Verona InForma n. 5 - anno 2 - MARZO/APRILE 2013
consigli e informazioni per vivere meglio
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Intervista Alessandro Dall’Ora Cistite: prevenire è meglio che curare senologia La prevenzione del tumore al seno
Sommario PSICOLOGIA INFANTILE
Il gioco in età evolutiva Dott.ssa Cristina Albertini
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CHIRURGIA VASCOLARE
Una buona circolazione fa sorridere le gambe Dott.Michele Manzini
28
BREVI
A San Bonifacio il convegno “Donazione e Interculturalità”
regione veneto
ULSS 22: dove la spendig review è di casa Alberto Cristani
10
ulss 20
Veneto Escape: per l’ ULSS 20 ottimi risultati
18
ULSS 20
20
Nonni non si nasce ...ma si diventa!
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DONAZIONE SANGUE
Avis Verona: alla ricerca del sangue perduto
INIZIATIVA
Alberto Cristani
22
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COMUNE DI VERONA
BREVI
Sambonifacese e Mike Cossato insieme per la pediatria del “Fracastoro”
34
PSICOLOGIA
Dott.ssa Pamela Loretta Marmi
Promuovere l’attività fisica: il primo passo verso la salute
ABEO ed Hellas Verona: un calendario per chi soffre
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APPARATO URINARIO
Dott. Massimo Occhipinti
Referti online: così in Veneto ogni anno si risparmiano 120 milioni
Dott.ssa Susanna Morgante
Alzheimer Caffè, il laboratorio della memoria
La prevenzione delle cistiti
VENETO ESCAPE
Barbara Battistella
PROGETTO
Marina Soave
16
30
Orientarsi tra i servizi? “SI” può grazie allo Sportello Informativo Integrato del Sociale
23
a cura Sportello SI Comune di Verona
46 marzo, aprile 2013 : 3
Sommario ASSISTENZA
FONDAZIONE
Minerva Infortuni: un valido aiuto in caso di sinistri Marina Soave
“MeraVigliose Speranze” per i piccoli malati di osteosarcomao
49
Silvia Zanolli
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DISTURBI ALIMENTARI
Fiocco Lilla contro i DCA Mariasole Castellazzi
52
La prevenzione primaria e secondaria del tumore al seno
54
Medicine contro il dolore? Si, ma attenti ai “PK”! Dott. Fabio Lugoboni, Dott. Marco Faccini, Dott.ssa Rebecca Casari, Dott.ssa Elisa Vicentini Dott.ssa Patrizia Guadagnini
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62 ANIMALI
EVENTI
Che fare quando la ciotola non basta?
“Il Respiro dell’Arte” al Polo Confortini di Verona Marifulvia Matteazzi Alberti
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DIPENDENZE
BREVI
Campagna Sonno Sicuro: chi salva un bambino salva il mondo intero
Lower Crossed Syndrome:sindrome della catena muscolare inferiore Dott. Giorgio Pasetto
SENOLOGIA
Dott.ssa Stefania Montemezzi, Dott.ssa Francesca Caumo
MEDICINA SPORTIVA
64
Perla Ambretti
81
DENTI
Aiuto, mi fanno male le gengive! Dott. Luca Tinti
66
SICUREZZA STRADALE
Icaro: i risultati di un costante impegno per educare alla sicurezza stradale Andrea Scamperle, Francesca Montereali
68
BREVI
ULSS 20: online modulo per rinnovo e rilascio patente guida
Stampata su carta ecologica 100% riciclata con inchiostri a base vegetale prodotta senza uso di cloro
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113 Soccorso pubblico di emergenza 112 Carabinieri 115 Vigili del fuoco 118 Emergenza sanitaria 045 500333 Polizia stradale 045 8078411 Polizia municipale 045 8075511 Centralino ULSS 20 045 6138111 Centralino Presidio Ospedaliero “G. Fracastoro” San Bonifacio 045 8075111 Centralino Presidio di Marzana 045 8121111 Ospedale di Borgo Trento 045 8121111 Ospedale di Borgo Roma 045 8121212 Ufficio Prenotazioni CUP (Centro unico prenotazioni) 840000877 Disdette visite ed esami (no di radiologia) 045 7614565 Guardia medica - Servizio di Continuità Assistenziale (ascoltare il messaggio della segreteria e premere il tasto corrispondente alla zona di residenza) 045 8041996
Farmacie di Turno
pubblica utilità 117 Guardia di Finanza 1515 Servizio antincendi boschivo del corpo forestale dello Stato 045 8090411 Questura di Verona 045 8090711 Polizia Stradale di Verona 045 8078411 Polizia Municipale 045 8077111 Comune di Verona 800016600 Drogatel 19696 Telefono Azzurro 803803 Soccorso stradale 064477 Automobile Club d’Italia 803116 Soccorso stradale marzo, aprile 2013 : 7
Verona InForma consigli e informazioni per vivere meglio
n. 5 - anno 2 - marzo/aprile 2013
editoriale
a cura del direttore
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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n° 4035/2012 Proprietario ed editore: Verona Informa s.n.c. di Giuliano Occhipinti & C. Sede legale e Redazione: Via Giardino Giusti, 4 - 37129 Verona
Verona InForma n. 5 - anno 2 - MaRZo/aPRILE 2013
consigli e informazioni per vivere meglio
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a atuit ia gr cop
intervista ad alessandro Dall’ora La cistite: prevenire è meglio che curare senologia La prevenzione del tumore al seno
Foto di copertina: panoramica di Malcesine
Direttore responsabile: Alberto Cristani Coordinatore scientifco: Luca Ravazzin Redazione: Luca Ravazzin, Giuliano Occhipinti, Patrizia Zanetti Grafica: Silvia Sorio Stampa: Mediaprint s.r.l San Giovanni Lupatoto - Verona Relazioni esterne e marketing: Giuliano Occhipinti Contatti: - Redazione: +39 345 5665706 - Mail: veronainforma@gmail.com - Web: www.verona-in-forma.com - Pubblicità: +39 347 4773311 Hanno collaborato per questo numero: Claudio Capitini, Michele Triglione, Dott.ssa Susanna Morgante, Dott.ssa Cristina Albertini, Dott.Michele Manzini, Marina Soave, Dott. Massimo Occhipinti, Dott.ssa Pamela Loretta Marmi, Sportello SI Comune di Verona, Mariasole Castellazzi, Dott. Luca Tinti, Dott.ssa Stefania Montemezzi, Dott.ssa Francesca Caumo, Marifulvia Matteazzi Alberti,, Andrea Scamperle, Barbara Battistella, Francesca Montereali, Silvia Zanolli, Dott. Giorgio Pasetto, Dott. Fabio Lugoboni, Dott. Marco Faccini, Dott.ssa Rebecca Casari, Dott.ssa Elisa Vicentini, Dott.ssa Patrizia Guadagnini, Perla Ambretti Foto: Archivio Verona InForma, Ufficio stampa Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 20 di Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 21 di Legnago, Ufficio stampa Azienda Ulss 22 di Bussolengo, Centro Bernstein Verona, Federfarma Verona
Dalla carta al web con www.verona-in-forma.com Quando il progetto Verona InForma prese forma, ovvero poco meno di un anno fa, il primo pensiero fu quello di iniziare con un sito internet. L’obiettivo poi deviò sulla vecchia ma sempre attuale carta con un risultato che è oggi sotto gli occhi di tutti (e che sta riscuotendo sempre più successo...). Ora però anche per noi è arrivato il momento di navigare! www.verona-in-forma.com è uno strumento che ci permette di raggiungere un numero ancor più elevato di lettori ma soprattutto di diffondere in modo capillare gli articoli che vengono pubblicati periodicamente. Un vero e proprio archivio online fruibile e consultabile in ogni momento. Non solo: grazie a Facebook quotidianamente saremo in grado di comunicare con tempestività novità, iniziative ed eventi che ci vengono segnalate per esempio dalle ASL locali, dall’Azienda Ospedaliera e da Federfarma. Su www.verona-in-forma.com è inoltre possibile accedere ad interessanti contenuti multimediali sempre ovviamente riguardanti argomenti legati al benessere e alla salute. Un portale semplice, dedicato e consultabile da tutti, che non punta su “effetti speciali” ma - in un momento storico dove ahimè è sempre più importante stupire - su semplicità, qualità, utilità e informazione vera. Scelta corretta? Noi crediamo di si. Ma come sempre saranno il tempo e i lettori a darci, o meno, ragione. Buona lettura e buona…navigazione! Alberto Cristani
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ULSS 22
ULSS 22, dove la spending review è di casa Verona InForma ha intervistato in esclusiva l’Avvocato Alessandro Dall’Ora, Direttore Generale dell’ULSS 22. Analisi e resoconto di un mandato che, grazie alla tenacia e all’ottimizzazione delle risorse, ha riportato in attivo il bilancio dell’Azienda Avvocato Dall’Ora, dal gennaio 2008, anno del sui insediamento, molto è cambiato all’interno dell’ULSS 22… Direi di si. Innanzitutto mi preme evidenziare come la situazione generale dell’ULSS 22 risulti essere estremamente complessa, in primis a causa dell’ubicazione e la dimensione territoriale che comprendente un territorio confinante con Lombardia e Trentino e che si sviluppa su un’ estensione territoriale di 18.401
Avvocato Alessandro Dall’Ora
10 : marzo,aprile 2013
chilometri quadrati. Questa dispersività crea difficoltà soprattutto operative: come esempio basti pensare ai 90 chilometri che separano i due Comuni più lontani, Malcesine da Erbè. C’è poi il contesto strutturale che vede la presenza storica di quattro presidi ospedalieri Isola della Scala, Villafranca , Bussolengo e Malcesine, due ex ospedali riconvertiti in centri Polifunzionali Caprino Veronese e Valeggio sul Mincio, un presidio ospedaliero convenzionato, la Clinica dott. Pederzoli di Peschiera del Garda e un ospedale religioso classificato il Sacro Cuore di Negrar. Il tutto va a costituire il più rilevante polo ospedaliero privato-convenzionato della Regione del Veneto. Infine altre due problematiche sono il numero dei Comuni interessati, ben 37, con una popolazione di 292.840 residenti (incidenza del 18% della popolazione ultra sessantacinquenne n.d.r.) e la complessità “turistica“ derivante dalla competenza territoriale sul Lago di Garda. Fatte queste valutazioni, doverose ed esplicative, quando è iniziato il mio mandato nel 2008 il bilancio dell’ULSS 22indicava un risultato d’esercizio in perdita pari a 56,6 milioni di Euro. A fronte di tale situazione fortemente critica “le prime cure“ della Direzione si sono orientate verso lo sviluppo interno della capacità economicofinanziaria, o meglio di un’autonoma capacità di ordinario funzionamento, quale pre-condizione per lo
sviluppo di tutte le altre attività, sanitarie, sociali e scientifiche. In pratica una specie di spending review anticipata. Tale percorso ha portato ad una crescita del valore della produzione dai 566,5 milioni di euro nel 2008 ai 618 milioni di euro nel 2012, determinando un incremento del 9% a fronte di una riduzione del costo della produzione, passata da 617 milioni di euro agli attuali 598,6 milioni con una riduzione percentuale del 3%. Quali sono state le priorità affrontate? Per prima cosa abbiamo attuato una forte programmazione del vertice aziendale con intervento diretto soprattutto nella pianificazione, concentrandosi sulle due variabili più significative vale a dire l’acquisizione di risorse umane particolarmente qualificate e gli investimenti tecnologici strutturali ed edilizi, al fine di focalizzare l’attenzione su sviluppo e potenziamenti futuri stabili e duraturi di rilevanza strategica. Abbiamo poi analizzato da vicino e in modo molto particolareggiato tutte le tipologie di costi aziendali ed i rispettivi tempi di rilevazione. Tale esercitazione aziendale generale ha consentito il miglioramento dell’andamento economico e il rispetto di tutti i vincoli, obiettivi e tetti economici nazionali e regionali, compreso il rispetto della normativa sulla spending review. In sintesi l’ULSS 22 è passata da un risultato d’esercizio del 2008 negativo per 56,6 ad uno positivo di 13,5 con una variazione in diminuzione in 5 anni di 70 milioni di euro. I risultati vanno interpretati
anche considerando che la popolazione dell’ULSS 22 si è rivelata nell’ultimo quinquennio in continuo aumento, con una percentuale di crescita ben maggiore dell’incremento regionale. Un percorso virtuoso che senza dubbio avrà trovato, almeno all’inizio, qualche difficoltà... Non nascondo che in alcuni casi non è stato facile far cambiare un modus operandi ormai radicato da anni. È stato però indispensabile operare in questa direzione se non si voleva arrivare ad un collasso totale e quindi al fallimento dell’Azienda. Mi piace però evidenziare che dopo queste prime difficoltà c’è stata una presa di coscenza e una collaborazione pressochè totale da parte di tutti gli effettivi. I risultati ne sono la testimonianza. Quali sono state le misure correttive principali? Sono state tante ma possono essere così riassunte: - riordino e sviluppo del “ciclo passivo“ con interventi di tipo organizzativo, economico, contabile e informatico attraverso procedure coerenti ed istruzioni operative per “assediare” l’attività di ordinazione-liquidazione-pagamento; - rilevazione tempestiva ed aggiornata dell’andamento di tutti i costi e immediata segnalazione di ogni eventuale scostamento rispetto alla programmazione economica. Con questo processo abbiamo potuto attivare efficaci e rapidi interventi correttivi; - coinvolgimento diretto e collegiale dei dirigenti attraverso incontri mensili incentrati sull’analisi dell’intero andamento economico dell’ULSS, orientati a far crescere una cultura d’azienda e condividere le informazioni generali, le direttive Regionali e gli stessi obiettivi aziendali. Tale capillare e diretto coinvolgimento è stato facilitato dalla ricostruzione e definizione precisa del percorso delle responsabilità e da un’organizzazione “snella”, andando in alcuni momenti ed in determinate situazioni in “presa diretta” su criticità, personale dipendente ed assistiti contestualmente ad una semplificazione organizzativa, alla riduzione dello staff e portando tutti in linea con la Direzione; marzo, aprile 2013 : 11
- aumento della capacità di autoproduzione di prestazioni sanitarie sia di ricovero che specialistiche, con conseguente riduzione dell’acquisto di prestazioni da terzi; - un aumento di attenzione, con attivazioni di specifiche azioni organizzativo-procedurali tese alla riduzione della spesa farmaceutica attraverso l’aumento della distribuzione diretta e della distribuzione per conto; - una generale rivisitazione di tutte le procedure di acquisto di beni e servizi con sistemica ricontrattazione delle condizioni economiche. La virtuosità economico finanziaria, associata ad un’attenta e precisa programmazione aziendale e all’efficiente gestione interna del ciclo passivo della fatturazione ha consentito una concreta contrazione dei tempi di pagamento dei fornitori, che sono passati dagli oltre 180 giorni di pagamento dell’anno 2008 ai 30/60 giorni a dicembre 2012. Inoltre da tempo l’ULSS 22 non ricorre più all’anticipazione del Tesoriere, non fa operazioni di smobilizzo, non paga interessi di mora, senza quindi impegnare costi e tempi inappropriati. L’aggregato contabile “Proventi/Oneri finanziari in effetti ha evidenziato un trend di riduzione, passando da un saldo negativo di 3,9 milioni nel 12 : marzo,aprile 2013
2007 a -35.000 nel consuntivo 2011. La riorganizzazione e l’innovazione della gestione hanno avuto un forte impatto anche sui cittadini... Certo. Anche in questo caso abbiamo fatto delle scelte che subito non hanno trovato un consenso totale, ma era inevitabile. I tre distretti di Bussolengo, Villafranca e Domegliara sono stati riorganizzati in un unico Distretto con ottimizzazione dell’offerta per quanto riguarda ambulatori, orari e personale. Sono state chiuse e trasferite anche alcune sedi sub-distrettuali in conformità anche ai requisiti di autorizzazione all’esercizio. Senza dubbio il trasferimento della sede subdistruttuale di Caprino presso la Sede Polifunzionaleex ospedale di Caprino è la più significativa. È stata inoltre ampliata l’offerta di strutture residenziali in risposta al fabbisogno della popolazione e in ottemperanza alla programmazione regionale (ospedale di comunità di Valeggio, ospedale di comunità di Caprino Veronese, Comunità Alloggio e C.T.R.P. n.d.r.), è stata implementata, in collaborazione con gli Enti Locali, una rete di servizi territoriali attraverso l’apertura di “ambulatori per pazienti fragili“ inseriti nel Distretto Unico. L’integrazione fra ospedale e territorio, a favore
della domiciliarità dell’utente. Sempre nell’ambito territoriale sono state sviluppate le forme di associazione fra i medici di base, anche attraverso l’attivazione di Unità Territoriale Assistenza Primaria di Valeggio sul Mincio, laddove le caratteristiche riguardanti la densità abitativa, la rete delle comunicazioni e la presenza dei Medici di Medicina Generale rendevano tale soluzione migliore per la gestione dell’assistenza primaria, garantendo maggiori possibilità di mantenimento della persona nel proprio ambito di vita. Di notevole interesse anche i progetti e le attività sviluppate e/o potenziate nel quinquennio dal Dipartimento delle Dipendenze, che è intervenuto sul territorio di competenza offrendo a tutta la cittadinanza e ai soggetti dipendenti da sostanze e da alcolismo una vasta gamma di prestazioni sia in ambito della prevenzione che di quella della cura, della riabilitazione e dell’inserimento psico-sociale. Per quanto riguarda invece l’Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, nel quinquennio 2008-2012 il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda ULSS 22 oltre a svolgere regolarmente le attività istituzionali necessarie a garantire ai cittadini le prestazioni connesse a tale livello assistenziale, è stato promotore o ha partecipato a numerosi progetti nazionali e regionali di particolare rilevanza. Tra questi si segnalano il progetto nazionale PASSI, sistema di sorveglianza della popolazione organizzato dall’ISS, Affy fiutapericolo, volto alla prevenzione degli incidenti domestici già a partire dalla scuola dell’infanzia di età compresa tra i 3 e i 6 anni, vari progetti sugli incidenti stradali che coinvolgono i ragazzi delle scuole superiori e il REACH, progetto regionale per avviare un registro di valutazione delle sostanze chimiche per mettere in atto un regolamento europeo. Nell’ambito strutturale-ospedaliero quali sono state gli interventi più significativi? Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera accanto alla complessiva attività di rigorosa applicazione della programmazione regionale sono state avviate e concluse numerose iniziative che hanno sensibilmente
migliorato il livello di assistenza ospedaliera dell’Azienda. Alcune di esse hanno riguardato l’assetto organizzativo dell’assistenza come, per esempio, i nuovi modelli assistenziali e di organizzazione del lavoro del personale infermierisitco per aree omogenee, la riorganizzazione delle funzioni amministrative e di front office, il livello di informatizzazione che sono rimaste sullo sfondo, a volte poco visibili ai cittadini, ma hanno garantito la qualità dei servizi attraverso il miglioramento dei livelli di efficienza ed efficacia degli stessi. Altre novità hanno, invece, riguardato direttamente gli aspetti clinici e vengono direttamente sperimentate dai cittadini nei loro percorsi assistenziali. Sto parlando di nuovi servizi, nuove attrezzature, nuove prestazioni, nuovi protocolli e profili di cura. Sono state attivate la Terapia intensiva a Bussolengo con dieci posti letto di OBI monitorizzati, l’ UOC di Oncologia, il nuovo Pronto Soccorso a Bussolengo, la nuova Ortopedia di Bussolengo, la risonanza magnetica a Bussolengo, il nuovo servizio di Emodialisi a Caprino. È stata ristrutturata l’area neonatologica della pediatria di Bussolengo, e c’ stata la graduale “ri-apertura“ ospedale di Villafranca. A fine 2007 erano attivi solo servizi di diagnosi e cura. Dal 2008 sono stati progressivamente attivati i reparti di degenza di Medicina, Medicina fisica e riabilitazione, Day Surgery e Sale Operatorie, attivazione guardie di Radiologia, Pediatria, Ortopedia e Anestesia, Servizio di Telecardiologia, completamento della ristrutturazione e messa in funzione dell’ala ovest dell’Ospedale di Bussolengo. Si è proceduto inoltre ad una progressiva opera di dipartimentalizzazione delle UU.OO. ospedaliere che ha consentito di attuare una più funzionale organizzazione sia sotto il profilo meramente gestionale che quello sanitario-assistenziale. marzo, aprile 2013 : 13
Tutte queste innovazioni hanno permesso di aumentare la quota di erogazione di servizi per i residenti propri di questa Azienda, nonostante l’insistenza sul territorio di erogatori privati “forti” e della vicinanza dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Con riferimento al fabbisogno di prestazioni ambulatoriali, la capacità di rispondere autonomamente ai bisogni espressi dalla propria popolazione è passata dal 50,7% del 2008 al 51,4% nel 2011 con un aumento assoluto di oltre 275.000 prestazioni (+13%). E per quanto riguarda la spesa farmaceutica? In questo caso il nostro impegno si è concentrato in particolare nel miglioramento all’appropriatezza prescrittiva, nel supporto a gruppi disciplinari e nell’adozione di regole derivanti dai nuovi prontuari e repertori di ambito provinciale, al consolidamento dell’attività del Team Nutrizionale e dell’appropriatezza sulla prescrizione di nutrizione artificiale, con fornitura diretta al domicilio della NED e numero verde attivo h 24, all’allestimento centralizzato dei farmaci oncologici verificando l’adesione alle indicazioni e con il riutilizzo degli scarti, nel contenimento della spesa farmaceutica, sia territoriale che ospedaliera attraverso l’allargamento della prescrizione ai generici, facilitato dall’adesione alla gara regionale (che prevede equivalenze terapeutiche solo tra generici), e l’attivazione della distribuzione diretta del primo ciclo terapeutico, alla dimissione e alla visita specialistica. Inoltre il costante monitoraggio di tutte le lettere di dimissione, ha consentito di verificare la corretta prescrizione del farmaco per principio attivo e non con il nome commerciale, incentivando così l’utilizzo dei generici, e di monitorare il numero di confezioni consegnate a tutti i pazienti dimessi o visitati da specialisti delle strutture pubbliche dell’ULSS 22. Nel corso del 2012 è stata promossa ed attivata anche la distribuzione diretta dei farmaci dalle strutture ospedaliere private convenzionate di Peschiera e di Negrar, il cui andamento è costantemente monitorata e stimolata dalla Direzione Aziendale e dalla Farmacia Ospedaliera. è stato inoltre 14 : marzo,aprile 2013
ridotto l’importo complessivo della spesa farmaceutica territoriale sia rispetto alla media regionale che rispetto alla situazione iniziale del 2008. Infatti la spesa netta farmaceutica convenzionata dell’ULSS 22 dell’anno 2008 ammontava a 39.689.85,50 euro per arrivare a 35.766.62,06 anno 2011 e in proiezione l’anno 2012 chiuderà a circa 33.700.000 euro. Analogamente risulta essere inferiore ai target regionali anche la spesa farmaceutica pro capite che passa dai 143,92 euro del 2008 ai 123,5 euro nel 2012, a fronte di una media regionale pari a 128 euro. Questi risultati si sono ottenuti anche grazie ai patti aziendali con i medici di base, con particolare riferimento alla prescrizione dei farmaci equivalenti che, nel territorio dell’ULSS 22, nel 2008 era il 22% sul totale dei farmaci prescritti (media regionale 24%), nel 2012 è aumentata al 42% (media regionale 38,1%). Inoltre, l’ULSS 22 ha sottoscritto un accordo di area vasta per la Distribuzione Diretta dei farmaci del PHT attraverso le farmacie aperte al pubblico, che ha portato ad un risparmio aziendale di circa 5.000.000 di euro nell’intero periodo 2008-2011, e ad un miglior servizio offerto alla cittadinanza, poiché l’assistito può liberamente accedere alla Farmacia territoriale che ritiene più comoda, in considerazione della complessità topografica del territorio. Obiettivi per il 2013? Per prima cosa confermare quanto di buono è stato fatto fino ad oggi. Non sarà facile poichè le risorse scarseggiano, questo è evidente. Ma proprio per questo dovremo essere ancora più efficiente e bravi nel far rendere al massimo quanto avremo a disposizione. Cercheremo di apportare nuovi interventi migliorativi sia in ambito strutturale che organizzativo perchè siamo consci di possedere potenzialità e capacità per fare un ulteriore salto di qualità. Dovremo ottimizzare ciò che avremo a disposizione al fine di ottenere il massimo. Perchè il nostro obiettivo primario è e sarà sempre soddisfare il cittadino e le sue richieste. Alberto Cristani
Ulss 20
Veneto Escape: per l’ ULSS 20 ottimi risultati L’Azienda ULSS 20 è stata tra le prime ad aderire, a fine 2010, alla campagna informativa
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n concomitanza con la campagna informativa della Regione Veneto che mira ad estendere e potenziare il servizio di scarico dei referti via internet da parte dei cittadini, anche nel territorio di Verona dal 1 febbraio al 1 marzo gli autobus sono transitati con immagini pubblicitarie che invitano i cittadini ad utilizzare il sito dell’ azienda sociosanitaria per provvedere allo scarico dei propri referti. Il messaggio è chiaro: “Il referto? E’ online sul sito della tua azienda sanitaria ed ospedaliera”. L’Azienda ULSS 20 è stata tra le prime ad aderire, a fine 2010, alla campagna informativa promossa dalla Regione Veneto e realizzata dal Consorzio Arsenàl.IT (vedi pag.18), Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale, mettendo in campo il progetto dello scarico dei referti. Gli esami di laboratorio sono in effetti la prestazione che più facilmente si può portare fuori dall’ospedale e delocalizzare vicino al paziente. La risposta telematica è stata estesa a tutti i centri prelievo, a tutte le case di riposo collegate al laboratorio dell’ULSS e anche ai medici di medicina generale che lo richiedessero (i referti inviati per via telematica ai medici di medicina generale sono in costante aumento). Ottimi i risultati ottenuti anche perché è stata semplificata la modalità di acquisizione del consenso del cittadino, è stato fornito materiale informativo sia sul progetto che sulle modalità per scaricare il referto on line dal computer di casa. Grande impulso è derivato anche dalla possibilità per i cittadini di scaricare il referto on line presso le farmacie aderenti a Federfarma. Tutto questo ha portato a chiudere l’anno 2012 con un tasso di utilizzo globale del 50% , ma con punte di eccellenza
16 : marzo,aprile 2013
anche superiori al 90% presso alcuni centri prelievo e presso alcune strutture collegate come i Centri Antidiabetici. Con l’introduzione del referto on line il cittadino ha visto migliorare il suo rapporto con la struttura sanitaria e ridurre le distanze: il ritiro telematico del referto consente di ricevere il risultato dei test su computer di casa e in tempo reale, cioè appena il laboratorio ha completato e validato i test. Il risultato è disponibile in tempi molto più rapidi: meno stampe da eseguire, meno referti cartacei da consegnare alla cassa determinano una razionalizzazione della fase amministrativa e quindi tempi accorciati. Poiché il referto on line è la modalità più veloce, questa è la modalità fortemente suggerita per i pazienti che hanno esami in urgenza. C’è anche un risparmio economico legato agli spostamenti evitati: evitare di tornare allo sportello fa bene all’ economia e all’ ecologia dal momento che gli spostamenti evitati riducono la CO2 immessa nell’ambiente con ricadute sulla nostra qualità di vita. L’obiettivo è ora quello di avvicinare tutti i cittadini al referto on line in modo da portare il referto di laboratorio in tutte le case … a Kilometro zero!
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Referti online:
così in Veneto ogni anno si risparmiano 120 milioni Presentati il 14 marzo scorso a Treviso i risultati del Progetto Veneto Escape. Per quanto riguarda la nostra città il 46% degli utenti dell’ULSS 20 scarica i referti via web
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ei cittadini su dieci in Veneto oggi scaricano il referto online grazie al progetto Veneto ESCAPE che ha permesso alla sanità regionale di risparmiare 56 milioni di euro in tre anni e ai cittadini veneti 120 milioni l’anno. Tutto questo con un investimento complessivo di 4.435.000
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euro condiviso tra Regione ed ex-DigitPA, ente oggi confluito nell’Agenzia per l’Italia Digitale. A coordinare il progetto il Consorzio Arsenàl.IT, Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale che ha come socie le ventitré aziende sociosanitarie e ospedaliere venete. I risultati del
progetto, che in un triennio ha garantito a tutte le ULSS e aziende ospedaliere regionali di dematerializzare i referti di laboratorio per renderli disponibili e accessibili online ai propri utenti, sono stati presentati il 14 marzo a Treviso in un convegno alla presenza di importanti personalità tecniche e politiche. “Tecnicamente – spiega il direttore generale di Arsenàl.IT Luciano Bastoni - Veneto ESCAPE è un progetto di riuso, pratica che garantisce la possibilità agli enti pubblici di usufruire di programmi informatici e soluzioni tecnologiche e organizzative già sperimentate da altri enti, abbattendo i costi iniziali di adozione”. “Nel nostro caso– precisa l’ingegner Bastoni – l’ente cedente è stato l’Azienda ULSS 9 Treviso che per prima, agli inizi degli anni 2000, ha sviluppato la soluzione ESCAPE di scarico referti online. La Regione Veneto ha assegnato il coordinamento degli enti riusanti, vale a dire le altre ventidue aziende sociosanitarie e ospedaliere venete, al Consorzio Arsenàl.IT, che ha garantito l’interoperabilità e la standardizzazione della soluzione incidendo in maniera significativa sulle organizzazioni”. Il progetto ha permesso, quindi, in tre anni di allineare il sistema sanitario regionale alle normative nazionali ed europee in materia di sanità digitale, in particolare per quanto riguarda l’interoperabilità dei sistemi e la standardizzazione delle soluzioni. Tutto questo nell’ottica di migliorare i servizi agli utenti, che sono i principali destinatari di Veneto ESCAPE. Ne sono derivati risultati rilevanti non solo sul
piano regionale, ma, anche, nello specifico delle singole aziende. Per quanto concerne l’ULSS 20 nel 2012 il 46% degli utenti che hanno effettuato un esame di laboratorio nelle strutture dell’azienda sociosanitaria veronese ha poi scaricato il proprio referto via internet. Questo dato si traduce in un risparmio decisamente consistente. In primo luogo risparmio per gli utenti che, grazie al tempo risparmiato e al mancato utilizzo di mezzi privati o pubblici per accedere agli sportelli, hanno recuperato in media 12 euro a referto. In secondo luogo per la stessa azienda che ha potuto riorganizzare i processi interni, assicurando un miglioramento del servizio di cura ai pazienti e un minor margine di errore. Tutto questo con l’ausilio di uno sportello virtuale attivo ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, che offre l’opportunità di ridurre code e disagi derivanti dall’attesa agli sportelli. Inoltre l’utente ha maggiori garanzie di tutela della propria salute con il referto digitale, che offre l’occasione di un processo di cura più rapido e di una maggiore tutela della privacy. Aspetto, quest’ultimo, non secondario per il cittadino che si avvicina talvolta con diffidenza ai servizi digitali. In generale il progetto regionale Veneto ESCAPE, infine, è stato occasione per la sanità regionale di recuperare nell’arco di tre anni 56 milioni di euro, che sono stati quindi reinvestiti sul potenziamento dei servizi sanitari ad ulteriore vantaggio della cittadinanza. Tutto ciò ha permesso di raggiungere gli obiettivi previsti dal sistema sanitario nazionale nel campo della sanità digitale e di rendere omogeneo il panorama della sanità pubblica veneta oltre a gettare le basi per la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale. Barbara Battistella
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ULSS 20
Promuovere l’attività fisica: il primo passo verso la salute Circa un terzo della popolazione adulta non fa abbastanza esercizio fisico. Questo cattivo stile di vita uccide nel mondo oltre 5,3 milioni di persone all’anno...
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no dei grandi problemi di salute oggi è rappresentato dalla sedentarietà. Infatti, benché l’attività fisica sia spesso concepita semplicisticamente come un modo per combattere l’obesità, lo stile di vita riveste un impatto ben più ampio sul benessere individuale. Essere attivi fisicamente preserva la salute fisica e mentale, ritarda l’invecchiamento, riduce lo stress, migliora la qualità di vita. Inoltre previene numerose malattie come il diabete, le malattie cardiovascolari, i tumori, il rischio di cadute nell’anziano, le patologie articolari - per non parlare dell’ef-
Dott.ssa Susanna Morgante
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fetto preventivo psicologico, dai problemi più banali (come l’ansia o l’insonnia) a quelli più gravi come la depressione. Qualche numero: circa un terzo della popolazione adulta non fa abbastanza esercizio fisico e questo cattivo tipo di stile di vita uccide in tutto il mondo oltre 5,3 milioni di persone all’anno – un danno colossale, tanto che la sedentarietà ha ormai superato il fumo (circa 5 milioni di morti all’anno) come principale causa di malattia. Si calcola che ben il 30% delle morti premature totali siano correlate con il sovrappeso e l’inattività e un terzo circa dei casi di cancro dipendono da cattiva alimentazione, sedentarietà e soprappeso. Questo per quanto riguarda la situazione internazionale e italiana. E qui da noi a Verona? La situazione è più o meno la stessa. Ogni mese a Verona, su circa 170 morti, circa un terzo risultano correlati agli effetti del sovrappeso e della sedentarietà. Viceversa le persone che praticano ogni giorno almeno 30 minuti di attività di intensità moderata, tipo cammino veloce o bicicletta, vivono mediamente 4 anni più dei sedentari e perfino tra i poco attivi (quelli che si muovono meno di mezzora al giorno) e i totalmente sedentari esiste una differenza nell’aspettativa di vita di 3 anni. In uno studio da noi pubblicato su una rivista internazionale, i diabetici veronesi che hanno partecipato regolarmente al programma di attività moto-
ria hanno migliorato il loro compenso metabolico e soprattutto hanno potuto ridurre significativamente il consumo di farmaci. Lo scorso luglio, in occasione delle Olimpiadi, il settimanale Lancet (una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali) ha pubblicato una serie di articoli dedicati proprio all’importanza dell’attività fisica, sottolineando anche che il problema non riguarda semplicemente lo sport. Riguarda piuttosto la relazione tra gli esseri umani e il loro ambiente e sul modo di rafforzare questa relazione per incrementare il benessere delle persone. Non si tratta semplicemente di usare degli attrezzi in palestra ascoltando l’iPod, ma soprattutto di utilizzare il nostro corpo nella vita quotidiana per le funzioni per cui è fatto: camminare spesso e muoversi in modo da esercitarlo regolarmente, quando siamo al lavoro, a casa, durante gli spostamenti e nel tempo libero. Su questo versante la nostra città è all’avanguardia da sempre; la ULSS 20 è infatti capofila di un programma regionale (che coinvolge tutte le aziende sanitarie del Veneto) per diffondere stili di vita attivi e sani in tutta la popolazione, giovani e meno giovani, in salute o
portatori di patologie. Il programma ha prodotto numerose iniziative, riguardanti temi come la mobilità attiva casa-scuola e casa- lavoro, la modifica del tessuto urbanistico per rendere la vita più facile a ciclisti e pedoni, il Pedibus e le iniziative motorie per anziani. Attualmente è in corso una ricerca sul verde e gli orti urbani come mezzo per promuovere il movimento, la sana alimentazione e anche l’aggregazione sociale nei quartieri. Inoltre sono disponibili materiali informativi video e anche cartacei, come i manifesti per promuovere l’uso della bicicletta o l’abitudine di fare le scale a piedi e numerosi pieghevoli informativi. Tutto il materiale è disponibile presso il Servizio Promozione Salute ULSS 20 (Tel. 0458076034 lvalenari@ulss20.verona.it) e scaricabile gratuitamente dal sito http://prevenzione.ulss20.verona.it/att_motoria.html Dott.ssa Susanna Morgante Servizio Promozione Salute ULSS 20 Responsabile del programma regionale di promozione dell’attività fisica Mobility manager ULSS 20
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INIZIATIVA
ABEO ed Hellas Verona: un calendario per chi soffre Il ricavato andrà al Reparto di Oncoematologia Pediatrica di Borgo Roma
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ellas Verona e ABEO insieme per il calendario “Lo Sport verso la guarigione”. L’iniziativa è stata presentata nella Sala Pasetto del Comune di Verona: 12 scatti fotografici con i calciatori gialloblù e altrettanti disegni realizzati dai bambini in terapia presso il Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Borgo Roma che hanno dato vita a un prodotto il cui ricavato sarà interamente devoluto all’Associazione. “Crediamo in questo grande progetto realizzato grazie alla sensibilità della società Hellas Verona, sempre vicina a noi, e che vede protagonisti i nostri piccoli pazienti - ha spiegato Pietro Battistoni, presidente di ABEO - e confidiamo nella generosità dei cittadini veronesi, tifosi e non, nel contribuire a mantenere il reparto di Oncoematologia Pediatrica, di cui ABEO è l’unica associazione di riferimento per la raccolta fondi, un centro d’eccellenza nel Veneto come lo è da quattro anni a questa parte e dare così una forza maggiore ai nostri bimbi di continuare a lottare contro il loro nemico, la Malattia”. Soddisfatto dell’iniziativa anche il direttore generale dell’Hellas Verona, Giovanni Gardini che ha dichiarato: “Riteniamo che la sensibilizzazione rivolta verso chi combatte una lotta tutti i giorni con la vita debba essere sempre sostenuta. Lo sport è un bellissimo gioco e, oltre che di passio22 : marzo,aprile 2013
ne, può essere fonte di solidarietà. L’Hellas Verona FC e il nostro presidente, Maurizio Setti, vogliono continuare a camminare al fianco di ABEO e chi ha voglia di intraprendere questo percorso”. All’evento sono intervenuti anche l’Assessore del Comune di Verona, Marco Giorlo, e i calciatori gialloblù, Martinho e Albertazzi. Il calendario sarà venduto al prezzo di 10 euro e ne sono state prodotte 1.000 copie. Il prezzo di vendita è di euro 10,00 a copia ed il ricavato verrà interamente devoluto ad ABEO. Il calendario è acquistabile presso: UFFICIO ABEO: via Fonte Tognola 4 Cadidavid telefono 045.8550808 HELLAS STORE: via Cappello ON LINE: www.hellasverona.it
sambonifacese e mike cossato insieme per la pediatria del “fracastoro” Due progetti per un unico e significativo gesto di solidarietà. “Sambo&Cossato insieme per Pediatria” e il calendario benefico “Sambo 2013”, iniziative ideate dall’A.C. Sambonifacese, hanno permesso di raccogliere una somma che sicuramente darà una grossa mano al reparto di Pediatria dell’Ospedale “G. Fracastoro” di San Bonifacio nell’acquisto di attrezzature sanitarie. La mitica maglia numero 24 di Reggio Calabria ha trovato casa. Alla mezzanotte della vigilia di Natale l’asta benefica ha battuto l’ultimo colpo ed è stata la generosità del gruppo Wish Days a superare tutte le altre offerte. E’ questo il lieto fine di “Sambo & Cossato insieme per Pediatria”, iniziativa pensata dall’A.C. Sambonifacese e Michele Cossato per regalare un Natale più sereno ai piccoli pazienti del reparto di Pediatria dell’Ospedale “G. Fracastoro” di San Bonifacio. La maglia indossata da Michele Cossato il 24 giugno 2001 durante lo spareggio Reggina - Hellas Verona è stata messa all’asta su E-Bay durante le ultime settimane del 2012 e il ricavato della vendita di quello che è un vero e proprio cimelio sportivo è stato interamente devoluto al reparto di Pediatria per contribuire all’acquisto di attrezzature sanitarie. Oltre all’asta la Sambonifacese è stata protagonista di un’altra iniziativa benefica destinata a reperire fondi per il reparto di Pediatria: il “Calendario Sambo 2013”. Dodici mesi raccontati attraverso immagini divertenti che hanno avuto come protagonisti giocatori e staff della Prima Squadra rossoblù. Il Calendario era in vendita presso lo Stadio Renzo Tizian, Il Centro Commerciale di San Bonifacio e altri esercizi commerciali del territorio. Da sottolineare in tal senso l’importante contributo erogato dal Gruppo Pedrollo Spa, grazie alla sensibilità dimostrata soprattutto dal dott. Silvano Pedrollo. Lunedì 11 febbraio 2013, la dirigenza della Sambonifacese, Michele Cossato e i vertici del gruppo Wish Days si sono recati all’Ospedale G. Fracastoro per consegnare al dottor Mauro Cinquetti, direttore del reparto di Pediatria, l’assegno con la donazione fatta dall’azienda veronese per aggiudicarsi la maglia di Reggio Calabria. Contestualmente sono stati donati anche gli introiti arrivati dalla vendita del Calendario Sambo 2013. Michele Lodi – Presidente A.C. Sambonifacese: “Non posso che ringraziare il gruppo Wish Days e il dott. Pedrollo per la grande generosità dimostrata in queste iniziative. Credo fosse davvero importante, soprattutto in momenti come questi, dare un segnale vero e concreto di solidarietà sostenendo il reparto di Pediatria e il dott. Cinquetti nella missione che ogni giorno porta avanti assieme al suo staff. In ultima, voglio ringraziare anche Michele Cossato che aderendo a questo progetto ha dimostrato di essere, oltre che un grande campione, anche un grande uomo”. Cristina Pozzi – azionista e Direttore Generale di Wish Days: “Con questa operazione vogliamo dimostrare ancora di più l’attaccamento alla città di Verona e ai suoi valori: altruismo, attenzione al prossimo, vicinanza allo sport. La maglietta di SuperMike rappresenta ovviamente un simbolo di una città, e alla città daremo la possibilità di ammirarla sempre, visto che metteremo la maglietta in vetrina nel nostro negozio in via Oberdan, 4”. Michele Cossato: “Sono davvero felice nel vedere i risultati ottenuti dall’idea di mettere all’asta la maglia di Reggio Calabria. Il 24 giugno 2001 è un giorno che rimarrà nella storia dell’Hellas e, da oggi, sappiamo che quel gol è servito anche ad aiutare chi è stato meno fortunato”.
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PSICOLOGIA INFANTILE
Il gioco in età evolutiva Una tappa fondamentale per la crescita dei bambini che per potersi sviluppare necessita del tempo necessario per essere sperimentato
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l gioco deve essere al centro di ogni attività sportiva in età evolutiva. Diceva don Bosco che “è nel gioco che il bambino si mostra quale egli è veramente, ed è nel gioco che posso educarlo veramente…”. Il gioco è un’attività che attraversa tutte le fasi e le età di vita di un bambino. Si possono così distinguere i giochi di esercizio (prima dei due anni) i giochi simbolici (tra i due e gli otto anni) e i giochi di regole (sopra gli otto anni) e che caratterizzano la socializzazione del bambino. Perché il gioco si possa sviluppare è necessario concedere il tempo per poterlo sperimentare. I cuccioli di ogni specie hanno nel gioco il mezzo più efficace per allenarsi e per imparare. La differenza tra istinto e apprendimento pare essere proprio il gioco. Possiamo pensare che si possa: Giocare di testa: è un’attività che stimola capacità di attenzione, di indagine, di fantasia. Potenzia la capacità logico deduttiva e abitua a pensare fuori da se stesso. Giocare col corpo: imparare a muoversi armonizzando il movimento, riequilibrando e misurando la forza e la distanza nell’incontro-scontro fisico. Giocare con gli altri: in questo caso impone di aprire nuove relazioni, di misurarsi, di imparare a lavorare per o contro l’altro. Permette di entrare in intimità, di scendere a patti con qualcosa che al momento il bambino non comprende: un’azione, un intervento, perché magari non parte da lui, ma che si concretizza tramite l’altro. Nel gioco sono sempre implicati aspetti emotivi, in24 : marzo,aprile 2013
tellettivi, processi di socializzazione e di educazione. Infatti, il gioco ha più funzioni: Funzione Liberatoria: il bambino può scaricare le sue ansie, tensioni, paure, insicurezze e aggressività, raggiungendo una distensione dell’Io e una padronanza maggiore dell’ambiente. Funzione di controllo delle emozioni interne: può trasformare attivamente ciò che sente, senza vivere passivamente le proprie emozioni e, nello stesso tempo, impara a far passare le tensioni interne attraverso il corpo ma anche a controllare il suo movimento finalizzandolo. Funzione di Socializzazione: è una delle poche sedi in cui il bambino può interagire con gli altri, al di fuori della scuola… Funzione di Allenamento: all’uso del proprio corpo, alla resistenza alla fatica spostando sempre un po’ più in là le richieste, vincendo la pigrizia del momento. Funzione Esplorativa: il gioco permette al bambino di conoscere e gestire il suo spazio, gli permette di pensare a che strategia mettere in atto per ottenere ciò che desidera. Funzione di stimolo Intellettivo: mentre il bambino pensa a che gesto mettere in atto, a quale azione compiere, mette in funzione la sua testa, riflette e quindi ragiona, migliorando le sue capacità cognitive. Gioco o sport? Per evitare confusione tra gioco e sport, sarebbe meglio parlare:
- Di gioco libero fino agli otto anni, - Di gioco di regole dagli otto agli undici-dodici anni, - Di sport inteso in senso lato dopo i dodici; Il gioco per essere definito tale deve avere alcune caratteristiche: deve essere gratuito, deve essere limitato nello spazio e nel tempo, consentire controllo e variazione dei movimenti (adattati allo spazio, al tempo, al ritmo e alle differenti situazioni), deve generare una certa lieve tensione: tutto ciò favorisce la creatività. La creatività è una capacità che affina l’inventiva (cioè la capacità di risolvere le situazioni-problema presentate), e che permette di riorganizzare ciò che ha imparato e modificare il suo movimento e comportamento. Un’emozione troppo forte interrompe il gioco, lo trasforma, un’azione troppo blanda poco partecipe, può portare all’abbandono del gioco stesso, poco appassionante. Il gioco è un evento all’interno del quale il bambino agisce al fine di acquisire nuove competenze o consolidare, superare emozioni. Oggi si connota di più come momento del fare dell’imparare e si concre-
tizza in un’attività sportiva. è desiderio di vivere un’esperienza divertente, dove poter trovare la propria identità e vedersi riconoscere un ruolo che spesso la realtà quotidiana nega, oppure, come già detto, permette di avere occasioni per socializzazione, per competere e distrarsi. Attraverso il gioco, il bambino ricerca stima e alimenta la sua autostima con meccanismi che poi trasportano nella vita quotidiana. trovare il tempo per giocare Oggi la giornata tipo di un bambino lascia poco spazio al gioco. è costretto ai ritmi e tempi dei suoi genitori che sono già troppo stretti anche per loro. Così non c’è modo di invitare coetanei a casa e di essere invitato. Sono cambiati gli spazi e la disponibilità degli adulti di riferimento, impossibile che giochino in cortile, senza rischiare di essere investiti, tantomeno nei giardini condominiali, in alcuni casi, e trovo la cosa scandalosa, vietati ai bambini. Nonostante l’ab-
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bondanza di giocattoli i bambini non sanno cosa fare, non sanno giocare da soli… “mamma non so a cosa giocare…non ho niente con cui giocare… giochi con me?”. Se poi qualcuno di loro s’inventa un gioco, rischia di essere troppo rumoroso o troppo vivace, …“ deve vedere come riduce il divano” … (e in realtà lui sta creando, immagina una casa, un fortino, quello che un tempo riuscivamo a costruire con gli scatoloni!). I bambini non disegnano più, perché “…hanno disegnato tanto alla Materna…perché gli acquarelli sporcano… perché poi resta la tavola impegnata…” Non c’è il tempo per il parco, per le passeggiate, se non qualche ritaglio nel fine settimana. Quando c’è la disponibilità di nonni sani e con la forza di gestirli, i bambini possono sperimentare uno spazio prezioso: i racconti, le passeggiate, il gioco delle carte, i lavori nell’orto o in cucina, l’accesso a stanze che sembrano mondi da esplorare. Quando, nella maggior parte dei casi i genitori devono far da soli, arriva in soccorso la televisione. Non è che il bambino non debba guardare la TV, ma deve essere gestita in modo attento e soprattutto non può sostituire il gioco. Se è un cartone animato e un film diventa strumento di svago, ma se il bambino diventa il gestore del telecomando e, soprattutto ora, si destreggia da solo con i numerosi canali gratuiti, facendo più volte da spettatore allo stesso cartone che a ruota si ripete più volte al giorno, è un rischio. il gioco elettronico Un altro interessante e diffuso strumento di “gioco” è il gioco elettronico. Utilizzato con successo nelle sale d’attesa di dentisti e medici, nelle pizzerie e ristoranti e qualche volta anche nell’intervallo a scuola “…perché quando piove e non possono andare in cortile…”. Anche rispetto a questo, non si tratta di vietarne l’uso, di deplorare lo strumento di divertimento, ma spesso ciò che non è adatto è l’uso che se ne fa, sia per una questione di tempo che per tipologia di giochi. Molto spesso gli stessi genitori acquistano giochi che sono indicati a fasce d’età non corrispondenti a quelle dei propri figli, di conseguenza i bambini sono sottoposti 26 : marzo,aprile 2013
a stimolazioni eccessive, non adeguate al loro sviluppo psicofisico. Talvolta invece i genitori sono convinti che proprio per la scaltrezza dei loro figli sia necessario andare avanti. Quando non c’è il video gioco c’è il telefonino o il tablet del papà o della mamma. E con quanta soddisfazione i genitori affermano che questi piccoli, a volte di soli quattro anni, sanno utilizzarli meglio di loro! Certo, per usare le loro parole, “… i bambini di oggi sono più avanti, più svegli, nascono già con una mentalità tecnologica…”, ma è anche vero che ancora una volta si trovano a utilizzare uno strumento non pensato per loro, al cui interno vi sono informazioni a cui non dovrebbero avere libero accesso, (quasi tutti sono collegati a internet e i bambini si divertono a vedersi i filmati su youtube!), non per chissà quale segreto ma perché è importante che il bambino non confonda ciò che può fare e ciò che può dire. Il gioco è il vero lavoro dei bambini e come ogni lavoro comporta sacrificio, un sacrificio che però non spetta a loro ma a noi genitori. è necessario guardare lontano, lavorare in previsione di. Sacrificarsi qualche volta diventa rinuncia e fatica ma è garanzia di buon raccolto a distanza. Dott.ssa Cristina Albertini Neurospichiatra Infantile info: albertini.cristina@alice.it
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chirurgia vascolare
Una buona circolazione fa sorridere le gambe Ecco come affrontare i nemici della circolazione sanguigna delle gambe
Q
uesta è la stagione giusta: stivali, tacchi alti e ballerine. Ma anche autoreggenti e guaine modellanti: tutti “nemici” delle gambe e della circolazione sanguigna che alla lunga possono provocare gonfiore alle caviglie, sensazione di pesantezza e affaticamento, polpacci induriti e tendini infiammati. La miglior strategia di difesa? Utilizzarli sempre a piccole dosi e seguire gli accorgimenti suggeriti. Le ballerine per le signore di ogni età rappresentano un passepartout e sembrerebbero perfette per garantire il benessere delle nostre gambe. Invece l’assenza di tacco può comportare posture sbagliate o infiammazioni (talloniti o tendiniti), mentre non è una garanzia di benessere perché camminando senza tacchi il sangue non riceve una spinta sufficiente per vincere la forza di gravità e risalire verso l’alto. In più, non si ammortizzano i microurti della camminata e, a fine giornata le ginocchia potrebbero essere dolenti. Quindi se le ballerine sono le compagne quotidiane meglio usare un plantare anatomico che favorisca il ritorno venoso durante la deambulazione. L’unica cam-
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minata piatta di tipo salutare è quella eseguita sulla sabbia che viene ad assumere la funzione di un vero e proprio plantare naturale su misura: infatti, quando la si calpesta, la pianta del piede distribuisce il proprio carico in modo uniforme su tutta la sua superficie, stimolando in questo modo il ritorno venoso. Lo stivale, altro compagno insostituibile per le signore durante i rigori dell’inverno, va usato con accortezza poiché da un lato può comprimere e surriscaldare il polpaccio e, dall’altro, può ostacolare il corretto movimento cavigliapiede. Queste due condizioni rallentano il pompaggio del sangue verso l’alto, favorendo così il gonfiore e la sensazione di pesantezza. Si può ovviare a tali problemi utilizzando stivali morbidi e non troppo aderenti che consen-
tano un’adeguata traspirazione e una migliore articolazione delle caviglie. Inoltre è meglio scegliere calzature con le suole in cuoio che, essendo più traspirante, aiuta ad eliminare il calore. Per lo stesso motivo si consiglia l’uso di calze coprenti in tessuti naturali e non sintetici. Per quanto riguarda infine le scarpe col tacco alto, gioia e dolori delle signore, polpacci dolenti, caviglie gonfie e gambe pesanti sono imputabili all’impossibilità per la pianta del piede di “pompare” i liquidi verso l’alto. Tale funzionalità è infatti inibita perché soltanto la parte anteriore del piede tocca il suolo, mentre quella centrale rimane scarica e non riceve la giusta stimolazione. Per ovviare a tali problemi il tacco alto andrebbe riservato a eventi particolari. Tuttavia, chi lo utilizza abitualmente durante il giorno dovrebbe, almeno la sera, scegliere una calzatura comoda, capace di riequilibrare la postura ottimale per la circolazione venosa. Inoltre è buona abitudine dedicare ogni sera 20 minuti all’automassaggio delle gambe, eseguito con creme o gel specifici, partendo dal dorso del piede e risalendo a con movimenti circolari, fino a metà coscia. Dopo il massaggio, è utile concedersi altri 20 minuti di riposo, sedute o sdraiate sempre con le gambe sollevate. I collant modellanti: nel giro di un paio di minuti, il tempo necessario per indossarli, queste guaine possono eliminare una taglia e rimodellare la figura appiattiscono la pancia e stringono il giro vita. Il problema: purtroppo tutto ciò che costringe e nemico della circolazione sanguigna sull’addome, che significa congestionare i grandi vasi che passano in quella zona, proprio come succede alle donne in gravidanza, e compromettendo poi la salute di tutte le gambe per un rallentamento del ritorno venolinfatico. La soluzione? Si possono indossare ma non per periodi troppo prolungati nell’arco
della giornata. Per le calze autoreggenti invece fare attenzione all’effetto laccio ed optare per modelli a fascia alta. Utilizzare calze a compressione graduata, invece, può aiutare la circolazione. Questi collant esercitano una specie di massaggio che favorisce la risalita del sangue ed evita il ristagno di liquidi.Oggi si possono acquistare in colori e texture adatti ad ogni gusto ed esigenza. In caso di problemi persistenti e dolori “ acuti” è opportuno tuttavia rivolgersi ad uno specialista per la valutazione clinica del problema, escludere particolari patologie in atto e avere una appropriata cura per la risoluzione del problema, anche dal punto di vista estetico (ad es. Per eliminare capillari e diminuire cellulite e gonfiore). Dott. Michele Manzini medico chirurgospecialista in Chirurgia Vascolare marzo, aprile 2013 : 29
A SAn bonifacio il convegno “donazione e interculturalità” Si é svolto sabato 23 marzo presso la Sala Conferenze dell’Ospedale “G. Fracastoro” il convegno “Donazione e Interculturalità” promosso dall’Azienda ULSS 20 di Verona e dal Gruppo Comunale AIDO di San Bonifacio. Sono intervenuti: Dott.ssa Chiara Bovo (Direttore Sanitario dell’Azienda ULSS 20), Dott. Giampietro Rupolo (Coordinatore Regionale Trapianti), Dott. Lamberto Oldrizzi (UOC Nefrologia e Dialisi ULSS 20), Dott.ssa Beatrice Milan (UOC Anestesia e Rianimazione ULSS 20), Dott.ssa Chiara Benassuti (UOC Chirurgia ULSS 20), Dott. Carlo Faccioli (UOC Ortopedia ULSS 20), Dott. Cesare Romagnolo (UOC Ginecologia e Ostericia ULSS 20), Dott.ssa Rossella Maglione (Fondazione Banca degli Occhi), Dott. Maurizio Anselmi (Direttore UOC Cardiologia ULSS 20), Dott.ssa Maria Vittoria Nesoti (Coordinatore Ospedaliero Trapianti ULSS 20) e Dott. Vincenzo Passarelli (Presidente Nazionale AIDO). Importanti le testimonianze del Dott. S. Balraj e Dott.H. Hany, promotori della interculturalità nelle iniziative presentate durante il convegno. Moderatore il giornalista Claudio Capitini, Capo Ufficio Stampa ULLS 20. La scarsità di organi a disposizione per la collettività rappresenta una problematica che incide in maniera drammatica sulla prospettiva e sulla qualità di vita dei malati e il trapianto può risultare l’unica possibilità di sopravvivenza. Il convegno, aperto alla popolazione ma rivolto in particolare ai cittadini stranieri, ha avuto com scopo principale sensibilizzare la comunità sui temi della donazione e del trapianto di organi e tessuti oltre a diffondere la conoscenza di questo specifico ambito dell’assistenza sanitaria italiana. Durante il convegno, grazie alle chiare ed esaustive esposizioni dei relatori, si é stimolata la riflessione sul tema della donazione, aiutando i cittadini che possiedono una ricchezza culturale propria, a superare le barriere delle difficoltà linguistiche e della comprensione, e a migliorare la loro conoscenza di leggi e regolamenti del nostro Paese, spesso così diverso dal loro territorio di origine, per condurli ad una decisione consapevole ed informata. Concetti, come ad esempio quello della morte accertata con criteri neurologici, già difficili nella loro completa comprensione per i cittadini italiani, possono diventare a maggior ragione un ostacolo concettuale per chi è straniero. Portare il cittadino, italiano o straniero, a prendere una decisione consapevole, responsabile, attenta e rispettosa della volontà del proprio congiunto è uno dei compiti fondamentali di chi, nella sanità italiana, si occupa di donazione. Le attività del volontariato si allineano e si alleano in modo forte con le istituzioni locali, regionali e nazionali per raggiungere questi obiettivi. La speranza è naturalmente quella che in un mondo sempre più globalizzato anche in ambito sanitario ci si correli e si parli un linguaggio sempre più comune ed universale. Il programma del convegno ha visto l’esposizione di una serie di relazioni tecniche, dedicate ad argomenti di interesse trasversale. Al termine della sessione dedicata alle relazioni é stata inaugurata la 2° Mostra della Solidarietà organizzata in collaborazione con AIDO. Nutrita e significativa la presenza di cittadini stranieri di varia etnia che al termine hanno preparato e offerto agli intervenuti un ricco buffet di pietanze e prodotti tipici.
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La calza riATTIVA con tecnologia Lycra Energy a compressione graduata, è stata sviluppata in modo mirato per tutti coloro che vogliono fare qualcosa in più per il proprio benessere.
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Studi effettuati dimostrano che grazie alla compressione si aumenta la circolazione sanguinea, avendo cosi una sensazione di vitalità nelle gambe anche a fine giornata. Questo massaggio stimolante, da comfort e sensazione di benessere. Particolarmente indicata per chi sta seduto per lunghi periodi o per molte ore in piedi. Inoltre è consigliata a chi deve affrontare viaggi in aereo ed in auto. Il concetto è basato sul principio della compressione graduata, che è maggiore alla caviglia e che diminuisce in modo progressivo fino al polpaccio. La calza elastica comprime le vene superficiali e spinge il sangue verso il cuore nell’asse venoso profondo: il reflusso nelle vene superficiali si riduce fino ad annullarsi in rapporto alla forza della compressione.
Perciò tutto si riassume in : - Riduzione del gonfiore alle caviglie in una media del 25% - Massaggio tonificante e stimolante grazie ad una compressione - Leggera che riduce i sintomi delle gambe stanche e pesanti - Gambe rivitalizzate ed energizzate dopo una lunga giornata - Effetto massaggiante durante tutto il giorno - La corretta posizione del corpo da agilità e velocità - Energia positiva e sensazione rivitalizzante
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progetto
Alzheimer Caffè,
il laboratorio della memoria Un progetto sviluppato e promosso dall’ Alzheimer Verona, associazione attiva dal 1998
L
a demenza di Alzheimer e tutte le altre tipologie di deterioramento cognitivo sono patologie cronico-degenerative del cervello caratterizzate da una lenta e progressiva decadenza neuronale che compromette le capacità cognitive, funzionali e relazionali del malato. Questa patologia è altamente invalidante ed in continua crescita, a causa del fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, un fenomeno che sta interessando sia i paesi industrializzati che quelli in via di sviluppo, in conseguenza dell’aumento della durata media della vita e della concomitante riduzione delle nascite: nel 1990 la popolazione mondiale contava 488 milioni di ultrasessantenni e nel 2030 il numero di anziani supererà la quota di 1,3 miliardi, con un incremento previsto dell’80%. Dal 1998 l’Associazione Alzheimer Verona, iscritta al Registro Regionale del Volontariato VR0373, federata con Alzheimer Italia, offre gratuitamente alle famiglie con malato di Alzheimer sostegno psicologico e pratiche di invalidità, formazione e centri diurni socioriabilitativi, favorendo così la domiciliarità, come previsto dal D.G.R. n. 287 del febbraio 2008 e seg.. Nel 2012 sono state coinvolte, nelle molteplici attività promosse dall’Associazione, oltre 5.800 persone per un totale di 26.573 ore di prestazioni; sono inoltre state fornite consulenze legali, psicologiche e geriatriche a 193 familiari. Per ampliare la propria missione e migliorare i servizi
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già offerti ad integrazione di quelli istituzionali territoriali, l’Associazione Alzheimer, con il contributo del CSV, Centro Servizio per il Volontariato, presenta un progetto che, con spirito di sussidiarietà, prevede interventi specifici mirati, con l’intervento di professionisti esperti affiancati da volontari formati. Un ruolo molto importante sarà svolto dalle associazioni Partner: l’Associazione Opera Assistenziale Stefano Toffoli ONLUS, l’Associazione AIDO – sezione di Valeggio, l’Associazione La Rondine, l’Associazione Diabetici Verona, l’Associazione Croce Bianca Verona P.A.V. ONLUS, l’Associazione Vivere in Positivo ONLUS e l’Associazione Famiglie – Consultorio Verona Sud ONLUS, che operano sul territorio di Verona e di Valeggio sul Mincio. Il progetto vuole agire in modo innovativo e globale sull’ambiente di vita della persona anziana ponendo il tema del benessere del nucleo familiare al centro dell’attenzione, per modificare la situazione di disagio esistente. Il focus è posto sull’individuazione delle competenze, delle abilità e delle risorse di ciascuno in modo da promuovere le potenzialità residue, alla
ricerca di una via alternativa che miri a sviluppare e potenziare i punti di forza delle famiglie. Sono due gli obiettivi principali del progetto. Il primo obiettivo è rivolto al caregiver e si suddivide in due tipologie differenti di intervento. In primis viene posta al suo ruolo assistenziale. Chi si trova a dover accudire una persona con Alzheimer spesso tende ad isolarsi per darsi in toto al proprio caro. La finalità di questa azione è “accompagnare” i caregivers alla sede dell’associazione per poter partecipare a gruppi di auto-mutuo-aiuto. Saranno effettuati a domicilio colloqui di counseling dedicati al supporto emotivo nella malattia, alla sua accettazione con consigli pratici per le gestione del malato nella propria abitazione. L’acquisita consapevolezza del caregiver facilita l’alleanza terapeutica: con il trasferimento delle competenze alla famiglia si possono creare spazi terapeutici polisensoriali anche a domicilio. La seconda tipologia di intervento riguarda un percorso destinato al caregiver centrato sulla globalità della sua persona. Attraverso un training emotivomotivazionale di gruppo si punta ad aiutare i familiari a raggiungere uno stato di benessere psico-fisico, riattivando e potenziando le competenze per la gestione delle sfide quotidiane. Gli interventi sono strutturati con un protocollo che prevede sei incontri a cadenza settimanale, di circa due ore ciascuno, durante i quali verranno trattate le molteplici componenti del benessere psicologico con particolare attenzione alla soddisfazione personale, alle strategie di coping (modalità per la risoluzione dei problemi) e alle competenze emotive. Si affronteranno anche temi correlati, quali l’autoefficacia percepita, la resilienza e la memoria autobiografica. Il secondo obiettivo riguarda l’attenzione specifica della storia personale del malato. Spesso accade che gli anziani con demenza di Alzheimer non vogliano partecipare ad occasioni di socializzazione: la sensazione di una ridotta efficienza cognitiva ed il calo della memoria li portano ad abbandonare ogni attività con conseguente isolamento e ritiro sociale. Spesso si pensa che sia impossibile comunicare ed interagire
con l’anziano demente: è una falsa credenza oggi per fortuna superata. Attraverso questi interventi si vuole ri-abituare invece l’anziano ad essere a contatto con gli altre persone oltre abituali caregivers. La fase di programmazione del progetto dopo gli incontri di presentazione rivolti alla popolazione ed organizzati in collaborazione con le Associazioni partner, proseguirà con la fase attiva dell’assistenza domiciliare. Marina Soave info: Alzheimer Verona onlus, via Don Steeb, 4 (VR) Tel. 045. 8010168 - 348.6373776 - Fax 045.593056 www.alzheimerverona.org info@alzheimerverona.org alzheimerverona@pec.csv.verona.it progetto realizzato con il sostegno di
“ALZHEIMER CAFFE’”:”
LABORATORIO DELLA MEMORIA Progetto
per favorire la domiciliarità, assistere le famiglie e promuovere l’invecchiamento attivo.
servizi gratuiti: Sostegno psicologico per familiari Centri diurni socio riabilitativi Corsi di formazione Consulenze geriatriche Per informazioni: Associazione Alzheimer Verona Via Don Carlo Steeb, 4 Verona (c/o Istituto Assistenza Anziani) Tel. 045 8010168 www.alzheimerverona.org e-mail: info@alzheimerverona.org con il Patrocinio di:
Castel d’Azzano
San Pietro in Cariano
Malcesine
Brenzone
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APPARATO URINARIO
La prevenzione delle cistiti La notevole frequenza e la quasi costante benignità della cistite fanno sì che frequentemente questa malattia non viene considerata - a torto - meritevole di particolare attenzione
L
a cistite, una delle malattie più frequenti dell’apparato urinario, è l’infiammazione della vescica causata da un agente batterico o, più raramente, da un parassita. Esistono altre forme di infiammazione della vescica causate da agenti chimici o da radiazioni, ma in
questa sede ci occuperemo delle cistiti da infezione. La sintomatologia della cistite acuta è caratterizzata da dolore nel bassoventre, aumento della frequenza delle minzioni con emissione di modesta quantità di urina (pollachiuria), dolore urente all’uretra durante la minzione (stranguria) e presenza di leucociti (globuli bianchi) nelle urine (leucocituria). Le urine sono torbide e spesso si associa l’emissione di sangue al termine della minzione, quasi mai in quantità tale da costituire un problema, ma comunque più che sufficiente ad allarmare. In questi casi si parla di cistite emorragica. L’ aumento della frequenza delle minzioni, spesso con uno stimolo così intenso da provocare una incontinenza da urgenza, rende impossibile anche il riposo notturno. Quasi mai compare febbre che, se presente, è con ogni probabilità attribuibile ad una infezione delle alte vie urinarie. La diagnosi è quasi sempre agevole potendosi basare sulla sintomatologia e su un semplice esame delle urine. La terapia si basa su antibiotici di uso comune con i quali si ottiene rapidamente la guarigione. Sopratutto in caso di cistiti recidivanti molte volte la diagnosi viene fatta dal paziente che spesso ricorre all’automedicazione. La notevole frequenza e la quasi costante benignità della cistite fanno sì che frequentemente questa malattia non viene considerata meritevole di particolare attenzione e si attua la
terapia senza la ricerca delle cause o la attuazione di misure di prevenzione. Questa, poiché le infezioni delle vie urinarie tendono a recidivare, ha una grande importanza. Tuttavia in questo campo non esistono certezze assolute perché nessuna strategia terapeutica si è finora dimostrata vincente in modo assoluto. Come spesso accade in medicina quando mancano le certezze si verifica una proliferazione di teorie e di scelte terapeutiche spesso personali, non condivise dalla maggioranza dei clinici e, ancor peggio, non basate su evidenze scientifiche. Per uno strano paradosso queste terapie ottengono dai Pazienti un credito inversamente proporzionale alla loro validità scientifica. Per cercare di essere chiari ed esaurienti cominciamo con il dividere le cistiti in complicate e non complicate. Nel caso delle infezioni non complicate, cioè non sostenute da altre malattie o da cause anatomiche o funzionali, lo scopo di un trattamento di prevenzione deve essere quello di ostacolare l’accesso dei batteri nell’apparato urinario o di favorirne la pronta eliminazione. In questo tipo di infezioni il meccanismo che le causa è la ridotta efficienza dei meccanismi di difesa locale, in quanto si tratta di re-infezioni (cioè di infezioni che provengono da un serbatoio di infezione extraurinario) che dopo essere guarite con una appropriata terapia antibiotica, tendono a riprodursi dopo un periodo più o meno lungo. Si tratta di infezioni, prevalentemente sostenute da ceppi di Escherichia coli ed esclusive del sesso femminile, che hanno un decorso benigno quando sono limitate alle basse vie urinarie, ma che possono avere un decorso più temibile quando sono sostenute da ceppi più aggressivi che possono coinvolgere le alte vie urinarie. La prevenzione delle re-infezioni può essere effettuata eliminando eventuali serbatoi extraurinari di infezione urinaria (intestino, apparato genitale), prevenendo l’ingresso dei batteri nell’apparato urinario e favorendo l’eliminazione precoce dei germi penetrati nelle vie urinarie. Nelle infezioni complicate la causa principale può essere
invece un’alterazione anatomica o funzionale della via escretrice, la presenza di un corpo estraneo (ad esempio un calcolo o un catetere) o una insufficiente risposta del sistema immunitario. In questi casi il serbatoio di infezione è prevalentemente all’interno dell’apparato urinario perché anche quando l’infezione sembra guarita ne rimane un focolaio adeso al catetere o al calcolo. In queste infezioni complicate la prevenzione è rappresentata dalla rimozione delle cause che le rendono complicate, la correzione chirurgica o farmacologica delle alterazioni della via escretrice (ad esempio la rimozione dei calcoli o del catetere, la sospensione di un farmaco che impedisce il completo svuotamento della vescica) e dal trattamento delle malattie che determinano una riduzione delle difese immunitarie. La complessità del trattamento delle infezioni complicate e delle loro cause ne rende inappropriata la trattazione in questo ambito. Limitiamoci quindi a parlare della prevenzione delle infezioni non complicate, cioè della prevenzione delle re-infezioni. Si sa con certezza che più numerose sono le ricadute, maggiore è la probabilità di una ulteriore rein-
Dott. Massimo Occhipinti marzo, aprile 2013 : 35
fezione e ciò ha spinto a studiare come migliorare la profilassi. Ciò ha fatto individuare nella popolazione generale femminile una sottopopolazione di donne più suscettibili alle infezioni delle vie urinarie. Le cause di questa predisposizione non sono ben note sebbene siano state formulate numerose ipotesi. Si dà per certo comunque che molte di queste infezioni vengono contratte per via ascendente, attraverso l’uretra o per via ematogena o linfatica dall’intestino. è stato ipotizzato che una particolare conformazione dell’uretra, in particolare un restringimento a livello dell’orificio esterno, potesse rappresentare una condizione favorente le infezioni e le pazienti sono state trattate con ripetute dilatazioni dell’uretra. Questi interventi non hanno una precisa base razionale (se non in presenza di una stenosi conclamata) e spesso sono stati infruttuosi. Con maggior fondamento scientifico è stata studiata la flora batterica presente attorno al meato uretrale esterno in quanto la vicinanza degli orifici uretrale ed anale rappresenta intuitivamente una possibile spiegazione della maggior suscettibilità alle infezioni urinarie del sesso femminile. Grande attenzione è stata riservata alla adesività batterica, cioè alla capacità dei batteri di legarsi alla mucosa delle vie urinarie e di provocare quindi l’infezione. Si è visto che l’Escherichia coli ha 36 : marzo,aprile 2013
particolari strutture filamentose in grado di legarsi a specifici recettori presenti nella mucosa e che i soggetti maggiormente dotati di un particolare tipo di recettori sono più suscettibili alle infezioni. Tenendo conto di queste premesse di fisiopatologia la prevenzione delle re-infezioni si basa su una serie di consigli dietetico-igienici e su provvedimenti farmacologici finalizzati ad ostacolare la colonizzazione batterica. Le linee guida dell’EAU (Associazione europea di Urologia) consigliano un aumento dell’introduzione di liquidi (almeno due litri al giorno-in assenza di patologie che controindicano un sovraccarico idrico), l’abitudine di mingere prima di addormentarsi e dopo un rapporto sessuale, evitare di trattenere a lungo l’urina. Questi comportamenti potenziano il più semplice dei meccanismi anti-infettivi perché riducono la concentrazione dei germi, il tempo della loro permanenza all’interno della vescica e di conseguenza la loro replicazione. A ciò si può aggiungere se necessaria la rieducazione dell’atto minzionale e una fisiochinesiterapia del piano perineale per ottenere un completo svuotamento vescica. Per agire sul serbatoio extraurinario dei germi patogeni, poiché la stipsi può favorire la contaminazione delle vie urinarie da parte di germi presenti nell’intestino, è indispensabile la regolarizzazione dell’alvo con opportune modifiche della dieta e una opportuna assunzione di fermenti capaci di riequilibrare la flora batterica intestinale. L’eventuale presenza di patologie intestinali (ad esempio la diverticolosi del colon) deve essere opportunamente diagnosticata e trattata. Anche la sfera genitale e sessuale devono essere considerate attentamente con particolare attenzione alla flora batterica normalmente presente nella mucosa vaginale, costituita da batteri che, producendo acido lattico, mantengono un Ph acido che contrasta lo sviluppo di una flora patogena. Questo ecosistema può essere alterato da fattori ormonali (mestruazioni, gravidanza, menopausa),
notizie brevi
Italiani? Campioni europei di longevità! da terapie antibiotiche, da scorrette abitudini igieniche (detersione eccessiva, lavande vaginali, spermicidi) e può essere ripristinato con terapie locali che liberando in vagina batteri lattici e acido lattico riportano il Ph vaginale a valori ottimali. In alcuni casi, ad esempio in menopausa, si possono somministrare estrogeni, sia estratti dalle piante (i cosiddetti fitoestrogeni) che di sintesi. Un altro metodo di prevenzione consiste nel somministrare delle sostanze che creano all’interno dell’apparato urinario condizioni sfavorevoli all’adesione e allo sviluppo dei germi patogeni, in particolare dell’E. coli. Citiamo le più note: - cranberry, o mirtillo rosso, ed il mannosio, uno zucchero, condividono il meccanismo di azione: si legano a determinate strutture dell’Escherichia coli e, impedendone l’adesione alla mucosa, ne ottengono l’eliminazione con l’urina. Non uccidendo i batteri possono essere efficaci anche su quelli resistenti agli antibiotici. - metionina, un aminoacido, e la vitamina C agiscono sul Ph urinario creando condizioni sfavorevoli alla colonizzazione batterica. - estratto di Ibiscus ha dimostrato attività antibiotica e quello di Boswellia attività antiinfiammatoria, come l’estratto di Uva ursina. Per la profilassi infine si deve ricorrere talvolta ad antibiotici di sintesi ma l’opportunità della profilassi con antibiotici è tutt’ora molto dibattuta. Dott. Massimo Occhipinti Divisione di Urologia
Casa di cura privata polispecialistica Dott. Perderzoli Presidio ospedaliero accreditato al SSN Asl 22 Peschiera del Garda
Gli italiani pur guadagnando meno, fumando di più, con una spesa sanitaria non elevata ed appesantiti da una situazione economica disastrata, vivono in media ben 18 mesi più degli inglesi, 81 anni e mezzo contro gli 80 dei britannici. In questa classifica recentemente stilata ci precede solo la Spagna. Gli inglesi dovranno farsene una ragione e prendere esempio da noi, sopratutto per quanto riguarda l’alimentazione. La ricetta principale del Bel Paese è sopratutto la dieta mediterranea. Un bicchiere di vino al posto del superalcolico è ad esempio un toccasana per la salute e l’olio d’oliva è da sempre preferibile al burro. Ma gli inglesi, quattordicesimi nella classifica sulla longevità, non riescono a digerire il fatto che in Italia si viva nettamente di più rispetto al loro paese. Fergus Walh, autorevole giornalista della Bbc ha cercato quindi di spiegare il perché ai suoi concittadini: “ Gli italiani hanno minori disuguaglianze sociali rispetto ai britannici e mangiano seguendo la dieta mediterranea che sembra essere miracolosa soprattutto a causa della grande varietà di frutta e verdura, del ridotto apporto di grassi animali e dell’uso dell’olio d’oliva per la cottura. In genere bevono anche in modo diverso dagli inglesi: il vino consumato durante i pasti li porta ad evitare il cosiddetto binge drinking ( l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo breve che aumenta il rischio di malattie come la di demenza senile) comune in Gran Bretagna e nei Paesi del Nord Europa”. Oltre al cibo a rendere la vita meno amara degli italiani è il loro carattere, che li rende simpatici, disponibili, solari e comunicativi: un popolo che, nonostante i numerosi problemi, prende la vita con allegria, al contrario di altre nazioni dove la rigidità umana e sociale è lampante. Insomma un bel piatto di pasta aglio, olio e peperoncino accompagnata da un buon bicchiere di vino può aiutare a vivere più a lungo! marzo, aprile 2013 : 37
Nell'ambito delle iniziative "anti crisi" rivolte alle famiglie, VALPOLICELLA BENACO BANCA ha aderito a due importanti iniziative: “Fondo di credito nuovi nati”, per l'erogazione di finanziamenti a favore delle coppie con nuovi nati o figli adottati negli anni 2012, 2013 e 2014
Caratteristiche del finanziamento “Fondo Nuovi Nati” Valpolicella Benaco Banca Tipologia: Mutuo chirografario Importo: non superiore a 5.000 € Durata: non superiore ai 5 anni Tasso: pari tasso BCE (attualmente 0,75%) Penale di estinzione anticipata: gratis Spese di incasso rata: gratis Spese di istruttoria: gratis Dati riferiti a gennaio 2013
e Mutuo ad8 un sostegno rivolto alle famiglie che intraprendono il difficile cammino dell´adozione internazionale. Caratteristiche del finanziamento “ad8” Valpolicella Benaco Banca
Tipologia: Mutuo chirografario Importo: non superiore a 10.000 € Durata: non superiore ai 5 anni Tasso: pari tasso BCE (attualmente 0,75%) Penale di estinzione anticipata: gratis Spese di incasso rata: gratis Spese di istruttoria: gratis Dati riferiti a gennaio 2013
ENTRA IN FILIALE E RICHIEDI I DETTAGLI DELLE INIZIATIVE! Avviso pubblicitario con finalità promozionale che non sostituisce il Foglio Informativo relativo al prodotto. I Fogli Informativi a cui è necessario fare riferimento per conoscere tutte le condizioni contrattuali sono messi a disposizione presso tutte le filiali e sul sito internet: www.valpolicellabenacobanca.it
psicologia
Nonni non si nasce ...ma si diventa! Strategie educative per gestire in modo efficace il rapporto con i nipoti e i loro genitori
è
soprattutto in questi ultimi anni che si è “riscoperta” la figura dei nonni. Forse per le difficoltà economiche oppure per la carenza di strutture rivolte all’infanzia a cui appoggiarsi per poter lasciare i propri figli, tant’è che i nonni rappresentano una vera e propria risorsa sociale: sostengono le giovani famiglie e si prendono cura dei loro nipotini.
Un’altra motivazione che spinge i genitori a lasciare i propri figli dai nonni è senza dubbio la presa di consapevolezza che essi sono le persone più intime rispetto al loro nucleo familiare e possono essere d’aiuto donando un amore incondizionato, semplice e puro. I nonni, inoltre, offrono il “tempo”, quel tempo che spesso i genitori non riescono mai a trovare per problemi di lavoro e, oltre a questo, la loro presenza tra-
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smette sicurezza e stabilità a tutta la famiglia. Il bambino può quindi godere di un ritmo di vita più pacato, si sente maggiormente ascoltato e ha qualcuno con cui può chiacchierare e giocare. rimanere in...equilibrio Ma se da un lato i “nonni” sono d’aiuto ai nipoti e alle famiglie, dall’altro è proprio la presenza dei nipoti che stravolge e dà un significato diverso alla vita dei nonni: grazie a loro si possono vivere esperienze più gratificanti soprattutto dal punto di vista emotivo. Stare accanto ai bambini diventa rigenerante per i nonni perché riescono a dimenticare le malinconie e le tristezze che spesso vivono. Accompagnarli a scuola diventa per loro un piacevole momento di svago, aiutarli nei compiti pomeridiani permette loro di restare cognitivamente più brillanti, apprezzare la loro curiosità e spontaneità permette loro di ricordare i bei tempi passati con piacevole nostalgia. Ma non si diventa nonni per scelta propria, né si nasce rivestendo già questo ruolo. Ci si diventa solo quando nasce un nipote e sono proprio i figli che offrono questa fantastica e impegnativa opportunità. Si viene così a costituire un nuovo sistema familiare, fatto da due genitori e quattro nonni e questo implica inevitabilmente la ridefinizione dei propri ruoli, competenze e funzioni all’interno della famiglia. è soprattutto in questi momenti che si possono rompere alcuni fragili equilibri che si erano costruiti e mantenuti nonostante mille difficoltà al fine di rendere più serena la convivenza. Ecco perché è assolutamente importante definire in anticipo i limiti della propria disponibilità trovando insieme ai figli delle risorse e degli aiuti alternativi, dato che anche i nonni hanno i loro impegni a cui non possono, e non dovrebbero, rinunciare. Questa trasparenza permette a tutti i membri della famiglia di non provare sensi di colpa nel momento in cui non si è disponibili a dare aiuto oppure rabbia nel momento in cui non si può ricevere aiuto. I nonni non devono essere invadenti, non devono sostituirsi ai figli né devono giudicarli e criticarli per ogni 40 : marzo,aprile 2013
errore, soprattutto di fronte ai propri nipoti; devono equilibrare il ruolo affettivo con il ruolo educativo. Per mantenere questo “fragile” equilibrio bisogna rispettare alcune semplici regole che permettono di stare con i bambini e coccolarli e allo stesso tempo andare d’accordo con i loro genitori. Il rapporto con i nipoti è privo di ambiguità ed è più flessibile rispetto ai principi educativi dati dai genitori, ma questo non significa che il bambino “preferirà” i nonni e si allontanerà dai genitori perché troppo rigidi e severi: ai bambini interessa soprattutto che qualcuno li aiuti a crescere. I bambini capiscono in modo autonomo che i “vizi” dei nonni sono solo una piacevole eccezione rispetto alla quotidianità condivisa con mamma e papà e che con loro valgono certe regole e con i nonni altre. L’affetto e l’amore dei nonni non minaccia in alcun modo l’attaccamento dei bambini ai genitori: le figure genitoriali saranno sempre il punto di riferimento più importante. Da uno studio, infatti, emerge che solo il 27% dei bambini pensa che i nonni possono viziare i
nipoti; questo sta ad indicare che questa è una “preoccupazione/paura” tipicamente genitoriale. I bambini nutrono sentimenti diversi: per i genitori c’è un amore vero, che va oltre le regole e i no, mentre per i nonni prevale un sentimento di tenerezza. La nonnità è un rapporto libero, fine a se stesso, privo delle preoccupazioni educative che emergono nel rapporto tra genitore-figlio, ma non per questo i nonni devono venir meno alla crescita e formazioni dei nipoti. E se i figli si separano? Se i figli si separano i nonni non devono mai parlare male del papà o della mamma oppure colpevolizzarli per la separazione, né devono sostituirsi a loro per quello che riguarda i principi educativi, né compiangere i nipoti…casomai devono sostenerli in questo momento difficile mostrandosi più tolleranti ed inclini al dialogo e all’ascolto. nonni con i nipoti: cosa fare insieme? Ci sono molte cose che i nonni possono fare con i nipoti. Se sono piccoli si possono leggere delle fiabe oppure utilizzare giochi sonori diversi tra loro, si possono disegnare e colorare semplici immagini, giocare con le costruzioni oppure con la palla. Se sono grandicelli si possono preferire attività quotidiane come curare le piante oppure l’orto, andare a fare la spesa, passeggiare oppure fare i compiti. Se sono grandi uscire in bicicletta, guardare documentari, usare il computer, ascoltare la musica ecc… Quello che conta è non lasciarli mai soli, ma vivere con loro questi momenti di vita e renderli indimenticabili.
Dott.ssa Pamela Loretta Marmi Psicologa-Psicoterapeuta
info: p.marmi@direfarecrescere.it www.psychoarea.it
notizie brevi
Rapporto Oasi 2012: Sanità del Veneto al top “Il Veneto d’eccellenza che emerge dal rapporto Oasi dell’Università Bocconi è il frutto di un certosino, difficile, quotidiano lavoro di squadra, che parte dal livello regionale e vede protagonisti le migliaia di uomini e donne della sanità veneta, dall’ultimo medico di base, al grande cattedratico, ai nostri direttori generali, passando attraverso il personale infermieristico e amministrativo. Lavoro per una sempre maggiore appropriatezza di prescrizioni e prestazioni, per il miglior utilizzo e l’aggiornamento delle tecnologie, sulla spesa farmaceutica, sullo sviluppo dell’informatizzazione, sull’utilizzo del day surgery e del day hospital. Lavoro per il quale a tutti, ma proprio tutti, va il mio sincero ringraziamento”. Lo sottolinea l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, commentando la pubblicazione del rapporto “Oasi” sulla sanità italiana 2012. “Grazie a tutto questo – aggiunge Coletto – il Veneto senza tasse sulla sanità rispetta tutti i principali parametri dettati a livello nazionale: dal tasso di ospedalizzazione alla quota di spesa farmaceutica, dal rapporto tra personale e numero di assistiti allo sviluppo dell’informatizzazione, per finire al trasferimento di tutte cure possibili dall’ospedale al territorio e all’utilizzo di tutte le più moderne tecnologie e tecniche chirurgiche per tenere il paziente il meno possibile nella sgradita condizione di ricoverato e curarlo a casa e sul territorio”. “Per dirla con un’espressione clinica – aggiunge Coletto – stiamo riuscendo a tenere tutti i parametri vitali della nostra sanità sotto controllo, dedicando ogni euro e ogni energia disponibile all’assistenza dei cittadini. Non siamo dei marziani – conclude Coletto – motivo per il quale mi auguro che in giro per l’Italia qualcuno si rimbocchi le maniche e cerchi di fare lo stesso”. marzo, aprile 2013 : 41
DONAZIONE SANGUE
Avis Verona: alla ricerca del sangue perduto Nonostante il calo registrato nel 2012, l’associazione veronese è sempre più attiva neò reclutamento di volontari e potenziali donatori. Ma non solo...
T
coordinate e nostro, abbiamo vissuto un 2012 con periodi altalenanti, con le donazioni talvolta eccedenti rispetto la richiesta e talora carenti, in assenza di una programmazione ormai irrinunciabile.
Presidente che quadriennio è stato, quello appena conclusosi, per Avis Verona? Dal 2009 al 2012, numerose sono state le iniziative e le manifestazioni, realizzate in collaborazione con le Avis comunali e sovraordinate per diffondere nelle comunità il nostro messaggio solidale e per far percepire la necessità di compiere il semplice, importantissimo gesto di donare il sangue. Malgrado il costante impegno delle sedi comunali
Qualche numero per quanto riguarda il 2012? A livello provinciale sono state 40.171 le donazioni Avis, 243 in meno rispetto il 2011, con una flessione dello 0,6%. Un dato tutto sommato ancora positivo, che però deve far seriamente riflettere. Per questo anticipiamo un richiamo impellente: occorre incrementare il numero dei donatori periodici e razionalizzare quello delle donazioni per continuare a far pienamente fronte alle necessità si sangue del nostro territorio. In dettaglio sono state 31.861 le donazioni di sangue intero (31.675 nel 2011), 7.299 plasmaferesi (7.641 nel 2011) e 1.011 piastrinoaferesi (1.098 nel 2011). I donatori Avis in provincia di Verona attivi al 31 dicembre 2012, sono 20.865, considerato l’ingresso di 1.927 donatori nuovi o che hanno ripreso a donare dopo prolungate sospensioni. Nel contempo però 1.922 donatori hanno terminato il loro percorso attivo per problemi di salute o per anzianità. In totale sono 21.613 i soci di Avis provinciale Verona, iscritti alle 68 Comunali, dei quali 748 ex
empo di bilanci in casa Avis Provinciale di Verona al termine del mandato 20092012. Molte le iniziative organizzate e coordinate dai volontari veronesi. Tutte, ovviamente, rivolte alla promozione e all’incentivazione della donazione del sangue. Nonstante il costante impegno purtroppo si è registrato un calo nel numero delle donazioni e, di conseguenza, degli interventi a favore di pazienti bisognosi di emoderivati. Per capire le cause e gli obiettivi futuri abbiamo intervistato il presidente provinciale uscente Piergiorgio Lorenzini.
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donatori e collaboratori, che contribuiscono volontariamente e in via continuativa, alla realizzazione di varie attività dell’associazione. Per quanto riguarda invece la situazione trasfusionale? Il contributo dell’Avis veronese è stato ancora una volta consistente e determinante nel contesto trasfusionale di Verona e provincia. Per il secondo anno consecutivo parliamo però di una diminuzione rispetto il passato, in controtendenza con la realtà dipartimentale (raccolta aumentata dello 0,59%) e con il fabbisogno degli ammalati (+1.700 unità di emazie trasfuse nel 2012; +2%). Gli spunti di riflessione si estendono poi alla constatazione che, nel corso dell’ultimo anno, più volte il nostro DIMT (Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale n.d.r.) ha dovuto ricorrere ad aiuti extra-provinciali per soddisfare le necessità degli ospedali. In altri termini: il minor numero di donazioni dell’Avis veronese negli ultimi due anni corrisponde alla mancata autosufficienza provinciale di sangue intero. Quali possono essere i rimedi? Confermata la priorità di far crescere il numero dei donatori, per essere conseguentemente in grado di aumentare le donazioni in caso di necessità, una cosa ci è ormai chiara: non è più sostenibile l’accesso spontaneo alla donazione, come finora s’è fatto, poiché non consente più di assicurare il sangue necessario, nella giusta quantità e del tipo
utile nel momento specifico. Per razionalizzare il flusso delle donazioni è necessaria una programmazione delle necessità da parte del DIMT, che formuli la periodica richiesta in base alle necessità, cui faccia riscontro un servizio di prenotazione spontanea e di chiamata integrativa, gestito dalle associazioni e volto a fornire sempre il sangue necessario, del tipo giusto e nella giusta quantità. La chiamata del donatore è comunque un impegno che ci compete (riconosciuto dalla Sanità regionale mediante i rimborsi sacca n.d.r.) ma intravvediamo nel gestionale informatico EmoDonor, che il DIMT ha messo a disposizione delle associazioni, uno strumento che consentirà di offrire a tutti i donatori la possibilità di prenotare spontaneamente il giorno e l’ora della periodica donazione, presso qualsiasi Centro Trasfusionale e Unità di Raccolta della provincia. Il successivo passaggio consisterà nel chiamare il donatore, del gruppo sanguigno e per il tipo di donazione in quel momento necessario, per integrare le carenze, mediante un coordinamento associativo in continuità con il DIMT. Al donatore, la cui spontaneità sarà sempre e comunque rispettata, basterà chiamare un numero verde, inviare un SMS o una mail all’ufficio preposto, gestito dalle associazioni e attendere conferma. Dal 15 ottobre 2012 questo servizio è già attivo al Centro Trasfusionale di Legnago, dove i donatori, preventivamente e capillarmente informati, dimostrano un elevato gradimento, con la media dell’80% di donazioni prenotate (il 95% in febbraio n.d.r.). Questo ha marzo, aprile 2013 : 43
portato ad una sensibile riduzione dei tempi d’attesa e ad una maggiore tranquillità con cui svolgono ogni mattina le attività di visita e prelievo da parte degli opertatori. Questo servizio da marzo funziona anche per l’Unità di raccolta di Cologna Veneta. Riteniamo che questa sia la strada giusta, da estendere subito, EmoDonor permettendo, anche a Bovolone, Nogara, Zevio, San Bonifacio e gradualmente a tutti i Centri Trasfusionali e Unità di Raccolta di Verona e provincia. Non dimentichiamo l’attività dei volontari... Assolutamente! Fondamentale e prioritario resta per ciascuno di noi l’impegno, collettivo e individuale, di contribuire a diffondere la cultura della solidarietà e della donazione volontaria e periodica del sangue. Non dobbiamo però dare mai per scontata la conoscenza dei nostri scopi associativi. In realtà ancora molte persone ignorano la necessità quotidiana del sangue a scopo terapeutico. è nostro compito diffondere sempre più capillarmente il messaggio Avisino e continuare a favorire l’aggregazione di un sufficiente numero di donatori. Altre iniziative? Sempre grande, nel corso del mandato quadriennale, è stata l’attenzione per la formazione dei volontari e dei dirigenti associativi, con vari percorsi organizzati ogni anno. Importanti gli incontri svolti nel 2012 per l’addestramento dei referenti 44 : marzo,aprile 2013
informatici comunali all’uso del gestionale EmoDonor, condotti con grande dedizione da Umberto Panarotto e Mario Lappa. Sono stati organizzati numerosi incontri zonali e tre riunioni della Consulta Presidenti comunali per orientarci alla programmazione e predisporre il servizio di prenotazione delle donazioni. Interessante e unico nel suo genere il percorso svolto in quest’ultimo anno, su richiesta di un gruppo di giovani desiderosi di prepararsi ai futuri incarichi dirigenziali, a cura di Oreste Ferrari. Da gennaio 2012 vi hanno inizialmente partecipato una quarantina di giovani attivisti, gradualmente ridottisi alla ventina finale. Un percorso estremamente utile e importante per il futuro associativo sia in ruoli di presidenti comunali che per ruoli all’interno del consiglio direttivo provinciale. Infine è doveroso ricordare le iniziative svolte per far crescere la cultura del donatore... Durante il mandato appena conclusosi è sempre stata ben presente l’importanza vitale della donazione del sangue, alla quale è stata finalizzata ogni attività Avisina. Numerose le manifestazioni, i convegni e gli eventi realizzati per diffondere la cultura della donazione, unitamente alle Avis Comunali e con il valido supporto della Commissione Giovani, sempre alla ricerca di nuovi collaboratori: - i Progetti Scuola interassociativi, sostenuti da CSV e Provincia di Verona, che ci hanno consentito di portare nelle scuole il nostro messaggio per farlo conoscere a circa 17.000 studenti ogni anno; - le campagne promozionali: “Sangue, prezioso come l’acqua”; “Io valgo/mi amo, perché?” su oltre 50 bus ATV; la campagna “Balcone di Giulietta” ab-biamo bisogno di autentici Gesti d’Amore, diffusa con ogni forma e mezzo di comunicazione; - la raccolta fondi per Telethon e la vendita delle colombe per Admor, ribadendo consolidate esperienze di collaborazione;
- numerosi cicli di spot su radio e TV locali e stampa locale; - la presenza dei giovani al Job&Orienta e al Motor Bike Expo in Fiera Verona; - la partecipazione massiccia alla “Montefortiana”, con il premio per il gruppo più numeroso nel 2012 e nel 2013 con 716 iscritti; - è continuata la collaborazione con il calcio femminile Bardolino e col Verona calcio a 5 serie A maschile; - la partecipazione dei nostri giovani a vari FORUM regionali e nazionali e l’organizzazione del Forum Giovani regionale 2011, simbolicamente denominato “Assalto alla dirigenza”; - la testimonianza Avis alle varie edizioni della Magic Night, presso le strutture di Verona Mercato; - le annuali Feste Avis provinciali, con la “Camminata della solidarietà”, notturna di 40 km da
piazza Brà al Santuario Madonna della Corona, conclusa nel 2012 all’Ottagono di Ferrara Monte Baldo con la Messa celebrata dal Vescovo di Verona Mons. Giuseppe Zenti; - i maxi poster “Balcone di Giulietta” su un camion vela itinerante per un mese nel periodo prenatalizio, che ha stazionato in varie località, privilegiando luoghi di grande visibilità e presso i centri commerciali. Lo scopo di tutte queste nostre iniziative è sempre lo stesso: portare nuovi donatori ai Centri Trasfusionali per donare il sangue agli ammalati. Perchè, è bene ripeterlo, di sangue non ce n’è mai abbastanza. Alberto Cristani info: www.avisverona.it
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comune di verona
Orientarsi tra i servizi? “SI” può grazie allo Sportello Informativo Integrato del Sociale Un aiuto concreto dell’Assessorato ai Servizi Sociali e Famiglia per rimuovere le barriere organizzative e burocratiche che spesso ostacolano o scoraggiano i cittadini
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pesso di fronte alla pubblica Amministrazione il cittadino si trova in difficoltà ad orientarsi in maniera efficace e rapida nella ricerca delle risposte più adeguate ai propri bisogni, trovandosi così nelle condizioni di dover procedere per tentativi ed errori. L’Assessorato ai Servizi Sociali e Famiglia ha da alcuni anni attivato “SI”, lo Sportello Integrato Informativo del Sociale: un servizio di contatto diretto tra cittadinanza ed ente pubblico nato per semplificare l’accesso ai servizi e alle informazioni
Anna Leso - Assessore Servizi Sociali, Famiglia, Pari Opportunità - Comune di Verona
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in ambito sociale e sociosanitario e inteso non solo come assistenza delle persone, ma anche allargato alla sfera del benessere dell’individuo, della famiglia e quindi della società. La finalità è di rimuovere le barriere organizzative e burocratiche che spesso ostacolano o scoraggiano i cittadini nella ricerca di risposte adeguate ai loro bisogni. Proprio per evitare tale dispersione di tempo ed energie questo Sportello si propone come punto di informazione e orientamento. Gli operatori dello Sportello si occupano di accogliere, ascoltare ed individuare richieste, bisogni, aspettative del cittadino e di aiutarlo, orientandolo nelle scelte e tra i servizi esistenti, offrendo informazioni in modo chiaro, accessibile e aggiornato oppure, quando necessario, indirizzandolo verso le appropriate strutture esterne o mettendolo in contatto con le stesse. Le informazioni offerte sono dettagliate sui servizi dei settori comunali di area sociale, oppure sono indicazioni di primo livello per ambiti trasversalmente afferenti al sociale, come la semplice ma importante corretta individuazione degli uffici o enti competenti cui inviare il cittadino.
Il patrimonio informativo che lo sportello Si mette a disposizione della cittadinanza è in costante accrescimento, grazie alla collaborazione con le strutture comunali e non comunali che svolgono un ruolo attivo nel sistema di protezione sociale. Oltre al proprio ruolo informativo, lo Sportello sempre con maggior frequenza assume collaborazioni attive con gli uffici erogatori dei servizi, in particolar modo con la gestione diretta di prenotazioni e appuntamenti relativi sia ad iniziative occasionali o temporanee che a prestazioni permanenti. Nel corso del 2012, l’attività dello Sportello è notevolmente incrementata: 6372 sono stati i contatti telefonici e diretti, 7170 le richieste di informazioni. Per l’iniziativa “Il Notaio ti aspetta in Comune”, in collaborazione con il Consiglio Notarile di Verona, più di 400 cittadini hanno usufruito di colloqui gratuiti con professionisti volontari.
La sede dello Sportello SI in Vicolo San Domenico 13/B è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 14 e il giovedì dalle 9 alle 17. a cura dello Sportello SI del Comune di Verona info: Numero Verde 800085570 sportelloinfosociale@comune.verona.it www.comune.verona.it
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FONDO DI CREDITO PER I NUOVI NATI. DIAMO FIDUCIA ALLA FAMIGLIA. SE SEI DIVENTATO GENITORE, ANCHE ADOTTIVO, PUOI RICHIEDERE UN PRESTITO FINO A 5.000 EURO A CONDIZIONI AGEVOLATE.
Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA
PER SAPERNE DI PIÙ VAI SU WWW.FONDONUOVINATI.IT
ASSISTENZA
Minerva Infortuni: un valido aiuto in caso di sinistri Incidenti stradali, infortuni sul lavoro, errori professionali: situazioni che nascondono insidie e difficoltà gestionali. Minerva infortuni viene in aiuto del cittadino. Il tutto a costo zero
C
apita, purtroppo sempre più di frequente, che anche un banale incidente si trasformi in una vera e propria odissea e che la polizza assicurativa non sia sufficiente. Imprevisti, burocrazia e tempi di attesa possono allungare i tempi del risarcimento. Che fare in questi casi? Minerva infortuni è una risposta valida e qualificata, uno staff di professionisti che opera sul territorio veronese a 360° per la tutela e la salvaguardia del cittadino. Conosciamo meglio come si articola l’attività dell’agenzia veronese dalle parole del direttore responsabile Dott. Matteo Veronese.
a quando viene chiusa e restituita con annessa liquidazione nelle mani del nostro cliente. Ogni passaggio viene seguito con la dovuta professionalità ed il costante orientamento al risultato. In pratica qual è il vostro compito? Le Assicurazioni, sempre più spesso, anche con l’introduzione del cd indennizzo diretto, al momento del risarcimento, liquidano meno e per questo la presenza di professionisti nel risarcimento del danno diventa
Dott. Veronese innanzitutto ci spieghi da chi è composto lo staff di Minerva infortuni... Siamo tutti professionisti del risarcimento ed operiamo attraverso l’impegno di consulenti specializzati. Il nostro compito è di fornire assistenza al cittadino nella tutela del diritto al giusto risarcimento di danni derivanti da infortuni stradali e sul lavoro. Dedichiamo grande attenzione a tutto il percorso della pratica gestita, dal momento in cui passa nelle nostre mani marzo, aprile 2013 : 49
preziosa. Minerva infortuni segue il cliente durante tutto l’iter del risarcimento del danno: dalla ricostruzione della dinamica dell’incidente alla liquidazione del danno stesso. L’unica incombenza che il cliente avrà sarà quella di consegnare il CID o tutta la documentazione nelle nostre mani e al resto penseremo noi. Se a seguito del sinistro l’auto del cliente ha subito dei danni Minerva infortuni offre la consulenza e il servizio di carrozzerie e meccanici convenzionati, e pertanto sarà assicurata la riparazione del veicolo in tempi brevi e senza nessun anticipo di spese. Insomma dopo un incidente stradale, Minerva infortuni è la soluzione a tutti i problemi. E in caso di feriti? Se a seguito del sinistro ci saranno delle lesioni la Minerva infortuni grazie alla collaborazione con centri medici convenzionati, metterà a disposizione dei clienti professionisti competenti e anticiperà tutte le spese mediche.. Il cliente, ci tengo a sottolinearlo, non dovrà anticipare nulla. Il pagamento delle spese sostenute avverrà solo nel momento in cui l’assicurazione liquiderà il danno. I danni subiti saranno accertati e 50 : marzo,aprile 2013
quantificati da Medici Legali Specializzati attraverso perizie medico legali conformemente redatte. Si parla spesso di perizia medica: ma cos’è praticamente e quando si deve effettuare? A seguito del sinistro è possibile che il danneggiato dovrà sottoporsi a visite, indagini diagnostiche, terapie.Tutto l’iter sarà documentato attraverso i certificati medici fino ad ottenere un certificato di compiuta guarigione. A questo punto tutto quanto è accaduto dovrà essere riassunto in un unico documento: la perizia. La perizia è un atto scritto da un medico legale attraverso il quale il professionista attesta di aver verificato le condizioni fisiche del paziente, i danni provocati dai traumi subiti ed infine, che termina individua una inabilità temporanea ed un danno biologico. Questi dati sono importantissimi ai fini della determinazione economica del risarcimento che verrà chiesto alla Compagnia Assicuratrice. Cosa offrite ai vostri assistiti? Minerva infortuni mette a disposizione del cliente medici specializzati in medicina legale e delle assicura-
zioni, medici fisiatri specializzati in riabilitazione post traumatica ed esperti di fisioterapia e massoterapia. Il cliente inoltre può usufruire di consulenza medico legale con perizia medica, ai fini di una quantificazione del danno alla persona derivante da invalidità temporanea o permanente, assistenza per tutto l’iter diagnostico, visite specialistiche con professionisti convenzionati, prenotazioni per esami specialistici e corrette certificazioni mediche comprovanti il danno subito, possibilità di sottoporsi a riabilitazione fisioterapica nei nostri centri convenzionati senza alcun anticipo spese. Minerva infortuni si occupa anche di infortuni sul lavoro? Certo. In questi casi il lavoratore ha diritto di ottenere il risarcimento dei danni che ha subito e la rifusione di tutte le spese sostenute. L’INAIL non risarcisce tutti i danni, ma solo il danno biologico; tutti gli altri danni dovrebbero essere liquidati dalla assicurazione del datore di lavoro. Minerva infortuni interviene allo scopo di conseguire dal responsabile civile e/o dalla sua assicurazione il
risarcimento del cosiddetto danno differenziale, ossia del danno che non è a carico dell’INAIL. Altra situazione “a rischio” sono gli errori professionali… Purtroppo quotidianamente si ha a che fare con errori tali da arrecare un danno, talvolta ingente. Negligenza, imperizia, imprudenza, perdita di documenti, ritardi nelle comunicazioni errori di compilazione, dimenticanza di scadenze importanti possono causare grossi problemi. Minerva infortuni interviene anche in questo caso direttamente per ottenere il risarcimento dei danni intrattenendo rapporti con figure professionali e con compagnie assicurative. Il cliente riconosce il compenso alla struttura solamente nella fase conclusiva, a liquidazione del risarcimento avvenuta. Il tutto senza nessun anticipo di spese e nessun rischio economico. Il cliente riconosce il compenso alla struttura solamente nella fase conclusiva, a liquidazione del risarcimento avvenuta. Come contattare Minerva infortuni? La nostra sede è in Via Tombetta al numero civico 142. Siamo contattabili anche tramite posta elettronica all’indirizzo minervainfortunisticavr@gmail.com o telefonicamente al 045.582013 o al 345.8128597 Marina Soave marzo, aprile 2013 : 51
disturbi alimentari
Fiocco Lilla contro i DCA Il 15 marzo si è celebrata la Seconda Giornata Nazionale per la sensibilizzazione sui disturbi alimentari. Hanno aderito anche l’Associazione Corpo Specchio e FIDA Verona
I
disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie psichiche complesse che non solo incidono negativamente sulla salute fisica ma hanno delle gravi conseguenze sulla vita relazionale di chi ne soffre e di chi vive accanto al paziente. Sono classificati in: Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN), e DCA Non Altrimenti Specificati o NAS (categoria non omogenea in cui sono compresi molti disturbi: atipici, parziali, subliminali, ecc.). L’obesità non è ancora riconosciuta nella classificazione dei DCA ma è spesso correlata al BED (Binge Eating Disorder) che rientra tra i DCA Non altrimen-
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ti specificati. I DCA possono coesistere con disturbi di tipo psichiatrico quali: depressione, disturbi d’ansia (possono manifestarsi anche attacchi di panico), abuso di sostanze e pluridipendenze. In Italia colpiscono tra le 150 e le 200 mila persone e sono la prima causa di morte nelle giovani tra i 12 e i 25 anni (SISDCA, Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, 2009). Le fasce d’età colpite sono sempre più ampie, dall’infanzia fino alla maturità. L’esordio della sintomatologia è tipicamente adolescenziale (14–18 anni), ma sempre più di frequente si registrano forme infantili precoci (8-9 anni) o tardive (dopo i 25 anni fino ai 40 anni ed oltre). Interessano maggiormente il sesso femminile, anche se si sta osservando negli ultimi anni un aumento di casi anche nel sesso maschile. L’origine di questi disturbi è multifattoriale: ciò significa che non esiste un unico elemento che possiamo riconoscere come causa del disturbo. Nella genesi dei DCA è necessario infatti che vi sia un’interazione tra fattori predisponenti (biologici, psicologici, individuali,familiari, culturali) e fattori precipitanti, cioè fattori o eventi specifici – come separazioni, perdite, eventi di vita stressanti, abitudini alimentari scorrette – che possono far precipitare la situazione e sbilanciarla in senso psicopatologico. Queste patologie si collocano in un’area di confine tra soggettività corporea e mentale e gli effetti che storia, vita sociale e politica hanno sul corpo. I modelli
pubblicitari e televisivi sollecitano una sorta d’insoddisfazione per il proprio corpo, proponendo il confronto con chi sembra incarnare perfezione corporea (spesso frutto di artifizi fotografici), lusso, successo. In un contesto socio-culturale consumistico e disgregato il proprio corpo diventa così uno strumento manipolabile e plasmabile, simbolo di autocontrollo, di realizzazione e sicurezza di sé, senza che si colga la portata distruttiva del comportamento alimentare. Attraverso la ricerca dell’ideale di magrezza, della perfezione e del controllo della realtà viene coltivato un illusorio sostegno mentale dell’identità che grazie al sintomo viene percepita come più integra e permette di definire se stessi sulla base della patologia da cui si è affetti:“sono anoressica”, “sono bulimica”. Proprio la forte identificazione con la malattia rende difficile liberarsene una volta che essa si è espressa in tutta la sua distruttività. L’isolamento e il silenzio sembrano le uniche risposte rimaste a disposizione per esprimere il disagio di chi soffre di questi disturbi. La volontà e il buon senso non bastano per uscirne e solo un adeguato supporto specialistico, multidisciplinare e su più livelli (a seconda della gravità della situazione) permette non solo di aiutare i pazienti, ma anche di sostenere le loro famiglie che spesso non sono completamente consapevoli della gravità del disturbo e si sentono impotenti di fronte a figli che di giorno in giorno si lasciano consumare da questo male. Venerdì 15 Marzo, presso la sede di via Giardino Giusti 6 (Verona) L’Associazione Corpo Specchio con FIDA Verona ha aderito, insieme a numerose associazioni italiane impegnate nella cura, riabilitazione e prevenzione dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), alla Seconda Giornata Nazionale del “Fiocchetto Lil-
la” per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Questa iniziativa è stata voluta e promossa da un genitore, Stefano Tavilla, che a Marzo del 2011 ha perso la figlia Giulia di 17 anni per un arresto cardiocircolatorio dovuto alle conseguenze fisiche del disturbo alimentare, perdita avvenuta in un momento in cui sembrava che Giulia fosse più consapevole della sua condizione e motivata ad intraprendere un percorso di cura che la aiutasse a riprendere in mano la propria vita. Il Sig. Tavilla, come Presidente dell’Associazione “Mi nutro di vita” di Genova (www. minutrodivita.blogspot.com), ha dato vita, lo scorso anno, il 15 marzo 2012, alla prima Giornata Nazionale del “Fiocchetto Lilla”, simbolo della delicata fragilità di questa condizione giovanile, e ha inoltre promosso una petizione pubblica per promuovere un disegno di legge per istituire ufficialmente la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i DCA (www.petizionepubblica.it/?pi=DCA). Stefano Tavilla scrive sul sito della petizione: “Oltre ad avere un forte valore simbolico, aiuterebbe le famiglie che hanno a che fare con queste problematiche ad uscire da quello stato di vergogna ed omertà in cui spesso ci si ritrova,e soprattutto,a sensibilizzare ,informare e coordinare tutte quelle strutture che lavorano in modo troppo frammentato ad oggi in Italia. La data scelta , per ragioni di “cuore”, è il 15 marzo perché possa trasformarsi in un punto di partenza e di speranza per molti. è in atto una proposta di Legge in merito ma per realizzare questo evento è necessario il maggior numero di consensi possibile, c’è bisogno di tutti, insieme per reagire realizzare nuove prospettive. In occasione di questa giornata FIDA Verona offrirà, su appuntamento, colloqui informativi gratuiti fino alla fine del mese di marzo. Per informazioni: Tel. 045 8013574 - 335.6352002. Mariasole Castellazzi
info: www.fidadisturbialimentari.com marzo, aprile 2013 : 53
senologia
La prevenzione primaria e secondaria del tumore al seno Il tumore mammario è molto frequente nelle donne ed è la seconda causa di mortalità dopo il tumore polmonare-bronchiale. Conosciamolo meglio
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a “Senologia” è una branca della Radiologia che studia le problematiche inerenti il seno. è più corretto però parlare di Senologia Diagnostica dove uno specialista Radiologo utilizza varie sue competenze (Esame Clinico, Mammografia, Ecografia, Risonanza Magnetica, Galattografia, Ago aspirato/ biopsia), per arrivare ad una diagnosi. L’obiettivo primario di questo settore radiologico è la diagnosi del tumore al seno. Il tumore mammario (TM) è un tumore molto frequente nelle donne ed è la seconda causa di mortalità dopo il tumore polmonare-bronchiale. Il TM è dovuto alla presenza di cellule neoplastiche all’interno della ghiandola, cellule che degenerano nei dotti (tumore duttale) o a livello lobulare (tumore lobulare). L’istotipo più frequente è il carcinoma duttale. Questo può essere in situ o infiltrante. Tumore in situ significa che è ancora limitato all’interno dei dotti senza diffusione nei tessuti circostanti. Tumore infiltrante è invece quello che si estende oltre i dotti ed infiltra i tessuti circostanti. 54 : marzo,aprile 2013
Da qui il tumore può diffondersi a livello linfonodale e a distanza nell’organismo (metastasi). è importante fare diagnosi precocemente quando il tumore è in situ o se infiltrante di piccole dimensioni per garantire la guarigione e questo è oggi possibile grazie al miglioramento delle metodiche radiologiche ed ai programmi di screening. Solo alcuni fattori di rischio e protezione per il TM sono noti (tabella 1). Di seguito vengono trattati quelli di interesse per una prevenzione primaria. Per quanto riguarda la
dieta non esistono alimenti a rischio o di protezione. L’unica evidenza è che un abuso di alcool aumenta il rischio di TM e che il rischio sarebbe legato allo stile di vita alimentare complessivo delle popolazioni occidentali. è soprattutto l’aumento del peso durante la vita adulta ad essere associato al rischio elevato quindi è consigliabile un attività fisica costante anche moderata. La terapia ormonale sostitutiva, se prolungata, è associata ad aumento del rischio di tumore al seno. Se ne suggerisce l’utilizzo per cicli brevi ed orientati esclusivamente al trattamento di alcuni disturbi della menopausa come quelli vascolari (ipertensione arteriosa). L’utilizzo dei contraccettivi orali aumenta il rischio in maniera modesta. Altri fattori di rischio sono alcune patologie proliferative benigne quali l’iperplasia atipica. Il 10% delle donne con precedente malattia maligna si ammala di un nuovo TM nel corso della vita. Una donna con la madre o una sorella affetta da TM - familiarità - ha un rischio doppio di sviluppare un tumore nel corso della propria vita. Ciò nonostante la maggior parte delle donne con una o più parenti di primo grado affette non svilupperà mai la malattia e la maggior parte delle donne che sviluppa un TM non ha nessuna paren-
te di primo grado affetta. Solo una piccola percentuale dei TM, tra il 5% e il 10 % è di tipo ereditario. Non si eredita il tumore ma l’alterazione genetica predisponente. Tale predisposizione viene trasmessa per via paterna o materna attraverso la mutazione di alcuni geni BRCA1 e BRCA2. Donne portatrici di tali geni hanno un rischio di sviluppare un TM che varia dal 50 % all’80%. Si tratta di tumori che insorgono in giovane età, spesso bilaterali ed associati al tumore primitivo dell’ovaio. Il MR ha a disposizione una serie di metodiche strumentali e non, per poter studiare la mammella al fine di effettuare una prevenzione secondaria. Le utilizzerà in maniera diversa a seconda dei quesiti che deve risolvere (sintomatica, asintomatica), all’età della paziente, ai suoi fattori di rischio e soprattutto alle caratteristiche radiografiche del seno della paziente. Il risultato si traduce in flow chart personalizzate (vedi tabelle ultime pagine) dove ogni donna viene studiata con le metodiche più idonee, per intervalli di tempi a lei più consoni. Di seguito viene esemplificato il percorso: - delle donne asintomatiche in età di Screening (a) - delle donne asintomatiche che decidono di presentarsi spontaneamente per un controllo prima dei 50 anni (b) - delle donne sintomatiche (c) - delle donne già operate per il tumore al seno (d). Le indicazioni per le donne ad alto rischio (almeno tre casi di TM e/o ovario in due generazioni di consanguinei appartenenti allo stesso ramo parenterale o la presenza di almeno un TM o bilaterale o diagnosticato prima dei 40 anni) vengono esemplificate nella Tabella 2.
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In conclusione possiamo dire che conosciamo solo alcuni fattori di rischio per il TM, ma siamo ben lontani dall’averli identificati tutti. I comportamenti che più proteggono la donna sono: allattare i figli, praticare attività sportiva regolare in modo da non crescere di peso soprattutto in età menopausale; contenere l’assunzione di alcool, evitare o limitare ad alcuni mesi l’anno l’uso di terapia ormonale sostitutiva, partecipare ai programmi di Screening e, soprattutto se sintomatica rivolgersi ai centri di senologia clinica, consapevoli che non esiste una metodica infallibile per la diagnosi di tumore ma che le singole metodiche dovranno essere utilizzate secondo quanto decide il MR che sceglierà considerando l’età, i fattori di rischio e soprattutto la tipologia di seno. Infine, se la donna rientra nella categoria ad alto rischio, deve contattare il medico di base per attivare la consulenza ontogenetica al fine di identificare la presenza di rischio di TM ereditario. Dott.ssa Stefania Montemezzi Direttore Unità Operativa di Radiologia d.O., Azienda Ospedaliera di Verona e Coordinatore del Dipartimento Interaziendale di Radiologia Dott.ssa Francesca Caumo Responsabile Centro di Prevenzione Senologica Verona, Ulss20 56 : marzo,aprile 2013
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www.paluani.tv
campagna SONNO SICURO: chi salva un bambino salva il mondo intero L’ Azienda Ulss 20 e la Croce Rossa Italiana, Comitato Provinciale di Verona, danno inizio alla campagna di sensibilizzazione inerente il sonno sicuro nei lattanti “Chi Salva un bambino salva il mondo intero” con l’obiettivo di combattere la sindrome della morte improvvisa in culla, definita SIDS (Sudden Infant Death Syndrome). Per fare prevenzione ed informazione e per aiutare i neo genitori ad una corretta gestione del piccolo, nel punto nascita presso l’Ospedale G.
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Fracastoro di San Bonifacio, riconosciuto dall’UNICEF “Ospedale Amico del Bambino”, verrà regalato dalla Croce Rossa Italiana, per ogni bimbo nato, un body con la scritta sul davanti “questo lato va sopra”, assieme ad altro materiale informativo inerente la sicurezza e il primo soccorso in età pediatrica. La campagna, che proseguirà per i prossimi mesi, è stata resa possibile grazie alla donazione da parte dell’azienda DATCH dei body personalizzati. L’ iniziativa è in sinergia con il Programma Regionale GenitoriPiù, un’importante iniziativa di promozione della salute di cui l’Ulss 20 è capofila. Benché le cause della SIDS non siano del tutto chiare, gli studi hanno evidenziato alcuni fattori di rischio, tra cui il caldo eccessivo, il mancato allattamento al seno, il fumo e l’uso di bevande alcoliche da parte della madre durante la gravidanza e dopo la nascita, il fumo passivo. Ma il principale fattore di rischio risulta la posizione che il bambino assume durante il sonno. Per i bambini che dormono in una posizione supina (a pancia in su) il rischio di mortalità è minore, di circa dieci volte. L’Ulss 20 diventa, quindi, la prima Azienda Sanitaria veronese che si fa co-partecipe del progetto di Croce Rossa Italiana a tutela dei lattanti. L’iniziativa inoltre porterà i due enti a promuovere la diffusione delle manovre salvavita in caso di ostruzione da corpo estraneo, sia nei lattanti che nei bambini, e la rianimazione cardio-polmonare dei bambini stessi. Verrà fornita documentazione per divulgare le manovre di disostruzione delle vie aeree in età pediatrica in quanto molte di queste morti accidentali potrebbero essere evitate se i primi soccorritori, che spesso sono semplici cittadini, sapessero esattamente cosa fare, quali manovre eseguire in maniera corretta, in quale ordine e anche cosa non fare assolutamente. Croce Rossa Italiana è presente sul territorio dell’Ulss 20 con il servizio di emergenza territoriale in convenzione con il 118, ma porta avanti molteplici attività, come le attività sociali, il settore emergenze (protezione civile), attività per i giovani, la divulgazione del diritto internazionale umanitario e la formazione, sia in ambito pediatrico che nel primo soccorso in generale.
La fibrosi cistica ferma la vita. Fermiamo la fibrosi cistica. Il tuo 5x1000 alla FFC
93100600233 Firma e scrivi il Codice Fiscale FFC nel primo riquadro in alto a sinistra del modello 730, CUD, UNICO (Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale)
La fibrosi cistica è ancora poco conosciuta eppure è la malattia genetica grave più diffusa. Ad oggi non c’è guarigione. Colpisce soprattutto polmoni e pancreas, togliendo respiro e vita. Ogni settimana in Italia nascono circa quattro bambini malati; per loro l’aspettativa media di vita è intorno ai 40 anni, guadagnati spesso con quotidiana sofferenza. La Fondazione per la Ricerca sulla fibrosi cistica lavora perché chi è malato possa riprendersi la sua vita. Per continuare in questo impegno, c’è bisogno del sostegno di tutti, anche del tuo. Insieme, possiamo fermare la fibrosi cistica.
EVENTI
“Il Respiro dell’Arte” al Polo Confortini di Verona Prosegue nella piazza Canneto del Polo chirurgico Confortini la rassegna dedicata all’arte e alle creazioni di artisti di varie tendenze esperessive
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a Società Belle Arti di Verona, storica associazione culturale attiva nella nostra città da oltre centocinquanta anni, con la Rassegna Collettiva, inaugurata il 14 febbraio nella piazza Canneto del Polo chirurgico Confortini, ha confermato il proprio impegno vivace e propositivo a promuovere e diffondere il valore dell’Arte, portando in ospedale la gioia che emana dalle Opere di Artisti dalle più varie tendenze espressive. Una collettiva di ottimo spessore culturale, grazie ad Artisti che si sono dedicati a una costante ricerca raggiungendo una cifra stilistica personale
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e originale come Renato Corbellari che presenta un grande pannello a olio dove la forma umana si muove in una danza infinita, tesa a scomporre la sinuosità del corpo e a ricomporlo, svolgendolo e riavvolgendolo in un moto incessante, senza fine. Laura Facchinelli espande il soffice gioco della luce azzurra di una Venezia irrorata di velature che interagiscono con vapori e trasparenze, mentre Aurelio Gaiga è approdato a un’astrazione rigorosa e ordinata dove il chiarore s’infila tra le linee razionali e irrompe in tanti piani intersecatisi di luci e colori. Francesco Giannini ritrae con deli-
catezza romantici paesaggi soffusi di lirismo, dove il colore è protagonista dei colli toscani e il rosso permea la donna che attende a una finestra spalancata sulla poesia della natura che giunge dritta al cuore. Mara Isolani rende protagoniste due auto, quali presenze dai forti cromatismi e dalle forme propositive e di grande impatto, Giorgio Pellini, immerge tutto se stesso nella natura, nel giardino, nel parco, in quel fazzoletto di terra che si affaccia vicino alle nostre case e ritrae l’unico albero del cortile come cara presenza, come un amico cui poggiamo quotidianamente lo sguardo, per ricreare il nostro giardino interiore, dove si aggrappano i nostri sogni. Fernando Pietropoli usa grandi pennellate e impressioni di giornali di Paesi diversi, segno di unione, di arricchimento tra i popoli nella diversità, quasi a voler gettare un ideale ponte comunicativo che unisce a le genti. Maurizio Sartori, affascinato dai giochi infiniti che l’astrattismo offre, lavora i timbri sulle tele quasi componesse un largo tessuto dal quale emergono sinuose linee di un armonioso corpo femminile. Lo scultore Elpidio Tramontano ha esposto un’at-
tuale Nike di Samotracia che, gravida e bifronte, sta spiccando il volo e, simbolo di fecondità e di unità fra gli uomini, passerà di terra in terra, perchè le generazioni si aprano al dialogo della Bellezza. Alberto Veronesi esplora il mondo dei sogni ripercorrendo con il pennello il chiaro di luna sulle vie di una Parigi addormentata e protetta dalla coltre di un blu innamorato, e in riva al mare innalza una grande pera, quale creatura che accoglie, protegge, illumina come un faro che irradia luce di speranza. Natalina Zerlotti esce in mezzo alla natura, per ritrarre i fiori, un mazzo di calle dalla nobile mestizia, e lì accanto una mamma che incoraggia il suo piccolo ad affrontare la vita facendo i primi passi. Nel complesso, il presidente Gianni De Lollis, ha proposto undici Artisti della Società Belle Arti di Verona che, attraverso le loro opere, hanno offerto un messaggio di serenità e positività che è la finalità che l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona si è prefissa varando l’iniziativa “L’Arte in Ospedale. Marifulvia Matteazzi Alberti marzo, aprile 2013 : 65
denti
Aiuto, mi fanno male
le gengive! Arrossamento delle gengive? Un segnale da non sottovalutare per non incorrere in problematiche che possono mettere a repentaglio la salute della bocca
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n Italia quasi due persone su tre soffrono di problemi gengivali ovvero infiammazioni, di grado pi첫 o meno elevato, che colpiscono i tessuti che coprono i processi alveolari ossei e abbracciano i nostri denti. Le gengive, appunto. Si
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va da gradi di lieve gengivite, con arrossamenti e piccoli sanguinamenti magari solamente durante lo spazzolamento a gonfiori pronunciati, alitosi, piccole emorragie e vacillamento degli elementi dentari (in termini popolari, la cosiddetta piorrea).
Come abbiamo già detto nell’articolo precedente, la bocca è un ricettacolo di batteri saprofiti che, qualora non si adottino le corrette azioni preventive dell’igiene dentale, non perdono occasione per proliferare, creare nuove colonie con conseguenti infiammazioni anche a livello gengivale, soprattutto negli spazi interprossimali (tra un dente e l’altro) e nelle zone posteriori. è l’inizio della parodontite, i cui segni iniziali sono dati dalla comparsa dei primi arrossamenti (gengiviti), ancora facilmente reversibili se si adottano le giuste correzioni alle nostre abitudini. Altrimenti quei piccoli segnali diventano vieppiù evidenti, frequenti e dolorosi, dando inizio alla malattia parodontale, oramai diventata la prima causa di perdita dei denti nelle società postmoderne e obbiettivo dichiarato da debellare dall’Or-
ganizzazione Mondiale della Sanità. Ma cosa fare una volta che scopriamo del sanguinamento gengivale? La prima cosa è andare dal proprio odontoiatra per un controllo semestrale ed una buona seduta di igiene orale: queste due azioni, nelle fasi iniziali di malattia, sono generalmente sufficienti a farla regredire o comunque a mantenere un buon controllo. Il tutto naturalmente coadiuvato da una buona igiene orale quotidiana, il che significa lavarsi i denti tre volte al giorno (dopo i pasti principali, meglio se entro 15 minuti dal termine)con spazzolino, dentifricio, collutorio e filo interdentale. La scelta dell’ “attrezzatura” è importante: lo spazzolino deve essere di media durezza (il troppo morbido non porta via la placca accumulatasi, il troppo duro rischia di rovinare lo smalto dentale); il dentifricio deve essere medicato, specifico per i problemi gengivali (in farmacia ve ne sono di varie marche, tutti di buon livello). Il filo interdentale resta il miglior strumento in commercio per asportare tutto quello che si deposita tra i denti (gli spazi interprossimali) e che nessun spazzolino riuscirà mai a trovare; il suo uso costante fa la vera differenza tra una buona ed una ottima igiene orale Gli sciacqui con un collutorio avente come principio attivo la clorexidina (a concentrazioni diverse a seconda della situazione gengivale e su indicazione del dentista) sono un ottimo sistema di disinfezione dopo aver ripulito il cavo orale dai residui di cibo. In condizioni non troppo compromesse tutti questi presidi sono sufficienti a mantenere uno stato di salute gengivale buono. Se però la situazione fosse troppo compromessa l’odontoiatra deve mettere in atto una serie di terapie specifiche attuabili ambulatorialmente.
Dott. Luca Tinti Socio Fondatore Progetto Dentale Apollonia marzo, aprile 2013 : 67
sicurezza stradale
Progetto Icaro: un costante impegno per educare alla sicurezza stradale Polizia stradale di Verona e Suem 118 attivi sul territorio per insegnare ai giovani come evitare comportamenti di rischio legati anche a una minore tolleranza della velocità
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na delle campagne nazionali di educazione stradale più apprezzate nel mondo scolastico è senza dubbio quella di “Icaro” ma, giacché rischiamo di auto
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referenziare la polizia di Stato, preferiamo presentare i dati del recente monitoraggio condotto dal personale del dipartimento di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Da mol-
ti anni si occupa di stilare i moduli educativi e seguire la formazione del “corpo docente” della Polizia Stradale nell’ambito delle attività di comunicazione e prevenzione degli incidenti stradali presso le scuole di ogni ordine e grado. Il monitoraggio si è svolto nel corso del 2012 e ha abbracciato dieci città italiane equamente suddivise nelle tre principali aree geografiche del Belpaese. Hanno partecipato esclusivamente le scuole secondarie di secondo grado con un campione totale di 1.756 giovani (il 52,3% erano maschi) d’età media di 19 anni. Gli istituti coinvolti sono stati suddivisi tra scuole che hanno seguito le attività di “Icaro” e scuole che non vi hanno preso parte. A tutti gli studenti sono stati somministrati dei questionari che spaziavano dal gradimento del progetto alla percezione del rischio, passando attraverso gli atteggiamenti verso il codice della strada e il self control per prevenire gli incidenti. Una serie di domande alle quali i ragazzi hanno risposto punto su punto consentendo al dipartimento di Psicologia di trarre le conclusioni (*) che andremo ora a esporre e riferite specificatamente alla guida di autoveicoli. Gli studenti che hanno partecipato alle attività di “Icaro”, mostrano una più generale tendenza ad assumere atteggiamenti improntati al rispetto del codice della strada e ad evitare comportamenti di rischio legati anche a una minore tolleranza della velocità. I giovani che hanno partecipato alle attività di “Icaro” mostrano una minore tendenza al “fatalismo”. Questo sta a significare una minore convinzione che gli incidenti possano essere il risultato di condizioni esterne. Il gruppo che ha partecipato alle attività di “Icaro” mostra una maggiore percezione dei rischi connessi alla guida, significativamente diversa da quella dei ragazzi che non hanno partecipato ad altre attività sulla sicurezza stradale, inoltre è maggiore anche la preoc-
cupazione avvertita rispetto alla possibilità di avere un incidente. Per quanto riguarda le aspettative dei ragazzi sugli effetti dell’alcol sulla guida, i due gruppi (“Icaro” vs “no Icaro”) non mostrano differenze statisticamente rilevanti, anche se i ragazzi che hanno seguito i corsi di formazione “Icaro” dichiarano con una minore frequenza di aver guidato dopo aver assunto alcolici. Il gruppo “Icaro” dichiara di aver preso un numero di multe significativamente minore rispetto al gruppo “no Icaro”. Volendo trarre delle conclusioni, possiamo affermare che gli interventi proposti nell’ambito della campagna “Icaro” sono efficaci per i diversi livelli considerati ed evidenzia cambiamenti anche nella percezione del rischio e nei comportamenti effettivi di guida. La formazione è tanto più efficace quanto più reiterata nel tempo per consentire un’utile assimilazione dei contenuti e un vero e duraturo cambiamento delle convinzioni e dei comportamenti. Sulla costante offerta formativa la sezione Polizia Stradale di Verona, il Suem 118 e un gruppo di genitori hanno incentrato un proprio obiettivo e infatti, in oltre un decennio, sono state raggiunte la quasi totalità delle scuole secondarie di secondo grado di Verona e provincia con interventi mirati nelle classi IV e V. L’intervento, della durata di quattro ore, termina con la somministrazione di un questionario di gradimento che, nel decorso anno scolastico 2011/12 (1.403 schede elaborate) ha espresso i seguenti risultati. Domande n.1: Complessivamente ritengo utile l’esperienza fatta in questi incontri. Domanda n.3: I contenuti trattati mi hanno fatto riflettere. Domanda n.5: Ritengo che gli strumenti e il materiale (video, spot, slides, diapositive, etc. ) utilizzato negli incontri siano idonei. Queste tre domande hanno registrato il magmarzo, aprile 2013 : 69
gior consenso da parte degli studenti. La maggior parte dei ragazzi ritiene utile gli incontri (98%); il numero dei non d’accordo o dei dubbiosi (non saprei) è irrilevante. Gli incontri sono anche un’occasione di riflessione sull’argomento per il 98% dei ragazzi e il materiale utilizzato nei seminari è considerato idoneo. Domanda n. 2: Da questi incontri ho ricevuto informazioni nuove che non conoscevo La domanda sull’apprendimento di nuove informazioni registra un 88% di risposte positive; il 5 % dei ragazzi ritiene di non aver aggiunto nulla o quasi alle proprie conoscenze e il 7 % è incerto. Domanda n. 4: Ritengo che incontri come questi possano contribuire a ridurre gli incidenti stradali. 70 : marzo,aprile 2013
L’88% dei ragazzi è d’accordo sull’efficacia degli incontri ai fini della riduzione dell’incidentalità stradale: i dubbiosi sono il 9% e i non d’accordo il 2%. Andrea Scamperle Tutor di educazione stradale della Polstrada di Verona andrea.scamperle@poliziadistato.it Francesca Montereali Dirigente della Sezione Polstrada di Verona francesca.montereali@poliziadistato.it
(*) Monitoraggio della campagna “Icaro” di Annamaria Giannini e Francesca Baralla
ULSS 20: online modulo per rinnovo e rilascio patente guida Il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 20 consente l’utilizzo di un modulo online per la richiesta di rinnovo/rilascio della patente di guida. Destinatari della novità sono le persone affette da patologie specifiche di competenza della Commissione Medica Locale oppure coloro che sono oggetto di revisioni disposte dalle autorità competenti. Si tratta di un ulteriore passo verso la trasformazione della modulistica dipartimentale da cartacea ad elettronica. L’informatizzazione dei moduli facilita l’utente nel rapporto con l’amministrazione pubblica permettendogli di accedere ai servizi del Dipartimento direttamente dal computer di casa senza doversi recare personalmente agli sportelli amministrativi. Il vantaggio di questa innovazione consiste, oltre che nel limitare gli spostamenti con evidente risparmio di tempo, nel facilitare l’accesso ai servizi del Dipartimento di Prevenzione agli utenti della provincia e dei territori più periferici dell’Ulss 20. Il processo di informatizzazione è iniziato alcuni anni orsono con la creazione di un sito specifico del Dipartimento di Prevenzione nell’ambito del quale è
prevista una sezione modulistica da utilizzare per le varie richieste, in modo che l’ utente può o presentarsi all’ufficio munito già del modulo di interesse scaricato e compilato, o inviare lo stesso tramite posta. Accessi al sito provengono, oltre che dall’utenza di Verona, anche da Milano, Roma, Padova, Napoli, Torino, Treviso, Bologna, Firenze, Bari e da altre 92 città. Da alcuni mesi è inoltre possibile compilare direttamente on-line alcuni di questi moduli. Questi vengono automaticamente controllati e registrati dal sistema informatico dell’ULSS che li protocolla e che rinvia immediatamente all’utente una conferma di ricezione della richiesta assegnando un numero progressivo di identificazione della pratica. La nuova modalità operativa, attualmente utilizzabile esclusivamente per le richieste di visita presso la commissione medica patenti di guida, nei prossimi mesi sarà estesa ad altre procedure quali la richiesta di visite fiscali da parte di enti pubblici ed i piani di bonifica dall’amianto. Conseguentemente è stata attivata la trasmissione per via elettronica delle informazioni con altre amministrazioni e sono in corso contatti per estendere questa modalità con la Prefettura e la Motorizzazione Civile di Verona. Un ulteriore vantaggio di questo sistema consisterà la riduzione dei tempi di evasione delle pratiche e dei loro costi amministrativi, limitando nel contempo la possibilità di incorrere in errori di trascrizione.
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Fondazione
“MeraVigliose Speranze” per i piccoli malati di osteosarcoma L’iniziativa benefica dell’anno 2013 vede Fondazione Just Italia e tutto il mondo Just al fianco di AISOS Onlus per sostenere un’importante ricerca sul tumore alle ossa
C
hi conosce Just Italia, che da quasi 30 anni distribuisce i cosmetici naturali svizzeri Just attraverso una rete di incaricati alla vendita a domicilio tramite la formula del Party, sa che marzo è un mese particolare: è il momento in cui l’Azienda lancia una speciale iniziativa benefica attraverso la propria Fondazione, puntando a raggiungere un risultato di solidarietà che ogni anno
Marco Salvatori
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conferma l’impegno di tantissime persone. Ne parliamo con Marco Salvatori, Direttore Generale di Just Italia e Presidente di Fondazione Just Italia. Nel 2012 abbiamo parlato di “Raggi di Colore”, il progetto con cui Fondazione Just Italia ha finanziato un’innovativa ricerca condotta da tre centri d’eccellenza fiorentini. Qual è l’obiettivo del 2013? Anche quest’anno l’intero mondo Just, in particolare i nostri 20.000 incaricati alla vendita e i clienti di tutta Italia, si unisce per uno scopo importantissimo ed entusiasmante: appoggiare un innovativo studio scientifico sui meccanismi alla base della patogenesi dell’osteosarcoma, il tumore maligno primitivo più frequente dello scheletro e una delle principali cause di morte per bambini e adolescenti, per trarne indicazioni per una terapia più efficace. Per consentire la realizzazione di questo studio, condotto presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, affianchiamo AISOS Onlus - Associazione Italiana per lo Studio dell’Osteosarcoma,
nata a Roma nel 2004: se finora 4 bambini su 5 guariscono proprio grazie all’intervento di AISOS, oggi il nostro obiettivo è guarirli tutti, anche grazie al mondo Just. In che modo si potrà raggiungere uno scopo così ambizioso? Proprio in questi giorni, per un periodo limitato, Just Italia invita i suoi Clienti a rendere possibile l’iniziativa individuata dalla propria Fondazione proponendo un particolare miniset di prodotti in Vendita Speciale: parte del ricavato sarà devoluto ad AISOS, fino a raggiungere la cifra di 200.000 euro che coprirà i costi dello studio. Già da diversi anni la splendida risposta della nostra clientela ci ha permesso di illuminare il futuro di tanti bambini malati: siamo fiduciosi di ripetere lo stesso successo con il miniset benefico 2013 “MeraVigliose Speranze”. Perché l’iniziativa di solidarietà 2013 di Fondazione Just Italia porta questo nome? Nell’espressione “MeraVigliose Speranze”, le lettere maiuscole richiamano il nome delle MVs: con questa sigla sono indicate le microvescicole, micropar-
ticelle in grado di veicolare informazioni tra cellule dell’organismo. Proprio per questa loro caratteristica i ricercatori ipotizzano che le microvescicole possano essere coinvolte nel “dialogo” tra le cellule di osteosarcoma e le cellule sane del tessuto osseo, rappresentando un componente-chiave nell’insorgenza e nella progressione del tumore e offrendo così fondamentali indicazioni terapeutiche. Grazie allo studio di AISOS sulle microvescicole, possiamo quindi riempire i cuori di tanti bambini e delle loro famiglie di nuove aspettative. Chiunque si rivolgerà a un Consulente* Just e sceglierà di acquistare il miniset benefico, contribuirà infatti a una grande impresa: passare da MVs a… MeraVigliose Speranze!
Silvia Zanolli info: www.fondazionejustitalia.org www.just.it
* Incaricato alla vendita a domicilio come da art. 19 D. Lgs. 114/1998 e s.i.m. e L. 173/2005
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medicina sportiva
Lower Crossed Syndrome: sindrome della catena muscolare inferiore L’esercizio isocinetico, ben si presta ad una descrizione basata sugli strumenti forniti dalla fisica ed in particolare dalla biomeccanica
L
a scarsa mobilità articolare porta a squilibri muscolari per tre ragioni fondamentali:
1) Inibizione reciproca - è la risposta neuromuscolare che accade quando un muscolo teso riduce l’impulso nervoso verso il suo antagonista funzionale. Questo efffetto conduce gradualmente a modelli di compensazione e a probabili alterazioni. 2) Dominio sinergico - è la risposta neuromuscolare che avviene quando i muscoli sinergici, stabilizzatori e neutralizzatori si fanno carico del lavoro dei muscoli principali deboli o inibiti. 3) Inibizione artrocinetica - è l’effetto neuromuscolare che avviene quando un muscolo è inibito da qualche disfunzione delle articolazioni o delle capsule articolari. SQUILIBRI MUSCOLARI Gli squilibri muscolari sono prevalentemente 74 : marzo,aprile 2013
causati da uno stile di vita sedentario che determina una mancanza di varietà di movimenti o da prolungate posture statiche o stressanti (banalmente troppo tempo passato seduti, in piedi o per aver camminato a lungo su superfici lineari). Queste situazioni conducono a muscoli tonici accorciati ed a indebolimento ed inibizione dei muscoli fasici. Il riflesso neuromotorio di accorciamento di un muscolo (ileopsoas) porta alla inibizione neuromotoria dei muscoli antagonisti (grande gluteo). (Libenson C. 1996) LOWER CROSSED SYNDROME La Lower Crossed Syndrome rappresenta un gruppo di muscoli deboli combinato con un gruppo di muscoli iperattivi o accorciati (contratti); questa situazione crea nella zona lombare uno schema prevedibile di movimento che sarà causa di problemi articolari. (Janda V.) Quando un muscolo è contratto o accorciato per un periodo prolungato, causa di riflesso una inibizione o un indebolimento dei muscoli del lato opposto (inibizione reciproca). Per fare un esempio pratico, se una persona rimane otto ore seduta tutti i giorni su una scrivania, gradualmente i flessori dell’anca (ileopsoas) si accorceranno, il sistema nervoso automaticamente spegnerà gli impulsi sui glutei ed andrà ad inibire la muscolatura. I glutei così di conseguenza non lavoreranno in maniera idonea e di conseguenza il SNC demanderà il compito ai muscoli sinergici come gli ischiocrurali e quelli della zona lombare (erettori del rachide) per aiutare i glutei nella estensione dell’anca. In sintensi si andranno a creare degli schemi motori non idonei. Il modello muscolare più comunemente osservato da Janda ha preso il nome della sindrome della catena muscolare inferiore. Questa sin-
drome rappresenta la combinazione dell’accorciamento dei flessori dell’anca, dei muscoli lombari, associato ad addominali e glutei deboli. Questa situazione porta ad una iperlordosi lombare, ipotonia addominale, glutei “appiattiti” e ipotrofici e il conseguente dolore lombare. MUSCOLI ACCORCIATI E CONTRATTI Ileopsoas, erettori del rachide lombare, tensore della fascia lata, quadrato dei lombi MUSCOLI DEBOLI Grande gluteo, retti addominali, medio gluteo.
Giorgio Pasetto Dottore in scienze motorie Dottore in Osteopatia info: www.centrobernstein.it gpasetto@centrobernstein.it
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DIPENDENZE
Medicine contro il dolore? Si, ma attenti ai “PK”! Negli Usa è già allarme, in Italia non ancora. Ma per quanto? L’abuso di farmaci oppiodi per la cura del dolore può creare dipendenza. Con ovvie e in alcuni casi devastanti conseguenze
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econdo un recente articolo del New England Journal of Medicine, l’abuso di farmaci oppioidi sotto prescrizione medica, i cosiddetti pain killer (PK) è divenuta un’epidemia negli Stati Uniti. Basti pensare che nel 2010 il numero di soggetti abusanti si aggira attorno ai 2.4 milio-
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ni, con un aumento del 225% tra il 1992 e il 2000. Nel 60% dei casi questi farmaci sono ottenuti con ricette mediche, il resto viene reperito ormai attraverso internet dove è sempre più facile ottenere farmaci. Ma quest’ultima è una conseguenza, non certo la causa. Il problema è nato dalla penna dei medici. L’aspetto più preoccupante che viene segnalato dagli Stati Uniti è la “tracimazione” dei PK dai pazienti affetti da dolore ai loro familiari, soprattutto agli adolescenti, con un incremento spaventoso dei casi di intossicazione acuta trattati dai Pronto Soccorso, negli adolescenti americani. Una riflessione sulla dipendenza iatrogene da PK è importantissima in quanto destinato, a nostro giudizio, ad interessare in tempi brevi anche la nostra sanità. Perché? Questo problema, in America, è stato alimentato da recenti cambiamenti riguardanti la filosofia del trattamento del dolore cronico. Oggi il trattamento antalgico fa parte - doverosamente - della responsabilità professionale di ogni medico. Nella società vi è una diffusa convinzione che “tutta la sofferenza possa essere evitata”. Oggi
molti americani pensano che qualsiasi tipo di dolore, fisico o mentale, sia potenzialmente curabile. Il fatto che gli analgesici oppioidi possano dare dipendenza e, peggio, assuefazione (intesa come il bisogno di aumentare sempre più le dosi per ottenere lo stesso effetto iniziale) viene visto come un elemento secondario, spesso non valutato. Per i medici il trattamento del dolore paga, quello delle dipendenze no. Nel secondo caso, infatti, sarebbe necessario concentrarsi maggiormente su informazione e consulenza, entrambi approcci che richiedono tempo. Anche se sapessero come farlo, cosa infrequente poiché insegnata molto marginalmente nei corsi universitari, i medici tendono a non spendere tempo prezioso per informare i pazienti sulle dipendenze. Anche nei casi dove si instaura una progressiva insensibilità ai PK, è più facile e remunerativo prescrivere un innalzamento delle dosi che diagnosticare e trattare la dipendenza. è doveroso precisare che non stiamo parlando di pazienti oncologici con limitate aspettative di vita, che dovrebbero soffrire il meno possibile, a qualunque prezzo. Questi rappresentano non più del 30-40% degli assuntori di PK.
La maggior parte dei pazienti di cui stiamo parlando sono soggetti affetti da dolore cronico, con un’aspettativa di vita normale. La valutazione sul tipo di trattamento, quindi, dovrebbe essere frutto di una visione sul lungo periodo. Il recente cambiamento culturale nella medicina e nella società riguardo al dolore rappresenta una risposta alla prolungata cecità all’esperienza soggettiva del dolore dei pazienti, complicata dall’aumento della prevalenza di sindromi dolorose croniche in una popolazione che invecchia sempre di più. Anche se tale cambiamento ha giovato a molte persone con dolore intrattabile che prima sarebbero state curate in congruamente, esso ha avuto conseguenze devastanti per i pazienti che hanno sviluppato dipendenza e, peggio ancora, tolleranza per prescrizioni disinvolte di farmaci oppioidi. Alcuni interventi correttivi a breve termine che potrebbero risultare utili includono l’obbligo per tutti i medici di seguire un’educazione continua sulle Dipendenze, similmente a quel che è successo sul trattamento del dolore. L’ obiettivo sarà raggiunto solo quando la Dipendenza sarà considerata una malattia dalla medicina e dalla società, perché solo allora essa marzo, aprile 2013 : 77
sarà trattata come legittimo oggetto dell’attenzione clinica. La dipendenza iatrogena da codeina, tramadolo, ossicodone, fentanile, o altri oppioidi di recente immessi nel mercato esiste eccome, anche nel nostro Paese, soltanto che la dimensione del fenomeno non è ancora colossale come negli USA. Ma per quanto tempo ancora? Noi crediamo che i motivi per cui i PK sono prescritti così disinvoltamente siano da ricercare prima di tutto nella non-informazione dei medici, un’“inconsapevolezza di fondo” di quanto farmaci di quel tipo possano dare dipendenza e, paradossalmente, dolore per la progressiva perdita di efficacia. Le recenti facilitazioni prescrittive, sacrosante se ben usate secondo scienza e coscienza, sono un secondo fattore che rende ragione di tale disinvoltura. La triade ignoranza, pressione culturale contro il dolore “ad ogni costo” e facilità prescrittive è la chiave di lettura per prevedere che, in breve, il fenomeno americano verrà replicato da noi in modo ancor più grave. Già il nostro reparto di Medicina delle Dipendenze ha visto quintuplicare tali richieste d’aiuto negli ultimi 2 anni. è di cruciale importanza che la patologia “dipendenza da uso di sostanze” venga insegnata maggiormente nel corso di laurea e nelle scuole di specializzazione, al fine di portare ogni medico a riconoscere i pazienti a rischio di abuso (in cui usare con molta cautela i PK) ed i segni precoci da abuso per poter intervenire in tempo.
Dott. Fabio Lugoboni Dott. Marco Faccini Dott.ssa Rebecca Casari Dott.ssa Elisa Vicentini Dott.ssa Patrizia Guadagnini Unità di Medicina delle Dipendenze 78 : marzo,aprile 2013
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona (AOUIV)
notizie brevi
Veneto: record per la Giornata del Farmaco 2013 Ha raggiunto il miglior risultato in 13 anni di vita, con quasi 29.000 confezioni raccolte in Veneto per un valore di 181.000 euro (+ 3,2% rispetto al 2012), l’edizione 2013 della Giornata di Raccolta del Banco Farmaceutico svoltasi il 9 febbraio scorso, nella nostra Regione come in tutta Italia. L’iniziativa benefica ha raccolto farmaci da banco da destinare alle famiglie bisognose, ed è stata condotta in Veneto in collaborazione con Federfarma e la Compagnia delle Opere, che ha messo a disposizione 1000 volontari impegnati a gestire materialmente la raccolta presso le 336 farmacie aderenti di Federfarma Veneto. I risultati sono stati resi noti oggi a Verona, nella sede di Federfarma dove, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, le 9.512 confezioni raccolte nell’area scaligera sono state consegnate ai 25 Enti Socioassistenziali che si incaricheranno della distribuzione alle famiglie. Con Coletto erano presenti il coordinatore del Banco Farmaceutico per il Veneto Matteo Vanzan ed il presidente di Federfarma Marco Bacchini. “Un grazie di cuore – ha sottolineato Coletto – va all’impegno del Banco, di Fedefarma, dei volontari e di tutti i cittadini che, anche in questa occasione, in un momento economico di grande difficoltà, hanno dimostrato che la generosità dei veneti non conosce crisi”. In tutto il Veneto le farmacie aderenti sono state 336 con un totale di 135 enti socio assistenziali abbinati, sono stati donati dalla popolazione 28.807 farmaci (+3,2% sul 2012 quando erano state donate 27.934 confezioni) per un valore medio di 181.000 euro (contro i 176.000 dell’anno scorso). In tutta Italia i farmaci donati quest’anno sono stati oltre 300.000 e in totale 550mila saranno i bisognosi assistiti. Tra le province venete, il miglior risultato è stato raggiunto a Verona e provincia, dove sono state donate 9.512 confezioni di farmaci da banco (+ 8% sul 2012 quando i farmaci raccolti furono 8.800) per un valore medio di 60.000 euro (+ 8% sul 2012 quando il valore complessivo non superò i 55.400 euro). Quest’anno le farmacie veronesi aderenti al Banco Farmaceutico sono state 103 e 25 gli enti socio assistenziali ad esse abbinati, 300 i volontari della Compagnia delle Opere e gli Alpini ai quali si è aggiunto un gruppo gli studenti delle Superiori. Tutti i farmaci donati dalla popolazione sosterranno le persone meno abbienti residenti nel territorio, così ncome accade in ogni parte d’Italia.
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Che fare quando la ciotola non basta? Alcuni semplici e utili accorgimenti per evitare che il vostro amico a quattro zampe diventi...cicciottello!
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nostri piccoli amici, conducono sempre più spesso una vita sedentaria nelle nostre case, e la loro corretta alimentazione spesso e volentieri è intaccata dai nostri avanzi che non giovano alla loro salute. I cani e i gatti da appartamento sono gli animali più esposti a questi rischi. Non dobbiamo farci commuovere dividendo con loro la nostra fetta di torta perchè ci fissano con i loro occhi supplichevoli. Dobbiamo negargliela per il loro bene. Se è già troppo tardi ed il vostro piccolo amico
è già in sovrappeso, occorre metterlo a dieta ferrea, ma sempre sotto il controllo di un veterinario. Inoltre spegnete la tv e uscite per una bella passeggiata che gioverà anche a voi. Alimentazione Del cane Una giusta alimentazione del proprio cane determina la crescita, la salute, la vivacità e persino la brillantezza del pelo. è importante quindi saperlo alimentare nel modo corretto. Ma, come poter somministra-
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re in giusta quantità ogni componente nutritivo? Fortunatamente esistono un’infinità di cibi preconfezionati, più o meno specializzati, già pronti per essere consumati. Infatti queste specie di crocchette rappresentano il migliore alimento. Seguite semplicemente le dosi raccomandate ed il gioco è fatto. Se preferite preparare personalmente il pasto al vostro cane attenetevi a queste regole: - cuocete tutti gli elementi crudi, sia per ridurre il rischio di malattia sia per aumentare la digeribilità - non eccedete con la carne: miscelatela sempre con farina di biscotti, riso, cereali o pasta; - non cambiate in continuazione il tipo di alimenti - inserite spesso verdure cotte - attenzione alle ossa: preferite sempre quelle spugnose delle articolazioni che non si scheggiano. Alimentazione Del gatto Anche per i gatti vale il discorso dei cibi pronti per i cani. Se si utilizzano però preparati secchi ricordatevi di lasciare abbondante acqua fresca a disposizione del micio, altrimenti 82 : marzo,aprile 2013
potrebbero insorgere problemi a reni e vescica. Teniamo presente che i gatti sono carnivori ed hanno un bisogno limitato di altri alimenti. I cibi umidi in scatola contengono generalmente molta acqua, essenziale per la dieta del nostro amico gatto. è importante sempre dare dei piccoli bocconcini di cibo al gatto, data la conformazione della sua bocca e dei suoi denti poco propensi a masticare. Ecco ora dei consigli sulle cose da evitare nell’alimentazione dei gatti. Non date solo fegato perchè alla lunga disturba l’intestino, non date solo pesce che ha carenza vitamina B1, non date solo carne magra la quale ha carenza vitamine/calcio, non date acqua direttamente dal rubinetto di solito ricca dl cloro che irrita il sensibile naso felino, non date ai gatti il bianco d’uovo crudo poichè in esso è presente l’avidina sostanza che distrugge le vitamine. Infine un ultimo consiglio: giocate con i vostri amici a quattro zampe! Li “distrarrete” dal cibo e soprattutto li terrete in forma. Così anche se ci scapperà qualche boccone in più…non sarà un dramma e la pancetta andrà giù al volo! Perla Ambretti
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ACQUA PER LA TUA SALUTE, BENESSERE E RELAX PROPRIETA’ E BENEFICI DELL’ACQUA TERMALE DI AQUARDENS L’acqua minerale naturale del Parco Termale Aquardens ha caratteristiche terapeutiche riconosciute dal Ministero della Salute con decreto del 27 giugno 2005, che ne autorizza la balneoterapia. L’acqua salso bromo iodica (ricca di cloruro di sodio, bromo e iodio, ma anche di calcio, magnesio e ferro) sgorga microbiologicamente pura, da una profondità di 130 metri, dalla roccia fessurata della fonte Aquardens, a una temperatura di 47°C. Tutte le vasche e lagune Aquardens sono alimentate dall’acqua termale salso bromo iodica. ACQUA TERMALE E BALNEOTERAPIA L’acqua termale salso bromo iodica è utilizzata per le proprietà: -antinfiammatoria -antisettica -antiedemigena (riduzione dei gonfiori e perdita di peso) -stimolante del sistema immunitario. Viene utilizzata per “balneoterapia” indicata nelle malattie artro-reumatiche (artrosi, lombalgia cronica, periartriti e tendinite), dermatologiche e vascolari (es. varici venose arti inferiori). E’ indicata anche a chi svolge attività sportiva -agonistica e amatoriale- per le proprietà decontratturanti e defatiganti. La balneoterapia propriamente detta viene prescritta dal medico termale e prevede una precisa tabella che ne indica numero di cicli e frequenza. I benefici, generali e preventivi, dell’acqua termale si esplicano anche nel normale utilizzo non terapeutico e sono correlati alla frequenza delle immersioni. Per favorire l’efficacia dei benefici termali, sono stati studiati e vengono consigliati i seguenti percorsi Aquardens: Rilassante, Riequilibrante, Sportivo, Gravidanza.
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