VEroNA inFORmA
atuita!
r Copia g
magazine di medicina | psicologia | salute e benessere
n. 17 - anno 4 - marzo/giugno 2015
medicina
Defibrillatori semiautomatici investire nella vita
Meccanismi generali
speciale
Adolescenza In Forma
il portale per giovani e famiglie
delle Dipendenze Patologiche Regione Veneto
Intervista a Luca Coletto
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Consigli e informazioni per vivere meglio
veronA ™
CORSO
5-6 novembre 2015
INSTRUCTOR MANUAL Prima giornata
8.30
Accoglienza partecipanti
9.00
Lezioni frontali • Introduzione e storia del corso • BVM e laringoscopia • Video prospettiva personale • Previsione difficoltà delle vie aeree • Gli algoritmi delle vie aeree
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA INTEGRATA
Ospedale Civile Maggiore – padiglione 1 • Piazzale Aristide Stefani 1 numero PoSTI DISPonIbIlI e DISCIPlIne ACCreDITATe eCm:
QuoTA DI ISCrIZIone:
24 tra Medici Chirurghi (tutte le discipline) e infermieri
475,80 Euro RIDOTTA (infermieri, specializzandi)
8.30
Accoglienza partecipanti
9.00
Lezioni frontali • Peculiarità della gestione delle vie aeree pediatriche • Ventilazione a pressione positiva costante delle vie aeree (C-PAP)
719,80 Euro INTERA
10.30 Pratica di gruppo
11.00 Pausa
10.45 Gruppi di lavoro (Rotazione dei gruppi di lavoro) • Gestione vie aeree nei traumi • Gestione vie aeree nei casi internistici • Gestione vie aeree nei casi pediatrici • Casi gestiti da Unico Operatore
11.30 Stazioni di addestramento (Rotazione dei gruppi di lavoro) • BVM, GEB, ETI • EGD e salvataggio delle vie aeree • Vie aeree chirurgiche • Video laringoscopia
13.00 Pausa
13.00 Pausa
14.00 Code Airway (Rotazione dei gruppi di lavoro) • Nel trauma • Nei casi internistici • Nei casi con Unico Operatore • Esame scritto
14.00 Lezioni frontali • Capnografia • Intubazione a sequenza rapida 15.45 Pausa
17.15 Riepilogo e valutazioni
16.00 Stazioni di addestramento (Rotazione dei gruppi di lavoro) • BVM, GEB, ETI • EGD e salvataggio delle vie aeree • Vie aeree chirurgiche • Video laringoscopia
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Seconda giornata
ProvIDer eCm
15
anni
p r o v i d e r e C M S ta nd a r d n° 5 0 1
SeGreTerIA orGAnIZZATIvA
17.30 Riepilogo e incontro con i tutor
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: www.mayaidee.it
VEroNA inFORmA www.veronainforma.net
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Sommario editoriale 6 Anche l'Expo ci vuole In Forma
34 Sanità: il Veneto attrae sempre più pazienti da fuori regione
A cura di Alberto Cristiani
42 Attività motoria e giovani: divertimento, socializzazione e salute
medicina 12 Ulss21: in oculistica interventi di cataratta e trapianti di cornea con il FEMToLaSER
focus 7 Il Veneto elimina la ricetta rossa: cambia il colore, aumenta il valore
14 Ulss21: Maggio 2015: l’azienda ULSS 21 aderisce alla giornata mondiale senza tabacco
29 Arte in ospedale “Emozioni” di Mara Giacon
16 Ulss 20: Progetto di screening per la malattia celiaca nel bambino in età scolare
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18 Medicina: Malnutrizione in età avanzata: ruolo della cosiddetta “anoressia dell’anziano”
30 Medicina: Rosacea: in Italia oltre 3 milioni le persone colpite ma solo 1 su 10 ha ottenuto una diagnosi
36 Corri con la Fidas per i malati di SLA
eventi&informazioni 46 Gente e Territori 50 “amore e dintorni ... i ragazzi adolescenti di Verona si raccontano”
20 Medicina: Defi brillatori semiautomatici: investire in sicurezza, investire nella vita 24 Medicina: iperidrosi palmare e ascellare: Strategie di intervento
salute&benessere 24 Quasi fi nita infl uenza in Veneto. Bilancio pesante: 40 vittime e 185 casi gravi
lettura & Interviste
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8 Il Veneto e la salute due anni dopo 48 Matrimonio low cost? Ecco la soluzione
32 Medicina: Meccanismi generali delle dipendenze patologiche: dall’abuso alla dipendenza
Inserto Adolescenza InForma 54 Alimentazione: FiDa Verona il Corpo Specchio Corso di formazione sui Disturbi del Comportamento alimentare
38 Medicina: “Corpore sano in mens sana”: la nuova Neuroriabilitazione ospedaliera-Universitaria di Verona 41 Medicina: Premio europeo per meriti scientifi ci al Dott. Castellani del Centro Fibrosi Cistica
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56 Prospettiva famiglia: Quando si dice la verità, non bisogna dolersi per averla detta: la verità è sempre illuminante... 58 Associazioni: la "Favola" di Jesus 59 Crescere presso un maestro... il giovane Samuele
Numeri Utili Emergenze
113 Soccorso pubblico di emergenza 112 Carabinieri 115 Vigili del fuoco 118 Emergenza sanitaria 045 500333 Polizia stradale 045 8078411 Polizia municipale 045 8075511 Centralino ULSS 20 045 6138111 Centralino Presidio Ospedaliero “G. Fracastoro” San Bonifacio 045 8075111 Centralino Presidio di Marzana 045 8121111 Ospedale di Borgo Trento 045 8121111 Ospedale di Borgo Roma 045 8121212 Ufficio Prenotazioni CUP (Centro unico prenotazioni) 848 242200 CUP ULSS 20 840 000877 Disdette visite ed esami (no di radiologia) 045 7614565 Guardia medica - Servizio di Continuità Assistenziale (ascoltare segreteria) 045 8041996 Farmacie di Turno 045 6712111 Ospedale di Bussolengo 045 6207111 Centro Sanitario Polifuzionale di Caprino Veronese 045 6648411 Ospedale di Isola della Scala 045 6589311 Ospedale di Malcesine 045 6338111 Ospedale di Villafranca 045 6338666 Servizio di Continuità Assistenziale 045 6338181 Centro Unificato Prenotazioni 045 6712666 Ufficio Relazioni con il Pubblico 0442 622000 Guardia medica - Sevizio di Continuità assistenziale ULSS 21 0442 622111 Centralino Ospedale Mater Salutis di Legnago ULSS 21 045 6999311 Centralino Ospedale San Biagio di Bovolone 045 6068111 Centralino Ospedale Riabilitativo Don L. Chiarenzi di Zevio 0442 537711 Centralino Centro Sanitario Polifunzionale di Nogara ULSS 21 0442 30500 Punto Sanità distrettuale di Cerea ULSS 21 848 868686 CUP ULSS 21 (da telefono fisso) 0442 606973 CUP ULSS 21 (da telefono cellulare) 0442 622692 Ufficio Relazioni con il Pubblico ULSS 21
Pubblica Utilità
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117 1515 045 8090411 045 8090711 045 8078411 045 8077111 800016600 19696 803803 064477 803116
Guardia di Finanza Servizio antincendi boschivo del corpo forestale dello Stato Questura di Verona Polizia Stradale di Verona Polizia Municipale Comune di Verona Drogatel Telefono Azzurro Soccorso stradale Automobile Club d’Italia Soccorso stradale
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editoriale
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n° 4035/2012 Proprietario ed editore Verona Informa s.a.s. di Giuliano Occhipinti & C. Direttore Responsabile Alberto Cristiani Redazione Alberto Cristiani, Alessia Bottone, Prisca Ravazzin Impaginazione grafica Porpora ADV di Michela Chesini Stampa Mediaprint Relazioni esterne e marketing Porpora ADV di Michela Chesini Contatti Redazione: +39 345 5665706 Mail: veronainforma@gmail.com Web: www.veronainforma.net Pubblicità: +39 345 5665706 Hanno collaborato per questo numero: Dott. Massimo Piccoli, Dott. Vincenzo Di Francesco, Alessandro Boggian, Dott. Giovanni Magnanelli, Alessia Bottone, Dott. Gianmario Fiorin, Dott. Vittorio Antonino, Dott. Gianmarco Padovani, Dott. Alessandro Lonardoni, Marifulvia Matteazzi, Alberti, Dott. Fabio Lugoboni, Prof. Nicola Smania, Prisca Ravazzin, Alberto Menini, Dott. Paolo Stefano, Foto: Archivio fotografico Verona Informa, Ufficio stampa AOUI Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 20, Ufficio stampa Azienda Ulss 21
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Alberto Cristani
Anche l’Expo ci vuole In Forma!
Dopo tante polemiche, preoccupazioni e inutili tensioni - alcune purtroppo degenerate in vandalismo puro - è iniziato Expo 2015 l'esposizione mondiale programmata a Milano tra il 1º maggio e il 31 ottobre 2015. Il tema selezionato per l'Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e intende includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dall'educazione alimentare alla grave mancanza di cibo che affligge molte zone del mondo, alle tematiche legate agli OGM. Milano fu già sede dell'Esposizione Internazionale del 1906 con tema “i trasporti”. “Expo 2015 - ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - è per il Ministero un’occasione importante per promuovere stili di vita salutari, a partire dalla corretta alimentazione con il modello della dieta mediterranea, bilanciata, ricca di frutta e verdura e povera in grassi, associata a una attività fisica adeguata. È dalla scuola, soprattutto, che dobbiamo iniziare a distruggere “i falsi miti” che danneggiano noi e il nostro sistema sanitario, anche in tema di nutrizione”. Dieta, stress, abitudini malsane, luogo di vita e di lavoro, possono quindi influenzare significativamente i geni della persona, ancorché in assenza di alterazioni della sequenza del Dna. Questo cambiamento è dovuto a processi di regolazione dell’espressione genica e può essere trasmesso alla generazione successiva. Durante Expo 2015 sono previste appuntamenti informativi di salute dedicati ai ragazzi, per indirizzarli verso scelte alimentari corrette: una dieta che sia attenta alla qualità delle molecole alimentari introdotte è essenziale per aumentare il benessere e ridurre la suscettibilità a malattie. In agenda nel mese di maggio i seguenti temi: “La sicurezza alimentare spiegata ai ragazzi”, “La ristorazione scolastica”, “Le cattivi abitudini dei bambini a tavola”, “Alimentazione e fertilità”, “Che buona la frutta”, “Il cibo come alimento: dal valore nutrizionale al valore etico”, “La sicurezza del cibo industriale”, “La corretta alimentazione nella ristorazione scolastica: focus su allergie ed intolleranze”. Gli incontri con bambini e ragazzi proseguiranno nei prossimi mesi con la partecipazione di esperti e nutrizionisti. Che dire, senza dubbi tutto molto interessante e di grande impatto, soprattutto grazie alla fantascientifica area espositiva. Ma se speriamo che Expo faccia il “miracolo” beh, abbiamo sbagliato tutto. Mangiare bene, fare attività fisica e tenere la mente attiva sono attività essenziali per vivere e stare in forma. Ma questo deve diventare un abitudine “contagiosa” che deve trasmettersi di padre in figlio e inizia, ad esempio, lasciando sugli scaffali dei supermercati qualche merendina in più. Così, giusto per iniziare. A prescindere dall’ Expo…
F focus
Il Veneto elimina la ricetta rossa: cambia il colore, aumenta il valore
Dal 1 aprile 2015 in Veneto anche le prescrizioni di esami e visite specialistiche diventano digitali. Si chiude così il percorso di dematerializzazione del ciclo prescrittivo avviato all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale il 1 settembre 2014, quando un promemoria bianco ha sostituito la ricetta rossa farmaceutica. La nuova procedura garantisce di avere a disposizione in tempo reale in un sistema unico regionale dati verificati delle prestazioni prescritte e prenotate dai cittadini. Il Veneto è la prima regione in Italia che procede a digitalizzare il ciclo prescrittivo attraverso l’attivazione di un sistema di accoglienza regionale oltre a quello previsto per legge a livello di Ministero dell’Economia e delle Finanze. Cosa cambia? Dal 1 aprile tutti i veneti che necessitano di una prescrizione di visite specialistiche, esami diagnostici e di laboratorio al posto della consueta ri-
A cura di Alberto Cristani
cetta rossa riceveranno dal medico un promemoria stampato su carta bianca. Una precauzione che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di adottare per evitare disservizi. In un prossimo futuro anche il promemoria scomparirà e all’utente, molto probabilmente, basterà rivolgersi agli sportelli, avendo con sé la tessera sanitaria. La vera novità Questa innovazione permetterà di digitalizzare via via tutti i dati sanitari del cittadino collegati alla prescrizione e, quindi, al suo percorso di cura. Dati disponibili ovunque e in qualsiasi momento on line: questo l’obiettivo del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, chiave di volta per l’accesso ai propri dati da parte dell’assistito, ma soprattutto occasione per garantire migliori processi di cura da parte dei professionisti della sanità.Uno dei vantaggi offerti dal nuovo sistema è che garantisce alla Regione di conoscere in tempo reale l’effettivo numero e genere di prestazioni prescritte e prenotate dall’utenza. Questo perché i dati digitali sono raccolti e verificati sulla base di un sistema unico regionale.
Tutto ciò permette di eliminare le doppie prenotazioni e gli errori, con positive ricadute sulle liste di attesa. Dal 1 aprile, infatti, il cittadino una volta prenotata una prestazione in una delle aziende ospedaliere o sociosanitarie del Veneto non potrà più utilizzare il promemoria per una seconda prenotazione in altra struttura come avviene oggi. Per procedere ad un cambio di data o sede è necessario chiedere l’annullamento della prima prenotazione. Il cittadino sarà informato attraverso una campagna di comunicazione su base regionale dal titolo “Cambia il colore, aumenta il valore” che illustra attraverso materiali cartacei, video e siti web come la ricetta digitale sia una tappa essenziale verso il Fascicolo Sanitario Elettronico regionale (FSEr). Iniziativa coordinata da Arsenàl.IT, Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale, il FSEr, attraverso una complessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari di ogni azienda, rivoluziona i servizi di cura al fine di garantire una assistenza sociosanitaria più puntuale, efficiente e sostenibile.
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I intervista
Luca Coletto
Il Veneto e la salute due anni dopo.
Risultati da record grazie all’impegno e alla tecnologia A cura di Alessia Bottone
Verona InForma - nel gennaio del 2013 ha intervistato in esclusiva Luca Coletto, Assessore alla Sanità della Regione Veneto e Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Oggi, dopo due anni, abbiamo chieato all’assessore se gli obiettivi e i risultati sono stati raggiunti e hanno soddisfatto le attese. Assessore Coletto, che anno è stato il 2014 per il Veneto? E come valuta, ad oggi, il quinquennio dal suo insediamento? È stato un anno importante per diversi motivi. Innanzitutto abbiamo siglato il Patto della salute e siamo riusciti a portare a casa ben 200 milioni di Euro in più di fondo sanitario regionale rispetto all’anno precedente, con un procapite di 1.764 €/cittadino superando la media nazionale che vale 1.763 €/cittadino. Devo dire che, quando ci siamo insediati, cinque anni fa, i conti erano perfettamente in ordine. Avevamo un miliardo e quattrocento milioni di ammortamenti non coperti.
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intervista
Grazie ad una transazione con il Ministero delle Finanze stiamo riallineando la situazione. Ma non ci siamo occupati solo di conti e numeri. Nel 2012 abbiamo approvato il piano sociosanitario che mancava da ben diciotto anni. Tale progetto ingloba anche il sociale in quanto ha l’obiettivo di diminuire i ricoveri inappropriati in ospedale. In quest’ottica siamo stati i primi a livello nazionale ad aver attivato quella che viene definita medicina di gruppo integrata, ovvero un servizio dei medici di medicina generale h 12, dal lunedì al venerdì e h24 durante il week end che prevede la presenza di medici disponibili per fornire risposte ai pazienti. Inoltre, cinque anni fa siamo partiti con un progetto di fascicolo sanitario on-line con il fine ultimo di riunire in un solo documento tutte le informazioni che concernono il paziente, la sua storia sanitaria, i medicinali prescritti, le patologie da cui è affetto, favorendo l’intercambiabilità da un medico all’altro per permettere al paziente di avvalersi della consulenza dei medici che lavorano all’interno del servizio di medicina di gruppo integrata. Aggiungo che abbiamo attivato, e stiamo attivando, sul territorio ospedali di comunità, ovvero un servizio per il periodo post acuzie, dedicato alla rieducazione e la riabilitazione territoriale in particolare per pazienti cronici e anziani. A differenza di una volta quindi, grazie ai filtri che sono stati attivati, possiamo dire che il rapporto univoco con l’Ospedale sta finalmente modificando, abbattendo così i costi attraverso una turnazione più rapida dei posti letto per acuti in ospedale e una riabilitazione post acuzie sul territorio, quindi negli ospedali di comunità, con un’intensità di cura adeguta. Ricordo che, i ricoveri nella Regione Veneto, ammontano al 140 per mille abitanti di ricoveri, mentre a livello nazionale superano il 160 per mille abitanti. Si registra una permanenza bassa e un’alta rotazione dei posti
letto proprio perché la medicina territoriale funziona. Questi risultati ci hanno permesso di reinvestire in sanità. Con un’attenta gestione nell’ambito della farmaceutica siamo riusciti a rispettare i tetti di spesa sia della farmaceutica territoriale che di quella ospedaliera. I nostri medici prescrittori hanno fatto diminuire i costi senza tagliare i farmaci ai cittadini, ma raggiungendo un’alto livello di appropiatezza e con una corretta gestione dei farmaci generici, con il risultato che pur essendo diminuiti i costi sono aumentate le prescrizioni. Quali novità sono previste a livello locale? La novità principale è che dal 2010 siamo in equilibrio di bilancio e che, anche il 2014 ha chiuso con 6 milioni di utile. Direi che si tratta di un buon risultato considerato che molte regioni avrebbero voluto chiudere con un risultato come il nostro. I soldi dei contribuenti sono stati ben amministrati ed ora vogliamo concentrarci sul miglioramento delle nostre strutture, in particolare del Centro di Simulazione e Formazione Avanzata della Regione Veneto (Si.F.A.R.V.), incardinata nell’Azienda Ospedaliera di Verona, il cui obiettivo è la realizzazione di corsi di Chirurgia di simulazione in chirurgia robotica avanzata della prostata nonché di favorire la realizzazione di programmi per la gestione di corsi in ostetricia d'urgenza e di radiologia interventistica e chirurgia endovascolare attraverso l’uso di simulatori per la conduzione di interventi per integrare tecniche di formazione a distanza all'interno dei percorsi formativi che prevedono anche momenti di approfondimento pratico
mediante simulazione. La nostra speranza è che la scuola possa servire presto anche altre Regioni e garantire sicurezza per il maggior numero di pazienti possibile. Nella sua scorsa intervista rilasciata a Verona InForma ha parlato della necessità di informatizzare i servizi offerti. Cosa è stato fatto e cosa è previsto per il prossimo futuro? Per quanto riguarda l’informatizzazione dei servizi, uno dei nostri punti forti, devo dire che siamo già a metà dell’opera anche se, ovviamente, si può sempre migliorare e fare di meglio. Abbiamo finalmente informatizzato tutte le USL e a breve, sarà avviato un servizio di prenotazione delle visite mediche attivabile dalle farmacie che si interfacceranno direttamente con il Cup, Centro di Prenotazione Unica, agevolando in particolar modo i pazienti anziani e fragili favorendo il percorso di cura e potenziando i servizi sul territorio e il contatto tra paziente e strutture sanitarie. Non dimentichiamoci che queste categorie di persone sono estremamente legate al loro territorio e alla figura del farmacista di fiducia che potrà assumere un ruolo di riferimento certo per tutti coloro che ne avranno bisogno. Con l’attivazione da parte della Regione Veneto del provvedimento nazionale detto “paga debiti” abbiamo permesso alle USL di pagare i fornitori a 60 giorni, ci siamo occupati di attivare una centrale unica per gli acquisti di tutta la Regione, abbattendo così ulteriormente i costi.
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intervista Il Veneto e la salute due anni dopo. Risultati da record grazie all’impegno e alla tecnologia
Per il futuro prevediamo di razionalizzare le USL presenti sul territorio che attualmente sono ventiuno tenendo comunque conto di aspetti importanti quali la viabilità e l’omogeneità territoriale. Che impatto ha avuto la spending review in Veneto? E per quanto riguarda il personale sanitario precario? La spending review era già stata attivata motu proprio dalla Regione Veneto già nel 2012, questo è uno dei motivi che ci ha permesso di resistere ai successivi tagli senza dover attivare l’addizionale Irpef regionale. Ora però la situazione potrebbe cambiare poiché l’ultima manovra del governo ha previsto ulteriori tagli di tipo orizzontale che non tengono conto della virtuosità di alcune Regioni italiane e che, come ho detto poc’anzi, abbiano già provveduto ad applicare a partire dal 2012. Per quanto riguarda invece il personale precario, con la delibera n. 320/2013 abbiamo previsto, nelle ore serali/notturne l’erogazione di prestazioni di diagnostica per immagini (Tac, risonanze, ecografie etc.), oltre che per le comuni visite specialistiche. Questo provvedimento ci sta permettendo di erogare circa 200 mila visite in più all’anno, cui conseguiranno nuove assunzioni di medici e infermieri per rispondere alle esigenze dei cittadini.
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In questi giorni si parla di tagli alla spesa sanitaria per 240 milioni di euro a livello regionale. Che impatto avrà tale taglio e come pensa di potervi fare fronte? Un impatto considerevole, ovviamente. L’anno scorso abbiamo chiuso con in utile, ma quest’anno raggiungere l’equilibrio di bilancio non sarà semplice date le continue decurtazioni del fondo sanitario nazionale e a caduta dei fondi regionali, che non tengono conto della gestione vituosa del Veneto. Garantiremo comunque tutti i servizi come abbiamo fatto sino ad oggi. Personalmente in sede di Conferenza Stato Regioni ho espresso il voto contrario del Veneto sulla manovra sanitaria proposta dal Governo alle Regioni. Sarebbe più corretto recuperare risorse efficentando i sistemi sanitari delle Regioni, che a differenza nostra, non hanno mai provveduto ad una razionalizzazione dei costi. In ogni caso, per quanto riguarda il Veneto, cercheremo di fare fronte a questi cambiamenti avvalendoci di nuovi protocolli e di scelte che guardano sempre più verso l’innovazione e l’informatizzazione. Questi continui tagli orizzontali attivati dal Governo in sanità, porteranno inevitabilmente ad un livellamento verso il basso della qualità sanitaria e non favorirà di certo le regioni che hanno lavorato bene e che hanno amministrato il denaro coscienziosamente.
Pensa che la spending review penalizzerà l'utente finale e in particolare i meno abbienti? Crede che il rapporto tra servizio pubblico e privato si sia ulteriormente rafforzato a causa dei tagli sopracitati? Il Veneto riuscirà a dare risposte concrete ai cittadini in quanto la nostra sanità è dotata di un’ottima organizzazione. Molto probabilmente, per pagare le inefficienze di altre Regioni, il Governo imporrà un’ulteriore un aumento dei ticket che incrementerà la compartecipazione da parte del cittadino alla spesa sanitaria. Ovviamente tale previsione favorisce il privato rispetto al servizio pubblico, visto che se i pazienti accedessero al servizio privato senza “ricetta rossa” non avrebbero l’onere dei ticket aggiuntivi. Il mio auspicio è che il Governo non approvi ulteriori provvedimenti che vadano contro il dettato costituzionale che prevede un sistema sanitario su base universalistica, che reputo una conquista irrinunciabile in particolare quando si attraversano momenti di difficile congiuntura economica come l’attuale.
Poliambulatorio Specialistico
MEDICINA DEL LAVORO E DELLO SPORT GALENO VENETA s.r.l.
Poliambulatorio Specialistico
Viawww.poliambulatoriogaleno.it StrĂ , 164 37030 Colognola Ai Colli (VR) tel. 045 7112567 Cell. 348 8237768 Fax 045 7044814 www.galenoveneta.it
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U ULSS 21
Ulss 21:
in Oculistica interventi di cataratta e trapianti di cornea con il FEMTOLASER "Il Reparto di Oculistica dell’Azienda Ulss 21 di Legnago, 2° in Italia, si è dotato di una tecnologia innovativa a livello mondiale: il FEMTOLASER che esegue interventi di cataratta e trapianti di cornea - annuncia Massimo Piccoli, Direttore Generale dell’Azienda Ulss 21 di Legnago - In questo modo è stato portato il futuro nella pratica chirurgica di tutti i giorni. Con questa innovativa strumentazione è possibile eseguire interventi con una precisione e una sicurezza fino ad oggi inimmaginabili". "La cataratta è frantumata dal laser che esegue l’intervento a occhio chiuso, - spiega Paolo Bordin, direttore dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale Mater Salutis di Legnago - in questo modo la chirurgia è molto più sicura e meno traumatica dell’intervento tradizionale. Nei trapianti si può tagliare la cornea del Donatore e del Ricevente con una precisione micrometrica. Questo consente di avere un decorso post-operatorio migliore e un più rapido recupero funzionale". Il Reparto di Oculistica dell’A.zienda Ulss 21 di Legnago (VR) esegue di routine dal 2004: innesto di cellule staminali, chirurgia palpebrale e congiuntivale, chirurgia delle vie lacrimali, interventi per cataratta con lenti innovative che consentono la visione per lontano e per vicino, varie tipologie di trapianti di cornea, chirurgia del glaucoma, chirurgia della retina, interventi per occhi senza iride o senza cristallino, interventi per retinopatia diabetica, interventi per trombosi, intravitreali per degenerazione maculare, chirurgia palpebrale e congiuntivale. In poco tempo sono stati eseguiti circa 100 interventi ed è stato possibile verificare sia la sicurezza per il paziente che la precisione chirurgica dell’intervento. I dati ottenuti confermano che questa nuova e innovativa tecnologia rappresenta un importante passo avanti nella chirurgia dell’occhio.
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ULSS 21
Ulss 21
disponibili i nuovi certificati di esenzione ticket 7R2, 7R4 e 7R5 Sono disponibili i nuovi certificati di esenzione 7R2, 7R4 e 7R5 per le prestazioni specialistiche (visite ed esami). Il periodo di validità dei nuovi certificati va dal 01/04/2015 al 31/03/2016. I cittadini in possesso dei requisiti per l'esenzione possono rivolgersi ai Punti Sanità distrettuali di Legnago, Bovolone, Nogara, Cerea e Zevio oppure stampare il certificato collegandosi al portale internet della Sanità https://salute.regione.veneto.it. L’accesso avviene tramite autocertificazione: l’utente dovrà inserire, oltre alla denominazione dell’azienda ULSS da cui è assistito (Ulss 21), il codice fiscale ed il suo numero di tessera regionale (tessera sanitaria cartacea). Il certificato va esibito al medico prescrittore per l’inserimento del relativo codice di esenzione nell’apposito spazio della ricetta. Chi presenta una ricetta senza alcun codice di esenzione è tenuto al pagamento del ticket. Il ticket pagato su ricetta senza alcun codice di esenzione non può essere rimborsato successivamente, poiché la ricetta non può essere modificata. L'utente, le cui condizioni reddituali o di stato civile siano cambiate nel corso dell'anno 2014 tanto da perdere il diritto all'esenzione, non deve utilizzare il certificato all'atto della prescrizione e deve comunicare tempestivamente all'Ulss di assistenza e di residenza la perdita del diritto. Le certificazioni rilasciate saranno oggetto di controllo puntuale da parte dell'Ulss, che procederà al recupero delle somme non pagate e a sanzionare gli utenti qualora riscontri l'insussistenza del diritto all'esenzione.
Si definiscono di seguito le categorie di esenzione: Cod. 7R2 Cittadini di età inferiore agli anni 6 o superiore agli anni 65 appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo riferito all'anno precedente non superiore € 36.151,98. Cod. 7R4 Cittadini di età superiore ai 65 anni, beneficiari di assegno sociale (ex pensione sociale) rilasciato dall'INPS.
Cod. 7R5 Cittadini di età superiore ai 60 anni titolari di pensione al minimo, appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo riferito all'anno precedente non superiore a € 8.263,31, aumentato a € 11.362,05 in presenza del coniuge non legalmente ed effettivamente separato, ulteriormente incrementato di € 516,46 per ogni figlio a carico.
Per informazioni Punto Sanità Legnago T 0442 622401 Punto Sanità Nogara T 0442 537823 Punto Sanità Cerea T 0442 30500 Punto Sanità Bovolone T 045 6999519 Punto Sanità Zevio T 045 6068195
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F focus - ULSS 21
Dott.Massimo Piccoli
Maggio 2015:
l’azienda Ulss 21 aderisce alla giornata mondiale senza tabacco A cura del Dott. Massimo Piccoli
In occasione della “Giornata Mondiale senza Tabacco 2015”, l’Azienda Ulss 21 promuove sei mezze giornate di informazione e sensibilizzazione contro il fumo durante il mese di maggio.
"L’OMS ha definito il fumo di tabacco come “la più grande minaccia per la salute della Regione Europa” - commenta Massimo Piccoli, Direttore Generale dell’Azienda UlSS 21 di Legnago - Il fumo attivo rappresenta la principale causa evitabile e prevenibile di malattia e di morte. Il tabacco provoca più decessi di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Nessuna altra sostanza legale è così pericolosa e così potente come sostanza capace di creare dipendenza. In questa iniziativa che impegnerà i nostri operatori per ben sei mezze giornate in ambiti specifici come la scuola e le strutture sanitarie territoriali, riteniamo molto preziosa e proficua la collaborazione con i medici di medicina generale dell’UTAP di Zevio e del Centro “Giraldi” di Bovolone per il lavoro di informazione, consulenza e consultazione che svolgono regolarmente".
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Il Dipartimento Dipendenze dell'ULSS21, diretto dal dott. Carlo Bossi, metterà a disposizione i propri operatori per stimolare presso il pubblico che intenderà cogliere questa opportunità l'adozione di stili di vita sani, come sintetizzato nello slogan "Stop fumo, curo la mia salute". La dott.ssa Paola Schiavi referente del Gruppo Prevenzione, coordina il gruppo che interverrà nelle scuole secondarie di II grado che hanno aderito all'iniziativa nelle seguenti date : il 6 maggio c/o Liceo "Giovanni Cotta" dalle ore 9,00 alle ore 13,00; il 13 maggio c/o ENAIP di Porto di Legnago dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e il 20 maggio c/o l’ISS "Marco Minghetti" di Legnago dalle ore 9,00 alle ore 13,00. Presso l'ISS "Silva Ricci" di Porto di Legnago l'iniziativa è stata anticipata il 20 e 21 novembre 2014 per impegni della scuola. Gli operatori dell'Ambulatorio per Smettere di Fumare, di cui è referente la dott.ssa Cristina Biasin, affiancati da alcuni studenti del Corso di laurea in infermieristica del polo di Legnago e dal Dott.
Vincenzo Scola MMG, saranno presenti nelle seguenti date e luoghi : • Ospedale Riabilitativo "Chiarenzi "di Zevio 26 Maggio dalle ore 9.00 alle 13.00 • Ospedale "S.Biagio "di Bovolone 28 Maggio dalle ore 9.00 alle 13.00 • Ospedale "Mater Salutis" di Legnago 29 Maggio dalle ore 9.00 alle 13.00. I destinatari nelle scuole sono gli studenti, i docenti e il personale amministrativo interessato. Nelle sedi ospedaliere l'invito a partecipare è rivolto a tutta la popolazione, oltre che al personale dipendente dell'Azienda ULSS21 e agli studenti del Corso di laurea in infermieristica dell'Università di Verona. Saranno allestiti spazi nei luoghi citati, in cui alcuni medici, infermieri, psicologi ed educatori del Dipartimento Dipendenze saranno disponibili a sottoporre il pubblico interessato al test per misurare il monossido di carbonio e a quello per la valutazione della dipendenza da nicotina e di effettuare la spirometria. Grazie a un colloquio con il personale e alla compilazione della ruota motivazionale si potrà inoltre verificare a che stadio è la propria volontà di smettere di fumare. E’ prevista inoltre la distribuzione di volantini e informazioni sui programmi e sulle attività promosse dall’azienda ULSS 21, in particolare dalle Unità Operative di Cardiologia, Pneumologia, Servizio Dietetico e Dipartimento di Prevenzione. L’evento è patrocinato dai Comuni di Legnago, Bovolone, Zevio e LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). Per informazioni: T 045 6068164 - sert.zevio.infermieri@aulsslegnago.it
ALOE VERA PG PURO SUCCO DI ALOE GEL
PANCIA PIATTA
PER FAVORIRE IL SOSTEGNO METABOLICO
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U ULSS 20
Maria Giuseppina Bonavina
Progetto di screening per la malattia celiaca nel bambino in età scolare L’Azienda ULSS20 di Verona, in collaborazione con la Società Italiana di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) e con il supporto in cofinanziamento della Fondazione Cariverona, ha approntato un Progetto di screening della popolazione nell’età evolutiva che mira essenzialmente all’individuazione di casi misconosciuti di malattia celiaca, reclutati nella popolazione scolastica dei primi anni della Scuola Primaria. La celiachia è una patologia che, nei soggetti geneticamente predisposti, colpisce primariamente l’intestino, causata dal glutine, principale frazione proteica del frumento e di altri cereali. è una delle patologie croniche più frequenti in assoluto, riguarda circa l’1% della popolazione generale in Italia e la sua frequenza appare essere in aumento nel corso delle ultime decadi. L’espressione clinica della celiachia è molto variabile: nei casi tipici si manifesta precocemente con sintomi intestinali quali diarrea cronica, inappetenza, addome globoso e calo di peso. Più spesso tuttavia si tratta di forme atipiche nelle quali predominano sintomi meno eclatanti, di tipo extra-intestinale (anemia, stanchezza cronica, ritardo puberale), oppure la sintomatologia è del tutto assente, configurandosi il quadro delle forme silenti. A causa della variabilità del quadro clinico, la maggior parte dei casi di celiachia sfuggono per molto tempo alla diagnosi e rimangono pertanto esposti al rischio di complicanze tardive, anche gravi. Pertanto, dato che solo una piccola parte (20-25%) dei casi di celiachia presenti nella popolazione sono adeguatamente riconosciuti e curati
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ULSS 20
prima che si instaurino nell’organismo complicanze, tutti gli esperti del settore sottolineano l’importanza di un intervento di prevenzione secondaria mirato ad una diagnosi tempestiva di malattia celiaca. L’approccio più corretto per l’individuazione dei casi “sommersi” di celiachia è considerato lo screening della popolazione nell’età evolutiva, senza dubbio più efficace, seppur complesso per varie motivazioni. Il Progetto, più ampiamente, prevede molteplici obiettivi primari che comprendono anche la valutazione attualizzata della frequenza di celiachia nella popolazione italiana in età scolare, in due aree del territorio nazionale, quella dell’est veronese e un’altra nel Centro Italia, ad Ancona. Responsabile del Progetto di screening è il dr. Mauro Cinquetti, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria dell’ULSS20 e Segretario Regionale Veneto della Società Italiana di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica. Il progetto di screening, definito insieme a Carlo Catassi, professore di Pediatria all’Università Politecnica delle Marche, prevede che tutti i casi arruolati in questa indagine siano sottoposti ad uno screening di primo livello mediante ricerca di tipo genetico su goccia di sangue prelevato da micropuntura sul dito. I bambini negativi a tale test, percentuale attesa del 60-70%, non saranno ulteriormente esaminati e per loro non ci sarà più alcuna necessità futura di effettuare indagini inerenti alla celiachia, non essendo predisposti a tale malattia. I positivi (30-40%) saranno richiamati per eseguire prelievo venoso per la determinazione anticorpi antiglutine. Nei casi con celiachia sospetta sulla base degli esami del sangue, sarà proposto un completamento diagnostico presso il locale Centro di Gastroenterologia pediatrica. E’ previsto l’arruolamento complessivo di circa 5000 bambini nei due Centri partecipanti, ovvero 2500 bambini nella provincia di Verona ed altrettanti ad Ancona. Ci si attende che questo studio possa fornire una stima attuale della frequenza di celiachia in età scolare in Italia, su campione ampio e rappresentativo della realtà nazionale. L’indagine permetterà inoltre di sensibilizzare la popolazione sul problema della celiachia, patologia tra le più comuni nel
nostro Paese, ma spesso non diagnosticata, la cui cura consiste esclusivamente nella eliminazione del glutine dalla dieta. L’Ufficio scolastico territoriale di Verona ha dato la propria disponibilità ad effettuare tale indagine nelle scuole Primarie dell’est veronese, con il coinvolgimento degli alunni delle classi seconda e terza; la dott.ssa Anna Lisa Tiberio sarà la referente per il monitoraggio di questo progetto.
Il progetto La celiachia è una patologia autoimmune sistemica primariamente localizzata nell’intestino. La prevalenza della celiachia sta cambiando nel tempo:
Obiettivo del progetto O valutazione della frequenza attuale di celiachia nella popolazione in età scolare, nelle aree di Verona e Ancona; O valutazione della proporzione di casi di celiachia “sommersa”; O confronto clinico-anamnestico tra soggetti geneticamente predisposti ma negativi alla valutazione sierologica e soggetti con sierologia positiva per celiachia. Informazione O Informazione e coinvolgimento delle Scuole primarie di Verona e Ancona; O Arruolamento: 5000 bambini (età: 6-10 anni) delle scuole di Verona e di Ancona (circa 2500 bambini per ognuna delle due sedi). Come O Valutazioni di 1°livello in ambito scolastico (2500 bambini per centro). Prelievo di goccia di sangue capillare dal dito per valutazione della predisposizione genetica; O Valutazioni di 2° livello (circa 1000 pazienti per centro) . Determinazione da prelievo venoso dei marcatori sierologici di celiachia (anti TTG IgA e IgA totali); . Valutazione clinico-anamnestica; . Completamento dell’iter diagnostico c/o centro di riferimento.
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M
medicina-anoressia dell'anziano Vincenzo Di Francesco
Malnutrizione in età avanzata:
ruolo della cosiddetta “Anoressia dell’anziano” A cura di Vincenzo Di Francesco Direttore Geriatria A. AOUI Verona i
Gli studi che si occupano di invecchiamento hanno dimostrato che l’introito calorico negli anziani cala col passare degli anni. Tra i 40 e i 70 anni, l’assunzione di cibo si riduce del 25%. Questa importante riduzione nella alimentazione è giustificata solo in parte dalla ridotta attività fisica, e causa quindi spesso calo di peso e malnutrizione. Molte delle condizioni sociali, psicologiche ed organiche che caratterizzano l’invecchiamento sono cause di riduzione dell’assunzione di cibo e malnutrizione. Problemi economici e isolamento sono frequenti ma anche la depressione è implicata nella perdita di peso più negli anziani che nei giovani. La demenza può causare malnutrizione poiché i pasti sono frequentemente rifiutati. Molte patologie croniche associate alla vecchiaia portano alla perdita di peso mediante un aumento della spesa energetica, ma anche attraverso una soppressione della sensazione di fame. Pazienti con bronchite cronica, ad esempio, subiscono le conseguenze sia della dispersione di energia, dovuta all’insufficienza respiratoria, sia dell’anoressia, causata dai mediatori della infiammazione. Similmente, le neoplasie e lo scompenso cardiaco, causano grave malnutrizione detta cachessia mediante per produzione di citochine, tra cui le interleuchine, potenti anoressizzanti. Molti farmaci di uso comune provocano ridotto introito di cibo con meccanismi vari: amiodarone, furosemide, digossina, levodopa, antisecretori acidi, antibiotici, antinfiammatori. La malnutrizione ha un impatto drammatico sulla salute dell’anziano, in particolare compromette il sistema immunitario aumentando la frequenza e la gravità delle infezioni,
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medicina-anoressia dell'anziano
può causare anemia, decadimento cognitivo, osteoporosi, alterazione del metabolismo dei farmaci. La popolazione anziana malnutrita ha un alto rischio di ospedalizzazione, dimissione ritardata e mortalità ed una elevata probabilità di perdere la sua autonomia. Purtroppo fino al 60% dei pazienti che vanno in ospedale hanno problemi di malnutrizione. La cosiddetta “anoressia dell’anziano”, una riduzione dell’introito calorico legata all’età, potrebbe essere uno dei principali fattori di rischio per malnutrizione nella popolazione anziana mediante un alterato controllo del senso di fame e sazietà può esserne la causa. Oltre alle cause citate in precedenza, una delle componenti più importanti nel limitare il senso di fame dell’anziano potrebbe essere la parafisiologica alterazione età-correlata delle dinamiche dei segnali che regolano il bilancio energetico e l’introito alimentare. Fisiologicamente i segnali provenienti dalla periferia influenzano il bilancio energetico, sia dopo il pasto che in condizione di digiuno, agendo sui centri ipotalamici della fame e della sazietà tramite soprattutto i mediatori NPY (fame) e POMC (sazietà). I segnali di sazietà postprandiali a breve termine, come colecistochinina, peptide YY e “glucagone-like peptide” 1 (GLP-1) ed i segnali di “adiposità” (cioè di elevato contenuto energetico) a lungo termine, come insulina e leptina, sono amplificati negli anziani provocando sazietà eccessiva e una riduzione dell’introito alimentare. Questo effetto è ancora più spiccato quando si assumono alimenti di diffcile digestione e ricchi in grassi. Lo svuotamento dello stomaco è rallentato con l’invecchiamento quindi si prolunga dopo il pasto la sensazione di pienezza che inibisce l’assunzione di altro cibo. Anche in questo caso il tipo di alimenti può peggiorare la situazione come ad esempio dopo aver mangiato molte proteine o fritti. Quando lo stomaco si svuota da qui viene secreta la grelina, una proteina che genera un segnale periferico di fame, che induce ad iniziare il pasto. La grelina attiva è significativamente ridotta nei soggetti anziani, i quali presentano basse concentrazioni già a digiuno e una risposta assente allo stimolo, al contrario dei soggetti più giovani. In definitiva anche a stomaco
vuoto gli anziani tendono a non cercare cibo per un altro pasto. In definitiva con l’avanzare dell’età la tendenza ad un eccessivo stimolo oressigeno, tipica del giovane e causa di malnutrizione per eccesso (obesitàsovrappeso), lascia il posto ad una forma di anoressia che facilita la malnutrizione per difetto. Le strategie di intervento per contrastare questa tendenza sono importanti per l’anziano e particolarmente utili nei momenti di maggior rischio quando è richiesto un introito calorico superiore (ad esempio per un infezione, un intervento chirurgico ecc.).
Rappresentazione schematica del controllo dell’introito energetico. In rosso i segnali oressigeni che spingono a consumare cibo, in giallo i segnali anoressigeni, di sazietà. Nell’anziano è stata dimostrata la riduzione degli stimoli oressigeni e l’aumento dei segnali di sazietà sia a breve che a lungo termine. Ipotalamo NPY POMC Vista Olfatto gusto
Bibliografia essenziale Control of food intake in older men. Roberts SB, Fuss P, Heyman MB, et al: JAMA 1994; 272: 1601-1606. Anorexia of aging: physiologic and pathologic. Morley JE: Am J Clin Nutr 1997; 66: 760-773.
vago
grelina
leptina insulina
CCK GLP-1 PYY
Tessuto adiposo: segnali di sazietà a lungo termine
Apparato gastrointestinale: Segnali di sazietà a breve termine
The anorexia of aging. Di Francesco V, Fantin F, Omizzolo F, et al.: Dig Dis. 2007;25(2):129-37. Review. Potenziare stimoli della fame
Stimoli Sociali
Mangiare in compagnia, curare ambiente
Stimoli Culturali
Scelta alimenti e preparazioni più gradite e note, ma stimolare anche curiosità
Stimoli Sensoriali
Potenziare colori, sapori, odori, variare alimenti
Ridurre il segnale di sazietà
- Facilitare svuotamento gastrico - Ridurre stimoli ormonali
- Pasti meno voluminosi, più frequenti, distribuire bevande lontano dai pasti - Alimenti e preparazioni più digeribili (no condimento eccessivo, frittura…) - Ridurre contenuto in grassi - Check list farmaci
Salvaguardare la massa muscolare
Associare esercizio fisico
Utilizzare supplementi se intervento non sufficiente a coprire fabbisogno
Integratori proteici, calorici e vitaminici
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M medicina
Dott. Carlo Castellani
Premio europeo per meriti scientifici al Dott. Castellani del Centro Fibrosi Cistica Il premio annuale conferito dalla Società Europea Fibrosi Cistica (European Cystic Fibrosis Society) per meriti scientifici è stato attribuito per il 2015 a Carlo Castellani, medico e genetista del Centro Fibrosi Cistica Dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, diretto dal prof. Baroukh Maurice Assael. Il dott Castellani è internazionalmente noto in particolare per i suoi contributi sullo screening neonatale, screening preconcezionale, genetica e epidemiologia della fibrosi cistica. Per numerosi anni ha fatto parte del direttivo della società e negli ultimi anni ha diretto progetti mondiali sulla genetica della malattia. Nel 2013-14 ha coordinato il lavoro di oltre 100 esperti internazionali per la produzione dei nuovi standard di cura (Standard of care) della società europea. Dal 2013 Carlo Castellani è anche presidente della Società Italiana Fibrosi Cistica. Questo riconoscimento è motivo di particolare orgoglio per il Centro Fibrosi Cistica di Verona, primo centro al mondo che ha visto attribuire il premio a due suoi operatori in due diverse occasioni. Infatti, lo stesso premio, alla carriera, era già stato conferito a Gianni Mastella, fondatore del centro stesso. Si tratta quindi di un consolidamento e di una con-
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tinuità nel segno dell’eccellenza che rafforzano negli oltre 70 operatori del centro il senso di appartenenza a una struttura di grande livello. Il Centro Fibrosi Cistica di Verona è il maggior centro europeo dedicato alla fibrosi cistica. Le sue attività coprono tutti gli aspetti della malattia, comprendendo, oltre all’assistenza a più di 800 pazienti, programmi di prevenzione, genetica, screening neonatale, ricerca traslazionale, ricerca clinica. Il centro coopera strettamente con due strutture che hanno sede a Verona: il Centro per la Ricerca Traslazionale in Fibrosi Cistica (CFTR, Laboratorio Lissandrini), diretto da Claudio Sorio dell’Università di Verona, e il Centro di Ricerca clinica (CRC-FC), diretto da Marco Cipolli, che completano lo spettro delle attività di ricerca. In questi anni il Centro è in prima linea nella sperimentazione di nuovi farmaci per la cura della malattia.
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medicina - defibrillatori
Defibrillatori semiautomatici: investire in sicurezza, investire nella vita Il defibrillatore semiautomatico (DAE) è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura. Entro il 2015 tutte le società sportive dovranno esserne in possesso. Scopriamo meglio di cosa si tratta e chi può essere d’aiuto per la scelta del dispositivo In questi anni sono aumentati i casi di arresto cardiaco improvviso durante lo svolgimento di attività sportive. Molte volte queste disgrazie risultano essere la conseguenza di precauzioni non prese al momento giusto. L’opinione pubblica però si è sensibilizzata e ciò sta portando sempre più alla decisione - da parte delle società sportive - di acquistare dispositivi semiautomatici, meglio conosciuti come defibrillatori, che possano aiutare a salvare una vita. Defibrillatori, una parola che racchiude due aggettivi importantissimi: indispensabile e sicuro. Entro la fine del 2015 tutte le società sportive dovranno essere provviste di defibrillatori e di personale abilitato all’uso, come comunicato dal decreto Balduzzi pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 20 luglio 2013.
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medicina - defibrillatori
Cosa sono i DAE e chi li può usare?
Il defibrillatore semiautomatico (spesso abbreviato con DAE, defibrillatore automatico esterno, o AED, automated external defibrillator) è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l'arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare. Un defibrillatore semiautomatico determina automaticamente se per il ritmo cardiaco che sta analizzando sia necessaria una scarica, e seleziona il livello di energia necessario. L'utente che lo manovra non ha la possibilità di forzare la scarica se il dispositivo segnala che questa non è necessaria. Il funzionamento avviene per mezzo dell'applicazione di placche adesive sul petto del paziente. Quando tali elettrodi vengono applicati al paziente, il dispositivo controlla il ritmo cardiaco e - se necessario - si carica e si predispone per la scarica. Quando il defibrillatore è carico, per mezzo di un altoparlante, fornisce le istruzioni all'utente, ricordando che nessuno deve toccare il paziente e che è necessario premere un pulsante per erogare la scarica. Dopo ciascuna scarica, il defibrillatore si mette in "attesa" e dopo due minuti (circa 5 cicli di RCP) rieffettua l'analisi del ritmo cardiaco e se necessario rieffettua la scarica. All'interno del DAE è presente una piccola "scatola nera", e dal momento in cui viene acceso registra tutti i rumori ambientali; in più registra l'elettrocardiogramma del paziente dal momento in cui vengono collegate le placche.
Per legge le società sportive dilettantistiche e quelle sportive professionistiche dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Sono escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio come ad esempio bocce (escluso bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilati). Questi dispostivi semi automatici rappresentano quindi un’innovazione tecnologica alla quale però bisogna essere in grado di tener testa.
Dove trovare i DAE?
Nel 1994, nasce un’azienda in grado di fornire questi dispositivi salva vita. Stiamo parlando della EL.MED.Garda s.r.l., diventata con gli anni leader nella commercializzazione, assistenza e manutenzione di apparecchiature elettromedicali e sanitarie. La sede dell’azienda si trova a Costermano dove personale qualificato è in grado di soddisfare al meglio le esigenze dei clienti. L’azienda offre inoltre una vasta gamma di dispositivi sanitari ed elettromedicali tecnologicamente avanzati.
L’azienda è infatti dotata delle certificazioni UNI EN ISO 9001:2008 e UNI CEI EN ISO 13485:2012 ottenuta dall’ente notificato TUV RHEINLAND ITALIA. Tale certificazione rappresenta la migliore garanzia di un alto livello di progettazione, sviluppo, produzione, vendita e assistenza dei prodotti. In sintesi di massima affidabilità. Ecco perché EL.MED.Garda è a disposizione per vendita, formazione e assistenza riguardo l’utilizzo del defibrillatore DAE.
info@elmedgarda.it www.elmedgarda.it
Un fattore fondamentale affinché il procedimento di defibrillazione sia efficace è che lo stesso venga eseguito in tempi brevissimi. È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extra-ospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica ovvero corsi per l’abilitazione all’utilizzo del dispositivo salvavita DAE.
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informazioni utili
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Vademecum Sui campi estivi:
cenni sulla sicurezza e informazioni utili da sapere* A cura di Alessandro Boggian Vice Presidente O.P.E.S. Verona
Organizzare un campo scuola e parteciparvi potrebbe essere un’ottima idea per trascorrere un'estate diversa. Allora, vediamo insieme come poter fare, sfruttando al meglio tutte le opportunità possibili. Innanzitutto, un campo estivo sicuro ha alla base una serie di accorgimenti che devono essere presi già durante la preparazione e anche molto prima, per verificare la sua sicurezza e dunque evitare - o quanto meno ridurre al minimo - responsabilità civili, penali ed amministrative degli organizzatori. La prima cosa da fare, quindi, è trovare le strutture adeguate. È opportuno effettuare una lista di tutte le strutture in grado di accogliere i bambini e, soprattutto, individuare il numero di bambini per i quali si intende organizzare il campo scuola. L'ideale è rivolgersi a strutture specializzate, che presentano già tutto il materiale e gli strumenti per poter effettuare attività ludiche (ad esempio, un oratorio, una scuola, una palestra). Per quanta attenzione si ponga nel prendere tutte le possibili precauzioni perché nessuno corra il rischio di farsi del male, data la tipologia di pubblico a cui il campo scuola è rivolto - e il considerevole numero di persone coinvolte - non bisogna sottovalutare l’importanza di ricorrere ad una adeguata copertura infortuni individuale e di Responsabilità Civile verso Terzi (RCT). L’assicurazione individuale copre dagli infortuni che si potrebbero verificare nello svolgimento di attività e manifestazioni sportive, ricreative e culturali. Con la copertura RCT, invece, ci si obbliga a tenere indenne ogni singola persona coinvolta nell’attività del campo scuola di quanto questa sia tenuta a pagare, quali civilmente responsabile ai sensi di legge, per danni involontariamente cagionati a terzi, da essi o da persone delle quali debbano rispondere nell'esercizio delle attività di formazione sportiva, sociale, ricreativa, culturale e di volontariato - svolta senza scopo di lucro
e secondo i termini delle leggi e dei regolamenti che la disciplinano. Una volta fatta una ricerca delle strutture, bisogna contattarle, chiedendo loro se sono interessate a partecipare. È importante chiedere la certa adesione alla partecipazione del campo scuola e fissare il numero dei partecipanti (non dimenticando di predisporre un apposito modulo da far firmare per il consenso al trattamento dei dati personali e indispensabile ai fini della copertura assicurativa; se coinvolti dei minorenni, è necessaria la firma di uno dei genitori). Una volta definita la struttura e definito anche il numero dei diretti interessati, occorre trovare persone che aiutino nell'effettuare le attività ludiche. A questo fine ci si può rivolgere ad amici o conoscenti, oppure a persone specializzate e professionalmente preparate. Le attività che si possono organizzare sono davvero tante. Si possono far imparare ai bambini balletti, canzoni e filastrocche organizzare giochi di qualsiasi tipo oppure tentare di farli avvicinare a delle discipline sportive diverse dalle tradizionali (per intenderci, non i soliti calcio e pallavolo). Per rendere più attrattiva l’iniziativa, si possono ideare piccoli eventi e affrontare temi attuali come l'alimentazione, il risparmio energetico ed il riciclaggio, per organizzare delle giornate speciali in cui i bambini imparino la corretta alimentazione, come salvaguardare l'ambiente e come effettuare la raccolta differenziata. Alla fine del campo estivo si può pensare anche di organizzare un evento finale, che potrebbe consistere nell'esecuzione di una recita, di divertenti sketch o di una piccola rappresentazione teatrale.
* Si precisa che il presente articolo è da considerarsi come un mero riassunto. Per gli affiliati OPES Italia,e per chi lo desiderasse, è possibile ricevere assistenza e richiedere una consulenza sui servizi offerti e qualsiasi altra informazione visitando la pagina www.opes.italia. it, la pagina facebook (Opes Verona) o contattando il Comitato Provinciale di Verona via e-mail all’indirizzo opesverona@gmail.com
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S salute
Quasi finita influenza in Veneto. Bilancio
pesante: 40 vittime e 185 casi gravi.
Vaccinazioni ancora in calo
L’influenza stagionale in Veneto si avvia alla conclusione, pur se ancora, nell’ultima settimana di aprile monitorata dal Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione, si è registrata un’incidenza di 6,3 malati per 10 mila abitanti, pari a circa 3.100 persone ancora colpite dal virus. Lo si rileva dal Rapporto del Sistema di Sorveglianza sulla stagione influenzale 2014-2015 della Regione del Veneto, diffuso oggi. Il tasso d’incidenza risulta in calo in tutte le classi di età ed è prevedibile che questa “coda” dell’influenza stia per esaurirsi. Dall’inizio della sorveglianza (13 ottobre 2014) sono stati registrati 40 decessi (il numero più alto degli ultimi 10 anni), 185 casi di forme complicate (l’83,7% in soggetti con patologie pregresse), dei quali 110 gravissimi (104 ricoverati in terapia intensiva e 11 sottoposti all’ossigenazione extracorporea del sangue con la tecnologia Ecmo). L’età media dei deceduti è stata di 64 anni, con un decesso di un bimbo tra zero e 4 anni, 17 nella fascia 15-64 anni, e 22 tra gli over 65. Il tasso di adesione alla vaccinazione è stimato con un calo di circa il 5% rispetto alla stagione precedente, quando era stato del 58,5%, dato considerato già basso dai tecnici. “È stata un’influenza stagionale molto aggressiva - commenta l’Assessore alla Sanità - purtroppo agevolata dall’ulteriore calo delle vaccinazioni, che deve far riflettere sulla superficialità con cui vengono fatti girare allarmi e informazioni distorte su rischi di fatto inesistenti. Per la prossima stagione sarà necessario un grande sforzo informativo in più, per rendere la gente più consapevole e meno sospettosa verso questa pratica che spesso può salvare delle vite”. “I nostri tecnici - conclude Coletto - stanno ora valutando anche l’impatto dell’epidemia sul sistema sanitario e sociale in generale e sul funzionamento degli ospedali, che comunque hanno retto molto bene all’urto”.
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M medicina - iperidrosi
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Iperidrosi palmare e ascellare: Strategie di intervento A cura di Dott. Giovanni Magnanelli - Direttore f.f. U.O.C. Chirurgia Toracica - AOUI di Verona Dott. Alessandro Lonardoni - U.O.C. Chirurgia Toracica - AOUI di Verona
Il termine Iperidrosi definisce una situazione patologica caratterizzata da un’ eccessiva sudorazione, che può essere localizzata e limitata in alcuni distretti cutanei, oppure ubiquitariamente diffusa in tutta la superficie corporea.
medicina - iperidrosi
La sudorazione è un fenomeno necessario per la regolazione della temperatura corporea; la secrezione del sudore, attraverso le ghiandole sudoripare, è mediata e regolata dal sistema nervoso autonomo, in particolare dal sistema nervoso simpatico. La sudorazione è un fenomeno necessario per la regolazione della temperatura corporea; la secrezione del sudore, attraverso le ghiandole sudoripare, è mediata e regolata dal sistema nervoso autonomo, in particolare dal sistema nervoso simpatico. In taluni pazienti (circa l’2% della popolazione) questa regolazione è alterata, si ha quindi una sudorazione eccessiva. Quando l’Iperidrosi rientra all’interno dei sintomi di una patologia nota viene definita “secondaria”; le situazioni patologiche di più frequente riscontro possono essere: l’obesità, la menopausa, l’ipertiroidismo o l’assunzione di terapia ormonale. L’iperidrosi “idiopatica o essenziale” invece, non presenta un’eziologia conosciuta e si presenta molto più frequentemente dell’iperidrosi secondaria; compare nei primi anni di vita o nell’ adolescenza e si protrae per tutta la vita, creando in questi pazienti un notevole imbarazzo sociale, influenzando anche la loro stabilità emotiva. L’Iperidrosi palmare (insieme alla forma ascellare) è, tra tutte le forme di iperidrosi, quella che sicuramente riveste un peso sociale maggiore, essendo le mani molto più esposte di ogni altra parte del corpo, svolgendo un ruolo prioritario nella vita professionale, di relazione e in tutte le attività pratiche di ogni giorno. Questo condizionamento può portare, nei casi più gravi, ad un progressivo isolamento individuale a tal punto da evitare del tutto ogni contatto sociale. Un corretto management della iperidrosi primaria prevede, all’inizio, la precisa esclusione di un’ eventuale patologia sottostante, perché ogni tipo di approccio terapeutico iniziale deve essere finalizzato a risolvere la condizione patologica di base; accertata quindi la “primitività” della forma morbosa, possiamo prendere in considerazione una terapia sinto-
matica. In questa sede non vogliamo approfondire l’uso degli antitraspiranti, le iniezioni di tossina botulinica, le applicazioni di iontoforesi, procedure terapeutiche indirizzate principalmente a forme di iperidrosi di lieve o di media entità, e comunque trattamenti che rivestono un carattere palliativo e non risolutivo. Nei casi più gravi trova invece una precisa indicazione l’approccio chirurgico, attraverso la Simpaticotomia Videotoracoscopica Bilaterale: metodica miniinvasiva messa a punto solo di recente e che ha definitivamente soppiantato la simpatectomia toracica a cielo aperto, tecnica decisamente più cruenta che ha l’ulteriore aggravante di avere lunghi tempi di degenza e maggiori complicazioni post-operatorie. Questa procedura mini invasiva, attraverso l’introduzione di un’ottica e di un elettrobisturi in cavo pleurico, permette l’isolamento e l’interruzione della catena simpatica, (a livello di T3), facilmente riconosciuta vicino alle articolazioni costovertebrali.
constatato un ottimo giudizio sui risultati della procedura, complessivamente nell’99,5% dei casi. In certe situazioni (pleuriti ricorrenti, localizzazioni tubercolari o pregressi interventi chirurgici toracici), tale intervento può essere controindicato; questo a causa delle possibili tenaci aderenze, che renderebbero assai difficoltosa l’individuazione della catena nervosa. L’iter clinico-diagnostico, a cui si dovrà sottoporre il paziente, attraverso la realizzazione di routinari esami preoperatori ambulatoriali, permetterà di afferire in tempi rapidi all’intervento e, dopo una limitata degenza, di ritornare ad una quotidianità meno invalidante.
L’atto chirurgico endoscopico, della durata di circa 20 minuti per lato, necessita di una ospedalizzazione di solo 24 ore, consentendo al paziente un ritorno precoce alle normali attività lavorative e familiari. Questo tipo di intervento, eseguito bilateralmente, porta alla remissione completa del disturbo nel 99% dei pazienti trattati.
Dott. Giovanni Magnanelli
In alcuni casi, tra gli effetti collaterali, possiamo annoverare una sudorazione compensatoria, ovvero l’iperidrosi, bloccata a livello delle mani e/o delle ascelle, può aumentare a livello del dorso o degli arti inferiori; tale situazione di solito comunque ben tollerata dal paziente, ha un’incidenza di circa il 30% dei casi, è di intensità minore rispetto all’iperidrosi iniziale e tende ad autolimitarsi nel tempo. È stato possibile verificare il grado di soddisfazione del paziente nel periodo post-operatorio, somministrando un questionario di autovalutazione e si è
Dott. Alessandro Lonardoni
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A Focus - arte
Arte in ospedale “Emozioni” di Mara Giacon A cura di Marifulvia Matteazzi Alberti
Continua in piazza Canneto del Polo Confortini l’iniziativa “Arte in Ospedale” con la Personale di Mara Giacon, Artista dal particolarissimo percorso che si è inaugurata venerdì 12 dicembre: fino a pochi anni fa la pittrice dipingeva ampie composizioni ad olio su tela costruite con elementi geometrici mossi da irrefrenabile energia, successivamente si è dedicata alla pitto-scultura che si sviluppa su diversi piani dinamici in aggetto, ora invece il suo fare Arte si è spostato verso orizzonti nuovissimi che la moderna tecnologia legata al computer le permette di realizzare, avendo sempre un’attenzione particolarissima all’uomo, quell’uomo indagato, esplorato, nei sentimenti più profondi, più veri, nelle pulsioni emotive più intime. Inizialmente Mara Giacon parte da un semplice schizzo, da un disegno a matita su carta normale o da spolvero, pochi tratti essenziali che bilanciano pieni e vuoti, che seguono un andamento arioso, fresco e veloce per poi impostare e condurre un gioco tonale mosso e trasparente che la vede rielaborare l’immagine con una pazienza impensabile per esternare il sentimento primario della rappresentazione, la voglia di imprimere nell’Opera il respiro profondo vero, autentico, senza finzione. La traccia poi viene inserita nel computer, portata dentro con lo scanner, e il pennello, anni fa intinto nell’olio, è sostituito dal tasto che colora attraverso il processo del photoshop con meticolosa precisione, con una dedizione profonda, procedendo ad una colorazione graduale, aggiungendo sfumatura su sfumatura, una velatura dopo l’altra, per ottenere un risultato vibrante, leggero, delicatissimo, riversato nell’ultimo passaggio su alluminio o su carta fotografica. Così Mara Giacon muove con abili dita le cromie disponendo sulla superficie una mi-
riade di frammenti, di tinte, scelte con cura, con attenzione, con precisione per poi dosarle nell’emozionante viaggio del pensiero segreto, che si inoltra nell’inquietudine dei sogni, delle attese, per poi abbandonarsi all’emozione che svela lo scrupoloso impegno portato avanti in modo stretto, serrato, continuo dall’Artista che sviluppa così un nuovo modo di dipingere non utilizzando più né colori, né tele, ma solo la macchina con i suoi comandi meccanici. Mara Giacon è immersa in una fantasiosa ricerca di grande eleganza compositiva accompagnata da un gusto cromatico originale, dal segno grafico mosso o continuo, dalla forma spesso scarna ed essenziale caratterizzata da una raffinatezza unica. Di certo l’armonia di queste Opere ha contribuito ad apportare benessere a tutti coloro che transitano in Ospedale, infondendo una grande influenza positiva nell’animo di chi le osserva: i giochi bellissimi e gli effetti inattesi creano una seduzione che attira lo sguardo del visitatore e lo accompagna al di là, “oltre”, verso mondi nuovi visibili e invisibili.
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M medicina - la rosacea
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Rosacea:
in Italia oltre 3 milioni le persone colpite ma solo 1 su 10 ha ottenuto una diagnosi Al 90° Congresso SIDeMaST esperti presentano le raccomandazioni per la gestione della Rosacea Molti la confondono con la couperose, ma il nome corretto è rosacea, una malattia infiammatoria della pelle che colpisce soprattutto le aree centrali del viso, come le guance il naso e le palpebre. Si presenta con rossore, eritema persistente, pustole, capillari superficiali, pelle del viso secca. Per le sue caratteristiche, per l’andamento cronico degenerativo e per le significative implicazioni psicologiche è bene non sottovalutarla. In Italia sono 3.200.000 le persone colpite da rosacea, circa il 7-8% della popolazione adulta. La malattia è sottovalutata e solo 1 persona su 10 si rivolge al medico e ottiene una diagnosi.
medicina - la rosacea
L'arrossamento del viso associato alla rosacea condiziona a livello emotivo (88% dei casi), sociale (77%), lavorativo (78%) e nel comportamento relazionale (72%) come ha dimostrato una recente indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana, condotta dall’istituto di ricerca Face Value per conto di Galderma in occasione della campagna di sensibilizzazione sulla mallattia “Act On Red”. “La maggior parte delle persone è convinta che il rossore sia una caratteristica naturale della propria pelle. Al contrario, la rosacea è una malattia e in quanto tale va diagnosticata e curata, afferma Giampiero Girolomoni - Presidente SIDeMaST, Dipartimento di Medicina, Sezione di Dermatologia, Università di Verona. La rosacea acquisisce la dignità di malattia solo nella sua manifestazione più conclamata quando papule, pustole e ispessimento della pelle hanno già aggravato le condizioni del paziente, mentre il semplice rossore viene ignorato. Invece di risolvere il problema alla radice, le persone affette da rosacea cercano di camuffare l’infiammazione cutanea con l’impiego di cosmetici che, contenendo alcool o profumo, peggiorano la condizione della pelle aumentandone l’infiammazione e l’irritazione; la rosacea è una malattia e come tale va trattata. Oggi esistono tanti rimedi che possono migliorare questa condizione ma, se non curata la rosacea si aggrava e dalle forme più lievi si passa a quelle più gravi”. Le cause della rosacea non sono ancora completamente chiare, si sa che l’infiamma-
zione è alla base di questa patologia e diversi trattamenti possono migliorare la condizione clinica dei pazienti. Con l’intento di produrre un documento condivisibile in ambito scientifico, un gruppo di esperti dermatologi ha messo a punto le Raccomandazioni sulla Gestione della Rosacea con focus sulle opzioni terapeutiche più efficaci, presentate in occasione del 90° Congresso Nazionale SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse. Le Raccomandazioni sulla Gestione della Rosacea sono state redatte con il patrocinio di SIDeMaST e ADOI, Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani, e con il contributo incondizionato di Galderma. “In Italia, secondo le stime più realistiche, sono 3.200.000 le persone malate: circa il 7-8% della popolazione adulta. Nonostante l’elevata incidenza, la rosacea è spesso non riconosciuta e sottostimata. Solo una persona su 10 riceve una diagnosi ufficiale. Si tratta infatti di una malattia complessa, che si può presentare con una varietà di manifestazioni cliniche differenti e spesso comuni ad altre patologie, dichiara Giuseppe Monfrecola - Sezione di Dermatologia, Dipartimento di Medicina clinica e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II. Al suo
Rosacea oculare
Rosacea di grado severo
Rosacea di grado lieve
Rosacea fimatosa
Rosacea papulo-pustolosa lieve
Rosacea papulo-pustolosa severa
stadio iniziale è infatti spesso confusa con la couperose. L’arrossamento della cute causa un profondo stress emotivo in chi ne è affetto, prosegue Monfrecola. Una recente indagine sulla percezione globale dell’arrossamento del viso associate a rosacea ha dimostrato come questa condizione influenza in maniera negativa la sfera emotiva e sociale dell’individuo. Ne è risultato che la persona con rosacea è fortemente condizionata a livello emotivo: prova imbarazzo per il giudizio altrui (58%), sul luogo di lavoro si sente imbarazzato nei rapporti con i propri colleghi (32%), ha una minore sicurezza nell’affrontare colloqui di lavoro (27%). Nei rapporti sociali prova imbarazzo per il giudizio di famigliari o amici (23%), è a disagio nel fare nuovi incontri (33%) ed è imbarazzata per il giudizio del proprio compagno/a (25%)”. “Negli ultimi anni la ricerca dermatologica ha condotto ad una migliore comprensione dei meccanismi correlati alle manifestazioni cliniche della rosacea, conclude Giuseppe Micali - Sezione di Dermatologia e Venereologia, Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Università di Catania. Ciò ha anche consentito l’elaborazione e l’introduzione sul mercato di nuovi e validi trattamenti che, se utilizzati in tempo e in maniera appropriata, sono in grado di tenere sotto controllo segni e sintomi della malattia. La ricerca scientifica ha prodotto risultati interessanti per il trattamento della rosacea in tutte le sue manifestazioni. Oltre ai farmaci già disponibili, tra cui la brimonidina tartrato, una nuova prospettiva terapeutica potrebbe arrivare dall’ivermectina, la molecola che in fase di studio ha mostrato ottimi risultati. Per questo motivo è indispensabile che il paziente, a fronte di sintomi riconducibili alla rosacea, si rechi tempestivamente dal dermatologo di fiducia”.
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M medicina - dipendenza
Dott. Fabio Lugoboni
Meccanismi generali delle dipendenze patologiche:
dall’abuso alla dipendenza A cura del Dott. Fabio Lugoboni Responsabile Medicina delle Dipendenze
Il fenomeno delle dipendenze è un fenomeno complesso che coinvolge, oltre alle scelte individuali, fattori genetici, sanitari, culturali, sociali, educativi e legali, interessando sia i giovanissimi che le persone adulte. Sempre più diversificate le sostanze ed i comportamenti addittivi, quali il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza dalla rete, dipendenza sessuale e da pratiche sportive. La base neurobiologica dell’addiction è costituita dalla sregolazione del sistema della gratificazione che usa la dopamina come neurotrasmettitore e rappresenta la via comune sia per la gratificazione fisiologica (mangiare, bere, dormire, attività sessuale e accudimento della prole) che per quella indotta dall’alcol e dalle sostanze, come dai comportamenti patologici ad alta carica emotiva. La sensazione di benessere psicofisico col tempo tende a diventare prepotentemente primaria, oscurando altre sensazioni piacevoli; il risultato finale è rappresentato dalla trasformazione di tale benessere in una percezione di ansia, angoscia e in un desiderio compulsivo intenso (il craving) di riassumere la sostanza, o riprendere il comportamento d’abuso, in grado di alleviare tali sensazioni spiacevoli. Se la sostanza è in grado di lenire il disagio psichico, il soggetto tenderà a ripetere l’assunzione e, dopo un tempo variabile, si instaurerà un circuito di automantenimento in cui l’assunzione non è più una scelta o un piacere, ma una
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medicina - dipendenza
necessità psicofisica. La ripetizione del comportamento addittivo determina un’ipersensibilizzazione delle strutture cerebrali della gratificazione con aumento dell’intensità nella percezione degli stimoli incentivi/motivazionali connessi al comportamento d’abuso, provenienti sia dall’ambiente esterno (luoghi, situazioni, oggetti, spot pubblicitari ecc.) che da quelli umorali del soggetto. Un’ altra caratteristica del craving è l’impossibilità a interrompere l’attivazione comportamentale di ricerca, anche in presenza di forti ostacoli sociali (la progressiva ostilità dei congiunti per la condotta assunta, il biasimo degli amici, dei colleghi), di pericoli per la propria salute. Due sono i tipi di craving: • “positivo”, associato al meccanismo di rinforzo, di aspettativa di gratificazione (è considerato fondamentale nell’inizio dei comportamenti d’abuso e spiega il comportamento recidivante, che può verificarsi anche dopo molto tempo dall’abbandono del comportamento addittivo);
nell’età di iniziazione, credenze e aspettative positive sull’uso di sostanze. Di particolare rilevanza, per il sesso femminile sono gli abusi sessuali subiti in giovane età e le relazioni intra-familiari disfunzionali, mentre per il sesso maschile tende a prendere sempre più piede la videodipendenza come risposta ad episodi di bullismo e di emarginazione subiti dai pari. Per contro, i fattori protettivi sono stati indicati essere i seguenti: solidi legami familiari e affettivi, avere dei buoni risultati scolastici, essere impegnati in attività extra scolastiche, buona autostima. Il ruolo normativo è sintetizzabile nella figura paterna; è un ruolo direttivo, che chiede piena fiducia per condurre verso la meta: “sarò giusto ma intransigente, ti darò un’altra possibilità ma non tollererò altri errori”. Il ruolo affettivo è sintetizzabile nella figura materna; lo stile è quello affettivo, comprensivo, volto al perdono, di ascolto partecipe, fiducioso: “sarò il tuo sostegno”.
• “negativo”, associato al meccanismo di terrore della sindrome di astinenza. Il craving “negativo” è rappresentato da sentimenti di ansia e disforia, che agiscono come potenti stimoli per la ricaduta, e si manifesta a seguito dell’interruzione dell’assunzione di sostanze o comportamenti d’abuso, come nella video-dipendenza.
Naturalmente i ruoli non sono legati al sesso del genitore ma, anzi, sono sempre più indipendenti dal sesso. Il dialogo tra i due ruoli deve essere calcolato, pronto, attento; se l’adolescente presenta un atteggiamento minimizzante si deve accentuare il ruolo normativo (“Hai fatto una grave leggerezza”), senza mai eccedere nella colpevolizzazione e senza esprimere giudizi sul soggetto (“Sei un fallimento”).
I fattori di rischio, come per tutte le dipendenze, sono riassumibili nei seguenti: bassa autostima, introversione, timidezza, aggressività, irritabilità, difficoltà a controllare gli impulsi, scarse capacità sociali, uso di sostanze nel gruppo dei pari e/o da parte dei genitori, precocità
Per informazioni: www.medicinadipendenze.it
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S sanità
Sanità: il Veneto attrae sempre più pazienti da fuori regione Nel 2014 la capacità della sanità veneta di attrarre pazienti da altre Regioni italiane è notevolmente aumentata. Il valore delle prestazioni erogate a pazienti provenienti da tutto il resto d’Italia si è attestato a 325 milioni 705 mila 223 euro, quasi 10 milioni in più rispetto al 2013. Il dato emerge da uno studio comparativo effettuato sui flussi di pazienti non residenti in Veneto da parte dei tecnici della Direzione Regionale Area Sanità e Sociale. In termini assoluti i cittadini lombardi sono quelli che hanno richiesto più prestazioni al Veneto, pari ad un valore di oltre 63 milioni, seguiti dagli emiliano-romagnoli con oltre 57 milioni, e dai friulani con oltre 46 milioni. Quindi Sicilia (oltre 23 milioni), Campania (oltre 17 milioni), Puglia (oltre 15 milioni); Lazio (oltre 11 milioni). Tutte le Aziende Sanitarie e le Ulss venete hanno fatto registrare vistosi tassi di mobilità attiva. Tra queste spiccano, per fare qualche esempio, l’Azienda Ospedaliera di Padova (44 milioni 417 mila euro nel 2014 con più 1 milione 847 mila euro rispetto al 2013), l’Azienda Ospedaliera di Verona (stabile, ma con ben 53 milioni di prestazione erogate nel 2014), l’Ulss 22 di Bussolengo (59 milioni 840 mila euro con più 2 milioni 175 mila euro sul 2013); l’Ulss 20 di Verona (14 milioni 783 mila euro con più 1 milione 566 mila euro sul 2013); l’Ulss 12 Veneziana (13 milioni 279 mila euro con più 1 milione 489 mila euro sul 2013); l’Ulss 17 di Este (10 milioni 498 mila euro con un più 1 milione 146 mila euro sul 2013).
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sanitĂ
Sintesi mobilitĂ sanitaria interregionale attiva 2013-2014 TABELLA - LEGENDA Colonna 1 Regione di residenza dei pazienti curati in Veneto. Colonna 2 (A) valore delle prestazioni sanitarie erogate dal Veneto a quei pazienti nel 2014 . Colonna 3 (B) valori nel 2013. Colonna 4 (a-b) variazione in euro. Colonna 5 (a-b) variazione in percentuale.
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F focus
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Nasce Vaccinarsi in Veneto
il portale al servizio della prevenzione delle malattie infettive A cura di Alberto Cristani
Nell'ambito del Piano di Comunicazione Regionale sulla Prevenzione delle Malattie Infettive, previsto dalla Regione del Veneto per il biennio 2014-2015, è online il sito Vaccinarsi in Veneto (vaccinarsinveneto.org) finalizzato a diffondere una corretta informazione sulla prevenzione delle malattie infettive e a fornire, agli operatori direttamente interessati alla prevenzione nel Veneto, strumenti efficienti di produttività e di gestione. Il sito è correlato, ma non vincolato, al portale nazionale www.vaccinarsi.org che la S.It.I. (Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) ha realizzato e promosso a livello nazionale per fornire una corretta informazione sulle vaccinazioni.
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M
medicina - neuroriabilitazione
“Corpore sano in mens sana”:
la nuova Neuroriabilitazione Ospedaliera-Universitaria di Verona A cura del Prof. Nicola Smania Responsabile Riabilitazione Neurologica - Ospedale Borgo Roma
Cos’è la “neuroriabilitazione” al giorno d’oggi? È una disciplina medica che coniuga le conoscenze della Fisiatria e delle Neuroscienze che ha visto un crescente sviluppo negli ultimi anni. La “neuroriabilitazione” si rivolge a persone colpite da malattie neurologiche acute o croniche che determinano spesso severe disabilità. Persone affette da Ictus cerebrale, Sclerosi multipla, Malattia di Parkinson o demenza, sono esempi in cui cure neuroriabilitative possono determinare un miglioramento dell’autonomia e della qualità di vita. È evidente l’impatto sociale che patologie di questo tipo comportano, in primis per la condizione problematica del paziente ma anche per le conseguenze sulla famiglia, sull’attività lavorativa e per le richieste assistenziali-sanitarie. La “neuroriabilitazione” si basa sul concetto che la stimolazione tramite esercizi che sollecitano le funzioni motorie, sensoriali e cognitive possa determinare una consistente riorganizzazione del sistema nel sistema nervoso danneggiato, con positivi miglioramenti dei disturbi del paziente. Infatti, nei giorni nostri le neuroscienze hanno dimostrato che, dopo lesioni nervose che portano a paralisi degli arti e a disturbi nel linguaggio,
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medicina - neuroriabilitazione
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medicina - neuroriabilitazione “Corpore sano in mens sana”: la nuova Neuroriabilitazione Ospedaliera-Universitaria di Verona
memoria, attenzione (nonché di altre funzioni), il “training” riabilitativo può indurre miglioramenti delle menomazioni con una riduzione della disabilità. Una buona parte dei progressi nelle cure in neuroriabilitazione sono stati ottenuti nell’ultimo ventennio, anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie robotiche. Verona, ed in particolare il Centro di Ricerca in Riabilitazione Neuromotoria e Cognitiva (CRRNC) che opera nell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (AOUI), ha contribuito attivamente a questo progresso. Infatti, un team interdisciplinare di clinici-ricercatori diretto dal Prof. Smania, da anni effettua ricerche per l’applicazione delle nuove tecnologie nel campo della “neuroriabilitazione”. In particolare, sono stati effettuati numerosi studi per l’uso di apparecchi robotici per consentire ai pazienti con paralisi di recuperare la deambulazione e/o la funzione degli arti superiori. I robot, presenti presso l’AOUI hanno consentito alla popolazione veronese di usufruire delle tecnologie riabilitative più avanzante che solo altri pochissimi centri in italia sono in grado di offrire. Ma la vera novità, che distingue il CRRNC nel panorama nazionale ed internazionale, è la ricerca finalizzata allo sviluppo di dispositivi che riabilitano allo stesso tempo il “corpo” (il movimento) ma anche “la mente” (funzioni cognitive). Infatti, oggigiorno è noto che il presupposto essenziale per potersi muovere normalmente è l’adeguato funzionamento di attività quali attenzione, memoria, capacità di programmare le azioni (etc.) che spesso risultano compromesse nelle malattie neurologiche. In quest’ottica è difficile pensare ad una “riabilitazione del movimento” scollegata dalla “riabilitazione cognitiva”. Per questo motivo il team “del CRRNC è costituito non solo da specialisti del “movimento” (medici, fisioterapisti e terapisti occu-
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pazionali), ma anche da neuropsicologi e logopediste, figure professionali che presentano una formazione specifica per analizzare e riabilitare le disfunzioni dei sistemi cognitivi. La presenza di ricercatori nell’ambito della neuropsicologia ha consentito di sviluppare dispositivi tecnologici che accanto alla stimolazione motoria esercitano le funzioni cognitive. Il CRRNC opera all’interno di una unità riabilitativa dell’AOUI che a breve verrà riconosciuta dalla Regione Veneto come Unità Operativa Complessa (UOC) di “Neuroriabilitazione” con letti di Alta Specializzazione. Questo riconoscimento consentirà di ricoverare pazienti di elevata complessità riabitativa in sinergia con le strutture di Neurologia dell’AOUI ed in particolare con la “Stroke Unit” dell’Ospedale di Borgo Trento. Questo significa che la popolazione veronese potrà usufruire delle cure neuroriabilitative più avanzate. “Mission” dell’UOC di “Neuroriabilitazione” sarà sviluppare, in collaborazione con l’Università di Verona, sistemi per la cura delle disabilità di origine neurologica che con-
templino tutte le fasi della malattia, dallo stadio di acuzie fino alla cronicità. Questo sarà reso possibile, dalla dotazione di letti di DH e di un servizio riabilitativo per i trattamenti ambulatoriali, che integrano la fase di degenza. Un recentissimo ulteriore sviluppo della ricerca del CRRNC ha consentito di utilizzate le tecnologie robotiche anche nelle primissime fasi di malattie come l’ictus cerebrale con strumenti che permettono di effettuare esercizi motori e cognitivi anche al letto del paziente partendo dal punto di vista che per esercitare il movimento e l’autonomia è in prima istanza indispensabile esercitare anche la “mente”. Per questo si può veramente affermare che l’obiettivo della neuroriabilitazione attuale, parafrasando l’originale locuzione latina di Giovenale, possa sintetizzarsi nella frase “Corpore sano in mens sana”.
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S
salute
Attività motoria e giovani:
divertimento, socializzazione e salute Il ben-essere della persona, lo dice la parola stessa, è fondamentale per l’equilibrio psico-fisico di ogni individuo. L’attività motoria è uno degli strumenti più efficaci per i giovani per i quali giova un ruolo fondamentale nello sviluppo della personalità e del carattere.
L’esercizio migliora il fisico ma anche la qualità della vita, favorisce infatti la socializzazione e le relazioni interpersonali. Ma cosa si intende per attività motoria?
L’attività ludico-motoria/amatoriale è un’attività fisica praticata da soggetti non iscritti presso società sportive o enti di promozione sportiva e finalizzata al raggiungimento e al mantenimento del benessere psico-fisico della persona. L’attività ludico-motoria/amatoriale, quindi, non è finalizzata al raggiungimento di prestazioni sportive di livello e non prevede un aspetto competitivo.
Qualche esempio di attività ludico-motoria/amatoriale
Fare jogging al parco, fitness in palestra o a casa, fare danza, andare in piscina o altre attività similari. Anche fare calcetto o giocare a tennis con gli amici è attività ludico-motoria/
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salute Attività motoria e giovani: divertimento, socializzazione e salute
amatoriale se l’attività viene svolta al di fuori di ogni contesto di gare o competizioni promosse da società sportive.
Pre-adolescenza quando il corpo cambia
Per un preadolescente, la cui crescita è caratterizzata da un forte sviluppo staturale, è molto importante mantenere tonici tutti i muscoli antigravitari, in particolare la schiena e l’addome. Mantenere tonici i muscoli è fondamentale per non incorrere in atteggiamenti sbagliati della colonna vertebrale; avere un addome tonico è essenziale per la quantità di sangue ivi contenuta e, quindi, per il suo ritorno all’atrio destro; mantenersi in forma è importante per favorire, con il movimento, il ritorno del sangue venoso al cuore attraverso l’azione di pompa periferica della muscolatura volontaria striata. Divertirsi e acquisire valori in un contesto in cui l’emarginazione è pressoché inesistente. Imparare a confrontarsi per riconoscere i propri limiti ed imparare a superare le difficoltà.
Fare attività fisica in modo costante e con una intensità medio–bassa, quindi, è fondamentale per prevenire quei problemi all’apparato cardio-circolatorio che sono le principali cause di mortalità nella nostra società.
La pratica sportiva, inoltre, può e deve metterci in relazione con l’ambiente che ci circonda.
La salute non è tutto
Sarebbe riduttivo affrontare il tema del rapporto tra giovani ed attività motoria limitandoci soltanto agli aspetti salutari della pratica sportiva. L’attività motoria è fonte di esperienze per i ragazzi: • educa alla tutela della salute; • favorisce l’integrazione sociale e i rapporti interpersonali; • permette di acquisire il dominio di sé, il senso della solidarietà e la capacità di collaborare per un fine comune; • insegna a valorizzare e a rispettare il ruolo di tutti e di ciascuno; • consolida l’autostima; • aiuta nella cooperazione: • guida verso la conoscenza e l’accettazione delle diversità.
Fare sport significa, infatti, anche desiderare, ambire e sforzarsi di ottenere ambienti ideali dove poter correre, giocare, nuotare, muoversi in piena libertà e sicurezza.
L’eperienza ludico-sportiva: importante momento di socializzazione. Fare sport per i ragazzi sarà un’esperienza piacevole da condividere e far condividere.
La pratica sportiva deve entrare nella vita quotidiana e diventare parte integrante di una cultura in cui non conta solo il fisico ma anche e soprattutto la Persona nella sua interezza.
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E eventi
Gente e Territori A cura di Alberto Menini
I cittadini colpiti dalla crisi economica hanno un sostegno in più nell’ambito sanitario. Scende in campo a Verona e provincia “Medici e Territori”, il progetto promosso dall’associazione Gente e Territori Come a San Martino Buon Albergo, dove alcuni mesi fa è stato aperto il primo ambulatorio in via Roma, anche in via Libera, a Verona, e nella casa di riposo di Bussolengo i medici specialisti visitano gratuitamente le persone in difficoltà nel pagamento del ticket, con un reddito tale da non consentire l’esenzione. L’ideatore del progetto, Sergio Barbieri, chirurgo vascolare, spiega che il progetto “è nato perché senza andare troppo distante ci sono vicino a noi tante persone con problemi economici, che spesso gli impediscono di accedere ad alcuni servizi sanitari”. Barbieri sottolinea che si è creato “un vero e proprio team di medici specialisti, organizzati in modo da coprire gli attuali tre ambulatori: si tratta in particolare di pediatri, cardiologi, gastroenterologi, endocrinologi, oncologi e neurologi, che hanno messo a disposizione il loro prezioso tempo e le loro competenze per visitare le persone bisognose”.
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eventi
Attorno a questa iniziativa si sono aggregate anche altre associazioni di volontariato, che già operato nel settore. “Si è creata una bella sinergia con Caritas Diocesana Veronese, Cesaim e Nadia Onlus. I medici specialisti collaborano con gli altri volontari allo scopo di coordinare le visite sulla base delle necessità dei cittadini - continua Barbieri -. A filtrare le richieste che arrivano sono i centri di ascolto di Caritas, i volontari del Cesaim e gli assistenti sociali presenti sul territorio. A questo proposito è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con le organizzazioni di volontariato, per creare una vera e propria rete della solidarietà”. Barbieri ricorda che in ospedale “mi sono reso conto che molte persone facevano sempre più fatica a pagare il ticket, per questo stiamo promuovendo l’iniziativa, che ha trovato fin da subito l’appoggio delle istituzioni. A beneficiare del progetto sono in particolare gli anziani e le persone che non riescono più a far fronte ai bisogni più importanti, come quello della propria salute”, aggiunge il responsabile del progetto. “Altri miei colleghi della provincia si stanno interessati all’iniziativa e sono pronti ad aderire, ognuno nel proprio ambito e in modo del tutto volontario. In questo modo potremo dare un servizio sempre più ampio e puntuale”.
Per ulteriori informazioni e per prenotare visite mediche specialistiche chiamare il numero 349 1305840, il martedì e il giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00
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I intervista
Adriana Genovese
Matrimonio low cost? Ecco la soluzione A cura di Alberto Cristani
Adriana Genovese vive a Mira (Ve) e ha uno scopo nella vita: rendere felici il giorno del matrimonio dei futuri sposi. Come? Beh, cercando di far spendere loro poco pur non rinunciando al sogno di un giorno da favola. È per questo motivo che Adriana ha pensato - dopo testato l’idea organizzando il suo matrimonio giusto un anno fa - di dare vita a Trovasponsor. Di cosa si tratta? Semplicemente di organizzare un matrimonio sponsorizzato! A detta di Adriana non si tratta di una cosa difficile da pensare ma difficile da fare ed attuare. Ed è in questo frangete che entra in gioco lei. Ma cerchiami di capire meglio come funziona questa curiosa e innovativa sinergia. Innanzitutto come ti è venuta in mente questa idea... Il tutto è nato dopo che , per problemi finanziari, ho organizzato il mio matrimonio con gli sponsor. Volevo regalare alle mie bimbe e a noi, una festa degna della nostra bellissima storia d'amore. Da questa mia esperienza, riuscita benissimo, ho pensato di aiutare gli sposi a risparmiare e a fare per loro lo stesso lavoro che io avevo fatto per me stessa. Così ho pensato alla “Trovasponsor”. Con me, a far crescere l'iniziativa, ci sono alcuni sponsor che hanno partecipato al mio matrimonio. Tra cui Massimo Zamengo che è il web master
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intervista
Come si articola la preparazione di un matrimonio "low cost"? Si fa la conoscenza della coppia, tenendo presente soprattutto il budget che hanno a disposizione. Poi si procede a piccoli passi, facendo combaciare i loro gusti e l'orientamento nella scelta dello sponsor, che viene fatta anche a seconda della città in cui gli sposi vivono. Poi ho anche dei collaboratori fissi tra cui le creative: Sabrina Vara - Lo Scrigno Magico, Vittorina Bordino - Gocciole di Rugiada creazioni in fimo, Gio' Stella - Le creazioni di Giò, i fotografi,Cecilia Pennisi,Vittorio Carbone, i video di Reportage di nozze di Valentina Roselli - i viaggi di nozze con Noemi Rosso Club viaggi e villaggi con cui mi confronto e con loro siamo diventati una squadra vincente. Importante il rapporto con i futuri sposi ma anche con gli "sponsor". Come crei questa sinergia? Quando gli sposi arrivano da me, di solito sono nella prima fase, quella in cui hanno pensato solo al periodo in cui sposarsi e quindi non hanno le idee chiare. Il mio compito è quello di spianargli la strada e aprire le loro menti per capire i loro gusti. Una volta fatto questo, si passa alla fase successiva, ossia la scelta dei fornitori/sponsor. Intanto è importante sapere se loro hanno già qualcuno in mente, tipo l'atelier preferito o il ristorante. Dopodiché si passa al primo contatto con il fornitore, al quale spiego il progetto, quello che lui deve garantire a me e agli sposi per potervi partecipare (scontistiche dedicate esclusive al progetto) e quello che riceve in cambio dal progetto trovasponsor (la pubblicità attraverso i canali network ed il sito www.trovasponsorno-money-be-happy.com). Una volta creati gli accordi,creo il primo contatto diretto gli sposi e lo sponsor. Perchè un'azienda/sponsor aderisce alla tua iniziativa? Oggi nel periodo denominato “crisi” è difficile lavorare soprattutto perchè la gente è diffidente. Il progetto trovasponsor mette in contatto i fornitori con gli acquirenti/sposi ed anche se guadagnano meno di prima,perchè il periodo di grassa è ormai finito, guadagnano e c'è qualcuno, come me, che non solo gli
porta il lavoro fin davanti casa, ma gli fa anche pubblicità. Quanto può risparmiare - di media - una coppia? Se dovessi calcolare una percentuale di risparmio, penserei al 40 - 50 %, poi dipende anche quanto gli sposi riescono ad accontentarsi. Parliamo dell'abito ad esempio. Di solito un'abito può costare in media dai 1500 ad andare in su, io ho degli sponsor che hanno proposto abiti di 2000 e 3000 euro di collezioni precedenti, tutti a 800 euro, oppure una atelier che mi cuce i vestiti, facendo pagare solo la stoffa e non la manifattura, un altro che mi ha offerto il 10 e 15 % di sconto sugli abiti al di sopra dei mille euro.Parliamo delle bomboniere, di solito una bomboniera tra le più usate confezionata può costare tra i 7 ed i 15 euro, le mie creative sono capaci di confezionare bomboniere con veli , confetti e bigliettino per 3, 4 e 5 euro. I fotografi esempio ,solo scatti (no album) 600 euro. Abbiamo i reportage di nozze il prezzo di mercato è a 800/900 euro noi lo facciamo a 500 e potrei farti mille altri esempi.
Il tuo servizio cosa garantisce? Come dicono i miei collaboratori il nostro motto è la R di risparmio.
La domanda sorge spontanea: quanto "invasiva" è la componente commerciale nel matrimonio? In particolare: come si evidenzia la sponsorizzazione delle aziende? Come ti dicevo prima ormai il periodo florido dove la parola matrimonio faceva brillare gli occhi a tutti è finito. La componente commerciale è molto alta, ma cominciano ad adeguarsi altrimenti non lavorano e mentre prima dovevo cercarli io gli sponsor, oggi sono loro che cercano me. Chi può usufruire del tuo servizio? Io opero attraverso il web, quindi tutti possono usufruire del progetto e l'unica cosa che chiedo in cambio è il passa parola e una somma piacere per il lavoro svolto. Chi volesse contattarmi può farlo attraverso il sito http://www. trovasponsor-no-money-be-happy. com/ oppure su Facebook adrianasposa.conlosponsor
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E eventi
Premiati in Gran Guardia i vincitori del concorso
“Amore e dintorni ... i ragazzi adolescenti di Verona si raccontano” Si è svolta lunedì 27 aprile al palazzo della Gran Guardia la giornata conclusiva di premiazione della seconda edizione del concorso “Amore e dintorni… i ragazzi adolescenti di Verona si raccontano” che ha visto la partecipazione di più di 200 studenti degli Istituti Superiori del territorio dell’Ulss 20 che hanno aderito all’iniziativa. Il concorso è stato promosso dal Servizio educazione affettiva e sessuale dei Consultori familiari che realizzano ormai da molti anni, in collaborazione con le scuole stesse e i centri di formazione privati convenzionati, progetti di educazione affettiva e sessuale all’interno delle scuole incontrando ogni anno circa 3500 studenti. È stato chiesto ai ragazzi coinvolti in classe in questi percorsi dedicati, di presentare attraverso diversi linguaggi multimediali quali arti figurative, video, testi, di raccontarci le loro idee sull’ amore e i sentimenti vissuti alla loro età, tenendo come cornice la città di Verona.
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eventi
Alla Gran Guardia si è svolta la premiazione dei lavori più originali e creativi, scelti da una commissione riunitasi ad hoc, rappresentata oltrechè dai Consultori Familiari anche dal Comune di Verona Assessorato ai Servizi Sociali e famiglia e dal Miur.
emozioni profonde che appartengono al loro vissuto ma che accomunano tutti noi. L’amore infatti è il sentimento per eccellenza senza tempo,e senza età.
Sono stati premiati gli elaborati e le opere delle tre sezioni previste dal bando iniziale del concorso, presentato dai Consultori Familiari a inizio anno scolastico. Hanno ricevuto i premi gli studenti Cavallo Costanza, Perina Elena, Ruzzenente Miriam, presentando nella sezione Arti figurative “Gli ostacoli del cuore”, exaequo sempre nella stessa sezione Corsi Matteo, Falzi Nicole, Finetto Alice, Perri Giulia con l’opera “Disegnando Verona with love”. A seguire nella sezione video sono state premiate: Croce Beatrice, Picone Rachele, Brazzoli Margherita, Centon Michela, Leoni Anna, con un’opera dal titolo “Cos’è l’amore”, sempre dello stesso liceo. Mara Brustolin dell’Istituto G. Ferraris è stata premiata nella sezione testi con il testo “Promettimi che mi aspetterai”; è stata data una menzione speciale alla classe quarta “ i “ del ginnasio Liceo Classico Maffei per l’opera “Tavola periodica dell’amore”.
Servizi Sociali e Famiglia
AMORE E DINTORNI...
A tutti i presenti è stato consegnato un attestato di partecipazione e sorteggiati alcuni premi offerti gentilmente da aziende partner che hanno voluto dare il loro contributo a questa iniziativa dei Ccff. Finalità del concorso è stata inoltre quella di dar voce e ascolto ai ragazzi adolescenti in un ottica positiva attraverso un momento di confronto tra pari, adulti ed educatori che, in ragione ciascuno del proprio ruolo, affiancano i ragazzi nel loro percorso di crescita, assieme ai genitori e alla famiglia. In un momento difficile, in cui spesso gli adolescenti sono loro malgrado, protagonisti in negativo, ”abbiamo voluto dedicare loro la nostra attenzione e il nostro ascolto, riconoscendoli capaci di esprimere sentimenti ed
RAGAZZI ADOLESCENTI DI VERONA SI RACCONTANO!!!
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Premiazione II^ edizione del concorso promosso dal “Servizio Educazione Affettiva e Sessuale” dei CCFF dell’ULSS20 rivolto ai ragazzi delle scuole superiori Premi offerti da:
A.C. Production S.r.l.
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N.07
anno 1 - maggio-giugno 2015
SPECIALE ONLINE DI
DEDICATO AI GIOVANI, ALLE FAMIGLIE E a CHI SI OCCUPA DI ADOLSCENZA
www.adolescenzainforma.it
prospettiva famiglia
Quando si dice la veritĂ . associazioni
La favola di Jesus alimentazione
FIDA Veronail Corpo Specchio
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alimentazione
FIDA Verona Il Corpo Specchio Corso di formazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare Il 18 aprile si è tenuto il primo modulo del Corso di formazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare organizzato dall'Associazione di Psicoterapia “Il Corpo Specchio”, sede veronese della Federazione Italiana Disturbi Alimentari. Il Corso, rivolto a medici di base, pediatri, nutrizionisti, psichiatri, neuropsichiatri infantili, si propone di diffondere un approccio ai disturbi del comportamento alimentare multidisciplinare e integrato, nella convinzione che l’unione delle competenze e delle culture consenta una presa in carico più ampia sia della persona che manifesta il disturbo che di coloro che le sono vicini. Numerosi i medici che hanno aderito all’iniziativa favorendo un dialogo su “I disturbi del comportamento alimentare nella pratica clinica”, argomento proposto dai conduttori di Fida Verona (Dott.ssa Claudia Bartocci - psicologa, psicoanalista; Dott. Luigi Bergamo - medico di medicina generale, psichiatra, psicoterapeuta; Dott. Luca Ravazzin psicologo, psicoterapeuta; Dott.ssa Federica Menaldo - psichiatra, psicoanalista; Dott.ssa Cristina Faccincani – psicologa, psicoterapeuta). Anoressia e bulimia sono considerate patologie complesse che creano i maggiori problemi di diagnosi e di cura tra le patologie psichiatriche e sono considerate la maggior causa di morte tra le giovani donne. Diagnosi meramente descrittive limitano la possibilità di una comprensione profonda che orienti il trattamento. L'anoressia, in modo più evidente della bulimia, pur essendo un disturbo psichico, si impone, talvolta in modo drammatico, per il disturbo del comportamento alimentare ed un danneggiamento biologico tale che pur essendo una patologia di competenza psichiatrica coinvolge poi, in interventi di urgenza, il pediatra, il medico internista, l'endocrinologo, il nutrizionista, stimolando l'interesse di diverse aree specializzate della medicina e della psicologia. La diffusione della sintomatologia anoressico-bulimica richiede uno specifico lavoro diagnostico che superi l’idea che queste patologie siano entità cliniche strutturate su un’unica dimensione e le
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alimentazione
consideri piuttosto fenomeni sintomatici che possono sottendere un’ampia gamma di strutture psicopatologiche. Il coinvolgimento dei pediatri sarà sempre maggiore sia perché si sta abbassando sempre più l'età d'esordio (10-11 anni), sia perché i pediatri dovranno avere a che fare con i figli di pazienti anoressiche e bulimiche. Pazienti che, se non hanno avuto problemi nel post partum, frequentemente rivelano difficoltà in fase di svezzamento. Oltre agli esordi precoci si osservano molti esordi tardivi, spesso in coincidenza con la menopausa ed un incremento dei disturbi (ortoressia, vigoressia) nella popolazione maschile. Le diverse descrizioni dei disturbi alimentari in termini sintomatici, ma anche secondo diverse dimensioni strutturali, corrispondono clinicamente a una altrettanto ampia variabilità del decorso clinico e della trattabilità. Sembra quindi opportuno chiedersi, rispetto a tali patologie, quante diverse forme ne esistano, se vadano concepite in termini continui o discreti/categoriali e soprattutto se la frequente comorbilità psicopatologica ne influenzi la classificazione, il decorso clinico e la prognosi. Ancora più arbitraria della suddivisione in sottotipi è quella relativa alle categorie generali: un numero significativo di pazienti si “spostano” da una sindrome all’altra nel corso del tempo. Complessivamente, già da diversi anni è possibile affermare, in base a numerose ricerche, che la variabilità all’interno di una sindrome, in termini di caratteristiche di personalità, comorbilità, età di esordio, decorso, ecc., è molto più ampia di quella tra le due sindromi. I dati provenienti da queste ricerche, come anche dall’osservazione clinica, mettono dunque in seria discussione la questione della stabilità e della validità delle diagnosi descrittive. Un altro aspetto di recente discussione è l’alto grado di comorbilità psicopatologica osservato nell’anoressia e nella bulimia sia con diagnosi di Asse I del DSM-IV-TR, in particolare disturbi d’ansia,
disturbi dell’umore, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo da uso di sostanze, sia con disturbi di Asse II. La comorbilità tra disturbi alimentari e disturbi di personalità è ormai ampiamente documentata e oscilla nelle ricerche tra il 21% e il 58%. La presenza di questa comorbilità, tuttavia, pur complicando la diagnosi e il trattamento dei disturbi alimentari, sembra a tutt’oggi delinearsi come un possibile e significativo predittore del decorso clinico o della risposta al trattamento rispetto alla diagnosi descrittiva in sé. Anoressia e bulimia possono in effetti essere legate a diversi fattori di personalità rilevanti per comprendere questi disturbi, ma questa relazione si presenta in modo eterogeneo e soprattutto non legato alla sintomatologia clinica. Nonostante sia ancora difficile avere un quadro chiaro e univoco delle diverse caratteristiche di personalità riscontrabili nei sottogruppi di pazienti con disturbi alimentari, sembra evidente l’importanza di considerare la patologia alimentare come strettamente legata a profili di funzionamento e personalità profondamente diversi che i clinici devono considerare per poter effettuare un valutazione più accurata e improntare un trattamento più efficace. La considerazione del trauma nei disturbi alimentari, indipendentemente dalla struttura di personalità, è un altro aspetto centrale della valutazione diagnostica. Le ricerche indicano una presenza molto significativa di eventi traumatici come maltrattamenti fisici, trascuratezza, abusi sessuali nella storia di queste pazienti. Sono esperienze pervasive e destrutturanti che si configurano come non elaborabili e mettono in primo piano il ruolo del corpo: que-
sto può costituirsi come un oggetto estraneo, da punire per salvare la relazione con l’altro, o come il responsabile dell’abuso stesso a cui sottrarsi attraverso la cancellazione di qualsiasi carattere sessuale. Lo stile e la struttura di personalità così come l’impatto del trauma e la funzione psicodinamica dei sintomi devono essere considerati aspetti centrali della valutazione clinica nei diversi quadri di anoressia e bulimia. Gli studi che hanno preso in considerazione la valutazione degli stili e delle strutture di personalità hanno mostrato che la variabilità clinica riscontrata nei disturbi alimentari è associata anche a diverse risposte al trattamento, in misura più significativa rispetto alla gravità della sola sintomatologia alimentare. Ciò può voler dire che con questo tipo di pazienti è necessario immaginare un lavoro terapeutico centrato più sulla personalità che sulla sintomatologia, considerando che un intervento che miri a ridurre o eliminare il solo sintomo anoressico-bulimico può non solo essere inefficace, ma persino pericoloso laddove sia sottostante una grave psicopatologia della personalità. I prossimi moduli previsti sono: • 16 maggio - I disturbi del comportamento alimentare nell’infanzia • 13 giugno - Il lavoro con i familiari e il lavoro in equipe Per maggiori informazioni: FIDA Verona Il Corpo Specchio Via Giardino Giusti, 4 37129 Verona T 045 8013574 verona@fidadisturbialimentari.it www.fidadisturbialimentari.it/ corpospecchio
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prospettiva famiglia A cura del Dott. Paolo Stefano
Prospettiva Famiglia Quando si dice la verità, non bisogna dolersi per averla detta: la verità è sempre illuminante...
Un’altra tappa fondamentale è stata scritta nel cammino di Prospettiva Famiglia, delle famiglie e dei giovani che ci seguono. A scriverla, una donna grande nella sua semplicità, lucida narratrice di una pagina buia della nostra democrazia, nonostante abbia vissuto terribilmente da vicino quei 55 giorni in cui durò il rapimento di Aldo Moro, prima di concludersi col ritrovamento del cadavere nel bagagliaio della tristemente famosa Renault 4 rossa in via Caetani. Agnese ha fatto esattamente ciò che ci aspettavamo da lei e cioè che si parlasse dell’uomo Aldo Moro, con i suoi pregi e le sue debolezze, volevamo scoprire come poteva essere quest’uomo fra le mura di casa, nei suoi rapporti con i familiari, come viveva i suoi momenti di svago.
Agnese Moro
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Come ricorderete, nell’autunno scorso abbiamo affrontato insieme ad un senatore della Repubblica (Miguel Gotòr) l’argomento degli Anni di piombo e quindi l’apice di quel momento eversivo, che si concretizzò appunto nel rapimento ed uccisione dello statista pugliese; allora, ripercorremmo questo momento con l’occhio dello storico e del politico, scevri da sentimentalismi, parlammo del possibile complotto (davvero quella mattina Aldo Moro sarebbe andato a sottoscrivere il famoso “compromesso storico” fra DC e PCI?), del comportamento che la classe politica e le istituzioni adottarono di fronte ad un movimento rivoluzionario (le Brigate Rosse) che minacciavano un uomo dello Stato (che cosa doveva prevalere? la ragion di Stato o la salvezza di una vita umana?). Adesso, invece, abbiamo guardato ad Aldo Moro con l’occhio di una figlia, che ci
prospettiva famiglia
ha illustrato - in modo lucido e affettuosamente dissacratorio - i pregi e i difetti di quest’uomo, nato a Maglie e cresciuto nelle file della gioventù universitaria cattolica (FUCI), così come altri personaggi della politica di allora (Giulio Andreotti per es.). Un “secchione” – come l’ha descritto Agnese - che si laureò giovanissimo con voti eccellenti e che fece dell’insegnamento la sua ragione di vita, non lasciandolo mai, nemmeno quando intraprese la carriera politica. Un uomo instancabile, un uomo sempre preso dal lavoro e per il quale il lavoro veniva prima della famiglia. Un uomo molto devoto, che ogni giorno prima di andare a lavorare, si recava a ricevere la comunione, dopo di che avviava una giornata di intensi rapporti con chiunque (politici, cittadini, rappresentanti di Stato esteri, …). Aldo Moro non si apriva mai con la sua famiglia riguardo a ciò che faceva; al massimo, ci dice Agnese, qualche volta lasciava qualche suo scritto - che riteneva particolarmente brillante - ai figli, quasi a chiedere un loro compiacimento e una loro condivisione. Nell’illustrare la figura del padre, Agnese ci ha mostrato una serie di foto della vita privata del padre, a partire dal suo viaggio in Lapponia. Lo si vede sempre in contatto con la gente o con altri esponenti politici; e, come loro, solo, a guidare il carro della corrente politica di cui faceva parte. Agnese ha correttamente ricordato gli uomini della scorta che perirono in quel tragico 16 marzo 1978 nell’agguato di via Fani; un agguato condotto con particolare perizia, essendo riusciti ad uccidere tutti gli uomini della scorta, senza nemmeno ferire l’obiettivo del rapimento, ossia lo stesso Aldo Moro. Agnese ci ha descritto quest’uomo integerrimo, sempre impegnato nel suo lavoro, persino nei pochi momenti di relax; un uomo che nelle lettere scritte durante la prigionia, mescola fatti
di importanza nazionale (il dibattito politico di quei giorni) con attività quotidiane di routine (“ricordatevi di chiudere il gas”). Nel corso della mattinata - alla Gran Guardia - numerose e complesse sono state le domande poste dagli studenti in rappresentanza delle dieci scuole intervenute; a tutte Agnese Moro ha risposto con grande senso pratico e con estrema lucidità; ci ha quindi detto che il cognome che porta le ha creato più volte situazioni di difficoltà e che da piccola mal digeriva questo papà sempre dedito al lavoro, che aveva con i figli un rapporto quasi “istituzionale”, ma ha anche riconosciuto quanto gli volesse bene, sapendo intravvedere in quelle cartoline che suo padre inviava alla famiglia quando era all’estero con una frase di prammatica (“tante care cose”), l’intento del padre di dire alla moglie e ai figli: “vi ho pensato anche se sono lontano”.
Certo, un pezzo di Agnese è rimasto inchiodato a quel drammatico anno del 1978 e benché poi lei abbia vissuto la sua vita, con tre splendidi figli sopravvenuti nel frattempo, un pezzo di lei è e resta fisso come un fotogramma a quel terribile momento. Il tempo e l’impegno che lei spende per diffondere l’immagine di suo padre è anche indirizzato a ricordare ai nostri giovani che la Costituzione risente moltissimo dell’impronta di suo padre, specie nei primi 11 articoli e che la repubblica (la res publica) è davvero la cosa pubblica, solo che, perché sia veramente tale, occorre che i giovani partecipino alla vita del Paese. Per avere vera democrazia, chiunque deve sentirsi un po’ padrone di questa repubblica, ma per farlo deve interessarsi a ciò che accade, alla vita pubblica, alle istituzioni.
Agnese Moro ha anche sottolineato come fra i politici di allora, come sempre, vi fossero persone buone e persone cattive, ma ha anche invitato a meditare su quanto a volte le persone buone vengano travolte da quelle cattive, perché essere buoni non basta, bisogna anche essere persone decise ad imporre questa bontà contro il male e contro la malvagità o semplicemente contro chi difende a tutti i costi i propri privilegi e lo status quo. Ecco allora che dopo quel tragico 9 maggio 1978 le cose proseguirono ancora per alcuni anni in modo statico e tranquillo e coloro che avevano interessi in gioco se li sono curati per tutti quegli anni, fino all’arrivo di Mani Pulite ben 14 anni dopo.
Un ‘grazie” a tutti i giovani, docenti e dirigenti - in particolare alla Dirigente Lidia Marcazzan per il bel contributo - che hanno affollato la Gran Guardia, al sindaco Tosi che ha dato la sua testimonianza, all’Ass. Anna Leso che ci segue sempre con affetto, al preside Sandro Turri che ci ha accolti ancora una volta all’ITES Pasoli, alla dott.ssa Zivelonghi che ha dato presentato in modo chiaro e completo la nostra prestigiosa ospite, alla Prof.ssa Daniela Galletta che ha organizzato nei minimi particolari un evento così importante ed infine - last but not least - un grazie sincero ad Agnese Moro, che speriamo di incontrare nuovamente nell’avventura che stiamo vivendo insieme a Prospettiva Famiglia.
È un suo dovere, ma - se ci pensiamo - anche un suo diritto.
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associazioni
la "Favola" di Jesus La settimana scorsa ho aperto il mio face book. Pochi istanti e mi scrivono in chat due dei nostri ragazzi. Emozionante. Frasi semplici e brevi, ma cariche dell’affetto che ci unisce. Uno di loro è Jesùs, di cui tanto Vi ho scritto nei due ultimi anni. Storia difficile la sua. Mi scrive che è contentissimo perché sta vivendo con la madre. Io lo sapevo già, ma mi faccio raccontare direttamente da lui. Lo sento felice ed emozionato. È una di quelle storie a lieto fine in cui la sinergia tra pubblico e privato ha funzionato perfettamente. Sinergia Por La Infancia e l’Ufficio centrale dell’Anagrafe di Lima hanno collaborato insieme per questo splendido ricongiungimento familiare. Quante volte ho visto triste Jesùs quando venivano le mamme degli altri a trovarli in casa-famiglia! Che emozione c’era sul suo volto quella volta che mi ha mostrato il suo certificato di nascita, ottenuto per la prima volta a 15 anni! La madre aveva lasciato il padre quando Jesùs era piccolo e da allora lui aveva perso le sue tracce. Non ricordava più neppure il suo volto. Suo padre è sempre stato molto assente: non ha voluto neppure trovare il tempo per firmare la sua carta d’identità. La sua assenza ostacolava i diritti di Jesùs: senza la sua tutela legale non potevamo fargli avere né l’assicurazione sanitaria, né i documenti. Allora a settembre abbiamo sensibilizzato il Ministero degli Affari Sociali e L’Ufficio centrale dell’Anagrafe di Lima sul suo caso. È iniziato il percorso per darci la tutela legale di Jesùs: io ero emozionata perché in un certo senso sarebbe diventato davvero “nostro figlio”. Le cose sono andate ancora meglio. L’Anagrafe, per prassi, ha prima cercato e contattato i genitori, riuscendo a rintracciare la madre, che non sapeva nulla del figlio, perché per anni il padre non le aveva voluto dire la verità su dove si trovasse Jesùs. La Signora Berta è stata felice di poter rientrare in contato con il figlio. Jesùs, per il dolore accumulato in questi anni, subito non ha voluto incontrarla, ma poi il desiderio di ritrovarla è stato più forte. Martin ha assistito al loro incontro. Da circa un mese Jesùs è andato a vivere con la madre, il compagno di lei (che lo ha accolto bene) e le sorellastre. Non solo ha ritrovato la madre, ma anche una famiglia. Lo amano molto. Lo prendono in giro con affetto per il fatto che sta attaccato alla madre ogni istante. Deve sicuramente recuperare il tempo perduto. È una bellissima favola a lieto fine, a cui tutti noi abbiamo contribuito! Auguri a tutti Voi per gli 11 anni di Sinergia!
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Crescere presso un maestro...il
giovane Samuele! 31- Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. … Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. 4Allora il Signore chiamò: «Samuele!» ... (1Sam 3,1.4) Samuele, figlio di Anna ed Elkanà, due genitori sterili, riceve la vocazione in giovane età, presso un santuario al servizio del sacerdote. Divenne profeta quando Israele passò da una fase di disorganizzazione, a un’organizzazione statale di tipo monarchico. Quale ultimo condottiero di Israele, divenne il primo profeta a ungere prima Saul e poi Davide, re di Israele. Ci soffermiamo solo sugli inizi e i primi indizi della sua missione: come ha potuto scoprire che quella voce notturna che lo chiamava - «Samuele!» ... (1Sam 3,4) - nascondeva il senso della sua vita? La nascita da un ventre sterile. 120 - Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele … La donna rimase e allattò il figlio, finché l’ebbe svezzato. (1Sam 1,20). Spesso persone importanti della storia biblica nascono da un ventre sterile. Il messaggio è chiaro. La famiglia senza figli si trova in una situazione di vergogna, invoca Dio che consola la coppia sterile con l’arrivo di un figlio. Va detta, però, una cosa: attraverso il dono di un figlio, Dio porta avanti una missione che supera gli stessi desideri dei genitori. Un figlio segnato da un voto: consacrato al Signore 24 - Dopo averlo svezzato, lo portò con sé …. e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo (1Sam 1,24). 211… il fanciullo rimase a servire il Signore alla presenza del sacerdote Eli (1Sam 2,11). A quanto pare il voto che Anna e il marito avevano compiuto durante il periodo della vergogna, è stato quello di restituire a Dio ciò che avevano chiesto: il figlio. La cosa può apparire alquanto
imbarazzante. Un tale distacco agli occhi nostri è da considerare “contro natura”. La vicenda, però, non può essere interpretata con criteri che appartengono alla nostra epoca. L’età per diventare adulti … Prima di tutto Samuele è stato nutrito e svezzato, ha vissuto presso il papà e la mamma che l’hanno desiderato. È dunque un figlio amato. Alla luce della fede la richiesta di questi poveri genitori è accolta non solo per venire in contro alla loro sterilità, ma anche per portare avanti una missione. Spesso nella Bibbia molte ferite non trovano soluzione solo in una guarigione, ma si trasformano in missione. Diventano feritoie di luce. Samuele sarà un dono per il popolo non solo per i propri genitori. La stessa sterilità dei genitori si trasforma in una fecondità che supera una visione puramente umana. Erano ignari di far parte di un desiderio di ampio respiro come quello di Dio. Dalla tradizione giudaica sappiamo che il bambino veniva consegnato al padre a circa sette anni per imparare la legge, le tradizioni e un lavoro. Questo momento poteva anche comportare un distacco dalla madre non indifferente. Il bambino non era più nei pressi della madre, sorvegliato e nutrito. Il bambino era sempre con papà, era “fuori” con papà, sperimentando un allontanamento necessario e fecondo. Da ciò possiamo presumere che la madre Anna presagiva il momento in cui portare il figlio presso il santuario, perché esiste un momento nella vita in cui il figlio deve staccarsi da lei (e lei da lui!) per intraprendere un modo diverso di crescere. Presso un luogo santo, presso un maestro 18 - Samuele prestava servizio davanti al Signore come servitore, cinto di efod di lino. … 21- Frattanto il fanciullo Samuele cresceva presso il Signore (1Sam 2,18.21). Un primo elemento fondamentale di questo distacco è il nuovo ambiente educativo. Samuele
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crescere
non è abbandonato a se stesso. Sta- ho chiamato, torna a dormire!». Tornò re presso i santuari comportava una e si mise a dormire. (1Sam 3,5) sorta di apprendistato per esperienza Nel momento in cui accade qualcoda un maestro. Sullo stesso stile pos- sa d’insolito - sentire le voci di notte siamo intravedere l’esperienza del più - cosa può fare Samuele? Come ci si grande profeta dell’Antico Testamen- deve comportare? Samuele va da coto: Mosè. lui che di cui si fida: si reca dal maeMentre Mosè stava pascolando il stro. gregge di Ietro, suo suocero, sacer- Avere immediatamente qualcuno con dote di Madian, condusse il bestiame cui confrontarsi, che non siano i geoltre il deserto e arrivò al monte di Dio, nitori, è fondamentale per un adolel’Oreb. (Es 3,1) scente. Comporta il fatto di verificare Anche Mosè prima della sua missio- sul campo cosa sta capitando e anne è stato sotto l’ombra di un maestro che una certa fiducia nel prendere sul e di un ambiente formativo quale è il serio quello che l’adulto consiglierà. santuario di Madian. Tutt’oggi è stu- Samuele è nelle condizioni di poterdiato come luogo di formazione spiri- si confrontare, sa che il maestro lo tuale di Mosè. ascolterà. Samuele si trova inevitabilmente in un C’è un altro sottile aspetto da non ambiente molto stimolante. Da una trascurare. Confondere la voce di Dio parte è immerso in un via vai di gente, con quella del maestro significa che con le esigenze più disparate, tipico di per Samuele era la stessa voce. Il techi si reca presso i santuari perché ha sto dirà che per Samuele quella era la bisogno (come del resto avevano fatto prima volta che sentiva Dio. Non era i genitori). Dall’altra si confronta tutti i pronto. È normale e giusto - anzi una giorni con un maestro, prestandogli condizione ottimale - che si rivolga alla il proprio servizio, imparando molte persona che merita quella fiducia divicose pragmatiche, potendo dialogare na e spirituale che si accredita a Dio. a tu per tu con un adulto. In altre pa- Il maestro come reagisce? Non trova role Samuele “impara facendo”. L’am- nulla di speciale in questa storia, anzi biente in cui vive gli permette di “re- rimanda il proprio discepolo a dormispirare” valori e delle abilità che piano re … e questo per una seconda volta piano forgeranno il profeta che sarà. (1Sam 3,6). Lo fa senza giudicare, ma Sua madre gli preparava una picco- anche senza dare troppo bado. Alla Nel processo artistico, grazie strumento, gruppo, la veste e gliela portava ogniallo anno, terza al volta ci si aspetterebbe una reall’arteterapeuta, qualcosa piano simbolo quando andava con il marito pian a offrire il diventa azione un po’ diversa, magari di chi è di uno stato affettivo, corporeo: sacrificio annuale (1Samemozionale, 2,19). irritato ciò dal implidisturbo recato di notte da ca, preliminarmente, capacità di autorizzarsi a poter impazzito. È proprio Il padre e la madre nonlal’hanno abbanun adolescente sentire, poi di riconoscere, connettere, donato: ogni anno gli fanno visita, por- Elinominare. ad aiutareNel Samuele a interpretare rapporto autore/immagine, sappiamo grossa diftano qualcosa, vogliono sapere come della le voci: ficoltà di riemergere dal un lavoro artistico nella dinamica sta. Inoltre intrattengono rapporto fusione/separazione L’arte con l’ambiente in cui sivissuta trova, il durante santua- il processo. 8 - Il Signore tornò a chiamare: «Saporta in sé un processo organizzativo, grazie al rio, e si lasciano benedire dal sacerdo- muele!» perquale la terza volta; questi si alzò alcune esperienze te Eli (1Sam 2,20). inconsce diventano riconoscibili. nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli Dott.ssa Magalini «Sentire le voci»: un pazzo o un pro- Giuliana comprese che il Signore chiamava il Arteterapeuta feta? giovane. 9 - Eli disse a Samuele: «Vat… ed egli rispose: «Eccomi», 5 - poi tene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: corse da Eli e gli disse: «Mi hai chia- “Parla, Signore, perché il tuo servo ti mato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ascolta”».
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Eli si rivela un vero maestro: comprende che sta capitando una cosa da non trascurare, una cosa che è importante per Samuele. Non è un adolescente che soffre di qualche forma di allucinazione. Non è da guardare come un “caso” problematico che rompe le scatole nel momento meno opportuno come la notte. Eli è in grado di offrire a Samuele uno strumento di bordo per muoversi di fronte alle voci della notte. Samuele non sa interpretarle, Eli sì. Però Samuele sente la voce di Dio, Eli no. Questo è importante. Il maestro vive qui un momento fondamentale per il suo ruolo, lasciare a Samuele un compito perché è prescelto, perché in fondo il discepolo ha superato il maestro. Il maestro scopre di essere lui a servizio di chi è prescelto, anche se fino a quel momento il testo ha sempre detto il contrario. Samuele andò a dormire al suo posto. 10 - Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». Si potrebbe anche azzardare una cosa: se non fosse capitato nulla, se Samuele non fosse stato nelle condizioni di sentire una chiamata, allora Eli avrebbe fallito la sua impresa di maestro. Quelle voci non sono un vero problema. Sono invece una chiamata, sono una missione, sono da interpretare e cogliere come occasione per dare una svolta e indirizzare una vita. Samuele potrà fare riferimento a quella notte per tutta la sua vita, quando è stato chiamato per nome, a quell’ambiente e a coloro che l’hanno aiutato. Genitori compresi. La sua missione è dunque il risultato di una serie d’ingredienti, ambiente compreso, che hanno contribuito alla sua crescita di uomo e profeta.
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