Verona InForma 2_2012

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Verona InForma n. 2 - anno 1 - settembre/ottobre 2012

consigli e informazioni per vivere meglio

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Intervista

Daniela Carraro Con Avis Verona più doni più stai bene!

Alzheimer: un problema non più eludibile cinema e sanità “Un angelo all’inferno” un film contro le dipendenze


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Sommario iniziativa

Con la “CRI” di Verona ProMuovi la Disabilità! Roberto Baldassarelli - Ten. Col. Cri

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Malattia degenerativa

Alzheimer: un problema non più eludibile

ULSS 21 legnago

Dott. Giuseppe Gambina

Mater Salutis: cinquant’anni e non sentirli Alberto Cristani

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28

dermatologia

La diagnosi del melanoma cutaneo Dott. Paolo Rosina

associazioni

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Con Avis Verona più doni più stai bene! Alberto Cristani

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federfarma

Nasce a Verona la “Farmacia dei Servizi” Nicoletta Fattori

18

La tiroide dallo screening neonatale all’età di transizione Prof. Roberto Castello

34

otorinolaringoiatria

Occhio... all’orecchio!

servizi al cittadino

La Mia Farmacia: quando la priorità si chiama “benessere” Marina Soave

endocrinologia

Dott. Franco Barbieri

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20

pubbliredazionale

Just Italia: benessere naturale… anche per l’ambiente Silvia Zanolli

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veterinaria

associazioni

Animali domestici: consigli utili per una felice convivenza Perla Ambretti

118 Verona, venticinque anni al servizio della città

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Sommario AGOPUNTURA

informazione

Quando non c’erano gli aghi… c’era già l’agopuntura! Patrizia Zanetti

Con “salute!” il benessere è... in onda! Dott.ssa Cristina Albertini

cinema e sanità

centro polifunzionale

“Un angelo all’inferno” un film contro le dipendenze

Don Calabria? Yes, We Care! Marina Soave

45

gastroenterologia

48

urologia

51

alimentazione

Anche in campagna crescono funghi velenosi Avv. Daniela Carraro

55

oculistica

69

Lo psicologo dell’emergenza Dott.ssa Loretta Berti

71

Spazio cultura

Arte e Salute

74 Circoscrizione con la “C” maiuscola

56

76

respirazione e sonno

neuropsichiatria infantile

L’apnea ostruttiva del sonno

Materna… ma senza la mamma Dott.ssa Cristina Albertini

Dott. Falvio Pasetto

comune di verona

Le malattie degli annessi e del segmento anteriore dell’occhio Dott. Alberto Simonazzi

Medical fitness: quando l’esercizio fisico è prescritto per migliorare la salute

psicologia

Calcolosi all’apparato urinario Dott. Massimo Occhipinti

67 sport e salute

Gastrite: una patologia, tante cause Dott. Luciano Biti

63

42

59

Dott. Peretti Rita Lucia, Dott. Bressan Pietro, Zocche Mariano

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settembre, ottobre 2012 : 5


BUON GUSTO

www.ilbuongustoveneto.it


Numeri utili Emergenza

113 Soccorso pubblico di emergenza 112 Carabinieri 115 Vigili del fuoco 118 Emergenza sanitaria 045 500333 Polizia stradale 045 8078411 Polizia municipale 045 8075511 Centralino ULSS 20 045 6138111 Centralino Presidio Ospedaliero “G. Fracastoro” San Bonifacio 045 8075111 Centralino Presidio di Marzana 848 242200 CUP (Centro unico prenotazioni, disdette visite ed esami) 045 7614565 Guardia medica - Servizio di Continuità Assistenziale (ascoltare il messaggio della segreteria e premere il tasto corrispondente alla zona di residenza) 800434233 800518318 045 8071111 045 8071111 045 8011148

Numero verde d’informazione sui farmaci Ospedale Civico Maggiore - Borgo Trento Ospedale Policlinico - Borgo Roma Farmacie di Turno

pubblica utilità 117 Guardia di Finanza 1515 Servizio antincendi boschivo del corpo forestale dello Stato 045 8090411 Questura di Verona 045 8090711 Polizia Stradale di Verona 045 8078411 Polizia Municipale 045 8077111 Comune di Verona 800016600 Drogatel 19696 Telefono Azzurro 803803 Soccorso stradale 064477 Automobile Club d’Italia 803116 Soccorso stradale settembre, ottobre 2012 : 7


Verona InForma consigli e informazioni per vivere meglio

n. 2 - anno 1 - settembre/ottobre 2012

editoriale

a cura del direttore

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n° 4035/2012 Proprietario ed editore: Associazione Culturale Verona Informa Sede legale: vicolo cieco S. Pietro Incarnario - Verona

Verona InForma n. 2 - anno 1 - settembre/ottobre 2012

consigli e informazioni per vivere meglio

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Intervista

Daniela Carraro Con Avis Verona più doni più stai bene!

Alzheimer: un problema non più eludibile cinema e sanità “Un angelo all’inferno” un film contro le dipendenze

Direttore responsabile: Alberto Cristani Coordinatore scientifco: Luca Ravazzin Redazione: Luca Ravazzin, Giuliano Occhipinti, Patrizia Zanetti. Grafica: Silvia Sorio Stampa: Grafiche Cortella Relazioni esterne e marketing: Giuliano Occhipinti Contatti: - Redazione: +39 345 5665706, veronainforma@gmail.com - Pubblicità: +39 347 4773311 Hanno collaborato per questo numero: Dott. Alberto Simonazzi, Claudio Capitini, Dott.ssa Cristina Albertini, Dott. Flavio Pasetto, Dott. Franco Barbieri, Dott. Giuseppe Gambina, Dott. Luciano Biti, Mariano Zocche, Marina Soave, Dott. Massimo Occhipinti, Dott. Paolo Rosina, Patrizia Zanetti, Perla Ambretti, Dott. Pietro Bressan, Dott.ssa Rita Lucia Peretti, Ten Col. CRI Roberto Baldessarelli, Prof. Roberto Castello, Silvia Zanolli. Foto: Archivio Verona Informa, Ufficio stampa Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 20 di Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 21 di Legnago, Avis Verona, Centro Bernstein Verona, Federfarma Verona. Foto di copertina: Ennevivi Foto - Verona

Un autunno... a tutto benessere! Dopo una lunga e calda estate, da alcuni già rimpianta ma da molti messa finalmente in archivio, ecco arrivare l’autunno, con i suoi profumi, i suoi colori ma purtroppo anche con le prime logiche e naturali patologie. In questa stagione si torna alle proprie attività, rinunciando all’affascinante libertà estiva; la sfida più impegnativa può essere quindi ri-sostenere il peso delle responsabilità e della routine. Può essere molto difficile sostenere il crescente carico di stress caratterizzato dalla ripresa di tutte le attività e, pertanto, il rischio più alto può essere quello di non trovare una posizione equilibrata tra l’iperproduttività e la voglia di relax. è fondamentale perciò associare al lavoro o allo studio attività di svago, tra cui lo sport, che ci permettano di liberare la mente dalle preoccupazioni e ci conferisca un po’ di fondamentale ed indispensabile leggerezza. Su questo numero di Verona InForma non ci siamo soffermati solo sulle tematiche strettamente correlate all’autunno ma abbiamo analizzato, grazie ad articoli redatti da firme autorevoli, argomenti di interesse generale, passando per esempio dalla complessità della patologia degenerativa di Alzheimer alle semplici e utili indicazioni per vivere in armonia con i nostri animali domestici. Tematiche che sembrano distanti anni luce tra loro ma che hanno, invece, un unico denominatore comune: il benessere. Infine voglio ringraziare a nome della redazione tutti coloro che hanno cercato, trovato e letto il primo numero di Verona InForma. Tanti sono stati gli apprezzamenti e gli elogi ma in un’ottica mirata alla crescita e al miglioramento della qualità del nostro lavoro, abbiamo deciso di ascoltare e considerare solo le critiche. Infatti è dagli errori che si impara e, solo cercando di ridurli al minimo (la perfezione non è… umana!) possiamo puntare ad offrire un magazine sempre più ricco, interessante e utile. Alberto Cristani


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Ulss 21 Legnago

Mater Salutis: cinquant’anni e non sentirli Intervista esclusiva a Daniela Carraro, Direttore Generale dell’Ulss 21 di Legnago. Molte le iniziative e i progetti sviluppati e promossi presso la struttura Mater Salutis ma non solo: grande attenzione alla prevenzione e alla qualità del servizio per i cittadini della bassa veronese. Cinquant’anni di attività sempre ai massi livelli.

Come si svolge l’attività dell’Ulss 21 e che ambito territoriale comprende? L’ULSS 21 si rivolge a un totale di 156 mila abitanti situati in un territorio di 25 Comuni nella Bassa Veronese, attraversato dalla parte finale del corso del fiume Adige. I servizi ai cittadini sono suddivisi il 51 per cento in assistenza primaria per la persona da bambini ad anziani compresi disabili e malati cronici, psichici e la famiglia, svolta nel territorio soprattutto dai medici di medicina generale e coordinata dalle Distretto Socio Sanitario. Per il 44 per cento l’assistenza è ospedalie10 : settembre, ottobre 2012

ra (ricoveri anche diurni e prestazioni ambulatoriali) nell’Ospedale unico per acuti di Legnago e altre tre strutture a Bovolone, Nogara e Zevio. Il 5 per cento è assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro , coordinata dal Dipartimento di Prevenzione che si occupa della medicina preventiva,vaccinazioni, medicina dei viaggiatori, igiene pubblica in particolare di acqua, alimenti, abitazioni e imprese, controllo e vigilanza su imprese soprattutto della produzione alimentare e dell’allevamento, macellazione, benessere degli animali.


Com’è suddivisa la struttura ospedaliera? L’Ulss 21 ha un grande ospedale unico per acuti, il Mater Salutis di Legnago, ospedale di rete mentre persistono funzioni ospedaliere post acuti con ricovero notturno a Bovolone (lungodegenza) e a Zevio (Riabilitazione e Rieducazione Funzionale) . A Nogara, il Centro Sanitario Polifunzionale con attività ambulatoriali e servizi diurni è frutto delle completa riconversione del precedente ospedale per acuti. Come premessa si deve ricordare che l’ospedale di Legnago è inserito come centro hub della rete regionale contro l’infarto Miocardico Acuto insieme a soli altri undici centri in tutto il Veneto; è inotre centro Hub della rete contro l’ictus (sono 14 in tutta la Regione), la radioterapia come uno dei nove centri del Veneto. Il 2012 è un anno importante per l’Ospedale Mater Salutis di Legnago… Sì, cade infatti l’anniversario della posa della prima pietra dell’Ospedale avvenuta il 21 ottobre 1962, allora denominato Ospedale Provinciale Generale di Legnago. L’ospedale di Legnago, in particolare, si compone di due blocchi principali, nord e sud. Nell’atrio, blocco nord, sono presenti il CUP e il ritiro referti, il Punto Sanità e altri uffici o sportelli rivolti al pubblico (Ufficio Protesica, Ufficio relazioni con il pubblico, Punto Accoglienza gestito dai volontari del Tribunale del Malato). Al piano terra sono inoltre presenti il Poliambulatorio e i Punti

prelievi e le sale dialisi. Nei piani superiori sono invece collocati tutti i reparti e le sale operatorie. Il nuovo Pronto Soccorso, inaugurato nel 2010, è collocato in un nuovo blocco posizionato sul lato ovest. Ho preso l’iniziativa di dare un grande risalto a questo compleanno perché il Mater Salutis indubbiamente ha rappresentato e rappresenta per i cittadini della pianura veronese, e non solo, un qualificato punto di riferimento per la salute, una consistente risorsa economica che dà lavoro direttamente a circa 1.700 dipendenti e indirettamente a molti di più e un’ importante fonte storica che testimonia come nelle radici profonde degli abitanti di Legnago ci sia una vocazione all’assistenza e alla sussidiarietà. Risale infatti al 4 agosto del 1399 il primo documento che ricorda l’esistenza di due ospedali, situati rispettivamente a Legnago “Santissima Trinità” e Porto “ S. Bartolomeo”. Come cercate di migliorare il servizio e quali sono i progetti innovativi per il futuro? Il punto centrale in questo momento è assicurare il servizio migliore ai cittadini e insieme riuscire a contenere i costi, cioè assicurarsi che si riesca non tanto e non solo a spendere “meno”, ma soprattutto a spendere “meglio” cioè investire in qualità, sicurezza per i cittadini e gli operatori, competenze professionali, umanizzazione. A corollario di questa strategia, un posto preliminare lo occupa la radicale riorganizzazione dell’assistenza

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primaria: i medici di famiglia saranno riorganizzati nel territorio dell’Ulss 21 in sei c.d. aggregazioni funzionali territoriali, ambulatori integrati a servizio di gruppi di circa ventimila cittadini, operanti a ciclo continuo sulle 24 ore con la “guardia medica”, capaci di offrire anche la c.d. “medicina d’iniziativa” per tutte le diffusissime patologie croniche (diabete, malattie cardiache e respiratorie). L’assistenza ospedaliera in questi ultimi anni ha visto innovazioni molto significative: a partire dal sistema informativo aziendale (prescrizione elettronica, cartella informatizzata del ricovero ospedaliero, firma digitale dei referti, raccolta digitale delle immagini radiologiche, collegamento informatizzato di tutti i medici di base), la creazione del servizio centralizzato di pre-ricovero per l’effettuazione di interventi chirurgici programmati, e la riduzione dei tempi di attesa sia per gli interventi che per le prestazioni specialistiche ambulatoriale, adottando percorsi di cura condivisi tra medici del territorio e dell’ospedale e suddividendo le richieste secondo criteri di priorità clinica. E ancora l’osservazione breve intensiva in Pronto Soccorso per dare risposte rapide e approfondite a tutti i cittadini con codici di accesso di gravità media-alta e senza ricorrere a ricoveri ospedalieri inutili. Questi progetti hanno richiesto preparazione, studio, competenze multiprofessionali e sforzi organizzativi, ma anche investimenti, si pensi all’adattamento dei locali per il pre ricovero e all’acquisto di hardware e software per il sistema informativo centralizzato. Rilevanti anche gli investimenti in edilizia e in attrezzature sanitarie, per esempio per il completamento dell’Unità di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC). Gli ultimi sono stati gli investimenti per la diagnostica, come la Radiologia (abbiamo una TAC anche in Pronto Soccorso insieme alla guardia attiva radiologica), e per la Cardiologia interventistica (emodinamica ed elettrofisiologia), che vanno a completare l’importante sviluppo della Radiologia (Acceleratore lineare). Molte sono le iniziative che l’Azienda ULSS 21 propone nell’ambito della prevenzione Oltre agli ormai consolidati progetti “Mani sicure”, rivolto ai lavoratori del comparto del legno, al Programma aziendale antifumo, che ha visto l’adesione di un numero grandissimo di dipendenti medici e infermieri 12 : settembre, ottobre 2012

alle dichiarazioni contro il fumo dell’Organizazzione Mondiale della Sanità, a “Sexteen” e “Safe Night”, rivolti ai giovani per contrastare l’alcollismo e il consumo di droghe, e alle decine di progetti avviati negli ultimi anni dal Dipartimento di Prevenzione dal Distretto Socio Sanitario, vorrei ricordare il recente “Mettiamoci in moto” finalizzato all’incremento dell’attività fisica nei ragazzi tra i 6 e i 14 anni, recentemente presentato ad Assisi nell’ambito del programma Guadagnare Salute e che prenderà avvio con l’anno scolastico che sta per iniziare, mettendo in collegamento il CONI, le associazioni sportive di base, i giovani, le famiglie assicurando che gli stili di vita sani (alla guida, con l’alcool e il fumo, soprattutto) siano patrimonio culturale di tutti a ogni età, a cominciare dai bambini). Ci può elencare qualche numero per far capire meglio ai lettori di Verona InForma l’attività dell’ULSS 21? Soccorso di Legnago e Bovolone e 1.097 parti. Sul territorio 2.500 pazienti sono stati presi in carico all’assistenza domiciliare integrata (ADI) e altri 5.000 seguiti occasionalmente. Sul fronte della prevenzione si è superata la copertura vaccinale del 95% per i bambini a 24 mesi di vita (ex vaccinazioni obbligatorie e antimorbillo) e per gli screening sono stati raggiunti tassi di adesione del 69,4% per il citologico, 83,5% per il mammografico e 69,8% per il colorettale. L’Azienda impiega 1.780 dipendenti, ai quali si aggiungono i medici convenzionati per un totale di quasi 2000 persone. Il Bilancio d’esercizio è di 287.453.620,09 Milioni di euro. Ogni giorno nell’Ulss 21 si hanno: 16 interventi chirurgici per pazienti ricoverati, 10 interventi di chirurgia in Ambulatorio Protetto, 15 pazienti ammessi in Day Hospital,12 interventi chirurgici per pazienti in Day Surgery, 208 persone arrivano in Pronto Soccorso, 47 pazienti ammessi in ricovero ordinario, 410 prenotazioni effettuate tramite Call Center, 964 prenotazioni effettuate dagli sportelli CUP, 330 prestazioni di radiologia diagnostica, 380 prelievi di sangue, 4.442 esami di laboratorio, 51 trattamenti di dialisi, 160 accessi giornalieri ai Servizi Dipendenze di Legnago e Zevio, 160 persone assistite a domicilio da un infermiere, 2,7 sopralluoghi per verificare la sicurezza nei posti di lavoro. Alberto Cristani


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associazioni

Con Avis Verona più doni più stai bene! Ad Avis possono aderire sia coloro che donano volontariamente il proprio sangue e sia coloro che collaborano, sempre gratuitamente, a tutte le attività di promozione e organizzazione

L’

Avis è un’Associazione di volontariato (iscritta nell’apposito Registro Regionale e disciplinata dalla Legge 266/91) costituita tra coloro che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue. è un associazione apartitica, aconfessionale, senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, nazionalità, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro e persegue finalità di solidarietà umana. Da oltre 50 anni, per l’esattezza dal 6 settembre 1958, l’Avis Provinciale di Verona coordina e promuove sul nostro territorio la pratica della donazione del sangue. Attualmente Avis Provinciale comprende 68 “ Comunali”, tra le quali la comunale di Verona con 39 Gruppi fra aziendali e rionali e quella di Legnago con 29 Gruppi. L’AVIS della nostra Provincia conta 20.000 donatori effettivi, che - dati del 2011 - hanno donato 40.414 sacche di sangue e plasma. Insieme ad altre associazioni di donatori, AVIS ha 14 : settembre, ottobre 2012

contribuito a soddisfare tutte le esigenza di sangue e plasma di tutti gli ospedali della nostra provincia e, in particolare, grazie alle donazioni di plasma. Un importante passo verso l’autosufficienza locale di plasmaderivati. Inoltre sono state aiutate altre Regioni con diverse centinaia di sacche di sangue. Questi importanti risultati sono stati raggiunti attivando stretti rapporti con le varie strutture del volontariato del sangue, impegnato a diffondere la cultura della donazione e a quelle istituzionali: primari, medici e tutti gli operatori dei centri trasfusionali, deputati alla raccolta, alla conservazione ed alla terapia trasfusionale, che fanno parte della nostra provincia. Un modello operativo di sicuro pregio, che esprime ed assicura efficienza, efficacia e professionalità in grado di favorire l’autosufficienza, la sicurezza e la tutela della salute, sia del donatore che del ricevente. Il maggior numero degli sforzi di Avis Provinciale di Verona è rivolto alla promozione ed alla propagan-


da del dono del sangue, in particolare con interventi nell’Università, nelle scuole superiori, medie ed anche elementari, allo scopo di sensibilizzare i giovani e di far loro comprendere l’importanza della cultura della donazione e del volontariato. Ma chi e come si può diventare donatori di sangue? Ecco alcune indicazioni

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Condizioni di base per il donatore - Età compresa tra 18 anni e i 60 anni (per candidarsi a diventare donatori di sangue intero), 65 anni (età massima per proseguire l’attività di donazione per i donatori periodici), con deroghe a giudizio del medico - Peso superiore a 50 Kg - Pulsazioni comprese tra 50-100 battiti/min (anche con frequenza inferiore per chi pratica attività spor, ere tive) - Pressione arteriosa tra 110 e 180 mm di mercurio (Sistolica o MASSIMA) O tra 60 e 100 mm di mercurio (Diastolica o MINIMA) - Stato di salute buono - Stile di vita privo di comportamenti a rischio

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Come diventare donatore? Per diventare donatore di sangue è sufficiente recarsi presso una sede Avis o presso il Servizio trasfusionale dell’ospedale della propria città. Chi decide di diventare donatore di sangue stabilisce con il “ricevente” un patto di fiducia, di cui è intermediario il sistema trasfusionale: i fondamenti di questo patto sono la responsabilità del donatore a garantire anche in quello il proprio stile di vita e la propria storia clinica e la professionalità del medico addetto alla raccolta nel tutelarne la salute. Il mattino del prelievo è preferibile essere a digiuno o aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, thè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati semplici. Le donne che hanno in corso la terapia anticoncezionale non devono sospendernel’assunzione quotidiana.

Auto esclusione E’ doveroso autoescludersi per chi abbia nella storia personale: - assunzione di droghe, alcolismo, rapporti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive (es. occasionali, promiscui, ...), epatite o ittero, malattie veneree, positività per il test della sifilide (TPHA o VDRL) - positività per il test AIDS (anti-HIV 1), positività

DONATORI VOLONTARI DI SANGUE Via Polveriera Vecchia, 2 - 37134 Verona Tel. 045 8202990 - Fax 045 8278521 www.fidasverona.it - info@fidasverona.it

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Strada dell’Alpo, 105 - 37136 Verona Tel. 045 8203938 - Fax 045 8278775 avis.vr@tiscali.it - www.avisverona.it Numero Verde 800.26.15.80

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per il test dell’epatite B (HBsAg), positività per il test dell’epatite C (anti-HCV) - rapporti sessuali con persone nelle condizioni incluse nell’elenco L’intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l’altra è di 90 giorni. La frequenza annua delle donazioni non deve essere superiore a 4 volte l’anno per gli uomini e 2 volte l’anno per le donne. Le donne non possono donare sangue durante le mestruazioni o la gravidanza, e per un anno dopo il parto. a Colloquio con il medico Il colloquio aiuterà a stabilire l’idoneità e ad individuare quale tipo di donazione sia più indicata: sangue intero, plasma (plasmaferesi), piastrine (piastrinoaferesi) o donazione multipla di emocomponenti. Dopo la visita medica verrà effettuato il prelievo del sanguenecessario per eseguire gli esami di laboratorio prescritti per accertare l’idoneità al dono. Accertata l’idoneità il donatore verrà invitato ad effettuare la prima donazione Esami obbligatori e controlli periodici Ad ogni donazione il donatore e il sangue prelevato vengono sottoposti ai seguenti esami: esame emocromocitometrico completo, transaminasi ALT con me-

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todo ottimizzato, sierodiagnosi per la Lue, HIVAb 1-2 (per l’AIDS ), HBsAg (per l’epatite B), HCVAb e ricerca dei costituenti virali (per l’epatite C ), conferma del gruppo sanguigno (AB0) e del fattore Rh. Alla prima donazione vengono determinati: ABO, Fenotipo RH completo, Kell, ricerca anticorpi irregolari Anti-eritrociti. Donare il sangue fa bene quindi non solo per chi lo riceve ma anche per chi lo dona. Un motivo in più per entrare a far parte della grande famiglia Avis! Alberto Cristani info: www.avisverona.it

Statistiche donazioni dell’avis veronese Nel 2011 le donazioni di sangue sono diminuite rispetto al 2010.
Notiamo che c’è stato un decremento di ben 574 sacche di sangue in meno rispetto al 2010, ovvero un 1,4% in meno. DONAZIONI - Anno 2011: 40.414 donaioni
 - Anno 2010: 40.986 donazioni - Anno 2009: 40.941 donazioni - Anno 2008: 40.830 donazioni - Anno 2007: 40.490 donazioni - Anno 2006: 40.195 donazioni - Anno 2005: 39.193 donazioni - Anno 2004: 38.670 donazioni - Anno 2003: 37.769 donazioni


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Banca della Valpolicella promuove e sostiene iniziative volte a trasformare e migliorare la realtà sociale e culturale della comunità. Collabora con scuole ed associazioni sportive per fare assieme un percorso di crescita e di formazione generale.

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Arbizzano di Negrar Via Valpolicella 76 • Marano di Valpolicella Piazza dello Sport 5 • Negrar Via Mazzini 49 Pescantina Via della Filanda 17 • San Pietro in Cariano Via Avanzi 6/a • Sant’Ambrogio di Valp. Via Matteotti 14/c Sant’Anna D’Alfaedo Piazza dalla G.A. Dalla Bona 10 • Valgatara Via dell’Artigianato 5 - Loc. Rugolin Verona – Borgo Trento Piazzale Cadorna 4 • Verona – San Massimo Via Brigata Regina 1


federfarma

Nasce a Verona la “Farmacia dei Servizi” Un progetto pilota che parte da Verona grazie all’accordo tra Federfarma Verona, Associazione titolari farmacie e Italiassistenza

I

niezioni, fisioterapia, assistenza infermieristica, post ricovero e anche post parto. Da adesso tutto questo è garantito nella farmacia sotto casa grazie all’accordo pilota, unico in Italia, stipulato da Federfarma Verona, l’Associazione dei titolari di farmacia e Italiassistenza. Le neonata Farmacia dei Servizi (in applicazione alla legge 69/2009) consente alle 220 farmacie aderenti a Federfarma Verona di offrire alla cittadinanza - in esclusiva sul territorio provinciale - i medesimi servizi, alle medesime condizioni, con elevati standard di affidabilità e competenza delle figure professionali coinvolte. Il farmacista veronese è garante di un servizio qualificato, vantaggioso, a costo fisso e trasparente anche nella sua forma fiscale, con la regolare emissione di fat-

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ture che possono essere detratte dalla denuncia dei redditi. «I servizi offerti oggi da Federfarma Verona e Italiassistenza sono quelli che quotidianamente vengono richiesti dalla cittadinanza in farmacia dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona -. Dalle esigenze dell’utenza è nato il nostro desiderio di potere dare un risposta certa e professionale a tanti pazienti e ai loro parenti, che spesso si trovano in difficoltà anche solo per reperire un infermiere che possa effettuare iniezioni. Particolarmente interessante, tra gli altri, il servizio di ostetricia post parto, che aiuta la neomamma a gestire al meglio soprattutto il primo figlio ed essere essa stessa supportata nel recupero durante il puerperio». «Desideriamo cambiare il volto dell’assistenza domiciliare in Italia


partendo dalle farmacie di Verona e provincia - spiega Sergio Torelli AD Italiassistenza s.p.a., - perché crediamo che il farmacista sia la figura professionale adatta per mettere in contatto richiesta e offerta in un settore così delicato. Riguardo all’assistenza domiciliare a largo spettro quello che ci attende per l’immediato futuro sarà il massiccio aumento della popolazione anziana nei prossimi 15/20 anni quando saranno over 65 i figli del baby-boom. È giusto non farsi trovare impreparati». Come si accede al servizio L’utente entra in farmacia, fa la sua richiesta ed è poi il farmacista di fiducia a capire e consigliare, grazie anche alla prescrizione del medico di medicina generale, la prestazione assistenziale più adatta al paziente. Con il relativo ordine di intervento a portata di mano, l’utente comporrà poi il Numero verde 800 663388 per concordare orario e luogo presso cui ricevere le prestazioni che verranno erogate entro le 24 ore. Il servizio di prenotazione è attivo giorno e notte. L’assistenza in farmacia nel dettaglio Non potendo citare tutti i numerosi servizi offerti che saranno illustrati nel dettaglio in farmacia su richiesta del cittadino, ne illustriamo alcuni. Uno dei più richiesti in questi primi mesi di attività (il servizio è attivo nelle farmacie di Verona e provincia dal 4 luglio 2012) è proprio quello delle iniezioni a domicilio poiché abbraccia un’ampia casistica di pazienti nelle più diverse situazioni. Importante il servizio post ricovero perché diminuendo progressivamente le degenze ospedaliere, anche a seguito di patologie ed interventi complessi, è evidente che le cure infermieristiche devono continuare a casa a carico dei parenti che spesso si trovano in difficoltà nella gestione del paziente. Inoltre è attiva l’assistenza infermieristica semplice (ad esempio la preparazione e la predisposizione della flebo) e complessa (per la flebo anche l’assistenza durante la somministrazione o il prelievo venoso con consegna ai laboratori di analisi, medicazioni complesse, cateteri, controllo stomie e altro). Oltre al post parto

già citato è disponibile anche il servizio di fisioterapia che consiste nella rieducazione ortopedica, post chirurgica e post traumatica, neuromotoria, massoterapia tonificante e decontratturante e linfodrenaggio manuale, ma anche riabilitazione respiratoria, elettroterapia (ionoforesi, tens, correnti dinamiche, ultrasuoni), rieducazione posturale globale. Nicoletta Fattori info: info@federfarmaverona.it

notizie brevi

Prevenzione naturale Adesso o mai più. Se si vuole “aggredire” l’inverno aumentando le difese immunitarie contro i malanni legati alle patologie da raffreddamento è obbligatorio partire dalla fine dell’estate massimo inizio autunno. A seguito delle molte domande poste al farmacista sull’efficacia delle cure preventive naturali rapportate alla vaccinazione tradizionale, è utile ricordare che la vaccinazione antinfluenzale, debitamente prescritta dal medico curante, rimane la forma di prevenzione più scientificamente provata. Parallelamente esistono molti rimedi naturali la cui efficacia è ormai acclarata a partire dall’Echinacea, uno dei fitocomplessi più efficaci da utilizzare in chiave preventiva, le cui proprietà furono scoperte dagli antichi indiani d’America. Per quanto riguarda l’omeopatia, il preparato più popolare è l’Anas barbariae, mentre quello ad azione più selettiva è l’Influenzinum. Per tutti questi interventi è necessario il consiglio del medico o del farmacista. Si comunica, infine, che per i vaccini della stagione 2012/2013 disponibili verso la metà di ottobre, i ceppi individuati dagli scienziati sono: A 2010/11 A/California/7/2009 (H1N1); A/Victoria di sottotipo A(H3N2), B/Wisconsin (Ufficio Stampa Federfarma Verona). Ni.Fe. settembre, ottobre 2012 : 19


servizi al cittadino

La Mia Farmacia: quando la priorità si chiama “benessere” Presso “La Mia Farmacia” si possono, tra le varie offerte, prenotare servizi di prevenzione e benessere mirati e personalizzati a seconda della sintomatologia e della fascia d’età

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l 53 di via Murari Brà, a Verona, zona Fiera si trova una farmacia “speciale”, un luogo dove trovare una moltitudine di servizi ed attività innovative ed una consulenza a tutto campo che spazia dalla nutrizione alla cosmesi, dalle medicine naturali alla prevenzione. “La Mia Farmacia” - questo è il suo nome - sposa il concetto di salute globale: promuovere la salute utilizzando discipline diverse per ristabilire un’omeostasi funzionale, guidare e rendere più consapevoli le scelte per migliorare la salute. Tra i servizi offerti è possibile trovare il check up di prevenzione cardiovascolare ed il check up Fat farma-

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cy, che solo poche farmacie, facenti parte di un’area test del Consiglio Nazionale delle Ricerche, possono eseguire. Il numero di sostanze con claim salutistici è incalcolabile ed è indispensabile affidarsi al personal pharmacist, che “La Mia Farmacia” offre, per essere seguiti in modo personalizzato nel percorso di recupero degli equilibri fisiologici. “La Mia Farmacia” dedica ampio spazio a nutrizione e bioalimentazione con una cabina per il counselling nutrizionale, perchè il cibo oggi è meno usato per nutrire e più per alimentare, spesso per offrire in modo selettivo sostanze specifiche che modifichino in maniera positiva la salute. Le proprietà antiossidanti del resveratrolo del vino ros-


so, la protezione dai tumori delle crucifere (cavolfiore, cavoletti di Bruxelles) o le proprietà riequilibratrici della membrana cellulare degli acidi grassi essenziali di pesce, noci e olio di lino, sono solo alcuni alimenti funzionali. Nutraceutici, vitamine, integratori, fitofarmaci possono essere assunti per migliorare le caratteristiche fisiologiche degli individui,ma richiedono il consiglio e la guida di un farmacista specializzato in alimentazione, nutrizione e medicina naturale. Presso “La Mia Farmacia” attenzione particolare è dedicata alla nutrizione nelle varie fasi fisiologiche della vita, perchè oggi esiste un concetto di mantenimento dell’equilibrio fisiologico che va oltre il recupero dalla malattia su cui si basa la nuova domanda di salute. Se l’aspirina poi non basta, ecco il fattore “glamour” perché – come appare scritto a caratteri cubitali sulle pareti della farmacia “La bellezza salverà il mondo”. Salute e bellezza, ne “La Mia Farmacia”, sono una cosa sola, che passa anche dalla pelle. Alla clientela è proposta una consulenza cosmetologica approfondita,

basata su una diagnosi della pelle fornita da uno strumento di analisi, perchè ogni pelle ha bisogno della sua cura ideale e il consiglio del cosmetico non può essere banale. Ad ogni tipologia di pelle viene suggerito un percorso alimentare che porta quegli elementi nutrizionali di cui si è carenti. Dieta verde per mantenere l’elasticità delle pareti vasali, dieta rossa per l’invecchiamento cutaneo, dieta dei semi e germogli per combattere la perdita di tonicità. “La Mia Farmacia” è anche una “green pharmacy”, con massima attenzione all’impatto ambientale: illuminazioni a basso consumo energetico,forniture d’arredo in materiale riciclato e brochure stampate su carta a basso impatto, comunicazione nel punto di vendita di messaggi di rispetto dell’ambiente, come il risparmio d’acqua nell’igiene personale. Insomma la farmacia che tutti vorrebbero avere e che tutti vorrebbero poter esclamare: “Questa si che è …La Mia Farmacia!”. Marina Soave

Alcuni servizi offerti al cliente bio-alimentazione

sport e salute

nutraceutica

autoanalisi del sangue biblioteca della salute spazio per la pelle

salute del capello skincare make up

cura del corpo cabina fisioterapista

area formativa

welcome desk

Presso “La Mia Farmacia” si possono prenotare Servizi di Prevenzione e Benessere: «Ci sta a cuore il tuo cuore» per l’apparato cardiovascolare, «Stomaco e intestino al centro della tua salute» per l’apparato gastrointestinale, «Facciamo luce sul tuo sonno» per igiene e qualità del sonno, «Cogli il fiore di ogni età» per prevenire l’osteoporosi e vivere serenamente. Con i questionari della salute potrete costruire la «Mappa del Benessere», individuare eventuali fattori di rischio, comprendere come migliorare lo stato di salute intervenendo sullo stile di vita e utilizzando, al bisogno, gli opportuni prodotti naturali. “La Mia Farmacia” offre altri preziosissimi servizi: - Analisi del sangue di prima istanza, per controllare colesterolo totale e frazionato, trigliceridi, glicemia, emoglobina glicata, emocromo, ematocrito, acido urico, acido lattico, radicali liberi - Holter metabolico - Prenotazione dei farmaci “online” - Carta fedeltà ti avere prodotti e servizi a prezzi vantaggiosi - Cassa rapida: con priorità sul ritiro dei sospesi - Farmabox: imbuca la tua ricetta nel box della farmacia e al tuo ritorno troverai i farmaci pronti per il ritiro - Consegna degli acquisti a casa o in ufficio - Robot meccanizzato per la dispensazione dei farmaci - Newsletter per eventi e promozioni.

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salute e bellezza

Just Italia:

benessere naturale… anche per l’ambiente Con la nuova linea Lybra, al via il progetto di responsabilità ambientale “Ho cura della Natura” che coinvolge incaricati alla vendita, clienti e collaboratori

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l benessere è una condizione complessa, che coinvolge non solo la persona ma anche l’ambiente che la circonda. Lo sa bene una realtà veronese che del benessere naturale ha fatto la propria missione: Just Italia propone i cosmetici svizzeri Just esclusivamente tramite Party a domicilio, senza mai perdere di vista la vocazione “green” alla base della sua storia. Ce ne parla il Direttore Marketing Daniela Pernigo: I cosmetici Just, tra cui spicca il celebre Olio 31®, sono definiti “prodotti naturali per il benessere”. Cosa significa? Dal 1930 Just International si dedica alla formulazione di cosmetici originali a base di ingredienti vegetali, minerali e marini: ad oggi, la nostra gamma comprende oltre 70 prodotti (Creme Dermoprotettive, Bagni Caldi, Oli Essenziali, Capelli, Piedi e Gambe, Viso, Lozioni e Spray Dermoprotettivi, Anticellulite e

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Rassodanti, Solari, Casa) per rispondere alle esigenze di tutta la famiglia. In questo senso sono “prodotti naturali per il benessere”: lo conferma la nuova linea 2012, Lybra, legata a un progetto cui teniamo in modo particolare. Vediamo in dettaglio tutte queste novità… Lybra ha debuttato a marzo 2012 per offrire un trattamento cosmetico integrato contro gli inestetismi cutanei della cellulite attraverso tre prodotti specifici (Peeling, Gel Giorno e Crema Notte); ad agosto si è arricchita di un prodotto dedicato a seno, décolleté e braccia, Crema Rassodante Seno. Le formule a base di estratto di vite rossa, l’efficacia dimostrata scientificamente e la piacevolezza di utilizzo ci permettono di indicare la nuova linea come un prezioso esempio di quel patrimonio di “tradizione naturale, metodo e sapienza” per cui il nostro marchio si distingue. Inoltre, con Lybra


è partito “Ho cura della Natura”, il progetto di responsabilità aziendale che coinvolge i 17.000 incaricati alla vendita, i clienti e i dipendenti Just. Quindi la vocazione ambientale di Just va oltre la scelta di elementi naturali per le sue formulazioni? Certo! Il rispetto per la Natura, che da sempre è nel nostro DNA e ha già dato vita a collaborazioni con WWF e LifeGate, si concretizza oggi nell’iniziativa “Ho cura della Natura” con cui ci impegniamo ad adottare comportamenti sempre più attenti all’ambiente. A partire da Lybra: le confezioni esterne (ben 140.000 scatole) sono state eliminate per evitare sprechi; abbiamo inoltre scelto di usare per il trasporto maxi-bags e contenitori riutilizzabili, “salvando” oltre 500.000 sacchetti all’anno e stimando un risparmio totale per il 2012 di oltre 2,2 tonnellate di carta.

tero mondo Just. Per noi è un altro modo di ricordare che i benefici della Natura, in cosmetica come in altri settori, sono ormai riconosciuti e apprezzati da consumatori di ogni età. E dato che la Natura, generosamente, “si prende cura” di noi, anche noi vogliamo “prenderci cura della Natura”! Silvia Zanolli info: www.just.it

Il debutto del progetto “Ho cura della Natura” registra già un risultato importante! Cosa prevede il futuro “green” di Just? Dopo “Appuntamento Carta”, passiamo ad “Acqua” e “Materiali” concentrandoci sulle parole chiave “risparmio” e “riciclo”. Ed è solo l’inizio: la pagina “Responsabilità” del sito www.just.it è costantemente aggiornata sulle eco-attività dell’insettembre, ottobre 2012 : 23


veterinaria

Animali domestici: consigli utili per una felice convivenza Vivere con un animale domestico è senza dubbio un grande piacere. Ma ci sono anche degli obblighi da seguire affinché questa convivenza sia sempre al top

C

ome compagni di gioco per i bambini, per colmare la solitudine di una persona anziana, per scelta (e a volte per moda), con sempre maggiore frequenza gli animali entrano nelle nostre case e con loro instauriamo uno stretto rapporto di convivenza. è importante però che tale rapporto, specialmente quando si svolge entro le mura domestiche, sia correttamente concepito ed impostato. Il primo obbligo per chi vive con un animale è quello di accudirlo nel modo migliore e mantenerlo in buona salute. In questo modo si scongiura il pericolo di trasmissione di alcune malattie. Le malattie trasmesse dagli animali sono chiamate, nel loro complesso, zoonosi. Le zoonosi conosciute sono molte, ma, fortunata-

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mente, per la maggior parte di esse il rischio infettivo per l’uomo è molto basso. Alcune sono confinate in prevalenza a limitate aree geografiche o interessano determinate categorie di persone (es. rabbia, leptospirosi), altre hanno una diffusione più ampia e interessano anche l’ambito domestico (es. toxoplasmosi, parassitosi). Inoltre, in alcuni soggetti predisposti, la presenza di un animale in casa può essere causa di allergie respiratorie. Conoscere i rischi potenziali non deve né allarmare né dissuadere chi desidera avere un cane o un gatto, né tantomeno spingere “a disfarsene’’ se lo sia ha già. è utile invece perché stimola a mettere in pratica semplici norme igienico-sanitarie che, di solito, bastano


da sole a salvaguardare la salute di chi convive con l’animale e del resto della popolazione. Nella scelta di un animale da compagnia escludere gli animali selvatici o esotici. Oltre ad avere problemi di ambientamento che li rendono più vulnerabili, potrebbero essere portatori di malattie di difficile identificazione. Mantenere gli animali in buona salute e ben curati; sottoporli ai cicli vaccinali previsti e portarli dal veterinario periodicamente per visite di controllo. Saltuariamente, un esame microscopico delle feci è opportuno per la ricerca di vermi. Eliminare i parassiti (pulci, zecche) dall’animale domestico con gli appositi prodotti, seguendo attentamente le modalità d’uso e le avvertenze allegate per evitare la comparsa di fenomeni tossici nell’animale e nell’uomo. In commercio ci sono antiparassitari (in spray, fialette spot-on) che forniscono una protezione prolungata o che interferiscono con il ciclo riproduttivo delle pulci. è consigliabile utilizzare gli spray, oltre che sull’animale, anche su tappeti e moquette. Le uova e i parassiti adulti possono infatti sopravvivere anche nell’ambiente e costituire una fonte di reinfezione per l’animale (normalmente i prodotti in commercio non rovinano i tessuti ma è sempre prudente provare prima in una zona poco visibile). Per i collari antiparassitari l’efficacia protratta nel tempo non è dimostrata.

Lavare quotidianamente con acqua molto calda le ciotole del cibo e le vaschette per l’acqua. Sostituire spesso la sabbia delle lettiere e allontanare gli escrementi. Pulire di frequente e a fondo canili, cucce, gabbie. In caso di infestazione usare appositi antiparassitari. La saliva, le unghie, il pelo degli animali possono essere contaminati da microbi e uova di parassiti pericolosi per l’uomo, soprattutto se ingeriti. È antigienico baciare gli animali o lasciarsi leccare, specie sul viso, o portare le mani alla bocca dopo averli toccati. Abituare soprattutto i bambini a rispettare queste regole. Molta attenzione deve fare chi ha il vizio di rosicchiarsi le unghie, perché spesso si porta le mani alla bocca inconsapevolmente. Non toccare o accarezzare animali sconosciuti. Particolare attenzione ai cuccioli, veicoli preferenziali di alcune malattie (ascaridosi, toxoplasmosi, dermatomicosi). Per le sue abitudini di vita (frequenti uscite, contatto con topi e ratti, abitudine di rovistare nella spazzatura), il gatto è responsabile della diffusione di zoonosi in misura maggiore del cane. In caso di morso di animale conosciuto o randagio rivolgersi subito al medico per le cure del caso e isolare, se possibile, l’animale per sottoporlo al controllo del veterinario. Disinfettare con cura i graffi di gatto e le beccate di uccello, perché possono essere veicolo di alcune malattie (dermatomicosi, psittacosi-ornitosi). La trasmissione del tetano attraverso i morsi del cane o del gatto è un evento molto raro. Lavare spesso le mani, soprattutto ai bambini che giocano con la terra e possono portarsi alla bocca le mani sporche. Non mangiare carne cruda. Nutrire sempre gli animali con carne ben cotta. È di grande aiuto il senso civico dei proprietari di animali. Semplici precauzioni come pulire se il cane sporca in luogo inopportuno, evitare luoghi pubblici come parchi giochi o spiagge (a meno che non siano espressamente loro destinati) possono scongiurare conseguenze spiacevoli. Perla Ambretti settembre, ottobre 2012 : 25


iniziativa

Con la “CRI” di Verona ProMuovi la Disabilità! Un progetto che mira all’integrazione delle persone svataggiate evitandone isolamento ed emarginazione

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opo l’emergenza alluvione e l’emergenza freddo che il territorio veronese ha vissuto rispettivamente nel 2010 e nel 2011, e superato positivamente grazie ad un’operazione sinergica fra le Istituzioni e le Associazioni di Volontariato del territorio, il Comitato Provinciale di Croce Rossa di Verona sta muovendo grandi passi per attuare la Strategia 2020 “Changing mind, saving lives – Cambiare mentalità, salvare vite”, documento creato dalla Federazione Internazionale e delle Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per affrontare le sfide umanitarie cui far fronte nel decennio 2010 – 2020. Il rafforzamento della capacità delle persone e delle comunità di lavorare in un clima di solidarietà per trovare le soluzioni sostenibili alle proprie necessità e agli elementi di vulnerabilità più pressanti rappresenta il nucleo centrale degli Obiettivi Strategici 2020 che Croce Rossa Italiana ha approvato il 3 dicembre 2011. Coerentemente con gli obiettivi II – favoriamo il supporto e l’inclusione sociale – e III – prepariamo le comunità e diamo risposta a emergenze e disastri – che Croce Rossa si è posta per implementare la Strategia 2020 nel territorio italiano, il Comitato Provinciale CRI di Verona, attraverso la Sala Operativa Provinciale, intende sviluppare azioni finalizzate ad una maggiore

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integrazione delle persone svantaggiate, riducendone l’isolamento e portandole a godere dei benefici generali alla portata della maggioranza

CROCE ROSSA ITALIANA

OBIETTIVI STRATEGICI

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e la mo elia giamo ta t u T teg vi pro te e la u l sa

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2020

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5

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Fare di più, fare meglio, ottenere un maggiore impatto


della società. Il progetto “ProMuovi la disabilità” (per informazioni: www.criverona.it oppure salaoperativa@criverona.it) mira all’inclusione delle persone portatrici di handicap del territorio provinciale a diversi livelli: - trasporto delle persone disabili su carrozzina risposta ai loro bisogni di benessere e qualità di vita, nel quotidiano e nell’emergenza; - integrazione delle persone diversamente abili attraverso la loro partecipazione diretta nella società e nelle attività di Croce Rossa; - educazione della popolazione rispetto alle tematiche connesse alla disabilità coinvolgendo persone portatrici di handicap in percorsi formativi e di sensibilizzazione. A tal scopo la raccolta fondi attivata in questo specifico contesto risulta finalizzata all’acquisizione di un veicolo attrezzato per il trasporto

delle persone disabili che verrà utilizzato quotidianamente sia per le attività sociali presenti e future indirizzate all’inclusione delle persone disabili, sia per le loro necessità quotidiane di trasporto di tipo sanitario. “ProMuovi la disabilità” si rivela essere quindi uno dei progetti attraverso cui Comitato Provinciale di Croce Rossa di Verona si propone come parte attiva in azioni di pianificazione e di sviluppo responsabile e sostenibile a partire dalle reali necessità della popolazione. Non solo assistenza sanitaria quindi, ma una forte e crescente attenzione a tutte le vulnerabilità derivanti dai cambiamenti socio-economici, politici e demografici che la nostra società sta vivendo. Roberto Baldassarelli Ten. Col. Cri info: www.criverona.it

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Malattia degenerativa

Alzheimer: un problema non più eludibile Grave compromissione delle funzioni personali e oneroso problema sociale. Molti i soggetti colpiti […] Qual è il tuo nome? Auguste Il tuo cognome? Auguste. Qual è il nome di tuo marito? Ah, mio marito. (sembrava che non avesse compreso la domanda) [..]

L

a Malattia di Alzheimer (MA) è la forma più frequente di demenza in entrambi i sessi, e costituisce circa il 60% dei nuovi casi di demenza. È una gravissima malattia per la persona che ne è affetta e costituisce anche un gravoso problema familiare e sociale per il suo carattere cronico evolutivo e di lunga durata e per la sua dimensione epidemiologica, ovvero per il rilevante numero di persone che ne sono affette. In Italia, infatti, su circa un milione di persone con demenza, più di seicentomila sono affette da MA, e nel Veneto sono circa cinquantamila. La prima descrizione Il primo caso documentato di malattia di Alzheimer è quello di Auguste D. che all’età di 51 anni venne ricoverata presso il manicomio Municipale per Pazzi ed Epilettici di Francoforte (1901). I sintomi erano esorditi improvvisamente otto mesi prima con deliri, seguiti rapidamente da amnesia, disturbi del linguaggio e del comportamento. Alois Alzheimer, un neuropatologo tedesco, descrisse per primo la presenza di una particolare 28 : settembre, ottobre 2012

degenerazione che colpiva le cellule cerebrali (i neuroni): la degenerazione neurofibrillare intraneuronale, che assieme alla presenza di placche senili (a sede extra neuronale) già note da tempo, costituiscono ancora oggi i criteri patologici di certezza diagnostica. Concetto di demenza La malattia di Alzheimer (MA) è caratterizzata da un insieme di sintomi che si compendiano in un complesso sindromico che definiamo “demenza”, dal latino “privo di mente”, e definisce un declino delle funzioni intellettive di un soggetto rispetto al livello precedente che si associa alla compromissione delle attività sociali e professionali, ad alterazioni comportamentali e l’andamento è evolutivo e sistematicamente peggiorativo. Sintomi La funzione cognitiva che viene per prima e principalmente compromessa è la memoria (amnesia) che spesso costituisce il solo sintomo evidente. Tuttavia l’amnesia alzheimeriana (smemoratezza


maligna) con l’avanzare della malattia progredisce, così si perdono anche i significati delle parole, delle forme, delle conoscenze enciclopediche ma anche della propria storia personale (memoria autobiografica). Tra le altre funzioni cognitive deficitarie il linguaggio è tra quelle più precocemente e gravemente compromesse la cui disgregazione inarrestabile porta il malato al mutacismo demenziale. Completano il quadro la compromissione della capacità di vestirsi o di utilizzare per esempio i comuni utensili (aprassia dell’abbigliamento e di utilizzazione), di riconoscere i volti noti o gli oggetti comuni (agnosia), ed infine nella ridotta efficienza della gestione del quotidiano fino alla totale incapacità. La ricaduta di questi sintomi nella vita quotidiana si traduce nella compromissione dei compiti occupazionali più complessi, lavoro, hobbies, attività sociali. Con il progredire della malattia, risultano compromesse anche le attività di base del vivere quotidiano, quali: vestire, utilizzare i servizi igienici, ecc. Il malato presenta inoltre disturbi dell’umore (nevrosi reattive, depressione) e chiari sintomi psicotici e comportamentali che esordiscono il più delle volte nelle fasi floride della malattia: deliri, allucinazioni, agitazione psicomotoria, vagabon-

daggio, insonnia, reazione catastrofica, incontinenza degli sfinteri, ecc. Diagnosi La diagnosi avviene per esclusione di qualsiasi altra causa di demenza e prevede un procedere a “cascata” su un algoritmo diagnostico i cui punti salienti sono: l’anamnesi neurocomportamentale, la valutazione cognitiva, le neuroimmagini (RM e PET dell’encefalo – vedi figura -), i marcatori biologici di malattia (es. liquor) e su casi selezionati i test genetici. Strategie terapeutiche La terapia della MA è particolarmente complessa poiché la causa non è nota. Nel delineare una possibile strategia terapeutica è necessario considerare tre ambiti d’intervento: il malato, l’ambiente e il familiare (caregiver). Il malato necessita oltre della terapia farmacologica anche della terapia comportamentale non farmacologica; l’ambiente ove vive il malato deve necessariamente essere modificato il più possibile a misura dello stesso; infine il familiare abbisogna di un adeguato supporto atto a ridurre il carico assistenziale, psicologico ed economico.

Centro Alzheimer: Da sinistra: Valeria Valbusa, Maria Teresa Condoleo, Giuseppe Gambina, Elisabetta Broggio, Francesca Sala, Maria Cristina Martini settembre, ottobre 2012 : 29


A

assistenziale, “psicologico”, “fisico”, “sociale” ed “economico” con ripercussioni sulla salute fisica dello stesso.

B

Figura: FGD-PET cerebrale, A: normale, B: malattia di Alzheimer

Ruolo protettivo di alcuni fattori psicosociali e stile di vita Ci sono evidenze epidemiologiche che suggeriscono che: scolarità, rete sociale, attività del tempo libero e l’attività fisica possono giocare un ruolo protettivo verso il rischio di MA. Il malato e la famiglia Oltre l’80% dei malati sono assistiti a casa. Nell’evoluzione della malattia oltre i due - terzi dei malati presentano gravi o gravissimi disturbi comportamentali che costituiscono una causa principale di stress per il familiare e rischio di istituzionalizzazione. Quando viene posta la diagnosi di MA si genera un “secondo”, spesso occulto paziente. Circa un – terzo dei caregiver soffre di elevati livelli di depressione ed è sottoposto a un importante carico

La continuità assistenziale L’organizzazione di servizi sanitari e sociali per le demenze è molto difficoltosa, si tratta di disporre di un sistema integrato capace di adattarsi e di rispondere in modo articolato ai bisogni terapeutici, assistenziali e di sostegno dei pazienti e dei loro familiari nelle diverse fasi della malattia. Nel box si riportano alcune informazioni sui Centri per il Decadimento Cognitivo (CDC) che sono ubicati nel territorio di Verona. Il continuum assistenziale che il sistema deve rendere operativo, in questa sede, può essere solo elencato nei suoi punti essenziali: sviluppo di programmi diagnostici di primo e secondo livello; sviluppo di programmi terapeutici (farmacologici e non farmacologici) per i deficit cognitivi e i disturbi comportamentali; integrazione e coordinamento di interventi per l’assistenza nella “acuzie” e “lungo termine”, formazione degli infermieri, operatori, familiari e badanti, ed infine supportare le famiglie (o i caregiver) mediante il sostegno psicologico e il counseling. Dott. Giuseppe Gambina Resp. Unità Semplice Centro Alzheimer e disturbi cognitivi (UOC di Neurologia) Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona

Centro Decadimento Cognitivo

N. telefonico di riferimento del centro

Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona

Sede Borgo Trento 045-8122543 Sede Borgo Roma 045- 8124285 3a Geriatria 045-8123218

848242200

Ospedale “Fracastoro” San Bonifacio

Geriatria 045 613 8661

848242200

Azienda ULSS 20, Verona

Palazzo della Sanità 045-8076022

848242200

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N. telefonico per prenotare prima visita neurologica/geriatrica



dermatologia

La diagnosi del melanoma cutaneo è uno dei tumori più temuti. Decisive prevenzione e osservazione della pelle

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l melanoma cutaneo è un tumore maligno che origina dai melanociti della cute e delle mucose. Per la sua elevatissima tendenza invasiva è considerato, da un punto di vista biologico, tra i tumori più maligni. Rarissimo prima della pubertà, colpisce prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 e i 60 anni, con un picco intorno ai 40-50 anni. In Italia l’incidenza attuale è compresa tra 9 e 14 casi/ anno/100.000 abitanti con valori più elevati nelle regioni del nord. Tassi di incidenza 3-4 volte superiori si osservano in Australia, negli Stati Uniti e in alcune popolazioni del Nord Europa. Presenta una crescita costante in tutto il mondo e la sua incidenza è addirittura raddoppiata negli ultimi dieci anni mentre la mortalità si è mantenuta costante, soprattutto grazie alla diagnosi precoce. La prognosi di questa neoplasia è buona o ottima se la diagnosi è precoce (melanoma sottile) mentre è decisamente severa e spesso infausta se si identifica tale tumore in fase avanzata (melanoma spesso, metastasi in atto), anche in relazione alla scarsa risposta del melanoma metastatico ai vari protocolli terapeutici. L’indice prognostico più importante, in assenza di metastasi alla diagnosi, è tuttora rappresentato dallo spessore del tumore, che è inversamente correlato alla sopravvivenza. Una diagnosi precoce deve pertanto riuscire ad identificare lesioni piccole anche nel contesto di molti nevi od altre lesioni pigmentate (cheratosi seborroiche, lentiggini solari). I nei (o nevi) sono macchie o rilievi della pelle di colorito variabile (dal rosa al nero). Sono normalmente 32 : settembre, ottobre 2012

presenti sulla pelle di ognuno in numero estremamente variabile (da poche unità a centinaia); la loro grandezza è perlopiù inferiore a 6 millimetri. Circa il 2% dei nei sono congeniti (presenti alla nascita); gli altri (nei acquisiti) compaiono durante tutta la vita, ma specialmente alla pubertà. La stimolazione dei nei si ha anche per effetto dell’esposizione al sole (soprattutto delle scottature) che deve essere pertanto graduale, tener conto dell’età del soggetto e del tipo di cute, dell’uso di farmaci che potenziano gli effetti dei raggi ultravioletti (UV), del tipo di abbigliamento e delle condizioni ambientali. Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde (dalle 11 alle 16), soprattutto nell’infanzia e di abusare delle lampade abbronzanti. Il melanoma cutaneo è un tumore di aspetto simile ai nei che può insorgere sia su pelle sana, sia su un neo (specie se congenito); è abbastanza raro ed eccezionale prima dei 20 anni. I soggetti a maggiore rischio sono quelli con carnagione ed occhi chiari, capelli rossi/biondi, che si scottano facilmente al sole e non si abbronzano mai o con molta difficoltà. Altri fattori di rischio sono la familiarità per melanoma, la presenza di nevi congeniti, soprattutto di grandi dimensioni (>20 cm), o di molti nevi (>30) e/o di nevi irregolari “atipici”. I tumori non uccidono in un giorno (hanno bisogno di tempo per farlo): essi infatti originano da una singola cellula che “impazzisce” e comincia a riprodursi senza alcun controllo, fino a quando dopo anni travolge le nostre difese. Di melanoma si guarisce a patto di asportarlo precoce-


A Asimmetria Le due metà non sono uguali

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Bordi Irregolari Frastagliati A carta geografica

Colore Più colori nella stessa macchia o neo (rosso, nero, marrone, bianco)

D Dimensioni Superiore a 5mm

E Evoluzione Dimensioni raddoppiate in 6-8 mesi Comparsa di A, B, C e/o D, prurito, arrossamento

mente. Non vi è alcun rischio nell’asportare un neo e sottoporlo ad esame istologico: l’asportazione è invece la sola garanzia di non avere un ospite indesiderato. Si può prevenire osservando periodicamente, almeno ogni 3 mesi, la propria pelle utilizzando degli specchi o avvalendosi di qualche familiare, con l’ausilio di fotografie e delle varie parti del corpo da utilizzare come confronto e facilmente effettuabile a domicilio con una semplice macchina fotografica digitale. Esistono dei criteri (A,B,C,D,E) per accorgersi se qualcosa cambia, ma ovviamente bisogna conoscere la situazione precedente. Di grande aiuto è, per il dermatologo, la demoscopia ad epiluminescenza, una tecnica non invasiva e di rapida esecuzione

che consente un ingrandimento delle lesioni cutanee pigmentate e l’osservazione delle caratteristiche microscopiche sino ad oltre la giunzione dermoepidermica. Tale esame viene effettuato di routine durante le visite per la valutazione di nevi e lesioni pigmentate cutanee. La mappatura videodermatoscopica è invece una metodica di secondo livello, previo screening dermatologico, e da riservare solo agli individui con importanti fattori di rischio e numerosi nevi clinicamente atipici.

Fig.1: Melanoma cutaneo che presenta clinicamente tutte le caratteristiche ABCDE. La lesione era riferita comparsa da circa 2 anni ed in accrescimento e modificazione.

Fig. 2: Osservazione della lesione precedente con la dermatoscopia ad epiluminescenza.

Dott. Paolo Rosina UOC di Dermatologia Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata - Verona

settembre, ottobre 2012 : 33


endocrinologia

La tiroide dallo screening neonatale all’età di transizione A Verona attivo dal 1982 il Centro per le Malattie Metaboliche Neonatali presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata

L

a tiroide è la prima ghiandola endocrina ad apparire nell’embrione umano: già a partire dall’ottava settimana di gestazione, è presente, infatti, un abbozzo di tessuto tiroideo. Gli ormoni tiroidei incidono sull’equilibrio globale dell’organismo, ne influenzano l’attività metabolica e lo sviluppo complessivo. Nell’infanzia un deficit di azione degli ormoni tiroidei si evidenzia in modo assai diverso rispetto alle forme che insorgono in epoca successiva, ma soprattutto le conseguenze a distanza sono molto più gravi, con danni cerebrali irreversibili. D’altra parte anche un eccesso di ormoni tiroidei durante il periodo critico dello sviluppo cerebrale può dare luogo ad alterazioni della crescita del cervello e dello sviluppo mentale oltre a disturbi cardiocircolatori e metabolici. IPOTIROIDISMO CONGENITO In Italia, in base allo screening neonatale, l’Ipotiroidismo Congenito ha un’incidenza di circa 1 34 : settembre, ottobre 2012

caso ogni 2.036 nati vivi (per macroaree: Nord 1:3.588, Centro 1:2.113, Sud 1:1.911). Tutte le regioni italiane sono coperte dallo screening neonatale che si effettua con dosaggio nella quarta-quinta giornata di vita del TSH da sangue capillare prelevato dal tallone. Per la Regione Veneto lo screening neonatale dell’Ipotiroidismo Congenito viene eseguito, insieme ad altri tipi di screening neonatali, presso il Centro per le Malattie Metaboliche Neonatali della Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Il Centro è attivo dal 1982 e ha operato lo screening ormai in circa 2 milioni di neonati del Triveneto. Se un neonato risulta positivo allo screening, viene segnalato al punto di nascita che deve determinare, su siero, il TSH e gli ormoni tiroidei (FT4, FT3) per la conferma della diagnosi. È così possibile diagnosticare precocemente la malattia e iniziare il trattamento sostitutivo entro i primi 16 giorni di vita.


IPOTIROIDISMO ACQUISITO L’Ipotiroidismo che insorge dopo la nascita, è una patologia generalmente giovanile. La reale incidenza e prevalenza, in Italia non è ben documentata, il picco sembrerebbe tra i 16-19 anni. Si manifesta clinicamente con svogliatezza, sonnolenza e torpore mentale, aumento di peso, ritardo di crescita, ritardo di età ossea e dentaria, intolleranza al freddo, disturbi dello sviluppo puberale e irregolarità mestruali. Tutte le manifestazioni cliniche sono reversibili con la terapia sostitutiva e si ottiene anche una buona ripresa della crescita. TIROIDITE AUTOIMMUNE La tiroidite autoimmune è la più comune patologia endocrina pediatrica ed è la più comune causa di gozzo lieve o moderato e di ipotiroidismo acquisito. Si calcola una incidenza dell’ 1-2% nei ragazzi in età scolare e tipica è la comparsa in età puberale e adolescenziale (tra i 10 e i 14 anni) con maggiore incidenza nelle femmine . La sua frequenza è maggiore nelle sindromi di Turner, di Down e di Klinefelter e in soggetti affetti da altre patologie del sistema immunitario (diabete, celiachia, psoriasi, vitiligine). L’evoluzione della malattia può essere sia verso la remissione spontanea, in circa un terzo dei casi, sia verso l’ipotiroidismo nei restanti casi (nella seconda e terza decade di vita). IPERTIROIDISMO L’ipertiroidismo è dovuto all’eccesso di ormoni tiroidei nel circolo ematico. La malattia di Basedow è responsabile di circa il 95% dei casi di ipertiroidismo in età pediatrica ed è strettamente correlata con la tiroidite cronica linfocitaria. E’ una malattia rara in età pediatrica, con una incidenza di 0.8 casi per 1.000.000 di abitanti tra 0 e 15 anni. L’esordio avviene nel 70 % dei casi in età adolescenziale ed è 6 volte più frequente nelle femmine. settembre, ottobre 2012 : 35


carcinomi della tiroide sono i più comuni tumori endocrini in età pediatrica e rappresentano lo 0.5-3% di tutti i tumori maligni. Il rischio che un nodulo in un bambino sia di natura maligna è 4 volte maggiore che negli adulti. E’ più frequente fra i 7 e gli 11 anni, con prevalenza per il sesso femminile. La diagnosi è spesso assai tardiva anche perché non è sempre un nodulo tiroideo ad attirare l’attenzione ma la presenza di un linfonodo ingrossato nella gione del collo. Il trattamento di scelta è chirurgico, in casi selezionati si utilizzerà la terapia con iodio radioattivo.

Le forme che compaiono in eta’ prepubere sono in genere piu’ aggressive e piu’ difficili da trattare rispetto a quelle che si manifestano nell’adolescenza. La cura della malattia di Basedow può essere attuata con la terapia farmacologica e, nei casi resistenti e selezionati, con la chirurgia e con il radioiodio. La terapia farmacologia è considerata di prima scelta e deve essere continuata per almeno 3 o 4 anni e poi ridotta progressivamente. IPERTIROIDISMO NEONATALE L’ipertiroidismo neonatale è raro e si riscontra alla nascita o nelle prime settimane di vita neonatali in neonati da madri con morbo di Basedow (1 ogni 70 casi). La malattia è transitoria ma può durare anche da 2 a 6 mesi e, pur essendo transitoria, ha una significativa mortalità (15-20 %) in epoca neonatale, ma la prognosi, superato questo periodo, è eccellente. NODULI E NEOPLASIE TIROIDEE Noduli semplici e multipli della tiroide sono un reperto non frequente in età pediatrica e il primo obiettivo è di escluderne la malignità tramite un agoaspirato sotto guida ecografica. La prevalenza di malignità è stimata del 30-40%. I 36 : settembre, ottobre 2012

Conclusioni I primi pazienti con ipotiroidismo congenito diagnosticati con lo screening neonatale alla sua introduzione hanno ormai raggiunto l’età adolescenziale e in alcuni casi adulta e quindi, dopo l’endocrinologo pediatra devono essere seguiti dal medico endocrinologo dell’adulto. Non esiste un “momento” preciso, anche se molti considerano i 16 anni oppure l’età in cui viene lasciata la scuola, come età a cui fare riferimento in modo flessibile, poiché ciò che conta è la maturità raggiunta dall’adolescente nella gestione della propria malattia. E quindi fondamentale la collaborazione tra l’endocrinologo pediatra e l’endocrinologo che ne dovrà assumere l’incarico dopo l’adolescenza. Questo è quello che si sta facendo all’interno della Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, in collaborazione tra la Struttura Semplice Funzionale di Endocrinologia e Metabolismo (prof. Franco Antoniazzi e dott.ssa Rossella Gaudino) presso la Pediatria e la Medicina Generale Endocrinologia diretta dal dott. Roberto Castello, con un ambulatorio integrato della fase di transizione già operativo da oltre un anno. Prof. Roberto Castello Direttore U.O.C di Medicina Generale Endocrinologia Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata - Verona


otorinolaringoiatria

Occhio... all’orecchio! Caldo, umidità e traumi possono provocare patologie infiammatorie

U

na della patologie infiammatorie più frequenti che riscontra lo specialista, il medico di base o il pediatra nel loro ambulatorio nei mesi estivi è l’otite esterna. Il primo a descriverla fu Mayer nel 1844 ma fu studiata a fondo solo durante la seconda guerra mondiale, a causa dell’elevata incidenza fra la truppe americane stanziate nel sud Pacifico. Essa colpisce prevalentemente nei mesi estivi nei climi temperati e in ogni periodo dell’anno nei climi più caldi. Interessa ogni anno circa il 4 per mille delle persone e si calcola che circa il 10% soffra di almeno un episodio nell’arco della vita. Generalmente colpisce un solo lato e solo nel 10% dei casi interessa entrambi gli orecchi. I fattori di rischio sono l’umidità elevata, le calde temperature, traumi locali dell’orecchio esterno (cotton fioc o altri oggetti usati impropriamente), la macerazione della cute e l’esposizione all’acqua (tanto che negli USA viene anche chiamata otite dei nuotatori), specie se con elevato contenuto batterico. Altri fattori sono il condotto uditivo stretto, la completa assenza di cerume, l’ambiente alcalino del condotto uditivo (determinato dall’uso di shampoo e saponi a ph elevato) e l’uso di protesi acustiche. I germi più frequentemente isolati sono lo pseudomonas aeruginosa (38%), stafilococco epidermidis (9%) stafilococco aureus (8%); i funghi sono stati isolati solo nel 2% dei casi. I sintomi predominanti sono il dolore, talvolta intenso ed esacerbato dalla trazione del padiglione auricolare, edema della cute e della membrana timpanica e presenza di secrezioni sierose o purulente che determinano un senso di pienezza auricolare e talvol-

ta una modesta perdita uditiva di tipo trasmissivo. La diagnosi viene formulata con l’esame otoscopico che può essere problematico a causa del dolore e dell’edema; in tal caso il paziente deve essere trattato con farmaci per ridurre l’infiammazione e l’edema e rivisto successivamente. La diagnosi differenziale va posta con la foruncolosi del condotto, con l’otite media e con la mastoidite. La visualizzazione della membrana timpanica aiuta il medico a differenziare l’otite media, nella quale la membrana è perforata, dall’otite esterna; tuttavia, come già detto, la visualizzazione della membrana timpanica può essere impossibile a causa dell’edema e della secrezioni. Il trattamento di prima linea si avvale di antibiotici e cortisonici per via topica, mentre l’uso di antibiotici per via generale previo esame colturale ed antibiogramma, va riservato alle forme complicate e ai pazienti ad alto rischio, come i diabetici e i pazienti immunocompromessi Dott. Franco Barbieri Direttore UOC di Otorinolaringoiatria Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata - Verona

settembre, ottobre 2012 : 37


associazioni

118 Verona, venticinque anni al servizio della città Un milione e mezzo di interventi, 18 milioni di chilometri percorsi dai mezzi di soccorso in questi 25 anni

I

l SUEM 118 di Verona compie venticinque anni e li ha festeggiati sabato 15 settembre con un Convegno che ha avuto luogo presso la Sala Auditorium della Gran Guardia. Dopo il saluto delle autorità è avvenuta dal parte del direttore Alberto Schonsberg la presentazione

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delle attività e dei programmi futuri del SUEM. E’ seguita in piazza Brà l’inaugurazione di una nuova automedica con atterraggio di un elicottero. Il 118 di Verona è il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica per la Provincia e costituisce un vero e proprio sistema per la gestione


di tutte le emergenze sanitarie. Il servizio copre un’area di 3097 km quadrati, con una popolazione di oltre 950.000 abitanti, con punte stagionali molto più elevate, servita da 8 ospedali pubblici e 2 strutture private convenzionate, compresi in 3 Unità Locali Socio Sanitarie e una Azienda Ospedaliera. La Centrale Operativa provinciale è il cuore del sistema: il coordinamento è garantito da un rapporto ormai consolidato, e regolamentato con specifici protocolli operativi, con le strutture di riferimento delle tre ULSS della Provincia, individuate nei servizi di Pronto Soccorso e nelle sedi degli Enti che operano nel soccorso sanitario. La Centrale Operativa riceve le chiamate e, sulla base delle informazioni fornite dall’utente, attiva il mezzo di soccorso più idoneo e territorialmente competente. Al sistema fanno capo oltre 40 basi ambulanze, ubicate presso gli ospedali, i servizi di Pronto Soccorso, le sedi degli Enti di volontariato e ditte private, nonché la stazione del Soccorso Alpino di Verona. Verona è inoltre uno dei poli regionali dell’elisoccorso. L’elicottero, che ha base presso il Lungadige Attiraglio, con a bordo un’èquipe di rianimazione e tutto il materiale sanitario necessario per la terapia intensiva, interviene in ambito provinciale ed extra-provinciale in supporto ai mezzi che operano via terra. La Centrale Operativa, che monitorizza costantemente la situazione dei posti letto di area critica, è in grado inoltre di garantire il ricovero del paziente direttamente dal luogo di insorgenza della patologia acuta all’ospedale più idoneo ad effettuare le procedure di diagnosi e terapia. Il SUEM 118 (Servizio 118 Verona Emergenza) ha i seguenti compiti: raccogliere e coordinare le richieste di intervento sanitario, assistendo l’utente sino all’arrivo dei soccorsi organizzati; utilizzare le risorse più appropriate (risposta modulabile), in base alla gravità dell’evento; monitorare le risorse disponibili (mezzi, equi-

pe, posti-letto); organizzare e gestire le macro e maxi-emergenze; assumere iniziative formative nel campo dell’emergenza extra-ospedaliera; trasporto trapianti organo Il SUEM si caratterizza per la necessità di coordinare un sistema complesso (l’emergenza territoriale ed in particolare l’interfaccia “efficiente” fra emergenza territoriale e rete ospedaliera). Tale sistema comprende un insieme di soggetti eterogenei, per formazione, complessità di prestazioni, appartenenza organizzativa eccetera. Il SUEM, per il coordinamento delle sue attività, si rapporta tramite specifici protocolli di intervento con le Associazioni di Volontariato che collaborano al soccorso sanitario e con gli Enti preposti al soccorso tecnico (Vigili del Fuoco, Forze di Polizia, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, Capitanerie di Porto Protezione Civile, Argo 91 Cinofili). Le strategie di intervento del SUEM si sviluppano nei seguenti ambiti: Formazione: intesa sia come formazione “certificante” (abilitazione ad effettuare servizi e prestazioni, es. BLS, ALS ecc.), che come formazione “in servizio”. A questo secondo ambito appartiene l’elaborazione di “linee guida” clinico-organizzative per gli operatori. Sulla base di linee guida – che sono strumento essenziale di miglioramento della qualità in un sistema complesso - è possibile un miglior controllo e coordinamento del sistema Controllo: sia di ottemperanza alle normative da parte dei soggetti (Croci ecc.) sia, in particolare, di applicazione di protocolli organizzativi. L’elaborazione di questi ultimi – che sono veri e propri “regolatori” del sistema - è funzione essenziale della Direzione SUEM; Expertise tecnica a stakeholders: nella pianificazione delle risorse territoriali (es. mezzi ed equipe sul territorio), nella elaborazione di piani sanitari (es. eventi sportivi) ecc.; Sensibilizzazione del pubblico: per la diffusione di una “cultura dell’emergenza” (es. importanza di RCP precoce, modalità di chiasettembre, ottobre 2012 : 39


mata al 118 ecc.); Sviluppo di progetti finalizzati a maggiore efficienza del sistema: un esempio è il progetto relativo ad una rete territoriale integrata, comprensiva di telemedicina, per l’accesso tempestivo e facilitato di pazienti con STEMI (ST Elevated Miocardial Infarction) a centri di angioplastica. In coerenza con l’obbiettivo “Ospedale senza dolore”, sul territorio viene data sempre più enfasi ad un approccio al malato con l’obbiettivo di una minore sua “sofferenza”. Attivazione area est Ulss 20 della rete S.T.R.O.K.E e S.T.E.M.I Utilizzazione di banca dati informatici al fine di produrre degli indicatori, utilizzabili per una valutazione del sistema. Da quando, 25 anni fa, nel luglio 1987, 40 : settembre, ottobre 2012

nasceva “Verona Emergenza”, il primo servizio di elisoccorso nel Veneto, l’elisoccorso veronese ha compiuto 15.000 missioni con quasi 8000 ore di volo. La Centrale Operativa di Verona ha effettuato nel 2011 circa 72.000 soccorsi. Le telefonate fatte al Suem in ingresso ed uscita sono state 335.000 (1 chiamata ogni 94 secondi).L’obiettivo prioritario è oggi quello di creare una squadra per perseguire obbiettivi condivisi. A tal fine si è insediato a febbraio 2012 il“governo clinico” del 118 con la formazione di un piccolo “senato”, organismo formato da 4 infermieri anziani che settimanalmente si riuniscono assieme alla direzione per discutere i temi più importanti. Tutti gli operatori


del 118 sono coinvolti a vari livelli nella gestione delle problematiche che investono l’organizzazione. In tema con la razionalizzazione sulla spesa pubblica è stato messo a punto un sistema che permetterà a fine d’anno di rientrare con una somma importante in seno al trasporto ordinario. Il 118 ha anche contribuito alla stesura di un Protocollo Aziendale per recuperare gli eventuali oneri dovuti per richieste di intervento non congrue. Sempre in ambito di ottimizzazione delle risorse, è in via di ultimazione una procedura per l’utilizzo dei farmaci da parte degli enti convenzionati ed in gara. Con il contributo del Comune di Verona, della Concessionaria Vicentini e dell’Ottica Benetti, è stata acquistata una nuova auto medica. L’attivazione di questo nuovo mezzo è prevista entro la fine dell’anno a potenziamento della copertura medica della città. Il raggiungimento di questo obbiettivo è stato possibile grazie alla sinergia tra Ulss 20, Azienda Ospedaliera ed Università. E’ stato ultimato un protocollo per la Maxiemergenza con mappatura dei posti letto disponibili all’uopo da parte di tutti gli Ospedali e di tutti i Piani di Emergenza Interni. E’ in via di ultimazione il Protocollo Operativo del Sistema 118 della Provincia di Verona, condiviso con le altre Ulss e con l’Azienda Ospedaliera. E’ stato formalizzato un protocollo con la Continuità Assistenziale attraverso anche un incontro di tutti i medici all’Ospedale di S.Bonifacio. E’ stato concordato con la Protezione Civile un Protocollo di intesa per i soccorsi in montagna nelle strade innevate. Si è contribuito assieme al Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale al perfezionamento del Documento Unico Valutazione Rischi Interferenti (DUVRI) per l’elisoccorso. Sono stati formalizzati (o sono in via di definizione) protocolli di intesa e di collaborazione con: la Psichiatria per il paziente agitato e non gestibile in maniera routinaria, con la Polizia riguardo

agli interventi in comunione su soggetti violenti, con la Guardia Costiera per gli interventi sul lago di Garda, con le Ferrovie dello Stato in tema di sicurezza per la galleria di Ceraino, con la Prefettura in tema di sicurezza per l’Airliquid, con tutte la cardiologie della Provincia per la trasmissione degli ECG da parte dei mezzi di soccorso. Avendo l’obbiettivo di un continuo miglioramento delle prestazioni erogate al cittadino, il 118 ha superato l’accreditamento regionale con punteggio massimo. Inoltre, con l’ufficio Qualità dell’Azienda Ulss 20 il 118 sta completando l’iter per il raggiungimento dell’accreditamento di eccellenza con Canadian Accreditation. Con l’acquisizione entro l’anno di nuovo unità operativa medica si raggiungeranno gli obbiettivi per un maggiore e più efficiente controllo sulla qualità del soccorso territoriale e sulla formazione. Entro l’anno è in progetto di avere un riscontro diretto dalla popolazione sul funzionamento del 118 con dei questionari che verranno somministrati via mail ai cittadini soccorsi. E’ stato attivato ed è in continua evoluzione il sito web: www.118verona.it attraverso il quale il cittadino può fruire delle news sanitarie più importanti. Inoltre tutti gli operatori autorizzati, con l’apposita password, potranno acquisire ed immettere informazioni direttamente on line per l’area operativa. Sul portale è inoltre possibile visualizzare in tempo reale la mappatura di tutti i Defibrillatori di Verona e Provincia con l’ubicazione precisa degli apparati. E’ in fase di sviluppo una applicazione per smart-phone in grado di fornire agli utilizzatori la posizione del defibrillatore più vicino ed il percorso più breve per arrivarci. Per garantire sempre maggiore qualità al Servizio è stato creato un data base con i nominativi delle persone autorizzate all’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici di Verona e Provincia. Ci.Ca settembre, ottobre 2012 : 41


AGOPUNTURA

Quando non c’erano gli aghi… c’era già l’agopuntura! Il Dott. Rosario Pugliarello ci racconta i segreti e ci spiega gli impieghi di questa antichissima pratica

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elci acuminate, rami e pezzi di osso appuntiti risalenti all’Età della Pietra; e ancora, un testo datato 1650 a.C. in cui l’imperatore Huang Di suggerisce l’agopuntura come cura per i suoi sudditi che erano malati e quindi non pagavano le tasse… Infine la scoperta del metallo grazie a cui gli aghi si assottigliano e diventano strumenti terapeutici utilizzabili anche in punti del corpo prima considerati mortali… Dott. Pugliarello, come nasce l’agopuntura? Terapia dalle origini incerte, pare che la sua culla fosse in India, e solo grazie ai pellegrinaggi dei frati, sia poi giunta in Cina, e da lì si sia diffusa. Anche la leggenda ci viene in aiuto… In una battaglia tra tribù nemiche un guerriero, bloccato da un grosso dolore alla gamba e impossibilitato perciò a partecipare alla contesa, superò il dolore grazie al provvidenziale arrivo di una pietra scagliata proprio sul suo tallone. Dopo il colpo ricevuto l’uomo si era sentito inspiegabilmente sollevato dal male, tanto da poter combattere. Come agisce e dove colpisce l’agopuntura? Questa terapia di tipo energetico non è una panacea per tutti i mali. Con l’agopuntura si punta a curare il malato e non la malattia. L’obiettivo dello stimolo al soggetto tramite infissione di aghi è riportare l’equilibrio energetico nell’individuo, ciò che la medicina tradizionale definisce “omeostasi”. In una 42 : settembre, ottobre 2012

condizione omeostatica, il paziente è in grado di curare se stesso. Cosa succede con l’agopuntura? Stimolando alcuni punti dell’organismo li si attiva come autentici interruttori della luce. La stessa cosa avviene nel nostro organismo nel caso dei livelli energetici: se l’energia è troppa o scarseggia, siamo in una situazione di squilibrio e gli stimoli dell’agopuntura riportano l’energia “dove c’è poca luce” e la tolgono “dove la luce è troppo forte”. Così l’individuo ritrova una condizione di normalità, per far fronte autonomamente ai propri mali, anche nelle patologie dolorose. L’agopuntura si rivela quindi una base di partenza importante per affrontare la malattia, con l’obiettivo di superarla.

Dott. Rosario Pugliarello


Se l’agopuntura ha tutti questi benefici, perché è ancora una medicina “di nicchia”? Purtroppo ci sono degli interessi che puntano a non cambiare questa situazione. Come per altre discipline non scientificamente “sdoganate” anche per l’agopuntura si fa ancora troppo poco affinché rientrino nei protocolli di cura ufficiali. Ma se a distanza di migliaia di anni l’agopuntura è sempre sulla breccia, e si pone futuri obiettivi ambiziosi, qualcosa si sta muovendo. L’agopuntura è pratica molto diffusa anche nella lotta contro il tabagismo... Il livello di successo per il tabagista che voglia smettere di fumare attraverso l’agopuntura è alto. Ma siamo di fronte a un’eccezione: infatti per vincere il vizio del fumo, l’agopuntura provoca una situazione di “squilibrio” ad hoc. Per contrastare il tabagismo, bisogna creare una condizione di “pieno polmonare” ovvero, si fa in modo che l’energia occupi gran parte del polmone, per cui il fumatore, quando inspira il tabacco, trova già una saturazione che gli provoca una repulsione più o meno intensa al fumo. Se, nonostante questa repulsione che causa nausea, insofferenza, giramenti di testa, il soggetto continua a fumare, è evidente che la sua volontà è più forte dell’aiuto offerto dall’agopuntura e in tal caso si alza bandiera bianca… Il “pieno polmonare” invece non vale nel caso degli sportivi: grazie all’agopuntura (priva di farmaci) e a una precisa tecnica respiratoria, l’atleta smaltisce tossine e affaticamento nel minor tempo possibile, per ripristinare le condizioni ideali a sopportare ulteriori carichi di lavoro. Quanto è diffusa la pratica dell’agopuntura in Italia rispetto al resto del mondo? Molto poco, nonostante qualche progresso fatto dopo l’ingresso in Europa. L’agopuntura non è ancora una disciplina ufficiale negli atenei. Insegno all’Università di Milano al corso di perfezionamento ai medici già specialisti in agopuntura, e questo è l’unico istituto riconosciuto dall’OMS.

Se l’agopuntura fosse una disciplina ufficialmente riconosciuta e insegnata, sarebbe inserita come cura medica in ambito ospedaliero e si inizierebbe finalmente a fare sperimentazione, seguendo persone ospedalizzate che affrontano patologie molto importanti. Questo è l’obiettivo futuro… speriamo di raggiungerlo al più presto. Patrizia Zanetti settembre, ottobre 2012 : 43


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centro polifunzionale

Don Calabria? Yes, We Care! Presso la struttura di Via San Marco è possibile aderire a corsi e iniziative legate allo sport e al benessere, con attrezzature all’avanguardia

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l Centro Polifunzionale Don Calabria è una delle molteplici opere sociali educative e sanitarie promosse dalla Congregazione Poveri Servi della Divina Provvidenza. Il Centro è in via S. Marco presso una vasta area della zona nord di Verona, dove viene svolta al meglio la mission di valorizzare ciascuna persona intervenendo in modo completo sulle sue necessità e potenzialità. Punti qualificanti del Centro Polifunzionale sono l’integrazione tra le diversità, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi, la valo-

rizzazione delle attitudini personali, la presa in carico globale della persona, la collaborazione ed il raccordo dei diversi sistemi. Al fine di raggiungere in modo sempre migliore i propri obiettivi, il Centro ha voluto potenziare le proposte di attività del Polisportivo, che offre ampi spazi per praticare attività motoria e sportiva, con interventi di prevenzione mirati ad ottenere benessere e salute, ma anche con vivaci proposte per potenziare il proprio fisico e trascorrere momenti di svago. La direzione è affidata al Dott. Roberto Filippi-

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ni, Medico dello Sport, con pluriennale esperienza nell’ambito delle società sportive, che coordina l’attività di operatori di alto livello professionale laureati in scienze motorie. Il Polisportivo offre la possibilità di praticare sport quali pallavolo, calcio, basket usufruendo di un palazzetto e di campi da calcio esterni in sintetico con invaso naturale. Inoltre, pensando alle varie tipologie di utenza e sfruttando dei percorsi mirati a ciascuna esigenza, presenta queste proposte per il nuovo anno: - percorsi per la mamma ed il neonato: corsi preparto, postparto, acquanido ed acquaticità; - fitness in palestra ed in piscina: acquagym, idrobike, idroginnastica, G.A., pilates, circuito benessere; - altre attività sportive: karatè, danzaterapia, multisportiva, scuola di karatè - nuoto: acquaticità, scuola nuoto ragazzi e adulti, preagonistica, master, acquagoal, avviamento alla subacquea; - attività fisica adattata rivolta a persone con: sclerosi multipla, Parkinson, Alzhaimer, esiti di ictus, lesioni midollari e traumi cranici, osteoporosi e osteopenia, proposte per il benessere delle persone anziane; - attività estiva per bambini e ragazzi. - una nuovissima palestra cardiofitness con il programma “ We Care” La palestra “ We Care” è dotata di attrezzatura e tecnologia all’avanguardia, anche elettromedicale per attività a ingresso libero, training per sportivi e percorsi wellness, training di rinforzo muscolare e propriocettivo, attività con personal trainer ed attività fisica adattata per persone con sindrome metaboliche, cardiopatie, problematiche cardiorespiratorie e cronicità. Il percorso we care attraverso proposte mirate seguite da operatori specializzati, consente di svolgere un programma di esercizio fisico e 46 : settembre, ottobre 2012

motorio personalizzato con supporto di tecnologie avanzate. Questa nuova palestra dedicata al cardiofitness-wellness, dotata di molti confort, è attrezzata con le più evolute ed innovative soluzioni per l’allenamento muscolare e cardiorespiratorio, tutte certificate e dotate della “chiave wellness system”, un dispositivo che consente di creare e di gestire programmi personalizzati e di registrare e monitorare costantemente il lavoro svolto ed i risultati ottenuti. Una novità proposta nella palestra cariofitness è il treadmil antigravitazionale, un apparecchiatura simile ad un tapis roulant, che


attraverso un innovativo sistema di modificazione della pressione consente di camminare o di correre con un carico ridotto del peso corporeo fino all’80%, rispettando i patterns e la biomeccanica del movimento eccentrico, in assenza di dolore. Personale altamente qualificato e specializzato si prenderà cura dell’utente sia per il mantenimento dello stato di salute, sia per migliorare la sua forma fisica ed il suo benessere globale. Presso il Centro sono attivi anche due Servizi dell’Ospedale Sacro Cuore di Negrar: il Servizio di Riabilitazione Ortopedica e il Centro di Medicina e Traumatologia dello Sport e collabora per i corsi preparto con il Reparto di Ostetricia e Ginecologia. Il Centro di Medicina e Traumatologia dello Sport dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria

è in grado di offrire un servizio integrale non solo all’atleta professionista ma anche alle società, alle associazioni sportive e ai singoli che operano nei settori amatoriale e dilettantistico. Il Servizio è diviso in quattro livelli: 1) Certificazioni di idoneità e valutazioni medico-sportive 2) Accertamenti cardiologici di primo e secondo livello 3) Valutazioni funzionali generali e specifiche dell’atleta 4) Ambulatorio di traumatologia sportiva con Servizio di Riabilitazione La struttura è dotata di ampio parcheggio, è funzionale, confortevole ed accessibile. Marina Soave info: www.centrodoncalabria.it settembre, ottobre 2012 : 47


gastroenterologia

Gastrite: una patologia, tante cause Acuta, cronica, infettiva, clemmonosa, atrofica. Stiamo parlando di gastrite, una infiammazione gastrica dalle diverse sfumature

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pesso, di fronte ad un paziente che manifesta nausea, difficoltà digestiva, dolori epigastrici e pirosi, il medico è portato a banalizzare e parla di gastrite, cercando di curare la sintomatologia senza davvero affrontare il problema della diagnosi e soprattutto della diagnosi differenziale. Infatti il dolore epigastrico, per esempio, è un sintomo aspecifico che talvolta può essere attribuito

Dott. Luciano Biti

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a problemi delle vie biliari piuttosto che ad una cardiopatia ischemica, fino all’infarto del miocardio: quindi bisogna sempre fare le parti e cercare di stabilire un orientamento diagnostico il più preciso possibile. Un atteggiamento corretto, di come affrontare il problema è quello di riconoscere ed affermare che il termine di gastrite può essere attribuito solo quando l’infiammazione gastrica è documentata istologicamente. Le gastriti vengono classificate sulla base del decorso temporale in acute e croniche, delle caratteristiche istologiche, della distribuzione anatomica e delle cause che le generano. Le più comuni cause di gastrite acuta sono le infezioni: i sintomi che si presentano sono caratterizzati da un improvviso dolore epigastrico, nausea e vomito, come, per esempio, nella gastrite acuta da H. Pylori. Questa forma, se non trattata, può evolvere in una gastrite cronica. Altre forme di gastrite acuta possono essere quella flemmonosa, micobatterica, luetica, virale, parassitaria e micotica; generalmente si manifestano nei pazienti immunocompromessi come i malati di AIDS. Nella gastrite acuta l’esame istologico mostra un marcato infiltrato di neutrofili con edema ed iperemia.


Al contrario la gastrite cronica è caratterizzata istologicamente da un infiltrato di cellule infiammatorie, costituito da linfociti e plasmacellule, con pochi neutrofili. La gastrite cronica si manifesta come una forma superficiale per poi divenire gastrite atrofica nella quale l’infiltrato infiammatorio si estende più in profondità nella mucosa con progressiva distorsione e distruzione delle ghiandole. L’evoluzione finale è l’atrofia gastrica con strutture ghiandolari perse e scarsità di infiltrato infiammatorio. Le forme di gastrite atrofica cronica sono quelle di tipo A (autoimmune con predominante coinvolgimento del corpo gastrico) e di tipo B (correlata all’infezione da H. Pylori con un predominate cooinvolgimento dell’antro). Tipo C indeterminata. Esistono altre forme rare di gastrite cronica come quella linfocitica, eosinofila, nella malattia di Crohn, nella sarcoidosi e la gastrite granulomatosa isolata. La diagnosi impone l’esecuzione di esame endoscopico con biopsia e l’esame istologico sarà diri-

mente per diagnosi, trattamento e prognosi. Generalmente il trattamento è volto all’eliminazione delle complicanze e della progressione di malattia. Dott. Luciano Biti Direttore Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata - Verona

settembre, ottobre 2012 : 49


VIII con il patrocinio di:

Patrocini richiesti: Ministero della Salute AISF SIGE Ordine dei Medici di Verona

VIII CONVEGNO NAZIONALE AGGIORNAMENTI in EPATOLOGIA e GASTROENTEROLOGIA 15 - 16 ottobre 2012 Verona, Palazzo Gran Guardia

PROGRAMMA

LUNEDI’ 15 OTTOBRE

08:00 - 08:45

Registrazione Presenze

08:45 - 09:10

Apertura dei Lavori e saluto delle Autorità

SESSIONE 1 ATTUALITA’ NELLA GESTIONE DELLE EPATITE CRONICHE VIRALI

MARTEDI 16 OTTOBRE SESSIONE 5

MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI Moderatori:

F. Chilovi (Bolzano), V. Benedini (Mantova)

09:00 - 09:20

Eziopatogenesi delle IBD - M. Vecchi (Milano)

09:20 - 09:40

Quadri anatomopatologici delle IBD - A. Tomezzoli (Verona)

09:40 - 10:10

Terapia delle IBD - F. Rizzello (Bologna)

10:10 - 10:30

Megacolon tossico - F. Ferrara (Bologna)

10:30 - 10:50

Discussione Discussant: F. Leopardi (Verona), L. Lomonaco (Bussolengo - VR)

Moderatori:

G. Fattovich (Verona), P. Toniutto (Udine)

09:10 - 09:30

Terapia antivirale dell’epatite cronica B: nuove evidenze - V. Di Marco (Palermo)

09:30 - 09:50

Profilassi e terapia dell’epatite B nel paziente immunocompromesso: aggiornamento linee guida italiane 2012 - A. Marzano (Torino)

09:50 - 10:00

Discussione Discussant: N. Passigato (Verona), D. Ieluzzi (Verona)

10:00 – 10:20

Gestione terapeutica del paziente con epatite cronica C: dai trials alla pratica clinica A. Mangia (S. Giovanni Rotondo - FG)

INTESTINO TENUE

SESSIONE 6

10:20 - 10:40

Inibitori delle proteasi: dai trials alla pratica clinica - G. Fattovich (Verona)

Moderatori:

R. Castello (Verona), S. Caliari (Verona)

10:40 - 11:00

Costi e sostenibilità dei nuovi farmaci antivirali - C. Cammà (Palermo)

11:10 - 11:30

Celiachia: news - A. D’odorico (Padova)

11:00 - 11:10

Discussione Discussant: A. Tonon (Verona), L. Chemello (Padova)

11:30 - 11:50

Intolleranze alimentari - W. Piubello (Desenzano - BS)

11:50 - 12:10

Discussione Discussant: G. Zanoni (Verona), A. Masotto (Negrar-VR)

SESSIONE 2 MALATTIE EPATICHE AUTOIMMUNI Moderatori:

D. Vergani (London - UK), G. Mieli-Vergani (London - UK), M. Chiaramonte (Negrar - VR)

11:30 - 11:50

Ruolo del genome-wide studies nella definizione delle malattie epatiche autoimmuni P. Invernizzi

11:50 - 12:10

Epatite autoimmune: Ruolo dei linfociti T regolatori nel controllo del danno epatico e implicazioni immunoterapeutiche - M.S. Longhi

12:10 - 12:30

Colangite sclerosante primitiva dell’adulto - A. Burroughs (London - UK)

12:30 - 12:50

Colangite sclerosante giovanile - G. Mieli-Vergani (London - UK)

12:50 - 13:10

Ricorrenza di malattia epatica autoimmune dopo trapianto di fegato - A. Floreani (Padova)

13:10 - 13:30

Discussione

14:30 - 15:00

Lettura: L’impatto delle malattie epatiche in Italia e politica sanitaria: il libro bianco dell’AISF R. Bruno (Pavia) SESSIONE 3

TAVOLA ROTONDA: TUMORI DELLE VIE BILIARI Coordinatore:

N. D’Imperio (Bologna)

15:00 - 15:15

Introduzione - N. D’Imperio (Bologna)

15:15 - 15:30

Radiologia - S. Montemezzi (Verona)

15:30 - 15:45

Endoscopia - A. Fuini (Verona)

15:45 - 16:00

Chirurgia - U. Tedeschi (Verona)

16:00 - 16:15

Radioterapia oncologica - A. Grandinetti (Verona)

16:15 - 16:30

Conclusioni

SESSIONE 7

COLON Moderatori:

U. Tedeschi (Verona), A. Ederle (Verona)

12:10 - 12:30

La malattia diverticolare dal punto di vista medico - S. Caliari (Verona)

12:30 - 12:50

La malattia diverticolare dal punto di vista chirurgico - G. Delaini (Verona)

12:50 - 13:10

Discussione Discussant: F. Franceschini (Isola della Scala - VR), S. Zanni (Verona)

14:30 - 15:00

Lettura: HCC: dalla teoria alla pratica clinica - A. Guglielmi (Verona) SESSIONE 8

ESOFAGO Moderatori:

G. De Manzoni (Verona), V. Di Francesco (Verona)

15:00 - 15:20

Disturbi motori dell’esofago - L. Benini (Verona)

15:20 - 15:40

Trattamento dei casi complessi di reflusso gastroesofageo - F. Ferrara (Bologna)

15:40 - 16:00

Discussione Discussant: S. Adamo (Bussolengo - VR), C. Sembenini (Verona) SESSIONE 9

TAVOLA ROTONDA: TUMORI DEL PANCREAS Coordinatore:

I. Vantini (Verona)

16:15 - 16:30

Clinica - L. Frulloni (Verona)

16:30 - 16:45

Radiologia - S. Montemezzi (Verona)

16:45 - 17:00

Endoscopia - A. Fuini (Verona)

17:00 - 17:15

Anatomia patologica - P. Capelli (Verona)

NAFLD - NASH. LINEE GUIDA EASL

17:15 - 17:30

Chirurgia - C. Bassi (Verona)

Moderatori:

G. Fattovich (Verona), C. Iacono (Verona)

17:30 - 17:45

Oncologia - G. Tortora (Verona)

16:40 - 17:00

Epidemiologia e storia naturale - S. Bellentani (Modena)

17:45 - 18:00

Conclusioni del Coordinatore

17:00 - 17:20

Diagnosi e terapia - E. Bugianesi (Torino)

18:00 - 18:15

Chiusura dei lavori e valutazione ECM

17:20 - 17:40

Discussione Discussant: W. Mantovani (Verona), G.Targher (Verona), A. Tomezzoli (Verona)

SESSIONE 4

50 : settembre, ottobre 2012

Presidente: Dr. Luciano Biti


urologia

Calcolosi all’apparato urinario La calcolosi accompagna da millenni l’uomo. Uno stile di vita corretto però può evitare ed eliminare l’insorgere di questi fastidiosi disturbi

L

a calcolosi dell’apparato urinario affligge l’uomo da millenni: sono stati infatti ritrovati calcoli nelle mummie egiziane ed il più antico calcolo di cui abbiamo notizie risale al 4800 a.C. La calcolosi accompagna tutt’ora l’uomo causandogli non poche sofferenze, anche se queste possono oggi essere curate in modo efficace nella quasi to-

talità dei casi perché come tutte la branche della medicina anche l’Urologia ha fatto innumerevoli progressi sia nella diagnosi che nella terapia della calcolosi, che può essere sia medica che chirurgica. Per la terapia medica sono stati messe a punto strategie sempre migliori; la chirurgia si avvale di tecniche sempre più efficaci e sempre meno

settembre, ottobre 2012 : 51


invasive, tanto da relegare nella storia della chirurgia interventi chirurgici a cielo aperto che fino a non molti anni fa erano considerati non soltanto insostituibili ma anche lo stato dell’arte dell’urologia. Progressi altrettanto importanti sono stati fatti nella comprensione dei fenomeni che causano la calcolosi e ciò permette di impostare una strategia di prevenzione che è ben più importante della terapia in quanto, se è efficace, impedisce la formazione del calcolo. L’urina, prodotta dai reni, è costituita da acqua e da sostanze in essa disciolte. Alcune di queste sostanze, dette litogene (calcio, ossalato, acido urico, fosforo, ecc.), sono poco solubili in acqua e quando la loro concentrazione raggiunge certi livelli, possono aggregarsi sotto forma di cristalli che a loro volta si aggregano formando un calcolo. Questo, all’inizio, ha dimensioni microscopiche e si accresce man mano che vi si aggiungono altri cristalli e può raggiungere dimensioni tali da occupare tutte le cavità di un rene. Nel’urina, per fortuna, ci sono però delle sostanze che inibiscono la cristallizzazione: queste, definite antilitogene, si legano alle sostanze litogene e le rendono più solubili. Tralasciando altri particolari cause di calcolosi, la cui disamina esula da questo ambito, si può in estrema sintesi affermare che un calcolo può formarsi per questi motivi: 1) perché c’è una eccessiva quantità assoluta di sostanze litogene nell’urina (e si parlerà di ipercalciuria, iperossaluria, iperuricuria, ecc.); 2) perché c’è nell’urina una scarsa quantità di sostanze antilitogene rispetto alla necessità; 3) perché c’è poca acqua nell’urina rispetto alle sostanze che in essa devono disciogliersi; 4) perché il pH urinario favorisce la precipitazione dei cristalli. Questi fattori sono sicuramente influenzati dal52 : settembre, ottobre 2012

la dieta e possono inoltre essere influenzati da condizioni anatomiche congenite (malformazioni), da malattie sia dell’apparato urinario che di altri organi, dalla assunzione di farmaci, da situazioni particolari come la gravidanza, l’obesità, il dimagrimento da diete, ecc. In questa sede non è opportuno, perché richiederebbe tempi e spazi che non ci sono consentiti, trattare della terapia medica e chirurgica della calcolosi. E’ più proficuo quindi limitarci ad alcune considerazioni di carattere generale su come prevenire la calcolosi. Considerato che in massima parte la composizione dell’urina è nettamente influenzata dai cibi e dall’acqua che introduciamo nel nostro organismo, agendo sulla dieta si può ridurre l’apporto di sostanze litogene e si può contemporaneamente aumentare la quantità si sostanze antilitogene. Si possono altresì modificare le condizioni chimico-fisiche dell’urina in modo da renderle meno favorevoli alla precipitazione di sali e/o alla loro solubilità. Nei casi in cui la dieta non è sufficiente si potranno aggiungere

Dott. Massimo Occhipinti


degli integratori e/o dei farmaci. Naturalmente bisogna distinguere tra la prevenzione della calcolosi in generale in individui che non hanno mai avuto un calcolo e tra la profilassi delle recidive della calcolosi in soggetti che sono già stati affetti da calcolosi. Nel primo caso è sufficiente mangiare di tutto un po’ e bere una quantità di acqua sufficiente a calmare la sete aggiungendovi “qualche bicchiere” in più, soprattutto quando l’attività fisica o la temperatura aumentano le perdite di liquidi non attraverso l’apparato urinario. Nel secondo caso invece la dieta va stabilita, dallo Specialista, in base alla natura del calcolo e alle esigenze del Paziente, tenendo conto di molteplici fattori, come l’età, il lavoro svolto, eventuali altre malattie concomitanti la necessità di assumere determinati farmaci, che possono a loro volta essere essi stessi concause di formazione di calcoli. Anche l’acqua, in questi casi, va considerata un farmaco e, di conseguenza, l’introduzione di liquidi deve essere corretta sia in termini di quantità , sia in termini di qualità e sia nei tempi di introduzione nel corso della giornata. Uno degli errori più frequenti è rappresentato dalle diete-terapie “fai da te” in quanto il rapporto tra un alimento e la formazione del calcolo non è così immediato come appare a chi non conosce approfonditamente la materia: un esempio paradigmatico è il trattamento della aumentata escrezione di calcio nelle urine (ipercalciuria) che rischia di essere trattata con una dieta povera di calcio, ottenuta eliminando i cibi ricchi di calcio come il latte ed i suoi derivati. Questo è un concetto errato perché l’eccesso di calcio nell’urina non è provocato tanto dal calcio alimentare, quanto piuttosto dalle proteine di origine animale e dal cloruro di sodio (sale da cucina). In caso di ipercalciuria, (che va prima diagnosticata con appositi indagini dallo Specialista) si possono ingerire latte, yogurt e formaggi,

senza eccedere, ma si dovranno decisamente ridurre le quantità di carni, sia rosse che bianche e dei derivati come salumi, insaccati e brodi di carne. Anche le proteine del pesce sono di origine animale, ma sono da considerare migliori perché sono accompagnate da certi acidi grassi che non hanno soltanto proprietà protettive nelle patologie vascolari ma sono anche antilitogeni. Quindi il pesce andrebbe consumato 2-3 volte la settimana. Altra fonte di proteine che spesso viene trascurata è quella fornita dai legumi (fagioli, piselli, lenticchie, fave, ceci, soia) che, non soltanto per questo motivo, dovrebbero far parte della nostra alimentazione. Va inoltre ridotto all’indispensabile l’uso del sale da cucina. Nel caso di aumentata escrezione di ossalati nelle urine (iperossaluria) (anche questa va diagnosticata dall’ Urologo o dal Nefrologo) bisogna eliminare dalla dieta gli elementi ricchi di ossalato (ad esempio spinaci, barbabietole, frutta secca, pane integrale, fette biscottate integrali cacao, cioccolata, the). Poiché però un’altra parte di acido ossalico eliminato con le urine proviene dal metabolismo di alcuni aminoacidi contenuti nelle proteine, in caso di iperossaluria non bisogna eccedere nel consumo delle proteine. Infine, considerato che anche il metabolismo di alcuni zuccheri può generare ossalato, è bene non eccedere nell’uso di zuccheri semplici e sostituire, quando è possibile, lo zucchero comune con dolcificanti cosiddetti dietetici, come la saccarina e l’aspartame, usati comunemente nell’alimentazione dei diabetici. A proposito di zuccheri e delle” diete fai da te” è bene ricordare che il consumo di fruttosio (da molti usato come dolcificante perché ritenuto migliore del semplice zucchero forse perché il nome rimanda ad un alimento naturale come la frutta) è associato ad un aumento pari fino al 38 % del rischio di calcoli urinari. In Pazienti con settembre, ottobre 2012 : 53


deficit di magnesio l’aumentata introduzione di fruttosio provoca un aumento dell’eliminazione di calcio nelle urine. Il fruttosio inoltre è l’unico carboidrato capace di determinare un aumento dell’acido urico nel sangue che può a sua volta aumentare la quantità di acido urico nelle urine (iperuricuria), con conseguente possibile formazione di calcoli. In caso di iperuricuria, poiché l’acido urico proviene dal metabolismo delle purine, sostanze contenute soprattutto negli alimenti di origine animale, bisogna ridurre l’apporto di carni (selvaggina, interiora, estratti di carne, salumi, insaccati) e di alcuni pesci (acciughe, aringhe, sardine, crostacei, molluschi). Per correggere l’insufficiente presenza nelle urine di citrati e di magnesio, cioè per aumentare la quantità di sostanze antilitogene, bisogna consumare alimenti ricchi di tali nutrienti. Come a tutti è noto, anche per una aggressiva politica commerciale dei produttori di acqua minerale, è opportuno per la prevenzione della calcolosi introdurre una certa quantità di acqua. Se si parla di prevenzione della calcolosi in individui sani, ribadiamo che è sufficiente bere una quantità di acqua sufficiente a calmare la sete ed aggiungervi “qualche bicchiere” in più. Nel caso invece di profilassi delle recidive di calcolosi l’acqua va considerata quasi alla stregua di un farmaco e va quindi scelta e dosata con una certa accuratezza. Essa infatti serve non soltanto ad aumentare la quantità di urina con conseguente miglior rapporto tra acqua e sostanze in essa disciolte, ma è utile anche per variare l’acidità dell’urina per migliorarne le capacità antilitogene o, in certi casi, a sciogliere certi tipi di calcoli, con l’aiuto di integratori (di citrato o di magnesio o di altro) e di farmaci. In termini di quantità il Paziente –tipo deve bere in quantità tale da ottenere circa due litri di urina in 24 ore. Ovviamente la quantità di acqua necessaria per 54 : settembre, ottobre 2012

ottenere due litri di urina varia in base al peso, alla temperatura, alla attività fisica, e a tutto ciò che fa variare l’eliminazione di liquidi non attraverso l’apparato urinario (respirazione, sudore, diarrea). Come tipo di liquido quello da preferire è senz’altro l’acqua la cui introduzione va distribuita nell’arco della giornata. Per esempio, se si devono bere due litri, conviene bere un litro durante i due pasti principali e l’altro litro in parte al mattino, in parte al pomeriggio ed in parte alla sera prima di coricarsi perché durante la notte aumenta la concentrazione dell’urina e quindi il rischio litogeno. Naturalmente questi consigli generici devono essere adattati al singolo Paziente perché ci sono casi in cui bere acqua in quantità non appropriate può creare grossi problemi di salute (ad esempio il cardiopatico può rischiare uno scompenso, il paziente con certe malattie renali o metaboliche può rischiare la cosiddetta intossicazione da acqua). Dott. Massimo Occhipinti Divisione di Urologia

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Anche in campagna crescono funghi velenosi Con l’arrivo dell’autunno, con le prime piogge e con le temperature ancora miti, sono spuntati i primi funghi, dal terreno, dalle ceppaie e alla base di alberi. Sicuramente con i primi funghi, si farà viva anche la voglia di raccoglierli, per consumarli, perché i funghi fanno parte della tradizione culinaria veneta e, diversamente ad altre parti del mondo, da noi sono molto apprezzati. C’è però un pericolo sempre in agguato costituito da credenze e preconcetti che riguardano la commestibilità dei funghi. Ad esempio le consuetudini dicono che “i funghi che crescono in pianura e dai tronchi degli alberi sono tutti buoni”, che “i veri funghi velenosi nascono solo in montagna” per non parlare di molte prove falsamente scientifiche per stabilire se sono velenosi suggerite dalla tradizione, fatti che non corrispondono a verità. Credenze di questo tipo possono essere fonte di errori con conseguenze gravi ed anche fatali per il consumatore. Il Dott. Edio Fraccaroli, tecnico del Prevenzione ed esperto Micologo dell’Azienda ULSS 21, avverte che bisogna sfatare tutte le tradizioni e le consuetudini: anche in pianura e sui tronchi degli alberi, crescono funghi pericolosi e l’unico modo efficace di difendersi dal pericolo di avvelenamento da funghi è conoscerli bene. Spesso e volentieri le Lepiote di piccola taglia vengono scambiati per “prataioli”, funghi bianchi che crescono nei prati, il cui nome scientifico è Agaricus s.l., commestibili (sono dello stesso gruppo anche i funghi coltivati). Le Lepiote di piccola taglia sono invece molto pericolose, crescono copiose nei prati, e contengono, anche se in proporzione minore, la stessa sostanza tossica della micidiale Amanita falloide. E come non ricordare le numerose volte in cui l’Omphalotus olearius è stato scambiato per chiodino o pioppino (rispettivamente denominati Armillaria mellea s.l. e Agrocybe aegerita), commestibili, seppur con cautela per i chiodini. L’ Omphalotus olearius invece è tossico e cresce normalmente su ceppaie morte di latifoglia, che sono gli alberi tipici della pianura e della collina. Il Dott. Paolo Coin, direttore del Dipartimento di Prevenzione della ULSS 21, raccomanda pertanto prudenza nel raccogliere e consumare i funghi spontanei ovunque crescano: “solo le persone esperte dovrebbero raccogliere i funghi spontanei e devono limitarsi a raccogliere esclusivamente le specie che conoscono bene”. Per le persone non particolarmente esperte, ma anche per quelli che si ritengo-

no conoscitori è sicuramente buona regola, anche nel caso del minimo dubbio rivolgersi agli Uffici Micologici, presenti presso ogni azienda Sanitaria, per far verificare i funghi ad ogni raccolta, prima di consumarli dall’esperto mitologo. Tale servizio per il consumo privato è svolto in forma gratuita. Nell’Azienda ULSS 21, per informazioni ed appuntamenti ci si può rivolgere all’Ispettorato Micologico al n. 045 6999452. Avv. Daniela Carraro Direttore Generale ULSS 21 Legnago

Agrocybe aegerita ottimo commestibile

Agaricus campestris commestibile

Omfaloto Omphalotus olearius tossico

Amanita Phalloides velenoso mortale

settembre, ottobre 2012 : 55


oculistica

Le malattie degli annessi e del segmento anteriore dell’occhio Orzaiolo, calazio, blefarite: tre patologie con sintomi similari ma con terapie curative e decorsi differenti. Conosciamole meglio

L

Le malattie del segmento anteriore dell’occhio e degli annessi (palpebre, apparato lacrimale) sono molto comu-

56 : settembre, ottobre 2012

ni e mettono in apprensione chi ne soffre per i loro segni e sintomi. Nel 2011 il Pronto Soccorso della Clinica Oculistica dell’ospedale di


Borgo Trento ha effettuato oltre 7600 prestazioni e di queste oltre il 75% riguardavano malattie del segmento anteriore e degli annessi oculari. I sintomi più frequenti che spingono i cittadini a rivolgersi al Pronto Soccorso specialistico sono dolore, rossore, lacrimazione, secrezione e senso di corpo estraneo. Tutti questi sintomi sono presenti nelle più comuni malattie del segmento anteriore e degli annessi oculari: orzaiolo, calazio e blefarite per gli annessi oculari, congiuntiviti e cheratiti per il segmento anteriore. L’orzaiolo è una infezione di una ghiandola presente vicino al bordo delle palpebre (ghiandola di Zeiss). Si presenta come una tumefazione arrossata, calda, tesa e fastidiosa vicino al bordo delle palpebre. La causa è prevalentemente un’infezione batterica di stafilococchi normalmente presenti nel naso: mai toccarsi gli occhi senza lavarsi le mani dopo essersi toccati il naso! La maggior parte degli orzaioli guarisce spontaneamente in pochi giorni. Un aiuto è l’applicazione a occhi chiusi di impacchi umidi tiepidi per 10-15 minuti 3-4 volte al giorno per favorire la maturazione dell’orzaiolo. Talvolta lo specialista può prescrivere l’applicazione di pomate antibiotiche locali. In ogni caso non bisogna mai provare a spremere l’orzaiolo! I sintomi del calazio sono dati dalla presenza di un nodulo duro nello spessore della palpebra, prevalentemente superiore, con senso di corpo estraneo e fastidio ai movimenti oculari. In qualche caso si hanno anche disturbi visivi per la compressione che esercita sulla cornea, che scompaiono spontaneamente alla risoluzione della malattia. La più frequente causa del calazio è un’infezione batterica di una ghiandola presente nello spessore palpebrale (ghiandola di Meibomio)

il cui dotto escretore sia ostruito. Il proliferare dell’infezione all’interno della ghiandola provoca la comparsa del nodulo duro che, di solito, cresce ad una certa distanza dal bordo palpebrale rispetto all’orzaiolo. L’evoluzione del calazio è più lunga e dipende dalla possibilità della ghiandola infetta di svuotarsi: anche in questo caso sono indicati impacchi umidi tiepidi come per l’orzaiolo. Lo specialista può, eventualmente, prescrivere una terapia locale a base di pomate cortisoniche, che non devono mai essere applicate senza preventiva visita oculistica. Non sempre il calazio guarisce spontaneamente: in questo caso è necessario asportarlo chirurgicamente con un piccolo intervento. In ogni caso si deve sempre tenere presente che il calazio tende a recidivare. La blefarite è un’infiammazione del bordo palpebrale, cioè di quella zona di confine fra settembre, ottobre 2012 : 57


la cute, rivolta all’ambiente esterno, e la congiuntiva, rivolta all’interno dell’occhio. I sintomi sono molteplici e vanno dalla lacrimazione all’arrossamento del bordo palpebrale, dalla sensazione di corpo estraneo alla presenza di scaglie e croste attorno alle ciglia. Le cause possono essere locali come l’affaticamento visivo, l’eccessivo uso di lenti a contatto, il trucco non rimosso adeguatamente e le infezioni batteriche, ma anche sistemiche, principalmente malattie dermatologiche come l’acne rosacea e la dermatite seborroica o, talvolta, diabete. La blefarite tende a cronicizzarsi e a presentarsi ciclicamente: può compromettere la qualità della vita del paziente con complica-

zioni come la perdita delle ciglia, il calazio e l’occhio secco. Una completa guarigione dalla blefarite non è sempre possibile. Quindi, più che alla terapia è opportuno affidarsi alla prevenzione: un’accurata igiene delle palpebre con prodotti adatti, non aggressivi, è consigliabile per tutti e diventa quasi un obbligo per i portatori di lenti a contatto e per coloro che fanno uso di trucco per gli occhi. Nel prossimo articolo verranno affrontate le più comuni patologie che riguardano il segmento anteriore dell’occhio: congiuntiviti, cheratiti e sindrome dell’occhio secco. Dott. Alberto Simonazzi O culista

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neuropsichiatria infantile

Materna… ma senza la mamma Per il bambino l’impatto con la scuola rappresenta un momento molto impegnativo, ma fondamentale

I

n passato i bambini erano abituati ad avere intorno altri bambini, c’erano i cortili, le strade, c’era una lenta e naturale preparazione che facilitava i legami e le nuove amicizie. Lo spazio esterno permetteva la fusione di “creature infantili” diverse tra loro: bambini scaltri, che sembravano sapere sempre come sfuggire al controllo vigile degli adulti, bambini timorosi che non si prestavano alle bravate, i timidi di cui a volte nessuno ricordava il tono della voce. Nel cortile si trovavano bambine ordinate quasi che giocare fosse un peccato, bambine-maschiacci capaci di azzuffarsi e di strappare i capelli a ciocche. Il “fuori” consentiva di creare una comunità infantile in cui le diversità potevano coesistere e permetteva di formare in breve tempo legami profondi. Oggi, il bambino si trova impreparato al confronto con i coetanei e a volte questo confronto può essere più difficile di quanto si pensi. Noi adulti idealizziamo le relazioni dei bimbi come naturali e idilliache, in realtà così non è. L’incontro tra due bimbi solitamente è l’incontro tra due egocentrici, quindi spesso può portare ad uno scontro. Le relazioni richiedono adattamento. Diventa perciò utile favorire il contatto tra i piccoli prima dell’ingresso alla Materna, in situazioni in cui la presenza della madre rassicurante, prende distanza, lascia posto a brevi spazi di assenza, permettendo un dolce adattamento e favorendo il primo distacco sociale, l’inizio dell’auto-

nomia. Il bambino capisce che la mamma non sparisce, che non l’abbandona e impara a capire che lei c’è anche quando non è lì. Questo esercizio, che sembra scontato, è fondamentale per l’evoluzione del pensiero, concorre allo sviluppo personologico del bambino. Avere il tempo giusto per farlo, evita di trovarsi impreparati all’inserimento, momento vissuto con ansia anche da molte mamme (e da qualche papà), uno stato d’inquietudine che sarà inevitabilmente assorbita dal figlio. La possibile frequentazione di coetanei prima

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dell’ingresso alla Scuola materna, può aiutare, ma non annulla il rischio di un impatto pesante. Non è semplice adeguarsi a nuove regole, ai rituali della comunità. C’è spesso una resistenza da parte del bambino ad adattarsi alle regole nuove. L’inserimento in strutture socializzanti rappresenta un’esperienza nuova e diversa. Con sua grande delusione non può far conto così facilmente sulla condiscendenza come con nonni, baby sitter e genitori. Se ad esempio gioca a fare la lotta col padre e dice “tu sei morto” il padre cade a terra, con un altro bimbo magari può capitare che non stia al gioco, magari invece questo gli salta addosso, lo lascia per fare un’altra cosa. L’altro, tra coetanei, è qualcuno che non si adegua come fanno mamma e papà. Ora inizia ad imparare che per mantenere un rapporto bisogna mediare, aggiustare il tiro, tener conto delle esigenze altrui. Scopre che sono necessarie le regole nel gioco. In un certo senso, l’ingresso alla Scuola materna riproduce lo svezzamento, un passaggio complicato, il momento in cui la madre deve essere pronta ad accettare momenti di protesta, di rabbia e di opposizione. La mamma ad un certo punto, allontanando il suo bambino dal seno o introducendo nuovi alimenti, non smette di nutrirlo, cambia solo la modalità e lo fa 60 : settembre, ottobre 2012

per il suo bene, per permettergli una crescita regolare, più completa, lo fa nonostante i pianti e i reclami della sua creatura. Per i bimbi abituati a stare a casa con le madri, che non hanno avuto modo di sperimentare l’Asilo nido, il distacco può assumere un significato più intenso; talvolta questa condizione può riemergere se il bimbo attraversa momenti difficili, di tensione e conflitto. La “voglia di mamma” e la“voglia di casa”, che poi corrispondono, si fanno sentire. “Casa” evoca nel bambino il suo legame con la mamma anche quando lei non c’è. Di conseguenza la maestra non è una persona come le altre, è speciale ed è per questo che almeno all’inizio il bambino fa fatica a condividerla con gli altri compagni. E’ imprescindibile che i genitori si possano fidare di coloro ai quali affidano il proprio figlio in una fase così delicata, nel primo vero distacco. E’ senz’altro un atto di fede quello che compiono verso persone che, pur riconoscendone indiscutibile professionalità, non conoscono. Allo stesso tempo, alle stesse educatrici spetta un compito arduo, affiancare i bambini, rivestire un ruolo di riferimento senza disautorare i genitori, senza sostituirsi ad essi. La funzione della Scuola materna pertanto non è quella di sostituire la madre assente, ma essa ha il compito di integrare e ampliare il ruolo svolto dalla madre nei primi anni di vita del figlio. La Scuola materna permette al bimbo di vivere per alcune ore al giorno in un’atmosfera emotiva meno intensa di quella della propria casa. Il tempo passato con gli altri bambini si traduce in ore di tregua sentimentale, una sospensione emotiva che favorisce lo sviluppo della sua personalità. Il bambino, allontanandosi fisicamente dai genitori ha modo di recuperare un tempo non condizionato dall’investimento affettivo. I bimbi in questa fase di crescita tendono poi ad essere vittime delle proprie intense emozioni e aggressività, della propria impulsività; la frequentazione della scuola Materna dà modo di canalizzarle e trasformarle in forme utili e costruttive. Ciò che si sperimenta alla Materna si trova in un posto intermedio tra sogno e realtà; le favole, la musica e il disegno arricchiscono il bimbo, aiutandolo a stabilire collegamenti tra idee e a scegliere compor-


tamenti accettabili dal gruppo. A volte in un primo momento i bambini rifiutano il nuovo ambiente, il rifiuto si manifesta in diversi modi, talvolta anche tramite una sintomatologia di tipo psicosomatico. La sintomatologia psicosomatica insorge quando il bimbo si sente incompreso ma anche quando a scuola si trova bene, perché comunque si trova a fronteggiare nuovi conflitti legati a nuove esperienze. Il rifiuto non necessariamente è un segnale che qualcosa non va bene lì, in ogni caso, è un messaggio che il figlio lancia ai genitori, la spia di un malessere che è importante cercare di capire. Come fare a comprendere cosa c’è alla base del disagio? Si può cercare di capire che vita conduce alla Materna, cercando di farla raccontare. E’ vero che, a quest’età, ai bambini non viene in mente di parlare in modo spontaneo, perché casa e asilo è come fossero due cose separate, senza punti di contatto. Il bambino vive nel presente più immediato e, uscito dall’istituto, si getta completamente su quanto avviene a casa. Deve essere stimolato a comunicare, parlando con lui e non solo di lui, senza insistere troppo, senza toni inquisitori, senza aspettarci grandi racconti ma facendoci bastare piccoli episodi. Così il bambino inizia a sperimentare di essere ascoltato con attenzione, comincia a imparare che tutto ciò che lo riguarda è in collegamento, come pezzi di uno stesso puzzle. E’ vero, viviamo una vita fatta di corse, il genitore che ha la fortuna di poter ritirare il proprio bambino il pomeriggio, sa bene che la sua giornata non è ancora finita; probabilmente gradirebbe di poter guidare in silenzio fino a casa e ha poca voglia di fare domande, anzi, se il figlio si addormentasse nel viaggio verso casa, con le canzoncine dello “Zecchino d’oro” come sottofondo, sarebbe il massimo. Nondimeno, ben sappiamo che anche la giornata di un piccolo è frenetica e, se anche ci andasse volentieri alla Materna, dal nostro atteggiamento di silenzio potrebbe pensare che non ci importa poi molto di quello che gli succede. Questo rappresenta un rischio e, nell’occasione in cui davvero succedesse qualcosa che sarebbe meglio sapere, lui potrebbe non dirla. Senza dimenticare che non tutto ciò che raccontano i bimbi è vero, ognuno aggiunge

qualcosa. Tuttavia attraverso le sue bugie, piuttosto frequenti a quest’età, il bimbo comunica ciò che sta avvenendo dentro di lui e quindi ci dà informazioni di Se. Proprio per questo non va sgridato né preso in giro. Teniamo conto che le sue bugie riflettono sogni, desideri, ma anche paure. Se i comportamenti sono troppo frequenti o eccessivi, essi devono essere considerati un richiamo, spia di malessere. Un disagio che il bimbo cerca di combattere modificando la realtà è in ogni caso una situazione da affrontare senza aspettare che rientri da se, perché potrebbe essere messa a tacere e sostituita in seguito con un nuovo sintomo. La vita di gruppo permette alle insegnanti di valutare come evolve lo sviluppo dei bambini, il confronto mette in evidenza doti, capacità innate e predisposizioni ma da’ anche la possibilità di rilevare allo stesso tempo eventuali difficoltà, impacci, ritardi di sviluppo.In questo viaggio, percorso al fianco dei genitori, potrà succedere che siano le stesse insegnanti a segnalare ai genitori piccoli indicatori di difficoltà, di situazioni di disagio, che il genitore sprovvisto di mezzi di confronto non è in grado di riconoscere. Queste segnalazioni dovrebbero essere vissute come un contributo, un aiuto e non come una critica alle capacità genitoriali. Queste considerazioni se vissute come un giudizio rischiano di far perdere tempo prezioso ai bambini, tempo che può essere dedicato alla prevenzione di disturbi più gravi, tempo che potrebbe essere dedicato al recupero, utilizzando lo spazio che separa il bambino dal periodo ancora più impegnativo della Scuola Elementare. E’ necessario che i genitori valutino le osservazioni delle educatrici senza trasformarle in sensi di colpa. Vi sono aspetti della crescita di un figlio che dipendono senza dubbio da come decidiamo di crescerlo, ma vi sono aspetti dei quali il genitore non è per nulla responsabile; tuttavia egli può essere il motore fondamentale per garantirne la risoluzione. Dott.ssa Cristina Albertini Neuropsichiatrea Infantile albertini.cristina@alice.it settembre, ottobre 2012 : 61


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informazione

Con “salute!” il benessere è... in onda! Al via la decima edizione del rotocalco televisivo condotto da Claudio Capitini: salute, benessere e sanità al centro dell’attenzione

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Azienda Ulss 20 realizza dal 2003 un rotocalco televisivo aziendale settimanale dal titolo SALUTE! che ne rappresenta l’organo di informazione istituzionale da ben dieci anni (anniversario che si “celebra” proprio con la presente stagione. Anche l’informazione dell’Azienda Ulss 22 di Bussolengo trova spazio nel palinsesto del Rotocalco. SALUTE! va in onda sulle TV locali, provinciali e regionali (Telearena, Telenuovo e Life Tv TeleVeneto, con visibilità provinciale e regionale) e, a livello nazionale, sul canale satellitare Eos Network Sky 919, ogni settimana, da ottobre a giugno per un totale di 35 puntate, ognuna della durata di 35 minuti. Da quest’anno si è aggiunta, a titolo gratuito, anche Telechiara, emittente vicentina con declinazione territoriale anche veronese

(Telechiara Ovest) che, per “contiguità dicocesana”, ha forte rilevanza proprio nella zona dell’Est veronese. Il Rotocalco trova spazio anche nel palinsesto di Telepace, a livello nazionale. Con piacere abbiamo peraltro accolto la richiesta di essere ospitati anche sul canale satellitare Sky, nell’ambito del primo canale tematico dedicato alla salute e al benessere. Con le repliche, in pratica, il Rotocalco è programmato tutti i giorni della settimana nelle diverse ore del palinsesto per cui si può ipotizzare sia settimanalmente visto da oltre un milione di spettatori. Il rotocalco aziendale trova visibilità e spazio anche nel Sito del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 20 di Verona (tra i più visitati a livello nazionale), nel Sito aziendale dell’Ulss 20 (una vera e propria web Tv, tra le prime in Italia) e in un apposito Sito su Yuo tube, con risultati di contatto e visibilità davvero eccezionali. SALUTE! è realizzato secondo linea guida editoriali ispirate e governate da un Comitato scientifico di redazione e si propone come prodotto televisivo dal congruo appeal: informa l’utenza sui servizi erogati, contribuisce a promuovere azioni di sensibilizzazione in merito a stili di vita, tematiche di educazione sanitaria e di prevenzione. Alla luce del percorso realizzato in questi anni, settembre, ottobre 2012 : 63


del format proposto e della deontologica professionalità riscontrata, l’Ordine dei Giornalisti del Veneto ha valutato positivamente la proposta fatta dalla Direzione Generale di operare l’iscrizione del Rotocalco televisivo Salute! nell’apposito Registro Stampa del Tribunale di Verona come testata giornalistica valida a tutti gli effetti. SALUTE!, prodotto editoriale dalla periodicità settimanale, è dunque ufficialmente la Testata giornalistica dell’Azienda Ulss 20, di cui è proprietario ed editore la medesima Ulss 20 rappresentata dal suo Direttore Generale, dr.ssa M. Giuseppina Bonavina (Direttore editoriale), e di cui è Direttore responsabile il Capo Ufficio Stampa nella persona del sottoscritto. Quanto allo specifico dei contenuti, una attenzione tutta particolare il Rotocalco dedica alle attività dell’Ospedale “G. Fracastoro”: in ogni puntata, con sigla identificante, Unità e strutture, direttori e personale trovano congrua visibilità. In questo contesto, potendo anche disporre di una rubrica fissa titolata “Lo Specialista risponde”, i nostri “specialisti” dispongono di uno

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spazio di ascolto e di risposta alle domande di salute che dall’utenza ci vengono poste. Si può dire che ogni aspetto socio sanitario che le esigenze informative aziendali richiedono è documentato. Informaulss: con continuità, con l’Urp, si realizzano servizi di informazione pratica, utilissima per la fruizione dei servizi da parte dei cittadini utenti. Anche questi servizi sono preceduti da Sigla che li identifica. Sorprendente il clamoroso risultato di grande visibilità che riscontrano (anche a livello regionale) i Servizi dedicati alle tematiche Spisal e Sian hanno regolare presenza con servizi mirati. La loro declinazione in DVD consente spesso una veicolazione anche regionale. Al dipartimento delle dipendenze è stato dato ampio risalto rispetto ai temi indicati e da quelli “proposti” dall’attualità. Una particolare attenzione è stata quest’anno data al progetto lo spirito in gabbia che, promosso dal’Istituto Berti, ha come scopo la sensibilizzazione dei giovani verso il bere consapevole. Anche i servizi sociali hanno trovato ampi visibilità: ci piace segnalare alcuni servizi realizzati in ambito Sil e


notizie brevi

Defibrillatori obbligatori? Serve istruzione

Sis. Così è stato per il Cerris, il Centro riabilitativo di ricerca ed intervento sociale che in sede in via Monte Novegno. SALUTE! trova una sempre più efficace declinazione anche nella rete informatica che l’Ulss 20 sta realizzando con successo tramite posizionamento di plasma informativi in ospedale e distretti. Per merito del rigoroso lavoro di marketing e di controllo amministrativo, ormai a regime, SALUTE! anche per la stagione 2012/2013 sarà realizzato a costo zero per l’azienda potendo servirsi con trasparenza di “partner” della Comunicazione. Con il ricavo pubblicitario di SALUTE!, il costo della declinazione di Servizi informativi alla utenza tramite Plasma praticamente azzerato. Rispetto agli standard riscontrabili a livello provinciale, ribadiamo la congruità economica del costo dell’intero processo, dalla realizzazione ad opera del Centro di Produzione Televisiva Filmand, alla messa in onda, sempre mantenendo livelli di qualità e di professionalità inequivocabili. Due gli storici professionisti che collaborano alla realizzazione di SALUTE!, Lella Carcereri e Loris Zoppi.

Dopo il decreto interministeriale del 18 marzo 2011, che ha individuato i criteri e le modalità per favorire la diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni (Dae), dalle istituzioni arriva un altro segnale importante. Nel decreto del ministro Balduzzi sulla sanità, che è stato firmato dal presidente della Repubblica nel mese di settembre, si rende infatti obbligatoria la dotazione e l’abilitazione all’uso dei Dae per tutte le società sportive professionistiche e dilettantistiche.L’auspicio è che l’installazione dei Dae nelle società sportive rappresenti il primo passo verso una distribuzione più capillare di questi dispositivi, insieme alla diffusione di una cultura dell’emergenza e del primo soccorso. Avere a disposizione un defibrillatore non è però sufficiente per agire con efficienza. Quello che serve sono anche persone addestrate a usarlo. La formazione e la sensibilizzazione all’uso del defibrillatore sono elementi fondamentali per agire con tempestività ed efficacia. Il Dae è un apparecchio che guida il soccorritore nelle manovre, passo dopo passo, e rilascia una scarica elettrica solo quando indicato. Usarlo è molto semplice, tuttavia serve una formazione adeguata che in genere non supera le cinque ore. Si tratta di poche, semplici manovre che chiunque può imparare, attraverso una formazione che segue linee guida internazionali.

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cinema e sanità

“Un angelo all’inferno” un film contro le dipendenze Un progetto presentato alla 69a Mostra del Cinema di Venezia che vedrà come protagonista il grande Giancarlo Giannini

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uova Media Italia Srl, società di produzione cinematografica, realizza il film “Un angelo all’inferno”, quarto della serie già prodotta a sfondo sociale e trasmessa da Rai Uno con la partecipazione della Regione Veneto ed in collaborazione con le Ulss e le Aziende ospedaliere (capofila la Ulss 20 di Verona). I temi trattati nei precedenti film sono stati la donazione degli organi, l’alcolismo e la salute mentale. Questa quarta produzione è incentrata sul tema delle dipendenze giovanili e su come esse incidano nell’ambito delle dinamiche familiari. In particolare, si intende mettere in risalto la drammaticità di certe situazioni di grave disagio in ambito familiare laddove si ignorino (anche per pudore e senso di vergogna) competenza e professionalità di chi opera nelle strutture sociali e sanitarie messe a disposizione sul territorio dalle Aziende socio sanitarie. Spesso proprio in famiglia ci sono da un lato disattenzione e scarsa consapevolezza dei rischi, dall’altra si tende a tener nascosto il problema che tra le mura domestiche può crescere indisturbato. Il film intende mettere in risalto la drammaticità di certe situazioni di grave disagio in ambito familiare laddove si ignorino (anche per pudore e senso di vergogna) competenza e professiona-

lità di chi opera nelle strutture sociali e sanitarie messe a disposizione sul territorio dalle Aziende socio sanitarie. Spesso proprio in famiglia ci sono da un lato disattenzione e scarsa consapevolezza dei rischi, dall’altra si tende a tener nascosto il problema che tra le mura domestiche può crescere indisturbato. Tutti i film, così come l’attuale, sono stati girati interamente in Veneto e patrocinati dal Ministero della Salute con la partecipazione della Regione Veneto, Assesso-

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rati alle Politiche Sanitarie e Sociali. “Un angelo all’inferno” è stato finanziato con un contributo della Regione del Veneto a valere sul Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo e si avvarrà, per la realizzazione, del contributo concreto di idee ed esperienze delle realtà sanitarie locali. La regia è stata affidata, come nei precedenti film, a Bruno Gaburro e la fotografia a Sergio Rubini. Autore delle musiche originali è Mattia Capitini (edizioni musicali Nazionale Cantanti). Il film vedrà quale protagonista Giancarlo Giannini. Il cast prevede inoltre: Laura Adriani, Michele Cesari, Giorgia Wurth, Luca Ward, Emilia Verginelli, Maurizio Mattioli. Il film che verrà trasmesso da Rai Uno. Avrà una durata di 90 minuti e verrà realizzato in 5 settimane nel territorio Veneto ed in particolare nella città di Verona. Il film, in collaborazione con Cremonesi Consulenze, verrà “girato” tenendo conto dei principi della ecosostenibilità. L’inizio delle riprese è previsto per il 24 settembre. “Un angelo all’inferno” verrà presentato in anteprima alla stampa e ad un pubblico selezionato di addetti ai lavori il 9 febbraio 2013 presso il Palazzo della Gran Guardia di Ve-

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rona alla presenza dell’intero cast. Come per le passate edizioni, dopo la programmazione su Rai Uno, il film vedrà una successiva declinazione territoriale tramite le emittenti private più qualificate a livello nazionale, regionale e provinciale. La produzione di DVD, messi a disposizione di ogni Azienda sociosanitaria della Regione Veneto, diverranno poi strumenti informativi efficaci di sensibilizzazione rispetto al tema trattato: sarà infatti cura di ogni singola Azienda utilizzarne la visione in ambito scolastico ed associativo, con proiezioni pubbliche, in un contesto da dibattito costruttivo. Saranno anche programmate serate di presentazione pubblica del film cui seguiranno tavole rotonde di approfondimento alla presenza di relatori qualificati. La Produzione ringrazia: Guerrato Spa, Msc Crociere, Volkswagen, Db Bhan - Ferrovie Tedesche, Bottonificio Padano, Nazionale Cantanti, Agsm Verona, Amia Verona, Verona Mercato, Parco Acquatico Riovalli, Specchiasol, Cofely, Fanghi D’alga Guam, Match Music - Canale Satellitare, Cremonesi Consulenze. Ci.Ca.


sport e salute

MEDICAL FITNESS: quando l’esercizio fisico è prescritto per migliorare la salute L’attività motoria, eseguita e programmata con personale specializzato, è un fattore fondamentale per il benessere psico-fisico

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n’ ampia evidenza scientifica ha dimostrato che esiste un rapporto diretto tra la quantità di attività fisica praticata e lo stato di salute e qualità della vita delle persone. In tal senso, il Ministero della Salute dichiara che “L’esercizio fisico e l’attività sportiva sono fondamentali per favorire il pieno sviluppo dell’organismo e per

promuovere e mantenere uno stato di salute ottimale sia a breve che a lungo termine”. Una regolare ed appropriata attività fisica rappresenta quindi una fondamentale pratica di prevenzione, oltre che di cura per rallentare e allontanare l’insorgenza di condizioni fisiche e metaboliche indesiderate come l’ipertensione, il sovrappeso, la resistenza insulinica e

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valori elevati di colesterolo e trigliceridi (che quando presenti insieme sono conosciute come “Sindrome Metabolica”). Di fatto, questi fattori di rischio sono un pericoloso campanello d’allarme perché possono condurre a patologie invalidanti e fatali di tipo cardiovascolare (quali infarto o ictus), al diabete di tipo 2, possono aumentare il rischio di alcuni tipi di tumore, la fragilità muscolo-scheletrica ed accelerare il decadimento cognitivo. Quando l’attività motoria viene programmata, condotta, valutata e monitorata da personale specializzato (dottori in scienze motorie), con proposte e metodologie basate su evidenze scientifiche, può essere considerata a tutti gli effetti una forma di terapia in grado di apportare significativi miglioramenti alla salute e quindi alla vita delle persone. Il Centro Bernstein propone Medical Fitness, un programma di esercizi fisici rivolto a chi, su consiglio del proprio medico curante, ha necessità di aumentare la propria attività motoria, per tenere sotto controllo alterazioni metaboliche e fisiologiche. Il programma prevede: - un incontro iniziale per comprendere lo stato generale, lo stile di vita e le ragioni di un programma di attività motoria - una valutazione dello stato fisico del soggetto - una programmazione a medio-lungo termine dell’attività motoria con assistenza durante le sedute di allenamento.

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Il Medical Fitness è consigliato ai cittadini colpiti da alterazioni metaboliche e fisiologiche (ipertensione, sovrappeso, valori di trigliceridi e colesterolo fuori norma) e patologie croniche diagnosticate (quali diabete, osteoporosi, obesità) ma in condizioni di salute stabili, che su indicazione del proprio medico curante necessitano di un aumento della pratica dell’ attività motoria nella propria vita. L’insorgenza di tali patologie è spesso lenta e silente, e quindi vale il principio che prima si interviene e migliore sarà il percorso rieducativo verso la riconquista di uno stato di salute ottimale, tuttavia si ritiene che questo programma sia particolarmente adatto per le persone adulte a partire dai 40/45 anni, e ancor di più per le persone anziane che non presentano ancora una funzionalità motoria compromessa. Il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di salute e quindi di una qualità di vita ottimali dipendono in gran parte da fattori che possono e devono essere modificati mediante l’assunzione di Stili di Vita opportuni. E’ responsabilità di ogni persona essere Pro Attiva nel ricercare questo equilibrio. Iniziare (o riprendere) a praticare attività fisica adeguata e in modo regolare è il fattore più importante in questo processo di ricerca e mantenimento del proprio BEN-ESSERE fisico e mentale. Dott. Falvio Pasetto


psicologia

Lo psicologo dell’emergenza L’esperienza di una veronese, che ha vissuto una settimana a S. Felice sul Panaro

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opo gli eventi sismici di fine maggio scorso - nei territori delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – all’interno dei campi allesititi dalla Protezione Civile hanno operato anche gli psicologi dell’emergenza. Ne parliamo appunto con uno psicologo dell’emergenza, la Dott.ssa Loretta Berti che da Verona è partita per lavorare con la Protezione Civile a San Felice sul Panaro, nel campo affidato alla Regione Veneto. Chi è lo psicologo dell’emergenza? Si potrebbe definirlo un professionista dell’emergenza, uno psicologo che è membro di un’associazione di volontariato, iscritta nelle liste delle associazioni di Protezione Civile (PC). Io, per esempio, appartengo all’associazione Psicologi per i Popoli del Veneto, sezione regionale della Federazione nazionale. Si parte da Verona, Padova, Belluno e Vicenza quando è attivato il nostro intervento dal Dipartimento di PC nazionale. È uno psicologo preparato a portare con sè competenza professionale, ma in concreto - per avere le mani libere e lavorare al fianco dei colleghi dell’emergenza (tecnici, logisti, sanitari, ecc.) - anche di-

sposto a portare lo zaino carico di abiti adatti, scarpe e tutto ciò che serve “sul campo”. Lo psicologo dell’emergenza utilizza modelli di conoscenza profonda del funzionamento psicologico dell’individuo, della comunità e dei soccorritori coinvolti in un evento critico (disastro, calamità naturale, incidente). L’intervento mira a favorire il ritorno all’equilibrio compromesso, a prevenire la comparsa di problemi psicologici conseguenti all’evento. Ancora, aiuta a comprendere cosa sta succedendo, cosa mi sta succendendo e cosa posso fare. Per esempio, insieme allo psicologo si può dare significato alla paura, ciò che permette di chiedere aiuto quando è importante saperlo fare, ma si può anche pensare a quali risorse si hanno da utilizzare. Cosa ti ha spinto ad interessarti di psicologia dell’emergenza? Conclusa la mia formazione universitaria, ho incrociato - a dire le verità quasi per caso - un master ed esperienze professionali, che mi hanno permesso di familiarizzare con strumenti e colleghi della psicologia dell’emergenza. A distanza di anni, ancora mi sento a mio agio a lavorare con lo zaino e mi sento utile quando vedo gli effetti di questo tipo di intervento”. settembre, ottobre 2012 : 71


Ci descrivi lo zaino? L’importante è prepararlo bene perché, un peso eccessivo impedisce di camminare! È uno zaino sempre pronto, pensato per tempo e in gruppo. Ma è preparato senza conoscere la destinazione: bambini, ragazzi, adulti, anziani, ingegneri, vigili del fuoco, cuochi, infermieri....con chi e a fianco di chi dovrò fare lo psicologo? E che psicologo dovrò essere? E dove? Avrò bisogno della capacità di osservazione psicologica e psicosociale, per individuare le persone più in difficoltà, ma anche chi può essere una risorsa per la comunità colpita. Devo poter entrare in contatto con delicatezza ma rapidità, con la sofferenza e il bisogno di supporto. Non può mancare la competenza nel lavoro di équipe multiprofessionale che in emergenza, anche per lo psicologo, diventa squadra. Insomma, lo psicologo deve sapersi muovere all’interno dell’organizzazione dei soccorsi, co72 : settembre, ottobre 2012

noscerne ed utilizzarne la terminologia, per poter lavorare e, importantissimo, per non intralciare. Tornando allo zaino, per alleggerirlo posso lasciare a casa la mia competenza di psicoterapeuta perchè in un turno non c’è tempo, nè poltrona idonea ad una psicoterapia. Anzi, è importante ricordarsi di lasciare un po’ di spazio perchè quando si usa lo zaino si arricchisce l’esperienza e ci si porta a casa sempre qualcosa di importante. É uno zaino, infine, da tenere sempre pronto, anche se ci si augura di non doverlo usare mai. A giugno però è servito Si, a fine giugno sono stata una settimana a Campo Piscina, uno dei cinque campi di accoglienza per la popolazione nel comune di San Felice sul Panaro. Sono arrivata con una collega un sabato mattina, alla quarta settimana di presenza della mia associazione in uno spazio che ospitava circa 300 persone. Insieme


a noi è arrivato anche il cambio per la squadra dei volontari, quindi un po’ di tempo lo abbiamo dedicato al passaggio di consegne da parte dei colleghi in partenza e a “dare un primo sguardo”. Mi sono subito resa conto che c’erano tanti sguardi ad incrociarsi. Mi ha colpito il gran numero di bambini, che nonostante il caldo giocava in quella che dava l’idea di essere la piazza, dove tutti si passa e tutti ci si ritrova. È proprio lì, di fianco alla segreteria, di fronte alla tenda mensa, alla tenda per i giochi dei bambini e alla tenda per l’incontro degli adulti, c’era anche la postazione degli psicologi. Qualche sedia da campeggio, un paio di tavolini e un po’ di riparo dal sole cocente creano uno spazio accogliente, attorno al quale ruota gran parte del lavoro degli psicologi. Qui si può raccontare il proprio terremoto, si può chiedere “ma è normale che....?” o “come posso fare a...?”, e quando le risposte non ci sono, si trova qualcuno con cui condividere l’attesa. Qui c’è anche lo spazio per inventarsi nuove abitudini che scandiscono il giorno e rendono il campo più familiare. C’è il momento dei mattinieri che danno il buongiorno, delle mamme con i passeggini, della lettura dei quotidiani, delle signore della partita a carte dopo pranzo, dei bambini che si fermano a disegnare, delle due chiacchiere a fine giornata e della buonanotte dei ragazzi più giovani, che rientrano in campo dopo una serata con gli amici in paese.

Quando si arriva sul campo per il turno, un pensiero è chiaro: “abbiamo solo una settimana”...lo sappiamo noi, che poi torniamo a casa, e lo sanno loro, che hanno già visto nuovi amici ripartire. La cosa strana è che nel campo siamo veloci solo a fare amicizia, perchè in realtà tutto rallenta. Sono lente le code per la mensa, per la doccia, le attese di risposta dalla segreteria, dalle verifiche di agibilità. Noi e loro: nel campo ci sono due gruppi? Già, inevitabile...noi che abbiamo scelto di dormire in tenda e loro no. Noi che abbiamo portato il necessario per una settimana e loro che non sanno bene di cosa possono disporre e per quanto tempo dovrà bastare. Eppure è una condivisione forte, le emozioni ti entrano dentro anche se non vuoi, anche se non te ne accorgi. E poi le porti con te… Una parola per rappresentare l’esperienza? Intensità. Come professionista è stata intensa l’agenda per numero di colloqui, gruppi, riunioni, scambi con i “colleghi soccorritori. Come persona, è stata una settimana intensa per quantità e qualità di incontri, quelli veri, nei quali si entra subito nel vivo, senza tanto girarci intorno. Dott.ssa Loretta Berti loretta.berti@gmail.com

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Spazio cultura

Arte e Salute Analisi dei rapporti tra bellezza e benessere: ne parliamo con Agron Hoti, pittore di origini albanesi, ormai veronese di adozione

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al 2002 l’artista albanese Agron Hoti vive e lavora a Verona. Nel corso degli anni, attraverso un’appassionata attività di ricerca, svolta presso il suo atelier sito in Via S. Chiara, è arrivato a sviluppare uno stile personale che si esprime in particolare nella realizzazione di collage, elaborati mediate una tecnica del tutto originale e molto caratterizzante. Opere astratte dove il colore è sostituito dalle immagini, che accostate per “libera associazione” danno vita a complesse trame narrative sulle più diverse tematiche. Questa nuova tecnica di collage ha permesso all’artista di farsi conoscere nel panorama nazionale e internazionale. Tra le iniziative dell’ultimo anno la collaborazione con la rivista Monsieur che lo ha assunto ad artista ufficiale della testata, la mostra a Casablanca che ha visto l’interessamento di prestigiose gallerie in cui tuttora espone, il progetto di collaborazione con la casa automobilistica Pagani, che ospita le opere dell’artista nella sede di Modena, oltre a diverse mostre personali e installazioni di grande successo. Abbiamo chiesto all’artista se riconosce un legame tra arte, salute e benessere. Risponde Agron Hoti: “La storia dell’arte, da Raffaello a Picasso, è costellata di immagini pittoriche sulla malattia, sulla cura e sulla guarigione, sui medici e sui malati. D’altra parte non può che essere così, considerato che l’arte si occupa dell’uo74 : settembre, ottobre 2012

mo in tutti i suoi aspetti, compresa la sua caducità e la sua sofferenza. In tal senso, anch’io nel corso del mio lavoro mi sono interrogato spesso sul rapporto tra arte e malattia; mi limito a citare il collage sull’anoressia, che ho realizzato l’anno scorso e che è stato scelto come immagine della locandina del Convegno sui disturbi alimentari, tenutosi nel 2011 in Gran Guardia a Verona”. “Al di là di questo legame diretto, è poi possibile individuare altri punti di sovrapposizione e convergenza tra arte e salute, tra bellezza e benessere. In fondo, l’artista attraverso le sue opere, esprime il proprio mondo interno, rappresentando conflitti, fantasie e passioni difficilmente esprimibili per altre vie. Ciò genera un senso di liberazione, allentando le tensioni interne attraverso appunto la possibilità di dare forma a sentimenti e pensieri prima disorganizzati”. “Ma l’aspetto magico dell’arte è che questo effetto catartico, come è stato definito prima da Aristotele e poi da Freud, si estende e contagia anche lo spettatore, il quale identificandosi con l’opera prende contatto con aspetti prima in ombra. L’artista rende cioè visibili, all’individuo e alla società, i sentimenti o i pensieri più urgenti e spesso nascosti. In questo senso, l’arte è di per sé terapeutica. Un rapporto, quello tra arte e medicina, ormai consolidato: basti pensare ai laboratori artistici, rivolti a persone sofferenti o affette da gravi disturbi. Un


caso esemplare è quello del pittore veronese Carlo Zinelli, che incoraggiato a dipingere all’interno di una struttura psichiatrica, ha prodotto opere oggi di fama mondiale”. “Un’ulteriore riflessione riguarda l’impatto che l’ambiente ha su ciascuno di noi. È sufficiente entrare in una stanza, per provare subito delle sensazioni rispetto allo spazio circostante. Un ambiente può apparirci stimolante, angusto, claustrofobico, disarmonico a seconda degli elementi strutturali, come ci mostrano l’architettura e il design. È dunque innegabile l’influenza che l’ambiente esercita sul nostro stato d’animo: è chiaro a tutti, ad esempio, che la bellezza ci fa stare bene. In tal senso, posso constatare con soddisfazione che le mie opere, sempre animate da una forte carica vitale, hanno effetti positivi su coloro che vivono negli spazi (abitazioni, uffici, gallerie, ecc.) che le ospitano”. “Concluderei con una riflessione più generale: lo spazio che una società riserva all’arte è davvero la misura della sua salute”. R.L.

notizie brevi

Vivere e abitare bene con Studio TrentaNove@ Venerdì 21 settembre si è svolto il 1° Aperitivo Creativo – Atelier Aperto nello studio di architettura TrentaNove@ di via San Nazaro 39/a Verona, che per l’occasione ha esposto nei suoi locali le opere di Laura Toffaletti. Lo studio, fondato dalle tre giovani architette e designers Nadia Turazza, Alessia Binelli e Silvana Varrica, oltre ad offrire ogni supporto tecnico, è specializzato nella bio-architettura, nella progettazione e costruzione di case ecologiche e in legno e propone consulenza di architettura e di arredamento di interni per chi ricerchi la qualità del vivere e il benessere negli ambienti, sia privati che di lavoro. Lo studio si propone anche di divulgare l’attenzione al vivere in armonia e in salute nelle proprie case, organizzando corsi di arredamento, di bio-architettura, di Feng Shui. La bioarchitettura, secondo la definizione dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR), è l’insieme delle discipline che presuppongono un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell’ecosistema. In una visione caratterizzata dalla più ampia interdisciplinarità e da un utilizzo parsimonioso delle risorse, la bioarchitettura tende a integrare le attività dell’uomo alle preesistenze ambientali ed ai fenomeni naturali, al fine di realizzare un miglioramento della qualità della vita attuale e futura. Il Feng Shui invece in cinese significa letteralmente “vento e acqua”, due elementi indispensabili per la vita: il vento è il cielo, l’aria che trasporta le nuvole gonfie di pioggia, l’acqua, senza la quale ogni creatura del pianeta non potrebbe sopravvivere. Questa antica disciplina, considerata, appunto, indispensabile, è un insieme di pratiche di lettura e di interpretazione del paesaggio, delle forme delle costruzioni e degli spazi interni agli edifici, allo scopo di evitare gli influssi negativi di varia natura che possono colpire le stesse costruzioni e l’uomo. Per info: Studio TrentaNove@ - Via San Nazaro 39/a 37129 Verona - Tel. 045 6931299 - info@toodesign.it.

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comune di verona

Circoscrizione con la “C” maiuscola Le iniziative, i progetti, i programmi delle unità territoriali del Comune di Verona

“L

a Salute nel Movimento” è un progetto integrato di promozione degli stili di vita attivi rivolto alla popolazione veronese con più di 55 anni e utilizza l’attività motoria per promuovere la salute ed il benessere. Si tratta di un progetto in cui l’esercizio fisico rappresenta un elemento fondamentale. Prevede l’organizzazione di corsi in palestra, da ottobre a maggio e coinvolge ogni anno circa mille persone. Durante l’iscrizione gli utenti vengono sottoposti a una valutazione clinico funzionale: in base ai risultati verranno inviati direttamente in palestra, dal proprio medico di famiglia o ad una visita specialistica di approfondimento. Realizzato fin dal 1989 dal Comune di Verona, ha visto nel tempo il consolidarsi di partnership altamente qualificate e significative, quali il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 20 e della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona. Negli ultimi anni, il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale ha rappresentato un’emergenza sanitaria che ha richiamato l’attenzione di tutti coloro che programmano e gestiscono le risorse sanitarie. Di fronte al progressivo allungamento della vita, l’incremento degli anni passati in buona salute e la riduzione degli anni di disabilità e dipendenza rappresentano due obiettivi fondamentali. I tre Enti veronesi hanno fatto crescere il progetto “La Salute nel Movimento” dimostrando una consapevolezza sempre più forte del ruolo delle attività motorie nella promozione della salute e nella prevenzione di molte patologie tipiche dell’età anziana. D’altra parte è sempre più evidente che per gli enti Pubblici non è

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ragionevole pensare all’anziano solo in quanto utente di servizi sociali o sanitari: l’andamento demografico della popolazione impone di investire sull’anziano in termini di salute e benessere, oltre che di risorsa di tempo disponibile e competenze. Partono a metà settembre le iscrizioni per l’anno 2012-2013. Per informazioni: Circoscrizione 1^ - 045 8078903 Circoscrizione 2^ - 045 8379635 Circoscrizione 4^ - 045 954784 Circoscrizione 5^ - 045 8282515 Circoscrizione 6^ - 045 522353 Circoscrizione 8^ - 045 8709358


L’IMPORTANZA DEL MOVIMENTO Gli ultimi anni hanno segnato una rivalutazione eccezionale del ruolo che l’esercizio fisico può assumere come strumento di benessere psico-fisico per tutte le fasce d’età. E’ ormai cosa certa, infatti, che adottare uno stile di vita attivo durante l’arco della vita, può aumentare le probabilità di arrivare sempre più in forma, sia fisicamente che mentalmente, alla vecchiaia. Questi motivi inducono a considerare prioritario, nella programmazione delle iniziative che ogni anno la Circoscri-

zione offre ai suoi abitanti, un serio progetto di attività di movimento. A partire dal 22 ottobre, pertanto, verranno riproposti gli ormai collaudati corsi di attività motoria della durata di 50 lezioni rivolti ai residenti nella 3^ Circoscrizione di età superiore ai 50 anni. Iscrizioni a partire dal 1 ottobre 2012. Informazioni e iscrizioni presso la sede della Circoscrizione 3^ “Ovest” - Via Sogare, 3 - tel. 045 8492321/8492320 - dal lunedì al venerdì 9.00 / 13.00

le circoscrizioni Come recita lo Statuto del Comune “le circoscrizioni costituiscono l’unità territoriale di base del comune per l’esercizio delle funzioni amministrative, per la programmazione e lo svolgimento dei servizi, nonché per la localizzazione degli uffici”. Il Comune di Verona ha provveduto a ripartire il proprio territorio in otto circoscrizioni, che rappresentano “aree integrate per natura del territorio, sviluppo urbanistico e caratteristiche socio-economiche, storiche e artistiche”. Sono state denominate con un criterio “geografico”: la prima è denominata centro storico, la seconda nord-ovest, la terza ovest, la quarta sud-ovest, la quinta sud, la sesta est, la settima sud-est e l’ottava nord-est.

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respirazione e sonno

L’apnea ostruttiva del sonno Alcuni utili consigli per prevenire, diagnosticare e curare questa fastidiosa e dolorosa patologia”

L’

apnea ostruttiva del sonno (OSA) è il disturbo respiratorio del sonno più frequente. L’anatomia delle vie aeree superiori è un elemento importante da tenere in considerazione nella fisiopatologia dell’apnea ostruttiva del sonno

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(OSA). Le vie aeree superiori sono composte da diverse strutture ossee e da tessuti molli: il nasofaringe, lo sfintere velofaringeo, l’orofaringe e l’ipofaringe che attraverso fasi di chiusura e apertura ci permettono di respirare, deglutire e parlare.


Nei soggetti sani esse rimangono generalmente aperte anche senza l’intervento dei muscoli dilatatori della faringe. Diversi studi hanno potuto evidenziare la presenza di anomalie nelle strutture ossee e nel tessuto molle di soggetti affetti da OSA. Infatti, è noto che la stessa configurazione anatomica, le dimensioni delle vie aeree, il grado di apertura, l’elasticità delle pareti faringee e la contrabilità dei muscoli faringei delle vie aeree possono contribuire al manifestarsi del disturbo ostruttivo. Oltre a fattori anatomici e all’attività dei muscoli dilatatori della faringe, anche il controllo centrale della ventilazione può essere implicato nella fisiopatologia dell’OSA. I meccanismi fisiopatologici specifici che provocano l’OSA variano da individuo a individuo, più ridotte sono le dimensioni delle vie aeree più aumentano le probabilità che collassino, cioè che lo spazio tra le pareti si riduca. In stato di veglia l’attività dei muscoli dilatatori della faringe compensa l’eventuale deficit anatomico delle vie aeree superiori. Durante il sonno invece, quando i riflessi delle vie aeree superiori e i muscoli dilatatori della faringe diminuiscono la loro attività, questo spontaneo meccanismo di compensazione, rallenta la sua opera, in particolare durante la fase REM. Vi sono fattori che predispongono al collassamento delle vie aeree superiori e che facilitano lo sviluppo dei fattori di rischio delle Apnee Ostruttive del Sonno. Tra questi alcuni non sono modificabili: Età – Appartenenza al genere maschile- Squilibri ormonali- Etnia e Genetica. Altri sono parzialmente e potenzialmente modificabili:

- Obesità e distribuzione del grasso nelle zone del collo e a livello viscerale. - Anomalie della struttura cranio facciale e dei tessuti molli delle vie aeree (retrognazia, ipoplasia mandibolare, macroglossia ed edema del palato molle, ipertrofia tonsillare, restringimento orofaringeo e ostruzione nasale). - Consumo di alcool. Vi possono essere poi condizioni associate che possono concorrere alla manifestazione di OSA tra queste l’Ipotiroidismo- l’Acromegalia- la sindrome di Down e la sindrome di Marfan. I soggetti di genere maschile sono maggiormente predisposti a sviluppare il disturbo, sia per la maggior lunghezza delle loro vie aeree rispetto alle donne che per la maggior probabilità che sviluppino un deposito di grasso intorno alle stesse. Sintomi di maggior frequenza sono: Russamento- Eccessiva sonnolenza diurna- Sensazione di soffocamento notturno- Sonno non riposatore- Insonnia- Mal di testa mattutini- Diminuzione della memoria e della Concentrazione- Disturbi dell’umore. Alcuni studi mettono in relazione la presenza di Apnea Ostruttiva del Sonno (OSA) con una serie di disturbi che producono conseguenze a lungo termine sulla salute del soggetto. Tra i disturbi più frequentemente riscontrati, in associazione a OSA, si rileva ipertensione arteriosa, disfunzioni metaboliche, disturbi cardiovascolari, deficit neuro cognitivi. E’ un dato certo inoltre l’aumento d’incidenza

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del rischio d’incidenti stradali, probabilmente connessi all’alterazione del ritmo del riposo. Diversi studi longitudinali hanno inoltre dimostrato un forte legame tra Apnea Ostruttiva del Sonno e sviluppo di disturbi arteriosi coronarici e infarti. Tra le conseguenze neuro cognitive si registra una certa correlazione tra OSA e deficit di vigilanza, deficit di memoria e delle funzioni esecutive (flessibilità mentale, capacità di pianificazione e problem solving). Alla luce di questi dati si può affermare che l’Apnea Ostruttiva del Sonno è da considerarsi un chiaro problema di salute pubblica. L’OSA è un disturbo comune ma di non facile riconoscimento, tanto che in un buon numero di soggetti affetti il problema, non è riconosciuto. Infatti, il paziente non può riportarne personalmente i sintomi maggiori. La disfunzione si manifesta durante il sonno con una ripetuta ostruzione parziale o totale delle vie aeree, conseguentemente vi è una desaturazione dell’ossigeno nel sangue e un’inevitabile frammentazione del ritmo del sonno. Altro elemento presente è il russamento (che quando violento e intenso, come in alcuni casi, può essere causa di un certo disturbo sociale e relazionale). Gli unici aspetti che possono essere riferiti dal paziente sono l’apnea riferita e un’eccessiva sensazione di sonnolenza diurna. Russare significa emettere, durante il sonno, un rumore caratteristico, in corrispondenza degli atti respiratorî, prodotto dalle vibrazioni del velo palatino al passaggio dell’aria nel rinofaringe: è presente nel 95% dei pazienti affetti da OSA, sebbene la maggior parte di questi ne sia del tutto inconsapevole e il dato anamnestico è riferito dai familiari conviventi o dal partner. Questo disturbo colpisce nel 60% soggetti di sesso maschile e per il 50% dei soggetti di sesso femminile. Atipica è l’assenza di russamento nei soggetti con OSA, tuttavia la presenza di russamento non è dato sufficiente e bastevole a ritenere che il soggetto soffra di OSA. La presenza di apnea, (intesa come pausa respiratoria durante il sonno), è il sintomo più specifico 80 : settembre, ottobre 2012

dell’OSA. Per la maggior parte dei casi i soggetti sono inconsapevoli della presenza del sintomo, elemento che è spesso invece riportato con forte preoccupazione dal partner, tuttavia, talvolta è lo stesso paziente che descrive episodi di microrisvegli legati alla spiacevole sensazione soggettiva di soffocamento. Altro dato riferito spesso dal paziente è l’eccessiva e inconsueta sonnolenza diurna. Questo sintomo si definisce comunemente attraverso l’applicazione di una scala di misura (scala di Epworth) e l’attribuzione di un punteggio. Essa può essere legata alla frammentazione del sonno dovuta ai microrisvegli, e ha un valore altamente soggettivo. Tra i test diagnostici i più comunemente utilizzati vi sono il Questionario di Berlino e L’indice di apnea. L’esame più preciso per la diagnosi di OSA è la polisonnografia eseguita in laboratorio, indagine che registra la frequenza delle apnee e delle ipopnee (riduzione del flusso d’aria). La polisonnografia è una valutazione strumentale che si basa su una serie di registrazioni notturne che comprendono la misurazione del sonno e della respirazione, la registrazione dei movimenti oculari, dell’attività cerebrale (elettroencefalogramma), dell’attività cardiaca (elettrocardiogramma) e muscolare (elettromiografia), del flusso dell’aria nasale e orale e della registrazione della posizione del corpo. La diagnosi di OSA è formulata con il rilievo di almeno cinque o più episodi di apnea-ipoapnea nell’ora di sonno. Il riconoscimento dei sintomi e segni di Osa e un approfondimento diagnostico attraverso visite specialistiche sono i passi chiave per una corretta diagnosi e per la diagnosi differenziale con altri disturbi del sonno e con il semplice russamento in assenza di apnee. Tra le indagini strumentali le tecniche di diagnosi per immagini come la Risonanza Magnetica e la Nasofaringoscopia sono le tecniche più utilizzate per esaminare le strutture anatomiche implicate nel disturbo e la loro corretta funzionalità. Il Trattamento per le OSA


deve interessare i processi fisiopatologici specifici che contribuiscono al collassamento delle vie aeree superiori, nell’intento di alleviare i sintomi e modificare le conseguenze a lungo termine sulla salute. Terapia con CPAP (Pressione positiva continua dell’aria): funziona controbilanciando la pressione trans murale negativa indotta dal sonno che favorisce il collassamento delle pareti delle vie aeree superiori. Trattamento conservativo: intervenendo sulla modifica di stili di vita come interruzione del fumo e limitazione dell’uso di alcolici, perdita di peso e terapia posizionale (con finalità di dissuadere il paziente a mantenere nel sonno la posizione supina). Trattamenti chirurgici delle vie aeree superiori. Dispositivi orali dispositivi dentali non invasivi e di facile applicazione. I Dispositivi Orali utilizzati nel trattamento delle OSA lievi-medie e del russamento, sono composti generalmente da due placche intraorali che rivestono la superficie dei denti, esse sono collegate, a seconda dei modelli, da bielle di avanzamento in plastica o in metallo, da cunei di resina o da catenelle di sospensione. La funzione del dispositivo è di impedire alla mandibola di cadere all’indietro, in posizione supina, durante il sonno. Il dispositivo non deve in alcun modo modificare la posizione dei denti o agire alterando il movimento dell’articolazione temporo mandibolare. La scelta del sistema da adottare è condizionata , dalla eventuale presenza di zone edentule, dalla dimensione verticale scheletrica del viso e dal tipo di masticazione. I requisiti fondamentali del dispositivo sono la stabilità dello stesso sui denti, il pieno appoggio in occlusione quando il paziente chiude la bocca, la possibilità di aprire la bocca e compiere movimenti di lateralità e protrusione mantenendo l’avanzamento mandibolare prestabilito e lo scarso ingombro. L’avanzamento mandibolare e lo spessore interocclusale delle placche, variano con il variare della dimensione verticale: un soggetto ipodivergente tollera bene l’aumento della dimensione verticale e poco l’avanzamento mandibolare, al contrario un soggetto iperdivergente tollera poco l’aumento verti-

cale e meglio l’avanzamento mandibolare. Lo spessore a livello dei molari varia da un minimo di 1 mm per arcata per arrivare anche 5-6 mm per arcata; la protrusione stabilita è circa il 50 – 60 % della protrusione massima. Tutti i dispositivi hanno la possibilità di variare la protrusione, aumentandola o diminuendola, in modo tale che la posizione finale sia quella che assicura una corretta respirazione e un buon confort al paziente. I dispositivi attualmente in commercio sono di varie forme e dimensioni per citarne alcuni tra i più diffusi: Silensor, TAP, Somnodent, I.T.S.plus, M.Z.VI Il Laboratorio Ortodontico Zocche Mariano ha sviluppato in collaborazione con l’Università di Cagliari un dispositivo MAD (UNICA.N.Z. fig. 1 -2) atto a migliorare ulteriormente il confort del paziente, pur mantenendo inalterato un buon livello di efficacia e affidabilità. Le due placche variano nella dimensione in base alle caratteristiche del paziente. Esse sono composte di Compomero materiale biocompatibile di nuova generazione, completamente atossico; sono collegate da una catenella di acciaio medicale 316L e presentano un elemento che permette di modulare la posizione della mandibola fino al risultato ideale per il paziente. L’utilizzo per il paziente è semplice e non comporta nessuna manovra di adattamento o di composizione di elementi smontabili o assemblabili. Il dispositivo deve essere utilizzato esclusivamente di notte ma si consiglia, per i primi giorni, di creare dei momenti di utilizzo giornaliero per istruire la muscolatura alla nuova posizione obbligata, così facendo si renderà più semplice l’adattamento all’utilizzo durante la notte. Dott. Peretti Rita Lucia Medico Chirurgo Specialista in Ortognatodonzia rita.peretti@libero.it Dott. Bressan Pietro Medico Chirurgo Posturologo bressan.pietro@libero.it Zocche Mariano Odontotecnico info@zocchelab.com settembre, ottobre 2012 : 81


AQUARDENS: UN CALDO AUTUNNO ALLE TERME Aquardens, il più grande parco termale d’Italia, dà il via alla sua stagione calda Con l’arrivo dell’autunno prende il via la stagione “calda” di Aquardens. Sono infatti i mesi più freddi quelli in cui il nostro corpo richiede maggiormente tepore e cura contro i grandi e piccoli acciacchi tipici della stagione, dal semplice raffreddore ai disturbi osteoarticolari. Ma c’è di più: Aquardens è il primo parco termale studiato con un nuovo concept che coniuga i benefici della balneoterapia con i piaceri di un luogo dove svago e divertimento trovano un habitat naturale fatto di lagune, cascate, mini-rafting, cromo e musicoterapia in suggestive grotte. E’ dunque facilmente immaginabile che saranno in molti ad approfittare di un affascinante luogo di ritrovo per trascorrere qualche ora o un’intera giornata tra le oltre 220 postazione idromassaggio, lasciandosi avvolgere dai caldi e benefici flutti dell’acqua salso-bromo-iodica, che qui sgorga a 46 gradi da una profondità di 130 metri. Che c’è di meglio che prendersi cura di sé divertendosi? Ma non è tutto: il parco, immerso nel verde della Valpolicella, estende i suoi oltre 5.000 metri quadri d’acqua termale tra l’interno della struttura e l’esterno ed è proprio qui che la magia si compie appieno. Una leggera nebbiolina di calore si alza sulla superficie dell’acqua, 700 fari colorati illuminano le lagune e il caldo ti avvolge in un’immensa coperta stesa tra le splendide colline veronesi. E poi ancora, vasca ai sali del mar Morto e percorso Kneipp. Davvero impossibile resistere alla tentazione di provare almeno una volta! Ma attenzione: fatta la sublime esperienza sarà difficile non diventare degli habituè di Aquardens, che sa coniugare il concetto di benessere in mille modi diversi. L’area wellness, estesa su 1.400 metri quadri, comprende SPA e beauty integrate tra loro sia come spazi sia come servizi.

Perfecta è la social SPA che si articola in saune studiate per diversi programmi (energizzante, rilassante, purificante, tonificante), docce emozionali aromatizzate, lettini ad acqua retro illuminati con musico e cromoterapia e letti con materassi di sabbia riscaldata per i benefici impacchi. Innovativa anche la zona del self treatment che mette a disposizione degli ospiti argille, fanghi riscaldati e sali speziati per scrub “fai da te”. Superba è il nome dato alle due personal SPA per meravigliosi percorsi di coppia. Tre ristoranti si affacciano sull’area termale con proposte dedicate sia agli ospiti interni, che vi possono accedere direttamente e comodamente in accappatoio e ciabatte, sia dall’esterno per godere, oltre che del panorama, di una cucina che sa abbinare le specialità enogastronomiche del territorio con piatti mediterranei. Infine la medical SPA ospita nei propri ambulatori sedici diversi medici specialisti ed un’area fitness riabilitativa. I prezzi vanno, fino al 30 settembre, dai 15 euro per 3 ore nell’area termale (comprensiva di vasca ai sali del Mar Morto e percorso Kneipp) ai 24 euro per l’intera giornata. L’accesso alla social SPA, in abbinata alle terme, costa 10 euro. Aquardens, a pochi chilometri dal centro di Verona e dai caselli autostradali di Verona Nord e Affi, è facilmente raggiungibile sulla statale Verona-Trento, a Santa Lucia di Pescantina.

I L P A R C O T E R M A L E I N VA L P O L I C E L L A

www.aquardens.it

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Per informazioni: www.aquardens.it tel. 045.6755565



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