Verona InForma 6_2013

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Verona InForma n. 6 - anno 2 - MAGGIO/GIUGNO 2013

consigli e informazioni per vivere meglio

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Intervista a Massimo Piccoli La distorsione: quando la caviglia fa “crack� Pollinosi e calendari dei pollini a Verona TOSSICOLOGIA Vecchie storie... nuove armi


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Sommario

salute e ambiente

Verona più pulita e più sana grazie ad AMIA Alberto Cristani

30

cardiologia

Il cuore: unico, magnifico e vitale Dott. Paolo Tosi

ULSS 21

ULSS 21: Piccoli passi verso il Massimo risultato Alberto Cristani

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ULSS 20

Preoccupa la diffusione del morbillo in Europa

neoplasia

Neoplasie del rene: è possibile una prevenzione Dott. Massimo Occhipinti

BREVI

Reflorecer presenta il progetto Edutango

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Alimentazione

No diet, please! Dott.ssa Federica Oreglia

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brevi

A Villa dei Cedri il convegno DMSA

ULSS 20

Twitter: 140 cinguettii di salute! Dott.ssa Susanna Morgante

20

lotta agli insetti

Diamo lo sfratto alla zanzara tigre

Dottore, ho il mal d’amore!

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brevi

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24 comune di verona

magnetoterapia

Con Progetto Estate Anziani le vacanze in città saranno più serene

è possibile eliminare i dolori senza medicinali? Dott.ssa Miriam Lucchitta

La pollinosi e i calendari dei pollini a Verona

La Polizia Municipale di Verona presenta la mappa dei percorsi pedonali

psicologia

Dott.ssa Rossella Bontempi

allergie

Dott. Mario Olivieri, Dott.ssa Morena Nicolisi

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Coord. Servizi Sociali per Adulti e Anziani

46 maggio,giugno 2013 : 3



Sommario brevi

Verona InForma magazine protagonista a SALUTE!

iniziativa

49

disturbi

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54

medicina sportiva

L’attività fisica adattata prescritta dal medico

Con ICU Medical obiettivo su protezione di pazienti e operatori

Dott. Giorgio Pasetto

59

occhi

74

ortopedia

La distorsione: quando la caviglia fa “crack”! Dott Carlo Dall’Oca, Dott. Nicola Bizzotto Professor Bruno Magnan

Lenti a contatto: come scegliere quelle giuste

62

Rino Guandalini al Polo Confortini di Borgo Trento

64

cavo orale

76

salute e alimentazione

Cheers, alla salute! Marina Soave

arte e salute

Marifulvia Matteazzi Alberti

71

72

sicurezza

Bruno Mostaffi

Phyto Garda 2003-2013: 10 anni di successi e di benessere

Privata Assistenza scende in piazza per la 4a giornata della badante

Tossicologia: vecchie storie...nuove armi

Marina Soave

68

assistenza anziani

tossicologia

Dott. Giorgio Ricci

Nicoletta Fattori

brevi

Attacchi di panico, quando la paura diventa malattia Alberto Cristani

Ipertensione, la prevenzione inizia a scuola

80

brevi

Con A.T.E.R. Verona la casa è una “dolce” casa

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Il gusto, ecco come sedurre le papille Dott. Luca Tinti

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Numeri utili Emergenza

113 Soccorso pubblico di emergenza 112 Carabinieri 115 Vigili del fuoco 118 Emergenza sanitaria 045 500333 Polizia stradale 045 8078411 Polizia municipale 045 8075511 Centralino ULSS 20 045 6138111 Centralino Presidio Ospedaliero “G. Fracastoro” San Bonifacio 045 8075111 Centralino Presidio di Marzana 045 8121111 Ospedale di Borgo Trento 045 8121111 Ospedale di Borgo Roma 045 8121212 Ufficio Prenotazioni CUP (Centro unico prenotazioni) 840000877 Disdette visite ed esami (no di radiologia) 045 7614565 Guardia medica - Servizio di Continuità Assistenziale (ascoltare il messaggio della segreteria e premere il tasto corrispondente alla zona di residenza) 045 8041996

Farmacie di Turno

pubblica utilità 117 Guardia di Finanza 1515 Servizio antincendi boschivo del corpo forestale dello Stato 045 8090411 Questura di Verona 045 8090711 Polizia Stradale di Verona 045 8078411 Polizia Municipale 045 8077111 Comune di Verona 800016600 Drogatel 19696 Telefono Azzurro 803803 Soccorso stradale 064477 Automobile Club d’Italia 803116 Soccorso stradale maggio,giugno 2013 : 7


Verona InForma consigli e informazioni per vivere meglio

n. 6 - anno 2 - MAGGIO/GIUGNO 2013

editoriale

a cura del direttore

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n° 4035/2012 Proprietario ed editore: Verona Informa s.n.c. di Giuliano Occhipinti & C. Sede legale e Redazione: Via Giardino Giusti, 4 - 37129 Verona

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consigli e informazioni per vivere meglio

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Intervista a Massimo Piccoli La distorione: quando la caviglia fa “crack” Pollinosi e calendari dei pollini a Verona TOSSICOLOGIA Vecchie storie... nuove armi

Foto di copertina: Piazza delle Erbe - Fontana di Madonna Verona

Direttore responsabile: Alberto Cristani Coordinatore scientifco: Luca Ravazzin Redazione: Alberto Cristani, Luca Ravazzin, Giuliano Occhipinti, Marina Soave, Grafica: Silvia Sorio Stampa: Mediaprint Relazioni esterne e marketing: Giuliano Occhipinti Contatti: - Redazione: +39 345 5665706 - Mail: veronainforma@gmail.com - Web: www.verona-in-forma.com - Pubblicità: +39 347 4773311 Hanno collaborato per questo numero: Claudio Capitini, Michele Triglione, Dott.ssa Susanna Morgante, Marina Soave, Dott. Massimo Occhipinti, Dott. Giorgio Pasetto, Dott.ssa Rossella Bontempi, Dott.ssa Miriam Lucchitta, Dott. Paolo Tosi, Dott.ssa Federica Oreglia, Dott. Mario Olivieri, Dott.ssa Morena Nicolis, Coordinamento Servizi Sociali per Adulti e Anziani Comune di Verona, Dott. Giorgio Ricci, Marifulvia Matteazzi Alberti, Dott. Luca Tinti, Nicoletta Fattori, Dott Carlo Dall’Oca, Dott. Nicola Bizzotto, Prof. Bruno Magnan Foto: Archivio Verona InForma, Ufficio stampa Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 20 di Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 21 di Legnago, Ufficio stampa Azienda Ulss 22 di Bussolengo, Centro Bernstein Verona, Federfarma Verona

Vade retro...pigrizia! Una primavera a dir poco inusuale quella che stiamo vivendo quest’anno: temperature sotto la media (almeno al Norditalia), piogge abbondanti, pochissime giornate di sole. Fattori questi non giovano alla nostra salute e al nostro umore. L’istinto ci spinge a ri-chiuderci in casa e a vivere un secondo inverno. È in questi casi che dobbiamo farci forza e attingere dalla nostra psiche tutte le energie nervose per reagire alla pigrizia, detta “la sorella della notte” (che a sua volta è la madre dei vizi...). Rimandare a domani quello che si può fare oggi è una pratica ormai molto diffusa. Si stima che al giorno d’oggi il 30% delle persone rimanda gli impegni. Uno stile di vita quindi sempre più diffuso che però non giova né al proprio lavoro né alla salute. Come combatterla? Proviamoci seguendo queste 8 semplici regole: 1. Se dovete svolgere un compito per voi veramente noioso - e non è il solo della giornata - svolgetelo per primo e se potete al mattino, quando il cervello è più riposato. 2. Se lavorate in ufficio (posto più noioso del mondo e regno della pigrizia!) eliminate dalla scrivania tutte le possibili fonti di distrazione. 3. Non vi soffermate troppo a parlare con i colleghi durante le pause in quanto la cosa potrebbe protrarsi più del dovuto, rovinandovi la tempistica e facendovi riprendere l’attività più svogliati. 4. Avvisate il vostro capo o il vostro partner del compito che andrete a svolgere; la “brutta figura” che farete non sbrigandolo incentiverà la voglia di terminarlo 5. Se il compito è troppo lungo e stressante, porsi degli step, suddividendolo in parti più facilmente gestibili. 6. Premiati tutte le volte che finisci una parte. 7. Incarica qualcuno di controllare il tuo comportamento: vi piacerà potergli dimostrare che siete persone che lavorano molto e bene. 8. Credete in voi stessi e in quello che fate, apprezzate il vostro lavoro e pensate che sia utile: questo è il migliore degli incentivi. Otto semplici regole da testare. In attesa dell’arrivo del sole. Il vero - e forse unico - rimedio infallibile! Alberto Cristani


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ULSS 21

ULSS 21: a Piccoli passi verso il Massimo risultato Verona InForma ha intervistato in esclusiva il Dottor Massimo Piccoli, dallo scorso marzo Direttore Generale dell’ULSS 21. Situazione generale, eccellenze, difficoltà e prospettive future per l’Azienda di Legnago che offre assistenza e servizi a 25 comuni del territorio veronese Dott. Piccoli innanzitutto si aspettava questa nomina a Direttore Generale dell’Ulss 21? Onestamente no. Non mi aspettavo di ricevere

Dott. Massimo Piccoli

10 : maggio,giugno 2013

questa nomina e sinceramente ne sono onorato: ero in vacanza in montagna con i miei bambini e sono rimasto molto sorpreso nel ricevere, fra tanti nomi che io reputo di massimo rispetto e prestigio, la chiamata da Venezia. è una sfida importante che sto affrontando con grande entusiasmo e serietà. Da chi é composto il suo nuovo staff organizzativo e quali sono le singole mansioni? Lo scorso 29 marzo, con il conferimento degli incarichi di Direttore Amministrativo al dott. Gabriele Gatti, Direttore Sanitario al dr. Gianni Tessari e Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale al dott. Raffaele Grottola, si è insediata la nuova Direzione Generale. Il Dott. Gabriele Gatti, Direttore Amministrativo, è laureato in Scienze Politiche all’Università di Padova e proviene dall’Azienda Ulss 20 di Verona dove ha ricoperto la qualifica di Dirigente Amministrativo nei settori: Servizio Personale, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo Risorse Umane, Formazione e Aggiornamento, Direzione Amministrativa Ospedaliera presso l’Ospedale G. Fracastoro di S. Bonifacio/Marzana.


Per il Dott. Gianni Tessari, Direttore Sanitario, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Ferrara, si tratta un ritorno a Legnago dove nel 1991 è arrivato come Direttore Sanitario poi diventato Coordinatore Sanitario sino al 1994. In seguito è stato nominato Direttore Sanitario a Ferrara, Direttore Generale all’Ulss 18 di Rovigo sino al 2003, Direttore Sanitario all’Azienda Ulss 20 di Verona fino al 2007 e all’Azienda Ulss 22 di Bussolengo sino al 31 marzo 2013. Per il Dott. Raffaele Grottola si tratta di una riconferma nell’incarico di Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale che ricopre dal 2008. Laureato in Sociologia all’Università di Trento, si è specializzato in sociologia sanitaria presso l’Università di Bologna ed ha frequentato un master in organizzazione e gestione dei servizi sociali alla Bocconi. Ha lavorato nei servizi sociosanitari dell’ex ULSS 27 di Bovolone e nella stessa Azienda ULSS 21 di Legnago come responsabile del settore adulti e anziani e poi per circa dieci anni è stato Direttore dell’Unità Operativa Complessa dell’”Area Disabilità” dell’Azienda ULSS 20 di Verona.

Che situazione ha trovato al suo insediamento? In vari servizi e aree la situazione è buona, in altre rimangono ancora alcune criticità da risolvere. Per quanto riguarda le strutture ospedaliere, che dai dati dell’ultimo quinquennio, erogano mediamente ogni anno più di 20.000 ricoveri, circa 2.000.000 di prestazioni ambulatoriali e garantiscono 70.000 accessi di pronto soccorso, la prima impressione è stata quella di una realtà complessa e che lavora. Ci sono delle specialità di riferimento anche nell’ambito della rete provinciale quali cardiologia per l’infarto del miocardio, neurologia per lo stroke, radioterapia-oncologia, ecc. Ci sono però ambiti che vanno potenziati e per recuperare un ruolo di attrazione nei confronti del territorio di riferimento. Nell’ultimo periodo si è spinto molto sul processo di informatizzazione dell’Azienda con lo sviluppo di una rete di telemedicina e l’avvio della cartella clinica integrata. è apparso da subito evidente la necessità di proseguire negli investimenti avviati non solo a livello di informatizzazione ma anche di tecnologie e strutturali. Pertanto molto rimane ancora da fare in merito

maggio,giugno 2013 : 11


nezia ci ha chiesto di ridurre il deficit da nove a sei milioni di euro. Dal riparto dei fondi regionali, inoltre, riceveremo 7,8 milioni in meno. La quota riconosciutaci, di fatto, è scesa da 1.554 a 1.516 euro pro capite, con conseguente ovvio aumento del debito. Un’altra priorità è quella dei tempi d’attesa delle prestazioni specialistiche ambulatoriali che, seguendo le indicazioni della Regione Veneto, vedrà l’Ulss 21 utilizzare anche in orario serale la strumentazione della diagnostica per immagini. Inoltre ho provveduto alla riorganizzazione degli uffici al fine di rendere più efficiente la macchina amministrativa, con conseguente riduzione di tempi, procedure e costi. Da sinistra: Dott. Gianni Tessari, Dott. Massimo Piccoli, Dott. Gabriele Gatti e Dott. Raffaele Grottola

al consolidamento dei processi attivati. Altrettanti sforzi sono stati fatti e si stanno facendo anche per la riorganizzazione dell’assistenza primaria: è stata realizzata la Medicina di Gruppo Avanzata in tre aree del territorio dell’Ulss 21 (Nogara, Bovolone e Zevio) ma, in relazione alla popolazione, sono ancora 3/4 quelle che rimango da fare. Bisogna inoltre implementare l’integrazione Ospedale-Territorio attivando la Centrale Operativa Territoriale con la finalità di migliorare i servizi di Assistenza Territoriale (ADI) e la residenzialità extraospedaliera (Ospedale di Comunità, Unità Riabilitativa Territoriale e Centri Servizi per la non autosufficienza). Quali sono state le priorità da affrontare? Molte sono state le priorità da affrontare in questi primi mesi, ma quella più importante per il buon funzionamento dell’Ospedale ritengo sia la sostituzione dei Direttori delle Unità Operative Complesse (cioè i Primari), che sono andati in pensione recentemente e che andranno nel corso di quest’anno, perché solo così può essere garantita continuità e livelli alti di qualità delle prestazioni erogate. Un’altra priorità si è verificata quando Ve12 : maggio,giugno 2013

I comuni serviti dall’Ulss 21 sono 25: diverse esigenze, diversi territori e ubicazioni. È complicato gestire un’area così ampia? Indubbiamente un’area così ampia può rappresentare delle difficoltà sia a riguardo della viabilità e sia a riguardo delle differenze territoriali/culturali. Tuttavia l’organizzazione del territorio in un unico distretto permette di raccogliere le diverse necessità assistenziali socio-sanitarie in modo unitario facilitando la programmazione complessiva e offrendo un’ottimizzazione nell’uso delle risorse. I cittadini oltre ad un servizio qualitativamente appropriato chiedono dialogo e comunicazioni chiare ed efficaci. Come risponde l’Ulss 21 a queste richieste? I cittadini chiedono informazioni che li mettano in grado di orientare la loro domanda, di comprendere diritti, di conoscere procedure, di saper utilizzare al meglio le opportunità clinico-diagnostiche esistenti nell’Azienda Ulss 21 di Legnago. Poiché i problemi di assistenza sociale e sanitaria sono spesso intrecciati è necessario garantire la massima integrazione a livello locale anche sul piano informativo, tra i punti di accesso al sistema dei servizi. Gli sportelli informativi rivolti al pubblico (URP, sportelli sanitari distrettuali e


sportelli sociali) devono essere tra loro reciprocamente e stabilmente comunicanti. L’impegno di questa Direzione per i prossimi anni è quello di rafforzare tutti gli strumenti di comunicazione diretta con il pubblico, valorizzando in particolare l’utilizzo del telefono per le persone che hanno difficoltà di spostamenti, l’accesso semplificato al sito internet aziendale (www.aulsslegnago.it) e le campagne d’informazione rivolte alla popolazione al fine di spiegare scelte, orientare comportamenti, informare su opportunità specifiche e valorizzare iniziative. Diverse sono le iniziative e gli eventi organizzati presso il Maters Salutis: cosa “bolle in pentola” per i prossimi mesi? Abbiamo già iniziato la riorganizzazione logistica degli uffici amministrativi per una maggiore efficienza dei servizi. Ci stiamo impegnando inoltre per realizzare, mgliorare e consolidare modelli di organizzazione quali: - L’Osservazione Intensiva in Pronto Soccorso; - Le degenze dedicate all’assistenza dal lunedì al venerdì per le discipline chirurgiche (Week surgery) - Il percorso delle prestazioni trasferite dal regime di ricovero al regime ambulatoriale con sviluppo dei moduli di “Day Service” previsti dalla Regione Veneto. Si intende rafforzare inoltre il ruolo del Punto Nascita dell’Ospedale di Legnago rispetto al bacino di utenza aziendale e migliorare la qualità del percorso nascita e del parto mediante l’integrazione territorio-ospedale e la realizzazione del percorso per diventare Ospedale Amico del Bambino. L’Azienda sarà inoltre fortemente impegnata nelle strategie di contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali in particolare sarà necessario rivedere l’offerta delle prestazioni e la fascia oraria di attività sia nei giorni feriali sia nei giorni festivi. Prevediamo poi, risorse economiche permettendo, di ampliare il parcheggio dell’Ospedale Mater Salutis con la riqualificazione dell’ex area Belluzzo. I posti auto passeranno da 370 a

670 con l’inizio dei lavori entro dicembre. Con l’Accordo che verrà ratificato nei prossimi giorni l’Ulss 21, il Comune di Bovolone e il Centro Servizi di Bovolone (Casa di Riposo) danno il via libera all’intesa che permetterà al centro anziani di ampliarsi, trovando nuovi spazi nell’adiacente ospedale S. Biagio. Concederemo all’Ipab 650 metri quadrati di spazio nell’ospedale, oggi occupati da uffici che verranno riorganizzati diversamente. Alcuni dei principali progetti che stiamo seguendo a livello territoriale invece sono: - Progetto “Home Care Premium 2012 – Inps (ex gestione Inpdap)”. Il bando dell’Inps, rivolto sull’intero territorio nazionale a Enti Locali virtuosi, innovatori e orientati ai bisogni assistenziali dei propri cittadini, ci darà la possibilità di offrire prestazioni di Assistenza Domiciliare e interventi economici e di servizio, afferenti esclusivamente alla sfera socio assistenziale e di supporto alla Non Autosufficienza, in favore dei dipendenti pubblici, dei pensionati pubblici e dei loro familiari di primo grado. La convenzione stipulata nello scorso mese di febbraio ed i finanziamenti attesi consentiranno di migliorare le prestazioni attualmente maggio,giugno 2013 : 13


erogate e contemporaneamente di liberare risorse a favore della popolazione del territorio della nostra Azienda. - Progetto “Azioni di integrazione sociale e scolastica a favore di immigrati” Da 2 anni è istituito il Servizio di mediazione linguistico culturale inter-istituzionale tra Azienda ULSS e Comuni e attività di formazione congiunta per operatori sociali (Assistenti Sociali dei Comuni) e Operatori Socio Sanitari (Educatori, Assistenti Sociali e Psicologi dell’A.ULSS) con possibilità di partecipazione da parte degli insegnanti delle scuole del territorio. La spending review, inglesismo per “revisione della spesa”, è stato uno dei provvedimenti per sforbiciare gli sprechi del settore pubblico. Anche la sanità ne è stata colpita in modo pesante. Com’è situazione dell’Ulss 21 in questo senso? L’Azienda deve mirare a realizzare una serie di azioni che puntano al rispetto dei limiti di costo massimo sostenibile per aree di attività evitando assolutamente tagli lineari, nella convinzione che sia necessario e fondamentale che ogni livello aziendale contribuisca, per competenza, ruolo o influenza, alla spending review, mantenendo inalterati i livelli di servizio per il cittadino. è stato adottato un piano di azioni aziendale a livello centrale per la riduzione del 5% dell’ammontare di corrispettivi e corrispondenti volumi di acquisti di beni e servizi relativi ai contratti in essere con un mix di azioni che vanno ad agire sia sul prezzo che sui volumi, naturalmente salvaguardando il livello di servizio all’utenza. Inoltre, al fine di evitare nel modo più assoluto tagli lineari, si sono responsabilizzati i singoli reparti/servizi per monitorare e contenere i consumi e le scorte di reparto. Personalmente, ritengo comunque che per arrivare a realizzare in pieno una buona spending review, anche ogni singolo operatore della nostra struttura debba adoperarsi in prima persona per fare, nel suo piccolo, scelte quotidiane orientate al risparmio. 14 : maggio,giugno 2013

Chi é il cittadino Massimo Piccoli? è un cittadino che si è sempre impegnato per il suo territorio e che ora, più che mai, sente molto la responsabilità del nuovo ruolo che riveste. Sono un cittadino che si aspetta che una struttura sanitaria come quella dell’Ulss 21 sia in grado di offrire una buona sanità, competenze professionali di qualità, un’organizzazione efficiente, umanizzazione e adeguata capacità d’informazione sull’utilizzo delle strutture ai cittadini. A maggior ragione, grazie all’opportunità che mi è stata data con questo nuovo incarico, è mia intenzione impegnarmi per assicurare che tali aspettative, che ritengo siano proprie di tutta la popolazione, trovino riscontro nella realtà. Ulss 20, Ulss 21, Ulss 22, Azienda Ospedaliera: qual è il rapporto con i suoi colleghi Direttori? Ma soprattutto, al di là delle singole gestioni e dei singoli obiettivi, l’unione fa la forza per il cittadino? Rapporto ottimo direi! Conosco da tempo i Direttori Generali delle altre tre Aziende sanitarie veronesi, il dott. Sandro Caffi, l’avv. Alessandro Dall’Ora e la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, alcuni addirittura li conosco da molti anni ed ho con loro un rapporto di rispetto personale e professionale, nonché d’amicizia, che sicuramente faciliterà ulteriormente la collaborazione tra le quattro Aziende. Tale rapporto è rafforzato inoltre dalla condivisione di alcune problematiche comuni e da un dialogo continuo che si concretizza in incontri e confronti costanti. Sono convinto che la condivisione di complesse tematiche comuni sia utile non solo per rendere più efficienti i processi decisionali a livello aziendale, ma sia utile anche al cittadino che può così beneficiare, per richieste uguali, di uniformità di percorsi e risposte a livello provinciale.

Alberto Cristani



Reflorecer presenta il progetto Edutango Il progetto Edutango è lo speciale percorso educativo, curato dall’Associazione culturale Reflorecer, rivolto alla formazione dei ragazzi che offre un’opportunità di leggere in chiave ludica il modello di comunicazione reale che il tango argentino ci propone. Edutango, infatti, ripercorrendo i passi storici e culturali della danza, della storia e della cultura argentina, mostra ed allo stesso tempo “culla” e sviluppa nei ragazzi il proprio senso di appartenenza individuale, di classe e collettivo nel confronto con un modello di crescita e di integrazione sociale di successo: quello del tango argentino! Nella comunicazione non verbale, che si sviluppa nella relazione della danza, non vi è spazio per i preconcetti, da cui nascono i pregiudizi, che sono fonte di ogni discriminazione, anche intergenerazionale, oltre che culturale e sociale. In breve il nostro percorso didattico attraversa le seguenti linee di sviluppo e riflessione: 1) tango argentino (storia) - modello di integrazione sociale 2) tango argentino (ballo) - modello di regole di convivenza di uno spazio, modello di comunicazione 3) tango argentino (danza) - modello di crescita ed equilibrio corporeo 4) tango argentino (sociale) - modello di nascita e crescita di una cultura, modello di autenticità e filosofia di vita, modello di impegno nella vita per emergere 5) tango argentino (musica) - modello per la crescita e l’educazione musicale il contributo della musica italiana Edutango vuole essere un’occasione di incontro dei ragazzi con un linguaggio di comunicazione universale che esula dall’ambito delle danze sportive, rientrando a pieno titolo in un’espressione artistica e creativa: sotto la guida dei nostri esperti, gli studenti attraversano un percorso storico e di integrazione culturale e sociale e vengono quindi condotti gradualmente in questa scoperta del tango argentino che unisce la dimensione collettiva del divertirsi stando insieme, ad un contatto con la musica, con il piacere di esprimere le emozioni che essa trasmette, e con la guidata consapevolezza di se stessi e del

16 : maggio,giugno 2013

proprio impegno nel ballo, nello spazio e nella società. Edutango parte da esperienze semplici e efficaci: ad esempio entrando in una stanza o in una classe scolastica e guardando alle persone od ai ragazzi che la compongono dovremmo pensare semplicemente che tra questi vi sono persone che conosciamo e che non conosciamo ancora, mentre ogni qualvolta ci fermiamo a pensare a chi tra questi è uno straniero, e al nostro essere differente da alcuni di loro, ciò che in realtà stiamo compiendo in quegli istanti non è guardare nella stanza, ciò che ci capita è di socchiudere gli occhi, perché ogni qualvolta non ci si conosce, è come se li lasciassimo chiusi, ma non solo agli altri, bensì anche al nostro mondo e alle nostre possibilità di esplorarlo, e poco importa se lo spazio di questa stanza è in realtà una casa, una città, una regione, una nazione o se la sua distanza la misuriamo in termini di disabilità o disagi sociali, perché a quale di questa realtà possiamo appartenere in verità si rimane sempre con gli occhi chiusi … e la vita è bella quando la possiamo guardare nella sua interezza!! Il progetto Edutango vuole perciò raccontare ai ragazzi che esiste un modello alternativo, una stanza in cui possiamo essere anche stranieri, o ciascuno diverso per convinzione, ideologia, razza, sesso, invalidità, deficit o qualunque altra forma possibile di distinzione, eppure essere tutti in piena totale comunicazione, rimanendo ciascuno solo se stesso ed essere al tempo una cosa sola con un’altra e con le altre che ci sono intorno!! In tutto il mondo questa stanza è il tango argentino con l’abbraccio di tutti coloro che simultaneamente lo ballano ed esprimono se stessi confusi fra persone della più varia estrazione sociale, etnica, e religiosa, sperimentando la sensazione di non essere stranieri, perché la parola straniero perde senso in una pista di ballo, rimaniamo solo noi e quello che siamo capaci di esprimere di noi attraverso questo meraviglioso linguaggio nato infatti dalla ricerca di uno strumento di comunicazione che andasse oltre le differenze linguistiche e culturali delle migliaia e migliaia di immigrati italiani ed afro-europei trasferiti alla fine del 1800 in terra Argentina per scrivere le pagine di una nuova storia: costruire le strade e le case di Buenos Aires e della nazione argentina e l’hanno fatto!! Edutango è dunque un invito rivolto ai ragazzi, ai genitori ed agli educatori per offrire loro la possibilità di vivere con gioia le differenze nei ruoli nel rispetto delle diversità, il cui incontro è evoluzione !! Associazione S. D. Culturale Reflorecer V.ia Caprera 1, 37126 Verona - Per contatti ed info: 331/727240 - www.reflorecer.it - reflorecer@tiscali.it


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Preoccupa la diffusione del morbillo in Europa Nel corso del 2012 - tra i 29 Paesi della Comunità Europea - sono stati segnalati più di 8.300 casi di morbillo, pari ad un’incidenza di 16,4 casi/milione di abitanti

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l bollettino settimanale del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie Trasmissibili (ECDC) dell’ultima settimana di aprile 2013 segnala che sono quasi un migliaio i casi di morbillo accertato segnalati nel Galles nei primi quattro mesi dell’anno. Sempre in Galles, è stato inoltre segnalato il decesso di un uomo di 25 anni con morbillo, ma l’esatta

causa di morte è ancora in corso di verifica. In Germania, da febbraio 2013 sono stati segnalati 93 casi di cui il 56% di età superiore a 16 anni. Sul fronte italiano il bollettino segnala due epidemie: una a Genova (qualche decina di casi) e l’altra a Rimini (con un numero non specificato di casi), dove sono stati ricoverati in con-

Numero di casi di morbillo per Nazione: gennaio-dicembre 2012 (EU/EEA ) e copertura vaccinale con due dosi (2011 CISID).

* I dati di copertura (%) sono dati nazionali ufficiali rilevati tramite l'annuale WHO/UNICEF Joint Reporting Form e WHO Regional Office for Europe reports.

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Numero di casi di morbillo (casi/milione abitanti) per Nazione: gennaio-dicembre 2012, Paesi EU/EEA countries (n=8.230)

dizioni gravi due bambini di 5 anni. Tuttavia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre alla Liguria e all’Emilia Romagna, sono in corso epidemie anche in altre Regioni, tra cui Piemonte, Lombardia, Puglia, Abruzzo, Valle d’Aosta, Veneto, con oltre 200 casi segnalati al sistema di sorveglianza integrata, in questi primi mesi del 2013. Il morbillo continua ad essere endemico in numerosi Stati Membri dell’Unione Europea e il rischio di nuove epidemie aumenta con l’accumulo nel tempo di soggetti non vaccinati. Nel Regno Unito, l’epidemia in corso nel Galles riflette la risonanza avuta nel 1998 dal caso Wakefield, che ha portato ad una importante diminuzione delle coperture vaccinali per MPR. In Italia, la copertura vaccinale per la prima dose di vaccino nei bambini sotto i due anni di età è di circa il 90%. Secondo l’ultima indagine Icona (2008), la copertura vaccinale per la prima dose nella coorte di nascita 1992 (allora sedicenni) è del 78% e quella per la seconda

dose di solo il 54%. Tra le strategie adottate dall’Italia per recuperare la popolazione suscettibile c’è il ricorso alla vaccinazione anche in età adulta. Nel corso del 2012, tra i 29 Paesi della Comunità Europea (UE e SEE), sono stati segnalati più di 8.300 casi di morbillo, pari ad un’incidenza di 16,4 casi/milione di abitanti. La maggior parte delle segnalazioni (pari a 87%) proveniva da 5 Paesi: Romania (3891), Regno Unito (1688), Francia (967), Italia (714), e Spagna (554). Per questo motivo in un recente incontro organizzato a Roma (12-13 febbraio 2013) da OMS Europa ed ECDC si è discusso e valutato come attuare le raccomandazioni della Commissione regionale di verifica per l’eliminazione di morbillo e rosolia negli Stati membri che si apprestano a istituire specifiche commissioni nazionali (national verification committees, Nvcs) per monitorare i progressi e riportare i risultati alla competente la Commissione della Regione Europea di Verifica (RCV). maggio,giugno 2013 : 19


ULSS 20

Twitter :140 cinguettii di salute! L’uso di Twitter e dei social network sono utili per la promozione degli stili di vita sani

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social network stanno rivoluzionando un pò tutto il mondo della comunicazione ed era inevitabile che anche la promozione della salute cominciasse prima o poi ad appropriarsene, per raggiungere più ampie fasce di popolazione). Twitter, in particolare, potrebbe diventare lo “strumento rivelazione” sia per coloro che lavorano in campo sanitario sia per chi, e sono moltissimi, è semplicemente alla ricerca di informazioni utili per la salute propria e dei propri cari. Cosa significa “stile di vita salutare”? Come riuscire a rimanere in forma con lo stile di vita? Come possiamo curare e soprattutto prevenire le malattie? Quali stili di vita possono garantirci uno stato di benessere, sia fisico che psichico, anche fino a tarda età? Come mantenere il peso corretto o combattere l’obesità piuttosto che le malattie cardiache, i tumori o la depressione? Come soprattutto sentirsi bene, a posto con se stessi e con il proprio corpo, con gli altri e con l’ambiente che ci circonda? Queste alcune delle domande che molti di noi sempre più spesso si pongono. Ma cos’è Twitter? Ormai quasi tutti i giorni i giornali o la TV ne parlano (ad esempio in ocDott.ssa Susanna Morgante 20 : maggio,giugno 2013

casione di eventi politici o sportivi di grande interesse popolare) ma non tutti hanno dimestichezza con un mezzo che si sta ormai accingendo a sorpassare Facebook: solo nel 2012 ogni giorno sono entrati in questo social network circa 1 milione di persone e si calcola che oltre il 30% degli utenti di Internet attualmente lo usi. SoprattuttoTwitter è molto adatto a diffondere informazioni, per di più in un modo semplice e sintetico. Si tratta infatti di messaggi molto brevi, solo 140 caratteri, seguiti a volte da un link che rimanda ad un testo più approfondito, ad una foto, ad un video. I messaggi vengono poi letti da tutte le persone (i cosiddetti follower) che hanno deciso spontaneamente di seguirvi. Nel box 1 spieghiamo, per chi ancora non lo avesse provato, come si fa ad usare Twitter. I contenuti del nostro sito Twitter riguardano il movimento, gli stili di vita, la prevenzione dei tumori e delle altre malattie, la salute materno-infantile e molto altro ancora. Nel box 2 abbiamo riportato una decina di mes-


saggi a titolo di esempio, ma potremmo proseguire: ne abbiamo pubblicati fino ad ora circa 400, molti dei quali rimandano ad un link con informazioni più dettagliate. Ma la cosa più semplice, naturalmente, è entrare in Twitter e andare a leggerli lì, dal vivo, sul nostro account: Promozione salute VR @Promo_salute_VR Chissà domani quali altri contenuti aggiungeremo per i nostri follower… Dott.ssa Susanna Morgante Servizio Promozione Salute ULSS 20 Responsabile del programma regionale di promozione dell’attività fisica Mobility manager ULSS 20

BOX 1

Come funziona Twitter Si tratta sostanzialmente di scrivere brevi messaggi o tweet, una sorta di sms, con 140 caratteri disponibili (a titolo di esempio, per scrivere questa frase ne ho già utilizzati 116). Questi tweet, letteralmente “cinguettii”, vengono lanciati nel vuoto di Internet, dove sono letti da tutte le persone, i cosiddetti follower, che hanno deciso spontaneamente di seguirvi. E non è neanche come Facebook, dove se stringete amicizia con qualcuno per condividere contenuti la cosa deve essere corrisposta. No, in Twitter voi potete seguire qualcuno senza che questi sia obbligato a seguirvi, e viceversa. Ma come si entra a far parte di Twitter? Il primo passo è andare sul sito (https://twitter.com/) e aprire un profilo, o account; subito dopo, cominciare a seguire qualcuno. Se non seguiamo nessuno, appena entriamo in Twitter non vediamo nulla, perché in home page appaiono i tweet dei nostri following (ossia le persone che stiamo seguendo), e se non ne abbiamo la nostra home page sarà vuota. Chiaramente, per scegliere chi seguire dobbiamo prima individuare degli argomenti di interesse, come potrebbero essere l’attualità, la politica o, appunto, la salute e gli stili di vita sani. Poi è possibile seguire i principali quotidiani, italiani o esteri, oppure persone famose o meno famose del mondo della cultura piuttosto che della politica o dello spettacolo, o anche i blog o i siti web più popolari. Un altro modo diverso può essere, come su Facebook, quello di cominciare seguendo qualcuno che conoscete e che condivide i vostri stessi interessi.

BOX 2

Alcuni “cinguettii” - Al lavoro in bici! Perchè l’occasione fa l’uomo magro... - Leggere da piccoli, leggere da grandi: la lettura è (anche) salute (segue link che rimanda a una pagina web di approfondimento) - Uno stile di vita migliore e più sano potrebbe prevenire la metà di tutti i tumori negli uomini (il 40% nelle donne) - Usare la bicicletta tutti i giorni riduce del quaranta per cento la mortalità prematura! - Più frutta e verdura a scuola: un modo efficace è intervenire sulle mense scolastiche, e con tanto di legge.. (segue link) - Comune di Verona: se tutti pedalassero 3 km ogni giorno il risparmio sui costi sanitari sarebbe oltre 17 milioni di euro! - Attività fisica, alimentazione e prevenzione dei tumori: cosa ci dice la letteratura scientifica (segue link) - Prevenzione in auto per i più piccoli, dal centro di documentazione Saperidoc (segue link) - 1 caso su 6 di morte improvvisa del lattante dipende dall’abuso di alcol in gravidanza - Twitter, istruzioni per l’uso: dummies leggete (segue link – NB: “dummies” è un termine gergale che sta per “utenti inesperti di Internet”).

BOX 3

Web, social e salute! - account Twitter: Promozione salute VR @Promo_salute_VR - http://prevenzione.ulss20.verona.it/promozionesalute.html http://prevenzione.ulss20.verona.it/att_motoria. html - video diffusi sulle TV locali: http://video.ulss20.verona.it/ - newsletter attività motoria: http://www.newsletterattivitamotoria.info/ - blog sul movimento, per adolescenti: http://movimentiamoci.blog.kataweb.it/ maggio,giugno 2013 : 21


LOTTA AGLI INSETTI

Diamo lo sfratto alla zanzara tigre Semplici regole per evitare che la zanzara tigre trovi terreno - e acqua - fertili per riprodursi e diffondersi

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e abbondanti e a tratti incessanti piogge di questi ultimi mesi, oltre a far sviluppare in modo rigoglioso la vegetazione, ha versato sul terreno una notevole quantità di acqua, creando conseguentemente ristagni e pozze. Questi sono generalmente i luoghi di riproduzione preferiti delle zanzare, piccoli e “poco simpatici” insetti che possono con le loro punture possono rendere un vero inferno le nostre serate estive. Dalla metà degli anni Novanta in Italia si è diffusa la famigerata Zanzara Tigre, insetto originario del Sudest asiatico. La zanzara tigre ha una grande capacità di insediarsi e riprodursi sul territorio con una capacità di sopravvivenza molto elevata.
 Per ridurre sensibilmente la presenza della zanzara tigre, basta mettere in atto poche facili azioni. FASE 1 - IDENTIFICARE I FOCOLAI Il primo passo è effettuare un’attenta ricognizione dell’ambiente per identificare i cosiddetti focolai larvali.
Un focolaio larvale è un “nido” di zanzare, un luogo in cui nascono e si sviluppano le zanza-

22 : maggio,giugno 2013

re.
Qualsiasi raccolta, anche minima, di acqua stagnante o a lento deflusso è un potenziale focolaio larvale. Un focolaio nasce infatti in presenza di qualsiasi condizione naturale (es: cavo nell’albero) o artificiale (es: sottovaso) in grado di causare la formazione di una raccolta di acqua stagnante o a lento deflusso; l’acqua può essere piovana o proveniente da attività umana, ad esempio: innaffiatura di giardino, orto o piante in vaso, lavaggio di veicoli, scarico di acqua da condizionatore, ecc. L’ispezione dell’ambiente circostante, compreso l’interno della vostra casa e ancor di più giardini e aree scoperte, vi farà scoprire molti potenziali focolai larvali. La zanzara tigre vive e attacca a meno di 200 metri dal suo focolaio di nascita.
Se c’è una consistente presenza di zanzare, vuol dire che il loro focolaio è nei paraggi: bisogna trovarlo e renderlo “inoffensivo”. FASE 2 - ELIMINARE I FOCOLAI Identificati i potenziali focolai, si passa all’azione. La soluzione è eliminare i focolai mettendoli “in sicurezza”, cioè rendendoli inoffensivi. Mettere in sicurezza è semplice. E per ogni oggetto ci sono una o più soluzioni; ecco alcuni esempi: - secchi, annaffiatoi e vasi vuoti per piante : vanno svuotati e riposti al coperto o tenuti capovolti - sacchetti o teli in plastica abbandonati : vanno raccolti e smaltiti - attrezzi da giardino, giocattoli dimenticati e al-


tri oggetti nei quali può formarsi raccolta d’acqua: vanno raccolti e e riposti al coperto - grondaie rotte o intasate : provocano ristagno d’acqua, vanno quindi riparate o liberate dall’ostruzione (foglie, ecc.) - bidoni per la raccolta d’acqua per irrigazione: svuotarli completamente ogni 4/5 giorni o garantirne la perfetta chiusura con coperchi ben aderenti, preferibilmente realizzati con reti a maglia fitta - laghetti o fontane ornamentali con acqua a lento deflusso: inserire pesci larvivori (comuni pesci rossi o gambusie) oppure colmare di terra la vasca - sottovasi: non utilizzarli; in alternativa, è necessario svuotarli completamente dall’acqua ogni 4-5 giorni, ripulnedo accuratamente i lati interni del sottovaso per eliminare le uova di zanzara. Avvertenza importante: quando si svuotano i contenitori, versare sempre l’acqua sul terreno (non nei tombini!), senza formare depositi di acqua stagnante.

FASE 3 - TRATTARE I FOCOLAI In alcuni casi il potenziale focolaio larvale è un oggetto “utile”, che non si può eliminare, nè mettere in sicurezza; ad esempio: pozzetti, tombini, canalette grigliate per la raccolta di acqua piovana (ad esempio negli accessi ai parcheggi sotterranei nel tratto di passaggio fra la rampa ed il tratto orizzontale di raccordo), ecc. In questi casi, la lotta alla zanzara tigre fa fatta con specifici prodotti, detti “larvicidi”. 
I prodotti larvicidi sono “presidi medico-chirugici” (come i disinfettanti o gli insettici) e sono in vendita nei reparti drogheria dei supermercati, nelle farmacie, nei negozi di agraria e giardinaggio. Sono semplici da usare e, nella pratica versione in pastiglie, adatti anche all’uso da parte di persone totalmente inesperte. Per utilizzare i prodotti larvicidi in maniera corretta, cioè in maniera efficace e sicura, è essenziale rispettare alcune semplici, ma importanti indicazioni: a) Prima dell’uso - Leggere attentamente le istruzioni e le avvertenze riportate sulla confezione. Inoltre prima dell’inizio del ciclo dei trattamenti, pulire l’interno di griglie, tombini, ecc. da fango, foglie e altri detriti (una buona pulizia ad inizio aprile è di solito sufficiente a garantire trattamenti efficaci fino all’autunno) b) Durante l’uso - indossare guanti monouso - segnare sul calendario le date dei trattamenti, per rispettare la programmazione - ripetere il trattamento dopo ogni pioggia abbondante - in caso di contatto accidentale del prodotto con la pelle, lavare immediatamente la parte interessata con acqua e sapone c) Dopo l’uso - conservare il prodotto, nella confezione originale, in luogo fresco, asciutto, al riparo dal calore e dalla luce diretta - conservare la confezione fuori dalla portata di bambini e animali - Non disperdere le confezioni vuote o inutilizzate nell’ambiente, ma smaltirle in modo appropriato. maggio,giugno 2013 : 23


PSICOLOGIa

Dottore, ho il mal d’amore! Se un individuo è capace di amare positivamente, ama anche se stesso. Se può amare solo gli altri...non può amare affatto

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ttualmente sempre più spesso si sente parlare di “dipendenza affettiva” o “mal d’amore”, troviamo articoli su molte riviste o all’interno della posta del cuore o in molti i libri, uno dei più rappresentativi è sicuramente “Donne che amano troppo”. Cosa si intende per “dipendenza affettiva”? Non siamo forse tutti dipendenti in qualche modo affettivamente da chi ci sta vicino? Amici, famiglia, compagni e coniugi rappresentano dei legami che definire vitali non appare eccessivo. Partendo da queste considerazioni, quale la linea che definisce quando un legame è patologico e quando invece è funzionale? Tecnicamente si può parlare di dipendenza affettiva quando all’interno della coppia appare evidente una mancanza di equilibrio, un’asimmetria, nei ruoli rivestiti dai membri della stessa: da una parte abbiamo un donatore d’amore a senso unico, una

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persona che vede nel rapporto la propria ragion di vivere, che si prodiga per la crescita della stessa rivestendo ruoli che vanno dall’infermiere, al genitore, al complice, al soccorritore, mentre, dall’altro lato, abbiamo un partner sfuggente, distaccato o problematico che meno investe all’interno del rapporto stesso. Quanto appena descritto vuole essere un quadro meramente rappresentativo della coppia tipo e non pretende essere esaustivo di tutte le situazioni. La sovra citata “coppia tipo” chiarisce ciò che s’intende per dipendenza affettiva: un membro della coppia (più spesso la donna) dedica tutta se stessa al rapporto a due fino ad annullare ogni altro suo interesse come amicizie, carriera, famiglia (e anche se stessa) in nome del rapporto, il bisogno dell’altro è vissuto come unico interesse della propria esistenza divenendo ben presto un’ossessione, o se vogliamo, una vera e propria dipendenza. Rapporti inizialmente apparentemente armonici col passare del tempo divengono poco appaganti, consumano i membri della coppia e mettono la persona dipendente in una posizione sottomessa al fine di mantenere la vicinanza dell’altro. Le persone dipendenti spesso non si fidano completamente del partner e vivono con la costante paura di esser traditi, dimenticati o abbandonati, perciò, al fine di ottenere sicurezza, lo esasperano con pressanti richieste di maggior contatto, attenzioni e rassicurazioni, portando la coppia ai limiti della rottura.


Erich Fromm disse: “Se un individuo è capace di amare positivamente, ama anche se stesso; se può amare solo gli altri, non può amare affatto”. La citazione descrive chiaramente la natura del problema: amare disperatamente gli altri (il coniuge o compagno) e far di tutto per far funzionare il rapporto di coppia è deleterio se alla base di esso non c’è rispetto e amore per se stessi, perché solo attraverso esso è possibile costruire rapporti armonici ed equilibrati. La scarsa stima di sé o disamore porta frequentemente a scegliere partner che hanno il ruolo di colmare mancanze personali, l’avere qualcuno vicino che non ci faccia sentire soli ad affrontare il mondo esterno appare così prioritario rispetto al benessere stesso. In alcune coppie la situazione appare invertita e il partner dipendente assume il ruolo di salvatore dell’altro, immolando tutto se stesso alla causa di salvare l’altro, ignoran-

do costantemente tutti i segnali di incompatibilità relazionale in nome della missione. Ciò che si verifica in questo caso è di innamorarsi dell’idea del partner più che del compagno stesso, di ciò che potrebbe diventare “solo se..” cominciasse a fare un passo in una determinata direzione, ed è questo ciò che continua a spronare a sopportare situazioni normalmente ritenute intollerabili. Un rapporto di coppia equilibrato ed appagante è quello in cui, attraverso l’amore reciproco, si sperimentano scambio e crescita, mentre il dipendente affettivo cerca nell’altro qualcuno a cui aggrapparsi e che colmi tutte le sue lacune e carenze affettive. Attualmente la dipendenza affettiva rappresenta un disturbo in corso di categorizzazione che appartiene a quelle che vengono definite le nuove dipendenze patologiche o New Addiction (come quella da gioco d’azzardo, da internet, da shopmaggio,giugno 2013 : 25


ping etc.), il termine si riferisce a quelle nuove forme di dipendenza legate a un comportamento e non all’utilizzo di sostanze chimiche. Il termine “addiction” si riferisce proprio al fatto che, come la dipendenza da sostanze chimiche, quella di tipo affettivo ne condivide gli aspetti fondamentali quali le diverse fasi: ebbrezza (la sensazione di piacere riscontrabile solo attraverso la vicinanza col partner); tolleranza (l’aumento del tempo speso col partner a discapito della propria autonomia) ed infine astinenza (l’assenza del compagno pone il soggetto in uno stato di profonda inquietudine e allarme). La tendenza di alcune persone a sperimentare questo genere di dipendenza sembra essere correlata con alcune caratteristiche personologiche quali la mancanza di autonomia, la scarsa capacità decisionale e un’immagine di sé fragile e bisognosa di aiuto; tutte queste componenti agevolano l’eccessivo affidamento ad altre persone per sentirsi al sicuro. Anche le esperienze vissute nel corso dell’infanzia hanno un ruolo chiave nella formazione di questo stile relazionale, il rapporto con la famiglia di origine rappresenta nella maggior parte dei casi lo stampo su cui si modellano 26 : maggio,giugno 2013

le successive relazioni affettive. Decidere di affrontare la dipendenza affettiva è un passo importante, ad oggi ci si può avvalere di diverse ed efficaci risorse come manuali di auto-aiuto, gruppi di sostegno, consulti psicologici e psicoterapia sia personale che di gruppo. Gli obiettivi principali di un intervento dovrebbero essere: la presa di coscienza di alcune strutture di pensiero e comportamento ricorsive ed invalidanti e la ricostituzione di un senso di sé efficace, attraverso lo sviluppo di capacità che permettano alla persona di regolare le proprie scelte di vita e le proprie emozioni autonomamente. Affrontare un percorso che aiuti ad uscire dalla dipendenza affettiva può spaventare ma si tratta in definitiva di convogliare le proprie energie e risorse, non nel tentativo di cambiare l’altro, ma in nuove e più appaganti direzioni: quelle della cura di sé e della costruzione di un rapporto d’amore sano. Dott.ssa Rossella Bontempi Psicologo psicoterapeuta info: rossella.bontempi@gmail.com www.psychoarea.it


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magnetoterapia

è possibile eliminare i dolori senza medicinali? Risolvi il tuo problema in modo naturale e senza effetti collaterali con la magnetoterapia

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l dolore può diventare un grave problema, limitando enormemente la qualità della nostra vita. Il sollievo temporaneo che gli antidolorifici procurano è ingannevole, non solo perché l’effetto dura poche ore, ma anche perché questi farmaci, con le loro controindicazioni e gli effetti collaterali, possono procurare nel tempo danni al nostro organismo. Ottenere benefici più duraturi e soprattutto in modo completamente naturale è possibile? L’alternativa di cui si vuole informare spicca tra le più riconosciute ed efficaci che intervengono su diverse patologie: si tratta di una terapia certificata dal Ministero della Salute, che da

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molti anni viene effettuata nella maggior parte di ospedali e cliniche di tutto il mondo. Stiamo parlando di magnetoterapia, particolarmente indicata per problematiche motorie, alle ossa, articolazioni, traumi, e ovunque si presenti un dolore o un’infiammazione. Le origini sono antichissime, già gli antichi Egizi usavano il magnetite per alleviare il dolore. Lo stesso principio, applicato dopo millenni di evoluzione tecnologica, ha portato medicina e scienza ad effettuare molte ricerche in tutto il mondo, per poi concordare sugli importanti effetti terapeutici che il campo magnetico (presente sulla terra naturalmente) pulsato produce; per citarne solo alcune tra le più importanti degli ultimi anni, ricordiamo quella sulla guarigione delle fratture del British Medical Journal o quella sul dolore del Journal of Alternative and Complementary Medicine o ancora sui risultati nella cura dell’osteoartrite del Medical Disorders. La bibliografia sull’argomento è vasta, e anche le nostre riviste parlano spesso di quanto questa cura sia consolidata per esempio nel mondo dello sport dove le guarigioni devono essere veloci e non lasciar tracce. La magnetoterapia viene sempre più spesso prescritta per uso domestico, cosicché si possa risolvere il problema da cui si è afflitti in modo autonomo, pratico e soprattutto risolutivo. Per svolgere un compito così importante è neces-


notizie brevi

Con 14.000 passi si combatte il diabete

saria un’apparecchiatura sicura, efficiente, all’avanguardia: caratteristiche fondamentali del Magnetosan, dispositivo medico professionale (certificato dal Ministero della Salute) di ultima generazione nato dalla collaborazione con un’altra azienda italiana, che vanta un’esperienza quarantennale nella costruzione di apparecchiature mediche professionali. Grazie ai risultati eccezionali e alla sua praticità, in pochi anni questo dispositivo è diventato elemento indispensabile in molte famiglie, che con gioia e sollievo si sono trovate alleggerite da dolori e varie problematiche, anche croniche. Magnetosan è talmente efficace che è utilizzato anche in strutture mediche rinomate come la clinica veronese Bernstein. Prenditi cura anche tu della tua salute…non perdere l’opportunità di migliorare la qualità della tua vita.

Dott.ssa Miriam Lucchitta

Magnetosan è distribuito da Linea Stile - San Martino Buon Albergo (VR)

P re n o t a u n t r a t t a m e n t o g r a t u i t o telefonando al 3408820636 o p p u re d i re t t a m e n t e d a l s i t o w w w. m a g n e t o s a n . i t

In termini di prevenzione dell’obesità e delle malattie metaboliche il risultato migliore si ottiene intervenendo precocemente. Da questa realtà ha preso corpo l’iniziativa “14.000 passi per combattere il diabete” giunta quest’anno alla 7° edizione, con la quale si è voluto promuovere l’attività fisica nel paziente diabetico e in chi presenta, per varie ragioni, un aumentato rischio di sviluppare questa patologia. La manifestazione, che si è svolta domenica 26 maggio, è stata anche l’occasione per testare i benefici dell’attività fisica in termini di glicemia. Quest’anno la “14000 passi” è stata preceduta da una campagna di informazione nelle scuole, con il coinvolgimento di insegnanti, ragazzi e loro genitori. L’iniziativa è nata dalla collaborazione fra la Unità Operativa di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, l’U.S.D. “Pindemonte Atletica Verona”, l’Associazione Diabetici di Verona e la Seconda Circoscrizione del Comune di Verona, con il supporto del Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 20 (nell’ambito del Piano Regionale di promozione dell’attività fisica). Questi 14.000 passi da fare camminando o di corsa, in rapporto all’età e alla condizione fisica, o anche facendo nordic walking - su un percorso dedicato, per chi volesse provare questa interessante e divertente tecnica - vogliono essere uno stimolo a riscoprire i benefici dell’attività fisica dal punto di vista medico, ma anche il piacere che si prova nel fare movimento e che molti hanno ormai dimenticato.

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SALUTE E ambiente

Verona: più pulita e più sana grazie ad AMIA AMIA Verona è l’azienda leader sul territorio veronese per quanto riguarda lo smalitmento dei rifiuti. Un’attività sempre più virtuosa grazie anche al coinvolgimento dei cittadini

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MIA Verona spa, è l’azienda municipale di multiservizi di igiene ambientale che dal 1983 opera sul territorio scaligero nell’ambito della raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Un servizio sempre più all’avanguardia e mirato che, grazie anche alla virtuosità dei veronesi, sta portando a risultati sempre più importanti. Ma non basta. In questa ottica di continuo miglioramento del servizio, e quindi della qualità della vita, AMIA investe su innovazione e comunicazione, strumenti fondamentali per puntare all’eccellenza. Con all’attivo oltre 600 dipendenti e grazie all’acquisizione dei più sofisticati sistemi di raccolta e trattamento dei rifiuti urbani e speciali e all’ampia gamma di servizi che può offrire, unita alla competenza dei propri operatori, AMIA oggi si pone oggi sul mercato quale azienda efficiente in grado di soddisfare le richieste provenienti sia dai Comuni che dalle aziende private.

Presidente AMIA Verona Andrea Miglioranzi

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“AMIA Verona - spiega il presidente Andrea Miglioranzi - gestisce i servizi di igiene urbana nel territorio di Verona e nei Comuni di Boscochiesanuova, Cerro Veronese, Grezzana, San Giovanni Lupatoto, Villafranca e Sant’Ambrogio di Valpolicella. In particolare AMIA si occupa di raccolta, trasporto, trattamento, recupero, valorizzazione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Svolge anche il servizio di pulizia e lavaggio di aree pubbliche, la gestione del verde urbano, derattizzazione, disinfestazione zanzare, spurgo dei pozzetti stradali e la gestione delle emergenze neve. Effettua anche servizi commerciali a pagamento su aree urbane. Un’offerta a 360° che trova sempre più gradimento tra i cittadini”. Verona è una città pulita e sana? Miglioranzi a questo proposito non ha dubbi: “Il cittadino veronese è virtuoso ma deve essere stimolato ed educato. Il senso della pulizia e dell’ordine deve essere supportato da una finalità pedagogica. Per esempio, nell’ambito della raccolta porta-a-porta (in fase di estensione anche alla 7^ circoscrizione Porto San Pancrazio e Borgo Roma n.d.r.) dove è presente e attiva abbiamo verificato che il 30% degli utenti non la attua. È qui che noi insistiamo coinvolgendo i cittadini con campagne di sensibilizzazione a partire già dalle scuole. Gli studenti possono essere un ottimo veicolo per arrivare agli adulti, soggetti che a causa di abitudini ormai radicate, a volte sono meno attenti”. Nonostante le difficoltà e i notevoli margini di miglioramento Verona resta la prima città italiana con


popolazione superiore ai 250mila abitanti ad aver superato la soglia del 50% di rifiuti avviati al riciclo contro una media nazionale che non supera il 35%. «In Italia – ammette Miglioranzi - nessun´altra grande città riesce a fare meglio. Ma non ci basta. Vogliamo aumentare e potenziare la nostra attività in modo da aumentare i benefici ambientali e salutistici agli insediamenti urbani e a tutto il territorio circostante. Aumento della raccolta differenziata e incremento delle attività di riutilizzo, riciclo e corretta gestione dei rifiuti sono i pilastri su cui si basa la nostra attività presente e futura”. Importante, parlando di salute e benessere, è anche l’attività di smaltimento di medicinali scaduti e rifiuti speciali. “Negli ospedali - spiega il presidente di AMIA - si possono produrre molti rifiuti speciali diversi; i più numerosi e tipici dell’attività sanitaria sono i cosiddetti rifiuti potenzialmente infetti e i medicinali scaduti. I rifiuti potenzialmente infetti sono costituiti da tutto quello che in un centro di cura entra a contatto con un paziente: materiale per le medicazioni e la cura, materiale monouso di protezione per il personale sanitario, cateteri, sondini, eccetera. Essi sono

sottoposti sia alla normativa generale sui rifiuti che ad una specifica di settore: il Legislatore prevede infatti che vengano posti in appositi contenitori accuratamente etichettati e che il loro destino finale sia la termodistruzione in inceneritori autorizzati per questa tipologia (DPR 254/03 15/7/2003 art 10 n.d.r.). In alternativa possono essere, una volta sterilizzati in impianti autorizzati, avviati alla produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR) o utilizzati come mezzo per produrre energia (DPR 254/03 art. 11 n.d.r.). I medicinali scaduti invece vengono di norma avviati anch’essi ad impianti di termovalorizzazione autorizzati per questa tipologia. In entrambi i casi, i rifiuti, prima di essere avviati alla distruzione, possono transitare in impianti di stoccaggio appositamente autorizzati, per ottimizzare la logistica, diminuendo le spese e il numero di mezzi utilizzati per il trasporto; chiaramente i soggetti incaricati alla raccolta e all’eventuale stoccaggio provvisorio sono autorizzati dagli Enti competenti per tali operazioni”. “AMIA - conclude Miglioranzi - è inoltre molto attiva nella promozione dello sport e delle attività benefiche legate al territorio. Un impegno che ci vede quindi sempre in prima linea con l’obiettivo di rendere la nostra città sempre più bella, pulita e ordinata. Insomma in una sola parola sana!”. Alberto Cristani maggio,giugno 2013 : 31


cardiologia

Il cuore: unico, magnifico e vitale Tutto il funzionamento cardiaco è governato da impulsi elettrici intrinsechi del cuore che ne permettono l’attivazione e regolazione

I

l cuore è un organo che nei secoli si è prestato a fare da confine tra la razionalità della scienza e l’irrazionalità del sentimento. Per secoli, infatti, lo si è ritenuto sede dei sentimenti e dell’anima di ogni essere vivente. Questo ruolo gli viene attribuito, forse per il suo ”farsi sentire” in tutti i momenti di forti emozioni della nostra vita, forse per la sua posizione al centro del torace che nell’immaginario sembra tanto riparato - come di fatto è - ma anche tanto proteso verso avanti, o forse perché è uno dei pochi organi che se ci avviciniamo con l’orecchio lo si possiamo sentire. Il cuore è un organo costituito da strutture molto complesse che gli permettono di rendere vitali i nostri tessuti sia attraverso un’attività autonoma sia attraverso la mediazione con il cervello e con tutti gli ormoni, adeguando così autonomamente, la sua attività alle

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necessità richieste dalla nostra vita quotidiana. Il cuore rappresenta nella sostanza una pompa idraulica sofisticata, riceve nella sua parte destra il sangue privo di ossigeno e nutrimento da tutto il corpo attraverso le vene (sangue venoso blu nel disegno), lo spinge nei polmoni da dove, una volta ossigenato ,viene re inviato al cuore, parte sinistra, che si precipita a “spremerlo” attraverso l’aorta e le arterie nuovamente agli altri organi (sangue arterioso rosso nel disegno). La parte destra e sinistra sono completamente divise tra di loro e a loro volta suddivise in due componenti, atrii e ventricoli, separati da valvole che evitano il ritorno del sangue da dove è arrivato (tricuspide a destra e mitrale a sinistra). Due valvole, con medesima funzione, sono presenti anche all’inizio dei grossi vasi che inviano il sangue ai


polmoni e al resto del corpo (rispettivamente valvola polmonare e valvola aortica). Tutto il funzionamento cardiaco è governato da impulsi elettrici intrinsechi del cuore che ne permettono l’attivazione e regolazione. Il muscolo cardiaco, inoltre, è irrorato dalle coronarie che sono piccoli vasi che portano nutrimento al tessuto e gli permettono di funzionare. Questo meccanismo come si può immaginare risulta quindi complesso e prevede un corretto funzionamento di tutte le sue parti per poter essere efficiente ed efficace. Quando parliamo di malattie di cuore o cardiopatie utilizziamo un termine generale al quale dobbiamo aggiungere solitamente un secondo termine in riferimento alla componente malata: troveremo quindi, per esempio il termine cardiopatia ischemica, cardiomiopatia ipertrofica, cardiopatia valvolare eccetera. Va da se che molte malattie di cuore coinvolgono più componenti, che essendo strettamente concatenate tra loro, si trascinano una con l’altra nel mal funzionamento. Solitamente le patologie cardiache vengono suddivise a seconda della parte che colpiscono o un insieme di esse: miocardiopatie (riferite al muscolo), coronaropatie (riferite alle coronarie) aritmie (riferite al “sistema elettrico”), valvulopatie ( riferite alle valvole),

endocarditi (riferite al rivestimento interno del cuore), pericarditi ( riferite al rivestimento esterno del cuore). Le patologie del cuore sono per lo più croniche, cioè non guariscono mai completamente, ma necessitano di una terapia continuativa per rallentare o bloccare la loro progressione o perlomeno controllarne i sintomi al fine di ottenere una qualità di vita accettabile. Eventi acuti possono essere trattati in alcuni casi solo con medicinali, in altri con interventi chirurgici o similari, in altri con impianto di meccanismi che ne sostituiscono il funzionamneto di uno dei suoi componenti come ad esempio impianto di Pace Maker, valvole artificiali, ecc. Il cuore è pertanto un organo affascinate per la sua complessità, che negli ultimi 20-30 anni ha spinto la medicina a curare, partendo da una base comune delle iperspecilizzazioni per il trattamento delle sue patologie specifiche (interventistica coronarica, strutturale, elettrofisiologia, ecc.) che hanno promulgato uno sviluppo di tecniche diagnostico terapeutiche all’avanguardia fruibili da tutti i cittadini. Dott. Paolo Tosi UOC di Cardiologia di Legnago info: paolotosi@gmail.com maggio,giugno 2013 : 33


neoplasia

Neoplasie del rene:

è possibile una prevenzione? Come in tutte le patologie neoplastiche, assieme alla diagnosi precoce è importantissima la prevenzione primaria che consiste nel ridurre l’incidenza del cancro riducendo i fattori di rischio

N

el loro insieme le neoplasie del rene rappresentano, nel mondo, il 5,2 % di tutte i tumori negli uomini e il 2,8 % nelle donne e sono al 15° posto per frequenza tra i tumori degli uomini e al 17° posto tra quelli delle donne. L’incidenza di questi tumori varia notevolmente con tassi più elevati in Europa e in Nord America e più bassi in Asia e in Sud America. Nell’adulto i tumori del rene che nascono nel parenchima renale (più del 90%) sono principalmen-

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te adenocarcinomi e sono comunemente definiti carcinomi renali (RCC renal cell carcinoma), mentre quelli che sorgono nella pelvi renale, cioè nella via escretrice rappresentano circa il 10 % e sono definiti carcinomi a cellule transizionali. Il carcinoma renale, se confrontato con altre neoplasie, potrebbe essere considerato un tumore relativamente raro, ma la sua incidenza è drammaticamente e stabilmente in aumento: soltanto in Italia se ne diagnosticano circa 4000 nuovi casi all’anno.


Fortunatamente il miglioramento e la diffusione delle tecniche diagnostiche consentono di scoprire la malattia in fase sempre più precoce e questo, assieme ai progressi nelle tecniche chirurgiche e nella terapia farmacologica ha consentito di migliorare notevolmente il risultato del trattamento di queste neoplasie ottenendo una sopravvivenza di circa il 70 % a 10 anni dall’intervento. Questa percentuale può sembrare (e lo è certamente) ancora troppo bassa, ma si tratta di un dato statistico e come tale è influenzato negativamente dalla contemporanea presenza, nel calcolo del risultato, di neoplasie scoperte in uno stadio talmente avanzato da consentire soltanto un trattamento palliativo assieme a casi di diagnosi precoci nelle quali la percentuale di guarigione è nettamente più alta. Come in tutte le patologie neoplastiche, assieme alla diagnosi precoce, che si definisce prevenzione secondaria, importantissima è la prevenzione primaria che consiste nel ridurre l’incidenza del cancro riducendo i fattori di rischio. Sono entrambe le armi più efficaci in assoluto e sono alla nostra portata a cominciare dalla tavola e proseguendo con i controlli medici periodici. Considerata la gravità della malattia neoplastica, la sua diffusione e l’aumento dell’incidenza, nessun’altra malattia è oggetto come questa di informazioni sbagliate, miti, credenze, superstizioni. Questa disinformazione sulla diagnosi, sulla terapia sia chirurgica che medica, è ancor più evidente nel campo della prevenzione primaria. Numerosissimi sono infatti i casi di ciarlatani,”geni incompresi”, maghi e cosiddetti esperti che dettano diete, o, peggio, prescrivono terapie, che nella migliore delle ipotesi sono assolutamente inefficaci se non francamente nocive. In questa sede riteniamo utile fornire al Lettore un elenco, necessariamente parziale, di fattori di rischio per lo sviluppo del carcinoma renale e quindi dei consigli sulla prevenzione primaria, basandoci soltanto sull’evidenza scientifica, in accordo con le linee guida delle Scuole di Urologia. Ci limiteremo

al carcinoma renale in quanto una trattazione riguardante i vari tipi istologici delle neoplasie esula dai limiti di questa pubblicazione ed escluderemo i fattori di rischio legati all’ambiente e alle sostanze cancerogene dei luoghi di lavoro perché necessiterebbero di una disamina più ampia e specialistica. Sono numerosi i fattori di rischio sospettati di essere implicati nella patogenesi del carcinoma a cellule renali. Nel 2004 Dothe ed altri hanno analizzato i dati emersi da 59 studi condotti tra il 1985 e il 2002 ed hanno potuto confermare l’esistenza di un rapporto di causa tra l’insorgenza del carcinoma renale e svariati fattori di rischio, quali il fumo di sigaretta, l’obesità, l’ipertensione, l’utilizzo di determinati farmaci. Il fumo di sigaretta è uno dei fattori di rischio dimostrati. Il preciso meccanismo con il quale il fumo può causare il cancro del rene non è stato del tutto chiarito, però sono certi alcuni dati: - c’è una convincente evidenza che faccia aumentare sostanzialmente il rischio di carcinoma del rene ed è stato stimato che sia responsabile del 50 % dei tumori negli uomini e del 20 % nelle donne;

Dott. Massimo Occhipinti maggio,giugno 2013 : 35


- il rischio è aumentato in chi fuma più di 21 sigarette al giorno; - c’è una possibile associazione tra fumo passivo e tumore del rene: in due studi è stato riportato un rischio elevato per i soggetti mai fumatori che sono stati esposti al fumo in casa o al lavoro per più di 20 anni; - c’è una progressiva riduzione del rischio nel tempo dopo la cessazione dell’abitudine al fumo: l’effetto positivo è stato evidenziato soprattutto negli uomini rispetto alle donne e la riduzione è significativa dopo più di 20 anni. Un rapporto causale tra obesità, attività fisica e carcinoma renale è emerso chiaramente e l’ aumento del rischio è proporzionale all’indice di massa corporea. Anche in questo caso i meccanismi biochimici direttamente responsabili dello sviluppo del cancro non sono ancora assolutamente certi. Ècerto però che: - l’aumento del rischio legato all’indice di massa36 : maggio,giugno 2013

corporea è reale, è fino a 3 volte maggiore negli obesi ed è maggiore nelle donne; - nei paesi occidentali si è osservato nelle popolazioni un aumento pressocchè parallelo dell’incidenza del carcinoma renale e dell’obesità; - la distribuzione del grasso addominale, che viene misurata come rapporto vita/fianchi, provoca un reale aumento del rischio, sia negli uomini che nelle donne; - l’attività fisica influisce positivamente: i lavori più recenti hanno evidenziato una tendenza alla diminuzione del rischio nei soggetti che praticano una attività fisica moderata-forte rispetto a chi pratica un’attività modesta o non la pratica affatto. Per quanto riguarda poi i rapporti tra consumo di determinati alimenti ed aumento o diminuzione del rischio di sviluppare un carcinoma renale si sono effettuati studi riguardanti il consumo di carne rossa e grassi animali. Dopo che alcuni studi avevano trovato un signi-


ficativo aumento del rischio legato al consumo di questi alimenti e di insaccati di carne, successive analisi non hanno confermato i risultati ed hanno dimostrato che sono necessari nuovi studi. Altri gruppi di alimenti che includono pesce, carni di pollo, derivati del latte sono stati studiati per valutarne l’eventuale rapporto con le neoplasie renali, ma non è stata dimostrata nessuna associazione. Lo studio dei fattori di rischio associati al consumo di alimenti ritenuti comunque “salutari” ha dimostrato che una alimentazione ricca di frutta e verdura, che contiene sostanze anticancerogene ed antimutagene è raccomandabile per la prevenzione dei tumori in generale, ma che non ci sono ancora prove convincenti di un reale ruolo protettivo nello sviluppo del carcinoma renale. L’unico lavoro attendibile dimostrerebbe una possibile riduzione del rischio con il consumo di almeno 600 grammi di frutta e verdura al giorno. Per quanto riguarda il consumo di caffè, thé e bevande analcoliche non è stato trovato nessun effetto sull’aumento o la diminuzione dei fattori di rischio. Un moderato consumo di vino o birra è responsabile, secondo più di uno studio, di una significativa riduzione del rischio di carcinoma renale. Non possiamo concludere questo articolo senza

parlare dell’ipertensione arteriosa che è la malattia cronica più diffusa, con una prevalenza sulla popolazione occidentale tra il 20 e il 40 %. Questa malattia aumenta il rischio di carcinoma renale con percentuali diverse a seconda di vari studi. L’aumento è documentato ed è significativo nei soggetti con pressione massima uguale o superiore a 160 mm/Hg rispetto a quelli con pressione di 130 mm/Hg. Nel corso di alcuni studi sperimentali (sul ratto) intrapresi per studiare il ruolo protettivo di alcuni farmaci antiipertensivi è risultato che alcune sostanze diuretiche usate nella terapia dell’ipertensione potrebbero avere un effetto favorente l’insorgenza delle neoplasie, ma un effetto di questi farmaci indipendente dall’ipertensione non è stato confermato. Si sa per certo comunque che la normalizzazione dei valori pressori provocata da questi farmaci controbilancia ogni eccesso di rischio ad essi correlato. Per concludere riportiamo le conclusioni-raccomandazioni che fanno parte delle linee guida dell’AURO.IT - Associazione Urologi Italiani: - non fumare; - non fumare in presenza di altri; - mantieni il peso forma; - tieni sotto controllo la pressione arteriosa; - fai ogni giorno un’attività fisica moderata, equivalente ad una passeggiata a passo svelto per almeno 30 minuti; - limita le abitudini sedentarie; - consuma almeno tre porzioni di frutta e verdura al giorno perché, anche se la probabilità di prevenire il carcinoma renale è bassa o moderata, si possono prevenire gli altri tumori più frequenti nella popolazione.

Dott. Massimo Occhipinti Divisione di Urologia

Casa di cura privata polispecialistica Dott. Perderzoli Presidio ospedaliero accreditato al SSN Asl 22 Peschiera del Garda maggio,giugno 2013 : 37


Alimentazione

No diet, please! Basta con le diete “miracolose” e via libera all’approccio scientifico della perdita di peso

è

passata finalmente la moda delle diete “5 kg in 10 giorni” con drammatici digiuni o minestroni infiniti e forse qualcuno ha cominciato a comprendere i limiti anche delle diete iperproteiche che ti costringono a regimi fortemente ipocalorici senza fame, è vero, ma grazie ad un gioco biochimico del nostro organismo che spinto al digiuno genera sostanze (i corpi chetonici) che inibiscono la sensazione dell’appetito a livello centrale. Si sta facendo spazio la consapevolezza che queste diete forzate sono controproducenti per il fisico per-

Dott.ssa Federica Oreglia

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chè da un lato portano ad una perdita di peso temporanea e che viene velocemente recuperata dall’altro inducono un decremento della massa magra con ulteriore diminuzione della “cilindrata corporea”. La massa grassa, invece, che sarebbe il vero obiettivo della dieta spesso si riduce in modo non significativo perchèricordiamoci che per bruciare 1 grammo di grasso ènecessario consumare 9 kcal quindi per “perdere” 1 kg di massa grassa dobbiamo bruciare 9000 kcal che corrispondono a più di 10 ore di corsa! Non c’èsperanza dunque? Dobbiamo rassegnarci a tenerci quegli odiosi chili di troppo? Diciamo che forse è arrivato il momento di affrontare il problema in modo più consapevole e meno frenetico a riguadagnare un rapporto sano e vitale con il cibo. Nemmeno uno dei regimi dimagranti del momento è stato risparmiato da Nutri Santè, la più grande ricerca francese che ha monitorato più di 106.000 volontari per più di due anni: il 50% di loro ha perso peso solo nel breve termine ma nel medio-lungo periodo ha riguadagnato il proprio peso con gli interessi. Evitiamo la trappola. Gli psicologi sostengono che le diete sono un tentativo di controllo che porta a una perdita di controllo: ecco perchè falliscono. Tutte si basano solo su ciò a cui una persona deve rinunciare, invece di aiutarla a ripristinare un corretto rapporto con il cibo e con il piacere di mangiare.


La Nutrilipidomica è la scienza che ci fornisce l’occasione di un nuovo approccio con l’alimentazione: attraverso lo studio della membrana della cellula possiamo capire come metabolizziamo gli alimenti ed avere una guida su quali sono i cibi di cui abbiamo bisogno per ripristinare la funzionalità ideale. Partiamo dalla base. Come una casa noi siamo costruiti da milioni di mattoni: le nostre cellule. Queste sopravvivono scambiando elementi nutritivi con l’esterno attraverso una sottile parete, la membrana cellulare che è composta da acidi grassi la cui percentuale e qualità è fondamentale per stabilire il corretto funzionamento degli scambi. La membrana deve essere semipermeabile per garantire contemporaneamente l’isolamento ma anche il passaggio delle sostanze fondamentali per assicurare

il ciclo vitale della cellula. Questa caratteristica può essere assicurata solo da un corretto equilibrio fra i vari grassi che la compongono. Le sostanze grasse provengono dall’alimentazione quotidiana che diventa in quest’ottica di importanza cruciale per garantire l’omeostasi della cellula. Ognuno di noi, valutando le scelte alimentari e lo stile di vita è in grado di fornire tutte le classi di acidi grassi indispensabili per formare la membrana nel modo più vicino a quello ottimale per il suo funzionamento. La qualità, quindi, oltre che la quantità dei lipidi parte della nostra dieta bilanciata èdunque particolarmente importante dal momento che alcuni di questi non possono essere prodotti dal nostro corpo in nessuna condizione ma devono essere necessariamente introdotti con il cibo per il corretto equilibrio di membrana: vengono pertanto chiamati “essenziali”. Essi sono presenti solo in alcuni alimenti come il pesce, le noci, l’olio di lino e i semi di lino e quindi è piuttosto facile che si creino delle carenze di questi alimenti tali da portare ad uno squilibrio del funzionamento delle membrane cellulari. L’analisi di lipidomica della membrana cellulare del globulo rosso attraverso un esame sul sangue controlla la funzionalità di un compartimento della cellula estremamente importante per il metabolismo dell’intero organismo. In base al risultato si possono avere indicazioni utili ad inquadrare la condizione del soggetto riferita al suo stile di vita e alle sue abitudini alimentari. Come si interviene una volta stabilito lo squilibrio di membrana? Si possono impostare strategie sinergiche di modifica della dieta abituale, integrazione nutraceutica e ripristino del funzionamento delle attività di quegli organi che sono direttamente coinvolti nell’alimentazione, ovvero l’apparato digerente, stomaco, fegato, intestino, pancreas e cistifellea. Sono gli organi infatti, che permettono di assorbire e rendere biodisponibili i nutrienti degli alimenti. Ecco perchè, prima di intraprendere diete o programmi di dimagrimento ci si deve a sicurare della presenza di problematiche a questi livelli per non rischiare che maggio,giugno 2013 : 39


tutti i “treni” degli alimenti in partenza dall’intestino non giungano alle destinazioni appropriate. Pena l’efficacia della strategia di intervento nutrizionale. Una volta modificato il profilo di membrana al nostro adipocita bianco sarà consentito il passaggio ad adipocita bruno, quello in grado di procedere alla combustione dei trigliceridi grassi per la trasformazione in energia metabolica. In effetti tutto il grasso in eccesso è depositato in cellule specifiche, dette adipociti, che assumono la forma sferica di palloncini con la superficie così distesa da diventare “sorda” ai segnali di svuotamento inviati durante i processi metabolici. Soltanto il recupero della conformazione corretta della loro membrana ne può consentire la riattivazione dei segnali e la stimolazione dei meccanismi naturali di gestione e consumo dei trigliceridi, i nostri grassi 40 : maggio,giugno 2013

di deposito. L’adipocita recupera con questa strategia, la sua capacità di rispondere allo stimolo metabolico di lipolisi e della trasformazione da adipocita bianco deputato allo stoccaggio, ad adipocita bruno dedicato invece al consumo dei trigliceridi. La lipidomica della membrana cellulare si rivela una guida efficace per un’alimentazione bilanciata e corretta basata non semplicemente sulla riduzione calorica ma sull’introduzione di quegli specifici ingredienti della dieta che portano ad una riattivazione metabolica del tessuto adiposo che in risposta agli stimoli si svuota riducendo il volume del grasso localizzato e normalizzando il suo turnover. Dott.ssa Federica Oreglia Farmacista


A Villa dei Cedri il convegno DMSA “Il chinesiologo tra passato, presente e futuro” Si è svolto il 18 e 19 maggio presso Villa dei Cedri di Colà di Lazise (VR) il 5° Congresso dell’Associazione nazionale dei dottori in scienze motorie. Si è trattato di un’occasione per i professionisti del movimento di capire in che direzione sta andando il settore. Anche alla luce delle novità normative. Con l’entrata in vigore della legge 4 del 2013 sulle professioni non organizzate si aprono nuovi scenari anche per i chinesiologi. Non è un caso quindi se in occasione del Quinto congresso nazionale dell’Associazione Nazionale dei Dottori in Scienze Motorie (Dmsa), intitolato “Il chinesiologo tra passato, presente e futuro”, uno dei primi interventi, a cura di Marco Iorio (referente regione Dmsa per il Lazio) è stato dedicato proprio alle novità per i professionisti del settore. Scopo di questo quinto appuntamento è stato quello di evidenziare l’importanza del ruolo professionale del chinesiologo e di precisare il suo collocamento professionale nei vari ambiti. Una disciplina che, essendo una scienza del movimento umano, ha come campo di studi diversi ambiti: dalle scienze motorie alla fisioterapia e alla bioingegneria, per fare alcuni esempi. Questa trasversalità impone ai professionisti un approccio multidisciplinare, in linea con le attuali esigenze contemporanee. A questo proposito basta scorrere il programma

del congresso per comprendere la molteplicità degli sbocchi professionali, benché tuttavia l’esatto inquadramento normativo sia ancora in via di definizione. Fra i temi di attualità che hanno impegnato i numerosi relatori intervenuti, vale la pena di ricordare l’intervento di Andrea Zanoni (referente regione Dmsa per l’Emilia Romagna) sull’esercizio fisico come un farmaco e quello di Dario Meneghini sull’evoluzione del fitness in medical fitness. Si è parlato inoltre di movimento corporeo nella terza età, approfondendo anche la discussione se sia meglio puntare sulla quantità o la qualità del movimento. Non sono mancate relazioni sul contributo che il chinesiologo può dare ad attività in questo momento di tendenza, come il metodo pilates. Fra gli ultimi temi che affrontati, ma non ultimi per importanza, Beatrice Mantovani (consulente per le politiche sanitarie) ha illustrato le tematiche inerenti l’inserimento del laureato in scienze motorie in ambito sanitario.

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allergie

La pollinosi e i calendari dei pollini a Verona La frequenza della pollinosi è in progressivo aumento. Con i calendari stilati dall’AOUI di Verona possiamo però affrontarla con più serenità

L

a pollinosi in Italia colpisce milioni di persone. Un nostro studio su Allergy nella popolazione adulta ha evidenziato una prevalenza di “raffreddore da fieno” del 15.9%, più frequente nelle aree urbane rispetto alle rurali. Le manifestazioni stagionali sono caratterizzate da oculorinite spesso associata ad asma (19-38% dei casi) o alla comparsa di sintomi a orali dopo assunzione di frutta o verdura fresca (sindrome orale allergica). La frequenza della pollinosi è in progressivo aumento. Numerosi i pollini responsabili e il loro numero è in aumento. Oltre a Graminacee, Urticacee, Composite e a piante (Oleacee, Cupressacee, etc), sono aumentate le sensibilizzazione a piante che negli ultimi anni si sono diffuse nel nostro terri-

Campionatore VPPS 2000 Lanzoni

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torio (Betulacee, Ambrosia). Si è verificato inoltre la comparsa di “pollinosi invernali” per la precoce fioritura in gennaio-febbraio del Cipresso. I pazienti allergici a più pollini, con fioriture non coincidenti, hanno pertanto maggior durata e gravità della malattia. L’aumento dei pollini per l’aumento medio delle temperature, l’inquinamento costituiscono elementi favorenti la comparsa di allergie in individui geneticamente predisposti. I pollini hanno un diametro inferiore ai 40-50 millesimi di millimetro e sono invisibili a occhio nudo. Alcuni relativamente pesanti possono essere ritrovati in un raggio di poche decine o centinaia di metri dalle piante; altri, trasportati dal vento, possono raggiungere grandi distanze. A partire dal 2000 presso l’Università degli Studi di Verona è attivo il monitoraggio per la rilevazione della concentrazione giornaliera dei pollini in aria grazie alla collaborazione tra il Dott. Olivieri, allergologo del Servizio di Medicina del Lavoro (AOUI) e la Dott.ssa Morena Nicolis, tecnico universitario del Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità. Il campionatore, posto sulla terrazza degli Istituti Biologici, aspirando un volume noto d’aria, cat-


tura per impatto su una superficie resa adesiva le particelle atmosferiche. Si considera che il campionatore sia rappresentativo dell’area sottesa al suo raggio di 4-10 Km. L’andamento della quantità dei pollini è rappresentato graficamente in calendari dove la concentrazione per m3 di aria è riferita alla classificazione della Associazione Italiana di Aerobiologia. Questi calendari, disponibili sul sito internet dell’AOUI al link http://www.ospedaleuniverona.it/ ecm/home/servizi/altri-servizi/pollini-verona riportano l’andamento delle pollinazioni e il confronto con l’anno precedente di ognuna delle principali famiglie botaniche. Per ogni famiglia botanica viene mostrato il polline (visto al microscopio ottico), l’infiorescenza, la pianta, le aree del territorio

veronese con la maggior presenza di tale vegetazione (dati forniti dal Servizio Forestale Regionale di Verona), le mappe delle piante arboree presenti a Verona fornite da AMIA e Comune di Verona. L’utilità dei dati pollinici è molteplice in quanto consente di: - scegliere gli allergeni da testare in base alla loro presenza nell’ambiente; - correlare la sintomatologia con la presenza deipollini a cui si è allergici; - attribuire la “responsabilità” dei sintomi ad uno specifico polline nei soggetti polisensibilizzati; - modificare la terapia e l’immunoterapia specifica nel periodo pollinico; - programmare spostamenti dove il polline a cui un soggetto è allergico sia assente. maggio,giugno 2013 : 43


L’allergia ai pollini e i relativi sintomi

Per i pazienti allergici si consiglia quindi di: - consultare i calendari pollinici; - evitare prati o zone ove l’erba è stata tagliata e gite nei giorni con sole e vento; - evitare sport in prossimità di aree verdi; - non tagliare o strappare l’erba ; - evitare viaggi in macchina o treno con finestrini aperti. Meglio autoveicoli con aria condizionata e filtri anti-polline - consigliato il mare nei periodi di fioritura delle erbe. è opportuno che il paziente con pollinosi si rivolga al medico per stabilire un programma terapeutico. Efficace l’immunoterapia specifica (ITS) da farsi a domicilio assumendo per via sublinguale dosi crescenti dell‘allergene responsabile (prescritta dall’allergologo). Dott. Mario Olivieri allergologo Servizio di Medicina del Lavoro AOUI Verona Dott.ssa Morena Nicolis tecnico di laboratorio Sez. Igiene MPAO Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Università degli Studi di Verona 44 : maggio,giugno 2013

La pollinosi, altrimenti detta raffreddore da fieno, è un tipo di allergia stagionale (che sorge al momento di una reazione del sistema immunitario nei confronti di taluni antigeni presenti nei pollini. A causare tale allergia dunque sono tutte quelle specie di pollini provenienti da prati, piante e alberi che una volta inalate scatenano nell’individuo allergico una risposta immunitaria che porta l’organismo a produrre anticorpi conosciuti con il termine di immunoglobuline; un’ulteriore risposta immunitaria fa sì che si liberi la cosiddetta istamina la quale dà luogo a sintomi che si ripresentano tutte quelle volte che si verifica un contatto con le particelle di polline.

I sintomi più abituali sono occhi arrossati (o peggio congiuntiviti e prurito agli occhi), naso bloccato, sonnolenza e incapacità di concentrazione oltre alla secrezione nasale e starnuti; purtroppo non sono rare le possibilità di insorgenza di manifestazioni connesse all’apparato respiratorio quali l’asma allergica. I sintomi si manifestano nelle fasi in cui la presenza di pollini nell’aria è maggiore; per determinarne i fattori scatenanti è utile sottoporsi a specifici test come il Rast Test p il Prick test. Il Prick test è un diffuso strumento per la diagnosi delle allergie che in termini semplici consiste nel testare sulla cute del paziente diversi estratti per verificare la reazione. Le prove vengono di solito effettuate sull’avambraccio, pungendo lievemente la pelle in superficie e la parola puntura non deve far preoccupare, dal momento che il paziente percepisce un pizzico e non si verifica alcuna uscita di sangue.

Anche il Rast test è una nota prova per le allergie che, diversamente dal Pick, prevede un prelievo di sangue al fine d’ottenere un campione da sottoporre ad esami approfonditi. Per il paziente si tratta di un prelievo non dissimile a quelli di routine e successivamente il campione viene sottoposto ad analisi di laboratorio volte a far emergere la presenza di anticorpi che la persona affetta da allergia ha sviluppato verso particolari allergeni. 

Entrambi i test risultano efficaci per indagare quale sia l’elemento scatenante una reazione allergica, operazione non sempre facile ed infatti quando le prove cutanee del Prick test rivelano dei limiti si può approfondire l’indagine con il prelievo previsto dal Rast test.


La Polizia Municipale di Verona presenta la mappa dei percorsi pedonali occupato dagli autoveicoli a scapito dei pedoni), il consumo di territorio (causato dalla realizzazione delle strade e infrastrutture). Gli interventi sono quindi finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati negli spazi urbani, per favorire la mobilità alternativa che viene svolta a piedi, in bicicletta, con i mezzi di trasporto pubblico (autobus, tram, sistema ferroviario), con i mezzi di trasporto privato condivisi (car pooling, car sharing). Secondo questa prospettiva il prossimo settembre si terrà la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, promossa dalla Commissione Europea: un appuntamento internazionale che ha l’obiettivo di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani. Gli spostamenti effettuati a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici, infatti, rappresentano modalità di trasporto sostenibile che, oltre a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, possono giocare un ruolo importante per il benessere fisico e mentale di tutti.

Per promuovere una mobilità sostenibile la Polizia Municipale di Verona ha messo a punto una mappa del centro storico, con indicati i tempi e le distanze di percorrenza per i tragitti a piedi. Nella mappa, oltre ai principali monumenti storici, sono indicati i parcheggi e le postazioni di Verona Bike per le biciclette a noleggio (www.bikeverona.it). Per spiegare meglio il senso e gli obiettivi che ci si pone promuovendo questa mappa è necessario chiarire che l’espressione mobilità sostenibile indica delle modalità di spostamento (e in generale un sistema di mobilità urbana) in grado di diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici, generati dai veicoli privati. Con una mobilità sostenibile si riduce l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra, l’inquinamento acustico, la congestione stradale, l’incidentalità, il degrado delle aree urbane (causato dallo spazio Santuario Madonna

1000 m.

di Lourdes

32 min.

Comando Polizia Municipale

Castel San Pietro 700 m.

14 min.

2000 m.

teatro Romano

10 min.

piazza Isolo

ponte Pietra 1000 m.

700 m.

14 min.

10 min.

Pedometro

giardino

Basilica 300 m.

Duomo 600 m.

mappa dei tempi e delle

Giusti

S. Anastasia

4 min.

8 min.

distanze calcolate da

Arche

piazza Bra (percorsi verdi) o

100 m.

piazza Erbe (percorsi gialli)

1 min.

per i tragitti a piedi

Scaligere

2 min.

scavi via Leoni

casa di

Erbe

3 min.

Verona.

dei Signori

piazza

200 m.

nel centro di

150 m.

piazza

Giulietta Veronetta

portoni Borsari 600 m. 9 min.

700 m.

200 m.

200 m.

3 min.

3 min.

600 m. Basilica 9 min.

10 min.

S. Fermo

Anfiteatro Arena

Castelvecchio

500 m.

piazza

7 min.

Bra

Arsenale

Palazzo Barbieri

800 m.

museo Maffeiano 1000 m.

400 m.

ex Dogana

6 min.

via Pallone

Gran Guardia

piazza Cittadella

San Zeno

9 min.

tomba di Giulietta

fiume Adige

Tribunale

15 min.

20 min.

Porta Nuova

9 min.

Bus

2500 m. 34 min.

Fiera

Ticket Bus

Stazione FS

2500 m. 35 min.

monumentale

600 m.

via C. Battisti

1000 m.

1400 m.

Stadio Bentegodi

Cimitero

20 min.

300 m.

Basilica

600 m.

1400 m.

4 min.

14 min.

danielabona

Università Bus

Palazzo

12 min.

Porta Palio

Ticket Bus

Arco dei Gavi

Ve r o n a m a p s tempi calcolati sulla base

Verona bike

della velocità a passo d’uomo di 5 km/h

parcheggio

maggio,giugno 2013 : 45


comune di verona

Con Progetto Estate Anziani le vacanze in città saranno più serene L’Assessorato ai Servizi Sociali e Famiglia propone anche quest’anno il progetto dedicato agli anziani. Verrà distribuita di una pratica guida per affrontare serenamente l’estate

A

nche quest’anno l’Amministrazione comunale promuove una serie di servizi e di prestazioni sociali a supporto degli anziani soli, per aiutarli a prevenire ed affrontare eventuali situazioni di difficoltà nel periodo estivo. Il progetto è denominato “Estate Anziani 2013” ed è giunto alla decima edizione. “Obbiettivo dell’Amministrazione - spiega l’Assessore Anna Leso - è quello di far trascor-

Anna Leso - Assessore Servizi Sociali, Famiglia, Pari Opportunità - Comune di Verona

46 : maggio,giugno 2013

rere a tutti i cittadini un’estate serena, con una particolare attenzione agli anziani che, rimanendo in città, potranno anche quest’anno usufruire di tanti servizi ed iniziative attivati sul territorio. Verrà ditribuita una guida contenente in dettaglio una serie di informazioni utili per fronteggiare le situazioni di emergenza, oltre a tutti i riferimenti per contattare i Centri anziani protagonisti nel quartiere, per vivere l’estate senza la paura della solitudine e dell’emarginazione”. L’opuscolo continene indicazioni riguardanti l’inizitiva come ad esempio: - il numero verde 800462340, nell’ambito del servizio della Regione Veneto denominato “Famiglia Sicura”, attivo 24 ore su 24 per emergenze sociali a cui è possibili rivolgersi per ottenere risposte nei momenti di bisogno; - i numeri telefonici da chiamare per eventuali emergenze sanitarie: guardia medica, distretti sanitari, 118, pronto farmaco, farmacie di turno, ecc; - le sedi dei Centri Sociali Territoriali del Comune dove gli Assistenti Sociali possono ri-


Suggerimenti per affrontare il caldo estivo 1. Evitare di uscire e svolgere attività fisica nelle ore più calde della giornata (dalle ore 11 alle ore 17); 2. Non rimanere chiusi all’interno di auto in sosta 3. Trascorrere qualche ora del giorno in zone alberate o in ambienti dotati di aria condizionata; mantenere chiuse le finestre e le imposte, e arieggiare durante la notte; 4. Indossare abiti leggeri in fibre naturali (cotone o lino). Evitare abbigliamento in fibre sintetiche e uscire, possibilmente, con un copricapo; 5. Evitare di passare da ambienti molto caldi ad ambienti troppo freddi e viceversa; 6. Fare pasti leggeri; 7. Bere con regolarità durante la giornata, evitando bibite gassate, zuccherate, troppo fredde o alcoliche, perché aumentano la sudorazione; 8. Non assumere integratori salini senza consultare il proprio medico di fiducia; 9. In caso di mal di testa, dovuto a esposizione al sole, bagnarsi subito con acqua fresca per abbassare la temperatura.

spondere alle varie necessità degli anziani in relazione ai servizi ordinari e straordinari erogati dall’Amministrazione Comunale; - l’elenco dei 19 Centri d’Incontro e di Aggregazione attivati all’interno del Progetto “Anziani Protagonisti nel Quartiere”; - l’ubicazione delle aree verdi attrezzate presenti sul territorio comunale; - i recapiti nelle otto Circoscrizioni cittadine per richiedere informazioni sulle principali attività socio-assistenziali, ricreative e di animazione che vengono svolte durante il periodo estivo; - alcuni semplici consigli e suggerimenti per la sicurezza e per affrontare il caldo estivo.

In ogni caso, si consiglia di non sospendere o modificare le terapie in atto senza consultare il proprio medico di fiducia.

a cura del Coordinamento Servizi Sociali per Adulti e Anziani maggio,giugno 2013 : 47


BUON GUSTO

www.ilbuongustoveneto.it


Verona InForma magazine protagonista a SALUTE!

Il rotocalco televisivo SALUTE! ha dedicato un ampio servizio al magazine Verona InForma. Nella puntata che andrà in onda dal prossimo 8 giugno (ultima della stagione 2012-2013) la giornalista Lella Carcereri ha intervistato il Direttore responsabile Alberto Cristani: un’ampia ed esaustiva carrellata sull’attività del magazine - che a luglio compirà un anno - e sulle collaborazioni che si andranno a concretizzare in un prossimo futuro. L’Azienda Ulss 20 realizza dal 2003 il rotocalco televisivo settimanale SALUTE! che ne rappresenta l’organo di informazione istituzionale da ben dieci anni. Anche l’informazione dell’Azienda Ulss 22 di Bussolengo trova spazio nel palinsesto del Rotocalco. SALUTE! va in onda sulle TV locali, provinciali e regionali (Telearena, Telenuovo e Life Tv TeleVeneto, con visibili-

tà provinciale e regionale) e, a livello nazionale, sul canale satellitare Eos Network Sky 919, ogni settimana, da ottobre a giugno per un totale di 35 puntate, ognuna della durata di 35 minuti. Da quest’anno si è aggiunta, a titolo gratuito, anche Telechiara, emittente vicentina con declinazione territoriale anche veronese (Telechiara Ovest) che, per “contiguità dicocesana”, ha forte rilevanza proprio nella zona dell’Est veronese. Il Rotocalco trova spazio anche nel palinsesto di Telepace, a livello nazionale. Con piacere abbiamo peraltro accolto la richiesta di essere ospitati anche sul canale satellitare Sky, nell’ambito del primo canale tematico dedicato alla salute e al benessere. Con le repliche, in pratica, il Rotocalco è programmato tutti i giorni della settimana nelle diverse ore del palinsesto per cui si può ipotizzare sia settimanalmente visto da oltre un milione di spettatori. Il rotocalco aziendale trova visibilità e spazio anche nel Sito del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 20 di Verona (tra i più visitati a livello nazionale), nel Sito aziendale dell’Ulss 20 (una vera e propria web Tv, tra le prime in Italia) e in un apposito Sito su You Tube, con risultati di contatto e visibilità davvero eccezionali. SALUTE! trova inoltre visibilità anche sul sito di Verona InForma www.verona-in-forma.it Editore del rotocalco è l’Azienda Ulss 20 rappresentata dal suo Direttore Generale, Dott.ssa M. Giuseppina Bonavina (Direttore editoriale), e di cui è Direttore responsabile il Capo Ufficio Stampa Claudio Capitini. maggio,giugno 2013 : 49


disturbi

Attacchi di panico, quando la paura diventa malattia In questa intervista il Dott. Paolo Martelli ci spiega come riconoscere, affrontare e curare l’attacco di panico, un disturbo sempre più diffuso in qualsiasi fascia d’età

N

ell’ambito delle iniziative proposte presso “La Mia Farmacia” di Via Murari Brà a Verona, particolare successo ha riscosso l’incontro organizzato con il Dott. Paolo Martelli, Medico Chirurgo, Specialista in psichiatria, Psicoterapeuta e Medico di medicina generale. Con questa intervista facciamo un breve resocontro dell’evento e cerchiamo di capire meglio come affrontare e conoscere questo disturbo purtroppo sempre più diffuso tra la popolazione di qualsiasi età. Dott. Martelli, in cos’è un attacco di panico? Si tratta di un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro o più dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti:

50 : maggio,giugno 2013

- palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia - sudorazione - tremori fini o a grandi scosse - dispnea o sensazione di soffocamento - sensazione di asfissia - dolore o fastidio al petto - nausea o disturbi addominali - sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento - derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi) - paura di perdere il controllo o di impazzire - paura di morire - parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio) - rividi o vampate di calore. Secondo il DSM-IV-TR (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali n.d.r.) esistono tre tipi differenti di attacchi di panico: - inaspettati: nei quali l’esordio non è consapevolmente associato con un fattore scatenante situazionale, ossia si manifesta spontaneamente, a ciel sereno. La diagnosi di disturbo di panico richiede che almeno alcuni degli attacchi di panico siano di questo tipo. - provocati dalla situazione: nei quali l’attacco quasi invariabilmente si manifesta durante l’esposizione o nell’attesa del fattore scatenante situazionale; tali attacchi sono più tipici della Fobia Sociale e


delle Fobie Specifiche. - sensibili alla situazione: che hanno più probabilità di manifestarsi in seguito all’esposizione al fattore situazionale scatenate, ma non sono invariabilmente associati con esso (cioè possono anche non verificarsi in quella situazione). Per la diagnosi è richiesto il manifestarsi di attacchi inaspettati. Sono presenti sia nel Disturbo di Panico che nella Fobia Sociale e nelle Fobie Specifiche. Teniamo a specificare che tutte le tipologie di attacco di panico descritte dal DSM-IV-TR, compreso l’attacco di panico inaspettato”, ed anche il criterio proposto dall’ICD-10 (decima revisione della classificazione ICD, ossia la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, proposta dall’Organizazione Mondiale della Sanità n.d.r.) sono da considerare come episodi provocati sempre inevitabilmente da uno o più fattori scatenanti, dei quali l’individuo può essere più o meno consapevole. Infatti il lavoro dello psicologo in questo tipo di problematica spesso consiste nel fornire al paziente il supporto necessario alla presa di coscienza di tali fattori scatenanti al fine di imparare a gestirli autonomamente. Esistono anche gli attacchi cosiddetti paucisintomatici... In questo caso ci troviamo di fronte ad attacchi identici agli attacchi di panico tranne per il fatto che l’ansia improvvisa è accompagnata da meno di 4 dei 13 sintomi richiesti dal DSM-IV per la diagnosi di attacchi di panico, o anche altri sintomi particolarmente imbarazzanti o inabilitanti come la minzione involontaria, malori di vario genere, svenimenti, ecc. è giusto sottolineare che accanto alla distinzione tra attacco di panico e attacco paucisintomatico così come proposta dal DSM-IV e dall’ICD-10, è buona regola tener conto anche dell’intensità dei sintomi su elencati. Non sono rari i casi in cui gli individui riferiscono meno dei 4 sintomi necessari per la diagnosi di attacco di panico ma di un’intensità tale da creare uno stato

di disagio del tutto equiparabile a quello prodotto da un attacco di panico “vero e proprio”. Nella valutazione di questa categoria di disturbi dunque è bene considerare non solo il numero dei sintomi riferiti, ma anche la loro intensità ed il grado di compromissione che sono in grado di determinare nella vita sociale, affettivo-relazionale, lavorativa e creativa dell’individuo. A queste compromissioni inoltre bisogna aggiungere tutta quella serie di disturbi psicosomatici che spesso accompagnano gli stati ansiosi intensi e prolungati (disturbi gastrointestinali, cefalee, cardiocircolatori, ecc.) che, in alcuni casi, se protratti per un periodo di tempo prolungato (cronici) possono condurre anche a disturbi di una certa gravità. Senza entrare troppo nello specifico, in quanto ogni caso può considerarsi diverso da un altro, quali sono le indicazioni per iniziare un percorso di recupero e di guarigione da questo tipo di attacchi? Senza dubbio il primo passo verso il recupero è la buona diagnosi: non si può risolvere un problema se non lo si conosce. Una volta che è stata fatta la diagnosi, il recupero è già in atto, anche se bisogna maggio,giugno 2013 : 51


ricordare che è necessaria disciplina e dedizione perché si possa risolvere il problema. Un metodo di risoluzione del disturbo consta di 5 tappe: - Formazione: al fine di superare gli attacchi di panico è necessario capire qual è la causa scatenante; spesso proprio la comprensione del problema è la chiave per la guarigione. - Fisica: ci sono alcuni rimedi fisici quali rilassarsi, mantenere un certo grado di equilibrio durante l’attacco di panico, fare aerobica, una dieta sana, un bagno caldo ed eventualmente aiutarsi con bevande rilassanti quali tisane e camomilla. - Meditazione: questo include tutte le tecniche di rilassamento che sia meditazione, preghiera, tecniche visive. - La terapia cognitivo-comportamentale: l’unica forma di terapia che risulta veramente efficace per la cura di attacchi di panico. La sua efficacia è ampiamente studiata da ricercatori universitari. La terapia cognitivo- comportamentale insegna il modo per gestire gli attacchi di panico. - Farmaci: trovare la giusta forma e dose del farmaco può aiutare a combattere il disturbo. Questo programma ha spesso aiutato i pazienti a sentirsi meno debilitati dall’attacco di panico, anche se lavorare con un professionista può rendere 52 : maggio,giugno 2013

l’intero processo più facile e veloce nel successo. Infine, che consigli si sente di dare a chi soffre o crede di essere stato colto da attacchi di panico? Chiudo prendendo come esempio quelle persone che hanno avuto un attacco di panico, per esempio mentre stavano guidando, facendo shopping in un negozio affollato o in ascensore. In questi casi si possono sviluppare paure irrazionali, chiamate fobie, riguardo alle situazioni e quindi cominciare ad evitarle. Alla fine, lo schema di evitamento e il livello di ansia riguardo ad un altro attacco, possono raggiungere il punto in cui individui con disturbo di panico possono essere incapaci di guidare o perfino di uscire fuori casa. A questo stadio, si dice che la persona ha un disturbo di panico con agorafobia. Questo per far capire come il disturbo può avere un serio impatto sulla vita quotidiana. Il mio semplice consiglio è quindi, qualora ci fosse anche un minimo dubbio in merito, di rivolgerisi ad uno specialista e di evitare la diagnosi e soprattutto le cure “fai da te”. L’uso indiscriminato e spesso ingiustificato degli psicofarmaci può portare a danni secondari e soprattutto alla non risoluzione del problema.

Alberto Cristani



tossicologia

Tossicologia: vecchie storie...nuove armi Parlare oggi di tossicologia significa occuparsi a tutto tondo di eventi limitati o estesi che coinvolgono la sanità pubblica

L

a tossicologia è vecchia quanto il mondo. Senza le frecce intinte nel veleno, i nostri antenati non avrebbero avuto di che sfamarsi nelle prime battute di caccia all’alba della storia. Τοξικν, in greco significa “arco”, proprio

54 : maggio,giugno 2013

l’arco da cui gli antichi scoccavano le loro frecce avvelenate. Da allora, molta sabbia è scorsa nelle clessidre… il papiro Ebers, testimonianza viva dell’Egitto dei Faraoni, spiega come difendersi dalle punture


degli scorpioni; Maimonide, ebreo di lingua araba, scrive un libro sui veleni ancora oggi letto e studiato nelle Università americane; Paracelso, il primo vero tossicologo ci insegna che ogni cosa può essere un veleno, dipende solo dalla dose…. In tempi più recenti, la Tossicologia, da anni insegnata nei corsi universitari come parte del programma di farmacologia, si è evoluta come disciplina specifica, presentandosi come una specialità complessa, estesa e rientrando nella sfera dell’Emergenza/Urgenza. Oggi, parlare di Tossicologia significa occuparsi a tutto tondo di eventi limitati o estesi che coinvolgono la sanità pubblica. Tanto per citare qualche esempio rimasto nella memoria collettiva, basti pensare all’immane disastro di Bhopal, nel 1984, dove il rilascio di 24.000 chili di isocianato di metile ha provocato 2500 morti ed almeno 300.000 contaminati gravi. Più recentemente, il 20 marzo 1995, il rilascio di una quantità imprecisata di Sarin, un gas nervino, nella metropolitana di Tokyo ha provocato l’intossicazione di 6.000 persone con 12 morti, mettendo in crisi l’intero sistema dell’emergenza della metropoli giapponese. Al di là delle maxiemergenze, fortunatamente occasionali anche se “marchi” indelebili della società odierna, esiste una scia di eventi imprevedibili sia nella quantità che nella qualità, che costituiscono il pane quotidiano del tossicologo clinico. Di veleni si può morire e ancora si muore, perché spesso l’agente causale viene sottostimato, o non si ritiene che la dose assunta possa scatenare reazioni gravi. In realtà, spesso sono sufficienti quantità estremamente basse di tossico per causare conseguenze mortali. Si pensi alla tossina botulinica, di cui quantità infinitesimali possono causare la morte per paralisi respiratoria, o ad alcune tossine animali, come la tetrodotossina, in grado di causare la morte in poche ore. In Italia si muore di veleno, come in tutti i paesi del mondo: cambiano gli agenti e le statistiche, ma il bilancio resta pesante; l’ 1,5% degli accessi

ai Pronto soccorso della penisola, 165.000 persone all’anno, riguardano intossicazioni acute. La grande maggioranza di questi pazienti ha assunto farmaci in modo accidentale o più spesso a scopo suicida, ma una consistente casistica è rappresentata da avvelenamenti di altro tipo: droghe d’abuso, soprattutto, ma anche funghi, alimenti, prodotti domestici, animali. Il 40% poi di queste intossicazioni riguarda soggetti con meno di 16 anni. In questo caso, la maggior parte delle intossicazioni potrebbe essere senza dubbio prevenuta: tutte le case, anche quelle apparentemente “sicure”, normalmente contengono una serie infinita di prodotti pericolosi di cui è possibile riportare una “breve” lista: - Farmaci: tranquillanti, sedativi, farmaci contro l’epilessia, antidepressivi, antipertensivi, antiaritmici, sedativi della tosse - Prodotti per la pulizia: detersivi per lavastoviglie, per lavatrici, anticalcare, sgorgatori, ammorbidenti, pulitori per metallo, per forni, disinfettanti per WC, detersivi per tappeti e moquette, pulitori per mobili, brillantanti, sbiancanti, antiruggine, insetticidi, ratticidi, tarmicidi - Piante: Albicocca (parte velenosa = semi all’in-

Dott. Giorgio Ricci maggio,giugno 2013 : 55


terno del nocciolo), Azalea, Anemone, Colchico, Digitale, Magnolia, Ortensia, Ricino, Robinia, Veratro (rosa di natale) - Sul luogo di lavoro: acidi, alcali, combustibili (derivati del petrolio), cianuri, disinfettanti, solventi, gas e vapori - In agricoltura: pesticidi (sono contenuti in moltissimi prodotti commerciali di uso in agricoltura ma anche domestico. Il contatto può avvenire per tutte le vie: cutanea, respiratoria, digestiva) Come prevenire le intossicazioni? In ambiente domestico, è buona norma: - Non lasciare i prodotti casalinghi alla portata dei bambini; - Non travasare i prodotti dai contenitori originali; - Non mescolare prodotti diversi a meno che non sia indicato nelle confezioni; - Leggere attentamente le informazioni contenute sulle etichette dei contenitori. A volte ci si preoccupa perchè il proprio bimbo o qualcuno in famiglia è venuto a contatto con sostanze giudicate pericolose, ma in realtà innocue, come ad esempio detersivi per stoviglie a mano, per bucato, bagno schiuma, shampoo, creme e oli cosmetici, dentifrici, matite, mascara per il trucco; cere depilatorie, inchiostri, colori a tempera e ac56 : maggio,giugno 2013

quarelli, fiammiferi, mentre più pericolose sono detersivi e brillantanti per lavastoviglie, solventi per unghie, depilatori in crema, tinture capelli, creme antisole o abbronzanti, pulitori per forni, metalli, vetri, sgorgatori, antiruggine, smacchiatori. I farmaci rappresentano un’altra categoria diffusamente presente in ambito casalingo. Il prolungamento della vita media e l’impiego di terapie polifarmacologiche, il sempre maggior numero di prodotti da banco acquistabili senza ricetta medica, sono alla base dell’enorme numero di intossicazioni acute da farmaci. Tra questi gli psicofarmaci, sostanze ad azione principale sul sistema nervoso centrale e i farmaci cardiovascolari sono i più temibili. I caustici ossia i prodotti ad azione corrosiva per contatto con la pelle e le mucose (bocca, stomaco) sono un’altra categoria di prodotti casalinghi a tossicità medio elevata; anche piccole quantità possono provocare danni sulle vie digestive e aeree.


I prodotti della combustione di gas naturale, kerosene, propano, olio da riscaldamento, legno e carbone possono contenere un gas mortale: il monossido di carbonio. Camini, stufe a gas, caldaie, caloriferi, tutto ciò che brucia combustibile può produrlo. Ma se mi intossico, che faccio? Non dare nulla da bere o da mangiare prima di avere contattato un tossicologo; non provocare il vomito se l’ingestione è stata di: candeggina, disgorganti, detersivi per water, detersivi per lavastoviglie, ammoniaca, prodotti schiumogeni (detersivi, shampoo, bagno schiuma, saponi), solventi e diluenti (derivati del petrolio, smacchiatori, pesticidi); non dare latte se si sono ingeriti veleni come solventi, diluenti, smacchiatori, tarmicidi (naftalina, canfora), derivati del petrolio (benzina, nafta, cherosene), pesticidi liquidi e consultare subito un Tossicologo! Ecco che giunge quasi naturale quindi, dato che di emergenza clinica si parla, collocare nel “grembo” del Pronto Soccorso di Borgo Trento, la nascita, l’11 agosto 2008 della Struttura Semplice Organizzativa di Tossicologia Clinica, un servizio in più, offerto dall’Azienda Ospedaliera di Verona, di cui nella Regione Veneto si iniziava a sentire la mancanza. La Struttura Semplice Organizzativa di Verona offre a tutti la possibilità di avere non solo una consulenza telefonica disponibile 24 ore su 24 sette giorni su sette, senza distinzione di festività od orario, ma anche, quando il caso lo richieda, anche la presenza fisica di un Tossicologo al letto del malato, per una vera e propria consulenza che comprenda esame obiettivo, diagnostica clinica e di laboratorio e terapia. Dalla sua nascita, la S.S.O. di Tossicologia Clinica ha eseguito 2348 consulenze, e risponde quotidianamente alle chiamate telefoniche, il che rende appieno le dimensioni del fenomeno “veleni” nel-

la nostra realtà quotidiana. Nel 78% dei casi si è trattato di avvelenamenti da farmaci, soprattutto a scopo suicida, ma una consistente fetta (18%) è rappresentata dai prodotti domestici: detergenti, smacchiatori…tutta una vasta gamma di sostanze, magari insospettabili per molti versi, ma in grado di causare danni anche seri. Come abbiamo poc’anzi visto, esistono poi interventi legati a tossine da funghi, animali e gas (soprattutto monossido di carbonio). La Struttura, disponibile per tutti coloro che ne avessero bisogno, sia in ambito sanitario che pubblico, è attiva anche sul territorio veronese con incontri nelle scuole, associazioni e gruppi. Ha realizzato un opuscolo a fumetti, distribuito in tutte le scuole elementari e medie di Verona e provincia sui pericoli domestici legati al contatto con sostanze pericolose ed organizza corsi di aggiornamento sulla Tossicologia d’urgenza sia a livello aziendale che universitario. Per raggiungerla, da Verona e Provincia, basta comporre il 118 e chiedere di essere messi in contatto con un Tossicologo. Se si lavorerà bene e con coscienza, non si potrà che assistere, in futuro, ad una diffusione sempre maggiore della “cultura” della Tossicologia nella nostra provincia e nella regione! Dott. Giorgio Ricci UOC Pronto Soccorso e Tossicologia Clinica AOUI Verona maggio,giugno 2013 : 57


Nell'ambito delle iniziative "anti crisi" rivolte alle famiglie, VALPOLICELLA BENACO BANCA ha aderito a due importanti iniziative: “Fondo di credito nuovi nati”, per l'erogazione di finanziamenti a favore delle coppie con nuovi nati o figli adottati negli anni 2012, 2013 e 2014

Caratteristiche del finanziamento “Fondo Nuovi Nati” Valpolicella Benaco Banca Tipologia: Mutuo chirografario Importo: non superiore a 5.000 € Durata: non superiore ai 5 anni Tasso: pari tasso BCE (attualmente 0,75%) Penale di estinzione anticipata: gratis Spese di incasso rata: gratis Spese di istruttoria: gratis Dati riferiti a gennaio 2013

e Mutuo ad8 un sostegno rivolto alle famiglie che intraprendono il difficile cammino dell´adozione internazionale. Caratteristiche del finanziamento “ad8” Valpolicella Benaco Banca

Tipologia: Mutuo chirografario Importo: non superiore a 10.000 € Durata: non superiore ai 5 anni Tasso: pari tasso BCE (attualmente 0,75%) Penale di estinzione anticipata: gratis Spese di incasso rata: gratis Spese di istruttoria: gratis Dati riferiti a gennaio 2013

ENTRA IN FILIALE E RICHIEDI I DETTAGLI DELLE INIZIATIVE! Avviso pubblicitario con finalità promozionale che non sostituisce il Foglio Informativo relativo al prodotto. I Fogli Informativi a cui è necessario fare riferimento per conoscere tutte le condizioni contrattuali sono messi a disposizione presso tutte le filiali e sul sito internet: www.valpolicellabenacobanca.it


SICUREZZA

Con ICU Medical obiettivo su protezione di pazienti e operatori Grazie a ricerca ed innovazione continua, la sicurezza del paziente viaggia di pari passo con quella dell’operatore

L’

innovazione come strumento fondamentale per garantire sicurezza. Non solo per i pazienti, ma anche sugli

operatori sanitari: è questa la filosofia di ICU Medical Europe, azienda impegnata nella creazione di prodotti per la manipolazione di

maggio,giugno 2013 : 59


farmaci pericolosi, per la terapia infusionale e per terapia intensiva. Dopo l’introduzione del mercato degli accessi vascolari senza ago, datata 1984 con la presentazione del ClickLock, ICU Medical ha trasformato nuovamente il settore nel 1993 grazie al Clave, connettore più affidabile ed utilizzato al mondo con 500 milioni di pezzi venduti in più di 70 Paesi all’anno. Questa tecnologia, microbiologicamente e meccanicamente chiusa, non richiede componenti aggiuntivi, adattatori per l’accesso o cappucci per garantire la sterilità, ed assicura notevole protezione contro la colonizzazione batterica della punta e del raccordo del catetere, permettendo al fluido di usufruire di un percorso dedicato. Presidi sempre più accurati ed efficienti sono necessari in ambito terapia intensiva, dove soluzioni basate sull’assenza di lattice di gomma naturale mirano a rispondere ad ogni necessità clinica, a riduzione di componenti e collegamenti e ad un affidabile

60 : maggio,giugno 2013

monitoraggio delle informazioni emodinamiche critiche del paziente. “Questi dispositivi riguardano la conservazione dei prodotti ematici e la protezione dalle infezioni e la tecnologia avanzata di ossimetria – spiega Gabriele Giovanelli, amministratore delegato -, e sono stati sviluppati grazie alla collaborazione diretta con gli utilizzatori”. La costante crescita in termini di acquisizione di mercato e la continua ricerca di strumenti innovativi, anche relativi all’oncologia, derivano dunque da una vera e propria partnership instaurata tra product specialist e ospedali del territorio nazionale, disponibili a dialogare e sperimentare i sistemi. La riduzione significativa dell’esposizione durante la manipolazione dei farmaci chemioterapici ha portato alla realizzazione del sistema Diana, nato da una storia di vita. Nel 2006 la Dottoressa Diana Kostyra Lopez, premurosa pediatra, ha perso la sua lotta con il cancro. Partendo da questo tragico evento, George Lopez ha trovato il modo di onorare la memoria della moglie e di adempiere una promessa a lei fatta nel corso dei suoi trattamenti. Durante la chemioterapia, Diana udì le infermiere lamentare un gusto metallico all’interno della bocca, e discutere sui possibili rischi per la salute dovuti all’esposizione a farmaci antiblastici. Lei chiese dunque al marito di creare una soluzione che tenesse gli operatori al sicuro, il risultato è un sistema in grado di diminuire l’esposizione ad aerosol pericolosi ed agli spandimenti durante la preparazione. «Quello su cui puntiamo – precisa Giovanelli – è la precisione, sicurezza e affidabilità anche nel corso della ricostituzione e diluizione di farmaci pericolosi. Il sistema è studiato per essere perfettamente inserito negli ambienti di lavoro standard già esistenti e nella corrente pratica clinica, consente a farmacisti e tecnici dimantenere il controllo del processo di preparazione dall’inizio alla fine fornendo mag-


giori mezzi per il controllo di quella che è la fase più delicata della filiera della preparazione della terapia. Diana assicura efficienza nel flusso di lavoro, tracciabilità e possibilità di limitare gli errori di dosaggio che spesso causano conseguenze fatali per i pazienti, contribuendo a ridurre lo spreco di farmaco con l’estrazione di tutto il liquido contenuto nei recipienti. Il suo uso diminuisce, per gli operatori sanitari, anche le sollecitazioni delle articolazioni coinvolte durante preparazione della chemioterapia, che possono causare possibili danni fisici e invalidità da lavoro. Inoltre il sistemaDiana comprende set di preparazione e somministrazione specifici e dispositivi semplici, sicuri, protetti grazie all’utilizzo del sistema a circuito chiuso needle-free ChemoClave, che consente dimigliorare la sicurezza dell’operatore sani-

tario e del paziente ed assicura la conformità alle procedure in essere». Fornire alta qualità di prodotto, migliorare l’esperienza clinica, collegare obiettivi e speranze fanno parte della mission dell’azienda, impegnata costantemente nella considerazione di standard di settore come punto di partenza, non di arrivo. Le migliorie testate clinicamente sono frutto della cultura di ICU Medical, sostenuta da unità d’intenti tra le parti per collegare innovazione ed empatia, empatia con la tecnologia, tecnologia con la protezione.

Marina Soave maggio,giugno 2013 : 61


OCCHI

Lenti a contatto: come scegliere quelle giuste La nascita della lente a contatto risale al 1508 quando Leonardo da Vinci verificò che immergendo l’occhio in una sfera contenente acqua, esisteva un continuo ottico fra la superficie interna della sfera di vetro e quella esterna della cornea

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a scelta della lente a contatto perfetta può apparire come un compito assai difficile a causa della enorme presenza sul mercato di svariate compagnie, produttori e tipi di lenti tra cui poter scegliere. Il primo passo fondamentale è quello di fare quante più ricerche possibili prima di prendere la decisione finale perché, anche se si potrebbe essere portati a pensare che tutte le lenti siano pressoché identiche tra loro, esistono determinate differenze che devono essere prese in considerazione prima di scegliere le lenti a contatto idonee per te e per la salute specifica dei tuoi occhi. Generalmente ci si può fidare con tutta tranquillità dei consigli del proprio ottico di fiducia perché nessuno conosce meglio di lui il mercato delle lenti a contatto, ma se si vuole approfondire ulteriormente l’offerta dei diversi tipi di lenti, sarebbe un’ottima idea creare una lista di “pro” e “contro” in modo da poter visualizzare con estrema efficacia le differenze tra i diversi prodotti. Si potrebbe per esempio prendere in considerazione di verificare le caratteristiche di ciascun tipo di lente, come, ad esempio: - lenti rigide - morbide - semi-rigide 62 : maggio,giugno 2013

- lenti mensili - permanent - multifocali - toriche. Ciascuna di queste lenti ha ovviamente delle particolari caratteristiche che necessitano di essere accuratamente verificate. Esistono moltissimi tipi di lenti a contatto. Differiscono tra di loro non solo a seconda della resistenza ma anche del diametro, della curvatura e, assai importante, anche del materiale. Le lenti possono essere usate per correggere l’astigmatismo e la presbiopia (lenti a contatto multifocali). L’aspetto esteriore può essere migliorato con le lenti colorate. Alcune lenti sono state prodotte per: - uso giornaliero: come il nome stesso suggerisce, sono lenti a contatto monouso e vengono utiliz-


zate per un solo giorno e quindi eliminate. Molte persone le considerano le più convenienti in assoluto. Infatti, grazie al loro utilizzo assai breve, non c’è tempo sufficiente per l’accumulo di sporco e residui e, di conseguenza, non è assolutamente necessario pulirle con liquidi appositi - uso mensile: sono correntemente le più popolari. Il termine si riferisce a quelle lenti che vengono utilizzate per un periodo tra le due e le quattro settimane prima di essere sostituite. Questo prodotto viene usato durante il giorno e riposto in

soluzione conservante durante la notte - uso continuato: è il prodotto più innovativo sul mercato. È composta di un materiale permeabile che consente un maggior afflusso di ossigeno all’occhio, perfino in situazione di pupilla chiusa. Ciò consente, quindi, il loro uso anche durante il sonno. Questo tipo di lente è normalmente indicata per un uso tra 1 e 4 settimane per volta. Le stesse lenti possono perciò essere indossate per un periodo di un mese. Queste lenti sono adatte all’uso quotidiano come normali lenti mensili. Le lenti a contatto morbide sono molto più popolari delle tradizionali lenti rigide. Anche se non è necessario presentare una ricetta all’ottico, non dimenticare che solo un professionista qualificato è in grado di determinare il tipo di lente più adatto ai tuoi occhi. Non tutti possono far uso di lenti a contatto. Bruno Mostaffi Indossare il tipo sbagliato può perfino causare danni irreversibili all’occhio.

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arte e salute

Rino Guandalini al Polo Confortini di Borgo Trento Le opere esposte nella piazza Canneto infondono una sensazione di benefico transfert alle persone costrette a frequentare l’Ospedale

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rosegue nella piazza Canneto del Polo Confortini l’iniziativa “Arte in Ospedale”, con la presenza di Rino Guandalini, Artista veronese, che fin da giovanissimo ha manifestato una spiccata predisposizione per le Arti figurative, e ha sempre coltivato questo interesse, nonostante un’importante professione legata ai suoi studi tecnici. L’Artista, che si avvale di forme espressive quali l’acquerello, l’olio e l’incisione, si è formato pres-

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so Scuole prestigiose quali l’Accademia Cignaroli di Verona, e attualmente è segretario della Società Belle Arti di Verona, storica associazione culturale presieduta dal prof. Gianni Lollis, socio del gruppo Amici dell’Arte “A.Nardi” e del club dell’incisione “Venezia Viva”. Rino Guandalini realizza Opere che si ispirano alla tradizione figurativa, in particolare le vedute dei ricordi di viaggio ci dimostrano come ci sia una sorta di identificazione dell’Artista con la Na-


tura che lo circonda e che osserva con curiosa passione, quasi una forma di compenetrazione con le sue atmosfere e con i suoi ritmi. Queste rievocazioni di Bellezza diventano visioni senza tempo, che traducono con delicata armonia luoghi segreti che incantano per la semplicità e seducono come delicatissimi sogni. Rino Guandalini ha una particolare sensibilità per l’uso della luce che scivola radente e leggera sulle facciate delle case del Lungadige, che tacita si appoggia su balconi fioriti, tetti, abbaini, comignoli, si annida tra le decorazioni di Palazzo Maffei, si unisce alle voci che salgono dai tavolini dei bar, e, come musica sottile, oscilla sulle barche che,

addormentate e silenti, ondeggiano sul lago, mentre il chiarore percorre i crinali dei colli in lontananza, fino all’addensarsi nello scuro del fogliame all’orizzonte. La bellezza e la serenità che traspaiono dalle Opere di Rino Guandalini, hanno assunto una valenza del tutto particolare all’interno del Polo Chirurgico perché anche l’Arte, con le sue emanazioni di positività, può infondere una sensazione di benefico transfert alle persone costrette a frequentare l’Ospedale. Marifulvia Matteazzi Alberti

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cavo orale

Il gusto, ecco come sedurre le papille Il funzionamento del gusto è simile a quello visivo: siamo in grado di percepire e distinguere una vasta gamma di sapori che stimolano in modo diverso le papille

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opo aver parlato nei numeri scorsi di malattie gengivali, mi sembra giunto il momento affrontare un argomento che è sempre molto interessante: il gusto. Colpevoli, o meglio artefici, delle percezioni gustative sono le papille, principalmente presenti sulla mucosa dorsale della lingua, l’organo principe della sen-

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sibilità gustativa. Esistono quattro tipi diversi di papille: le filiformi, le fungiformi, le foliate e le circumvallate. Possono essere quindi definite come dei rilievi di varia forma. Esistono cinque sapori primari che vengono recepiti dalle nostre papille: l’acido, il dolce, il salato, l’amaro e l’umami, termine ripreso dalla lingua giapponese che potremmo


tradurre come “saporito”. A differenza di quanto si credeva un tempo, la percezione dei sapori è distribuita indifferentemente in tutta la lingua e anche in altre zone della bocca, quali l’epiglottide e il palato molle. Tranne le papille filiformi, che sono le più numerose sulla lingua e sono specificamente deputate a un’azione di tipo tattile (la lingua, a livello di recettori centrali cerebrali è uno degli organi proporzionalmente più densamente rappresentati), le altre contengono i calici gustativi, ovvero i recettori dei gusti. Il funzionamento del gusto è simile a quello visivo: l’uomo è in grado di percepire e di distinguere una gamma di sapori vasta e complessa, che stimolano in modo diverso le papille. Il cervello ne ricava una “mappatura” differente per ogni cibo, derivata dalla combinazione, a percentuali diverse, delle varie sensazioni primarie. Il cibo, una volta introdotto nella cavità orale, viene intrappolato dalla lingua che, oltre a portarlo a contatto con i denti per la triturazione e la creazione del bolo alimentare, ne frammenta le molecole: alcune di esse riescono a penetrare nel poro gustativo di un bottone gustativo. Qui si legano ai recettori presenti, che a loro volta, tramite un processo chimico denominato trasduzione, generano uno stimolo nervoso che viaggia attraverso le ramificazioni di uno dei tre nervi craniali responsabili del gusto: il nervo facciale (VII paio di nervi cranici), il nervo glossofaringeo (IX) o il nervo vago (X). Immaginiamoci di sederci a tavola, nel nostro ristorante preferito, ed aver ordinato quella specialità della casa che ci fa impazzire...eccola che arriva, già il vederla ci fa venire “l’acquolina in bocca”! Sono purtroppo costretto a rompere il bel sogno per dare delle spiegazioni scientifiche a tutto questo: gusto, vista(meno) ed olfatto (soprattutto) sono strettamente collegati a livello cerebrale (talamo, ipotalamo e sistema limbico) quindi il vedere ed annusare aromi di cui conosciamo già il piacere porta a quella iperproduzione salivare che permette di fungere da solvente per le molecole

chimiche del cibo e stimolante per i bottoni gustativi delle papille, il cui tempo di percezione del gusto è di un decimo di secondo. Il piacere di assaporare del buon cibo è quindi una finissima combinazioni di sensazioni gustative, olfattive, tattili (la lingua), di consistenza e, non ultime, di temperatura: un piatto troppo freddo, diciamo sotto i 6°, da quella antipatica sensazione di perdita della sensibilità, tanto quanto i cibi troppo caldi, sopra i 45°. è interessante sapere che il senso del gusto è presente fin dalla vita intrauterina: si è infatti notato come il feto reagisca ai singoli stimoli sensoriali immessi nel liquido amniotico: fin dalla 14° settimana lo stimolo del dolce aumenta le deglutizioni del feto mentre quello amaro le diminuisce. Lo stesso vale per il latte materno che è influenzato dalla dieta seguita dalla madre che, se equilibrata e varia, manderà un “segnale” al lattante di apertura a tutti i possibili gusti. è tuttora dibattuto se, come gli altri sensi, anche il gusto diminuisca con l’età; quel che è certo è che la scarsa salute orale, la mancanza di denti e le eventuali terapie farmacologiche influiscono in maniera determinante.

Dott. Luca Tinti Socio Fondatore Progetto Dentale Apollonia maggio,giugno 2013 : 67


inizitiva

Ipertensione, la prevenzione inizia a scuola Un’iniziativa che ha coinvolto, in occasione della Giornata Mondiale dell’ipertensione, gli studenti dell’Istituto Lorgna Pindemonte

S

i è svolta venerdì 17 maggio all’istituto tecnico commerciale “Lorgna Pindemonte” di Corso Cavour a Verona il primo intervento educazionale-formativo sui rischi dell’ipertensione. Circa 100 studenti delle classi III e IV dell’Istituto hanno partecipato ad una specifica “lezione” sull’ipertensione arteriosa che sarà svolta per la parte “medica” dai medici del reparto di Medicina C dell’Ospedale di Borgo Roma (AOUI) che collaborano con la SIIA, la Società italiana dell’ipertensione arteriosa, e dai farmacisti per la parte di “prevenzione ed adozione corretti stili di vita”. Gli studenti si potranno poi sottoporre volontariamente al controllo della pressione arteriosa e sarà loro proposto il questionario di valutazione del proprio rischio ipertensione. Contemporaneamente in tutte le farmacie che hanno esposto la locandina della giornata di prevenzione sono state effettuate le misurazioni gratuite della pressione arteriosa i cui dati in forma anonima verranno riportati dal farmacista in un modulo utile poi ai sanitari ai fini statistico-epidemiologici. Al termine della compilazione il “paziente” ha saputo qual è il suo rischio ipertensione. Inoltre sempre in farmacia sono stati divulgati opuscoli informativi utili a tutte le fasce di età. Considerando che solo una persona su 4 ha la pressione ben curata, è chiaro che deve nascere

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e crescere una cultura della prevenzione che parta fin dalla più tenera età. «La cultura della prevenzione deve crearsi fin dalla gioventù - dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona - per questo da anni entriamo nelle scuole con il programma Young&Healthy che parla ai giovani dei danni causati dagli abusi di alcool, fumo, droghe, medicinali e anche delle malattie sessualmente trasmesse. Venerdì 17 maggio abbiamo fatto capire ai ragazzi quanto sia importante prendersi cura personalmente della propria pressione arteriosa misurandola con regolarità riferendone poi al medico i risultati e valutare sempre con attenzione lo stato di benessere, anche semplicemente in vista di un allenamento sportivo». Valori rischiosi: quando la pressione massima è uguale o supera i 140 mmHg o la minima i 90 mmHg la pressione è alta e potrebbe essere ipertensione arteriosa. Valori di 130 mmHg di pressione massima e 80 mmHg di pressione minima possono essere alti se sono presenti diabete, malattie renali o complicazioni dell’ipertensione. Più alta è la pressione, maggiore è il rischio di malattie cardiovascolari. Malattie cardiovascolari causate dall’ipertensione: infarto cardiaco, scompenso cardiocircolatorio,

fibrillazione atriale, ictus cerebrale, insufficienza renale; sfiancamento/rottura dell’aorta; occlusione delle arterie degli arti inferiori. Fattori di rischio: nella maggioranza dei pazienti la causa dell’elevazione pressoria è sconosciuta (ipertensione essenziale o primitiva), mentre sono noti alcuni fattori, oltre all’età, che aumentano le probabilità di essere ipertesi o di diventarlo; uno od entrambi i genitori ipertesi; eccessivo consumo di sale; sovrappeso od obesità; sedentarietà; uso di farmaci o sostanze che possono aumentare la pressione (pillola contraccettiva, farmaci antinfiammatori, cortisonici, vasocostrittori nasali, anfetamine, cocaina, etc.) Prevenzione: non ingrassare; riduci il peso con la dieta e l’attività fisica se sei in sovrappeso od obeso; riduci l’assunzione di sale evitando i cibi salati e l’uso di sale a tavola; limita il consumo di alcool; fai attività fisica regolare (cammina a passo svelto o vai in bicicletta almeno 30 min. al giorno, almeno 4 volte la settimana); mangia pesce e verdura; evita i cibi ricchi di grassi animali e di colesterolo; non fumare; limita il consumo di caffè ad un massimo di 2/3 tazzine al giorno; misura la pressione anche a casa. Nicoletta Fattori

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2013 sarà intenso e particolarmente stimolante per l’Azienda e per i suoi clienti poiché è l’anno della celebrazione del decennale. In cantiere numerosi progetti nell’ambito scientifico-promozionale tra cui IL prestigioso convegno tenutosi lo scorso 5 maggio in uno dei più esclusivi Congress Center del Lago di Garda. Special guest la nota e amata soprano Katia Ricciarelli, già testimonial aziendale. Nel 2013 Phyto Garda sarà inoltre presente al Cosmofarma di Bologna (Pad. 25, stand B44-C43) e a Ginevra per Vitafoods Europe 2013 (stand n. 1407). Phyto Garda srl - Via Tione 23 - Pastrengo (VR) Tel. +39 045 6770222 Fax +39 045 6770531 info@phytogarda.it - www.phytogarda.it

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assistenza anziani

Privata Assistenza scende a in piazza per la 4 giornata della badante L’evento si terrà il 29 e 30 giugno in Piazza Brà mentre dal 24 al 27 giugno presso la Sala Lucchi verrà organizzato un corso di formazione per le badanti

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rivatassistenza, dopo l’esperienza positiva della scorsa edizione, in occasione della “4a edizione della Giornata della Badante” ha organizzato, un importante corso formativo volto a sensibilizzare le persone che operano nel delicato settore dell’assistenza agli anziani: “Alleviare il dolore con l’empatia”. Attraverso un approccio integrato si propongono soluzioni capaci di coniugare i bisogni delle famiglie con i diritti dei lavoratori. Privatassistenza con la coorganizzazione del comune di Verona, dell’Associazione ACLI Verona ed in collaborazione con Tribunale del malato , CEMS e Federfarma Verona, dopo il successo delle scorse edizioni della “Giornata della badante” per questa quarta edizione si è deciso di proporre nuove iniziative al fine di coinvolgere il maggior pubblico possibile. Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere la formazione delle badanti e sensibilizzare la cittadinanza sulla problematica dell’assistenza familiare a persone anziane, malate e disabili. Durante le due giornate sarà possibile presso i vari

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Stand di Piazza Brà effettuare: Stand PrivatAssistenza - analisi gratuita di pressione, glicemia e saturazione del sangue - consulenza gratuita su badanti ed assistenza domiciliare - consulenza gratuita su assistenza ospedaliera - raccolta di domande di lavoro di assistenti familiari e operatori sanitari Stand Acli - consulenza gratuita su contratti di lavoro per famiglie - consulenza gratuita su contratti di lavoro per assistenti familiari - consulenza gratuita su pensioni, invalidità, infortuni e malattie - consulenza gratuita su amministratore di sostegno una nuova importante iniziativa - un corso gratuito di formazione per le badanti. Stand Cems - controllo di glicemia e pressione - consulti gratuiti con vari medici specialisti


Stand Tribunale del malato “cittadinanza attiva” - valutazione dei casi di malasanità L’evento è rivolto non solo alle badanti ma anche agli anziani ed alle loro famiglie. Inoltre dal 24 giugno al 27 giugno presso Palasport di Verona, Sala Lucchi è stato organizzato un corso di formazione per le badanti. Il programma formativo prevede incontri con medici specialisti - psicologi - neuropsicologi - nutrizionisti - infermieri professionali - operatori sanitari al fine di conoscere meglio quali sono le reali problematiche le necessità delle persone anziani malati e disabili. Il programma sarà articolato in diversi moduli ogni giorno dalle ore 9 alle ore 18 verranno affrontate diverse tematiche: la comunicazione empatia, comprender e capire il dolore, la demenza, conoscere l’alzheimer, conoscere il parkinson , le malattie oncologiche, la motivazione del paziente allettato, gestione dell’igiene intima e del calendario farmacologicohe, alimentazione in età adulta, nozioni di primo soccorso, conoscere il CCNL colf e assistenti famigliari, ed infine come tutelare il malato dalla malsanità diritti e doveri. Lo scorso anno il corso formativo è stato un grande successo questa iniziativa è servita a sensibilizzare la popolazione illustrando a tutti i partecipanti i diritti e doveri delle badante stessa e le reali problematiche le

necessità delle persone anziani malati e disabili. Al termine delle 3 giornate di formazione sono stati rilasciati complessivamente 73 attestati di frequenza. Nel 2050 ci saranno circa 2 miliardi di anziani ma circa 80% avrà una malattia cronica. Analizzando questi dati emerge in maniera chiara come sia essenziale avvalersi di persone qualificate per l’aiuto dei nostri cari. Molte persone oggi affidano i propri famigliari a badanti ma spesso non sono preparate e regolarizzate a livello legale e frequentemente sono reperite con mezzi improvvisati, questo circolo vizioso del lavoro in nero purtroppo poi genera molte lacune sulla professionalità e sulla competenza della badante stessa. Il comune di Verona e Privatassistenza da anni cercano di combattere questa piaga e grazie alla manifestazione “ la giornata della badante” si cerca di informare la collettività in merito ai diritti e doveri delle badanti stesse. Per questa quarta edizione si è avvertita la necessità di offrire qualcosa in più ai propri cittadini : un corso gratuito al fine di formare le numerose persone che vogliono lavorare con gli anziani. Il dott. Nicola Carpeggiani di Privatassistenza dichiara: “La nostra manifestazione ora è al quarto appuntamento e ogni anno cerchiamo di aggiungere qualcosa di più perché crediamo che la formazione sia fondamentale per chi si prende cura dei nostri cari. Sono convinto che chi fa uso di assistenza domiciliare ha il diritto ed il dovere di garantirsi un’assistente domiciliare formata, la quale deve essere in grado di intervenire per alleviare le loro sofferenze o assecondarne i bisogni primari. Oggigiorno visto il momento economico difficile che stiamo vivendo ci sono troppe badanti che si propongono alle famiglie senza aver mai maturato un’esperienza specifica nel settore, mettendo a repentaglio la vita dell’anziano e del malato. Questa è l’occasione giusta per garantire un minimo di formazione a tutte quelle badanti che finora non hanno maturato nè esperienze nè studi specifici”. info: www.privatassistenza.org www.privatassistenza.it maggio,giugno 2013 : 73


medicina sportiva

L’attività fisica adattata prescritta dal medico Il Ministero della Salute dichiara che l’esercizio fisico e l’attività fisica sono fondamentali per mantenere uno stato di salute ottimale sia a breve che a medio-lungo termine

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mpia evidenza scientifica ha dimostrato che esiste un rapporto diretto tra la quantità di attività fisica praticata e lo stato di salute e qualità della vita delle persone. In tal senso, il Ministero della Salute dichiara che “L’esercizio fisico e l’attività fisica sono fondamentali per mantenere uno stato di salute ottimale sia a breve che a medio-lungo termine”. Una regolare ed appropriata attività fisica rappresenta quindi una fondamentale pratica di prevenzione, oltre che di cura, per rallentare e allontanare l’insorgenza di condizioni fisiche e metaboliche indesiderate come l’ipertensione, il sovrappeso, la resistenza insulinica, e valori elevati di colesterolo e trigliceridi (che quando presenti insieme sono conosciute come “Sindrome Metabolica”). Di fatto, questi fattori di rischio sono un pericoloso campanello d’allarme perché possono condurre a patologie invalidanti e fatali di tipo cardiovascolare (quali infarto o ictus), al diabete di tipo 2, possono aumentare il rischio di molti tumori, la fragilità muscoloscheletrica ed accelerare il decadimento cognitivo. Quando l’attività fisica viene programmata,

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condotta, valutata e monitorata da personale specializzato, con proposte e metodologie basate su evidenze scientifiche, può essere considerata a tutti gli effetti un vero “farmaco” ovvero una forma di terapia in grado di apportare significativi miglioramenti alla salute e quindi alla vita delle persone. Il Medical Fitness è un programma di esercizio fisico rivolto a tutti coloro che hanno alterazioni metaboliche e fisiologiche (ipertensione, sovrappeso, valori di trigliceridi e colesterolo fuori norma) e patologie croniche diagnosticate (quali diabete, osteoporosi, obesità) ma in condizioni di salute stabilizzate, che su indicazione del proprio medico curante necessitano di un aumento della pratica dell’ attività motoria nella propria vita. E se non fosse prescritta questa attività fisica,


devono essere i pazienti stessi a richiederla al proprio medico curante (con una prescrizione medica – certificato medico). l’insorgenza delle problematiche menzionate sopra è spesso lenta e silente e quindi, vale il principio, che prima si interviene e migliore sarà il risultato verso la riconquista di uno stato di salute ottimale. Si ritiene che questo programma sia particolarmente adatto per le persone adulte a partire dai 40/45 anni e ancor di più, per le persone anziane che non presentano ancora una funzionalità motoria compromessa. Il programma di Medical Fitness, deve essere effettuato con la supervisione di un Chinesiologo (dottore in scienze motorie). Il programma prevede: 1. Un incontro iniziale (test chinesiologico)

per comprendere lo stato fisico generale, lo stile di vita e le ragioni per le quali si rende necessario un programma di medical fitness; 2. Una valutazione dello stato fisico del soggetto (valutazione del metabolismo a riposo, dello stato di fitness muscolare e cardiovascolare e della composizione corporea); 3. Una programmazione a medio-lungo termine dell’attività fisica specifica, che sarà individualizzata e monitorata con il cardiofrequenzimetro; 4. Una assistenza qualificata durante le sedute di allenamento, inizialmente individuale; 5. Un monitoraggio nel tempo attraverso l’archiviazione di dati e valori su apposito bracialetto usb. Il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di salute e quindi di una qualità di vita ottimali, dipendono in gran parte da fattori che possono e devono essere modificati, mediante l’assunzione di stili di vita corretti.

Giorgio Pasetto Dottore in scienze motorie Dottore in Osteopatia info: www.centrobernstein.it gpasetto@centrobernstein.it

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ortopedia

La distorsione: quando la caviglia fa “crack”! Anche per le distorsioni più lievi è necessario eseguire le radiografie per escludere fratture dei malleoli laterale e mediale, dell’astragalo della base del quinto metatarso e della testa del perone

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e distorsioni della caviglia costituiscono il 40% di tutti gli infortuni negli atleti. Sono più frequenti nel basket, nella pallavolo, nel calcio e nella danza. La maggior parte dei pazienti recupera completamente, ma se non adeguatamente trattate nel 20-50% dei casi compaiono dolore e instabilità cronica. L’articolazione della caviglia è costituita dal perone e dalla tibia (superiormente, esternamente e in-

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ternamente) e (inferiormente) dall’astragalo, che è un osso del piede; si chiama infatti articolazione tibio-peroneo-astragalica o tibio-tarsica. I principali legamenti della caviglia soggetti a lesione durante una distorsione sono quelli laterali (astragalo-peroneale anteriore, posteriore e il legamento calcaneoperoneale) e quelli mediali (complesso del legamento deltoideo). Il sostegno passivo è garantito dai legamenti mediale, laterale e posteriore e dalla sindesmosi. Il complesso legamentoso laterale è la struttura maggiormente coinvolta nelle distorsioni della caviglia. Appoggiare il piede su un piano irregolare, sbilanciarsi improvvisamente durante una corsa, entrare


in contatto con un avversario in partita, scivolare sul ghiaccio, cadere dalle scale: questi ed altri sono i meccanismi traumatici che possono agire sulla caviglia, creare una distorsione e danneggiarne i legamenti. Il meccanismo della lesione è di solito una supinazione del piede in flessione plantare. Una lesione in supinazione è di solito associata a una sensazione di lacerazione o a uno schiocco che il paziente avverte nella regione laterale della caviglia. Immediatamente dopo la lesione è necessario seguire il principio PRICE (protezione, riposo, ghiaccio, compressione, elevazione), con l’obiettivo di ridurre l’emorragia, la tumefazione, l’infiammazione e il dolore. è necessario e consigliato in ogni caso, anche per le distorsioni più lievi, eseguire le radiografie (in genere in Pronto Soccorso) per escludere fratture dei malleoli laterale e mediale, dell’astragalo della base del quinto metatarso e della testa del perone.

La diagnosi di distorsione avviene con visita specialistica ortopedica; solo in casi particolari, in secondo tempo l’ortopedico può consigliare un’ecografia o risonanza magnetica per valutare lo stato legamentoso o la presenza di lesione associate alla cartilagine o fratture dell’astragalo. Nella distorsione di grado 1, (distorsione leggera della caviglia), il legamento viene solo stirato e non compaiono rotture macroscopiche; è presente una modesta tumefazione o dolorabilità, il danno funzionale è assente o minimo e non compare instabilità articolare. Nella distorsione di grado 2, o moderata, vi sono una parziale rottura del legamento con moderata tumefazione e dolorabilità, una certa perdita della funzione articolare e una lieve instabilità. Nella distorsione di grado 3, o grave, vi è una rottura completa dei legamenti (LAPA e LCP) con tumefazione, ecchimosi e dolorabilità, incapacità di sostenere il peso sull’arto e instabilità meccanica dell’articolazione. Per i primi 7 giorni in genere l’ortopedico posiziona un gambaletto gessato e consiglia lo scarico dell’arto vista l’importante sintomatologia dolorosa. In funzione della gravità della lesione si consiglia un periodo d’immobilizzazione seguito da un programma dedicato di fisioterapia e riabilitazione. Negli stiramenti di gradi 1° e 2°, dopo una visita di controllo a 7 giorni, viene posizionato un tutomaggio,giugno 2013 : 77


re per la caviglia. Negli stiramenti di 3° grado invece lo stivale gessato amovibile offre maggiori stabilità e protezione e viene mantenuto per 3 settimane. Quando migliorano, in genere dopo 20 giorni, viene sostituito con il tutore. La fase riabilitativa si concentra sull’aumento della forza, della resistenza, dell’equilibrio e della propriocezione in carico. Un rinforzo e una riabilitazione adeguati sono fondamentali per evitare lesioni in supinazione della caviglia; tuttavia, alcuni pazienti richiedono supporti biomeccanici addizionali. L’ortopedico viene chiamato ad operare, in genere mediante artroscopia, quelle che possono essere delle lesioni associate che esitano in quadri clinici di dolore cronico. Vengono eseguite artroscopie per correggere le lesioni della cartilagine dell’articolazione, oppure per trattare sindromi da “impingement” provocate dal tessuto osseo o dai tessuti molli; tali tessuti possono essere infiammati o riparati in maniera inadeguata e posso dare disturbi. La chirurgia riparativa viene eseguita solo in casi particolari: se presente un avulsione ossea per cui il legamento si trova totalmente staccato dalla sua inserzione, oppure quando l’indagine RMN docu-

menta lesione completa e il legamento è strappato. Gli interventi chirurgici per correggere l’instabilità cronica, quando cioè un paziente è soggetto a più distorsioni in un anno, invece vengono effettuati in differita, quando fallisce il trattamento conservativo e fisioterapico. Essi consistono nelle suture dirette, plastiche di rinforzo, ricostruzioni di tendini.

Dott Carlo Dall’Oca Dott. Nicola Bizzotto Professor Bruno Magnan Ortopedia e Traumatologia D.U. Azienda Ospedaliera Universitara Integrata Verona 78 : maggio,giugno 2013



salute e alimentazione

Cheers, alla salute! Il famoso detto “vino fa buon sangue” ha un fondo di verità solo se questa antica bevanda viene consumata con moderazione e coscienza

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arlare del Vino è come ripercorrere la storia dell’umanità fin dalle antiche origini: ogni civiltà, ogni impero, ogni nazione ha le sue “storie di vino”. La più antica giara di vino di terracotta è stata rinvenuta nella parte settentrionale dell’Iran e risale al 5.100 a.C., quindi a 7.000 anni fa. Gli specialisti però affermano che il vino sarebbe stato prodotto per la prima volta, forse casualmente, tra i 9 e i 10.000 anni fa nella zona del Caucaso. La prima documentazione scritta si trova nella Bibbia, quando Noè appena uscito dall’arca pianta una vigna e ne ottiene vino. Tra le civiltà antiche gli Egizi sono stati maestri e depositari delle più antiche tecniche di vinificazione. Ai Greci invece va dato il merito di aver diffuso e fatto conoscere il vino anche in Europa. Sotto l’impero Romano la cultura vitivinicola si diffonde enormemente e si perfezionano le tecniche di conservazione con l’utilizzo di botti di legno e l’inizio della pratica di “invecchiamento”. Dal II secolo d.C. la coltivazione della vite si sposta anche in Borgogna e Champagne, dove grazie anche al successivo contributo degli ordini ecclesiastici, il vino diventa sinonimo di ricchezza e prestigio. Negli ultimi secoli della nostra era lo sviluppo vitivinicolo e tecnologico è stato straordinario: dall’uso del vetro, ai tappi in sughero, alla creazione di vini spumanti e così via. Un vero business economico che suscita l’interesse di milioni di eno-appassionati in tutto il mondo. Tornando al vino come bevanda-alimento è utile citare la sua definizione: il vino è una bevanda idroalcolica composta da oltre 6000 microelementi, ottenuta esclusivamente dalla fermentazione (totale o parziale) del frutto della vite, l’uva (sia essa pigiata o

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meno), o del mosto. È quindi importante sottolineare come il vino sia un armonioso composto di numerosi elementi (in prevalenza acqua) di cui l’alcool è solo uno dei tanti componenti. Oltre che per le sue peculiarità storiche, gustative e conviviali il vino è diventato, già dagli inizi del ‘900, anche oggetto di studio per le sue possibili proprietà terapeutiche e curative. Hanno quindi cominciato a svilupparsi credenze, detti popolari ed usanze che attribuivano al vino virtù più o meno giustificate e


che si sono conservate in questo secolo. Purtroppo, se da un lato lo sviluppo ha determinato una crescita nel consumo di vino, non si può nascondere che abbia portato anche ai primi casi di abuso. Gli effetti negativi o positivi del vino sono tutt’oggi fonte di grandi dibattiti. Il vino spesso è uno dei responsabili dei fallimenti di molte diete, soprattutto quelle fai da te, per il semplice motivo che un litro di vino equivale circa a 750 Kcal. Inoltre è spesso causa di problemi al fegato, o altre malattie, se consumato in dose eccessiva. È noto che un moderato consumo di vino può ridurre, grazie all’interazione tra i vari componenti, il rischio di malattie al cuore, oltre a svolgere un effetto positivo sulla prevenzione dell’arteriosclerosi e delle patologie coronariche. Ovviamente il famoso detto “vino fa buon sangue”, ha un fondo di verità solo se viene consumato con moderazione e coscienza. Un esempio è il paradosso francese, cioè il fenomeno per il quale in Francia, nonostante il relativamente alto consumo di alimenti ricchi in acidi grassi saturi, l’incidenza di mortalità per malattie cardiovascolari (ovvero le malattie del cuore e dei vasi sanguigni) è inferiore rispetto ad altri Paesi dieteticamente comparabili. La correlazione tra bassa mortalità per malattie coronariche e consumo di vino è stata avanza-

ta per la prima volta nel 1979 e con ulteriori studi pubblicati nel 1980 da alcuni epidemiologi francesi. Tuttavia le ricerche disponibili ad oggi non hanno ancora dimostrato in modo scientifico l’esistenza effettiva di un rapporto causa-effetto tra il consumo di vino e la prevenzione di malattie cardiovascolari. Oggi l’attenzione è rivolta in particolare ad alcuni antiossidanti che svolgerebbero un’azione particolarmente positiva sul corpo. Il Resveratrolo è forse il più famoso, appartiene alla famiglia di composti polifenolici ed è presente negli acini dell’uva, e quindi nel vino. Nell’uva è contenuto solo nella buccia, mentre il contenuto nel vino dipende dalla pianta della vite, dalla locazione geografica di coltivazione e dal tempo di fermentazione. Come conseguenza, il contenuto di resveratrolo dipende dal tipo di vino ed è maggiore nel vino rosso che in quello bianco o rosato. In particolare i vini rossi di grande struttura polifenolica e tannica, (come l’Amarone o il Valpolicella Ripasso) attraverso questo ed altri composti, sono in grado di esercitare azioni favorevoli non solo alla riduzione di rischi cardiovascolari, ma anche al miglioramento del quadro lipidico, del bilancio emostatico, della pressione arteriosa, della sensibilità insulinica, del livello di colesterolo Hdl. L’etanolo, presente nelle bevande alcoliche e in piccola quantità anche nel vino, sembrerebbe essere correlato ad un effetto dilatatore sulle coronarie e, quindi, a una riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari. I polifenoli, presenti anch’essi nel vino rosso, avrebbero la capacità di rimuovere i radicali liberi dal nostro organismo, responsabili dell’invecchiamento cellulare e forse dell’insorgenza da alcuni tumori. Le caratteristiche antibatteriche del vino rosso conferirebbero le note capacità digestive. Bere un bicchiere di vino al giorno, in genere, non fa male alla salute. L’abuso di alcol, invece, come dimostrano molti studi epidemiologici, è associato ad un incremento della pressione arteriosa in entrambi i sessi e a prescindere dalle differenze razziali. Il vino è quindi una componente antichissima e importante dell’umanità, da capire e conoscere per trarne i massimi benefici senza incorrere in eventuali effetti dannosi. Significativo a tal proposito può essere uno dei più famosi aforismi dello scrittore-poeta tedesco Ghoethe: “La vita è troppo breve per bere vini mediocri”. Marina Soave maggio,giugno 2013 : 81


Con A.T.E.R. Verona la casa è una “dolce” casa Una casa è molto di più di una “macchina per abitare”, come sosteneva l’architetto svizzero Le Corbusier. La casa ha una valenza emozionale ed è una delle espressioni più personali del nostro essere. È un luogo nel quale rifugiarci e isolarci oltre che uno spazio di vita quotidiana. Non a caso la Costituzione della Repubblica Italiana si occupa non solo del diritto sulla abitazione, ma anche ed ancor prima del diritto alla abitazione, ritenendo che la mancanza di uno spazio abitativo vitale per il pieno sviluppo dell’individuo e della famiglia, costituisca una pericolosa limitazione del principio di uguaglianza formale e sostanziale. La forte crisi economica degli ultimi anni, minaccia fortemente l’abitazione ed assistiamo purtroppo quotidianamente a casi di mancanza o perdita della stessa. In questo contesto opera l’Azienda Territoriale per l’edilizia residenziale della provincia di Verona (ATER), che è chiamata a porre in essere interventi di edilizia residenziale pubblica mirati a favorire da un lato la locazione e dall’altro la proprietà a protezione delle famiglie economicamente più svantaggiate. “Occorre rilevare - spiega il Presidente dell’ATER Niko Cordioli - che anche gli strati sociali appartenenti al cosiddetto ceto medio, oggi hanno difficoltà ad acquistare la prima casa dal libero mercato. La nostra Azienda deve tenere conto di questo e opera cedendo in proprietà immobili a prezzi convenzionati, ovvero a prezzi sensibilmente inferiori rispetto al libero mercato”. Nasce così l’idea di provare qualcosa di nuovo e introdurre una grande novità! Parte come sperimentazione nel secondo semestre del 2012 e diviene poi operativa per tutto il 2013,

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la possibilità di acquistare un immobile e pagarlo in forma dilazionata direttamente ad ATER Verona. L’opportunità è rivolta soprattutto alle famiglie il cui reddito è troppo basso per poter accedere al mercato immobiliare privato o la cui potenzialità economica viene giudicata limitata dalle banche per poter concedere un mutuo. A.T.E.R. Verona quindi pone in vendita immobili sfitti, liberi da persone e cose, ad uso abitazione ed uso diverso in Verona e provincia per i quali non è richiesta la condizione di prima. Nel concreto l’aggiudicatario potrà pagare il prezzo offerto in forma dilazionata, versando un acconto pari almeno al 25% del prezzo all’atto del rogito notarile ed il restante 75% rateizzando. Le rate di ammortamento mensili saranno corrisposte direttamente all’A.T.E.R., fino ad un massimo di vent’anni e saranno comprensive di quota capitale e quota di interessi. Gli interessi saranno calcolati con un tasso fisso, assumendo quale parametro di riferimento il tasso legale in vigore al momento dell’atto notarile, aumentato di 2,5 punti percentuali. A garanzia del pagamento sarà iscritta ipoteca volontaria di primo grado ad esclusivo e totale favore dell’A.T.E.R. Di Verona, relativamente all’importo dilazionato maggiorato degli interessi previsti. Naturalmente esistono alcuni vincoli, come ad esempio la condizione che gli alloggi acquistati con questa formula di pagamento dilazionato, non potranno essere rivenduti fino a quando non risulti estinto interamente il debito con l’Azienda. “Siamo consapevoli – commenta il Presidente Cordioli - che la crisi del mercato immobiliare è forte e speriamo che tutto ciò rappresenti una chance in più per i cittadini di poter godere del diritto sulla ed alla abitazione!”. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito internet www.ater.vr.it o prendere contatto con l’Ufficio Vendite ai seguenti recapiti 045 8062415 - 045 8062416 - 045 8062472.




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