterne del borgo; e l’architetto Simone Micheli che firma il progetto di interior design e illuminotecnico, affiancato nel visual design da Roberta Colla Micheli, delle
2 lussuose strutture di Aquatio, dislocate su una superficie complessiva di 5000 metri quadrati. In questo paesaggio che è memoria di un luogo lambito dall’acqua, le superfici scavate, delimitate da archi e soffitti voltati, in calcarenite ripulita da licheni ed efflorescenze e riportata alla condizione iniziale di colore senza scialbature e intonaci, restano senza dubbio la parte più emozionale dell’esperienza di ospitalità contemporanea. Ma ciascun elemento ha il suo ruolo nella
INTERNI marzo 2020 77
LookINg AROUND projects DUE DELLE 35 CAMERE SCAVATE NEL TUFO. I SOFFITTI VOLTATI CALCARENITICI SONO STATI RIPULITI E RIPORTATI ALLO SPLENDORE DELLO SCAVO PRIMITIVO, I PAVIMENTI ASETTICI SONO REALIZZATI CON MATERIALE PIGMENTATO E COCCIOPESTO IN COLORAZIONE SIMILE A QUELLA DI PARETI E SOFFITTI. SONO DI SEGNO CONTEMPORANEO, INVECE, GLI ARREDI DI FORMA ORGANICA, BIANCHI E SOSPESI, TUTTI SU DISEGNO DI SIMONE MICHELI. AI LATI DEL LETTO, DUE LAMPADE DI TERZANI, COME DUE GROVIGLI, RICORDANO LE PIANTE ‘ROTOLAVENTO’ DELLA MURGIA MATERANA. IL BAGNO È DOTATO DI UN’AVVOLGENTE VASCA DA BAGNO E DI RUBINETTERIA GROHE. I CORPI ILLUMINANTI A TERRA SONO DI STATUS. LA POLTRONA BIANCA, IN PRIMO PIANO, NEL CATALOGO ADRENALINA.
riscoperta dell’identità priva di camouflage della struttura ricettiva: dalle chianche, che pavimentano le piazzette conviviali esterne ed entrano come fossero un’unica epidermide negli spazi interni, alle cisterne, che convogliano le acque piovane, ora utili ad alimentare i servizi. Fino a La Goccia, l’opera d’arte in bronzo di Kengiro Azuma, situata in uno dei due ingressi principali, che ribadisce la metafora del ciclo dell’acqua come riferimento elettivo dell’intervento. La parte più bassa del Sasso ospita la reception, l’ascensore scavato nella roccia, il ristorante, la sala colazioni, la zona biblioteca e meeting. Le 35 camere e suite scavate nel tufo sono dislocate prevalentemente nella parte alta dell’insediamento e collegate da percorsi pedonali. Tutte spaziose e climatizzate, sono dotate di ogni comfort, sia quando si celano nelle cavità della terra, sia quando si aprono a piccole terrazze ad uso privato, dove è possibile cenare al tramonto con vista sulla città antica. La spa di 500 metri quadrati occupa invece il cuore più profondo della struttura, i locali ipogei risalenti al IX secolo. Qui l’architettura d’acqua e di pietra diventa intima
78 marzo 2020 INTERNI
accoglienza. La grotta più grande ospita la piscina con bordo a sfioro, intonacata con tecniche tradizionali, mentre le vecchie cisterne sono state trasformate in docce emozionali e una parte dei lettini è stata ricavata modellando il tufo. I pavimenti asettici sono stati realizzati in cocciopesto o in materiale pigmentato. “La loro colorazione ha richiesto innumerevoli prove per ottenere la miscela che consentisse il raggiungimento di una nuance identica a quella delle pareti e dei soffitti”, spiegano i progettisti. Simone Micheli ha poi disegnato ad hoc l’arredo di colore bianco e forma fluida che articola
in modo flessibile gli spazi, alloggiando terminali e impianti e sottolineando ciò che è nuovo e contemporaneo. “Senza spigoli e senza toccare le pareti di tufo, come sospesi, gli elementi d’arredo ricordano nel colore il latte di calce con cui i materani sanificavano gli interni delle loro abitazioni-grotta”, afferma il progettista. A specchi con sopra scritti messaggi ogni volta differenti l’architetto ha poi affidato il compito di riflettere e moltiplicare le prospettive; come ai corpi illuminanti incassati a pavimento la regia di effetti di luce soffusa, discreta e atemporale. ■ Antonella Boisi, foto di Jürgen Eheim
LookINg AROUND projects
OSSERVATORIO NATURALE
Piet Hein Eek ha realizzato il rifugio-atelier del pittore Marc Mulders in mezzo al prato fiorito davanti alla casa dell’artista, in Olanda. Un cubo di legno e vetro montato su ruote, mobile e orientabile per poter seguire scorci e inquadrature diverse del paesaggio L’ATELIER DI MARC MULDERS PROGETTATO DA PIET HEIN EEK A OOSTELBEERS, IN OLANDA, 2019. IL PICCOLO RIFUGIOATELIER DELL’ARTISTA OLANDESE È STATO REALIZZATO NEL GIARDINO DAVANTI ALLA SUA ABITAZIONE, SEGUENDO IL SUO DESIDERIO DI UNA POSTAZIONE INTEGRATA NEL PAESAGGIO CHE È SPESSO OGGETTO DELLE SUE OPERE.
“Cosa fai quando, come pittore, vuoi allontanarti da tutti i rumori e le incombenze della giornata? (...) Succede allora che il pittore può fare come un giardiniere, piantare e curare prati di fiori, per poi lasciarli risuonare, come in un’eco, sulla tela che dipinge. Ritrarre la natura è un processo silenzioso e non richiede toni gridati, ma piuttosto un sussurro di voci in tonalità, gradazioni e stati d’animo dettati dalla natura”. A parlare è Marc Mulders, pittore, fotografo, artista del vetro di origine olandese che vive a Oostelbeers, in una casa immersa nella campagna che egli stesso ha definito “la mia Giverny privata”. Il diretto riferimento alla casa-studio di Monet non è casuale: anche la pittura astratta contemporanea di Mulders ha, come quella impressionista del Maestro, un
80 marzo 2020 INTERNI
forte debito nei confronti della natura e della vibratilità della luce. Proprio per questo l’artista, che già in passato aveva collaborato con Piet Hein Eek, ha chiesto al designer di progettare per lui un atelier nel suo bosco, sospeso sul prato fiorito che egli osserva e cura. Non si tratta solo di un rifugio, di un ‘Cabanon’ immerso della natura in cui isolarsi in cerca di pace e concentrazione; questo dispositivo abitabile è un vero e proprio strumento per essere dentro il prato, al centro della scena naturale, come in una sorta di osservatorio privilegiato. L’idea è che, stando nel vivo della vita del prato, se ne possano cogliere in maniera più diretta le sfumature dei colori, la diversità delle specie che lo abitano, i suoni di un’esistenza tutt’altro che muta o gli odori della fioritura. Il modulo cubico di quattro metri di base, realizzato in meno di cinque mesi con legno tinteggiato di nero al naturale, conserva quella rude autenticità che rappresenta il marchio di fabbrica, riconosciuto in tutto il mondo, delle opere di Hein Eek. La sua è una modalità produttiva che ha segnato la storia dell’autoproduzione
contemporanea, passando da piccolo laboratorio artigianale di falegnameria a vera media impresa basata su serie aperte di pezzi unici: ognuno dei prodotti in legno che escono dalla sua officina è, infatti, unico per via della materia prima utilizzata (legno di recupero), ma basato su modelli seriali. L’atelier di Mulders, tuttavia, è davvero un pezzo unico, uno strumento di lavoro abitabile, un habitat conforme alla sua visione artistica. E, infatti, come un vero strumento di osservazione, esso è orientabile, seguendo l’angolazione di uno scorcio, di un’inquadratura (Mulders è anche fotografo) funzionale a una data opera. “Lo spazio in cui Marc realizza le sue opere”, spiega Piet, “non è solo uno studio. Dato che è mobile e posizionato in mezzo ai prati fioriti che Marc ha dipinto in tutti questi anni, si potrebbe dire che d’ora in poi, ogni volta che Marc dipinge in studio, sta creando un’opera nella sua stessa opera. Lo studio non è solo mobile ma può essere anche ruotato a mano sulla sua base, in modo che la vista e la luce possano essere scelte liberamente”. ■ Domitilla Dardi
COMPLETATO IN MENO DI CINQUE MESI, IL CAPANNONE È REALIZZATO IN TAVOLE DI LEGNO GREZZO TINTEGGIATO ED È CARATTERIZZATO DALL’APERTURA VETRATA CHE PERMETTE L’OSSERVAZIONE DELLA NATURA. È MONTATO SU RUOTE CHE LO RENDONO INTERAMENTE MOBILE O ANCHE SEMPLICEMENTE ORIENTABILE A SECONDA DELLO SCORCIO DESIDERATO.
INTERNI marzo 2020 81
LookINg AROUND young designers
Dopo quattro anni trascorsi sulle due coste degli Stati Uniti, Gianmarco Codato è rientrato in Veneto per rilanciare lo studio di design ereditato dal padre 1. 2. BALLOON, APPENDIABITI CON MENSOLE IN LAMIERA METALLICA; ETTA, PORTA BICICLETTE A PARETE IN TONDINO CURVATO E COLORATO: PRODUZIONE MEME DESIGN, 2017. 3. BUFFET DELLA COLLEZIONE MUSA, IN METALLO E VETROMARMO, REFLEX, 2019. 4. GIANMARCO CODATO, NATO A VERONA NEL 1987.
3
1
ANDATA E RITORNO
5. ERMIONE, COLLEZIONE DI TAVOLINI IN TONDINO METALLICO CON TOP DISPONIBILE IN VETROMARMO, VETRO, ROVERE, METALLO, MEME DESIGN, 2020. TUTTI I PROGETTI SONO DISEGNATI IN COLLABORAZIONE CON LUCIANO TREVISIOL.
2
4
Nel 2008 Gianmarco Codato frequentava il corso di laurea in Industrial Design presso lo IUAV di San Marino, quando suo padre Lino Codato, titolare dell’omonimo studio di design e architettura d’interni a Castelfranco Veneto, è venuto a mancare. Nel 2012, dopo essersi laureato, Gianmarco decide di ampliare la propria visione del mondo e si trasferisce per due anni a New York, dove collabora con alcune realtà nell’ambito della comunicazione, e poi a Los Angeles, dove lavora presso un grande studio attivo nei progetti contract di interior design. Nel 2016 decide di rientrare in Italia e portare avanti lo studio paterno, come lui stesso racconta: “Naturalmente non è stato facile inserirmi in un contesto già avviato e conosciuto per i lavori di mio padre. Così ho iniziato a cercare nuove aziende, a proporre i miei progetti e cercare una mia strada con un mio stile”. Attualmente nello studio Lino Codato Design & Communication il designer sviluppa principalmente progetti legati al furniture design, in collaborazione con Luciano Trevisiol,
5
82 marzo 2020 INTERNI
1
2
1. MÈTA, SPECCHIO SAGOMATO CON DUE DIAMETRI DIVERSI E SERIGRAFATO IN VARI COLORI, PRODOTTO DA VENERAN, 2019. 2. ARCHÈ, LIBRERIA AUTOPORTANTE CON MENSOLE DI VETRO FUMÉ, STRUTTURA IN LEGNO MASSICCIO, BASE DI MARMO E FINITURE METALLICHE IN RAME OPACO, PER TONIN CASA, 2020. 3. LOST, APPENDIABITI IN TONDINO METALLICO, TONIN CASA, 2019.
nei quali sperimenta i metodi produttivi disponibili, con particolare attenzione ai materiali utilizzati. In questo modo ricerca una sua personale espressione di equilibrio tra funzionalità ed estetica. Vivace, ma discreto nei toni, il figlio d’arte in questi primi quattro anni di crescita professionale si distingue nei complementi e negli arredi per un segno leggero, esile, filiforme, neodomestico, italico, minimo e sorridente al tempo stesso. Nei lavori di grafica del periodo
newyorkese, spesso legati a piccoli produttori di caffè, emerge invece una verve più urbana, multiculturale, influenzata dalla street art. La stessa che si ritrova nelle etichette delle bottiglie disegnate per alcune case vinicole del Sud Italia. Probabilmente questo insieme di segni e materia, nato tra le mura di casa, ha preso forma dai consigli paterni che da ragazzino lo hanno spinto a frequentare l’Istituto d’Arte con indirizzo Design. Tutto torna. ■ Virginio Briatore
3
4. ETICHETTA PER I VINI DI OSCAR BISSINGER, PALERMO, 2019. 5. COMPOSIZIONE GRAFICA PER L’ETICHETTA DEI VINI DELL’AZIENDA AGRICOLA MENAT, CROTONE, 2019. 6. PACKAGING PER I AM COFFEE, BRAND ITALIANO NATO E SVILUPPATO A NEW YORK, 2016. 7. PACKAGING E LOGO PER IL GIOVANE BRAND MASKA COFFEE, MILANO-NEW YORK, 2017. 8. EGEO, TAVOLINI IN TONDINO DI METALLO CON RIPIANI IN VETROMARMO E VETRO, REFLEX, 2019. 1. 2. 3. 8. DISEGNATI IN COLLABORAZIONE CON LUCIANO TREVISIOL.
4
5
6 7
8
INTERNI marzo 2020 83
LookINg AROUND exhibitions 1. JAN FABRE, LA PUREZZA DELLA MISERICORDIA, 2019. CORALLO PREZIOSO DI PROFONDITÀ, PIGMENTO, POLIAMIDE; BASE IN GRANITO BELGA E ACCIAIO. 117,2 X 67,9 X 43 CM. CAPPELLA DEL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA, NAPOLI. FOTO: GRAFILUCE / L. ROMANO 2. JAN FABRE, LA LIBERAZIONE DELLA PASSIONE, 2019. CORALLO PREZIOSO DI PROFONDITÀ, PIGMENTO, POLIAMIDE; BASE IN GRANITO BELGA E ACCIAIO. H 108,3 X W 33,4 X D 41,1 CM. CAPPELLA DEL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA, NAPOLI. FOTO: GRAFILUCE / L. ROMANO
1
2
Jan Fabre rilegge le Sette opere della Misericordia del Caravaggio con un’importante installazione permanente nella Cappella del Pio Monte a Napoli
ROSSO CORALLO Un monte, il Pio Monte della Misericordia, sette aristocratici e un dipinto, le Sette opere della Misericordia, un pittore, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, infine Napoli, una città nel suo periodo di maggior splendore pietistico, il ‘600, la cui devozione produce un corpus straordinario di opere, il meglio della cultura pittorica italiana, almeno secondo il Longhi, grazie al lavoro di tre grandi come il calabrese Mattia Preti, il napoletano Battistello Caracciolo e l’ovviamente fuggiasco, da se stesso e dal lontano Nord, Caravaggio. A lui la Confraternita, dopo averne protetto
84 marzo 2020 INTERNI
1. JAN FABRE, LA RINASCITA DELLA VITA, 2019. COLLAGE-DISEGNO. FOTO GRAFILUCE / L. ROMANO 2. JAN FABRE, LA PUREZZA DELLA MISERICORDIA, 2019. INSTALLATION VIEW. CAPPELLA DEL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA, NAPOLI. FOTO GRAFILUCE / L. ROMANO 3. JAN FABRE, LA RINASCITA DELLA VITA, 2019. INSTALLATION VIEW. CAPPELLA DEL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA, NAPOLI. FOTO GRAFILUCE / L. ROMANO
1
l’esodo da Roma, commissiona quest’opera magnifica, Le Sette opere della Misericordia, denso coagulo di lezioni controriformiste. Infine uno sponsale, quello tra Napoli e uno dei più bizzarri e anomali autori di quest’epoca, quel Jan Fabre suscitatore di scandali al pari del Merisi, in fuga, forse, dalla sua Anversa, dove è ricordato, tra le altre cose, per il clamore suscitato dal lancio di gatti vivi
2
3
sulle teste di innocenti e inferociti passanti, a cui corrisponde, per un perverso gioco spirituale, la grande installazione nella cattedrale di Anversa, L’uomo che sorregge la croce, rimbalzata in una precedente occasione, per l’appunto, a Napoli, come una sorta di prequel dell’installazione in esposizione permanente. Quanto sia denso il percorso di un autore come Fabre lo si avverte nell’apparente contraddizione tra il gioco delle
crudeltà e la manifesta sospensione di un dubbio, la croce appunto, che organicamente apre ad altre possibili interlocuzioni. Dubbio che sembra precipitare in queste quattro sculture di corallo rosso – colore quanto mai carico di significati alchemico-spirituali (Henry Corbin) – che compongono una sorta di mandala virtuale all’interno degli spazi della cappella principale del Pio Monte, stabilendo un dialogo diretto non solo con l’opera, ma anche col Caravaggio
stesso, evocato da questa straordinaria tangenza, quasi un tantrismo inconscio (Silvio Fuso), tra spiritualità cristiana e ritualità pagane. Non basta il ricorso a un evidente simbolismo cristiano per distogliere dal rimando alla spessa materia corporale (il corpo, questa ostetrica ossessione del Nostro) che disegna sull’orizzonte dell’Opera una speranza di vita oltre la morte, quella Pietas intesa come progetto finale della Misericordia. ■ Maurizio Barberis
INTERNI marzo 2020 85
LookINg AROUND exhibitions
1
2
1. VEDUTA DELLA MOSTRA “DELLA MATERIA SPIRITUALE DELL’ARTE”, AL MAXXI DI ROMA FINO ALL’8 MARZO. FOTO AGOSTINO OSIO 2. NAMSAL SIEDLECKI, TREVIS, 2019, MATERIALI VARI. FOTO GIORGIO BENNI, COURTESY L’ARTISTA E MAGAZZINO 3. HARIS EPAMINONDA, UNTITLED #13 T/G, 2019, MATERIALI VARI. FOTO ANDREA GILBERTI E ALBERTO PETRÒ COURTESY GALLERIA MASSIMO MININI 4. JIMMIE DURHAM, FIRE CUP, 2019, MARMO NERO E QUERCIA. FOTO AMEDEO BENESTANTE COURTESY L’ARTISTA 5. KIMSOOJA, MANDALA, 2003. INSTALLAZIONE AUDIO A UN CANALE E MATERIALI VARI (CANTO TIBETANO). COURTESY L’ARTISTA, COLLEZIONE PAOLO VICENTINI, MILANO E GALLERIA RAFFAELLA CORTESE, MILANO
3
4
5
ALTRE DIMENSIONI Al MAXXI di Roma un percorso espositivo traccia il filo invisibile della spiritualità a partire dal corpo visibile della materia L’anelito spirituale ha da sempre segnato i percorsi della ricerca artistica. All’inizio del secolo scorso Kandinsky scriveva Lo spirituale nell’arte, un testo decisivo per l’epoca, le cui riflessioni si sono riverberate ben oltre il tramonto del periodo dominato dall’astrattismo. Negli stessi anni Klee, similmente a Malevich, esprimeva un interesse per la
86 marzo 2020 INTERNI
spiritualità. Ma oggi, dopo poco più d’un secolo, questa esigenza è ancora alla base delle istanze dell’arte? In questi anni dominati non solo dalla cultura digitale ma anche da un pensiero prettamente tecnicoscientifico, i temi della trascendenza rappresentano ancora uno stimolo per la ricerca artistica? Da queste domande nasce la mostra “della materia spirituale dell’arte”, curata da Bartolomeo Pietromarchi e fortemente voluta da Giovanna Melandri, che con Lea Mattarella, a cui è dedicata, aveva intrattenuto lunghe conversazioni. A partire dall’antinomia tra corpo e anima, materia e spirito, razionale e irrazionale, la selezione delle opere in
mostra sembra ribadire la centralità dell’uomo in un percorso che si dipana dall’età romana arcaica all’era contemporanea. Alcuni manufatti archeologici, in prestito dai principali musei romani, ispirano le opere di artisti tra i più originali dell’attuale panorama internazionale. Come il giovane americano Namsal Siedlecki, recentemente insignito del premio Cairo, che con un processo di galvanizzazione ha ricoperto alcune sculture votive gallo-romane con i materiali estratti dalle monete della fontana di Trevi. Un bacino di speranze e desideri trasformati nella lucentezza del rame e dello zinco. ■ Edoardo De Cobelli
Monolith. Più spazio alla qualità. Materiali pregiati. Estetica elegante. Ottime performance.
Qualità, Design e Innovazione
LookINg AROUND exhibitions
NATURA PREZIOSA Nelle piante di Corrado Giannuso e nei gioielli di Massimo Izzo, il profumo del mare e l’eco delle tradizioni mediterranee in due mostre-evento per l’estate 2020 88 marzo 2020 INTERNI
LA FACCIATA DI PALAZZO DEL CASTELLUCCIO, COSTRUITO NEL 1782 SU VIA CAVOUR A NOTO, NON ADOTTA LO STILE BAROCCO DELLE RICOSTRUZIONI DELL’EPOCA, MA SEGUE UN GUSTO NEOCLASSICO, IN VOGA ALLA FINE DEL XVIII SECOLO, CHE SI RITROVA ANCHE NEGLI AFFRESCHI DELLE VOLTE E DELLE PARETI DEL PIANO NOBILE. IL PALAZZO È ORA UNA CASAMUSEO ABITABILE E ACCESSIBILE AI VISITATORI.
LENTISCO, ULIVO, MELOGRANO, MIRTO: NEI CORTILI DI PALAZZO DEL CASTELLUCCIO, LE PIANTE MEDITERRANEE DEI VIVAI GIANNUSO AVVOLTE DALLA MAGIA DEI GIOCHI DI LUCE DEL MAESTRO MARIO NANNI, CHE NE HA ESALTATO FORME E DIMENSIONI RIVERBERANDO ORO E COLORI DELLE SCULTURE-GIOIELLO DI MASSIMO IZZO.
Esperienza e sapienza sono le fondamenta sulle quali Corrado Giannuso, 30 anni fa, ha creato il proprio vivaio a Rosolini, nel Siracusano. Ulivi, carrubi, agrumi, lentischi, mirti, mandorli, melograni popolano quel luogo incantato che sono i Vivai Giannuso. Designer, orafo, anch’egli siciliano, Massimo Izzo infonde nei colori e nelle forme dei suoi gioielli tutte le suggestioni del Mediterraneo. Diamanti, acquemarine, morganiti, oro bianco, giallo e rosa: ogni gioiello è un pezzo unico, un’opera d’arte, un inno alla vita del mare animata da ippocampi, stelle marine, polpi, ricci, granchi. Un imprenditore e un orafo che, con la loro immaginazione e creatività, hanno dato vita nel corso del 2019 a una mostra-installazione nella quale oro, coralli, perle, acquemarine dell’’artista’ del gioiello si sono ispirate al lentisco, al melograno, al mirto e all’ulivo del ‘gallerista’ di piante. Per una settimana, nell’estate agostana di Noto, Palazzo del Castelluccio ha ospitato “Il giardino delle Esperidi”, un viaggio a ritroso nel tempo, nella cultura, nelle tradizioni, nella natura della Sicilia e del Mediterraneo. Progettato da Massimo Izzo, Carmelo,
INTERNI marzo 2020 89
LookINg AROUND exhibitions
STELLE E CAVALLUCCI MARINI, CORALLI, ACQUEMARINE: UN INNO ALLA VITA DEL MEDITERRANEO NELLE PREZIOSE CREAZIONI ARTISTICHE DEL DESIGNER E ORAFO MASSIMO IZZO. QUI SOTTO, LA FOTO ARTISTICA DI DAVIDE BRAMANTE RITRAE UNA SPLENDIDA MEDUSA IRIDESCENTE.
Corrado e Rosario Giannuso, l’evento è stato curato da Antonio Calbi e raccontato dalla prosa alta, innamorata della Sicilia, di Roberto Assenza e dalle fotografie di Davide Bramante, in un gioco visivo di sovrapposizioni temporali
90 marzo 2020 INTERNI
e spaziali. Il maestro Mario Nanni ha contribuito con le sue magie, illuminando alberi e sculture-gioiello che davano l’illusione di vivere di luce propria. Lo chef Carmelo Chiaramonte ha allietato i palati con la sua cucina
dalle sfumature aromatiche che sanno fondere dialetti e gusti dei popoli del Mediterraneo. Nell’estate del 2020 Corrado e Massimo rinnoveranno la loro collaborazione creativa, celebrando ancora una volta il fascino e lo spirito arcaico di quest’angolo di terra siciliana. L’uno con la forza e la nobiltà che le piante sono in grado di manifestare, l’altro con il luccichio delle sue crezioni e composizioni artistiche. Selezionando mistici simboli verdi dall’universo vegetale del vivaio ed evocativi pezzi preziosi nati dall’antica arte di dare forma all’oro, Giannuso e Izzo regaleranno (sabato 11 luglio presso i Vivai Giannuso e giovedì 6 agosto presso la Masseria Gargallo) tutte le emozioni che la bellezza di una natura imprevedibile e ribelle e l’impeto della creazione artistica sanno liberare. Due eventi esclusivi, a inviti, dove sarà protagonista assoluta la bellezza. ■ Danilo Signorello - Foto di Fabio Gambina
Photo_rocci.pro ©2019 Arredo3 S.r.l. | Venezia
Realizzarlo non sarà mai stato così semplice.
LookINg AROUND fairs
ADRIEN GARCIA SI DESCRIVE COME “UN SELVAGGIO SOCIALE”, MA PER LA GIURIA È UN VERO SOGNATORE. NATO NEL 1990, HA STUDIATO ALL’ENSCI-LES ATELIERS DI PARIGI E ALL’UNIVERSITÀ DI BERLINO. DOPO VARI PROGETTI SU BENESSERE E SPA PER UN’AZIENDA FRANCESE, HA IDEATO LA SUA PRIMA COLLEZIONE DI MOBILI SCULTOREI ISPIRATI ALLA LAND ART USANDO MATERIALI NOBILI LAVORATI ARTIGIANALMENTE, IN UN PERFETTO MIX DI RIGORE ED ESUBERANZA CREATIVA. A DESTRA, IL PROGETTO PER M&O (FOTO AG). RITRATTO LAURENT CHAMPOUSSIN. STUDIOADRET.COM
I GIOVANI FRANCESI
Per la 25esima edizione di Maison&Objet di gennaio 2020, i protagonisti – molti parigini – giocano in casa: i Rising Talents uniscono tradizioni artigianali a progetti legati alla socialità e all’innovazione di Carolina Trabattoni
JULIE RICHOZ. “IL SUO LAVORO È POETICO E DELICATO MA FUNZIONALE. SA ABBINARE VISIONI DIVERSE E USARE MOLTEPLICI RIFERIMENTI, DANDO VITA PERÒ A QUALCOSA DI INEDITO”. COSÌ DIDIER KRZENTOWSKI DELLA GIURIA MOTIVA IL PREMIO DATO ALLA DESIGNER. FRANCO SVIZZERA, COLLABORA GIÀ CON DIVERSE AZIENDE EUROPEE TRA CUI TECTONA (CON ARREDI PER ESTERNO), ALESSI (CON UN ORGANIZER DA SCRIVANIA), LOUIS POULSEN E CON VARIE GALLERIE LONDINESI E PARIGINE. NELLE FOTO: SOSPENSIONE DYADE, VASO OREILLES BLU E NERO IN VETRO (FOTO SYLVIE CHAN-LIAT, COURTESY GALERIE KREO). RITRATTO DI ED. JULIERICHOZ.COM
LAURELINE GALLIOT. “VOGLIO ROVESCIARE IL PARADIGMA CHE IMPONE CHE IL COLORE RAPPRESENTI SOLO IL TOCCO FINALE. IO LO LAVORO ESATTAMENTE COME SE FOSSE UN MATERIALE”. LAURELINE GALLIOT, DESIGNER E PITTRICE, LO UTILIZZA IN ABBINAMENTO ALLE NUOVE TECNOLOGIE, TRATTEGGIANDO CON LE DITA SU UN IPAD O INDOSSANDO UNA MASCHERA PER REALTÀ VIRTUALE CON UN SOFTWARE PER I FILM DI ANIMAZIONE. IL RISULTATO È DAVVERO INNOVATIVO. A SINISTRA, TAPPETO TUFTY JUNIOR PER NODUS; A DESTRA, BROCCA JUG MULTICOLOR STAMPATA IN 3D PER CNAP (FOTO LAURELINE GALLIOT). RITRATTO DI VINCENT DUCARD. LAURELINEGALLIOT.COM
92 marzo 2020 INTERNI
MATHIEU PEYROULET GHILINI. PIERRE CHARPIN, MEMBRO DELLA GIURIA CHE LO HA NOMINATO, AFFERMA CHE PEYROULET GHILINI “POSSIEDE UNA CURIOSITÀ CHE LO PORTA A STUDIARE E AD AMARE COSE LONTANE DA PERCORSI PRESTABILITI”. PREDILIGE IL DISEGNO E LE FORME GEOMETRICHE ELEMENTARI INDIPENDENTEMENTE DAI VINCOLI DEI PROCESSI DI PRODUZIONE. IL SUO LAVORO È STATO ESPOSTO AL CENTRE POMPIDOU DI PARIGI E ALL’ISTITUTO FRANCESE DI COLONIA. SUO IL PROGETTO ELEPHANT MIRROR (SOPRA), UNO SPECCHIO ORNATO CON UN TUBO LUMINOSO, CREATO PER LA GALERIE KREO. A SINISTRA, VASI CONTAMINATION E JAPANESE SERIE (FOTO PIERRE ANTOINE). RITRATTO DI MONIKA KEILER. PEYROULET-GHILINI.COM
NATACHA & SACHA. “VOGLIAMO PORTARE IL DESIGN IN QUEI SETTORI DOVE OGGI NON TI ASPETTERESTI DI TROVARLO”. LA COPPIA NATACHA POUTOUX E SACHA HOURCADE SI DEDICA IN PARTICOLARE A NUOVE INTERPRETAZIONI DEI PRODOTTI ELETTRONICI DOMESTICI, TROPPO SPESSO LASCIATI ALLA SOLA IMMAGINAZIONE DEGLI INGEGNERI. NEI LORO PROGETTI INTRODUCONO ISPIRAZIONI INEDITE: PER ESEMPIO L’ UMIDIFICATORE D’AMBIENTE DIVENTA UN VASO SCULTURA IN VETRO (A DESTRA) O IL RADIATORE BRIQUES UNA SORTA DI DIVISORIO COMPOSTO DA ELEMENTI REALIZZATI IN MATERIALE REFRATTARIO SOSPESI A UN BINARIO ELETTRIFICATO (FOTOGRAFIE DI NATACHAS&SACHA). NATACHA&SACHA.FR
WENDY ANDREU NATA NEL 1990 NEL SUD-OVEST DELLA FRANCIA, HA STUDIATO ARTIGIANATO, CON SPECIALIZZAZIONE IN LAVORAZIONE DEL METALLO, ALL’ECOLE BOULLE DI PARIGI. POI, ALLA DESIGN ACADEMY DI EINDHOVEN, HA INIZIATO A SVILUPPARE REGEN (‘PIOGGIA’ IN OLANDESE), UNA SERIE DI OGGETTI REALIZZATI CON UN MATERIALE INNOVATIVO COSTITUITO DA FIBRE DI COTONE E LATTICE, LAVORATI SU STAMPI PERSONALIZZATI IN ACCIAIO TAGLIATO AL LASER, COME PER ESEMPIO LO SGABELLO A DESTRA. A SINISTRA, LA LIBRERIA SCREEN IN ACCIAIO CON FINITURA TEXTURIZZATA; SOPRA, LO SGABELLO SU RUOTE A OTTO GAMBE (FOTO DR). RITRATTO DI RINGO GOMEZ. WENDYANDREU.COM
INTERNI marzo 2020 93
LookINg AROUND events
1
1. I GRATTACIELI DI MIAMI, MOLTO SPESSO FIRMATI DA ARCHISTAR, NE FANNO LA CITTÀ PIÙ ATTIVA E VIVACE DELLA FLORIDA NELL’AMBITO DEL REAL ESATE. FOTO CARLO BIASIA 2. UN’ISTALLAZIONE DI CHIARA GABELLINI AL RICE HOTEL, NELLA ZONA DI DOWNTOWN MIAMI, UN’AREA CHE STA CAMBIANDO COMPLETAMENTE, ALLO STESSO MODO IN CUI NEGLI ANNI SETTANTA SI TRASFORMÒ IL QUARTIERE DI SOHO A NEW YORK. FOTO CARLO BIASIA
2
MIAMI SOTTO I RIFLETTORI La metropoli della Florida è oramai diventata la città dell’arte e del real estate, dove tutti devono esserci. Almeno una volta all’anno: quando Art Basel e Design Miami propongono il meglio del contemporaneo. Interni ha colto l’occasione per presentare Italian Design Factories, il volume dedicato alle eccellenze del made in Italy
94 marzo 2020 INTERNI
A Miami stanno succedendo moltissime cose. Certamente per merito di una felice congiuntura dell’economia Usa, Paese in cui il tasso di disoccupazione sta toccando i minimi storici. Beati loro, ma questo significa che l’era trumpiana sta valorizzando il business a scapito di altri valori, uno fra tutti il benessere
dell’ambiente (e quindi anche delle persone). Ma ‘business is business’, appunto, e per (nostra) fortuna gli Stati Uniti viaggiano a grande velocità e, soprattutto, danno molta importanza a realtà come l’arte, il design, il made in Italy. Nel dicembre scorso i riflettori erano puntati su Miami Basel Miami
1
1.2. DUE MOMENTI DI A DREAMSCAPE OF ITALIAN DESIGN, L’EVENTO AL WOLFSONIAN MUSEUM ORGANIZZATO DAL CONSOLATO GENERALE D’ITALIA A MIAMI, DOVE INTERNI HA PRESENTATO IL VIDEO DEDICATO AL VOLUME ITALIAN DESIGN FACTORIES: NELLA FOTO ACCANTO, A SINISTRA, LO SPEAKER CARLO BIASIA. IL SALONE DEL MOBILE.MILANO HA INVECE ORGANIZZATO UN INCONTRO CON ANGELA MISSONI, PIERO LISSONI, FRANCESCA LANZAVECCHIA, MICHELE DE LUCCHI, COORDINATI DA TERENCE RILEY (FOTO QUI SOTTO).
2
3
4 3. IL VOLUME ITALIAN DESIGN FACTORIES DISTRIBUITO DURANTE LA CONFERENZA AL WOLFSONIAN MUSEUM. 4. CRISTIANO MUSILLO, CONSOLE GENERALE D’ITALIA A MIAMI. 5. UNO SCATTO TRATTO DAL VIDEO PRESENTATO DA ANGELA MISSONI DURANTE LA SERATA AL WOLFSONIAN: HOME SWEET HOME, UN ENVIRONMENT DI ALESSANDRA ROVEDA.
Beach, l’esposizione di arte contemporanea più prestigiosa al mondo, e su Design Miami, dedicata al design vintage e di oggi, certamente la kermesse più ambita per i collezionisti che arrivano da tutto il continente americano e non solo. Questo fa sì che anche la città si metta in bella mostra con eventi nel Design District e mostre nei luoghi topici di Miami. Per questa occasione Interni ha operato in sinergia con il Console Generale d’Italia a Miami, Cristiano Musillo, che nutre una grande passione per il made in Italy e punta sullo sviluppo delle sue potenzialità. Quando era a Roma, Musillo era promotore dell’Italian Design Day, l’appuntamento che ogni anno a marzo (siamo ora alla quarta edizione) presenta nelle ambasciate, nei consolati o negli istituti di cultura le performance del design italiano. Giunto
a Miami, il console ha avviato un’opera di valorizzazione sul territorio delle eccellenze del Belpaese. Del design, innanzitutto. Lavorare in sinergia, dunque: questo è stato il filo conduttore di “A Dreamscape of Italian Design”, l’evento ospitato dal console presso il prestigioso museo Wolfsonian (dedicato alle arti decorative del ’900), durante il quale Interni, media partner, ha presentato la prima edizione del volume Italian Design Factories, una straordinaria rassegna di oltre 50 aziende italiane attive nel settore. Il direttore generale del Salone del Mobile.Milano, Marco Sabetta, ha illustrato a un pubblico davvero numeroso e partecipe il valore dell’appuntamento primaverile milanese, e alcuni protagonisti del design italiano, Michele De Lucchi, Piero Lissoni, Angela Missoni e Francesca Lanzavecchia,
5
hanno mostrato il legame tra i grandi maestri del passato, Achille Castiglioni, Alessandro Mendini, Joe Colombo, Vico Magistretti, Ettore Sottsass, Bruno Munari, e i nuovi attori del contemporaneo. Ognuno con una propria visione del mondo del progetto ma, come ha sottolineato Cristiano Musillo, “tutti testimoni della grande creatività italiana che, a partire da figure epiche come Leonardo da Vinci, di cui si è celebrato il cinquecentenario, continua a dare vitalità e prestigio a uno straordinario Paese qual è l’Italia”. ■ Patrizia Catalano
INTERNI marzo 2020 95
LookINg AROUND events 1. CHANDELIER DI MARIANO MARTIN È STATO IL SIMBOLO DELL’ITALIAN DESIGN DAY, CHE SI È SVOLTO ALL’AMBASCIATA D’ITALIA LO SCORSO 26 FEBBRAIO. 2. ASTRAL BODIES DEGLI ARCHITETTI MADRILENI ENORME STUDIO PER FINSA. 3. MULTIPLY, L’INSTALLAZIONE COMPLETAMENTE ECOSOSTENIBILE DI WAUGH THISTLETON ARCHITECTS PER AHEC. 4. LIGHT PROJECT SULLA PARETE GREEN DI CAIXA FORUM, REALIZZATA DA MINI IN OCCASIONE DELL’EVENTO “ELECTRIC GREEN.MINI”. 5. LA POLTRONA GENDER DI PATRICIA URQUIOLA PRODOTTA DA CASSINA È STATA ESPOSTA A “NATURE MORTE VIVANTE”, LA PERSONALE DEDICATA ALLA DESIGNER.
1
2 3
IL PROGETTO ALLA RIBALTA
Lo scorso febbraio si è svolta la terza edizione del Madrid Design Festival: 250 eventi, 66 mostre, 12 installazioni, 400 professionisti. E come ospite d’eccezione, la città di Torino con il concorso indetto dall’Ambasciata d’Italia “Il Design. Un viaggio tra Italia e Spagna”, promosso da Interni
4
Nel febbraio scorso la capitale spagnola è tornata al design con Madrid Design Festival – di cui Interni è media partner – una kermesse fortemente voluta per sensibilizzare il pubblico sulla cultura del progetto, sotto la regia di Álvaro Matías e di un comitato consultivo composto da specialisti quali Deyan Sudjic, Juli Capella, Marisa Santamaría, Ippolito Pestellini e Pilar Marcos. “Un mese totalmente dedicato alla creatività madrilena”, afferma Matías, “durante il
96 marzo 2020 INTERNI
quale si è svolta anche Arco (26 febbraio - 1 marzo), la fiera dedicata all’arte contemporanea, seconda in Europa solo a quella di Basilea”; oltre all’Italian Design Day, tenutosi il 26 febbraio (esattamente con un mese di anticipo rispetto agli altri IDD nel mondo) nella bellissima sede dell’Ambasciata d’Italia. L’iniziativa ha avuto come ambassador il direttore di Interni Gilda Bojardi e il direttore della Facoltà di Design del Politecnico di Milano Francesco Zurlo, che hanno presentato la seconda edizione del concorso “Il Design. Un viaggio tra Italia e Spagna”, dedicato alla relazione tra le imprese italiane e i giovani talenti spagnoli. Le giornate del MDF20 si sono aperte con la mostra “Nature Morte Vivante” dedicata a Patricia Urquiola e “¡Funciono! porque soy así!” presso il Fernán Gómez Centro Cultural de la Villa. Torino, riconosciuta dall’Unesco come Città Creativa per il design, ha partecipato come ospite d’onore con diverse mostre e incontri, tra cui un importante evento svoltosi sempre all’Ambasciata Italiana nella calle
Lagasca. MadridDesignPRO (dal 13 al 15 febbraio) ha radunato importanti protagonisti del design nazionale e internazionale che hanno animato conferenze, workshop, master class e mostre speciali; mentre il Festival OFF ha dato voce ai principali esponenti del design di Madrid con diverse attività legate a numerose discipline del settore e dislocate in 62 spazi tra gallerie, negozi, studi di architettura e di interior design, ristoranti e locali – tra cui il Matadero, dove si è tenuto l’ormai tradizionale Producto Fresco, la mostra organizzata da di_mad che si è concentrata sul valore dell’autoproduzione. ■ Patrizia Catalano
5
LookINg AROUND events
Design, moda, arte e creatività insieme per un progetto sostenibile in favore della tutela, salvaguardia e guarigione del Pianeta. Da questi presupposti nasce “100 globi per un futuro sostenibile”, iniziativa voluta da WePlanet, Gruppo Mondadori, Mediamond con il patrocinio di Comune di Milano e Regione Lombardia. 100 globi, realizzati e riprodotti con materiale riciclato, di grandi dimensioni (diametro di oltre 130 cm e altezza complessiva di 170 cm), diventeranno il supporto su cui cento creativi interpreteranno il tema dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, informando sull’innovazione sostenibile.
SOPRA, PAOLO CASSERÀ, CEO WEPLANET, E CRISTINA TAJANI, ASSESSORE ALLE POITICHE PER IL LAVORO, ATTIVITÀ PRODUTTIVE E COMMERCIO DEL COMUNE DI MILANO, ALL’INAUGURAZIONE DEL PRIMO GLOBO IN PIAZZA DELLA SCALA A MILANO. IN BASSO, LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO NELL’OTTOBRE SCORSO: DA SINISTRA, DAVIDE MONDO, AD MEDIAMOND, CARLO MANDELLI, AD MONDADORI MEDIA, RENATO GALLIANO, COMUNE DI MILANO, PAOLO CASSERÀ, CEO WEPLANET, E BEATRICE MOSCA, COORDINATRICE WEPLANET.
100 GLOBI PER IL PIANETA Il progetto coinvolge cento creativi chiamati a interpretare il futuro sostenibile in una esposizione open air di arte e design
98 marzo 2020 INTERNI
IN ALTO, I GLOBI GREZZI, PRONTI PER ESSERE LAVORATI. IN ALTO, IL GLOBO TERRACQUA REALIZZATO DA ANTONIO MELE. QUI SOPRA, “THE SEA OF RESPONSIBILITY” DISEGNATO DA ANDREA BOSCHETTI METROGRAMMA.
Una tela sferica, a disposizione della creatività di artisti, designer e studenti di accademie e scuole milanesi. Da ottobre 2019 a marzo 2020 i globi grezzi sono stati ospitati, per essere ‘allestiti’ dagli artisti, in un ampio spazio laboratorio presso la Stazione Centrale di Milano, diventata per l’occasione sede di eventi e talk show. Dal 12 aprile al 21 giugno 2020 saranno protagonisti di una grande mostra open air per le vie, le piazze, i parchi cittadini. Quindi, il 29 giugno 2020, saranno battuti a un’asta benefica organizzata da Sotheby’s, i cui proventi andranno a favore del Fondo ForestaMi, progetto di forestazione urbana nel capoluogo, che in parte contribuirà alla riqualificazione del Parco Segantini di Milano. Importanti firme della dell’arte e del design hanno già aderito al progetto e hanno presentato la loro interpretazione di WePlanet: Giulio Cappellini e Antonio
Facco (Save Milano bella), Fabio Pietrantonio (React), Antonio Mele (Terracqua), Michele De Lucchi (Mondo Pangea), Andrea Boschetti Metrogramma (The sea of responsibility). Il 20 gennaio scorso, alla presenza dell’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio del Comune di Milano Cristina Tajani, del Ceo WePlanet Paolo Casserà e dei promotori e organizzatori dell’evento, si è svolta in piazza della Scala la cerimonia di installazione del globo Save Milano bella, firmato da Giulio Cappellini e Antonio Facco, la prima delle 100 opere che nei prossimi mesi coloreranno le strade di Milano. Per la casa editrice di Segrate, sostenibilità significa stare nel mondo senza pesare, proteggendolo, sostenendolo, portandolo letteralmente sopra le proprie spalle. Consapevoli che la sfida, per chi fa comunicazione, è quella di veicolare l’innovazione sostenibile attraverso design, architettura, moda, tecnologia. Per questo motivo una serie di globi sarà realizzata da Mondadori con una serie di aziende partner scelte per la loro attenzione e sensibilità ai temi della sostenibilità e della salvaguardia del Pianeta. Il progetto è stato realizzato coinvolgendo cinque testate della casa editrice di Segrate. Interni sarà la testata di riferimento per i globi sponsorizzati da aziende che da sempre fanno dell’impegno costante verso l’uomo e l’ambiente il loro punto di forza: Aran Cucine, Ceramica Flaminia, Ilva, Slide Design. Aziende che sviluppano nuovi prodotti e soluzioni con un’attenzione focalizzata sulla tutela e sul rispetto dell’ambiente. Le altre testate sono: CasaFacile, Focus, Grazia e Icon Design. Complessivamente, gli sponsor che hanno acquistato i Globi Mondadori sono: Aran, Beauty Application, Bosch, Caudalie, Ceramica Flaminia, Consorzio Parmigiano Reggiano, Euromobil, Fossati, Ganassini, Guess, Ilva, Itlas, Levi’s, L’Occitane, Poliform, Slide, Tescoma, Yves Rocher, Vaillant. ■ Danilo Signorello
INTERNI marzo 2020 99
OFFERTA SPECIALE RISERVATA AI LETTORI DI INTERNI
ABBONATI AL DESIGN. È ANCHE IN DIGITALE!
OFFERTA SPECIALE RISERVATA AI LETTORI DI INTERNI
Con l’abbonamento, oltre al piacere di ricevere l’edizione stampata su carta, potrai sfogliare la tua copia di INTERNI anche nel formato digitale.
10 numeri di INTERNI ― 3 Annual ― 1 Design Index + versione digitale*!
a soli 59,90 euro** Collegati a www.abbonamenti.it/interni2020 Scarica gratuitamente l’App di INTERNI da App Store e da Google Play Store o vai su www.abbonamenti.it *3 Annual e 1 Design Index visibili solo tramite la App di Interni. **Più € 4,90 quale contributo alle spese di spedizione, per un totale di € 64,80 (IVA inclusa) anziché € 88,00. Lo sconto è computato sul prezzo di copertina al lordo di offerte promozionali edicola. La presente offerta, in conformità con l’art.45 e ss. del codice del consumo, è formulata da Mondadori Media S.p.A. Per maggiori informazioni visita www.abbonamenti.it/cgaame.
LookINg AROUND hospitality
OASI URBANA
Situato nel cuore di Shanghai, The PuLi Hotel & Spa si distingue per un sofisticato stile a cinque stelle che combina Oriente e Occidente, storia e contemporaneità. Anche nei sapori offerti dal nuovo ristorante Phénix
Siamo nel cuore di Shanghai, nel
UNA VEDUTA ESTERNA DELL’HOTEL, SITUATO NEL DISTRETTO DI JING’AN A SHANGHAI. DISTRIBUITO SU 26 PIANI, OFFRE 193 CAMERE E 36 SUITE. IL PROGETTO DEGLI INTERNI È STATO SVILUPPATO DALLO STUDIO AUSTRALIANO LAYAN DESIGN GROUP, IN COLLABORAZIONE CON LO STUDIO DI DESIGN INDONESIANO JAVA & ASSOCIATES E LO STUDIO DI ILLUMINAZIONE AUSTRALIANO THE FLAMING BEACON.
102 marzo 2020 INTERNI
quartiere degli affari e dello shopping delimitato da Nanjing Road e YanAn Road, eppure la sensazione è quella di trovarsi in un’oasi di pace immersa nel verde (quello di Jing’An Park), dove i grattacieli, le luci e la frenesia della metropoli cinese fanno da semplice sfondo scenografico a un ambiente ovattato e rilassante. Non a caso, l’hotel The PuLi è il primo ‘resort urbano’ di lusso che ha segnato il debutto della catena Urban Resort Concepts. A dieci anni dalla sua apertura, si conferma ancora una delle strutture più apprezzate dalla clientela internazionale che si reca a Shanghai per affari o per turismo. Anche l’Italia del design ne ha fatto il suo indirizzo privilegiato: è proprio qui che soggiornano, infatti, gli imprenditori, i giornalisti e gli operatori dell’industria dell’arredo italiana durante
IL NUOVO RISTORANTE PHÉNIX EATERY & BAR – UNA STELLA MICHELIN – DELL’HOTEL THE PULI OFFRE L’ORIGINALE INTERPRETAZIONE DELLA CUCINA FRANCESE DELLO CHEF PIERRICK MAIRE: OSTRICHE FRESCHE, UNA SELEZIONE DI SALUMI, PIATTI VEGETARIANI, OFFERTE DI CARNE E DI PESCE.
il Salone del Mobile.Milano Shanghai, in programma ogni anno a novembre. Merito certo della sua stretta vicinanza allo Shanghai Exhibition Center, dove si tiene la manifestazione, ma anche della sofisticata atmosfera degli interni, frutto di un originale mix tra storia e contemporaneità, fra materiali e arredi artigianali tipici della tradizione locale e uno stile d’impronta occidentale. Tra i servizi a 5 stelle offerti da The PuLi, meritano una particolare menzione l’area benessere che occupa tutto il terzo piano dell’hotel, dotata di una piscina a sfioro e di una spa, nonché il nuovo ristorante Phénix guidato dallo chef Pierrick Maire che anche nel 2019, per il terzo anno di seguito, si è aggiudicato la stella Michelin. ■ M.P.
WWW.BESANAMOQUETTE.COM
AD: laurapozzistudio Ph: adibo Thanks to
LookINg AROUND bookstore
ENZO MARI O DELLA QUALITÀ POLITICA DELL’OGGETTO 1953-1973 a cura di Alessio Fransoni, Postmedia Books 2019, pagg. 190, € 19,00. Enzo Mari (Cerano, 1932) è una figura complessa nello scenario multilineare della storia del design italiano, di cui è tra gli indiscussi protagonisti. Il raccontarne la storia, il percorso di formazione e quello professionale, come ci conferma Alessio Fransoni nell’introduzione del volume, significa “dover fare i conti non con una, ma con più storie”. Quelle da lui individuate per tracciare il ritratto di Mari, che il libro ben restituisce, sono ovviamente la storia del designer vincitore di cinque Compassi d’oro, quella del Mari artista (una storia meno conosciuta e ricordata “è la storia di uno dei protagonisti della stagione della cosiddetta Arte programmata, o cinetica, o cineticoprogrammatica”). E infine la storia politica del “Lavoro al centro” (come intitolava una famosa mostra dedicata a Mari dalla Triennale di Milano nel novembre 1999 - gennaio 2000). La storia politica di Mari è quella che “vede nell’avvento storico del design industriale un portato diretto dello spirito del socialismo. […] e poi ancora il ‘controdesigner’, il progettista intransigente delle proposte programmatiche di comportamento professionale e politico, dove politica è, senza mezzi termini, lotta di classe”. Il racconto storico-critico di Fransoni ha innanzitutto il pregio e lo scopo di fare di tutte queste componenti “una storia unica, in modo che la figura di Mari sia restituita nella sua unitarietà” e complessità. Il racconto ci conduce così a scoprire Mari designer come sintesi tra istanze artistiche e politiche; progettista volto a considerare la fabbricazione come un processo che “riassume in anticipo il gesto funzionale di chi userà l’oggetto, e come tale in un certo senso lo riprogetta”. Per il designer la forma è, in definitiva, “il luogo d’incontro tra istanza di anticipazione e riattualizzazione del progetto e del processo”. Un buon apparato iconografico in bianco nero correda in modo puntale il testo e l’analisi specifica dei singoli oggetti. ENZO MARI, VASI DELLA SERIE TRIFOGLIO, DANESE 1969
LUIGI MORETTI. “SPAZIO” - GLI EDITORIALI E ALTRI SCRITTI a cura di Orsina Simona Pierini, Christian Marinotti Edizioni 2019, pagg. 240, € 23,00. Luigi Moretti (1907-1973), architetto romano, figura discussa per la sua adesione al fascismo e rivalutata dalla critica negli ultimi decenni, oltre a essere stato un “architetto consapevole e sperimentato”, autore di opere che rimangono come riferimenti della modernità italiana (tra cui la Casa del Balilla Sperimentale di Roma presso il Foro Italico con la famosa sala della scherma (1933-’36) e il complesso di Corso Italia a Milano del 1949-’56), ha affiancato la sua fervida attività di architetto costruttore con una colta riflessione storico-critica che questo libro ci propone in forma di significativa sintesi, raccogliendo tre brevi saggi e gli editoriali della rivista “Spazio”, fondata, diretta e pensata, anche dal punto di vista grafico, da Luigi Moretti tra il 1950 e il 1953. Nei soli sette numeri pubblicati troviamo un denso e attualissimo messaggio critico militante, che individua la storia (in questo caso dell’architettura, dell’arte e delle forme) sempre come ‘storia contemporanea’, ‘strumento operativo’ per agire nel presente con riflessioni profonde, che attualizzano, interpretano e ascoltano le lezioni del passato. Come scrive nell’introduzione Simona Pierini, che ha curato il volume: “Attraverso descrizioni e analisi precise delle più importanti opere della storia, l’autore costruisce infatti un abaco di tematiche compositive, per fornire non solo strumenti progettuali espliciti, ma anche per educare ad una capacità di lettura e riconoscimento delle strutture interne delle opere architettoniche, che possano essere reinterpretate da personalità artistiche differenti”. Figura, Spazio, Luce, Struttura, Taglio, Valori (misura): sono questi i temi ‘senza tempo’ ricorrenti nelle lucide, colte e avanzate riflessioni di Luigi Moretti, che rilette oggi appaiono incredibilmente attuali, come metodo e messaggio. “È infatti l’uso attivo della storia che propone a rendere le sue pagine così utili e attuali, un uso in cui la precisione dell’analisi e l’acutezza delle intuizioni affascinano il lettore, una volta vinta l’apparente difficoltà”. PAGINA DELLA RIVISTA “SPAZIO”, N. 2, AGOSTO 1950. ANALISI DEL DRAPPEGGIO DELL’ANGELO PORTANTE LA CORONA DI SPINE DI GIAN LORENZO BERNINI NELLA CHIESA DI SANT’ANDREA DELLE FRATTE, ROMA.
104 marzo 2020 INTERNI
L’IDEA DI DOMESTICO IN KNUT HJELTNES di Nicola Flora, LetteraVentidue Edizioni 2019, pagg. 132, € 18,00. Un libro dedicato a un viaggio esperienziale diretto, compiuto dall’autore all’interno di due architetture domestiche disegnate dall’architetto norvegese Knut Hjeltnes; le case Straume (2013) e Bøe Møller (2012), costruite rispettivamente su uno scoglio della cittadina di Herøy della contea di Nordland e a Oslo. A differenza dei testi critici sull’architettura contemporanea, in genere fondati su una lettura ‘indiretta’ di disegni, immagini e documenti scritti, l’autore privilegia e sostiene come ‘metodo’ di analisi l’approccio fenomenologico: “intendo così raccontare l’architettura delle due case oggetto di questo scritto valorizzando la conoscenza fatta attraverso l’esperienza corporea personale e diretta, sviluppatasi in movimento negli spazi delle case a diretto contatto con le materie del luogo specifico, in stretta relazione con gli spazi naturali in cui queste due case si inseriscono”. Così la casa Straume, vero e proprio rifugio domestico arroccato su uno scoglio sul mare, è colta come nest, un guscio protettivo in strettissimo rapporto con gli elementi naturali, il vento, la luce e il mare, chiamati a essere parte di un progetto-sfida: “una sfida radicale nel pensare di riportare in un luogo dove la natura si era scrollata di dosso un oggetto che l’uomo le aveva appoggiato [la piccola costruzione precedente], e lasciare che lei, la madre di ogni cosa, potesse esprimersi con tutta la sua forza vitale su di essa senza distruggerla”. Il viaggio dell’autore prosegue a Oslo visitando una casa pensata come una microcittà con spazi compiuti tra loro, connessi impiegando una pelle di mattone che ne caratterizza la figura complessiva. In entrambe i progetti presentati nel volume e corredati da fotografie a colori e disegni, l’architettura si offre come “un artificio umano che ha fatto dell’arte del costruire una macchina per relazionarsi in pienezza al KNUT HJELTNES, CASA STRAUME, mondo che ci è intorno, ed in ultima analisi a noi stessi”. HERØY, NORVEGIA, 2013.
NANDA VIGO - LIGHT PROJECT di Marco Meneguzzo, Silvana Editoriale 2019, pagg.256, € 28,00. Catalogo della grande mostra antologica dei lavori di Nanda Vigo dedicati al tema della luce, organizzata al Palazzo Reale di Milano nell’estate dell’anno scorso, il libro, composto da saggi di diversi autori (Andrea Pinotti, Marco Meneguzzo e Donatella Volonté) e da una preziosa appendice antologica di scritti su e di Nanda Vigo, si offre come un nuovo contributo storico-critico che indaga l’opera trasversale, oscillante con continui rimandi e in chiave sinergica tra architettura, design e arte, di una protagonista del mondo del progetto italiano. All’applicazione sistematica di formule di successo Nanda Vigo ha sempre privilegiato la sperimentazione e non ha mai rinunciato a radicali e convinte prese di posizione, nello sforzo di dare a ogni progetto una dimensione poetica. Superando il concetto caro alle avanguardie artistiche di integrazione tra le arti, Nanda Vigo ha in realtà unito in una sintesi operativa e di attento controllo compositivo la dimensione artistica con quella architettonica: “se trovavo nell’arte la mancanza di un aspetto costruttivo, allo stesso tempo vedevo quanto l’architettura mancasse di artisticità. Per me la parte artistica è il progetto, il design è una conseguenza possibile, una collocazione strategica del progetto” (Nanda Vigo). Così, sfogliare dopo i saggi di apertura la selezione dei lavori che compone la sezione “Opere” del libro, presentate con la sola forza della loro immagine, è trovare conferma di un’operare per sperimentazioni continue dove, in questo caso, la luce diventa materia primaria da deformare (i Cronotopi, 1963), da plasmare e da vivere in chiave ambientale (Ambiente Cronotopico, 1968). Quella ’luce’ come ‘materia poetica’ di cui Nanda Vigo, come racconta, rimase folgorata all’età di quattro anni osservando i bagliori che fuoriuscivano dalle porzioni in vetrocemento della Casa del Fascio di Terragni a Como (1932-’36). Nanda Vigo, allora sfollata con la famiglia nella città lariana, ha come inserito nel proprio DNA creativo questo flash infantile che, alla maniera di una madeleine proustiana, è via via riemerso nella sua vita progettuale come attivatore di azioni concrete distribuite nel tempo, che questo libro ben documenta. NANDA VIGO, “CRONOTOPI” 1963 IN MOSTRA A PALAZZO REALE. FOTO MATTEO VERCELLONI
di Matteo Vercelloni INTERNI marzo 2020 105
LookINg AROUND translations
INCOVER ART
P24. GIO PASTORI
HE CUTS, ASSEMBLES, GLUES. THE ARTIST CREATES MATERIAL WORKS WITH CLEAR GEOMETRIC LINES AND DIRECT SUGGESTIONS. LIKE THE COVER OF INTERNI’S MARCH ISSUE Pop collages with poetic, vigorous grace translate concepts, thoughts and emotions into a few particular characters, with saturated, brash colors. Simple, vivid and immediate, the stratified works of Gio Pastori spring from paper and scissors: a ‘cut and paste’ with a retro look, but also with clear, decisive – even surgical - lines. The pieces – of paper and other materials – are assembled, mixed, blended and manipulated in a captivating, distinctive stylistic and narrative alphabet. Gio Pastori was born in Milan in 1989, where he lives and works. He studied art and design, specializing in illustration. He uses the collage technique, with solid-color paper cut without following a design, using the cutter blade as if it were a pencil. He creates visual contents with a strong formal and chromatic synthesis. Pastori works in a range of different fields, from publishing to fashion, set design to animation and even music. Recent collaborations include works for Acqua di Parma, Cartier and Tiffany & Co. In 2017 he was listed by Forbes as one of the 30 most influential artists under 30 in Europe. The illustration “Flower, Fruit, Seed, Tree” created for the cover of Interni March is a ‘naïf dream’ in which the economic sphere functions like a biological environment. Where design has a role of great responsibility. Claudia Foresti
INBRIEF WOOD
P26.
SETTING RECORDS
The first multistory residential complex in wood in Berlin, Bercahaus, created by the Italian architect Paolo Conrad Bercah of the German studio c-b-a (context of bare architecture), sets a record: it was completed in just 21 days thanks to structural systems in wood designed and engineered by the Italian company LignoAlp. This solution permits not only tight construction scheduling but also compliance with strict German fire regulations. At the same time, it allows for insertion of all the physical plant systems required for high energy efficiency. In the ecosustainable and certified buildings made by LignoAlp the enclosure is composed for the most part of renewable raw materials, making consumption of primary energy sources smaller than in conventional buildings. lignoalp.com
ALIVE AND RENEWABLE
An excellent Italian company in the field of wood coloring, Tabu produces natural stained veneers and multilaminates for furnishings and interior design, as well as decorative wood surfaces of the latest generation, based on technical, material and creative research. Tabu also organizes IDEASxWOOD, the most important international contest in the world for the wood sector, supported by ADI - Associazione per il Disegno Industriale, FederlegnoArredo and FSC Italia. This annual ideas competition is aimed at university students and designers under 40. The project has forceful educational impact, encouraging knowledge of wood and its use as a noble, living and renewable material. Wood can be cultivated and planned for available on a planetary scale for the generations to come. The main partners of the competition is Carpanelli/Bottega d’Autore; the special partners are FontanaArte, Driade and Valcucine. ideasxwood.it Claudia Foresti
PRODUCTION P28. AN ESSENTIAL LINE
Minimal aesthetics, functional quality, sustainability at the service of wellbeing. Created by Angeletti Ruzza Design, Tabula is the new collection from Cristina Rubinetterie that combines rigorous, clear and squared lines – the result of a sophisticated stylistic exercise of subtraction, bringing out the pure essence of forms – with a green spirit. The refined line of products, including items for washstands, bathtubs, showers and bidets, guarantees savings in water and energy consumption, encouraging a sustainable approach to water use in everyday life. Thanks to the inclusion of an aerator with reduction to 5 liters/min (in the washstand mixer version), Tabula diminishes water flow and combats waste. The focus on environmental sustainability is a characteristics of all the products of Cristina Rubinetterie, made with materials
that comply with strict international standards, deployed with technologies for reduction of water consumption. cristinarubinetterie.com
NATURAL INGENUITY
The protagonists of the new Ayana outdoor collection designed by Naoto Fukasawa for B&B Italia are wood and a round cross-section. As if made with simple juxtaposed sticks, the structures of the seats and tables are in natural teak – with FSC (Forest Stewardship Council) certification – allowing the wood to age and evolve in a spontaneous way, respecting its intrinsic characteristics. A primordial choice that reminds us of ancient tools, primitive constructions, while concealing technical solutions of remarkable ingenuity. The structures have invisible interlocks that do not require the use of metal hardware like bolts, but simply use wooden joints. An aesthetic choice but also a functional one, allowing the wood to naturally transform with varying weather conditions, without cracking or warping. All the materials that go into the pieces of the collection can be separated and disposed of at the end of the life cycle. bebitalia.com C.F.
NATURE P30. FROM SHELL TO BULL
Based on an intuition of the designer Pietro Petrillo, Keep Life is an innovative, ecosustainable and ‘bio-inspired’ material. It is a natural wood composite, easy to shape and self-hardening, made with shells from hazelnuts, chestnuts, walnuts, almonds, pistachio nuts and peanuts, using a binder free of harmful substances, fillers, solvents or formaldehyde. Used in the field of furnishings and construction, it is an ecological material not based on the concept of recycling, but on the principle of granting continuity to a process initiated by nature itself. To the right, the Natty nutcracker created by Ilaria Spagnuolo and produced by Keep Life with the craftsman of iron Daniele Paoletti. Right, the Bull personalized by Marialaura Rossiello of Studio Irvine in Keep Life, shown in the exhibition “16 animals, 16 authors” curated by Giulio Iacchetti, to reinterpret the famous puzzle designed in 1957 by Enzo Mari for Danese Milano (below). keeplife.it
SECRET GARDEN
A green oasis in Germany. During imm cologne 2020, Nardi presented an original booth designed by Raffaello Galiotto, which minimized the use of materials while limiting the production of waste as much as possible. “This display concept came about by considering the way people relax, in contact with nature and environmental sustainability. A sort of secret garden, a path of discovery in the midst of greenery, an open space ‘designed’ by light, natural grasses and the insertion of Nardi furnishings, all recyclable, and some made with recycled material,” says the designer and art director of the brand. Among the products on view there was also Komodo, recent winner at the German Design Awards in the category Excellent Product Design – Gardening and Outdoor Living, and of a Good Design Award. The modular outdoor seating system created by Raffaello Galiotto with a structure in fiberglass resin, with upholstered items, stands out for its extraordinary compositional flexibility, for easy configuration and modification over time, depending on the available space, to meet different personal needs and tastes. nardioutdoor.com C.F.
SHOWROOMS P32. RANGE OF MATERIALS
A luminous, sober and elegant space, dominated by natural hues to bring out the highest levels of expressive potential of the material. And the material – an innovative one – is Cimento, the compound patented by SAI Industry using over 90% mineral aggregate mixed with a cementitious binder and utilized to clad walls and floors, furnishings and sculptural design pieces. Located at Via Borgogna 7, in the Durini-San Babila design district, the new Milanese space of Cimento, a brand of SAI Industry, a company of reference in the design and development of custom furnishings, has been updated by Parisotto + Formenton Architetti, designers and art directors of the Cimento Collection. This is a showroom and workspace of the latest generation: a place for working and gathering, a flexible display zone, as well as a project gallery. cimentocollection.com
ERUDITE REINTERPRETATION
Ideal Standard International has opened a new showroom in London, in the creative district of Clerkenwell. The Design and Specification Centre, on four levels, has been conceived to bring together various sector professionals. For the opening, Roberto Palomba, Chief Design Officer of Ideal Standard, and
the designer Robin Levien talked about trends, influences and perspectives in the field of bathroom design. The space presents different products resulting from the collaboration with the studio Palomba Serafini Associati, which has launched a new path in the design history of the company, starting from its exceptional heritage. Among the products on view, the new Conca collection of washstands (in the photo to the left), inspired by the line created in 1972 by Paolo Tilche: a concrete example of contemporary reinterpretation of a renowned classic. idealstandard.it C.F.
LookINgAROUND PRODUCTION
P34. BEYOND PANELING
EVOLUTION OF THE CONCEPT OF WOOD COVERINGS FOR WALLS. TODAY THE ACCENT IS ON FLEXIBLE ARCHITECTURAL SYSTEMS IN A RANGE OF MATERIALS, READY TO INCORPORATE DOORS AND FURNISHINGS Multifunctional, technological, versatile – the new paneling systems. A symbol of this breakthrough is the Modulor system designed by Giuseppe Bavuso for Rimadesio, for free compositions that adapt to various architectural needs in the residential, contract and retail sectors. Thanks to a load-bearing structure in extruded aluminium, the paneling can be configured with suspended equipment and combined with doors, for an effect of continuity on the walls of an entire space, also by inserting an LED lighting system. The program is always made to measure, available in 99 finishes including glass (glossy or matte lacquer finish, reflex or mirror), walnut, stoneware, fabric or eco-leather. Wood in a wide range of finishes is the clear focus of other brands, offering systems for various configurations with a range of accessories. These include the Wall&Door and Boiserie systems by Lualdi, which create ‘functional walls’ with a forcefully contemporary look, also thanks to the intervention of Piero Lissoni, creator of the graphic effects of Matrix. Itlas continues its progress towards a total wood look, adding new finishes and compositions to Progetto Bagno, with new wall-mounted interpretations in the 5 Millimetri collection. Garofoli, thanks to the versatility of its catalogue, offers custom solutions for a harmonious combination of paneling, doors, shelves and cabinets in a single system. K.C.
PRODUCTION
P36. OUTDOORS ALL YEAR ROUND
PERGOLAS, AWNINGS, SCREENS, SHELTERS: ALL SOLUTIONS THAT MAKE IT POSSIBLE TO LIVE THROUGHOUT THE YEAR IN OUTDOOR SPACES, ADDING A NEW ROOM TO THE HOUSE, IN PRACTICE by Andrea Pirruccio CAPTIONS: pag. 36 Nodo, the boxed arm awning by Gibus, installed in a space by the pool inside a villa in the Principality of Monaco. Chosen for its sturdiness (to stand up to high winds), the company’s new creation has advanced technology that calls for automated movement with a remote control, and built-in LED lighting. The squared form contains the joint that permits rotational movement to adjust the angle of the awning, varying from 0° to 90°. The two Edge 75 arms are attached to the head, which rotates together with the housing and is adjustable thanks to metric bolts. Pergozip by BT Group is a set of sunscreening systems to create outdoor spaces for use across many months of the year, thanks to horizontal shelters. The particular feature of Pergozip is the awning rolled up in an aluminium housing and set into tension by gas springs and lateral zippers. Equipped with frontal posts measuring 13x13 cm and with drainage devices, the systems can be installed on the ceiling or on a wall. Designed by Richard Neutra and selected by the architect as his own home, the Research House 2 in Los Angeles, later called the VDL, is a manifesto of biorealism. At the top of the structure, Dion Neutra built a small penthouse, which Kettal now recreates in two versions: VDL Penthouse, which faithfully reproduces the architecture of the Neutras, and the VDL Pavilion (in the photo), which has a single fixed wall composed of vertical boards, allowing sunlight and air to enter the structure. pag. 37 In a typical rural house from the early 1900s, Resstende has discreetly inserted, in a way that is totally functional for the context, the Boston 135 system of facade screening, installed horizontally, and the special Traction Kit D75. The particular gray linen hue of the fabric has been selected to create visual harmony with the colors of the surroundings, giving the screening a pleasant natural look. Serie Brera by Pratic is the new collection of outdoor shelters with sunscreen blades that slide and can be packed into a limited space. When open, Brera offers a wide view of the landscape, while when closed it ensures total protection against sunlight, wind and rain. Personalized in
over 30 Pratic colors, the Brera series comes in three versions: roof only (Brera Basic), with Slide Glass (Brera Superior) or with glazings and Raso, the vertical curtain available with filtering fabrics (Brera Premium). Superior and Premium can be freestanding or placed against the wall; Brera Basic, on the other hand, is designed for insertion in already existing spaces. Brera can be accessorized with RGB LEDs at the perimeter. Produced by Corradi, Imago is an outdoor structure of adjustable blades that acts as a self-sufficient solution thanks to its construction details: the platform, beams and pillars can be combined in an arrangement of perfect architectural continuity. The project has been approached to date in three versions, whose potentialities can be intuitively grasped: Imago Dreaming (in the photo), which reproduces a bedroom; Imago Gourmet, for those who want to enjoy cuisine out of doors; and Imago Feeling Good, for those in search of a wellness area in contact with nature. By KE Outdoor Design, Gennius Vega is a pergola awning with a linear design, characterized by luminous inserts for diffused light placed along the guides and columns. Thanks to the Vertika Gennius system, the structure can be closed with curtains at the sides and front, while the extensive options for personalization make the model adapt to a wide range of architectural needs. With remote control via app, Vega can be utilized in all seasons with remarkable energy savings: in the winter it reduces heat dispersion, while in the summer it optimizes the impact of sunlight to diminish overheating of spaces.
PRODUCTION
P39. SPACES TO BE DEFINED
MARKING A THRESHOLD, A BOUNDARY, OR CONNECTING TWO SPACES: WHATEVER THE IDEAL FUNCTIONAL INTERPRETATION, FRAMES TAKE ON AN AESTHETIC DIMENSION THAT MAKES THEM THE PROTAGONISTS OF A 360-DEGREE DECOR PROJECT by Andrea Pirruccio CAPTIONS: pag. 39 Designed for Rimadesio by Giuseppe Bavuso, Spazio is a partition system in glass designed to border or connect spaces in interior architecture. Spazio can be arranged in multiple compositions: from the simple divider in transparent glass to the more complex, varied version, combined with the company’s sliding panels. The totally built-in aluminium section has height regulation to permit perfect leveling of the upper frame.Monolite Rasomuro by Bauxt is a flush-mounted security frame that permits opening of the leaf by 180° without visible sections. The patented vanishing hinge system guarantees easy installation, while the special attachment gear makes it possible to mount first the frame and then the panel, ensuring simple implementation. In brass, the Contour handle designed by Giuseppe Bavuso for Ento is shaped around a spring system, with a plate of just 43 mm in diameter. With specific latch devices, it also comes in the Plus version with insert in materials and finishes that can be personalized for custom projects. pag. 40 Materia is the response of GD Dorigo to the need to offer continuity between the frame, the lacquered wire covers and the door in Plantext – a laminate layer developed by the company that permits reproduction of various types of wood – with coordinated hues. The results are two original proposals: opal troweled concrete (smooth to the touch and the eye) and graphite (with a slight woven pattern), both featuring shades of gray. Compass 55 by Lualdi is a variation of the Rasomuro model, which stands out for total integration with the wall and for the vanishing hinges. Perfectly aligned, the unit has a pivoting panel and controlled selfclosure. Compass 55 accentuates the theatrical aspect of a spatial divider. Vola, designed by Max Pajetta for Olivari, is a handle based on a long process of prototyping, in pursuit of an aesthetic balance that combines technicalproductive and ergonomic considerations. Its evocative name is a perfect reflection of its form. Eclisse 40 Collection by Eclisse is the first frame in anodized aluminium to create a sense of depth, enhancing the door like a picture frame. The structure emerges from the wall, leaving a sign that on one side defines a splay of 40°, while maintaining the discretion of flush mounting on the other side, where it can be painted in the same color as the wall, or finished with wallpaper. Based on an idea of Francesco Valentini and Lorenzo Ponzelli, Eclisse 40 Collection is available in bronze and in the variant with primer coating, and in models for one or two panels, push or pull, right or left. pag. 41 From Garofoli, the door from the Filomuro collection, model VERT 1 VFV, with transparent glass, profiles in black aluminium, and Playa handle. Kikka by Flessya is a door in 8 mm structural glass, with border in veneered wood staving of just 40x40 mm. Bedsides the leaf version, Kikka comes in various sliding, indoor and outdoor models. The door can utilize various types of glass (transparent, etched, with inner weave, sand-blasted, hollow, with digital printing or in a process that calls for insertion of steel, copper or brass wires) and a range of finishes – from lacquers to embossed finishes and different types of wood – while others can be ordered by request. pag.42 Designed by Giuseppe Bavuso for Erco, Dry is a collection that includes windows and glass doors with one or more panels, made with excellent materials: a core in synthetic resin is
LookINg AROUND translations protected on the outside by sections in coated or oxidized aluminium, while inside it is possible to choose from the same finishes, or from various types of wood including thermo-treated oak, gray oak, blanched oak and canaletto walnut. In the photograph, fixed glazings mounted flush with the wall, in canaletto walnut finish with clear reflecting glass. Thermic 2.0 by Fossati Serramenti is a casement that combines aesthetic values and technological content to ensure high standards of insulation. Inside, the casement is in wood, with a choice of lamellar pine and lamellar ash in a range of finishes; on the outer side, the aluminium gives the frame durability and a wide selection of colors. All the glass is extra-clear, and in the Plus version, Thermic 2.0, the glazing is triple to protect against winter cold and summer heat. The new Schüco AWS 75 pd.si (panorama design super insulation) window has been designed to offer good thermo-acoustic performance, with a minimal image and great transparency. The system stands out for its extremely slender borders, which permit maximization of glass surfaces and an increase in the flow of natural light.
PRODUCTION
P45. TANGIBLE AESTHETICS
A TRIP THROUGH MATERIALS (COVERINGS AND MORE), IN PURSUIT OF IDEAS TO MAKE EVERYDAY LIFE MORE PRACTICAL, SAFE AND – WHY NOT? - BEAUTIFUL by Andrea Pirruccio CAPTIONS: pag. 45 Lapitec presents the first sintered stone slabs with full-body grain. The products come in three colors: Bianco Elettra, Bianco Vittoria and Bianco Aurora, all on a base of Bianco Assoluto with gray veins. The new veined materials are available in the Lux and Satin finishes, in thicknesses from 12 to 20 mm. A part of Crogiolo, the new industrial crafts research of Marazzi, Scenario is a novel 20x20 cm stoneware that takes its inspiration from ‘I Pennellati,’ the company’s historic collection. The application of color on the surface replicates the effect of brushstrokes made by hand, where the imperfections gave the material a poetic, unique appearance. Scenario offers two different surfaces that can be combined: a matte finish in three colors (white, black and blue) and the ultra-lux finish (in white, blue, sky blue, black and gray). Fineo by AGC Glass Europe, a vacuum glass of the new generation, is 100% recyclable and ultra-slim in thickness. The particular composition of the product, composed of two panes of glass separated by a 0.1 mm interspace, permits a combination of technical and aesthetic performance, giving the glass a neutral, transparent look along with excellent properties of thermal insulation. By Eugenio Biselli for Franchiumbertomarmi, Hexagon is a bookcase made of stacked hexagons in Calacatta marble that generate a modular, self-supporting structure for a nearly infinite range of combinations. pag. 46 Surfaces clad with Ultratop Loft by Mapei, a cement-based compound with a vivid materic effect. For vertical or horizontal application, or on the ceiling, up to a thickness of 2 mm, Ultratop Loft is the ideal solution for making decorative facings and floors, also in high-traffic areas, including shops, restaurants, halls, residences, museums and other spaces. The new solution comes in over 200 different colors. Dolmen Pro is the collection by Atlas Concorde made with porphyry from Trentino- Alto Adige. The line is ideal for projects featuring indoor-outdoor continuity, and comes in the following formats: 22.5x22.5 cm and 22.5x45 cm, with thicknesses of 20 and 9 mm; 60x120 cm with thickness 20 mm; 37.5x75 cm. The palette of Dolmen Pro features homogenous tones (ash, gray and red) and the multicolor mix version (in the image). Designed for Besana Moquette by Cristina Celestino, Nebula draws on themes of the undersea world, suggesting an imaginary flora and fantastic nature. The innovative printing techniques permit placement of graphics and design on very dense textile bases, also granting them an iridescent look. From the collaboration between Rex, one of the brands of Florim, and Rubelli, the collection I Filati di Rex is a reinterpretation on a ceramic surface of the most iconic decorative motifs of the company specialized in fabrics and upholstery. The series offers nine patterns on large slabs in different colors. The aesthetic families are: damask motifs, floral designs and geometric patterns. pag.47 Designed by Marialaura Rossiello for Studio Irvine, P-Saico by Mosaico+ is a collection that rejects the idea of regular geometric installation. Made in porcelain stoneware, the project expands the possibilities of use of mosaic tile, also making it suitable for application to walls. The material has been reduced to fragments of 1x3 cm, the tiles are supplied pre-assembled on screens, and the modules can be combined with a perfect interlock. The installation of P-Saico triggers a random effect, with seams varying from 2 to 6 mm. Port Black by Antolini is a natural stone, ideal to interpret a metropolitan style, whose refinement is enhanced by the alternation of white and black. A marble capable of cladding spaces with an uncompromising personality. The warm material character of Cementoresina by Kerakoll Design House permits the matching of walls and floors in a single volume, creating an effect of forceful aesthetic uniformity. Available in the 10 colors of the Warm Collection. The new collection
of three-dimensional facings by Margraf is inspired by contemporary trends, and comes in Bianco Carrara, Bianco Siberia, Crema Nuova, Fior di Pesco Carnico – the marble that is the symbol of the Vicenza-based company – Jolie Grey and Lipica Fiorito. The line offers a choice of different textures, in mirrorfinish polished or matte surfaces, and has the advantage of a particularly slim thickness (starting from 3 cm), to facilitate transport and installation on the wall. pag. 48 From Garbelotto, herringbone floor in brushed thermo-treated oak with Habitat finish. The natural texture of the wood is enhanced by a full-cycle water-base coating that makes the boards totally matte. CP Parquet has launched an original hygienic coating on the market, enriched with silver ions: a biocompatible water-base product free of any health risks. It functions in a simple, mechanical way: when a micro-organism comes into contact with the surface of the wood protected with this coating, the silver ions are activated and zero out the bacterial charge. Furthermore, thanks to this hygienic protection, floors require less cleaning and it is possible to reduce the use of detergents, with positive effects for the environment. TUM1AA4x Colore is the new 100% organic UV oil by Ilva, a green evolution of the traditional oils used in industrial production of wood flooring. With zero emissions, it contains 32% renewable materials of botanical origin, and is free of drying agents based on heavy metals. Ideal for wooden floors and furniture, doors and panels, TUM1AA4x Colore brings out the beauty of wood and its grain. Optical, one of the ten textures of Groovy, the collection of three-dimensional surfaces produced by Tabu. The series includes panels obtained by bonding two stained natural veneers, pressed to obtain a third dimension. The sheets are then plated on panels and coated, ready for use on walls, wall paneling or furniture. For ALPI Martino Gamper has designed Gamperana Triplex, a type of wood that does not exist in nature. A challenge that has led the designer to interpret wood by dissecting and reassembling it: a playful concept that is also reflected in the imaginary Latin name. Starting with a geometric texture and playing with the juxtaposition of natural tones and chromatic accents, Gamper creates three variants of the same design, utilized for three different veneers. The same pattern is thus deployed in different interpretations. pag.49 Practical wood flooring, quick and easy to install, stable and sturdy, Legni del Doge by Itlas is composed of prefinished planks with two layers, of which the visible one is in fine wood, available in various types and finishes. The use of a support in birch and vinyl glue makes the product safe and reliable, even when heating elements are installed inside the floor. Legni by Abet Laminati, a collection based on warm tones and wood types that now include many new decorative patterns. The line is subdivided into two large families – Legni Light and Legni Dark – which add their new offerings to the previous Legni and Legni News. Research on original hues conducted by Cadorin has led to the development of American walnut in the new Carbonio finish. Thanks to brushing, the typical grain of walnut is enhanced to create unusual dark shadings. This new item joins the company’s collection of fine wood boards, produced with the best wood varieties from all over the world. Letwood by Fantoni is a modular sound-absorbing system, for ceilings or walls, with which it is possible to create infinite solutions thanks to the square format (60x60 cm), the modular design and the coordinated interchange of the individual elements. With its various patterns (designed by Samer Chalfoun) that make it possible to arrange the blocks in a random way for constantly different aesthetic results, Letwood is ideal for lounges, foyers, waiting rooms, bars and stores. The panel is in MDF with a thickness of 16 mm, with melamine or lacquer surface finish. pag. 50 Rialto is the completion of the Venice Villa collection of FMG - Fabbrica marmi e graniti. With its very fine grain, the line comes in traditional formats (from 120x60 to 20x20 cm), in polished and natural finishes and in the new sand-blasted version, which brings the material to the surface to create a pleasantly rough texture. In a very wide range of colors. Based on the Dolomite stone of the same name, Quarzite is the collection of Emilceramica that enhances the world of Externa, the line created by the company for public and private outdoor spaces. Available in the colors Gold Grey and Rust Grey, in the formats 20x40 and 20x20 cm, Quarzite owes its name to the presence of quartz crystals, which give the porcelain stoneware a particular luminosity and ability to refract light. Victoria is the new series of white clay facings, 40x80 cm, by Marca Corona. The seven hues range from pastel tones (white, pink and turquoise), to neutral (vanilla and silver) and saturated colors (Obsidian gray and Carnelian earthenware). Besides the Wall background, the series offers two threedimensional patterns: Art, based on 3D geometry, and Panel, referencing the paneling of the late 1800s. All the Victoria surfaces can be installed horizontally or vertically. The result of patented technology, Gobbetto Dega Energy by Gobbetto is a resin modified and enriched with pigments, fibers, quartziferous and metal materials, with magnetic and conductive properties, free of radioactive substances. Ideal for interior design, it is a solution for floors, wall facings and surfaces of different kinds, capable of improving thermal conduction in radiant panels, while supplying a barrier of insulation against electromagnetic waves. In furnishings, it can be used to attach accessories and complements with specific magnets, keeping the surfaces intact.
Pergola bioclimatica
LookINg AROUND translations SHOWROOMS
P52. CERAMICS ON STAGE
IOSA GHINI ASSOCIATI OVERSEES THE RESTYLING OF FAB FIANDRE ARCHITECTURAL BUREAU, THE SHOWROOM SPACE OF THE BRAND OF IRIS CERAMICA GROUP IN REGGIANO. A PROJECT THAT BRINGS OUT THE EMOTIONAL AND AT THE SAME TIME TECHNOLOGICAL ASPECTS OF THE MATERIAL The FAB project at Castellarano (RE) obeys the logic of a multifunctional space for living, in which to experience ceramic material in all its forms and applications. A total redesign has revitalized the outdoor area (5200 square meters) and the indoor zones (1500). “Behind the concept,” Studio Iosa Ghini explains, “lies the need to redesign the display paradigm of the brand’s products. The space has been divided into two macro-areas: a main room (including the welcome hall and the bar-kitchen zone, ed.) for the display of the Maximum products, in large formats, and a room set aside for materials in more traditional formats.” In the first case the layout is conceptual, with large volumes covered in stoneware to give rise to a “surprising, almost metaphysical place.” The second area is more conventional, for settings that suggest a boutique hotel, with a lobby and a reception zone, a wellness area and spa, suites and corridors leading to the rooms. This choice brings out the brand’s ability to respond to the needs of the HoReCa and luxury residential sectors in terms of floors and facings, as well as custom furnishings. A place where architects can find the specific ceramic product for any project scale: from the ventilated facade to the top of a table. K.C.
SHOWROOMS
P55. BATHING IN LIFESTYLE
THE SHOWROOM IN THE TUSCAN HEADQUARTERS OF ANTONIOLUPI CHANGES ITS LOOK, THANKS TO RESTYLING BY STUDIO CALVI BRAMBILLA. A PROJECT WITH A FOCUS ON COLOR AND TOTAL LIVING A museum-like promenade in the world of the bathroom, in which the boundaries between the living and nighttime areas get blurred. This is the new visitor experience at the corporate showroom in Cerreto Guidi (FI): 2300 square meters, organized with an evocative chromatic choreography. Calvi and Brambilla have intervened in the space, “delving deeper into the concept of the bathroom and increasing its proportions,” the duo explain. “We have created true environments underlined by the use of very bright, contemporary colors, where the architectural meaning is conveyed by theatrical wings that contain the collections of the brand.” In a set-up that takes its cue from the world of fashion, a continuous pathway on a single level presents true ‘inhabitable bathrooms’ in which washstands, bathtubs and fixtures create a dialogue with furnishings and a dominant color, to assemble a realistic, complete proposal, down to the smallest details. A mood for every bathroom. The concept is the same at the entrance: visitors are welcomed by a large pool, the theater of a spectacle of light and water, orchestrated by the shower heads of the collection. To the side, a platform displays the most innovative project of the moment (the Vortice washstand by Paolo Ulian), while a wall clad in marble enhances the more sculptural washbasins: Gessati (Gumdesign) and Controverso (Ulian). As in a museum. Katrin Cosseta
SUSTAINABILITY
P58. ECO & CHIC CREATIVITY
PRESENTED IN PARIS AT THE TRADE FAIR MAISON & OBJET 2020, THE GREENKISS ECO-FURNITURE STARTUP IS A JOINT VENTURE BETWEEN FRENCH DESIGNERS AND ITALIAN ENTREPRENEURS. WORTH WATCHING An imaginary kiss with an ecological spirit to spread in the wind, perhaps at Pantelleria, which means ‘daughter of the wind’ and was the meeting point where the Greenkiss idea was born. This is the name of the new startup Made in Italy produced by Paolo Castelli, as a result of collaboration with the designer Hubert de Malherbe, known for the design of retail spaces like La Samaritaine in Paris, the refined interior architect Thierry Lemaire, and the designer-entrepreneur (Castelli). A fertile encounter with precise objectives: to create an elegant, well-balanced collection of furnishings and lamps, inspired above all by the Italian and French design of the 1950s and 1970s, but with a particular focus on the crafting and transformation of ecological materials. From self-extinguishing biological rubber for the padding of a sofa, to blocks of recycled fabric pressed to make the top of a console, all the way to the particular workmanship of materials like glazed Vietri ceramics. “From the very first phone call I was enthusiastic about being a partner of this innovative collaboration,” says Thierry Lemaire. “I immediately thought about the
prestigious French-Italian partnerships of masters like Gio Ponti, Willy Rizzo and Vincenzo De Cotiis. I am also a firm believer in the ethical value of materials regenerated from industrial waste.” Also for Hubert de Malherbe, sustainability is an indispensable requirement for any project. “To invent things without taking the environmental problem into account means acting outside the times, outside the market.” The collection has been designed as a trio effort, with perfect interaction between French creativity and fully Italian knowhow. It includes 20 pieces: upholstered furnishings win ample, sinuous lines, tables with tops in stone and concrete, enhanced by macro-fossil inserts, chairs in ecosustainable wood varieties, glazed ceramic consoles, tables in recycled marble, cabinets with special workmanship, lamps with shades in Nepalese hemp fiber. For Paolo Castelli this is “an extraordinary example of teamwork. The choice of the name Greenkiss is positive, free of useless complications, and invites all of us to take initiative.” The next episode will soon be seen in Milan at the Salone del Mobile. Carolina Trabattoni
SUSTAINABILITY
P61. FROM PROBLEM TO OPPORTUNITY
DISPOSABLE WATER BOTTLES TAKE ON A NEW FORM IN THE TIERRA COLLECTION BY GUZZINI, MADE WITH 100% RECYCLED PET 16.9 plastic bottles to make a carafe, 2 for the smaller bowl, and so on. It is the Tierra collection designed by Pio & Tito Toso for Guzzini, the first in the field of polymers for use with food to be produced using 100% recycled post-consumer plastic. These are not prototypes, but a catalogue collection of tableware and beverage items, in six color variants, now including a carafe, an antipasto plate, a fruit holder, a centerpiece and jars with lids. All safely washed in the dishwasher. Since September 2019 as many as 500 tons of PET have been gathered, and the volume is due to grow. The collection has already been engineered and produced in-house by Guzzini with the same molding techniques already in use at the plant in Recanati. The entire supply chain is also in place: the disposable water bottles are provided by Corepla and the recycled PET is processed by a series of certified Italian regenerators that supply Guzzini with the ‘second’ raw material, namely the recycled substance in granules. This is a big investment for the Marches-based company, which during the course of 2020 will double the volumes of recycled PET and other 100% post-consumption polymers. The business goal is to bring the level of production using these materials to over 50% by 2022. From a design standpoint the Tierra collection makes the inevitable opacity of the recycled plastic into a distinctive aesthetic. Pio & Tito Toso have conducted research on vivid and pastel colors – milk white, clay and dove gray, together with the new tones of powder blue, mustard yellow and sage green – suggesting the warmth of the earth and other natural elements. The forms suggest traditional terracotta items, like turned pottery, marked by circular graphic signs that have been intentionally kept irregular. The texture of Tierra also prompts sensations of materials like clay, with a rough yet warm surface. To extend the sustainability of the product to its retail guise as well, and to effectively communicate the contents of this research to consumers, the pieces of the collection are sold in special ecosustainable packaging. Valentina Croci
SUSTAINABILITY
P65. WEAVES OF LIGHT
WITH TEXTILE AND BOTANICAL MOTIFS, DUTCH DESIGNERS KIKI AND JOST BRING NEW AESTHETIC DIGNITY TO SOLAR PANELS, MAKING THEM ALSO BECOME CLADDING MATERIALS “The parts to the east that receive cool morning light were painted in a cool tone of dark blue-green; the facades to the west, which absorb the warmer afternoon and evening light, were done in a dark Pompeii red.” These are the words of Bruno Taut, regarding his project for housing in the Zehlendorf district in Berlin, built from 1926 to 1932. The observations of this master of glass architecture and outstanding exponent of German modernism took an aspect that was novel at the time into consideration, namely the fact that the exposure of architectural facades is a functional factor, in terms of accumulation of light and therefore of warmth. This idea is still not something to be taken for granted – the use of facades in architecture remains a matter of lively debate. At present, one of the main issues of our contemporary world is undoubtedly the environmental impact of architectural design. So it is amazing that very few projects have involved thinking about large surfaces like facades as planes for the absorption of solar energy. Fortunately, to make up for this lack of research we have the Dutch duo Kiki and Joost. These design-
È DIPINGERE IL MONDO CON PENNELLI DI CERAMICA. Lastre ceramiche Casalgrande Padana: gli strumenti di chi dà forma alla bellezza.
Marmoker Night Storm 118x258 cm Marmoker Titan White 118x118 cm
casalgrandepadana.it
LookINg AROUND translations ers have investigated the matter by starting with a need that can no longer fail to be addressed as a decisive factor in design: “In the attempt to avoid damaging impact on the environment caused by fossil fuels, and considering the challenges of our time – climate change and the increase in the urban population – design can offer responses for a more sustainable future,” they say. For the company MyEnergySkin, a producer of solar panels, they have designed 8 panel models, two of which can be used flat on a sundeck – in a traditional way – with the other six designed for vertical use on facades. People accustomed to coming to terms with light at northern latitudes understand its precious value. The collection is a feat of energy efficiency and aesthetics at the same time; the patterns suggest textiles but also the world of plants, in a mixture with pure (and advanced) technology that adds appeal to this virtuous architectural second skin. “The panels built into the facade,” the designers explain, “are the result of a long path of research to find the right balanced between the texture of the surface and the decorative pattern. The objective was to create a natural effect, with a pleasing appearance, while preserving the technical aspects of the object. While as if by magic we transform sunlight into electricity, we also make the world a more beautiful place.” Beauty as a key to salvation is a concept that has been repeatedly expressed in history; but today its application to energy efficiency has become almost a duty of designers. The first to make good use of this approach have been Kiki and Joost themselves, thanks to panels on the facade of their recently opened studio in Eindhoven, where they welcome guests and clients with a warmth full of meaning. Domitilla Dardi
SUSTAINABILITY
P68. WHAT REMAINS OF THE RICE
THE TRANSFORMATION OF WASTE FROM RICE PRODUCTION AS A VIRTUOUS PROCESS AND AN ECONOMIC OPPORTUNITY Will we be saved by what remains of the rice? Why not? This cereal (the main source of nutrition for over half the population of the world) can make the difference in a dynamic of circular economics, contributing to ‘turnaround’ construction, wellbeing and environmental responsibility in line with the objectives set by the 2030 Agenda for Sustainable Development. The architect Tiziana Monterisi (based in Biella – an Italian region that produces large amounts of rice) is firmly convinced. She has made “natural construction for healthy living” into a true mission. In fact, with her RiceHouse (a prize-winning startup), since 2016 Monterisi has designed, produced and marketed new organic products for architecture, ranging from plasters to screed, ecological paints to infill panels or dry-mounted claddings, all 100% natural, free of formaldehyde and Made in Italy, derived from the use of waste materials from the cultivation of rice. The aim is to offer – through mixtures of chaff, straw and lime – passive rice houses that require no physical plant for heating, because they conserve a mild indoor temperature in both winter and summer, in a comfortable, healthful setting. Moreover, they are ecological, because they minimized production of waste and environmental impact. “Bales of rice straw, for example,” Monterisi explains, “have great insulating properties, thanks to a low level of thermal transmittence, while guaranteeing breathability in walls. The material is easy to handle, and requires low expenditure of fuels for gathering, packing and transport to the worksite. Finally, this is a material that can reduce CO2 emissions in the atmosphere, so it is ideal for low-tech architecture. I like to think that the RiceHouses,” she continues, “can indicate new habitat models, an alternative to the intensive use of materials of petrochemical origin, and stimulate architecture that is ethically, culturally and technically committed to make the territory, the city and the building into a single living organism once again.” In other words, a structured process of use of secondary agricultural materials can represent a virtuous solution to an environmental problem directly connected to practices of burning of waste in fields, with the resulting increase in air pollution due to particulares and CO2. Furthermore, the strategy of a chain of supply and production that involves all the figures active in the production of rice can permit an operation of socio-economic regeneration of fragile rural contexts and territories. Without forgetting that these alternative, bio-compostible and bio-degradable materials are much more competitive than bricks and concrete. “With rice straw, you can produce a new natural brick that is renewable on an annual basis,” Monterisi says. “The 5000 kilos of rice straw per hectare equal 250 bales per hectare of about 20 kilos each, and with two bales you can make one square meter of wall. Calculating the potential production of the national territory (230,000 hectares of rice fields), you could make about 28,750,000 square meters of wall per year. Using sustainable brick, the savings on energy would be more than 20%, and for a country like
Italy in which energy consumption for the construction of buildings accounts for 40% of national energy costs, these figures should certainly not be taken lightly.” Antonella Boisi
SUSTAINABILITY
P71. CORK HOUSE
IN BERKSHIRE, GREAT BRITAIN, THE FIRST HOUSE MADE IN CORK, A NATURAL MATERIAL THAT OFFERS ENERGY SAVINGS AND SUSTAINABILITY. PROJECT BY CSK ARCHITECTS WITH UCL In the search for new and more competitive construction methods, based on non-traditional paradigms, taking energy savings and zero emissions into account, the example of this small English dwelling is undoubtedly emblematic. It is the first house in the world made with prefabricated blocks of compressed cork and engineered wood, a ‘solid structural cork’ that gives form to bricks and panels custom made and assembled without adhesives, using friction joints, requiring no mortar or glue, like a big Lego construction set. A far cry from concrete and brick! Not by chance, the project by the English architects Matthew Barnett Howland with Dido Milne and Oliver Wilton was one of the finalists for the Stirling Prize 2019, the famous award assigned by RIBA (Royal Institute of British Architects), acknowledging the innovative value of research that has taken years, conducted with the help of many specialists, including engineers of the Arup firm and technicians from the Bartlett School of Architecture. Built on a small island in the Thames, at Eton, a few kilometers from London, in the area of a mill from the 19th century that is protected as landscape heritage, surrounded by an informal garden with a view of the Gothic chapel of Eton College in the background, the house with 44 square meters of space is made with 1268 cork blocks, in a stepped pyramid form with five roofs topped by opening skylights, conceived as true chimneys of light, air and lightness. The spaces include a living-kitchen zone, a bedroom and a bathroom. The walls and roofs are built with prefabricated blocks of wood and cork in darker and silvery natural tones on the outside, and warmer, golden tones for the inside, making the habitat become perceptible also through the senses of touch, hearing and smell. The interiors take on sensations of comfort from solid brass connections and exposed copper pipes, as well as the juxtaposition of a palette of other wood species – black stained Accoya for the beams, windows and doors, spruce plywood for the custom handmade furnishings, English oak for the stools, solid oak for the floorboards. In substance, the Cork House is a compact monolith on a steel foundation that conveys a sense of total integration between material and geometry. “The intention was to create a building in which the form follows the life cycle,” the designers explain. “The cork blocks have been shaped by robots and assembled like dry masonry. Light, flexible, elastic, resistant to fire, breathable, waterproof, scented and slightly spongy to the touch, they can be dismantled with minimum environmental impact (emissions are estimated at 618 kg CO2 eq/m2). Furthermore, the bark of cork oaks, the raw material of the house, is harvested by hand every nine years without damaging the trees or disturbing the environmental balance of the zone of origin. So we are talking about a renewable natural resource. Cork can also be recycled or broken down and put back into the earth.” If we consider the fact that a non-wood product can be sourced from responsible forestry and rural development, a chain of recovery of waste and the dynamics of the circular economy, in the future design can have high hopes for new tools of expression. Antonella Boisi, photos by David Grandorge, Magnus Dennis (interiors)
SUSTAINABILITY
P74. IN TUNE WITH THE ENVIRONMENT
DESIGNER PHILIPPE BRIAND TALKS ABOUT HIS RESEARCH ON SUSTAINABILITY IN THE SECTOR OF LUXURY YACHTING. STARTING WITH REDUCTION IN THE CONSUMPTION OF FOSSIL FUELS The world of superyachts is also paying attention to the theme of sustainability. At least according to Philippe Briand, one of the most famous designers of luxury sailboats and motor yachts. The French designer is on the board of the Water Revolution Foundation, an interdisciplinary research platform on sustainability in that sector. Briand’s studio based in London specializes in the design of boats. The forms, materials and technologies are the result of hydrodynamic study, defining the efficiency, performance and sustainability of the vessels. The first objective is reduction of the use of fossil fuels. Briand is conducting research on renewable energy production systems – solar and wind power – or the use of hydrogen generators built into the propellers to
LookINg AROUND translations produce electrical energy starting with an element present in the sea. The studio is also developing on-board hydrogen production systems for propulsion through electrolytic processes from renewable energy sources. “This sector still has no regulation,” Philippe Briand explains, “so sustainability is a question of initiative on the part of the designer, the shipyard and the yachtsman. It is a step-by-step process: at the moment we are concentrating on reduction of fossil fuel consumption. The focus shifts to more sustainable materials such as aluminium for the hulls, or greater use of bamboo for the internal facings. But what we need to explore further is the life cycle of the yacht and its carbon footprint. Areas like recycling or disposal of materials have to be structure starting with the design, in a process that also involves the shipyard. Our clients are becoming more aware, and I wouldn’t rule out the idea that sustainability will become a trend in five years’ time.” Philippe Briand designs the architecture of the yacht: the flow of people, the dynamics of use of spaces, for a customized experience. SY200 is the latest sailing yacht for the 2020 season, a very clean streamlined creation, with an interpenetration of indoor and outdoor spaces at the stern, including the use of glass ceilings. “In a more compact, optimized lifestyle,” Briand continues, “we have created a skyline that allows you to see the sails, which represent the quintessence of the experience.” Valentina Croci
PROJECTS
P77. FORMS OF WATER
IN THE SASSO CAVEOSO OF MATERA, A HOTEL-VILLAGE EXCAVATED IN THE VOLCANIC STONE RESTORES TIES OF DIALOGUE WITH TIME. WITH INTERIOR DESIGN BY SIMONE MICHELI Gutta cavat lapidem (the drop hollows the stone), the Romans said. And also in the city of the possible, circular, digital, mobile future, no longer with lights at the center and dark shadows on the outskirts, quality of life relies on water, which transforms places and buildings. Welcome to Aquatio Cave Luxury Hotel & Spa in Matera, an exclusive distributed hotel dug into the tuff and governed by water, “which has returned, where it always had been, with different forms to remind us of the basins scattered along the ridge of the very ancient Sasso Caveoso, which were functional for the everyday activities of the inhabitants of the zone,” say the designers: the architect Cosimo Dell’Acqua, who has overseen the general and definitive project of architectural and layout renovation of the system of buildings, streets, caves and cisterns of the settlement; and the architect Simone Micheli, behind the interior design and technical lighting, joined for the visual design by Roberta Colla Micheli, of the luxurious structures of Aquatio, located on an overall area of 5000 square meters. In this landscape which bears the imprint of a place touched by water, with excavated surfaces bordered by arches and vaulted ceilings, in calcarenite cleansed of lichen and taken back to its initial color free of whitewashing and stucco, these features are undoubtedly the most engaging part of an experience of contemporary hospitality. But each part has its role to play in the rediscovery of an identity purged of camouflage: from the chianche that pave the convivial outdoor plazas and enter the interiors like a single skin, to the cisterns that gather rainwater, now used for the bathrooms. All the way to La Goccia, the work of art in bronze by Kengiro Azuma, placed at one of the two main entrances, reprising the metaphor of the cycle of water as the preferred reference point of the project. The lowest part of the Sasso contains the reception area, the elevator cut into the rock, the restaurant, breakfast room, library and meeting room. The 35 rooms and suites dug into the volcanic stone are mostly in the upper part of the settlement, connected by walkways. All the rooms are spacious and have climate control, with all the comforts, even when they are concealed in the earth, or when they open to small private terraces, ready for sunset dinners with views of the historical city. The spa with an area of 500 square meters occupies the innermost core of the structure, with underground spaces dating back to the 9th century. Here the architecture of water and stone becomes a place of intimate welcome. The largest grotto hosts the infinity pool, in a space finished with traditional techniques. The old cisterns have been transformed into showers, and some of the cots have been made by shaping the volcanic stone. The hygienic floors are in cocciopesto or pigmented materials. “The coloring required many trials to get the right mix, for a hue equal to that of the walls and ceilings,” the designers explain. Simone Micheli has designed the furnishings in white, with fluid forms, that flexibly shape the spaces, containing physical plant elements while indicating what is new and what is not. “Without corners, and without touching the stone walls, as if suspended, the furnishing elements link back to the color of the limewash with which the people of Matera sanitized the interiors of their cave dwellings,” the architect says.
He has utilized mirrors with different messages written on them to reflect and multiply the perspectives; the fixtures built into the floor provide soft, discreet, timeless lighting. Antonella Boisi, photos by Jürgen Eheim
PROJECTS
P80. NATURAL OBSERVATORY
PIET HEIN EEK HAS CREATED THE REFUGE-ATELIER OF THE PAINTER MARC MULDERS IN THE MIDDLE OF A FLOWERING MEADOW IN FRONT OF THE ARTIST’S HOME IN HOLLAND. A CUBE OF WOOD AND GLASS MOUNTED ON WHEELS, MOBILE AND ADJUSTABLE TO SEEK OUT DIFFERENT VIEWS AND PORTIONS OF THE LANDSCAPE “What do you do when, as a painter, you want to get away from all the noise and issues of the day? (...) It so happens that the painter can behave like a gardener, planting and tending meadows of flowers and then letting these resound as echoes on the painter’s canvas. Painting after nature is a quiet process and does not involve loud recitation, but rather the whispering of a vocabulary in a range of hues, gradations and moods derived from nature.” These are the words of Marc Mulders, painter, photographer, artist of glass, of Dutch origin and living at Oostelbeers in a house immersed in the countryside, which he defines as “my own private Giverny.” The direct reference to the home-studio of Monet is no coincidence: even the contemporary abstract painting of Mulders, like the Impressionism of the great master, owes a lot to nature and the vibratility of light. Precisely for this reason, the artist – who had already collaborated with Piet Hein Eek in the past – asked the designer to create a studio for him in his forest, perched over the flowering meadow he observes and tends. Not just a shelter, a ‘Cabanon’ immersed in nature, in which to step out of the world in search of calm and concentration; this inhabitable device is a true instrument for being inside the meadow, at the center of the natural setting, a sort of privileged observatory. The idea is that by being in the midst of the life of the meadow, one can more directly grasp the shadings of the colors, the diversity of the species that live there, the sounds of an existence that is anything but silent, the aromas of the blossoms. The cubical module on a base of four meters, made in less than five months with natural-finish black stained wood, conserves that rough authenticity that represents the trademark – recognized all over the world – of the works of Piet Hein Eek. His approach has made history in the field of contemporary self-production, passing from a small woodworking shop to a true mediumsized business based on open series of one-offs: every wooden product that emerges from his workshop is unique, due to the raw material utilized (recycled wood), but it is based on serial models. Mulders’ atelier, in any case, is truly a unique piece, an inhabitable working tool, a habitat to match an artistic vision. And, in fact, like a true instrument of observation, it can be oriented, following the angle of a view, framing a portion (Mulders is also a photographer) that functions for a given work. “It is not only a studio – Piet explains – and the space where Marc creates his work; it is also mobile and placed in the middle of the flowering Marc has been painting all these years. You might say that from now on, whenever Marc paints in the studio he is making work in his own work. The studio is not only mobile, but can be manually rotated on its base so that the view and light can be chosen as desired.” Domitilla Dardi
YOUNG DESIGNERS
P82. ROUND TRIP
AFTER FOUR YEARS SPENT ON THE TWO COASTS OF THE UNITED STATES, GIANMARCO CODATO HAS RETURNED TO THE VENETO TO REVIVE THE DESIGN STUDIO HE INHERITED FROM HIS FATHER In 2008 Gianmarco Codato was studying Industrial Design at IUAV San Marino when his father, Lino Codato, head of the design and architecture studio that bore his name in Castelfranco Veneto, passed away. In 2012, after graduating, Gianmarco decided to widen his perspective on the world by moving to New York for two years, working with several companies in the field of communication, after which he went to Los Angeles to work in a large interior design studio. In 2016 he chose to return to Italy, to move forward with his father’s studio: “Of course it was not easy to insert myself in an already existing context, known for my father’s works. So I began to look for new companies, to offer my projects and to seek my own path, with my own style.” Today, with the studio Lino Codato Design & Communication, the designer focuses mainly on furniture design, in collaboration with Luciano Trevisiol, experimenting with available production methods with a particular focus on materials. In this way, he seeks his own personal expression of balance between functional and aesthetic quality. Lively but discreet in tone, in these first four
LookINg AROUND translations years of professional growth he has stood out for his furnishings with a light, slender image, neo-domestic, Italian, minimal and cheerful at the same time. In his graphic design from the New York period, often connected with small coffee producers, we see a more urban, multicultural verve, influenced by street art. This can also be seen in the bottle labels he has designed for several wineries in southern Italy. Probably this ensemble of signs and materials has taken form based on the advice of his father, who urged him years ago to attend art high school, with a focus on design. Virginio Briatore
EXHIBITIONS
P84. CORAL RED
JAN FABRE REINTERPRETS THE SEVEN WORKS OF MERCY OF CARAVAGGIO, WITH AN IMPORTANT PERMANENT INSTALLATION IN THE CHAPEL OF THE PIO MONTE DELLA MISERICORDIA IN NAPLES A hill – the Pio Monte della Misericordia – seven aristocrats, and a painting, the Seven Works of Mercy. A painter, Michelangelo Merisi, alias Caravaggio, and Naples, a city in its period of greatest Pietist splendor, the 1600s, whose devotion produced an extraordinary body of works, the finest of Italian pictorial culture, at least according to Longhi, thanks to the work of three great figures like the Calabrian Mattia Preti, the Neapolitan Battistello Caracciolo, and – obviously – the fugitive, from himself and the distant North: Caravaggio. He was commissioned by the Confraternity, after they had protected him in his flight from Rome, to make this magnificent work, the Seven Works of Mercy, a dense concentrate of Counter-Reformation lessons. Finally comes a nuptial, that between Naples and one of the most bizarre and anomalous artists of our time, Jan Fabre, a generator of scandal almost on a par with Merisi, in flight – perhaps – from his Antwerp, where he is remembered (among other things) for the controversy caused by throwing live cats onto the heads of innocent and furious passers-by, corresponding to a perverse spiritual game. His large installation in the cathedral of Antwerp, The Man Who Bears the Cross, rebounded on a previous occasion precisely to Naples, as a sort of prequel to the permanent installation. The remarkable density of an artist like Fabre can be grasped in the apparent contradiction between a game of cruelty and the manifest suspension of a doubt, the cross, which as a whole opens to other possible interchanges. Doubt that seems to tumble its way into these four coral red sculptures – a color charged with alchemicalspiritual meanings (Henry Corbin) – that form a sort of virtual mandala inside the spaces of the main chapel of Pio Monte, establishing a direct dialogue not only with the work, but also with Caravaggio himself, evoked by this extraordinary situation, almost an unconscious Tantric action (Silvio Fuso), between Christian spirituality and pagan ritual. The use of clearly Christian symbolism cannot suffice to distract us from the reminder of the corporal matter itself (the body, this obstetric obsession of the artist) that develops a hope of life beyond death on the horizon of the work, that Pietas seen as the ultimate project of Mercy. Maurizio Barberis
EXHIBITIONS
P86. OTHER DIMENSIONS
AT THE MAXXI MUSEUM IN ROME, AN INVISIBLE THREAD OF SPIRITUALITY STARTS FROM THE VISIBLE BODY OF THE MATERIAL Spiritual yearning has always driven artistic research. At the start of the last century Kandinsky wrote Concerning the Spiritual in Art, a decisive text at the time, whose reflections have extended well beyond the abstract period. In those same years Klee, like Malevich, was also expressing an interest in spirituality. But today, little more than a century later, is this need still a driving force in art? In our time, dominated not only by digital culture but also by technical-scientific thinking, do the themes of transcendence still represent a stimulus for artistic research? These are the questions behind the exhibition “on the spiritual matter of art” curated by Bartolomeo Pietromarchi and encouraged by Giovanna Melandri, after long conversations with Lea Mattarella, to whom the show is dedicated. Starting with the dichotomy between body and soul, matter and spirit, rational and irrational, the selection of works seems to emphasize the central role of human beings in an itinerary extending from Ancient Rome to contemporary times. Archeological relics borrowed from leading Roman museums inspire the works of some of the most original artists on the international scene. Like the young American Namsal Siedlecki, recent winner of the Premio Cairo, who with a process of galvanization has covered several Gallic-Roman votive sculptures with materials taken from the coins thrown into the Trevi Fountain. A reservoir of hopes and designers, transformed in the glow of copper and zinc. Edoardo De Cobelli
EXHIBITIONS
P88. PRECIOUS NATURE
IN THE PLANTS OF CORRADO GIANNUSO AND THE JEWELRY OF MASSIMO IZZO, THE AROMA OF THE SEA AND THE ECHO OF MEDITERRANEAN TRADITIONS, IN TWO EXHIBITION-EVENTS FOR SUMMER 2020 Experience and knowledge are the foundations on which Corrado Giannuso, 30 years ago, created his nursery at Rosolini, near Siracusa. Olives, carob trees, citrus, almond and pomegranate trees populate the enchanted site of Vivai Giannuso. A designer and goldsmith, also Sicilian, Massimo Izzo puts all the impact of the Mediterranean into the colors and forms of his jewelry. Diamonds, aquamarines, morganites, white, yellow and pink gold: each item is a unique work of art, an ode to the life of the sea, inhabited by seahorses, starfish, octopi, urchins, crabs. An entrepreneur and a craftsman, who with imagination and creativity have given rise during the course of 2019 to an exhibition-installation in which gold, coral, pearls and gemstones of the jeweler’s art take inspiration from mastic trees, pomegranate, myrtle and olive trees by the ‘gallerist’ of plants. For one week, in the August in Noto, Palazzo del Castelluccio hosted “Il giardino delle Esperidi,” a trip back in time, culture, traditions and nature of Sicily and the Mediterranean. Designed by Massimo Izzo, Carmelo, Corrado and Rosario Giannuso, the event was curated by Antonio Calbi, narrated by the lofty prose of Roberto Assenza and the photographs of Davide Bramante, in a visual game of temporal and spatial overlaps. Mario Nanni contributed his magic touch, lighting the trees and jewel-sculptures, which seemed to emit a light of their own. The chef Carmelo Chiaramonte delighted the taste buds with his aromatic cuisine, blending the dialects and tastes of the peoples of the Mediterranean. In summer 2020 Corrado and Massimo will continue with this creative collaboration, honoring the charm and archaic spirit of this corner of Sicily. One with the force and nobility of plants, the other with the glow of artistic creations. Selecting mystical green symbols from the botanical universe of the nurseryman, and precious pieces based on the ancient art of giving form to gold, Giannuso and Izzo will offer (Saturday 11 July at Vivai Giannuso and Thursday 6 August at Masseria Gargallo) all the emotions that can be liberated by the unpredictable beauty of nature and the force of artistic creativity. Two exclusive events, by invitation, where the absolute protagonist is beauty. Danilo Signorello Photos: Fabio Gambina
FAIRS
P92. YOUNG AND FRENCH
FOR THE 25TH ITERATION OF MAISON&OBJET IN JANUARY 2020, THE PROTAGONISTS – INCLUDING MANY PARISIANS – ARE ON THEIR HOME TURF: RISING TALENTS COMBINE TRADITIONAL CRAFTS WITH PROJECTS FOR SOCIALIZING AND INNOVATION by Carolina Trabattoni CAPTIONS: ADRIEN GARCIA describes himself as a ‘social savage,’ but for the jury he’s a true dreamer. Born in 1990, he studied at ENSCI-Les Ateliers in Paris, and at the University of Berlin. After various projects on wellness and spas for a French company, he created his first collection of sculptural furnishings inspired by Land Art, using noble materials crafted by hand in a perfect mixture of rigor and creative verve. Right, the project for M&O (photo AG). Portrait by Laurent Champoussin. studioadret.com JULIE RICHOZ. “Her work is poetic, delicate but functional. She knows how to combine different visions and how to use multiple references, giving rise to something novel.” This is how Didier Krzentowski, of the jury, explains the prize assigned to the designer. French Swiss, Richoz already works with various European companies, including Tectona (outdoor furnishings), Alessi (a desk organizer), Louis Poulsen, and various galleries in London and Paris. In the photos: Dyade suspension lamp, Oreilles vase, blue and black, in glass (photo Sylvie Chan-Liat, Courtesy Galerie Kreo). Portrait by ED. julierichoz.com LAURELINE GALLIOT. “I want to overturn the paradigm that insists on color as only the final touch. I work with it exactly as if it were a material.” Laureline Galliot, designer and painter, uses color in combination with new technologies, tracing with fingertips on an iPad or wearing a virtual reality mask with software for animated films. The results are truly innovative. Left, Tufty Junior rug for Nodus; right, multicolored 3D-printed Jug for CNAP (photo Laureline Galliot). Portrait by Vincent Ducard. laurelinegalliot.com MATHIEU PEYROULET GHILINI. Pierre Charpin, a member of the jury, says that Peyroulet Ghilini “has the curiosity that leads him to study and love things far from the preset pathways.” He favors drawing and elementary geometric forms, conceived outside the constraints of production processes. His work has been shown at Centre Pompidou in Paris and the French Institute in Cologne. His
LookINg AROUND translations Elephant Mirror (above), adorned with a luminous tube, was created for Galerie Kreo. Left, Contamination and Japanese Series vases (photo Pierre Antoine). Portrait by Monika Keiler. peyroulet-ghilini.com NATACHA & SACHA. “We want to bring design into sectors where you would not expect to find it.” The couple Natacha Poutoux and Sacha Hourcade works on new interpretations of appliances, all too often left up to the imagination of engineers. In their projects they introduce novel inspirations: for example, a dehumidifier becomes a sculptural glass vase (right), or a Briques radiator becomes a sort of divider composed of parts made in refractory material suspended on an electrified track (photos by Natachas&Sacha). natacha&sacha.fr WENDY ANDREU. Born in 1990 in southwestern France, she studied crafts, specializing in metalwork, at the Ecole Boulle in Paris. Then, at Design Academy Eindhoven, she began to develop Regen (‘rain’ in Dutch), a series of objects made with an innovative material composed of cotton fibers and latex, shaped in personalized laser-cut molds, like the stool on the right. Left, the screen-bookcase in steel, with textured finish; above, the stool on wheels with eight legs (photo DR). Portrait by Ringo Gomez. wendyandreu.com
EVENTS
P94. MIAMI TAKES CENTER STAGE
THE FLORIDA METROPOLIS HAS BECOME THE CITY OF ART AND REAL ESTATE, AND THE PLACE TO BE. AT LEAST ONCE A YEAR, WHEN ART BASEL AND DESIGN MIAMI PRESENT THE BEST OF CONTEMPORARY CREATIVITY. INTERNI TOOK THE OPPORTUNITY TO PRESENT ITALIAN DESIGN FACTORIES, THE VOLUME ON EXCELLENCE MADE IN ITALY In Miami all kinds of things are happening. Partly due to the good progress of the US economy, where unemployment continues to remain very low. Good for them. But this also means that the Trump era’s accent on business comes at the expense of other values, including (first of all) that of the wellbeing of the environment (and therefore of people). But business is business, and luckily the States move at great speed, while also paying close attention to art and design Made in Italy. In December the spotlights were aimed at Art Basel Miami Beach, the world’s most prestigious art fair, and Design Miami, showing vintage design and now clearly the favorite event for collectors from all over American and beyond. At the same time, the city puts on its own show with events in the Design District and exhibitions in famous and special locations. For the occasion, Interni worked in tune with the Consul General of Italy in Miami, Cristiano Musillo, who has a great passion for Made in Italy and focuses on developing its potential. When he was in Rome Musillo was the promoter of Italian Design Day, the appointment that every year in March (now reaching its fourth iteration) presents the best of Italian design in consulates and cultural institutes. After reaching Miami, the consul has launched a project of territorial promotion of Italian excellence. First of all with design. Working together, then: this is the red thread of “A Dreamscape of Italian Design,” the event hosted by the consul at the prestigious Wolfsonian Museum (decorative arts of the 20th century), during which Interni, the media partner, presented the first edition of the volume Italian Design Factories, an extraordinary survey of over 50 Italian companies active in the design sector. The general director of Salone del Mobile.Milano, Marco Sabetta, illustrated the value of the spring events in Milan for a large, attentive audience, and several protagonists of Italian design – Michele De Lucchi, Piero Lissoni, Angela Missoni and Francesca Lanzavecchia – demonstrated the bond between the great masters of the past like Achille Castiglioni, Alessandro Mendini, Joe Colombo, Vico Magistretti, Ettore Sottsass, Bruno Munari, and the new creative talents of the contemporary scene. Each with his or her own vision of the design world, but as Cristiano Musillo emphasized, “all bearing witness to the stature of Italian creativity, which starting with epic figures like Leonardo da Vinci, now honored during his centenary, continues to bring vitality and prestige to our extraordinary country.” Patrizia Catalano
EVENTS
P96. SPOTLIGHT ON DESIGN
IN FEBRUARY, THE THIRD EDITION OF THE MADRID DESIGN FESTIVAL: 250 EVENTS, 66 EXHIBITIONS, 12 INSTALLATIONS, 400 PROFESSIONALS. THE GUEST OF HONOR: THE CITY OF TURIN, WITH A COMPETITION SUPPORTED BY THE ITALIAN EMBASSY, “DESIGN: A VOYAGE IN ITALY AND SPAIN,” ORGANIZED BY INTERNI In February the Spanish capital renewed its focus on design with Madrid Design Festival – for which Interni is a media partner – an event to raise awareness of design culture, under the leadership of Álvaro Matías with a consulting committee composed of specialists like Deyan Sudjic, Juli Capella, Marisa Santamaría, Ippolito Pestellini and Pilar Marcos. “A month totally dedicated to
creativity in Madrid,” says Matías, “during which Arco (26 February - 1 March) also takes place, a contemporary art fair second in Europe only to that of Basel.” These initiatives were joined by Italian Design Day, on 26 February (one month ahead of the other IDDs in the world), in the beautiful setting of the Italian Embassy. In this case the ambassadors were the editor of Interni Gilda Bojardi, and the director of the Department of Design of the Milan Polytechnic Francesco Zurlo, who presented the second edition of the competition “Design: a Voyage in Italy and Spain,” focusing on the relationship between Italian companies and young Spanish talents. The days of MDF20 kicked off with the exhibition “Nature Morte Vivante” on Patricia Urquiola, and “¡Funciono! porque soy así!” at Fernán Gómez Centro Cultural de la Villa. Turin, listed by UNESCO as a Creative City for Design, took part as guest of honor with various exhibitions and encounters, including an important event that was also held at the Italian Embassy on Calle Lagasca. MadridDesignPRO (from 13 to 15 February) brought together outstanding protagonists of national and international design for conferences, workshops, master classes and special exhibitions; while the Festival OFF offered visibility to the leading exponents of design in Madrid with various activities connected with various disciplines of the sector, scattered in 62 spaces including galleries, shops, architecture and interior design studios, restaurants and venues – including the Matadero, site of the by-now traditional Producto Fresco, the exhibition organized by di_mad concentrating on practices of self-production. Patrizia Catalano
EVENTS
P98. 100 GLOBES FOR THE PLANET
THE PROJECT INVOLVES 100 CREATIVE TALENTS TO INTERPRET THE SUSTAINABLE FUTURE IN AN OPEN-AIR EXHIBITION OF ART AND DESIGN Design, fashion, art and creativity join forces in a sustainable project to safeguard and heal the planet. This is the premise behind “100 globes for a sustainable future,” organized by WePlanet, Gruppo Mondadori and Mediamond with the support of the City of Milan and the Lombardy Region. 100 globes made with recycled materials, large in size (diameter over 130 cm, height 170 cm), become the medium for 100 creative talents to interpret the theme of pollution and climate change, informing viewers about sustainable innovation. A spherical canvas made available to artists, designers and students of Milanese schools. From October 2019 to March 2020 the unfinished globes are hosted, for the work of the artists, in a large workshop space at the Central Station in Milan, which becomes the site of events and talk shows. From 12 April to 21 June 2020 the creations are the protagonists of a major outdoor exhibition in streets, squares and parks around the city. On 29 June 2020 the globes will be auctioned by Sotheby’s, with proceeds going to Fondo ForestaMi, the city’s forestation project that will make a contribution to the regeneration of Parco Segantini in Milan. Important names in art and design have already signed up for the initiative, presenting their interpretation of WePlanet: Giulio Cappellini and Antonio Facco (Save Milano Bella), Fabio Pietrantonio (React), Antonio Mele (Terracqua), Michele De Lucchi (Mondo Pangea), Andrea Boschetti - Metrogramma (The sea of responsibility). On 20 January, with the Councilor of Policies of Labor, Production and Commerce of the City of Milano, Cristina Tajani, and the CEO of WePlanet Paolo Casserà on hand, with the promoters and organizers of the event, Piazza della Scala played host to the installation ceremony of the globe Save Milano Bella created by Giulio Cappellini and Antonio Facco, the first of the 100 works that will bring color to the streets of the city in the months to come. For the Mondadori publishing house based in Segrate, sustainability means being in the world without being a burden, literally carrying its weight. Aware of the fact that the challenge for those who work in the field of communication is to convey sustainable innovation through design, architecture, fashion and technology. This is why a series of globes will be made by Mondadori, with a number of partner companies chosen for their focus on themes of environmental protection. The project involves five magazines of the group. Interni is the publication of reference for the globes sponsored by companies that have always made a forceful commitment to man and the environment: Aran Cucine, Ceramica Flaminia, Ilva, Slide Design. Companies that develop new products and solutions with a focus on safeguarding the environment. The other magazines are: CasaFacile, Focus, Grazia and Icon Design. As a whole the sponsors that have acquired the Mondadori Globes are: Aran, Beauty Application, Bosch, Caudalie, Ceramica Flaminia, Consorzio Parmigiano Reggiano, Euromobil, Fossati, Ganassini, Guess, Ilva, Itlas, Levi’s, L’Occitane, Poliform, Slide, Tescoma, Yves Rocher, Vaillant. Danilo Signorello
La finestra su misura per te
ELEGANZA SENZA TEMPO
PVC
ALLUMINIO
LEGNO ALLUMINIO
LookINg AROUND translations HOSPITALITY
P102. URBAN OASIS
LOCATED IN THE CENTER OF SHANGHAI, THE PULI HOTEL & SPA STANDS OUT FOR SOPHISTICATED 5-STAR STYLE THAT COMBINES EAST AND WEST, HISTORY AND CONTEMPORARY FLAIR. ALSO IN THE FLAVORS OFFERED BY THE NEW PHÉNIX RESTAURANT We’re in the heart of Shanghai, in the business and shopping district bordered by Nanjing Road and YanAn Road, yet the sensation is of being in an oasis of peace, immersed in greenery (that of Jing’An Park), where the skyscrapers, lights and frenzy of the Chinese metropolis form a distant a backdrop for a soft, relaxing setting. Not by chance, the PuLi Hotel is the first luxury ‘urban resort’ marking the debut of the chain Urban Resort Concepts. Ten years after its opening, it is still one of the preferred structures of international clients arriving in Shanghai for business or tourism. Italian design also makes it a favorite address: this is where the entrepreneurs, journalists and industrialist in the Italian furniture sector like to stay during the Salone del Mobile.Milano Shanghai, held each year in November. This preference is due to the proximity to the Shanghai Exhibition Center, the site of the fair, but also to the sophisticated atmosphere of the interiors, the result of an original mixture of history and contemporary flair, amidst materials and furnishings typical of the local tradition and a more clearly western style. Among the 5-star services offered by the PuLi, we should mention the wellness area occupying the entire third floor of the hotel, equipped with an infinity pool and a spa, and the new Phénix restaurant run by the chef Pierrick Maire, which also in 2019, for the third year in a row, has been assigned a Michelin star. M.P.
BOOKSTORE
P104.
Enzo Mari o della qualità politica dell’oggetto 1953-1973 ed. Alessio Fransoni, Postmedia Books 2019, 190 pages, €19.00. Enzo Mari (Cerano, 1932) is a complex protagonist in the multilinear scenario of the history of Italian design. His background implies multiple narratives, including the tale of a designer who has won five Compasso d’Oro, awards, that of an artist (less well known, but “one of the protagonists of the period of so-called Programmed or Kinetic Art”). There is also the political narrative of “Lavoro al centro” (The Work at the Center, title of a famous exhibition on Mari at the Milan Triennale in November 1999 – January 2000). In the political history of Mari he “sees the historical advent of industrial design as the direct result of the spirit of socialism […] and that of the ‘counterdesigner,’ the uncompromising designer of programmatic proposals of professional and political conduct, where politics is unabashedly a matter of class struggle.” Fransoni exegesis has the virtue and aim of making all these components into “a single story, for a unified overview of the figure of Mari” and its complexity. We discover Mari the designer as the sum of artistic and political aims, who considers fabrication as a process that “expresses the functional gesture of the user of the object in advance, and as such re-designs it, in a certain sense.” Useful black and white illustrations accompany the specific analysis of individual objects in the volume.
INTERNATIONAL SUBSCRIPTION Subscribe to INTERNI at special conditions, at:
www.abbonamenti.it/internisubscription 1 year of INTERNI (10 issues + 1 Design Index + 3 Annuals) Europe and Mediterranean Countries Africa, Asia, Oceania, USA, Canada
Euro 125,40 Euro 188,90
(VAT and shipping included)
You can choose the payment method you prefer: Credit Card/Bank transfer/Paypal For any further information, please send e-mail to: abbonamenti@mondadori.it subject INTERNI
Luigi Moretti. “SPAZIO” - gli editoriali e altri scritti ed. Orsina Simona Pierini, Christian Marinotti Edizioni 2019, 240 pages, €23.00. Luigi Moretti (1907-1973), a Roman architect, controversial due to his affiliation with Fascism and reassessed by critics in the last decades, was not just an “aware and experienced architect,” creator of works that are still reference points of Italian modernity, like the Casa del Balilla Sperimentale in Rome at the Foro Italico with the famous fencing academy (1933-36) and the complex on Corso Italia in Milan, 1949-56). He combined his activity as an architect with erudite historical-critical reflections, which this book offers in synthesis, gathering three short essays and editorials written for the magazine Spazio, founded and directed – also in terms of graphic design – by Moretti from 1950 to 1953. In just seven issues, we find a very timely message of activism, which identifies history (of architecture, art and forms) as always being ‘contemporary,’ an ‘operative tool’ for action in the present. As Simona Pierini writes in the introduction: “Through precise descriptions and analysis of the most important works, the author constructs a range of compositional themes, not only to offer explicit design tools but also to foster a capacity for interpretation and recognition of the internal structures of architecture.” Figure, Space, Light, Structure, Size, Values (measure): these are the ‘timeless’ recurring themes in the lucid, cultured and advanced reflections of Luigi Moretti, which now seem incredibly timely in their method and their message. L’idea di domestico in Knut Hjeltnes by Nicola Flora, LetteraVentidue Edizioni 2019, 132 pages, €18.00. A book on a direct experiential journey, made by the author inside two works designed by the Norwegian architect Knut Hjeltnes: the Straume (2013) and Bøe Møller (2012) houses, respectively on a cliff in the town of Herøy in the county of Nordland, and in Oslo. Unlike most critical texts on contemporary architecture, generally based on an ‘indirect’ reading of drawings, images and documents, the author favors a phenomenological approach of analysis, “in direct contact with the materials of the specific place, and in close relation to the natural spaces in which the two houses are inserted.” The Straume house, a true domestic refuge overlooking the sea, is interpreted as a nest, a protective shell in close relation to the natural elements, wind, light and sea. The author’s voyage continues in Oslo with a visit to a house conceived as a micro-city with complete spaces connected by a brick skin that sets the character of the overall figure. Both projects are illustrated with color photographs and drawings. Nanda Vigo - Light Project ed. Marco Meneguzzo, Silvana Editoriale 2019, 256 pages, €28.00. The catalogue of a major retrospective exhibition of the works of Nanda Vigo on the theme of light, organized at Palazzo Reale in Milan last summer. The book, containing essays by various authors (Andrea Pinotti, Marco Meneguzzo and Donatella Volonté) and a useful anthological appendix of writings on and by Nanda Vigo, provides a new historical-critical contribution on the artist’s versatile output, full of continuous rebounds between architecture, design and art. Instead of the systematic application of success formulas, Nanda Vigo has always favored experimentation and has never shied away from radical positions, in an effort to give every project a poetic dimension. Getting beyond the avant-garde concept of integration of the arts, Vigo has developed an operative synthesis of careful compositional control of the artistic and architectural dimensions. Looking through the selection of works presented with the sole force of their images, we find confirmation of ongoing experimentation, where in this case light becomes the primary material to distort (the Cronotopi, 1963), to shape and to experience in an environmental way (Ambiente Cronotopico, 1968). Light as ‘poetic material,’ which Nanda Vigo recalls as a dazzling experience, when at the age of four she saw the glow issuing from the glass block portions of the Casa del Fascio by Terragni in Como (1932-36). curated by Matteo Vercelloni
LookINg AROUND firms directory ABET LAMINATI spa V.le Industria 21, 12042 BRA CN Tel. 0172419111, www.abetlaminati.com abet@abet-laminati.it ADRENALINA Strada della Romagna 285, 61121 PESARO Tel. 0721208372, www.adrenalina.it info@adrenalina.it AGC FLAT GLASS ITALIA Via Filippo Turati 7, 20121 MILANO Tel. 0262690110, www.yourglass.com www.agc-glass.eu development.italia@eu.agc.com AHEC AMERICAN HARDWOOD EXPORT COUNCIL Unit 20.1, 20-22 Vestry Street UK LONDON N1 7RE, Tel. +44 207 6264111 www.americanhardwood.org europe@americanhardwood.org ALPI spa V.le della Repubblica 34, 47015 MODIGLIANA FC Tel. 0546945411, www.alpi.it, info@alpi.it ANTOLINI LUIGI & C. spa Via Marconi 101, 37010 SEGA DI CAVAION VR Tel. 0456836611, www.antolini.com info@antolini.com ANTONIO LUPI DESIGN spa Via Mazzini 73/75, 50050 CERRETO GUIDI FI Tel. 0571586881, www.antoniolupi.it lupi@antoniolupi.it ART BASEL Messeplatz 10, CH 4005 Basel Switzerland Tel. +41 58 200 20 20, www.artbasel.com ATLAS CONCORDE spa Via Canaletto 141, 41042 SPEZZANO DI FIORANO MO, Tel. 0536867811 www.atlasconcorde.com info@atlasconcorde.com B&B ITALIA spa Strada Provinciale 32 n.15 22060 NOVEDRATE CO, Tel. 031795111 www.bebitalia.com BAUXT spa Via G. Agnelli 15, 33053 LATISANA UD Tel. 0431521058, www.bauxt.com info@bauxt.com BESANA MOQUETTE srl Via Europa 51/53, 23846 Garbagnate Monastero LC, Tel. 031860113 www.besanamoquette.com info@besanamoquette.com BT GROUP Via C.M. Maggi 41/43, 20855 LESMO MB Tel. 039628481, www.btgroup.it info@btgroup.it CADORIN GROUP srl Località Coe 18, 31054 POSSAGNO TV Tel. 0423920209, www.cadoringroup.it info@cadoringroup.it CASSINA spa Via L. Busnelli 1, 20821 MEDA MB Tel. 03623721, www.cassina.com info@cassina.it CIMENTO Via J.F. Kennedy 107/a, 30027 SAN DONÀ DI PIAVE VE, Tel. 042165422 www.cimento.tech, www.cimentocollection.com info@cimento.tech CORRADI srl Via M. Serenari 20 40013 CASTEL MAGGIORE BO Tel. 0514188411, www.corradi.eu hello@corradi.eu CP PARQUET srl Via Rosset 2/8, 31017 PIEVE DEL GRAPPA TV Tel. 042353305, www.cpparquet.it info@cpparquet.it CRISTINA srl Via G. Fava 56, 28024 GOZZANO NO Tel. 03229545, www.cristinarubinetterie.com info@cristinagroup.com DESIGN MIAMI 3841 NE 2nd Avenue, Suite 400 USA MIAMI, FL 33137, Tel. +1 3055720866 www.designmiami.com basel2016.designmiami.com info@designmiami.com
122 marzo 2020 INTERNI
ECLISSE srl Via G. Pascoli 7, 31053 PIEVE DI SOLIGO TV Tel. 0438980513, www.eclisse.it eclisse@eclisse.it EMILCERAMICA by EMILGROUP Via Ghiarola Nuova 29 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536835111, www.emilgroup.it contact@emilceramicagroup.it ENTO Via Domea 45, 22063 CANTÙ CO Tel. 031714520, www.ento.it, info@ento.it ERCO ILLUMINAZIONE srl Edificio Sedici - V.le Sarca 336/f 20126 MILANO, Tel. 0236587284 www.erco.com, info.it@erco.com FANTONI spa Via Europa Unita 1, 33010 OSOPPO UD Tel. 04329761, www.fantoni.it info@fantoni.it FIANDRE ARCHITECTURAL SURFACES Via Radici Nord 112 42014 CASTELLARANO RE Tel. 0536819611, www.granitifiandre.com FINSA ITALIA Via Stazione 60 A, 12066 MONTICELLO D’ALBA, Tel. 017364607, www.finsa.com italia@finsa.es FLESSYA Via dell’Artigianato 13, 60030 MONTE ROBERTO AN, Tel. 0731707411 www.flessya.com, info@flessya.com FLORIM CERAMICHE spa Via Canaletto 24, 41042 FIORANO MODENESE MO, Tel. 0536840111 www.florim.com customercare@florim.com FMG - FABBRICA MARMI E GRANITI Via Ghiarola Nuova 119 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536862111, www.irisfmg.it FOSSATI SERRAMENTI Via Castello Noce 1/a 29010 SAN Nicolò a Trebbia PC Tel. 0523768850, www.fossatisrl.com info@fossatisrl.com FRANCHI UMBERTO MARMI srl Via del Bravo 14, 54033 CARRARA MS Tel. 058570057, www.franchigroup.it FRATELLI GUZZINI spa C.da Mattonata 60, 62019 RECANATI MC Tel. 0719891, www.fratelliguzzini.com info@fratelliguzzini.com GALLERIA GIOIELLO IZZO MASSIMO Piazza Archimede 25, 96100 SIRACUSA Tel. 0931 22301 GARBELOTTO PARCHETTIFICIO srl Via Mescolino 12 - Z.I. 31012 CAPPELLA MAGGIORE TV Tel. 0438580348, www.garbelotto.it info@garbelotto.it GAROFOLI spa Via Recanatese 37 60022 CASTELFIDARDO AN Tel. 071727171, www.garofoli.com info@garofoli.com GD DORIGO Via G. Pascoli 23, 31053 PIEVE DI SOLIGO TV Tel. 0438840153, www.gd-dorigo.com info@gd-dorigo.com GIBUS spa Via Einaudi 35, 35030 SACCOLONGO PD Tel. 0498015392, www.gibus.it gibus@gibus.it GOBBETTO Via Carroccio 16, 20123 MILANO Tel. 028322269, www.gobbetto.com gobbetto@gobbetto.com GREENKISS PAOLO CASTELLI spa Via I Maggio 93, 40064 OZZANO DELL’EMILIA BO, Tel. 0514695511 www.paolocastelli.com info@paolocastellispa.com GROHE spa Via Crocefisso 19, 20122 MILANO Tel. 02959401, www.grohe.it info-it@grohe.com
IDEAL STANDARD ITALIA srl Via Giosuè Borsi 9, 20143 MILANO Tel. 0228881, www.idealstandard.it info@idealstandard.it IDEAS X WOOD Tel. 031714493, www.ideasxwood.it info@ideasxwood.it ILVA VERNICI PER LEGNO Via Torquato Tasso 10, 20123 MILANO Tel. 02430221, www.ivmchemicals.it ivm@ivmchemicals.com IRIS CERAMICA Via Ghiarola Nuova 119 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536862111, www.irisceramica.it ITLAS srl Via del Lavoro 35, 31016 CORDIGNANO TV Tel. - Fax 0438368040, www.itlas.it info@itlas.it KE OUTDOOR DESIGN KE PROTEZIONI SOLARI srl Via Calnova 160/a, 30020 NOVENTA DI PIAVE VE, Tel. 0421307000 www.keoutdoordesign.com, info@keitaly.it KEEP LIFE Via Giuseppe Garibaldi 5 81020 CASAPULLA CE Tel. 081 06 00 000, www.keeplife.it info@keeplife.it KERAKOLL spa Via dell’Artigianato 9 41049 SASSUOLO MO Tel. 0536816511, www.kerakoll.com, www.kerakolldesignhouse.com info@kerakoll.com KETTAL Aragón 316, E 08009 BARCELONA Tel. +34934879090,www.kettalgroup.com info@grupokettal.com LAPITEC Via Bassanese 6, 31050 VEDELAGO TV Tel. 0423703811, www.lapitec.it info@lapitec.it LIGNOALP by DAMIANI-HOLZ & KO spa Via Julius Durst 68, 39042 Bressanone BZ Tel. 0472975790, www.lignoalp.com info@lignoalp.com LUALDI spa Via Kennedy snc, 20010 MARCALLO CON CASONE MI, Tel. 0294363000 www.lualdi.com, info@lualdi.com MAPEI spa Via C. Cafiero 22, 20158 MILANO Tel. 02376731, www.mapei.com mapei@mapei.it MARAZZI V.le Regina Pacis 39, 41049 SASSUOLO MO Tel. 0536860800, www.marazzi.it info@marazzigroup.com MARCA CORONA spa Via Emilia Romagna 7, 41049 SASSUOLO MO Tel. 0536867200, www.marcacorona.it info@marcacorona.it MARGRAF spa Via Marmi 3, 36072 CHIAMPO VI Tel. 0444475900, www.margraf.it info@margraf.it MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo Via Guido Reni 2, 00196 ROMA Tel. 063210181, www.maxxi.beniculturali.it www.fondazionemaxxi.it, www.maxxi.art MEDIAMOND spa Palazzo Cellini - Milano 2 20090 SEGRATE MI, Tel. 0221025259 www.mediamond.it, contatti@mediamond.it MEMEDESIGN Via Marecchiese 300, 47922 RIMINI Tel. - Fax 0541728492, www.memedesign.it info@memedesign.it MINI AG Knorrstrasse 146, D 80788 MÜNCHEN www.mini.com MONDADORI MEDIA SpA GRUPPO MONDADORI Via A. Mondadori 1, 20090 SEGRATE MI Tel. 0275421, www.mondadori.it
MOSAICO+ srl MAPEI GROUP Via Valle d’Aosta 46 41049 SASSUOLO MO, Tel. 0536995811 www.mosaicopiu.it, info@mosaicopiu.it MYENERGYSKIN Spaarpot 20, NL 5667 KX GELDROP Tel. +3140 843 2067, www.myenergyskin.nl info@myenergyskin.nl NANNI MARIO Via Santo Stefano 94, 40125 BOLOGNA BO Tel. +39 3371577753, www.marionanni.com NARDI spa Via delle Stangà 14, 36072 CHIAMPO VI Tel. 0444422100, www.nardioutdoor.com info@nardioutdoor.com OLIVARI B. spa Via Matteotti 140, 28021 BORGOMANERO NO Tel. 0322835080, www.olivari.it olivari@olivari.it PASTORI GIOVANNI Via Privata Ozieri 4, 20129 MILANO www.giopastori.com, giopastori@gmail.com PRATIC F.LLI ORIOLI spa Via A. Tonutti 80/90, 33034 FAGAGNA UD Tel. 0432638311, www.pratic.it pratic@pratic.it REFLEX spa Via Paris Bordone 82, 31056 BIANCADE TV Tel. 04228444, www.reflexangelo.com inforeflex@reflexangelo.com RESSTENDE srl Via Ghiringhella 74 20864 AGRATE BRIANZA MB Tel. 039684611, www.resstende.com marketing@resstende.com REX FLORIM CERAMICHE spa Via Canaletto 24, 41042 FIORANO MODENESE MO, Tel. 0536840111 www.florim.com customercare@florim.com RIMADESIO spa Via Furlanelli 96, 20833 GIUSSANO MB Tel. 03623171, www.rimadesio.it rimadesio@rimadesio.it RUBELLI spa Via della Pila 47, 30175 VENEZIA MARGHERA, Tel. 0412584411 www.rubelli.com, info@rubelli.com SCHÜCO INTERNATIONAL ITALIA srl Via del Progresso 42 - Z.I. 35127 PADOVA, Tel. 0497392000 www.schueco.it, info@schueco.it STATUS srl Via Vittorio Veneto 23 20010 BERNATE TICINO MI Tel. 029759911, www.status.it status@status.it TABU spa Via Rencati 110, 22063 CANTÙ CO Tel. 031714493, www.tabu.it, info@tabu.it TERZANI srl Via di Castelpulci - Int. 9 50018 SCANDICCI FI Tel. 055722021, www.terzani.com info@terzani.com THE PULI HOTEL AND SPA 1 ChangDe Rd, JingAn District CN 200040 SHANGHAI Tel. +86 21 3203 9999, www.thepuli.com information@thepuli.com TONIN CASA PROGETTO DESIGN INTERNATIONAL srl Via Guglielmo Marconi 37 35010 SAN PIETRO IN GRU PD Tel. 0499453300, www.tonincasa.it info@tonincasa.it VENERAN MOBILI srl Via Nazionale 34, 31050 VEDELAGO TV Tel. 04237770, www.veneran.com veneran@veneran.com VIVAIO ROSOLINI GIANNUSO CARMELO S.S. Sud-occidentale Sicula 96019 ROSOLINI SR, Tel. 0931855829 www.vivaigiannuso.com vivaigiannuso3@gmail.com WE PLANET milano2020.weplanet.it
internimagazine.it a complete NEW digital destination for the best in design
@internimagazine
in partnership con
facebook.com/internimagazine
21_ 26 Aprile 2020
Fiera Milano Rho
Ingresso diretto da Porta Est, Porta Sud, Porta Ovest.
TheDesign Experience Salone Internazionale del Mobile Salone Internazionale del Complemento d’Arredo Workplace3.0
EuroCucina FTK, Technology For the Kitchen Salone Internazionale del Bagno SaloneSatellite
S.Project
salonemilano.it
Drawing by
Moshe Safdie / Safdie Architects for
DRAWINGS COLLECTION
T Scorcio del Rain Vortex, il grandioso vortice di pioggia alto 40 metri che enfatizza l’anima green del Jewel Changi Airport di Singapore, l’hub di transito, sosta e collegamento tra i terminal dell’aeroscalo, progettato da Safdie Architects. Foto courtesy of Mapei.
INtopics EDITORIAL INTERNI marzo 2020
utti parlano di sostenibilità, ma non sempre questo termine corrisponde a un fare veramente sostenibile. Sostenibilità significa non tanto usare materiali di riciclo, quanto reinventare globalmente i processi produttivi. Per questo noi preferiamo parlare di economia circolare, intendendo con questo termine un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. Che in termini pratici significa analizzare l’intero ciclo di vita di un prodotto o di un servizio secondo i criteri dell’LCA (Life-Cycle Assessment, un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute umana, a partire dal consumo di risorse e dalle emissioni), piuttosto che utilizzare materie prime seconde o sposare il principio della green forestry. Questi concetti, che rappresentano dei valori ormai imprescindibili per chi si occupa di progetto e produzione, possono diventare un nuovo e importantissimo fattore di competitività per le aziende del design italiano. È proprio questo aspetto che abbiamo voluto analizzare nel numero di Interni marzo. Abbiamo scelto di farlo in modo molto pragmatico: siamo partiti dalle cifre, dai fatti, dai riconoscimenti e dalle certificazioni che hanno permesso ad alcuni brand – la selezione fatta è forzatamente esemplificativa – di definire un nuovo modello d’impresa. Per l’industria dell’arredo, sostenibilità significa compiere una scelta strutturale e strategica. Per questo motivo, FederlegnoArredo, le singole associazioni e le singole aziende, stanno lavorando in sinergia per portare i temi della responsabilità ambientale e sociale al centro delle strategie di sviluppo del settore. La sfida è ambiziosa: entro il 2025 il comparto del legno-arredo italiano vuole diventare leader mondiale in termini di green economy. I risultati che emergono dalla nostra ricerca indicano che la strada intrapresa è quella giusta, seppure ancora lunga. E torneremo sicuramente in futuro su questo tema per documentare i nuovi traguardi raggiunti. Gilda Bojardi
INTERNI marzo 2020 / 1
SUZANNE JONGMANS, DE BERG E MIND OVER MATTER. COURTESY GALERIE WILMS FOGLI DI PLASTICA, POLISTIROLO, RETI DA IMBALLAGGIO, MA ANCHE SCAMPOLI DI TESSUTO, VESTITI DI RECUPERO, TUTTI MATERIALI IN APPARENZA PRIVI DI IMPORTANZA, MA CHE REINTERPRETATI DALL’ARTISTA OLANDESE SUZANNE JONGMANS DIVENTANO RAFFINATI ABITI D’EPOCA PER VESTIRE MODELLE CONTEMPORANEE, RITRATTE COME IN CAPOLAVORI D’ALTRI TEMPI. SUZANNE JONGMANS È SARTA, SCULTRICE, COSTUMISTA E FOTOGRAFA. LA RICERCA SUI COSTUMI STORICI E SUGLI ARCHETIPI FIGURATIVI DELL’ARTE DEI SECOLI PASSATI SI ESPRIME ATTRAVERSO IL LAVORO DELLE SUE MANI E LE SUE IMMAGINI FOTOGRAFICHE: TRA CLASSICO E MODERNO, CHIARO E SCURO, POVERO E PREZIOSO. COME MIND OVER MATTER, A DESTRA, E DE BERG (LA MONTAGNA), IN QUESTA PAGINA, IN CUI L’AMPIA GONNA DI STRACCI EVOCA LA VENERE DEGLI STRACCI DI MICHELANGELO PISTOLETTO. NEL NOVEMBRE SCORSO È USCITO IL LIBRO MOVING THROUGH CONTRAST DI KAREN VAN GODTSENHOVEN E ANNEKE VAN WOLFSWINKEL (GALERIE WILMS AND LANNOO PUBLISHERS), CON UNA PANORAMICA DI TUTTI I LAVORI DELL’ARTISTA, TRA CUI QUELLI REALIZZATI PER MONCLER. (C.T.) GALERIEWILMS.COM
PhotographINg
ART & SUSTAINABILITY
PhotographINg
ART & METAPHYSICS
KUENG CAPUTO, COLLEZIONE ROMAN MOLDS PER FENDI, DESIGN MIAMI 2019. FOTO COURTESY FENDI PRESENTATA IN OCCASIONE DI DESIGN MIAMI 2019, LA COLLEZIONE ROMAN MOLDS È STATA COMMISSIONATA DA FENDI ALLE DUE PROGETTISTE SVIZZERE KUENG CAPUTO (LOVIS CAPUTO E SARAH KUENG) PER ALLESTIRE LE LOGGE DELLO STORICO PALAZZO DELLA CIVILTÀ A ROMA, HEADQUARTER DELLA MAISON. ISPIRATI DALLA CITTÀ, DALL’ARCHITETTURA ICONICA DEL PALAZZO E DALLA LAVORAZIONE ARTIGIANALE DEI MATERIALI, I 12 PEZZI UNICI COMBINANO IN MODO SORPRENDENTE MATTONI SMALTATI COLORATI CON LA PELLE NATURALE CHE DIVENTA ELEMENTO STRUTTURALE PIANO O ONDULATO. SGABELLI, PANCHE, CONSOLLE, TAVOLI E ANCHE UNA PALMA DALLE FRONDE ROSSE IN UN ALLESTIMENTO QUASI METAFISICO, TRA ARCHI E NUVOLE. (C.T.) FENDI.COM, KUENG-CAPUTO.CH
PhotographINg
LANDSCAPE & ARCHITECTURE
LA COLLINA DI TERUNOBU FUJIMORI A OMIHACHIMAN IN GIAPPONE. FOTO MASUDA AKIHISA LA COLLINA È UN COMPLESSO PROGETTATO NEL 2014 DA TERUNOBU FUJIMORI PER OSPITARE INSIEME LA SEDE CENTRALE E IL PUNTO VENDITA PRINCIPALE DI TANEYA GROUP, AZIENDA LEADER NELLA PRODUZIONE DOLCIARIA. LA PECULIARITÀ DELL’OPERA È RAPPRESENTATA DAL TETTO ERBOSO (KUSAYANE) DEL FRONTE MERIDIONALE: UNA FORMA DELLA NATURA TRADOTTA IN REALTÀ COSTRUITA. GIAPPONESE, CLASSE 1946, FUJIMORI È UN PROGETTISTA DALLE MOLTEPLICI SFACCETTATURE CHE LO RENDONO UNA DELLE PERSONALITÀ PIÙ ORIGINALI DELL’ATTUALE SCENA ARCHITETTONICA INTERNAZIONALE. DI GRANDE RILIEVO NELLA SUA OPERA, IN UNA CARRIERA QUASI TRENTENNALE (ELECTAARCHITETTURA GLI HA DEDICATO NEL 2019 LA PRIMA MONOGRAFIA IN ITALIANO, CON TESTI DI J.K. MAURO PIERCONTI), SONO I MATERIALI, SPESSO PRIMITIVI (TERRA, PIETRA, LEGNO, CARBONE, CORTECCIA E MALTA). CON QUESTI DETERMINA LA QUALITÀ E IL GUSTO ONIRICO DELLO SPAZIO IN CUI INTERVIENE, ECOLOGICAMENTE SOSTENIBILE E AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA. NEL 2018 HA FIRMATO UNA DELLE VATICAN CHAPELS ALLESTITE SULL’ISOLA DI SAN GIORGIO NELL’AMBITO DELLA BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA (A.B.)
PhotographINg ICONIC INSPIRATION
MOLTENI&C, THE ART OF LIVING, A VILLA LA RICARDA DI ANTONIO BONET, BARCELLONA 1953. COURTESY MOLTENI&C PROSEGUE IL PROGETTO THE ART OF LIVING, CON L’AMBIENTAZIONE DELLE COLLEZIONI MOLTENI&C E DADA IN CASE ICONICHE DEL NOVECENTO: DAL PALAZZO RESTAURATO DA CARLO SCARPA A VENEZIA ALLA DIMORA ANNI ’30 DI ROMEO MORETTI FINO ALLA VILLA LA RICARDA IN SPAGNA, PROGETTATA NEL 1953 DA ANTONIO BONET IN COLLABORAZIONE CON I PROPRIETARI RICARDO GOMIS E SUA MOGLIE, AGNES BERTRAND MATA. È UNA VILLA RAZIONALISTA A UN PIANO IMMERSA NELLA PINETA DI BARCELLONA E A UN PASSO DAL MARE. TANTI PADIGLIONI, DISPOSTI IN MODO ASIMMETRICO, FORMANO IL CORPO DELL’EDIFICIO CON DUE ASSI PRINCIPALI CHE CONVERGONO VERSO L’ATRIO E SOFFITTI A VOLTE ONDULATE CHE SEGUONO IL PROFILO DEI PINI CIRCOSTANTI. I NUOVI ARREDI E LE ICONE DI MOLTENI&C TROVANO QUI UNA COLLOCAZIONE IDEALE. NELLA FOTO IN QUESTA PAGINA, LA SEDIA MISS DEL 1986 IN FRASSINO TINTO NERO DI AFRA E TOBIA SCARPA. (C.T.) MOLTENI.IT
INsights ARTS
Sin dal 1988 Berlinde De Bruyckere (1964) ha concentrato la sua attenzione su materiali morbidi e epidermici, difensivi del perimetro del corpo. Qualcosa di sospeso tra interno ed esterno, tra spirituale e fisico, così da insistere con forza sull’impossibilità di separare il gesto artistico dal duro attraversamento tra materia e non, tra vitale e mortale. Una delle sue prime mostre personali, nel 1990 al Museum DhondtDhaenens, a Deurle, Belgio, s’intitola già “Reflecting on Confinement and Death”, vale a dire affronta la barriera, rappresentata allora concretamente dal ricorso a coperte di lana, tra il tutto pieno del vivere, con il suo ingombro e la sua presenza, e il mistero, nascosto e impercepibile, che sta quindi sotto, del morire. L’artista evidenzia questo dialogo immettendo nei suoi insiemi un doppio, composto da strutture irrigidite, in metallo o in legno, e dalla ricchezza sensuale e superficiale di coperte dai colori potenti e intensi: uno scambio tra la pienezza sensoriale di un materiale fluido e pieno, difficile da possedere formalmente, e il gelo e l’aridità di un sistema, che è dissecato e cristallizzato, con il quale convive. Il tutto risulta un ‘ammasso’ di epidermidi, filiformi e cotonose, che sembrano rievocare la copertura di corpi e quindi di membra. Sono entità filiformi, bei tessuti, che sono associabili al piacere dello sguardo e del tocco, quindi del sentire e del percepire, costretti a prendere in considerazione le immagini glaciali e pietrificate, o quanto meno compatte, senza alcun segno di vita. Intorno al 1994 l’itinerario tra vitale e mortale vede l’ascensa del corpo umano, e poi animale, che prende il posto della struttura o dell’oggetto indifferenziato che ospitava la scarica epidermica delle coperte. De Bruyckere rovescia il vuoto in pieno, e ne fa una massa mobile e sanguigna, quasi compie un transito tra nigredo e albedo dell’immateriale sotteso nella stratificazione epidermica dei primi lavori. La struttura perde la sua fissità e diventa il veicolo e il contatto con la componente animata della vita. Non abbandona, invece, la sua consapevolezza dell’universo rigido delle cose, che ritornano in forma di mobili e tavoli, piedestalli e vetrine, sistematicamente in dialogo con l’immagine umana e animale, concentrandosi sulla macinazione e sulla triturazione delle forme carnali, che non sono più chiuse e circolari, ma dispongono di una potenza
10 / marzo 2020 INTERNI
Berlinde De Bruyckere, Aletheia, on-vergeten, 2019. Veduta della mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino. Foto © Mirjam Devriendt
DIALOGHI DI CONFINE Accostando strutture rigide in legno o metallo a materiali morbidi e avvolgenti, le opere di Berlinde De Bruyckere indagano il rapporto tra sensi e spirito, dove l’immagine del corpo umano appare come sospesa tra la forza pulsante della vita e l’universo cristallizzato delle cose di Germano Celant
INTERNI marzo 2020 / 11
INsights ARTS
Berlinde De Bruyckere, Spreken, 1999; cera, coperte, ferro, 200 x 140 x 180 cm. Collection M HKA /The Flemish Community, Anversa.
Berlinde De Bruyckere, Dekenhuis, 1993; coperte, ferro, 203 x 175 x 113 cm. Collection Eric Decelle, Brussels.
ignota. La presentazione dei corpi si nutre, inoltre, di un’organicità materica che è data dal ricorso alla cera, che con la sua malleabilità e la sua vulnerabilità richiama il tessuto che avvolge la carne, umana e animale. La situazione mostrata è quindi ‘vera’, riguarda un accadimento reale, la cui posta è la dissoluzione di un corpo ancora vitale, quando la figura si offre alla morte o è sul punto di rovesciarsi in un altro momento dell’esistenza, sia nell’atto di compiere un gesto o un passo, sia nel punto di tuffarsi o di cadere in un altro stato dell’esserci.
12 / marzo 2020 INTERNI
Le raffigurazioni della De Bruyckere sono, infatti, forze erranti, salgono e scendono, sono appese e sospese, possiedono ancora un potere di autonomia e d’identità prima di inabissarsi nel nulla. Riflettono un’instabilità, che ha una connotazione quasi anarchica rispetto al destino della morte. Per questo appaiono dissezionate e deflagrate, spesso in frammenti, perché veicolano una carica dissociativa, intrisa anche di un certo humour, rispetto al dramma che le riguarda. Sono in stato letargico, ma le loro articolazioni o le loro
Berlinde De Bruyckere, Lingam, 2007-2010; cera, resina epossidica, ferro, cinghie, legno, 242 x 122 x 62 cm. Olbricht Collection.
Berlinde De Bruyckere, Hanne, 2003; cera, crini di cavallo, legno, ferro, resina epossidica, 175 x 52 x 60 cm. Hauser & Wirth Collection, Svizzera.
membra non hanno ancora abbandonato la forza di vita. Sono innervate, quasi aspirassero a una rigenerazione. Per tale ragione l’artista continua ad ispirarsi all’iconografia classica del Cristo risorto o dell’Eros pagano, dai dipinti di Lucas Cranach ai film di Pier Paolo Pasolini, che le consente in aggiunta di mettere in gioco il dialogo tra sensi e spirito, tra anima e carne. La corrosione e la dissoluzione del fisso carnale servono a strappare l’essere che lo corrode fino all’estinzione, per fare subentrare una condizione
altra, gloriosa, qui non in senso divino e sacrale, ma estetico e artistico. In tal modo De Bruyckere esalta il potere terapeutico del suo fare che si offre come antidoto al pensare l’arte come una zona franca, altra dal mondo. Non la considera un procedere mistico e magico, ma strumento possibile di reale rigenerazione. La sua prospettiva, seppur continuamente basata sugli scambi tra energia vitale e mortale, tra essere e tecnica, corpo e struttura, è a favore di una cultura organica, legata cioè al vivente e al soffio incandescente che ne deriva. In molti disegni e opere la materia interiore erompe dal capo, via la bocca o gli occhi, che sono il grembo di un respiro nascosto e ignoto, antagonistico all’esterno del mondo. Lavorando sulla manifestazione dei contrari, il basso e l’alto, il naturale e l’innaturale, quanto tra energia in atto e energia spenta, l’artista si concentra sullo scambio tra il fisso e il volatile. Dà realtà a immagini sospese, di figure umane e di animali, quali il cavallo, il cui esistere sulla scena dell’opera sembra definito da un esserci e da un presentarsi nel momento di uno ‘scatto’ fotografico vitale, in cui il corpo appare avvitarsi o distendersi, rigirarsi o saltare, quasi si accontentasse di questo momento di vita per contrastare il congelamento del suo stato irrigidito e fisso. Come in un quadro di Bacon, la presenza umana è collocata in uno spazio, spesso chiuso, come un armadio o una bacheca. Si confonde con l’arredo e l’oggetto inanimato e si alimenta di silenzio e d’immobilità. De Bruyckere istituisce quasi un set, fatto di ferri e di vetri, in cui le parti o il tutto di un corpo non riescono a liberarsi.
INTERNI marzo 2020 / 13
INsights ARTS
A volte la relazione è inasprita dalla violenza, altre volte si basa su un’accettazione reciproca, di supporto e di sopravvivenza. In casi estremamente drammatici l’incontro è avvolto, come alla Biennale di Venezia, di una tenebra, così che l’insieme emerga, quasi luminoso, evocativo di una presenza spirituale, oppure si offra come un salto nel nulla, un fantasma. L’accecante tetraggine della natura, in forma di alberi o di animali, sospesa nel buio, si tramuta in vertigine di vita. La folgorazione e la dimensione dell’attimo corrispondono alla potenza istintiva del vivere.
Berlinde De Bruyckere, Inside Me, 2008-2010; ferro, pelle di cavallo, resina epossidica, legno, 328,7 x 244,5 x 126,5 cm. FWA – Foundation for Women, Belgio.
Berlinde De Bruyckere, It Almost seemed a lily IV, 2018; legno, carta da parati, cera, tessuto, piombo, resina epossidica, 281 x 238 x 40 cm. Foto © Mirjam Devriendt.
14 / marzo 2020 INTERNI
Irrorano di energia la scultura con un fuoco virtuale e la rende in atto. L’artista aggancia la materia e innesca in essa un flusso dove il soggetto e l’oggetto cessano di essere categorie separate e opposte. Il centro delle sue meditazioni è la carne, ma in specifico il nucleo che funge da supporto all’animo, in assenza del quale non esiste vita. Ma la vitalità nervosa non concerne solo l’umano, ma anche l’animale. Entrambi captano una forza, terribile e salvifica, connessa al magma carnale, in tal modo l’arte si offre quale crogiuolo capace di ricevere il soffio delle loro potenze naturali e restituirlo inedito, se non purificato. ■
Berlinde De Bruyckere, We are all Flesh, 2009; cera, legno, metallo, resina epossidica, ferro, 132 x 217 x 200 cm. ร mer Koรง Collection, Istanbul.
INTERNI marzo 2020 / 15
INsights
VIEWPOINT Bent Plywood Armchair di Gerald Summers, 1933 (Vitra Design Museum).
IL PROGETTO INFINITO 1700 sedie realizzate dal Settecento a oggi e radunate dal Vitra Design Museum testimoniano un inesauribile impulso creativo, finalizzato non tanto alla ricerca di soluzioni funzionali quanto all’invenzione di forme sempre nuove di Andrea Branzi
È appena arrivato dal Vitra Design Museum un atlante di oltre 1700 sedie, la più grande raccolta di documenti nella storia dell’arredamento. Una infinita serie di sedie, sgabelli e armadietti destinati all’arredo per la vita domestica a partire dal 1740 fino al 2019; esempi di sedie storiche, moderne e contemporanee che accompagnano le relazioni d’uso lungo le vicende di una attività umana imprevista. Le sedie sono testimonianza di una ininterrotta pratica creativa; una sorta di economia circolare che attraversa la nostra era contemporanea. Sedute in legno, in metallo o in plastica per rispondere a una forma di ansietà creativa imprevedibile. Ci possiamo chiedere per quale motivo l’economia domestica si sia concentrata su questo gigantesco campionario di oggetti. L’antropologia contemporanea può meditare su questo sconfinato museo di Vitra – si tratta di sedie esemplari, innovative, decorative, ostili o accoglienti – seguendo un vastissimo repertorio di eccezioni, sostanzialmente inutili ma risolutamente determinate a inventare nuove forme e nuove geometrie. In realtà non risolvono problemi pratici, ma piuttosto sviluppano un oceano di sedute. Il pensiero moderno ha creato questo progetto infinito, privo di una esatta finalità funzionale, ma piuttosto come testimonianza di una danza interminabile di gambe, sgabelli, forme geometriche, come documento straordinario di una folle rincorsa attraverso salotti, camere e uffici, che disegna un mondo quasi impazzito. Nel succedersi di guerre e imperi militari, le sedie danzano in maniera signorile e assolutamente comica; belle, brutte, ospitali e eleganti. Che cosa ha accompagnato la nostra storia di progettisti, architetti e designer attraverso il silenzio dei fabbri e dei falegnami? Soltanto la musica e la pittura hanno creato qualche cosa di simile nell’arco di tre secoli; capolavori, sgabelli, panchetti rappresentano un pensiero di eccezioni irrisolvibili, costituite da capolavori geniali e tragicomici. L’uomo sembra non essersi mai stancato di riflettere inutilmente su una soluzione costantemente provvisoria di un problema inutile. Ma in realtà il campionario di Vitra descrive un’ansia felice come testimone di una inquieta ricerca di oggetti su cui sedersi, su cui appoggiarsi, su cui trovare la sorpresa di infinite soluzioni provvisorie. ■
16 / marzo 2020 INTERNI
INside
ARCHITECTURE Progetto di SAFDIE ARCHITECTS
UNA FORESTA PLUVIALE NELL’AEROPORTO A Singapore, il Jewel Changi Airport, l’hub di transito, sosta e collegamento tra i terminal dell’aeroscalo, immerso in un parco tropicale con una spettacolare cascata, dimostra che un futuro green è già possibile executive architect & structural engineer RSP Architects Planners & Engineers interior designer Benoy landscape architect Peter Walker and Partners foto courtesy of Mapei testo di Antonella Boisi
18 / marzo 2020 INTERNI
Il cuore del Jewel, il Rain Vortex, grandioso vortice di pioggia alto 40 metri, che cade a cascata dall’oculo vetrato del tetto, con uno sviluppo indoor. Durante le ore serali, la cascata si arricchisce di giochi luminosi e cromatici che potenziano l’esperienza multisensoriale dei visitatori. Ma la sua funzione, oltre che estetica, è di far ricircolare l’acqua piovana in modo tecnico per rinfrescare l’ambiente interno e irrigare le piante. Sopra a sinistra, vista esterna dell’hub di transito in acciaio e vetro dalla forma toroidale integrata nel verde. È collegato direttamente al Terminal 1 e tramite ponti pedonali ai Terminal 2 e 3 dell’aeroporto Changi di Singapore, “il migliore al mondo”, secondo gli Skytrax World Airport Awards 2019.
“L’architettura costruisce il nostro ambiente di vita e dovrebbe ricondursi sempre a un unicum rispetto al sito e ai fruitori, restituendo qualcosa di utile alla comunità”, ha dichiarato Moshe Safdie, il celebre architetto israelo-canadese che sta davvero cambiando lo skyline di Singapore in chiave green, e molto instagrammabile; dopo aver immaginato nella metropoli del Sudest asiatico il rivoluzionario hotel di Marina Bay Sands (tre torri di 55 piani sovrastate da una ‘zattera’ lunga 200 metri, con una piscina panoramica apparentemente sospesa nel vuoto). Sarà che la città del leone (come recita Singapore in sanscrito) si presta da molti punti di vista (anche climatici) a incarnare la metafora della dinamicità e del rinnovamento contemporanei, fatto sta che, dallo scorso aprile, il ‘suo’ Jewel al Changi Airport, il nuovo hub di collegamento fra tre dei quattro terminal dell’aeroporto urbano, è un’opera di land art e tecnologia che non passa certo inosservata. E che parla italiano (Mapei) nei materiali adottati per la posa di pavimenti e rivestimenti (cfr. approfondimento nelle pagine seguenti). Costruita sull’ex parcheggio del Terminal 1, l’infrastruttura del Jewel è stata concepita da Safdie come un meraviglioso ecosistema verde, nel quale il paesaggio disegna e connette in modo fluido e vitale lo spazio, regalando ai visitatori un’esperienza che rende davvero omaggio all’immagine della Garden City. Niente di austero e impersonale, insomma, nessun copione già scritto, come indicano i numeri del progetto: 3000 alberi e 60.000 medi e piccoli arbusti, su una superficie di circa 22.000 metri quadrati, definiscono l’anima di un edificio toroidale di 135.700 metri quadrati, sviluppato su dieci livelli (cinque dei quali seminterrati, adibiti a parcheggi). La composizione si declina in tre grandiosi episodi correlati tra loro, dalle altezze vertiginose. Innanzitutto un giardino terrazzato di cinque piani (battezzato Shiseido Forest Valley), popolato da oltre 200 specie di piante selezionate provenienti da Brasile, Australia, Thailandia e Stati Uniti, che fioriscono e crescono a una temperatura controllata di 23 gradi, sotto la cupola formata da oltre 9.000 pannelli di vetro imbrigliati con 18.000 travi di acciaio dentro un complesso reticolo strutturale. Poi il nucleo di questa mega installazione architettonica che stimola i sensi, il cuore e la mente: la spettacolare Rain Vortex, una cascata indoor alta 40 metri d’acqua in caduta libera dall’oculo centrale della cupola vetrata che, durante le ore serali, amplifica le sue suggestioni con giochi di luce e proiezioni cromatiche, visibili dai percorsi pedonali perimetrali e dai ponti di collegamento interno (uno anche su rotaie). Il top floor, il quinto, accoglie infine un parco, denominato Canopy Park, che integra, su 14mila metri quadrati, un ponte vetrato sospeso a 23 metri dal suolo, giardini di ninfee e di cactus, labirinti di siepi e di arte topiaria, oltre a uno scivolo gigante, reti elastiche e altre attrezzature per i giochi dei piccoli. Ma il Jewel non è soltanto una riserva paradisiaca di giardini lussureggianti. Pensato come un’agorà
20 / marzo 2020 INTERNI
greca, destina una parte della sua superficie a un attrattivo ‘mercato’ articolato in 280 punti vendita al dettaglio e ristoranti, un cinema multisala e uno Yotelair (hotel di lusso aeroportuale) da 130 cabine. Nell’essenza, questo snodo di transito mixed use, accessibile anche ai non viaggiatori (cioè a chi non è provvisto di una carta d’imbarco immediata), configura un microcosmo che pone al centro l’uomo del nuovo secolo, il suo benessere, comfort e qualità della vita, imprescindibili dal dialogo e dall’interazione con la natura. Per focalizzare questa nuova visione rinascimentale, Safdie ha riunito una cordata di ingegneri, architetti del paesaggio, interior designer e artisti, ragionando in chiave biotecnologica. Senza dimenticare che la vita nasce in ogni luogo e tempo da una goccia d’acqua, anche quando diventa un epico vortice di pioggia alto 40 metri, ha poi commentato: “L’acqua dei vigorosi e frequenti temporali di Singapore, raccolta e rimessa in circolo, attraverso degli ugelli laterali, in un percorso che va dall’alto verso il basso, contribuisce a rinfrescare tutto l’ambiente interno e a irrigare le piante, mentre la copertura vetrata nella sua forma distesa modula in senso dinamico l’incidenza della luce naturale e le zone d’ombra, garantendo un efficace sistema di ventilazione”. Come dire, questo lavoro ‘disegna’ una inattesa iperbole tra antichissime tradizioni costruttive nel recupero dell’oro blu e un’inedita espressione architettonica contemporanea. ■
Qui sopra, ‘il giardino incantato’ del Terminal 2. Sotto, nel disegno, una sezione longitudinale del Jewel. La struttura ospita anche un hotel, servizi e zone commerciali.
INside
ARCHITECTURE
La Shiseido Forest Valley, la foresta pluviale che si sviluppa attorno alla cascata alta 40 metri, con un paesaggio terrazzato di alberi, medi e piccoli arbusti (di oltre 200 specie), intercalato da sentieri pedonali e zone di sosta. La pietra lavica della parete è stata resa aderente al soffitto e stuccata con prodotti di Mapei. L’azienda italiana ha fornito adesivi e malte anche per le piastrelle e i graniti che rivestono la maggior parte degli spazi del Jewel.
INside
ARCHITECTURE
Ricerca, innovazione e internazionalizzazione fanno oggi di Mapei non un semplice fornitore di prodotti, ma un partner con competenze ingegneristiche e architettoniche per gli operatori del settore. Un attore globale con uno sguardo sempre a medio-lungo termine, concentrato su un mix che comprende prodotti, capacità produttiva e persone. Sono 89 le consociate in 56 paesi e 83 gli stabilimenti produttivi del Gruppo in 36 paesi diversi: dall’Europa all’Africa, dalle Americhe all’Asia, all’Oceania. Una strategia di internazionalizzazione basata su due obiettivi principali: maggiore vicinanza alle esigenze locali e riduzione al minimo dei costi di trasporto. Con una attenzione particolare alle dinamiche sostenibili, che hanno permesso all’azienda italiana di ricevere lo scorso novembre il Primo Premio Economia Circolare nell’ambito del Premio per lo Sviluppo Sostenibile 2019, patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, per il prodotto Re-Con Zero Evo, additivo per il recupero del calcestruzzo reso. Mapei è stata coinvolta nell’intervento al Jewel Changi Airport di Singapore a partire dal 2017, fornendo personale tecnico, competenze e prodotti. Dal punto di vista del know how, si sono dovute soddisfare le esigenze non solo di Safdie Architects ma di tutta la cordata di ingegneri, architetti, paesaggisti, interior designer e artisti che hanno contribuito al benessere, al comfort e alla qualità della vita di questo microcosmo biotecnologico. Il rapporto con il mondo della progettazione è complesso e articolato, ma anche in questo caso si è sviluppato affiancando i vari partner nella ricerca delle migliori tecnologie, prospettando soluzioni ai problemi. Una partnership che ha portato a collaborare dalla fase embrionale del progetto fino alla messa in opera in cantiere con l’assistenza tecnica. Malte e adesivi sono stati selezionati valutando sia la tipologia dei materiali (marmo, granito, ardesia, lastre in pietra lavica, ciottoli e ceramica) sia le condizioni ambientali soggette a temperature controllate, tassi di umidità variabili, calpestio continuo e usura. Aver operato in termini di ‘problema-soluzione’ ha significato ancora una volta per Mapei ricevere e far propri costantemente stimoli dall’esterno, inventare, innovare, sperimentare nuove soluzioni. Destinate a uno specifico cantiere per essere poi trasferite alla generalità del mercato. ■ Danilo Signorello
22 / marzo 2020 INTERNI
Keraflex Maxi S1 di Mapei per la posa della pietra lavica che riveste le pareti del giardino pensile (fugate con Keracolor SF) e delle cascate d’acqua (fugate con Keracolor FF+Fugolastic).
ELEVATE PRESTAZIONI
Il progetto di Safdie Architects rimodula significato e funzione degli spazi aeroportuali. Mapei ha fornito know how, tecnici specializzati e prodotti per la posa di rivestimenti a parete e pavimenti
1
3
1.Keraquick S1 per la posa e Keracolor FF per la stuccatura del granito nei collegamenti tra i Terminal 2 e 3. 2. Keraflex Maxi S1 per la posa e Keracolor FF per la stuccatura del granito della Shiseido Forest Valley. 3. Nel percorso dell’area shopping, il marmo è stato posato con Keraflex Maxi S1 e fugato con Keracolor SF. Come anche l’ardesia nella hall arrivi del Terminal 1 (4.). 5. Keraquick S1 per la posa e Keracolor SF per la fugatura dei ciottoli dell’area esterna. 6. Il granito del pavimento del basement è stato posato con Keraflex Maxi S1 e fugato con Keracolor SF. 7. Nei bagni, Keraflex per la posa e Keracolor SF per la fugatura della ceramica a pavimento e a parete.
2
4
5
6
7
Nel dettaglio, l’intervento Mapei ha riguardato le seguenti aree: Shiseido Forest Valley: pareti del giardino pensile (pietra lavica posata con Keraflex Maxi S1, stuccata con Keracolor SF; pietra lavica dell’intradosso posata con Kerapoxy), pareti delle cascata d’acqua lungo il percorso pedonale est (pietra lavica posata con Keraflex Maxi S1, stuccata con Keracolor FF+Fugolastic), pavimento e scale (granito posato con Keraflex Maxi S1, stuccato con Keracolor FF). Ingressi al Jewel e percorso pedonale alla Shiseido Forest Valley: (ardesia e granito posati con Keraflex Maxi S1, fugati con Keracolor SF). Collegamento Arrivi Terminal 1 e Jewel: pavimento (ardesia posata con Keraflex Maxi S1, fugata con Keracolor SF). Basement 1: pavimento (granito posato con Keraflex Maxi S1, fugato con Keracolor SF; ceramica posata con Keraflex, fugata con Keracolor SF). Percorso pedonale dell’area shopping principale: per tutti i 7 livelli del Jewel (marmo e granito nero posati con Keraflex Maxi S1, fugati con Keracolor SF). Lobby ascensori: per tutti i 7 livelli del circuito shopping del Jewel (marmo posato con Keraflex Maxi S1, fugato con Keracolor SF). Collegamento lobby ascensori e Terminal 2 e 3: pavimento (marmo posato con Keraflex Maxi S1, fugato con Keracolor SF). Shiseido Forest Valley, Canopy Park, parte del circuito shopping: pavimento (ciottoli posati con Keraflex Maxi S1, fugati con Keracolor FF). Canopy Park: pavimento (granito posato con Keraflex Maxi S1, fugato con Keracolor FF). Bagni: pavimento e pareti (ceramica posata con Keraflex, fugata con Keracolor SF, granito nero posato con Granirapid, fugato con Keracolor SF); per le pareti (Primer G applicato prima della posa alla parete in cartongesso). Food Court: pavimenti e pareti (ceramica posata con Keraflex, fugata con Keracolor SF). Lobby del Basement 3, Terminal 1, lobby e collegamento al Terminal 1: pavimento (granito bianco del Kashmir posato con Keraquick S1, fugato con Keracolor SF). Percorso esterno: pavimento (granito posato con Keraquick S1, fugato con Keracolor SF), griglie metalliche per l’acqua piovana (ciottoli posati con Kerapoxy sulla griglia metallica, fugata con Keracolor FF). Ponti di collegamento ai Terminal 2 e 3: pavimento (granito posato con Keraquick S1, fugato con Keracolor SF). Aree di servizio, aree staff e bagni annessi: porte metalliche (ceramica posata con Keralastic T, fugata con Keracolor SF).
INTERNI marzo 2020 / 23
TREE HOUSES Negli Stati Uniti, West Virginia, il concept di un sistema di case tra gli alberi abbraccia gli scenari del Dawson Lake e le prospettive di un’ospitalità verde e sostenibile principals Peter Pichler, Silvana Ordinas design team Daniele Colombati, Gianluigi D´Aloisio, Giovanni Paterlini, Marco Capriani testo di Antonella Boisi
INside
ARCHITECTURE Progetto di PETER PICHLER ARCHITECTURE
Le case tra gli alberi di Peter Pichler ricordano un po’ i giochi dei bambini o i sogni di Cosimo Piovasco di Rondò, il Barone rampante di Italo Calvino. In realtà, gli elementi tecnologici che costituiscono le Tree Houses sono finalizzati a un risparmio energetico delle risorse impiegate e a un impatto ambientale tendente a zero.
Dalle Dolomiti al Dawson Lake, l’architettura sostenibile di Peter Pichler diventa ancora più internazionale, visionaria e densa di significati per affrontare le sfide del climate change e minimizzare l’impatto ambientale. Le sue Tree Houses, che vedranno la luce all’inizio dell’estate in un paesaggio verde privato di poco più di 40 ettari in West Virginia, dichiarano infatti un valore che va oltre il concept delle tipologie progettate con materiali e tecnologie a chilometro zero ispirate da una natura qui selvaggia e meravigliosa. Le otto abitazioni in legno locale sospese tra gli alberi dell’esteso e fitto bosco di aceri, pioppi e querce lambito dalle acque del lago, sono state pensate per integrarsi a breve in un insediamento (plastic free) che sarà un Research Centre in tema di sostenibilità, dove studiosi e ricercatori delle università più all’avanguardia di tutto il mondo saranno i benvenuti di incontri, talk e conferenze in materia, secondo un programma in via di definizione. Non solo. Con altre costruzioni sostenibili, quali un polo alimentare e agricolo, un centro benessere, uno spazio culturale e di spettacoli di arti visive, tutto l’insediamento del Dawson Lake aspira a proporsi come un ‘laboratorio’ di rigenerazione progettuale su ampia scala per migliorare alla radice la salute e la solidità dell’ecosistema locale. C’è l’idea di utilizzarne una grande zona per l’installazione di impianti fotovoltaici e pale eoliche che sfruttino le correnti dei venti, producendo energia pulita. Le auto resteranno fuori dalla proprietà e gli
26 / marzo 2020 INTERNI
spostamenti interni saranno affidati soltanto a macchine elettriche e biciclette disponibili all’ingresso, con un’ulteriore riduzione di emissioni di CO2. In questa piccola smart city autosufficiente, in sintesi, nient’altro sarà necessario. Ma come nasce questo progetto? “L’anno scorso abbiamo partecipato a un concorso a inviti per il disegno un albergo in Alto Adige e nel bando c’era la richiesta di una proposta di case sugli alberi”, racconta Peter Pichler, architetto bolzanino, che prima di mettersi in proprio nel 2015 a Milano con Silvana Ordinas, si è formato negli studi di Zaha Hadid, Rem Koolhaas e Delugan Meissl. “Abbiamo vinto il concorso e solo dopo, riguardando il materiale, ci siamo resi conto che le Tree Houses erano più interessanti dell’albergo stesso che avevamo disegnato. Così ci è venuta l’idea di pubblicarle sui nostri canali social. Siamo stati contattati da
La forma e i materiali con cui saranno realizzate le Tree Houses di Dawson Lake (legni a chilometro zero sia per la struttura che per il rivestimento interno), la geometria del tetto a falda spiovente, i due fronti vetrati e ogni elemento dei monolitici tetraedi uniti alla base fanno riferimento alla ricerca di una relazione simbiotica con il paesaggio boschivo dell’intorno. Nei disegni: le planimetrie dei due livelli della casa e del piano di copertura.
INside
ARCHITECTURE diversi potenziali clienti e tra questi c’era il nostro futuro committente americano, appassionato di arte e musica, che ci ha invitato a visitare la sua proprietà negli Stati Uniti, in West Virginia”. L’opera è in fieri. I progettisti stanno ancora valutando quale tipo di legno locale adottare per le costruzioni del Dawson Lake, per ora si è stabilito soltanto che sarà chiaro all’interno e avrà scandole scure in esterno per integrarsi meglio con il paesaggio. Rispetto al primo concept elaborato per il concorso delle Dolomiti, la geometria dei volumi è rimasta invece pressoché invariata. L’immagine delle Tree Houses resta definita dal tetto a falda spiovente e da due monolitici tetraedri uniti alla base, radicati come alberi nel terreno: il solido inferiore ha un ruolo strutturale, quello superiore accoglie le funzioni residenziali ritagliate in una planimetria romboidale, mentre una passerella sospesa funge da elemento di connessione tra la casa e la strada d’accesso. È stato però modificato il programma delle unità abitative, variabili tra i 35 e i 45 metri quadrati: due fronti completamente vetrati annullano la percezione di filtri con l’habitat naturale; gli spazi, resi più generosi e aperti nell’articolazione, sviluppati su due livelli collegati da una scala interna posta lungo le facciate opache, prevedono al piano inferiore la cucina e la zona living e sopra la zona notte con servizi dedicati. Gli arredi prevalentemente custom privilegiano una scelta di naturalità nei tessuti, che armonizzi con il feeling di benessere dato dalla presenza costante del legno. Ogni unità sarà isolata termicamente, dotata di un impianto geotermico con pompa di calore (ma c’è l’idea di utilizzare anche l’acqua del lago) e di un sistema illuminotecnico a risparmio energetico con sensori e spegnimento automatico. “Considerato che le case-albero sono soltanto otto, probabilmente sarà necessario in un secondo step progettare anche un piccolo albergo in grado di assicurare una maggiore capacità ricettiva”,
riflette Pichler. “Nell’espressione architettonica, questo continuerà la ricerca di un’armonia con il contesto, nel quale vivere un’esperienza di immersione totale. La gente che arriva a Dawson Lake vuole staccare dalla dimensione urbana, fare delle bellissime passeggiate, andare in bicicletta, incontrare artisti e musicisti, rilassarsi nella natura, con ritmi slow down, fuori dagli schemi codificati dell’ospitalità alberghiera. Un’idea che sta maturando è quella di affittare a creativi di varia provenienza ed estrazione le Tree Houses come laboratori-atelier-studi di registrazione, perché possano diventare una fucina di suggestioni e ispirazioni provenienti dall’ambiente circostante. A noi piace pensare che Dawson Lake sarà il primo resort di lusso progettato secondo le linee guida del Living Building Challenge in materia di energia a impatto ambientale zero”. Bello è pensare anche che qualcosa per pochi potrebbe far stare bene molti; perché questo modello alla fine è replicabile in altri contesti e dimensioni abitative. ■
Render della stanza da letto organizzata al livello superiore di un modulo abitativo. Foderata in legno chiaro di provenienza locale, con arredi di design contemporaneo, presenta due fronti completamente vetrati per potenziare il dialogo con il paesaggio esterno. In basso, nei disegni: prospetto laterale, sezione e vista frontale.
INTERNI marzo 2020 / 27
SUGGESTIONI D’ORIENTE
Sulle colline attorno a Cuneo, in Piemonte, una villa distesa nel verde con grandi vetrate rivolte al paesaggio diventa protagonista di una narrazione disrupting che strizza l’occhio al Giappone e alla manualità artistica dell’oggetto made in Italy progetto di Duilio Damilano collaboratori Emanuele Meinero foto di Andrea Martiradonna testo di Antonella Boisi
28 / marzo 2020 INTERNI
INside
ARCHITECTURE Progetto di DAMILANOSTUDIO ARCHITECTS
Uno specchio d’acqua lungo 35 metri, un ninfeo, bonsai, rocce locali di varie dimensioni e ampi spazi verdi compongono il giardino alla giapponese realizzato, con la consulenza di uno studio londinese, da Garden Roagna Vivai. Nel gioco di riflessi, ombre e luci della vista serale, per il confortevole salotto open air: faretti a incasso di Flos, divano Canasta di Patricia Urquiola per B&B Italia, sedie Supernatural di Ross Lovegrove per Moroso, poltrona Spun di Thomas Heatherwick per Magis. Nella pagina a fianco, la zona d’ingresso con la scalinata in pietra grezza, la passerella a sbalzo in Corten e la poltrona Corallo dei fratelli Campana per Edra che, come un nume tutelare, è incorniciata dalle lampade Brisa di Lievore Altherr Molina per Vibia.
INTERNI marzo 2020 / 29
Stiamo guardando fili e trame che si intrecciano tra la natura, gli oggetti di design italiano di matrice artistico-artigianale e l’ architettura: le sue grandi passioni? “In un certo senso. Se dovessi trovare una similitudine, direi che questa casa è un confortevole vestito in canapa con un taglio giapponese dalle linee sfuggenti che ti riportano in sintonia con una dimensione più intimista e con la riscoperta di
30 / marzo 2020 INTERNI
dettagli manuali”. Racconta così Duilio Damilano, architetto di base a Cuneo, che, una quindicina d’anni fa, ha scelto di vivere ai margini di un bosco, la ‘stoffa’ di questo recente intervento su un terreno collinare di circa ventimila metri quadrati della zona: il disegno di una villa in metallo e legno, su un solo piano fuori terra, con 500 metri quadrati abitabili, che è un generoso belvedere sulla pianura sottostante e sull’arco alpino piemontese, il paesaggio con cui l’edificio ricerca un dialogo e un rapporto empatico non banali. “Mi piace raccontare l’abitare ogni volta in un modo differente, alla ricerca di un’emozionalità che ottimizzi il programma funzionale, tra rigore e meraviglia”, continua. “Nella fattispecie, sono stato fortunato. Costruita sulla traccia di un anonimo fabbricato demolito, per un committente appassionato di bonsai che si era già affidato a me in passato per altri lavori, questa casa di design contemporaneo abbraccia una filosofia tao nell’approccio che ci ha trovato in sintonia. Ci siamo cioè calati entrambi nel ruolo di privilegiati ‘spettatori’ dell’eterno divenire della natura e delle sue inesauribili trasformazioni di forme e colori durante le stagioni
La zona della piscina, vista dal giardino. La scultura in primo piano e quella accanto alla vasca d’acqua sono opere di Frediano Damilano. Alcuni lati dell’involucro esterno della casa, che poggia su una soletta in calcestruzzo con struttura in metallo, sono stati rivestiti in legno di larice, come la copertura, realizzata con scandole tutte posate a mano, per sottolinearne la continuità materica. A sinistra, la cucina riservata agli ospiti nella dépendance che è schermata in esterno da una teoria di canne di bambù. Sedie S-Chair di Tom Dixon per Cappellini e lampada da terra Arco dei fratelli Castiglioni per Flos. Nella pagina a fianco, il belvedere che si offre dalla terrazza sul paesaggio vicino e lontano.
INside
ARCHITECTURE
e gli anni”. La struttura razionalista della villa, che compone in un unicum un corpo principale e una dépendance per gli ospiti, è condizionata proprio dalla volontà di aprire con grandi bucature gli spazi alla massima esposizione del sole e della collina e di chiuderli in una dimensione più introversa laddove ci sono altre case confinanti. La realizzazione di circa un chilometro lineare di terrazzamenti ha consentito l’armoniosa complanarità delle superfici fruibili sia dentro che fuori, mentre l’interrato è diventato lo spazio delle auto. L’ingresso, sul lato nord, si raggiunge mediante una scalinata in pietra grezza grigia immersa nel verde che, insieme a una passerella a sbalzo in acciaio Corten, crea in planimetria un gioco di dinamismi tra gli episodi narrativi. Così, sulla pedana, la poltrona-nido in fili d’acciaio ideata dai fratelli Campana per Edra diventa l’oggetto iconico prescelto per la contemplazione del paesaggio vicino e lontano. Mentre rocce locali di varie dimensioni, piante di aceri giapponesi e ampi tappeti erbosi che assecondano il declivio naturale del terreno preparano all’incontro con la piscina a sfioro semi-olimpionica e con altre due suggestive vasche
INTERNI marzo 2020 / 31
d’acqua – la più corta è un ninfeo, l’altra un giardino alla giapponese – che ritmano e nobilitano lo sviluppo longitudinale del volume principale e il suo innesto in due corpi perpendicolari sfalsati tra loro. “Devo riconoscere che nel disegno complessivo del luogo mi sono lasciato influenzare da certe immagini sedimentate nella memoria, dall’eredità di lunghi viaggi in Oriente, alla scoperta dell’architettura tradizionale giapponese”, spiega Duilio Damilano. “I frangisole posizionati sulle finestre del lato a nord, per esempio, hanno un apparato decorativo che sembra quasi un pizzo, ispirato da una controsoffittatura che mi aveva emozionato in una stazione metropolitana di Fukuoka per la sensazione di grande tranquillità che infondeva al cospetto della vita frenetica della
32 / marzo 2020 INTERNI
città”. Anche la scelta di ‘confezionare’ la copertura della casa in scandole di larice posate interamente a mano rientra in questo quadro creativo, libero da schemi precostituiti. Con il calore dei raggi solari, le scandole modificheranno nel tempo il colore, passando dalle nuances calde proprie del legno a un grigio brunito più simile alle cortecce del bosco circostante. Così come si trasformeranno le canne di bambù posizionate in esterno a mo’ di schermo davanti alla cucina di pertinenza degli ospiti nella dépandance (corredata di spazio living e notte). La zona relax rappresentata dalla terrazza in teak, un vero e proprio salotto open air che corona tutta la promenade architettonica ombreggiata dagli sporti del tetto, orchestra poi il passaggio graduale verso l’ampio soggiorno, esposto a sud, che svolge il ruolo
Scorcio del soggiorno. In primo piano, la lampada da terra e sospesa è la North di Arik Levy nel catalogo Vibia così come la Rhythm Vertical in fondo. Le sedie Gina di Jacopo Foggini e il divano Flap di Francesco Binfaré sono produzioni di Edra, che ha ingegnerizzato anche il tavolo disegnato ad hoc da Frediano Damilano. La seduta fuori scala è invece la Milleuna Luna di Sicis. Sulla sinistra, chiuso da pareti vetrate, si intravvede lo spazio della cucina.
INside
ARCHITECTURE
Accanto, la planimetria del piano terra. Qui sotto, la camera con il letto Corallo Bed di Fernando e Humberto Campana e la lampada da terra Ines di Jacopo Foggini, tutto di Edra, così come il divano Boa dei fratelli Campana, che campeggia in un’altra zona del soggiorno (immagine in basso), accanto alla lampada Shade di Paul Cocksedge per Flos. Sul fondo, la scultura I’M di Frediano Damilano.
di connessione tra la parte più privata della casa (la zona notte) e quella riservata agli ospiti. ‘Idealizzato’ con due accoglienti divani di Edra – un’altra compagna di viaggio di lungo corso di Duilio Damilano – un tavolo in legno lungo cinque metri dalle gambe-totem a pietre sovrapposte e una cucina totalmente a vista chiusa da pareti vetrate, l’ambiente gode di una costante permeabilità tra interno ed esterno, sottolineata dalle grandi trasparenze delle aperture terra-cielo, e si anima con altri motivi disrupting. Elementi di contrappunto, come il soffitto a geometrie e altezze variabili che dinamizza, riproporziona e rende scultorea la percezione del volume unitario.Lo stesso viene poi enfatizzato nelle sue sfaccettature dalla luce dislocata da terra e sospesa che veicola lo sguardo verso il pavimento in microcemento. Queste percezioni definiscono relazioni di un paesaggio domestico che non si sottrae al confronto con una natura protagonista. Tutta la sua magia si rivela soprattutto durante le ore serali, quando lo spazio interno richiama l’attenzione su di sé come una calamita. ■
INTERNI marzo 2020 / 33
Il fronte vetrato (con sistemi in alluminio Schüco) dell’headquarter Fastweb NEXXT, con il corpo sospeso su grandi travi a X, si affaccia sulla nuova piazza Adriano Olivetti.
A Milano, nell’area a sud dello scalo ferroviario di Porta Romana, NEXXT, il nuovo headquarter di Fastweb, è il primo edificio realizzato del masterplan Symbiosis, parte del progetto europeo Sharing Cities (che coinvolge anche Londra e Lisbona), votato ai valori della sostenibilità ambientale e alla creazione di nuovi spazi pubblici
INside
ARCHITECTURE Progetto di ANTONIO CITTERIO PATRICIA VIEL
NEXXT progetto del paesaggio Carlo Masera foto di Paolo Riolzi testo di Matteo Vercelloni
Prospettiva dal passaggio centrale, compreso tra due specchi d’acqua, verso la piazza Adriano Olivetti, conclusa dal profilo della Fondazione Prada. Sotto, vista della reception d’ingresso con la scultura luminosa Fibercloud di Giuseppe Tortato.
36 / marzo 2020 INTERNI
NEXXT, il nuovo headquarter Fastweb a Milano, si offre come il primo tassello di un intervento teso al ridisegno e alla rifunzionalizzazione di un’area urbana che appare sempre più strategica, compresa tra la futura trasformazione dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana, la già attiva Fondazione Prada (progettata da OMA) e le attività che sorgeranno all’interno del masterplan Symbiosis, che Antonio Citterio e Patricia Viel hanno pensato per il gruppo Covivio in vista di una generale riqualificazione dell’ex zona industriale nel quartiere Romana-Vetabbia. Un piano innovativo
concepito per fare interagire le nuove costruzioni con il tessuto edificato nell’ottica della formazione di nuovi spazi pubblici restituiti alla città. “La qualità degli edifici che si insedieranno nell’area”, spiegano i progettisti, “si esprimerà molto nella natura del loro rapporto con il suolo. I piani terra, spazi semi-pubblici, saranno disegnati e attrezzati in modo da offrire modalità d’uso inedite. Nel caso dell’headquarter Fastweb, si riconducono alla veranda sull’acqua e alla terrazza della caffetteria sotto il volume sospeso”. In tale vettorialità il grande corpo vetrato di NEXXT crea anzitutto una piazza (piazza Adriano Olivetti), che trova come sfondo i profili della Fondazione Prada. Un nuovo luogo urbano che si sviluppa secondo una governata successione di situazioni ambientali che dal bosco si declina in un giardino ruderale con vasche d’acqua progettato da Carlo Masera. “Il giardino ruderale e la composizione dei suoi elementi vegetali evocano il preesistente giardino caratterizzato da essenze arbustive tipiche delle aree industriali e da specie erbacee spontanee che avevano colonizzato l’area dopo il suo progressivo abbandono. Il nuovo edificio e la piazza sono delimitati da tre specchi d’acqua, tra loro collegati da una sequenza di sfiori che seguono la pendenza naturale del terreno. Ogni intervento è studiato per aumentare i valori di biodiversità ed ecosostenibilità dell’area, intercettando quel desiderio collettivo di ritorno della natura in città”. In tale approccio ‘olistico’ e di sostenibilità urbana in senso lato si colloca NEXXT, le cui due X si ritrovano in forma costruita nelle travi incrociate di sostegno del corpo sospeso sullo specchio d’acqua
INside
ARCHITECTURE
Uno scorcio dell’edificio affacciato sugli specchi d’acqua in cui si riflette. La scultura luminosa Fibercloud di Giuseppe Tortato si sviluppa all’interno per una lunghezza di 200 metri come un nastro fluttuante e sospeso: una rilettura in chiave contemporanea del neon di Lucio Fontana ideato per la IX Triennale di Milano (1951) e riproposto nel Museo del Novecento.
INTERNI marzo 2020 / 37
Alcune immagini delle diverse situazioni tipologiche degli spazi di lavoro. Oltre l’86% degli ambienti riceve luce naturale, mentre il 97% si affaccia verso l’esterno in modo diretto. Qui sopra, la boardroom e, accanto, l’open space con il tavolo circolare Baobab, tutti arredi di Estel, così come le scrivanie, i tavoli delle sale riunioni, gli armadi contenitori nella pagina a fianco. Invece le sedie all’interno delle sale e degli open space sono prevalentemente di Herman Miller. Lampade di Fosnova, a led, con sensore crepuscolare che regola l’intensità della luce in base alla luminosità esterna.
38 / marzo 2020 INTERNI
in cui si riflette. Se, come gran parte degli headquarter di nuova generazione, NEXXT ha ricevuto la certificazione LEED Platinum (con il più alto punteggio del sistema di rating internazionale sviluppato dallo U.S. Green Building Council per gli elevati livelli di sostenibilità dell’involucro esterno dell’edificio, della progettazione e realizzazione degli spazi interni, degli impianti e dei materlali utilizzati), nella fattispecie il tema della sostenibilità appare andare oltre il riconoscimento, seppure importante, della ‘certificazione’. Il fattore ‘sostenibilità’ è stato il soggetto-guida della configurazione dell’intero edificio sia dal punto di vista prestazionale, sia da quello del raggiungimento del concetto innovativo di smart workplace, uno spazio flessibile e dinamico, adattabile e altamente proiettato a favorire modalità di lavoro diversificate, in via di sviluppo. Così NEXXT, sviluppato per una superficie costruita complessiva di 21.500 metri quadrati. su cinque livelli, in grado di accogliere a regime circa 1.400 persone, segue un elevato livello prestazionale nel risparmio energetico e idrico. Sono risultati conseguiti, tra l’altro, per l’impiego di pannelli fotovoltaici in copertura, per la scelta di materiali da costruzione sostenibili (il 99% dei rifiuti prodotti nel processo costruttivo è stato riciclato, il 25% del costo totale dei materiali utilizzati è ottenuto da
fonti riciclabili, il 34% è di provenienza regionale, il 93% del legno presente nell’edificio è di origine certificata); per il disegno delle facciate completamente vetrate (oltre l’86% degli spazi di lavoro all’interno riceve luce naturale, mentre il 97% si affaccia verso l’esterno in modo diretto). Ancora, si sono utilizzati prodotti a basso contenuto di composti organici volatili (COV), i sanitari sono a basso flusso, parcheggi preferenziali (più del 5% dei 350 posti disponibili) sono stati riservati a veicoli a bassa emissione e a carburante alternativo. Particolare attenzione è stata poi rivolta nel processo progettuale ai principi di efficienza energetica e idrica, limitando l’impatto del costruito sull’ambiente. Le scelte di isolamento verso l’esterno e l’impiego di vetri ad alta schermatura e trasmissione luminosa, l’utilizzo di sensori di illuminazione naturale e di spegnimento automatico delle luci, la produzione centralizzata dei fluidi caldi e freddi con pompe di calore polivalenti: tutto questo, e altro ancora, ha permesso la riduzione del 43% dei consumi energetici complessivi rispetto a un edificio tradizionale, aggiungendo che il 5% del consumo dell’intero stabile è garantito dall’utilizzo dei generatori fotovoltaici. Dal punto di vista dell’efficienza idrica, tutti gli impianti sono stati progettati con l’obiettivo di evitare il consumo di acqua potabile per l’irrigazione delle aree verdi, garantita invece dal recupero e dalla raccolta dell’acqua piovana; allo stesso tempo i criteri seguiti per i progetti impiantistici consentono la riduzione del 50% del consumo di acqua potabile per gli usi interni e gli scarichi. Alla ‘macchina intelligente’ così descritta dal punto di vista prestazionale si affiancano le scelte sostenibili adottate nella configurazione degli spazi di lavoro che superano il vecchio concetto di open space (massimo sfruttamento parcellizzato dell’ambiente privo di divisioni fisse con uffici dirigenziali compartimentati), per offrire quello che si definisce
INside
ARCHITECTURE
come smart workplace; un ambiente libero in cui potere organizzare nel tempo diverse modalità di lavoro. “Attività di focalizzazione individuale, creative e collaborative”, sono state le categorie di riferimento per sostituire agli uffici chiusi e alle postazioni fisse in ‘batteria’ aree aperte alla condivisione con scrivanie per il lavoro individuale disposte in ambienti flessibili organizzati per team aziendale. In questo spazio aperto e mutevole tutti i dipendenti, compresi i direttori, possono scegliere dove e con chi lavorare secondo la logica del free seat, prenotando la propria postazione tramite un’apposita applicazione di Fastweb che riflette l’esigenza di spostare sul digitale e in mobilità una serie di servizi e attività dedicate ai dipendenti. In tale modalità di lavoro, che può cambiare configurazione anche di giorno in giorno, sono scomparsi i telefoni fissi sulle scrivanie a favore di cuffie wi-fi e cellulari aziendali che seguono il diffuso paradigma del working anywhere. Nel complesso processo di progettazione, non ultimo emerge il fattore ‘partecipazione’: condivisione e co-design sono i concetti guida che l’azienda ha seguito nella creazione del nuovo headquarter, dove i dipendenti sono stati coinvolti nella configurazione dell’intero edificio tramite workshop, interviste e incontri-confronti con gli architetti incaricati. ■
INTERNI marzo 2020 / 39
Matera Centrale, la stazione progettata da Stefano Boeri Architetti per FAL (Ferrovie Appulo Lucane), in piazza della Visitazione, come una cerniera tra la città storica e quella contemporanea. I rivestimenti di facciata sono in pietra di Apricena, un omaggio alla città antica dei Sassi, invece la struttura della pensilina e la scritta maxi sono in acciaio, così come le dodici altissime colonne (alte 12 metri rispetto al piano della piazza) a sostegno della grande copertura orizzontale rivestita con 696 pannelli fotovoltaici, che garantisce la massima autosufficienza energetica della stazione stessa e in futuro la possibilità di alimentare l’intera piazza e il parco attrezzato. Foto di Giovanni Nardi
INside
TALKING ABOUT
MATERA SOSTENIBILE
“Una stazione non è solo un luogo di partenza e di arrivo”. Così dichiara Stefano Boeri, che con lo studio Stefano Boeri Architetti (Marco Giorgio e Maddalena Maraffi in primis), ha progettato e realizzato Matera Centrale per FAL (Ferrovie Appulo Lucane) di Antonella Boisi
Il grande taglio rettangolare nel solaio di copertura della galleria interrata mette in relazione diretta le due parti della stazione, fuori terra e dentro terra, lasciando filtrare la luce naturale fino al tunnel sottostante. Le due passerelle interne sospese nel vuoto sono in lamiera di acciaio elettroverniciato. La pavimentazione, in pietra di Trani come le panche, armonizza con i rivestimenti parietali in pietra di Apricena. Foto di Guoyin Jiang
Che cosa resta di Matera, Capitale Europa della Cultura nel 2019? La stazione ferroviaria urbana di Matera Centrale in piazza della Visitazione, innanzitutto, una nuova porta di ingresso alla città, che risponde alla crescente domanda di accessibilità dei suoi 60 mila abitanti. Progettata dallo studio di Stefano Boeri per FAL (Ferrovie Appulo Lucane) con un intervento di riqualificazione ‘all inclusive’ del preesistente, è stata realizzata in soli sette incredibili mesi, e inaugurata lo scorso 13 novembre è già assurta a simbolo di progresso, sviluppo e impegno di un Sud che ce la fa. Di più, è diventata un landmark. Già, perché anche se a Matera Centrale non ferma l’alta velocità (che arriva invece a Ferrandina, piccolo comune a trenta minuti di macchina da Matera, sul versante tirrenico), questa stazione è un’opera di rigenerazione urbana, alto profilo architettonico e valore sociale. E lo sarà ancora di più nei prossimi mesi, quando verranno conclusi i lavori per il raddoppio della linea ferroviaria con Bari e sarà costruito il grande parco intergenerazionale nell’ampio spazio pubblico che ricongiungerà piazza della Visitazione e piazza Matteotti, una zona di sosta, un punto di incontro e socializzazione per la comunità. “La stazione è concepita proprio con l’idea di creare non solo un’infrastruttura di trasporto, ma anche un ‘luogo
di vita’ e una cerniera tra la città storica e quella moderna e contemporanea”, spiega Stefano Boeri. “Siamo intervenuti sul vecchio sedime dei binari (a quota meno sei metri) e sul grande vuoto abbandonato della piazza (a quota zero), in prevalenza adibito a parcheggio, circondato da un tessuto urbano altamente stratificato che comprende edifici del dopoguerra, quali il Palazzo di Giustizia e il Municipio”. Da qui nasce la forma dell’architettura, su due livelli, in acciaio e pietra, dove una grande apertura rettangolare ricavata nel solaio di copertura della galleria interrata mette in relazione diretta le due parti della stazione, lasciando filtrare la luce naturale fino al tunnel sottostante, con tagli dinamici e suggestivi giochi di ombre. “Un omaggio all’esperienza percettiva che si prova percorrendo i Sassi nella loro profondità e verticalità”, continua Boeri, qui richiamata dalla pietra (di Trani e Apricena) adottata per i rivestimenti dell’edificio e per le 12 colonne in acciaio (alte 12 metri dal piano della piazza e 18 da quello della banchina) che sostengono la pensilina di 45 metri per 35, sulla cui copertura 696 pannelli fotovoltaici producono energia annua per 271.440 kilowattora, il doppio di quanto necessita la stazione, per potere, in un futuro prossimo, illuminare tutta la piazza. Ça va sans dire. Un nuovo patto uomo-natura,
INTERNI marzo 2020 / 41
INside
TALKING ABOUT
sostenibilità e green economy sono temi fondamentali della ricerca progettuale di Stefano Boeri, che ne ha realizzato un simbolo con il suo celebre Bosco Verticale di Milano, l’edificio-torre residenziale antesignano delle Vertical Forest, le città verdi, che l’architetto e presidente della Triennale sta realizzando in tutto il mondo, da Liuzhou in Cina al Cairo in Egitto, fino a Eindhoven in Olanda (qui anche in chiave di social-housing), solo per citare alcuni esempi paradigmatici di forestazione urbana in fieri. Per fermare il climate change e costruire un futuro diverso. Architetto, anche a Matera la prospettiva green potrebbe fare la differenza in chiave di sostenibilità di un luogo. Qual è il lascito di Matera Centrale? Mi auguro che la stazione sia presto al centro di
42 / marzo 2020 INTERNI
un parco densamente alberato. (sono previsti 2800 tra alberi e grandi arbusti e 6000 tra medi e piccoli arbusti ndr). Dal punto di vista del verde il contributo che darà questa parte di città nell’assorbimento di CO2, di polveri sottili e nella riduzione del calore sarà importante. Invece l’edificio in sé svolge una funzione diversa, che mi preme ricondurre al manifesto messo a punto con l’economista Jeremy Rifkin per la Biennale di Architettura di Venezia del 2008, ispirato ai principi della terza rivoluzione industriale. Rifkin diceva in quegli anni che gli edifici sarebbero dovuti diventare delle piccole centrali di risorse rinnovabili, capaci di assorbire energia e di redistribuirla nel loro intorno. A dodici anni di distanza, la stazione di Matera Centrale dimostra che questo è possibile. Perché la sua copertura immagazzina e produce il doppio dell’energia
Render del masterplan della piazza pedonale correlata alla stazione di Matera Centrale. Lo studio di fattibilità di Stefano Boeri Architetti per trasformare la piazza in un vasto parco attrezzato ha ripensato l’assetto viabilistico della zona, prevedendo il ricongiungimento di Piazza della Visitazione e Piazza Matteotti, liberate dalle aree a parcheggio, parzialmente interrate. Un lungo percorso ciclo-pedonale attraverserà ampie aree verdi (con 2800 alberi e grandi arbusti e 6000 arbusti medi e piccoli), intercalate da spazi di sosta, incontro, gioco, sport e relax, in modo da ricucire i fronti delle architetture vecchie e nuove dell’intorno.
Qui sopra, Stefano Boeri (ritratto da Chiara Cadeddu) al Bosco Verticale di Milano, la sua opera-simbolo (2014), che ha anticipato i macrotemi delle successive città-foresta nel mondo. Il concept è contrastare l’inquinamento atmosferico e il climate change con alberi cattura-CO2. Accanto, la Trudo Vertical Forest, il progetto di forestazione urbana iniziato nel 2017 a Eindhoven, sul modello del Bosco Verticale di Milano, per la prima volta applicato all’edilizia sociale. In Olanda, infatti, gli appartamenti saranno dati in affitto a prezzi calmierati. Il social housing incontra qui le potenzialità di un habitat verde messo a punto con la consulenza tecnica dello studio dell’agronoma Laura Gatti.
necessaria alla stazione: è un principio molto bello, se ci pensa, quello di un sistema energetico diffuso che ha localmente una serie di elementi di generazione e di stoccaggio, ma che è anche generoso con il suo contesto. Questo è anche un tema di imprenditoria. A New York, fin da gennaio 2018, è stato avviato un piano comunale rivolto a piccole imprese che producono energie rinnovabili pulite sfruttando i tetti delle case, citato dal World Economic Forum come esempio positivo. Ecco, Matera potrebbe diventare un modello di questa nuova logica. Lei aveva già lavorato a Marsiglia nel 2013, quando la città era Capitale Europea della Cultura, contribuendo alla rigenerazione di un centro urbano diventato di grande attrattività, ma non integrato con la periferia. In un parallelismo con Matera, secondo lei che cosa
succederà dopo il 2019? Credo che Matera abbia tutti gli strumenti per poter trasformare gli eventi dell’anno recentemente concluso in una situazione costante di attrattività e di grande dinamismo culturale. Certo, una nuova visione sul futuro della città impone di riflettere su quale sarà il modello di governo di un’intera realtà urbana, senza barriere tra centro e periferia. Il fatto che il mondo abbia riscoperto i Sassi, che sono un luogo unico al mondo, è positivo, ma mi auguro sia solo l’inizio di una visione inclusiva più ampia. C’è tutta una parte dell’architettura moderna, fine anni ’50-’60-’70 che andrebbe riconsiderata. Non possiamo mai dimenticare che nel dopoguerra a Matera hanno operato personaggi illuminati, quali Adriano Olivetti, e architetti-urbanisti del calibro di Ludovico Quaroni, Luigi Piccinato, Carlo
INTERNI marzo 2020 / 43
I tre Boschi Verticali, un hotel e due palazzi residenziali, in costruzione a sud-est del Cairo, in Egitto, parte del progetto di una Greener Cairo, la conversione ecologica della metropoli nordafricana. Sono stati progettati da Stefano Boeri Architetti con la designer Shimaa Shalash e con l’agronoma e paesaggista Laura Gatti.
44 / marzo 2020 INTERNI
INside
TALKING ABOUT Render della prima Smart Forest City a Cancun in Messico, un progetto di SBA (Stefano Boeri, Francesca Cesa Bianchi) per il Grupo Karim’s. Una superficie di 557 ettari per 130 mila abitanti, 400 ettari di superfici verdi e 7.500.000 piante (di 400 specie selezionate da Laura Gatti), parchi, tetti-giardino e facciate verdi, centri di ricerca e sviluppo (per studenti attivi sui temi della sostenibilità ambientale), mobilità interna elettrica: il progetto prevede l’assorbimento di 116.000 tonnellate di CO2 all’anno e l’autosufficienza energetica della città. Un anello perimetrale di pannelli fotovoltaici e un condotto collegato al mare con un impianto ipogeo ne alimentano la sostenibilità, sviluppando un’economia circolare nell’utilizzo dell’acqua, raccolta all’ingresso dell’insediamento con una grande darsena e una torre di desalinizzazione, e distribuita da un sistema di canali, anche navigabili, fino alla cintura esterna di campi agricoli da irrigare. Flessibile è invece la distribuzione delle tipologie edilizie e architettoniche nei cinque comparti del master plan.
Aymonino, Giancarlo De Carlo, che progettarono e costruirono quartieri di iniziativa pubblica, come La Martella e Spine Bianche, ed episodi di utilità sociale di grande valore. Allora questi furono fondamentali per recuperare quei Sassi abbandonati a seguito delle condizioni igienicosanitarie definite “una vergogna nazionale”. Oggi lo sono per rileggere la storia della città, senza lasciare vuoti temporali tra i Sassi di ieri, abitati dalle famiglie contadine e descritti da Carlo Levi, e i Sassi di oggi, abitati dal turismo di massa. E qui si apre una questione più ampia, affinché i Sassi non si trasformino soltanto in una forma caricaturale, un grande parco dei divertimenti e di hotel diffusi. Come controllare i flussi di turismo? Come rendere le persone in grado di apprezzare veramente la cultura millenaria di questi luoghi antichi di vita vera, senza che siano totalmente o parzialmente trasfigurati dalla turistizzazione massiva? Il tema è aperto. Secondo lei, ci sono dei modi con cui si può cercare di orientare questo fenomeno? Si giocano sul piano della politica e degli investimenti privati. Come creare delle situazioni di residenza stabile nei Sassi è un argomento che
andrà affrontato. E un altro grande tema è l’artigianato. L’esperimento fatto da Joseph Grima sul geo-design, con il riuso di volumi esistenti e l’accoglienza di eventi culturali in spazi dimenticati, è molto interessante in questo senso, perché apre altre prospettive. Sarebbe bello prospettare una grande incentivazione di un artigianato di qualità che si sposti a Matera e che lavori, per esempio, con le stampanti in 3D coinvolgendo giovani di tutto il mondo. Giovani qui coadiuvati nel trovare spazi di lavoro e di residenza e che nel contempo garantiscano una presenza e la creazione di rapporti di comunità sul territorio. È ciò di cui i Sassi hanno bisogno. Poi, ci potrebbero essere delle norme che regolamentino l’uso dei B&B nelle case-grotta e che spostino una parte di questa modalità di occupazione temporanea dello spazio nella città moderna. Si potrebbe anche ragionare su un’operazione di rilancio dei quartieri di iniziativa pubblica – che acquisirebbe un grande peso. L’Università potrà avere un ruolo importante nella visione della Matera del futuro. La riscoperta dei Sassi è nata con l’Università, come spesso succede. Ricordo che anche il centro storico di Genova negli anni Ottanta è stato casualmente rivalutato grazie allo spostamento della Facoltà di Architettura. Così, per esempio, immaginare che una parte dei Sassi venga destinata a ospitare luoghi per lo studio e la ricerca diventerebbe molto stimolante, perché riguarda una popolazione temporanea, ma di fatto stabile, che rivitalizza i luoghi. ■
INTERNI marzo 2020 / 45
FocusINg
SUSTAINABILITY
46 / marzo 2020 INTERNI
La sedia Leaf di Lievore Altherr Molina per Arper. Da qualche anno, l’azienda ha sviluppato un programma di sostenibilità ambientale che include il Life Cycle Assessment per calcolare l’esatto impatto ecologico delle collezioni e agire di conseguenza, laddove serve. Foto: Adriano Brusaferri; styling: Bettina Rosso
Sta per iniziare una nuova era per il design. Ne è convinta Ellen MacArthur, ex campionessa di vela e ora power woman dell’economia circolare. “Il design ha un ruolo fondamentale per attuarla”, dice MacArthur, che, con la Fondazione che porta il suo nome, è riuscita in dieci anni a mobilitare il World Economic Forum e grandi imprese, banche (come Intesa Sanpaolo), e amministrazioni di città metropolitane (come Milano), in una crociata collaborativa contro l’economia lineare. Cioè quella dell’estrazione, lavorazione, trasformazione e uso di materie prime in prodotti che finiscono in spazzatura. Perché, spiega, “anche se usassimo solo energie rinnovabili non riusciremmo ad abbattere le emissioni di CO2: produciamo sempre troppo. Serve un ribaltamento nel principio di creazione del valore”. In pratica l’economia circolare è un sistema in cui tutto si rigenera, evitando l’estrazione di materiali, l’uso di energia da fonti fossili e la produzione di scarti; in cui la vita dei prodotti si allunga attraverso strategie progettate ad hoc: condivisione, riparazione, riuso, ridistribuzione, rigenerazione e rimanifattura. È un’economia di performance che, se applicata su larga scala – ha rilevato un report di McKinsey del 2012 – porterebbe nella sola Europa a un guadagno di 630 miliardi di dollari all’anno per le imprese che producono merci di lunga vita e 700 per quelle che realizzano beni di largo consumo. E la parola chiave, in tutto questo, è ‘progettazione’, quindi design. Progettare per l’economia circolare vuol dire concepire oggetti perché possano non solo durare ma anche essere all’occorrenza riparati, ri-ingegnerizzati, ri-assemblati e riutilizzati, sviluppando in contemporanea anche il parterre di servizi dedicati alla loro longevità (per la raccolta, ridistribuzione e lo sharing).
IL DESIGN CI SALVERÀ La progettazione è una disciplina chiave per la realizzazione dell’economia circolare. La sua vera sfida? Andare oltre gli oggetti e affrontare tutto il sistema di creazione del valore di Laura Traldi
INTERNI marzo 2020 / 47
FocusINg
SUSTAINABILITY
È un design che considera, in tutti i casi ove ciò abbia un senso, il Service Flip: cioè la generazione di un servizio oppure di un prodotto e del modello di business che ci ruota intorno. È pensare e realizzare le esperienze che l’utilizzatore si troverà ad affrontare durante la sua relazione – a lungo termine – con il prodotto o il servizio. C’è, da parte delle imprese, un enorme interesse verso l’economia circolare. Secondo l’ultimo rapporto del Circular Economy Network, il nostro Paese è primo nella Unione europea per uso efficiente delle risorse, utilizzo di materie prime seconde e innovazione nelle categorie produzione, consumo e gestione dei rifiuti (dati Confindustria). L’economia circolare rimane però un argomento complesso, spesso frainteso con l’eco-design, anche perché – mediaticamente parlando – è più facile raccontare azioni relative a un prodotto che a un sistema produttivo. Prendiamo per esempio il recente remake della poltrona Sacco di Zanotta. L’azienda ne ha proposto, in occasione del cinquantenario, una versione con involucro in Econyl® (un nylon ricavato da scarti) e imbottitura realizzata con una bioplastica ottenuta dalla canna da zucchero. Bellissima: la nuova Sacco è un progetto ad alta comunicabilità ma ovviamente – soprattutto essendo una limited edition di 300 pezzi - ha un effetto ecologico ristrettissimo. Invece ha molto più impatto lo sforzo che l’azienda sta facendo per arrivare alle emissioni zero (già oggi, grazie a ottimizzazioni portate avanti nel tempo, Zanotta ha un valore di emissioni assimilabili a quelli di una semplice abitazione). È bene ricordare che è solo l’approccio step-by-step, votato a un cambio di passo radicale e destinato a durare, quello che farà davvero la differenza nella realizzazione di un’economia circolare. Lo ha scelto per esempio Arper, che dal 2007 esegue il Life Cycle Assessment (LCA) su alcune collezioni e ha recentemente ottenuto un pletora di certificazioni ambientali. LCA analizza le prestazioni dei prodotti dalla selezione delle materie prime alla produzione, al trasporto, all’utilizzo e fine vita. È quindi uno strumento chiave per capire dove e come agire per creare un sistema più sostenibile e, infine, totalmente circolare. I progetti più significativi, insomma, sono quelli forse meno mediaticamente attraenti ma sui quali – e proprio per questo – è necessario insistere. Pochi sanno, per esempio, che Jannelli & Volpi – che già da anni riutilizzava gran parte dei suoi scarti – è recentemente riuscita a rendere circolare la propria produzione trasformando tutti i residui annuali di carta vinilica (la carta da parati più il collante) in granuli termoplastici utilizzabili come base per
48 / marzo 2020 INTERNI
superfici in erba sintetica e per i pavimenti morbidi delle aree gioco e dei campi da calcio. Ha quindi convertito un rifiuto in un materiale dal valore superiore a quello iniziale. Anche Lago sta sperimentando l’economia circolare e al FuoriSalone 2020 presenterà il suo nuovo business concept sugli arredi a noleggio, uno dei principi-caposaldo della circolarità che porta con sé il tema del service design, della recuperabilità, della responsabilità aziendale cradle-to-cradle, della progettazione sostenibile. L’idea di dare gli arredi in affitto non è una novità. Già alla scorsa Design Week un piccolo studio di design (Apeiron di Dario Brivio and Francesco Cazzaniga) aveva lanciato #AfforTable, una collezione di tavoli realizzati con legno di recupero e a chilometro zero, personalizzabili e noleggiabili per un euro al giorno e poi eventualmente acquistabili pagando solo la differenza dal prezzo di acquisto. A un anno di distanza, spiega lo studio, “sono stati affittati solo venti tavoli. Non sappiamo quali siano le problematiche. Forse il costo del trasporto, la non piena comprensione dell’iniziativa o anche il tema del non possesso, che in Italia sembra essere ancora tabù”. Sarà interessante vedere cosa succederà nella versione di Lago dell’iniziativa, che ha il vantaggio della potenza di fuoco di un business ben avviato ma anche le relative complicazioni, poiché ciò che è facilmente gestibile brevi manu va poi tradotto in un modus operandi su scala industriale. Come spiega l’amministratore delegato Daniele Lago, “ci stiamo avviando verso un mondo in cui ad avere valore non è più il possesso ma l’accesso, anche in settori vicini al lusso. Per questo ci stiamo cimentando nello studiare un modello di affitto che funzioni su scala e non impatti il giro di affari già esistente ma lo supporti, rispondendo a questa esigenza molto contemporanea. Partiamo dall’area dining (quindi tavolo e sedie) per poi eventualmente pensare a un’estensione ad altre aree della casa. Il progetto sfrutterà la forza digitale di Lago ma sarà omnichannel e coinvolgerà tutti gli attori già attivi. Lo scopo è chiaramente allungare la vita del prodotto offrendo allo stesso tempo personalizzazione e flessibilità. Ed essere più coinvolti, in quanto azienda, nell’intero ciclo di vita per poterlo gestire consapevolmente”. Questo è un terreno su cui si sta muovendo anche Ikea, che un anno fa ha annunciato di lanciare nel 2020, in trenta mercati, un contratto di abbonamento per il noleggio di arredi. L’economia circolare è insomma una grande opportunità per le aziende e per i designer che possono avere un ruolo chiave ben al di là delle loro competenze tradizionali. E anche per l’Italia: perché traghetti la qualità del suo design, riconosciuta in tutto il mondo, verso una nuova rilevanza. ■
Il Diagramma a Farfalla sviluppato dalla Ellen MacArthur Foundation: è diventato il modello di riferimento a livello globale per spiegare come funziona l’economia circolare, per i cicli biologici (a sinistra) e non (a destra).
INTERNI marzo 2020 / 49
Montalti con la sua Officina Corpuscoli utilizzò per la prima volta la parola ‘ephemeral’ legata al design: l’esperimento mostrava come l’azione di un fungo può trasformare un oggetto insostenibile, la classica sedia in plastica da esterni ironicamente definita The Ephemeral Icon, in un rifiuto organico. Da allora la percezione di bellezza legata al design a impatto minimo non sembra essere cresciuta di molto. Nel frattempo, la mostra Design Matters, fino al 5 aprile al Bildmuseet di Umeå in Svezia, è entrata nel vivo della questione: “Il nostro rapporto con le cose cambia se le scarpe che indossiamo sono state coltivate da noi, se il piatto in cui mangiamo è in realtà un organismo vivente?”, è la domanda intorno a cui il curatore Anders Jansson prova a costruire scenari futuribili radunando designer dotati di una sensibilità legata alla natura. Quella del design sostenibile è una battaglia che si gioca sulla percezione. Dopo secoli di consumi e gusti modellati su arredi e oggetti che durano nel tempo, non è semplice portare il pubblico ad associare valore ed emozioni a qualcosa che si mostra fragile e talvolta è destinata a dissolversi. “Non sono attaccato all’eredità fisica di ciò che progetto”, dice Nir Meiri, uno dei protagonisti di
Sopra e a destra, le Veggie Lights di Nir Meiri, dal paralume realizzato con foglie di cavolo rosso. Le foglie vengono immerse in un materiale naturale antifungino e fatte asciugare. Uno stampo riproduce la forma della foglia originale. Pagina accanto, in alto, i vasi Babilus in bambù e truciolare; sotto, le Marine Lights, con il paralume realizzato stratificando alghe marine su una base metallica.
50 / marzo 2020 INTERNI
Tra gli ultimi arrivati ci sono le lampade realizzate con funghi, sabbia, sale marino. Un mondo di oggetti belli e sofisticati, confezionati grazie alla natura e che alla natura tendono, prima o poi, a tornare. C’è chi lo definisce ephemeral design: è la sfida che i progettisti votati alla sostenibilità dovranno vincere per potersi affermare davvero. Una sfida assai complessa, perché passa dal ribaltamento di quello che, da secoli, è il senso comune. Siamo pronti, cioè, a riconoscere un valore a oggetti dall’apparenza fragile, destinati in qualche caso a dissolversi con gli anni, oppure le nostre abitudini e il gusto modellati dal tempo ci impediscono di trovare soddisfazione in qualcosa che dovrà cambiare o addirittura a sparire? La bellezza per eccellenza è, dopo tutto, quella che dura. Sono passati quasi dieci anni da quando Maurizio
FocusINg
questo nuovo modo di fare design. Israeliano, di base a Londra, Meiri usa per le sue creazioni alghe, funghi e sale marino. “Per la memoria c’è internet. Del resto nulla, in natura, è fatto per essere eterno: tutto muore e diventa qualcos’altro”. Nella generazione di designer che ha intrapreso questa sfida, Meiri occupa un posto di primo piano. Non solo perché utilizza materie naturali associate ad altre tradizionali come metallo e silicone per gli stampi – il che lo fotografa in una fase di passaggio tra presente e futuro – ma soprattutto perché parte da una consapevolezza nuova, che non lo porta a legare alla materialità il valore del suo design. Tra le creazioni di Meiri c’è Veggie Lights, una collezione di lampade realizzate partendo da foglie di cavolo rosso. Prima c’erano state SeaSalts, ancora lampade, realizzate con sale marino, metallo e resina, oltre a Marine Lights (fabbricate con alghe) e, nel 2018, Mycelium, fatte con la parte bianca del fungo che cresce sotto lo stelo. Materiali effimeri, cui fatichiamo ad associare, almeno per ora, l’idea che possano durare quanto una lampada in marmo o metallo, e che eppure hanno una loro resistenza nel tempo. “Ogni prodotto ha una durata diversa.
SUSTAINABILITY
LA BELLEZZA DELL’EFFIMERO Lampade fatte con funghi, alghe o sale marino. Il design sostenibile, come quello dell’israeliano Nir Meiri, alla prova più difficile: convincerci che può esserci valore etico ed estetico anche in oggetti destinati a cambiare col tempo fino, addirittura, a dissolversi di Paolo Casicci
INTERNI marzo 2020 / 51
FocusINg
SUSTAINABILITY
In alto, le lampade 2Moons, ispirate alla luna, in ferro verniciato a polvere e alluminio; sopra, Berries in ottone e legno; a destra, Desert Storm, sabbia del deserto modellata in stampi.
Non esiste una risposta precisa alla domanda ‘quanto durano’”, spiega Meiri. “Le lampade fatte con la sabbia resistono a lungo se tenute lontane dall’acqua, le Marine Lights possono cambiare colore con il passare degli anni, quelle in micelio invecchiano in maniera simile alla carta. Sopravvivono tutte se trattate con cura, un principio che del resto vale per qualsiasi altro oggetto. Con la differenza che, in questo caso, se vogliamo smaltirle, sarà molto facile decomporle”. Meiri esplicita il senso della sua sfida: “L’obiettivo principale per un designer che lavora con materiali sostenibili è convincere il proprio pubblico che può essere orgoglioso di avere in casa lampade che cambiano col tempo, e dunque non restano uguali a quando sono state comprate. Ma tocca anche all’industria non temere di compiere questo passo, anzi comprenderne il potenziale economico, abbassare
52 / marzo 2020 INTERNI
Sopra, un micelio e, a destra, le Mycelium Lights di Nir Meiri: rifiuti di carta sono inseriti in uno stampo e fatti consumare dalle spore di micelio. Quando i funghi hanno preso il posto della carta, vengono fatti asciugare e premuti: a quel punto viene data loro la forma del paralume.
i costi di produzione e rendere più accessibile questo design”. La costruzione delle lampade Mycelium, realizzate in collaborazione con la startup londinese BIOHM, per quanto avvenga con processi biologici naturali, richiede infatti un lavoro complesso. “Per dare alla lampada le giuste sfumature, vengono posizionati rifiuti di carta all’interno di uno stampo sagomato. Quindi si inseriscono nello stampo le spore di micelio, che vengono lasciate crescere in condizioni di temperatura e umidità controllate. Dopo due settimane i rifiuti di carta sono consumati dal fungo, lasciando una base di micelio con funghi che crescono. Questo materiale viene poi rimosso dallo stampo e fatto asciugare, quindi il fungo in crescita in eccesso viene rimosso. Una volta che il micelio si è asciugato, viene premuto per formare
una sostanza piatta che diventa il paralume”. Meiri fa una previsione: “Ci vorranno almeno dieci anni prima che i consumatori cambino abitudini. Il potere di comprare design sostenibile è in realtà nelle nostre mani, nel frattempo spetta però alle imprese preparare il terreno per queste trasformazioni e magari iniziare a introdurre nel mercato oggetti con parti sostenibili che possano essere rimpiazzate una volta deteriorate. Per esempio, le mie lampade sono rivestite di materiali ecologici, ma non ho ancora trovato un’impresa che sia disposta a investire per aiutarmi a scoprire quelli più in grado di preservare la loro bellezza originale, il colore, la forma, la texture. La sensibilità sta cambiando, almeno nelle università, nelle accademie, nei luoghi del sapere. Ora la sfida è portare questo approccio nuovo nelle case di tutti”. ■
INTERNI marzo 2020 / 53
FocusINg
SUSTAINABILITY
ESTETICA DELLA SOSTENIBILITÀ
La preoccupazione suscitata a livello mondiale dal cambiamento climatico richiede la definizione di una nuova alfabetizzazione del gusto, che aggiorni i codici del progetto in funzione della salvaguardia dell’ambiente vissuto e costruito di Stefano Caggiano
Lo scioglimento dei ghiacci ha reso chiaramente visibili le profonde modificazioni apportate al paesaggio dal riscaldamento globale. Questo fatto introduce un livello nuovo nella narrazione di un fenomeno fino a poco tempo fa relegato al solo ambito scientifico, portandola su un piano sociale e culturale. Quando i dati assumono un carattere scenografico diventa infatti possibile parlare di una ‘estetica’ del cambiamento climatico, che, unendo la dimensiona tragica a quella paesaggistica, può essere letta come versione contemporanea della filosofia estetica romantica (una sorta di Sturm und Drang del cambiamento climatico). Kant, esteta romantico oltre che filosofo illuminista, distingueva infatti due categorie del gusto: il bello, che nasce da un accordo – o
54 / marzo 2020 INTERNI
proporzione – tra la percezione umana e l’oggetto percepito, e il sublime (etimologicamente sub limen, ‘oltre il limite’), che deriva dalla contemplazione di qualcosa di smisuratamente grande, sproporzionato rispetto alla dimensione umana, che solo i maestosi scenari cosmici e naturali possono creare. Mentre il bello genera un piacere che deriva dalla corrispondenza percettiva tra un fenomeno esteriore e il sentimento interiore, il sublime, alludendo all’infinito, suscita insieme timore e fascinazione. Ora, il fatto che il riscaldamento globale sia diventato visibile è decisivo per il suo divenire fenomeno ‘estetico’ nel senso del sublime kantiano. Il movimento planetario dei ragazzi ispirati da Greta Thunberg o il plastic backlash (il rifiuto improvviso e massiccio nei confronti della
La serie fotografica Eyes Make the Horizon di Michael Zuhorski è ambientata nella penisola superiore del Michigan, di cui esplora l’onnipresenza di acqua attraverso la calma simbiosi tra lo sguardo del fotografo e il paesaggio. Foto Michael Zuhorski.
plastica), derivano appunto dalla trasposizione ‘drammaturgica’ di un fenomeno sì drammatico, ma che senza un risvolto estetico non avrebbe toccato così profondamente le corde emotive della società. E tuttavia, proprio quando il cambiamento climatico assume un connotato estetico, paradossalmente è il tema dell’estetica a essere il grande assente nel dibattito sulla sostenibilità. Venendo alle possibili soluzioni per ridurre l’impatto antropico sull’ambiente, come ad esempio l’economia circolare (paradigma di produzione in cui i flussi energetici e materiali si muovono circolarmente invece che unidirezionalmente, rigenerando il loro stesso processo), appare evidente il ruolo centrale del progetto estetico. La ruota dell’economia circolare potrà infatti girare solo se le persone collaboreranno, ovvero solo se
Il brand Cypraea nasce dall’idea di comunicare la preziosa fragilità dell’ambiente naturale dell’isola Mauritius attraverso il concetto di ‘lusso tropicale’ applicato all’arredo. Sopra, il cabinet Odyssey; sotto il tavolino Rising Ocean, entrambi su progetto dell’architetto Francesco Maria Messina. Foto Eric Lee.
INTERNI marzo 2020 / 55
FocusINg
SUSTAINABILITY
gli utenti percepiranno un valore nel prodotto ‘circolare’ e, da clienti, lo sceglieranno non perché devono (per motivi etici) ma perché lo vogliono (perché gli piace, lo apprezzano, lo desiderano). Nessuna ingegneria della sostenibilità potrà funzionare se non sarà accettata su larga scala, e perché questo avvenga occorre lavorare sul senso estetico della circolarità o, più in generale, della sostenibilità. È allora tanto più importante portare l’attenzione su alcune recenti esperienze che sembrano già preparare l’elaborazione di una nuova alfabetizzazione estetica per l’epoca della sostenibilità, come la serie di immagini Eyes Make The Horizon realizzate dal fotografo americano Michael Zuhorski attraverso lunghe sedute di simbiosi ottica ed emotiva con il paesaggio naturale del Michigan. O, ancora, come l’installazione intitolata Lines (57° 59’ N, 7° 16’W) realizzata da Pekka Niittyvirta e Timo Aho sulle isole Ebridi Esterne, al largo della costa occidentale della Scozia, che tramite appositi sensori interagisce con le variazioni di marea fornendo una sottile ma spettacolare visualizzazione del futuro innalzamento del livello dei mari. Una chiave di lettura diversa, ma convergente sullo stesso orizzonte tematico, è quella dell’installazione Order of Importance ideata da Leandro Erlich per la spiaggia di Miami Beach, in cui l’artista ha unito il paradosso della modernità (automobili pensate per dare a tutti la libertà di muoversi, che finiscono intrappolate in un ingorgo stradale) a un paesaggio postapocalittico che sembra uscito da una delle tante fiction di successo degli ultimi anni (scenari zombie e umanità decimata da misteriosi contagi virali), ma anche la leggerezza del gioco (le sculture di sabbia fatte dai bambini sulla spiaggia) alla transitorietà solare e funebre della vita umana sulla terra (“polvere sei e polvere ritornerai”). La giustapposizione tra l’elemento naturale, rappresentato dall’irregolarità della pietra, e l’elemento culturale, rappresentato da un rigoroso segno geometrico vettoriale, è infine la chiave di lettura della scultura The Erratics, eseguita dall’artista Darren Harvey-Regan. Non solo nell’arte, ma anche nel design cominciano ad apparire i primi segni di un nuova narrazione basata sul rispetto poetico dell’ambiente. È il caso del brand Cypraea, nato dall’idea di comunicare la preziosa fragilità dell’ecosistema naturale dell’isola Mauritius attraverso un concetto di ‘lusso tropicale’ per l’arredo, esemplificato da una collezione progettata dall’architetto Francesco Maria Messina con materiali altamente selezionati, come legno massiccio di wengè e noce, pietra lavica, corallo fossile, sabbia, interpretati in forme
56 / marzo 2020 INTERNI
simultaneamente iconiche e iconoclastiche. Mentre a metà strada tra arte e design si colloca l’installazione specchiante Waiting Windows, nella città svedese di Nacka, ideata da Note Design Studio come ‘meditazione architettonica’ sulla poesia dell’attesa. E sempre in Scandinavia, ma a Lindesnes, in Norvegia, si trova lo spettacolare ristorante Under progettato dallo studio Snøhetta, un monolite di 34 metri poggiato direttamente sul fondale marino e sommerso per cinque metri dall’acqua, opera elegante e sottilmente distopica che trasforma in bellezza la visione spaventevole dell’innalzamento dei mari. Educare l’utente a una nuova esperienza estetica nativa del mondo sostenibile sarà fondamentale per la transizione verso nuovi paradigmi economici, produttivi, sociali, culturali. Il prodotto
L’installazione Waiting Windows, nella città svedese di Nacka, è stata ideata da Note Design Studio come una ‘meditazione architettonica’ sulla poesia dell’attesa. Foto Erik Lefvander.
Qui sotto a destra, Order of Importance, installazione site-specific temporanea (1-15 dicembre 2019), realizzata da Leandro Erlich su commissione di Miami Beach City, a cura di Ximena Caminos in collaborazione con Brandi Reddick. Foto Leandro Erlich Studio. Sotto, Under, il primo ristorante subacqueo europeo realizzato su progetto dello studio Snøhetta: è situato a Lindesnes, nel punto più meridionale della costa norvegese, in cui l’incontro delle tempeste di mare provenienti da nord e da sud favorisce il proliferare di una grande biodiversità della fauna marina. Foto Inger Marie Grini / Bo Bedre Norge.
L’opera Lines (57° 59’ N, 7° 16’W), realizzata da Pekka Niittyvirta e Timo Aho presso il Taigh Chearsabhagh Museum & Arts Centre di Lochmaddy, sulle isole Ebridi Esterne al largo della costa occidentale della Scozia, interagisce con le variazioni di marea fornendo una sottile ma spettacolare visualizzazione del futuro innalzamento del livello dei mari. Foto Pekka Niittyvirta e Timo Aho.
sostenibile non dovrà infatti essere solo la copia impoverita del prodotto non sostenibile, al contrario dovrà essere, rispetto a quest’ultimo, più bello, esteticamente più forte e convincente. Se così non fosse, non resterebbe infatti che affidarsi a un’utopistica adozione di massa dei valori etici legati alla sostenibilità, ciò che, evidentemente, non può funzionare, perché nelle economie di libero mercato non è pensabile imporre l’adozione di pratiche dall’alto, occorre invece creare le condizioni perché tali pratiche vengano accettate (volute e desiderate) dal basso. E proprio questo sarà il ruolo del progetto estetico. Lavorare sulla bellezza della sostenibilità per tenere insieme necessità della soluzione e libertà della scelta. Perché, infine, sarà l’estetica a rendere sostenibile la sostenibilità. ■
Sotto, la giustapposizione tra l’elemento naturale, simboleggiato dall’irregolarità della pietra, e l’elemento culturale, simboleggiato da un rigoroso segno geometrico vettoriale, è rappresentata nella scultura The Erratics dell’artista Darren Harvey-Regan. Foto Darren Harvey-Regan / Copperfield London.
INTERNI marzo 2020 / 57
FocusINg
SUSTAINABILITY
Adottare strategie d’impresa in favore della sostenibilità è un imperativo non soltanto ambientale ma di business. Solo il comparto dell’arredo registra un export di oltre 16 miliardi di euro: adeguarsi alle diverse certificazioni internazionali è dunque improcrastinabile. E se uno dei mercati in maggiore crescita è quello del contract, avere prodotti con certificazioni di sostenibilità – FSC, EPD o GreenGuard, per esempio – diventa un vantaggio competitivo. Per chi fabbrica significa investire a livello di processo: strutturare l’intera macchina produttiva per ridurre complessivamente il carbon footprint, limitare gli sprechi di materiale e i consumi energetici attraverso strumentazioni più efficienti, creare o recuperare energia pulita. A livello di prodotto, significa analizzarne il ciclo di vita (LCA - Life Cycle Assessment) a partire dall’acquisizione delle materie prime sino alla gestione del fine vita. In queste dinamiche la creazione e gestione di filiere di materie prime ‘seconde’, ovvero postconsumo, avrà sempre più impatto. Il Rapporto Greenitaly 2019 di Fondazione Symbola mostra per il comparto elevati indicatori di eco-efficienza nella gestione dei rifiuti, ma bassi nella produzione degli stessi (se ne producono troppi), nonostante una riduzione del 24,6% dal 2008 al 2016. Quest’aspetto sarà sempre più strategico nei prossimi anni. In generale, il Rapporto indica un cambiamento strutturale da parte delle imprese dell’arredo, che abbandonano la limitazione dei costi per sperimentare la concorrenza ‘tecnologica’ e ricollocarsi in spazi di mercato nuovi, caratterizzati da target elevati, qualitativi e di minor impatto ambientale. Le imprese manifatturiere (5-499 addetti) che hanno investito in prodotti e tecnologie green nel triennio 2016-2018 prospettano una crescita del fatturato in media del 26%, +19% in termini di occupazione e +33% come export. In tempi in cui la sostenibilità non era un tema così cruciale, alcuni produttori hanno ottenuto la certificazione ISO 14001 per il sistema di gestione ambientale che attesta il rispetto delle pratiche a protezione del Pianeta, con la prevenzione
58 / marzo 2020 INTERNI
È la grande sfida di questi anni. Per le aziende dell’arredo, sostenibilità significa non tanto usare materiali di riciclo, quanto reinventare globalmente i processi produttivi. Una scelta strutturale e strategica, dunque. E a vincere saranno le imprese capaci di affrontare una concorrenza tecnologica in favore del Pianeta di Valentina Croci
QUANDO IL MOBILE DIVENTA GREEN
dell’inquinamento e la riduzione dell’entità dei rifiuti, del consumo di energia e dei materiali. Un profilo di sostenibilità a 360°, attestata da 15 anni a Scavolini, le cui attività derivano da fonti di energetiche rinnovabili o autoprodotte e in cui vasta è gamma di materiali riciclati e alto il tasso di recupero e differenziazione dei rifiuti derivanti dai processi industriali (oltre il 90% viene avviato al
La seduta Vela di Calligaris presenta una scocca in polipropilene al 40% riciclato. La versione Green è invece all’80% in bioplastica da scarti dell’industria alimentare. La variante imbottita utilizza un tessuto composto per il 75% da PET riciclato.
Il reparto produttivo di Pedrali a Manzano (Udine) dove vengono lavorati i legnami, tutti certificati FSC. Il processo è altamente automatizzato e l’energia impiegata è prodotta al 50% dai pannelli fotovoltaici della fabbrica. Foto Filippo Romano.
riciclo). Certificata ISO 14001:2004 è anche Magis, qualificando lo standard non solo l’azienda ma pure i fornitori, come a riguardo della provenienza dei materiali. Recentemente anche Pedrali ha acquisito la ISO 14001:2015 per il sistema di gestione ambientale lungo l’intera catena produttiva. “Siamo un’azienda nata nel 1963”, sottolinea Giuseppe Pedrali, amministratore
delegato dell’impresa bergamasca. “Lavoriamo tutto internamente – il legno, i metalli – e stampiamo le materie plastiche; processi che un editore non può controllare e per le quali abbiamo certificazioni non sostenibili da molte piccole e medie imprese terziste. Investiamo costantemente al fine di aumentare l’efficienza produttiva con nuovi macchinari e in soluzioni tecniche per
INTERNI marzo 2020 / 59
FocusINg
SUSTAINABILITY
ridurre i consumi: dalle porte automatiche veloci per non disperdere il caldo al recupero del 95% del calore delle presse di stampaggio per riscaldare i capannoni, dalla coibentazione dei tetti al sistema di paratie per l’aerazione dei locali in base alla stagione, al passaggio al led. Con il fotovoltaico, nello stabilimento di Manzano autoproduciamo il 50% dell’energia. Quanto ai materiali, consideriamo il carbon footprint della filiera tenendo conto delle distanze: per esempio la ghisa, per l’80-90% materiale riciclato, arriva da fonderie situate nel raggio di 25 chilometri dall’azienda. Mentre il legno è tutto certificato FSC e utilizziamo vernici all’acqua di derivazione vegetale che per il 40% sono costituite da materie prime di scarto. Impieghiamo plastiche di prima qualità e riciclabili che, come produzione, impattano meno di altri materiali: il calore di fusione del polipropilene è 220°C contro gli oltre 1000 dell’acciaio, in un processo che non rilascia fumi o sostanze inquinanti nell’ambiente. Se mettiamo al primo posto la durata e la disassemblabilità dei prodotti, creiamo oggetti che possono essere sostituiti per
60 / marzo 2020 INTERNI
parti nel tempo e che abbiano una vita anche nel mercato dell’usato, alimentando canali alternativi”. Per Rimadesio l’innovazione dei processi produttivi è un asset nella strategia di sviluppo. L’azienda, che ha aderito al programma nazionale Impresa 4.0, nel 2019 ha investito circa 3 milioni di euro. “La sostenibilità risale agli anni ’80”, racconta Davide Malberti, amministratore delegato di Rimadesio. “Quando abbiamo iniziato a verniciare il vetro all’acqua eravamo a un bivio nella trasformazione del processo produttivo: abbiamo optato per eliminare le componenti dannose, trovando ostacoli perfino da parte di rivenditori e fornitori. Ma se 15 anni fa non interessava che il prodotto fosse riciclato o riciclabile o le vernici non nocive, da quando la sostenibilità è diventata improcrastinabile, il nostro prodotto è già competitivo”. Al centro del processo produttivo c’è un sistema completamente alimentato da impianti fotovoltaici che, con 5250 pannelli installati sul tetto della sede di Giussano, garantisce la produzione di 1300 kWh. “Passare al verde non è economico: dal 2006 Rimadesio ha
Una fase del taglio del vetro – trattato con vernici ad acqua – all’interno degli stabilimenti produttivi di Rimadesio a Giussano (MB). Pagina a fianco, il magazzino automatico e il reparto imballaggio di Rimadesio.
speso oltre 9 milioni di euro per la sostenibilità. Ma le emissioni di anidride carbonica evitate all’anno sono circa 800 tonnellate e 9,7 quelle di polistirolo eliminato dal ciclo produttivo dal 2018, sostituito con cartone riciclato al 100%. Da settembre nuovi macchinari rivedono il processo di confezionamento dei prodotti più voluminosi, riducendo gli scarti degli imballaggi in cartone e inviandoli sotto forma di balle compatte alle vicine cartiere per il riciclo. Lavoreremo infine sulla sostituzione progressiva delle plastiche: per esempio, nelle componenti interne delle ante composite ci saranno materiali riciclabili a base di carta al posto del poliuretano espanso”. Per scelta dei materiali si distingue Calligaris, che nella famiglia di sedute Vela presenta, oltre al modello con scocca in polipropilene al 40% riciclato, la versione Green in bioplastica, composta per l’80% da materie prime rinnovabili. Nella versione imbottita, è rivestita con un tessuto costituito per il 75% da PET riciclato. Il legno è tutto certificato FSC. “La bioplastica è un PLA, acido polilattico, che deriva dagli scarti della lavorazione della canna da zucchero e del mais”, precisa Michele De Bonis, direttore R&S in Calligaris. “Poiché il materiale non nasce per questo impiego, sono stati necessari studi e ricerche per la messa a punto di un prodotto stampabile nel nostro sistema produttivo. Uno dei limiti delle bioplastiche è anche il costo, perché la filiera della materia non soddisfa la domanda, prevalente nei settori del packaging e dell’usa e getta alimentare. La sostenibilità è una strategia aziendale da condurre come ricerca e sviluppo: dai nuovi materiali riciclati, applicabili anche agli elementi strutturali sostituendo o riducendo quelli tradizionali, alle tecnologie di produzione non solitamente usate nella
fabbricazione del mobile. E poi la certificazione ISO 14001 che otterremo entro l’anno”. Arper è impegnata sul fronte della sostenibilità ambientale dal 2005, con protocolli che vanno dalla certificazione ISO 14001 per il sistema di gestione ambientale alle certificazioni di prodotto FSC, Leed, EPD e GreenGuard. “Per noi il ‘come’ si produce, l’impatto su comunità e territorio e il rispetto delle regole hanno sempre avuto un peso”, riferisce Claudio Feltrin, presidente Arper. “Siamo un’azienda esportatrice per il 95% e ci confrontiamo con le normative dei vari Paesi, tarandoci sui parametri più restrittivi. Per noi tutto parte dall’analisi del LCA (dal 2007) e dalla progettazione, perché da essa deriva la produzione e da quest’ultima la sostenibilità. Con i designer stiamo lavorando sulla disassemblabilità dei prodotti per attuare dei processi virtuosi di filiera, nell’ottica di passare fattivamente dal concetto di riuso al riciclo. Ma c’è un passaggio più importante da fare con il consumatore: far percepire la sostenibilità come risorsa, non come limitazione. Così come il settore degli elettrodomestici, dal 2008 abbiamo predisposto un’etichetta sui nostri prodotti che indica quattro valori: la percentuale di materiale riciclato e quella di materiale riciclabile, il consumo di CO2 e di kJ. Sono parametri da armonizzare ma che possono conferire, oltre alla questione etica, un vantaggio misurabile”. ■
La seduta Catifa 46 con base a slitta di Arper certificata EPD, Geca e GreenGuard. Come indicatori EDP riporta: 24,7 di CO2 eq., 129 metri cubi di consumo d’acqua, 29% di materiali riciclati, 99% di materiali riciclabili. Foto Marco Covi
INTERNI marzo 2020 / 61
FocusINg
SUSTAINABILITY
LA CHIMICA VERDE Da materiali e finiture realizzate con l’impiego sostenibile di fonti rinnovabili a vernici a base di bioplastiche ricavate da scarti di frutta e verdura. Le aziende dell’edilizia sono sempre più proattive nella riduzione dell’impatto ambientale, proponendo perfino passaporti green per i loro prodotti di Valentina Croci
Il Gruppo Boero ha iniziato la commercializzazione di vernici a base di bioplastiche da scarti vegetali. Il composto è stato brevettato dal laboratorio Smart Materials dell’IIT di Genova.
62 / marzo 2020 INTERNI
L’edilizia gioca un ruolo chiave nella lotta contro
L’adesivo cementizio per ceramica Keraflex Maxi S1 zerø, prodotto da Mapei, è certificato EPD e analizzato nell’LCA per stabilirne i crediti compensativi. Non contiene sostanze cancerogene o nocive alla salute.
A destra, PLM01x Colore Gloss è una finitura poliuretanica di Ilva con una componente al 50% di materie prime rinnovabili da fonte vegetale di scarto.
il cambiamento climatico, poiché è uno dei settori che vi contribuisce di più. La Direttiva Europea 31 del 2010 (31/2010/CE) impone che entro il 31 dicembre 2020 gli edifici privati di nuova costruzione siano ‘a energia quasi zero’; la decarbonizzazione è posticipata al 2050, includendo però anche i vecchi immobili. Si tratta di uno sforzo congiunto, che coinvolge le imprese di costruzione, quelle per la produzione di materiali e finiture e degli impianti, volto alla riduzione del consumo energetico, alla produzione di energia pulita negli edifici e alla trasformazione dei rifiuti, solidi e liquidi, in risorsa. L’edilizia green va nella direzione di una maggiore attenzione alle materie prime e verso la cosiddetta ‘chimica verde’, che si occupa della progettazione e dello sviluppo di materiali, tecnologie e processi chimici aventi un minore impatto sull’ambiente.
Più specificatamente, la chimica bio-based punta a realizzare prodotti a partire dall’utilizzo sostenibile di risorse rinnovabili, magari di origine agricola o provenienti dalla componente umida dei rifiuti, al fine di ridurre lo sfruttamento di fonti fossili. Un esempio sono gli oli per il trattamento del legno di Ilva, marchio del Gruppo IVM che detiene anche Milesi e Croma Lacke. La serie TUM1AA4x Colore, TUM1AA98 e TUM1AB6x Gloss, a emissioni zero, è realizzata con materie prime rinnovabili e da fonti vegetali di scarto, non destinate alla nutrizione dell’uomo. Con un fatturato superiore a 300 milioni di euro annui, il Gruppo IVM investe circa l’8% in ricerca, mostrando impegno proprio nell’ambito del
bio-based. Sempre sul fronte del riciclo, il Gruppo Boero propone prodotti vernicianti ecosostenibili per interni, che incorporano microparticelle di bioplastica derivanti da scarti di frutta e verdura. Si tratta di un brevetto del laboratorio Smart Materials dell’IIT di Genova. Concretamente, per realizzare un chilo di prodotto verniciante occorrono 100 grammi di bioplastica derivata da residui vegetali essiccati, originati dalla lavorazione dell’industria alimentare quali bucce di arance e di fave di cacao e amido di mais. Per un chilo di prodotto sono necessarie le bucce di tre arance. In generale, il Gruppo Boero è impegnato nell’incremento della sostenibilità dell’intero processo produttivo, adottando dal 2014 un sistema per il trattamento delle emissioni dei solventi che abbatte del 60% il carico inquinante e un procedimento per il trattamento delle acque reflue che riduce fino al 50% gli scarti di lavorazione. Mapei, invece, redige quest’anno il suo quarto Bilancio di Sostenibilità: un documento volontario, in cui si comunicano gli esiti della propria impresa, non solo finanziari ma anche il carbon footprint dell’attività produttiva e le politiche in favore dei lavoratori. Misurando
la carbon footprint dei prodotti, Mapei si preoccupa di compensarne i carichi ambientali relativi alla CO2 emessa. È il caso dell’adesivo cementizio per ceramica Keraflex Maxi S1 zerø, le cui emissioni di gas serra, relative al ciclo di vita del prodotto e certificate EPD, sono compensate annualmente con l’acquisto di crediti per un progetto di riforestazione di un’area di 21mila ettari. L’azienda ha realizzato anche delle etichettature volontarie per gli articoli basso emissivi e, dal 2019, i cosiddetti ‘passaporti green’ PASS, nei quali si elencano per ciascun prodotto le caratteristiche di sostenibilità e il loro contributo ai protocolli di edilizia eco-sostenibile. ■
INTERNI marzo 2020 / 63
FocusINg
SUSTAINABILITY
Con Tolomeo sino al Bilancio di Sostenibilità
LA RIVOLUZIONE DELLA LUCE
Dopo la grande innovazione del led, il settore dell’illuminazione vanta altri traguardi, come l’impiego di sistemi di rilevazione digitale e la possibilità di progettare la propria lampada stampata in 3D. E c’è anche chi trasforma gli scarti di lavorazione in arnie per le api di Donatella Bollani
64 / marzo 2020 INTERNI
Nel 2007 Artemide intraprendeva con il Politecnico di Milano, seguendo la metodologia del Life Cycle Assessment (LCA) – l’insieme di norme ISO della serie 14040 che permette di individuare l’impatto ambientale delle diverse fasi e processi del ciclo di vita del prodotto – una analisi del processo produttivo della nota lampada Tolomeo. Il lavoro di ricerca confermò che la lampada, disegnata da Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina, rispettava già nel 1987 le condizioni progettuali che oggi sono imprescindibili per il design: basso consumo di materiali nel prodotto e nelle parti accessorie, utilizzo di materiali non in via di esaurimento, lunga vita del prodotto, riciclabilità del materiale utilizzato e facilità nel disassemblaggio. Il percorso orientato alla sostenibilità, che Artemide segue da sempre, si concretizzerà nel 2020 anche attraverso la redazione del primo Bilancio di Sostenibilità, che ha l’obiettivo di illustrare ai propri stakeholder gli impegni e le performance raggiunte in ambito sociale, ambientale ed economico. Nel documento sarà presentato il Sustainable Journey, a testimonianza di come l’attenzione all’ambiente sia da sempre presente nella storia di Artemide, che da anni pone al centro della sua progettazione il tema The Human & Responsible Light. L’approccio alla sostenibilità parte dal progetto e dalla visione innovativa che lo guida e riguarda la produzione
Da sinistra, Signify ha di recente presentato il servizio per ordinare la propria lampada online stampata in 3D e il Philips Hue Motion Sensor, un sensore che permette di controllare le luci della propria casa che si accendono con il movimento degli abitanti; la gestione delle lampade di Artemide attraverso l’Artemide App; l’immagine della campagna di Slamp sull’utilizzo degli sfridi di lavorazione dei tecnopolimeri per la realizzazione di arnie per le api.
ma anche l’utilizzo. La luce è energia, e come già dimostrava lo studio LCA della Tolomeo, la fase d’uso è, per la luce, la parte del ciclo di vita che ha l’impatto maggiore. Per questa ragione il marchio vanta oggi forti competenze e sviluppa soluzioni applicative mediante protocolli digitali e tecnologie da declinare nei progetti di interazione con sistemi IoT, sensoristica, software dedicati, Geo-LiFi e Li-Fi (le reti che gestiscono contemporaneamente energia e dati). Da tre anni tutte le lampade a catalogo, anche se non ancora tutte le architetturali, consentono di essere gestite da piattaforme web basate sul cloud, integrate nei sistemi di controllo domotico degli edifici che le ospitano e controllate a distanza tramite l’application proprietaria. Oggi è infatti indispensabile, oltre al prodotto, garantire una ampia gamma di servizi: la mappatura degli spazi e le dinamiche degli utenti che li vivono, la rilevazione della qualità del benessere interno (temperature, gradienti luminosi, inquinamento). Da lampade ad arnie per le api Slamp inaugura il nuovo anno avviando un accordo di filiera che trasforma gli sfridi di lavorazione delle proprie lampade in arnie per le api. Il marchio è da sempre attendo ai temi della sostenibilità anche grazie alle proprietà chimicofisiche dei materiali che utilizza: i tecnopolimeri trasparenti hanno caratteristiche di traslucenza maggiore del vetro (95%), sono durevoli (le lampade Slamp dei primi anni ’90 sono pezzi da collezione), malleabili e flessibili grazie alla natura delle catene polimeriche ramificate, permettendo all’azienda una riduzione di materia prima all’interno del ciclo produttivo. La creazione di una lampada Slamp passa attraverso un preciso procedimento che trasforma, tramite un sistema di tagli a freddo, incastri e piegature eseguite a mano, un foglio bidimensionale di tecnopolimero in un volume tridimensionale altamente decorativo. La lavorazione dei tecnopolimeri avviene senza emissioni di CO2; la produzione degli scarti, infatti, è ridotta al minimo grazie all’intelligente lavoro di ottimizzazione delle risorse e, dove presenti, essi vengono suddivisi in base alla materia di origine e destinati al riciclo con cadenza mensile. Da quest’anno, una parte di essi verrà utilizzata dall’azienda DS Group per la produzione di componenti di arnie per i bombi.
Questa particolare tipologia di imenotteri, appartenente alla famiglia Apidae, è molto utilizzata in agricoltura – in alternativa a sostenze chimiche – per l’impollinazione di piante da frutto e ortaggi. L’attenzione e la cura dell’ambiente sono fattori che sono stati posti al centro anche del progetto della nuova sede dell’azienda, inaugurata nel settembre scorso. Parte dell’energia assorbita dall’impianto di produzione arriva da fonti rinnovabili; l’Hub produttivo è stato realizzato impiegando materiali altamente isolanti per ridurre il dispendio di energie, e gli ampi lucernari sulle linee di allestimento consentono di diminuire il consumo di luce artificiale. Non c’è prodotto senza servizio In occasione degli “Innovation Day”, appuntamento ricorrente della multinazionale Signify per condividere le più recenti e significative novità nello sviluppo tecnologico e, più in generale, in vista del continuo investimento nel settore del Lighting IoT, sono state annunciate alcune novità in ambito di Smart Lighting, Tra queste, il primo servizio al mondo per i consumatori che consente di personalizzare e ordinare la propria lampada online, farla stampare in 3D con materiale interamente riciclabile. In pochi clic sarà possibile progettare il proprio apparecchio d’illuminazione, selezionando il design di base e personalizzandolo nelle dimensioni, nel colore, nella trama e texture, e scegliendo anche il tipo di LED, comprese le lampadine ad alta efficienza Philips Hue. Signify farà arrivare il prodotto finito a casa del cliente entro due settimane. Con la stessa proposta, per segmento professionale, la multinazionale ha siglato un accordo con Marks and Spencer (M&S), rivenditore di prodotti alimentari e di moda, per il quale l’azienda installerà, entro il 2020, migliaia di apparecchi per la stampa 3D realizzati all’interno dei suoi negozi nel Regno Unito. Non meno importante, il lancio del nuovo sensore di movimento Philips Hue Motion Sensor, che permette di controllare le luci della propria casa con risparmi energetici importanti: queste si accendono in base al movimento rilevato e si spengono nelle aree in cui non c’è permanenza di persone. Nel mondo del B2B, la stessa multinazionale, con i marchi Interact e Modular, sviluppa piattaforme intelligenti che attraverso la luce rilevano dati, installate nei più diversi ambiti di applicazione: City e Landmark, Retail, Office, Industry e Sport. I clienti lavorano con Interact alla definizione del progetto di luce connessa e sulla gestione dei dati che i sistemi della luce rilevano. L’azienda ha un centro servizi di raccolta e analisi dei dati che vengono usati dai gestori immobiliari per lo space management, la progettazione e l’ottimizzazione degli spazi, dei consumi, dei flussi di persone. ■
INTERNI marzo 2020 / 65
FocusINg
SUSTAINABILITY
UN CIRCOLO VIRTUOSO
L’uomo e la salubrità dell’ambiente in cui vive sono i paradigmi del modo di fare impresa di molte aziende del settore della ceramica. Marazzi è stata tra le prime a conseguire, nel 2003, la certificazione del sistema di gestione ambientale. A destra, la fotografia Uomo con piastrella di Charles H. Traub.
66 / marzo 2020 INTERNI
Il ruolo di imprese responsabili coinvolge fortemente anche i marchi del settore ceramico: tra i principali obiettivi strategici, la limitazione del consumo di nuove materie prime naturali grazie al riciclo degli scarti di produzione e il riutilizzo totale dell’acqua impiegata di Donatella Bollani
Molti anni di ricerca e investimenti hanno fatto di Florim un punto di riferimento nel settore della tutela ambientale, come testimonia anche la dodicesima edizione del Bilancio di Sostenibilità, pubblicata nel 2019. Nella foto, la finitura Étoile della collezione Rex di lastre in gres porcellanato.
Vocazione a innovare e prodotti certificati Se Marazzi Group è da tempo un modello di riferimento nella produzione ceramica mondiale lo si deve a una leadership tecnologica frutto di una incessante ricerca estetica e di soluzioni innovative di prodotto e di processo. Non si possono dimenticare il rivoluzionario brevetto della monocottura, quello del gres cristallizzato SistemA, sino al recente sviluppo della nuova tecnologia Stepwise che conferisce ai prodotti un’elevata resistenza allo scivolamento e una superficie morbida al tatto e facile da pulire. Insieme a una profonda vocazione alla ricerca e all’innovazione, al marchio viene riconosciuta anche una particolare sensibilità per il rispetto ambientale, comprovata dalla produzione a ciclo chiuso, che permette di limitare il consumo delle risorse naturali, ridurre l’impatto ambientale, controllare la gestione dei rifiuti, ottimizzare i consumi energetici e riutilizzare le acque industriali. Nell’ottica del risparmio energetico, il Gruppo ha dotato i propri stabilimenti di impianti di cogenerazione che consentono di autoprodurre circa il 75% del fabbisogno di energia e di alimentare la fase di preparazione delle materie prime. Le attenzioni per la qualità dei prodotti e il rispetto dell’ambiente sono inoltre testimoniate da una lunga serie di certificazioni e riconoscimenti, a partire dalla Certificazione del sistema di gestione Qualità secondo la normativa UNI EN ISO 9001, che l’azienda – per prima nel settore – ha ottenuto già dal 1994, e dalla Certificazione del sistema di Gestione Ambientale secondo la normativa ISO 14001, ottenuta nel 2003. Alcune collezioni hanno ottenuto la certificazione Ecolabel, marchio di qualità ecologica della UE che premia i prodotti con un ridotto impatto ambientale, mentre altre linee, realizzate con materiale riciclato, rispondono ai requisiti della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) per una progettazione sostenibile. Marazzi Group ha valutato gli impatti ambientali legati ai prodot-
ti lungo tutto il loro ciclo di vita, a partire dall’estrazione e lavorazione delle materie prime fino al recupero dei rifiuti di demolizione, e i risultati di questa analisi (LCA), sono stati pubblicati nella dichiarazione ambientale di prodotto (EPD). Autonomia energetica e filiera sotto controllo L’approccio alla sostenibilità è uno degli elementi della strategia, anche di business, per qualsiasi impresa, e coinvolge tre ambiti della responsabilità: economico, sociale e ambientale. In merito a questo terzo elemento, la L verde nel logo di Florim allude alle azioni messe in atto dall’azienda per proteggere il territorio che le ha dato origine e tutt’oggi la accoglie. Anni di ricerca e investimenti l’hanno resa un punto di riferimento nel settore della tutela ambientale, come documentato anche dal Bilancio di Sostenibilità giunto, nel 2019, alla sua dodicesima edizione. L’impegno aziendale in un’ottica di impatto sostenibile non si limita a rispettare quanto previsto dalla normativa vigente ma si pone obiettivi di miglioramento continuo nel prodotto, nel processo ma anche nella gestione della catena di fornitura. Il Gruppo controlla e monitora infatti i fornitori di materie prime attraverso un software specifico – esteso ai tre stabilimenti produttivi – installato per rilevare informazioni quali la localizzazione delle cave, la distanza dalla fabbrica, la dichiarazione di contenuto riciclato e le schede tecniche di sicurezza. Il prodotto Florim è realizzato con ‘ingredienti’ attentamente selezionati sia dal punto di vista qualitativo che per le loro caratteristiche di sostenibilità. Materie prime naturali che vengono poi miscelate e trasformate in un materiale a sua volta sostenibile, attestato dalle diverse certificazioni ambientali di prodotto. Negli stabilimenti del Gruppo si riciclano tutti gli scarti crudi di produzione, le acque di processo, e si pone grande attenzione alla gestione dei rifiuti e all’impatto energetico complessivo. Florim è stata la prima azienda ceramica al mondo a ottenere la certificazione UNI EN ISO 50001 per l’at-
INTERNI marzo 2020 / 67
tenta politica di gestione energetica; certificazione che si è andata ad affiancare alla UNI EN ISO 14001 per la gestione ambientale e alla certificazione del sistema di gestione della qualità ISO 9001. Nel settembre scorso, con il completamento di un programma di investimenti da 40 milioni di euro, Florim ha raggiunto l’obiettivo di una produzione interamente sostenibile. Oggi l’azienda è in grado di recuperare, e rimettere nel ciclo produttivo, il 100% dell’acqua utilizzata e il 100% degli scarti crudi. Sempre lo scorso anno ha raggiunto la piena autonomia in termini di approvvigionamento elettrico: con il completamento dei tetti fotovoltaici può autoprodurre tutta l’energia necessaria al funzionamento delle sue due fabbriche italiane, una a Fiorano, quartier generale dell’azienda, e l’altra a Mordano, nel Bolognese. Basso impatto idrico e di emissioni in atmosfera Nel luglio del 2019, Panariagroup ha presentato il suo terzo bilancio di sostenibilità, che documenta anche l’iter realizzativo del programma di investimenti (circa 20 milioni di euro nel
68 / marzo 2020 INTERNI
2018) destinati all’innovazione e all’upgrade industriale dei siti produttivi italiani ed esteri del Gruppo. Il secondo tema più importante del documento strategico, fondativo di una relazione con i propri stakeholder costruita sulla fiducia e la trasparenza, è rappresentato dalla sostenibilità e dagli obiettivi perseguiti dal marchio in questo ambito: la riduzione del consumo di nuove materie prime naturali grazie al completo riciclo degli scarti di produzione, il recupero pressoché totale dei rifiuti (94,5%) lungo la catena produttiva, l’aumento degli imballaggi ecocompatibili (sono stati acquistati in Italia oltre il 70% di plastica, carta e cartone riciclati), il basso impatto idrico dovuto al riutilizzo totale dell’acqua impiegata nei processi produttivi, la riduzione delle emissioni (gli impianti fotovoltaici hanno evitato l’emissione di 192 tonnellate di CO2, pari alla capacità di assorbimento di 5mila alberi). Ad aggiungere concretezza alla capacità innovativa del Gruppo, e al suo ruolo di impresa responsabile, è lo sviluppo di Protect, la linea di pavimenti e rivestimenti antibatterici. Queste superfici garantisco-
Anche per Panariagroup Industrie Ceramiche è stato sostanziale lavorare in questi ultimi anni a una importante riduzione del consumo di nuove materie prime naturali, grazie al completo riciclo degli scarti di produzione; recuperare i rifiuti (94,5%) riutilizzando quasi completamente l’acqua impiegata nei processi produttivi. Nella foto, il dettaglio di un’area di stoccaggio delle lastre in gres porcellanato.
no un’altissima performance grazie a un vero e proprio scudo incorporato nel prodotto ceramico che elimina fino al 99,9% dei batteri. La qualità di tutti i prodotti vanta molte certificazioni, a livello internazionale, comprese le più avanzate in ambito di architettura sostenibile, come la dichiarazione EPD, ottenuta per tutti gli stabilimenti produttivi italiani. In partnership con MCA e con la School of Sustainability La collaborazione con lo studio Mario Cucinella Architects e la partecipazione della holding Iris Ceramica Group alla School of Sustainability fondata dallo stesso Mario Cucinella hanno dato avvio a un lavoro ampio e condiviso sui temi dell’economia circolare, in particolare, con l’obiettivo di studiare le strategie per la modernizzazione del processo edilizio lungo tutta la sua catena operativa: dalla scelta e impiego delle materie prime e prime seconde alla produzione, trasporto, posa in opera, ciclo d’uso e manutenzione, sino allo smontaggio e al recupero, riutilizzo o reimmissione nel ciclo produttivo. L’attenzione alle tematiche ambientali è da sempre trasversale alle società del gruppo, che nel 2019 ha pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità. Il report è redatto secondo le linee guida del Global Reporting Initiative Standard. L’obiettivo del primo anno è stato quello di documentare il livello ‘Core’ che si considera quasi completamente raggiunto; abbracciando tutte le società del gruppo e i dati raccolti, che comprendono gli anni di esercizio 2017 e 2018. Anche la ceramica di nuova generazione Active Clean Air & Antibacterial Ceramic™ è la sintesi di molti anni di impegno e sensibilità delle aziende di Iris Ceramica Group in materia di sostenibilità ambientale, contribuendo a purificare l’aria e a rendere più puliti, salubri, igienici pavimenti e rivestimenti, e quindi gli spazi di vita e di lavoro. È una soluzione che trasforma i materiali ceramici in una sorta di ‘supermateriale’ eco-attivo, antinquinante e antibatterico, oggi ancor più efficace grazie alla nuova tecnologia sviluppata dal progetto Digitalife, un nuovo processo di produzione di lastre fotocatalitiche mediante tecnica digitale. L’impegno del Gruppo a favore dell’ambiente è dimostrato anche dai rilevanti investimenti nell’efficienza dell’uso dei materiali e il loro riciclo, nella gestione delle risorse idriche, nella protezione della qualità dell’aria e nel risparmio energetico. Oltre che essere sostenibili, i prodotti sono anche ecologici ed ecocompatibili perché realizzati con minerali naturali, tra i quali il quarzo, il caolino, l’argilla, il feldspato, la silice, e coloranti, anch’essi naturali. L’impegno per la riduzione dell’impatto energetico è da sempre ai primi posti nell’agenda della governance aziendale: tecnologia e attenzione all’ambiente vanno di pari passo attraverso la continua ricerca della massima efficienza degli impianti produttivi e la generazione di energia rinnovabile fotovoltaica. Non ultimo, il consistente impegno per l’ottenimento delle molte certificazioni, sia di processo (UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001, UNI EN ISO 5001 e UNI EN ISO 18001) che di prodotto (CCC, Emas, QB Upec, LEED®, BREEAM, EPD, Greenguard, NSF/ANSI 51-2014). ■
FocusINg
SUSTAINABILITY
Per Iris Ceramica Group il 2019 è stato l’anno della pubblicazione del primo Bilancio di Sostenibilità, anche se l’impegno sul tema è storico. La generazione di lastre Active Clean Air & Antibacterial Ceramic™ rinnovata dal progetto Digitalife, un nuovo processo di produzione di superfici fotocatalitiche mediante tecnica digitale, ne sono la prova. Nella foto, le lastre della serie Agata Atena Maximum, una selezione di maxi-gemme in gres porcellanato, prodotto dal marchio Fiandre.
INTERNI marzo 2020 / 69
FocusINg
SUSTAINABILITY
LE MILLE VITE DI UN ALBERO
All’insegna dell’economia circolare, alcune imprese virtuose si distinguono per l’utilizzo consapevole delle risorse forestali e la riqualificazione di scarti post-consumo. In vista del 2030: quando il settore legno-arredo avrà il 50% dei pannelli prodotti con materiale riciclato di Valentina Croci
70 / marzo 2020 INTERNI
Materiali di recupero di Alpi, come fogli e blocchi colorati di legno non più impiegabili nella produzione, sono stati usati da Martino Gamper per realizzare l’installazione Disco Carbonara e dallo studio M-L-XL per il tavolo George (pagina a fianco, in alto).
L’Italia è tra i leader europei nell’economia circolare e nel riciclo dei rifiuti secondo tre indicatori chiave: il tasso di riciclo, l’uso di materia prima ‘seconda’, la produttività e il consumo pro capite di risorse. È il Rapporto Greenitaly 2019 di Fondazione Symbola ad affermarlo. I flussi più rilevanti di materie seconde sono rappresentati dai cosiddetti riciclabili tradizionali – carta, plastica, vetro, metalli, legno e tessili – che corrispondono a 27,8 milioni di tonnellate, il valore più alto in Europa. Oggi, oltre il 95% dei rifiuti legnosi post-consumo è avviato alla produzione di pannelli per l’industria del mobile. Spesso è lo stesso settore forestale a suggerire importanti iniziative di sostenibilità. Come il progetto Filiera Solidale PEFC, che promuove
Sopra, un ambiente rivestito a parete e a pavimento con la collezione Assi del Cansiglio di Itlas che impiega i legni di recupero dell’omonima foresta, distrutta dalla tempesta Vaia il 29 Ottobre 2018 (nell’immagine a fianco).
l’acquisto di legname proveniente dagli schianti causati dalla tempesta Vaia in sostituzione del legno di importazione – l’import infatti si attesta all’80% del materiale lavorato. La tempesta ha colpito, il 29 ottobre 2018, le foreste alpine del nord est provocando la caduta di 8,6 milioni di metri cubi di legname – quanto se ne taglia in 5-7 anni. A tal proposito Itlas è scesa in campo: si è resa disponibile ad acquistare tutti i faggi abbattuti in un quantitativo tre volte superiore al
fabbisogno produttivo annuo. Il legname schiantato è stato pagato a un prezzo superiore del valore di mercato con l’obiettivo di sostenere economicamente la rinascita della foresta. Itlas era già presente da dieci anni sul territorio per l’utilizzo controllato dei faggi della Foresta del Cansiglio nel suo pavimento prefinito a tre strati, brevettato e a chilometro zero. E l’impiego del legno abbattuto nella medesima collezione Assi del Cansiglio vuole supportare il Goal 12 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, incentivando la riduzione di sprechi attraverso l’incremento di materiale di recupero. Una strada in chiave di sostenibilità può essere tracciata da chi controlla direttamente l’intera filiera produttiva dal tronco al legno finito. È il caso del Gruppo Alpi, che nel 1975 apre il primo stabilimento in Camerun per assicurarsi la costante fornitura di materiali per la realizzazione di tranciati, gestendo però comunque i 500mila ettari di foresta attraverso piani per la protezione e lo sviluppo della popolazione locale. Nell’intero processo produttivo vengono generati due tipi di scarti di legno: il primo arriva dalla lavorazione meccanica, mentre il secondo dall’alterazione chimico-fisica del legno. I pezzi rotondi, la corteccia
o le bucce, per esempio, del pioppo proveniente da coltivazioni agricole italiane possono essere riciclati per creare il packaging o il terriccio per la vicina industria frutticola o per la produzione di pannelli truciolari. L’altro tipo di scarto, prevalentemente in forma di trucioli, rientra anch’esso nella fabbricazione di pannelli. Più in generale il processo di produzione di Alpi, che richiede la decostruzione e la ricostituzione del legname sovrapponendo fogli di legno, consente di
INTERNI marzo 2020 / 71
FocusINg
SUSTAINABILITY
Di Saib, un moodboard per pannelli truciolari nobilitati, realizzati grazie a legni a fine vita. Della collezione Watercolor, i prodotti in finitura Ostuni e Alcatraz.
utilizzare la maggior parte del materiale nel ciclo di produzione, riducendo l’elevata quantità di sfridi delle lavorazioni standard. Una ricerca condotta dal Politecnico di Milano nel febbraio 2019 (“Il sistema circolare della filiera legno per una nuova economia”) ha evidenziato che la filiera delle attività di recupero del legno post-consumo in Italia è confluita per il 30% nella produzione di imballaggi di riciclo e per la parte restante (ben 3,5milioni di tonnellate) nella rivalorizzazione dell’industria del pannello truciolare. Un processo virtuoso che ha permesso un risparmio nel consumo di CO2 di quasi un milione di tonnellate, pari al 2% della quantità annua prodotta in Italia. È una strada
72 / marzo 2020 INTERNI
imprescindibile in vista del 2030, data in cui il settore del legno-arredo chiede il 50% dei pannelli prodotti con materiale riciclato. Dai primi anni Settanta il Gruppo Saviola ha improntato un modello d’impresa sostenibile. Nel 1992 è nato il primo pannello ecologico, certificato FSC 100% recycled, derivato completamente da legno riciclato, che oggi comporta circa 1.200.000 tonnellate annue di legno recuperato in oltre 20 centri di raccolta in Italia e in Europa. 50 milioni sono invece i metri quadri di pannelli melaminici prodotti ogni anno, per circa 10mila alberi salvati al giorno. Saviola è uno dei più importanti trasformatori di rifiuti di legno del mondo. Oltre al pannello ecologico grezzo e melaminico, propone altri prodotti quali laminati, bordi e schienali, creando un pacchetto completo per l’industria del mobile e del contract. Saib è un’altra importante azienda italiana produttrice di pannelli truciolari grezzi e nobilitati. Con il progetto Rewood ha avviato il recupero da tutta Europa di circa 500mila tonnellate di legno a fine vita come pellet, cassette della frutta, materiali legnosi da imballo, assi per l’edilizia e mobili dismessi, scongiurando l’abbattimento di 750mila alberi all’anno. Tramite l’uso di tecnologie avanzate elimina dagli scarti legnosi le componenti di metallo, pietra, vetro o tessuti, che vengono poi avviate in altre filiere di riciclo. Un investimento di 20milioni di euro per un nuovo essiccatoio e un impianto di filtraggio dei fumi
A sinistra, alcuni materiali grezzi di Fantoni che realizza un pannello truciolare a granulometria differenziata con materiale 100% riciclato e uno in mdf a tre strati, in cui il 50% del legno utilizzato è di riciclo.
I parquet in legno di Listone Giordano sono certificati FSC e PEFC e provengono dai boschi della Borgogna, dove è stato messo a punto un protocollo di utilizzo consapevole delle risorse forestali.
Saviola produce Elementum, una linea di pannelli melaminici in materiale riciclato al 100% che presentano laminati e bordi coordinabili. Qui, la versione Vulcanus Tadao in colore bianco.
punterà a ridurre l’emissione atmosferica del 30%. Fantoni è il maggiore produttore di pannelli in mdf in Italia e fra i primi player in Europa, con una capacità produttiva annua di 450mila metri cubi (certificati FSC e PEFC per la sostenibilità del legno e Carb per le emissioni di formaldeide), ai quali si affiancano 360mila tonnellate di pannelli in truciolare. Certificata ISO 14001 e con un gruppo di imprese che integrano tutta la filiera – dall’autoproduzione di energia alle resine e collanti, dalla materia prima al prodotto finito, alla logistica
– Fantoni recupera ogni anno 420mila tonnellate di legno post consumo e da scarti di lavorazione della filiera del legno. I suoi prodotti hanno una percentuale di riciclabilità che varia dall’80% al 98%, con un servizio di smaltimento gratuito a fine vita del legno idoneo al riciclo. Il Gruppo ha appena annunciato un piano di investimenti da 25milioni di euro per realizzare un pannello truciolare a granulometria differenziata con materiale 100% riciclato, al quale si affiancherà l’mdf a tre strati, in cui il 50% del legno utilizzato sarà di riciclo. Infine, Fantoni sta provvedendo alla rimozione e al prelievo delle ceppaie e dei tronchi abbattuti in Carnia dalla tempesta Vaia, che saranno inseriti nel ciclo produttivo aziendale contribuendo alla bonifica del bosco. Con un prodotto brevettato dal 1984, caratterizzato da una struttura in multistrato di betulla a fibre incrociate, Listone Giordano ha intrapreso da oltre cinquant’anni un percorso in direzione dell’utilizzo consapevole delle risorse forestali, messo a punto nei boschi della Borgogna. Qui le materie prime sono selezionate a fronte di un censimento degli alberi, controllati durante tutta la crescita all’interno di un ciclo integrato di 180 anni che garantisce l’incremento del patrimonio boschivo. Oltre al conseguimento delle certificazioni FSC e PEFC per i propri prodotti, Listone Giordano ha attuato circa dieci anni fa a Piegaro Città della Pieve (Perugia) un esperimento di riforestazione di latifoglie, mettendo a dimora 22mila nuove piante di rovere per un territorio di oltre 160 ettari. ■
INTERNI marzo 2020 / 73
FocusINg
SUSTAINABILITY
LA TASK FORCE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE
Entro il 2025 il comparto del legno-arredo italiano vuole diventare leader mondiale sui temi della sostenibilità. FederlegnoArredo, e le singole associazioni, stanno lavorando in sinergia per portare i temi della responsabilità ambientale e sociale al centro delle strategie di sviluppo del settore di Donatella Bollani
Negli
ultimi anni, grazie alla sua tradizione e alla capacità di innovare senza perdere la propria anima e il proprio posizionamento, l’industria italiana del legno-arredo ha iniziato a cogliere con sempre maggiore consapevolezza le opportunità derivate dalla green economy e dai modelli di sviluppo legati all’economia circolare. La qualità dei prodotti passa attraverso la grande cura del dettaglio e, soprattutto, l’attenzione a processi produttivi sostenibili e virtuosi facendo sempre più spesso riferimento ai principi e alle esigenze delle comunità locali. Un mix vincente di tradizione, ricerca e innovazione che da decenni porta le aziende della filiera a crescere sui mercati globali, come dimostra il dato 2019 di successo, con gli oltre 16 miliardi di euro di export. Questo modello di fare impresa, votato ai principi della sostenibilità, può essere un motore di sviluppo per le aziende della filiera, un punto di partenza per accrescere e affinare la ricerca della qualità puntando a diventare un riferimento per l’Italia e l’Europa. Un team affiancato da Symbola Consapevole del peso sempre crescente del tema della sostenibilità, quale driver di sviluppo e di business, il presidente di Assarredo, Claudio Feltrin, alla guida anche del noto marchio Arper, ha costituito un gruppo di lavoro, di cui fanno parte alcuni dei membri del consiglio direttivo dell’Associazione: Eleonore Cavalli (Visionnaire - IPE), Daniele Lago (Lago), Pasquale Junior Natuzzi (Natuzzi), Maria Porro (Porro) e Denise Archiutti (Veneta Cucine). Con il supporto della Fondazione Symbola, il team sta
74 / marzo 2020 INTERNI
lavorando alla messa a sistema delle tante azioni che il settore dell’arredo ha attivato, sia a livello federativo sia delle singole realtà imprenditoriali. “La collaborazione di Symbola”, conferma il direttore Domenico Sturabotti, “ha lo scopo di essere di supporto nella costruzione di una visione di insieme e di una strategia collettiva da condividere in tutta FLA. La nostra azione sarà duplice: la definizione di un documento strategico e la realizzazione di una indagine attraverso una campagna di interviste a tutte le imprese del settore”. L’Italia è riuscita a costruire un posizionamento forte sul tema del design, per tutto il comparto del mobile, facendo molta innovazione. A questa posizione di leadership si potrà aggiungere il valore della sostenibilità andando a toccare molte dimensioni del fare impresa. La formazione e le competenze saranno aspetti centrali, così come quello della governance: molte aziende hanno compreso che il tema ambientale pervade tutte le funzioni aziendali e, al pari di altri settori, deve essere tra gli obiettivi della prima linea manageriale e degli stessi imprenditori. Altri aspetti, non meno rilevanti, sono legati a tecnologie e saperi. In un ecosistema ‘design driven’ il settore del legno-arredo si è già messo in rete con i principali poli internazionali della progettazione e della ricerca; questa nuova frontiera della sostenibilità porterà l’Associazione imprenditoriale a implementare il sistema di relazioni verso nuovi soggetti che hanno competenze specifiche. Non da ultimo, Symbola inizierà ad affrontare il tema della misurabilità. Se entro il 2025 il settore del legno-arredo vorrà
essere leader mondiale, si dovrà mettere a punto un sistema di misurazione dei parametri di sostenibilità per rendere verificabili e certificabili i dati del comparto produttivo. La ricerca di Symbola per Assarredo-FLA servirà anche a valutare l’eventuale efficacia di un sistema di incentivazione pubblico per le aziende virtuose e la propensione all’acquisto, da parte del pubblico, di prodotti green a un prezzo di mercato più elevato. “Il lavoro che stiamo conducendo ci conferma che non si parte da zero”, ricorda Domenico Sturabotti. “Il settore presenta, in campo ambientale, delle vere eccellenze. Nel mercato dei pannelli, il 93% della produzione utilizza legno riciclato, più del Belgio, che ricicla all’80%, e della Germania, che si attesta attorno al 53%. Il nostro Paese, inoltre, a parità di quantità di prodotto realizzato, comparato agli standard europei, consuma meno energia”. Obiettivo: condividere la strada giusta “Il tema della sostenibilità è molto ampio e le competenze sono relativamente giovani. Il progetto della Federazione vuole essere un percorso a lungo termine che accompagna gli associati e risponde alle necessità di tutti i comparti produttivi”, spiega Claudio Feltrin. Il tema è sicuramente rilevante per il settore e strategico, come discusso e definito dal comitato direttivo. Il gruppo di lavoro si è concentrato, in primis, nel definire un perimetro di questioni prioritarie e un elenco di attori da coinvolgere, istituzionali e non. La green economy e l’economia circolare sono il cuore della sfida per il futuro. Crescono le imprese che scelgono modelli sostenibili e aumentano la loro competitività con effetti positivi su fatturato, export e occupazione. Ma spesso le singole aziende, anche per le loro dimensioni medio piccole, non riescono a intercettare le tendenze dell’innovazione dei processi e dell’economia, anche di quella circolare, su larga scala. “La Federazione, e l’Associazione, hanno un ruolo guida rispetto a questi temi”, continua Feltrin. “E quindi anche una grande responsabilità. Questa indagine ci sta servendo anche per capire quali settori e realtà produttive stanno meglio interpretando l’evoluzione del mercato e chi sta competendo su questi temi, anche a livello internazionale”. Individuate le direzioni di sviluppo e innovazione in azienda, un ulteriore aspetto da approfondire sarà quello dei profili di competenza per implementare modelli di sviluppo legati all’economia circolare. “L’idea”, conferma il presidente di Assaredo-FLA, “è quella di verificare chi si stia occupando già della formazione di queste professionalità per collaborare nella definizione di percorsi specifici. Queste competenze stanno acquisendo un ruolo sempre più determinante all’interno delle nostre realtà produttive”. Cambiamenti di mercato rispettosi delle economie La risposta all’abuso del consumo di plastica è, in una prima fase, quella dell’incentivazione di comportamenti virtuosi. Non ci si può immaginare che interi mercati possano riconvertirsi in tempi rapidi.
L’educazione al consumo è infatti necessaria anche se si realizzano prodotti sostenibili. Più che sui margini derivanti dalla commercializzazione dei prodotti, la plastic tax inciderà sugli imballi e incentiverà un cambio culturale: “La nuova normativa sta modificando la percezione del prodotto da parte del cliente, ponendo il tema etico in primo piano”, conferma Feltrin. È inoltre evidente che l’obsolescenza della plastica (sedute, componenti, rivestimenti ecc.) nel mondo dell’arredo sia molto ridotta rispetto al quotidiano conferimento in discarica degli imballi alimentari, vera questione al centro del dibattito. Prodotti e sistemi virtuosi Per le aziende, cambiare il modello imprenditoriale e i processi è complicato: questi sono infatti il risultato di anni di trasformazioni e di investimenti. I singoli prodotti hanno un tempo di gestazione relativamente rapido e, quindi, per imprimere un cambiamento si può partire da qui: dal singolo oggetto per arrivare al sistema di prodotto, lavorando a nuovi processi e a una rinnovata filosofia industriale complessiva. Senza trascurare una metodologia di progetto che veda, tra i vincoli, la completa disassemblabilità dei prodotti, per un elevata possibilità di differenziazione, pensando anche al riuso. E tra i servizi – sempre in una ipotesi di maggiore sostenibilità – si fanno largo anche il second hand, ma di qualità, e il noleggio dei sistemi di arredo. Le giovani generazioni stanno imprimendo un cambio di mentalità epocale, non distinguendo tra property e commodity, tra ciò che si possiede e ciò che si utilizza. Quello che può essere percepito come un cambio di modello che limita il mercato, in realtà allargherà la base dei consumatori che potranno accedere a marchi sino a oggi non raggiungibili per fascia di prezzo e posizionamento di mercato. ■
650 alberi per il Bosco del Design di Assarredo Lo scorso dicembre è stato messo a dimora al Parco Nord Milano il primo albero del Bosco del design, donato da Assarredo – l’associazione che fa capo a FederlegnoArredo – nell’ambito del progetto ForestaMI e del Protocollo Forestazione Italiana, che ha come obiettivo quello di migliorare la qualità dell’ambiente e guardare al futuro da una prospettiva ecosostenibile a 360 gradi. Un regalo ai cittadini milanesi, nato dalla collaborazione con gli esperti dell’ente non profit Rete Clima. Il Bosco del Design verrà completato la prossima primavera e comprenderà 650 nuovi alberi, uno per ciascuna azienda associata ad Assarredo, che attraverso una ‘foresta digitale’ sulla piattaforma Rete Clima potrà monitorarne le condizioni e la crescita.
“Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Agenda Europea 2030” Fonte Rapporto Greenitaly 2019, Fondazione Symbola.
INTERNI marzo 2020 / 75
SPAZIO ALL’OUTDOOR Linguaggi estetici, soluzioni tecniche, funzionalità , comfort, sono le componenti degli arredi da esterni per luoghi privati e pubblici di Nadia Lionello foto di Simone Barberis
Prodotte da Royal Botania, la sedia impilabile Alura con struttura in alluminio verniciato nero, sabbia e bianco e seduta in BatylineÂŽ (tessuto tecnico in filo di poliestere rivestito di PVC) nero, sabbia o bianco, design di Kris Van Puyvelde; e la lampada da esterno Northpole, realizzata in teak con luce a led o fluorescenza, ideata dal team Royal Botania. Komodo Wall, divisorio modulare, cm 70x70x63,5, componibile in verticale e orizzontale, realizzato interamente in resina fiberglass, trattato anti-UV e colorato in massa, design di Raffaele Galiotto per Nardi.
76 / marzo 2020 INTERNI
DesignINg
SHOOTING
RioR50, poltroncina con struttura in tubolare di acciaio e rete in tondino di acciaio elettrosaldata e tavolino con piano in acciaio, diametro cm 80, verniciati con polvere termoindurente in 11 varianti colore: è un omaggio allo storico modello Rio (1969) di Emanuel Gargano e Anton Cristell, produzione Emu. Extragres_2.0, Pietre di Sardegna, piastrelle monolitiche per esterno in gres porcellanato con finitura antiscivolo, 90x90x2 cm. Sono prodotte da Casalgrande Padana.
INTERNI marzo 2020 / 77
DesignINg SHOOTING
A sinistra, sgabello alto impilabile della linea Abuela 77 realizzata da Gaber in tecnopolimero, sette colori e due altezze. Design di Favaretto & Partners. A destra, Lisa Waterproof, sgabello alto impilabile con seduta e schienale dall’anima in multistrato curvato, imbottiti e rivestiti di tessuto impermeabile in quattro colori. Struttura e gambe in acciaio zincato e verniciato in quattro colori. Design di Marcello Ziliani per Scab design. Gatsby, lampada da tavolo a led in metacrilato, trasportabile e ricaricabile tramite USB. Design di Ramón Esteve per Vondom.
78 / marzo 2020 INTERNI
Panama, divanetto dalla struttura in alluminio con intreccio in corda sintetica beige, aragosta, grafite e gialla. Design di Ps+a Palomba Serafini Associati per Talenti. Ropy, lampada a led in alluminio verniciato e corda in polyolefin nero, verde o sabbia. Ăˆ trasportabile e ricaricabile tramite pannello solare oppure con USB. Ideata e prodotta da Royal Botania. Pallone gonfiabile con decoro a pois di Kasanova.
INTERNI marzo 2020 / 79
DesignINg SHOOTING
A sinistra, Ruelle, sedia impilabile in alluminio pressofuso e gambe in alluminio estruso con seduta forata; è laccata in diversi colori con schienale in polipropilene. Design di Philippe Tabet per infiniti. Ibiza, sedia impilabile realizzata in polipropilene a iniezione e rinforzata con fibra di vetro, disponibile in diversi colori. Design di Eugeni Quitllet per Vondom. Tempotest® 5399/15, tessuto della collezione Lyfestile prodotta da Tempotest®Parà in 100% fibra acrilica tinta in massa in nove varianti colore.
80 / marzo 2020 INTERNI
Piper, divano modulare dalla struttura in alluminio verniciato con polveri elettrostatiche a base poliestere in tre colori, rivestimento in BatylineÂŽ (tessuto tecnico in filo poliestere rivestito di PVC) in sette colorazioni e cuscinatura rivestita in tessuto idrodrenante o standard. Design di Rodolfo Dordoni per Roda.
INTERNI marzo 2020 / 81
DesignINg SHOOTING
Trame, pouf in tre dimensioni con struttura in materiale plastico, imbottiti e rivestiti con intreccio esclusivo, in nastri di polipropilene, che riprende la tradizione della lavorazione dei cesti in vimini. Ăˆ totalmente riciclabile. Design di unPIZZO per B&B Italia. Anatra, poltroncina con struttura di alluminio verniciato in due finiture e seduta intrecciata in corda (tessuto Cadet) in quattro diversi abbinamenti di colore. Design di Patricia Urquiola per Janus et Cie.
82 / marzo 2020 INTERNI
OTX, tavolo con piano in HPL nel diametro di cm 158 o 128 e base in metallo verniciato nero o bianco. Design di Gabriele e Oscar Buratti per Potocco.
INTERNI marzo 2020 / 83
DesignINg SHOOTING
INTRECCI Ortigia, poltroncina in massello di noce canaletto con seduta imbottita e rivestita in tessuto color Timo e schienale con intreccio in cuoio interamente eseguito a mano, Flexform. Plump, materassino per esterno di Paola Lenti realizzato intrecciando a mano elementi in Chain Outdoor, una maglia tubolare studiata e prodotta in esclusiva da Paola Lenti, disponibile in decine di colori mÊlange. Ogni elemento è imbottito con fibra di poliestere.
DETTAGLI Zoom sulle lavorazioni particolari degli arredi, dal vetro fuso effetto cannage dei tavolini agli intrecci hi-tech in tecnopolimeri bicolore delle sopsensioni, al cemento vero o falso dei morbidi pouf bielastici che simulano i panettoni milanesi di Carolina Trabattoni foto di Paolo Riolzi
VETRO Arlon, tavolino rettangolare in vetro trasparente cannettato ottenuto per fusione, con struttura in metallo a sezione quadrata finitura oro chiaro, design Matteo Thun & Antonio Rodriguez per DesirĂŠe. Cannage, tavolino tondo con piano in vetro da 10 mm temperato, fuso a fuoco con trama Cannage e retroverniciato fumo, struttura in legno massello, finitura a poro aperto: di Emmanuel Gallina per Fiam. Nastri adesivi giapponesi in tinta unita e a pois di MT Masking Tape.
DECORI DIGITALI Zefiro, paravento composto da tre pannelli in mdf laccato color petrolio con stampa digitale, corredati da elementi di supporto diversi tra loro e cerniere in metallo verniciato ottone opaco; design Nicola Gisonda per Mentemano. Trame, pouf-tavolino cilindrico indoor outdoor disegnato da Angeletti Ruzza per Daa, in metallo traforato al laser, disponibile con cuscino sfoderabile e imbottito in dry-fly drenante.
DesignINg
SHOOTING
HI TECH Kalatos, lampada a sospensione intrecciata che si ispira all’artigianato tradizionale dei cesti e canestri intrecciati in fibre vegetali. Rivisitata in chiave high-tech da Elisa Giovannoni per Slamp, la lampada utilizza fasce di tecnopolimeri color nero opaco con interno dorato e dettagli in LentiflexŽ trasparente. Esiste anche nel colore bianco e a plafoniera. Nastro adesivo giapponese rosa di MT Masking Tape.
DesignINg SHOOTING
PELLE Grant, pouf disegnato da Tristan Auer per Poltrona Frau,rivestito interamente in Pelle FrauŽ e decorato da cinte che avvolgono verticalmente la struttura e da fibbie in acciaio. La base è caratterizzata dalla lavorazione De Luxe realizzata intrecciando a 45 gradi le fasce di pelle. Nastri adesivi giapponesi in tinta unita di MT Masking Tape.
MIX MATERICO Lawson, poltrona design Rodolfo Dordoni per Minotti con base a lame semicurve in metallo verniciate color peltro a finitura cromo, struttura dello schienale semicircolare con rivestimento in pelle aspen color carbone, seduta e cuscini in tessuto chantal color gelso. Nastro adesivo giapponese in tinta unita di MT Masking Tape.
DesignINg SHOOTING
CEMENTO A sinistra, Bard, pouf di Giulio Iacchetti per Internoitaliano con struttura in multistrato, imbottitura in poliuretano e rivestimento in tessuto bielastico che simula la texture del cemento. Nasce come omaggio alla cittĂ di Milano, riprendendo la forma e la texture del dissuasore della sosta a forma di panettone. Tronchetto, pouf-tavolino scultoreo in cimentoÂŽ, composto esclusivo che impiega per oltre il 90% aggregati minerali mescolati al legante cementizio, design Parisotto + Formenton per Cimento.
MARMO PlacĂŠ, tavolo tondo con top in marmo Rocky Mountain e meccanismo centrale Lazy Susan, base in ottone con ossidazione di bronzatura sulla parte piatta e satinatura sullo spessore. Piastra di collegamento delle gambe in metallo nero opaco. Inserti decorativi in ottone satinato con finitura a cera. Design Federico Peri per Baxter.
DesignINg REVIEW
AMABILI RESTI
Tappeto e pouf dalla collezione Nuances di Patricia Urquiola per Gan, realizzati riciclando fibre di feltro scartate; l’abbinamento di colori e densità diversi creano un innovativo effetto pietra.
92 / marzo 2020 INTERNI
Rifiuti di processi industriali, residui post-consumo, scorie di plastica. Materiali legati alle tante emergenze ambientali diventano una risorsa per il design che, innestando un circolo virtuso di rigenerazione, trasformazione, riuso e riciclo, celebra la bellezza dello scarto di Katrin Cosseta
Componibili Bio, la nuova edizione total green dell’iconico mobile di Kartell, creata in collaborazione con Bio-on, che produce la bioplastica 100% naturale in cui è realizzata. Il materiale si compone di biopolimeri ricavati da fonti vegetali rinnovabili, come melasse di scarto di barbabietola e canna da zucchero, scarti di frutta e patate, carboidrati in genere, olio di frittura esausto e persino da anidride carbonica presente in atmosfera. Design Anna Castelli Ferrieri. Edizione green numerata della poltrona Sacco di Zanotta, con imbottitura in microsfere di bioplastica Biofoam e rivestimento in filo di nylon rigenerato Econyl, con grafica di Pierre Charpin. Sfondo: rivestimento Perle, di Rodolfo Dordoni per Mosaicomicro, eseguito con tessere ottenute con un nuovo impasto di vetro riciclato e argilla su cui si è lasciato fondere il vetro rigenerato e pigmentato.
Dal basso, in senso orario: sedia Vela Green di e-ggs Studio per Calligaris, con scocca in bioplastica da fonti rinnovabili vegetali; disponibile anche rivestita in tessuto eco sostenibile prodotto per il 75% da PET riciclato da post-consumer. Sedia Canova PCR di Claus Breinholt per Infiniti, prodotta in polipropilene ricavato da plastica post consumo urbano, in due varianti colore moka e caramel. Max di Christoph Jenni per Maxdesign, sedia totalmente eseguita con materiali riciclati e riciclabili (re-max, rispettivamente polipropilene rigenerato e polipropilene + wood riciclato), originati da scarti di produzioni industriali. Sedia S-1500, disegnata da Snøhetta per Nordic Comfort Products, con scocca al 100% in plastica riciclata proveniente dall’industria ittica norvegese e struttura in acciaio riciclato. Sedia dalla Ocean Collection di Mater, disegnata nel 1955 da Joergen & Nanna Ditzel, nella riedizione eco con seduta in plastica riciclata derivante da rifiuti oceanici e struttura in tubolare metallico. Sfondo: pavimento vinilico Trinidad di Bolon collezione Missoni Home, realizzato in pvc con fino al 30% di materiale riciclato, anche dalla produzione interna, usando solo energia da fonti rinnoabili.
DesignINg
REVIEW
A destra, sedia NO2 Recycle di Nendo per Fritz Hansen, con scocca in polipropilene riciclato, proveniente da rifiuti domestici in plastica; disponibile in 7 colori e con diverse varianti di basi. Poltrona a dondolo e paravento dalla Canopy Collection, nata dalla collaborazione tra Benjamin Hubert e il fashion brand Raeburn, realizzata con le tele dismesse dei paracadute militari decorate da fettucce di nylon. Sfondo: dettaglio dalla collezione tessile Musselblomma di Ikea, comprensiva di tovaglia, federe per cuscini e borsa in poliestere riciclato al 100%, prodotto con rifiuti di plastica PET recuperati dal mare Mediterraneo. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Seaqual, un’organizzazione spagnola che collabora con pescatori, ONG, comunità locali e autorità per pulire gli oceani dai detriti marini. Design Inma Bermúdez.
DesignINg REVIEW
Dall’alto: N13, poltrona della collezione Sedute Esaurite di pezzi unici originali recuperati con tessuti Rubelli fuori catalogo, sotto il brand Renaissance Rehab di Nicoletta Gatti. Poltroncina Chelsea di Promemoria (design Romeo Sozzi), nella veste ‘Botanica e la Notte’ nata da un progetto di upcycling di tessuti a magazzino fuori collezione, reinterpretati dal textile designer Sergio Perrero. Sfondo: dalla collezione Testane di Gabel, complemento tessile realizzato reimpiegando scarti selezionati dei cicli di stampa in cui si sovrappongono due o più disegni diversi, con effetti unici e irripetibili; il Gruppo ha recentemente ottenuto la certificazione ambientale per stabilimenti tessili ecologici STeP by OEKO-TEX - Sustainable Textile Production.
Libreria La Bibliothèque Fil di Pierre Paulin per Ligne Roset, realizzata in collaborazione con Really by Kvadrat, che produce il materiale per i ripiani, Solid Textile Board, composto da scarti di lana e cotone provenienti dall’industria tessile e della moda e da legante termoplastico. Sedia impilabile indoor/outdoor On & On, disegnata da Barber & Osgerby per Emeco, in PET riciclato rPET (70%), fibra di vetro (20%) e pigmento atossico (10%); disponibile in sei colori. Sfondo: tappeto Silhouette outdoor di Jaime Hayon per Nanimarquina, taftato a mano in 100% polietilene riciclato.
DesignINg REVIEW
Dall’alto: Soundsticks di Andrea Ruggiero per Offecct, sistema di divisori fonoassorbenti a sospensione composto da moduli tubolari rivestiti da scarti di tessuto provenienti dalla produzione di tappezzeria, da comporre a grappolo o in linea. Poltrona outdoor dalla Mara Collection disegnata da Lorenza Bozzoli per Slide, con struttura in polietilene riciclato che riproduce la texture dell’intreccio in pelle; la linea comprende anche divano e pouf. Tavolini Bowy di Patricia Urquiola per Cassina Collezione Outdoor, con base in acciaio inox goffrato e piano in vetroresina riciclata RFM®. Sfondo: velluto outdoor Benu Talent Fr di Christian Fischbacher, prodotto con filato per il 70% ricavato da bottiglie in PET riciclate; ignifugo, è proposto in una palette di 30 colori.
Chaise-Longue in cartone X2Chair, di Giorgio Caporaso per Lessmore, nella nuova versione con fianchi rivestiti in tessuto di Ecoalf, azienda spagnola che trasforma i rifiuti del Mediterraneo in accessori moda e filati di alta qualità . Lampada da tavolo La Petite Coupe di Krill Design stampata in 3D con un bio-polimero 100% biodegradabile, derivabile da qualsiasi scarto organico omogeneo. Sfondo: arazzo disegnato da Jaime Hayon per la mostra Ro Plastic - Master’s Pieces curata da Rossana Orlandi (2019), realizzato da Bonotto con un filato in poliestere ricavato da plastica riciclata ottenuta dalle bottiglie di uso comune.
INservice
TRANSLATIONS
nere degli Stracci of Michelangelo Pistoletto. In November the book Moving Through Contrast by Karen Van Godtsenhoven and Anneke van Wolfswinkel (Galerie Wilms and Lannoo Publishers) was published, containing an overview of all the artist’s works, including those made for Moncler. (C.T.) galeriewilms.com
PhotographINg ART & METAPHYSICS INtopics EDITORIAL
p1.
Everyone’s talking about sustainability, but the term does not always correspond to truly sustainable actions. It doesn’t really mean using recycled materials, but instead reinventing production processes as a whole. This is why we prefer to talk about a circular economy, implying an economic system designed to regenerate itself. In practice, this means analyzing the entire life cycle of a product or a service in keeping with the criteria of LCA (Life-Cycle Assessment, a structured method standardized on an international level that makes it possible to quantify potential impact on the environment and human health, starting with consumption of resources and emissions), as well as using secondary raw materials or embracing the principles of green forestry. These concepts, which represent indispensable values, at this point, for those who work on design and production, can become a very important new factor of competitive advantage for the companies of Italian design. It is precisely this aspect that we have tried to analyze in the March issue of Interni. We have chosen to do it in a very pragmatic way: starting with the figures, the facts, the honors and certifications that have allowed a number of brands – a selection necessarily covering only certain examples – to define a new business model. For the furniture industry, sustainability means making structural and strategic choices. For this reason, FederlegnoArredo, the individual associations and companies, are working in synergy to put environmental and social sustainability at the center of the growth strategies of the sector. The challenge is a daunting one: by 2025 the wood-furniture industry in Italy sets out to become the world leader in terms of the green economy. The results that have emerged from our research show that the path taken is the right one, but a still a very long one as well. In the future we will undoubtedly return to these themes, to document new achievements as they emerge. Gilda Bojardi
P4.
Kueng Caputo, Roman Molds collection for Fendi, Design Miami 2019. Photo courtesy of Fendi. Presented during Design Miami 2019, the Roman Molds collection was commissioned by Fendi to the two Swiss designers Kueng Caputo (Lovis Caputo and Sarah Kueng) for the loggias of the historic Palazzo della Civiltà in Rome, headquarters of the maison. Inspired by the city, the iconic architecture of the palazzo and the fine craftsmanship of materials, the 12 unique pieces combine colored glazed bricks and natural leather, as a flat or undulated structural element, in a surprising way. Stools, benches, consoles, tables, and also a palm tree with red fronds, in an almost metaphysical installation, between arches and clouds. (C.T.) fendi. com, kueng-caputo.ch
PhotographINg LANDSCAPE & ARCHITECTURE
P6.
CAPTION: View of the Rain Vortex, the impressive installation with a height of 40 meters that epitomizes the green spirit of Jewel Changi Airport in Singapore, a hub of transit, waiting and connection between the terminals, designed by Safdie Architects. Photo courtesy of Mapei.
La Collina by Terunobu Fujimori at Omihachiman, Japan. Photo Masuda Akihisa. La Collina is a complex designed in 2014 by Terunobu Fujimori to contain the headquarters and main point of sale of Taneya Group, a leader in the production of sweets. The work’s special feature is a grassy surface (kusayane) of the southern front: a form of nature translated into constructed reality. Japanese, born in 1946, Fujimori is a design with many facets, making him one of the most original personalities on the international architecture scene. Materials play an important role in his work, over a career of almost three decades (Electaarchitettura published the first Italian monograph on his output in 2019, with writings by J.K. Mauro Pierconti), often primitive ones (earth, stone, wood, charcoal, bark and mortar). With these substances, he shapes the quality and dreamy atmosphere of the spaces in which he intervenes, in ecologically sustainable works of high energy efficiency. In 2018 he created one of the Vatican Chapels set up on the island of San Giorgio during the Architecture Biennale in Venice. (A.B.)
PhotographINg ART & SUSTAINABILITY
PhotographINg ICONIC INSPIRATION
P2.
P8.
Suzanne Jongmans, De Berg and Mind Over Matter. Courtesy Galerie Wilms. Sheets of plastic, polystyrene, packing webs, but also fabric remnants, salvaged clothing, all materials apparently of little consequence, reinterpreted by Dutch artist Suzanne Jongmans to become refined period garments on contemporary models, portrayed as in masterpieces of bygone days. Suzanne Jongmans is a tailor, sculptor, costume designer and photographer. Her research on historical costumes and the figurative archetypes of the art of past centuries is expressed through handwork and photographic images: between classic and modern, light and dark, humble and precious. Like Mind Over Matter, right, and De Berg (the mountain), on this page, in which a large skirt made of rags suggests the Ve-
100 / marzo 2020 INTERNI
Molteni&C, The Art of Living, at Villa La Ricarda by Antonio Bonet, Barcelona 1953. Courtesy of Molteni&C. The Art of Living project continues, with the display of the collections of Molteni&C and Dada in iconic houses of the 20th century: from the building restored by Carlo Scarpa in Venice to the dwelling from the 1930s of Romeo Moretti, all the way to Villa La Ricarda in Spain, designed in 1953 by Antonio Bonet in collaboration with the owners Ricardo Gomis and his wife, Agnes Bertrand Mata. This is a rationalist villa on one level, immersed in the pine groves of Barcelona by the sea. Many pavilions, arranged in an asymmetrical way, form the volume of the building with two main axes that converge towards the atrium and ceilings – undulated at times – that follow the profile of the surrounding pines. The new furnish-
ings and icons of Molteni&C are shown in an ideal location. In the photo on this page, the Miss chair from 1986 in black-stained ash, by Afra & Tobia Scarpa. (C.T.) molteni.it
INsights ARTS
P10. BORDERLINE DIALOGUES by Germano Celant
COMBINING RIGID STRUCTURES IN WOOD OR METAL WITH SOFT, ENVELOPING MATERIALS, THE WORKS OF BERLINDE DE BRUYCKERE INVESTIGATE THE RELATIONSHIP BETWEEN SENSES AND SPIRIT, WHERE THE IMAGE OF THE HUMAN BODY SEEMS TO BE SUSPENDED BETWEEN THE PULSATING LIFE FORCE AND THE CRYSTALLIZED UNIVERSE OF THINGS Since 1988 Berlinde De Bruyckere (1964) ha concentrated on soft, epidermal materials, defending the perimeter of the body. Something suspended between inside and outside, spiritual and physical, forcefully insisting on the impossibility of separating the artistic gesture from the hard crossing between matter and non-matter, vital and mortal. One of her first solo shows, in 1990 at Museum Dhondt-Dhaenens in Deurle, Belgium, was already titled “Reflecting on Confinement and Death,” approaching the barrier then represented concretely through the use of wool between the fullness of the living, with its encumbrance and presence, and the hidden, imperceptible mystery that lies below, in death. The artist brings out this dialogue by inserting a double in her ensembles, composed of stiffened structures in metal or wood, and by the sensual, superficial richness of blankets in strong, intense colors: an exchange between the sensory fullness of a fluid material, hard to possess in terms of form, and the arid chill of a system that is dissected and crystallized, with which it coexists. The whole becomes a ‘mass’ of skins, slender and cottony, that seems to suggest the covering of bodies, and thus of limbs. They are string-like entities, fine waves, that can be associated with the pleasure of the gaze and the touch, therefore feeling and perception, forced to take into consideration glacial, petrified images, or at least compact ones, without any sign of life. Around 1994 the itinerary between vital and mortal shifts to the human and then the animal body, which takes the place of the structure or the undifferentiated object that hosted the epidermal discharge of the blankets. De Bruyckere reverses emptiness into fullness, and makes a mobile, sanguine mass, almost a transit from nigredo to albedo of the immaterial, implied in the skin-like stratification of the earlier works. The structure loses its fixity and becomes the vehicle and contact with the animated component of life. It does not abandon, on the other hand, the awareness of the rigid universe of things, which return in the form of furniture and tables, pedestals and display cases, systematically in dialogue with the human and animal image, concentrating on the grinding and dicing of carnal forms that are no longer closed and circular, but rely on an unknown power. The presentation of the bodies also feeds on an organic material aspect provided by the use of wax, which with its malleability and vulnerability suggests the tissue that wraps the flesh, human or animal. The situation shown is therefore ‘real,’ regarding a real event, whose stake is the dissolution of an as-yet vital body, when the figure offers itself to death or is on the verge of shifting into another moment of existence, both in the act of making a gesture or a step, and at the point of diving or falling into another state of being. De Bruyckere’s configurations are in fact errant forces, they rise and descend, hung and suspended; they still have a power of autonomy and identity, before sinking into the void. They reflect an instability, that has an almost anarchic connotation with respect to the destiny of death. For this reason, they seem to be dissected and exploded, often in fragments, because they convey a dissociative charge
also steeped in a certain humor with respect to the drama that faces them. They are in a state of lethargy, but the life force has not yet abandoned their joints and limbs. They are innervated, almost as if hoping for a regeneration. For this reason, the artist continues to be inspired by the classic imagery of the resurrected Christ or the pagan Eros, from the paintings of Lucas Cranach to the films of Pier Paolo Pasolini, which also permits her to call into play the dialogue between senses and spirit, soul and flesh. The corrosion and dissolution of the fixed carnal serve to wrest away the being that corrodes it to the point of extinction, to allow another, glorious condition to take over, not in the divine, sacred sense, but the aesthetic, artistic sense. In this way, De Bruyckere exalts the therapeutic power of her operation, which offers itself as an antidote to thinking about art as a free zone, extraneous to the world. She does not consider it a mystical and magical procedure, but a possible tool of real regeneration. Her perspective, though continually based on exchanges between vital and mortal energies, between being and technique, body and structure, is in favor of an organic culture, linked to the living, that is, to the incandescent breath that derives from it. In many drawings and works the inner matter erupts from the head, by way of the mouth or the eyes, which are the womb of a hidden, unknown breath, antagonistic to the exterior world. Working on manifestations of opposites, low and high, natural and unnatural, hence between energy in action and energy depleted, the artist concentrates on the exchange between the fixed and the volatile. She grants reality to suspended images, of human and animal figures, such as the horse, whose existence on the stage of the work seems to be defined by a being there, a self-presentation in the moment of a vital photographic ‘shot’ in which the body appears to tighten or to extend itself, to twist and turn or to leap, almost making this moment of life suffice to counter the congealment of its rigid, fixed state. As in a painting by Bacon, the human presence is positioned in an often closed space, like a closet or a display. It mingles with the furnishings and the inanimate objects, feeding on silence and immobility. De Bruyckere formulates almost a set, made of metal and glass, in which the parts or the whole of a body are not able to break free. At times the relationship is harshened by violence, while at other times it is based on a mutual acceptance, of support and survival. In very dramatic cases the encounter, as at the Venice Biennale, is wreathed in shadow, so that the whole emerges almost luminously, suggesting a spiritual presence, or a leap into the void, a phantom. The blinding bleakness of nature, in the form of trees or animals, suspended in darkness, is transformed into the vertigo of life. The flash of recognition and dimension of the instant correspond to the instinctive power of living. The sculpture is bathed in energy, with a virtual fire, rendered in the act. The artist grasps the material and triggers a flow in it, where the subject and the object cease to be separate, opposing categories. The center of her meditations is the flesh, but specifically the core that supports the soul, without which no life can exist. And the nervous vitality does not have to do only with the human, but also with the animal. Both intercept an awesome, redeeming force connected to the carnal magma; in this way, art offers itself as a crucible capable of receiving the breath of their natural powers, and of restoring it anew, or even purified. CAPTIONS: pag. 10 Berlinde De Bruyckere, Aletheia, on-vergeten, 2019. View of the exhibition at Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Turin. Photo © Mirjam Devriendt pag. 12 Berlinde De Bruyckere, Spreken, 1999; wax, blankets, iron, 200 x 140 x 180 cm. Collection of M HKA /The Flemish Community, Antwerp. Berlinde De Bruyckere, Dekenhuis, 1993; blankets, iron, 203 x 175 x 113 cm. Collection of Eric Decelle, Brussels. pag. 13 Berlinde De Bruyckere, Lingam, 2007-2010; wax, epoxy resin, iron, belting, wood, 242 x 122 x 62 cm. Olbricht Collection. Berlinde De Bruyckere, Hanne, 2003; wax, horsehair, wood, iron, epoxy resin, 175 x 52 x 60 cm. Hauser & Wirth Collection, Switzerland. pag. 14 Berlinde De Bruyckere, Inside Me, 2008-2010; iron, horse skin, epoxy resin, wood, 328.7 x 244.5 x 126,5 cm. FWA – Foundation for Women, Belgium. Berlinde De Bruyckere, It Almost Seemed a Lily IV, 2018; wood, wallpaper,
INTERNI marzo 2020 / 101
wax, fabric, lead, epoxy resin, 281 x 238 x 40 cm. Photo © Mirjam Devriendt. pag. 15 Berlinde De Bruyckere, We Are All Flesh, 2009; was, wood, metal, epoxy resin, iron, 132 x 217 x 200 cm. Ömer Koç Collection, Istanbul.
INsights VIEWPOINT
P16. THE INFINITE PROJECT by Andrea Branzi
THE CHAIR IS AN OBJECT THAT PARTICULARLY ATTRACTS THE INTEREST OF DESIGNERS. AND THE 1700 MODELS CREATED FROM THE 1700S TO THE PRESENT GATHERED BY THE VITRA DESIGN MUSEUM BEAR WITNESS TO A BOUNDLESS CREATIVE IMPULSE, AIMED LESS AT THE PURSUIT OF FUNCTIONAL SOLUTIONS THAN AT THE INVENTION OF CONSTANTLY NEW FORMS Just in from the Vitra Design Museum: an atlas of over 1700 chairs, the largest collection of documents in the history of furniture. An infinite series of chairs, stools and cabinets to furnish the home, from 1740 to 2019; examples of historical, modern and contemporary chairs that accompany the relationships of use along the by ways of unpredictable human activity. The chairs bear witness to incessant creative practice; a sort of circular economy that crosses our contemporary era. Seats in wood, metal or plastic, to respond to a form of unfathomable creative anxiety. We might wonder why domestic economics has concentrated on this gigantic catalogue of objects. Contemporary anthropology might meditate on this boundless museum of Vitra – full of exemplary, innovative, decorative, hostile or welcoming chairs – scanning a vast repertoire of exceptions, substantially useless by resolutely determined to invent new forms and new geometries. Actually they do not solve practical problems, but instead give rise to an ocean of seats. Modern thought has created this infinite project, without any precise functional aim, but instead as evidence of an interminable dance of legs, stools, geometric forms, an extraordinary document of madness pursued through living rooms, bedrooms and offices, designing an almost crazed world. In the succession of wars and military empires, chairs dance in a lordly and absolutely comical way: beautify, ugly, hospitable, elegant. What has accompanied our history as designers and architects, through the silence of blacksmiths and carpenters? Only music and painting have created something of the sort, over the span of three centuries; masterpieces, stools, benches represent thinking of irresolvable exceptions, constituted by brilliant and tragicomic masterworks. Man seems to have never tired of uselessly pondering a constantly provisional solution to a futile problem. Actually, the Vitra collection describes a happy anxiety, witness to a restless pursuit of objects on which to sit, on which to rest, on which to find the surprise of infinite temporary solutions. CAPTIONS: pag. 16 Bent Plywood Armchair by Gerald Summers, 1933 (Vitra Design Museum).
INside ARCHITECTURE
P18. A RAINFOREST IN THE AIRPORT project SAFDIE ARCHITECTS executive architects & structural engineers RSP Architects Planners & Engineers interior designer Benoy landscape architect Peter Walker and Partners photos courtesy of Mapei - article Antonella Boisi
102 / marzo 2020 INTERNI
IN SINGAPORE, THE JEWEL CHANGI AIRPORT, A HUB OF TRANSIT, WAITING AND CONNECTION BETWEEN THE TERMINALS, IMMERSED IN A TROPICAL PARK WITH A SPECTACULAR WATERFALL, DEMONSTRATES THAT A GREEN FUTURE IS ALREADY POSSIBLE “Architecture constructs our living environment and should always be unique, in keeping with the site and the users, contributing something useful to the community,” says Moshe Safdie, the famous Israeli-Canadian architect who is truly changing the Singapore in a green and very Instagrammable way, after having invented the revolutionary Marina Bay Sandshotel for this Southeast Asian metropolis (three 55-story towers topped by a ‘raft’ with a length of 200 meters, with a panoramic pool apparently suspended in the void). The Lion City (from the Sanskrit root for Singapore) lends itself in many ways (including the climate) to embody the metaphor of contemporary dynamism and renewal, and last April ‘Safdie’s’ Jewel at Changi Airport, the new hub of connection between three of the four terminals, was opened as a work of Land Art and technology that will certainly get noticed. The complex speaks Italian (thanks to Mapei) in terms of the materials used for the installation of the floors and facings (see the in-depth coverage on the following pages). Built on the former parking area of Terminal 1, the Jewel infrastructure has been envisioned by Safdie as a marvelous green ecosystem in which the landscape designs and connects the space in a fluid, vital way, offering visitors an experience that is a tribute to the image of the Garden City. Nothing austere and impersonal, in short, no already written scripts, as can be seen in the very numbers of project: 3000 trees and 60,000 medium and small shrubs, in an area of about 22,000 square meters, form the core of a ring-shaped building of 135,700 square meters on ten levels (five below ground, set aside for parking). The composition contains three striking interconnected episodes of dizzying height. First of all, a terraced garden on five levels (known as Shiseido Forest Valley), populated by over 200 species of plants selected from Brazil, Australia, Thailand and the United States, which flower and grow at a controlled temperature of 23 degrees under a dome formed by over 9000 panes of glass held in place by 18,000 steel beams inside a complex structural grid. Then comes the nucleus of this giant architectural installation that stimulates the senses, heart and mind: the spectacular Rain Vortex, an indoor waterfall with a height of 40 meters, descending from the central oculus of the glass dome, which during the evening amplifies its impact with games of light and color, visible from the pedestrian walkways and internal bridges (one also with tracks). The fifth and uppermost floor contains a park, known as Canopy Park, whose 14,000 square meters contain a glass bridge floating 23 meters above the ground, gardens of water lilies and cacti, labyrinths of hedges and topiary art, as well as a giant slide, elastic nets and other playground equipment. But the Jewel is not just a lush garden paradise. Like a Greek agora, part of its area is set aside for an appealing ‘market’ offering 280 shops and restaurants, a multiplex cinema and a Yotelair (luxury airport hotel) with 130 cabins. In essence, this mixed-use transit node, also open to non-passengers (i.e. those who do not have a boarding card), creates a microcosm that puts human beings of the new century at the center, their wellbeing, comfort and quality of life, which are inseparable from dialogue and interaction with nature. To put this new Renaissance vision into focus, Safdie has brought together a team of engineers, landscape architects, interior designers and artists, reasoning in terms of biotechnologies. Without forgetting that life is born in every place and time from a drop of water, even when it becomes an epic cascade 40 meters high, Safdie comments: “Singapore has frequent rainstorms, so the water is gathered and recirculated through lateral nozzles, from the top down, to cool the interior and to irrigate the plants, while the glass roof with its form dynamically adjusts the influx of natural light and shadows, guaranteeing an efficient system of ventilation.” In other words, this work ‘draws’ an unexpected hyperbola between ancient con-
structive traditions in the recycling of water, and an unprecedented contemporary architectural image. CAPTIONS: pag. 18 The heart of the Jewel, the Rain Vortex, a grand work with a height of 40 meters, featuring a cascade from the glass oculus of the roof and developing inside. In the evening the waterfall is enhanced by games of light and color, boosting the multisensory impact. Besides its visual appeal, the installation recycles rainwater to cool the interiors and to irrigate the plants. Upper left, exterior view of the transit hub in steel and glass, with a ring-like form inserted in the greenery. It is directly connected to Terminal 1 and can be reached with footbridges from Terminals 2 and 3 of the Changi Airport in Singapore, “the best in the world” according to the Skytrax World Airport Awards 2019. pag. 20 Above, the ‘enchanted garden’ of Terminal 2. Below, in the drawing, longitudinal section of the Jewel. The structure also contains a hotel, services and shopping zones. pag. 21 The Shiseido Forest Valley, a rainforest extending around a cascade with a height of 40 meters, with a terraced landscape of trees and medium or small shrubs (over 200 species), including footpaths and areas for relaxing. The volcanic stone of the wall has been attached to the ceiling and installed using Mapei products. The Italian company has also supplied adhesives and mortars for the tiles and granite facings of most of the spaces of the Jewel.
P22. HIGH PERFORMANCE THE PROJECT BY SAFDIE ARCHITECTS RESHAPES THE MEANING AND FUNCTION OF AIRPORT SPACES. MAPEI HAS SUPPLIED KNOW-HOW, SPECIALIZED TECHNICIANS AND PRODUCTS FOR THE INSTALLATION OF WALL FACINGS, FLOORS AND PAVEMENTS Research, innovation and international reach now make Mapei not just a supplier of products, but a partner with expertise in engineering and architecture for all sector professionals. A global player with a mediumlong range vision, concentrating on a mixture that includes products, production capacity and people. The company has 89 affiliates in 56 countries, and 83 production plants in 36 of them: from Europe to Africa, the Americas to Asia and Oceania. A strategy of internationalization based on two main objectives: greater proximity to local needs and reduction of transport costs. With a particular focus on sustainable dynamics, leading to this Italian company’s selection in November for First Prize for Circular Economy in the context of the Sustainable Development Awards 2019, supported by the Ministry of the Environment, for the product Re-Con Zero Evo, an additive for the recovery of returned concrete. Mapei has been involved in the Jewel Changi Airport project in Singapore since 2017, providing technical personnel, expertise and products. From the standpoint of know-how the group has responded to the needs not only of Safdie Architects but also of the entire team of engineers, architects, landscape and interior designers, and artists, who have contributed to generate wellbeing, comfort and quality of life in this biotech microcosm. The relationship with the world of design is complex, but again in this case it has been developed by bringing together various partners in pursuit of the best technologies, formulating solutions to problems. A partnership that has led to collaboration from the early design phase to the implementation on the worksite, with technical assistance. Mortars, grouts and adhesives have been selected by assessing the type of materials (marble, granite, slate, volcanic stone, gravel and ceramic tile) and the environmental conditions subject to controlled temperatures, variable humidity levels, continuous traffic and wear. For Mapei, operating in terms of problem solving has again meant receiving constant stimuli to invent, innovate and experiment with new developments on a specific worksite, solutions that can then be transferred to the overall market. Danilo Signorello In particular, Mapei’s contribution covered the following areas: Shiseido Forest Valley: walls of the hanging garden (volcanic stone
installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor SF; volcanic stone of the intrados installed with Kerapoxy); walls of the cascade along the pedestrian pathway to the east (volcanic stone installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor FF+Fugolastic); floor and stairs (granite installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor FF). Entrances to the Jewel and walkway to the Shiseido Forest Valley: (slate and granite installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor SF). Connection to Arrivals Terminal 1 and the Jewel: floor (slate installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor SF). Basement 1: floor (granite installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor SF; ceramic installed with Keraflex, grouted with Keracolor SF). Pedestrian walkway of the main shopping area: for all 7 levels of the Jewel (marble and black granite installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor SF). Elevator lobby: for all 7 levels of the shopping area of the Jewel (marble installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor SF). Connection of elevator lobby and Terminals 2 and 3: floor (marble installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor SF). Shiseido Forest Valley, Canopy Park, part of the shopping circuit: floor (pebbles installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor FF). Canopy Park: floor (granite installed with Keraflex Maxi S1, grouted with Keracolor FF). Restrooms: floor and walls (ceramic tile installed with Keraflex, grouted with Keracolor SF, black granite installed with Granirapid, grouted with Keracolor SF); for the walls (Primer G applied before placement on the plasterboard wall). Food Court: floors and walls (ceramic tile installed with Keraflex, grouted with Keracolor SF). Lobby of Basement 3, Terminal 1, lobby and connection to Terminal 1: floor (white Kashmir granite installed with Keraquick S1, grouted with Keracolor SF). Outdoor pathway: pavement (granite installed with Keraquick S1, grouted with Keracolor SF), metal rainwater grilles (pebbles installed with Kerapoxy on metal grille, grouted with Keracolor FF). Connection bridges to Terminals 2 and 3: floor (granite installed with Keraquick S1, grouted with Keracolor SF). Service areas, staff areas, restrooms: metal doors (ceramic tile installed with Keralastic T, grouted with Keracolor SF). CAPTIONS: pag. 22 Keraflex Maxi S1 by Mapei for the installation of volcanic stone on the walls of the hanging garden (grouted with Keracolor SF) and the cascades (grouted with Keracolor FF+Fugolastic). pag. 23 1.Keraquick S1 for installation and Keracolor FF for grouting of the granite in the connections between Terminals 2 and 3. 2. Keraflex Maxi S1 for installation and Keracolor FF for grouting of the granite of Shiseido Forest Valley. 3. In the shopping area, the marble has been installed with Keraflex Maxi S1 and grouted with Keracolor SF, like the slate in the arrivals hall of Terminal 1 (4.). 5. Keraquick S1 for installation and Keracolor SF for grouting of the pebbles in the outdoor area. 6. The granite of the flooring in the basement has been installed with Keraflex Maxi S1 and grouted with Keracolor SF. 7. In the restrooms, Keraflex for the installation and Keracolor SF for grouting of the ceramic tile on floors and walls.
P24. TREE HOUSES project PETER PICHLER ARCHITECTURE principals Peter Pichler, Silvana Ordinas design team Daniele Colombati, Gianluigi D´Aloisio, Giovanni Paterlini, Marco Capriani - article Antonella Boisi
IN THE UNITED STATES, WEST VIRGINIA, THE CONCEPT OF A SYSTEM OF HOUSES IN THE TREES SURROUNDS THE SETTINGS OF DAWSON LAKE AND THE PERSPECTIVES OF GREEN, SUSTAINABLE HOSPITALITY From the Dolomites to Dawson Lake, the sustainable architecture of Peter Pichler becomes even more international, visionary and full of meanings, to approach the challenges of climate change while minimizing environmental impact. His Tree Houses, which will be completed at the start of the summer in a private green landscape of slightly over 40 hectares in
INTERNI marzo 2020 / 103
West Virginia, embody a value that goes beyond the concept of typologies designed with zero-kilometer materials and technologies, inspired by a marvelous wild natural setting. The eight dwellings in local wood are suspended in the trees of a large forest of maples, poplars and oaks by a lake, and will soon form a plastic-free settlement to create a Research Center on sustainability, where scholars and researchers at the most advanced universities around the world will be welcomed for encounters, talks and conferences, in a program still being outlined at this time. With other sustainable constructions, including a nutrition and agriculture facility, a wellness center, and a space for culture, visual and performing arts, the whole Dawson Lake complex will become a ‘laboratory’ of design regeneration on a large scale, to improve the health and solidity of the local ecosystem. There is also the idea of using a large zone for the installation of photovoltaic systems and windmills to produce clean energy. Automobiles will remain outside the property and internal movements will be entrusted only to electric cars and bicycles available at the entrance, for further reduction of CO2 emissions. In this small, self-sufficient smart city, nothing else will be required. But how did the project get started? “Last year we took part in an invitational competition for the design of a hotel in Alto Adige, and the guidelines included a request for treehouses,” says Peter Pichler, the architect from Bolzano who before opening his own practice in 2015 in Milan with Silvana Ordinas trained in the studios of Zaha Hadid, Rem Koolhaas and Delugan Meissl. “We won the competition, and only afterwards, looking back on the materials, did we realize that the Tree Houses were more interesting than the hotel itself we had designed. We decided to post them on our social network accounts. We were contacted by various potential clients, and one of them was our American client in this project, a lover of art and music, who invited us to visit the property in West Virginia.” The work is still in progress. The designers are still deciding what type of local wood to use for the constructions at Dawson Lake; for the moment, they know it will be pale on the inside, with dark external shingles to blend into the landscape. With respect to the first concept developed for the competition in the Dolomites, the geometry of the volumes has remained practically the same. The image of the Tree Houses is set by a pitched roof and two monolithic tetrahedra joined at the base, rooted like trees in the terrain: the lower solid has a structural role, while the upper one contains the residential functions, created in a rhomboid layout, while a footbridge functions as the connection between the house and the access drive. The program of the housing units, however, has been modified, varying from 35 to 45 square meters: two completely glazed fronts eliminate the perception of barriers to the natural habitat; the spaces, now larger and more open, on two levels connected by an internal staircase placed along the opaque facades, include the kitchen and living area on the lower level, with the bedroom zone above them, with separate bathrooms. The furnishings are mostly custom pieces, relying on natural fabrics in harmony with the sensation of wellness provided by the constant presence of wood. Each unit will have thermal insulation, equipped with a geothermal heat pump (but there is also the idea of using the water from the lake) and a technical lighting system for energy savings using sensors for automatic control. “Considering the fact that there are just 8 units, a second step will probably be necessary, designing a small hotel to boost hospitality capacity,” Pichler explains. “In the architectural formulation, it will continue the pursuit of harmony with the context, in which to have an experience of total immersion. People arriving at Dawson Lake want to get away from the urban dimension, to take beautiful walks, to ride bicycles, to meet artists and musicians, relaxing in a natural setting of slower rhythms, away from the normal schemes of hotel living. One idea that is developing is to rent the Tree Houses to creative talents with different backgrounds as studios, generating a hotbed of ideas and inspirations drawn from the surrounding environment. We like to think that Dawson Lake will be the first luxury resort designed according to the guidelines of the Living Building Challenge, in terms of zero-impact energy.” It is
104 / marzo 2020 INTERNI
good to know that something made for the few can provide wellbeing for the many; because this model, in the end, can be replicated in other contexts and other habitat dimensions. CAPTIONS: pag. 25 The treehouses of Peter Pichler suggest children’s games, or the dreams of Cosimo Piovasco di Rondò, the Baron in the Trees of Italo Calvino. Actually, the technological elements that go into the Tree Houses provide energy savings and near-zero environmental impact. pag. 26 The form and materials of the Tree Houses at Dawson Lake (local wood for the structure and the internal facings), the geometric design of the pitched roof, the two glass facades and every part of the monolithic tetrahedra joined at the base make reference to the pursuit of a symbiotic relationship with the surrounding forest. In the drawings: the plans of the two levels and the roof. pag. 27 Rendering of the bedroom on the upper level of one of the housing modules. Lined in pale wood of local origin, with furnishings of contemporary design, it features two completely glazed fronts to trigger dialogue with the landscape outside. Below, in the drawings: lateral elevation, section and frontal view.
P28. ORIENTAL OVERTONES project DAMILANOSTUDIO ARCHITECTS project Duilio Damilano - collaborators Emanuele Meinero photos Andrea Martiradonna - article Antonella Boisi
ON THE HILLS AROUND CUNEO, IN PIEDMONT, A VILLA IN THE MIDST OF GREENERY WITH LARGE WINDOWS OVERLOOKING THE LANDSCAPE BECOMES THE PROTAGONIST OF A DISRUPTING NARRATIVE, WITH A WINK AT JAPAN AND THE CRAFTSMANSHIP OF OBJECTS MADE IN ITALY We are looking at threads and patterns that intertwine, between nature, the objects of Italian design with an artistic-crafts matrix, and architecture: his great passions? “Yes, in a certain sense. To find a resemblance, I’d say this house is like a comfortable garment, in hemp, with a Japanese tone of elusive lines that get you back in tune with a more intimate dimension, with the rediscovery of handmade details.” Duilio Damilano, an architect based in Cuneo, decided to live on the edge of a forest about 15 years ago. This recent project is on a hillside, a parcel of about 20,000 square meters in the same zone: a villa in metal and wood, with a single level above ground and 500 square meters of habitat space, overlooking the plains below and the Piedmont Alps above. The landscape seeks dialogue, a relationship of empathy that is far from banal. “I like to narrate dwelling in a different way each time, in pursuit of an emotional impact that optimizes the functional program, between rigor and wonder,” he continues. “In this specific case I’ve been lucky. Made over the footprint of an anonymous demolished building, for a client who likes bonsai and has commissioned other works in the past, this contemporary design embraces a Taoist philosophy in its approach, a matter of attunement. We have both assumed the role of ‘spectators’ of the eternal becoming of nature and its boundless transformations of forms and colors across the seasons and the years.” The rationalist structure of the villa, incorporating a main volume and an annex for guests in a single work, is influenced precisely by the desire to make large openings for the spaces, for maximum exposure to sunlight and the hill, then closing the building in a more introverted dimension in the zones near the neighboring houses. The creation of about one linear kilometer of terraces has permitted harmonious coplanar design of the surfaces, which can be used inside and outside, while the basement is set aside for the cars. The entrance on the northern side is reached by means of steps in rugged gray stone, immersed in greenery, which together with an overhanging walkway in Corten creates a game of dynamic layout of the narrative episodes. On the platform, the chair-nest in steel wire by the Campana Brothers for Edra becomes the iconic feature chosen for the contemplation of the nearby and faraway landscape. Local rocks of different sizes, Japanese maple trees and large lawns following the natural slope of the terrain set up the
encounter with the infinity pool, and two other evocative features – a lily pond and a Japanese garden – that add rhythm and character to the longitudinal extension of the main volume and its grafting into two staggered perpendicular segments. “I must admit that in the overall design of the place I have been influenced by certain images lodged in memory, the legacy of long voyages in the Orient, to discover traditional Japanese architecture,” Duilio Damilano says. “The sunscreens placed on the windows to the north, for example, have decoration that seems almost like lace, inspired by a suspended ceiling that impressed me in a subway station at Fukuoka, due to the sensation of great calm it spread, in spite of the frenetic life of the city.” The choice of ‘packaging’ the roof of the house in larch shingles, entirely installed by hand, is also part of this creative tableau, free of preset schemes. With the warmth of the sun’s rays, the shingles change their color over time, passing from warm tones of wood to a burnished gray that is closer to the bark of the surrounding trees. The bamboo canes placed outside like a screen in front of the guest kitchen will also be transformed (the guesthouse also contains a living area and bedroom zone). The teak deck is a true outdoor salon that tops the architectural promenade shaded by the overhangs of the roof, then orchestrating the gradual passage towards the large living room, facing south, that connects the more private part of the house (the nighttime zone) to the area set aside for guests. ‘Idealized’ with two welcoming sofas by Edra – another long-term traveling companion of Duilio Damilano – a wooden table five meters long with stone totem legs and a totally open kitchen with glass walls, the space thrives on constant indoor-outdoor permeability, underlined by the large transparencies of floor-to-ceiling openings, and enlivened by other ‘disrupting’ motifs. Elements of counterpoint include the ceiling of variable geometry and height, which adds dynamism and proportion, conveying a sculptural perception of the unified volume. Its facets are emphasized by the light, shifted off the ground and suspended to guide the gaze towards the micro-cement flooring. These perceptions establish relationships of a domestic landscape that does not shy away from confrontation with nature, its protagonist. All of its magic is revealed above all during the evening, when the internal space captures attention like a magnet. CAPTIONS: pag. 29 A pool with a length of 35 meters, a lily pond, bonsai trees, local rocks of various sizes and large green spaces form the Japanese garden, created with the consulting of a London-based studio, by Garden Roagna Vivai. In the game of reflections, shadows and lights in the evening, the comfortable open-air salon features built-in spotlights by Flos, a Canasta sofa by Patricia Urquiola for B&B Italia, Supernatural chairs by Ross Lovegrove for Moroso, and the Spun chair by Thomas Heatherwick for Magis. On the facing page, the entrance zone with the rugged stone steps, the overhanging Cor-ten walkway and the Corallo chair by the Campana Brothers for Edra, which like a tutelary deity is framed by the Brisa lamps by Lievore Altherr Molina for Vibia. pag. 30 The swimming pool zone seen from the garden. The sculpture in the foreground and the one beside the pool are works by Frediano Damilano. Some sides of the external enclosure of the house, which rests on a concrete slab with a metal structure, have been clad in larch wood, like the roof, made with shingles installed by hand to emphasize the material continuity. Left, the kitchen of the guest quarters is screened by bamboo canes. S-Chairs by Tom Dixon for Cappellini and an Arco floor lamp by the Castiglioni brothers for Flos. On the facing page, the belvedere offers a fine view of the landscape, near and far, from the terrace. pag. 32 View of the living area. In the foreground, the floor and suspension lamp is the North model by Arik Levy in the Vibia catalogue, like the Rhythm Vertical lamp in the background. Gina chairs by Jacopo Foggini and the Flap sofa by Francesco Binfaré, both produced by Edra, which has also engineered the custom table designed by Frediano Damilano. The off-scale seat, on the other hand, is the Milleuna Luna by Sicis. On the left, enclosed by glass walls, the space of the kitchen. pag. 33 To the side, plan of the ground floor. Below, the bedroom with the Corallo bed by Fernando & Humberto Campana and
the Ines floor lamp by Jacopo Foggini, all by Edra, like the Boa sofa by the Campana Brothers in another zone of the living room (image below), next to the Shade lamp by Paul Cocksedge for Flos. In the background, the sculpture I’M by Frediano Damilano.
P34. NEXXT project ANTONIO CITTERIO PATRICIA VIEL landscape design Carlo Masera photos Paolo Riolzi - article Matteo Vercelloni
IN MILAN, TO THE SOUTH OF THE RAIL YARD OF PORTA ROMANA, NEXXT, THE NEW FASTWEB HEADQUARTERS, IS THE FIRST BUILDING IN THE SYMBIOSIS MASTER PLAN, PART OF THE EUROPEAN PROJECT SHARING CITIES (ALSO INVOLVING LONDON AND LISBON), FOCUSING ON VALUES OF ENVIRONMENTAL SUSTAINABILITY AND THE CREATION OF NEW PUBLIC SPACES NEXXT, the new Fastweb headquarters in Milan, becomes the first step in a project for the redesign and conversion of an increasingly strategic urban area between the future transformation of the Porta Romana rail yard, the already operative Fondazione Prada facility (designed by OMA) and the activities of the Symbiosis master plan, which Antonio Citterio and Patricia Viel have developed for the Covivio group, part of the overall regeneration of the former industrial zone in the Romana-Vetabbia district. An innovative plan conceived to make new constructions interact with the urban fabric in a perspective of formation of new public spaces for the city. “The quality of the buildings that will be made in the area,” the designers say, “is expressed in the nature of their relationship with the context. The ground floors, as semi-public spaces, will be designed and outfitted for novel uses. In the case of the Fastweb headquarters, these uses involve a veranda on the water, and the terrace of the cafe below the elevated volume.” In this direction, the large glass volume of NEXXT creates a square (Piazza Adriano Olivetti) with the volumes of Fondazione Prada as its backdrop. A new urban place formed by a controlled succession of environmental situations, from woods to a ruderal garden with pools of water, designed by Carlo Masera. “The ruderal garden and the composition of its plants incorporate the existing garden featuring shrubs typical of industrial areas, and spontaneous grasses that had already colonized the area after its abandon. The new building and square are bordered by three pools of water, connected by a sequence of run-offs that follow the natural slope of the terrain. Every action has been studied to boost biodiversity and ecosustainability, responding to a collective desire for a return to nature in the city.” NEXXT is part of this ‘holistic’ approach to urban sustainability, in which the two letters X return in constructed form in the crossed beams supporting the volume perched over the reflecting pool. While like many corporate facilities of the new generation NEXXT has received LEED Platinum certification (with the highest score in the international rating system developed by the U.S. Green Building Council for the high levels of sustainability of the external enclosure, the design and construction of the interiors, and the physical plant systems and materials utilized), the project also goes beyond those parameters. The sustainability factor becomes the guiding concept in the configuration of the entire building in terms of performance and of achievement of the innovative concept of the smart workplace, a flexible, dynamic space, adaptable to different types of activity as they develop. Therefore NEXXT, on an overall constructed area of 21,500 square meters with five levels, ready to welcome about 1400 employees, offers high levels of performance in terms of savings of energy and water. These results are achieved by means of photovoltaic panels on the roof, the choice of sustainable construction ma-
INTERNI marzo 2020 / 105
terials (99% of the waste produced in the construction cycle has been recycled, while 25% of the total cost of the materials is derived from recyclable sources, 34% is of regional origin, and 93% of the wood comes from certified suppliers); as well as the design of the completely glazed facades (over 86% of the internal workspaces receive natural light, while 97% have direct views of the outside world). The products utilized are low in volatile organic compounds (VOC), the bath fixtures reduce wasted water, and preferential parking places (over 5% of the 350 available spots) are set aside for low-emission vehicles powered by alternative fuels. The design process has focused on energy and water efficiency, limited the environmental impact of the facility. The choices of insulation and the use of glass for optimized screening and light transmission, the deployment of natural light sensors and automated lighting control systems, and the centralized production of warm and cool fluids with multifunctional heat pumps do the rest: all this permits reduction of overall energy consumption of 43% with respect to a traditional building, in addition to the fact that 5% of the consumption in the entire complex is provided by photovoltaic generators. All the systems have been designed to prevent consumption of potable water for the irrigation of green areas, instead using recycled water and rainwater; the criteria applied permit a 50% reduction of consumption of potable water for internal use. This ‘intelligent machine’ thus outlined in terms of performance is flanked by sustainable choices applied in the configuration of the workspaces, which get beyond the obsolete concept of open-plan offices (maximum exploitation of space without fixed divisions, with separate managerial offices) to offer a smart workplace, a free environment in which to organize different working modes and methods over time. “Creative, collaborative and individual activities” are the categories of reference to replace closed offices and fixed arrays of workstations into flexible spaces organized in terms of corporate teamwork. In this open, mutable space, all employees, including the executives, can choose where and with whom to work, in keeping with a logic of free seating; it is possible to reserve positions using a special Fastweb app that responds to the need to shift a series of services and activities related to personnel into a digital dimension of greater mobility. In this approach to work that can change its configuration even from day to day, the landline telephones on desktops have disappeared, replaced by wi-fi headsets and corporate mobile phones, in keeping with the widespread paradigm of “working anywhere.” In the complex design process, the factor of participation becomes a central issue: sharing and co-design are the guiding concepts for the company in the creation of this new headquarters, where employees have been involved in the configuration of the entire building through workshops, interviews and encounters with the architects. CAPTIONS: pag. 34 The glass facade (with Schüco systems in aluminium) of the Fastweb headquarters NEXXT, with the volume placed on large X beams facing the new Piazza Adriano Olivetti. pag. 36 Perspective view from the central passage, between two pools of water, towards Piazza Adriano Olivetti, concluding with the profile of Fondazione Prada. Below, view of the reception area at the entrance, with the luminous sculpture Fibercloud by Giuseppe Tortato. pag. 37 View of the building facing the reflecting pools. The Fibercloud luminous sculpture by Giuseppe Tortato extends inside with a length of 200 meters, like a floating, suspended ribbon: a contemporary reinterpretation of the neon work by Lucio Fontana created for the 9th Milan Triennale (1951) and replicated in the Museo del Novecento. pag. 38 Images of the various typological situations of the workspaces. Over 86% of the spaces receive natural light, while 97% have direct views of the outside world. Above, the boardroom and – to the side – the open space with the circular Baobab table; all the furnishings are by Estel, including the desks, meeting tables and lockers on the facing page. The chairs inside the rooms and open areas are mostly by Herman Miller. LED lamps by Fosnova, with sensors to adjust intensity based on the presence of natural light.
106 / marzo 2020 INTERNI
INside TALKING ABOUT P40. SUSTAINABLE MATERA by Antonella Boisi
“A STATION IS NOT JUST A PLACE OF ARRIVALS AND DEPARTURES.” ACCORDING TO STEFANO BOERI, WHO WITH THE STUDIO STEFANO BOERI ARCHITETTI (MARCO GIORGIO AND MADDALENA MARAFFI, FIRST OF ALL) HAS DESIGNED MATERA CENTRALE FOR FAL (FERROVIE APPULO LUCANE) What remains of Matera, European Cultural Capital 2019? The Matera Centrale railroad station on Piazza della Visitazione, a new gateway of entry to the city to respond to the growing demand for accessibility of 60,000 inhabitants. Designed by the studio of Stefano Boeri for FAL (Ferrovie Appulo Lucane) with an ‘all-inclusive’ project of regeneration, it was built in just seven incredible months and opened on 13 November. The station is already a symbol of progress, growth and commitment, of a southern region capable of renewal. The facility has also become a landmark. Also because even if the high-speed rail service does not stop at Matera Centrale (it goes to Ferrandina, a small town 30 minutes away by car), the station is a work of urban revitalization, with a high architectural and social profile. This status will be augmented in the months to come, when work will be completed on the doubling of the rail line to Bari, and a large intergenerational park will be built on the large public space connecting Piazza della Visitazione to Piazza Matteotti, as a gathering place for the community. “The station comes precisely from the idea of creating not just a transport infrastructure but also a ‘place of life’ and a hinge between the historical city and the modern, contemporary city,” Stefano Boeri explains. “We have worked over the old footprint of the tracks (at a level of six meters below the ground) and on the large abandoned void of the piazza (at level zero), mostly set aside for parking, surrounded by stratified urban fabric that includes buildings from the postwar period like the courthouse and the city hall.” Hence the form of the architecture, on two levels, in steel and stone, where a large rectangular opening in the roof slab of the underground tunnel triggers a direct relationship between the two parts of the station, allowing natural light to enter, with dynamic openings and evocative games of light and shadow. “A tribute to the experience one has when walking through the Sassi, with their depth and vertical extension,” Boeri continues, a reference also reflected in the stone (from Trani and Apricena) used for the cladding of the building and the 12 steel columns (12 meters high over the level of the piazza, 18 meters above the platforms) that support the canopy of 45 x 35 meters. On its roof 696 photovoltaic panels produce 271,440 kwh per year, twice as much as the station requires, in order to light the entire piazza in the near future. Ça va sans dire. A new pact between man and nature, sustainability and green economy, are the fundamental themes of the design research of Stefano Boeri, who has made a symbol for them with his famous Bosco Verticale in Milan, the residential forebear of the Vertical Forests that the architect and president of the Triennale is creating all over the world, from Liuzhou in China to Cairo in Egypt, all the way to Eindhoven, Holland (here with an accent on social housing), just to cite a few paradigmatic examples of urban forestation in progress. To stop climate change and build a new future. In Matera as well, the green outlook could make the difference in terms of sustainability of a place. What is the legacy of Matera Centrale? I hope the station will soon be at the center of a park full of trees (2800 trees and large shrubs are foreseen, along with about 6000 smaller plants, ed). This part of the city will make a major contribution to absorb CO2 and particulate pollution, while reducing heat. The building itself has a different function, which I want to connect to the manifesto out-
lined with the economist Jeremy Rifkin for the Venice Architecture Biennale in 2008, inspired by the principles of the third industrial revolution. In those years, Rifkin said that buildings should become small centers of renewable resources, capable of absorbing energy and redistributing it. Twelve years later, the Matera Centrale station demonstrates that this is possible. Because its roof stores and produces twice the energy needed by the station: the concept of an diffused energy system with a local series of elements of generation and storage, which is also generous with its context, is a beautiful concept. This is also an entrepreneurial theme. In New York, since January 2018, a municipal plan has been launched for small businesses that produce clean renewable energy using the rooftops, cited by the World Economic Forum as a positive example. So Matera could become a model for this new logic. You have already worked in Marseille in 2013, when that city was the European Cultural Capital, contributing to the regeneration of an urban center that had become an attraction, but was not related to the periphery. In a parallel situation like that of Matera, what will happen after 2019? I think Matera has all the tools to transform the events of the year that has just come to an end into a constant situation of appeal and cultural dynamism. Of course, a new vision of the future of the city calls for thinking about the model of government of an entire urban reality, without barriers between the center and the periphery. The fact that the world has rediscovered the Sassi, a unique site, is positive, but I hope it is just the beginning of a wider-ranging, more inclusive vision. There is an entire part of modern architecture, from the 1950s, 1960s and 1970s, that needs to be reconsidered. We should never forget that in the postwar era Matera was a place of intervention of enlightened personalities, such as Adriano Olivetti, and architect-urbanists like Ludovico Quaroni, Luigi Piccinato, Carlo Aymonino, Giancarlo De Carlo, who designed and built districts of public initiative such as La Martella and Spine Bianche, as well as episodes of social utility of great value. These initiatives were of fundamental importance for the renewal of the Sassi, which had been abandoned as a result of health conditions that had been defined as a “national shame.” Today they can be part of a reinterpretation of the history of the city, without leaving gaps between the Sassi of the past, inhabited by peasant families and described by Carlo Levi, and the Sassi of the present, subjected to mass tourism. This opens up a wider issue, so that the Sassi will not be transformed into a caricature, a big amusement part with hotels. How can we control tourist traffic? How can we enable people to truly appreciate the age-old culture of these ancient places of real life, without total or partial transfiguration? The issue is open to debate. In your view, how can this phenomenon be oriented in the right direction? It has to happen at the level of politics and private investment. The means with which to create situations of stable residence in the Sassi represent a topic that must be discussed. And another major theme is that of crafts. The experiment conducted by Joseph Grima on geo-design, with the reutilization of existing volumes and the insertion of cultural events in forgotten spaces, is very interesting in this sense, because it opens up other perspectives. It would be intriguing to foresee incentives for quality crafts, moving them to Matera and working, for example, with 3D printing to involve young people from all over the world. Young people who could be aided to find workspaces and places to live, in the meantime guaranteeing a presence, and the creation of relationships of community in the territory. This is what the Sassi area needs. There could be standards to regulate the use of B&B facilities in the cave dwellings, shifting some of this approach of temporary residence into the space spaces of the modern city. We could also think about an operation of revitalization of districts of public initiative – which would take on great importance. The University could have an important role in the vision of the Matera of the future. The rediscovery
of the Sassi began with the University, as often happens. I remember that the historical center of Genoa in the 1980s was also restored in its value thanks to the relocation of the Department of Architecture. So, for example, we could imagine part of the Sassi being earmarked for education and research, which would be very stimulating, because it addresses a temporary but stable population, which can revitalize places. CAPTIONS: pag. 40 Matera Centrale, the station designed by Stefano Boeri Architetti for FAL (Ferrovie Appulo Lucane), at Piazza della Visitazione, as a hinge between the historical and contemporary cities. The facade cladding is in Apricena stone, a tribute to the ancient city of the Sassi, while the structure of the canopy and the large sign is in steel, like the twelve high columns (12 meters above ground level) supporting the large horizontal roof covered with 696 photovoltaic panels, providing maximum energy self-sufficiency for the station, with the future possibility of powering the entire piazza and park. Photo Giovanni Nardi. pag. 41 The large rectangular cut in the roof slab of the underground tunnel establishes a relationship between the two parts of the station, above and below ground, allowing natural light to enter the depths. The two suspended internal walkways are in electro-coated steel sheet. The paving in Trani stone, like the benches, forms a harmonious counterpart to the wall cladding in Apricena stone. Photo Guoyin Jiang. pag. 42 Rendering of the master plan of the pedestrian piazza connected to the Matera Centrale station. The feasibility study by Stefano Boeri Architetti to transform the piazza into a vast equipped park covers revision of the road system of the zone, envisioning the connection of Piazza della Visitazione and Piazza Matteotti, thanks to the partial relocation of parking facilities below ground level. A long bicycle path and walkway would cross large green areas (2800 trees and large shrubs, 6000 medium and small plants), featuring spaces for spending time, meeting, playing, sports and relaxation, as a way of reconnecting the fronts of the old and new architecture in the surroundings. pag. 43 Above, Stefano Boeri (portrait by Chiara Cadeddu) at the Bosco Verticale in Milan, his work-symbol (2014) that foreshadowed the major themes of the later urban forests around the world. The concept is to fight air pollution and climate change with trees that capture CO2. To the side, the Trudo Vertical Forest, an urban forestation initiative begun in 2017 in Eindhoven, based on the model of the Bosco Verticale in Milan, applied for the first time to social housing. In Holland the apartments will be rented at subsidized prices. Here social housing meets the potential of a green habitat developed with the technical consulting of the studio of the agronomist Laura Gatti. pag. 44 The three Vertical Forests, a hotel and two residential buildings under construction in southeastern Cairo, Egypt, part of the Greener Cairo project, the ecological conversion of the metropolis. Designed by Stefano Boeri Architetti with designer Shimaa Shalash and the agronomist and landscape designer Laura Gatti. pag. 45 Rendering of the first Smart Forest City in Cancun, Mexico, a project by SBA (Stefano Boeri, Francesca Cesa Bianchi) for Grupo Karim’s. An area of 557 hectares for 130,000 inhabitants, 400 hectares of green zones and 7,500,000 plants (400 species selected by Laura Gatti), parks, roof gardens and green facades, research and development centers (for students working on themes of environmental sustainability), and electric mobility. The project calls for absorption of 116,000 tons of CO2 per year, and the energy self-sufficiency of the city. A perimeter ring of photovoltaic panels and a conduit connected to the sea with an underground plant drive the sustainability, developing a circular economy in the use of water, gathered at the entrance to the settlement with a large dock and a desalination tower, and distributed by a system of canals, some of which are navigable, all the way to the external belt of agricultural fields requiring irrigation. The distribution of the building types in the five segments of the master plan is flexible.
FocusINg SUSTAINABILITY
P46. DESIGN WILL SAVE US article Laura Traldi
DESIGN IS A KEY DISCIPLINE FOR THE RISE OF THE CIRCULAR ECONOMY. THE REAL CHALLENGE? TO GET BEYOND OBJECTS AND TO TACKLE THE ENTIRE SYSTEM OF VALUE CREATION
INTERNI marzo 2020 / 107
A new era is about to begin for design. So says Ellen MacArthur, former sailing champion and now a leading advocate of the circular economy. “Design has a fundamental role to play in this direction,” MacArthur says, who with the foundation that bears her name has managed to mobilize, over the last ten years, the World Economic Forum and large corporations, banks (like Intesa Sanpaolo) and the administrations of metropolitan cities (like Milan) in a collaborative crusade against the linear economy. Namely the economy of extraction, processing, transformation and use of raw materials, which end up in the trash. Because, she explains, “even if we use only renewable energies, we will not be able to defeat CO2 emissions: we still produce too much. We need to overturn the principle of creation of value.” In practice, the circular economy is a system in which everything regenerates, avoiding extraction of materials, the use of fossil fuels and the production of waste; a system in which the life of products is extended through specific strategies: sharing, repairing, reuse, redistribution, regeneration, re-manufacturing. It is an economy of performance, which if applied on a large scale – as indicated in a report by McKinsey in 2012 – could lead in Europe alone to gains of 630 billion dollars per year for companies that produce long-life products, and 700 billion for those that make goods for widespread consumption. The key word in all this is design. To design for the circular economy means thinking of objects made to last, to be repaired, re-engineered, re-assembled and reutilized, while also developing the range of services involved in their longevity (by gathering, redistributing and sharing). It is a design that takes the Service Flip into consideration, where applicable: namely the generation of a service or a product and a business model that rotates around it. It implies thinking about and achieving the experiences the user will have to face during his relationship – which is long-term – with the product or the service. Among businesses there is enormous interest in the circular economy. According to the latest report of the Circular Economy Network, our country is in first place in the European Union for efficient use of resources, use of secondary raw materials and innovation in the categories of production, consumption and management of waste (info from Confindustria). The circular economy, however, is still a complex topic, often confused with eco-design, also because – in media terms – it is easier to narrate actions related to a product than those related to a production system. Let’s take the example of the recent remake of the Sacco chair by Zanotta. For the model’s 50th anniversary, the company has offered a version with a wrapper in Econyl® (nylon derived from waste), filled with a bioplastic obtained from sugar cane. Excellent: the new Sacco is a highly communicable project, but obviously – especially because it is a limited edition of just 300 pieces – it has a very limited ecological impact. On the other hand, the company’s efforts to reach zero emissions have much more impact (already today, thanks to optimization carried out over time, Zanotta has an emissions level comparable to that of a simple house). It is worth remembering that only a step-by-step approach, aimed at a radical shift destined to last over time, can truly make the difference in the creation of a circular economy. Such a choice has been made, for example, by Arper, which since 2007 carries out Life Cycle Assessment (LCA) on some of its collections, and has recently garnered a large number of environmental certifications. LCA analyzes the performance of products, from the selection of raw materials to production, transport, use and end of life. It is therefore a key tool to understand where and how to intervene to create a more sustainable and, finally, totally circular system. The most significant projects, in short, are those with less media appeal, but on which – precisely for this reason – it is necessary to insist and persevere. Few people know, for instance, that Jannelli & Volpi – which has already been recycling much of its waste for years – has recently managed to make its production circular, transforming all annual vinyl paper scrap (wallpaper plus glue) into thermoplastic granules that can be used as a base for artificial turf and soft pavements in playgrounds. The company has thus converted refuse into a material of higher-than-initial value. Lago is also experimenting with
108 / marzo 2020 INTERNI
the circular economy, and at the FuoriSalone 2020 it will present a new business concept of rental furnishings, one of the guiding principles that brings with it the themes of service design, easy recovery, cradle-to-cradle corporate responsibility and sustainable design. The idea of renting furniture is no novelty. Already at the last Design Week a small design firm (Apeiron of Dario Brivio and Francesco Cazzaniga) launched #AfforTable, a collection of tables made with salvaged wood, of local origin, ready to be personalized and rented for one euro a day, and optionally purchased by paying only the difference to match the sale price. One year later, the studio explains, “only 20 tables have been rented. We don’t know what the problems are. Perhaps transport costs, lack of full understanding of the initiative, or also the issue of non-ownership, which in Italy still seems to be rather taboo.” It will be interesting to see what happens in Lago’s version, which has the firepower of a business firmly launched, but also the related complications, because what is easily managed firsthand has to be translated into a modus operandi on an industrial scale. As the CEO Daniele Lago explains, “the real challenge is to develop a rental model that works on a large scale without having a negative impact on already existing business, but instead supplementing it. We start with the dining area (table and chairs) and then we will think about extending the idea to other parts of the home. The project will rely on Lago’s digital force, but it will be omnichannel, involving all the active players. The purpose is clearly to extend product life while offering personalization and flexibility. And to be more engaged, as a company, in the entire life cycle, to be able to manage it with greater awareness.” IKEA is also focusing on this idea, and one year ago they announced the launch in 2020, on 30 markets, of a subscription contract for the rental of furnishings. The circular economy, in short, is a great opportunity for companies and designers, who can play a key role, well beyond their traditional ambits. And it is an opportunity for Italy: to spread the quality of its design, admired all over the world, towards a new type of relevance. CAPTIONS: pag. 47 The Leaf chair by Lievore Altherr Molina for Arper. The company has been developing a program of environmental sustainability for some time, including Life Cycle Assessment to calculate the exact ecological impact of the collections and to act on those findings where necessary. Photo: Adriano Brusaferri; styling: Bettina Rosso. pag. 49 The butterfly diagram developed by the Ellen MacArthur Foundation has become a model of reference on a global level to explain the functioning of the circular economy, for both biological cycles (left) and technical cycles (right).
P50. EPHEMERAL BEAUTY article Paolo Casicci
LAMPS MADE WITH FUNGI, SEAWEED OR SEA SALT. SUSTAINABLE DESIGN, SUCH AS THAT OF THE ISRAELI NIR MEIRI, FACES ITS GREATEST CHALLENGE: TO CONVINCE US THAT THERE CAN ALSO BE ETHICAL AND AESTHETIC VALUE IN OBJECTS DESTINED TO CHANGE OVER TIME, AND EVEN TO DISSOLVE The latest arrivals are lamps made with fungi, sand, sea salt. A world of beautiful and sophisticated objects, created by nature and destined – sooner or later – to return to it. Some call it ephemeral design: the challenge designers with a focus on sustainability will have to face in order to truly make their mark. A very complex battle, because it goes against what has been considered good common sense for centuries. Are we ready to recognize the value of apparently fragile things, destined in some cases to dissolve over the years? Or will our habits and tastes shaped by the past prevent us from being satisfied with items that have to change and even disappear? The form of beauty par excellence, after all, is lasting beauty. Or not? Almost ten years have passed since Maurizio Montalti, with his Officina Corpuscoli, used the term ‘ephemeral’ for the first time in relation to design: the experiment showed how the action of
a fungus could transform a non-sustainable object, the classic outdoor plastic chair ironically defined as ‘The Ephemeral Icon,’ into organic waste. Since then the perception of beauty associated with minimum impact design does not seem to have made much progress. In the meantime, the exhibition Design Matters, until 5 April at the Bildmuseet of Umeå in Sweden, tackles the question head on: “Does our relationship with things change if the shoes we wear were cultivated by us, if the dishes from which we eat are actually living organisms?” This is the question around which the curator Anders Jansson tries to construct futuristic scenarios, calling on designers gifted with a sensibility connected with nature. Sustainable design is a battle waged in terms of perception. After centuries of consumption and taste shaped by furnishings and objects that last in time, it is not easy to lead the public to associate value and emotions with something that is clearly fragile and at times destined to dissolve. “I am not attached to the physical legacy of what I design,” says Nir Meiri, one of the protagonists of this new approach. From Israel, based in London, Meiri uses seaweed, fungi and sea salt for his creations. “For memory, we have the Internet. After all, nothing in nature is made to last forever: everything dies and becomes something else.” In the generation of designers facing this challenge, Meiri plays a leading role. Not only because he uses natural materials with other more traditional ones like metal and silicone – putting him in a phase of passage between present and future – but above all because he starts from a new awareness that does not imply linking materiality to the value of his design. One of Meiri’s creations is Veggie Lights, a collection of lamps made by starting with leaves of red cabbage. Previously there were the SeaSalts, also lamps but this time made with sea salt, metal and resin, and the Marine Lights (made with seaweed). In 2018 he presented Mycelium, made with the white part of mushrooms that grows under the stem. Ephemeral materials we have trouble associating – at least for the moment – with the idea of duration, as in the case of a lamp in marble or metal. Nevertheless, “each product has a different life cycle. There is no precise answer to the question about how long they last,” Meiri explains. “Lamps made with sand last longer if they are kept away from water. The Marine Lights can change their color as the years go by, while those in mycelium age in a way similar to paper. They survive if they are handled with care, a principle that is valid, after all, for any other object. With the difference that in this case if we want to dispose of them, the process will be very easy.” Meiri explains the sense of his efforts: “The main objective for a designer who works with sustainable materials is to convince the public that it is possible to be proud of owning lamps that change over time, and therefore do not remain equal to what they were at the time of purchase. But it is also up to the industry to fearlessly take this step, to understand its economic potential, to lower production costs and make this type of design more accessible.” The construction of the Mycelium lamps, done in collaboration with the London-based startup BIOHM, though it happens with natural biological processes, is actually a complex job. “To give the lamp the right shadings, paper refuse is placed inside a shaped mold. Then mycelium spores are inserted, which are allowed to grow in controlled conditions of temperature and humidity. After two weeks the paper has been consumed by the fungus, leaving a base of mycelium with mushrooms that grow. This material is then removed from the mold and dried, and the excess growth is removed. Once the mycelium has dried, it is pressed to form a flat substance that becomes the lampshade.” Meiri makes a prediction: “It will take at least ten years for consumers to change their habits. The power to purchase sustainable design is in our hands, but in the meantime companies have to lay the groundwork for these transformations, and perhaps begin to introduce objects on the market with sustainable parts that can be replaced whenever they deteriorate. For example, my lamps are covered with ecological materials, but I have yet to find a company that is willing to invest, to help me to discover the materials that preserve their original beauty, color, form and texture. The sensibility is changing, at least in universities, academies, places of
knowledge. Now the challenge is to bring this new approach into the homes of everyone.” CAPTIONS: pag. 50 Above and to the right, the Veggie Lights by Nir Meiri, with shades made by using red cabbage leaves. The leaves are immersed in a natural antifungal material and then dried. A mold reproduces the form of the original leaf. On the facing page, top, the Babilus vases in bamboo and chipboard; below, the Marine Lights, with shades made by layering seaweed on a metal base. pag. 52 Above, the 2Moons lamps, inspired by the moon, in coated iron and aluminium; above, Berries in brass and wood; right, Desert Storm, sand from the desert shaped in molds. pag. 53 Above, a mycelium and, to the right, the Mycelium Lights by Nir Meiri: scrap paper is inserted in a mold and consumed by the mycelium spores. When the fungi have taken the place of the paper, they are dried and pressed: then they can take on the form of the lampshade.
P54. SUSTAINABLE AESTHETICS article Stefano Caggiano
THE CONCERN ABOUT CLIMATE CHANGE ON A WORLDWIDE LEVEL CALLS FOR THE DEVELOPMENT OF A NEW LITERACY OF TASTE THAT UPDATES DESIGN CODES IN TERMS OF ENVIRONMENTAL PROTECTION The melting of ice has made the sweeping alterations of the landscape caused by global warming clearly visible. This triggers a new level in the narration of a phenomenon that until recently was relegated to scientific circles, shifting it to a social and cultural plane. When data take on a dramatically visible character, it becomes possible to talk about an ‘aesthetic’ of climate change, which combining the dimension of tragedy with that of landscape can be seen as a contemporary version of the romantic aesthetic philosophy (a sort of Sturm und Drang of climate change). Kant, a romantic aesthete as well as philosopher of the Enlightenment, distinguished between two categories of taste: the beautiful, which springs from an agreement – or proportion – between human perception and the perceived object, and the sublime (in etymological terms, sub limen, ‘beyond the limit’), derived from contemplation of something boundlessly large, out of proportion with respect to the human dimension, that only majestic cosmic and natural settings can create. While the beautiful generates a pleasure based on perception correspondence between an outer phenomenon and an inner emotion, the sublime, alluding to infinity, prompts both awe and fascination. Now the fact that global warming has become visible is decisive to make it become an ‘aesthetic’ phenomenon in the sense of Kant’s sublime. The planetary movement of young people inspired by Greta Thunberg and the ‘plastic backlash’ come from the ‘dramaturgical’ transposition of a phenomenon that is indeed dramatic, but without aesthetic repercussions cannot have such a deep emotional impact on the society. Nevertheless, precisely when climate change takes on an aesthetic connotation, paradoxically the theme of aesthetics becomes the main missing link in the debate on sustainability. Getting to the possible solutions to reduce man’s impact on the environment, such as the circular economy, for example (a paradigm of production in which flows of energy and materials move in a circular way, instead of in one direction, regenerating their own process), the central role of aesthetic design becomes clear. The wheel of the circular economy, in fact, can turn only if people collaborate, only if users can perceive a value in the ‘circular’ product and, as customers, choose it not because they should (for ethical reasons), but because they want to (because they like it, appreciate it, desire it). No engineering of sustainability can work if it is not accepted on a large scale, and for this to happen work must be done on the aesthetic meaning of circularity or, more generally, of sustainability. So it is important to draw attention to certain recent experiences that seem to be preparing the formulation of a new aesthetic literacy for the age of sustainability, like the series of images Eyes Make The Horizon produced
INTERNI marzo 2020 / 109
by the American photographer Michael Zuhorski in long sessions of optical symbiosis with the natural landscape of Michigan. Or the installation titled Lines (57° 59’ N, 7° 16’ W) made by Pekka Niittyvirta and Timo Aho on the islands of the Outer Hebrides, of the Scottish coast, which through sensors interacts with variations of the tide, forming a subtle but spectacular visualization of the future rise in sea level. A different key of interpretation, but converging on the same theme, is that of the installation Order of Importance created by Leandro Erlich for Miami Beach, in which the artist combines the paradox of modernity (automobiles conceived to give everyone freedom of movement, which end up trapped in traffic jams) with a post-apocalyptic landscape that seems to come from one of the many successful fictional tales of recent years (zombies, humankind decimated by mysterious viral contagion), but also from the lightness of play (sand sculptures made by kids on the beach) along with the solar and funereal transience of human life on earth (“ashes to ashes, dust to dust”). The juxtaposition between nature, represented by the irregularity of the stone, and culture, represented by a rigorous geometric sign, is the key of interpretation of the sculpture The Erratics by the artist Darren Harvey-Regan. Not only in art, but also in design, we are starting to see the first signs of a new narrative based on poetic respect for the environment. This is the case of the brand Cypraea, based on the idea of communicating the precious fragility of the natural ecosystem of the island of Mauritius through a concept of ‘tropical luxury’ for furnishings, exemplified by a collection designed by the architect Francesco Maria Messina with carefully selected materials like solid wenge and walnut, volcanic stone, fossil coral and sand, interpreted in simultaneously iconic and iconoclastic forms. Halfway between art and design, the reflective installation Waiting Windows in the Swedish city of Nacka, by Note Design Studio, is an ‘architectural meditation’ on the poetry of waiting. Also in Scandinavia, this time at Lindesnes, Norway, the spectacular Under restaurant designed by the studio Snøhetta is a monolith of 34 meters resting directly on the seabed and submerged in five meters of water, an elegant and slightly dystopian work that transforms the frightening vision of rising tides into beauty. Educating users to have a new, native aesthetic experience of the sustainable world will be fundamental for the transition towards new economic, productive, social and cultural paradigms. The sustainable product will not, in fact, be just a depleted copy of the non-sustainable product; instead, it has to be more beautiful, stronger in aesthetic terms, more convincing. Otherwise we could only rely on a utopian mass embrace of ethical values connected with sustainability, something that clearly will not work, because in free market economies it is unthinkable to impose practices from the top down. Instead, we have to create the conditions in which such practices will be accepted (desired) from the bottom up. This is precisely the role of aesthetic design. To work on the beauty of sustainability, to hold together the necessity of the solution and the freedom of choice. Because in the end it will be aesthetics that makes sustainability sustainable. CAPTIONS: pag. 54 The photographic series Eyes Make the Horizon by Michael Zuhorski set in the Upper Peninsula of Michigan, to explore the omnipresence of water through the calm symbiosis between the gaze of the photographer and the landscape. Photo Michael Zuhorski. pag. 55 The Cypraea brand comes from the idea of communicating the precious fragility of the natural setting of the island of Mauritius through the concept of ‘tropical luxury’ applied to furnishings. Above, the Odyssey cabinet; below, the Rising Ocean table. Both designed by the architect Francesco Maria Messina. Photos Eric Lee. pag. 56 The installation Waiting Windows in the Swedish city of Nacka has been created by Note Design Studio as an ‘architectural meditation’ on the poetry of waiting. Photo Erik Lefvander. pag. 57 Lower right, Order of Importance, a temporary site-specific installation (1-15 December 2019) made by Leandro Erlich by commission of the City of Miami Beach, curated by Ximena Caminos in collaboration with Brandi Reddick. Photo Leandro Erlich Studio. Below, Under is the first underwater restaurant in Europe, designed by the studio Snøhetta: it is located at Lindesnes, at the southernmost tip of the Norwegian coast, where the encounter
110 / marzo 2020 INTERNI
between sea storms from the north and south fosters the proliferation of remarkable marine fauna biodiversity. Photo Inger Marie Grini / Bo Bedre Norge. The work Lines (57° 59’ N, 7° 16’ W) made by Pekka Niittyvirta and Timo Aho at Taigh Chearsabhagh Museum & Arts Centre of Lochmaddy, on the islands of the Outer Hebrides off the west coast of Scotland, interacts with the variations of the tide, generating a subtle but spectacular visualization of the future rise in sea level. Photo Pekka Niittyvirta and Timo Aho. Below, the juxtaposition of the natural element, symbolized by the irregularity of the stone, and the cultural element symbolized by a rigorous vectorial graphic sign, is represented in the sculpture The Erratics by the artist Darren Harvey-Regan. Photo Darren Harvey-Regan / Copperfield London.
P58. WHEN FURNITURE GOES GREEN article Valentina Croci
IT’S THE BIG CHALLENGE OF OUR TIME. FOR FURNITURE MAKERS, SUSTAINABILITY DOESN’T JUST MEAN USING RECYCLED MATERIALS. IT MEANS AN OVERALL REINVENTION OF PRODUCTION PROCESSES. A STRUCTURAL AND STRATEGIC CHOICE. THE WINNERS WILL BE COMPANIES CAPABLE OF TACKLING TECHNOLOGICAL COMPETITION FOR THE GOOD OF THE PLANET Business strategies for sustainability become an imperative, and not just for the sake of the environment. The furniture sector reports exports of over 16 billion euros: compliance with the stipulations of international certifications becomes impossible to postpone. And if one of the fastest growing markets is that of contract furnishings, having products with eco-certifications – FSC, EPD or GreenGuard, for example – brings competitive advantage. For manufacturers, this means investment at the level of processes: the entire production machine has to reduce the overall carbon footprint, limiting wasting of materials and energy consumption through more efficient instrumentation, creating or recovering clean energy. At the product level it means analyzing the life cycle (LCA - Life Cycle Assessment), from procurement of raw materials to disposal after years of use. In these dynamics, the creation and management of supply chains of ‘secondary’ – namely post-consumer – raw materials have an increasing impact. The Greenitaly Report 2019 of Fondazione Symbola shows high indicators of eco-efficiency in the handling of waste, but low efficiency in its production (too much is produced), in spite of a reduction of 24.6% from 2008 to 2016. This aspect will be increasingly strategic in the years to come. In general, the report points to a structural change on the part of furniture makers, who are abandoning cost limitations to experiment with ‘technological’ competition and repositioning in new market spaces marked by high-end targets of quality and lower environmental impact. Manufacturing firms (5-499 employees) that have invested in green products and technologies in the period 2016-2018 look forward to average sales growth of 26%, +19% in terms of employment and +33% in exports. Back when sustainability was not such a crucial issue, some producers obtained ISO 14001 certification for environmental management systems, bearing witness to practices that protect the planet by preventing pollution and reducing the amounts of waste of materials and energy. A 360° sustainability profile was achieved 15 years ago by Scavolini, whose activities are based on renewable or self-produced energy sources, with a vast range of recycled materials, and high rates of recovery and separation of waste caused by industrial processes (over 90% sent to recycling). Magis also has ISO 14001:2004 certification, indicating high standards not just of the company but also of its suppliers and procurement of materials. Recently Pedrali achieved ISO 14001:2015 certification for the environmental management system across the entire production chain. “Our company was founded in 1963,” says Giuseppe Pedrali, CEO of the Bergamo-based firm. “We do everything in-house – wood, metals – and we mold plastic materials; these are processes that a maker of edi-
tions cannot control, having to rely on many small and medium companies for outsourcing. We constantly invest in order to improve production efficiency with new machinery, including technical solutions to reduce consumption: from faster automatic doors to prevent heat loss, to the recovery of 95% of the heat from pressing machines to heat the facilities. Other measures include insulation of roofing, a system of bulkheads for ventilation based on the season, and the passage to LED lighting. With photovoltaic systems, at the Manzano plant we produce 50% of the energy we use. As for materials, we evaluate the carbon footprint of the supply and production chain, taking distances into account: for example, the cast iron – 80 to 90% of which is recycled material – comes from foundries located in a radius of 25 kilometers from the company. The wood is all FSC certified, and we use water-base paints of botanical origin, made 40% of discarded material. Our plastics are of the highest quality and can be recycled, an in terms of production they have less impact than other materials: polypropylene is molded at 220°C, as opposed to over 1000 degrees for steel, in a process that releases no fumes or polluting substances. Putting the accent on the durability and ease of disassembly of products, we create objects having parts that can be replaced over time, giving them a longer life, also on the market for used items.” For Rimadesio innovation of production processes is an asset in the growth strategy. The company, part of the national program Impresa 4.0, invested about 3 million euros in 2019 in this direction. “Our sustainability dates back to the 1980s,” says Davide Malberti, CEO of Rimadesio. “When we began to use water-base paint on glass we were at a crossroads in the transformation of the production process: we opted to eliminate the damaging components, though there were obstacles, even on the part of dealers and suppliers. But while 15 years ago people were not interested in recycled and recyclable products, or in coatings without harmful substances, now that sustainability has become a must our products are ready, because we were already competitive in these areas.” At the center of the production process there is a system completely powered by photovoltaic systems, which with 5250 panels installed on the roof of the plant in Giussano guarantees the production of 1300 kWh. “Shifting to green operations is not economical: since 2006 Rimadesio has spent over 9 million euros for sustainability. But the CO2 emissions that have been prevented each year amount to about 800 tons, 9.7 of which are due to the polystyrene we have eliminated from the production cycle since 2018, replacing it with 100% recycled paper. Starting in September, new machinery will change the process of packaging of the more voluminous products, reducing waste in cardboard packing crates and shipping it in compact bundles to nearby recycling facilities. We will also be working on the gradual replacement of plastics: for example, in the inner components of the composite doors there will be recycled paper-based materials instead of expanded polyurethane.” Calligaris stands out for its choice of materials, and in the Vela seating family the company offers, besides the model with a shell in 40% recycled polypropylene, also a Green bioplastic version, made with 80% renewable raw materials. In the padded variant the seats are covered with fabric composed of 75% recycled PET. The wood is all FSC certified. “The bioplastic is a PLA, polylactic acid, derived from processing of sugar cane and corn,” says Michele De Bonis, R&D director of Calligaris. “Since the material was not created for this use, research was required to develop a moldable product using our production system. One of the limits of the bioplastics is also their cost, because the supply side of the material cannot meet demand which is prevalently in the packaging and disposable food container sectors. Sustainability is a corporate strategy, to be conducted like research and development: from new recycled materials, also applicable for structural elements to replace or reduce traditional ones, to production technologies not generally utilized for the making of furniture. There is also the matter of ISO 14001 certification, which we will obtain by the end of the year.” Arper has been working on environmental sustainability since 2005, with protocols ranging from ISO 14001 certification for the envi-
ronmental management system, to FSC, LEED, EPD and GreenGuard product certifications. “For us, how one produces, the impact on the community and the territory, and respect for regulations have always been very important,” says Claudio Feltrin, president of Arper. “We export 95% of our products, so we have to come to terms with the standards in different countries, gauging our operations to comply with the strictest parameters. For us, everything starts with LCA (since 2007) and design, because those factors generate production, and production determines sustainability. We are working with designers on easy disassembly of products to implement virtuous processes, with the idea of effectively passing from the concept of reuse to that of recycling. But there is a more important passage to do with the consumer: to make sustainability perceptible as a resource, not a limitation. So just as happens in the appliance sector, since 2008 we have placed a label on our products that indicates four values: percentage of recycled and recyclable material, consumption of CO2 and of kJ. These are parameters that have to be balanced, but besides the ethical issues, they can offer a perceptible advantage.” CAPTIONS: pag. 58 The Vela chair by Calligaris has a shell in 40% recycled polypropylene. The Green version is instead in 80% bioplastic taken from waste products of the food industry. The padded variant is covered with fabric composed of 75% recycled PET. pag. 59 The production site of Pedrali at Manzano (Udine), where the woods utilized are all FSC certified. The process is highly automated and 50% of the energy used is produced by the factory’s photovoltaic panels. Photo Filippo Romano. pag. 60 A phase in the cutting of glass – treated with water-based coatings – inside the production plant of Rimadesio in Giussano (MB). On the facing page, the automatic warehouse and packing area of Rimadesio. pag. 61 The Catifa 46 chair with runner base by Arper, with EPD, GECA and GreenGuard certification. As indicators, EPD reports: 24.7 CO2 eq., 129 cubic meters of water consumption, 29% recycled materials, 99% recyclable materials. Photo Marco Covi.
P62. GREEN CHEMISTRY article Valentina Croci
FROM MATERIALS AND FINISHES MADE WITH SUSTAINABLE USE OF RENEWABLE SOURCES TO COATINGS BASED ON BIOPLASTICS DERIVED FROM FRUIT AND VEGETABLE WASTE. COMPANIES IN THE CONSTRUCTION SECTOR ARE INCREASINGLY ACTIVE IN THE REDUCTION OF ENVIRONMENTAL IMPACT, EVEN OFFERING GREEN PASSPORT FOR THEIR PRODUCTS Construction can play a key role in the battle against climate change, because it is one of the sectors that causes the most impact. European Directive 31 of 2010 (31/2010/CE) stipulates that by 31 December 2020 all private buildings of new construction must be ‘near-zero’ in terms of energy consumption; decarbonization has been postponed to 2050, and will also include older buildings. This is a joint effort involving construction companies, producers of materials, finishes and physical plant systems, with the aim of reducing energy consumption, producing clean energy in buildings and transforming solid and liquid waste into a resource. Green construction moves in the direction of greater awareness of raw materials and so-called ‘green chemistry,’ which focuses on the design and development of materials, technologies and chemical processes with lower environmental impact. More specifically, bio-based chemistry sets out to create products starting with sustainable use of renewable resources, of agricultural origin or taken from the wet component of refuse, in order to reduce the use of fossil fuels. One example is that of the oils for the treatment of wood made by Ilva, a brand of Gruppo IVM, which also controls Milesi and Croma Lacke. The TUM1AA4x Colore, TUM1AA98 and TUM1AB6x Gloss series, with zero emissions, are
INTERNI marzo 2020 / 111
made with renewable raw materials and plant waste sources not suitable for human nutrition. With sales of over 300 million euros per year, Gruppo IVM invests about 8% of revenues in research, demonstrating its commitment in the area of bio-based technologies. Also in the field of recycling, Gruppo Boero offers ecosustainable coating products for interiors, which incorporate bioplastic micro-particles derived from fruit and vegetable waste. The products are based on a patent filed by the Smart Materials laboratory of IIT in Genoa. In concrete terms, to make one kilo of coating products 100 grams of bioplastic are required, derived from dried plant waste produced by the food industry, such as orange peels, cocoa beans and corn starch. For one kilo of product, the rinds of three oranges are needed. In general, Gruppo Boero is engaged in increasing the sustainability of the entire production process, since 2014 applying a system for treatment of solvent emissions that lowers polluting substances by 60%, as well as a procedure for the treatment of waste water that reduces squandering by 50%. Mapei, on the other hand, has issued its fourth Sustainability Report this year: this is a voluntary document that communicates the results of the corporation not only in financial terms, but also in terms of the carbon footprint of production activities and policies of human resources management. Measuring the carbon footprint of products, Mapei sets out to compensate for the environmental impact caused by CO2 emissions. In the case of the cement-based adhesive for ceramics Keraflex Maxi S1 zerø, the greenhouse gases connected with the product life cycle, with EPD certification, are annually compensated through the purchase of credits for a project of reforestation of an area of 21,000 hectares. The company has also carried out volunteer labeling for low-emission products, and since 2019 it issues so-called ‘green passports’ – PASS – listing the sustainability characteristics of each product and its contribution to ecosustainable construction protocols. CAPTIONS: pag. 62 Gruppo Boero has begun marketing coatings based on bioplastics of plant waste origin. The compound has been patented by the Smart Materials laboratory of IIT in Genoa. pag. 63 The cement-based adhesive for ceramics Keraflex Maxi S1 zerø, produced by Mapei, has EPD certification and has been subject to LCA analysis to set compensation credits. It contains no substances that are carcinogenic or harmful to human health. Right, PLM01x Colore Gloss is a polyurethane finish by Ilva with 50% renewable raw materials sourced from vegetable waste.
P64. LIGHT REVOLUTION article Donatella Bollani
AFTER THE GREAT LED INNOVATION, THE LIGHTING SECTOR MAKES NEW ACHIEVEMENTS, LIKE THE USE OF DIGITAL DETECTION SYSTEMS AND THE POSSIBILITY OF DESIGNING YOUR OWN LAMPS WITH 3D PRINTING. NOT TO MENTION THE TRANSFORMATION OF SCRAP INTO PRECIOUS BEEHIVES With Tolomeo, all the way to the Sustainability Statement In 2007 Artemide, with the Milan Polytechnic, using the Life Cycle Assessment (LCA) method – the set of ISO standards from the 14040 series permitting identification of environmental impact in various phases and processes of product life cycle – conducted analysis of the production process of the famous Tolomeo lamp. The research confirmed that the lamp designed by Michele De Lucchi and Giancarlo Fassina already complied, in 1987, with the conditions that are now indispensable for design: low consumption of materials in the product and its accessories, use of materials not in danger of depletion, long product life, possibility of recycling of the materials used, ease of disassembly. The path of sustainability Artemide has always followed takes concrete form in 2020 through the preparation of the first Sustainability Statement, which has the aim of illustrating to stakeholders the commitments and results achieved in the social, environmental and economic spheres. The document will present
112 / marzo 2020 INTERNI
the Sustainable Journey, bearing witness to the fact that ecology has always been a focal point in the history of Artemide, which for years has made Human & Responsible Light a central factor of its design. The approach to sustainability starts from the design and the innovative vision that guides it, having to do with production but also with use. Light is energy, and as the LCA study of the Tolomeo proved, the phase of use is the part of the life cycle that has the greatest impact. For this reason, today the brand has extensive expertise, developing application solutions through digital protocols and technologies to interpret in projects of interaction with IoT systems, sensors, software, Geo-LiFi and Li-Fi (networks that simultaneously manage energy and data). For three years now, all the lamps in the catalogue, though not all the architectural fixtures, can be controlled from cloud-based web platforms, integrated with building and home automation systems and controlled from a distance using proprietary apps. Today it is indispensable to offer a wide range of services, beyond the product: mapping of spaces and the dynamics of users, detection of the quality of interior wellbeing (temperature, light gradients, pollution). From lamps to beehives Slamp kicks off the new year with an agreement to transform scrap from lamp production into beehives. The brand has always paid attention to sustainability, also thanks to the chemical-physical properties of the materials utilized: the transparent technopolymers have greater translucency than glass (95%), are durable (Slamp products from the early 1990s are collector’s items), malleable and flexible, thanks to the nature of the branching polymer chains, permitting the company to reduce raw material inside the production cycle. The creation of a Slamp lamp goes through a precise procedure that transforms a two-dimensional sheet of technopolymer into a highly decorative three-dimensional volume, using cold cutting, interlocks and folds made by hand. The working of the technopolymers is done without CO2 emissions; the production of scrap, in fact, is reduced to a minimum thanks to intelligent optimization of resources. When waste materials exist, they are subdivided based on the original material and sent out for recycling on a monthly basis. Starting this year, part of the scrap will be used by the DS Group for the production of components for bumblebee hives. This particular type of insect, belonging to the Apidae family, is extensively utilized in agriculture – as an alternative to chemicals – for the pollination of fruit and vegetable crops. The environmental focus and its actions are also factors in the new headquarters of the company, opened in September. Some of the energy absorbed by the production facility comes from renewable sources; the production hub has been made using insulating materials to cut down on energy waste, and the large skylights diminish the consumption of artificial light on the production lines. No product without service For “Innovation Day,” the recurring appointment of the multinational Signify to share the latest technological developments, with an eye on continuing investment in the sector of Lighting IoT, various new advances were announced in the field of Smart Lighting. They include the first service in the world for consumers to allow them to personalize and order their lamps online, which are then made with 3D printing in entirely recyclable material. With a few clicks, you can design your own lamp, selecting the basic design and adjusting its size, color, surface and texture, and even choosing the type of LED, including high-efficiency Philips Hue models. Signify ships the finished product to the client in two weeks. With the same proposal for the professional segment, the multinational has sealed a pact with Marks and Spencer (M&S), the retailer of food and fashion products, for which the company will install thousands of devices in 2020 for 3D printing carried out inside the stores in the United Kingdom. No less important is the launch of the new Philips Hue Motion Sensor, which permits control of lights in the home, leading to major energy savings: the lamps turn on based on detected movement, and turn off in the areas where there are no people present. In the world of B2B,
the same corporation – with the brands Interact and Modular – is developing intelligent platforms that use light to reveal data, installed in various application settings: City and Landmark, Retail, Office, Industry and Sport. Clients work with Interact to develop the project of connected light and data management. The company has a service center for gathering and analysis of data, which are used for building and space management, design and optimization of spaces, consumption and flows of persons. CAPTIONS: pag. 65 From left, Signify has recently presented a service through which customers can order their own lamps online made with 3D printing, and the Philips Hue Motion Sensor, which offers control of the lights in the home, turning them on or off depending on the movements of the inhabitants. Control of Artemide lamps through the Artemide app. The image of the Slamp campaign on the use of manufacturing scrap, providing technopolymers for the creation of beehives.
P66. A VIRTUOUS CIRCUIT article Donatella Bollani
THE ROLE OF RESPONSIBLE BUSINESSES ALSO EXTENDS TO BRANDS IN THE CERAMIC TILE SECTOR: MAIN STRATEGIC OBJECTIVES INCLUDE LIMITATION OF CONSUMPTION OF NEW NATURAL RAW MATERIALS THANKS TO RECYCLING OF PRODUCTION SCRAP AND TOTAL REUTILIZATION OF WATER A mission of innovation and certified products If Marazzi Group has been a model of reference for some time in the worldwide ceramics industry, it is because of technological leadership based on continuing aesthetic research and the pursuit of innovative product and process solutions. Just consider the revolutionary singlefiring patent, that of the SistemA crystallized stoneware, all the way to the recent development of the new Stepwise technology that gives products high resistance to slippage, with a soft surface that is easy to clean. Together with in-depth research and innovation, the brand is also known for its environmental commitment, proven by the closed-circuit production that permits limitation of consumption of natural resources, reduction of environmental impact, control over waste management, optimization of consumption of energy and water. In terms of energy savings, the group has equipped its plants with co-generation systems to self-produce about 75% of energy needs, powering the phase of preparation of raw materials. The focus on product quality and respect for the environment can also be seen in a long series of certifications and honors, from the certification of the quality management system under the UNI EN ISO 9001 standards, which the company – the first in its sector – obtained in 1994, to that of the environmental management system, under the ISO 14001 standard, obtained in 2003. Several collections have received Ecolabel certification, the quality trademark of the EU that indicates products with low environmental impact. Other lines, made with recycled material, meet the requirements of LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) certification. Marazzi Group has evaluated environmental impact connected with products across their entire life cycle, from the extraction and processing of raw materials to the recovery of waste from demolition. The results of this LCA research have been published in the environmental product statement (EPD). Energy autonomy and control of the supply-production chain The approach to sustainability is one of the strategic factors – also for business – of any company, involving three spheres of responsibility: economic, social and environmental. For the latter sphere, the green L in the Florim logo alludes to the actions carried out by the company to protect the territory where it has grown and is still located. Years of research and investment have made the firm a reference point in terms of environmental protection, as documented in the Sustainability Statement, which reached its 12th edition in 2019. The corporate commitment to sustain-
able impact is not limited to compliance with current regulations, but sets constantly new goals of improvement in products, processes and management of the supply chain. The group controls and monitors suppliers of raw materials through the use of specific software – extending to three production sites – installed to detect information such as the location of quarries, the distance from the factory, the declaration of recycled content and technical profiles of safety and security. Florim products are made with carefully selected ‘ingredients,’ chosen for quality but also for factors of sustainability. The natural raw materials are then mixed and transformed into a material that is sustainable in its own right, as indicated by many environmental certifications. The group’s production sites recycle all raw scrap and all the water used in processing, paying close attention to waste and overall energy consumption. Florim was the first ceramics firm in the world to obtain UNI EN ISO 50001 certification for energy management policies; this achievement was added to UNI EN ISO 14001 certification for environmental management, and ISO 9001 quality management system certification. In September, with the completion of an investment program of 40 million euros, Florim reached the objective of entirely sustainable production. Today the company is able to recover and reinsert 100% of the water used and 100% of raw scrap into the production cycle. Also in 2019, the firm reached full autonomy for the supply of electricity: with the completion of photovoltaic roofing, it can self-produce all the energy required for the operation of its two factories in Italy, one at Fiorano, the company headquarters, and one at Mordano, near Bologna. Low hydric impact and atmospheric emissions In July 2019 Panariagroup presented its third sustainability statement, also documenting the progress of a program of investments (about 20 million euros in 2018) in innovation and industrial upgrading of the group’s Italian and foreign production sites. The second important theme of the strategic document, establishing a relationship with stakeholders based on trust and transparency, involved sustainability and the objectives pursued by the brand in this field: reduction of consumption of new natural raw materials thanks to complete recycling of production scrap, nearly total recovery of waste (94.5%) along the chain of production, an increase in ecocompatible packaging (over 70% of the plastic, paper and cardboard are recycled and sourced in Italy), low hydric impact due to total reutilization of water involved in production processes, reduction of emissions (the photovoltaic systems avoid emission of 192 tons of CO2, equal to the absorption capacity of 5000 trees). Concrete commitment and responsibility can also be seen in the development of Protect, a line of antibacterial floors and facings. These surfaces ensure great performance thanks to a true shield incorporated in the ceramic product that eliminates up to 99.9% of bacteria. The quality of all the products has led to many certifications on an international level, including the most advanced in the field of sustainable architecture, such as the EPD obtained for all the production plants in Italy. In partnership with MCA and the School of Sustainability The collaboration with the firm Mario Cucinella Architects and the participation of the Iris Ceramica Group in the School of Sustainability founded by Mario Cucinella have led to wide-ranging shared work on themes related to the circular economy, with the aim of developing strategies for the modernization of the construction process across the entire chain of operations: from the choice and use of first and secondary raw materials to production, transport, installation, usage and maintenance cycles, all the way to dismantling and salvaging, reutilization or reinsertion in the production cycle. The focus on environmental issues has always been important across the group, leading in 2019 to publication of its first Sustainability Report, prepared according to the guidelines of the Global Reporting Initiative Standard. The objective of the first year was to document the core level, which can be seen as almost fully achieved; the report takes in all the companies of the group and all the data gathered in the years of 2017 and 2018. The product of the new generation Active
INTERNI marzo 2020 / 113
Clean Air & Antibacterial Ceramic™ is the result of many years of effort on the part of the companies of Iris Ceramica Group in the area of environmental sustainability; it contributes to purify air and to make floors and facings cleaner, healthier and more hygienic, along with spaces of life and work. The solution transforms ceramics into a sort of eco-active ‘super-material,’ anti-pollutant and anti-bacterial, even more effective today thanks to technology developed by the Digitalife project, a new process of production of photocatalytic slabs by digital means. The environmental engagement of the group also extends to major investments in efficiency of use of materials and their recycling, management of hydric resources, protection of air quality and energy savings. Besides being sustainable, the products are also ecological and eco-compatible because they are made with natural minerals like quartz, kaolin, clay, feldspar, silica, and natural coloring agents. Reduction of energy impact has always been a high priority of corporate governance: technology and care for the environment move in step through constant pursuit of maximum efficiency of production plants and the generation of renewable energy using photovoltaic systems. Last but not least, the group has obtained many certifications, for processes (UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001, UNI EN ISO 5001 and UNI EN ISO 18001) and products (CCC, Emas, QB Upec, LEED®, BREEAM, EPD, Greenguard, NSF/ANSI 51-2014). CAPTIONS: pag. 66 Human beings and the healthful quality of the environment in which they live are the paradigms of a way of doing business for many companies in the ceramics sector. Marazzi was one of the first, in 2003, to obtain certification for its system of environmental management. Right, the photograph Man with Tile by Charles H. Traub. pag. 67 Many years of research and investment have made Florim a reference point in the sector of environmental protection, as outlined in the 12th edition of the company’s Sustainability Statement issued in 2019. In the photo, the Étoile finish of the Rex collection of porcelain stoneware slabs. pag. 69 Panariagroup Industrie Ceramiche has also put in substantial effort in recent years to greatly reduce consumption of new natural raw materials, thanks to complete recycling of production scrap and recovery of waste (94,5%), while almost completely reutilizing the water involved in production processes. In the photo, detail of a storage area for porcelain stoneware slabs. For Iris Ceramica Group 2019 was the year of publication of its first Sustainability Report, though the eco-orientation has been a long-term focus. The generation of Active Clean Air & Antibacterial Ceramic™ renewed by the Digitalife project, a new process of production of photocatalytic surfaces using a digital technique, bears this out. In the photo, slabs from the Agata Atena Maximum series, a selection of maxi-gems in porcelain stoneware produced by Fiandre.
P70. THE THOUSAND LIVES OF A TREE article Valentina Croci
IN TUNE WITH THE CIRCULAR ECONOMY, VIRTUOUS COMPANIES ARE STANDING OUT FOR AWARE USE OF FORESTRY RESOURCES AND REGENERATION OF POSTCONSUMER WASTE. THE PROSPECTS FOR 2030: A WOODFURNITURE INDUSTRY WITH 50% OF PANELS PRODUCED WITH RECYCLED MATERIAL Italy is a European leader in the circular economy and the recycling of refuse, in keeping with various key indicators: recycling rate, use of ‘secondary’ raw materials, productivity and per capita resource consumption, according to the Greenitaly Report 2019 of Fondazione Symbola. The most important flows of second-use materials are the socalled traditional recyclables – paper, plastic, glass, metals, wood and textiles – which correspond to 27.8 million tons, the highest value in Europe. Today, over 95% of post-consumer wood waste goes into the production of panels for the furniture industry. Often the forestry sector itself suggests important sustainability initiatives. Like the Filiera
114 / marzo 2020 INTERNI
Solidale PEFC, which promotes the purchase of timber from trees felled by the Vaia tempest, as a replacement for imported wood – imports account for 80% of the material processed in Italy. The storm struck on 29 October 2018, felling 8.6 million cubic meters of timber in the Alpine forests of the northeast – equivalent to the amount that would normally be harvested in 5-7 years. Itlas has gotten involved: the company is willing to purchase all the beech trees felled, in a quantity three times greater than the yearly production requirements. The fallen timber has a price higher than its market value, with the aim of financial support for the rebirth of the forest. Itlas was already on hand ten years ago in the territory, promoting controlled use of the beech trees of the Forest of Cansiglio in three-layered prefinished zero-km flooring. The use of felled timber in the Assi del Cansiglio collection sets out to support Goal 12 of the Italian Alliance for Sustainable Development, encouraging reduction of waste through increased use of salvaged material. A pathway of sustainability can also be blazed by those who directly control the entire production chain, from the log to the finished wood. This is the case of Gruppo Alpi, which in 1975 opened its first facility in Cameroon to ensure a constant supply of materials for the production of veneers, while managing the 500,000 hectares of forest through plans for protection and development of the local population. Two types of wood scrap are generated in the entire production process: the first is a result of mechanical working, while the second comes from the chemical-physical alteration of the wood. The round pieces and the bark of poplars, for example, sourced from Italian cultivation, can be recycled to create packaging or soil for the nearby fruit industry, or for the production of chipboard panels. The other type of scrap, mostly in the form of shavings and chips, goes only into the production of panels. More in general, the Alpi production process, calling for the deconstruction and reassembly of the timber by layering sheared sheets, permits use of part of most of the material in the production cycle, reducing the high amount of shavings involved in standard operations.Research conducted by the Milan Polytechnic in February 2019 (“The circular system of the wood supply and production chain for a new economy”) shows that the activity of recovery of post-consumer wood in Italy is channeled by 30% into the production of recycled packing, with the remainder (as much as 3.5 million tons) goes into regeneration for the chipboard industry. A virtuous process that permits savings in CO2 of nearly one million tons, equal to 2% of the annual amount produced in Italia. This is an indispensable path with an eye on 2030, the date in which the wood-furniture sector expects 50% of panels to be produced with recycled material. From the early 1970s Gruppo Saviola has readied a sustainable business model. In 1992 the first ecological panel was born, with FSC 100% recycled certification, derived completely from recycled wood, which now means 1,200,000 tons of wood recovered each year in over 20 collection centers in Italy and Europe. 50 million square meters of melamine panels are produced each year, meaning about 10,000 trees are saved each day. Saviola is one of the most important transformers of wood waste in the world. Besides its raw and melamine ecological panels, it offers other products like laminates, borders and backs, creating a complete package for the furniture industry and the contract sector. Saib is another important Italian manufacturer of chipboard panels, rough or veneered. With the Rewood project the company has initiated recovery all over Europe of about 500,000 tons of wood at the end of its life cycle, including pallets, fruit crates, packing materials, scaffolding boards and discarded furniture, preventing the felling of 750,000 trees per year. Through the use of advanced technologies, the wood scrap is separated from other components in metal, stone, glass or fabric, which are then directed into separate recycling chains. An investment of 20 million euros for a new drying facility and a filtering system will reduce atmospheric emissions by 30%. Fantoni is the largest producer of MDF panels in Italy and one of the leading players
in Europe, with annual production capacity of 450,000 cubic meters (FSC and PEFC certified for sustainability of the wood, with Carb certification for formaldehyde emissions), joined by 360,000 tons of chipboard panels. ISO 14001 certified and with a group of companies covering the entire cycle – from self-production of energy to resins and glues, raw materials to finished products to logistics – each year Fantoni recovers 420,000 tons of post-consumer wood and scrap from the manufacture of wood products. The company’s offerings have a rate of recyclability ranging from 80% to 98%, with a free disposal service at the end of its life cycle for wood suitable for recycling. The group has just announced an investment plan of 25 million euros to create a chipboard panel with differentiated grain out of 100% recycled material, joined by three-layer MDF in which 50% of the wood will be recycled. Finally, Fantoni is providing for the removal of the stumps and logs felled in Carnia by the Vaia tempest, which will be inserted in the corporate production cycle, while contributing to the regeneration of the forest. With a product patented since 1984 featuring a structure in cross-bonded birch plywood, for over 50 years Listone Giordano has moved in the direction of responsible use of forestry resources, concentrating on sourcing from Burgundy. Here the raw materials are selected based on an inventory of trees, monitored throughout their growth within an integrated cycle of 180 years that guarantees augmentation of forestry heritage. Besides obtaining FSC and PEFC certification for its products, for about ten years Listone Giordano has carried out an experiment of broadleaf reforestation at Piegaro-Città della Pieve (Perugia), planting 22,000 new oak trees in a territory of over 160 hectares. CAPTIONS: pag. 70 Materials salvaged by Alpi, such as colored blocks and sheets of wood no longer useful for production, were used by Martino Gamper to create the installation Disco Carbonara, and by the studio M-L-XL for the George table (facing page, top). pag. 71 Above, a space with walls and floor covered with the Assi del Cansiglio collection by Itlas, made with timber salvaged from the forest of the same name that was destroyed by the Vaia tempest on 29 October 2018 (image to the side). pag. 72 By Saib, a moodboard for faced chipboard panels, made with wood at the end of its life cycle. From the Watercolor collection, products in the Ostuni and Alcatraz finishes. Left, raw materials used by Fantoni to produce a chipboard panel with differentiated grain in 100% recycled material, and a panel in MDF with three layers, in which 50% of the wood is recycled. pag. 73 The wood floors by Listone Giordano have FSC and PEFC certification, and are sourced from the forests of Burgundy, where a protocol for responsible use of forestry resources has been developed. Saviola produces Elementum, a line of melamine panels in 100% recycled material, with coordinated laminates and borders. Seen here, the Vulcanus Tadao version in white.
P74. THE CIRCULAR ECONOMY TASK FORCE article Donatella Bollani
BY 2025 THE ITALIAN WOOD-FURNITURE SECTOR SHOULD BECOME A WORLDWIDE LEADER IN MATTERS OF SUSTAINABILITY. FEDERLEGNOARREDO (FLA) AND THE INDIVIDUAL ASSOCIATIONS ARE WORKING IN SYNERGY TO BRING THEMES OF ENVIRONMENTAL AND SOCIAL RESPONSIBILITY TO THE CENTER OF SECTOR GROWTH STRATEGIES In recent years, thanks to its tradition and the ability to innovate without losing its character and positioning, the Italian wood-furniture industry has begun to approach the opportunities of green practices with greater awareness, focusing on models of growth linked to the circular economy. The quality of the products involves great attention to detail and above all concentration on sustainable and virtuous production processes, making increasing reference to the principles and needs of local communi-
ties. A winning mixture of tradition, research and innovation that has allowed the companies of the supply and production chain to grow on global markets for decades, as demonstrated by the positive data for 2019, with over 16 billion euros in exports. This business model based on principles of sustainability can be a motor of growth for these companies, a starting point to increase and refine research on quality, with the aim of becoming a reference point for Italy and Europe. A team flanked by Symbola Aware of the growing importance of sustainability as a driver of development and business, the president of Assarredo, Claudio Feltrin, also at the helm of the well-known brand Arper, has put together a work group formed by members of the board of directors of the association: Eleonore Cavalli (Visionnaire - IPE), Daniele Lago (Lago), Pasquale Junior Natuzzi (Natuzzi), Maria Porro (Porro) and Denise Archiutti (Veneta Cucine). With the support of Fondazione Symbola, the team is systematically approaching many actions activated in the furniture sector, on the level of intercorporate collaboration and in terms of single entrepreneurial initiatives. “The cooperation with Symbola,” says its director Domenico Sturabotti, “has the aim of supporting the construction of an overall vision and a collective strategy to share in the entire FLA. Our approach will be a dual one: the definition of a strategic document and the implementation of a survey through a campaign of interviews with all the companies in the sector.”Italy has been able to build a strong position around the theme of design, for the entire furniture industry, producing lots of innovation. On this position of leadership, it is possible to add the value of sustainability, touching on many dimensions of business practice. Training and expertise will be central aspects, along with governance: many companies have understood that the environmental theme pervades all corporate functions, and on a par with other sectors it has to be one of the primary objectives of the managerial front line and the entrepreneurs themselves. Other no less important aspects are connected with technologies and knowledge. In a ‘design driven’ ecosystem the wood-furniture sector has already created a network with the leading international centers of design and research; this new frontier of sustainability will lead the business association to implement a system of relationships with new subjects, bringing specific forms of expertise. Last but not least, Symbola will begin to tackle the theme of measurability. If the wood-furniture sector wants to be the world leader by 2025, it will have to develop a system of measurement of parameters of sustainability to make it possible to test and certify the achievements of the production side. The research of Symbola for Assarredo-FLA will also serve to assess the possible efficacy of a system of public incentives for virtuous companies, and the tendency to purchase – on the part of the public – green products with a higher market price. “The work we are doing confirms that fact that we are not starting from zero,” says Domenico Sturabotti. “In terms of ecology, our sector can boast of true excellence. In the market for panels, 93% of the production is done with recycled wood, more than in Belgium, at 80%, or in Germany, at just 53%. Our country, for the same quantity of products, consumes less energy as compared to European standards.” The goal: to share the right path “The theme of sustainability is a very wide one, and the forms of expertise involved are still quite young. The project of the Federation sets out to be a long-term path to accompany our members and to respond to the needs of all production segments,”says Claudio Feltrin. The topic is definitely significant and of strategic impact for the sector, as discussed and outlined by the steering committee. The working group has concentrated first of all on defining a perimeter of priority questions and a list of the players to involve, on an institutional and individual level. The green economy and the circular economy are at the center of the challenge for the future. More and more
INTERNI marzo 2020 / 115
companies are choosing sustainable models and increasing their competitive advantage, with positive effects on sales, exports and employment. But often the individual companies, also due to their small-medium size, are not able to intercept the trends of innovation of processes and the economy – including the circular one – on a large scale. “The Federation and the Association play a guiding role with respect to these issues,” Feltrin continues. “And it is also a big responsibility. This survey is also useful to understand which segments and which producers are interpreting the evolution of the market best, and to see who is competing on these themes, also on an international level.”When the directions of growth and innovation in a company have been identified, another aspect to investigate will be that of the profiles of expertise needed to implement models of growth connected to the circular economy. “The idea,” says the president of Assaredo-FLA, “is to find out who is already working on the training of these professional figures, to collaborate in the definition of specific paths. These forms of expertise are taking on an increasingly decisive role in our manufacturing firms.” Market changes in relation to economies The response to the abuse of consumption of plastic, in an initial phase, is to provide incentives for virtuous behavior. We cannot imagine that entire markets can convert on a rapid schedule. Education of consumers is necessary, even if sustainable products are being manufactured. More than on the margins from marketing of products, the plastic tax will have an impact on packaging, and will encourage cultural change: “The new regulations are altering the perception of the product on the part of the client, putting the ethical theme in the foreground,” Feltrin confirms. It is also clear that the obsolescence of plastic (seating, components, coverings, etc.) in the world of furniture is very limited as opposed to the daily quantity of food packaging that winds up in dumps, the true question at the center of the debate. Virtuous products and systems For companies, changing the business model and production processes is complicated: these factors are the result of years of transformations and investments. Individual products have a relatively fast pace of development, so to implement change one can begin with them: starting with the single object to arrive at a system of products, working on new processes and an updated overall industrial philosophy. Without overlooking a design method whose constraints include complete ease of disassembly of products, to raise the possibility of differentiated disposal and reuse. In terms of services – still in a hypothesis of greater sustainability – emerging topics include second hand goods but of high quality, and the rental of furniture systems. The younger generations are bringing about an epochal change of mentality, no longer distinguishing between property and commodity, possession and use. What might be perceived as a change of model that limits the market can actually mean a widening of the consumer base having access to brands that were previously beyond their grasp, due to price and market positioning. 650 trees for the Design Forest of Assarredo In December, at Parco Nord Milano, the first tree of the Design Forest was planted, donated by Assarredo – the association that reports to FederlegnoArredo – in the context of the project ForestaMI and of the Protocollo Forestazione Italiana, which has the aim of improving environmental quality and looking to the future with a 360-degree ecosustainable perspective. A gift to the citizens of Milan, based on collaboration with the experts of the non-profit organization Rete Clima. The Design forest will be completed in the spring, and will include 650 new trees, one for each of the member companies of Assarredo, which through a ‘digital forest’ on the Rete Clima platform can monitor the conditions and growth. CAPTIONS: pag. 75 “The Sustainable Development Goals (SDG) of the European Agenda 2030”. Source: Greenitaly 2019 report, Fondazione Symbola.
116 / marzo 2020 INTERNI
DesignINg SHOOTING
P76. ROOM FOR OUTDOOR LIVING by Nadia Lionello - photos Simone Barberis
AESTHETIC LANGUAGES, TECHNICAL SOLUTIONS, FUNCTIONAL QUALITY AND COMFORT ARE THE INGREDIENTS OF OUTDOOR FURNISHINGS FOR PRIVATE AND PUBLIC SETTINGS CAPTIONS: pag. 76 Produced by Royal Botania, the Alura stackable chair with structure in aluminium, coated in black, sand and white, seat in Batyline® (technical fabric in polyester clad with PVC) in black, sand or white, designed by Kris Van Puyvelde; and the Northpole outdoor lamp in teak with LED or fluorescent source, by the in-house team of Royal Botania. Komodo Wall, a modular divider, 70x70x63.5 cm, for vertical and horizontal compositions, made entirely in fiberglass resin with anti-UV treatment, batch dyed, designed by Raffaele Galiotto for Nardi. pag. 77 RioR50 chair with structure in steel tubing, electrowelded steel rod and table with steel top, 80 cm in diameter, coated with thermosetting powder in 11 colors: a tribute to the historic Rio model (1969) by Emanuel Gargano and Anton Cristell, produced by EMU. Extragres_2.0, Pietre di Sardegna, monolithic outdoor tiles in porcelain stoneware with non-skid finish, 90x90x2 cm. Produced by Casalgrande Padana. pag. 78 Left, high stackable stool from the Abuela 77 line produced by Gaber in technopolymer, with seven colors and two heights. Designed by Favaretto & Partners. Right, Lisa Waterproof high stackable stool with seat and back in curved plywood, padded and covered with waterproof fabric in four colors. Structure and legs in galvanized and coated steel, in four colors. Designed by Marcello Ziliani for Scab Design. Gatsby LED table lamp in methacrylate, portable and rechargeable via USB. Designed by Ramón Esteve for Vondom. pag. 79 Panama settee with aluminium structure, woven synthetic cord in beige, lobster, graphite and yellow. Designed by PS+A Palomba Serafini Associati for Talenti. Ropy LED lamp in coated aluminium and black, green or sand-tone polyolefin cord. Portable and rechargeable with solar panel or USB. Created and produced by Royal Botania. Inflatable ball with polka dots, Kasanova. pag. 80 Left, Ruelle stackable chair in die-cast aluminium, legs in extruded aluminium with perforated seat; lacquered in various colors, with polypropylene back. Designed by Philippe Tabet for infiniti. Ibiza stackable chair in injection-molded polypropylene reinforced with fiberglass, in various colors. Designed by Eugeni Quitllet for Vondom. Tempotest® 5399/15 fabric from the Lyfestile collection produced by Tempotest®Parà in 100% batch-dyed acrylic fiber, in nine colors. pag. 81 Piper modular sofa with structure in electrostatic polyester-base powder-coated aluminium in three colors, covered with Batyline® (technical fabric in polyester clad with PVC) in seven colors; cushions covered in water-repellent or standard fabric. Designed by Rodolfo Dordoni for Roda. pag. 82 Trame ottoman in three sizes with structure in plastic, padded and covered with an exclusive weave of polypropylene ribbon, replicating traditional wicker basket weaving. Totally recyclable. Designed by unPIZZO for B&B Italia. Anatra chair with structure in aluminium coated with two finishes, woven cord seat (Cadet fabric) in four different color combinations. Designed by Patricia Urquiola for Janus et Cie. pag. 83 OTX table with top in HPL, diameter 158 or 128 cm, base in black or white coated metal. Designed by Gabriele and Oscar Buratti for Potocco.
P84. DETAILS by Carolina Trabattoni - photos Paolo Riolzi
ZOOMING IN ON PARTICULAR WORKMANSHIP, FROM THE CANNAGE-EFFECT GLASS OF TABLES TO HIGH-TECH WEAVES IN TWO-TONE TECHNOPOLYMER FOR SUSPENSION LAMPS, TO REAL OR FAKE CONCRETE IN SOFT BI-ELASTIC OTTOMANS THAT RESEMBLE PANETTONE FROM MILAN CAPTIONS: pag. 84 WEAVES Ortigia chair in solid canaletto walnut, with seat padded and covered in thyme-color fabric and cowhide back
woven entirely by hand, Flexform. Plump outdoor pad by Paola Lenti made with handwoven elements in Chain Outdoor, a tubular mesh developed and produced exclusively by Paola Lenti, available in dozens of mélange colors. Each piece is padded with polyester fiber. pag. 85 VETRO Arlon rectangular table in transparent glass with cast cane pattern, structure in metal with square cross-section in pale gold finish, designed by Matteo Thun & Antonio Rodriguez for Desirée. Cannage round table with top in 10 mm tempered glass, hot-molded with cannage pattern and back-painted fumé finish, structure in solid wood with open-pore finish: by Emmanuel Gallina for Fiam. Japanese adhesive tapes in solid colors and polka dots, by MT Masking Tape. pag. 86 DIGITAL DECORATION Zefiro screen composed of three panels in petroleum-color MDF coated with digital printing, equipped with different supports and metal hinges with matte brass coating; designed by Nicola Gisonda for Mentemano. Trame cylindrical indoor-outdoor ottoman-table designed by Angeletti Ruzza for DA A, in laser-perforated metal, available with removable cushion covers, padded with watershedding Dry-Fly. pag. 87 HIGH TECH Kalatos woven suspension lamp based on traditional basket weaving with vegetable fibers, in a high-tech reinterpretation by Elisa Giovannoni for Slamp; the lamp uses bands of matte black technopolymers gilded on the inside, and details in transparent Lentiflex®. Also in white, and in a ceiling version. Pink Japanese tape from MT Masking Tape. pag. 88 LEATHERS Grant ottoman designed by Tristan Auer for Poltrona Frau, covered entire in Pelle Frau® and decorated with belting that wraps the structure vertically, with steel buckles. The base features the De Luxe workmanship done by weaving leather strips at 45 degrees. Japanese solid-color adhesive tapes by MT Masking Tape. pag. 89 MATERIAL MIX Lawson chair designed by Rodolfo Dordoni for Minotti with base in semi-curved metal blades coated in a pewter color with chromium finish; structure of the semi-circular back with Aspen charcoal-color leather covering, seat and cushions in mulberry-tone Chantal fabric. Japanese solid-color adhesive tape by MT Masking Tape. pag. 90 CONCRETE Left, Bard ottoman by Giulio Iacchetti for Internoitaliano with plywood structure, polyurethane filler and bi-elastic fabric cover that simulates the texture of concrete. A tribute to the city of Milan, taking the form and texture of the parking barriers with the form of a panettone. Tronchetto sculptural ottoman-table in Cimento®, an exclusive composite made with over 90% mineral aggregate mixed with a cementitious binder, designed by Parisotto + Formenton for Cimento. pag. 91 MARBLE Placé round table with top in Rocky Mountain marble and central Lazy Susan, base in brass with oxidized bronze finish on the flat part and satin finish on the thickness. Connection plate for the legs in matte black metal. Decorative inserts in satin brass with wax finish. Designed by Federico Peri for Baxter.
DesignINg REVIEW
P92. LOVELY BONES by Katrin Cosseta
WASTE FROM INDUSTRIAL PROCESSES, POST-CONSUMER SCRAP, PLASTICS. MATERIALS ASSOCIATED WITH ENVIRONMENTAL EMERGENCIES CAN BECOME A RESOURCE FOR DESIGN, TRIGGING A VIRTUOUS CIRCUIT OF REGENERATION, TRANSFORMATION, REUSE AND RECYCLING. THE BEAUTY OF REFUSE CAPTIONS: pag. 92 Carpet and ottoman from the Nuances collection by Patricia Urquiola for Gan, made by recycling waste fibers from felt; the combination of different colors and densities creates an innovative stone effect. pag. 93 Componibili Bio, the new total green edition of the iconic cabinet by Kartell, created in collaboration with Bio-on, which produces the 100% natural bioplastic with which the item is made. The material is composed of biopolymers taken from renewable plant sources, like molasses from the refining of sugar beets or sugar cane, fruit and potato peels, carbohydrates in general, used frying oil and even carbon dioxide from the atmosphere. Design Anna Castelli Ferrieri. Numbered green edition of the Sacco chair by Zanotta, filled with
microspheres of Biofoam bioplastic and covered in regenerated Econyl nylon, with graphics by Pierre Charpin. Background: Perle facing by Rodolfo Dordoni for Mosaicomicro, made with tiles based on a new mixture of recycled glass and clay, on which the regenerated, pigmented glass is allowed to melt. pag. 94 Clockwise from below: Vela Green chair by e-ggs Studio for Calligaris, with shell in bioplastic from renewable botanical sources; also available covered in eco-sustainable fabric produced with 75% PET recycled from post-consumer products. Canova PCR chair by Claus Breinholt for Infiniti, produced in polypropylene derived from urban post-consumer plastic, in two colors: moka and caramel. Max by Christoph Jenni for Maxdesign, chair totally made in recycled and recyclable materials (re-max, respectively regenerated polypropylene and polypropylene + recycled wood), based on scrap from industrial production. S-1500 chair designed by Snøhetta for Nordic Comfort Products, with shell in 100% recycled plastic from the Norwegian fishing industry, structure in recycled steel. Chair from the Ocean Collection by Mater, designed in 1955 by Joergen & Nanna Ditzel, in the eco reissue with seat in recycled plastic from ocean waste, and structure in metal tubing. Background: Trinidad vinyl flooring by Bolon from the Missoni Home collection, in PVC with up to 30% recycled material, also from in-house production, using only renewable energy sources. pag. 95 Right, NO2 Recycle chair by Nendo for Fritz Hansen, with shell in recycled polypropylene from plastic domestic refuse; available in 7 colors with different bases. Rocking chair and screen from the Canopy Collection, the result of the collaboration between Benjamin Hubert and the fashion brand Raeburn, made with discarded military parachute fabric decorated with nylon ribbons. Background: detail of the Musselblomma textile collection by IKEA, including tablecloth, pillowcases and a bag in 100% recycled polyester, produced with PET plastic refuse salvaged from the Mediterranean. Project developed in collaboration with Seaqual, a Spanish organization that collaborates with fishermen, NGOs, local communities and authorities to clean up oceans filled with debris. Design Inma Bermúdez. pag. 96 From the top: N13 chair from the Sedute Esaurite collection of original one-offs, restored with Rubelli fabrics no longer in the catalogue, under the brand Renaissance Rehab by Nicoletta Gatti. Chelsea chair by Promemoria (designed by Romeo Sozzi), in the ‘Botanica e la Notte’ version, based on an upcycling project of off-collection warehouse fabrics, reinterpreted by textile designer Sergio Perrero. Background: from the Testane collection by Gabel, textile complement made by reutilizing scraps selected from print cycles in which two or more designs overlap, with unique, unrepeatable effects; the group has recently obtained environmental certification for the STeP by OEKO-TEX Sustainable Textile Production ecological factories. pag. 97 La Bibliothèque Fil bookcase by Pierre Paulin for Ligne Roset, made in collaboration with Really by Kvadrat, which produces the material for the shelves – Solid Textile Board – using wool and cotton waste from the textile and fashion industry, with a thermoplastic binder. On & On stackable indoor/outdoor chair designed by Barber & Osgerby for Emeco, in recycled rPET (70%), fiberglass (20%) and non-toxic pigment (10%); available in six colors. Background: Silhouette outdoor rug by Jaime Hayon for Nanimarquina, hand-tufted in 100% recycled polyethylene. pag. 98 From the top: Soundsticks by Andrea Ruggiero for Offecct, a system of sound-absorbing suspended dividers composed of tubular modules covered in remnants of fabric from the production of upholstery and coverings, to arrange in clusters or in linear configurations. Outdoor chair from the Mara Collection designed by Lorenza Bozzoli for Slide, with structure in recycled polyethylene that reproduces the texture of woven leather; the line also includes a sofa and an ottoman. Bowy tables by Patricia Urquiola for Cassina Outdoor Collection, with base in embossed stainless steel and top in RFM® recycled fiberglass. Background: Benu Talent Fr outdoor velvet by Christian Fischbacher, produced with yarn 70% recycled from PET bottles; flameproof, it comes in a range of 30 colors. pag. 99 X2Chair chaise longue in cardboard by Giorgio Caporaso for Lessmore, in the new version with sides covered in fabric by Ecoalf, the Spanish company that transforms refuse from the Mediterranean into fashion accessories and high-quality yarns. La Petite Coupe table lamp by Krill Design, made with 3D printing in 100% biodegradable bio-polymer derived from any type of homogenous organic waste. Background: tapestry designed by Jaime Hayon for the exhibition Ro Plastic - Master’s Pieces curated by Rossana Orlandi (2019), produced by Bonotto with polyester yarn derived from recycled plastic from ordinary bottles.
INTERNI marzo 2020 / 117
ALPI spa V.le della Repubblica 34 47015 MODIGLIANA FC Tel. 0546945411 www.alpi.it, info@alpi.it ARPER spa Via Lombardia 16 31050 MONASTIER DI TREVISO TV Tel. 04227918, Fax 0422791800 www.arper.com, info@arper.com ARTEMIDE spa Via Bergamo 18 20010 PREGNANA MILANESE MI Tel. 02935181, Fax 0293590254 www.artemide.com, info@artemide.com B&B ITALIA spa Strada Provinciale 32 n.15 22060 NOVEDRATE CO Tel. 031795111 www.bebitalia.com BAXTER srl Via Costone 8 22040 LURAGO D’ERBA CO Tel. 03135999, Fax 0313599999 www.baxter.it, info@baxter.it BIO-ON SpA Via Santa Margherita al Colle 10/3 40136 BOLOGNA Tel. 051392336 www.bio-on.it, info@bio-on.it BOERO - BOERO BARTOLOMEO spa Via G. Macaggi 19 16121 GENOVA Tel. 01055001, Fax 0105500300 www.boero.it, sales.boero@boero.it BOLON AB Industrivägen 12 SE 523 90 ULRICEHAMN Tel. +46 321530400, Fax +46 321530450 www.bolon.com, info@bolon.com Distr. in Italia: LIUNI spa Via G.Stephenson 43, 20157 MILANO Tel. 0230731, Fax 023073221 www.liuni.com, info@liuni.com BONOTTO spa Via dell’Artigianato 39 C.P. 19 36060 MOLVENA VI Tel. 0424411701, Fax 04241931810 www.bonotto.com, bonotto@bonotto.com CALLIGARIS spa Via Trieste 12 33044 MANZANO UD Tel. 0432748211, Fax 0432742843 www.calligaris.com, press@calligaris.com CAPPELLINI CAP DESIGN spa Via L. Busnelli 5 20821 MEDA MB Tel. 0362372486, Fax 031763322 www.cappellini.it, cappellini@cappellini.it CASALGRANDE PADANA spa Via Statale 467, 73 42013 CASALGRANDE RE Tel. 05229901, Fax 0522996121 www.casalgrandepadana.it CASSINA spa Via L. Busnelli 1 20821 MEDA MB Tel. 03623721 www.cassina.com, info@cassina.it CHARLENE MULLEN 7 Calvert Avenue, Shoreditch UK LONDON E2 7JP Tel. +44 20 7739 6987 www.charlenemullen.com info@charlenemullen.com CHRISTIAN FISCHBACHER spa Via Roggia Lubiana 141 22040 ALZATE BRIANZA CO Tel. 031557801, Fax 031557850 www.fischbacher.com, info@fischbacher.it
118 / marzo 2020 INTERNI
CIMENTO Via J.F. Kennedy 107/a 30027 SAN DONÀ DI PIAVE VE Tel. 042165422, Fax 0421308081 www.cimento.tech www.cimentocollection.com info@cimento.tech CYPRAEA www.cypraea.mu DA A ITALIA srl V.le Granbretagna - Z.I. 73100 LECCE Tel. 0832361441 www.daaitalia.com, info@daaitalia.com DÉSIRÉE spa Via Piave 25 31028 TEZZE DI PIAVE TV Tel. 04382817, Fax 0438488077 www.gruppoeuromobil.com desiree@gruppoeuromobil.com ECOALF www.ecoalf.com EDRA spa Via Livornese Est 106 56035 PERIGNANO PI Tel. 0587616660, Fax 0587617500 www.edra.com, press@edra.com EMECO INDUSTRIES INC. 805 West Elm Avenue USA HANOVER, PA 17331 Tel. +1 717 6375951, Fax +1 717 6336018 www.emeco.net, info@emeco.net Distr. in Italia: JOINT srl V.le Sabotino 19/2 20135 MILANO Tel. 0258311518, Fax 0292887982 www.jointmilano.com, info@jointsrl.it EMU GROUP spa Via della Resistenza, Z.I. Schiavo 06055 MARSCIANO PG Tel. 075874021, Fax 0758743903 www.emu.it, info@emu.it ESTEL GROUP Via Santa Rosa 70 36015 THIENE VI Tel. 0445389611, Fax 0445808808 www.estel.com, estel@estel.com FANTONI spa Via Europa Unita 1 33010 OSOPPO UD Tel. 04329761 www.fantoni.it, info@fantoni.it FEDERLEGNO ARREDO EVENTI spa Foro Buonaparte 65 20121 MILANO Tel. 02725941, Fax 0289011563 www.salonemilano.it, www.federlegno.it info@salonemilano.it FENDI Palazzo della Civiltà Italiana Quadrato della Concordia 3 00144 ROMA Tel. 06334501 www.fendi.com FIAM ITALIA srl Via Ancona 1/b 61010 TAVULLIA PU Tel. 072120051, Fax 0721202432 www.fiamitalia.it, info@fiamitalia.it FLEXFORM spa Via L. Einaudi 23/25 20821 MEDA MB Tel. 03623991, Fax 0362399228 www.flexform.it, info@flexform.it FLORIM CERAMICHE spa Via Canaletto 24 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536840111 www.florim.com customercare@florim.com
FLOS spa Via Angelo Faini 2 25073 BOVEZZO BS Tel. 03024381 www.flos.com, info@flos.com FOSNOVA srl Via Como 9 20089 ROZZANO MI Tel. 02824771, Fax 028252355 www.fosnova.it, info@fosnova.it FRITZ HANSEN MOEBLER Allerødvej 8 DK 3450 ALLERØD Tel. +45 48 172300, Fax +45 48 171948 www.fritzhansen.com salessupport@fritzhansen.com GABEL INDUSTRIA TESSILE spa Via XX Settembre 35 22069 ROVELLASCA CO, Tel. 02964771 www.gabelgroup.it, info@gabelgroup.com GABER Via Toniolo 26 31030 ALTIVOLE TV Tel. 0423915521, Fax 0423919417 www.gaber.it, info@gaber.it GALERIE WILMS Nieuwstraat 50 NL 5911 JV VENLO Tel. +31 6 43599407 www.galeriewilms.nl, info@galeriewilms.nl GAN by GANDIA BLASCO sa c/Músico Vert 4 E 46870 ONTINYENT-VALENCIA Tel. +34962911320, Fax +34962913044 www.gan-rugs.com, www.gandiablasco.com info@gan-rugs.com GARDEN ROAGNA VIVAI Via Basse Stura 1 12100 CUNEO Tel. 0171 611504 www.roagnavivai.it, info@roagnavivai.it GRUPPO MAURO SAVIOLA V.le Lombardia 29 46019 VIADANA MN Tel. 03757871 www.grupposaviola.com, info@grupposaviola.com HERMAN MILLER C.so G. Garibaldi 70 20121 MILANO, Tel. 0265531711 www.hermanmiller.it, info_italy@hermanmiller.com IKEA ITALIA RETAIL srl S. Provinciale 208 n. 3 20061 CARUGATE MI Tel. 199114646 www.ikea.it, prar@ikea.com ILVA VERNICI PER LEGNO Via Torquato Tasso 10 20123 MILANO Tel. 02430221, Fax 024815783 www.ivmchemicals.it, ivm@ivmchemicals.com INFINITI by OMP srl Via Ca’ Leoncino 2 31030 CASTELLO DI GODEGO TV Tel. 04237616 www.infinitidesign.it, marketing@ompchairs.com INTERNOITALIANO Via L. da Vinci 118/12 50028 TAVERNELLE VAL DI PESA FI Tel. 0558070202, Fax 0558070185 www.internoitaliano.com, info@internoitaliano.com IRIS CERAMICA Via Ghiarola Nuova 119 41042 FIORANO MODENESE MO Tel. 0536862111 www.irisceramica.it ITLAS srl Via del Lavoro 35 31016 CORDIGNANO TV Tel. - Fax 0438368040 www.itlas.it, info@itlas.it
INservice
FIRMS DIRECTORY JANUS ET CIE POLTRONA FRAU GROUP 1005 Mark Avenue, Carpinteria USA CA 93013 www.janusetcie.com JC BORDELET ZI de Lhérat F 63310 Randan Tel. +33470561645, Fax +33470561689 www.bordelet.com KARTELL spa Via delle Industrie 1/3 20082 NOVIGLIO MI Tel. 02900121 www.kartell.com, info@kartell.it KASANOVA www.kasanova.it KRILL DESIGN Via Aosta 4/A 20155 MILANO Tel. +39 348 554 7594 www.krilldesign.net, info@krilldesign.net KUENG CAPUTO Schöneggstr 20 CH CH-8004 ZÜRICH www.kueng-caputo.ch, contact@kueng-caputo.ch LESSMORE c/o Studio Camporaso, V.le Kennedy 15 21046 MALNATE VA Tel. 0332241946 www.lessmore.it, lessmore@lessmore.it LIGNE ROSET ROSET ITALIA srl Via Brera 6 20121 MILANO Tel. 3384668694 www.ligne-roset.it, info@ligne-roset.it LISTONE GIORDANO MARGARITELLI spa Loc. Miralduolo 06089 TORGIANO PG Tel. 075988681, Fax 0759889043 www.listonegiordano.com, info@listonegiordano.com MAGIS spa Via Triestina - Accesso E 30020 TORRE DI MOSTO VE Tel. 0421319600, Fax 0421319700 www.magisdesign.com, info@magisdesign.com MAPEI spa Via C. Cafiero 22 20158 MILANO Tel. 02376731, Fax 0237673214 www.mapei.com, mapei@mapei.it MARAZZI V.le Regina Pacis 39 41049 SASSUOLO MO Tel. 0536860800 www.marazzi.it, info@marazzigroup.com MATER A/S Glentevej 47 DK 2400 COPENHAGEN Tel. +4570264488 www.materdesign.com, info@materdesign.com MAXDESIGN ITALIA srl Via Castellana 59 31037 LORIA TV Tel. 0423755013, Fax 0423755152 www.maxdesign.it, info@maxdesign.it MENTEMANO sas di NICOLA GISONDI & C. Via Mecenate 76/5 20138 MILANO Tel. 0258018669 www.mentemano.it, info@mentemano.it MINOTTI spa Via Indipendenza 152 28021 MEDA MB Tel. 0362343499, Fax 0362340319 www.minotti.com, info@minotti.it MISSONI HOME T&J VESTOR spa Via Roma 71/b 21010 GOLASECCA VA Tel. 0331950311 www.missonihome.com, sales@tjvestor.it
MOLTENI&C|DADA Via Rossini 50 20833 GIUSSANO MB Tel. 03623591, Fax 0362354448 www.molteni.it, customer.service@molteni.it MOROSO spa Via Nazionale 60 33010 CAVALICCO UD Tel. 0432577111, Fax 0432570761 www.moroso.it, info@moroso.it MOSAICOMICRO S. Provinciale Comiso-Chiaramonte km 6,8 97012 CHIARAMONTE GULFI RG Tel. 0932963254 www.mosaicomicro.com, info@mosaicomicro.com MT MASKING TAPE KAMOI KAKOSHI Co. 236 Katashima-cho J 710-8611 KURASHIKI CITY, Okayama Prefecture Tel. +81(0)86 465 5811, Fax +81(0)86 465 5815 www.masking-tape.jp NANIMARQUINA c/Esglesia 4-6 - 10 3° d E 08024 BARCELONA Tel. +34 93 2376465, Fax +34 93 2175774 www.nanimarquina.com, info@nanimarquina.com NARDI spa Via delle Stangà 14 36072 CHIAMPO VI Tel. 0444422100, Fax 0444422150 www.nardioutdoor.com, info@nardioutdoor.com NEXXT - FASTWEB HEADQUARTER Piazza Adriano Olivetti 1 20139 MILANO Tel. 02 45451, www.fastweb.it NORDIC COMFORT PRODUCTS AS Juvikvegen 1 N 8640 HEMNESBERGET Tel. +47 75 19 77 00, www.ncp.no OFFECCT AB Skovdevagen Box 100 SE TIBRO 543 21 Tel. +46 504 41500, Fax +46 504 12524 www.offecct.se, support@offecct.se PANARIA CERAMICA PANARIAGROUP INDUSTRIE CERAMICHE spa Via Panaria Bassa 22/a 41034 FINALE EMILIA MO Tel. 053595111, Fax 053590503 www.panaria.it, info@panaria.it PAOLA LENTI srl Via Po 100/a, 20821 MEDA MB Tel. 0362344587, Fax 036271204 www.paolalenti.it, press@paolalenti.it POLTRONA FRAU spa Via Sandro Pertini 22 62029 TOLENTINO MC Tel. 07339091, Fax 0733971600 www.poltronafrau.it, info@poltronafrau.it POTOCCO spa Via Indipendenza 4 33044 MANZANO UD, Tel. 0432745111 www.potocco.it, info@potocco.it PROMEMORIA SOZZI ARREDAMENTI spa Via per Como 84/a 23868 VALMADRERA LC Tel. 0341581021, Fax 0341210054 www.promemoria.com, info@promemoria.com RAEBURN DESIGN Studio 1, The Textile Building 29a Chatham Place Hackney, UK LONDON E9 6FJ www.raeburndesign.co.uk REALLY by KVADRAT Skudehavnsvej 1, 2. tv. DK 2150 NORDHAVN COPENHAGEN www.reallycph.dk, info@reallycph.dk RIMADESIO spa Via Furlanelli 96 20833 GIUSSANO MB Tel. 03623171, Fax 0362317317 www.rimadesio.it, rimadesio@rimadesio.it
RODA srl Via Tinella 2 21026 GAVIRATE VA Tel. 03327486, Fax 0332748655 www.rodaonline.com, info@rodaonline.com ROYAL BOTANIA Elzendonkstraat 146 B NIJLEN 2560 Tel. +32 34112285, Fax +32 34112286 www.royalbotania.com, info@royalbotania.com RUBELLI spa Via della Pila 47 30175 VENEZIA - MARGHERA Tel. 0412584411 www.rubelli.com, info@rubelli.com SAIB spa Via Caorsana 5/a 29012 CAORSO PC Tel. 0523816111 www.saib.it, info@saib.it SCAB DESIGN SCAB GIARDINO spa Via G. Monauni 12 25030 COCCAGLIO BS Tel. 0307718755, Fax 0307718777 www.scabdesign.it, scab@scab.it SCHÜCO INTERNATIONAL ITALIA srl Via del Progresso 42 - Z.I. 35127 PADOVA Tel. 0497392000, Fax 0497392202 www.schueco.it, info@schueco.it SICIS srl Via Canala 85 48123 RAVENNA Tel. 0544469711, Fax 0544469811 www.sicis.com, info@sicis.com SIGNIFY ITALIA PHILIPS LIGHTING V.le Sarca 235 20126 MILANO Tel. 02919461 www.lighting.philips.it SLAMP spa Via Vaccareccia 12/14 00071 POMEZIA RM Tel. 0691623948, www.slamp.com SLIDE srl Via Lazio 14 20090 BUCCINASCO MI Tel. 024882377, Fax 024880716 www.slidedesign.it, info@slidedesign.it TALENTI OUTDOOR LIVING srl Loc. Le Capanne 45/47/49 05021 ACQUASPARTA TR Tel. 0744930747, Fax 0744930980 www.talentisrl.com, customerservice@talentisrl.com TEMPOTEST PARÀ V.le Monza 1 20845 SOVICO MB Tel. 03920701, Fax 0392070425 www.para.it, para@para.it VIBIA GRUPO T DIFFUSION S.A. Progrés 4-6 E 08850 GAVÀ BARCELONA Tel. +34 934796971, Fax +34 934782026 www.vibia.com, grupo-t@grupo-t.com VITRA DESIGN MUSEUM Charles-Eames-Str. 1 D 79576 WEIL AM RHEIN Tel. +49 7621 7023200, Fax +49 7621 7023590 www.design-museum.de info-weil@design-museum.de VONDOM Avda Valencia 3 E 46891 VALENCIA Tel. +34 96 239 84 86, Fax +34 96 2900501 www.vondom.com, info@vondom.com ZANOTTA spa Via Vittorio Veneto 57 20834 NOVA MILANESE MB Tel. 03624981, Fax 0362498900 www.zanotta.it, zanottaspa@zanotta.it
INTERNI marzo 2020 / 119
N. 03 marzo March 2020 rivista fondata nel review founded in 1954
on line www.internimagazine.it direttore responsabile/editor GILDA BOJARDI gilda.bojardi@mondadori.it comitato scientifico/board of experts ANDREA BRANZI DOMITILLA DARDI DEYAN SUDJIC consulenti/consultants CRISTINA MOROZZI MATTEO VERCELLONI RUDI VON WEDEL
Nell’immagine: una ‘scenografia’ di volumi puri che dialogano con la natura e il mare vicinissimo, per la casa progettata dall’architetto Marco Merendi in Sicilia. In the image: a ‘setting’ of pure volumes in dialogue with nature and the nearby sea, for a house designed by the architect Marco Merendi in Sicily. (foto di/photo by Alberto Ferrero)
redazione/editorial staff MADDALENA PADOVANI maddalena.padovani@mondadori.it (caporedattore/editor-in-chief) DANILO SIGNORELLO danilo.signorello@mondadori.it (caposervizio/senior editor ad personam) ANTONELLA BOISI antonella.boisi@mondadori.it (vice caposervizio architetture architectural vice-editor) CAROLINA TRABATTONI carolina.trabattoni@mondadori.it (vice caposervizio/vice-editor ad personam) produzione e sala posa production and photo studio KATRIN COSSETA katrin.cosseta@mondadori.it produzione e news/production and news NADIA LIONELLO nadia.lionello@mondadori.it produzione e sala posa production and photo studio ANDREA PIRRUCCIO andrea.pirruccio@mondadori.it produzione e news/production and news rubriche/columns VIRGINIO BRIATORE giovani designer/young designers GERMANO CELANT arte/art grafica/layout MAURA SOLIMAN maura.soliman@mondadori.it SIMONE CASTAGNINI simone.castagnini@mondadori.it STEFANIA MONTECCHI stefania.montecchi@consulenti.mondadori.it
NEL PROSSIMO NUMERO 04 IN THE NEXT ISSUE INside
COME ABITANO GLI ARCHITETTI HOW ARCHITECTS LIVE FocusINg
GENERAZIONE PONTE BRIDGE GENERATION DesigINg
KONSTANTIN GRCIC FORMAFANTASMA MARCANTONIO ShootINg
CREATIVE CONNECTIONS
segreteria di redazione/editorial secretariat ALESSANDRA FOSSATI alessandra.fossati@mondadori.it responsabile/head ADALISA UBOLDI adalisa.uboldi@mondadori.it assistente del direttore/assistant to the editor contributi di/contributors MAURIZIO BARBERIS DONATELLA BOLLANI STEFANO CAGGIANO MARIA CLARA CAGLIOTI PAOLO CASICCI PATRIZIA CATALANO VALENTINA CROCI DOMITILLA DARDI EDOARDO DE COBELLI CLAUDIA FORESTI LAURA TRALDI MATTEO VERCELLONI fotografi/photographs SIMONE BARBERIS GIOVANNI NARDI ANDREA MARTIRADONNA PAOLO RIOLZI GUOYIN JIANG traduzioni/translations TRANSITING SAS
progetti speciali ed eventi special projects and events collaboratori/collaborators ANTONELLA GALLI CARLO BIASIA ANNA BOLLETTA VALERIA MALITO SISTEMA INTERNI 3 Interni Annual monographs Annual Cucina, Annual Bagno, Annual Contract Design Index The Design addressbook Guida FuoriSalone Milano Design Week guide Interni King Size Milano Design Week product preview Interni Serie Oro Volume speciale/Special Edition MONDADORI MEDIA S.P.A. 20090 SEGRATE - MILANO INTERNI The magazine of interiors and contemporary design via Mondadori 1 - Cascina Tregarezzo 20090 Segrate MI Tel. +39 02 75421 Fax +39 02 75423900 interni@mondadori.it Pubblicazione mensile/monthly review Registrata al Tribunale di Milano al n° 5 del 10 gennaio 1967. PREZZO DI COPERTINA/COVER PRICE INTERNI € 8,00 in Italy
PUBBLICITÀ/ADVERTISING MEDIAMOND S.P.A. Palazzo Cellini - Milano 2 20090 Segrate (MI) Tel. 02 21025259 E-mail: contatti@mediamond.it Vice Direttore Generale Living/ Vice-Director Living Division: Flora Ribera Coordinamento/Coordination: Silvia Bianchi Advertising Manager: Rossella Agnusdei Agenti/Agents: Stefano Ciccone, Simone Salvetti, Mauro Zanella, Paola Zuin Sedi Esterne/External Offices: EMILIA Publiset srl, via Ettore Cristoni 86 Casalecchio di Reno (BO), Tel. 051.0195126 info@publiset.eu TOSCANA Mediatarget srl, via degli artisti 6/F Firenze, Tel. 055.7188610 patrizia@mediatargetadv.com PIEMONTE/LIGURIA/VALLE D’AOSTA Full Time srl, Corso Quintino Sella 12, Torino Tel. 011 2387111, info@fulltimesrl.com LAZIO Five Media Communication viale Bruno Buozzi 107, Roma Tel. 06 36003602, info@fivemediacom.it TRIVENETO (tutti i settori, escluso settore Living/all sectors, excluding Living) Full Time srl, via Cà di Cozzi 10, Verona Tel. 045 915399, info@fulltimesrl.com TRIVENETO (solo settore Living/ only Living sector) Paola Zuin - cell. 335 6218012 paola.zuin@mediamond.it ROMAGNA/UMBRIA/MARCHE/ ABRUZZO/SAN MARINO Idea Media srl, via Soardi 6 Rimini (RN) Tel. 054125666, segreteria@ideamediasrl.com CAMPANIA CrossmediaItalia 14 srl, via G.Boccaccio 2 Napoli, Tel. 081 5758835 PUGLIA CrossmediaItalia 14 srl, via Diomede Fresa 2 Bari, Tel. 080 5461169 SICILIA/SARDEGNA/CALABRIA GAP Srl - Giuseppe Amato via Riccardo Wagner 5, Palermo Tel. 091 6121416, segreteria@gapmedia.it
ABBONAMENTI/SUBSCRIPTIONS Italia annuale: 10 numeri + 3 Annual + Design Index € 64,80 (prezzo comprensivo del contributo per le spese di spedizione). Inviare l’importo tramite c/c postale n. 77003101 a: Direct Channel S.p.A. – Ufficio Abbonamenti. È possibile pagare con carta di credito o paypal sul sito: www.abbonamenti.it. L’abbonamento può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. Worldwide subscriptions, one year: 10 issues + 3 Annual + Design Index € 59,90 + shipping rates. For more information on region-specific shipping rates visit: www.abbonamenti.it/internisubscription. Payment may be made in Italy through any Post Office, order account no. 77003101, addressed to: Direct Channel S.p.A. – Ufficio Abbonamenti. You may also pay with credit card or paypal through the website: www.abbonamenti.it/internisubscription Tel. +39 02 86896172, Fax +39 030 7772387 Per contattare il servizio abbonamenti: Subscription inquiries should be addressed to: Direct Channel S.p.A. Dall’Italia Tel. +39 02 75429001 From abroad Tel. +39 02 86896172 Fax + 39 030 7772387 dal lunedì al venerdì/Monday to Friday dalle/from 9:00 alle/to 19:00 abbonamenti@mondadori.it www.abbonamenti.it/interni NUMERI ARRETRATI/BACK ISSUES Interni € 10, Interni + Design Index € 14, Interni + Annual € 14. Pagamento: c/c postale n. 77270387 intestato a Press-Di srl “Collezionisti” (Tel. 045 888 44 00). Indicare indirizzo e numeri richiesti inviando l’ordine via Fax (Fax 045 888 43 78) o via e-mail (collez@mondadori.it/arretrati@mondadori.it). Per spedizioni all’estero, maggiorare l’importo di un contributo fisso di € 5,70 per spese postali. La disponibilità di copie arretrate è limitata, salvo esauriti, agli ultimi 18 mesi. Non si accettano spedizioni in contrassegno. Please send payment to Press-Di srl “Collezionisti” (Tel. + 39 045 888 44 00), postal money order acct. no. 77270387, indicating your address and the back issues requested. Send the order by Fax (Fax + 39 045 888 43 78) or e-mail (collez@mondadori.it/ arretrati@mondadori.it). For foreign deliveries, add a fixed payment of € 5,70 for postage and handling. Availability of back issues is limited, while supplies last, to the last 18 months. No COD orders are accepted. DISTRIBUZIONE/DISTRIBUTION per l’Italia e per l’estero/for Italy and abroad a cura di/by Press-Di srl L’editore non accetta pubblicità in sede redazionale. I nomi e le aziende pubblicati sono citati senza responsabilità. The publisher cannot directly process advertising orders at the editorial offices and assumes no responsibility for the names and companies mentioned. Stampato da/printed by ELCOGRAF S.P.A. via Mondadori 15 – Verona Stabilimento di Verona nel mese di febbraio/in February 2020
Questo periodico è iscritto alla FIEG This magazine is member of FIEG Federazione Italiana Editori Giornali © Copyright 2020 Mondadori Media S.p.A. – Milano. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. All rights of literary and artistic content reserved. Even if not published, manuscripts and photographs will not be returned.
OUTDOOR LIVING
#CRU I SECO L L ECT IO N D ES I G N BY LU DOVIC A+ R O BE R TO PALO M BA
c us to m er s er v i ce @ta l en t i s r l .c om w w w. ta l en t i s r l .c om
adv KOMMA
IL MIO BAGNO, IL MIO LIVING, LA MIA CUCINA. Seguici su: 10 Anni per la tua Cucina - 5 Anni per i tuoi Elettrodomestici
www.scavolini.com Numero verde: 800 814 815
La più amata dagli italiani